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Dettaglio seduta n.49 del 05/06/86 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto l) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che i processi verbali delle adunanze consiliari del 6 20 e 26 marzo 1986 sono stati distribuiti ai Consiglieri e verranno posti in votazione nella prossima seduta.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione dei Consiglieri Acotto, Bresso e Rivalta inerente la difesa del territorio comunale di Curino


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione presentata dai Consiglieri Acotto, Bresso e Rivalta inerente la difesa del territorio comunale di Curino. Risponde il Vicepresidente della Giunta, Vetrino.



VETRINO Bianca, Vicepresidente della Giunta regionale

Il territorio del Comune di Curino prima del mese di settembre 1984 non era interessato da vincoli di tutela ambientale, ex legge 1497 del 1939.
L'area delle Rive Rosse di Curino era stata segnalata fin dal 1976 come zona meritevole di inclusione nel Piano regionale dei parchi e conseguentemente istituibile in parco naturale.
Tale inclusione non era stata negli anni passati definita in quanto l'area, pur rivestendo un certo interesse naturalistico, non era soggetta a particolari rischi di compromissione.
E' intervenuto, come i Consiglieri sanno, il decreto ministeriale del 21/9/1984 ed è entrata in vigore la legge n. 431 che all'art.1 estende i vincoli ad intere categorie di beni ambientali; per effetto di queste nuove norme sono pervenuti all'Assessorato alla pianificazione, per l'esame da parte del servizio ambientale, due progetti 'di apertura di cantieri per l'estrazione mineraria in quanto tali interventi presuppongono la distruzione di ampie porzioni di boschi presenti.
Alla luce di tali considerazioni la Giunta regionale, previa istruttoria del competente Servizio piani paesistici, ha negato l'autorizzazione di competenza, ex art. 82 del D.P.R. n. 616, a due diversi interventi proposti dalla ditta Sasil.
Non risulta pervenuta a tutt'oggi alcuna istanza della ditta Maffi S.p.A. di Trento relativa alla località di S. Nicolao.
Per quanto riguarda la pista tagliafuoco nella zone delle Rive Rosse si precisa che, ai sensi dell'art. 1 della legge 431, per interventi di tale natura, se finalizzati all'esercizio dell'attività di coltura forestale o di natura agro - selvo - pastorale, non è richiesta ulteriore esplicita autorizzazione oltre a quelle previste dalle leggi vigenti in materia forestale o di tutela idrogeologica e rientranti nelle competenze del Corpo forestale dello Stato.
Nell'occasione si precisa che il Servizio piani paesistici nell'esercizio delle competenze attribuite alla Regione in materia di tutela ambientale, ha preso contatti con il Distretto Minerario per il Piemonte al fine di conoscere preventivamente le istanze avanzate da ditte per ottenere permessi di ricerca o concessioni minerarie e poter in tal modo segnalare tempestivamente l'esistenza di vincoli di tutela e/o di beni ambientali da salvaguardare per evitare l'insorgere di situazioni complesse e confliggenti derivanti da attività di amministrazioni statali e regionali operanti sul territorio con finalità diverse.
Alla luce della situazione attuale e di fronte ad eventuali rischi di compromissione ambientale di quella particolare zona, credo che dovremmo valutare, come peraltro è richiesto nell'interrogazione, come inserire quella zona nel prossimo aggiornamento al Piano regionale dei parchi e delle riserve naturali. In ogni caso quella zona ormai è vincolata ai sensi della legge 431, quindi in questo momento sono vigenti le tutele previste dalla legge stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Ringrazio l'Assessore per la risposta che contrariamente ad altri casi è stata piuttosto tempestiva e anche per l'intendimento manifestato di valutare la possibilità d'inserimento di questa area nel Piano dei parchi proprio perché essendo, a questo punto, vincolata ai sensi della legge Galasso diventa importante prevedere una forma di tutela più attiva e non solamente passiva.
Ho ascoltato la risposta per quanto riguarda i problemi di potenziali compromissioni in atto, in particolare della pista tagliafuoco che crea molte preoccupazioni negli ambientalisti locali, perché ci sono voci, come abbiamo cercato di dimostrare, anche se non sempre queste cose possono essere concretizzate in un'interrogazione, di un interesse diverso da quello forestale legato all'apertura di questa pista.
E' vero che le attività di tipo, forestale non richiedono ulteriori autorizzazioni, mi chiedo però, e chiedo eventualmente all'Assessore di fare una verifica, se rispetto al vincolo assoluto della legge Galasso non ricadano anche attività di questo tipo, perché mi risulta siano vincolate anche attività di interesse pubblico, addirittura depurazione, sistemazione di rive, di camminamenti lungo i fiumi. Purtroppo sappiamo che molto spesso strade e piste con scopi apparentemente forestali aprono poi la via a compromissioni successive; siccome la zona è una foresta rada, macchia cespuglio che vera e propria foresta, non sembrano esserci rischi di fuoco e di pericolo imminente. Occorre vedere se, in attesa di decisioni relative ad una eventuale istituzione del Parco e in ordine ai vincoli del Galasso non ci sia qualche attività che sborda rispetto alle competenze. Per il resto mi risulta anche che i Comitati promotori dell'istituzione del Parco stiano organizzando un convegno per presentare degli studi che arricchiscano la conoscenza naturalistica della zona (studi che sono in pubblicazione o forse sono adesso, nel frattempo, già pubblicati) e penso che quella potreb-be essere l'occasione per discutere nel merito. Pregherei solo di vedere se non è il caso di bloccare la costruzione della pista tagliafuoco dietro la quale, come dicevo, sembrano esserci interessi maggiori che non quelli forestali.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione dei Consiglieri Dameri, Amerio, Biazzi, Guasso, Rivalta e Manfredini inerente l'adeguamento dei canoni per gli alloggi di edilizia residenziale pubblica


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dai Consiglieri Dameri, Amerio Guasso, Biazzi, Rivalta e Manfredini inerente l'adeguamento dei canoni per gli alloggi di edilizia residenziale pubblica.
Risponde l'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'edilizia residenziale

La collega Dameri con gli altri interroganti ci chiede informazioni e precisazioni in ordine alla costituzione del fondo sociale previsto all'art. 19 della legge 33 dell'84 e per quanto riguarda la revisione delle modalità di applicazione del canone sociale nella nostra Regione.
In proposito credo si debba richiamare, anche se alcune cose già sono a conoscenza dei colleghi, per completezza - sia pure in breve sintesi - che questo problema è già stato discusso in diverse occasioni ed ha portato ad uno stanziamento sul bilancio di previsione per il 1986, in sede di legge di variazione, di 2 miliardi al capitolo 7654 per la prima applicazione dell'art. 19 della legge 33 del 1984, mentre è stato costituito presso gli IACP, con la partecipazione anche di funzionari regionali, un gruppo di lavoro che deve procedere alla stesura di una prima bozza di regolamento per l'applicazione del canone sociale. Allo stesso tempo è stato disposto presso gli IACP un approfondimento dei dati, solo parzialmente già a nostra conoscenza, riguardanti la distribuzione all'interno del patrimonio pubblico dei casi che potenzialmente possono essere beneficiari del fondo sociale; cioè degli inquilini posti in prima fascia (nuclei titolari di una pensione sociale e di una pensione minima) e dei morosi incolpevoli, per malattia o per disoccupazione. Le predette iniziative hanno portato alla stesura di una prima bozza di regolamento del fondo sociale, per ora esaminata solo a livello tecnico, e ritornata al gruppo di lavoro costituito presso gli IACP, che proprio in questi giorni ha comunicato di aver proceduto alla stesura definitiva della bozza di regolamento. Credo quindi, che nelle prossime settimane potrà essere sottoposta alle associazioni dell'inquilinato e poi alla Commissione consiliare competente entro il mese di giugno.
Ritengo che, pur con le difficoltà applicative che esistono in questa prima fase, entro il mese di giugno la Commissione potrà valutare il provvedimento che mi auguro possa entro il mese di luglio avere l'approvazione definitiva della Giunta regionale e trovare applicazione.
Devo dire, con riferimento alla previsione di entrata in funzione del regolamento del fondo sociale, che abbiamo disposto, questa settimana, con circolare del Presidente, una sospensione degli atti nei confronti dei morosi incolpevoli, a cui sulla base della legge gli istituti autonomi sarebbero tenuti, chiedendo una breve sospensione in attesa della definizione dei casi di morosità incolpevoli che dovranno essere assistiti dal fondo sociale.
Per quanto riguarda la modifica più in generale della legge 33, con la definizione e revisione dell'applicazione del canone sociale, ritengo che i tempi saranno meno brevi, in quanto purtroppo questa operazione, dopo la prima applicazione della legge 33, necessita di una completezza di dati conoscitivi che da parte degli istituti, ma soprattutto da parte dell'Istituto Autonomo Case Popolari di Torino, non sono ancora stati forniti. Non è stata cioè completata l'anagrafe dell'inquilinato e ci mancano dati di valutazione sulla parte più consistente del patrimonio pubblico, quello dell'Istituto Autonomo Case Popolari di Torino (42.000 utenti) necessari per la revisione del canone sociale che nella prima applicazione ha comportato e realizzato sperequazioni e ingiustizie.
Ritengo comunque che, fatta un'ulteriore verifica nei confronti dell'Istituto Autonomo Case Popolari di Torino, qualora non si possa disporre in tempi ragionevoli di un'anagrafe completa dell'utenza, dovremo decidere di procedere comunque ad una prima modifica della legge 33, come è stato più volte sollecitato dalle associazioni dell'inquilinato e dagli stessi Commissari della II Commissione consiliare permanente.
La revisione complessiva della legge 33 dovrebbe essere collocata, per questa esigenza di conoscenza, alla ripresa dei lavori del Consiglio dopo il periodo feriale, non escludendo che, siccome si sta già provvedendo ad alcune modifiche parziali della legge 64 riguardante l'assegnazione degli alloggi, in quella occasione si possa procedere alle prime modifiche urgenti della legge 33.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dameri.



DAMERI Silvana

L'unica osservazione è sui tempi: l'interrogazione era stata presentata all'inizio di febbraio e siamo ormai a giugno. Noi avevamo rinunciato anche a presentare un emendamento in sede di assestamento di bilancio per quanto riguardava una quota maggiore destinata al fondo sociale, proprio perch avevamo concordato che questo intervento, per quest'anno, si potesse fare sui sei mesi, quindi la quota destinata a bilancio ci sembrava soddisfacente a coprire l'intervento.
La modalità con.cui si è lavorato per arrivare alla definizione del regolamento mi pare condivisibile. Bisognerà fare un sforzo per individuare quei casi di morosità incolpevoli, di - cui parlava l'Assessore, e - per destinare questo fondo sociale alle spese così come sono previste dalla legge stessa. Ci sono spinte perché questo fondo venga diversamente utilizzato. Credo sia bene invece che intervenga su quelle fasce, in particolare sulla prima, che sono quelle che anche a fronte degli adeguamenti dei canoni annuali previsti possono essere alleviati, a determinare una minore pressione o minore incidenza degli elementi di tensione che esistono all'interno degli istituti e nel rapporto con l'inquilinato.
Credo che ci si debba porre l'obiettivo di cominciare a sperimentare il regolamento per i sei mesi conclusivi dell'anno in corso.
Il secondo punto riguarda un problema più complesso, ma non per questo meno urgente. Si tratta di verificare la diversità della situazione dell'Istituto di Torino e quella della realtà piemontese.
L'Assessore parla di ripresa. Credo che si debba, almeno entro l'anno arrivare ad una proposta. La ragione è molto semplice. Sappiamo, ad esempio, che c'è una sfasatura tra l'adeguamento annuale dei canoni previsto dalla legge e l'aggiornamento delle fasce che è previsto ogni due anni. Questo può determinare delle sperequazioni che, in situazioni già estremamente precarie, rischiano di amplificarsi e determinare una situazione difficile da governare. Siccome abbiamo altri problemi più sostanziali e più difficili da risolvere, se cominciamo ad affrontare quelli che hanno qualche possibilità di soluzione, diamo un contributo a che le tensioni si allentino e quindi anche i problemi più complessi possano essere affrontati con maggiore convinzione e anche con maggiori risultati.
Le modalità sono valide. Credo si debba, entro i prossimi sei mesi, far partire l'intervento del Fondo sociale e, entro l'anno, far si che ci siano le condizioni perché nel prossimo aggiornamento annuale di gennaio ci sia la possibilità di fare un ragionamento sulle fasce.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Interrogazione del Consigliere Staglianò inerente la vendita di formaggi freschi confezionati con latte ad alto tasso di radioattività - Cooperativa Piemonte Formaggi di Crescentino


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione del Consigliere Staglianò inerente la vendita di formaggi freschi confezionati con latte ad alto tasso di radioattività - Cooperativa Piemonte Formaggi di Crescentino.
Risponde l'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Le preoccupazioni del Consigliere Staglianò, relative alla destinazione del latte raccolto dai soci nel territorio dell'U.S.S.L. n. 40 dalla Cooperativa Piemonte Formaggi, credo possano essere superate se si tiene conto dei seguenti dati di fatto: l) la Cooperativa Piemonte Formaggi non lavora formaggi freschi intendendo per tali formaggi quelli da mettere in vendita dopo 2-3 giorni dalla loro produzione 2) il latte raccolto dalla Cooperativa Piemonte Formaggi, a seguito dell'ordinanza Degan, viene trasformato in un prodotto che necessita di una stagionatura non inferiore ai 30 giorni 3) negli ultimi tempi, a partire dal giorno 9 maggio, parte del latte è stato trasformato in cagliata, di cui 71 quintali sono stoccati nello stabilimento della stessa Cooperativa e il resto stoccato presso lo stabilimento della Polenghi in Lodi, in attesa delle successive disposizioni ministeriali in merito al conferimento di questo tipo di latte lavorato all'AIMA 4) il formaggio prodotto dalla Piemonte Formaggi a partire dal 2 maggio è tutto stoccato nelle celle del caseificio della Cooperativa Crescentino (Vc) e suddiviso per giornate di lavorazione 5) la parte eccedente di latte viene giornalmente avviato negli stabilimenti della Polenghi.
Per cui si può affermare che il latte raccolto dalla Piemonte Formaggi non è andato al consumo con produzioni che potevano arrecare danno secondo quanto previsto dall'ordinanza Degan.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

La ringrazio signor Presidente e ringrazio l'Assessore Lombardi per la tempestività con cui ha raccolto gli interrogativi da me sottoposti alla Giunta. Dopodiché la soddisfazione finisce qui, perché sono profondissimamente (se si potesse usare un avverbio o un aggettivo più forte lo userei) insoddisfatto per la risposta.
Innanzitutto perché essa mi pare, Assessore, contenga una inesattezza grave. Lei dice che la Piemonte Formaggi non lavora formaggi freschi. A me è capitato di comprare in un supermercato di Chivasso, due giorni dopo aver firmato l'interrogazione e dopo aver raccolto informazioni in zona su quanto stava avvenendo, formaggio fresco prodotto dalla Piemonte Formaggi: basta andare alla Vegè di Crescentino per approvvigionarsi di tutto il formaggio fresco che si vuole, Assessore! Ora, è evidente che il problema ha interesse non soltanto per il caso specifico. Il caso specifico ha rilievo in quanto è riferibile all'unica indagine attendibile, dal nostro punto di vista, sui dati di radioattività presenti negli alimenti: mi riferisco alle analisi effettuate dall'U.S.S.L.
n. 40 di Ivrea, l'unica che non debba dipendere (per fornirci dati sulla radioattività) dalla lobby nucleare che controlla il flusso dei dati e tutto il resto.
E' stato preso pertanto-, Assessore Lombardi, ad esempio il caso della Piemonte Formaggi per dimostrare come le autorità di governo regionale non siano minimamente attendibili nella tutela della salute dei cittadini dopo il disastro di Chernobyl.
Mi consenta un'altra cosa, Assessore Lombardi. Sono rimasto impressionato dal fatto che a rispondermi sia stato lei, cioè l'Assessore all'agricoltura e non invece l'Assessore alla sanità, il collega Assessore Olivieri, il quale pure è molto attento, bisogna dargliene atto, a questi problemi. Ma, in questa circostanza, come in tutte le circostanze che riguardano gli affari relativi ai disastri nucleari, quelli presenti, e ci auguriamo non doverci ritornare per commemorare altre vittime, in tutte queste vicende viene prima l'interesse economico e poi la salute dei cittadini.
Nell'interrogazione chiedevo quali iniziative ed accertamenti gli Assessori competenti abbiano disposto per vietare la vendita di formaggi freschi e burro derivati dal latte prodotto nel territorio dell'U.S.S.L. n.
40. Questo interrogativo mi pare non riguardi soltanto le competenze dell'Assessore all'agricoltura, ma in primo luogo l'Assessorato che dovrebbe tutelare la salute di tutti i cittadini piemontesi.
Ora, mi chiedo da semplice cittadino come se lo chiedono milioni di persone di questo Paese, com'è possibile che al di là del Ticino, Assessori Lombardi e Olivieri, in Lombardia siano state disposte norme restrittive per la commercializzazione di questi prodotti alimentari, mentre al di qua del Ticino tutto va bene? Forse la nube radioattiva s'è fermata sui confini amministrativi delle due Regioni, risparmiando il Piemonte? Ma non vi rendete conto che si va logorando, in maniera forse irreparabile, il rapporto di credibilità tra quanto avviene nel "Palazzo" e gli interrogativi che percorrono la testa di milioni di persone.
Non voglio farla più lunga, anche perché, come sono schietto nelle critiche, voglio anche rendere un omaggio pubblico all'articolista che ieri su "La Stampa" ha ricordato come l'emergenza nucleare non sembri preoccupare i Presidenti delle Giunte regionali di questo Paese, i quali si ritroveranno nei prossimi giorni per discutere di tutt'altre cose.
Penso che non rapportarsi con serietà a queste inquietudini e a questi problemi si faccia un pessimo servizio alla credibilità delle istituzioni.
E, quello che più ci importa, non rende affidabile il vostro lavoro rispetto al quale il sottoscritto, insieme ad altri Consiglieri, ha chiesto da tempo che venissero forniti i dati sulla radioattività rilevati nella catena alimentare, così come oggi sono riscontrabili. Dopo un mese questi dati sono ancora top secret. Dobbiamo fare gli Sherlock Holmes, come il sottoscritto ha dovuto fare, per andare ad un istituto privato e farsi analizzare il formaggio comprato nel supermercato di Crescentino, per registrare che quel formaggio non era commestibile? Ma per voi tutto questo va bene.



PRESIDENTE

Ho pregato gli Assessori di riassumere i dati e di darveli. E' stata richiesta una precisazione su un fatto che riguarda l'Assessore Olivieri gli darei quindi brevemente la parola.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Vorrei rassicurare il Consigliere Staglianò che non è assolutamente necessario che faccia Sherlock Holmes, anche perché non ha mantello, cappa e berrettino, quindi non gli si addice. Infatti i dati, sia quelli raccolti attraverso l'U.S.S.L. di Ivrea, sia quelli dell'ENEA, sia quelli dell'Istituto Superiore di Fisica sono in Assessorato a disposizione. Non c'è nessuna barriera di nessun tipo sull'informazione.



REBURDO Giuseppe

Allora perché non rispondete alle interrogazioni che abbiamo presentato da un mese? Perché non ce li date?



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

L'Assessorato è un luogo pubblico, scherziamo! Io sono qui pronto a rispondere. Non sono certo uno che si rifiuta di rispondere!



PRESIDENTE

Ho voluto dare la parola perché voi sapete che i dati oltre a essere fascicolati sono anche a disposizione presso l'Assessorato. Ciò significa che se ne può avere copia.
La parola al Consigliere Sestero.



SESTERO Maria Grazia

A noi risulta che non sia così facile averli. L'U.S.S.L. di Orbassano ha richiesto i dati di rilevamento ENEA su questi elementi, ma gli uffici non li hanno dati.



PRESIDENTE

Poiché mi compete tutelare il dialogo e l'informazione ai Consiglieri mi farò carico io stesso della soluzione di questo problema.
L'Assessore Olivieri dice che sono a disposizione, l'U.S.S.L. di Orbassano non li dà. Vedremo allora come si raccolgono e come si possono portare a conoscenza. E' già stato fatto un passo in quella direzione.


Argomento: Problemi energetici

Interrogazione dei Consiglieri Bruciamacchie e Ferro inerente il piano regionale di metanizzazione


PRESIDENTE

L'Assessore Maccari risponde ora all'interrogazione dei Consiglieri Bruciamacchie e Ferro inerente il piano regionale di metanizzazione.



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia

La verifica della possibilità di sviluppo di ulteriori reti principali di metanizzazione in Piemonte è in corso di effettuazione nell'ambito degli accordi della convenzione con la SNAM del 30 dicembre 1985.
In particolare è allo studio la possibilità di estendere il servizio del gas metano alle seguenti aree: 1 - Val Tanaro (CN): Comuni di Bagnasco, Garessio, Nucetto, Ormea e Priola.
2 - Val Bormida (CN): Comuni di Bergole, Camerana, Cortemilia, Gorzegno, Gottosecca, Levice Monesiglio, Prunetto e Saliceto.
3 - Zona Roeri, del Comprensorio Alba Bra (CN): Comuni di Baldissero, Montaldo Roero, Monteu Roero, Pocapaglia, Sommariva Perno e Santo Stefano Roero.
4 - Alto Verbano I (NO): Comuni di Premeno, Oggebbio, Cannero Riviera, Cannobbio e Trarego Viggiona.
5 - Alto Verbano II (NO): Comuni di Beura Cardezza, Masera e Trontano.
6 - Valle d'Orba I (AL): Comuni di Ovada, Tagliolo Monferrato e Belforte Monferrato.
7 - Valle d'Orba II (AL): Comuni di Casaleggio Boiro, Lerma e Mornese.
8 - Subarea "E" del Comprensorio Casalese (AL): Comuni di Borgo San Martino, Bozzole, Frassineto Po, Giarole, Mirabello Monferrato, Occimiano, Ozzano, Pomaro Monferrato, San Giorgio Monferrato Terruggia, Ticineto, Treville e Valmacca.
9 - Val Cerrina (AL/AT): Comuni di Castelletto, Cereseto, Cerrina, Mombello Monferrato, Murisengo Odalengo Grande, Odalengo Piccolo, Ponzano Monferrato, Pontestura Serralunga di Crea, Solonghello, Villadeatie Robella.
10 - Consorzio Est Sesia (NO/VC): Comuni di Borgo Vercelli, Casalino Casalvolone, Granozzo con Monticello, Vinzaglio e Villata.
11 - Baraggia Sud Occidentale (VC): Comuni di Buronzo, Balocco, Casanova Elvo, Carisio, Collobiano, Formigliana, Lozzolo, Rovasenda, Roasio, S.
Giacomo Vercellese e Villarboit.
12 - Consorzio di Alba (CN): Comuni di Barolo, Canale, Castellinaldo, Castiglione Falletto, Cornegliano d'Alba, Diano d'Alba, Grinzane Cavour, La Morra, Montà, Piobesi d'Alba Priocca, Roddi, Serralunga d'Alba, Vezza d'Alba e Cisterna d'Asti.
(Il Consorzio di Alba comprende anche i Comuni di Alba, Castagneto, Govone Guarene, Magliano Alfieri, S. Vittoria d'Alba, che sono già in esercizio).
13 - Valli Curone, Grue, Ossona (AL): Comuni di Avolasca, Brignano Frascata, Casasco, Castellania, Costa Vescovato, Dernice, Fabbrica Curone Garbagna, Gremiasco, Momperone, Monleale, Montacuto, Montegioco Montemarzino, Pozzol Groppo, San Sebastiano Curone.
14 - Valli di Lanzo (T0): Comuni di Corio, Coassolo, Monastero Lanzo, Germagnano, Traves, Viù, Lemie Usseglio, Pessinetto, Mezzenile, Ceres, Ala di Stura, Balme, Cantoira Chialamberto e Groscavallo.
15 - Valle Mosso (VC): Comuni di Mezzana, Mortigliengo, Soprana, Strona, Casapinta, Crosa e Lessona.
Le aree relative alla Val Tanaro e alla Val Bormida sono state avviate sulla base delle indicazioni di cui al punto 6) della convenzione con la SNAM. Le restanti aree sono state avviate sulla base delle indicazioni dell'ordine del giorno del Consiglio regionale in data 12 dicembre 1985 e a seguito di specifiche richieste avanzate da parte degli Enti locali interessati.
Il primo rapporto dello studio di fattibilità sarà consegnato entro il mese di luglio e, per ciascuna delle 15 aree in esame, fornirà le indicazioni seguenti: aggregazione dei Comuni in bacini di utenza a gestione unitaria al fine di ottimizzare il sistema distributivo locale individuazione dei Comuni servibili per estensione delle reti già esistenti tracciati degli adduttori SNAM per la fornitura del metano ai bacini così individuati: valutazioni delle utenze civili ed industriali servibili condizioni tecniche ed economiche richieste dalla SNAM per la fornitura del metano tempi di realizzazione degli adduttori SNAM.
Il rapporto sarà sottoposto alla verifica degli Enti locali, con particolare attenzione alle ipotesi di aggregazione dei Comuni in bacini a gestione unitaria e ai bacini di estendimento.
Sempre entro il mese di luglio sarà anche predisposto un rapporto sullo stato di attuazione delle opere del piano regionale e sul conseguente sviluppo di nuove reti cittadine.
Presso l'Assessorato è operativo lo Sportello Tecnico, come previsto all'art. 7) della convenzione con la SNAM. In tale ambito sono stati effettuati, su richiesta di Enti locali, incontri con tecnici della SNAM e di Società di distribuzione per verificare e definire iniziative di sviluppo di reti locali.
Nell'ambito dell'attività dello Sportello è in corso di preparazione un documento che illustrerà gli elementi di base per la realizzazione del servizio di distribuzione del metano. Il documento fornirà in particolare indicazioni sugli adempimenti amministrativi che devono essere assunti dal Comune, sulle norme generali che regolano l'affidamento del Servizio in concessione, sugli elementi obbligatori, con particolare riguardo alla sicurezza, che devono essere compresi nella convenzione e sul reperimento delle risorse finanziarie che i Comuni possono destinare alla costruzione delle reti cittadine.
Ciò costituisce complessivamente il ventaglio di azioni che concorrono a dare pratica attuazione a quanto delineato nel II Piano regionale di sviluppo, alla voce "Programma finalizzato energia".
Sulla base delle indicazioni che emergeranno dal rapporto in corso di elaborazione da parte della SNAM con il supporto degli Uffici dell'Assessorato e in seguito alle necessarie consultazioni con gli Enti locali interessati, verranno fatte tutte le opportune valutazioni in ordine alle modalità e alle risorse da impiegare per aggiornare e completare il piano di metanizzazione anche individuando, all'occorrenza, appositi strumenti di intervento per sostenere l'iniziativa locale, in armonia con gli impegni programmatici della Giunta per la IV .legislatura.
Sulla situazione dello stato di attuazione degli undici progetti SNAM alla data odierna, la SNAM ha presentato per l'approvazione regionale i seguenti progetti: Rete del Canavese il 21/2/1986 Derivazione per Bernezzo il 22/1/1986 . - Derivazione per Busca e Rossana il 3/3/1986 Derivazione Mondovì - Ceva il 23/5/1986 Metanodotto Oviglio - Nizza Monferrato il 15/4/1986 Derivazione Pinerolo - Barge il 29/4/1986 Derivazione Pinerolo - Perosa Argentina e Piscina il 23/5/1986.
Di questi progetti i primi tre sono già stati approvati dalla Giunta regionale mentre per i restanti è tuttora in corso l'istruttoria intesa a verificarne in via preliminare le compatibilità con i vincoli territoriali vincoli paesaggistici come da legge Galasso, parchi naturali, vincoli idrogeologici, nonché la rispondenza agli accordi della convenzione con lo SNAM del 30/12/1985.
La situazione in particolare è questa: Rete del Canavese: i lavori sono iniziati da poco; a fine maggio erano stati ultimati circa 4 km di pista derivazione per Bernezzo: sono stati posati circa 10 km di condotta derivazione Busca Rossana: è stato ultimato il tratto Castiglione Saluzzo (circa 3 km).
Per le derivazioni di Mondovì - Ceva, Oviglio - Nizza Monferrato, Pinerolo Barge, Pinerolo - Perosa Argentina e Piscina la progettazione è conclusa i lavori devono ancora iniziare. Lo SNAM sta acquisendo i permessi pubblici preliminari.
Per le restanti opere previste in convenzione e cioè: derivazione Condove - Susa; rete di Biella; derivazione Valle Mosso; derivazione Carrù Dogliani la progettazione è in fase di completamento e contestualmente lo SNAM sta provvedendo ad acquisire i permessi pubblici.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario

Chiedo che quanto ha detto l'Assessore ci venga gentilmente fornito in copia per poter leggere attentamente la risposta e valutarla. Pur ascoltando con attenzione mi è sembrato di capire che la risposta verte su quanto è stato realizzato anche in riferimento 'al piano complessivo di metanizzazione in Piemonte, quindi va un po' più in là rispetto all'interrogazione. Sono stati ricordati interventi e opere appaltate o iniziate che occorrerà esaminare e valutare in dettaglio in una , sede consona. Chiedo pertanto all'Assessore di portare in Commissione questi dati per valutare nel merito le opere avviate, gli studi fatti e anche i termini di consegna degli elaborati.
Dalla lunga elencazione fatta dall'Assessore non risulta però chiara la distinzione tra gli interventi che sono presenti a livello di piano, che riguardano le opere di estensione del servizio, collegamenti tra i metanodotti già esistenti e i centri abitati, opere di competenza comunale che non sono soggette al contributo regionale e le altre opere indicate al punto primo dell'interpellanza come le ulteriori diramazioni, che sono le assi e le reti principali, che dovrebbero servire le aree che sono indicate anche nell'ordine del giorno approvato dalla maggioranza nella seduta del 12/12/1985.
Questo significa interessare lo SNAM per verificare se li era possibile realizzare questo tipo di metanodotto assistito da contributo regionale.
Era emerso che le undici scelte fatte dal piano, per le quali venivano investiti 27 miliardi e 200 milioni di contributo regionale, escludevano altre aree che, a nostro parere, avevano tutti i requisiti per essere soggette a intervento di metanodotti ad alta pressione assistiti da contributo regionale.
L'incarico allo SNAM è stato dato? Quali risultati ha sortito? Rileggerò la risposta.
In questi mesi le aziende singole che operano nel settore si sono mosse con estrema rapidità prendendo contatto con i vari Comuni, servendo di volta in volta questo o quell'altro Comune che era più interessante o per numero di abitanti o per insediamenti industriali, creando un'enorme difficoltà per quanto riguarda un discorso omogeneo a livello di area infatti il discorso dei consorzi, delle aree di bacino ampie, che doveva essere l'elemento portante per un servizio omogeneo in tutta quell'area non decolla perché le singole industrie creano difficoltà alle amministrazioni locali che, a pochi chilometri di distanza, finiranno per non avere il metano.
Noi chiedevamo di riunire i Comuni di quelle aree, di confrontarsi con loro per verificare la possibilità di costruire strumenti unitari in grado di essere forza contrattuale consistente nei confronti o delle singole imprese o dello SNAM stesso, comunque un'entità tale che permetta il ricorso ad altre forme di contributo.
Per questo motivo ponevamo il problema dello Sportello. C'è la necessità di dare ai piccoli o piccolissimi Comuni un sostegno tecnico. Mi auguro che lo Sportello, che l'Assessore afferma essere funzionante presso l'Assessorato, sia in grado di fornire queste indicazioni.
Abbiamo presentato un disegno di legge che prevede anche il ricorso ai finanziamenti FIO.
Sono state avanzate richieste in questa direzione in riferimento ai progetti già previsti dal piano regionale di metanizzazione? Noi pensiamo sia importante avviare pratiche anche in quella direzione poiché sono progetti finanziabili; le risorse regionali risparmiate potrebbero essere utilmente investite in quelle aree che il piano non considera.


Argomento: Problemi energetici - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Valeri e Acotto, inerente la sicurezza sanitaria dell'impianto elettronucleare previsto nell'area Po 1


PRESIDENTE

In merito all'interrogazione presentata dai Consiglieri Valeri e Acotto inerente la sicurezza sanitaria dell'impianto elettronucleare previsto nell'area Po l, il Consigliere Valeri intende porre delle pregiudiziali. Il Consigliere Valeri può intervenire.



VALERI Gilberto

Desidero proporre alla Presidenza e all'Assessore una sorta di pregiudiziale procedurale. L'interrogazione è antecedente alle vicende che sono state dibattute in quest'aula e che hanno proposto degli interrogativi, che sono stati alla base di quel dibattito e degli atti deliberativi da parte del Consiglio. Conseguentemente a quegli atti, il Gruppo comunista ha chiesto la convocazione della VII Commissione; tale Commissione è convocata per martedì prossimo per sentire la Giunta circa il concetto della graduazione.
Possono rientrare all'interno di questo confronto a cui la Giunta è chiamata anche le problematiche afferenti a questa interrogazione. Se l'Assessore lo ritiene, potremmo affrontarle in quella sede, ovviamente con il suo impegno ad essere presente martedì nella sede della VII Commissione.



PRESIDENTE

L'Assessore Olivieri mi dice che è d'accordo.
Questa interrogazione viene pertanto immessa nell'incontro della VII Commissione.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati - Tutela dagli inquinamenti idrici

Interrogazione dei Consiglieri Bontempi, Bruciamacchie, Dameri e Rivalta inerente l'acquedotto di Casale Monferrato


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione dei Consiglieri Bontempi, Bruciamacchie Dameri e Rivalta inerente l'acquedotto di Casale Monferrato.
Risponde l'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Signor Presidente, signori Consiglieri, in data 24/3/1986 il Sindaco della Città di Casale Monferrato ordinava il divieto assoluto del consumo a scopo alimentare dell'acqua proveniente dall'acquedotto comunale, inquinato da una discarica abusiva. Successivamente, il 24/4/1986, la stessa autorità comunicava alla cittadinanza che l'acqua immessa nella rete dell'acquedotto municipale era potabile.
La calamità della città di Casale ha causato gravi disagi alla popolazione, però, all'analisi delle segnalazioni pervenute dai medici di base e dalla Direzione Sanitaria del presidio ospedaliero, pare che non vi siano ricoveri ospedalieri per malattie in fase acuta e neppure decessi dovuti ad inquinamento idrico. Questo è stato, comunque, il primo risultato positivo dovuto al pronto intervento delle istituzioni pubbliche.
Aggiungo ancora che l'altro ieri, avendo ancora riunito la Commissione ho avuto a mia disposizione una serie di dati concernenti un'indagine molto più approfondita fatta con i medici di base della città di Casale in confronto con quelli di Trino in modo da avere situazioni di base analoghe (senza però l'inquinamento delle acque dell'acquedotto). Sono ora all'esame della Medicina del Lavoro per trarne dei rilievi più specifici di quanto non siano stati quelli del primo impatto su una prima serie di domande fatte a caldo.
L'Assessorato regionale alla sanità ha inviato due funzionari sul territorio che hanno mantenuto continui contatti con l'amministrazione di Casale.
Con telegramma del 10/4/1986, firmato dall'Assessore alla sanità, è stata comunicata al Presidente dell'U.S.S.L. n. 70 di Alessandria la decisione della Giunta regionale e dei Gruppi consiliari di istituire un temporaneo distaccamento del Laboratorio di Sanità Pubblica di Alessandria a Casale per provvedere ai primi interventi analitici sull'acqua di Casale Monferrato e delle zone circostanti.
Sono stati attivati gli opportuni meccanismi, sia a livello politico che amministrativo, per concretizzare la volontà politica del Consiglio regionale. Funzionari dell'Assessorato hanno partecipato a riunioni a livello burocratico per attuare quanto sopra. Esse si sono svolte in Torino e a Casale con la presenza dei funzionari delle UU.SS.SS.LL. di Alessandria e di Casale, con quelli del Servizio di Igiene Pubblica delle due predette UU.SS.SS.LL. nonché con la Direttrice della Sezione Chimica del Laboratorio di Sanità Pubblica di Alessandria, come pure con il Direttore Sanitario e con i Primari del Presidio Ospedaliero casalese.
E' risultato quanto segue. La Sezione Chimica del Laboratorio di Sanità Pubblica dell'U.S.S.L. n. 70 è priva di una duplice attrezzatura. Il trasferimento del macchinario da Alessandria a Casale può causare sguarnimento della predetta Sezione Chimica; ciò potrebbe essere fonte di pregiudizio per la salute pubblica della popolazione che fa capo al presidio multizonale in questione, che ha competenza territoriale per la provincia di Alessandria.
Successivamente è stato esaminato il tempo necessario per smontare l'apparecchiatura, imballarla e nuovamente montarla in Casale. Questo fattore temporale è risultato negativo poiché la Sezione Chimica in questione dispone di attrezzatura molto sofisticata per l'analisi delle acque, la cui installazione richiede il lavoro di molti giorni, per cui si poteva concretamente verificare che, terminate le installazioni delle apparecchiature in Casale, nel frattempo l'emergenza poteva essere risolta per cui si raggiungeva solamente un risultato negativo, consistente nella non utilizzazione degli apparecchi, il che poteva causare la non effettuazione dell'analisi, ciò che invece per proprio dovere d'istituto il predetto Laboratorio doveva compiere.
E' stata allora esaminata l'eventualità che il Presidio Ospedaliero di Casale fosse in grado di fornire la strumentazione atta al nostro scopo.
Però, purtroppo, anche questa eventualità non si è potuta realizzare in quanto il Laboratorio di Analisi Chimico - Cliniche del predetto Presidio Ospedaliero non dispone di idonea attrezzatura in merito. Si è allora esaminata la possibilità di acquistare il materiale necessario; si è provveduto a quantificare il preventivo di spesa, che essendo risultato molto alto, non si poteva minimamente ipotizzare di accollarlo al Servizio Sanitario Nazionale.
Da quanto sopra esposto, risulta che solamente per motivi strettamente tecnici non si è potuta realizzare la desiderata temporanea istituzione di un distaccamento del Laboratorio di Sanità Pubblica di Alessandria in Casale. Va però specificato che i problemi causati dall'inquinamento idrico della città in questione sono sempre stati studiati e adeguatamente affrontati. Si è proceduto costantemente al prelievo dei necessari campioni di acqua inquinata, che venivano analizzati dal Laboratorio di Sanità Pubblica di Alessandria. Ciò ha prodotto un notevole incremento di lavoro al predetto Laboratorio, per cui, su proposta dell'Assessore alla sanità il Presidente della Giunta regionale, in data 3/4/1986, ha emesso la seguente ordinanza: "Le Sezioni Chimiche del Laboratorio di Sanità Pubblica delle UU.SS.SS.LL. n. 68 di Asti e n. 45 di Vercelli collaboreranno, su richiesta della Sezione Chimica del Laboratorio di Sanità Pubblica dell'U.S.S.L. n. 70 di Alessandria, nell'analisi e nel controllo delle acque provenienti dall'U.S.S.L. n. 76 di Casale Monferrato fino al 16/5/1986. 1 Presidenti delle UU.SS.SS.LL. interes-sate garantiranno la regolare attuazione della presente ordinanza".
Successivamente, sempre su proposta dell'Assessore alla sanità, la Giunta regionale con deliberazione del 10/4/1986 n. 149-4576 ha approvato la costituzione della Commissione Tecnico Consultiva Clinico Tossicologica per l'esame della situazione determinatasi a seguito dell'inquinamento idrico di Casale Monferrato; la sua attività consiste nel valutare gli eventuali danni clinici derivati alla popolazione dall'inquinamento predetto e i rischi di tossicità eventuali in nuove opere di approvvigionamento idrico.
Detta Commissione ha già fornito il proprio contributo tecnico al Sindaco di Casale in merito alla potabilità dell'acquedotto cittadino. Ha promosso un'indagine epidemiologica che da un lato si avvarrà della documentazione raccolta dai medici di base, attraverso un questionario finalizzato e dall'altro in prospettiva valuterà lo stato di salute di campioni di popolazione residenti in Casale e nei Comuni limitrofi esenti dall'uso di acqua inquinata. Svolgerà, sulla base di un'approfondita disamina dei dati in possesso riguardanti le diverse sostanze inquinanti riscontrate nelle precedenti analisi con la collaborazione della Clinica del lavoro dell'Università di Torino, un'indagine mirata su materiale biologico raccolto presso i Servizi di Immunomatologia e di Anatomia patologica dell'Ospedale di Casale.
Analoga ricerca sarà condotta su animali domestici a suo tempo raccolti e conservati dal Servizio Veterinario dell'U.S.S.L. casalese.
La Commissione, sulla base delle prime risultanze scientifiche, ha specificato che non ravvisava elementi significativi che possano indurre preoccupazioni per quanto attiene le gravidanze in corso. Essa si è pure espressa sul controllo dell'acqua fornita dall'acquedotto casalese affermando in data 30/4/1986, che risultano garantiti i livelli di potabilità dell'acquedotto stesso e che anche le indagini chimiche eseguite sulle concrezioni repertate, come di norma all'interno delle tubazioni (eventuali incrostazioni di fenoli), non hanno posto in evidenza la presenza di sostanze inquinanti.
La stessa Commissione attualmente .sta analizzando i dati chimici relativi all'inquinamento, in particolare, ha evidenziato l'opportunità di conoscere tutti gli elementi analitici quali - quantitativi antecedenti al 15/4/1986 in possesso delle Sezioni Chimiche dei Laboratori di Sanità Pubblica che hanno analizzato le acque di Casale, come pure quelli in possesso del Comune di Casale.
I predetti dati sono già stati - chiesti dal competente Assessorato agli enti interessati. La Giunta regionale, pure in data 10/4/1986 con deliberazione n. 146-4573, ha approvato misure straordinarie ed urgenti relative allo smaltimento dei rifiuti tossici e nocivi ed ha istituito, ai sensi dell'art. 20 della legge regionale 6/79, una unità flessibile, per garantire condizioni di sicurezza e salvaguardia della pubblica e privata incolumità e per promuovere e coordinare le iniziative di competenza regionale, dirette a risolvere, nel più breve tempo possibile, l'emergenza derivante dalla contaminazione delle falde acquifere e del suolo di cui trattasi.
Anche questa Commissione si è recata in Casale e successivamente ha partecipato ai lavori presieduti dal Prefetto di Alessandria, relativi al disinquinamento di alcuni territori della provincia in questione. Questa Commissione sta predisponendo "la definizione di procedure da adottare a seguito della scoperta di discariche abusive"; queste procedure sono proprie e particolari a seconda della specificità delle singole valenze professionali dei componenti della stessa, nel nostro caso si è provveduto a programmare gli interventi sanitari.
Questa in sintesi è stata l'attività svolta, nel senso più generale possibile, dalla Regione Piemonte per risolvere i problemi riguardanti l'avvenuto inquinamento idrico della città di Casale, anche in alternativa al richiesto servizio di analisi da distaccare temporaneamente dal Laboratorio di Sanità Pubblica di Alessandria a Casale.
Sulla base dell'esperienza che si è avuta in questa occasione si ritiene di attrezzare un laboratorio mobile complesso, con la possibilità di concentrazione delle acque. Il problema non riguarda soltanto l'inquinamento della discarica, ma ci sono problemi impellenti relativi all'atrazina e alla somazina che ci costringeranno a prendere misure energiche soprattutto nei confronti di quanti usano in modo incongruo questi preparati.
Un'attrezzatura mobile pare la più confacente, perché quello che è successo a Casale può succedere domani in un'altra area del Piemonte.
Per quanto concerne la domanda se Casale debba essere dotata definitivamente di un Laboratorio di Sanità Pubblica, devo dire che questo non è la risoluzione del problema. Ci si può attenere ad un limite fondamentale di un laboratorio ogni 500.000 abitanti. Si tratta di attrezzature molto sofisticate, di grossi impegni di spesa e soprattutto di una professionalità continuamente allenata rispetto ad un certo tipo di indagini. Lo stesso problema si riproporrà per quanto attiene al controllo della radioattività. E' essenziale in questi campi una professionalità tenuta in continua attività, altrimenti si rischiano deterioramenti gravi dal punto di vista di un requisito essenziale: la validità degli esami.
Abbiamo avuto nel resto dell'Italia qualche elemento di dubbio. Non voglio fare le pulci alla Lombardia, ma probabilmente qualcuno ha sbagliato qualche virgola. Questo è da tenere presente.
I pozzi che sono stati attivati a Casale non sono brillantissimi. La decisione di avere come unica fonte in questo momento l'acquedotto del Monferrato è sicuramente quello più proprio dal punto di vista della garanzia della perfetta potabilità delle acque che si immettono nell'acquedotto.
La situazione dei pozzi superficiali della vasta plaga che concerne il Vercellese e il Novarese non è molto soddisfacente. Dovremo prendere provvedimenti piuttosto seri anche su questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dameri.



DAMERI Silvana

Non siamo soddisfatti della risposta anche se apprezziamo lo sforzo fatto dall'Assessore alla sanità. La nostra interrogazione non era tanto rivolta agli aspetti sanitari, ma all'insieme del problema di Casale. Tra l'altro, il caso di Casale è successo il 24 marzo, sono passati due mesi e non abbiamo risolto il problema dell'emergenza. I giornali non parlano più di Casale, il problema è censurato, ma non è affatto risolto. Dirò alcune cose su questo.
Sulla questione della potabilità delle acque, come è riportato anche sul bollettino che i nostri funzionari diligentemente fanno sulla situazione delle discariche e dei veleni in Piemonte, il Ministro Zamberletti si era impegnato a rendere potabile l'acqua entro 15 giorni.
Bisognerebbe dire ai Ministri di essere più prudenti e più .cauti quando fanno promesse che sanno di non poter mantenere.
Ma si potrebbero produrre altri elementi che introducono elementi grotteschi in questa vicenda, purtroppo però il caso è troppo serio per poter essere affrontato da questo punto di vista.
Voglio riproporre - e mi scuso se mi dilungherò - un insieme di questioni che mi sembra sia necessario discutere qui, visto che la Giunta e il Consiglio non hanno voluto tenere un Consiglio regionale a Casale, come noi avevamo chiesto.
Abbiamo letto che ci sono state delle riunioni storiche della Giunta a Casale Monferrato, ma i risultati non ci soddisfano, soprattutto non soddisfano i casalesi.
La situazione delle discariche e della bonifica del terreno inquinato è assolutamente ferma. Credo che questo non sia soltanto un problema dell'Assessore alla sanità.
Il terreno della discarica che ha inquinato la falda e che ha prodotto l'inquinamento dell'acquedotto è stoccato in un modo assolutamente provvisorio. I pozzi privati che insistono sull'area di Santa Maria al Tempio, dove è avvenuto l'inquinamento, sono sigillati, ma non è stata fatta nessuna analisi e nessun prelievo sul contenuto di quei pozzi.
La discarica Bagna e la discarica oltre Ponte sono sequestrate ma non si fa nulla e l'inquinamento procede.
Sull'ex cava Roleto a Ponte Stura, dove sono stati ritrovati 200 bidoni, la Protezione civile invita il Sindaco ad intervenire e contemporaneamente la zona è sottoposta a sequestro cautelare da parte del Pretore.
L'altra discarica sulla quale il discorso è fermo - mi dispiace che non sia presente l'Assessore Maccari - è quella di Val Verde tra S. Giorgio e Ozzano.
La discarica in zona Torcello è sottoposta al vincolo Galasso e sento che su questo ci sono opinioni diverse all'interno della Giunta. Bisognerà arrivare ad una discussione e ad una verifica.
Quindi, dal punto di vista del risanamento della situazione ambientale e della bonifica a seguito dell'inquinamento concretamente non si sta muovendo nulla. Questo non è problema di un singolo Assessore ma è un problema della Giunta e prima di tutto dovrebbe essere un problema del Presidente di questa Giunta.
La situazione dell'approvvigionamento idrico. I quattro pozzi trivellanti sono tutti inutilizzabili. Il primo è stato chiuso subito; nel secondo, quello di via Podgora, è stato scoperto dell'idrogeno solforato e dell'ammoniaca; in quello di San Bernardino presenza di nitrati, tant'è vero che il Laboratorio di igiene e profilassi di Alessandria ha detto subito che era sconsigliabile che i bambini e i soggetti a rischio lo utilizzassero; negli altri sono stati scoperti, il 23 maggio, dei solventi clorurati.
Quindi tutti i pozzi che sono stati trivellati a Casale Monferrato sono inutilizzati. Per la presenza dei fenoli ci siamo affidati al Sindaco, dopo è stata nominata la Commissione tossicologica, quindi chiedo se la presenza dei solventi clorurati è stata per tempo rilevata dalla Commissione, perch c'è il sospetto che per alcuni giorni questo non sia avvenuto. Se invece non è stato così, ce ne rallegriamo.
Attualmente la città di Casale è fornita in parte dall'acquedotto del Monferrato e in parte dal pozzo di San Giovannino che-presenta un'acqua potabile, con 120 litri di acqua al secondo a fronte dei 200 necessari.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

L'esigenza è di 185 litri.



DAMERI Silvana

Questi dati sono stati forniti in Consiglio comunale a Casale. Non li ho inventati io. Noi esponiamo le cose che sappiamo e che conosciamo.
Stiamo andando verso la stagione estiva. Quali possibilità di fornire la città di Casale ha l'acquedotto del Monferrato? Il Comune come sta procedendo? Continua a fare dei buchi sempre più profondi, la spesa si aggira attorno ai 500 milioni per i pozzi scavati senza alcun risultato. Si deve continuare a pensare di operare con le trivellazioni, o non si tratta invece di affrontare il problema della potabilizzazione? Gli operatori, dei grandi rischi finita l'emergenza se ne sono andati.
Casale è rimasta sola. Il modo con cui è stata affrontata l'emergenza da parte della Giunta ha portato ad una situazione che non esitiamo a definire fallimentare. Sappiamo che non è possibile risolverla con la bacchetta magica ma nemmeno affidandoci alla Divina Provvidenza o accendendo dei ceri. Nella nostra interrogazione chiedevamo una struttura tecnico operativa interdisciplinare, competente sotto il profilo idraulico geologico, ecologico, sanitario ed ambientale per tutto il periodo necessario (ed è ancora necessario) in raccordo con l'Università e il Politecnico. E' una richiesta tuttora valida. L'Assessore diceva che probabilmente è necessario un laboratorio mobile di analisi. Di fatto per a Casale tuttora non c'è una struttura operante che dia un conforto scientifico fondato.
Noi riproponiamo la Commissione di inchiesta che avevamo sollevato con la mozione sul problema più complessivo delle discariche e dell'inquinamento. Il nostro Gruppo nei prossimi giorni produrrà una nuova iniziativa in Consiglio regionale e a Casale sulle questioni che ho citato e riproponiamo anche l'esigenza (augurandoci che ci sia la sensibilità.almeno umana se non politica) di raccogliere la richiesta di tenere il Consiglio regionale a Casale, non per fare dei tour turistici ma per affrontare nel merito i problemi. A oltre due mesi dall'emergenza la grave situazione assolutamente non è risolta, una città di 40.000 abitanti nel cuore della nostra Regione, viene lasciata in situazione di precarietà e di abbandono.



PRESIDENTE

La parola ancora all'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Il rifornimento idrico dell'acquedotto del Monferrato è garantito per tutto il periodo estivo. La vigilia di Pasqua telefonai al Sindaco e lo misi sull'avviso per quanto riguarda i condotti del Monferrato che passavano a breve distanza e consigliai già allora di immettere direttamente l'acqua e di erogarla per poche ore al giorno (60 litri al minuto). Però non fui ascoltato. Dissi anche che era inutile trivellare e che era preferibile fare delle valutazioni molto più obiettive e più approfondite dal punto di vista geologico. Ognuno però ragiona in casa propria come vuole. Capisco quante potevano essere le istanze, le pressioni, l'angoscia e il tormento di una popolazione senz'acqua. E' il lato umano che interviene in queste situazioni, non tutto può essere codificato in termini puramente geometrici. Mi metto nella condizione di chi deve gestire sul luogo una situazione così angosciosa, quindi bisogna considerare tutti gli aspetti.
Per instaurare un laboratorio mobile ci vogliono dagli otto mesi a un anno, anche per instaurare un nuovo laboratorio ci vogliono non meno di sei o otto mesi tra istallazione delle attrezzature, verifiche, collaudi, ecc.
Sono purtroppo i tempi tecnici. Al momento Casale ha la garanzia assoluta dell'acqua potabile, poi tra un po' di tempo, con trivellazioni profonde si riuscirà a risolvere il problema di rifornimenti alternativi che è sempre un elemento essenziale e fondamentale. La causa di questo modello di inquinamento è data dai pozzi che non sono concentrati a corona. Purtroppo questo è un fatto storico e non possiamo certamente annullarlo con un colpo di bacchetta magica.


Argomento:

Interrogazione dei Consiglieri Bontempi, Bruciamacchie, Dameri e Rivalta inerente l'acquedotto di Casale Monferrato

Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, vi devo dare una piccola informazione sul programma di questa mattina.
Alle ore 11,15 bisogna interrompere la seduta per non più di 15 minuti perché i rappresentanti del Consiglio generale della Savoia saranno ricevuti dall'Ufficio di Presidenza, i Capigruppo e il Vicepresidente della Giunta. Quindi si ritorna in aula e, alla presenza dei rappresentanti del Consiglio della Savoia, il Consiglio svolgerà i suoi lavori.
Si interromperà nell'ora di colazione e si riprenderà alle ore 14,30 in seduta comune con il Consiglio della Savoia. Ci saranno relazioni e quindi dibattito.


Argomento: Emigrazione

Interrogazione dei Consiglieri Guasso, Amerio, Calligaro e Bruciamacchie inerente i problemi dell'emigrazione


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione presentata dai Consiglieri Guasso Amerio, Calligaro e Bruciamacchie inerente i problemi dell'emigrazione.
Risponde il Vicepresidente della Giunta, Vetrino.



VETRINO Bianca, Vicepresidente della Giunta regionale

Come è noto la Regione Piemonte ha legiferato in materia con proprio provvedimento n. 42 del 6 luglio 1978, recante il titolo: "Interventi regionali in materia di movimenti migratori".
Nel marzo 1985 il Consiglio regionale ha apportato alla legge sopra citata alcune modifiche, ma il Commissario di Governo ha rinviato le stesse a nuovo esame del Consiglio soprattutto per la considerazione che "attribuendo alla Regione la facoltà di sostenere e di incrementare le iniziative dei circoli e delle associazioni dei piemontesi emigrati costituite all'estero, vi era il limite di competenza territoriale regionale": Sembrava a questo punto bloccata ogni iniziativa regionale a favore di comunità di emigrati di origine piemontese all'estero.
Nel corso del secondo semestre 1985, tuttavia, su impulso soprattutto della Presidenza del Consiglio dei Ministri e con la collaborazione del Ministero degli Esteri, venivano ripresi i contatti e le iniziative con e fra le Regioni per dare un seguito concreto alla rinnovata politica di attenzione della madrepatria verso le comunità d'emigrazione italiana sparse per il mondo, specie ai fini di pervenire alla completa attuazione della legge 8 maggio 1985 n. 205, per quanto concerne la costituzione dei Comitati consolari per l' emigrazione che conosciamo.
In questo quadro va doverosamente collocata la tappa costituita dalla "Conferenza interregionale dell'emigrazione italiana nel Sud America" svoltasi in Argentina dal 10 al 20 novembre, nonché tutta una serie di preconferenze - cui il Piemonte era rimasto di fatto estraneo precedentemente svoltesi in Canada e in Australia, mentre in Argentina c'era stata una delegazione della Regione Piemonte.
A seguito della Conferenza stessa le Regioni italiane concordavano poi nel febbraio scorso, uno schema di d.d.l. da sottoporre al Governo italiano avente come oggetto "Regolamento del rapporto fra Stato e Regioni ed istituzione del fondo sociale per l'emigrazione", che tende a dare la disciplina di principio nella materia. In particolare è prevista esplicitamente la potestà regionale di "effettuare interventi promozionali a beneficio delle loro collettività emigrate".
Più in dettaglio è scritto: "ai fini del conseguimento di quanto previsto nell'art. 1, le Regioni, anche avvalendosi delle Consulte regionali sull'emigrazione, coordinando eventuali iniziative delle Province e dei Comuni e di altri Enti locali, od attraverso misure atte a sostenere le associazioni degli emigrati, possono adottare provvedimenti ed effettuare interventi tendenti a: a) diffusione della conoscenza della Regione di origine fra le collettività emigrate, attraverso incontri, convegni, dibattiti, scambi iniziative di turismo sociale, manifestazioni artistiche e folcloristiche mostre, rappresentazioni teatrali e cinematografiche b) sviluppo sociale promozione e, qualificazione culturale delle stesse collettività c) effettuazione, in vista della più efficace realizzazione delle iniziative sopraelencate, di indagine sui bisogni della collettività regionale all'estero, all'uopo utilizzando i mezzi di informazione e di comunicazione più adatti a raggiungere le stesse collettività".
Nel seguito dello stesso schema di legge è prevista la costituzione di un "fondo sociale" cui partecipano Stato e Regioni. Si discute tuttavia ancora sull'operatività e sulle competenze possibili del fondo.
E' certo che lo sforzo compiuto dallo Stato e dalle Regioni non pu essere che mirato ad alcune iniziative, soprattutto di carattere culturale e di assistenza nella formazione professionale e nel soddisfacimento dei principali bisogni di natura sociale.
Fatte queste premesse la Giunta regionale ha di recente dato incarico alla sua segreteria di coordinare l'attività dei vari servizi regionali direttamente o indirettamente interessati al fenomeno emigrazione soprattutto per quanto riguarda le iniziative di carattere assistenziale e quelle di sviluppo dei rapporti culturali, formativi e turistici.
E' stato predisposto a grandi linee un progetto di nuova normativa regionale che, oltre a ricalcare quasi tutti gli aspetti salienti della legge piemontese del 1978, recepisce in un contesto a parer nostro più attuale (specie in riferimento alla proposta di legge nazionale di cui sopra) il vasto ventaglio dei possibili interventi della Regione verso i figli ed i nipoti di propri emigrati. Soprattutto ciò dovrebbe potersi concretare con: a) azione di sostegno al Governo nazionale nel potenziare la scuola italiana all'estero, con esplicito riferimento allo studio sistematico delle realtà culturali delle singole Regioni b) contributi allo sviluppo della conoscenza della lingua italiana anche attraverso nuove iniziative realizzate dai moderni mass media (informazioni in italiano, diffusione delle opere culturali in lingua ecc.) c) partecipazione alle iniziative promosse, nei settori di competenza regionale, dalle associazioni locali di Piemontesi e svolte con il patrocinio delle autorità diplomatiche e consolari italiane d) organizzazione di corsi di formazione universitaria e/o professionale per i figli o nipoti di italiani e per i giovani di altri Stati in rapporti diplomatici con l'Italia, desiderosi di perfezionarsi qui da noi, sia attraverso borse di studio che con offerte scambio e) facilitazioni organizzative per i viaggi e brevi soggiorni in Regione di vecchi emigrati o di comitive scolastiche f) organizzazione di contatti fra ambienti economici e culturali esteri ove operano significative presenze piemontesi - e le corrispondenti associazioni italiane g) partecipazione diretta del Piemonte a qualche significativa speciale manifestazione organizzata all'estero, quando la presenza regionale assuma rilievo a titolo di promozione o di rappresentanza h) promozione di manifestazioni di gemellaggio fra le istituzioni locali del Piemonte e corrispondenti realtà istituzionali locali degli Stati esteri.
Tutto questo potrebbe già oggi essere formulato in una proposta di legge regionale completa ed aggiornata. Si è tuttavia convinti che il modo migliore e più efficace di organizzare la proposta sia quello di conoscere con esattezza la posizione del Governo sui vari aspetti dell'intervento regionale come sopra abbiamo specificato. Il che non può ritardare di molto, dato atto che le Regioni attendono una risposta alla legge quadro da esse presentata per le prossime settimane e comunque prima del periodo feriale estivo.
Per intanto si opera con gli strumenti vigenti, utilizzando soprattutto i capitoli del turismo e della cultura ed operando attraverso le Associazioni di Piemontesi in Italia che svolgono attività di sostegno alle Associazioni ed ai circoli operanti all'estero.



PRESIDENTE

La replica dell'interrogante Guasso è rinviata alla ripresa della seduta.


Argomento:

Interrogazione dei Consiglieri Guasso, Amerio, Calligaro e Bruciamacchie inerente i problemi dell'emigrazione

Argomento:

Mancata risposta ad interpellanze


PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Reburdo. Ne ha facoltà.



REBURDO Giuseppe

Sono molto dispiaciuto di dover prendere la parola al termine della discussione delle interpellanze ed interrogazioni.
Avevo sollevato la questione in due interpellanze urgenti ma non mi è stata data risposta, che avrei accettato anche scritta. Non solo sono dispiaciuto, ma mi sento anche in obbligo di dire, ma probabilmente non interesserà a nessuno, che abbandonerò l'aula per protesta, non essendomi data la possibilità di avere elementi sufficienti di operatività.
Per quanto mi riguarda non parteciperò più alle riunioni del Consiglio fin quando non mi verrà data risposta adeguata.



PRESIDENTE

Consigliere, per quanto riguarda la Presidenza faremo tutto quanto è possibile perché alle interpellanze ed alle interrogazioni urgenti si risponda. La parola al Vicepresidente della Giunta Vetrino.



VETRINO Bianca, Vicepresidente della Giunta regionale

Chiedo scusa al Consigliere, ma non sono informata sull'interpellanza urgente da lei presentata.
Siccome mi spiacerebbe se lei dovesse assentarsi dai lavori del Consiglio, tenendo conto che oggi è una giornata particolare per l'incontro con il Consiglio della Savoia, la prego di volermi cortesemente informare del tenore delle interpellanze e io vedrò con gli Assessori competenti quale può essere l'esito per poter ancora in questa giornata dare risposta alle stesse.



REBURDO Giuseppe

Io avevo già sollevato identiche questioni alla Segretaria del Presidente consegnando copie delle interpellanze. Le consegno anche al Vicepresidente della Giunta ringraziando.



PRESIDENTE

Sospendo la seduta per l'incontro dell'Ufficio di Presidenza e dei Capigruppo con il Consiglio Generale di Savoia.



(La seduta, sospesa alle ore 11,25 riprende alle ore 12,20)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CERCHIO


Argomento: Emigrazione

Interrogazione dei Consiglieri Guasso, Amerio, Calligaro e Bruciamacchie inerente i problemi dell'emigrazione (seguito)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
E' presente la delegazione del Consiglio Generale della Savoia, che abbiamo poc'anzi salutato e che assiste alla prosecuzione dei lavori dell'assemblea regionale.
Avevamo interrotto i lavori del Consiglio con la risposta del Vicepresidente Vetrino ad una interrogazione del Consigliere Guasso che ha ora facoltà di replica.



GUASSO Nazzareno

Voglio ringraziare la Vicepresidente, signora Vetrino, per la risposta che mi soddisfa solo parzialmente.
Sui problemi dell'emigrazione c'è un impegno del Consiglio. Vorrei fare solo qualche brevissimo rilievo critico.
La mia insoddisfazione è data soprattutto dai tempi. Il Consiglio ha discusso su questa materia a dicembre dello scorso anno e siamo a giugno.
Abbiamo incontrato i rappresentanti delle nostre comunità extra europee e abbiamo sentito quanta aspettativa c'è attorno ad una programmazione del lavoro su cui ci eravamo impegnati. Valuto positivamente le iniziative delle Regioni per sollecitare una legge nazionale, ma i tempi del Parlamento per definire questioni di questa natura sono lunghi. Sono perch si segua con attenzione la situazione nazionale, ma ritengo che non dobbiamo farci condizionare, altrimenti i tempi possono diventare molto più lunghi.
A dicembre avevamo deciso che nessun Gruppo politico avrebbe preso una propria iniziativa legislativa. Noi vorremmo mantenere quell'accordo se i tempi restano ristretti; se invece i tempi si prolungano il Gruppo comunista che ha pronto uno schema di legge romperebbe quell'accordo e presenterebbe la sua proposta di legge. Non vorremmo però arrivare a questa soluzione. Il ritardo non è dovuto a cattiva volontà politica, ma a reali difficoltà a muoversi. La questione non riguarda soltanto un solo Assessore, ma interessa complessivamente il Consiglio regionale.
Ribadisco la disponibilità del Gruppo comunista a dare il contributo che è necessario perché si sviluppi un preciso piano di iniziative e di lavoro che comprenda la revisione della vecchia legge e la stesura di un nuovo testo di legge sull'emigrazione.
Stamattina ho letto l'ultimo numero della rivista "Piemontesi nel mondo" dove il nostro autorevole Presidente del Consiglio rivolge un saluto agli emigrati citando un'iniziativa che promuoveremo a fine giugno con il patrocinio e l'impegno della Regione Piemonte. Tutto ciò va bene, ma non basta. Noi siamo in ritardo rispetto ad altre Regioni. Lo dico anche autocriticamente. Raccomando alla Giunta, proprio per mantenere quell'impegno concordato fra tutti i Gruppi, di predisporre una proposta di legge organica sui problemi dell'emigrazione e di mantenere i tempi prefissati.
Abbiamo gli elementi per stilare un testo di legge, si incarichino eventualmente l'Assessore Genovese, la Presidenza del Consiglio nella persona del Vicepresidente Cerchio e la IV Commissione competente a definire una legge organica, attuale e rispondente alle necessità e ai problemi che ci siamo impegnati ad affrontare.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento: Varie

Saluto ufficiale ai rappresentanti del Consiglio Generale della Savoia


PRESIDENTE

A nome del Consiglio regionale del Piemonte do il benvenuto ai rappresentanti del Consiglio Generale della Savoia i quali desiderano assistere ai lavori del Consiglio regionale del Piemonte anche per avere uno scambio di opinioni sul lavoro che svolge il Consiglio della Savoia e quello che svolge il Consiglio regionale del Piemonte: le varie differenze istituzionali, ciò che ci unisce e ciò che ci divide, che peraltro sono rilevate nelle relazioni che sono state depositate.
La giornata di oggi non può essere episodica e conclusiva, ma deve diventare un fatto permanente. Non sto a ricordare che cosa rappresenta la Savoia per il Piemonte, ciò che il Piemonte e la Savoia hanno vissuto negli anni che stanno alle nostre spalle. C'è la proposta per realizzare un Comitato permanente fra il Piemonte e la Savoia il quale farà si che questo momento e questo incontro non sia un episodio ma l'inizio di un lungo lavoro, di un lungo cammino che vogliamo fare insieme. Grazie per aver voluto partecipare ai nostri lavori.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione dei Consiglieri Valeri, Bontempi e Acotto inerente l'U.S.S.L. n. 46 di Santhià


PRESIDENTE

Esaminiamo infine l'interrogazione presentata dai Consiglieri Valeri Bontempi e Acotto inerente l'U.S.S.L. n. 46 di Santhià.
La parola al Presidente della Giunta regionale Beltrami per la risposta.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Mi riferisco all'interrogazione richiamata dal Presidente del Consiglio riguardante una presunta paralisi dell'U.S.S.L. n. 46 di Santhià. La Giunta regionale, a suo tempo, non aveva ritenuto opportuno procedere ad iniziative di commissariamento che, per quanto mi consta, non sono intervenute negli anni più recenti, nell'attesa, soprattutto nel nostro caso, delle determinazioni che avrebbero dovuto essere assunte dall'organo di controllo.
Riassumo brevissimamente i fatti: con tre deliberazioni in data 6/12/1985 il Comitato di gestione dell'U.S.S.L. n. 46 provvide a revocare il mandato al Presidente ed al Vicepresidente dello stesso, e contestualmente a nominare i successori. Le deliberazioni, ovviamente vennero annullate dal competente Comitato di controllo per mancanza di motivazione e per incompetenza dell'organo che le aveva espresse (il Comitato di gestione).
Successivamente, in data 3 febbraio, con ulteriori provvedimenti venne preso atto da parte del Comitato di gestione delle dimissioni di alcuni membri dello stesso. La deliberazione relativa venne annullata ugualmente dal CO.RE.CO, per incompetenza dell'organo. In effetti, la nostra legge n.
3 del 21 gennaio 1980 prevede che sia l'assemblea generale dell'U.S.S.L. a nominare i membri del Comitato di gestione e, conseguentemente, vennero annullate le due deliberazioni di nomina del nuovo Presidente e del Vicepresidente.
Conseguentemente all'esito in sede di controllo dei provvedimenti indicati ai punti precedenti, l'assemblea generale dell'U.S.S.L., con deliberazione del 18 febbraio 1986 provvide ad accettare le dimissioni dei membri del Comitato di gestione e a sostituire gli stessi con altri Consiglieri.
Infine, in data 22 febbraio dello stesso anno, quindi il giorno appresso alla data dell'interrogazione,il Comitato di gestione ha provveduto alla nomina del nuovo Presidente e Vicepresidente del Comitato stesso.
Le deliberazioni di cui ai precedenti punti 3) e 4) sono divenute esecutive.
Al momento attuale la situazione degli organi dell'U.S.S.L. n. 46 è da tempo normalizzata e se all'interrogazione viene data risposta solo oggi (per quanto valga me ne rammarico) va sottolineato come tale normalizzazione sia intervenuta subito dopo la presentazione della predetta interrogazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Il tempo intercorso tra la presentazione della interrogazione e la risposta ha consentito di sanare alcune situazioni.
Debbo ricordare che in quella circostanza, e non riesco a capire come l'organo di controllo abbia potuto non rilevare questo fatto, la maggioranza si arrogò il diritto di nominare anche i membri di minoranza all'interno del Comitato di gestione.
Se questa è una prassi corretta, lascio al Consiglio giudicare. Grazie.


Argomento:

Interrogazione dei Consiglieri Valeri, Bontempi e Acotto inerente l'U.S.S.L. n. 46 di Santhià

Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Bosio, Carazzoni, Ferrara, Petrini, Pezzana, Quaglia e Turbiglio.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge

Argomento:

c) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo non ha apposto il visto alla legge regionale del 22/4/1986: "Integrazione all'art. 6 della L.R. 19/5/1982, n. 11".


Argomento:

c) Mancata apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

d) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 20 e 27 maggio 1986 - in attuazione dell'art. 7, secondo comma della L.R. 6/11/1978, n. 65 - in materia di consulenze ed incarichi, è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento: Commemorazioni

e) Commemorazione del Presidente del Consiglio regionale del Lazio Girolamo Mechelli


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, è mancato nei giorni scorsi il Presidente del Consiglio regionale del Lazio, Girolamo Mechelli. Noi tutti l'abbiamo conosciuto per la sua lunga militanza e per la sua partecipazione in tutti i momenti significativi della vita delle autonomie locali e delle Regioni.
Sappiamo della sua concretezza, del suo buon senso, della sua capacita di cogliere e interpretare le fondamentali questioni di una società in via di trasformazione qual è la nostra.
Mechelli, nella sua lunga militanza nell'ambito regionale, aveva determinato la formulazione dello Statuto regionale della sua Regione.
Ricordo di averlo incontrato a quell'epoca, in varie circostanze in ruoli diversi all'interno della Giunta e del Consiglio regionale del Lazio.
Girolamo Mechelli aveva una profonda fede nella democrazia, nella pacifica convivenza, nel dialogo.
Noi ci inchiniamo alla sua memoria e siamo vicini ai suoi familiari e al suo Partito.



(I presenti, in piedi osservano un minuto di silenzio)


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame proposta di deliberazione n. 89: "Deliberazione Giunta regionale n. 79-3575. L.R. n. 56/77 e successive modifiche ed integrazioni, art. 36 secondo comma. Comuni obbligati alla redazione del programma pluriennale di attuazione: terzo aggiornamento dell'elenco approvato con D.C.R. 27/1/1983 n. 384-875 e modificata dagli allegati A) e B) alla medesima"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 89: "Deliberazione Giunta Regionale n. 79-3575. L.R. n. 56/77 e successive modifiche ed integrazioni, art. 36, secondo comma. Comuni obbligati alla redazione del programma pluriennale di attuazione: terzo aggiornamento dell'elenco approvato con D.C.R. 27/1/1983 - n. 3$4-875 e modificata dagli allegati A) e B) alla medesima", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame proposta di deliberazione n. 174: "Deliberazione Giunta regionale n. 78-5174 'Secondo prelievo dal fondo di riserva di cassa di cui al capitolo n. 12900 dello stato di previsione della spesa del bilancio 1986, della somma di L. 659.419.275, per consentire pagamenti relativi alla gestione dei residui"'


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 174: "Deliberazione Giunta regionale n. 78-5174 'Secondo prelievo dal fondo di riserva di cassa di cui al capitolo n. 12900 dello stato di previsione della spesa del bilancio 1986, della somma di L. 659.419.275, per consentire pagamenti relativi alla gestione dei residui"'.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti. Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 37 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Esame proposta di deliberazione n. 193: "L.R. 12/5/1980, n. 37. Le enoteche regionali, le botteghe del vino o cantine comunali, i musei etnografico enologici, le strade del vino. Artt. 6 e 7: coordinamento e finanziamento delle attività. Regolamentazione per l'applicazione"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 193: "L.R. 12/5/1980, n. 37. Le enoteche regionali, le botteghe del vino o cantine comunali, i musei etnografico - enologici, le strade del vino.
Artt. 6 e 7: coordinamento e finanziamento delle attività. Regolamentazione per l'applicazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
La parola all'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Signor Presidente e colleghi, sino al 1980 il compito di legare la promozione dei grandi vini piemontesi e della tradizionale cucina regionale ad essi abbinata con l'ambiente di produzione e con lo specifico paesaggio viticolo delle zone collinari fu svolto dalle enoteche pubbliche.
L'azione di queste strutture fu pregevole per l'impostazione del discorso di qualità e di selezione dei vini del Piemonte, per la valorizzazione delle denominazioni di origine controllate, per l'informazione del consumatore e la sua documentazione.
Emersero però con il tempo due ordini di problemi: le crescenti difficoltà finanziarie e l'affollarsi di molte iniziative, talvolta non adeguatamente qualificate e comunque mal coordinate tra di loro.
La legge del 12/5/1980, n. 37 intendeva portare risposte positive a queste due esigenze, garantendo il necessario sostegno finanziario e cogliendo l'opportuno nesso tra coordinamento e direzione regionale del settore da una parte e l'utile autonomia di ogni singola iniziativa dall'altra.
La legge inoltre pose nella giusta, reciproca connessione le enoteche e botteghe del vino con le raccolte museografiche esistenti e l'insieme di queste strutture con sistema di segnaletica con le strade del vino, di cui si sentiva una forte esigenza. Applicazione. Dal 1980 a tutt'oggi sono state riconosciute e finanziate, ai sensi della legge regionale n. 37/80 otto enoteche regionali e ventitre botteghe del vino o cantine comunali.
A) Le enoteche regionali.
Enoteca regionale del Barolo: riconosciuta nel 1980 fu costituita dagli 11 Comuni delle zone del vino di origine controllata Barolo; ha sede nel Castello di Barolo, già dei Marchesi Falletti ed ora di proprietà comunale.
Nelle antiche cantine medioevali, l'Enoteca regionale del Barolo ha realizzato la più ampia panoramica per "Marche ed annate" dell'intera produzione del vino Barolo. Nell'ambito delle strutture dell'Enoteca sono state realizzate mostre etnografiche e cristalli da vino.
Organizza inoltre periodicamente convegni, dibattiti sulle tematiche relative alla produzione, accostamenti alla cucina tradizionale e promozionale del vino Barolo.
Enoteca regionale piemontese di Grinzane-Cavour: riconosciuta nel 1980 fu costituita sin dal 1967 da vari Enti locali; è gestita dall'Ordine dei Cavalieri del tartufo e dei vini di Alba e ha sede nello storico Castello di Grinzane.
L'Enoteca è una vetrina dei migliori vini e grappe piemontesi; realizza convegni, dibattiti, degustazioni e corsi di enologia e gastronomia.
Il Castello ospita al suo interno diverse mostre permanenti relative al divenire nei secoli della tecnica vitienologica e della gastronomia albese.
Ogni anno si svolge il "premio Grinzane Cavour", concorso letterario che ha raggiunto una notevole risonanza a livello nazionale.
Enoteca regionale del Barbaresco: di recente riconoscimento (1984) l'Enoteca, già parzialmente funzionante, entrerà in piena attività nei prossimi mesi. Costituita dai quattro Comuni della zona DOC Barbaresco, ha sede nei locali dell'ex chiesa di San Donato nel Comune di Barbaresco.
Enoteca regionale di Mango: anch'essa riconosciuta nel 1984 ha iniziato l'attività nel dicembre 1985; costituita per iniziativa del Comune di Mango, ha sede nel Castello dei Busca che domina la parte storica del medesimo Comune.
L'Enoteca sarà la sede privilegiata del Moscato d'Asti e degli spumanti prodotti in Piemonte oltre che degli altri vini della zona. L'Enoteca di Mango, a ideale completamento di una cultura di consumo, presenterà al pubblico la gastronomia dolce, tipica della civiltà del Piemonte e curerà un centro di documentazione e di informazione sulla vite e sul vino.
Enoteca regionale di Acqui Terme (mi scuso con i colleghi ma non abbiamo mai parlato di questo argomento in questa sede, sono realtà importanti, che costano anche alle risorse regionali per cui è opportuna la completa informazione al Consiglio): riconosciuta nel 1980 fu costituita dal Comune di Acqui Terme e da altri Enti locali. Ha sede nel prestigioso Palazzo Robellini nella storica piazza A. Levi (San Francesco) in Acqui Terme.
L'Enoteca espone e promuove tutti i vini prodotti nell'Acquese, dalla Barbera d'Asti e del Monferrato, al Dolcetto d'Acqui, al Moscato d'Asti, al Cortese e al Brachetto d'Acqui. Svolge ogni anno un concorso enologico (alla sesta edizione del 1985) e, nel periodo maggio - settembre degustazioni pilotate riservate ai turisti.
Enoteca regionale di Costigliole d'Asti: riconosciuta nel 1980, ha sede nello storico Castello di Costigliole d'Asti, reso celebre dalla famosa Contessa di Castiglione; è gestita dalla C.C.I.A.A. di Asti e dall'Ente di valorizzazione vini astigiani.
Nell'Enoteca sono ospitati i vini - astigiani (la zona è tipica per il Barbera d'Asti) selezionati dai tecnici della Douja d'Or, la celebre manifestazione enologica astigiana. Un ristorante caratteristico presenta questi vini in accostamenti opportuni con la gastronomia monferrina.
Enoteca regionale di Vignale Monferrato: riconosciuta nel 1980 fu costituita da 16 Comuni del Monferrato Casalese ed Astigiano, che consorziati ne curano la gestione. Ha sede nello splendido Palazzo Callori in Vignale Monferrato, edificio seicentesco acquistato e restaurato dalla Regione Piemonte. Nel Palazzo ha sede un ristorante altamente qualificato.
L'Enoteca espone, promuove e valorizza i vini del Monferrato, con particolare riguardo al Grignolino attraverso manifestazioni che hanno rilievo regionale.
Enoteca regionale della Serra: riconosciuta nel 1980 fu costituita dai Comuni di Viverone (Pro Loco), Piverone, Roppolo ed altri Enti locali. Ha sede nel Castello di Roppolo che sovrasta l'omonimo borgo medioevale, posto ai margini della Serra di Ivrea, ai confini con le Province di Torino e Vercelli.
L'Enoteca con convegni, manifestazioni ed attività promozionali valorizza in particolare i vini del Canavese (Erbaluce di Caluso) e del nord del Piemonte, ma è anche una completa vetrina di tutti i grandi vini piemontesi.
B) Botteghe del vino o cantine comunali.
Dal 1980 sono state riconosciute ventitre botteghe del vino o cantine comunali di cui sei non ancora in piena attività.
Le iniziative, localizzate diffusamente in tutte le zone viticole piemontesi, sono tra loro molto diverse per costituzione, tipologia, sedi ma hanno in comune le medesime finalità: la promozione e la valorizzazione delle produzioni tipiche locali.
Tutti i vini ammessi nelle enoteche e botteghe, che rappresentano la quasi totalità dei produttori (o "etichettatori") delle varie zone interessate, sono selezionati da apposite Commissioni tecniche operanti con metodi riconosciuti in sede internazionale.
La legge regionale n. 37/80 ha dunque permesso di realizzare una fitta rete di enoteche regionali e botteghe del vino che, in storici edifici delle aree tipiche delle colline piemontesi, rappresentano il punto di riferimento principale per il cercatore di vino, per il turista, per l'appassionato.
E' una rete che, in particolare per le enoteche, presenta iniziative non ripetitive, ognuna propositiva di esperienze particolari, di vini irripetibili di una cultura di eccezionale valore storico.
E' il Piemonte e non solamente il Piemonte vitivinicolo, che si presenta nei suoi aspetti più tradizionali ed insieme più innovativi.
Le enoteche e le botteghe sono ormai un patrimonio acquisito dalla Comunità piemontese.
Per valorizzarle al meglio è necessario superare i limiti che si sono evidenziati in questi anni di applicazione della legge regionale 37/80.
L'attenzione particolare rivolta in questa prima fase alla costituzione delle enoteche e botteghe ed al loro crescere tumultuoso non ha sinora consentito un soddisfacente coordinamento delle attività né di realizzare un programma regionale finalizzato alla promozione delle stesse in Italia e all'estero.
La regolamentazione proposta, con la costituzione della "Consulta delle enoteche" ed i compiti ad essa attribuiti, intende rispondere alle esigenze prima accennate attraverso la partecipazione del coinvolgimento, nella loro piena autonomia delle enoteche e botteghe del vino.
E' stato parzialmente realizzato il piano di segnaletica stradale previsto dalla L.R. n. 37/80; i cartelli sono visibili su tutte le strade che portano alle zone di produzione. Si sono però evidenziate notevoli difficoltà, sia ad ottenere il consenso di tutti gli innumerevoli enti interessati sulla tipologia di detta segnaletica, come anche numerosi ed oggettivi intoppi operativi.
Le strade del vino non hanno avuto la realizzazione auspicata. In Piemonte, vista la configurazione e la rete viaria nelle zone tipiche, è risultato quasi impossibile (se non in qualche particolare e fortunato caso) "disegnare" una strada del vino Moscato, Barbera, Barolo, Dolcetto ecc.; alla vanificazione degli sforzi compiuti hanno sicuramente contribuito le prese di posizione campanilistiche di alcuni Comuni ed enti anche di singole aziende e produttori.
In questi due settori si sta operando per superare gli ostacoli sin d'ora incontrati e la "Consulta" sarà un valido strumento anche in tal senso.
Finanziamenti. Per l'attuazione della L.R. n. 37/80 è stata investita dal 1980 al 1985 la somma di L. 1.780.000.000; ad essa va aggiunto il finanziamento per l'anno 1986 previsto in L. 450.000.000 che porterà a fine esercizio 1986 ad un totale di L. 2.230.000.000.
I contributi erogati sono stati finalizzati alla costituzione - questo è un costo iniziale notevole - al finanziamento della gestione dell'atti vità delle enoteche e botteghe, nonché alla stampa dei materiale promozionale a carattere generale, alla realizzazione del noto marchio "Le Strade del vino" e, sino al 1982, alla segnaletica stradale.
Per quanto riguarda la realizzazione del piano di segnaletica stradale è stata investita dal 1982 al 1985 la somma di L. 360.000.000, che salirà a L. 420.000.000 con il 1986.
Tali somme sono comprensive della realizzazione della cartellonistica "Le Strade dei vini" e degli oneri della sistemazione dei relativi canoni pubblicitari.
L'ormai elevato numero di.iniziative operanti impone una precisa metodologia per l'erogazione dei finanziamenti, che consenta una programmazione degli stessi e dia agli utenti garanzie sulle procedure a cui attenersi. A questo scopo risponde la regolamentazione proposta.
A riguardo dei finanziamenti, si fa infine rilevare come l'insieme delle strutture nate in virtù della legge n. 37/80 non possa prescindere nella fase di avvio e spesso anche in piena attività da un intervento di sostegno. La stessa natura delle azioni svolte dalle enoteche e dalle botteghe impone costi altissimi e non sostenibili con le entrate derivanti dall'insieme delle loro attività.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, francamente non so se il legislatore regionale, nel 1980 quando approvò la legge 37, aveva previsto il volume di iniziative che nelle zone a vocazione vitivinicola da quella legge presero corpo. Non mi riferisco tanto alle enoteche già esistenti e poi riconosciute dalla legge, ma mi riferisco alle botteghe del vino che da allora sono sorte.
Se siamo chiamati ad assumere la decisione che ci viene sottoposta sulla quale il Gruppo comunista in sede di Commissione ha espresso parere favorevole, è soprattutto perché nella Regione, dopo l'approvazione di quella legge, sono sorte un po' ovunque enoteche, cantine comunali e botteghe del vino tanto che occorre un minimo di coordinamento sulla loro attività e una definizione puntuale delle iniziative che sono ammissibili al contributo regionale.
La prima annotazione che dobbiamo fare alla deliberazione riguarda la Consulta. Vogliamo credere che la Consulta non venga intesa come momento notarile nel quale i beneficiari si trovano per decidere l'assegnazione dei contributi.
L'esperienza di questi sei anni è importante e giustamente i vari governi regionali che si sono succeduti hanno fatto bene a seguirla.
Il quadro delle cose fatte e delle situazioni è tutt'altro che omogeneo. Ci sono botteghe del vino e cantine comunali, intese come sede di promozione vinicola, che hanno serie difficoltà a diventare punti di riferimento più ampi di quanto gli organizzatori con le loro poche forze sono riusciti a fare.
Come verrà gestito il regolamento e quali saranno i piani di attività che verranno portati avanti? Noi vogliamo fin d'ora sottolineare che il piano non può che essere interassessorile. Occorre pensare - e su questo chiediamo un pronunciamento della Giunta - a un piano in cui il concorso dell'Assessorato al turismo non sarà trascurabile né secondario, perché se le enoteche e le botteghe del vino non entrano nei circuiti organizzati di attività promozionali o turistiche finiscono per esaurire la loro funzione.
Allora, discutiamo pure il regolamento, ma senza perdere di vista questi aspetti. In sostanza, nel 1986, le enoteche e le botteghe del vino realizzate in Piemonte dal punto di vista promozionale sono o non sono un pezzo di una politica diversa? La legge n. 37/80 aveva come punto di riferimento l'esperienza francese, persino nei termini usati: cantine comunali e botteghe del vino riecheggiano quelle della Francia.
Ma, signori Consiglieri, in Francia queste strutture sono parte integrante di una politica in cui la promozione della Sopea non solo è la punta di diamante, ma produce risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Allora, va bene la legge n. 37/80? Va bene il regolamento? Ma, in funzione di quale promozione? Di quale politica? Le enoteche e le botteghe del vino fanno qualcosa per conto loro, fanno qualcosa e quando ricevono i pullman degli svizzeri fanno salti di gioia.
L'Assessorato all'agricoltura con la legge n. 984 (Quadrifoglio) per quanto riguarda la promozione ha qualche competenza, come l'Esap e come la Promark; anche le Camere di Commercio agiscono per conto proprio e ognuno di questi enti opera senza coordinarsi con gli altri e tutti comunque sono concordi nel sottolineare la quasi inutilità dell'ICE.
Allora i piani di attività di cui si parla nel regolamento entrano nel merito di un coordinamento effettivo che non va solo predicato, ma va anche realizzato.
Il direttore di una famosa rivista specializzata in un'intervista si soffermava sulle conseguenze del metanolo e diceva che con questa vicenda decine di miliardi di lire spesi nella promozione sono buttati alle ortiche. Non so se è così, lo valuteremo, non credo però che si possa continuare come prima, con le botteghe del vino che aspettano i pullman degli svizzeri, con l'Esap che sponsorizza la presenza a qualche fiera internazionale, con la Promark e 7e Camere di Commercio che continuano a ripercorrere i sentieri del passato e tutti con monotona rassegnazione sono concordi nel dire che l'ICE è terribilmente inetto.
Senza nulla togliere alle emergenze create dalla nube di Chernobyl .dalle discariche abusive, dalle vicende di Casale, una discussione sul "dopo metanolo" dovremmo pur farla, perché quei pochi o tanti soldi che verranno assegnati alle enoteche dobbiamo sapere quali effetti produrranno e gli effetti sono conseguenza delle politiche che si faranno.
Durante questi mesi si è ravvivato il dibattito attorno ai problemi della politica vitivinicola e attorno all'immagine del vino. Si discute sulle leggi 162, 930 e sui danni subiti dal Piemonte. In questo dibattito sono venute fuori proposte legislative, ma anche proposte che non implicano un percorso legislativo, come la proposta avanzata in particolare in certe aree della nostra Regione del "DOC Piemonte".
A livello regionale esiste un Comitato vitivinicolo, ma non mi risulta che né lo stesso né la Giunta abbiano assunto posizioni su proposte, che possono essere condivise o meno, ma che comunque meritano attenzione, anche perché alla domanda che poc'anzi ponevo (quale politica?) prima o poi la Giunta dovrà pronunciarsi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Ringrazio, signor Presidente, per avermi dato la parola, che prendo in assenza del Capogruppo, nella mia qualità di componente del Gruppo consiliare repubblicano.
Mi sembra giusto, come peraltro proponeva l'Assessore, approfittare di questo momento di attenzione ai problemi, in particolare delle enoteche e di riesaminare una legge sulla quale non si è intervenuti in questi anni poiché è una legge che ha funzionato.
E' una legge che, nonostante le difficoltà che pure l'applicazione della legge comporta, nel suo iter di sviluppo procedurale, amministrativo e gestionale è riuscita sostanzialmente a raggiungere gli obiettivi che si prefiggeva.
Era una legge nata nel 1980 che per la verità andava ad istituzionalizzare, a dare norme ad una serie di iniziative, alcune di carattere volontario, che nelle realtà locali, nella nostre zone del vino già si erano venute affermando e sviluppando negli anni passati.
Questa legge oggi ha bisogno di qualche ritocco, che facciamo attraverso la proposta della Giunta; devo dire che è una legge che ha funzionato, poiché ha anche avuto la possibilità di essere finanziata in questi anni: se teniamo conto che dal 1980 ad oggi questa legge ha impiegato nel bilancio regionale circa 2 miliardi e mezzo significa che nonostante le difficoltà che in questi anni abbiamo incontrato a volte per il finanziamento e per il proseguimento di iniziative, alcune anche interessanti, la Regione Piemonte ha dimostrato di voler portare attenzione e dunque le poste del bilancio hanno sempre consentito finanziamento.
Credo però che questi costi che lei ha elencato andrebbero magari analizzati nel loro svolgersi attraverso le diverse enoteche, poiché credo che un'analisi precisa dei costi, enoteca per enoteca, ci porterebbe probabilmente ad evidenziare dei differenti modi di gestione dell'enoteca stessa. Dunque, questa potrebbe essere l'occasione; non nella seduta di oggi, ma in momenti successivi, per andare a verificare come le iniziative previste a carattere generale nella legge stessa vengono poi di fatto svolte dalle enoteche e quali siano i risultati reali delle iniziative.
Mi permetto di suggerire un'analisi dei costi in profondità rispetto alle diverse iniziative.
Per quanto riguarda la segnaletica la legge non ha raggiunto gli obiettivi che si proponeva. Ci sono difficoltà perché questi campanilismi continuano a imperversare, evidentemente i locali hanno il desiderio che queste strade dei vini passino non soltanto vicino alla loro frazione, ma anche vicino alla loro cantina ed allora diventa difficile definire un percorso che sia rispondente ad esigenze di carattere generale.
Credo però che occorra far maturare anche queste realtà locali e convincerle che un disegno di carattere generale deve essere accettato perché indirettamente i benefici possono arrivare anche alle realtà singole decentrate.
Il suggerimento del collega Ferro per un maggior coordinamento delle risorse non soltanto di quelle regionali, ma di quelle diffuse, che sulla realtà regionale si vanno ogni anno determinando, è fondamentale. Così come mi sembra fondamentale una valutazione molto seria del piano di attività.
Non vi è dubbio dell'importanza che ha assunto questo provvedimento nella nostra realtà agricola e vinicola; questo ormai è un discorso acquisito che non può essere soltanto agricolo, ma ha una valenza ambientale e turistica fondamentale. Sono zone che hanno possibilità turistiche, alle quali noi dobbiamo guardare in futuro con maggiore attenzione. Il vino, la gastronomia, il paesaggio, sono alcuni dei veicoli attraverso i quali queste zone possono valorizzarsi turisticamente.
Il provvedimento propone una metodologia precisa rispetto ad alcuni dei problemi che l'Assessore ha elencato. Per questo voler ricondurre a metodo una serie di provvedimenti che in passato hanno provocato delle distorsioni nella loro applicazione, e perché il settore merita l'attenzione della Regione, il Gruppo repubblicano voterà a favore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, poche parole per esprimere il voto favorevole del Gruppo socialdemocratico alla proposta di deliberazione.
Dagli interventi dei colleghi è emersa l'opportunità che il provvedimento potesse approdare rapidamente in aula consiliare. In questo senso la Commissione e i colleghi hanno fatto bene ad accelerare al massimo i lavori.
Non soltanto perché, come ricordava giustamente l'Assessore, il Consiglio fosse, intanto, informato su qual è la reale situazione delle botteghe del vino presenti nella nostra Regione, che ormai assumono una dimensione quantitativa ma anche qualitativa, rilevante, ma soprattutto perché è emersa l'opportunità di dare alla legge regionale uno strumento regolativo. Poiché, com'è stato ricordato, in realtà una volta varata la legge regionale si è proceduto, in questi anni, assommando iniziativa ad iniziativa. Vi è stato certo un lavoro di selezione, però è mancato fino ad oggi un quadro di riferimento lungo il quale si potesse muovere la Regione nell'autorizzare l'apertura di queste realtà e da parte degli enti proponenti nel sapere dove si sarebbe andati a parare.
E' proprio uno degli obiettivi cui tende di rispondere la proposta di regolamentazione: delineare dei parametri oggettivi che consentano alla Giunta, ma anche agli enti proponenti, di conoscere la possibilità concreta di avere una certa autorizzazione ad aprire un'enoteca ed una bottega del vino, perché altrimenti diventa discrezionale dire si o no a questa o a quella istanza.
In secondo luogo, dare garanzie agli stessi enti proponenti, perch attraverso questa metodologia, che andiamo a consolidare, gli enti che propongono le loro attività per le enoteche o le botteghe del vino, sanno fino a che punto hanno garanzie finanziare per potersi muovere rispetto alle loro attività.
In terzo luogo, questa regolamentazione consente alla Amministrazione regionale di poter effettuare delle verifiche e dei controlli, e questo è un altro elemento importante. Giustamente noi abbiamo dato risorse finanziarie, che con il bilancio '86 ammonteranno a circa 2 miliardi: ma è bene che l'Amministrazione regionale sia tutelata rispetto alla destinazione di queste somme, affinché siano effettivamente destinate per rispondere alle finalità indicate dalla legge.
Quindi credo che per queste ragioni il provvedimento sia auspicato e anche atteso.
Abbiamo sentito dalla relazione dell'Assessore quanto siano numerose le iniziative diversificate sul territorio ed abbiamo rilevato come tendano a valorizzare i nomi dei vini piemontesi (anche soltanto ripetendo l'elenco delle località) Barolo, Barbaresco, Dolcétto: tutti i nostri vini più prestigiosi, perché le enoteche e le botteghe debbono tendere a valorizzare e tutelare il nostro prodotto.
E' più che mai opportuna un'iniziativa che tenda a dare un ruolo anche alle enoteche rispetto a questo problema, lo ricordava anche il collega Ferro. La vicenda del metanolo ha coinvolto il nome del Piemonte, che è stato così abusato rispetto ad un certo tipo di attività, perché purtroppo oggi è consentito usare il nome Piemonte in modo improprio.
Oggi si usano denominazioni che fanno riferimento a Barbera del Piemonte, a vini bianchi del Piemonte, cose che in realtà non dovrebbero essere consentite. Per questo motivo è stato richiesto che il nome del Piemonte sia tutelato rispetto alla produzione vinicola della nostra Regione.
Anche le enoteche potrebbero svolgere un'azione importante nella tutela delle proprietà dei nostri vini. Giustamente anche altri colleghi hanno evidenziato come oggi vi sia l'esigenza di predisporre dei progetti integrati dal punto di vista della promozione, perché, partendo dalla necessità di rivalorizzare il nostro prodotto, dobbiamo svolgere un'azione promozionale molto mirata e soprattutto in queste occasioni noi non dobbiamo disperdere le risorse regionali. Bisogna cercare di arrivare ad un coordinamento della promozione perché il prodotto vino richiama una serie di altri elementi che possono entrare in circolo. C'è quindi il richiamo all'aspetto turistico, quanto mai opportuno.
Nella stessa deliberazione vi è un accenno al riguardo e questo va ricordato perché la Giunta e la Commissione si sono soffermate su questo punto. Infatti in questa deliberazione, sottoposta al nostro esame, vi è un richiamo al fatto che le attività promozionali, che devono essere attivate nel campo della promozione dell'atti-vità delle enoteche, vanno raccordate con le attività promozionali sviluppate, ad esempio, dall'Assessorato al turismo, proprio perché vi è un discorso dell'enogastronomia come valenza turistica.
In questo quadro abbiamo accennato , alla realizzazione di itinerari e va quindi affinata tutta la politica della segnaletica delle strade del vino e raccordata con questo discorso. Le future aziende di promozione turistica che vareremo prossimamente in Consiglio regionale possono diventare anche dei riferimenti per cercare di realizzare dei pacchetti di offerta turistica che comprendano anche l'offerta enogastronomica, facendo riferimento al sistema articolato piemontese, realizzato con la legge n.
37, delle enoteche e delle botteghe del vino. Proprio perché il turismo si fissa sempre più attorno ad elementi quali la natura, la cultura, la memoria e la soggettualità.
Sono queste le motivazioni per le quali il provvedimento ha avuto giustamente rilievo in quest'aula e ha trovato il consenso unanime in Commissione, augurandoci che trovi un consenso altrettanto unanime anche da parte del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Signor Presidente, voglio soltanto confermare alcune considerazioni fatte da tutti i colleghi, in particolare dai Consiglieri Ferro, Mignone e Vetrino in relazione alla scontata eccezionalità della situazione in cui si trova il vino piemontese, che comporta degli interventi del tutto particolari da parte della Regione, interventi che possono anche essere costituiti da una gestione puntuale, efficace ed attenta della legge 37.
Ritengo che debba essere presa molto seriamente la ripetuta raccomandazione sulla necessità di un coordinamento delle iniziative in atto per la valorizzazione, la difesa e la tutela del vino piemontese. Così come penso che sia indispensabile l'esplorazione raccomandata dall'Assessore Vetrino circa l'utilizzo delle risorse che la Regione ha a disposizione e che destina in questo settore specifico, un'esplorazione dell'utilizzo che deve verificare l'efficacia delle disponibilità in questo comparto particolare.
La deliberazione è un atto che il Gruppo democristiano apprezza particolarmente, del quale ringrazia la Giunta e l'Assessore, perch definisce una metodologia di gestione della legge 37 che obiettivamente finora è mancata.
Con queste premesse e con queste considerazioni ci accingiamo a dare voto favorevole alla deliberazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente e colleghi, vorrei esprimere il voto favorevole del Gruppo socialista alla deliberazione illustrata dall'Assessore Lombardi in ordine ad una gestione più razionale delle attività nelle quali è impegnata la Regione sia attraverso le enoteche che attraverso le varie altre iniziative dirette a valorizzare i vini tipici del Piemonte.
Mi associo a quanto è stato detto dai colleghi intervenuti per dire che c'è l'esigenza da parte della Regione di far conoscere le caratteristiche e le peculiarità dei vini piemontesi non solo al Piemonte ma a tutto il mondo.
Molto lodevoli sono le iniziative assunte ma c'è bisogno di un coordinamento perché gli enti che operano in direzione della valorizzazione dei nostri prodotti vinicoli sono parecchi e il Piemonte deve poter presentarsi all'estero con una uniformità di proposte.
Teniamo poi presente che se coordiniamo queste iniziative possiamo realizzare il massimo risultato con spese contenute, perché sappiamo che la mancanza di coordinamento finisce di produrre una dispersione finanziaria.
Vorrei qui ricordare "Vignale Danza" e alcune altre manifestazioni del genere che hanno avuto un carattere culturale oltreché turistico in cui la valorizzazione paesistica veniva associata alla cultura e al turismo.
Dietro a queste iniziative c'è anche un sostegno al lavoro, l'occupazione per la gente, livelli di cultura, sviluppo, accrescimento di redditi oltre che valorizzazione di prodotti. Diamo la piena adesione e il pieno sostegno alla deliberazione con l'augurio che si vada concretamente e rapidamente a realizzare le attese della gente del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Anche da parte del Gruppo liberale, che al di là delle Alpi potrebbe essere "giscardiano", c'è una valutazione fortemente positiva sulla proposta della Giunta. Sottolineo il "fortemente" perché ci disturba che soprattutto in presenza di ospiti francesi, così attenti a queste problematiche, questa deliberazione modesta nei suoi obiettivi, ma significativa e ricca nel suo retroterra, non abbia suscitato un dibattito di più ampio respiro.
I nostri ospiti francesi dovrebbero aver modo di comprendere da questa discussione che cosa c'è dietro: non si tratta di alcune botti di vino da vendere a qualche viandante di passaggio, ma di una finestra aperta e di una riflessione su un fatto diverso e caratteristico anche rispetto alle loro zone.
La Savoia è terra di tanti vini ma, in Savoia, per esempio, la vigna non ha cambiato il paésaggio, la cultura e il modo di vivere, come invece da noi dove non esistono i "vignerons", ma esistono i contadini che sono una cosa diversa.
Nella storia di questa Regione il problema del vino è stato visto come un fatto economico. Il Presidente Viglione ci citerà forse le cifre e scopriremo che è maggiore il reddito che proviene dalla produzione di vino delle popolazioni piemontesi che il reddito della produzione della "UNO".
Così stanno le cose.



PRESIDENTE

Nelle annate buone si aggira sui 1.000 miliardi. Con la differenza che la "UNO" è sotto un capannone e la vigna invece è diffusa sul territorio.



MARCHINI Sergio

.A noi premeva ricordare alla nostra memoria e all'attenzione degli ospiti qui presenti che noi non abbiamo i Castelli della Loira, ma abbiamo una terra tutta diversa che ha disegnato il territorio di vini e di castelli.
Le vigne piemontesi non sono tagliate a quattro gemme da terra, sono tenute alte, quindi il terreno viene riportato e ricostruito. L'insieme dell' habitat del contadino dell'alto Piemonte si è trasformato e radicato.
Il fatto che questa Regione abbia ritenuto quasi suo compito istituzionale recuperare in termini moderni questo rapporto antico tra l'aulico, cioè il costruito dal potere che erano i castelli, e quello costruito dalla gente cioè la vigna, in un unico processo economico, culturale e turistico, è un momento della storia della nostra Regione che non va dimenticato. Non solo ma, attraverso atti quali quelli che stiamo approvando, va recuperato rivisitato e ripensato. Però non nei termini in cui lo fanno alcuni colleghi. Ho qualche difficoltà a capire come un rappresentante della maggioranza che ha lasciato il governo da poco in questa Regione possa usare nei confronti delle cooperative, dell'Esap e delle iniziative di questo genere degli aggettivi abbastanza pesanti. L'Esap non è stata governata dal pentapartito, la politica promozionale non l' ha fatta il pentapartito e, per quanto io sappia, da quando è cambiata la maggioranza si è fatta una vendemmia, la cui potatura, però, era stata fatta sotto la maggioranza di sinistra.



FERRO Primo

L'Esap è stancamente in polemica con l'ICE.



MARCHINI Sergio

Il termine "stanco" attiene ad una struttura che voi avete voluto a vostra immagine e somiglianza.
Sarà bene che gli amici francesi sappiano che un Parlamento è anche un posto dove si discute e non solo dove si legge il giornale come ho fatto poco fa.
Noi liberali abbiamo protestato per mesi e mesi sul fatto che si facesse pubblicità al vino piemontese come se fosse una natura morta di Casorati. Su "La Stampa" di Torino venivano pubblicate delle machettes che costavano parecchie decine di milioni, dove il vino piemontese era presentato dentro bottiglie di diverse dimensioni senza etichette.
L'importante era che non si facessero dei confronti. Quella era un'impostazione dell'immagine del vino piemontese tipica di una maggioranza e di una concezione della politica che noi non condividiamo.
Proprio perché sono astemio, qualche volta vengo sedotto dallo champagne (come le donne virtuose che sono le più difficili da conquistare) perché mi è rimasto in testa una sorta di collusione tra vizio, piacere vino e altre cose di questo genere. Difficilmente verrò sedotto da una bottiglia senza etichetta come la maggioranza di sinistra pubblicizzava sui nostri giornali, probabilmente verrò affascinato di più dalla Coca Cola.
Volevo dirle, Assessore, che vedo bene la deliberazione che lei ci ha sottoposto; devo dire, però, che c'è una riga che mi preoccupa un po': l'Assessore suggerisce che le riunioni delle Consulte avvengano nelle sedi delle enoteche e delle botteghe del vino. Tutto questo può essere interessante e piacevole dal punto di vista conviviale, ma ho qualche dubbio che i non astemi, trovandosi nelle botteghe dei vini piemontesi possano concludere proficuamente i loro lavori! Ma passiamo alle cose serie. Noi ci auguriamo di poter fare qualcosa all'interno di questa maggioranza su questo problema: rompere una specie di patto di solidarietà per cui si deve dire che tutto il vino piemontese è buono, che le marche e le tradizioni non esistono più. Non è così.
E' un'operazione di rilancio di una delle tre parti fortemente significative del nostro Piemonte (con la "UNO" e con il riso), è un momento della cultura europea che deve essere riproposta con orgoglio. E' l'orgoglio di avere il vino, non soltanto l'esigenza di nasconderlo attraverso 432.000 cooperative. La vicenda del metanolo probabilmente riporterà l'orgoglio del contadino che ha sempre condotto la propria vigna per il piacere e l'amore di averla. Non sono un grosso bevitore, ma sono un decente potatore di viti e so, per esempio, che si può potare la vite in modo diverso. Allora se le nostre vigne sono rimaste in un certo modo è perché vengono potate in un certo modo e chi pota le viti in un certo modo si aspetta che il risultato del proprio lavoro non sia solo monetizzato, ma anche valorizzato.
Nella politica di promozione della nostra Regione bisognerà puntare al massimo della valorizzazione delle specificità e riconoscere che i grandissimi nomi ci sono, ma se qualche volta compaiono sul giornale insieme a quelli delle cooperative, non deve scandalizzare nessuno.
Le autorità di governo delle passate legislature hanno fatto un grossissimo lavoro; si è recuperato molto in questo settore. La società del futuro purtroppo non darà alle generazioni future tante occasioni per potersi sottrarre all'obbligo del vino in scatola...
BONTEMPI Quando c'è da criticare sono le Giunte di sinistra, quando c'è da riflettere sono le autorità di governo...



MARCHINI Sergio

Autorità di governo che aveva tra le sue file un bravissimo Assessore all'agricoltura, comunista, che produceva dell'ottimo barbera.
Non tirarmi per i capelli, perché altrimenti racconto l'episodio del contributo al padre dell'Assessore... Lo racconteremo stasera agli ospiti francesi: la "question morale"...



STAGLIANO' Gregorio Igor

Raccontacela adesso.



MARCHINI Sergio

Non so se il padre dell'Assessore o un conoscente dell'Assessore ha beneficiato di uno dei tanti contributi che si danno,in agricoltura. Il curioso è che l'Assessore, arrivando a casa la sera successiva alla deliberazione che concedeva quel contributo, è stato preceduto dal telegramma di un noto esponente della Democrazia Cristiana che informava il padre dell'Assessore, che grazie al suo intervento, la Giunta aveva deliberato! Molti qui sono in grado di capire a chi mi riferisco. Non dico il nome perché non è presente, probabilmente starà facendo telegrammi! Caro Assessore, noi ci auguriamo che questa iniziativa sia nel solco delle cose che sono avvenute in passato e che lei cerchi di introdurre questo elemento di novità che è quello di recuperare le grandi tradizioni della nostra terra fatta di vigne e di castelli puntando con orgoglio "patriottardo" direbbero i nostri ospiti, sull'affermazione e la promozione di questo bene non tanto come oggetto da vendere, ma come risultato delle fatiche e delle attenzioni delle generazioni che ci hanno preceduto.



PRESIDENTE

Il Consigliere Marchini proviene dalla Valle di Susa che un tempo produceva duecentomila ettolitri di vino e adesso non ne produce più.
Pongo in votazione la deliberazione che è stata ampiamente illustrata dall'Assessore proponente e dai Consiglieri che sono intervenuti nel dibattito che è seguito, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 170: "Deliberazione Giunta regionale n. 43-5024, L. 94/82, L. 118/85. Assestamento delle localizzazioni previste dal primo e secondo programma, quadriennale 1978/1981 e 1982/1985 per l'edilizia residenziale pubblica sovvenzionata"


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, dovremmo iscrivere una deliberazione che è stata approvata in Commissione all'unanimità: "Deliberazione Giunta regionale n.
43-5024, L. 94/82, L. 118/85. Assestamento delle localizzazioni previste dal primo e secondo programma quadriennale 1978/1981 e 1982/1985 per l'edilizia residenziale pubblica sovvenzionata".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
Non vi sono richieste di parola, quindi pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, ci sono dei tempi fissati per legge che non possiamo omettere.
Passiamo quindi al punto 7) all'o.d.g. che prevede alcune nomine. La parola al Presidente della Commissione consultiva per le nomine Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, vengono oggi presentate alla votazione del Consiglio alcune delle nomine calendarizzate per il 21 e il 28 maggio, con deliberazione del Consiglio regionale n. 114 del 20 marzo 1986, in particolare quelle relative alla Consulta regionale per l'artigianato e la Commissione regionale per il lavoro a domicilio.
Il Consiglio, secondo quanto previsto dalla legge regionale 18 febbraio 1985 n. 10, ha provveduto con la deliberazione n. 115, in data 20 marzo 1986, ad individuare per tali nomine, ai sensi dell'art. 4 della legge n.
10, le associazioni, gli enti e gli istituti titolari del potere di designazione.
A seguito di tali deliberazioni sono pervenute alla Presidenza del Consiglio, trenta giorni prima della data fissata per procedere alla nomina, le proposte di candidatura per le nomine predette presentate dai Gruppi consiliari.
La Commissione consultiva per le nomine ha preso in esame tali proposte insieme alle designazioni pervenute dalla Giunta regionale, da associazioni, da enti esterni e da singoli cittadini, trasmesse dall'Ufficio di Presidenza, e ha espresso il parere previsto al primo comma dell'art. 8.
La Commissione ha espresso parere favorevole alle candidature proposte con le seguenti precisazioni per quanto riguarda le candidature presentate per la Commissione regionale per il lavoro a domicilio: 1) fra le candidature presentate dall'Unione sindacati autonomi nazionali, una non è stata accolta in quanto vi era contrasto fra la lettera di presentazione e il curriculum circa il posto per cui era presentato il nominativo 2) la Commissione, pur presentando al Consiglio con parere favorevole tutte le altre candidature pervenute, ritiene - date le caratteristiche e la natura dell'organo in cui la nomina deve essere effettuata - che siano da privilegiare i nominativi di persone che abbiano un legame con il mondo del lavoro dipendente ed esperienze di natura sindacale.
Poiché la nomina della Commissione per il lavoro a domicilio riveste carattere di particolare urgenza, chiedo al Consiglio regionale di dichiarare la relativa deliberazione immediatamente esecutiva.
Poiché per alcune nomine sono state presentate più candidature, sono state predisposte dall'Ufficio di Presidenza liste di votazione su cui si effettueranno le operazioni di voto. Aggiungo che le altre nomine calendarizzate con la citata deliberazione n. 114 per il 21 e 28 maggio saranno presentate al voto nella prossima seduta, salvo il Comitato consultivo regionale per la pesca e la Commissione regionale per la pesca poiché per tali organismi, nonostante ripetuti solleciti, non sono ancora pervenute tutte le designazioni da parte degli enti e degli organismi esterni.



PRESIDENTE

Si provveda alla distribuzione delle liste e delle schede.
Procediamo alla votazione a scrutinio segreto: Commissione regionale per il lavoro a domicilio (L. 18/12/1973 n. 877 art. 6).
Nomina di tre componenti (con rappresentanza della minoranza).



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Consulta regionale per l'artigianato (art. 3 L.R. 17/1985).
Nomina di cinque Consiglieri regionali.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Consulta regionale per l'artigianato (art. 3 L.R. 17/1985).
Nomina di un rappresentante della Commissione regionale per l'artigianato.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Consulta regionale per l'artigianato (art. 3 L.R. 17/1985).
Nomina di un rappresentante effettivo e di uno supplente designati dall'UNCEM.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Consulta regionale per l'artigianato (art. 3 L.R. 17/1975).
Nomina di un rappresentante effettivo e di uno supplente designati dall'ANCI.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Consulta regionale per l'artigianato (art. 3 L.R. 17/1985).
Nomina di due rappresentanti effettivi e due rappresentanti supplenti del settore creditizio di cui uno effettivo e uno supplente, designati dall'Associazione Bancaria Italiana e uno effettivo e uno supplente della Federazione delle Casse Rurali ed Artigiane.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Consulta regionale per l'artigianato (art. 3 L.R. 17/1985).
Nomina di un rappresentante effettivo e di uno supplente designati dal Comitato Tecnico della Cassa per il credito alle imprese artigiane.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Consulta regionale per l'artigianato (art. 3 L.R. 17/1985).
Nomina di un rappresentante effettivo e di uno supplente designati dall'Istituto finanziario regionale - Finpiemonte.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Consulta regionale per l'artigianato (art. 3 L.R. 17/1985).
Nomina di un rappresentante effettivo e di uno supplente designati dal Consorzio regionale tra le cooperative artigiane di garanzia Artigianfidi.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico che per le suddette nomine, la proclamazione degli eletti avverrà nella prossima seduta consiliare.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14)



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