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Dettaglio seduta n.239 del 21/03/90 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PETRINI Luigi


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Cernetti, Croso, Paris e Pezzana.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Monticelli. Ne ha facoltà.



MONTICELLI Antonio

Nella seduta dei Capigruppo avevo avanzato la proposta di iniziare i lavori con l'argomento che era già stato rinviato ieri mattina in merito alla relazione del Presidente della IV Commissione, Ferrara, relativa all'indagine conoscitiva sul rispetto dei diritti dei lavoratori sui luoghi di lavoro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Eravamo d'accordo di iniziare i lavori di questa mattina con la relazione del Presidente della IV Commissione. Credo che nel giro di mezz'ora possa essere terminato l'esame del Piano socio-sanitario dopodiché si potrà passare alla relazione del collega Ferrara, che avrebbe potuto essere fatta alle 9,30. Mi rammarico che ciò non sia avvenuto.



CALLIGARO Germano

Non si poteva fare con quattro Consiglieri in aula!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bosio.



BOSIO Marco

Venti minuti fa il Presidente Rossa ha affermato che si attendeva il numero legale per iniziare con la relazione del Presidente della IV Commissione, secondo le intese dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Le intese erano di finire ieri sera il Piano socio-sanitario e questa mattina avremmo dovuto iniziare con la relazione.



BOSIO Marco

Non risulta dal mio colloquio con il Presidente Rossa. Chiedo che i Presidenti dell'assemblea si mettano d'accordo, ogni qualvolta si alternano alla Presidenza del Consiglio, affinché le cose siano uguali per tutti.



PRESIDENTE

Le intese erano di concludere ieri sera l'esame del Piano socio sanitario. Visto che non è stato possibile, nel giro di mezz'ora potrebbe essere terminato. Se i colleghi acconsentono, si potrebbe terminare il piano e subito dopo passare alla relazione.



(Scambio di battute tra il Consigliere Santoni e il Gruppo comunista, dopodiché il Gruppo comunista abbandona l'aula)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Se non c'è il numero legale aspettiamo il tempo necessario, a mezzanotte scade il termine, quello che è fatto è fatto, quello che non è fatto resta da fare.



PRESIDENTE

D'accordo. Poiché manca il numero legale, sospendo la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 9,55, riprende alle ore 10,55)



ROSSA Angelo


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta riprende.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 9, 10, 23 e 30 novembre, 14, 21 e 22 dicembre 1989, 10, 18 19, 23, 24 e 30 gennaio, 8, 15, 22 e 23 febbraio, 1, 2, 13 e 14 marzo 1990 si intendono approvati.



(Il Gruppo PCI rientra in aula)


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame progetto di legge n. 573: "Norme per la programmazione socio sanitaria regionale e per il Piano socio-sanitario regionale per il triennio 1990/1992" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame degli emendamenti relativi all'art. 28 (che diventerà art. 29) del progetto di legge n. 573, di cui al punto 41) all'o.d.g.
Emendamento presentato dai Consiglieri Calligaro e Acotto: 22) a pag. 174, punto 11.3, dopo le parole "USSL che comprendono il capoluogo di provincia", aggiungere le parole "o USSL che comprendono ospedale con oltre 600 posti letto, sede di DEA,".
La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

La Giunta non accoglie l'emendamento perché porterebbe ad un allargamento delle indicazioni che noi diamo come riferimento su base provinciale ad altri cinque ospedali. Oltretutto la soglia dei 600 posti letto è stata cancellata anche dal decreto ministeriale che inizialmente l'aveva indicata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Si tratta di un disegno di legge ministeriale di riforma della legge n.
833 e la trasformazione in legge dei disegni di legge avviene con scadenza decennale.
Con la presentazione di questo emendamento volevamo che l'Assessore prendesse in considerazione questo punto per garantire non solo alle UU.SS.SS.LL. che comprendono capoluoghi di provincia, ma anche a quelle di una certa dimensione, un trattamento fondato su criteri di parità, basato sulle dimensioni effettive, indipendentemente dal criterio di UU.SS.SS.LL.
che comprendano capoluoghi di provincia.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 22).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 9 voti favorevoli, 21 contrari e 1 astensione.
Emendamento presentato dall'Assessore Maccari: 23) al punto 2.1 dell'allegato 2), pag. 179, comma secondo, dopo le parole "settore formazione professionale" è aggiunto il termine "sanitaria".
La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Con questo emendamento si aggiunge alle parole "formazione professionale" - che potrebbe dare adito a dei disguidi con l'Assessorato alla formazione professionale il termine "sanitaria".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 23).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli e 5 astensioni.
Emendamento presentato dall'Assessore Maccari: 24) al punto 3.1 dell'allegato 2), pag. 181, comma secondo, i termini "assistenza sanitaria" sono sostituiti con le parole "sanità pubblica".
La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Questo emendamento è stato formulato in aderenza alla legge n. 42 che con le declaratorie dava competenza al settore per l'educazione sanitaria.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 24).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli e 7 astensioni.
Emendamento presentato dai Consiglieri Montefalchesi, Acotto e Calligaro: 25) all'allegato 2), pag. 181, punto 3 "Educazione socio-sanitaria", dopo le parole "il settore programmazione, verifica e interventi socio assistenziali", aggiungere la seguente frase: "in particolare viene costituito l'Ufficio Educazione Socio-sanitaria con funzioni di promozione delle attività di competenza regionale e di coordinamento e raccordo con i competenti uffici dell'USSL".
La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

E' di competenza della legge di organizzazione della Regione, non di questa legge, ed è già previsto, quindi l'emendamento non è accoglibile.



(Il Gruppo PCI abbandona l'aula)



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 25).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 1 voto favorevole e 29 contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Minervini, Masaracchio e Majorino: 26) all'allegato 2) "Azioni strumentali", punto 7.3, pag. 185, dopo il primo comma punto 2 aggiungere: "Nelle delibere attuative dovranno essere indicate le scelte prioritarie in materia di personale sanitario, ausiliario e infermieristico".
La parola al Consigliere Minervini.



MINERVINI Marta

Ritiriamo l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 26) è pertanto ritirato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ala. Ne ha facoltà.



ALA Nemesio

Intervengo perché occorre riflettere sulla dignità dello "spettacolo": da circa dieci minuti a questa parte sono state pronunciate una serie di battute, di affermazioni mentre era in corso la seduta e nessuno ha ritenuto, compreso il Presidente, di sospenderla.



PRESIDENTE

Non ho capito cosa intende per battute.



ALA Nemesio

Le affermazioni del collega Brizio e quelle dei Consiglieri Ferrara Tapparo e Carletto.



PRESIDENTE

Io non ho sentito niente, cerchi di stare nel tema.



ALA Nemesio

Mentre si attendeva di raggiungere il numero legale, in questi dieci minuti abbiamo perso un po' tutti il senso di quello che stavamo facendo.
Pertanto gradirei che si assumesse un comportamento un minimo dignitoso nel corso della votazione di questi emendamenti. Anche altri colleghi hanno richiamato questo. Ad esempio, lo scatto di nervosismo del collega Bonino ampiamente comprensibile e condivisibile, rappresentava un momento di frustrazione nei confronti della situazione che si era creata in aula. Io sono rimasto in aula perché sono interessato a che vengano approvati alcuni provvedimenti. Però quanto ho visto non mi è piaciuto per niente e tendo a rimarcarlo. Non ci si può comportare in questo modo, anche se è l'ultimo giorno di Consiglio, cerchiamo di renderci conto che stiamo approvando un provvedimento che riguarda tutti i cittadini piemontesi. Detto questo invito a procedere ad una verifica regolare dell'esistenza del numero legale e poi invito il Presidente a tenere nei binari regolari e corretti questa ultima seduta del Consiglio regionale e invito soprattutto i Gruppi di maggioranza a prendere atto che il rimanere in aula è legato all'intenzione del Gruppo consiliare Lista Verde di contribuire alla discussione e votazione di altri punti all'o.d.g. In particolare due: il pacchetto di leggi e deliberazioni sui parchi e il recepimento del contratto del personale.



PRESIDENTE

Caro collega, le cose da lei espresse in parte mi trovano d'accordo, in parte no. Mi trova d'accordo il fatto che come lei anch'io mi appello a tutti i colleghi, in quanto ci sono dei provvedimenti importanti che dovranno essere approvati come quello del recepimento del contratto, mentre non mi trovano d'accordo sia le motivazioni da cui lei è partito sia la sua richiesta di verificare il numero legale, perché se io ho posto in votazione l'emendamento vi era il numero legale altrimenti non lo avrei fatto.
Inoltre bisogna dimostrare un po' di comprensione; questa non è un'assemblea di angeli né un convento di frati benedettini, è un'assemblea di uomini e di donne che dibattono e discutono, fanno politica e ci sono quindi anche dei momenti di tensione, per cui specialmente in questo ultimo giorno bisogna cercare di compiere ogni sforzo per capire il momento, le tensioni, le questioni che sono parte della vita politica che è una cosa diversa dalla vita monastica.
Invito quindi i Consiglieri a procedere.



ALA Nemesio

La verifica del numero legale la chiedo ai sensi del Regolamento interno del Consiglio regionale.



MINERVINI Marta

Mi associo alla richiesta del collega Ala.



PRESIDENTE

D'accordo. Si proceda quindi all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Un Consigliere Segretario procede all'appello nominale)



PRESIDENTE

I Consiglieri presenti sono 33, pertanto il numero legale sussiste.
Ha chiesto la parola il Consigliere Minervini. Ne ha facoltà.



MINERVINI Marta

Il Gruppo MSI è rimasto in aula oggi e ha contribuito a mantenere il numero legale per quella responsabilità politica che ha sempre dimostrato in questi cinque anni, cosa che - lasciatemelo dire in questa ultima giornata di legislatura - non abbiamo notato da parte dei Gruppi componenti il pentapartito.



(Il Gruppo PCI rientra in aula)



PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame degli emendamenti.
Emendamento presentato dai Consiglieri Calligaro e Acotto: 27) a pag. 204, capitolo 3.2, punto a), sostituire "e la sua permanenza in famiglia" con "ed il suo mantenimento nell'ambiente familiare".
La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

La Giunta accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 27).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
Emendamento presentato dai Consiglieri Calligaro e Acotto: 28) a pag. 204, capitolo 3.2, sopprimere il punto d).
La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Si riprende qui un concetto della legge approvata nel settembre dello scorso anno, quello di attuare nel primo triennio il 30% dei servizi previsti dalla legge stessa. La mia impressione è che questa percentuale venga assegnata esclusivamente ai privati, considerati i tempi di realizzazione dei servizi pubblici.
Gli standard dovevano essere prodotti ed approvati entro 60 giorni dall'approvazione della legge. Ci sono voluti sei mesi! Ci presentate ora degli standard, che presumo discuteremo in giornata, del tutto teorici: si fa un grande affidamento sugli operatori generici e di lì emerge chiarissima la logica custodialistica e segregativa! Torniamo non ai grossi manicomi, ma ai piccoli manicomi gestiti dai privati che in questo modo fanno i loro affari. La logica è quella dei mini-manicomi, in sostanza.
Per gli standard - ripeto - ci sono voluti sei mesi, in questo periodo dovevate produrre il piano finanziario che però non abbiamo visto: è questo lo sforzo eccezionale che intende fare la Regione Piemonte di fronte all'emergenza psichiatria? Questo è un regalo ai privati. Ripeto in questa sede, perché non vi siano equivoci di sorta, che noi contro i privati non abbiamo alcunch vogliamo semplicemente che la Regione Piemonte stabilisca requisiti ed eserciti controlli: non vi sono né le regole né i controlli.
Per questo motivo chiediamo la soppressione del punto d) o al limite siamo dell'idea che resti l'impegno programmatico non di realizzare nel triennio il 30% perché è decisamente poco, ma qualcosa di più, facendo uno sforzo eccezionale in modo tale che il pubblico faccia la sua parte in tempi celeri e il privato sia sottoposto a requisiti e a controlli.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Il privato è sottoposto a controlli e ha l'obbligo di rispettare i requisiti fissati dalla legge sulle case di cura private e gli standard indicati sia per quanto riguarda gli standard abitativi sia per quanto riguarda il personale, già approvati, perlomeno abbiamo avuto il via da parte delle organizzazioni sindacali.
La dizione è in linea con quanto prescritto dalla L.R. n. 61/89 per cui si ritiene di mantenere il punto d) e di dover quindi respingere l'emendamento proposto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

La legge si svela per quello che è: ha una logica custodialistica e segregativa, è un grande affare per i privati e non risolverà i problemi della psichiatria piemontese.
Per questo motivo votiamo contro l'atteggiamento dell'Assessore che è anche un voto contro il piano, ma su questo punto siamo fermi a mantenere l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 28).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli, 24 contrari e 2 astensioni.
Emendamento presentato dai Consiglieri Calligaro e Acotto: 29) al capitolo 8.2 il punto c) è soppresso e così sostituito: "c) istituire in ogni USSL almeno un servizio di recupero e rieducazione funzionale e svilupparlo, laddove esistente, in termini quantitativi e qualitativi".
La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Si svela qui il carattere elettorale del piano, è uno dei tanti punti che svelano il carattere meramente elettorale di questo piano. La situazione per la rieducazione e il recupero funzionale è la seguente: il 90% delle attività di rieducazione e recupero funzionale è affidato ai privati, i servizi pubblici coprono il 10% di un fabbisogno tra l'altro crescente. Già il piano 1982/1985 si proponeva di istituire almeno un servizio per ogni USSL. siamo nel 1990 e siamo ben distanti dall'aver raggiunto questo obiettivo minimo. Io sono per riconfermare nel piano questo obiettivo minimo, il resto è propaganda, è demagogia, come lo è tutta la parte che riguarda le convenzioni, parte caratterizzata dal fatto che dovremmo superare rapidamente tutte le convenzioni con il privato e fare tutto nel pubblico.
Noi siamo più realisti dell'Assessore: sappiamo che il privato manterrà quote di attività sanitaria, siamo per stabilire le regole per esercitare i controlli semmai e per far funzionare al meglio i servizi pubblici per potenziarli, per qualificarli. In questo caso torniamo all'obiettivo minimo del 1982 di almeno un servizio per ciascuna USSL. siamo ben lontani da questo obiettivo e da questo traguardo. Teniamo i piedi per terra ridimensioniamo le nostre pretese e cerchiamo di realizzare quello che scriviamo: non possono essere, i piani, pezzi di propaganda che si distribuiscono prima delle elezioni dopodiché per tre anni non si fa nulla.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

L'emendamento è accolto in quanto omogeneo con la visione della Giunta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 29).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
In merito al capitolo 19, pag. 225, ha chiesto la parola il Consigliere Reburdo. Ne ha facoltà.



REBURDO Giuseppe

Signor Presidente, siccome questo capitolo è importante e riguarda tutto il discorso delle nuove e vecchie forme di povertà, vorrei cercare di capire dall'Assessore Maccari se questo inserimento è puramente di carattere formale oppure se trova anche negli strumenti, negli investimenti e nelle politiche una forma reale di attuazione. La mia preoccupazione è che questo inserimento non vada al di là di un inserimento di copertura.
Siccome non penso a questo, vorrei sapere come si intende procedere nell'applicazione di questi obiettivi: se saranno in qualche modo tenuti presenti e come si intende trovarne le formule di concretizzazione.
Penso ci sia un primo problema: quello della cultura, cioè l'acquisizione della coscienza di questo fenomeno e ciò riguarda la gestione politica ed amministrativa del settore sanitario e socio assistenziale. Non solo, probabilmente riguarda anche un'attenzione delle politiche delle strutture pubbliche, dai Comuni alle Comunità montane, alle Province.
Il fatto che sia stato inserito a me pare di un certo rilievo positivo però ho ritenuto comunque di intervenire per sollecitare un impegno attuativo nei confronti dei problemi che le nuove povertà pongono in termini sempre più drammatici, accentuando un fenomeno di crescente emarginazione di fasce sostanziose di popolazione.
E' un problema di grande rilevanza e credo stia nella coscienza di tutti fare uno sforzo perché questa acquisizione culturale ed etica prima di tutto sia effettivamente un processo reale e non soltanto qualcosa che rimane scritto sulla carta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore all'assistenza

Mi fa piacere che il Consigliere Reburdo consideri importante questo capitolo, che è una novità assoluta anche perché il problema si è fatto più pressante in questi ultimi tempi. Queste linee di indirizzo inserite in un capitolo nel piano sono certamente un elemento positivo: si analizzano i problemi emergenti e gli obiettivi. Sugli obiettivi credo ci sia il vero problema circa i mezzi con i quali raggiungere questi obiettivi. Il Consigliere Reburdo ha centrato il tema: il fatto è indubbiamente culturale. Noi non mancheremo, nella gestione, di attivare le UU.SS.SS.LL.
di sensibilizzare il mondo della cooperazione, di confrontarci con il mondo del volontariato che è sensibile ed attento, ma abbiamo già fatto qualcosa anche nel concreto. Ai più è sfuggito che nella modifica di bilancio abbiamo per la prima volta attribuito un capitolo specifico all'art. 3 della legge n. 20, quello dell'informazione, della cultura, riservando una quota nelle mani dell'Assessorato per poter assumere delle iniziative di incentivazione, non esclusivamente, ma anche in questo settore. Certo si tratta di un compito arduo, di un tema complesso. Dire oggi come si potranno esplicare le politiche concrete se non attraverso questa programmazione, questa incentivazione e questa spinta ed anche in qualche modo con la destinazione finalizzata di alcune risorse, è difficile. C'è una volontà indicata chiaramente che sarà portata avanti nel concreto di fronte all'emergere di questi problemi nella società civile.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 1) del Consigliere Bonino, che è riassuntivo di altri emendamenti che sono già stati respinti dall'aula, è da ritenersi decaduto.
Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale dell'art. 28 (che diventerà art. 29).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri.
L'art. 28 (nuovo art. 29) è approvato.
Prima di porre in votazione l'intero testo della legge passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Acotto. Ne ha facoltà.



ACOTTO Ezio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, siamo stati molto incerti se prendere o meno la parola questa mattina per dichiarazione di voto, perch l'andamento della discussione su questo piano ci aveva portato ad assumere atteggiamenti molto severi in quest'aula. Abbiamo poi valutato che fosse comunque opportuno non mancare a questo obbligo, a questo dovere istituzionale, anche se saremo molto lapidari in questa dichiarazione di voto. Richiamerò alcuni punti che avremmo voluto sviluppare in maniera più adeguata di quanto non faremo, proprio perché abbiamo scelto la strada di stringere le nostre valutazioni finali mettendo in conto tutto quando abbiamo già detto nel corso del dibattito, in particolare di quanto ha detto il collega Calligaro in apertura di discussione su questo piano. Con questo atteggiamento secco intendiamo marcare uno stato d'animo e il nostro modo di avvertire un disagio profondo rispetto a quello che si è sviluppato in termini di discussione e di rapporti politici all'interno di quest'aula sul tema del Piano socio-sanitario.
Sia pure in maniera lapidaria, richiamiamo alcuni punti a corredo della nostra valutazione negativa di questo importante provvedimento. Il primo di questi punti, che meriterebbe un'ampia trattazione, ma che - ripeto richiamo in maniera molto succinta, è relativo alla ricomparsa prepotente di quella che potremmo chiamare, senza eccessiva enfasi, "cultura ospedaliera" che permea interamente il Piano socio-sanitario della nostra Regione.
Agli occhi dei più, questa cultura ospedaliera si presenta ancora come un'anziana signora distinta e dignitosa; in effetti le rughe ci sono, e quanto sostenuto dal Piano ci pare posticcio, come un belletto che copre le varie rughe.
In altri termini l'elemento che fa da ombelico di riferimento culturale a questo piano è di nuovo l'ospedale; un baricentro attorno al quale ruota la vecchia cultura di carattere ospedaliero.
Un secondo aspetto importante è quello relativo a rilevanti argomenti totalmente mancanti nel Piano sanitario, di cui non faremo qui un elenco dettagliato, anche perché, come ha spiegato l'Assessore in apertura, il provvedimento si presenta già in forma legificata.
Anche se - a suo dire - non era nelle intenzioni dell'Assessore presentandosi in questa forma il Piano rischia di contenere un po' tutto.
Credo si legittimi, da questo punto di vista, l'osservazione di chi ha sostenuto nel corso del dibattito che nel Piano "c'è quasi tutto"; ma senza soffermarmi nel dettaglio, definendo questo piano "monco" mi riferisco in particolare ad un punto preciso, quello relativo al personale.
Ci rendiamo conto che la critica, la cui eco si è avvertita nell'intero dibattito, può apparire eccessivamente semplicistica, ma a fronte di proposte di reparti, di servizi nuovi, gli operatori dove li troviamo? La parte di contrasto più forte è relativa alla rideterminazione delle piante organiche; il ragionamento diviene quindi più tecnico, più aderente a strumenti di programmazione.
Troviamo due patetiche paginette, e sulla base di tale condensato ci domandiamo, nel merito di quanto scritto, come sia possibile sviluppare una qualsiasi politica concernente una componente del settore socio-sanitario che dal punto di vista numerico interessa nella nostra Regione circa 50.000 addetti.
Ora, non intendiamo sostenere che il numero delle pagine dedicate all'argomento dovesse essere in rapporto proporzionale al numero degli addetti, ma invitiamo tutti a riflettere sul tipo di politica possibile a questo riguardo, attraverso i minimi riferimenti contenuti nel piano relativamente a standard e criteri di rideterminazione delle piante organiche delle UU.SS.SS.LL. Il forte deficit a questo riguardo è un aspetto sostanziale e molto consistente.
Una terza osservazione è relativa al fatto che il piano, per le circostanze in cui è avvenuta la discussione e per i condizionamenti subiti dai contenuti, può godere più che dell'appellativo di Piano socio-sanitario di quello di Piano elettorale.
La nostra disinvoltura nell'usare questo tipo di linguaggio deriva dal fatto che dei cinque anni di gestione del settore sanitario da parte del governo pentapartico della Regione ricordiamo numerosi periodi in cui la programmazione socio-sanitaria era considerata una specie di pesante eredità del passato, un fardello di cui era opportuno liberarsi il più presto possibile.
Abbiamo sentito considerazioni sferzanti sulla programmazione e soprattutto abbiamo assistito ad una vera e propria paralisi degli strumenti di programmazione, per ben due anni completamente bloccati e consegnati a semplici proroghe del piano precedente.
Si potrebbe sostenere che con il tempo anche questa Giunta ha maturato un atteggiamento diverso, positivo e nuovo nei confronti della programmazione; che l'Assessore Maccari non è più scettico su questo importante strumento di governo.
Quanta credibilità si può ottenere, però, nel presentare nello scorcio finale di un mandato amministrativo, sul filo di lana di una legislatura un tema consistente come quello di un Piano socio-sanitario triennale? Considerato il concreto comportamento mantenuto nel corso dei passati cinque anni al riguardo, l'Amministrazione che ci consegna questo tipo di piano, dal punto di vista della programmazione, non può che godere di scarsissimo credito presso le varie componenti della realtà politico amministrativa - culturale della nostra Regione.
Naturalmente ha fatto premio la volontà di conseguire il fine prevalentemente elettorale, di piantare al termine di questa legislatura una "bandierina" su cui mettere la sigla dell'avvenuto raggiungimento dell'obiettivo del Piano socio-sanitario regionale.
Questo nostro richiamo polemico nasce dall'aver tutti avvertito, la Giunta in primo luogo, i pesanti condizionamenti di carattere elettorale manifestatisi nell'esame delle varie istanze presentate da realtà esterne da varie categorie e via di questo passo. Da questo punto di vista, senza alcun dubbio, penso che non si possa che trarre l'inopportunità di presentare provvedimenti della portata del Piano socio-sanitario allo scadere di una legislatura.
Mantenendo l'impegno di lapidarietà e brevità assunto all'inizio dell'intervento per dichiarazione di voto, senza dilungarci sui singoli punti, vorremmo chiudere esprimendo il nostro risentimento nei confronti della Giunta relativamente al comportamento tenuto in quest'aula. Ci serviremo di un riferimento caustico, che non vuole essere un messaggio in eredità a coloro che entreranno a far parte di questo Consiglio regionale ma un elemento riferito al modo con cui si è affrontata, in quest'aula, la discussione sul Piano socio-sanitario. Per non dar adito ad altrettanto risentimento da parte della Giunta regionale, abbiamo ripreso una dichiarazione del segretario socialista lombardo Moroni, di quest'ultimo periodo, in cui - guarda caso - la Regione Lombardia sta discutendo il suo Piano socio-sanitario e altri provvedimenti come quello sull'urbanistica.
La Regione Lombardia - almeno secondo il "Corriere della Sera" - è entrata in crisi proprio su divergenze relative al proprio Piano socio-sanitario tale crisi è stata formalmente aperta dal segretario socialista Moroni, il quale ha rivolto all'Assessore alla sanità la frase, un po' caustica, che riprendo alla lettera: "Forse c'è stata un po' di ostinazione: il fatto è che si considerano i provvedimenti come dei figli, e si cerca la raccomandazione perché il figlio sia promosso anche se è un asino". Questo è quanto ha dichiarato Moroni a proposito del Piano socio-sanitario regionale della Lombardia, causando le conseguenze cui ho accennato.
Qui siamo costretti, semplicemente, a riportare questo tipo di elemento di giudizio che, caustico e lapidario, rende perfettamente l'idea di quanto è successo in aula nella nottata di ieri sera a proposito di questo piano.
Queste sono le parole conclusive di una nostra dichiarazione di voto che naturalmente va nella direzione di un atteggiamento negativo al provvedimento che stiamo per votare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Minervini.



MINERVINI Marta

Sarò breve perché nel mio intervento iniziale fatto a nome del Gruppo MSI-DN ho già dichiarato il nostro giudizio negativo sul Piano socio sanitario 1990/1992, ma non tanto per il piano in sé, quanto per tutto ci che sta a monte che rende inutile, per noi, questo piano. Non mi resta quindi che ribadire il voto contrario del Gruppo MSI-DN.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Il Gruppo Lista Verde non è intervenuto sul Piano socio-sanitario nel corso della discussione. Come è già stato richiamato da altre forze politiche, il piano è giunto con estremo ritardo all'esame delle Commissioni e si è sovrapposto ad un lavoro finale caotico delle stesse con provvedimenti di estrema rilevanza, e me ne rammarico non certo con la Giunta, ma semmai con i cittadini piemontesi. L'accavallarsi di più provvedimenti ha impedito di seguire questo provvedimento che, purtroppo, è di estrema rilevanza per i cittadini piemontesi (dico purtroppo considerati i suoi contenuti e le sue proposte e le conseguenze che avrà per i cittadini piemontesi).
Sarebbe lungo e difficile articolare un'ampia motivazione di questo giudizio negativo sul piano che, in parte, condivide argomenti qui richiamati da altri Gruppi di opposizione, ma anche qua e là presenti in taluni emendamenti presentati da alcuni Consiglieri di maggioranza la notte scorsa. La Lista Verde, con l'unico voto a sua disposizione, ha sempre condiviso, sostenuto e votato certi emendamenti presentati da alcuni Consiglieri di maggioranza tendenti a modificare e migliorare aspetti del piano. E' un piccolo contributo che, purtroppo, non ha dato alcun esito. Ho riscontrato una convinta ostinazione sia nel difendere questo piano, sia anche nel difendere certi orientamenti filosofici e culturali di fondo in merito all'organizzazione sanitaria della nostra Regione, ed anche della nostra intera cultura occidentale. E desidero solo riandare brevemente ad interventi che ho fatto altre volte in quest'aula rispetto ad altri provvedimenti di carattere sanitario, a partire dalla legge sulle nuove metodiche terapeutiche.
L'orientamento del Gruppo Lista Verde è di non partecipazione al voto.



PRESIDENTE

Hanno ora diritto di parlare i Capigruppo e tutti coloro che si dissociano dal proprio Gruppo.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Reburdo per dichiarazione di voto personale. Ne ha facoltà.



REBURDO Giuseppe

Cercherò di argomentare la mia dichiarazione di voto nel più breve tempo possibile.
Siamo di fronte al classico caso che evidenzia un metodo delle istituzioni di affrontare problemi di grande delicatezza, come quelli della salute e degli interventi socio-assistenziali nei confronti della popolazione piemontese.
Sappiamo quanto siano non adeguate le risposte sanitarie e socio assistenziali ai bisogni reali della popolazione; conosciamo le difficoltà a cui sono sottoposti i cittadini quando debbono gestire un loro diritto prima di tutto il diritto alla salute.
Personalmente ritengo che questa situazione abbia come massima responsabilità il modo con il quale le forze politiche intendono la gestione della cosa pubblica.
Ritengo - e le consultazioni lo hanno dimostrato - che ci sia una larghissima insufficienza culturale nell'affrontare questo problema e una fortissima insensibilità etica.
Ho assistito soltanto alle consultazioni che riguardavano gli enti locali della Provincia di Torino e mi sono reso conto ulteriormente del modo con il quale i responsabili politici della gestione delle UU.SS.SS.LL.
si approcciano a così delicati problemi. Tutta la consultazione è stata incentrata sulla questione degli ospedali, quasi che tutto il sistema complesso della gestione del diritto alla salute e all'assistenza fosse finalizzata unicamente alla questione, pure importante ed essenziale ospedaliera.
Sta qui, secondo me, il nodo essenziale della responsabilità grave che ha il sistema dei partiti nel non aver usato tutti gli strumenti di acculturazione e sensibilizzazione per far acquisire la gestione del diritto alla salute nei termini corretti previsti dalla nostra Costituzione. Il fatto poi che si sia giunti all'approvazione del Piano socio-sanitario proprio nell'ultimo giorno utile della legislatura e che ci sia stata una consultazione che inevitabilmente - quindi non faccio un processo alle intenzioni ha principalmente tenuto conto degli immediati riflessi elettorali delle decisioni che si andavano ad assumere, fa sì che questo piano sostanzialmente non possa interagire con i reali problemi dei cittadini. Faccio un solo esempio: qui si parla tanto di efficienza, ma qualunque cittadino che debba adire alle strutture sanitarie o socio assistenziali si trova completamente senza un minimo di protezione legislativa dei suoi diritti. Nel rapporto con le strutture non valgono i diritti, le persone non sono più persone, i rapporti sono confezionati in modo tale che il cittadino a fronte di questo problema diventa nessuno.
Questo piano si riempie tanto della parola "efficienza", ma poi non garantisce quel minimo di agibilità strutturale che dovrebbe essere assicurata ai cittadini.
Da questo punto di vista, intendo testimoniare la mia dissociazione non tanto o non solo al merito del piano, ma al metodo con il quale il sistema dei partiti ha affrontato la questione politicizzandola al massimo. Voglio sottolineare che la gestione è politicizzata a tal punto che gli operatori di questi settori sono obbligatoriamente incentivati ad un processo di deresponsabilizzazione tale da far prefigurare una parola che non vorrei usare, cioè lo sfascio della gestione.
A me pare che sia questo il senso di una drammatica contraddizione che dovrebbe richiamare le forze politiche ad un profondo ripensamento del modo con il quale affrontano questi problemi.
E' il caso di dire che se la riforma della politica delle istituzioni è il momento centrale del dibattito politico odierno, su questa questione si misura nel concreto la non disponibilità della rifondazione della politica e dei metodi di fare politica.
Credo che sotto tutti questi aspetti, senza voler assolutamente fare alcun processo alle intenzioni, siamo di fronte ancora una volta all'approvazione strettamente elettoralistica del Piano socio-sanitario ancora una volta i cittadini piemontesi avranno uno strumento che in larga parte sarà inapplicato, come in larga parte sono inapplicate le leggi più significative, a partire da quelle relative ai servizi socio-assistenziali.
In questi anni una valutazione sullo stato di applicazione e di corrispondenza reale ai bisogni dei cittadini non è stata fatta ed è del tutto evidente che le contraddizioni hanno raggiunto livelli di guardia e di deresponsabilizzazione che sono preoccupanti per lo stato della democrazia nel nostro Paese.
Sulla base di queste valutazioni, non mi sento di partecipare alla votazione di un Piano socio-sanitario che è inficiato da ragioni della concezione della politica che non rendono possibile una realistica e corretta applicazione di norme di piano che possono anche essere interessanti. Questo fa sì che si possa sperare in due cose: primo, che il sindacato esca dal suo torpore di cogestione di queste politiche ponendosi anche come sindacato degli utenti e degli operatori, prima di tutto per garantire loro piena professionalità e poi piena agibilità della loro professionalità all'interno di strutture coartate da un malgoverno dei partiti; secondo, che si sviluppino iniziative autonome come il Tribunale dei diritti dei cittadini e dei malati attorno ai quali si crei quello strumento di autentica difesa di fronte alle angherie cui i cittadini vengono sottoposti anche quando si tratta della gestione di diritti previsti dalla Costituzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, ieri nell'intervento generale avevo posto una serie di problemi all'attenzione dell'Assessore Maccari, senza confidare che quelle questioni trovassero completa attenzione da parte sua. Li richiamo perché quei problemi ci portano a rafforzare il giudizio pesantemente negativo nei confronti del documento che si sta per approvare.
Chiedevamo all'Assessore in base a quali meccanismi concreti, previsti nel piano, fosse possibile perseguire efficacemente l'integrazione tra sanità e assistenza, mirando innanzitutto alla prevenzione, combattendo, in questo senso, la piaga dell'ospedalizzazione a go-go con annessi e connessi posti letto e poteri primariali. Su questo penso che onestamente nessuno di noi che ha seguito la discussione possa dire di aver ricevuto qualche lume l'Assessore Brizio si è semplicemente compiaciuto del fatto che al riguardo, per quanto riguarda il suo settore specifico, non ci fossero emendamenti, quindi tutto va bene "madama la marchesa", e invece no! Chiedevamo come era possibile praticare il coordinamento delle attività di tutela dell'ambiente, che è uno dei punti qualificanti enunciati nel piano, ma nemmeno su questo abbiamo avuto risposte. Anzi, abbiamo avuto risposte nettamente negative a proposito di un problema che ponevamo, non da soli, nel dibattito generale, e che per la sua rilevanza complessiva meritava diversa considerazione da parte della maggioranza e dell'Assessore. Mi riferisco al decentramento nelle UU.SS.SS.LL. cittadine dell'Ufficio di Igiene pubblica e non invece, contrariamente a quanto avviene in tutte le altre UU.SS.SS.LL. piemontesi, qui a Torino dove, forse perché qualche azienda non deve essere disturbata per quanto riguarda la tutela della salute dei lavoratori, si accorpa. Su questo sono stati presentati degli emendamenti che sono stati tutti respinti.
A proposito di prevenzione, chiedevamo come era possibile mirare ad un potenziamento delle strutture intermedie dell'organizzazione sanitaria; su questo riconosco che l'Assessore Maccari si è dilungato sul problema degli infermieri e sulle difficoltà ad affrontare il problema in termini risolutivi.
Per quanto riguarda l'educazione sanitaria, cioè per dare un contributo alla limitazione effettiva del consumo di farmaci, dobbiamo riconoscere tutti che una buona responsabilità anche nell'abuso del consumo di farmaci è da addebitare proprio al primo anello della catena sanitaria, quindi al medico più a contatto con il paziente. Nemmeno su questo si sono avute risposte convincenti, soprattutto non si è data corrispondenza a quegli emendamenti che miravano ad invertire, in qualche modo, la marcia su questo punto.
In conclusione dico che è un piano che arriva in ritardo, ci viene presentato in "zona Cesarini", più come un obbligo che come un convincimento di fare cosa utile per la nostra comunità. E' nostra convinzione che questo piano non aiuterà a risolvere lo sfascio in cui la sanità pubblica versa. Le forze politiche dovrebbero cercare di essere conseguenti alle affermazioni generali, e voglio qui ribadire che la mia forza politica, da sempre, è stata l'unica ad essere conseguente a proposito della presenza o meno dei politici dentro la gestione delle UU.SS.SS.LL. Noi facciamo un appello alla coerenza a tutte le altre forze: di ritrarsi dall'occupazione partitica della sanità. So bene però che questo non è un problema specifico che riguarda il Piano socio-sanitario; è un problema di organizzazione generale della sanità italiana, ma occorre prendere coscienza che ormai la corda su questo versante è stata tirata oltre ogni limite. Quindi, il giudizio complessivo e il voto conseguente non può che essere contrario al documento che ci si appresta a votare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Io non partecipo al voto. Non faccio ostruzionismo. anzi chiedo scusa al Consiglio se utilizzo questa norma regolamentare per svolgere alcune considerazioni che avrei voluto svolgere sull'educazione sanitaria, quando si è trattato il capitolo relativo.
La considerazione da cui parto è che questo Piano socio-sanitario ratifica ed accentua il prevalere della cultura di carattere ospedaliero.
Altri l'hanno ricordato, non a caso le maggiori dispute si sono avute per quanto riguarda i posti letto e gli ospedali.
Questo piano però ratifica anche (queste sono le considerazioni che mi premeva svolgere e che non sono state sufficientemente svolte in quest'aula) una scelta consapevole dell'Assessore Maccari di rinunciare in questa Regione a fare educazione sanitaria.
L'educazione sanitaria è un'attività di importanza fondamentale per realizzare un'efficace azione di tutela e prevenzione della salute.
Un'istituzione che vuole governare nell'interesse dei cittadini e non in funzione di altri interessi, dovrebbe porre la questione della prevenzione e quindi dell'educazione dei cittadini, al primo posto tra i suoi obiettivi per far sì che i cittadini, prima di tutto, non si ammalino. In questo senso non vanno né il Piano socio-sanitario né le scelte fatte in passato dall'Assessore Maccari.
Faccio una brevissima cronistoria rispetto all'educazione sanitaria.
In questa Regione, con gli Assessori Bajardi, prima, e Olivieri in questa legislatura nei primi due anni, l'educazione sanitaria ha visto un impulso notevole facendo sì che la Regione Piemonte diventasse punto di riferimento anche a livello nazionale. Con gli Assessori Bajardi e Olivieri è stato istituito un ufficio "Educazione sanitaria", che nel 1987 era composto di sei funzionari. Era stata istituita una Commissione di lavoro che in passato ha svolto un'importantissima azione di consulenza e supporto verso la Regione e le UU.SS.SS.LL.; erano state avviate periodiche, sistematiche riunioni con i competenti uffici delle UU.SS.SS.LL. per coordinare le attività; era stata avviata la pubblicazione della rivista "Educazione alla salute", che era molto consultata dagli operatori e dove confluivano e venivano socializzate le varie esperienze. In questi anni, dal 1982 al 1987, sono state avviate molteplici attività, che avevano fatto sì che la Regione Piemonte diventasse punto di riferimento su questa tematica.
Purtroppo (dico purtroppo perché ritengo che questa sia stata una "sciagura") con l'avvento dell'Assessore Maccari nel 1988, sull'educazione sanitaria c'è una svolta radicale. Nel 1988 le competenze sull'educazione sanitaria sono state trasferite al Settore di Igiene pubblica. I sei funzionari che facevano parte dell'ufficio Educazione sanitaria hanno ripetutamente chiesto di essere trasferiti all'Igiene pubblica per poter continuare a svolgere le loro funzioni. L'Assessore Maccari non ha mai permesso che questo avvenisse. In questo modo si è fatta un'operazione: si è chiuso l'ufficio Educazione sanitaria e di fatto si è vanificata qualsiasi attività in merito da parte della Regione. I sei funzionari sono stati collocati a svolgere altre mansioni, disperdendo in questo modo un patrimonio di risorse, di competenze e di professionalità che la Regione aveva contribuito a creare.
Risulta peraltro che la richiesta del dirigente del Settore Igiene pubblica di vedersi assegnati i sei funzionari sia stata rigettata in malo modo dall'Assessore Maccari.
A corollario di questa scelta di chiudere l'ufficio, sono state fatte altre operazioni. La Commissione di consulenza e supporto, di cui dicevo prima, non è stata più nominata; la rivista "Educazione alla salute" è stata affossata e non è più stata pubblicata, è stata sostituita con la rivista "Cibus" che, per fortuna, è stata avocata dall'Ufficio Stampa e così sottratta all'influenza dell'Assessore Maccari; questa rivista, anche se in modo stentato, sopravvive.
Si è rinunciato a svolgere le periodiche riunioni con le UU.SS.SS.LL.
perché mancava l'ufficio.
La campagna "Tutti a tavola" rivolta alle scuole dell'obbligo (costo 70 milioni) non è stata portata a termine. Altre campagne, quali ad esempio lo studio per un progetto di prevenzione delle malattie cardiovascolari (costo 57 milioni), non hanno mai avuto seguito. Il materiale di un'altra campagna, "I bambini per la sicurezza", realizzata insieme al "Comitato Vittime dello Statuto", risulta giacere in qualche magazzino dell'Assessorato alla sanità.
Concludo il mio intervento riferendomi all'utilizzo delle risorse.
Negli anni 1984 / 1985 / 1986 / 1987 con gli Assessori Bajardi e Olivieri sull'educazione sanitaria sono stati spesi 6 miliardi. Negli anni 1986/1987, con l'Assessore Olivieri, si è speso un miliardo all'anno; con l'avvento dell'Assessore Maccari nel 1988 le risorse per l'educazione sanitaria sono scese a 580 milioni; nel 1989 di fatto si rinuncia totalmente a fare educazione sanitaria e una parte delle risorse (risorse vincolate, si badi bene) vengono utilizzate in modo improprio: per 120 milioni vengono utilizzate per finanziare il Salone del libro, che non capisco bene che cosa c'entri con l'educazione sanitaria se non per il fatto che c'è un certo feeling tra l'Assessore e un certo Consigliere, che oggi non è presente; 104 milioni vengono utilizzati per finanziare la campagna pubblicitaria sulle eliambulanze che è pronto intervento e quindi non c'entra assolutamente nulla con l'educazione sanitaria! Ho voluto fare questo intervento per testimoniare come un'attività di fondamentale importanza per la prevenzione, quale è l'educazione sanitaria di fatto con l'Assessore Maccari è stata totalmente abbandonata. Questo piano, in qualche modo, ratifica la scelta compiuta in questi anni dall'Assessore Maccari di abbandonare la prevenzione, l'educazione della gente, affinché non si ammali, per far prevalere un'altra logica, quella degli ospedali, di curare chi si ammala. Non c'è alcuna ambizione di educare la gente affinché non si ammali, e questa è una scelta gravissima.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al prossimo oratore, rivolgo un appello a tutti i Consiglieri che intendono ancora intervenire di contenere i loro interventi poiché gli argomenti da trattare sono molti.
Inoltre, i nostri lavori dovranno essere sospesi perché alle ore 14,30 sono convocate le Commissioni I, II, V, VI e VIII; alle ore 15 è convocato l'Ufficio di Presidenza. Propongo pertanto di sospendere i lavori alle ore 13,40 e riprenderli alle 15,15.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallarini. Ne ha facoltà.



GALLARINI Pierluigi

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, aderisco all'invito del Presidente di essere breve, lo sarei stato comunque. Però con la programmazione che ha esposto poc'anzi il Presidente ci vorrebbe addirittura un contasecondi, perché forse non è sufficiente programmarsi con i minuti.
Ho chiesto la parola per esprimere a nome del Gruppo socialdemocratico il voto su questo Piano socio-sanitario: voto ovviamente favorevole. Dico ovviamente perché, prima di tutto, siamo in posizione di maggioranza; in secondo luogo perché abbiamo avuto modo all'interno della V Commissione sanità di sviscerare e in alcuni punti di riscrivere, migliorandolo, il testo iniziale. Quindi esprimiamo anche soddisfazione per il lavoro che è stato fatto in Commissione.
Certo, questo piano risente del fatto che viene proposto in Consiglio a due mesi dalla scadenza elettorale. Allora se la programmazione è già difficile per tutte quelle ragioni che l'Assessore Maccari ha illustrato ieri (molte delle quali sono condivisibili al 100% perché in effetti è pressoché impossibile programmare all'interno di una gabbia nella quale diventa difficile debordare anche solo di qualche millimetro rispetto a tracciati burocratico-amministrativi che vengono calati dal centro) figuriamoci come è difficile far calare le scelte di una programmazione a due mesi dalla scadenza elettorale quando ovviamente spinte localistiche pressioni, rivendicazioni di natura campanilistica, impediscono quella oggettività e quella drasticità di intervento che invece la programmazione richiede per essere al di sopra di queste spinte e di questi campanilismi.
Sicuramente il piano rappresenta un'inversione di tendenza rispetto ai piani passati. Per chi come noi ha già avuto modo di vivere all'interno delle UU.SS.SS.LL. le rigidità sostanziali entro cui ci si doveva muovere con il piano passato, in questo piano si può notare, dal punto di vista politico, un'inversione di tendenza, che noi condividiamo. Innanzitutto perché questo piano non è fine a se stesso, ma viene un mese e mezzo dopo l'erogazione di grossi investimenti alle UU.SS.SS.LL. del Piemonte, in seguito all'art. 20 della legge finanziaria del 1988. Quindi, è pressoch impossibile scindere i due provvedimenti; inoltre, a questi due va aggiunto a prescindere dal fatto che questo Consiglio prima della mezzanotte di oggi riesca ad approvarlo o meno, molto probabilmente non riuscirà ad approvarlo l'altro investimento in attrezzature per il quale la Giunta ha già assunto delle deliberazioni per circa 100 miliardi.
In un discorso di carattere complessivo diventa difficile estrapolare uno di questi tre provvedimenti, occorre quindi considerarli nell'ambito di un'unica cornice che guardi non solo al prossimo triennio, ma anche ai prossimi anni. Il fatto stesso che in Commissione si sia sostanzialmente deciso di azzerare le proiezioni a medio e lungo termine, mette ovviamente in evidenza quali sono state e quali sono le difficoltà di far calare una programmazione in un periodo particolare quale quello che stiamo vivendo.
Ma alcuni interventi o quanto meno alcune linee di tendenza emergono dal piano: sono linee di tendenza che vanno nella direzione che noi condividiamo, una direzione diversa rispetto all'impostazione di fondo del passato che aveva costretto la sanità nell'ambito di binari dai quali molte volte diventava difficile debordare.
Fatta questa premessa di fondo, di carattere generale, condividiamo soprattutto nel momento in cui andiamo ad esprimere voto favorevole a questo piano, un'affermazione di carattere generale che ieri l'Assessore ha ripreso: la programmazione, soprattutto questa, non deve essere un qualche cosa di statico, per cui si dettano alcune linee in oggi e poi scaduto il triennio si va a verificare che cosa è successo. No, la programmazione deve essere un qualcosa di dinamico, a maggior ragione in questo caso e in questo settore; quindi occorrerà, nel corso del triennio, andare a gestire a ricalibrare, a ridosare all'interno della programmazione gli interventi in funzione di alcuni parametri e di alcune linee di tendenza che nel frattempo emergeranno. E' ovvio che sia a proposito degli investimenti, sia a proposito di nuove divisioni che sono previste in questo piano, sia a proposito di potenziamenti di alcune divisioni che sono previste in questo piano, così come alcune compressioni, invece, in altre realtà, tutto questo andrà calibrato e misurato anche alla luce della velocità dinamica di spesa delle varie UU.SS.SS.LL. e delle varie realtà locali. E' ovvio che in funzione di questa velocità di spesa e di questa presenza in prima persona degli enti locali e delle Unità Socio-Sanitarie, giorno per giorno questo piano andrà ricalibrato e bisognerà fare quelle dosature che gli eventi consentiranno di fare.
Mi limito a queste poche considerazioni non specifiche ed esclusivamente di fondo, esprimendo poi una considerazione di carattere finale che già è emersa all'interno del dibattito generale svoltosi ieri.
E' vero che alcune situazioni (ad esempio, Galliate, Fossano, Santhià relativamente soprattutto all'ostetricia e ginecologia) presentano caratteristiche di un certo tipo; c'è chi tende ad addebitare questi minimi di funzionalità e quindi questa bassissima produttività a situazioni di carattere contingente o consolidato o dovuto addirittura al fatto che negli ultimi anni si è disincentivata la presenza all'interno di queste strutture. Penso che in queste realtà sia necessaria una presenza di particolare sensibilità da parte della Regione perché laddove i processi sono avviati con un trend ormai consolidato verso l'espansione occorrerà seguirli con un tasso di attenzione importante. Se noi o chi verrà dopo di noi non vorrà trovarsi fra due-tre anni ad avere ancora dubbi, incertezze punti interrogativi e non sapere esattamente a che cosa addebitare risultati di un certo tipo, occorrerà prestare particolare attenzione a queste situazioni, verificando se esistono le condizioni per un rilancio se invece, nonostante le incentivazioni e la particolare attenzione con cui si seguirà la vicenda, la situazione dovesse stagnare o addirittura flettere ulteriormente penso proprio che l'occhio che si è chiuso in questa occasione non potrà più essere chiuso la prossima volta, pena ovviamente un abbassamento intollerabile di produttività delle risorse investite anche nel settore della sanità a fronte di una Regione che ha già poche lire.
Abbiamo approvato nei giorni scorsi il bilancio, quindi sappiamo quanto sia infelice la situazione dal punto di vista economico, a maggior ragione in tempi di ristrettezze economiche deve esasperarsi il concetto di investire in base alle produttività che danno i ritorni più alti.



SANTONI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Signor Presidente, mi rivolgo in particolare agli Assessori alla sanità e all'assistenza per dire che questo finale di legislatura ha loro riservato una responsabilità del tutto eccezionale rispetto ai tempi normali per due provvedimenti che il Consiglio regionale ha approvato in queste ultime settimane: il riparto ai sensi dell'art. 20 della legge finanziaria 1988 e il piano che stiamo per approvare. Chi nella prossima legislatura avrà la responsabilità di guidare questi due importanti comparti della società regionale avrà la fortuna di trovare delle condizioni di operatività del tutto eccezionali, mai registrate negli anni passati. Non ci nascondiamo che le risorse messe in campo dall'art. 20 della finanziaria determineranno nei prossimi anni degli interventi decisivi dal punto di vista delle strutture socio-sanitarie (in particolare in riferimento alle strutture ospedaliere e alle strutture che attengono alla non autosufficienza) e il piano che stiamo per approvare determinerà delle condizioni di operatività all'interno del settore socio-sanitario che se sfruttate appieno e utilizzate al meglio dovrebbero determinare un salto di qualità dei servizi nella nostra Regione che non hanno pari nella storia recente del suddetto settore.
Abbiamo concorso affinché questo piano arrivasse in aula con un impegno forte e decisivo nei lavori della V Commissione e volentieri ci apprestiamo a votarlo perché lo riteniamo, insieme all'art. 20 della finanziaria, un provvedimento di concerto strategico in favore dei cittadini e delle persone in difficoltà.
A maggior ragione lo votiamo volentieri perché è un piano diverso da quello che la Giunta ha proposto al Consiglio regionale. Dirò poi quali sono le cose che noi consideriamo positive in questa diversità che è maturata nel lavoro di Commissione, alla quale siamo arrivati attraverso uno sforzo della V Commissione che in questa sede ringrazio nella sua globalità e quindi nei suoi componenti di maggioranza e di opposizione.
Ringrazio inoltre i funzionari della V Commissione, dell'Assessorato, i collaboratori esterni che hanno concorso a definire un lavoro così importante. In particolar modo ringrazio il Presidente della Commissione collega Bergoglio, i colleghi del Gruppo DC, Devecchi, Olivetti e Ratti che hanno lavorato in V Commissione e che hanno determinato il sostanziale cambiamento dal testo iniziale approvato dalla Giunta che ci ha convinti seppure con fatica, ad esprimere un parere positivo al piano.
Non è il problema di qualche letto in più in qualche ospedale, non credo che il Consiglio regionale voglia sminuire un lavoro così complesso riducendolo a dieci posti letto, perché sarebbe offensivo nei confronti della Giunta e delle forze politiche che hanno lavorato intensamente. Il problema è se è vero o meno che questo è un piano "ospedalicentrico", che tende all'istituzionalizzazione delle persone in difficoltà. Non è vero questo piano risponde in modo integrato con le strutture e con gli interventi sul territorio.
L'esigenza di dare una risposta dal punto di vista delle strutture nasce dalla mancanza di risposte negli anni passati. Basta ricordare le mille domande di persone anziane a Torino, che non hanno avuto risposta alla loro richiesta di essere ospitati in strutture, per dire come la risposta in passato non era equilibrata e come oggi con questo piano si tenda a riequilibrarla. E' un equilibrio fra strutture e territorio che è documentato dalle scelte del piano, perché quando noi facciamo delle scelte di potenziamento dei poli ambulatoriali, quando facciamo delle scelte di quipe ospedaliere che vanno sul territorio, quando parliamo di ospedalizzazione a domicilio, sono esempi di un'integrazione fra strutture e territorio che è l'obiettivo più equilibrato e giusto per dare una risposta equilibrata e coerente ai bisogni dei cittadini. Quindi, io abbandonerei la vecchia polemica tra struttura e territorio: è una polemica obsoleta che attiene agli anni '70 e ad una cultura superata. La necessità odierna dell'ente pubblico è quella di offrire alla persona in difficoltà l'opzione e lasciando alla stessa la libertà di scegliere fra l'una e l'altra delle due opzioni. E' questo il salto di qualità culturale di questo piano, che noi condividiamo, perché non possiamo accettare delle imposizioni, siamo un partito delle libertà che persegue l'obiettivo di lasciare al cittadino la possibilità di scegliere rispetto alle esigenze personali, rispetto alle esigenze della famiglia, rispetto alle esigenze complessive del suo essere cittadino e del suo essere uomo. Questa proposta di piano, al di là dei limiti e delle difficoltà che sono contenuti al suo interno e che i prossimi amministratori cercheranno di superare, va nella direzione che noi condividiamo. Sono importanti le questioni alla moda sono importanti le questioni che danno prestigio alla Regione Piemonte sono importanti le questioni della ricerca, dei trapianti e noi non abbiamo mai sottaciuto il fatto che la Regione Piemonte sia all'avanguardia in questi settori, ma noi ricordiamo che esiste la quotidianità alla quale occorre dare una risposta. Di fronte alle grandi questioni - che sono le grandi scelte di una Regione all'avanguardia, come la nostra - occorre che l'organizzazione dei servizi nelle strutture sul territorio sia tale da offrire un'assistenza adeguata ai tempi in cui viviamo, quindi formazione e coinvolgimento della classe medica e paramedica nella scelta di migliorare la qualità del nostro servizio.
Consigliere Reburdo, posso anche condividere parte del suo intervento ma l'umanizzazione dei servizi non può essere prevista per legge, nessuna legge può prevedere che il medico o l'infermiere sia più umano. Queste sono affermazioni accoglibili, ma velleitarie; noi dobbiamo, come ente pubblico creare le condizioni affinché chi opera all'interno della struttura sia responsabilizzato e che il suo comportamento sia coerente con le proprie responsabilità; chiediamo anche al sindacato di impegnarsi su questa strada.
Si tratta di un salto di qualità che deve essere fatto da tutta la società, credo che il volontariato da questo punto di vista sia un esempio e un punto di riferimento importante al quale noi dobbiamo guardare.
Concludo, signor Presidente, nell'affermare che il voto della Democrazia Cristiana sarà favorevole. L'intervento di ieri sera del collega Bonino - intervento che io condivido anche se non ho votato i suoi emendamenti - era un avvertimento, Assessore Maccari: lei deve usare la tecnologia e i parametri perché senza questi non si riesce a rendere efficiente la sanità piemontese. Comunque, Assessore, non dimentichi i problemi della gente, soprattutto quelli delle fasce del territorio più marginali, le comunità montane, le zone più deboli. Pertanto cerchi di coniugare le due cose, se lei (o chi rivestirà il suo incarico) riuscirà a mantenere questo equilibrio, la corda non si spezzerà. Il mio è un invito e un augurio.



ROSSA Angelo



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Olivieri.



OLIVIERI Aldo

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, credo sia inutile dire che noi, come Gruppo socialista, voteremo a favore del piano. Intendo specificare, in un modo un po' provocatorio, le ragioni per cui noi - e io in particolare - siamo favorevoli a questo piano.
Questo piano, per chi non se fosse accorto, è un piano riformista, e non faccio riferimento alla nostra condizione politica. Riformista nel senso che ha il coraggio di riformare e quindi come tale può, anzi deve non essere popolare; è molto più facile fare delle rivoluzioni che fare delle riforme.
Che si tratta di un piano-riforma lo comprendiamo guardando il passato della Regione Piemonte, quando vi era una grossa ipoteca negativa di partenza, quando cioè la sanità piemontese venne forgiata sulla base di una distribuzione di Unità sanitarie locali che ripetevano le unità dei servizi che nulla avevano a che vedere con la questione sanitaria, forse in parte con quella assistenziale. Ci sono voluti quasi vent'anni per riuscire ad incominciare a modificare questo stato di cose a cui, bene o male, tutti quanti si erano affezionati, in quanto, indubbiamente, le comunità locali avevano una presenza molto umana nel sistema, ma purtroppo la presenza umana molte volte non è sinonimo né di efficienza né di efficacia. I momenti di modifica e di profonda riforma, tipo il sistema dei DEA, tipo il sistema delle antenne - che qualcuno ieri ha detto impropriamente di non aver capito bene se erano state inventate all'ultimo momento - sono fatti basilari perché implicano il concetto di riuscire finalmente a spezzare, a risolvere le barriere artificiali ed artificiose che esistono nelle singole UU.SS.SS.LL., come se in Piemonte esistessero più di settanta stati, per cui ognuno parla il suo linguaggio e non è disponibile a sentire quello degli altri.
Occorre indurre il concetto di rete ospedaliera nei fatti, con grossa permeazione culturale e miglioramento dei livelli dell'assistenza senza dover ricorrere ad enfatismi, a fenomeni di elefantiasi con grave dispendio di energia e moneta; soltanto in questo caso noi riusciremo a fare un'assistenza moderna. Forse nessuno si accorge, o non vuole accorgersi che certi fenomeni scritti tra le righe del piano portano avanti questa linea di tendenza che secondo me è la tendenza moderna per cui ad un certo punto non ci devono essere barriere, ma ci deve essere una permeazione culturale tra i singoli ospedali, e non solo tra questi, ma fra ospedale e territorio. Senza però abusare del territorio, perché abbiamo assistito tutti quanti agli eccessi a cui siamo giunti con il cattivo uso del termine prevenzione, quasi che con la prevenzione si potesse evitare di ammalarsi.
Purtroppo non c'è nulla da fare, la malattia è un fatto fisiologico, è nel destino degli uomini, potrà giungere prima o dopo, potranno essere malattie di un certo tipo perché una certa prevenzione potrà modificare l'induzione di certi aspetti patologici, ma comunque la malattia interviene.
Questo piano, oltre al grande cambiamento di tendenza culturale, mette in evidenza anche altri aspetti. In particolare, riprende i temi che a suo tempo io avevo messo in evidenza, ovvero quello dei grandi rischi e quello della copertura delle fasce deboli, fondamentalmente anziani in quanto in percentuale gli anziani sono la grande maggioranza, senza però dimenticare gli handicappati, i tossicodipendenti e così via. Il problema degli anziani è drammatico e il grande rischio è quello legato alle patologie di alto livello a cui corrispondono interventi di alto livello. Qualcuno - anche del mio partito - ha perso un'occasione per tacere limitandosi a dire che in fondo negli ospedali si soffre, ma non c'è nulla di peggio se non si tiene conto che purtroppo abbiamo situazioni di base che fondamentalmente non sono ancora ottimali. Se noi aspettassimo che tutto venga riportato a livelli medio-alti - senza dimenticare che dobbiamo indurre nuove linee di tendenza per quanto riguarda i grandi rischi - il "gap" che ci divide ancora dalle diverse Regioni italiane o dall'Europa aumenterebbe ancora paurosamente e non saprei proprio quando saremo in grado di superare questo gap. Questo piano è importante perché da un lato tenta di modificare la situazione di fondo, ma al contempo insiste sui grandi rischi, sulla necessità di portare avanti una politica direi di avanzamento tecnologico di portare avanti la questione dei trapianti, delle urologie, della chirurgia vascolare, ma anche di migliorare quella che è la situazione di base.
Il problema dell'umanizzazione non deve essere visto solo nel rapporto puramente familiare fra il medico e il paziente, ma vuol dire anche liceità degli ambienti, affinché l'individuo uomo quando si trova nell'ambito del dolore, della sofferenza, abbia la possibilità di avere un'accoglienza che gli ricordi il meno possibile il fatto di essere in un luogo di dolore: questa è la sostanza delle cose. Quindi non possiamo pensare che sia soltanto un fatto di rapporto umano, è importante, ma purtroppo questo non è sufficiente. Credo che fortunatamente una congerie di interventi, che vanno dall'art. 20 in poi, metta in atto dei meccanismi che permettono di avere una rete di servizi sanitari, non mi riferisco solo a quelli ospedalieri, ma interventi molto avanzati sia sul piano sanitario che su quello assistenziale.
Credo si possa essere abbastanza soddisfatti di questo piano, non felici, perché indubbiamente, come sempre succede, sappiamo che il campo della sanità è quello sul quale in Italia si è maggiormente esercitata la compressione facile da parte dei mass-media, da parte dei malinformati e non ci si rende conto che il fare sanità è costoso. Per la sanità, malgrado l'art. 20 e altri tipi di intervento, in Italia si spende ancora troppo poco, si spenderà forse male, ma non credo che in Piemonte si spenda particolarmente male: nel limite del possibile e nella media della nazione italiana il Piemonte è una delle Regioni che spende meglio e con più frutto, dal punto di vista politico e soprattutto dal punto di vista di quello che è - scusate il termine - l'utente, il malato.
Si è fatto il massimo sforzo; non è, Consigliere Carletto, che si sia rivoluzionato il piano, si sono tenute presenti le sollecitazioni che sono emerse dalle consultazioni, quindi si è modificato qualche cosa, ma il piano nella sostanza è rimasto quello che era. Si tratta di un piano che è stato studiato approfonditamente, non soltanto sul versante ideologico come molte volte si tende a fare, ma anche su quello tecnico ed è questo che a me dà una garanzia di efficienza e spero anche di efficacia. Ritengo pertanto che possiamo essere pienamente soddisfatti e nella situazione attuale della sanità italiana credo che questo piano possa essere un modello.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 51 votanti 48 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 17 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Difensore civico

Nomina del Difensore Civico


PRESIDENTE

Passiamo ora alla nomina del Difensore Civico, di cui al punto 77) all'o.d.g.
E' stato proposto il nominativo del magistrato dottor Marcello di Serafino, del cui curriculum do lettura: "Marcello di Serafino, nato a Napoli il 25 marzo 1920 e residente in Tortona, Corso Silvio Pilotti n. 3, coniugato con Maria Gemma Negro-Ravelli dal 12 luglio 1950, con un figlio, Roberto, nato a Tortona il 4 giugno 1951, avvocato iscritto nell'Albo del Tribunale di Tortona.
Conseguite le lauree di giurisprudenza (1941), in scienze politiche (1944) e in filosofia (1944) con il massimo dei voti e la lode, nonch l'abilitazione all'esercizio della professione di avvocato e procuratore dopo un periodo di assistentato presso la cattedra di Filosofia del Diritto dell'Università di Napoli e non avviato alle armi a causa degli eventi armistiziali dell'8 settembre 1943 (per avere tre fratelli combattenti e per eccedenza ai bisogni della Marina militare, dalla quale era stato precettato), venne assunto nel ruolo organico della carriera direttiva dell'Amministrazione della Pubblica Sicurezza, quale volontario vice commissario aggiunto, in data 1 maggio 1945 e, prestato servizio inizialmente all'Alto Commissariato per l'Epurazione a Napoli in funzione di segretario generale e poscia alla Questura di Milano (Squadra Mobile ove partecipò a numerose ed importanti operazioni, tra le quali, in particolare, quelle relative ad arresti di bande di rapinatori e alla cattura della pluriomicida Rina Fort), successivamente, a decorrere dal 31 dicembre 1946, venne cancellato dal suddetto ruolo, con la qualifica di vice commissario aggiunto, per conseguita nomina a magistrato.
Iniziata l'effettiva carriera giudiziaria il 24 marzo 1947, esercitò le funzioni prima nella Pretura di Napoli e poi, fino al mese di giugno 1948 come titolare della Pretura di Teano. Indi, trasferito - a sua domanda alla Procura della Repubblica in Pinerolo in qualità di sostituto, fu incaricato della reggenza di tale Ufficio e, successivamente, delle Procure di Verbiana e di Tortona fino al mese di settembre 1950, in cui - dopo un breve periodo di titolarità della Pretura di Perosa Argentina - fu destinato alla Pretura di Valenza, sempre in qualità di titolare, per compiervi - a sua richiesta il prescritto biennio obbligatorio, nelle funzioni appunto di Pretore.
Nominato aggiunto giudiziario e, quindi, magistrato di Tribunale, fu tramutato - a sua domanda - al Tribunale di Alessandria, ove assunse servizio il 29 dicembre 1955, svolgendo le funzioni di Giudice e di Presidente di collegi civili e penali, venendo nel frattempo - con d.P. 23 febbraio 1968 nominato magistrato di Corte d'Appello, con decorrenza 30 ottobre 1964. Indi gli vennero conferite le funzioni effettive di magistrato di Corte d'Appello e l'Ufficio direttivo di Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Casale Monferrato, ove prestò servizio dal 21 novembre 1970 all'11 settembre 1974, venendo poscia destinato - a sua domanda - al Tribunale di Alessandria in qualità di Presidente di Sezione e della Corte d'Assise, assumendovi tali funzioni sotto la data del 12 settembre 1974.
Conseguita, poi, la nomina a magistrato di Corte di Cassazione, con decorrenza 30 ottobre 1971, gli fu conferito - sempre a sua richiesta l'Ufficio direttivo di Presidente del Tribunale di Alessandria esercitandovi tali funzioni dall'1 giugno 1978.
Con decreto presidenziale 29 settembre 1979 e con decorrenza dall'1 gennaio 1977 gli furono conferite le funzioni direttive superiori di Presidente di Corte d'Appello o di Procuratore Generale della Repubblica o di Presidente di Sezione della Corte di Cassazione.
A decorrere dal 26 marzo 1990 il Consiglio Superiore della Magistratura ha deliberato il collocamento a riposo per raggiunto limite di età e gli ha conferito il titolo onorifico di Presidente Aggiunto della Corte di Cassazione.
Dal fascicolo personale risulta che il dottor Marcello di Serafino: è stato qualificato sempre - nei vari rapporti informativi di tutti i suoi superiori gerarchici e, segnatamente, in quelli dei Capi della Corte d'Appello - come 'Magistrato eccellente per cultura, capacità, operosità ed indipendenza, circondato dal massimo prestigio per queste sue alte doti che ha sempre svolto il proprio lavoro con grande impegno, applicandosi con costante e diligente cura allo studio delle cause civili e penali, tra le più impegnative che si presentano al Tribunale' 'veramente eccezionale' è stato definito - nei menzionati rapporti e nei pareri espressi dal Consiglio Giudiziario della Corte d'Appello di Torino - il grado di attività da lui esplicato, 'che sa dare un impulso particolarmente dinamico ai procedimenti penali e alle cause civili a lui affidati', riuscendo a redigere 'in ogni anno il numero più elevato rispetto agli altri magistrati, di sentenze civili e penali, sempre assai pregevoli, sorrette da motivazioni ampie, complete ed accuratissime in fatto e in diritto', in un'attività apprezzata come 'qualitativamente sempre eccellente e straordinariamente intensa' ha ricevuto, nel corso di tutta la sua carriera, vivi elogi scritti dal Procuratore Generale della Repubblica della Corte d'Appello di Torino per lo zelo e l'energia spiegati nel riordinamento dei servizi delle Procure della Repubblica di Tortona e di Verbania, dal Presidente della Corte d'Appello per l'opera svolta presso la Pretura di Serravalle Scrivia (ove fu assegnato in saltuaria applicazione) e coronata dall'aggiornamento completo del lavoro di quell'ufficio, e successivamente ancora per le iniziative prese e prontamente realizzate per conferire degna sede alla Pretura di Valenza, nonché per l'esempio di dedizione al dovere, di energia, di assoluta indipendenza e di spiccate doti organizzative in tutti gli Uffici giudiziari in cui ha prestato servizio.
Ha presieduto i più gravi e delicati dibattimenti penali e ha definito, per primo, in tutta la Repubblica, quale Presidente della Corte d'Assise, il primo processo alle 'Brigate Rosse' (contro Maraschi, per sequestro di persona e omicidio). Dall'assunzione dell'Ufficio direttivo di Presidente del Tribunale di Alessandria ha dato il massimo impulso alla giustizia penale e civile.
Gode del massimo prestigio presso magistrati, professionisti e cittadinanza per il grande, diuturno spirito di sacrificio nel proprio lavoro straordinariamente intenso e qualitativamente elevato, nonché per l'opera intelligente e fattiva, sempre svolta con quella umana cordialità e signorilità di tratto, non disgiunte da fermezza di carattere e da assoluta indipendenza che lo distinguono.
Antifascista, non è iscritto ad alcun partito politico. Conduce vita estremamente ritirata (casa ed ufficio) e prudente, anche perché alieno dall'allacciare amicizie e perché sottoposto a scorta (da oltre un decennio e fino al 26 marzo 1990, data del suo collocamento a riposo) da parte dei servizi di sicurezza".
Ha chiesto la parola il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Desidero fare un preambolo: quando nel giugno 1982 si procedette alla designazione e alla nomina a Difensore Civico del dottor De Martino, la nomina stessa ovvero la previsione del candidato (tra l'altro in allora ve n'era più di una) vennero previamente valutate, esprimendo i Gruppi il pro o il contro a seconda delle loro impostazioni nel corso di una conferenza dei Capigruppo che venne tenuta sia in occasione della prima elezione nel corso della quale nessuno dei candidati ottenne i 40 voti necessari e sia quando, nella seconda riunione dei Capigruppo, venne poi dirottata la scelta che risultò pressoché unanime nella persona del dottor De Martino.
Io ritengo che data la delicatezza della questione avrebbe dovuto operarsi nella stessa maniera in questa occasione. Non è stato fatto e si è arrivati immediatamente, per saltum, alla candidatura. D'accordo che questo non è vietato, però io ritenevo che sarebbe stato più opportuno l'altro percorso perché avrebbe potuto condurre a una designazione forte di questo candidato o eventualmente di altri. A questo punto però, letto il curriculum, siccome il nostro Gruppo non voterà il candidato proposto e desideriamo spiegarlo perché non è un capriccio, bensì una ragione a nostro avviso seria e motivata, e poiché, introdotta così la questione, se il Consiglio regionale, come d'altro canto avviene in generale in materia di nomine, si costituisce in seggio elettorale, dovendo io fare a nome del Gruppo MSI una dichiarazione di voto che riguarda una persona, chiedo che si proceda in seduta segreta.



PRESIDENTE

A me non pare sussistano motivi particolari per accedere alla sua richiesta.



MAJORINO Gaetano

Mi consenta, signor Presidente, non c'è niente di trascendentale, io potrei chiedere la parola e fare la dichiarazione di voto esprimendomi nella massima chiave elogiativa del candidato e per preannunziare, sul presupposto di questa motivazione in chiave elogiativa, l'assenso del nostro Gruppo, però dato che mi esprimerei su una persona io ritengo si debba procedere in seduta segreta, poi valuti lei, io non ho alcun complesso. Io ritengo che ciò sia doveroso ed è per questo che ho motivato tale richiesta prima di entrare nel merito dell'argomento dal momento - lo ripeto che farò delle valutazioni a nostro parere serie e responsabili nonché valide per mostrare, lo preannuncio già, dissenso.



PRESIDENTE

D'accordo. Invito pertanto i funzionari ed il pubblico presente ad abbandonare l'aula.
Si proceda in seduta segreta.



(La seduta segreta si svolge tra le ore 13,15 e le ore 13,35)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Si distribuiscano le schede per la nomina del Difensore Civico, ai sensi dell'art. 12 della L.R. n. 50/81.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 Hanno riportato voti: Marcello di Serafino n. 32 Gianni Agnelli n. 1 schede bianche n. 13 schede nulle n. 1.
Poiché non è stato raggiunto il quorum richiesto ai sensi dell'art. 12 della L.R. n. 50/81, il dottor Marcello di Serafino non viene dichiarato eletto.
Si conclude a questo punto la prima parte dei lavori del Consiglio.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13,45, riprende alle ore 15,25)



PETRINI Luigi


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Relazione sui lavori della IV Commissione per l'indagine conoscitiva sul rispetto dei diritti dei lavoratori sui luoghi di lavoro


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Procediamo con l'esame del punto 15) all'o.d.g. che prevede la relazione sui lavori della IV Commissione per l'indagine conoscitiva sul rispetto dei diritti dei lavoratori sui luoghi di lavoro.
La parola al Presidente della IV Commissione, Consigliere Ferrara.



FERRRARA Franco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, in data 12/10/1989 il Consiglio regionale deliberò di affidare alla IV Commissione consiliare il compito di svolgere un'indagine conoscitiva per rilevare lo stato d'attuazione dello Statuto dei lavoratori, il rispetto dei diritti contrattuali, l'esercizio dei diritti sindacali e i caratteri delle relazioni industriali, l'applicazione delle norme di tutela della salute e dell'incolumità dei lavoratori e delle norme sulla parità.
La IV Commissione in data 30/10/1989, cioè 18 giorni dopo la deliberazione, pur avendo diversi provvedimenti al proprio esame, avvi questa indagine con un primo esame delle richieste della deliberazione consiliare ed all'unanimità decise sulla metodologia del lavoro della Commissione. Si decise in sostanza di inviare una lettera di richiesta di dati inerenti l'oggetto dell'indagine a tutte le organizzazioni che potevano essere interessate. L'individuazione degli enti da consultare è stata fatta di comune accordo e approvata all'unanimità dalla Commissione consiliare. In quella seduta si decise anche di effettuare dei sopralluoghi campione presso le sedi della Magistratura del lavoro e di coinvolgere tutti i soggetti che potevano essere interessati a questa vicenda.
Occorre dire che la sollecitudine con la quale la Commissione si è mossa nel definire questa metodologia e nel richiedere pareri non ha avuto una risposta altrettanto sollecita dai soggetti che sono stati contattati.
La lettera inviata era rivolta ad acquisire lo stato di attuazione dello Statuto dei lavoratori, il rispetto dei diritti contrattuali e tutti quegli argomenti che erano indicati in delibera. La documentazione richiesta era riferita a tre anni (1987, 1988 e 1989) ed era richiesta in modo articolato, per aree geografiche, per settori interessati, per dimensione di azienda ripartite tra aziende fino a 15 dipendenti, da 15 a 100, da 100 a 500 e superiori a 500 dipendenti. Nella relazione, che è a mani di tutti i Consiglieri, è riportato l'elenco analitico dei soggetti e delle risposte che abbiamo avuto.
Sul territorio piemontese ci sono 63 UU.SS.SS.LL. alle quali sono stati richiesti questi dati, ma soltanto 29 hanno risposto, 23 di queste trasmettendo dei dati in modo non omogeneo rispetto alle varie UU.SS.SS.LL.
e 6 hanno risposto senza trasmettere dati. In sostanza, ha risposto alla nostra lettera il 46% delle UU.SS.SS.LL. e soltanto il 36% ha trasmesso i dati richiesti. Oltre alle UU.SS.SS.LL. si sono consultati altri soggetti in particolare l'INAIL. il quale ha dato delle risposte curiose affermando che occorreva chiedere istruzioni e disposizioni alla Direzione generale INAIL. servizio meccanizzato, con sede in Roma. Solo due INAIL. quelle di Biella e di Cuneo, risposero direttamente inviando dei dati.
L'Ufficio regionale del lavoro, previo nostro sollecito, ha assicurato che avrebbe provveduto a sollecitare i Direttori degli Uffici provinciali del lavoro e della massima occupazione del Piemonte. Anche in questo caso la risposta di questi enti è stata assolutamente inadeguata rispetto alle aspettative che ci ponevamo. Senza dover indicare uno per uno gli enti che sono stati consultati, occorre rilevare come la quasi totalità degli enti e dei soggetti che sono stati individuati all'unanimità dalla Commissione non ha risposto ai quesiti posti.
Sono state inviate lettere anche alle Preture. I risultati sono stati negativamente interessanti; sostanzialmente non ci sono state delle risposte da parte delle Preture le quali hanno dichiarato che il loro stato di difficoltà legato all'entrata in vigore del nuovo Codice di Procedura Penale non consentiva loro di disporre di quegli elementi e comunque non erano in grado di farvi fronte.
Abbiamo convocato le organizzazioni sindacali e le organizzazioni economiche di categoria. Ci sembrava potessero essere i soggetti più interessati a questo problema, la risposta fu altrettanto deludente. Delle quattro organizzazioni sindacali dei lavoratori convocate solo due hanno risposto e delle diverse e tante organizzazioni imprenditoriali organizzazioni economiche, associazioni di categoria intervistate e convocate, soltanto due hanno risposto: la Federapi e la Federpiemonte (Unione Industriale).
Per avere qualche elemento in più sono stati effettuati direttamente dei sopralluoghi da parte dei funzionari della Regione Piemonte presso le Preture di Torino, Vercelli e Pinerolo. I dati di queste visure sono indicati nella relazione che è a conoscenza dei Commissari e quindi mi pare sia sufficiente. Mi avvio verso la conclusione di questa relazione che non vuole e non voleva essere più analitica e dettagliata di quanto non sia contenuto nei documenti che sono stati consegnati.
A seguito delle difficoltà che abbiamo incontrato nello svolgimento di questo lavoro, tutte le scelte prese all'interno delle diverse riunioni formali ed informali che la IV Commissione ha tenuto, sono sempre state definite e concordate d'accordo rispetto a tutte le componenti presenti all'interno della Commissione stessa. Vista la difficoltà ad avere delle risposte, la Commissione decise di focalizzare la propria attenzione essenzialmente sulla sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro. Questo anche tenuto conto delle competenze specifiche e dirette della Regione Piemonte in materia sanitaria. Abbiamo elaborato un questionario molto analitico, puntuale, che è stato allegato alla relazione. A tale questionario finora hanno risposto soltanto cinque UU.SS.SS.LL. su 63.
Si è pure deciso di chiedere alle organizzazioni sindacali e alle organizzazioni economiche di categoria una valutazione complessiva rispetto alle condizioni di lavoro; non dati statistici con le conseguenti difficoltà di interpretazione, ma un'attenta valutazione circa l'attività svolta dagli enti pubblici in materia di controllo sulla sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro. Ad oggi, purtroppo, le organizzazioni sindacali e quelle economiche di categoria non hanno dato alcuna risposta.
Credo siano necessarie alcune brevi considerazioni finali rispetto a questo comportamento: probabilmente, visti i tempi ristretti, la valutazione del Consiglio regionale sulla natura e l'entità dell'indagine da compiere, è stata velleitaria. Le considerazioni dei soggetti interessati a questa vicenda sono state più negative, lente e carenti rispetto a quanto si potesse prevedere. Credo che la Commissione debba predisporre la sua relazione unicamente in base alle considerazioni e ai documenti ricevuti, senza fare valutazioni al di fuori di questi dati oggettivi; diversamente, non si avrebbe più una fotografia precisa della situazione, ma una valutazione su elementi estranei da quelli esaminati in Commissione.
A conclusione del lavoro svolto dalla Commissione, credo sia impossibile non rilevare la disorganicità sostanziale e forte in tutti i soggetti che hanno un qualche interesse sulla vicenda. Non esistono prospetti normalizzati, non esiste sistematicità nella rilevazione dei dati e, conseguentemente, non esiste alcuna elaborazione dei dati stessi.
In tale situazione, a nostro giudizio, ma non solo, pare oggettivamente difficile conseguire elementi di confronto e di analisi tali da consentire la costruzione di un quadro omogeneo cui fare riferimento nelle scelte di governo che la Regione dovrà pur compiere.
Non è certamente un rimandare la palla in avanti, o scaricare a qualcun altro l'onere di quanto dobbiamo fare; il dispositivo della deliberazione infatti, attribuiva alla Commissione il compito di dare suggerimenti e consigli.
La Regione Piemonte, evidentemente durante il corso della prossima legislatura, dovrà dare corso ai dati, comunque stesi, e sistematicità alla raccolta delle informazioni, utilizzando il preciso e puntuale questionario elaborato e stilato dalla Commissione, relativo ai quesiti da porre e alle informazioni da conoscere.
Credo che tale compito debba essere affidato al prossimo Consiglio regionale, poiché ritengo, e non soltanto per un atto di chiusura formale che ci siano gli elementi necessari e indispensabili per procedere ad una futura seria azione di governo.
Ultima considerazione a conclusione di questa breve relazione. Occorre dare atto ai funzionari della IV Commissione del fortissimo impegno speso in questi ultimi mesi: in aggiunta al lavoro ordinario si è riusciti comunque, ad elaborare una serie di dati e a mettere in cantiere, se non altro, un avvio di modulistica indispensabile all'indagine che si farà.
Ritengo dovuto il ringraziamento della Commissione per il lavoro svolto.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Ferrara è aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bonino. Ne ha facoltà.



BONINO Guido

Anch'io voglio sottolineare quanto già evidenziato dal relatore Presidente della IV Commissione, Consigliere Ferrara, sui dati che i nostri uffici, soprattutto per parte dei funzionari interessati a questa vicenda sono stati non solo raccolti, ma cercati in loco. I funzionari, infatti, si sono recati direttamente presso le varie UU.SS.SS.LL. e Preture per scovare qualche elemento di indagine, evidenziando come - e questo secondo me è il lato positivo della deliberazione - la Regione non sia in grado, con le attuali strutture e disponibilità di documenti omogenei, di elaborare un quadro specifico di quanto sta accadendo a livello regionale in questo particolare settore.
Da un lato si tratta di un'indagine che non ha dato risultati completi dall'altro, però, il lavoro svolto - almeno così credo - permetterà a coloro che verranno dopo di noi di rendersi conto che è impossibile non avere per il futuro un quadro omogeneo di quanto sta succedendo nel settore del lavoro dipendente, soprattutto a livello di sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro.
A questo proposito è da mettere in evidenza che l'interpretazione dei dati raccolti può addirittura essere falsata da confronti di indagini svolte in ambiti e settori non omogenei.
Ad esempio, risulterebbe che l'ambiente più pericoloso nel settore del lavoro dipendente sia quello delle aziende medio-basse, con una percentuale di infortuni molto più alta in queste aziende rispetto a quelle medio-alte.
Potrebbe però trattarsi di un'informazione inesatta, che rischierebbe di portarci fuori strada.
La raccomandazione del nostro Gruppo, proprio per l'esperienza acquisita con questa indagine, è di predisporre un documento omogeneo per settori, per ambiti di qualifiche, per aree geografiche; lavorando su questo documento in modo unitario ed uniforme, nei prossimi anni si potranno certamente trarre indicazioni più precise e utili ai fini per i quali la deliberazione era stata approvata all'unanimità dal Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, l'indagine svolta riguardava l'universo dei diritti sanciti dallo Statuto dei lavoratori: quelli contrattuali, quelli sindacali, le stesse relazioni industriali, il diritto alla tutela della salute, all'incolumità dei lavoratori, il diritto di parità fra i sessi.
Se ricordate, tale questione fu sollevata dal nostro Gruppo con la precisa proposta di istituire un'apposita Commissione, subito annacquata dalla maggioranza. Si volle togliere persino ogni riferimento alla grande azienda cittadina e multinazionale - la FIAT innominabile nella delibera di indagine conoscitiva sui luoghi di lavoro. Eppure, la grande azienda cittadina e multinazionale aveva violato i diritti dei lavoratori.
Come dicevo, la proposta fu subito annacquata e affossata, dal momento che l'indagine venne assegnata alla IV Commissione, la quale, dovendo svolgere l'ordinario lavoro di fine legislatura, non poteva certamente dedicare gran parte del suo tempo a questa attività. Fu respinta l'idea di un'apposita Commissione, e si passò all'ordinaria attività della IV Commissione.
Ci si scontrò immediatamente con il carattere onnicomprensivo della delibera d'indagine sull'universo dei diritti, e si tardò ad accettare la nostra impostazione di concentrare l'impegno sul diritto alla salute all'integrità psicofisica e all'incolumità dei lavoratori nei luoghi di lavoro.
Emerse fin dall'inizio una non-volontà politica e il prevalere di un'impostazione burocratico-notarile da parte della maggioranza. A nulla è valso lo sforzo dei funzionari della IV Commissione e il lodevole lavoro di un funzionario appositamente impegnato.
Il bilancio, dopo oltre cinque mesi, è a dir poco sconfortante, ma non poteva che essere così. Vi sono precise responsabilità a carico della maggioranza e degli enti pubblici preposti alla prevenzione, al controllo e all'intervento sui luoghi di lavoro.
Le UU.SS.SS.LL.: ha già ricordato il Presidente Ferrara che su 63 solo 29 hanno risposto, e non tutte in modo esaustivo; 23 hanno risposto inviando dati, 6 senza inviarne. Si tratta, comunque, di dati generali non disaggregabili, incompleti e disomogenei.
L'INAIL: il collega Ferrara ha definito curioso l'atteggiamento dell'INAIL. Fatta eccezione per le sedi di Biella e di Cuneo, dopo un lungo silenzio e dopo - presumo - numerosi solleciti è giunta una risposta meramente burocratica: l'INAIL chiederà istruzioni e disposizioni alla Direzione generale di Roma.
L'Ufficio generale del lavoro, disponibile a parole, al momento ha fatto nulla, non rispondendo concretamente alle nostre domande e al nostro sollecito.
Così l'Ispettorato del Lavoro, che ha chiesto autorizzazione al Ministero.
Le Preture circondariali, a loro volta, sono travolte dalle difficoltà dovute all'entrata in vigore del nuovo Codice di Procedura Penale, nonch alla carenza di personale e strumenti.
Emerge, quindi, la chiara responsabilità politica degli organismi istituzionali e dei servizi pubblici che appaiono in tutto il loro carattere di servizi da Paesi del Terzo Mondo.
Sarebbe semplicistico concludere in questo modo; l'arretratezza è reale, ma anche voluta. Quando si trattano e si affrontano scottanti problemi, i servizi e gli organismi pubblici competenti all'improvviso perdono efficienza - qualora ne avessero e trasparenza. Anche quando riescono a raccogliere dati, questi non vengono fatti conoscere neppure alle istituzioni, non dico all'opinione pubblica.
Certi servizi non funzionano del tutto quando sono chiamati ad affrontare problemi scottanti, come quelli della tutela della salute e dell'incolumità dei lavoratori nei luoghi di lavoro.
Dobbiamo aggiungere anche un certo disinteresse da parte del Presidente: era scarsamente motivato nello svolgere questo lavoro, questo è apparso nettamente a noi Commissari comunisti della IV Commissione.
Si è giunti così alle conclusioni ovvie ed inevitabili della relazione.
Eppure nelle conclusioni si dice che gli elementi di conoscenza sulla situazione nei luoghi di lavoro sono elementi importanti per definire una politica della Regione sull'argomento. Sono elementi talmente importanti che non si conoscono; sono talmente importanti che abbiamo elaborato un Piano socio-sanitario regionale senza conoscere questi elementi importanti! Si sono definite politiche all'oscuro di questi elementi! Si è discusso e avete approvato un Piano socio-sanitario che ignora questi problemi! Si è rifatto e proceduto al buio.
Abbiamo detto sul Piano socio-sanitario che vi è una carenza diffusa del discorso sull'uomo, sull'utente, sulla prevenzione anche dal ricovero non necessario, sui servizi territoriali rispetto a quelli specialistici e degenziali. Abbiamo detto che il progetto-obiettivo ambiente di lavoro è diventato azione programmatica per il controllo sanitario sull'ambiente di vita e di lavoro cambiandone radicalmente il significato trasversale che lo accomunava agli altri progetti-obiettivo.
Abbiamo sostenuto che anche culturalmente hanno vinto gli industriali di cui è nota, tra l'altro, l'avversione al decentramento del SIP in tutte le UU.SS.SS.LL. torinesi nel tentativo di non permettere che si entri nel merito dei delicati temi del dove, del come, del cosa produrre nel rispetto dell'uomo e dell'ambiente, rimovendo tutti i fattori di rischio.
Non ci si può limitare ai risultati. Si possono fare alcune considerazioni fondate: al capitolo 4.3 del Piano socio-sanitario "Rete dei servizi e dei presidi" abbiamo chiesto che il Servizio di igiene e sanità pubblica venisse decentrato in tutte le UU.SS.SS.LL; anzi, il testo era il seguente: "In ogni UU.SS.SS.LL. è attivato un Servizio di igiene e sanità pubblica". Quando abbiamo chiesto se dovevamo considerare UU.SS.SS.LL.
anche le UU.SS.SS.LL. subcomunali di Torino, l'Assessore ci ha detto che non si tratta e non si può trattare delle UU.SS.SS.LL. subcomunali. Eppure sono UU.SS.SS.LL. che, per popolazione, spesso sono pari a quattro, cinque addirittura sei volte le più piccole UU.SS.SS.LL. del Piemonte. La risposta è stata perlomeno curiosa.
Alla cieca abbiamo affrontato i problemi del Piano socio-sanitario volutamente non si sono date risposte a problemi che rivestono aspetti drammatici.
Ora non ci si può davvero limitare ai modesti risultati ottenuti. Pochi e ben mirati interventi conoscitivi diretti avrebbero consentito di mettere in evidenza che il diritto alla tutela della salute, all'incolumità dei lavoratori all'interno delle aziende, è calpestato nelle grandi e nelle piccole aziende; che alle tradizionali patologie del lavoro se ne aggiungono di nuove legate all'introduzione delle nuove tecnologie (le tecnopatie) non comprese tra l'altro fra le malattie professionali. Il fenomeno si preferisce ridimensionarlo e ignorarlo; avremmo messo in evidenza, se avessimo lavorato diversamente, che quello degli infortuni dai più lievi a quelli mortali, secondo l'atlante regionale degli infortuni sul lavoro, è uno dei problemi prioritari per la salute dei lavoratori. E' un fenomeno conosciuto in modo insoddisfacente, le statistiche INAIL sono poco tempestive e scarsamente utilizzabili.
Se avessimo lavorato diversamente avremmo messo in evidenza che le attività di prevenzione, di controllo, di intervento per rimuovere le cause di malattia, di disagio psicofisico e di infortunio, sono gravemente carenti in termini di quantità e qualità dei servizi, in termini di organici degli operatori e della loro professionalità.
Avremmo messo in evidenza che i servizi pubblici spendono il 3-4% della spesa sanitaria per la prevenzione. Si preferisce curare, e curare male piuttosto che prevenire. Avremmo messo in evidenza che la società nazionale degli operatori della prevenzione denuncia l'estrema carenza di operatori dei servizi di prevenzione; in Piemonte ne mancano 3.000.
In una situazione così caratterizzata, le aziende, anche quelle ad elevato rischio, godono di una sorta di extra-territorialità rispetto al diritto dei lavoratori. Avremmo scoperto che i servizi pubblici difficilmente varcano i cancelli delle aziende. Avremmo scoperto che le unità produttive accessoristiche FIAT sono un concentrato di lavoratori inidonei, invalidi, sindacalizzati, costretti a produrre come nei reparti di produzione normale.
Avremmo potuto e possiamo comunque trarre utili insegnamenti sul funzionamento del servizio sanitario (le UU.SS.SS.LL., i SIP, i Servizi di igiene e sicurezza sul lavoro, i Laboratori di sanità pubblica).
Possiamo comunque trarre utili insegnamenti sulle politiche da attivare, anche se sono state ignorate dal Piano socio-sanitario regionale.
Questo distacco, signor Presidente, tra istituzioni e cittadini mi pare sia il principale elemento di crisi delle istituzioni; queste istituzioni non servono ai cittadini e alla gente, perché si interessano d'altro, non si interessano dei problemi dei cittadini e della gente. Il nostro dovere è informare i lavoratori e lottare perché le istituzioni superino la crisi che le attanaglia, affrontando con determinazione i problemi dei cittadini.
Generalmente l'imprenditore, il datore di lavoro, non ha rispetto per la salute dei lavoratori, quando non vi sia costretto dalla società e dalle istituzioni. Quando le aziende non rispettano il fondamentale diritto del lavoratore alla salute, all'incolumità psicofisica, spetta alla società alle istituzioni, intervenire per tutelare la salute dei cittadini. Così e non diversamente, recita la Costituzione repubblicana.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, poco più di quattro mesi fa in Commissione ci siamo resi conto che i lavori ai quali potevamo approdare erano ben lontani dal tipo di obiettivo che ci eravamo dati su questo tema.
Devo ricordare che la IV Commissione ha dovuto farsi carico della gestione della Commissione di indagine per il Magistrato per il Po e quindi questo ulteriore lavoro ha pesato su tale struttura e, in modo rilevante ha anche segnato la capacità della nostra burocrazia di poter condurre con pochi mezzi, con personale ridotto questi lavori.
Da questo approccio è emerso con estrema chiarezza che vi sono due società: la società civile e la società economica, che devono avere due strutture, due legislazioni, due logiche, due climi, due ambienti diversi.
Mentre si pretende la trasparenza, la scatola di vetro, per quanto riguarda le Amministrazioni pubbliche, notiamo che all'interno delle imprese i livelli di conoscenza, quello che in una normale democrazia economica viene definito una minima soglia di diritti all'informazione, sono estremamente insufficienti. E' una società a due velocità nella partecipazione, a due velocità nelle responsabilità.
Ci siamo scontrati con due filosofie nell'approcciarci a questi problemi, e questo lo vedemmo anche quando ci confrontammo sui problemi che furono innescati dal caso FIAT di Arese. La filosofia del mondo del lavoro è che non ci possono essere sostanzialmente debolezze a forme di partecipazione, a forme di diritti molto analitici, pena la competitività delle imprese, con una sottigliezza: qualora questa partecipazione fosse spinta in misura più approfondita, la responsabilità dei lavoratori e del sindacato deve collegarsi ad una responsabilità nei risultati dell'impresa.
Questo è il tema che allora si era sviluppato attorno alla saldatura dei contratti all'andamento delle imprese e che ha fatto uscire i lavoratori con le ossa rotte dal caso Olivetti. In effetti, c'è ancora una visione miope, riduttiva, a compartimenti stagni, nel considerare che i diritti in fabbrica, la tutela della salute e la prevenzione, costituiscono degli elementi fondamentali, se vogliamo analizzare l'economicità complessiva del sistema imprese.
E' chiaro che se abbiamo più invalidi, più inabili, più invecchiamento precoce, tutto il sistema ne trae un aggravio, in termini economici.
Quindi, lavorare per prevenire questi processi non significa mettere delle zeppe al sistema economico, ma semplicemente portare a una dimensione non microaziendale i problemi che si vogliono trattare.
Il lavoro è stato difficile, perché era oggettivamente difficile abbracciare tutti i temi che abbiamo posto sul tappeto; sarebbe stato molto interessante, ad esempio, capire la differenza tra grande e media impresa sul problema dei diritti in fabbrica, della condizione dei diritti di informazione previsti dal contratto. Sarebbe stato opportuno che certi corpi separati della nostra società comprendessero che la Regione Piemonte stava conducendo un lavoro che non voleva rubare dati o prerogative particolari a nessuno, ma voleva fare un lavoro per l'interesse generale.
Il caso dell'INAIL. che è stato illustrato, fa pensare con grande preoccupazione.
Fa pensare anche con grande preoccupazione il fatto che delle 63 UU.SS.SS.LL., solo 29 abbiano risposto al Consiglio regionale del Piemonte su una richiesta di dati, di cui credo ogni USSL disponga, e se non ne dispone sarebbe in grave pecca, per cui meriterebbe un duro intervento.
Questo sta a dimostrare la completa delegittimazione della nostra funzione: se le UU.SS.SS.LL., che ricevono dalla Regione i finanziamenti, si sentono poi tranquille nel non dover fornire i dati richiesti per una ricerca di grande responsabilità. Questo è l'aspetto più amaro che emerge dalla ricerca che è stata condotta! Ci sono delle carenze nel ruolo del pubblico per quanto riguarda il settore della prevenzione e della conoscenza per poter poi intervenire legislativamente in modo opportuno. Noi vogliamo aprire questo Paese agli extracomunitari, ma dobbiamo ancora risolvere molti di questi aspetti, che rappresentano la condizione di base del muoversi di una società industriale avanzata, in cui i diritti civili della società siano rispettati.
Abbiamo notato, collega Calligaro, un non interesse per questo tipo di ricerca, quasi che si andasse a disturbare Romiti o De Benedetti, solo il Papa ha potuto visitare gli stabilimenti della Lancia di Chivasso.
L'amarezza che si è ricavata dall'andamento di questa indagine da un lato è proprio l'impotenza oggettiva di poterci muovere in una complessità del genere, e dall'altro che in qualche modo le leve che noi Regione pensiamo di avere in mano, anche perché paghiamo profumatamente e che poc'anzi abbiamo strutturato con un Piano socio-sanitario, sono poi leve che non ci rispondono.
Questo significa la delegittimazione, il lavoro a compartimenti stagni forse risponderanno all'Assessorato alla sanità o all'Assessorato all'assistenza, ma certamente non rispondono ai problemi del lavoro, che sono elementi che non possono essere trascurati e considerati secondari.
Voglio concludere con una sottolineatura, per quello che vale, perch possa restare bene in mente. Nella nostra società ci sono molti soggetti deboli e marginalizzati; ogni tanto il nostro Assessore al lavoro ci esalta dicendo che il mercato del lavoro è in fase di ripresa, con una riduzione degli iscritti al collocamento, ma - ahimè - questi soggetti deboli non vengono mai toccati dai processi dell'economia. E sono i soggetti che hanno ricavato invalidità nei cicli di lavoro e che quando ci sono state le ristrutturazioni economiche sono stati i primi ad essere espulsi. I 400 cassintegrati della CEAT, che sono in circolazione, sono sostanzialmente portatori di handicap che il mercato del lavoro, anche se riprendesse in modo poderoso, non è in grado di accogliere, di attrarre.
La tutela del nostro capitale umano è un'azione preventiva che va anche a favore del sistema delle imprese, le quali verrebbero meno gravate se il debito pubblico fosse più ridotto, e il debito pubblico è anche figlio sostanzialmente, di distorsioni della nostra società che, in forme più o meno assistenziali, poi bisogna colmare.
Questa è stata un'occasione perduta, per colpa, forse, di nessuno, che però ha messo in luce molti aspetti preoccupanti di questa società a due velocità: una bella, ricca, che appare sempre sorridente nelle copertine delle riviste tipo "Capital", e l'altra invece che non fa notizia marginalizzata, che lavorando alle linee di montaggio o in una fonderia da vent'anni, quando acquisisce una inabilità e viene messa fuori, non ha voce per farsi sentire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marta Minervini.



MINERVINI Marta

Signor Presidente, quando ho visto questa relazione sul mio tavolo pensavo che bastasse che il Presidente della IV Commissione desse conto a quest'aula della relazione per esaurire il lavoro della Commissione. Anche noi avevamo votato a favore della deliberazione del Gruppo comunista che chiedeva l'indagine conoscitiva sui diritti dei lavoratori nei luoghi di lavoro. Dobbiamo però onestamente riconoscere che le risposte che avevamo chiesto tramite i funzionari, che ringrazio per il lavoro svolto e per i dati che sono riusciti a reperire, non hanno portato la Commissione a trarre delle conclusioni, se non quelle che risultano dalla relazione.
Io mi limito, a nome del Gruppo MSI, ad augurare che la prossima legislatura restituisca un'indagine conoscitiva sui diritti dei lavoratori nei luoghi di lavoro, perché c'è bisogno di conoscere veramente a che punto sono portati avanti questi diritti. Noi non siamo riusciti a trarne molto per mancanza di tempo e per mancanza di conoscenze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Signor Presidente, io non ringrazio i funzionari, non perché non abbiano fatto il loro dovere, anzi l'hanno fatto molto bene, ma perch hanno svolto la loro attività. Infatti, se i funzionari hanno fatto il loro dovere vuol dire che noi politici non abbiamo fatto il nostro rispetto a questa questione.
E' innegabile il fatto che ci siano rilevanti e crescenti problemi rispetto a violazioni dei diritti dei lavoratori, del resto l'indagine avviata lo dimostra. Una delle ragioni di questi crescenti e rilevanti problemi di violazione dei diritti dei lavoratori nel luoghi di lavoro deriva anche dalla caduta di controllo delle organizzazioni sindacali all'interno dei luoghi di lavoro.
Un'altra considerazione che va fatta è che le fabbriche stanno diventando sempre più un'area buia, separata dalla società, dove ciò che all'esterno, nella società, sono diritti sanciti da leggi costituzionali all'interno dei luoghi di lavoro diventano discrezionalità dell'azienda, e spesso violazione.
Consultando alcuni soggetti, abbiamo toccato con mano il fastidio rispetto a questa nostra iniziativa. Fastidio per il fatto che qualcuno si permetteva di mettere il naso in quello che sempre più in termini di valori si viene affermando come il "dio impresa", il "dio profitto", e in quanto tale non va disturbato.
E' vero - e in questo concordo con il Presidente della Commissione Ferrara - il mandato che è stato dato era troppo ampio rispetto ai tempi a disposizione. E' anche vero, però, Ferrara, che il nostro Gruppo aveva proposto, appunto considerando questo mandato troppo ampio, di limitare l'indagine alla parte che riguarda le competenze della Regione rispetto alla tutela dei diritti dei lavoratori nei luoghi di lavoro, e come è noto concordiamo tutti su questo - uno dei diritti primari è il diritto alla salute. Su questa questione, la Regione ha rilevanti competenze, ma in questi anni la Regione non ha fatto il suo dovere per attivare quei servizi per la tutela dei diritti e della salute dei lavoratori nelle aziende.
Come è noto lo strumento di cui la Regione e le UU.SS.SS.LL., che sono competenti a svolgere i controlli, devono dotarsi per svolgere queste funzioni, sono i Servizi di igiene e sicurezza del lavoro. Ebbene, proprio le UU.SS.SS.LL. hanno fornito - ed è sintomatico - poche risposte rispetto allo stato di questi servizi.
Ne leggo alcune. L'USSL n. 28 è titolare di tale attività, cioè tutela della salute e quindi attivazione del servizio, solo dal giugno 1989.
USSL n. 52: non sono disponibili i dati relativi all'anno 1987 in quanto la scrivente sezione ha iniziato a funzionare nel 1988.
Nel 1987 l'USSL n. 61 di Savigliano non ha svolto tale attività in quanto non disponeva di personale.
Potrei andare avanti, ma mi fermo per ragioni di tempo.
Rispetto a uno dei compiti sui quali la Regione è direttamente competente, i servizi che tutelano la salute dei lavoratori in fabbrica c'è una situazione disastrosa! Noi avevamo proposto, Presidente Ferrara, di indagare prima di tutto questo aspetto, perché una verifica sulla situazione di questi servizi avrebbe anche potuto servire in sede di discussione del Piano socio-sanitario, ma non si è voluto fare. Per questo dico che noi non abbiamo fatto il nostro dovere.
Permettetemi allora di ricordare alcuni dati che sono contenuti in un'indagine della SNOP (Società Nazionale Operatori della Prevenzione) che fa il punto al 31/12/1987 sulla situazione di questi servizi e del personale che le UU.SS.SS.LL. dedicano a questo settore.
Riassumo alcuni dati significativi.
Al 31/12/1987 la SNOP rilevava che in sei UU.SS.SS.LL. non c'era nemmeno un medico a tempo parziale dedicato alla prevenzione sui luoghi di lavoro. I laureati in discipline scientifiche e non mediche erano appena 19, stiamo parlando del Piemonte. Dei 135 tecnici diplomati, soltanto 79 erano dedicati alla prevenzione sui luoghi di lavoro. Dei 103 infermieri e impiegati, solo 61 erano dedicati a questo settore. Il personale dotato di specifica qualifica per l'esercizio delle funzioni ispettive nei luoghi di lavoro era di 55 operatori in tutto il Piemonte. Le persone impiegate in tutto il Piemonte per il complesso delle attività di prevenzione, luoghi di lavoro e altre attività di prevenzione sui quali le competenze sono dei Servizi di igiene pubblica, erano 1.300 su 4.500, cioè neanche un terzo (calcolato sulla base della stima CIP).
I Servizi di igiene pubblica e prevenzione nei luoghi di lavoro risultavano disporre di 954 addetti, cioè pari al 33% dello standard di 2.900 persone. Ieri sera e ancora questa mattina si è parlato molto di personale per quanto riguarda il Piano socio-sanitario. Ebbene, se come Commissione fossimo stati abbastanza coraggiosi da prendere questo specifico settore e portare alla luce questi dati, probabilmente in sede di esame del Piano socio-sanitario avremmo potuto porre con forza la questione che la prevenzione in generale e in particolare nei luoghi di lavoro è un'azione prioritaria che non si può svolgere con il 30% del personale che necessita.
Sono d'accordo con gran parte delle cose che ha detto il collega Tapparo, capisco tutti i problemi di stare all'interno delle maggioranze però questo piano lo ha votato anche lui e il suo Gruppo, e questa questione sostanzialmente non è emersa.
Voglio concludere ricordando ancora una cosa: lo stato dei servizi è disastroso, ma quelle UU.SS.SS.LL. che hanno tentato una diffusione più capillare di questi servizi sono state bloccate. Voglio ricordare che nel 1984 l'USSL 1/23 di Torino stipulava un accordo con le organizzazioni sindacali per la riorganizzazione del Servizio di igiene e sicurezza del lavoro prevedendo la diffusione di questo servizio sul territorio e in particolare mettendo in progetto il decentramento di questo servizio in un'area significativa: Mirafiori. Il 16 aprile 1985 la stessa USSL 1/23 di Torino stipulava con le organizzazioni sindacali un altro accordo con il quale veniva avviato il decentramento a Mirafiori del SISL e quindi si iniziava a lavorare con un protocollo (che non vi leggo) in cui venivano indicati la metodologia, i luoghi di lavoro e le aziende prioritarie su cui intervenire.
L'Unione Industriale naturalmente fece ricorso contro questi accordi e contro questa scelta di diffusione sul territorio di tali servizi; il Presidente Beltrami accolse il ricorso dell'Unione Industriale, cosicch del decentramento del Servizio di igiene e sicurezza del lavoro a Torino non se ne è più parlato. Non solo: nel 1986, tanto per togliere qualsiasi illusione e perché le UU.SS.SS.LL. di Torino non si facessero più illusioni, fu approvata una legge che accentrava in un'unica USSL il Servizio di igiene e sicurezza del lavoro. E' noto che in queste situazioni il decentramento e la capillarizzazione dei servizi è fondamentale.
Concludo dicendo che c'è stata un'occasione mancata, vi sono delle gravi responsabilità a livello istituzionale, e questa Giunta ne ha molte.
A questo punto credo che una speranza ci debba essere. Io non sono cattolico, però credo vada dato atto al Papa di costituire una speranza.
Una voce si è levata in questi giorni, che costituisce speranza anche per chi, come me, non è cattolico, e cioè il Papa e la Chiesa hanno detto: "di domenica non si deve lavorare perché ci sono dei diritti che vanno comunque rispettati". E' un atteggiamento significativo della Chiesa che scavalca le istituzioni e le organizzazioni sindacali rispetto alla tutela dei diritti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bosio.



BOSIO Marco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, visto dall'esterno non facendo parte della IV Commissione, e dunque della Commissione che ha avviato l'indagine e che oggi presenta un primo bilancio, mi sia consentito dire che come bilancio si presenta in termini del tutto sconfortanti, vorrei dire anche drammaticamente sconfortanti. Non è certamente per divertimento che nella relazione data a tutti i Consiglieri appaiono richiamate, scritte e citate situazioni che assumono o possono tranquillamente assumere una caratteristica del tutto grottesca. Devo dire che francamente a me ha ricordato e ricorda, come appassionato di cinema, il grottesco di alcuni film dell'espressionismo tedesco in particolare.
Sono richiamate situazioni - non certo a carico della Commissione che qualche tentativo lo ha fatto - che ci ripropongono un quadro, chiamiamolo con il loro nome, non dei diritti, ma della struttura burocratica di questo nostro Paese e della nostra Regione, sul serio, di altri tempi! "Previo nostro sollecito telefonico, ci assicura che provvederà a sollecitare" "l'INAIL. Ispettorato regionale, ci informa che in relazione i dati sono disponibili, ma è stato ritenuto opportuno, in via preventiva all'invio dei dati, chiedere istruzioni e disposizioni alla Direzione generale onde uniformare i comportamenti di Istituto". Dopo lunga pausa di silenzio l'Ispettorato regionale del lavoro ci informa che ha ritenuto opportuno unitamente alle sedi provinciali (la democrazia e la collegialità all'interno ci sono, vengono sicuramente esercitate), chiedere la convocazione di una riunione al Ministero del Lavoro, onde poter trasmettere le statistiche. Alla data del 15/3/1990 tale atto formale non è ancora pervenuto da Roma e possiamo restare in placida attesa.
Per la verità richiamavo questo perché, nonostante il momento (21 marzo, ultimo giorno utile di questa legislatura), tra le tante idee alcune cosiddette innovative o innovatrici del sistema Piemonte, qui presentate o che si è tentato di presentare, questa indagine, per il suo significato e la sua possibilità di arrivare ad una conclusione costituiva, non solo dal punto di vista istituzionale, uno dei veri, pochi reali, grandi, complessi, complessivi, sistemici o sistematici momenti di innovazione reale, riferita al sistema, comunque lo si voglia vedere sistema Piemonte, sistema Italia e così via. Da un lato, si tratta di stabilire se esistono situazioni di extra-territorialità dei diritti, dei doveri, dei comportamenti e delle leggi, dall'altro si tratta di vedere come le forze politiche, sociali ed istituzionali, intendono una reale qualificazione del sistema Italia, del sistema Piemonte e del sistema economico-produttivo.
In effetti, la questione dei diritti, che è stata collocata in partenza dall'indagine, poi schematizzata nelle scelte che la Commissione ha compiuto, organicizzata anche in questionari che poi non hanno avuto grande riscontro, è una questione che proprio perché tocca i diritti riguarda complessivamente il sistema democratico della Regione e in quanto sistema democratico riguarda il complesso del sistema Italia. Soprattutto oggi non sarebbe minimamente coerente alle nuove e reali relazioni della produzione il ruolo, che non viene più oscurato e negato nemmeno dai grandi padroni del singolo lavoratore al risultato produttivo complessivo e dunque al meccanismo di funzionamento del sistema. Questo concetto non è squisitamente produttivo e non è neanche squisitamente soggettivo rispetto alle nuove soggettività, ma è un concetto che riguarda con angolazioni diverse la questione reale dei diritti individuali e collettivi dei lavoratori nei luoghi di lavoro come condizione primaria anche ai fini dell'apporto al prodotto finale.
Da questo punto di vista ritorna in un modo o nell'altro (è una delle questioni di innovazione di sistema da introdurre) non solo il lavoro in quanto tale, ma il lavoro per affermare, riconoscere e autoriconoscere una concezione del produttore consapevole in termini di diritti e di doveri non solo sul piano della solidarietà e della cooperazione, ma anche sul piano della garanzia reale, formale ed istituzionale e dunque non extra territoriale della propria condizione di lavoro, dal punto di vista psicofisico, della salute e della sua integrità complessiva.
In questo senso, prendiamo atto della conclusione della Commissione di indagine, che pare essere un invito che vorrei si trasformasse in indicazione precisa, affinché nella prossima legislatura si faccia tesoro di questa esperienza, si rielabori questa esperienza, si riconduca ad una nuova logica la stessa esperienza e si rilanci su questo terreno l'iniziativa e il lavoro.
Da questo punto di vista consentitemi di richiamare e rivendicare un'esigenza affinché la Commissione d'indagine, che chiedo venga confermata, prosegua nella prossima legislatura per quanto è possibile oggi confermare politicamente in questa sede ed assuma un nuovo e più decisivo concetto per il proprio lavoro, che è quello di ristabilire il primo vero punto di garanzia di diritti fuori e dentro i luoghi di lavoro, nelle istituzioni locali, nei Comuni, e di rivendicare come Consiglio regionale il dovere oltreché il diritto dei Comuni e delle UU.SS.SS.LL. e tutto quanto in un modo o nell'altro fa capo ai Comuni, come giusta prima istanza di rappresentanza democratica dei cittadini, come primo ed essenziale punto di intervento per la difesa e il rispetto dei diritti fuori e dentro i luoghi di lavoro.
Cosa manca - non è una critica, ma un'osservazione a posteriori - tra i tanti limiti della relazione? Manca esattamente un punto fondamentale non di comando, ma di riferimento sostanziale in cui i diritti sono una questione di diretto rapporto con la funzione, il dovere dei Comuni di cominciare a fare rispettare non solo i sensi unici e i sensi vietati, ma la vita normale e naturale dei cittadini nella loro comunità e nel loro territorio. A loro la Commissione deve, nella prossima legislatura cominciare a rivolgersi con l'autorevolezza che deriva dal Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Il dibattito in merito alla relazione sull'indagine conoscitiva sul rispetto dei diritti dei lavoratori sui luoghi di lavoro è così terminato.
Desidero sottolineare che il Consiglio regionale del Piemonte ha discusso un argomento così importante non dimenticando che il nostro Statuto all'art. 4 recita: "La Regione opera per realizzare le condizioni atte a rendere effettivi il diritto allo studio, il diritto al lavoro, la piena occupazione e la tutela dei diritti dei lavoratori" e all'art. 6 specificatamente sulla tutela della salute dei cittadini, recita: "Costituisce organismi sanitari ed altri strumenti di intervento e di controllo nei luoghi di lavoro per tutelare la salute e prevenire le cause che le provocano danno".
E' significativo che questo dibattito sia avvenuto nella seduta conclusiva dei lavori del Consiglio regionale.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Fracchia. Ne ha facoltà.



FRACCHIA Mario

Chiedo un'inversione dei punti all'o.d.g.
Sono le 16,30 dell'ultimo giorno di questa legislatura, chiedo che venga anticipato il punto 85) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 632 in merito alla disciplina dello stato giuridico ed economico del personale. Non ho alcun scopo elettorale perché non sarò più candidato a questa assemblea, però mi pare giusta e doverosa per il personale che ha lavorato in questa tornata l'approvazione del suddetto progetto di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Minervini.



MINERVINI Marta

Mi associo alla richiesta del collega Fracchia, però ieri sera il Presidente Rossa aveva detto che terminato il Piano socio-sanitario avremmo esaminato velocemente una leggina che interessava il collega Paris in merito al contributo regionale per la costruzione a Condove del Monumento alla civiltà alpina. Senza innescare alcuna miccia, chiedo se è possibile proprio perché oggi il collega Paris è assente, esaminare tale progetto di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Signor Presidente, mentre mi pronuncio sulla proposta del collega Fracchia vorrei porre un'altra richiesta.
In merito alla proposta del collega Fracchia, anche il Gruppo comunista si associa all'esigenza di esaminare entro la seduta odierna la questione relativa al contratto dei dipendenti. Poi richiederò, quando anche altri colleghi ne valuteranno l'opportunità, una riunione dei Capigruppo con la Giunta per esaminare i residui punti all'o.d.g. e vedere le questioni prioritarie da affrontare. A nome del Gruppo comunista dichiaro che consideriamo l'esame del progetto di legge relativo al contratto di lavoro dei dipendenti una delle priorità da terminare entro oggi.
Chiedo, inoltre, una comunicazione urgente del Presidente Beltrami sulla questione della STEF perché mi risulta, in relazione al Consiglio di amministrazione della STEF svoltosi ieri, che è in pericolo la maggioranza pubblica all'interno della STEF stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Mi associo alla richiesta dei colleghi Fracchia e Minervini.



PRESIDENTE

La Presidenza decide di esaminare immediatamente il punto in merito agli interventi della Regione Piemonte a favore del popolo rumeno dopodiché il provvedimento relativo al contratto di lavoro dei dipendenti.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento internazionale extra-comunitario

Esame progetto di legge n. 628: "Interventi della Regione Piemonte a favore del popolo rumeno"


PRESIDENTE

Esaminiamo pertanto il progetto di legge n. 628, di cui al punto 42) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto, relatore

Se l'aula e la Presidenza acconsentono darei per letta la relazione però proporrei due emendamenti.
Tutta la legge è incentrata sul concetto degli interventi di solidarietà, ma il vocabolo in questione nel testo è stato dimenticato.
Propongo, quindi, che nel titolo, dopo la parola "interventi", si aggiunga "di solidarietà" e che al primo capoverso dell'art. 1, dopo la parola "iniziative", venga aggiunto "di solidarietà".



PRESIDENTE

Esaminiamo pertanto il primo emendamento presentato dal Consigliere Valeri: nel titolo, dopo la parola "interventi", aggiungere le parole "di solidarietà".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
Passiamo alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Emendamento presentato dal Consigliere Valeri: al primo capoverso, dopo la parola "iniziative", aggiungere le parole "di solidarietà".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 1 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

A questo punto dei lavori del Consiglio o passiamo ai progetti di legge inerenti i parchi, oppure per passare al provvedimento sul personale è necessaria una riunione dei Capigruppo perché così è stato richiesto.
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Proporrei di analizzare subito il provvedimento sul personale.



PRESIDENTE

Se noi seguiamo l'o.d.g. troviamo al punto successivo i progetti di legge sui parchi, ma siccome è stata avanzata una richiesta specifica di inversione, occorre metterla in votazione. Se il Consiglio a maggioranza approva l'inversione dell'o.d.g. io non posso oppormi. La richiesta è stata avanzata dai Consiglieri Fracchia, Minervini e Carletto.



MARCHINI Sergio, Assessore al commercio

Ma si può fare una dichiarazione di voto?



PRESIDENTE

Le dichiarazioni di voto sono già state fatte prima, una a favore e una contro.



MARCHINI Sergio, Assessore al commercio

Se la Giunta non prende posizione, l'Assessore Marchini prende posizione come Consigliere, in questo Consiglio non si riesce più a parlare!



PRESIDENTE

Guardi che io sto facendo rispettare il Regolamento!



MARCHINI Sergio, Assessore al commercio

La Giunta è completamente latitante rispetto all'esigenza di garantire un calendario dei lavori efficiente!



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Assessore Marchini, la prego di calmarsi e non uso altro linguaggio, la prego di ritornare in se stesso!



PRESIDENTE

Vi sono tre richieste, avanzate dai Gruppi, di inversione dell'o.d.g.
sto sollecitando un intervento contro tale richiesta di modifica.
La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Il Gruppo PCI non ha alcun timore a dire che, in questo momento, è contrario all'inversione dell'o.d.g., perché sembra che stiamo giocando a "nascondino". Questo contratto, che dovrebbe essere recepito dal Consiglio regionale del Piemonte, è fresco di giornata, il testo che è stato trasmesso al Consiglio è recentissimo, è di ieri. Questo testo - e inviterei i Consiglieri a farlo richiede un esame attento perché altrimenti rischia la bocciatura dal Commissario del Governo. Pertanto invito i Consiglieri, per il bene del personale e la serietà di questo Consiglio, ad esaminare l'argomento con attenzione e a non fare un atto all'insegna del fatto che il 6 maggio si vota.
Il nostro Gruppo ha dichiarato - e lo ripeto formalmente che è impegnato affinché questo testo venga esaminato e votato. A questo punto o si fa una riunione dei Capigruppo per valutare l'insieme dei punti all'o.d.g., altrimenti si prosegua nell'ordine dei lavori e quindi al punto 44) all'o.d.g.



PRESIDENTE

Chiede di parlare l'Assessore Vetrino. Vuole parlare a nome della Giunta?



VETRINO Bianca

No, parlo a nome del Gruppo repubblicano.



PRESIDENTE

Io devo far rispettare il Regolamento, sono state avanzate delle richieste specifiche.
La parola alla signora Vetrino, che parla in veste di Consigliere, per dichiarazione di voto.



VETRINO Bianca

Io sono contraria a questa inversione perché mi sembra che gli accordi fossero tali da poter esaurire questo o.d.g. in serenità. Peraltro le richieste pervenute dai Consiglieri non erano rivolte a chiedere nello specifico un'inversione dell'o.d.g., ma chiedevano che entro la giornata si garantisse l'esame di taluni punti. Tengo a precisare che da questo momento sino alla fine della giornata ci sono ancora otto ore di lavoro, quindi c'è tutto il tempo per proseguire con serenità senza porre problemi assolutamente demagogici. Chiedo quale sia la differenza di votare adesso o fra tre ore il provvedimento sul personale.



PRESIDENTE

Collega Vetrino, io rispetto quello che avviene nell'aula. Nell'aula è stata avanzata una richiesta specifica di inversione dell'o.d.g.
La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Ho l'impressione che se non riusciamo a trovare un attimo di serenità per stabilire l'ordine dei lavori viene fuori un putiferio.
Consigliere Monticelli, per quanto riguarda le sue obiezioni avanzate sul provvedimento inerente il personale, tengo a sottolineare che tale provvedimento - come è stato presentato in I Commissione dall'Assessore è semplicemente il recepimento del provvedimento del Governo.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Come hanno fatto le altre Regioni italiane.



CARLETTO Mario

Come tale quindi - se non è così prego l'Assessore Brizio di correggermi - nessuna scelta è lasciata alla discrezionalità regionale. Se il testo è questo, credo che basteranno pochi minuti per vararlo, comunque tutte le forze politiche sono d'accordo a varare il provvedimento entro la fine della legislatura.
Dopo questo provvedimento, che richiede pochi minuti, il Gruppo DC è d'accordo che si proceda all'esame del pacchetto relativo ai parchi, poi bisogna fare contestualmente o subito dopo se non è possibile farlo contestualmente - una riunione dei Capigruppo con la Giunta per stabilire l'ordine del lavori in modo che non ci sia più occasione per discutere fra di noi, se non nel merito dei problemi, perdendo del tempo utile.
Proseguendo in questo modo credo che entro poche ore noi liquideremo sia il provvedimento sul personale sia quello sui parchi, per continuare poi con l'ordine dei lavori stabilito nella riunione dei Capigruppo.
Questo discorso mi pare ragionevole, nessuno vuole fare dei colpi di mano, siamo tutti tranquilli e sereni, credo che questo possa essere un modo di procedere che non divide nessuno.



PRESIDENTE

Quindi lei conferma l'inversione dell'o.d.g. in questo momento?



CARLETTO Mario

Sì, mi pare anche ragionevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Minervini.



MINERVINI Marta

Io confermo il mio desiderio che il provvedimento relativo al personale vada in porto prima di mezzanotte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fracchia.



FRACCHIA Mario

Preciso la mia richiesta: io ho chiesto l'inversione e in via subordinata la garanzia che si esamini tale provvedimento prima di mezzanotte, ma la prima richiesta è stata l'inversione dell'o.d.g.



PRESIDENTE

Come vedete la richiesta di inversione è stata avanzata e io correttamente l'ho posta in votazione. Non mi pare quindi si possa seguire un'altra strada a meno che la richiesta di inversione venga ritirata dai proponenti.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Ferrara.
Ne ha facoltà.



FERRRARA Franco

Signor Presidente, il Gruppo repubblicano non pone particolari problemi a che si esamini un provvedimento prima dell'altro. L'unica cosa seria che mi pare debba essere fatta in questo momento è l'impegno annunciato dal Consigliere Carletto sul quale noi concordiamo che si faccia rapidamente il provvedimento sul personale per passare subito dopo a quello relativo ai parchi, dopodiché sarebbe bene che la Giunta si esponesse e dicesse esattamente cosa ritiene debba essere prioritariamente esaminato dal Consiglio.



PRESIDENTE

D'accordo.
Pongo quindi in votazione l'inversione dell'o.d.g. per cui si esamineranno prima il provvedimento sul personale e successivamente quello relativo ai parchi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 29 voti favorevoli, 1 contrario e 14 astensioni.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame progetto di legge n. 632: "Disciplina dello stato giuridico e del trattamento economico del personale regionale in attuazione dell'accordo relativo al Contratto Nazionale di Lavoro per il triennio 1988/1990"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame del progetto di legge n. 632, di cui al punto 85) all'o.d.g.
La relazione del Consigliere Santoni viene data per letta.
Non essendovi richieste di parola nell'ambito della discussione generale ha la parola l'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

La proposta di recepimento del contratto nazionale avviene, me ne rendo conto, in forma un po' atipica, ma ciò è dovuto all'opportunità di deliberare entro la fine della legislatura. La lunga trattativa si è conclusa: il Governo ha approvato il contratto per la parte che concerne tutti gli enti locali, compresa la parte regionale che è quella qui recepita. E' successo peraltro che le organizzazioni sindacali non abbiano ancora siglato l'accordo con i Comuni e gli enti locali e il tutto è rinviato alla giornata di domani. Quindi noi ci troviamo nella necessità di recepire oggi il contratto o di lasciarlo andare a tempi futuri. Tutte le Regioni, salvo il Molise, a quanto mi risulta, almeno fino ad oggi, ci consta siano orientate, anche per i contatti che abbiamo avuto a livello nazionale, a recepire il contratto per la parte regionale che è quella indicata nel nostro provvedimento composto di 41 articoli. Mi rendo conto che ci sono degli argomenti che paiono di non stretta competenza, ma l'approvazione del contratto è avvenuta in questo modo e il recepimento è stato predisposto in modo analitico e non con un articolo unico da parte anche delle altre Regioni.
Voglio anche dire che la questione dell'applicazione dei parametri della dirigenza è stata definita in Commissione come passibile di esame successivo. Nel testo che avevamo proposto, all'art. 38 - anticipo già delle valutazioni avevamo fatto riferimento ad un successivo atto amministrativo lasciando indeterminata sia la competenza dell'atto medesimo sia la data di formulazione dello stesso. La Commissione nel corso della seduta di ieri ha ritenuto invece di chiarire che sia utile sentire, prima di dare avvio all'applicazione dei parametri, attraverso un parere, la Commissione stessa. Naturalmente il Consiglio è sovrano, ha assunto questa posizione che ritengo non protrarrà più di tanto l'applicazione della legge stessa per quello che riguarda la dirigenza, tenuto conto che questi parametri entreranno in vigore dal mese di ottobre 1990.
Resta il fatto che la formulazione che noi avevamo predisposto era più aperta, mentre formulazioni di tipo diverso che anticipino la decisione contrastano con l'opinione della Commissione che ha ritenuto di voler approfondire l'argomento; decisioni che poi la rinviino strettamente alla competenza della Giunta contrastano con la stessa impostazione della Commissione.
L'indicazione di lasciare a successivo atto la determinazione di questa decisione (tanto più che è in corso di approvazione dagli organi competenti la delibera sui settori e quindi c'è una trasformazione in atto da parte della Regione) mi pare sia una soluzione nel complesso equa che consente anche di dare tempestività all'approvazione di questi parametri che oggi richiedono un approfondimento perché ci troviamo in una fase di movimento della struttura regionale conseguente all'istituzione dei nuovi servizi.
Qui si fa un adempimento che nella sostanza è connesso all'altro provvedimento che è quello di modifica finanziaria del bilancio per dare la possibilità, se la legge sarà approvata, di erogare qualche acconto con successiva deliberazione.
Facciamo in sostanza un formale recepimento del contratto perché siamo vincolati dal termine della chiusura della legislatura. Mi pare comunque che il provvedimento sia di assoluta chiarezza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Avondo per una questione preliminare.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente e colleghi, chiedo scusa a lei e al Consiglio.
Naturalmente l'accordo tra le forze politiche, compreso il Gruppo comunista, che si era raggiunto fin dalla scorsa settimana, era che nel momento in cui a livello nazionale il Consiglio dei Ministri e il Ministro avessero dato attuazione al nuovo contratto di lavoro, l'Assessore Brizio questo suggerimento era venuto da parte di tutti i Gruppi, ma in specifico da quello comunista - predisponesse un disegno di legge per il recepimento del contratto per la Regione Piemonte in tempi certi. Si era convenuto anche sull'opportunità di emanare una legge di recepimento del contratto che non introducesse elementi di interpretazione rapportati alle esigenze puntuali della Regione, nel senso che questo avrebbe richiesto comunque una discussione che - pareva già allora - i tempi non avrebbero consentito di fare. Chi parla è uno dei Consiglieri che aveva suggerito all'Assessorato di tendere sostanzialmente a fotocopiare il testo siglato a Roma e con i dovuti aggiustamenti renderlo operativo per la Regione Piemonte rinviando ad atti successivi gli eventuali elementi di aggiustamento che ne derivavano.
In Commissione ieri si sono visti gli elementi di modifica al testo originario introdotti per rendere compatibile il disegno di legge regionale con il recepimento del contratto nazionale. Le osservazioni del collega Monticelli mi hanno consentito di sfogliare qualche pagina del provvedimento che ieri non è stato possibile fare, nel senso che ci siamo concentrati nell'esame di alcuni punti (vedi art. 38) e qualche dubbio mi viene dal punto di vista della legittimità. Questa è la questione preliminare che porrei nel senso che, cito un solo esempio che ho sotto mano, l'art. 3 norma i servizi pubblici essenziali e c'è una declaratoria di servizi di cui la Regione non ha alcuna competenza, dall'igiene, sanità ed attività assistenziale all'attività di tutela e sicurezza, raccolta e smaltimento rifiuti, servizio stato civile, servizio elettorale, servizio cimiteriale. Sono tutte questioni su cui noi non abbiamo alcun tipo di competenza. Di questo non faccio colpa a nessuno, anzi se da questo punto di vista una qualche responsabilità c'è, c'è anche da parte del sottoscritto per aver suggerito di fotocopiare sostanzialmente l'accordo nazionale sottoscritto. Il problema che mi pongo, e mi pare si ponesse implicitamente il collega Monticelli, è quello di capire se una legge regionale può normare materie che non sono di sua competenza. Suggerisco pertanto di fare un incontro con l'Assessore Brizio per chiarire questi aspetti. Se diversamente si vuole fare il dibattito, valuteremo come comportarci.



PRESIDENTE

Sulla pregiudiziale sollevata dal Consigliere Avondo, per dare anche tranquillità al Consiglio, do la parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Signor Presidente, siamo del tutto convinti (ho sentito anche i funzionari Tarello e Sacco) che il recepimento deve essere fatto così integralmente, anche perché il protocollo di intesa, firmato dal Ministro Gaspari, ci vincola all'approvazione integrale e totale del provvedimento per la Regione. Comunque non voglio che si apra una "querelle" che faccia perdere ulteriormente tempo. Se vogliamo sospendere e trovarci, facciamolo pure, però noi questo problema lo abbiamo affrontato. Il protocollo d'intesa, siglato dal Ministro Gaspari, dice che deve essere recepito nell'integrità. E' chiaro che deliberiamo in un momento di urgenza, con delle difficoltà, però temo che la legittimità stia invece nel non recepirlo integralmente, visto il protocollo d'intesa di cui siamo in possesso. Non intendo assolutamente bloccare i lavori su questo provvedimento, lascio alla Presidenza di decidere cosa ritiene fare. Siamo in grado di votarlo immediatamente, con tutta tranquillità, ma se ci sono delle perplessità e se la Presidenza intende assumere altre iniziative, noi siamo disponibili ad adeguarci per non frenare lo svolgimento totale dei lavori.



PRESIDENTE

Mentre l'Assessore Brizio si incontra con alcuni Consiglieri per determinare una posizione tranquilla dell'Amministrazione, possiamo procedere con l'esame del provvedimento relativo ai parchi.


Argomento: Parchi e riserve

Esame proposta di deliberazione n. 1343: "Piano regionale dei parchi e delle riserve naturali - Terza integrazione"


PRESIDENTE

Esaminiamo pertanto la proposta di deliberazione n. 1343, di cui al punto 44) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Signor Presidente, il Consiglio deve essere informato di questa terza integrazione che riguarda il Piano regionale dei parchi e delle riserve naturali. I colleghi ricorderanno che l'ultima integrazione risale al 1985 e compito dell'Assessorato ai parchi in questi cinque anni è stato quello di perfezionare quella deliberazione e di istituire, per quanto è stato possibile, le aree a parco comprese in quella seconda integrazione del 22/3/1985.
Che cosa ci proponiamo con la presente terza integrazione? Innanzitutto di andare ad individuare le aree che non sono state oggetto di legge istitutiva e riproporle all'attenzione del Consiglio per una riconferma della salvaguardia introdotta nel 1985; in secondo luogo, stralciare dal piano quelle aree che si ritiene di dover stralciare ed inserire tra le aree nuove una serie di aree che sono sostanzialmente quelle segnalate dai Comuni e dalle Comunità montane; modificare parzialmente i confini di talune aree che sono contrassegnate rispettivamente con i diversi numeri che rappresentano le schede di individuazione delle varie aree; infine inserire tra le aree di futura valutazione, al fine di un loro eventuale inserimento in un nuovo aggiornamento, quelle aree che la Commissione non ha avuto la possibilità di valutare sotto il profilo naturalistico ambientale essendo pervenuta la segnalazione di queste aree in un tempo non congruo per la valutazione da parte della Commissione.
Questo è, in sintesi, il progetto che abbiamo di fronte. Evidentemente questi quattro criteri sui quali si è mossa la mia introduzione meriterebbero un approfondimento più specifico, soprattutto per quanto riguarda le nuove aree, ma credo che questo possa far parte del dibattito in corso nel momento in cui potremo anche pervenire alla discussione di eventuali emendamenti che dovessero giungere in relazione anche ad emendamenti già intervenuti. In particolare, vorrei dire che lo stralcio più evidente è quello che riguarda la Val Sessera. C'è però l'intenzione di verificare e riesaminare in sede di ulteriore integrazione e revisione del piano stesso quest'area che oggi viene stralciata perché possiamo considerarla un'area non a rischio, se vogliamo, sotto il profilo ambientale, dal momento che si tratta di un'area totalmente di proprietà del demanio regionale. Pertanto questo inserimento, per quanto potrebbe essere visto in termini opportuni, non riveste carattere di urgenza. In questo modo intendo prevenire eventuali osservazioni su questo stralcio che è stato operato in sede di Commissione.
La Giunta aveva presentato questo provvedimento nella sua completezza ma in sede di valutazione della Commissione una maggioranza si è espressa per questo stralcio; devo dire che come Assessore ai parchi e come Assessore che ha nelle sue competenze la tutela paesaggistica della nostra Regione non mi preoccupa più di tanto questo stralcio, per i motivi che ho sopra indicato.
Non avrei altro da dire, se non poi replicare a quei Consiglieri che ritenessero di intervenire su questo lavoro che ha visto l'impegno di alcune riunioni della Commissione consiliare competente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, cerco di stare nell'economia dei tempi molto ristretti e di andare alla sostanza del mio intervento. E' chiaro che il Gruppo DC accetta nella sua totalità il pacchetto proposto dalla Giunta, avendone votato il passaggio in aula, anche se ci eravamo riservati di fare alcuni approfondimenti che abbiamo verificato e che sono oggetto delle proposte di emendamenti che sono state presentate. Gli emendamenti sostanzialmente concernono un certo rapporto di chiarezza che deve essere fatto fra la tutela e l'istituzionalizzazione. E' un vecchio argomento che abbiamo affrontato più volte e che ha rappresentato l'oggetto del dibattito di questa legislatura conclusasi felicemente con la nota variazione alla legge n. 43, la quale pur non essendo ancora operante costituisce di fatto il solco politico entro il quale credo che il Consiglio e le forze politiche abbiano dato il loro assenso perché ci si possa muovere sulla politica dei parchi.
Attraverso i nostri emendamenti proponiamo alcuni stralci perché si tratta di aree che per un verso o per l'altro già hanno una tutela che deriva loro da istituti non pertinenti alla situazione del parco, ma comunque garantiti rispetto alle trasformazioni che si intendono in questa sede tutelare, salvo che successivi approfondimenti nella prossima legislatura dimostrino che riperimetrando diversamente questi ambiti proposti o proponendo comunque un percorso istituzionale alternativo si possa affrontare in qualche modo la proposta dell'istituzione vera e propria. Non dimentichiamo che siamo in sede di Piano dei parchi quindi siamo in una sede nella quale il percorso istituzionale è ancora opzionale proprio con riferimento ai contenuti delle variazioni alla L.R. n. 43 che abbiamo votato.
Per il Parco di Stupinigi è nota la questione. Noi abbiamo già avuto una prima proposta non approvata dal Governo, abbiamo una serie di rilievi sulla componente monumentale che non attiene strettamente alla componente naturalistica. Abbiamo un vincolo ai sensi della legge n. 1497 e quindi non vediamo come si possa comunque pensare entro 18 mesi, nella reiterazione di risolvere questo nodo. Quindi, per questo argomento il Gruppo DC ritiene che sarebbe molto più opportuno che la Regione ricercasse un contratto accordo con l'Ordine Mauriziano, per studiare delle forme di fruizione pubblica dell'area intorno alla proprietà dell'Ordine. A meno che l'obiettivo di istituzionalizzazione invada anche territori più vasti, cosa che non ci è dato per ora di verificare e che comunque dovrebbe essere oggetto di una proposta progettuale che abbia un significato diverso rispetto a quello di far coincidere il parco con la proprietà boschiva dell'Ordine stesso, che come dico, in questo caso non attiene assolutamente al significato della deregolamentazione della non tutela.
Analoghi discorsi si possono fare anche per altre aree, già ha detto giustamente l'Assessore per la Val Sessera, ma se andiamo a vedere il problema della Baraggia, troviamo analoghi problemi, cioè una scarsa possibilità di percorrere iter ai quali già abbiamo rinunciato. Si ricordi la questione della Baraggia di Candelo, perché siamo in presenza di proprietà militari sulle quali finirebbero per gravare da parte del Demanio militare stesso condizionamenti reali all'approvazione della legge istitutiva. Anche in questo caso non scappa nessun bue dalla stalla. Siamo in presenza comunque di proprietà che non sono soggette né per previsioni di pianificazione, né per quanto attiene a disponibilità di proprietà, a trasformazioni che ne rendano precaria la tutela.
Abbiamo poi il problema della Vauda e quello del Parco della Stura. Sul problema della Vauda vi sono delle opinioni diverse. Sta di fatto che il provvedimento che anche i Sindaci sollecitano noi pensiamo che sia più da ricercare nella direzione della tutela che non nell'istituzione del parco vero e proprio, per ragioni che non è il caso qui dire, ma che attengono certo a usi impropri; siamo d'accordo quindi a tutelare l'area da usi impropri.
Vorremmo richiamarci all'istituto della zona di salvaguardia prevista ai sensi della legge n. 43, così come modificata dalla legge votata il 15/2/1990 che consegue di fatto gli obiettivi fissati all'interno di questa sollecitazione degli enti locali.
Per quanto riguarda il Parco della Stura faccio presente che si tratta di un'area sulla quale c'è una certa improvvisazione nella sua precisa individuazione e nelle connessioni con il vicino Parco della Mandria. Anche qui abbiamo istituito un nuovo regime per le aree di preparco, e di fatto ogni forza politica su questo argomento si è collocata diversamente. Noi coerentemente, abbiamo ritenuto, nei rapporti con le comunità locali, nella direzione della disciplina a livello di pianificazione territoriale, di far rientrare gran parte di queste aree in un'ipotesi di istituzionalizzazione.
Tra l'altro, si tratterebbe di un'istituzionalizzazione da portare avanti ampliando la legge istitutiva del Parco della Mandria e non istituendo un nuovo parco.
Su questo punto, con un emendamento, richiamiamo l'opportunità di uno stralcio per un ripensamento, atteso che, peraltro, tali aree non corrono alcun pericolo, essendo tutelate ai sensi della legge n. 431 e dalla legge istitutiva specifica del Parco della Mandria.
Non vediamo motivi per andare a creare inutili, ulteriori istituzioni di enti, essendo il problema risolvibile modificando alcuni istituti già esistenti.
Chiediamo all'Assessore di rispondere a queste nostre preoccupazioni.
Faccio ancora presente che gli emendamenti nn. 4 e 5 hanno una rettifica che sto per presentare: uno riguarda il riferimento alla Vauda, che non va inteso in senso di stralcio, ma semplicemente di specificazione, mentre il quinto emendamento riguarda l'annotazione in calce alla scheda n. 74, che attiene alla descrizione delle caratteristiche della Vauda.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Intervengo per esprimere il voto favorevole del nostro Gruppo su queste proposte, e per illustrarne alcune nostre, esplicitate attraverso emendamenti integrativi.
Il primo riguarda un parco sul quale è in atto, fin dall'inizio della legislatura, un grosso scontro fra, da un lato, una parte della popolazione e movimenti ambientalisti, e dall'altro, la restante popolazione in concerto con le Amministrazioni pubbliche. Si tratta del Parco di Fondo Toce, di cui abbiamo tutti sentito parlare e ricevuto decine e decine di sollecitazioni. La nostra opinione è che vada mantenuta la cartografia peraltro allegata sia alla nostra proposta di legge sia a quella della Giunta.
Per meglio precisare, proponiamo una modifica della cartografia di Fondo Toce contenuta nella delibera relativa ai Piani di parco e non alla legge; in pratica, proponiamo la ripresa della cartografia precedente.
Con il secondo emendamento proponiamo di reintegrare nella delibera l'area della Val Sessera, pur concordando con l'Assessore Vetrino che, in caso contrario, si tratterebbe di un'esclusione meno grave di altre, dato che l'area è di proprietà regionale. Riteniamo però che le forti sollecitazioni per la realizzazione di un parco tra i più rilevanti fra quelli che ancora si potrebbero istituire, meritino l'inserimento dell'area nel Piano dei parchi perlomeno come dichiarazione d'intenti, se non come obiettivo specifico di salvaguardia. Si tratterebbe unicamente di dichiarare la volontà di realizzare, nei prossimi 18 mesi, un parco di grande rilevanza per i conseguenti aspetti di valorizzazione ambientale e di promozione dei relativi utilizzi.
Il terzo emendamento riguarda il Monte San Giorgio di Piossasco - per il quale, come qualcuno ricorderà, c'è stata la richiesta d'inserimento nel piano da parte della Provincia di Torino e del Comune di Piossasco - la cui cartografia è facilmente delineabile, trattandosi di un parco già provinciale, per il quale potrebbe essere assunta l'attuale delimitazione.
L'ultima segnalazione, un po' più complessa nella definizione cartografica (eventualmente potrebbe essere verificata con i funzionari competenti) è relativa all'area denominata Valli Ceronda e Casternone.
In Commissione avevamo già avanzato queste proposte e ci eravamo anche detti disponibili a rinunciare a queste integrazioni. La nostra disponibilità era però legata ad un eventuale accordo complessivo secondo il quale si sarebbe dovuto tutti quanti mantener fede al progetto varato in Commissione; se così non fosse ci riterremo liberi di avanzare nostre proposte di modifica e integrazione alla delibera.
Per quanto riguarda le proposte di emendamento avanzate dal collega Picco, vorrei fare alcuni rilevi. Mi pare molto grave la proposta di esclusione dell'area di Stupinigi, poiché in sede di discussione della modifica dei relativi confini venne espresso da tutto il Consiglio l'impegno di realizzare il Parco di Stupinigi. Con la nuova legge sarebbe possibile, utilizzando l'area agricola come area di salvaguardia, risolvere la maggior parte dei problemi relativi al Parco di Stupinigi. In questo senso, una prima verifica l'abbiamo fatta con il collega Penasso l'altra sera: ci sarebbe probabilmente una disponibilità da parte delle stesse Amministrazioni locali.
Non dico nulla sulla vicenda della baraggia di Rovasenda. La baraggia è un'area sfortunata: è un parco che non si riesce mai a realizzare pur essendo uno dei valori naturalistici più in pericolo della nostra Regione vilipeso dalla distruzione progressiva da parte delle risaie, che in Piemonte hanno la capacità di invadere tutto.
Ormai occorrono grandi esperti per riuscire ad individuare la baraggia non la si trova più nemmeno nelle zone formalmente tutelate da vincoli di salvaguardia. Occorrerebbe non solo mantenerne la salvaguardia, ma trasformarla in parco, provvedendo anche alla rinaturalizzazione di alcune aree.
Lascerei al collega Adduci un brevissimo intervento sulle questioni della Vauda e del Parco della Stura, perché mi pare sia uno dei promotori o perlomeno dei sostenitori di entrambi i parchi.
Anche in questo caso ci sono state forti sollecitazioni; riteniamo di dover tenere fede ad impegni che molti colleghi, e noi tutti come Gruppo abbiamo preso con le popolazioni interessate.
Ribadisco che malgrado l'interesse e l'importanza che rivestono per noi gli emendamenti proposti, siamo disposti a discuterne il ritiro se ciò pu semplificare i tempi di approvazione della deliberazione.
Riteniamo fondamentale l'approvazione di questa deliberazione anche se avendo istituito in questi ultimi giorni quasi tutti i parchi per i quali eravamo in ritardo rispetto al precedente Piano, non abbiamo la garanzia in particolare per quello del Po - che vengano approvati dal Commissario del Governo. Senza tale approvazione si vanificherebbe l'intero Piano dei parchi con le relative norme di legge e addirittura la salvaguardia delle varie aree.
Comunque, ci riserviamo di dichiarare il nostro voto alla fine della discussione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, è un peccato che un tema di questa portata e di questo valore sia pressato in un dibattito terminale della nostra legislatura, credo che meriterebbe molto di più. I colleghi Picco e Bresso hanno introdotto elementi di grande importanza, che ci accompagneranno, come filosofia, durante la prossima legislatura.
Il rapporto fra tutela e istituzionalizzazione rappresenta uno dei nodi fondamentali da affrontare; vorrei però suggerire al collega Picco di collegarlo alla valenza forte che la ridefinizione della legge del 1975 attuata il mese scorso, viene a dare alla politica dei parchi.
Ritengo sbagliato demonizzare alcuni elementi di istituzionalizzazione che potrebbero invece costituire positivi momenti di autoprogettualità da parte delle comunità locali nella politica dei parchi.
Il caso, ad esempio, della Vauda, citato e rimesso in discussione dal collega Picco, pone oltre al problema di incontrare il "pesante" soggetto costituito dal Demanio militare di quell'area, il fatto di non riconoscere alcune entità territoriali meritevoli di definizione di parco. Quasi a dire: "Se noi formalizziamo come parchi una serie molto ampia e generalizzata di aree rischiamo di delegittimarne il valore". A mio giudizio è un rischio che possiamo correre. Nel caso della Vauda, per credo si possa lasciare molto alla progettualità locale, che si è attivata forse caso unico - attraverso tutti i Comuni interessati.
Resta aperto, evidentemente, il fatto che nel far sorgere queste iniziative non possiamo in partenza vederle collegate all'esistenza di parchi più forti vicini (il caso della Mandria è significativo). Se facessimo un accorpamento di quel genere non dovremmo togliere spazi a quella che è una volontà reale, genuina, significativa, da cogliere, da non disperdere, da non mortificare, che è l'attenzione che le comunità locali in questo caso hanno ritenuto di dare.
Il provvedimento così com'è giunto in aula, salvo qualche ritocco, è da accogliere in pieno. Sottolineo il buon lavoro che è stato condotto dalla Commissione e il buon apporto iniziale che ha voluto dare l'Assessore.
Stiamo per mettere un'altra tessera del disegno complesso e molto articolato che è la nostra politica dei parchi. Se il tassello di oggi viene menomato attorno a dispute certamente importanti, ma che possono ritardare questo tipo di realizzazione o snaturarla, credo che rischiamo di perdere la dimensione che questa occasione ci offre per portare avanti una politica che ci qualifica. Forse questo decennio verrà ricordato, partendo dal 1975, con la legge dei parchi, quando verrà letta storicamente la vita di questa Regione. I parchi costituiscono l'aspetto saliente di una politica che potrà caratterizzare uno degli elementi forti, qualificanti del Piemonte, della sua comunità, del suo modo di organizzarsi.
Dobbiamo evitare (qualcuno oggi sarà forse un po' addolorato) una certa scomposta polemica verso la politica dei parchi che si fa sempre vedere.
Ricordo per la Vauda un movimento "xenofobo" che raccoglieva firme senza alcun successo perché tutte le comunità avevano capito il discorso, facendo leva su quel limite di una politica prevalentemente vincolistica, ma necessariamente vincolistica con cui era nata all'inizio la politica dei parchi.
A chi ha queste scomposte reazioni diciamo di documentarsi e di aggiornarsi sul livello assai sofisticato con il quale stiamo attuando queste politiche dei parchi che non umiliano e non menomano le progettualità, le esigenze, gli interessi delle comunità locali. Il "partito delle betoniere" probabilmente ne esce sconfitto, ma è questo partito pericolosissimo che non può trovare udienza in un'assemblea elettiva sensibile agli interessi generali della comunità.



SESTERO Maria Grazia



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non è certo per le affermazioni d'uso in un'occasione come questa, ma perché ne sono pienamente convinto, che debbo indirizzare all'Assessore competente il plauso che si merita unitamente ai funzionari che con tanta diligenza hanno seguito fino all'estrema risoluzione tutta la materia che riguarda la risistemazione del territorio su cui incidono parchi o zone dove i parchi possono essere attivati.
Ovviamente in tutto questo contesto la pregnanza dei colleghi Consiglieri, che della questione se ne sono sempre fatta un'ideologia, ha contribuito a dare alla Regione Piemonte un'immagine diversa da quella che si potrebbe avere in riferimento alla questione annosa del territorio da salvaguardare, da proteggere e comunque da riservare a tutela.
Fatta questa premessa, tuttavia non mi rimane che ribadire il concetto più volte espresso in sede consiliare che non ci sia nel tempo una cristallizzazione del territorio che non produce proprio niente, non salvaguarda nemmeno i valori di quei siti che, se fossero stati ancora affidati alla cura dell'uomo, almeno per un'alta percentuale rappresenterebbero qualcosa di concreto. Porto un esempio che è fuori dall'ordine delle questioni direttamente assunte in questa tornata consiliare: a Villarboit, la vecchia garzaia che si ottenne proprio per la specifica azione dell'uomo, del proprietario del sito (si tratta di un pugno di terra boschiva di 100 metri per 100, quindi non di una grossa area), non esiste più, perché attorno alla garzaietta di Villarboit tutta la piantumazione coltivata a pioppeto è stata trasformata in risaia e allora quell'ambiente naturale verso cui le garzette si indirizzavano in una maniera veramente affascinante non c'è più. Mi si raccontava che addirittura un primo piccolo stormo andava a sondare se le condizioni erano rimaste come nel passato e dopo veniva il resto della fauna; quando poi fu scoperto che vi si poteva addirittura fare la caccia fotografica, venne costruita una torre e quindi, per via di questa pratica, aumentò la presenza dell'uomo, ma la speculazione industriale ha fatto andar via quella fauna tanto pregiata, facendola dirottare verso il vicino Parco delle Lame del Sesia.
Questo discorso serve a far capire che non sempre la presenza dell'interesse diretto dei proprietari dei siti è in funzione negativa: bisogna fare in modo che la gente non abbandoni il territorio. Per cui andando ad esaminare ciò che si vorrebbe rinnovare in zona Piano Rosa, in provincia di Novara, dico che sarebbe il caso di stralciare questa zona baraggiva, ma non tanto per adire alle forti richieste dei Comuni che addirittura da qualche anno attendono dal CUR che le loro varianti di Piano regolatore siano attuate e non soltanto perché non esiste più quell'attività agricola che rendeva la baraggia ancora baraggia, quanto perché in tutta quella zona si è sviluppata ormai un'attività di tipo commerciale e industriale tale per cui è necessario che venga liberata da ogni vincolo quanto meno per salvare almeno dei lembi - dico io di baraggia di tipo morenico così come si trova in zona Piano Rosa.
Avete saputo, così come è facile sapere dall'informazione della stampa ma anche per le dirette contestazioni, che cosa si sta inscenando attorno a questo problema: circa tre giorni addietro è stato addirittura incendiato il sito di compostaggio dei rifiuti solidi urbani e non distante da lì c'è una grossa discarica, quindi l'attività economica del luogo, le pressanti richieste di tutti i Sindaci del territorio, gli attentati a strutture esistenti che hanno già creato miliardi di danni. C'è poi l'attuale situazione di tutta la baraggia che, essendo stata abbandonata dai proprietari, è diventato non un bosco, perché se fosse un bosco allora si potrebbe dire che le ragioni per cui si crea un parco sono ancora valide ma hanno creato una sterpaglia che facilmente attira le malvagie intenzioni di coloro i quali appositamente e dolosamente accendono il cerino ed incendiano tutto. Voi sapete che quando il fuoco ha il sopravvento sul territorio, per quanto il terreno sia adatto a certe coltivazioni, i guasti che si creano sono irreversibili. Quindi senza ombra di alcun timore perché si potrebbe pensare che queste richieste siano strumentali ai fini di favorire chissà quale insediamento di natura produttiva, dico che tutto il progetto fin qui portato avanti è cosa egregia. L'auspicio che faccio però è che da qui in avanti la Regione Piemonte, coinvolgendo i Comuni e gli Enti di Stato che vi operano, possa farsi veramente vanto di aver legiferato in termini estremamente positivi, ma questo non deve escludere la necessità di accogliere quelle richieste che darebbero conferma ad una credibilità che ancora deve essere suffragata da atti concreti. Per cui sin da adesso chiedo ai colleghi Consiglieri che hanno a cuore tutta la vicenda che è dentro alla questione dei parchi che per quanto riguarda il Piano Rosa, punto centrale di forti contestazioni e di grosso pericolo per la stessa ideologia della salvaguardia del territorio, diano una mano d'aiuto alla popolazione e ai Sindaci del luogo perché le loro attese non siano vanificate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, anch'io mi rammarico che non possa essere adeguatamente discusso un provvedimento come questo, che avrebbe dovuto richiedere un'approfondita discussione ricollegabile a quella relativa alla modificazione della legge n. 43. Pertanto mi limito ad alcune brevi annotazioni.
Avevo votato a favore della proposta di deliberazione, così come era stata discussa in sede di Commissione, pur non condividendo alcune scelte che la stessa Commissione aveva operato; in particolare, la scelta fatta dalla Commissione di escludere l'area della Val Sessera dalla proposta di deliberazione e poi la riduzione delle aree per quanto riguarda l'Alpe Devero e soprattutto la zona di Fondo Toce (in connessione con altre proposte di legge).
Per quanto riguarda la zona di Fondo Toce ho presentato un unico emendamento che tende - al di là dell'area che mi auguro venga oggi istituita a parco, pur trattandosi di un'area e di una superficie assolutamente irrisoria rispetto all'insieme di valori e bellezze paesaggistiche ed architettoniche esistenti nella zona, con l'esclusione del Montorfano e di tutto il bacino del Lago di Mergozzo - a ricostituire per quanto riguarda le misure di salvaguardia, l'area per la quale era stata posta analoga salvaguardia nel 1985.
Altra scelta che non ho condiviso è quella relativa alla proposta di stralcio di una parte dell'area di Stupinigi, proposta che mi è sembrata subalterna, una volta ancora di più, agli Assessorati dei trasporti dei vari livelli possibili e agli annessi e connessi delle strade, delle superstrade, delle tangenziali, degli svincoli.
Questi aspetti, oltre ad un mancato approfondimento in merito ad altre possibili aree, non mi erano assolutamente piaciuti all'interno dei lavori della Commissione. Su questa deliberazione c'è il mio voto favorevole e l'apprezzamento agli emendamenti che sono stati presentati dalla collega Bresso relativi all'inserimento nuovamente dell'area della Val Sessera.
Sull'area della Val Sessera abbiamo avuto un brutto cedimento del Consiglio: da un lato abbiamo avuto ampie e significative richieste di inserimento di quest'area all'interno delle aree sottoposte a tutela dall'altro lato abbiamo avuto invece una pressione per buona parte non legata al provvedimento, ma a cartografie e problemi fantasiosi, quale quello del divieto di attività venatoria, divieto che già vige sull'area indipendentemente da ogni provvedimento di tutela quale questo.
Esprimo la mia contrarietà all'accoglimento di ulteriori emendamenti che modifichino o riducano il numero e la superficie delle aree per le quali si propone la creazione di aree protette.
Ricordo che, per l'area della Vauda, esiste una proposta di legge, che non è stata esaminata dal Consiglio regionale, firmata da autorevoli esponenti di partiti di maggioranza e di opposizione, cioè dell'Assessore Brizio e dei Consiglieri Tapparo e Adduci. Questa proposta ritengo possa costituire la base, insieme all'apprezzamento favorevole dei Comuni della zona, per tentare un'iniziativa di protezione di un'area con il consenso delle popolazioni. Più volte si è parlato di consenso delle popolazioni, ma pare che ora alcune forze presenti in questo Consiglio regionale vadano anche al di là del consenso delle popolazioni, cioè rifiutino l'inserimento, in una proposta riguardante future aree protette, anche di quelle aree suscettibili di tutela ambientale, per le quali vi è l'apprezzamento delle Amministrazioni locali e di un ampio numero di cittadini. Questo non riguarda solamente la Vauda ma, ad esempio, anche - e questo mi stupisce molto - la proposta di stralcio dell'area del Ponte del Diavolo, più volte oggetto in Commissione di esame e con voto favorevole da parte dell'Amministrazione comunale di Lanzo. Si tratta di un'iniziativa collocata in un contesto particolare, estremamente rilevante anche per la storia e le caratteristiche architettoniche estremamente significative.
C'è anche uno strumento urbanistico vigente che va in questa direzione, che può rappresentare il punto di partenza di questo intervento di tutela.
Altro aspetto, che mi è parso di cogliere nell'intervento del Consigliere Picco, riguarda il rischio della proliferazione di enti e delle procedure di istituzionalizzazione e aumento di enti.
Con la nuova legge abbiamo strumenti nuovi per intervenire per le aree protette, non vi è quindi la necessità di creare nuovi enti di gestione.
Abbiamo approvato meccanismi di accorpamento e alcune aree, quali quella della Stura di Lanzo e del Ponte del Diavolo, si possono certamente aggiungere alle aree che rientrano nell'Azienda parchi suburbani, tenendo conto che la stessa Commissione si è posta il problema della sovrapposizione di una parte dell'area riguardante la Stura di Lanzo con l'area già tutelata dalla legge istitutiva del Parco della Mandria. La perimetrazione che qui giunge - e mi pare sia detto ampiamente nella deliberazione - riguarda solo la parte al di fuori dell'attuale perimetrazione del Parco della Mandria. Non vi è quindi alcuna volontà di aumentare il numero degli enti né di considerare che ognuna di queste aree per le quali oggi si propone la salvaguardia, debba dar luogo ad un nuovo ente di gestione. Sarà compito della futura legislatura esaminare in dettaglio gli aspetti gestionali, le misure di salvaguardia specifiche e la classificazione di queste aree. Questa è una deliberazione di integrazione di un piano parchi, nulla più di questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bara.



BARA Giuseppe

Signor Presidente, capisco che siamo all'ultimo giorno e che il microfono della Regione ha molta eco ai fini elettorali, ma permettetemi di dire che sono molto amareggiato e stupito per l'atteggiamento dei Gruppi DC e PCI.
In VII Commissione si era giunti ad una mediazione ed i Gruppi avevano accettato le proposte che la Giunta aveva modificato. Ora si viene in aula e si propongono emendamenti da una parte e dall'altra.
Era un lavoro che bisognava fare in Commissione, Consigliere Picco, e non qui perché in Commissione il Gruppo democristiano aveva votato con più attenzione e con molta serenità.
Per questi motivi dichiaro indignato che non parteciperò al voto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino per la replica.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, i colleghi che sono intervenuti hanno parlato non soltanto di questioni attinenti al merito della deliberazione, ma hanno toccato argomenti più squisitamente riferiti alla politica e alla filosofia dei parchi quasi come un corollario all'ampio dibattito che abbiamo fatto in occasione della revisione della legge n. 43.
Devo dire che per quanto il dibattito sia stato breve - il Consigliere Ala se ne rammaricava - mi sembra tuttavia che siano stati ancora una volta posti in luce alcuni nodi fondamentali e alcune difficoltà che ancora si frappongono ad un proseguimento della politica dei parchi.
Le Regioni, in generale, in questi anni sono state accusate di non aver applicato la legge n. 431, cioè la pianificazione paesistica dopo la legge n. 431 sembra essere rimasta lettera morta.
Per la verità, la Regione non ha perfezionato il primo programma, che era quello di dare valenza paesistica ai piani territoriali comprensoriali.
Credo però che la politica dei parchi che ci ha obbligato ad individuare le aree e, su queste aree, ad elaborare i piani, ci abbia consentito di non essere inadempienti rispetto alla legge n. 431, se è vero come è vero che noi oggi abbiamo 30 piani d'area che sono considerati 30 piani paesistici riconosciuti dal Governo, validi ai sensi della legge n. 431. Quindi non sta a me dire quello che è stato fatto o quello che non è stato fatto, ma ritengo che dal lato della pianificazione paesistica, attraverso questa individuazione di aree protette, siamo riusciti a salvaguardare sul nostro territorio alcune porzioni significative che ci fanno rimanere tranquilli nei confronti della legge n. 431.
Martedì parteciperò ad una riunione delle Regioni attorno ai temi della legge n. 431 e vi assicuro che vi partecipo assolutamente tranquilla di aver adempiuto, se non a tutti, a molti degli obiettivi della legge di pianificazione paesistica introdotta nel 1985.
Un altro argomento che mi sembra di poter considerare dopo molti anni di questa politica di difficoltà, ma anche di soddisfazione, è che come Amministrazione regionale dobbiamo constatare un diverso atteggiamento delle Amministrazioni locali nei confronti della politica dei parchi. A me sembra che sia radicalmente cambiata l'opinione, l'atteggiamento e la disponibilità delle Amministrazioni locali perché è anche cambiata l'opinione pubblica che chiede di più rispetto a questi tempi. Dunque, le Amministrazioni sono invogliate a dare di più e questo credo sia un atteggiamento da registrare con grande soddisfazione perché c'è un unisono nelle valutazioni che facciamo sulla pianificazione paesistica e sull'esigenza di andare avanti nella pianificazione.
Ritornando allo specifico della questione odierna, cioè sulla nostra terza integrazione e in particolare agli emendamenti che sono stati proposti, vorrei collocare innanzitutto questi emendamenti in un discorso più generale. Credo che i Consiglieri abbiano constatato, taluni apprezzato, altri meno, un orientamento generale della Giunta. In questi giorni, in cui molti provvedimenti sono arrivati in porto, l'atteggiamento della Giunta è stato quello di rispettare il lavoro delle Commissioni che hanno lavorato in condizioni politiche e temporali non facili e quindi di non collocarsi in modo per certi aspetti arrogante come qualcuno ha voluto dire. Penso invece che sia stato un atteggiamento corretto non solo per rispettare il lavoro delle Commissioni, ma anche per garantire con celerità la conclusione di questi lavori.
Per quanto riguarda le ragioni di merito devo dire che il mio parere è negativo nei confronti degli emendamenti che sono stati presentati vuoi dalla DC per conto del Consigliere Picco vuoi dal PCI per conto del Consigliere Bresso. Ragioni di merito perché, a questo punto, nell'ultima seduta del Consiglio, mi sembrerebbero inopportune discriminazioni che non fossero sufficientemente motivate dal lato ambientale, naturalistico e paesistico in generale. Quindi, ritengo che intervenire con aggiunte o con sottrazioni, in questo momento non sarebbe molto corretto.
Non posso non dire alcune cose per quanto riguarda l'area di Stupinigi.
Quella di Stupinigi è un'area delicata, difficile, è un'area che ha visto il contrasto permanente della Regione con l'Amministrazione dello Stato.
Come ha ricordato il collega Picco noi assumemmo un provvedimento (non ricordo bene se è stato nella scorsa legislatura o addirittura in quella precedente ancora) che fu bocciato dal Governo. Il nostro nuovo provvedimento invece aveva incontrato l'approvazione della Sovrintendenza.
E' vero che su quest'area esistono dei vincoli che sono sanciti dalla legge n. 431, dalla legge n. 1497 e dalla legge n. 1089, ma l'obiettivo che noi ci proponiamo attraverso l'istituzione a parco è molto più grande: è quella di assicurare ad un complesso ambientale straordinario, sia sotto il profilo naturalistico che sotto il profilo architettonico, non solo una tutela, ma anche la possibilità di diventare un momento pubblico di fruizione, non soltanto per ciò che riguarda la Palazzina. Il parco finisce per diventare un'esigenza per questa Palazzina perché diventi effettivamente un momento generale di fruizione turistica e culturale. Non dimentichiamo poi che quando parliamo dell'area parco non parliamo soltanto della proprietà dell'Ordine Mauriziano, ma di una proprietà molto più allargata. Noi abbiamo assunto un provvedimento di stralcio con il quale abbiamo individuato un territorio rispetto al quale abbiamo anche voluto introdurre delle azioni di tutela e quando qualcuno da questi banchi paventava certe possibilità speculative, attraverso la costruzione di questa struttura sanitaria così importante, una delle rassicurazioni date dalla Giunta era stata la seguente: non abbiamo alcun timore rispetto a quest'area, perché si tratta di un'area a parco e comunque qualunque intervento dovrà fare i conti con la legge istitutiva del parco.
A questo punto non mi rimane altro che essere definitiva - e mi dispiace perché non è nel mio carattere e nel mio metodo - rispetto alle richieste che vengono proposte, perché ritengo molto più corretto e dignitoso da parte del Consiglio accettare, come peraltro proponeva il collega Tapparo, questa delibera nella sua interezza così come proposta dalla Giunta regionale, con le correzioni, numerose, che sono intervenute in sede di Commissione consiliare e rispetto alle quali la Giunta ha dimostrato grande disponibilità, grande attenzione e grande condiscendenza.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame del dispositivo della proposta di deliberazione n.
1343.
Sono stati presentati i seguenti emendamenti.
1) Emendamento presentato dai Consiglieri Carletto, Picco, Olivetti e Ratti: nella parte dispositiva al punto a), dopo "Piano stesso", aggiungere dopo "urgenza": "2) l'area Parco - Castello di Stupinigi trattandosi di area già protetta in parte con vincolo paesaggistico (legge 29/6/1939 n. 1497) e come oasi di protezione (L.R. n. 60/79, art. 8), ed essendo totalmente di proprietà dell'Ordine Mauriziano, precedenti leggi istitutive non sono state approvate dal Governo e potranno essere oggetto di accordi e/o trattative con la Regione per eventuali programmi di fruizione pubblica".
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Carletto, Picco, Olivetti e Ratti: nella parte dispositiva al punto c) eliminare il n. 25 e poi: "Parco - Castello di Stupinigi (in riduzione al fine di consentire la realizzazione della viabilità complementare alla tangenziale di Torino)".
3) Emendamento presentato dal Consigliere Ala: al settimo comma, lettera c), del dispositivo della deliberazione sono soppresse le parole: "57" "Fondo Toce" (righe 7/8, lett., c) "Fondo Toce" (riga 15, lett., c).
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Carletto, Picco, Olivetti e Ratti: nella parte dispositiva al punto c) eliminare da "Stura di Lanzo" a "Ponte del Diavolo".
5) Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Biazzi, Adduci e Valeri: inserire nelle aree incluse nel Piano regionale dei parchi l'intera area già proposta per il Parco di Fondo Toce nel progetto di legge n. 84 del 20/3/1986 (Biazzi ed altri) di cui viene assunta la cartografia.
6) Emendamento presentato dal Consigliere Picco: all'ottavo comma eliminare i punti: 1) Parco - Castello di Stupinigi 10) Baraggia di Rovasenda all'undicesimo comma eliminare i punti: 5) Ponte del Diavolo 6) Stura di Lanzo aggiungere al punto 7) Vauda, la seguente frase in parentesi: "(zona di salvaguardia istituibile con deliberazione del Consiglio regionale)" al dodicesimo comma, dopo "proprietà regionale", aggiungere "il Parco Castello di Stupinigi di proprietà dell'Ordine Mauriziano e la Baraggia di Rovasenda di proprietà del Demanio Militare", e sopprimere le parole da "peraltro" a "Piano" al tredicesimo comma: rettifiche di coordinamento al sedicesimo comma: rettifiche di coordinamento.
7) Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Adduci e Valeri: inserire nelle aree incluse nel Piano regionale dei parchi il Bosco di Monte San Giorgio di Piossasco n. 142, tab. 1.
8) Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Adduci e Valeri: inserire nelle aree incluse nel Piano dei Parchi la Val Sessera n.
183, tab. 1, scheda n. 69.
9) Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Adduci e Valeri: inserire nelle aree incluse nel Piano regionale dei parchi l'area denominata Valli Ceronda e Casternone (prov. TO).
10) Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Adduci, Valeri: inserire nelle aree incluse nel Piano regionale dei parchi tutte le aree indicate con la lettera d) nella tabella 1 della delibera (aree proposte dalla Giunta regionale e rinviate a nuovo esame dal Consiglio).
11) Emendamento presentato dai Consiglieri Masaracchio e Minervini: stralciare dal Piano regionale dei parchi e delle riserve naturali Terza integrazione il Pian del Rosa - scheda n. 58.
12) Emendamento presentato dal Consigliere Picco: nella scheda 74 (Vauda) al punto: "Proposta di tutela" sostituire "Parco naturale" con "Zona di salvaguardia ai sensi della L.R. n. 43/75 con le modifiche votate dal Consiglio regionale il 15/2/1990".
Ha chiesto la parola il Consigliere Ferro. Ne ha facoltà.



FERRO Primo

Vorrei capire qual è l'orientamento della DC rispetto agli emendamenti presentati, anche perché la nostra determinazione politica rispetto agli emendamenti da noi presentati è anche condizionata dalle posizioni che assume la DC: se ritira in parte gli emendamenti, se li ritira tutti, se li mantiene.
Sarebbe opportuno questo chiarimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Nel mio intervento intendevo sostanzialmente sostenere le stesse tesi dell'Assessore Vetrino. Ha parlato degli emendamenti del Gruppo democristiano e del Gruppo comunista. Non le faccio alcuna ammenda per avere dimenticato che ve ne era anche uno mio. Dal mio punto di vista, come ho detto, pur non considerando del tutto soddisfacente il risultato raggiunto in Commissione, vi è la disponibilità ad un ritiro degli emendamenti all'interno di un ritiro contestuale di tutti gli emendamenti e all'approvazione, così com'è, della deliberazione, che mi pare rappresenti in senso complessivo, generale, istituzionale (al di là dei miei desideri personali) un punto di approdo ampiamente significativo per questo Consiglio che porta a conclusione un percorso unitario in materia di tutela ambientale che ha avuto inizio con gli interventi per il riequilibrio faunistico e la nuova legge sui parchi.
Ho sempre ritenuto che nel campo della tutela ambientale e delle aree protette questa unanimità, pur all'interno di ampie sfumature ed atteggiamenti diversi, fosse un valore significativo sia per la nostra istituzione, sia per la comunità piemontese. Lasciare questo, oggi all'ultimo giorno della nostra legislatura, come punto di incontro per la legislazione futura cui spetterà l'attuazione di questa deliberazione (mi auguro con maggiore rapidità, e integralmente, di quanto non si sia fatto in questa legislatura) ritengo sia la cosa migliore che noi possiamo fare tranquillizzando così il Presidente della VII Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Colgo l'invito del Consigliere Ferro di un pronunciamento a nome del Gruppo che credo di dovere esplicitare con tutta chiarezza. Che all'interno delle nostre proposte vi siano degli atteggiamenti di riduttivismo o di retroguardia rispetto alle posizioni delle politiche ambientali, credo sia contraddetto da tutta l'impostazione che sia nelle politiche generali, sia nel merito, il Gruppo DC ha tenuto non solo su questa vicenda, ma anche sulla recente conclusione della vicenda del Parco del Po.
Quindi, tanto per essere coerenti, senza andare ad aggiungere cose sulle quali già la Commissione aveva accettato lo stralcio (tipo Val Sessera e Fondo Toce), noi sugli emendamenti del Gruppo comunista siamo d'accordo. Quindi, se la Giunta è d'accordo ad accettarli, noi siamo pienamente consapevoli che le proposte hanno carattere di positività e quindi di arricchimento del contenuto di tutela.
Non siamo d'accordo su un semplicismo che continua a reiterarsi, non so con quale responsabilità rispetto sia alle istituzioni regionali, sia alla struttura. Semplicismo secondo il quale percorsi che non hanno condotto nei dieci anni passati a dei risultati devono continuare ad essere i percorsi da seguire. Quindi, non vediamo proprio perché si debba continuare ad insistere su ipotesi di socializzazione che sappiamo benissimo che non saranno perseguibili o perlomeno non lo saranno con il tipo di provvedimenti che continuiamo ad assumere.
Noi non abbiamo nulla contro la tutela delle sponde dei fiumi, della Stura, della Vauda, ecc., chiediamo semplicemente che vi sia un confronto di merito su questi provvedimenti. Siamo stufi di dover insistere su aspetti sui quali, ripeto, non ci dividono assolutamente né la qualità n la quantità delle aree da tutelare, ma semplicemente percorsi e strumenti rispetto ai quali conseguire queste tutele. Quindi, o la Giunta ritiene di dover avere un confronto di merito su tale questione, oppure ciascuno vota i propri emendamenti, ma se il Gruppo comunista insiste sulle sue proposte salvo una verifica che noi possiamo fare, non abbiamo nulla in contrario a che si acceda all'ipotesi di ampliare queste aree.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Ho già spiegato i motivi per cui la Giunta non ritiene di dover accogliere in toto gli emendamenti che sono stati proposti, sia per questioni di metodo che per questioni di merito, a questo punto.
Figuriamoci se non sarei d'accordo di inserire le aree che vengono proposte come nuove aree da tutelare, ma sappiamo benissimo che questo non è possibile perché le aree, per essere inserite, hanno bisogno della consultazione e del confronto di tutti i soggetti interessati. Queste aree possono essere inserite tra le aree di futura valutazione, così come abbiamo detto per altre aree, affinché possano essere inserite in futuro nel piano. In questo momento posso accogliere la sollecitazione, ma non potrei evidentemente trascriverle pari pari nella deliberazione che abbiamo sottomano. Quindi, ripeto, la Giunta non è d'accordo su questi emendamenti.
Sul primo emendamento relativo a Stupinigi ho già detto quello che penso io e che pensa la Giunta, tenendo conto della storia lunga e difficile che è stata vissuta attorno a questo territorio. Devo anche dire che uno degli orientamenti della nuova politica paesistica è quello di eliminare le difficoltà di raccordo che vi sono state in questi anni tra Sovrintendenze e Regioni. A questo proposito noi abbiamo iniziato, proprio con la Sovrintendenza dei Beni monumentali del Piemonte, un raccordo molto stretto che ha visto anche dei progetti comuni avviati e che può vedere proprio in relazione a Stupinigi un altro momento di raccordo significativo. Infatti questo parco rimarrà, per la parte di competenza della Sovrintendenza, di esclusiva gestione della stessa (mi riferisco evidentemente al Castello e alle aree adiacenti). Viceversa per quanto riguarda l'area naturalistica del parco, in un raccordo stretto con la Sovrintentenza, ci sarà una gestione collegata che consentirà allo stesso di diventare parco pubblico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Signor Presidente, mi dispiace che spezzoni di dibattito intervengano in fase di votazione, tuttavia ritengo opportuno fare una precisazione per definire un rapporto che deve essere di estrema chiarezza e perché non si introducano elementi di confusione.
Il Consigliere Picco ha sottolineato la necessità di un confronto generale non di metodo, ma di merito sulle singole proposte avanzate. A me pare che in Commissione le occasioni per un confronto di merito siano state sviluppate ampiamente e in quella sede abbiamo avuto modo di definire delle scelte che noi ritenevamo, allo stato degli atti del dibattito sviluppatosi in Commissione, consolidate.
Oggi ci si trova di fronte ad emendamenti presentati dai Gruppi PCI e DC rispetto ai quali ci si pone la questione di ritornare al merito. Non so fino a che punto in questa fase sia possibile un ritorno al merito, anche perché su alcune questioni probabilmente la discussione durerebbe sino a mezzanotte. Posso anche accettare un indirizzo che dice che su Stupinigi è possibile definire una convenzione-accordo, però questo non inficia il discorso della salvaguardia, perché probabilmente la salvaguardia introduce ancora di più la possibilità di definire un accordo. Chiusa la parentesi sul merito per quanto riguarda Stupinigi, ritengo che a questo punto le carte debbano essere messe in tavola nel modo dovuto.
Noi dichiariamo formalmente che se il Gruppo DC ritira i propri emendamenti noi ritireremo i nostri e diventa quindi più chiaro non solo il rapporto che si stabilisce tra DC, Giunta e Gruppo comunista, ma anche il rapporto costruito insieme in Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Il Gruppo DC, che ha approvato il provvedimento in VII Commissione, con gli emendamenti presentati ha tentato di porre dei problemi che non sono complessivi rispetto al disegno che la Giunta sta portando avanti. Quindi nel merito complessivo del progetto di aree da tutelare siamo d'accordo e pertanto non rimettiamo in discussione nulla.
Assessore Vetrino, noi abbiamo posto dei problemi nel merito. Mi rendo conto che siamo a poche ore dalla fine della legislatura e quindi se avessimo più tempo potremmo approfondirli meglio e potremmo forse trovare anche soddisfazione in ordine a questioni che sono state poste (perché fare dei parchi sulle sponde dei fiumi mi sembra una politica di tutela che ha degli spazi sui quali ci si può confrontare), ma noi abbiamo il senso delle istituzioni, soprattutto il senso della maggioranza e come sempre dimostriamo ancora una volta con disponibilità e con senso di responsabilità che comunque nel merito di queste questioni ci ritroveremo nella prossima legislatura. I problemi non si risolvono con questo provvedimento. Questo è uno scenario iniziale.
Sappiamo peraltro che la legge di modifica generale sui parchi non è ancora stata approvata dal Governo, quindi non ci sono neanche le condizioni oggi per agganciarci a quella legge.
Noi ritiriamo tutti gli emendamenti, rimandando nel merito di ogni singola scelta alla prossima legislatura, nella quale si potrà entrare nel merito e vedere quali saranno gli strumenti più opportuni per una politica di tutela e di salvaguardia seria, condivisa da quest'aula e dalla gente.
Quindi, come ho avuto occasione di dire questa mattina all'Assessore Maccari per quanto riguarda il settore socio-sanitario, la stessa considerazione finale la svolgo al Vicepresidente Vetrino dicendo che la prossima legislatura sarà l'occasione per definire in modo puntuale e preciso ogni pezzo del mosaico che con questo provvedimento viene proposto.
Ci rammarichiamo per non essere potuti entrare nel merito delle nostre proposte, che non sono strumentali, ma sono proposte che tra l'altro hanno anche dei riferimenti al passato perché su Stupinigi non è la prima volta che la Regione tenta di esercitarsi e mi pare che questi esercizi su Stupinigi nel passato non abbiano avuto esiti favorevoli. Non vorrei che alla fine corressimo il rischio di essere velleitari.
Pertanto il Gruppo DC ritira gli emendamenti presentati e voterà il provvedimento rimandando nel merito alla prossima legislatura.



ALA Nemesio

Anche la Lista Verde ritira l'unico emendamento presentato.



PRESIDENTE

Pertanto gli emendamenti presentati dai Gruppi DC, PCI e Lista Verde si intendono ritirati.
La parola al Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

Dichiaro di essere perplesso di fronte a questa ritirata generale perché oltretutto gli strumenti che andiamo a votare creano dei vincoli e si è stabilito che gli stessi non hanno più la durata di cinque anni come nel passato, rinnovabili quasi automaticamente, ma per tre anni con un possibile rinnovo di diciotto mesi, determinato dalla richiesta pressante di tutti a che la Giunta si assuma l'onere di intervenire direttamente onde evitare che ci siano quelle lunghe attese che poi determinano ciò che io malamente ho denunciato.
Se ciascuno di voi che avete la grande filosofia dei parchi, alla quale io aderisco da un po' di tempo a questa parte, fosse andato sul territorio a constatare che cosa è accaduto delle aree vincolate, si sarebbe accorto che l'abbandono sconsiderato da parte dei proprietari ha creato delle condizioni vergognose, per cui non esiste più quella condizione per la quale si era giustamente determinato di vincolare l'area a parco.
Signor Presidente, devo anche giustificare il motivo per il quale mantengo il mio emendamento contrariamente a quanto hanno fatto gli altri colleghi.
Collega Ala, tu che affermi che non bisogna tenere conto dell'opinione pubblica e dell'utenza locale, rispetto alla forte opposizione dell'economia locale e di tutti i Comuni per il Piano del Rosa, dove tre giorni fa è stato incendiato un silos di compostaggio e dove a distanza di pochi chilometri c'è la megadiscarica di Ghemme, che è indicato come il Comune che ha voluto quel parco, che senso ha il parco nel Piano del Rosa? Che senso ha riproporre questo parco senza una revisione dei confini in funzione dei Piani regolatori che i Comuni da cinque anni attendono? Non si può fare il giochino delle cose che piacciono, occorre intervenire positivamente perché la politica dei parchi sia largamente accettata ed acquisita come un fatto concreto dell'amministrazione pubblica in difesa del territorio e dei suoi interessi.
Mantengo l'emendamento dopodiché ciascuno si assumerà le proprie responsabilità di fronte all'opinione pubblica e non è un discorso elettoralistico perché il mio partito non è in condizioni di fare incetta di voti grazie a questi mezzucci.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Ribadisco che il Gruppo comunista ritira i propri emendamenti. Ci confronteremo nel merito degli stessi quando queste tematiche saranno affrontate.
Voglio solo rimarcare un fatto che mi pare degno di nota a fine legislatura. Molte delle proposte da noi presentate, accolte dalla Giunta ed incluse nelle aree da tutelare, derivano direttamente dal basso rispecchiano cioè la volontà dei Comuni di avere norme di tutela sul territorio. Mi pare un fatto significativo che testimonia l'aumentata sensibilità ambientale dei Comuni stessi e questo lascia ben sperare per il futuro. Il Parco del Ponte del Diavolo e il Parco della Stura di Lanzo, ad esempio, nascono proprio da precise volontà provenienti da Comuni e da associazioni.



PETRINI Luigi



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'emendamento n. 11) presentato dai Consiglieri Masaracchio e Minervini.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli e 39 contrari.
Ha chiesto la parola per un chiarimento di carattere giuridico il Consigliere Biazzi. Ne ha facoltà.



BIAZZI Guido

Può darsi che il mio intervento non abbia molto fondamento, credo comunque sia opportuno che una risposta venga data prima della votazione sull'intero testo della deliberazione. Io non ho avuto il tempo di chiedere all'Assessore Vetrino un chiarimento sul quesito che pongo adesso. Noi abbiamo approvato la nuova legge generale sui parchi - che è stata vistata oggi o al massimo lo sarà domani da parte del Commissario del Governo la quale all'art. 42 abroga la L.R. n. 43/75 da cui trae origine la deliberazione ora in esame.
Qualche dubbio mi sorge proprio per l'incrociarsi - anche temporale di normative contrastanti che potrebbero far sorgere dei problemi sulla validità e imperatività della deliberazione che stiamo assumendo.
Pertanto avanzo una proposta immediata di carattere operativo per limitare questi rischi, ovvero - appena approvata la deliberazione - di darne l'immediata esecutività. Con questa deliberazione e con una legge che praticamente ha abrogato la legge n. 43, il rischio è che sorga un contenzioso più o meno vasto. Se è vero che la legge n. 43/75 prevede che il Piano dei parchi entri in vigore dalla data di approvazione del Consiglio regionale, non so se poi ci sono altre procedure, tipo modifiche o cose del genere, che difficilmente potranno essere compiute entro la giornata di domani.
Chiedo pertanto un chiarimento anche perché credo che questo serva a scoraggiare una parte dell'eventuale contenzioso. Mi pare un problema non di scarso rilievo ed è per questo che mi sono permesso di sottoporlo all'attenzione del Consiglio e in particolare della Giunta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

La preoccupazione del Consigliere Biazzi è fondata ed è stata preoccupazione anche nostra, dobbiamo prestare attenzione che questi provvedimenti abbiano un seguito e non provochino ulteriori difficoltà.
Fino a quando la legge non verrà vistata dal Governo - anche se penso venga approvata - non sarà neppure abrogata la legge n. 43/75. Pertanto fino alla promulgazione da parte del Presidente della Giunta della nuova legge, sarà valida la legge n. 43/75, il cui art. 3 recita che la salvaguardia entra in vigore dalla data di approvazione del piano medesimo quindi ritengo che noi siamo tutelati e salvaguardati, perché apriamo l'azione di salvaguardia che parte da oggi. In questo momento noi non applichiamo i 18 mesi a quelle aree che abbiamo individuato come reiterate ma applichiamo i cinque anni; nel momento in cui entrerà in vigore la nuova legge subentrerà quest'ultima. Pertanto non sarei d'accordo nel procedere all'immediata esecutività, per evitare quei pericoli che sempre si frappongono quando si assume un provvedimento con l'immediata esecutività.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione nel testo originario la proposta di deliberazione n. 1343, che verrà trascritta nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 41 voti favorevoli e 3 astensioni.


Argomento: Nomine

Esame proposta di deliberazione n. 1410: "Individuazione ai sensi dell'art. 4 della L.R. 18/2/1985 n. 10, di associazioni, enti ed istituti titolari di potere di designazione per il Consiglio regionale dei minori"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1410.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti.


Argomento: Nomine

NOMINE


PRESIDENTE

Il punto 78) all'o.d.g. reca: "Nomine".
Si distribuiscano le schede per le seguenti nomine.
Centro agroalimentare di Torino CAAT S.p.A. - Consiglio di amministrazione - Nomina rappresentante in sostituzione del signor Gian Antonio Romanini dimissionario.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Dichiaro non valida la votazione non avendo il signor Gian Luigi Cerlini riportato voti sufficienti.
Collegio dei Revisori dei Conti dell'USSL IX di Torino - Nomina di un membro in sostituzione del signor Aldo Pedussia dimissionario.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Andrea Maria Antro.
Collegio dei Revisori dei Conti dell'USSL n. 35 di Giaveno - Nomina di un membro in sostituzione del signor Francesco Chirico dimissionario.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Michele Bellantonio.
IPLA S.p.A. - Collegio sindacale. Nomina di un Sindaco effettivo in sostituzione del signor Casavecchia dimissionario.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Narciso Dirindin.
Pongo in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
Co.Re.Co. - Sezione decentrata di Verbano-Cusio-Ossola. Nomina di un membro supplente in sostituzione della signora Silvana Fragapane dimissionaria.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Alessandro La Monaca.
Consiglio scolastico provinciale di Vercelli - Nomina di un componente in sostituzione della signora Simonetta Vella dimissionaria.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Luigi Carrara.
Comitato tecnico-scientifico di supporto alla politica dei parchi Nomina di un esperto zoologico in sostituzione del signor Mario Zunino dimissionario.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Antonio Rolando.
Comitato tecnico regionale per l'attuazione del DPR n. 915/82 Nomina di un esperto naturalista in sostituzione del signor Giuseppe Gamba dimissionario.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletta la signora Franca Fassio.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame progetto di legge n. 632: "Disciplina dello stato giuridico e del trattamento economico del personale regionale in attuazione dell'accordo relativo al Contratto Nazionale di Lavoro per il triennio 1988/1990" (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo all'esame del progetto di legge n. 632, di cui al punto 85) all'o.d.g.
Comunico al Consiglio che la Commissione per il personale ha chiuso i lavori sul provvedimento relativo al recepimento del nuovo contratto di lavoro con la presentazione di alcuni emendamenti che la Presidenza ha immediatamente provveduto a far distribuire a tutti i Consiglieri.
Gli emendamenti si riferiscono all'art. 1 e all'art. 38.
Passiamo pertanto all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Santoni e Majorino: al terzo comma, prima riga, dopo la parola "applicazione" e prima delle parole "nei confronti", si aggiunge il seguente inciso: ", nei limiti ed in armonia delle rispettive competenze,".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 1 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 20 è approvato.
ART. 21 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 22 è approvato.
ART. 23 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 23 è approvato.
ART. 24 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 24 è approvato.
ART. 25 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 25 è approvato.
ART. 26 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 26 è approvato.
ART. 27 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 27 è approvato.
ART. 28 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 28 è approvato.
ART. 29 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 29 è approvato.
ART. 30 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 30 è approvato.
ART. 31 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 31 è approvato.
ART. 32 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 32 è approvato.
ART. 33 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 33 è approvato.
ART. 34 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 34 è approvato.
ART. 35 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 35 è approvato.
ART. 36 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 36 è approvato.
ART. 37 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 37 è approvato.
ART. 38 - Sono stati presentati i seguenti emendamenti.
1) Emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Majorino e Santoni: il quinto comma è sostituito dal seguente: "Per la Regione e per gli enti ad essa strumentali il provvedimento amministrativo di cui al comma quarto è adottato dalla Giunta regionale sentiti l'Ufficio di Presidenza e la competente Commissione del Consiglio regionale".
2) Emendamento presentato dal Consigliere Avondo: al quinto comma, dopo le parole "è adottato", sostituire "dalla Giunta regionale" con "dal Consiglio regionale" e, quindi, abrogare la frase "previo parere, al Consiglio regionale".
3) Emendamento presentato dal Consigliere Avondo: al quinto comma, dopo le parole "previo parere", aggiungere le parole "dell'Ufficio di Presidenza e".
4) Emendamento presentato dal Consigliere Bara: il punto 4) è sostituito nel modo seguente: "In relazione a quanto previsto dai precedenti commi, ai dirigenti è corrisposta dall'1/10/1990 la seguente indennità di funzione nelle misure sottoindicate: a) I Qualifica Dirigenziale con responsabilità di struttura o di progetto: Coeff. 0.8 b) I Qualifica Dirigenziale in posizione di ricerca o di studio: Coeff.
0.4 c) I Qualifica Dirigenziale senza responsabilità di struttura o di staff: Coeff. 0.1 d) II Qualifica Dirigenziale con funzione di coordinamento: Coeff. 1 e) II Qualifica Dirigenziale con responsabilità di struttura o di progetto: Coeff. 0.8 f) II Qualifica Dirigenziale in posizione di ricerca o di studio: Coeff.
0.4 g) II Qualifica Dirigenziale senza responsabilità di struttura o di attività di staff: Coeff. 0.1".
Ha chiesto la parola l'Assessore Brizio. Ne ha facoltà.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Su questo punto è bene chiarire le cose. Nel testo originario era stato previsto genericamente un atto amministrativo successivo senza andare a precisare se la competenza era del Consiglio o della Giunta. In Commissione è emersa l'opportunità che venisse sentita la Commissione e si è predisposto il testo che è giunto in aula. Nella discussione odierna però è stato riproposto il problema ed è stato affrontato in modo più chiaro; si è quindi precisato che non è un parere quello che si chiede, nell'emendamento concordato infatti si dice "di sentire la Commissione e l'Ufficio di Presidenza", ma si chiarisce bene che la competenza dell'atto deliberativo è della Giunta.
L'emendamento del Consigliere Bara propone di entrare subito nel merito, ma questa ipotesi nella seduta di ieri della Commissione era stata esclusa perché, a giudizio principalmente della Commissione, stiamo attraversando una fase che esige un certo approfondimento ed anche perch esiste la delibera di istituzione dei Servizi che deve essere attuata ed infine perché la decorrenza di questo provvedimento è comunque l'1 ottobre.
La proposta del Consigliere Bara è indicativa e può essere tenuta presente nel merito come suggerimento operativo successivo, come raccomandazione, ma non può essere recepita al momento se non contraddicendo lo spirito di quanto la Commissione ieri ha determinato e che in qualche modo è superato dall'emendamento concordato fra i vari Gruppi e non proposto dalla Giunta che invece aveva indicato l'atto amministrativo. L'emendamento concordato fra i Gruppi al quale si è pervenuti nell'incontro odierno indica la competenza della Giunta, sentiti la Commissione e l'Ufficio di Presidenza.
L'emendamento del Consigliere Avondo ripristina la posizione originaria del Gruppo comunista che però dovrebbe essere superata dall'emendamento.
Chiaramente si pone in contrapposizione ad una proposta di accelerazione richiamando la competenza del Consiglio. Sono due emendamenti che si elidono, ma deve prevalere l'opinione di approvare l'emendamento concordato. Ritengo quindi opportuno che gli emendamenti sottoscritti dai Consiglieri Avondo e Bara vengano ritirati, pur dichiarando che verrà tenuto conto delle indicazioni che sottendono a livello di raccomandazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bara.



BARA Giuseppe

Sono disposto a ritirare l'emendamento che viene accolto come raccomandazione, vorrei però che l'Assessore assumesse un impegno concreto rispetto ai tempi.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Al più presto possibile, comunque nel rispetto dei regolamenti.



BARA Giuseppe

D'accordo, ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Dichiaro di ritirare i due emendamenti che avevo predisposto anche perché lo spirito del primo è stato totalmente recepito dall'emendamento concordato con gli altri Gruppi e l'altro (il primo dei due emendamenti) come correttamente ha detto l'Assessore Brizio, tendeva ad elidere l'emendamento presentato dal Consigliere Bara nel senso che i meccanismi e gli atti successivi che dovranno essere determinati saranno quelli che la Giunta valuterà con i passaggi che sono previsti all'interno dell'emendamento proposto. Da questo punto di vista credo che temporalmente sia difficile definire adesso quali saranno questi tempi che anch'io mi auguro siano i più brevi possibili, stante comunque il fatto che queste norme entreranno in vigore l'1/10/1990.
Ritiro quindi i due emendamenti da me presentati.



PRESIDENTE

Gli emendamenti nn. 2), 3) e 4) sono pertanto ritirati.
Pongo in votazione l'emendamento n. 1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
Si proceda votazione per appello nominale dell'art. 38 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 38 è approvato.
ART. 39 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 39 è approvato.
ART. 40 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 40 è approvato.
ART. 41 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 41 è approvato.
ART. 42 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 42 è approvato.
ART. 43 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 43 è approvato.
ART. 44 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 44 è approvato.
ART. 45 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 45 è approvato.
ART. 46 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 46 è approvato.
ART. 47 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 47 è approvato.
ART. 48 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 48 è approvato.
ART. 49 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 49 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Bilanci preventivi - Variazioni di bilancio

Esame progetto di legge n. 620: "Terza variazione alla L.R. 29/1/1990, n. 4 'Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1990'"


PRESIDENTE

Conseguentemente alla legge appena approvata è stato presentato il progetto di legge n. 620, di cui al punto 84) all'o.d.g., inerente la terza variazione al bilancio 1990 che semplicemente stabilisce che lo stanziamento del capitolo relativo al personale è di 36 miliardi.
La relazione del Consigliere Santoni viene data per letta.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Avondo.
Ne ha facoltà.



AVONDO Giampiero

Il voto del Gruppo comunista su questa legge sarà positivo così come lo è stato sulla precedente. Desidero però sottolineare un aspetto che nella bagarre finale rischia di non far comprendere le cose: la sospensione dell'esame dei provvedimenti sul personale che era stata richiesta oggi dal Gruppo comunista è servita ad introdurre due elementi che a valutazione dei colleghi che hanno partecipato all'incontro non erano privi di fondamento.
Ho spiegato prima lo spirito con cui si è andati alla predisposizione del disegno di legge precedente (il n. 632): la fase di accelerazione dell'esame in Consiglio aveva portato ad avere dubbi sulla legittimità.
L'emendamento che abbiamo portato all'art. 1 consente a nostro parere, ma anche a quello dei colleghi e della Giunta, il superamento di quella ipotesi, è quindi per questa ragione che abbiamo votato e voteremo ancora a favore.
La gatta frettolosa fa i gattini ciechi e in questo caso siamo riusciti a non farli fare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni per dichiarazione di voto.



SANTONI Fernando

Signor Presidente e colleghi, il nostro voto su questo provvedimento come per il precedente è un voto favorevole. Questa legge di variazione introduce in entrata e in uscita 36 miliardi e si fonda sul parere di congruità finanziaria che il Consiglio dei Ministri ha già dato per questo nuovo contratto. Noi ci auguriamo, esprimendo la soddisfazione di poter recepire in questo fine legislatura il nuovo contratto per i dipendenti regionali, che, oltre al parere di congruità, anche la copertura con il concreto da parte del Governo sia totale e non parziale. Se così non fosse si aprirebbe per il bilancio della Regione un ulteriore appesantimento che certamente la Regione dovrà fronteggiare con risorse proprie, ma che metterà ancor più in difficoltà le finanze regionali. Quindi credo che estrema attenzione debba essere data alle fasi successive al recepimento di questo contratto ed al voto di questa variazione di bilancio, proprio per consentire da un lato la rapida definizione del contratto attraverso la sottoscrizione delle parti nazionali interessate, quindi gli enti locali e le organizzazioni sindacali, dall'altro estrema attenzione nei confronti del Governo perché provveda alla totale copertura dell'onere aggiuntivo per gli enti locali e le Regioni. Questo contratto consente anche di introdurre un elemento di qualificazione del lavoro dei funzionari regionali che non è soltanto un elemento di qualificazione ideale, ma anche di qualificazione economica patrimoniale che può trovare un suo riscontro in una specifica indennità aggiuntiva.
Di questo siamo soddisfatti, ci auguriamo che ciò consenta di qualificare ancor più di oggi il lavoro dei nostri funzionari.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame progetto di legge n. 633: "Modificazione dell'art. 50 della L.R. 12/8/1974 n. 22 (Stato giuridico e trattamento economico del personale)"


PRESIDENTE

Connesso a questa variazione di bilancio è il progetto di legge n. 633 che deve essere iscritto all'o.d.g., relativo alla modificazione dell'art.
50 della L.R. n. 22/74.
Chi è favorevole all'iscrizione è pregato di alzare la mano.
Il progetto di legge n. 633 è iscritto all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame dell'articolo unico di cui è composto tale provvedimento.
ARTICOLO UNICO - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 45 Consiglieri.
L'articolo unico, quindi l'intero testo della legge, è approvato.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetti di legge nn. 535 e 539: "Istituzione della Riserva naturale speciale Sacro Monte di Belmonte"


PRESIDENTE

I lavori del Consiglio proseguono con il punto 46) all'o.d.g. che prevede l'esame dei progetti di legge nn. 535 e 539.
Se si ritiene utile ai fini dell'elencazione di ciò che rimane, i Capigruppo potrebbero riunirsi con il Presidente Rossa ed il Presidente della Giunta nella sala a fianco, per stabilire come procedere, mentre i lavori dell'aula proseguono.
La parola al relatore, Consigliere Ala.



ALA Nemesio, relatore

Signor Presidente, è mia intenzione, credo condivisa anche dall'altro relatore della proposta di legge, il Consigliere Picco, di dare la relazione per letta.



PRESIDENTE

D'accordo.
Passiamo pertanto all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri.
L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri.
L'art. 13 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetti di legge nn. 83 e 84: "Riserva naturale speciale di Fondo Toce"


PRESIDENTE

Passiamo quindi al punto 47) all'o.d.g. che prevede l'esame dei progetti di legge nn. 83 e 84.
La parola al relatore, Consigliere Picco.



PICCO Giovanni, relatore

Signor Presidente, ho consegnato relazione scritta che do per letta.



PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 21 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala e Ferro: sostituire la cartografia con la cartografia del Piano dei parchi 1985.
La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Signor Presidente, anche a giustificazione del voto contrario - senza dichiarazione di voto - precedente, di tutto il nostro Gruppo, siamo favorevoli al Parco di Fondo Toce, ma non alla riserva naturale così com'è stata mutilata e ridotta praticamente a nulla nella proposta della Giunta.
La cartografia che proponiamo è quella con cui era stato inserito nel Piano dei parchi, e su cui, peraltro, avevamo anche presentato un nostro progetto di legge a firma Biazzi, mia e di altri.
Questa è la ragione per cui, se non verrà modificata la cartografia, il nostro voto sarà contrario perché riteniamo che per il momento possa bastare anche la tutela del semplice inserimento nel Piano dei parchi e successivamente poterci ripensare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

La Giunta non può accettare la richiesta di modifica di una cartografia che non sarebbe coerente con la propria proposta. Come si sa, per iniziativa della Commissione e per accondiscendenza della Giunta, la proposta è stata modificata.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento, non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 15 voti favorevoli e 21 contrari.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 2 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 21 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Emendamento presentato dal Consigliere Nerviani: alla lettera b, dopo la parola "culturali" e prima della congiunzione "e", aggiungere la parola "turistici".
La parola al Consigliere Nerviani che illustra l'emendamento.



NERVIANI Enrico

Intervengo solo per ricordare che in quell'area, che sarà tutelata nel modo previsto, ogni anno vengono ospitati 150.000 turisti, con 5.000 posti letto.
Non è un fatto indifferente, come ha sostenuto la collega Bresso, bensì un fatto particolarmente rilevante.
Ora, imporre un parco prescindendo dall'attuale destinazione dell'area ad attività turistiche, mi pare costituire le premesse per una reazione del tutto motivata, che forse neppure noi sapremmo sostenere.
Raccomando, con tutti i vincoli del caso, che sia aggiunta tra le finalità la dizione "turistica".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Intervengo per dichiarazione di voto.
E' ben vero che in quell'area ci sono immensi campeggi, ma è anche vero che nel momento in cui si va ad istituire una riserva naturale su un'area molto piccola - dalla cartografia finale non si capisce se i campeggi sono dentro o fuori quest'area - aggiungere tra le finalità anche quella turistica mi pare significhi proporre un'ulteriore valorizzazione turistica dell'area, già ben al di là delle capacità di carico di una zona umida di sopportare turisti.
Non dico di scacciare i campeggi che già esistono, ma non mi pare che quella turistica sia una finalità da incentivare, anzi mi pare sia da controllare, soprattutto anche in relazione alla riduzione drastica della dimensione della riserva che avete attuato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Sottoscrivo in pieno la dichiarazione della collega Bresso, dichiarando il mio voto contrario all'emendamento a firma Nerviani.
Desidero ricordare che il problema dei campeggi venne già sollevato in un sopralluogo di circa quattro anni fa, presente l'Assessore e i componenti della Commissione competente.
Ricordo anche che l'attività dal campeggio è stata negli anni passati tra i principali responsabili della riduzione dell'area a canneto, motivo principale della tutela.
Non vorrei che una formulazione dell'articolo, quale quella proposta dal collega Nerviani, comportasse di per sé non solo e non tanto l'ulteriore ampliamento della fruizione turistica, ma il restringimento dell'area a canneto, così com'è avvenuto negli anni passati.
La finalità turistica dovrebbe consistere, qualora venga accolto l'emendamento, nella valorizzazione e qualificazione dell'area attualmente oggetto di campeggio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Le preoccupazioni espresse dai colleghi Bresso ed Ala mi trovano abbastanza allineato. Non credo però che l'inserimento dell'aggettivo "turistico" nella formulazione dell'articolo di legge - relativamente alle finalità dell'area significhi sconvolgere il significato delle finalità da promuovere.
Si tratta di accettare la dizione con il realismo che richiede l'utilizzazione in atto, che ha, oggettivamente, problemi di poca compatibilità con la tutela: questo non dobbiamo nascondercelo.
Ciò nonostante, nella misura in cui siamo tutti quanti impegnati, con l'istituzione di questa riserva naturale, ad avviare un processo di valorizzazione e di tutela, credo che le attività esistenti siano compatibili con obiettivi di tutela attiva, e che quindi il senso dell'emendamento non debba intendersi necessariamente come accettazione passiva di qualsiasi tipo di fruizione voluta ed imposta dalle condizioni di turismo di massa. Credo che anche la domanda turistica si possa riqualificare e quindi renderla compatibile con obiettivi di tutela.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Intervengo brevemente perché molte cose sono già state espresse dal Consigliere Picco.
Nelle finalità del parco non rientra la penalizzazione dell'attività ma occorre precisare che non potrà comunque esserci alcun incremento, in quanto è praticamente impossibile aggiungere qualsiasi altra cosa.
Inoltre, le norme generali di salvaguardia impediscono di danneggiare e distruggere i vegetali di ogni specie e tipo, fatte salve le normali operazioni connesse all'attività agricola.
Ritengo tuttavia possibile l'inserimento del termine "turistico", anche se in senso assolutamente positivo. Dobbiamo pensare ad una valorizzazione ambientale di questa attività turistica, nel senso di una riconversione se fosse possibile - anche architettonica di quanto è stato costruito.
Ricordo anch'io molto bene la visita alla zona: evidentemente non essendoci norme il tutto è cresciuto molto spontaneamente e c'è un assoluto disordine di costruzioni e di viabilità che si spera, attraverso il Piano del parco, di riportare a normalità e decenza.
In questo senso non mi sembra così grave accogliere l'emendamento proposto dal Consigliere Nerviani.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 18 voti favorevoli, 12 contrari e 2 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 3 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 21 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 21 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 21 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Emendamento presentato dal Consigliere Nerviani: alla lettera d), alla fine aggiungere "e tenuto conto delle attività produttive e turistiche che attualmente si svolgono nel territorio".
La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

La Giunta, e particolarmente la collega Vetrino, sottolineano l'incongruenza di questa aggiunta con le specificazioni fatte dallo stesso Assessore. Anche per fugare certe preoccupazioni manifestate questa sera ritiro questo emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento è pertanto ritirato.
Emendamento presentato dal Consigliere Nerviani: alla lettera e), dopo la parola "agricole" e prima della parola "presenti", aggiungere "turistiche".
La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Credo che l'emendamento possa essere assorbito dalla seguente dizione che propongo al Consigliere Nerviani: "costruire nuove strade e ampliare le esistenti se non in funzione delle attività agricole presenti sul territorio o della fruibilità della riserva".



NERVIANI Enrico

Concordo con l'Assessore Vetrino.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento con la modifica proposta dall'Assessore Vetrino.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 16 voti favorevoli, 12 contrari e 1 astensione.
Emendamento presentato dal Consigliere Nerviani: alla lettera g), dopo la parola "produttive", aggiungere le parole "e turistiche".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 16 voti favorevoli, 12 contrari e 1 astensione.
Emendamento presentato dal Consigliere Nerviani: alla lettera g), dopo la parola "funzionali", aggiungere le parole "e di opportune riconversioni d'uso".
La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Si tratta di andare nel senso della raccomandazione che è venuta da numerosi Consiglieri e che porta ad una riqualificazione dell'area.
Già l'Assessore Vetrino ha sottolineato come numerose delle strutture attualmente esistenti non siano adeguate dal punto di vista estetico e funzionale alla realtà e all'ambiente naturale in cui esse sono poste.
La specificazione e la previsione della loro riconversione d'uso significa la sistemazione di alcune di queste, secondo le linee che verranno indicate, e di adeguarle nel migliore modo possibile all'ambiente circostante.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

La Giunta accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 20 voti favorevoli e 11 contrari.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 6 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 21 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 21 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 21 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 21 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 La parola al Consigliere Montefalchesi per dichiarazione di voto.



MONTEFALCHESI Corrado

La dichiarazione di voto sull'art. 10 è del tutto strumentale per ricordare all'assemblea un fatto di cui vale la pena tener conto. Stavo scrivendo altre cose, ma ho captato questi emendamenti tendenti a favorire e a salvaguardare un utilizzo turistico di quella zona e allora ho ricordato una questione che vale la pena sottolineare. In un Convegno che si è svolto il 10 marzo, indetto dal Comune di Verbania, c'è stata una relazione dell'Ansaldo che ha presentato la proposta di un parco tecnologico che dovrebbe sorgere su una parte dell'area che nel 1985 era inclusa nel Piano dei parchi e che oggi viene stralciata con la riduzione dell'area. L'aspetto preoccupante è che secondo le previsioni il parco che dovrebbe sorgere con un costo di circa 500 miliardi, dovrebbe ospitare a regime 4 milioni di presenze annue.
Attenzione, Assessore Vetrino, perché qualcuno sta pensando - e non mi riferisco all'Assessore Nerviani perché non ho elementi per attribuirgli questa intenzione - non tanto di salvaguardare attività turistiche esistenti, quanto di impiantare un'attività molto redditizia, del costo di 500 miliardi, che attirerà in quell'area 4 milioni di presenze annue e una presenza del genere è bene valutare che cosa può comportare. Pertanto voterò contro non solo su questo articolo, ma anche sull'intero testo di legge perché lo ritengo insufficiente e perché riduce l'area rispetto a quella contenuta nel Piano dei parchi del 1985.
Prego l'Assessore Vetrino e, per tramite suo, a chi seguirà successivamente nella gestione di questo Assessorato, di fare molta attenzione perché lì arriverà un'attività che porterà 4 milioni di presenze annue, con tutto quello che vuol dire in termini di degrado di quell'area.
Altro che parco! Altro che tutela! E altro che tutela delle attività turistiche attuali! Qui si sta pensando di fare delle cose in grande.



ROSSA Angelo



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 10.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 21 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 21 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 11 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 43 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Comunico che i Capigruppo hanno iscritto all'o.d.g. i seguenti argomenti: proposta di deliberazione n. 1396: "Primo prelievo dal fondo di riserva di cassa di cui al capitolo n. 12900 dello stato di previsione della spesa del bilancio 1990 della somma di L. 13.824.618.595 per consentire pagamenti relativi alla gestione dei residui" progetto di legge n. 630: "Indennità ai componenti delle UU.SS.SS.LL.
Integrazione all'art. 15 della L.R. 21/1/1980, n. 3" ordine del giorno n. 776 sulla crisi occupazionale nelle Valli di Lanzo ordine del giorno n. 780 sulla discarica di Montiglio ordine del giorno n. 779 sulla discarica di Montechiaro d'Asti ordine del giorno n. 783 sulla RAI ordine del giorno n. 778 sul Contratto Collettivo Nazionale della formazione professionale ordine del giorno n. 772 sul Campo Volo di Collegno.
Ha chiesto la parola il Consigliere Masaracchio. Ne ha facoltà.



MASARACCHIO Antonino

Signor Presidente, sull'ordine dei lavori che ha testé esposto in base agli ordini del giorno che saranno posti alla votazione del Consiglio, mi stupisco come non sia venuto alla sua attenzione un ordine del giorno molto schematico, che non richiede dibattito, di solidarietà al bisettimanale di Novara "Nord" che in questi ultimi tempi ha dovuto subire una recrudescenza di vessazioni minacciose da parte di talune squadre armate di combattenti per la libertà, che ancora non ho capito quali possano essere.
Io chiedo se per caso la cosa non sia passata in "non cale", in funzione di un disegno ben preciso, o se invece siamo ancora in tempo di poter porre all'attenzione del Consiglio una presa di posizione di solidarietà, così come ho detto poc'anzi.



PRESIDENTE

Collega, questo ordine del giorno non è stato segnalato, ne sono arrivati tanti; però recepiamo quanto lei ha detto, non sarà certamente un ordine del giorno che porta via tempo per esprimere la solidarietà a chi ha subìto minacce. Tutte le cose contro la democrazia trovano la nostra netta condanna.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetti di legge n. 576: "Istituzione del Parco naturale dell'Alpe Devero e relativa zona di salvaguardia", n. 601: "Istituzione della zona di salvaguardia dell'Alpe Devero" e n. 603: "Istituzione del Parco naturale dell'Alpe Devero" Presentazione ordine del giorno di non passaggio al voto dell'articolato del progetto di legge n. 576


PRESIDENTE

In merito al Parco naturale dell'Alpe Devero, di cui al punto 45 all'o.d.g., sono all'esame del Consiglio tre progetti di legge, uno presentato dal Consigliere Biazzi su cui la Commissione non ha dato parere favorevole, e due della Giunta, approvati dalla Commissione, il cui relatore è il Consigliere Masaracchio che ha quindi la parola.



MASARACCHIO Antonino, relatore

Signor Presidente, prego i Consiglieri di consentirmi di dare per lette entrambe le relazioni. Poi se nel contesto degli emendamenti che sono stati presentati sarà necessario intervenire per illustrare più ampiamente le cose e rivendicare il perché si è arrivati a queste due proposte di legge, io sono a completa disposizione, nella certezza, comunque, che si tratta di due disegni di legge che potranno essere accolti favorevolmente dal Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al secondo relatore, Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido, relatore

Signor Presidente, svolgerò la relazione di minoranza sui tre disegni di legge, terrò l'intervento di merito e anche la dichiarazione di voto. Ho rinunciato ad intervenire sulla legge che riguarda Fondo Toce, nonostante avessi qualche titolo per poter esprimere la mia opinione, proprio per non rubare troppo tempo, ma quello necessario credo di poterlo rivendicare.
Faccio una premessa. Mi spiace di tenere un intervento alla fine della legislatura, che può anche apparire critico verso il Vicepresidente Vetrino (verso la quale, ovviamente, non viene meno la stima e la simpatia personale e anche la considerazione per il lavoro svolto: la delibera generale sui parchi, andata in porto poco fa, è indubbiamente un risultato utile), ma ognuno deve fare la propria parte fino alla fine.
Dico subito che il modo con cui la Giunta regionale ha affrontato il problema di tutelare l'Alpe Devero, e di avviare contestualmente una politica di usufruizione e di sviluppo, è del tutto inadeguato. In questi anni non c'è stato un approfondimento dei problemi specifici che riguardano questo grande comprensorio. Non si è visto uno sforzo per individuare che cosa si può fare o non si può fare all'interno di quest'Alpe; quali interventi per lo sviluppo possono ritenersi compatibili da una parte con la tutela di questo enorme patrimonio ambientale e dall'altra parte per quanto riguarda lo sviluppo.
Anche i rapporti con gli amministratori, che sono stati qui l'altra sera fino alle ore 23, nel complesso (dico la mia opinione) in tutti questi anni mi sono sembrati nella sostanza sterili: non si è mai sviluppato un serio confronto per delineare le prospettive e i futuri assetti dell'Alpe.
Scarso mi è anche sembrato lo sforzo progettuale, in questo caso non solo della Giunta regionale, ma anche degli amministratori di Baceno. Tutto si è esaurito, di fatto, in piccoli bizantinismi, in un estenuante "tira e molla" sull'inserimento o meno di una parte di terreni - non dico di territori - all'interno del parco o della zona di salvaguardia. E' mancato però - di questo dobbiamo rammaricarcene - un effettivo ruolo di governo da parte della Giunta, che non ha affrontato i problemi con l'impegno che meritano. E la povertà, noi diciamo, delle proposte contenute nei disegni di legge della Giunta sta lì a dimostrarlo.
Il Devero e la vicina Alpe Veglia costituiscono uno dei più grandi e preziosi patrimoni ambientali delle Alpi occidentali, se non forse il più grande. Richiedono ben altra attenzione da parte del governo regionale per la loro tutela, la loro valorizzazione, il loro sviluppo. Richiedono cioè, uno sforzo per elaborare una proposta che sia all'altezza della posta che è in gioco. Si tratta, nel complesso, da una parte di 6.000 ettari, e dall'altra di circa 4.000 ettari, tutti di grande pregio.
Purtroppo con queste proposte non si avvia alcun tentativo di coniugare la tutela con lo sviluppo di cui tutti parlano.
Sulle proposte di legge, tardive, presentate all'ultimo momento da parte della Giunta regionale in febbraio, ovviamente non si sono potute aprire delle consultazioni serie. Non sono stati nemmeno invitati alle consultazioni i rappresentanti del Parco Veglia, che dovrebbe essere fuso con quello che rimane del costituendo Parco Devero; i suoi rappresentanti hanno già fatto sapere che sono contrari a questa proposta. Ai consultandi credo sia stata mandata solo la nostra proposta di legge, perché non erano ancora state presentate le proposte di legge da parte della Giunta. La nostra proposta è stata presentata il 6 dicembre scorso, due o tre settimane dopo l'incontro che abbiamo avuto a Baceno con amministratori operatori e popolazione.
Praticamente nullo è stato il confronto in Commissione: nullo, e lo sottolineo. Nessun problema è stato affrontato, o ben pochi. E di problemi in quest'area ce ne sono tanti. Noi avevamo cercato, come Gruppo, di misurarci con alcuni di questi problemi, non certamente dei minori, e se si fosse aperto in Commissione un confronto serio, qualche risultato si sarebbe potuto ottenere.
Innanzitutto l'approccio metodologico: il Devero è un grandissimo comprensorio, omogeneo, senza soluzione di continuità, che richiede un unico momento di riferimento per il governo dell'area, indipendentemente dal fatto che all'interno di esso possa ritagliarsi qualche zona di raccordo o di salvaguardia. Perché allora, già in partenza, presentare due disegni di legge distinti? Già questo avvio mi sembra sbagliato, non sono riuscito a trovarne la giustificazione e non è solo questione di carattere formale, era comunque un problema su cui aprire un confronto all'interno della Commissione. Dirò poi qualcosa nel merito delle proposte della Giunta.
Devo anche illustrare il senso della nostra proposta. Per noi l'istituzione del Parco Alpe Devero vuole costituire un tassello importante di una proposta più generale per lo sviluppo della Valle Ossola, è un tentativo ben preciso di cominciare a coniugare tutela e sviluppo.
Per parecchie parti rinvio alla relazione scritta che è agli atti del Consiglio. Non mi soffermo nemmeno sulle caratteristiche dell'area, abbiamo già sottolineato in ogni sede che l'area è di grande pregio, è tutta oltre i 1.600 metri.
Entro più nello specifico dei problemi. Di grande rilievo è il problema, tutto aperto, delle vie di accesso, problema che non è secondario, anche per le conseguenze che vediamo sono state tratte nelle proposte della Giunta.
Fino a qualche anno fa si poteva accedere all'Alpe o attraverso mulattiere o attraverso la funivia dell'ENEL. Da quindici anni è in corso di costruzione una strada, che non solo ha sollevato contestazioni, ma che in parte è sotto sequestro della Magistratura (a meno che l'abbiano dissequestrata in questi giorni).
Lo sforzo che noi abbiamo fatto era di cominciare ad individuare una risposta a questo problema, perfino nell'articolazione della nostra proposta di legge. La proposta di legge della Giunta, invece, stralcia la parte terminale della strada stessa. Non credo che si renda un buon servizio, nemmeno per coloro che pensano di poterla utilizzare anche in modo parziale.
Come punto cardine della nostra proposta di legge indichiamo la realizzazione di una funivia, che consentirebbe, tra l'altro, oltre ad una comunicazione stabile e sicura per tutta la durata dell'anno, anche la possibilità di articolare le aree a parcheggio su diversi livelli, evitando impatti gravi e dirompenti sull'ambiente. Su questo abbiamo fatto delle proposte precise.
Uno dei punti da cui noi partivamo era la constatazione che questa zona è tutta oltre i 1.600 metri, soggetta quindi ai vincoli della legge nazionale n. 431, la legge Galasso, che indica e stabilisce poteri di intervento non solo delle Regioni, ma anche poteri sostitutivi nel caso di inerzia da parte del Ministero. E il Ministero è già intervenuto bloccando numerosi lavori sulla strada.
Partendo da questa constatazione, siamo arrivati a formulare una proposta che riteniamo seria, globale, che riguarda tutta l'area, perché di fronte a problemi così complessi, l'importante è dare una risposta che abbia la possibilità di camminare sulle sue gambe, e questo è lo sforzo che noi abbiamo fatto.
Nella relazione cito le norme sia della legge n. 431 sia del DPR n.
616, cui rinvio, dalle quali emerge che ci sono poteri sostitutivi che possono essere esercitati nel caso di inerzia da parte della Regione. Ecco perché noi abbiamo sempre sostenuto che era illusorio attendere la decadenza della delibera regionale con la quale era stata inserita l'Alpe Devero nel Piano regionale dei parchi. Fino ad una certa data questo era un equivoco, dopo non poteva più essere considerato tale, alimentato da chi aveva interesse a mantenerlo in loco e devo con rammarico dire - lo ripeto sempre anche nei confronti franchi che ho con gli amministratori - che gli amministratori stessi non hanno mai voluto sciogliere questo equivoco perché i vincoli su quell'area non muteranno, cadendo eventualmente la delibera sui parchi regionali, e non verranno appesantiti dall'istituzione dell'Alpe Devero. Anzi, l'istituzione del parco e della zona di salvaguardia, se attuato come noi abbiamo proposto, per converso, invece può fare uscire il Devero dalla stasi attuale in cui si trova da più di dieci anni e cominciare a razionalizzare e semplificare i vincoli e permettere l'avvio di uno sviluppo. Si tratta, lo ripeto ancora una volta di coniugare gli obiettivi, di cui si parla sempre anche per quanto riguarda la tutela del Fondo Toce, della valorizzazione e dello sviluppo.
Noi proponiamo di suddividere innanzitutto l'area in due parti. E' la prima proposta che abbiamo presentato e in partenza aveva analogia con quella della Giunta: destinata a parco una parte, destinata ad area di salvaguardia l'altra. Ovviamente la zona di salvaguardia doveva svolgere anche le funzioni di raccordo con il vicino Parco Veglia. Per rendere concreto l'avvio contestuale della tutela e della salvaguardia con le iniziative di sviluppo, noi proponevamo che alcune di queste iniziative potessero cominciare ad essere avviate dalla data di entrata in vigore della legge approvata dal Consiglio regionale, e se l'avessimo approvata, o se ci fossimo confrontati in dicembre, saremmo riusciti a trarne le conclusioni anche prima della chiusura di questa legislatura ed eventualmente, avremmo potuto apportare le modifiche che, a seguito del rinvio del Commissario del Governo, se ci fosse stato, o a seguito del confronto, ritenevamo utili.
Per noi è importante che già in questa fase siano definite nel modo più chiaro possibile quelle che possono essere le linee di sviluppo dell'Alpe Devero, le linee maestre, per cui non ci sono più dubbi sulla strada da perseguire.
Noi abbiamo cercato di dare con questa proposta di legge una prima risposta, introducendo anche delle innovazioni rispetto alle metodologie usate finora nelle proposte di legge istitutive dei parchi e delle riserve naturali, che sono troppo fotocopia le une delle altre. Purtroppo, su questi sforzi, non c'è stato nessun confronto in Commissione nel merito, e nessun confronto nelle sedi proprie. Noi prevedevamo, e pertanto prevediamo con la proposta di legge giacente in Consiglio: la possibilità di intervenire per l'allestimento degli impianti di risalita nella zona di salvaguardia; una normativa snella per quanto riguarda i primi interventi sul patrimonio edilizio esistente; la costruzione di piste di servizio per le attività economiche esistenti (infatti non avevamo pregiudizi di merito per quanto riguarda la salvaguardia delle attività economiche esistenti); i cambiamenti di destinazione d'uso; la costruzione del parcheggio terminale per quanto riguarda la strada; il tutto da poter avviare dalla data di approvazione del disegno di legge.
Noi indicavamo anche le linee più puntuali dei vari interventi di tutela e di sviluppo; indicavamo che la Presidenza dell'Ente parco, proprio per superare le riserve che ci sono ancora all'interno di quella comunità fosse già in legge affidata al Comune di Baceno. L'art. 12 proponeva addirittura di coinvolgere il Comune di Baceno, non dopo che la Giunta regionale ha predisposto il Piano dell'area, nell'iter di formazione del Piano stesso.
All'art. 14 sono fissati gli interventi - non interverrò più sugli articoli specifici che possono essere attuati dalla data di entrata in vigore della presente legge: manutenzione ordinaria e straordinaria restauro e risanamento conservativo, come previsti dalla normativa regionale.
All'art. 15 è stata introdotta un'innovazione che dà risposta a certe esigenze senza incrinare la politica di tutela dell'Alpe, cioè che all'interno dell'area è ammesso il cambiamento della destinazione d'uso per gli immobili esistenti. Lo abbiamo proposto perché gli immobili già esistono, semmai si tratta di cambiare la destinazione d'uso, permettendo una maggiore ricettività, comunque classificata, senza alterare l'equilibrio ambientale. Le valli che rischiano di diventare mucchi di sassi possono essere recuperate con la salvaguardia.
La vera politica di tutela e di sviluppo deve fare i conti anche con le risorse: abbiamo disperso più di 100 miliardi in rivoli vari. Questa è una competenza specifica che la Regione giustamente si è assunta e perché non mettere a disposizione, ad esempio, per il rifacimento dei tetti in lose da una parte o in piode dall'altra, le risorse per contribuire sulla differenza di costo tra il rifacimento del tetto con i metodi normali e i costi per il rifacimento dei tetti in piode? Con qualche decina di milioni sarebbe possibile dare risposta a questo problema, salvaguardando un interesse prioritario che ha la comunità a garantire il rispetto di certe metodologie.
Nella zona di salvaguardia noi abbiamo fatto una scelta. Siccome tutti parlano, e noi non siamo pregiudizialmente contrari, a contemperare le esigenze di sviluppo con uno sviluppo del turismo invernale insieme allo sviluppo del turismo molto più articolato, che ormai ha un canale molto vasto per quanto riguarda la richiesta di aree di grande pregio, noi proponevamo che nell'area di salvaguardia e per la zona dal Monte Cazzola fino all'Alpe Devero non solo potessero essere ristabiliti i vecchi impianti di risalita, ma proprio perché riteniamo che non avrebbe comportato una grave alterazione all'ambiente che anche lì si potesse dare il via a nuovi impianti di risalita. Era una proposta su cui era il caso di confrontarci. Tutto avrebbe potuto decollare perfino dalla prossima stagione.
Salto il resto dell'articolato, ma questa è la falsariga con cui ci siamo mossi nel formulare delle proposte puntuali per affrontare in modo diverso la politica dei parchi, soprattutto quando si è di fronte ad un patrimonio così vasto e complesso.
L'ultimo punto riguarda la fusione dei due parchi: il costituendo e quello esistente all'Alpe Veglia. Noi abbiamo sempre detto che la linea di tendenza, proprio per l'omogeneità e la contiguità dell'area, doveva essere quella di puntare alla gestione unica di questo enorme comprensorio. Siamo sempre stati convinti, e lo siamo ancora di più adesso, che non si pu imporre una gestione unica attraverso una legge che noi approviamo a Torino. Inoltre, con le proposte di legge presentate dalla Giunta viene di fatto meno perfino la contiguità territoriale fra le due aree perché il residuo che rimane per l'Alpe Devero è qualcosa che si trova sopra la diga e a diversi chilometri di distanza. In mezzo c'è la zona di salvaguardia che dovrebbe essere affidata ad un altro ente di gestione, come confini ci sarà qualche roccia e niente altro; non c'è più nemmeno la materia per poter imporre un ente unico di gestione del parco! Il Gruppo comunista darà voto contrario alle proposte della Giunta perché della problematica che noi ci siamo sforzati di affrontare non si trova traccia.
Ripeto ancora che non voglio essere offensivo verso la gentile Vicepresidente: le proposte che avete presentato sono delle scialbe fotocopie di altre proposte che possono valere per la risaia o per qualsiasi altra parte del Piemonte.
C'è una grande questione che rimane aperta: al parco è riservata una zona del tutto residuale, non si giustifica nemmeno l'istituzione di questa zona a parco perché non c'è materia per organizzare la sua fruizione, il suo sviluppo e il suo utilizzo in modo diverso rispetto alle altre aree.
C'è un altro punto grave: con la proposta di legge della Giunta tutto rimarrà bloccato come lo è stato in questi dieci anni, perché sempre all'interno della fotocopia si rinvia alla redazione di un piano paesistico o di un piano d'area e si rischia quindi di creare ulteriore confusione.
In questa situazione la proposta della Giunta non riesce a far uscire questa area dalla paralisi in cui versa da più di dieci anni. Se va bene se ne riparlerà fra quattro-cinque stagioni.
Di fronte a questa proposta con cui si è sezionato, senza alcuna motivazione, un'area omogenea tutelata dalla legge n. 431, come il Governo potrà approvare un piano paesistico su una parte di quest'area? In ogni caso, dopo l'eventuale approvazione di questa legge tutto rimarrà come prima e non si sa fino a quando continuerà a permanere la stasi e la paralisi. Se invece si fosse aperto un confronto serio forse già dalla prossima stagione si sarebbe potuto invertire la tendenza al degrado ed avviare una politica di sviluppo.
Le risorse che non sono state stanziate sono la spia e la chiave per verificare se decolla o meno una vera e nuova politica verso le aree tutelate che riesca a coniugare la tutela e lo sviluppo. Purtroppo Vicepresidente Vetrino, non solo per colpa sua, questa politica non è riuscita a decollare, speriamo che possa decollare dalla prossima legislatura. Certamente l'eredità che viene lasciata è pesante, ancora peggiore di quella che è stata trovata da questa Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

Signor Presidente, di fronte alle affermazioni del collega Biazzi qualche controaffermazione occorre pur farla, premettendo anzitutto che ho letto con attenzione le relazioni del testo unico presentato a suo tempo a firma anche di altri colleghi del Gruppo comunista. Sono stato quasi istradato nel capire la dinamica di ciò che si andava a proporre per andare incontro alle richieste di chi abita in quella zona, non soltanto dell'Amministrazione comunale di Baceno. Alla fine sebbene sia del tutto vero il fatto che un reale confronto in Commissione non c'è stato, ma non certo per mancanza di volontà da parte dei componenti della Commissione n da parte del Vicepresidente Vetrino, noi sappiamo come sono andate le cose in quest'ultimo scorcio di tempo legislativo e ne abbiamo avuto una prova chiassosa in queste ultime tre giornate. Quindi, se qualcosa non è andata bene per mancanza di confronto diretto con i proponenti del Parco del Devero e della zona di salvaguardia unificata, mi pare in funzione, anche e soprattutto, di quanto è stato approvato nel piano che prevede le nuove norme in materia di aree protette che dovrebbe sostituire la vecchia legge n. 43/75, tant'è che tutto ciò che è delineato con assoluta verità e diligenza nella proposta del collega Biazzi poi lo ritroviamo in queste nuove norme. Se dovesse accadere che il piano delle nuove norme ci venga restituito non accettato dal Commissario del Governo certamente ci troveremmo di fronte alle vecchie norme della legge n. 43 e quindi le osservazioni innovative, a mezzo la proposta del Parco del Devero, fatte da Biazzi e dai suoi colleghi, sarebbero eluse, ma sarebbe eluso tutto il contesto della politica dei parchi che abbiamo innovato attraverso queste nuove norme, sarebbe elusa tutta la politica che abbiamo "sciorinato" in Consiglio in favore di questa risoluzione nuova perché la politica dei parchi sia qualcosa che intervenga nel territorio in termini concreti e positivi. Tra l'altro, la poesia espressa nell'introduzione alla vostra proposta fa capire quanto amore ci sia da parte di Biazzi che è cittadino di quelle montagne della Valle Ossola. Tutti elementi estremamente positivi, ma che sono stati elusi.
Per quanto riguarda gli stralci, la strada ha una storia ventennale penosissima, le cui responsabilità politiche sono di tutti, persino della Regione che ha finanziato a fior di miliardi l'esecuzione di alcuni tratti e persino dell'ENEL che ha finanziato l'esecuzione di altri tratti, mentre il Comune ha soltanto progettato di raggiungere il confine della conca dell'Alpe Devero. Siccome ci sono delle responsabilità molto gravi occorreva mettere una pezza: se avessimo potuto inserire nella legge che la strada stava dentro, poi con una norma speciale si sarebbe dovuto intervenire direttamente e loro avrebbero potuto avere la risoluzione senza alcun dubbio, ma pare che per le vie maestre della politica la cosa sia già risolta stralciando la strada che in ogni caso non possiamo chiudere del tutto, oppure non dobbiamo dimenticare che esiste.
Per quanto riguarda il terminale per il parcheggio questo è gia incluso nel programma attuativo. Penso che queste cose potranno essere risolte perché altrimenti assisteremo alla rivolta di quegli interessi locali che hanno chiesto insistentemente di attuare questo progetto che non elude assolutamente tutto quanto è stato esposto dal collega Biazzi che è apprezzabile e che io penso potrà e dovrà essere realizzato con degli interventi specifici.
Il chiedere degli specifici interventi finanziari nella legge sarebbe come fare un torto a tutti gli altri progetti. Certamente non è possibile con 30/40 milioni risolvere l'attività del recupero e del ripristino del territorio, ci vorranno altri investimenti e questi potranno giungere anche attraverso quel cambiamento d'uso di ciò che esiste e che, delittuosamente nel tempo, è stato cristallizzato come quel grande albergo che dovrà essere recuperato, vedremo come, anche a mezzo della Regione, per farne una struttura produttiva nel Parco del Devero.
Se poi viene tolto il territorio della frazione di Crampiolo non è la fine del mondo, sono queste delle richieste avanzate dagli stessi cittadini e non credo che siano state avanzate per poter consentire uno sfruttamento strumentale a fini industriali dell'attività turistica che è prefigurata con il coinvolgimento pieno del Comune di Baceno che è l'ente titolato a gestire la salvaguardia.
Queste osservazioni non si contrappongono a quanto detto dal Consigliere Biazzi; egli ha chiarito quali possono essere i presupposti di uno sviluppo dell'attuazione di questo parco. Penso che nelle intenzioni politiche questi presupposti siano ampiamente salvaguardati e difesi, non soltanto dalla parte politica che ha responsabilità dirette di governo, ma ancora una volta - almeno questa volta - da una parte politica di opposizione che si è resa direttamente conscia di ciò che vale la pena fare per il Parco dell'Alpe Devero.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Ringrazio innanzitutto i due colleghi che sono intervenuti specialmente in un momento di stanchezza, con tanta efficacia e con tanta passione rispetto a questo territorio.
Questi provvedimenti sono tardivi in quanto i disegni di legge sono stati presentati nel mese di dicembre e soltanto oggi il Consiglio, ultimo giorno di legislatura, li esamina. Devo però rimarcare il fatto che rispetto alla situazione generale dei parchi avevamo una pregiudiziale che ci poneva di discutere prima la legge di revisione nonché di avviare la conclusione della delibera del 1985. Propriamente questi provvedimenti non sono coerenti rispetto alla scelta di tutela del 1985 che tutti abbiamo approvato, anche se ritengo questi provvedimenti sostanzialmente accettabili e devo dire che forse non sono molto lontani, nelle loro realizzazioni, da quello che prevede il Consigliere Biazzi attraverso la sua relazione.
Questi provvedimenti - i Consiglieri Biazzi e Masaracchio ne sono a conoscenza - concludono una storia infinita per la quale ci sono stati incontri, riunioni, esplorazioni, giri in elicottero, denunce, esposti occupazione del mio ufficio da parte dell'intero Consiglio comunale di Baceno. E' stato veramente un parco sofferto, se si contassero le ore dedicate come Assessore, oserei dire che questo è il parco che ci ha impegnati di più.
Abbiamo presentato due disegni di legge, anch'io non ero d'accordo.
Vogliamo dire che è un'esigenza tecnica? Vogliamo dire che è una forma che soddisfa delle esigenze psicologiche degli amministratori che si sentono più garantiti dalla gestione di una zona di salvaguardia piuttosto che dalla gestione di un parco? Il termine "parco" che pure è entrato prepotentemente in Piemonte, nella nostra cultura paesistica, probabilmente per taluno comporta ancora della diffidenza. La sostanza è che noi con delle correzioni abbiamo praticamente attuato la stessa perimetrazione del 1985, abbiamo introdotto diversi regimi di tutela, regolamentiamo con un piano paesistico, quindi con l'introduzione di vincoli attivi, una zona che non dimentichiamolo - è del tutto sottoposta alla legge n. 431. Vi assicuro che in questi anni gestire minuto per minuto un territorio che presentava le caratteristiche di gestione unitaria non è stato facile.
Quindi ben venga il piano paesistico in termini immediati perché proprio la previsione del piano paesistico è l'elemento dominante dell'intero disegno di legge, è quello che lo qualifica e che deve far accettare anche questa riduzione da zona a parco a zona a salvaguardia.
Non sarà facile elaborare questo piano paesistico, perché dovrà confrontarsi con una situazione preesistente che vede ormai costruita una strada di accesso alla piana che collega le frazioni, che vede già inserita un'area sciistica di piccole dimensioni già collocata sulle pendici circostanti la piana. Dovranno essere affrontati probabilmente dei problemi, ma credo che l'unico modo per superare il momento di stallo nel quale ci troviamo sia proprio il piano paesistico.
Per quanto riguarda le risorse devo informarvi che nel bilancio appena approvato, nella parte riservata alla pianificazione paesistica, è indicata una cifra di alcuni milioni riservata proprio alla pianificazione paesistica dell'Alpe Devero, perché ritengo che entro quest'anno questo possa essere uno dei piani paesistici che potrà essere avviato anche in termini abbastanza urgenti. Un volta approvata la legge, la predisposizione di questo piano paesistico, se la legge giungerà nei termini di gestione ordinaria della Giunta, potrà essere realizzata nell'ordinaria amministrazione e poi sarà il Consiglio in un secondo tempo ad intervenire.
Certo non siamo pienamente soddisfatti, questo è un accomodamento, un aggiustamento. Mi piace più questo progetto di quello del Fondo Toce collega Biazzi, credo che dal punto di vista culturale ci abbiamo rimesso sicuramente meno attraverso questi due disegni di legge, che non con quello del Fondo Toce, che è stato un discorso più difficile.
Penso al piano paesistico come la soluzione anche di quei problemi che il Consigliere Biazzi indicava nella relazione introduttiva, cioè di difficoltà di gestione di questa zona e del mancato ruolo nonostante noi avessimo inserito nel Piano regionale di sviluppo un progetto apposito per il Verbano-Cusio-Ossola, e che avessimo costituito un gruppo di lavoro e tenuto con i sindacati un rapporto costante stabilendo addirittura un gruppo Giunta-sindacati. Si tratta di una zona difficile che continua a far registrare dei problemi; non dico che il piano paesistico di Baceno possa risolvere i problemi del Verbano-Cusio-Ossola, ma può rappresentare effettivamente un contributo all'avvio della risoluzione dei problemi che in quella zona sono presenti ormai da diversi anni.
La Giunta è, tutto sommato, soddisfatta di questo compromesso, anche perché abbiamo ottenuto una certa disponibilità da parte delle forze locali (mentre nel 1985 avevo registrato un'opposizione netta); una posizione di accondiscendenza, di disponibilità e di accettazione dei due disegni di legge che prevedono l'accorpamento della parte alta del Parco all'Alpe Veglia e la gestione, attraverso il piano paesistico, di questa zona di salvaguardia.



PRESIDENTE

Ai sensi dell'art. 77 del Regolamento interno del Consiglio regionale è stato presentato un ordine del giorno di non passaggio al voto dell'articolato del progetto di legge n. 576, sottoscritto dai Consiglieri Picco ed altri.
Ha chiesto la parola il Consigliere Biazzi. Ne ha facoltà.



BIAZZI Guido

Voglio rimarcare che la discussione su questo progetto di legge ha impegnato il Consiglio meno di quella, di gran lunga meno importante, di Fondo Toce, e i problemi mi paiono di natura molto diversa. Noi ovviamente voteremo contro questo ordine del giorno per i motivi evidenti a tutti.
Mi permetta, Presidente, di dire che con l'istituzione del Parco dell'Alpe Devero non c'è più materia per l'istituzione del parco, questa è la prima obiezione che io richiamo. Infatti la zona che è stata tolta - di cui parlava il Consigliere Masaracchio nel suo intervento - di fatto è tutta l'area su cui si può intervenire. Pertanto non è più giustificata l'istituzione nel parco - era a mio modo di vedere molto più serio usare altri strumenti - perché non c'è materia per l'istituzione del parco.
La soluzione proposta dalla Giunta creerà confusione su aree in cui permarranno normative.
L'altra obiezione è che purtroppo tutto rimarrà come prima, come è stato in questi dieci anni, perché con queste proposte non si può avviare nulla.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'ordine del giorno di non passaggio alla votazione degli articoli, presentato dai Consiglieri Picco ed altri, del progetto di legge n. 576.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 26 voti favorevoli e 7 contrari.
Passiamo pertanto all'esame del progetto di legge n. 601.
Non essendovi richieste di parola, possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 7 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 7 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 7 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 7 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Emendamento presentato dal Consigliere Ala: al primo comma, le parole "e, per i lavori" sono soppresse.
Si tratta di un emendamento tecnico che è stato accolto dalla Giunta. Lo pongo pertanto in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 5 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere. non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere. non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere. non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere. non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere. non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 9 è approvato.
Si procede alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere. non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.
Passiamo all'esame dell'articolato del progetto di legge n. 603.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Emendamento presentato dai Consiglieri Paris, Masaracchio Minervini e Majorino: al secondo comma, sostituire le parole "da un rappresentante del Comune di Crodo" con le parole "da tre rappresentanti del Comune di Crodo".
La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Io ho delle difficoltà ad accogliere questo emendamento. Si parla di un territorio che per circa 6.000 ettari insiste sul Comune di Baceno che ha tre rappresentanti di cui uno espresso dalla minoranza; noi avevamo previsto un rappresentante del Comune di Crodo che ha 300 ettari circa di territorio. La dimensione del territorio conta, per cui propongo ai Consiglieri di correggere l'emendamento stabilendo "due rappresentanti".



MASARACCHIO Antonino

Accettiamo il suggerimento dell'Assessore Vetrino.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione l'emendamento nel testo modificato proposto dall'Assessore Vetrino.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 23 voti favorevoli e 8 contrari.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 5, nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Emendamenti presentati dal Consigliere Ala: 1) al primo comma, lettera a), al termine sono aggiunte le seguenti parole "ed ubicati all'interno dell'area istituita a parco naturale" 2) al primo comma, lettera a), le parole "e per i lavori" sono soppresse 3) al primo comma, lettera g), le parole "delle finalità previste dall'art. 3" sono così sostituite "agro-silvo-pastorale".
La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Il primo emendamento ed il secondo sono accoglibili.
Per quanto riguarda invece il terzo, che è relativo alla lettera g) vorrei fare un ragionamento.



ALA Nemesio

Ritiro il terzo emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli e 5 astensioni.
Pongo in votazione l'emendamento n. 2).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli e 5 astensioni.
L'emendamento n. 3) è stato ritirato dal proponente.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 8, nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 15 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 5 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 1349: "Programmi edilizi ed urbanistici integrati (PEUI). Promozione e procedure di attuazione. Deliberazione del CIPE in data 27/10/1988" - Ritiro della stessa da parte dell'Assessore Genovese


PRESIDENTE

Passiamo al punto 49) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 1349.
La parola all'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'edilizia

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, questa deliberazione, che ha l'intento di definire criteri per l'applicazione della delibera CIPE del 1988 sui programmi edilizi ed urbanistici integrati, configura una modalità di realizzazione dei programmi di intervento di edilizia residenziale pubblica, sovvenzionata ed agevolata ed era stata licenziata dalla Commissione con la riserva di alcuni Gruppi, quello del PCI in particolare di esprimersi in aula, con l'accordo che in queste giornate si sarebbe tentato di definire un testo comune. Il collega Picco, per quanto mi risulta, ha presentato un testo con diversi emendamenti, che sostanzialmente è un testo sostitutivo, che io ho esaminato a nome della Giunta e che potrebbe essere accolto; ma in questo momento vedo ulteriori emendamenti presentati dal collega Chiezzi che stavo cercando di leggere per vedere se sono coordinabili.
Il problema non è di poco conto. Credo che difficilmente si riesca, se non attraverso uno spazio di tempo adeguato, a valutare il problema in questa chiusura convulsa di attività del Consiglio regionale. Chiedo alla Presidenza e ai colleghi di poter finire di leggere gli emendamenti presentati dal collega Chiezzi; per ora ne ho visti metà e mi pare che per la maggior parte siano coordinabili con quelli presentati dal collega Picco, ma mi pare comunque che questo lavoro risulti affrettato e possa in questo momento produrre dei guasti. Su una deliberazione gli emendamenti sono più difficili da valutare che su un testo di legge, perché la deliberazione va letta nella sua logica complessiva. Prima di arrivare ad una decisione definitiva lascerei la parola ai colleghi Picco e Chiezzi che sono presentatori di emendamenti corposi al testo licenziato dalla Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, stante il fatto che i pronunciamenti sia in Commissione sia in aula sinteticamente sono ancora possibili, il voto che potrebbe dare il Consiglio è di delegare la Giunta ad assumere un provvedimento di sua iniziativa, perché è materia che non crediamo debba essere necessariamente assunta con provvedimento del Consiglio, se l'Assessore e le altre forze politiche concordano.
Nel merito poi dei suggerimenti che si possono dare perché questo provvedimento possa essere assunto dalla Giunta tenendo conto di tutti i problemi, è una questione che attiene all'esposizione breve che può essere fatta in questa sede.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il provvedimento è importante.
E' un provvedimento di impostazione generale, di modalità innovative di intervento sul territorio. Per questo motivo ritengo che sia un tipico provvedimento che sarebbe bene assumesse il Consiglio regionale e non la Giunta, non perché tutte le questioni trattate in questo provvedimento siano del livello che può interessare il Consiglio regionale, infatti alcune delle questioni trattate nel provvedimento, anche secondo me, sono questioni che potrebbero essere delegate alla Giunta regionale. Però, il provvedimento è il primo di questo genere, è il tentativo di normare un programma di intervento di tipo nuovo, che garantisca una qualità urbana maggiore rispetto a quella che abbiamo costruito in questo dopoguerra pertanto ritengo sia un provvedimento da deliberare in Consiglio regionale.
Quindi non condivido sotto questo aspetto, un mandato alla Giunta regionale di deliberare l'avvio dei programmi urbanistici ed edilizi integrati.
Il provvedimento, quindi, penso che debba rimanere in Consiglio. E' possibile in queste poche ore licenziare il provvedimento in Consiglio regionale? In linea di principio il Gruppo comunista già in Commissione, e ancora oggi, è favorevole al fatto che il Consiglio regionale in fine legislatura riesca ad affrontare questo tema e a deliberare. La ristrettezza dei tempi a disposizione e anche l'accavallarsi degli argomenti che hanno impegnato ciascun Consigliere all'interno della II Commissione su un arco di provvedimenti molto vasto e molto impegnativo che si è esaurito solo nella riunione della Commissione di oggi (ma sino ad oggi erano in forse numerosissimi provvedimenti), hanno impedito, per diversi giorni, almeno al Gruppo comunista ed al sottoscritto, di lavorare a questa delibera. Abbiamo lavorato quindi solo in questi ultimi giorni. La delibera è molto impegnativa, è una delibera che ha degli elementi positivi notevoli, ma trattandosi di una sperimentazione, e questo è stato anche detto dall'Assessore, rimangono problemi e scelte che forse dovrebbero essere maggiormente meditate. Nella delibera ci sono spunti buoni, ci sono anche risvolti non del tutto chiari rispetto alle conseguenze delle scelte contenute nella delibera.
Il tema che dobbiamo affrontare, quello più importante che sta a cuore a tutti, è come riuscire ad intervenire in ambito urbano, nella città costruita ed abitata, non in termini episodici, caso per caso, edificio per edificio, finanziamento per finanziamento, ma predisponendo un programma ad alta qualità urbana in grado di essere realizzato sia pure per parti.
Affrontare il tema di uno sviluppo urbano qualificato attraverso interventi non episodici, bensì su parti di città e non prevalentemente per edilizia nuova, ma per risanamenti edilizi, comporta affrontare problemi economici e sociali difficilissimi. Penso che se questo finora non è stato fatto non è solo per cattiva volontà delle Amministrazioni comunali o degli operatori perché in Italia ci sono Amministrazioni con vari orientamenti politici. Il fatto è che in questo Paese, nel quale manca una legge sull'uso dei suoli non è stato ancora risolto il nodo centrale del valore dei terreni e degli immobili e non è ancora stato affrontato seriamente il problema della sorte dei cittadini che, o come residenti delle abitazioni o come gestori o titolari delle attività economiche, vengono interessati da questi interventi, i quali richiedendo grosse somme di capitali da investire devono essere remunerati a livello del mercato, e per questo provocano problemi di carattere sociale ed economico.
Fare programmi urbanistici integrati senza risolvere questo problema vuol dire lasciarli sulla carta, oppure intervenire nel modo in cui il mercato finora ha dimostrato di essere capace di intervenire, brutalmente.
L'acquisto invece che di uno stabile, di un intero isolato, comporta l'espulsione da questo isolato di tutte le attività e di tutte le famiglie con redditi tali da non riuscire a stare sul mercato per remunerare i capitali investiti. Il risanamento "anche bello" (tra virgolette a questo punto), di alta qualità edilizia, presuppone la sostituzione di ceti ed attività a basso reddito con ceti ed attività ad alto reddito. Ma questo non lo si vuole o almeno nei dibattiti a livello politico culturale nessuno sostiene che la finalità del risanamento edilizio debba essere questa anche se poi, quando si agisce, il più delle volte è proprio questa. Questa delibera non riesce a risolvere questi problemi, a fissare dei criteri e dei cardini di ragionamento sufficienti, a mio giudizio, per dare trasparenza alle procedure e chiarezza agli obiettivi che saranno raggiunti attraverso l'utilizzo dei criteri indicati in delibera. Le maglie sono ancora molto larghe. Ho fatto un tentativo, colleghi Genovese e Picco, a dimostrazione, se credete, di una buona volontà di riuscire a dipanare questa matassa oggi stesso e, così come ha fatto il collega Picco, ho cercato anch'io, da un certo punto di vista, che è quello della tutela degli interessi dei ceti più deboli, che è quello che ci interessa maggiormente, di inserire nella deliberazione delle cautele. Ad esempio scrivere in deliberazione che in ogni caso si intende privilegiare i programmi che dimostrano di raggiungere obiettivi sociali.
Mi rendo conto però, e questa è una critica che faccio al mio lavoro così come implicitamente è una critica che faccio a questa delibera, che nelle proposte che faccio ci sono, forse, idee che funzionano e, forse idee che invece funzionano di meno. Mentre le scrivevo, in questi giorni mi rendevo conto che il tema è molto complesso. Di fronte ad un'eventuale volontà di agire comunque ho prodotto questi emendamenti che, dal mio punto di vista, tutelano gli interessi che intendiamo difendere ed individuano degli obiettivi compatibili. Per questi motivi non insisto nel dire che questa delibera debba essere subito approvata.
Come Gruppo abbiamo contribuito con delle proposte concrete, non farei un dramma in entrambi i sensi, però preferirei, dovendo esprimere una preferenza, che se deliberiamo siamo tutti sicuri e convinti che stiamo facendo un atto che potrebbe, da certi punti di vista, anche essere prematuro nel tempo, ma prima si fanno le cose bene e meglio è. Ho però il dubbio che produciamo un atto sicuramente utile e che non dia spazio a conseguenze che oggi non siamo stati in grado di valutare bene.
Ritengo che questo primo lavoro, che almeno da parte mia riconosco molto grezzo, comunque non debba andare disperso. Se in queste settimane l'Assessore ne avesse necessità potrà sicuramente attingere a quanto è stato prodotto, perlomeno sotto forma di documenti.
L'Assessore che verrà si troverà un materiale solo più da sgrossare penso che danni, da questo punto di vista, relativamente al futuro sviluppo della qualità urbana non ne esistano.
Il Gruppo comunista è disponibile ad entrambe le soluzioni. Se l'Assessore intende finire di leggere gli emendamenti per farne una valutazione di compatibilità, va bene, non intendiamo erigere barricate n in un senso né nell'altro: il nostro intendimento è un progetto buono.
Temiamo che la fretta possa provocare danni non valutabili immediatamente; se i nostri emendamenti venissero accettati, potremmo anche correre il rischio di assumere un provvedimento che non ci convince al 100%, ma del quale riteniamo utile l'approvazione.
Ci rimettiamo alle valutazioni dell'Assessore, confermando l'eventuale adesione ad un provvedimento che rappresenti un contributo concreto alla tutela degli interessi delle fasce più disagiate. Se il provvedimento non concludesse il suo iter, non ne faremo oggetto di polemica politica.



PETRINI Luigi



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'edilizia

Ritengo non ci siano le condizioni per procedere entro questa sera alla definizione della questione.
Voglio però fare alcune precisazioni al Consiglio più che altro per senso di responsabilità, poiché non mi ricandiderò e quindi non gestirò più questi provvedimenti.
Siamo in presenza di finanziamenti per l'edilizia sovvenzionata, che stanno avvenendo in questi giorni, secondo programmi speciali in discussione. Per i Comuni il finanziamento sta già avvenendo direttamente così come per quelli a favore delle Regioni; per l'ulteriore biennio si è in attesa del nuovo Piano della casa.
Come i colleghi sanno, alla fine di novembre abbiamo dovuto approvare d'urgenza l'ultimo programma biennale - come Chiezzi sa benissimo, poich l'abbiamo visto insieme "di corsa" in Commissione - in quanto il Ministero ha posto termini rigidissimi, pena la revoca dei finanziamenti.
Il problema di procedere agli stanziamenti può essere risolto tradizionalmente, non ricorrendo a modalità difficili, nuove e sperimentali, con i conseguenti margini d'incertezza. Procedere quindi non più per interventi occasionali o sporadici, ma attraverso un tentativo di riqualificazione urbana e ambientale di parti della città; obiettivo che tutti, almeno a voce, riteniamo essere da perseguire.
Tenendo conto del testo di partenza, con i relativi margini d'indeterminatezza delle proposte modificative dei colleghi Picco e Chiezzi, la Giunta, se ravvisasse motivi d'urgenza collegati ai finanziamenti e alla loro scadenza, potrebbe procedere ad assumere un provvedimento che essendo soggetto a ratifica decadrebbe dopo 60 giorni se non ratificato dal Consiglio.
Non sono certo sull'individuazione di motivi di urgenza per procedere all'assunzione di una deliberazione di Giunta, con i poteri del Consiglio da sottoporre poi a ratifica; una proposta subordinata, con l'esercizio dei poteri di competenza della Giunta, potrebbe tradursi nell'assumere un provvedimento intermedio, unicamente d'indirizzo agli uffici, per attivare rapporti con i Comuni affinché si inizi a lavorare alla predisposizione sperimentale di questi programmi.
Proporrò alla Giunta di esplorare l'una e l'altra strada nel rispetto delle competenze del Consiglio.
Come il collega Chiezzi sa benissimo, molti dei problemi che ha richiamato, anche riflettendoci meglio, non potranno essere risolti da una deliberazione regionale sino a quando il Parlamento nazionale non metterà mano alla riforma del regime dei suoli.



PRESIDENTE

La proposta di deliberazione n. 1349 viene pertanto ritirata.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 1370: "Autorizzazione allo IACP della Provincia di Cuneo per il trasferimento in proprietà di n. 198 alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata agli assegnatari richiedenti"


PRESIDENTE

Passiamo, secondo le intese dei Capigruppo, all'esame della proposta di deliberazione n. 1370, di cui al punto 51) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi, abbiamo di nuovo di fronte un provvedimento con il quale il Consiglio regionale dovrebbe approvare la vendita di quote di edilizia residenziale pubblica agli assegnatari.
Diventa quasi inevitabile, signor Presidente, che il provvedimento nella nostra aula, venga affrontato avendo davanti il problema nella sua organicità e vastità. Non possiamo, come Gruppo comunista, affrontare il problema partendo dalla vendita di 198 alloggi in alcune città della Provincia di Cuneo; dobbiamo affrontare il problema della vendita di alloggi nell'ambito dell'edilizia residenziale pubblica alla luce di quanto, su questo tema, il Consiglio regionale ha prodotto in questi ultimi cinque anni.
Da questo punto di vista dobbiamo sollevare la questione relativa alle modalità con le quali il Consiglio regionale ha già avviato l'autorizzazione alla vendita di una quota del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, relativamente alla città di Torino. Mi pare sia stata quella la prima occasione di rilievo; vi erano già state altre piccole occasioni, nelle quali, però, si è sempre rimandato il discorso ad occasioni politicamente più rilevanti.
Noi dobbiamo guardare al Piemonte. In questo momento ci si propone una vendita a Cuneo. Ricordiamo che ci sono ancora molte questioni aperte sul problema delle vendite a Torino.
Come Gruppo comunista, in occasione del dibattito sulle vendite a Torino, abbiamo chiarito la nostra posizione sulla questione. Il Gruppo comunista non ha alcun pregiudizio legato a scelte ideologiche da questo punto di vista. Siamo in una società nella quale il 67% dei cittadini dispone di una casa in proprietà.
Per il Gruppo comunista il problema è avere una politica che garantisca il soddisfacimento del bisogno della casa; sappiamo che un'estesa quota di edilizia economica e popolare - quindi edilizia pubblica da affittare - e un'estesa quota di edilizia privata da dare in locazione è una delle condizioni per risolvere il problema della casa.
Detto questo, siamo per l'applicazione della normativa di legge vigente, la quale prevede che, nell'ambito del 15% del patrimonio amministrato da parte dello IACP, è possibile vendere gli alloggi agli inquilini che ne facciano richiesta.
Nella città di Torino la vicenda si è avviata in modo non del tutto limpido dal punto di vista della giustizia ed equità di trattamento verso tutti gli inquilini dello IACP, perché la vendita è stata prevista solo in alcune zone della città, mentre in tutto il patrimonio di edilizia pubblica siamo di fronte a richieste di applicazione dell'art. 15 della legge n.
513.
Non ricordo, per brevità, la lunga vicenda, le polemiche ed anche le strumentalizzazioni; ricordo solo la conclusione di questa prima vicenda: il Consiglio regionale a maggioranza ha autorizzato l'alienazione del patrimonio di edilizia pubblica in due quartieri di Torino, con l'impegno di rendere giustizia a quegli inquilini, non abitanti nella zona, che volevano accedere nell'ambito della normativa di legge alla proprietà dell'alloggio.
Abbiamo chiesto, in quell'occasione, che si vendesse sulla base di un esame serio delle condizioni di tutto il patrimonio e nel rispetto delle normative di legge.
L'inquadramento della vicenda è stato lungo, ma non possiamo farla passare sotto silenzio, quasi che Cuneo, alla cui provincia mi onoro di appartenere visto che mi ha dato i natali, sia una regione autonoma. Cuneo è solo una provincia della Regione.
Il Consiglio regionale deve avere presente tutto il problema: non si può fare a Cuneo quello che non si è fatto a Torino o viceversa. C'è un arretrato - chiedo all'Assessore Genovese di darne quadro al Consiglio per quanto riguarda le vendite a Torino; nel momento in cui si alienano 280 alloggi a Cuneo, vorrei sapere cosa andiamo a raccontare alle migliaia di cittadini torinesi ai quali il Consiglio regionale ha promesso di dare adeguata risposta, secondo giustizia, alle loro esigenze.
Secondo punto. La delibera che riguarda Cuneo ha alcuni aspetti non completamente chiari; mi riferisco a due situazioni, per le quali non mi pare ci siano argomenti molto convincenti, perché gli stabili hanno pochissimi anni di vita, rispetto a quella che si presume debba avere un edificio. Sono edifici costruiti 17/20 anni fa quelli dei quali si propone l'alienazione. Questo lascia un po' perplessi.
Stiamo attenti che non si giunga a costruire case pubbliche per venderle dopo due o tre anni. Questo è il problema, perché di case pubbliche ce n'è bisogno.
Quindi su questo provvedimento l'atteggiamento del Gruppo comunista è il seguente: continuiamo a segnalare un comportamento della Giunta regionale che non tiene conto di tutte le situazioni e non permette di trattare questo problema verso l'universo dei cittadini garantendo agli stessi eguaglianza di diritti. Non state agendo secondo giustizia. E qualche dubbio sui due casi che ho citato della città di Cuneo continua ad esserci.
Aspettiamo le spiegazioni dell'Assessore poi dichiareremo il nostro voto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'edilizia

Non credo di dover nuovamente riprendere quanto già detto in aula e in Commissione rispetto all'iter di cessione degli alloggi che riguardano lo IACP di Torino, perché l'ho già spiegato più di una volta, e non è compito della Regione. La Regione ha dato un'autorizzazione e lo IACP di Torino sta facendo le operazioni, che non posso seguire tutti i giorni, di frazionamento dei mutui, di liberazione delle ipoteche che ci sono con le banche, di rapporto con l'inquilinato per addivenire ai compromessi, ma non sono operazioni che spettano alla Regione. Possiamo ogni tanto fare una verifica, ma non è il nostro mestiere.
Credo che non si possa neppure stabilire un parallelismo tra la situazione della decisione di cessione per gli alloggi di Torino e quelli dello IACP di Cuneo, perché senza andare a Torino già nello IACP di Cuneo ci sono dei precedenti. Nel 1980 lo IACP di Cuneo aveva già chiesto ed ottenuto dalla Regione l'autorizzazione alla vendita di 110 alloggi.
Quindi, già all'interno dello IACP di Cuneo, senza fare il confronto con Torino, la Regione dieci anni fa aveva concesso l'autorizzazione alla cessione.
Per quanto riguarda i due stabili abbiamo la risposta, richiesta dopo l'osservazione sollevata in Commissione, che è pervenuta dallo IACP di Cuneo e che il Consigliere Chiezzi conosce e che riassumo; con riferimento ai due fabbricati richiamati dal Consigliere Chiezzi e che sono quelli in Via Dotta Rosso e in Via Monsignor Riberi a Cuneo (ovviamente la responsabilità è dell'Istituto scrivente, non credo che dobbiamo sempre fare gli accertamenti), risulta che il fabbricato di Via Dotta Rosso in parte è già stato ceduto a seguito della decisione della Regione nel 1980 mentre per quanto riguarda il fabbricato di Via Monsignor Riberi si evidenzia, ancorché sia stato realizzato nel 1970, che fa parte di quattro fabbricati realizzati contemporaneamente e che due di questi sono stati ceduti nel 1980, quando avevano dieci anni di anzianità.
Il problema dell'anzianità degli edifici è uno dei parametri a cui certamente fare riferimento, ma in questo caso si mettono in evidenza situazioni di scarsa rilevanza sociale e cioè lo stato dei fabbricati che richiedono grosse manutenzioni, ancorché siano realizzati solo da vent'anni; circostanza questa che non è solo di Cuneo perché basta pensare in quale stato sono i fabbricati realizzati a Torino negli ultimi vent'anni. Queste sono situazioni nelle quali è richiesta una valutazione specifica e l'interpretazione della norma della legge n. 513 da parte dell'Istituto, peraltro implicita nella legge statale stessa; infatti quando sussista la condizione della cessione di alloggi in stabili già alienati per oltre il 70%, automaticamente si porta a conclusione il provvedimento di cessione degli immobili. In questo caso, secondo noi l'Istituto ha fornito le motivazioni sufficienti per richiedere l'alienazione. Quindi riteniamo come Giunta di ribadire la posizione favorevole all'accoglimento della richiesta dell'Istituto Autonomo Case Popolari di Cuneo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione la deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 28 voti favorevoli e 14 astensioni.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame progetto di legge n. 615: "Modifiche ed integrazioni alle LL.RR. 26/7/1984 n. 33 e 10/12/1984 n. 64 'Ulteriori norme per il calcolo del canone degli alloggi di ERPS concessi in locazione e del reddito di riferimento e per il contenimento dell'incidenza del canone sul reddito'"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 52) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 615.
Relatore è il Consigliere Picco che dà per letta la relazione.
Passiamo pertanto all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Emendamento presentato del Consigliere Chiezzi: il primo comma è sostituito dal seguente: "Per gli assegnatari con reddito da lavoro dipendente o da pensione inferiore al limite di scadenza, il canone di locazione è ridotto, qualora eccedente alla misura del 7% del reddito annuo complessivo del nucleo familiare degli assegnatari medesimi".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il nostro Gruppo ha deciso per l'economia dei lavori, di rinunciare all'intervento in sede di discussione generale che pure qualche parola avrebbe meritato, perché ci troviamo di fronte ad una questione non facile, sulla quale il Consiglio regionale aveva preso impegni fin dal 3/7/1986.
In questa illustrazione chiarirò solo una delle ragioni che ci hanno spinti a presentare l'emendamento.
Il Gruppo comunista l'8/5/1987 presentò una proposta di legge per la revisione della legge n. 33 sui canoni quando l'impegno del Consiglio regionale di emanare una nuova legge risaliva all'anno precedente.
Il 26/10/1989 il Gruppo comunista chiese di esaminare in aula la propria proposta di legge, ma il Consiglio regionale bocciò tale richiesta.
In tutti questi anni la Giunta regionale ha prodotto un disegno di legge organico di revisione della legge n. 33, disegno di legge che la stessa maggioranza ha poi bloccato in Commissione e, di conseguenza, in Consiglio.
Ci sono state anche manifestazioni da parte di inquilini delle case popolari che più volte sono venuti in Consiglio regionale. L'ultima volta che ciò è successo, alcuni Consiglieri, insieme al sottoscritto, li hanno incontrati e tutti i Gruppi hanno preso l'impegno di apportare almeno qualche modifica alla legge n. 33 - visto che la maggioranza non era in grado di produrre la modifica organica - che risolvesse alcuni drammatici problemi sollevati anche dal comportamento dell'Istituto Autonomo Case Popolari che, applicando con grave ritardo gli adeguamenti ai canoni previsti dalla legge n. 33, aveva provocato grandissimi disagi e problemi economici a numerosissime famiglie che, per piccoli incrementi di reddito hanno dovuto subire un aumento considerevole del canone d'affitto e, come se non bastasse, tutti gli arretrati sono stati addebitati in un'unica rata.
Di fronte a questo, i Gruppi presenti si sono impegnati prima della fine della legislatura a presentare una proposta di legge. Si è nuovamente riunita la Commissione nell'ambito della quale l'Assessore aveva assunto l'incarico di formulare una proposta. La proposta è stata formulata, ma ahimè, è troppo piccola e non affronta i problemi che avrebbe dovuto affrontare. Il Gruppo comunista già nel dicembre dell'anno scorso aveva presentato, immediatamente dopo la riunione con i rappresentanti degli inquilini, un ordine del giorno nel quale proponeva la sospensione del pagamento di queste bollette sino alla revisione completa della legge n.
33; proponeva un adeguamento dei canoni in rapporto al reddito familiare prevedeva un livello dei canoni non superiore al 7% del reddito familiare.
La maggioranza del Consiglio regionale ha però respinto quell'ordine del giorno.
A questo punto, di fronte ad una legge piccola che non risolve nessuno dei veri problemi che ha di fronte, il Gruppo comunista avrebbe voluto riproporre l'intera propria proposta di legge, che però è già stata respinta una volta dal Consiglio.
A titolo di esempio della linea da noi prodotta per la soluzione del problema, e respinta da questa maggioranza, noi presentiamo alla legge presentata dalla Giunta un unico emendamento che è uno solo degli elementi concreti che erano contenuti nella legge che il Consiglio regionale ha respinto. L'emendamento è relativo al rapporto tra il canone e il reddito familiare. Noi proponiamo lo stesso criterio che avevamo fissato nella legge del 1987, cioè che il limite massimo del canone corrisponda al 7% del reddito familiare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'edilizia

Signor Presidente, la Giunta non può rispondere sì o no. Ho bisogno almeno di un minuto di riflessione. Il collega Chiezzi ha ragione di dire che questa è una legge piccola e che non affronta i problemi che sono in discussione da anni nella loro complessità. In Commissione ho sempre sostenuto - credo che di questo mi si possa dare atto che, al di là della diversità di valutazione sui contenuti, si doveva procedere ad una revisione complessiva della legge n. 33 e della legge n. 64, per la quale erano state presentate proposte di legge dal PCI e disegni di legge dalla Giunta. Non ho nulla da aggiungere alla ricostruzione che il Consigliere Chiezzi ha fatto della vicenda. Devo dire che mi sento piuttosto deluso in questa chiusura di legislatura. Questa è una legge piccola piccola; avevo però presentato, a nome della Giunta, disegni discutibili ma organici avevo presentato anche un disegno organico di revisione della legge n.
56/77. Non è che lasci molto serenamente questo Consiglio regionale dopo il lavoro che ho cercato di fare, per essere molto schietto. Arrivati a questo punto è il minimo di spazio che ci è dato per non aver proceduto a suo tempo, per motivi politicamente conosciuti, alla revisione complessiva della legge n. 33. Ed allora, anche se è impopolare, devo dire che nel disegno di legge della Giunta il tetto del reddito che non poteva essere superato dal canone sociale era il 10%. Quello nel progetto di legge del PCI era il 7%. A furia di "simulazioni" incerte abbiamo scelto il 9%, già a rischio, sapendo che la stessa Regione Emilia Romagna, che aveva legiferato mettendo un tetto massimo dell'8%, due mesi fa l'ha riportato al 10% e sapendo addirittura che il Governo, con misura certamente assurda, sta ragionando sul 20% del reddito familiare nei disegni di riforma. Io non mi sento, anche se so che è impopolare, a fronte delle simulazioni che abbiamo fatto e degli incassi che abbiamo (cosa che non giustifica tutte le altre deficienze di funzionamento degli IACP), di creare un ulteriore vuoto nei rientri verso lo Stato di cui la Corte dei Conti domani potrebbe chiedere conto alla Regione.
E' impopolare, ma devo dire che non posso accogliere l'emendamento.
Con grande tristezza, ma ci sono delle responsabilità a cui bisogna attenersi quando si governa. Io vado a casa domani; non posso per scaricare il problema sulla Regione e a chi verrà dopo. In un disegno organico di riforma le cose sarebbero state diverse. C'erano da rivedere il numero delle fasce, i parametri, le riduzioni; tutti discorsi che non è stato possibile fare non certamente per mia volontà e neanche per quella di Chiezzi. Io ero per proseguire sulla riforma complessiva e l'ho detto costantemente in Commissione. Devo invece dire ora che per evitare che questa modifica alla legge n. 33 possa determinare l'effetto perverso di vedere che i redditi minimi possano pagare più di oggi, avevo proposto in Commissione un emendamento che poi non è stato votato. Lo ripropongo formalmente, ma era già stato di fatto valutato in Commissione; con esso si introduce uno sbarramento per i canoni minimi perché non abbia ad aumentare, come effetto perverso della modifica che apportiamo, il canone d'affitto per coloro che sono percettori di pensione minima o sociale.
Questo è il senso dell'emendamento che viene presentato dalla Giunta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli, 25 contrari e 1 astensione.
Ha chiesto la parola il Presidente della II Commissione, Consigliere Biazzi. Ne ha facoltà.



BIAZZI Guido

Signor Presidente, solo due parole per confermare quanto ha appena dichiarato l'Assessore Genovese. Di fatto questo emendamento era già stato valutato in Commissione e mi sento di dire che era stato concordato, per le vicende che sono state richiamate sulla votazione complessiva sul disegno di legge non hanno permesso che la Commissione licenziasse il testo già modificato comprendente questo emendamento. Questa informazione era dovuta al Consiglio.
Gli altri problemi riguardano soprattutto l'art. 2 e l'art. 4 su cui si erano registrate posizioni diversificate dei Gruppi che sono state enucleate nella lettera di trasmissione in modo puntuale.



PRESIDENTE

Pongo ora in votazione l'emendamento presentato dall'Assessore Genovese il cui testo recita: alle modifiche dell'art. 14 della L.R. n. 33/84 è aggiunto il seguente ulteriore comma: "In ogni caso il canone minimo determinato in applicazione del comma precedente non può superare il canone soggettivo di cui al primo comma".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 1 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 27 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 45 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 29 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 15 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 29 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 15 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 29 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 15 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, anche su questa vicenda si chiude la legislatura. Il voto del Gruppo comunista terrà conto anche del bilancio della legislatura su questo problema. Occorre dare un giudizio sereno e nello stesso tempo molto severo su quanto è successo a questo riguardo. Le responsabilità della Giunta sono grandi e le responsabilità della maggioranza sono molto precise. In quest'aula rappresentiamo tutti i cittadini, anche quelli dei quartieri popolari nei quali andiamo a parlare e dove ci possiamo rendere conto personalmente dei problemi che questi cittadini devono affrontare e delle tensioni che esistono in questi quartieri, anche per il comportamento della Regione. Questa legislatura era iniziata sotto un segno unitario: ricordo l'ordine del giorno del luglio 1986 quando, al di là delle contrapposizioni o strumentalizzazioni o scelte di campo, il Consiglio regionale, a seguito di una stagione difficile di gestione dell'Istituto Autonomo Case Popolari, aveva individuato alcuni punti cardine per una politica che rinnovasse l'Istituto, lo rendesse efficiente e risolvesse alcuni problemi. In questi cinque anni i problemi si sono solo aggravati. Mi piacerebbe riportare a Falchera, Vallette o Mirafiori l'interesse con il quale il Consiglio regionale tratta questo tema. I problemi si sono aggravati moltissimo in questi quartieri.
Era stato preso l'impegno di rivedere la legge sugli affitti, una legge che è costata molto a chi l'ha assunta in termini di popolarità, una legge che conteneva in sé una norma che obbligava il Consiglio regionale a rivederla dopo un'applicazione di due anni. Ma, a parte questo termine di legge, nel 1986 il Consiglio si era assunto l'impegno di giungere ad una revisione della stessa. Questo non è stato possibile per responsabilità molto chiare. La Giunta regionale ha tardato a predisporre il nuovo testo di legge, lo ha presentato in ritardo, ha fatto trascorrere qualche anno dopodiché questa legge ha suscitato una forte opposizione nelle parti sociali direttamente interessate: gli inquilini e le associazioni degli inquilini. A quel punto, a seguito anche di incontri tra le parti sociali e la Giunta, si è giunti ad una situazione nella quale bisognava scegliere la strada che consentisse di risolvere il problema. La strada, il Gruppo comunista l'aveva indicata: riprendere il disegno di legge, ridiscuterlo con le associazioni degli inquilini per giungere ad un accordo e ripresentarlo, a quel punto, ai lavori della Commissione del Consiglio regionale per una valutazione finale.
La Giunta regionale non ha accettato di seguire questa strada, ha mantenuto la legge, ha avuto forse qualche rapporto, ma non risolutivo, con le associazioni degli inquilini. Le tensioni sono rimaste e il tempo è trascorso. Le nostre sollecitazioni alla Giunta derivavano da una forza che pensavamo di avere, la forza di un Gruppo che, pur dall'opposizione, aveva comunque prodotto una revisione della legge sui canoni. Abbiamo premuto ed incalzato la maggioranza affinché decidesse. Ad un certo punto da parte della maggioranza è stato scelto di fermare tutto. Tutto è stato fermo fino a che nuovamente gli inquilini si sono organizzati e sono tornati a protestare.
Quale giudizio dobbiamo dare di questa vicenda? Il giudizio è molto severo, perché la maggioranza e la Giunta hanno detto di no ad una proposta dell'opposizione, un no secco, ma hanno detto di no anche alla propria proposta. E' emersa un'incapacità di governo da tutti i punti di vista incapacità ad accogliere i suggerimenti dell'opposizione anche criticandoli e migliorandoli, e incapacità a portare avanti i propri provvedimenti. La cosa è tanto più preoccupante perché cade in un ambiente già percorso da mille tensioni. Mille tensioni che si sono aggravate, a giudizio del Gruppo comunista anche per l'incapacità dei vertici del Consiglio di amministrazione dell'Istituto Autonomo Case Popolari. In questi anni sono peggiorati i rapporti con gli inquilini, non sono stati spesi tempestivamente i soldi delle manutenzioni e, fatto gravissimo, nessun miglioramento è avvenuto nell'ambito del funzionamento della struttura interna dell'Istituto Autonomo Case Popolari. Per anni decine di dipendenti sono stati tenuti a fare nulla perché pendevano dei provvedimenti della Magistratura. Questo - l'ho detto anche in una riunione con il Presidente dell'Istituto - è ammissibile farlo per un mese, per due mesi, per sei mesi, dopodiché non è possibile gestire una struttura pubblica disattivandola in punti fondamentali di competenza e spendere centinaia e centinaia di milioni per incarichi esterni! Questo è andato avanti per anni, incarichi che poi evidentemente non hanno sortito grandi effetti.
Inefficienza dell'Istituto a realizzare le opere di manutenzione grande efficienza dell'Istituto a colpire gli inquilini che, ad esempio, si sono dimenticati di dichiarare i propri redditi e che si sono visti aumentare il canone, dal canone sociale all'equo canone, da un giorno all'altro pagando anche nove mesi di interesse. Ci troviamo quindi in una situazione molto pericolosa che il Partito comunista non ha mai strumentalizzato e non intende strumentalizzare, ma che è obiettivamente grave. E' chiaro che dal punto di vista dell'impegno e dei risultati della Giunta, noi non possiamo che dare un giudizio molto negativo. Ora ci troviamo di fronte ad un piccolo progetto di legge che risolve quasi nulla che contiene un elemento positivo, sul quale abbiamo anche votato a favore: finalmente i redditi di accompagnamento degli handicappati non vanno a sommarsi agli altri per determinare il livello di fascia rispetto al quale calcolare i canoni, ma è veramente troppo, troppo poco.
C'è stato un disimpegno da parte dei Gruppi della maggioranza su questo problema davvero incredibile. Io non so se è perché alcuni frequentano poco i quartieri popolari, ma vi assicuro che tornare nei quartieri popolari dicendo che il Consiglio regionale in questi cinque anni sulle case IACP non ha prodotto nulla di nuovo, per chi è responsabile di tutto questo non sarà per niente facile.
Non vogliamo strumentalizzare il nostro voto, quindi ci asterremo potremmo votare contro con le stesse motivazioni, ma per serietà di comportamento, dato che si tratta di una legge piccolissima (qualcosetta fa, ma troppo poco e insufficiente), noi motiveremo qui e nei quartieri il nostro voto di astensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, stiamo trattando un problema estremamente delicato. Nella scorsa legislatura, come sanno molti amici e compagni presenti in questa sala, ci furono delle ripercussioni elettorali nette e significative.
Il Gruppo socialista in Commissione ha già espresso la problematicità della situazione e si è riservato in aula di dare un suo giudizio definitivo attorno a questo provvedimento.
Vorrei sottolineare alcuni aspetti di questa proposta.
Primo aspetto: ci troviamo in una situazione dove sì emergono delle anomalie e degli aspetti di distorsione, per cui a fronte di redditi che sono cresciuti vengono ancora pagati affitti estremamente bassi, ma ci troviamo in un'area della nostra società che è la più vulnerabile, la più critica, la più marginale. Questo dovrebbe in qualche misura indurre ad uscire da uno schema di tradizionale e vecchio efficientismo e di tenere conto anche di questi elementi. Pertanto, se qualcuno abusa, non si pu essere super-rigorosi con costoro che in questa società delle due velocità sono quelli che viaggiano con maggiore lentezza.
Il secondo aspetto ha in qualche misura la natura del fenomeno dei ticket e delle proteste che erano emerse, che in parte non erano rivolte al meccanismo del ticket in quanto tale che poteva essere riconosciuto valido ma era il fatto che in qualche misura il ticket non corrispondeva ad un processo di trasformazione o a un qualche segno di modifica del funzionamento dei servizi annessi ai ticket stessi. Qui ci troviamo in una situazione di questo tipo: da un lato gli inquilini dello IACP si vedono calare un'azione rigorosa che di per sé viene riconosciuta valida come principio, ma dall'altro lato non si scorge alcun segno positivo nella gestione dell'Istituto per quanto riguarda gli interventi di manutenzione e così via. Anzi, hanno avuto ragione di dichiarare alcuni problemi aggiuntivi in questi ultimi anni attorno a questa vicenda.
L'Assessore si è sforzato di vedere che nelle zone di confine tra le fasce l'istogramma a gradini che ne derivava venisse smussato nelle sue punte. Ritengo comunque che l'iniziativa, così come si configura, sia estremamente limitata proprio perché non avviene in un contesto generale ma rappresenta un momento settoriale. E' per questa ragione che il Gruppo socialista si asterrà sul provvedimento in esame.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 20 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.
La discussione del punto 53) all'o.d.g. recante: "Esame ordini del giorno relativi agli affitti degli immobili di proprietà dell'Istituto Autonomo Case Popolari" è stata così assorbita dall'esame del progetto di legge n.
615 testé approvato.



ROSSA Angelo


Argomento: Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati - Formazione professionale

Esame proposta di deliberazione n. 1369: "Programma annuale dei corsi di formazione professionale normali, speciali e per invalidi civili Anno formativo 1990/1991"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 55) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 1369.
La parola all'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore alla formazione professionale

Il piano dei corsi di formazione professionale per l'anno 1990/1991 è presentato con anticipo considerevole rispetto agli altri anni per consentire un'organizzazione tempestiva ed efficace dei corsi per l'anno prossimo. E' un impegno assunto in precedenza che ho potuto portare a termine grazie alla collaborazione dei funzionari e della Commissione consiliare competente.
Il piano è propedeutico al piano triennale che deve necessariamente essere predisposto a partire dall'anno prossimo e per il quale si attiveranno le energie immediatamente dopo l'approvazione del piano presentato oggi al Consiglio.
I criteri che hanno animato le scelte all'interno del piano sono quelli del doveroso e necessario contenimento della spesa e il severo esame nel merito.
Gli obiettivi che ho inteso raggiungere sono i seguenti: 1) il contenimento del costo complessivo del programma formativo attraverso una sostanziale riduzione dei corsi e del monte ore complessivo rispetto all'attività formativa 1989/1990 2) la finalizzazione occupazionale compatibilmente con l'azione sociale in cui si colloca ogni singolo corso 3) l'integrazione con il sistema produttivo attraverso la riconferma degli stage obbligatori 4) la verifica sulla consistenza numerica dei corsi stessi 5) il mantenimento dei budget e degli interventi sulle fasce deboli.
Credo che lo sforzo compiuto meriti attenzione anche se in questa circostanza l'attenzione non può essere che poca.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sestero.



SESTERO Maria Grazia

Signor Presidente, per la qualità del piano ed altre condizioni che poi riprenderò sono costretta a fare un intervento secco e rapido perché ancora una volta ci troviamo di fronte ad un piano annuale formulato senza l'elaborazione del piano triennale, assente ormai da alcuni anni anche se era stato avviato uno studio preliminare.
Siamo di fronte ad un piano peggiore rispetto agli anni precedenti, non presenta alcun tratto caratteristico ed alcuna elaborazione di indirizzi e di scelte nell'individuazione dei corsi, dei livelli da sostenere, delle forme di formazione professionale. Inoltre, siamo di fronte al rinvio dell'annosa questione delle deleghe alla Provincia, siamo di fronte allo stesso tipo di proposte formulate in questi anni pur essendo in qualche modo cambiato il mercato del lavoro.
I tagli per contenere la spesa sullo stesso livello dell'anno scorso sono stati distribuiti in modo non significativo, con una riduzione quantitativa che non ha alcun elemento al suo interno di tipo qualitativo.
L'unico tratto positivo, che solo nell'ultimo anno della legislatura dobbiamo riconoscere, è che finalmente il piano arriva in tempo utile senza giungere al 28 o al 31 luglio per essere esaminato.
Dal piano di quest'anno sono spariti gli elementi di innovazione: uno dei tratti di innovazione che vengono segnalati è un corso per pasticcieri (stento a vedere qualche elemento innovativo in un corso per pasticcieri in un piano di formazione professionale che dovrebbe riqualificare il tessuto occupazionale e produttivo della Provincia). Altro tratto innovativo è l'utilizzo dei maestri come commessi attraverso un corso di operatore commerciale addetto alle vendite.
Il nostro giudizio non può che essere negativo e anche un po' disdegnoso di fronte al piano che viene presentato. Il problema vero è che la previsione di spesa non tiene conto della scadenza contrattuale. Spero che attraverso l'ordine del giorno presentato si possa porre rimedio non ad un'esigenza qualitativa, ma ad una scadenza inevitabile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

Ribadisco il concetto critico che il Movimento Sociale Italiano ha sempre espresso nei confronti dell'istruzione professionale, ma in termini non certamente attualistici per quello che ha rappresentato nel tempo quando di questa attività se ne è fatta una vera e propria incetta fino al punto di dover determinare nella politica dell'attuale Assessore una revisione globale del sistema, tant'è che l'intervento è stato massiccio e forte per evitare tutte quelle dispersioni di natura clientelare che si erano consolidate negativamente nel tempo. Ciò ha determinato anche una certa rivolta, non soltanto per quanto riguarda gli istituti direttamente gestiti dalla Regione, ma forse di più e soprattutto per gli istituti che impropriamente sono di natura privatistica.
E' vero che il piano dovrebbe essere articolato con una interdipendenza di gestione anche da parte di coloro i quali amministrano e direttamente conducono l'attività economica; è vero che i piani dovrebbero essere articolati con il coinvolgimento della Pubblica Istruzione; ma tutte queste cose sono ancora da venire perché si attende che il Ministero della Pubblica Istruzione voglia farci sapere che cosa intende fare dell'istruzione nazionale. E' forte la polemica sulla privatizzazione dell'istruzione, ma sarebbe lungo addentrarci.
Considerato anche il forte taglio che si è dovuto operare per l'istruzione professionale, devo dire che - si consenta ancorquando rappresento una parte di decisa opposizione - l'attività amministrata dall'Assessore Nerviani è stata portata verso l'accoglimento di quanto viene ancora una volta dalla base, cioè a dire dalle stesse istituzioni tuttavia un "drizzone" politico è stato dato nella scelta dei programmi.
Possiamo sperare che anche sul piano amministrativo localmente ci sia una maggiore diligenza, è tutto affidato alla verifica della prossima legislatura quando anche nel contesto nazionale sapremo come condurre la delicatissima materia dell'istruzione professionale.
Ad ogni modo, per cercare di avere anche un convincimento diretto oltreché di natura accademica per quello che della scuola sappiamo, essendo uomini della scuola, mi sono portato presso taluni istituti professionali e ho potuto verificare che in effetti la qualità c'è. Tutto potrebbe essere migliorato, però gli interventi di natura finanziaria dovrebbero essere gestiti in maniera tale da consentire anche interventi finanziari massicci tali da lasciarci prefigurare nell'istruzione professionale quella alternativa che la scuola pubblica si attende.
Per queste considerazioni, fuori del tutto da una qualunque strumentalizzazione occasionale di fine legislatura e di opposizione, dato che rappresentiamo il Movimento Sociale Italiano, per quanto mi riguarda dichiaro voto favorevole al piano presentato dall'Assessore Nerviani.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Richiamo l'attenzione dell'Assessore e dei colleghi sulla problematica relativa alla questione delle fasce deboli, cioè dei soggetti portatori di handicap e dei corsi di formazione che ad essi sono indirizzati.
E' vero che il numero dei corsi è rimasto sostanzialmente immutato rispetto allo scorso anno, però è anche vero che sarebbe necessario compiere qualche passo avanti in questa direzione, anche perché, ormai, è stato accertato che esiste una propensione al lavoro da parte dei soggetti portatori di handicap.
E' riconosciuto da tutti che il lavoro rappresenta per il cittadino portatore di handicap un potente fattore di crescita e di maturazione psicologica e sociale, dunque il nostro interesse deve necessariamente essere rivolto alla formazione pre-lavorativa di questi cittadini.
All'uopo noi abbiamo presentato un ordine del giorno che tende ad evidenziare l'intesa recepita dal Comune di Torino, in accordo con le organizzazioni sindacali e gli operatori, diretta a far sì che i corsi di formazione si svolgano in tre anni.
Con questo ordine del giorno non intendiamo modificare il piano di quest'anno perché sarebbe illusorio, intendiamo però porre l'attenzione per il futuro su un dato di fatto che a noi sembra molto rilevante.
Un altro punto riguarda i lavoratori extracomunitari: nella relazione si legge che alcuni enti (una decina) hanno formulato delle proposte dirette ad ottenere dei corsi per lavoratori extracomunitari. In proposito ricordo che la legge sull'immigrazione prevede che le Regioni debbano istituire, entro 60 giorni, tali corsi.
L'ultima questione è inerente il Centro professionale ENAIP Don Paviolo di Settimo. Nella relazione illustrativa del piano vi è un appunto nel quale si evidenziano alcune problematiche ad esso relative.
Proprio qualche giorno fa vi è stato un incontro tra le organizzazioni sindacali (CGIL-CISL-UIL), il Comune di Settimo e il responsabile dell'ENAIP; in questo incontro, concordemente, si è giunti alla determinazione di superare le difficoltà che quel Centro ha e i problemi che ha dovuto affrontare.
Quindi vi è una volontà che si è espressa, oltre che in questo incontro, anche in un ordine del giorno approvato unitariamente dal Consiglio comunale di Settimo. Ho consegnato all'Assessore sia l'ordine del giorno sia la bozza dell'intesa raggiunta. Abbiamo, inoltre, presentato un ordine del giorno che, prendendo atto della situazione, auspica che gli inconvenienti organizzativi interni al Centro Don Paviolo siano rapidamente rimossi ed invita l'Assessore ad assumere tutte le intese necessarie con gli enti interessati, onde riqualificare e rilanciare l'attività formativa del centro stesso. Pregherei l'Assessore di dare risposta, in fase di replica, sui due ordini del giorno presentati.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del dispositivo della deliberazione.
Sono stati presentati i seguenti emendamenti da parte dei Consiglieri Villa e Reburdo: 1) pag. 3: "corso n. 201 - 01 - 04 - 902" falegname ebanista intagliatore 22 allievi - n. 1.200 ore.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
2) Pag. 107: "corso n. 414 - 13 - 04 - 902" nella colonna "allievi previsti" scrivere "25" invece di "23".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
3) Pag. 109: "corso n. 414 - 09 - 02 - 902" nella colonna "allievi previsti" scrivere "23" invece di "25".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
4) Pag. 110: "corso n. 414 - 09 - 03 - 902" meccanico d'auto 23 allievi - n. 1.200 ore.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione la deliberazione così emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 33 voti favorevoli, 13 contrari e 1 astensione.


Argomento: Commercio

Esame proposta di deliberazione n. 1355: "Legge n. 426/71. Proposta al Consiglio regionale di 'Revisione dei criteri per il rilascio dei nulla osta di cui alla DCR n. 581-2519 del 27/3/1980"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1355, di cui al punto 60) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Marchini.



MARCHINI Sergio, Assessore al commercio

Con questa proposta di deliberazione la Giunta regionale intende avviare un processo che dovrebbe portare la Regione Piemonte, entro 360 giorni dalla data di approvazione della presente deliberazione, al rinnovo totale dell'impianto sul quale si basa l'adempimento del rilascio dei nulla osta. Con ciò rimediando ai limiti che il tempo ha arrecato alla deliberazione del 1980, limiti di natura giuridica che sono maturati in forza delle novità che voi conoscete e soprattutto limiti di tipo politico che dopo dieci anni di sperimentazione si sono evidenziati.
Con questa proposta di deliberazione la Giunta avvia un processo che non si conclude. In questo senso anticipo che la Giunta accoglie e ringrazia il Consigliere Dardanello per la proposta di emendamento dallo stesso presentata, che tende a segnare maggiormente come questa materia troverà la sua definizione, sia in termini di attuazione dei parametri sia di definizione puntuale degli elementi della delibera, dopo la fase di sperimentazione che noi ci auguriamo possa essere approfondita, soprattutto tramite l'utilizzazione del nuovo istituto della Conferenza permanente sul commercio.
Anticipo che con questa deliberazione proponiamo alcune questioni a forte rischio, questa è anche la ragione per cui riteniamo di doverla presentare comunque a fine legislatura. Mi riferisco in particolare all'interpretazione autentica che cerchiamo di dare al concetto di raddoppio e cioè che necessita sempre del nulla osta il raddoppio che si calcola sulle superfici minime e sulla superficie attuale, cosa che sembra di poco conto, ma che in realtà è stravolgente.
E' chiaro che l'Amministrazione che ci seguirà avrà quanto meno un elemento di certezza su questo. Lamento che non è stato possibile approfondire la materia con le organizzazioni di categoria e in particolare con i colleghi Consiglieri della Commissione, dei quali ho apprezzato l'attenzione con cui hanno considerato il problema. Questo, ripeto, non è un risultato, ma l'avvio di un processo politico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guasso.



PRESIDENTE

GUASSO



PRESIDENTE

Volevo avanzare due osservazioni di metodo e una di merito già accolta.
Una deliberazione così corposa ed importante sui criteri per i nulla osta avrebbe avuto bisogno di tempi di discussione che non sono stati né quelli di Commissione né quelli del Consiglio. Nel caso specifico non siamo neppure riusciti, perché la maggioranza della Commissione ce lo ha impedito, non l'Assessore, a fare le consultazioni su una materia importante e delicata qual è questa. L'esperienza ci dovrebbe insegnare che materie di questa natura non possono essere discusse alla fine della legislatura né tanto meno possono arrivare in aula un'ora e quindici minuti prima dello scioglimento.
Per quanto riguarda il contenuto, la discussione sarebbe stata di grande importanza, sia sotto l'aspetto delle salvaguardie sia sotto le questioni degli impegni futuri dei nuovi governi regionali: tutto questo per giungere ad un'attuazione coerente alle esigenze reali e non ad una spinta incontrollata alla crescita indistinta dei grandi centri di distribuzione. Purtroppo non lo si può fare. Noi avevamo avanzato un'unica osservazione di merito che riguardava i contenuti della convezione tra pubblici, privati e Comuni interessati, e il riconoscimento dello status da parte della Regione Piemonte, che non abbiamo trovato nel dispositivo della deliberazione. Restava questa una raccomandazione generica e non diventava non dico un blocco, ma un ulteriore punto di controllo dell'operazione.
Io non ho ancora avuto occasione di vedere l'ultimo testo, ma l'Assessore Marchini ci garantisce - anche se non in modo esplicito come avevamo chiesto noi un uso coerente della convenzione tra pubblici, privati e Comuni interessati, e della condizione che la Regione può stabilire per dare il riconoscimento dello status oppure no.
Se è così, signor Presidente, per i motivi che ho detto prima e ringraziando l'Assessore per aver accolto questa osservazione che noi ritenevamo importante, il Gruppo comunista si asterrà dalla votazione sulla deliberazione.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Dardanello: all'allegato A, art. 11, sostituire il secondo periodo del primo comma con il seguente testo: "Dopo tale data gli artt. 1 e 2 del presente articolato decadono ed il Consiglio regionale deve riadottarli sulla base degli strumenti e della metodologia contenuti nella Relazione tecnica di cui all'allegato B, e dei risultati della sperimentazione fatta nel corso dei 360 giorni, anche in relazione all'intera deliberazione".
La parola al Consigliere Guasso.



GUASSO Nazzareno

Questo punto non era nemmeno stato posto in Commissione. Se viene approvato questo emendamento noi voteremo contro la deliberazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Marchini.



MARCHINI Sergio, Assessore al commercio

La Giunta accoglie l'emendamento considerando che per emendamento si devono intendere soltanto le ultime due righe dello stesso, non vorrei che vi faceste fuorviare dalla lettura di un emendamento che per emendamento è soltanto laddove dice: "e dei risultati della sperimentazione avvenuta nel corso dei 360 giorni, anche in relazione all'intera deliberazione". Le novità del collega Dardanello sono relative al fatto che la riadozione dei criteri viene fatta non soltanto sulla scorta di questa delibera, ma anche della sperimentazione fatta sul corso dei 360 giorni, quindi rafforza.



GUASSO Nazzareno

Se non serve a niente, il Consigliere Dardanello dovrebbe ritirarlo.



MARCHINI Sergio, Assessore al commercio

Io lo considero importante perché dà il senso del processo che è avviato da questa deliberazione e che si conclude a 360 giorni, quindi in quel momento il Consiglio che ci seguirà riadotterà i parametri, ma evidentemente anche sulla scorta di una relazione su come questa deliberazione è stata attuata nel corso dei 360 giorni.



GUASSO Nazzareno

La deliberazione dice già che alla fine dei 360 giorni il nuovo Consiglio deciderà se andar piano, un po' più forte o decisamente forte, è vero o no?



MARCHINI Sergio, Assessore al commercio

Certo, ma il Consigliere Dardanello suggerisce semplicemente che si considerino i risultati della sperimentazione fatta nel corso dei 360 giorni, anche in relazione all'intera deliberazione. Non mi sembra del tutto stravolgente immaginare, utilizzando lo strumento della Conferenza permanente sul commercio che abbiamo istituito con la deliberazione approvata oggi pomeriggio, che questa Conferenza, in cui sono presenti le categorie e gli operatori politici, possa dare al Consiglio regionale un'informativa sull'attuazione della deliberazione nei 360 giorni, utile agli effetti della riadozione dei criteri e dei parametri ed eventualmente della valutazione di quegli elementi della delibera che si rivelassero da aggiornare. L'emendamento nella sua completezza sembra stravolgente, lo aveva fatto notare il collega, la novità però è soltanto nelle ultime due righe.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario

Signor Presidente, noi abbiamo scelto con l'intervento del Consigliere Guasso di non addentrarci in modo diffuso all'interno dell'atto deliberativo perché avevamo già fatto alcuni rilievi in sede di Commissione, rilievi che in parte erano stati recepiti e quindi era stata apportata una modifica. A nemmeno un'ora dal termine della legislatura viene presentato questo emendamento. E' vero che si aggiunge semplicemente l'ultima riga dove si dice "e dei risultati della sperimentazione fatta nel corso dei 360 giorni, anche in relazione all'intera deliberazione". Mi costringete però a dire che questo atto deliberativo nella stragrande maggioranza del suo articolato non avrà effetto alcuno. Sono rilievi che avevo già formulato in sede di Commissione. Se il significato è questo desidero capire dove si vuole andare a parare.
Noi siamo in presenza, l'Assessore lo sa perfettamente, di un numero di domande di rilascio di nulla osta alla Regione che è consistente sia in termini di quantità, sia per superficie complessiva. Non solo, ma l'atto deliberativo che lei sottopone all'approvazione del Consiglio dice anche che nel corso di questi 360 giorni saranno esaminate le domande che sono già pervenute e la cui istruttoria è già cominciata sulla base dei vecchi criteri. Il lavoro che si riesce ad espletare da parte degli uffici regionali è estremamente complesso ed articolato perché richiede una serie di contatti, di documentazione molto precisa da parte dei Comuni che molte volte ritardano, pareri dei Comuni viciniori, compatibilità urbanistiche destinazioni di queste aree ad attività commerciali, ecc.
Questo atto deliberativo - noi non volevamo dirvelo - probabilmente non incide in nulla a livello delle modificazioni complessive della deliberazione del 1980. Di fatto si dice a chi vuole investire nel settore che da quando questo atto deliberativo entrerà in vigore dovrà attenersi ai criteri indicati dalla deliberazione, però non si garantisce per nulla sul fatto che i criteri indicati durino poi nel tempo e quindi sono perlomeno rapportabili al tempo medio impiegato da una pratica di questo tipo per essere esaurita. Diciamo a costoro che per un anno devono fare le domande attenendosi a questo, dopodiché chi sarà chiamato a governare, la Giunta regionale futura, sottoporrà al Consiglio obbligatoriamente la modifica di questi criteri che possono essere confermati oppure no, sulla base della relazione tecnica che è allegata all'atto deliberativo.
E' vero, collega Dardanello - siamo capaci a leggere - che questa aggiunta di per sé non è sconvolgente perché aggiunge soltanto un ulteriore elemento di valutazione di come sono andate le cose in questi anni, ma è bolso l'emendamento per un motivo molto semplice: perché proprio in questi 360 giorni non si avrà alcun elemento di verifica puntuale di quello che accade perché gli uffici regionali non saranno abilitati ad esaminare le domande pervenute sulla base di questi criteri; è una cosa che non serve all'articolato. Io vorrei capire a che gioco stiamo giocando: perché se si dice, Assessore, che questo emendamento non modifica nulla, non vedo perch debba essere presentato e quindi accettato dall'Assessore. Se così non è occorre dire qualche cosa di più, io rimango dell'avviso che non è assolutamente necessario il tipo di aggiunta modificativa proposta dall'emendamento Dardanello.
Queste considerazioni possono cambiare la nostra collocazione, ci costringete a farlo perché siamo obbligati a valutazioni politiche più complessive che noi per la verità non avevamo inteso fare con l'intervento del compagno e amico Guasso.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Dardanello che è stato accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli e 11 contrari.
Pongo in votazione la deliberazione, il cui testo emendato verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 30 voti favorevoli e 12 astensioni.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario

Esame proposta di deliberazione n. 1371: "Regolamento CEE n. 2052/88 su: 'Programma operativo della Regione Piemonte e Schema dei criteri generali e delle priorità di intervento'"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 1371, di cui al punto 62) all'o.d.g.
La parola al Presidente della Giunta, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Io ho cercato di trarre dall'elenco di punti che abbiamo convenuto una serie di provvedimenti importanti ed urgenti che sebbene si riducano a poche unità, sono ancora molte rispetto all'ora che abbiamo davanti. Il provvedimento relativo ai danni causati dal vento e dagli incendi deve essere approvato, come anche questa deliberazione relativa al Regolamento CEE. Il riparto tra le UU.SS.SS.LL. delle disponibilità di parte corrente deve essere anch'esso approvato.
Chiedo quindi alla cortesia dei Consiglieri di permettere di approvare questi provvedimenti; poi vi sono altre iniziative che potrebbero maturare e quindi essere esaminate se avanziamo del tempo.
Prego la cortesia dei colleghi al tavolo del governo e del Consiglio di evitare addirittura, se possibile, gli interventi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore al lavoro

In ordine all'osservazione fatta dal Presidente, dico semplicemente avendo visto gli emendamenti presentati dal Gruppo comunista, che la Giunta è disponibile ad accogliere la quasi totalità di questi emendamenti tenendo conto che integrano la delibera di criteri che offre una rilevante opportunità per le aree della Provincia di Torino e del Verbano-Cusio Ossola e che permetterà il decollo di iniziative rilevanti per l'intero apparato produttivo, anche con importanti ricadute occupazionali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Amerio.



AMERIO Mario

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, siamo molto perplessi di fronte alla procedura che si è seguita in questa vicenda, non solo debbo dire per responsabilità, che pure non è mancata, da parte della Giunta, ma anche da parte del Governo e della stessa CEE. Si è messo in moto un meccanismo come quello precedente del 1988 sul Regolamento n. 219 per il Fuori Quota tessile che è ormai dimostrato che produce assai poco e che porta a disperdere risorse e a perdere occasioni. Si tratta di una procedura fatta di frequenti modifiche, che molte volte sono arrivate all'improvviso, delle disposizioni e dei criteri, di appuntamenti e scadenze decise sempre all'ultimo minuto, a partire dal Governo, ma - ce lo consenta, Assessore Cerchio - anche da parte della Giunta regionale.
Quante volte ci siamo trovati a dover discutere da un giorno all'altro o addirittura, nel maggio scorso, a progetto quadro già inviato al Ministero? Questa procedura dà tempi incredibili ai soggetti pubblici e privati per presentare i progetti. I progetti potevano essere presentati su questo Regolamento n. 2052 nel mese di agosto 1989! Fu dato il mese di agosto mese di vacanza, ai soggetti per presentare i progetti. Molti Sindaci rientrarono dalle ferie e si trovarono una settimana di tempo per mettere assieme e presentare i progetti. Meccanismi di questo tipo hanno già portato (vedi Regolamento n. 219) e temiamo che portino ancora adesso con il Regolamento n. 2052 a pochi risultati concreti e ad un dispendio di risorse. Infatti, abbiamo i primi riscontri dalla presentazione dei progetti pubblici e privati sul Regolamento n. 2052: i progetti presentati richiederebbero risorse dieci volte superiori a quelle disponibili. Questi progetti, presentati da soggetti pubblici, privati o misti, comprendono cose di ogni tipo, molte delle quali totalmente estranee alle finalità del regolamento comunitario, alcune decisamente assurde, altre di competenza specifica di enti pubblici. Molti progetti sono raffazzonati, messi insieme in poche settimane, dati i tempi che ricordavo, altri progetti sono vecchi progetti nel cassetto da anni, tirati fuori di corsa per poter prendere questi finanziamenti.
Come accadde nel 1988 sul Regolamento n. 219, il rischio è che, al vaglio di una deliberazione seria di criteri e priorità, ben poco finisca con il passare. Per questo avevamo chiesto alla Giunta una delibera di criteri rigorosa che consentisse, a fronte di una richiesta di risorse dieci volte superiori alle disponibilità reali, di selezionare secondo priorità certe. Noi non siamo di fronte a quella delibera rigorosa che avevamo richiesto. Siamo di fronte ad una delibera di priorità, molte delle quali condivisibili, soprattutto perché generiche, di carattere generale, a maglie molto larghe, attraverso le quali può passare di tutto. Abbiamo quindi presentato degli emendamenti, che in buona parte pare siano condivisibili, allo scopo di restringere le maglie di questa deliberazione.
Un emendamento, che illustrerò quando sarà il momento, è relativo all'Agenzia per l'innovazione di cui si è abbondantemente parlato e sulla quale si è arrivati anche a qualche determinazione: abbiamo proposto di stralciare dalle priorità questa presunta Agenzia per l'innovazione.
Un altro problema, che non è stato ancora oggetto di emendamento e sul quale vorremmo avere una risposta, è quello relativo al parco tecnologico del Lago Maggiore per il quale a noi non risulta esistano progetti. Si è parlato anche in aula di un progetto delle Partecipazioni Statali, si parla di un altro progetto che interesserebbe il Regolamento n. 2052, non si capisce quali finalità abbia, se esista e dove stia questo progetto.
Allora, perché inserirlo nelle priorità, Assessore? Se è qualcosa di concreto lo si dica, in caso contrario credo che faremmo bene a riformulare per intero questo primo punto.
Non mi soffermo sull'illustrazione degli altri emendamenti che credo siano quelli accoglibili, se ho inteso bene l'affermazione dell'Assessore "accoglibili quasi completamente".
Pertanto all'emendamento relativo all'Agenzia per l'innovazione aggiungo una richiesta esplicita di chiarimenti sulla questione del parco tecnologico, in base ai quali valuteremo come atteggiarci, se con uno specifico emendamento o comunque in aula al momento del voto.



PRESIDENTE

Nel frattempo, se non vi sono obiezioni, passerei all'esame di alcuni ordini del giorno che sono stati sottoscritti da tutti i Gruppi.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame ordine del giorno n. 775 sull'inserimento di giovani handicappati nel mondo del lavoro


PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione l'ordine del giorno n. 775, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte consapevole della rilevanza sociale che assume l'inserimento di giovani portatori di handicap nel mondo del lavoro evidenziata l'importanza che riveste l'inserimento dei corsi pre lavorativi, a favore dei soggetti portatori di handicap, nell'ambito delle normali attività dei corsi di formazione professionale rilevato che la finalità specifica dei corsi speciali pre-lavorativi è quella di favorire l'inserimento dei soggetti interessati nel mondo del lavoro preso atto dell'intesa intervenuta fra la Città di Torino, le Organizzazioni sindacali e le Associazioni che, tra l'altro, prevede una durata dei corsi pre-lavorativi articolata in 900 ore annue, per un periodo complessivo di tre anni ravvisata la necessità di evitare la concentrazione dei corsi pre lavorativi nei soli corsi di formazione professionale gestiti dal Comune di Torino ritenuto che, sia il consolidamento ed il recupero dei livelli di normalità e di scolarità di base, sia il potenziamento e la valorizzazione delle abilità già possedute, concorrono al raggiungimento delle finalità dei corsi pre-lavorativi impegna la Giunta ad operare affinché: a) siano aperti i corsi pre-lavorativi sul territorio piemontese onde garantire una dislocazione ottimale dei corsi stessi rapportata all'intera utenza b) la durata complessiva degli interventi informativi raggiunga le 2.700 ore, suddivise in tre moduli di 900 ore annue".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.


Argomento: Formazione professionale

Esame ordine del giorno n. 777 sul rilancio dell'attività formativa del Centro ENAIP Don Paviolo di Settimo


PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 777, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte a conoscenza dell'intesa intercorsa tra il Comune di Settimo, le Organizzazioni sindacali regionali di categoria, il rappresentante dell'ENAIP 'Don Paviolo' di Settimo tendente ad intervenire su più fronti per rilanciare l'attività formativa del Centro considerato che il Consiglio comunale di Settimo ha approvato, in data 16 marzo 1990, un ordine del giorno che impegna quell'Amministrazione a 'ripristinare le condizioni ottimali per lo svolgimento dei corsi' auspica che gli inconvenienti strutturali ed organizzativi interni, rilevati in fase di predisposizione del piano formativo 1990/1991, siano rapidamente rimossi invita l'Assessore competente ad assumere tutte le intese necessarie con gli enti interessati, onde riqualificare e rilanciare l'attività formativa del Centro Don Paviolo di Settimo".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.


Argomento: Formazione professionale

Esame ordine del giorno n. 778 sulla formazione professionale


PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 778, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte nel momento in cui approva il piano corsi 1990/1991 e riafferma l'impegno ad una decisa razionalizzazione del settore e ad una sempre più stretta coerenza con le esigenze del mercato del lavoro, e mentre impegna la Giunta ad attivare ogni iniziativa possibile destinata all'aggiornamento e alla riqualificazione della parte del personale interessato dai problemi derivanti dal rapido mutamento dei processi economici e tecnologici in atto a conoscenza dell'avvio delle trattative per il rinnovo del CCNL dei lavoratori della formazione professionale indirettamente gestita dalla Regione impegna la Giunta ad intraprendere una decisa azione per la più rapida conclusione della vertenza invitandola a partecipare direttamente agli incontri finalizzati al raggiungimento delle intese fra le parti e a promuovere il coinvolgimento del Governo per l'indispensabile sostegno economico alle Regioni che saranno inevitabilmente caricate di nuovi oneri.
Il Consiglio regionale nell'auspicare la positiva e sollecita chiusura delle trattative fra organizzazioni dei lavori ed enti Gestori, conferma il suo orientamento a svolgere azioni positive perché ai dipendenti della gestione indiretta di formazione professionale siano assicurati aumenti retributivi che riconoscano progressi economici comparativamente uguali a quelli riconosciuti ai lavoratori della formazione professionale in gestione diretta e che segnino nei fatti la ricerca della pari dignità fra i lavoratori dipendenti dalle due diverse gestioni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordine del giorno n. 779 sulla discarica di Montechiaro


PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 779, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte a conoscenza della grande concentrazione di richieste di autorizzazione regionale per discariche industriali nella zona di Montechiaro d'Asti e Comuni limitrofi, lungo un asse viario di 6-7 chilometri del fatto che in quell'area, a Montiglio, già esiste una cava in passato utilizzata come discarica per rifiuti industriali anche tossici e nocivi e non ancora bonificata che a Montechiaro è stata presentata, fra le altre, una richiesta di autorizzazione della Ditta Energest per una discarica con annesso impianto di depurazione reflui (di durata non definita e previsto per varie e diverse tipologie di reflui) che dovrebbe servire l'Astigiano l'Alessandrino e una parte del Torinese, collocata al di fuori delle previsioni e delle aree potenzialmente idonee indicate dal Piano regionale di smaltimento rifiuti, ed, a quanto si sa, estranea alle iniziative già in atto in materia ad Alessandria sentite in data odierna le rappresentanze delle popolazioni, delle Amministrazioni e dei Comitati ambientalisti, e visto l'ordine del giorno della Provincia di Asti e le conclusioni dell'USSL di competenza esprime viva preoccupazione per l'impatto ambientale che potrebbe derivare all'area territoriale in questione dalla realizzazione di detti impianti, e soprattutto per la salute dei cittadini e per la sicurezza del territorio invita la Giunta regionale a non autorizzare il predetto impianto Energest".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordine del giorno n. 780 sulla discarica di Montiglio d'Asti


PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 780, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte atteso che in località Montiglio d'Asti la ex cava di gesso è stata utilizzata come discarica di rifiuti industriali con autorizzazione provvisoria concessa nel 1984 ai sensi del DPR n. 915/82 sino al diniego di rinnovo dell'autorizzazione in data 14/10/1987 analisi dell'USSL di competenza hanno rilevato la presenza, nei rifiuti smaltiti, di tossici e nocivi non autorizzati permane tuttora una percolazione dalla cava con possibilità di inquinamento delle falde preso atto delle ripetute richieste delle popolazioni e Amministrazioni locali di provvedere alla bonifica del sito, richieste ribadite anche nel corso dell'incontro tra una delegazione di una popolazione della zona e il Consiglio regionale tenutosi in data 20 marzo dell'ulteriore pericolo incombente sull'area, rappresentato da una forte concentrazione di richieste di autorizzazione regionale per discariche industriali, tutte insistenti nel raggio di pochi chilometri ed in prossimità di Montiglio invita la Giunta regionale ad inserire le ex cave di Montiglio nel Piano regionale delle bonifiche considerandolo un intervento a carattere di priorità".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.


Argomento: Informazione

Esame ordine del giorno n. 783 sulla RAI


PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 783, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte richiamandosi alla recente Conferenza regionale sulla 'Presenza RAI in Piemonte e le prospettive dell'Alta definizione TV' e alle precedenti posizioni assunte dalla Regione a sostegno degli insediamenti e dell'attività RAI in Piemonte ribadisce la validità e la necessità: 1) della candidatura di Torino quale sede del futuro Centro CEE per la produzione di programmi TV in Alta definizione 2) del pieno utilizzo e del potenziamento della Sede regionale, del Centro di produzione e del Centro Ricerche RAI di Torino 3) della difesa e della valorizzazione del ruolo dell'Orchestra e del Coro di Torino 4) della soluzione al problema 'insediamenti amministrativi' torinesi di Via Cernaia.
A tal fine impegna la Giunta a sostenere i suddetti obiettivi nei confronti dell'Azienda e degli organismi statali competenti, sulla base delle indicazioni emerse nelle relazioni e nel dibattito della Conferenza regionale sulla RAI".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario

Esame proposta di deliberazione n. 1371: "Regolamento CEE n. 2052/88 su: 'Programma operativo della Regione Piemonte e Schema dei criteri generali e delle priorità di intervento'" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 1371.
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore al lavoro

Signor Presidente, ho ascoltato le osservazioni fatte dal collega Amerio e devo essere educatamente corretto nei confronti di altri provvedimenti altrettanto importanti. Mi rendo conto che una deliberazione di questo spessore comporterebbe un dibattito di alcune ore, per non dire di alcune mezze giornate. Non posso, però, non dire che gli uffici dell'Assessorato hanno lavorato con estrema difficoltà, con tempi impossibili, che la CEE per un verso e il Ministero dell'Industria per l'altro hanno imposto e che si sono purtroppo ribaltati anche nei confronti di soggetti pubblici e privati.
Assicuro che la Giunta regionale farà di tutto nel lasso di tempo ancora di sua competenza ordinaria per favorire il decollo dell'iter una volta approvati questi criteri, anche perché la scadenza prevista per l'intervento comunitario è il 1991, scadenza che non è lontana.
In ordine alle singole proposte che il collega ha indicato risponder di emendamento in emendamento senza entrare nel merito, ma dando la risposta che mi auguro sia nei limiti del possibile positiva per i soggetti che hanno presentato i vari emendamenti. Mi fermo qui proprio perché mi pare corretto, giunti alle 23,15, poter affrontare altre priorità.



PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame degli emendamenti presentati.
1) Emendamento presentato dai Consiglieri Amerio, Bruciamacchie e Bosio: al punto 2, comma primo/a), dopo le parole "capitale pubblico" aggiungere le parole "o da Società promossi da enti pubblici".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Amerio, Bruciamacchie e Bosio: al punto 2, comma secondo/a), cancellare le parole "la realizzazione della.., sull'area della Provincia di Torino".
La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, si tratta della questione già illustrata dal collega Amerio su cui, insieme a quella del parco tecnologico, eventualmente anche dopo la votazione degli emendamenti, pu dare risposta l'Assessore.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 2).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 15 voti favorevoli, 27 contrari e 3 astensioni.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Biazzi, Amerio, Bruciamacchie e Bosio: al punto 2, comma secondo/b), dopo le parole "programmi di sviluppo turistico", aggiungere le parole "nonché progetti insistenti su parchi e aree protette".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Biazzi, Amerio, Bruciamacchie e Bosio: al punto 2, comma secondo/b), dopo le parole "leggi di incentivazione statali e regionali", aggiungere le parole "nonché interventi volti a sviluppare la ricettività diffusa".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
5) Emendamento presentato dai Consiglieri Biazzi, Amerio, Bruciamacchie e Bosio: al punto 2, comma secondo/c), inserire come ultimo punto: "iniziative miste volte a favorire la creazione di imprese tramite l'erogazione di servizi reali alle imprese minori nonché il sostegno finanziario".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
6) Emendamento presentato dai Consiglieri Biazzi, Amerio, Bruciamacchie e Bosio: al punto 2, comma secondo/d), dopo le parole "con finalità produttive, sociali e pubbliche", aggiungere le parole "escluse iniziative immobiliari private".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
7) Emendamento presentato dai Consiglieri Biazzi, Amerio, Bruciamacchie e Bosio: al punto 2, comma secondo/d), dopo le parole "trattamento e recupero di rifiuti industriali", aggiungere le parole "e di trattamento in loco dei residui di lavorazione delle materie prime".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
8) Emendamento presentato dai Consiglieri Biazzi, Amerio, Bruciamacchie e Bosio: dopo le parole "iniziative pubbliche laddove queste esistano" aggiungere le parole "ovvero promosse da Associazioni di produttori".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
9) Emendamento presentato dai Consiglieri Biazzi, Amerio, Bruciamacchie e Bosio: al punto 2, comma secondo/d), aggiungere al termine del comma le parole "e le iniziative di carattere sovracomunale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
Gli emendamenti sono così esauriti.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto sull'intera deliberazione il Consigliere Calligaro. Ne ha facoltà.



CALLIGARO Germano

Signor Presidente, l'esperienza del Regolamento n. 2019 per le aree di crisi tessile è stata pessima. Quelle risorse sono state largamente inefficaci ai fini che il Regolamento stesso si proponeva; sono state trasferite risorse a soggetti economici senza realizzare reindustrializzazione n' incrementi occupazionali.
Abbiamo chiesto che i criteri per il Regolamento n. 2052 fossero adottati prima della presentazione delle domande. Questo non è stato fatto: sono affluite numerosissime domande, dovremmo avere risorse dieci volte superiori a quelle disponibili. La maggior parte di queste domande presenta caratteri di assoluta incongruità. Ora si sono stabiliti criteri a maglia eccessivamente larga che consentono alla Giunta una rilevante discrezionalità; gli emendamenti accolti non sono sufficienti per un nostro giudizio positivo.
Avevamo in particolare chiesto alla Giunta di misurarsi con due problemi di reale reindustrializzazione: la crisi della ELCIT-GEPI di Sant'Antonino di Susa e la crisi delle aziende del Gruppo Bertoldo, già produttrici di armi, e ora poste in liquidazione.
Chiedevamo un progetto di rilevazione degli impianti e di riconversione produttiva; era necessario un autorevole intervento della Regione Piemonte.
Dobbiamo constatare amaramente che il ruolo della Regione è stato meramente notarile.
Con il massimo della buona volontà possiamo dare voto di astensione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore al lavoro

Signor Presidente, vorrei solo fare una domanda al collega Amerio su un fatto tecnico.
Il collega proponeva il suo emendamento dopo le parole "progetti presentati da enti pubblici". In termini tecnici, mi pare meglio aggiungere l'emendamento alla riga successiva: "in secondo luogo, quelli di società miste, a prevalente capitale pubblico o di società promosse da enti pubblici". L'emendamento è accolto, se inserito alla riga successiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Amerio.



AMERIO Mario

Nella generale confusione nella quale stiamo lavorando non ci si capisce più.
Abbiamo registrato in questo momento che l'emendamento che proponeva di non inserire l'Agenzia per l'innovazione tra le priorità - per le ragioni che abbiamo abbondantemente spiegato in Commissione - è stato respinto dalla Giunta; inoltre, alla mia richiesta di spiegazioni su un'altra priorità indicata, quella di un fantomatico parco tecnologico nell'area di Verbania, non si dà alcuna risposta.
Per queste ragioni, se non ci sono nuove spiegazioni da parte dell'Assessore, voteremo contro la deliberazione.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste d'intervento da parte della Giunta, pongo in votazione la deliberazione testé discussa, il cui testo emendato verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 29 voti favorevoli e 14 contrari.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario

Esame proposta di deliberazione n. 1400: "Approvazione del programma operativo relativo alle azioni di formazione professionale nelle zone dell'obiettivo 2 (Regolamento CEE n. 2052/88), per l'accesso ai finanziamenti del Fondo Sociale Europeo 1990/1991"


PRESIDENTE

Connessa al provvedimento testé approvato è la proposta di deliberazione n.
1400, di cui al punto 88) all'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 30 voti favorevoli e 15 contrari.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 1396: "Primo prelievo del fondo di riserva di cassa di cui al capitolo n. 12900 dello stato di previsione della spesa del bilancio 1990 della somma di L. 13.824.618.595 per consentire pagamenti relativi alla gestione dei residui"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 1396, relativa al primo prelievo del fondo di riserva di cassa, che è di carattere meramente tecnico.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1368: "Piano dei corsi per operatori sanitari - Anno scolastico 1990/1991"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1368, di cui al punto 63) all'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.


Argomento: Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Esame progetto di legge n. 623: "Rifinanziamento, con modifiche, della L.R. 15/5/1987, n. 27 concernente la programmazione degli interventi per lo sviluppo dell'offerta turistica"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare il progetto di legge n. 623, di cui al punto 65) all'o.d.g..
Ha chiesto la parola il Consigliere Avondo. Ne ha facoltà.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente, se questo è un disegno di legge che lei e la Giunta prevedono di poter discutere rapidamente nel giro di due minuti, le comunico subito che ho delle osservazioni di merito profonde da svolgere.
Vorrei pertanto sapere, alla luce di questa mia dichiarazione, se c'è la volontà di discuterlo o meno, sapendo che se si discute, chiedo il rispetto regolamentare per esprimere il giudizio sul disegno di legge.



PRESIDENTE

A me pare di capire che impiegheremmo il tempo sino alle ore 24 per discutere questo punto all'o.d.g.
La parola all'Assessore Ripa.



RIPA Franco, Assessore al turismo

Non credo che si possa liquidare in dieci minuti l'esame di una legge che prevede il rifinanziamento di quelle che sono problematiche importanti ferme da un anno e mezzo in Regione, su domande relative ad una legge che è sempre stata rifinanziata e di cui abbiamo avuto comunicazione del riparto solo nel mese di febbraio. Non possiamo disattendere questo importante compito della Regione per il futuro. Soprattutto non lo possiamo fare in questo momento in cui abbiamo una situazione di gravi danni per il mancato innevamento, in modo particolare per il turismo montano. Quindi, non mi pare giusto liquidarla in questo modo perché la situazione economica del Piemonte è disastrata e credo meriti di essere discussa nel più breve tempo possibile per dare un futuro a tutto il settore turistico. Non si tratta di una nuova legge n. 27, bensì del suo rifinanziamento.
Credo di non dover aggiungere altro perché sono questioni che sono sotto gli occhi di tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente, visto che comunque si è voluto entrare nel merito della discussione, chiedo il tempo regolamentare per illustrare le ragioni che mi portano ad esprimere il parere del mio Gruppo su questa materia.



PRESIDENTE

Lei non può...



AVONDO Giampiero

Signor Presidente, lei non può consentire all'Assessore di fare della demagogia e impedire a me di dire quello che penso!



PRESIDENTE

Non impedisco a lei di dire quello che pensa. Ho dato la parola all'Assessore perché avrebbe potuto dire delle cose...



AVONDO Giampiero

L'Assessore è entrato nel merito addirittura dicendo che la non approvazione di questa legge vorrebbe dire fare un danno alla montagna.
Allora lei deve sapere che su questo provvedimento il Gruppo comunista, con l'unanimità, quanto meno dal punto di vista dell'impianto, da parte degli altri Gruppi presenti in Commissione, ha proposto all'Assessore di utilizzare tutta la cifra disponibile in conto capitale e quindi se vuol fare un'azione sulla montagna può benissimo decidere che tutti i soldi che sono a disposizione in conto capitale vengano destinati alla montagna. Il problema è che con questa legge 1.500 milioni sono destinati ad interventi per l'abbattimento dei tassi di interesse, e 1.500 milioni per dieci anni comportano un impegno ulteriore di irrigidimento del bilancio regionale di 15 miliardi. Ci può dire che è poco, caro Presidente, ma lei mi insegna che i miliardi, i milioni si fanno lira dopo lira. I Gruppi di maggioranza in Commissione su questa questione avevano detto che erano disponibili all'iscrizione, quindi l'avevano licenziata, riservandosi però in aula di esprimere una valutazione critica rispetto a questa scelta, dopodich chiedo solo coerenza.
Non si tratta da parte di qualcuno di far vedere che c'è chi vuol fare le cose ed altri che si oppongono. La proposta formale che avanzo è la seguente: se si vuole dare un sostegno alla montagna si utilizzino i miliardi in conto capitale, quindi si è in grado di elargirli immediatamente, e si diano tutti alla montagna. Riguarderà il mancato innevamento o quant'altro si riterrà opportuno, però è chiaro che in una discussione di merito sull'utilizzo di 1.500 milioni in conto interessi noi facciamo per coerenza la parte che abbiamo svolto sul bilancio e che altri hanno condiviso con noi, e che non può essere contrabbandata a venticinque minuti dalla scadenza del mandato.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Avverto che sotto questi condizionamento dovremmo arrivare ad una conclusione e rinunciare a mandare avanti queste leggi ed altre e far procedere solo le cose che sono gradite a tutti.
Devo dire che il tentativo fatto in curva (magari sarà stato anche in esagerazione come tempistica) consentirebbe alla gente della montagna - non faccio demagogie - di recuperare un rapporto con la stessa Regione che era venuto meno negli ultimi tre anni. Noi consentiamo un rilancio di strutture e di presenze delle quali la montagna oggi ha decisamente bisogno.
Mi parrebbe di richiamare, collega Avondo, che non più tardi della giornata di ieri abbiamo approvato tra le varie leggine finanziarie anche quella che, almeno per la prima annualità successiva a questa, permette di garantire una presenza in conto interessi per questa iniziativa. Quindi non è che sia nata così da se stessa senza un collegamento: una norma finanziaria che supporta per il primo anno successivo a questo intervento il Consiglio l'ha approvata non più tardi di ieri o di ieri l'altro. Quindi nessuna contraddizione: abbiamo dato un'impostazione di continuità.
Capisco anche che voi potete parlare fino a mezzanotte e che questa legge può non passare come non passerà neppure quel provvedimento successivo per le calamità. Condizionamento per condizionamento diremo alla comunità che siamo stati bloccati magari da discussioni e da perdite di tempo alle quali abbiamo contribuito tutti.
Stiamo concludendo il mandato e non dobbiamo lasciarci con arrabbiature, ma ho l'impressione...



AVONDO Giampiero

Questa è una chiara provocazione!



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Io non mi inquieto e questa sera voglio andare a casa tranquillo soprattutto nei rapporti personali piuttosto che politici.
Devo dire che il Consiglio regionale ha approvato un provvedimento che quanto meno consente l'accesso alla prima rata in conto interessi. Allora ci siamo sbagliati, ma questa è la proiezione di una scelta politica non demagogica nei confronti di un bisogno che c'è, che appartiene a migliaia di telegrammi che riceviamo in continuità da coloro che hanno collocazione in montagna, cui noi tentavamo di darvi risoluzione.
Non volete esaminarla? Siete padroni degli orologi del tempo e non si farà niente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Per adesso non entrerò molto nel merito del provvedimento. Mi limito a dire due parole sulle questioni che sono state poste pochi secondi fa in quest'aula.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Mi permetta l'interruzione.
Dopo questo provvedimento ci sono altri provvedimenti che sono altrettanto essenziali per la vita della Regione. E' un tipo di modificazione dell'intervento che forse è a metà strada fra la proposta vostra e quella sua originale, ma non ve la so illustrare perché è nata in questo momento, pertanto consentiamo all'Assessore Ripa, se è possibile, di svolgere l'illustrazione.



BIAZZI Guido

Si è parlato di migliaia di telegrammi di persone che aspettano i contributi in conto interessi, ma non so da chi arrivino questi telegrammi.
Sarebbe bene dire chi è che ha fatto queste richieste alla Regione e in base a che cosa.
Proprio perché voglio essere breve e non ho potuto neanche guardare con attenzione questo provvedimento, mi limito a leggere l'art. 5: "Norme finanziarie - Per la concessione dei contributi costanti di durata non superiore a dieci anni, in relazione a mutui è autorizzato il limite di impegno complessivo di L. 1.500 milioni".
Questi sono contributi che probabilmente andranno agli alberghi per la loro ristrutturazione, per la ricettività turistica in generale, in base a programmi che dovranno essere valutati attentamente, per cui non c'è nemmeno urgenza per approvare un provvedimento di questo tipo. Tra due mesi ci saranno gli organi con la pienezza dei poteri e potranno decidere che cosa riterranno più opportuno. Non possono quindi esserci dei telegrammi che sollecitano l'erogazione di questi fondi, perché nessuno in questo momento ha titolo per pretendere qualunque cosa dalla Regione.
Dato che siamo entrati nel merito, ricordo il parere del Servizio che deve esprimersi sui provvedimenti finanziari: "In risposta a richiesta di parere si osserva quanto segue: le spese in annualità sono, per loro natura, una delle cause della rigidità del bilancio. Nel mese del luglio scorso, la Giunta regionale aveva approvato un disegno di legge, votato dal Consiglio il 14 dicembre, che introduceva alcune modifiche alla legge di contabilità regionale e tra queste la fissazione di un tetto alla spesa destinata alla concessione di contributi in annualità. La concessione di questi contributi comporta una violazione alle regole che la stessa Giunta aveva indicato e che il Consiglio regionale aveva fatto proprie".
Mi avvio a conclusione, prego solo chi vuole intervenire adesso di non introdurre degli elementi demagogici così sono stati definiti - che creano solo confusione.
Mi sono limitato ad esaminare solo un pezzo di questo provvedimento, si potrebbe andare avanti perché ci sono aspetti che richiedono una risposta puntuale.
Abbiamo parlato velocemente di un provvedimento di grande rilievo quale quello presentato dall'Assessore Cerchio; c'è un altro provvedimento altrettanto di rilievo che sarà presentato dall'Assessore Mignone provvedimento che non abbiamo ancora discusso, per cui occorre senso di responsabilità da parte di tutti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ripa.



RIPA Franco, Assessore al turismo

Sarò brevissimo, con altrettanto senso di responsabilità.
Quando ci si riferiva alle centinaia di domande che sono ancora in corso il riferimento era alle domande che sono pervenute in questo anno e mezzo in cui non è stato possibile rifinanziare la legge, perché abbiamo avuto il riparto da parte dello Stato solo al mese di febbraio.
Per eliminare ogni problematica dal contendere - credo che questo sia in adesione a tutto quanto è stato richiesto - è meglio avere una parte anche se non è la più importante, piuttosto che nulla. Quindi, per quello che ci riguarda come Giunta, sopprimiamo la parte che riguarda il conto interessi, così siamo in adesione con le richieste del Gruppo PCI. Se questo è il modo per poter avere almeno il minimo di quello che ci dà lo Stato, dobbiamo farlo. Meno di questo non credo si possa fare.



PRESIDENTE

Prego i colleghi di chiarire questo aspetto. Nel frattempo proseguiamo con l'esame di un altro punto all'o.d.g.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Esame proposta di deliberazione n. 1374: "Riconoscimento di calamità grave degli eventi dei mesi di febbraio e marzo 1990 ai fini dell'attuazione degli interventi previsti dalle normative statali e regionali"


PRESIDENTE

Esaminiamo pertanto la proposta di deliberazione n. 1374, di cui al punto 79) all'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche) - Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Esame progetto di legge n. 594: "Contributo regionale per la costruzione a Condove (TO) del Monumento alla Civiltà Alpina"


PRESIDENTE

Il punto 64) all'o.d.g. prevede l'esame del progetto di legge n. 594.
E' stato presentato da parte dell'Assessore Marchini il seguente emendamento: al titolo e agli artt. 1 e 4 alla parola "Civiltà" sostituire la parola "Memoria".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
Passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda quindi alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 48 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 48 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 48 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 48 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 4 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 48 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Esame progetto di legge n. 623: "Rifinanziamento, con modifiche, della L.R. 15/5/1987, n. 27 concernente la programmazione degli interventi per lo sviluppo dell'offerta turistica" (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo al progetto di legge n. 623, di cui al punto 65) all'o.d.g.
che era stato prima sospeso per valutare la possibilità di trovare un accordo. I colleghi Consiglieri mi informano che l'accordo è stato trovato.
L'emendamento concordato si riferisce all'art. 5, pertanto possiamo passare alla votazione dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda quindi alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 48 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 48 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 48 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 48 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Emendamento presentato dall'Assessore Ripa: all'art. 5, sono soppressi i commi primo, secondo, terzo, quarto quinto e decimo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Santoni. Ne ha facoltà.



SANTONI Fernando

Debbo fare una precisazione: non c'è problema finanziario, perch l'emendamento è in riduzione della spesa originariamente prevista, quindi non c'è onere.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 48 Consiglieri presenti.
Emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Ferro, Bruciamacchie e Biazzi: i commi dal primo al sesto sono soppressi al comma ottavo, la cifra di L. 1.000.000.000 è sostituita con L.
2.600.000.000.
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 5 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 48 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 48 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 6 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 48 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 776 sulla crisi occupazionale nelle Valli di Lanzo


PRESIDENTE

Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 776, inerente la crisi occupazionale nelle Valli di Lanzo, il cui testo recita: "Considerate le gravi difficoltà annesse alla crisi occupazionale delle Valli di Lanzo e Basso Canavese prendendo atto che la Giunta regionale, tramite l'Assessorato al lavoro industria ed energia, è impegnata ad operare per accelerare l'iter delle pratiche di cassa integrazione e a seguire la ricerca di credibili partner industriali, onde assicurare la maggiore continuità occupazionale ed operativa agli insediamenti industriali della zona: impegno che pu ovviamente attuarsi nei limiti delle competenze regionali e nel rispetto delle altrui competenze, a partire da quelle istituzionalmente previste nelle procedure concorsuali rilevando che non è stato predisposto un piano di sviluppo socio-economico diretto a favorire nuove forme di occupazione nell'area di Ciriè e di Lanzo dà mandato alla Giunta di perseguire i seguenti, ulteriori percorsi d'iniziativa: a) operare per le attivazioni di processi di mobilità, ponendo il problema all'attenzione delle organizzazioni imprenditoriali, attraverso un uso combinato della legge 29/8/1989, n. 53 e della riconversione professionale, prevista dal Fondo Sociale Europeo b) verificare l'applicazione del Regolamento CEE n. 2052, applicabile per la Provincia di Torino, che per essere produttiva dovrà incentivare la disponibilità di energie imprenditoriali c) attivare, inoltre, la Finpiemonte perché verifichi la praticabilità inerente la riutilizzazione degli stabilimenti industriali dismessi".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.


Argomento: Edilizia scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 1401: "L.R. 21/3/1984, n. 18. Contributi per limitati interventi di edilizia scolastica. Programma 1990"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1401, di cui al punto 83) all'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame progetto di legge n. 585: "Modalità attuative del DM 10/2/1984. Disciplina per l'ammissione alle scuole per educatori professionali del servizio sanitario"


PRESIDENTE

Il punto 67) all'o.d.g. prevede l'esame del progetto di legge n. 585.
L'Assessore Maccari ha presentato il seguente emendamento: nel titolo del progetto di legge le parole "del servizio sanitario" sono sostituite dalle parole "delle UU.SS.SS.LL.".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
Passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Emendamento presentato dagli Assessori Maccari e Brizio: alla seconda riga, le parole "del servizio sanitario regionale" sono sostituite dalle parole "delle UU.SS.SS.LL".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 1 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 51 votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Emendamento presentato dagli Assessori Maccari e Brizio: l'art. 2 è soppresso gli articoli seguenti sono pertanto rinumerati.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
ART. 3 - Emendamento presentato dagli Assessori Maccari e Brizio: dopo le parole "agli esami integrativi", sono aggiunte le parole "di cui all'art. 3".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 3 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 51 votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Emendamento presentato dagli Assessori Maccari e Brizio: il richiamo all'art. 3 è sostituito dal richiamo all'art. 2.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 4 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 51 votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 51 votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 51 votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 6 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 51 votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 1404: "Riparto tra le UU.SS.SS.LL. delle previste disponibilità di parte corrente a destinazione indistinta a valere sul Fondo sanitario per l'anno 1990"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1404, di cui al punto 81) all'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1375: "USSL n. 28 di Settimo Torinese Deliberazione dell'A.A.C., n. 24 del 5/7/1988 e deliberazione del C, di G n. 690 del 29/9/1989 'Ampliamento pianta organica provvisoria - Servizio Personale e Tecnico Economale'"


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare le proposte deliberative inerenti gli ampliamenti di piante organiche di UU.SS.SS.LL.
Si tratta di ventitre deliberazioni; la prima è la n. 1375.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1376: "USSL n. 76 di Casale Monferrato Deliberazione dell'A.A.C., n. 20 del 30/9/1988 'Ampliamento pianta organica provvisoria per adeguamento organico dei servizi e delle divisioni ospedaliere' - Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di deliberazione n. 1376.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1377: "USSL n. 61 di Savigliano Deliberazione dell'A.A.C., n. 19 e n. 21 del 29/6/1989 'Istituzione posti per i servizi territoriali e per le tossicodipendenze' Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di deliberazione n. 1377.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1378: "Deliberazione del Consiglio comunale n. 575 del 24/1/1990 'Ampliamento piante organiche UU.SS.SS.LL. torinesi per decentramento servizi di rilascio e rinnovo dei libretti sanitari' - Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di deliberazione n. 1378.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1379: "USSL subcomunale TO V di Torino Deliberazione del Consiglio comunale n. 3355 del 28/9/1989 'Ampliamento servizio tossicodipendenze e servizi territoriali' - Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di deliberazione n. 1379.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1380: "USSL n. 65 di Alba Deliberazione dell'A.A.C., n. 7 del 30/6/1989 - 'Ampliamento pianta organica provvisoria mediante istituzione posti per il progetto Tutela Materno-Infantile'"


PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di deliberazione n. 1380.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1381: "USSL n. III di Torino Deliberazioni del C.C., n. 2403 dell'8/5/1989 e n. 4302 del 24/10/1989 'Ampliamento organico Servizio Tossicodipendenze e per attività di prelievo organi'"


PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di deliberazione n. 1381.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1382: "USSL n. 76 di Casale Monferrato Deliberazione dell'A.A.C., n. 21 del 30/9/1988 'Ampliamento pianta organica provvisoria Servizi finalizzati all'attuazione delle leggi nn. 405/75 685/75, 180/78, 194/78 e attività distrettuali' - Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di deliberazione n. 1382.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1383: "USSL n. 47 di Biella Deliberazione dell'A.A.C., n. 60 del 23/10/1989 - 'Ampliamento pianta organica provvisoria del servizio di recupero e rieducazione funzionale e dell'area formazione professionale ed educazione sanitaria' Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di deliberazione n. 1383.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1384: "USSL n. 29 di Gassino Torinese Deliberazione dell'A.A.C., n. 22 del 20/12/1989 - 'Ampliamento pianta organica provvisoria - Provvedimento a stralcio deliberazione A.A.C. n. 14 del 29/6/1989' - Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di deliberazione n. 1384.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale, deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1385: "USSL n. 59 di Dronero Deliberazione dell'A.A.C., n. 33 del 16/12/1988 - 'Ampliamento pianta organica provvisoria finalizzato all'attuazione della legge n. 685/75' Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di deliberazione n. 1385.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1386: "USSL n. 62 di Fossano Deliberazione dell'A.A.C., n. 28 del 14/2/1989 - 'Istituzione nuovi posti per attività territoriali di tutela materno-infantile e tossicodipendenze' - Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di deliberazione n. 1386.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1387: "USSL n. 45 di Vercelli Deliberazione dell'A.A.C., n. 24 del 29/9/1989 - 'Ampliamento organico del personale medico del Servizio psichiatrico'"


PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di deliberazione n. 1387.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1388: "USSL n. 63 di Saluzzo Deliberazioni dell'A.A.C., n. 2 e n. 3 del 30/3/1989 - 'Ampliamento pianta organica provvisoria per l'attuazione delle attività di cui alle leggi nn. 194/78, 405/75 e 685/75' - Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di deliberazione n. 1388.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1389: "USSL n. 47 di Biella Deliberazioni dell'A.A.C., n. 22 e n. 24 del 18/4/1989 - 'Ampliamento pianta organica provvisoria per attuazione leggi finalizzate nn. 194/78 405/75 e 685/75' - Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di deliberazione n. 1389.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1390: "USSL n. 52 di Galliate Deliberazione dell'A.A.C., n. 12 del 30/5/1989 e deliberazione C, di G. n. 587 del 14/9/1989 - 'Ampliamento pianta organica provvisoria per la completa attuazione delle leggi nn. 685/75 e 180/78' Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di deliberazione n. 1390.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1391: "USSL n. 50 di Gattinara Deliberazione dell'A.A.C., n. 2/12 del 28/6/1989 - 'Ampliamento pianta organica provvisoria ai fini della completa attuazione delle leggi nn. 405/75, 685/75, 180/78 e 194/78' - Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di deliberazione n. 1391.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1392: "USSL subcomunale TO I di Torino Deliberazione del Consiglio comunale n. 2925 del 26/6/1989 'Ampliamento pianta organica per il programma di screening citologico del cancro della cervice uterina' - Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di deliberazione n. 1392.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1393: "USSL subcomunale TO IX di Torino - Deliberazione del Consiglio comunale di Torino n. 3361 del 28/9/1989 'Ampliamento pianta organica provvisoria per il Servizio di recupero e riabilitazione funzionale finalizzato all'attivazione della nuova struttura riabilitativa di Corso Corsica ed al potenziamento dell'attività riabilitativa territoriale'"


PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di deliberazione n. 1393.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1397: "USSL subcomunale TO IX di Torino - Deliberazione del Consiglio comunale di Torino n. 3353 del 28/9/1989 'Ampliamento pianta organica provvisoria mediante l'istituzione dei posti per l'attività dell'Unità Spinale presso il presidio ospedaliero CTO'"


PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di deliberazione n. 1397.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1398: "USSL n. 40 di Ivrea Deliberazione dell'A.A.C., n. 14 del 10/11/1989 - 'Ampliamento pianta organica provvisoria servizi ospedalieri ed extraospedalieri' Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di deliberazione n. 1398.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1399: "USSL n. 30 di Chieri Deliberazione dell'A.A.C., n. 17 del 21/7/1989 - 'Ampliamento organico servizi assistenza sanitaria integrativa di base, servizio di salute mentale e servizi amministrativi' - Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di deliberazione n. 1399.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.


Argomento: Formazione professionale

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Interpretazione autentica del nono comma dell'art. 34, L.R. n. 40/84 e disposizioni in merito al personale docente dei Centri di formazione professionale"


PRESIDENTE

Passiamo infine ad esaminare la legge rinviata dal Governo relativa a: "Interpretazione autentica del nono comma dell'art. 34, L.R. n. 40/84 e disposizioni in merito al personale docente dei Centri di formazione professionale". di cui al punto 86) all'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame dell'articolo unico.
ARTICOLO UNICO - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 46 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri.
L'articolo unico, quindi l'intero testo della legge, è approvato.
Signori Consiglieri, poiché è giunta mezzanotte, devo comunicare che ha così termine l'ultima seduta della quarta legislatura.



(La seduta ha termine alle ore 24)


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Saluto di commiato del Presidente del Consiglio regionale, Angelo Rossa


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, sono le ore 24 e si sono quindi conclusi i lavori della quarta legislatura, gradirei però rivolgere a tutti un saluto di commiato, al termine del quale siete tutti invitati ad una bicchierata con spumante del nostro Piemonte.
Cari colleghi, con oggi, 21 marzo, primo giorno di primavera, si chiudono i lavori del Consiglio regionale del Piemonte, dopo cinque anni caratterizzati da un'intensa attività legislativa e di governo. Ma prima di entrare nel merito delle cose da fare e di quelle fatte, desidero esprimere un doveroso omaggio ai colleghi che nel corso della legislatura ci hanno dolorosamente lasciato: i compianti Ezio Alberton, Nino Carazzoni, Antonio Turbiglio e il Presidente Aldo Viglione, la cui scomparsa ci ha profondamente turbato, motivando avvicendamenti necessari che nessuno avrebbe mai voluto che accadessero. Credo sia perciò doveroso da parte mia e dell'assemblea ricordare a fine legislatura, prioritariamente ad ogni altra considerazione, questi nostri cari colleghi a cui va il nostro memore e grato pensiero per quanto hanno fatto per questa Regione e per la comunità piemontese.
Invito i presenti ad osservare un minuto di raccoglimento.



(I presenti, in piedi, osservano un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Vi ringrazio, colleghi, potete accomodarvi.
Accanto a questo doloroso ricordo mi preme fare un primo provvisorio bilancio del lavoro svolto, partendo dalla considerazione che la nostra attività è stata messa a dura prova dalla scarsa disponibilità di risorse libere - che ammontano al 10% circa rispetto alla destinazione complessiva e dal restringimento di anno in anno delle risorse finanziarie destinate dallo Stato alle Regioni.
Fatto questo che ha compromesso l'efficacia dell'intervento legislativo dell'assemblea e che è stato all'origine di molti contrasti con Governo e Parlamento. Ma dirò di più: il contesto giuridico e legislativo in cui negli ultimi anni la Regione ha dovuto muoversi è stato caratterizzato da mancanza di chiarezza a livello nazionale, per cui è successo che in una materia delicatissima com'è quella dello smaltimento dei rifiuti la Regione sia stata costretta a regolarsi sulla base di oltre settanta provvedimenti statali emanati nel corso di un anno.
In altri comparti, poi, la Regione ha dovuto legiferare solo per aspetti marginali senza poter intervenire, pur in materie di sua competenza, in modo più organico nel complesso dei problemi; su altre questioni, infine, com'è successo per la legge sull'informazione locale, la Regione si è vista contestare dal Governo legittime competenze garantite dalla Costituzione repubblicana e fatte proprie dallo Statuto regionale in materia di rapporto tra informazione e partecipazione.
Mi pare, però, che il punto più basso di stallo e di credibilità delle Regioni stia per essere superato: l'obiettivo da raggiungere è quello di ricostruire, migliorandolo, un vero e proprio sistema di governo locale armonizzato e non subordinato al potere centrale, che troppo spesso ha bloccato le grandi potenzialità del sistema regionale e locale. Tuttavia nonostante i limiti di ordine finanziario e di autonomia istituzionale, le forze politiche di maggioranza e di opposizione hanno dato vita ad un confronto serio e produttivo, affrontando problemi e offrendo soluzioni alla complessa, evolutiva realtà piemontese. Ecco alcune cifre: in questa quarta legislatura, considerando solo il periodo 1985/1989 sono stati presentati oltre 600 progetti di legge; ne sono stati approvati 327, in 215 sedute, di cui 211 vistati dal Commissario del Governo.
Ciò vuol dire che l'aula ha svolto le sue funzioni in modo concreto attuando il compito principale che le è stato affidato, cioè quello di legiferare (a questo proposito desidero rivolgere un particolare ringraziamento all'Ufficio di Presidenza: al Vicepresidente Petrini, al Vicepresidente Sestero e ancor prima al Vicepresidente Dameri, ai colleghi Fracchia, Gallarini, Guasso e Santoni).
La stessa osservazione si può fare per le Commissioni permanenti che nei cinque anni di legislatura, hanno tenuto ben 1.772 sedute, di cui 417 dedicate a consultazioni, audizioni ed incontri a Palazzo Lascaris e in sedi decentrate. Analogo livello di produttività è stato espletato dall'Ufficio di Presidenza con 4.451 deliberazioni dal 1985 al 1989 e dalla Commissione Nomine che, negli stessi anni, ha nominato oltre 1.100 persone mentre gli organismi consultivi e di partecipazione - Comitato per l'affermazione della Resistenza e dei principi costituzionali, le Consulte femminile ed europea, ed il Comitato radiotelevisivo - nelle loro innumerevoli iniziative hanno mantenuto elevato il rapporto tra la società piemontese e il Consiglio regionale, consolidando ed estendendo il livello partecipativo dei giovani e dei cittadini alle proposte culturali provenienti da tali organismi.
Tutta questa intensa attività di produzione legislativa e di rapporti con l'esterno è stata possibile - occorre ricordarlo - grazie alla dedizione con cui i funzionari, i dirigenti e tutti quanti lavorano in Consiglio, e che io desidero vivamente ringraziare, hanno assolto alle loro incombenze, pur essendo in numero ridotto, sia in termini assoluti che in termini proporzionali, rispetto alle altre Regioni italiane. C'è inoltre da registrare che nella presente legislatura si sono fatti passi da gigante nei processi di informatizzazione degli uffici del Consiglio regionale, con l'attivazione di banche dati e sistemi di automazione di ufficio, oltre all'avvio della fase sperimentale di Videotel.
In questo modo, il Consiglio regionale si sta attrezzando per essere sempre più efficiente fornitore di servizi verso le forze politiche e la comunità piemontese, in un'ottica da azienda avanzata pronta al dialogo con le altre Regioni europee.
E in tema di vocazione europea del Piemonte, ritengo che i tempi siano maturi per la creazione di spazi di intervento regionali nei settori economici di competenza e che sia giunto il momento di realizzare il progetto - caldeggiato negli anni passati dal compianto Aldo Viglione - di acquisire il diritto di apertura di uffici di rappresentanza regionale a Bruxelles. E se è vero, com'è vero, che la vitalità per l'autonomia passa attraverso la gestione di risorse proprie e libere e attraverso la possibilità di far politica "istituzionale" con il minimo di "lacci e lacciuoli", è altrettanto vero che per la soluzione di molteplici problemi aziendali, professionali e commerciali, l'interscambio tra le Regioni europee di confine, o legate da interessi comuni, è un fatto più che auspicabile, necessario.
Il tavolo del confronto è naturalmente rinviato alla prossima legislatura e, in particolare, alla Sessione comunitaria - prevista dalla legge "La Pergola" - della Conferenza Stato-Regioni, dove le Regioni avranno titolo consultivo per la trattazione degli aspetti delle politiche comunitarie di interesse regionale. In quella sede si dovranno definire i criteri e le modalità in base alle quali le Regioni sono tenute ad applicare le direttive CEE a prescindere dagli atti statali di recepimento.
E' un messaggio questo che invio ai futuri governanti della nostra Regione, con la speranza che a partire dalla quinta legislatura si possa registrare l'inizio di una nuova età delle Regioni, con la conclusione definitiva del circolo vizioso del regresso e del decremento contrassegnato dalla crisi finanziaria e propositiva delle Regioni e dalla riassunzione centralistica di competenze che il DPR n. 616 sembrava avere definitivamente assegnato alle Regioni, fino a verifica costante e contraria.
Solo così le Regioni italiane riusciranno ad inserirsi a pieno titolo nella dimensione Europa: una dimensione che noi auspichiamo di pace, di fratellanza e di solidarietà sociale, alimentata da contributi locali e regionali che possono, più di ogni altra entità superiore, facilitare interscambi di conoscenze, di tecnologie, di beni e, soprattutto, di vera amicizia.
Molta strada è stata compiuta in questi anni e in questi mesi molte cose sono cambiate in Europa ed altre sono in corso di cambiamento. Tutto fa pensare ad un futuro sempre più europeo per le Regioni, un futuro che non è esagerato definire esaltante.
Una nuova età delle Regioni ci avvicina sempre di più anche alla nostra storia luminosa rappresentata dal Parlamento Subalpino che ha condotto l'unità d'Italia, grazie anche al contributo determinante di grandi piemontesi come Cavour, Rattazzi, Sineo. Certo anche grazie a grandi uomini d'Italia come Garibaldi, Mazzini e tutti gli eroi del Risorgimento, con Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II, si è raggiunto l'obiettivo dell'unificazione dell'Italia e del ruolo guida del Piemonte.
Per questo abbiamo lavorato con la consapevolezza di ciò che il Piemonte ha rappresentato nella storia del nostro Paese, nella cultura negli ideali, a partire dalla lotta per l'unità d'Italia fino alla Resistenza e alla democrazia, creando uno Stato moderno che in quattro decenni si è collocato tra i primi del mondo.
Cari colleghi, siamo arrivati qui in Consiglio - chi per la prima volta, chi per la seconda, la terza o la quarta - cinque anni fa, come espressione politica della scelta dei nostri elettori nell'ormai lontano 1985; e voglio rimarcare il fatto che, al di là del confronto politico talvolta anche duro e aspro, ci siamo tutti riconosciuti nella comune volontà di lavorare per il bene della comunità piemontese. E questa volontà è servita anche a smussare talvolta gli orgogli di parte e a cercare il dialogo con la controparte politica, la mediazione accorta, onesta, più pragmatica che ideologica e più finalizzata all'utile comune che al successo ideologico di partito, di maggioranza o di opposizione.
Credo perciò che il lavoro svolto in questi cinque anni, tenendo ben presenti le possibilità e i limiti soggettivi ed oggettivi, vada sottolineato non con la matita rossa o blu, ma semplicemente evidenziato con un tratteggio di segno positivo. Forse una maggior produttività legislativa era possibile, forse alcuni provvedimenti rimasti nel cassetto potevano vedere la luce e contribuire al miglioramento di leggi un po' segnate dagli anni; e forse, ancora, l'attività del Consiglio poteva essere più fluida e più concreta. Ma, confrontando in un bilancio a caldo le cose positive e negative, ritengo che tutte le forze politiche abbiano dato un grande contributo per la valorizzazione della nostra istituzione e per il bene della comunità piemontese.
Per cui ritengo che possiamo chiudere questa legislatura a fronte alta e con un certo orgoglio, anche se lasciamo ai nostri successori una realtà ancora distante da quella che avremmo voluto lasciare: una realtà che è sì in crescita complessiva, ma con sacche di emergenza insolute.
La speranza è che il futuro Consiglio regionale e la futura Giunta riescano a portare a termine questioni in cui noi ci siamo impegnati soprattutto quelle attinenti all'emergenza ambientale.
Infine un saluto a tutti i Consiglieri: a quelli che se ne vanno, a quelli che lasciano volontariamente il Consiglio perché hanno deciso di svolgere altra attività, a quelli che si ricandidano per ritornare in quest'aula, oltre a quelli che nel corso di questi anni hanno scelto altri terreni d'impegno. E ancora un ringraziamento ai dirigenti, ai funzionari e a tutti i dipendenti per la collaborazione dimostrata nel corso della legislatura e per l'impegno particolarmente oneroso sostenuto in queste ultime settimane e in questi tre giorni finali.
E a tutti un futuro che non sia tanto distante dai desideri! Come vi ho già annunciato all'inizio del discorso, ora siete tutti invitati al bar per brindare con un bicchiere di spumante del nostro Piemonte. Grazie.



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