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Dettaglio seduta n.44 del 08/04/86 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


VIGLIONE ALDO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 3) dell'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri: Bresso Bruciamacchie, Fraire, Petrini, Turbiglio.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale del 20/2/86: "Integrazioni alla legge approvata dal Consiglio regionale in data 27/12/85 ed avente per titolo: 'Disposizioni relative alla fase transitoria di riordino delle funzioni svolte dagli organi comprensoriali"


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

d) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 20 e 25/3/86 - in attuazione dell'art. 7, secondo comma della L.R. 6/11/78, n. 65 - in materia di consulenze ed incarichi, è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

e) Commissione consultiva per le nomine


PRESIDENTE

Comunico che nella Commissione consultiva per le nomine il Consigliere Fracchia sostituisce il Consigliere Ferrara.


Argomento: Unita' locali dei servizi sociali ed assistenziali e dei servizi sanitari - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame p.d.l. n. 79: "Modifiche alle leggi regionali 21/1/80 n. 3 e successive modificazioni (Disciplina degli organi istituzionali del Servizio Sanitario regionale e norme transitorie) e 11/2/85, n. 9 (Modifica degli ambiti territoriali delle U.S.S.L. del Comune di Torino e disposizioni per la riorganizzazione dei servizi. Proroga dei termini di cui all'art. 36 della L.R. n. 20/82)" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del progetto di legge n. 79: "Modifiche alle LL.RR.
21/1/1980, n. 3 e successive modificazioni (Disciplina degli organi istituzionali del Servizio Sanitario regionale e norme transitorie) e 11/2/1985, n. 9 (Modifica degli ambiti territoriali delle Unità Socio Sanitarie Locali del Comune di Torino e disposizioni per la riorganizzazione dei servii. Proroga dei termini di cui all'art. 36 della L.R. 23/8/1982, n. 20)".
La relazione era stata svolta dal Presidente della V Commissione Devecchi.
Si apre la discussione generale.
La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, signori Consiglieri, discutiamo oggi di un disegno di legge che interviene sulla struttura di un servizio la cui importanza ci deve richiamare ai più alti livelli della tensione politica, non soltanto perché si tratta della tutela della salute, problema fortemente sentito dal cittadino, ma soprattutto, perché, in questo ambito, si valuta la capacità della classe politica di garantire le libertà positive previste dalla Carta Costituzionale.
E' questa tensione che ha sempre indotto i repubblicani ad un atteggiamento attentamente critico sulle tematiche sanitarie ed assistenziali: quell'atteggiamento che, nel 1978, portò ad un voto di astensione nei confronti della L. n. 833, è sotteso all'attuale battaglia sulla mini-riforma, ed in particolare sullo stralcio in discussione in Parlamento.
A quel testo della legge n. 833 rimproveravamo diverse cose: l'interpretazione data da alcuni partiti tendente a farne essenzialmente una questione di potere, dalle vecchie "mutue" ad una nuova struttura sanitaria; l'aver delineato uno scorretto rapporto tra Unita Sanitaria Locale ed Ente locale; rimproveravamo pure una inadeguata corrispondenza tra organi di Governo e organi di direzione, come pure l'assoluta mancanza di un quadro generale di spese e investimenti per il Servizio sanitario nazionale.
Se quel voto non fu contrario, ma solo un voto di astensione, come ho detto, lo si deve al fatto che il testo definitivo recepì un concetto fondamentale e richiesto dal P.R.I., quello cioè della programmazione sanitaria collegata a quella economica.
L'idea, cioè, che il potere pubblico debba intervenire in modo tale da eliminare le situazioni di ritardo e arretratezza sociale ed economica.
A circa sette anni di distanza, quelle inefficienze, che allora paventavano ed ora constatiamo, hanno finalmente indotto ad una volontà di apportare qualche correttivo ad un sistema fortemente burocratizzato e lento negli interventi. Una volontà di dare efficienza, qualità ed omogeneità al servizio.
Il bilancio di questi anni non è roseo neppure per il Piemonte anche da un punto di vista relativo; a titolo esemplificativo, basti pensare che i dati attinenti la mobilità dei pazienti, evidenziano un saldo negativo di ricoveri effettuati sia per il settore della medicina di base, sia per quello delle discipline ad alta specialità.
Credo che tutti quanti noi siamo stati colti da un momento di sconcerto, di delusione quando ci giungevano le notizie in ordine all'autorizzazione ad operare trapianti cardiaci a tutta una serie di ospedali sparsi in diverse Regioni italiane e nessuna riferita a ospedali piemontesi. Piemonte che pur vanta, mi pare di ricordare, una passata scuola cardio - chirurgica di altissimo livello e prestigio.
Noi non attribuiamo alla legge n. 4 del 1986 (quella che si chiama "Deganina") nessun potere taumaturgico. Essa non ha, e non deve assumere il significato di una riforma della riforma: è sorta dalla necessità di dare una risposta concreta alle pressioni di un'opinione pubblica che, sempre a maggior ragione, chiede un servizio più efficiente e la improrogabile conseguenza di dover porre le strutture delle UU.SS.SS.LL. in condizioni di avviare quel risanamento della gestione che è auspicio di tutti.
Il dibattito politico svoltosi e quello attualmente in corso, ha sottolineato, infatti, il carattere di provvedimento - ponte, al fine di sperimentare soluzioni più organiche, è una consapevolezza indispensabile a chi non vuole farsi coinvolgere in facili entusiasmi o, peggio sottovalutare i limiti delle innovazioni stesse.
Il coinvolgimento diretto dei Comuni, nel controllo e indirizzo, in riferimento ai bilanci, alle piante organiche, alle convenzioni e alle organizzazioni distrettuali contribuisce a snellire le procedure d'intervento delle UU.SS.SS.LL.. In questa direzione si muove anche la riduzione dei componenti il Comitato di gestione, e l'imposizione di precisi requisiti di professionalità richiesti per i componenti stessi.
Noi ci auguriamo che queste richieste, queste disposizioni legislative non vengano poi, di fatto, vanificate nella pratica attuazione di queste norme. Non ci nascondiamo, tuttavia, i problemi di applicazione che la nuova legge pare promettere: ci riferiamo, ad esempio, al problema del duplice controllo, prima sugli atti delle UU.SS.SS.LL., poi del Comune anche quando si tratta di ratifica di emendamenti semplici e, per di più operata da due organi diversi. E il problema del funzionariato di supporto al Comune, all'assemblea intercomunale per i provvedimenti di propria competenza: non trattandosi più, questa assemblea, di organo della U.S.S.L., non potrà certo avvalersi, per disposizione propria, del relativo personale.
Non facili entusiasmi, quindi, ma coscienza dello spirito e del contenuto di transitorietà della legge n. 4 del 1986. Ne consegue l'esigenza di una interpretazione restrittiva allatto del varo della legge regionale, carattere per altro, riscontrato nel d.d.l. in discussione. A questo dobbiamo, inoltre, riconoscere anche un contenuto che palesa attenzione a quelli che potranno essere gli sviluppi futuri dello stralcio della mini - riforma sanitaria.
Dal testo della legge n. 4 del 1986 si evince in modo chiaro la volontà di combattere i fenomeni perversi della burocratizzazione e della politicizzazione eccessiva delle UU.SS.SS.LL.: questo è il principio fondamentale, che non deve essere vanificato poi nella pratica attuazione della legge regionale.
In tale ottica si deve leggere la soppressione di un organo delle UU.SS.SS.LL. quale l'assemblea, soppressione che non può essere dimenticata e passata sotto silenzio con una semplice sostituzione di altro organo. Si era rivelato infatti, un doppione del comitato non solo perché riproduceva a ranghi più numerosi, la stessa composizione politica, ma soprattutto per il sovrapporsi di competenze.
Se poi, come auspichiamo, sarà condotta fino in fondo, la riforma ed il potenziamento dell'Ufficio di direzione, e dobbiamo dire che l'andamento della discussione in Parlamento non ci può rendere, certamente, ottimisti rispetto questa prospettiva; se, comunque, anche questo dovesse essere portato fino in fondo, di maggior portata potranno essere gli effetti tenendo conto dell'intervento più consistente di detto ufficio, per ciò che attiene all'ordinaria amministrazione e, comunque, all'istruzione delle procedure.
In sede di dibattito generale ci preme sottolineare ancora un aspetto innovativo della legge dello Stato che il Gruppo repubblicano ha evidenziato presentando emendamenti all'art. 1 del d.d.l.: la soppressione dell'assemblea generale delle UU.SS.SS.LL., operata nell'art. 1 della "legge Degan", con la contemporanea attribuzione delle relative competenze al Comune o all'assemblea intercomunale, notevolmente ridotte e tassativamente indicate, assume un significato politico di ampia portata.
Ad un controllo e attività d'indirizzo delle forze politiche, presenti nel territorio delle UU.SS.SS.LL., rappresentata in forma mediata dei Consiglieri comunali, si sostituisce un controllo e attività d'indirizzo dell'ente Comune, nella sua qualità di rappresentante e organo di governo di una comunità disomogenea dal punto di vista delle posizioni politiche ma omogenea dal punto di vista della situazione oggettiva e, quindi, degli interessi. In altre parole, e questo è lo spirito dell'emendamento, la partecipazione del cittadino - comunità soppianta l'intervento del cittadino - parte - partito.
Sul piano operativo una tale diversità di impostazione ha come conseguenza immediata la necessità di predisporre un sistema che garantisca non tanto la presenza di tutte le forze politiche, bensì di tutti i Comuni che concorrono alla composizione del territorio delle UU.SS.SS.LL.
Altre Regioni nell'ambito nazionale stanno lavorando a tale fine progettando strutture che paiono conseguire detto obiettivo.
Per il Piemonte la composizione delle UU.SS.SS.LL. pone dei problemi di carattere tecnico di cui siamo perfettamente consapevoli. Abbiamo proposto qualche soluzione che aggiri l'ostacolo frapposto dal limite massimo che la legge pone per il numero dei componenti.
Ci sono quindi delle difficoltà attuative: le conosciamo e riteniamo che occorra affrontarle. Sono difficoltà, a nostro giudizio, sensibilmente inferiori rispetto alla negatività che si potrebbe determinare se queste difficoltà non venissero affrontate.
E' nello spirito della legge il nostro emendamento: la spoliticizzazione e la partecipazione dei Comuni all'attività di controllo e di indirizzo.
Ho letto gli atti Parlamentari rispetto a questa norma; tutti sono con vergenti sull'abolizione dell'assemblea e sulla sostituzione con un altro organo in modo che i Comuni siano in primo luogo attivi rispetto all'attività di controllo e di indirizzo di cui parlavo prima.
Mi chiedo che senso avrebbe l'articolato che dice espressamente: "l'assemblea è soppressa" se poi noialtri proponessimo un altro organismo che di fatto si ripropone esattamente negli stessi termini della vecchia assemblea. Se fosse soltanto una questione nominalistica, non chiamarla più assemblea generale, ma assemblea intercomunale, mi chiedo che senso poteva avere questa soppressione. Se era soltanto la modificazione delle competenze era sufficiente modificarle. Invece ci pare che, avendo detto espressamente che l'assemblea è soppressa, ci sia una volontà che va al di là del fatto nominalistico e voglia dare un contenuto diverso alla soppressione. Riteniamo che non si debba perdere questa importante occasione.
Nei giorni scorsi abbiamo letto sui giornali le vicende che purtroppo caratterizzano quasi quotidianamente la nostra vita; nel giornale abbiamo letto quest'ultimo scandalo che ha coinvolto le UU.SS.SS.LL. con un titolo abbastanza significativo: "E' uno scenario di desolazione" è un sottotitolo "Ogni giorno una nuova inchiesta sulla sanità". Ebbene, in questo articolo si tende a criminalizzare il sistema partitico dicendo che i responsabili di questa situazione sono i partiti che di fatto hanno messo le mani sopra le UU.SS.SS.LL.
Non crediamo che sia questo il problema o sia solo questo il problema.
Non crediamo che l'intera classe .politica possa essere assoggettata ad un giudizio così severo, certamente però non dobbiamo nasconderci che se non tutto è colpa della presenza dei partiti in ogni cosa, qualche verità esiste anche in questa circostanza. Riteniamo occorra cogliere questa prima occasione per dare una risposta diversa alla società.
Noi non facciamo l'interesse della società se riproponiamo un'assemblea che riproduce meccanicamente la situazione dei Consigli comunali con le maggioranze che si andranno a determinare, di sinistra o di centro sinistra o altre maggioranze, che dibatteranno sui problemi in accordo su certe maggioranze, su posizioni politiche complessive e non su fatti specifici.
Diciamo no ad una esperienza di questo genere perché abbiamo avuto modo di viverla proprio insieme a lei signor Assessore proprio nel comitato di gestione dell'UU.SS.SS.LL. di Torino che era espressione del Consiglio comunale, ancorché ciò fosse temperato dalla presenza di tecnici, presenza richiesta con insistenza dal PRI e non a tutti gli altri partiti gradita.
Pure essendoci una presenza di tecnici e pur essendo questo comitato di gestione emerso da una situazione di consenso complessivo, abbiamo visto che di fatto anche in quel comitato di gestione si determinavano situazioni politiche a monte prima dell'esame delle cose. Questo è un fatto che giudichiamo negativo.
Per questo motivo ritengo che occorra valutare, non tanto come meccanica di voto, il nostro emendamento, ma come contenuto politico istituzionale dell'emendamento.
Abbiamo presentato anche un secondo emendamento che non vorrei discutere, che spero di non discutere perché è un emendamento subordinato rispetto al primo. Quindi, non voglio, per adesso, neppure parlarne.
Mentre raccomandiamo alla Giunta e al Consiglio regionale di accettare accogliere, valutare le proposte del PRI. Per chiarezza, voglio fin d'ora dichiarare che qualora la Giunta non ritenesse di dover aderire a questi emendamenti il partito Repubblicano li ritirerà.
Due altri problemi, signor Presidente, uno è l'ordine del giorno che ha avuto uno spazio notevole anche sui giornali ed un dibattito considerevole ed interessante nella classe politica, nel mondo politico e nel mondo sanitario.
E' l'ordine del giorno che abbiamo presentato relativamente all'assetto delle UU.SS.SS.LL. della città di Torino. Non abbiamo presentato un emendamento perché sarebbe stato respinto per improponibilità in quanto la definizione delle UU.SS.SS.LL. della città di Torino deve essere concordata con il Comune di Torino. Comune di Torino che in questo momento ha un dibattito al suo interno proprio su questo problema.
Ci limitiamo a chiedere alla Giunta di prendere urgentemente contatti con i rappresentanti del Comune di Torino, perché in tempo si possano individuare nuovi ambiti delle UU.SS.SS.LL. di Torino.
L'altro punto riguarda le difficoltà (anche per il sottoscritto) che esistono nell'affrontare i problemi della sanità.
C'è un'obiettiva difficoltà nella legislazione italiana, non soltanto regionale piemontese, nel settore della sanità a capire le leggi che si sovrappongono, si sostituiscono, si abrogano, si integrano.
Abbiamo chiesto all'Assessore di voler dare avvio ad un testo unico delle leggi sanitarie. Riteniamo che questo testo unico delle leggi sanitarie sarebbe un fatto gradito a tutti gli operatori e tornerebbe a tutto vantaggio e merito dell'Assessore e sancirebbe, ancora una volta, la sua ben nota managerialità nella conduzione della cosa pubblica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, vorrei cominciare questo intervento con una considerazione che metto all'inizio proprio per darle il significato che, ritengo, essa merita. Questa considerazione si riallaccia al modo con cui la volta scorsa abbiamo introdotto la discussione su questa legge lamentando e denunciando con forza i ritardi.
La legge è oggi in esame ed è possibile fare un calcolo esatto di quando, se non ci sono sul suo percorso incidenti, entrerà in funzione.
Ebbene, noi avremo le assemblee di gestione delle UU.SS.SS.LL. - con l'attuazione di questa legge - che si riuniranno per eleggere i comitati di gestione il 10 di agosto. Credo che questo fatto, che potrebbe essere interpretato come un dato esclusivamente estemporaneo, è il segno evidente del ritardo con cui arriveremo al rinnovo degli organi delle UU.SS.SS.LL. e dà l'idea della difficoltà, del disagio con cui questa materia, rimasta giacente per sei Consigli regionali, è stata affrontata.
Faccio questo richiamo per invitare - fin da ora - la Giunta a prendere in considerazione questi problemi e non obbligare - se è possibile trovare una soluzione legislativa - le UU.SS.SS.LL., le nuove assemblee che verranno elette ad un esercizio inutile. Perché sappiamo che quella del 10 agosto sarebbe una richiesta che facciamo agli amministratori locali priva di senso, destinata a raccogliere, da parte degli amministratori locali, il giusto risentimento, direi addirittura la giusta ironia, se non ci fosse di mezzo un problema così delicato, complesso e travagliato come quello della Sanità.
Fatta questa considerazione iniziale, affinché la Giunta esamini subito questo problema e siamo ancora nella condizione di farlo prima della discussione dell'articolato, vorrei partire facendo riferimento al fatto che la nostra legge regionale è l'attuazione della mini riforma Degan sulle UU.SS.SS.LL.. Vogliamo ricordare che la mini riforma Degan non c'è affatto piaciuta e che in Parlamento noi abbiamo votato contro. La cosiddetta "Deganina" non ci è piaciuta e non ci piace! Non abbiamo mai nascosto e non lo facciamo neppure in questa occasione una nostra scelta sulla riforma delle UU.SS.SS.LL., scelta indirizzata ad applicare per il governo della Sanità un sistema istituzionale del tutto analogo a quello del Consiglio e della Giunta comunale.
Non sto ad illustrare tutte le ragioni che ci spingono su questo indirizzo preferenziale. Ne voglio solo citare una che ritengo possa essere un elemento di riflessione per tutti coloro che, pur non condividendo la nostra impostazione, sono aperti all'analisi di alcuni nodi presenti in questo campo; e il nodo che vogliamo sfiorare è quello del reperimento delle risorse finanziarie afferenti il settore sanitario e socio assistenziale.
Come pensare colleghi - se avanza la logica ben presente nella legge finanziaria di quest'anno secondo la quale il fondo sanitario nazionale garantisce solo una parte del fabbisogno finanziario, mentre il resto va reperito in altre forme a livello decentrato, è un' indicazione di tendenza, quella che è presente nella legge finanziaria di quest'anno come pensare, dicevo, ad una tale operazione senza coinvolgere direttamente le comunità locali attraverso la forma istituzionale più radicata che è il Comune? Pensiamo a cosa possa significare un concerto di U.S.S.L. ridotto ad una sorta di direttorio (uso questo termine pensando in particolare al settore socio assistenziale)! L'Assessore, da questo punto di vista, ha presente cosa significa questo in termini di reperimento delle risorse e la collega Cernetti, che su questo problema è particolarmente sensibile, non può non cogliere questo elemento di forte preoccupazione: se l'U.S.S.L. si distacca dal momento comunale cosa può capitare per quanto riguarda l'apporto di fondi e di risorse alla gestione dei servizi socio assistenziali? Si badi, colleghi, noi respingiamo la logica della legge finanziaria 1986, ma questo nodo resta aperto soprattutto per chi questa logica invece la accoglie o addirittura la caldeggia.
La mini riforma che sta alla base della legge, che oggi discutiamo, va invece in una direzione diversa da quella da noi indicata, in particolare delinea un sistema analogo a quello dell'azienda pubblica speciale riducendo al minimo il ruolo del Consiglio comunale, dell'assemblea della associazione intercomunale o Consiglio della comunità montana.
Di questa grave incongruenza se ne sono tra l'altro fatto carico tutti i Parlamentari, nessuno escluso, della Commissione Sanità della Camera, ma su questo punto ritorneremo nell'illustrare un emendamento che abbiamo predisposto al riguardo e poi abbiamo cercato di recuperare in un'altra forma nel nostro ordine del giorno che abbiamo appositamente predisposto.
Scegliere uno schema istituzionale di tipo aziendale avrebbe comunque dovuto comportare un insieme di conseguenze che invece nella mini riforma non ci sono. Ne cito una: nell'organo di una gestione è concentrata quasi la totalità delle funzioni di Governo senza affrontare il problema del controllo nel merito di tale Governo. In ragione di questa evidente distorsione noi abbiamo presentato nel nostro ordine del giorno (l'intervento che faccio illustra gli argomenti che abbiamo evidenziato sia negli emendamenti che nell'ordine del giorno, l'illustrazione specifica la faremo poi emendamento per emendamento) la proposta di una presenza istituzionale delle minoranze in quanto tali all'interno del Comitato di gestione. Quanto alla composizione del Comitato di gestione, proprio in ragione della nostra impostazione generale Consiglio comunale - Giunta, noi avremmo preferito nettamente una soluzione tesa a responsabilizzare al massimo gli amministratori locali, i Sindaci e gli Assessori alla sanità.
Certo su questo punto sulla composizione del Comitato di gestione si sono concentrate molte polemiche da alcuni anni a questa parte, polemiche tutt'altro che sopite.
Premesso che il nostro atteggiamento portato all'estrema esemplificazione è riassumibile nel: "fuori i buffoni, i disonesti e gli incompetenti, dentro i seri, gli onesti e i competenti", va intanto ribadito che, da questo punto di vista, usando un'immagine "i gatti non sono tutti bigi", non sono cioè tutte uguali le UU.SS.SS.LL. nel rapporto fra le varie Regioni (per esempio nella Regione Puglia da due anni ci sono nove UU.SS.SS.LL. commissariate, in Piemonte non c'è nessuna U.S.S.L.
commissariata).
Le UU.SS.SS.LL. non sono inoltre identiche all'interno della nostra Regione, c'è anzi un'ampia diversità da questo punto di vista. Facciamo quindi attenzione a "questa diversità" e rifuggiamo dalle condanne indiscriminate che si collocano in un quadro, non possiamo dimenticare, di "emergenza - sanità". Un'emergenza che senza esagerare dura ormai da sei anni, nel senso che è da sei anni che nel settore sanitario viviamo in una situazione di incertezza normativa e finanziaria.
Mi si permetta di fare una considerazione, anche a quei colleghi che hanno alcune sensibilità, per esempio sulle questioni relative alla modernizzazione del sistema non solo sanitario, ma del sistema nel complesso e alla riorganizzazione del sistema industriale.
Come è stato possibile avviare la riorganizzazione del sistema industriale se non con una forte provvista di risorse? A questo si è pensato e solo così lo si è sempre immaginato! Craxi ha fatto la somma dei miliardi spesi per la riorganizzazione del sistema industriale del nostro Paese ed è risultata una cifra enorme.
Come possiamo invece pensare di modernizzare, riorganizzare il sistema sanitario con un fondo sanitario che in termini reali è andato in questi anni riducendosi facendo mancare le risorse necessarie per questa operazione di ristrutturazione e di riconversione? Quando parliamo di grandi rischi, Assessore, dobbiamo entrare pesantemente nel merito dell'organizzazione della sanità pubblica e le emergenze di questi giorni ci mettono in evidenza problemi che sono strettamente attinenti a queste considerazioni che stiamo sviluppando. A volte è stato considerato uno "sfizio" di qualcuno la medicina di territorio, la prevenzione sul territorio. Ma come? I problemi di Casale, i problemi del vino non sono problemi evidenti di sanità pubblica di prevenzione, intesa non nel senso, come fu detto anche in questo Consiglio di avere un'impostazione quasi da terzo mondo della nostra Sanità o di essere quelli che si limitano a distribuire aspirine. No, questi sono i problemi della sanità italiana, assieme, naturalmente, a quelli della qualificazione, delle super specialità e dei fenomeni di sviluppo tecnologico).
Stiamo attenti tornando alle U.S.S.L. e alla riforma sanitaria alle condanne indiscriminate! Nessuna incertezza per quanto riguarda il giudizio e la censura quando è necessaria, ma attenzione a distinguere perché in questa situazione di emergenza sanitaria stanno perdendo motivazioni anche i migliori tra gli amministratori e nel Piemonte gli amministratori capaci non sono certamente pochi.
Per i non amministratori locali nella legge in esame abbiamo l'aspetto rilevante della presentazione dei curricula.
Noi facciamo a questo riguardo una proposta che cerca di rendere pregnante questo elemento che è presente nella legge nazionale; una proposta tesa ad evidenziare quanto è già previsto nella legge regionale sulle nomine che da questo punto di vista ha già affrontato la materia e ci pare abbia messo in evidenza le caratteristiche e i requisiti che debbono avere questi curricula.
Quanto al rapporto tra la democrazia e la tecnica, cioè il rapporto tra comitato di gestione e l'ufficio direzione, c'è certo da innovare dando maggiore ruolo e maggiore responsabilità all'organo tecnico, rendendolo più snello dell'attuale, senza improvvisazioni di tipo trinitario come quelle proposte e per altro bocciate nella discussione sulla seconda parte della riforma delle UU.SS.SS.LL. (vicenda a cui faceva riferimento il collega Ferrara e che trovo presente nell'ordine del giorno presentato dal partito liberale). Ma questa materia è ancora in discussione a livello nazionale.
Sul sistema elettorale per formare le assemblee delle associazioni intercomunali vorrei ricordare - a me stesso e al collega Ferrara che è intervenuto su questo punto - che noi con la legge 3 del 1980 abbiamo già prodotto una legislazione che non riguardava le UU.SS.SS.LL. ma le associazioni intercomunali. Se voi leggete la legge 3 del 1980 è una legge che norma le associazioni intercomunali, non norma le UU.SS.SS.LL.: è già nel senso voluto dalla mini riforma Degan, quando essa prevede di abolire le assemblee delle UU.SS.SS.LL.. Da noi sono sempre state assemblee delle associazioni intercomunali di cui l'U.S.S.L. è uno strumento tecnico di gestione.
Già allora ci eravamo posti il problema, non nella logica che pu essere considerata da diversi punti di vista distorta dell'assemblea delle U.S.S.L., ma nella logica di un'associazione tra Comuni.
Perciò c'è il nostro accordo sulla scelta fatta dalla presente legge del sistema elettorale che conferma il più limitato dei voti limitati qual è di fatto il sistema proporzionale già previsto nella legge regionale n.
3.
Per quanto riguarda Torino, non siamo per spostare con disinvoltura n i numeri, né alcuni capisaldi della recente e non ancora applicata legislazione regionale in argomento. Anzi abbiamo presentato alcuni emendamenti proprio con il significato di fare riferimento a questa legislazione, che è il frutto di un lavoro che è durato molto tempo e di un grosso concerto con il comune di Torino. I nostri emendamenti tendono a rafforzare queste indicazioni legislative che già avevamo avuto modo di approvare.
Concludo l'intervento dicendo che il nostro atteggiamento su questa legge è legato all'andamento del confronto che si svilupperà all'interno di questo Consiglio regionale, alle risposte che la Giunta riterrà di dare ai nostri emendamenti, alla possibilità che gli altri Gruppi ci esprimeranno di accogliere punti dell'ordine del giorno che abbiamo contestualmente presentato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Minervini.



MINERVINI Marta

Il disegno di legge alla nostra attenzione oggi certamente non incontra il parere positivo del nostro Gruppo, come già fin dal principio non ci ha trovati d'accordo la riforma sanitaria.
I fatti confermano che eravamo nel giusto allora, quando nel 1978 votammo contro alla legge 833 in sede nazionale e che siamo nel giusto oggi in quanto continuiamo a criticare quella legge con tutti i suoi derivati.
Il tempo passato non ci ha certamente aiutati a modificare in positivo il nostro giudizio sul servizio sanitario in generale e sulle UU.SS.SS.LL.
in particolare.
Le UU.SS.SS.LL. si sono rivelate, come d'altronde la nostra forza politica aveva preventivato fin dall'inizio, inadeguate ai loro compiti e spesso solo fonte di sperpero e di disservizio.
Noi siamo totalmente insoddisfatti della legge 833, della sua applicazione e restiamo altrettanto perplessi a fronte della miniriforma alla luce della quale nasce questo disegno di legge.
Miniriforma che a nostro avviso non serve assolutamente a nulla e non serve a garantire efficacia al sistema sanitario affinché la tutela della salute, come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, non sia una mera enunciazione di principio della nostra Costituzione.
Siamo favorevoli al fatto che le assemblee dell'UU.SS.SS.LL corrispondano al Consiglio comunale perché pensiamo che in questo modo sia garantito un controllo a grandi linee da parte dei Consiglieri comunali sulla politica sanitaria.
Siamo altresì favorevoli a che i comitati di gestioni non siano più elefantiaci comitati politici, bensì ristretti comitati formati da tecnici.
D'altro canto gli emendamenti sulle ineleggibilità e incompatibilità da noi presentati esprimono chiaramente qual è la nostra visione su come dovrebbero essere i comitati di gestione e come dovrebbe essere gestita la sanità.
Circa la seconda parte del disegno di legge riguardante la legge 9, che modifica gli ambiti territoriali delle UU.SS.SS.LL. torinesi, la cui data deve per l'ennesima volta essere prorogata, proprio da questo disegno di legge, noi dobbiamo precisare che lo smembramento in dieci dell'Unità Sanitaria Locale 1 - 23 non ci ha visto e non ci vede tuttora favorevoli.
Non perché pensiamo che l'assetto attuale funzioni - solo dei folli potrebbero dire questo e noi non crediamo di essere dei folli - ma perch siamo convinti che la polverizzazione in dieci dell' Unità Sanitaria Locale 1 - 23 maggiormente oggi, alla luce della miniriforma, aggiungerebbe caos al caos portando al crearsi di dieci repubbliche indipendenti come è successo altrove: Milano docet. Creazione di tanti nuovi cadreghini, che faranno si gli interessi dei Partiti, ma certa-, mente non quello dei cittadini che sono i primi e gli unici ad avere diritto di trarre dei vantaggi dal Servizio Sanitario Nazionale che essi regolarmente oltretutto, pagano.
Noi sosteniamo che la L. 833, con tutte le sue derivazioni, le sue modifiche e le sue miniriforme, è fallita. Quindi ribadiamo la nostra opposizione alla suddetta legge e a ciò che ne deriva per l'impostazione culturale e politica sulla quale essa si basa, dimostratasi chiaramente arretrata e disorganica.
Arretrata perché si è usato e si continua ad usare nell'eleggere gli amministratori delle UU.SS.SS.LL. il metodo della rappresentanza, generico e vecchio, e non quello differenziato e moderno come l'amministrazione del settore sanitario impone. Disorganica perché non è stata assicurata la gestione sanitaria, la competenza e la partecipazione organica di tutte le categorie che operano nella sanità.
Le disposizioni transitorie o miniriforma o Legge n. 4, o "Deganina" come le vogliamo chiamare, mancano di due presupposti chiave, fondamentali per renderle efficaci.
Il primo è quello che nella sua transitorietà non si può prevederne la scadenza, il secondo è che mancano le istituzioni.
Siamo sempre in attesa dell'ordinamento delle autonomie locali, fase fondamentale per definire anche la situazione delle UU.SS.SS.LL.. E' il metodo che va cambiato e quindi noi continuiamo a sostenere e a chiedere la riforma delle istituzioni.
Chiudo questo mio brevissimo intervento, confermando il nostro giudizio critico sul d.d.l. in esame e ribadendo la richiesta di commissariamento delle UU.SS.SS.LL., che la mia forza politica avanza ormai da tanto tempo in attesa che si possa tutti insieme, nell'interesse dei cittadini che noi amministriamo, imboccare al più presto una strada che porti ad una legge sanitaria equa e utile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Presidente e colleghi, in breve, intervengo per illustrare la posizione del nostro Gruppo in merito al d.d.l. n. 79, al quale credo dobbiamo attribuire, avendone coscienza, né un significato taumaturgico né un valore emblematico, ma la piena consapevolezza che si propongono degli aggiustamenti che discendono da un lato da una normativa statale dall'altro dall'esperienza regionale e che si collocano nel tentativo di dare una migliore organizzazione e visibilità a quelli che sono gli strumenti amministrativi e gestori della sanità nella nostra regione.
Anche se il provvedimento, per quanto possa essere considerato tecnico per certi aspetti, o limitato per altri, non può non richiamare alla nostra attenzione una riflessione più generale sullo stato di salute del nostro Paese e delle UU.SS.SS.LL. rispetto agli obiettivi della legge di riforma e il loro concreto operare giorno dopo giorno.
E' chiaro che, dalla Legge n. 833 ad oggi, si sono venute sedimentando delle modifiche legislative; sono, ormai, abbastanza numerose le modifiche legislative intervenute a correggere e a modificare questo o quello aspetto della Legge n. 833 e probabilmente ci sono stati anche degli atti amministrativi che nella sostanza hanno finito per modificare delle previsioni normative.
Allora, bisogna capire che senso vogliamo dare alle modifiche legislative: se dobbiamo intenderle come una vera e propria crisi del sistema istituito con la Legge n. 833, o se non è più giusto intenderle come un naturale aggiustamento e affinamento degli strumenti, rispetto a quello che era l'impianto della Legge di riforma sanitaria, certamente di grande respiro, ma per certi versi in molte delle sue previsioni di difficile.attuazione e di difficile individuazione di strumenti legislativi e operativi concreti.
Il nostro Gruppo ritiene sia da respingere la tesi catastrofica. Certo le cose che non vanno sono molte e serie, ma attengono, riteniamo soprattutto agli strumenti, alla produzione legislativa carente o in ritardo, al metodo, più che ai principi della riforma. Perché riteniamo che i principi fondamentali, come la territorialità della gestione sanitaria la programmazione degli interventi, la finalizzazione delle risorse, il rapporto costi - benefici (ancorché sia di difficile raggiungimento) sono comunque degli obiettivi che rimangono validi e che non dobbiamo cercare di stravolgere in modo subdolo, con provvedimenti a spezzoni o che si dicano tecnici, ma che poi, in realtà, incidono anche su questi principi.
Riteniamo che si tratti essenzialmente di una crisi di strumenti.
Ecco, allora in questo quadro si colloca anche il problema degli organismi della gestione, ritenuti troppo politicizzati e professionalmente non qualificati, così come anche il problema della sovrapposizione delle competenze che nella nostra Regione, in questi ultimi tempi è diventato di drammatica attualità.
Il discorso di un chiarimento, in ordine alle competenze, di un coordinamento della protezione legislativa sono obiettivi che andranno perseguiti e su cui credo peraltro già anche l'Assessore ha posto la sua attenzione e certamente si farà carico di conseguire, come obiettivi della politica sanitaria regionale.
Per quanto riguarda, nella nostra Regione, l'attuazione della Legge n.
486, debbo dire, molto francamente, che seppur molto enfatizzata a livello nazionale, in realtà per ciò che attiene l'assetto istituzionale, che avevamo dato in Piemonte, non risulta poi essere stravolgente o di avere quel significato emblematico, che da altre parti è sembrato assumere.
A noi pare, certamente, una Legge importante perché connota un certo indirizzo che riguarda lo snellimento del funzionamento degli organismi o la riduzione rispetto alla loro composizione pletorica, e quindi con difficoltà di funzionamento, una maggiore chiarezza di competenza fra l'organismo associativo e l'organismo di gestione; però ritengo che si collochi, la cosiddetta miniriforma, nell'alveo di un certo tipo di produzione legislativa, poiché per quanto riguarda la Regione Piemonte già noi avevamo adottato.
Diverso è il problema di quella che viene chiamata la eccessiva politicizzazione: certo questo è un problema che esiste e che credo non si risolva con dell'ingegneria costituzionale, per così dire, ma si risolve attraverso dei codici di comportamento che ci dobbiamo dare tutti assieme.
Perché, a dire il vero, già l'introduzione della professionalità negli organismi di gestione, era previsto e purtroppo dobbiamo dire tutti assieme, che nessun Partito ha fatto un uso pienamente corretto di questa possibilità; perché attraverso il discorso anche degli esterni, che in realtà era in linea teorica volto ad introdurre negli organismi di gestione elementi professionalmente qualificati e manageriali, non è stato utilizzato appieno ed in modo corretto dai Partiti.
Questo credo sia un elemento che vada riconosciuto; quindi non farei tanto affidamento all'ingegneria costituzionale, che certamente negli aspetti introdotti porta delle semplificazioni positive, ma dobbiamo ribadire un concetto di comportamento a cui ci dobbiamo attenere perché si faccia lo sforzo tutti assieme per introdurre veramente le professionalità all'interno degli organismi di gestione.
Certo, le vicende che hanno travagliato questa miniriforma a livello nazionale, e che stanno travagliando tuttora la gestione della modifica degli uffici di direzione, non sono certo segnali di buon auspicio, perch abbiamo visto le cose che stanno succedendo nelle Commissioni e che sono da condannare, anche perché bloccano un processo che si era avviato e che sembrava produrre dei buoni risultati.
Come Gruppo riteniamo di dover condividere il testo che è stato licenziato dalla Commissione, perché tutto sommato cerca di introdurre il minor numero di modifiche possibile, all'interno della cornice istituzionale che ci eravamo dati, se non semplificandola per gli aspetti che si vogliono semplificare, ed era un assetto che teneva conto anche del fatto che il Piemonte è una regione che ha 1.209 Comuni. Quindi una frammentazione mai tanto ampia e la necessità di garantire la presenza di un rappresentate di ogni Comune all'interno dell'Associazione diventa veramente difficile, se si condanna, anche qui, la pletora di questi organismi e cioè l'eccessivo numero, che poi rende difficile il raggiungimento anche del numero legale; come esperienza, ad esempio, avuta nei Consorzi dei trasporti.
Certo, la miniriforma introduceva alcune dizioni, che nella loro genericità, potevano anche dar luogo a ragionamenti di tipo diverso rispetto a quelli che sono contenuti nel disegno di legge; posto che anch'io condivido sempre l'osservazione che già prevedevamo: l'Associazione Intercomunale e non l'assemblea dei Comuni, e quindi già ci eravamo collocati in quella direzione.
Certo, è chiaro che il discorso del voto limitato, poteva introdurre anche dei meccanismi diversi rispetto a quelli attuali; si poteva allora introdurre il discorso di un unico collegio, anziché di due come prevede la nostra Legge, quindi senza distinguere il numero dei Comuni in base al numero degli abitanti; si poteva anche intendere che il voto limitato stesse a significare che vi fossero, prima delle elezioni, degli accorpamenti di Gruppi di liste comprensivi delle varie forze presenti sul territorio: però ciascuna di queste proposte aveva anche delle controindicazioni.
Ad esempio quella che il non tener conto del diverso peso che hanno i Comuni, rispetto al numero degli abitanti ha una sua forza e credo una sua validità.
Quindi mi pare, che tutto sommato, la soluzione che viene proposta sia una soluzione che si colloca nel senso del recepimento della legge della miniriforma, ma non va a stravolgere gli organismi che ci eravamo dati.
Per questo noi diciamo che ci sentiamo di condividere il testo, uscito dalla Commissione, salvo poi credo, se dal dibattito emergeranno altre proposte che possono essere condivisibili, diversamente atteggiarci; per per ora, riteniamo di doverci attestare sul disegno di Legge licenziato dalla V Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Gruppo liberale sfrutta con soddisfazione questa occasione in cui ci è dato finalmente di intervenire in una materia che il nostro Partito ha criticato e combattuto votando contro nel suo momento di nascita.
Ci rendiamo conto che quanto stiamo approvando oggi è un provvedimento marginale rispetto al processo che andrà avviato, ma è certo che quando un edificio deve crollare - secondo noi deve crollare, secondo altri rischia di crollare - incomincia a dare alcuni segni, alcuni scricchiolii.
Noi consideriamo quello che diamo oggi un colpo di piccone non alla riforma della riforma, ma alla rifondazione della Sanità nel nostro Paese.
L'Italia ha la caratteristica di vivere ai margini dell'Europa, all'interno del quale continente è trattenuta o tirata a fatica da qualche èlite politica e culturale e, normalmente, di quanto avviene in Europa attua i processi e i fenomeni politici e culturali di risulta, quelli che sono ormai in via di superamento nelle realtà di vera cultura europea.
Noi abbiamo avviato nel '78 un esperimento di riforma sanitaria che era già fallito in tutti gli altri paesi d'Europa, in particolare in Inghilterra. Dobbiamo ricordare che tutto questo è figlio di una politica specifica, della politica di unità nazionale, che ha dentro tutti gli elementi di questo "manifesto": che cosa voleva significare l'unità nazionale, che rischio ha corso il nostro Paese e, secondo me, anche la nostra democrazia con quell'infausto esperimento.
Oggi guardiamo solo gli aspetti istituzionali, che però non sono certamente di poco momento, ma ci sono gli aspetti di sostanza. Mi auguro che questi emergeranno, ma c'è difficoltà a farli emergere, perché in questo Paese la cultura consociativa, che è tipica della cultura cattolica e non della cultura laica, ha radici profonde; evidentemente alligna in tutti quei partiti che non hanno fatto una scelta laica. Per questo ho qualche dubbio a riconoscere al PCI la caratteristica laica. Laicismo non vuol dire non essere clericali, laicismo vuol dire rimettere sempre comunque in discussione con gli altri e ritenere che la forza delle idee e delle decisioni nascono dalla dialettica, dal confronto e dal dibattito e non dall'adesione, più o meno interessata, più o meno contrattata. Il laicismo non ha niente a che fare con i problemi di religione, è un atteggiamento mentale. In questo senso ho qualche dubbio a pensare che i comunisti siano laici.
Nel '78 si è cercato di mettere una pietra tombale sulla dialettica sul dibattito politico, ma sicuramente anche su alcuni valori. Diceva bene il collega Ferrara, a Torino si è persa una grande tradizione. Io non sono convinto che si sia persa, probabilmente a Torino si è fatta una scelta tipicamente torinese e tipicamente piemontese.
Ho sempre considerato la Sanità una specie di "vascello fantasma" gestito da un nocchiero che qualche volta viene qui a gratificarci con sorrisi e pacche sulle spalle, a seconda del personaggio, nel quale abbiamo qualche difficoltà ad entrare.
Voglio anche con ottimismo pensare che i ritardi della Cardiochirurgia per il trapianto a Torino siano un elemento di riflessione che tende a far progredire un processo nel complesso e non soltanto alcuni aspetti marginali e certamente di grande immagine, il cui risultato si legge per sul piano statistico. Nella Sanità è purtroppo la statistica a decidere e non i fatti più o meno miracolosi.
Mentre sul piano istituzionale stiamo facendo qualche passo avanti poi dirò come secondo me non siano sufficienti - resta tutto da fare nel recupero di due valori irrinunciabili per i liberali, il ricupero della professionalità all'interno degli enti di gestione e l'apertura della concorrenza tra pubblico e privato. Questo è un materiale ancora tutto da esplorare.
Nel dibattito alla Camera sulla direzione sanitaria ci sono stati i franchi tiratori non contro il Governo, ma contro il progresso.
Questo vuol dire che questa logica che vuole conservare ai politici di seconda fila il governo esclusivo della Sanità va ben al di là degli schieramenti di maggioranza e di governo. E' evidentemente un fatto che se attenesse, per esempio, agli affari, verrebbe definito un legame di tipo mafioso, ma siccome attiene alla politica questo aggettivo non si deve usare. E' certamente un legame non corretto quello che vuole conservare ai soli politici il governo della materia sanitaria, con tutti gli interessi non solo di natura tecnico - scientifica e clinica che ha dietro.
Questa battaglia sarà difficile da avviare. Noi abbiamo presentato un ordine del giorno che chiede al Consiglio regionale del Piemonte di prendere posizione su questo. Si vuole fare andare avanti la direzione sanitaria o no? Tra breve avvieremo anche un dibattito regionale per capire se si riconosce al ruolo privato nella sanità non una funzione vicaria, come diceva l'ex Assessore alla Sanità ora Consigliere comunale di Torino.
Il termine vicario denota la poca laicità dei comunisti. L'ex Assessore Bajardi per indicare che la sanità privata doveva sostituire in via del tutto eccezionale, quando proprio non se ne poteva fare a meno, la sanità pubblica, ha usato un termine tipicamente clericale: "vicario". Non è così noi riteniamo che tra sanità pubblica e privata si debba avviare un processo di concorrenza, convinti che, così facendo, il privato ha un ruolo nella misura in cui riesce ad anticipare il pubblico e non un ruolo di sostituzione quando il pubblico non può fare.
Il privato, con le sue capacità di mobilità sui problemi, deve anticipare nelle soluzioni e nelle tecniche il pubblico. Noi dobbiamo riconoscere al privato la funzione di pattuglia avanzata della ricerca della qualità del servizio, del modo di prestare i servizi agli utenti capace di anticipare spazi che un sistema più complesso, più elefantiaco molto più lento come quello pubblico non può affrontare.
Come liberale (che qualche volta cerca di essere corretto) non dico che le strutture private costano meno. Non è così! Sappiamo bene che le strutture private guadagnano di più nella misura in cui presso le strutture private evidentemente accedono solo tipi di bisogni e di utenze che hanno costi significativi, quindi non ci sono spedalità di risulta.
Possiamo scandalizzarci che esistono ancora alcuni ospedali che non hanno una funzione strettamente ospedaliera, ma hanno una funzione assistenziale. Ma a questo rigorismo intellettuale vorrei si dicesse con cinismo che cosa facciamo delle persone che non si possono tenere negli ospedali. Essere rigorosi dal punto di vista intellettuale richiede cinismo nelle decisioni con tutto quello che comporta, vuol dire che le suocere si lasceranno sulle autostrade come si fa con i cani lupo: sul piano intellettuale e del cinismo mi sembra un ragionamento che sta in piedi dal punto di vista politico invece non mi sembra percorribile.
Probabilmente nella sanità privata le suocere vengono messe dove vanno messe le suocere e nelle cliniche vengono ricoverate le persone che hanno esigenze di intervento.
Condivido e voto il provvedimento della Giunta, ma lamento per me stesso e per il complesso delle forze politiche che, contrariamente a quanto diceva l'oratore comunista, non si sia colta questa riforma nella sua potenzialità. Dove per esempio c'è scritto che il voto per l'assemblea è limitato. Una interpretazione liberale e corretta dell'Assessore e della Giunta ha significato "proporzionale". Secondo me forse era il caso di riflettere tutti insieme se non sarebbe stato meglio interpretarlo come "maggioritario". Forse sarebbe stato il caso di avviare in Piemonte un'ipotesi di razionalizzazione del rapporto tra le forze politiche e pensare a liste di maggioranze. In italiano dove è scritto "voto limitato" significa precostituire maggioranze e minoranze in settori ben precisi legati da rapporti ben precisi. Il senso della riforma era questo. Visto che alcuni laici mi guardano con attenzione, voglio dire che forse noi avremmo potuto giocare un ruolo più corretto di quanto non giochiamo normalmente.
Che cosa ci aspettiamo noi laici? Di essere l'uno e gli altri il trentunesimo rispetto al ventinovesimo e di giocare questa rendita di posizione portandoci a casa una fetta di potere maggiore di quella che gli elettori ci hanno dato. Questa è la brutta realtà. Sarà bene un giorno dire, parlando di questione morale, quanti soldi che hanno interessato la questione morale sono serviti per i viaggi di piacere dei beneficiari oppure per le loro spese elettorali. Penso che siano serviti più per le spese elettorali che per i viaggi di piacere. Non mi risulta che sia stato mai eletto deputato o senatore o consigliere regionale o consigliere comunale se non un uomo di partito o un miliardario.
Le preferenze servono a far eleggere gli uomini indicati dai partiti o i miliardari, in proprio o per interposta persona.
Mi pare quindi che avessimo colto l'occasione che ci dava la legge di ipotizzare, sperimentare una riforma elettorale globale con il sistema maggioritario, che prevedesse una corretta concertazione tra le forze politiche che riconoscesse ai diversi partiti il ruolo che svolgono nella società e nel settore in specie.
Non si è ritenuto di cogliere questa opportunità, mi rendo conto che i tempi sono ancora lontani, ma ho l'impressione che le rivoluzioni si possono fare meglio dal basso che dall'alto e, siccome Roma non ha mai fatto rivoluzioni, gli unici italiani che hanno fatto una rivoluzione nei tempi moderni sono i piemontesi, ho l'impressione che se non incominciamo noi non la farà mai nessuno.
Noi abbiamo presentato alcuni emendamenti, uno dei quali tende a fare chiarezza, sull'elezione del membro anziano. L'articolato presentato dalla Commissione ipotizza e consente l'interferenza della minoranza nelle decisioni della maggioranza.
Siccome questa interferenza non è mai gratuita, questo significava avviare un processo non corretto nei rapporti tra un partito di maggioranza e l'opposizione. Noi suggeriamo una soluzione diversa. E' probabile che la Giunta rifletta su una soluzione anche più avanzata e più trasparente della nostra.
Sono state fatte considerazioni di varia natura, si è parlato di un ordine del giorno che mi pare non sia formalizzato, sono in corso incontri tra le forze politiche in ordine alla gestione del principio introdotto secondo il quale l'esecutivo è espressione della sola maggioranza.
Questo mi sembra corretto. Non è corretto che il Consiglio regionale intervenga in alcun modo in ordine a un'interpretazione o a una forzatura della norma di legge che è speculare. Ci rendiamo conto che possono esserci realtà periferiche o centrali, come quella della città di Torino, che rendono opportuna una collaborazione di tutte le forze politiche all'interno dell'esecutivo. Non ci scandalizzeremo se i liberali o se il pentapartito in alcune realtà riterrà di votare degli esecutivi che vedano presenti tutte le forze politiche. Non ci sembra corretto far partire questo messaggio da una sede legislativa come la nostra, la quale deve gestire il messaggio legislativo che ci viene dal Parlamento, che è quello degli esecutivi ad espressione di sola maggioranza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri Aldo per la replica.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Signor Presidente, signori Consiglieri, fatto legislativo che ci approntiamo a votare è importante e non lo è importante: scusate questa contraddizione in termini. Credo di poterlo affermare sulla base della mia personale esperienza di vecchio uomo della riforma, vecchio per età e vecchio per esperienza in questa materia. Ancora prima della legge Mariotti, appartenevo ad un gruppo di medici che fondò il Movimento per la riforma sanitaria in Piemonte. Parlo del 1967. Avendo vissuto tutto l'iter evolutivo di questa materia, avendo sofferto in termini di frustrazioni profonde quello che avrebbe potuto essere e che non è stato, mi consente di dire alcune parole sulla materia che non nascono da impressioni. Oggi giorno molti si basano sulle impressioni e non sull'esperienza. Vi sono, in questa materia, da parte di molti, notizie acquisite negli ultimi tempi elaborate magari a tavolino, senza che abbiano vissuto soffertamente la materia, come solo pochi di noi hanno sofferto.
Vorrei, allora, fare una considerazione. Tutto quello che oggi si va legiferando in Parlamento dalla Deganina alle varie proposte bocciate e non bocciate per franchi tiratori e non franchi, sono tutti francobolli rappezzi rispetto ad un errore basilare che mai nessuno mise o scarsamente, mise in evidenza. La legge sulla riforma sanitaria alcuni l' hanno definita bellissima, e in alcuni Paesi viene definita teoricamente la migliore legge del mondo sulla sanità.
Qual è il difetto di questa riforma? Nessuno di noi se n'è accorto neanche i grandi padri, i Seppilli, i Giovanardi, teorici puri della riforma: questa riforma veniva costruita sulle sabbie mobili di quello che è stato definito il "bieco proceduralismo statuale". Solo negli ultimi tempi avete assistito all'affermarsi del concetto che la sanità è un'azienda, e in modo surrettizio, questa precisazione viene fuori, ma come intenti, senza nessuna predisposizione di base a che l'azienda sia veramente tale. Non è azienda nel senso della municipalità perch indubbiamente manca il controllo democratico rispetto all'ambito del Consiglio comunale o all'ambito dell'associazione dei Consigli comunali ma, soprattutto, non è azienda perché la procedura statuale è antinomiale col concetto di azienda. Un grande esponente del sindacato ha detto: "auspichiamo che gli ospedali siano gestiti come la Fiat Mirafiori". Un altro esponente a Milano in un dibattito a cui ho partecipato disse: "Riconosco che OLIVIERI Aldo Aldo ha ragione. La sanità va gestita come un'azienda". Infatti, Tunica azienda dello Stato che funziona è il Poligrafico (al di là dei passaporti, ma gli errori non sono del Poligrafico ma sono nella programmazione delle Questure), che è gestita con,autonomia aziendale vera e propria, con uno statuto dell'azienda.
Ma quando per mettere la prima pietra, i primi elementi basilari costruttivi mediamente passano tre anni, quale azienda possiamo mettere in piedi, quale sanità nel Paese? Un altro vero dramma è quello dei controlli. Il quarto potere si scatena contro gli scandali della sanità, sanità che è poi estremamente garantista, perché riprende tutta la legislazione statuale, sanità che si comporta come una minorata psichica, perché, di fronte agli altri enti locali che hanno poteri dall'effimero alla possibilità di mutuare, la sanità non può fare né l'effimero né mutuare. L'amministratore della sanità è considerato un handicappato mentale. Questa è la sostanza delle cose.
Quindi anche questa miniriforma è un rappezzo, è un tentativo, è un vagito neonatale o embrionale. Prendiamolo come tale scheletricamente.
In questo momento stan tornando da Roma, bocciate o con osservazioni tutte le leggi in cui si legifera per i Comuni. Noi non possiamo legiferare per i Comuni. Capisco gli auspici del Consigliere Acotto e di altri, ma non c'è niente da fare.
Il Comune ha la sua piena autonomia di autoregolamentarsi. Proporrò un emendamento all'art. 5, dove si dice: "Il Consiglio comunale di Torino individua" metterò "può individuare", per estrema cautela. Poi, il Comune di Torino faccia quello che gli pare, nella sua legittimità regolamentare per salvaguardare i quartieri, per salvaguardare quello che vuole. Noi possiamo legiferare, al massimo, per le UU.SS.SS.LL.. Questo non possiamo dimenticarlo.
Mi rendo conto degli auspici dei repubblicani. Purtroppo, le leggi sono fatte per l'Italia e il Piemonte è quell'estremità per cui mai nessuna legge gli va bene perché è disarmonico rispetto al resto d'Italia. I 1.209 Comuni ci indicano chiaramente che c'è un contrasto fra la legge che auspicava la presenza di tutti i Comuni e la sostanziale realtà. La creazione di consorzi è puramente surrettizia, non è altro che riportare le forze politiche "in primis"; diventa un elemento meramente formale, non di sostanza.
Allora cerchiamo di stare alla sostanza delle cose e non fermiamoci sui formalismi.
C'è un unico punto che è interessante negli emendamenti del Gruppo P.C.I., quando usa il termine "sovra-zonali" invece di "multizonali".
Questo rivendica il concetto di professionalità a cui richiamava il Consigliere Marchini. In alcune strutture, in alcuni servizi, in una dinamica di progresso (forse anche perverso) della sanità che è emblematica in termini di progresso tecnologico e di professionalità ad alto livello non possiamo non rivendicare la necessità di sovrazonalità rispetto a certe attribuzioni che, sminuzzate e frammentate, declassano e dequalificano il livello dell'operatore.
Su questo come su altre osservazioni sono d'accordo con il Gruppo liberale, per esempio sulla questione del vicepresidente, sul concetto di sovrazonalità e su altri elementi con tale indirizzo.
Rispondo al Consigliere Ferrara. Indubbiamente, è importante verificare, nella frammentarietà elettiva nell'ambito di alcune assemblee di Comuni, qualche elemento che temperi l'esclusione di alcuni Comuni talvolta, per quattro anni di legislatura. Rispondendo sull'emendamento troveremo una formulazione che garantisca attorno al 20% questa precauzione.
Fondamentalmente, signori Consiglieri, questa legge deve essere la più scheletrica e la più aderente possibile alla miniriforma Degan, onde evitare che il Consiglio diventi soltanto una platea di ideologismi, di proposte, di auspici, condivisibili o meno, ognuno sicuramente con un significato profondo, ma che in realtà potrebbe minare nella sostanza la possibilità che questa legge venga accolta dal Governo.



MIGNONE ANDREA



PRESIDENTE

Con la risposta dell'Assessore 0livieri abbiamo concluso la discussione generale sul d.d.l. n. 79. Passiamo ora all'esame dell'articolato.
Art. 1 "L'art. 7 della L.R. 21/1/80, n. 3 è modificato come segue: 'Composizione ed elezione dell'Assemblea dell'Associazione dei Comuni' Il primo comma è così sostituito: In ciascun ambito territoriale di cui al punto b) del precedente art. 3, il numero dei Consiglieri componenti l'Assemblea è uguale al numero dei Consiglieri comunali, come determinati dalla vigente normativa, di un Comune che abbia un numero di abitanti pari a quello dei Comuni associati.
Il quarto comma è così sostituito: Entro sei mesi dal verificarsi delle condizioni indicate nei successivi commi 15 e 16 per la rinnovazione parziale o totale dell'Assemblea, il Presidente della Giunta regionale, con proprio decreto, stabilisce la composizione dei collegi elettorali di cui al secondo comma, il numero dei componenti assegnati a ciascun collegio e la data per lo svolgimento delle operazioni di voto, da effettuarsi contestualmente, entro i successivi 60 giorni.
Il sesto comma è così sostituito: In esecuzione del decreto di cui al precedente quarto comma, è costituito presso il Comune sede dell'Associazione dei comuni, l'ufficio elettorale composto nel seguente modo: a) dal Sindaco del Comune, ovvero da un Assessore da lui delegato che lo presiede b) da quattro Consiglieri dello stesso Comune, di cui due di maggioranza e due di minoranza nominati dal Sindaco. Le funzioni di segretario dell'ufficio elettorale sono svolte dal segretario comunale o da un funzionario da lui delegato.
Il settimo comma è soppresso.
Dopo l'ottavo comma viene aggiunto il seguente comma: In tutti i casi in cui non si sia proceduto alla costituzione dell'ufficio elettorale di U.S.S.L., presso la Giunta regionale è costituito l'ufficio elettorale centrale che svolge le relative funzioni; l'ufficio elettorale centrale è nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale tra i funzionari di qualifica funzionale dirigenziale.
Viene aggiunto il seguente ultimo comma: La prima riunione dell'Assemblea dell'Associazione dei Comuni, convocata e presieduta dal componente più anziano di età, deve tenersi entro 10 giorni dalla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte del decreto del Presidente della Giunta regionale di nomina degli eletti".
Vengono presentati i seguenti emendamenti: 1) Dai Consiglieri Ferrara e Fracchia: L'art. 1 è così sostituito: "L'art. 7 della L.R. 21/1/80 n. 3, così modificato dall'art. 2 della L.R.
23/2/85 n. 14, è così sostituito: 'Composizione ed elezione dell'Assemblea dell'Associazione dei Comuni' In ciascun ambito territoriale di cui al punto b) del precedente art. 3, il numero dei Consiglieri componenti l'Assemblea è pari al numero dei Comuni che ne fanno parte, e comunque non superiore al numero dei Consiglieri comunali, come determinato dalla vigente normativa, di un Comune che abbia un numero di abitanti pari a quello dei Comuni associati.
Ciascun Comune procede alla nomina di un proprio rappresentante, eletto nel proprio seno dal Consiglio comunale a maggioranza assoluta dei componenti.
Ciascun componente l'assemblea della Associazione intercomunale esprime un voto il cui peso è direttamente proporzionale al numero dei Consiglieri comunali che l' ha espresso.
Nel caso di Unità Sanitaria Locale il cui ambito territoriale sia composto da un numero di Comuni eccedente il limite di cui al primo comma, la Giunta regionale, con propria delibera, stabilisce gli accorpamenti necessari al rispetto del limite stesso. I Consigli dei Comuni rientranti nel suddetto accorpamento procedono alla elezione del proprio rappresentante in seduta comune e a maggioranza assoluta dei componenti di tutti i Consigli stessi.
La seduta è convocata dal Sindaco del Comune maggiore.
I Comuni procedono alla nomina del proprio rappresentante entro 90 giorni dal rinnovo del proprio Consiglio e questo entra a far parte dell'assemblea a pieno diritto ed agli effetti di cui alle leggi dello Stato, regionali nonché alla presente legge, allo scadere del novantesimo giorno. Fino al subentro effettivo rimane in carica il rappresentante precedentemente espresso. In caso di decadenza e rinnovo di un Consiglio di Comune facente parte di un accorpamento di cui ai commi precedenti, si procede alla rielezione del rappresentante dello stesso seguendo le medesime modalità.
Il Presidente della Giunta regionale convoca la seduta comune dei componenti i Consigli dei Comuni accorpati, se entro 90 giorni non vi ha provveduto il Sindaco del Comune maggiore".
La parola al Consigliere Ferrara per l'illustrazione dell'emendamento.



FERRARA Franco

Molto, brevemente, visto che l'Assessore OLIVIERI Aldo, in buona sostanza, ha già risposto, intervengo solo per confermare quello che avevo già detto nel mio intervento in ordine all'atteggiamento che il P.R.I.
terrà sugli emendamenti.
A me non pare sia un fatto meramente formale, bensì una questione sostanziale, strutturare un'assemblea intercomunale nella quale siano rappresentati tutti i Comuni. Credo veramente che ciascuno di noi, con la miglior buona fede possibile, che si trovi in un contesto dove rappresenta il P.R.I., pur volendo rappresentare una posizione complessiva, è rappresentante di un partito.
Se un soggetto è stato invece designato non da un partito, ma da un Comune, da una collettività, che ha delle posizioni disomogenee sul piano politico, ma ha, obiettivamente, delle convergenze sul piano dei contenuti sulle cose concrete da fare, degli interessi comuni, credo che il comportamento sia diverso. Ritengo, inoltre, che un'assemblea intercomunale, intesa così come la stiamo attuando noi in qualche misura è elusiva di quello che voleva essere la modifica apportata dalla legge.
Voglio, comunque confermare quanto ho detto prima, che di fronte ad un non accoglimento da parte della Giunta, il P.R.I. non avrebbe mantenuto i propri emendamenti.



PRESIDENTE

L'emendamento dei Consiglieri Ferrara e Fracchia è ritirato.
2) Dal Consigliere Ala: è soppresso il quarto comma che recita: "il settimo comma è soppresso". La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Mi pare che l'articolo della legge che stiamo esaminando preveda la soppressione di alcuni commi o alcune modifiche dell'art. 7 della legge n.
3 del 1980, tra cui il settimo comma dove si dice: "i candidati non possono far parte dell'ufficio elettorale". Sopprimere ora un comma che prevede l'incompatibilità tra candidatura e partecipazione all'ufficio elettorale a me pare un errore. Detta incompatibilità dovrebbe essere mantenuta, proprio perché è tipico del nostro ordinamento che un candidato non possa contemporaneamente essere anche membro dell'ufficio elettorale che controlla le operazioni di voto e di scrutinio.
E' chiaro che formulazione letterale dell'emendamento sembra un gioco di parole, ma il risultato dell'emendamento è quello di mantenere quel comma dell'art. 7.



PRESIDENTE

La parola alla Assessore OLIVIERI Aldo Aldo.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Non possiamo accogliere l'emendamento perché con la riduzione del numero dei membri si rischia di non poter nominare i collegi. E' una questione tecnica.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. Chi lo approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 3 voti favorevoli, 29 contrari e 15 astensioni.
3) Dai Consiglieri Fracchia e Ferrara: dopo il sesto comma dell'art. 1 si aggiunge il seguente comma: "Il 15° comma e' così sostituito: Per l'ambito territoriale rappresentato dal Collegio elettorale n. 1 previsto si procede al rinnovo parziale dell'Assemblea generale limitato al numero dei Consiglieri eletti nel collegio e con le modalità, di cui ai commi precedenti, nel caso in cui dalla data di svolgimento delle ultime elezioni dell'Assemblea siano stati rinnovati i Consigli di Comuni la cui popolazione complessiva rappresenti almeno 1/3 di quella del Collegio. Per l'ambito territoriale rappresentato dal Collegio elettorale n. 2, si procede al rinnovo, con le stesse modalità di cui sopra, nel caso di decadenza e rielezione di un solo Consiglio comunale".
Il collega Ferrara ha la facoltà d'illustrare l'emendamento.



FERRARA Franco

Ho già colto una qualche disponibilità da parte dell'Assessore dalla sua replica. Vorrei solo dire che il meccanismo elettorale non è più complicato se l'ipotesi passa dal 20, al 30, al 5, allo 0%.
Le elezioni di questi Comuni, di cui l'Assessore mi ha dato un elenco avvengono praticamente tutte nel 1988, meno un paio. Quindi, mi pare che non crei delle difficoltà di carattere burocratico, mentre mi pare sia abbastanza importante che tutti i Comuni con più di 5.000 abitanti siano comunque sempre rappresentati in queste assemblee.
Visto che non aumentano le difficoltà burocratiche non vedo futilità di ridurre soltanto la percentuale e non accettarla completamente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Mi rendo conto del sentimento che ispira il Consigliere repubblicano.
Consideriamo però quanti Comuni sono ingiustamente esclusi dall' "agone" dell'assemblea, perché piccoli e frammentati; al contempo non credo che un Comune di 5.000 abitanti crei un grande bouleversement. Dobbiamo renderci conto che un'operazione elettorale rimette in gioco e rischia di rinnovare nel corso della legislatura magari per una serie di problematiche e di situazioni politiche interne ad un'assemblea, un coacervo di Comuni.
Siccome io ho a cuore i problemi della sanità, ritengo che meno movimentazioni vi sono durante la legislatura meglio è sul piano funzionale. Il Consigliere Ferrara è amante della funzionalità e della efficienza. Ritengo allora di dover dare una risposta ragionata. All'ultimo comma dell'emendamento Ferrara propongo di aggiungere dopo le parole: "con le stesse modalità di cui sopra" le parole: "nel caso di rinnovo anche di un solo Consiglio comunale, quando la popolazione raggiunge non meno del 20% della popolazione complessiva del collegio stesso".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Anche questo secondo emendamento viene ritirato dal Partito repubblicano.



PRESIDENTE

La Giunta presenta il seguente emendamento: 4) "Il 15°comma è così sostituito: Per l'ambito territoriale rappresentato dal Collegio elettorale n. 1 previsto si procede al rinnovo parziale dell'assemblea generale limitato al numero dei Consiglieri eletti nel Collegio e con le modalità, di cui ai commi precedenti, nel caso in cui dalla data si svolgimento delle ultime elezioni dell'assemblea siano stati rinnovati i Consigli di Comuni la cui popolazione complessiva rappresenta almeno 1/3 di quella del Collegio. Per l'ambito territoriale rappresentato dal Collegio elettorale n. 2, si procede al rinnovo, con le stesse modalità di cui sopra, nel caso di rinnovo anche di un solo Consiglio comunale quando la popolazione raggiunge il 20% della popolazione complessiva del Collegio stesso".
La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

Forse per chiarire anche ai colleghi che cosa è l'oggetto del contendere si può, molto schematicamente, dire che passiamo dall'indicazione precedente che prevedeva 1/3 della popolazione all'attuale che è di 1/5. Questo emendamento è perciò condivisibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

Una correzione formale: anziché le parole: "non meno del 20%" propongo "il 20%" che è più corretto dal punto di vista letterale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento così emendato.
L'emendamento è approvato con 42 voti favorevoli e 2 astensioni. Passiamo alla votazione dell'art. 1 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto si 38 Consiglieri ha risposto no 1 Consigliere si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "L'art. 10 della L.R. 21/1/80, n. 3, come sostituito dall'art. 4 della L.R.
23/2/85, n. 14 e l'art. 2 della L.R.. 11/2/85, n. 9, sono sostituiti dal seguente testo: 'Comitato di gestione' Il Consiglio comunale o l'Assemblea dell'Associazione dei Comuni elegge il Comitato di gestione, composto: a) dal Presidente b) da 4 membri per gli ambiti territoriali con popolazione sino a 30.000 abitanti, ovvero da 6 membri per gli ambiti territoriali con popolazione superiore a 30.000 abitanti.
Il Consiglio comunale o l'Assemblea dell'Associazione dei Comuni procede nella prima seduta, alla elezione, a maggioranza, con votazione separata del Presidente e dei membri del Comitato di gestione.
Possono essere eletti anche coloro che non siano Consiglieri comunali, tra cittadini aventi esperienza di amministrazione e direzione documentata da un curriculum che deve essere depositato, a cura di uno o più gruppi presenti nel Consiglio comunale o nell'Assemblea dell'Associazione dei Comuni, cinque giorni prima della elezione.
Se per dimissione, decadenza, morte di un componente del Comitato di gestione occorre procedere alla sostituzione, l'Assemblea provvede, nella prima seduta utile, con la presenza della maggioranza dei Consiglieri, alla nuova elezione secondo le modalità indicate nel presente articolo.
Nel caso di rinnovazione anche parziale dell'Assemblea, ovvero se il numero dei componenti da sostituire è superiore alla metà, l'Assemblea provvede alla rielezione del Comitato di gestione secondo le modalità indicate nel presente articolo.
Nel caso di impedimento o di assenza del Presidente del Comitato di gestione, le relative funzioni sono svolte dal componente del Comitato stesso che ha ottenuto più voti in sede di elezione del Comitato di gestione e che assume, quindi, le funzioni di Vicepresidente.
Qualora l'ambito territoriale coincida integralmente con il territorio della Comunità montana, le funzioni del Comitato di gestione e del Presidente sono assunte, rispettivamente, dalla Giunta e dal Presidente della Comunità montana stessa.
I componenti non possono appartenere contemporaneamente a più di un Comitato di gestione.
Il Consiglio comunale, l'Assemblea dell'Associazione dei Comuni, in caso di impossibilità di funzionamento o di violazione reiterata di leggi nazionali e regionali da parte del Comitato di gestione, procede con proprio motivato provvedimento, assunto a maggioranza assoluta dei componenti, alla revoca del Comitato di gestione ed alla contestuale nuova elezione dello stesso secondo le modalità indicate nel presente articolo".
Su quest'articolo sono stati presentati i seguenti emendamenti: 1) dal Consigliere Ala: al secondo comma dopo elezione sostituire con: "con votazione separata: del Presidente, a maggioranza, dei membri del Comitato di gestione, con voto limitato a 2/3 del numero dei componenti assegnati, arrotondando alla unità superiore, al fine di assicurare la rappresentanza delle minoranze".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri credo che questo emendamento sia chiaro. Inserisce la clausola, non presente nel comma precedente, che prevede nella elezione per il Comitato di gestione e la rappresentanza della minoranza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

La Giunta non accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

Noi sappiamo che fanno da ostacolo a questo emendamento le disposizioni giuridiche della miniriforma Degan che stanno alla base della legge che oggi esaminiamo, per cui non ci azzardiamo a proporre un testo legislativo che è palesemente in contraddizione con quello nazionale.
Per contro su questo punto e con delle motivazioni che tutti i colleghi avranno avuto la possibilità di leggere, abbiamo ripreso l'argomento in un apposito ordine del giorno formalizzato. Ponendo il problema da un punto di vista strettamente istituzionale, ravvisiamo l'esigenza che il controllo nel merito del governo della sanità sia esercitato dentro l'organismo di governo medesimo e cioè il Comitato di gestione.
Su questa questione il dibattito ci ha detto che non c'è una disponibilità ad accogliere questo punto dell'ordine del giorno in senso formale come atto di questo Consiglio, c'è invece una disponibilità delle forze politiche a sottoscrivere un accordo che comprenda questo punto che noi riteniamo sia molto importante e significativo.
Se le forze politiche fossero state più chiare nel dibattito generale se avessero dato delle indicazioni a corredo di questo tipo di impostazione noi avremmo qualche elemento in più di valutazione.
Questo è un punto non in termini di emendamento, ma di sostanza che noi consideriamo molto importante.
Se nel corso della discussione o delle dichiarazioni di voto, anche su questo elemento, ci fosse qualche elemento portato dalle forze politiche al riguardo, ne saremmo senz'altro lieti. Per quanto riguarda l'emendamento noi non possiamo far altro che essere contro.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento del Consigliere Ala. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 3 voti favorevoli, 42 contrari e 1 astensione.
2) dai Consiglieri Santoni e Marchini: al secondo comma, previa soppressione della parola "e" sono aggiunte le parole: ", del membro di Comitato di gestione che assume ai sensi dell'8 comma di questo articolo le funzioni di Vicepresidente e quindi".
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Intervengo solo per un chiarimento. Significa che il membro anziano viene eletto con votazione separata.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

La Giunta lo accoglie.



PRESIDENTE

L'Assessore ritira il seguente emendamento: 3) dalla Giunta regionale: emendamento sostitutivo al 7 comma: "Nella prima riunione, il Comitato di gestione elegge nel suo seno il Vicepresidente che sostituisce il Presidente in caso di assenza o impedimento".
La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

Sono d'accordo con l'emendamento Marchini che coglie un'esigenza non chiara nel testo legislativo a nostre mani.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento 2). Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 46 Consiglieri presenti.
4) dai Consiglieri Sestero, Bontempi e Acotto: dopo il 3°comma aggiungere: "il curriculum di cui al comma precedente deve evidenziare quanto previsto dall'art. 11 punti l, 2, 3, della L.R. 18/2/85 n. 10".
La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

In riferimento a quanto l'Assessore ha detto, noi riteniamo che sia possibile, rispetto al testo della legge nazionale, rendere significativo e pregnante il discorso dei curriculum.
Voglio richiamare all'attenzione dei colleghi il significato del nostro emendamento.
Leggendo l'art. 11 sulle nomine, a cui l'emendamento fa riferimento il punto 1 dice: un curriculum che evidenzi requisiti personali in riferimento alla carica da ricoprire, titolo di studio e requisiti scientifici, attività lavorative ed esperienze svolte, cariche elettive ricoperte, certificati penali dei carichi pendenti. Punto 2: copia integrale dell'ultima dichiarazione dei redditi soggetti all'imposta sui redditi delle persone fisiche.
Punto 3: una dichiarazione sulla sua situazione patrimoniale secondo quanto richiesto dall'art. 2 della legge regionale 5/9/1983 n. 16.
Secondo noi è possibile mettere in legge un riferimento che noi facciamo in effetti in forma scheletrica, Assessore.
Noi riteniamo possibile ed auspicabile, ed insistiamo nella direzione che venga accolto questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

Desidero intervenire nel merito di questo emendamento proponendo una soluzione diversa.
Non dimentichiamo che queste norme sono diverse da quelle per le nomine che sono di diretta competenza del Consiglio regionale nell'ambito degli enti di competenza della Regione, le quali hanno una dimensione e una valenza molto diversa perché sono di settori svariati. Qui operiamo nell'ambito di un settore specifico e diamo delle direttive che devono essere attuate dai Comuni, piccoli e grandi e aventi caratteristiche diverse e amministratori tra di loro molto differenti.
E' accettabile un'affermazione di volontà politica e di indirizzo da parte del Consiglio regionale sulle caratteristiche che gli amministratori delle UU.SS.SS.LL. debbono avere; noi, infatti, stiamo elaborando un ordine del giorno in questo senso. Un'attenzione particolare dovrebbe essere rivolta, anche per le nomine degli amministratori delle UU.SS.SS.LL., a coloro che hanno esperienza nel settore del volontariato e nel sociale, non necessariamente previsto per le altre nomine di competenza regionale, ma specifico e particolare in questo settore.
Bisogna anche essere realisti e tener conto che in molte realtà di piccoli e medi Comuni certi requisiti di professionalità sono difficilmente ritrovabili anche nell'ambito degli amministratori comunali. Norme eccessivamente rigide potrebbero mettere in difficoltà molti Consigli comunali perché non troveranno nel loro interno persone aventi quei requisiti teorici che qui vogliamo rigidamente regolamentare. Questa sembra una contraddizione in termini: un cittadino che vie ne eletto in un Consiglio comunale ad amministrare la globalità dei problemi del suo Comune, viene teoricamente escluso dalla possibilità di amministrare il settore sanitario.
Non accogliamo l'emendamento in questi termini e in questo punto, e proponiamo di rimandare la questione ad un ordine del giorno in cui si ribadiscano i principi di professionalità come raccomandazione politica con l'estensione al concetto della possibilità di amministrare e di avere titolo prioritario da parte di persone che abbiano competenza nel settore del volontariato socio sanitario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Volevo semplicemente fare una dichiarazione di voto a favore sia dell'emendamento presentato dal Consigliere Acotto e colleghi, sia di quello - sotto certi aspetti simile e sotto altri più vasto - presentato dai colleghi Minervini e Majorino perché mi sembrano cogliere una giusta esigenza rispetto alla quale la Regione un anno fa si era correttamente collocata. Quella di invitare, "costringere" persone che occupano cariche pubbliche di un certo rilievo a documentare e a fornire ai cittadini i dati relativi sia alle loro professionalità, sia alle loro caratteristiche patrimoniali.
Direi che la proposta della collega Bergoglio, se può avere una pertinenza per quanto riguarda la professionalità, perché, purtroppo, la situazione è quella, non lo ha certamente per quanto riguarda la situazione penale, i diritti politici e civili, la situazione patrimoniale.
Mi pareva che gli emendamenti cogliessero più aspetti, penale patrimoniale e professionalità. Quindi mi pare che siano da accogliere ed io voterò a favore di entrambi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Noi ci esprimiamo favorevolmente a questo emendamento in quanto nella sostanza non è altro che l'emendamento che noi avevamo già proposto all'art. 2,'sia pure al quarto comma.
Penso che l'emendamento sia proponibile per questo motivo. L'articolo unico della legge n. 4, nel delineare la procedura elettorale, introduce il principio sostanziale, in forza del quale, colui il quale può essere eletto deve avere i requisiti di esperienza di amministrazione e direzione documentata dal curriculum.
Non va dimenticato che, correttamente, l'ultima parte dell'articolo unico della legge n. 4 ricorda che le Regioni adeguano la propria legislazione ai principi; nell'ambito dell'articolo unico della legge statale il principio dell'esperienza di amministrazione e direzione è nel documento curriculum.
La Regione deve sviluppare il principio del curriculum, nel nostro caso, richiamandosi ai requisiti di cui alla legge 10 sulle nomine.
A nostro avviso il nostro emendamento che verrà discusso in seguito nello spirito e nella sostanza coincide con quello proposto dal Gruppo comunista, però è più dettagliato e soprattutto ha il pregio, per i destinatari della legge, di uno sviluppo organico, preciso e dettagliato di quanto deve contenere il curriculum.
Ciò premesso noi lo votiamo e riteniamo che sia necessario sviluppare e dettagliare il contenuto del curriculum proprio perché la legge statale è una legge di "principio" , come essa stessa rettamente si autodefinisce.
Il principio è quello del curriculum, quindi noi Consiglio regionale dobbiamo normare nel dettaglio il contenuto del curriculum.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Mi rendo conto della bontà delle intenzioni. Però, non possiamo assolutamente andare al di là del famoso "scheletrino" della legge altrimenti c'è il rischio di vederci bocciare la legge.
La legge non aveva nessuna difficoltà ad addentrarsi maggiormente nei meandri del curriculum, ma diventa per noi impossibile, pena un diniego da parte governativa. Sono d'accordo sull'ordine del giorno che sensibilizzi le forze politiche, a parte il fatto che in realtà un curriculum, mostra già un'evidenza in termini democratici rispetto alle singole personalità degli eligendi. E' inutile andare oltre le intenzioni della legge. E' un atto pubblico tutto sommato che, di fronte al dibattito democratico, viene alla critica democratica.



PRESIDENTE

La Giunta non accoglie l'emendamento.
La parola al Consigliere Bontempi per dichiarazione di voto.



BONTEMPI Rinaldo

Il senso della mia dichiarazione di voto è quello di un nuovo invito alla Giunta a ripensare su questo punto.
Sono convinto, in altri termini, che noi su questo terreno dobbiamo fare anche un passo in più di quello che, magari per motivi di realismo, ci è stato esposto.
Non credo che si spostino i termini della questione, e non complichi la vita. Ci dà forse elementi di garanzia superiori; quindi la mia dichiarazione di voto è a favore dell'emendamento, e a questo favore, che cerco di veicolare con un nuovo messaggio agli Assessori, alla Giunta e a tutto il Consiglio, a me parrebbe importante che ci fosse un segnale sotto questo profilo.
Anche per tutto quello che sappiamo essere nella nostra società, nel nostro Paese oggi, la nostra vita, l'attenzione persino sproporzionata alle reali colpe, ma anche grossi problemi di chi governa la sanità.
Non è un mezzo risolutivo, lo sappiamo, ma è un segno che va in un ambito di serietà. Tenendo conto che a differenza degli strumenti parlamentari, di chi viene nominato attraverso il Parlamento, li c'è una risposta e un controllo politico continuo, qui abbiamo invece dei nominati che, proprio per come è congegnata l'assemblea di gestione, possono sfuggire a questo controllo.
C'è il problema di non rispondere. Quindi qualche garanzia preventiva in più la chiederei all'Assessore Olivieri Aldo, all'Assessore Carletto e alla maggioranza perché davvero mi pare un atto giusto.



PRESIDENTE

Per dichiarazioni di voto, la parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Non è nel merito che noi dissentiamo, noi siamo d'accordo su quanto ha detto l'Assessore OLIVIERI Aldo. Nella sostanza, quanto si propone per il controllo è valido; ma noi riteniamo di doverlo fare non come emendamento alla legge, per le preoccupazioni che l'Assessore OLIVIERI Aldo ha esposto ma attraverso un'indicazione, che nasce da un ordine del giorno, il cui testo abbiamo già anche predisposto e che potremo concordare con gli altri Gruppi.
Abbiamo predisposto l'ordine del giorno proprio per preoccupazioni di legittimità, che l'Assessore ha sollevato, ed anche perché riteniamo che in esso si possa fare riferimento non soltanto alle nomine in generale, ma anche a quell'aspetto di specificità del settore cui faceva riferimento la collega Bergoglio.
Il problema non è nella sostanza, è nella forma che forse non è idonea nello strumento legislativo e che potrebbe essere elemento di nullità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Nel dichiarare il nostro parere favorevole a questo emendamento voglio rilevare che mi pare di aver colto che l'Assessore si oppone all'emendamento per un timore, non condivisibile, di illegittimità qualora venga sviluppato il contenuto dell'emendamento e diventi legge.
Viceversa, ribadisco che il curriculum è uno dei principi della legge statale. Il punto 2 dell'articolo unico dice che le Regioni adeguano la propria legislazione ai principi della presente legge: un principio di questa legge è il curriculum. Non deve però essere un oggetto misterioso.
E' bene che si sappia cos'è il contenuto del curriculum.
Per queste ragioni noi ribadiamo il nostro pieno assenso all'emendamento.



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto, la parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Questo emendamento presentato dal P.C.I. è un emendamento che non apporta nulla di nuovo rispetto a quello che c'è già, non integra, né porta alcun onere aggiuntivo rispetto a quanto prevede adesso la legge e mi pare di capire che si limiti ad individuare i dati minimi che devono essere indicati nel curriculum.
Quindi mi pare che nella sostanza sia accoglibile; se poi la Giunta ritiene di non doverlo accogliere perché si impegna a presentare un ordine del giorno che ripropone esattamente le stesse cose, cioè i termini concreti di quello che deve essere un curriculum, è una soluzione alternativa.
Però non vedrei nulla di grave se questo recepimento di qualificazione del curriculum fosse anche integrato nella legge stessa.
Vorrei ancora chiedere all'Assessore se non ritiene di poter aderire a questo.



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto, la parola al Consigliere Cernetti.



CERNETTI Elettra

Il curriculum, dovrebbe essere specificato per maggiore chiarezza, in quanto noi dobbiamo puntare sulla professionalità, di conseguenza, una precisazione più puntuale a me pare si renda necessaria e sia quanto mai opportuna.
Un curriculum generico può riportare nei Comitati di gestione delle UU.SS.SS.LL. amministratori che hanno già fallito nelle stesse Unità sanitarie. Noi potremmo cogliere questa occasione per una puntualizzazione del curriculum.
Mi sta bene l'ordine del giorno però, per quanto mi riguarda, ritengo sia utile una precisa puntualizzazione nella legge, che ha sempre maggior potere cogente nei confronti di un ordine del giorno.



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto, la parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

La finalità perseguita dai colleghi del M.S.I. è condivisibile. Devo dire che la lettera dell'art. 2 sembra sufficiente a legare la potenziale nomina a esperienze di amministrazione e direzione documentate.
Però, in ordine a questa materia, o noi scegliamo la chiamata responsabilità degli Enti locali o decidiamo una normazione nostra.
Non possiamo però limitarci a normare il solo aspetto del curriculum.
Il Gruppo democristiano ha predisposto un ordine del giorno e sarà disponibile a stilare con la collaborazione di altri un documento più complessivo e più articolato, che io ho suggerito sia mandato ai Comuni quale invito a perseguire taluni obiettivi, che sono quelli della nostra legge sulle nomine. Contestualmente ho suggerito di aggiungere un comma che impegni la Giunta a predisporre un regolamento tipo.
La materia delle elezioni deve avere in ordine agli attributi e alle condizioni qualcosa di più di una specificazione del curriculum, che poi come dice correttamente la collega Cernetti, viene aggirata.
Bisogna immaginare, sulla scorta degli obiettivi che ci poniamo l'individuazione di un regolamento tipo, che comprenda il curriculum e altri aspetti. Questo regolamento verrà mandato ai Comuni, i quali saranno liberi di adottarlo o di non adottarlo, ma all'interno di un documento di espressione politica del Consiglio che è l'ordine del giorno che andiamo ad approvare. E' una questione d'ingegneria istituzionale molto delicata: o scegliamo la strada della normazione diretta, allora probabilmente ha senso approfondire il ragionamento, al di là del curriculum, oppure affidiamo questi atti di responsabilità agli Enti locali, mandiamo a loro questa preoccupazione e, nello stesso tempo, facciamo anche un'attività di supporto concreto.
Elabori la Giunta un regolamento ideale, atto a tradurre in concreto gli obiettivi di correttezza, di trasparenza e di professionalità che sono indicati nel documento, che andremo ad approvare.
Mi sembra questa una strategia meno vincolistica, politicamente più ariosa e perseguibile con un maggior senso dell'autonomia degli Enti locali.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Chiederei una sospensione di alcuni minuti per elaborare le proposte in particolare sulla base dell'ultima espressa dal Consigliere Marchini.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12,25 riprende alle ore 12,30)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Per illustrare i risultati della sospensione la parola all'Assessore 0livieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla Sanità

La Giunta accoglie l'emendamento purché sia inserito dopo il terzo comma, onde non nascano equivoci sulla qualificazione eventuale dei Consiglieri comunali e riguardi esclusivamente i membri cosiddetti laici.
Questo è il punto critico, perché noi interverremmo in qualcosa che è già normato da leggi dello Stato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Brizio. Ne ha facoltà.



BRIZIO Gian Paolo

Noi votiamo a favore di questo emendamento così modificato perché viene chiarito che non riguarda i Consiglieri comunali, ma, inserendolo dopo il terzo comma, solo gli esterni e quindi le questioni di legittimità dovrebbero essere superate.
Con il nostro ordine del giorno ponevamo una questione più vasta nella ricerca delle competenze, per cui ci riserviamo eventualmente di presentare il nostro ordine del giorno soltanto per la parte che riguarda la professionalità specifica del settore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

Siamo lieti che la Giunta abbia assunto la posizione testé illustrata dall'Assessore che condividiamo. Anche noi manteniamo quella parte del nostro ordine del giorno che si occupava di questo argomento. Noi abbiamo presentato una proposta di ordine del giorno su questo punto legandolo all'emendamento, che dice che cos'è un curriculum.
Se i Consiglieri regionali hanno a mente la legge sulle nomine, possono agevolmente comprendere come ci sia per le UU.SS.SS.LL. un vuoto di procedure. Dato che non volevamo mettere in legge un meccanismo tipicamente regolamentare delle procedure relativo alla presentazione e, per esempio alla pubblicità del curriculum, intendiamo recuperare questi argomenti attraverso un ordine del giorno, per cui aderiamo alla proposta di discutere su questo punto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 4).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 40 voti favorevoli e 1 astensione.
5) dai Consiglieri Sestero, Bontempi e Acotto: dopo il terzo comma aggiungere: "Il Consiglio comunale di Torino elegge i Comitati di gestione delle UU.SS.SS.LL. sub-comunali sulla base di designazioni espresse dai Consigli circoscrizionali nel rispetto di quanto previsto dal comma precedente" sub emendamento: dopo il terzo comma aggiungere: "Il Consiglio comunale di Torino, con propria deliberazione, fissa le modalità per assicurare che di ogni comitato di gestione delle UU.SS.SS.LL. sub comunali facciano parte Consiglieri di circoscrizione designati espressamente dai consigli circoscrizionali nel rispetto di quanto previsto dal comma precedente".
La parola al Consigliere Acotto che illustra l'emendamento.



ACOTTO Ezio

Gli emendamenti in oggetto riguardano il Comune di Torino e il ruolo che debbono avere le circoscrizioni rispetto alla designazione dei membri dei Comitati di gestione. Come voi sapete, la legge è chiarissima: chi elegge i membri dei Comitati di gestione è il Consiglio comunale di Torino e non sfuggiamo, noi per primi, a questa indicazione legislativa.
Come recuperare allora un ruolo dei Consigli di circoscrizione e coinvolgerli nell'operazione di designazione dei rappresentanti dei Comitati di gestione uno per ogni circoscrizione, uno per ogni U.S.S.L. sub comunale? Noi abbiamo fatto due ipotesi, un' emendamento preferenziale che dice che le circoscrizioni designano tutti i rappresentati e il Consiglio comunale nomina i Comitati di gestione sulla base delle designazioni dei Consigli di circoscrizione.
Abbiamo anche presentato un sub emendamento, perché abbiamo tenuto conto della discussione fatta a suo tempo sulla legge n. 9 che riguarda il riordino degli organi istituzionali delle UU.SS.SS.LL. torinesi, in cui eravamo giunti a una posizione mediana.
Senza strumentalismi faccio presente che la collega Bergoglio era in allora portatrice di una tesi nella quale le circoscrizioni designavano i membri dei Comitati di gestione. Arrivammo poi ad una mediazione in cui si diceva che almeno una parte dei membri dei Comitati di gestione fossero designati dalle circoscrizioni.
Il sub emendamento è quasi identico al testo di legge n. 9 che si occupava già in maniera specifica di questo argomento. Chiediamo quindi che sia discusso e possibilmente approvato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Sul piano personale come potrei non essere favorevole? Anche perch nella famosa Commissione per il decentramento sanitario si portò avanti questo tema, anzi, quando proposi tre Consiglieri, proprio il PCI ne propose solo uno. Ma, prescindendo da questo, qui cozziamo in pieno nella legiferazione per quanto attiene il Consiglio comunale. Il Consiglio comunale di Torino è libero di nominarne uno, nessuno, centomila perché è sovrano.
Non possiamo inserire nella sovranità del Consiglio comunale di Torino il quale sicuramente farà tesoro della storia pregressa, della storia del movimento spontaneo, ma obbiettivamente, pur essendo in termini personali ed anche ideologici favorevole a questa soluzione, non possiamo accettare perché esorbiteremmo completamente dallo spirito della legge n. 4.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Sono contrario a questo emendamento perché e un tentativo di inserire nei Comitati di gestione delle UU.SS.SS.LL. anche i Consiglieri di circoscrizione, quindi non dei competenti dal punto di vista sanitario o amministrativo, ma persone di nomina essenzialmente dei partiti politici.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano tali emendamenti.
Sono respinti con 15 voti favorevoli e 27 contrari.
6) dai Consiglieri Minervini e Majorino: dopo il quarto comma aggiungere: "Il curriculum deve essere corredato di: a) certificato penale e carichi pendenti b) certificato di godimento dei diritti civili e politici c) copia integrale dell'ultima dichiarazione dei redditi soggetti all'IRPEF d) dichiarazione sulla situazione patrimoniale secondo quanto richiesto dall'art. 2 L.R. 5/9/83, n. 16.
Il curriculum - sottoscritto dal candidato - deve inoltre evidenziare il titolo di studio, oltreché le attività lavorative e le esperienze svolte con particolare riferimento alla specifica competenza di amministrazione e direzione richiesta dal comma che precede e dall'articolo unico, primo comma, sub b) della legge 15/1/86 n. 4".
La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

L'emendamento viene ritirato perché è superato in seguito all'accoglimento dell'emendamento dei colleghi Acotto e altri al terzo comma dell'art. 2.



PRESIDENTE

E' stato presentato dai colleghi Marchini e Santoni il seguente emendamento n. 7): all'ottavo comma alle parole da "che ..." a "Vicepresidente" sono sostituite le parole "eletto ai sensi del terzo comma del presente articolo e che assume quindi le funzioni di Vicepresidente".
Chi è favorevole a tale emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 40 voti favorevoli e l astensione.
Pongo in votazione l'art. 2 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto si 28 Consiglieri si sono astenuti 17 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
I Consiglieri Majorino e Minervini propongono il seguente emendamento aggiuntivo dopo l'art. 2, a valere quale art. 2 bis. L'emendamento recita: "Sono ineleggibili alla carica di Presidente o di membro del Comitato di gestione delle Unità Sanitarie Locali, coloro che: a) ricoprono incarico per cui sussiste ai sensi della legge 23/4/81 n. 154 ineleggibilità alla carica di Consigliere comunale b) hanno un rapporto di lavoro subordinato, autonomo o convenzionato con l'Unità Sanitaria Locale, compresi i lavoratori subordinati, autonomi o convenzionati di strutture convenzionate c) sono titolari, soci, amministratori, proprietari, comproprietari gestori, direttori amministrativi o sanitari, o comunque partecipanti agli utili, di enti o strutture controllati, finanziati, convenzionati o comunque contraenti con l'Unità Sanitaria locale nonché di enti o strutture che gestiscono servizi sanitari o socio assistenziali, nell'ambito territoriale dell'Unità Sanitaria Locale d) sono titolari, soci, amministratori, proprietari, comproprietari gestori, direttori, collaboratori scientifici, o comunque partecipanti agli utili di industrie farmaceutiche e) svolgono funzioni di magistrati ordinari od amministrativi, ed esercitano la loro giurisdizione nel territorio dell'Unità Sanitaria Locale f) hanno lite pendente con l'Unità Sanitaria Locale.
L'elezione a Presidente o membro di Comitato di gestione è incompatibile per coloro che: a) ricoprono incarico per cui sussiste, ai sensi della legge 23/4/81, n.
154 incompatibilità alla carica di Consigliere comunale b) sono Consiglieri regionali oppure parlamentari nazionali od europei c) sono componenti elettivi di organi di controllo sugli atti o sull'attività dell'Unità Sanitaria Locale d) sono dipendenti regionali in servizio presso l'Assessorato regionale della sanità e) sono dipendenti di Comuni nell'ambito territoriale dell'Unità Sanitaria Locale.
Il Comitato di gestione pronunzia inoltre la decadenza del Presidente e dei membri per i quali sopravviene una causa di ineleggibilità o di incompatibilità, o che, senza giustificato motivo, non partecipano a tre sedute e consecutive.
Il Presidente ed i membri del Comitato di gestione sono revocabili in qualunque tempo per giusta causa dell'organo che ha provveduto all'elezione".
La parola al Consigliere Majorino per l'illustrazione.



MAJORINO Gaetano

Questo d.d.l. modifica alcune norme della L.R. del 21/1/1980, n. 3. Ci è sembrato di cogliere l'occasione di questo d.d.l. per fare chiarezza, una volta per sempre, sulle questioni della ineleggibilità e della incompatibilità a ricoprire le cariche rispettivamente di Presidente o di membro del Comitato di gestione.
Il nostro emendamento vuole essere abrogativo dell'art. 16 della legge n. 3, laddove si limita ad affermare e a prevedere: "sono applicabili per le incompatibilità le disposizioni stabilite dalle leggi statali e regionali".
Proponiamo un articolo organico e dettagliato, che anziché contenere un generico richiamo alle leggi statali e regionali indica tutti i casi in cui, in base alla legislazione vigente, sussiste l'incompatibilità e, nella prima parte, anche l'ineleggibilità.
E' un emendamento che tende a fare chiarezza, in modo che si sappia una volta per sempre, quali sono i casi di ineleggibilità del Presidente o del membro del Comitato di gestione e quali sono i casi d'incompatibilità che sono stati recepiti puntualmente da tutte le leggi statali e regionali vigenti, che hanno trattato rispettivamente di ineleggibilità e di incompatibilità dei membri dei componenti del Comitato di gestione o dei Presidenti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

In realtà, tutto questo è già normato dalla legge dello Stato.
Sull'argomento avevamo persino interpellato il Ministero, che ci pregò di non appesantire la legge.
Se noi dovessimo riportare tutte le legislazioni che fanno riferimento per qualche aspetto, alla materia in discussione, la legge dovrebbe diventare un testo unico delle leggi sanitarie o non sanitarie.
Credo sia invece bene semplificare la materia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

Per dichiarazione di voto ma, nello stesso tempo, per una richiesta di chiarimento: posso aver preso uno svarione incredibile, ma il collega Majorino mi sembra abbia omesso quello che è, a mio avviso, l'aspetto più consistente del suo emendamento. E' pacifico che valgono tutte le norme generali sulla incompatibilità. L'ultimo comma dell'emendamento, dove recita: "L'elezione a Presidente o a membro di Comitato di gestione è incompatibile per coloro che..." e poi si dice: "Consigliere-comunale" al punto a).
Significa che il Consigliere Majorino prevede che non ci sia nessun Consigliere comunale nel Comitato di gestione? Questo è il nodo vero dell'emendamento!



MAJORINO Gaetano

Mi rendo conto che i Consiglieri comunali non possono essere incompatibili perché la legge n. 4 da cui nasce la legge regionale, li prevede espressamente. Chiedo che l'emendamento venga messo ai voti cancellando la parola "comunale".



PRESIDENTE

Se non vi sono altre dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'emendamento presentato dai Consiglieri Minervini e Majorino per alzata di mano. L'emendamento è respinto con 2 voti favorevoli, 25 contrari e 16 astensioni.
Art. 3 "L'art. 12 della L.R. 21/1/80 n. 3, come modificato dall'art. 5 della L.R.
23/2/85 n. 14, è sostituito dal seguente testo: 'Attribuzione del Consiglio comunale, dell'assemblea della Comunità montana, dell'assemblea dell'associazione dei Comuni'.
Relativamente alle competenze dell'Unità Socio Sanitaria Locale, su proposta del Comitato di gestione, il Consiglio comunale, l'assemblea della Comunità montana, l'assemblea dell'associazione dei Comuni deliberano in materia di: 1, bilancio preventivo, suo assestamento e conto consuntivo 2, spese che vincolano il bilancio oltre fanno 3, adozione complessiva delle piante organiche 4, convenzioni di cui all'art. 44 della L. 23/12/78, n. 833 5, articolazione dei distretti socio sanitari di base.
L'approvazione anche con modificazioni di detti atti deve intervenire nel termine di 45 giorni dalla trasmissione delle proposte, decorso inutilmente il quale, il Comitato di gestione trasmette entro 5 giorni alla Regione le proposte per i provvedimenti sostitutivi".
Vengono presentati i seguenti emendamenti: 1) dalla Giunta regionale: La denominazione del Titolo II della L.R. 21/1/80 n. 3 viene così sostituita: "Gestione dell'attività socio sanitaria".
L'art. 12 della medesima legge 3 viene così sostituito: "Organi della U.S.S.L. e attribuzioni del Consiglio comunale dell'assemblea generale della Comunità montana e dell'assemblea dell'associazione dei Comuni".
Sono organi della U.S.S.L.: il Presidente del Comitato di gestione il Comitato di gestione il collegio dei revisori.
Relativamente alle competenze dell'U.S.S.L. su proposta del Comitato di gestione, il Consiglio comunale, l'assemblea generale della Comunità montana, l'assemblea dell'associazione dei Comuni, deliberano in materia di: 1, bilancio preventivo, suo assestamento e conto consuntivo 2, spese che vincolano il bilancio oltre Panno 3, adozione complessiva delle piante organiche 4, convenzioni di cui all'art. 44 della L. 23/12/78, n. 833 5, articolazione dei distretti socio sanitari di base.
L'approvazione anche con modificazioni di detti atti deve intervenire nel termine di 45 giorni dalla trasmissione delle proposte, decorso inutilmente il quale, il Comitato di gestione trasmette entro 5 giorni alla Regione le proposte per i provvedimenti sostitutivi.
La parola all'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

In questo emendamento si chiariscono gli organi. In questo modo non andiamo incontro ad eventuali prese di posizione governative sull'illegittimità dell'atto. E' essenziale modificare così L'art. 12 della legge n. 3.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

Prima di fare la dichiarazione di voto, vorrei capire come procediamo a questo punto.
Noi abbiamo presentato degli emendamenti sul vecchio testo dell'art.3.
Ora c'è un testo nuovo.



PRESIDENTE

Si può presentare un emendamento all'emendamento. Il regolamento prevede questa successione: gli emendamenti soppressivi, poi quelli sostitutivi, quelli modificativi ed infine, quelli aggiuntivi.



ACOTTO Ezio

Noi possiamo, con la cortesia della Presidenza, innestare i nostri emendamenti sul testo nuovo poiché si combinano perfettamente. Dico questo perché l'impossibilità della dichiarazione di voto è altrimenti evidente.



PRESIDENTE

D'accordo, viene illustrato l'emendamento all'emendamento sostitutivo della Giunta.



ACOTTO Ezio

Si tratta di emendamenti all'articolo 3 che noi riteniamo cruciale essendo quello relativo alle competenze dell'assemblea della associazione intercomunale, del Consiglio comunale o dell'assemblea della Comunità montana.
Nel nostro emendamento abbiamo riprodotto testualmente, direi solo con una piccolissima specificità piemontese, quanto previsto da un ordine del giorno votato all'unanimità dalla Commissione sanità della Camera, dopo l'approvazione della legge, che dice: "La quattordicesima Commissione di Igiene e sanità pubblica al fine di garantire pienamente i compiti propri dell'assemblea e delle UU.SS.SS.LL., intercomunale, o della Comunità montana di cui alla lettera b) della presente legge, abbiano competenza deliberativa per i progetti direttivi e le azioni programmate e definite dal Piano sanitario regionale, per le modifiche della pianta organica, per le convenzioni di cui alla legge 23/12/78 n. 833 impegna il Governo" dice l'ordine del giorno "a dare indicazioni alle Regioni e alle Province autonome di Trento e Bolzano perché quanto indicato trovi esplicitazione nelle rispettive legislazioni".
Questo è l'ordine del giorno approvato all'unanimità dalla quattordicesima Commissione della Camera: nella nostra proposta di emendamento al testo attualizzato alla riscrittura dell'art. 3, come potete chiaramente evincere, riprendiamo quasi alla lettera quanto è proposto nell'ordine del giorno. Parliamo, per quanto riguarda la specificità piemontese, cui facevo riferimento, dei P.A.S. contenuti nel piano sanitario regionale.
Comprendiamo nell'emendamento, come dice l'ordine del giorno, anche l'approvazione complessiva della pianta organica. Sottolineo questo cercando di richiamare l'attenzione dei colleghi, poiché in effetti il problema, al di là delle diverse impostazioni che possiamo avere, è lo svuotamento, di fatto, degli organi, che finiscono per non avere vita perché privi di competenze.
Infatti l'approvazione complessiva della pianta organica avviene una sola volta, la distrettualizzazione la si approva una volta per tutte; le convenzioni di cui all'art. 44 della legge 833 sono "quelle" convenzioni non, come dice l'ordine del giorno, della Camera "tutte" le convenzioni che derivano dalla legge n. 833.
I nostri emendamenti sono dunque in stretta relazione con l'ordine del giorno: abbiamo, volutamente, pensato di limitarli a quanto previsto dall'ordine del giorno, che è un documento importante, inviato a tutte le Regioni, dicendo esplicitamente, come Parlamento, alle Regioni, di farne tesoro.
Penso di capire cosa ci sia dietro al sorriso dell'Assessore OLIVIERI Aldo: siamo di fronte ad una situazione che è di forte difficoltà istituzionale, perché, mi rendo conto, si fa una legge, poi nell'ordine del giorno la si estende.
Ma questa è la strada indicata come volontà del legislatore nazionale che essendo , da questo punto di vista, corrispondente al ruolo dell'assemblea che noi vogliamo sia di un certo peso e significato.
Francamente, così come è uscito dalla miniriforma ci pare non lo sia affatto; noi insistiamo perciò nella direzione di questi nostri emendamenti, considerandoli un punto importante, anzi cruciale della nostra posizione sulla legge.



PRESIDENTE

Vi è un 2°) emendamento presentato dai Consiglieri Sestero, Bontempi e Acotto il cui testo recita: al secondo comma, punto 2) aggiungere: "ivi compreso il P.A.S. di cui alla L.R. 3/5/85, n. 59" al secondo comma, punto 3) aggiungere: "e relative variazioni" al secondo comma, punto 4) togliere "di cui all'art. 44 della" e sostituire con "di cui alla".
La parola all'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Indubbiamente, se fossi all'opposizione mi comporterei allo stesso modo. Purtroppo, la legge è quella che è. Impegna il Governo a emanare direttive, leggi, regolamenti, circolari, ci atterremo in proposito in modo più rigoroso possibile. Attualmente però non possiamo che riportare integralmente la legge senza nessuna deviazione da quanto stabilisce.
Credo che occorra anche qui fare un discorso. Non credo che si governi sempre con gli editti, dipende molto dagli uomini fondamentalmente. Certi rapporti, probabilmente, in alcune sedi si creeranno, in altre non si creeranno, in altre si creeranno in modo intermedio.
Conosciamo tutti la materia e sappiamo come vanno le cose.
L'informazione su questi atti c'è. L'abbiamo detto che in realtà c'è questo elemento di limitazione; ma, è un caso o risponde ad un piano concettuale ben preciso, quello di non definire l'assemblea come organo? Questo non è chiaro.
Ritorno sempre sul concetto che la sanità è un' azienda per modo di dire, sia a monte, sia a valle. Questa è la sostanza delle cose.
Questa è una nuova entità che sorge quasi senza parere. Però, in questo momento noi abbiamo un quadro legislativo al quale dobbiamo attenerci.



PRESIDENTE

La Presidenza deve interpretare come un non accoglimento degli emendamenti dei colleghi Acotto, Sestero e Bontempi.
La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

Non condividiamo l'impostazione fortemente minimalista che ha dato l'Assessore a questo tipo di materia. Ripeto, l'ordine del giorno (si possono leggere le firme di quelli che l' hanno votato) è stato presentato dai Deputati di maggioranza e di opposizione e votato all'unanimità.
Pur non condividendo la risposta dataci, chiediamo che ci venga data una risposta in un'altra direzione, che alcune delle cose che ha detto l'Assessore sui P.A.S. e su altri argomenti siano ripresi nell'ordine del giorno, impegnativo non in un ordine del giorno che valga - purtroppo come quello approvato dalla quattordicesima Commissione della Camera cioè nulla.
Un ordine del giorno che impegni la Giunta a fare un atto deliberativo in cui ci sia una ricognizione precisa di tutti gli atti che derivano dalle funzioni attribuite dalla legge dell'assemblea dell'UU.SS.SS.LL., da cui emerga che il P.A.S. è da ricomprendere, da cui emergano le altre funzioni richiamate dall'Assessore.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione per alzata di mano dell'emendamento n. 1).
E' approvato con 26 voti favorevoli, 15 contrari e 2 astensioni. Passiamo alla votazione per alzata di mano dell'emendamento n. 2).
E' respinto con 14 voti favorevoli, 24 contrari e 2 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 3 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto si 28 Consiglieri hanno risposto no 13 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Art. 4 "I riferimenti contenuti in leggi regionali all'assemblea generale si intendono sostituiti con Consiglio comunale, assemblea generale della Comunità montana e assemblea dell'associazione dei Comuni, rispettivamente per gli ambiti territoriali relativi al Comune singolo, alla Comunità montana e per gli ambiti territoriali, di cui all'art. 2 della L.R.
21/1/80, n. 3, relativi all'associazione dei Comuni". Si proceda alla votazione.



((Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto si 41 Consiglieri hanno risposto no 2 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Art. 5 "L'art. 4 della L.R. 11/2/85, n. 9 è così sostituito: Il Consiglio comunale di Torino, nell'ambito della propria potestà regolamentare, al fine di garantire l'unitarietà degli interventi in materia sanitaria e socio assistenziale per l'intero territorio comunale individua le opportune forme di coordinamento, anche attraverso l'attivazione all'uopo di un proprio Comitato, per l'elaborazione dei provvedimenti di competenza del Consiglio comunale, l'individuazione dei livelli di esecuzione delle attività di natura multizonale, il raccordo con le U.S.S.L. subcomunali".
Sono stati presentati i seguenti emendamenti dai Consiglieri Acotto Sestero, Bontempi: l) seconda riga dopo "unitarietà degli interventi" aggiungere "e della programmazione" 2) settima riga, al posto di "multizonale" sostituire con "sovrazonale"; 3) alla fine dell'articolo proseguire con "e la risoluzione, ai fini del riequilibrio, degli eventuali conflitti di competenza tra le stesse" 4) all'art. 5 aggiungere un ultimo comma: "Per il conseguimento di quanto previsto nel comma precedente il Consiglio comunale di Torino può avvalersi di una struttura tecnica costituita anche da personale distaccato dalle Unità Socio Sanitarie Locali subcomunali".
La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

Molto brevemente, stiamo esaminando un articolo che riguarda Torino. Lo spirito e la lettera dei nostri emendamenti tende a recuperare - tenendo conto dei limiti in cui ci è consentito legiferare rispetto al Consiglio comunale di Torino - quanto stabiliva la legge 9 su alcuni punti. Alcune sono piccole integrazioni che mi pare addirittura pacifico, Assessore



OLIVIERI Aldo, dare per scontato che sono accoglibili.

L'ultimo punto a noi pare particolarmente importante, dove è stabilito che per conseguire i fini previsti nell'articolo 5 (Coordinamento): "il Consiglio comunale può avvalersi di una struttura tecnica costituita anche da personale distaccato dalle UU.SS.SS.LL. subcomunali".
Questo ci pare il punto più importante dei nostri emendamenti all'art.
5.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre richieste d'intervento darei la parola alla Giunta.
Assessore OLIVIERI Aldo, ne ha facoltà.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Dissi una volta che la città ha un'anima, quando riferivo di alcune competenze rispetto alla sanità. L'unico guaio è che divento estremamente ripetitivo, quasi mi annoio perché mi manca la fantasia e questo è sempre deprimente per un uomo. Non possiamo allargare le competenze al di là di quelle che sono state date. Diventerà un rapporto di uomini fra il Consiglio comunale di Torino e i Comitati di gestione. Più di questo non possiamo dire in una legge, peraltro, che tratta di un rapporto fra uomini un rapporto di buon senso; è un problema di opportunità e qui gli aggettivi si sprecano.
Ricordatevi che non è neanche più organo il Consiglio comunale, questa è la vera sostanza.
E' deprimente, e penso come sia triste il Consigliere Ferrara che auspicava i Comuni come momento essenziale nel dominio della sanità pubblica. Nella realtà, però non è più nemmeno un organo. Vogliamo addirittura dargli delle superaffettazioni che vanno al di della legge? L'unica cosa che mi sento di accogliere è quella di sostituire la parola "multizonale" con "sovrazonale", anche perché ci fa intravedere alcune modificazioni che dovremmo indurre, che sono molto più profonde, che sono nell'ambito della sanità e non avranno più il problema dei Comuni.
I vini l' hanno dimostrato come certe dispersioni a macchia di leopardo, certi elementi di pseudopartecipazione siano state negative sul piano della redditività degli interventi. Allora, concetti di sovrazonalità vanno recuperati e li ricupereremo andando avanti nella legge.
In realtà in questa legge c'è un cambiamento più importante di quanto non si creda. Più che "minidegan" è macro e non c'è ne accorgiamo.
Dobbiamo attenerci a quanto è stato sancito dal Parlamento. Pertanto oltre al "sovrazonale" la Giunta non può accogliere.



PRESIDENTE

Mi pare sia chiara l'intenzione della Giunta; voteremo eventualmente l'emendamento per parti.
Ha ora la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

Non siamo d'accordo con la risposta data dall'Assessore; mi permetto di fare un'osservazione all'Assessore, vedremo come sarà sviluppato il suo ragionamento su altri emendamenti successivi.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano gli emendamenti.
L'emendamento n. 1) è respinto con 17 voti favorevoli, 27 contrari e 1 astensione.
L'emendamento n. 2) è approvato con 43 voti favorevoli e 2 astensioni.
L'emendamento n. 3) è respinto con 16 voti favorevoli, 25 contrari e 3 astensioni.
L'emendamento n. 4) è respinto con 16 voti favorevoli, 25 contrari e 3 astensioni.
5) dai Consiglieri Marchini e Santoni: dopo le parole "socio assistenziale" aggiungere le parole "e di igiene e sicurezza del lavoro".
Tale emendamento viene ritirato.
Passiamo alla votazione dell'art. 5 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 46 hanno risposto si 27 Consiglieri hanno risposto no 17 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Art. 6 "Il secondo, il terzo e il quarto comma dell'art. 6 della L.R. 11/2/85, n.
9 sono così sostituiti: Al fine di assicurare il necessario raccordo tra le Unità Socio Sanitarie Locali subcomunali, tra esse e il Comune di Torino sono costituite conferenze permanenti formate da: i Presidenti dei Comitati di gestione delle Unità Socio Sanitarie Locali subcomunali i coordinatori sanitari, socio assistenziali e amministrativi i capi dei servizi svolgenti funzioni specifiche.
Le conferenze devono avere periodicità mensile ed hanno per oggetto, in particolare, le materie nelle quali i Comitati di gestione avanzano proposte al Consiglio comunale, nonché le materie di competenza comunale.
Il Consiglio comunale di Torino, nella propria regolamentazione di cui al precedente articolo, disciplina altresì la presenza comunale alle suddette conferenze.
Le funzioni di segreteria sono svolte dall'area tecnico operativa affari generali e segreteria degli organi collegiali dell'Unità Socio Sanitaria Locale subcomunale n, l.
I verbali delle conferenze e le risoluzioni nelle stesse adottate devono essere trasmessi, entro 8 giorni dalla data della conferenza, al Consiglio comunale di Torino e agli Assessorati competenti della Regione Piemonte".
I Consiglieri Acotto, Sestero e Bontempi presentano il seguente emendamento: al terzo comma (inizio), dopo le parole "Le conferenze", aggiungere "attivate dal Sindaco o dall'Assessore delegato" al quarto comma sostituire la parola "presenza" con il termine "ruolo".
La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

I colleghi che leggono il nostro emendamento si rendono conto, che si tratta di piccoli perfezionamenti al testo. Anche questi, Assessore secondo noi sono pacificamente accoglibili dal punto di vista della legittimità, coprono in sostanza dei vuoti che nel testo non ci sono.
Il primo è relativo a chi convoca queste conferenze, il che non è detto nella legge. Bisogna dirlo altrimenti le conferenze rischiano di essere sospese nel vuoto.
Il secondo emendamento è il cambiamento del termine "presenza comunale" con "il ruolo del Comune". Questo perché presenza è un termine di significato molto passivo rispetto al ruolo che invece è chiamato a svolgere il Comune.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

La convocazione è un atto che la Regione istituzionalizza in quanto pu legiferare per le UU.SS.SS.LL. Nel regolamento tipo delle UU.SS.SS.LL. per Torino ci fisseranno le norme per la convocazione.
In realtà non può il Comune stabilire un "ruolo" che va al di là delle proprie competenze. La "presenza" è sempre un atto democratico. Qui nasce il prestigio naturale dell'organo comunale; non si può però andare oltre a questo riferimento nella sostanza delle cose. Purtroppo non è un organo quindi non possiamo dargli dei compiti che esulano dalla sua statuizione giuridica.
Abbiamo definito in due articoli gli organi riportando fatalmente la legge dello Stato: Presidente del Comitato di gestione il Comitato di gestione il collegio dei revisori.
Non possiamo andare oltre questa impostazione. E' la legge dello Stato che è limitativa.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano tale emendamento.
E' respinto con 15 voti favorevoli, 26 contrari e 3 astensioni.
Passiamo alla votazione per appello nominale dell'art. 6.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto si 27 Consiglieri hanno risposto no 16 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
Art. 7 "Il termine di cui al penultimo comma dell'art. 7 della L.R. 11/2/85, n. 9 scade il 180 giorno dalla data di entrata in vigore della presente legge".
E' stato presentato un emendamento dai Consiglieri Marchini e Santoni: viene introdotto il seguente primo comma: "Il quarto comma dell'art. 7 della L.R. n. 9/85 è così sostituito: il servizio di igiene pubblica di cui all'art. 3, legge 22/5/80 n. 60 viene istituito presso la U.S.S.L. subcomu-nale n. 1 ed è unico per l'intero territorio comunale, assumendo la funzione di servizio multizonale per tutte le UU.SS.SS.LL.".
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

L'emendamento comprende i riferimenti di legge che rendono più comprensibile da parte dei colleghi e dei destinatari questa proposta. Si tratta di assumere una decisione che mantiene un unico servizio di igiene pubblica per la città di Torino presso la U.S.S.L. 1/23.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Volevo fare una dichiarazione di voto a favore di questo emendamento esprimendo però una perplessità.
Il Partito repubblicano ha presentato un ordine del giorno per la ridefinizione delle UU.SS.SS.LL. della città di Torino, un altro analogo anche se più complesso, è stato presentato dal Partito liberale. Mi pare che questo emendamento sia accoglibile, ma che in qualche modo vanifichi la richiesta contenuta in quell'ordine del giorno individuando un accorpamento per un settore soltanto, determinando una situazione per cui gli altri settori assumono minore importanza; noi però non riteniamo che abbiano minore importanza.
Questa considerazione genera qualche perplessità circa un voto a favore di questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sestero.



SESTERO Maria Grazia

Come si può collocare all'art. 7, che riguarda le scadenze della legge un emendamento di questo tipo? Nel merito poi dell'emendamento non sono affatto convinta. Mi pare che sostanzialmente non siano state date ampie motivazioni; sono contraria che all'interno dell'operazione di decentramento, attraverso le dieci UU.SS.SS.LL., si isoli un settore e lo si faccia funzionare come unico servizio comunale. Proprio gli avvenimenti di questi giorni ci dicono che il Servizio d'igiene pubblica deve essere potenziato per evitare le conseguenze a cui assistiamo con possibilità diretta di controllo e di presenza sul territorio, dove il rapporto stretto e la conoscenza locale è garanzia per il controllo e per l'intervento.
Siamo contrari a questo emendamento. Tra l'altro non mi paiono sufficienti le motivazioni addotte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Nell'intervento iniziale sulla legge avevo già accennato al problema facendo riferimento esplicito agli accadimenti di questi ultimi giorni, che sono stati estremamente esemplificativi.
Infatti mi ero ripromesso di rivedere l'organizzazione igienica. Si è dimostrato che "verba volant, scripta manent" e, in questo caso, "morti manent". La frammentazione di questo servizio ha prodotto effetti disastrosi.
L'igiene viene svolta fondamentalmente attraverso un controllo che è repressione preventiva (scusate il bisticcio dei termini), anche alla luce degli ultimi accadimenti giudiziari. Ci sono vietati i poteri che un tempo avevamo di edulcorare certe repressioni attraverso una notifica precedente e di svolgere certi interventi a vario livello, senza sanzioni penali.
E' estremamente importante che il controllo, momento molto delicato avvenga al di là dei piccoli numeri, dove fatalmente, effetti di convivenza continua, di non rotazione, portano a recuperi strani di certi rapporti che con la prevenzione nulla dovrebbero avere a che fare.
Ritengo che questo articolo sia estremamente pertinente e che debba essere accolto. La durezza in questi casi è la salvaguardia del cittadino e la si può esercitare soltanto se viene gestita da un certo qual grado di centralizzazione. Per me è estremamente importante e ne sono pienamente convinto.
Questo articolo giunge opportuno, anticipa i tempi e permette di chiarire alcuni aspetti che, altrimenti inesorabilmente porterebbero alla disfatta della prevenzione in termini igienici.



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto, la parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Dico francamente che non ho capito la replica dell'Assessore OLIVIERI Aldo per quanto attiene al merito delle situazioni attuali che stiamo vivendo. Proprio perché ritengo che nel servizio d'igiene debbano entrare ad esempio, i laboratori d'analisi, mi rifaccio all'esperienza di questi giorni. Per esempio, l'accentramento del laboratorio di Alessandria non ha fornito alcuna garanzia. Sono, anzi, convinto che un servizio d'igiene a Casale avrebbe consentito un più stretto rapporto fra l'opinione pubblica che era molto attenta e che non è stata ascoltata, e che avrebbe probabilmente consentito di non giungere alla situazione drammatica che abbiamo avuto.
Siamo in presenza di una completa inaffidabilità. Proprio a Casale si sta cercando l'acqua per bere! Mi permetto di dire che la Giunta regionale non sta facendo nulla per risolvere quel problema. L' ho scoperto domenica dopo la riunione a cui era presente l'Assessore Maccari. Non c'è la possibilità di fare le analisi per i pozzi privati esistenti, non c'è la possibilità di fare analisi sulle falde che, pur tuttavia, si pensa potrebbero essere attivate. Per queste analisi si deve ricorrere ad Alessandria e a Vercelli.
Questo è un esempio che, nella contingenza, dimostra che invece è necessario articolare moltissimo queste strutture.
Ritornando al discorso di prima, se ci fosse stata una maggiore articolazione degli strumenti di controllo e se questi fossero stati veramente aperti alla partecipazione dei cittadini probabilmente non saremmo arrivati alla situazione attuale.
Ritengo sbagliata, e la respingo, la risposta dell'Assessore OLIVIERI Aldo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Nella dichiarazione di voto del Consigliere Rivalta c'è una contraddizione in termini. Occorre conoscere l'archetipo della sanità. Sono le UU.SS.SS.LL. che determinano le analisi e i controlli sugli alimenti sulle acque superficiali e sull'aria e non il laboratorio centrale di sanità pubblica.
Vengo al dunque, Consigliere Rivalta, lei prima di parlare deve conoscere i termini della questione. Fino ad oggi i problemi di sanità pubblica sono stati considerati come cosa propria delle UU.SS.SS.LL. in cui insistevano territorialmente infischiandosi delle altre UU.SS.SS.LL.. Su questo dobbiamo porre un rimedio e quello delle strutture sovrazonali, con amministrazione autonoma, che abbiano a cuore il territorio di una, due tre o quattro unità sanitarie, con ispezioni "randomizzate" per fascia, è un primo rimedio.
Le esperienze ci devono servire per correggere: le esperienze che abbiamo di fronte ci dicono che le strutture non hanno funzionato, allora dobbiamo erigere delle strutture sovrazonali d'igiene con professionalità acquisite, ben specificate, super specialistiche che garantiscano quegli interventi che oggi è impossibile prevedere territorialmente in modo distribuito.
Pensiamo alle competenze che abbiamo raccolto dall'E.N.P.I. che richiedono specifiche professionalità. Sarebbe impensabile, antieconomico pensare di disperdere professionalità di questo tipo. L'operatore igienico oggi non è più il Pico della Mirandola, ognuno si specializza nella propria branca e deve ruotare.
Il difetto sta proprio nel fatto che le strutture d'igiene, i laboratori, non hanno mai avuto nessuna predisposizione, non vanno nemmeno a fare i prelievi. In termini di legalità dell'atto, il poter garantire per prelievi fatti da altri e qualcosa che non sta né in cielo né in terra.



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto, la parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Riteniamo di condividere lo spirito e la lettera dell'emendamento, ma anche le argomentazioni dell'Assessore OLIVIERI Aldo. La convinzione non è di comodo, ma è fondata sull'esperienza, anche l'esperienza segnalata dal collega Rivalta.
Immaginare che tutte le UU.SS.SS.LL. posseggano un laboratorio d'igiene è cosa impensabile. Riteniamo che si debba andare verso un'altissima professionalizzazione dei laboratori e che sia possibile prevedere, per la città di Torino, un solo laboratorio.
Il problema vero è quello dell'alta qualificazione, dell'alta specializzazione delle strutture e quello del loro funzionamento che finora, dobbiamo dirlo con molta franchezza, è mancato ed è stato ad un livello inferiore alla tradizione passata, a quella che faceva riferimento alle attività delle amministrazioni provinciali.
Se leggiamo la storia presente, dobbiamo dire che siamo in condizioni peggiori del tempo passato, certamente, non migliori. Occorre impegnarci affinché non si verifichi una polverizzazione così com'è richiesta dall'emendamento presentato dai colleghi comunisti.
Abbiamo preso la parola per esprimere il convincimento profondo su una scelta di questo tipo e anche per raccomandare all'Assessore Olivieri Aldo di prendere in particolare considerazione i problemi dei laboratori d'igiene della nostra Regione, che vivono anche problemi di personale molto seri. Questa occasione è arrivata per mettere mano ad una riorganizzazione effettiva, per distribuire più precisamente sul territorio le strutture, ma anche per dare un tono diverso da quello che hanno avuto nel recente passato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Quando l'Assessore accoglie il concetto del laboratorio d'analisi sovrazonale va nella direzione di meglio valutare le esigenze nell'ambito di una provincia per esempio nella provincia di Alessandria a cui ha fatto riferimento il collega Rivalta.
Alla luce di quanto è accaduto in queste settimane si devono fare per delle considerazioni sul non funzionamento dei laboratori.
Il laboratorio d'analisi della Provincia di Alessandria è stato una struttura all'avanguardia fino a un certo momento, fino a quando aveva responsabilità a livello provinciale. Quando invece sono intervenute altre strutture tanto che ad un certo momento non si sapeva bene da chi dipendesse il laboratorio se dall'U.S.S.L. centrale che l'aveva in incarico o dalle UU.SS.SS.LL. della Provincia, è chiaro che, nonostante tutti gli sforzi compiuti, c'è stata una forte riduzione della capacità di intervento, di analisi ed è mancato un rapporto tra il momento decisionale di indirizzo e la struttura operativa.
Di questo grosso problema si stanno occupando nella Provincia di Alessandria le forze politiche e sociali. Non è detto però che in una provincia ci debba essere un solo laboratorio. Occorre fare un esame razionale in rapporto alle esigenze.
Questo è un discorso che potremo affrontare.
L'insegnamento che ci è venuto in questi giorni sollecita una particolare attenzione al problema al fine di dare garanzie ai cittadini dai rischi cui sono andati incontro nella nostra provincia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando

Signor Presidente, non voglio ripetere ciò che ha detto l'Assessore 0livieri che ci trova perfettamente concordi. Ovviamente noi voteremo questo emendamento, non solo per il motivo che abbiamo proposto, ma perch ne siamo convinti. Siamo d'accordo sulla specializzazione degli interventi di controllo, sulla necessità di un accentramento sul potenziamento dei laboratori di analisi, quindi sul potenziamento direttamente proporzionale alla possibilità di ampliamento, sulla necessità di una competenza più ampia per poter concentrare lo sforzo del potenziamento, sulla necessità del controllo per fasce per evitare di trovarsi di fronte ad una segmentazione della competenza che non consenta questo tipo di interventi.
Mi sembra che dagli interventi in opposizione a questo emendamento sia sfuggito un fatto essenziale. Si è parlato di Casale, di Alessandria, su cui potremmo discutere e disquisire, nel caso storico o di cronaca che ci siamo trovati di fronte, se fosse stato organizzato il laboratorio di analisi e quindi fosse stato decentrato certi fatti non sarebbero accaduti o sarebbero accaduti in maniera difforme.
Qui però stiamo discutendo di una situazione del tutto diversa: l'area urbana di Torino, su cui si intende, per un servizio di questo tipo mantenere una unità di intervento per motivazioni assolutamente intuitive.
E' un'area urbana omogenea; non è un'area in cui esistono situazioni differenziate, dove si opera su aree a vocazione prevalentemente agricola o su aree ad alta concentrazione urbana e dove la specializzazione e l'attenzione può essere diversificata.
In un'area così omogenea, essendo questo un servizio di prevenzione, ci vuole uniformità di interpretazione e di intervento che può essere garantita soltanto dalla unificazione del servizio.
Queste motivazioni hanno avuto un particolare riferimento alla particolare situazione territoriale, cioè un'area urbana estremamente omogenea.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento.
E' approvato con 26 voti favorevoli, 13 contrari e 2 astensioni.
Si passi alla votazione dell'art. 7 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 42 hanno risposto si 26 Consiglieri hanno risposto no 15 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 7 è approvato.
Art. 8 "Il terzo, il quarto e il quinto comma dell'art. 8, L'art. 9 della L.R.
21/1/80, n. 3, l'art. 3 e il secondo comma dell'art. 5 della L.R. 11/2/85 n. 9 sono abrogati" Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto si 38 Consiglieri hanno risposto no 3 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.



VIGLIONE ALDO



PRESIDENTE

Norme transitorie Art. 9 "In sede di prima applicazione della presente legge, le elezioni per il rinnovo delle Assemblee delle Associazioni dei Comuni devono avvenire entro il termine di 45 giorni dalla sua entrata in vigore.
La data delle elezioni viene stabilita con decreto del Presidente della Giunta regionale di cui al quarto comma dell'art. 7 della L.R. 21/l/80, n.
3, così come modificato dall'art. 1 della presente legge.
Fino al loro rinnovo rimangono in carica le Assemblee delle Associazioni dei Comuni e i Comitati di gestione precedentemente eletti".
La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

Sull'art.9, in apertura dell'intervento che ho avuto modo di fare nella discussione generale, avevo posto una questione alla quale, finora, non è venuta risposta.
Facendo l'ipotesi che noi, oggi, approviamo questa legge, avremo la possibilità che sia pubblicata, se non ci saranno incidenti di percorso sul Bollettino Ufficiale della Regione, all'incirca il 25 maggio; le elezioni, per il rinnovo delle assemblee potrebbero essere fatte, in questo caso, all'incirca il 10 luglio. Le incombenze successive, nomine dei membri sul B.U.R., ci portano alla data del 10 agosto per l'elezione dei Comitati di gestione: chiedere agli amministratori, che eleggiamo nelle assemblee delle Associazioni intercomunali, di convocarsi il 10 agosto, rischia di mettere il legislatore in una situazione criticabilissima, per non dire peggio.
Avevo chiesto che la Giunta, dal tempo del mio intervento generale ad ora, provvedesse ad esaminare la questione e a trovare una soluzione tecnica che non obbligasse a fare questo esercizio, destinato a raccogliere ahimè! - ben pochi consensi da parte degli amministratori locali.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Su questo argomento c'è già stata una discussione tecnica molto approfondita.
Mi rendo conto che questo evento sarebbe dovuto avvenire prima del mese di agosto, al di là degli incidenti di percorso, che ci saranno comunque. A settembre si nomineranno i Comitati di gestione. La proposta del Consigliere Acotto sul piano tecnico è impossibile perché rischiamo di esporci a contraddizioni, reclami, esposti, col rischio di fare un'operazione elettorale che muore sul nascere.
Il tempo minimo è di 45 giorni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

Teniamo conto delle osservazioni di carattere più specifico anche se riteniamo che uno sforzo maggiore, dal punto di vista formale, avrebbe consentito di trovare una soluzione. Il problema è di non far riunire a vuoto le assemblee delle UU.SS.SS.LL. il 10 agosto: siamo già sicuri facendo questa legge, che le assemblee andranno deserte; questo non è un argomento che va a sostegno del buon funzionamento delle istituzioni, ma a detrimento di un legislatore disattento, che non si pone problemi di questa natura. Piuttosto si allunghino i tempi: noi non indichiamo con l'emendamento la soluzione tecnica, ma si può studiarla.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Abbiamo artifici che ci consentono di allungare quanto vogliamo, senza dirlo nella legge.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'art. 9 per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto si 29 Consiglieri hanno risposto no 13 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
Art. 10 "Le elezioni dei Comitati di gestione delle Unità Socio Sanitarie Locali subcomunali di Torino, di cui all'art. 1 della L.R. 11/2/85, n. 9 avvengono entro 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge secondo le modalità indicate al precedente art. 2.
Fino a quando non vengono eletti i Comitati di gestione delle Unità Socio Sanitarie Locali subcomunali di Torino, le relative funzioni sono svolte dal Comitato di gestione dell'Unità Socio Sanitaria Locale l/23.
L'individuazione del personale da assegnare ai servizi, uffici e presidi delle singole Unità Socio Sanitarie Locali subcomunali di Torino viene proposta dal Comitato di gestione dell'Unità Socio Sanitaria Locale 1/23 entro 15 giorni dall'entrata in vigore della presente legge ed è effettuata dal Consiglio comunale entro il termine di 15 giorni dalla ricezione della proposta; decorso tale termine, provvede la Giunta regionale con propria deliberazione.
Dopo l'ultimazione delle operazioni di elezione dei Comitati di gestione di ciascuna Unità Socio Sanitaria Locale subcomunale di Torino, il Sindaco del Comune di Torino trasmette i relativi verbali al Presidente della Giunta regionale che, con proprio decreto, dichiara costituite le relative Unità Socio Sanitarie Locali e provvede al trasferimento contestuale alle stesse delle funzioni e del personale già attribuiti all'Unità Socio Sanitaria Locale 1/23".
Vi è un emendamento presentato dagli Assessori Carletto e OLIVIERI Aldo: all'art. 10 va inserito il seguente quarto comma: "Il Comitato di gestione dell'U.S.S.L. l/23, all'atto del suo scioglimento, provvede ad assegnare alle UU.SS.SS.LL. subcomunali, in base al criterio di competenza territoriale, gli atti definiti di archivio corrente e di deposito. Lo stesso Comitato assegna gli atti in corso di transizione e, in ogni caso non ancora definiti alla U.S.S.L. subcomunale n. 1, che provvede alla loro definizione, con la collaborazione, ove occorra, della U.S.S.L. subcomunale interessata. Sulla gestione dell'attività pendente la Giunta regionale emanerà specifiche direttive.
Il quarto comma diventa quinto comma".
Essendo stato distribuito a tutti i Consiglieri, non viene illustrato dai proponenti.
Non essendoci richieste d'intervento procediamo alla votazione per alzata di mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli e 16 astensioni.
La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

Voteremo contro questo articolo con una motivazione squisitamente politica. Al terzo comma dell'articolo c'è un'indicazione molto chiara: si lasciano le competenze, le incombenze relative all'organizzazione dei servizi delle dieci UU.SS.SS.LL. al Comune di Torino e ai suoi organi; se il Comune non provvede a questo tipo di incombenze la Giunta regionale provvederà con proprie deliberazioni.
Questo ci pare palesemente in contraddizione con quanto sostenuto dall'Assessore in relazione alla precedente discussione sul Servizio d'igiene; c'era la possibilità che tale tema fosse affrontato in una sede qual è quella indicata da questo comma dell'articolo. La forzatura che ha voluto fare l'Assessore, accogliendo l'emendamento presentato dai colleghi liberali, è un po' sospetta rispetto al quadro organico ed ai nostri emendamenti, che tendevano tutti nella direzione del coordinamento (emendamenti che non sono stati accolti), è stato, invece, accolto un emendamento che va nella direzione opposta alle indicazioni sostenute in precedenza per motivare il non accoglimento dei nostri emendamenti da parte dell'Assessore. Tutto ciò è inaccettabile)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Pregherei l'Assessore di precisare al Consiglio il senso del terzo comma dell'art. 10 laddove si scrive che: "L'individuazione del personale da assegnare ai servizi, uffici e presidi delle singole UU.SS.SS.LL., viene proposta dal Comitato di gestione...". Si tratta delle persone fisiche o della pianta organica? E' un particolare per gli amministratori non indifferente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

La pianta organica attualmente è provvisoria, si tratta semplicemente dell'assegnazione del personale rispetto ai servizi che attengono alle varie UU.SS.SS.LL.. E' ovvio che il Comitato di gestione e il Consiglio comunale dovranno attenersi alla nostra statuizione proprio in relazione all'emendamento che è stato approvato. Si tratta di persone.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'art. 10 per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 46 hanno risposto si 29 Consiglieri hanno risposto no 15 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
Art. 11 "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 127 della Costituzione e dell'art. 45 dello Statuto regionale ed entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi dell'art. 45, sesto comma, dello Statuto regionale".
Pongo in votazione l'art. 11 per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 46 hanno risposto si 29 Consiglieri hanno risposto no 15 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 11 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha la parola il Consigliere Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

La legge che abbiamo testé finito di votare è un adempimento previsto dalla normativa nazionale e dovuto dall'urgenza di regolamentare e definire le nuove competenze e i nuovi assetti istituzionali delle UU.SS.SS.LL. onde consentirne la messa a regime dei nuovi Comitati di gestione e dei nuovi organi dirigenti.
Nel merito e nel contenuto della legge possono esserci delle riserve da parte dei vari componenti del Consiglio e possono essere riscontrabili anche alcuni limiti. Forse si poteva prevedere una legge più articolata e più dettagliata, con tempi più lunghi di approvazione, ma tempi più lunghi avrebbero comportato ritardi nella messa a regime dei meccanismi di gestione che invece, in questo momento, sono un elemento prioritario.
La ridefinizione soltanto delle Unità sanitarie nelle linee essenziali e il rinvio al Consiglio comunale di Torino, in quanto assemblea delle UU.SS.SS.LL. subcomunali è un gesto che va nella direzione di accelerare i tempi per una messa a regime di un sistema efficace ed efficiente.
Certo, non possiamo non esprimere la preoccupazione che norme nazionali, istituzionali o di pianificazione rischiano di rendere farraginosa e difficoltosa la legislazione regionale. Suggerirei una rilettura di tutta la legislazione regionale approvata in questi anni non al fine di verificare e ridefinire molte norme che potrebbero essere di difficile applicazione. Insomma, una specie di testo unico delle leggi sanitarie regionali anche perché le UU.SS.SS.LL. in tutta la legislazione che si è venuta definendo in questi anni, rischiano di non avere più dei punti di riferimento chiari, certi, definiti.
Detto questo, ritengo di poter dichiarare il voto favorevole del Gruppo D.C.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Minervini.



MINERVINI Marta

Il mio intervento di stamattina aveva già chiaramente fatto prevedere quale sarebbe stato il nostro voto su questo disegno di legge. Non faccio altro che ribadire che il mio intervento pronosticava un voto contrario a questo disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cernetti.



CERNETTI Elettra

Il Gruppo del PSI ritiene che potevano essere due le strade per il Consiglio: l'una decisamente innovatrice, l'altra più cauta.
Tra quella innovatrice, che avrebbe comportato rischi maggiori ed un ulteriore slittamento nel tempo per l'elezione dei Comitati di gestione, si è invece preferita la strada più cauta, secondo lo stile dell'Assessore che ha per moto: "deambulabimus lento pede", e che, quanto meno, darà la garanzia che i Comitati di gestione saranno rinnovati in tempi ancora possibili.
A nome del Gruppo raccomando la professionalità dei membri del Comitato di gestione. Spesso diciamo che amministrazione e politica camminano con le gambe delle persone e cioè che le persone hanno un'importanza decisiva nell'amministrazione degli enti. Colpe prettamente politiche spesso hanno fatto finire nelle UU.SS.SS.LL. perso-naggi che avevano necessità di essere compensati da altri mancati successi, oppure personaggi che, se erano validi sul piano dell'acquisizione di voti ad un partito, non lo erano sul piano amministrativo.
E' una calda raccomandazione che riguarda la volontà politica. Punterei sul curriculum dettagliato, su norme vincolative, ma soprattutto punterei sulla volontà politica dei partiti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

Nell'intervento introduttivo di questa mattina, abbiamo cercato di dire che al di là della nostra posizione contraria a livello nazionale sulla miniriforma delle UU.SS.SS.LL. lascia-vamo uno spazio aperto, perché a livello regionale - secondo noi - era possibile andare ad un miglioramento e la qualità di questo miglioramento avrebbe, se conseguito, determinato anche il nostro atteggiamento politico su questa legge.
Il miglioramento noi lo vedevamo in alcune direzioni che non riprendo in maniera organica; ricordo soltanto l'accento che abbiamo cercato di mettere sulla questione del ruolo delle assemblee delle associazioni intercomunali.
Dobbiamo dire, facendo un po' la somma di questi nostri sforzi, che di miglioramento possiamo parlare soltanto in un caso, quello relativo al modo con cui la legge accoglie l'individuazione più precisa di cosa sono i curricula. D'altro lato invece possiamo tranquillamente parlare di un peggioramento che si è verificato nella legge soprattutto in relazione al punto dell'accoglimento dell'emendamento presentato dai colleghi liberali sul Servizio unico di igiene per tutte le UU.SS.SS.LL. di Torino.
Senza fare una discussione nel merito, Assessore, (discussione che in parte per vie traverse ha già però avvicinato il merito di questo tipo di problema), ne facciamo una questione di metodo e dobbiamo ricordare a noi stessi e all'Assessore che insieme scrivemmo la legge numero 9, che a questo riguardo diceva: "Il Servizio igiene pubblica verrà attivato gradualmente in tutte le UU.SS.SS.LL. subcomunali". Debbo dire che l'emendamento accolto non fa altro che attestare la situazione ad oggi perché oggi esiste un solo Servizio di igiene. Avevamo deciso con la legge n. 9 che era invece opportuno individuare altre strade.
Ci pare che il modo con cui è nata questa vicenda - in modo veramente sorprendente - e come si è conclusa possa essere descritto come un colpo di mano del tutto inaccettabile: c'è dunque stato un obiettivo peggioramento rispetto all'ingresso in questo Consiglio della legge sulla miniriforma delle UU.SS.SS.LL.
Questo come ulteriore elemento a corredo della nostra posizione negativa per quanto riguarda il voto che daremo a questa legge, anche se naturalmente non mancheremo nelle UU.SS.SS.LL. del Piemonte di fare la nostra parte; una parte che ci sarà possibile fare in maniera ancora più incisiva nella misura in cui gli ordini del giorno presentati avranno la possibilità di essere accolti. Noi siamo disponibili a lavorare in questa direzione per un unico ordine del giorno che dia indicazioni operative al di là di quelle che non ha potuto dare la legge che stamattina abbiamo discusso e che adesso ci accingiamo a votare.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre dichiarazioni di voto passiamo al voto sull'intero disegno legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 46 hanno risposto si 29 Consiglieri hanno risposto no 16 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'intero testo di legge è approvato.
Sospendo la seduta, i lavori riprenderanno alle ore 15,40.



(Si procede alla votazione per appello nominale)


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati - Sanita': argomenti non sopra specificati

Comunicato PCI in merito alle comunicazioni giudiziarie pervenute ai componenti la commissione Sanità del 1977 e relative alle indagini della magistratura sulla Casa di Riposo Villa Ida di Lanzo Torinese


PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri ho chiesto di fare questo intervento a seguito della riunione che ieri abbiamo avuto in sede di Capigruppo. Ho posto in quella sede il problema delle conseguenze politiche ed istituzionali originate dalle notizie apparse sugli organi di informazione di venerdì pomeriggio e di sabato mattina riguardanti i mandati di comparizione inviati dalla magistratura ai componenti della V Commissione consiliare presenti alla seduta del 18/3/1977; seduta in cui venne dato parere favorevole ad una delibera della Giunta regionale relativa alla classificazione di quaranta Case di cura private, tra cui la Casa di cura Villa Ida di Lanzo, su cui da mesi è stata aperta un'inchiesta penale.
I quattro Consiglieri appartenenti al Gruppo comunista e presenti quel giorno in Commissione, Ferrero, Marchiaro, Ariotti e Rossi, in data di ieri mi hanno inviato una lettera in cui, sulla base della documentazione allegata, viene esposto in maniera analitica quello che fu il ruolo della Commissione in quella seduta, peraltro in assoluta e totale conformità a quello che è ai sensi dello Statuto e delle funzioni concretamente attribuite ed esercitabili: il ruolo delle Commissioni allorché viene loro affidato, prima dell'approvazione del Consiglio, l'esame di atti amministrativi proposti dalla Giunta e predisposti dai singoli Assessorati.
Non avendo poteri, né strumenti istruttori o ispettivi, le Commissioni in quel caso la V Commissione, non possono che basare la loro pronuncia sulle risultanze di una elaborazione tecnico amministrativa (elenchi allegati, indici, ecc.) fatta altrove, di cui solo il proponente può essere garante. Nella relazione di presentazione della delibera si dice: "viste le risultanze dei lavori della Commissione consultiva, si propone l'approvazione dell'allegato elenco". Non viene segnalato quanto soltanto oggi veniamo a sapere e cioè che nell'elenco vi è una difformità rispetto alle proposte della Commissione tecnico consultiva per quanto riguarda la fascia attribuita a Villa Ida.
Infatti l'elenco riportava la fascia "C", mentre la Commissione consultiva aveva collocato Villa Ida in fascia "D".
Questa modifica di classificazione, che è alla base dell'iniziativa giudiziaria nei confronti della V Commissione consiliare, non è avvenuta in sede di Commissione, come risulta non essere avvenuta in Giunta.
Ho ripreso in termini essenziali la concreta fattispecie, in quanto assolutamente irrilevante per evidenziare la peculiarità di questo caso ed insieme per sollevare una questione più generale, di grandi e preoccupanti implicazioni istituzionali.
Il pericolo di essere chiamati a rispondere penalmente per il solo fatto di essere membri presenti in collegi, in quanto tali, come le Commissioni Consiliari, che non hanno avuto, né potevano avere alcun ruolo nella fase di predisposizione dell'atto amministrativo, né possono materialmente esercitare alcuna verifica sugli aspetti tecnico amministrativi degli atti in esame, se non di fronte a questioni conosciute, rischia, se il problema non viene adeguatamente affrontato, di generare la conseguenza pratica della paralisi delle Commissioni, quindi dell'intera istituzione regionale, con tutte le conseguenze immaginabili.
Come affrontare il problema? Ce lo chiediamo tutti in questi giorni.
Credo che sia compito intanto nostro, di questa istituzione, nelle forme nelle sedi idonee e dopo un'adeguata preparazione, mettere in programma una seria riflessione sul nostro modo di essere: quali competenze, quali responsabilità, quale garanzia di controllabilità degli atti e via dicendo.
Non può comunque non porsi, anche per la magistratura inquirente, pur nel netto ribadimento della sua piena autonomia, un problema di attenta verifica della questione, a cominciare dalla conoscenza dei meccanismi e delle procedure che presiedono nelle varie istituzioni, all'assunzione delle decisioni amministrative. Così come non può, più in generale, ma ancor più nella fattispecie in questione, essere considerato irrilevante quale mezzo di accertamento e di indagine usare. Ed ancora le forme di pubblicità, le questioni attinenti al segreto istruttorio.
Resta un ultimo problema di cui ritengo di dover dare informazione al Consiglio. Ieri mi è pervenuta una lettera della mia compagna e collega di tutti noi Marchiaro in cui tra l'altro si dice: "Ritengo di aver adempiuto in questi anni ai compiti del mio delicato ufficio con dignità e assoluta correttezza, nel costante rispetto del carattere pubblico dell'istituzione che rappresento.
Ciò è stato possibile non soltanto per le mie ferme convinzioni, ma anche perché mi sentivo ricambiata da stima e da fiducia nei rapporti che per ragioni istituzionali, intrattenevo con vari e qualificati settori della società.
Oggi questa improvvisa irruzione nella mia vita di accuse tanto gravi quanto infondate mi pone in una situazione mutata profondamente e soggettivamente gravata da un disagio che mi rende difficile e penoso continuare a svolgere il mio lavoro con quella sicura aderenza ai significati che un ruolo pubblico deve avere.
Oggettivamente inoltre pongo non soltanto il problema allarmante delle condizioni in cui ciascuno di noi si trova a svolgere il suo ruolo nei momenti collegiali, ma anche la questione della mia attuale possibilità di esprimere una funzione rappresentativa come quella a cui sono stata eletta.
Comunico pertanto a te prioritariamente, quale Presidente del Gruppo consiliare, che mi hai indicato per la carica di Vicepresidente del Consiglio, la mia disponibilità immediata a lasciare l'incarico".
Per le circostanze di fatto che dall'esame degli atti della Commissione è stato possibile a noi, come a chiunque, accertare; per le ragioni di ordine istituzionale, di cui prima ho parlato: la questione del ruolo e delle funzioni possibili all'interno delle Commissioni, in quanto tali oltre che per la piena fiducia nella correttezza della compagna, come peraltro degli altri colleghi che in questa Commissione erano presenti, in quanto commissari, nella famosa seduta del 18/3/77; il Gruppo comunista per quanto lo riguarda, non ritiene di dover accogliere la disponibilità alle dimissioni.
Si augura inoltre, con la fiducia che ha sempre manifestato verso l'istituzione giudiziaria che questa vicenda venga rapidamente accertata e risolta.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, come Presidente del Consiglio, cioè come Presidente di tutte le forze politiche che sono qui rappresentate, debbo anch'io esprimere in proposito il mio pensiero.
In primo luogo intendo esprimere la fiducia nell'operato della Magistratura nella sua indipendenza, quindi abbiamo piena fiducia che sarà compiuta rapidamente giustizia a questo proposito.
La vicenda cosiddetta giudiziaria che vede molti amministratori essere notiziati sul solo fatto che debbono essere interrogati è una di quelle regole che il codice ha posto a suo tempo a tutela del cittadino, ma che si sono trasformate in una trappola infernale.
Tante volte l'abbiamo detto questo, ma nessuno vi ha posto rimedio.
Dobbiamo imparare a dire che fin quando non sono state pronunciate decisioni definitive non può avvenire assolutamente nulla.
Quindi, non posso che approvare quanto è contenuto nel documento letto dal Capogruppo Bontempi.
Ci troviamo in un'assemblea legislativa che via via è diventata quasi una forma di esecutivo, perché fa la legge e poi cerca di applicarla; è la cosiddetta democrazia consociativa che io avverso sempre, ma che per molte ragioni è passata; questa democrazia ci ha portati a non avere gli strumenti in mano per potere controllare e decidere esclusivamente in via politica e per risponderne nel momento in cui magari qualche elemento sorge rispetto a decisioni prese.
L' ho ribadito tante volte questo concetto in quest'aula e chi c'era negli anni passati se li ricorda i dibattiti che abbiamo fatto al riguardo.
Noi dobbiamo invece tornare ad essere un Parlamento che si occupa dei problemi legislativi e lasciare all'esecutivo, secondo un principio da sempre affermato, l'onere di rispondere degli atti esecutivi. Ormai sono a decine le leggi che contengono la solita frase: "sentito il parere di ..".
Alla fine diventiamo esecutivo legislativo, cioè una forma non corretta di quella che noi intendiamo essere la democrazia cosiddetta parlamentare.
Per quanto riguarda gli aspetti propri della lettera che il Vicepresidente, signora Laura Marchiaro, ha ritenuto di inviare al suo Gruppo, desidero esprimerle tutto l'apprezzamento, non solo mio, ma di tutto il Consiglio, per l'opera rigorosa, capace, intelligente e onesta svolta in quest'aula e all'interno dell'Ufficio di Presidenza.
Prego Pertanto il Vicepresidente signora Laura Marchiaro di ritirare le dimissioni che ha formulato al Gruppo, in attesa delle decisioni della Magistratura o quanto meno le respingo. Respingere le dimissioni in questo momento mi sembra un atto corretto che il Consiglio compie verso chi si è sempre comportato in modo degnissimo come appare agli occhi di tutti i piemontesi, ma anche agli occhi dei cittadini del nostro Paese.
Questa è la mia opinione sulla quale credo converrete tutti quanti sempre riconoscendo la piena autonomia della Magistratura.
Detto questo inviterei la signora Laura Marchiaro a ritirare le dimissioni.
La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Sono d'accordo con quanto ha detto il Presidente, di invitare la collega signora Marchiaro a ritirare le dimissioni, non tanto per la fiducia che si deve avere nei confronti di un persona che si può stimare (una fiducia cieca, non credo torni a vantaggio della persona a cui la si rivolge), ma perché credo che si debba fare qualche annotazione in più. Se il comportamento della Magistratura ha toccato persone note ai livelli istituzionali più alti della nostra Regione, molto sovente può toccare invece, persone che non solo non sono a questi livelli e che finiscono in ingranaggi che devono in qualche modo essere modificati e cambiati.
Un Consiglio regionale non può semplicemente esprimersi dando solidarietà, il che è scontato, fino ad attendere la risposta definitiva da parte della Magistratura. Nessuno intende parlare contro l'autonomia e l'indipendenza della Magistratura, autonomia e indipendenza che tutti rispettiamo.
Proprio perché crediamo che la Magistratura debba essere non solo autonoma e indipendente, ma debba essere uguale per tutti nei suoi comportamenti, secondo me non possono passare sotto silenzio certe forme in qualche modo punitive della presunta innocenza. Finché non si è giudicati colpevoli, in via definitiva, si è da ritenere innocenti e non deve essere il presunto imputato a dimostrare di esserlo, ma deve essere l'accusa a dimostrare la colpevolezza.
Queste brevi riflessioni sono alla base della mobilitazione politica che da domani ci sarà, per tre mesi, in tutta Italia, essendo coinvolti tre Partiti, il socialista, il liberale e il radicale, che è presente per vie traverse anche tramite me. Non è sufficiente testimoniare stima ed amicizia nei confronti di una collega che sicuramente la merita, ma il discorso deve andare un po' più in là dell'episodio. Non basta che la cosa finisca bene.
Se finisce bene la cosa di cui stiamo discutendo (quella famosa seduta di Commissione) rimangono queste strutture, questi procedimenti, queste forme di inquisizione che non garantiscono la persona. Episodi di questi giorni dimostrano che vi sono persone sulle quali mi sentirei di dimostrare fiducia e stima, magari passano 10/15 giorni in cella d'isolamento per poi essere rimesse in libertà, con molte scuse.
Questo è un discorso che esula dalle competenze di questo Parlamento ma che riguardando un problema grave e serio come è quello della giustizia deve coinvolgere anche noi a non limitarci a prendere atto di una comunicazione di stima, ma ad esprimerci politicamente in quanto forze rappresentate qui anche su un problema che va al di là del caso singolo.



PRESIDENTE

A questo punto ritengo si possa invitare la signora Laura Marchiaro a riprendere il suo posto di Vicepresidente.



(Il Consigliere Marchiaro prende posto al banco della Presidenza)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Propongo di passare alla proposta di mozione su: "Agenzia per l'impiego e prepensionamento".
Interviene sull'ordine dei lavori il Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Signor Presidente, supponendo, se i colleghi sono d'accordo, che il dibattito sul documento possa essere anche lungo, chiederei che venissero avviate le nomine, poiché dobbiamo procedere ad un adempimento preciso.
Eventualmente, mentre si faranno gli scrutini, valuteremo se avviare o meno la discussione su questo argomento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Amerio.



AMERIO Mario

Dovremmo avere la conferma della venuta del Ministro De Michelis a Torino il 14 prossimo. Sarebbe sgradevole l'incontro con il Ministro in sede di Commissione regionale per l'impiego e non in sede di Consiglio regionale, senza essere riusciti inoltre ad approvare il documento unitario proposto che, per ragioni più che comprensibili, da tre sedute rinviamo di seduta in seduta.
E' assolutamente necessario approvarlo nella seduta odierna.
Esame deliberazione n. 130: "Primo prelievo dal fondo di riserva di cassa di cui al cap. n. 12900 dello stato di previsione della spesa del bilancio '86, della somma di L. 5.999.676.461, per consentire pagamenti relativi alla gestione dei residui"



PRESIDENTE

Chiedo se i Consiglieri sono d'accordo di anticipare la discussione sulla proposta di delibera n. 130, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 46 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

Passiamo al punto 7) dell'o.d.g.: "Nomine".
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

In sede di Commissione consultiva per le nomine, in aula consiliare e durante la discussione sul bilancio, quindi in varie occasioni, avevamo chiesto di valutare, per la verità avevamo anche trovato un'intesa con le altre forze politiche, con la Giunta e segnatamente con il Vicepresidente l'opportunità di procedere alle nomine previa una discussione iniziale, non esaustiva, sugli enti, sui contenuti e sugli indirizzi che dobbiamo dare agli enti.
Mi rendo conto che siamo alle ore 16.00 e che non abbiamo possibilità di dilazionare le nomine, perché siamo già ad una settimana di interruzione di Consiglio, che altri argomenti importanti come l'agenzia del lavoro devono essere dissensi, tale proposito devo dire che la collocazione fatta in sede di scrutinio, è un po' discutibile e forse varrebbe la pena di ripensarci; c'è anche da concludere e vorrei ricordarlo, la questione delle decisioni sulla mozione per Casale.
Proporrei di non procedere oggi alla discussione degli indirizzi sugli enti e calendarizzare tale discussione con la presentazione da parte della Giunta delle proposte per le Presidenze negli enti.
A me sembra possa essere possibile farlo ancora, in tempi utili.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Vetrino.



VETRINO Bianca, Vicepresidente della Giunta regionale

Siccome conoscevo l'esigenza e la volontà del Consiglio di arrivare ad una discussione preventiva, mi ero evidentemente preparata, anche se, tutto sommato, lo trovavo abbastanza improprio.
Probabilmente, bisognerà tornare in sede di Commissione competente per sviscerare a fondo il problema. Siccome è un argomento molto complesso ho fatto avere a tutti i Consiglieri un foglio riepilogativo sui rapporti della Regione Piemonte con gli enti strumentali e le partecipazioni regionali. Probabilmente, è opportuno trovare un momento intermedio per far coincidere la discussione finale sulle nomine con la nomina dei Presidenti e dei Vicepresidenti.
Io, per la responsabilità che ho nell'ambito della Giunta regionale sono d'accordo sull'iter ora proposto. Credo che le altre forze politiche possano convenire su questo metodo di lavoro rispetto a questo tema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Noi conveniamo sull'iter che è stato fissato, vuol dire che al momento della nomina dei Presidenti si interverrà brevemente.
Colgo l'occasione per ricordare che noi avevamo presentato un ordine del giorno che concerne i criteri per la designazione nelle UU.SS.SS.LL..
Chiederei che venga distribuito per verificare se c'è il concerto dei Gruppi onde votarlo ancora nella giornata di oggi.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Vicepresidente del Consiglio regionale

Colleghi Consiglieri, vengono oggi presentate alla votazione del Consiglio regionale le nomine relative all'ESAP, all'IRES, al CSI, allo IACP di Torino secondo quanto calendarizzato con deliberazione del Consiglio regionale n. 57 del 20.12.1985 in attuazione della legge regionale n. 10/85.
Sulla base di detta legge il Consiglio regionale ha provveduto, con la citata deliberazione n. 57, a calendarizzare un primo elenco di nomine da effettuare nel primo semestre 1986 e, con la deliberazione n. 58 della stessa data, ad individuare per tali nomine ai sensi dell'art. 4 della legge n. 10 le Associazioni, gli enti e gli Istituti titolari del potere di designazione.
A seguito di tali deliberazioni sono pervenute alla Presidenza del Consiglio regionale, trenta giorni prima della data fissata, le proposte di candidature per le nomine predette, presentate nei Gruppi consiliari. La Commissione consultiva per le nomine ha preso in esame tali proposte insieme alle designazioni pervenute dalla Giunta regionale, da Associazioni e da enti esterni, titolari del potere relativo, ed ha espresso il parere previsto dal 1) comma dell'art. 8 della citata legge n. 10.
Poiché per alcune nomine sono state presentate più candidature, sono state predisposte dall'Ufficio di Presidenza liste di votazione su cui si effettueranno le operazioni di voto.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione delle seguenti nomine: Consiglio di Amministrazione ESAP (art. 3 L.R. 25/10/77 n. 51, lett. a).
Nomina di 13 membri (con voto limitato a 2/3).
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletti i signori Baricada Giuseppe, Gerbaudo Giovenale, Garavello Giovanni, Ravizza Giuseppe, Buchi Giacomo, Arrigo Filippo, Genocchio Vincenzo, Noce Franco, Oriolo Francesco, Ricagno Paolo, Goia Francesco, Riu Mario, Scavanino Secondo.
Consiglio di Amministrazione ESAP (art. 3 L.R. 25/10/77, n. 51 lett. b).
Nomina di 12 membri designati dalle Organizzazioni professionali e sindacali agricole maggiormente rappresentative nazionale in proporzione all'effettiva rappresentatività regionale di ciascuna di esse.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletti i signori Celato Elio, Gottero Carlo, Abrate Tommaso Mario Tara Marco, Ranghino Giovanni, Cancelliere Peppino Augusto, Ferrari Giuseppe, Pusterla Bruno, Calzoni Maria Grazia, Pavese Pietro, Dutto Renato, Pasta Marcello.
Collegio Sindacale dell'ESAP (art. 8 L.R. 25/10/77, n. 51).
Nomina di due membri effettivi e di due membri supplenti E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletti membri effettivi i signori Bellan Livio Giovanni, Sironi Giancarlo; membro supplente il signor Grassi Ugo.
Consiglio di Amministrazione dell'IRES (art. 5 L.R. 18/2/85, n. 12).
Nomina di 9 membri (con voto limitato a 2/3) E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletti i signori Rey Mario, Maero Felice Paolo, Marcono Luigi Morizio Walter, Capannelli Teodoro, Ferrero Bruno, Tornincasa Stefano Dogliani Mario, Pugno Emilio.
Collegio dei Revisori dei Conti dell'IRES (art. 10 L.R. 18/2/85, n. 12).
Nomina di 3 membri effettivi di cui uno Presidente e di 2 membri supplenti La parola al Consigliere Cerchio Presidente della Commissione consultiva per le nomine.



CERCHIO Giuseppe

Relativamente alla nomina per 1'Ires, nella seconda scheda allegata alla terza riga, per il Presidente l'indicazione è per il nominativo Dalzotto Armando, essendo peraltro l'unico iscritto all'Albo e quindi titolato ad essere Presidente.



PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletti membri effettivi i signori Dalzotto Armando (Presidente) Spirito Francesco, Cotto Carlo; membri supplenti Bosco Luigi, Rampelli Elisabetta.
Assemblea CSI (art. 4 L.R. 4/9/75, n. 48).
Nomina di 5 membri E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletti i signori Lepora Paolo, Gandolfi Aldo, Gatti Gianfranco Garesio Giuseppe, Ayassot Giovanni.
Collegio Sindacale CSI (art. 4 L.R. 4/9/75, n. 48).
Nomina di 1 membro effettivo e di 1 membro supplente E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto membro effettivo il signor Biraghi Giancarlo; membro supplente il signor Altamura Antonio.
Consiglio di Amministrazione IACP (art. 6, quarto comma L. 22/10/71, n.
865).
Nomina di 3 membri E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletti i signori Genta Aldo, Ponzo Guido, Leonello Armando (in rappresentanza della minoranza).


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame proposta di mozione su Agenzia per l'impiego e prepensionamento presentata dalla IV Commissione


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare il punto 5) dell'o.d.g.: "Esame proposta di mozione su: 'Agenzia per l'impiego e prepensionamento"' presentata dalla IV Commissione.
Relatore è il Consigliere Tapparo, che ha facoltà di intervenire.



TAPPARO Giancarlo, relatore

Signor Presidente, presento il documento sull'agenzia per l'impiego e il prepensionamento che scaturisce da un mandato conferito alla IV Commissione con l'ordine del giorno del 10 ottobre sulla questione Fiat.
Lunedì a Torino verrà insediata la nuova Commissione regionale per l'impiego con la probabile presenza del Ministro del lavoro; anzi sarà necessaria la presenza del Ministro per il nuovo insediamento e in quella occasione sarebbe opportuno - ecco la ragione per la quale è urgente discuterne in questo ultimo Consiglio - portare la proposta della Regione Piemonte sull'agenzia per l'impiego.
Il compito della Commissione è stato quello di produrre un documento con alle spalle un approfondimento per avere una struttura della nostra proposta adeguata.
Rispetto ai lavori svolti in Commissione ci troviamo con una situazione nuova, perché la Commissione lavoro della Camera ha recentemente approvato in sede legislativa il disegno di legge che deriva da uno stralcio del grande disegno di legge 665 sulla riforma del mercato del lavoro e anche da una serie di proposte di legge parlamentari. Il titolo di tale disegno di legge è: "Norme sul collocamento ordinario ed esperimenti pilota in materia di avviamento al lavoro".
Però questo elemento di novità lascia, praticamente, intatta la struttura della nostra proposta, perché non appare antitetica a quanto emerge dalle indicazioni della Commissione lavoro della Camera.
I lavori preparatori si sono svolti attraverso un approfondimento bibliografico, documentale e da colloqui e incontri con la Federpiemonte l'Api e le OO.SS. ed anche con la partecipazione di alcuni nostri funzionari al Convegno di Trento sul tema dell'agenzia del lavoro.
Ne è emerso un documento che ha come caratteri il riconoscimento della necessità di una via sperimentale, di evitare la creazione di un ulteriore momento di burocratizzazione della gestione del mercato del lavoro e di offrire una proposta che possa in qualche modo guardare a quelle che sono le politiche industriali.
Va ricordato che durante i lavori preparatori l'Assessore Genovese aveva posto con particolare enfasi il problema degli interventi sui cassaintegrati, in termini particolari di "fiscalizzazione degli oneri sociali", visto i benefici che derivano ad una fascia di giovani disoccupati attraverso i contratti di formazione lavoro.
Tuttavia si è ritenuto opportuno di non inserire tale esigenza in questo elaborato e di rimandarla ad una prossima riunione della Commissione.
Per quanto riguarda l'impianto della proposta è di questo tipo: si tratta di offrire un punto di partenza, in attesa di una definizione normativa più precisa, che faccia riferimento a quanto è scritto nel disegno di legge 665. Tale contenuto è oggi superato da quanto è stato estrapolato da quel disegno di legge sulle nuove norme sul collocamento ordinario, dall'attivazione delle nuove Commissioni regionali per l'impiego, dall'avvio degli osservatori, dalle prime esperienze di agenzia con il decreto ministeriale sugli interventi in Campania e in Basilicata come zone terremotate (dove si prevedevano interventi speciali), guardando anche alle esperienze della Provincia autonoma di Trento, della Regione Friuli e della Lombardia (la Lombardia con il caso di una struttura di agenzia per l'impiego particolare, sotto forma di società per azioni quindi una forma di agenzia che assume carattere di struttura privata).
Da questi elementi deriva che un'agenzia per l'impiego in Piemonte deve rappresentare il braccio operativo della Commissione regionale per l'impiego (sede, questa, dove le quattro parti, ministero del lavoro Regione, imprenditori e Sindacato, interagiscono e determinano scelte sulle politiche attive del lavoro, sulla gestione del mercato del lavoro) sulle quali scelte l'agenzia potrà attivarsi.
L' obiettivo è di migliorare l' incontro, come si dice canonicamente tra la struttura dell'offerta e la struttura della domanda di lavoro, e di intervenire su aree di lavoratori caratterizzati da fenomeni particolari e molto specifici per la Regione Piemonte (ricordo: i disoccupati adulti, i cassaintegrati, cioè la presenza di lavoratori in mobilità da parecchio tempo, segmenti di mercato del lavoro di estrema marginalità, come le nuove povertà e così via).
Un altro dei temi che l'agenzia dovrà trattare, oltre a migliorare il rapporto tra domanda e offerta, è intervenire in modo mirato sui segmenti in difficoltà del mercato del lavoro e quello di attivare, coordinandoli tutti gli strumenti che possono far emergere occasioni di lavoro (quella che viene definita "job creation"). La grande parte delle indicazioni dell'esperienza indicata per l'agenzia per la Campania sono stati colti nel nostro documento; sottolineando però che il Piemonte ha alcune specificità che l'operatività dell'agenzia, ed ecco la ragione di un'agenzia regionale e non una grande macro-agenzia di carattere nazionale, è in grado di cogliere. Oltre alle nostre aree critiche del mercato del lavoro, abbiamo per esempio, gli interventi straordinari Gepi a Pallanza, l'intervento della CEE sulle aree di crisi del tessile, con il regolamento 213 e altri interventi, il coordinamento dell'uso della domanda pubblica, in modo di avere un raccordo con i problemi del mercato del lavoro nella forma massima possibile. Si può anche pensare all'uso ottimale del Fio per quanto riguarda il raccordo cori l'occupazione.
Studiare e proporre esperienze ed esperimenti di nuove forme di utilizzo di istituti contrattuali e legislativi, con deroghe anche degli istituti vigenti: possiamo dire che nell'articolazione con cui viene presentata dalla Commissione lavoro della Camera, viene proprio recepito questo aspetto, permettere alle Commissioni regionali per l'impiego e quindi all'operatività delle agenzie di poter derogare sperimentalmente ad alcune gestioni statali di politica del lavoro.
Sull'attivazione delle iniziative non assistenziali di "job creation" si sottolinea la necessità di raccordarsi con tutte le strutture che possono, pubbliche e private, concorrere a questa massimizzazione delle opportunità di lavoro.
Le operatività dell'osservatorio del mercato del lavoro. Altro elemento importante, fondamentale per la conoscenza del mercato del lavoro, per il raccordo con le politiche formative; quello che si potrebbe chiamare (non è espresso così nel documento) uno sportello informativo per le occasioni di lavoro, in modo che possano essere estremamente trasparenti quelle che sono le opportunità di lavoro per le persone in cerca di lavoro.
La Commissione regionale per l'impiego dovrà valutare nel merito i progetti elaborati dall'agenzia. L'agenzia è tenuta a conformarsi al parere e alle indicazioni della Commissione regionale per l'impiego. Non diventa dunque un organo sostanzialmente tecnocratico e slegato dall'operatività e dalle indicazioni politiche che vengono espresse dalla Commissione regionale per l'impiego.
Un tema importante - sul quale non sempre si fa troppa chiarezza - è il rapporto tra Commissione regionale per l'impiego e l'ente Regione nel suo ruolo istituzionale. Occorre tener conto che l'operatività della Regione dovrà realizzarsi nell'ambito di una cooperazione rispettosa della nostra autonomia, trattandosi questa di una sede elettiva, dove vengono determinate delle politiche e non potendo non avere una successione di sedi di mediazione. Evidentemente la Regione esprimerà una serie di posizioni all'interno della Commissione regionale per l'impiego, ma come frutto di una dialettica dell'assemblea elettiva.
L'agenzia, nello svolgimento dei suoi compiti, dovrà tendenzialmente avvalersi, in modo prioritario, di tutte quelle strutture, non solo dell'osservatorio del mercato del lavoro, ma anche dell'Università Politecnico, organismi quali gli enti strumentali regionali, le organizzazioni di ricerca privata, la Camera di Commercio, le Banche.
Dunque l'agenzia dovrà essere quell'elemento capace di coordinare quel che è la conoscenza, lo stato di certe situazioni, per poterne esprimere proposte e per lavorare sui progetti validi.
Sulla struttura dell'agenzia evidentemente si pensa, auspicando una operatività per progetti e per funzioni tendenzialmente guardando ad interventi sub-regionali, per il personale che non si possa andare al di sotto di uno zoccolo di 25 unità di funzionari di esperienza che possono essere, oltre che reclutati tra il personale degli enti pubblici, degli enti locali e della Regione, anche all'esterno (come viene indicato dal documento nazionale) con forme di assunzione a tempo determinato. Il Direttore, si scrive nel nostro documento, deve essere indicato dalla CRI e nominato dal Ministero del lavoro. Ci sono alcuni scostamenti rispetto al documento nazionale, ma in termini di principio credo che ci siamo. Il programma di lavoro e il bilancio di spesa dovranno essere verificati dalla CRI; il finanziamento dovrà avvenire per quanto riguarda l'operatività generale, tendenzialmente da parte del Ministero del lavoro.
Questo documento, che adesso pare un punto di arrivo relativamente facile, ma costituisce un dibattito che è partito nel 1976, vuole essere uno strumento capace di coordinare gli interventi che oggi si sviluppano in modo spesso disordinato e antagonistico all'interno del mercato lavoro.
Voglio sottolineare, come nota a parte, che mentre la proposta e l'elaborazione è scaturita in anni particolari del processo produttivo del nostro paese, la concretizzazione della agenzia avviene in un momento abbastanza diverso, anche se oggi troviamo dei segnali di ripresa dell'economia. Indubbiamente nessuno può nascondersi che la cassaintegrazione strutturale è una realtà con la quale dovremmo convivere ancora per parecchi anni, che sacche rilevanti di manodopera adulta dequalificata, specie in regioni a vecchia industrializzazione, sono ancora presenti e che quindi questo strumento rischia di doversi inceppare dinnanzi a fenomeni di grossa portata. Per questa ragione, noi pensiamo in questo documento, come allegato, di parlare del prepensionamento. E ne parliamo anche se si è realizzato l'accordo Fiat e questo a maggior ragione, per dimostrare che sul prepensionamento la decisione nostra e il dibattito non scaturivano solo attorno al problema Fiat. Poniamo il problema del prepensionamento come strumento per risistemare, ridefinire azzerare gli interventi sul mercato del lavoro, che altrimenti qualsiasi agenzia anche la migliore, anche con grandi risorse, non potrebbe sanare.
E' dunque opportuno per superare alcuni nodi, una serie di interventi straordinari sui quali il prepensionamento a 50 anni sembra potersi configurare come una delle leve adatte. L'articolazione di questo prepensionamento dovrebbe essere limitato nel tempo, estremamente selettivo così da non rappresentare, mi sia consentito il termine "abusato", una politica strutturale, ma un elemento particolare per risolvere un ben identificato nodo nel mercato del lavoro, di fronte ad eccedenze difficilmente recuperabili al lavoro di manodopera.
Dovrà avere un selettore particolare; non potrà operare in modo diffuso e generalizzato, ma dovrà intervenire per aree e per imprese, soprattutto rivolgendosi a imprese che siano in grado di non far pesare completamente sulla collettività l'onere del prepensionamento; dall'altro lato utilizzare il prepensionamento anche per un ricambio generazionale all'interno delle fabbriche o per un recupero di cassaintegrati che ancora con età interessante per un buon reinserimento all'interno del ciclo produttivo.
Questa è l'articolazione della proposta sul prepensionamento. Io proporrei, di dare una certa enfasi a questa proposta che avanziamo come Regione, sull'agenzia dell'impiego. E' da valutarsi se nella prossima riunione dei Capigruppo è possibile trovare la forma, non so se con una conferenza Stampa, oppure con qualche altro strumento di comunicazione per portare adeguatamente a conoscenza della collettività piemontese questo tipo di iniziativa.
Non tralascio di ricordare che lunedì verrà insediata la nuova Commissione regionale per l'impiego, presieduta dal Ministro De Michelis.
La presentazione di questa proposta in tale circostanza potrebbe, in qualche modo, trovare, come già per l'esperienza della Campania l'occasione per decollare. Sarebbe un fatto estremamente rilevante, perch non rappresenta solo un titolo, ma una precisa volontà delle parti sociali e dell'assemblea elettiva regionale di poter operare attivamente soprattutto in una fase di ripresa economica per evitare che questa fase porti con se limiti e distrazioni del mercato del lavoro.



MARCHIARO MARIA LAURA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri la mozione unitaria sull'agenzia e sul prepensionamento, illustrata dal Consigliere Tapparo, è considerata dal Gruppo comunista molto importante, perché sottolinea un'esigenza inderogabile, sollecita il governo a prendere, finalmente provvedimenti concreti in materia di intervento sul mercato del lavoro, in materia di politica attiva del lavoro.
Certamente, non si tratta solo di sperimentare le agenzie, di giungere ad un provvedimento straordinario di prepensionamento, sono necessarie politiche del lavoro mirate. A queste politiche bisogna destinare ingenti risorse, in quanto uno sviluppo è tale, se si qualifica in termini di aumento dell'occupazione, in una fase in cui l'inoccupazione e la disoccupazione toccano ormai circa 3 milioni di unità nel nostro Paese.
Noi non pensiamo che si possa impunemente liberalizzare il mercato del lavoro, deregolare il mercato del lavoro: questo è stato sperimentato negli ultimi anni in diversi Paesi e i risultati sono del tutto negativi. Se mai si tratta di stabilire nuove regole, moderne, flessibili, aderenti a processi molto complessi, ad una crescente segmentazione del mercato del lavoro.
Quindi la medicina non è la liberalizzazione, ma semmai nuove e più avanzate moderne regole.
L'agenzia è per noi uno strumento tecnico - manageriale, uno strumento operativo della Commissione regionale per l'impiego. Potrà essere uno strumento validissimo se si avvarrà della operatività di specialisti ad elevata professionalità; se si sperimenterà in un quadro di politiche attive del lavoro; se si, coordinerà con tutti gli altri strumenti, le politiche industriali innanzitutto, le politiche straordinarie per l'occupazione giovanile, in modo tale da poter mettere in relazione la quantità della domanda di lavoro e quantità dell'offerta di lavoro, ma soprattutto mettere in relazione qualità della domanda di lavoro con qualità dell'offerta di lavoro.
Sono tre le aree prevalenti di intervento di questo strumento operativo: l'area critica della forza lavoro, quella dei settori innovativi, quella dei progetti di politiche straordinarie, soprattutto per l'occupazione giovanile.
Da parte nostra muoviamo un appunto critico: in Consiglio regionale concordiamo una mozione unitaria che ha un rilevante valore, ma anche il Governo si sta muovendo; la XIII Commissione della Camera ha approvato in sede legislativa un disegno di legge, costituito da uno stralcio di articoli del disegno di legge 665 e altre proposte di legge di iniziativa di Deputati di vari partiti confluite in un testo unificato.
Questo disegno di legge, ora passato al Senato, contiene dei rilevanti passi indietro. Circa due anni fa il Governo e una parte del movimento sindacale raggiunsero un accordo sulla base del quale si indicavano sette regioni dove sperimentare immediatamente le agenzie per l'impiego.
In questo disegno di legge si afferma che successivamente il Ministro del lavoro, mediante decreto, indicherà le regioni oppure le circoscrizioni dove si sperimenterà l'agenzia del lavoro. C'è di più, noi non abbiamo dubbi che è corretto garantire una direzione unitaria alle varie esperienze che si svolgeranno nelle regioni italiane, ma non si può ledere l'autonomia delle regioni stabilendo centralmente funzioni, nomine, finanziamenti deroghe possibili. E' chiaro che questo strumento non sarà un "carrozzo ne" soltanto se avrà ampia possibilità di sperimentazione nel concreto delle realtà regionali e circoscrizionali. Se si pensa, invece, di costituire un " carrozzone" centralistico, da parte del Ministero del lavoro, è evidente che ci doteremo di uno strumento del tutto inefficace e incapace di agire sul complesso e segmentato mercato del lavoro.
Noi coglieremo l'occasione, nell'incontro con De Michelis, per dire: o l'agenzia è uno strumento agile, aderente alla complessità del mercato del lavoro, con ampie possibilità di deroga e di sperimentazione in sede locale, pur stabilendo indirizzi unitari e nazionali, la cui validità noi non neghiamo, oppure c'è il rischio di dotarsi di uno strumento del tutto inutile, e ciò fa il gioco di coloro che vogliono selvaggiamente deregolare il mercato del lavoro.
Per quanto riguarda i prepensionamenti esistono ancora rilevanti aree critiche la cui forza lavoro difficilmente potrà essere ricollocata; ne ricordo alcune: la Montefibre, la Michelin, le Ceat, l'Indesit e altre aziende minori.
Questo strumento del prepensionamento, provvedimento straordinario fortemente mirato, selettivo e limitato nel tempo, può svolgere, a nostro parere, una doppia funzione di grande importanza: può avere un carattere di sanatoria nelle aziende dove si registrano ancora oggi esuberanze strutturali di manodopera, dove siamo in presenza di migliaia e migliaia di cassaintegrati a zero ore da diversi anni o perfino si manifestano ulteriori eccedenze di forza lavoro. Ebbene, in questi casi, può avere un carattere di sanatoria, può consentire il rientro parziale di cassaintegrati a zero ore da diverso tempo, può alleggerire la "sacca" della cassa integrazione. Questo provvedimento avrebbe una grande utilità anche ai fini di una riforma dell'istituto della cassa integrazione guadagni.
Infatti, non è possibile attuare questa riforma in presenza di "sacche" consistenti di cassintegrati, queste "sacche" vanno alleggerite, e solo successivamente si potrà provvedere ad una riforma che riporti questo istituto alla sua funzione straordinaria.
Può, al tempo stesso, avere un secondo carattere quello di scambio, sia pure ineguale. La realtà economica non è tutta nera, si registra una certa ripresa, un certo dinamismo, vi sono imprese che tornano ad essere dinamiche, che hanno bisogno di rinnovare la forza lavoro, che hanno bisogno di manodopera giovane adatta alle nuove tecnologie, adatta ad una situazione caratterizzata da una rivoluzione tecnico - scientifica. Con questo scambio fra lavoratori che hanno raggiunto i 50 anni di età e giovani avviati a prime esperienze lavorative, daremmo alle giovani generazioni un segnale di grande importanza, anche perché le eventuali politiche straordinarie per l'occupazione giovanile riguarderanno soprattutto il Mezzogiorno d'Italia.
Incideremmo positivamente su una situazione particolarmente difficile dal punto di vista sociale. Lo scambio, attraverso prepensionamenti e ingresso di giovani nei processi produttivi, avrebbe un grande significato oltre che politico ed economico, anche morale. Una società che non si interessi del destino degli inoccupati e dei disoccupati, è una società che non coglie i problemi principali dai quali dipende il suo futuro.
Capisco che è una proposta contraddittoria, lo si è detto anche in IV Commissione, però non vi è provvedimento che intervenga in una materia così complessa che non sia contraddittorio. La principale contraddizione è rappresentata dal fatto che 3 milioni di italiani non hanno lavoro, che 3/4 di questi non hanno speranza di trovare lavoro e sono giovani con meno di 29 anni. Qualsiasi proposta si faccia ha in se elementi di contraddittorietà, ma se si inserisce in un quadro di politiche attive del lavoro, accompagnata quindi da altre misure, può essere un segnale positivo, uno strumento concreto per porre rimedio alla piaga sociale della disoccupazione.
L'ultima considerazione riguarda le politiche necessarie per determinare un maggiore sviluppo: gli ultimi dati statistici ci dicono che la produttività mediamente è cresciuta del 7,1/2%; siamo i primi per incremento di produttività, ma il prodotto interno lordo, aumenta del 2 2,1/2%.
Di questo passo, nei prossimi anni, verranno espulsi dai processi produttivi centinaia di migliaia di lavoratori.
C'è il problema di una maggiore crescita del prodotto interno lordo e soprattutto, c'è il problema della qualità dello sviluppo.
In certi settori è possibile creare centinaia di migliaia di posti di lavoro; ne indico uno solo: quello dell'ambiente. Non possiamo limitarci al problema pur importante dell'agenzia del lavoro, che dovrà operare in modo concertato con l'osservatorio, con le agenzie di job-creation, con tutti gli altri strumenti che intervengono sul mercato del lavoro.
Sono necessarie misure straordinarie. In Parlamento, una nostra proposta chiede che l' 1% del prodotto lordo venga destinato a misure straordinarie per l'occupazione giovanile.
Noi pensiamo che la mozione unitaria abbia un significato importante ci pare che sia una base sulla quale stabilire un rapporto, anche critico col Ministro del lavoro, rispetto al disegno di legge che sta andando avanti in Parlamento. Al tempo stesso, pensiamo che si debba guardare un po' più in là dell'agenzia e dei prepensionamenti: la disoccupazione è il problema di fondo della società italiana non risolvendo il quale potranno essere seriamente compromessi i destini del nostro Paese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Colleghi Consiglieri, viene in Consiglio regionale, dopo un ampio e costruttivo dibattito in sede di IV Commissione, una mozione approvata all'unanimità dalla Commissione stessa.
Si tratta di un documento di rilevante valore per le condizioni che l' hanno determinata, per l'impegno delle forze politiche di giungere ad una visione unitaria cercando di eliminare tutte le situazioni che potevano determinare contrasti tra le diverse parti politiche, ma uno strumento di valore modesto e limitato per quanto si riferisce ai contenuti.
D'altronde, credo che la stessa vaghezza di certe affermazioni sia la prova che è stata ricercata un'unità a fronte di una grossa difficoltà a ritrovare elementi concreti di vera politica industriale da applicare al nostro sistema economico.
In realtà, ci siamo limitati solo a due strumenti particolari contingenti, rinviando ad un secondo tempo il problema più complessivo della politica industriale, l'agenzia del lavoro e il prepensionamento.
Bene, io credo che sia l'uno che l'altro strumento, indicati e trattati, abbiano messo in evidenza, per diversi motivi, grosse perplessità da parte dei Commissari. L'agenzia del lavoro è uno strumento ancora vago non ben definito, al quale ogni parte politica dà dei contenuti diversificati tra di loro.
Gli stessi entusiasmi delle prime ore rispetto ai problemi delle agenzie di lavoro oggi hanno momenti di maggior freddezza.
D'altronde le esperienze che caratterizzano questo strumento sono sempre state estremamente vaghe; ce ne sono alcune, sono già state indicate oggi in questo dibattito, di altre regioni italiane.
C'è stato un convegno qualche giorno fa che ha portato l'esperienza di un'agenzia del lavoro che è operativa, quella di Trento e che, per un preciso e specifico progetto, ha avviato 30 unità di lavoro autonomo impegnando, compresi i titolari delle stesse imprese, 35 unità lavorative.
Mi pare che questo sia un elemento tangibile della vaghezza, della non strategicità di questo strumento, probabilmente l'agenzia del lavoro ha un ruolo, lo deve avere; il ruolo capace di essere l'elemento di incontro della domanda e dell'offerta.
Noi abbiamo esaminato, nell'ambito delle varie consultazioni, degli incontri, dei dibattiti che ci sono stati per questo documento, uno studio fatto dalla Regione Piemonte, per l'osservatorio del lavoro, che esaminava i risultati della formazione professionale, che sono stati estremamente e incredibilmente deludenti.
Questo potrebbe anche essere corretto mediante un esame preventivo di un'agenzia del lavoro che sapesse effettivamente dare una visione completa e costruttiva di quelli che sono questi due mercati che non sempre riescono ad incontrarsi; si è pure fatto uno sforzo per cercare di dare una dimensione, una struttura a questa agenzia del lavoro, credo che le dimensioni date siano in qualche modo ancora non abbastanza certe.
Una parte che mi pare, invece, piuttosto significativa dell'agenzia del lavoro è là dove si dice espressamente che occorre sottolineare che tale ipotesi, cioè d'agenzia del lavoro, avviabile in via sperimentale, debba, a tempi ragionevolmente brevi, essere soggetto ad una verifica in quanto a giudizio unanime della Commissione si dovrà comunque evitare di creare un ulteriore momento di burocratizzazione del mercato del lavoro.
Mi pare che questo dia il senso della grossa difficoltà e perplessità nel muoversi in questa direzione.
Quando sento parlare di agenzie del lavoro come momento decisivo per superare certe difficoltà industriali ed economiche del mercato del lavoro ho alcune grosse riserve.
Riserve e perplessità anche in ordine ad altri strumenti che sono stati individuati; si è parlato molto di job-creation, come di un qualcosa che crea nuova progettualità, nuova capacità imprenditoriale.
Anche in questo ho delle perplessità nelle affermazioni più normali che si fanno, di job-creation collegate alla produzione ordinaria e normale.
Unico elemento che può dare a questo strumento un contenuto qualificato e valido è il collegamento con il mondo della ricerca del Politecnico della scuola; perché forse le ricerche teoriche, fatte in questi ambienti possono trovare dei momenti di concretizzazione, dei momenti di realizzazione con queste forme di job-creation.
L'ultima parte del documento parla del prepensionamento: su questo argomento c'è stata una unanimità da parte della Commissione nell'individuare alcune caratteristiche che devono ricorrere in un eventuale provvedimento di prepensionamento.
Sono indicate in modo molto esplicito, credo, nel documento che abbiamo approvato; si tratta di uno strumento, necessariamente e rigorosamente straordinario, selettivo e limitato nel tempo, un qualche cosa che non possa e non debba essere completamente scaricato sul debito pubblico e sulla finanza pubblica, deve essere uno strumento capace di dare una qualche risposta alla cassa integrazione a zero ore ed infine essere un elemento non che crei, anziché togliere, situazioni di difficoltà o di rendita sociale.
Non deve essere quell'elemento che consente a qualcuno, a qualche privilegiato di cumulare redditi di pensione a reddito di lavoro nero o anche non nero, a volte.
Ecco questi sono i contenuti che hanno caratterizzato il dibattito avvenuto nella Commissione; credo che per operare senza elementi di contraddittorietà, come qualcuno ha detto nel dibattito oggi, occorra la ricerca di strumenti che, comunque rivestono sempre in qualche misura il carattere dell'assistenzialità.
Occorre affrontare seriamente il problema di lunga scadenza che è l'unico elemento non di contraddittorietà, che consentirà veramente di affrontare il problema del lavoro non come un fatto congiunturale del momento, ma con una scelta di ampio respiro. E' inutile continuare a parlare dei disoccupati, del mezzogiorno, dei giovani che non trovano lavoro, quando in realtà tutte le operazioni che facciamo tendono a garantire e a tutelare coloro che nel mondo del lavoro sono già entrati o comunque in qualche modo già vi partecipano, lasciando sempre fuori coloro i quali non sono riusciti ad entrare ancora una volta nel mondo del lavoro e che aspettano solo uno sviluppo complessivo per poterlo affrontare.
Noi crediamo che queste siano le condizioni che dobbiamo in qualche modo cercare di creare, questo deve essere l'impegno, per quanto è di nostra competenza regionale di attuare una politica industriale capace di agevolare uno sviluppo di questo genere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il nostro Gruppo apprezza il lavoro predisposto ed elaborato dalla Commissione competente e ne condivide le linee e gli orientamenti. Mi pare mol-to corretto immaginare che l'obiettivo a cui si tende è di realizzare una struttura conoscitiva ed operativa, molto agile non solo nella possibilità di muoversi in orizzontale, ma in verticale rispetto ai soggetti del rapporto che stiamo trattando, in modo da poter essere punto di riferimento e di posizione dialettica rispetto alla Commissione regionale per l'impiego.
Il collega Tapparo, sempre molto attento a questi aspetti, ha detto giustamente che questa nostra iniziativa sembra giungere fuori tempo nella misura in cui sembrano allentarsi alcuni nodi duri che avevamo riscontrato in tempi non lontani e sembrano presentarsi di fronte a noi scenari più favorevoli.
Questo mi pare giusto concettualmente, mentre politicamente temo che abbia ragione il collega Ferrara nel senso che non possiamo considerare quanto è avvenuto nella felice soluzione - almeno noi la consideriamo tale della vicenda FIAT con il rientro dei cassintegrati come un fenomeno strutturale, ma come un fenomeno di assestamento.
Probabilmente siamo di fronte a un periodo nuovo e alla chiusura di un periodo vecchio. Il terremoto si è assestato, il processo si è consolidato e le onde di consolidamento sono state di segno positivo anziché negativo.
Però, la Regione Piemonte che è tra quelle più avanzate di Italia, in termini di politica industriale e di cultura industriale ha i suoi doveri perché è consapevole che quanto produrrà porterà a risultati indotti ben al di là dei suoi confini.
E' evidente che bisogna avere ben chiari alcuni punti di riferimento rispetto ai quali non dobbiamo farci grandi illusioni. Si è parlato di nuova qualità di sviluppo e di più sviluppo. Realisticamente bisogna pur sempre considerare che noi siamo tra gli otto Paesi più industrializzati del mondo, ma siamo, rispetto agli stessi, in una condizione al massimo di competitività, il che vuol dire di essere concorrenziali.
Ho qualche difficoltà ad immaginare in tempi brevi una capacità del nostro Paese di accrescere il prodotto interno lordo a discapito di quello prodotto da altri Paesi. Ho qualche difficoltà in sostanza ad immaginare una capacità di produrre in più, non solo di produrre meglio e a costi inferiori o in rapporto di produttività più favorevole rispetto alla Germania Federale, ai Paesi del Nord, alla Francia e all'Inghilterra.
Probabilmente, questa agenzia si colloca come un momento importante di una riflessione anche di ordine culturale. Temo che l'esperienza fatta in altri Paesi debba essere di testimonianza. Dobbiamo probabilmente prospettare alle nuove generazioni l'esigenza di accettare una nuova qualità del lavoro, nel tempo, nelle modalità e temo anche in termini di remunerazione.
Un collega ricercatore, di cui sono amico, dice che gli 8 milioni di nuovi posti di lavoro realizzati da Reagan negli Stati Uniti in Italia non sarebbero considerati tali né dal punto di vista della qualità della prestazione, né dal punto di vista della remunerazione.
E' evidente quindi che bisognerà far crescere una cultura del posto di lavoro molto diversa rispetto al passato. Dovremo abituare la gente a capire che l'accesso al posto di lavoro non è un concorso che si fa "una tantum" nella vita dopodiché è garantito il posto di lavoro sempre comunque e quantunque, ma che siamo all'interno di un processo di mobilità e di esigenze in un continuo rinnovarsi del bagaglio di professionalità di cui siamo dotati. Questo processo di mobilità anche di natura culturale esige un momento di governo e soprattutto di attenzione. E questo è uno degli scopi che si prefigge l'agenzia prospettata dalla IV Commissione.
Noi siamo consapevoli dell'esigenza di affinare degli strumenti che conducano il mercato del lavoro in questo processo, certamente lungo, per molti versi anche inesplorato, quindi difficile da immaginare e da ipotizzare, perché mentre abbiamo qualche possibilità di immaginare sulla scorta di quanto possiamo conoscere e prevedere per i grandi trend che attengono ai grossi processi macroeconomici, probabilmente è più difficile capire quali saranno i trend dei settori nuovi ai quali affidiamo la soluzione del problema dell'occupazione. Mi riferisco per esempio all'impresa minore, all'artigianato e alla terziarizzazione, settori rispetto ai quali si dimostra sempre grande attenzione, ma che abbiamo difficoltà a capire e a misurare in che termini possono incidere sul processo di recupero del fenomeno della non occupazione nel nostro Paese.
C'è un'esigenza di rappresentare al Ministro la necessità di sapere se questa struttura che noi andiamo ad ipotizzare abbia in una qualche misura la possibilità di incidere concretamente nelle decisioni della Commissione regionale dell'impiego per non vanificare e frustrare le intelligenze e le risorse di natura politica, intellettuale e magari il consenso sociale che andiamo a bruciare su queste esperienze. Per cui partiamo su questa esperienza soltanto quando ci siamo garantiti un margine sufficiente di produttività di questo lavoro, altrimenti rischiamo di accendere soltanto delle speranze, mobilitare delle risorse e del consenso, rispetto alle quali se il riscontro non è concreto e positivo, si determinano soltanto dei fenomeni di frattura sociale e politica, che sono certamente l'ultimo dei risultati che possiamo pensare.
L'esperienza che ho svolto nella Commissione alla quale facciamo riferimento mi fa però pensare che questa consapevolezza di necessità di adattamento al nuovo, quindi anche ai nuovi strumenti, debba essere non soltanto del Ministero, non soltanto delle istituzioni, ma anche dei soggetti presenti in Commissione.
Mi pare positivo che con la riforma la Regione sia finalmente rappresentata dall'Assessore e non solo più da rappresentanti nominati dalla Regione. Il nostro Assessore ha un'autorevolezza e un ruolo che in precedenza il collega Tapparo riusciva a supplire con la sua capacità, ma che indubbiamente erano indeboliti dalla sua mancanza di legittimazione legittimazione che conquistava sul campo, ma che a monte non aveva. Il collega Tapparo era un Commissario come lo ero io, votava, esprimeva delle valutazioni, ma non era portatore di alcuna rappresentanza istituzionale.
Questo salto è ora significativo.
Confido anche che le altre parti sociali presenti nella Commissione regionale per l'impiego sappiano cogliere questa esigenza di disponibilità a guardare con grande interesse i momenti di novità che ci sono nella società. E' nostra impressione che soltanto dagli elementi di novità nello sviluppo e di sviluppo nella novità nascono gli spazi e le prospettive per il recupero dei tassi di non occupazione.
Siamo una regione caratterizzata, per fortuna sua o per incidente suo dipende dai punti di vista, come la regione industriale per eccellenza quindi funzionalmente interessati al processo di innovazione tecnologica più significativo, più importante nel nostro Paese. Attenzione però, sarà un processo permanente.
Non si tratta di veder realizzato lo stabilimento di Rivalta che da 10 anni continua a produrre su linee di montaggio che vengono rinnovate nel modello ma non nella tecnica, ma qui siamo di fronte a un processo che con la telematica e le scienze dell'informatica tende a essere permanente.
Quindi il processo di riduzione della forza lavoro presso la grande azienda è un fatto ormai fisiologico con il quale dobbiamo abituarci a convivere.
Proprio perché dobbiamo abituarci a convivere dove quel fenomeno è più positivo, nella misura in cui aumenta la produttività del sistema, ma dov'è anche più drammatico dal punto di vista dell'impatto sociale, si misura ancora più che non in altre aree la capacità di governo della classe politica che è chiamata a governare.
Confido che la Giunta e i colleghi che a queste cose si interessano sapranno cogliere gli stimoli che dal dibattito in Consiglio sono emersi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Staglianò. Ne ha facoltà.



STAGLIANO' Gregorio Igor

La ringrazio signor Presidente. Sarò breve in quanto ho avuto modo di pronunciarmi su questa proposta maturata nella Commissione lavoro durante il dibattito seguito alla comunicazione dell'Assessore Genovese sulla vicenda FIAT.
Il Gruppo di DP valuta complessivamente in maniera positiva il lavoro che si è svolto nella IV Commissione sull'argomento che qui dibattiamo.
Avvertiamo l'esigenza che nei confronti del Ministro del lavoro si facciano passi concreti per attrezzare la nostra Regione di strumenti adeguati ad intervenire in un mercato del lavoro in profondo mutamento.
D'altra parte non ci sfugge che l'Agenzia regionale per l'impiego questo servizio che si tende ad istituire non è che un aspetto ed un'articolazione del problema più generale che riguarda la ristrutturazione del mercato del lavoro.
Oggi il mercato del lavoro è regolato sostanzialmente dalla legge del 1949 che è notoriamente inadeguata. La riforma su cui si è lavorato negli anni passati in Parlamento è bloccata sin dal 1981 dopo l'approvazione da parte del Senato della legge 1602, già 760.
Il blocco di questa discussione politico - legislativo deriva dalla non raggiunta mediazione fra gli interessi contrapposti delle parti sociali in campo. Da una parte le rigidità, intese come garanzie di non discriminazione, richieste dalle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori e dalle forze di sinistra; non discriminazione che, a nostro avviso significa ancora oggi, per una parte consistente del lavoro che c'è a disposizione, chiamata numerica dal collocamento. Dall'altra c'è la flessibilità (che sostanzialmente è richiesta di mano libera alla selezione unilaterale della manodopera) proposta dalle Organizzazioni imprenditoriali attraverso le chiamate nominative generalizzate.
Di fronte a questo stato di cose, che ha visto indebolirsi il rapporto di forze da parte delle Organizzazioni dei lavoratori, assistiamo alla scelta politica (operata nella nuova legislatura) di non affrontare i nodi sul piano della mediazione parlamentare. E' la scelta di non concludere a quel livello la discussione, e di favorire l'evoluzione dei rapporti diretti fra gli interessi sociali contrapposti.
Come possiamo interagire di fronte a questa situazione? Attraverso una struttura di servizio quale può essere l'Agenzia per l'impiego che non susciti aspettative di intervento a cui poi non si è in grado di corrispondere.
Sostanzialmente, quello che oggi si può fare, a nostro avviso (e in questo senso si è svolta la discussione per numerose settimane nella IV Commissione permanente del Consiglio), è razionalizzare in un servizio unificato gli strumenti che già oggi si hanno a disposizione. I colleghi della Commissione si ricordano che c'è stata un'accesa discussione in merito alla possibilità (o meno) di attivare processi di job-creation richiesta dalle Organizzazioni sindacali e affrontata da un'ottica specularmente opposta dalle Organizzazioni imprenditoriali nelle audizioni avute in IV Commissione.
Ma come possiamo attivare dei processi di job-creation se non abbiamo strumenti finanziari e se non si hanno deleghe precise da parte del Parlamento nazionale per intervenire al riguardo? Quello che oggi noi possiamo fare, e di cui sentiamo il bisogno, è un atto di verità, che significa, oggi, razionalizzare tutta la strumentazione che abbiamo a disposizione per cercare di favorire l'incontro tra domanda ed offerta, sapendo che questo non è per nulla pacifico e nemmeno indolore.
Pensiamo, ad esempio, a come vengono utilizzati oggi, i contratti di formazione lavoro. Ci sfugge, forse, che i contratti di formazione lavoro in diverse circostanze, sono usati come assunzioni nominative a tempo determinato? Ma se questo istituto viene utilizzato così, quale processo formativo reale si innesta nella forza lavoro? Se, in sostanza, invale il principio di aggirare le norme vigenti, di avvantaggiarsi di un po' di contributi pubblici e di mettere in secondario piano il processo formativo.
Un'agenzia di servizio, come può essere l'Agenzia regionale per l'impiego, deve evitare che questi meccanismi si riproducano.
A me pare necessario ribadire questi concetti perché non abbiamo condiviso, pur apprezzandone lo sforzo propositivo, l'enfasi che, in alcuni momenti della nostra discussione in IV Commissione, si è posta sull'Agenzia, perdendo la misura di quello che realmente, poi, si può fare a livello regionale.
Su un punto ho già avuto modo di manifestare il nostro giudizio critico in Commissione; è, perciò, solo parzialmente vero quanto diceva il Presidente della IV Commissione, Ferrara, intervenendo poc'anzi. Mi riferisco al punto sul prepensionamento, sul quale il giudizio della Commissione non è unanime essendoci già espressi ripetute volte in maniera negativa. Noi di DP riteniamo il prepensionamento una leva sbagliata per risolvere le eccedenze di manodopera determinate dalle ristrutturazioni tecnologiche.
Già nel dibattito che si è svolto sulla FIAT, dicevo che, come Regione a questo punto, non ci si può limitare a dare un unico segnale nel confronto che avremo con il Ministro del lavoro De Michelis, e che sarebbe quello di tendere verso uno scambio generazionale (quanto poi reale lo vedremo), tra "vecchi" lavoratori spremuti e buttati e "nuovi" lavoratori più freschi, consentitemi, compagni del P.C.I., ma questa è un' aberrazione culturale nella visione della società civile. A cinquant'anni, una persona è da buttare? Oppure, attraverso processi di formazione, di riqualificazione, certo, difficili, noi dobbiamo cercare di mantenere un'identità sociale e umana a pezzi consistenti di società emarginati oggi dal processo di ristrutturazione.
Rispetto alla proposta del prepensionamento, quindi, la nostra valutazione è che siamo di fronte ad una alternativa abbastanza secca, per come potrà essere affrontata: o i soldi pubblici servono per contribuire a ridurre l'orario di lavoro, a ridistribuire il lavoro che c'è, attraverso ad esempio, strumenti come i contratti di solidarietà, che una parte del movimento sindacale ha avanzato, oppure, con gli stessi soldi, è inutile illuderci che si possa fare una cosa e l'altra.
Quegli stessi soldi, con il prepensionamento di lavoratori d'aziende in attività, serviranno a marginalizzare un pezzo di mercato del lavoro quello più debole. La nostra scelta, strategica, di prospettiva, oserei dire di civiltà, è quella di tendere invece alla redistribuzione del lavoro. In questo senso, quindi, può essere utile usare il denaro pubblico per finanziare pezzi di riduzione d'orario che possano consentire di affrontare un processo d'innovazione tecnologica per nulla concluso. Alla FIAT si è ancora a metà strada nei processi di innovazione. Il "bello" deve ancora arrivare, e verrà quando si automatizzeranno i processi di montaggio, dove si assorbe la maggior parte della forza lavoro.
Ecco qui l'opzione strategica: o ci si mette su un versante, oppure su di un altro opposto. La nostra scelta è molto chiara: vanno, certo affrontati e risolti i problemi disperati di lavoratori che non hanno più l'azienda; in questo senso, possono essere studiate soluzioni "ad hoc".
Vorrei però un atto di onestà da parte dei compagni del Gruppo comunista e da parte degli altri Commissari della IV Commissione; si è battuto molto sul tasto dei prepensionamenti nel dibattito dei mesi scorsi perché c'era l'emergenza FIAT; dopo di che l'azienda, con una mossa a sorpresa, spiazza tutti promettendo il riassorbimento dei cassintegrati rimasti, avviando, peraltro, un disegno preoccupante come quello di subordinare costantemente all'andamento del mercato automobilistico fuso della forza lavoro.
E allora! Se molto del peso che si attribuiva ai prepensionamenti era determinato dall'emergenza FIAT, a maggior ragione oggi, nei confronti con il Ministro De Michelis nel prosieguo del nostro lavoro, dobbiamo cercare di raddrizzare Passe e il versante sui quali la maggioranza e il PCI hanno lavorato.
Non mi dilungo più su concetti e posizioni politiche su cui ci siamo già espressi e su cui, sicuramente, il lavoro non è concluso. Se, per come ho già avuto modo di dire in IV Commissione, la mozione si vota così integralmente, ci si costringe ad un voto di astensione.
Propongo, perciò, che il documento si voti per parti separate, quella riguardante l'Agenzia e quella riguardante il prepensionamento, poiché su questo secondo aspetto, com'è ormai chiaro, da parte nostra non c'è consenso ad un indirizzo politico che si intende portare al confronto con il Ministro De Michelis, quando verrà, finalmente, a Torino per parlare con noi e, avviare, quindi, l'insediamento della Commissione regionale per l'impiego, di cui, come è stato detto, l'Agenzia intende essere uno strumento operativo, con quelle caratteristiche di verità che cercavo di indicare prima, proprio per non illuderci e non illudere e non indurre ad aspettative a cui la Regione non potrà far fronte.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Marchini per mozione d'ordine.



MARCHINI Sergio

Chiedo scusa al collega che sta per prendere la parola, ma l'obiezione posta dal collega, in ordine alle due parti del documento si pone come un'esigenza di mozione d'ordine.
Mi pare che la divisione del documento sia fatta per dare la possibilità di esprimersi in modo diverso anche dal punto di vista formale.
Il documento avrebbe più senso e sarebbe più elegante se scisso in due documenti, l'uno diretto all'Agenzia del lavoro, l'altro diretto alla problematica del prepensionamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

La IV Commissione ha svolto un lavoro positivo, attento, approfondito partito il 10 ottobre dalla mozione presentata dal Gruppo comunista e dal successivo dibattito intervenuto in quest'aula.
Si può ben dire che è avvenuto un confronto approfondito, anche con la presenza della Giunta, dell'Assessore Genovese, e, quindi, che i temi siano stati esaminati abbastanza a fondo.
Certo, siamo di fronte ad uno scenario che si sta ampiamente modificando: dall'ottobre '85 ad oggi molte cose sono cambiate, sono nate aspettative diverse. C'è stato anche un diverso movimento del mercato per cui, in qualche modo, la "questione FIAT" si è ampiamente modificata.
Non credo influisca solo un fatto di flessibilità. Certamente, la FIAT ci ha spiazzati: proprio Annibaldi è venuto in IV Commissione a sostenere il prepensionamento come unico sbocco per questa massa di lavoratori, e pochi giorni dopo, abbiamo avuto la notizia sulla riassunzione (almeno programmata) dei "5000".
Ma probabilmente, succede l'opposto di quello che si pensava: in una fase di ripresa del mercato, è più difficile imporre ritmi maggiori di produttività, è più arduo selezionare all'interno della fabbrica all'interno-dei settori produttivi e portare avanti metodologie produttive nuove, grandi meccanizzazioni.
La necessità di assumere è conseguenza di una ripresa della domanda dell'auto: questo è indiscutibile. Si gioca, quindi, la carta della flessibilità, ma anche in funzione di una produttività che, certo, è destinata ancora a crescere ma non è detto, come per un certo periodo si è pensato, che debba andare sempre a danno dell'occupazione, ma potrà essere elemento che, poi, ripropone l'allargamento della base produttiva e quindi, la necessità di richiami occupazionali.
A mio parere lo scenario sta cambiando, poiché sta cambiando lo scenario economico internazionale: ci sono delle prospettive, per l'Europa di ripresa della produzione e di ripresa del prodotto lordo.
L'economista Modigliani parla di cinque anni, di fronte a noi, di ripresa economica: probabilmente è un ottimista, ma certo di pessimismo ne abbiamo avuto già a sufficienza, un po' di ottimismo può giovare, se non altro per le aspettative che sempre esso crea.
Senza eccedere in tal senso, penso che di fronte ad una ripresa produttiva forte, ad una ripresa di mercato anche l'occupazione non potrà non trarne beneficio. Tuttavia, lo scenario che cambia non ci deve porre in una posizione diversa di fronte ai nostri problemi, o condurci a giudicare improvvisamente superato, non utile, quello strumento dell'Agenzia, che invece, abbiamo chiesto per molto tempo come necessario di fronte all'eccezionale situazione occupazionale dell'Italia, ed in particolare del Piemonte.
Credo che si sia fatto bene a portare avanti il documento sull'Agenzia lo si sia impostato, anche, correttamente, puntando su uno strumento assolutamente agile, che deve dare risposte precise che sono attentamente elencate nel documento, non soltanto per la gestione dell'emergenza, che è un fatto importante, ma anche per proporre la sperimentazione di nuove forme di istituti contrattuali che hanno trovato una difficoltà reale, come già è stato detto anche dal Consigliere Staglianò, ad essere attuati.
In definitiva occorre anche tentare la sperimentazione della job creation sulla quale, peraltro, c'è stato ampio dibattito. Noi avevamo anche posto come Gruppo della D.C. di trattare il problema della job creation a parte, separatamente, e abbiamo poi convenuto sulla opportunità di portare, comunque, avanti la proposta complessiva dell'Agenzia del lavoro in modo che comprenda anche questa parte importante della promozione dei posti di lavoro, convinti che ci si debba muovere su questo settore e che l'impegno che il Governo ha assunto con il Ministro De Michelis debba essere, in qualche modo, onorato.
Sappiamo che è stato presentato un disegno di legge che rinvia ad un successivo decreto, l'importante è che questo venga stilato rapidamente e che riguardi il Piemonte.
In Commissione si è posto anche un altro problema: se avessimo dovuto proporci uno strumento di agenzia in via sperimentale regionale autonomo in mancanza del provvedimento nazionale. Abbiamo scartato questa ipotesi lo voglio ricordare, perché si tratta di un aspetto non emerso sinora nel dibattito, l'abbiamo scartato concordemente in Commissione seppur sostenuta da taluni ambienti sindacali per non indebolire quello che deve essere oggi l'atteggiamento del Consiglio regionale: un atteggiamento di fermezza nel richiedere al Governo, al Ministero del lavoro e conseguentemente al Parlamento o prima al Parlamento e conseguentemente al Governo, per quello che attiene al decreto, un'iniziativa in questo senso sperimentale per il Piemonte in modo da verificare nella realtà la sua funzionalità, la sua rispondenza e verificare la sua capacità di essere un elemento nuovo e positivo in questa fase difficile del mercato del lavoro in Piemonte.
E' importante che l'Agenzia sia inserita come collegamento alla Commissione regionale per l'impiego. L'esperienza che ho avuto anch'io nella Commissione regionale per l'impiego certo è un'esperienza complessa.
Non vedrei tutto negativo, neanche i contratti di formazione lavoro che in sostanza sono serviti a portare posti di lavoro consistenti. Certo nel contratto di formazione lavoro c'è stata la componente della chiamata nominativa, ma non sarei così sbrigativo come il Consigliere Staglian nell'affermare che si tratta soltanto di un'assunzione a tempo determinato perché mi pare che i primi contratti che sono andati a termine hanno invece dimostrato che le assunzioni sono diventate in gran parte definitive e quindi l'elemento formativo è andato di concerto con l'altro, certamente importante, della chiamata nominativa. Il ruolo che la Commissione per l'impiego potrà in futuro svolgere sarà più netto e l'Agenzia potrà essere un elemento utile.
Penso che in vista dell'incontro del 14 aprile con il Ministro De Michelis sia molto significativa l'approvazione del documento e sia utile questa presa di posizione favorevole all'Agenzia.
Circa i prepensionamenti, noi ci siamo arrivati con molta gradualità ci siamo arrivati, anzi, soltanto di fronte ad un provvedimento che ipotizza prepensionamenti in casi assolutamente eccezionali, lo vorrei ribadire, perché noi eravamo sul prepensionamento abbastanza scettici o lo rinnoviamo. Abbiamo sempre ritenuto importante anche il problema dell'orario di lavoro e del suo nuovo dimensionamento come richiesto particolarmente dalla CISL. Non si tratta di fare una scelta in un versante anziché sull'altro: o prepensionamento o riduzione dell'orario. Il prepensionamento può essere accolto soltanto come elemento eccezionale di fronte a casi di impossibilità di riciclare personale anziano e non qualificato nel sistema produttivo.
La soluzione del problema Fiat rende meno pressante il tema del prepensionamento e anche in Commissione ci siamo posti l'opportunità di portare soltanto il testo dell'Agenzia e di rinviare per il prepensionamento ad un ulteriore approfondimento, ma poi è emersa in generale una posizione convergente su un documento comprensivo anche degli aspetti del prepensionamento e su questa linea ci siamo attestati in Commissione per cui non mi pare siano emersi elementi che consiglino o lo stralcio della parte del prepensionamento. Per quel che attiene alla votazione separata è una questione procedurale sulla quale si potrebbe anche addivenire, ma in Commissione si è pensato che anche la parte del prepensionamento dovesse essere mantenuta vista la limitatezza e l'eccezionalità con la quale in questa sede viene posta e considerato anche l'aspetto importante del collegamento fra l'eccezionalità del prepensionamento e la copertura di questo turn over attraverso l'immissione di forze di lavoro giovane nella produzione sul posto di lavoro.
Complessivamente noi ci esprimiamo a favore di entrambe le parti del documento, se si dovesse arrivare ad una votazione separata anche noi voteremo a favore del documento nel suo complesso, perché riteniamo che il documento abbia una sua organicità, un modo di porsi complessivo di fronte al Governo nella richiesta di provvedimenti di carattere straordinario anche se non di larghissima portata per quello che riguarda la situazione del Piemonte.
Lo scenario si sta modificando e può ulteriormente evolversi positivamente, ma sarebbe eccessivamente ottimistico ed errato pensare di poter superare questa fase soltanto con una rapida ripresa del mercato. Ci sono altri problemi strutturali che non possono non essere affrontati con provvedimenti di carattere più specifico come quelli che sono compresi nel documento predisposto ed ora al nostro esame.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Amerio.



AMERIO Mario

Sarò telegrafico perché per il nostro Gruppo ha parlato il collega Calligaro e non ho da aggiungere sui contenuti praticamente nulla, mi limito ad una precisazione su alcune perplessità e dubbi legittimi che sono stati manifestati dai colleghi, per ribadire ancora una volta che per quello che riguarda l'Agenzia non è nell'animo di nessuno di sovraccaricare tale strumento di significati o aspettative che poi non possa trovare una rispondenza reale nell'operatività. Ci rendiamo conto che potrà avere un'incidenza parziale, che sono necessari ben altri provvedimenti, come la riforma del collocamento, del mercato del lavoro e della cassa integrazione il coordinamento delle politiche industriali in assenza delle quali non è l'Agenzia che risolve i problemi del lavoro. Quindi, abbiamo piena consapevolezza della potenzialità da una parte, ma anche dei limiti dall'altra.
Che cosa vogliamo fare nell'attesa? Restare con il collocamento che ci ritroviamo come unico strumento di avviamento al lavoro e di incontro fra la domanda e offerta? 0 vogliamo sperimentare anche parziali e limitati strumenti nuovi di politica attiva del lavoro? Questa è la domanda che poniamo, quindi voglio testimoniare per quel che ci riguarda per la discussione avvenuta nella IV Commissione, che siamo tutti perfettamente consapevoli della necessità di non caricare di soverchie aspettative questo strumento, mentre confermiamo di volerlo attivamente sperimentare.
La seconda precisazione riguarda i prepensionamenti. Voglio ancor confermare che lo strumento del prepensionamento a 50 anni è da noi vissuto come un intervento assolutamente straordinario e transitorio per nulla in alternativa a quello che riteniamo debba essere il nucleo duro delle politiche attive del lavoro dei prossimi anni. La riduzione e redistribuzione del tempo di lavoro va vissuto, invece, come uno strumento di passaggio tra una fase che si chiude, quella della riorganizzazione prevalentemente a risparmio di lavoro dei primi anni '80 e quella dei procedimenti dell'innovazione tecnologica. Si chiude una fase tant'è che Picchetto può parlare di 10.000 nuove assunzioni probabilmente, tant'è che si riaprono relazioni industriali; si chiude una fase che è partita nell'ottobre 1980 ed è arrivata fino ad ora, che è stata caratterizzata da poca innovazione e molto "labour - saving", molte innovazioni di processo per risparmiare forza lavoro, alla rottura delle relazioni industriali dalla cassa integrazione a zero ore di lungo periodo. Si apre una fase che avrà come baricentro l'innovazione tecnologico - scientifica e nuovi e grandi sommovimenti negli anni futuri nel mercato del lavoro.
Noi siamo consapevoli che questa fase nuova non si potrà affrontare con gli strumenti vecchi della cassa integrazione strutturale, del collocamento che non funziona, senza alcun strumento moderno di politica attiva del lavoro. Servono appunto le riforme di cui ho parlato, servono strumenti nuovi, serve l'Agenzia. Ma, perché questi strumenti nuovi non partano con la palla al piede, è necessario che quelle aree, quelle sacche storiche della vecchia fase della cassa integrazione a zero ore, ancora rimanente esclusa la Fiat, la Michelin, la Ceat, la Montefibre, ecc., possono essere risolte con un provvedimento straordinario, transitorio come questo che noi chiediamo.
Quindi nulla a che vedere con un provvedimento strutturale, con una nuova linea di politica attiva del lavoro che sappiamo bene dovrà essere invece, la politica degli orari.
Il motivo principale del mio brevissimo intervento è questo.
Non vorrei che sciupassimo un'occasione importante come è stato il dibattito e come è la conclusione del dibattito sull'Agenzia e il prepensionamento con il documento che fra poco voteremo. C'è un modo sicuro per sciupare questa occasione, è quello di non prevedere un momento di impatto, di verifica e di confronto alto con il Ministero del lavoro e di non pubblicizzare, poiché ne discutiamo in un'ora tarda, senza giornalisti in sala, questo risulta atto in cui unitariamente la Regione perviene.
Se non diamo pubblicità al lavoro fatto in questi mesi e che approveremo, mi auguro all'unanimità, e se non ci preoccupiamo di attivare un canale di confronto con il Governo a breve, noi avremmo lavorato per niente. I nostri consensi e i nostri dubbi saranno valsi a nulla, mentre andrà avanti al Senato uno stralcio della legge 665 sull'Agenzia che noi giudichiamo più piatto, più rigido, più burocratico, meno snello, moderno e flessibile di quello che la Regione Piemonte propone.
Termino il mio intervento con due richieste che ripeto anche se posso sembrare monotono.
l) Come già avevamo chiesto, sia alla Giunta, sia al Presidente del Consiglio di attivarsi affinché il 14 aprile, il Ministro De Michelis non si incontri soltanto con la Commissione regionale per l'impiego, ma nel pomeriggio, con una rappresentanza del Consiglio regionale, ed in particolare la IV e la VI Commissione e gli Assessori interessati 2) che si rimedi alla défaillance di discutere a quest'ora e in questo modo dell'Agenzia, organizzando una conferenza stampa del Consiglio, anche dopo la venuta del Ministro, o analoghe forme di pubblicizzazione, per cui il Consiglio nelle sue massime espressioni, dia comunicazione dell'intesa raggiunta fra le forze politiche che interloquiscono con il Governo per affrontare in modo nuovo i problemi dell'occupazione e del lavoro in Piemonte.
Queste due cose significano lavorare per cogliere al meglio un'occasione possibile, non farle significa prenderle sotto tono, in sordina e avviarci, probabilmente verso risultati minori di quelli che sarebbe possibile cogliere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore al lavoro

Signor Presidente, colleghi la Giunta esprime vivo apprezzamento per il lavoro svolto dalla IV Commissione e per risultati contenuti nel documento oggi in discussione.
La Giunta condivide l'illustrazione del documento che è stata fatta dal collega Tapparo, da cui emergono con chiarezza gli obiettivi e i contenuti dell'iniziativa che la Regione, attraverso la IV Commissione, a seguito del dibattito avvenuto in Consiglio regionale di alcuni mesi fa, ha assunto in modo tempestivo ed opportuno. Le indicazioni del documento sono la traduzione degli impegni assunti con il protocollo di febbraio a livello governativo che prevedeva l'inclusione del Piemonte tra le Regioni avrebbero dovuto esperimentare politiche nuove nell'incontro fra la domanda e offerta di lavoro attraverso l'istituzione dell'Agenzia pubblica per l'impiego.
La discussione e l'approvazione di questo documento cadono in un momento opportuno per due circostanze. La prima circostanza è data dal fatto che siamo in presenza dell'approvazione in sede legislativa, da parte della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati di un testo di legge su iniziative per la sperimentazione di progetti pilota e per l'istituzione delle Agenzie per l'impiego, che, pur non contraddicendo le indicazioni contenute nel documento che abbiamo in discussione, è tuttavia una normativa di carattere generale che rinvia una serie di momenti attuativi a decreti del Ministro del Lavoro, in alcuni casi di concerto con il Ministro del tesoro lasciando aperti degli spazi politici rispetto ai quali l'iniziativa della Regione Piemonte può contribuire a definire con più precisione i contenuti necessari alla sperimentazione di progetti pilota e all'istituzione, anche questa sperimentale, delle Agenzie pubbliche per l'impiego.
Questo è il primo motivo che dà significato politico al voto che stiamo per esprimere in Consiglio regionale.
Il secondo è che dovrebbe essere certa, mi riferisco a quello che diceva poco fa il collega Amerio, la presenza del Ministro De Michelis a Torino il 14 aprile per l'insediamento della Commissione regionale per l'impiego. Se così sarà, certamente non mancheremo di ricordare, anzi la solleciteremo in questi giorni, la necessità di un incontro con le forze istituzionali, in particolare con la Regione, che consenta di chiarire e di precisare i contenuti individuati e proposti dalla IV Commissione consiliare per contribuire alla definizione di una normativa nazionale, che come ricordavo prima si affida ad una successiva decretazione in materia per una serie di atti e di adempimenti essenziali per l'istituzione delle agenzie pubbliche e per l'impiego.
Credo sia opportuno mantenere in uno stesso documento le proposte riguardanti l'agenzia del lavoro e la materia del prepensionamento per i motivi che da alcuni sono ricordati, anche dal collega Brizio: l'agenzia de lavoro e l'istituto del prepensionamento straordinario anticipato, così come è stato definito nel documento, che io non richiamo e che ha ricordato poco fa il collega Amerio, sono i due problemi principali, che abbiamo di fronte e che dobbiamo sottoporre contestualmente all'attenzione del Governo centrale. Per un verso abbiamo bisogno, proprio per i mutamenti che sono intervenuti e per i mutamenti che si preannunciano e che non paiono essere tutti di segno negativo, di disporre di strumenti e di politiche di intervento flessibili che sperimentalmente possano avviare forme di incontro tra la domanda e l'offerta del lavoro, in grado di corrispondere alla specificità dei problemi del mercato del lavoro di una regione di vecchia e intensa industrializzazione travagliata da profondi processi di ristrutturazione che non sono terminati, ma che presenta dati nuovi e positivi che richiedono però diverse capacità di presenza e di intervento anche da parte del potere pubblico.
Per altro verso, il provvedimento di prepensionamento anticipato straordinario richiesto con il documento, è ugualmente motivato dalla peculiarità del mercato del lavoro della nostra regione; anch'io a nome della Giunta, ho il dovere di sottolineare, come ha fatto il collega Amerio, come il provvedimento di prepensionamento straordinario anticipato debba avere caratteri del tutto straordinari e di temporaneità definita perché nessuno di noi affronta a cuor leggere il problema di un prepensionamento generalizzato a 50 anni che significherebbe l'espulsione dal mercato e dalla vita attiva delle persone a 50 anni.
Per quanto riguarda il prepensionamento dobbiamo ricordare la particolarità della nostra regione: a metà del 1985 noi avevamo una situazione in cui circa il 24% dei lavoratori inoccupati, con trattamento di cassa integrazione straordinaria, aveva più di 50 anni, mentre sul totale dell'occupazione delle imprese questa quantità di cassaintegrati rappresentava il 19%.
Quindi abbiamo una massa notevolissime di persone in cassa integrazione straordinaria da più anni, che superano i 50 anni (il 24% sulla massa dei cassaintegrati, gli uomini sono quasi il 30% in Piemonte) e difficilmente possono rientrare in un ciclo produttivo se consideriamo che quasi la metà dei cassaintegrati con trattamento di cassa integrazione straordinaria sono in tale condizione da più di 3 anni.
La richiesta nello stesso documento, anche di un provvedimento straordinario e temporaneo sul versante del prepensionamento a 50 anni corrisponde quindi ad un'altra delle precise peculiarità del mercato del lavoro così come si è evoluto in questi anni in Piemonte.
Vorrei sottoporre all'attenzione dei colleghi, in particolare a quelli della IV Commissione, come la Giunta ritenga che debba essere ripresa in considerazione la proposta che avevo formalizzato in Commissione e che il collega Tapparo ha richiamato e che, secondo me, è collegabile alla richiesta del prepensionamento anticipato a 50 anni; infatti essa tendeva a configurarsi come misura alternativa rispetto al prepensionamento anticipato straordinario, consentendo alle imprese che assumono in mobilità interaziendale cassaintegrati in tali condizioni da più anni e che abbiano superato l'età dei 50 anni, di fruire di particolari agevolazioni, già previste peraltro sul versante dell'assunzione dei giovani disoccupati.
Dobbiamo renderci conto che il Piemonte ha delle particolarità rispetto ad altre regioni; oltre ad avere grande attenzione per le agevolazioni attraverso i contratti di formazione - lavoro e attraverso altre misure volte all'inserimento lavorativo dei giovani con meno di 29 anni , abbiamo anche, più evidente che in altre regioni d'Italia, il problema di favorire il reinserimento, nel ciclo attivo, di quanti hanno professionalità capacità ed energie e comunque di evitare un'emarginazione generalizzata e senza speranza di quanti hanno più di 50 anni e che sono in cassa integrazione da un lungo periodo.
Questo era il senso della proposta integrativa avanzata a nome della giunta, in IV Commissione e che mi auguro possa essere ripresa in considerazione ed illustrata, comunque, al Ministro nell'occasione che avremo lunedì 14, per una riflessione sia sui contenuti del documento che stiamo per approvare, sia più in generale sui problemi del mercato del lavoro e delle linee di sviluppo industriale della nostra regione.



VIGLIONE ALDO



PRESIDENTE

Non vi sono altri iscritti a parlare sulla mozione di cui vi do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte esaminato il documento relativo alla agenzia per l'impiego ed al prepensionamento, predisposto dalla IV Commissione approva i contenuti del documento allegato, che risponde al mandato conferito alla IV Commissione con l'ordine del giorno del 10/10/85 decide altresì di trasmettere il documento citato al Ministero competente ed impegna la Giunta ed il Consiglio regionale ad organizzare un incontro con il Ministro del lavoro sui temi trattati dall'allegato documento affinch possa essere preso in considerazione per l'attivazione degli strumenti preposti alla gestione del mercato del lavoro, tra i quali l'agenzia assume carattere prioritario".
Pongo in votazione per alzata di mano la mozione per parti separate: da "agenzia per l'impiego" fino "al prepensionamento".
E' approvata all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
da "prepensionamento" fino alla fine.
E' approvata con 33 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno sulla vertenza Standa e licenziamento di 2910 lavoratori


PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno sulla vertenza Standa presentato dai Consiglieri Tapparo, Rossa, Brizio, Genovese, Calligaro Staglianò, Mignone, Reburdo, Ala, Minervini, Ferrara.
Come voi sapete la Standa ha minacciato di licenziamento, in effetti ha già iniziato la procedura di 2910 lavoratori.
In questo ordine del giorno firmato da tutti i Gruppi politici, si contesta il comportamento della Standa e si chiede la revoca invitando la direzione a trattare con la Giunta e con l'Assessorato competente.
Quindi si può procedere attraverso l'Assessore al Lavoro a prendere accordi con la Standa per cominciare le trattative per quanto riguarda il Piemonte.
Pongo in votazione per alzata di mano tale ordine del giorno il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte visto il preoccupante evolversi della vertenza Standa e in particolare il licenziamento di 2910 lavoratori, di cui 164 occupati nelle nove filiali operanti in Torino e provincia visto che tali licenziamenti contraddicono l'accordo nazionale, siglato tra la Standa e le OO.SS. nell'ottobre 1985, accordo che, prevedendo un deciso rilancio della politica commerciale dell'azienda mediante l'attuazione di un piano triennale ('85/87), con l'apertura di 10 centri vendita permetteva l'assunzione di 509 nuovi lavoratori (160 a Torino e provincia) oltre all'assorbimento di 700 lavoratori dei 1750 attualmente in CIG.
Tale accordo prevedeva, tra l'altro, per il raggiungimento degli obiettivi del piano, l'attivazione dei seguenti strumenti: 1) riduzione dell'orario settimanale da 40 a 38 ore, con disponibilità (durante la gestione dell'accordo) a verificare una riduzione a 36 ore settimanali 2) una manovra solidaristica nell'utilizzare 16 ore delle 24, spettanti ad ogni lavoratore quali ferie invernali, allo scopo di consentire un parziale rientro di lavoratori attualmente in cassa integrazione 3) passaggio da full time a part time; 4) riqualificazione del personale per aggiornamento o recupero della professionalità 5) nuove forme di lavoro associato (job creation, cooperative ...) per la manutenzione, la vigilanza, i trasporti e i servizi reali all'azienda 6) ulteriore adozione della CIG a rotazione 7) adozione del prepensionamento. Constatato che il gruppo dirigente della Standa, firmatario a suo tempo presso il Ministero del lavoro dell'accordo nazionale, è stato sostituito da una nuova dirigenza che smentisce tale accordo nei suoi contenuti e nelle sue finalità, procedendo unilateralmente al licenziamento di 2910 lavoratori (di cui 164 di Torino e provincia) adducendo, tra le altre, le seguenti motivazione: mancato rinnovo della CIG dal 25 maggio 1985 mancata approvazione del D.L. per il prepensionamento ad opera del Ministero necessità di razionalizzazione della rete distributiva, mediante il taglio dei punti vendita ritenuti non sufficientemente produttivi.
Esprimendo il proprio stupore sia per il repentino mutamento di posizione e l'irrigidimento della direzione Standa, che appaiono non sufficientemente motivati anche alla luce di un contesto che non ha registrato sostanziali cambiamenti rispetto all'ottobre 1985, data nella quale venne siglato l'accordo, sia per il sostanziale rifiuto ad aderire alla mediazione del Ministero del lavoro valutando positivamente l'accordo firmato nell'ottobre 1985 che costituisce un punto di partenza imprescindibile per eventuali approfondimenti e aggiustamenti ritenendo condizione necessaria per l'avvio di un concreto e costruttivo confronto tra azienda e OO.SS., il ritiro immediato dei 2910 licenziamenti invita la direzione Standa a recedere da posizioni intransigenti e ad accogliere le proposte di mediazione, in particolare quella del Ministero del lavoro la Giunta e l'Assessorato all'industria e lavoro a promuovere un incontro con le OO.SS. di categoria, i Parlamentari piemontesi e gli amministratori di Comuni sedi di filiali Standa per definire le iniziative e le azioni più opportune atte a garantire la salvaguardia dell'occupazione".
E' approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario

Esclusione da parte delle Comunità Europee delle province piemontesi dalle zone "prioritarie" per gli interventi di Fondo Sociale Europeo


PRESIDENTE

C'è, poi, un ordine del giorno presentato dalla Giunta regionale sulla esclusione da parte delle Comunità Europee delle province piemontesi delle zone "prioritarie" per gli interventi del Fondo Sociale Europeo.
Voi sapete che si chiede che il Consiglio regionale chieda al Governo se corrispondono a verità le voci che vedrebbero escluse, dagli interventi prioritari del Fondo Sociale Europeo, tutte le province piemontesi ad eccezione di Torino.
Su quali basi statistiche hanno fatto le valutazioni sopraccitate da parte degli organismi comunitari che intenderebbero escludere in tre aree ancora oggi molto svantaggiate dal punto di vista socio-economico.
Chiedono inoltre che il Governo, tramite i Ministeri competenti, si attivi presso gli organi comunitari affinché venga sospesa questa decisione. Se non vi sono difficoltà lo porrei in votazione per alzata di mano.
Il testo recita: "La Regione Piemonte è stata ed è tra quelle maggiormente coinvolte nei processi di riconversione e rinnovamento del proprio apparato produttivo e per questo motivo ha pagato e sta tuttora pagando un duro prezzo in termini di occupazione e sviluppo economico da parte della propria comunità.
Il sistema delle imprese cerca con difficoltà di far fronte ad una congiuntura che, sebbene non possieda i segni negativi degli anni trascorsi, mantiene tuttavia aspetti non ancora positivi soprattutto in termini di occupazione.
In questo quadro non certo ottimistico, si viene manifestando da parte dell'istituzione comunitaria l'intenzione di assumere, nei confronti della Regione Piemonte, un atteggiamento molto restrittivo per quanto concerne l'utilizzo del Fondo Sociale Europeo per fanno 1987.
E' notizia di questi giorni che nel prossimo anno di gestione del Fondo Sociale Europeo verranno dichiarate zone non prioritarie quelle relative a tutte le province piemontesi, ad eccezione della provincia di Torino.
Questa decisione, oltre a penalizzare ulteriormente intere aree in particolare difficoltà, come l'Alto Novarese, la Valle Scrivia ed altre non consentirà l'accesso al Fondo Sociale Europeo di tutte quelle aziende il cui personale è coinvolto in processi di ristrutturazione, provocando ulteriori problemi nelle situazioni socio - economiche locali.
Manifestando gravi perplessità e preoccupazioni circa le decisioni che potranno essere assunte su questo importante settore il Consiglio regionale chiede al Governo se corrispondono a verità le voci che vedrebbero escluse dagli interventi prioritari del Fondo Sociale Europeo tutte le province piemontesi, ad eccezione di quella di Torino su quali basi statistiche sono state fatte le valutazioni sopraccitate da parte degli organismi comunitari che tenderebbero ad escludere intere aree ancora oggi molto svantaggiate dal punto di vista socio - economico chiede inoltre che il Governo, tramite i Ministeri competenti, si attivi, presso gli organi comunitari, affinché venga sospesa questa decisione che, se attivata, graverebbe negativamente nei confronti di realtà socio - economiche e territoriali già ampiamente compromesse ed in gravi difficoltà".
E' approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Vendita de "La Fiumana" di Pelizza da Volpedo


PRESIDENTE

Esaminiamo l'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Pezzana Bontempi, Ala, Brizio, Staglianò, Mignone, Marchini, Rossa, Majorino Ferrara, inerente la vendita de "La Fiumana" di Pelizza da Volpedo.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte venuto a conoscenza che il quadro "La Fiumana" di Pelizza da Volpedo, fino ad oggi in comodato presso la Regione Piemonte, è stato trasferito a Milano per essere venduto all'asta considerato l'alto valore artistico dell'opera ed il significato sociale della sua presenza in Regione per l'Ente impegna la Giunta regionale a prendere tutte le iniziative necessarie per assicurare al patrimonio culturale piemontese l'opera in oggetto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.



MARCHIARO MARIA LAURA


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Ordine del giorno e interrogazione urgente in merito all'inquinamento dell'acquedotto di Casale


PRESIDENTE

Esaminiamo congiuntamente l'ordine del giorno e l'interrogazione urgente presentati dal Gruppo PCI in merito all'inquinamento dell'acquedotto di Casale.
La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Si sta vivendo la situazione di emergenza di Casale Monferrato, che ha un duplice aspetto, quello del disagio della popolazione per la mancanza di un servizio di acquedotto e quello dell'inquinamento che si sta muovendo nella rete delle falde sotterranee scendendo lungo la pianura Padana e minacciando di inquinare i pozzi dei Comuni che stanno a valle di Casale Monferrato.
Tutto questo richiede interventi di emergenza predisposti e definiti sul piano tecnico e scientifico.
Di fronte a questa situazione voglio richiamare il documento da noi presentato, nel quale si chiedeva, tra l'altro, la costituzione di una Commissione d'inchiesta. Siamo stati a Casale domenica, io con altri colleghi, e abbiamo provato la frustrazione della mancanza di informazione della mancanza di una sistemazione di quanto è avvenuto sia dal punto di vista territoriale, sia dal punto di vista delle procedure.
E' pertanto urgente dare vita alla Commissione di inchiesta perché i Consiglieri regionali possano capire cosa è successo, come è successo e anche perché è successo.
Senza una conoscenza di questo tipo diventa impossibile e frustrante lo svolgimento delle funzioni di Consigliere regionale.
Nel documento abbiamo chiesto di discutere a Casale, in un Consiglio regionale straordinario i programmi di quel Comune, per risolvere i problemi dell'acquedotto, sia in un'emergenza di second'ordine rispetto a quella che si sta vivendo oggi, sia per quanto riguarda le soluzioni definitive da dare all'acquedotto.
Abbiamo chiesto alla Giunta di avere entro 15 giorni, la situazione di tutte le autorizzazioni con documentazione delle ditte autorizzate e della modalità di svolgimento della loro attività.
Abbiamo chiesto alla Giunta di ritirare e sospendere le autorizzazioni perché non possiamo consentire che altre imprese operino, magari sulla falsa riga, anche se non ai livelli dei casi Ecosystem e Ecolibarna in una situazione di rischio per l'inquinamento degli acquedotti e per le popolazioni.
Vorrei che a queste questioni fosse data risposta oggi.
La situazione è di emergenza, è quindi necessario che la Giunta per sua parte e il Consiglio regionale siano messi in condizione di svolgere il loro ruolo e ciascun Consigliere regionale sia messo al corrente di quello che è successo.
Abbiamo oggi presentato un'interrogazione urgente - se altri colleghi di altri Gruppi aderissero alle questioni che vi sono richieste saremo pronti a trasformarle in un ordine del giorno - per chiedere alla Giunta di intervenire immediatamente per realizzare, a Casale, una struttura tecnica di carattere interdisciplinare che operi stabilmente per tutto il periodo di emergenza di cui facciano parte geologi, idraulici, ecologi ambientalisti, esperti sanitari per seguire il lavoro di ricerca delle soluzioni da darsi in merito ad una prima soluzione provvisoria e precaria dell'acquedotto e a soluzioni di carattere definitivo. Chiediamo anche se si richieda l'apporto scientifico del Politecnico e dell'Università per indirizzare, aiutare questa ricerca di possibili interventi acquedottistici nel breve e nel lungo periodo.
A Casale nonostante che i giornali dicano che tutto procede bene, le cose non stanno andando bene. La mia convinzione è che ci si stia muovendo nella ricerca delle soluzioni immediate e anche nella ricerca della soluzione definitiva con grandissima incertezza, con il rischio di prolungare la situazione di emergenza.
Chiediamo anche che venga impiantato un laboratorio di analisi per verificare la potabilità dell'acqua a Casale Monferrato anche in forme precarie, se non si trovano li sul posto già strutture in grado di operare in modo che chi ha pozzi privati possa verificarne la potabilità. Sono piccole quantità di acqua che potrebbero però alleggerire la situazione di una parte delle famiglie, o per verificare la potabilità di falde che sulla collina attorno a Casale potrebbero probabilmente essere utilizzate.
La mia impressione, non polemica, di fronte alla situazione di Casale davvero non valgono le polemiche - lo faccio per una constatazione che ho tratto domenica, passando per Casale e parlando con i cittadini - è che la Regione sia assente e questo si sente; non è affatto vero quello che si dice che la popolazione sia tranquilla e serena. La popolazione sta invece sentendo il peso di un'emergenza che si protrae e l'assenza di prospettive certe e di interventi operativi per toglierla da questa situazione. Io chiedo quindi che la Giunta si esprima su queste questioni e che lo faccia già questa sera per poter dar corso a Casale ad una nuova presenza della Regione, simile a quella che si è avuta nel passato (non faccio una questione di concorrenza), nei casi dell'Ossola, dell'Alessandrino e nei casi dei disastri naturali che si sono avuti, a seguito dei quali la Regione è stata presente con strutture oltre che con direzione politica. Si tratta di aiutare il Comune di Casale, che non ha le strutture tecniche sufficienti per affrontare la situazione, facendoci supportare da capacità scientifiche come quelle del Politecnico e dell'Università, e di andare a collaborare col Comune di Casale per risolvere questi problemi.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Il Collega Rivalta si è decisamente rivolto non tanto a catturare momentanei consensi quanto ad offrire spazi entro i quali ritrovarsi per tentare di dare una risposta ai molti problemi che sono stati sollevati da questa vicenda di Casale Monferrato, la quale va ad aggiungersi ad altri aspetti che attengono alla qualità della vita nella nostra Regione e costituiscono, in questo particolare momento storico, l'affidamento in negativo alla nostra Regione di un ruolo che, a mio avviso, storicamente può riaccostarsi ad altri momenti funesti e tristi di grosso impegno.
Senza voler tragicizzare oltre il necessario, nel ricordare aspetti specifici, direi che quanto sta succedendo merita una maggiore attenzione forse di quanto è stata sin qui rivolta; da qui l'impegno della Giunta regionale a dare congrua risposta convenendo, poi, anche con la parte comunista che ha rivolto l'istanza per affidare al Consiglio ogni elemento conoscitivo affinché si possa avere il quadro totale e la dimensione vera di questo aspetto che attiene alle pubbliche discariche in Casale, lo dico così a mo di parentesi e senza con ciò tentare di fare particolari sottolineature. Stamattina la Giunta riunita d'urgenza ha revocato quattro autorizzazioni per pubbliche discariche e trasporti di fanghi o elementi di discariche proprio per evitare che oltre alla tragedia si scenda verso altri aspetti ancora meno nobili.
Ci sono interrogativi che vengono proposti dai più, ognuno propone la soluzione; c'è stato chi ha proposto, a tutte lettere, di fare un by-pass per collegarsi ad un acquedotto che transita nella zona confinante con Casale e si è appurato che, nonostante ogni migliore volontà, addirittura confortata da un carico di un impegno economico del Ministro Zamberletti questo aspetto non è riconducibile, sotto il profilo realistico, ad una realizzazione produttiva per il superamento dell'attuale stallo. Così anche si ha l'impressione che ci sia questa affannosa ricerca di pozzi, di falde acquifere non inquinate per tentare di dare pari risposta al problema. Pare quasi di vivere di converso e in maniera diversa il fenomeno che un tempo aveva accompagnato la peste di manzoniana memoria, entro la quale si avvertiva che da ogni parte c'era un untore disastrante l'ambiente proponendo soluzioni alternative che non rispondono alla ratio e ai criteri di coordinamento. I suggerimenti che sono stati avanzati dal collega Rivalta saranno decisamente, in tempi stretti e con secchezza, considerati salvo per la parte che attiene all'igiene e alla sanità sulla quale una risposta più approfondita l'Assessore OLIVIERI Aldo ha chiesto di poterla dare nella serata di oggi.
Ritengo che la Giunta debba essere aperta ad ogni tipo di soluzione soprattutto ad avere idee chiare sul come risolvere il problema. Ritengo ancora che questa sollecitazione che ci viene rivolta da Rivalta in ordine alla creazione di riferimenti strutturali solidi, così com'è avvenuto per le passate tragedie e calamità, sia un'osservazione che non possa essere disattesa dalla Giunta regionale.
Devo ancor dire che cercheremo nei prossimi giorni di affinare le armi su questo argomento coinvolgendo il livello politico di Governo centrale oltre quanto già è coinvolto e si è impegnato, cosicché nella giornata di giovedì avremo la possibilità di avere un primo riscontro nel tortonese con il Ministro della Protezione Civile e, nella tarda mattinata, uguale riscontro penso potremmo avere a Casale Monferrato. Per quel momento dovremo presentarci come Regione avendo idee più chiare e proponendoci veramente il ruolo di interprete delle ansie e dell'attesa della nostra popolazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla Sanità

Per la valutazione di eventuali danni che potesse aver avuto la popolazione casalese dall'uso di acque non perfettamente in ordine dal punto di vista degli inquinanti, è pronta una delibera che prevede l'istituzione di una Commissione che comprende quattro medici di Casale (il direttore sanitario, il responsabile all'igiene pubblica, il primario medico e il primario immunomatologo, un rappresentante dell'Università di Torino, il tossicologo forense, un medico del lavoro, epidemiologo dei tumori, un igienista). Stiamo aspettando una risposta dall'Istituto Superiore di Sanità per comprendere nella Commissione un suo membro.
Per quanto attiene ad un laboratorio, Consigliere Rivalta, devo dire che un laboratorio non si può inventare. E' stata tenuta ieri finalmente dopo 5 anni la conferenza dei presidenti delle UU.SS.SS.LL. tributarie del laboratorio di sanità pubblica di Alessandria per verificare vari elementi quindi in primo luogo la questione di Casale oltre a quella di Valenza che teme problemi del tipo di quelli di Casale stante la questione di Pomaro.
La realizzazione di un laboratorio richiede sei mesi di tempo purtroppo è molto lenta la procedura delle Unità sanitarie. Avessimo un laboratorio, lo monteremmo su un camion e lo trasferiremmo. Penseremo anche a questo, però oggi non è che lo possiamo fare, tra l'altro non siamo noi che dobbiamo farlo, ma l'U.S.S.L. Per il momento, si tratta di attivare gli interventi in modo coordinato da parte delle presidenze delle Unità sanitarie attinenti al territorio nei punti più critici, Casale eventualmente Valenza e quei Comuni che sono a valle di questo inquinamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Venerdì mattina ceravamo impegnati a definire una posizione rispetto alle questioni urgenti. Nella mozione era contenuta la nostra posizione su cui è necessario esprimersi. Tutti avevamo rilevato come fosse necessario dopo quella lunga discussione, operare un salto, uno scatto in avanti per dare risposta alla questione in ordine alla presenza della Regione e delle sue competenze relativamente ai problemi di Casale e della zona dell'alessandrino.
Colleghi della maggioranza e della Giunta, quando su argomenti importanti ci si lascia dicendo che entro martedì si definirà una posizione, io credo che sarebbe giusto lavorarci prima per poter arrivare con delle risposte.
Se vi ricordate, nella conferenza dei Capigruppo avevamo motivato la nostra disponibilità, e la nostra presenza, con un po' di fatica, come vedete, perché nei nostri banchi mancano cinque o sei Consiglieri che si sono già assentati per il Congresso che inizia domani mattina.
Signor Presidente, per molte ragioni non voglio essere polemico più di tanto, ritengo però di dover richiamare con molta preoccupazione la Giunta ed anche la maggioranza su questo perché qualcosa non funziona nei collegamenti e nella capacità di stare nei tempi dovuti quando si assumono degli impegni. E' vero che l'emergenza purtroppo è destinata a durare, ma è anche vero che alcune decisioni sono da prendersi subito, non dopo dieci giorni (posto che fra dieci giorni si arrivi a concludere qualcosa), perch quello che non si è fatto in tre o quattro giorni, non so come in questa fase possa essere recuperabile: è un elemento di grande debolezza.
Faccio una proposta, signor Presidente, ai Gruppi di maggioranza. Noi abbiamo presentato una mozione con nostre proposte, alcune delle quali sono tipicamente da assumersi in sede parlamentare, nel senso che possono assumersi qui con la volontà di tutti. Altre proposte, invece possono essere assunte direttamente dalla Giunta e, in qualche misura, persino dalla Conferenza dei Capigruppo o dall'Ufficio di Presidenza. In altre parole, dobbiamo trovarci di nuovo in Consiglio per prendere decisioni su alcune questioni essenziali che abbiamo proposto noi e su altre che riteniate di dover preparare. Questo è un momento cruciale per Casale per le ragioni che ha espresso molto bene il compagno Rivalta. C'è stato un primo momento di valutazione e la risposta immediata dell'amministrazione comunale al caso, alle responsabilità, alla colpa di questa situazione, che ha avuto una certa efficacia anche sul comportamento dei cittadini che, per costume della nostra comunità, tendono a stare alle cose che si possono fare ma, ha ragione il Consigliere Rivalta la situazione si sta deteriorando giorno per giorno, intanto perché sull'emergenza e sugli interventi a breve e a lungo termine perdura l'incertezza, che può essere comprensibile perché non è un caso facile.
Non bastano le visite dei Ministri Zamberletti e Zanone, posto che siano utili, ma ci vuole la continuità che può dare solo un ente che abbia un'attenzione e una proiezione sul territorio (come può essere la Regione insieme a Comuni altri Enti e lo Stato) che non sono surrogabili. Problemi serissimi. 0 si vuole attraverso qualche espressione puntuale ormai opportunamente cadenzata nei giorni, dire quello che si dovrebbe fare, ma nulla si costruisce per fare, o si vuole assumere un atteggiamento diverso come noi riteniamo debba essere, e allora debbano essere assunti dei provvedimenti urgenti e straordinari.
In questo senso, il nostro appoggio, qualora si condividano nel merito le misure ci sarà tutto.
Questo però non può essere rimandato. C'è un pericolo di tipo psicologico grave quello di perdere in quella parte di territorio un'ulteriore occasione, di avere un ruolo di governo e di cooperazione attiva, non a singulto, sapendo che la cittadinanza casalese inizia a reagire poiché non vede definirsi alcuna prospettiva per quanto concerne la fine dell'emergenza. La mia proposta è che stasera si votino, anche per parti, quelle misure straordinarie che noi abbiamo proposto. Se poi ne vengono avanzate delle altre si mettano sulla carta. Ci confrontiamo, e possiamo votare stasera le misure straordinarie. Certo il Consiglio straordinario a Casale avrebbe un effetto di presenza non indifferente capisco che è difficile redimerlo, non certo per il viaggio, ma per la difficoltà di una collocazione adeguata in una realtà delicata. Però, si parla anche della nostra "nobilitade": vediamo se ce la facciamo. Credo che decisioni del genere possano essere tranquillamente assunte. Ma come? Si può votare quel pezzo oppure, per la presenza delle forze di maggioranza all'interno dell'Ufficio di Presidenza e della Conferenza dei Capigruppo si possono definire immediatamente le iniziative che verranno attuate anticipandone la data. Decidere è una cosa, convocare è un'altra.
Per quanto concerne la Commissione d'inchiesta, credo sia nel nostro interesse "giocare in avanti" sulla ricerca dei dati e degli elementi qualsiasi essi siano.
Il Consigliere Rivalta l'altra volta dette alla Commissione d'inchiesta l'accezione giusta su tutta la materia autorizzativa e al fenomeno, che datava già da parecchio tempo, da quando cioè le responsabilità di governo non spettavano a chi adesso è in questa Giunta, ma ad altri. E aveva dato le informazioni politiche.
Questo è il segno di quello che vogliamo, su questo lo scatto si deve fare, se possibile, questa sera, insieme ad altre misure come il centro operativo. E' grave che la maggioranza non l'abbia già fatto, ma su queste questioni ci vuole una risposta.
Questa settimana il Consiglio non si riunirà più, quindi il primo appuntamento possibile per riparlarci in senso collegiale e rappresentativo è quello della Conferenza dei Capigruppo di lunedì: ma devo dire, a questo punto, che mi pare tardi quell'appuntamento. Queste cose possono essere fatte e non ci si può trincerare solo dietro a pur reali intenzioni. Credo che alcune decisioni vadano assunte oggi e subito. Chiederei che, anche dai Gruppi di maggioranza, dopo l'impegno a definire su documenti, venisse un'espressione univoca. Proporrei che venisse accolta la mia proposta anche se per punti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Mi pare che si fosse parlato, oggi, di ritornare sul documento per discuterlo: gli eventi si sono mossi in un modo diverso. Nella riunione dei Capigruppo, ieri, abbiamo esaminato altri problemi, nati in via eccezionale per provvedimenti giudiziari sui quali abbiamo discusso stamani; peraltro devo dire, che anche l'andamento della giornata non ha lasciato presumere la discussione.
Noi, come maggioranza, non ci siamo posti il problema: avevamo previsto anche un incontro, come maggioranza appunto, stamattina con l'Assessore Maccari, che poi, a seguito delle vicende, non potendoci allontanare dall'aula, non abbiamo potuto concretare.
Pensare che questa sera si possa, con un Consiglio decimato, votare qualsiasi cosa, mi pare veramente strano; noi abbiamo ben presente la gravità della situazione, ma abbiamo anche sentito delle dichiarazioni del Presidente della Giunta e dell'Assessore Olivieri, che, in qualche modo hanno dato dei riscontri alle istanze avanzate dal Gruppo comunista e dal collega Rivalta, ed hanno posto il problema nel senso di una presenza intensa della Regione e della Giunta anche nei prossimi giorni, per cui non vedo come si possa, già oggi, assumere decisioni sulla mozione comunista.
Abbiamo sentito, per quel che attiene alla Commissione d'inchiesta posizioni diverse, non abbiamo nessun timore, è un problema che non pu soltanto riguardare eventi che si sono verificati oggi è un discorso che va molto lontano ma che dobbiamo, comunque, valutare tutti in un Consiglio in altre condizioni.
Il problema sollevato dal Consigliere Rivalta, quando già il Presidente Viglione aveva, di fatto sciolto la seduta, ci mette in effettiva difficoltà, visto che non abbiamo più presenti: né le persone che si occupano specificatamente del problema né, ci pare, il numero legale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

A sentire il Consigliere Brizio, parrebbe che la responsabilità sia dei pochi presenti, in particolare dell'opposizione, che giustamente ha richiamato impegni assunti. Per quanto concerne la maggioranza, bastava semplicemente, che si ricordasse di quello che si è detto meno di sette giorni fa.
Quello che mi preme, ora, segnalare alla Presidenza della Giunta, che vedo seguire con attenzione questa coda di dibattito, è che la popolazione di Casale continua a vedere sempre più distanti queste istituzioni, ed è sempre più esasperata perché non c'è stato nessun atto conseguente Presidente Beltrami, da parte della Regione, se non quello di andare a Roma a chiedere denaro al Ministero della Protezione Civile; se non quello di far venire il Ministro dopodomani a Casale; se non quello di mobilitare, un po' in ritardo, fra l'altro, i parlamentari della zona.
Non mi riferisco solo alle vostre responsabilità, ma alla cultura politica che è invalsa nell'intera classe dirigente. A me sembra che la domanda che ci viene posta dalla popolazione di Casale non possa essere elusa. Per la lealtà con cui noi di DP ci comportiamo sempre in questo Consiglio (il plurale non è "majestatis", ma è per rappresentare il lavoro collettivo che con i compagni che lavorano al Gruppo con me andiamo facendo), dico a quest'assemblea un po' smagrita che giovedì noi consegneremo alla magistratura una denuncia per omissione di atti d'ufficio nei confronti della Giunta regionale. Occorre accertare tutte le inadempienze che sono state commesse. E qui c'è un trascinamento di errori compiuti in passato. In questo senso, certamente la responsabilità non incomincia il primo di agosto dell'85 con la formazione del pentapartito.
Ma l'accertamento delle responsabilità è la prima cosa che mettiamo davanti, che mettiamo prima di ogni schieramento, perché quello che è avvenuto è gravissimo. E giovedì procederemo.
L'istituzione di una Commissione d'inchiesta vuole essere un atto politico responsabile per guidare un intervento riparatore in avanti degli errori commessi. Oppure l'inchiesta dovrà essere subita, affidando solo alla magistratura l'accertamento di come sono andate le cose? Si intende rinunciare ad ogni ruolo politico di questa istituzione? Penso abbia ragione il collega Bontempi a richiedere che almeno si definisca la data in cui si va a Casale a fare la seduta straordinaria di Consiglio, nel quale ciascuno si assumerà le proprie responsabilità.
Ho l'impressione che i ritardi e le impreparazioni (mi assumo ogni responsabilità di quel che dico) dell'Assessore Maccari sulla vicenda si stiano riversando sull'insieme della Giunta e dell'assemblea, con un effetto complessivo di perdita di credibilità da parte delle istituzioni regionali piemontesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri anche il mio Gruppo è in forte imbarazzo ad affrontare questo problema che è stato - lo dico in termini di valutazione di fatto non di valore - ripreso nel momento meno facile per affrontare problemi di comportamento politico.
Ringrazio il collega Rivalta per avere riproposto il problema e di aver dato modo alla Giunta di riaffermare l'impegno a muoversi. Anch'io ho la sensazione che si giochino alcune questioni istituzionali delicate, che non attengono solo al ruolo regionale, ma anche alle competenze dei Ministeri.
Ho depositato alla Presidenza del Consiglio un ordine del giorno in cui si chiede l'istituzione dell'Assessorato all'ambiente.
Mi sembra curioso immaginare che il Ministro per la Protezione Civile possa avviare con una ordinanza il piano dei siti. Non mi sembra che il Ministero della Protezione Civile sia il più indicato a intervenire in momenti del governo del territorio.
Questi aspetti di natura istituzionale richiedono una presenza attiva continua, ricca di fantasia e di capacità di proposta. Bisogna sperimentare qualche metodologia che sia caratterizzata da forte impegno e forte volontà di presenza. Il Gruppo liberale è disponibile ad approfondire l'ipotesi di una Commissione d'inchiesta portata avanti dal Partito comunista, fermo restando che scioglierò ogni riserva al riguardo quando sarà elaborato un documento che tenda a riportare la Commissione d'inchiesta - mi consenta l'amico Staglianò - allo spirito che è nello Statuto regionale, cioè a un processo tendente a conoscere non tanto per condannare, ma per lavorare.
Si tratta di cogliere gli elementi del passato perché ci guidino nelle nostre determinazioni per il futuro, non tanto per aumentare il carico dei giudici istruttori o dei sostituti della Procura della Repubblica.
Ho l'impressione che su questa vicenda la Regione, per mancanza di competenze, ma forse per altre ragioni, gioca un ruolo adeguato alle sue capacità, ma certamente inferiore alle aspettative su queste questioni.
Ho qualche difficoltà a capire come si possa in questa sede deliberare.
Sono perplesso in ordine alla proposta di fissare una riunione del Consiglio regionale in loco. Ricordo che dal Consiglio regionale tenuto a Domodossola non ne ricavai un'esperienza molto positiva. Il nostro livello istituzionale, per sua natura, è difficilmente comprensibile all'uditore: noi non siamo né quelli che inaugurano gli acquedotti né quelli che fanno la legge speciale, siamo purtroppo al livello di programmazione razionalizzazione degli interventi per cui il nostro tipo di proposta alla collettività e alle istituzioni è difficilmente comprensibile.
Quindi, per il bene delle istituzioni, prego i colleghi che hanno fatto questa richiesta di riflettere e di ragionare, in tempi molto stretti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, vorrei esprimere anch'io, come è già stato fatto negli interventi che mi hanno preceduto, le preoccupazioni che nutriamo per la situazione di eccezionale gravità che si è venuta a determinare a Casale.
Finora è sotto controllo, e deve essere mantenuta sotto controllo per data la gravità e la eccezionalità del caso è una situazione molto difficile. La cittadinanza casalese ha una preoccupazione misurata sul dato di responsabilità e di impegno, che naturalmente bisogna mantenere, anche se mi rendo conto che ci sono aspetti che se non sono seguiti da atti e fatti concreti possono sfuggire. C'è stato l'impegno della pubblica amministrazione locale, delle forze politiche e sociali. Non si può dire che la Regione non sia stata presente. E' un problema questo sul quale abbiamo già discusso. Bisognerà vedere come la Regione intende articolarsi sul territorio. Questo è un discorso nuovo da fare. L'Assessore Maccari è stato a Casale quindi la Regione non è latitante come da qualche parte si è detto. Si è anche detto che non si è andati più in là dell'ottenimento di "quattro soldini". Ma è stato un grosso momento, siamo stati tutti a Roma là, non cera distinzione tra maggioranza e opposizione. Abbiamo aperto una discussione con i Ministri Romita, Zamberletti e Zanone. Finora ci è stato consentito di guardare alla situazione casalese con preoccupazione ma anche con la fiducia necessaria. Altrimenti avremmo trovato una situazione di allarme incontrollato.
Quando il Sindaco di Casale ha lanciato l'appello "non lasciateci soli", noi abbiamo risposto che, per solidarietà, non potevamo assistere alla sconfitta di Casale perché sarebbe stata la sconfitta di tutti. Mi sembra che siamo di fronte ad una situazione controllata.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Ma se non sai cosa c'è nell'acqua, come puoi dire che la situazione è sotto controllo?



RIVALTA Luigi

Nessuno sapeva dire quanto era profonda la falda.



ROSSA Angelo

Condivido le vostre preoccupazioni. La situazione è sotto controllo, ma questo non significa che non ci siano delle incongruenze, delle sfasature.
Stiamo però arrivando a capo di queste cose. Nel momento in cui constatiamo che siamo in piena emergenza è necessario valutare che cosa si deve fare in un incontro con il Sindaco di Casale, con la Provincia.
Mi sembra che questo sia il ruolo che spetta alla Regione, visto che finora non abbiamo ancora definito le linee dell'intervento. Non possiamo da una parte realizzare una serie di trasferimenti e dall'altra lamentarci perché non siamo lì.
Ci sono autonomie, responsabilità; ciascuno rivendica il proprio ruolo e la propria funzione; ciascuno faccia la propria parte senza prevaricare il ruolo e la parte degli altri. Allora vediamo che cosa possiamo fare insieme con le altre autonomie locali e con il Ministero.
I nostri Assessorati alla sanità, all'ecologia, sono stati presenti, la nostra presenza è stata significativa e siamo riusciti ad ottenere alcuni risultati.
Stabilendo un rapporto con il Comune di Casale io direi di collocare anche il discorso di un Consiglio regionale straordinario perché mi sembrerebbe non giusto decidere qui, in questa sede. Intanto è opportuno con il Comune di Casale il tipo di manifestazione e di iniziativa da assumere. C'è bisogno di chiarezza e di dar fiducia continuando nel lavoro finora fatto.
Sulla questione della Commissione d'inchiesta, se dessi retta come sovente faccio all'istinto di coscienza, sarei portato a dire che ci sono altri mezzi e altri modi perché le istituzioni possano verificare loro stesse le cose che debbono essere chiarite. Però, proprio per allontanare da me anche il vago sospetto che in qualche modo sia contrario e perché non vorrei che si discutesse di altre cose per le quali magari posso avere delle preoccupazioni, la risposta che mi sento di dare è una risposta spontanea da uomo trasparente, anche se c'è il tentativo - come avrete letto su Panorama - di recuperare degli aspetti che non centrano con queste vicende in qualche misura per coinvolgermi in questioni che sono state già chiarite a suo tempo, addirittura con un processo nel quale il sottoscritto è stato invitato come testimone, il cui imputato è stato assolto ecc, ecc.
Ci sono quindi queste manovre. Quando faccio delle obiezioni non le faccio per avere delle preoccupazioni personali, ma le faccio perché mi sembra che si possano raggiungere gli stessi risultati senza mettere in piedi delle strutture che hanno anche il sapore di mettere a disagio persone che in fondo in questo campo hanno operato molto bene.
Dato lo stato di emergenza, facciamo in modo che l'impegno continui e che la presenza dia fiducia alla popolazione e alle autorità casalesi e che il problema venga tenuto sempre saldamente sotto controllo e venga risolto positivamente come chiede la gente di Casale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Gentile Presidente, cari Consiglieri, resto, come gli altri colleghi dell'opposizione, stupito della incapacità dell'Amministrazione regionale sia della Giunta che anche, se vogliamo, del Consiglio, incapacità di prospettare una qualche via di uscita.
Quando ero privato cittadino, ero tra coloro che si scandalizzavano come accade per la maggior parte dei cittadini italiani, per l'incapacità delle amministrazioni e degli enti pubblici di uscire da alcune situazioni.
Adesso, una vicenda di questo genere la sto vivendo personalmente come Consigliere. Ma, pur vivendola dall'interno, non riesco a capire come siano ormai passati circa 20 giorni da questi avvenimenti e il "tenere le cose sotto controllo" continui a voler dire: "cari cittadini tenete i rubinetti chiusi e approvvigionatevi all'autobotte dei pompieri". Ho vissuto per 12 anni a Casale, conosco la situazione, penso che anche i casalesi siano cittadini consapevoli, però credo che sia anche il caso di cominciare a dire ai cittadini casalesi che le emergenze in Italia da provvisorie tendono a divenire permanenti, se gli Enti locali e le amministrazioni a ciò preposte non sono capaci di intervenire. Da questo colpo, Casale non si risolleverà più e la cosa durerà all'infinito. Le amministrazioni pubbliche sembrano dibattersi in una incapacità culturale e burocratica che impedisce loro di uscire fuori da queste cose.
Ho partecipato, domenica scorsa, al cosiddetto sopralluogo con il Ministro Zanone, il sottosegretario Costa e l'Assessore Maccari. Ne ho avuto una pessima impressione, mi sembrava il pellegrinaggio alla grotta di Lourdes o al parente ammalato; si va dal parente ammalato lontano, gli si da una pacca sulle spalle, gli si dice provvederemo ma con l'impressione che poi tanto lui rimane li e intanto noi ce ne andiamo via. Il giorno dopo passerà a visitarlo il Ministro Zamberletti, poi verrà magari qualcun altro, ma sembra che tutti vadano li, dicano le buone parole di rito: "dai che guarisci, dai che stai bene", poi tanto il malato rimane sempre li e gli altri vanno, tornano e le parole si aggrovigliano sulle parole. Ma poi se, per esempio, stasera mi telefona mia sorella che ha una bambina piccola ed abita a Casale, mi dice, visto che io le ho detto che oggi ne avremmo parlato "Cosa avete fatto?", "Cosa avete deciso? Me lo chiedono anche i vicini di casa". Io le rispondo "Ma, non so, insomma, mi pare, abbiamo detto ecc.". Proverò a strutturare una qualche risposta. Se poi chiedo io a mia sorella come sta, lei mi dice: "Beh!, sto per andare da mia suocera che abita a 20 Km, da qui per lavare la roba". E così fanno un po' tutti; l'uno va li, l'altro va là. Ognuno risolve così il bucato, il bagno, un pasto cucinato bene, il problema dei bambini piccoli. "Beh!, sai ormai ci siamo abituati, i bicchierini di plastica, i commercianti sono abbastanza onesti perché non hanno aumentato le taniche a prezzi esorbitanti. Ce la caviamo.
Già che vieni giù, porta una cassetta di bottiglie di acqua minerale..." La situazione è un po' questa qui, ma io questa sera non so proprio che cosa dire a mia sorella e a mia nipote quando mi telefoneranno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Entro subito nel vivo delle proposte del documento ricordando innanzitutto che, nel corso della passata legislatura, il nostro Gruppo fu propositore di due richieste di Commissione d'inchiesta: per l'Istituto Cartografico e per la situazione confusa, per usare un eufemismo dell'U.S.S.L. n. 24. So che questo non risolve i problemi, però è importante che ci sia la Commissione d'inchiesta. Quindi, anche in questa ottica e per questi precedenti su situazioni gravi, sia pure non come quella di Casale, noi siamo perfettamente d'accordo per la Commissione d'inchiesta. Per la verità, ci saremmo aspettati che, dopo il dibattito di giovedì, la Giunta regionale avesse d'urgenza presentato una proposta di delibera perché la Commissione d'inchiesta deve sorgere attraverso le formalità essenziali della proposta di delibera e della delibera del Consiglio regionale.
Constatiamo con stupore e con rammarico che tutto questo non si è verificato. Peraltro, a mio avviso, sarebbe stato possibile, ancora in questa sede, sia pure in fine di seduta, qualora ci fosse stato il numero legale, deliberare in questo momento la istituzione della Commissione d'inchiesta. Penso che non sia possibile per ragioni tecniche e regolamentari e allora chiedo che quantomeno per la prossima seduta si arrivi con la proposta di delibera, che se non la formulerà la Giunta assumeremo noi l'iniziativa. Anche se non risolve i problemi dell'immediato può almeno accertare le responsabilità di tutti gli enti che, per colpa per negligenza, con imperizia o altro, abbiano causato o concausato questa situazione.
Noi siamo anche d'accordo sul Consiglio aperto in quel di Casale in modo che ciascuna forza politica possa assumersi le sue responsabilità e concisamente esprimere la propria posizione su questo grave problema.
Riteniamo che questi siano due segnali sostanziali, sia pure non risolutivi, della situazione ma, per accogliere le proposte contenute nel documento che riteniamo pienamente accoglibili, vadano fatte in via d'urgenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

La mia proposta era di un certo tipo, mi sembra che ostino la possibilità di votare anche condizioni diciamo tecniche e d'aula, peraltro mi rendo conto che abbiamo un numero insufficiente, allora io formulo due precise proposte; quindi altre proposte rispetto a quelle che ho formulato e che potrebbero recuperare anche il senso delle cose che ho detto prima.
Credo che o domani o giovedì ci sia una riunione straordinaria o tematica della Giunta con i Capigruppo, io dovrei essere li, ma credo che se avviene entro domani o giovedì o io o qualcuno che mi sostituisca siamo in grado di venire, per definire oltre che le questioni, ripeto ancora una volta, proposte contenute nel documento ma anche altri atti da avviare immediatamente perché c'è una serie di gamma tra le cose che abbiamo detto noi prima nel documento poi nell'interrogazione, altre che possono essere in testa all'Assessore che andrebbero affrontate.
Questa è la prima proposta che formulo e attendo dal Presidente una precisa risposta. Secondo chiedo che .a VII Commissione e la II Commissione, questa è una proposta, al loro interno definiscano come andare a Casale ed in che forma per verificare la situazione perché qui, mi permetto di lire, tra una versione del sotto controllo e una versione che credo purtroppo più attendibile del fatto che il controllo sta sfuggendo forse è bene che si muovano a tutti i livelli gli organismi regionali.
Queste sono due proposte: la prima ovviamente prioritaria.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Prendiamo assieme atto che non esistono le condizioni per perfezionare questo dibattito, come invece sarebbe stato interessante, per colpa di nessuno. Ecco ancor prima di dare una riposta, ma sarò estremamente breve alle proposte del Capogruppo Bontempi correi solo precisare questo: evidentemente nel primo intervento che ho fatto questa sera ho dato la possibilità di avvertire, ed effettivamente la Giunta conveniva sull'esigenza di dimensionare, strutturare, proporre, non solo un'immagine e, quindi, "salvare la faccia", un qualche cosa su Casale che conducesse ad essere il riferimento vero di una presenza organizzata della Regione Piemonte, non dico del Consiglio e della Giunta, parlo della Regione Piemonte rifacendoci anche a precedente esperienza.
Il tempo è tale, e vorrei rendere costruttiva questa risposta, che impedisce di perfezionare il dialogo e il confronto che è intervenuto per cui io non entro nel merito se c'è stata una presenza attenta oculata se è stato fatto poco, se non è stato fatto niente, se c'è stata una totale assenza; non intervengo su questo argomento avendo la possibilità di affinare la discussione, di perfezionarla, approfondendola nelle forme e nei modi che potremmo convenire assieme.
L'esserci rivolti al Ministro della Protezione Civile non è da considerare un espediente dei parenti poveri che si rivolgono a chi potenzialmente ha qualche spazio di ricchezza da offrire alla dimensione regionale; la realtà è che la struttura della Protezione Civile, anche questa in una fase così "di formazione", è oggi dimensionata anche attraverso la Commissione Alti, Rischi in modo tale che coinvolgendo esperti di livello non trascurabile possa dare delle attente risposte anche alle singole situazioni. Entrare nel merito mi pare non tocchi a me questa sera dire se è utile e se va bene nominare la Commissione d'inchiesta, se era proponibile la Commissione d'inchiesta con un atto formale da presentarsi da parte della Giunta; io dico semplicemente che la Giunta regionale non ha riserve nei confronti di questa iniziativa e se il Consiglio dovesse definire di coinvolgere una maggiore attenzione su questo problema, in approfondimento dello stesso, attraverso la costituzione della Commissione d'inchiesta, ben venga la Commissione.
Suggerisco che sia il Consiglio, dal momento che è in atto un'iniziativa, attraverso una proposta fatta da un Gruppo di formare questa Commissione, a percorrere questa strada all'interno del nostro parlamentino, attraverso la quale definire la utilità o meno di questa Commissione non avendo riserve di sorta allorquando la stessa venisse perfezionata.
Direi che per certi aspetti, auspicherei addirittura che venisse fatta questa Commissione di inchiesta, di guisa che gli approfondimenti veramente, possano intervenire.
Non sono molto d'accordo, ma è un'iniziativa che è strettamente legata al Gruppo di Democrazia Proletaria, su questo coinvolgimento della Magistratura su questo percorso; perché sappiamo che la Magistratura è ugualmente attenta, vigile e non ha bisogno di molte sollecitazioni per intervenire, soprattutto nel caso che dovesse darsi luogo alla costituzione della Commissione di inchiesta.
Non abbiamo timore neppure di una denuncia alla Magistratura, senza con ciò individuare temporalmente gli archi di presenza di responsabilità di governo; ci andranno di mezzo tutti, se ci sarà questo coinvolgimento, il ieri, l'oggi e il domani e speriamo che non ci sia un brutto domani, ma innegabilmente appartiene a questa iniziativa.
Io, Staglianò, con la stessa carica fraterna con la quale in realtà parli, dico con serenità che non capisco il politico che rifugge dagli spazi parlamentari per rifugiarsi sotto altre tutele, anche se sono giuste e sono provvidamente previste dalla Carta Costituzionale.
Devo dire che mi augurerei anche che dalle valutazioni fatte questa sera (questa è una cosa alla quale tengo poi personalmente) si possa dare luogo ad un'accelerazione all'interno della competente Commissione per l'approvazione, almeno nel processo formativo, di quell'incontro fra le diverse proposte sulla Protezione Civile, non ultima quella del Governo di guisa che se questo, poi in un futuro (auguriamoci che non ci siano più elementi e occasioni così sinistre e tragiche), possa quanto meno trovare la Regione avendo una copertura da quella parte.
Oggi la realtà è che questa Regione ha più niente sotto questo aspetto tranne dei locali con delle ottime scrivanie, con dei telefoni, un funzionario che verrà e presiedere e a dirigere queste unità flessibili tranne il Presidente della Regione che è istituzionalmente il Presidente di un Comitato che non si è mai riunito per la Protezione Civile nei termini di una legge dello Stato e direi, che sotto questo aspetto, una nostra preparazione, una definizione di questo argomento potrebbe essere decisamente utile.
La Regione, la Giunta quanto meno manifesta la volontà di dare corpo di presenza periferica, così come è stata invocata da talune parti politiche in quest'assemblea, su Casale e in Casale Monferrato di guisa che, in occasione, anche, di valutazioni in negativo di un'attività e di un'acquisizione di presenza della Regione possa essere superata e dando a questa presenza, la struttura, la formazione e quant'altro possa essere necessario per dare delle giustificazioni di robustezza, di carattere organizzativo, in superamento, magari, di una fase alla quale questa robustezza non c'è stata.
Quindi questa disponibilità ad esaminare a fondo le proposte che vengono avanzate nell'interrogazione urgente presentata stamani, c'è e direi che, se per taluni aspetti non fosse intervenuta questa anticipazione (ed ho chiuso) del Consiglio regionale a stamani, ancor prima di giovedì la data nella quale c'è la cadenza delle riunioni del Consiglio regionale con tutta probabilità, la Giunta stamani avrebbe già potuto assumere taluni atteggiamenti che riteniamo indispensabili e indilazionabili.
La Giunta, ripeto, stamani ha potuto solo e unicamente deliberare nell'urgenza di chiudere il rubinetto delle concessioni e delle autorizzazioni anche provvisorie a ditte che, a suo parere non erano più nella condizione di poter funzionare nella zona.
Circa la proposta di una Giunta tematica con i Capigruppo, siamo d'accordo quindi, se volessimo definire un'ipotesi di lavoro io la programmerei per domani stesso, nel pomeriggio, cosicché giovedì mattina incontrandoci, mi si perdoni, con Zamberletti, visto bene o visto male dai Gruppi è, comunque un riferimento anche su questo argomento potremo avere elementi in più per poter dialogare e tentare di costruire qualche cosa nell'interesse della comunità.
Quindi se devo essere così da questo banco, devo pormi nella condizione di fissare degli orari; direi che domani pomeriggio alle 15.30 potremmo incontrarci possibilmente, per una possibilità di acquisire documentazioni e dare delle risposte anche nell'immediato nella sede di Piazza Castello con i Capigruppo per una Giunta tematica su questo argomento, mi auguro di poter trovare, lo dico a tutte lettere, la disponibilità dei colleghi, che purtroppo, in questo momento, come larghi spazi del Consiglio stesso, sono assenti.
Sulla opportunità di un accesso della II e della VII Commissione a Casale Monferrato, convengo nel dire che la cosa è ipotizzabile, ma potremmo perfezionarla, addirittura, nella giornata di domani.
Se questa era una proposta che poteva dare spazi o motivi di attesa nella costruzione di un qualche cosa di nuovo, la Giunta pensa di averveli offerti.



PRESIDENTE

Informo i colleghi che la Conferenza dei Gruppi è convocata lunedì 14 aprile alle ore 14,30.
Sempre lunedì 14 p.v. alle 10,30, in Consiglio, si svolgerà l'incontro con il Ministro De Michelis, con il Presidente della Giunta Beltrami, il Presidente del Consiglio Viglione, gli Assessori Alberton e Genovese e i membri delle Commissioni IV e VI. Alle 11,30 l'incontro è allargato al Comune di Torino e alle 14,15 con le Organizzazioni sindacali.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,30)



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