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Dettaglio seduta n.40 del 26/03/86 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


VIGLIONE ALDO


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione dei Consiglieri Guasso, Biazzi e Ferro inerente la linea FFSS. Airasca Saluzzo


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) dell'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" viene discussa l'interrogazione dei Consiglieri Guasso, Biazzi e Ferro inerente la linea FFSS. Airasca Saluzzo. Risponde l'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti

I colleghi Biazzi, Ferro e Guasso interrogano per sapere se effettivamente il servizio passeggeri sostitutivo sulla Airasca Saluzzo ha avuto un peggioramento e una crescente protesta degli utenti.
Sostanzialmente dico che è vero. Il Ministro dei Trasporti, in base all'art. 8 della L. n. 887/84, che prevede la graduale soppressione delle linee a scarso traffico degli impianti passivi, ha autorizzato l'Ente FFSS a sopprimere il servizio viaggiatori su rotaia della linea Airasca Saluzzo e a sostituirlo con un servizio di trasporto su gomma di analogo livello qualitativo.
Tale servizio sostitutivo è stato reso operante a cura del compartimento F.S. di Torino.
A seguito delle notizie pervenute a quest'Assessorato, riguardanti un peggioramento del servizio di trasporto, è stato accertato che fino al 28/2/1986 la società di autolinee "Linea Azzurra", che si era aggiudicata l'appalto per il trasporto viaggiatori nella tratta Saluzzo Airasca effettuava 16 corse con un'utenza media giornaliera di 600/700 persone e punte massime di 70/80 passeggeri per corsa; è stato rilevato che le corse avevano un ritardo medio dai 10 ai 15 minuti.
Dal 1/3/86 è subentrante alla precedente la società Gran Sasso, che ha apportato un miglioramento al servizio dal punto di vista dei tempi di percorrenza, sebbene i mezzi impiegati risultino qualitativamente più scadenti dei precedenti.
La linea ferroviaria Airasca Saluzzo che, con la linea Mondovì Bastia è stata chiusa al traffico passeggeri dal 1/1/86, rientra nell'elenco delle sette linee a scarso traffico del Piemonte, per le quali la Regione, come stabilito dal protocollo di intesa sottoscritto dall'Assessore regionale ai trasporti e dal rappresentante del Ministero dei trasporti, si è impegnata a verificare la possibilità di una gestione economica entro il 1/6/86.
Al termine del suddetto studio, la Regione Piemonte proporrà al Ministero dei trasporti le soluzioni tecniche ed economiche che potranno essere messe in pratica per consentire il mantenimento del servizio ferroviario passeggeri sulle sette linee sopradette. Tale proposta in ogni caso terrà conto della necessità di gestire in modo unitario ed omogeneo i servizi di trasporto ferroviari e automobilistici.
Si sta verificando in sostanza la grossa preoccupazione che avevamo denunciato dall'inizio: le Ferrovie dello Stato appaltano un servizio partendo dal costo base che hanno i servizi in Piemonte. Su questo costo senza nessuna garanzia di struttura o di licenza aziendale, alcune aziende che non hanno altro da fare o non sono titolari di concessioni, si buttano per acquisire questi servizi.
I risultati sono disastrosi. E' vero che le ferrovie forse risparmiano qualche lira, ma sicuramente il servizio è quello che è.
Noi ieri, anche con la presenza dei colleghi Guasso, Reburdo e Ala abbiamo incontrato la delegazione proprio dell'Airasca Cuneo, che mi ha fornito un ulteriore dossier di lamentele più che giuste sui ritardi, sui disservizi e sul cattivo funzionamento.
Ritorneremo di nuovo, come Assessorato, a protestare presso il Compartimento che, purtroppo, essendo titolare sia del servizio sia della struttura sostitutiva, è il nostro riferimento per le proteste. Ma ci auguriamo che le proteste possano anche sfociare in un accoglimento e in una revisione per lo meno dei processi alternativi fino a quando non recuperiamo, almeno così ci auguriamo, il trasporto su rotaie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guasso.



GUASSO Nazzareno

Ringrazio l'Assessore della risposta e mi dichiaro soddisfatto in parte, perché prende atto di una denuncia che noi abbiamo colto non solo dai giornali, ma anche da rapporti diretti con l'utenza.
Io sono d'accordo con l'Assessore nell'affermare che non è una responsabilità nostra, perché non siamo noi a dare in concessione le linee ma è una iniziativa che parte dal Compartimento delle Ferrovie dello Stato.
Sta di fatto però che in tre mesi sono stati cambiati due appaltatori.
Siamo stati abbastanza impressionati dal modo in cui quelle popolazioni stanno affrontando un problema così drammatico, con uno studio, con una serietà, con un modo concreto per risolvere i problemi che dimostra come la vita democratica del nostro Paese e la partecipazione siano tanto ricche di idee e di intelligenza.
Non abbiamo una responsabilità diretta e io pregherei l'Assessorato di seguire da vicino questa vicenda. E' la prima linea che si taglia in modo errato, noi siamo contrari a questa scelta, ne abbiamo discusso e n discuteremo ancora; se la qualità del servizio sostitutivo è di questo livello, tutto lo studio che l'Assessorato ha in corso, il lavoro e l'impegno nostro possono essere vanificati da scelte di questa natura che hanno alla base un unico ragionamento, ancora errato: costi e ricavi che non risolvono il problema. Se questa è la dimostrazione di come le Ferrovie ed il Ministero dei trasporti vogliono andare sul terreno dei servizi sostitutivi, noi abbiamo già perso, e mi pare una presa d'atto drammatica che viene fuori da questa prima esperienza.
Pregherei l'Assessore di farmi avere copia scritta della risposta all'interrogazione e ripeto l'invito a continuare a seguire, anche in modo pesante, questa prima esperienza, perché può essere un elemento significativo per tutto il lavoro che su questa materia si sta facendo, sia come Giunta e sia, per parte nostra, come Consiglio Regionale.


Argomento: Viabilità

Interpellanza del Consigliere Reburdo inerente i gravi problemi causati dalla neve


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza del Consigliere Reburdo inerente i gravi problemi causati dalla neve.
Risponde l'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti e viabilità

Non me ne abbia il Consigliere Reburdo se gli rispondo solo adesso quando la neve si è sciolta, ma lui aveva formulato un'interpellanza molto articolata che trovava riferimenti sulla situazione che l'entità della neve ha causato come disagi sulla città di Torino, sui problemi delle zone di montagna, sui danni e gli atti assunti dalla Protezione Civile concludendo poi sui problemi della deturpazione del territorio.
Al collega Reburdo, nel rispondere alla sua interpellanza, devo far presente che per quanto riguarda il primo punto, il problema del Comune di Torino, spetta esclusivamente alla città e alla sua amministrazione. Non abbiamo nessun potere di intervento, se non quello del comune cittadino o dei comuni amministratori per sollecitare, come è stato fatto nei confronti della città, una organizzazione più tempestiva per non creare danni e disagi alla popolazione.
Devo anche dire che, così come l'anno scorso è andata in crisi Milano stavolta è andata in crisi Torino; non lo so se i mezzi erano inadeguati o se effettivamente l'eccessiva nevicata ha prodotto queste situazioni.
Il disagio maggiore è avvenuto in parecchie valli del Piemonte, dove la nevicata sicuramente ha assunto dimensioni e quantità tali che non si registravano da circa 100 anni.
Abbiamo avuto delle punte di 2,50-3 metri in parecchie valli. Nella città di Domodossola si è avuta una nevicata che ha sfiorato i 2 metri; ed è una città situata in piano.. Questo dimostra la particolare difficoltà che queste popolazioni hanno vissuto per superare questo momento di emergenza; devo dare atto che i mezzi assegnati alle Comunità Montane in quel quadro programmatico di interventi, di strutture e di attrezzature a loro favore hanno prodotto notevoli vantaggi e hanno ridotto notevolmente i disagi.
Questo non è stato però sufficiente. Nell'incontro con i comuni delle Comunità Montane abbiamo detto loro di affrontare questo momento di emergenza ricorrendo a tutti i mezzi possibili; cosa che è avvenuta e che ha prodotto ovviamente delle spese che cercheremo di compensare almeno nel limite delle disponibilità di bilancio.
C'è stato infine, seppure marginale, un intervento della Protezione Civile mediante l'apporto di manovalanza dell'esercito.
Abbiamo avuto alcune zone direttamente interessate a questo problema ed è stato richiesto l'intervento di circa 50 soldati nell'Ossola, più una serie di altri interventi in valli torinesi. Devo registrare con assoluta serenità che la Protezione Civile non è organizzata per affrontare momenti di emergenza di questa natura.
Sarebbe sufficiente dotare di un doppio organico i Vigili del Fuoco per risolvere in un modo, forse più organico e sicuramente più efficiente, il servizio. Ci vorrebbe qualche scala in più, se si pensa che si sono impiegati tre giorni per far venire una motoscala da Novara a Domodossola oltre il disagio gravissimo di dover ospitare delle famiglie in alberghi solo perché il tetto era stracarico di neve e rischiava di crollare.
L'avere a disposizione qualche scala significava togliere la neve con assoluta tranquillità e tenere la gente nelle proprie abitazioni. E' un dato che noi abbiamo fatto rilevare e ci auguriamo, in questo grosso e difficile momento di predisposizione di un'autentica organizzazione di protezione civile, che si possa anche tener conto di queste situazioni.
Infine posso dare alcuni dati al collega Reburdo frutto della raccolta dei danni e delle richieste pervenute. Il totale delle richieste per lo sgombro neve è stato di 8 miliardi 372 milioni; le richieste solo per le riparazioni di infrastrutture comunali sono state di 19 miliardi 603 milioni ai quali dovranno essere poi aggiunti tutti gli interventi dei danni a privati o a strutture che si aggirano attorno ai 50 miliardi. Come intendiamo rispondere a questo problema? Il Presidente ha avuto una serie di incontri e di contatti sia con la Commissione Lavori Pubblici della Camera del Senato sia con lo stesso Ministro Zamberletti.
Noi ci auguriamo che questa emergenza, che non è ancora finita, per i danni che ha prodotto a carico del Piemonte, venga tenuta in considerazione. Come il Piemonte ci sono due o tre regioni d'Italia che hanno sofferto questa situazione di estremo disagio e di grave danno.
Per quanto riguarda le nostre risorse cercheremo di rispondere alle Comunità Montane e ai comuni interessati con circa 3 miliardi. Abbiamo detto che, per rimborsare le spese suppletive sostenute soprattutto da questi piccoli Comuni di montagna che hanno bilanci in condizioni disastrose per le spese sostenute a causa dell'abbondante neve, cercheremo di dare la priorità come pronto intervento a due elementi: agli acquedotti cioè agli aspetti igienico sanitari e alla riparazione dei tetti e dei fabbricati sia comunali sia scolastici; questo perché sono dati di priorità assoluta.
Teniamo in situazione di emergenza, cioè senza risposta, almeno per il momento, i danni prodotti alle strutture viarie, alle strade o ad altro cercando prima di ottenere dei fondi dallo Stato e, in caso contrario, di vedere nel quadro della disponibilità della Legge Finanziaria per mutui da contrarre a favore dei comuni in base a una programmazione regionale, come far quadrare questa riparazione di danni che ammontano a circa 15 miliardi.
Penso di avere risposto a tutti i quesiti che il collega Reburdo ci ha formulato e mi auguro sia soddisfatto almeno degli elementi che sono riuscito a fornirgli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Ringrazio l'Assessore Cerutti per la dettagliata risposta.
Ho voluto sollevare la questione dei danni causati dalla neve per mettere in rilievo un aspetto da cogliere ogni volta che si presentano purtroppo situazioni di questo tipo e rispetto alle quali l'Assessore Cerutti ha già espresso un'opinione di critica e comunque di non accettabilità dell'organizzazione del servizio della Protezione Civile.
Purtroppo debbo dire che il Ministro alla Protezione Civile è fonte di continue delusioni, nel senso che pareva essere una persona largamente disponibile ad impostare seriamente una struttura di intervento che garantisse il Paese da una serie di emergenze, che garantisse da un lato i cittadini e dall'altro il territorio da fenomeni straordinari, come quello della neve, ma purtroppo rileviamo la sostanziale inagibilità e inesistenza della Protezione Civile. E' chiaro che la Regione dovrebbe in qualche modo assumere un ruolo più attento e più attivo per incalzare nel limite del possibile (so che è stato pensato un progetto di legge della Giunta),per sollecitare un intervento, una struttura di questo tipo. C'è l'emergenza della neve, ma c'è anche quella delle industrie ad alto rischio. Possiamo capire come un sistema di protezione civile sia indispensabile.
Vorrei inoltre rilevare, sebbene non sia di competenza dell'Assessore ai trasporti, il problema degli eventuali danni determinati all'agricoltura, in particolare al patrimonio boschivo e forestale, anche per cercare di capire quali saranno le conseguenze future sul territorio e sull'assetto idrogeologico essendo il patrimonio boschivo e forestale indispensabile per garantire una certa stabilità territoriale.
Quindi pregherei l'Assessore di farci avere, se è possibile e sia pure in modo non diretto, eventuali altri dati e informazioni su questo problema. Erano comparse notizie abbastanza allarmanti di un disastro ecologico ambientale dovuto in particolare a questo fenomeno.


Argomento: Nomine

Interrogazioni dei Consiglieri Minervini e Majorino e dei Consiglieri Macchini e Santoni inerenti la nomina del Presidente della CCIAA


PRESIDENTE

Vengono ora discusse congiuntamente le interrogazioni dei Consiglieri Minervini e Majorino e dei Consiglieri Marchini e Santoni inerenti la nomina della CCIAA.
La parola al Presidente della Giunta Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

L'art. 64, ultimo comma, D.P.R. 616/1977 dichiara che la nomina del Presidente della Camera di Commercio viene fatta dal Ministro per l'Indu stria, di concerto con il Ministro per l'Agricoltura, d'intesa con il Presidente della Giunta regionale.
Nel caso in ispecie in data 30/4/1985 il Presidente della Giunta della Regione Piemonte, Avv. Viglione, ha inviato al Ministro per l'Industria la nota 323 SG con la quale segnalava la pendenza di un giudizio penale avanti al Tribunale di Torino e di due giudizi avanti alla Corte dei Conti a carico del Geom. Enrico Salza, proposto dal Ministro come Presidente della Camera di Commercio. Nella stessa nota dichiara testualmente: "Quanto sopra premesso mi premuro di comunicarLe fin d'ora che, superate positivamente per l'interessato queste situazioni, non vi è alcun altro motivo da parte mia per non rilasciare l'intesa di cui all'art. 64, ultimo comma D.P.R.
616/1977".
Il Ministro, in data 2/8/1985 ha decretato quanto segue: ".., vista la nota 323 SG del 30/4/1985 con cui il Presidente della Giunta della Regione Piemonte ha espresso l'intesa, decreta, il Geom. Enrico Salza è nominato per cinque anni, a decorrere dalla data del presente decreto, Presidente della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Torino" con ciò dando una sua valutazione, evidentemente dei presupposti per l'ammissione del provvedimento.
Da ciò si deduce che il Ministro possa avere valutato erroneamente la nota regionale o ha ritenuto che l'intesa prevista dall'art. 64 D.P.R. 616 si fosse perfezionata.
Sull'argomento pare fossero sorte delle perplessità da parte del Ministro dell'Agricoltura e Foreste con una sua nota inviata a quello dell'Industria nei primi di maggio '85. Perplessità poi superate con la nota controfirma apposta dall'Agricoltura al decreto stesso.
Da una lettera rivolta al Ministro dell'Industria a quello dell'Agricoltura, risulta che è sembrato che l'avere l'autorità regionale affidato a quella ministeriale una valutazione conclusiva in ordine al carattere preclusivo o meno delle pendenze,dovesse configurarsi non come negazione della volontà di consentire nella nomina o come rinvio ad un momento successivo della manifestazione della volontà stessa, ma come espressione favorevole, seppure condizionata al definitivo giudizio delle amministrazioni ministeriali circa il carattere non ostativo delle pendenze.
Invero si è ragionevolmente opinato che la doverosa segnalazione dei procedimenti pendenti, ove fosse stata considerata dall'autorità regionale e nell'ambito delle proprie valutazioni di per sé effettivamente preclusiva, avrebbe dovuto comportare il diniego di ogni espressione di consenso, senza alcuna necessità di rimettere alle autorità centrali - il che appare del tutto legittimo - le anzidette valutazioni.
A seguito di tale precisazione l'Agricoltura controfirmava il decreto.
La Giunta Regionale, dopo la comunicazione alla Regione del decreto di nomina, da parte del Direttore Generale del Commercio del Ministero Industria, Commercio e Artigianato, ha ritenuto che il far valere le proprie ragioni in via amministrativa ordinaria avrebbe potuto condurre ad una soluzione più rapida e soddisfacente di quanto ottenibile in via giudiziaria o conflittuale, rispondendo inoltre al principio di buona amministrazione in cui rientra sicuramente ogni tentativo di composizione dei diversi interessi pubblici.
Per cui l'8 novembre 1985 segnalava - mio tramite - al Ministro che diversa doveva essere l'interpretazione da dare alla lettera del Presidente della Regione e che il problema andava riesaminato.
Il Signor Ministro a Sua volta precisava: "si è considerato che la valutazione conclusiva circa il carattere preclusivo o meno delle pendenze giudiziarie, rimessa dal Presidente della Regione ai Ministri competenti dovesse intendersi, ragionevolmente, non come rifiuto dell'assenso o come rinvio dello stesso ad un momento successivo, ma piuttosto come espressione favorevole, sia pure condizionata al definitivo giudizio dell'autorità ministeriale proponente.
Avendo questa, nell'ambito di un complessivo apprezzamento di opportunità amministrativa, valutato che, allo stato, le dedotte circostanze non costituissero ragione ostativa alla conferma del Salza nella carica di Presidente dell'ente camerale, ed avendo in ciò convenuto a seguito dei chiarimenti forniti, l'autorità ministeriale concertante, si è proceduto alla nomina in questione, inserendo nelle premesse del provvedimento, per le predette ragioni, l'indicazione della ritenuta raggiunta intesa".
Da qui la richiesta del Ministro di voler confermare dall'attuale Presidenza della Regione l'avvenuto assenso della Regione e la successiva mia manifestata aspirazione a conferire alla vicenda tutta l'attenzione e la riflessione dovuta.
Ai colleghi interroganti chiederei non tanto di dichiarare la loro soddisfazione per questo tipo di risposta quanto, certamente avendone avvertita la delicatezza, di dare atto che quanto è stato fatto prima d'altro è stato rivolto alla ricerca di un aspetto componente essenziale: "la verità". Pensando, nel bene e nel male, che l'esistenza di fatti rimessi al giudizio della Magistratura, non potranno che comportare l'assunzione ad ogni livello di ogni più giusta conclusione.
Convenendo sempre di più che l'uomo è piuttosto incline a giudicare il suo prossimo, che una persona non è colpevole se non dopo che una sentenza sia divenuta definitiva, che se è vero che non spetta a noi criminalizzare il cittadino, è però vero che non possa negarsi allo stesso cittadino lo spirito critico, anche sulle cosiddette opportunità e sulle decisioni di chi è preposto - ad ogni livello - al governo della cosa pubblica.
Sono così convinto che se è vero che non possiamo farci giustizia da soli, ovvero sperare che la giustizia funzioni secondo le nostre aspirazioni o tendenze, va pur detto che il nostro sforzo è stato rivolto ad individuare il risvolto giusto delle cose.
In tal senso abbiamo operato ed intendiamo muoverci.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, mi dichiaro insoddisfatto della risposta e cercher ora di motivarne concisamente le ragioni.
E' pacifico, l' ha sottolineato lei Presidente, che il decreto del Presidente della Repubblica n. 616 dice chiarissimamente che: "la nomina del Presidente della Camera di Commercio viene effettuata dal Ministro previa intesa con il Presidente della Giunta regionale".
Nella sua precisa cronistoria ha ricordato che la richiesta dell'assenso da parte del Presidente della Giunta regionale del Piemonte era stata effettuata da parte del Ministro e che il Presidente Viglione con sua nota del 30 aprile, aveva obiettivamente segnalato quella che era la situazione all'epoca, e che ci risulta essere tuttora, cioè pendenza di procedimenti penali per peculato e per interesse privato in atti di ufficio e pendenza di un procedimento di responsabilità amministrativa dinnanzi alla Corte dei Conti.
Rileggo anch'io la conclusione della nota del Presidente Viglione al Ministro che recita: "quanto sopra premesso (cioè pendenza a procedimenti penali e di responsabilità) mi premuro comunicarle sin d'ora sig. Ministro che, superati positivamente per l'interessato queste situazioni, non vi è alcun altro motivo da parte mia per non rilasciare l'intesa".
Ritengo che la conclusione diretta al Ministro, anziché essere questa avrebbe dovuto essere un secco no di fronte alla pendenza dei procedimenti penali e del procedimento di responsabilità amministrativa.
Siamo perfettamente d'accordo, Presidente Beltrami, che colui il quale è imputato di reati non può essere riconosciuto colpevole sino alla sentenza definitiva, però io penso che quando si venga richiamati a rivestire una carica pubblica di notevole rilievo istituzionale si debba tener conto di queste pendenze.
Devo onestamente riconoscere nello stesso tempo che la chiusa del Presidente della Giunta, contenuta nella più volte citata nota del 30 aprile, era inequivoca, perché concludeva dicendo: "una volta superate positivamente per l'interessato le attuali situazioni, nulla osta da parte mia ...".
Ma che cosa significa? Mi pare sia una interpretazione lineare che qualunque persona dotata di medio buon senso sia in grado di dare.
Era chiarissimamente, se lo si vuole definire con tutti i crismi, un si condizionato ad un evento futuro incerto.
Quindi io penso, senza mezzi termini, di poter definire non errore eufemisticamente, il decreto del Ministro, cioè erronea interpretazione perché questa era una e una sola: un si sottoposto a condizioni di eventi futuri ed incerti.
Ma, proprio da parte del Ministro si è voluta superare e calpestare l'intesa che non esisteva e si è voluto autoritativamente (è il caso di dirlo) provvedere a questa nomina che, quindi, è stata fatta senza intesa.
Allora, quali erano le domande che ponevo nella mia interrogazione? Chiedevo, siccome questo evento della nomina si era verificato senza la previa intesa, a che cosa conducesse; che il decreto sia affetto da "macroscopiche illegittimità" non sono parole mie, ma del Procuratore Generale della Corte dei Conti.
La mia interrogazione, più che chiedere, stimolava ad impugnare in qualche maniera questo provvedimento affetto da "macroscopiche illegittimità"; ma impugnarlo come? C'è la sede amministrativa che ha ritenuto di seguire il Presidente della Giunta; c'è la sede giurisdizionale perché era ancora proponibile (forse è ancora proponibile oggi dopo i chiarimenti dell'8 novembre) il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica; oppure c'era la sede politica, e mi si consenta una viva protesta nei confronti del Ministro che ha sicuramente compiuto un atto illegittimo.
Questa è la ragione per cui dopo i chiarimenti del Ministro, che erano inaccettabili, dell'8 novembre 1985, non si sia seguita a questo punto visto che era fallita la via amministrativa, la via giurisdizionale oppure, mi consenta, una più decisa protesta in sede politica.
Queste le ragioni per cui devo ritenermi insoddisfatto del comportamento non deciso, perché non tenuto né in sede giurisdizionale n in sede politica dopo che il Ministro in maniera pervicace, l'8 novembre difendeva il suo operato dicendo: "io ho interpretato intesa", quando onestamente le parole espresse dal Presidente Viglione il 30 aprile non potevano assolutamente essere interpretate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando

Signor Presidente, mi dichiaro parzialmente soddisfatto della risposta del Presidente Beltrami che cercherò di interpretare, purtroppo, così come oggetto di interpretazione è stata la nota del suo predecessore Viglione al Ministero dell'Industria, Commercio e Artigianato; nota che mi sembra vada valutata secondo i criteri e le norme che regolano l'iter amministrativo previsto dalla legge per la nomina dei Presidenti delle Camere di Commercio.
Non dimentichiamo che il parere della Regione è un parere obbligatorio e che non può essere in nessun caso eluso o condizionato, quindi evidentemente la risposta che le Giunte regionali devono dare al Ministero sul parere richiesto non può essere né un rifiuto di parere, né un rinvio di parere, né un parere condizionato, ma deve esprimersi con un si o con un no..
Se si esprime con un si, nulla questio, perché evidentemente c'è un assenso a una proposta motivata del Ministero e quindi non vi è motivo di andare oltre.
Se si esprime con un no è richiesto esplicitamente che questo no sia motivato, perché le motivazioni della Giunta regionale possano essere concretamente e approfonditamente valutate dall'organo proponente.
Quali sono le caratteristiche di questo parere? Evidentemente è un parere che deve essere dato sulle capacità e sulle qualità della persona a ricoprire quel determinato incarico. Mi sembra che con la nota del Presidente della Giunta questo sia stato fatto, cioè il parere è stato positivo, laddove si riferisce che non vi sono motivi per rifiutare il parere favorevole alla richiesta dell'organo proponente.
Vi è una Giunta che è quella che ha provocato questa difficoltà interpretativa della nota del Presidente della Giunta, cioè la legittima segnalazione di situazioni afferenti la posizione personale del soggetto indicato e quindi la remissione alla valutazione del Ministero sulla opportunità o meno che, presenti queste situazioni, lo stesso Ministero proceda o meno a quella nomina. Mi sembra però che interpretare o voler interpretare questo, come ha fatto il collega Majorino, come la risposta con un assenso condizionato, sia un qualche cosa che non è previsto dalla legge, perché, come richiamavo all'inizio del mio intervento, la risposta può essere soltanto o positiva o negativa. Non esistono risposte, assensi condizionati o rinviati a eventi incerti e futuri, perché questa mi sembra una dizione per le polizze di assicurazione.



BONTEMPI Rinaldo

Credo che un minimo di dialettica non guasti e sia anzi auspicabile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando

Il no allo stato degli atti avrebbe dovuto essere motivato. Mi sembra spero di aver correttamente compreso la risposta del Presidente della Giunta - che in questo senso si sia indirizzata la risposta del Presidente che evidentemente ha una difficoltà e in questo lo comprendo - a dover interpretare un atto che non è il suo, quindi sarebbe stato forse opportuno, e lo sarebbe tuttora, che il Presidente dell'epoca rispondesse o intervenisse, com'è nei suoi poteri, nella discussione su questa interrogazione e desse anche in questa sede l'interpretazione autentica.
Mi ricordava il collega Bontempi giustamente che in queste vicende proprio per la lunghezza degli iter che presiedono a queste nomine, un minimo di dialettica non guasta e non avrebbe guastato. Voglio ritenere che questa dialettica ci sia stata e che sull'interpretazione difficile o almeno ambigua di questa lettera ci :aia stata una richiesta, da parte del Ministero al Presidente dell'epoca della Giunta, di un chiarimento e che questo sia intervenuto in senso positivo, laddove il provvedimento successivo del Ministero è stato un provvedimento che ha interpretato quella nota come nota di consenso.
Non esistono i pareri condizionati; esiste una situazione in cui il parere espresso è positivo e si segnala al Ministero la sussistenza di certe situazioni e si rimette allo stesso Ministero la valutazione di queste situazioni in termini di opportunità da valutarsi da parte dell'organo proponente.
In conclusione, come i colleghi interroganti sanno, una delle due situazioni ricordate, se mal non sono stato informato, si è già risolta positivamente in sede giudiziaria per l'interessato, mentre rimangono pendenti altre due questioni, una davanti all'autorità giudiziaria ordinaria e una davanti alla Corte dei Conti. L'unico responso che fino a oggi è intervenuto è un responso certamente positivo.
La seconda conclusione è che nell'interpretazione pur difficile proprio perché non era un atto promanante dall'attuale Presidente, ma da un Presidente precedente, mi sembra che l'interpretazione data a posteriori sia chiara e univoca; se così non fosse, mi sembra che facendo ancora parte di questo Consiglio il precedente Presidente della Giunta, se la mia interpretazione non è quella corretta, credo che potrà intervenire e eventualmente precisare ulteriormente la situazione al Consiglio.


Argomento: Industria (anche piccola e media)

Interpellanza dei Consiglieri Biazzi, Amerio e Avondo inerente il progetto ITACA


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza presentata dai Consiglieri Biazzi, Amerio e Avondo inerente il progetto ITACA.
La parola all'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'industria

La Giunta regionale, su ciò condividendo le valutazioni espresse dai Consiglieri interroganti, ritiene di rilevante importanza la proposta formulata da ITALTEL e dalle aziende cooperative S80 e G70 al denominato "progetto ITACA", sia per l'alto contenuto innovativo del progetto sia perché l'area ove troverà applicazione e attuazione pratica è il VCO, che come è ben noto ha fatto registrare in questi anni una preoccupante caduta dei livelli occupazionali e, in linea più generale, notevoli cedimenti nel tessuto socio economico; deve essere considerato con tutta l'attenzione necessaria, anche se, trattandosi dell'introduzione di nuovi servizi innovativi, non è facile stabilire inizialmente quali possono essere le ricadute positive sul piano dell'espansione produttiva e dell'occupazione per la zona del Verbano.
Inoltre c'è da tenere conto che la proposta che è stata avanzata articolata in 8 sottoprogetti destinati all'utenza pubblica e all'utenza privata, non consente, anche per questo, una facile valutazione.
La Giunta regionale, pur in presenza di difficoltà oggettive, che ho cercato brevemente di ricordare, ha operato attivamente al fine di giungere in tempi accettabili alla formazione di un Comitato Promotore, come richiamato nell'interrogazione da parte dei colleghi, al quale dovrebbero partecipare tutti gli Enti interessati: gli Enti locali della zona Istituti Bancari, Istituti Finanziari ed in particolare la Regione attraverso la Finpiemonte, le imprese private interessate e le cooperative.
In tempi brevi, il Comitato dovrebbe iniziare concretamente ad operare e consentire di passare alla seconda fase, con la costituzione di una società di intervento per la realizzazione dei singoli progetti e della proposta che complessivamente è stata avanzata.
A seguito del costante interessamento, che ha coinvolto anche attraverso convegni non solo la Giunta, ma anche diversi colleghi del Consiglio e in particolare alcuni dei colleghi interroganti, in data 18 marzo si è tenuta una riunione, che ritengo possa essere valutata positivamente, alla quale hanno partecipato la Finpiemonte, le due cooperative S80 e G70, l'Amministratore delegato dell'ITALTEL. i Comuni di Verbania e Omegna (era assente Domodossola per un impedimento, poiché la riunione era stata convocata in termini brevi, ma ha dato la propria adesione), l'Unione Industriale del Verbano-Cusio-Ossola, la GEPI e l'Amministrazione Provinciale di Novara.
Da questa riunione sono emerse indicazioni abbastanza precise, che penso possano dare risposta - mi auguro completa - alle preoccupazioni degli interroganti.
Innanzitutto si è deciso che faranno parte del Comitato Promotore che è stato avviato affidando alla Finpiemonte il compito della stesura dell'atto costitutivo, tutti gli Enti e i soggetti appena ricordati, più eventualmente altri soggetti; certamente saranno sentiti subito la Camera di Commercio di Novara e la Banca Popolare di Intra.
Si è convenuto che prima del 16 aprile, data in cui orientativamente si dovrebbe tenere a Verbania una seconda riunione, a cui ritengo opportuno invitare tutti i Gruppi consiliari oltre che i rappresentanti della Giunta.
La Giunta e la Finpiemonte predisporranno fatto costitutivo del Comitato Promotore e sentiranno i soggetti che non erano presenti o non erano stati invitati, ma che possono essere interessati a partecipare all'avvio di questa iniziativa.
In secondo luogo si è convenuto già in questa sede, sia pure di massima, che la Presidenza del Comitato Promotore dovrebbe essere affidata alla Finpiemonte, mentre il coordinamento tecnico dei progetti di prefattibilità dovrebbe essere affidato all'ITALTEL.per avere la garanzia della piena partecipazione del soggetto che è più direttamente interessato sul piano tecnico alla realizzazione del progetto ITACA.
Si è deciso poi che la sede del Comitato dovrebbe essere a Torino presso la Finpiemonte con un'articolazione operativa a Verbania per cercare di conciliare l'esigenza di un raccordo con la Regione e le esigenze di presenza sul territorio che sarà direttamente interessato all'introduzione di servizi telematici attraverso un progetto d'avanguardia che si configura, in ogni caso, come un'esperienza nuova di introduzione, a livello territoriale completo, di servizi telematici che riguardano sia l'utenza pubblica sia l'utenza privata; e che, quindi, dovrebbe concorrere a realizzare un processo di modernizzazione complessiva del sistema territoriale e garantire un "know how" per le iniziative future.
Infine si è definito, in linea di massima, anche l'apporto finanziario al Comitato Promotore da parte dei vari soggetti interessati che dovrebbe coprire, o in denaro o in "costo uomo", la fase preliminare di studio; il costo preventivato per la definizione dei progetti di prefattibilità si aggira sui 270/280 milioni e questi dovrebbero concludersi, in un arco di tempo compreso tra i tre e i sei mesi dall'inizio degli studi.
La partecipazione iniziale richiesta alla Regione direttamente o tramite Finpiemonte, non dovrebbe superare una cifra molto contenuta, che potrà aggirarsi, credo, al massimo sui 70/80 milioni; probabilmente, per sarà anche inferiore, e quindi possiamo dire che questa prima fase, forse un po' lunga per la complessità dei problemi in campo si è chiusa positivamente.
E' presumibile e pensabile che nella riunione fissata per mercoledì 16 aprile, a Verbania, a Villa San Remigio, che potrebbe anche costituire la sede dell'articolazione operativa del Comitato promotore, si potranno definire gli ultimi dettagli e dare il "via" all'attività del Comitato Promotore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Ringrazio l'Assessore della risposta; devo dire che mi ritengo soddisfatto.
Il senso dell'interrogazione era di sollecitare il completamento degli atti a cui la Regione si era impegnata, già dall'autunno scorso nell'incontro di Stresa, dov'era stato illustrato appunto il progetto ITACA. L'Assessore riconosce che si tratta di un'esperienza indubbiamente nuova, all'avanguardia anche a livello nazionale, per cui la costituzione di questo Comitato promotore, per verificare, ovviamente, in partenza, la fattibilità di questo progetto, di questo insieme di progetti, mi pare sia una cosa utile e che si collega "all'innovazione", ai nuovi servizi telematici che tutti noi vogliamo sostenere.
La risposta dell'Assessore ci convince anche della giustezza dell'emendamento al bilancio che noi abbiamo presentato, e cioè di puntare su servizi nuovi per le imprese, in particolare piccole e medie imprese perché è un campo tutto da esplorare in cui la Regione può svolgere un ruolo molto significativo.
Noi diciamo non da sola; noi siamo d'accordo che non sia la Regione, in quanto tale, ad assumersi da sola l'onere anche del solo esame del progetto di fattibilità: è giusto che, in questo progetto, siano chiamati a dare il loro contributo di carattere finanziario, gli Enti locali e gli altri soggetti interessati al problema.
Per cui, che la Regione intervenga nell'ordine del 30/35%, riteniamo che sia una scelta giusta, perché si deve coinvolgere la realtà territoriale anche in termine di impegni finanziari, perché è un progetto che riguarda essenzialmente la zona e le sue potenzialità.
Chiudo ricordando che il progetto si colloca negli indirizzi che vogliamo perseguire, per interventi nell'area del "VCO". Tutti dicono che per potere uscire dalla crisi in quest'area occorre puntare sulle potenzialità che vi sono presenti, utilizzando tutti gli strumenti pubblici e privati. Nell'incontro dibattito, incontro convegno indetto dal Circolo "Menotti" di Verbania in cui è intervenuto l'Assessore Genovese sono emerse delle iniziative che vanno avanti: mi permetto di dire che sono molto, molto limitate. La Gepi, in un anno e mezzo ha portato avanti due sole iniziative, ne ha fatte di più la SAIA, che ha compiti molto più limitati e non ha risorse a disposizione di carattere straordinario.
L'Assessore Genovese nel suo intervento colse bene quelli che erano gli elementi da discutere, da verificare per ottenere risultati positivi.
Chiudo ricordando che, mentre la Gepi ha fatto solo due interventi, due o tre li ha fatti la SAIA, in questi giorni si paventa la chiusura della SISMA: sono 900 dipendenti in meno, ovvero l'equivalente di 40 o 50 di quegli interventi. Ecco perché ci permettiamo di caldeggiare particolarmente questo progetto e di seguire con attenzione queste iniziative, perché daranno un contributo limitato, ma certamente concreto per trarre questa zona, che tutti noi riconosciamo particolarmente colpita dalla crisi, dal disastro in cui si trova attualmente.


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni


PRESIDENTE

Comunico che vengono consegnate le seguenti risposte scritte: Interpellanza dei Consiglieri Biazzi, Bontempi, Rivalta, Dameri, Guasso Reburdo inerente l'applicazione dell'art. 19 della L.R. 56/77 interrogazione dei Consigliere Rossa inerente la CRM di Alessandria interrogazione del Consigliere Rossa inerente il Consorzio comprensoriale Trasporti di Alessandria interrogazione del Consigliere Carazzoni inerenti gli inserti pubblicitari dedicati al Piemonte.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Circa il punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente", comunico che sono in congedo i Consiglieri: Benzi, Carazzoni, Croso, Fraire Petrini, Turbiglio, Valeri.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetto di legge


PRESIDENTE

Il progetto di legge presentato sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

b) Presentazione progetto di legge

Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco delle leggi vistate dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

d) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nella seduta del 18/3/86 in attuazione dell'art. 7, secondo comma della L.R.
6/11/78, n. 65 - in materia di consulenze ed incarichi - è depositato e a disposizione presso il servizio Aula.


Argomento: Gruppi consiliari

e) GRUPPO MSI-DN


PRESIDENTE

Comunico che il Consigliere Nino Carazzoni viene sostituito provvisoriamente dal Consigliere Gaetano Majorino in qualità di Capogruppo per ragioni di salute.



MARCHIARO MARIA LAURA


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame p.d.l. . 30: "Prime norme per la disciplina dello smaltimento dei rifiuti, in attuazione del DPR n. 915/82" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del p.d.l. n. 30: "Prime norme per la disciplina dello smaltimento dei rifiuti". Esaminiamo l'art. 16 che recita: Art. 16 (Contributo a favore dei Comuni) "I soggetti gestori di impianti di innocuizzazione e di eliminazione e di discariche di rifiuti urbani, assimilabili agli urbani, speciali - fatata esclusione per gli inerti - e tossi.ci e nocivi, nonché i soggetti gestori di impianti di stoccaggio provvisorio dei rifiuti tossici e nocivi per conto terzi, sono tenuti a corrispondere dal momento dell'attivazione, se nuova attività, e a partire dal 1 giugno 1986 se attività esistente, al Comune sede di impianto o di discarica, un contributo annuo pari a lire 1 per ogni chilogrammo di rifiuti rispettivamente innocuizzati, eliminati collocati in discarica o stoccati nell'anno precedente.
La misura del contributo è sottoposta ogni 3 anni a rivalutazione secondo l'indice ISTAT del costo della vita.
Le somme introitate devono essere destinate ad interventi finalizzati alla conservazione e valorizzazione della natura e dell'ambiente".
Sono stati presentati i seguenti emendamenti: 1) dall'Assessore Maccari: primo comma, settima riga, la data 1.6.86 è sostituita con "31.7.86".
La parola all'Assessore Maccari per l'illustrazione.



MACCARI Eugenio, Assessore all'ambiente

Lo spostamento della data di due mesi è dovuto al ritardo con il quale si va ad approvare la legge, e quindi per dare uno spazio di tempo reale per organizzare il passaggio delle competenze alla Provincia.



PRESIDENTE

Non essendovi interventi pongo in votazione l'emendamento per alzata di mano.
L'emendamento è approvato con 32 voti favorevoli e 2 astensioni.
2) dall'Assessore Maccari: primo comma, settima riga dopo le parole "al Comune sede di" sostituire così le ultime 3 righe: "impianto di innocuizzazione e di eliminazione o di discarica, un contributo annuo pari a lire 2= e al Comune sede di impianto di stoccaggio provvisorio, un contributo annuo pari a lire 1= per ogni chilogrammo di rifiuti rispettivamente innocuizzati, eliminati, collocati in discarica o stoccati nell'anno precedente".
La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore all'ambiente

Il contributo iniziale di 1 lira è stato portato a 2 lire e, visto che si poneva anche il problema degli impianti di stoccaggio provvisorio, si è pensato di porre 1 lira per gli impianti di stoccaggio provvisorio e quindi il costo totale su questo tipo di rifiuto sarebbe di 1 lira.
Questo è per non saltare un passaggio degli impianti di stoccaggio e non penalizzare eccessivamente, con una quota uguale, cioè di 2 lire, che avrebbe portato ad un costo totale di 4 lire al chilogrammo e che in base all'indice ISTAT di revisione poteva comportare un costo progressivamente alto negli anni.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano tale emendamento.
E' approvato con 19 voti favorevoli, 2 contrari e 15 astensioni.
3) Dai Consiglieri Bresso, Adduci, Ferro: al primo comma, dopo "un contributo annuo pari a lire" sostituire "lire 1" con "lire 3".
La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Abbiamo proposto che da 1 lira si passasse a 3 lire di contributo per i Comuni sulla base di un ragionamento molto concreto.
Il Comune di Torino e i Comuni consorziati producono 2.300 metri cubi di rifiuti al giorno, pari a 2 milioni e 300.000 chilogrammi.
E' una cifra notevolissima ed il Comune ospite della discarica avrebbe un introito di 6 milioni e 900.000 lire al giorno per un totale di 2 miliardi e 484.000 milioni all'anno, ma Comuni come Torino e altri ad esso consorziati non ce ne sono tanti.
La realtà della nostra Regione in effetti è un'altra: abbiamo pensato ad un bacino di utenza che abbia tanti abitanti quanti ne ha il comune di Settimo Torinese.
Con un contributo di 3 lire per ogni chilogrammo di rifiuti, questo comune - ipotetico - verrebbe ad avere un introito annuo di 45 milioni.
Questa ci sembra la cifra minima per intraprendere quelle iniziative dirette a rivalutare, a salvaguardare ed a valorizzare l'ambiente interventi di questa natura non sarebbero effettuabili se il contributo fosse inferiore.
Per queste ragioni chiediamo che da 1 lira si passi a 3 lire.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento.
E' respinto con 16 voti favorevoli, 20 contrari e 2 astensioni.
4) Dai Consiglieri Reburdo e Ala: al termine del primo comma aggiungere: "sono esclusi dal versamento di questo contributo gli impianti per il riciclaggio".
La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore all'ambiente

L'emendamento è respinto in quanto le 2 lire o la lira vengono dati perché il passaggio dei camion comporta usura della struttura comunale.
L'usura delle infrastrutture comunali c'è anche là dove esistono impianti di riciclaggio per cui riteniamo opportuno che le 2 lire vengano date anche per questi impianti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano tale emendamento.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 18 contrari e 14 astensioni.
5) Dal Consigliere Staglianò: aggiungere all'ultimo comma le seguenti frasi: "previo parere della Provincia delegata, anche in relazione alla presenza degli impianti" La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore all'ambiente

Riteniamo opportuno che sia bene lasciare la responsabilità di uso e quindi la competenza di uso delle somme introitate al Comune e già finalizzate alla conservazione e valorizzazione della natura e alla difesa dell'ambiente, senza usare le parole: "previo parere della Provincia" che probabilmente comporterebbe una ulteriore difficoltà nel meccanismo di spesa della cifra.



PRESIDENTE

Se non vi sono interventi, pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento.
E' respinto con 21 voti contrari e 15 astensioni.
Si passi alla votazione dell'art. 16 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 42 hanno risposto si 22 Consiglieri hanno risposto no 3 Consiglieri si sono astenuti 17 Consiglieri L'art. 16 è approvato.
Art. 17 (Norma finanziaria) "Per il finanziamento degli oneri relativi alla realizzazione e gestione del catasto di cui ai precedenti artt. 2 e 3 è autorizzata, per fanno '86 la spesa di L. 500 milioni.
Per l'erogazione dei contributi per l'acquisizione dei siti di cui al precedente art. 6, nonché per il concorso nelle spese sostenute dalle Province per l'esercizio delle funzioni delegate di cui al precedente art.
7, sono autorizzate, a decorrere dall'anno '86, rispettivamente le spese di L. 300 milioni e L..500 milioni.
Per l'attuazione dell'art. 9, nel bilancio di previsione per fanno '86 sono istituiti i seguenti capitoli: Entrata 'Depositi cauzionali per l'attuazione del DPR n. 915/82' Spesa 'Restituzione delle cauzioni versate per l'attuazione del DPR n.
915/82'.
Per il funzionamento del Comitato Tecnico regionale di cui al precedente art. 12 è autorizzata, per fanno '86, la spesa di L. 60 milioni.
Agli oneri derivanti dall'applicazione del primo comma del presente articolo si provvede mediante riduzione, di pari importo, del cap. 12500 del bilancio 1986 e l'istituzione, nello stato di previsione della spesa del bilancio per fanno finanziario medesimo, del seguente capitolo: 'Spese per la realizzazione e gestione del catasto dei rifiuti e degli impianti di smaltimento' con lo stanziamento di L. 500 milioni in termini di competenza e di cassa.
Agli oneri derivanti dall'applica-zione del secondo comma del presente articolo, si provvede mediante riduzione dell'importo di L. 300 milioni del cap. 12500 del bilancio per l'anno '86 e l'istituzione nello stato di previsione della spesa di bilancio per fanno finanziario medesimo dei seguenti capitoli: 'Contributi in capitale ai Comuni, alle Comunità montane ed ai loro consorzi per l'acquisizione dei siti idonei allo smaltimento dei rifiuti' con lo stanziamento di L. 300 milioni in termini di competenza e di cassa.
'Concorso nelle spese sostenute dalle Province per l'esercizio delle funzioni delegate in materia di smaltimento dei rifiuti', con lo stanziamento di L. 500 milioni in termini di competenza e di cassa.
Agli oneri derivanti dall'applicazione del quarto comma del presente articolo si provvede mediante riduzione, di pari importo, del cap. 12500 del bilancio '86 e l'istituzione, nello stato di previsione della spesa di bilancio medesimo del seguente capitolo: 'Spese per il funzionamento del Comitato Tecnico regionale per l'attuazione del DPR n. 915/82' con lo stanziamento di L. 60 milioni in termini di competenza e di cassa.
Per gli esercizi finanziari 1987 e successivi si provvederà in sede di predisposizione dei relativi bilanci.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
L'Assessore Maccari presenta il seguente nuovo articolo 17: "Art. 17 - Opere edilizie e localizzazione urbanistica Le opere e gli interventi di carattere edilizio ed urbanistico relativi alla realizzazione delle discariche di rifiuti autorizzate ai sensi del D.P.R. 915/82, sono soggette solamente ad autorizzazione rilasciata dal Comune.
L'istanza autorizzata si intende accolta qualora il Sindaco non si pronunci entro 60 giorni dalla sua presentazione.
Fino all'approvazione dei Piani regionali di cui al precedente art. 5, le discariche, qualora gli strumenti urbanistici comunali non abbiano provveduto ad individuare aree ad esse destinate, sono ubicate nelle zone destinate ad usi agricoli, o qualora ricadano in Comuni sprovvisti di strumento urbanistico, all'esterno della perimetrazione del centro abitato.
Il secondo e il terzo comma dell'art. 55 della L.R. 5/12/77, n. 56 e successive modificazioni ed integrazioni, sono abrogati".
La parola all'Assessore Maccari per l'illustrazione.



MACCARI Eugenio, Assessore all'ambiente

E' un ulteriore chiarimento, utile in modo particolare per i Comuni per cui si specifica che non esiste più la concessione edilizia, ma in analogia alla legge statale n. 62 del 5.3.1982, che prevedeva questa procedura per le zone idonee ad effettuare lo smaltimento dei liquami e dei fanghi residuati dalla lavorazione industriale dei processi di depurazione la Regione lo amplia anche alle discariche dei rifiuti solidi urbani per dare la possibilità di avviare, in termini concreti, una politica di discariche sul territorio regionale che, come tutti sanno, ha continuamente difficoltà a decollare; sia sufficiente pensare al numero irrisorio delle discariche consorziate o comunali che esistono sul territorio regionale discariche naturalmente autorizzate, perché poi ne esistono molte fatte in base a ordinanze contingibili o urgenti da parte del Sindaco dei singoli Comuni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

In relazione a questo primo comma modificato, voglio richiamare l'attenzione della Giunta, dell'Assessore competente e degli altri colleghi.
Il primo comma si richiama al dispositivo legislativo del 1982 per sancire che gli interventi di carattere edilizio urbanistico sono soggetti soltanto ad autorizzazione.
La legge del 1982 richiama la procedura dell'autorizzazione e nel decreto che promuove questa procedura si fa riferimento all'art. 48 della legge 457, dove si parla peraltro di interventi di manutenzione o di interventi tecnologici; comunque, si è presa la tipologia espressa dall'art. 48, nell'ambito di un decreto per provvedimenti urgenti, cioè in una situazione, in quel momento, ritenuta urgente: in sostanza un decreto introduceva questa anomalia di carattere eccezionale.
Sul territorio nazionale è sottoposta a concessioni e a licenze edilizie qualsiasi opera a partire dal 1967. La L.R. n. 56 ha sancito questo principio.
Mi pare davvero inammissibile che una legge, che tende a regolare, non in situazione di emergenza, ma in situazione di regime, la realizzazione degli impianti di smaltimento e di depurazione, si ricorra ancora ad una disposizione di questo genere.
Noi stiamo varando una legge attraverso la quale si controlla e si regola tutto il processo di realizzazione di questi impianti di qui al futuro; considero di estrema gravità che si ricorra all'istituto dell'autorizzazione e non si consideri normale e naturale invece l'istituto della concessione.
Certi impianti hanno bisogno di strutture, non indifferenti, penso per esempio a Po-Sangone e a tante altre strutture rilevanti.
Chiedo quindi alla Giunta, all'Assessore e agli altri Consiglieri di considerare la gravità della decisione che si propone di assumere: siamo in tempo per riconsiderarla e io spero che venga presa in considerazione la mia osservazione.
Vengo alla seconda parte dell'art. 17 dove si introducono di nuovo dei dispositivi non meno preoccupanti. Il secondo comma dell'art. 17 dice che fino all'approvazione dei Piani regionali di cui al precedente art. 5 le discariche qualora gli strumenti urbanistici comunali non abbiano provveduto ad individuare aree ad esse destinate, sono ubicate nelle zone destinate ad uso agricolo, o,qualora ricadano in Comuni "addirittura" sprovvisti di strumento urbanistico,all'esterno della perimetrazione del centro abitato.
Siamo tornati con questo comma alla politica del collocare in quell'area di attesa, che sono sempre state le aree agricole, qualsiasi cosa di cui non si sappia ricercare una giusta collocazione, una giusta ubicazione. Anche questo è un fatto di estrema gravità.
Dopo che per anni, nel corso dei quali abbiamo cercato in tutti i modi di sottoporre ad un regime corretto i terreni agricoli, ora, con questo secondo comma, si dice bellamente che impianti di questa natura, quando non si sa dove ubicarli perché non si sono predisposti i Piani generali o perché mancano i Piani regolatori, vengono collocati in zona agricola.
Io credo che l'Assessore Lombardi non possa essere soddisfatto di una decisione di questo genere. E' grave sotto il profilo del principio.
Non si può assolutamente dire, affrontando questi problemi almeno con il buon senso che, quando non si sa dove collocare questi impianti,si utilizzano le zone agricole. Quindi chiedo alla Giunta, all'Assessore e ai Consiglieri di rimeditare su questo.
Credo, quindi, che sull'art. 17 si dovrebbe richiedere una sospensione per una riconsiderazione di questi problemi.
Con il terzo comma si abroga una parte dell'art. 55.
Con la legge n. 56, certo molto discussa e discutibile, ma della quale c'è stato un riconoscimento generale sulla sua dignità culturale,si è teso porre i problemi di uso del territorio e del suolo all'interno di un quadro complessivo ed organico, cosa mai avvenuta nel nostro Paese.
Di fronte a questa legge, che ha questo carattere di organicità,si sta procedendo da parte di questa Giunta, di questa maggioranza, voglio anche ritenere soprattutto per iniziativa dell'Assessore all'urbanistica, forse persino con non piena coscienza di altri membri della Giunta, ad abrogazioni, a modificazioni fatte in modo del tutto estemporaneo andando ad intaccare quell'organicità che dovrebbe essere mantenuta anche nel momento in cui si ritenesse di modificare la legge n. 56. Infatti quando abbiamo modificato la legge n. 56 nella passata legislatura,è stato fatto un lavoro estenuante, non solo di dibattito e di confronto politico, ma di elaborazione, e lo voglio qui ricordare, con una partecipazione critica, ma attiva, collaborativa dalle attuali forze di maggioranza allora all'opposizione. L'abbiamo fatto tutti insieme, e io ricordo in questo lo spirito vostro nella ricerca di migliorare la legge e di mantenerle il carattere di organicità e di unità che aveva. Qui invece sta andando avanti per opera dell'Assessore all'urbanistica, lo smantellamento, petalo per petalo, di un fiore che mi permetto di definire di primavera.
L'Assessore all'urbanistica strappa questo fiore buttando i petali e calpestandoli. E' un atteggiamento assolutamente inaccettabile, che non gli fa onore, come non gli fanno onore le dichiarazioni che pubblicamente va facendo nelle assemblee. Il senso delle sue espressioni è che la legge n.
56 va buttata nel cestino.
Allora, davvero nel terzo comma dell'art. 17, che abroga alcuni commi dell'art. 55, c'è la volontà di buttare nel cestino la legge n. 56 e questo lo si fa pezzo per pezzo in modo straziante.
Mi consenta, Assessore, sotto questo profilo lei sta procedendo in un'operazione che non ha nessuna base né giustificazione di carattere culturale né di carattere amministrativo e politico. Lei sta semplicemente procedendo alla distruzione di qualcosa che, dalle prime manifestazioni del suo operare, non sarà da lei ricostruito allo stesso livello.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Su questo testo inserito in guisa di emendamento dell'art. 17, devo fare questi rilievi.
Sia in sede di approvazione della legge n. 56, sia in sede di esame delle sensibili modifiche di circa un anno e mezzo fa, noi mostrammo diverse perplessità sull'intero sistema della legge n. 56.
Contestammo a questo sistema di fondo della legge n. 56 l'eccessiva macchinosità, una carenza di snellezza e in sede di revisione della legge mettemmo in evidenza come si sarebbe dovuto tener conto di tutti gli inconvenienti che si erano verificati dal 1977 al 1984 nell'applicazione della legge.
Sull'art. 55 della legge urbanistica, che non ebbe nessuna immutazione in sede di revisione, noi ci esprimemmo in maniera favorevole, perché si prevedeva nel secondo comma dell'art. 55 che adesso si vuole abrogare, non solo la concessione, ma si enunciavano dei precisi criteri che avrebbero dovuto presiedere alla decisione del Comune di concedere la concessione ad aprire nuove discariche e ad autorizzare l'accumulo di rifiuti solidi.
Questi criteri a nostro avviso erano stati giudicati validi già nella prima stesura della legge n. 56, in quanto erano in buona sostanza diretti ad impedire un effettivo inquinamento del territorio.
Quindi, a nostro avviso è censurabile; non è condivisibile il fatto che si degradi ad una mera autorizzazione, la quale prevede, nell'impostazione della legge n. 56 e non solo di questa, anche allorquando la legge nazionale parla di autorizzazione il problema non cambia, interventi minori, fra i quali mi pare un difficile prevedere l'intervento modificatore del territorio legato ad una discarica.
Il discorso è questo, Assessore, se anche si vuole degradare il provvedimento del Comune inerente a nuove discariche e agli interventi relativi da concessione ad autorizzazione, quanto meno si sarebbe dovuto mantenere in vita il secondo comma dell'art, n. 55 perché, sia pure riferito ad autorizzazione, enuncia i criteri che deve seguire il Comune allorquando, diceva L'art. n. 55, concedeva la concessione e allorquando adesso concede l'autorizzazione.
In difetto, il Comune verrebbe in buona sostanza ad avere un'eccessiva discrezionalità nell'emanare questi provvedimenti autorizzativi.
Quindi, se proprio la concessione viene degradata ad autorizzazione quanto meno si rimarchi che rimane in vita il secondo comma, non nella prima parola dove dice concessione, ma in tutto il suo contesto sostanziale, laddove si enunciano i criteri che i Comuni dovranno seguire.
Quindi sotto questo profilo mi pare che, al di là di concessione autorizzazione, sia estremamente pericoloso abrogare con un colpo di spugna l'intero criterio che L'art. 55 della legge n. 56 responsabilmente enunciava ai fini del provvedimento diretto ad interventi edilizi e urbanistici concernenti le discariche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, l'intervento del collega Risalta politicamente non sfumato, per usare un eufemismo, pone i Gruppi nell'esigenza di pronunciarsi in ordine ad un atteggiamento che la Giunta assume su una problematica delicata.
Cominciamo col dire, per verità storica, che le Province che dovranno gestire questa legge, chiedevano che venisse tolta anche l'autorizzazione.
Dico questo per far capire quale sia il grado di gradimento e il giudizio degli operatori sul territorio.
Sono venuti alcuni Assessori provinciali, e non di seconda linea, a chiedere questo e il nostro Gruppo ha dichiarato subito che non condivideva quella posizione.
Se alcuni Assessori provinciali chiedono la soppressione dell'aspetto urbanistico, certamente non lo fanno per poca attenzione ai problemi ecologici e territoriali, ma perché si sono resi conto che, attraverso alcuni meccanismi, questa loro preoccupazione finisce per essere un blocco.
Responsabilmente il legislatore non condivide la concezione che non ci si debba più occupare di questi aspetti dal punto di vista urbanistico territoriale, ma deve trovare il giusto mezzo fra esigenze che non.si conciliano; ma che non si conciliano, l' hanno detto i diretti interessati non l'abbiamo inventato noi; non è la sezione socialista o quella liberale di Torino o di qualche altra città che dice queste cose, ma lo dicono gli operatori sul territorio.
Detto questo, concettualmente, mi pare che la proposta della Giunta vada condivisa, nella misura in cui, ritornando al vecchio dibattito sulla riforma edilizia nel nostro Paese sul "ius edificandi", la concessione, il trasferimento a qualcuno, anzi la dazione a qualcuno del diritto di costruire, compete allo Stato.
Apprezzerei di più uno sforzo della sinistra, in particolare del Partito comunista, volto a far crescere questo tipo di concezione, che è tipico dei Paesi più avanzati, e non invece a lasciarlo ad una pura enunciazione di principio.
Quindi il vecchio problema a chi competa il diritto di costruire è ancora tutto da risolvere; è certo però che quando il legislatore nella riforma italiana ha distinto l'autorizzazione dalla concessione ha tirato una linea dritta fra due tipi di interventi: quelli che prevedono il trasferimento a qualcuno di un diritto di costruire, che è considerato dello Stato e del Comune, e quelli per l'esercizio di altre attività, che non presuppongono questo trasferimento.
La discarica non è una costruzione, è un comportamento sul territorio è un trattamento del territorio, quindi non 'ha a monte un diritto di costruire che viene trasferito a qualcuno e che viene concesso.
E' un comportamento sul territorio che va normato, disciplinato e autorizzato, quando si verificano le condizioni che Pente pubblico pone a monte del comportamento stesso sul territorio.
Io, che non sono un grande avvocato, ho vinto alcune cause su questa materia. Quindi, concettualmente, la posizione della Giunta che si debba trattare di autorizzazione e non di concessione, mi sembra corretta.
Questa scelta, che ritengo corretta e coraggiosa, determina una riflessione, che non faremo in questa sede, in ordine all'applicazione dell'art. 55, cioè di come questa autorizzazione dovrà considerare i comportamenti sul territorio che deve tenere l'autorizzato, verificato dal Comune affinché questa autorizzazione in effetti non svuoti completamente la preoccupazione della legge n. 56 della tutela del territorio. Sarà un problema che ci dovremmo porre in altra sede, con una modifica specifica dell'art. 55 della legge n. 56.
Quindi riassumo; agli effetti della presente legge, lo strumento sul quale si deve attivare fazione è certamente quello della autorizzazione e non della concessione, questo è sbagliato dal punto di vista concettuale e giuridico; invito la Giunta a verificare in fase successiva come questa autorizzazione debba recuperare tutto quanto è attuale e quindi della normativa in termini vincolistici di contenuto, non di procedura.
Noi siamo contro la concessione come procedura; evidentemente siamo molto attenti a che attraverso la modifica della procedura non si snaturi tutto quel complesso di cautele che si era ritenuto di introdurre nella legge n. 56, a monte dell'avvio di attività sul territorio, che certamente non sono costruzioni, ma sono dal punto di vista ambientale e territoriale estremamente delicate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

In merito alla mia dichiarazione di voto di netto rifiuto, sia culturale oltre che politico, del contenuto dell'art. 17, ho pochissime cose da aggiungere, soprattutto dopo l'intervento del collega Rivalta, che ha espresso benissimo delle considerazioni che probabilmente sarei stato capace di dire in maniera molto meno adeguata e pregnante, e dopo le aggiunte e le precisazioni del Consigliere Majorino.
Vorrei suggerire che, non solo bisogna ragionare in termini urbanistici, ma occorre anche cercare di rendersi conto di quanto sta accadendo in Piemonte.
Parliamo in quest'aula dei problemi quali quelli della zona di Tortona e dello Scrivia e dovremo presto certamente parlare di un'altra situazione legata allo smaltimento dei rifiuti tossici e nocivi di enorme gravità, per quanto i giornali se ne freghino abbastanza, quale quella di Casale Monferrato e dell'inquinamento dell'acquedotto.
Abbiamo parlato di comportamenti disinvolti di alcuni Comuni, come quello di Pomaro. E probabilmente dovremo vedere, anche se il problema è tuttora in discussione, anche altri Comuni quali Tortona, in merito a procedure di smaltimento assolutamente prive di qualsiasi legalità. Adesso diamo questa nuova facoltà ai Comuni, permettendo di fatto loro di aggirare quelle poche norme che garantiscono i cittadini e si frappongono come ostacolo ad una totale liberalizzazione dello smaltimento dei rifiuti.
Aggiungerei che alcune sentenze del TAR. una la richiamava il collega Ferro la settimana scorsa, un'altra è quella in merito alla discarica di Torrazza, parlano espressamente di concessione edilizia.
Direi che l'unico senso di responsabilità verso i cittadini piemontesi è quello di porre la più rigida forma di regolamentazione sullo smaltimento dei rifiuti. E la presenza della concessione edilizia è uno di questi momenti.
Si diceva la settima scorsa che il Piemonte sta diventando la pattumiera dell'Italia settentrionale. La Provincia di Alessandria in maniera particolare si sta rivelando, anche per caratteristiche geografiche, quel posto dove finiscono per affluire i rifiuti che altrove non sono smaltibili o trovano troppi ostacoli burocratici e legislativi.
Direi che assolutamente, non si può transigere sotto questo aspetto e invito a prestarvi molta attenzione, sotto i profili dell'agricoltura dell'uso dei terreni agricoli e della totale vanificazione della legge urbanistica.
Ma pur sempre si tratta di distruggere un patrimonio culturale che questa Regione aveva faticosamente creato.
Vi sono inoltre anche gli aspetti sanitari, non si può pensare che i rifiuti non sono una costruzione ma sono invece qualcosa di ancora ben più pericoloso, che è necessario normare ai fini della salute e dell'igiene pubblica collettiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Signor Presidente, è già stato detto che siamo di fronte a una problematica molto delicata. Non entro nel merito del complesso della legge che esaminiamo, ma delle modifiche che stiamo apportando surrettiziamente alla legge 56. Chi ha avuto modo di seguire nel merito questa legge, .e le modifiche che abbiamo adottato fanno scorso, si è reso conto come qualsiasi modifica apparentemente - ma qui non è apparentemente - insignificante pu avere delle implicazioni che vanno ben oltre l'oggetto di cui trattiamo.
Sia l'Assessore Cerutti che l'As-sessore Genovese hanno seguito con attenzione le modifiche alla L. R. n. 56; ma ci siamo tutti resi conto in Consiglio regionale che su questa materia occorre la massima riflessione e ponderazione prima di introdurre qualsiasi modifica che rischia di stravolgere l'impianto della legge e renderla addirittura per alcuni versi ingovernabile e controproducente, aprendo dei varchi che sono incolmabili.
La legge 62 del 1982, che era dettata dall'emergenza, in questo disegno di legge viene assunta acriticamente. Ci troviamo di fronte ad una inadempienza macroscopica di questa Giunta e dell'Assessore in particolare.
Era una legge, la 62, dettata su pressione dell'emergenza. Ci sono state altre leggi dettate dall'emergenza proprio in quel periodo - ricordo per esempio la legge 94. Ebbene, l'Assessore Cerutti si ricorderà che allora non si è assunta acriticamente la legge 94, ma la Regione ha approvato una propria legge, la legge 17/82, che forse è una delle più belle leggine che abbiamo fatto, adeguandola alla normativa regionale e dando anche un buon contributo a rendere maggiormente applicabili alcune norme della stessa legge 94. Tant'è vero che alla fine l'abbiamo recuperata perfino nella modifica della legge 56.
Ecco perché voglio sottolineare che siamo di fronte a modifiche molto delicate che richiedono una pausa di riflessione da parte della Giunta e da parte dell'intero Consiglio prima di vararla. In questo non posso che associarmi alla richiesta fatta all'inizio dal collega Rivalta.
Con questa modifica non si parla solo della discarica come sito, ma si parla anche delle opere e degli interventi di carattere edilizio ed urbanistico, ecc... C'è dentro di tutto, perfino le case dei custodi e gli uffici! Credo che si debba meditare tutti prima di assumere acriticamente una norma di carattere eccezionale, assunta nel 1982, ma in una situazione per gran parte mutata. C'è la prevaricazione dell'autonomia dei Comuni, si vanno a ledere dei principi fondamentali che sono in una legge statale, la legge 10, che regolamenta puntigliosamente (uno dei meriti della legge 10) l'istituto della concessione e di come occorre adeguare le varie normative nazionali e regionali.
Inoltre a me sembra che il proporre l'abrogazione di tutto l'articolo 55, perché quando si tolgono due commi dell'art. 55 vuol dire svuotarlo completamente di significato, è un atto molto grave. A me sembra, se andiamo a leggerli attentamente, che questi articoli sono addirittura ininfluenti per quanto riguarda le procedure dell'adeguamento al Decreto 915, non lo sconvolgono per niente.
Come mai allora si va a creare un buco così grave all'interno della nostra normativa urbanistica, togliendo delle norme che sono di particolare utilità ed interesse per tutti? La verifica dal 1977 in avanti ce ne ha dato riprova.
Per esempio non riesco a capire perché per individuare una discarica o anche un depuratore si debba togliere la norma che dice "questi insediamenti devono essere ubicati in ogni caso il più lontano possibile dalle abitazioni e tenendo conto dei venti dominanti e subordinandoli alla valutazione dell'impatto ambientale", che qui era già indicato in modo serio anche se ovviamente in modo diverso rispetto alla cultura che si è affacciata in questi anni.
Abbiamo a Domodossola un caso preciso: il non aver tenuto conto di queste indicazioni costringe adesso a spostare questi impianti, perché sono diventati una calamità per interi quartieri ed intere frazioni. Per quale motivo si vanno a togliere norme di questo genere che erano il minimo di garanzia che allora si era riusciti ad individuare? Semmai adesso - e qui mi aggancio al problema di adeguare quelle normative nazionali alle nostre normative regionali - il problema era di fare un salto in avanti rispetto a quanto è emerso; il Decreto Galasso e la legge 431 sono un'espressione di quanto è emerso nella cultura ambientalista e di tutela del territorio.
Infatti a me sembra che il senso del convegno di Maratea, svoltosi pochi giorni fa, è proprio questo: maggiore attenzione ai problemi dell'ambiente e del territorio, necessità della pianificazione e della programmazione degli interventi. Nessuna Regione ha più proposto di "deregolamentare" questi strumenti, quanto semmai di adeguarli, di fare un passo in avanti. La legge 431/85 è ritenuta, al di là delle critiche che si possono fare, un punto fondamentale di approdo e di partenza dalla cultura urbanistica e ambientalistica per la tutela del territorio. E' un punto di non ritorno di tutta la cultura urbanistica nazionale, lo dissero a Maratea molti tra i maggiori esponenti della cultura urbanistica nazionale, lo dicono tutte le Regioni, attraverso le proprie strutture, con un documento unitario, lo dice persino una parte dell'apparato dello Stato.
E', a mio modo di vedere, inspiegabile che noi con queste norme, di fatto, forse involontariamente, facciamo un passo indietro. Mi permetto di ricordare che la Regione Piemonte è stata presente a questo convegno attraverso i propri funzionari. L'architetto Sertorio e l'architetto Giudici hanno presentato una relazione, molto seguita e molto apprezzata da tutti, i convegnisti e danno un'indicazione che va in senso contrario alle proposte della Giunta che stiamo esaminando.
Ecco perché mi permetto ancora di richiedere una pausa, una riflessione collegiale da parte della Giunta regionale e più in generale del Consiglio perché siamo di fronte a norme delicate che toccano settori fondamentali come l'agricoltura, come rilevava il collega Rivalta, come l'ambiente ecc... Ritengo pertanto opportuno che questa riflessione vada fatta compiutamente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore all'ambiente

Chiedo una breve sospensione.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle 11,35 riprende alle ore 12,50)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Vengono presentati i seguenti emendamenti al nuovo art. 17: l) Dall'Assessore Maccari: all'art. 16 bis, comma secondo, alla quarta riga dopo "agricoli" aggiungere: "che nella Carta dei Suoli, siano individuate fra quelle a più bassa fertilità".
La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore all'ambiente

Vorrei proporre un emendamento al terzo comma dopo le parole "sono ubicate nelle zone destinate ad usi agricoli", vengono aggiunte le parole "che nella Carta dei Suoli siano individuate fra quelle a più bassa fertilità".
L'introduzione dell'autorizzazione è stata fatta in analogia a quanto prevede la legge 62 del 1982 che, all'art. 2 stabilisce: ".., le Regioni sentiti i Comuni, sono tenute ad individuare mediante apposito piano le zone idonee a effettuare lo smaltimento dei liquami e dei fanghi residuati dalle lavorazioni industriali e dai processi di depurazione. Per questi impianti, le opere e gli interventi di carattere edilizio e urbanistico relative allo smaltimento dei liquami e dei fanghi da effettuare nelle zone di cui al primo comma sono sottoposte alle sole procedure di autorizzazione di cui all'art. 48 della legge 457, con la riduzione a 60 gg del termine stabilito dallo stesso articolo".
E' stato ricordato che questa è un'indicazione data in un momento di emergenza; d'altronde l'estensione che la Giunta propone al settore delle discariche dei rifiuti solidi urbani corrisponde a una situazione che in Piemonte è passata da una situazione di emergenza a una situazione a regime.
Stiamo vivendo proprio in questi giorni, situazioni drammatiche sul territorio piemontese, che vanno da Carbonara a Tortona, dove c'è un altro deposito clandestino; probabilmente altre zone dell'alessandrino non appena sarà chiara la normativa e la modalità di intervento, indicheranno ipotesi di cimiteri di rifiuti industriali o rifiuti tossici.
E' una situazione di emergenza che, senza voler fare il vate malefico sono destinate a peggiorare. E' di oggi la notizia dell'acquedotto di Casale che è inquinato da fenolo.
Il Piemonte, dopo 10 anni di politica ecologica, dopo 10 anni di indicazioni circa i Piani dei siti, si trova nella condizione di dover ripensare ed esaminare le zeppe e gli intoppi che hanno impedito il decollo delle discariche o degli impianti di smaltimento.
Indubbiamente la Regione non può rimuoverli tutti, ma è compito della Regione e,assumendo la responsabilità delle parole, dico che è compito di chi governa la Regione in particolare di chi ha la responsabilità del settore all'interno della Giunta, di dare indicazioni perché possano decollare le discariche.
Oggi il Piemonte dopo parecchi anni di attività, si trova con 17 discariche autorizzate di solidi urbani, che indubbiamente non possono coprire le esigenze dei 1209 Comuni. Esiste poi una miriade di altre discariche autorizzate dai Comuni con ordinanze urgenti, per situazioni di emergenza, che però non corrispondono a una politica pubblica globale che affronti seriamente la materia.
Queste zeppe sono le procedure: si è quindi ritenuto necessario di procedere con l'autorizzazione in analogia alla legge n. 62 dello Stato.
Non mi pare un fatto grave, com'è stato detto in quest'aula. Qualche volta succede che chi afferma certe gravità per fatti (tutto sommato marginali) poi nel settore della pianificazione urbanistica non ha nessuna intenzione di prevedere deleghe e competenze a enti di dimensione territoriale inferiore a quella della Regione.
Questa è una situazione che possiamo considerare di emergenza e come tale può e deve essere affrontata con elementi che noi riteniamo validi anche in una politica di regime e lo sono particolarmente in un momento di emergenza transitoria.
Le modificazioni che si vogliono apportare alla legge n. 56, con l'abolizione dei due commi dell'art. 55, non hanno caratteristiche di estemporaneità né tanto meno intaccano l'organicità della legge n. 56.
Costituiscono invece una ricerca di miglioramento del modo di operare della Regione nel settore dello smaltimento dei rifiuti. E il modo migliore l'abbiamo già votato. Infatti L'art. 55 dice: "accumulo di rifiuti solidi da ubicare, in ogni caso, il più lontano possibile dalle abitazioni e tenendo conto dei venti dominanti è subordinata alla valutazione, a mezzo di adeguato studio idrogeologico, di assenza di pericolo per l'inquinamento delle acque superficiali e profonde e alla garanzia di adatto materiale di copertura".
Noi proponiamo l'abrogazione di questo comma, dopo aver già votato la dizione della legge dove afferma: "Le procedure di costruzione delle discariche sono sottoposte a valutazioni d'impatto ambientale". Sono valutazioni più approfondite e più consistenti di quanto non sia previsto nella dizione dell'art. 55.
Non si è assunta in modo acritico la dizione dell'articolo 62, ma dopo aver valutato in modo ponderato.
Il Consigliere Rivalta ha dichiarato che le dichiarazioni dell'Assessore all'urbanistica non gli fanno onore. Ognuno è libero di fare le dichiarazioni che crede. All'onore ognuno può dare il contenuto che crede e strumentalizzarlo come crede. Mi pare che sia stata una parola usata in termini non corretti in un'assemblea regionale, ma non mi adombro per questo.
La responsabilità di condurre un settore o un Assessorato si giudica in base alle realizzazioni. Contemporaneamente non credo che l'aver modificato L'art. 85, su pressione di amministrazioni comunali, non solo di quelle di colore analogo a quello dell'attuale maggioranza regionale, ma amministrazioni di pentapartito e amministrazioni di sinistra, che vivevano drammaticamente i loro problemi, come la Giunta comunale di Verbania, sia stato un atto di saggezza; e visto che in quest'aula la saggezza c'è solo quando c'è unanimità, credo che si sia raggiunta l'unanimità, se ben ricordo, nella modificazione dell'art. 85.



BIAZZI Guido

E' stato un errore interpretativo.



MACCARI Eugenio, Assessore all'ambiente

Questa è un'interpretazione che va a onore di chi la propone, ma rimane un'interpretazione non condivisa dagli uffici giuridici dell'amministrazione regionale, a cui ricorreva l'amministrazione precedente e a cui ricorre quella attuale.
La modifica all'art. 85 è di tipo funzionale, mi auguro, che, essendo stata accolta con soddisfazione dalle amministrazioni comunali interessate abbia possibilità di dare effetti positivi.
L'abrogazione di questi commi che dà la possibilità di tentare di realizzare una politica di smaltimento dei rifiuti solidi urbani ed industriali in Piemonte non è uno stravolgimento della legge n. 56.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

La nostra contrarietà e la nostra preoccupazione sono accresciute dopo la risposta dell'Assessore.
Dalle motivazioni date sembra emergere una confusione maggiore e più preoccupante.
Credo sia il caso di confutare sistematicamente le affermazioni che sono state portate a conforto di questo emendamento, che continuiamo a ritenere un emendamento squassante l'impo-stazione generale e, come tale necessiterebbe di una discussione sull'impianto della normativa urbanistica. Crediamo di dovere ricordare al Presidente della Giunta all'Assessore e agli altri Gruppi gli effetti perversi di una non dichiarata, quindi non discussa, non partecipata procedura di intaccamento dell'architettura istituzionale urbanistica che ha delle sue ragioni e delle profonde connessioni. Chi ha vissuto l'esperienza della legge 56, al di là ancora delle opinioni di merito, sa che togliere dei tasselli facendo delle finestre - come si fa nell'anguria per metterci il cognac vuol dire corrompere profondamente la legge e portare elementi di conflittualità molto pericolosi per quanto riguarda la certezza del diritto e quindi anche per l'operatività stessa degli interessi che si vorrebbero tutelare con queste modifiche.
Si tolgono due commi rilevanti da un'impostazione generale che assegna non a caso al regime delle concessioni la materia delle costruzioni edilizie e degli interventi urbanistici - mi soffermerò poi su quest'aspetto anche per chiedere qualche chiarimento su che cosa si intende per interventi urbanistici vista la loro complessità - nel momento in cui abbiamo una legge generale di "tutela ed uso del suolo" a cui anche gli aspetti settoriali sono condizionati, legge che è fatta in maniera tale da non potere tollerare questi scardinamenti parziali.
Faccio un esempio: all'art. 56, gli interventi soggetti ad autorizzazione sono ricondotti al principio della tassatività. Vale a dire si individuano in maniera tassativa tutti gli interventi soggetti ad autorizzazione.
Inviterei i colleghi a leggere questo articolo, anche perché sono abbastanza evidenti la ratio e lo spirito (casi di occupazione temporanea o comportamenti a termine).
A riprova di questo, c'è L'art. 54 che dimostra come per le costruzioni temporanee e per i campeggi c'è il regime della concessione.
E' profondamente sbagliato accomunare gli interventi soggetti ad autorizzazione a interventi aventi le caratteristiche di definitività probabilmente di una certa consistenza, pensiamo a certi impianti di depurazione e a tutte le accessioni che ne conseguono. C'è però il problema sul piano interpretativo: avendo tolto i due commi dell'art. 55, e stabilendo, con questo emendamento che gli interventi edilizi ed urbanistici per le discariche, sono sottoponibili a sola autorizzazione crea un conflitto con L'art. 56, il quale stabilisce in maniera tassativa quali sono i casi da sottoporre ad autorizzazione.
Come si può notare non basta questo emendamento che, oltre a non essere condivisibile, sollecita un chiarimento di idee. Se la sospensione non è bastata invito a riflettere e a riproporre la riflessione anche sull'art.
56. E' chiaro che questo emendamento vale per tutti i tipi di discariche anche per quelle temporanee, ed è chiaro che all'art. 8 la procedura di impatto ambientale (invece prevista dall'art. 55) vale solo per quanto riguarda le discariche comprese nel piano dei siti. Ci troviamo di fronte alla fattispecie più pericolosa, quella di discariche temporanee che anziché essere sottoposte all'impatto ambientale, non sarebbero coperte n dall'art. 8, né dall'art. 55, che viene abrogato, e che per il fatto che sono soggette alla mera autorizzazione, non avrebbero la garanzia che invece in questo momento a me pare assolutamente essenziale in ordine all'impatto corretto con il territorio e anche con le popolazioni. E' discutibile che una legge del 1981 possa essere ancora individuata sul presupposto dell'emergenza, quando poi la distinzione tra concessione e autorizzazione è solo negli oneri; non è una procedura in sé molto diversa sul piano dei tempi e della efficacia.
Vorrei però ricordare che la stessa legge del 1981 stabiliva questa deroga di emergenza per autorizzazioni, ma si trattava di aree acquisite mediante esproprio, attrezzate ai fini di cui al primo comma, da parte dei Comuni; si trattava in altri termini di aree già di proprietà comunale su cui poteva essere concessa la mera autorizzazione.
Abbiamo qui invece il caso di discariche che possono essere autorizzate anche nei confronti di privati, di soggetti che sono entrati non solo come esercenti della funzione, ma come titolari della funzione.
Credo che le motivazioni portate a supporto siano inconsistenti e non reggano alla questione di fondo. Una riconsiderazione comunque deve essere fatta per due motivi, per la coerenza con L'art. 56 e per la tassatività prescrittiva di questo articolo. In altri termini, potremmo trovarci di fronte ad un contenzioso immenso, perché una autorizzazione non prevista nell'art. 56 può dare adito, come purtroppo su questa legge si è dato adito, ad una conflittualità che renderebbe ingestibile la materia. Quindi andiamo verso la totale inefficacia della legge.
Vorrei che mi fosse specificato che cosa si intende per "interventi urbanistici soggetti alla mera autorizzazione". Gli interventi urbanistici sono interventi di ristrutturazione di aree quindi interventi non solo di edificazione e di costruzione, ma sono addirittura quelli di destinazione di un'area con diversi usi (strade, passaggi); e, per una porzione delimitata di territorio, nient'altro che un vero e proprio piano. Questi sono gli interventi urbanistici. Allora, a maggior ragione, proprio perch si impatta qui con la destinazione del territorio, con la collocazione di manufatti o costruzioni definitive, non si capisce perché si debba derogare al principio della concessione. Le motivazioni sull'argomento sono tutt'altro che convincenti, sono deboli; le motivazioni politiche a me paiono ancora peggiori. Come è possibile giocare con i dadi del mito di una legge? La legge c'è, l'abbiamo variata e, come ho detto prima, qualora la si voglia modificare, deve avere ben altro respiro ed impianto politico e culturale che non queste continue lesioni a pezzi.
Non siamo favorevoli a questa procedura, è antidemocratica e non permette tra l'altro le consultazioni, che invece ci sono state per tutte le norme della legge 56. Viene leso il principio della consultazione stabilito dallo Statuto. E questo è un punto rilevante della legge.
L'emendamento non era presente nella legge originaria, è stato presentato in aula; sono molti gli argomenti che dovrebbero indurre la maggioranza ad un ripensamento. La prima pausa è servita a tutt'altro che ad un ripensamento, caso mai si è venuti pronti a mostrare i muscoli su qualche argomento assolutamente fumoso e generico e non consistente sul piano legislativo. Che le Province chiedano questo conferma che il passaggio e molto complesso; deve essere accuratamente seguito l'eventuale passaggio di competenze da un ente strutturato per governare il territorio ad altri enti che non lo sono. La delega non è un'operazione semplice, ma è un'operazione che si deve integrare con un processo di governo in cui i soggetti che hanno strutture, caratteristiche e leggi dalla loro parte, attuano una ripartizione di compiti guidandola e governandola fortemente.
Le Province insistono perché possono avere qualche loro ragione, ma compito di una Regione, che non vuole abdicare alla sua funzione legislativa è di discutere e di non sottostare a quello che sembra essere una semplificazione, ma che tranquillamente posso dimostrare trattarsi di una ulteriore complicazione, addirittura di rischio, di inefficacia e di blocco della legge. Per cui ci sono ragioni di efficacia, di efficienza, di ordinamento generale e ci sono, mi permetto di dire, anche delle ragioni politiche.
Non abbiamo fatto questa battaglia a caso. Riteniamo che questo sia uno dei punti qualificanti in cui si esprime una certa interpretazione, una certa capacità di governare il territorio o comunque una certa interpretazione del governo del territorio.
Con questi emendamenti si esprime un ulteriore abbassamento di tono e di qualità nella capacità di governo regionale.
Per questo motivo chiedo al Presidente della Giunta , che sarà chiamato a promulgare questa legge e a rispondere responsabilmente della sua attuazione, di ripensare e di valutare l'abrogazione dei due commi dell'art. 55.
Se questa è un'occasione per focalizzare una verifica, ebbene la si colga, se invece si vuole andare avanti in questa maniera, noi dichiariamo la nostra contrarietà e la nostra preoccupazione, perché problemi di impianto istituzionale così seri vengono risolti in maniera leggera e sbrigativa avvertiamo che i pericoli di inapplicazione della legge e di ulteriori complicazioni anche sulla legge 56 sono enormi, caro Presidente.
Altro che le proteste di Verbania!



CERCHIO GIUSEPPE


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

C'è l'esigenza di interrompere per un'ora i lavori del Consiglio regionale. Comunico che è stato presentato un ulteriore emendamento aggiuntivo dal collega Majorino al nuovo art. 17.
Ha chiesto la parola il Consigliere Brizio. Ne ha facoltà.



BRIZIO Gian Paolo

Poiché stiamo andando molto oltre i tempi che erano stati fissati nella conferenza dei Capigruppo, la sospensione di un'ora può andare bene, ma a condizione che si tratti effettivamente soltanto di un'ora, in quanto c'è la manifestazione pubblica che è stata concordata alle ore 17,30. In definitiva accettiamo la sospensione purché si sia tutti presenti alle 14.30.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

E' strano come dopo la interruzione chiesta dalla maggioranza, dopo aver sentito le motivazioni dell'Assessore e dopo le mie contro motivazioni si richieda un'altra sospensione. Ci vuole un minimo di coerenza nei lavori di questa assemblea. Se la sospensione accoglie l'invito a riconsiderare il problema va bene, diversamente si vada al voto e si chiuda la legge.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame p.d.l. n. 30 (seguito)


PRESIDENTE

Prosegue l'esame del p.d.l. n. 30. Il collega Majorino presenta il seguente emendamento: dopo il primo comma, aggiungere: "Le autorizzazioni possono essere rilasciate sul presupposto che le nuove discariche vengano ubicate il più lontano possibile dalle abitazioni e tenendo conto dei venti dominanti; le autorizzazioni sono inoltre subordinate alla valutazione, a mezzo di adeguato studio idrogeologico, di assenza di pericolo per l'inquinamento delle acque superficiali e profonde, e alla garanzia di adatto materiale di copertura".
La parola al Consigliere Majorino per l'illustrazione.



MAJORINO Gaetano

Prima di illustrare l'emendamento devo ricordare che sia pure in maniera estremamente concisa e sintetica, avevo manifestato le sensibili e notevoli perplessità, per usare un eufemismo, su questo nuovo testo dell'art. 17 e devo dire che il collega Bontempi con diffusissima motivazione, molto più pregnante dei miei brevi cenni, ha, a mio avviso centrato il problema, perché si va a "scassare" la normativa che prevede tassativamente i casi di autorizzazione, che peraltro come avevo già sottolineato, riguardano in senso lato interventi edilizi e urbanistici minori nei quali non può essere certamente collocato il provvedimento autorizzativo delle discariche.
Scopo del mio emendamento, di fronte a quanto è stato detto in opposizione a questa normativa dell'art. 17 e pare che l'Assessore e la maggioranza intendano insistere e persistere, è quello per così dire "dell'ultima spiaggia", cioè quanto meno di recuperare L'art. 55, secondo comma, che si vuole abrogare puramente e semplicemente, senza un approfondito esame, quindi in piena violazione del principio della consultazione, dato che è comparso per la prima volta solo in aula, quando già la Commissione aveva licenziato il testo, recuperare, dicevo, quanto meno il contenuto del secondo comma dell'art. 55 sul presupposto di quella che pare voglia essere la normativa dell'autorizzazione. In sostanza quindi, questo mio emendamento, sul presupposto che passi il principio dell'autorizzazione, vuole quanto meno recuperare tutto ciò che L'art. 55 secondo comma, indicava come comando ai Comuni allor quando si accingevano ad emanare il provvedimento concessivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Approfitto dell'emendamento del Consigliere Majorino per chiarire questo problema da parte del nostro Gruppo. Ci rendiamo conto che siamo ad un passaggio delicato e per qualche verso anche poco equilibrato,in una procedura che deve considerare molteplici aspetti. Ci sembra però che debba essere condivisa la sfida - chiamiamola pure così - dell'Assessore il quale prende atto che la situazione normativa esistente non consente l'avvio della politica delle discariche, ma richiede un forte ripensamento su tutto e diciamo pure qualche atto di coraggio per qualcuno o di iattanza politica per qualcun altro, salvo verificare che cosa succede, anche dal punto di vista giuridico.
Quanto viene introdotto dal collega Majorino è condivisibile nel merito. Noi abbiamo l'impressione che sia tutto recuperato all'interno della norma generale che stabilisce che deve essere accompagnato da una relazione sull'impatto ambientale, la quale relazione si preoccuperà anche di dire come questa discarica agisce rispetto alle abitazioni esistenti.



BRESSO Mercedes

Non per le autorizzazioni nel regime provvisorio. Questo è il punto.



MARCHINI Sergio

Chiuderei comunque il mio ragionamento che è di carattere più complesso.
Ringrazio tra l'altro il Gruppo comunista del richiamo all'attenzione degli emendamenti, che tra l'altro sono emendamenti presentati in aula e che non danno neanche la opportunità di vederli scritti, quindi di valutarli con l'intelligenza visiva. Voglio comunque ribadire che la linea della Giunta trova il sostegno del nostro Gruppo. E' indubbiamente una linea che deve scontrarsi con una serie di situazioni giuridiche, politiche e culturali anche, rispetto alle quali però bisogna trovare il modo di fare un passo avanti.
Noi sosteniamo l'atteggiamento dell'Assessore e della Giunta convinti che ci si muova sulla strada giusta.
Abbiamo già detto nell'intervento precedente che bisogna usare la massima attenzione nell'utilizzare nel modo più corretto le normative esistenti e quelle che si vogliono avviare rispetto a questo obiettivo.
Certamente però se si ritiene che questa politica possa andare avanti senza un ripensamento sui vincoli sul territorio e sulle procedure poste dalla legge 56, questo vuol dire immaginare che le discariche, quanto meno nel transitorio, non si faranno. Allora bisogna avere il coraggio da parte dell'opposizione di proporre un ragionamento radicale che dica: "non esiste il regime transitorio"; dal piano A si andrà al piano B, approvato il piano si lavorerà su questo.
Sul regime non discutiamo, né su quello già approvato né su quello che andremo a fare. Il vero problema è il transitorio e siccome il transitorio cari amici, verrà gestito da qualcuno, si tratta di capire se possiamo farlo gestire, sia pure attraverso delle norme che possono creare qualche preoccupazione, dalle istituzioni, quindi dalle Province e dai Comuni per quanto di loro competenza, oppure dalla "delinquenza ambientale" visto che nel transitorio le discariche ci saranno, che vengano da noi autorizzate o no.
Mi sembra, cari colleghi, sia opportuno avviarci verso una procedura per molti versi criticabile, probabilmente poco raccordata, poco coerente rispetto all'impianto giuridico di questa Regione. Si tratta però di governare nel miglior modo possibile il periodo transitorio, una realtà che si governa da sola, cioè nella assoluta mancanza di norme, in un regime quindi di assoluta illegalità. Questa è la realtà. I rifiuti da qualche parte andranno.
Nel transitorio, probabilmente, ci avviamo ad un regime meno garantista. Di questo ci stiamo convincendo tutti. Mi sembra però che sia opportuno procedere per un periodo transitorio, in una condizione di garantismo minore rispetto a quella a regime (quando ci sarà) perché è certamente qualcosa di più garantito rispetto alle discariche incontrollate e abusive e ai fatti che abbiamo avvertito in questi giorni.
Questa mi pare la valutazione politica che dobbiamo fare, al di là della valutazione sulle questioni di dettaglio sulle quali ritorneremo.
La nostra forza politica ritiene sia giusto sostenere il tentativo della Giunta di trovare delle strade che rendono immediatamente governabile questa materia, sia pure in condizioni non ottimali, e cioè: in attesa della "città di Dio" non si abbia la città delle discariche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Volevo, senza ribadire le ragioni che sono già state chiarite dagli altri miei colleghi, intervenire su alcune affermazioni che mi sembrano assolutamente incredibili che sono state fatte prima dall'Assessore Maccari e poi dal Consigliere Marchini.
Sostenere che le discariche "selvagge" che vengono fuori continuamente sui giornali, e che sapevamo benissimo che esistevano prima ancora che i giornali cominciassero a denunciarle, dipendono dal fatto che c'è un regime autorizzativo rigidissimo e che quindi non si riescono a fare delle discariche legali, è in realtà falso e sbagliato. E' una legge di mercato che a fronte di assenza totale di controlli su queste cose, costa molto meno scavare un buco e "ficcarci" dentro i rifiuti, darli a qualcuno che per pochi soldi li disperde sul terreno, piuttosto che tentare di fare una discarica. Certo ci sono dei tempi lunghi, ma sono passati già molti anni e le possibilità di fare delle discariche con il regime autorizzativo che esisteva, anche non particolarmente rigido, corrette e funzionanti cerano è vero che c'è stato il problema dei siti, ma è anche vero che c'è stato pochissimo, quasi nullo, tentativo di farle davvero queste discariche.
Il problema non è in nessun modo quello di togliere ogni garanzia nella fase transitoria, in modo che si possa finalmente continuare a far quello che comunque si fa; se noi togliamo ogni garanzia cosa resta? Resta il fatto che viene data un'autorizzazione regionale senza poter sostanzialmente, sulla base di quell'autorizzazione, controllare niente.
Qui viene il dubbio che quello che si vuole fare è trasformare il regime di discarica "selvaggia" in regime di "discarica selvaggia autorizzata" e non tentare di governare questo problema. Resto convinta che questo problema si governa controllando rigorosamente cosa succede ai rifiuti, sul territorio piemontese e italiano, quindi imponendo in una logica strettamente di mercato la necessità assoluta di scaricare correttamente i rifiuti prodotti.
Non c'è alcun dubbio che, se la convenienza economica e anche legale a fare le cose selvagge che si stanno facendo adesso viene a mancare all'improvviso, fioriranno le discariche regolari, qualunque sia il regime autorizzativo e i vincoli a cui sono sottoposte.
In realtà quando c'è la capacità di far rispettare le leggi da parte della pubblica amministrazione, c'è rispetto delle leggi da parte dei privati anche quando sono difficili.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Ribadisco la mia preoccupazione nella volontà di abrogare i due commi dell'art. 55. Quotidianamente ormai, siamo informati di casi di inquinamento per smaltimento di rifiuti. Mi sembra che il contenuto e la procedura che sono riposti nell'art. 55 debbano permanere.
Il collega Majorino ha presentato un emendamento che tende a recuperare nella legge in discussione il problema della valutazione sotto il profilo idrogeologico e sotto il profilo della garanzia rispetto agli inquinamenti.
E' un tentativo positivo, ma la soluzione corretta è nel lasciare in vigore L'art. 55 nella sua completezza, peraltro garantirebbe per quelle autorizzazioni provvisorie, che, ove non esistessero più i due commi dell'art. 55, procederebbero senza alcuna regola di comportamento.
In questa legge si parla di valutazione di impatto ambientale, ma questo Consiglio non ha mai definito che cos'è una valutazione di impatto ambientale; esiste soltanto una proposta di legge, quella che ha come prima firmataria la collega Bresso, ma non è ancora stata discussa, non esistono delle regole. La legge in discussione parla di una relazione sulla valutazione di impatto ambientale. Alcuni aspetti di questa valutazione sono quelli contenuti nell'art. 55, a maggior ragione quindi si deve lasciare L'art. 55 e quella relazione allora sarà, almeno sotto questo profilo, puntuale perché deve rispondere alle norme dell'articolo stesso.
Chiedo che i due commi di quell'articolo non vengano abrogati. Non ci ha convinto nemmeno l'altra risposta dell'Assessore né le argomentazioni del collega Marchini, quella secondo cui bisogna passare ad un regime di autorizzazione perché altrimenti non si farebbero le discariche.
L'intervento della collega Bresso è stato chiaro.
Voglio aggiungere che se succede che un regime di concessione rende difficile procedere, ciò avviene perché il Comune interviene nella discussione.
Credo che non sia un fatto spregevole che un Comune possa intervenire nella discussione e porre le sue ragioni. Non solo, ma la concessione, come è detto nelle sentenze del TAR al riguardo, costituisce un procedimento complesso in cui devono intervenire vari soggetti fra cui le UU.SS.SS.LL.
L'autorizzazione invece no.
Non so se aveva ragione il Comune di Gargallo, ma è importante che il Comune di Gargallo abbia aperto la questione. Questi interventi, da parte del Comune e delle UU.SS.SS.LL. sono delle garanzie.
Se poi il Comune interviene, in modo immotivato, strumentale in un conflitto istituzionale che non tiene conto di un interesse di carattere generale, la legge 56 - ritorno alla tanto vituperata legge 56 - prevede forme di intervento e di governo. L'art. 50 della legge 56 è intitolato "Poteri sostitutivi in caso di mancato rilascio della concessione".
E' antidemocratico? No. Se si ritiene immotivata la ragione dell'opposizione del Comune, è una procedura che consente di esplicare appieno e fino in fondo la dialettica tra amministrazione comunale e Regione e di risolvere responsabilmente sulla base del merito questa questione.
Mi sembra che questi aspetti non si debbano toccare nel momento in cui tutti i giorni siamo in presenza di atti di pirateria o per lo meno di interventi sul piano tecnico non corretti. Valle Scrivia e Casale ci dimostrano come queste cose siano presenti. Insisto perché la Giunta e la maggioranza prendano coscienza che il nostro Gruppo non sta facendo un'opposizione strumentale alla legge e alla volontà di arrivare al voto.
Siamo disponibili a discutere fino in fondo, ma chiediamo però anche che si rimediti su queste questioni.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di intervento, dà la parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore all'ambiente

L'emendamento presentato dal Consigliere Majorino è già contenuto, lo ha sottolineato il Consigliere Marchini, nella valutazione di impatto ambientale, pertanto mi pare superfluo inserirlo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Prima che lei, signor Presidente, metta ai voti questi emendamenti visto che abbiamo avuto una totale sordità alle ulteriori e reiterate e consistenti argomentazioni che abbiamo portato pongo a lei una questione delicata.
Se lei, signor Presidente, mette in votazione l'emendamento all'art. 55 così com'è configurato, con la soppressione dei due commi, dobbiamo per forza in questa legge, riportare una norma che tocchi L'art. 56. Possono essere scelte varie strade, quella dell'abrogazione dell'intero art. 56 quella dell'inserzione nell'art. 56 di un altro caso tassativo.
Quello che non può darsi è che nella legge urbanistica ci sia la disciplina di tutti gli interventi, tant'è vero che quello delle discariche, ricompreso nei casi generali, era quello soggetto alla concessione. Nell'art. 56 c'è un elenco dei soggetti ad autorizzazione da "a" a "h".
Nel caso che passi questo emendamento, in una legge successiva, che dice che le discariche sono soggette ad autorizzazione, noi avremmo un contrasto patente (perché non è normata un'abrogazione o un'inserzione all'art. 56) con la legge urbanistica perché avremmo un art. 56 che prevede casi tassativi e che non ricomprenderebbero il caso della discarica.
Tocca all'ufficio di Presidenza coordinare la legge. Tale conflittualità dev'essere soppesata con molta attenzione da parte dell'Ufficio di Presidenza. A questo punto il problema sul piano politico mi pare risolto, rimane quello della legge e del suo impianto.



PRESIDENTE

Chiedo, su questo discorso della compatibilità o meno, alla Giunta se intende esprimere alcune considerazioni.



MACCARI Eugenio, Assessore all'ambiente

Non sono un giurista quindi preferirei sentire l'Ufficio legislativo della Regione su questo fatto. Non mi pare però che sia indispensabile modificare l'articolo della legge 56, essendo questa una legge successiva.



PRESIDENTE

Tenuto conto dell'ora, sospendo i lavori del Consiglio.



(La seduta, sospesa alle ore 13.45 riprende alle ore 14.50)



MARCHIARO MARIA LAURA



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Sono stati discussi i due emendamenti, uno presentato dalla Giunta e l'altro dal Consigliere Majorino su cui la Giunta ha espresso parere negativo. Se non vi sono altre richieste di parola, devo porlo in votazione.



BONTEMPI Rinaldo

C'era, Signor Presidente, una questione che io avevo posto alla Presidenza del Consiglio.



PRESIDENTE

Era una pregiudiziale?



BONTEMPI Rinaldo

Era una questione di armonizzazione di due testi legislativi prima di andare all'approvazione degli emendamenti.



PRESIDENTE

Su questo bisognerebbe sentire la Giunta innanzitutto.
La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore all'ambiente

Questa è, una legge regionale che modifica o integra un'altra legge regionale ed essendo un documento paritario fatto in tempi seguenti non ha bisogno di vedere modificato L'art. 56 della legge 56.



PRESIDENTE

E' piuttosto una questione di merito. La Giunta è disponibile ad affrontare tale questione?



MACCARI Eugenio, Assessore all'ambiente

No, non è disponibile.



BONTEMPI Rinaldo

Continuo a ritenere che nei casi in cui è prevista, secondo i principi della tassatività, un'elencazione d'interventi riconducibili ad una data fattispecie anche una legge che introduca un caso ulteriore rispetto a questa tassatività, pone un problema di armonizzazione dei testi perch dovrebbe almeno essere detto nella legge, per cui,così come si abrogano i due commi nell'art. 55, si deve inserire un emendamento nell'art. 56.
Non sono certo depositario della verità in materia, però mi sembra di dover sollevare l'attenzione dei Consiglieri, della Presidenza del Consiglio e della Giunta.



PRESIDENTE

La Presidenza può semplicemente segnalare alla Giunta che probabilmente c'è un serio problema di controlli, cioè il Commissario di Governo se la questione non è chiarita qui deve affrontarla senz'altro, questo bisogna che la Giunta lo sappia. La Presidenza si riserva in questo modo nei confronti del Commissario di Governo.
Pongo quindi in votazione per alzata di mano gli emendamenti presentati.
L'emendamento n, l) è respinto con 19 voti favorevoli e 20 astensioni.
L'emendamento n. 2) è respinto con 20 voti favorevoli e 21 contrari.
Il nuovo art. 17, emendato dall'Assessore Maccari, è approvato con 21 voti favorevoli e 20 contrari.
Ha chiesto la parola il Consigliere Brizio. Ne ha facoltà.



BRIZIO Gian Paolo

Chiedo una breve sospensione dei lavori.



PRESIDENTE

La sospensione è accordata.



(La seduta, sospesa alle ore 15,00 riprende alle ore 15,10)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
E' stato presentato il seguente emendamento: 3) Dall'Assessore Lombardi: dopo il quarto comma, aggiungere il seguente: "le aree di cui al terzo comma devono essere individuate nelle zone meno fertili, secondo la classificazione della carta della fertilità dei suoli".
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Noi ovviamente non discutiamo del merito; la nostra astensione era per insoddisfazione rispetto ad un risultato più ampio che si poteva ottenere non essendo contrari apprezzavamo il piccolo sforzo fatto per la tutela dei terreni agricoli.
La questione però qui è sull'ammissibilità di un emendamento. Abbiamo già espresso una volontà uguale, mentre ho notato una volontà contraria nell'accoglimento di questo emendamento per il meccanismo degli astenuti e dei contrari o comunque per insufficienza del numero dei presenti.
C'è un principio generale per cui sullo stesso argomento non si pu ritornare dopo che si è già espressa l'aula con una votazione. La stessa cosa vale per i progetti respinti. Ricordava il collega Majorino che nella scorsa legislatura un articolo venne bocciato - noi eravamo in maggioranza con lo stesso meccanismo degli astenuti. Ci fu un tentativo di ripresentarlo alla fine della legge, ma non venne dichiarato ammissibile proprio perché non si può esprimere una volontà difforme sullo stesso argomento una volta che ci si è già espressi.
E' una questione che sottopongo al Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Anch'io ricordo il precedente accaduto nella scorsa legislatura allorquando proprio L'art. 1 di un d.d.l. venne respinto e non ottenne la maggioranza e l'allora Capogruppo del PSI Viglione lo ripropose come emendamento alla fine del d.d.l.
Se la memoria non mi tradisce, si rilevò che un articolo respinto non poteva essere riproposto in coda prima della normativa finanziaria. Anche se non è detto espressamente è però un principio generale che si ricava dall'art. 82 del Regolamento, dove si dice: "Non possono essere ripresentati i p.d.l. che riproducono sostanzialmente il contenuto di progetti precedentemente respinti".
E' un po' il nostro caso, anche se non specificamente; nel silenzio della legge o di un Regolamento si ricorre ai principi generali o alle norme che disciplinano casi simili o materie analoghe, quindi un emendamento respinto non può essere ripresentato immediatamente dopo altrimenti ogniqualvolta verrà respinto il proponente avrà diritto di riproporlo e quindi di votarlo all'infinito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Si potrebbe superare il problema se si lavorasse per un emendamento sostanzialmente diverso, per esempio il divieto di discarica nelle prime 5 classi di fertilità, è chiaro quindi che si tratta di un'altra sostanza e allora può essere ammesso, però non la priorità nelle classi meno fertili.
Se si sancisce il divieto per le prime 5 classi - l'Assessore Lombardi potrà meglio indicare - allora può essere ammesso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Noi insistiamo nella presentazione dell'emendamento che può anche essere sotto l'aspetto formale criticabile. Non ricordo bene tutti i fatti di questo Consiglio, ma credo che sia già successo che nello stesso articolo siano stati approvati emendamenti che erano stati bocciati dalla volontà del Consiglio e che successivamente in termini lievemente diversi sono stati riproposti.
E' vero che la sostanza è la stessa, però l'emendamento è diverso nella sua formulazione. La Giunta mantiene questa proposta di emendamento, sulla quale c'è stata una valutazione positiva anche da parte di chi non è nella maggioranza. Quindi non trovando la soluzione al problema della difesa dei terreni più fertili, lasciamo a questioni formali la sostanza del problema che mi sembra non siano del tutto condivisibili.
Questo è un emendamento aggiuntivo al termine dell'articolo. Se ci sono valutazioni diverse è chiaro che l'obiettivo nella sostanza non potrà essere raggiunto con delle questioni formali che, anche come principio ritengo non completamente fondate.



PRESIDENTE

Proceduralmente la Presidenza ritiene che possa essere presentato un emendamento aggiuntivo a un emendamento approvato che diventa poi parte di un articolo complessivo. Su questo non credo ci siano obiezioni.
Circa i precedenti bisogna dire che certamente nel corso di leggi molto travagliate sono stati recuperati in articoli successivi emendamenti che erano stati si bocciati, ma che erano diventati necessari, perché nel corso dell'elaborazione della legge bisognava trovare delle compatibilità. Qui in effetti c'è un dato forte che è la pronuncia di un'assemblea nello spazio di pochi minuti, prima respingendo un emendamento e successivamente recuperandolo nella sostanza per intero con parole che devono semplicemente difformarsi dalla versione precedente per ragioni ovvie di principio.
Non ritengo di dover considerare fondata l'analogia che il Consigliere Majorino faceva con le leggi non approvate. Siamo in una materia ancora fluida, in elaborazione; voi sapete anche come nascono le leggi in quest'aula, dobbiamo tenere conto che ci sono dei problemi che hanno bisogno di norme sicure e certe e su queste ci dobbiamo regolare, per molto spesso per esigenze legislative dobbiamo anche ricorrere a dei rimedi.
Lo considero un rimedio accettabile e possibile; certo sarebbe bene che fosse formulato in modo tale da costituire un'effettiva novità. Non posso entrare nel merito, però mi pare che una proposta come quella fatta dal Consigliere Bontempi avesse un notevole fondamento, soprattutto ci permettesse di superare queste riserve, che non sono trascurabili, per cui invito i colleghi a considerare questa proposta.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

La questione in gioco, e mi spiace dover dire al collega Lombardi che non può essere messo sullo stesso piano un'esigenza di merito, anche condivisibile, con il rispetto di un principio che stravolge le regole di lavoro del Consiglio, è l'espressione di volontà e la sua stessa libertà perché davvero se facciamo passare un precedente del genere ogni emendamento che viene bocciato può essere riproposto nella stessa identica maniera e può autorizzare qualsiasi forma di filibustieri, e a me pare poco commendevole anche con il lavoro dell'assemblea.
Comunque, c'è qui una contraddizione in termini tra un'espressione di voto, di volontà data in un certo momento su un argomento e la sostanza che viene riproposta e ripescata. Condividendo il tentativo fatto - ahimè, in "zona Cesarini" rispetto ad una strada maestra che poteva essere percorsa prima e condividendo anche le preoccupazioni dell' Assessore, lo invito a valutare con molta attenzio-ne il testo precedente e a presentare un nuovo testo la cui sostanza sia ulteriore, anche più rassicurativa delle esigenze e degli interessi di cui l'Assessore correttamente cerca di farsi promotore. Non ci sono questioni di lesione di un principio, si pu introdurre questo correttivo anche se per noi è insufficiente . Questo ci serve anche per il prosieguo dei nostri lavori, altrimenti davvero non sappiamo più cosa fare.



PRESIDENTE

La riserva è seria, soprattutto c'è un problema fondamentale, quello delle garanzie per tutti. Non creiamo un precedente che apra, addirittura nel giro di pochi minuti nella stessa seduta, questioni altrettanto delicate, pertanto credo che l'invito a recuperare questi concetti importanti, con un testo che sia sostanzialmente innovativo, sia Tunica strada. Dopodiché c'è un'altra possibilità, quella di andare a un altro articolo, ma vale lo stesso questo principio.
A me sembra che sia ancora possibile una soluzione che rispetti le forme e le esigenze delle garanzie che ci dobbiamo dare e che risolva anche il problema di contenuto e di merito. Comunque respingere un emendamento della Giunta è un po' anomalo, è la Giunta stessa che deve assumersi un'iniziativa.
Sospendo nuovamente i lavori.



(La seduta, sospesa alle ore 15,25 riprende alle ore 15,35)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che sono pervenuti alla Presidenza i seguenti emendamenti: 4) Dai Consiglieri Biazzi, Avondo e Sestero: "l'art. 17 è abrogato".
Dichiaro inammissibile tale emendamento quindi non lo pongo ai voti. 5) Dal Consigliere Ala: emendamento aggiuntivo: "Le aree di cui al terzo comma del presente articolo non possono essere individuate all'interno di aree destinate a 'riserve faunistico venatorie' " 6) Dal Consigliere Ala: emendamento aggiuntivo: "Le aree di cui al terzo comma del presente articolo non possono essere individuate all'interno delle categorie di beni di cui alla legge 431/85 e successivi decreti di attuazione".
7) Dai Consiglieri Ferro, Bruciamacchie, Biazzi: emendamento aggiuntivo: "Le opere edilizie a servizio degli impianti di cui al DPR 915/82, quando si configurino nell'ambito di interventi di carattere urbanistico, sono soggette al rilascio di concessioni edilizie".
La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore all'ambiente

La Giunta ritira l'emendamento e ritiene che lo studio della fertilità dei suoli, l'inserimento delle discariche nelle zone agricole, sarà valutato nello studio d'impatto ambientale, che è una parte integrante di tutta la procedura d'insediamento delle discariche.



PRESIDENTE

La Giunta ritira l'emendamento n. 3).
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Il nostro Gruppo ha presentato un emendamento che, chiaramente nella sostanza, è la riproposizione di una questione su cui si è già votato.
Se la Giunta ritira il suo emendamento, motivando con il fatto che si accoglie il principio della non ammissibilità, noi non abbiamo difficoltà a ritirare il nostro.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 7) è ritirato.
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Credo sia evidente che gli emendamenti cercano di limitare l'ambito di applicazione di un articolo, a mio parere francamente preoccupante, e almeno di escludere queste forme di autorizzazione da tutte le categorie dei beni che rientrano nella legge n. 431, la "legge Galasso", tenendo conto che la legge che stiamo ora votando finisce con il prevedere la possibilità, tramite una procedura che è prevista dalla legge, di mettere discariche anche ai bordi dei fiumi.
L'accoglimento di questo emendamento, di fatto, vieterebbe di concedere autorizzazioni per tutte le discariche che sorgessero a meno di 150 mt, da un corso d'acqua pubblica. Quindi non è quanto già previsto dalla legge 431, ma è qualcosa di più, cioè limita sul territorio piemontese soprattutto la quantità di aree sulle quali può bastare l'autorizzazione.
Vale la pena di mantenerlo anche se mi rendo conto che è stato scritto con estrema rapidità e senza grossa meditazione, ma risponde chiaramente ad un emendamento, quello della Giunta, che non è stato presentato in Commissione dove magari si poteva limitarne la portata con maggiore attenzione, ma è stato presentato direttamente in aula e quindi anche i tentativi da parte dei Consiglieri di limitare la portata del nuovo articolo della Giunta non possono che essere fatti con una certa rapidità.
Comunque mantengo entrambi gli emendamenti.



PRESIDENTE

La Giunta accoglie gli emendamenti presentati dal Consigliere Ala?



MACCARI Eugenio, Assessore all'ambiente

No, la Giunta non li accoglie. In primo luogo, ci sono dei vincoli dovuti alla legge che devono essere rispettati; in secondo luogo, le discariche sono regolate anche dalle disposizioni di prima applicazione fatte dal Comitato Interministeriale, nel settembre del 1984, sui vari tipi di discarica. Saremo legati indubbiamente, ed è giusto, ai piani paesistici nella scelta dei siti nella formazione del piano, che andrà a dare un contenuto anche più permissivo là dove oggi è tutto bloccato. Non mi pare opportuno legarci oggi ad una legge quando avremo una normativa che ci regolerà per gli anni a venire.
Così mi pare di dovere respingere il comma relativo alle riserve faunistiche, perché dovremmo richiamare i parchi, ecc.., fare quindi una casistica dove di per sé sono già escluse le discariche.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione per alzata di mano degli emendamenti: L'emendamento n. 5) è respinto con 19 voti favorevoli e 26 contrari. L'emendamento n. 6) è respinto con 20 voti favorevoli e 27 contrari.
Passiamo alla votazione del nuovo art. 17 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto si 26 Consiglieri hanno risposto no 21 Consiglieri Il nuovo art. 17 è approvato.
Pongo in votazione L'art. 18 (ex art. 17).



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto si 28 Consiglieri hanno risposto no 19 Consiglieri L'articolo è approvato.
Art. 19 (ex art. 18) (Sanzioni) "Per i casi di violazione degli obblighi stabiliti della presente legge, si fa rinvio alle disposizioni di cui al titolo V del DPR n. 915/82".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto si 28 Consiglieri hanno risposto no 19 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'articolo è approvato.
La parola al Consigliere Fracchia per dichiarazione di voto.



FRACCHIA Mario

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, farò - come mio solito - una brevissima dichiarazione di voto.
Non siamo intervenuti nel dibattito generale perché questo disegno di legge era già stato affrontato in ampie discussioni a cui avevamo partecipato.
Il disegno di legge proposto dalla Giunta, molto discusso in questa sede, in Commissione e in altre sedi, e valutato, è un disegno di legge estremamente importante e valido. Il problema della qualità della vita nel suo complesso attiene strettamente al problema dell'ambiente. La Regione in particolare deve affrontare i problemi dell'inquinamento e lo smaltimento dei rifiuti è uno dei temi fondamentali da affrontare rispetto ai quali forse - nel passato non c'è stata sufficiente attenzione. A questo provvedimento noi diamo un giudizio politico positivo in quanto giunge al momento opportuno.
Riteniamo tra l'altro di grande importanza il dopo approvazione e crediamo che la Giunta nel prossimo futuro sappia dimostrare di sapere gestire in modo corretto questa parte estremamente delicata che inciderà molto sull'assetto del territorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Avevamo già una grossa serie di riserve sul testo così com'era stato licenziato dalla Commissione Ora, con una procedura che l' ha sottratto al lavoro della Commissione e così pure ad ogni forma di consultazione soprattutto qui in aula, su due punti estremamente qualificanti questa legge è stata ancora ulteriormente modificata, dal nostro punto di vista in senso peggiorativo e mi riferisco all'art. 8 votato la settimana scorsa e all'art. 17 ora votato.
Questi due punti sono stati trattati in modo difforme non solo dallo spirito del d.p.r. 915, ma anche dalla stessa lettera, in modo tale da creare seri dubbi sul fatto che questa legge, così come la maggioranza intende licenziarla, possa ottenere il visto del Commissario di Governo cosicché probabilmente, e tra l'altro me lo auguro, ci ritroveremo nuovamente in questa aula ancora a parlare di rifiuti e di smaltimento di rifiuti.
Altre perplessità suscita la scarsa considerazione dell'emergenza. Pare che qui, in quest'aula, nelle Commissioni e nella Giunta, non ci si renda ben conto di quello che accade intorno a noi. Solo nell'ultimo mese ripeto, da Carbonara Scrivia, dal vino, da Casale Monferrato e da tantissime altre cose mi pare debba risultare evidente che non è soltanto l'at-tenzione al problema delle deleghe o delle procedure autorizzative a poter risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti. Ci vanno queste ma correttamente e soprattutto ci va un mutamento culturale, una consapevolezza dell'urgenza e dell'importanza di queste cose.
Questo mi pare che, al di là delle dichiarazioni, in concreto non ci sia. Considero poco responsabile delegare subito alle Province una struttura di questo tipo, soprattutto per quanto riguarda alcuni punti previsti dall'art. 6.
Provocatoriamente, ripensando a come si è svolta e conclusa la discussione in merito alle deleghe alle Province, ritengo che si sarebbe potuto presentare un emendamento in base al quale, in ogni caso, si sarebbe dovuta escludere la Provincia di Alessandria.
Non so se questo fosse possibile ma si deve tener conto, sia che ci si occupi di pianificazione a livello regionale e sia che si ritenga che tutti i cittadini del Piemonte debbano trovarsi in identiche situazioni - cioè debbano avere, rispetto allo smaltimento dei rifiuti, gli stessi diritti che una delega alle Province così come viene prevista in questa legge penalizza fortemente i cittadini della provincia di Alessandria, li metta in gravi pericoli per quanto riguarda le loro condizioni igieniche e sanitarie.
Direi che i segni che giungono da questa provincia del Piemonte siano così gravi e preoccupanti da doverci fare riflettere su questa "sbrigativa" delega data alle Province, soprattutto quando la si colleghi all'art. 17.
I Comuni della provincia di Alessandria, molte volte, già con le norme precedenti lasciavano fare, in alcuni casi, quello che gli smaltitori volevano.
Questa legge favorisce e rende ancora più facile questa situazione di pericolo, di confusione e di illegalità.
Il voto non può che essere negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, mi sia consentito in primo luogo esprimere la mia indignazione per le dichiarazioni del collega Ala che auspica la bocciatura della legge. Questo è un comportamento che rileva totale assenza di senso dello Stato e poca consapevolezza dei valori della democrazia.
E' un giudizio di cui mi assumo la responsabilità politica e personale.
Questo Consiglio regionale ha visto da parte della mia forza politica e di alcuni partiti dell'attuale maggioranza dieci anni di opposizione. Non si è mai utilizzato il veicolo governativo per creare problemi al Governo allora in carica.
Nella nostra concezione "stato delle autonomie" vuol dire che il processo legislativo non conosce un primus e un successivo, ma conosce un rapporto integrato, quindi, una bocciatura della legge non dovrebbe essere accolta come un fatto positivo, neanche per chi la richiede funzionale ai propri interessi perché significherebbe il rifiuto da parte del Governo di riconoscere il rapporto dialettico tra le diverse istituzioni.
Ho l'impressione che il Governo dovrebbe essere sempre molto attento non solo in questo caso, all'interpretazione e alla gestione di una legge nazionale fatta dalle Regioni, altrimenti si tratterebbe di capire che cosa stanno a fare le Regioni.
Questi sono segnali che escono amplificati, attirano oltre il dovuto l'attenzione di chi purtroppo queste cose deve ancora decidere in questo strano Paese (per esempio decidere sulle delibere della Giunta in modo difforme rispetto alle delibere di Giunte di altre Regioni, distribuire le risorse in modo diverso. Comunque su questo discuteremo a suo tempo).
Auspicare una bocciatura di una legge da parte del Commissario di Governo non mi pare un elemento da dichiarazione di voto, ma un comportamento - mi consenta il Consigliere Ala - per raccattare voti e non per svolgere un lavoro d'aula parlamentare.
Esprimiamo un giudizio positivo su questa legge più per i problemi che pone che per come li risolve.
Ci rendiamo conto che la complessità dei problemi ha reso necessaria la ricerca di strade che fanno sorgere delle perplessità sul piano dell'equilibrio del sistema delle normative della nostra Regione. Devo dire con grande realismo che questa legge e soprattutto i correttivi fatti in via di riflessione dalla Giunta dimostrano la consapevolezza che la soluzione del problema centrale del dibattito ambientale passa attraverso forti assunzioni di responsabilità politiche.
Non è una politica che possa passare in termini soffici: o si avvia un processo decisionale di governo rigoroso e forte, altrimenti questo processo non si avvia. La persuasione e il ragionamento su queste cose non servono, perché qualunque Comune sarà sempre disposto a ripetere l'antica frase: "è una cosa talmente bella che invito il Comune vicino a farlo, io rinuncio".
Il nostro giudizio fortemente positivo su questa legge è sul fatto che si sono posti i problemi della gestione di questa materia. Ci auguriamo anche che le soluzioni che sono state trovate siano funzionali alla soluzione dei problemi stessi.
Ci sembrano fortemente significativi due punti, proprio quelli che vengono contestati dall'opposizione: la presa d'atto che il trattamento dei rifiuti è un'attività imprenditoriale come un'altra, quindi, non si pu espellere l'imprenditoria da un settore così delicato e in continua evoluzione. Inoltre - lo dico apertamente come liberale e non solo come rappresentante della maggioranza - a me sembrerebbe molto più corretto un processo addirittura diverso da quello che qualcuno va auspicando e cioè che le discariche fossero solo private, lasciandone ai Comuni il controllo.
Mi chiedo chi controllerà i Comuni dopo le vicende di Carbonara. Questo problema non ce lo siamo mai posti.
I Comuni sono tutti bravi, puliti, onesti, corretti e funzionanti mentre i privati sono tutti ladri, arruffoni, ecc.? Non è così.
Se la Regione nella fase gestionale avesse fatto carico al Comune di una precisa e rigorosa attività di controllo e di verifica puntuale probabilmente avrebbe dato un più positivo contributo alla soluzione di questi problemi. Quindi il riconoscimento che fattività del trattamento dei rifiuti è un'attività imprenditoriale che si può svolgere qualora Pente pubblico non ritenga di svolgerla direttamente, mi pare un risultato fortemente positivo.
Così come è positiva l'introduzione dell'art. 17 per riportare a disciplina, dal punto di vista edilizio ed urbanistico, questa materia più correlata rispetto all'impatto sul territorio delle strutture delle quali stiamo trattando.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Nel corso della discussione generale della legge, io e la collega Minervini, dove abbiamo anche approfondito le tematiche di questo disegno di legge, ci stavamo orientando verso un voto di astensione, in quanto non ci era apparso che il disegno di legge, così come era pervenuto in aula elaborato dalla Commissione, fosse una precisa, puntuale e coerente attuazione del Decreto del Presidente della Repubblica n. 518.
Nel corso però dell'esame dei singoli articoli ci siamo dovuti rendere conto di come, e segnatamente in seguito agli emendamenti a pioggia che erano stati presentati dalla stessa Giunta e anche dalla maggioranza, si usciva fuori dal seminato e dallo scheletrato del D.P.R. pur attuativo di una direttiva CEE. Ed è stato quando oggi si e affrontato il nuovo testo dell'art. 17 che ci siamo responsabilmente convinti che dall'astensione dovevamo passare ad un deciso voto negativo. Effettivamente con l'avere degradato un provvedimento relativo all'installazione di nuove discariche da provvedimento concessivo a provvedimento autorizzativo, ci pare che prima e davanti ad ogni cosa, a parte le argomentazioni che avevo già esposto a nome del mio Gruppo, ci sia una violazione di un principio della legge nazionale Bucalossi, là dove si prevede che la concessione è atto dovuto, atto doveroso, non suscettibile di essere eliminato da una legge regionale, allorquando sia di una certa rilevanza, come quella delle discariche, quanto si andrà ad attuare sul territorio.
Noi non è che auspichiamo che il Commissario di Governo respinga la legge ma, come già in altre occasioni, prevediamo ragionevolmente che questo scoglio, e forse non solo questo dell'art. 17, sarà oggetto di attento esame e anche di infortunio legislativo, nel senso che per questa normativa ci sarà un rinvio all'assemblea.
Non solo per quanto riguarda questo fondamentale art. 17, quanto meno di uno dei fondamentali, ma anche per alcune normative in materia di sanzioni amministrative, in particolare laddove le sanzioni amministrative non vengono enunciate come normalmente si è sempre fatto anche in sede di approvazione di leggi regionali, cioè la sanzione amministrativa per certi comportamenti, qui nell'art. 18 c'è un rinvio puro e semplice delle disposizioni del D.P.R. 915 per la violazione degli obblighi stabiliti in questa legge. Si verifica che per alcuni obblighi non ci sarà sanzione perché il D.P.R. 915 non li prevede e per altri, questo rinvio puro e semplice alle disposizioni del 915, lascia molte perplessità dato che questo decreto prevede anche norme di natura penale che non rientrano nella competenza delle Regioni. Quindi anche questo avrebbe dovuto essere ulteriore motivo di approfondimento nella competente sede della Commissione.
Mi rendo conto comunque che questo è un argomento sicuramente secondario rispetto all'impianto della legge, ma per le ragioni che abbiamo già avuto modo di enunciare in sede di approvazione dei più qualificanti articoli e per quelle che ho avuto occasione di enunciare adesso in sede di non assenso all'art. 17 che stravolge, fra l'altro, una determinata normativa, quella che concerne le autorizzazioni della legge urbanistica, i l nostro voto non potrà che essere negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Esprimo il voto del Gruppo socialdemocratico, che sarà un voto favorevole, riconoscendo lo sforzo e l'impegno che è stato profuso dalla Giunta e anche dal Consiglio nel giungere a dotare la Regione Piemonte di una normativa in questo settore, difficile e delicato, come le recenti vicende hanno evidenziato.
A noi pare che vada comunque riconosciuto e attestato siffatto impegno che in questi mesi la Giunta ha profuso per dotare la Regione Piemonte di una legge che intervenisse a normare questo settore, perché è vero che il problema delle discariche e dei rifiuti lo abbiamo da tanti anni, ma soltanto oggi giungiamo in Consiglio a licenziare definitivamente un provvedimento legislativo, magari migliorabile. Esso potrà così rappresentare un punto di riferimento certo per gli operatori del settore e soprattutto per gli Enti locali.
Noi riteniamo che l'aver avviato questo processo sia già un titolo di grande merito; il fatto delle deleghe alle Amministrazioni provinciali ci sembra un altro fatto importante, al di là del giudizio che ciascuno di noi può dare sui comportamenti concreti di questa o quella Amministrazione, ma credo che non si possa, perché una persona ritiene che una certa Amministrazione abbia fatto poco o male il suo dovere, rifiutare un principio di delega, che invece a nostro avviso conserva tutta la sua validità.
E' chiaro che il dibattito in aula, nelle settimane che abbiamo dedicato all'esame di questo provvedimento, ha messo in luce la difficoltà e la necessità di chiarire meglio e in modo più puntuale ruoli e competenze, anche per ciò che attiene alla programmazione e alla gestione di questo rapporto fra pubblico e privato, che non va negato ma che certamente va, in modo molto puntuale e netto, chiarito, distinto e delineato, senza da un lato vedere in questo un cedimento al privato, ma neanche cedere dall'altro alle suggestioni di un certo Komeinismo ecologico per il quale vale soltanto la logica del rifiuto "tout court" di tutto e di tutti, che alla fine è anche scarsamente produttivo. Certo vi è la necessità di una più puntuale precisazione del raccordo fra questa legislazione e la legislazione urbanistica e di pianificazione territoriale, secondo alcune osservazioni che sono state in quest'aula anche rappresentate dai Gruppi di opposizione, che credo meritino l'attenzione e anche la capacità di superamento. Sono questioni che hanno un loro fondamento giuridico oltre che di metodologia di lavoro del Consiglio, che vanno tenute in considerazione e che quindi non debbono essere né disconosciute né sottaciute, neanche dalla maggioranza della Giunta, perché credo che il Consiglio nostro sia un parlamento in cui avviene il confronto delle opinioni e delle idee e non meramente una contrapposizione di schieramenti, ciascuno rimanendo nella posizione di partenza.
Credo che questa legge cerchi anche, tutto, sommato di chiarire, pur nella difficoltà complessiva, i diversi ruoli del pubblico e del privato che non vanno demonizzati in un verso, nel senso che non va demonizzato il privato, ma neanche il pubblico, perché noi abbiamo in Piemonte poche, ma comunque alcune esperienze significative, nella misura in cui quello dei rifiuti è un problema di cui deve farsi carico in modo definitivo.
Abbiamo visto anche realizzazioni, come il Consorzio per lo smaltimento dei rifiuti nell'area del novarese e del tortonese, Consorzio che ha validamente operato, credo, anche a livello regionale, positivamente nelle soluzioni di questo problema. Quindi è certo che questa è una legge che è intervenuta in un settore molto delicato e complesso, in cui non bisogna andare per colpi di scure, ma avendo presente le interrelazioni e le interconnessioni tra i vari problemi. Magari abbisogna probabilmente di qualche ulteriore approfondimento e raccordo di legislazione e di amministrazione.
Credo vada apprezzato sul piano legislativo come un primo quadro normativo certo, a cui comunque oggi noi approdiamo e che rappresenterà quindi un elemento di certezza per gli Enti locali e per i privati superando anche una carenza normativa, che da anni c'era a fronte di un problema, da tutti comunque riconosciuto fra quelli cruciali per la nostra regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

L'immagine di questa Giunta è talmente scolorita che nemmeno su questo disegno di legge è riuscita a lasciare la sua impronta. E' una Giunta che neanche camminando sulla neve riuscirebbe a lasciare le impronte, perch questo disegno di legge, nella sua presentazione, era sostanzialmente identico a quello già approvato nel febbraio dell' 85.
L'unica voce originale che avrebbe potuto dare una caratterizzazione diversa al lavoro che fa questa Giunta, che se non sbaglio dovrebbe essere di impostazione diversa da quella precedente, è il progetto o l'idea che io ho sentito pochi minuti fa dal Collega Marchini, il quale ha detto, ma penso che l'abbia detto soltanto in questa sede, perché non mi risulta abbia mai fatto parte di nessun progetto, "lasciamo l'incarico delle discariche ai privati e ai Comuni diamo il controllo".
Questa poteva essere una caratterizzazione diversa da quello che era il progetto precedente. L'attuale Giunta invece non ha fatto altro che ricalcare esattamente nel progetto iniziale quello del febbraio '85 come tale l' ha poi inondato di emendamenti; emendamenti che, come ha già detto qualcun altro, sono quasi tutti peggiorativi.
A parte il fatto che il voto che daremo oggi su questo disegno di legge è ininfluente, perché sappiamo tutti fin da adesso che passerà, perché la maggioranza non sarebbe tale se fosse in numero minore di quello che è. Ci saranno dichiarazioni come ci sono già state di si o di no o di astensioni però questo disegno di legge passerà perché è inevitabile che passi, anche se ha avuto questa peggiorazione enorme da parte di emendamenti proposti dalla stessa Giunta.
Il mio indirizzo era quello di votare no, proprio perché mi sembra che una legge di questo genere non potrà che fare del danno.
E' il caso di infierire su una Giunta che oggi ha dato uno spettacolo di sé? Non vorrei usare degli aggettivi che possono offendere, perché non è intenzione di nessuno, però credo che chiunque abbia assistito oggi a questa seduta non possa che averne ricavato un'immagine penosa della capacità di affrontare i propri stessi disegni di legge. Di fronte a tutto questo, ritengo che dire un no sarebbe infierire, piantare un coltello in una piaga già aperta e purulenta, per cui regalo, faccio un omaggio, anche se conta pochissimo, anzi non conta niente, ma non contano niente neanche i grossi no, che magari diranno o hanno già detto altri miei colleghi un'astensione a questa Giunta, con l'augurio di sapersi caratterizzare perché sarebbe anche più divertente e più interessante tutto sommato per un Consigliere che non ne fa parte, doversi trovare a confrontare e a dover lavorare su dei progetti originali, che riflettessero quella che è stata la caratteristica dei Partiti che si sono proposti di guidare la Regione, al posto di quelli precedenti.
Quindi, proprio per la pena di sostanza, di contenuti e - di capacità che ha caratterizzato questo dibattito, vi regalo un'astensione, spero l'apprezziate, con l'invito a caratterizzarvi per quello che siete e non per quello che dovreste essere assomigliando a qualcuno che non vi assomiglia. Forse questo è Pirandello, di questo mi scuso, ma l'invito è a darvi un'immagine che ci sia, che sia consistente e che la si possa o applaudire o attaccare, ma che ci sia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, il Gruppo socialista esprimerà voto favorevole sulla proposta del disegno di legge; prendo la parola in assenza del collega Croso il quale avrebbe dovuto esprimere la nostra posizione.
Desidero esprimere l'apprezzamento del Gruppo socialista per lo sforzo che è stato fatto dal nostro compagno Assessore Maccari e dalla Giunta sforzo che noi sosteniamo con impegno e che viene finalmente a portare a conclusione una proposta di legge che è da parecchio tempo che dobbiamo approvare e che realizza in Piemonte alcuni elementi di certezza finora inesistenti.
Può anche darsi che ci siano delle osservazioni, mi auguro che le cose si possano facilmente risolvere.
Ho fiducia che il Commissario di Governo veda la parte complessivamente positiva e lo sforzo che è stato fatto, perché questo è un primo passo in relazione ad una situazione di grande difficoltà, nella quale abbiamo visto quanto fosse difficile potersi muovere. Abbiamo visto le conseguenze delle difficoltà e dell'inerzia che finora c'è stata qui, proprio nella Regione Piemonte; ci auguriamo che con questa legge, che fra poco andremo ad approvare, si compia un primo passo verso una prospettiva di maggiore certezza.
Ci sono senz'altro problemi controversi, ma penso che, per cominciare a verificare gli aspetti controversi, bisogna verificare le cose sul campo.
Se c'è da esprimere un rammarico è che finora non si siano create, non per nostra responsabilità, le condizioni perché questa legge fosse sorretta davvero da una grande intesa da parte dell'intero Consiglio regionale Si potranno anche leggere in controluce alcune cose che potevano essere più perfette, però bisogna guardare alla sostanza, al complessivo e questo è sotto la luce positiva di un grosso sforzo che è stato fatto dalle forze politiche di questa Regione per dare una risposta alle inquietudini e alle preoccupazioni della nostra gente.
E' uno sforzo che va nella direzione anche di realizzare un primo passo nella soluzione delle deleghe alle Province e va nella direzione di realizzare un rapporto nuovo tra Regione, Comuni e Province.
Riteniamo che ci sia la possibilità di realizzare con i consorzi per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, come quelli ricordati della Valle Scrivia ovadese o dell'alessandrino che hanno ben operato e che possono senz'altro essere degli elementi di ulteriore possibilità di sviluppo.
Va nel senso di dare delle certezze 'e fiducia alla gente che ha delle grosse preoccupazioni. E' stato ricordato anche qui l'alessandrino non ho capito male. Se l' intervento del collega Ala, sono sconcertato. Mi parrebbe di avere capito che vanno bene le deleghe, meno quelle date alla Provincia di Alessandria, questo veramente mi sconcerta, per non dire che respingo indignato un giudizio di questo genere, che viene poi da quel che mi diceva il collega Ala, da un alessandrino di origine, che rinnega addirittura la patria dalla quale proviene. Eppure - permettimi collega Ala è una patria che ha fatto delle grandi cose, anche se è stata vittima di una situazione di grande difficoltà, come quella che abbiamo denunciato di Carbonara.
Ma questo ci stimola, ci sprona ancora di più e gli organi istituzionali della Provincia, tutte le articolazioni, stanno facendo il loro dovere. Lo hanno fatto nella Provincia, con la Regione, lo hanno fatto ieri a Roma - era presente l'Assessore Maccari - con la Protezione Civile e lo faranno domani al Comune di Casale dove c'è una riunione importante per discutere queste cose. Tutto ciò è stato fatto con un grosso sforzo per dare una risposta alle inquietudini.
Mi pare davvero che sia un grosso torto quello di dire "diamo le deleghe a tutti, meno che ad Alessandria". Noi respingiamo questa concezione; diciamo invece che questo è un primo passo che questa legge e questa Giunta realizzano, Giunta che non è scolorita, ma ha i suoi colori e li riafferma attraverso appunto questa legge, per la quale il Gruppo socialista ribadisce il proprio sostegno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Staglianò. Ne ha facoltà.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, l'orientamento di DP sul testo del d.d.l. n. 30 licenziato dalla VII Commissione, era inizialmente di astensione, in quanto venivano introdotte quelle prime norme per regolamentare fattività di raccolta e smaltimento rifiuti alla cui gravità ci richiama quotidianamente quella storia infinita di discariche selvagge a cui la cronaca rischia di assuefarci.
"Prime norme", necessarie e tuttavia inadeguate laddove il rapporto con le comunità locali si è configurato o come decisionista o come premiale come nel caso dell'art. 16.
La nostra valutazione è che, giunti a questo punto del degrado ambientale, occorreva una legge, la più semplice possibile, in grado di garantire rigorosità e democraticità delle scelte di pochi soggetti, in cui le responsabilità fossero chiaramente distribuite, e dunque facilmente controllabili. Una legge con la quale fosse massima la facoltà di conoscenza dei dati del catasto e di controllo dal basso da parte di associazioni, forze sociali e singoli cittadini, ma in cui le responsabilità fossero chiaramente indicate senza altri equivoci.
Per questa ragione non ci è parso utile presentare emendamenti tesi, a moltiplicare le responsabilità. Quello che è avvenuto in aula è stato invece un assalto costante, una scorribanda continua proveniente dai Gruppi di maggioranza e dalla Giunta, che hanno vanificato in grande parte il lavoro istruttorio e proficuo che era stato fatto in VII Commissione.
Sono state stravolte norme essenziali introducendo modifiche surrettizie di altre normative molto importanti, come la legge n. 56, di cui abbiamo parlato diffusamente questa mattina. E stamattina abbiamo assistito ad uno spettacolo pietoso, di una maggioranza che non è solo proterva, ma arrogante.
Oggi in quest'aula, appagando la retorica con cui molto spesso si ammantano i nostri dibattiti parlamentari, si è respirata aria di Montecitorio: uguale la disaffezione, le assenze e le sconfitte della maggioranza maturate per la battaglia che l'opposizione ha condotto su alcuni punti qualificanti della legge.
Dovendo tirare le conclusioni, aggiungo solo che, in presenza di un comportamento politico sprezzante, degli stravolgimenti costanti, degli strappi politici e procedurali operati dalla maggioranza nel corso dei nostri lavori, l'orientamento originario di astensione, dopo l'approvazione dell'art. 17, non può che tramutarsi nel voto contrario di DP a tutto il disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Francamente non so se starò nei 5 minuti, forse andrò oltre, perch questa discussione è avvenuta, in tre settimane, in una situazione di caos incredibile, con uno stravolgimento completo del progetto uscito dalla Commissione e mi pare quindi necessario ricapitolare non le ragioni dell'opposizione all'ultimo articolo passato a maggioranza, ma l'insieme delle ragioni della nostra opposizione al testo venuto fuori alla fine da questo caos.
Questa legge arriva in maniera stranissima al voto eppure era una legge estremamente importante, un adempimento previsto dal D.P.R. 915, tra l'altro in ritardo, e non ci permetterà di rispettare le scadenze per la fine del 1986, che sono pure previste dal D.P.R. 915.
La cosa è tanto più grave in quanto il problema dei rifiuti, delle discariche selvagge e della cattiva gestione anche delle discariche autorizzate sta esplodendo in tutta la regione. La conseguenza di questo stato di fatto è che sta esplodendo dappertutto, oltre al problema delle discariche, anche il rifiuto di accettare, da parte dei Comuni e delle Comunità locali, le discariche autorizzate in regime transitorio dalla Regione. Nessun Comune vuole più accogliere depositi di sostanze che non conosce, smaltite in impianti sulla cui qualità tecnica ha poche garanzie e ancora più scarsi controlli, per non dire nessuno.
Aumentano le denunce alla magistratura, aumentano le opposizioni anche a quelle poche discariche controllate e si moltiplicano le invenzioni di ditte fantasma che risolvono il problema col solito buco o pozzo perdente.
E' vero che la rapidità è d'obbligo, ma è anche d'obbligo la chiarezza e la trasparenza dei processi decisionali e dei processi autorizzativi, così come sarebbe d'obbligo istituire con le Comunità locali un rapporto di fiducia sul modo, i luoghi, le garanzie e i controlli relativi all'installazione di questi impianti.
Invece si è cercato in tutti i modi di tenere fuori i Comuni, le associazioni, i cittadini nel timore che la loro opposizione blocchi il processo decisionale, che è una politica, a nostro avviso, miope inaccettabile, sbagliata, che non permetterà in ogni caso di fare più in fretta. In realtà l'opposizione, cacciata fuori dalla porta, rientrerà dalla finestra attraverso i ricorsi alla magistratura e al TAR.
Questo sarà il risultato, non una maggiore efficienza, delle scelte della Giunta che tendono, a nostro avviso, ad allungare i tempi del regime provvisorio, forse per avere meglio mano libera e per ridurre la possibilità per i Comuni di opporsi alle autorizzazioni rilasciate sul loro territorio senza nessun criterio di piano, che consenta a questi Comuni di capire perché sono state rilasciate.
Per questo devo ribadire che noi siamo contrari a quella parte delle norme, che in assenza del Piano regionale di smaltimento e di quello dei siti, permette di autorizzare l'insediamento di discariche senza richiedere il parere favorevole dei Comuni interessati e oggi senza neanche più richiedere la concessione della licenza edilizia.
Siamo anche contrari a tutti gli emendamenti approvati che tendono a perpetuare nel tempo il regime transitorio. Ma gli stravolgimenti sono ben altri. C'è anche - molti se lo saranno dimenticato perché è passato del tempo - il problema dell'emendamento all'art. 8, del mal posto problema del rapporto pubblico privato, mal posto anche dal collega Marchini.
Sia ben chiaro che nessuno di noi pensa che i rifiuti urbani debbano sempre essere gestiti direttamente dai Comuni, ben vengano le iniziative dei privati, ma il punto in discussione qui era un altro. Il D.P.R. 915 stabilisce in modo inequivocabile che le attività inerenti lo smaltimento dei rifiuti urbani competono obbligatoriamente ai Comuni (art. 3) che possono esercitarle, come ben sapete, direttamente o mediante concessione a enti o imprese specializzate.
Quindi è evidente che per gestire direttamente o in concessione il servizio il Comune dev'essere titolare dell'autorizzazione, non può essere un altro. Altrimenti si crea una situazione per cui i Comuni possono trovarsi a subire il ricatto di un privato titolare dell'autorizzazione che può imporgli la gestione da parte sua del servizio.
Noi riteniamo, anche se non auspichiamo il rinvio, che per questo articolo e per il successivo stravolgimento dell'articolo 17, in realtà, ci sarà un rinvio del Commissario di Governo e che questi due articoli siano uno illegittimo (art. 8) e l'altro di fatto contraddittorio rispetto agli obiettivi della legge.
Siamo contrari sull'emendamento della Giunta all'art. 17, sul quale abbiamo discusso moltissimo; riassumo le ragioni per cui siamo contrari perché la discussione è confusa.
In primo luogo il fatto che le discariche in assenza di Piano regionale e di strumenti urbanistici debbano ricadere nelle zone ad usi agricoli non siete riusciti a fare passare l'emendamento; in realtà possono ricadere, basta semplicemente che venga concessa l'autorizzazione anche nell'ambito delle aree della legge Galasso.
Ha ragione il collega Ala, a ben vedere può succedere di tutto, perch non esiste più nessuna norma che tuteli né le aree agricole, né le aree a protezione naturalistica. Decreto Galasso? Basta un'autorizzazione per violarlo! Il secondo punto relativo all'art. 17 è il fatto che appoggiandosi su una dubbia interpretazione della legge nazionale si assimila la discarica non più agli impianti industriali, ma alle manutenzioni ordinarie. L'unica giustificazione qui portata che dipenderebbe dall'emergenza è proprio incomprensibile, perché anche qui i ricorsi, le polemiche su questa interpretazione bloccheranno molto di più che non la corretta formulazione precedente che era quella del rilascio della concessione edilizia.
Non ritorno sul fatto dell'abrogazione dei due articoli della legge 56 su cui ci siamo dilungati moltissimo oggi stesso in questa sede.
Un altro dei punti controversi, la cui soluzione proprio non ci piace è quello dell'informazione. Oramai è passato molto tempo da quando abbiamo discusso, ma lo voglio ribadire.
Il dibattito sugli emendamenti presentati dall' opposizione all'art. 3 è stato confuso. Gli emendamenti all'art. 3 volevano garantire il diritto di accesso per cittadini ed associazioni ai dati contenuti nel catasto dei rifiuti. Si è un po' sottovalu-tata la gravità del rifiuto che ci è stato opposto. La maggioranza ha equivocato volutamente fra informazione relativa al catasto e dati del catasto. Si tratta di due cose molto diverse, la prima riguarda una pura pubblicazione e divulgazione di dati, la seconda riguarda il diritto di accesso, sia pure con una regolamentazione ai dati grezzi.
Supponiamo che un'associazione o un Comune vogliano sapere quanti (sarebbe proprio un diritto in questa situazione) e quali rifiuti sono prodotti o transitano o sono stoccati nella loro zona: vorrei sapere perch questi dati debbano essere segreti. Ormai dovrebbe essere chiaro che cosa si intende con diritto all'informazione e non sono i dati aggregati.
Discorso che vale anche per i prodotti, oltre che per i rifiuti industriali. Dopo Bopal e dopo Seveso, dopo le cose che stanno succedendo dovremmo avere imparato qualcosa in proposito; non è più accettata dalla coscienza collettiva la segretezza su cosa viene prodotto, trattato e smaltito (segretezza che riguarda spesso anche gli stessi lavoratori delle fabbriche).
Troppo spesso un malinteso segreto industriale ha coperto veri e propri attentati alla salute e alla vita dei cittadini e ce ne stiamo rendendo conto in maniera drammatica in questi giorni. Non sono un caso o un'incomprensione, a nostro avviso, la resistenza della maggioranza su questo tema, che fa il paio con la resistenza delle scorse settimane sulla mozione che chiedeva la predisposizione dei piani di emergenza per le industrie a rischio.
Lo so che ci sono le dichiarazioni intenzioni, ma queste non sono impegni. Quella che entra sempre in gioco, che viene accanitamente difeso è la volontà di tenere le fabbriche lontane da ogni occhio indiscreto anche quando questo significa aumentare i rischi corsi dalle persone che abitano nelle zone prossime agli insediamenti industriali, lungo i percorsi dei prodotti e dei rifiuti, vicino ai luoghi della discarica.
La vostra decisione su questo punto chiave dell'accesso all'informazione è per noi ingiusta e inaccettabile; per questo ci impegniamo a garantirlo noi, a chiunque vorrà conoscere i dati del catasto per tutelare la propria salute o il proprio territorio, attraverso il nostro ruolo di Consiglieri che consideriamo come tramite tra il cittadino e l'istituzione che rifiuta di adempiere al proprio dovere.
Faccio un inciso: per cominciare, le prossime settimane all'Assessorato, dall'Assessore Maccari, a chiedere gli elenchi e le localizzazioni di tutte le autorizzazioni provvisorie rilasciate, perch visto che ormai con questa legge, che per altro verrà probabilmente rinviata, dovremo esercitare il nostro compito di controllo in regime provvisorio per tutta la legislatura, è bene che lo scaffaletto confuso, in cui le schede e le autorizzazioni rilasciate sono sistemate, cominci a diventare un po' più trasparente.
Alla fine di questo lungo elenco delle cose che non ci piacciono (e sono proprio tante) non mi resta che annunciare il nostro voto contrario al progetto di legge n. 30. Io non sono d'accordo, non ho proprio capito la "trovata" del Consigliere Pezzana, che ha inventato questa fattispecie dell'astensione per pietà.
A me sembra molto più utile esprimere con chiarezza il proprio giudizio, perché è vero che siamo in un'aula bunker da cui di informazioni ne escono davvero poche, ma credo ci :sia anche una collettività regionale che, ogni tanto, si preoccupa di quello che succede in quest'aula e che ha diritto di capire con chiarezza cosa pensano i Gruppi e le parti politiche qui rappresentate.
E' vero che, certe volte, essere in minoranza dà l'impressione che non serva a niente neanche stare qui a votare contro e che tanto varrebbe partire prima per le vacanze, però la grande forza di chi pensa che fare l'opposizione abbia un senso, è proprio quella di reggere nel tempo e di testimoniare ogni volta, di lottare.
L'abbiamo visto: non è poi così inutile che esistano un'opposizione e una maggioranza. Ogni tanto si vince anche, se si regge. Facciamo ammenda del fatto che se avessimo avuto due Consiglieri presenti in più avremmo anche vinto su alcune cose.
Se mia nonna avesse avuto le ruote sarebbe stata un tram. Va bene, ma nel tempo, se si regge, l'alternanza diventa un fatto reale, non solo fra democristiani e socialisti, e chi commette errori poi li paga: ne avrà commessi la vecchia maggioranza e li paga; li pagherete anche voi, se continuate così.
Voglio ribadire che questa legge che doveva essere di prima attuazione del D.P.R. 915 è diventata una legge di primo stravolgimento del D.P.R.
915.
Credo che nessuno si possa illudere che si sia trattato di stravolgimenti di poco conto.
Devo dire che, dopo questa esperienza, aspettiamo con molta preoccupazione gli atti successivi di quest'opera di distruzione di una cultura di pianificazione, di controllo del territorio e dell'ambiente che avete cominciato così abilmente a svolgere, anche se in maniera un po' confusa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Brizio. Ne ha facoltà.



BRIZIO Gian Paolo

C'è stata un po' di insofferenza anche perché la dichiarazione di voto è andata ampiamente oltre i termini.
Stiamo votando un legge importante, la cui necessità è riconosciuta da tutti, abbiamo sentito parlare di situazione difficile e di emergenza da quasi tutti gli interventi.
Ma se c'è una situazione difficile e se c'è un'emergenza è anche dobbiamo dirlo, perché ci troviamo di fronte ad una situazione passata che non ha consentito di risolvere il problema: bisognerà riflettere. Dopo dieci anni di politica regionale ci troviamo con poche discariche e, come ha detto l'Assessore Maccari, in una situazione drammatica.
Ora, credo che possiamo accettare tutto dall'opposizione ma non una lezione comportamentale o di cultura di pianificazione: perché noi siamo anche, caro Bontempi, per realizzare qualche cosa. Non solo per frenare tutto.
Ci troviamo di fronte ad un progetto di legge che si autodefinisce di "prime norme" e quindi di avvio dell'intervento regionale nel settore. E' dunque chiaro che non può essere un intervento esaustivo, che assolve a tutte le ambizioni; non può essere completo e organico quale potrà diventare con una serie di interventi successivi, con la realizzazione dei Piani regionali di organizzazione dello smaltimento dei rifiuti previsti dalla legge e quindi, con un intervento progressivo adeguato al settore. E' tuttavia un intervento mirato a far si che le discariche possano in concreto che l'emergenza finisca e che in qualche modo si metta un po' di ordine in questo settore.
Ci sono stati problemi difficili, abbiamo cercato di superare sia quello previsto dall'art. 8, con una soluzione equilibrata, sia quello previsto dall'art. 17.
Proprio perché non c'è, sotto il profilo culturale, nulla che ci possa "vedere nell'angolo", voglio chiarire che non c'è l'obiettivo di abbassare la guardia in merito alla tutela dell'ambiente, ma si vuole, questo si, una normativa applicabile, ed applicata per poter gestire i problemi e la paralisi.
Siamo disponibili al confronto; ma non si può affermare che è confronto il tentativo strumentale di sminuire fazione della Giunta o della maggioranza, che in questo settore si è attivata con la predisposizione del disegno di legge oggi in discussione ed in approvazione in tutta serenità.
Solo chi non è stato presente nella passata legislatura può affermare che quello di oggi è un clima di carattere eccezionale: non è certamente un clima di tutti i giorni, ma non è neanche un clima che possa portare a giudizi approssimati e facili sulla maggioranza e sulla Giunta.
La maggioranza c'è, la Giunta sta operando; approveremo questo disegno di legge, andremo avanti; domani approveremo il bilancio. Non credo che si possa cercare di accreditare o addebitare delle immagini di comodo che nulla hanno di reale.
Riteniamo estremamente positivo che si approvi questo progetto di legge. Certo, ci potranno essere affinamenti successivi, se si renderanno necessari.
Esso è animato, soprattutto, dalla volontà di normare un settore difficile e di normarlo in modo concreto.
Non si vuole abbassare la guardia della programmazione, anzi,si tende ad una programmazione operativa capace di consentire il raggiungimento di risultati concreti.



ALA Nemesio

Chiedo la parola per fatto personale.



PRESIDENTE

Ne ha facoltà.



ALA Nemesio

Intervengo, signor Presidente, in merito alle dichiarazioni rese nell'intervento successivo al mio, da parte del Consigliere Marchini.



PRESIDENTE

Per quale ragione?



ALA Nemesio

Perché mi è stato imputato, secondo me a torto, uno scarso senso dello Stato, quando proprio nel mio intervento si richiamava questa assemblea al fatto che le leggi dello Stato vanno rispettate.
La dialettica, il ruolo delle autonomie, ivi compresa quella regionale si esplicano all'interno delle deleghe conferite alla Regione e delle norme generali dello Stato alle quali la Regione deve per forza attenersi.
Più volte, nel corso dell'esame del disegno di legge, ho fatto riferimento all'art. 8 di questa legge che non è assolutamente consono con quanto previsto dagli articoli del D.P.R. 915.



PRESIDENTE

Le riconosco il fatto personale, per cui lei ha facoltà di fare una breve dichiarazione, dopodiché si chiude la questione.



ALA Nemesio

Gentile Presidente, praticamente ho già finito. Secondo me, è avere senso dello Stato richiamare un'assemblea regionale ai limiti della sua autonomia che si può esplicare solo all'interno delle deleghe che sono state dallo Stato conferite alla Regione e all'interno delle leggi dello Stato.
Il far presente (come è stato fatto più volte) che il D.P.R. 915 prevede espressamente dei punti diversi da quelli che quest'aula ha deciso di votare su indicazione di emendamenti presentati da parte della maggioranza, mi pare sia una espressione di senso dello Stato e di invito al rispetto delle leggi e delle normative vigenti e non il contrario.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto si 28 Consiglieri hanno risposto no 19 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'intero testo di legge è approvato.
Comunico ai signori Consiglieri che i lavori proseguiranno domani alle ore 9.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.00)



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