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Dettaglio seduta n.37 del 06/03/86 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze del 6 e 7 febbraio 1986 si intendono approvati.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Pezzana inerente le iniziative promozionali della Promark


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione del Consigliere Pezzana inerente le iniziative promozionali della Promark. Risponde l'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Nel dare risposta all'interrogazione del Consigliere Pezzana, mi attengo alla documentazione riguardante l'azione promozionale in Asia esistente in Assessorato.
Tra la fine del 1981 e l'inizio del 1982 la Società Europhil di Genova specializzata in operazioni import-export e pubbliche relazioni sui mercati medio-orientali e asiatici, prese contatti informali con l'Assessorato all'agricoltura proponendo iniziative promozionali e azioni di pubbliche relazioni per l'esportazione di vini piemontesi nel sud-est asiatico.
La proposta venne discussa in una serie di incontri, sempre informali a cui fece seguito, nel febbraio 1982, una riunione - con degustazione tecnica di vini piemontesi - tra operatori asiatici, rappresentanti dell'Europhil, l'Assessore Ferraris e rappresentanti di produttori e di cantine sociali.
In quella sede vennero definite in via di massima le ipotesi di interventi promozionali sul mercato asiatico.
Il primo atto fu nel maggio 1982 con l'invio di una delegazione, che comprendeva un funzionario dell'Assessorato, per verificare le opportunità del mercato e contemporaneamente realizzare una serie di incontri con gli operatori di Hong Kong e Manila con degustazioni di vino messo a disposizione dalla società Enocoop di Moriondo e Luigi Bosca di Canelli.
Alla Regione fecero carico le spese di viaggio e di trasporto per una spesa di L. 21.007.510 liquidate alla Società Europhil con D.P.G.R. n. 2029 del 2.7.1982. Nell'agosto dell'82, a seguito di una relazione svolta dal funzionario dr. Archimede, a conclusione del viaggio esplorativo, la Giunta regionale, con deliberazione n. 314 del 3.8.1982, inserì il mercato asiatico tra quelli verso i quali l'Amministrazione avrebbe attuato iniziative promozionali a favore dei vini piemontesi.
Nel contempo l'ufficio competente metteva a punto le forme di intervento e la pianificazione delle iniziative che si prevedevano articolate su un arco di tre anni verificando contemporaneamente le modalità per l'attuazione dell'intervento stesso.
Constatata l'impossibilità giuridica di' affidare direttamente alla Soc. Europhil l'incarico, con la deliberazione n. 40 del 30.11.1982, la Giunta regionale attribuiva l'incarico delle iniziative promozionali in Asia alla Soc. Promark, vincolando la stessa alla collaborazione con la Soc. Europhil.
Con il D.G.R. n. 42 del 30.11.1982 veniva concesso un contributo di L.
60.000.000 alla Soc. Promark riguardante le iniziative promozionali già svolte in Asia nel corso dell'82.
Di fatto il contributo sopra citato per la Soc. Promark è stato solamente una partita di giro poiché nelle attività svolte nel corso dell'82 sul mercato asiatico non vi era stato alcun coinvolgimento della Società.
In data 30.9.1983 la Soc. Promark proponeva la prosecuzione delle iniziative in Asia, da attuarsi sulla base di una convenzione stipulata nel luglio 1983 tra Promark ed Europhil con la quale venivano indicate in linea di massima le iniziative da attuarsi nel corso del triennio '83/85 e definiti con precisione i compiti e le competenze delle due Società.
Nella stessa convenzione venivano inoltre precisati gli oneri finanziari di tutta l'operazione. Con D.G.R. n. 97 del 15.11.1983 la Giunta regionale autorizzava la concessione alla Soc. Promark di un contributo di L. 72.000.000 sulle attività promozionali già svolte in Asia nel corso dell'83. Detto contributo è stato liquidato nel dicembre '84, in quanto la documentazione contabile ed amministrativa risultò, in un primo momento insufficiente.
Con nota interna del 9.3.1984, il funzionario incaricato proponeva la sospensione dell'intervento in Asia. Complessivamente il costo dell'operazione è stato di L. 153.007.510.
In merito agli addebiti mossi dalla Magistratura per interesse privato e peculato a persone e ditte intervenute nella vicenda, la Giunta conosce quanto è apparso sui giornali ed attende per doverosa correttezza l'esaurirsi dell'iter giudiziario in merito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Ringrazio l'Assessore per la sua risposta che mi trova abbastanza soddisfatto, anche se nella mia interrogazione volevo - partendo da un episodio singolo - cercare di capire quali sono le finalità della Promark dove la Regione è direttamente coinvolta ed interessata.
Le ditte produttrici di vini, come qualsiasi altra produzione che si proponga di arrivare a nuovi mercati, anche molto lontani dal luogo di produzione, penso debbano avvalersi di società import-export normalmente costituite, private, che hanno un costo di promozione, rientrano nell'attività normale delle aziende. Non capisco come una società costituita con finanziamenti regionali possa sostituirsi alle ditte che fungono da tramite per l'esportazione dei prodotti nazionali.
L'articolo su "La Stampa" del 7 dicembre, a cui mi riferivo nella mia interrogazione, lascia dei grossi dubbi sulla gestione della Promark.
Sicuramente bisogna attendere la fine dell'istruttoria per capire se ci sono delle gravi responsabilità.
Tutti questi viaggi e i 153 milioni spesi, visti anche i risultati del tutto ininfluenti dal punto di vista dell'esportazione, non vorrei che fossero forme di finanziamento indiretto a persone o a gruppi di persone legate a partiti politici che hanno fatto della promozione turistica una forma di incameramento di denaro.
Ringrazio l'Assessore per questa risposta e lo prego di seguire con attenzione i risultati dell'inchiesta perché il discorso sulla Promark non si esaurisce su questa interrogazione, ma andrebbe oltre per capire come la Promark, come simbolo di altre aziende o altre partecipazioni regionali possa, indipendentemente dalle buone volontà iniziali, trasformarsi in qualcosa di poco pulito.


Argomento: Informazione - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Reburdo inerente l'installazione di impianti ed antenne per teleradiocomunicazioni


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Reburdo inerente l'installazione di impianti ed antenne per teleradiocomunicazioni.
Risponde l'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, dopo l'entrata in vigore dell'art. 91 septies della legge regionale 6/12/1984, n. 61 e successive modificazioni, l'Assessorato alla sanità, in collaborazione con gli Assessorati all'urbanistica, alla pianificazione territoriale e ad alcuni esperti tecnici del Laboratorio di Sanità Pubblica di Ivrea (sezione fisico impiantistica), ha avviato lo studio per la definizione della procedura tecnica necessaria all'ottenimento dell'autorizzazione prevista al primo comma del suddetto articolo.
Dagli studi avviati dai L.S.P. di Ivrea e dalle bibliografie in materia si è evidenziato che i valori e i livelli di soglia, considerati attualmente sufficienti per la tutela sanitaria, subiscono una continua evoluzione.
L'Assessorato alla sanità ha avuto alcuni incontri con rappresentanti di emittenti locali e con altri soggetti interessati alla materia in argomento, quali ad esempio la SIP. Dagli incontri è emersa la necessità di individuare una procedura attuativa del disposto dell'art. 91 septies della legge regionale in argomento, che consenta di aggiornare costantemente e puntualmente i criteri dei requisiti tecnici a cui le installazioni di impianti per teleradiocomunicazioni debbono fare riferimento.
I criteri di massima individuati sono i seguenti: individuazione delle gamme di frequenza entro cui è necessaria l'autorizzazione di cui al primo comma dell'art. 91 septies della L.R.
61/84 e successive modificazioni definizione degli impianti interessati definizione dei valori limite di campo elettrico, magnetico e densità di potenza media nello spazio circostante il sistema irradiante definizione dei valori su indicati ammessi in presenza di due o più impianti definizione delle norme di prevenzione individuale degli addetti alla manutenzione degli impianti di teleradiocomunicazione individuazione dei valori limite degli impianti non soggetti ad autorizzazione individuazione delle procedure autorizzative e validità temporale delle autorizzazioni definizione delle metodiche di misura e delle caratteristiche della strumentazione per la verifica dei valori limite individuati e dei valori di espansione globale consentita definizione degli enti preposti alla verifica delle condizioni richieste e alla periodicità.
La Giunta ha già presentato il d.d.l. di modifica degli ultimi due commi dell'art. 91 septies, che è già stato approvato dal Commissario di Governo. Quindi si procederà con sollecitudine a mettere in atto le procedure necessarie.
A Torino vi è la tendenza, molto opportuna, e la possibilità di avere antenne uniche per pluriemittenti. Questo indubbiamente migliora di molto la possibilità di garantire il cittadino dal punto di vista dell'impatto ambientale. Questa potrebbe essere una strada anche sul resto della Regione. Nell'ambito del termine che ci siamo concessi, 30 giugno, che saggiamente tutti insieme abbiamo prolungato, riusciremo ad avere una proposta di legge su cui discutere in Commissione e poi in aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Ringrazio l'Assessore Olivieri per la risposta. Mi soffermerei sulla parte non toccata dalla risposta. Vorrei sottolineare che il provvedimento che si andrà a definire entro il 30 giugno non può non tenere conto anche degli aspetti di impatto ambientale e di carattere urbanistico. Il problema è costituito dalla numerosa presenza di emittenti private. Anche la RAI stessa è stata messa in condizioni di difficoltà ed attende una sollecita normativa. Gli aspetti urbanistici e gli aspetti ambientali devono essere un tutt'uno con gli aspetti di carattere sanitario. E' importante che ci sia un referente unico, sostanzialmente la Giunta, che sia in grado di rispondere ai problemi che l'istallazione delle antenne determina non tanto nei confronti delle emittenti di una certa rilevanza, ma in particolare emittenti "più marginali", che hanno difficoltà di consulenze tecniche. E' importante che la Giunta tenga un rapporto costante almeno con le associazioni che rappresentano queste emittenti.
Prego l'Assessore Olivieri di farmi avere copia della risposta letta.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Interrogazione del Consigliere Pezzana inerente l'inquinamento del fiume Tanaro


PRESIDENTE

L'Assessore Maccari risponde all'interrogazione del Consigliere Pezzana inerente l'inquinamento del fiume Tanaro.



MACCARI Eugenio, Assessore alla tutela dell'ambiente

L'accertamento dei fenomeni di inquinamento provocati da ignoti (o presunti tali) o il controllo sulla qualità degli scarichi nei corsi d'acqua superficiale non rientra nelle competenze dell'Assessorato scrivente.
L'applicazione della Legge Merli (L. 319/1976) è un vincolo indiscutibile cui devono adeguarsi i titolari degli insediamenti produttivi e i titolari degli scarichi provenienti da insediamenti civili.
Alla Regione compete promuovere tutti quegli interventi tesi al recupero di una situazione pregressa legata alla classe degli insediamenti civili.
In tal senso ha elaborato un primo Piano regionale di Risanamento delle Acque, allegato alla L.R. 23/1975, aggiornandolo una prima volta con la L.R. .22/1979 ed una seconda volta nel 1981, con l'adozione del Piano regionale per la Qualità delle Acque (P.R.Q.A.).
Non solo, ma dal 1975 ad oggi ha coordinato e gestito investimenti massicci per la realizzazione di opere per la raccolta e depurazione delle acque reflue civili.
Nello specifico dell'interrogazione, l'area gravitante sul fiume Tanaro ha visto l'entrata in funzione, nel 1984, dell'impianto di depurazione delle acque reflue di Cuneo e Borgo San Dalmazzo ed entro il 1987 vedrà la messa in funzione dell'impianto di Alba cui fanno capo gli scarichi di oltre 10 Comuni limitrofi.
Sono stati investiti oltre 50 miliardi di lire che hanno contribuito, e ancor più contribuiranno, a recuperare una situazione di generale degrado del fiume Tanaro.
Ovviamente, nel tempo e con ulteriori massicci interventi finanziari si potranno affrontare problemi più specifici e con valenza territoriale meno significativa; va sottolineato però che le priorità vanno decrescendo in modo proporzionale alla potenzialità dei fattori inquinanti.
Fenomeni di inquinamento così accentuati, come prospettati dagli organi di stampa, vanno tuttavia imputati con ogni probabilità ad insediamenti produttivi i cui titolari disattendono macroscopicamente il rispetto della Legge 319/1976 e successive modifiche ed integrazioni.
In tal caso la Regione non può che invitare gli enti di controllo ad un più puntiglioso lavoro di accertamenti, evidenziando nelle sedi opportune le cause macroscopiche di detti incresciosi fenomeni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

La premessa fatta dall'Assessore è che la Regione deve tutelare il patrimonio ambientale, quindi qualche competenza la Regione c e l' ha.
La risposta dell'Assessore però non mi soddisfa, perché, anche se ammette la situazione di palese inquinamento, è in contrasto con le inchieste fatte dall'U.S.S.L. che ha dichiarato lo stato del Tanaro preoccupante, come è stato riportato sui giornali del 12 novembre.
La ditta ISMAR di Genova, su incarico del Comune di Ceva, ha dichiarato, dopo una indagine sulle acque del Tanaro, che è impossibile ormai disinquinarle. Questo è in contrasto con le affermazioni non eccessivamente preoccupate che ha dato l'Assessore in questo momento.
Se la ISMAR ha fatto un'indagine sbagliata, bisogna verificare come mai è potuto avvenire un fatto del genere. Mi chiedo se i valori massimi, che sono restrittivi, che la Legge Merli prevede, non abbiano poi valore per quanto riguarda il fiume Tanaro.
Su questo la Regione è competente, o no? Ogni volta che risponde sull'inquinamento e sulla tutela ambientale sembra sempre che le competenze debbano essere di qualcun altro e non della Regione.
Mi chiedo se per caso la ditta Le ,Petit e le Cartiere di Ormea, che sono tra le due più responsabili dell'inquinamento del Tanaro, abbiano mai subito verifiche o indagini da parte della Regione o di altri organi competenti, sollecitati dalla Regione, che ha il compito della tutela ambientale.
Le verifiche più attente, più puntuali che l'Assessore si augura, mi chiedo se avranno poi nello specifico un seguito. Su questo vorrei essere informato.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Interrogazione del Consigliere Mignone inerente i contributi in base alla legge 650, depurazione


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione del Consigliere Mignone inerente i contributi in base alla legge 650,depurazione.
Risponde l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla tutela dell'ambiente

Premetto che alla Regione Piemonte sono stati assegnati sui fondi di cui alla legge 650/1979 (che globalmente aveva 2.000 miliardi) L.
160.641.000.000, così ripartiti: 1) con deliberazione CIPE 11.7.1980: L. 79.874.000.000 2) con nota 8198 (21.9.1981) del Ministero del Tesoro: L.
39.937.000.000 3) con nota 6066 (27.5.1982) del Ministero del Tesoro: L.
40.830.000.000 Per un totale di L.160.641.000.000 Per ciascuna delle assegnazioni sopracitate la Regione ha adottato precise deliberazioni, individuando ogni volta gli Enti beneficiari e definendo i relativi importi, senza mai superare le assegnazioni, e precisamente: l) DGR 118-1775 del 4.11.1980 individuò gli Enti beneficiari per un totale di L. 79.874 milioni 2) DGR 81-12603 del 16.12.1981 e DGR 117-16891 del 22.6.1982 individu gli Enti beneficiari per un totale di L. 39.937 milioni 3) DGR 203-21928 del 21.12.1982 individuò gli Enti beneficiari per un totale di L. 40.830 milioni.
Copia dei provvedimenti sopracitati, di volta in volta, sono stati trasmessi alla Direzione generale della Cassa DD.PP. con la precisazione che solo gli Enti presenti in elenco potevano beneficiare dei contributi sulla legge 650/1979 per importi non superiori a quelli riportati nei vari elenchi.
Non solo, ma à stato pure sottolineato che "i vari mutui potranno essere perfezionati dietro presentazione dei decreti del Presidente della Giunta regionale con i quali verranno approvati i vari progetti esecutivi e gli Enti beneficiari verranno autorizzati a contrarre il mutuo per l'importo indicato nella deliberazione della Giunta regionale".
Alla fine del 1981 le Regioni reclamarono in incontri informali l'assegnazione di tutta la disponibilità assegnata sulla legge 650/1979 fino ad allora risultavano ripartiti solo 1.800 miliardi di Lire a fronte dei 2.000 disponibili.
La Direzione della Cassa DD.PP. rispose, sempre informalmente, che il 10%, pari ai 200 miliardi non ancora ripartiti, rappresentavano una riserva che la Cassa avrebbe utilizzato per coprire costi suppletivi derivanti dalla revisione prezzi e/o aumenti d'asta. A fronte di tale risposta sempre informale, l'Assessorato ha predisposto un certo numero di decreti del Presidente della Giunta regionale, quasi tutti datati 28.l.1982, con i quali si autorizzava la contrazione di mutui suppletivi per la copertura di oneri revisionali.
Il riferimento in detti decreti non venne fatto agli elenchi delle delibere della Giunta regionale citate bensì a detta "riserva"; si disse testualmente: "Considerato che sui fondi di cui all'art. 4 della citata legge 650/79 sono state accantonate L. 200 miliardi a copertura della R. P delle opere per la raccolta e la depurazione delle acque reflue".
La Cassa DD.PP. concesse mutui suppletivi per circa 7 miliardi di lire a copertura della Revisione Prezzi maturata su opere finanziate per oltre 50 miliardi di lire.
Successivamente all'emissione di detti Decreti del Presidente della Giunta regionale, sulla revisione dei prezzi, vi fu la terza assegnazione a favore della Regione Piemonte per complessive L. 40.830 milioni che privilegiava in qualche modo le Regioni più attive nel settore.
A fronte di detta assegnazione la Regione trasmise il terzo elenco come anzidetto senza osservazioni di sorta. Solo quando, a fronte dell'assegnazione complessiva di 160.641 milioni di Lire, si giunse al perfezionamento di mutui per importi vicini a detto totale finale, la Cassa cominciò a rifiutare l'accensione di mutui compresi in elenco, motivando il rifiuto con l'esaurimento delle disponibilità regionali.
Le considerazioni sviluppate successivamente alla mancata assegnazione di mutui specifici e formalizzate con nota 21033 del 15.3.1984 dall'allora Assessore Calsolaro non hanno portato ad alcun risultato positivo.
La Cassa ammise di aver sbagliato nel concedere mutui suppletivi per Revisione Prezzi attingendo dalla disponibilità di cui alla terza assegnazione, senza peraltro comunicare tale errore all'atto della comunicazione sulla avvenuta nuova assegnazione.
In conclusione, circa una trentina di Enti ammessi con deliberazione della Giunta regionale a beneficiare dei mutui sulla legge 650/79 per complessivi circa 7 miliardi di Lire, non hanno potuto perfezionare il mutuo specifico perché già assegnato precedentemente ad una serie di Enti che avevano beneficiato di contributi suppletivi per revisione prezzi.
Interventi ufficiali e segnalazioni da parte di alcuni parlamentari piemontesi alla Direzione generale della Cassa DD.PP. non hanno sbloccato la situazione, né è dato di sperare in una futura risoluzione del problema causato esclusivamente dagli errori della Cassa DD.PP.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Ringrazio l'Assessore per la risposta puntuale e lo prego, se possibile, di farmi avere copia della risposta scritta.
L'interrogazione è originata, come peraltro anche la stessa relazione evidenzia, dal fatto che abbiamo una trentina di Enti locali, a cui la Regione aveva deliberato la concessione di contributi per la depurazione ai sensi della legge 650.
Il fatto che questi Comuni avevano, in base a questa deliberazione avviato le procedure progettuali deliberative per poter dar corso ai lavori, e, pur avendo avuto in alcuni casi il Decreto del Presidente di approvazione dei progetti esecutivi, si sono invece visti negare il contributo dalla Cassa Depositi e Prestiti con la giustificazione che la Regione Piemonte aveva esaurito il tetto possibile di accensione di contributi, creando una situazione di difficoltà agli Enti locali, di incertezza e, nella sostanza, di non avvio alle opere di depurazione, cui gli Enti locali annettevano invece molta importanza per una politica di tutela ambientale, di risposta alle esigenze dei cittadini, vanificando lo sforzo che la Regione aveva fatto dal 1980 in avanti nella direzione di una rapida applicazione della legge 650 che, come ricordava anche l'Assessore ha visto il Piemonte fra le Regioni più solerti nel dare ad essa applicazione.
Dalla relazione emerge con chiarezza che la colpa non è nella fattispecie della Regione, ma della Cassa Depositi e Prestiti che ha dato un'interpretazione parziale e particolare nell'applicazione della legge 650. Dalla risposta anche noi Consiglieri sappiamo dove sta il difetto nell'iter di applicazione di questa legge. Mi auguro soltanto un'indicazione e rivolgo una preghiera all'Assessore, che nei futuri stanziamenti (che sono sia nel bilancio regionale, ma che discendono anche dal bilancio statale in ordine ad interventi in tema di depurazione) si tenga conto in modo prioritario di questi Enti che avevano avuto nel 1982/1983 un'assegnazione di contributi che appunto per questa ragione invece non hanno potuto dar corso alla realizzazione delle opere.
Sarebbe auspicabile che questi Enti avessero una corsia preferenziale prioritaria nella futura assegnazione di contributi per opere di depurazione.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione del Consigliere Bontempi inerente le concessioni edilizie del Comune di Leinì


PRESIDENTE

L'Assessore Maccari risponde ancora all'interrogazione del Consigliere Bontempi inerente le concessioni edilizie del Comune di Leinì.



MACCARI Eugenio, Assessore all'urbanistica

In ordine alla pratica del Comune di Leinì (esposto per mancata o ritardata riscossione del contributo di concessione) si fa osservare che, a seguito della relazione trasmessa in data 4/7/1985 da parte dell'Assessorato, con la quale, sulla base di una lunga serie di rilievi si è rivolto al Sindaco con invito a effettuare verifiche e ad adottare provvedimenti, non è pervenuta alcuna notizia dal Comune in merito a quanto richiesto.
Dal momento che dagli esami degli atti comunali era emersa la mancata o errata o ritardata riscossione dei contributi di concessione, di cui all'art. 3 della legge n. 10 del 1977 (oneri di urbanizzazione e costo di costruzione), con conseguente responsabilità a carico dell'Amministrazione per i danni cagionati al bilancio comunale, è stata cura di questo Assessorato trasmettere copia della relazione alla Procura Generale della Corte dei Conti che ha ricusato ricevuta con nota del 26 settembre 1985 comunicando di avere assegnato alla vertenza il n. 267138. Copia della relazione è stata trasmessa anche alla Prefettura di Torino. Trattandosi di responsabilità contabile, spetterà alla Corte dei Conti instaurare un procedimento a carico dell'Amministrazione comunale nell'ambito delle attribuzioni giurisdizionali che le sono proprie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Credo che l'Assessorato abbia operato correttamente nelle funzioni di vigilanza che sono attribuite dalla legge all'Ente regionale nei confronti dell'attuazione delle norme urbanistiche. Lo spirito dell'interrogazione era di sapere se, oltre a questa parte che attiene ai doveri della Regione in materia di vigilanza, non siano successi fatti diversi, se, in altri termini, è avvenuta una regolarizzazione di questa partita, che ha una rilevanza giuridica, ma anche una rilevanza politica per la disapplicazione protratta nel tempo della legge e una correzione di comportamento.
Dalla risposta ci aspettavamo anche notizie riguardanti questa seconda parte e non le abbiamo avute. Una parte dei compiti che doveva adempiere la Regione è stata adempiuta, però la Regione dovrebbe anche adempiere al compito di verifica e di stimolo dell'attività di vigilanza perché si correggano dei comportamenti che non sono stati conformi alla legge e che hanno rilevanza politica, trattandosi di oneri di urbanizzazione.
A me risulta che qualche cosa si stia muovendo. Invito l'Assessore ad integrare queste informazioni con notizie ulteriori su questo aspetto perché a noi sembra giusto verificare che il Comune si sia messo in ordine e in questo senso apprezzare i mutamenti avvenuti nei comportamenti.


Argomento: Informazione

Interrogazione del Consigliere Ala inerente la legge sull'editoria


PRESIDENTE

La risposta all'interrogazione del Consigliere Ala inerente la legge sull'editoria è data dal Presidente della Giunta Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

L'interrogazione del Consigliere Ala, ampia e documentata, non contiene singolarmente richieste specifiche su intendimenti del governo regionale o sul perché di determinate scelte. Si tratta del comprensibile atteggiamento di perplessità e di interrogativo del cittadino che ha un mandato popolare il quale ritiene violata talvolta con leggerezza una legge non trascurabile della Repubblica. Nella fattispecie la legge sull'editoria, che se pochi risultati e molte polemiche ha ottenuto sino ad oggi nel suo più ampio significato, ancor meno risolutiva e determinante, si è rivelata nella parte che riguarda la pubblicità delle pubbliche amministrazioni. Nel merito debbo dire che la situazione è quanto mai varia ed indefinita. Il Consigliere Ala denuncia l'inadempienza di alcuni soggetti, enti strumentali e parchi regionali. Si tratta di soggetti che pure in epoca precedente al 1984 avevano fornito la dovuta dichiarazione comunicando al garante della legge per l'editoria livelli di spesa pubblicitaria per pochi milioni o addirittura affermando di non avere sostenuto alcuna spesa pubblicitaria.
Riterrei perciò di poter intravedere in tali soggetti inadempienti almeno la mancanza di una volontà evasiva, penserei piuttosto ad episodi di trascuratezza comunque non giustificabili di fronte al dettato della legge.
In tale spirito e valutando che la Regione ha titolo ad emanare raccomandazioni e disposizioni esplicitanti nei riguardi degli enti pubblici alla stessa legati, ho provveduto nelle scorse settimane affinch nei confronti degli enti strumentali e dei parchi regionali si rammentasse l'obbligo della dichiarazione per le spese sostenute nell'anno 1985.
Analoga raccomandazione mi risulta avesse fatto nel febbraio del 1984 il mio predecessore.
Mi permetto di cogliere questa occasione per due considerazioni che vogliono anche significare l'interesse della Giunta nei confronti della normativa sull'editoria.
In primo luogo voglio far notare l'indeterminatezza dello specifico capitolo delle relazioni semestrali del garante laddove mi pare di capire che dichiarazioni analitiche dai contenuti diversi, per spese che spaziano dal bando d'appalto pubblicato sui giornali, al volantino di educazione sanitaria, allo striscione stradale che annuncia una mostra, tutte vengono sommate nella relazione sotto la qualifica di pubblicità. Talché la Regione Piemonte sotto questo profilo avrebbe, ad esempio, speso in pubblicità ben un miliardo e 196 milioni nel 1982 e addirittura un miliardo e 824 milioni nel 1983.
Varrebbe la pena chiarire perché le cose non hanno, in effetti, questa dimensione.
La seconda considerazione. Non disdegnando una pericolosa prassi che vede nell'Ente pubblico il classico "animale da sfruttare", anche quando non ha più disponibilità finanziarie, devo registrare, senza diventare antigovernativo mio malgrado, che c'è una proposta di modifica della legge per l'editoria che vorrebbe pianificare ed allargare di molto gli obblighi delle Regioni, per quanto riguarda le pubblicazioni sui diversi giornali quotidiani degli avvisi per gli appalti, degli estratti dei verbali di aggiudicazione, degli avvisi di asta deserta, degli estratti del bilancio ed altro ancora. Tale norma, che porrebbe a carico della Regione oneri annuali per centinaia di milioni, non avrebbe un comprensibile significato di trasparenza, bensì lo scopo di far pesare anche sul bilancio regionale il finanziamento dell'editoria quotidiana.
Credo che questa proposta possa ritenersi quanto meno discutibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Ringrazio il Presidente per la rapidità e la completezza: in effetti era un'interrogazione di tipo particolare. Mi ero già reso conto della prontezza con cui la Presidenza si è attivata per intervenire nei confronti degli Enti strumentali, in quanto avevo ricevuto, in copia per conoscenza le lettere di risposta in merito a questo argomento da parte di alcuni Enti strumentali della Regione.
D'altra parte, come la stessa relazione del garante fa notare l'inadempienza di Enti pubblici, Ministeri, Regioni, grandi Comuni, Enti strumentali nei confronti di questo punto espressamente previsto dalla legge n. 416 di riforma dell'editoria è ormai cosa evidente. Per fare una piccola puntualizzazione, vorrei comunque ricordare che la Regione Piemonte è una delle poche Regioni ad avere sempre rispettato l'obbligo di dichiarazione: è arrivata a un miliardo e 873 milioni nel 1984. Sono invece inadempienti Regioni come il Trentino, la Valle d'Aosta, la Sicilia, la Liguria, la Lombardia, il Lazio, il Molise, la Puglia e la Basilicata.
Tengo a precisare che il problema era di inadempienza si di alcune strutture, in un modo o nell'altro legate alla Regione; questa inadempienza, raffrontata ad altre, non metteva certo la nostra Regione al primo posto.
Concordo con il Presidente Beltrami che la definizione di pubblicità nella legge n. 416, non è ben chiara, dato che la materia non è ben regolata. Come rileva lo stesso prof. Sinopoli, garante dell'editoria, i dati in merito non sono omogenei: alcune Regioni denunciano cifre più alte o più basse a seconda di come venga conteggiato l'insieme delle cifre e delle voci che rientrano sotto il criterio di pubblicità. Non dovrebbe invece sfuggire, ad un'opinione pubblica attenta, che le Amministrazioni pubbliche possono utilizzare (ed è questo il motivo per cui questo argomento compare nella legge di riforma) il meccanismo della pubblicità al pari delle aziende private, per condizionare o creare rapporti privilegiati con alcune testate, alcuni organi di stampa piuttosto che altri. Questo era l'intendimento del legislatore: controllare i finanziamenti diretti od indiretti che vanno a colpire ed interessare la stampa.
Il problema della pubblicità rientrava anche in quello relativo alla trasparenza delle proprietà delle testate dei periodici. Come il Presidente Beltrami ha capito benissimo, si tratta di un problema che, solo in parte attiene alla Regione e alle sue competenze; vorrei però che le Amministrazioni pubbliche fossero sollecite e precise, perché è anche da fatti come questi che i cittadini possono controllare e verificare il comportamento delle pubbliche Amministrazioni.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Ala inerente le condizioni di lavoro all'interno di aziende che impiegano sostanze nocive


PRESIDENTE

Esaminiamo infine l'interrogazione del Consigliere Ala inerente le condizioni di lavoro all'interno di aziende che impiegano sostanze nocive.
Risponde l'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Signor Presidente, signori Consiglieri, nella prima metà del 1984 è pervenuta all'Assessorato alla sanità una nota informativa - da parte della FILCEA CGIL di Biella, nella quale si segnalava che alcuni dipendenti della ditta Conceria Chiorino S.p.A, di Biella si erano ammalati di carcinoma polmonare e che sette di essi erano deceduti.
Nella lettera di cui sopra, le OO.SS. dei lavoratori richiedevano ai destinatari (Regione Piemonte, Procura della Repubblica di Biella e U.S.S.L. n. 47) l'esecuzione di analisi ed indagini al fine di stabilire con certezza se esiste una correlazione tra l'ambiente di lavoro della ditta Chiorino, considerate le sostanze presenti nel ciclo di lavoro e le malattie riscontrate negli ex-dipendenti e dipendenti.
L'U.S.S.L. n. 47, competente per territorio, ha quindi provveduto dalla fine dell'84, ad attivare una convenzione con uri ente specialistico in materia (l'Istituto del Cancro di Genova) a cui è stato affidato il compito di svolgere un'indagine ambientale atta a verificare la situazione attuale all'interno della ditta in oggetto ed eseguire un'indagine epidemiologica retrospettiva su tutti i lavoratori della ditta stessa. Al fine di verificare lo stato di avanzamento dei lavori, nel mese di novembre u.s., si è svolta a Biella una riunione operativa a cui hanno partecipato il Presidente ed il responsabile del Servizio d'Igiene pubblica dell'U.S.S.L. n. 47, l'Assessorato alla sanità e le Organizzazioni sindacali CGIL. CISL e UIL di zona. Le risultanze dell'incontro in oggetto sono state: il sindacato ha fatto presente che i decessi di ex-dipendenti e dipendenti della ditta Chiorino, secondo quanto a loro conoscenza risultano essere complessivamente a tutt'oggi n. 13.
L'U.S.S.L. n. 47 ha precisato quanto segue: "Nel mese di giugno '85 è terminata la fase dei prelievi ambientali; tale fase è stata di difficile realizzazione, in quanto attualmente, in azienda, non si effettua più la concia al tannino ma solo quella del cromo"; si è quindi provveduto a fare ripristinare, per alcuni giorni, la concia al tannino onde effettuare i prelievi opportuni. L'Istituto incaricato è quindi passato alla fase della lettura dei prelievi eseguiti.
l'indagine epidemiologica è tuttora in corso di svolgimento; tale indagine comporta, necessariamente, tempi lunghi, in quanto occorre recuperare informazioni e dati su ex-dipendenti e dipendenti a partire dal 1960.
l'U.S.S.L. locale ha quindi assicurato ai partecipanti all'incontro che entro giugno '86 le due indagini saranno terminate.
Non appena in possesso dei dati del lavoro svolto, l'Assessorato alla sanità verificherà se sussistono le condizioni per attivare ulteriori momenti d'indagine; al contempo si provvederà ad informare i Consiglieri regionali delle risultanze delle indagini eseguite.
Per quanto attiene al rischio più generale dell'utilizzo, negli ambienti di lavoro, di sostanze cancerogene, l'Assessorato alla sanità, già dal 1979, ha avviato uno specifico programma di lavoro. Tale programma ha visto impegnata la Cattedra di Epidemiologia dei Tumori Umani dell'Istituto di Anatomia Patologica dell'Università di Torino nella realizzazione di quattro manuali sul rischio delle sostanze cancerogene in ambienti di lavoro di cui tre già pubblicati ed uno in corso di stampa.
Il materiale predisposto consente agli operatori delle UU.SS.SS.LL.
impegnati nell'attività di vigilanza, ed ispezione nei luoghi di lavoro, di individuare in quei cicli di lavoro in cui vi è presenza di sostanze pericolose per la salute dei lavoratori, specifici piani di risanamento e bonifica ambientale.
Al di là di questa, che è l'esposizione scheletrica dei dati che va data, si tratta di una materia estremamente importante, sulla quale io, e in questo caso e in altri analoghi, tendo a seguire personalmente le questioni, anche se non è molto corretto, magari scavalcando le UU.SS.SS.LL., cercando di avere rapporti con le istituzioni, alle quali è demandato il compito di effettuare verifiche e lavori, anche perché so, per mia vecchia e personale esperienza, che purtroppo negli ambienti di ricerca si tende a tenere in scarsa considerazione i tempi prefissati.
Questo è uno degli inconvenienti per cui indagini di questo tipo abbiano sviluppi temporali molto lunghi, proprio perché l'indagine epidemiologica comporta un minuzioso lavoro di reperimento di dati. Mi rendo conto di questo problema e sollecito affinché queste indagini si concludano in tempi ragionevoli, perché sia possibile poi indurre tutta una serie di misure.
E' emerso intanto un elemento molto preoccupante quale il rapporto tra le sostanze usate durante la lavorazione (tannino e cromo) e certe lesioni perché solitamente vengono interessate maggiormente le mucose nasali.
Questo aspetto è estremamente preoccupante ed io spero che nel più breve tempo possibile si possano avere quelle informazioni che ci permettano una valutazione esatta sul fatto se vi sia stato o meno rapporto (io credo per che questo vi sia stato) tra l'uso di queste sostanze o di altre eventualmente insistenti in questi ambienti di lavoro e le malattie dei lavoratori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Ringrazio l'Assessore per la risposta. L'interrogazione mirava soprattutto a sollevare un caso che forse per la sua gravità può essere considerato simile a quello tristemente famoso e noto dell'Ipca di Ciriè un caso sul quale c'è una specie di velo di riserbo; l'opinione pubblica la stampa, i periodici hanno seguito pochissimo questo problema, come pochissimo seguono in genere il problema legato alle malattie dipendenti dall'ambiente di lavoro. Di questi problemi, di solito, si tende a parlarne il meno possibile, anche se mi rendo conto di quanto sia difficile raggiungere prove certe sul rapporto ambiente di lavoro e malattia.
Nondimeno, tutta la cultura della classe operaia, la sua memoria storica e la sua sensibilità, fanno si che queste cose, sotto certi aspetti, siano evidenti di per sé. C'è una conoscenza condivisa che sa come vanno le cose e c'è insieme la difficoltà di una conoscenza scientifica, anche perché di solito su questi ambienti, su queste materie sono molto forti le pressioni per tenere le cose nascoste, per minimizzare.
L'Assessore parlava dei tempi, i tempi sono appunto molto lunghi: intanto la gente, nel frattempo, muore. L'unica sicurezza che mi pare esista sulla conceria in oggetto è che comunque questo tipo di lavorazione a cui vengono addebitate queste cause e questi processi, non è attualmente in corso.
L'interrogazione mirava a questo, a sollevare un caso, soprattutto a sollevarlo nel Biellese dove viene troppo minimizzato; a sollevare - in genere - il caso delle concerie. Un recente articolo apparso su "Stampa sera" faceva notare come le concerie piemontesi siano seconde in Europa per produttività. Esiste quindi un grosso problema sanitario legato a questo tipo di lavorazione, qui come in altre zone dell'Italia. Vi sono inoltre le malattie professionali, nei cui confronti sia l'innovazione tecnologica sia l'indebolimento del movimento sindacale dovuto alla disoccupazione e ad altri fenomeni assai complessi hanno fatto si che si sia allentata la guardia.
Mi auguro che l'Assessorato segua questi problemi con il massimo di chiarezza e soprattutto senza cercare di minimizzare e senza limitarsi soltanto al conto statistico dei morti, e senza che vi sia sempre, come in questo caso, il bisogno dei morti perché qualche struttura, qualcosa si muova.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Adduci, Carazzoni, Cerutti, Fassio Ottaviano e Valeri.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge

Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto alla legge regionale del 30 gennaio 1986: "Interpretazione autentica del quinto comma dell'art. 85 della L.R. 5/12/1977, n. 56 e successive modificazioni ed integrazioni".


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

d) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo non ha apposto il visto alla legge regionale del 30 gennaio 1986: "Modificazioni alla L.R. 21/3/1984, n. 18 in materia di opere e lavori pubblici".


Argomento:

d) Mancata apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

e) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

Gli elenchi delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nella seduta del 25 febbraio 1986 - in attuazione dell'art. 7, secondo comma della L.R. 6/11/1978, n. 65 - in materia di consulenze ed incarichi, sono depositate e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Devo informare il Consiglio che la Giunta intendeva effettuare una comunicazione in merito al problema dei cassaintegrati, stante per l'ordine dei lavori stabilito dai Capigruppo riesce difficile inserire un argomento di questo tipo che richiederebbe un'ampia discussione. Di conseguenza la Giunta si impegna a svolgere questa comunicazione nel corso della prossima seduta.
Informo ancora il Consiglio che i Capigruppo hanno stabilito di invertire l'o.d.g. e di procedere immediatamente all'espletamento delle nomine che sono numerose e che richiedono quindi molto tempo per essere interamente effettuate.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Reburdo. Ne ha facoltà.



REBURDO Giuseppe

Signor Presidente, vorrei un'informazione sul fatto che in questo Consiglio si è tenuto un dibattito sulla questione dello stadio comunale di Torino e alla cui conclusione era stato assunto l'impegno di rientrare in Consiglio con una proposta. Siccome si leggono sui giornali dichiarazioni da parte di Assessori del Comune di Torino circa decisioni già assunte sul nuovo stadio comunale, chiedo se e quando questo problema tornerà in Consiglio a conclusione di questo dibattito, per evitare di parlarne quando i buoi sono già scappati.



PRESIDENTE

La Giunta ha udito la richiesta da parte del Consigliere Reburdo, ma non essendo tale comunicazione stata inserita nell'o.d.g. di questa seduta non è possibile effettuarla in questo momento. La Giunta, nel corso della seduta odierna, stabilirà i modi e i tempi per esaudire la richiesta del collega, addivenendo alla comunicazione sullo stadio comunale di Torino.


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 8) all'o.d.g.: "Nomine".
La parola al Presidente della Commissione Nomine, Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, relatore

Colleghi Consiglieri, vengono oggi presentate alla votazione del Consiglio regionale una serie di nomine, le prime fra quelle calendarizzate con la deliberazione del Consiglio regionale n. 57 del 20.12.1985. Si tratta delle- nomine dei componenti dei Comitati di controllo, ivi comprese le terne della Commissione di controllo sugli atti della Regione, del Comitato Urbanistico Regionale, del C.R.O.P., del Consiglio di amministrazione dell'Università e del Politecnico.
Come voi sapete, colleghi, si tratta della prima volta che il Consiglio regionale procede ad effettuare delle nomine con l'articolata procedura prevista dalla legge regionale 18 febbraio 1985, n. 10. Sulla base di detta legge il Consiglio ha provveduto con la citata deliberazione n. 57 a calendarizzare un primo semestre del 1986 e con la deliberazione successiva n. 58 nella stessa data ad individuare per tali nomine, ai sensi dell'art.
4 della legge n. 10, le associazioni, gli Enti e gli istituti titolari del potere di designazione.
A seguito di tali deliberazioni sono pervenute alla Presidenza del Consiglio regionale, 30 giorni prima della data fissata per procedere alla nomina, le proposte di candidature per le nomine predette presentate dai Gruppi consiliari. La Commissione consultiva per le nomine ha preso in esame, in successive riunioni e con intenso lavoro, tali proposte insieme alle designazioni pervenute alla Giunta regionale da associazioni ed Enti esterni e anche da singoli cittadini ed ha espresso il parere previsto al primo comma dell'art. 8.
Premesso che si tratta di nomine, nel caso di quelle che il Consiglio esamina oggi, sottoposte alla disciplina prevista dall'art. 9 e seguente della legge, come da delibera del Consiglio regionale n. 47 del 28.11.1985 la Commissione Nomine ha espresso parere favorevole alle candidature proposte quasi sempre all'unanimità salvo quanto appresso vado a riferire: Comitato di controllo sulle Province: nomina di un esperto in materia sanitaria, non essendo stata accertata la competenza della Commissione Nomine a pronunciare l'eventuale decadenza delle candidature presentate all'Ufficio di Presidenza da singoli cittadini fuori dai termini previsti dall'art. 7 della L.R. 10/85, la Commissione stessa, limitatamente all'idoneità di questi, con specifico riferimento alle candidature presentate. Tale decisione è stata assunta a maggioranza.
Comitato regionale di controllo sugli atti degli Enti locali, sezione del Verbano - Cusio - Ossola: candidatura del signor Rago, il parere favorevole è stato espresso a maggioranza.
Inoltre, poiché non sono pervenute per alcune nomine o le designazioni (manca ad esempio un nominativo dell'ANCI per il C.R.O.P., sezione infrastrutture), ovvero la documentazione prevista dalla legge (curriculum non trasmesso dall'URPP per i suoi nominativi sia per il C.U.R. che per il C.R.O.P.) la Commissione ritiene che si proceda ugualmente alle nomine dei due organismi interessati, vale a dire il C.U.R. e il C.R.O.P., per le designazioni regolarmente pervenute e documentate, rinviando a successiva deliberazione la nomina dei componenti la cui candidatura non sia pervenuta regolarmente.
Poiché per alcune nomine sono presentate più candidature, sono state predisposte dall'Ufficio di Presidenza liste di votazioni su cui effettuare le operazioni di voto e che saranno successivamente consegnate ai colleghi Consiglieri.



PRESIDENTE

Comunico che è pervenuto un ordine del giorno a firma dei Consiglieri Bontempi, Biazzi, Mignone e Brizio.
A seguito della relazione del Presidente della Commissione Nomine Cerchio, si apre la discussione.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Io voglio svolgere un breve intervento per poi dare corso alle nomine che ci sembra indispensabile per due ordini di ragioni: il primo di collocazione sulla relazione che ha fatto il. Presidente della Commissione Nomine, Consigliere Cerchio (è una discussione che dovremo aggiornare man mano), di carattere generale che, nella prima occasione in cui si applica questa legge, credo sia giusto fare, di valutazione della fase di prima applicazione della legge e dei comportamenti tenuti.
Il secondo per valutazioni di merito riguardanti le nomine che affrontiamo stamattina, cioè il CO.RE.CO., C.U.R., C.R.O.P sostanzialmente perché è un po' più difficile fare valutazioni di merito sul Consiglio di amministrazione dell'Università, in cui nominiamo solo un rappresentante.
Questo secondo punto è per noi molto importante. Devo dire che registriamo con favore anche il consenso trovato da altri Gruppi politici che nasce come ricorderà qualcuno, da ispirazioni anche del passato, di arrivare questa volta a fare tutte le nomine, in avvio di legislatura, quindi non solo i fatti sostitutivi, ma la messa a regime dei nuovi collegi per organismi, organi, Enti strumentali. C'è quindi la necessità e l'opportunità, io dico la grande novità, di discutere prima degli indirizzi. Questo è un punto importante che voglio richiamare all'attenzione e del quale devo dire mi compiaccio perché anche gli altri Gruppi (è chiaro che non si può fare questo da soli) hanno convenuto e converranno con gli argomenti di merito su questa procedura. Il problema più generale, questo mi permette di allacciarmi alla prima parte del discorso, per quanto riguarda le nomine nel nostro Paese e certamente anche nella nostra Regione, è un complesso di innovazioni che con un carattere definito istituzionalmente, quindi che rientra nelle regole ordinamentali devono avere sotto però chiarezza di obiettivi di tipo politico in senso lato. La prassi di fare delle nomine, in qualche misura, al buio, cioè accontentandosi del fatto che esistendo degli Enti o degli organismi, si nominano li delle persone, senza invece definire dall'Ente, che poi ha compiti di governo, addirittura a volte l'esclusiva fonte di queste nomine prescindendo dalle indicazioni di merito, è una delle cose che davvero fanno emergere nell'opinione pubblica e giustamente come grande problema anche democratico la questione della lottizzazione. Perché altro è ritenere che le istituzioni abbiano, attraverso una complessa, che non posso certo ripercorrere, procedura ad esempio studiata nella nostra legge che è un mix di funzioni esponenziali delle parti politiche, dei Gruppi politici e anche però dei pezzi istituzionali (ricordiamo tutte le norme che attribuiscono poteri di designazione di nomina alla Giunta, che va intesa come parte istituzionale e non come parte esponenziale dei Gruppi). Ripeto, insieme a questo mix, che non posso ripercorrere, c'è però una condizione politica a priori. Credo che l'innovazione che oggi segniamo, che segno io con questo primo intervento, ma che sarà seguito da altri, che è quello di definire degli indirizzi a cui deve seguire, è questo il punto vero, una costante corretta attività di verifica sull'andamento di questi Enti, che non pu ledere la loro autonomia, non può soprattutto ledere l'autonomia dei nominati, sancita anche dalle leggi, ma deve appartenere a quel processo di dialettica e di dialogo indispensabile per potere alla fine dei mandati esprimere dei giudizi di merito.
In questo senso vorrei che tutti venissero richiamati alla novità grossa di questo punto. Talché noi chiederemo e credo che tutti i colleghi siano d'accordo, non solo di fare questi dibattiti preliminari, ma anche di farne altri in corso d'opera. Noi dobbiamo esigere dai nostri nominati soprattutto in chiave della loro rappresentanza istituzionale, prima della sostituzione, per esaminare lo stato dei fatti, le relazioni di cui si assumono le responsabilità, sullo stato dell'arte di quell'Ente, in cui hanno variamente avuto titolo, o titolo di massima responsabilità a presidenza, o titolo di partecipazione. Questo è un meccanismo complesso può sembrare complicato, ma è l'unica strada che noi riteniamo possibile per arrivare alle nomine, a non fare davvero quello che viene comunemente denunciato, e giustamente, come un fenomeno di lottizzazione. Vale a dire come una prevaricazione del sistema degli accordi partitici, rispetto invece ad un procedimento istituzionalmente garantito, delimitato, in cui il merito è di contenuti delle questioni di cui si occupano questi Enti e l'interfacciatura che hanno con gli Enti che nominano possono invece dare.
Questa è una bella innovazione, è contenuta anche nella legge; l'iniziativa politica di fare questa discussione è inoltre un fatto che dimostra che ci siamo messi su una strada che credo vale la pena di proseguire.
Sul piano più generale c'è già stata una relazione del Presidente; è inutile dire che la prima applicazione di questa legge ha messo in luce molte facce del problema. Ha messo anche in luce problemi di qualche difficoltà di applicazione di una normativa, io però qui voglio dire che certo era molto meglio sul piano della velocità, io poi dimostrerò che non è vero, ma faccio questa affermazione sulla velocità almeno concettuale, il sistema della negoziazione tra i partiti, fino all'ultimo momento, fino alla possibilità di introdurre ancora in aula attraverso bigliettini chissà da dove pervenuti, dei nominativi di cui non si aveva cognizione e spesso neanche conoscenza. Certo che questa velocità concettuale, questa facilità concettuale, in realtà, ed è dimostrato, non portava ad una velocità di merito; tant'è vero proprio laddove la negoziazione era ed è come in tanti livelli anche statuali l'unica regola, noi abbiamo i risultati che sappiamo. A livello nazionale abbiamo le Casse di risparmio in prorogatio da anni, alcune da decenni; abbiamo delle nomine che non si sbloccano mai, il caso RAI credo sia clamoroso, al di là dei risvolti politici; e anche nella nostra esperienza dobbiamo dire che all'ultimo momento il veto di qualsiasi parte l'abbiamo pur subito un po' tutti, o le incertezze di qualsiasi parte portavano a bloccare le nomine. Noi oggi per vediamo che la legge stabiliva che una delibera indicasse una data certa e noi alla data certa arriviamo. Questo è un fatto di grande importanza quindi più efficienza, ecco il primo punto: regole e norme trasparenti producono anche più efficienza. Il risultato è quindi di non andare con il sistema della negoziazione tra le parti, al rinvio "sine die" senza responsabilità.
Vorrei sottolineare ancora che nella legge c'è una norma di chiusura molto importante, che qualora non si arrivi a fare nomine per qualsiasi motivo, c'è un potere sostitutivo del pezzo rappresentativo dell'istituzione, cioè della Giunta. E' una norma che abbiamo caldeggiato e che, andando noi all'opposizione, continuiamo a caldeggiare come importante; le regole sono prima delle maggioranze e delle convenienze politiche. Anche se la Giunta non è la stessa di quando è stata emanata la legge, è opportuno che questa norma, qualora si presentino dei casi venga fatta valere. Questo è un principio di certezza e di responsabilità essenziale.
Ho detto delle difficoltà di prima applicazione. Qui ci sono dei fattori in parte oggettivi, dati dalla novità di introdurre in una materia che riguarda persone, nomi, regole e di starci dentro in maniera seria e rigorosa. Ci sono anche però difficoltà soggettive, io qui le voglio dire non voglio essere polemico più di tanto, ma mi pare, ad esempio, che complessivamente la collocazione che ha avuto la Giunta nel suo insieme rispetto a questo processo, sia stata insufficiente. Dico questo perch abbiamo, e lo sappiamo, in Commissione Nomine, dovuto fare lettere di richiamo alla Giunta ad una presenza, ad un'informazione, alla messa insieme dei dati Riteniamo che più complessivamente, e lo diciamo in senso positivo, una legge di questo tipo, per la sua portata innovatrice e riformatrice, non può non avere una parte attiva, convinta, nella sua applicazione nel governo regionale. Questo è stato anche un elemento di ritardo. In luglio noi mandammo una lettera chiedendo che si avviasse al più presto la procedura e cominciammo i primi lavori della Commissione Nomine ad ottobre, ma con una grande lentezza che, a mio avviso, derivava anche dalla scarsa convinzione di molte forze, intanto nella conoscenza della legge ed in secondo luogo nella capacità di metterla in moto.
Altre difficoltà soggettive e serie che sono sorte, bisogna dirlo, sono derivate dalla collocazione che in Commissione Nomine hanno avuto alcuni Gruppi. Noi non vogliamo, proprio perché ragioniamo in termini di prospettive più lunghe, essere né polemici, né tanto meno propagandistici poi non è questo l'interesse, perché questa è una legge di tutti, non di una parte. E' certo che abbiamo misurato fino in fondo, in alcuni momenti tutti i colleghi possono testimoniarlo, come per alcuni Gruppi, io sospetto per la verità più per alcuni partiti che pure dovrebbero essere esclusi dal gioco, ma che stanno dietro e sappiamo quanto e quali Gruppi, ci sia stata una grande difficoltà, alla fine non volontà, quasi fastidio e dispetto nell'applicare queste norme. Questo è un elemento che abbiamo rilevato tutti, talché ci fa dire che oggi il punto vero su cui dobbiamo anche ragionare è se una legge così è subita come un basto, come un adempimento che formalmente bisogna ottemperare o se invece è una legge che, pur con le sue difficoltà che possiamo affrontare, non è invece un grande elemento di trasformazione e di riforma nei modi, nella cultura, nei comportamenti tale che davvero l'adesione allo spirito e la collocazione personale perché c'è responsabilità personale, e dei Gruppi, sia all'altezza.
Noi non possiamo non registrare questi elementi, lo diciamo in un clima che volutamente non è quello della polemica aspra, ma è molto netto. Non si può pensare in altri termini, in questa prima fase di avvio, di andare ad ulteriori passi di lavoro della Commissione Nomine, se, tutti insieme per la propria parte, non si fa un ulteriore salto coraggioso di qualità, nel partire dall'acquisizione importante, politica e istituzionale della legge e in una collocazione in essa di uno spirito adeguato, questo è il punto.
Altrimenti perderemo del tempo, ci saranno delle lacerazioni, di cui poi bisognerà trarre le responsabilità politiche, ma soprattutto avremo fatto un pessimo servizio a quella capacità di innovazione che pure questa legge ci offre.
Questo è un punto che può essere adeguatamente cadenzato, anche in riferimento alle stesse cose di cui ci ha informato il Presidente della Commissione. In alcuni casi si tratta di questioni delicate. Sempre, quando si tratta di persone, sono questioni delicate.
Noi riteniamo che sia opportuno che un ragionamento collettivo datoci dalle regole del gioco, la possibilità dataci dalle regole che abbiamo introdotto, renda tutti molto alti, molto responsabili, anche molto coraggiosi, nel compiere le azioni. La nomina in un Ente non è un diritto di qualcuno, non lo si acquisisce per particolari motivi, esso scaturisce da una proposta, da una valutazione che i soggetti responsabili, che tra l'altro sono diversi, i Gruppi, i singoli Consiglieri, la Giunta stessa fino alle autocandidature, quindi fino ai soggetti esterni, immettono in un processo per definire delle presenze in funzione di politiche. Quindi in questo senso credo che sia già venir meno ad una concezione che se è del diritto alla nomina, è anche dell'occupazione dello Stato. Questa si che è la concezione della lottizzazione. Qui no, qui davvero invece, anche attraverso le designazioni esponenziali dei Gruppi, noi riteniamo che il sistema democratico abbia questo diritto, ma non il diritto a far prevalere le forme di occupazione, rispetto al rispetto più generale delle regole, su cui non mi intrattengo più a lungo, perché mi sembra di essere stato abbastanza chiaro. Quindi va cambiato anche il modo di essere nella Commissione Nomine. Noi, per esempio, segnaliamo con favore che su alcune questioni, lungamente discusse, ci sia stato un ripensamento da parte ad esempio del Gruppo politico che aveva proposto un nome assolutamente non idoneo per il Comitato di controllo di Casale Monferrato. E' stato frutto di un'iniziativa seria e rigorosa che noi abbiamo fatto, ma credo anche di una più complessiva acquisizione di sensibilità che ha portato ad un risultato che anch'esso è un segnale importante per la comunità. Non si demonizza nessuno. Per fare però la funzione di controllo sugli atti di legittimità, occorre avere il massimo possibile tendenziale di indiscutibilità, oltre che di competenza e di capacità. Non è avvenuto altrettanto per un'altra nomina, che peraltro è stata ricordata correttamente nella relazione del Presidente, riguardante il Comitato di controllo di Verbania. Noi abbiamo chiesto e avremmo desiderato che su quel punto ci fosse un ripensamento, certo ci va coraggio e assunzione di responsabilità, ma non è quello che alla fine resterà di questa legge.
Vorrei ricordare una norma a tutti i colleghi che da alcuni è disattesa, forse la ricorda bene Bianca Vetrino, perché nel fare la relazione la sottolineammo. E' la norma che dice che si deve fare una pubblicazione adeguata (non ci limiteremo, non ci accontenteremo del Bollettino Ufficiale) delle nomine fatte, di un estratto sintetico del curriculum e del proponente. E' chiaro allora che si mette in moto un processo innovativo di dialettica anche forte, rispetto pure le indicazioni possibili che provengono dal territorio, dai partiti, dagli ambiti in cui ciascun Gruppo vive, ed è quello della responsabilità ed anche della dialettica, rispetto a pretese che a volte addirittura diventano diritti acquisiti e che invece devono essere calati attraverso la responsabilità in un processo che tende al meglio.
Noi avremmo voluto che si fosse segnato anche il passo su quel CO.RE.CO. Tra l'altro credo di dovere valorizzare il fatto che anche all'interno della maggioranza si è votato diversamente, non abbiamo strumentalizzato questo fatto e non intendiamo farlo, perché riteniamo sia propria della Commissione Nomine un'assunzione di responsabilità anche distinta. Quindi non l'abbiamo girata sul fatto politico, anche perch complessivamente in altri casi mi è parso si sia cercato da parte di tutti anche con dei limiti, di fare delle attente verifiche. Noi per primi vogliamo che ci siano delle verifiche, perché non è detto che quello che a priori si pensa essere una buona candidatura, poi nei fatti si riveli essere una buona esperienza amministrativa. Noi per primi vogliamo questa verifica, perché questo aiuta noi e tutti. Se non si parte dalla presunzione e dall'arroganza dell'occupazione del potere, tutti i processi tendenti al meglio sono positivi, e la funzione complessiva dei collegi, e quindi dell'intendimento alto con cui si sta, ad esempio nel collegio della Commissione Nomine, è assolutamente decisiva. Dico intendimento alto perché ci rendiamo, conto che in un clima di un certo tipo, questo pu trasformarsi in una pericolosa arena dei veti della guerriglia. Noi intendiamo anche su questo segnalare il pericolo, non mi pare sia emerso non deve emergere (certo poi se le cose vanno in un certo modo le conclusioni politiche devono essere anche tratte), ma io voglio, proprio per segnare un elemento di speranza, che pur con tutti i tormenti e le delusioni, a volte anche gli scoramenti che verso le 18.30, credo non solo a me, ma certamente anche i miei compagni, sono venuti dopo le discussioni in Commissione Nomine, un elemento di speranza per qualcosa che si è messo in moto, per i tempi centrati, per qualche clamoroso caso che è stato assunto come tale dagli stessi proponenti, per la stessa decisione che spero assumeremo su una questione delicata, come quella dell'esperto sanitario.
Assumeremo la decisione di non partecipare al voto, lo dico qui, perch non ci sono chiare le motivazioni, i percorsi, ed anche non intendiamo che lesioni di regole istituzionali da parte di soggetti di qualsiasi tipo anche esterni,possano essere accettati. Se c'è tale e tanta battaglia con la rottura di ogni regola, è anche una questione di stile, su questa nomina, noi crediamo occorra ripensarci.
Ribadisco quindi che non parteciperemo al voto per quanto riguarda l'esperto sanitario: non ci è chiaro come e perché dovremmo votare, quali sono le qualità e quale possa essere una delibazione comparativa per un ufficio che è evidentemente importante. Noi invitiamo gli altri Gruppi a fare altrettanto, alcuni si sono già chiaramente pronunciati.
Siamo anche per far valere la norma,- tranquillamente, che prevede il potere sostitutivo della Giunta: credo sia corretto, vedremo come applicarla, per stare in tempo, per affidare piena attuazione ed applicazione alla legge, ma soprattutto per dire con un messaggio chiaro anche all'esterno che questa procedura impedisce al gioco degli amici degli amici di entrare rompendo le regole dentro il sistema istituzionale. Mi pare una grande cosa, se noi la facciamo, ripeto, senza il merito delle persone che possono essere tutte valide, capaci, ma non è questo il punto.
Certo, insoddisfazione e preoccupazione in molti momenti, ma anche segni di speranza. Il segno di speranza più grosso a noi viene dal fatto che, sia pure in extremis, si aprono spiragli per un possibile accordo, ad esempio sui CO.RE.CO. Vorrei ricordare che questi non sono Enti strumentali, ma organismi di controllo e da sempre nella storia della nostra Regione, credo per una giusta valutazione democratica, proprio su questi Enti si è dato modo a tutte le forze democratiche dell'arco costituzionale di partecipare, al di là del loro peso numerico (sapete che il meccanismo di voto potrebbe permettere di essere presenti solo ad alcune forze) anche nei ruoli di responsabilità. Noi abbiamo però posto all'inizio della discussione tra i Gruppi una questione, quella della rotazione: una norma che esisteva e che è stata attuata nel 1975 e che nel 1980 la nostra stessa maggioranza, quindi sono molto chiaro, ritenne per motivi di efficienza, pur da apprezzare, di togliere. L'esperienza di questi 5 anni ha dimostrato che l'efficienza non è migliorata granché, ma in compenso è peggiorato molto un aspetto cruciale della funzione di controllo, quello di una correttezza e del non usare la funzione di controllo come elemento di negoziazioni con i Comuni attraverso i partiti e le diverse appartenenze politiche.
La rotazione non sarà risolutiva, mai niente è risolutivo, però certo è una tendenza che indica come in ogni caso da parte nostra si vuole eliminare l'infeudamento per 5 anni di una data persona, in un ruolo che ha in sé caratteristiche e connotazioni di potere molto forti, perché si tratta sulle delibere, io dico sulla legittimità, dei Consigli comunali quindi sulle volontà delle popolazioni.
Noi proponemmo questa norma, non contro nessuno, ma per una condizione per noi comunisti per stare nei CO.RE.CO., anche con posti di responsabilità. Dopo un prima fase in cui neanche venimmo ascoltati, almeno da alcuni, noi accogliamo con molta soddisfazione un ripensamento su questo tema. Allora oggi noi intendiamo fare le nomine, così come siamo arrivati a farle e non sospendere niente e proponiamo con molte firme un Ordine del giorno, in cui sono contenuti due punti essenziali: la valorizzazione della legge e delle sue procedure e per quanto riguarda il CO.RE.CO., l'impegno ad introdurre la norma della rotazione. Questa norma della rotazione è per noi la condizione per potere noi partecipare in ruoli di responsabilità all'interno del CO.RE.CO. e su questa base anche verificare, così com'è detto nell'Ordine del giorno, le possibilità di più generale intesa di tutti i Gruppi per gli assetti dei CO.RE.CO.
Non c'è solo questo sui CO.RE.CO. Noi avanziamo anche altre proposte speriamo condivise, in parte lo sono: si tratta di migliorare la qualità e l'autorevolezza di questi organismi. Se, dovessi dire poi la mia opinione personale - noi ci confronteremo su questo - credo che occorra fare un salto ancora più coraggioso: occorre togliere, non come fa la legge nazionale, la quale mette in piedi un sistema misto, sempre i gruppi, ma meno di designazione e poi un pochino tutte le fasce vecchie della burocrazia (magistrati e prefetti in pensione, ecc.), una specie cioè di gerontocrazia dello Stato insieme ad una designazione dello Stato.
Sono dell'avviso che la nostra proposta, anche nella collocazione della legge nazionale tolga - ripeto che questa è solo una mia opinione e non è scritto nell'Ordine del giorno - la designazione in questi enti dei gruppi e la attribuisca invece alle istituzioni. La differenza c'è! Rappresentanti degli interessi istituzionali, o di Giunta o di Consiglio (si può poi studiare), sono quelli a cui può essere demandata autorevolmente una funzione di controllo che, a nostro avviso, deve ridursi sulla legittimità formale, ma estendersi sul merito di congruità alla programmazione. Ma solo interessi esponenziali delle istituzioni possono farlo, non lo possono fare così automaticamente invece quelli più diffusi e ricuciti attraverso la rappresentanza politica dei Gruppi.
Le norme sono indicate: diminuzione degli atti, pubblicità o forme di conoscenza degli atti per l'omogeneità delle pronunce, una regolamentazione più rigorosa del numero delle riunioni. Se ci sono problemi di adeguamento dei gettoni, si vedano, ma la condizione è poi il risparmio finale e, a nostro avviso, il risparmio finale è dato dalla possibilità di regolamentare con serietà il numero delle riunioni in oggi, aumentate perché c'è un gettone inadeguato, ma lascio a tutti voi immaginare quanto sia proficuo il lavoro di un'ora al giorno per 5 giorni, rispetto a un lavoro di 2 giorni per 3 ore quando si devono esaminare gli atti. E' quindi anche un fattore di risparmio rispetto a sprechi.
Queste sono le posizioni. Abbiamo presentato quest'Ordine del giorno e so che c'è qualcuno che vuol fare delle variazioni, noi staremo a sentirle con interesse.
Per quanto riguarda i CO.RE.CO., da altre parti, da altre concezioni che credo dobbiamo rispettare, son venute e verranno accuse generiche denunce generiche di lottizzazione, legate al fatto che ci sia una partecipazione delle varie forze o a intese o comunque a presenze, che possono esserci con o senza intese, questo è un fatto politico. Mi rivolgo esplicitamente al Consigliere Pezzana, con cui abbiamo pure parlato di queste cose. Devo dire e voglio subito invitare lui e chi, non credo siano poi tanto pochi, la pensa come lui a riflettere se non :sia il caso o se non sia giusto soprattutto oggi di intraprendere un'attività coraggiosa di battaglia contro la lottizzazione, intesa come arroganza, occupazione del potere, prevaricazione, sulla base di diritti acquisiti esternamente, se non sia questa davvero la strada per innovare, per trasformare, più che continuare a fermarci ad una denuncia generica rispetto alla quale non si viene mai a capo.
Sono anche insoddisfatto di quando sui giornali, anche del mio partito si parla di lottizzazione in generale. Che cosa vuol dire? Vorrei arrivare a una definizione di questa parola. Lottizzazione è davvero l'operazione di pre-suddivisione degli incarichi e dei ruoli a prescindere da quel complesso processo che ho cercato di rappresentare prima, che parte dal merito degli indirizzi, dalla qualità e dalla concorrenzialità di qualità tendenziali dei candidati, è sottoposto a verifica e affida responsabilità certe di tempi a istituzioni certe.
Certo è una strada difficile, convengo che non sia semplice arrivare a risultati, ma qui qualche risultato lo si può intravedere, io ho grande fiducia in questo. Alcuni atti che forse questa assemblea assumerà sono un segnale grande; questo dell'esperto è un segnale grosso. In altri tempi e senza queste regole il sistema del potere e della contiguità del potere avrebbe portato a subire, magari storcendo la bocca, delle cose di cui molti qui non erano convinti. Questa è una correzione importante. Voglio dire inoltre che noi vogliamo cambiare anche radicalmente profondamente il modo di essere dei partiti e della politica. Rifiutiamo invece una concezione che vorrebbe spazzar via la politica e non ci dice mai con cosa la vuol sostituire.
La politica va, perché possa vivere, cambiata, questo è già un atto che produce innovazione e cambiamento, altri possono essere fatti.
Noi abbiamo avanzato una serie di proposte che abbiamo voglia di sottoporre al confronto di tutti. Ma, badate, guai se, in nome di un'accusa di un fenomeno pure esistente, ma senza precisarne la definizione e la portata come quello della lottizzazione, si sostituisse alla speranza del dialogo democratico, certo sulla base del suo cambiamento, qualcosa che non sappiamo cosa sia, quale sia la fonte, la legittimazione. Gli esperti, i competenti devono essere presi fuori dai partiti anche certo, ma devono essere soprattutto i partiti, i gruppi a farsi carico in qualche modo nella società di muoversi con il coraggio di rinunciare alle posizioni preconcette di diritto di parti loro dell'organizzazione rispetto a un'apertura della società. Ma questa non è gia una strada per innovare? Certezza dei tempi, trasparenza delle procedure, verificabilità, serietà e rigore nell'attuare queste norme? Io credo di si.
Allora, per chi ha a cuore un'innovazione, un cambiamento della politica, per chi ritiene che questo sistema complessivamente debba subire radicali e profonde trasformazioni, specialmente su questi aspetti, della chiarezza, della trasparenza, diciamo pure della questione morale, credo che il percorso miglioratile, su cui dobbiamo spendere più risorse, su cui dobbiamo avere più diffusione di questa cultura, non limitarla in quest'aula sia la strada giusta.
Invito anche quelli che critici pregiudiziali sono rispetto a questo tipo di atteggiamento a collocarsi in un ragionamento che noi assumeremo come contributo. Noi riteniamo in altri termini che anche da una dialettica tra le due visioni possa scaturire un miglioramento che cambi, innovi trasformi la politica.
Il nostro Gruppo l' ha detto più volte, noi facciamo l'opposizione senza cogestire niente. Riteniamo sia sbagliato, sia un elemento confusivo perturbativo: abbiamo una funzione di rappresentanza generale, intendiamo nei posti, nei ruoli, sui contenuti in cui abbiamo qualcosa da dire di dover essere presenti anche, mi auguro, non lo do per scontato, per fare all'interno degli enti e delle istituzioni, per proseguire questa battaglia che iniziò con la presentazione della legge prima (al nostro Gruppo se ne aggiunse in seguito un altro) che questo Consiglio varò. E' una battaglia che deve essere assunta con questo respiro; il fastidio che può dare a chi sta altrove avere queste leggi è la riprova che queste leggi funzionano e sono importanti.
Ancora poche parole sui C.U.R. e sui C.R.O.P., che sono organismi consultivi, in merito ai quali, già in occasione della discussione della legge urbanistica, noi ponemmo la questione di arrivare a una maggiore chiarezza delle responsabilità. Dobbiamo dare una particolare attenzione dopo aver nominato questi organismi, al modo con cui essi funzionano e gli elementi di chiarezza e di distinzione di responsabilità che assicurano.
Alla consultazione sulla legge delle autonomie, l'ex Presidente del Comprensorio di Pinerolo ha svolto un intervento del tutto condivisibile molto preoccupato sugli assetti del C.U.R. e sul rapporto C.U.R.
Amministrazioni.
Credo che al di là delle persone, può anche essere sempre rinvenuto in questo un elemento di responsabilità, c'è un problema di struttura. Noi dobbiamo intanto ridurre gli organismi consultivi, chiarire le distinzioni tra responsabilità politiche e non responsabilità politiche, farli funzionare all'insegna del principio per il quale le regole dello Stato vanno osservate, caso mai cambiate se non vanno bene, ma non pasticciate e confuse. Badate, l'effetto dei C.U.R. e dei C.R.O.P., per le decisioni di merito è notevole, se non si attuano questi correttivi: per esempio per noi è importante che i C.U.R. abbiano una mera funzione consultiva e che il Presidente del C.U.R. sia all'interno del suo collegio e che dialoghi con la Giunta che deve poi assumere le decisioni. Ma se non si attua tutto ci davvero questi organismi comanderanno, avranno potere, ma senza responsabilità, quindi senza neanche la possibilità di poterli politicamente sindacare rispetto alle Giunte, anche alla stessa Giunta regionale e al Consiglio regionale. Credo che questo spossessamento non possiamo tollerarlo più a lungo.
Già nel 1985 noi presentammo una proposta di modifica che andava in quella direzione, ma non venne accolta. Noi non disarmiamo, la riproponiamo come questione alle forze politiche, non riteniamo di avere la verità in tasca, ma è certo che su questo punto occorre intervenire, altrimenti davvero se ne va un altro principio di certezza e di responsabilità.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CERCHIO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Il Presidente Viglione nel dare inizio a questo dibattito ha definito questi interventi dichiarazioni di voto, tuttavia non credo che lo saranno poiché, sentendo anche quanto ha dichiarato il Capogruppo comunista, si danno delle valutazioni, ma in realtà il voto non è e non sarà a sorpresa perché tutto è già stato definito e stabilito prima.
La mia invece sarà una vera e propria dichiarazione di voto, perché io non parteciperò a queste votazioni in ordine a una serie di considerazioni che cercherò di esporre brevemente. In questo Consiglio regionale mi sono chiesto più volte quali erano e quali sono le funzioni dell'opposizione e ogni volta che cercavo di darne una definizione, venivo poi in realtà a cozzare contro la realtà dello svolgimento dei lavori, non solo politici in generale, ma anche amministrativi e legislativi di questo Consiglio.
Allora ci si deve chiedere se la parola opposizione e la parola governo hanno ancora un significato e mi sembra che l'analisi della giornata di oggi possa essere uno strumento molto utile per capire cosa significa nella metà degli anni ottanta politicamente la funzione di un'opposizione indipendentemente da quanti Gruppi è costituita, rispetto alla funzione della maggioranza.
Perché non parteciperò quindi a queste votazioni? Il collega Bontempi ha accennato alla lottizzazione ritenendola un male e ha anche cercato di definirla dal punto di vista lessicale. Lottizzazione secondo me è la degenerazione a cui il sistema dei partiti è arrivato; è la partitocrazia per cui distinguere tra la funzione dell'opposizione e la funzione del governo è praticamente impossibile. Tutto questo si evince molto bene da quanto è successo nella Commissione Nomine. Io mi chiedo come il collega Bontempi possa coerentemente con quanto ha affermato - di credere cioè in un sistema democratico di contrapposizione e di dialogo - pensare che poi non ci sia compartecipazione, cogestione; il capogruppo comunista ha infatti dichiarato che il suo partito è contro la cogestione del potere.
Come si possono fare affermazioni di questo genere quando in tutti questi mesi in cui si è discusso - in cui avete discusso - delle nomine non c'è stato altro che una lottizzazione, una gara selvaggia, il cercare di strappare nomi da voler imporre e fette più grosse di una torta da dividere? Ci sono stati nomi che hanno suscitato reazioni perché erano persone coinvolte in procedimenti penali amministrativi, persone condannate per furto, persone coinvolte in procedimenti specifici di danni proprio contro il patrimonio, quindi con scandali e non sempre da parte di chi era all'opposizione, ma anche tra parti della stessa maggioranza (siamo arrivati quasi ad una rissa in cui due eminenti persone di questa maggioranza stavano per venire alle mani).
Se i colleghi Consiglieri ritengono, soprattutto quelli che fanno parte dell'opposizione, che questo possa essere definito uno scambio democratico allora dobbiamo intenderci sul significato della parola scambio, della parola dialogo, della parola democrazia. Discutendo col collega Bontempi voleva infatti capire la mia posizione di delegare tutto il potere alla maggioranza affinché i cittadini a fine legislatura potessero capire se questa maggioranza aveva governato bene o aveva governato male, per avere anche più chiarezza nel momento in cui si dovrà andare di nuovo a votare e stabilire se il pentapartito e le persone che lo compongono hanno governato bene e perciò ridare loro una maggioranza oppure invece toglierla loro per ridare possibilità a chi sostiene altre posizioni - cercavo di spiegargli che in questo modo è praticamente impossibile per un cittadino qualunque capire fin dove arrivano i poteri e gli interventi della maggioranza e dove invece entrano tutte le responsabilità, questo il collega Bontempi me lo passi, di cogestione delle responsabilità da parte dell'opposizione.



BONTEMPI Rinaldo

Voglio solo dire che la funzione della minoranza è quella di controllo perché la complessa società d'oggi chiede dati, informazioni e verifiche costantemente.



PEZZANA Angelo

Queste sono le obiezioni che il Consigliere Bontempi mi faceva e che io riterrei, in linea teorica, validissime se non avessimo l'esperienza che ci ha insegnato il contrario. L'ultima legislatura infatti è crollata miseramente proprio per colpa della mancanza e impossibilità di controllo da parte di un'opposizione che pur c'era, ma che non è riuscita a controllare niente, e non solo non ha controllato, ma si è fatta coinvolgere in quella specie di ragnatela, di intrighi e di corruzioni comuni. Io mi chiedo quindi se questa garanzia che Bontempi teoricamente rivendica, ma che nella pratica non garantisce assolutamente nulla, non sia una pervicacia che non ha più nessun richiamo politico cui attenersi, il fatto di rilanciarla ancora come una panacea buona per guarire tutti i mali della partitocrazia cioè di quella che ormai viene ritenuta, e credo anche dalla parte politica che rappresenta il collega Bontempi, una degenerazione del sistema dei partiti che, comunque, va cambiato.
Ma, allora, come lo si cambia? Lo si cambia cogestendo le nomine, cioè inserendosi in tutta quella che è la struttura amministrativa regionale? Il mio ragionamento è molto semplice: Bontempi diceva che una parte che fa opposizione vorrebbe spazzare via la politica. Meno che mai! Almeno: la parte politica che io rappresento è proprio quella che vuole invece ripulire la politica per ridarle una funzione che la politica dei partiti ha perduto. Quindi, altro che spazzar via la politica, caro Bontempi, qui si tratta di ridare alla politica le sue funzioni che sono quelle di governo e di opposizione.
Faccio una modesta proposta: quella di rendere pubbliche le riunioni della Commissione Nomine, affinché i cittadini abbiano la possibilità di verificare, al di là di quello che viene dichiarato in quest'aula il giovedì, tutto quello che avviene di scambio di poteri, di potere e di piaceri. Si, piaceri, caro Brizio, perché quando uno accetta un nome piuttosto di un altro, quando è disposto a ritirarne uno e a riproporne un altro, io cerco di usare un linguaggio che sia il meno offensivo possibile e infatti hai reagito in maniera molto cauta, se avessi un linguaggio forse più pesante, avrei usato altre parole.
Vorrei che queste Commissioni venissero, invece che in un'aula piccola e ristretta, in questa sede con tutte le poltrone del pubblico piene di cittadini e vorrei vedere come tutte le parti politiche che hanno suddiviso questi nomi, che si sono divise le responsabilità, tutte mischiate all'interno di questi Enti, giudicherebbero i nomi che vengono proposti come potrebbero presentarli, il tutto di fronte alla gente che sta ad assistere se qualcuno spintona un altro o se invece qualcuno presenta pregiudicati per essere nominati.
Ora, tutto questo viene detto, ritengo, caro collega Marchini, senza nessuna supponenza, senza arroganza, senza presunzione di essere "D.O.C." in qualsiasi modo, come lui ha definito la mia presenza in questo Consiglio regionale; non credo di pretendere di essere assolutamente niente, se non il portatore di alcune idee, che mi sembra in questo Consiglio Regionale non abbiano molto spazio, perché quando si discute in Commissione Nomine sui nomi, non viene mai messo in discussione un criterio che, secondo me, è molto politico: quello cioè di stabilire, finalmente, chi ha la responsabilità, e verso quale istituzione la gente deve rivolgersi quando fa le sue critiche.
Se un governo ha la responsabilità di governare, secondo me, deve assumersela in pieno ed accettare il rischio su se stesso di essere responsabile al 100%, e l'opposizione faccia il suo mestiere, altrimenti ci troveremo, fra qualche anno, in una situazione tale in cui la gente sarà talmente disgustata e schifata della politica, che allora si questo qualunquismo, che veniva ricacciato su una certa sinistra, ritornerà indietro e andrà a ricadere proprio su tutte quelle parti politiche di maggioranza e di cosiddetta opposizione che, invece, si sono sempre sentite pulite da questo marchio infame che è il qualunquismo.
Questa è la motivazione, e sono le considerazioni per cui io non parteciperò a questa votazione, e mi rammarico che l'opposizione, o una parte dell'opposizione, svolga in questa sala un ruolo di compartecipazione con il Governo. Ricordiamoci che se nella passata legislatura è esistito un certo ing. Di Leo, almeno da quanto ne sappiamo dai giornali, perché poi le informazioni, almeno a mia conoscenza, sono solo quelle che hanno sollevato il coperchio di una pentola in ebollizione, potrebbero esserci altri fatti durante questa legislatura, io mi auguro di no, ma se dovessero succedere mi chiedo quale sarà il prossimo ing. Di Leo che ci farà di nuovo riflettere sul come mai è potuta avvenire questa "tela di ragno" che ha coinvolto maggioranza e opposizione. Richiedercelo, fra qualche mese o fra qualche anno, sarà estremamente retorico ed io vorrei che venisse messo agli atti che invece questa domanda, con il mio intervento, comincia a circolare già da questo momento in quest'aula.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, ho chiesto di parlare subito, in questa prima fase anche perché vorrei far presente ai colleghi che interverranno che in merito all'ordine del giorno che è stato presentato avrei un emendamento da proporre. Lo faccio sulla scorta di un'osservazione che ho già avuto modo di esprimere in Commissione dove, anch'io devo riconoscerlo, si è svolto un ottimo lavoro. Si è fatto un buon lavoro, anche impegnativo. Io ho partecipato, per la prima volta d'altro canto, con il collega Croso ai lavori di questa Commissione, ed è stata un'esperienza molto importante e positiva. Credo che, senz'altro, si debba riconoscere la validità dell'impianto politico e istituzionale della legge, sebbene anche le leggi migliori non possano essere esenti da osservazioni critiche perch veramente siano adeguate a quelle che sono le necessità. Allora, io credo che il lavoro svolto in Commissione, che ha sottoposto ciascuno di noi a tutta una serie di tensioni, di stati d'animo, anche di difficoltà, è stato tuttavia un lavoro positivo, che ha consentito complessivamente di poter raggiungere il risultato che stiamo raggiungendo. Siamo d'accordo, siamo per la massima trasparenza; non ho bisogno di aggiungere alcunché a quanto è già stato detto, all'impegno politico e morale che intendiamo portare come Gruppo socialista, nella indicazione delle persone; siamo perché le cose funzionino come devono funzionare, per la massima efficienza; siamo per il rispetto, naturalmente insieme alla massima efficienza, della democrazia; siamo per realizzare quegli obiettivi che consentano di evitare il rischio della ossificazione degli organismi.
Allora anche attraverso un processo, come quello al quale è andato il P.S.I., siamo giunti alla conclusione circa l'opportunità di arrivare nella prossima modifica della legge, che noi ci auguriamo sia fatta quanto prima alla rotazione nella funzione dei Presidenti dei CO.RE.CO. Quindi siamo perché ci sia il massimo dell'informazione affinché le cose possano essere il più possibile omogenee, perché una delibera della Provincia di Alessandria possa fare "pendant" con la delibera di un'altra Provincia, per evitare che ci siano dei comportamenti disomogenei. Quindi siamo per queste cose nel modo più chiaro e trasparente. Mi sembra che il tentativo del legislatore sia stato quello di andare in questa direzione, e tuttavia per l'esperienza che io ho potuto maturare nell'attività della Commissione Nomine, per le situazioni che si sono andate determinando, credo che la stessa legge abbia bisogno di alcuni correttivi.
Di qui la ragione dell'emendamento che io apporterei al comma terzo laddove si parla della riconferma alla validità politica e istituzionale in questi termini: "Riconferma la validità politica e istituzionale della legge ed auspica, per quanto riguarda le procedure di nomina, anche alla luce dell'applicazione fin qui realizzata, un maggiore snellimento, al fine di dargli, nel prosieguo di tempo, una attuazione piena, durevole e coerente, secondo le finalità politiche e istituzionali della legge stessa e non già esponendola a rischi di trasformare la Commissione Nomine anche in organismo inquisitorio, affinché tutti i soggetti che hanno titolo possano concorrere alla nomina stessa." Io ho avvertito, ho espresso questa critica già all'inizio, signor Presidente, che questo rischio c'è stato in qualche momento. Non lo dico nel modo più assoluto, ma ho avvertito che può esserci da parte di un organismo che ha dei compiti e delle grandi responsabilità come la Commissione Nomine, anche il rischio, seppure vago, di non individuare più i confini tra la fase politica, nella quale deve essere compresa tutta una serie di requisiti, e la fase inquisitoria.
Nel momento in cui valorizzo ed esalto le finalità, il concetto, le iniziative che la legge sta determinando, chiedo anche che ci si avvicini a questa visione, che è, a mio avviso, la visione di chi affronta i problemi in termini politici, come quelli che ci spetta di affrontare, lasciando ad altri, secondo le loro competenze, la responsabilità di affrontare dei problemi che possono eventualmente insorgere.
Credo sia doveroso tenere fermamente gli indirizzi sul terreno strettamente politico, istituzionale e naturalmente morale come elemento di partenza.
Faccio questa proposta alla luce delle cose per le quali ho potuto farmi un'idea, senza alcuna tentazione, né alcun tentativo di minimizzare nulla dei problemi che sono stati discussi, ma con la serenità di chi li ha affrontati, di chi è pronto ad affrontarli in quest'aula e fuori, con un profilo e con un impegno morale e politico come quello che noi abbiamo inteso portare. Anche perché ci spetta, in questa onorevole assemblea espressione delle forze popolari, della gente, di svolgere un'attività politica, di dare delle risposte politiche. Le leggi sono necessarie, sono fondamentali, regolano la convivenza della gente, ma sono riconducibili agli impegni politici, ai momenti di incontro, alle cose che le forze politiche, fondamentali per lo svolgimento e il reggimento della democrazia, riescono a determinare.
In questo quadro credo che, mentre riconfermiamo l'impegno legislativo e istituzionale, dobbiamo altresì dare ampia riconoscenza alle forze che rappresentano la vita essenziale della società, sono elementi portanti della vita di questa nostra democrazia e delle quali noi siamo espressione.
Ci sono momenti di incontro, di discussione, ci sono le cose che devono essere viste con estremo realismo. Dobbiamo evitare che in nome delle cose perfette si possa scivolare in una situazione in cui non si sa più quali sono i confini e basta allora che un autocandidato con tutti i titoli e tutti i diritti - come sono previsti dalla legge - invochi qualcosa, vada a ricercare, faccia indagini nella storia decennale, ventennale o cinquantennale della gente per tirare fuori qualcosa, per dire: "questo o quel candidato che voi avete proposto non ha i titoli". Bisogna fare attenzione! A questo punto voi mi direte che siamo lontani dalle conoscenze dei candidati che dobbiamo mandare al CO.RE.CO., di Alessandria o di Casale e io posso anche convenire con voi, ma allora si pone la domanda se dobbiamo essere noi o se debbono essere gli organismi più vicini a dare delle indicazioni e da parte nostra eventualmente ratificare queste indicazioni perché altrimenti si determina una situazione in cui proprio perché siamo lontani, proprio perché avvertiamo la necessità di un maggior controllo dovremmo davvero mettere in piedi delle Commissione che hanno, non tanto il carattere politico e istituzionale, quanto quello di Commissione di indagine, di inchiesta per andare a vedere la trasparenza, i profili, le cose delle quali, proprio perché siamo lontani, non abbiamo piena conoscenza.
Restano validi l'impianto e tutte le finalità con le quali il Consigliere Bontempi ha accompagnato la proposta e l'illustrazione dell'ordine del giorno, credo però si debba anche vedere più in là l'esigenza di andare a rielaborare una legge che nel momento in cui afferma la rotazione, riconosca anche la credibilità alle proposte, agli uomini e sulla base della quale metta ciascuna delle persone componenti la Commissione, espressioni delle forze politiche, di fronte alle proprie responsabilità, perché pure questo fa parte della democrazia. Altrimenti vuol dire, colleghi, ridurre sempre di più l'area e il ruolo delle persone e delle forze politiche, dei Gruppi e affidarla a degli strumenti che seppure perfetti sottraggono - a mio avviso - in parte delle responsabilità che devono essere in primo luogo delle forze politiche e delle persone.
Queste sono le ragioni per le quali, signor Presidente, seppure come accade molto sovente in fretta e anche con concitazione ho cercato di presentare come modifica all'ordine del giorno, illustrando il significato complessivo di questo impegno, per il quale se lo vedremo nei termini giusti penso andremo a fare quel buon lavoro che abbiamo incominciato evitando quei rischi che possono essere facilmente subiti o a cui potremmo essere esposti e che ci tolgono dalla giusta direzione nella quale dobbiamo andare come forze politiche e come Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, colleghi, diamo oggi esecuzione per la prima volta ad una legge approvata nella passata legislatura, una legge che ha visto e vede oggi seriamente impegnato il P.R.I., nella sua difesa, nel suo mantenimento.
Ho sentito la relazione svolta dal Presidente della Commissione, che ha illustrato l'andamento dei lavori, che sono stati seri, impostati ad un criterio di costruttività e responsabilità da parte dei partecipanti a questa Commissione.
Critiche certamente se ne possono muovere alla legge, certamente degli emendamenti, delle modifiche è giusto farne. Lo spirito e la sostanza di questa legge devono essere mantenute, perché riteniamo che lungi da determinare difficoltà, complicazioni e ritardi,questa legge abbia consentito di dare per la prima volta un aspetto, un'immagine diversa da quella che viene definita lottizzazione, spartizione tra i partiti e che invece è e deve essere un'assunzione di responsabilità da parte delle forze politiche.
Ci vuole soltanto una seria volontà perché questa legge venga applicata nel modo giusto, ovvero emendata là dove occorrono dei chiarimenti in ordine alla sua applicazione.
E' stato un lavoro positivo quello che ha fatto la Commissione: per la prima volta le istituzioni non hanno subito soltanto le indicazioni che giungevano da parti politiche, ma hanno esaminato e approfondito le caratteristiche morali e professionali delle persone che vengono oggi sottoposte al voto di questo Consiglio regionale. Forse molte volte in passato sono stati premiati non i capaci, ma i lottizzati in senso deteriore del termine. Siamo realisti e quindi non del tutto certi che i mali del passato siano cancellati con questa legge, con la metodologia adottata, però qualcosa in più si è fatto, forse sono emerse delle nuove professionalità, delle nuove capacità in organismi che prima erano occupati senza entrare nel merito di queste professionalità.
Per quanto si riferisce ai CO.RE.CO., ha già parlato molto il capogruppo del P.C.I. Bontempi con un intervento che condivido complessivamente nello spirito, anche se alcune valutazioni di ordine politico propositivo mi possono lasciare in qualche modo perplesso. La sua proposta di nuova determinazione, di nuova proposta fatta non dai partiti non dai Gruppi, ma dalle istituzioni mi lascia perplesso. Dobbiamo trovare qualche meccanismo, ma certamente le istituzioni e la Giunta sono gli organismi che devono essere in qualche modo controllati e quindi avrei difficoltà ad affidare a questi organismi che devono essere controllati la nomina dei loro controllori. Comunque ci sono delle necessità reali che dobbiamo affrontare seriamente. Complessivamente lo spirito dell'intervento del Consigliere Bontempi mi trova consenziente, credo che occorra continuare con que-sto spirito ad applicare questa legge.
Noi voteremo oggi i candidati che saranno presentati e sui quali il P.R.I., in sede di Commissione Nomine ha espresso il suo giudizio positivo e favorevole, e soltanto quelli: quindi non tutti.
C'è su questo problema delle nomine una ricorrente polemica che è stata fatta ancora oggi, che trova molto consenso nella società, che trova molto spazio anche sugli organi di informazione. Se vogliamo veramente affrontare in modo serio il problema della gestione della cosa pubblica - e dobbiamo affrontarlo perché la cosa pubblica deve pur essere gestita - e vogliamo affrontarla cercando di non ricreare quelle condizioni che hanno determinato nella passata legislatura quei fatti che ricordava il collega Pezzana, la giusta direzione non è uscire da questa assunzione di responsabilità delle nomine, ma inserirsi in modo più responsabile.
I partiti - piaccia o non piaccia, né vedo soluzioni alternative - sono il tramite tra la società civile e le istituzioni e non ci sono a conoscenza mia, ma mi pare anche nelle proposte fin qui fatte, altri strumenti che siano questo collegamento con la società.
I Gruppi devono seriamente affrontare questo problema, assumersi le responsabilità. La lottizzazione è una degenerazione di questa responsabilità, è si ha se la ripartizione dei partiti viene fatta esclusivamente con il fine di occupazione e di potere.
Il collega Pezzana proponeva di fare sedute pubbliche della Commissione Nomine perché le caratteristiche dei candidati non rimangano nel chiuso di un'aula, ma vengano espresse pubblicamente di fronte alla società. Sono favorevole a questa soluzione e non ho nessuna difficoltà ad illustrare le caratteristiche morali e professionali dei candidati che ho presentato e che propongo al Consiglio regionale. Se questo è un elemento aggiuntivo per creare nuove situazioni di intesa tra le forze politiche e le istituzioni e l'opinione pubblica, su questa proposta il P.R.I., si dichiara favorevole.
Non assumersi queste responsabilità, cadere nel qualunquismo, nel dire stiamo fuori da questo, perché non vogliamo in nessun modo sporcarci con queste questioni di sottogoverno, riteniamo sia un non svolgere il proprio ruolo in una prospettiva di risanamento delle istituzioni, anzi un contribuire a mantenere lo stato di fatto esistente.
Occorre - a mio giudizio - che invece questa assunzione di responsabilità da parte della politica venga rivendicata con forza sapendo anche che questa rivendicazione ha senso e trova consenso nell'opinione pubblica se è fatta con criteri di buona gestione degli Enti e delle istituzioni, di quella- gestione che da tutte le parti viene richiesta e che fino ad oggi molte volte le istituzioni non sono riuscite a dare e che certamente l'applicazione seria della legge 10 forse è un contributo perch venga data.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Presidente, colleghi Consiglieri, i relatori al disegno di legge unificato, che divenne poi la legge sulle nomine 18.2.1985 n. 10, i colleghi Vetrino e Bontempi, misero chiaramente in evidenza questo concetto: la legge si propone il superamento della logica meramente spartitoria allo scopo di garantire al massimo possibile i requisiti di capacità e di idoneità del designato in relazione all'incarico da ricoprire.
Anche noi esprimemmo assenso a questa legge e ai concetti sinteticamente su richiamati dai relatori. No alla lottizzazione selvaggia si all'esaltazione della capacità e della competenza. Nel contempo per esprimemmo preoccupazione che sarebbe venuta a mancare, in sede di applicazione della legge, la volontà di applicare questi due buoni principi che dominano la legge, non solo questi principi, ma anche gli altri che la caratterizzavano, cioè quello della trasparenza e quello della discriminazione. Dicemmo: la legge è buona, ma bisogna vedere in quale maniera verrà applicata. Aprendo una parentesi, per quanto concerne il criterio della trasparenza, io penso che un aspetto della trasparenza riguardi anche i requisiti dei candidati e senza che la Commissione Nomine possa o debba, o si sia trasformata in un organo quasi inquisitorio, io devo ricordare che questo principio della trasparenza ha trovato una sua formulazione legislativa nell'art. 11 della legge, laddove si richiede che fra le altre caratteristiche del curriculum dei candidati c'è anche la evidenziazione del certificato penale e dei carichi pendenti. Se sono state scritte queste parole è di tutta evidenza che la Commissione Nomine aveva non il potere, ma il dovere di fare, nei congrui casi che venissero comunque alla luce, non dico un'indagine, ma indubbiamente una valutazione anche di questi requisiti che riguardano lo status soggettivo del candidato. Mi pare che non si possa assolutamente condividere in linea di principio quanto ha detto il Collega Rossa, circa il fatto che non deve esserci un organo inquisitorio che verifica i precedenti, la vita anteatta del candidato. Se la legge che abbiamo voluto, che abbiamo votato all'unanimità, diceva, sul piano formale, cartolare, che i candidati, tra gli altri requisiti che mettono in evidenza con riferimento alla carica da ricoprire la loro professionalità, competenza, capacità, devono presentare anche il certificato penale e dei carichi pendenti, evidentemente non si poteva cancellare, abrogare questa parte della legge.
L'altro requisito non scritto, ma che indubbiamente nell'ambito dello spirito della legge la caratterizzava, era il principio che è il corollario, sia pure solo dichiarato, del no alla lottizzazione, si alla esaltazione della capacità e competenza, cioè il principio del "no" alla discriminazione. Lo spirito della legge era questo, ma noi esprimemmo riserve, ed è quanto si è puntualmente verificato, da un canto infatti c'è stata la consueta lottizzazione e d'altro canto c'è stata nei confronti della nostra forza politica di opposizione una ulteriore occasione per discriminarci, quantunque da parte nostra, seguendo lo spirito della legge avessimo presentato candidati dotati, io mi riferisco in particolare ai CO.RE.CO., che sono la maggior parte degli organi da eleggere, della necessaria capacità e competenza.
E' stata seguita ancora una volta la linea politicamente ingiusta della discriminazione della nostra forza di .opposizione, e lo ribadisco ancora una volta come venne ribadito allorquando si attuò la discriminazione in ordine all'elezione dei componenti dell'Ufficio di Presidenza, cioè discriminazione di una forza politica come la nostra che, piaccia o non piaccia, è il quarto partito del Piemonte in termini elettorali e che rappresenta di conseguenza una congrua parte di opinione pubblica. Ma questa discriminazione è ancora più grave con particolare riferimento alle nomine dei CO.RE.CO., in quanto non si tratta di organi che dovranno svolgere una funzione prevalentemente politica, o anche parzialmente politica, ma di organi che dovranno svolgere una funzione paragiurisdizionale, che nascono dalla legge n.62 del 1953, che va sotto il nome di legge Scelba che è una legge costituzionale che prevedeva i CO.RE.CO., nonché l'elezione di tre membri su cinque da parte dei Consigli regionali, qui si innesta la questione del controllore controllato e viceversa. Al riguardo sappiamo che ci sono numerosi progetti di legge di riforma e la nostra parte politica, più di una volta, ha prospettato la necessità che questi organi di controllo siano composti da persone veramente super partes, tipo i magistrati della Corte dei Conti. Altre forze politiche hanno fatto altre proposte, ma sempre in questa ottica di un organo super partes, tanto più che, come dicevo, è un organo che svolge funzioni sostanzialmente giurisdizionali, che dovrà giudicare prevalentemente della legittimità degli atti compiuti dai Comuni, dalle Province e dalle Regioni.
E' una discriminazione nei confronti della quale noi ancora una volta eleviamo la nostra protesta, che è particolarmente grave per quanto riguarda la composizione dei CO.RE.CO.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Ho partecipato alle riunioni che la Commissione Nomine ha svolto negli ultimi mesi, e mi sono parse (l' ho già detto in quella sede e voglio ripeterlo qui) uno dei momenti più impegnativi ed anche più alti di esercizio delle nostre funzioni in questo avvio di legislatura. Uno dei momenti più alti, più difficili e delicati, come avviene tutte le volte che bisogna pronunciarsi su persone. Non avevo esperienze passate in questo campo, ma questa legge mi è parsa un passo avanti nel modo di discuterla e nel tentativo di applicarla. Un passo avanti rispetto alla lottizzazione selvaggia che ha caratterizzato per molti anni il modo di elezione degli organi a cui il Consiglio regionale è chiamato a pronunciarsi.
Un passo avanti, anche se non la soluzione di tutti i problemi. Ad esempio, non mi pare positivo che un Gruppo consiliare presenti un pacchetto indistinto di candidati, senza indicare la sede per la quale la candidatura è proposta, poiché il "manualetto Cencelli" ha stabilito che quel partito deve avere un determinato numero di Presidenze o di Vicepresidenze. Così si è comportata la Democrazia cristiana, motivando il suo comportamento per la farraginosità degli avvii. In questa circostanza mi è parso, invece, che siamo di fronte ad un vizio difficile da combattere: intanto si prenotano i posti, poi si vedrà se i candidati che dovranno occuparli sono idonei o meno.
Si è verificato così che, in particolare nel Gruppo socialista, si siano tentate sostituzioni fuori tempo massimo.
Sono episodi che richiamo perché ho voluto che venissero registrati e messi agli atti dei lavori della Commissione a futura memoria. Il mio Gruppo - quando parlo di Gruppo mi riferisco al partito a cui appartengo ai compagni e ai collaboratori con cui cerco di elaborare la politica concreta da proporre in questa assemblea - non ha voluto rinunciare ad esercitare una funzione di controllo nei limiti delle nostre capacità e possibilità, ma facendo una scelta di campo netta, ben diversa dalle ammucchiate tra maggioranza e opposizione, di cui parla Pezzana.
Alla luce dei risultati parzialissimi, mi è parso che questo controllo non sia stato vacuo; c'è stato qualche primo risultato positivo: già il collega Bontempi ha richiamato il ritiro di una candidatura socialista per il CO.RE.CO., di Casale, una candidatura assolutamente inadeguata per i precedenti penali e per le caratteristiche della proposta. In altre occasioni, il CO.RE.CO., di Verbania ad esempio, è invalsa (e qui c'è il limite di cui parlavo poc'anzi su cui lavorare per il suo superamento) la disciplina di maggioranza, che ha bloccato su alcuni candidati pure discussi.
Mi pare che questi siano alcuni risultati positivi, molto più difficili da raggiungere che scrivere un dépliant pubblicitario e fatto amplificare da qualche giornale compiacente, come ha voluto fare il Collega Pezzana.
Più difficile, perché faticoso, perché occorre misurarsi su cose concrete e assumersi le proprie responsabilità nel formulare candidature coerenti e congruenti agli incarichi che devono essere assunti. La mia forza politica non ha voluto rinunciare ad esercitare il controllo e la verifica sui propri e sugli altrui candidati, mettendo il dito nelle piaghe, là dove ci è parso di intravederle, ottenendo qualche risultato che, pur nella sua limitatezza, indica un indirizzo positivo da praticare.
Penso che occorra fare ancora molti passi in avanti, e mi pare che il prossimo possa essere proprio quello della rotazione nelle Presidenze, ed è grave (l' ho detto in altre circostanze) che non si sia potuto procedere da subito in questa direzione, per le riserve avanzate sempre dal Partito Socialista e riconfermate ancora stamani. Mi pare che la rotazione possa essere un passo importante perché, signor Presidente e colleghi, la credibilità delle istituzioni democratiche nella coscienza della gente comune è giunta alla fatidica "zona Cesarini"; ed è bene che le forze politiche ne siano consapevoli.
La critica della politica praticata dal sistema dei partiti, un sistema bloccato e chiuso su se stesso, impermeabile alle istanze della società civile e alle ansie che percorrono la nostra società rispetto a questi problemi rilevantissimi, che sono morali e politici. La critica della politica, così come è stata praticata in questi anni, è stato un atto costitutivo della nostra nascita come partito, otto anni fa. Noi vogliamo portare avanti questa critica per andare verso una società più partecipata anche se questo può andare a discapito della politica spettacolo, a cui è tanto affezionato il partito a cui il collega Pezzana appartiene. Né vale dire, come lui fa, "decida tutto la maggioranza, l'opposizione stia a guardare"; non serve a combattere la corruzione, come il Watergate avrebbe dovuto insegnare anche ai più accaniti e acritici tifosi del sistema politico a stelle e strisce.
Ci battiamo per un palazzo più trasparente, signor Presidente. Non è ancora una nuova qualità della democrazia diretta come noi la concepiamo ma per noi i vetri sono meglio dei muri di cemento armato, proprio per evitare che dietro ogni angolo si consumino oscuri maneggi. Certo occorre che dietro a quei vetri qualcuno voglia guardarci, per far crescere (e questo è il nostro tentativo) la coscienza democratica della società civile, possibilmente prima che l'arbitro fischi la fine della partita.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Vorrei attraverso questo breve intervento esprimere un certo disagio nel dovermi pronunciare sulla complessa questione delle nomine.
Il mio comportamento sarà di non partecipazione al voto, ciò non per sfiducia in un corretto ruolo dei partiti, ma per marcare una tappa di una riflessione allargata anche a compagni e amici che hanno maturato con me in questi anni un'esperienza in particolare nella società.
E' una riflessione che continua e che penso porterà a ulteriori maturazioni e naturalmente avrò altre occasioni per esprimerle.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Signor Presidente e colleghi, credo che oggi dobbiamo tutti aver presente che siamo di fronte alla prima applicazione della legge regionale n. 10, e quindi ci stiamo avviando di fatto in un terreno per tanti aspetti anche inesplorato; tuttavia, ritengo che sia un errore intervenire su questo argomento solo per porre l'accento sui limiti della legge e della sua applicazione (limiti che tutti comunque abbiamo incontrato) anzich invece soffermarsi sulle sue potenzialità positive, su quanto di innovativo ha introdotto nel metodo con il quale un Ente come la Regione ha sempre proceduto in ordine alle nomine in Enti, e organismi.
Io credo che partiremmo davvero col piede sbagliato se limitassimo i nostri interventi soltanto a mettere in evidenza le difficoltà di applicazione ché noi abbiamo incontrato in questi mesi, anziché far rilevare quelli che sono stati, a nostro avviso, i meriti e le potenzialità di questa legge, peraltro credo in buona parte ancora da scoprire e da verificare.
Va subito detto che è una legge che ha delle positività, che ha fondamentalmente cambiato anche il nostro modo di atteggiarci rispetto al problema delle nomine, che altre volte abbiamo liquidato soltanto depositando una scheda in un'urna. Invece questa volta ha già consentito un confronto, un dibattito articolato, ancorché più o meno recepito e ascoltato, su quelle che sono le motivazioni che ciascun Gruppo annette e antepone al fatto meramente strumentale e materiale del deposito di una scheda in un'urna. Così come anche in questo filone va collocato tutto ci che attiene ad un preannuncio di modifiche da farsi.
Diciamo subito che siamo favorevoli, saremo anche noi attivatori di un processo che vada ad individuare alcune modifiche, che le esperienze di questi mesi hanno suggerito come opportune per dare maggiore celerità ai lavori della Commissione, perché le nomine non vengano trascinate nel tempo, ma siano puntuali. Modifiche che vadano anche a sciogliere alcuni nodi e dubbi interpretativi e di chiarezza. Anche qui non concentriamo la nostra attenzione soltanto sul dire che è una legge che va cambiata, perch daremmo qui subito una brutta impressione, cioè di forze politiche, di Gruppi, che si sono trovati di fronte ad uno strumento poco docile per riuscire a soddisfare le esigenze del gruppo A o del gruppo B e quindi lo vogliono subito cambiato.
Subito incentrare i nostri interventi su un discorso di difficoltà e quindi di modifica, mi sembra veramente tale da dare all'esterno l'immagine che abbiamo introdotto uno strumento del quale però dobbiamo frettolosamente sbarazzarcene, perché rende difficile il percorso a certi costumi, a certe abitudini e a certe tradizioni. Credo sia vero, e anche in Commissione Nomine l'abbiamo rilevato, che questa legge in alcune sue parti e procedure presenta delle macchinosità; vi sono dei punti che l'esperienza ha dimostrato necessari di puntualizzazione, di chiarimenti, perché non si sa come procedere sul piano istituzionale. Questo si, ma allora si modifichino queste parti, ma davvero non diamo più di tanto l'accento a questi elementi.
Avendo presente peraltro un altro aspetto, e cioè che non dobbiamo rite nere questa legge come il toccasana di tutte le storture che in questi anni si sono venute accumulando.. Non diamo neanche qui un valore taumaturgico a questa legge; dobbiamo prenderla per quello che è, vale a dire uno strumento, magari limitato e parziale, ma che ha delle grandi potenzialità.
Certo, avendo presente che ha dei limiti. Perché questo sistema complessivo è un sistema che non ha soltanto la Regione al suo interno, ma anche un altro insieme di Enti, e quindi avrà certamente efficacia nella misura in cui tutti coloro che concorrono ad un sistema complessivo di nomine si atteggiano, così come si atteggia la Regione Piemonte nei confronti di questa Legge. Quindi, non diamo adesso il significato di un toccasana, per nel contempo evitiamo anche di dire che è una legge che non cambia niente.
Perché questo sarebbe un fare torto ai proponenti e a questo Consiglio regionale che l' ha votata, ma anche fare un torto a quella che è stata l'esperienza di questi mesi, che invece alcune cose positive le ha rappresentate. Perché credo che vada detto con chiarezza che questa legge comunque ha rappresentato una barriera, un filtro e lo stesso atteggiamento dei Gruppi, delle forze politiche rispetto a.questa legge e alle nomine, ha fatto si che vi sia già stata una preselezione, per cosa dire, in ordine alle proposte di candidature. Vi sono state quindi candidature proposte in modo più serio, più titolato, avendo i singoli candidati proposti i requisiti di serietà, moralità, professionalità e di competenza, molto più forti; non diciamo in assoluto che sia sempre stato così, ma comunque direi, facendo una comparazione con le precedenti esperienze, certamente vi è un passo significativo, qualitativo e positivo da segnalare al riguardo.
Riteniamo che abbia fatto cambiare il costume dei partiti, ancora prima delle forze politiche e dei Gruppi.
In ordine alle proposte di nomina, ecco come la Commissione ha lavorato. Credo che la Commissione Nomine ha tutto sommato lavorato in termini positivi, direi soprattutto senza lasciarsi condizionare da atteggiamenti delle segreterie dei partiti. Un altro elemento che deve essere richiamato e che la Commissione ha lavorato senza un atteggiamento inquisitorio, perché questo non è stato l'atteggiamento dei Commissari ancorché deve pur dirsi che, questa Commissione ha il compito di accertare i requisiti, le capacità, le attitudini di un certo candidato ad assolvere certi compiti, ed è quindi chiaro che un minimo di accertamento di queste cose deve pur essere fatto.
Credo che la Commissione abbia molto seriamente ragionato attorno a quelli che sono i suoi limiti di comportamento, rispetto al prefigurare un atteggiamento inquisitorio; anzi, in molti casi non siamo andati molto al di là, proprio perché ci pareva di introdurci in un campo che non pareva essere di nostra competenza. Credo che abbia fatto il suo dovere, nella misura in cui ha cercato con i mezzi a sua disposizione, con i documenti presentati, di verificare le attitudini, che sono professionali ma anche morali, delle singole candidature presentate. Su questo ha anche lavorato credo vada detto, senza ordini di scuderia, senza atteggiamenti di maggioranza o di opposizione. Questo è un elemento che è stato già richiamato, ma lo è stato in modo distorto, perché credo si debba riconoscere che non si è votato a maggioranza su queste cose, posto che si è detto da parte dei Commissari che non esistono solidarietà di maggioranza o di opposizione. Anche perché questo vale per entrambi i campi rispetto a proposte di candidatura. Tant'è che su alcune candidature, volute da parte di qualche Gruppo, ci sono state alcune perplessità; i Gruppi si sono atteggiati in modo diverso, rispetto allo schieramento maggioranza opposizione.
Bisogna anche dire che alcuni Gruppi in alcuni casi si sono rifiutati di presentare delle candidature che provenivano da settori, diciamo, di appartenenza del Gruppo, proprio perché non le ritenevano adeguate; credo che questo sia un elemento positivo da sottolineare. Anche per un richiamo rispetto al discorso che (mi sia consentito) molte volte in modo demagogico si fa rispetto alla degenerazione dei partiti, alla partitocrazia. Credo che su questi invece vi debba essere molta più onestà di ragionare, si debba davvero, se diciamo di essere laici, ragionare sulla cosa e non andare avanti con degli slogan. Mi pare che certi ragionamenti, se portati a conseguenze estreme, possano introdurre degli elementi, che magari chi li ha introdotti non voleva. Ad esempio il dire che nelle elezioni di organismi rappresentativi, sia di gestione o anche di controllo regionali non vi deve essere la presenza delle opposizioni. Invece noi abbiamo voluto garantire le opposizioni attraverso il meccanismo del voto limitato proprio perché vi deve essere un ruolo di controllo esercitato dalle minoranze di un organismo di tale tipo. Il dire che questo è un discorso che non va bene, oppure l'altro del dire: apriamo la Commissione Nomine al pubblico (su cui sono perfettamente d'accordo, poiché non ho niente da nascondere), attenzione, anche qui, a non aprire un discorso di processi sommari. Tutti ci ricordiamo i processi alle streghe della controriforma tanto per intenderci, "no" ai tribunali del popolo. Per dire che certi discorsi un po' demagogici sulla partitocrazia, sul dire che le minoranze e le opposizioni non debbono avere rappresentanti in questi Enti, sul dire che bisogna aprire tutto e che il popolo deve decidere. Che possano dar luogo ad una doppia lettura, si, anche ad una democrazia popolare, ma anche a forme di totalitarismo, devo dire con molta franchezza come suggerisce la lettura di Rousseau. Gian Giacomo Rousseau è un autore che può essere letto come il grande esponente della democrazia, ma anche come il grande precursore delle forme moderne del totalitarismo. A me pare che certi discorsi possono avere questa doppia lettura. Perché, a dire il vero, credo tutto sommato che bisogna riaffermare in certe cose il primato della politica e non bisogna avere vergogna di questo, perché molte volte il male della politica nasce un po' dal male che è nella società. Oggi c'è piuttosto la tendenza a dire: "la società è tutto bene, la politica è tutto male". Invece molte volte la politica, usando un concetto gramsciano di "surdeterminazione", è un po' - tutto sommato - il riflesso di quello che avviene nella società. Forse dobbiamo pensare che se la politica ha del male, certamente lo ha nel sistema dei partiti (certamente degenerato) anche perché nella società le cose non vanno sempre tanto bene. Fin dove vale solo il principio del profitto, della pancia piena, e un po' meno il principio della morale esercitata nella società, ancora prima che nella politica dove certamente va esercitata in modo molto forte; certo noi dobbiamo per la nostra parte, per il pezzo che ci compete, svolgere questo ruolo. Credo che questa legge vada in tale direzione. E' stato detto che vi sono delle correzioni rispetto alle procedure e al funzionamento che vanno apportate. Benissimo, apportiamole.
Rispetto all'ordine del giorno sono d'accordo, specie con quello che abbiamo presentato. Sarei un po' più dubbioso sulla praticabilità e percorribilità dell'emendamento che è stato presentato dal collega Rossa perché mi pare che introduca una serie di ragionamenti che ci porterebbero molto probabilmente in là nella discussione, e forse non riusciremmo a concludere con un ordine del giorno votato all'unanimità.
Così come sono d'accordo nell'avviare rapidamente le procedure perch si ripristini il principio della rotazione delle Presidenze, proprio per ovviare a quegli inconvenienti che in questi cinque anni abbiamo potuto verificare, così come nell'avviare quelle modifiche di ordine normativo che consentano una più celere attuazione della legge regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Cari Consiglieri, vorrei solo fare una breve dichiarazione, nel tentativo di cercare di spiegare a me stesso per primo ed agli elettori della Lista Verde, al Movimento Verde piemontese ed alla parte che si pu riconoscere in questa presenza istituzionale, il mio comportamento all'interno della Commissione Nomine, anche se tutto questo "pacco" complesso possa apparire quanto mai difficile da spiegare. Non so se interesserà ai miei colleghi Consiglieri, ma ciò è in questo momento secondario.
Da una parte esiste una nuova legge sulle nomine, di cui un po' tutti soprattutto i Consiglieri presenti nelle passate legislature, cioè quelli che conoscevano l'andazzo precedente, hanno sottolineato gli aspetti innovativi, la ricerca di chiarezza e di trasparenza, perché cerca di rendere più democratico ed evidente il processo attraverso il quale si arriva alle nomine. Dall'altra parte c'è quella che definirei esperienza-di vita, cioè il fatto che ho scelto di partecipare alla Commissione Nomine e di seguirne tutte le sedute, con esclusione del breve incontro di stamani.
Poco per volta ho cercato di viverla come l'esperienza di un cittadino che casualmente si trova paracadutato in un ambiente del quale non conosce le regole e sa benissimo che la prima regola di cui tener conto è: "guarda che qua ti fregano tutti". A maggior ragione lo fregano tutti anche perch tanto per cominciare, non sa quali sono le regole e poi perché non sa assolutamente a che gioco stia giocando e quale risultato desideri ottenere. E mi sono accorto di vivere una serie continua di contraddizioni che mi rendeva difficile ogni dichiarazione in qualsiasi momento della seduta.
Ci si crede? Non ci si crede? Quale interpretazione dare delle parole? Mi sembrava che, come aiuto e bussola, mi restassero soltanto i trattati di Umberto Eco e gli studi di semiologia. Oltre, s'intende, a tutti gli studi sulla linguistica, sulla metacritica, sui metadiscorsi, sui sensi anagogici, sul senso letterale, ecc. Alla fine, non ne ho capito molto, non ho capito né quale sia stato il mio ruolo e la mia posizione, né quale avrebbe dovuto essere, né quale, in altre condizioni, avrebbe potuto essere.
Si è trattato, secondo me, di un'esperienza deprimente. Io non me la sento di affermare che il comportamento di tutti i Gruppi consiliari presenti in Consiglio sia stato eguale. Questa è una cosa che va detta, non vorrei fare di ogni erba un fascio.



BONTEMPI Rinaldo

Quando si parla, bisogna distinguere, collega Ala, tra chi fa le cose e chi non le fa.



ALA Nemesio

Si, ho detto che le responsabilità non sono tutte uguali, ma d'altra parte direi che anche i comportamenti, in alcuni casi, cambiavano nel corso della stessa seduta. Io non so quanto sia coperto da riservatezza ciò che avviene in Commissione Nomine, ho però notato che gli interventi che mi hanno preceduto erano tutti abbastanza riservati. E' vero che rispetto alla situazione precedente vi sono state delle modifiche, ma ho comunque trovato deprimente il fatto che, rispetto alla legge, vi siano stati errori materiali e tutta una serie di distinguo, nel senso che forse i procedimenti penali che alcuni candidati hanno in corso a qualcuno vanno bene lo stesso, i candidati che poi rimangono, al di là della possibilità di designazioni esterne, sono poi quelli designati dalle forze politiche ivi compresa la mia, perché, come ho già detto, il comportamento della Lista Verde è sta-to contraddittorio all'interno della Commissione Nomine.
Non possiedo le certezze di Angelo Pezzana, né possiedo le certezze, da un punto di vista diverso, di Igor Staglianò. Il risultato è quindi un comportamento forzatamente contraddittorio. E' un comportamento che si ricollega all'imprecisione che, una volta che una forza politica abbia deciso di entrare nelle istituzioni, questo implichi la contaminazione con determinate regole di funzionamento proprie delle nostre istituzioni.
Queste regole possono essere certe, precise, democratiche e corrette, ma possono non esserlo. Ritengo che sia giusto che avvengano delle nomine perché alcuni posti ed enti rientrano nelle strutture, negli strumenti che una società democratica ha costruito nel tempo e che servono per il suo funzionamento. Queste regole possono essere utilizzate in un modo o nell'altro.
Ho sempre sostenuto, con i miei amici del Movimento Verde (sia pure senza l'appoggio di tutti quanti), che bisognasse intervenire nelle nomine avanzare delle designazioni in alcuni Enti, in alcuni settori. Alcuni Gruppi, quali il nostro, sono portatori di competenze specifiche, hanno delle idee su come si possano organizzare certe strutture e vogliono essere presenti dentro le stesse, così come vogliono essere presenti nei Consigli regionali, provinciali o comunali, come rappresentanti di un segmento della popolazione.
E' chiaro che un conto è il modello teorico e un conto è l'attività quotidiana all'interno della Commissione Nomine, dentro la quale ho vissuto con profondo disagio, così come ora vivo a disagio questa dichiarazione che può apparire, per quanto non lo desideri, contraddittoria. Ritengo che, non tanto la Lista Verde, quanto le associazioni ambientali ed ecologiche debbano ottenere una rappresentanza, che tra l'altro da alcune forze politiche è stata in una certa misura garantita - si intende da quelle dell'opposizione, si intende per la forza numerica che noi rappresentiamo in organi di controllo, quali il C.U.R. per quanto riguarda il controllo sull'uso del territorio, o quali i Consigli di amministrazione dei parchi o gli Enti di Sviluppo Agricolo o strutture di questo tipo.
Detto questo, forse per l'ingenuità che mi contraddistingue sotto certi aspetti- o per il pessimismo che dopo questi mesi di presenza in Consiglio mi invade e pervade ogni giorno che passa, rimane sempre più difficile capire come ci si debba comportare soprattutto di fronte a sé stessi, di fronte all'immagine che di sé stessi ognuno vuole dare. Non sono riuscito a capire troppo bene cosa si debba fare. Forse questa è un'ammissione di debolezza, che non andrebbe fatta, perché forse le altre forze politiche potrebbero poi trarne dei vantaggi, ma non riesco a vedere molta speranza in questa legge. Forse può essere un passo, visto che i comportamenti e le abitudini, soprattutto certe forme di arroganza, necessitano di molto tempo prima di essere smaltite e represse.
Sui CO.RE.CO, che dovrebbero essere uno degli strumenti fondamentali della nostra vita democratica, man mano che il tempo passava, non ho potuto fare a meno di notare da un lato l'importanza che essi assumono agli occhi delle forze politiche, ma dall'altro lato come un eccessivo controllo delle strutture di partito su deliberazioni prese da maggioranze che attengono a questi stessi partiti rappresenti, un elemento- di debolezza della struttura degli organi di controllo, perché le delibere finiscono per richiudersi in altre maggioranze e minoranze. E ne può derivare la degradazione della vita di alcuni Comuni del Piemonte, soprattutto dei piccoli Comuni e il fatto che i controlli siano quasi inesistenti.
E, in ogni caso, passeranno delle nomine che, tra l'altro, non ho potuto personalmente controllare, anche se questo controllo era in certa misura prevista dalla legge.
Ho visto che alcune azioni di controllo efficaci, rispetto ai risultati, sono state fatte dal PCI, ma non sono certo che i colleghi comunisti abbiano individuato tutti i casi effettivamente meritevoli di controllo. Comunque io possiedo ancora minori strumenti di controllo.
Mi pare però di non aver visto in altre forze politiche avanzare mai riserve su nessun candidato, ivi compresi i candidati proposti dalla Lista Verde. C'è una specie di meccanismo per il quale pare che i candidati rimangano - e almeno questo potrebbe essere sotto altri aspetti un elemento di chiarezza - proprietà del Gruppo che li ha designati, per cui è lo stesso che poi si assumerà sulla propria onorabilità personale la garanzia della bravura, dell'onestà e della competenza del candidato e - ci significa: "io me l'assumo per i miei, tu per i tuoi". Il risultato è che forse ci si salva la propria coscienza individuale e si può salvare l'onorabilità del proprio Gruppo politico, e più Gruppi si sono rivelati attenti a questo problema dell'onorabilità dei propri candidati. Bisogna però anche dire che altri Gruppi non hanno invece prestato soverchia attenzione a questo problema.
Se così non fosse non avremmo per esempio scritto sulla scheda il nome di un candidato, su cui si è già fatto cenno più volte, per il CO.RE.CO.
di Verbania che risulta - ripeto, io non ho maggiori possibilità di controllo degli altri - avere processi pendenti per fatti inerenti il peculato. E' chiaro che chi lo vota si assumerà la responsabilità di questo voto, però se passano cose di questo tipo è evidente che la legge, che forse è migliorativa rispetto a quanto esisteva precedentemente,, è chiaramente ancora carente per quanto riguarda le possibilità reali di impedire fatti di questo tipo. E' però positivo che, se non altro, permetta che vengano messi in luce e conosciuti anche chi abbia designato questi nomi e chi li abbia votati. Questo è già un elemento correttivo di trasparenza.
Resta il fatto che il mio comportamento, in merito a queste elezioni verrà deciso votazione per votazione e comunque non sarà una non presenza a tutte le votazioni.
Questo vale sia per quest'oggi che per il futuro, anche se si tratta di una posizione in evoluzione che sarà definita volta per volta, sia in merito all'ente sul quale si vota, sia in merito alle risultanze dell'istruttoria svolta all'interno della Commissione Nomine.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Marchini vorrei fare una precisazione.
Invito i Consiglieri a fare molta attenzione nel fare talune affermazioni, perché non si può dire che "risulta che una persona abbia dei carichi pendenti", bisogna dimostrarlo con dei certificati che sono facilmente ottenibili, in quanto detta persona potrebbe essere già uscita dall'incresciosa situazione e quindi l'affermazione non corrisponderebbe più al vero.
Pur avendo l'immunità per le affermazioni che si fanno in questo Consiglio, data dalla Costituzione, tuttavia quando si tratta di persone e di fatti, occorre provare certe situazioni producendo i relativi certificati, poiché ho l'obbligo di tutelare in questa assemblea l'onorabilità di tutti i cittadini piemontesi e il loro diritto a vedersi qualificati per quello che sono e non per quello che "risulta".
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, quanto più le illustrazioni delle posizioni dei Gruppi su questa materia vengono svolte, tanto più difficile risulta da capire il senso di questo nostro dibattito, perch ragioniamo sulla Commissione, ragioniamo sulle nomine, ragioniamo sullo Stato, ragioniamo sulla nostra struttura costituzionale. Quindi anche da parte nostra bisognerà fare qualche considerazione su tutti questi elementi.
In primo luogo, sui lavori della Commissione, ritengo personalmente e a nome del Gruppo di dover rivolgere ai colleghi e al Presidente un giudizio di forte apprezzamento, e lo sottolineo, per l'impegno che i colleghi hanno messo in questa materia. Vorrei ricordare ai superficiali - ce ne sono seduti anche su questi banchi - che in questa Commissione non si disputava il ruolo dei Gruppi o dei partiti negli enti sui quali si ragionava, questo infatti era già acquisito per accordi o per ragionamenti fatti in altra sede, quindi l'impegno che mettevamo, il ruolo contrario attivo o critico che assumevamo era per la gestione e la comprensione dei problemi che la legge ci poneva.
Devo dire per testimonianza, che a questo punto comincia a essere quasi della storia della Regione da parte mia, che in poche occasioni ho visto un'attenzione così completa da parte dei Commissari e se mi consentite anche un dispendio di energie psicofisiche e di intelligenza che qualche volta può avere portato a situazioni di stanchezza e di logoramento che possono avere, almeno mi auguro che sia così per quello che mi riguarda determinato qualche volta dei comportamenti che sul piano comportamentale sono da considerarsi criticabili. Prego il Presidente del Consiglio di accogliere a nome del Consiglio le mie scuse personali.
Venendo al dunque dei problemi che sono stati affrontati, ritengo che debbano essere respinte alcune espressioni troppo generiche, troppo di comodo, che anche da forze politiche fortemente radicate nel sistema costituzionale vengono utilizzate. Me la prendo per prima col collega Ferrara. Non si può dire che questa società è fondata sui partiti, piaccia o non piaccia, no: bisogna dire se piace o no. Non è consentito, e a mio modo di vedere è rischioso, continuare a dare ad intendere che questo sia un sistema nel quale sostanzialmente tutti viviamo, ma che nessuno riconosce essere l' habitat del suo muoversi, soprattutto sul piano politico. Non esiste sistema democratico senza società dei partiti da che mondo è mondo, da quando Cicerone diceva che sono "l'essenza della Repubblica"; i partiti sono la forma, il modo e il metodo, i soggetti della formazione della volontà popolare. Il problema vero è di capire come le istituzioni (quindi la responsabilità è nostra e non dei partiti) sanno canalizzare al loro interno l'espressione delle istanze della volontà popolare di cui i partiti sono portatori. E' questo il passaggio delicato che non compete però ai partiti, ma alle istituzioni. Non possiamo rimproverarlo ai partiti, dobbiamo riflettere sul nostro lavoro nelle istituzioni.
A me sembra normale che in una democrazia gli enti, i momenti decisori di controllo siano affidati al popolo, ai soggetti su cui si fonda la democrazia e che questo affidamento passi attraverso le istituzioni e i partiti che sono, gli ultimi, l'espressione della volontà popolare, e le prime, le sedi in cui la volontà popolare si attua in termini di governo e di dibattito.
E' stato detto da un personaggio che non ha tutta la mia stima che dove non ci sono i partiti a decidere nelle modalità sopradette ci sono i gruppi di pressione, i gruppi di potere, ci sono le oligarchie, le aristocrazie non c'è più la democrazia. Non c'è il problema della degenerazione dei partiti, ma il problema che le istituzioni non sono sufficientemente cresciute in rapporto al fatto di sapere gestire al proprio interno, in termini di dibattito e di governo, la proposta, non la decisione, che deve venire dai partiti. E' questo un aspetto che anche nella nostra legge prima o poi dovremo affrontare, perché è certo che questa legge è un momento di un passaggio, noi l'abbiamo approvata - ci sembra di dover ancora ringraziare i due Gruppi, quello comunista e quello repubblicano, che l'avevano proposta - l'abbiamo approntata in un momento difficile della vita, non di questa, ma dell'istituzione in genere. E'" stata proposta discussa e approvata come momento di un processo che deve sostanzialmente tendere a questo risultato: a riconoscere il ruolo di proposta dei partiti e recuperare il ruolo di decisione dell'istituzione. Questo è il punto fondamentale. Probabilmente questa legge questo tipo di risultato comincia a prepararlo, ma forse non è in grado di perseguirlo completamente. Per quel che riguarda ad esempio gli emendamenti che vengono proposti all'ordine del giorno, io sono molto attento a non mettere in discussione alcuni elementi certamente ostici (non trovo altri aggettivi per questa legge), ma che sono l'unico strumento che nella legge esiste per intervenire come istituzione all'interno delle decisioni dei partiti, il che non è legittimo, ma è comunque un modo per recuperare potere da parte delle istituzioni. Nella misura in cui si mette una serie di requisiti che vengono puntualmente e, mi rendo conto, pignolescamente verificati significa lanciare un messaggio ai partiti ai quali si dice che l'indicazione del nome dei candidati non può essere più deciso in un corridoio di partito cinque minuti prima della seduta del Consiglio.
Avviamo cioè un processo di riflessione e di dibattito all'interno delle forze politiche. Dibattito che deve essere avviato con le spigolosità della nostra procedura, perché solo con queste spigolosità si riesce ad aprire il dibattito all'interno del partito, perché i rapporti di forza li hanno decisi gli elettori e quindi le presenze delle composizioni sociali all'interno degli enti che andiamo a nominare le hanno decise gli elettori.
L'unico dibattito quindi che possiamo avviare è quello sulla qualità dei soggetti e lo possiamo fare soltanto con questo messaggio che dice: "attenzione, i candidati vengono letti al microscopio, per cui cercate di fare quanto c'è di meglio, cercando di segnalare le persone più qualificate".
L' ho detto in termini molto terra terra, ma per far capire perché non sono d'accordo ad avviare, nell'immediato, un ripensamento sugli aspetti procedurali della legge. Proprio perché gli aspetti procedurali, in quanto ostici, antipatici, anche grigi e poco affascinanti, sono sostanzialmente l'unico strumento che esiste in questa legge per avviare il processo all'interno dei partiti. Ritengo che alla fine di questo processo bisognerà recuperare il primato dell'istituzione: è l'istituzione che decide, il partito propone. Intendo "partito società", più che partito apparato. Le istituzioni decidono, ma attenzione: non possiamo rimanere all'interno di una legge che ci permette solo di dire si o no. Non è governare dire si o no. Bisognerà, probabilmente, avviare dei meccanismi che mettano nei partiti un ruolo di proposta allargato, non vincolante per le istituzioni e all'interno di un potere di proposta dei partiti canalizzati, finalizzati dai Gruppi (scusate ma per semplicità di ragionamento mi sembra che si debba dire "partiti"), e in un arco di proposta molto ampio, fatto dalla società attraverso i Partiti e i Gruppi, l'istituzione decide e sceglie.
Dopodiché la responsabilità tra il nominato e la istituzione è tutta e totale. In questo momento, con questa legge, non c'è ancora il rapporto diretto tra istituzione e nominato: c'è ancora il rapporto privilegiato del decisore vero che è il Partito, o per esso il Gruppo, se preferite. Quindi questo meccanismo di allentamento del vincolo tra i partiti e la gestione non è ancora interrotto, è in una qualche misura, se mi consentite, reso più raffinato, più trasparente, più corretto, ma non è interrotto.
A noi sembra che bisogna arrivare a rompere questo rapporto che è utile, opportuno, ma non deve essere necessitante. Questa è quella che potremmo chiamare una norma di salvaguardia. Il collega Bontempi mi diceva che, in una qualche misura, la norma che affida alla Giunta, quindi all'istituzione, non mi riferisco al governo, Giunta-istituzione, non Giunta-governo, delle nomine, qualora il Consiglio non abbia provveduto sostanzialmente è, può essere interpretata come una finestra dove si dice: "qualora la Commissione Nomine o il Consiglio, non abbiano ritenuto esistere i requisiti minimali per la nomina, a questo punto, Partito, il Gruppo, se ne sta un momento da parte, e la Giunta-istituzione, non Giunta governo, fa valere la sua competenza, la sua prerogativa, la sua autorevolezza, il suo primato." A mio modo di vedere, questo processo alla fine dovrà valere per tutto. Il cordone ombelicale tra il nominato e il partito deve cessare di esistere: il partito è uno dei soggetti, ha una funzione, l'istituzione ne ha un'altra; l'ente rispetto al quale viene collocato il nominato è ancora una cosa diversa. Probabilmente la nostra Regione, che su questo si è mossa tra le prime, avrà la possibilità, prima della fine della legislatura, di verificare questo processo non ancora di modifica, perché le modifiche di questioni di questa natura non possono essere affrettate, con l'esperienza della rotazione delle presidenze. Non bisogna fare modifiche affrettate, anche quando si è convinti che le modifiche vadano fatte, occorre lasciarle decantare, perché sono modifiche non di governo, ma, in una qualche misura, istituzionali, di modo di rapportarsi rispetto alla società.
Questi processi sono di lungo tempo, è difficile vederli divisi per settori, sono qualcosa che si sviluppa nel tempo, e tali, quindi, da richiedere l'attenzione del legislatore e di chi riflette in termini politici sul tempo lungo.
Queste sono mie convinzioni personali, dovranno trovare, perch diventino proposte di ordine politico, non soltanto un approfondimento di verifica, ma, soprattutto, una sperimentazione nel tempo molto lunga. Se le cose stanno così, la Commissione Nomine deve rifiutare, nella misura in cui io ne faccio parte, giudizi molto pressapochistici e in qualche modo anche impudenti di alcune forze politiche. Io non considero ridicolo un Gruppo di uno, perché questo ha una sua dignità, e ha probabilmente, in una qualche misura, più dignità di altri Partiti che sono sedimentati, si portano dietro valori sui quali, forse, non si è rimeditato.
I nuovi Gruppi sono espressioni di vivacità della società, quindi la responsabilità che avete è molto grossa, caro Ala. Se tu sei portatore di movimenti di novità nella società, e lo dico anche al collega della sinistra, lo dico anche a Reburdo, che poi, tra l'altro, è veramente un fortunato lui, perché siccome non ha bisogno di voti per essere eletto, non è neanche tenuto a votare in questa sede.
Cosa volete, ci sono i poveri liberali che a tutte le elezioni rischiano di non fare il seggio, e quindi corrono come matti per prendere voti, ci sono dei personaggi...



REBURDO Giuseppe

Non è molto intelligente questa polemica. Cerca di stare nel merito...



MARCHINI Sergio

Siccome tu te le tiri, caro Reburdo... Se tu dovessi rispondere agli elettori, personalmente, di ogni tuo atto, forse ti preoccuperesti di più sul fatto di dover votare o no.



REBURDO Giuseppe

Lascia che lo dicano gli altri...



MARCHINI Sergio

Tu hai la possibilità, e sei un fortunato, te l' ho detto, di vivere un po' al di fuori di questa vita così banale, fatta di elezioni competizioni, e hai la possibilità...



REBURDO Giuseppe

Questa è una tua interpretazione...



MARCHINI Sergio

Questa è la realtà, consentimi. Un Consigliere che dice: "io non voto quindi non partecipo al gioco istituzionale", perché questo significa non votare, "non prendo parte al gioco istituzionale, perché queste cose non mi devono toccare, perché io sono al di fuori, al di sotto, al di sopra..." mettiti dove vuoi, sei comunque fuori da questo. Ecco tu te lo puoi permettere, se mi consenti; io mi compiaccio con te che hai trovato il modo, curioso, di poter essere eletto senza votare. Agli altri probabilmente, questo è un po' più difficile. Voglio dire, facciamo dei dibattiti, ma ricordiamoci anche che stiamo ragionando sul lavoro della Commissione Nomine, e io devo anche dire, il Presidente ha già richiamato un collega, su questo bisognerà pure che ci si intenda. Se qui veniamo a fare la cronaca della Commissione Nomine, possiamo dire di tutto.
Certamente neghiamo, nel modo più assoluto, che su questo ci siano state logiche di maggioranza e di opposizione: si sono aggregate su delle singole situazioni delle valutazioni che non ci hanno trovato tutti concordi, ma giochi di maggioranza e di minoranza qui non ci sono stati.
Non è stato imposto a nessuno, né nessuno ha accettato, né nessuno ha richiesto solidarietà su alcuna situazione.
Ci sono certamente state delle considerazioni politiche che hanno fatto si che su alcune situazioni, alcuni Gruppi, il mio in particolare, ha ritenuto di tenere un atteggiamento meno fermo di quello che forse sarebbe stato necessario, ma proprio perché siamo all'interno di un processo. E allora, in un processo, se mi consenti, si devono cominciare a vedere i risultati che maturano all'interno di una serra, e prima di rompere i vetri della serra, io mi aspetto che maturino tutti gli altri frutti. Se poi mi rendo conto che quella serra non serve a far maturare i frutti, allora romperemo la serra, ma prima di farlo incominciamo a lasciare crescere i frutti.
Io ho l'impressione che alcune posizioni che probabilmente erano doverose e opportune in Commissione Nomine, avrebbero determinato la cristi di questa legge e quindi la crisi di questo processo che abbiamo avviato.
Vorrei che su questo si riflettesse molto e a fondo. Noi siamo favorevoli, fin da sempre, sul principio della rotazione delle presidenze.
Devo però dire, con grande franchezza, che così come quello che ha impedito che ci fosse subito l'accettazione del principio della rotazione, che poteva essere un accordo politico, senza l'esigenza di una norma di legge è una concezione che io rifiuto del ruolo degli Enti di controllo. Non considero i presidenti degli organi di controllo dei Heidrik Lord protettori di alcuna provincia.
Io voto questo ordine del giorno, aspetto la legge in aula, ci lavorer sopra insieme ai colleghi. Sia chiaro, però, che vorrò prima capire se si vogliono eliminare i lord protettori o se si vuole moltiplicarli. Perché se si vuole moltiplicare i lord protettori, è chiaro che dal nostro Gruppo ci sarà non solo un voto contrario, ma anche un lavoro per impedire che questa legge passi attraverso questa filosofia. Quello che era dietro a questo problema è tutto qui: la concezione che hanno le forze politiche, i Gruppi e ognuno di noi sul ruolo degli Enti di controllo.
Se mi permetti, caro Ala, questi sono i veri processi che meritano le attenzioni, non andarci a chiedere se un documento che è arrivato in aula fosse un certificato penale, carichi pendenti. Stiamo attenti anche a queste cose che sono importanti, ma attengono, permettimelo, alle debolezze, ai vizi, agli errori degli uomini. Per esempio, dietro la questione della rotazione dei Presidenti, il rifiuto prima e la richiesta poi, da parte dello stesso Gruppo politico, c'è, evidentemente, o il "lampo di Damasco", e allora è una questione che attiene alla santità, oppure è qualcosa di diverso. Io, su questo, ripeto, ritengo di dover essere molto prudente e molto attento. Il nostro Gruppo concorrerà con i suoi voti al perfezionamento della procedura che abbiamo avviato; non ci resta molto da dire, potremmo fare dei ragionamenti ulteriori su questioni specifiche.
Devo dire qualcosa sull'emendamento proposto dal collega socialista.
Non mi sembra proponibile come sostitutivo del terzo comma dell'ordine del giorno predisposto, perché sembrerebbe mettere in discussione quelle che invece noi condividiamo del comma n. 3 dell'ordine del giorno. E' probabile, è possibile che si possa sviluppare lo stesso n. 3 dell'ordine del giorno in termini tali che possono essere aggiunti ad alcuni obiettivi che si vogliono perseguire e così sono indicati al n. 3 altri obiettivi quali ad esempio la semplificazione delle procedure e certamente l'obiettivo, che condividiamo pienamente, che l'aspetto di controllo fiscale da parte dei Commissari possa, in qualche misura, essere evitato.
Noi dobbiamo essere chiamati ad esaminare delle questioni emerse. La questione, se mi consentite, inquisitoria non mi sembra proponibile. Se dovessi per esempio mettere una norma, io dico che le osservazioni relative all'interessato non si fanno in Commissione Nomine, ma si depositano nel fascicolo dell'interessato stesso. Questo per dire come la stessa cosa la si può fare in termini inquisitori o in termini corretti. Ognuno di noi ha titolo a depositare nel fascicolo del candidato un rilievo, un documento una censura che in Commissione Nomine vengono esaminate, ma se invece in Commissione Nomine si esternano delle valutazioni, delle cose sentite dire evidentemente non è questa la natura che deve avere la Commissione, che è cosa ben diversa.
In ogni caso, ripeto, ho l'impressione che si sia fatto un buon lavoro e lo dico con l'esperienza che mi viene da qualche anno, mi consentirete la poca modestia, in prima fila, sia pure in una trincea di secondo piano, per dirvi che esperienze così vissute, così partecipate, da parte di colleghi come quelli della Commissione Nomine, non ne ho viste altre. Vuol dire quindi che su questo problema c'è attenzione, c'è partecipazione vera, e non adesione di comodo, e mi pare che ci siano le condizioni, perché i limiti della legge rispetto al processo, le questioni marinali che ci sono state contestate da alcuni rappresentanti dell'opposizione, possano trovare, in tempi brevi, il loro superamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per fatto personale il Consigliere Ala. Ne ha facoltà.
Le ricordo che deve esplicitare in cosa consiste il fatto personale.



ALA Nemesio

Il fatto personale consiste in una breve replica a quanto da lei aggiunto al mio intervento precedente, di cui, probabilmente, non tutti i Consiglieri sono a conoscenza, cioè di un fatto sollevato nella Commissione Nomine, del quale, se è il caso, se ne può discutere magari in seduta segreta o forme di questo tipo.
Tengo solo a precisare che il documento cui lei fa riferimento, che è allegato al fascicolo del candidato, non è un documento relativo ai carichi penali pendenti ufficiale, ma è un documento improprio.



PRESIDENTE

Provvederò a dare risposta su questo, ma al di fuori del Consiglio.
Ho detto che quando si fa riferimento ad un fatto concreto lo si fa documentalmente.
La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Si va finalmente all'attuazione delle legge delle nomine e io penso sia un fatto estremamente positivo. Questa legge l'abbiamo votata a suo tempo l'abbiamo ritenuta un atto importante, anche se, certo, non è e non pu essere la panacea di tutti i mali che riguardano le nomine e la gestione degli Enti pubblici.
Abbiamo sostenuto, a suo tempo, che quello che è importante è soprattutto il comportamento che, anche nelle scelte delle nomine, è elemento che in definitiva conta anche se le leggi sono necessarie ed è importante provvedere alla loro attuazione. Poiché il Consigliere Pezzana parla sempre di un consociativismo totale, desidero poi affermare che noi siamo per il confronto fra maggioranza ed opposizione, ma che questa maggioranza ed opposizione esistono e sono esistite e che per quel che riguarda i noti fatti della passata legislatura sotto il profilo amministrativo gli stessi sono stati sollevati dall'opposizione di allora da noi, in questa aula. Certo ribadisco, sotto il profilo politico amministrativo, che è il profilo che ci compete, non sotto altri aspetti che competono ad altri, ai quali noi lasciamo, doverosamente con rispetto il campo per le loro autonome valutazioni e decisioni.
Il consociativismo non c'è strato ieri e non c'è oggi anche se vi è naturalmente un confronto istituzionale importante anche con le opposizioni per la gestione di strumenti come la legge sulle nomine, che sono per loro natura istituzionali.



PEZZANA Angelo

Avete votato insieme il 75% delle leggi.



BRIZIO Gian Paolo

Certo, questo non significa proprio niente perché il 25% sono le leggi di bilancio, sono le votazioni importanti; è demagogica questa affermazione di aver votato il 75% insieme. Non abbiamo votato le leggi sui bilanci, non abbiamo votato il piano di sviluppo, non abbiamo votato le leggi importanti e se una legge è buona perché non dovremmo votarla? La legge sulle nomine va in attuazione, siamo impegnati a portarla avanti e a dare in proposito, come Gruppo, il massimo contributo. Per quel che concerne i tempi la legge è macchinosa, qualche modifica va fatta, ma comunque essa ha consentito di fissare dei termini che si stanno rispettando e che portano al rinnovo di tutti gli Enti regionali.
Il Consigliere Bontempi afferma: "si è andati a rilento". Si, si pu essere andati a rilento, ma anche per la complessità della legge, mentre nella passata legislatura abbiamo fatto dei rinnovi, il collega Biazzi lo sa: a fine legislatura, dopo cinque anni di prorogatio, abbiamo visto Consigli che sono durati dieci anni invece di cinque. Ciò non potrà più verificarsi, perché sono previsti dei tempi precisi ed è previsto anche il potere sostitutivo.
E' un passo avanti indubbiamente anche e soprattutto sui tempi.
Sostenendo che il tempo trascorso non è molto ed è proporzionato alla complessità dell'avvio della legge, affermo che l'atteggiamento della Giunta non è stato insufficiente o di scarso interesse. Vi è una complessità di problemi di fronte ai quali la presenza della Giunta in Commissione Nomine appare necessaria, fondamentale ed è stata ad un certo punto opportunamente richiesta e sollecitata come elemento utile per il completamento proficuo delle istruttorie.
Il nostro Gruppo è pienamente impegnato e ha contribuito allo svolgimento di un lavoro positivo, anche a livello di Presidenza delegata della Commissione Nomine per superare le difficoltà emergenti ed esplicando la volontà di portare avanti rapidamente queste nomine e di attuare la legge.
Saranno necessari alcuni interventi di snellimento: è inutile negarlo e circa l'emendamento Rossa, pensiamo anche noi debba essere sostanzialmente rivisto e l'ipotesi che faceva il collega Marchini ponendo il discorso in positivo e in modo aggiuntivo all'ordine del giorno possa essere un'ipotesi per tutti percorribile.
In definitiva qualche modifica, qualche integrazione di fronte ad una legge così complessa appare necessaria: deve essere chiarito meglio il problema delle autocandidature e dei termini relativi; è necessario che sia meglio definito il problema delle sostituzioni singole degli Enti, che ci sta creando alcuni problemi.
In terzo luogo deve essere ridefinita la procedura, nel senso che la procedura completa, valida, deve aver applicazione, a mio avviso, soltanto per gli Enti a procedura rafforzata e non per Enti che non hanno sostanza.
Abbiamo discusso il problema con il collega Bontempi,e penso che anch'egli concordi nella sostanza sulle valutazioni che noi facevamo. Sono necessarie cioè alcune modifiche, che peraltro nulla tolgono alla sostanza, alla validità del procedimento legislativo che è stato ipotizzato e che ci consentirà di arrivare a fine '86 con tutte le nomine fatte; forse con il rinnovo totale degli Enti: una cosa senza precedenti nella nostra Regione.
Esistono altri problemi più specifici: è stato sollevato specialmente quello dell'esperto sanitario. Abbiamo siglato delle candidature e ce ne assumiamo le responsabilità. Le abbiamo valutate, queste e le altre; tutti possono incorrere in errori di valutazione, ma noi ce ne assumiamo la responsabilità e riteniamo questo molto importante anche sotto il profilo politico.
Pensiamo che la candidatura da noi esposta, di concerto con il Gruppo socialista, abbia tutti i titoli per essere sostenuta e possa concorrere a dotare il CO.RE.CO., delle Province e delle UU.SS.SS.LL. di un buon esperto sanitario.
Se vi è convergenza, è chiaro che si va ai voti e noi voteremo; se al contrario vi è il concerto di tutti i Gruppi nel non procedere alla votazione e nel dare avvio alla procedura sostitutiva (che prevede la nomina della Giunta), non abbiamo difficoltà a concordare su questa scelta se la si ritiene opportuna, non dirompente, anche fra i Gruppi del Consiglio.
Sempre in merito alla questione dell'esperto sanitario, voglio dire qualcosa sui carichi pendenti. Siamo ancora, in Italia, in uno stato di diritto, è giusto certo, valutare i carichi pendenti: la legge lo richiede ma ciò non significa che la sola esistenza per se stessa di un carico pendente di qualunque genere debba determinare l'ineleggibilità o debba determinare la colpevolizzazione di un candidato in uno stato nel quale vige la norma che solo il giudizio definitivo e solo l'iter terminato determinano le definitive conseguenze giudiziarie. Non possiamo fare un discorso sui carichi pendenti come elemento di assoluta colpevolizzazione sotto ogni e qualsiasi aspetto. Noi abbiamo sostenuto e sosteniamo tale posizione e questa valutazione è stata anche alla base del nostro atteggiamento nella Commissione Nomine: non un atteggiamento codino, ma un atteggiamento che è responsabile scelta di comportamento in quella sede puntualmente e coerentemente seguita.
Vi è poi una questione aperta sul problema dei CO.RE.CO. Siamo ben d'accordo che si proceda, che si ritorni anche alla turnazione, perché di un ritorno al passato si tratta. Correttamente il Gruppo comunista ammette che la norma vigente nella prima legislatura della turnazione dava più garanzie che non la norma della Presidenza fissa, introdotta successivamente. Questo ritorno motivato ad una norma del passato che si chiede con la turnazione nello spirito certamente nuovo della legge, ci trova pienamente consenzienti: lo eravamo all'inizio, quando si avviò la discussione in proposito. Non si è giunti prima ad un accordo perché altre forze politiche avevano valutazioni di tipo diverso, che hanno poi ritenuto di correggere successivamente. Deve essere ben chiaro che il passare alla turnazione ha anche conseguenze politiche: dà le Presidenze alle opposizioni, il che costituisce un elemento di controllo molto importante e le dà automaticamente. L'adozione di tale via determina per le opposizioni Presidenze in misura consistente, perché se la turnazione viene prevista come probabile - per tutti i membri effettivi significa che l'opposizione a seguito del meccanismo delle garanzie di legge, ha praticamente sempre cinque Presidenze su quindici e adisce a tutte le Presidenze, quindi comprese la Presidenza del CO.RE.CO., di Torino e delle Province Presidenze estremamente importanti, che nell'accordo istituzionale della passata legislatura non furono concesse all'opposizione, quando non coprivamo quel ruolo, questo dobbiamo pur dirlo! E' un segnale di apertura a tutte le forze politiche nell'assolvimento di un compito istituzionale nel controllo degli atti degli Enti locali regionali. Sotto questo profilo ci va bene il testo dell'ordine del giorno e quanto esso sottende come accordo istituzionale per la gestione delle nomine complessive e dei relativi rapporti nei Comitati regionali di controllo.
Voteremo dunque l'ordine del giorno e siamo disponibili a cercare un punto di incontro sulla linea dell'emendamento Marchini in modo che si proceda con la massima rapidità alle nomine e in modo che si arrivi in tempi rapidi ad una legge sui Comitati regionali di controllo, che reintroduca il meccanismo della rotazione - giudicato sostanzialmente un meccanismo positivo - in quanto pensiamo che la rotazione consegua l'obiettivo di limitare nel tempo cariche che potrebbero con una durata di cinque anni diventare effettivamente pesanti sotto il profilo del potere.
Complessivamente riteniamo che si vada verso la votazione con un risultato positivo alle spalle, soprattutto con la garanzia di poter procedere rapidamente alle altre nomine e al rinnovo sistematico delle Amministrazioni di tutti gli Enti regionali di controllo e di gestione quali quelli strumentali, in modo da attuare quel rinnovo complessivo che d'altra parte è connesso al cambio della legislatura.



PRESIDENTE

Prima di passare alle votazioni il Consigliere Majorino vuole introdurre un argomento relativo ad una candidatura. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Vorrei introdurre questo argomento con una premessa, prima di scendere a valutazioni. Ricordo che l'art. 11 della legge prevede, fra gli altri documenti che devono essere versati dai candidati, il certificato penale e il certificato dei carichi pendenti, perché la Commissione Nomine in sede di istruttoria aveva - come peraltro ho già ricordato - il potere-dovere di fare, se richiesta e se emergente una qualche situazione, un esame, una valutazione sotto questo aspetto dello status dei candidati.
Tant'è che la situazione si è verificata in concreto; infatti come ricordano i colleghi della Commissione Nomine, è stato sottoposto ad esame il curriculum delle certificazioni penali di un candidato e dopo discussione il candidato è stato ritirato dal proponente.



MARCHINI Sergio

Ha rinunciato.



MAJORINO Gaetano

Tra ritirato e rinunciato c'è una sottile distinzione, comunque, va bene, dirò che ha rinunciato alla candidatura. Penso si tratti di quasi sinonimi.
Per un altro candidato viceversa è stata fatta dalla Commissione una valutazione di identico aspetto e a stretta maggioranza è stato inserito nelle liste.
La questione che intendo porre all'attenzione del Consiglio è questa: stamattina ho chiesto con una lettera al collega Cerchio, che ha presieduto la Commissione Nomine, una riunione urgente della Commissione stessa, in quanto ero venuto a conoscenza e con cognizione di causa, solo stamattina di un aspetto relativo allo status di un candidato, che avrei voluto fare presente alla Commissione Nomine.
Mi è stato risposto cortesemente da parte del Presidente Cerchio e dal Presidente Viglione che era ormai troppo tardi per poter riunire la Commissione Nomine, in quanto era stata siglata la relazione della Commissione stessa e quindi la competenza era del Consiglio.
Io, in questo momento, chiedo al Presidente Viglione di poter esporre una questione che riguarda lo status di un candidato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Vorrei sapere se dobbiamo andare alla discussione e conclusione dell'ordine del giorno che è stato presentato o se invece questo viene accantonato.
Come ci regoliamo?



PRESIDENTE

Prima bisogna dirimere la questione posta dal Consigliere Majorino che si riferisce ad una persona.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bontempi.
Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Vorrei sollevare la questione che si è fatta una discussione generale che non è la discussione in seggio elettorale, che aveva come sua possibile conclusione la votazione di un ordine del giorno.
Chiedo ai colleghi, si può anche decidere di farlo dopo, però se il senso più proprio non era votare l'ordine del giorno e poi procedere, senza più adempimenti, alle nomine.



PRESIDENTE

Io ritengo sia opportuno che prima il Consigliere Majorino introduca questo argomento relativo ad una persona, per cui si rende necessario proseguire i lavori in seduta segreta. Infatti, l'art. 43 del Regolamento consiliare recita: "Le sedute del Consiglio sono pubbliche. Il Consiglio può riunirsi in seduta segreta quando vi sia la proposta motivata del Presidente del Consiglio o della Giunta o di almeno dieci Consiglieri. Su tale proposta esso delibera per alzata di mano dopo che abbiano eventualmente parlato non più di un oratore contro ed uno a favore. Le questioni riguardanti persone vanno comunque trattate in seduta segreta".
Invito pertanto il pubblico e i funzionari ad allontanarsi dalla sala consiliare.



(La riunione prosegue in seduta segreta dalle ore 13.40 alle ore 14.15)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
L'Ufficio di Presidenza indica come scrutatori i Consiglieri Mignone Fracchia e Ala.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cernetti. Ne ha facoltà.



CERNETTI Elettra

Ritengo che i patti assunti in precedenza, per quanto mi riguarda, non sono stati rispettati, di conseguenza, a nome della maggioranza del Gruppo socialista, chiedo una sospensione per chiarimenti prima di passare alle nomine.
Faccio questa richiesta a nome della maggioranza del Gruppo in quanto qualcuno ha delle perplessità.



PRESIDENTE

Apprezzo la sincerità della collega Cernetti. La sua richiesta resta agli atti, ma non è possibile accoglierla per il fatto che è già in corso la votazione e quindi si proceda alla distribuzione delle schede.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Il nostro Gruppo per le ragioni suesposte non parteciperà al voto. Non è possibile, visti i meccanismi di voto, perché noi possiamo votare solo i nostri e allora traduco questo in un'espressione di riserva (che viene messa a verbale) in questa seduta sul fatto che non si sia andati in Commissione Nomine.



PRESIDENTE

Si proceda pertanto con le seguenti nomine.
1) Commissione di controllo sugli atti della Regione (art. 41 L. 10/2/1953 n. 62). Nomina di due terne di esperti in discipline amministrative.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti n. 51 votanti n. 49 non partecipano alla votazione (i Consiglieri Ala e Reburdo) n. 2 hanno riportato voti: Terna n. 1 GIGLIOLI Alfredo n. 29 FIORITO Giuseppe n. 28



SAVASTA FIORE Lionello n. 24

Terna n. 2 CHIARLONI Sergio n. 14 SCAPARRONE Paolo n. 14 schede bianche n. 4 Proclamo eletti i signori Giglioli, Fiorito, Savasta Fiore, Chiarloni e Scaparrone.
2) Comitato di controllo sulle Province (art. 55 L. 10/2/1953, n. 62 e L.R.
18/8/1976, n. 42). Nomina di tre membri effettivi e di due membri supplenti.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti n. 51 votanti n. 50 non partecipa alla votazione (il Consigliere Reburdo) n. 1 hanno riportato voti: Membri effettivi SIMONETTA Rosario n. 30 BORSANO Gregorio n. 29 RIZZO Giuseppe n. 15 Membri supplenti ZANINO Leonardo n. 30 SABBADINI Attilio n. 15 schede bianche n. 5 Proclamo eletti membri effettivi i signori Simonetta, Borsano, Rizzo e membri supplenti i signori Zanino e Sabbadini.
3) Comitato di controllo sugli atti degli Enti locali sezione decentrata di Alba-Bra (art. 56 L. 10/2/1953" n. 62). Nomina di tre membri effettivi e di due membri supplenti.
Si distribuiscano le schede per, la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 50 hanno riportato voti: Membri effettivi CERRATO Ugo n. 30 BOFFA Roberto n. 28 TROVA Roberto n. 16 FREA Lorenzo n. 2 PRANDI Carlo n. 2 Membri supplenti ARTUSIO Franco n. 30 PESSIONE Matteo n. 16 PRANDI Carlo n. 2 schede bianche n. 2 Proclamo eletti membri effettivi i signori Cerrato, Boffa, Trova e membri supplenti i signori Artusio e Pessione.
4) Comitato di controllo sugli atti degli Enti locali sezione decentrata di Alessandria (art. 56 L. 10/2/1653, n. 62).
Nomina di tre membri effettivi e di due supplenti.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 50 hanno riportato voti: Membri effettivi MOLINARI Danilo n. 29 ALBANESE Giuseppe n. 29 BOTTERO Lorenzo n. 16 NOSENZO Roberto n. 2 Membri supplenti MAZZONE Giampiero n. 30 NARDOCCI Edoardo n. 17 NOSENZO Roberto n. 2 schede bianche n. 2 Proclamo eletti membri effettivi i signori Molinari, Albanese, Bottero e membri supplenti i signori Mazzone e Nardocci.
5) Comitato di controllo sugli atti degli Enti locali sezione decentrata di Asti (art. 56 L. 10/2/1953, n. 62). Nomina di tre membri effettivi e di due membri supplenti.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 51 hanno riportato voti: Membri effettivi BECCUTI Piero n. 30 VISONE Carlo n. 30 MORANDO Edoardo n. 16 DIAMANTINI Bruno n. 3 Membri supplenti



DAL CIELO Deonido n. 31

BAGNADENTRO Paolo n. 16 DIAMANTINI Bruno n. 2 schede bianche n. 2 Proclamo eletti membri effettivi i signori Beccuti, Visone, Morando e membri supplenti i signori Dal Cielo e Bagnadentro.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CERCHIO



PRESIDENTE

6) Comitato di controllo sugli atti degli Enti locali sezione decentrata di Biella (art. 56 L. 10/2/1953, n. 62). Nomina di tre membri effettivi e di due membri supplenti.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 51 hanno riportato voti: Membri effettivi MARCONE Giuseppe n. 29 GALUPPI Edilio n. 29 D'AMICO Giuseppe n. 17



BOETTI VILLANIS Carlo n. 2

Membri supplenti



PRINA MELLO Celsino n. 29

CONSOLI Eder n. 17



BOETTI VILLANIS Carlo n. 2

schede bianche n. 3 Proclamo eletti membri effettivi i signori Marcone, Galuppi, D'Amico e membri supplenti i signori Prina Mello e Consoli.
7) Comitato di controllo sugli atti degli Enti locali sezione decentrata di Casale (art. 56 L. 10/2/1953, n. 62). Nomina di tre membri effettivi e di due membri supplenti.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Constatato che il numero delle schede depositate nell'urna non corrisponde a quello dei Consiglieri che hanno risposto all'appello dichiaro non valida la votazione che verrà pertanto ripetuta nel prosieguo della seduta.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

8) Comitato di controllo sugli atti degli Enti locali sezione decentrata di Cuneo (art. 56 L. 10/2/1953, n. 62). Nomina di tre membri effettivi e di due membri supplenti.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 52 hanno riportato voti: Membri effettivi SACCO Erminio n. 31 NOTARIANNI Enrico n. 30 BORGNA Luigi n. 17 PERNA Roberto n. 2 Membri supplenti VIARA Francesco n. 31 DALMASSO Sergio n. 17 PERNA Roberto n. 2 schede bianche n. 2 Proclamo eletti membri effettivi i signori Sacco, Notarianni, Borgna e membri supplenti i signori Viara e Dalmasso.
9) Comitato di controllo sugli atti degli Enti locali sezione decentrata di Ivrea (art. 56 L. 10/2/1953, n. 62). Nomina di tre membri effettivi e di due membri supplenti.
In merito alla nomina del membro supplente di questo CO.RE.CO., candidato del PCI, ha chiesto di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Ho ricevuto una lettera dal nostro candidato supplente, che recita: "Comunico che per gravi motivi personali, non posso temporaneamente accettare la nomina".
Noi non intendiamo metterlo 11 per finta, quindi purtroppo salta. Noi speriamo si tratti di un fatto temporaneo e che si possa arrivare al più presto ad una sostituzione, pertanto ora voteremo il candidato proposto dal PSDI che lo sostituisce.



PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede per tale votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 52 hanno riportato voti: Membri effettivi MASSA Ferruccio n. 31 TODISCO Augusto n. 30 ZILIOTTO Roberto n. 16



PREVE Pier Maria n. 2

Membri supplenti LADDA Giuseppe n. 27 BELLARDI Gianfranco n. 19



PREVE Pier Maria n. 2

BERTOLI Giampiero n. 1 schede bianche n. 3 Proclamo eletti membri effettivi i signori Massa, Todisco, Ziliotto e membri supplenti i signori Ladda e Bellardi.
10) Comitato di controllo sugli atti degli Enti locali sezione decentrata di Mondovi (art. 56 L. 10/2/1953, n. 62). Nomina di tre membri effettivi e di due membri supplenti.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 52 hanno riportato voti: Membri effettivi



BRESCIANO Emilio Giovanni n. 32

PENNUZZI Vincenzo n. 31 OGGERINO Umberto n. 16 PREVE Guglielmo n. 2 Membri supplenti GIUSTA Giovanni n. 32 MANTELLI Mauro n. 16 PREVE Guglielmo n. 2 schede bianche n. 2 Proclamo eletti membri effettivi i signori Bresciano, Pennuzzi, Oggerino e membri supplenti i signori Giusta e Mantelli.
11) Comitato di controllo sugli atti degli Enti locali sezione decentrata di Novara (art. 56 L. 10/2/1953, n. 62). Nomina di tre membri effettivi e di due membri supplenti.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 52 hanno riportato voti: Membri effettivi BARAGGIA Luigi n. 32 GIROMINI Gabriele n. 31 CANNA Rinaldo n. 17 CALDERERA Michele n. 2 ZACCHERA Mario n. 2 Membri supplenti BELCREDI Remigio n. 31 SCACCHI Pierangelo n. 16 ZACCHERA Mario n. 2 REMIGIO n. 1 scheda bianca n. 1 Proclamo eletti membri effettivi i signori Baraggia, Giromini, Canna e membri supplenti i signori Belcredi e Scacchi.
12) Comitato di controllo sugli atti degli Enti locali sezione decentrata di Pinerolo (art. 56 L. 10/2/1953, n. 62). Nomina di tre membri effettivi e di due membri supplenti.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 53 hanno riportato voti: Membri effettivi MASSANO Michelangelo n. 32 COLOMBINO Michele n. 29



PAPPALA NemesioRDO Antonio n. 15

BONATI Gianfranco n. 2 FAURE Gianluigi n. 1 Membri supplenti FUMERO Guglielmo n. 30 BOSIO Aldo n. 17 BONATI Gianfranco n. 2 CHIABRANDO Roberto n. 1 schede bianche n. 3 Proclamo eletti membri effettivi i signori Massano, Colombino, Pappalardo e membri supplenti i signori Fumero e Bosio.
13) Comitato di controllo sugli atti degli Enti locali sezione decentrata di Torino (art. 56 L. 10/2/1953, n. 62). Nomina di tre membri effettivi e di due membri supplenti.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 53 hanno riportato voti: Membri effettivi PIACENZA Domenico n. 30 LOMBARDO Eedele n. 29



FERRARA Franco Angelo n. 17

RAMPELLI Elisabetta n. 3 DOMENICHINI n. 1 Membri supplenti MORTARINO Giorgio n. 31 MAFFEO Dario n. 17 RAMPELLI Elisabetta n. 2 schede bianche n. 3 Proclamo eletti membri effettivi i signori Piacenza, Lombardo, Ferrara e membri supplenti i signori Mortarino e Maffeo.
14) Comitato di controllo sugli atti degli Enti locali sezione decentrata di Saluzzo - Savigliano - Fossano (art. 56 L. 10/2/1953, n. 62).
Nomina di tre membri effettivi e di due membri supplenti.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 53 hanno riportato voti: Membri effettivi BERTOGLIO Bernardino n. 31 DE VICARIS Arcangelo n. 31 BOTTO Walter n. 18 ANSELMA Angelo n. 2 Membri supplenti CORNAGLIA Enrico n. 31



BOTTO Biagio Francesco n. 17

ANSELMA Angelo n. 3 schede bianche n. 2 Proclamo eletti membri effettivi i signori Bertoglio, De Vicaris, Botto e membri supplenti i signori Cornaglia e Botto.
15) Comitato di controllo sugli atti degli Enti locali sezione decentrata di Verbano - Cusio - Ossola (art. 56 L. 10/2/1953, n. 62). Nomina di tre membri effettivi e di due membri supplenti.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti n. 52 votanti n. 51 non partecipa alla votazione (il Consigliere Ala) n. 1 hanno riportato voti: Membri effettivi VENTURINO Michele n. 30 RAGO Nicolino n. 27 DI GREGORIO Filippo n. 15 GARGANICO Emilio n. 3 FRAGAPANE Silvana n. 1 CONFORTI Cesare n. 1 Membri supplenti CONFORTI Cesare n. 29 FRAGAPANE Silvana n. 15 GARGANICO Emilio n. 2 schede bianche n. 3 Proclamo eletti membri effettivi i signori Venturino, Rago, Di Gregorio e membri supplenti i signori Conforti e Fragapane.
16) Comitato di controllo sugli atti degli Enti locali sezione decentrata di Vercelli (art. 56 L. 10/2/1953, n. 62). Nomina di tre membri effettivi e di due membri supplenti.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 53 hanno riportato voti: Membri effettivi ROSSI Gilberto n. 32 COPPOLA Gaetano n. 31 CATTIN Claudio n. 17



DEL MASTRO DELLE VEDOVE Sandro n. 2

DE FILIPPI Dario n. 1 Membri supplenti CERUTTI Renato n. 31 TOSELLI Tullio n. 16



DEL MASTRO DELLE VEDOVE Sandro n. 2

FERRARO Domenico n. 2 schede bianche n. 2 Proclamo eletti membri effettivi i signori Rossi, Coppola, Cattin e membri supplenti i signori Cerutti e Toselli.
17) Comitato Urbanistico Regionale (art. 76 L.R. 6/12/1984, n. 61). Nomina di undici esperti.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 52 hanno riportato voti: VARNERO Gianpaolo n. 31 BARBIERI Mario n. 29 GALLINA Giuseppe n. 29 COLETTO Andrea n. 28



DAVIERO Pier Giuseppe n. 28



ANSELMO Gian Franco n. 27

ARNAUDO Giovanni n. 18 MARTELLI Gianfranco n. 17 TODROS Alberto n. 17 BELFORTE Silvia n. 16



GHE Giovanni Maria n. 16

schede bianche n. 4 scheda nulla n. 1 Proclamo eletti i signori Varnero, Barbieri, Gallina; Coletto, Daviero Anselmo, Arnaudo, Martelli, Todros, Belforte e Ghe.
18) Comitato Urbanistico Regionale (art. 76 L.R. 6/12/1984, n. 61). Nomina di undici esperti funzionari regionali.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 51 hanno riportato voti: CENA Mario n. 42 ABATELLI Ezio n. 41 CELLINO Giancarlo n. 36 SARA' Bernardo n. 35.
POZZI Giorgio n. 34 ROLANDO Luciano n. 34 MEINERO Michele n. 32 MIGLIORE Aldo n. 31 ROSSO Enrico n. 30 SAMPIETRO Mario n. 29 VETERE Maurizio n. 29 GIUDICE n. 12 COCCOLO n. 12 SERTORIO n. 11 SAINI n. 11 schede bianche n. 5 Proclamo eletti i signori Cena, Abatelli, Cellino, Sarà, Pozzi, Rolando Meinero, Migliore, Rosso, Sampietro e Vetere.
19) Comitato Urbanistico Regionale (art. 76 L.R. 6/12/1984, n. 61). Nomina di tre esperti indicati dalle Associazioni più rappresentative in materia urbanistica ed ambientale.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 51 hanno riportato voti: VERNETTO Maria (I.N.U.) n. 44 MASSARELLA Giancarlo (A.N.C.S.A.) n. 43 PIACENTINO Marco (Italia Nostra) n. 29 schede bianche n. 5 scheda nulla n. 1 Proclamo eletti i signori Vernetto, Massarella e Piacentino.
20) Comitato Urbanistico Regionale (art. 76 L.R. 6/12/1984, n. 61). Nomina di tre rappresentanti designati dall'Associazione Regionale dell'A.N.C.I.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 48 hanno riportato voti:



BARBIERI Carlo Alberto n. 40



BIGONE P. Paolo n. 26

MARCHI Sergio n. 25 schede bianche n. 8 Proclamo eletti i signori Barbieri, Bigone e Marchi.
21) Comitato Urbanistico Regionale (art. 76 L.R. 6/12/1984, n. 61). Nomina di un rappresentante designato dalla delegazione regionale U.N.C.E.M.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti n. 51 votanti n. 50 non partecipa alla votazione (il Consigliere Ala) n. 1 ha riportato voti: LONGO Piercarlo n. 34 BIAZZI n. 1 NANI n. 1 schede bianche n. 12 scheda nulla n. 1 Proclamo eletto il signor Longo.
22) Comitato Urbanistico Regionale (art. 76 L.R. 6/12/1984, n. 61). Nomina di un rappresentante dell'Unione Edilizia del Piemonte e della Valle d'Aosta.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti n. 49 votanti n. 48 non partecipa alla votazione (il Consigliere Ala) n. 1 ha riportato voti: MOGLIA Giuseppe n. 30 schede bianche n. 18 Proclamo eletto il signor Moglia.
23) Comitato Urbanistico Regionale (art. 76 L.R. 6/12/1984, n. 61). Nomina di un rappresentante della Federazione Associazioni Industriali del Piemonte.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti n. 51 votanti n. 50 non partecipa alla votazione (il Consigliere Ala) n. 1 ha riportato voti: MUSUMECI Claudio n. 31 LUCCHINI n. 4 BRIZIO n. l schede bianche n. 14 Proclamo eletto il signor Musumeci.
24) Comitato Regionale per le Opere Pubbliche sezione infrastrutture (art.
27 L.R. 21/3/1984, n. 18).
Nomina di cinque esperti.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



((Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 50 hanno riportato voti: CANTAVENNA Paolo n. 28 ZANETTA Walter n. 28 PESSINA Paolo n. 27 RADICIONI Raffaele n. 17 BEE Giovanni n. 16 ZAVATTARO n. 1 schede bianche n. 4 Proclamo eletti i signori Cantavenna, Zanetta, Pessina, Radicioni e Bee.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CERCHIO



PRESIDENTE

25) Comitato Regionale per le Opere Pubbliche sezione infrastrutture (art.
27 L.R. 21/3/1984, n. 18). Nomina di sei funzionari regionali.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 48 hanno riportato voti: FASSIO Enrico n. 42 TELESCA Piero n. 41 DI AICHELBURG Anna n. 40 GIUDICE Mauro n. 40 LEONE Mario n. 40 DE GIORGIO Salvatore n. 28 schede bianche n. 6 Proclamo eletti i signori Fassio, Telesca, Di Aichelburg, Giudice, Leone e De Giorgio.
26) Comitato Regionale per le Opere Pubbliche sezione infrastrutture (art.
27 L.R. 21/3/1984, n. 18). Nomina di due esperti designati dalla sezione regionale A.N.C.I.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 44 ha riportato voti: BADARIOTTI Claudio n. 37 schede bianche n. 7 Proclamo eletto il signor Badariotti e comunico che con successiva votazione si procederà alla nomina dell'altro esperto per cui non è ancora pervenuta la relativa designazione.
27) Comitato Regionale per le Opere Pubbliche sezione infrastrutture (art.
27 L.R. 21/3/1984, n. 18). Nomina di un esperto designato dalla delegazione regionale U.N.C.E.M.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti n. 46 votanti n. 45 non partecipa alla votazione (il Consigliere Ala) n. 1 ha riportato voti: FULCHERI Giuseppe n. 35 schede bianche n. 9 scheda nulla n. 1 Proclamo eletto il signor Fulcheri.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

28) Comitato Regionale per le Opere Pubbliche sezione infrastrutture (art.
27 L.R. 21/3/1984, n. 18). Nomina di un rappresentante dell'Unione Edilizia del Piemonte e della Valle d'Aosta.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti n. 44 votanti n. 43 non partecipa alla votazione (il Consigliere Ala) n. 1 ha riportato voti: BARBERIS Franco n. 26 schede bianche n. 17 Proclamo eletto il signor Barberis.
29) Comitato Regionale per le Opere Pubbliche sezione opere edili (art. 27 L.R. 21/3/1984, n. 18). Nomina di cinque esperti.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 45 hanno riportato voti: MARELLO Livio n. 25 MARSERO William n. 25 FERRARI Enrico n. 24 REALE Alberto n. 17 COLOMBATI Giuseppe n. 12 schede bianche n. 4 Proclamo eletti i signori Marello, Marsero, Ferrari, Reale e Colombati.
30) Comitato Regionale per le Opere Pubbliche sezione opere edili (art. 27 L.R. 21/3/1984, n. 18). Nomina di sei funzionari regionali.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 45 hanno riportato voti: DE FELICE Emerenziana n. 30 BRUNA Guglielmo n. 25 FERRERO Franco n. 25 FORNARO Giuseppe n. 25 DE FALCO Crescenzo n. 24 PETTAZZI Tullio n. 23 schede bianche n. 13 scheda nulla n. 1 Proclamo eletti i signori De Felice, Bruna, Ferrero, Fornaro, De Falco e Pettazzi.
31) Comitato Regionale per le Opere Pubbliche sezione opere edili (art. 27 L.R. 21/3/1984, n. 18). Nomina di due esperti designati dalla sezione regionale A.N.C.I.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno riportato voti: BARONE Emilio n. 37 PETRINI Giovanni n. 29 MACCARI Eugenio n. 1 schede bianche n. 3 Proclamo eletti i signori Barone e Petrini.
32) Comitato Regionale per le Opere Pubbliche sezione opere edili (art. 27 L.R. 21/3/1984, n. 18). Nomina di un esperto designato dalla delegazione U.N.C.E.M.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 42 ha riportato voti: BERTINO Giancarlo n. 32 BRIZIO n. 1 MACCARI Eugenio n. 1 schede bianche n. 8 Proclamo eletto il signor Bertino.
33) Comitato Regionale per le Opere Pubbliche sezione opere edili (art. 27 L.R. 21/3/1984, n. 18). Nomina di un rappresentante dell'Unione Edilizia del Piemonte e Valle d'Aosta.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 39 ha riportato voti: BENA Aldo n. 23 schede bianche n. 16 Proclamo eletto il signor Bena.
34) Università di Torino - Consiglio di amministrazione. Nomina di un rappresentante.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 ha riportato voti: MAFFEI Gaetano n. 29 schede bianche n. 12 Proclamo eletto il signor Maffei.
35) Politecnico di Torino - Consiglio di amministrazione. Nomina di un rappresentante.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 ha riportato voti: DEORSOLA Giuseppe n. 25 ERCOLE Ezio n. 7 BRIZIO n. 1 schede bianche n. 10 Proclamo eletto il signor Deorsola.
Procediamo nuovamente alla nomina dei componenti del Comitato di Controllo sugli atti degli Enti locali sezione decentrata di Casale (art. 56 L.
10/2/1953, n. 62). Nomina di tre membri effettivi e di due membri supplenti.
Si distribuiscano le schede per la votazione.
(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 44 hanno riportato voti: Membri effettivi RASELLI Bruno n. 24 FIORITO Giuseppe n. 23 DAGNA Enrico n. 16 BUFFA Giandomenico n. 2 OGGIANO n. 1 Membri supplenti SARZANO Sandro n. 25 PRIORA Domenico n. 15 BUFFA Giandomenico n. 2 scheda bianca n. 1 Proclamo eletti membri effettivi i signori Raselli, Fiorito, Dagna e membri supplenti i signori Sarzano e Priora.
37) Comitato di Controllo sulle Province (art. 55 L. 10/2/1953, n. 62 e L.R. 18/8/1976, n. 42). Nomina di un esperto in materia sanitaria.
In merito a tale nomina, chiede di parlare il Consigliere Majorino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Il nostro Gruppo è orientato a votare scheda bianca,perché non abbiamo presentato nessun candidato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Noi non voteremo - qui non so se la scheda bianca è equipollente al non votare, può essere intesa così - e ci auguriamo che tutti si comportino nella stessa maniera, perché questo rende possibile avviare dei meccanismi previsti dalla legge che ci diano le condizioni di maggiore chiarezza per poter scegliere il giusto esperto sanitario in una funzione così delicata.
Noi non procederemo al voto e anzi dico che se ci fosse qualcuno intenzionato a fare diversamente, noi abbandoneremo l'aula con le conseguenze che si possono intuire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Il rinvio e quindi la possibilità di una soluzione diversa con il subentro del potere della Giunta e comunque la ricerca di una candidatura alternativa ci può trovare consenzienti, ma occorre che ci sia l'adesione di tutti, perché se qualcuno intende votare, noi non abbiamo più le garanzie.
Noi chiediamo la non partecipazione al voto. E' un discorso evidente: noi riteniamo che la candidatura che abbiamo presentato insieme al Gruppo socialista sia dignitosissima.
Il Consigliere Majorino, votando scheda bianca, parteciperebbe al voto.
Altri potrebbero seguire il suo esempio, ma se poi per errore qualcuno votasse uno dei tre candidati, si farebbe una scelta diversa.
Io chiedo che, se abbiamo una vera volontà di non procedere, nessun Consigliere partecipi al voto.



PRESIDENTE

La parola nuovamente al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Dichiaro che noi non parteciperemo al voto.



PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede per tale votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti n. 45 votanti n. 0 non partecipano alla votazione n. 45 Signori Consiglieri, poiché non vi è stato Consigliere che abbia deposto la scheda nell'urna, dichiaro nulla la votazione relativa alla nomina di un esperto in materia sanitaria nel CO.RE.CO., sulle Province.


Argomento: Nomine

Ordine del giorno sulle nomine


PRESIDENTE

Esaminiamo l'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Bontempi Marchini, Brizio, Ferrara, Staglianò e Mignone relativo alle nomine.
Allo stesso è stato presentato dal Consigliere Rossa un emendamento di cui do lettura: al punto 3) sostituire con: "riconferma la validità politica istituzionale della legge ed auspica per quanto riguarda la procedura, anche alla luce dell'applicazione sin qui realizzata, un maggiore snellimento al fine di dare alla legge stessa, nel prosieguo di tempo un'attuazione piena durevole e coerente secondo le finalità politiche ed istituzionali perseguite al fine di evitare che la Commissione Nomine od organismi analoghi possano trasformarsi in sedi di inquisizione, permettendo anche a tutti i soggetti di concorrere alle nomine!" Ha chiesto la parola il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Il nostro Gruppo è nettamente contrario a questo emendamento, peraltro mi pare che nel dibattito sono stato confortato anche da altre dichiarazioni di forte perplessità su un emendamento così formulato, per due ragioni: in primo luogo, occorre non generare nessun equivoco: quando si parla di snellimento (principio generale valido per tutti) in una materia del genere, occorre precisare di cosa si tratta, altrimenti l'equivoco pu essere molto pericoloso. E' noto che proprio il sistema delle norme è quello che abbiamo valorizzato tutti, rispetto a quello che era il massimo di snellimento possibile, ovvero l'inesistenza delle norme.
Vorrei che (e spero non sia la volontà del Consigliere Rossa) quando si vota un ordine del giorno in materia così delicata, dopo il dibattito ci fosse una stretta consequenzialità;; lo snellimento è nella forma, se non si precisa come e dove s'intende snellire. Il Consigliere Brizio, per esempio, ha fatto un ragionamento sulla differenza tra procedura rafforzata o meno che merita di essere considerato, tant'è vero che c'è questa dizione di genere contenuta nell'ordine del giorno: "Precisazione ulteriore di alcuni aspetti normativi, risultati carenti in fase di applicazione". Con tale dizione ci riserviamo di poter intervenire, ovviamente come sempre sulle leggi, per farle funzionare meglio, ma una dizione come quella contenuta nell'emendamento, a noi sembra non accettabile.
La seconda parte dell'emendamento è ancora più inaccettabile, perch qualificare come possibile sede di inquisizione una sede che, tutti l' hanno detto, ha il compito di conoscere, sapere (abbiamo visto quello che è accaduto in aula in seduta segreta) per mettersi in condizione di esprimersi, è cosa ben diversa dall'accollare implicitamente, come si fa con questa dizione, una carica inquisitoria che, tra l'altro, non mi pare sia stata così interpretata e vista dai soggetti protagonisti della Commissione Nomine; non sta nello spirito salvo che con questo richiamo (sparando, come si dice, a lato o alto) si voglia negare la possibilità di una verifica. Noi, quindi, siamo contrari.
Peraltro, devo dire che il collega Marchini (penso lo farà lui stesso) ha fatto invece uno sforzo per cogliere alcuni aspetti che possono essere accettati: quello ad esempio dell'oggettivizzazione del processo di verifica, ovvero che i soggetti partecipano con le loro responsabilità, ma c'è una forte istituzionalizzazione: ad esempio, a noi sembra che in materia di supplemento di indagini o di verifiche, debba davvero esserci un impegno della Commissione, più che un onere indagatorio dei singoli.
Altri punti contenuti in questo sforzo, che non so se sia stato ufficializzato o meno da parte del Consigliere Marchini, potrebbero costituire, io credo, un tentativo di risposta che tenga conto della parte positiva di preoccupazione contenuta in qualcuno, ma che non ci può portare ad accettare un emendamento del genere. Se lo si passa, diciamo alla collettività immediatamente che vogliamo togliere le norme che sono, certo un po' pesanti, ma sono anche quelle che ci costringono a fare le cose nel modo che abbiamo valorizzato questa mattina e, dall'altra parte, negare una funzione che è poi quella essenziale della Commissione Nomine: quella ripeto, della verifica per conoscere, sapere e mettere in grado chiunque con la sua coscienza e responsabilità, di esprimersi.
Francamente invito il compagno Rossa a riflettere su questo mio intervento. Nel nostro ordine del giorno è molto chiara la parte in cui diciamo che non rifiutiamo precisazioni ulteriori di aspetti normativi carenti; c'è poi quel punto dei termini dell'Ufficio di Presidenza per le autocandidature, quello della sostituzione e, se vogliamo, anche quello di una maggiore precisazione della distinzione tra nomina a procedura rafforzata, ex art. 9, o quelle altre che si ritenga rispetto alle molte nomine minori. Questi sono aspetti su cui si può ragionare: vorrei anche dire, però, che sarebbe, politicamente, un atto molto sbagliato, poiché il primo giorno che noi facciamo le nomine sulla base di questa legge, sulla cui positività, a parole, tutti o quasi concordiamo, è possibile poi che si apra un varco di tipo politico, che renda incredibile, quello che abbiamo fatto. Su questo occorre essere davvero molto dalla parte del giusto e non essere incauti. Se, invece, le volontà sono diverse, allora io dico che noi abbiamo collaborato a questo ordine del giorno nello spirito di una base che abbiamo peraltro ritrovato in molti Gruppi, per verificare le possibilità di un'intesa , istituzionale sui CO.RE.CO. Se non cogliamo la realtà di questo spirito è inutile che scriviamo i pezzi di carta, così come è inutile che ci si illuda che noi stiamo a degli accordi.



PRESIDENTE

Comunico che mi è giunto un emendamento integrativo, sempre al punto 3), da parte del Consigliere Marchini, di cui do lettura: di seguito al n. 3) sono aggiunte le parole: "non disgiunta da una continua attenzione diretta al rafforzamento delle procedure tendenti a perseguire una sempre maggiore oggettivazione delle nomine, al di fuori di un'interpretazione riduttiva e deviante della funzione di verifica, che deve essere tesa a conoscere, a rendere trasparenti i fatti e le circostanze che devono essere le basi su cui esprimersi ai fini dell'idoneità dei candidati" Ha chiesto la parola il Consigliere Rossa. Ne ha facoltà.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, il significato dell'emendamento al terzo comma dell'ordine del giorno non è quello di ridurre o disarmare le strutture con le quali oggi abbiamo realizzato il primo passo per le nomine. Non è affatto questo e non è nemmeno quello di dare dei messaggi di maggiore apertura verso quelli che sono i principi e i comportamenti dei quali ribadisco tutta la validità. Nello stesso tempo," però, voglio dire che occorre stare anche molto attenti: una legge o un regolamento molto rigidi che assumono in modo esaustivo il ruolo, i compiti e la funzione che spettano alle forze politiche, che spettano agli uomini, secondo me rischiano di esautorare, in qualche misura, questo ruolo, che noi abbiamo il dovere di svolgere. Esso non è un ruolo soltanto realizzabile attraverso l'interpretazione o l'applicazione della legge e del regolamento, ma è anche diretto a interpretare, a capire, nel modo più consono e corrispondente a quella che è la realtà nella quale ci si deve muovere.
Quindi, lontana da me l'idea, in qualche modo, di abbassare la guardia, ma ferma intenzione di dire che nel rispetto, nella validità della legge, noi non intendiamo occupare spazi che non sono nostri, né intendiamo rinunciare a ruoli che, invece, spettano a noi. Occupando spazi che non sono nostri si corre il rischio di trasformare una Commissione, o analoghe Commissioni, in organismi che, senza volerlo, senza accorgersene, diventano di indagine, di inchiesta, di inquisizione nei confronti di cittadini. E' stato dimostrato: abbiamo avuto dei casi nei confronti dei quali, sulla base della assunzione di responsabilità degli interessati stessi, abbiamo deciso di rinunciare di superare, di sostituire e, quindi, di non procedere in alcun modo. Non so fin dove arriva l'ambito in cui ci è consentito operare rispetto a tali questioni: la mia preoccupazione è questa. Dobbiamo lanciare un segnale semmai, per dire che noi non intendiamo assolvere a delle funzioni che spettano ad altri, né rinunciare, facendo dei regolamenti rigidi e delle leggi, a quelle che sono le nostre funzioni, nel rispetto di quei principi morali di trasparenza e di onestà, che io sono qui a ribadire, perché credo sia doveroso qui, e fuori di qui. Questo è il motivo per cui ho presentato questo emendamento e non intendo proporlo come una cosa irrinunciabile.
Sono disponibile, così come gli estensori dell'ordine del giorno, a vedere come poter realizzare questo documento che mi pare colga l'insieme delle attese di questa assemblea, nei confronti della quale io mi dichiaro pienamente d'accordo. Vorrei, però, far si che questa assemblea tenesse conto anche di questi fatti, alcuni dei quali sono stati già ricordati: la possibilità di sostituire un candidato che viene ritirato, la possibilità di individuare alcuni momenti che si ritengono importanti, ma evitando di generalizzare queste cose che avviano dei processi che sono di difficile verifica rispetto allo sconfinamento o meno dal loro ambito politico.
Questo vale per noi e può valere anche per altri.
Ho preso la parola proprio per spiegare le ragioni di questa proposta di emendamento che non va a disarmare le intenzioni espresse da questa assemblea, ma per metterle al centro rispetto al nostro ruolo e a quelli che spettano ad altri, nei confronti di chi va fuori da indirizzi di onestà, da criteri di comportamenti morali che noi auspichiamo e per i quali ci siamo impegnati qui e di fronte alla gente che qui ci ha mandati.
Se ci sono delle ulteriori proposte (l'emendamento del Consigliere Marchini che ho visto è un pregevole sforzo che va in questa direzione), se c'è la possibilità, anche in altre parole, di tener conto di questo discorso, di far si che ciascuno svolga la sua funzione nel proprio ambito io non ho alcuna difficoltà a ritirare l'emendamento e a concorrere insieme agli altri Gruppi all'approvazione dell'ordine del giorno che in larga parte condivido.
Vorrei fosse ben presente questo concetto che, con lealtà e onestà anche fuori di qui, per la fondatezza sul buon senso, credo possa essere condiviso da molta gente. Benché ci sia una diffusa tendenza a diffidare dei politici, degli amministratori pubblici, sono convinto che nella stragrande maggioranza della gente ci sia questo buon senso, al quale si ispira questo tentativo di emendamento nel punto di un ordine del giorno che in larga misura condivido.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, lei mi scuserà per la manoscrittura del biglietto che era il primo testo , di un emendamento che sono stato costretto a presentare in tempi rapidi, per introdurre nella discussione questa ipotesi di soluzione, cioè la mediazione fra i due emendamenti e probabilmente trovare una linea d'uscita.
Devo però dire che mi sembra difficile stasera arrivare con dei giudizi; si possono auspicare alcuni processi, ma dei giudizi sulla legge mi sembra veramente un po' presto per emetterli, anche perché mi preoccupa che questi giudizi si vogliano introdurre all'interno di un documento che sostanzialmente prefigura già una modifica, cioè una legge modificativa delle Presidenze dei CO.RE.CO., che saranno il momento finale di una più ampia trattativa tra le forze politiche per la riconversione di alcune situazioni.
Dico con amicizia al collega Rossa che ho qualche difficoltà ad abbandonare aspetti difficilmente gestibili dalla legge, perché, l' ho detto nel mio intervento stamattina, sono gli unici strumenti, anzi gli unici momenti che obbligano i Partiti ad una qualche riflessione.
Questa è la verità, perché se noi non manteniamo dei momenti di controllo rigoroso, torniamo indietro, caro Rossa. Tu sei nuovo di questa legislatura, ma la Commissione Nomine c'è sempre stata, il curriculum c'è sempre stato, la dichiarazione dei redditi c'è sempre stata, il certificato penale pure. La differenza è che tra la passata e la nuova situazione, due minuti prima delle votazioni arrivava di corsa qualche "vedetta lombarda" che stramazzando davanti all'entrata ci consegnava una busta, si convocavano due di noi, quelli tra i meno impegnati, che erano per così dire le frattaglie della Commissione Nomine, questi si trovavano al bar e si diceva: "va bene, d'accordo, scriva si". Però i fatti oggettivi che c'erano alla base, attenzione Rossa, non sono cambiati, i documenti non sono cambiati.
C'è stato però, con l'introduzione dei tempi (io ed altri colleghi facciamo gli avvocati), l'utilizzo di una procedura attraverso la quale emergono i fatti. Tale procedura è destinata a questo e non per far perdere tempo o spendere i soldi ai clienti, perché attraverso dei meccanismi obbligatori i fatti emergono o non emergono più la procedura è una regolamentazione di tipo sostanziale, non solo di ordine formale. E' certo che questa procedura ha creato qualche problema ma indubbiamente ha costretto i Partiti a fare qualche riflessione sul loro metodo di decidere. Noi non abbiamo mai messo in discussione come Commissione la decisione finale dei Partiti. Ci è sembrato strano ed inaccettabile, ma lo diceva la legge, per esempio pensare che un Partito non avesse deliberato nei tempi stabiliti.
Se un Partito non riesce a decidere in tempo una candidatura, vuol dire che all'interno esistono problemi tali che non ci fanno dare un affidamento sufficiente sul fatto che quella candidatura è funzionale al posto.
Caro Rossa, stiamo attenti a smontare un sistema di procedure, perch se ciò avviene, dobbiamo a quel punto introdurre degli elementi e delle decisioni di merito.
Ritengo che dovremmo smobilitare il sistema delle procedure, quando andremo per esempio ad introdurre degli elementi di grande libertà di decisione del Consiglio, rispetto alle decisioni dei Partiti. Mentre, caro Rossa, qui libertà del Consiglio di decidere, al di fuori delle designazioni dei Partiti, non ce ne sono (lo dico con grande tranquillità).
Noi siamo ancora vincolati dalle scelte dei Partiti;; ci siamo soltanto dati con una legge la funzione di verificare alcune condizioni che sono scritte nella legge. Non abbiamo cambiato niente: i Partiti continuano ad essere gli unici soggetti, oltre alle persone fisiche.
Niente è mutato. Abbiamo creato ai nostri segretari, prima di tutto al nostro ottimo Santoni, qualche preoccupazione per essersi dovuto scontrare con qualche personaggio nel Partito, ma questo è ovvio, perché si è avviato un metodo in base al quale, almeno trenta giorni prima, bisogna che ci si metta d'accordo e non la sera prima che il Consiglio decida. E' tutto qui caro Rossa.
Questa legge ha il suo senso di essere nelle procedure e probabilmente non è questa la strada; dovremo recuperare una possibilità di decisione autonoma delle istituzioni rispetto ai Partiti.
Il documento che ho stilato con qualche amico dice che la funzione non dev'essere riduttiva, cioè impoverita, e soprattutto non deve essere deviante, cioè non dobbiamo lasciarci portare a diventare, come avrebbe detto La Malfa, "una sede in cui operasse un qualche 'Torquemada' da strapazzo", che poi presiedeva l'inquisizione. Non vogliamo essere niente di questo, è una deviazione, una devianza che noi non accettiamo. Per l'emendamento socialista che propone la cancellazione di un giudizio sostanzialmente positivo sulla legge, sostituendolo con un emendamento totalmente critico, a mio modo di vedere è un salto che ho difficoltà a fare.
Prego i colleghi di considerare l'elemento che abbiamo depositato alla Presidenza, questa ipotesi di emendamento, non tanto per quello che c'è scritto, ma per la possibilità di mediare tra la nostra proposta di emendamento e quella socialista, una soluzione che si faccia carico di un'esigenza di maggior speditezza dei lavori della Commissione e contestualmente anche dell'esigenza di non incominciare a buttare giù la casa, prima ancora che il cemento si sia asciugato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

L'emendamento presentato dal Consigliere Rossa, non soltanto non mi trova consenziente, ma mi fa anche preoccupare. Due secoli fa, quando Montesquieu mise a fuoco la teoria della separazione dei poteri, fu un passaggio cruciale di civiltà, tutta l'organizzazione della società ha potuto compiere un grande passo avanti.
Se certamente la Commissione Nomine non deve sostituirsi alla Magistratura, né lo ha fatto, mi pare che essa avesse il dovere, e lo ha fatto laddove è stato possibile, di analizzare tutti i documenti in nostro possesso, in maniera da verificare se quanto si va a proporre al Consiglio è congruo oppure no alle funzioni che.devono essere svolte. Ricordiamoci che stiamo parlando di nomine nei CO.RE.CO., nomine, quindi, di esperti in atti amministrativi.
Ora, se un candidato ha avuto condanne o procedimenti relativi alla gestione della cosa pubblica, occorre prestare molta più attenzione. Se un candidato ha subito condanne più o meno pesanti, per malversazione peculati, truffe, sarà sicuramente un esperto, ma un esperto da tenere alla larga dall'Amministrazione della cosa pubblica.
A me pare che gli emendamenti come quello presentato dal Consigliere Rossa indichino quanto sia terribilmente difficile emanciparsi da una pratica con la quale, siccome a garantire sono io e attraverso di me è il Partito, si afferma quella che stamani ho definito disciplina di maggioranza. Nella Commissione Nomine in alcune circostanze si è rotta non soltanto la disciplina di partito, ma anche di maggioranza.
Quanto, invece, si profila nell'emendamento Rossa è un salto all'indietro inaccettabile, se davvero si vuole fare della questione morale una questione terribilmente concreta, che significa procedure certe verifiche obiettive, vaglio puntuale delle proposte che ci vengono sottoposte.
In questo senso, sono per mantenere la formulazione originaria dell'ordine del giorno, perché confesso di non avere capito l'emendamento del Consigliere Marchini. Mi pare chiarissimo quanto nell'ordine del giorno c'è scritto: c'è una legge, è la prima volta che siamo chiamati ad applicarla, ed è una legge importante, proprio perché è rigorosa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Pensiamo che l'ordine del giorno è importante, l'avevamo concordato nelle linee già accennate in Commissione Nomine e poi in una riunione informale dei Capigruppo. Riteniamo dunque che nella sostanza debba andare avanti, anzi è importante che vada avanti, perché se si accetta il principio della rotazione, come ho detto stamani, si creano le basi per un accordo istituzionale sui Comitati regionali di controllo di grande rilievo e di notevole importanza.
Viene posta dal collega Rossa una questione, con un emendamento, che non è in toto accettabile, anche se comprendiamo la sua preoccupazione.
Riteniamo invece che la proposta del Consigliere Marchini, che è una proposta di mediazione non fra due emendamenti, ma fra il testo e l'emendamento, possa costituire un punto d'incontro molto utile.
Se vogliamo arrivare alla votazione dell'ordine del giorno sarebbe interessante e utile, mentre si sospende l'assemblea, fare un brevissimo incontro fra i rappresentanti dei Gruppi per verificare se si può giungere ad un testo definitivo, a meno che il Consigliere Rossa non pensi di ritirare il proprio emendamento e di convergere sull'emendamento Marchini che avrebbe naturalmente il consenso di tutti.
Poiché riteniamo che sia assolutamente necessario votare l'ordine del giorno questa sera e rapidamente, è nostra opinione che l'interesse politico ed istituzionale a che questo ordine del giorno sia votato debba prevalere su degli aspetti parziali e limitativi che non possono trovare la convergenza di tutti.
Invito ad avere presente questo aspetto perché la votazione è essenziale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, direi che questo è il proseguimento del dibattito che c'è stato questa mattina in aula. Si tratta di vedere se si vuole dare concretezza e consistenza reale ad una legge che la Regione si è data oppure se occorre trovare la maniera per aggirarla.
L'ordine del giorno, o meglio la bozza che è stata presentata, pu destare qualche perplessità, non per quanto c'è scritto dentro, che mi trova totalmente consenziente, quanto per la volontà che è sottesa allo stesso, cioè una proposta di rotazione all'interno dei CO.RE.CO., delle Presidenze dei CO.RE.CO., non scelta di natura istituzionale, quanto piuttosto necessità per raggiungere obiettivi non di carattere istituzionale.
Al di là di questo, certamente si tratta di un documento positivo. Ci lascia, invece, un po' perplessi l'emendamento presentato dal collega Rossa, in quanto chiede un maggiore snellimento (e detto così può andare bene, perché può significare tutto), ma proprio perché può significare tutto dà la sensazione che si tratti di una critica a quello che la legge di cui stiamo parlando vorrebbe regolamentare.
Ha ragione il collega Marchini quando parla delle procedure (lui è avvocato e queste cose le conosce bene), certamente è una procedura rigida in qualche modo non è solo un fatto formale, ma un fatto sostanziale determina dei comportamenti diversi rispetto ai comportamenti precedenti.
Non posso condividere l'emendamento presentato dal Consigliere Rossa laddove chiede di evitare che la Commissione Nomine possa trasformarsi in una sede di inquisizione.
Questo perché può dare la sensazione che nella Commissione Nomine, che si è riunita molte volte in queste ultime settimane, ci sia stato un qualche tentativo di inquisizione: questo non c'è stato, si è lavorato in modo serio e sereno.
C'è stata la necessità di conoscere, di sapere per potere giudicare e valutare.
Credo che voler rimuovere questa possibilità di conoscere e di sapere non è compatibile con le finalità di questa legge. Quindi rispetto all'emendamento Rossa avrei diverse perplessità.
Rispetto all'emendamento Marchini devo confessare che non l' ho capito bene, mentre veniva letto.
Ho ascoltato quanto ha detto a voce il collega Marchini che ne è stato l'interprete ufficiale; mi pare che sia in una prospettiva non certamente aggiratoria del dettato di questa norma, quindi ritengo che l'emendamento Marchini possa essere accettato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Mi limiterò ad una breve dichiarazione di voto, non senza osservare preliminarmente che a nostro avviso è in ogni caso da disattendere l'emendamento del Consigliere Rossa.
In primo luogo, perché si propone l'emendamento quasi a volere rimarcare che la Commissione Nomine ha esercitato dei non tollerabili poteri inquisitori, il che non è nella realtà, perché ritengo che la Commissione Nomine ha rigorosamente applicato la legge e un preciso articolo della stessa nel fare a richiesta e su segnalazione di Commissari approfondimenti in ordine ai requisiti di moralità di alcuni candidati e in ordine alla loro idoneità a poter ricoprire cariche di responsabilità tipo quelle dei CO.RE.CO.
Ma vengo alla dichiarazione di voto, da un canto richiamando quanto già ho detto in sede di intervento generale sulla questione nomine e d'altro canto motivando espressamente la nostra non partecipazione al voto alla considerazione che di fatto ci si è di nuovo trovati di fronte a una sostanziale lottizzazione e contestualmente a una ulteriore ed ennesima discriminazione nei confronti della nostra parte politica.
A proposito di un inciso dell'ordine del giorno, laddove si esaltano i principi, che come tali erano stati ampiamente condivisi da noi, e i lineamenti essenziali della legge: responsabilità, trasparenza, pubblicità controlli istituzionali, penso che, per coerenza dei proponenti, si sarebbe anche dovuto dire che si esalta il principio della discriminazione ingiusta, assurda ed antistorica della nostra forza politica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Vorrei presentare un piccolo emendamento. Al punto 4), laddove si parla di azione di promozione, dopo la parola "analoghi", propongo di inserire "a cominciare dalla pubblicazione a cura del Consiglio degli atti del dibattito odierno", perché credo che la cosa più importante ai fini della promozione sia leggere quanto oggi abbiamo detto.



PRESIDENTE

Sospendo la seduta affinché i vari firmatari dell'ordine del giorno possano approdare alla redazione di, un testo comune del documento.



(La seduta, sospesa alle ore 18,10 riprende alle ore 18,15)


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 91: "Attuazione dell'art. 17, ultimo comma, del D.P.R. 20/12/1979, n. 761 - Provvedimenti"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Propongo di iscrivere all'o.d.g. l'esame della proposta di deliberazione n.
91: "Attuazione dell'art. 17, ultimo comma, del D.P.R. 20/12/1979, n. 761 Provvedimenti", licenziata all'unanimità dalla V Commissione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Pongo pertanto in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Pongo ora in votazione l'immediata esecutività di tale deliberazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Trattamento economico dei Consiglieri

Esame proposta di deliberazione n. 79: "Definizione delle assenze rilevanti agli effetti della trattenuta di cui al secondo comma dell'articolo unico della L.R. 23/1/1986, n. 5"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. l'esame della proposta di deliberazione n.79: "Definizione delle assenze rilevanti agli effetti della trattenuta di cui al secondo comma dell'articolo unico della L.R. 23/l/1986, n. 5" licenziata all'unanimità dalla I Commissione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 84: "Modificazione della D.C.R. 14/11/1985, n. 34-10891: Definizione di criteri e modalità provvisori per la determinazione di garanzie finanziarie al fine di assicurare il corretto svolgimento delle operazioni di smaltimento di rifiuti tossici e nocivi"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. l'esame della proposta di deliberazione n.
84: "Modificazione della D.C.R. 14/11/1985, n. 34-10891: Definizione di criteri e modalità provvisori per la determinazione di garanzie finanziarie al fine di assicurare il corretto svolgimento delle operazioni di smaltimento dei rifiuti tossici e nocivi".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 19 voti favorevoli e 8 astensioni.
Pongo in votazione l'immediata esecutività di tale deliberazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario - Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno presentato dai Consiglieri Ala e Reburdo in merito all'attuazione della direttiva C.E.E, n. 82/501 del 24/6/1982 sulle attività industriali a rischio e ordini del giorno presentati rispettivamente dai Consiglieri Bruciamacchie, Bresso, Adduci e dai Consiglieri Ala e Reburdo sul censimento delle attività a rischio nella Regione Piemonte e misure relative


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Ala e Reburdo in merito all'attuazione della diretta C.E.E, n. 82/501 del 24/6/1982 sulle attività industriali a rischio e degli ordini del giorno presentati rispettivamente dai Consiglieri Bruciamacchie, Bresso, Adduci e dai Consiglieri Ala e Reburdo sul censimento delle attività a rischio nella Regione Piemonte e misure relative.
Ricordo ai colleghi che questi documenti erano già stati iscritti all'o.d.g. della scorsa seduta, ma si era stabilito che si sarebbero discussi oggi e che, inoltre, il primo ordine del giorno è già stato illustrato dal Consigliere Ala.
La parola al Consigliere Bresso che illustra il secondo ordine del giorno.



BRESSO Mercedes

Come già avevamo detto la volta scorsa, quando questo ordine del giorno era stato presentato in versione un po' più rustica, scritto a mano dal Consigliere Bruciamacchie, noi siamo ovviamente d'accordo sulla sollecitazione al Parlamento nazionale a recepire al più presto la direttiva C.E.E. Però, come molto spesso avviene nel caso delle direttive C.E.E., che sono molto puntuali e dettagliate e che quindi individuano in maniera abbastanza precisa che cosa gli Stati devono fare nel campo coperto dalla direttiva, ci sono notevoli possibilità per la Regione di intervenire già da oggi nella linea della direttiva C.E.E., al di là di una specifica normativa nazionale che vincolerebbe le aziende ad una serie di comportamenti. C'è tutta una serie di cose che, a nostro avviso, si possono già fare, nella piena autonomia della Regione, per cui ci pareva poco coerente invitare il Parlamento ad accelerare il proprio lavoro su questa materia e non fare nulla, cioè non invitare la Giunta piemontese a fare qualcosa per gli aspetti che sono già regolabili in base alle nostre competenze. Siccome oltretutto si è verificato da uno studio fatto dal CSI per conto della Regione che con una definizione un po' diversa da quella più restrittiva, prevista dalla ricerca condotta dal Ministero della Sanità, il numero delle aziende potenzialmente a rischio è decisamente più alto, pensavamo che, sulla base della documentazione esistente e di eventuali aggiornamenti che si rendessero necessari, si potesse arrivare alla predisposizione di schede che definissero una serie di cose che indichiamo: la soglia minima oltre la quale le attività economiche censite presentano livelli di rischio considerevoli e quindi devono essere rilevate, conosciute; bisogna individuarne l'ubicazione, definire la compatibilità rispetto al territorio e all'ambiente circostante, rispetto anche evidentemente alle altre attività insediate 11 intorno. Una volta individuate le aziende potenzialmente a rischio, si dovrebbero invitare tutte le unità produttive censite a predisporre un proprio interno piano di emergenza e a concordare con Comuni, Province, Prefetture dei piani di emergenza esterni rispetto al luogo di produzione e a darne l'informazione necessaria alla popolazione stessa. Naturalmente i piani di emergenza esterni dovrebbero venire coordinati dalle Prefetture.
Ci sono poi alcune considerazioni sulla maniera in cui la Giunta dovrebbe effettuare questo censimento e portarlo alla conoscenza del Consiglio. A nostro avviso questo si può fare, sarà comunque previsto nella normativa nazionale; è una documentazione che ci consentirebbe di essere pronti e comunque, se anche la legge nazionale tardasse, di dare una risposta alle preoccupazioni sempre maggiori delle popolazioni. Pensate al caso recente dell'inquinamento del fiume Scrivia, alle nuvole tossiche agli scarichi idrici, ai rifiuti strani scaricati casualmente (ne parleremo poi discutendo della legge sui rifiuti) dalle industrie qua e là.
A nostro avviso è il momento di cominciare a capire dove sono le fonti di potenziale rischio, informarne la popolazione e prendere le misure necessarie. Non c'è nessuna ragione di aspettare una legge per fare questo era questa la ragione del nostro ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Non è che io non sia d'accordo con lo spirito degli ordini del giorno che tutto sommato non fanno che riprendere quanto avevo già detto in una risposta ad interrogazione, però sarebbe opportuno che ognuno facesse il proprio mestiere; perché i programmi sulla base delle valutazioni che emergeranno dai lavori delle Commissioni all'uopo deputate vengono presentati dalla Giunta.
Credo che ci sia fondamentalmente un equivoco, perché caso mai noi presentiamo un programma poi voi lo discuterete, mentre qui c'è inversione dei ruoli, che è sempre pericolosa nella gestione della cosa politica.



PRESIDENTE

Vorrei dare lettura dell'ultima parte dell'ordine del giorno dei Consiglieri Bruciamacchie, Bresso e Adduci in quanto quello firmato dai Consiglieri Ala e Reburdo è già a conoscenza del Consiglio da tempo: "Il Consiglio regionale del Piemonte (omissis) richiede a tutte le unità produttive censite la predisposizione dei piani di emergenza interna ed invita tutti i Comuni e le Province del Piemonte, sulla base delle conoscenze acquisite, ad elaborare piani di emergenza esterna al luogo di produzione, dandone ampia e completa informazione. I piani di emergenza interna ed esterna vengono trasmessi alle Prefetture di competenza. I dati raccolti con le schede di riferimento di cui al punto a) sono considerati elementi importanti ogni qualvolta si determinano: cambiamento di ciclo produttivo, ampliamento o insediamento di nuove unità produttive.
La Giunta regionale, sulla base delle indicazioni sopra esposte, attiva tutti gli strumenti a sua disposizione e si raccorda con tutti i livelli statuali centrali, nonché con le forze economiche e sociali direttamente interessate.
La Giunta regionale elabora la scheda di riferimento e la sottopone all'esame delle Commissioni consiliari competenti".
Ha chiesto la parola l'Assessore Olivieri. Ne ha facoltà.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Il problema è che si sta attuando questa Commissione con tutti gli esperti delle varie materie per valutare la questione delle industrie a rischio, sia quelle già collezionate nel censimento dello Stato, sia quelle altre esistenti sul nostro territorio, nei confronti delle quali si procederà ad una valutazione.
Sulla base di quello che emergerà da questa valutazione vedremo quale procedura adottare: potrebbe essere la scheda, come un'altra modalità. E' una questione dinamica, perché non è che io possa pensare ad un programma quando non conosco ancora gli eventi che verranno. Proporremo una delibera attuativa sulla base del primo reperto della Commissione e poi si discuterà.
Condivido lo spirito, ma non sono d'accordo sulla metodologia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario

Nella seduta scorsa avevamo stabilito che non si sarebbe proceduto alla votazione dell'altro ordine del giorno perché avremmo in questa seduta esaminato anche l'altro documento che voleva essere, inizialmente, un emendamento a quello precedente e che quindi avremmo fatto due votazioni distinte, cioè per il documento che richiede al Parlamento l'attuazione della direttiva C.E.E., e per questo attualmente al nostro esame.
Credo che dovremmo oggi procedere e concludere l'iter di quell'impegno che ci eravamo assunti, avendo presente che lo sforzo che abbiamo teso a fare è quello di salvaguardare molto nettamente le prerogative della Giunta.
Mi sembra che non ci sia un debordare da parte del Consiglio arrogandosi competenze o indicando procedure così rigide che sono invece di competenza della Giunta. Quando il Presidente Viglione leggeva l'ultima parte appariva molto chiaro che è la Giunta il soggetto che predispone schede, chiamiamole così o in un altro modo, ciò non ha molta importanza sulla base della quale si procede al censimento di queste attività produttive.
L'unica cosa che chiede il Consiglio è che queste schede o altri strumenti che si vuole mettere in atto, vengano confrontati con le Commissioni consiliari competenti.
La volontà del Consiglio si esprime nella richiesta che vi sia questo censimento, che vi sia la predisposizione dei piani di emergenza interna ed esterna e che questi vengano messi a conoscenza e delle popolazioni e delle autorità competenti, in questo caso delle singole Prefetture e quindi inseribili all'interno di quel piano di protezione civile che sotto questo aspetto è competenza delle Prefetture di ogni singola Provincia.
Mi sembra che facciamo tutto quello sforzo per dire che ci sono ruoli distinti che vanno naturalmente mantenuti presenti all'interno dell'ordine del giorno e quindi la Giunta ha una sua capacità operativa nell'ambito di quelle linee che già l'Assessore aveva indicato nella risposta all'interrogazione e c'è un Consiglio che assume questa responsabilità. Non ci sono né confusioni di ruolo, né altri problemi; forse conviene procedere ad una votazione in questo senso, almeno che ci siano, e siamo anche disponibili, modifiche che vengono proposte circa il termine scheda.
Siamo disponibili a valutare eventuali proposte alternative.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Avevamo concordato nella scorsa seduta che avremmo votato l'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Ala e Reburdo con una correzione nella parte finale che mi pare sia stata apportata. Su questa modifica siamo d'accordo. Per la restante parte erano stati avanzati, in particolare dal Gruppo comunista, problemi concernenti assunzione di impegni di più specifica competenza della Giunta regionale. Con la massima buona volontà il documento del Gruppo comunista, come sostiene l'Assessore, esige un approfondimento, perché in una prima parte si invita la Giunta all'assunzione di alcune iniziative, poi nella seconda parte si interessa il Consiglio in modo che non risulta chiaro. Ci pare emergere una confusione di ruoli fra Consiglio e Giunta, a parte poi l'esistenza al punto 2) di un anacoluto, perché manca il verbo laddove si legge "il Consiglio regionale.., secondo i piani di emergenza". All'anacoluto si rimedia con un verbo - che vorrei sapere qual è - ma stiamo dando al Consiglio un ruolo e compiti di governo che devono essere valutati. Occorre rivedere questa stesura prima di votarla e poiché impegna la Giunta desideriamo conoscere una posizione chiara della Giunta in ordine agli impegni che le verrebbero attribuiti. Quindi chiederei, a nome del Gruppo DC, di votare la prima parte dell'ordine del giorno e per la seconda di rinviare ad altra seduta per una riflessione in merito agli impegni precisi che la Giunta può assumere. Non c'è nessuna volontà dilatoria, ma volontà di chiarezza. Se si vuole procedere immediatamente votiamo intanto l'ordine del giorno dei Consiglieri Ala e Reburdo. Questo secondo ordine del giorno lo teniamo invece in sospeso, lo vediamo con la Giunta e gli diamo pacatamente una stesura definitiva che sia organica ed accettabile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non so se la stanchezza mi fa diventare più disponibile del solito, però ho l'impressione che l'impostazione dei colleghi proponenti non sia poi del tutto errata.
Non entro nei dettagli, perché diventa complesso, ma mi sembra di capire che si cerca di avviare un processo ad opera della Giunta sostanzialmente di analisi, di indagine, di documentazione, poi si cerca di avviare un processo esterno alla Regione-istituzione e quindi è chiaro che questo processo deve essere auspicato, attivato, richiesto, suggerito dal Consiglio regionale. Non possiamo farne carico alla Giunta, che non ha strumenti normativi ai quale fare riferimento per perseguire l'attuazione di questo nostro desiderio.
Potrà essere discutibile o meno questo metodo e poi con un ordine del giorno che viene fatto gestire al Consiglio, si avvii sostanzialmente quest'opera di sensibilizzazione richiesta di un processo non previsto da nessuna normativa, perché questo è il senso, ma è certo che questo processo che non ha il suo supporto in alcuna normativa non può venire da una volontà dell'esecutivo, deve venire dalla volontà del Parlamento. Questo mi pare di capire essere la ragione di questa diversa soggettivizzazione dei due problemi. Probabilmente la formulazione, anche perché così infelice dal punto di vista grafico, non rende abbastanza comprensibile questo processo che è completamente diverso e separato e non è in alcun modo recuperabile Assessore.
Si può votare contro, si può votare a favore, ma in effetti la richiesta diretta ai Comuni, alle Province e alle unità produttive di avviare un qualcosa che non sono per legge chiamati a fare, che noi per legge non possiamo loro imporre, può essere un processo di collaborazione delle realtà produttive ed istituzionali esterne che non può venire dall'esecutivo, perché non ha dietro il supporto legislativo che è l'unico a giustificare l'attività di governo, ma può venire da un'espressione di volontà politica che è tipica dell'assemblea.
Mi pare quindi che quanto meno dal punto di vista dei soggetti ai quali i colleghi proponenti fanno riferimento, ci si sia attestati su una posizione comunque condivisibile. L'elaborazione di questo ragionamento mi pare in effetti ancora un po' macchinosa, cioè non viene fuori questa differenza fra un'attività gestionale, neanche di governo, di predisposizione da parte della Giunta ed un processo sostanzialmente politico, in una qualche misura potremmo chiamarlo di volontariato, al quale chiamiamo le attività produttive e gli Enti locali diversi dalla Regione all'interno della Regione.
E' probabile che ci voglia un ulteriore affinamento di questo ordine del giorno che, magari conservando questo tipo di impostazione con le responsabilità distinte dei due soggetti, renda più comprensibile al lettore questo processo così diverso, al punto addirittura di sdoppiarlo in due, per cui venga fuori chiaro che c'è una chiamata a partecipazione degli Enti locali e delle entità produttive ad un processo di predisposizione di un sistema di emergenza esterna; dall'altra parte, invece, un invito alla Giunta a predisporre una documentazione di base rispetto a queste attività.
Però andrei un po' prudente ad aprire questo problema, cioè a negare che sia di competenza del Consiglio regionale questa attività di attivazione.



PRESIDENTE

Le proposte formulate, sia da alcuni Consiglieri, sia dall'Assessore vanno nel senso di valutare attentamente questo ordine del giorno, cioè puntualizzando gli aspetti di competenza istituzionale. Se non vi fossero difficoltà, l'Assessore potrebbe impegnarsi a valutare questi problemi confrontandosi con i proponenti e stabilire un principio che istituzionalmente sia corrispondente alla materia importante che deve essere trattata. Lo stesso discorso vale per il secondo documento, firmato dai Consiglieri Ala e Reburdo.
Per quanto riguarda invece il primo ordine del giorno presentato dai Consiglieri Ala e Reburdo, ricordo che era stato presentato un emendamento da parte del Consigliere Marchini aggiuntivo di un ulteriore punto al documento che era stato accolto da tutti e quindi potrebbe essere considerato parte integrante dello stesso documento.
Pongo pertanto in votazione l'ordine del giorno, presentato dai Consiglieri Ala e Reburdo in merito all'attuazione della direttiva C.E.E. n. 82/501 del 24/6/1982 sulle attività industriali a rischio nel seguente testo: "Il Consiglio regionale del Piemonte vista la direttiva C.E.E. n. 82/501 del 24/6/1982 sui rischi di incidenti rilevanti connessi con determinate attività industriali considerato che detta direttiva non è stata ancora recepita all'interno della legislazione del nostro Paese; considerato che gli esiti del censimento effettuato dal Ministero della Sanità - mediante l'Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro, Dipartimento Insediamenti Produttivi ed Impatto Ambientale - rivelano l'esistenza di un notevole numero di stabilimenti con rischi di incidenti rilevanti e con una quantità di sostanze pericolose, in deposito ed in ciclo, superiori a quelle indicate negli allegati II e III dell'Ordinanza ministeriale considerato che questi esiti - che si prefigurano anche nel censimento in corso da parte del Ministero della Protezione Civile - indicano la necessità di un pronto recepimento della direttiva C.E.E. citata unitamente al varo di una serie di norme e circolari, in grado di fornire alle Amministrazioni locali - Regioni, Province, Comuni, UU.SS.SS.LL. - un quadro normativo certo ed adeguato, all'interno del quale sviluppare l'opera di conoscenza e di informazione, predisporre piani di intervento e di emergenza, programmare eventuali rilocalizzazioni o ristrutturazioni di insediamenti e depositi industriali, nonché procedere ad un più dettagliato accertamento sulle attività e sugli impianti industriali a rischio estendendolo anche alle diverse fasi di trasporto invita il Parlamento a procedere sollecitamente all'esame della direttiva C.E.E. n. 82/501 del 24/6/1982 e della proposta di direttiva del Consiglio (COM n. 572 del 4/11/1985), che, modifica ed integra detta direttiva,, al fine di un loro completo recepimento all'interno della legislazione del nostro Paese".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.


Argomento: Nomine

Ordine del giorno sulle nomine (seguito)


PRESIDENTE

In merito all'ordine del giorno sulle nomine ha chiesto di parlare il Consigliere Rossa. Ne ha facoltà.



ROSSA Angelo

Nella riunione dei Capigruppo abbiamo trovato un'intesa sulla base della proposta di mediazione tra l'ordine del giorno e l'emendamento avanzato dal Consigliere Marchini, il quale ha introdotto oltre che l'impegno del politico, anche l'abilità dell'avvocato. E' stato spiegato in termini chiari l'intenzione di questa proposta di mediazione che mi trova d'accordo sulla base della quale ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Marchini.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 31 voti favorevoli (n. 4 Consiglieri non partecipano alla votazione).
Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Bontempi. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 31 voti favorevoli (n. 4 Consiglieri non partecipano alla votazione).
L'emendamento presentato dal Consigliere Rossa si intende pertanto ritirato.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno il cui testo, comprensivo degli emendamenti, è il seguente: "Il Consiglio regionale del Piemonte valutato positivamente il fatto che si giunga nei tempi previsti dalla legge e dalla delibera attuativa alla nomina dei propri rappresentanti nei Comitati di controllo sugli atti degli Enti locali (nonché negli altri organismi previsti dalla delibera n. 57/12829 del 20/12/1985) valutato altresì positivamente il fatto che tali nomine avvengano sulla base delle nuove regole e procedure contenute nella legge 10/1985 che, pur nelle difficoltà della fase della prima applicazione, hanno evidenziato il carattere innovativo e riformatore dello strumento legislativo adottato e dei suoi principi fondamentali (responsabilità, trasparenza, pubblicità controllo istituzionale) riconferma la validità politica ed istituzionale della legge e delle procedure da essa previste, auspicandone altresì nel prosieguo un'attuazione piena e coerente da parte di tutti i soggetti aventi titolo a concorrere alle procedure di nomina, non disgiunta da una continua attenzione diretta al rafforzamento delle procedure tendenti a perseguire una sempre maggiore oggettivizzazione delle nomine, al di fuori di un'interpretazione riduttiva e deviante della funzione di verifica, che deve essere tesa a conoscere, a rendere trasparenti i fatti e le circostanze che devono essere le basi su cui esprimersi ai fini dell'idoneità dei candidati si impegna a consolidarne attuazione e diffusione sia attraverso una necessaria azione di promozione nei confronti degli altri Enti locali perché adottino regolamenti analoghi, a cominciare dalla pubblicazione a cura del Consiglio regionale degli atti del dibattito odierno, sia attraverso la precisazione ulteriore di alcuni aspetti normativi risultati carenti in fase di applicazione.
Per quanto riguarda i Comitati di controllo, in particolare, il Consiglio regionale si impegna ad adottare nei tempi più brevi possibili la norma che sancisce il principio della rotazione delle Presidenze dei CO.RE.CO. come criterio utile ai fini della realizzazione del principio della collegialità particolarmente indispensabile in organismi di controllo di legittimità degli atti come i CO.RE.CO., considerando altresì l'introduzione di tale norma base necessaria ed indispensabile per dare vita ad un'intesa di carattere istituzionale sugli assetti dei Comitati stessi si impegna altresì ad adottare quella altra norma (regolamentazione del numero delle sedute come condizione per l'adeguamento del gettone di presenza, informazione negli atti si fini dell'omogeneizzazione della pronuncia, diminuzione degli atti sottoposti a controllo) che insieme all'attuazione delle norme sui poteri di indirizzo del Consiglio e di coordinamento della Giunta già contenuti nell'attuale legge, possano portare ad un miglioramento della qualità della funzione di controllo ed al superamento dei limiti riscontrati nell'esperienza concreta dei CO.RE.CO.
Impegna altresì i Gruppi consiliari alla massima disponibilità finalizzata alla corretta applicazione sul territorio della norma relativa alla rotazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 31 voti favorevoli (n. 4 Consiglieri non partecipano alla votazione).


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.15)



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