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Dettaglio seduta n.237 del 19/03/90 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROSSA


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 29 giugno, 6, 13, 20, 27 e 28 luglio, 14, 19 e 28 settembre 5, 6, 12, 13, 19, 26, 27 e 31 ottobre 1989 si intendono approvati.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Cernetti, Croso, Fassio, Majorino, Pezzana e Ratti.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge

Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

d) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge non vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

d) Mancata apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

e) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 6 e 14 marzo 1990 - in attuazione dell'art. 9 della L.R. n. 6/88 in materia di consulenze ed incarichi, è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Esame progetto di legge n. 359: "Utilizzo di carta riciclata e recupero di carta da macero nella Regione Piemonte" (seguito)


PRESIDENTE

Il punto 4) all'o.d.g. prevede l'esame del progetto di legge n. 359 che era già stato avviato nel corso della seduta del 15 marzo 1990.
La parola al Consigliere Tapparo che riassume sinteticamente i termini del dibattito.



TAPPARO Giancarlo

Dopo il dibattito generale, sapendo che questo testo non è stato affrontato in Commissione dove probabilmente ci potevano essere spazi di approfondimento, si è arrivati attraverso un intreccio di incontri volanti a definire una serie di emendamenti che modificano la proposta in molti dei suoi punti. Emendamenti che, visti i firmatari, credo abbiano ampio consenso.
Il carattere degli emendamenti è di lasciare ampia progettualità, ma anche una predeterminazione rigida di alcuni aspetti operativi. La volta scorsa eravamo arrivati alla discussione dell'art. 1.



FRACCHIA Mario



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10,30, riprende alle ore 10,40)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROSSA



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Passiamo alla votazione dell'articolato del progetto di legge n. 359.
ART. 1 - Emendamento presentato dai Consiglieri Tapparo, Adduci e Picco: l'art. 1 è sostituito dal seguente: "Art. 1 - Finalità.
Per concorrere ad un uso razionale delle risorse e per svolgere una funzione di orientamento anche rispetto al settore privato, la Regione Piemonte attua un'esperienza pilota di uso della carta riciclata per i propri fabbisogni e per quelli degli enti strumentali e di recupero della propria carta da macero.
In relazione ai risultati dell'esperienza pilota la Regione definisce con apposita deliberazione del Consiglio regionale le linee di azione regionali per l'utilizzo della carta riciclata presso gli enti pubblici e la raccolta e recupero della carta da macero da essi prodotta, in relazione al piano regionale di organizzazione dei servizi di smaltimento dei rifiuti ed agli indirizzi e norme nazionali del settore".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 29 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 1 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 29 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Emendamento presentato dai Consiglieri Tapparo, Adduci e Picco: l'art. 2 è sostituito dal seguente: "Art. 2 - Operatività.
Al fine del raggiungimento degli obiettivi di cui all'art. 1, la Giunta regionale predispone uno studio di fattibilità sugli effettivi usi delle carte vergini, sulle possibilità di utilizzo della carta riciclata nei vari settori regionali, sulle problematiche del mercato della carta riciclata per usi grafici, sui costi organizzativi, gestionali e di investimento dipendenti dall'uso della carta riciclata e dalla raccolta differenziata della carta da macero.
In relazione ai risultati dello studio di fattibilità la Giunta regionale individua, con obbligo di revisione triennale, il quantitativo annuo minimo di carta riciclata da utilizzare, gli usi specifici e predispone gli interventi anche finanziari per l'utilizzo della carta riciclata e per la raccolta differenziata della carta da macero".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 2 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 28 hanno risposto SI 28 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Emendamento presentato dai Consiglieri Tapparo, Adduci e Picco: l'art. 3 è sostituito dal seguente: "Art. 3 - Promozione dello sviluppo del mercato della carta riciclata per usi grafici.
La Regione promuove appositi accordi e collaborazioni con l'Ente Nazionale Cellulosa e Carta e i produttori di carta riciclata per lo sviluppo del mercato della carta riciclata per usi grafici".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 28 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 3 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 28 hanno risposto SI 28 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Emendamento presentato dai Consiglieri Tapparo, Adduci e Picco: l'art. 4 è sostituito dal seguente: "Art. 4 - Organizzazione della raccolta della carta da macero.
I Consorzi pubblici di smaltimento dei rifiuti, le loro Aziende pubbliche e le Aziende municipalizzate nell'ambito dei progetti territoriali di raccolta differenziata previsti dal piano regionale per l'organizzazione dei servizi di smaltimento dei rifiuti, attuano la raccolta differenziata della carta da macero prodotta dalla Regione Piemonte e dagli enti pubblici territoriali allestendo centri di raccolta e valorizzazione da realizzarsi almeno uno per provincia.
I Consorzi e le Aziende succitati assumono accordi con i soggetti recuperatori e produttori ai fini della commercializzazione della carta da macero.
La Regione promuove la raccolta differenziata della carta da macero prodotta dagli enti pubblici nell'ambito del programma regionale per la raccolta differenziata dei rifiuti previsto dal piano regionale per l'organizzazione dei servizi di smaltimento dei rifiuti, favorendo inoltre forme di rimborso per la raccolta della carta effettuata dalle scuole e di incentivazione per l'utilizzazione della carta riciclata nelle scuole stesse".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 28 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 4 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 28 hanno risposto SI 28 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Tapparo, Adduci e Picco che prevede il seguente nuovo articolo: "Art. 4 bis - Informazione.
La Giunta regionale promuove le opportune iniziative di informazione per diffondere i caratteri e il valore ambientale ed economico dell'utilizzo della carta riciclata e della raccolta della carta da macero con riferimento agli indirizzi assunti dalla Regione Piemonte".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 28 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 4 bis.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 28 hanno risposto SI 28 Consiglieri.
L'art. 4 bis è approvato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Masaracchio e Picco: dopo l'art. 4 bis inserire il seguente nuovo articolo: "Art. 5 Le fasi di sperimentazione elaborate ai sensi dell'art. 2 dovranno essere precisate da specifico regolamento di attuazione della presente legge".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 28 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale del nuovo art. 5.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 28 hanno risposto SI 28 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Poiché al momento non è presente il Consigliere Valeri, invece di affrontare la questione relativa alle centrali ENEL di Trino, di cui al punto 5) all'o.d.g., propongo di procedere, se il Consiglio acconsente all'esame delle deliberazioni relative alle piante organiche delle UU.SS.SS.LL., licenziate all'unanimità dalla Commissione competente, di cui ai punti 16) e successivi all'o.d.g.
La parola al Consigliere Emilia Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

Si tratta di provvedimenti di ordinaria amministrazione, licenziati all'unanimità e vagliati ripetutamente. Mi riferisco a quanto è previsto dal punto 16) al punto 37) all'o.d.g. Inoltre, chiedo venga assimilata la deliberazione n. 1372, di cui al punto 38) all'o.d.g., che è un riparto ordinario sulla base del 50% delle spese dell'anno precedente alle UU.SS.SS.LL. per i fondi socio-assistenziali.
Si tratta di provvedimenti che consentono la spesa nell'ambito dei servizi.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1284: "USSL n. 32 di Moncalieri Deliberazione dell'A.A.C., n. 7 del 2/2/1988 'Ampliamento organico per servizio aggregato di diabetologia e per l'attività di allergologia' Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame della proposta di deliberazione n. 1284, di cui al punto 16) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 28 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1315: "USSL n. 47 di Biella Deliberazioni dell'A.A.C.., n. 23, n. 25, n. 26 e n. 27 del 18/4/1989 e n. 35 del 30/5/1989 'Ampliamento pianta organica provvisoria servizi ospedalieri ed extraospedalieri' - Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1315, di cui al punto 17) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1316: "USSL n. 61 di Savigliano Deliberazioni dell'A.A.C., n. 5 e n. 6 del 5/5/1989, n. 9 del 19/5/1989, n. 18, n. 20 e n. 22 del 29/6/1989 'Ampliamento pianta organica provvisoria dei servizi ospedalieri, extraospedalieri e dei servizi amministrativi' Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1316, di cui al punto 18) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1317: "USSL n. 37 di Lanzo Torinese Deliberazione dell'A.A.C., n. 5 del 18/7/1989 'Ampliamento pianta organica provvisoria' - Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1317, di cui al punto 19) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1319: "USSL n. 27 di Ciriè Deliberazione dell'A.A.C., n. 28 del 13/1/1989 'Ampliamento organico per attivazione del servizio di cardiologia'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1319, di cui al punto 20) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1323: "USSL n. 56 di Domodossola Deliberazioni dell'A.A.C., n. 48, n. 49, n. 50, n. 51, n. 52, n. 53, n. 54 e n. 56 del 22/12/1988, n. 8 e n. 9 del 17/7/1989 'Ampliamento pianta organica provvisoria' - Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1323, di cui al punto 21) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1351: "USSL n. 46 di Santhià Deliberazione dell'A.A.C., n. 9 del 23/6/1989 'Adeguamento della pianta organica del personale medico'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1351, di cui al punto 22) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1352: "USSL n. 73 di Novi Ligure Deliberazioni dell'A.A.C., n. 6 e n. 8 del 15/5/1989 'Ampliamento pianta organica provvisoria per l'istituenda divisione di neurologia e del servizio di neuropsichiatria infantile' Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1352, di cui al punto 23) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1353: "USSL n. 30 di Chieri Deliberazione dell'A.A.C., n. 16 del 21/7/1989 'Ampliamento pianta organica provvisoria per l'attività dei servizi territoriali' Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1353, di cui al punto 24) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1354: "USSL n. 67 di Ceva Deliberazioni dell'A.A.C., n. 6 e n. 11 del 28/6/1989 'Istituzione posti per il servizio di radiologia e per il servizio di riabilitazione' - Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1354, di cui al punto 25) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1318: "USSL n. 66 di Mondovì Deliberazioni del C.d.G., n. 991 del 25/5/1989, n. 2156 del 16/11/1989 a stralcio della deliberazione di A.A.C., n. 21 del 30/12/1988. Adeguamento organico del servizio igiene pubblica e del servizio tecnico"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1318, di cui al punto 26) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1320: "USSL n. 65 di Alba Deliberazione dell'A.A.C., n. 6 del 30/6/1989 'Ampliamento pianta organica provvisoria per attivazione del servizio di cardiologia e del servizio di anatomia ed istologia patologica"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1320, di cui al punto 27) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione 1321: "USSL n. 73 di Novi Ligure Deliberazioni dell'A.A.C., n. 7, n. 9 e n. 10 del 15/5/1989 'Ampliamento pianta organica provvisoria servizi ospedalieri ed extraospedalieri' Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1321, di cui al punto 28) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1322: "USSL n. 76 di Casale Monferrato Deliberazione dell'A.A.C., n. 20 del 30/9/1988 e del C.d.G., n. 1505 del 28/9/1989, dell'A.A.C., n. 6 e n. 7 del 28/6/1989 e n. 16 del 22/12/1989 'Ampliamento pianta organica provvisoria'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1322, di cui al punto 29) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1350: "USSL subcomunale TO IX di Torino - Deliberazione del Consiglio comunale n. 4010 del 10/10/1988 Deliberazione C.d.G., n. 675 del 27/4/1988 Ospedale Infantile Regina Margherita - Adeguamento organico per istituzione servizio autonomo di anatomia ed istologia patologica"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1350, di cui al punto 30) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1361: "USSL n. 39 di Chivasso Deliberazioni dell'A.A.C., n. 42 dell'11/12/1989 e n. 36 del 25/9/1989 'Ampliamento pianta organica provvisoria per il servizio farmaceutico, di laboratorio analisi e di recupero e riabilitazione funzionale' Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1361, di cui al punto 31) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1362: "USSL n. 34 di Orbassano Deliberazioni dell'A.A.C., n. 44 e n. 47 del 9/10/1989 'Ampliamento pianta organica provvisoria per area tecnico-operativa Formazione professionale e centralino'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1362, di cui al punto 32) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1363: "USSL n. 58 di Cuneo Deliberazioni dell'A.A.C., n. 6 e n. 8 del 21/6/1989 'Ampliamento organico del servizio di anatomia ed istologia patologica e dell'area tecnico-operativa formazione professionale'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1363, di cui al punto 33) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1364: "USSL n. 54 di Borgomanero Deliberazioni dell'A.A.C., n. 11 e n. 12 del 17/10/1989 'Ampliamento pianta organica per il servizio di radiologia e per l'attività di allergologia' Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1364, di cui al punto 34) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1365: "USSL n. 62 di Fossano Deliberazione dell'A.A.C., n. 27 del 14/2/1989 'Ampliamento pianta organica per area tecnico-operativa della formazione professionale ed educazione sanitaria' - Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1365, di cui al punto 35) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1366: "USSL n. 75 di Acqui Terme Deliberazione dell'A.A.C., n. 8 del 29/5/1989 'Ampliamento pianta organica provvisoria dei servizi territoriali' Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1366, di cui al punto 36) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1367: "USSL subcomunale TO VI di Torino - Deliberazione del Consiglio comunale n. 4304 del 24/10/1989 'Istituzione posti per il servizio di psichiatria' Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1367, di cui al punto 37) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 1372: "Fondo per la gestione dei servizi socio-assistenziali di cui alla L.R. 23/8/1982, n. 20. Assegnazione di un primo acconto in termini di cassa alle UU.SS.SS.LL. per l'anno 1990. Spesa di L. 27.312.389.460 (cap. 10347/90)"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1372, di cui al punto 38) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.


Argomento: Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 1360: "Assunzione degli adempimenti conseguenti all'applicazione delle disposizioni dell'art. 14, secondo comma, della L.R. 18/12/1979, n. 76. Mandato alla Giunta regionale da parte del Consiglio regionale" - Presentazione relativo ordine del giorno


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la proposta di deliberazione n. 1360, di cui al punto 50) all'o.d.g.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Chiezzi. Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, di buon grado anche il Gruppo comunista, vista la fine della legislatura e l'urgenza di consentire in ogni caso l'avvio di programmi di edilizia residenziale, acconsente ad affidare alla Giunta regionale il compito di predisporre le graduatorie in base alle quali verranno assegnati i finanziamenti di edilizia pubblica.
Per questo votiamo a favore della deliberazione n. 1360.
C'è però una questione che in Commissione abbiamo sollevato e che vogliamo ripetere in aula. La questione riguarda la realizzazione di un Piano cosiddetto integrato, di cui l'Assessore ha dato copia, che sarà attuato sulla delega che il Consiglio assegna alla Giunta.
Vorrei però separare l'assenso al concetto di delega alla Giunta a compiere determinati atti, dal giudizio che diamo su alcuni di questi.
Il giudizio sulla graduatoria per edilizia sovvenzionata e agevolata non lo forniamo adesso in quanto non ne abbiamo gli elementi. Invitiamo l'Assessore ad agire bene (senz'altro lo farà).
Per quanto riguarda invece i programmi integrati svolgo un'osservazione fortemente critica su alcune delle scelte contenute nella proposta che è giunta da parte di un consorzio, perché si prevede la valorizzazione attraverso una cospicua edificazione, della zona Campo Volo nel Comune di Collegno.
Ora, di questa edificazione, in Consiglio regionale abbiamo già discusso quando la Giunta propose di stralciare un'area dal Parco di Stupinigi per destinarla all'Istituto di ricerca contro il cancro.
A nome del Gruppo avevo osservato che i terreni oggetto dello stralcio del parco (e che mi risulta la FIAT abbia venduto alla Fondazione per la ricerca contro il cancro) facevano parte di un'intesa sottoscritta dalla Regione Piemonte, dalla Società FIAT, dal Comune di Torino e dal Comune di Collegno, in base alla quale dovevano essere regalati alla Regione Piemonte. Questo se gli enti pubblici avessero approvato una riorganizzazione territoriale che prevedeva, tra altri elementi, la valorizzazione dei terreni di proprietà FIAT siti nel Campo Volo del Comune di Collegno.
Il Piano giunto all'attenzione della Giunta per il programma edilizio integrato prevede la valorizzazione di quei terreni e l'edificazione di molti "mila" metri cubi di edilizia residenziale. Il mandato che diamo alla Giunta non comprende questa scelta. Il nostro Gruppo non dà alcun mandato affinché la Giunta assegni un finanziamento in zona Campo Volo al Comune di Collegno, a meno che questo non rientri in un riesame di tutti gli accordi tra Regione Piemonte e Società FIAT ed altre istituzioni, che verifichi se il programma di competenza delle istituzioni è stato realizzato o meno ed in relazione a ciò decida se la FIAT ha assunto verso la Regione Piemonte gli impegni che aveva garantito di assumere.
La situazione è imbarazzante e grave: da notizie informali risulterebbe che la FIAT ha addirittura venduto alla Fondazione per la ricerca sul cancro i terreni che doveva regalare alla Regione Piemonte. Questo fatto è di una certa gravità.
Sarebbe ben strano che la FIAT da un lato abbia potuto vendere e quindi ottenere un guadagno (non so se è un guadagno, forse sì) dalla vendita di terreni inedificabili e promessi gratuitamente alla Regione, e dall'altro possa valorizzare i propri terreni in zona Campo Volo con delle costruzioni. E' un comportamento che, a mio parere, dovrebbe interessare oltreché questo Consiglio regionale anche qualche altra istituzione dello Stato democratico.
In occasione del dibattito su Candiolo avevo chiesto al Presidente Beltrami di verificare questi accordi e di riferire al Consiglio regionale.
Nulla è stato fatto. Adesso ci troviamo in presenza di un'ipotesi di costruzione di case in zona Campo Volo.
Vede, signor Presidente, in sé la valorizzazione di terreni di Campo Volo non è da criticare pregiudizionalmente, perché quando era stata pensata e tradotta in un accordo pubblico-privato, questa valorizzazione in zona Campo Volo Comune di Collegno corrispondeva ad una riorganizzazione territoriale degli uffici di direzionalità FIAT. Ben sapendo che la FIAT è parte importante della nostra realtà economica, si era giunti, attraverso discussioni e accordi, ad individuare una soluzione per i problemi della direzionalità FIAT coerente a un ridisegno di organizzazione territoriale dell'area metropolitana. Solo in quel quadro aveva un senso individuare in Campo Volo non una nuova periferia di Torino da riempire di casermoni cosa che mi sembra succeda nell'attuale ipotesi - ma uno dei nuovi centri metropolitani di attrazione e di innovazione urbana, un centro di nuova qualità della vita a livello metropolitano. In quel senso si giustificava un'espansione edilizia a Collegno e con questa finalità si era previsto, da parte delle istituzioni, di indicare la zona Campo Volo come una zona edificabile; zona che non era edificabile, mentre era edificabile la zona di Candiolo, nella quale la FIAT disponeva già di concessioni edilizie alle quali ha rinunciato, in cambio di un'ipotesi di sviluppo a Campo Volo, zona che aveva promesso di cedere gratuitamente alla Regione Piemonte.
Signor Presidente, l'insensibilità su questi temi da parte della Giunta è dimostrata dal fatto che dopo la discussione su Candiolo nessuna risposta è stata data. Rimane il fatto che noi non vogliamo che si confonda il mandato che diamo all'Assessore per compiere alcuni atti, con un mandato all'Assessore ad autorizzare, in assenza di tutte queste verifiche, il piano integrato, lo sviluppo edilizio nella zona Campo Volo al Comune di Collegno.
Quindi noi votiamo la deliberazione con questa netta e chiara distinzione. Invitiamo, per quanto può valere, la Giunta e l'Assessore a non autorizzare quello sviluppo edilizio: approviamo egualmente la delega nella speranza che questo invito venga accolto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, in parte le cose che intendo dire sulla deliberazione sono già state dette dal collega Chiezzi, ma in parte no. Mi dispiace che nonostante i lavori della Conferenza dei Capigruppo, che in questi giorni tentavano di razionalizzare, soprattutto per i piccoli Gruppi, la successione degli interventi, nulla di quanto previsto come razionalizzazione dei lavori venga poi rispettato. Cosicch mi scuso se il mio intervento non sarà così strutturato ed organizzato come era mia intenzione fare.



PRESIDENTE

Purtroppo è una situazione della quale devo prendere atto anch'io. Se avessi saputo che questa deliberazione non era all'unanimità, sicuramente non sarebbe stata discussa.



ALA Nemesio

Quando si convocano cinque Commissioni allo stesso orario, in cinque locali uno a fianco dell'altro, è impossibile dire su cosa non si è unanimi.
Il mio voto non favorevole non deriva dal non condividere la delega alla Giunta regionale sulla materia. E' chiaro che vorrei un impegno dell'Assessore che chiarisse alcuni aspetti e alcune procedure come, ad esempio, l'impegno, all'interno di questo percorso, a preferire il recupero dell'edilizia già esistente e la precisa ed esplicita dichiarazione di non contemplare dentro questo percorso l'edificazione dell'area del Campo Volo di Collegno, che l'Amministrazione di Collegno continua a chiamare ex Campo Volo per far finta che non sia più un Campo Volo.
Tengo a precisare che fra gli alloggi previsti dal progetto, al Campo Volo di Collegno ne vengono individuati ben 600, cioè l'intervento più massiccio e più corposo del progetto. Esistono altre aree libere nel Comune di Collegno, ma non sono state prese in considerazione, al di là di quelle, previste sempre nello stesso progetto, per l'area Savonera e l'area di Borgata Paradiso. Tra l'altro, così come è previsto nello strumento urbanistico del Comune di Collegno, questi edifici verrebbero a collocarsi non in un angolo del Campo Volo, ma direttamente al centro compromettendo definitivamente l'area.
Voglio però aggiungere alcune divagazioni.
Fino a prova contraria, l'Amministrazione che rende o renderà possibile questo intervento edificatorio è - e sarà - l'Amministrazione comunale di Collegno. Chiariamo le responsabilità dei vari livelli. Chiedo quindi alla Regione, sperando di trovare più consenso di quanto ne possa trovare nell'Amministrazione comunale di Collegno, di rendere impossibile tale percorso che tra l'altro viene reso possibile dall'applicazione dell'art.
51 (non ricordo di quale legge: non mi sono preparato), che prevede la possibilità di adottare questi interventi urbanistici in presenza di piano adottato e trasmesso in Regione. Piano oggetto di ripetute interrogazioni ed interpellanze in quest'aula; è questa la conseguenza di una decisione assunta dal Consiglio comunale di Collegno. Questo è quanto voglio ricordare al collega Chiezzi: il percorso è più complicato di quanto sembri. Sono convinto che la Regione non sia in grado, non abbia la voglia o la volontà politica di impedire questo insediamento.
Sulla periferizzazione, giustamente il collega Chiezzi ha detto: "trasformare il Campo Volo in un altro pezzo di periferia torinese" riprendendo tesi già sostenute dal nostro ex collega Gigi Rivalta e la stessa posizione di contrarietà: trasformare il Campo Volo in periferia di Torino, scelta adottata dal Consiglio comunale di Collegno circa un anno fa, con l'approvazione del nuovo Piano regolatore generale (ma non di fare un nuovo centro metropolitano direzionalità).
Vorrei anche una risposta dall'Assessore su uno dei punti sollevati dal collega Chiezzi. Di chi è la proprietà dei terreni del Campo Volo? Perch questo è - per quanto l'Assessore ritenga la questione non di sua competenza - il nodo della questione, che coinvolge sia le scelte di quella che probabilmente si sta configurando come ex proprietaria, cioè la FIAT sia le scelte delle istituzioni che hanno approvato determinati strumenti urbanistici e pertanto non solo scelte regionali. Nello scenario di trattativa tra Candiolo, Stupinigi e Campo Volo da un lato, e procedura di alienazione di aree dall'altro, è rilevante sapere a favore di chi e quando è avvenuta l'alienazione (o compromessi di alienazione di aree). Questo anche per sapere se tocca alla Regione chiarire (secondo me occorrerebbe chiarirlo già all'interno di questa deliberazione) se i 600 alloggi al Campo Volo vengono preliminarmente reputati dal Consiglio regionale - al di là di una delega all'Assessore in materia - non compatibili con il nostro progetto.
Chiedo scusa per l'intervento, non perfettamente organizzato, ma pensavo che l'esame della deliberazione fosse previsto per la giornata di domani.
Chiedo all'Assessore di impedire di trasformare in un pezzo di periferia il Campo Volo di Collegno, tra l'altro con un intervento che si collocherebbe al centro del Campo Volo e non in una zona marginale e di assumere un ruolo forte e decisionale all'interno della pianificazione complessiva dell'area metropolitana.
Chiedo inoltre se ritiene importante approfondire alcune dinamiche relative ai compromessi di vendita o alle vendite di queste aree, che riguardano certo la Regione, ma anche il comportamento di altre Amministrazioni comunali. Se quanto richiesto non avverrà è chiaro che il mio voto sarà negativo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'edilizia

Signor Presidente, la richiesta della Giunta, già valutata dalla II Commissione consiliare permanente, è di procedere, come già è avvenuto nel 1980, ad una delega per compiere gli atti finali collegati al bando per l'assegnazione dei contributi e dei finanziamenti di edilizia residenziale pubblica agevolata; ciò poiché non si è potuti pervenire, per una serie di motivazioni legate ai tempi, alla definizione della proposta di graduatoria di assegnazione dei contributi ancorché la Commissione, previa consultazione degli operatori di cui alla legge n. 76, sia stata sentita in ordine ai criteri che la Giunta e gli uffici devono applicare per la formazione della graduatoria stessa. Si tratta dell'atto finale; se ci sono difficoltà potrebbe essere assunta una deliberazione di Giunta da ratificare nei 60 giorni dal nuovo Consiglio. La decisione è da assumere per non ritardare di un anno, stante la stagionalità del settore, le operazioni di assegnazione dei contributi e quindi di progettazione e di rapporti con i Comuni da parte degli operatori. Quindi, vi è la richiesta di delegare la Giunta a compiere un atto finale che è di competenza del Consiglio; richiesta delicata, che avrei preferito non avanzare, dato che si devono distribuire contributi per migliaia di alloggi, ancorché sulla base di criteri visti in Commissione secondo le modalità normali.
Il bando di edilizia residenziale pubblica è stato approvato dal Consiglio in modo unanime, e contemplava l'assegnazione tradizionale dei contributi sui mutui e un programma integrato ai sensi dell'art. 17 della legge n. 76, con due procedure diverse.
Per quanto riguarda il programma integrato il Consiglio o la Giunta se delegata devono esprimersi in termini di autorizzazione preventiva.Non si tratta di una decisione definitiva perché la conformità o la difformità urbanistica, nei limiti indicati dal bando, deve essere certificata ufficialmente dai Comuni interessati, che però sulla base della norma statale non possono procedere alla certificazione se non vi è l'assegnazione regionale del finanziamento. Di conseguenza, con il bando approvato dal Consiglio, si è stabilita una procedura nuova, da approvare in questa fase, di espressione della promessa di finanziamento; in questo caso ad un Consorzio unico che raggruppa tutti i Consorzi di cooperative e di imprese che hanno partecipato al quinto biennio del piano decennale della casa. Ottenuta la promessa di finanziamento (o, meglio, deliberato il pre-finanziamento) il Consorzio chiederà la localizzazione ai Comuni che dovranno certificare alla Regione (in questo caso non vi sarà più delega perché avverrà con la prossima legislatura) le proprie determinazioni in ordine alla variante eventualmente richiesta o in ordine alla conformità urbanistica registrata. La Regione a quel punto dovrà, se il Comune lo richiede, dare l'autorizzazione finale al finanziamento.
Ricordo infine che per tutti gli interventi di edilizia residenziale pubblica in Italia, da dieci anni a questa parte, quando si delibera il finanziamento ai diversi soggetti non si sa mai su quali aree andranno a finire - colleghi Chiezzi e Ala - perché noi programmiamo per ambiti territoriali ed è il Comune che deve fare le scelte urbanistiche e garantire la conformità urbanistica alle leggi vigenti. Le procedure di assegnazione delle aree o l'accettazione delle richieste, se si opera in regime convenzionato ai sensi della legge n. 10, garantendo la conformità urbanistica o la conformità con le normative speciali dello Stato, sono di esclusiva competenza dei Comuni; ciò vale anche ora per il sesto biennio e per gli operatori che realizzeranno il programma integrato.
Altra cosa è il problema sollevato dal Consigliere Chiezzi, già evidenziato nella discussione su Candiolo, in quanto non attiene alla domanda presentata da un Consorzio, secondo le procedure del bando che abbiamo approvato, attualmente in istruttoria, che potrebbe essere accolta solo parzialmente e per la quale si sta facendo una verifica urbanistica ancorché non richiesta in questa fase della procedura concorsuale. Il problema sollevato dal Consigliere Chiezzi riguarderebbe un accordo a latere, che non conosco, un'intesa politica generale, in base a cui certe operazioni nell'area metropolitana torinese erano state configurate con la congiunta acquisizione pubblica e la valorizzazione di alcune aree.
Il Consigliere Ala sa che per quanto attiene le competenze della Regione avevo espresso le mie convinzioni e avevo scritto ai Comuni di Grugliasco, Collegno e Torino, invitandoli ad un'intesa con la Regione per cercare di valutare insieme la valorizzazione e l'uso di aree di "saldatura", a cavallo dei confini dei Comuni stessi. Non ho mai ricevuto risposte; non c'è stata la possibilità di pervenire ad intese ed ora siamo in presenza di un Comune, quello di Collegno, che ha approvato il Piano regolatore. Valuteremo anche questo, ma non siamo noi a redigere i Piani regolatori.
Posso immaginare che il Consorzio o qualcuno dei soggetti consortili che ne fa parte abbia la disponibilità delle aree o abbia un compromesso in mano; in ogni caso, non ne sono al corrente e mi rifiuto di fare indagini sulle proprietà immobiliari, sui passaggi commerciali e le intermediazioni: sono sconcertato che il Consigliere Ala me lo suggerisca. Certamente non sarei capito poiché non compete all'Assessore fare indagini sulle compra vendite e sui passaggi immobiliari. Posso avere le mie opinioni; ma non è cosa che mi possa ragionevolmente essere richiesta perché se la accogliessi mi metterei in condizione di grave sospetto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi, rimane immutata la scelta del Gruppo comunista di acconsentire alla delega, in quanto condizione per non perdere quattro-cinque mesi di tempo per utilizzare i finanziamenti nel settore della casa. Però il problema che ho sollevato rimane, in tutta la sua gravità. Non condivido la lettura della vicenda fatta dall'Assessore Genovese; dal punto di vista formale l'Assessore ha ragione nel dire che spetta ai Comuni decidere il futuro del proprio territorio, però occorre tener presente che l'attività dei Comuni, dopo la nascita delle Regioni e la delega da parte dello Stato alle Regioni delle funzioni di programmazione e pianificazione territoriale, è un'attività che dovrebbe essere armoniosamente inserita in un programma di sviluppo territoriale che la Regione Piemonte dovrebbe predisporre ai sensi di numerose leggi. Questo è l'anello di congiunzione che manca in quello che ha detto l'Assessore Genovese. E' ben vero che il Comune di Collegno deve predisporre il Piano regolatore, ma è anche vero che la Regione Piemonte deve dare gli indirizzi secondo i quali i Comuni devono programmare il loro sviluppo. C'è anche un aspetto amministrativo: la Regione Piemonte approva, o non approva, i Piani regolatori adottati dai Comuni.
Quindi, Assessore Genovese, non si può fare a meno di riconoscere che la Regione deve svolgere un ruolo per gli interventi di rilievo territoriale. E' indubbio che la zona del Campo Volo del Comune di Collegno è di grandissimo interesse al fine della riorganizzazione dell'area torinese.
Pertanto qualsiasi intervento di rilievo sull'area del Campo Volo di Collegno deve essere subordinato ad un'indicazione di assetto territoriale della Regione Piemonte. Questa indicazione non esiste perché la Giunta regionale, come organo collegiale, non ha provveduto a farlo.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'edilizia

E' da tredici anni...



CHIEZZI Giuseppe

Non è da tredici anni, perché nel 1983 si predispose il Piano territoriale comprensoriale, che è rimasto l'unico provvedimento di inquadramento territoriale a disposizione della Regione Piemonte. Infatti nel progetto integrato si fa esplicitamente riferimento al fatto che l'unico criterio territoriale al quale ci si può riferire è il Piano di sviluppo del comprensorio di Torino del 1983, mai contraddetto da alcun altro atto di pianificazione territoriale.
Quindi, o esiste la pianificazione territoriale, ed è quella predisposta nel 1983/1984, unica guida agli interventi, o non esiste perch questa Giunta non vi ha provveduto. Pertanto o questa Giunta tiene per buono il piano preparato dalle Giunte precedenti o lo revoca o predispone nuove indicazioni territoriali: ribadisco che in cinque anni la Giunta non ha prodotto alcuna nuova indicazione territoriale.
Se gli operatori vogliono inserirsi in un quadro di sviluppo, che permetta coerenze ed equilibri, devono fare riferimento al Piano territoriale del 1983, cosa che infatti fanno. Il Piano territoriale del 1983 assegnava alle aree site in Campo Volo nel comune di Collegno un ruolo rilevante di riorganizzazione, e le considerava aree strategiche della conurbazione torinese nelle quali trasferire funzioni pregiate per costruire un polo qualificato alternativo di sviluppo, all'interno di un rinnovato sistema del verde. Questo progetto tendeva, sia nel Comune di Collegno sia nelle adiacenze del grande Campo Volo, ad individuare una nuova vera città.



PRESIDENTE

La pregherei, Consigliere Chiezzi, di avviarsi alla conclusione anche se siamo in dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Per tutti i motivi che ho esposto, e per quelli che avrei ancora voluto esporre, vorrei presentare un ordine del giorno, che chiedo il Consiglio regionale voti insieme a questa deliberazione.



PRESIDENTE

Procediamo con la deliberazione, l'ordine del giorno verrà votato successivamente.
La parola all'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'edilizia

Non è possibile avere una delega contraddetta da indirizzi votati attraverso un ordine del giorno. La delibera di delega richiama il bando il bando richiama il programma integrato. Pertanto, come ho spiegato precedentemente, noi non abbiamo ancora approvato alcunché; è giunta una proposta di programma integrato che per correttezza - proprio perché si chiede la delega - ho fatto pervenire in Commissione senza che neppure gli uffici lo sapessero, mentre io non l'ho ancora vista dato che l'istruttoria la fanno gli uffici. E' il Comune che si occupa delle localizzazioni; io non posso quindi accettare, a nome della Giunta, un mandato contraddetto da un ordine del giorno parallelo. E' meglio a questo punto non avere alcun mandato. Il futuro Consiglio, quest'autunno, ne discuterà assumendosi le responsabilità verso gli operatori.



PRESIDENTE

Assessore Genovese, potremmo innanzitutto votare la deliberazione nulla impedisce che vengano presentati degli ordini del giorno e nessuno impedisce che, se c'è una maggioranza che non li condivide, non vengano accettati.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'edilizia

Informalmente presenterò il tutto, se sarà richiesto, alla Commissione anche se sarà sciolto il Consiglio; ma credo che sollevare questa questione intorno alla delega affidata alla Giunta significhi non prendere in esame il rapporto della Giunta, non verso il Comune di Collegno, bensì verso tutti i Comuni che rientrano nel programma integrato. Faremo l'istruttoria e per intanto stiamo attuando valutazioni di tipo urbanistico, ma le scelte localizzative degli interventi di edilizia residenziale pubblica non sono di competenza della Regione: noi programmiamo e individuiamo il territorio dei Comuni interessati, ma sono i Comuni che, in coerenza con i propri strumenti urbanistici, o con le disposizioni speciali dettate da norme dello Stato, si occupano delle localizzazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Confermo la delega alla Giunta regionale per attivare investimenti edilizi. Forse l'Assessore Genovese non era presente alla discussione sulle aree FIAT al Comune di Candiolo, altrimenti si sarebbe collocato diversamente in questo dibattito. Assessore, questo dibattito interessa solo in parte la sua attività in Giunta. L'ordine del giorno fa riferimento alla questione che abbiamo sollevato con molta preoccupazione in occasione della discussione sulle aree FIAT nel Comune di Candiolo. Non abbiamo spedito lettere in giro, perché ci sono altri organi che devono attivare la vigilanza, ma la questione che abbiamo sollevato - e risolleviamo adesso è che ci sono stati accordi pubblico-privati che, dal punto di vista del Consiglio regionale, hanno una propria validità e una ragione politica.
Infatti il Consiglio regionale ha trattato, attraverso i suoi organi di governo, con la Società FIAT e ha steso degli accordi. Questi accordi lettere firmate dall'Amministratore delegato della FIAT e dall'avv.
Viglione, stabilivano degli impegni da parte dell'ente pubblico e dei privati. Tra questi vi era un'ipotesi di sviluppo edilizio nelle aree di Campo Volo, legata ad altre condizioni per i privati. Circa un anno fa chiesi al Presidente Beltrami che a seguito della vicenda di Candiolo prendesse in mano tali accordi e tornasse in Consiglio regionale facendo il punto della situazione, ridefinendo questi accordi in ordine agli sviluppi edilizi ed alle contropartite concordate.
Tutto questo non è stato fatto. Pertanto l'ordine del giorno che mi appresto a leggere si rivolge non solamente all'Assessore Genovese (ma certamente anche a lui: perché nel momento in cui, in vacanza di Consiglio qualcuno dovesse sottoporgli questo problema, sappia che dietro ci sono delle discussioni non finite, degli impegni non soddisfatti e sappia che, a parere del Gruppo comunista, occorre verificare prima di autorizzare qualsiasi valorizzazione dei terreni siti in zona Campo Volo del Comune di Collegno).
L'ordine del giorno recita: "Il Consiglio regionale, impegna la Giunta regionale a non autorizzare alcuna valorizzazione attraverso l'edificazione dei terreni siti nella zona del Campo Volo del Comune di Collegno, in quanto oggetto di un'intesa tra Regione Piemonte e Società FIAT, in base alla quale la Società FIAT si era impegnata a cedere gratuitamente i terreni siti in Comune di Candiolo, ove i terreni di Campo Volo fossero individuati come nuovo polo qualificato di sviluppo urbano. Lo stralcio delle aree FIAT a Candiolo dal Piano dei parchi e l'ipotizzata vendita dei terreni alla Fondazione per la ricerca sul cancro, impone un riesame di tutti gli accordi, sulla base di un progetto di riorganizzazione territoriale all'interno del quale individuare il ruolo delle aree site in zona Campo Volo del Comune di Collegno".
Questo è l'ordine del giorno che, per procedere velocemente e con un'interpretazione regolamentare congrua, propongo venga votato immediatamente dopo l'approvazione della deliberazione e comunque con formalità rapide che consentano l'intelleggibilità e nello stesso tempo la possibilità di segnalare, da parte dell'opposizione, la necessità che la materia "sviluppo edilizio a Campo Volo" non è considerata scontata.
Continuiamo a richiedere spiegazioni e chiarimenti su una vicenda che rimane, a nostro avviso, aperta ed insoluta.



PRESIDENTE

Il collega Chiezzi mi farà pervenire l'ordine del giorno che consegner all'Assessore e ai Capigruppo affinché possano valutarlo.
Prima di dare la parola al Consigliere Ala ricordo ai Consiglieri che la seduta odierna si protrarrà nella notte; è quindi opportuno che i colleghi si organizzino adeguatamente: alle ore 19,30 verrà servito il pranzo per i funzionari del Consiglio e alle ore 20 per i Consiglieri, la seduta riprenderà quindi alle ore 21.
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Comprendo che l'Assessore Genovese si ritenga sconcertato dalla mia richiesta. Sapevo trattarsi di una richiesta improponibile, avente purt uttavia lo scopo di far risultare agli atti uno stato d'animo e un principio particolari. D'altro lato, richiedo all'Assessore Genovese di non permettere al Comune di Collegno di fare quanto vuole fare. E' una richiesta politica. So che è improponibile, però è la stessa richiesta proveniente dal collega Chiezzi a nome del Gruppo comunista.
Il primo ente istituzionale che è venuto meno all'accordo relativo alla grande direzionalità al Campo Volo, come è stato richiamato dal Consigliere Chiezzi, è stato il Comune di Collegno, che si propone di trasformare in periferia il Campo Volo. Io chiedo alla Regione di impedire questo, nei termini e nei limiti delle sue possibilità che sono date dalla mancata approvazione del Piano regolatore, anche se so che la procedura per questo tipo di interventi è tale da rendere sufficiente che il Comune di Collegno abbia adottato il Piano regolatore per poter intervenire e quindi permettere l'edificazione. Non ritengo comunque di aderire e quindi di sottoscrivere l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Chiezzi perch scopo della mia battaglia è la non urbanizzazione e non edificazione del Campo Volo e non quella di farvi costruire una cosa piuttosto che un'altra! Questo tengo a precisarlo. Cerco quindi di utilizzare gli strumenti che mi permettano quale Consigliere regionale di far sì che la Giunta regionale non compia gli atti di sua competenza.
In proposito condivido quanto ha detto l'Assessore Genovese sulle competenze regionali su questa specifica vicenda. Non ho mai messo in dubbio questo, però a chi come me vuole impedire l'edificazione al Campo Volo di fronte a strumenti urbanistici che la permettono, resta unicamente la possibilità di chiedere all'Assessore regionale di cercare di non assegnare finanziamenti, altrimenti l'edificazione diventa ancora più facile. Per decidere in merito a questa vicenda è stato convocato per domani sera il Consiglio comunale di Collegno, Consiglio che ha una maggioranza diversa da quella del Consiglio regionale ed ha uno strumento urbanistico votato da certi partiti e non da altri, ad esempio non da quello dell'Assessore Genovese.
Ribadisco pertanto la mia richiesta alla Regione di non concedere i finanziamenti per questo tipo di intervento.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione la deliberazione testé discussa, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 30 voti favorevoli, 2 contrari e 1 astensione.
Pongo in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 31 voti favorevoli e 3 contrari.
In merito all'ordine del giorno presentato dal Gruppo comunista sul medesimo argomento ha chiesto la parola l'Assessore Genovese. Ne ha facoltà.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'edilizia

Signor Presidente e colleghi, per quanto riguarda il problema più generale sollevato dalla proposta di ordine del giorno presentata dal Consigliere Chiezzi a conferma delle argomentazioni e delle indicazioni che sono venute dallo stesso Consigliere, non conoscendo io alcuna intesa formale o formalmente e giuridicamente apprezzabile tra la Regione e i Comuni di Candiolo e Collegno, non sapendo quindi che valore attribuire alle lettere richiamate dell'Amministratore della FIAT e del compianto Presidente Viglione, perché pur di lettere sempre si tratta, e siccome la questione era stata vista dal Presidente Beltrami, gradirei che questo ordine del giorno fosse visto dal Presidente della Giunta e dai Capigruppo.
Non mi esprimo da solo perché sono richiamate cose che non conosco e la cui validità ed efficacia giuridica non so valutare.



PRESIDENTE

E' accolta la richiesta dell'Assessore di rinviare l'esame di questo documento e di demandarne la valutazione nel merito al Presidente della Giunta ed ai Capigruppo.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 1346: "Istituzione dei nuovi Servizi regionali ai sensi dell'art. 24 della L.R. 8/9/1986, n. 42" (seguito)


PRESIDENTE

Prosegue l'esame della proposta di deliberazione n. 1346, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La discussione era già stata avviata nel corso della seduta di giovedì scorso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Avondo. Ne ha facoltà.



AVONDO Giampiero

In conclusione del mio intervento in sede di discussione generale avevo annunciato che avrei presentato, in aggiunta a quelli già predisposti e fatti pervenire alla Presidenza la scorsa settimana, una nuova serie di emendamenti a seguito di una lettura più approfondita del testo della deliberazione proposta dalla Giunta per quanto riguardava i nuclei.
Pertanto, questa mattina ho presentato degli emendamenti che l'Assessore Brizio non ha ancora avuto la possibilità di valutare, per cui ritengo opportuno rinviare l'esame della deliberazione per dare all'Assessore il tempo necessario per una valutazione nel merito di tali emendamenti.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Concordo con questa richiesta; chiedo pertanto di poter esaminare nel merito gli emendamenti presentati questa mattina dal Gruppo comunista e quindi di rinviare la discussione ad oggi pomeriggio.


Argomento: Problemi energetici

Esame mozione n. 745 e ordine del giorno n. 771 riguardanti il Piano Energetico Nazionale e le Centrali ENEL di Trino (seguito)


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame della mozione n. 745 presentata dal Gruppo comunista, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Anche la discussione di questo argomento era già stata avviata nel corso della precedente seduta e successivamente sospesa in quanto non era acquisito agli atti del Consiglio un ordine del giorno presentato sull'argomento da parte della maggioranza.
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore all'energia

Ricordo infatti che giovedì sera avevo interrotto il mio intervento perché avevo richiamato un ordine del giorno della maggioranza sottoscritto allo scopo di contribuire a risolvere il problema sollevato dalla mozione n. 745 a firma del Consigliere Valeri ed altri. La Presidenza non aveva ancora ricevuto il documento, e per questo motivo fu sospesa la discussione. Chiedo quindi al Presidente se il documento è giunto all'Ufficio di Presidenza, in modo da potersi collocare in merito.



PRESIDENTE

Il documento è pervenuto all'Ufficio di Presidenza che ha immediatamente provveduto a farlo distribuire a tutti i Consiglieri.



CERCHIO Giuseppe, Assessore all'energia

Molto bene, non mi resta quindi nient'altro da dire, riconoscendomi pienamente nel documento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, dato che ho rinunciato all'illustrazione dell'ordine del giorno presentato dal mio Gruppo cercher di recuperare alcuni elementi di ragionamento nel contesto di questa replica al documento, presentato dai colleghi Cerchio, Tapparo ed altri consegnatoci questa mattina. Debbo dire con franchezza che ci pare un documento abborracciato, volto a fingere che, in qualche modo, la maggioranza abbia un indirizzo di un qualche spessore e concretezza in materia di politica energetica e, specificatamente, sulle prospettive di Trino 1 e Trino 2. In effetti, invece, il documento è del tutto indeterminato e vuoto di proposte. Circa la Centrale Enrico Fermi il documento afferma addirittura che essa "si può riaprire e si può chiudere" per cui, me lo si consenta, pare di leggere l'epitaffio di Monsieur de La Palisse, che un quarto d'ora prima di morire si affermava fosse ancora vivo. E in effetti, per dichiarare che è possibile recuperare e riaprire la Fermi, oppure, al contrario, che è possibile chiuderla definitivamente non ci pare sia necessario richiedere il voto del Consiglio regionale.
Basta tacere e lasciare le cose come stanno ora. Neppure ci pare che abbia bisogno di voto del Consiglio regionale la proposta di richiedere che altri, ossia il Governo, decida il da farsi. Il documento, insomma, dà corpo ad un atteggiamento del tutto rinunciatario, che da parte nostra ovviamente, non può essere in alcun modo condiviso, che contrasta con le esigenze energetico-ambientali della nostra Regione e del Paese e che finisce per relegare il ruolo regionale su problemi di così alto profilo ad un ambito marginale e di risulta. Al contrario, invece, sono molte le ragioni di natura energetica ed ambientale che consigliano di uscire dalla indeterminatezza che tuttora avvolge le prospettive della Centrale Enrico Fermi. C'è il grave ritardo registrato dalla definizione del nuovo Piano Energetico Nazionale, a causa del ritardo della sua presentazione da parte del Governo e della mancata conclusione del suo esame in sede referente da parte dell'apposita Commissione parlamentare. A ciò si aggiungono gli equivoci lasciati sussistere dal Governo circa il destino delle due centrali elettronucleari ancora in esercizio, ma in stato di fermo a freddo: Trino e Caorso. Gli equivoci che così si lasciano sussistere aggiungono pesanti incertezze ai già tanti ostacoli che si frappongono al decollo di programmi elettrici alternativi, la cui urgenza, peraltro, è particolarmente accentuata in una regione come il Piemonte che ha il record del divario esistente tra energia prodotta ed energia consumata.
Una tale indeterminatezza ha anche come conseguenza lo spreco di risorse finanziarie e professionali non indifferenti, oggi forzosamente collocate in una posizione priva di prospettive. Per conservare la Centrale Enrico Fermi nelle condizioni improduttive attuali si spende ogni anno qualcosa come 20 miliardi. Nel medesimo tempo il destino dei 200 lavoratori addetti alla centrale, in gran parte tecnici, rischia di essere via via più compromesso. La mancata decisione di chiusura definitiva della Enrico Fermi, di fatto impedirebbe il riutilizzo di parte degli attuali addetti nell'impianto a ciclo combinato programmato a Trino 2. Questi lavoratori rischiano, cioè, di essere lasciati in un limbo temporalmente indeterminato, in condizioni di progressiva oggettiva obsolescenza delle proprie capacità tecniche e di altrettanto progressiva frustrazione.
A ciò si aggiunga che la rinuncia alle nuove centrali elettronucleari sancita dal voto referendario e dal voto del Parlamento, renderebbe del tutto paradossale la riapertura della Enrico Fermi di Trino. Sarebbe incredibile che dopo aver deciso di non fare le centrali nuove, si ritenesse, come in effetti qualcuno all'interno del Governo e nella Confindustria ritiene, di rimettere in funzione le vecchie, costruite con tecnologie sorpassate da tempo e prive della possibilità di predisporre e di gestire programmi di effettiva sicurezza. Il non aver sinora voluto prendere atto di tutto ciò ha come conseguenza il permanere di un equivoco dannoso e paralizzante.
Per questo nella nostra mozione proponiamo che il Consiglio deliberi di chiedere al Governo di decidere senza ulteriori indugi la chiusura definitiva della Centrale Enrico Fermi di Trino. Non crediamo che sia una posizione politicamente saggia, e neanche molto dignitosa, quella contenuta nell'ordine del giorno dei Gruppi di maggioranza, che propone al Consiglio di decidere di non decidere. Noi peraltro proponiamo non solo di chiedere al Governo la definitiva chiusura della Enrico Fermi, ma anche di accompagnare tale decisione con la messa a punto di precisi programmi che definiscano tempi e modi della disattivazione dell'impianto, dello stoccaggio e dello smaltimento delle scorie radioattive, dell'impostazione delle complesse e non brevi fasi del futuro decommissioning della centrale nonché di prospettare, d'intesa con i sindacati, le soluzioni per il reimpiego del personale della Enrico Fermi negli altri progetti e attività dell'ENEL.
Accanto alle problematiche inerenti la chiusura della Enrico Fermi nel documento del nostro Gruppo è posta una questione non meno importante quella del riutilizzo dell'area di Leri Cavour per la costruzione di una centrale da 600 Mw a ciclo combinato gas-calore del tutto ignorata dall'ordine del giorno della maggioranza. La mancanza della necessaria attenzione e delle condizioni per un effettivo confronto, data la rinuncia della maggioranza quanto meno di illustrare e motivare le ragioni del proprio vuoto di proposta, mi induce a non consumare ulteriore tempo rinviando, per ciò che concerne le nostre proposte riguardo a questo secondo argomento, alla lettura del documento presentato dal nostro Gruppo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Credo di non aver bene inteso quanto contenuto nell'ordine del giorno della maggioranza. Mi si dovrebbe spiegare in cosa consistano "le più opportune iniziative presso gli organi parlamentari, il Governo e l'ENEL.
affinché vengano tempestivamente assunte le necessarie determinazioni in ordine alla chiusura dell'impianto - e fin qui mi è chiaro ovvero al rientro in esercizio, ecc.".
Mi pare superfluo, per la filosofia dell'ordine del giorno, scrivere "in ordine alla chiusura dell'impianto" visto che mi pare si sia nettamente orientati al "rientro in esercizio dell'impianto". Per chiarezza bisognerebbe eliminare qualunque possibilità di equivoco e stilare finalmente un ordine del giorno che dica - come di fatto è già - che nonostante un referendum, nonostante il nucleare sia stato superato nonostante ci si dovrebbe avviare verso possibili e realistiche alternative come da lungo tempo dimostrato, la maggioranza di questo Consiglio regionale, sposando integralmente la chiarezza delle posizioni politiche del PRI, sostanzialmente sostiene che, in fondo, "il nucleare è sempre bello". Non essendo quindi il caso di abbandonarlo, lo si mantiene in vita tramite la riapertura della Centrale Enrico Fermi.
Attraverso una rapidissima lettura dell'ordine del giorno della maggioranza, e anche di quello presentato dal Gruppo comunista, si evince chiaramente come non si voglia andare molto al di là degli auspici. Si tenta di rimettere in campo i vari accordi istituzionali, le intese, gli organismi tecnico-scientifici, ecc.; si torna, in sostanza, a recuperare un processo che dovrebbe essere largamente superato, stante anche la proposta di un Piano energetico avanzata in sede parlamentare, che pur con mille contraddizioni cerca di andare incontro alle indicazioni dell'avvenuto referendum.
La Regione Piemonte, invece, rimane ancorata a quanto sosteneva alla fine degli anni '70, proponendo di ripristinare procedure che hanno fatto il proprio tempo.
Faccio due esempi: le intese mi pare abbiano dimostrato che alla fine le decisioni vengono sempre assunte dall'ENEL; la strada dei Comitati tecnico-scientifici mi pare porti, sia pure con più intelligenza all'avallo della voce del "Padrone del vapore", anzi, "dell'energia" ovvero l'ENEL.
Sarebbe giunto invece il momento di riprendere la questione in termini totalmente innovativi. Come si può dimenticare in un ordine del giorno, in documenti di questa portata, che sul territorio regionale esiste la Centrale di Chivasso con i mille relativi problemi di carattere ambientale? Rispetto alla Centrale di Chivasso, sembra che l'ENEL stia individuando possibili alternative "meno sporche". A quanto mi è stato possibile capire comunque, non si è affrontato il problema del termoriscaldamento che sarebbe in grado di rispondere, oggettivamente, perlomeno ad una parte dei grossi problemi di quella realtà.
Sotto questo aspetto, la Centrale di Chivasso è la dimostrazione di come si perseveri a ragionare intorno alla questione nucleare senza un minimo di capacità propulsiva, e rispetto all'ENEL in modo particolare.
Capacità propulsiva che significherebbe anche abbracciare il discorso del risparmio energetico. Non solo, per una Regione come la nostra occorrerebbe tenere presente anche la questione europea. Quest'ultima, infatti, non si esaurisce nella considerazione "di fermenti che attraversano l'Europa", ma deve anche tener conto che soltanto a qualche centinaio di chilometri da noi esiste la Centrale Superphoenix.
Anche la Francia sta rimettendo in discussione, perlomeno parzialmente un ulteriore sviluppo del nucleare, che oggettivamente pone anche a loro grossi problemi. Non è pensabile che in un ordine del giorno come questo sia il caso di Chivasso sia quello del Superphoenix non vengano ripensati.
Anche la questione del risparmio energetico e delle energie alternative deve essere rifocalizzata e rimessa in campo, nonché il grosso nodo della Centrale Enrico Fermi che non può essere ripristinata. Non era possibile nemmeno quando il nucleare faceva testo: già allora la stessa ENEL è stata obbligata a chiudere e revisionare la centrale perché obsoleta e senza garanzie, con la necessità di ulteriori investimenti per il ripristino pensare di rimetterla in funzione mi pare oltremodo inadeguato.
Altra questione. Vorrei che l'Assessore Cerchio tenesse ben presente così come i firmatari dell'ordine del giorno, che fino a prova contraria esiste a Saluggia il "piccolo" problema delle scorie radioattive. La zona già fortemente compromessa, continua ad essere di amplissima emergenza: partendo da Chivasso arriva sino a Trino.
Mi chiedo se dietro a questa operazione non ci siano elementi inconsci che si cerca di rendere più espliciti, ovvero che in fondo, siccome non si vogliono apprestare operazioni alternative al nucleare, si intendano mantenere in piedi condizioni di rilancio della solita battaglia politica del ripristino del nucleare. Questo, nonostante la volontà popolare espressasi in modo preciso e puntuale, che dovrebbe escludere nonch eliminare progressivamente qualunque microesperienza nucleare ancora presente nella nostra realtà.
Definirei l'ordine del giorno filo nuclearista poiché non affronta n in negativo né in positivo i problemi posti dal superamento del nucleare inoltre lo definirei provinciale, in quanto si parla di "fermenti che attraversano l'Europa" e poi si va sempre a spiovere sulla questione di Trino, dimenticando che il Piemonte è un po' più vasto, che attorno al Piemonte pendono grandi pericoli, che vanno mosse scelte a livello europeo.
Chiederei ai firmatari dell'ordine del giorno se rammentano il fatto che c'è stato un referendum e che l'unica soluzione possibile sta nell'alternativa al nucleare.
L'Assessore Cerchio non potrà che pronunciarsi in qualche modo sulla questione, ma chiederei lo stesso pronunciamento anche ai firmatari dell'ordine del giorno; non tanto al collega Ferrara, che mantiene la sua coerente posizione di sviluppo del nucleare, ma a tutti gli altri, che in qualche modo ne hanno sofferto la battaglia, chiedo si esprimano rispetto al provincialismo di questo ordine del giorno che reinstaura condizioni di rilancio del nucleare nella nostra realtà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Questo è l'ultimo intervento in sede di discussione generale; vorrei sapere se qualcuno dei Gruppi di maggioranza ha illustrato l'ordine del giorno presentato. Perlomeno era quanto mi aspettavo per poter avere qualche ulteriore elemento di migliore valutazione e comprensione dell'ordine del giorno.
Sembra di essere tornati al primo giorno di scuola, anche se in realtà siamo all'ultimo. Cominciammo con il parlare di Trino Vercellese: chiudiamo in bellezza, sempre con Trino Vercellese. Gira e rigira, si torna quasi daccapo.
Il bello è che l'ordine del giorno presentato dal pentapartito - se ho capito bene, e chiedo su questo punto la massima chiarezza parla di "riapertura" della Centrale Enrico Fermi, laddove si chiede al Governo di decidere se la centrale debba essere aperta o chiusa. Si legge: "Impegna la Giunta a promuovere le più opportune iniziative presso gli organi parlamentari, il Governo e L'ENEL affinché vengano tempestivamente assunte le necessarie determinazioni in ordine alla chiusura dell'impianto, ovvero al rientro in esercizio". Il fatto che i colleghi democristiani socialisti, socialdemocratici, repubblicani e liberali pensino che sia la stessa cosa aprire o chiudere la Centrale Enrico Fermi, mi lascia profondamente perplesso. Anzi, il "profondamente perplesso" è un eufemismo.
A che razza di gioco stiamo giocando? Se non altro devo dare atto che l'ordine del giorno presentato e illustrato dal PCI su questo punto specifico è sufficientemente, anzi, totalmente e inequivocabilmente chiaro sostenendo che venga decisa, senza ulteriori indugi, la definitiva chiusura della Centrale Enrico Fermi di Trino.
Allora, chiariamo per prima cosa se, almeno su questo punto - chiusura della Centrale Enrico Fermi - ci siamo tutti, fermo restando che non ho capito bene di che cosa in effetti si occupino questi ordini del giorno nel senso che l'uno si occupa di una cosa e l'altro di altre. Dovevamo fare una Conferenza regionale sull'energia. Mi deve ancora essere spiegato bene chi e che cosa l'hanno resa impossibile. Pare di capire che questi due ordini del giorno, alla fin fine, si occupino unicamente di Trino Vercellese, al di là degli scenari europei o dei Piani energetici nazionali o di tutto il resto. Si tratta di decidere una cosa sola: se si chiude o meno la Centrale Enrico Fermi. Il semplice fatto che venga riproposta la riapertura dell'impianto è assolutamente improponibile dopo il referendum.
Non vi sono, in realtà, altri scenari: sull'Europa, sul mondo sull'universo, sulle politiche energetiche. Sono tutte cose messe un po' lì attorno, ma stringi e stringi in effetti si parla unicamente di Trino Vercellese, del vecchio impianto e del nuovo impianto, quello recentemente proposto dall'ENEL.
Su questo punto, il pentapartito ci propone che "sia da localizzarsi in Comune di Trino". Noi diciamo: stiamo prendendoci in giro? L'oggetto vero del nuovo impianto di Trino Vercellese è dove questo viene localizzato all'interno del Comune di Trino. Dire che viene localizzato nel Comune di Trino Vercellese, come qui hanno fatto Devecchi, Tapparo, Gallarini ed altri, equivale al non dire assolutamente nulla. E' irrilevante.
L'impianto è localizzato nel Comune di Trino Vercellese, ma al di là degli aspetti tecnologici dell'impatto ambientale e di tutto il resto, può essere localizzato in tre siti diversi all'interno del Comune di Trino Vercellese: a) presso la Centrale Enrico Fermi, modificando la Centrale Enrico Fermi b) all'interno del sito individuato come area nella quale realizzare il secondo impianto nucleare c) a fianco di quel sito, al di fuori dell'area.
Occorre scegliere tra a), b) o c), non si tratta di scegliere il Comune di Trino Vercellese! Presentare ordini del giorno che dicono che localizziamo una cosa a Trino quando il problema è decidere "dove" localizzarlo a Trino è perfettamente inutile; evitiamo di dire queste cose che sono puro fumo.
L'altro pezzo dell'ordine del giorno della maggioranza prevede alcuni aspetti di pura intimidazione linguistica, tipo l'art. 6, allegato 4), DPCM e tutte quelle cose. O qualcuno mi fornisce i documenti, oppure non so assolutamente di che si stia trattando, essendo questo documento stato presentato cinque minuti fa. E' per questo motivo che aspettavo l'illustrazione dell'ordine del giorno, per capire esattamente di che cosa si stesse trattando. Primo: se si sta cercando di dare l'avallo all'ENEL e al Governo per la riapertura della Centrale Enrico Fermi, lo si dica chiaramente; secondo: se si vuole dare l'avallo all'ENEL di scegliere da sola - perché questo dice l'ordine del giorno della maggioranza - dove localizzare l'altro impianto, lo si dica, ma allora lo si deleghi chiaramente ed apertamente. Del resto, l'ENEL l'ha già fatto. Non è trattabile a colpi di ordini del giorno di questo genere una materia di simile rilevanza e di simile delicatezza. Va ridiscusso e rivisto con attenzione se dobbiamo riavere un Comitato tecnico-scientifico, se dobbiamo riavere un nuovo verbale d'intesa tra Regione Piemonte ed ENEL. che oltreché di nucleare dovrebbe riparlare anche del grande idroelettrico (l'altra questione contenuta nel vecchio verbale d'intesa), l'altro pezzo di devastazione ambientale delegato all'ENEL perché lo attuasse nel modo ritenuto più opportuno, ed anche delle produzioni energetiche alternative (che nell'ordine del giorno presentato dal Gruppo comunista vengono almeno richiamate, mentre nell'ordine del giorno della maggioranza manco più vengono scritte, cosicché l'ordine del giorno della maggioranza è soltanto un ordine del giorno che porta alla riapertura della Centrale Enrico Fermi).
Il Consigliere Reburdo ha poi parlato di tutte le altre cose: del Piz Pian Grand piemontese (la cui menzione non piace all'Assessore, che invece si occupa del Piz Pian Grand svizzero). Evidentemente le scorie radioattive in Svizzera sono più pericolose di quelle di Saluggia. Così almeno ritiene il nostro Assessore Cernetti: è più facile lottare contro le scorie svizzere che contro quelle nazionali; però anche tutti questi problemi fanno parte del nucleare, soprattutto quando il pentapartito propone di riaprire la Centrale Enrico Fermi. Allora propongo che ci dica almeno dove vanno le scorie delle centrali nucleari che rifaremo d'ora in avanti. Posso andare a riprendere gli archivi: tutte cose che sono già state dette molte volte.
Con questi due ordini del giorno i problemi dirimenti sono essenzialmente due: 1) la non riapertura della Centrale Enrico Fermi, anzi, la definitiva chiusura e decommissioning, come è ovvio 2) dove puntualmente localizzare un altro impianto a Trino Vercellese con quali caratteristiche tecnologiche e con quale valutazione di impatto ambientale, ivi compresi le procedure e gli strumenti con cui valutare l'impatto ambientale stesso.
Questi aspetti, nell'ordine del giorno della maggioranza, o sono risolti in maniera diversa o sono totalmente elusi. Così pure non pu essere dal mio punto di vista accoglibile, a meno che non venga votato per parti - cosa che richiedo - l'ordine del giorno presentato dal Gruppo comunista, che è condivisibile laddove chiede all'ENEL la definitiva chiusura della Centrale Enrico Fermi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore all'energia

Mi rendo conto che l'ultima battuta fatta dal Consigliere Ala è quella che vale: la faccio propria.
Per la prima volta, due anni e mezzo fa - avendo il battesimo di Assessore a fine luglio - abbiamo parlato di problemi energetici; dopo il referendum avevo avuto qualche attenzione da parte di alcuni colleghi anche dell'opposizione, devo però ammettere che le osservazioni fatte da alcuni colleghi, in particolare il Consigliere Reburdo e il Consigliere Ala, che hanno aperto un discorso legato anche ad altre titolarità o comunque ad altre competenze assunte da altri colleghi citati, mi vedono concorde. Il Consigliere Ala terminava il suo intervento dicendo che una simile materia non la si può certo liquidare con un semplice ordine del giorno: sia quello, generico, della maggioranza, sia quello più determinato dell'opposizione. Ma tant'è: in vista delle elezioni c'è il rischio di abborracciare degli ordini del giorno o di utilizzare disegni di legge presentati in queste ultime settimane che verranno messi semplicemente alla cronaca.
Diventa difficile per un Assessore all'energia replicare in ordine a battute, che pur sono state inserite nell'ordine del giorno del PCI, e alle varie considerazioni. Non ritengo che il documento della maggioranza - che peraltro spetta alla maggioranza o comunque ai Gruppi della maggioranza motivare - sia abborracciato, rinunciatario, o con ruolo marginale della Regione: il rischio corso era di essere la conseguenza di un altro ordine del giorno arrivato "in zona Cesarini" che cerca di riproporre ogni argomento sul problema. Il documento non è né filonuclearista né di avallo ad alcuno, nel senso che propone un'attenzione e un ragionamento che forse sarebbe stato meglio affrontare in una Conferenza sull'energia la cui convocazione il Consiglio regionale ha approvato più di un anno fa, con una complicata forma organizzativa fra Giunta regionale e Consiglio. Poi quando qualcuno ha giustamente rilevato che in ordine alla Conferenza sull'energia c'erano degli impegni, da parte di alcune forze politiche, non certo da parte dell'Assessore all'energia, sono emersi alcuni problemi variamente discussi. Mi è stato chiesto, anche in sede di Ufficio di Presidenza del Consiglio, se era giusto a sei-otto mesi dalla scadenza elettorale attivare una Conferenza sull'energia in cui l'intervento dell'Assessore competente, espressione della Giunta, avrebbe potuto sembrare quasi un pronunciamento di volontà dell'esecutivo; sarebbe stato quindi meglio accantonare questa ipotesi. E queste battute provenivano da alcune frange dei banchi dell'opposizione, soprattutto quella più storicamente strutturale. La Giunta, attraverso il suo Assessore (insieme al Consiglio: è stato giustamente voluto dall'assemblea del Consiglio regionale che la Conferenza fosse organizzata di concerto fra Giunta e Consiglio), uno dei soggetti che poteva partecipare, si è dichiarata disponibile, ma altri soggetti non hanno fatto altrettanto.
Sarei tentato di replicare intensamente ai quesiti posti, nonché ad un passaggio che giustamente i colleghi hanno rilevato, cioè l'ordine del giorno dei partiti di maggioranza dicendo una cosa ne intenderebbe un'altra, sapendo però che siamo legati ad una vecchia determinazione parlamentare relativamente alla decisione sull'eventuale iter successivo.
Ritengo, quindi, che ci si debba rifare a quel discorso, e ciò soprattutto di fronte ad un quadro di incertezza, peraltro singolare: il Parlamento italiano aveva impegnato il Governo a stabilire la data della riapertura dell'impianto, unitamente alla Centrale di Caorso, previo accertamento delle condizioni di sicurezza e l'adeguamento di Piani di emergenza esterna, allineandosi agli standard internazionali. Occorre quindi fare riferimento a questi dettami, peraltro approvati a stragrande maggioranza.
Non possiamo negare tutti questi aspetti, restando nell'indeterminazione di una decisione che spetta ad un livello non regionale.
Sarei anche stimolato a replicare al discorso del Consigliere Reburdo in ordine ad aspetti relativi al Superphoenix (e non dimentico certo l'impianto termico di Chivasso) da ricomprendere in una generale attenzione su questo tema. Dovendoci limitare ad una battuta, non essendoci le condizioni a termine legislatura per affrontare il tema in termini organici, accolgo alcuni dei passaggi della mozione del PCI, la quale ripercorre alcune delle decisioni assunte in sede di referendum. Ma pur condividendone alcune osservazioni, mi pare che in questo momento non ci siano le condizioni per un ulteriore approfondimento: non possiamo ridurre la valutazione su questi aspetti con un ordine del giorno presentato dall'opposizione e un contro-ordine del giorno presentato dalla maggioranza. Ricordo che tali importanti aspetti non hanno avuto la possibilità di essere dibattuti - non per volontà della Giunta o dell'Assessore competente in quella Conferenza sull'energia a cui tutti noi ci siamo richiamati, ma che qualcuno, non certo la maggioranza del Consiglio, ha voluto eludere.
In questo senso non posso che esprimere l'adesione all'ordine del giorno espresso dalla maggioranza, pur nella sua indeterminazione, non essendoci stati ulteriori approfondimenti in sede di Commissione, ed anche perché tali aspetti mi pare possano essere accolti in un discorso che l'esecutivo è in grado di poter indicare.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dei due documenti.
Il Consigliere Ala presenta il seguente emendamento all'ordine del giorno presentato dalla maggioranza: a pag. 3, primo punto, dopo le parole "a promuovere" sono soppresse le parole "ovvero al rientro in esercizio, rispettivamente" e la parola "condizionati" è modificata con la parola "condizionata".
I presentatori dell'ordine del giorno non accolgono l'emendamento presentato dal Consigliere Ala.
Sulla mozione n. 745 chiede di intervenire per dichiarazione di voto il Consigliere Valeri. Ne ha facoltà.



VALERI Gilberto

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sicuramente se avesse potuto avere luogo la Conferenza energetica regionale che il Consiglio regionale votò due anni fa (ricordo che fu il nostro Gruppo a proporla, raccogliendo un'indicazione venuta anche dalle Organizzazioni sindacali), avremmo avuto la possibilità di misurarci sull'insieme dei problemi energetici, inclusi quelli specificamente affrontati dagli ordini del giorno oggi in esame.
Purtroppo l'ignavia della maggioranza ha vanificato quell'impegno.
Ciò detto, però, desidero immediatamente precisare che, a nostro giudizio, la rilevanza dei temi in discussione non può sicuramente essere sminuita. In proposito ho sottomano una mozione presentata di recente in Parlamento, a firma Scalia, Bassi, Montanari, Ronchi ed altri, che ha come oggetto la chiusura delle Centrali di Caorso e di Trino, ed il fatto che il Consiglio regionale si trovi a discutere oggi, per iniziativa del Gruppo comunista, di questo stesso problema è segno di un'attenzione, in questo caso doverosa e puntuale, ad una problematica tanto rilevante e complessa.
L'Assessore Cerchio ha dichiarato che l'ordine del giorno presentato dalla maggioranza non è rinunciatario. Tuttavia egli ci consentirà di rilevare che questa affermazione è rimasta del tutto indimostrata, tant'è che l'unica conclusione pratica suggerita dal documento della maggioranza consiste nel chiedere al Governo di decidere se chiudere o riaprire la Centrale Enrico Fermi. Che posizione è mai questa? Il voto del Parlamento ha già impegnato il Governo a decidere il da farsi; ma finora ciò non è avvenuto e non ha alcun senso ripetere un invito da lungo tempo disatteso.
Che la Regione abbia il compito, vorrei dire il dovere, di farsi interprete delle esigenze della comunità regionale in merito a questo problema non dovrebbero sussistere dubbi. Ed altrettanto vale per ciò che riguarda il dovere della Regione di esprimersi attraverso una precisa proposta e di battersi perché essa venga accolta e trovi riscontro nelle decisioni che il Governo dovrà assumere.
Non sto a ricordare quante mozioni ed ordini del giorno abbiamo votato (dalla finanza locale alle riforme istituzionali ed altro) per chiedere al Governo l'accoglimento delle richieste che noi ritenevamo giuste. Per cui il dissenso non è a livello procedurale e di metodo, bensì di merito. Non è sul "come" rivolgersi al Governo, ma sul "cosa" chiedere che il Governo faccia.
La maggioranza, insomma, non è d'accordo di chiedere che il Governo decida la chiusura della Centrale Enrico Fermi. Anzi, pare di intendere che essa non solo è aperta a qualsiasi decisione, ma che addirittura sia più propensa ad auspicare una decisione favorevole alla riapertura della Centrale Enrico Fermi.
Un simile atteggiamento è del tutto privo di senso. Ai colleghi della maggioranza chiedo come sia possibile, razionalmente, immaginare di chiedere la riapertura di una centrale che ha venticinque anni di vita mentre il Governo e il Parlamento hanno deciso di abbandonare il progetto per la costruzione di nuove centrali elettronucleari. Ciò sarebbe un puro non senso tecnico e scientifico, aggravato dal fatto che - lo stesso ENEA lo ha ammesso con due sole centrali elettronucleari in esercizio, questa di Trino e quella di Caorso, vecchie e ferme ormai da anni, non è oggettivamente possibile garantire, nel caso della loro riapertura adeguati programmi di sicurezza e di salvaguardia interna ed esterna.
Su cosa poggia, quindi, il rifiuto di prendere atto che si è ormai ad un capolinea? Oltretutto il perseverare nel rifiuto di questa presa d'atto fa spendere ogni anno, solo per quanto riguarda la Enrico Fermi, venti miliardi all'unico scopo di mantenere la centrale in condizioni di fermo.
Non solo: tutto ciò rischia di far degradare ulteriormente le professionalità esistenti all'interno dell'impianto, mettendo altresì il personale nelle condizioni di non poter essere in parte reimpiegato nel nuovo impianto a ciclo combinato in progetto a Trino 2, in quanto le sole operazioni di disattivazione della Enrico Fermi richiedono almeno quattro anni, ossia il tempo che si impiegherà per la costruzione del nuovo impianto.
E' cioè del tutto evidente ed oggettivo che se non si parte immediatamente con le operazioni di disattivazione, ogni ipotesi di parziale recupero e reimpiego in loco del personale della Enrico Fermi verrà vanificata, con il risultato di dover accollare alla collettività pesanti costi economico-sociali e di aver sperperato una risorsa umana e professionale di alta qualificazione.
Lasciatemi dire che è veramente irresponsabile lasciare le cose come stanno, nascondersi e rifiutare di assumersi le proprie responsabilità, di fronte all'esigenza di avviare il problema ad una soluzione che sia coerente con i bisogni del Paese e della comunità regionale. Una irresponsabilità tanto più gravida di conseguenze in quanto il mantenere in piedi l'equivoco della impossibile riapertura della Enrico Fermi è una delle cause dei gravi ritardi registrati dai programmi per lo sviluppo nel campo delle energie alternative.
Il collega Ala ha richiamato il problema della centrale a ciclo combinato in progetto a Trino 2, sottolineando giustamente che, anche a questo riguardo, la scelta della maggioranza è quella di tacere. Qui il Governo nella fase attuale non c'entra per nulla. Siamo noi ad essere chiamati a svolgere un ruolo in ordine alla valutazione di impatto ambientale e di governo del territorio. Il silenzio della Giunta e della maggioranza equivale quindi, in questo caso, ad una vera e propria rinuncia ad assolvere ad un preciso ruolo e a specifiche responsabilità.
Delle tre ipotesi progettuali affacciate nel dibattito, noi riteniamo che l'unica praticabile sia quella dell'allocazione del nuovo impianto all'interno dell'area in un primo tempo destinata ad accogliere la seconda centrale elettronucleare di Trino. Riteniamo che non sia praticabile per ragioni di sicurezza ambientale e sanitaria, delle popolazioni e degli addetti all'impianto, l'allocazione all'interno di una centrale, la Enrico Fermi, che noi riteniamo debba essere sottoposta ai programmi di disattivazione e poi di decommissioning.
Rifiutiamo altresì l'ipotesi - ciò è detto chiaramente nel documento che abbiamo presentato - di andare ad occupare altre aree al di fuori di quelle già manomesse e attrezzate per accogliere il precedente programma elettronucleare.
Diciamo inoltre che la riattivazione del Comitato tecnico-scientifico regionale dovrebbe servire anche alla verifica delle varie ipotesi.
Per quanto riguarda le proposte che abbiamo formulato, diciamo che esse sono aperte al confronto e riteniamo che vadano comunque verificate, se del caso chiedendo anche un pronunciamento da parte dell'ENEA, per quanto riguarda gli aspetti di sicurezza ambientale e sanitaria.
Inoltre diciamo che l'allocazione della nuova centrale nell'area di Leri Cavour consentirebbe anche di far sì che gli interventi non si fermino al nuovo impianto di potenza a ciclo combinato, ma comprendano la sperimentazione di progetti nel campo delle energie alternative, in particolare incentrati nell'impiego delle biomasse e dei rifiuti solidi urbani.
Signor Presidente, ho terminato il mio intervento. Ritengo che ragionevolezza e buon senso depongano a favore di un pronunciamento che rifiuti l'immobilismo e la rinuncia contenuti nell'ordine del giorno della maggioranza. E' forse eccessivo pensare che possa aversi un sussulto di responsabilità e di coraggio da parte del pentapartito. Ma io non rinuncio ad auspicarlo.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri colleghi che intendono intervenire, possiamo procedere alla votazione della mozione n. 745 presentata dal Gruppo comunista.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ala. Ne ha facoltà.



ALA Nemesio

Chiedo di votare separatamente la questione relativa alla chiusura della Centrale Enrico Fermi, precisamente il paragrafo dalla parola "chiede" alla parola "professionalità".



PRESIDENTE

D'accordo.
Pongo pertanto in votazione la mozione n. 745, il cui testa recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte rilevato che a due anni dalla celebrazione del referendum popolare, che ha sancito a schiacciante maggioranza la rinuncia dell'Italia all'utilizzo dell'energia nucleare, il Paese ancora attende l'approvazione del nuovo PEN, presentato dal Governo con inammissibile ritardo e tuttora all'esame della Commissione Industria del Senato in sede referente considerato che l'iter parlamentare annuncia, dunque, tempi ancora lunghi per l'approvazione di uno strumento decisivo per attrezzare il Paese a reggere le sfide dei prossimi anni; e ciò in un quadro in cui permane un forte deficit energetico e in cui continuano a crescere considerevolmente i consumi di energia elettrica delle imprese e dei cittadini, in conseguenza della crescita della produzione industriale e dell'espansione dei consumi familiari constatato che la decisione assunta dall'ENEL. di escludere dai propri programmi operativi di qui al 1995 qualsiasi riattivazione della Centrale Enrico Fermi, se da un lato appare coerente con gli orientamenti espressi dal voto popolare, dall'altro, sotto il peso della inconcludenza governativa, lascia senza risposta i problemi riguardanti il futuro dell'impianto e del personale preso atto che una simile situazione non è più tollerabile perché contrasta con il bisogno sempre più impellente di una nuova politica energetica capace di tradurre in atti concreti la scelta alternativa al nucleare nonché con la necessità di un riutilizzo di risorse economiche, umane e professionali ormai da lungo tempo inutilizzate considerato che la rinuncia alla costruzione di nuove centrali nucleari rende già di per sé improponibile qualsiasi ipotesi di riapertura delle vecchie, in quanto sarebbe impossibile predisporre programmi di sicurezza adeguatamente garantiti, occorre se ne prenda atto con urgenza, traendone le conseguenze concrete e rimuovendo un equivoco dannoso e paralizzante c h i e d e al Governo e all'ENEL che venga decisa senza ulteriori indugi la definitiva chiusura della Centrale Enrico Fermi di Trino, accompagnando detta decisione con un preciso programma che affronti la disattivazione dell'impianto; lo stoccaggio, trattamento e smaltimento delle scorie radioattive; l'impostazione delle complesse e non brevi fasi del decommissioning; la rideterminazione, d'intesa con le Organizzazioni sindacali e in rapporto ai più complessivi programmi di attività dell'ENEL.
delle funzioni e dei compiti dei lavoratori, al fine primario di recuperarne e valorizzarne il grande patrimonio tecnico e di professionalità.
Rilevato che l'adesione dell'ENEL alla proposta che il Gruppo consiliare del PCI presentò nel giugno 1988, di un riutilizzo del sito di Leri Cavour per la costruzione di una centrale a ciclo combinato da 600 Mw alimentata a metano, può rappresentare un primo passo verso l'attuazione di una diversa politica energetica, rispondente anche all'esigenza che il Piemonte ha di una nuova centrale di potenza sottolineato che la rigorosa verifica delle condizioni di impatto ambientale costituisce la scadenza più impegnativa ed importante per una tempestiva realizzazione del nuovo impianto impegna la Giunta regionale 1) ad assumere gli atti necessari ad addivenire ad una sollecita ricostituzione del Comitato tecnico-scientifico, composto da esperti dell'Università e del Politecnico di Torino, a cui affidare l'incarico di vagliare gli studi di impatto ambientale che l'ENEL sta predisponendo, in modo da porre la Regione stessa, il Comune di Trino e le popolazioni interessate nelle condizioni di assumere le loro decisioni con piena cognizione di causa. In tal senso, la ricostituzione del Comitato tecnico scientifico risulta indispensabile anche per consentire un'adeguata verifica del progetto della nuova centrale; con particolare riguardo alla sua localizzazione (evitando che essa avvenga fuori dall'area a suo tempo già predisposta per l'insediamento nucleare, compromettendo così altro suolo agricolo) e alle sue caratteristiche tecniche e di esercizio: combustibile impiegato, garanzia di sicurezza, tecnologia anti inquinamento, ecc.
2) a predisporre le iniziative atte a pervenire alla stipula di un nuovo verbale di intesa fra la Regione Piemonte e l'ENEL. nel quale siano fissati gli obblighi che, a salvaguardia degli interessi delle comunità locali vengono assunti relativamente al governo dei problemi socio-economici ambientali, sanitari e di infrastrutturazione territoriale, connessi alla costruzione e gestione del nuovo impianto.
Il Consiglio regionale del Piemonte considerata, inoltre, l'esigenza di affermare concretamente nuove strategie energetiche rivolte a battere strade nuove, utilizzando appieno le potenzialità diffuse sul territorio, in questo caso quelle dell'area Leri Cavour, in termini sia di produzioni energetiche alternative che di risparmio i n c a r i c a la Giunta di richiedere all'ENEL un impegno diretto: a) alla costruzione di una centrale di piccola potenza alimentata con rifiuti solidi urbani e con le biomasse agricole della zona (paglia e lolla di riso, stocche di granoturco) b) all'impiego del calore residuo prodotto dagli impianti per sperimentare - con il concorso specifico dell'ENEA di Saluggia produzioni in agrotermia e forme di agricoltura 'pulita' sulla parte dei 500 ha di proprietà ENEL che resteranno inutilizzati".
Pongo in votazione la prima parte della mozione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La prima parte è respinta con 12 voti favorevoli e 20 contrari.
Pongo in votazione la seconda parte della mozione, precisamente il paragrafo dalla parola "chiede" alla parola "professionalità".
Su richiesta del Consigliere Valeri si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 14 Consiglieri hanno risposto NO 22 Consiglieri.
La seconda parte della mozione è respinta.
Si proceda alla votazione per appello nominale della terza parte della mozione.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 votanti 35 hanno risposto SI 13 Consiglieri hanno risposto NO 22 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
La terza parte della mozione è respinta.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 771 presentato dalla maggioranza, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale atteso che la situazione energetica del Paese, e del Piemonte in particolare, non consente più indugi e ritardi all'approntamento delle azioni utili ed indispensabili a fronteggiare la crisi energetica, che ha già prodotto pesanti ripercussioni sul sistema dei produttori e degli utilizzatori di energia, con affetti negativi indotti in campo sociale economico, industriale e tecnologico considerato che il Piano Energetico Nazionale proposto dal Governo nell'agosto 1988 giace ancora in Parlamento, all'esame della Commissione Industria del Senato in sede referente e che diventa ormai urgente ed indifferibile la sua approvazione, anche in considerazione dei fermenti che attraversano l'Europa, nella previsione dell'apertura del Mercato Unico, e che interessano il sistema economico ed industriale del nostro Paese, forte acquisitore energetico e privo delle necessarie direttive per potenziare e consolidare la propria struttura del sistema energetico anche in termini tecnologici valutato che in tale panorama di incertezza si rende, altresì, urgente chiarire il destino e le prospettive di recupero, riconversione e modernizzazione del parco termoelettrico piemontese, con particolare riferimento all'impianto elettronucleare Enrico Fermi per il quale non esistono, ad oggi, atti o determinazioni formali governative che ne hanno imposto il fermo di esercizio, ma che, al contrario, il Governo era impegnato, da mandato parlamentare, a stabilire la data di riapertura previo 'accertamento delle condizioni di sicurezza e adeguamento dei piani di emergenza esterna allineandoli agli standard internazionali' rilevato che l'emissione del parere, secondo quanto previsto dall'Allegato IV - DPCM 27/12/1988, in ordine alla valutazione di impatto ambientale del progettato impianto a ciclo combinato gas-vapore, non può prescindere da elementi di certezza relativi ad un quadro di pianificazione energetica che consideri, anche in termini solamente generali, l'integrazione fra i vari sistemi di produzione e la rispondenza del quadro locale agli obiettivi di politica energetica nazionale impegna la Giunta a promuovere le più opportune iniziative presso gli organi parlamentari, il Governo e l'ENEL. affinché vengano tempestivamente assunte le necessarie determinazioni in ordine alla chiusura dell'impianto ovvero al rientro in esercizio, rispettivamente condizionati da elementi di garanzia per la comunità in termini di sicurezza, anche attraverso l'istituzione di una sede di concertazione politico-istituzionale e tecnica per il coordinamento delle azioni e degli interventi di competenza e di interesse locali che si rendessro necessari a garantire in modo sistematico, nel rispetto del procedimento istruttorio l'estensione di rapporti informativi agli organi consiliari in ordine alle risultanze dell'istruttoria tecnica della procedura di valutazione di impatto ambientale dell'impianto a ciclo combinato proposto dall'ENEL. da localizzarsi in Comune di Trino a valutare la possibilità di condizionare l'espressione formale del parere regionale di cui all'art. 6, Allegato IV DPCM 27/12/1988, alla sussistenza delle determinazioni che dovranno essere assunte relativamente all'impiego e al decommissioning della Centrale nucleare Enrico Fermi, pur riservandosi il diritto di proporre prescrizioni, in tal senso, affinché siano chiare e definite le scelte e le conseguenti responsabilità locali e centrali a predisporre nell'ambito dei confronti e delle intese tra ENEL. Provincia di Vercelli e Comune di Trino, una serie di iniziative e progetti, previo accordo tra i soggetti locali istituzionali, che valorizzino l'utilizzo delle risorse locali, riprendendo progetti e sperimentazioni già collaudati in materia di energia ed ambiente, inserendoli nelle convenzioni, di cui all'art. 9, Allegato IV DPCM 27/12/1988, e prevedendo altresì il concorso di soggetti specializzati locali e nazionali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 22 voti favorevoli e 11 contrari.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13,10 riprende alle ore 15,10)



SANTONI


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 1346: "Istituzione dei nuovi Servizi regionali ai sensi dell'art. 24 della L.R. 8/9/1986, n. 42" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 1346, di cui al punto 3) all'o.d.g., sospeso questa mattina per dar modo all'Assessore di valutare gli emendamenti presentati dal Gruppo comunista.
Sono stati presentati degli emendamenti anche da parte dell'Assessore Brizio, che ha la parola per illustrarli.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Colgo l'occasione per chiarire il motivo per il quale abbiamo presentato alcuni emendamenti e per dire, sul piano generale, come ci collochiamo nei confronti degli emendamenti presentati dal Gruppo comunista e dai Consiglieri Segretari dell'Ufficio di Presidenza.
Il primo emendamento della Giunta chiarisce che soltanto sull'allegato B) c'è l'accordo delle Organizzazioni sindacali. Il secondo chiarisce che è demandata alla Giunta la determinazione, attraverso proprio provvedimento della decorrenza dell'istituzione dei nuovi Servizi e della contestuale cessazione dei vecchi, in quanto la formulazione del testo originario lasciava ampi ambiti di incertezza rispetto ad un corretto passaggio tra le due fasi. Ci sono inoltre alcune correzioni tecniche; la parte conclusiva riguarda una modifica all'allegato C): anche se non fa parte integrante della deliberazione abbiamo ritenuto opportuno dare un chiarimento nella dizione dell'Assessorato ai trasporti.
Per quanto riguarda gli altri emendamenti, abbiamo accolto l'invito di un rinvio per esaminarli con attenzione: ora si sono aggiunti altri emendamenti, che il Consigliere Avondo aveva preannunciato, concernenti non soltanto i Servizi, ma anche la dizione di alcuni nuclei.
Noi ci atteggeremo nel modo seguente. Per quanto riguarda gli emendamenti presentati dai Consiglieri Segretari, che riguardano un chiarimento sul termine della dipendenza, non abbiamo difficoltà ad accettarli.
Per quanto riguarda gli emendamenti del Gruppo comunista, dopo un esame attento per la parte dei Servizi, siamo orientati a respingerli perch anche se taluno potrebbe avere in se stesso qualche elemento di validità si andrebbe a rompere un complesso equilibrio raggiunto che finirebbe per creare problemi anche nell'assetto complessivo della proposta.
Per quel che concerne invece le proposte sui nuclei, alcune verranno accolte, naturalmente quelle che non sono connesse al cambiamento dei Servizi. Altre pure verranno accolte; in particolare quella che riguarda l'Ufficio di Presidenza ed altre che sono, a nostro avviso, sostanzialmente migliorative.
Anche se la maggioranza darà voto negativo vorrei fossero apprezzati nel giusto valore la nostra attenzione in merito alle proposte e lo spirito di disponibilità a valutarle di fronte ad una proposta complessiva che ha una sua logica e che è difficile in questo momento modificare senza causare guasti peggiori dei benefici che con i singoli provvedimenti si vorrebbero ottenere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente e colleghi, nell'intervento generale in merito alla deliberazione n. 1346 ho avuto modo di dire che tentavamo di avanzare una proposta alternativa rispetto all'impostazione e al contenuto della deliberazione. Il risultato prodotto dalla Giunta, anche tenendo conto della risposta dell'Assessore Brizio in ordine all'atteggiamento della Giunta sugli emendamenti presentati, non ci soddisfa; riconfermo pertanto la delusione avanzata nella discussione generale.
Vorrei utilizzare questi pochi minuti per ricordare le questioni contenute nel disegno di legge approvato dalla Camera dei Deputati nella seduta dell'8 febbraio 1990, in merito al riordino delle autonomie locali nel quale l'art. 3 recita: "Le Regioni organizzano l'esercizio delle funzioni amministrative a livello locale attraverso i Comuni e le Province". Inoltre, il comma quarto recita: "La Regione determina gli obiettivi generali della programmazione economico-sociale e territoriale e su questa base ripartisce le risorse destinate al finanziamento del programma di investimenti degli enti locali". L'art. 14, che riguarda le funzioni che questa legge demanda alle Amministrazioni provinciali, recita: "Spettano alle Province le funzioni amministrative di interesse provinciale che riguardino vaste zone intercomunali o l'intero territorio provinciale nei seguenti settori: difesa del suolo, tutela e valorizzazione dell'ambiente, prevenzione delle calamità, tutela e valorizzazione delle risorse idriche, valorizzazione dei beni culturali, viabilità e trasporti protezione della flora e fauna, ecc.". All'art. 15, il dispositivo del comma primo mi pare introduca un forte elemento innovativo rispetto all'impostazione vecchia e superata che l'attuale deliberazione vuole dare: la Provincia raccoglie e coordina le proposte avanzate dai Comuni ai fini della programmazione economica, territoriale ed ambientale della Regione.
Ho voluto fare riferimento a questa legge poiché la sensazione che si ricava dalla deliberazione oggi in discussione, al di là del numero dei Servizi, è tale da rendere non collegabile questa impostazione sull'ordinamento delle autonomie locali con la deliberazione oggi in discussione. Si tratta di una deliberazione che risente ancora troppo quasi totalmente - del vecchio modo di essere della Regione, che non è nemmeno quello contenuto nella Costituzione repubblicana dell'istituzione delle Regioni: le Regioni intese non come momento di gestione, ma come momento di alta amministrazione di governo e di programmazione.
A me pare sia sufficiente fare riferimento al numero dei Servizi previsti (prescindendo dal contenuto), al futuro numero ipotetico di Unità operative organiche, al numero di Settori individuati dalla Regione con la legge n. 42/86, per dire che l'impostazione generale complessiva risente fortemente della tradizione con cui le Regioni si sono formate, e la Regione Piemonte in particolare in questa direzione è andata via via assumendo delle responsabilità.
Credo che l'affermazione dell'Assessore Brizio, sollevata nel precedente dibattito, che questo tipo di impostazione è generalizzato a livello di Regioni sia contestabile dal punto di vista dell'impostazione politica. A me pare che da un lato non sia possibile richiamarsi a ruoli e funzioni della Regione Piemonte (anche dal punto di vista della "macchina" regionale), e dall'altro lato trincerarsi dietro a quanto fanno altre Regioni. Ricordo, signor Presidente, che quando discutemmo della legge n.
42 uno degli elementi portati a supporto del fatto che occorreva fare la scelta dei 65 Settori, è stato il riferimento ad altre Regioni. Ricordo di aver detto in quell'occasione che non mi interessava l'operato delle altre Regioni, ma che occorreva calare nella nostra realtà elementi ed interessi propri dell'Ente Regione: a me pare che la deliberazione oggi in questione non contenga questi elementi.
Per quanto riguarda il precedente emendamento c'è il nostro accordo sul secondo emendamento ci pare che la formulazione più corretta sia quella decisa in Commissione, che demanda alla Giunta regionale la definizione della decorrenza dell'istituzione dei nuovi Servizi attraverso un proprio provvedimento. In tal senso, pregherei l'Assessore di considerare l'opportunità di far riferimento all'emendamento proposto in Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guasso.



GUASSO Nazzareno

Intervengo per ringraziare l'Assessore Brizio e i suoi funzionari anche a nome degli altri tre Consiglieri Segretari che con me presentarono l'emendamento di modifica della definizione dei due nuclei di attività del Consiglio. Si tratta di un atto importante che, pur nella limitatezza delle questioni poste, tende ad una migliore gestione del nostro personale.
Ringrazio quindi l'Assessore e in particolare i funzionari che con lui collaborano alla definizione di queste questioni.
Accolgo con favore anche il fatto che lo stesso Assessore Brizio concordi su un secondo emendamento, questa volta presentato dal solo Gruppo comunista, che ridefinisce la descrizione di un nucleo che, nella versione da noi proposta, ci pare più adeguato alle necessità e alle esigenze a cui lo stesso deve corrispondere.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo procedere all'esame degli emendamenti.
1) Emendamento presentato dall'Assessore Brizio: al terz'ultimo capoverso della premessa aggiungere la dizione "per l'individuazione dei Servizi previsti nell'allegato B) alla presente deliberazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
2) Emendamento presentato dall'Assessore Brizio: sostituire nel deliberato il secondo comma con il seguente: "di demandare alla Giunta regionale la determinazione, attraverso proprio provvedimento, della decorrenza dell'istituzione dei nuovi Servizi e di contestuale soppressione dei Servizi regionali previsti dalla L.R. n. 73/79 e successive modifiche ed integrazioni, anche operate da leggi di settore".
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Ritengo che la formulazione della Giunta sia sotto un certo profilo più corretta. E' vero che "demanda alla Giunta", però la formulazione della Commissione ci pare inagibile perché collegata alle nomine dei nuovi responsabili dei Settori. Se i Settori fossero uguali di numero il discorso sarebbe pertinente, ma siccome non si riferisce alla globalità del provvedimento potrebbe succedere che si nomina un responsabile di Settore e decade un Settore che solo in parte si riferisce al nuovo: non si garantisce insomma l'organicità. Pertanto abbiamo ritenuto che sul piano tecnico questa formulazione sia più precisa.
Per quanto riguarda gli impegni devo far presente che faremo il possibile, naturalmente per quanto consentito dall'approvazione dei criteri. Non si fissa un termine perentorio, si stabilisce l'organicità del provvedimento che si intende portare avanti. Si demanda in sostanza alla Giunta di decidere la decorrenza del provvedimento al fine di attuarlo nel modo migliore possibile. L'impegno a provvedere tempestivamente è presente sia nell'accordo sindacale sia negli impegni assunti di fronte al Consiglio. Pertanto chiederei al Gruppo comunista, alla luce di questa mia dichiarazione, di esprimere un voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Mi dispiace deludere l'Assessore Brizio, ma non siamo d'accordo ad approvare un emendamento che demandi alla Giunta regionale la definizione attraverso un proprio provvedimento, della decorrenza dell'istituzione di nuovi Servizi. I casi sono due, o l'accelerazione a produrre e a fare approvare dal Consiglio regionale in zona Cesarini l'attuale deliberazione travalica le esigenze, oppure il ragionamento non può che essere un altro.
Si approva la deliberazione: i Servizi sono istituiti (e sono quelli qui definiti, che voi approverete), dopodiché la Giunta si occuperà degli atti riguardanti l'attuazione e l'applicazione della deliberazione. Ma tali atti non possono essere indeterminati nel tempo: da questo punto di vista personalmente non sono nemmeno nelle condizioni del collega Carletto, di fidarsi dell'Assessore; il ruolo nostro, all'interno del Consiglio, è tale da non avere nemmeno questa possibilità. Pertanto ribadisco che la formulazione, ancorché imprecisa, fatta dalla Commissione, dava più garanzie non al Gruppo comunista, ma al Consiglio regionale, poiché aveva tempi di attuazione certi. Con la formulazione di oggi mi pare che tempi certi non ce ne siano, ed per questo motivo che se viene mantenuta noi voteremo contro.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Intendo chiarire che nel testo precedente non c'era alcun tempo certo.
La disposizione temporale si riferiva alla nomina dei nuovi responsabili.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 2).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 19 voti favorevoli e 10 contrari.
Passiamo all'esame degli emendamenti sugli allegati.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Guasso, Fracchia, Santoni e Gallarini: nella descrizione del contenuto dei nuclei di attività del Settore Segreteria del Consiglio regionale per i nuclei: Gestione personale servizi tecnici del Consiglio regionale, dopo la parola "gestisce" viene cancellata la parola "funzionalmente" Gestione servizi operativi del Consiglio regionale, dopo la parola "gestisce" viene cancellata la parola "funzionalmente".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
4) Emendamento presentato dal Consigliere Avondo: Settore Stampa e Relazioni esterne del Consiglio regionale. Il nucleo "Segreteria degli organismi consultivi di partecipazione" è così modificato: dopo la parola "partecipazione" aggiungere le parole "(Consulta femminile regionale, Consulta regionale per l'unificazione europea Comitato regionale per l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana)" il contenuto è così modificato: "Cura le attività degli organismi consultivi esterni, i rapporti e gli adempimenti connessi ed assiste a livello tecnico-segretariale i lavori di detti organismi, predisponendo i verbali, ordinando la documentazione e curando gli adempimenti amministrativi".
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

La Giunta accoglie l'emendamento come dichiarato nel precedente intervento.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'emendamento n. 4).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
5) Emendamento presentato dal Consigliere Avondo: al Settore Gabinetto del Presidente della Giunta, i Servizi "Affari istituzionali" e "Attività di raccordo della Presidenza della Giunta" sono soppressi e sono unificati nel modo seguente: "Affari istituzionali e attività di raccordo della Presidenza della Giunta".
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

La Giunta non accoglie l'emendamento in quanto la funzione di raccordo a nostro avviso è essenziale e un Servizio in proposito nella logica complessiva della deliberazione ci pare corretto esista.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Non comprendiamo la ragione per la quale debbano esistere due Servizi: quello relativo ad "Attività di raccordo della Presidenza della Giunta" e quello relativo ad "Affari istituzionali". Il nostro intento è di sommare in un unico Servizio i due momenti sopraccitati, dopodiché, dal punto di vista funzionale, sentite le argomentazioni portate dall'Assessore, non mi pare si tratti di un emendamento del tutto campato in aria. E' chiaro che si muove nella logica tendenziale di tutti i nostri emendamenti sui Servizi: tentare di ridurre il numero degli stessi. Da questo punto di vista o l'Assessore fornisce qualche argomentazione in più, oppure siamo nella condizione di dover chiedere comunque la messa ai voti dell'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 5).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli e 21 contrari.
6) Emendamento presentato dal Consigliere Avondo: al Settore Gabinetto del Presidente, sopprimere il Servizio "Interventi penitenziari e post-penitenziari".
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

La Giunta non può accettare questo emendamento. L'abolizione del Servizio avrebbe una sua logica, ma questo ha una sua presenza di tradizione e di collegamento della Presidenza per cui riteniamo non possa essere abolito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

In effetti la logica con cui questo emendamento era stato presentato era di spostare questo Servizio presso un Settore e un Assessorato che da questo punto di vista darebbe più garanzie, non per incompetenza della Presidenza rispetto all'Assessorato all'assistenza, ma perché riteniamo che sarebbe più corretta una collocazione di questo Servizio nell'ambito dei Settori che riguardano l'assistenza, trattandosi nello specifico di null'altro che di attività assistenziale che la Regione svolge in questa direzione.
Prendo atto delle dichiarazioni dell'Assessore Brizio, ma manteniamo comunque l'emendamento presentato.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 6).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli e 21 contrari.
7) Emendamento presentato dal Consigliere Avondo: al Settore Gabinetto del Presidente, il nucleo "Problemi penitenziari" viene così modificato: soppressione da "cura degli interventi" fino a "vita civile". Il nucleo viene aggiunto al Servizio "Affari istituzionali".
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Questo emendamento si ricollega al filone di quello precedente, vale quindi la dichiarazione che ho reso in quella sede.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Ritiro l'emendamento prendendo atto che l'Assessore Brizio, che ha anche la competenza relativa all'assistenza, rifiuta questa terminologia.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 7) è pertanto ritirato.
8) Emendamento presentato dall'Assessore Brizio: nella scheda riepilogativa del Settore Segreteria della Giunta regionale e della Presidenza della Giunta regionale, sostituire: 1A) alla denominazione del Servizio "Deliberazioni della Giunta regionale" la denominazione "Attività deliberativa della Giunta regionale" 2A) alla denominazione del Servizio "Decreti e documentazione giuridica" la denominazione "Attività di decretazione e documentazione giuridica" 3A) alla denominazione del Servizio "Gestione operativa" la denominazione "Attività di gestione operativa".
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

E' una questione di sistemazione più organica del Servizio; si tratta di una modifica meramente tecnica: cambia soltanto la denominazione dei Servizi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

E' stato attuato un rafforzativo della funzione di tali Servizi; c'è stato lo scrupolo nel ritenere che la formulazione precedente fosse tale da non consentire la comprensione della reale funzione svolta da quei Servizi.
Prendo atto della specificazione fatta dalla Giunta, ma il voto del Gruppo comunista sarà contrario.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 8).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 19 voti favorevoli e 12 contrari.
Emendamenti presentati dal Consigliere Avondo: 9) al Settore Segreteria della Giunta, il Servizio "Deliberazioni della Giunta" diventa "Atti amministrativi della Giunta e del Presidente" e si sopprime "Decreti e documentazione giuridica" 10) al Settore Segreteria della Giunta, il nucleo "Documentazione giuridica" si aggiunge a quelli del Servizio "Gestione operativa" 11) al Settore Segreteria della Giunta, il nucleo "Attività monocratiche" viene aggiunto al Servizio "Deliberazioni della Giunta" come modificato 12) al Settore Segreteria della Giunta, al nucleo di attività "Procedure automatizzate e raccordi interassessorili" sopprimere la dizione "Gestione affari riservati".
La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Il nostro voto sull'emendamento precedente comprendeva un elemento di reazione al rafforzativo, anche per la presentazione di questo nostro emendamento che addirittura chiede la soppressione del Servizio. Pertanto lo manteniamo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Il Consigliere Avondo ha in precedenza spiegato le ragioni per le quali noi manteniamo l'emendamento: riteniamo rilevante l'attività di carattere gestionale correlata alla funzione di decretazione di cui si tratta.



PRESIDENTE

Sarebbe erroneo a questo punto procedere nella votazione: è stato infatti approvato il precedente emendamento che ha già modificato la denominazione.



AVONDO Giampiero

Riteniamo corretta l'interpretazione del Presidente, che può valere anche per gli altri emendamenti.



PRESIDENTE

Sono quindi ritirati gli emendamenti nn. 9), 10), 11) e 12) in quanto lo stesso punto è già stato modificato attraverso un emendamento presentato dalla Giunta ed approvato dal Consiglio.
13) Emendamento presentato dal Consigliere Avondo: al Settore Affari amministrativi, i Servizi "Autoparco" e "Sicurezza" sono soppressi e sostituiti dal seguente: "Gestione tecnica ed ausiliaria e problemi della sicurezza".
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

La Giunta ritiene che la parte relativa alla sicurezza sia importante anche in vista delle nuove normative ci pare che questo trasferimento non sia possibile, pertanto non accogliamo l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Vorrei illustrare al Consiglio la declaratoria prevista di questi due Servizi, che noi proponiamo di unificare. Gestioni tecniche ed ausiliarie: questo è un Servizio. Autoparco e sicurezza: altro Servizio. I nuclei di attività che fanno riferimento a questi due Servizi recitano in questo modo: per le gestioni tecniche ed ausiliarie i Servizi grafici, il Centro stampa, il centralino ed i Servizi ausiliari; per l'autoparco e la sicurezza i nuclei di attività sono il parco autovetture e la sicurezza degli accessi. A me pare che l'argomentazione dell'Assessore nel respingere questo emendamento riguardante l'aspetto sicurezza (nel senso che ci saranno addetti alla sicurezza che verranno collocati all'interno degli Affari amministrativi e quindi avranno una loro direzione attraverso il dirigente di Settore e di Servizio) non possa convincere. Per questa ragione manteniamo l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 13).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli e 19 contrari.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI



PRESIDENTE

Prosegue l'esame degli emendamenti alla proposta di deliberazione n.
1346.
14) Emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Guasso, Chiezzi e Ferro: al Settore Affari giuridico-legislativi, legali e del contenzioso amministrativo, il Servizio "Gestione procedimenti speciali ed attività operative" è soppresso.
La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente, la formulazione del Servizio è "Gestione procedimenti speciali ed attività operativa". La cosa che più ci ha colpito è la formula "Gestione dei procedimenti speciali". Si può capire l'aggiunta delle "Attività operative", ma la questione della gestione dei procedimenti speciali, che poi non troviamo nemmeno all'interno dei nuclei che fanno riferimento a questo Servizio, ci ha sollevato qualche di dubbio. In questo Servizio i nuclei di attività sono la Gestione operativa, l'Osservatorio alla documentazione, la Gestione dei procedimenti speciali e ricorsi amministrativi; vorremmo capire di più e meglio, se possibile, in cosa consistano i procedimenti speciali. Non crediamo possano riferirsi a procedimenti nei confronti del personale, perché se fosse così non comprenderemmo l'allocazione di questo Servizio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Il Servizio si riferisce al nucleo Gestione procedimenti speciali e ricorsi amministrativi, che prevede adempimenti ed atti relativi ai ricorsi straordinari al Presidente della Repubblica, all'assistenza giuridica per i provvedimenti giudiziali in cui non vi è l'obbligo di difensore tecnico compreso il caso del contenzioso amministrativo ed inoltre gli adempimenti ed atti relativi ai ricorsi amministrativi, in collegamento con gli Assessorati regionali competenti. Si tratta cioè di Servizio che si incentra su un nucleo di attività che è previsto ed ha una sua precisa logica.



AVONDO Giampiero

L'argomentazione usata dall'Assessore Brizio mi convince della giustezza delle mie perplessità. Le due argomentazioni di supporto fanno riferimento a nuclei collocati all'interno di altri Servizi. Il contenzioso amministrativo fa parte del Servizio contenzioso amministrativo: non c'entra nulla con la gestione dei provvedimenti speciali. L'assistenza giuridica fa parte, come nucleo di attività, delle posizioni di staff collocate all'interno del Settore Affari giuridico-legislativi, legali e del contenzioso amministrativo. Quindi è incomprensibile questa gestione dei procedimenti speciali ed attività operative. Per questa ragione chiedo la messa in voto dell'emendamento e mi auguro che l'Assessore ci ripensi.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Il nucleo Gestione contenzioso amministrativo è altra cosa. Riguarda le sanzioni amministrative.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 14).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 9 voti favorevoli e 20 contrari.
15) Emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Guasso, Chiezzi e Ferro: al Settore Programmazione economica, i Servizi "Programmazione regionale, programmazione locale" e "Programmazione selettiva" sono unificati in "Servizio per la programmazione".
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Mi pare chiaro che accorpare i due Servizi in un ente programmatorio come il nostro sia impossibile. Tanto più che uno di essi si occupa della gestione allegata ai progetti FIO ed ai mutui BEI. Sarei per mantenere i due Servizi e respingere l'emendamento.



AVONDO Giampiero

Mantengo l'emendamento, perché il Settore della programmazione economica ha caratteristiche diverse (programmazione regionale e programmazione locale; programmazione selettiva, sistema statistico informatico e documentazione). A me pare che all'interno di un Settore che si occupi della programmazione economica l'avere due Servizi che si occupano di programmazione, regionale in questo caso, sia davvero pleonastico. Per questa ragione mantengo l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 15).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli e 19 contrari.
16) Emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Guasso, Chiezzi e Ferro: al Settore Pianificazione territoriale, il Servizio "Pianificazione territoriale operativa" è soppresso.
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Il Servizio nasce dall'esigenza di un'attività di raccordo degli enti strumentali urbanistici a livello locale, in correlazione ad una valutazione di impatto ambientale.



AVONDO Giampiero

I due Servizi precedenti non contemplano questa declaratoria? Siamo certi? La pianificazione territoriale regionale e la pianificazione territoriale di area non contemplano il dispositivo che lei adesso ha richiamato per quanto riguarda il Servizio pianificazione territoriale operativa? Inoltre, il sistema informativo regionale parla di strumenti di conoscenza del territorio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Non è la stessa cosa. Se analizziamo i nuclei di attività emerge che non è la stessa cosa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Vorrei rivolgermi a chi ripetutamente durante questa legislatura, mi riferisco ai liberali e ai repubblicani in particolare, ha sovente affermato essere la riforma e l'efficienza della Pubblica Amministrazione l'oggetto principale della sua battaglia. Mi domando quale sia se non questo il momento di questa battaglia, visto che si tratta di definire l'organizzazione interna della Regione. Data l'assenza di questi colleghi dal dibattito, vorrei provocarli per capire se le scelte proposte dall'Assessore Brizio rispecchiano anche gli orientamenti di quanti hanno molte volte pontificato circa la necessità di ben altre determinazioni, il cui silenzio oggi appare alquanto anacronistico e contraddittorio.



PRESIDENTE

Evidentemente sì: è un procedimento portato qui dopo un esame della Giunta.



VALERI Gilberto

Ma i provvedimenti della Giunta di solito non sono discussi con i Consiglieri della maggioranza; almeno non mi pare sia stato questo il caso.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 16).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli e 18 contrari.
17) Emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Biazzi, Guasso e Ferro: i Servizi "Controllo e gestione dei Parchi naturali" e "Promozione dei Parchi naturali" sono unificati.
La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 17 è pertanto ritirato.
18) Emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Biazzi, Guasso e Ferro: al Settore Patrimonio, i Servizi "Tecnico patrimoniale" e "Sicurezza" sono unificati.
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Si ritiene che la sicurezza, che è quella che si vuole accorpare anche per i risvolti penali conseguenti, oltre che per l'ingente parte gestionale debba essere caratterizzata da un preciso centro di responsabilità quale Servizio. Basti pensare ai problemi di prevenzione incendi, ai relativi obblighi di legge e a quelli legati all'antinfortunistica, che sono notevoli.



AVONDO Giampiero

L'Assessore mi ha convinto, quindi ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 18) è pertanto ritirato.
19) Emendamento presentato dal Consigliere Avondo: al Settore Patrimonio, sopprimere i Servizi "Utenze" ed "Economato".
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Non possiamo accogliere l'emendamento.



AVONDO Giampiero

Chiedo che lo si metta in votazione. I nuclei di attività riguardano la gestione dell'utente e la manutenzione degli impianti telefonici. I nuclei supporto per la costruzione di questo Servizio, rispondono alla gestione delle utenze e alla manutenzione degli impianti telefonici, cui - com'è noto - provvede la SIP.
Per quanto riguarda l'Economato si considerano i beni mobili non inventariati e gli automezzi ed attrezzature riprografiche (non so cosa significhi questo termine: si tratta di un oggetto misterioso).
A me pare che due Servizi basati sui presupposti cui ho fatto riferimento siano poca cosa rispetto alle esigenze dell'Ente. E' per questi motivi che manterrei l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 19).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli e 20 contrari.
Emendamenti presentati dal Consigliere Avondo: 20) al Settore Patrimonio, sostituire la dizione del Servizio "Economato" con la dizione "Gestione automezzi e magazzino".
21) al Settore Patrimonio, i nuclei "Gestione utenze", "Beni mobili non inventariati" e "Automezzi" vengono inseriti presso il Servizio "Beni mobili".
La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Vorrei sentire l'Assessore Brizio prima di decidere quale emendamento ritirare. Può darsi che all'Assessore, leggendoli, venga qualche scrupolo e ne accolga almeno uno.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

L'emendamento n. 20) è accolto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 20).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Mi sembra che l'emendamento n. 21) sia già stato trattato in precedenza. Non posso accoglierlo poiché per noi è ricollegato alla discussione delle Utenze Economato.



PRESIDENTE

Consigliere Avondo, mantiene l'emendamento non accolto dalla Giunta?



AVONDO Giampiero

Sì, lo mantengo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 21).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli e 19 contrari.
22) Emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Guasso, Chiezzi e Ferro: al Settore Ragioneria, i Servizi "Ispettorato di ragioneria" e "Imposte" sono unificati nel seguente modo: "Ispettorato di ragioneria".
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

La Giunta ritiene che i due Servizi non siano accorpabili; il Servizio "Imposte" ha una sua logica per la determinazione di un preciso centro di responsabilità, ovvero per quel che riguarda il rispetto di scadenze relative ad adempimenti fiscali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

In effetti, questo emendamento aveva una formulazione che in questo momento non riesco a rintracciare. Così com'è formulato forse contiene addirittura problemi di legittimità; l'"Ispettorato di Ragioneria e Imposte" andava formulato in modo diverso. Per questa ragione, e anche perché non riesco a trovare il subemendamento, ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 22) è pertanto ritirato.
23) Emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Guasso, Chiezzi e Ferro: al Settore Controllo di gestione, il Servizio "Controllo gestioni delegate" è soppresso.
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Effettivamente il controllo di gestione è uno degli elementi più innovativi dell'attività regionale, per quella esigenza di efficacia ed efficienza d'intervento che lo rende utile al complesso generale della produttività economica. Il Servizio va mantenuto; è un Servizio importante ed il vero problema è di farlo funzionare adeguatamente.



AVONDO Giampiero

L'emendamento avevo aveva lo scopo di far dire all'Assessore Brizio quanto ha detto. Sicuramente si tratta di far funzionare questo tipo di Servizio, cosa finora non accaduta. Mi pare si stia lavorando con molto ritardo rispetto ad esperienze intraprese da altre Regioni. Mantengo quindi l'emendamento, per sottolinearne lo spirito con cui è stato formulato.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 23).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli e 20 contrari.
24) al Settore Organizzazione, il Servizio "Osservatorio sul pubblico impiego" è soppresso.
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

L'Osservatorio sul pubblico impiego è previsto contrattualmente; la necessità di un Servizio pare fondata anche in connessione all'obiettivo di accentuare nella Pubblica Amministrazione il proprio ruolo di guida.



AVONDO Giampiero

Visto che la Giunta non accoglie l'emendamento lo ritiro.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 24) è pertanto ritirato.
25) Emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Guasso, Chiezzi e Ferro: al Settore Programmazione, verifica ed interventi socio assistenziali, i Servizi "Gestione interventi strutturali socio assistenziali" e "Gestione spesa socio-assistenziale" sono unificati.
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Conosco a fondo l'argomento perché riguarda l'Assessorato all'assistenza.
Debbo dire che la proposta in sé non mi pare accettabile perché proprio in questo periodo la Gestione interventi strutturali socio-assistenziali ha carichi di lavoro maggiori vista la verifica di tutta la progettazione relativa anche all'art. 20 della Finanziaria 1988, concernente la parte connessa alle residenze sanitarie assistite e alla gestione spesa socio sanitaria. Mi pare sia giusto mantenere una differenziazione fra i due Servizi.



AVONDO Giampiero

Mantengo l'emendamento perché mi pare che nella Gestione interventi strutturali socio-assistenziali si parli di un unico nucleo previsto quello di "Gestione investimenti nel settore socio-assistenziale". La gestione della spesa socio-assistenziale - la formulazione giusta è "assistenziale", non "sanitaria" riguarda la gestione del fondo di spesa corrente e in conto capitale e la gestione leggi di contributo nel settore socio-assistenziale.
A me pare che queste due formulazioni, da un punto di vista logico, non possano non riguardare gli investimenti nel settore; si tratta, appunto, di una gestione di spesa corrente e in conto capitale: naturalmente, gli investimenti si fanno in conto capitale.
La gestione di legge di contributo nel settore socio-assistenziale produce come effetto questa prima verifica. Da questo punto di vista non mi spiego la ragione per cui il nucleo della gestione degli investimenti del settore socio-assistenziale non possa starci, prevedendo addirittura un Servizio.
Questa è la motivazione per la quale abbiamo formulato l'emendamento che conserviamo.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

La realtà è che si tiene separata la spesa nel suo complesso da tutta la parte strutturale dei veri e propri investimenti.
V'è anche da tenere presente l'aspetto tecnico della "verifica dei progetti" e dell'"invio al CROP".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 25).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli e 21 contrari.
26) Emendamento presentato dal Consigliere Avondo: al Settore Programmazione e verifica interventi socio-assistenziali aggiungere il nucleo "Interventi a favore dei detenuti per il loro reinserimento" con il seguente contenuto: "Cura gli interventi e le iniziative rivolte ad affrontare i problemi del disadattamento, devianza e criminalità connessi al funzionamento degli istituti penitenziari, con particolare riferimento al recupero dei detenuti e al loro reinserimento alla vita civile".
La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Ritiro l'emendamento. Mi spiace che l'Assessore Brizio non accetti "un pezzo" di competenza.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Volere non è sempre potere.



AVONDO Giampiero

Se l'Assessore mantiene questo tipo di atteggiamento è chiaro che chi ha determinate competenze non vi rinuncia!



PRESIDENTE

L'emendamento n. 26) è pertanto ritirato.
27) Emendamento presentato dall'Assessore Brizio: alla scheda riepilogativa del Settore Lavoro e occupazione dell'Assessorato al lavoro e industria, sostituire alla denominazione del Servizio "Osservatorio del lavoro" la denominazione "Osservatorio regionale del mercato del lavoro".
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Si aggiunge solo la parola "regionale" e si dice "del mercato del lavoro".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 27).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 29 Consiglieri presenti.
28) Emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Guasso, Chiezzi e Ferro: al Settore Industria, i Servizi "Riequilibrio territoriale sistema industriale" e "Sviluppo sistema industriale" sono unificati.
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

La grossa mole di attività gestionale non consente di ritenere congruo l'accorpamento fra interventi di incentivazione, anche di credito agevolato, ed adempimenti di gestione fondi speciali, che stanno aumentando, oltreché interventi finanziari a favore degli enti locali per la realizzazione di aree industriali attrezzate.



AVONDO Giampiero

Vedi, Brizio, ti hanno proprio lasciato solo. Non c'è un Assessore: scaricano su di te tutta la responsabilità. E' la dimostrazione del fatto che si tratta di un pacchetto preconfezionato: si può fare e dire ciò che si vuole, tanto non muta assolutamente nulla. Ne prendo atto, Brizio: la mia delusione aumenta sempre di più.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Nel mio intervento introduttivo avevo spiegato la logica della posizione della Giunta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 28).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 7 voti favorevoli e 22 contrari.
29) Emendamento presentato dal Consigliere Avondo: al Settore Opere pubbliche e difesa assetto idrogeologico, i Servizi "Ricerca e regolamentazione tecnica" e "Segreteria CROP" sono unificati.
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Anche in questo caso vale la declaratoria precedente: c'è un aspetto tecnico e uno di carattere orizzontale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente, visto che ha molta attenzione rispetto a questi problemi, vorrei far presente che le Segreterie che si occupano di comparti, di settori, in Giunta assumono il ruolo di Servizi; chi svolge il compito di segreteria in Consiglio regionale quando va bene è chiamato "nucleo di attività", nel senso che abbiamo persino dovuto fare un emendamento per definire che c'erano nuclei di attività che supportavano i Servizi. Voglio capire questo in merito al CROP: sul piano della segreteria che differenza c'è rispetto a chi svolge compiti di segreteria, per esempio, nel Comitato per i valori della Resistenza o cose di questo tipo?



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Sono due sezioni diverse. Il CROP ha due sezioni.



AVONDO Giampiero

Mantengo l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 29).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli e 21 contrari.
30) Emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Chiezzi, Guasso e Ferro: al Settore Pianificazione delle risorse energetiche a tutela delle risorse ambientali, i Servizi "Informativo ambientale" ed "Educazione ambientale e formazione" sono unificati nel modo seguente: "Educazione formazione ed informazione ambientale".
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

La Giunta non può accogliere l'emendamento. Le problematiche dell'ecologia sono di enorme attualità e presuppongono l'esigenza di un sistema informativo. Sull'ecologia abbiamo discusso a fondo e sulla necessità di questo Servizio sono convinto.



PRESIDENTE

Il Consigliere Avondo ritira l'emendamento n. 30).
31) Emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Guasso, Chiezzi e Ferro: al Settore Smaltimento rifiuti e risanamento atmosferico, i Servizi "Risanamento atmosferico" e "Rilevazione e controllo acustico ed atmosferico" sono unificati in "Risanamento, rilevazione e controllo atmosferico".
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

La logica della suddivisione dei due Servizi nasce dalla necessità che l'Ente ponga particolare attenzione ai problemi attuali di inquinamento atmosferico, di inquinamento acustico ed alla conseguente necessità di un relativo catasto dell'inquinamento, anche in relazione all'esigenza di individuare precise responsabilità che assumono, in caso di omissione valenza di reati penalmente perseguibili.



PRESIDENTE

Il Consigliere Avondo mantiene l'emendamento?



AVONDO Giampiero

Lo mantengo anche perché in effetti, secondo me, non è con una metodologia che tenda a suddividere in tanti momenti le cose da farsi, in particolare da parte di un Assessorato come questo, che si risolvono i problemi: i problemi si risolvono solo con una volontà politica esplicita.
Da questo punto di vista ci pare che quello di creare Servizi tra di loro distinti che si occupano del risanamento acustico da un lato e di sistemi di contenimento delle riduzioni delle emissioni di atmosfera dall'altro possa essere riassunto in un unico Servizio. Quindi, quella che ci ha portato a proporre un emendamento di questo tipo e ad emendamenti analoghi a questo, non era una volontà di non farci carico dei problemi di questo particolare settore; anzi, ci pare di avere con questo emendamento dimostrato che secondo noi più si parcellizza l'intervento, più il rischio è che non si faccia nulla o si faccia poco. Questo era lo spirito con cui l'emendamento è stato proposto e questo è lo spirito con cui l'emendamento viene mantenuto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 31).
Chi è favorevole è pregato di alzare mano.
E' respinto con 7 voti favorevoli, 21 contrari e 1 astensione.
32) Emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Guasso, Chiezzi e Ferro: al Settore Smaltimento rifiuti e risanamento atmosferico, i Servizi "Bonifiche e progetti di iniziativa pubblica", "Recupero e riciclaggio" e "Osservatorio e catasti rifiuti" sono unificati in "Osservatorio sui rifiuti, dalla produzione al riciclaggio".
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Valgono le indicazioni precedenti. Abbiamo ritenuto, al contrario di quello che pensa il Consigliere Avondo, che per l'ecologia nel suo complesso ci fosse veramente la necessità di un rafforzamento. Avevamo pensato addirittura di attuare uno di quei progetti previsti dalla legge per l'esigenza di affrontare i temi in modo organico. Ci sono due vie: quella di accentrare tutto in pochi Servizi o quella di andare a parcellizzare maggiormente l'azione avendo a disposizione risorse umane e avendo la necessità di rafforzare anche con interventi dall'esterno un Settore nuovo come l'ecologia. Abbiamo ritenuto che la via fosse quella dell'ampliamento dei Servizi. Se esaminiamo il complesso dell'Assessorato si vede che i Servizi non sono certo spropositati rispetto all'importanza che oggi assume questo settore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

In effetti il problema non è tanto di una sottostima e di una definizione dei Servizi al di sotto delle necessità che l'Assessorato in questione teoricamente potrebbe anche avere. Il problema è che a noi pareva e pare che la formulazione di un Osservatorio sui rifiuti sia la questione prioritaria in questa direzione; aggiungevamo inoltre "dalla sua produzione al riciclaggio": tendevamo, con questo tipo di emendamento, a recuperare all'interno di un unico Servizio un'attività che se spezzettata porta al rischio di non sapere, "la destra, quello che fa la sinistra".
Quindi è con questo spirito, Assessore Brizio, che confermo l'emendamento nel tentativo di adeguare meglio e mettere in primo piano le priorità che all'interno di questi Settori noi individuiamo. Quindi non ci può essere una risposta tipo quella che l'Assessore Brizio fornisce, perch altrimenti rischiamo di ragionare, al di là dell'impostazione generale della deliberazione, proprio su filoni profondamente diversi che rischiano addirittura di creare elementi di incomunicabilità che mi paiono inopportuni di fronte a problematiche di questo tipo. Lo sforzo, ripeto, è quello di tendere ad avere Servizi efficienti che si occupino interamente delle problematiche cui sono destinati da parte del Consiglio e della Giunta. Conseguentemente, se vogliamo fare un Osservatorio serio, seguono l'intero iter, che va appunto dalla produzione al riciclaggio dei rifiuti.
La formulazione che qui è data corrisponde invece ad una logica che da parte nostra non può essere condivisa.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 32).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli, 20 contrari e 1 astensione.
33) Emendamento presentato dal Consigliere Avondo: al Settore Approvazione strumenti urbanistici, i Servizi "Verifica" e "Conformità urbanistica" sono unificati.
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Per dimostrare che non sono solo ed essendo l'Assessore Genovese presente, lascio a lui esprimere le ragioni per cui è opportuno mantenere i due Servizi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'urbanistica

Ho paura che stanti le dizioni non sempre molto chiare, si sia inteso qualcosa di diverso da quanto si è voluto proporre.
Quella degli atti è una verifica di natura tecnico-amministrativa, cioè riguarda la procedibilità di esame; non è una verifica di merito e il Servizio verifica è un Servizio centrale di supporto ai servizi territoriali di esame dei piani. Il Servizio verifica è collegato ai servizi territoriali di esame dei piani e non alla conformità dei piani come spiegherò dopo, ed attua solamente una verifica di completezza degli atti e coordina la raccolta dei pareri che l'Assessorato deve richiedere ad altri Assessorati e ad enti esterni (tipo la forestale), perché attuando il decentramento, se non si ha un momento centrale di verifica della completezza degli atti e di raccolta dei pareri, non funzionerebbe più niente. Ma non è legato alla conformità urbanistica.
L'altro Servizio, quello di supporto giuridico-amministrativo e di esame di conformità ai piani, ha, tra l'altro, come compito l'esame di conformità delle pratiche dello Stato ai piani urbanistici ed è stato previsto in sede centrale. Segue l'applicazione del DPR n. 616, cioè di tutte le pratiche dello Stato e delle Amministrazioni dello Stato, che sono fatte in sede centrale perché vengono istruite attraverso i documenti di archivio; la verifica, invece, non è legata alla conformità ai piani, bensì all'esame dei piani fatto su scala territoriale ed è svolta dagli altri sei servizi territoriali.



AVONDO Giampiero

L'emendamento viene ritirato.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 33) è pertanto ritirato.
34) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: nella descrizione del nucleo di attività "Programmi ordinari" del Settore Edilizia residenziale sovvenzionata, eliminare la dizione "alla Regione" all'inizio della quarta riga.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.
35) Emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Guasso, Chiezzi e Ferro: al Settore Attività strumentali - Agricoltura, è soppresso il Servizio "Rapporti istituzionali ed attività di raccordo".
La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Questo emendamento è chiaramente provocatorio, nel senso che mi consente di porre la questione relativa ai Servizi decentrati della Regione Piemonte. Come i colleghi sanno, mentre nel Settore dell'agricoltura già con la L.R. n. 42 siamo pervenuti a Servizi e a Settori decentrati, si poneva il problema degli ex Geni civili. La Giunta e le Organizzazioni sindacali avevano concordato una metodologia che adesso trova soluzione all'interno di un emendamento che la stessa Giunta ha predisposto l'emendamento aveva questa strumentalità, nel senso che mi avrebbe consentito lo svolgimento di un discorso sugli ex Geni civili e sul trattamento diverso che si produceva tra un Settore, quello dell'agricoltura, rispetto ad un altro, quello tecnico, degli ex Geni civili sul territorio.
Per questa ragione l'emendamento viene ritirato in quanto è superato dall'emendamento che vedremo successivamente.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 35) è pertanto ritirato.
36) Emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Guasso, Chiezzi e Ferro: al Settore Settori decentrati - Agricoltura, i Servizi "Miglioramenti fondiari", "Produzione animali" e "Produzione vegetali e servizi di sviluppo" sono soppressi.
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

E' la stessa cosa.



AVONDO Giampiero

In questo caso, Assessore Brizio, non è proprio la stessa cosa.
Relativamente ai miglioramenti fondiari sul territorio e produzioni animali e vegetali la proposta era quella di unificare i dodici Servizi costituendone sei per i miglioramenti fondiari sul territorio e sei per le produzioni animali e vegetali. La proposta avanzata nell'emendamento è quella di unificare questi Servizi naturalmente in uno solo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Credo che la Giunta non possa accettare la proposta avanzata. Abbiamo sentito che il primo emendamento voleva essere una provocazione per segnalare l'esigenza di sviluppare sul territorio presenze non inerenti il settore agricolo. Credo però che la complessità, le dimensioni dei Settori decentrati dell'agricoltura non possano svilupparsi attraverso un solo Servizio. Penso siano già limitati due, ma almeno due devono rimanere: la mole di lavoro, la complessità degli argomenti trattati, le competenze affidate giustificano la presenza di due Servizi a livello di Settori decentrati dell'agricoltura.



AVONDO Giampiero

Ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 36) è pertanto ritirato.
37) Emendamento presentato dal Consigliere Avondo: al Settore Affari istituzionali Sanità, il Servizio "Assetto istituzionale USSL" è soppresso e le competenze sono trasferite al Servizio "Segreteria Co.Re.Sa., ed organi collegiali sanitari" che assume la nuova denominazione "Organi collegiali ed affari istituzionali".
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

La Giunta non può accettare l'emendamento. I ruoli sono diversi: la Segreteria Co.Re.Sa., ha compiti e svolge funzioni esplicitamente tecniche l'altro servizio ha da svolgere un servizio di tipo funzionale corrispondente alla declaratoria dell'attribuzione del settore medesimo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente, i colleghi Calligaro e Acotto, che su questo avrebbero potuto dire qualcosa, non sono presenti in aula perché stanno preparando emendamenti e una lettura del Piano sanitario (come si è lavorato in questo caso, si sta lavorando anche per l'altro). Quindi non sono in grado di argomentare oltre la questione. A me pare comunque che una motivazione l'emendamento ce l'abbia e per questa ragione chiedo sia messo ai voti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 37).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 7 voti favorevoli, 22 contrari e 2 astensioni.
38) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: nella scheda riepilogativa del Settore Sanità pubblica, sostituire la denominazione del Servizio "Osservatorio epidemiologico e ricerca rischi ambientali e sanitari" con "Osservatorio epidemiologico e statistiche socio sanitarie".
La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Votiamo contro l'emendamento: all'ultimo momento c'è il tentativo di un rafforzamento di cose che con ogni probabilità scricchiolavano leggermente.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 38).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 22 voti favorevoli, 8 contrari e 2 astensioni.
39) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: nella scheda riepilogativa del Settore Programmazione sanitaria sostituire la dizione "posizioni di staff" alla dizione "posizione di staff" modificare la dizione del nucleo di attività "Studi e verifiche programmazione sanitaria e progetti speciali" con la dizione "Studi e verifiche programmazione sanitaria" modificare il n. "1" corrispondente ai nuclei di attività in posizione di staff con il n. "2" modificare il n. "4" del totale dei nuclei di attività con il n. "5" aggiungere, in corrispondenza delle posizioni di staff, l'ulteriore nucleo denominato "Progetti speciali".
La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

E' un po' strano questo procedere in quanto non si riesce a capire se sono proposte dell'Assessore Brizio o se sono proposte dell'Assessorato alla sanità. Se si tratta invece della collegialità della Giunta ne prendo atto e voto a favore, ma ho la sensazione che non sia così.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Sono dizioni che abbiamo meglio definito.



AVONDO Giampiero

Assessore Brizio, è dal mese di luglio che è in circolazione questa deliberazione!



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Ne abbiamo non solo nella sanità, ma anche nel campo della formazione professionale.



AVONDO Giampiero

Il che dimostra che il tempo è stato breve addirittura per la Giunta dopodiché a noi lo fate approvare in cinque giorni.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 39).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 19 voti favorevoli, 9 contrari e 2 astensioni.
40) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: sostituire la descrizione del nucleo "Progetti obiettivo ed azioni programmate" del Settore Programmazione sanitaria con la seguente: "Elaborazione e controllo dei progetti obiettivo e delle azioni programmate raccordo con la programmazione socio-assistenziale in materia di progetto obiettivo" e sostituire la descrizione del nucleo "Progetti speciali" con la seguente: "Programmazione interventi fondi a destinazione vincolata: Progetti speciali (AIDS, tossicodipendenze, uremia cronica, trapianti)".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 19 voti favorevoli, 9 contrari e 2 astensioni.
41) Emendamento presentato dal Consigliere Avondo: al Settore Gestione risorse strumentali e finanziarie, sopprimere il Servizio "Tecnologie sanitarie".
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

La Giunta non accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 41).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 9 voti favorevoli, 21 contrari e 2 astensioni.
42) Emendamento presentato dal Consigliere Avondo: al Settore Turismo, sport e tempo libero, i Servizi "Organizzazione turistica" e "Offerta turistica" sono unificati.
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Sono cinque nuclei: tre nuclei sono tratti dalle offerte turistiche e due dall'organizzazione turistica: la differenza sostanziale giustifica la formazione di due Servizi.



AVONDO Giampiero

Devo dire che forse sarebbe stata utile una risposta dell'Assessore Ripa perché stante l'offerta turistica e l'organizzazione turistica ed anche, quindi, la struttura che con la legge regionale di istituzione delle aziende di promozione turistica ci siamo dati sul territorio (enti strumentali della Regione), questi due Servizi non si comprendono. Si tratta di un caso emblematico di decisione che risponde non a logiche di funzionalità dell'Ente; ricordo che sul territorio ci sono venti aziende di promozione turistica.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

La scelta attuata si riferisce al Servizio dell'organizzazione che ha due nuclei: enti turistici, associazioni operatori turistici. Poi c'è il campo di studi, programmi, regolamentazione e controllo, interventi di sviluppo dell'offerta turistica, che sono compresi nell'altro Servizio.



AVONDO Giampiero

Ripeto: gli enti di promozione turistica sono strutture della Regione sul territorio; in Piemonte ce ne sono venti e, come tu sai, sono troppe ed io l'avevo sostenuto già quando si è fatta la legge. A me pare che due Servizi rischiano di creare più confusione e più danno di quanto non siano invece la necessità e le urgenze che il settore propone. Per questa ragione chiedo la votazione dell'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 42).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli, 22 contrari e 2 astensioni.
43) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: nella scheda riepilogativa del Settore Promozione attività culturali sostituire la denominazione del nucleo di attività "Valorizzazione del patrimonio linguistico" con "Valorizzazione del patrimonio linguistico demo-etno-antropologico, di cultura e storia locale del Piemonte".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 23 voti favorevoli, 11 contrari e 2 astensioni.
44) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: sostituire la descrizione del nucleo "Valorizzazione del patrimonio linguistico" con la seguente: "Cura degli interventi per la tutela, la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio linguistico, demo-etno-antropologico, di cultura e storia locale del Piemonte: Relazioni culturali con associazioni piemontesi nel mondo".
La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente, le chiedo la cortesia di avvisarmi quando arriveremo all'allegato C) perché ho perso la documentazione.



PRESIDENTE

Mi informano che non c'è allegato C).



AVONDO Giampiero

Però c'è una modifica nella deliberazione.



PRESIDENTE

Mi dicono che non la delibera il Consiglio.



AVONDO Giampiero

Sì, però c'è una modifica da apportare all'allegato C).



PRESIDENTE

Prima si devono esaminare le schede all'allegato B), dopodiché l'Assessore Brizio farà una precisazione in relazione all'allegato C) a cui fa riferimento il Consigliere Avondo.
Pongo in votazione l'emendamento n. 44).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli e 7 contrari.
Abbiamo così terminato l'esame delle schede all'allegato B).
Passiamo pertanto all'allegato C).
Ha facoltà di intervenire l'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

La precisazione che devo fare è la seguente: l'allegato C) è citato in delibera, indipendentemente dall'essere inserito o meno. Noi desideriamo prendere atto che l'allegato C) deve essere modificato nel senso indicato dalla proposta modificativa della Giunta intesa a meglio chiarire la funzione del Genio Civile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Mi consenta l'Assessore Brizio di dire che questo è uno dei misteri della deliberazione. Ho già avuto modo di ricordare come questa sia un po' anomala, nel senso che nella parte descrittiva fa riferimento a due allegati (allegato A e allegato C) che ne costituiscono parte integrante.
La premessa alla deliberazione fa riferimento esplicito e sostanziale a due allegati: due allegati rispetto ai quali (come si è visto nel primo emendamento presentato dalla Giunta) le Organizzazioni sindacali hanno obiettato che la trattativa e il confronto tra Amministrazione regionale e Organizzazioni sindacali non sono stati né esaustivi né completati, motivo per cui le Organizzazioni sindacali esprimevano giudizio contrario.
Dopodiché la deliberazione fa riferimento, in termini deliberativi soltanto all'allegato B), quello di cui ci siamo occupati. In particolare l'allegato C) fa riferimento alle necessità complessive che con l'allegato B) non sono state affrontate e a cui non si è potuto dare soluzione in termini legislativi. Infatti alcune delle questioni contenute nell'allegato C) richiedono modifiche legislative e in particolare della L.R. n. 42. E l'Assessore Brizio ha avuto modo di dire che in questa fase non aveva ritenuto percorribile tale strada.
Voglio ricordare solo per memoria, sulla base dell'espressione usata dal collega Carletto l'altra volta, che queste rimarranno cose scritte: non sarò più qui a sostenerle la prossima volta. E' un po' strano lo scrupolo che l'Assessore Brizio dimostra nel non voler modificare in questa fase la L.R. n. 42, perché questione difficile, complessa e complicata: l'Assessore Brizio ricorderà che la L.R. n. 42 è già stata modificata da questo Consiglio, da questa maggioranza e da questa Giunta almeno quattro volte dalla sua nascita. Quindi, il non aver dato soluzione fin da ora contestualmente alla deliberazione esaminata all'allegato B), alle questioni contenute nell'allegato C), è davvero cosa incomprensibile o difficilmente comprensibile.
Nello specifico, però, devo dire che noi concordiamo sugli emendamenti sulle aggiunte e sulla sostituzione prodotta in particolare all'interno dell'Assessorato trasporti, viabilità e pronto intervento, contenuti nell'allegato C), che fa parte integrante della deliberazione, ma che oggi non votiamo: è una cosa un po' strana. Noi concordiamo sui due emendamenti.
In particolare, con il primo ci troviamo di fronte ad una situazione che sana non soltanto una questione che sul territorio regionale si propone quello della funzionalità - e, da questo punto di vista, del ruolo che gli ex Geni Civili sono chiamati a svolgere - ma sana anche una forzatura - non so che altro termine usare - che la Giunta aveva commesso nei confronti delle Organizzazioni sindacali, con le quali si era andati comunque ad una trattativa che aveva comportato la definizione di questo problema all'interno dell'allegato B), per lo meno da quello che ho potuto capire.
Stranamente la questione è poi scivolata via - credo per la modifica della L.R. n. 42 - però, ripeto, questo non basta: alla L.R. n. 42, da quando ci sei tu, una qualche modifica è già stata apportata. Era quindi possibile nel corso della discussione su questa deliberazione affrontare e risolvere compiutamente questo problema. Prendiamo comunque atto dello sforzo compiuto e per questa ragione voteremo i due emendamenti proposti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione le modifiche da apportare all'allegato C), il quale ovviamente è allegato alla deliberazione di Giunta, il cui testo recita: 1) Assessorato trasporti, viabilità e pronti interventi sostituire: 1a) tutto il contenuto del punto da "Attraverso provvedimento legislativo" a "dell'individuazione di ulteriori nuovi Settori decentrati" con il seguente: "Alla necessità di una più funzionale organizzazione, ripetutamente rilevata e segnalata, nell'ambito delle strutture delle opere pubbliche e difesa del suolo si provvederà, con iniziativa legislativa, allo scorporo dei Servizi decentrati opere pubbliche e difesa del suolo (compresi gli eventuali relativi progetti e nuclei di attività) dal Settore opere pubbliche e difesa assetto idrogeologico, per istituire un Settore decentrato corrispondente per ogni Provincia".
2) Presidenza della Giunta regionale aggiungere: 2a) dopo il punto: "- accentrare.., i nuclei di attività corrispondenti a tali funzioni" il seguente ulteriore punto: "- scorporare il nucleo di attività Espropri dal Settore Affari amministrativi, per una più congrua assegnazione al Settore Opere pubbliche e difesa assetto idrogeologico dell'Assessorato trasporti, viabilità e pronti interventi".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
E' così concluso l'esame degli emendamenti alla deliberazione n. 1346.
Ha chiesto la parola per la dichiarazione di voto finale il Consigliere Avondo. Ne ha facoltà.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, credo che l'intervento svolto nella discussione generale sulla deliberazione abbia consentito ai colleghi e all'Assessore di prendere atto dello sforzo che come Gruppo comunista ancora una volta abbiamo svolto per tentare di dare soluzione in termini positivi ad un problema annoso, quello che riguarda la struttura di questo nostro ente. Una struttura che parte in primo luogo dal personale, ma che deve corrispondere al bene primario che siamo chiamati a soddisfare noi come politici, come legislatori, e il personale, che è quello del fare funzionare meglio l'ente che amministriamo. Ho avuto modo di dire, nella discussione generale, che mi pareva che la deliberazione non avesse in primo luogo come riferimento questo sforzo e questa necessità, ma avesse ancora una volta la testa piegata sul tentare di dare in qualche modo soluzione a problemi esistenti da un lato, ma dall'altro lato tentare di dare soluzione ad aspettative che il personale propone in questa Regione da anni.
Ho già detto che ho la sensazione che la discussione sia stata monca nel senso che da parte della Giunta e dell'Assessore Brizio non è stato colto l'aspetto generale che ci ha mosso nel contrastare e nel contestare questo tipo di scelta e questa deliberazione. I tempi, la modalità, la discussione svolta all'interno di questo Consiglio regionale ci hanno impedito di lavorare più seriamente e in modo più approfondito su una proposta alternativa a quella presentata. Prendiamo atto quindi con amarezza e con delusione del fatto che le condizioni per un lavoro migliore non siano state colte e non si sia voluto approfittare dell'occasione per una riflessione più approfondita e più seria sul funzionamento della struttura regionale. Pertanto, per tutte queste motivazioni non siamo stati in grado di apportare il contributo che ci eravamo prefissi.
Ci sono alcune questioni che anche la discussione e gli emendamenti non hanno consentito di riprendere dal dibattito generale: il ruolo e la riconoscibilità della dirigenza all'interno della Regione, la difficoltà di rapporto tra la dirigenza a capo di Settori e la dirigenza in posizioni di staff che comunque permane all'interno dell'Amministrazione regionale e che con questo tipo di deliberazione non abbiamo risolto. Resta aperto il problema annoso del riconoscimento delle mansioni superiori svolte da anni da parte di unità di personale all'interno della Regione. L'Assessore Brizio ha detto che in merito si stanno definendo criteri sui quali siamo d'accordo.
Assessore Brizio, le riconfermo quanto in questo Consiglio sosteniamo da qualche tempo: noi siamo per deliberazioni ad personam, che devono essere motivate; quindi, qualcuno si assume le responsabilità di quanto scritto, dando così soluzione ad un problema annoso.
Signor Presidente, colleghi, ieri mi è capitato sott'occhio un articolo riportato su "Sole - 24 Ore" del settembre scorso in riferimento al libro "La Genesi" di Alberoni che riguardava la struttura imprenditoriale del nostro Paese ed evidenziava l'evoluzione dell'organizzazione delle istituzioni sociali identificabile in almeno tre grandi fasi o momenti biologici: la genesi o fase imprenditoriale, la direzione scientifica e l'integrazione. Vi faccio grazia di tutta una serie di spunti che la lettura dell'articolo mi ha dato, ma ad un certo punto si dice che la specializzazione interessa tutte le attività e i livelli di impresa ed è in questa fase che sorge tipicamente la distinzione fra attività di direzione di struttura e di staff, la specializzazione nel flusso di lavoro programmazione, esecuzione e controllo, nella tecnologia e nella ricerca.
L'accentuazione di questo aspetto dell'organizzazione pone l'esigenza del quarto principio che viene riferito all'evoluzione del processo: il coordinamento che comporta lo studio dell'organizzazione gerarchica e dei problemi di comunicazione. La fase in cui il nostro Ente - mi consenta Assessore Brizio - faticosamente annaspa, tipica del momento di più intensa espansione dell'impresa, viene gradualmente interessata da fenomeni degenerativi, già visibili all'interno della Regione, riconducibili in sintesi alla burocratizzazione e cristallizzazione dell'organizzazione alle forze centrifughe della specializzazione che rendono difficile un efficace coordinamento delle difficoltà di rapporto tra dirigenti e dirigenti di staff, alla diminuita motivazione delle persone per il minor collegamento al risultato del lavoro. Questa fase trova o dovrebbe trovare un superamento in quella dell'integrazione, centrata sulla gestione delle risorse umane e sul processo organizzativo, tentativi ed intenzioni che anche il nostro Ente cerca di mettere in atto, ma con molti - mi consenta Assessore Brizio - sviamenti perché forti sono i fenomeni degenerativi, le resistenze al cambiamento.
In altri termini, leggendo l'articolo mi sono chiesto come le persone possano agire in modo più fiducioso ed intelligente a vantaggio del sistema di cui sono parte. La risposta che viene da quella critica e che viene anche da me è la seguente: le condizioni dell'integrazione sono l'accettazione e l'applicazione nell'impresa dei principi dell'autorganizzazione e dell'autocontrollo. Le proposte che oggi abbiamo in esame sviano da tale obiettivo, e mi riferisco ad alcune attività del Consiglio regionale che, nate nel principio dell'autorganizzazione dell'organo consiliare, sono ricondotte ad una gerarchia esterna in funzione di una presunta razionalizzazione e scientifica applicazione di declaratorie. Questo è coerente con la terza fase scientifica che è in uno stadio precedente alla soluzione dei problemi.
Assessore Brizio, credo che il governo di questo Ente debba muovere in una direzione che superi la difficoltà che ancora oggi riscontriamo e che all'interno della deliberazione che stiamo esaminando si registra ancora con molta nettezza. In sostanza, il governo dell'organizzazione dell'Ente sembra più proiettato ad una grande espansione cartacea e di rilevazione di dati derivati dai piani di lavoro e dalle relazioni finali, necessari in una certa fase della ristrutturazione dell'Ente, quella scientifica tanto per dirla con il libro di Alberoni, digerita dall'insieme del personale come puro adempimento burocratico. Del processo di cambiamento messo in atto non si è data visibilità e non si è prodotta alcuna sintesi, non si sono scambiate esperienze e verifiche metodologiche nelle varie sedi e realtà di lavoro né si sono attivati strumenti di coordinamento (ad esempio, la conferenza dei dirigenti) per fare evolvere l'analisi e per apportare gli adeguamenti necessari.
Queste sono le critiche di fondo che muoviamo all'occasione, che anche in questo caso si è persa, di compiere uno sforzo tutti insieme per cercare di fare dell'Ente Regione un Ente moderno e di avere una struttura regionale capace di rispondere alle esigenze e ai bisogni dei cittadini piemontesi. Per tutte queste ragioni e per quelle che ho detto la volta precedente il nostro voto sarà contrario.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola per dichiarazione di voto, pongo in votazione la deliberazione n. 1346 il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 24 voti favorevoli e 10 contrari.


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame progetto di legge n. 609: "Prima legge di variazione alla L.R. 29/1/1990, n. 4 'Bilancio di previsione per l'anno 1990'"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 6) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 609.
La parola al relatore, Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, nel dicembre 1989 questo Consiglio approvò il disegno di legge relativo al bilancio di previsione per l'anno 1990. Si trattava di un documento prettamente tecnico nel quale a fronte di incerte quote di finanziamento, la determinazione delle spese seguiva un criterio di assegnazioni minime in grado di assicurare l'ordinaria amministrazione, soprattutto laddove le spese erano riferite ad aree di funzionamento.
Così buona parte dei capitoli di uscita aveva subìto una riduzione pressoché generalizzata del 40%, riconfermando invece i valori dell'esercizio precedente solo nei casi di assoluta necessità di rispetto dei programmi avviati.
Il bilancio di previsione per l'anno 1990 venne così approvato, con il preciso impegno della Giunta di sottoporre all'esame di questo Consiglio una proposta di variazione al bilancio, nella quale, a fronte di un quadro di riferimento più certo per quanto attiene alle entrate, fossero puntualizzate le scelte che la Regione intendeva fare.
Il documento oggi in esame continua tuttavia a risentire delle limitazioni già evidenziate in sede di approvazione della legge di bilancio per l'anno 1990 e non superate neppure con la conversione in legge 28/2/1990, n. 38 del decreto legge 28/12/1989, n. 415, con il quale vengono approvate sostanziali modifiche ai meccanismi di finanziamento delle Regioni, in particolare per quanto riguarda il gettito derivante dall'applicazione della tassa automobilistica. La situazione finanziaria risulta pesantemente condizionata dall'andamento sostanzialmente statico delle entrate libere da vincoli rispetto alla dinamica evolutiva della spesa.
Le entrate tributarie rappresentano una componente assai modesta e statica, ad eccezione della tassa di circolazione che, per effetto del citato decreto legge n. 415/89, ha subìto un incremento che compensa per la minore entrata derivante dal riparto del fondo comune ex art. 8 della legge n. 281/70.
La maggiore entrata derivante dalla tassa regionale di circolazione è stata complessivamente stimata in circa 34 miliardi, di cui solo una quota pari a poco più di 3 miliardi - è stata utilizzata in questa prima legge di variazione al bilancio 1990. Mentre la parte più cospicua è inserita nella seconda legge di variazione il cui esame seguirà immediatamente quello di questo documento.
Altra componente di entrata, oggetto di questo provvedimento, è rappresentata dalle assegnazioni relative ai progetti FIO 1989 per un importo complessivo di circa 228 miliardi e 600 milioni.
Per quanto riguarda la parte concernente la spesa, primo provvedimento di variazione al bilancio 1990, interviene soltanto sui principali capitoli di alcune aree. In particolare viene confermata la priorità alle problematiche connesse all'innovazione, al lavoro, mentre trovano sostanziale conferma le riduzioni operate con la legge di bilancio 1990 ovvero le poste già assegnate per il 1989 al programma di intervento per i parchi e le riserve naturali.
La priorità inoltre attribuita alle politiche ambientali è evidenziata dagli stanziamenti assegnati al programma per il risanamento delle acque dove con un incremento complessivo di 83 miliardi circa, di cui 81 miliardi e 700 milioni di progetto FIO, si supera di circa il 27% lo stanziamento per l'anno 1989 e al programma per lo smaltimento dei rifiuti, dove lo stanziamento complessivo per l'anno 1989 è incrementato di circa 29 miliardi derivanti sempre dalle assegnazioni FIO 1989.
L'impianto complessivo di questa prima legge di variazione al bilancio 1990 non mette in evidenza ulteriori dati significativi per quanto riguarda l'individuazione di obiettivi che l'amministrazione ritiene di poter perseguire nel quadro delle compatibilità finanziarie descritte.
Risulta evidente lo sforzo compiuto nel ridistribuire le scarse risorse libere, operando gli opportuni aggiustamenti prevalentemente all'interno delle singole aree di intervento, e pur così facendo una quota di poco più di 22 miliardi, relativa ai fondi FIO 1989, è stata necessariamente impiegata per finanziare parte dei capitoli di spesa oggetto del provvedimento in esame, procrastinando in tempi di risanamento del residuo debito che già era stato evidenziato nelle precedenti relazioni di accompagnamento alla legge di bilancio, e quindi aprendo di fatto una "partita zoppa".
La I Commissione, tenendo altresì conto delle osservazioni emerse in sede di consultazione ha valutato il documento in esame come il risultato massimo conseguibile nel quadro delle risorse attualmente disponibili, ed ha ritenuto, a maggioranza, di sottoporlo all'approvazione di questo Consiglio.



PRESIDENTE

E' aperto il dibattito generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ferro. Ne ha facoltà.



FERRO Primo

In genere quando si analizzano i bilanci si cerca di cogliere in essi il loro significato e in genere, per chi legge, il riferimento. Pertanto il significato si cerca di individuarlo nelle cifre; e le cifre sono importanti, per esempio, per quanto riguarda l'agricoltura, dimostrano che siamo al massimo storico della spesa possibile: 505 miliardi per quanto riguarda la cassa, 371 per quanto riguarda la competenza: un volume di risorse non indifferenti. In passato si è discusso molto in questa Regione non solo e non tanto sulle cifre, ma anche sulla capacità di spesa effettiva della Giunta rispetto alle cifre poste in bilancio. Qualche anno fa, e precisamente due anni fa, abbiamo raggiunto su questo terreno il minimo storico, nel senso che la capacità di spesa era scesa al 32%, siamo forse saliti un po' oggi, ma comunque non si superano certe percentuali. La capacità di spesa continua ad essere molto bassa nel senso che ci si trova di fronte a realtà e a procedure ancora farraginose. Massimo storico significa intanto che non tutto è vincolato alle annualità, per esempio ci sono risorse libere determinate dall'art. 3 della legge n. 752. Il problema di come utilizzare le risorse libere diventa il vero problema politico. Se si guarda alle cifre si vede come nel corso di questi anni si è utilizzato il bilancio per aprire e chiudere rubinetti relativi alle previsioni di spesa contenute nelle leggi regionali, la legge n. 63, la legge n. 40 e la legge n. 44. Nel momento in cui ci sono maggiori risorse libere si ha la sensazione che si riaprano domande su cose che in passato erano chiuse. I piani di miglioramento per una certa fase sono stati chiusi successivamente riaperti.
Se si continua a guardare le cifre, ci si rende conto che anche rispetto ad indirizzi e finalità di leggi approvate in questa legislatura gli interventi che la Regione compie sono interventi monchi.
Per quanto riguarda la legge sulla cooperazione, la legge n. 40 licenziata in questa legislatura e per la quale il Gruppo comunista intervenne per realizzarla perché ritenevamo che tutto sommato fosse una legge con profondi elementi innovativi, ci si rende conto di come i finanziamenti indirizzati su questa legge in parte, se non del tutto vanificano quegli elementi di innovazione che la legge presentava. Si pagano le passività onerose, si contribuisce alla capitalizzazione, ma la parte più interessante di questa legge, i progetti, le fusioni e via di questo passo sono parti che rimangono nel vago.
Si potrebbe continuare a discutere di numeri e cifre, si potrebbero fare molte considerazioni, se ci sono pochi soldi o molti soldi su questo o su quel capitolo, ma credo però che in una fase come questa esiste un qualcos'altro che deve portarci a dare un giudizio politico sul bilancio per quanto riguarda gli aspetti relativi all'area dell'agricoltura. Certo ripeto - le cifre hanno un senso, ma noi ci troviamo in una situazione in cui paradossalmente c'è un qualcosa che ha ancora più senso delle cifre. Io ho contato le voci di bilancio relative all'area agricoltura: sono 382 qualche anno fa venne fatto uno studio da istituti specializzati a livello nazionale dai quali risultò che la Regione Piemonte era quella che nel bilancio riportava più voci in agricoltura rispetto a tutte le altre Regioni.
Non sono aggiornato sui conti, ma 382 voci - qualche anno fa vi erano Regioni che non superavano le 40 voci intanto dimostrano una certa rigidità per il modo con cui è impostato il bilancio. Le 382 voci significano che si sminuzza la legge n. 63, si sminuzza la legge n. 44, si sminuzza la legge n. 40; insomma, si sminuzzano le leggi agricole della Regione Piemonte, si finanziano le voci e poi vengono ripartiti i fondi ai Servizi decentrati e vengono naturalmente aperte o chiuse domande a seconda delle disponibilità.
Le 382 voci lasciano presumere che siamo di fronte ad un indirizzo che in qualche modo risponde ad un intervento a pioggia; ma non mi lamento di questo, quello di cui mi lamento è che nel momento in cui si va in questa direzione diventa sempre più difficile stabilire il rapporto che si viene a creare tra costi e benefici.
Tutto sfugge a questo controllo, diventa difficile cogliere non la finalità della spesa, poiché questa è dichiarata, ma gli effetti della spesa. Che in qualche modo la spesa agricola in Regione abbia contribuito a rendere meno grave la crisi dell'agricoltura è fuori dubbio - ci mancherebbe altro - però diventa difficile stabilire e capire l'entità di questo contributo. Diventa difficile capirlo soprattutto per le aree ricche, per le aree in cui, come si diceva una volta, l'agricoltura presenta la propria polpa.
Mi guardo bene dal fare la storia della politica agraria di questi ultimi quindici anni, consentitemi però un breve excursus. Subito dopo la nascita delle Regioni si era partiti con la Legge Quadrifoglio. Cosa c'era dietro i programmi di quella legge? C'erano i programmi speciali: la forestazione, le colture pregiate, la zootecnia e via di questo passo.
C'era il tentativo, attraverso programmi mirati, di ridurre il deficit agro alimentare. Gli esiti di quella politica sono noti: il deficit agro alimentare e agro-industriale non è diminuito. In quel periodo si tent anche di realizzare una combinazione tra ruolo delle Regioni e ruolo dello Stato; le Regioni cercarono di conquistarsi, rispetto ai programmi della Legge Quadrifoglio, un proprio spazio. La L.R. n. 63 come impostazione generale è figlia della Legge Quadrifoglio, ma sono passati quindici anni e le politiche agrarie sono profondamente cambiate, hanno avuto un'inversione di 180 gradi. Intanto, sono cambiati gli indirizzi della politica comunitaria. L'art. 3 del Regolamento CEE n. 797, laddove fa riferimento ai Piani di miglioramento aziendale, pone tra l'altro la condizione che si tratti di piani che comunque contribuiscano a ridurre l'impatto provocato in agricoltura in particolare dai prodotti chimici. Questa parte dell'art.
3 del Regolamento CEE n. 797 spesso in Piemonte è stata dimenticata.
Gli indirizzi della Comunità Economica Europea sono cambiati anche attraverso il set-aside. Noi siamo del parere che soprattutto in una realtà nazionale come la nostra, dove le aree agricole sono poche, in virtù anche delle politiche di urbanizzazione e di devastazione del territorio portate avanti nel corso di decenni, il set-aside sia un indirizzo estremamente pericoloso: non si può pensare ad una politica agricola fondata su indirizzi a macchia di leopardo, per cui da un lato si abbandonano e non si coltivano più certi terreni e invece dall'altro, proprio per recuperare la possibilità di produzioni agricole, si va avanti in modo incontrollato nell'uso di prodotti chimici per ottenere il massimo delle rese.
Faccio ancora riferimento, citandoli soltanto, agli stabilizzatori, al divieto di reimpianto dei vigneti, all'abbattimento delle mucche da latte.
Nel corso di questi anni, a partire dalla Legge Quadrifoglio, che comunque puntava ad ottenere il massimo delle produzioni, è emerso con forza il grosso problema del rapporto tra agricoltura ed ambiente. Rapporto che abbiamo conosciuto nel momento in cui in questa sede si sono dovute affrontare determinate emergenze (ricordo, ad esempio, l'atrazina); ora cerchiamo di capire meglio in quali condizioni le risorse terra, suolo e aria, si trovino oggi in Piemonte. Non voglio criminalizzare alcuno: sono del parere che i maggiori apporti inquinanti siano determinati dall'industria, pur tuttavia è indubbio che il modo con cui si è sviluppata la politica agraria nel corso di questi ultimi anni ha concorso su questo terreno a produrre gli effetti che oggi tutti noi conosciamo.
Le politiche agrarie sono cambiate profondamente, ma se andiamo a vedere le 382 voci del bilancio relative all'agricoltura notiamo che queste sono ancora impostate sulla Legge Quadrifoglio: l'elencazione continua ad essere quella di dieci anni fa. Se l'elencazione con relative cifre non riguardanti solo le annualità è ancora quella della Legge Quadrifoglio vuol dire che in qualche modo non siamo riusciti nel corso di questi anni a portare avanti una politica agricola all'altezza dei tempi. Una politica all'altezza dei tempi, oggi, non si può più basare su sminuzzamenti della L.R. n. 63: ad esempio, un miliardo sul punto b) dell'art. 4 ed un altro sul punto c) dell'art. 5, e via dicendo.
Una politica agricola seria credo debba basarsi essenzialmente su progetti all'altezza delle situazioni. Da questo punto di vista riscontriamo nel bilancio elementi che ci fanno nutrire qualche perplessità. Noi abbiamo in bilancio qualcosa come 63 miliardi di risorse fresche, ex art. 3 della legge n. 752: di questi 63 miliardi, 3 sono di residui attivi. Abbiamo 44 miliardi determinati da interventi derivati da indirizzi comunitari; abbiamo le azioni orizzontali che passano da 6 a 13 miliardi: disponibilità di spesa quindi esistono, possibilità di spesa per realizzare progetti significativi esistono. In questo settore il bilancio non presenta abiti stretti. Certo, non è un bilancio ricco, però le risorse esistono. Se però andiamo a vedere come vengono utilizzate notiamo che siamo di fronte ad uno svuotamento degli indirizzi e delle politiche che dovrebbero in questa fase essere attuate. Non a caso una delle cose più interessanti e significative del Regolamento n. 797, ovvero i progetti pilota, non è finanziata: molto probabilmente non lo è stata perché non esistono o perché l'individuazione di aree su cui valesse la pena realizzare i progetti pilota è stato un terreno su cui non si è operato tutta la questione dei progetti pilota viene esclusivamente ricondotta ad affidamenti quali quelli della legge n. 1401.
Per quanto riguarda la forestazione siamo di fronte a situazioni che da anni segnano ormai profondamente il passo. In uno studio molto interessante dell'IPLA si sosteneva che per riuscire ad attivare una politica di forestazione concreta e valida nella nostra Regione occorrevano 50 miliardi l'anno. Capisco che vi sono stati anni in cui sborsare 50 miliardi per la forestazione era pressoché impossibile, ma quando sulla forestazione vi sono 29 miliardi di cui 9 per una Comunità montana che beneficia di un progetto FIO e i rimanenti presentano elementi di profonda dispersione qualche problema si pone.
Credo sia opportuno in questa sede ricordare quanto abbiamo avuto recentemente modo di affermare. C'è la necessità di una politica che si fondi non su minute canalizzazioni, ma su progetti; la priorità, da questo punto di vista, la individuiamo nella forestazione, anche per gli aspetti di carattere orografico che il Piemonte presenta. Avevamo recentemente proposto che si realizzasse un fondo di interventi per i territori montani di almeno 30 miliardi: si trattava quindi di mettere insieme una parte delle risorse libere dell'agricoltura per realizzare progetti in questo settore. Avvertiamo però che il bilancio non recepisce indirizzi di questo tipo: continua ad essere un bilancio datato, ancorato per molti aspetti alla filosofia della Legge Quadrifoglio; politiche di questo tipo continueranno in futuro a portarci ad affrontare unicamente le emergenze.
Ieri abbiamo conosciuto l'emergenza dell'atrazina: domani il rapporto agricoltura-ambiente ci porterà altre sorprese. E' opportuno avviare politiche che facciano non solo uscire dalle emergenze, ma portino verso indirizzi di più largo respiro, e questo è quanto dalle cifre e dal modo in cui è formulato il bilancio non mi pare scorgere.



FRACCHIA Mario



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, abbiamo ripetutamente dibattuto in quest'aula ed approfondito i problemi della situazione finanziaria della Regione Piemonte e delle Regioni in generale. Qualche chiarezza è stata fatta, grazie anche ad un confronto serio con l'Assessore Croso al quale auguriamo un pronto ristabilimento. Con fatica sono state avviate delle iniziative, purtroppo tardive, per poter raggiungere qualche risultato significativo. Se partivamo due anni fa, come abbiamo ripetutamente sollecitato, qualche risultato concreto in più lo potevamo ottenere. Le poche iniziative - tardive - si sono svolte negli ultimi mesi: a novembre, a Roma con la Lega per le autonomie locali, che ha cominciato ad impegnarsi grazie al Segretario generale Golandi e al nostro ex collega Simonelli, nel dicembre scorso a Livorno e nel febbraio scorso a Milano.
L'ultimo è stato il 13 marzo. Tutti hanno notato la scarsa attenzione e lo scarso interesse da parte dei Gruppi dirigenti regionali e da parte degli stessi Assessori alle finanze, nonostante la situazione delle altre Regioni non sia molto più florida di quella del Piemonte. La Lombardia, per esempio, denuncia circa 400 miliardi di residui perenti che sono un altro modo per denunciare il buco che noi avevamo individuato in circa 153 miliardi l'anno scorso, la Liguria 60 miliardi e la Puglia pare in una situazione drammatica. Per il Veneto c'è una situazione analoga alla nostra. La Lombardia ha il vantaggio di non avere il problema dei mutui a pareggio dei bilanci. Il quadro che ho cercato di delineare sul sostanziale disinteresse da parte dei Gruppi dirigenti regionali, ed anche da parte del Consiglio regionale del Piemonte e della sua Giunta, spiega anche il perch nonostante le nostre sollecitazioni non si è riusciti nemmeno a conoscere come Regioni, e sono solo 15 in Italia, qual è la reale situazione finanziaria delle stesse, nonostante noi avessimo fatto proposte precise ed articolate, formulando anche parametri che ci avrebbero permesso di ricostruire la situazione generale dal punto di vista finanziario. Questo spiega anche perché non molto più di un mese fa, quando in Senato si discusse e si approvò il decreto legge n. 415, non solo non furono accettate le proposte formulate dai Presidenti delle Regioni, ma quelle proposte non arrivarono nemmeno sui banchi del Senato, non furono nemmeno esaminate. Eppure riguardavano questioni essenziali per il futuro delle Regioni stesse. Noi ci siamo presentati agli incontri con un ordine del giorno molto articolato, approvato unitariamente dal Consiglio regionale il 20 o 21/12/1989. Si avanzarono richieste precise che ebbero un'eco positiva anche presso le Regioni che abbiamo diverse volte incontrato. Non entro nel dettaglio delle nostre richieste. In sostanza, noi chiedevamo a Governo e Parlamento provvedimenti per uscire dall'emergenza, per avviare una definizione a regime della finanza regionale che finora è stata regolata da provvedimenti sporadici e provvisori (e questo va avanti da quasi un decennio). Il nostro approccio ai problemi dell'emergenza e dell'assetto a regime della finanza regionale ci sembrava contenesse novità di poco rilievo. Tale fu perfino considerata dai nostri colleghi di altre Regioni. Noi siamo partiti da una constatazione: le proposte elaborate in tutti questi anni dalle Regioni non ci sembravano e non ci sembrano adeguate ai problemi. Infatti hanno avuto scarsa o nulla eco presso Governo e Parlamento, a nostro modo di vedere, per la loro genericità e scarsa concretezza. Probabilmente venivano e vengono lette come richiesta di risorse aggiuntive, scarsamente motivate ed inevitabilmente considerate come una delle tante lamentazioni provenienti dalla periferia. Del resto erano tutte deboli in partenza e di fatto erano state elaborate dai tecnici regionali, che pur bravi, non possono sostituirsi al ruolo che deve svolgere la dirigenza politica regionale, a partire dai Presidenti che dovevano assumerle in prima persona e farsene carico. Come se ne sono fatti carico i Sindaci, quelli delle grandi città in testa, quando si trattò di affrontare l'emergenza della finanza comunale 13 o 14 anni fa.
Noi abbiamo proposto, per sbloccare l'attuale situazione da tutti ritenuta insostenibile e per avviare il confronto su basi concrete, che si cominciassero a rovesciare i termini dell'impostazione data finora. Si partisse cioè dalla determinazione delle spese non comprimibili a carico delle Regioni - personale, onere ammortamento mutui, oneri per acquisto beni e servizi indispensabili per lo svolgimento delle funzioni trasferite o delegate dallo Stato e a fronte delle stesse porre il problema di garantire le entrate normali di finanziamento da parte dello Stato oppure di stabilire con legge le entrate autonome necessarie a garantire il pareggio. Del resto questo è un po' quanto fu fatto 13 o 14 anni fa da parte dei Comuni e delle autonomie locali, che portò ai famosi decreti Stammati e Pandolfi che, pur con dei limiti, permisero a Comuni e Province di uscire dall'emergenza e di superare le famigerate autorizzazioni ministeriali sui mutui a pareggio di bilancio di buona memoria. Su questa impostazione ci fu la convergenza dei Gruppi consiliari del Piemonte e dell'Assessore. Questa impostazione, a nostro modo di vedere, permette di collegarci al problema di fondo che mi sembra diventi sempre più maturo non solo per le questioni della finanza regionale, ma anche per altri settori e cioè di garantire il funzionamento normale delle nostre istituzioni e non di subire ogni anno provvedimenti straordinari per l'emergenza. Questo è quanto avviene in ogni Paese civile. Vale per la finanza, ma vale anche per un settore importante come l'edilizia residenziale, per la quale, grazie ai provvedimenti annuali di emergenza si è stravolta qualsiasi possibilità di programmazione.
Due parole per valutare le vicende del bilancio 1990. Fummo facili profeti quando abbiamo detto, nel dicembre scorso, che la discussione sulla delibera di variazione di bilancio allora anticipata sarebbe stata ben poca cosa, e che di fatto il bilancio 1990 non avrebbe comportato alcun confronto serio con la comunità regionale. Così mi sembra che sia puntualmente avvenuto - chiedo conferma al collega e compagno Avondo -. Le consultazioni praticamente non ci sono state, il bilancio che esaminiamo è lo stesso bilancio tecnico presentato così, tra virgolette, nel dicembre scorso, svuotando di contenuto le scelte del bilancio stesso. Aveva cioè svuotato le poste del bilancio che potevano essere soggette a scelte od opzioni diverse che la Giunta regionale, invece, aveva già fatto. Mi riferisco, per esempio, ai 104 miliardi di presunti investimenti, per i quali proponevamo, nel dicembre scorso, il raggruppamento in un fondo globale sul quale aprire un confronto serio con la comunità regionale, per decidere insieme la loro destinazione. Non fu fatto nulla.
Ma la questione dei 104 miliardi ci porta a constatare con mano anche gli errori di impostazione della Giunta regionale per quanto riguarda le scelte di bilancio. Non ci sono risorse; infatti, abbiamo dichiarato con atti ufficiali che il bilancio è in deficit; eppure la Giunta regionale in questi anni ha continuato a disperdere risorse in mille rivoli. Gli ultimi sono costituiti, appunto, dai 104 miliardi, più varie aggiunte che non avevamo conteggiato: 104 miliardi significa che dal 1991, con un bilancio già dissestato, per altri quindici anni dovremo versare 15 miliardi ogni anno per gli oneri di ammortamento dei mutui che dovremo contrarre per far fronte a tali spese.
Sono scelte in netta contraddizione con quanto stabilito dalla stessa Giunta regionale, con la legge regionale del novembre scorso, che fissava il tetto limite di indebitamento al 55% complessivo del fondo comune, ex art. 8.
Sono scelte, tra l'altro, in netto contrasto con quanto fanno dal 1985 altre Regioni di fronte alle difficoltà della finanza regionale, cosa che ci è stata confermata negli incontri cui facevo cenno all'inizio dell'intervento.
La Giunta lombarda dal 1985 non ha più distribuito a Comuni ed Enti vari nemmeno una lira; ha fatto, però, scelte precise per i suoi interventi, che sono, nella sostanza, le stesse che noi proponevamo già nei bilanci precedenti, che abbiamo proposto in dicembre e che credo formalizzeremo anche adesso.
Per i suoi interventi la Giunta lombarda ha fatto due scelte: la prima a favore del passante ferroviario di Milano, destinando 11 miliardi di spesa corrente quale contributo in conto corrente al Comune di Milano per i mutui che andrà a contrarre, per contribuire alla costruzione del passante ferroviario stesso. In cinque anni 11 miliardi.
L'altra scelta, di carattere veramente regionale, è la depurazione del Lambro, che non credo sia ancora costata una lira. L'intervento è stato approvato nel febbraio scorso con grande travaglio ed anche con qualche contrasto, ma non ha ancora comportato a tutt'oggi l'esborso di una lira.
Qualche collega della Lombardia mi diceva che in questi quattro anni hanno avuto anche un'altra fortuna: la Giunta regionale lombarda è stata in crisi, di fatto, un anno, e questo ha evitato parecchie spese e qualche risparmio. Lo dicono autorevoli colleghi della Lombardia.
Comunque, non credo sia la strada da auspicare per altre Regioni! Un altro vantaggio "tra virgolette" dei lombardi è di non avere mutui a pareggio - come accennavo prima - e di aver tagliato i trasferimenti per assistenza e altro alla comunità regionale. Provvedimento che noi non proponiamo perché lo riteniamo molto discutibile.
Nonostante questo, anche loro sono arrivati ad avere 400 miliardi di un blocco che chiamano "residui perenti", da noi chiamati invece in altro modo. Questo per dire che la situazione della finanza regionale è oggettivamente seria per molti, e che non dovrebbero essere assunte le decisioni che il Governo regionale del Piemonte ha assunto in questi anni.
Si sono cioè disperse a pioggia risorse che riguardano centinaia di miliardi di investimenti.
Mi avvio alla conclusione, accogliendo la sollecitazione del Presidente; permettetemi, per gli ultimi due giorni di legislatura, di ricordare, per esempio, la delibera di spesa di 75 miliardi - più la coda assunta nel settembre 1986 dall'Assessore Cerutti. Investimenti che ammontavano a 75 miliardi, tutt'oggi al nostro bilancio sono già costati 50 miliardi, e per i prossimi dieci anni costeranno 100 miliardi.
La Lombardia, per una scelta del tutto analoga, in ottemperanza ai dettati della programmazione regionale dell'utilizzo dei fondi della Cassa Depositi e Prestiti, ha speso per gli stessi investimenti 4 o 5 miliardi.
Noi ne abbiamo dispersi 150.
Ma si continua, di fatto, su questa strada, sia nella proposta di bilancio del dicembre scorso sia con una cosiddetta "leggina", che ho visto per caso, passando dai tavoli sui quali vi sono i provvedimenti licenziati con molta fretta dalle Commissioni. Non ho avuto molto tempo per esaminare il disegno di legge n. 610, ma ad occhio e croce credo che questo impegnerà i bilanci della nostra Regione - se non sbaglio almeno per una cinquantina di miliardi. Questo senza che si possa individuare nessuna opera o intervento veramente di carattere straordinario o di livello regionale come potrebbe essere il passante di Torino - in analogia a Milano - oppure un intervento organico per un risanamento dell'ambiente del nostro Piemonte.
Chiudo, signor Presidente, facendo due considerazioni sulla situazione del nostro bilancio.
Con la proposta di bilancio del dicembre scorso e con le successive variazioni, non si dà, e nemmeno si tenta di dare, una risposta alle osservazioni serie formulate dal Governo alla nostra proposta di bilancio del dicembre scorso; anzi, si va ad aggravare la situazione stessa.
Permangono altre variabili negative, anche se più occulte, come la sopravvalutazione dalle entrate e la sottostima delle uscite.
In questo contesto non è certamente facile lavorare, anche per la fretta con cui sono stati licenziati provvedimenti d'incidenza straordinaria per l'aggravamento che comporteranno sul bilancio della nostra Regione.
Noi, con interventi sui settori specifici - il primo è stato fatto dal collega Ferro - e con emendamenti cercheremo di dare un contributo alla riqualificazione della spesa, cercando di indirizzare le risorse verso interventi di rilievo regionale e di vietare ancora una volta la dispersione a pioggia delle pochissime risorse a disposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Inizio il mio intervento anche se, purtroppo, l'assenza in questo caso involontaria dell'Assessore rende poco opportune e in parte inutili considerazioni di parte generale relative al bilancio. Richiamo quindi alcune considerazioni fatte in sede di discussione sul bilancio in senso formale, ovvero sul "finto" bilancio.
I bilanci dell'Ente Regione, per restare a questi, sono sempre più incomprensibili. Spero e mi auguro che gli Assessori li comprendano; ma per i semplici Consiglieri e a maggior ragione per i Consiglieri di opposizione, comincia a diventare faticoso districarsi. Questo non solo per il susseguirsi di leggi di variazione che sono di fatto parti consistenti del bilancio e non semplici varianti - sono il bilancio stesso steso in maniera surrettizia dopo averne approvato uno fasullo - ma soprattutto perché la somma degli stanziamenti previsti sui diversi capitoli che per attengono ad una stessa area di intervento non consente in alcun modo di leggere la realtà della politica regionale per i diversi settori, perch ogni settore è coperto da 8/10/12/14 capitoli, ma non esiste alcuno strumento di lettura. Capisco che sul piano formale queste cose debbano esistere, ma non esiste alcuno strumento di lettura del bilancio stesso.
Quindi se qualcuno lo volesse spiegare - questo lo si vede anche nelle consultazioni - solo le lobby strutturate sarebbero in grado di discutere il bilancio in Regione dicendo: "In quel capitolo ci avete tolto 10 milioni", perché - facciamo un caso tanto per restare nel campo di cui mi occupo - se un'associazione ambientalista volesse capire la politica di spesa, e non solo quella dichiarata, della Regione in materia ambientale non sarebbe in grado di ricostruire la logica e la dimensione dell'intervento. Siamo in fine legislatura: lasciamo come testamento per la prossima legislatura e il prossimo Assessore almeno l'intenzione di individuare strumenti di analisi del bilancio per obiettivi e progetti ben definiti, a cui connettere, in sede di consuntivo, valutazioni sui risultati finanziari reali in termine di realizzazione di progetti di opere e di interventi dei progetti stessi.
Ci sono vari sistemi possibili (ne avevo allora indicati alcuni e non starò a richiamarli); pertanto bisogna mettersi a ragionarci sopra e si potrà fare in sede di Commissione consiliare, ma ci dovrebbe essere un primo input dell'Assessorato, che mi pare assolutamente indispensabile altrimenti il ruolo non solo delle opposizioni, ma la partecipazione della comunità piemontese diventa sempre più rarefatta e, come dicevo prima, si limita semplicemente alla partecipazione delle lobby. Con bilanci combinati in questo modo e senza alcuno strumento di lettura non è possibile alcun altro tipo di partecipazione.
Faccio alcuni esempi: la politica dei parchi. Con altri colleghi, in particolare con il Consigliere Paris, abbiamo a lungo ragionato in sede di riforma della politica dei parchi, quindi di una nuova legge sui parchi e sulla necessità che ogni nuova legge fosse accompagnata da una relazione che quantificasse i fabbisogni finanziari, e poi, a fine anno, da una relazione generale che inquadrasse tutta la questione anche dal punto di vista finanziario. Poi, però, in sede di bilancio, si ha un elenco di capitoli, cioè delle variazioni parco per parco, senza che da nessuna parte sia leggibile qual è la politica complessiva, qual è lo stanziamento complessivo. Voglio dire: perché qui e non là? Perché si aumenta questo e si diminuisce quell'altro? Perché negli stanziamenti di carattere generale scompaiono, aumentano o diminuiscono certe somme? Per esempio, prendiamo il capitolo 7930. Le spese per la tabellazione, la conservazione, la valorizzazione, l'acquisizione e l'affitto di aree incluse nel Piano regionale dei parchi e delle riserve naturali, nonché aree che per flora fauna, valore ambientale e colturale presentino particolare interesse per la redazione ed attuazione dei piani naturalistici, ammontavano modestamente a 174 milioni; il capitolo viene però ulteriormente ridotto e si quantifica in L. 100 milioni. Sarà giusto o sbagliato? Da nessuna parte si è in grado di valutarlo. Probabilmente, a mio avviso, era già sbagliato uno stanziamento di soli 174 milioni; ma questo significa che su quella partita non ci sono politiche.
La politica che cos'è? E' nella distribuzione di fondi modesti, e in genere in diminuzione anno per anno, ai diversi parchi? Se non è lì non è da nessun'altra parte, perché non leggesi nessun'altra voce di questo genere. Magari è nascosta in qualche piega del bilancio e l'Assessore, che è brava, fa politica senza soldi, però nessuno è in grado di leggere e di capire su che gambe marcia questa politica, perché si fanno certe scelte: per esempio, se si sceglie di dare i pochi soldi disponibili (cosa anche possibile) ai parchi tanto perché sopravvivano o se si rinuncia ad attuare qualche politica generale perché non ci sono soldi. Questo per fare un esempio complicato, poiché i parchi sono tanti e quindi occorrerebbe un momento di lettura complessiva di questa partita. Ma solo un bilancio che preveda anche la definizione di precisi progetti e precise politiche, e poi, a consuntivo, l'analisi di cosa si è realizzato in termini finanziari e in termini di risultato fisico, permetterebbe di capire e di dire l'anno successivo: "Avete messo troppo. Avete messo troppo poco. La vostra politica va bene. La vostra politica non va bene". In questo modo la discussione generale sul bilancio, che dovrebbe essere non su una descrizione orale o scritta, ma su dati reali, si vanifica. La prova non interessa nessuno perché nessuno è in grado n' di dire n' di capire n' tanto meno, di controproporre. Siccome non c'è alcuna ragione per capire perché questo e non l'altro, mi piacerebbe provare a scompigliare le carte e dire: "Diamo all'Alpe Veglia i soldi della Mandria e alla Mandria i soldi dell'Orsiera-Rocciavrè", tanto per vedere se è proprio così indifferente visto che non ho alcuno strumento di lettura e quindi sono legittimata come Consigliere di opposizione a piantare un po' di pasticcio, tanto per creare confusione.
Aggiungo qualche domanda. Perché d'improvviso scompaiono cose che poi ricompaiono? Per esempio, il capitolo 9200. Mi chiedo perché gli interventi finalizzati all'abbattimento delle barriere architettoniche, che peraltro ammontavano solo a 300 milioni, vengono annullati e portati a zero.
Abbiamo approvato molti ordini del giorno con i quali si chiedeva che le leggi approvate avessero in aggiunta un articolo che riguardava le barriere architettoniche; poi, gli interventi finalizzati all'abbattimento delle barriere architettoniche vengono portati a zero.
Dato che non si capiscono le politiche attuate, mi sento legittimata a dire qualunque cosa. Annoto allora che, per esempio, la sperimentazione agri-videotel in campo agricolo che mi sembra dovesse essere, insieme ad una serie di altre voci, il contributo della Regione Piemonte ai piani di lotta fitopatologica integrata (che vuol dire poi, detto in maniera astrusa, non di agricoltura biologica, ma nemmeno di controllo dell'uso di pesticidi e di concimi chimici) e che doveva servire per dare rapidamente dell'informazione agli agricoltori, viene radicalmente abbattuta. E questo mentre i soliti contributi di tutti i generi riempiono la quasi totalità del bilancio. L'intervento del Consigliere Ferro non era un intervento settoriale: la maggior parte della variazione di bilancio in termini di peso e denaro riguarda il settore agricolo; si trattava quindi di un intervento generale sul bilancio.
Ultimo aspetto, che annoto con tristezza. Uno dei pochi provvedimenti importanti assunti in questa legislatura è il cosiddetto Sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po o, sinteticamente, Parco del Po, che è ridotto a poveri 180 milioni, e ancor grazie che ci siano. Questo quando per avviare anche solo per sei mesi una politica del genere, un qualche centinaio di milioni, facciamo un mezzo miliardo e probabilmente anche un po' di più, sarebbe stato indispensabile. Tant'è: restiamo con l'amara constatazione che, per fortuna, essendo il bilancio illeggibile, in pochi potranno protestare se non al momento preciso in cui scopriranno che per la questione su cui lavorano i soldi sono rapidamente scomparsi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Amerio.



AMERIO Mario

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, farò alcune considerazioni soprattutto sui disegni di legge presentati dalla Giunta riguardanti i problemi del lavoro in modo particolare.
Osservo che rispetto al 1989 le variazioni di risorse impiegate in materia di lavoro non sono significative. Ricordo anche che lo scorso anno cioè nel 1989, noi denunciammo il dimezzamento delle risorse previste al termine della discussione sul bilancio dell'anno precedente, grosso modo dai 9 miliardi destinati a quest'area ai 4 miliardi e mezzo.
Alla presentazione del bilancio di quest'anno vi fu un ulteriore taglio rilevante. Con le variazioni che stiamo discutendo si torna sui livelli dell'anno scorso. Credo che l'Assessore non possa smentirmi.
Conosciamo la situazione delle risorse della Regione, ma riteniamo questo un capitolo di grandissima rilevanza, sul quale avrebbe dovuto manifestarsi una maggiore sensibilità, tanto più che proprio lo scorso anno andarono in vigore o a regime le uniche nuove leggi in materia di lavoro e occupazione, varate in questa legislatura con il concorso - mi si consenta non secondario del nostro Gruppo (parlo della nuova legge sulla cooperazione, della riforma della legge sui cantieri, della nuova legge sul fondo straordinario, della nuova legge sulle cooperative sociali).
Ebbene, mentre alla fine del 1988 avevamo previsto, anche in conseguenza dell'adozione di questi nuovi provvedimenti, un raddoppio delle risorse a disposizione della Regione in materia di lavoro, dato che la Regione Piemonte, come documentammo, era agli ultimi posti fra le Regioni maggiormente industrializzate d'Italia per risorse destinate a quest'area di intervento, nel 1989 - e adesso, con queste variazioni, nel 1990 si torna al livello degli anni precedenti, cioè, appunto, agli ultimi posti in Italia tra le Regioni maggiormente industrializzate per risorse destinate a quest'area. Cosa sarà di queste nuove leggi varate nel corso dello scorso anno? Cosa può essere di leggi anche innovative e significative, ma prive delle risorse necessarie ed essenziali per poter funzionare? Si può dire: "Ma non siamo più in un periodo di emergenza per quello che riguarda l'occupazione in Piemonte", non vi è dubbio, non siamo più nell'emergenza.
Infatti, queste nuove leggi non erano ispirate ad una politica di emergenza, come la Giunta sa bene, ma piuttosto ad una politica strutturale di sviluppo, tesa a favorire la mobilità della mano d'opera l'imprenditoria autonoma, la cooperazione, l'innovazione nell'impresa minore e, certo, anche il sostegno alle fasce più deboli per l'ingresso o il riaccompagnamento al lavoro. Norme ispirate, dunque, non ad una politica di emergenza, ma ad una politica di accompagnamento strutturale dello sviluppo; e queste norme si trovano adesso a dover operare in una situazione di grave carenza di risorse disponibili.
La legge n. 28 per la cooperazione, come l'Assessore ricorderà, tendeva proprio a superare l'emergenza, ad andare in direzione delle cooperative giovanili e via dicendo. Rispetto al 1989 le risorse per la legge n. 28 diminuiscono in tutte le voci. La situazione è particolarmente grave vorrei fare osservare alla Giunta e ai colleghi che, mentre nel 1990 le risorse a sostegno di questa legge importante diminuiscono, si consolida una prassi intollerabile - non dovuta agli uffici - per la quale vi è un ritardo di un anno nell'esame delle domande di ammissione ai contributi di legge alle cooperative. Situazione intollerabile e insostenibile, non imputabile ad uffici oberati di lavoro, ma palesemente inadeguati per numero di persone addette. La risultante è la seguente: rispetto all'anno scorso le risorse diminuiscono e occorre oltre un anno ad esaminare le domande delle cooperative. Stiamo iniziando ad esaminare le domande pervenute nel gennaio 1989, e siamo a fine marzo 1990.
Questo è l'esempio da manuale del modo in cui, sul piano burocratico da una parte e sul piano dell'indisponibilità di risorse dall'altra, si pu svuotare e rendere inoperante anche una buona legge.
Vi è un incremento lieve per la legge n. 53, ovvero quella relativa al fondo straordinario per l'occupazione; incremento irrisorio rispetto al fabbisogno sul territorio regionale, soprattutto in alcune aree. Su queste voci proporremo degli emendamenti per modificare queste previsioni di spesa.
Troviamo per contro nel disegno di legge n. 621, 5 miliardi (già confermati) destinati all'Agenzia per l'innovazione. Un'ipotesi che non abbiamo condiviso - ma su questo torneremo e motiveremo in modo più preciso non certo perché il Gruppo sia insensibile ai temi dell'innovazione anzi, voglio ricordare che fummo i primi a presentare nel mese di dicembre 1988 una proposta di legge regionale per l'istituzione di un fondo permanente per l'innovazione, chiedendo che venissero disposti 15 miliardi a questo scopo, quelli stessi che la Giunta mise in quello stesso anno a bilancio con scopi puramente propagandistici che, infatti, non utilizzò.
Giace dal mese di dicembre 1988 una nostra proposta di legge, che abbiamo richiamato in aula e che verrà discussa in questi giorni, mentre esiste sul disegno di legge n. 621 uno stanziamento di 5 miliardi per una fantomatica Agenzia per l'innovazione che, qualora dovesse passare - e noi siamo contrari a che passi nelle forme e nei modi con cui l'avete proposta rappresenterebbe il provvedimento di legge più arretrato d'Italia e, forse d'Europa in materia di innovazione. Non c'è più nessuno in questo Paese - e a quanto mi risulta non solo in Italia che si proponga di intervenire in questo campo non con provvedimenti mirati a filiere tecnologiche, a campi o a settori ben precisi - l'informatica, l'automazione o altre filiere tecnologiche ma, invece, di intervenire in generale con un disegno di legge di poche righe, dal quale non si comprendono né le finalità né le priorità né la linea di intervento nei partner. Mi dicono che è stata consegnata recentissimamente una proposta un po' più compiuta - la vedremo ma il contenitore è comunque inadatto.
Negli anni scorsi si è fatta un po' di propaganda gratuita, senza spendere nulla, e adesso si pensa di far approvare un provvedimento di legge che davvero renderebbe puramente propagandistica ed inesistente nei fatti una politica regionale necessaria se mirata e davvero moderna.
Faccio notare come nella legislatura che si va chiudendo, la Giunta e la maggioranza abbiano dato pessima prova in questa area di intervento; una legislatura, questa, che si era aperta ancora cinque anni fa all'insegna dell'emergenza; pessima prova davvero: grandi ritardi, pochissime risorse molta propaganda.
Ritengo che la nostra sia stata un'opposizione non demagogica e più che giustificata.
Durante l'esame dei singoli disegni di legge, tra oggi e domani presenteremo emendamenti puntuali sui capitoli che ho qui sinteticamente illustrato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sestero.



SESTERO Maria Grazia

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, interverrò sull'area 5) "Formazione e cultura": credo non si possa non dire che la situazione è preoccupante.
Abbiamo assistito negli ultimi anni a sacrifici pesanti su questo settore, a cui ha corrisposto ovviamente l'assenza sempre più marcata e visibile della Regione nel campo delle iniziative culturali, degli interventi stabili di promozione della cultura ed anche in altri settori su cui le competenze sono minori, ma che pur ci sono, come quello dei settori promozionali del diritto allo studio.
Sul terreno della formazione professionale siamo di fronte alla riproposizione della stessa entità di risorse dell'anno precedente, sapendo però che a questo corrisponde - ne discuteremo domani - una progressiva riduzione che non è segnata da scelte, da volontà o da orientamenti di riordino della formazione professionale, ma semplicemente da un contenimento indifferenziato della spesa che toglie respiro e significanza ad un intervento politico-amministrativo in un settore che pure occupa ingenti risorse della Regione.
La riproposizione della stessa cifra per l'intera partita è una riproposizione inverosimile anche per il solo fatto che siamo di fronte ad una scadenza contrattuale. Il personale della formazione professionale quest'anno dovrà fare i conti con il dato della retribuzione, e non si intende come si farà fronte alla scadenza.
Sul secondo programma, quello più strettamente culturale, c'è una riduzione secca di risorse impegnate che continua, pur dopo tutte le variazioni, ad essere pesante. Ci troviamo di fronte a 10 miliardi in meno considerando che la cifra complessiva dell'anno scorso si aggirava attorno ai 20 miliardi: è un dimezzamento. Se poi andiamo a vedere che tipo di scelte sono state fatte all'interno di questa riduzione di investimento e di impegno della Regione nei confronti della cultura, emerge che le scelte sono tutte di carattere negativo e che sono stati penalizzati tutti quei settori o quei tipi di intervento che sono di sostegno a realtà stabili permanenti o di sviluppo di settori stabili di servizi.
Se si ritiene opportuno un minimo confronto sul bilancio del settore cultura, la riduzione pesante per gli investimenti nel settore della cultura e la scelta del progressivo declino della capacità di presenza e di intervento della Regione su questo versante, è il segno dell'assenza di questo Ente sempre più percepibile e sempre più chiara. Ma al di là di questo, le scelte sulla destinazione della spesa all'interno del programma sono significative; come già negli anni precedenti dobbiamo rimarcare e sottolineare la netta linea di tendenza che tende a sottrarre risorse e impegni di spesa rispetto ad investimenti stabili e permanenti nel mondo della cultura, mentre lascia sopravvivere settori meno impegnativi. E' una scelta nettamente contraria a quanto più volte abbiamo letto nei programmi o nel Piano di sviluppo, in cui si sviluppava un ragionamento attorno alla necessità di procedere ad investimenti di tipo permanente per servizi culturali di tipo permanente, riducendo semmai su terreni di spesa corrente. E' una dichiarazione che, essendo così astratta, faceva seguito a polemiche improprie sviluppate negli anni precedenti (ricorderemo tutti la questione dell'effimero e la necessità di un radicamento di iniziativa stabilizzata). Se invece andiamo a vedere i dati di questa situazione finanziaria, come già della situazione finanziaria precedente, questi testimoniano una scelta in altra direzione. Ricordo in prima battuta le due maggiori istituzioni culturali di carattere regionale che ormai vivono a fatica, con problemi finanziari non indifferenti: il Teatro Stabile di Torino e il Teatro Regio. Per il Teatro Stabile di Torino ci troviamo di fronte a un dimezzamento dell'impegno (da 2 miliardi e 300 milioni passiamo a poco più di un miliardo), mentre sappiamo che questo ente ha bisogno di un sostegno più impegnativo per il ruolo che svolge a livello regionale per le possibilità di rilancio presenti in questo momento ed anche per il rilievo culturale della sua direzione attuale. Sappiamo quanto sia significativa la presenza di Ronconi a Torino; sappiamo anche che tale scelta, attuata per un'alta qualità del cartellone e delle produzioni del Teatro Stabile, va sostenuta finanziariamente, altrimenti rischieremo di inseguire artisti che in realtà non sono messi in condizione di esprimere le loro possibilità e le loro capacità. Questo è quanto avvenuto con la direzione artistica precedente che ha dovuto fare conti penosi e miserabili con le risorse disponibili, tanto da sacrificare possibilità di sviluppo qualitativo del servizio. Se si ritiene di poter avere un direttore della levatura di Ronconi è chiaro che la scelta finanziaria delle Amministrazioni deve essere corrispondente. L'impegno scelto dalla Regione testimonia la non volontà di sostenere la funzione del Teatro Stabile relativamente alla sua produzione e al suo cartellone, segnando contemporaneamente l'assenza di ogni impegno sul versante di una ricaduta a livello più ampio sulla città di Torino e sul Teatro Stabile. All'interno del Teatro Stabile un intero settore che aveva conosciuto momenti significativi si trova ad essere fortemente penalizzato: di fatto è caduto ogni impegno per una funzione ampia e non solo interna al Teatro. Sto parlando del Settore ragazzi del Teatro Stabile, su cui c'era un'ipotesi di sviluppo autonomo come centro di riferimento per tutto il Teatro ragazzi.
Ma nel momento in cui questa scelta di stabilire una relazione fra le sedi in cui i ragazzi si trovano, cioè le scuole, e la produzione teatrale, è caduta insieme ad ogni scelta di investimenti su questo tipo di relazioni è chiaro che la situazione si è trovata ad essere sempre più impoverita. E il Teatro ragazzi del Teatro Stabile poteva svolgere una funzione di raccordo di promozione, di garanzia qualitativa anche per le molte realtà che hanno caratterizzato la loro produzione in questo settore. Lo stesso Centro studi è una risorsa da potenziare, ma è chiaro che per fare questo ci vogliono scelte, volontà e impegno finanziario.
Il secondo ente a cui facevo riferimento è il Teatro Regio; in bilancio, se non mi è sfuggito qualcosa, prevediamo una riduzione dell'impegno regionale a 600 milioni. Pur sapendo tutti quali sono i problemi (ed anche che c'è stato un riconoscimento nazionale a cui è corrisposto un impegno finanziario nei confronti del Teatro Regio) ho l'impressione che la scelta della Regione di fare del Teatro Regio un punto di diffusione regionale degli eventi musicali sia stata sostenuta asfitticamente, attraverso una semplice distribuzione di concerti minori senza un impegno che costruisca attorno al Teatro Regio un punto forte non solo di produzione di spettacoli e di concerti, ma anche di formazione, di cultura musicale. Queste sono le due realtà maggiori in cui siamo impegnati. Poi, con qualche sconcerto, vedo che su un altro settore stabile e permanente come quello dei Servizi di lettura siamo a un dimezzamento della spesa con la sottrazione di un miliardo. La scelta fatta tempo addietro dalla Regione e che in qualche modo è stata conservata, doveva fare un salto di qualità: si doveva passare dal sostegno delle biblioteche ad un'opera di promozione della biblioteca come centro culturale polivalente nelle realtà dove non ci sono altri tipi di riferimento per interventi di promozione culturale.
E così, anche il capitolo su cui si concentravano le spese per la realizzazione di attività culturali perde nella previsione definitiva un miliardo. E si può continuare. I segni all'interno della restrizione di spesa sono tutti negativi e segnano una perdita di volontà di intervento per il sostegno di strutture stabili.
Vediamo la voce di spesa che riguarda le attrezzature, la ristrutturazione di locali e la conservazione dei beni bibliografici storici ed artistici: voce di spesa assolutamente bassa, anche qui dimezzata, attorno ai 340 milioni. Se poi andiamo a vedere i contributi in conto capitale per gli interventi edilizi, la cifra ultima che si registra è di 590 milioni; qui, addirittura, dopo aver conservato la cifra dell'anno scorso si è proceduto ad una riduzione con un segno assolutamente negativo dell'impegno della Regione. Mentre invece, stranamente, non viene toccata la voce dei contributi per la conservazione delle chiese di valore architettonico, che resta a 900 milioni. Vorrei paragonare queste due scelte: da un lato gli interventi in conto capitale per l'edilizia ridotti a 590 milioni, dall'altro i contributi per le chiese conserva l'investimento iniziale di 900 milioni.
La L.R. n. 42/87, che prevede un contributo all'Istituto Elettrotecnico "Galileo Ferraris" di Torino, invece di essere a valenza annuale, per situazione straordinaria, è diventata di applicazione permanente e si raddoppia: si passa da 100 a 200 milioni. Nell'equilibrio generale la cifra non è alta, però l'intervento ha poca efficacia nella ricaduta complessiva se non di sostegno finanziario; l'ente, infatti, è nelle condizioni per essere sostenuto dal potere centrale, visto che servizi di ricaduta per la sua caratteristica, per la sua qualità, sulla Regione Piemonte e sui cittadini del Piemonte ne ha ben pochi.
L'ultima osservazione si riferisce al terzo programma, il diritto allo studio, in merito al quale mi chiedo come si rimedierà: da 35 miliardi dell'anno scorso per il diritto all'istruzione non universitaria si passa a 26 miliardi, quando sappiamo che mense e trasporti hanno ormai una situazione consolidata che non permette tagli simili. Immagino anche che all'interno di un quadro di questo genere sia sancita la definitiva rinuncia dell'applicazione e lo sviluppo dell'art. 8 della legge che prevede invece un sostegno della Regione in direzione della qualificazione della scuola.
L'unica voce che pare tenere sull'assetto dell'anno scorso, anche se non sarà sufficiente a fronteggiare le inevitabili lievitazioni di spesa, è quella per il diritto allo studio nell'ambito universitario; settore che più necessita di un intervento che ridia qualità al settore.
Molto spesso la riduzione di risorse permette, se c'è la volontà, un salto qualitativo negli interventi e nella spesa. In questo caso non c'è alcuno sforzo per riqualificare la spesa, anzi, ci sono scelte ben precise e nette che non vanno nella direzione di potenziare ruolo e funzioni della Regione per elevare il livello culturale e neanche per fare un'operazione di crescita culturale diffusa attraverso interventi che capillarmente giungano in tutte le realtà del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Gruppo comunista, come si evince dai numerosi interventi, ha preso sul serio un comunicato dell'agenzia di informazione della Regione Piemonte fatto al momento della discussione del bilancio 1990. L'Assessore Croso diceva: "Con il presente documento riconfermiamo tale aggiornamento e rinviamo alla prima variazione di bilancio un dibattito più approfondito sulla finanza regionale". La cosa che fa un po' specie, al di là della malattia dell'Assessore Croso di cui ci doliamo, è che lo sforzo per un dibattito approfondito sulla finanza regionale fino a questo momento lo sta sviluppando il Gruppo comunista nell'assoluta disattenzione del Consiglio regionale e in particolare della Giunta.
A questo proposito voglio sottolineare che la mancanza di alcuni Assessori non è casuale: ci sono Assessori malati, ma anche altri che malati non sono e che in tutta la giornata non si sono fatti vedere mentre ieri hanno partecipato ad una manifestazione di tipo elettoralistico in un Comune del Novarese (come l'Assessore Cernetti, che brilla per la sua presenza in quest'aula, nel senso che tutte le volte bisogna strapparla ad altro per farla venire qui). Questi dettagli dimostrano la volontà di discutere, come diceva l'Assessore Croso, "il bilancio per il 1990".
Il collega Biazzi ha già illustrato una serie di questioni personalmente mi limito a citare un passo dell'articolo che lo stesso ha scritto per "Notizie" pubblicato qualche mese fa: sul bilancio 1990 si lascerà un'eredità pesante a chi subentrerà dopo le elezioni del 1990, ai 158 miliardi di deficit denunciati vanno aggiunti altri 20 miliardi circa per nuovi oneri di ammortamento, mutui contratti nel 1989, nuovi oneri per l'assunzione di 200-300 persone, la sovrastima di alcune entrate e la sottostima delle spese, per esempio, per la formazione professionale per circa 20 miliardi, ecc. A me pare che questo comportamento sia riscontrabile dalla pubblicistica che ha caratterizzato il bilancio tecnico 1990, quindi se ne era rinviata la discussione alle prime note di variazione: dibattito approfondito che - ripeto oggi non si sta sviluppando.
Il bilancio per il 1990 è stato quindi formulato con l'obiettivo del perseguimento dell'equilibrio finanziario, tenendo presente che alcuni interventi non possono essere compressi oltre un certo limite e che altri non sono ulteriormente comprimibili.
Il perseguimento dell'equilibrio finanziario aggrava ulteriormente la situazione di pesantezza finanziaria di questa Regione; con il bilancio tecnico, ad esempio, i fondi statali da reimpostare assommavano a 120 miliardi circa, con l'operazione che oggi vi apprestate a fare queste risorse salgono a 142-145 miliardi circa, quindi si avvicinano abbastanza alla dimensione dei 158 miliardi che furono la causa della non approvazione da parte del Governo dell'assestamento del bilancio 1989. I 158 miliardi furono giudicati dal Governo scelta impossibile dal punto di vista della legittimazione amministrativa e contabile della Regione; si era quindi fatto lo sforzo, con il bilancio tecnico per il 1990, di ridurre quei 158 miliardi a 120 miliardi.
Oggi, con le prime note di variazione, riportiamo la cifra da 120 miliardi a 140-145 miliardi.
In merito la stampa ha scritto parecchio, vi leggerò alcuni titoli: "Stampa sera", 18 dicembre 1989, "In Regione la spesa corrente tagliata del 40%"; la "Repubblica", 19 dicembre, "Regione meno spendacciona"; "La Stampa", 19 dicembre, "La Regione: bilancio preventivo all'insegna della lesina", e l'occhiello: "La Regione taglia 90 miliardi".
Il "Sole - 24 Ore" ha pubblicato un articolo che secondo me ha un qualche interesse: "La Regione Piemonte taglia le spese del 40%"; non c'è neppure più distinzione tra spese correnti e spese di investimento: "tagliare drasticamente si può, anche sulle spese correnti, la dimostrazione arriva dalla Regione Piemonte, la cui Giunta ha predisposto il bilancio di previsione del 1990 con un abbattimento del 40% della spesa corrente coperta con fondi regionali; rispetto agli stanziamenti iscritti nell'assegnazione 1989, il risparmio è di circa 90 miliardi".
I giornali si sono sbizzarriti nel presentare alla comunità piemontese il fatto che in questa Regione finalmente si faceva una politica tesa ad invertire una tendenza.
Il Gruppo comunista il 21 dicembre fece un comunicato stampa nel quale si diceva che il documento di bilancio è stato presentato dalla Giunta regionale con tempi impossibili per un esame serio da parte del Consiglio e senza esperire le consultazioni previste. Consultazioni che questa volta non si può affermare che non siano state fatte, con una celerità che dimostra la volontà di fare presto. Esso presenta un taglio generalizzato del 40% sulle spese correnti e ripropone gli stessi investimenti del 1989.
In effetti i tagli operati non riguardano tutte le partite - e quelle decurtate dovranno essere integrate, pena l'impossibilità ad operare di comparti fondamentali dell'attività regionale - quali gli enti strumentali come il CSI, l'IRES, l'ESAP, ecc., anzi, un taglio decisivo ad inizio esercizio impedisce loro di predisporre programmi tempestivi per la loro attività.
Il problema è che ci troviamo di fronte - con la manovra complessiva che oggi ci viene presentata: la prima nota di variazione, la seconda nota di variazione, il disegno di legge n. 610 - ad una situazione che non produce solo un effetto di ipoteca sul bilancio 1990, ma, in particolare con l'operazione prevista dal disegno di legge n. 610, è chiaro che si vuole anche ipotecare la futura amministrazione non solo in avvio di legislatura, ma anche negli anni 1991/1992.
Voglio sottolineare due aspetti che mi paiono gravi anche dal punto di vista dell'esame del bilancio con le note di variazione che vengono prodotte e che aggravano ulteriormente la situazione già denunciata.
Secondo me, ci sono due operazioni, una esplicita sul FIO 1989, di una non reimpostazione nel bilancio di circa 23 miliardi e quella della sovrastima della partita che riguarda le cosiddette tasse di circolazione. In questa Regione sostanzialmente conduciamo un'operazione che deriva anche da leggi dello Stato - di questo sono consapevole - e, in sostanza, rileviamo dal rendiconto 1988 un introito sulle tasse automobilistiche di 32 miliardi e 250 milioni, a fronte di un preventivo fatto per il 1989 di 47 miliardi, ad una previsione per il 1990 di 87 miliardi e ad una previsione che deriva dall'operazione attuata con le due note di variazione del bilancio di 122 miliardi.
Personalmente continuo ad essere dell'avviso che in due anni, con tutte le leggi varate, con l'aumento dei bolli, con quello che è avvenuto da parte del Governo, il passare da 32 miliardi a 122 sia abbastanza complicato.
Vi è poi un problema che riguarda la denuncia da noi avanzata sul bilancio 1990 riguardante gli enti strumentali.
L'IRES nel 1989 aveva una dotazione di 3 miliardi e 800 milioni e nel 1990, comprese le variazioni, ha una dotazione di 2 miliardi e 280 milioni: 406 milioni in meno; l'ESAP da 3 miliardi e 65 milioni del 1989 a un miliardo e 839 milioni per il 1990: 2 miliardi e 659 milioni in meno; il CSI da 14 miliardi e 960 milioni del 1989, passa a 10 miliardi e 476 milioni: 4 miliardi e 484 milioni in meno.
La denuncia che avevamo fatto allora, ovvero la considerazione del fatto che comunque c'erano spese incomprimibili, alle quali occorreva fare fronte, si ripropone oggi. Siamo consapevoli dello sforzo compiuto su una serie di capitoli di bilancio, ma per quanto riguarda la funzionalità e la funzione degli enti strumentali - a cui ho fatto riferimento - tale discorso non è valido.
Anche l'impegno che ci siamo assunti nel momento in cui abbiamo approvato il bilancio tecnico per il 1990, con quell'ordine del giorno inviato al Governo - a cui ha fatto riferimento il collega Biazzi di fatto porta la nostra Regione ad essere una delle Regioni che in questo momento si pone ancora come fanalino di coda rispetto a scelte che da questo punto di vista altre Regioni hanno fatto, come quella della Lombardia che il collega Biazzi ha già evidenziato. Allora avevamo proposto - e lo riproporremo anche nel corso della discussione di queste due note di variazione una manovra che tendeva sostanzialmente ad accantonare le risorse libere disponibili, non per annullare tutti i capitoli che all'interno di quei 60 emendamenti erano previsti - ci rendiamo conto che ve ne sono alcuni che debbono, non solo essere utilizzati, ma addirittura potenziati - ma per dare modo alla prossima legislatura, al governo che sostituirà quello attuale, di muoversi in una direzione che gli consenta di compiere e definire delle priorità all'interno dell'utilizzo delle risorse teoricamente disponibili. E' chiaro, infatti, che la situazione finanziaria è tale per cui tutto il capitolo che riguarda il fondo comune è comunque ipotecato: questa è la drammatica situazione, rispetto anche ai limiti che la stessa Giunta aveva indicato.
Se questa è la situazione crediamo che l'operazione che allora avevamo proposto acquisti ancora più forza oggi, alla luce di una manovra che ha già scompensato - pur mantenendo le cose come erano state impostate nel bilancio tecnico del 1990 e creato un ulteriore disavanzo esplicitato in almeno 25 miliardi in più di debito, di situazione economica non coperta rispetto allo stesso bilancio tecnico. La manovra che riproporremo è la stessa proposta precedentemente; da questo punto di vista l'invito che rivolgiamo alla Giunta è di volerla considerare con ottica diversa; ci pare infatti che oggi venga riproposta in termini più stringenti ed urgenti.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta, Bianca Vetrino.



VETRINO Bianca, Vicepresidente della Giunta regionale

Mi rivolgo innanzitutto al collega Avondo per dirgli che se i suoi ragionamenti possono essere passati nel disinteresse del Consiglio, non pu affermare che siano passati nel disinteresse della Giunta: erano presenti alcuni Assessori, che tra breve risponderanno e il Presidente effettivamente è un po' passeggero, soprattutto perché in attesa di delucidazioni per poter correttamente rispondere essendo assente l'Assessore Croso. Vorrei sdrammatizzare questo momento, tenendo anche conto delle condizioni non facili nelle quali stiamo lavorando.
Vorrei rispondere innanzitutto alla collega Bresso, che ha fatto un intervento mirato essenzialmente alla politica dei parchi e dunque agli scarsi finanziamenti che questi ricevono. Nella variazione di bilancio siamo fortunatamente stati in grado di recuperare, se non tutto almeno in parte, il 40% di riduzione operato con il cosiddetto bilancio tecnico del dicembre 1989. Purtroppo - questo lo dico in ogni occasione di discussione di bilancio soprattutto in sede di Giunta più che in aula - le spese sui parchi vengono considerate ancora spese discrezionali (parlo della parte ordinaria di finanziamento del parco). Viceversa, a mio avviso, i parchi fanno parte delle nostre strutture così come l'IRES, il CSI e gli altri enti strumentali; queste spese non dovrebbero essere considerate discrezionali, ma far parte della spesa corrente consolidata: così come si prevedono per le strutture regionali altrettanto dovrebbe essere per le strutture dei parchi. Oggi però sono ancora considerate spese discrezionali, e quindi capitoli individuati e catalogati come capitoli di spesa discrezionale. Le cifre non sono state buttate come coriandoli dal cielo, ma sono ragionate, nel senso che ogni cifra dipende da molte considerazioni: dalla dimensione del parco, dal numero di dipendenti, dalle azioni di gestione condotte, dal tipo di sede che il parco ha (ad esempio se in affitto o in proprietà), dagli interventi che si intendono operare sulle strutture.
Le cifre di investimento sono invece comprese in un solo capitolo e vengono poi attribuite nel corso dell'anno sulla base dei progetti presentati dai parchi stessi.
La collega Bresso ha inoltre osservato che il capitolo n. 7932, che tra l'altro presentava già una cifra ridotta, è diminuito da 170 a 100 milioni.
Devo dire semplicemente che è stato fatto un trasferimento: i soldi sottratti a questo capitolo sono stati portati sul capitolo n. 7931 abbiamo cioè voluto dare un segno di maggiore volontà di spese di investimento che non quelle meramente di tabellazione. La tabellazione infatti consiste essenzialmente in spese per l'acquisto delle tabelle dunque si tratta di una spesa che potrebbe addirittura essere sostenuta dal parco, ma nella prima operazione viene di solito sostenuta dalla Regione.
Con la nuova legge abbiamo anche individuato la possibilità di non tabellare determinate aree se non in particolari condizioni, quindi è parso corretto al Servizio competente di proporre questo trasferimento di spesa da spesa corrente a spesa d'intervento.
In questo senso la Giunta ha cercato di tener conto per quanto possibile della richiesta pervenuta dal Consiglio attraverso l'ordine del giorno dallo stesso votato, in cui si chiedeva alla Giunta maggiore finanziamento della politica dei parchi; oggi chiederebbe addirittura che in occasione della definizione di un nuovo parco, si prevedesse anche un piano finanziario di avvio della gestione del parco stesso. Non siamo ancora arrivati a questo momento; tuttavia abbiamo reintegrato le cifre dello scorso anno e, in qualche caso, le abbiamo aumentate. Mi auguro che l'anno prossimo le disponibilità siano superiori, e soprattutto che si possa contare per i parchi regionali istituiti, secondo le notizie che pervengono dal Parlamento, nel momento in cui si approverà la legge nazionale sui parchi, su una quota di spesa, almeno il 50%.
Questa è una nota di speranza che lascio sul tappeto soprattutto per chi verrà dopo di noi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

In questo momento non è presente il Consigliere Ferro, comunque quanto vado a dire resterà agli atti. E' stato accennato ad un'attenzione complessiva visto il clima di smobilitazione esistente in questo Consiglio pur in presenza di una mole di lavoro che giustificherebbe un giudizio negativo sulla capacità di programmare i lavori del Consiglio regionale: è difficile programmare il Piemonte se non siamo in grado di programmare i lavori del Consiglio regionale.
Condivido l'esigenza posta dal Consigliere Ferro di razionalizzare i capitoli del bilancio per quanto riguarda l'Assessorato all'agricoltura riducendo i 382 capitoli. Debbo però evidenziare alcune difficoltà nell'operare questa scelta, innanzitutto per esigenze di rendicontazione a livello nazionale, vista la legge di contabilità che impone una suddivisione dei capitoli fra risorse regionali e risorse nazionali risorse derivanti da residui passivi e da economie; avendo molte voci di entrata è obbligatorio avere molte voci di uscita.
Condivido l'osservazione del Consigliere Ferro allorquando dice che abbiamo raggiunto nel 1990 il massimo della capacità di spesa della Regione. Questo non può essere additato come fatto negativo anche perch le risorse disponibili per la spesa in agricoltura nella nostra Regione provengono quasi totalmente da risorse derivanti dalla legge n. 752, legge pluriennale di spesa a favore dell'agricoltura. Se siamo riusciti ad aumentare le assegnazioni al Piemonte, questo dato va evidenziato come aspetto positivo e di merito della Regione Piemonte e, mi sia consentito dire, di questa Giunta, tant'è vero - solo per segnalare un articolo (il n.
5) relativo ai Regolamenti comunitari - che siamo passati da una disponibilità di 20 miliardi del 1986, 16 del 1987, 21 del 1988, 24 del 1989 a 63 miliardi per il 1990. E' il frutto di un lavoro che non contraddice la scarsa capacità di spesa della Regione Piemonte come sostiene il collega Ferro, bensì la evidenzia perché queste risorse vengono assegnate alle Regioni in base alla loro capacità di spesa ed il Piemonte ha aumentato la percentuale del 4,5%. Quindi sono aumentate le entrate a favore della Regione Piemonte sull'art. 5, che è importantissimo per le assegnazioni di fondi statali al settore agricolo.
Il collega Ferro ha inoltre detto che si finanziano interventi a pioggia. Noi stiamo applicando tre leggi regionali: le nn. 63, 44 e 40.
La L.R. n. 44, che è in applicazione del Regolamento CEE n. 797 seleziona l'intervento al di là di quello che il regolamento comunitario stesso prevede. La L.R. n. 63 viene applicata solo più per le infrastrutture e per alcune voci della cooperazione; la L.R. n. 40 - dice il collega Ferro - non è una legge selettiva: ma se questa non è una legge selettiva non so davvero quale altra legge selettiva possa esistere in questa Regione e in questo Paese. E' vero che i fondi non sono sufficienti a far fronte a tutte le richieste da parte dei soggetti economici e delle cooperative interessate, ma è altrettanto vero che attraverso gli stanziamenti effettuati negli anni passati si è attuata una capitalizzazione di tutte le cooperative esistenti nella nostra Regione fatto estremamente positivo che dimostra intanto la partecipazione dei soci, che hanno partecipato per 50 miliardi di impegno di capitale, ai quali corrispondono 50 miliardi messi a disposizione dalla Regione per una capitalizzazione seria, la prima effettuata a livello nazionale.
Ritengo quindi che anche questo rilievo mosso dal Consigliere Ferro debba essere largamente respinto perché la selettività dell'intervento esiste. Se vi è scarsa selezione per alcuni interventi questa deriva dal fatto che noi diamo applicazione a Regolamenti comunitari che hanno determinate previsioni di interventi, i quali, se non realizzati, non fanno acquisire il diritto al rimborso previsto dai Regolamenti stessi.
Con questo ho terminato la mia replica, augurandomi che nel futuro di questa Regione ci sia la possibilità di continuare ad incrementare le entrate a favore del settore agricolo, soprattutto quando queste derivano dal livello comunitario e da quello nazionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore alla cultura

Per quanto riguarda le situazioni politiche e più specificamente quelle finanziarie non mi ritengo un uomo fortunato: arrivo quando la strada si mette in salita. Così mi è capitato anche questa volta: sono arrivato nel momento in cui si sono verificate condizioni per le quali sono stati obbligatori tagli considerevoli. Non posso nascondere che il settore della cultura, sempre fragile, ha avuto quest'anno un ulteriore taglio: prima del 40% secco, come è stato ricordato, e poi un po' meno con il recupero verificato o che ci si augura si verifichi attraverso la variazione di bilancio che stiamo per approvare. Si è parlato di effimero: la collega Sestero ha richiamato questo aggettivo a lungo utilizzato a suo tempo dall'opposizione: io sinceramente questo effimero l'ho visto tanto poco che quasi non c'è più. Il taglio ha toccato rigorosamente anche quanto di effimero può definirsi. Credo però che la gestione di Villa Gualino, per cui si è recuperato parte delle disponibilità, l'attività delle associazioni riconosciute dalla Regione, il Galileo Ferraris su cui ritornerò, gli Istituti storici della Resistenza, non possa essere propriamente definito effimero. Né può essere incriminata la parte di bilancio destinata all'attività della RAI, all'organizzazione, che ricade questa volta nel periodo dei Mondiali, di Experimenta. E' una serie di iniziative consolidate nel tempo e per le quali c'è così consistente attesa da non potersi propriamente definire iniziative caratterizzate o classificabili nell'ambito dell'effimero. La verità è che c'è stato un taglio e che si è dovuto scegliere con questa prima variazione di bilancio di intervenire laddove non era possibile rinviare gli interventi. Allora per mia tranquillità, con un po' di speranza devo dire che il richiamato necessario intervento per il Teatro Stabile e per il Teatro Regio sarà uno degli impegni della prossima variazione di bilancio. Ritengo davvero che la somma dell'anno scorso debba essere recuperata per intero prima della fine dell'anno, anche se mi sento sufficientemente tranquillo per avere attivato anche presso il Ministero con alcuni risultati e con erogazioni più consistenti da parte del Ministero stesso, tutte le iniziative utili a riportare il Piemonte, per quanto attiene il settore dei teatri, al livello di considerazione che al Piemonte deve essere riconosciuto. Anche per il Regio non mi nascondo l'esclusiva esemplarità della nostra proposta di legge. Anche per quanto riguarda il Regio credo di avere avviato delle iniziative di stimolo presso il Ministero, che nel tempo dovrebbero produrre dei risultati. Questo non mi toglie dalla coscienza l'obbligo di recuperare per intero durante l'anno tutto quanto manca per arrivare almeno alla copertura di previsione e di spesa che ha caratterizzato gli anni precedenti. Lo stesso mi pare sia da dirsi per quanto attiene i servizi di lettura. Gli uffici mi hanno assicurato che vi era una possibilità di dilazione nell'erogazione dei contributi che mi ha fatto ritenere possibile un differimento di copertura intera nella spesa per questo settore, ma certamente non dimentico la priorità di una spesa di questo tipo e non dimentico l'impegno di muovermi nella direzione di assicurarne la copertura. Vi è un problema anche di coscienza e di misura che ha caratterizzato il mio comportamento accettando alcuni tagli per la cultura.
Ho fatto presso la Giunta ogni sforzo per avere riconosciuto per intero o quasi, almeno la spesa che si è ritenuta prevedibile, l'intervento per il settore della formazione professionale. E' stata mia ferma volontà quella di non lasciare nessun Assessore che fosse venuto dopo di me nelle condizioni in cui io stesso mi sono trovato, ed ho chiesto ai colleghi di Giunta di non differire la copertura dell'impegno di spesa per la formazione professionale. Il che ha comportato un impegno di qualche decina di miliardi. Ma quando si chiede da una parte in maniera così consistente non si può pretendere in altre. Ho rinunciato nel momento dell'assestamento nella prima variazione di bilancio ad una richiesta che certamente non poteva essere bene accolta dopo la pressione consistente che per il settore della formazione professionale avevo fatto. Questo dico in termini politici molto chiari, sapendo che dichiarazioni di questo tipo possono essere anche facilmente criticate. Finisco ricordando che il contributo per il Galileo Ferraris è un contributo eccezionale che fa fronte ad impegni che non sono stati onorati nel tempo passato e che invece debbono essere onorati. Passata questa eccezionalità il contributo diventerà ordinario o, se non vi saranno le condizioni che ci sono ora potrà anche essere completamente cancellato.
Per il diritto allo studio credo che la collega Sestero possa immaginare la sofferenza che un Assessore impegnato in questo settore prova nei momenti in cui il taglio si fa pesante, ma debbo dire che alla fine ho accettato quello che la situazione particolarmente critica mi imponeva di accettare, non dopo aver fatto una rigorosa comparazione con l'erogazione di fondi che in questo settore caratterizza le altre Regioni. Ed ho ceduto ad una riduzione soltanto nel momento in cui ho visto che la Regione Piemonte è ancora, con gli attuali valori, certamente ai primissimi posti se non al primo posto per quanto alla spesa nel settore del diritto allo studio non universitario. Per il diritto universitario, l'ha già riconosciuto la collega Sestero, si è recuperato tutto quanto serviva per portarci ai livelli dell'anno scorso.
Concludo con queste "benedette" chiese che vengono tanto frequentemente ricordate. Sono 950 milioni, è davvero una spesa irrisoria. Voglio ricordare che il nostro patrimonio artistico è costituito per i 4/5 dagli edifici di culto. Destinare a questo settore 950 milioni credo sia il minimo che la Regione possa fare. Per il resto si è fatto un taglio che non ritengo particolarmente consistente, con l'impegno di mettere il recupero al primo posto del nostro lavoro nei momenti in cui le condizioni finanziarie complessive ce lo consentiranno. Ringrazio comunque la collega Sestero per gli stimoli e per i suggerimenti che implicitamente o esplicitamente ha voluto riservarmi: ne farò tesoro.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROSSA



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Cerco di cogliere qua e là dai diversi appunti che ho raccolto oggi, e prima nella discussione che era intervenuta in Commissione, entro la quale abbiamo anche tentato di chiarire almeno taluni aspetti, che, per quanto mi consta, non ho più sentito riproporre all'interno del dibattito di questa sera, per cui mi viene da pensare che le note giustificative, le ragioni che ho sottoposto ai colleghi che in allora intervenivano erano di per s abbastanza soddisfacenti.
Ringrazio i colleghi Assessori e il Vicepresidente che sono intervenuti prima tentando già di dar delle risposte. Risposte che ritengo illuminanti e che soprattutto hanno alle spalle di coloro i quali sono intervenuti tutta una tensione ed un modo di collocarsi e un servizio reso alla comunità talvolta anche stringendo i denti. Non voglio prenderla da lontano, ma mi è parso anche di registrare che la discussione abbia investito non solo l'una nota di variazione o l'altra, ma abbia toccato i disegni di legge presentati dal settore bilancio: sono sette disegni di legge. Agli interventi fatti sono tentato di dare almeno delle risposte generiche, che investano almeno gli argomenti proposti dai colleghi. Poi evidentemente non compete a me dover dire che alla fine ne nasce, come conseguenza naturale, un unico pacchetto di risposte, perché poi, comunque vadano le cose, le votazioni devono essere fatte per singoli disegni di legge.
La situazione delle Regioni è nota, ci collochiamo tutti con una certa rabbia. Ognuno di noi ha delle giustificazioni per come riesce a far chiudere i bilanci, ma è indubbio che è la situazione generale delle Regioni che è carente, che è di grossa difficoltà.
Senza richiamare o analizzare le singole voci, vorrei dire che rimangono le risposte non date, ad esempio, all'attuazione del DPR n. 616 con le dotazioni finanziarie (il DPR n. 616 è il grande incompiuto della legislazione rivolta alle Regioni); la legge finanziaria che proponemmo come Regione sin dal 1983, quindi in epoca non sospetta; il problema dell'autonomia impositiva e la legge Maccanico di riforma delle autonomie.
Ed ancora, di recente, il 17 gennaio, ricordo tutte le Conferenze dei Presidenti che hanno inviato ai Consigli regionali una serie di note che proponevano ulteriori riflessioni.
Questo argomento mi pare sia stato analizzato dal collega Biazzi condivido in larga parte le cose che ha detto per quanto attiene al collocarsi delle Regioni, ma devo anche dire che è stata la prima volta l'ho ripetuto e lo ripeto - che le Regioni italiane hanno detto di no, in sede consultiva, al bilancio dello Stato.



BIAZZI Guido

Forse se ne sono dimenticate!



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Consigliere Biazzi, seriamente, lasciamo alle polemiche il tempo che trovano.
Ancora il 17 gennaio proponevamo all'attenzione delle Regioni d'Italia tutta una serie di considerazioni che venivano poi trasferite nei confronti, anche piuttosto vivaci, intervenuti con il Governo anche all'interno della Conferenza Stato-Regioni.
Abbiamo constatato che il problema dell'accesso delle Regioni alla Cassa Depositi e Prestiti è rimasto per strada; abbiamo registrato le fibrillazioni intervenute entro il FIO (richiamo solo per voci e non analizzo); abbiamo constatato insieme come il cosiddetto tasso d'inflazione programmato del 4% alla fine restituiva alle Regioni un tasso del 3%, con una sottrazione, che non individuo come atto ma come gesto, di un ulteriore 1%.
Poi c'è stato un trascinarsi di cadute: ad esempio, quello della formazione del comparto artigianale è dato noto a tutti. Quest'anno siamo obbligati a introdurre questo capitolo per la prima volta con una certa robustezza e serietà all'interno del bilancio; sono intervenute altre voci che consentono alle Regioni di incamerare, ad esempio, 1700 miliardi per il settore sanitario e quello inerente le Case protette.
Non tocco gli altri argomenti noti e conosciuti; come ho già in passato riferito, si stringono i denti quando leggiamo che una Regione riesce ad investire qualche decina di miliardi per costituire addirittura una banca ovvero che la Sicilia investe 1.000 miliardi nel Banco di Sicilia, per ricapitalizzarlo e rivitalizzarlo. Questo riferimento forse c'entra poco con il dibattito in corso oggi, ma è certamente un elemento deterrente determinante, direi esplosivo in una visione generale.
Alla conclusione di un mandato, comunque, non è neppure il caso di investire il muro del pianto, poiché i muri - come possiamo vedere cadono anche con facilità.
Per quanto attiene all'interno della Regione Piemonte, ci è stato detto e poi mi avvio con qualche richiamo alla conclusione - che bisogna aver idee chiare, che ci sono state date idee chiare; inoltre, attraverso dibattiti e confronti intervenuti nell'aula sono state evidenziate le cifre in rosso dell'attività regionale.
Risottolineo e richiamo qui come elemento di supporto non alle doglianze, ma alle argomentazioni che talvolta ci costringono a vivere in condizioni veramente grame, che il potere d'acquisto delle somme erogate dal 1983 ad oggi alle Regioni, ha avuto una caduta di circa 600 miliardi perlomeno per quanto attiene la Regione Piemonte.
Devo ancora richiamare poiché non si tratta d'invenzione, ma è sanzionato e scritto nel Piano di sviluppo, che al 1985 quello che è stato definito il "buco" o un vuoto, per chiamarlo in termini non polemici ammontava a qualcosa come 280 miliardi. Eclatante in allora era il caso della formazione professionale, che veniva regolarmente iscritta in bilancio per la metà delle somme che risultavano poi a consuntivo alla fine dell'anno.
Queste cose vanno pur dette, non polemicamente, ma perché è il caso di fare alcune puntualizzazioni. Siamo una Regione più indebitata di altre quando pensiamo che i mutui per finanziare il debito della Regione comportano annualmente la spesa di 129 miliardi, dobbiamo ricordare che nella vicina Lombardia le spese sostenute per questa voce sono di lire zero.
Abbiamo di converso una somma pari a quella della Lombardia per quanto attiene il concorso in annualità di interessi per iniziative di vari enti e altre di carattere regionale. La Lombardia ha la stessa nostra somma, ma ha il doppio del fondo comune: quindi, 900 miliardi la Lombardia contro i 490 del Piemonte.
Da qui il parto di fantasia, lo sforzo costante che ogni volta viene richiesto, che ci mette anche in relativa difficoltà.
Abbiamo avuto anche incidenti di percorso quale quello, certamente non esaltante, allorquando il Governo ci ha rinviato l'assestamento di bilancio del 1989, con osservazioni richiamate in aula che penso abbiano una loro radice di giustezza e razionalità. Comunque, riescono ancora una volta a ridare robustezza di sottolineatura al fatto che le Regioni in Italia oggi sono ridotte sul piano finanziario, almeno quelle a Statuto ordinario, ad essere un catorcio che perde acqua ad ogni curva e in ogni momento. Ecco quindi che si lascia alle fantasie e ai marchingegni più originali di dover dire veramente quello che è accaduto.
Oggi le cifre sono palesi, pare che di sommerso non ci sia più nulla nascono partite che appartengono all'"ortopedia politica", le cosiddette "partite zoppe" che alla fine mettono nella condizione, non violando la legge e le norme di contabilità regionale, di sopravvivere distribuendo equamente le poche risorse disponibili.
Altre Regioni usano marchingegni diversi, ma la verità è che le Regioni inventano, che le Regioni hanno grossi parti di fantasia sotto questi aspetti; accumulano speranze e attese e ogni tanto, attraverso qualche iniziativa, riescono anche a stabilire qualche accumulo di entrate.
Abbiamo presentato una duplice variazione di bilancio (le altre annotazioni non le richiamo così evito di sottrarre tempo ai colleghi).
Tali variazioni sono state apportate ricercando prima d'altro una risposta ai bisogni essenziali sollevati da più parti. Quando, per non entrare in esercizio provvisorio, abbattiamo del 40% complessivamente il bilancio della Regione ci troviamo a stabilire sottrazioni di somme che impediscono di gestire, talvolta, anche l'ordinario.
Ci viene poi addebitato - ho ascoltato gli interventi, talvolta a spezzoni, così come riuscivo che avremmo dovuto presentare una manovra ad ampio respiro quale quella che il collega Assessore al bilancio aveva mandato come messaggio all'esterno, ripresa poi dai giornali.
Il collega Croso è tuttora ricoverato; non possiamo quindi obbligarlo per trasmissione di pensiero, a dare giustificazioni. Dico soltanto che il nostro cammino si rivolge ad un'iniziativa dovuta: quella di consentire la sopravvivenza delle gestioni. Siamo in fine di legislatura e questa sopravvivenza, per altri aspetti, viene garantita con le variazioni di bilancio.
Evidentemente, non vogliamo incappare nel pericolo dal quale siamo rifuggiti in allora, approvando il bilancio con l'escamotage dell'abbattimento meccanico del 40%. Questo perché prevedevamo di dover entrare in una fase di fibrillazione di eventuali esercizi provvisori, che non sapevamo se saremmo riusciti a superare. Ora, con l'operazione intervenuta a fine anno di taluni atteggiamenti di estremo rigore, poi superati con una certa apertura da parte del Governo, avendo davanti due giorni per concludere la legislatura e paventando il pericolo che una nota di variazione non potesse, ad esempio, avere la successiva approvazione del controllo governativo, abbiamo proposto questo intreccio di due note di variazione al bilancio che, a mio avviso, consentono di far fronte alle cose essenziali - le ho annotate, le posso anche richiamare - e quindi superare un eventuale sbarramento che può investirci da altre parti.
Quindi, crescendo talune poste e rimettendo in pristino situazioni che comportavano decisamente il superamento di quelle esistenti, abbiamo cercato anche nella miseria del bilancio di recuperare con uno sforzo di buona volontà, attraverso capitoli di investimento, alcune delle richieste fatte.
Al capitolo 12500, che comprende le spese per leggi, ci ritroviamo 700 milioni di dotazione: significa che siamo in una povertà non francescana ma totale; perlomeno i francescani con la questua qualcosa riuscivano a portare a casa. Noi abbiamo portato a casa, per la verità, qualcosa dagli istituti di credito, per tentar di recuperare Villa Gualino: si tratta di 5 miliardi, non sono entrati tutti, ma qualcosa è stato fatto.
Sono anche state date, però, risposte a talune leggi che nel transitorio sono rimaste scoperte. Ad esempio, la legge sull'informazione e la stessa legge sulla Comunità montana Val Chiusella, che era rimasta per strada.
Ci sono domande su dati che alla fine, magari senza volerlo riequilibrano il bilancio. Abbiamo concluso il 1989 indicendo gare d'asta per l'aerofotogrammetria: si tratta di qualcosa come 12 miliardi, che non sono stati spesi perché bloccati dal Tribunale Amministrativo per diversi ricorsi oggetto di atto un po' persecutorio nei confronti della Regione.
E' intenzione nostra rinegoziare ulteriormente i mutui. L'anno scorso su tale rinegoziazione abbiamo portato a casa una posta non trascurabile e mi auguro che il disegno di legge sulle risorse idriche, che investe Comuni particolarmente toccati dall'atrazina, approvato dalla Commissione Ambiente e Territorio della Camera, quindi con una cospicua entrata anche per la stessa Regione Piemonte, possa essere oggetto di affidamento in tempi brevi, superando anche l'altro ramo del Parlamento.
Abbiamo proposto con il disegno di legge n. 609 talune integrazioni: all'Assessorato all'ambiente 1 miliardo, al turismo circa 3 miliardi, ai parchi circa 3 miliardi, ai trasporti circa 2 miliardi. Un'analisi acuta degli esperti che si trovano in aula potrà evidenziare come sullo stesso disegno di legge n. 609 abbiamo differito l'imputazione di talune voci, per cui dovremo recuperare 22 miliardi attraverso il modo di collocarsi che ho definito prima di "ortopedia politica", ma che rimane uno dei pochi passaggi che potremo tentare di percorrere. Andiamo anche a recuperare circa 11 miliardi per gli enti che svolgono funzioni in materia di diritto allo studio e altri 3 miliardi per il fondo per l'assistenza sociale.
Questo cosa vuol dire? Che non è che ci siamo arrampicati sui vetri per tentare una seconda manovra oltre al precedente abbattimento del 40%.
Abbiamo anche stabilito di impegnare 21 miliardi per le norme di sicurezza, per le aree industriali attrezzate, per gli acquedotti e le fognature, per l'edilizia scolastica ed altro ancora.
Non do altre risposte che, semmai, emergeranno in sede di discussione degli emendamenti.
Ci viene addebitato di non aver affrontato il tema dell'articolo unico per le spese di investimento, proposta ritenuta percorribile. A questo proposito abbiamo ritenuto, forse anche sbagliando, che avremmo forse immagazzinato, lì per lì, una certa somma, ma avremmo poi avuto serie difficoltà in sede operativa perché in grado di spenderla solo attingendo a singole leggi ogni qualvolta avessimo dovuto stabilire questo percorso.
Sul problema degli handicappati direi che il trasferimento di 200 milioni circa è intervenuto per consentire a quest'area di potersi meglio muovere organizzativamente. Stiamo quindi proseguendo nella direzione dell'eliminazione delle barriere architettoniche relative agli edifici pubblici e una serie di lavori investe gli enti locali.
L'Assessorato ha organizzato, sta predisponendo e sta ricevendo progettazioni da parte dei Comuni per poter pervenire ad un Piano che investa globalmente il sistema. Evidentemente le spese saranno quantificabili in prosieguo.
Per quanto attiene il patrimonio di carattere regionale, laddove si progetta, la progettazione nasce con questi recuperi.
Sempre per il settore degli handicap la Regione, solo come partita di giro, fa passare qualche cosa come 1.200 milioni per le barriere architettoniche nel settore privato.
Per le iniziative in corso e per la maturazione delle pratiche intervenute ad oggi nel rapporto con gli enti territoriali (ho ampie relazioni su questo argomento) riteniamo che nel volgere di cinque-sei mesi queste somme non siano spendibili. Questi fondi sono stati quindi passati su capitoli che consentono organizzativamente di strutturare gli uffici, la presenza e i rapporti con gli enti territoriali, in modo che almeno questa prima fase di carattere organizzativo e amministrativo venga superata. In prosieguo sono anche disponibile, al di fuori di questa seduta, a tentare di dare ulteriori risposte.
Per le tasse di circolazione resta aperta la scommessa sulla veridicità delle somme in bilancio; sono altresì convinto che l'assestamento di bilancio possa consentire in prosieguo, superata ulteriormente questa fase certamente non indolore, di arrivare a quegli ulteriori movimenti di approccio, di tamponamento, di sollievo e di sostegno affinché possa concludersi il bilancio del 1990 avendone speso le risorse, avendo immagazzinato qualche altra e soprattutto evitando gesti che alla fine si rivelerebbero insani perché ripercorrerebbero demagogicamente datate soluzioni, senza dare la più giusta risposta alle stesse.



PRESIDENTE

Prima di procedere all'illustrazione degli emendamenti ha chiesto di parlare il Consigliere Biazzi. Ne ha facoltà.



BIAZZI Guido

Con i colleghi si era inteso di sospendere brevemente la seduta alle ore 20; dopo le ampie conclusioni al dibattito tenute dal Presidente della Giunta e gli interventi degli Assessori potremmo sospendere la seduta per un breve intervallo e riprendere subito dopo.



PRESIDENTE

Consigliere Biazzi, sulla legge sono stati presentati sette emendamenti, pertanto prima di sospendere la seduta propongo di procedere alla loro illustrazione.
Ha chiesto ancora di intervenire il Consigliere Biazzi. Ne ha facoltà.



BIAZZI Guido

Signor Presidente, mi permetto ancora di richiamare la sua attenzione su quanto dicevamo prima: per i tempi assai brevi in cui abbiamo avuto a disposizione i diversi documenti di bilancio, non siamo stati in grado di preparare tutti gli emendamenti che intendevamo presentare; non ci sono solo i sette che lei ha. Inoltre, aspettavamo l'intervallo per presentare il corpo organico dei nostri interventi; direi di più: l'affrontare assieme tutti gli emendamenti facilita probabilmente anche il lavoro successivo, in quanto una volta impostate le linee generali, probabilmente si potranno snellire i lavori. Una volta esauriti i sette emendamenti presentati la discussione continuerebbe comunque per gli altri che sono in cantiere sospendere i lavori sarebbe utile per tutti, in particolare per i nostri lavori.



PRESIDENTE

D'accordo, sospendo la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 20, riprende alle ore 21)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Passiamo ad esaminare l'articolato del progetto di legge n. 609.
ART. 1 - Sono stati presentati i seguenti emendamenti.
1) Emendamento presentato dai Consiglieri Amerio, Montefalchesi e Bosio: il capitolo 5050 è incrementato fino a L. 3,5 miliardi.
La parola al Consigliere Bosio.



BOSIO Marco

Nel bilancio dell'anno scorso lo stanziamento era di 2 miliardi e 170 milioni; con l'attuale proposta della Giunta dovrebbe arrivare a 2,5 miliardi. La nostra proposta è di incrementare fino a 3,5 miliardi la voce di spesa di questo capitolo. Le ragioni stanno nella natura e nella caratteristica del fondo straordinario per l'occupazione, ovverossia nella capacità, anche attraverso le risorse, di affrontare i problemi e le questioni (ancora aperte in Piemonte) relative in particolare alla ricollocazione di centinaia e centinaia di lavoratori e lavoratrici.
La nostra proposta nasce dal fatto che la passata applicazione della L.R. del 29/8/1989 non era andata interamente nella giusta direzione.
In questo senso, la proposta è che ci sia, dunque, una variazione a bilancio che porti a 3,5 miliardi lo stanziamento per il capitolo 5050.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sarebbe più giusto - non dico corretto perché è una parola troppo impegnativa - che davanti ad una proposta di emendamento che fa crescere una posta di stanziamento, vi sia in concomitanza anche l'individuazione di un'altra posta dove la somma venga diminuita; e questo non solo per questo emendamento, ma anche per tutti gli altri. Il capitolo 5050 è incrementato fino a 3,5 miliardi.
Vorrei solo ricordare (è un'affermazione di principio per tutti gli emendamenti e non solo per questo) che il fondo straordinario per l'occupazione non è storicamente riconducibile a date che si perdono nella notte dei tempi: è iniziativa che data dal 1989. Quindi nel passato quando c'erano le manifestazioni sin qui ricordate, interventi di questo tipo non esistevano.
Abbiamo già fatto un passo in avanti; l'abbiamo fatto insieme come Regione e non come Giunta, poiché quanto è avvenuto è frutto di un dibattito intervenuto all'interno dell'aula, che ha visto comunque il governo schierato. Sarei dell'avviso di prendere nota dell'aumento di circa 300 milioni (mi dice l'Assessore Cerchio) rispetto a precedenti interventi.
Questa risposta vale anche per gli altri emendamenti; stiamo dosando una manovra complessiva di bilancio come risposta politica ai problemi della comunità, alla luce del quadro generale di disponibilità finanziarie della Regione.
Certamente non riusciamo ad aumentare più di quanto abbiamo fatto. Se sopravvenissero elementi di sconquasso o comunque considerazioni future degne di attenzione in un approccio che interverrà dopo la consultazione elettorale, penso che chi verrà dopo di noi potrà esaminare le possibilità di aumentare o meno questa posta. Ma rispetto al bilancio approvato nel mese di dicembre, questa posta già è aumentata per scelta della Giunta di un 1 miliardo e 198 milioni: non siamo nella condizione di poter accogliere questa istanza.
Vorrei affidarmi alla cortesia dei proponenti affinch contemporaneamente alla proposta di crescita di taluni capitoli individuino anche i capitoli dove devono essere fatte le opportune riduzioni.



BOSIO Marco

Se non sbaglio dovrebbe essere a mani del Presidente un emendamento al disegno di legge n. 609 nel quale tentiamo di indicare il reperimento delle risorse, individuando la possibilità di pescare il complesso dei soldi che con gli emendamenti andiamo richiedendo in via del tutto provvisoria - se mi è consentito dirlo, anche come una tecnica in uso - per risolvere poi questa questione con l'assestamento di bilancio, cioè con la risistemazione, delle situazioni.
E' chiaro che quella che proponiamo dal capitolo 11550 in questo momento è una sottrazione, ma i meccanismi credo possano essere visti a più ampio raggio così come le soluzioni. Questa è l'indicazione.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Nulla si sottrae e nulla si toglie ad una dimensione di bilancio che per certi aspetti, nella voce "formazione professionale" è raccapricciante.
Dobbiamo dire che l'Assessore ha saggiamente pilotato il blocco di una rivolta, ricreando spazi di equilibrio con le poche risorse a disposizione.
Accettando questa proposta faremo due guasti: l'uno nel crescere un capitolo che per il momento può restare quello che è, l'altro apportando nuove ulteriori note di ribellione all'interno della formazione professionale.
Sicuramente lo spirito con il quale proponete le cose è quello giusto ma le curve nelle quali ci troviamo richiedono situazioni diverse: la Giunta non può accogliere la proposta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli, 25 contrari e 2 astensioni.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Amerio, Montefalchesi e Bosio: il capitolo 5055 è incrementato fino a L. 60 milioni.
La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Non intervengo in relazione all'emendamento, ma per chiedere un chiarimento alla Giunta sulla variazione di bilancio n. 1.
Al capitolo 5010 "Contributi ai Comuni e ai Consorzi di enti locali nelle spese per le opere di urbanizzazione primaria di aree destinate ad insediamenti industriali ed artigianali" si propone - se non leggo male una pesante diminuzione di risorse. Chiederei il motivo di tale riduzione perché non riesco a trovarne la giustificazione nella manovra complessiva contenuta nei documenti presentati.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

All'interno degli affidamenti ad ogni singolo Assessorato è intervenuta una serie di arrangiamenti: l'Assessore Nerviani ha riequilibrato determinate poste e così pure l'Assessore Cerchio, tenendo conto dell'abbattimento generale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bosio.



BOSIO Marco

Lo stanziamento previsto dalla Giunta è di 35 milioni, la proposta avanzata dall'emendamento è di portare questo stanziamento a 60 milioni, il riferimento è all'attività di informazione per l'utilizzazione del fondo di cui abbiamo parlato prima.
La questione la possiamo misurare anche in termini spiccioli e valutare la differenza fra 35 e 60, ma il punto è riprendere quanto avevo detto sul capitolo 5050 parlando del Fondo straordinario per l'occupazione. La relativa applicazione non era andata a buon fine, secondo gli intendimenti: per molti aspetti stravolto dall'utilizzo, non solo tendenziale, al fine del proseguimento delle assunzioni a termine, invece di favorire il ricollocamento certo e sicuro di migliaia di lavoratori e lavoratrici, come quelli dell'Indesit, della CEAT e così via che erano e sono "a spasso".
Cosa ne abbiamo dedotto? Ne abbiamo dedotto, tra l'altro, un reale problema concreto e formale di informazione, come condizione reale ed essenziale non solo per i sindacati, ma anche per i lavoratori di conoscere le proprie opportunità. In questo senso è la richiesta di passare dai 35 milioni previsti ai 60. Ripeto: non è questione di lana caprina, anche se paiono somme limitate.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Spiace dover dire "no" (e i milioni non sono neanche 60: sono 25 o 30).
Stiamo trattando l'aspetto dell'informazione che non investe, non rivolta e non stabilisce sconquassi in un disegno più ampio: poiché il capitolo investe semplicemente l'informazione e non l'aggressione al sistema attraverso provvedimenti di risanamento, a me parrebbe che al momento, per questo arco temporale che c'è a disposizione, il capitolo possa essere congruo. Mio malgrado, l'emendamento non può essere accolto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 2).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli e 23 contrari.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Amerio, Montefalchesi e Bosio: il capitolo 5092 è incrementato fino a L. 350 milioni.
La parola al Consigliere Bosio.



BOSIO Marco

Nella proposta della Giunta, rispetto allo stanziamento iniziale si realizza una variazione in diminuzione di 50 milioni. La proposta del nostro emendamento è invece di incrementare fino a 350 milioni lo stanziamento per il capitolo 5092.
Vorrei richiamare, semplicemente e rapidamente, che siamo di fronte alla questione dei contributi alle cooperative per spese generali di avviamento, in riferimento alla legge n. 28 sulle cooperative e in particolare in riferimento alla legge n. 44. Questo è uno dei punti più interessanti e importanti sul piano del disegno di contribuzione per lo sviluppo del sistema cooperativo, ovverossia quello di consentire il punto sotto molti aspetti complesso e difficile dell'avviamento, dell'avvio di strutture di qualsiasi tipo produttivo o di servizio delle cooperative.
Da qui la richiesta nostra non solo di non diminuire lo stanziamento previsto inizialmente, ma di incrementarlo e portarlo a 350 milioni. Le variazioni proposte dalla Giunta segnano costantemente delle diminuzioni: il che, francamente, diventa per molti aspetti contraddittorio, viste tutte le enunciazioni programmatiche, di ipotesi di sviluppo e così via, che si fanno quando si parla genericamente, con l'uso di generiche parole: quando si arriva a cifre e risorse le cose cambiano.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Il mio è forse un ruolo antipatico, ma anche su questo argomento non possiamo convenire. Vorrei richiamare ancora una volta il discorso complessivo: abbiamo una coperta che tirata da una parte scopre un pezzo tirata dall'altra, un altro. Abbiamo comunque voluto verificare all'interno di ogni area assessorile le reali possibilità di arrangiamento alla luce delle disponibilità. Complessivamente l'area assessorile legata al lavoro e all'industria, quindi l'area del collega Cerchio, è cresciuta rispetto al bilancio presentato di 2 miliardi. E questa mi pare cosa non da poco. Inoltre, quanto sottratto qui, 50 milioni, ha per riferimento gli stessi discorsi sulle altre proposte di emendamento: rientra in un processo di compensazione che vede, ad esempio, 80 milioni in più (area di Cerchio) per interventi a favore di extracomunitari e che vede crescere il Fondo straordinario per l'occupazione (rispetto al bilancio presentato in dicembre) di circa 1 miliardo e 200 milioni. Complessivamente, quindi, si è tentato di dare risposte calmieratrici o compensanti viste in un quadro di reale difficoltà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Sull'emendamento e su quanto diceva il Presidente nello specifico abbiamo presentato altri emendamenti con i quali tentiamo di rintracciare delle risorse: anche se la coperta è stretta, alcune sono servite a comperare tante altre coperte. Per esempio, una di quelle proposte cui facciamo riferimento, e che può rappresentare il "pendant" della proposta fatta dal compagno Bosio, riguarda il capitolo 5840, per il quale nel bilancio originario erano stanziati 418 milioni per lo sgombero neve. E' evidente che fino all'autunno prossimo questi soldi non saranno utilizzati.
La Giunta, se non ho letto male, ha già ridotto questo capitolo da 418 a 202 milioni. C'è ancora la possibilità, con queste risorse, di finanziare i 100 milioni proposti per un intervento che la Giunta stessa riconosce serio. Questo è solo un piccolo esempio, ma nel bilancio ce ne sono parecchi altri di come si possono recuperare risorse per obiettivi che solo la Regione può affrontare e risolvere. Uno degli obiettivi è quello che fa capo agli emendamenti organici proposti; sono sette emendamenti, con la stessa finalità: intervenire nel settore dell'occupazione, un'area ancora d'emergenza per la Regione Piemonte. Ecco perché insistiamo nel dire che è possibile finalizzare meglio le nostre risorse e, pian piano, vedo che riusciamo a dimostrare che questo è possibile. Speriamo che la Giunta ci rifletta ancora un momento.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Sarebbe come dire che da un'altra parte stiamo recuperando un miliardo per danni dovuti alla mancanza di innevamento. Il problema esiste, però mi si spiega, sotto il profilo tecnico-contabile, che non c'è di fatto una variazione di sostanza, è una ricomposizione del debito in conto interesse verificata contabilmente dagli uffici.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 3).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli, 23 contrari e 2 astensioni.
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Amerio, Montefalchesi e Bosio: il capitolo 5096 è incrementato fino a L. 100 milioni.
La parola al Consigliere Bosio.



BOSIO Marco

Proponiamo, a fronte della scelta della Giunta di diminuzione rispetto alla previsione iniziale, di incrementare fino a L. 100 milioni. Si tratta di garantire e con un minimo di dotazione reale attraverso Finpiemonte l'accesso al credito da parte delle aziende cooperative e ad un credito a breve e a medio termine come supporto alla fase di avvio di una qualsiasi struttura cooperativa.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Il mio atteggiamento non può che essere abbastanza antipatico, più verso noi stessi che verso l'aula: quando una Regione è obbligata a dialogare e a trattare circa la possibilità di ricolmare 20 milioni non si può che essere in uno spazio di grande tristezza. L'Assessore Cerchio, e chi per esso, potrà attivarsi nei prossimi mesi tentando di spendere quel poco che gli è stato affidato; dopodiché, se emergessero esigenze del tutto particolari, le cose possono anche essere riviste. Per ora, nostro malgrado, il nostro voto sarà contrario.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 4).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 9 voti favorevoli e 23 contrari.
5) Emendamento presentato dai Consiglieri Amerio, Montefalchesi e Bosio: il capitolo 5098 è incrementato fino a L. 2,5 miliardi.
La parola al Consigliere Bosio.



BOSIO Marco

Se non vado errando lo stanziamento del bilancio precedente era di 2 miliardi e 272 milioni. La Giunta prevede in via definitiva per questo esercizio L. 1 miliardo e 750 milioni, mentre la nostra proposta prevede la cifra di L. 2 miliardi e 500 milioni. Si tratta di tentare di rilanciare in termini di risorse l'iniziativa delle Province, Consorzi, Comuni, Comunità montane, ecc., per quanto attiene l'impiego temporaneo e straordinario di lavoratori disoccupati in cantieri di lavoro. Si tratta di selezionare attraverso alcuni criteri e principi i punti sui quali compiere investimenti e scelte prioritarie reali nel bilancio ed attraverso il bilancio. Vorrei richiamare una questione: gli indicatori che cominciano ad apparire in questi primi mesi del 1990 sugli andamenti occupazionali del 1989 segnano ormai con certezza un decremento dell'1% dell'occupazione nell'industria, il quale ovviamente è differenziato nelle varie aree, ma riguarda in parte anche il Piemonte. E' chiaro che non è un dato al quale richiamarci direttamente per l'ipotesi in discussione, è semplicemente la necessità di tenere aperta la possibilità di impiego temporaneo e straordinario per lavoratori disoccupati in cantieri di lavoro; è un capitolo di spesa, un titolo, un ordine di priorità che ancora esiste.
La richiesta di aumento dello stanziamento nasce dal tentativo di avvicinare alla potenziale realtà di intervento le risorse che la Regione dovrebbe destinare.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 5).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli e 26 contrari.
6) Emendamento presentato dai Consiglieri Amerio, Montefalchesi e Bosio: il capitolo 5100 è incrementato fino a L. 50 milioni.
La parola al Consigliere Bosio.



BOSIO Marco

La proposta della Giunta è di L. 20 milioni, mentre noi proponiamo di portare lo stanziamento a 50 milioni. Il titolo è abbastanza importante e decisivo perché si tratta di tentare di rendere praticabile nel concreto una reale forma di costruzione di servizi di assistenza alla struttura e alla strumentazione delle cooperative. Prescindendo dalla natura della quantità della cifra, sia quella proposta dalla Giunta sia quella proposta nell'emendamento, si tratta di vedere se tracciamo un indirizzo in una certa direzione, con una sua razionalità (sostenere la partenza della struttura cooperativa), per i servizi di assistenza alla struttura e alla strumentazione delle cooperative oppure se semplicemente teniamo dei capitoli di spesa tanto per dire che, comunque, qualcosa c'è. Da qui la richiesta dei 50 milioni in merito a questo capitolo.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

La somma stanziata nel bilancio 1990 era stata ridotta del 40% rispetto a quella prevista nel bilancio 1989. Con l'impinguamento che viene stabilito con la nota di variazione di 14 milioni raddoppiamo lo stanziamento dell'anno precedente. Di più non possiamo fare.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 6).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 7 voti favorevoli, 23 contrari e 2 astensioni.
7) Emendamento presentato dai Consiglieri Amerio, Biazzi e Bosio: il capitolo 11550 delle parti di previsione della spesa è diminuito da L. 65.358.500.000 a L. 63.463.500.000.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli e 24 contrari.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 1 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 9 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 9 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame progetto di legge n. 611: "Seconda legge di variazione alla L.R. 29/1/1990, n. 4 'Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1990'"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 8) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 611.
La relazione del Consigliere Santoni viene data per letta.
La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Mi pare opportuna la decisione della Presidenza di seguire la successione logica, passando, dopo la prima nota di variazione, alla seconda. Comunque chiederei alla cortesia della Giunta il Presidente, per ragioni di forza maggiore ha dovuto assumere l'incarico ad interim di Assessore al bilancio - di chiarire la diversa portata dei due provvedimenti che altrimenti risultano un po' oscuri. Il Presidente ha anticipato qualche cosa nella sua replica, ma credo che sarebbe utile, per il Consiglio regionale, capire le motivazioni che hanno indotto la Giunta a presentare, nello stesso periodo, due note diverse di variazione allo stesso documento di bilancio. Ringrazio il Presidente in anticipo.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Precedentemente avevo svolto un intervento generale che mi era stato anche rimproverato da qualche collega perché troppo lungo, e forse aveva anche ragione. Scottati dall'acqua calda, avevamo timore di quella che calda non è; quindi abbiamo, di fatto, ipotizzato due passaggi tra i quali un intreccio che nella sostanza consentirebbe di rimediare (davanti ad una presa di posizione di estremo rigore impensabile forse di questi tempi ma ripeto, ne abbiamo già sperimentato taluni effetti quando è stato rinviato l'assestamento), senza rischi, ai gravi, impegnativi ed indifferibili problemi che attengono al funzionamento dell'istituzione; quindi, la certezza che con questo provvedimento taluni adempimenti, tra l'altro in scadenza, possano essere rispettati e coperti attraverso questo provvedimento che di fatto diverrebbe meno rischioso dell'altro. Questo non è un "escamotage", un atteggiamento tattico, ma contestualmente alle risposte in negativo che sono stato obbligato a dare alle proposte di emendamento di estrema tenuità come dimensione, immiserisce ulteriormente il collocarsi delle Regioni nel dialogo e nel confronto con lo Stato centrale. Dal momento che nella Giunta c'è senso di responsabilità - e questa è stata una felice intuizione dell'Assessore Croso attraverso questo passaggio, che non può che essere sanzionato dal visto del Governo, daremo certezza di superamento agli impegni che sotto ogni aspetto bussano alle porte sia per la conclusione della legislatura sia per la prosecuzione della Giunta in regime di prorogatio fino alla nuova. Questa è la risposta più impegnativa. Le entrate sono state iscritte in seguito agli aumenti della tassa di circolazione (circa 33 miliardi), complessivamente l'aumento della tassa di circolazione è di circa 36 miliardi di cui 3 utilizzati nella prima legge di variazione. Questa entrata fa fronte alle immediate esigenze per il funzionamento del Consiglio e della Giunta, anche in chiave relativamente contenuta; aumenta gli stanziamenti di un miliardo rispettivamente per l'IRES e per l'ESAP; stabilisce un adeguamento di un miliardo e mezzo per il Centro di calcolo; finanzia le spese obbligatorie per annualità. Sono state poi introdotte le variazioni previste per i capitoli vincolati, agricoltura, edilizia; inoltre in questa seconda legge di variazione abbiamo iscritto gli 8 miliardi per gli apprendisti artigiani con la più viva speranza che il confronto che interviene davanti alla Corte Costituzionale possa rimediarci il momento di sbando dovuto anche all'appesantimento del bilancio attraverso questa voce.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

I due emendamenti presentati dal nostro Gruppo hanno un significato molto preciso; chiedo pertanto alla Giunta di prestare un minimo di attenzione su questo punto.
Nel bilancio cosiddetto tecnico presentato a fine anno 1989 era rimasta aperta la situazione degli enti strumentali. Quando vennero presentati i due disegni di legge di variazione da parte della Giunta nelle settimane scorse, ci attendevamo - credo non solo noi, ma anche gli amministratori dal Consiglio regionale designati ad amministrare gli enti strumentali della Regione Piemonte - che si risolvesse il problema di questi enti (mi riferisco in particolare all'IRES, all'ESAP e al CSI Piemonte).
Pur considerando la variazione di bilancio proposta oggi dalla Giunta rispetto al bilancio preventivo 1989 abbiamo questi dati: per l'IRES una previsione in difetto di 520 milioni, questa è la distanza fra quanto era stato previsto nel bilancio 1989 - visto che non abbiamo purtroppo il consuntivo del 1989 - e quanto è invece previsto per l'esercizio in corso variazione compresa. Per quanto riguarda l'ESAP si registrano in meno 406 milioni; per il CSI Piemonte, sommando tre capitoli di bilancio (quello relativo al contributo annuale e al funzionamento, quello relativo all'attività di gestione nel campo dell'elaborazione dati da parte della Regione e quello relativo all'attivazione di nuovi progetti sempre nel campo dell'elaborazione dati), si ha una riduzione rispetto al bilancio 1989 di 4 miliardi e 484 milioni.
Complessivamente, questi tre enti strumentali hanno minore disponibilità per le loro attività, o sotto forma di contributo fisso annuale al funzionamento o sotto forma di fondi che la Regione destina a questi enti per attività di gestione o di sviluppo di nuove iniziative, che ammonta a 5 miliardi e 410 milioni. Personalmente, ho avuto modo di partecipare alla consultazione svoltasi nei giorni scorsi - prima che la I Commissione esaminasse i disegni di legge di variazione del bilancio - alla quale hanno partecipato gli amministratori di questi enti, ed ho avuto modo di sentire i problemi che deficit di oltre 5 miliardi creerà, fin dai prossimi mesi, per l'attività di questi enti.
Per farla breve, Presidente, il senso dell'emendamento presentato è di cercare di risolvere questo problema, cercare cioè di ripristinare perlomeno il livello del preventivo 1989 cercando di recuperare risorse come si dice spesso - nelle pieghe del bilancio. Non mi dilungo sull'emendamento che prevede aumenti di spesa nei capitoli relativi a questi tre enti strumentali: in sostanza il nostro emendamento tende a ripristinare nel bilancio 1990 la situazione del bilancio 1989, pertanto senza riduzioni.
Per quel che riguarda, invece, come ricavare questi fondi, abbiamo individuato a mo' di esempio nel nostro emendamento cinque capitoli di bilancio. Come i colleghi ricordano, quando si discusse il cosiddetto bilancio tecnico a fine dicembre 1989, noi presentammo (anche se nell'imminenza del santo Natale, quindi in un Consiglio che aveva forse troppa fretta per esaminare il bilancio dell'Ente Regione) numerosi emendamenti, che individuavano nelle pieghe del bilancio diverse possibilità di risparmio, da accumulare ed impiegare in modo forse più sensato, nonché da destinare a scelte che non era il caso di assumere in quel momento, con quella fretta. Ebbene, abbiamo verificato adesso, anche dopo la proposta di variazione di bilancio, la nostra impostazione di allora e abbiamo individuato una possibilità di recupero di qualcosa come 47 miliardi e 188 milioni. Per gli enti strumentali ci siamo limitati a scegliere cinque capitoli particolari, per un'operazione che riguarda soltanto 5 miliardi e 410 milioni. Questi capitoli sono: il n. 5840, relativo allo sgombero neve, già citato come possibilità di risparmio, date le caratteristiche di questo particolare inverno il n. 7260, capitolo molto importante e sul quale varrebbe la pena spendere con una certa celerità, ma che ha purtroppo il guaio di presentare come residuo degli anni precedenti 4,5 miliardi. Ciò nonostante, si continua ad impegnarvi fondi mentre non si riesce a spenderli: tanto varrebbe soprassedere dall'impegnare nuovi fondi e destinarli a cose più urgenti il n. 8556, che prevede contributi per l'offerta turistica. Anche qui abbiamo un residuo passivo di 3 miliardi; è evidente, anche in questo caso un meccanismo di spesa che non funziona; tanto vale allora spendere il denaro e garantire il funzionamento degli enti strumentali il n. 9175, che riguarda una questione molto importante (studi per l'ambiente); anche in questo caso abbiamo un fortissimo residuo, più del doppio della cifra complessiva. Chiaramente anche qui si può risparmiare il n. 9300, che riguarda interventi in generale legati a calamità che presenta un residuo di ben 10 miliardi e sul quale ci limitiamo ad una riduzione di 48 milioni, per emergenze eventuali, legate anche a problemi di incendi e siccità che non solo hanno già colpito, ma che purtroppo potrebbero ancora colpire la nostra regione nei prossimi mesi.
Concludo il mio intervento invitando la Giunta a valutare seriamente il problema. Ci pare di aver fatto una proposta che non esito a definire di governo, perché il problema di far funzionare gli enti strumentali, che noi stessi abbiamo costituito negli anni scorsi e che servono al funzionamento della Regione Piemonte, è problema che un governo degno di questo nome si deve porre. Non si può lasciare questi enti nella condizione, da settembre od ottobre di quest'anno, di non sapere come fare a far quadrare i conti.
Questi conti possono quadrare già adesso, utilizzando eventualmente le proposte che noi abbiamo fatto; se la Giunta ritiene utilizzabili altri capitoli di riduzione lo faccia: non siamo perfetti e non abbiamo gli strumenti della Giunta al fine di individuare le voci migliori da usare del bilancio per operazioni di questo tipo, ma la nostra ci sembra una proposta di governo con la quale la Giunta dovrebbe confrontarsi seriamente.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Prendo atto del richiamo alla serietà di governo del collega Monticelli; noi ci sforziamo di essere seri, magari non vi riusciamo, ma lo sforzo c'è e consiste nel tentare di valutare le molteplici difficoltà in una visione che vada oltre l'immediato, per cercare di capire talune ragioni della sopravvivenza di questi enti, del rafforzamento di taluni di essi, ed altre riflessioni che possono sorgere lungo il percorso di una gestione. Quando siamo entrati nel palazzo, ad esempio, il CSI Piemonte aveva in allora impegni per circa 10 miliardi, annualmente erogati dalla Giunta regionale. Quest'anno abbiamo ricondotto le cose entro spazi ancora robusti, ma nei quattro o cinque anni che ci stanno alle spalle abbiamo toccato punte di intervento addirittura di 18 miliardi; quindi, quasi raddoppiando gli stanziamenti originari. Questo ci ha messi nella condizione di far constatare a chi paventava pericoli sulla sopravvivenza o meno di questo Centro di calcolo, ancora di recente coinvolto nella rete telematica e nella legge del supercalcolatore e in molte altre iniziative ancora, che questi pericoli sono stati fugati e che i timori e gli allarmi non erano per niente giustificati. Senza contare nei diversi interventi l'ampiezza degli affidamenti che talvolta si riesce ad affidare nell'ambito di spesa della sanità al CSI Piemonte.
Il discorso di fondo ci dovrebbe portare a riflettere se questi enti sorti in un determinato momento storico, abbiano ragione di proseguire un certo tipo di attività ovvero se la debbano proseguire rinverdendo il modo di collocarsi o, addirittura, se cammin facendo non abbiano esaurito le motivazioni che in altri momenti avevano determinato la loro creazione e il loro formarsi. Abbiamo l'IRES, l'ESAP, il CSI Piemonte, l'IPLA, la Consusa la STEF, la Promark, la Finpiemonte e lo stesso SITO, cui siamo soci di maggioranza I problemi non sono da poco, sol che si pensi, ad esempio, che talune ricapitalizzazioni - cito il caso della SAGAT, della quale abbiamo una quota di partecipazione - comporterebbero interventi per 2 miliardi e più solo in questa fase; inoltre ognuno di questi enti di volta in volta talvolta zoppicante, talvolta no, crea problemi ai quali cerchiamo di dare risposte.
L'Assessore Croso ha affidato all'ORGA (società di gestione e di verifica di contabilità) l'incarico di una verifica. E' pervenuta una prima parte di questo studio, con un approfondimento dei motivi che hanno costretto questa Regione, con una serie di presenze, talune delle quali talvolta anche appesantite dal corso delle cose, a dover intervenire per bloccare l'arresto di una caduta al di sotto dei 200 milioni, oltre i quali sarebbe stata chiamata a conferire la contabilità in Tribunale. La Regione ancora di recente ha messo in cantiere altre iniziative al fine di verificare dove non solo la ragione di Stato o di Regione, ma le esigenze della comunità possano comportare non tanto la sopravvivenza quanto l'affinamento di un certo tipo di presenza.
Vi sono taluni enti strumentali o società di partecipazione che su sollecitazione nostra da anni si sono poste nella condizione di non dover attingere alla Regione fondi non solo per sopravvivere, ma anche per crescere. Non faccio nomi, non do indicazioni precise, ma è una realtà concreta.
L'ESAP nella buona e nella cattiva sorte è stata commissariata; attorno a questo tipo di presenza è in corso un'approfondita verifica delle motivazioni che hanno condotto a determinati blocchi nonché a determinate cadute. E' stata effettuata una verifica delle convenienze di carattere economico; in questi giorni è stata fatta a livello commissariale una limatura di talune spese di gestione e alla fine è pacifico che non potremo lasciare andare a ramengo o fallire questa presenza che vede la Regione largamente in maggioranza. E' evidente (non riguarda tanto noi, ma chi verrà dopo, avendo noi di recente individuato e quindi riaffidato per la propria gestione talune somme di recupero all'ESAP) che se dovessero mancare delle risorse chi ha responsabilità di governo non potrà che approfondire anche questo discorso. Per il momento l'ESAP, che si trova in gestione commissariale, è nella condizione di poter sopravvivere ancora per congruo tempo, anche nell'attesa che si possa verificare la congruità della gestione delle risorse affidate.
Per l'IRES manca, nella sostanza, qualche cosa come 520 milioni.
L'IRES, da dati che avevo sottomano è in questa condizione. Noi abbiamo ipotizzato di poter recuperare attraverso il conferimento di incarichi queste poste mancanti. Comunque all'IRES è stata accresciuta una presenza di un miliardo rispetto al bilancio preventivo. Vorrei che i colleghi considerassero questo aspetto. Ne mancano 500, ma abbiamo dato un miliardo in più. Raggiungiamo i risultati poco per volta, anche perché (analizzeremo anche la voce dalla quale dite dovremmo attingere) ci si accorgerà che alla fine il denaro non lo si inventa. Ci si rimprovera di avere forzato la mano e poi ci si mette nella condizione, perché quei capitoli ai quali ci avete detto di riferirci non sono molto percorribili, di dovervi porre rimedio. Quindi, a nostro avviso, l'IRES e l'ESAP hanno avuto delle integrazioni.
Il capitolo del CSI è integrato di 2 miliardi e 820 milioni; attraverso un certo tipo di manovra cercheremo - e questo dimostra che stiamo affinando le armi per capire come si spenda il denaro - di sottrarre parti di interventi per quello che è definito in termini classici letterali lo "sviluppo" per traslarli alla voce "gestione" e quindi dare un'ulteriore nota per la sopravvivenza del consorzio. In più mi parrebbe che l'IRES sia integrato ancora di altri 1.584 milioni. Rispetto alla collocazione di appena due mesi fa, sono stati quindi inventati, trovati, ricercati dei quattrini che ci mettono nella condizione di dare del respiro.
Avete citato delle poste da cui attingere denaro. Il capitolo 5840 è quello analizzato prima; è un capitolo che non consente il discorso della riduzione, perché, è stato detto, tecnicamente rappresenta una posta traslata dagli anni precedenti e contabilmente individuata nella somma allocata in bilancio. L'ipotizzare, con l'aria che tira, di ridurre di 3 miliardi la somma degli acquedotti e delle fognature può essere l'espressione della volontà di rimediare quattrini in un'area che dallo stesso Assessorato richiede di essere ingigantita e quanto meno raddoppiata. Se i quattrini li spende male o non li sa spendere non vuol dire che non ci siano progettazioni e affidamenti. Ma anche altre poste non vengono spese e ci sono cantieri aperti da tempo. Assieme potremmo assumerci l'impegno, voi come controllo e noi come governo, di verificare se queste somme vengono spese, ma ipotizzare di ridurre questa voce mi parrebbe decisamente non fattibile, visto anche che in talune zone, per la siccità, su quattro pozzi, ad esempio, ce n'è solo più uno che pesca (e pesca sabbia).
Il capitolo 8556 non è riducibile perché lo stesso è dato da impegni assunti con legge regionale che prevedeva interventi nel 1988 e nel 1989.
I pagamenti del 1989 sono slittati sull'anno 1990, ma sono somme comunque impegnate e certamente non catturabili per queste esigenze; non so come possiamo ipotizzare di ridurre il capitolo 9175 quando non più tardi dell'anno scorso abbiamo approvato una legge per farlo vivere. Ridurre di 48 milioni il capitolo del pronto intervento significa, rispetto alle dotazioni in bilancio della passata legislatura, ridurlo della metà. Di fronte alle pressanti richieste della popolazione di questi tempi interverremo sugli incendi attraverso capitoli che si rifanno a leggi statali per l'agricoltura. Per quelli che si rifanno alla legislazione e alle competenze nostre, dobbiamo tentare di fare fronte con mezzi nostri per cui nei prossimi giorni la Giunta si riunirà per una minima risposta al problema. Ritengo, con distacco ma con serenità totale, che le poste individuate dalle quali poter attingere quattrini siano pozzi privi d'acqua che non possano alimentare la sete ed il bisogno di risorse; sulle altre mi è parso di avere individuato e conferito notizie ed elementi all'assemblea.
Il cammino intrapreso ha visto in crescita una grossa maturazione che, a mio avviso, responsabilmente, laddove ricorressero veramente le esigenze non potrà che essere sanzionata e ricolmata da chi sarà chiamato a gestire la Regione: dal Parlamento al Governo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la dichiarazione di voto è relativa alle osservazioni che ha svolto il Presidente Beltrami a sostegno di una scelta dalla quale, come forza di opposizione, vogliamo distinguerci nel modo più netto. Gli argomenti con i quali il Presidente Beltrami ha sostenuto le scelte che ha compiuto, argomenti tesi a guardare con distacco al problema degli enti strumentali, a guardare con serenità ad una situazione di difficoltà finanziaria, non li condividiamo, per il fatto che nel momento in cui le risorse vengono a mancare riteniamo che la politica del governo debba diventare più forte e non più debole. A me pare dal suo intervento che, anche come coordinatore della Giunta, ci sia stato il tentativo di tenere le cose insieme attraverso un'attenuazione delle scelte. Un'attenuazione dei conflitti per contentare un po' tutti, ma perdendo di vista alcuni punti nodali dell'iniziativa della Regione. Tra i punti nodali dell'attività regionale ci sono gli enti strumentali e direi che tra gli enti strumentali l'IRES è un Istituto che va privilegiato in modo chiaro e netto. Non sono soddisfatto da queste scelte, altre potevano essere fatte se la logica politica di governo avesse risposto a chiarezza di scelte di priorità. Sull'IRES il nostro Gruppo è intervenuto più volte non spendo molte parole per dire che è l'ente strumentale fondamentale per l'attività di programmazione di pianificazione della Regione. Tra l'altro l'IRES è un ente che anche in occasione del bilancio preventivo ha dimostrato di disporre di risorse interne capaci di individuare modi nuovi di porsi nei confronti della Regione. Abbiamo avuto un interlocutore che è stato strumento attivo per individuare strade nuove nei confronti della Regione.
Parlo dell'innovazione che elimina la differenza tra attività ordinarie e straordinarie, parlo della sensibilità con la quale l'IRES ha accettato le nostre indicazioni, le nuove ricerche sul sistema degli armamenti, la ricerca che aveva proposto il collega Brizio sui finanziamenti pubblici e in ultimo la ricerca, che sosteniamo ancora, di verifica degli effetti delle politiche, per capire le scelte politiche quali effetti hanno sul sociale. Ci troviamo di fronte ad un ente strumentale che è più vivo che mai. Dal nostro punto di vista è più vivo di questo governo regionale.
Per questo motivo ritengo che fra tutte le cosiddette "pieghe" del bilancio, una scelta politica netta a favore del sostegno finanziario dell'IRES sia una scelta doverosa da compiere. Non ci dica, signor Presidente, che questo non è possibile. Questo non è stato fatto per mancanza di convinzione da parte della Regione Piemonte di assumere l'IRES come priorità fondamentale.
Le ricordo, signor Presidente qualche cifra sui residui passivi accumulati. Ci sono capitoli di bilancio, ad esempio il 9142 del catasto dei rifiuti, il 9147 sulla raccolta differenziata rifiuti, l'8880 sugli indennizzi agli agricoltori, in cui i residui passivi sono del 100%. Se facessimo la somma dei residui passivi sarebbe difficile, signor Presidente, affermare che le condizioni finanziarie hanno impedito di compiere una tale scelta.
In realtà la scelta è stata impedita dalla povertà di determinare una politica. La invitiamo, per quanto è possibile, a riflettere sul fatto che l'IRES non può essere abbandonata a se stessa, ma va sostenuta con una scelta chiara e netta: 500 milioni si possono trovare. Diamo fiducia a ricercatori che danno, anche in un momento di difficoltà e debolezza del ruolo regionale, una grossa mano per governare.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo passare all'esame degli emendamenti.
1) Emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Monticelli e Biazzi: il capitolo 1300 è integrato di L. 520 milioni il capitolo 1350 è integrato di L. 406 milioni il capitolo 2170 è integrato di L. 2.820 milioni il capitolo 1400 è integrato di L. 80 milioni il capitolo 2180 è integrato di L. 1.584 milioni.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Monticelli e Biazzi: il capitolo 5840 è ridotto di L. 202 milioni il capitolo 7260 è ridotto di L. 3.000 milioni il capitolo 8556 è ridotto di L. 1.500 milioni il capitolo 9175 è ridotto da L. 660 milioni a zero lire il capitolo 9300 è ridotto di L. 48 milioni.
Pongo in votazione l'emendamento n. 1).
Chi è favorevole e pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli e 23 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento n. 2).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli e 23 contrari.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Guasso, Gallarini e Fracchia: Tabella 1) allegata al progetto di legge n. 611: "Seconda legge di variazione alla L.R. 29/1/1990, n. 4 'Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1990'".
La variazione allo stanziamento del capitolo 30 dell'area Organizzazione istituzionale e decentramento, parte uscite della Tabella 1) allegata al progetto di legge n. 611: "Seconda legge di variazione alla L.R. 29/1/1990 n. 4 'Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1990'" è di L.
1.900.000.000 anziché di L. 1.400.000.000.
La parola al Consigliere Guasso.



GUASSO Nazzareno

Mi è stato anticipato che l'emendamento verrà respinto dalla Giunta desidero comunque illustrarlo.
Credo sia la prima volta in vent'anni di storia di questo Consiglio che un Ufficio di Presidenza si vede costretto a portare in aula un emendamento sul suo bilancio: non è mai capitato. Ho il ricordo di dieci anni di legislatura, ma anche per gli altri dieci mi è stato testimoniato che questo non è mai avvenuto.
Noi dell'Ufficio di Presidenza non possiamo partecipare alla discussione della Giunta sulla "spartingaia" del bilancio, o, usando un termine migliore, sulla costruzione del bilancio, in cui ogni Assessore "chiede, toglie, mette". Noi dobbiamo attenerci al Regolamento per l'autonomia funzionale e contabile del Consiglio regionale in attuazione della legge 6/12/1973 n. 853, laddove si dice: "l'Ufficio di Presidenza determina il fabbisogno annuale delle spese correnti per il funzionamento del Consiglio e dei relativi uffici": punto e basta. E la Giunta esegue.
Per la prima volta non diamo un parere come sulle altre leggi, per cui il Vicepresidente propone, dà il proprio parere e la Giunta provvede alle relative delibere. No, in questo caso si tratta di una legge regionale: per questo non è mai capitato nella storia di questa Regione un fatto di tale natura, che pare persino un po' illegittimo.
Dico questo perché la riduzione o il non accoglimento delle richieste dell'Ufficio di Presidenza sono relativi alle spese di funzionamento del Consiglio, e non alle spese di iniziativa politica. La riduzione, infatti avviene sul capitolo 30; coloro che conoscono il bilancio sanno che tale capitolo costituisce, assieme - se non vado errato - ai capitoli 10 e 50 le tre poste di funzionamento del Consiglio.
E' pur vero che avevamo persino dimenticato di inserirvi le liquidazioni dei Consiglieri; queste, almeno nell'assestamento di bilancio ci sono, ma ci si era totalmente dimenticati che a fine legislatura occorre dare gli assegni di buona uscita a coloro che non si ripresentano o che non vengono rieletti.
La riduzione di cui dicevo prima, non di poco conto, ammonta a 513 milioni. Questo, in un bilancio dove sui capitoli 20, 40 e in particolare sul 60 - capitoli dell'iniziativa del Consiglio - l'Ufficio di Presidenza ha accettato un taglio di 527 milioni e 300 mila lire: si è quindi autoinserito in quel processo di rigore che da due ore il Presidente della Giunta sostiene, per cui "non possiamo toccare qui, dobbiamo ridurre là".
Questo taglio, per la parte che riguarda l'iniziativa politica del Consiglio, era già stata accettata.
Il taglio sul capitolo 30 - non so cosa farà lei fra due mesi, signor Presidente del Consiglio, ma qualcuno tornerà a presiedere questo Consiglio e a farlo funzionare - corrisponde ad una riduzione nei confronti dell'anno 1989 del 15,8%; credo che la riduzione generale del bilancio non sia del 16%: è impossibile capire.
L'emendamento che presentiamo non è altro che la richiesta di ripristinare queste cifre; naturalmente senza indicare "dove, come e quando" poiché i componenti l'Ufficio di Presidenza questa possibilità non ce l'hanno. La legge regionale, che la Giunta ha l'obbligo di rispettare ci dà unicamente la facoltà di indicare i fabbisogni relativi al funzionamento del Consiglio.
Queste sono le motivazioni alla base dell'emendamento; e a me rincresce, proprio alla fine della mia presenza qui, dover come portavoce dell'Ufficio di Presidenza, riportare una questione così delicata.
Chiedo quindi al Consiglio e alla Giunta che l'emendamento sia accolto.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Capisco la venatura di commozione che ha investito il collega Guasso non appartengo all'area dei sadici o dei crudeli, né sottraggo al Consiglio dignità o altre cose.
Se il riconoscimento costante della dignità del Consiglio fosse stato disatteso da chi ha responsabilità di governo, e quindi dalla Giunta io sono di passaggio così come gli altri colleghi potremmo emendare anche pubblicamente, ma mi pare che da parte nostra non sia mai avvenuto. A mio avviso, non dobbiamo cercare di confondere le cose, non che Guasso l'abbia fatto. Ascoltando però il collega nel suo moto spontaneo e sofferto di critica all'atteggiamento della Giunta, si potrebbe essere portati a pensare che la stessa, dopo vent'anni, abbia stabilito questa mutilazione nei confronti del Consiglio regionale.
In realtà non abbiamo mai, in questi cinque anni, lesinato investimenti anche solo per quanto atteneva eventuali spese per la risistemazione dell'immobile. Infatti, è stata spesa qui, a Palazzo Lascaris, una cifra che ha comportato una rilevante dimensione di spesa, cosa non fatta per altre sedi che ospitano il governo regionale. Ritenevamo, infatti, che questo fabbricato, gioiello della comunità, avesse i titoli per crescere anche in dignità esteriore. Questo, quando non affrontavamo spese per altri palazzi, con le conseguenti rivolte interne.
Il riconoscimento della dignità del Consiglio c'è ed è totale.
Pur in un periodo di difficoltà non di poco conto, avendo graduato - e l'abbiamo dimostrato nei diversi passaggi dal bilancio preventivo ad oggi il recupero di talune posizioni, visti determinati risultati, e alla luce dell'esperienza e di talune verifiche, chiediamo al Consiglio di compartecipare ad un processo di recupero della finanza regionale, senza che questo comporti, nella volata finale, penalizzazioni al Consiglio stesso.
Rispetto al bilancio di previsione abbiamo ricaricato di un miliardo e mezzo il capitolo 10, che comprende le indennità di fine mandato riconferendo lo stanziamento iniziale.
Inoltre, abbiamo recuperato altri 200 milioni per il funzionamento dei Gruppi sul capitolo 50.
Ora, la Giunta, per la stessa voce - non sto stabilendo confronti è sottostimata rispetto alle voci precedenti di 2 miliardi di lire.
Quindi, occorre una certa credibilità nelle forze che compongono il Consiglio, stabilendo l'assicurazione - per il tempo ancora a nostra disposizione e per gli altri che verranno in prosieguo - che al Consiglio nulla è sottratto e nulla è tolto, ma che si stabiliscono unicamente alcune verifiche all'interno del suo funzionamento.
Ritengo che chi riveste tali responsabilità abbia il titolo di farlo per cui anche i colleghi Gallarini, Fracchia ed altri che hanno presentato con l'Ufficio di Presidenza queste cose assieme al Consigliere Guasso credo possano avvertire quanto meno la spontaneità. Ma guai se noi dovessimo venire meno nel senso di dire: "Il Consiglio lo trattiamo", non ci è mai passato per la testa! Ripeto quanto detto prima: lungo il percorso di questa legislatura il Consiglio regionale per quanto atteneva ad una vocazione anche nostra di rispetto, di scelte e di dignità, non ha mai subìto alcun momento di lesione di dignità della sua collocazione nella comunità piemontese da parte della Giunta.
Chiedo oggi di poter stabilire questo passaggio avvertendo che nella gradualità dei conferimenti siamo passati in un recupero del 40% sulle poste essenziali e che, laddove si manifestasse l'esigenza per costi di funzionamento, questo recupero non potrà che esserci anche per il futuro.
Posso assicurare che tutte le voci di capitolo della Presidenza della Giunta sono state abbattute - "regolarmente" del 40% e che in questa variazione di bilancio non hanno avuto alcuna lira di rimonta (tranne il conferimento e la traslazione di due voci sul problema degli handicap, che ho ricordato prima). La Presidenza non ha avuto alcuna lira in più; chi verrà dopo di me, per esempio, o gli Assessori che verranno a seguire l'attività di governo, non potranno dire che abbiamo mancato loro di rispetto o che abbiamo vuotato il sacco durante la nostra Presidenza. Per cui chiedo ai colleghi se sia possibile ritirare questo emendamento. Se non ritenessero di ritirarlo con le garanzie che ho testé sottolineato, chiedo ai colleghi di maggioranza di non accoglierlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente, tento, se è possibile, di dare una mano al Presidente Beltrami. Vedi, Beltrami, hai dato una risposta all'emendamento dell'Ufficio di Presidenza che non convince.
Perché dico che non è convincente? Perché come il Presidente Beltrami sa, i fondi che vengono dati all'Ufficio di Presidenza, se non spesi ritornano alla Giunta regionale, tutti gli anni. Quindi da questo punto di vista o c'è una presunzione - e credo che questo non fosse nell'intenzione del Presidente Beltrami - che nel momento in cui si danno i soldi all'Ufficio di Presidenza per il funzionamento dei lavori del Consiglio regionale, l'Ufficio di Presidenza in modo magnanimo, in modo sprecone butta via i soldi, oppure se non è così, se non li spende tornano al legittimo destinatario, che è la Giunta regionale e che, naturalmente, li usa per le materie che ritiene più utili.
Quindi, da questo punto di vista, credo che la considerazione fatta non abbia fondamento.
Sul recupero di questi eventuali 500 milioni, Presidente Beltrami permettimi di darti un suggerimento (questo è l'aiuto che volevo darti).
Nella prima nota di variazione del bilancio al capitolo 12760: "Residui perenti agli effetti amministrativi reclamati dei creditori relativamente a spese di investimento", come Giunta avete fatto una manovra di riduzione da 14 miliardi a 12 miliardi, quindi avete recuperato 2 miliardi. Ti invito Beltrami, perché non fai un'operazione di ulteriore riduzione di 500 milioni di quel capitolo e non li dai all'Ufficio di Presidenza e risolvi brillantemente il problema?



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Siccome si dice che dobbiamo chiudere in chiave di totale concordia devo correttamente dire che pur non riconoscendo come totalmente precise e specifiche le argomentazioni portate (siamo in una barca che fa acqua da tutte le parti), siccome mi parrebbe che il problema venga sollevato con dimensione in termini storici, direi che si potrebbe sortire da questa vicenda trasferendo nell'elenco delle spese obbligatorie anche questa voce per cui con semplice deliberazione della Giunta regionale, laddove ci fosse necessità, i quattrini potrebbero essere presi. Se questo è bastevole per far ritirare l'emendamento...



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guasso.



GUASSO Nazzareno

Ringrazio il Presidente della Giunta.
Non mi è mai passato per la mente di incolpare la Giunta di voler sminuire i compiti e le funzioni del Consiglio.
Ho fatto quel richiamo storico puramente come esempio.
D'altra parte, il Presidente del Consiglio sa, perché siamo anche un po' in contrasto tra noi, che in sede di Ufficio di Presidenza è dall'inizio dell'anno che, per esempio, voto contro i contributi di questo periodo perché ritenevo necessario non toccare il capitolo 60 e passarlo integralmente al nuovo Ufficio di Presidenza. Per cui lo spirito che ha spinto me, ma che ha spinto anche i colleghi dell'Ufficio di Presidenza aveva solo questo significato.
L'impegno che il Presidente della Giunta si assume di fronte al Consiglio e di fronte alla necessità del Consiglio di andare con deliberazione di Giunta a coprire gli eventuali vuoti, mi sta bene e credo stia bene anche a Gallarini e Fracchia, ma soprattutto mi è parso stia bene al Presidente del Consiglio; pertanto, ritiro l'emendamento e ringrazio il Presidente della Giunta per l'operazione.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 3) è pertanto ritirato.
La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Colgo l'occasione per fare una dichiarazione di voto contrario sul disegno di legge. Voto negativo riferito in particolare alle motivazioni con le quali il Presidente della Giunta ha poco prima respinto l'emendamento proposto dal nostro Gruppo che riguardava gli enti strumentali.
Voglio solo dire - è molto tardi quindi non è il caso di fare lunghi discorsi o di usare parole troppo grosse - che quanto ha riferito il Presidente Beltrami, in risposta al nostro emendamento sugli enti strumentali, mi è parso di particolare gravità. Il Presidente Beltrami è Presidente di una Giunta che ha portato all'esame e ha proposto al voto del Consiglio nel corso di questi anni, ad esempio, i bilanci e i programmi dell'IRES.
Il Presidente Beltrami, in quanto Presidente della Giunta regionale, fa parte dell'assemblea del Consorzio per i sistemi informativi del Piemonte (CSI del Piemonte), che è l'organismo deputato all'approvazione del bilancio del CSI del Piemonte. E credo che, sia portando all'esame del Consiglio regionale il bilancio dell'IRES, sia al momento di approvare come credo abbia sempre fatto il Presidente Beltrami, i bilanci del CSI del Piemonte, abbia espresso una precisa volontà politica pronunciandosi favorevolmente. Questa sera, lo stesso Presidente Beltrami e la stessa Giunta sono venuti a dirci che questi enti hanno problemi, hanno un destino incerto.



(Interruzione del Presidente della Giunta regionale, Beltrami)



MONTICELLI Antonio

Presidente, cerco di dire quanto ho capito; non si può con una mano dire che quegli enti sono nel giusto (e si approvano i loro bilanci) e con l'altra dire che fanno cose strane, tant'è vero che non si dà loro denaro per il loro funzionamento, visto poi che si tratta di enti emanazione della Regione.
Siccome questo disegno di legge riguarda, in particolare, spese definite di funzionamento, e quindi quasi obbligatorie, non capisco perch da un lato si sia usato un certo peso e una certa misura in relazione a certi tipi di problemi e dall'altro vi sia invece quasi una sorta di presa di distanze da enti - mi si passi l'espressione un po' retorica che in qualche modo sono "figli" della Regione Piemonte, perché enti figliati dalla Regione Piemonte, e sui quali la Regione in tutti questi anni ha esercitato normalmente, giustamente e correttamente, secondo legge, una funzione di indirizzo e di controllo. Adesso si dice che questi enti si comportano in modo un po' strano: spendono troppo, non ci sono soldi per farli vivere. Tutto ciò - a nostro parere - è molto strano, molto grave perché nello stesso momento in cui si nega il denaro per il funzionamento di questi enti, se ne inventano di nuovi per i quali si tengono fermi in bilancio 5 miliardi; all'ultimo minuto in Consiglio regionale si presenta un disegno di legge senza n' capo n' coda, per non usare altri termini quale quello dell'Agenzia per l'innovazione, e poi si dice: "Non ci sono i soldi per gli enti strumentali della Regione Piemonte".
Signor Presidente, mi fermo qui. Le ragioni per votare contro il disegno di legge ci sono tutte e anche per far capire quale sarà il nostro atteggiamento su un disegno di legge, tipo quello dell'agenzia per l'innovazione, che ha ancora riservati 5 miliardi in bilancio nonostante non sia stato nemmeno licenziato dalla Commissione competente.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo passare all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame progetto di legge n. 621: "Seconda integrazione alla L.R. 29/1/1990 n. 4 'Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1990'"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il progetto di legge n. 621, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Santoni che dà per letta la relazione.
Sono stati presentati i seguenti emendamenti.
1) Emendamento presentato dal Presidente della Giunta regionale Beltrami: nell'art. 4 vengono aggiunti i capitoli 11510 e 30.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
2) Emendamento presentato dall'Assessore Brizio: il capitolo 2170 è aumentato di L. 2.376.000.000 il capitolo 2254 è aumentato di L. 1.487.774.200 anziché di L.
3.863.774.200.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Biazzi, Sestero e Brizio: art. 11 - La denominazione del capitolo 9175 viene variata in: "Spese per interventi - anche in concessione - finalizzati alla migliore protezione e fruizione dell'ambiente naturale per l'asportazione di rifiuti e detriti dalle rive e dalle superfici fluviali e lacustri, per indennizzi ai proprietari dei fondi (L.R. 2/11/1982, n. 32)".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'emendamento alla denominazione del capitolo 9175 ha la finalità di evitare che chi gestirà la spesa relativa a questo capitolo non utilizzi la medesima procedura del predecessore, che ha utilizzato gli stanziamenti del capitolo, finalizzati a pulire le sponde dei rii, dei fiumi e dei boschi, invece che per fare ciò, per stampare un'agenda. Questo è per evitare un uso improprio del capitolo di bilancio e un uso un po' sprecone del denaro pubblico. Il capitolo serve per pulire i boschi, le sponde dei fiumi, atti concreti a difesa dell'ambiente. Non serve, come dicevo, per stampare agende con la presentazione e firma degli Assessori. Per non indurre in questa tentazione l'Assessore che gestirà il capitolo, propongo che venga cancellato dalla denominazione di questo articolo ogni riferimento che possa indurre in questo tipo di tentazione l'Assessore di turno.
Se la Giunta ritiene di approvarlo, eviterei la dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Sono dispiaciuto che l'agenda dell'Assessore Cernetti sia posta in discussione in un momento nel quale l'Assessore è assente e non può forse rivendicare la giustezza, la squisitezza e la bontà della scelta che la stessa ha compiuto.
Devo dire al Consigliere Chiezzi che se questa agenda può avere qualche zona d'ombra, anche voi nei vostri comportamenti ne avete altre. Cinque minuti fa avete proposto un emendamento che proponeva di ridurre a zero la somma affidata a questo capitolo.



CHIEZZI Giuseppe

O si riduce a zero o si cambia la denominazione.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Ritengo che questo problema possa addivenire maturo con la prossima legislatura per una somma di considerazioni che potremo essere portati tutti insieme, da angolazioni diverse, a svolgere. Al momento non possiamo modificare quanto convenuto da una legge regionale che ci siamo dati non più tardi di qualche tempo fa.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 3).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 7 voti favorevoli, 21 contrari e 3 astensioni.
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Amerio e Montefalchesi: al capitolo 12600 la dizione "Partecipazione della Regione all'Agenzia per l'innovazione" è sostituita dalla seguente: "Finanziamento di un fondo regionale permanente per l'innovazione".
La parola al Consigliere Bosio.



BOSIO Marco

Non si tratta di illustrare ciò che è già estremamente chiaro, ma di ribadire una questione.
Chiediamo venga modificato il titolo: "Partecipazione della Regione all'Agenzia per l'innovazione" in "Finanziamento di un fondo regionale permanente per l'innovazione" perché tale titolo non consente una definizione di dettaglio e particolareggiata dell'ordine delle scelte che si potranno in futuro definire e delle ipotesi di piano di intervento per quanto riguarda l'innovazione. Consente inoltre alla Regione di riagganciarsi ad una serie di situazioni in corso, in termini di progetti di legge, ecc., piuttosto che ad una partecipazione reale della Regione ad un'agenzia per l'innovazione (di cui, tra l'altro, ancora non si è minimamente discusso nelle Commissioni competenti).
Per farla molto breve, l'emendamento si potrebbe riassumere in questo senso: meglio definire uno stanziamento in termini di finanziamento di un fondo regionale permanente per l'innovazione che non trovarsi nelle prossime ore o nelle prossime settimane (in caso fosse consentito) alle prese con l'interpretazione dura, durissima e spigolosa che metterebbe alla prova l'intelligenza di tutti i Consiglieri nel capire cosa vuol dire "fluidificazione del sistema Piemonte". Per anticipare la natura e le ragioni di un'eventuale discussione, domani in sede di VIII Commissione, ho letto solo il primo dei punti da rebus enigmistico: ce n'è un lungo elenco.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Mi pare che su questo argomento si potrebbe dischiudere un confronto a non finire. La Giunta non è d'accordo di accogliere questo emendamento. Si parla di "istituzione di un fondo regionale permanente per l'innovazione": permanente vuol dire che addirittura stabiliamo un impegno che ci vincola per parecchio tempo. Direi di mantenere la posta di bilancio così come è stata promossa, legata ad altre voci. Una discussione ampia non è di questa sera e di questa sede, ma appartiene all'interno della Commissione chiamata ad esaminare l'apposito disegno di legge. Ad oggi, la Giunta non pu accogliere questo emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 4).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli e 23 contrari.
Passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Assestamento di bilancio - Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 622: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1989 delle seguenti aziende, parchi o riserve naturali: Azienda regionale dei Parchi suburbani Riserva naturale del Sacro Monte di Orta - Parco naturale Orsiera-Rocciavrè - Parco naturale delle Lame del Sesia Parco naturale del Sacro Monte di Crea - Parco naturale dei Laghi di Avigliana - Parco naturale della Valle Troncea Parco naturale Alta Valle Pesio e Riserva naturale speciale Oasi di Crava-Morozzo - Riserva naturale del Bosco e Laghi di Palanfrè - Ente Riserve naturali Garzaia di Valenza e Torrente Orba Parco naturale Gran Bosco di Salbertrand - Parco naturale dell'Alpe Veglia Istituto di Ricerche Economico-Sociali del Piemonte (IRES)"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 10) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 622.
La relazione del Consigliere Santoni viene data per letta.
Non essendovi richieste di parola passiamo all'esame del relativo articolato.
ARTICOLO UNICO - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri.
L'articolo unico è approvato.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Esame progetto di legge n. 618: "Trasferimento all'anno 1990 delle disposizioni finanziarie di cui alla L.R. 28/12/1989, n. 81"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 11) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 618.
La relazione del Consigliere Santoni viene data per letta.
Passiamo quindi all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame progetto di legge n. 613: "Estinzione anticipata di mutui contratti a pareggio del disavanzo dei bilanci regionali di anni precedenti"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 12) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 613.
La relazione del Consigliere Santoni viene data per letta.
Passiamo pertanto all'esame del relativo articolato.
ARTICOLO UNICO - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri.
L'articolo unico è approvato.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame proposta di deliberazione n. 1405: "Rendiconto del Consiglio regionale per l'anno 1989 e relativi allegati"


PRESIDENTE

Il punto 13) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 1405.
Pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Esame progetto di legge n. 625: "Norme transitorie della legge regionale su: 'Tutela del patrimonio storico e culturale delle Società di Mutuo Soccorso'"


PRESIDENTE

Passiamo infine ad esaminare il progetto di legge n. 625, di cui al punto 54) all'o.d.g.
I relatori, Consiglieri Bonino e Bruciamacchie, danno per letta la relazione.
Passiamo quindi all'esame del relativo articolato.
ARTICOLO UNICO - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri.
L'articolo unico è approvato.
Il Consiglio è convocato domani mattina alle ore 9,30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 23,30)



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