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Dettaglio seduta n.24 del 19/12/85 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


VIGLIONE ALDO



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Esaminiamo il punto 11) all'o.d.g. che reca: "Esame proposta di deliberazione USSL n. 31 di Carmagnola - Ampliamento della pianta organica provvisoria per l'attuazione delle leggi n. 405/75, n. 685/75, nn. 180 194/78".
Se nessun Consigliere chiede di intervenire pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 28 voti favorevoli e 2 astensioni.



PRESIDENTE

Esaminiamo il punto 12) all'o.d.g.: "Esame proposta di deliberazione relativa a Istituzione dell'elenco regionale delle aziende abilitate alle forniture di cui al D.M. 30/5/84. Modalità operative".
Pongo in votazione per alzata di mano tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale.
La deliberazione è approvata con 29 voti favorevoli e 2 astensioni.



PRESIDENTE

Il punto 13) all'o.d.g. reca: "Esame proposta di deliberazione relativa a: USSL n. 30 di Chieri - Ampliamento della pianta organica per l'attuazione delle leggi n. 504/75, n. 685/75, nn. 180 e 194/78".
Pongo in votazione per alzata di mano tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale.
La deliberazione è approvata con 29 voti favorevoli e 2 astensioni.



PRESIDENTE

Al punto 14) all'o.d.g. si esamina la deliberazione relativa a: "USSL n. 50 di Gattinara - Ampliamento della pianta organica provvisoria per l'attuazione della legge n. 180/78".
Se non vi sono interventi pongo in votazione per alzata di mano tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale.
La deliberazione è approvata con 29 voti favorevoli e 2 astensioni.



PRESIDENTE

Esaminiamo infine la deliberazione relativa a: "USSL n. 64 di Bra Ampliamento della pianta organica provvisoria per l'attuazione delle leggi n. 405/75, n. 685/75, nn. 180 e 194/78", di cui al punto 15) all'o.d.g.
Pongo in votazione per alzata di mano tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale.
E' approvata con 29 voti favorevoli e 2 astensioni.



PRESIDENTE

Propongo l'iscrizione all'o.d.g. della deliberazione relativa a: "L.R.
n. 10/83 -Approvazione del Regolamento per la costituzione ed il funzionamento dell'Albo dei Revisori dei Conti delle USSL e disciplina dei casi di decadenza da componente del Collegio dei Revisori dei Conti".
Chi è favorevole all'iscrizione è pregato di alzare la mano. E' approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
Pongo ora in votazione per alzata di mano la deliberazione il cui testo verrà trascritto nel processo verbale.
La deliberazione è approvata con 26 voti favorevoli e 2 astensioni.



PRESIDENTE

Il punto 6) all'.o.d.g. reca: "Esame progetto di legge n. 34 - Modifica dell'art. 2 della L.R. n. 57/81.
La parola al relatore Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, darei per letta la relazione che è già stata distribuita la seduta precedente. Credo che tutti i colleghi abbiano avuto modo di leggere sia la relazione a questa proposta di legge sia quella alle due proposte di legge che succedono nell'o.d.g.
che pertanto darei per lette.
E' un complesso di norme che attengono alla vita di questa istituzione e al funzionamento stesso della nostra attività di Consigliere.



PRESIDENTE

Questo riguarda l'aumento della polizza di assicurazione contro gli infortuni dei Consiglieri che abbiano contratto nel 1981 (legge del 1974).
Si tratta dell'aumento del massimale.
Se nessuno desidera prendere la parola procediamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 "Il terzo comma dell'art. 2 della L.R. .30/12/81 n. 57 relativa a 'Assicurazione contro gli infortuni dei Consiglieri regionali' è sostituito dal seguente: 'Il contratto di assicurazione deve prevedere indennità non superiori ai seguenti massimali: L. 300.000.000 in caso di morte L. 300.000.000 in caso di invalidità permanente L. 50.000 per ogni giorno di invalidità temporanea." Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte." Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno risposto si 38 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Pongo in votazione l'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 37 hanno risposto sì 37 Consiglieri.
L'intero testo di legge è approvato.



PRESIDENTE

Esaminiamo il punto 8) dell'o.d.g. che reca: Esame progetto di legge n.
38 "Modifica dell'art. 5 della L.R. n. 9/84".
Il Consigliere Mignone dà per letta la relazione; io spiego il significato del voto Questo progetto di legge riguarda l'indennità di fine mandato ai Consiglieri. Oggi la quota è pari al 20% della retribuzione, con questa legge sarà del 23%. Questo coprirà il fondo fino ad un certo punto probabilmente occorrerà trovare una forma migliorativa a garanzia del futuribile cioè di quelli che fra cinque anni non faranno più parte del Consiglio.
Oggi riusciamo ancora con le somme che abbiamo a disposizione e i versamenti in corso a far fronte alle quote per coloro che dal 1970 vennero in Consiglio regionale anche, almeno per una parte, per quanto riguarda il miglioramento dovuto a seguito dell'aumento della contingenza. La Regione non ha mai ritenuto di attingere questi fondi in altro modo, non ha mai ritenuto di fare degli escamotage come hanno fatto magari altre Regioni e sempre ordinatamente, come si conviene a noi, abbiamo collocato i nostri titoli in modo che rendessero nella massima misura possibile, in modo da garantire il pagamento di questa indennità che viene versata ai Consiglieri dopo un certo numero di anni di presenza in Consiglio, raggiunta una certa età.
Oggi si chiede ai Consiglieri il sacrificio del pagamento del 3% in più. Con questa miglioria dovremmo incassare una somma vicina ai 90 milioni annui circa che compongono l'annuale esborso che si aggira intorno ai 780 milioni circa a favore di quanti non sono più in Consiglio regionale.
Quindi al Consigliere vengono addebitate somme vicine al milione per le varie indennità. Questo è bene che si sappia perché non s'immagini o si dica pubblicamente che un Consigliere regionale guadagna tanto o che vive da nababbo, mangia nei ristoranti di lusso e si consola la sera al piano bar come si racconta di qualche uomo politico. Nulla di tutto questo avviene alla Regione Piemonte.
Se qualcuno intende intervenire è pregato di chiedere la parola.
Consigliere Pezzana ne ha facoltà.



PEZZANA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, come laico, non ho nulla contro eventuali Consiglieri o politici che passino la sera al piano bar perché se uno si diverte al piano bar piuttosto che al cinema o leggendo un libro davanti alla televisione, secondo me, sono motivi di ordine morale quindi non è una scelta di cui discutere in Consiglio. Il collega Ala suonava in un piano bar - me lo dice lui adesso - ma non ritengo che questo sia ...



PRESIDENTE

Ho detto che si dice malignamente, non che lo si faccia.



PEZZANA Angelo

Se poi uno ha la fortuna di avere anche i soldi per mangiare in un ristorante di lusso beato lui, purché paghi le tasse! Il problema secondo me, è un altro e mi spinge a intervenire proprio per fare una censura rispetto all'aumento del fondo pensionistico.
Il Presidente ha illustrato il provvedimento dicendo che l'emolumento deve essere da qualche parte trovato, quindi è giusto che si sottragga questo 3%. Vorrei però sapere come mai, visto che questo 3% sottratto dallo stipendio del Consigliere comporta un onere di 90 milioni circa, il rimborso è aumentato dell'80% e comporta delle spese regionali di 241 milioni.
Quando si è abituati a parlare di cifre dell'ordine di miliardi, queste cifre possono significare indubbiamente poco. Io le ritengo invece indicative perché questo significa in realtà un aumento dello stipendio dei Consiglieri. In questo ordine queste cifre vanno lette. Secondo me in questo momento aumentare lo stipendio ai Consiglieri, di fronte all'opinione pubblica, non mi sembra giusto soprattutto pensando ai dipendenti regionali che attendono ancora la completa applicazione del contratto. I Consiglieri, proprio per un rispetto verso se stessi dovrebbero non accettare questa integrazione che va molto di più di quanto in realtà ci viene tolto - forse il Presidente non sente queste osservazioni, comunque le sentono i Consiglieri - vorrei comunque finire velocemente questo mio intervento che, anche se breve, anche se su una questione numericamente poco rilevante, è indicativo dal punto di vista morale. Queste proposte di legge dovevano essere approvate la scorsa settimana, ma quando si parla di proposte di legge ci si sente rispondere di avere pazienza perché l'iter delle leggi è lungo. Queste due proposte di legge, presentate il 28 novembre, approvate in Commissione l'11 dicembre dovrebbero venire approvate oggi: un vero record di presentazione, di discussione e di approvazione. Mi auguro che questo sistema, molto positivo da questo punto di vista, possa estendersi a tutte le proposte di legge che invece vengono tenute nei cassetti a dormire, a volte per anni.
La giustificazione che ci viene posta è sempre: "le leggi sono cose serie, bisogna discuterle in maniera molto approfondita e non approvarle in fretta".
Mi rendo conto che il mio intervento può andare contro ad un interesse magari appetibile dal punto di vista economico, però vorrei sottolineare l'aspetto morale e invito a rivedere questa proposta di legge per riportare l'uscita all'entrata perché se il costo di questo aumento è di 90 milioni allora deve essere 90 milioni anche la cifra data ai vari Consiglieri e non 241 milioni.



PRESIDENTE

Sul mio tavolo non c'è niente che debba essere portato in aula, quindi abbiamo già raggiunto un bel risultato. Sono state chiarite le finalità di questa legge, quindi che questo fondo si forma fra di noi. Passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. unico "Il primo comma dell'art. 5 della L.R. 23 gennaio 1984, n. 9 è sostituito dal seguente: 'A far tempo dal 1 gennaio 1986, i contributi di cui alla lettera a) del precedente art. 4 sono costituiti da una quota del 23% dell'indennità mensile lorda spettante ai Consiglieri regionali' ".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto sì 38 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. unico è approvato.



PRESIDENTE

Punto 7) all'o.d.g.: Esame progetto di legge n. 35 "Ulteriori modificazioni ed integrazioni alla L. R. 10/72, modificata con le leggi regionali 33/77, 74/78, 14/79, 77 e 78/80 e 5/84".
Il problema riguarda il rimborso spese.
Fin dal 1972, dopo l'approvazione dello Statuto, venne fissato a favore dei Consiglieri regionali un rimborso spese che era rapportato alla distanza chilometrica dalla residenza alla sede regionale. Via via si è adeguato questo rapporto in modo da consentire un effettivo rimborso delle spese sostenute.
Dal 1980 non c'è stato alcun ritocco alla legge, ma da allora ad oggi l'indice del costo della vita è aumentato e questo dei trasporti e del carburante in misura assai più notevole. Si è ritenuto di mantenere un rapporto più basso che tenesse conto di questa esigenza.
Il Consigliere Mignone, relatore di questo progetto di legge, dà per letta la relazione.
Vi do lettura dell'articolo unico che recita: Art. unico "La misura del rimborso spese che compete ai Consiglieri regionali per l'espletamento del mandato, come fissata dall'art. 1 della L.R. 9/12/80, n.
77, è aumentata dell'80%.
Le nuove misure sono applicate a far tempo dal 1 gennaio 1986".
Il Consigliere Bontempi presenta il seguente emendamento. Dopo il primo comma sono aggiunti i seguenti secondo e terzo: "Per ogni assenza dalle riunioni inerenti all'esercizio del mandato viene operata una trattenuta di 1/15 dell'importo di rimborso spese mensile.
Le assenze rilevanti agli effetti della trattenuta di cui al comma precedente sono definite da apposita deliberazione del Consiglio regionale su proposta dell'Ufficio di Presidenza". La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Chiedo di parlare soprattutto per illustrare l'emendamento che abbiamo presentato, che è il risultato della pausa di riflessione che avevamo chiesto la scorsa volta prima di passare al voto su questa legge.
A nostro avviso, proprio per non cadere nel rischio che l'intervento di Pezzana evidenziava, di un aumento surrettizio dell'indennità è necessario che il rimborso spese sia strettamente relativo alla sua definizione, sia teso a coprire le spese che si affrontano in effettuazione del mandato e sia quindi relativo alla presenza nell'esercizio del mandato.
Abbiamo proposto una norma esistente in altra Regione proprio per dimostrare che è auspicabile una norma che rinvia ad un atto successivo del Consiglio che definisce le assenze rilevanti. Faccio un esempio: è difficile prevedere a priori assenze rilevanti in due Commissioni contemporaneamente.
Si tratterà di scegliere una Commissione preminente, dargli un peso. E' un problema che va studiato. E' importante introdurre questo principio, è un elemento reale di moralità. E' opportuno che il rimborso spese corrisponda rigorosamente alle spese effettivamente sostenute.
Lascio perdere l'altro argomento che ritengo attuale, ma probabilmente secondario e cioè che tutto questo può costituire un incentivo alla presenza. Non voglio dire di più perché a me sembra che l'incentivo alla presenza nel lavoro politico debba essere dato dall'interesse politico e dalla volontà di essere presenti sui tempi politici.
E' una misura seria e ragionevole, applicata anche da altre Regioni per ancorare soprattutto l'erogazione della voce "rimborso spese" a spese effettivamente sostenute.
Noi confidiamo nell'accoglimento del nostro emendamento diversamente ci dichiareremmo contrari alla legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Volevo spiegare perché ho espresso la mia opinione prima della discussione specifica di questa proposta di legge. I due progetti di legge secondo me, sono strettamente collegati in quanto il secondo deriva dal primo;se non ci fosse stato bisogno di alzare il tetto pensionistico dal 20 al 23% sicuramente non ci sarebbe stata la proposta di legge successiva.
Visto che l'esborso che la finanza del Consiglio deve affrontare è di 90 milioni, ho chiesto come mai il rimborso ai Consiglieri è invece dell'80 per una spesa di 241 milioni. E' una domanda precisa alla quale mi auguro che l'ufficio competente darà risposta.
Volevo però segnalare - e questo è un aspetto molto grave - che la proposta di legge n. 35 è stata approvata dall'Ufficio di Presidenza e poi all'unanimità dalla I Commissione nella seduta dell'11/12/85 e oggi si viene a ritrovare in aula e giustamente alcuni Gruppi politici la rivedono e ne propongono degli emendamenti oppure auspicano delle critiche. Allora non è sempre data per scontata l'approvazione in aula di una proposta di legge approvata all'unanimità in Commissione come sovente si sente dire in quest'aula.
Allora, torno a chiedere ai Consiglieri presenti, se ritengano giusto che per coprire una spesa di 90 milioni la Regione debba sborsarne 241.
Questo significa dare un rimborso spese ai Consiglieri (quindi non c'entra niente il costo della vita, l'aumento delle spese autostradali, l'aumento della benzina, i quali ci sono, ma non in questa misura) ma significa in realtà un aumento reale dello stipendio dei Consiglieri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Signor Presidente, devo intanto dire che non ritengo corretto, anche sul piano giuridico, legare fra di loro i due provvedimenti così come ha sostenuto il collega Pezzana.
Sono provvedimenti che per finalità, per obiettivi non possono essere rapportati fra di loro, facendo un confronto fra le somme che con una proposta di legge vengono sottratte ai Consiglieri e quelle che invece con la presente proposta verrebbero date a titolo di rimborso spese.
Voglio fra l'altro ricordare che rimane pur sempre la possibilità per un Consigliere che non intende avvalersi della norma prevista dalla legge precedente di recuperare alla fine del proprio mandato, la somma versata sul fondo per l'indennità di fine rapporto.
Entrando nel merito della presente proposta, ritengo sia giusto riconoscere che negli ultimi cinque anni vi è stato un aumento consistente degli oneri che incidono sulle spese dei Consiglieri che devono raggiungere la sede del Consiglio regionale e degli uffici relativi. Quindi, il presente provvedimento trova una sua giustificazione perché appunto non siamo in presenza di un aumento dell'indennità per lo svolgimento del nostro mandato, ma dell'aumento del rimborso sulle spese che ciascun Consigliere sostiene per poter espletare efficacemente e responsabilmente il proprio mandato. Tra l'altro, mi pare che gli aumenti dei rimborsi previsti siano largamente al di sotto della dinamica che in questi cinque anni hanno avuto i costi dei trasporti e delle spese connesse.
La proposta di emendamento presentata dal Gruppo comunista certamente ha un suo significato ed un suo valore.
Vi sono però opinioni discordanti, vorrei quindi avere un ulteriore confronto al riguardo per sapere se la strada, così come è stata prospettata, è una strada percorribile e con un suo fondamento che meriti di trovare attenzione o accoglimento, se non in questa forma magari in una forma diversa. Certo che l'introduzione di un principio che cerchi di legare il rimborso spese effettivamente sostenute dal Consigliere per poter svolgere la sua funzione a una verifica è un principio che non può trovarci indifferenti, perché ha un suo fondamento; quindi credo possa trovare accoglimento.
Rimane sempre aperto il problema delle differenze fra Consiglieri che abitano a Torino nella prima cintura e Consiglieri che abitano in province più lontane.
Sono comunque favorevole al contenuto dell'emendamento. Se si vorrà trovare una diversa formulazione sarò pronto a discuterne.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Siamo ovviamente favorevoli alla legge. Non credo sia giusto fare della demagogia. Troppo spesso si parla di amministratori pubblici locupletati ma in realtà sappiamo tutti che la carica di amministratore pubblico comporta grande impegno, oneri estremamente pesanti e responsabilità sempre più gravi. Qui si tratta di aumentare un rimborso spese, rimasto costante per cinque anni, mentre, come ha detto il Presidente, l'aumento del costo della vita è stato superiore all'incremento di cui parliamo. I Consiglieri regionali della III Legislatura hanno ricevuto un rimborso spese nettamente inferiore a quelle sostenute.
L'adeguamento di oggi, tardivo da un lato, non essendo indicizzato dovrà essere adeguato successivamente. Noi siamo d'accordo sull'emendamento e lo votiamo. Si è parlato di un emendamento votato dalla Regione Lombardia, la quale peraltro effettua rimborsi spese che coprono veramente la spesa sostenuta dai Consiglieri regionali e rimborsa il doppio di quanto rimborsa la Regione Piemonte.
Quanto all'indennità commisurata alle effettive presenze, noi ci eravamo già espressi in senso favorevole nella passata legislatura.
Sapevamo però che vi erano difficoltà tecniche per cui non abbiamo presentato emendamenti. Nei giorni scorsi dopo l'approvazione in Commissione del progetto di legge ho avuto da parte del mio Gruppo sollecitazioni a esaminare questa proposta di emendamento che il Gruppo comunista aveva anticipato e nei confronti della quale dichiaravo la nostra disponibilità. Si tratta di emendamento che rinvia ad apposita deliberazione del Consiglio regionale la definizione delle assenze rilevanti, ai fini della decurtazione del rimborso spese. In quella sede si dovrà però tener conto del complesso degli impegni dei Consiglieri regionali in maniera che la trattenuta penalizzi chi veramente è assente.
Questo era il grave rischio che ci ha tenuti fermi fino a ieri, perch non è sufficiente entrare da una porta e uscire dall'altra, di aver firmato un pezzo di carta per affermare che si è stati presenti. Noi siamo per il rigore della spesa pubblica e, per conseguenza, siamo favorevoli ad una norma che agganci il rimborso spese alle presenze effettive.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il nostro gruppo voterà a favore della legge proposta e le argomentazioni svolte dal Consigliere Brizio chiariscono che non si tratta di aumento ma di aggiornamento ritardato.
L'argomento sul quale desidero intrattenermi più a lungo è quello dell'emendamento proposto dal partito comunista che mi vede molto perplesso e stupito, perplesso sulle conseguenze che può comportare, stupito per il fatto che sia stato proposto da una forza politica che nella passata legislatura ha avuto responsabilità in una fase di elaborazione di una ipotesi complessiva di rimborsi spese all'interno della quale la trattenuta per la mancata presenza diventa un elemento. Per ragioni di immagine nella passata legislatura non si è avuto il coraggio di portare in Consiglio quelle che erano le conseguenze contabili di questo strumento. Cari colleghi, esistono dei tabulati, si vada all'Ufficio di Presidenza a cercarli e si vedrà che negli anni '82, '83 si erano ipotizzati dei rimborsi spese di gran lunga superiori a quelli che oggi approviamo, ma studiati e analizzati sulle effettive spese alle quali va incontro il Consigliere regionale. Si era detto: "riconosciuto il diritto al rimborso spese, questo rimborso spese non è dovuto quando il Consigliere regionale non svolge incarichi di mandato". Questa era la filosofia all'interno della trattenuta del quindicesimo per ogni mancata presenza in Consiglio, in Commissione, in Giunta.
Qui si va ad incidere per percentuali su un forfetario che è quello tradizionale. Mi pare quindi un procedimento, se mi consentono i colleghi comunisti, poco logico. Quella della penalizzazione sembra una novità mentre invece tutte le forze del Consiglio regionale l'avevano già esaminata nella passata legislatura e l'avevano legata a una revisione della modalità di composizione dell'indennità di rimborso spese.
Rischiamo da una parte di utilizzare una sanzione rispetto a un titolo che non lo comprende nel suo complesso e avviamo nel contempo un processo di burocratizzazione del Consiglio che lascia estremamente perplessi. Né io personalmente, né i colleghi del Gruppo hanno la preoccupazione di essere penalizzati in questo senso, non perché si possano permettere la penalizzazione, ma perché non si possono permettere di non essere presenti (cosa che si possono permettere altri Gruppi), devo però dire che se applichiamo la sanzione dobbiamo anche applicare il premio. A questo punto deve valere anche una legge eguale contraria: a minori presenze corrispondono minori indennità, a maggiori presenze corrispondono maggiori indennità.
Quindi il problema della penalizzazione aveva una giustificazione organica nella misura in cui fosse vista in un provvedimento organico, così come è proposta mi pare una risposta pressapochista e un po' da coup de théatre rispetto alla esigenza della pubblica opinione che ha la necessità quotidiana di immaginare nel pubblico amministratore un dilapidatore di risorse pubbliche. Siccome io non ritengo di esserlo e ritengo che nessuno di noi qui lo sia, voterò l'emendamento proposto, perché nello spirito lo condivido, ma richiamo il partito comunista alla opportunità di ritirarlo votando, se è il caso, un Ordine del giorno, oppure inserendo all'interno della norma che stiamo approvando le parole: "fino all'approvazione di un regolamento che leghi i rimborsi e spese alle effettive presenze, i rimborsi spese sono confermati come segue ...". Mi sembra imprudente avviare un meccanismo su due binari: da una parte c'è il forfetario e dall'altra parte c'è la penalizzazione.
Accettiamo la penalizzazione come principio purché sia legata a un processo di formazione del tetto su cui si lavora per la penalizzazione che non è quello su cui ragioniamo. Qualora il partito comunista ritenesse di mantenerlo evidentemente c'è il nostro voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, esprimo il voto favorevole del gruppo socialista alla proposta di aggiornamento del rimborso spese ai Consiglieri.
Mi pare debba risultare chiara la distinzione tra il compenso per le funzioni del Consigliere regionale e il rimborso spese.
E' più che mai opportuno un aggiornamento dei rimborsi che finalmente coincide con la decisione presa dal Parlamento di riconoscere un giusto adeguato aumento di indennità agli amministratori locali che sono richiesti di impegno pubblico pressoché a tempo pieno. Questa è una ragione in più che conferma la validità della decisione che stiamo prendendo.
E' una decisione che prendiamo in relazione al fatto che il Consigliere regionale nel momento in cui viene eletto in una Provincia o in una circoscrizione della Regione, diventa Consigliere di tutta la Regione.
E' un impegno che va al di là degli impegni locali, quindi il rimborso spese deve essere legato alla funzione di carattere regionale per la quale avrei visto, per esempio, un impegno del Consiglio in direzione della possibilità di utilizzare le autostrade e le ferrovie, magari con inserimento dell'aumento complessivo come avviene per i parlamentari, i quali hanno diritto di utilizzare nell'ambito del Paese autostrade ferrovie, aerei, ecc.
Mi auguro che questa scelta possa essere fatta in futuro. La proposta del collega Bontempi di collegare l'aumento all'impegno in Commissione in qualche misura è diretto a penalizzare e mi sembra che restringa di parecchio il respiro dell'impegno e l'aumento del rimborso spese. Il problema non è solo di oggi. Credo che l'emendamento comunista non possa diventare un elemento contrapposto alla proposta di aggiornamento, quindi non sarà oggetto di una approvazione o di una disapprovazione.
Comunque, è da tenere in considerazione lo spirito con cui si pone il problema che è volta ad una maggiore e più impegnata presenza dei Consiglieri regionali anche a livello di Commissione. Voglio dire che è un problema al, di fuori dei problemi di carattere fiscale come è quello di cui stiamo discutendo.
Occorre una revisione generale della situazione. Siamo in grado, visto il numero delle Commissioni, visti gli impegni concomitanti, di partecipare in tutte le occasioni? Non vorrei che, con una forzatura di questo genere non ci fosse più il tempo per un Consigliere o per un Assessore di partecipare a una o più riunioni coincidenti e concomitanti. Invito il collega Bontempi a ritirare l'emendamento. Vediamo insieme se è possibile assumere il contenuto dell'emendamento in un quadro complessivo che consenta di combinare le presenze dei Consiglieri e degli Assessori in relazione agli impegni.
Quindi non utilizzerei l'occasione dell'aggiornamento del rimborso delle spese per assumere impegni che mi paiono penalizzanti e restrittivi. Le funzioni del Consigliere regionale sono ben più ampie della semplice presenza numerica nelle riunioni e nelle Commissioni.
Il Gruppo socialista è favorevole all'aggiornamento.
Ho voluto segnalare l'esigenza dell'utilizzo delle autostrade e delle ferrovie nell'ambito della regione, in relazione alla funzione del Consigliere regionale che è il Consigliere di tutta la Regione; nello stesso tempo suggerisco di non legare questa questione ad una verifica delle presenze nelle Commissioni che è penalizzante, fiscale, restrittiva è un problema importante che deve essere visto però in una sede nella quale sia possibile una valutazione complessiva dell'attività regionale che ciascun Consigliere svolge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Il mio intervento, dopo quanto è già stato detto, consiste in una breve dichiarazione di voto unicamente per preannunciare il voto favorevole al disegno di legge, dato che questo aumento non è neppure proporzionato all'aumento del costo della vita e all'inflazione.
Ci collochiamo anche in maniera favorevole all'emendamento proposto in quanto pare giusto ed equo oltre che logico. Essendo questo rimborso previsto proprio per spese che si sostengono per partecipare alle funzioni di cui siamo investiti, è giusta e logica la ritenuta nei limiti di 1/15 ogni qualvolta non si partecipi alle riunioni o di assemblea o di Commissione perché effettivamente in quel momento non si sostiene una spesa. Salvo che si trovi un più perfetto meccanismo, come ha accennato il Consigliere Marchini, allo stato degli atti del disegno- di legge esprimiamo voto favorevole perché non vediamo altra soluzione ai fini che sono stati enunciati a sostegno dell'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

E' stato rivolto al nostro Gruppo un invito a ritirare l'emendamento.
Dico subito che noi non accogliamo questo invito. Abbiamo motivato l'emendamento in modo molto piano e tranquillo, mentre alcuni interventi mi sono parsi poco sereni nell'esprimere, peraltro in modo contorto, un possibile consenso su questo emendamento.
Sono tre anni ormai che non solo noi ma certamente noi in sede di Ufficio di Presidenza sosteniamo che il meccanismo dei rimborsi spese va ancorato all'effettiva spesa sostenuta per un principio di moralità e di parificazione con tutto quanto avviene in altri comparti dove vigono altri principi, per esempio, il pié di lista, che in quanto caro è un po' difficile da adottare, ma dove le quote forfetarie sono ancorate alla presenza.
Non mi nascondo le difficoltà di attuazione per individuare le presenze rilevanti. Peraltro c'è un rinvio esplicito ad una deliberazione e in quella occasione, con serietà e rigore, senza assurde demagogie, senza cedimenti, confrontandoci con le esperienze delle altre Regioni, potremo definire in modo equo il problema.
D'altra parte, i dubbi che vengono richiamati mi giungono nuovi anche perché il lavoro preparatorio dell'altra legislatura incardinava questo nel sistema molto semplice della corrispondenza della spesa al rimborso e tendeva a determinare una soluzione equa del problema.
Manteniamo il nostro emendamento, ringraziamo i Gruppi che lo hanno condiviso e invitiamo i rappresentanti consiliari che si sono manifestati dubbiosi, ad avere fiducia. Il percorrere una strada netta ci aiuta non solo nella famosa questione delle legittimazione ma anche nella serietà dell'impegno che tutti sapete essere molto oneroso e che presuppone che il confronto nelle varie sedi sia fatto con la pienezza potenziale delle presenze.
Non esistono subordinate, non credo possa essere considerata subordinata l'idea che avevo in testa che era quella: se proprio volete studiare di più non facciamo la legge. Credo però che sia preferibile definire oggi questo aggiornamento del rimborso spese con l'introduzione di questo principio e rinviare ad un atto successivo la precisazione dei meccanismi e delle modalità. Credo che questa sia una operazione utile nella quale si possano ritrovare i Gruppi e credo che sul funzionamento il patto di serietà sia la migliore garanzia.



PRESIDENTE

Il significato del voto è stato chiarito. Pongo in votazione l'emendamento proposto dal Gruppo PCI.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 39 voti favorevoli e 2 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'articolo così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto sì 42 Consiglieri ha risposto no 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere.
L'Articolo unico è approvato.



PRESIDENTE

Esaminiamo il punto 9) all'o.d.g. inerente: Esame p.d.l. n. 22: "Proposta di legge del Consiglio regionale del Piemonte al Parlamento recante 'Modifica dell'art. 15 della legge n. 833/78'".
Relatore è il collega Marchini che dà per letta la relazione.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Vorrei intervenire per dare atto ai presentatori dell'utilità di questo intervento legislativo. Nella zona sanitaria di Pinerolo per esempio, a causa del meccanismo della Comunità montana, è stata esclusa la possibilità di presenza delle minoranze all'interno dell'USSL. In realtà vi è una situazione assurda perché solo alcuni Gruppi sono presenti. Il Gruppo comunista, per esempio, era assente. Devo con signorilità accusare ricevuta di essere stato preceduto dai colleghi liberali, ma, altrettanta signorilità non è stata espressa su un'altra proposta. Io invece la voglio esprimere, la volevo fare io, ma non sono arrivato in tempo. Sono contento per chi l'ha fatta: è una cosa intelligente e giusta.
L'approviamo incondizionatamente.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolo unico il quale recita: Art. unico "Alla lettera c) del secondo comma dell'art. 15 della legge 23/12/78 n. 833 sono soppresse le parole: 'Qualora il territorio dell'USSL comprenda anche Comuni non facenti parte della Comunità montana, l'assemblea sarà integrata da rappresentanti di tali Comuni' e, pertanto, la lett., c) di cui sopra è modificata come segue: c) dall'assemblea generale della Comunità montana se il suo ambito territoriale coincide con quello dell'USSL'".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto sì 38 Consiglieri.
L'articolo è approvato.



PRESIDENTE

Propongo l'iscrizione all'o.d.g. il p.d.l. n. 43: "Modifiche alla L.R.
n. 73/79 - Istituzione di un nuovo servizio a supporto della Commissione permanente VIII del Consiglio regionale".
Chi approva l'iscrizione è pregato di alzare la mano E' approvata all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
Relatore di questo p.d.l. è il Consigliere Quaglia che dà per letta la relazione. Passiamo quindi alla votazione del relativo articolato.
Art. 1 "In attuazione dell'art. 18 dello Statuto della Regione è istituito un nuovo servizio a supporto della Commissione permanente VIII del Consiglio regionale prevista dal vigente regolamento consiliare.
Tale servizio le cui attribuzioni sono descritte nell'allegato A) alla presente legge opera secondo i principi di cui alle leggi regionali 20/2/79 n. 6 e 17/12/79 n. 73".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto sì 37 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "L'allegato A della presente legge costituisce l'allegato 1 ter all'art. 2 della L.R. 17/12/79 n. 73".
Allegato A) Commissione VIII Studi e ricerche in relazione agli argomenti di competenza della Commissione (o di più Commissioni).
Reperimento, raccolta ed elaborazione di dati e materiale di documentazione, della legislazione statale e regionale sugli argomenti di competenza della Commissione in collaborazione con i Servizi Documentazione e Legislativo, anche in relazione ad eventuali indagini conoscitive affidate alla Commissione stessa.
Convocazione ed assistenza alle sedute della Commissione e alle consultazioni da essa indette, redazione verbali e resoconti.
Tenuta dell'archivio e del protocollo della Commissione classificazione e tenuta dei progetti di legge e degli atti amministrativi di competenza.
Istruttoria tecnica dei provvedimenti all'esame della Commissione.
Predisposizione formale dei testi approvati dalla Commissione e revisione formale degli stessi in collaborazione con l'Ufficio Legislativo e Aula.
Assistenza alle sedute del Consiglio regionale su argomenti di competenza. - Redazione consuntivo dell'attività della Commissione (iniziative informative) in collaborazione con il servizio Stampa.
Conservazione del materiale bibliografico e delle riviste affidati alla Commissione.
Istruttoria dei rapporti della Commissione con Enti ed organismi esterni in vista delle consultazioni, incontri conoscitivi e sopralluoghi.
Contatti con le Unità organizzative della Giunta regionale in vista delle informazioni periodiche sull'attività della Giunta stessa e sullo stato dell'applicazione delle leggi di competenza.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto sì 37 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Si passi alla votazione dell'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto sì 37 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'intero testo di legge è approvato.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo l'iscrizione all'o.d.g. dei seguenti disegni di legge che sono stati licenziati dalle Commissioni: Esame progetto di legge n. 42.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
Esame progetto di legge n. 39.
Su questo progetto di legge chiede la parola il Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Ritengo impossibile votare in questo modo una serie così rilevante di atti, quali sono ad esempio i bilanci di assestamento o di previsione di un numero così rilevante di parchi. Motivo la mia astensione dal voto motivata da questo meccanismo procedurale, che è infernale.
Non sono leggine, composte da un articolo unico, sono bilanci, malloppi consistenti su materie estremamente rilevanti.
Mi chiedo se gli altri Gruppi queste cose hanno avuto il tempo di leggerle e di valutarle.



PRESIDENTE

Questi disegni di legge sono stati esaminati dalla Commissione I, che li ha rimessi al Consiglio.
Chi è favorevole all'iscrizione del p.d.l. n. 39 è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata con 29 voti favorevoli e 1 contrario.
Esame progetto di legge n. 40.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata con 29 voti favorevoli e 1 contrario.
Esame progetto di legge n. 57.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 30 Consiglieri.
Esame progetti di legge nn. 41/52.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 30 Consiglieri.
Esame proposta di deliberazione n. 65.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 30 Consiglieri.


Argomento: Enti strumentali - Assestamento di bilancio - Parchi e riserve

Esame p.d.l. n. 39: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1984 - Parco regionale dei laghi di Avigliana, Parco naturale dell'Alpe Veglia, Riserva naturale del Bosco e dei Laghi di Palanfrè Vernante, ESAP"


PRESIDENTE

Esaminiamo il p.d.l. n. 39. Ognuno è libero di pronunciarsi sulla politica dei parchi, ma credo che sia un argomento da riprendere magari in un dibattito. Oggi dobbiamo soltanto dare la possibilità ai parchi di operare.
Relatore è il Consigliere Quaglia che ha facoltà di intervenire.



QUAGLIA Giovanni, relatore

L'art. 4 della L.R. 3/9/84 n. 51: "Norme per la formazione e la gestione dei bilanci di previsione e dei rendiconti generali e per il controllo degli atti amministrativi degli enti di gestione dei parchi naturali, delle aree attrezzate della Regione Piemonte" prevede che tali enti presentino, entro il 31 maggio di ogni anno, alla Giunta regionale l'assestamento dei bilanci per la successiva approvazione con legge regionale.
Gli assestamenti di bilancio dell'anno '84 inviati per l'approvazione sono relativi ai seguenti parchi: parco naturale dei laghi di Avigliana parco naturale dell'Alpe Veglia, riserva naturale del bosco e dei laghi di Palanfrè-Vernante, ESAP.
Trattasi di provvedimenti che sono già stati inseriti nelle leggi di approvazione del bilancio complessivo della Regione.
E' un adempimento dovuto. Questo problema è stato esaminato in I Commissione ieri mattina. Non si sono verificate delle riserve, trattandosi di una presa d'atto formale. Pertanto la I Commissione ne raccomanda l'approvazione da parte del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Vorrei chiarire il senso della riserva che abbiamo espresso in Commissione dove i provvedimenti erano appena giunti e noi intendevamo esaminarli prima di un pronunciamento. La riserva è sciolta e voteremo a favore di questi provvedimenti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione il disegno di, legge il cui testo recita: Art. unico "Sono approvati gli assestamenti ai bilanci di previsione per l'anno finanziario 1984, dei seguenti enti di diritto pubblico e aziende che gestiscono parchi o riserve naturali regionali: Parco Naturale dei Laghi di Avigliana Parco Naturale dell'Alpe Veglia Riserva Naturale del Bosco e dei Laghi di Palanfrè Ente di Sviluppo Agricolo del Piemonte (ESAP) allegati alla presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 36 hanno risposto sì 34 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'articolo unico è approvato.


Argomento: Assestamento di bilancio - Parchi e riserve

Esame p.d.l. n. 40: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario '85 - Parco naturale e area attrezzata del Sacro Monte di Crea Parco naturale dell'Argentera, Riserva naturale della Garzaia di Valenza Parco naturale dell'Alpe Veglia, Riserva naturale del bosco e dei laghi di Palanfrè-Vernante, Parco naturale delle Lame del Sesia, dell'Isolone di Oldenico, della Garzaia di Villarboit e della Palude di Casalbeltrame Riserva naturale del Sacro Monte di Orta, Riserva naturale del Gran Bosco di Salbertrand, Parco naturale dei laghi di Avigliana, Azienda regionale dei parchi suburbani Venaria Reale; ESAP"


PRESIDENTE

Esaminiamo il p.d.l. n. 40. Relatore è il Consigliere Quaglia che da' per letta la relazione. Poiché nessun Consigliere chiede di intervenire passiamo alla votazione dell'articolo unico il cui testo recita: Art. unico "Sono approvati gli assestamenti ai bilanci di previsione per l'anno finanziario 1985, dei seguenti enti di diritto pubblico e aziende che gestiscono parchi o riserve naturali regionali: Parco naturale e Area attrezzata del Sacro Monte di Crea Parco naturale dell'Argentera Riserva naturale della Garzaia di Valenza Parco naturale dell'Alpe Veglia Riserva naturale del Bosco e dei Laghi di Palanfrè-Vernante Parco naturale delle Lame del Sesia, dell'Isolone di Oldenico, della Garzala di Villarboit e della Palude di Casalbeltrame Riserva naturale del Sacro Monte di Orta Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand Parco naturale dei Laghi di Avigliana Azienda regionale dei Parchi Suburbani - Venaria Reale Ente di Sviluppo Agricolo del Piemonte (ESAP) allegati alla presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto sì 31 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'Articolo unico è approvato.
Signori Consiglieri, sospendo la seduta per pochi minuti poiché vedo che molti Consiglieri sono impegnati altrove.



(La seduta, sospesa alle ore 17,20 riprende alle ore 17,25)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Chiedo l'iscrizione di un Ordine del giorno che reca la firma di tutti i Gruppi, tranne uno, sull'insegnamento religioso nelle scuole.



PRESIDENTE

Quest'Ordine del giorno che riguarda l'accordo stipulato dal Ministro della pubblica istruzione con un organo del Vaticano è stato consegnato a tutti i Consiglieri.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Vorrei far osservare al Consigliere Pezzana che l'iscrizione di un documento all'o.d.g. è materiale all'esame del Consiglio, prendere in esame un argomento invece è una cosa diversa. Pur essendo firmatari dell'Ordine del giorno riteniamo che si debba far slittare ad altra seduta questo argomento per dare possibilità di verificare con il Gruppo che non ha sottoscritto l'Ordine del giorno, l'opportunità di raccogliere le firme eventualmente emendando il documento in quella parte in cui non c'è l'accordo.



PRESIDENTE

Comunico che sono stati presentati alcuni Ordini del giorno: sulle emittenti radiotelevisive a dimensione locale; sulla Cassa Depositi e Prestiti; sulla CGE di Novara.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati - Formazione professionale

Esame proposta di deliberazione: "Approvazione programma annuale di formazione professionale - corsi agricoli - anno formativo '85/86; L.R. n. 8/80"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 16) dell'o.d.g.: Deliberazione relativa a: "Approvazione programma annuale di formazione professionale - corsi agricoli - anno formativo '85/86; L.R. n. 8/80".
Su questa deliberazione è stato presentato un emendamento dai Consiglieri Avondo, Sestero, Acotto, Manfredini, Adduci, Tapparo, che recita: "Dopo la parola 'Delibera' modificare nel modo seguente: 'di approvare l'allegato programma annuale della formazione professionale - corsi agricoli - anno formativo 1985/1986, allegato alla presente deliberazione equi di seguito riportato per farne parte integrante di demandare alla Giunta regionale: a) l'integrazione del programma medesimo a seguito di eventuali nuove proposte di attivazione di corsi e di corsi progetto, formulate dagli Enti gestori previo parere degli Enti locali e degli organi della programmazione territoriale b) l'adozione degli appositi provvedimenti amministrativi per il finanziamento dei corsi di formazione professionale, considerato che il costo complessivo presunto del programma annuale è di L. 1.542.606.000, da ripartire per gli esercizi 1985 e 1986 in base ai parametri ed ai criteri di cui alla convenzione tipo Regione Enti e successive integrazioni'".
La parola all'Assessore Alberton.



ALBERTON Ezio, Assessore alla formazione professionale

La proposta di piano di formazione professionale agricola, per l'anno '85/86, prevede uno stanziamento pari a 1545 milioni.
La forte riduzione rispetto al finanziamento del 1984/85 (che era circa 2.500 milioni) deriva dalla necessità di selezionare gli interventi sul piano dell'efficacia e dell'efficienza. La Giunta e l'Assessorato sono ben consapevoli che c'è bisogno di un forte sostegno al settore agricolo per incentivarne la produttività e le caratteristiche imprenditoriali. Per questo la riduzione proposta non ha, né vuole avere, il significato di una scelta di disinvestimento nella formazione agricola. Verificare però le molte perplessità sull'efficacia di una serie di proposte formative preoccupati di garantire il più corretto uso delle risorse, si rileva opportuno un momento di riflessione che blocchi l'inerzialità della spesa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sestero.



SESTERO Maria Grazia

Abbiamo esaminato con molta attenzione, in due sedute in sede di Commissione, il piano proposto dall'Assessore e dalla Giunta. Siamo preoccupati per il distacco che esiste tra il fabbisogno di formazione nel settore agricolo e l'efficacia e i risultati della situazione attuale.
Ci pare necessario procedere ad una revisione complessiva per riverificare tipologie, caratteristiche, obiettivi della formazione professionale nel campo agricolo e ricondurre questi elementi del settore alla programmazione complessiva dello sviluppo in campo agricolo. Ci pare che l'elemento di verifica dell'efficacia dei corsi debba essere la loro capacità di dare risultati sul piano del miglioramento dello sviluppo.
Che la situazione abbia elementi di inefficacia non è un argomento all'attenzione del solo Consiglio.
Si è più volte discusso di questo problema e concordiamo sulla necessità di accelerare questa revisione e questa riflessione e di accelerare la fase di revisione, in modo che avvenga nei prossimi mesi e quindi il prossimo anno sia possibile individuare in accordo con gli enti ingessati e con i soggetti della programmazione agricola o altri soggetti di attività in questo campo, un punto di intesa sulle finalità e sulle caratteristiche di questo settore.
L'Assessore stesso ha riconosciuto nelle sue dichiarazioni che vi sono degli squilibri territoriali e alcuni elementi che non garantiscono la logica che a questo tipo di gestione presiedeva, quella cioè del pluralismo delle presenze.
Siamo anche perplessi dai limiti che il nostro lavoro ha avuto e sono i limiti della documentazione da cui sono derivate le scelte e la verifica dei pareri delle Commissioni per i piani agricoli di zona e degli organismi comprensoriali.
Per questi motivi ci pare necessario introdurre l'emendamento proposto.
Esprimiamo comunque un voto di astensione che si accompagna al duplice impegno: una accelerazione che porti in tempi rapidi ad un impianto nuovo e l'adozione di questo emendamento che ci pare necessario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Villa.



VILLA Antonino

Concordo con quanto è stato esposto dall'Assessore e in parte con quanto è stato detto dal Consigliere Sestero, in particolare perché è la prima applicazione di una dimensione nuova della formazione professionale in campo agricolo. Occorre però deliberare perché i corsi abbiano inizio.
Per questo, credo sia utile aderire all'Ordine del giorno presentato.
L'emendamento, su cui si esprimerà l'Assessore, avrà come appendice un emendamento all'emendamento che focalizza le realtà piemontesi.
Propongo quindi di sostituire alle parole "degli Enti locali" le parola "delle Comunità montane".



ALBERTON Ezio, Assessore alla formazione professionale

Era implicita nella illustrazione iniziale l'accettazione dell'emendamento proposto anche se è ancora in discussione la formulazione precisa. Vorrei che fosse esplicitamente riconosciuto che, a fronte del taglio apportato, le perplessità sulle modalità con cui sono state svolte fino ad ora le attività di formazione agricola, erano ben presenti anche all'interno della Commissione.
Certo, operare delle scelte, e delle scelte drastiche comporta il rischio di non raggiungere immediatamente un obiettivo perfetto.
Abbiamo fornito tutta la documentazione che era disponibile in Assessorato e ancora una volta ribadisco che io per primo sono convinto della necessità di accrescere il patrimonio di controllo e di conoscenza su questi fenomeni.
Se è vero che le perplessità esistevano ed esistono, nel momento in cui accolgo a nome della Giunta l'emendamento proposto, vorrei configu-rarlo anche come un aggiustamento del piano e non come uno stravolgimento del piano, nel senso che non mi sentirei di accoglierlo se questo dovesse significare il ripristino della condizione "quo-ante". Proprio perch sappiamo che dobbiamo intervenire per mettere a fuoco procedure di verifica e di controllo più corrette, questo non sarà possibile farlo in poco tempo quindi il riaggiustamento sarà finalizzato a qualche intervento che sarà da rapportare alle spese così come sono previste.
Con questi limiti e con questi intendimenti, accolgo la proposta del Consiglio.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento.
E' approvato con 35 voti favorevoli e 1 astensione.
Pongo ora in votazione per alzata di mano la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e sarà trascritto nel processo verbale.
E' approvata con 22 voti favorevoli e 13 astensioni.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame progetto di legge n. 41: "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1986"


PRESIDENTE

Esaminiamo il p.d.l. n. 41: "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1986".
La parola al Consigliere Santoni che relaziona.



SANTONI Fernando, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la necessità di approfondire i vari aspetti della preoccupante situazione finanziaria della Regione unitamente alla mancata approvazione da parte del Parlamento, in primo luogo, della legge finanziaria e ancora della legge sulla finanza regionale ha indotto la nuova amministrazione a presentare una proposta di bilancio di carattere essenzialmente tecnico, che prevede cioè, oltre alle entrate soltanto le spese che in ogni modo la Regione non può esimersi dal sostenere, comprese quelle correlate alle assegnazioni statali con vincolo di destinazione, mentre le rimanenti risorse stimabili sono state accantonate nei due fondi globali, uno per le spese correnti ed uno per le spese d'investimento, con l'intento di disporre l'utilizzo con successivo provvedimento.
La legge sulla finanza regionale avrebbe dovuto influire positivamente sulle entrate libere della Regione. I fondi di cui all'art. 8 ed all'art. 9 della legge n. 281/70, infatti, anziché essere ogni anno adeguati in base al tasso programmato d'inflazione e non al tasso effettivo, avrebbero dovuto trovare una nuova base di calcolo, essendo riferiti a tributi che presentano maggior dinamismo nel tempo, ed adeguati alle effettive variazioni del gettito erariale che annualmente si verificano.
Un altro aspetto che la legge sulla finanza regionale avrebbe dovuto definitivamente chiarire, è quello dell'autonoma capacità impositiva della Regione, che assume una notevole importanza ai fini del proprio autonomo finanziamento. Peraltro il fondo di cui all'art. 8 della legge 281/70 oggi non rappresenta più il canale più consistente dei flussi finanziari liberi da vincoli di destinazione, in quanto su di esso gravano le detrazioni delle quote da riversare al fondo nazionale trasporti ed al fondo sanitario nazionale, ed alla sua costituzione concorrono risorse con vincolo di destinazione all'assistenza scolastica ed all'assistenza sociale.
La legge finanziaria dello Stato influisce invece sulle entrate regionali con vincolo di destinazione, in quanto dalla sua approvazione dipende, da un lato, il rifinanziamento-o meno di determinate leggi, che operano attraverso il riparto tra le Regioni delle risorse, con vincolo a quella particolare destinazione, e dall'altro, la misura di detto rifinanziamento; la mancata approvazione della legge finanziaria determina quindi l'iscrizione "per memoria" nel bilancio regionale degli stanziamenti relativi alle suddette leggi, nell'incertezza della misura del rifinanziamento, ovvero la non iscrizione dello stanziamento nell'incertezza del rifinanziamento della legge. Ad aggravare ulteriormente la situazione finanziaria della Regione si aggiungono nell'esercizio '86, e per alcuni esercizi successivi, il versamento degli oneri relativi al condono edilizio, e quelli relativi agli arretrati ed alla competenza dell'esercizio dei contributi assicurativi e previdenziali a favore degli apprendisti artigiani: gli arretrati ammontano a 51 miliardi circa, con possibilità di rateizzazioni in tre anni, senza il pagamento degli interessi di mora, mentre i contributi della competenza dell'esercizio sono stati calcolati nella misura di 8 miliardi circa.
Tutte queste considerazioni giustificano la decisione della Giunta regionale di presentare per l'esercizio '86 un bilancio come abbiamo detto "di gestione", che rinvia cioè ad un successivo provvedimento l'utilizzo delle risorse accantonate nei fondi globali, in base a scelte politicamente correlate alle indicazioni del programma della nuova amministrazione, che sarà presentato al più presto. Questo bilancio di gestione pareggia sulla somma di L. 5.320.316 milioni circa,in termini di competenza,e di L.
5.554.830 milioni circa,in termini di cassa, con un incremento di L.
107.048 milioni, pari al 2% della previsione, in termini di competenza, del bilancio assestato dell'esercizio '85; l'incremento è notevolmente inferiore al tasso programmato d'inflazione per l'anno 1986 (6%), il che significa però che gli ulteriori fondi che dovranno essere assegnati non potranno essere che fondi a destinazione vincolata, che determineranno un accrescimento del tasso di rigidità del bilancio. Ma il problema della rigidità del bilancio si pone anche in altri termini, e precisamente in termini di diminuzio-ne delle risorse con vincolo di destinazione agli investimenti, rispetto all'ammontare complessivo del bilancio. In realtà se si tiene presente che la quota di riparto del fondo sanitario nazionale per le spese correnti, nell'esercizio '86, si incrementa di 293 miliardi circa, rispetto alla previsione assestata dell'esercizio 1985, si pu facilmente rilevare che l'incremento dell'ammontare complessivo del bilancio è esclusivamente dovuto all'aumento dei fondi per la spesa sanitaria corrente. Non solo, ma se si considerano le entrate del Titolo II, che sono quelle con vincolo di destinazione, al netto della quota del fondo sanitario nazionale per le spese correnti, e se si tiene conto che delle rimanenti risorse ben 313.600 milioni sono destinati al ripiano dei disavanzi di esercizio delle aziende di trasporto, si rileva che le risorse destinate agli investimenti ammontano a 323.440 milioni, e rappresentano appena il 42,6% delle corrispondenti entrate con vincolo di destinazione agli investimenti dell'esercizio 1985.
Vi è dunque una tendenza a ridurre alle Regioni la disponibilità di risorse con vincolo di destinazione agli investimenti, tendenza che si accentua con i ritardi nelle erogazioni dei fondi da parte dello Stato: i residui attivi relativi alle entrate del Titolo II, anch'essi al netto di quelli relativi alla quota del fondo sanitario nazionale per le spese correnti, rappresentano il 75% circa delle corrispondenti entrate dell'esercizio '85.
Tutto ciò porta a concludere, da un lato, che il tasso di rigidità del bilancio tocca livelli mai raggiunti, e dall'altro che con le risorse a disposizione per gli investimenti non è più possibile attuare alcun programma d'investimenti, né tanto meno finanziare alcun piano regionale di sviluppo. L'unica fonte consistente di finanziamento che rimane alle Regioni per attuare i loro programmi d'investimento sono i fondi FIO, che alla Regione Piemonte, nell'arco di un quadriennio, si prevede possano assicurare la disponibilità di 800 miliardi circa, somma con la quale si possono realizzare investimenti d'interesse regionale. Esiste anche la possibilità da parte delle Regioni di contrarre mutui e, sotto questo aspetto, la capacità d'indebitamento della Regione Piemonte è ancora molto elevata, ma l'utilizzo totale della medesima determinerebbe, per un numero non indifferente di esercizi, un incremento notevole degli oneri d'ammortamento, e quindi un ulteriore aggravamento della situazione di rigidità del bilancio regionale.
La politica finora seguita in questo settore è stata proprio quella di mantenere entro limiti fisiologici l'ammontare degli oneri d'ammortamento che gravano sul bilancio annuale, utilizzando nel migliore dei modi le disponibilità di cassa; è evidente che anche su questa strada occorre procedere con cautela, giacché oltre ad un certo limite si determina una carenza tale di risorse libere nella destinazione, per cui si è costretti a fare ricorso ai fondi statali con vincolo di destinazione per finanziare spese di natura diversa. D'altra parte, nell'ottica dell'attività di programmazione, che rientra tra i compiti istituzionali della Regione questa non può trascurare la massa di risorse che attraverso i mutui contratti dagli Enti locali con la Cassa DD.PP. entrano annualmente in Piemonte (si parla di 1.300 miliardi circa nell'arco di 2 o 3 anni), n tanto meno le risorse, complessivamente molto elevate, che altri Enti statali come le FF.SS., per quanto riguarda la ristrutturazione delle linee, l'ANAS per quanto riguarda la grande viabilità, l'ENEL per quanto riguarda la costruzione della centrale nucleare di Trino, intendono investire in Piemonte.
In un'attività di effettivo governo delle risorse che annualmente, o a periodi pluriennali, interessano la società piemontese, la Regione deve coordinare tutte quelle iniziative tra di loro, e le stesse con le iniziative finanziate con le risorse che essa ha a disposizione.
Ritornando al bilancio in esame, è ancora da evidenziare l'aspetto riguardante l'avanzo finanziario che è una partita che ogni anno si incrementa per l'aumentare degli stanziamenti di spesa relativi ad assegnazioni statali a destinazione vincolata che, per la parte non impegnata, alla fine dell'esercizio vengono mandati in economia,: per essere reimpostati nella competenza dell'esercizio successivo; la stessa sorte spetta a quegli stanziamenti di spesa, finanziati con risorse statali a destinazione vincolata che dopo due anni di permanenza nella gestione dei residui, vengono fatti slittare alla competenza del nuovo esercizio. Questa partita dell'avanzo finanziario che dovrebbe rappresentare una fonte consistente di risorse per finanziare spese in conto capitale, in realtà nasconde un disavanzo, in quanto non è sufficiente a dare la copertura finanziaria a tutte le reimpostazioni: per il 1986 esso ammonta a 661 miliardi con un incremento del 30,2% rispetto al 1985, ma le reimpostazioni nella competenza del nuovo esercizio ammontano a 784 miliardi, per cui occorrono 123 miliardi di risorse regionali libere per completarne la copertura finanziaria, e queste risorse che vengono sottratte al loro naturale impiego concorrono a costituire parte del disavanzo finanziario effettivo.
Tenendo conto di queste osservazioni e volendo rendersi conto dei rapporti tra risorse di natura diversa, si può rilevare che, da un lato, le risorse con vincolo di destinazione ammontano complessivamente a 4.686.746 milioni mentre le risorse libere disponibili, e quindi al netto del disavanzo effettivo, raggiungono appena i 322.649 milioni. Poich l'ammontare complessivo del bilancio al netto delle contabilità speciali è di 5.306.471 milioni, e la quota del medesimo finanziata con risorse senza vincoli di destinazione è di 619.725 milioni, se ne deduce che per avere l'intera copertura finanziaria del bilancio occorrono risorse per 297.076 milioni, che si possono ottenere soltanto contraendo mutui per l'importo complessivo a ripianamento del bilancio. Volendo esaminare più nei particolari le varie entrate regionali, possiamo rilevare che tra le entrate relative alle imposte sul patrimonio e sul reddito, l'entrata sostitutiva della soppressa quota regionale dell'ILOR è stata quantificata dal disegno di legge finanziaria dello Stato per l'anno 1986 in 139 miliardi quale trasferimento di risorse derivanti dall'acquisizione al bilancio dello Stato dell'imposta locale sui redditi. Questo importo tiene conto della rideterminazione della base 1985; in questa rideterminazione la Regione Piemonte viene ad ottenere circa 2 miliardi in più di quanto le sarebbe spettato applicando alla base 1985 il tasso programmato d'inflazione del 6%.
Nella categoria tasse ed imposte sugli affari, per l'entrata relativa alle tasse di concessione regionale, nonostante l'aumento del 20% stabilito con legge regionale, la previsione passa da 13.600 milioni a 10 miliardi ritornando ai livelli del bilancio 1984, dove però si era verificata una minore entrata di 2.500 milioni dovuta probabilmente ad una forte area di evasione fiscale: per eliminarla evidentemente è necessaria la predisposizione da parte della Regione di adeguati mezzi di accertamento.
La tassa regionale di circolazione è un'altra partita per cui è prevista un'entrata inferiore di 5 miliardi a quella dell'esercizio 1985 passando dà 47 a 42 miliardi e raggiungendo il livello del bilancio 1984.
Vi è da ritenere che mentre quest'ultimo è risultato sovradimensionato del 17,25%, la previsione del bilancio 1986, che tiene conto delle nuove immatricolazioni, dovrebbe rappresentare una valutazione più realistica.
Nella categoria imposte sulla produzione e sui consumi, il fondo comune ex,art. 8 della legge n. 281/70 è stato incrementato del 6% rispetto all'esercizio 1985, al netto del versamento al fondo nazionale trasporti dal disegno di legge finanziaria dello Stato per l'anno 1986, che non quantifica detto fondo, essendo la valutazione del medesimo demandata al disegno di legge sulla finanza regionale.
Passando a considerare le entrate derivanti da contributi ed assegnazioni dello Stato ed in genere da trasferimenti di fondi del bilancio statale, si rileva che il fondo per il finanziamento del programma regionale di sviluppo ex art. 9 della legge n. 281/70 è stato incrementato del 9%, come indicato nello schema di bilancio dello Stato per l'anno 1986.
Il fondo di rotazione per l'attuazione di progetti di formazione professionale appare sottostimato rispetto al 1985 passando da 18.543 milioni del 1985 a 10 miliardi nel 1986; avendo stabilito un plafond massimo di spesa per la formazione professionale al quale concorrono, con le risorse libere regionali, nella misura di 10 miliardi ciascuno sia il fondo di rotazione istituito ai sensi dell'art. 25 della legge n. 845/78 sia i contributi CEE che hanno la stessa finalità; eventuali maggiori introiti da parte di queste due componenti andranno a vantaggio delle risorse regionali che finanziano la rimanente quota di spesa. Sono stati iscritti invece per memoria i 3 miliardi stanziati nel 1985 per la realizzazione di corsi di riqualificazione professionale che trovano finanziamento nella stessa legge n. 845/78 istitutiva del fondo di rotazione.
Relativamente al finanziamento dei programmi dell'agricoltura si possono fare le seguenti osservazioni: il finanziamento delle Comunità montane si incrementa del 9% circa, passando da 8.472 milioni a 9.206 milioni circa; la legge n. 403/77 che eroga contributi negli interessi su mutui di miglioramento fondiario rende disponibile la somma di l.855 milioni, pari a quella erogata nel 1985; la legge 887/84 per il finanziamento di programmi di intervento nel settore agricolo, mantiene inalterata l'erogazione del 1985 ammontante a 51.506 milioni; la legge 153/75 che finanzia contributi negli interessi su mutui contratti da imprenditori agricoli, riduce le proprie disponibilità del 74,2% pari a 17.328 miliardi; la legge n. 352/76 sempre per contributi negli interessi sui mutui, corrisponde le varie annualità in misura uguale al 1985, per un complesso di 584 milioni circa; la legge n. 125/75 per contributi negli interessi su mutui di miglioramento fondiario fornisce la stessa somma del 1985 pari a 1.850 milioni.
Aumentati sono invece i contributi a favore delle associazioni provinciali allevatori per la tenuta dei libri genealogici, che passano da 3.959 milioni a 4 miliardi e mezzo.
I regolamenti CEE a favore dell'agricoltura presentano stanziamenti quasi tutti iscritti per memoria, in quanto non si è ancora a conoscenza delle somme che la CEE metterà a disposizione: per ora l'ammontare complessivo degli stanziamenti passa da 24.685 milioni nel 1985 a 2 miliardi circa nel 1986.
La legge n. 194/84 per fondi a sostegno dell'agricoltura non presenta più stanziamento nel 1986, e deve ancora corrispondere la quota del 1985 di 4.530 milioni circa; manca anche lo stanziamento relativo alla legge n.
130/83 per contributi negli interessi su mutui di miglioramento fondiario a fronte dei 6.275 milioni erogati nel 1985.
Passando al settore dei trasporti, si può osservare che la legge n.
151/81 riduce di 11 miliardi e mezzo la disponibilità per investimenti nel settore dei trasporti, che passa da 31.499 milioni a 20 miliardi, mentre incrementa di 10 miliardi circa la quota del fondo per il ripiano dei disavanzi d'esercizio delle aziende di trasporto, che passa da 303.468 milioni a 313.600 milioni. Un lieve incremento, rispetto al 1985, presenta il contributo statale a favore degli asili nido ai sensi della legge n.
891/77, il quale passa da 9.225 milioni circa nel 1985 a 9.769 milioni nel 1986. Anche per il fondo sanitario nazionale si verifica, in misura più accentuata, quanto visto per i trasporti, e cioè la quota del fondo sanitario nazionale destinata agli investimenti diminuisce del 24,1% pari a 27 miliardi circa, passando da 111.672 milioni a 85 miliardi, mentre la quota destinata alle spese correnti si incrementa del 10% per 292 miliardi e 500 milioni, passando da 2.907 miliardi e 500 milioni circa a 3.200 miliardi.
Non è più stata iscritta la quota statale di risorse a favore dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte e Liguria pari a 2.340 milioni nel 1985, mentre sui residui attivi sono ancora conservate le quote non erogate dei due anni precedenti.
Una notevole diminuzione per 15 miliardi, pari al 37,5%, subiscono i fondi provenienti dalle entrate degli enti della tabella B, di cui all'art.
113 del DPR n. 616/77, che passano da 40 miliardi a 25 miliardi e che vengono destinati alla gestione dei servizi socio-assistenziali vincolandoli ad interventi socio-assistenziali.
Un leggero incremento pari a 800 milioni presentano i fondi provenienti dalla legge n. 457/78 a favore dell'edilizia residenziale agevolata che complessivamente passano da 53.800 milioni a 54.600 milioni; la stessa legge prevede però anche l'erogazione di contributi negli interessi su mutui per la costruzione, l'ampliamento e il riattamento rurale, il cui stanziamento per l'esercizio 1986 è iscritto "per memoria" a fronte dei 3.928 milioni assegnati nel 1985; pure per memoria sono iscritti gli stanziamenti della legge n. 94/82 a fronte dei 13.431 milioni del 1985, e della legge n. 25/80 a fronte dei 2.120 milioni dell'85, tutte leggi a favore dell'edilizia residenziale agevolata.
Una partita molto importante per la finanza regionale è quella dei fondi FIO, il cui stanziamento del bilancio 1986, relativa alla quota di riparto dell'anno 1985, non è però stato iscritto, in quanto lo Stato non ha ancora provveduto al riparto del fondo complessivo.
E' iscritto infine per memoria lo stanziamento relativo ai contributi dello Stato per lo sviluppo dell'offerta turistica ai sensi della legge n.
217/83, che nel 1985 ammontava a 6.100 milioni circa.
Considerando ora le assegnazioni di fondi per l'esercizio di funzioni delegate, possiamo osservare che tutta la partita relativa alla legge n.
364/70, a favore dei danni alle aziende agricole provocati da eventi calamitosi, si riduce drasticamente del 70%, passando da 19.297 milioni nel 1985 a 5.803 milioni nel 1986.
Mancano infine completamente tutti gli stanziamenti relativi alla legge n. 308/82 sulla produzione di energia da fonti rinnovabili, che nel 1985 ha reso disponibili l.108 milioni.
Tra i proventi dei beni della Regione, gli interessi attivi costituiscono la partita più importante, che nel bilancio dell'esercizio 1986 si riduce del 57% circa, passando da 9.277 milioni circa a 4 miliardi del 50% vengono ridotte anche le entrate derivanti dai proventi connessi alla violazione delle norme sui tributi propri della Regione, che passano da 2 miliardi a 1 miliardo.
Tra i proventi dei servizi pubblici, assumono di gran lunga maggiore importanza i proventi connessi alle sanzioni amministrative per depenalizzazione dei reati punibili con la sola ammenda o multa, il cui stanziamento di 1.500 milioni appare inalterato rispetto a quello del 1985.
Nella categoria dei recuperi e contributi, già abbiamo detto che i contributi della CEE a favore della formazione professionale, valutati per l'esercizio 1986 in 10 miliardi, appaiono sottostimati del 61% circa rispetto ai contributi del 1985, che ammontano a 25.510 milioni. Sempre in questa categoria è iscritto per memoria lo stanziamento relativo al decreto ministeriale del 23/l/84 sui trasporti eccezionali, a favore dell'indennizzo per usura stradale, che nel 1985 ammonta a 5 miliardi e dovrebbero essere impiegati nel finanziamento del programma per lo sviluppo della viabilità.
Nelle entrate derivanti da mutui, prestiti, o da altre operazioni creditizie, si rileva che il mutuo che viene autorizzato con l'approvazione del bilancio a pareggio del medesimo è di 300 miliardi.
Ci siamo così resi conto della natura e dell'ammontare delle principali fonti di entrata regionale, rilevando da un lato come queste presentino una tendenza alla diminuzione, specie quelle destinate a nuovi investimenti, e dall'altro, come molti stanziamenti non siano stati iscritti a bilancio ovvero siano stati iscritti "per memoria", mancando elementi se non di certezza almeno di conoscenza delle risorse che le varie leggi possono mettere a disposizione nell'esercizio 1986: tutto ciò evidentemente rende difficile l'elaborazione di programmi di spesa, ed ancor più procedere alla definizione di scelte prioritarie.
Relativamente allo stato di previsione della spesa, le osservazioni che si possono trarre dalla lettura del bilancio sono abbastanza limitate.
Il carattere gestionale del bilancio fa sì che, se anche in esso non sono iscritte soltanto le spese obbligatorie, praticamente non si va oltre alle spese che comunque la Regione deve sostenere, comprese le spese d'investimento finanziate con i fondi statali a destinazione vincolata.
Quelle che non appaiono nel bilancio gestionale sono le spese sia di natura corrente che d'investimento collegate a scelte politiche prioritarie, che trovano il loro quadro d'insieme nel programma della nuova amministrazione ancora da esaminare. Le risorse per finanziare queste spese sono state accantonate in due distinti fondi globali, uno per le spese di natura corrente dell'ammontare di 26 miliardi e 500 milioni, l'altro per le spese d'investimento dell'ammontare di 84 miliardi e 300 milioni. Queste due somme fanno subito riflettere sulle scarse possibilità di decisione discrezionale che la Regione ha nei confronti del complesso delle risorse di cui viene accertata la disponibilità nel corso dell'esercizio: queste possibilità sono estremamente limitate ed in particolare si riferiscono a 110.800 milioni su 5.320.315 milioni pari al 2,1% circa.
Ulteriori 25 miliardi di risorse libere, che pur assumono una minima importanza, ma che tuttavia avrebbero potuto servire a far fronte a qualche particolare situazione contingente, si sono dovute iscrivere nel fondo spese obbligatorie per provvedere al versamento di una quota di arretrati pari a 17 miliardi, di contributi previdenziali ed assistenziali a favore degli apprendisti artigiani, mentre gli altri 8 miliardi corrispondono alla competenza 1986 di detti contributi. In realtà non si può non rilevare che questi 25 miliardi sono stati sottratti alla formazione professionale, alla quale, con una decisione che può sembrare una forzatura, ma che in realtà costituisce una necessaria manovra di bilancio, non è stata attribuita la quota spese relativa all'anno scolastico 1986/87, che è appunto stata valutata in 25 miliardi.
Esaminando per sommi capi le varie aree di spesa, si può rilevare che relativamente all'area di attività la disponibilità complessiva di risorse è diminuita, rispetto all'esercizio 1985, del 6,6% pari a 13.248 milioni circa. Nell'ambito di questa non lieve riduzione della disponibilità di risorse, le spese relative agli stipendi ed agli oneri riflessi del personale regionale aumentano di 4 miliardi circa, in vista del completamento dell'applicazione del contratto nazionale collettivo di lavoro dei dipendenti regionali ormai scaduto, anche se l.750 milioni vengono risparmiati sulla spesa per lavoro straordinario e per compensi incentivanti la produttività.
Un'altra osservazione relativa alle spese per il personale regionale riguarda la minor spesa di 460 milioni per il personale comandato da altri enti presso la Regione Piemonte, che viene utilizzata per incrementare la spesa per l'aggiornamento professionale dei dipendenti regionali.
La spesa complessiva per beni e servizi apparentemente diminuisce complessivamente di 7.819 milioni, pari all'11,7%, in realtà s'incrementa di 8.681 milioni, in quanto sconta la non più avvenuta iscrizione dello stanziamento di 16.500 milioni di fondi statali a destinazione vincolata alla progettazione ed alla esecuzione dei lavori relativi alla sistemazione delle residenze e delle collezioni sabaude, risorse provenienti dalla legge n. 730/83 di cui nell'assestamento del bilancio dell'esercizio 1985 è stata iscritta un'ultima tranche.
Tra le più rilevanti variazioni di questa categoria si rileva: l'incremento di 1.600 milioni del rimborso della spesa per il rinnovo del Consiglio regionale, derivante dal riparto tra Regione ed Enti locali di oneri relativi alla consultazione elettorale; s'incrementa di 1.500 milioni, passando da 10.500 milioni a 12 miliardi, le spese per immobili destinati ad uffici e servizi; l'incremento delle spese per la manutenzione dei mobili, delle macchine da scrivere, da calcolo, e delle attrezzature d'ufficio, che è di 700 milioni, pari al 53,8%.
Il Capitolo 1000 relativo alla spesa per la sistemazione degli immobili di proprietà regionale, nonché per la loro acquisizione, recupera parte delle risorse che nell'esercizio 1985 erano state inizialmente stanziate e poi sottratte, passando da 22 miliardi a 15.400 milioni circa; lo stanziamento per l'esercizio 1986 è di 20 miliardi, con un incremento rispetto al bilancio 1985 assestato, di 4.600 milioni pari al 30% circa.
Nella categoria delle spese per gli enti strumentali si deve rilevare l'iscrizione "per memoria" dello stanziamento relativo all'attività svolta dall'ESAP, che nel bilancio 1985 ammonta a 2.820 milioni: la motivazione si ritiene vada ricercata nella mancata approvazione dell'assestamento del bilancio 1984, e del rendiconto dello stesso esercizio.
Relativamente alla categoria delle spese per il decentramento, sono stati iscritti "per memoria" tutti gli stanziamenti relativi alle spese per i Comprensori, in quanto detti organismi cessano la loro attività con la fine del corrente anno, mentre non è ancora stata definita la destinazione dei relativi uffici.
Nell'ambito delle spese per il programma per l'informazione, aumenta di 1.800 milioni, raggiungendo i 9 miliardi, la spesa per la predisposizione di programmi e procedure per l'elaborazione dati, nonché quella per la predisposizione di impianti e l'acquisto di attrezzature per l'elaborazione dei dati a servizio dell'amministrazione regionale.
La spesa per l'attività per la programmazione socio-economica si incrementa di 440 milioni in vista della predisposizione di un nuovo piano regionale di sviluppo, mentre si riducono di 2.400 milioni, pari al 70,6 rispetto all'esercizio 1985, le spese per ricerche, studi ed indagini, in altre parole le spese per le consulenze e gli incarichi esterni, che passano da 3.400 milioni a 1 miliardo. Mancano inoltre stanziamenti di spesa per 3.235 milioni relativi a tutti gli altri interventi che vengono effettuati nell'ambito dell'area di attività, tra i quali sono compresi tutti gli oneri per l'acquisto di nuove azioni delle società in cui la Regione ha una propria partecipazione.
L'area d'intervento n. 1 Agricoltura.presenta nel bilancio di gestione una disponibilità di risorse che è ridotta, rispetto al bilancio assestato dell'esercizio 1985, del 24,3% pari a 77.533 milioni, e che ammonta a 241 miliardi circa, di cui 132 miliardi circa sono costituite da reimpostazioni di fondi statali a destinazione vincolata relativi ad assegnazioni di esercizi precedenti; 73 miliardi circa sono assegnazioni statali di competenza dell'esercizio 1986, sia per investimenti con vincolo di destinazione, sia per l'esercizio di funzioni delegate nel settore dell'agricoltura; le rimanenti risorse iscritte in questo bilancio di gestione, pari a 36 miliardi circa, corrispondono ad annualità di spesa annualità per contributi negli interessi su mutui, ed a contributi negli interessi di preammortamento su mutui.
Passando all'Area d'intervento n. 2 Attività secondarie e terziarie,si può rilevare anzitutto una minor previsione di spesa di 48 miliardi circa pari all'11,3% della previsione 1985. Diversi settori non sono stati per nulla finanziati, come il programma per lo sviluppo industriale e quello per il lavoro, mentre per altri programmi come quello per lo sviluppo e la qualificazione dell'artigianato, e quello per lo sviluppo della distribuzione commerciale sono state unicamente finanziate le annualità di spesa per contributi costanti, e le annualità per contributi negli interessi. Privi di finanziamento risultano pure il programma per la promozione commerciale fieristica, nonché quello per le attività estrattive.
Il programma per i trasporti pubblici e le comunicazioni presenta un progetto autobus ridotto di 14 miliardi circa, di cui 11.500 milioni derivano dalla minor quota di riparto del fondo nazionale trasporti destinato agli investimenti, ed 1 miliardo risulta dal mancato stanziamento di risorse regionali per contributi ai Comuni, ed ai Consorzi di Comuni per l'acquisto di scuolabus. Manca ogni previsione di spesa relativamente al progetto per la realizzazione di infrastrutture per il trattamento delle merci e per l'interscambio fra sistemi di trasporto, nonché per il progetto Valle Susa, mentre il progetto lago Maggiore, che già nell'esercizio 1985 è stato finanziato con fondi statali reimpostati provenienti dalla legge 298/80, essendo venuta meno una di queste reimpostazioni, presenta una minor disponibilità di risorse per 9 miliardi.
Per quanto riguarda le altre spese da sostenere nel settore dei trasporti, la maggiore disponibilità di 7 miliardi circa è determinata da un incremento di 10 miliardi circa del fondo per il ripiano dei disavanzi d'esercizio delle aziende di trasporto pubblico di persone, provenienti dalla già citata legge n. 151/81, mentre mancano stanziamenti finanziati con risorse libere regionali per 3 miliardi circa.
Relativamente alla viabilità, oltre a non essere previsto alcun contributo alle Province per la manutenzione delle strade, contributo che nell'esercizio 1985 ammonta a 3.500 milioni, manca pure ogni previsione di spesa per opere stradali a carico della Regione, che nell'esercizio 1985 è di 5 miliardi circa; complessivamente la disponibilità per spese riguardanti la viabilità è diminuita di 10 miliardi circa.
L'area d'intervento n. 3 Gestione ed assetto del territorio,presenta una minor previsione di spesa per 210 miliardi circa, pari al 39,7% di quella relativa all'esercizio 1985.
Il programma d'intervento sulle infrastrutture di acquedotti, fognature ed urbanizzazione primaria delle aree destinate ad edilizia pubblica residenziale, è inferiore di 23 miliardi e 500 milioni circa a quello dell'esercizio 1985, in quanto manca di uno stanziamento finanziato con risorse regionali libere, che nel 1985 ammonta a 9 miliardi circa, mentre altri 13 miliardi circa fanno parte di una assegnazione statale con vincolo di destinazione, dell'esercizio 1985, di cui nella competenza dell'esercizio 1986 è stata reimpostata la quota non spesa.
Il progetto per l'edilizia residenziale agevolata presenta una minor previsione di spesa di 5 miliardi e 500 milioni circa, pari al 7% di quella relativa all'esercizio 1985; il finanziamento è quasi completamente rappresentato dai fondi statali a destinazione vincolata, sia di competenza dell'esercizio che reimpostati, che passano da 70.922 milioni nel 1985 a 64.904 milioni nel 1986.
Privo di finanziamento, fatta eccezione per due quote di assegnazioni statali reimpostate, risulta il progetto per l'edilizia scolastica i cui stanziamenti di spesa sono tutti iscritti per memoria.
Privo di finanziamento, se si fa eccezione per le spese relative al personale, che ammontano a 4 miliardi con un incremento del 33% rispetto al 1985, è pure il programma d'intervento per i parchi e le riserve naturali solo l'azienda regionale dei parchi suburbani può disporre di uno stanziamento di spesa di 2.500 milioni, con un incremento di 800 milioni sullo stanziamento dell'85.
Il programma per lo sviluppo del turismo si ritrova con una disponibilità di risorse minore di 18.700 milioni, pari all'80%, rispetto a quella dell'esercizio 1985, in quanto tutti gli stanziamenti finanziati con fondi statali a destinazione vincolata sono stati iscritti per memoria, e le risorse regionali sono state destinate esclusivamente a finanziare le annualità di spesa.
Privo di finanziamento, rispetto ai 3.800 milioni del 1985, è pure il programma d'interventi per lo sviluppo dello sport.
Accresce invece, di 2 miliardi circa, la propria previsione di spesa il programma d'interventi per la caccia e per la pesca, di cui 1.550 milioni destinati alle spese per studi, ricerche, iniziative regionali per la tutela della fauna, e la disciplina della caccia, e 450 milioni da erogare in contributi alle Province per interventi in materia di tutela della fauna.
Non trova finanziamento il programma per la sistemazione idrogeologica e forestale.
Il programma per la protezione ed il risanamento delle acque presenta una minor disponibilità, rispetto all'esercizio 1985 di 42 miliardi circa pari al 36,5%: il suo finanziamento è rappresentato quasi esclusivamente da fondi statali a destinazione vincolata reimpostati nella competenza dell'esercizio 1986, che ammontano a 64.300 milioni, mentre mancano stanziamenti per una decina di miliardi finanziati con risorse libere della Regione.
Il programma per lo smaltimento dei rifiuti solidi è finanziato soltanto per quella parte che riguarda le annualità di spesa, mentre è stato iscritto un limite d'impegno di 831 milioni per il 1986 di contributi negli interessi: complessivamente le risorse a disposizione diminuiscono di 4.530 milioni, pari al 63%, rispetto a quelle disponibili nell'esercizio 1985.
Non è pure stato finanziato il progetto per la tutela dell'ambiente naturale che nel 1985 prevedeva una spesa di 1.050 milioni.
Relativamente agli altri interventi che si attuano nel settore della gestione ed assetto del territorio, praticamente nessuno di essi viene finanziato, tanto che da 89 miliardi di previsione di spesa per il 1985, il programma si riduce a 935 milioni.
Tra gli interventi per i quali non è previsto finanziamento vi è da segnalare quello relativo alla metanizzazione, finanziato con risorse regionali libere per 4300 milioni nel 1985, e l'assenza di ogni previsione di spesa con fondi provenienti dalla Legge 308/82, in quanto i presunti fondi non spesi nel 1985, che ammontano a 72 miliardi circa, vengono conservati nella gestione dei residui passivi dell'esercizio 1986.
Il programma di pronto intervento perde nell'esercizio 1986 la disponibilità di 5300 milioni circa, pari al 20,3% dello stanziamento complessivo 1985: mancano stanziamenti per 8 miliardi finanziati con risorse regionali ai sensi della legge regionale n. 79/79, con l'attenuazione determinata dall'iscrizione di quote di limiti d'impegno per contributi negli interessi, slittati dagli esercizi '81, '82, '83 e '85 per un ammontare complessivo di 4.425 milioni.
L'area d'intervento n. 4 servizi sanitari e sociali presenta una maggior disponibilità di risorse pari a 286.397 milioni, ma in realtà i vari programmi d'intervento dispongono di una minor quantità di risorse, in quanto soltanto la quota del fondo sanitario nazionale per le spese correnti, da sola, si è incrementata di 293.544 milioni. Infatti il programma di interventi per la riorganizzazione dei servizi socio-sanitari di base presenta una minor disponibilità di risorse per 29 miliardi circa pari al 33,5%, di cui il progetto per la tutela materno infantile presenta una minor previsione di spesa di 4 miliardi circa; ulteriori 300 milioni mancano, rispetto all'esercizio 1985, alla disponibilità del progetto anziani; mentre tra le altre spese sostenute nel settore della riorganizzazione dei servizi socio-sanitari di base si rileva un minor stanziamento di fondi statali a destinazione vincolata per 15 miliardi provenienti dalla legge n. 641/78 e destinati alla gestione dei servizi socio-assistenziali. Le ulteriori minori previsioni di spesa sono per lo più dovute a minori reimpostazioni, per 8.500 milioni, di fondi statali a destinazione vincolata, rispetto ai corrispondenti stanziamenti del bilancio 1985.
Per quanto riguarda gli interventi per l'esercizio delle funzioni connesse all'attuazione del servizio sanitario nazionale, dall'esame dei vari stanziamenti corrispondenti ad assegnazioni statali di competenza dell'esercizio 1986 ed a reimpostazioni di assegnazioni di esercizi precedenti, si può rilevare che la disponibilità complessiva di risorse per spese correnti ammonta a 3.506.862 milioni, con un incremento del 9 rispetto all'esercizio 1985, mentre la disponibilità complessiva di risorse per spese d'investimento ammonta a 171 miliardi, con un incremento del 26 circa rispetto all'esercizio 1985.
Relativamente agli interventi per l'assistenza sociale non vi è alcuna disponibilità di risorse essendo stato iscritto "per memoria" l'unico fondo statale per l'erogazione di contributi ad enti ed istituzioni assistenziali, sussidi e provvidenze eccezionali, ai sensi del DPR n. 9/72.
Circa gli altri interventi che interessano il settore dell'assistenza sociale la minor disponibilità di risorse ammonta a 5.643 milioni, pari al 48% della disponibilità dell'esercizio 1985.
Tra gli interventi non finanziati si rilevano i due contributi dello Stato per il finanziamento rispettivamente dei servizi gestiti e delle spese in conto capitale dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte e della Liguria: il concorso dello Stato nell'esercizio 1985 è stato di 4.545 milioni circa.
Un intervento finanziato con risorse regionali libere, ai sensi della legge regionale n. 50/85, il cui stanziamento è però stato iscritto "per memoria", è la ristrutturazione dell'ex preventorio antitubercolare di Limone Piemonte.
L'area d'intervento n. 5 Formazione e cultura,apparentemente dispone di maggiori risorse per 18 miliardi circa, ma se si tiene conto che 31 miliardi di spese iscritte per la formazione professionale sono slittate dall'esercizio 1985, si rileva che la disponibilità dell'esercizio 1986 è inferiore di 13 miliardi a quella dell'esercizio 1985. A questo punto il problema della formazione professionale si pone in tutta la gravità anzitutto per il fatto di essere essenzialmente finanziato con risorse regionali libere, per cui data la loro scarsità e la quantità richiesta per il finanziamento della formazione professionale, le ulteriori possibilità di impostare un programma di investimenti sono molto scarse.
Un altro aspetto non certamente positivo è la necessità di uno slittamento all'anno successivo di una quota sempre crescente delle spese per la formazione professionale che il bilancio di competenza non pu sopportare. Ed infine i problemi contingenti di quest'anno, che sono da un lato la sottrazione di 25 miliardi dalla spesa totale, quale quota relativa all'anno scolastico '86/87, per far fronte agli obblighi di versamento di una parte dei contributi previdenziali ed assistenziali, arretrati e di competenza dell'esercizio, a favore degli apprendisti artigiani, dall'altro una previsione notevolmente inferiore, rispetto all'esercizio 1985, sia del contributo CEE che di quello del fondo di rotazione per il finanziamento di progetti di formazione professionale.
Sul programma per i beni e le attività culturali vi è ben poco da dire in quanto nessun intervento è stato finanziato, con una perdita di disponibilità di risorse di 19 miliardi e 500 milioni circa, rispetto all'esercizio 1985. Circa gli altri interventi che interessano il settore della cultura si è fatto fronte ai due impegni più importanti, vale a dire il finanziamento degli oneri derivanti dal trasferimento ai Comuni delle funzioni in materia di assistenza scolastica per un ammontare di 35.118 milioni, ed il finanziamento dei contributi agli enti delegati per l'esercizio delle funzioni in materia di diritto allo studio nell'ambito universitario, per un ammontare di 13 miliardi e 500 milioni.
La panoramica finora effettuata sulla situazione della previsione di spesa nelle varie aree d'intervento non è completa, in quanto la Giunta regionale prima di arrivare all'approvazione definitiva del bilancio ha predisposto, accogliendo anche in parte i suggerimenti espressi dalla I Commissione, una nota di variazione, che per la sua portata e per le modifiche che introduce non altera né qualitativamente né quantitativamente quel carattere di bilancio di gestione che la Giunta ha voluto attribuire a questo documento contabile.
La nota di variazione pareggia infatti sulla somma di 6.883 milioni circa, che corrispondono alle maggiori entrate che nel frattempo sono state accertate, ma nello stato di previsione della spesa il movimento di risorse è più elevato, in quanto il suddetto risultato scaturisce dalla somma algebrica di variazioni in aumento per 39.060 milioni, e di variazioni in diminuzione per 32.177milioni. Molte di queste variazioni hanno un carattere compensativo tra capitoli di una stessa area, altre sono conseguenti alle maggiori entrate accertate, ed altre ancora sono collegate alle modifiche apportate alla categoria degli oneri non ripartibili, vale a dire alle variazioni apportate ai due fondi globali nei quali sono accantonate le risorse libere valutabili, ed al fondo per le spese obbligatorie. Come già si è fatto rilevare, il carattere di bilancio funzionale è stato mantenuto anche relativamente alla nota di variazione per cui i due fondi globali, rispettivamente per le spese di natura corrente, e per le spese d'investimento, sono stati interessati marginalmente, quello per le spese correnti con una variazione in diminuzione di 5 miliardi circa, e quello per le spese d'investimento con un incremento di 10 miliardi, che sono stati sottratti al cap. 1000, per cui complessivamente l'ammontare delle risorse libere disponibili, con le quali poter finanziare quelle scelte prioritarie che emergeranno dal confronto tra le forze politiche e con la società piemontese, si incrementa di 5 miliardi.
Dei 6.883 milioni di maggiori entrate, 2.700 milioni sono rappresentati da un'assegnazione statale a destinazione vincolata alla concessione di contributi negli interessi su mutui e sugli interessi di preammortamento per la costruzione, l'ampliamento, o il riattamento di fabbricati rurali ai sensi delle leggi n. 459/78 e 637/83. I rimanenti 4.183 milioni sono costituiti da entrate regionali non soggette a vincolo di destinazione derivanti - in particolare da proventi per la vendita di pubblicazioni culturali e dalla realizzazione di iniziative culturali per 1.200 milioni e da erogazioni liberali in applicazione della legge n. 512/82 per 3 miliardi. In realtà si tratta di un'entrata derivante dalla volontà dell'Istituto San Paolo di Torino di sponsorizzare la manutenzione, la protezione, o il restauro di opere d'arte, per cui la spesa corrispondente iscritta nell'area n. 5 dello stato di previsione della spesa, è subordinata alla riscossione di detta entrata da parte della Regione.
La parte spesa della nota di variazione come abbiamo.detto si articola in modifiche di segno opposto, alcune delle quali incidono sulla disponibilità di risorse delle singole aree d'intervento, mentre altre hanno solamente un carattere compensativo.
L'area di attività ad esempio presenta variazioni in diminuzione per 10.977 milioni, le principali delle quali sono rappresentate: dalla diminuzione di 10 miliardi pari al 50% dello stanziamento del cap. 1000 relativo alle spese per la progettazione e l'esecuzione dei lavori relativi alla sistemazione di immobili di proprietà regionale, nonché alle spese per la loro acquisizione: ciò in accoglimento, anche, di una indicazione in merito della I Commissione.
Un'altra variazione in diminuzione per 822 milioni riguarda l'ESAP, al quale viene ridotto lo stanziamento relativo al contributo annuale di funzionamento, per adeguarlo alla sua richiesta di fondi attraverso alla presentazione del bilancio di previsione per l'esercizio 1986.
Le variazioni in aumento, per 1.920 milioni, riguardano per 900 milioni l'IRES, cui viene incrementato di tale ammontare lo stanziamento relativo alle spese di funzionamento dell'Istituto, e per 1 miliardo il capitolo relativo alle spese per ricerche, studi, ed indagini, vale a dire il capitolo relativo alle consulenze ed agli incarichi esterni. Questo incremento delle spese relative alle consulenze esterne è determinato dalla necessità di far fronte ad impegni finanziari, per attività svolte dall'IPLA a favore della Regione. A detto finanziamento si è fatto fronte con un prelievo dal fondo per le spese obbligatorie.
Complessivamente dunque la disponibilità di risorse dell'area di attività si riduce di 9 miliardi circa.
L'area d'intervento agricoltura si articola in variazioni in aumento per 14.596 milioni circa, ed in variazioni in diminuzione per 11.530 milioni circa, con un aumento complessivo delle risorse disponibili per l'agricoltura di 3.066 milioni circa.
Di queste maggiori risorse, 2.700 milioni sono rappresentati dall'assegnazione statale a destinazione vincolata a favore dei fabbricati rurali, mentre concorrono a costituire la maggiore disponibilità anche due prelevamenti dal fondo globale delle spese di natura corrente, che rientrano nell'ambito dei 5 miliardi di cui questo fondo è stato diminuito: detti finanziamenti riguardano per 100 milioni le spese per la manutenzione ordinaria, e per gli oneri connessi alla gestione dei canali ex demaniali trasferiti alla Regione, e per 360 milioni le sovvenzioni annuali alle organizzazioni professionali dei coltivatori diretti.
Per quanto riguarda l'area d'intervento n. 2 Attività secondarie e terziarie, le sole variazioni in aumento di cui gode attraverso la nota di variazione al bilancio, che complessivamente ammontano a 1.930 milioni e che sono finanziate nell'ambito dei 5 miliardi prelevati dal fondo globale per le spese correnti, riguardano per 1.830 milioni il programma lavoro, e per 100 milioni il programma per i trasporti pubblici e le comunicazioni.
In particolare, del programma lavoro sono finanziati, per 300 milioni, gli interventi per la predisposizione di attrezzature, per facilitare l'avviamento al lavoro di soggetti non vedenti; per 30 milioni, i contributi alle cooperative per spese generali di avviamento; per 1.500 milioni, le assegnazioni alle province per la concessione di contributi ai Comuni, ai loro Consorzi, ed alle Comunità montane, per il finanziamento dei cantieri di lavoro. I 100 milioni che vanno ad incrementare il programma per i trasporti e le comunicazioni, sono destinati a far fronte alle spese per l'attuazione delle deleghe in materia di trasporti.
Per quanto riguarda l'area d'intervento n. 3 gestione e assetto del territorio, la nota di variazione prevede di apportare variazioni in aumento per 3.050 milioni e variazioni in diminuzione per 100 milioni, per cui complessivamente la previsione di spesa dell'area d'intervento n. 3 si incrementa di 2.950 milioni, di cui 1.600 milioni finanziati con prelievo dal fondo delle spese obbligatorie, e 1.350 milioni nell'ambito del prelevamento dei 5 miliardi dal fondo globale per le spese correnti.
Concorrono a costituire detto incremento di risorse disponibili: una quota del fondo sociale destinato agli assegnatari di alloggi di edilizia sovvenzionata, per 1.600 milioni; spese per attività concernenti il turismo e per la propaganda turistica per 600 milioni; il contributo agli enti provinciali per il turismo per 400 milioni; contributi alle aziende autonome di cura, soggiorno e turismo per 250 milioni; spese per l'esercizio delle funzioni in materia di pesca nelle acque interne per 100 milioni.
La nota di variazione al bilancio prende poi in considerazione.le modifiche da apportare all'area d'intervento n. 5 Formazione e cultura, e queste modifiche si compendiano in variazioni in aumento per 6.650 milioni ed in variazioni in diminuzione per 1.938 milioni circa, per cui le previsioni di spesa dell'area d'intervento n. 5 s'incrementano complessivamente di 4.712 milioni circa. Questo incremento è determinato dalle spese per la realizzazione di pubblicazioni e di materiale culturale e per la loro diffusione, per un ammontare di 1.200 milioni, finanziate con le maggiori entrate provenienti dalla vendita delle suddette pubblicazioni culturali e dalla realizzazione di iniziative culturali, e rese operanti soltanto con l'avvenuto introito dei suddetti proventi; concorrono pure le spese corrispondenti a proventi di cui alla legge n. 512/82, per l'acquisto, la manutenzione, la protezione o il restauro di opere d'arte dell'ammontare di 3 miliardi e realizzabili soltanto ad avvenuta riscossione della somma dall'Istituto San Paolo di Torino; vi partecipano anche le spese per la realizzazione di un servizio di lettura, in sostituzione dei centri di lettura, per 600 milioni finanziati nell'ambito del prelievo dei 5 miliardi dal fondo globale per le spese correnti; infine vi concorre il fondo occorrente per il finanziamento di progetti regionali e per interventi straordinari in materia di diritto allo studio dell'ammontare di 750 milioni, anch'essi finanziati nell'ambito del prelievo dei 5 miliardi dal fondo globale per le spese correnti.
Non si può chiudere l'esame di un bilancio, anche se di funzionamento senza un accenno alla gestione dei residui passivi presunti al 31/12/85 che ammontano a 432.628 milioni, pari all'8,1% dell'ammontare complessivo del bilancio. Si rileva subito una tendenza all'aumento di questa partita in quanto i residui passivi definitivi al 31/12/84 ammontavano a 293.141 milioni, per cui l'incremento è di 139.487 milioni pari al 47,58%.
E' evidente che molti di questi residui passivi hanno la loro contropartita nei residui attivi, tanto è vero che se si sommano questi residui passivi ai 784 miliardi di reimpostazioni di fondi statali a destinazione vincolata, che senza questo particolare meccanismo dovrebbero andare ad incrementare la gestione dei residui passivi, si ottiene un ammontare complessivo di l.216 miliardi che è di poco superiore all'ammontare dei residui attivi. Questi, per altro, presentano anch'essi una tendenza all'aumento rispetto ai residui attivi definitivi dell'esercizio 1984, che ammontavano a 752.969 milioni, per cui l'incremento in valore assoluto è di 340.980 milioni, pari al 45,3%; ma anche rispetto all'ammontare complessivo delle entrate, i residui attivi presunti al 31/12/85 presentano una tendenza all'aumento, in quanto rappresentano il 20,6% delle entrate complessive, mentre i residui attivi definitivi al 31/12/84 rappresentavano il 14,4% delle stesse entrate complessive. La causa della tendenza all'aumento dei residui passivi non deve dunque ricercarsi nell'inefficienza dell'apparato burocratico, o nella scarsa capacità di spesa della Regione, ma deve essere considerata in gran parte una conseguenza dell'aumentare dei residui attivi.
La sua origine sta dunque, in primo luogo, nella mancanza, in tempo utile, di certezza delle somme spettanti, derivante soprattutto dall'assenza della legge sulla finanza regionale, e dal fatto che lo Stato non adotta il bilancio pluriennale, per cui si rischia di effettuare previsioni sopra stimate, che concorrono ad incrementare la gestione dei residui.
Ma l'elemento di gran lunga più importante è rappresentato dai ritardi dello Stato nell'erogazione delle risorse: basta vedere che i residui attivi presunti, relativi alle entrate derivanti da assegnazioni dello Stato con vincolo di destinazione, ammontando a 814.856 milioni rappresentano il 74% dell'ammontare complessivo dei residui attivi; ci influisce sulla capacità di spesa della Regione, e concorre a determinare l'incremento della gestione dei residui passivi.
Un altro aspetto del bilancio cui si deve far cenno è rappresentato dalle previsioni di cassa che rappresentano un elemento di equilibrio, non solo fra entrate e spese, ma anche tra competenze e residui di uno stesso capitolo, in quanto il loro ammontare massimo non può mai superare la somma dello stanziamento di competenza e dei relativi residui.
Nel bilancio dell'esercizio '86 la previsione di cassa, dopo la nota di variazione, s'incrementa di 27.244 milioni, per raggiungere l'ammontare complessivo di 5.582.074 milioni, pari al 97% della somma tra stanziamenti di competenza e residui passivi.
Prima di chiudere questa relazione si ritiene doveroso anche informare questo Consiglio che la I Commissione, approvando il bilancio di previsione annuale, ha approvato anche i suoi allegati, che sono: la prima nota di variazione, il bilancio pluriennale per il periodo 1986/88; il bilancio di previsione dell'IRES; il bilancio di previsione dell'ESAP; il bilancio di previsione del Museo di scienze naturali, ed il bilancio di previsione di alcuni parchi e riserve naturali.
Signor Presidente, colleghi Consiglieri, si è cercato di dare una panoramica generale di questo documento contabile, che è considerato un bilancio di gestione e che quindi come tale potrebbe apparire non degno di molta considerazione, in quanto in esso non si ritrovano quegli elementi che caratterizzano la gestione di una nuova amministrazione. Eppure, nella sua essenzialità, esso rappresentalo sforzo dell'amministrazione nella necessità di fare chiarezza in una situazione finanziaria, da un lato estremamente difficile, e dall'altra abbastanza complicata, fino al punto di pervenire alla determinazione di quelle poche risorse libere sulle quali poter contare, per realizzare un programma, purtroppo limitato d'investimenti. Ma questo tipo di bilancio, che evidentemente non soddisfa le esigenze del cittadino, è stato voluto anche nell'intento di far conoscere alla società piemontese i limiti ristrettissimi in cui la Regione è costretta a muoversi, nel definire le scelte programmatiche d'investimento. E' risultata la disponibilità di un centinaio di miliardi per la definizione e la realizzazione di queste scelte, e su questa limitata disponibilità l'amministrazione non intende sottrarsi al confronto fra le forze politiche e con le forze economiche, sociali, e delle istituzioni locali, affinché le scelte che scaturiranno siano quelle più consone alle necessità della società piemontese. Ciò avverrà entro i tempi più ristretti possibili, in concomitanza con la definizione del programma dell'amministrazione, onde evitare che la Regione debba essere priva per troppi mesi di uno strumento, che indichi la strada da seguire in questa fase di evoluzione della società.
E' in quest'ottica che la I Commissione ha approvato a maggioranza il documento ora all'esame di questo Consiglio, al quale ne raccomanda la trasformazione in legge.
Mi sia consentito, signor Presidente, a conclusione della relazione di ringraziare i funzionari dell'Assessorato al bilancio e quelli della I Commissione consiliare che, malgrado le difficoltà e i tempi stretti, hanno consentito con il loro impegno, una discussione 'documentata in sede di Commissione e la stessa stesura della presente relazione.



PRESIDENTE

Ringrazio l'avv. Santoni per la sua relazione seri a, meditata approfondita ed esauriente. Onora il relatore e tutti i membri della Commissione.
Questo è il frutto di un lavoro serio che la I Commissione ha sempre saputo dare e che la Presidenza dell'avv. Santoni conferma.


Argomento: Trasporti su ferro

Ordine del giorno relativo a: "Soppressione della linea ferroviaria Airasca Saluzzo"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame di alcuni ordini del giorno.
Esaminiamo l'Ordine del giorno relativo a: "Soppressione della linea ferroviaria Airasca-Saluzzo", presentato dai Consiglieri Benzi, Ferro Tapparo, Quaglia, Marchini, Cerchio, Guasso, Brizio, Mignone, Fracchia Pezzana, Ala, Reburdo, Majorino.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte visto il protocollo d'intesa tra Ministro dei trasporti e l'Assessore regionale alla viabilità e trasporti, in merito al Piano di riclassificazione funzionale della rete delle FF.SS.
considerato che in esso, a far tempo dal 1 gennaio 1986, è prevista la soppressione della linea Airasca-Saluzzo e per altre tratte, riguardanti il medesimo territorio, si prevede lo stesso provvedimento a partire dal 1 giugno 1986 considerato altresì che tali provvedimenti porterebbero le zone interessate ad essere interamente escluse dal trasporto su ferro considerato inoltre che, data l'importanza economica delle aree interessate, si impone la necessità di verificare soluzioni organiche e durature ritenuti insufficienti i tempi disponibili per valutare ed approfondire la ricerca di tali soluzioni ritenuto peraltro che la linea Airasca-Saluzzo sia fondamentale nella strategia regionale dei trasporti, specie per quanto concerne il trasporto merci chiede al Ministro dei trasporti che la linea Airasca-Saluzzo sia considerata alla stregua delle altre linee interessate e presenti sul territorio e perciò sia esclusa dalla soppressione prevista a partire dal 1 gennaio 1986".
Chi è favorevole a tale Ordine del giorno è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.


Argomento: Informazione

Ordine del giorno relativo a: "Emittenti radiotelevisive a dimensione locale"


PRESIDENTE

Pongo in votazione l'Ordine del giorno sulle emittenti radiotelevisive a dimensione locale che è pure unitario. Il testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che è in scadenza al 31/12/85 il Decreto Governativo del luglio scorso sulle trasmissioni radio-televisive e che è depositato presso la Camera dei Deputati un disegno di legge complessivo sul sistema radio televisivo constatato che, dopo una fase che ha visto il coinvolgimento delle Regioni su una materia, quella dei mass-media e dell'informazione, che è componente essenziale della vita democratica, culturale e produttiva, è seguita una serie di atti dei governi che hanno estromesso totalmente il livello regionale considerato il diffuso malessere esistente tra le emittenti televisive e radiofoniche di dimensione locale, a causa della situazione di assoluta incertezza e precarietà in cui le stesse sono costretto ad operare pressate dallo strapotere dei networks nazionali vista la recente presa di posizione dei giornalisti RAI della Terza Rete che denuncia anche nel servizio pubblico l'abbandono della linea di decentramento e di valorizzazione del patrimonio professionale diffuso che furono alla base della riforma della RAI-TV ritenendo che sia compito dell'istituzione pubblica difendere quel ricco ventaglio di esperienze e professionalità esistente nella nostra regione nell'emittenza privata radio-televisiva e valorizzare la RAI-TV torinese, sia per quanto riguarda la sede ed i servizi giornalistici che il Centro di produzione, il Laboratorio e il Centro ricerche impegna il Presidente della Giunta a chiedere con estrema urgenza un incontro al Ministro delle Poste e Telecomunicazioni per conoscere gli orientamenti del Governo in merito alle misure immediate che si intendono adottare per l'emittenza privata ed alla politica per il servizio pubblico; impegna il Presidente della Giunta in quella sede a: richiedere un ruolo attivo delle Regioni prioritariamente per la definizione del Piano delle frequenze e dei bacini di utenza, tali da garantire un reale pluralismo delle presenze manifestare la volontà del Consiglio di farsi parte propositiva nella definizione della regolamentazione del sistema radio-televisivo richiedendo pertanto specifiche consultazioni; impegna il Presidente della Giunta a riferire sull'esito dell'incontro al Consiglio regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'Ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno sulla CGE di Novara


PRESIDENTE

Sull'Ordine del giorno che riguarda la situazione CGE di Novara, chiede di intervenire il Consigliere Ala. Ne ha facoltà.



ALA Nemesio

Cari Consiglieri, vorrei motivare il mio voto contrario, per quanto possa essere considerato molto impopolare. Questo voto contrario discende dal tipo di attività che svolge questa azienda, specializzata in impianti nucleari per uso civile e legata alla - centrale nucleare di Montalto di Castro, e dal rapporto di fornitura che probabilmente riguarderà anche la centrale di Trino vercellese. Vorrei invitare i Consiglieri a leggere le recenti dichiarazioni del Vicepresidente dell'ENEL, Inghilesi, che ha detto che il nucleare non ha futuro. Dovremmo riflettere su queste cose e sul fatto che, mentre da un lato si sbandierano le opportunità occupazionali legate alla scelta nucleare, dall'altro "Fabbricazioni nucleari" di Spinetta Marengo e adesso la CGE) si denunciano continue situazioni di crisi e di difficoltà dell'industria che opera in questo settore.
C'è stato il tentativo di vendere la tecnologia delle centrali all'Egitto e ad altri paesi soprasviluppati: essendo una tecnologia avanzata dovrebbe avere un certo mercato, ma questo non risulta. Lo sforzo della nostra industria è piuttosto quello di cercare di piazzare della roba che ci hanno rifilato in paesi ancora meno sviluppati tecnologicamente per sperare di bidonarli a loro volta.
Forse l'intervento non è stato molto chiaro, molto preciso, ma ritengo necessario motivare il mio voto contrario, invitando nello stesso tempo a riflettere sulle contraddizioni tra quanto qui dentro ci ripetiamo ogni giorno, parlando del futuro del nucleare, e la realtà che ci circonda, dove ci troviamo con Ordini del giorno di questo genere.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale Ordine del giorno il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte a seguito degli incontri avvenuti tra la Giunta, i rappresentanti dei Gruppi consiliari con la direzione della CGE e le rappresentanze sindacali, dai quali è emersa l'intenzione di spostare a Milano lavorazioni e maestranze (150 lavoratori) dello stabilimento di Novara con decorrenza dal 1 gennaio, esprime innanzitutto la sua più viva preoccupazione per la perdita, in questa città già fortemente colpita da numerose crisi aziendali, di un ulteriore qualificato insediamento produttivo, perdita che avrà comunque risvolti occupazionali considerando l'elevata presenza di mano d'opera femminile tra le maestranze della CGE novarese il timore, fondato per ora solo su conoscenze induttive, che la chiusura del predetto stabilimento rappresenti il primo passo per la liberazione dell'intera area di proprietà del Gruppo CGE, su cui si è insediato anche lo stabilimento SADELMI (anch'esso appartenente al Gruppo) che potrebbe pertanto essere messo in discussione.
Prende atto inoltre che il Gruppo CGE, lo stesso stabilimento di Novara, la General Electric nel suo complesso sono fornitori non secondari dell'ENEL. anche per quanto attiene agli impianti nucleari per l'uso civile e la Centrale nucleare di Montalto di Castro; rapporto di fornitura che probabilmente riguarderà anche la Centrale di Trino vercellese dà quindi mandato alla Giunta regionale di verificare con l'ENEL ed il Comune di Novara, nonché con ogni altro opportuno interlocutore, le concrete possibilità di creazione di un sistema di convenienze tale da rendere compatibile il necessario risanamento produttivo della CGE con la continuità produttiva dello stabilimento di Novara, rilevando come il coinvolgimento dell'ENEL si motivi anche nel quadro di intese che hanno portato alla scelta del sito da parte di questo Consiglio il Consiglio regionale chiede pertanto in modo pressante al gruppo CGE di rinviare la chiusura e la disattivazione dello stabilimento novarese per il tempo necessario al compimento delle suddette verifiche, impegnandosi prima di dar corso agli annunciati provvedimenti, ad un serio esame in sede regionale dei risultati eventualmente scaturiti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'Ordine del giorno sulla CGE è approvato con 30 voti favorevoli, 2 contrari e 2 astensioni.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno relativo a: "Cassa Depositi e Prestiti!"


PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'Ordine del giorno relativo a: "Cassa Depositi e Prestiti". Il testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte di fronte alla crescente massa di mutui contratti dagli Enti locali (soprattutto Comuni e Province e Comunità montane) con la Cassa Depositi e Prestiti e visto che da tempo è stata attivata la Delegazione di Caserta abilitata al compimento di tutte le operazioni riguardanti le attività della Cassa stessa per i Comuni meridionali chiede alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai Ministri del Tesoro e delle Regioni, al Consiglio di amministrazione della Cassa Depositi e Prestiti di predisporre gli atti per l'apertura di una Delegazione del suddetto Istituto in una Regione del Nord del Paese cui possano rivolgersi gli amministratori degli Enti locali del Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria Lombardia, Emilia, Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli - Venezia Giulia.
Tale esigenza diventa sempre più pressante anche in considerazione del fatto che, in base al progetto di legge sulla Finanza regionale, una quota di mutui concessi dalla Cassa Depositi e Prestiti dovrebbe essere assegnata d'intesa con le Regioni ed in conformità con i loro Piani di sviluppo invita pertanto la Presidenza del Consiglio regionale, d'intesa con la Giunta regionale, a farsi promotrice di iniziative volte alla realizzazione della Delegazione ed in particolare a contattare le altre Regioni per la costituzione di un Comitato per seguire presso la Presidenza del Consiglio le Presidenze delle Camere e la Commissione per gli Affari Regionali la realizzazione dell'obiettivo indicato".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'Ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno relativo a: "Insegnamento religioso nelle scuole" (rinvio)


PRESIDENTE

Sull'Ordine del giorno relativo a: "Insegnamento religioso nelle scuole" chiede la parola il Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

In merito a questo Ordine del giorno non possiamo procedere alla votazione senza un opportuno e ampio dibattito. Uno dei proponenti ha richiesto il rinvio della discussione ad altra seduta. Mi associo a quella richiesta perché il tema non può essere trattato in un breve scorcio serale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Sono d'accordo per il rinvio ad altra seduta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Mi sembra sia surrettizia la richiesta della DC. Qui siamo soliti andare avanti spesso fino alle venti, d'altra parte non si tratta di discutere di cose di cui nessuno ha conoscenza: i giornali sono pieni di articoli sull'iniziativa del Ministro Falcucci e sugli accordi con il Vaticano, sulla totale mancanza di rispetto verso il nuovo concordato neppure più verso il laicismo. Mi stupisce la richiesta del collega Marchini che firma l'Ordine del giorno e poi chiede il rinvio. Su un documento del genere credo si debba votare subito perché è una questione di attualità. Rinviarla è come vanificare completamente il contenuto, usando una pratica ipocrita. Piuttosto lo ritiro perché questo modo di rinviare le cose a me non sta bene.
Invito i Capigruppo che l'hanno firmato a volere considerare se la loro firma su quel documento ha un valore o meno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Credo che l'Ordine del giorno, di cui stiamo parlando, abbia una importanza notevole. Per questo motivo, il Gruppo repubblicano l'ha sottoscritto. Per le motivazioni che ha già detto Marchini sulla opportunità di individuare posizioni unitarie dell'intero Consiglio regionale, anch'io mi associo alla sua richiesta di rinvio del dibattito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dameri.



DAMERI Silvana

Siamo ovviamente convinti che la discussione debba avvenire in tempi estremamente rapidi. A quest'ora della sera vedo una difficoltà e temo anche che non possa esserci una discussione approfondita come l'argomento meriterebbe. Se ci limitiamo a votarlo, è una semplice registrazione invece il tema richiederebbe una discussione. Però non sono per rinviarlo alle calende greche. La nostra proposta è che si discuta adesso o domani.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Minervini.



MINERVINI Marta

Data l'importanza del tema che ha quest'Ordine del giorno, anche noi nonostante l'abbiamo firmato e quindi lo condividiamo, ci associamo alla richiesta di rinviarlo onde approfondire l'argomento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moretti.



MORETTI Michele

Il Gruppo del PSI siccome è uno dei firmatari della proposta, è favorevole ad una discussione ampia e contrario ad una semplice votazione dell'Ordine del giorno.
E' anche d'accordo di rinviarlo ad una prossima seduta che può essere quella di domani.



PRESIDENTE

Mi pare di cogliere l'esigenza di una discussione, che non è possibile fare questa sera, perché non avrebbe la dovuta risonanza anche per le posizioni che ciascuno di noi deve assumere.
Io non posso prendere impegni, fintantoché non sarà modificato il Regolamento.
L'Ordine del giorno è iscritto. I Gruppi mi diranno se discuterlo domani o meno.



PEZZANA Angelo

Allora, ritiro la mia firma da questo documento.
Questo tipo di comportamento, c'è chi lo accetta e chi non lo accetta.
Questo modo di fare è un prendere in giro chi sottopone un Ordine del giorno.
Può andare bene per qualche Gruppo. Io ritiro la mia firma da quell'Ordine del giorno, fate quello che volete. Andrò avanti per la mia strada con altri termini.



PRESIDENTE

Tutti i documenti che mi vengono sottoposti li porto a termine.



PEZZANA Angelo

Penso all'Ordine del giorno del Consigliere Staglianò su Capucci che è andato avanti un mese e mezzo. Le esperienze precedenti non mi confortano.
Visto che questo rientra fra i miei diritti, la invito a togliere la mia firma da quel documento. Chiedo se questo è legale o meno.



PRESIDENTE

Mi spiace moltissimo. Vorrei che ci pensasse fino a domani.
E' la prima volta che mi si chiede questo. Lei non toglie il significato di quello che è stato scritto.
Comunque quello che chiede è accolto.



DAMERI Silvana

A noi interessa il merito dell'Ordine del giorno. Siamo per mantenere la nostra firma.
Pensiamo sia possibile, domani, con quel minimo di buon senso che pu guidarci in questa faccenda, trovare l'opportunità di discuterlo.
Sono concorde con il Consigliere Pezzana. Il reiterare nell'ordine dei nostri lavori Ordini del giorno o questioni che sono rilevanti non è un buon segno.
Su questo, signor Presidente, le rinnovo la richiesta di un impegno.



PRESIDENTE

Vi ringrazio per i vostri interventi e per la serietà.
I lavori proseguiranno domani alle ore 9,30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,10)



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