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Dettaglio seduta n.26 del 20/12/85 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento: Bilanci preventivi

Proseguimento esame progetti di legge n. 41/52 relativi al Bilancio per l'anno finanziario 1986


PRESIDENTE

Prosegue il dibattito sui progetti di legge nn. 41/52 relativi al Bilancio per l'anno finanziario 1986.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Brizio. Ne ha facoltà.
BRIZIO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la proposta che viene presentata dalla Giunta di un bilancio di gestione o bilancio tecnico o bilancio di funzionamento è una proposta certamente particolare, in qualche modo inedita, comunque è una proposta essenziale nella sua impostazione e rinvia ad un secondo documento scelte importanti.
Già altri si sono posti la domanda: perché questa scelta, in qualche misura nuova, del bilancio tecnico, anziché altre scelte che potevano essere possibili? Credo che tutti concordino sulle difficoltà della presentazione di un bilancio completo, di un bilancio definito nel momento in cui la Giunta sta predisponendo il proprio programma, nel momento in cui manca la legge finanziaria e la legge finanziaria regionale e in cui il quadro delle risorse è abbastanza indefinito. Sono evidenti le difficoltà della predisposizione di un bilancio definitivo. Poteva essere portata avanti l'ipotesi di un bilancio di esercizio provvisorio, un'ipotesi che non avrebbe fatto scandalo perché ha dei precedenti - oltre a quelli citati dal collega Majorino relativi agli anni 1973 e 1974 - successivi ed importanti.
Abbiamo avuto l'esercizio provvisorio nel 1980 per l'anno 1981 all'apertura della terza legislatura. Abbiamo avuto l'esercizio provvisorio nel 1981 per l'anno 1982, secondo anno della terza legislatura.
Addirittura, nel 1982 per il 1983 abbiamo avuto un bilancio definitivo approvato senza gli adempimenti delle consultazioni perché in quel periodo era in preparazione il piano di sviluppo e il bilancio doveva essere approvato di concerto con il piano di sviluppo.
Quindi, collega Pezzana, ci sono molti precedenti. Il tuo ordine del giorno sembra che nasca dalla mancanza di qualunque conoscenza della storia legislativa di questa Regione.
PEZZANA Io ti rispondo dopo, Brizio.
BRIZIO Non hai bisogno di rispondermi, perché non è a me che devi rispondere.
Credo che non dobbiamo fare il dialogo, ma delle osservazioni. L'ordine del giorno è privo di qualunque significato perché ci sono una serie di precedenti ben chiari e definiti fra cui anche un bilancio organico determinato, definitivo, approvato senza consultazione.
Si poteva seguire con tranquillità la via dell'esercizio provvisorio che sarebbe stata anche più comoda (al contrario di quello che qui si è detto) per la Giunta e per la maggioranza perché avrebbe consentito di dare alcune indicazioni sull'utilizzo delle risorse e anche creando i fondi si poteva passare sull'esercizio provvisorio che avrebbe consentito di andare avanti per un certo periodo con tranquillità. La scelta che è stata portata avanti del bilancio tecnico invece è una scelta che responsabilizza la Giunta a raggiungere al più presto possibile un risultato, una proposta chiara e precisa da portare, di concerto con il programma, all'esame del Consiglio regionale. Si tratta di una proposta di chiarezza, perché questo schema ci aiuta a cogliere nella sua essenza, nella sua sostanza quale è la situazione finanziaria della nostra Regione. Questo è il punto centrale perché a nessuno può sfuggire la gravità della situazione finanziaria della Regione. Probabilmente.questa è la situazione di tutte le Regioni, ma per noi è bene guardare a fondo la nostra situazione per vedere con serenità qual è lo stato regionale.
In occasione dei dibattiti sul bilancio degli anni passati ricordo di aver detto ripetutamente, documentandolo con una serie di dati, che stavamo marciando verso una paralisi dell'istituto regionale soprattutto per quello che riguardava la possibilità di fare investimenti, di incidere direttamente, attraverso l'utilizzo di proprie risorse, sulla economia regionale.
Oggi possiamo toccare con mano, all'apertura della quarta legislatura che il cammino verso la paralisi sta andando avanti, è andato avanti molto a fondo e non può essere facilmente invertito se non prendiamo atto con realismo della situazione che si è venuta a creare.
V'è una grossa scarsità di mezzi. Se vi sono 84 miliardi nel fondo per gli investimenti e 26 miliardi nel fondo di spese correnti dobbiamo considerare che il totale delle somme disponibili, al di là della mera gestione, costituisce un importo molto limitato, soprattutto è un importo che dobbiamo correlare con quelli che sono i mutui che dobbiamo impostare in bilancio per poter avere questi 84 miliardi in investimenti. Per poter avere 84 miliardi disponibili per gli investimenti, dobbiamo impostare in bilancio il totale utilizzo dell'indebitamento consentito: 300 miliardi di entrate per mutui. Dobbiamo ben valutare che l'indebitamento è di quattro volte quella che è là disponibilità per la parte di investimenti.
Questo dato denuncia da solo la gravità della situazione finanziaria e la situazione di paralisi verso la quale stiamo andando. E' una situazione di paralisi che anche le somme reimpostate evidenziano. Prima c'era la crescita dei residui passivi. Con la nuova legge di contabilità la si è contenuta, rispetto agli anni precedenti, attraverso le reimpostazioni.
Questo ha però determinato una crescita enorme delle somme reimpostate.
Abbiamo quasi 800 miliardi di somme reimpostate che finiranno di salire ancora alla fine dell'esercizio prossimo e dimostrano che la velocità della spesa non c'è più, che la spesa si sta fermando e quindi anche in tema di risorse vincolate non si riesce ad operare con tempestività per la scarsità dei fondi liquidi.
Un altro elemento di gravità della situazione finanziaria è costituito dalla "questione" dei mutui. Non sto a contestare che la politica di non fare i mutui quando i tassi erano alti può essere stata, sotto il profilo finanziario, una politica valida sulla quale abbiamo sempre discettato con il Presidente Viglione. Resta però il fatto che proseguire indefinitamente in questa politica non è possibile.
La questione dei mutui è una questione aperta. Non possiamo portare all'infinito questa situazione senza aggravare la paralisi. Quando questo bilancio sarà attentamente valutato ci si dovrà rendere conto che questi 300 miliardi di mutui vanno a coprire in gran parte, e la relazione stessa lo dice, una serie di reimpostazioni.
Ci troviamo quindi in una situazione di tensione tale che anche sotto il profilo della regolarità amministrativa ci creerà qualche problema. Non escludo che alla lunga, crescendo questa cifra, nascano e possano andare avanti osservazioni del Governo sul bilancio che quest'oggi approveremo e che forzatamente ha questa natura, perché se noi vogliamo avere una minima disponibilità per gli investimenti dobbiamo collocare in entrata il massimo dell'indebitamento possibile e questo fatto si ripercuote anche sul bilancio pluriennale.
Nel bilancio pluriennale abbiamo impostato in entrate per il 1987 e per il 1988 rispettivamente 80 e 21 miliardi di mutui in entrata. Questa cifra rappresenta l' intera disponibilità che il bilancio pluriennale, direi a norma, prevede per gli investimenti, cioè potremo fare investimenti successivi al 1986 soltanto nei limiti della capacità di indebitamento e con l'ipotesi che prevede un forte taglio nella spesa corrente soprattutto della Formazione Professionale (cosa che sarà difficilmente agibile nel concreto perché non si può passare dagli 80 miliardi del 1986 agli 8 miliardi del 1987).
Qualunque nuova politica per la Formazione Professionale rivista e ben impostata non può portarci a questi livelli che sarebbero veramente livelli di rinuncia.
Il cammino verso la paralisi è un cammino che non può essere facilmente fermato senza decisioni coraggiose. Io credo che questa Giunta si porrà non solo il problema di reperire nuove risorse, ma anche di riesaminare a fondo la struttura regionale. Senza riesaminare a fondo la struttura regionale il complesso delle spese di funzionamento e della gestione, che oggi viene data in questo bilancio per assodata e ai livelli minimali raggiunti difficilmente si potranno trovare spazi per spendere nei prossimi anni risorse proprie regionali nel terreno degli investimenti. Si arriverà lentamente a quello che d'altra parte Viglione - voglio citarlo affermava: "Per gli investimenti potremo contare soltanto sul Fio".
Ridurre soltanto al Fio la capacità di intervento sugli investimenti sarebbe gravissimo, benché il Fio sia una cifra importante per la Regione Piemonte. Anche la indisponibilità delle cifre del Fio, della loro allocazione, costituisce un elemento che va a favore del rinvio che è stato adottato. Purtroppo leggiamo sui giornali che il Fio 1985 non sarà destinato che a gennaio 1986.
Mi auguro che le decisioni del Governo siano tempestive in modo che la Giunta abbia presente quelli che sono gli stanziamenti definitivi e quelli che dovranno transitare attraverso il bilancio regionale per consentire uno sforzo maggiore negli investimenti. Ci sarà probabilmente anche il Fio 1986. A questo proposito, però,se il Fio diventa lentamente l'unica risorsa di investimenti regionali, credo che dobbiamo fare delle scelte più precise per il futuro. Anche questo è un punto che si porrà netto. Quando il Fio costituiva uno degli elementi delle possibilità di investimenti allora si faceva una proposta complessiva più ampia. Credo che questa proposta complessiva più ampia debba essere ridimensionata per il 1986. Se esso costituisce l'unico spazio che abbiamo per gli investimenti, bisognerà fare scelte nette e precise non soltanto tenendo conto di progetti che siano validi per il Nucleo di valutazione investimenti, ma anche sapendo che si tratta di scelte limitate. Non potremo più presentare maxi domande che poi non saranno accolte che in minima parte. Siamo in presenza di una situazione pesante e difficile della quale dobbiamo avere conoscenza e coscienza. E' inutile che ci poniamo gli interrogativi sul perché di questa soluzione. Valgono tutte e due le tesi che sono state adombrate; i motivi concorrono.
Da un lato hanno pesato i ridotti trasferimenti da parte dello Stato e la modifica del sistema di erogazione del fondo regionale. Si è passati infatti dà un trasferimento che era proporzionale all'incremento delle entrate tributarie ad un incremento legato al tasso di inflazione, e quindi molto ridotto rispetto agli anni precedenti. Il tasso di sviluppo delle entrate che si presumeva di poter utilizzare è venuto a mancare dal 1981 mentre andava avanti una legislazione regionale che ipotizzava questo sviluppo continuo delle entrate, e quindi impegnava gli esercizi, impegnava il futuro e non poteva non porre dei problemi che si andavano via via manifestando.
L'ha già detto il collega Ferrara nell'intervento di questa mattina, ma il concetto credo che debba essere ribadito e ulteriormente precisato. La grande sanatoria nei confronti dei Comuni del 1977, con i decreti Stammati prima, con il consolidamento poi e il depennamento di tutti i mutui per deficit di bilancio che si erano accumulati a livello degli Enti Locali, ha portato ad una sistemazione delle possibilità di spesa dei Comuni adeguata soprattutto per i grandi Comuni che avevano forti spese capitarie, mentre gli incrementi per la Regione non si sono più adeguati con la modifica del meccanismo di incremento delle entrate. Si è così creata una situazione di squilibrio, che è tuttora presente, fra l'andamento della finanza comunale soprattutto delle grandi città, e l'andamento della finanza regionale che va avanti in un clima di difficoltà, che noi speriamo possa essere superato colla presentazione e approvazione della legge finanziaria della finanza regionale e da un avvio a quella autonomia impositiva senza la quale noi non usciremo da questa situazione di difficoltà. E' difficile definire quale possa essere il quadro di questa autonomia impositiva, ma certamente esso costituisce uno degli elementi fondamentali per sbloccare una situazione di rigidità di bilancio che può portare vicini a quella situazione di paralisi che da tempo abbiamo visto maturare e del cui pericolo abbiamo avvertito il Consiglio regionale.
Ho voluto dire questo perché la situazione finanziaria di partenza rimane un elemento di fondo sul quale deve essere basata la capacità di attività della Regione Piemonte e sul quale devono essere basate le scelte.
Non possiamo procedere con gli occhi bendati, dobbiamo avere chiaramente di fronte a noi questa difficoltà. Non si può quindi utilizzare la proposta di bilancio tecnico come prova di debolezza o di incapacità della Giunta o per dirla con Pezzana, come prova di mancanza di idee.
La verità è semplicemente l'opposto: ci sono molte idee e poche risorse; il problema è di riuscire, con le limitate risorse, a portare avanti un discorso complessivo e concreto.
Ho voluto dire questo perché è in atto il tentativo di indebolire l'immagine della Giunta e della maggioranza. Un tentativo che noi respingiamo e che è destinato a fallire: innanzitutto perché è infondato perché non ci sono alternative; ma soprattutto per ché questa maggioranza esprime una svolta voluta dagli elettori alla quale essa è in grado di dare una risposta di solidità e di stabilità.
Certo, l'approccio è diverso da quello della svolta del 1975. Nel 1975 si è puntato, quasi trionfalisticamente, sull'immagine, sui risultati e sul significato esterno della svolta.
In questa fase invece si cammina in un campo minato di difficoltà finanziarie diverse, ma con solidità, con attenzione ai problemi e non con superficialità. Ed è quindi anche sotto questo aspetto che il bilancio tecnico rientra in un'operazione complessiva che deve essere valutata positivamente.
Per quello che ci riguarda come Gruppo siamo impegnati al sostegno della Giunta e della maggioranza. Approvando la legge sui trasporti, con le sole modifiche proposte dal Governo, abbiamo dato prova di grande disponibilità, come l'abbiamo data questa mattina approvando l'assestamento del 1984 sui parchi (documento sul quale non avevamo alcuna responsabilità) e lo stesso assestamento del 1985.
Riteniamo che la responsabilità di governo obblighi tutti a non difendere tutto quello che non è difendibile, a non creare dei tabù su accenni, su discussioni che riguardano il passato perché i problemi che abbiamo di fronte riguardano il futuro e sono problemi notevolmente difficili. Abbiamo di fronte a noi grosse necessità, grossi problemi da affrontare, una grande scarsità di risorse, per cui molto del ruolo che la Regione potrà svolgere in questi anni è un ruolo di idee e di fantasia.
Noi siamo disponibili a cercare tutto quello che consolidi la maggioranza; siamo disponibili al confronto con l'opposizione per dare un confronto positivo allo sviluppo del Piemonte. A gennaio con il programma con le scelte di bilancio si concreterà questa seconda fase dell'operazione bilancio: si passera dal bilancio tecnico al bilancio delle scelte.
II bilancio tecnico e la premessa per arrivare a scelte rapide, per non rinviare con un esercizio provvisorio di due o tre o quattro mesi, come fu fatto per esempio nei due casi che ho citato in precedenza. Scelte che invece è necessario compiere oggi perché possano incidere sul futuro del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.
BIAZZI Signor Presidente e Colleghi, non ho la pretesa col mio intervento di ottenere gli apprezzamenti che ha ottenuto la collega Bresso, spero solamente di avere una parte dell'attenzione che avete prestato al suo intervento.
Non sarò purtroppo brevissimo e voglio esordire fuori dall'impostazione che mi ero data proprio perché quello della situazione certamente difficile della Regione è un tema che ritorna continuamente ed è stato ripreso ultimamente da Brizio. Vorrei però ricordare che questa situazione non esiste solo da adesso e do 2 cifre: la prima è presa dal piano di sviluppo del 1983 presentato allora dal collega Simonelli, dove si era chiesta quella strada particolare ed eccezionale per arrivare all'approvazione del bilancio, che era comunque un bilancio completo.
Ebbene, nel documento di piano di sviluppo veniva detto chiaramente che a disposizione della Regione per tutti gli interventi previsti all'interno del piano di sviluppo c'erano 4,3 miliardi di investimenti: questa era la situazione del 1983, oggi qual è la situazione? Io leggo dai documenti che la Giunta ha presentato le seguenti cifre: per gli investimenti, oltre 90 miliardi per il 1986; 80 miliardi per il 1987 e 21 miliardi per il 1988: queste sono le cifre che abbiamo a disposizione e su queste evidentemente sono necessari un approfondimento e un confronto. Nel 1983 però,e Viglione divenne Presidente nel corso di quell'esercizio,vi erano per gli investimenti 4,3 miliardi. Viglione è andato via nel 1985 e queste sono le cifre. Certo, farò poi il discorso più complessivo, ma questo è un dato che occorre tenere in conto e sul quale misurarci per trarre le conseguenze.
Siamo di fronte, ed è stato ripetuto da tutti, in primo luogo dalla collega Bresso, a documenti di bilancio oltremodo inadeguati per un inizio di legislatura; non mi dilungo su questo punto, perché è gia stato detto praticamente tutto.
Sottolineo però che sono documenti molto contraddittori che derivano, e anche questo è stato detto, da una non scelta della Giunta per quanto riguarda programmi e attività della Regione e da una scelta che noi riteniamo sbagliata della Giunta stessa nel merito della presentazione di documenti di bilancio. La riteniamo sbagliata sia nel merito, perché come primo bilancio di una nuova legislatura occorreva evidentemente un documento molto più articolato che ci permettesse un confronto ampio con la comunità regionale, ma sia soprattutto anche nel merito delle scelte che sono contenute in questi bilanci.
Infatti, siamo di fronte a un bilancio costellato di voci per memoria che lascia troppe partite scoperte in settori ed attività fondamentali che sono già stati elencati: dall'ambiente, gli enti strumentali, al lavoro alla cultura e così via. Noi pensiamo che questo non possa che derivare dal fatto che la Giunta regionale, questo lo voglio però ripetere, e la maggioranza non sono state in grado di fare per tempo le scelte e presentarle al Consiglio Regionale. Non reggono le giustificazioni sulla incertezza della finanza regionale.
Non prendiamoci in giro, esiste una legge finanziaria precisa, le incertezze ci sono sempre state, ma per quanto riguarda il bilancio annuale direi che di incertezze non si può parlare, perché i punti in discussione del bilancio dello Stato e della finanziaria, riguardano entrate e spese per la Regione essenzialmente a destinazione vincolata e riguarda il buco quello sì, del fondo sanitario nazionale, riguarda l'altro buco del fondo nazionale per i trasporti. Poi ci saranno altre piccole questioni, ma son cose molto marginali, che non modificano la sostanza delle cifre che noi avevamo ed avremo a disposizione, per cui queste motivazioni francamente non possono reggere.
E noi le troviamo invece, e qualcuno lo ha anticipato, nella debolezza congenita di questa Giunta e di questa maggioranza, al di là dei numeri che ha, che porta con sé ovviamente un vizio di origine che abbiamo denunciato dall'inizio, di essere stata decisa questa soluzione non in Piemonte o a Torino ma attraverso accordi di vertice a Roma, che sono stati presi, ne abbiamo avuto la testimonianza plateale qui quando si discuteva dell'elezione della Giunta, sopra la testa di tutti gli organismi e le istituzioni politiche del Piemonte.
Questo vizio di origine pesa, al di là delle dichiarazioni del Presidente sulla collegialità di questa Giunta. Sappiamo, adesso perfino dalla stampa, che questa collegialità non si è mai realizzata; che le poche decisioni prese molto spesso sono frutto dell'iniziativa singola di Assessori del giorno per giorno, generalmente pasticciate, come lo dimostrano proprio in queste ore le decisioni che vogliono sottoporci e imporre per l'approvazione e il passaggio al Consiglio, sulla legge Galasso per fare un esempio; sulla legge urbanistica regionale, una materia così delicata; sul metano che hanno imposto al Consiglio di approvare senza discussione, né in commissione, né in aula, tant'è vero che un pezzo della maggioranza si è rifiutato di votare.
Questi sono i fatti che abbiamo di fronte: delle non scelte.
Voglio però chiarire, per i rapporti corretti che abbiamo con l'Assessore al bilancio, che queste critiche noi non possiamo rivolgerle francamente all'Assessore al bilancio Turbiglio e all'Assessorato, perch ci hanno fornito in questo quadro, in questa logica, dei documenti contabili, con dati certi e una relazione breve, ma chiara, che è utile alla nostra discussione.
Dobbiamo dare anche atto della massima disponibilità da parte dell'Assessore e all'Assessorato di avere un confronto per chiarire evidentemente i punti che non sempre si riescono e chiarire anche in Commissione.
Diverso è il discorso del bilancio pluriennale, ma non per responsabilità evidentemente del Vicepresidente che ha la titolarità di questo incarico perché, già la collega Vetrino lo anticipava in Commissione, è la natura di questo bilancio che lo rende praticamente inutile. Ecco, qui, la differenza invece che c'è sostanziale tra il bilancio annuale e il bilancio pluriennale. Per il bilancio pluriennale sì pone il problema della massima.incertezza in cui si trovano a operare le Regioni, questo non si può dire che valga per quanto riguarda il bilancio annuale.
Noi non abbiamo taciuto in Commissione, tra l'altro, i rischi che presentano le scelte della Giunta, rischi di arrivare a una situazione di ingestibilità del bilancio stesso e di ritardi perfino nel programmare e portare avanti la normale amministrazione in settori fondamentali e vitali per la vita della Regione e a fianco di questi rischi o conseguenze di essi noi abbiamo individuato il pericolo di poterci trovare di fronte a una serie di variazioni di bilancio derivate dalle esigenze e dalle pressioni più diverse, anche se fondate, che avrebbero alla fine snaturato profondamente il senso ed il valore del documento presentato. E proprio coscienti di questi rischi ci siamo fatti carico dei pericoli che la scelta del bilancio tecnico presentava, pur non condividendola, e abbiamo chiesto garanzie in questa direzione per impedire che il documento di bilancio in attesa del programma e delle consultazioni fosse seguito da una serie continua di parziali variazioni al bilancio stesso ed era un rischio che forse non è del tutto fugato. Che entro brevissimo tempo perciò abbiamo chiesto che si predisponessero da parte della Giunta regionale gli strumenti per garantire il normale proseguimento dell'attività della Regione.
E tutto questo si può ottenere, noi l'abbiamo individuato in questo strumento, con un'unica variazione di bilancio da presentare subito dopo il periodo natalizio, alla ripresa dei lavori del Consiglio. Per noi questa, e voglio essere chiaro in termini di correttezza, era la condizione per lasciare proseguire un iter procedurale anomalo, che noi non condividiamo ma non abbiamo voluto scegliere la strada dell'ostruzionismo: la Giunta l'ha assunto e se ne assume anche la responsabilità.
Abbiamo chiesto un impegno preciso in questo senso alla Giunta regionale e alla maggioranza e dobbiamo dare atto che un impegno preciso con chiarezza è stato assunto dalla Giunta regionale prima con l'Assessore Turbiglio, poi con l'Assessore Turbiglio il Vice Presidente della Giunta e dall'intera maggioranza; un impegno cui ovviamente qui ci richiamiamo perché è un impegno preciso assunto in Commissione ed eventualmente da ribadire qui con un ordine del giorno. Mi pare che sia necessario però che questo impegno venga ribadito con l'impegno che si concretizza nel rifiuto della Giunta regionale ad apportare qualsiasi parziale variazione al bilancio prima della nota di variazione globale.
Le cifre del bilancio indicano e l'ho già anticipato, ma lo sappiamo tutti e non da adesso, una situazione di bilancio di grande difficoltà.
Dicevo prima che non è una novità e basta andare a rileggere i dibattiti e le relazioni degli ultimi anni per trovarne una conferma. Non è solo una difficoltà del Piemonte, penso che a Venezia i Presidenti delle Regioni abbiano discusso proprio di questi problemi.
Necessità quindi, perché c'è una situazione di difficoltà, di avere un confronto di merito sulle cifre, come ci ricordava il collega Ferrara, e sui, problemi e le prospettive che si aprono alla nostra Regione.
All'invito del collega Ferrara noi non abbiamo nessuna intenzione di sottrarci; diciamo che siamo già su questa strada e infatti in I Commissione questo confronto si è già avviato, d'intesa con tutti i Gruppi a seguito anche di una nostra richiesta precisa, quando non c'era nulla da discutere in Commissione di atti dovuti, di calendarizzare una serie di impegni, di incontri, per arrivare appunto a questo confronto di merito sui problemi della finanza e più in generale dell'attività della Regione.
Situazione difficile; avevo dato all'inizio le due cifre, era difficile nel 1983.
Occorre però mi sembra la massima chiarezza sulle cause di questa difficoltà: 4,3 miliardi disponibili nel 1983, adesso quasi 200 miliardi.
Occorre analizzare il presente ed il passato. Non abbiamo nessun schermo dietro cui nasconderci; non vogliamo accantonare nulla oggi, quanto è successo nei 10 anni precedenti: che cosa è mutato, perché questo ci permette anche di capire che cosa sarà il futuro.
Se non si è chiari però sull'origine delle difficoltà attuali della finanza regionale in generale e piemontese in particolare; se ci si lascia tentare, come sembra, da piccole strumentalizzazioni o sponsorizzazioni come in parte è già stato fatto; se si resta cioè in questa ambiguità, non si riuscirà certamente a risolvere i problemi gravi, anzi gravissimi che la Regione e le Regioni hanno davanti; - non si riusciranno a trovare i rimedi. E diventa allora, Ferrara, difficile anche andare a un confronto serio nel merito e sulle prospettive, un confronto che noi abbiamo sempre cercato, un confronto che noi vogliamo.
Io tralascio volutamente le ripercussioni che ha la Finanziaria sul nostro bilancio, anche se qualche considerazione si dovrebbe fare, perch qui tocchiamo con mano come poi pesino le scelte della Finanziaria nazionale in termini di servizi e anche sull'attività normale della Regione, perché un articolo della Finanziaria impedirà, se non modificato per esempio di applicare il contratto dei dipendenti regionali, di tutti i dipendenti regionali e non solo, come diceva Pezzana, delle categorie apicali, ma di tutti i dipendenti e questo è il problema vero. Ma dato che è saltata fuori, voglio riprendere l'affermazione fatta da Pezzana, non perché sia più o meno demagogica, a me non interessa, ma perché mi ha toccato personalmente, in quanto componente della Commissione che ha licenziato quel provvedimento di legge. Ebbene, in quella Commissione non c'era nulla e non c'è nulla nel cassetto, vero Presidente Santoni? Non c'è nessun disegno di legge che sia stato messo da parte per dare il via a quello che Pezzana ha presentato come un accordo oscuro o sotto banco tra tutti i Gruppi. Questa è la verità che va ricordata chiaramente. Ognuno sulla legge è libero di esprimere tutte le proprie opinioni e di collocarsi come meglio crede, ma non si possono cambiare i termini della questione.
Oggi in I commissione non c'è nessun provvedimento che giaccia e che sia stato postposto per mandare avanti la legge che non era di aumento degli stipendi dei Consiglieri, perché per questi semmai c'è stata una diminuzione, ma di adeguamento delle indennità in favore dei Consiglieri per far fronte alle spese che essi sostengono per svolgere la loro normale attività, indennità ferme da anni ed erose dall'inflazione.
Ritorno ai bilanci.
Le relazioni dicono su punti fondamentali, e mi pare sia il caso di non tacere questo cose diverse tra di loro. Mi riferisco alle relazioni dell'Assessore Turbiglio, della Vicepresidente Vetrino e anche del Presidente della I Commissione.
La relazione dell'Assessore alle Finanze inquadra succintamente, ma con chiarezza, le cause vere di queste difficoltà, le incertezze che derivano dall'assenza di una legge sulla finanza regionale scaduta tra l'altro nel 1982, i tagli che si sono susseguiti dall'81 in poi, l'attribuzione di funzioni alle Regioni in base a tutti i decreti presidenziali e ministeriali che conosciamo, ultimo quello di Galasso, che dice alla Regione di predisporre i piani paesaggistici, ma non dà una lira per farli.
Questa relazione mette però anche in evidenza che l'avanzo presunto di 661 miliardi non copre i fondi statali reimpostati che sono 784 con qualche leggera modifica e che la differenza di 120 miliardi circa è coperta con risorse della Regione. La relazione puntualizza che i conti sono in equilibrio; d'altronde credo che non potesse fare diversamente. A fronte della relazione poi, c'è il bilancio e ci sono le cifre che quadrano e questo mi pare che sia un dato di fatto oppure ce le smentisca. Le cifre quadrano, già garantendo gran parte delle spese obbligate: personale mutui, funzionamento, area di attività per beni e servizi che sono 59 miliardi poi modificati, che aumenta del 15 o 20% rispetto ai beni e servizi che erano previsti nel bilancio 1985, perché ci sono i fondi statali già reimpostati e tutte le altre cose presenti nella relazione.
Questo bilancio, dopo aver coperto quelle spese, tiene di riserva 20-21 miliardi, diminuiti solo nell'ultima nota di variazione, per le spese correnti; 91 miliardi, ma adesso saremo intorno ai 90, per gli investimenti; 32 miliardi come fondo riserva spese obbligatorie che già fronteggiano la famosa tranche del debito dell'INPS.
Quindi 1'85 è in pareggio. Ci sono oltre 140 miliardi per 1'85 ancora a disposizione per spese correnti ed investimenti, tra cui ovviamente ci sono anche i debiti verso l'INPS.
Sul pluriennale poi ci sono gli 80 e i 21 miliardi, io ho dei dubbi che quelli poi potranno.essere utilizzati, però questo è il quadro a fronte dei 4,3 miliardi dell'83.
La relazione al bilancio pluriennale chiamata nota introduttiva giustamente, perché non poteva essere altrimenti, sottolinea le difficoltà in cui si trova la finanza regionale e individua le cause, come Turbiglio come Santoni, nel minore incremento delle entrate dall'81 in poi. Pone per sullo stesso piano - e questo è un aspetto che va ripreso e che deve essere discusso fino in fondo - cito testualmente: "queste difficoltà che derivano dalle politiche regionali di bilancio che si sono di fatto sostanziate in un volume di spesa superiore alla effettiva disponibilità di risorse producendo un consistente disavanzo effettivo." E qui ci siamo: le politiche di bilancio sono sempre discutibili, ma quando si parla di cifre quando c'è un'affermazione così precisa, ritorniamo a un nodo importante perché il consistente disavanzo effettivo non è più un'affermazione di un autorevole Consigliere anche se Capogruppo di una maggioranza, ma è in un documento ufficiale della Regione Piemonte, in una relazione di bilancio.
E allora, quant'è questo disavanzo effettivo che sarebbe nascosto? Sono 10 miliardi? Sono venti miliardi? 0 sono 200 miliardi, come diceva il collega Ferrara, che si avviano a diventare 300 miliardi? Come stanno le cose in questi bilanci? Nei bilanci occorre essere chiari con un solo modo: con le cifre, o quadrano o non quadrano, e se non quadrano bisogna dire dov'è che non quadrano.
Non si può essere ambigui e poi chiedere un confronto sui problemi di prospettiva della nostra Regione.
Noi questa questione l'abbiamo posta in I Commissione e tra l'altro non l'avevamo posta solo noi, ma anche Brizio. E l'Assessore Turbiglio ha smentito che ci fosse questo buco, ed egli, conti alla mano, non poteva fare che così e il bilancio annuale 1986 è l'unico bilancio sul quale si possa ragionare seriamente.
Ma la risposta vera, come dicevo prima, la troviamo nelle cifre: i 140 miliardi disponibili. Slitteranno forse i 20-25 miliardi per la Formazione professionale, su cui però bisognerà entrare molto nel merito, perché non è vero che ci sono meno risorse quest'anno, rispetto agli anni scorsi per la F.P.; a me sembra che ci siano parecchi miliardi in più di quelli che hanno avuto prima Tapparo e Ferrero.
Ci può quindi essere questo slittamento, però c'è anche una valutazione molto prudenziale nel bilancio, per cui alla fine si ridurrà probabilmente anche questo slittamento che tra l'altro c'è sempre stato da parecchi esercizi in avanti.
Voglio però aggiungere, detto che questa è la situazione, e cioè che i conti per adesso quadrano, che le Regioni e il Piemonte rischiano comunque la paralisi delle loro attività, rischiano addirittura la morte se non si inverte il meccanismo avviato nel 1982, come diceva Tapparo nel suo intervento. Questo il nodo di fondo su cui bisognerà confrontarsi.
Vediamo però la situazione - chiedo scusa se mi dilungo, ma i problemi son stati posti e una prima risposta va data e penso che questa sia la sede adeguata. Noi abbiamo cercato con la semplice calcolatrice manuale di ricostruire l'intero bilancio con dei margini di errore evidentemente. Che cosa salta fuori da questo bilancio.
Le entrate libere della Regione ammontano a circa 515 miliardi, io do una tolleranza del 4-5% sulle cifre che diamo noi calcolate a mano. A fronte di questi 515 miliardi bisogna tirar via i 45 miliardi che vanno stornati al fondo trasporti, i 6 miliardi per la caccia che purtroppo per legge sono spese già vincolate.
Il problema invece dà porre è come mai sono state vincolate le spese alla caccia, mentre sono state aumentate le tasse per la pesca e per i pescatori non si mette neanche una lira in più rispetto al 1985, e questa è stata indubbiamente una scelta di carattere politico.
Ci sono 4,13 miliardi per le funzioni ex-OMNI da tirar via da quei 515 quelli per i servizi assistenziali e per i trasferimenti ai Comuni degli interventi in materia di diritto allo studio. E poi ci sono gli 11 miliardi delle Opere Universitarie. Arriviamo quindi a circa 400 miliardi liberi. I vincoli non derivano da scelte regionali, sono vincoli imposti dalle leggi statali.
Ebbene, a fronte di questi 400 miliardi noi troviamo delle spese fisse precise che io voglio.elencare perché altrimenti non capiamo di che cosa parliamo: gli organi statutari della Regione costano 12 miliardi, come risulta dal bilancio, e il personale costa circa 86 miliardi.
Ebbene qui poteva esserci una scelta del governo regionale precedente che ha portato - a uno sfondamento di questo capitolo, invece noi troviamo che negli ultimi anni il personale in Regione è diminuito di 500 dipendenti, per cui se la rigidità arriva, non viene per questo settore certamente da parte di scelte del precedente governo regionale.
Io ho trovato nella nota.di variazione 59 miliardi per i beni e servizi nell'area di attività: nel 1985 erano previsti 50 miliardi, un aumento quasi del 20%. Vuol dire allora che per l'acquisto di tutti i beni e servizi, la Giunta precedente non è andata a sfondare chissà quali tetti tant'è vero che vengono confermati con un incremento che va oltre il doppio del tasso di inflazione programmato da parte di questa Giunta.
Ci sono poi i costi degli enti strumentali; quelli per il decentramento e per il rimborso dei mutui a ripiano di bilancio ed infine la grossa partita relativa alle annualità passive che pesa e peserà ancora per il futuro perché queste annualità sono state assunte dalle varie amministrazioni che si sono succedute al governo della Regione dal 1970 in avanti: tali annualità si aggirano intorno ai 110-115 miliardi.
Ebbene questo è un nodo che parla sì di scelte della Regione e su cui si apre la discussione. Ma andiamo anche qui a vedere nel merito di che cosa si tratta.
Queste sono: annualità date per interventi all'interno del settore agricoltura e io mi ricordo, quando qui, da parte dell'allora minoranza, la D.C., si continuava a insistere che i fondi messi a disposizione dalla Regione per l'agricoltura erano di gran lunga insufficienti.
Derivano dalle scelte fatte dalla Regione per intervenire nella ricostruzione delle aree disastrate dagli eventi calamitosi (l'Ossola l'Alessandrino e così via) in tutti questi anni; derivano dagli interventi per quanto riguarda il settore dell'artigianato, completamente cancellato adesso; derivano dagli interventi per la casa (interventi a favore delle cooperative a proprietà divise e indivise); derivano dalle scelte fatte in materia di pronto intervento, di depurazione delle acque e così via.
Se vogliamo avere un confronto vero, andiamo a vedere in questi settori quelli che non dovevano essere coperti da spese da parte della Regione e allora sì che ci confronteremo seriamente nel merito.
E io chiedo se questa ricostruzione fatta dal nostro Gruppo ha fondamento oppure se non regge? Io do una tollerabilità del 4 o 5% e lo stesso Visentini diceva che una tollerabilità del 4-5% è già buona per ogni previsione di questa dimensione.
A me sembra però che le cause che ho elencato, di spese che non sono atti estemporanei o effimeri della Regione ci mettono anche sulla strada per capire l'origine delle nostre difficoltà. Ci dicono che ci sono anche difficoltà che oramai si trascinano da anni, con momenti peggiori dell'attuale.
Mi riferisco solamente per un punto al bilancio pluriennale, perché si lega alle scelte di governo fatte dalla Regione negli anni precedenti.
Mi riferisco a 4 voci significative del, bilancio pluriennale e sono la 13030: quote interessi mutui a pareggio del bilancio dal '79 all'85, 47 miliardi più il capitale e per l'87 la stessa voce dice: quote interessi mutui a pareggio bilancio 1986 solo per il 1986; ebbene per tutti gli anni precedenti per questo rimborso si prevedono 52-53 miliardi; nell'87, per il solo 1986, se si fanno tutti i mutui previsti scatta addirittura una somma che è pressappoco uguale, altri 50 miliardi.
Questo ci fa capire come la scelta politica fatta dal governo precedente di non andare a contrarre mutui quando non erano indispensabili ha permesso di risparmiare su queste quote di ammortamento dei mutui decine di miliardi.
E allora, per avviarmi alla conclusione, a me sembra che si pongano due grandi questioni: 1) invertire la tendenza degli ultimi anni del calo delle risorse a fianco dell'aumento delle funzioni, altrimenti si arriva alla morte della Regione in pochi esercizi. E' una grande questione certo Ferrara, che deve coinvolgere maggioranza e minoranza al di là delle singole collocazioni. Su questo però .vediamo anche come non ha nessuna rilevanza l'omogeneizzazione delle Giunte locali al livello nazionale.
Questo è il primo problema che deve trovare unite tutte le forze autonomistiche comunque collocate.
Occorre cioè garantire alle Regioni la sopravvivenza; ma questo non basta, i margini di risorse non ci sono e bisogna recuperarli per permettere alle Regioni, non solo la sopravvivenza, ma di svolgere una effettiva azione di governo, di coordinamento, di raccordo e di integrazione di risorse, arrivare cioè a una sorta di regionalizzazione della finanza locale. Anche questo è un obiettivo che mi sembra possa essere unitario. Nella chiarezza noi diciamo "sia dato a Cesare quello che è di Cesare, oppure a Aldo quello che è di Aldo", però si vada avanti.
Occorre anche, come è stato detto da parecchi colleghi, un'azione di governo della Regione verso l'esterno, Stato e FIO, verso gli Enti Locali verso la Cassa Depositi e Prestiti, verso le banche, i grandi gruppi proprio per avviare un'azione più incisiva in questi settori.
Però qui permettetemi almeno di spendere una parola: qui non si.parte da zero, abbiamo già degli esempi.
Per la casa dal 1.1.1985 al 30.6.1986 in Piemonte arriveranno dai 650 ai 700 miliardi per circa 17-18.000 alloggi, che non sono mandati casualmente, ma sono il frutto di un'iniziativa della Regione Piemonte che ha fatto proposte precise allo Stato e che il Parlamento ha accolto in propri disegni di legge che sono diventati leggi dello Stato e che hanno permesso il recupero di fondi nel piano decennale della casa.
Ma abbiamo l'altro grande settore di spesa: la sanità. A Venezia, e il Presidente penso lo possa confermare, mi pare sia emerso che la Regione Piemonte è la Regione che ha meno difficoltà in questo settore, mentre ci sono Regioni sì che hanno disavanzi,che vanno dai 200 ai 300 miliardi in su.
Per i trasporti, mi pare che per tutto questo settore una politica sia stata impostata direi al di là perfino delle risorse regionali. Come ci ricordava il dibattito di stamattina la Regione si è perfino fatta carico di garantire linee socialmente utili a carico del proprio bilancio. Ma perché ha potuto farlo? Perché ha un quadro di programmazione e di riferimento certo e così via.
Le occasioni ci sono anche a breve termine per rafforzare questa politica e mi riferisco solo al fatto che nella legge di finanza regionale la legge cosiddetta Fracanzani, si propone per esempio che il 25% dei flussi finanziari che passano attraverso la Cassa Depositi e Prestiti e vanno agli Enti Locali siano concertati con le Regioni. E da qui anche l'ordine del giorno che noi abbiamo presentato proprio per rendere più vicina alla realtà del nord l'intervento della Regione e degli Enti Locali nel suo complesso.
Taglio tutto il resto, non entro nei dettagli tecnici e mi scuso per essere stato troppo lungo.
Quello che ho cercato di dire indica che siamo di fronte a problemi molto gravi, ma anche che i documenti che la Giunta ha presentato di fronte a una situazione così grave non sono sufficienti per avere la nostra approvazione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CERCHIO



PRESIDENTE

La discussione generale è conclusa. Passiamo pertanto alle repliche della Giunta regionale.
La parola all'Assessore Turbiglio.
TURBIGLIO, Assessore al bilancio Signor Presidente, colleghi Consiglieri, le cifre del bilancio di previsione dell'anno 1986 sono state illustrate ieri compiutamente con approfondita relazione da parte del Presidente della I Commissione, avv.
Santoni.
Sulle cifre, sulle percentuali, sugli articoli che sono stati definiti o sono stati inseriti per memoria, tornerò più tardi. E' sulle procedure per la formazione del bilancio che io vorrei dire qualche cosa.
E' nota a tutti la situazione di particolare difficoltà, di particolare incertezza che involge il panorama finanziario del Governo nazionale e i conti del nostro bilancio statale. La Giunta non si è soffermata eccessivamente su questo argomento: fa notare che è noto a tutti, lo ricorda, non certo per piangerci sopra, ma per ricordare che è un problema.
La Giunta si è dovuta muovere in questa situazione difficile e con altre difficoltà, difficoltà che sono nelle cose: la nuova formazione politica l'ha messa di fronte a problemi che bisognava innanzitutto conoscere, poi chiarire, approfondire e valutare per un assemblaggio di tante cognizioni indispensabili per impostare un programma o una gestione di cui il bilancio in definitiva vuole esserne la lettura.
Vorrei ricordare alla collega Bresso, ringraziandola per lo stimolante intervento di questa mattina, molto simpatico e intelligente, che se è vero che ci sono due liberali (l'Assessore al Bilancio e il Presidente della I Commissione) è anche vero sempre un principio espresso da Einaudi: "conoscere per deliberare" ed è proprio su questa scia che mi sono mosso e probabilmente questo ha influenzato anche il Presidente della I Commissione che è intervenuto ieri. Vorrei ricordare che proprio Einaudi nel terzo o quarto capoverso dell'art. 81 della Costituzione diceva che la prudenza nello spendere doveva essere verificata con la conoscenza delle risorse che niente si poteva spendere se prima non era stato stanziato. Vorrei ricordarle che nell'epoca keynesiana siamo arrivati invece a bilanci ciclici dove non c'era la paura dei bilanci in perdita: si credeva nella possibilità di provocare ciclicamente il ritorno su un certo tipo di bilancio, che si poteva riferire a Einaudi. Ci siamo allora incamminati nella politica nazionale, verso un tipo di gestione che ci ha portati a questi bilanci con continuo aumento del deficit, con dei tetti che dai 50 mila miliardi sono arrivati a 110-120 e che a tutt'oggi non conosciamo ancora.
Tutti sappiamo che cosa c'è dopo un bilancio; forse non tutti sappiamo che cosa c'è prima: l'affanno di conoscere, di accertare le situazioni, le ambizioni di avere queste certezze, la paura di sottovalutare o di sopravvalutare, di impostare insufficientemente, di essere imprecisi approssimati, di essere disattenti.
Ecco perché questo bilancio è stato impostato in un certo modo. Ecco perché con volontà responsabile le scelte sono state rinviate anche se questo ha comportato incertezze alle valutazioni del Consiglio, delle minoranze e degli stessi Consiglieri di maggioranza. Ecco perché si è arrivati a questo tipo di bilancio che è certamente incompleto, che pu essere definito tecnico, di gestione, di breve gestione.
Ma la scelta che può dar motivo a valutazioni negative ha però un grande merito: lascia aperto il dibattito, le proposte e l'arricchimento arriverà non solo dalle voci del Consiglio, ma anche dalle forze sociali e imprenditoriali e da tutte le forze che operano nel nostro Piemonte.
La Giunta ritiene di poter completare il bilancio in tutte le voci rimaste sospese nei primi giorni di gennaio non come nota di variazione, ma come bilancio vero e proprio. Allora, forse, potremo fare la discussione appropriata su questo documento e speriamo di avere conoscenze disponibili più certe sui dati finanziari che sono indispensabili a corrette previsioni e a scelte di priorità, cui bisognerà arrivare per le ristrettezze e le insufficienze che sono note a tutti. Purtroppo l'esercizio provvisorio, cui è arrivato il bilancio dello Stato, non ci darà gli aiuti che ci attendevamo al momento in cui abbiamo scelto di arrivare alla stesura definitiva del nostro bilancio dopo il 31 dicembre. Anche qui non ci è andata bene. Forse in questo momento ci manca un po' di fortuna, ma i propositi non possono essere criticati o - sottovalutati. I propositi erano nel giusto.
Sono stato comparato ad Alice e, come ho detto alla collega Bresso, non mi è dispiaciuto essere riportato in un mondo di favole, di azzurro, di ingenuità e di bellezza. Mi è solo dispiaciuto di non essermi trovato nel mondo delle meraviglie. Le meraviglie sono di tutt'altro tipo e me ne accorgo giorno per giorno lavorando in questa Giunta. Forse mi sento più come Momo, in quella favola moderna che probabilmente la collega Bresso conosce, il quale deve difendersi dagli uomini grigi,che vogliono mettere nella cassaforte il tempo. Non mi è andata bene, ma i propositi non devono essere criticati o sottovalutati o derisi.
La legge di contabilità prescrive che il bilancio di previsione è lo strumento di attuazione del programma di attività e di spesa e deve essere visto in un ambito di collegamento organico di fasi, di predisposizioni, di attuazioni, di verifiche, di controllo in un sistema informativo sulla copertura finanziaria.
Il bilancio annuale è una sommatoria di previsioni di entrata e di spesa, e le spese devono coprire le entità indispensabili per lo svolgimento delle attività e degli interventi che daranno luogo nel corso dell'esercizio agli impegni di spesa.
Nel bilancio devono essere previste le somme corrispondenti agli impegni già assunti e che vengono a scadenza nell'esercizio. Si possono far confluire con propri vincoli solo le somme assegnate dallo Stato senza specifica destinazione o corrispondenti a deleghe. Ma questo si può fare su basi di legislazione centrale conclusa, su indici di previsione dello Stato certi, su dati attinti da fonti ufficiali incontestabili e non ufficiose alle quali noi solamente abbiamo potuto attingere. Noi non eravamo in questo quadro, speravamo di esserci dopo il 31 dicembre. Non lo siamo e non lo saremo, ma qualcosa di più certo o di meno incerto ci aiuterà comunque a fare meglio.
Lavorare per il meglio è negli impegni di questa Giunta ed il bilancio rientra nel momento più impegnativo e più delicato che la Regione vive in tutto un anno di amministrazione, dovendo entro il 31 dicembre redigere un bilancio; allora esso poteva essere visto come l'anticipazione di un programma di attività, ma ci volevano le idee concluse sul programma oppure poteva essere una traduzione contemporanea di un programma con indicazioni derivate, ma anche qui occorreva un programma da tradurre. La Giunta ha escluso l'esercizio provvisorio, che era l'unica alternativa al documento presentato, perché esso non poteva avere né l'una né l'altra delle caratteristiche richieste.
Con l'esercizio provvisorio - e qui vorrei rispondere a tante critiche che sono arrivate e che si sono collegate a questo - la Giunta era costretta al grave errore ed all'inaccettabile incongruenza di un bilancio magari non coerente con il programma; a tempi diversi un documento poi poteva influenzare l'altro o esserne condizionato. Con il documento che la Giunta porta oggi in Consiglio si è voluto seguire una strada diversa: criticabile certamente, ma, a mio parere, più corretta, più onesta di qualsiasi altra, non certamente pasticciata, perché nulla preclude e nulla certifica in, un momento che di certo non c'è nulla se non l'incertezza.
L'esercizio provvisorio inoltre, aprendo la strada alle possibilità di spesa anche se contenuta al dodicesimo, avrebbe potuto stravolgere anche in poco tempo ogni possibilità di un reale controllo e di una reale impostazione successiva del bilancio creando situazioni non più sanabili successivamente e non più coerenti con il programma.
L'art. 35 sulla gestione provvisoria del bilancio ammette anche di spendere oltre il dodicesimo nei limiti della maggiore spesa necessaria ove si tratti di spese obbligatorie non suscettibili di impegno o di pagamento frazionato in dodicesimi.
Signor Presidente, egregi colleghi, ho espresso questi concetti in I Commissione e li ribadisco ora in aula perché non accetto che alla Giunta possano venir mosse accuse di intenzioni occulte, accuse di incapacità per soluzioni incomplete, accuse di insensibilità ai diritti delle minoranze o del Consiglio o delle parti sociali, cui il momento del bilancio è dovuto per il dibattito, per il contributo e per le stesse conclusioni.
La Giunta presenta questo documento che fa chiarezza sulle risorse e sugli impegni, sulle possibilità e sulle difficoltà, sui problemi che dovremo risolvere non tra quattro mesi, come sarebbe avvenuto per l'esercizio provvisorio, ma nel mese di gennaio, all'inizio dell'anno di gestione e dopo le riflessioni opportune sulle cifre, dopo un programma di riferimento e, io mi auguro, dopo qualche indicazione più chiara e più generosa, per non dire più giusta, del Governo nazionale.
Il bilancio presentato lascia alle scelte di gennaio la decisione di spesa su 91 miliardi per investimenti e 20 miliardi per spesa corrente. Le richieste pervenute al mio Assessorato per le necessità di spesa dei vari Assessorati superano i 180 miliardi. Ci sono le risorse appena per il 506 delle necessità. In questo ambito dovremo trovare un equilibrio per il taglio politico che si intende dare all'azione della Regione; dovremo riempire i pro-memoria del bilancio con dei numeri; dovremo rivedere le leggi, insostenibili per il peso finanziario; dovremo ricercare un principio di equità affinché tutti i cittadini e le categorie siano trattate allo stesso modo; dovremo evitare le distorsioni ove più gravi si manifestano, consci del fatto che la forza della Regione non sta solamente nel bilancio, ma anche e soprattutto nel suo potere legislativo.
E questo potere la Regione lo eserciterà anche attraverso le deleghe agli Enti Locali. Ma stiamo attenti con le normative che stanno per essere introdotte, perché ci sono dei rapporti stretti tra bilancio e leggi di delega; le decisioni dovranno essere prese con molto giudizio, con molto criterio per non dover poi ritornare indietro al momento di bilanci sempre più poveri e sempre più bloccati. I capitoli, ora lasciati per memoria potevano certamente essere riempiti dalla Giunta facendo un esercizio provvisorio. Non lo si è voluto fare per il rispetto dovuto a tutti nel momento di scegliere.
I vuoti sono rimasti al di fuori di tutto quello che è vincolato e obbligatorio in modo da orientare l'attenzione e la discussione non su 1500 articoli, ma su 50,70,100 articoli facilitando così la lettura di un documento che sempre è stato ostico e difficile per chi non ha dimestichezza con i bilanci. La Giunta con questo documento indica invece puntualmente i capitoli per i quali si dovranno operare priorità e ai quali bisognerà dare consistenza a scapito di altri, con sacrifici e anche con coraggio per le conseguenze in campo politico e di consenso.
Vorrei ancora ricordare che la spesa del dodicesimo mi spaventava perché è obbligatoria in fase di gestione provvisoria quando è indicata dal Consiglio; se non prescritta dal Consiglio, come non fu prescritta in parecchi anni di esercizio provvisorio delle Giunte passate, la spesa poteva pericolosamente sbandare in un'incontrollabile rincorsa Assessorato per Assessorato, con il risultato di andare alle consultazioni in un momento ormai inutile con riunioni e discussioni definibili più sotto il valore della finzione del dovuto, che non sotto il valore di contributo e di adesione.
Un esercizio provvisorio senza limiti nella gestione o con limiti insufficienti anche con il dodicesimo era certamente più pericoloso del documento che la Giunta ora presenta. Pericoloso sotto l'aspetto concreto della manovra, ma anche sotto l'aspetto etico, per un'amministrazione che vuole nelle difficoltà, ma senza ombre, gestire il possibile.
La legge 18 così come è non permette alcun intervento di spesa peri lavori in opere pubbliche, né sul pronto intervento. La legge 18 ha abrogato tutte le leggi precedenti in materia di opere e di interventi pubblici senza prevedere una formulazione delle norme finanziarie di possibile applicazione.
Il bilancio è susseguente e conseguente all'assestamento e al pre consuntivo. Ebbene, l'assestamento è stato approvato in Consiglio il 7 novembre e sarà efficace dal 16 dicembre. Il pre-consuntivo è stato chiuso solo verso il 20 novembre. Il bilancio è stato presentato alla Commissione consiliare il 4 dicembre per poter essere esaminato e portato in aula.
Il Consigliere Majorino ha detto che in questi 150 giorni avremmo dovuto fare molto di più. Mi ricordo che questo Consiglio ha più volte licenziato leggi alle quali si dava 90-120 giorni per poterle esaminare.
Noi ne abbiamo decine, centinaia di cose da fare. I 150 giorni, collega Majorino, sono un attimo, un respiro nel quale la Giunta ha fatto tutto quello che ha potuto, ma niente di più. Tra l'altro il collega Majorino mi ha anche figurato come membro della ciurma rissosa messa sulla barca comandata dal navigatore Beltrami. Volevo solo sapere se mi aveva visto così in cambusa oppure con la frusta a nove code di gatto a colpire gli Assessori perché remino e stiano attenti a non spendere quello che non devono spendere.
MAJORINO Nel quadrato degli ufficiali.
TURBIGLIO, Assessore al bilancio La situazione sociale ed economica del Piemonte in questa fine di anno ha dei riflessi di luce, ma ha anche molte ombre: una certa ripresa nell'economia e una gravissima situazione occupazionale; fermenti nelle iniziative tecnologiche di impresa e di settori, ma contestazioni nella scuola, nei lavoratori; segni di contenimento nell'inflazione, ma anche pause e ricadute preoccupanti. Il Piemonte seguirà la situazione generale dell'Azienda Italia, come si usa dire, ma può essere anche un acceleratore e un freno nella macchina nazionale.
Il bilancio, espressione di un programma, può essere un contributo essenziale per invertire o appoggiare certe tendenze. Dobbiamo dare concretezza alle priorità con interessi predominanti. Ci sono dei rischi che potranno compromettere la credibilità della Giunta, ma anche dell'istituzione nel suo complesso. La Giunta vuole agire nella convinzione che la battaglia, nei momenti difficili, la si vince tutti insieme o la si perde alla lunga tutti insieme. Rimarcando che il bilancio, storicamente è anche un documento di politica e di gestione, è un momento di verifica di scelte che devono essere precise ed attuabili deve rappresentare uno sforzo per andare in una certa direzione e deve rispondere a requisiti certi riferiti alle classificazioni funzionali ed economiche del momento, con l'indicazione delle leggi che per i risultati prefissi si vogliono presentare. Con la formulazione del provvedimento generale di rifinanziamento completo nelle previsioni del 1986 che potrebbe già avvenire mercoledì 15 gennaio, giorno nel quale si riunisce la I Commissione, fisso in questo momento quella data per la quale farò tutto il possibile per essere preciso e adempiente.
La Giunta porrà in quella data le basi per un dibattito non soffocante e per l'iniziativa dei Consiglieri aperto ad ogni contributo esterno e porrà le basi per il lavoro 1986 con le prospettive necessarie rivolte a tutta la legislatura.
La Giunta porrà al Consiglio nella sua completezza gli argomenti che oggi ritengo dover contenere al significato del documento di bilancio presentato, che come ho detto è un bilancio di breve gestione, al quale con la prima nota di variazione contenuta non è stato certamente dato uno stravolgimento alle intenzioni e alle proposizioni di questa Giunta.
A questo punto penso di aver espresso, e non voglio dilungarmi oltre tutte le mie opinioni non rispondendo puntualmente ad ogni osservazione fatta dai Consiglieri, non perché ci siano dei motivi particolari, ma per lasciare ancora la voce agli altri componenti della Giunta.
Vorrei scusarmi con il Consigliere Pezzana il quale giustamente aveva lamentato la mancanza di certa documentazione. La documentazione c'era purtroppo è arrivata in ritardo. Qualche disfunzione spero ce la vorrete perdonare. Però il documento che abbiamo presentato è completo, è accettabile da questo Consiglio e può essere votato e mi auguro che sia votato nel senso positivo.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta Regionale, Vetrino.
VETRINO, VIcepresidente della Giunta Regionale Signor Presidente, colleghi Consiglieri, devo innanzitutto ringraziare a nome della Giunta tutti i colleghi che hanno voluto intervenire in questo dibattito.
Sono stata piuttosto sorpresa dello svolgimento che ha preso il dibattito, perché confrontandosi con un documento tecnico avrebbe dovuto avere lo spazio di solito riservato a questo tipo di documenti. Viceversa si è andata sviluppando una serie di contributi, di valutazioni, di critiche, di opposizioni e di consensi, addirittura di linee di indirizzo sulle scelte che verranno fatte nei giorni a venire, che per essere stato questo un dibattito su un documento tecnico è certamente uno di quelli a più alto, livello politico che si sia sviluppato in questo Consiglio in tema di bilancio.
Ci sono state interpretazioni di vario genere del documento presentato: c'è chi l'ha definito un bilancio tecnico e chi l'ha definito un bilancio di puro mantenimento dell'ente, chi ancora un bilancio di funzionamento e di pura gestione.
Non vorrei soffermarmi su questo punto e quindi andare alla identificazione precisa di questo documento, perché se si tratta di un documento tecnico, devo dire che per esempio questo è completamente diverso da quello presentatoci dall'Assessore Testa, che era un vero bilancio e che invece veniva venduto come tecnico, nel senso che non era stato possibile realizzare attorno ad esso le consultazioni perché erano mancati i cosiddetti tempi tecnici. Quello però era un bilancio completo, definito che fu approvato dal Consiglio in un ambito tecnico.
Non sono nemmeno d'accordo con chi dice che l'esercizio provvisorio sarebbe stato un vero bilancio, perché forse non si sa che cosa sia un esercizio provvisorio.
Di fronte ad una limitatissima disponibilità nella definizione di scelte che sono quelle che si identificheranno e si andranno a definire su quei 100/105 miliardi che rappresentano le nostre risorse libere l'Amministrazione non intende sottrarsi a nessun confronto né con le forze politiche, né con quelle economiche e sociali, né con le istituzioni locali, affinché le scelte che scaturiranno siano effettivamente quelle più necessarie alla società piemontese in questo momento.
Il fatto stesso di aver voluto legare questo momento di scelta alla presentazione del programma della Giunta mi sembra un argomento positivo che dà maggior credibilità soprattutto alle scelte che si andranno a definire.
A questo proposito, visto che c'è stata una richiesta da parte di alcuni Consiglieri, vorrei rassicurare il Consiglio che, come è stato peraltro già anticipato in via breve o anche attraverso la stampa, la presentazione del documento di programma della Giunta avverrà nei primi quindici, venti giorni del mese di gennaio. Questo documento non è un documento fantasma, francamente non so di quante pagine sia composto, ma so di cosa si tratta: è un documento ponte tra il programma di insediamento sul quale questa maggioranza ha ottenuto il consenso del Consiglio, è un riferimento alla legge finanziaria che voteremo nei primi 20 giorni di gennaio ed è anche un ponte con il futuro piano di sviluppo che noi pensiamo di poter presentare nella primavera del prossimo anno.
Per la prima volta si legano le risorse finanziarie disponibili al programma e questo non solo nella teoria, ma anche nella pratica. Questo programma si fonda su due capisaldi da cui poi si irradiano le iniziative e i progetti che lo formano.
Il primo caposaldo è quello che riguarda la riforma di alcune leggi sulle quali non sto a soffermarmi, la quale riforma complessiva a sua volta discende da alcuni presupposti che possiamo definire nella ricerca di meno burocrazia, di più diritti per i cittadini, di più libertà economica nei programmi e di un maggiore incontro tra risorse pubbliche e private.
L'altro caposaldo è quello che affida alla progettualità interna, e dunque ad una struttura burocratica riformata secondo flessibilità, i progetti che si irradieranno poi attraverso 4 progetti d base.
La prima parte riguarda la Regione, il suo ruolo e le sue funzioni; la seconda parte riguarda il territorio; la terza l'economia e la quarta i servizi.
Credo in questo senso di aver sufficientemente annunciato al Consiglio il programma della Giunta, che non appena sarà materialmente pronto verrà distribuito alle forze politiche, affinché queste abbiano il tempo necessario per poterlo esaminare e confrontare anche al loro interno.
Per ritornare al progetto di bilancio 1986 e al bilancio pluriennale da parte di tutti gli interventi, sia di maggioranza, sia di minoranza, è emersa una situazione drammatica della finanza regionale che credo imponga veramente una profonda modificazione delle politiche di bilancio. Questo però non è stato detto in senso che potesse sembrare critico rispetto a passate politiche di bilancio. Certo negli anni che vanno dall'80 all'85 di fatto alcune politiche, alcune scelte, si sono sostanziate in un volume di spesa che è stato superiore all'effettiva disponibilità e quando noi parliamo di disavanzo e perché questo c'è. Il disavanzo esiste non perch lo diciamo o perché ci fa piacere dirlo, semplicemente perché basta andare a leggere i dati riportati dai rendiconti generali della Regione e dalle relazioni che accompagnano l'assestamento dei bilanci di previsione e si scopre che il disavanzo c'è sempre stato e ce lo siamo portato avanti dall'80 fino ai giorni nostri. Nell'80 era di 67 miliardi, nell'81 di 29 nell'82 di 90, nell'83 di 94, nell'84 di 68 e nell'85 di 109.
Questi dati non li ho inventati, li ho presi dalle relazioni dei rendiconti, quindi non è così strano che si diano questi dati. Il problema vero è quello di trovare insieme, e .questo l'abbiamo fatto già attraverso questo bilancio, la possibilità di rientrare da questo debito. La scelta quindi di rientrare da un debito è una scelta politica che deve essere fatta.
Voglio anche dire che per sposare questa scelta, per renderla possibile, occorre un accordo il più possibile ampio fra le forze all'interno di questo Consiglio, perché rientrare dal debito vuol anche dire sottrarre delle risorse libere, delle risorse fresche a possibilità che avremmo di interventi nuovi negli anni a venire e che ci daranno l'opportunità di misurarci rispetto alla nostra possibilità di rispondere alle esigenze della comunità.
Certamente lo Stato permanentemente ormai da alcuni anni, e su questo siamo tutti d'accordo, anche le altre Regioni, perché si trovano tutte in questa situazione, ha ignorato la necessità delle Regioni di vedere incrementate le loro assegnazioni, perché mentre ha dato nuovi compiti, non ha sufficientemente erogato le finanze necessarie.
Parleremo tra poco della legge Galasso che è una legge che merita tutta l'attenzione e la considerazione di chi abbia a cuore la tutela dell'ambiente. Nel momento in cui si fa una riforma di questo genere per bisognerebbe anche dare concretamente la possibilità alle Regioni di realizzare questa tutela, perché tutelare l'ambiente vuol dire anche spendere dei soldi E quando la collega Bresso rileva che nel bilancio, perlomeno in questo bilancio cosiddetto provvisorio, questa partita non è stata sufficientemente finanziata, anzi non è stata affatto finanziata, come non lo sono state tutte quelle iniziative che potevano significare delle scelte precise, ha perfettamente ragione. Io spero che questo dell'ambiente sia un argomento, proprio perché siamo in un momento di sfida rispetto a questa politica, che possa rappresentare una di quelle scelte prioritarie su cui se vogliamo, si misura la capacità di una Regione di sapere interpretare fenomeni emergenti che necessariamente devono essere affrontati e dunque si vedrà dalle cifre del bilancio se la tutela dell'ambiente sarà effettivamente perseguita dalla Regione.
Si potrebbero fare altre osservazioni che riguardano per esempio anche modi nuovi di definire queste scelte. Su questo punto pensavamo di votare un ordine del giorno che poi per là verità non è stato possibile definire so però che ne è stato presentato uno dal Gruppo PCI. Sarebbe interessante esaminarlo, per vedere se è possibile giungere ad un documento comune.
Credo però che alla conclusione di questo dibattito che ha evidenziato alcuni aspetti significativi e anche di modi nuovi di affrontare il bilancio, ci deve essere in tutti noi la consapevolezza che, soprattutto in una situazione di ristrettezza di risorse, occorre uno sforzo intanto per ricondurre come ho detto nei prossimi tre anni a sostanziale equilibrio il bilancio che è,un dato di fatto fondamentale e poter in questo modo recuperare in prospettiva qualche margine di manovra per progettare e realizzare nuovi interventi, altrimenti avviene come nel bilancio pluriennale, che francamente se non fossimo obbligati dalla legge sarebbe anche stato possibile evitare di presentarlo, perché questo sì che è un bilancio veramente tecnico, nel senso che non avevamo nessun riferimento certo, che per finanziare i cosiddetti piani di settore, il più delle volte ci si è attestati su cifre forniteci dalla stampa o da piani sottopostici in via informale, per cui si possono capire le difficoltà nelle quali ci troviamo a dover operare e in questo senso mi sembra che il Consigliere Biazzi attestasse questo riferimento. Auguriamoci quindi di avere queste possibilità, ma occorre anche trovarle. Il percorso non è facile, né breve ma questa Giunta non trascurerà alcuna possibilità. Qualcuno ha parlato del FIO, certo, finché la legge finanziaria porterà quella posta, ma devo dire che ogni anno questo capitolo viene rimpicciolîto: siamo passati da 3000 a 2000, addirittura 1000 miliardi, quindi evidentemente ci sono anche delle difficoltà a livello nazionale a sostenere questa cifra. Questo però è un aspetto sul quale noi ci siamo cimentati e dove la Regione ha avuto alcune opportunità.
Noi abbiamo creduto in questo finanziamento dello Stato che per la prima volta attribuiva alle Regioni dei finanziamenti sulla base di progetti precisi, cosiddetti cantierabili, e la Regione ha presentato nel passato una serie di progetti, dei quali alcuni sono stati finanziati, e noi speriamo che ancora quest'anno altri ne verranno finanziati, noi contiamo perlomeno di raggiungere i 200-250 miliardi.
In queste more dell'approvazione della finanza regionale che pure dovrà arrivare, perché è dall'82 che siamo senza una legge di finanza regionale io credo però che alcune cose bisogna farle: intanto ritengo sia necessario fare una revisione dei cosiddetti residui attivi e passivi per verificare l'eventuale possibilità di recupero di risorse, perché se si esamina il bilancio dal di dentro ci si rende conto che ci sono delle cifre che noi ci portiamo avanti addirittura da 10-11 anni, dunque.una verifica attenta probabilmente ci consentirà di recuperare all'interno dei residui, io non dico tanto, ma se i residui sono dell'ordine di 400 miliardi forse un 10 il che significa 40 miliardi, che nella situazione attuale non sono assolutamente disprezzabili visto che come abbiamo considerato nel 1986 il bilancio presenta una disponibilità di risorse libere soltanto per 100 miliardi.
Credo che sia anche importante avviare un'ampia revisione delle procedure amministrative di spesa previste dalla legislazione vigente. In questo senso vi ho anticipato che il programma affronterà anche questo tema.
Ritengo inoltre sia anche necessario un nuovo e più intenso coordinamento dell'attività amministrativa, perché anche questa pu costituire una premessa per sanare una situazione che riconosciamo tutti difficile e forse per guardare al futuro con una maggiore serenità e con una maggiore disponibilità. Anche questa è una condizione di base sulla quale si può sviluppare una nuova e più intensa attività progettuale indispensabile non soltanto per garantire un più efficace impiego delle risorse, ma per poter reperire effettivamente quelle risorse aggiuntive da destinare allo sviluppo economico e sociale della Regione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

Con la replica del Vicepresidente della Giunta si è conclusa la discussione generale sul bilancio di previsione per l'anno finanziario 1986.
Prima di passare alla votazione dell'articolato e alle relative dichiarazioni di voto, occorre esaminare l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Pezzana pregiudiziale alla messa in votazione di questo progetto di legge.
Prima di dare la parola al Consigliere Pezzana, mi corre l'obbligo come Presidente del Consiglio, come tutore e garante dei diritti di ogni Consigliere, di specificare che gli elenchi nn. 4 e 5 a cui lei giustamente fa riferimento erano stati allegati al disegno di legge consegnato alla I Commissione nel corso della riunione. Può darsi che per un errore involontario non siano stati fotocopiati in misura sufficiente, per cui non le sono pervenuti. In ogni caso, dopo il suo intervento a significare che non erano state consegnate, abbiamo provveduto a fargliele rimettere. A questo punto mi sembra che quella che è stata una involontaria omissione di mera fotocopiatura in un tempo relativamente breve al quale siamo stati chiamati per adempiere al nostro compito di votare il bilancio in Commissione, ora è sanata.
La parola al Consigliere Pezzana.
PEZZANA E' avvio che io ritiro l'ordine del giorno, non senza però far notare che la mancata consegna degli elenchi nn. 4 e 5, i quali mi sono stati recapitati alle ore 12.36, non è soltanto a mio avviso un errore. Nel qual caso, se si trattasse di documenti di secondaria importanza, avrei potuto benissimo accettare le scuse, come le accetto, che l'Assessore Turbiglio in maniera molto civile ha espresso, ma essendo documenti richiesti dal mio ufficio tre giorni fa e non essendo mai stati consegnati, (tra l'altro questa mattina il Capogruppo comunista mi ha detto che anche a lui sono stati recapitati soltanto oggi e addirittura il Consigliere Ala non li ha mai ricevuti) mi chiedo se si tratta di una semplice dimenticanza oppure di una mancata distribuzione di documenti che rendono il Consigliere o un Gruppo politico responsabile per poter leggere un documento e trarne le opportune valutazioni.
Non sono documenti di poco conto. Questa è la motivazione per la quale ho scritto questo ordine del giorno, che tendeva ad impedire, proprio dal punto di vista legislativo, la messa in votazione di un bilancio che mancava dei documenti ritenuti indispensabili dalla legislazione.
Ho preso visione, quindi, in estremo ritardo di questi documenti, non sono stato però informato; l'Assessore Turbiglio, giustamente, diceva ricordando Einaudi: "conoscere per deliberare", si tratta però di decisioni prese dalla Giunta che devono essere comunicate integralmente ai Gruppi consiliari, altrimenti gli stessi Gruppi non hanno gli strumenti per intervenire in maniera appropriata.
Dopo averne preso atto, devo esprimere una critica: quando si parla dei 19 miliardi 907 milioni e dei 91 miliardi per "provvedimenti generali di rifinanziamento di leggi regionali" a mio avviso, sebbene io non abbia seguito la vostra sistemazione del riparto delle spese, questa dicitura pu voler dire tutto e non voler dire niente. Mi sembra che questa formulazione non sia quella richiesta dalla legge che prevede, l'esplicita indicazione dei provvedimenti legislativi che si intende finanziare anche se non sono ancora stati approvati.
Per me questa dicitura è impropria e chiedo che su questa si pronuncino quei Consiglieri che esercitano la professione di avvocato o che sono dei ferrati costituzionalisti i quali potranno esprimere dei pareri molto più approfonditi ed appropriati. Secondo me sono definizioni non attinenti alla legge.
Ritiro l'ordine del giorno confermando, non solo tutte le mie titubanze, ma anche la mia posizione contraria; non entro però adesso nella dichiarazione di voto che mi sembra non sia prevista in questo intervento.



PRESIDENTE

La prima osservazione del Consigliere Pezzana è superata nel senso che stamattina sono stati consegnati gli elenchi a cui si riferiva nel suo ordine del giorno. Se altri non ha ricevuto tali documenti, provvederò a che questi vengano consegnati.
Per quanto riguarda la seconda osservazione, spetta alla Giunta intervenire.
Ha chiesto di parlare l'Assessore Turbiglio. Ne ha facoltà.
TURBIGLIO, Assessore al bilancio Rispondo al Consigliere Pezzana che le sue osservazioni sono valide e più che pertinenti.
In questa fase e con questo sistema di bilancio, noi abbiamo avuto qualche incertezza, per cui ci siamo rivolti al competente Ufficio del Tesoro per avere le necessarie indicazioni che sono state quelle di presentare i documenti in questo modo che sarebbero stati accettati e validi per il proseguimento dell'iter del documento.



PRESIDENTE

La globalità dell'indicazione comporterebbe di per sé in materia ordinatoria, non perentoria, una specificazione maggiore. Questo è un bilancio cosiddetto tecnico ed è stato detto che intorno al 15-20 gennaio verrà presentata la variazione specificativa. Se non ci fosse stata la distinzione tra il bilancio cosiddetto tecnico e il bilancio vero e proprio con la variazione, unitamente ad una relazione e ad altri adempimenti sarebbe giusta l'osservazione che è stata fatta.
Il Consigliere Pezzana ha ritirato il suo ordine del giorno facendo comunque questa osservazione. Ritengo che anche se al momento attuale egli non possa essere soddisfatto in pieno della risposta data, da un punto di vista meramente giuridico la questione può essere portata avanti.
La parola al Consigliere Pezzana.
PEZZANA Chiedo che quanto ora detto venga confermato dalla dichiarazione di un esperto, altrimenti mi chiedo come dei Consiglieri possano votare un bilancio che si basa per essere legalmente valido a tutti gli effetti su una dichiarazione di questo tipo, sulla quale non ho assolutamente nulla da obiettare per quanto concerne la sua veridicità, ma.che vorrei venisse confortata da una dichiarazione scritta da chi ha detto che si può comunque andare contro la legge, senza eccessive preoccupazioni.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Pezzana del suo chiarimento. Avremo modo in sede di dichiarazioni di voto di precisare ancora ogni ulteriore elemento.
Poiché è stato ritirato l'ordine del giorno, possiamo passare all'esame dell'articolato.
Art.1 (Stato di previsione dell'entrata) "Il totale generale delle entrate della Regione Piemonte per l'esercizio finanziario 1986 è approvato in Lit. 5.327.198.780.610 in termini di competenza e in Lit. 5.582.074.236.646 in termini di cassa.
Sono autorizzati, secondo le leggi in vigore, l'accertamento e la riscossione dei tributi istituiti dalla Regione, ed il versamento, nella cassa della Regione, delle somme e dei proventi dovuti nell'anno finanziario 1986".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art.1 è approvato.
Art.2 (Stato di previsione della spesa) "I1 totale generale delle spese della Regione Piemonte, per l'esercizio finanziario 1986 è approvato in Lit. 5.327.198.780.610 in termini di competenza ed in Lit. 5.582.074.236.646 in termini di cassa.
E' autorizzata l'assunzione di impegni di spesa entro i limiti degli stanziamenti di competenza dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1986.
E' autorizzato il pagamento delle spese della Regione entro i limiti degli stanziamenti di cassa dello stato di previsione della spesa per l'anno 1986, in conformità delle disposizioni di cui alla legge regionale 29 dicembre 1981, n. 55".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Quadro generale riassuntivo) "E' approvato il quadro generale riassuntivo del bilancio per l'anno finanziario 1986 con gli allegati prospetti 1 e 2 di cui all'art. 33 della legge regionale 29 dicembre 1981, n. 55".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Bilancio pluriennale) "E' approvato il bilancio pluriennale della Regione per il periodo 1986 1988, allegato alla presente legge" Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 (Riclassificazione della spesa) "Sono approvati, ai sensi dell'art. 32, penultimo ed ultimo comma della legge regionale 29 dicembre 1981, n. 55 i quadri di riclassificazione e di riassunto delle spese, allegati allo stato di previsione della spesa".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Art. 6 (Spese obbligatorie e d'ordine) "Sono considerate spese obbligatorie e d'ordine, ai sensi e per gli effetti dell'art. 38 della legge regionale 29 dicembre 1981, n. 55, quelle descritte nell'elenco n. 1, allegato allo stato di previsione della spesa".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Art. 7 (Variazioni di bilancio) "Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, ai sensi dell'art. 15, primo comma, della legge 19 maggio 1976, n. 335, e su conforme deliberazione della Giunta Regionale, le variazioni al bilancio dell'esercizio in corsa per l'istituzione di nuovi capitoli di entrata, per l'iscrizione di somme derivanti da _assegnazioni dello Stato destinate a scopi specifici e per l'iscrizione delle relative spese quando queste siano tassativamente regolate da leggi statali o regionali in vigore".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Art. 8 (Garanzie prestate dalla Regione) "E' approvato ai sensi dell'art. 50 della legge regionale 29 dicembre 1981 n. 55, il prospetto delle garanzie principali e sussidiarie prestate dalla Regione a favore di Enti e di altri soggetti, di cui all'elenco n. 2 allegato allo stato di previsione della spesa".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Art. 9 (Garanzia fidejussoria nell'interesse della STEF-S.p.A.) "In applicazione del II comma dell'art. 2 della legge regionale 3 settembre 1981, n. 37, è fissato in Lit. 500.000.000 il limite entro il quale pu essere prestata garanzia fidejussoria nell'interesse della STEF-S.p.A, per l'anno finanziario 1986".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
Art. 10 (Pagamenti mediante aperture di credito) "E' approvato, ai sensi dell'art. 63 della legge regionale 29 dicembre 1981, n. 55 il prospetto dei capitoli delle spese alla cui gestione si pu provvedere mediante aperture di credito a favore di funzionari della Regione, di cui all'elenco n. 3 allegato allo stato di previsione della spesa".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
Art. 11 (Fondi globali) "Ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 41 della legge regionale 29 dicembre 1981, n. 55 è autorizzata l'iscrizione nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1986: a) del capitolo n. 12500 denominato: "Fondo occorrente per far fronte ad oneri derivanti da provvedimenti legislativi che si perfezioneranno dopo l'approvazione del bilancio, recanti spese di parte corrente attinenti alle funzioni normali" (elenco n. 4, allegato allo stato di previsione della spesa) b) del capitolo n. 12500 denominato: "Fondo occorrente per far fronte ad oneri derivanti da provvedimenti legislativi che si perfezioneranno dopo l'approvazione del bilancio, recanti spese per investimenti attinenti ad ulteriori programmi di sviluppo" (elenco n. 5, allegato allo stato di previsione della spesa)".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto No 21 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
Art. 12 (Fondo di riserva di cassa) "Il fondo di riserva di cassa di cui all'art. 40 della legge regionale 29 dicembre 1981, n. 55 destinato a far fronte al maggior fabbisogno di cassa che si manifesti nel corso dell'esercizio finanziario 1986, sui singoli capitoli, è determinato in Lit. 23.961.529.588 ed è iscritto al capitolo numero 12900".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
Art.13 (Autorizzazione a contrarre mutui a ripiano del disavanzo) "Per far fronte al disavanzo esistente tra il totale delle spese di cui si autorizza l'impegno ed il totale delle entrate che si prevede di accertare nel corso dell'esercizio finanziario 1986, è autorizzata, ai sensi dell'art. 48 della legge regionale 29 dicembre 1981, n. 55 la contrazione di mutui per un importo complessivo di 300.000 milioni.
I mutui saranno stipulati ad un tasso minimo del 17% annuo, oneri fiscali esclusi, e per la durata massima dell'ammortamento di 25 anni.
La Giunta regionale è autorizzata a provvedere alla stipulazione dei mutui predetti nei limiti, alle condizioni e con le modalità previste dal presente articolo.
Agli oneri derivanti dall'ammortamento dei mutui di cui al presente articolo, previsti in Lit. 914.246.666 per l'anno finanziario 1986 e in Lit. 48.399.000.000 per l'anno finanziario 1987 e per ciascuno degli anni finanziari successivi si provvede: per l'anno finanziario 1986, con le disponibilità iscritte in corrispondenza dei capitoli n. 13090 e n. 13095 del bilancio per l'anno finanziario 1986, nella rispettiva misura di Lit.
876.000.000 e Lit. 38.246.666 e, per gli anni finanziari 1987 e successivi con le somme che sono iscritte, nell'ambito delle disponibilità esistenti alla voce 'Oneri non ripartibili' del bilancio pluriennale 1986-1988.
Le spese al cui finanziamento è possibile provvedere mediante l'assunzione dei mutui a pareggio del bilancio di previsione per l'anno 1986 sono quelle iscritte, nello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo, ai capitoli numero:1000, 2680, 2720, 3020, 3140, 3390, 3450, 3586, 3630, 5849 7110, 7140, 7475, 8995, 8999, 10804, 11695, 11751, 12600, 12760".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
Art. 14 (Contributo all'I.R.E.S. del Piemonte) "La spesa per la concessione all'Istituto di Ricerche Economico-Sociali (I.R.E.S.) del contributo di cui all'art. 12, lettera b), della legge regionale 2 settembre 1974, n. 29,.è determinata per l'anno finanziario 1986 in 2.000 milioni ed è iscritta al capitolo n. 1300".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
Art. 15 (Contributo all'Ente regionale di sviluppo agricolo) "Il contributo di cui all'art. 17, lettera b) della legge regionale 24 aprile 1974, n. 12 modificato dall'art. 13 della legge regionale 24 ottobre 1977, n. 51, è determinato per l'anno finanziario 1986 in Lit. 2.178 milioni ed è iscritto al capitolo n. 1350".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 15 è approvato.
Art. 16 (Contributo al Consorzio per il trattamento automatico della informazione) "La spesa per la concessione al Consorzio per il trattamento automatico della informazione del contributo di cui all'art. 9 della legge regionale 15 marzo 1978, n. 13, è determinata per l'anno finanziario 1986 in 300 milioni ed è iscritta al capitolo n. 1400".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 16 è approvato.
Art. 17 (Contributi nelle spese di funzionamento delle Comunità Montane) "La spesa per la concessione alle Comunità Montane del contributo nelle spese di funzionamento di cui all'art. 2 della legge regionale 28 agosto 1979, n. 50, è determinata per l'anno finanziario 1986 in 1.300 milioni ed è iscritta al capitolo n. 1800".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 17 è approvato.
Art. 18 (Provvedimenti a favore del movimento cooperativo) "La spesa per la concessione dei contributi alle Sezioni Regionali delle Associazioni Nazionali di Rappresentanza e Tutela del Movimento Cooperativo di cui alla legge regionale 15 maggio 1978, n. 24, è determinata per l'anno finanziario 1986 in 420 milioni ed è iscritta al capitolo n. 2320".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 18 è approvato.
Art. 19 (Spese per il funzionamento, dell'Ufficio del Difensore Civico e della sua segreteria) "La spesa per il funzionamento dell'Ufficio del Difensore Civico e della sua segreteria di cui alla legge regionale 9 dicembre 1981, n. 50, è determinata per l'anno finanziario 1986 in 70 milioni ed è iscritta al capitolo n. 2390".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 19 è approvato.
Art. 20 (Interventi in materia di agricoltura e foreste) "Ai fini dell'attuazione della legge regionale 12 ottobre 1978, n. 63 e successive modificazioni ed integrazioni, sono autorizzate, per l'anno finanziario 1986, le seguenti spese: - 25 milioni, iscritti al capitolo n.
2630, per gli oneri di carattere generale 100 milioni, iscritti al capitolo n. 3752, per le spese di cui all'art.
41, per azioni promozionali 360 milioni, iscritti al capitolo n. 3783, per le sovvenzioni di cui all'art. 46, I comma, punto 1)".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 20 è approvato.
Art. 21 (Repressioni delle frodi in materia di prodotti vinicoli) "Ai fini dell'attuazione della legge regionale 13 maggio 1980, n. 39, è autorizzata per l'anno finanziario 1986 la seguente spesa: 25 milioni, per le spese a carico della Regione comprese quelle relative alla meccanizzazione dell'anagrafe vitivinicola, iscritti al capitolo n.
3781".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 21 è approvato.
Art. 22 (Interventi per l'inserimento di giovani disoccupati e di lavoratori in Cassa Integrazione Guadagni) "Ai fini dell'attuazione della legge regionale 21 giugno 1984, n. 28, è autorizzata per l'anno finanziario 1986 la seguente spesa: 30 milioni per i contributi di avviamento di cui all'art. 4, II comma iscritti al capitolo n. 5092".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 22 è approvato.
Art. 23 (Cantieri di lavoro di Enti locali) "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 18 ottobre 1984, n. 55, è determinata per l'anno finanziario 1986 in 1.500 milioni ed è iscritta al capitolo n. 5098".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 23 è approvato.
Art. 24 (Cartografico regionale) "Ai fini dell'applicazione delle leggi regionali 12 ottobre 1977, n. 48 e 30 luglio 1981, n. 25, sono autorizzate per l'anno finanziario 1986 le seguenti spese: 90 milioni per il funzionamento degli uffici del servizio urbanistico regionale, iscritti al capitolo n. 7100 400 milioni per l'attuazione dei programmi operativi, iscritti al capitolo n. 7110".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 24 è approvato.
Art. 25 (Contributi per la formazione di strumenti urbanistici) "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 23 maggio 1975, n. 34, modificata dalla legge regionale 7 giugno 1976, n.
31, è determinata per l'anno finanziario 1986 in 500 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7140".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 25 è approvato.
Art. 26 (Funzionamento del Comitato Urbanistico Regionale) "La spesa di cui alla legge regionale 19 dicembre 1978, n. 77, è determinata per l'anno finanziario 1986 in 190 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7160".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 26 è approvato.
Art. 27 (Personale dei Parchi e delle Riserve naturali) "Ai sensi ed in applicazione della legge regionale 31 agosto 1982, n. 29 la spesa per il personale dei Parchi e delle Riserve naturali è determinata per l'anno finanziario 1986 in 4.000 milioni ed è iscritta al capitolo n.
7910".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 27 è approvato.
Art. 28 (Contributo all'Azienda Regionale dei Parchi suburbani) "La spesa per la concessione del contributo di cui all'art. 14 della legge regionale 31 agosto 1982, n. 28, è stabilita per l'anno finanziario 1986 in 2.500 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7920".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 28 è approvato.
Art. 29 (Interventi per la promozione della domanda turistica) "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 26 giugno 1979, n. 35, è determinata per l'anno finanziario 1986 in 600 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8230".
Si passi alla votazione.
(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 29 è approvato.
Art. 30 (Attività ed interventi di formazione professionale) "Le spese per l'attuazione delle attività e degli interventi di cui alla legge regionale 25 febbraio 1980, n. 8, sono stabilite per l'anno finanziario 1986 in 92.620 milioni e sono iscritte ai capitoli nn. 11510 11520, 11540, 11550, 11615 e 11630, nella rispettiva misura di 900 milioni 700 milioni, 1.000 milioni, 86.600 milioni, 2.600 milioni, 600 milioni e 220 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 30 è approvato.
Art. 31 (Formazione professionale degli operatori degli asili-nido) "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui all'art. 17 della legge regionale 15 gennaio 1973, n. 3, è determinata per l'anno finanziario 1986 in 400 milioni ed è iscritta al capitolo n. 11600".
Si passi alla votazione.
(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 31 è approvato.
Art. 32 (Insegnamento dello sci in Piemonte) "La spesa per gli interventi di cui all'art. 15 della legge regionale 13 agosto 1979, n. 41, è determinata per l'anno finanziario 1986 in 220 milioni ed è iscritta al capitolo 11620".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 32 è approvato.
Art. 33 (Museo Regionale di Scienze Naturali) "La spesa per l'attuazione della legge regionale 29 giugno 1978, n. 37, è determinata per l'anno finanziario 1986 in 250 milioni ed è iscritta ai capitoli nn. 11665 e 11695, nella rispettiva misura di 150 milioni e 100 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 33 è approvato.
Art. 34 (Interventi per la realizzazione del servizio di lettura) "La spesa per l'attuazione della legge regionale 1 aprile 1980, n. 19, è determinata per l'anno finanziario. 1986 in 600 milioni ed è iscritta al capitolo n. 11740".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 34 è approvato.
Art. 35 (Sviluppo delle attività e dei beni culturali) "Ai fini dell'applicazione della legge regionale 28 agosto 1978, n. 58, e successive modificazioni ed integrazioni, sono autorizzate per l'anno finanziario 1986 le seguenti spese: 200 milioni, iscritti al capitolo n. 11751, per spese per l'acquisto e la produzione di beni o materiali culturali 700 milioni, iscritti al capitolo n. 11753, per spese per la promozione e la realizzazione di attività culturali".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 35 è approvato.



PRESIDENTE

Art. 36 (Utilizzo dell'avanzo finanziario presunto alla chiusura dell'esercizio 1985) "L'avanzo finanziario presunto alla chiusura dell'esercizio 1985 ed applicato al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1986 nell'ammontare di Lit. 661.000.000.000, è utilizzato per la copertura delle spese iscritte ai seguenti capitoli:1015, 2506, 2525, 2530, 2550, 2565 2575, 2584, 2589, 2594, 2599, 2610, 2625, 2647, 2652, 2703, 2705, 2706 2707, 2709, 2711, 2730, 2740, 2751, 2755, 2761, 2780, 2799, 2813, 2818 2819, 2822, 2823, 2825, 2829, 2840, 2875, 2877, 2976, 2993, 2998, 3027 3038, 3045, 3055, 3075, 3080, 3090, 3150, 3161, 3195, 3214, 3216, 3218 3231, 3233, 3240, 3247, 3255, 3301, 3303, 3305, 3325, 3355, 3365, 3369 3370, 3385, 3405, 3410, 3423, 3427, 3469, 3500, 3509, 3547, 3575, 3610 3645, 3655, 3675, 3680, 3685, 3695, $705, 3710, 3759, 3767, 3769, 3770 3772, 3792, 3793, 3798, 3808, 3809, 3811, 3857, 3860, 3880, 3881, 3889 3892, 3895, 4005, 4022, 4030, 4040, 4041, 4044, 4047, 4166, 4175, 4177 4180, 4183, 4190, 4206, 4209, 4225, 4335, 4395, 4520, 5035, 5559 5614,5617, 5756, 5795, 5857, 5932, 6090, 6100, 6110, 7270, 7280, 7290 7465, 7726, 7637, 7741, 7744, 7745, 7755, 8495, 8912, 8915, 8920, 8930 8940, 8992, 9255, 9297, 9406, 9425, 9430, 9435, 9440, 9445, 9450, 9455 9460, 9530, 9550,- 9565, 9570, 9575, 9580, 9585, 9590, 9595, 10100, 10105



PRESIDENTE

10421, 14441, 10445, 10460, 10480, 10495, 10511, 10525, 10540, 10570



PRESIDENTE

10580, 10671, 10672, 10675, 10678, 10679, 10681, 10682, 10683, 10684



PRESIDENTE

10687, 10690, 10695, 10702, 10706, 10708, 10711, 10712, 10715, 10720



PRESIDENTE

10730, 10735, 10740, 10760, 10770, 10780, 10785, 10790, 10795, 10800



PRESIDENTE

10802, 10807, 11530, 11559, 11563, 11564, 11566, 11611, 11951, 12500



PRESIDENTE

12750, 12800".



PRESIDENTE

Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 36 è approvato.
Art. 37 (Variazione ai capitoli di spesa delle partite di giro) "La Giunta regionale è autorizzata ad apportare con proprio atto le variazioni ai capitoli di spesa delle partite di giro nn. 14000 - 14010 14020 - 14050 - 14060 - 14070 - 14080 - 1415, in relazione agli accertamenti sui corrispondenti capitoli di entrata delle partite di giro ed entro i limiti tassativi di importo degli accertamenti stessi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 37 è approvato.
Art. 38 (Bilancio degli Enti dipendenti) "Sono approvati i bilanci di previsione per l'anno finanziario 1986 dei seguenti Enti allegati alla presente legge: Ente di Sviluppo Agricolo del Piemonte Azienda regionale dei Parchi suburbani - Venaria Reale Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte di Orta Parco Naturale del Gran Bosco di Salbertrand Parco Naturale dell'Argentera Istituto Ricerche Economico-Sociali del Piemonte".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto N0 21 Consiglieri L'art. 38 è approvato.
Art. 39 (Approvazione del Piano di Attività del Museo Regionale di Scienze Naturali) "E' approvato ai sensi e per gli effetti derivanti dall'applicazione dell'art. 5, ultimo comma, della legge regionale 29 giugno 1978, n. 37, il Piano di Attività per l'anno finanziario 1986 del Museo Regionale di Scienze Naturali, allegato alla presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 39 è approvato.
Art. 40 In relazione alle annualità derivanti dai limiti di impegno assegnati in applicazione degli artt. 6, lettera a) e 18 della legge 9 maggio 1975, n.
153, iscritte con l'assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1985 solamente nello stato di previsione dell'entrata, in considerazione della scadenza delle relative obbligazioni, la iscrizione nello stato di previsione della spesa verrà effettuata in sede di predisposizione del bilancio di previsione per l'anno finanziario 1987.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 40 è approvato.
Art. 41 (Urgenza) "La presente legge regionale è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 45 dello Statuto ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 41 è approvato.
Prima di votare l'intero testo della legge, passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha facoltà di intervenire il Consigliere Pezzana.
PEZZANA Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervengo per motivare il no a questo bilancio e per non ripetere soprattutto quanto ho già detto pochi minuti fa. Mi sembra che la prassi seguita sia del tutto scorretta e non metta in grado un Gruppo politico di esprimersi con la dovuta attenzione su un documento che viene inviato, prima monco e poi definitivo, proprio durante la discussione sul medesimo.
A parte questo incidente di percorso (che però mi sembra abbastanza grave e questo voglio sottolinearlo perché la mancata giustificazione delle spese, anche se è supportata da un giudizio non meglio chiarito e non meglio specificato, secondo me dovrebbe essere motivo sufficiente per esprimere una valutazione negativa sull'intero documento) il mio no è dovuto soprattutto alla scarsissima attenzione che questo bilancio dà alla tutela ambientale. Questa, purtroppo, è una riconferma che le iniziative della Giunta in questo settore sono non solo carenti, ma del tutto insufficienti. E questo bilancio lo riconferma penalizzando tutto quello che riguarda l'ambiente. Ora, rappresentando una lista che si chiama Verde Civica, credo sia mio dovere votare no a questo bilancio e invitare tutte le persone che hanno attenzione, sensibilità e non solo interessi politici o economici - visto che si parla di bilancio - a valutare il significato profondo di questo no, che vuol dire un no a un Governo che ha un'attenzione incredibilmente bassa verso quelli che sono i temi ecologici culturali e ambientali, che sono stati lo sviluppo politico dell'ultimo decennio.
Lo dico anche con dispiacere perché la mia posizione in questo Consiglio non è né di opposizione preconcetta, né di yes-man, come purtroppo vedo sovente anche in questo Consiglio, quando ci si deve esprimere apertamente, mentre si diventa dei no-man quando si esce dal Consiglio. A me farebbe molto piacere poter dire: "sì, approvo questo bilancio o qualsiasi altra proposta di legge". Devo dire purtroppo che queste possibilità non vengono concesse e quindi il mio voto è contrario a questo bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Partito Liberale che - come è stato ricordato in questa sede - ha la responsabilità maggiore rispetto agli strumenti finanziari del nostro Ente, sia a livello di Giunta, sia a livello di Consiglio, esprime voto positivo sul documento che ci è sottoposto. Peraltro coglie l'occasione per trarre alcune brevissime considerazioni, di ordine politico le prime e di ordine istituzionale le altre.
Il bilancio deve essere apprezzato da questa assemblea per due elementi: in primo luogo perché azzera, rende comprensibile e ferma nel tempo una situazione che poteva, se così non fosse stato, continuare ad essere oggetto di considerazioni sul passato che avrebbero reso certamente meno spedito il nostro modo di lavorare. In altri termini, la Giunta vi ha detto: "così stanno le cose: se qualcuno ha da dire lo dica, altrimenti taccia per sempre"; si è chiusa in un certo senso una partita, con l'Amministrazione degli anni che ci hanno preceduto. Avremo quindi modo di misurarci con l'opinione pubblica e con noi con una chiarezza maggiore di quanto non fosse stata fino ad oggi.
In secondo luogo, esiste comunque la consapevolezza che con una cifra di risorse libere, e quindi oggetto di governo vero, di cento miliardi questa istituzione deve avviare una fase di riflessione sulla sua ragione d'essere. Possiamo certamente scrivere degli ordini del giorno, lamentarci allearci con le altre Regioni, chiedere maggiori risorse ed io mi adeguer a un'iniziativa politica di questa natura; ritengo però che questo obiettivo non sarà perseguibile perché le Regioni sul versante della spesa sono soprattutto degli enti impegnati nella razionalizzazione della spesa sul sociale nella nostra società, non certamente delle spese di grande investimento.
Il nostro Paese - lo si è detto in tutte le sedi - per poter superare la situazione di marginalità rispetto al sistema dei paesi industriali avanzati deve, fare un salto di qualità e soprattutto di quantità nel prodotto interno lordo.
Ciò che cosa significa? Questa società ha bisogno di grandi risorse per le grandi opere di modernizzazione del sistema del nostro Paese. Il sistema italiano va modernizzato: grandi risorse vanno sul versante della modernizzazione e quindi lo Stato, per una generazione politica, avrà meno risorse da versare sul sociale attraverso gli Enti Locali.
Questo è un dato storico sul quale dobbiamo basare ogni altra nostra successiva considerazione. Possiamo non essere entusiasti di questo, ma la politica è misurarci nei comportamenti rispetto alla realtà, e non rispetto alle alchimie e alla fantasia desiderata.
Da una parte, esiste questo processo storico di ridimensionamento delle risorse a disposizione della Regione giustificato, e in questa misura non solo lo giustifico, ma lo apprezzo, in uno sforzo che fa il sistema nazionale delle nostre forze politiche per recuperare ad equilibrio economico là vita del nostro sistema.
Dall'altra parte, va avanti la riforma delle Autonomie Locali. Quindi con una specie di manovra a tenaglia, la nostra istituzione si trova chiusa tra un'operazione che tende a ridurre risorse da una parte e dall'altra vede la crescita di responsabilità e di funzioni degli Enti Locali, in particolare della Provincia.
L'operazione a tenaglia che si sta sviluppando deve trovarci tutti soddisfatti nella misura in cui questa sarà il modo con cui, magari obtorto collo, daremo finalmente alla Regione il profilo designato dalla Costituzione, cioè ente di programmazione e di legislazione e non ente di gestione.
In questa legislatura dovremo far fare un salto di qualità alla nostra istituzione, perché veramente questa sia una assemblea, un Parlamento al quale la società fa riferimento al di là della possibilità della Regione di incidere sul territorio e sulla società in termini finanziari.
E in questo devo dire che l'apporto che ci è venuto dai colleghi dei nuovi Gruppi, se così li vogliamo chiamare, è significativo perché essi hanno chiesto a questa assemblea, a questo Parlamento, delle risposte non tanto sulle risorse da distribuire, quanto in termini di atteggiamento da assumere e sostanzialmente di assunzione di paternità rispetto a certi processi che la società civile cerca di trovare in termini di riferimento rispetto a questa o a quella istituzione.
Ho l'impressione che ci avviamo verso un'operazione e un'esperienza estremamente stimolanti. Si tratta di registrare che cade la nostra funzione di prestatori di servizi; cresce invece la nostra funzione di enti di programmazione e di coordinamento e - consentitemi - cresce anche parallelamente la nostra funzione di ente politico, cioè di dare respiro a vela alle istanze della società.
Dal punto di vista politico noi siamo a suggerire che la Giunta regionale miri le poche risorse che ha a disposizione su elementi significativi del programma, non disperdendosi nel voler dare risposta a troppe domande che verrebbero insoddisfatte anche nella misura in cui fosse data una risposta insufficiente.
Invito i colleghi di Consiglio, sui quali ricade di più la responsabilità di far crescere istituzionalmente questa nostra assemblea se non politicamente, a prendere atto di questo canale stretto della vita della istituzione regionale, che è anche una scommessa.
Noi usciremo quindi da questo passaggio stretto della storia della Regione o come una istituzione sconfitta (e qualunque sconfitta nella società civile non attiene soltanto alla istituzione che la subisce, ma al sistema nel suo complesso) o come un punto di riferimento certo rispetto alla società civile in termini di programmazione, coordinamento, ma soprattutto di riferimento per grandi proposte politiche.
Sono convinto che su questo aspetto di natura istituzionale ci si debba muovere con la solidarietà politica tra i Gruppi, sia pure nella diversità di funzione. Confido nell'intelligenza della classe politica di questa Regione che non potrà non essere che al pari rispetto all'intelligenza e alla capacità che hanno dimostrato gli altri settori trainanti della società che la loro parte l'hanno fatta e adesso, aspettano che noi facciamo la nostra. Siamo in un momento, nella società piemontese, in cui le istituzioni sono indietro rispetto al processo del sistema civile che ha modernizzato se stesso e i propri circuiti.
Il nostro Gruppo è convinto che esiste l'intelligenza e la dedizione della classe politica piemontese per perseguire questi risultati conché si abbia la capacità di non immiserirci nelle questioni di ordine personale e quotidiano e si abbia la capacità di puntare alto, ragionando in grande.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Signor Presidente, il collega Tapparo stamani ha illustrato le motivazioni del voto favorevole del Gruppo socialista ed io in questa dirittura di arrivo prima della conclusione generale, ribadisco il voto favorevole del Gruppo socialista ad un bilancio che sia nella presentazione che nel dibattito ha rappresentato quanto di più corrispondente esista nella situazione nella quale si trova la Regione rispetto alle immediate prospettive.
E' stato detto che è un bilancio tecnico, credo che questo vada senz'altro confermato, anche se bilanci tecnici, nel senso stretto della parola, non ce ne possono essere perché è chiaro che i bilanci hanno sempre un significato e una caratterizzazione politica. Diciamo che in questa scelta è prevalsa la linea di realizzare un bilancio che ci consenta di fermare le bocce, definire un assetto che è poi quello di partenza.
In questa direzione il Gruppo socialista ha lavorato, rinnova la sua adesione e il suo voto favorevole, legandoli alle scelte che si porranno fra quindici o venti giorni e alle questioni che ci impegneranno attorno alla formazione .del piano di sviluppo. Il Partito socialista in sostanza lega il suo impegno in una prospettiva che deve vedere sempre di più un impegno dinamico della Giunta e della maggioranza.
E' un impegno che riteniamo di assumere in pieno; riteniamo che questa posizione corrisponda ai nuovi orientamenti che hanno mutato il quadro politico generale nella nostra Regione e rispetto al quale questa maggioranza ha colto e può cogliere, nella misura in cui riuscirà a legare tutti questi momenti in una successione di impegni, quella nuova domanda che c'è nella nostra società.
Ritengo che nel compiere questo atto, importante e fondamentale per qualsiasi ente e quindi anche per la Regione Piemonte, si debba accompagnare questa scelta con quella manifestazione di fiducia e di volontà politica che deve essere inseparabile dall'impegno che stiamo per assumere per lanciare un messaggio alle parti più avanzate e più vive della società, per collocare questo bilancio e i suoi successivi atti in quella prospettiva che veda la Regione come momento promotore, volano di quella ripresa necessaria che si impone per realizzare nuove prospettive di sviluppo fondate su nuovi livelli di occupazione, per dare la risposta che molta gente che non ha un lavoro, soprattutto i giovani, attende dalla società e in primo luogo dal governo regionale.
Credo che con il compimento di questo dibattito e con l'approvazione di questo bilancio noi lanciamo un messaggio anche agli Enti Locali, ai Comuni, alle Province, alle Comunità montane; ci collochiamo in una posizione che veramente fa assolvere alla Regione il ruolo di ente capace di mantenere un rapporto positivo, di realizzare leggi adeguate e gli obiettivi della programmazione, quegli obiettivi che si realizzano legando impegni concreti e destinandoli a finalità di carattere finanziario, su cui sarà opportuno e necessario approfondire le scelte. Avremo occasione di ritornarci: penso però che questa partenza sia una premessa positiva per realizzare quei programmi che sono negli intenti e che sono stati alla base della formazione di questa maggioranza, che pur presentandosi a maglie larghe hanno bisogno di restringersi sempre di più.
Occorrono iniziative capaci di dare delle prospettive precise allo sforzo generale che la Regione, i Comuni, le Province, il Paese devono compiere per uscire dalla crisi e per realizzare la riduzione dell'inflazione, per adeguare l'apparato produttivo alle necessità competitive del mercato internazionale, per realizzare infine nuovi livelli di occupazione e nuove prospettive di riprese di sviluppo.
Mi sembra che questo atto di carattere tecnico si inquadra in una scelta di carattere politico e ci consente di poter sviluppare un discorso che possa superare quei momenti di difficoltà che tutte le maggioranze attraversano per realizzare degli obiettivi più avanzati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.
ALA Cari Consiglieri, dopo le dotte dissertazioni che mi hanno preceduto quasi non ricordo più i motivi che mi portano a votare contro questo bilancio.
Cercherò di riordinare le idee. L'intervento precedente mi ha reso confuso. Ora non so più se il bilancio è tecnico o è politico, se esiste un programma o non esiste. Non so più se verrà data risposta alle voci indicate per memoria che riguardano ad esempio ambiente, protezione civile geologia, piani paesistici.
Ci è stato detto prima dal Consigliere Marchini che i nuovi Gruppi e le nuove forze presenti in Consiglio sono brave, sono anche stimolanti. Per non portano a casa praticamente nulla, nel senso che se leggono il bilancio possono chiedersi: "che ci stiamo a fare qui?". Per fortuna che stanno anche fuori di qui: qui sono per memoria. Forse, fuori, sperano che abbiano memoria gli elettori che sono stati colpiti e magari abbindolati, una volta ancora, da forze politiche che stanno cavalcando il cavallo dell'ecologia e della difesa dell'ambiente. Alla prova dei fatti, e non solo nel caso del bilancio, ma anche per quanto riguarda l'applicazione della legge 431, che si tira dietro la mina vagante portata dai fiumi e dai torrenti, mi pare che questi elettori invece portino a casa molto poco. Non credo sia il caso di motivare un'ennesima volta il voto contrario dopo che altre cose su questo tema sono state dette da altri Consiglieri.
Spero solo che ci sia, prima o poi, l'occasione di consultazioni su questo bilancio. Personalmente, anche su questo non ho trovato molte garanzie.
Spero che non si vada a continue variazioni di bilancio - ognuna singolarmente presa mai così grossa e mai così politica, ma sempre variazioni "tecniche" che giustifichino l'assenza di consultazioni - ma ci sia la possibilità di discuterne di nuovo e di consultarsi con le forze sociali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.
FERRARA Signor Presidente, colleghi Consiglieri, io a - differenza del collega Ala - non ho avuto tentennamenti e non ho dubbi nel confermare il voto favorevole, già espresso questa mattina, rispetto al bilancio. Questo convincimento ne esce rafforzato dal dibattito che c'è stato oggi in Consiglio regionale e dalle risposte che la Giunta ha voluto dare.
A me pare che l'aver presentato un bilancio di gestione sia un fatto non riduttivo, non negativo come da parte dell'opposizione si è dichiarato ma un fatto che ha un rilievo politico significativo e importante. Gli Assessori rispondendo ci hanno confermato che questo bilancio impegna soltanto quelle risorse che non possono non essere impegnate, lasciando ad un confronto, ad un dibattito, alla presentazione del programma la correlazione del programma con il bilancio: dare congruenza al programma con i numeri del bilancio mi pare un dato importante. Ebbene, rinviare questa scelta definitiva ad un confronto con l'opposizione è un fatto che giudichiamo positivamente.
Un altro elemento oltremodo positivo è l'affermazione fatta dalla Giunta in ordine al bilancio pluriennale secondo la quale nel caso ci fosse un deficit, che qualcuno dovrà confermarci, c'è comunque l'impegno politico importante a rientrare rispetto a questo deficit nel corso del prossimo triennio. A me paiono queste delle affermazioni politicamente importanti e significative.
Il dibattito ha messo in evidenza, e su questo c'è concordanza, che un grosso vincolo e limite alla finanza regionale è costituito proprio dalla carenza di risorse finanziarie e di trasferimenti da parte del Governo.
Tutti quanti dobbiamo impegnarci a che le Regioni riescano ad ottenere quelle risorse necessarie a poter svolgere proficuamente l'attività che loro è demandata, tenendo presenti le risorse della finanza nazionale e quindi sapendo che una scelta di questo genere comporta anche delle economie rispetto ad altre spese; nel momento in cui le forze politiche responsabili chiedono ampliamenti rispetto ad una spesa devono contemporaneamente proporre le coperture perché questo ampliamento possa avvenire.
Il dibattito svolto quest'oggi ha messo in evidenza la capacità della Giunta non di fare della politica da spettacolo, perché da spettacolo sarebbe forse stato dichiarare grandi programmi, ma una politica molto concreta e seria come ci ha spiegato l'Assessore Turbiglio, che si sente un poco l'erede di Quintino Sella e fa l'inventario delle risorse prima di fare delle proposte concrete. Mi pare che questo sia un altro elemento positivo che giustifica e conferma il voto annunciato questa mattina a favore del bilancio da parte del Gruppo repubblicano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.
MAJORINO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervenendo nel dibattito questa mattina ho già dimostrato sufficientemente, e penso con la dovuta ampiezza, a nome del Gruppo come siano destituite di fondamento le motivazioni addotte dalla Giunta a sostegno del perché è stato presentato un bilancio meramente tecnico.
Motivazioni che consistono, secondo la Giunta, nella mancata approvazione attuale della legge finanziaria e della legge di riforma della finanza regionale, entrambe - si dice nella relazione - produttive di effetti sulla compilazione del bilancio regionale.
Nulla in contrario mi è stato dimostrato, nessuna parola è stata spesa a dimostrazione che i ragionamenti da me fatti in materia siano stati incrinati da qualche vizio. Ma c'è di più: quando l'Assessore Turbiglio ha affermato, prendendo al riguardo un solenne impegno, che mercoledì 15 gennaio in sede di I Commissione avremo il bilancio politico predisposto con la forma della nota di variazione, ha dimostrato fin troppo chiaramente che le motivazioni enunciate a sostegno del bilancio tecnico sono prive di consistenza, anzi sono di comodo, perché se il bilancio politico, sotto specie di nota, di variazione, calerà già compilato nella sede della I Commissione il 15 gennaio prossimo, ciò significa che la Giunta dovrà iniziare a predisporlo sin dai prossimi giorni, quando né legge finanziaria, né legge di riforma della contabilità regionale sarà stata varata.
Rimane quindi fondata l'unica ipotesi formulata da noi e non solo da noi che il bilancio non è stato presentato per assoluta mancanza di programma, il che è un dato incontestabile, perché, ancora in questo momento, il programma continua a rimanere un oggetto misterioso.
Per questa principale ragione e anche perché il bilancio così come è formulato è anomalo contenendo elementi dell'esercizio provvisorio ed elementi del bilancio politico in senso stretto viene da noi rafforzato il voto negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.
BONTEMPI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ci sono molti modi di fare dichiarazioni di voto. La confusione che la manovra di bilancio presentata dalla Giunta ha evidenziato, credo abbia reso possibile sentire i più vari tagli e le più varie intonazioni.
Abbiamo sentito, ad esempio, dal Capogruppo socialista un discorso che col bilancio non aveva molto a che fare, ma comunque è un modo per esprimere la fede nel futuro che va forse incoraggiato e non stroncato sul nascere.
Abbiamo sentito anche, con una lealtà di maggioranza che non può essere in sé un dato negativo, il Capogruppo repubblicano parlare di una politica seria e concreta. Ma noi continuiamo a dire che quando sul bilancio, per stessa ammissione del tipo di manovra che è stata messa in piedi, si rinvia ad un atto successivo perché si possa parlare davvero di bilancio, di confronto e di scelte, quando il tempo trascorre in maniera preoccupante sono passati ormai parecchi mesi, è difficile anche nell'ambito della maggioranza non esercitare il proprio ruolo che è quello di registrazione di difficoltà, di spirito positivo, ma è anche quello dell'indicazione critica dei problemi. Qui i problemi mi sembra davvero che ci siano, alcuni sono anche oggettivi: la maggior parte però sono problemi politici. Non vogliamo farne una questione assoluta, anzi, ho qualche remora sempre ad usare un metro giacobino nel giudizio, però i mesi cominciano ad essere parecchi.
Oggi il Vicepresidente Vetrino ci ha detto qualcosa, ma di molto generale, sugli indirizzi che fa il paio con quello che abbiamo letto sul giornale del 16 dicembre: "l'uomo al centro di tutto". Abbiamo avuto sì alcune anticipazioni, ma molto vaghe che non chiamerei indirizzi e non le chiamerei certamente scelte.
Sulla questione del programma il punto non è tanto un giorno più o un giorno meno; ma il giorno 16 dicembre di fronte ad un articolo apparso sul giornale - lasciamo pure perdere come il giornale ha usato le interviste io chiesi al Presidente della Giunta, e me ne sono testimoni i Capigruppo .che cosa sarebbe avvenuto per il programma.
Ci disse che, pur avendone solo lette 30 pagine, il martedì o il giovedì sarebbe stato approvato in Giunta. Alcuni Gruppi della maggioranza fecero delle obiezioni perché non pareva questo il percorso. Oggi il Vicepresidente ci dice: "credo più realisticamente che la data sarà il 15 gennaio".
Il significato politico, al di là di questo slittamento che comunque non è positivo, è che al programma e al senso politico di esprimersi e di esprimere indirizzi e orientamenti si danno valutazioni e anche sottovalutazioni e non si può, da parte del Presidente, dire che avendone letto un po' il martedì oppure il giovedì si sarebbe approvato e poi invece dover sentire oggi - comunque ringrazio per la precisa informazione che mi auguro corrispondente ai fatti - che il giorno 15, esattamente un mese dopo, sarà presentato.
Credo che ci sia anche una difficoltà di fondo che è quella di comprendere che l'esercizio dell'azione di governo oltre che gestione di molti problemi, e tutti voi che siete in Giunta ne avrete certo moltissimi da affrontare e da risolvere, è anche l'esplicazione per una Giunta, specie nel momento iniziale, di quali sono i suoi intenti, le sue volontà, i punti di attracco da cui derivano anche le scelte concrete.
Quando parliamo di debolezza non credo che dobbiamo essere accusati di essere cattivi; io tra l'altro oggi non ho lo spirito, non lo voglio perché come dicevo ad alcuni colleghi per molti versi temo un Consiglio regionale che si trasformi in un ring o in una Babele. La Babele c'è già un po', perché c'è molta difficoltà ad avere un confronto reale, la gente molto spesso tende a parlarsi addosso e a non parlare con quello che è intervenuto prima o non tenendo conto di quello che viene dopo. E' anche un ring in cui da un lato c'è là forza di una maggioranza numericamente consistente e dall'altro un'opposizione, che, non avendo sbocchi su proposte di lavoro, rischia di impoverire quella che dovrebbe essere la sua funzione di confronto netto e secco, anche sul merito. Questo è preoccupante ed io lo addito come elemento di pericolo.
Devo però anche dire francamente che noi ci siamo mossi con un altro spirito, ma stiamo registrando risultati preoccupanti. Questa debolezza politica di idee e di strategia della Giunta che individuammo nel modo con cui si era formata secondo me pesa, ognuno di voi lo sa, però continua ad essere uno dei dati che rendono difficile il confronto e che è causa, se vogliamo parlare in termini rivolti ai problemi della comunità, di ritardi e di un immobilismo preoccupanti.
Proviamo a vedere che cosa è stato fatto in questi cinque mesi in Consiglio: si è trattato o di iniziative dell'opposizione o di dibattiti generali. Stenta ad arrivare il nucleo forte di un confronto che per l'inizio di legislatura è essenziale per capire dove si, va e dove ci si colloca.
Ricordate sempre la presenza nella maggioranza di cinque Gruppi. E' vero: una coalizione a cinque è più difficile di una coalizione a tre. Per il problema è che un pentapartito come questo, che si è qualificato come una risposta alternativa al fallimento delle giunte di sinistra, oggi deve registrare, e credo lo si stia registrando dai fatti e non solo da qualche idea personale, che la difficoltà di coesione è legata non solo al fatto che sono cinque i partiti, ma soprattutto al fatto che non si è pensato all'inizio che una base programmatica comune, una base di idee e di vie su cui lavorare non appare: questo davvero lascia adito a molti tentennamenti lascia adito a quello cui assistiamo molto spesso in Commissione e nella vita in questa istituzione in cui l'autorevolezza di proposte della Giunta e della maggioranza non emerge assolutamente.
Il nostro giudizio politico sul bilancio è negativo. Gravi incertezze pesano su intieri vitali settori: l'ambiente, la cultura, l'artigianato, le opere pubbliche, la pianificazione territoriale e quant'altri. E' vero che si è detto che si deciderà dopo. Voi capite però che lasciare questo ambito di incertezze nel momento in cui non si sono espressi neanche degli indirizzi - non dico delle scelte perché non le abbiamo - diventa un fattore di instabilità; può essere certamente ammissibile e legittimo confrontarsi su tagli, su eventuali partite del passato, ma questo a seguito di indirizzi e di un confronto e a seguito anche della consapevolezza che fare dei tagli su scelte compiute nel passato o comunque su scelte che sono oggi in corso necessita di una grande compattezza, di una grande coesione, di un discorso, di una politica. Per questo noi giudichiamo confusa la manovra. Chiediamo che vengano onorati gli impegni sulle date affinché la consultazione si faccia ampiamente e ci sia un confronto vero.
Credo che oltre a prendere impegni sulle date bisogna risalire alle vere cause che sono: debolezza, mancanza di coesione, troppe idee rispetto a un'idea guida di governo che per una maggioranza e una Giunta è doveroso esprimere.
Da parte del collega Ferrara, con correttezza, si è fatto un invito a un confronto. Devo dire, per rispondere ancora una volta di più a chi ogni tanto tende a fare apparire la nostra posizione diversa da quello che è che noi siamo disponibili al confronto senza nessuna velleità di cogestione, senza nessuna velleità di usare tattiche strumentali basate sulle divisioni della maggioranza (tra l'altro ce ne sono troppe di queste divisioni, per cui perderemmo molto tempo per niente). Siamo consapevoli che i numeri hanno questa consistenza e che i processi politici di cambiamenti di questa maggioranza che noi vorremmo avviare hanno ben altra consistenza che non le strumentalità tattiche d'aula sulle piccole cose.
Quindi, nessuna ricerca della strumentalità tattica e nessuna velleità di cogestione. Però il confronto per esserci ha bisogno di presupposti e di volontà politica e noi, particolarmente negli ultimi tempi quando siamo arrivati ad approvare qualcosa, abbiamo visto che questo confronto è molto difficile e non per colpa nostra.
Il problema non è solo evocare il confronto, ma è praticarlo, crederci.
D'altra parte questo è davvero difficile.
I presupposti del ragionamento del collega Ferrara erano consistenti però in pratica le cose come vanno? Ho l'impressione che la debolezza e la non coesione, lo sfilacciamento della maggioranza, provochino, come conseguenza, un chiudersi a riccio che rende molto difficile anche replicare. Penso agli atti che dovremmo votare questa sera, ma che rinvieremo alla prossima seduta perché non si ha più tempo. Ci troviamo di fronte a chiusure dopo che gli stessi proponenti hanno registrato le difficoltà o i limiti delle loro proposte, ma le chiusure sono: "abbiamo i numeri e votiamo". Se è questo il terreno io credo che dobbiamo palesare con lealtà questo rischio in Consiglio.
Dobbiamo dire che non è una strada che ci piace, ma se su questa strada veniamo trascinati, credo che dovrà cambiare anche il carattere di un'opposizione che invece vuole caratterizzarsi per la sua nettezza nel merito, per il confronto, se possibile adeguato al livello dei problemi del Piemonte, e anche in grado di esprimere quella competizione al meglio che mi sembra l'elemento cardine per una rivitalizzazione dell'istituzione.
Queste chiusure, che sono pesanti, rischiano poi anche di incidere e di avvelenare i rapporti.
Pregiudizialmente non siamo per un avvelenamento dei rapporti, anzi lo temiamo perché porta al meno e porta anche alle conseguenze, se l'opposizione si vede chiudere le porte, che è difficile pensare di governare seriamente senza il suo ruolo nelle Commissioni, nella proposta politica, nella discussione e anche nei rapporti con la comunità. Questo nella netta distinzione dei ruoli che io auspico.
Il nostro no vuole registrare questo stato di cose, vuole cominciare a fare un bilancio su questi mesi; d'altra parte l'avete tutti davanti agli occhi: purtroppo si possono contare, davvero sulle dita della mano i provvedimenti di qualche significato, già predisposti tutti dall'altra Giunta.
Il nostro è anche un monito e un invito: se si crede al confronto occorre mettere in atto i presupposti. E i presupposti sono: lavorare in una certa maniera, predisporre indirizzi, linee, chiarezza di posizioni volontà, essere disponibili a sentire che l'opposizione non è qui per crocifiggere qualcuno, ma è qui per fare il suo dovere di controllo, di stimolo e di proposta. Questo dovere intende farlo a condizione che le sia permesso. Ad oggi a noi è parso che questo non sia tanto avvenuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.
BRIZIO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi limiterò ad una breve dichiarazione di voto essendo già state illustrate nell'intervento precedente le ragioni del sostegno del nostro Gruppo a questo bilancio.
La manovra non è né pasticciata, né confusa, è anzi una manovra chiara anche può non essere condivisa. Noi ci rendiamo perfettamente conto che pu non essere condivisa, ma è una manovra che ha puntato sulla chiarezza, ha fatto la scelta dell'evidenziazione delle risorse disponibili, ha fatto la scelta del suo accantonamento per collegarne l'utilizzo alla presentazione del documento programmatico. Se non è una scelta chiara questa, non so quale possa essere una scelta chiara.
E' una scelta netta; è una scelta, sotto questo profilo, che ha dei rischi, che può penalizzare in qualche modo chi questa scelta ha fatto, ma è una scelta che ha l'obiettivo di collegare alle dichiarazioni programmatiche l'utilizzo delle risorse disponibili e di evidenziare in modo chiaro la scarsità delle risorse.
Devo dire al collega Biazzi che la scarsità delle risorse è molto maggiore di, quella degli anni precedenti, segue una progressione che è anche conseguenza della situazione degli anni precedenti. E' inutile che riapriamo questo discorso, la cosa però emerge con tutta evidenza se si pensa che per ottenere ottanta miliardi di investimenti disponibili occorre prevedere i trecento miliardi di mutuo, l'intera capacità di indebitamento che neanche nell'ultimo esercizio era stata totalmente impegnata. Questa è la realtà delle cose.
Quindi, dobbiamo prendere atto di questa difficoltà, di una fase crescente di difficoltà, della necessità di scelte puntuali e precise dobbiamo anche ripensare, in qualche modo, la stessa struttura dell'ente la stessa sua natura, un ente che è principalmente di programmazione più che di gestione e che alla programmazione deve tornare.
Per quanto riguarda il complesso del programma devo dire che il programma sarà presentato. Non è che questa Giunta sia nata senza un programma. La presentazione della Giunta era affiancata da un documento programmatico dal quale emergono le linee guida: una linea di utilizzo delle risorse per la ripresa economica del Piemonte, una linea di utilizzo delle risorse per migliorare la qualità della vita che va a incidere sui due punti centrali che noi abbiamo visto negli anni scorsi essere invece pericolosamente intaccati da un declino incipiente e purtroppo non soltanto incipiente.
Quindi, le scelte di fondo ci sono nelle dichiarazioni programmatiche della Giunta. L'approfondimento di questo programma all'inizio di un quinquennio, all'inizio di una legislatura ha richiesto e richiede del tempo. Il documento programmatico più analitico sarà presentato a gennaio come abbiamo sentito in modo preciso dalle dichiarazioni della Giunta.
Questo documento programmatico sarà elemento fondamentale di quel confronto che si vuole e che noi certamente vogliamo come partito che fa parte della coalizione e come partito di maggioranza relativa in questa assemblea.
Vogliamo certamente un programma che comporti un ruolo di governo. Su questo non c'è dubbio, ma credo che il ruolo di governo non può prescindere dalla conoscenza dei problemi, non può prescindere da un approfondimento e l'impostazione programmatica ci pare seria proprio perché attentamente meditata.
Ho già affermata in altra precedente che l'approccio di questa maggioranza non è certo fragoroso, è tutto l'opposto di quello spettacolo di cui ha parlato il collega Pezzana. E' proprio l'opposto dello spettacolo. E' una partenza cauta, attenta ma solida che va al fondo dei problemi, perché i problemi di oggi sono gravi e complessi e sarebbe superficiale pensare di poterli risolvere con un colpo di bacchetta o pensare di potersi porre di fronte ad essi in modo netto e preciso nell'immediatezza dell'avvio di una gestione amministrativa.
La partenza è moderata, è cauta: per questo sarà più solida e certamente sarà possibile il confronto. Noi lo diciamo con molta forza: il confronto sarà possibile, perché noi lo cerchiamo. Non ci è sfuggito il significato e l'importanza dell'intervento del Capogruppo Bontempi e la disponibilità che in esso c'è. Noi siamo disponibili à cercare il confronto con l'opposizione su tutti i problemi, a cercarlo a fondo, non aspiriamo a sfuggirlo.. Però questo confronto deve essere portato avanti su un terreno chiaro. Non si deve di ogni scelta dell'Amministrazione farne elemento di una debolezza che non c'è, bisogna avere la disponibilità da ambo le parti ad entrare nel fondo sui problemi.
La nostra disponibilità ci sarà e sarà una disponibilità indirizzata ad approfondire tutte le tematiche, ma poiché la maggioranza ha bisogno di governare, ha il dovere di governare e ha il dovere di decidere, è chiaro che a un certo punto anche le scelte finali del numero, cioè le scelte di governo dovranno essere esercitate.
Noi siamo comunque disponibili ad un confronto serio che non precluda quella capacità decisionale che è alla base del successo di questa maggioranza che ci sarà non soltanto perché la maggioranza è numericamente forte e non ha alternative, ma anche perché questa maggioranza corrisponde ad una indicazione elettorale, risponde ad una esigenza di stabilità, a delle aspettative che attendono una risposta adeguata.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Viabilità

Legge rinviata dal Governo relativa a: "Legge generale sui trasporti e sulla viabilità"


PRESIDENTE

Propongo ora di iscrivere all'o.d.g. la legge rinviata dal Governo relativa a: "Legge generale sui trasporti e sulla viabilità".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 49 Consiglieri presenti.
Possiamo pertanto esaminare questa legge e do la parola al relatore Consigliere Fracchia.
FRACCHIA Do per letta la relazione.



PRESIDENTE

Do allora lettura degli articoli che sono stati modificati.
Art. 27 (Gestione dei servizi) "I servizi di, trasporto collettivo possono essere gestiti nelle seguenti forme: a) in economia, dagli Enti locali o loro associazioni b) mediante azienda speciale costituita dagli Enti locali o loro associazioni; _ c) mediante azienda e/o attività prevista ai sensi del Codice Civile.
Lo svolgimento dei servizi può avvenire secondo i seguenti regimi: a) in proprio dagli Enti locali; b) mediante concessione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 47 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 27 è approvato.
Art. 30 (Concessione dei servizi) "I servizi di trasporto pubblico così come definiti al II comma del precedente art. 3, sono soggetti a concessione.
La durata della concessione è fissata in cinque anni, fatta salva la facoltà dell'Ente concedente di interrompere il contratto nei casi previsti al successivo art. 32.
Quando trattasi di linee per le quali occorre valutare le caratteristiche del traffico e le esigenze di mobilità dell'utenza, la concessione, in via eccezionale, può essere accordata per la durata massima di un anno.
Per la concessione di linee di nuova istituzione hanno titolo di preferenza, a parità di condizioni ritenute ammissibili dall'Ente concedente, le aziende operanti nell'ambito del bacino, cui la linea compete territorialmente, e comunque secondo il seguente ordine di priorità: 1) Enti locali e loro consorzi 2) esercenti di servizi finitimi, anche ferroviari 3) consorzi, associazione e società tra concessionari di autoservizi regionali 4) cooperative di trasporto 5) altri richiedenti in possesso dei requisiti di cui al comma successivo.
Gli Enti e gli operatori, di cui sopra, devono possedere comprovati requisiti di idoneità morale tecnica e di capacità finanziaria.
Qualora esigenze di pubblica utilità richiedano l'istituzione di uno o più servizi di linea o la riorganizzazione di servizi esistenti, aventi tutto o in parte percorsi o località in comune con servizi di altre aziende od enti, l'Ente concedente, a suo esclusivo giudizio e nel rispetto delle procedure di cui all'art. 29 precedente, stabilisce le modalità e le norme per regolare i rapporti tra i concessionari ricorrendo anche a forme di concessioni congiunte fra esercenti, al fine di realizzare economie nei finanziamenti necessari all'esercizio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 47 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 30 è approvato.
Art. 35 (Responsabile dell'esercizio) "Ogni azienda, o ente, cui è affidata la gestione di servizi di trasporto pubblico, propone il 0responsabile dell'esercizio', che deve ottenere il riconoscimento dell'Ente concedente.
Il responsabile dell'esercizio incorre nella sanzione pecuniaria nel caso in cui siano violate le condizioni stabilite dai programmi unitari ed integrati di esercizio e dai disciplinari di concessione, ovvero non si ottemperi alle prescrizioni di cui al terzo comma dell'articolo successivo.
Per gli obblighi dei responsabili di esercizio si richiama il Titolo VIII del D.P.R. 11 luglio 1980, n. 753. La misura della sanzione è stabilita dall'Ente concedente, e non potrà essere inferiore a Lit. 200.000 e superiore a Lit. l.000.000. Nel caso in cui la violazione riguardi la denuncia delle percorrenze stabilite nei disciplinari, la sanzione pecuniaria viene fissata da un minimo di Lit. 500.000 ad un massimo di Lit.
5.000.000.
La determinazione della sanzione sarà rapportata alla gravità della violazione e verrà tenuto conto, altresì, dell'opera svolta dall'agente per la eliminazione o attenuazione delle conseguenze della violazione, nonch della personalità dello stesso e delle sue condizioni economiche.
I fatti che comportano le violazioni di cui al I comma sono contestati agli interessati a mezzo lettera raccomandata con avviso di ricevimento contenente la fissazione di un termine, non inferiore a 30 giorni, per la presentazione delle controdeduzioni; gli interessati possono far pervenire all'autorità competente scritti difensivi, documenti e possono chiedere di essere sentiti dalla medesima autorità.
L'Autorità competente, sentiti gli interessati, ove questi ne abbiano fatto richiesta, ed esaminati i documenti inviati e gli argomenti esposti negli scritti difensivi, se ritiene fondato l'accertamento, determina, con proprio provvedimento motivato, la somma dovuta per la violazione insieme con le spese e ne ingiunge il pagamento all'autore della violazione altrimenti emette provvedimento motivato di archiviazione degli atti.
Nella disciplina delle sanzioni amministrative si richiamano in quanto applicabili gli articoli della Sezione I e II - Capo I della legge 24 novembre 1981, n. 689 - Modifiche al sistema penale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 47 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 35 è approvato.



PRESIDENTE

Art. 38 (Norme per i viaggiatori ed accertamenti di irregolarità) "I viaggiatori dei servizi pubblici di trasporto, sono tenuti a munirsi di valido titolo di viaggio, quando prescritto dall'atto che stabilisce le condizioni di esercizio, a conservarlo per la durata dell'intero percorso ed a esibirlo al personale dell'azienda o ente.
Chiunque, senza averne dato preavviso al personale a bordo, risulti sprovvisto del prescritto titolo di viaggio è tenuto, oltre al pagamento del normale biglietto a tariffa ordinaria, anche al pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria. L'entità della sanzione non potrà essere inferiore a venti volte e superiore a 120 volte il prezzo del biglietto a tariffa ordinaria per il percorso minimo tassabile della tabella tariffaria regionale autorizzata.
Nel caso di servizio di riscossione o di controllo meccanizzato, la sanzione è aumentata del 50%.
E' ammesso il pagamento di una somma in misura ridotta pari alla terza parte del massimo della sanzione prevista per la violazione commessa o, se più favorevole, al doppio del minimo della sanzione editale, oltre alle spese del procedimento se l'utente estingue l'illecito entro 60 gg. dalla contestazione o, se questa non è avvenuta, dalla notificazione.
L'Ente concedente provvede ad emanare le opportune disposizioni per la applicazione delle sanzioni agli utenti dei servizi di propria competenza nei limiti delle norme stabilite nel presente articolo.
L'importo della sanzione amministrativa, quale prodotto fuori traffico viene incamerato dall'azienda esercente, la quale conserva per almeno tre anni la documentazione probativa. All'accertamento delle irregolarità di cui sopra ed alla riscossione degli importi delle relative sanzioni provvede il personale ispettivo, di controllo e di verifica all'azienda o dell'ente esercente, munito di idoneo documento di riconoscimento rilasciato dall'esercente, nell'ambito delle linee di trasporto gestite".



PRESIDENTE

Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 47 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 38 è approvato.
Pongo ora in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 46 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Statuto - Regolamento - Comuni

Provvedimento n. 42: "Proposta di modifica allo Statuto della Regione Piemonte approvato con legge 22 maggio 1971, n. 338, relativa alla istituzione di nuovi Comuni, alla modificazione delle circoscrizioni e delle denominazioni comunali"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del provvedimento n. 42: "Proposta di modifica allo Statuto della Regione Piemonte approvato con legge 22.5.1971 n.338 relativa alla istituzione di nuovi Comuni, alla modificazione delle circoscrizioni e delle denominazioni comunali".
Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame dell'articolato.
Articolo unico "E' approvata, ai sensi dell'art. 123, II comma della Costituzione e nel testo allegato alla presente legge, l'aggiunta dell'art. 60 bis allo Statuto della Regione Piemonte, approvato con legge 22 maggio 1971, n. 338.
Allegato - Art. 60 bis (Altri istituti di consultazione degli Enti Locali) Il Consiglio regionale, con motivato provvedimento, può invitare i Comuni interessati alle procedure di cui al I comma dell'art. 60 à pronunciarsi in merito con deliberazione dei rispettivi Consigli.
Tali deliberazioni, ove assunte a maggioranza assoluta dei componenti dei Consigli stessi, sostituiscono ad ogni effetto il referendum consultivo di cui allo stesso art. 60.
A seguito delle deliberazioni dei Consigli comunali di cui sopra, si procede secondo quanto previsto dal III e IV comma dell'art. 60".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione per appello nominale: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere Il testo della legge è approvato.


Argomento: Spesa socio - assistenziale

Proposta di deliberazione n. 65 relativa a: "Fondo per la gestione dei servizi socio-assistenziali di cui alla legge regionale 23/8/1982, n. 20. Provvedimenti per l'anno 1985"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. .la proposta di deliberazione n.65 relativa a: "Fondo per la gestione dei servizi socio-assistenziali di cui alla L.R.20/82. Provvedimenti per l'anno 1985".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 43 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 66: "Individuazione delle nomine da effettuare dal Consiglio regionale - art. 6 della L.R. 18 febbraio 1985 n. 10 - nel primo semestre 1986. Primo elenco e determinazione delle relative scadenze"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 66: Individuazione delle nomine da effettuare dal Consiglio Regionale art. 6 della L.R. 10/85 - nel primo semestre 1986. Primo elenco e determinazione delle relative scadenze".
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 43 voti favorevoli e 2 astensioni.
Pongo inoltre in votazione l'immediata esecutorietà della stessa ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti.


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 67: "Individuazione ai sensi dell'art. 4 della L.R. 18 febbraio 1985, n. 10, di associazioni, enti ed istituti titolari di potere di designazione"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n.67: "Individuazione ai sensi dell'art. 4 della L.R. 10/85 di associazioni, enti ed istituti titolari del potere di designazione".
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 41 voti favorevoli e 2 astensioni.
Pongo inoltre in votazione l'immediata esecutorietà della stessa ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti.


Argomento: Trasporti su ferro

Ordine del giorno relativo alla soppressione della linea ferroviaria Airasca-Saluzzo


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno relativo alla soppressione della linea ferroviaria Airasca-Saluzzo presentato dai Consiglieri Brizio, Quaglia, Mignone, Dameri, Tapparo, Marchini, Pezzana Ala, Majorino e Fracchia, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale del Piemonte considerato che le indicazioni e le scadenze contenute nel Protocollo d'intesa fra il Ministro dei Trasporti e l'Assessore regionale alla Viabilità e Trasporti pongono la Comunità piemontese di fronte a questioni di difficile soluzione per la ristrettezza dei tempi a disposizione, in particolare per la soppressione della linea Airasca-Saluzzo, prevista per il l'gennaio 1986 e delle altre linee prevista per il 1 giugno 1986 ritenuto essenziale, nella politica dei trasporti, il rilancio, il risanamento e l'ammodernamento del sistema di trasporto su ferro ribadisce la richiesta al Ministro dei Trasporti che la linea Airasca-Saluzzo sia considerata alla stregua delle altre linee prese in esame e perciò sia esclusa dalle soppressioni previste a partire dal 1' gennaio 1986 chiede che la Giunta regionale attivi immediatamente tutti gli strumenti necessari ad una attenta verifica della situazione e che la gestione del Protocollo, per la cui attuazione sono necessari finanziamenti certi nella quantità delle risorse e precisi nei tempi, veda la partecipazione, oltre che della Giunta regionale ed in particolare dell'Assessore competente delle comunità ed Enti locali attraverso le Amministrazioni provinciali interessate e un ruolo attento e continuo della II Commissione consiliare permanente".
Non essendovi richieste di parola, lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Ordine del giorno in materia pensionistica


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno in materia pensionistica firmato dai Consiglieri Paris, Devecchi, Minervini, Majorino, Mignone Ratti, Marchini, Bergoglio, Acotto, Benzi, Sestero, Marchiaro, Santoni Cerchio, Rossa, Brizio, Quaglia e Ferrara, che recita: "Il Consiglio Regionale del Piemonte premesso che con legge n. 638 dell'11/11/1983 (misure urgenti in materia previdenziale e sanitaria e per il contenimento della spesa pubblica) è stato giustamente sancito, all'art. 6, che l'integrazione al trattamento minimo di pensione - con il contributo della collettività - non compete ai pensionati possessori di redditi 'extra-pensione' assoggettabili all'IRPEF per un importo superiore a determinati parametri indicizzati, chiaramente fissati dalla legge stessa considerato che l'art. 8 della stessa legge sancisce altresì che la pensione di invalidità non è attribuita e - se attribuita - ne viene sospesa la corresponsione - nel caso in cui l'assicurato o il pensionato, di età inferiore a quella prevista per il pensionamento di vecchiaia, siano percettori di altri redditi per un importo superiore ai ben precisi limiti fissati dalla normativa visto che per l'accertamento dell'entità del reddito gli interessati debbono annualmente presentare alle gestioni previdenziali di competenza la dichiarazione sostitutiva di atto notorio, prevista dall'art. 24 della legge 3/4/1977 n. 114 rilevato che l'attribuzione all'INPS ed agli altri Enti che gestiscono la previdenza di un compito improprio quale quello di "accertatori di reddito" ha contribuito in modo rilevante ad aumentare i tempi di giacenza delle domande di pensione (per cui, nella realtà torinese moltissimi lavoratori sono costretti ad attendere oltre un anno prima di ricevere il libretto di pensione ed i relativi arretrati) considerato che i modelli "Red" predisposti dall'INPS e dagli Enti previdenziali per la dichiarazione reddittuale dei pensionandi e dei pensionati debbono essere restituiti con firma autenticata ritenuto che la norma che prevede l'obbligo della autenticazione della firma sia del fatto inutile ed illogica per i seguenti motivi: a) perché tale autenticazione serve unicamente a dimostrare che la dichiarazione reddittuale è stata sottoscritta dal pensionato - o dal pensionando - ma non offre alcuna garanzia sulla veridicità dei dati reddittuali forniti all'Ente erogatore della pensione b) perché analoga dichiarazione di responsabilità è già contenuta in calce al normale modulo di domanda di prestazione pensionistica e viene sottoscritta dai richiedenti senza obbligo di autenticazione c) perché non si comprende il motivo per cui il cittadino-contribuente possa presentare l'annuale dichiarazione dei redditi agli Uffici Finanziari ed ai Comuni con firma non autenticata e debba far invece autenticare la firma apposta su di un documento a "corredo" di una domanda di prestazione pensionistica tenuto conto del fatto che il modulo per la dichiarazione reddittuale predisposto dall'INPS - tutt'altro che semplice - obbliga lavoratori e pensionati nella generalità dei casi, a ricorrere all'assistenza gratuita dei patronati o dei sindacati, ma anche all'onerosa consulenza dei commercialisti per la corretta compilazione, imponendo successivamente lunghe ed estenuanti code agli sportelli dei Comuni o dell'INPS per l'apposizione e l'autenticazione della firma ribadito che tale autenticazione non garantisce né può garantire in alcun odo l'esattezza dei dati contenuti nelle dichiarazioni reddittuali e non pu conseguentemente impedire all'Ente erogatore della pensione la corresponsione di prestazioni non dovute, e costituisce ostacolo difficilmente superabile per le persone anziane, handicappate intrasportabili interpreti delle giustificate proposte dei lavoratori, dei pensionati e degli stessi organi preposti alle operazioni di autenticazione chiedono al Governo, al Ministero del Lavoro, al Presidente del Consiglio di Amministrazione dell'INPS di voler concordemente operare per la sollecita revisione della normativa, in modo tale che l'accertamento della situazione reddittuale dei pensionati e dei pensionandi possa essere effettuata mediante la sottoscrizione di una semplice 'dichiarazione di responsabilità' formulata in modo più rigoroso e vincolante, soggetta a penalità eventuali nell'ipotesi di comprovata dichiarazione infedele (come avviene da sempre per le normali domande di pensione) ma senza l'obbligo dell'autenticazione della firma chiedono inoltre che copia del presente ordine del giorno venga inviato per conoscenza a tutti i Parlamentari piemontesi ed ai Presidenti di tutti i comitati regionali e provinciali dell'INPS".
Ha chiesto di parlare il Consigliere Paris. Ne ha facoltà.
PARIS Intervengo per effettuare una correzione formale al testo e cioè alla pag. n.2, punto c), laddove è scritto: "poiché non si comprende il motivo per cui il cittadino contribuente possa presentare l'annuale dichiarazione dei redditi agli Uffici finanziari dei Comuni con firma autenticata" inserire dopo la parola "firma" il termine "non" che era stato omesso durante la battitura del testo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione il testo dell'ordine del giorno così corretto.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno concernente l'intesa tra Governo e Vaticano sull'insegnamento religioso nelle scuole


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Bontempi, Ala, Marchini, Mignone, Minervini, Tapparo e Ferrara concernente l'intesa tra Governo e Vaticano sull'insegnamento religioso nelle scuole.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Ala. Ne ha facoltà.
ALA Il mio Gruppo chiede che questo ordine del giorno venga posto in votazione.
Nel merito dello stesso, io interverrò qualora vi sia una discussione se nessuno degli altri Gruppi sollecita o richiede una discussione, a mio avviso si può procedere immediatamente alla votazione.
Colgo anche l'occasione per invitare il Consigliere Pezzana a rimettere la propria firma sotto questo documento, visto che ha il merito di aver proposto all'attenzione di questa assemblea un tema così rilevante ed urgente.



PRESIDENTE

La discussione nel merito dell'odg non è ancora aperta. Per ora gli interventi si devono riferire alla metodologia dei lavori.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Brizio. Ne ha facoltà.
BRIZIO Io chiedo di rinviare questo argomento, perché oltretutto, anche a livello nazionale è stato deciso dalle forze politiche di rinviarne l'esame a gennaio per i necessari approfondimenti. D'altro canto abbiamo visto che il Presidente del Consiglio ha assunto una posizione di sostegno alla decisione adottata dal Ministro Falcucci e comunque il problema viene rinviato per un esame attento ed approfondito per il mese di gennaio.
Certo chiediamo il rinvio, perché questo è un documento, sul quale non c'è ampia convergenza e quindi richiede una discussione, un approfondimento ed anche una preparazione specifica che dobbiamo ricercare attentamente per dare tutte le motivazioni delle singole posizioni, specialmente per quanto riguarda il nostro Gruppo, il quale intende approfondire la questione e non ritiene di poter discutere adesso, come già ieri, in uno stralcio del Consiglio, una questione estremamente importante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Noi saremmo per affermare il diritto, come d'altro canto è scritto nell'ordine del giorno, delle minoranze religiose alla parità di trattamento e di dignità. Voglio dire cioè che senz'altro il documento esprime delle preoccupazioni che noi socialisti condividiamo e quindi è un problema del quale giustamente un'assemblea come questa deve farsi carico.
C'è però forse un problema di tempi e di preparazione, per cui la sottolineatura del collega Brizio mi trova d'accordo. Credo sia il caso, se ci impegniamo ad andare ad un dibattito più approfondito, di accogliere la proposta di spostarne l'esame ad un tempo successivo.
Dichiaro la disponibilità del PSI a rinviare la discussione di questo argomento, poiché non penso che il problema si risolverà, in ogni caso se si risolvesse sarebbe meglio e io me lo auguro, nel giro di 15 o 20 giorni.
Resta comunque il fatto che c'è una questione aperta sulla quale noi socialisti, sul piano dei contenuti, diamo tutta la nostra disponibilità e la nostra approvazione. Se riteniamo, tenuto conto del tempo, di rinviare questo problema, ferme restando le posizioni espresse dal Gruppo socialista, noi siamo disponibili ad andare ad un approfondimento e ad una verifica, magari per constatare che esistono pur negli sforzi compiuti dalle forze laiche e socialiste rispetto alle forze cattoliche delle divergenze che restano e che non devono certo impedire, come non impediscono, di realizzare quella collaborazione fruttuosa che mi sembra abbiano realizzato, il superamento di quegli steccati che hanno bloccato la vita del nostro Paese per molto tempo.
Se c'è quindi questa disponibilità da parte dell'assemblea, auspicherei che si andasse ad un dibattito molto più approfondito e corredato di elementi che non siano semplicemente tesi ad un'approvazione formale, ma per dare ad essa un significato ricco di contenuti come quelli che noi riteniamo di dare. Se questa disponibilità però non c'è, noi siamo anche disposti ad aprire un dibattito e nulla impedirà di andare a delle posizioni che potranno essere convergenti, ma che se non lo saranno registreranno delle posizioni che hanno una riconduzione di carattere storico che non possiamo certo risolvere noi oggi; me lo augurerei, ma non è così semplice.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Nei tempi andati della cavalleria quando c'era un duello si lasciava allo sfidato la scelta delle armi e noi abbiamo lasciato allo sfidato, la D.C., la scelta della data ed evidentemente non ritorniamo rispetto a questa posizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.
FERRARA Quello che devo dire l'ha detto prima Marchini in modo aulico e simpatico: anche noi siamo d'accordo a concedere questa scelta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.
MAJORINO Anche noi concordiamo nella richiesta di rinvio per due autonome ragioni: in primo luogo, perché anche nella prima seduta del Consiglio di gennaio il problema sarà sicuramente ancora di attualità; in secondo luogo perché onestamente è necessario un approfondimento, per esempio è necessario nell'approfondire conoscere integralmente il testo del documento del Ministro all'Istruzione. Il nostro Gruppo l'ha appreso unicamente dalle notizie giornalistiche, presumibilmente altri Gruppi che sono più attrezzati conosceranno il testo integrale.
Quindi anche per questa ragione, ma non solo per questa ragione, oltre che per quella di cavalleria enunciata da Marchini, concordiamo in un aggiornamento della seduta per trattare l'argomento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.
MIGNONE Anch'io credo che a questo punto, avendo molti dei firmatari espresso l'opinione di rinviare la discussione su questo documento, si possa concordemente accedere a questa proposta. Anche perché l'argomento è importante, ed è giusto quindi dare ad esso il suo adeguato rilievo, ma non credo che il rinvio possa compattare o possa condurre ad un unanimismo.
Credo che su questa, materia vi siano opinioni anche diverse che probabilmente, anzi senz'altro, non troveranno dei punti comuni. Il rinvio non deve essere visto come un fatto tattico per cercare di ricompattare quello che non è ricompattabile, perché certamente vi sono delle posizioni di pensiero, ideologiche, diverse all'interno della maggioranza.
Del resto credo che non giovi a nessuno neanche il voler forzare comunque un pronunciamento già oggi, fatto che in fondo potrebbe anche sembrare soltanto un modo per cercare di dimostrare una divisione della maggioranza che alla fine penso sia produttiva di ben poco e sarebbe anche un torto stesso alla materia che è in discussione.
Credo peraltro vada anche detto che è sempre stato nella tradizione di questo Consiglio Regionale, allorquando una forza politica di peso rilevante ha chiesto su un provvedimento, su un ordine del giorno, di avere un momento di riflessione accedere a questa richiesta compatibilmente con l'ordine dei lavori.
Peraltro poiché mi pare vi sia l'orientamento di riconvocare il Consiglio il giorno 27 di questo mese, già in quella sede ad esempio si potrebbe affrontare questo argomento. Credo quindi che uno spostamento di pochi giorni non vada ad inficiare lo spirito e la lettera dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.
BONTEMPI Signor Presidente, credo sia molto difficile potere condurre con ragionevolezza e civiltà i rapporti in questo Consiglio se nella giornata di ieri, quindi non 40 giorni fa, si è preso, di fronte ad una richiesta di voto, l'impegno a votare questo documento oggi; era stato detto infatti: "si farà domani". Questo ordine del giorno ha utilità se viene votato adesso, perché se c'è un momento 'in cui la posizione autonoma del Consiglio regionale deve essere espressa è proprio oggi, e non quando il Governo avrà espresso le sue conclusioni, nel momento in cui addirittura giace una mozione per riportare questo argomento in Parlamento. Tutto sommato credo sia legittimo il fatto che vi siano opinioni diverse su questo tema, che non è di governo, ma almeno esprimiamoci con chiarezza.
E' difficile sostenere, dopo che si è firmato un documento che contiene anche abbastanza in maniera ricca le motivazioni, dire, come qui ho sentito da qualche firmatario, che sono necessari degli approfondimenti. Ma quali? Se si è votato un ordine del giorno in cui si esprime una volontà, questo è l'impegno e si presume che dietro ci sia un ragionamento, ci siano delle motivazioni ed anche i sufficienti approfondimenti, per chi ha firmato.
Quindi davvero è abbastanza stupefacente dover registrare oggi questa non volontà di andare a votare. Noi chiediamo che sia votato, perché ha senso votarlo, è utile votarlo adesso e non chissà quando.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.
PEZZANA Non parlo in veste di firmatario perché ieri sera ho tolto la mia firma da questo documento. I funzionari mi hanno chiesto di sottoscrivere a mano la motivazione che ora vi leggo: "A causa del cambiamento di opinione sulla presentazione e discussione in data odierna dell'ordine del giorno, lascio questa gravissima decisione alla responsabilità di chi se l'è assunta e ritiro la mia firma." Posso dire oggi che ero facile profeta ieri, in quanto già immaginavo come sarebbe andata a finire, perché in questo Paese ci si fregia sempre di attributi, rispetto ai quali poi non si è mai in grado di mantenere fede.
A me dispiace vedere le forze liberali e repubblicane, che nell'opinione comune passano per essere laiche, riunite in questo momento di fronte all'unico Gruppo che non ha firmato questo documento che è la D.C. Allora bisogna dire veramente, e questa è una frase che non ho mai pronunciato in tutti questi mesi, ma evidentemente è così, come ha sempre sostenuto un altro tipo di opposizione, quella comunista o quella della Lista Verde o di D.P., che questa maggioranza è talmente fragile che ha paura di esprimersi in modo differenziato su un argomento che sicuramente non l'avrebbe mai comunque messa in difficoltà.
Questa paura di esprimersi su un argomento come questo, che ripeto è un comportamento gravissimo, perché se i miei colleghi Capigruppo l'hanno firmato, ritengo l'abbiano anche letto, pensare in altre parole di usare in continuazione questa tecnica del rinvio per timore di votare un ordine del giorno, io da facile profeta l'avevo già individuata ieri sera e devo dire che ho fatto proprio bene, non mi sono venuti dei dubbi e mantengo il mio ritiro di firma da questo documento, perché dal 27 andrà al 10, dal 10 andrà al 25, e via di questo passo.
Prima parlavo degli yes-men in aula e dei no-men fuori dall'aula purtroppo qui non vale più, caro Marchini e caro Ferrara, questa gloria risorgimentale di chiamarsi laici, chiamatevi aderenti, unanimi; chiamatevi nel modo che preferite, ma, veramente definirsi laici credo ci voglia un bel coraggio.
Invece ringrazio la coerenza del Gruppo comunista, del Gruppo della Lista Verde, penso anche del Gruppo di D.P., Staglianò non c'è, ma credo l'avrebbe mantenuta la firma, perché ritengo si possa essere in disaccordo completo su tantissime cose, ma almeno onorare la propria firma mi sembra il minimo che possa fare una persona che abbia una responsabilità politica in questo Consiglio.
Sono quindi ben contento di aver ritirato la mia firma ieri sera da questo documento, ritiro che confermo in questa sede.



PRESIDENTE

Io comprendo che di fronte ad un problema non certo di poco conto come questo vi siano momenti di meditazione rispetto anche alle argomentazioni che stanno alla base e non dimentichiamo che proprio su questi temi quando venne votata la Costituzione ci fu sull'art.7 un certo voto e da allora questo voto è sempre presente ed attuale, non è stato ancora modificato, si sono modificati i tempi, molte riforme sono avvenute, pensate a quanti passi in avanti si sono fatti nell'ambito dei diritti civili. E' possibile rimandare quindi questa discussione, lasciando, lo hanno detto Marchini Ferrara e Rossa alla D.C., di stabilire il giorno in cui discutere di questo problema, cioè l'onore delle armi.
Se consentite a chi ha l'obbligo di porre in votazione quanto viene determinato in quest'aula, io proporrei che nella prima seduta di gennaio noi andiamo ad affrontare questo problema. Nessuno ha detto che ritira l'ordine del giorno, si è detto che rimane iscritto e quindi verrà discusso la prima seduta di gennaio.
Mi pare che sia questo; io raccolgo le opinioni, non posso arrogarmi altro diritto se non questo.
La maggioranza ha deciso così, io non posso che inchinarmi alla maggioranza, per cui lo tengo iscritto, perché nessuno ha chiesto che non lo sia.
BONTEMPI Io dico che la maggioranza ha diritto a non votarlo o a votare contro.
Nel momento in cui però è iscritto all'odg, dovrebbe anche essere votato altrimenti può verificarsi il fatto che ogni volta si sia presa una decisione, qualcuno, perché ha un qualche numero in più, decide che non si fa.



PRESIDENTE

Consigliere Bontempi non sono io quello che ritarda le cose, però i Gruppi di maggioranza che hanno sottoscritto l'ordine del giorno, la maggioranza quindi dei sottoscrittori, hanno richiesto non una non iscrizione, non una cancellazione, ma meramente il rinvio alla prima seduta di gennaio.



PRESIDENTE

ALA



PRESIDENTE

Probabilmente se guardiamo la consistenza dei Gruppi che hanno firmato l'ordine del giorno, la maggioranza è a favore del mantenimento a oggi del documento.



PRESIDENTE

Non si tratta di una maggioranza numerica. Quando si parla di Capigruppo che decidono l'ordine dei lavori si devono considerare le forze che essi rappresentano.
Allora, se non vi è discussione rispetto a questo, noi lo riproporremo nella prima seduta di gennaio.
ADDUCI Ma si voti almeno questo!



PRESIDENTE

Se si ritiene opportuno votare il rinvio alla prima seduta di gennaio io lo pongo in votazione.
MARCHINI Chiedo la parola circa questa messa in votazione.



PRESIDENTE

Ne ha facoltà.
MARCHINI Faccio presente al Presidente che qui si pone un problema delicato nella misura in cui la regolamentazione dell'aula è demandata ai Capigruppo, e non all'aula: il principio generale è questo. Se poi si ritiene che invece qualche volta l'ordine dei lavori in aula sia rimesso all'assemblea è un principio del tutto innovativo che io sono anche disposto a rispettare e se il Presidente insiste voto.
Questo è un problema di governo dell'aula che non attiene all'assemblea, ma ai Capigruppo e al Presidente. Mi spiace, ma è così dopodiché se l'eccezione la si vuol fare, non mi lagno più di tanto.



PRESIDENTE

Spiego il significato del voto. Avrebbe ragione il Consigliere Marchini se non fosse iscritto all'o.d.g., ma ieri si era detto che si sarebbe rinviata la discussione ad oggi e quindi egli avrebbe ragione se in effetti ora si convocassero i Capigruppo per decidere sull'ordine dei lavori, ma nel mentre in cui si decide soltanto un rinvio, questo non spetta ai Capigruppo, bensì, quando è in aula, all'assemblea.
In sede di modifica di regolamento poi preciseremo anche questo punto ma ritengo che quando si è in aula e l'argomento è iscritto, il rinvio spetta al Consiglio.
Quindi io pongo in votazione l'iscrizione di questo ordine del giorno alla prima seduta di Consiglio del mese di gennaio.
BOSIO La questione è stata posta male, dovrebbe invece essere posta in questi termini: chi intende votarlo adesso.



PRESIDENTE

Posso anche invertire la questione, ma a mio parere non cambia niente.
D'accordo: chi intende votare l'ordine del giorno stasera è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio respinge con 17 voti contrari, 14 favorevoli e i astensione.
L'ordine del giorno è dunque iscritto alla prima seduta del Consiglio regionale del mese di gennaio.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Proseguiamo con le conclusioni della mozione presentata dal Gruppo del PCI sulle centrali nucleari.
La parola al Consigliere Bontempi.
BONTEMPI Prima di entrare nel merito, vorrei porre una questione che credo attenga ai lavori di questo Consiglio.
Siamo arrivati alle ore 19 e dobbiamo ancora esaminare molti argomenti iscritti all'o.d.g., per cui io chiedo che questo Consiglio si aggiorni ad una data che è possibile trovare ancora in questo mese, perché dovremmo riuscire ad adottare perlomeno il provvedimento di riordino - fase transitoria - relativo agli organi comprensoriali prima del 1 gennaio e chiedo che questa richiesta sia accolta, perché è difficile pensare che di qui a quando si riesca con la dovuta calma e anche con la dovuta profondità affrontare questi argomenti, sui quali fra l'altro, compreso quello della centrale nucleare, non mi risulta si sia arrivati ancora ad una conclusione concorde.
In ogni caso io rivolgo questa richiesta a nome del mio Gruppo e dico anche che sarebbe sensato per tutti. La data la stabiliscono i Capigruppo non posso certo proporla io, io proponevo il 27 dicembre perché mi sembrava una data logica, con del tempo che intercorre utile per potere, io spero arrivare ad uno stadio più avanzato di preparazione su questi atti.
Chiedo peraltro che i lavori del Consiglio non proseguano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.
PEZZANA Io sono in totale disaccordo con Rinaldo Bontempi, perché se la discussione sull'ora di religione richiede 20 giorni di approfondimento invece argomenti così semplici, su cui c'è l'accordo fra tutti, direi quasi unanimi, come la legge Galasso e le conclusioni sul nucleare, possono essere esaminati in pochi minuti.
Va bene studiare l'ora di religione per 20 giorni, ma questi argomenti discutiamoli subito, siamo seri!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Il nostro Gruppo concorda sulla opportunità di riflettere sulla opportunità o meno di continuare i lavori.
Ha qualche perplessità peraltro sul procrastinare la ratifica della delibera in ordine al provvedimento Galasso.
Dicono che non bisogna mai pensare male, ma se si pensa,il più delle volte si indovina, vero? Essendo quindi un provvedimento di ratifica se non viene assunto in questa sedé e in questa data in tempi abbastanza stretti si ritiene che su questo sia giusto e probabilmente è giusto avviare un dibattito approfondito.
Il dibattito approfondito probabilmente non si avrà neanche nella prossima seduta. Mi sembra difficile in una seduta interlocutoria in cui ci saranno questioni non più importanti, ma ancora oggetto di decisione anche da parte della maggioranza, che sia possibile trovare il tempo per discutere approfonditamente questo argomento.
Quindi io chiedo alle forze politiche di riflettere, ma soprattutto all'Assessore di farci conoscere la sua valutazione sui tempi procedurali di questa vicenda, anche per evitare che si assommino le discussioni su due provvedimenti, quello di ratifica, anzi di istruttoria e di decisione per il provvedimento che deve essere assunto, almeno in termini ordinatori, per il 5 gennaio rispetto a quello del 5 dicembre. Lascio all'Assessore una valutazione su questo, ma mi pare che qualche riflessione vada fatta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.
MIGNONE A me pare che la proposta fatta dal Capogruppo Bontempi sia tutto sommato ragionevole, poiché vi sono ancora iscritti ai lavori del Consiglio argomenti di grande rilevanza e di non facile soluzione, che presentano anche delle valutazioni diverse, attraversanti (per così dire) gli stessi partiti. Credo che sia da accogliersi la proposta di un rinvio ai primi giorni della prossima settimana, non appena vi sarà una giornata utile: si faceva riferimento al 27, potrebbe essere una data buona, intesa come prosecuzione dei lavori del Consiglio di oggi.
Certo credo non si possa andare molto oltre, perché vi è da parte della Giunta un'esigenza che dev'essere comunque tenuta in considerazione da parte del Consiglio, ma - tutto sommato - il rinvio ad una seduta della prossima settimana è una proposta ragionevole e sensata che almeno da parte nostra è condivisa.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta, Vetrino.
VETRINO, Vicepresidente della Giunta regionale Devo dire che tendenzialmente sarei portata in linea generale a fare in modo che una delibera che la Giunta ha assunto con i poteri del Consiglio venisse ratificata nel momento stesso in cui questa delibera, viene posta all'o.d.g. e quindi immediatamente dopo la seduta nella quale essa è stata assunta.
Se non ci sono delle difficoltà, che dovrebbe darmi a questo punto la Presidenza, che non si inficia il valore di questa delibera e la possibilità che questa, slittando il Consiglio, possa essere approvata anche, come è stato proposto, il giorno 27, io penso che si potrebbe accettare la proposta di rinviare il dibattito attorno a questa delibera che propone al Consiglio un primo momento di approfondimento di un tema che deve diventare, spero, consueto nei lavori di questo Consiglio, perch questa legge ci accompagnerà per un anno intero e i temi a cui solleciterà le forze politiche sono numerosi.
Accolgo quindi la proposta di rinviare i lavori al 27 dicembre. Vorrei solo essere assicurata da parte della Presidenza della Giunta che non ci siano delle difficoltà di carattere giuridico, di regolamento, per cui se non è approvata oggi, non può poi in definitiva essere approvata il 27. Se quindi deve essere approvata oggi, che questo venga fatto, se invece non ci sono difficoltà a che ciò avvenga il 27, sono disponibile a rinviarne l'approvazione.



PRESIDENTE

Lo Statuto recita: "Le deliberazioni suddette - cioè quelle prese d'urgenza - sono sottoposte al Consiglio per la ratifica - non dice quindi che debbono essere votate in quella seduta - nella sua prima successiva seduta da tenere non oltre 60 giorni." L'unico arco che è a termine cosiddetto imperativo è rappresentato dai 60 giorni, perché se per caso iscritta all'o.d.g. per la discussione non dovesse essere esaminata quel giorno, può anche esserlo la seduta successiva, purché non si superino i 60 giorni.
Lo Statuto non dice però che deve essere votata o comunque respinta accolta o modificata.
Allora io non credo che vi possano essere delle difficoltà, avendola iscritta e avendone iniziata la discussione, perché potremmo dire che si inizia la discussione, non nel senso stretto del termine, cioè si va a questo punto dell'o.d.g. e la prossima seduta si intende come prosecuzione dei lavori di questa. Altre volte già abbiamo agito in questo modo, l'unico termine invalicabile è quello dei 60 giorni.
Ha chiesto la parola il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.
MAJORINO Penso che l'interpretazione esposta dal Presidente sia condivisibile non solo per le cose dette dallo stesso Presidente, ma per una ulteriore considerazione che in questo momento la delibera assunta d'urgenza non è ancora formalmente perfetta, perché non è stata ancora approvata dal Commissario di Governo, quindi anche per questa ragione penso che il ragionamento fatto dell'avvenuta iscrizione all'o.d.g. e della ratifica nella prima seduta possa essere interpretato in questo senso.
Se poi dovesse darsi l'interpretazione formalistica più rigorosa allora doveva essere ratificata o non ratificata ieri, perché oggi non è prosecuzione della seduta di ieri. Perciò o l'interpretazione deve essere estremamente rigorosa, e allora doveva farsi ieri, oppure per le argomentazioni del Presidente e non dimenticando che non ha ancora l'approvazione del Commissario di Governo, quindi non è ancora formalmente perfetta, penso che si possa accedere alla tesi del rinvio alla prossima seduta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Il Gruppo socialista è favorevole a rinviare i lavori al 27 dicembre.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.
PEZZANA In merito a questo argomento, io avevo preparato un ordine del giorno per rinviare in Commissione questa proposta di deliberazione, perché è in contrasto con il decreto Galasso diventato legge dello Stato. Quindi secondo me questa deliberazione non verrà sicuramente approvata da parte del Commissario di Governo. .
Se il Presidente mi consente, darei lettura di questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Prima però, se lei mi permette, Consigliere Pezzana, al fine di correttamente procedere, io devo porre in discussione questo argomento.
Quindi, passiamo ad esaminare il punto 17 all'o.d.g. che reca: "Ratifica deliberazione G.R. n.12-1726: "Legge n.431/85 - Conversione in legge con modificazioni del D.L. 27/6/85, n. 312 - art.1 quater.
Individuazione dei corsi d'acqua classificati pubblici ai sensi del R.D.
11/12/33, n.1775 rilevanti ai fini paesaggistici".
A questo punto lei può dare lettura del suo documento.
BONTEMPI Mi scusi, signor Presidente, ma qui dobbiamo intenderci: mi pare ci sia la disponibilità dell'Assessore e l'interpretazione conforme della Presidenza sulla non perentorietà del termine di oggi, io credo davvero che la cosa seria da fare sia rinviare la seduta alla prossima settimana e quindi non si inizia assolutamente nel merito la discussione di alcun argomento, anche perché c'è un ordine formale di iscrizione all'o.d.g. che deve essere mantenuto e cioè: conclusioni della mozione sul nucleare provvedimento Galasso; riordino istituzionale.



PRESIDENTE

Concordo con quanto ha detto il Consigliere Bontempi.
Vorrei dire però che io ho dato lettura del titolo della deliberazione da esaminare, dopodiché il Consigliere Pezzana ha fatto la sua osservazione, ma essendo l'ora tarda, i lavori del Consiglio vengono rinviati per la loro prosecuzione alle ore 9,30 del 27 dicembre, secondo le indicazioni che sono state date in questa sede dai Capigruppo.
Il Consiglio quindi è convocato per il giorno 27.12.1985, alle ore 9,30.
Auguro a tutti i Consiglieri un felice Natale e li ringrazio per il lavoro svolto.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verba le dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.15)



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