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Dettaglio seduta n.234 del 13/03/90 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROSSA


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari dell'11, 25 e 31 maggio, 22 e 23 giugno 1989 si intendono approvati.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 2032 dei Consiglieri Valeri, Acotto e Avondo inerente la Cooperativa Arciere di Vercelli


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 2032, presentata dai Consiglieri Valeri Acotto e Avondo.
Risponde l'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore al lavoro

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la Cooperativa l'Arciere è stata ammessa ai benefici previsti dalla L.R. n. 28/84, in tema di cooperazione, in seguito alla presentazione di una domanda di contributo in data 1984, ed una seconda domanda di contributo nell'anno 1987.
La prima domanda di contributo è stata presentata nell'ottobre 1984, ai sensi dell'art. 12 della legge citata. La denominazione della domanda portava il riferimento della Cooperativa l'Arciere, con sede legale a Vercelli, con legale rappresentante Massimo Secondo; cooperativa costituita il 29/12/1982, con un numero di diciotto soci, e con attività legata agli autotrasporti per conto terzi, pulizie e servizi vari, pasticceria.
La domanda di contributo era corredata dei seguenti documenti, che sintetizzo e che sono a disposizione: il progetto di sviluppo; la deliberazione di Consiglio di amministrazione che autorizzava il legale rappresentante a presentare domanda; copia dello Statuto e dell'atto costitutivo; certificato dell'iscrizione nel Registro Prefettizio certificato di iscrizione alla Camera di Commercio; certificato di vigenza rilasciato dal Tribunale; elenco nominativo dei soci ed attestazione che gli stessi si trovavano nelle condizioni soggettive previste dall'art. 2 della legge n. 28.
Nella suddetta domanda la cooperativa in oggetto richiedeva, ai sensi della legge n. 28, un finanziamento in conto capitale per investimenti da compiere, definiti nel piano investimenti allegato al progetto di sviluppo di L. 157 milioni, pari al 40% del totale di spesa previsto.
Il piano di investimento era costituito da una serie di voci che sintetizzo per grandi titoli: acquisizione immobile da adibire in parte all'esercizio commerciale, in parte ad ufficio; arredamenti per ufficio attrezzature per ufficio; arredamento laboratorio e negozio bar pasticceria; attrezzatura laboratorio; nove automezzi; attrezzature per pulizie; per un totale generale di L. 392 milioni circa.
La documentazione che la Cooperativa l'Arciere ha prodotto all'atto di presentazione della domanda è stata sottoposta ad esame di legittimità e di merito da parte dell'ufficio preposto. In seguito alle suddette istruttorie sono stati chiesti chiarimenti in riferimento all'immobile ed una specificazione del piano di copertura finanziaria allegato al progetto di sviluppo.
Dopo la citata istruttoria, la domanda di contributo e la relazione dell'ufficio sono stati sottoposti alla valutazione del Comitato tecnico ai sensi dell'art. 7 della legge n. 28.
Nella seduta del 21/1/1985, il Comitato tecnico ha esaminato il materiale proposto dall'ufficio e, ritenendo di dover approfondire le caratteristiche del progetto di sviluppo, ha convocato la cooperativa tenendo una seconda seduta in data 29/1/1985.
Al termine della sua istruttoria, il Comitato ha formulato la seguente valutazione: di ammettere ai benefici di legge la Cooperativa l'Arciere di escludere dalle spese ammissibili a contributo l'acquisizione dell'immobile e di limitare l'entità delle spese ammissibili a contributo quanto all'attrezzatura e agli arredi del bar-pasticceria, all'80% di quelle indicate dai preventivi i determinare l'importo del contributo pari al 40% delle spese ritenute ammissibili.
Dopo la valutazione del Comitato tecnico, la domanda di contributo della Cooperativa l'Arciere ha proseguito l'iter stabilito dall'art. 7 della legge n. 28. Dapprima è stata sentita la Commissione regionale per la cooperazione, la quale ha espresso osservazioni circa l'elevata differenziazione dell'attività della cooperativa in settori di attività con scarsa interconnessione e alla conseguente opportunità di concentrare il contributo su investimenti afferenti a categorie similari.
La Commissione consiliare, preso atto di quanto sopra, ha richiesto un ulteriore parere sulle osservazioni sopra citate al Comitato tecnico.
Il Comitato tecnico, nella seduta del 15/2/1985, ha confermato integralmente, sottolineando l'approfondita istruttoria svolta, il parere formulato nella seduta del 29/1/1985. Quindi, sentita la Commissione regionale della cooperazione (seduta del 6/3/1985) ed informata la Commissione consiliare (seduta del 19/3/1985) che si sono espresse in modo conforme, la Giunta regionale ha su tale base ammesso ai contributi di cui all'art. 4, comma primo spese per investimenti - della L.R. 28/84 la Cooperativa L'Arciere per un ammontare complessivo di L. 87.518.000, contro i 157 milioni richiesti.
Negli allegati alla deliberazione di concessione dei contributi sono state indicate le spese ritenute ammissibili, come di seguito specificato: Investimenti ammessi a contributo: Anno 1985 sei automezzi: L. 72.839.255 attrezzature e macchinari di pulizia: L. 11.292.000 attrezzature e arredi bar-pasticceria: L. 82.248.000 attrezzature da ufficio: L. 9.700.000 totale: L. 176.079.255 contributo (pari al 40%): L. 70.432.000.
Investimenti ammessi a contributo Anno 1986 tre automezzi: L. 42.716.170 contributo (pari al 40%): L. 17.086.000.
Concludendo, a fronte della documentazione (pezze giustificative) richiesta come condizione per l'erogazione del contributo, alla Cooperativa L'Arciere è stata effettivamente erogata la cifra di L. 77.549.563 contro la somma di L. 87.518.000 ammessa dalla deliberazione di concessione (economia di L. 9.968.437).
La Cooperativa L'Arciere ha presentato una seconda domanda di contributo, entro la scadenza del gennaio 1987 (prot., n. 74/LAV del 2/2/1987), ai sensi dell'art. 2, lettera b), come cooperativa già esistente che intende aumentare l'occupazione.
La Cooperativa ha potuto presentare una seconda domanda di contributo in quanto ciò era previsto dall'art. 8, comma nono, della stessa legge n.
28/84.
Infatti, il suddetto articolo prevedeva testualmente: "Le cooperative che hanno presentato domanda, ai sensi dell'art. 2, lettera a), hanno la possibilità di richiedere il finanziamento di un ulteriore progetto di sviluppo ove esse si trovino nelle condizioni di cui alla lettera b) dell'art. 2".
La Cooperativa L'Arciere (sede legale: Via Petrarca n. 6/8; legale rappresentante: Secondo Massimo; n, soci: 139, di cui soci lavoratori: n.
106) ha ipotizzato un incremento occupazionale previsto in numero 32, pari al 31,8% del totale dei soci lavoratori e dei lavoratori dipendenti dalla cooperativa, requisito stabilito dalla delibera quadro n. 75-9351 del 25/11/1986, ai sensi dell'art. 6 della L.R. n. 28/84.
La domanda di contributo è stata presentata con i seguenti documenti: deliberazione del Consiglio di Amministrazione che autorizzava il legale rappresentante a presentare domanda di contributo, controfirmata dal Presidente del suddetto e dal Presidente del Collegio sindacale certificato di iscrizione nel Registro Prefettizio di cui al DLCPS 14/12/1947 n. 1577 con la specificazione della relativa sezione certificato di iscrizione alla Camera di Commercio, Industria Agricoltura ed Artigianato certificato di vigenza (con l'indicazione delle cariche sociali) rilasciato dal Tribunale dichiarazione allegata alla domanda con la firma del legale rappresentante autenticata ai sensi di legge copia dello Statuto e dell'atto costitutivo della cooperativa con le eventuali variazioni intervenute fino alla data di presentazione della domanda, controfirmati dal legale rappresentante elenco nominativo dei soci lavoratori e dei lavoratori dipendenti della Cooperativa, risultati dal libro paga (vistato dal legale rappresentante) all'atto di presentazione della domanda copia dei bilanci e delle relazioni relative ai due ultimi esercizi finanziari piano occupazionale sottoscritto dal legale rappresentante della cooperativa progetto di sviluppo (1987 / 1988 / 1989).
Nella sopraccitata domanda, la cooperativa ha richiesto un finanziamento per investimenti da compiere per un importo di L. 159.359.464, pari al 40 del totale di spesa prevista nel progetto di sviluppo e ammontante a L.
398.398.660.
Il piano investimenti (triennale) prevedeva investimenti nei seguenti settori microfilmatura e gestione computerizzata degli archivi: L. 234.061.400 assistenza sociale e domiciliare: L. 63.866.960 trasporti: L. 55.501.300 pulizie industriali: L. 21.740.000 attrezzature e macchine per ufficio: L. 23.229.000 per un totale di L. 398.398.660.
La documentazione prodotta all'atto di presentazione della domanda è stata sottoposta ad un esame di legittimità e di merito da parte dell'ufficio preposto.
In seguito alle suddette istruttorie, l'ufficio ha concretizzato le proprie osservazioni in una relazione.
Nella suddetta relazione si è evidenziato quanto segue: "La domanda di contributo, sotto il profilo formale, non presenta problemi di ammissibilità, mentre per quanto riguarda il merito, si ritiene necessaria una specifica valutazione da parte del Comitato tecnico per le particolari caratteristiche della cooperativa (che per dimensione, tipo di attività ed organizzazione appare atipica rispetto alle altre cooperative che richiedono il contributo previsto dalla L.R. n. 28/84) e per la complessità del progetto di sviluppo, soprattutto in riferimento al piano finanziario e all'eventuale capacità di autofinanziamento degli investimenti che tale piano dovrebbe evidenziare".
Si dice anche che "nell'eventualità di una favorevole valutazione da parte del Comitato tecnico sia concentrata l'ammissione contributiva agli investimenti ipotizzati nel settore microfilmatura, escludendo quelli relativi ai settori trasporti (già finanziato con precedente domanda di contributo) e socio-assistenziale".
La suddetta relazione e la documentazione prodotta all'atto di presentazione della domanda dalla Cooperativa L'Arciere sono state sottoposte alla valutazione del Comitato tecnico ai sensi dell'art. 7 della legge n. 28.
Nella seduta del 19/4/1988 il Comitato ha esaminato il materiale proposto dall'ufficio e al termine della sua istruttoria ha formulato la seguente valutazione: "di esprimere parere favorevole per l'ammissibilità della domanda di contributo non ritenendo sussistere, sia dal punto di vista formale che sostanziale, elementi ostativi o sfavorevoli per l'accoglimento della stessa; di demandare all'Amministrazione regionale la quantificazione dell'entità del contributo e la valutazione di concederlo in relazione ai molteplici settori di destinazione".
Dopo le valutazioni del Comitato tecnico, la domanda di contributo della Cooperativa L'Arciere ha proseguito l'iter stabilito dall'art. 7 comma quarto. Dapprima è stata sentita la Commissione regionale per la cooperazione, la quale nella seduta del 3/5/1988 ha espresso parere favorevole all'accoglimento della domanda per due delle attività indicate nel progetto di sviluppo, e precisamente quelle di microfilmatura ed amministrazione generale.
La Commissione consiliare è stata informata nella seduta del 13/5/1988 e si è espressa in modo conforme.
Quindi la Giunta regionale, considerando quanto sopra citato, ha ammesso con DGR n. 79-21446 del 16/6/1988, ai contributi di cui all'art. 4 comma primo - spese per investimenti - della L.R. n. 28/84, la Cooperativa L'Arciere di Vercelli per un ammontare complessivo di L. 97.817.200 in riferimento alle spese per investimenti ritenute ammissibili e riportate negli allegati A), B) e C) della suddetta deliberazione e distinti per tipo e per anni di erogazione, come di seguito indicato: Investimenti ammessi a contributo Anno 1987 sistema di stampa laser off line: L. 180.000.000 computer Olivetti: L. 6.500.000 fotocopiatrice: L. 1.800.000 sistema operativo per personal computer: L. 83.000 per un totale di: L. 188.383.000 contributo pari al 40%: L. 75.353.200.
Investimenti ammessi a contributo Anno 1988 rotativa Kodak Reliant 2000: L. 37.300.000 microriproduttori Kodak: L. 18.830.000 per un totale di: L. 56.160.000 contributo pari al 30%: L. 16.848.000.
Investimenti ammessi a contributo Anno 1989 saldo rata erogazione 1988 contributo pari al 10%: L. 5.616.000.
Concludendo, a fronte della documentazione (pezze giustificative attestazione degli avvenuti inserimenti occupazionali) richiesta come condizione per l'erogazione del contributo, alla cooperativa in oggetto è stata effettivamente erogata la somma di L. 91.456.000 (già accertata un'economia di L. 745.200).
Non è ancora stata, a tutt'oggi, erogata la terza rata del contributo poiché la documentazione relativa doveva essere presentata entro il 31/12/1989 ed è stata presentata al 31/12/1989, ma in questi giorni si stanno facendo le valutazioni conseguenti.
L'Amministrazione regionale ricorda che l'art. 2, comma secondo, della legge n. 28/84, prevede che "le cooperative che intendono presentare domanda di contributo, ai sensi dell'art. 2, lettere a) e b), debbono ispirarsi ai principi di mutualità, di cui al DLCPS 14/12/1947, n. 1577 e successive modificazioni e integrazioni, debbono essere iscritti nei registri della Prefettura o nello schedario generale della cooperazione ed essere soggetti alla vigilanza del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale".
Quindi, l'accertamento delle finalità cooperativistiche non era e non è di competenza dell'Amministrazione regionale, bensì degli enti sopraccitati.
A questo proposito si ricorda che la Cooperativa L'Arciere ha ogni volta allegato il certificato di iscrizione nel Registro Prefettizio di Vercelli alle singole domande presentate sui contributi.
Quindi, per la Prefettura di Vercelli i documenti statutari e regolamentari della cooperativa in oggetto non erano - come recita l'interrogazione del collega Valeri "in netto contrasto con la legislazione, i codici e la giurisprudenza in materia cooperativistica".
Per quanto attiene l'applicazione del Regolamento CEE n. 219, che è l'altro tassello dell'interrogazione, mi preme innanzitutto sottolineare che il soggetto responsabile è l'Unione Provinciale delle Cooperative di Vercelli. E' pur vero che l'Unione ha designato quale soggetto attuatore L'Arciere in prima battuta, e successivamente il CE.SE.CO. (regolarmente costituitosi l'anno scorso), un centro per lo sviluppo della cooperazione.
Devo precisare inoltre che il progetto in questione che fa parte del complesso programma speciale per la Provincia di Vercelli, approvato con alcune deliberazioni dal Consiglio regionale (cito soltanto l'ultima assunta nella seduta del 30/3/1989), prevede una spesa complessiva di L.
1.132 milioni e un contributo comunitario di L. 550 milioni circa, così come affermato dagli interroganti. Al momento, tuttavia, la Giunta regionale ha disposto un'erogazione di fondi comunitari per complessive L.
138.825.281.
Per le successive erogazioni, sarà evidentemente necessario che vengano prodotte, su richiesta della Regione, tutte le pezze giustificative comprovanti le spese effettivamente sostenute ed ammissibili al contributo comunitario.
Aggiungo che ho preso atto di quanto i colleghi Consiglieri sostengono nell'interrogazione e di quanto dettagliato nel documento allegato all'interrogazione. Sarà evidentemente tenuto in debito conto e costituiranno un elemento conoscitivo in più per una corretta gestione dei fondi comunitari. Il sottoscritto ha avuto opportunità di affrontare e di conoscere questa problematica nell'applicazione e nella sua ricaduta, anche se non ha avuto l'opportunità di approfondire l'argomento, non avendo il piacere di essere, come dice nel famoso libro bianco il Consigliere Valeri un assiduo frequentatore della Cooperativa l'Arciere. Peraltro, non si vergognerebbe di poterla frequentare, come tutte le altre cooperative essendo anche la Cooperativa l'Arciere soggetto interlocutore di un progetto importante che la Regione ha attivato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

L'Assessore ha dato ampia illustrazione dei vari passaggi procedurali che in Regione si sono avuti relativamente alle due domande che l'Arciere in epoche diverse ha presentato per attingere ai contributi previsti dalla legge n. 28. In ultimo ha illustrato gli aspetti relativi alla gestione del programma CEE n. 219 che ha visto coinvolto l'Arciere prima in forma diretta e poi in forma indiretta come compartecipe al CE.SE.CO.
Non voglio ripercorrere i contenuti del voluminoso dossier che l'Assessore ha richiamato, però vorrei enucleare il nocciolo del problema che con l'interrogazione avevamo cercato di evidenziare, sul quale l'Assessore non ha taciuto, ma ha dato una sua interpretazione sostanzialmente tranquillizzante.
Il problema da noi sollevato era il seguente: ha titoli la Cooperativa l'Arciere per accedere ai fondi di cui alla legge n. 28 e al programma CEE? L'Assessore ha risposto: "A noi risulta che l'Arciere (impresa che in questi ultimi anni ha avuto un'espansione folgorante, superando i 400 soci e svolgendo attività sull'intero territorio regionale) ha presentato di volta in volta i titoli dell'iscrizione all'Albo prefettizio". E aggiunge: "L'accertamento delle finalità mutualistiche del soggetto che presenta domanda non è compito della Regione, ma di altri, quelli fissati dalle varie leggi che normano la cooperazione". Fin qui concordo con l'Assessore.
In effetti, non è compito della Regione compiere questi accertamenti, per il punto mi pare essere leggermente diverso. Si tratta di capire, di fronte alla denuncia (in questo caso fatta da alcuni Consiglieri regionali) del venir meno da parte di questo soggetto dei requisiti richiesti dalla legge, se la Regione può limitarsi a constatare che esso risulta tuttora iscritto all'Albo prefettizio, oppure se non sia doveroso, prima di erogare i fondi richiestigli, che l'Assessorato compia propri accertamenti mirati.
Le eventuali pecche e ritardi nei controlli previsti dalla legislazione nazionale non possono costituire giustificazione per l'eventuale elargizione ingiustificata di contributi regionali. Rischiare di scoprire a posteriori che i requisiti mutualistici sono venuti meno, determinerebbe gravi responsabilità.
La nostra richiesta formale è pertanto che l'erogazione della tranche ancora non erogata del secondo contributo venga subordinata all'effettuazione di opportuni controlli. Ciò appunto, per evitare che l'Arciere riceva sovvenzioni che non gli spettano e la Regione si trovi a dover rispondere di fondi stanziati a favore di soggetti non aventi titolo.
Analoga considerazione credo valga per quanto riguarda il CE.SE.CO., almeno sotto il profilo dei controlli.
L'obiettivo della nostra denuncia non era e non è la liquidazione di un'impresa, quanto invece di ricondurre al rispetto dei principi cooperativistici un'iniziativa che ha invece ormai assunto chiari caratteri di lucrosità privata. Basti considerare che tale cooperativa, iscritta all'Albo prefettizio come cooperativa di produzione e lavoro, risulta svolgere attività di compravendita immobiliare, attività parabancaria di credito e di fidejussione a terzi, nonché di compagnia di assicurazione.
Cosa dirà la Magistratura e cosa dirà il Ministero con le ispezioni straordinarie che sono state richieste, lo vedremo, ma, ripeto, la Regione non può unicamente constatare che altri forse finora non hanno fatto i controlli che la legge gli affida. Di fronte ad un problema che la coinvolge direttamente, quale appunto la rendicontazione dell'uso dei fondi che la legge regionale attribuisce a favore delle cooperative, non credo che l'Assessorato non possa non prendere atto che le nostre denunce richiedono una verifica diretta, cui si accompagni un'azione di sollecitazione verso gli organi statali cui competono i controlli stabiliti dalla legge nazionale, inclusa la richiesta di un'ispezione che noi riteniamo inquietante.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 2098 del Consigliere Tapparo inerente il servizio di trasporto pubblico sulla linea Santena - Cambiano - Chieri


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 2098 presentata dal Consigliere Tapparo.
Risponde l'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

Signor Presidente, il servizio di trasporto sull'autolinea di concessione regionale Chieri - Cambiano - Santena rispecchia la situazione esistente nei collegamenti pubblici di linea dell'intera Regione Piemonte effettuati in particolari fasce orarie quali, ad esempio, dalle ore 7 alle ore 7,45 che sono ore di punta nelle quali sono interessate al trasporto particolari categorie di utenti e nel caso specifico studenti.
Gli autobus della linea in oggetto, pur se particolarmente affollati sono comunque omologati per il trasporto di persone anche in piedi.
L'aumento di altre vetture, e conseguentemente l'inserimento di nuove corse, comporterebbe un aumento nella percorrenza chilometrica che, tenuto conto delle limitazioni del Fondo Nazionale Trasporti, non potrebbe comunque essere al momento finanziata. Si informa, inoltre, che le tariffe applicate sono quelle regionali previste con deliberazione n. 7-2907 del 31/5/1989. Per ulteriore chiarezza, consegnerò al collega Tapparo anche una copia del verbale relativo all'accertamento effettuato sulla questione il giorno 9/2/1990 da due funzionari regionali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.
o



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ringrazio l'Assessore per la risposta. Desidero avere la documentazione scritta.
Vorrei sottolineare che il sistema di trasporti piemontesi, a volte presenta degli elementi di disomogeneità e incoerenza per aspetti che apparentemente possono sembrare marginali: attestamenti, fermate, rapporti di orari con il sistema di trasporto ferroviario. In questo caso avevo sottolineato anche un problema di sicurezza. Ovviamente spero che i limiti da lei evidenziati non pregiudichino la sicurezza della comunità. Comunque la ringrazio per i tempi brevi.
Di questi tempi, le risposte alle interrogazioni sono sempre più rare e poco puntuali.


Argomento: Problemi energetici

Interrogazione n. 2143 dei Consiglieri Staglianò e Ala ed interrogazione n. 1674 dei Consiglieri Adduci, Bontempi, Bresso e Sestero inerenti un presunto incidente presso il generatore nucleare Superphoenix di Creys Malville


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 2143 presentata dai Consiglieri Staglianò e Ala.
Risponde il Presidente della Giunta regionale, Beltrami.
o



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Devo innanzitutto dire che a questa interrogazione la Giunta era già disponibile a rispondere nella seduta scorsa, quindi con un'immediatezza e una tempestività che forse recupera qualche ritardo intervenuto lungo la legislatura.
Con l'interrogazione in oggetto, i Consiglieri Staglianò e Ala chiedono di sapere in modo più dettagliato se la Giunta non ritenga di dover intervenire presso le autorità francesi (Prefetto dell'Isère e Commissariato per l'energia atomica) ed infine se non reputi necessario assumere provvedimenti di tutela della salute della popolazione, anche se in via preventiva, in attesa di disporre di informazioni più dettagliate.
La Giunta è intervenuta con tempestività su questo argomento e ha seguito l'unica strada percorribile. Per cortesia e per atto di fair play potremmo anche corrispondere con le autorità straniere, ma vi sono filtri e canali istituzionalmente rappresentati dal Governo centrale. In tal senso ho riproposto il problema, inviando il testo dell'interrogazione, al Ministro degli Affari esteri, on. De Michelis, e al Ministro della Protezione Civile, on. Lattanzio, evidenziando queste preoccupazioni.
Abbiamo seguito, come ci è stato possibile, gli sviluppi e, in quel momento, resi una dichiarazione nella quale dicevo che viviamo in una società che, talvolta, non riesce a conciliare la crescita industriale con la sicurezza e la vivibilità dell'ambiente per l'uomo e misi anche in evidenza talune contraddizioni che erano nelle cose, ad esempio quella che è ripetuta da tempo ciò che in Italia il nucleare è proibito, ma a due passi dalla nostra Regione, al di là della frontiera, è attivo e nell'essere attivo coinvolge presenze finanziarie ed economiche di casa nostra. Avevo concluso queste mie dichiarazioni pubbliche con l'auspicio che l'abbattimento delle frontiere dell'Europa - non voglio ricondurre tutto a questo discorso che è di relativa facilità - potesse anche dare o tentare di dare una risposta a questi problemi.
Trascuro una risposta che dallo stesso collega Staglianò è stata definita di fatto provocatoria: "Non è così che si difende l'ambiente".
Alludevo all'attentato, sembra da parte di terroristi verdi, compiuto ai danni di un traliccio dell'ENEL nella zona di Chivasso, con grosso rischio per le popolazioni e soprattutto precostituendo le condizioni per un black out di fornitura della pur scarsa esistente energia elettrica.
Il nostro intervento è stato filtrato attraverso l'USSL di Ivrea che come noto, è l'ente che effettua i controlli attorno a quest'area (ricordo i controlli effettuati all'indomani della vicenda di Chernobyl). L'USSL di Ivrea ha compiuto controlli quotidiani nell'area con prelievi al mattino e nei giorni interessati da questa vicenda; su richiesta dell'Assessorato regionale alla sanità, ha aumentato le misure a distanza di poche ore dalla notizia del possibile incidente. L'USSL di Ivrea non ha registrato alcuna variazione nei livelli di radioattività. Se conseguenze avessero dovuto riversarsi sul Piemonte, ciò sarebbe già accaduto nell'immediato a seguito dei forti venti che interessavano il Piemonte e provenivano dalla fascia ovest, nord-ovest.
I dati di Ivrea sono confermati dalle rilevazioni compiute dal laboratorio ENEA di Saluggia nei giorni 27 e 28 febbraio 1990: i livelli di radioattività nell'aria segnalati in quei giorni erano in qualche caso addirittura inferiori al normale livello di fondo.
L'Assessorato alla sanità ha comunque continuato a raccogliere dati analitici ed è in grado di fornire più precise e tranquillizzanti risposte.
Devo ancora riferire, raccogliendo gli elementi che ho ricevuto nei giorni scorsi, di una lettera inviatami dalla Protezione Civile a firma del Ministro Lattanzio in data 3/3/1990, della quale darò copia ai Consiglieri interroganti, che recita: "Oggetto: Evento presso la centrale nucleare francese di Creys Malville.
Si fa presente (in risposta al nostro intervento) che nessuna informazione risulta pervenuta a questo Dipartimento in merito all'evento in oggetto indicato. Si è pertanto provveduto a richiedere notizia all'ENEA Disp., ente istituzionalmente preposto al controllo ed all'attuazione delle misure conseguenti a situazioni di pericolo derivanti dall'impiego specifico dell'energia nucleare.
L'ENEA-Disp. ha comunicato che presso l'impianto Superphoenix di Creys Malville nella giornata di domenica 25/2/1990 erano in corso prove di bonifica che prevedevano l'uso come tracciante di gas Kr79. Un'ampolla contenente circa 55 millicurie di detto gas si rompeva accidentalmente prima dell'introduzione nel circuito. L'attività liberata faceva suonare gli allarmi dei monitor dell'edificio e il personale presente si allontanava dall'edificio stesso, come da istruzioni in vigore.
I controlli di fisica sanitaria sulle persone davano esito negativo e di conseguenza, non si aveva alcuna ripercussione al di fuori dell'edificio.
Sempre secondo l'ENEA-Disp., che ha avuto contatti con il Service Centrale de Sureté des Installations Nucleaires del Governo francese l'evento non è classificabile come incidente nucleare non esistendo alcuna connessione con il funzionamento dell'impianto né alcuna implicazione radiologica".
Questa è la risposta che ha veste di ufficialità da parte del Settore della Protezione Civile inviata alla Regione e per conoscenza, poiché era stato coinvolto dalla Regione stessa, al Ministero degli Esteri.
Rimane il problema sempre aperto, di tutta forza, che quanto è accaduto questa volta potrebbe intervenire in forma di maggiore ed estrema crudeltà in futuro. Non è però affidabile alla Regione altro compito se non quello di stimolare e sensibilizzare lo Stato centrale attraverso le Prefetture che sono responsabili del coordinamento della Protezione civile. Purtroppo la nostra legge sulla Protezione civile è nata monca sotto questo aspetto e non è stata approvata negli orientamenti e nelle proposte iniziali che avrebbero conferito alla Regione maggiori poteri. Devo pur dire che, per quanto attiene all'Assessorato alla sanità (un'area che può essere chiamata in causa in ogni momento per questi fatti), gli schemi organizzativi preposti a suo tempo e resi noti in aula dallo stesso Assessore sono tuttora attivabili, ma io vorrei concludere senza emotività e senza invocare aspetti esistenziali, avvertendo come questo sia un problema di tutto rispetto che torna sempre a costituire elemento di paura per le popolazioni.
La Regione Piemonte (l'opposizione forse lo giudicherà un fatto straordinario) ha agito con tempestività. Auspico ancora che la caduta di barriere in Europa possa consentire non solo la visitazione - per cui i colleghi dell'opposizione o gli interpellanti potranno in luogo ricercare gli elementi negati dall'ufficialità - ma consenta soprattutto in un'Europa di eguali, un'uguale risposta ai bisogni, alle istanze e - perché no anche ai timori della popolazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.
o



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, per prima cosa voglio ringraziare - e non ritualmente - l'attenzione dimostrata in quest'occasione dal Presidente Beltrami sulla questione, che abbiamo ritenuto sottoporre all'attenzione di tutti, organi di informazione e di governo. Questo perché vi sono implicazioni riguardanti la sicurezza e la tranquillità della nostra gente come di tutta la gente d'Europa, che il Presidente della Giunta opportunamente ha richiamato.
Sulle informazioni riferite dal Presidente Beltrami vorrei, con il suo consenso, fare qualche osservazione. Non si può che concordare con il Presidente della Giunta sul fatto che, essendo riusciti a dare notizia dell'incidente avvenuto il 25 febbraio solo tre giorni dopo il suo accadimento e a causa del vento di provenienza francese di quei giorni, sia del tutto evidente che, attivate le stazioni di servizio, la radioattività eventualmente dispersa - ma io qui tolgo l'"eventualmente" per ragioni che vorrò richiamare dopo - non fosse più registrabile dai nostri strumenti.
Signor Presidente, dalle informazioni da lei ricevute (fonti ENEL. ENEA Disp. e non delle autorità francesi come era opportuno fosse, e sul nodo di fondo che ne deriva, che brevissimamente richiamerò più avanti) si ricaverebbe, a giudizio dell'ENEA-Disp., la non avvenuta dispersione di materiale radioattivo.
Questo è assolutamente falso; infatti, durante la sperimentazione di domenica pomeriggio 25 febbraio, nella quale è avvenuta la rottura di un'ampolla di gas Cripton che doveva verificare la presenza di eventuali microfessure nella camicia di contenimento del cuore del reattore, il gas stesso è diventato radioattivo per la semplice ragione che è entrato in circolo nel reattore. Nel reattore, infatti, ci sono barre di combustibile plutonio, quanto di più radioattivo si possa immaginare.
Si arriva quindi al nodo di fondo: l'attendibilità dei comportamenti delle autorità francesi.
Nei giorni scorsi - come lei sa, signor Presidente - abbiamo reso pubblico un rapporto riservato del responsabile della sicurezza impianti nucleari della Energie de France, corrispettivo dell'ENEL. dal quale emergono le reiterate inattendibilità delle autorità francesi.
Debbo ricordare il fatto, semplice e incontrovertibile, che durante i giorni del dopo-Chernobyl l'unico Paese d'Europa a non avere informazioni dettagliate fosse quello transalpino che confina con noi? Come abbiamo reso pubblico venerdì scorso, quello del 25 di febbraio scusate la tautologia - è solo il penultimo incidente di una certa gravità di cui le autorità francesi non rendono conto, innanzitutto ai propri concittadini e a tutti quelli investiti dal problema.
Venerdì scorso, nella conferenza stampa tenuta presso il Gruppo dei Verdi Arcobaleno insieme ai rappresentanti del WWF di Ginevra e ad altri ecologisti svizzeri e francesi si è parlato di un incidente avvenuto il 2 ottobre dell'anno passato. La pregherei, signor Presidente, di prendere nota, poiché è opportuno che, vista la tempestiva corrispondenza intrapresa dal governo regionale con le nostre autorità centrali e attraverso di esse con le autorità francesi, tali questioni vengano verificate con puntualità noi siamo certi di quanto andiamo dicendo: infatti, è tutto documentato.
Il 2 ottobre dello scorso anno è crollata la gru che trasporta le barre di combustibile dentro l'involucro del reattore centrale; tale crollo, che nei manuali di progettazione e di esercizio della centrale di Creys Malville - che, non dimentichiamoci, è un prototipo - era ritenuto assolutamente impossibile, ha causato nella cupola di contenimento del reattore uno squarcio largo 50 centimetri. E' questa la ragione per la quale la centrale non è stata riavviata dal mese di ottobre sino ad ora; la centrale è tuttora ferma, anche se in un primo momento ne era stata annunciata la riapertura per il 4 marzo. Questo non è avvenuto a seguito delle informazioni che ci siamo assunti la responsabilità di divulgare.
Cosa fanno le autorità francesi? Le autorità francesi - voglio dirlo ripeterlo e sottolinearlo - su queste questioni sono recidive. Non mi dilungo, visto che stiamo discutendo di un'interrogazione; mi auguro comunque, che ci possa essere una più ampia discussione che coinvolga tutti i Gruppi consiliari della Regione Piemonte.
Come ho già detto, non mi dilungherò: mi riferirò unicamente ad un paio di episodi. Tre anni fa, di questi giorni, presentai un'altra interrogazione urgentissima su Creys-Malville. In quella circostanza l'Assessore all'energia, Cerchio, rispose non tempestivamente come lei, ma nel successivo mese di ottobre, con qualche mese di tempo, dunque, che consentirono all'Assessorato di raccogliere una serie di informazioni circostanziate. Tali informazioni, che ci furono fornite in quest'aula, non corrispondono a quanto contenuto nel rapporto riservato di cui immagino abbia una copia anche la Giunta, poiché alla conferenza stampa sono intervenuti anche due funzionari della Giunta ai quali abbiamo fornito il materiale. Si tratta di funzionari dell'Assessorato alla sanità, Presidente Beltrami, che mi auguro comunichino con la Presidenza della Giunta: se questo non fosse, sarebbe davvero molto grave.
L'incidente che ha provocato la fuoriuscita di sodio liquido nel bariletto di contenimento, secondo le autorità francesi, venne rilevato con tempestività, così come tempestivamente fu fermata la centrale.
Io ho riassunto il succo della risposta dell'Assessore Cerchio, che non corrisponde, non per responsabilità dell'Assessore Cerchio in quella circostanza, minimamente alla verità. Devo quindi citare il rapporto riservato, una copia del quale oltre che a mani della Giunta è anche in possesso di tutti gli organi di informazione, alcuni dei quali hanno ritenuto di dare ampio risalto, altri, vedi "La Stampa" di Torino, ha ritenuto di chiudere un occhio, forse per fare ulteriori approfondimenti me lo auguro, ma auspico anche che, dopo gli approfondimenti, i cittadini piemontesi possano leggere quello che in questo rapporto, per grandi linee è contenuto.
In questo rapporto il dirigente della centrale di Creys-Malville a proposito dell'incidente con fuoriuscita di sodio (incidente avvenuto agli inizi di marzo 1987) dichiara quanto segue: "In un primo tempo avevamo pensato ad un errore nel sistema di allarme, perché accadeva talvolta che la spia si accendesse senza motivo. Abbiamo quindi cercato il guasto nel sistema elettronico di sicurezza e non nel serbatoio che contiene il sodio liquido". Il sodio liquido ha una piccola peculiarità: al contatto con l'aria si incendia, al contatto con l'acqua esplode.
Devo dire che le conoscenze scientifiche dell'uomo atomicus del 2000 sono tali per cui un incendio del sodio può essere domato se la quantità di materiale incendiato non è superiore a 50 kg; a Creys-Malville ci sono 5.000 tonnellate di sodio liquido. Allora, anziché cercare il guasto dentro il serbatoio di contenimento del sodio, i responsabili della centrale hanno cercato il guasto nelle centraline che segnalavano l'allarme, perché non si riteneva possibile la fuga di sodio. E poi perché "la fuga di sodio segnalata" - riprendo la citazione testuale - "non era visibile, e ci sembrava un'informazione assolutamente incredibile". Questo è quanto scritto testualmente nel rapporto. Ci troviamo quindi di fronte ad una violazione - e qui arrivo ad una proposta che mi permetto di avanzare informalmente in sede di replica e di formalizzare immediatamente dopo reiterata da parte delle autorità francesi dell'art. 34 del Trattato Euratom, che impone l'informazione tempestiva sul funzionamento di impianti ad energia atomica. In questo senso, voglio aggiungere a quanto già detto che (sempre dal rapporto citato e reso pubblico nei giorni scorsi) risulta a firma del dott. Pierre Tanguy, responsabile della sicurezza degli impianti nucleari della EDF, che la centrale atomica di Gravelines (che non è molto lontana dal Piemonte) ha funzionato per 15 mesi senza l'impianto di raffreddamento del cuore atomico, perché rotto. Penso che queste siano cose molto inquietanti; non voglio richiamare anche i dati sulla non economicità di questo impianto, che è un prototipo, e rimando semplicemente alle dichiarazioni testuali del Presidente dell'EDF, Delaporte, così come le ha riportate l'Assessore Cerchio nel 1987 (mi auguro che lui se le ricordi).
Il signor Delaporte riferiva in quella dichiarazione testuale che, se nei prossimi quattro anni (ne sono già passati tre) l'impianto prototipo Superphoenix non inverte la marcia rispetto alla produzione di energia questo tipo di impianto è bene che sia cancellato. Ora, dal 9 dicembre 1987 ad oggi, quando è entrata in funzione la centrale di Creys-Malville, in trentanove mesi di vita, ventisette mesi questa centrale li ha passati a riposo, perché costantemente guasta per ragioni più o meno gravi. Arrivo al dunque, per dire che la Regione Piemonte non può restare a guardare rispetto alle iniziative attive da assumere nei confronti delle autorità francesi, in particolare per quanto concerne la violazione dell'art. 34 del trattato Euratom. Il Ministro Lattanzio infatti non ha ricevuto quell'informazione, che lei ha riferito, dalle autorità francesi, come lei aveva sollecitato di fare, perché le autorità francesi sono reticenti. Noi abbiamo già scritto un ordine del giorno che, mi auguro, oltre a quella del sottoscritto, abbia la firma di tutti i Gruppi consiliari. Un ordine del giorno nel quale, coerentemente con la volontà espressa dai cittadini italiani, in specifico sulla fuoriuscita dell'ENEL del nostro Paese dal Consorzio Superphoenix, la Regione Piemonte si impegni attraverso la sua Giunta ad associarsi alle procedure giurisdizionali già messe in atto dalla città di Ginevra, dal Comune di Confignon, e da altre associazioni ambientaliste svizzere e francesi, sia davanti al Consiglio di Stato francese sia davanti al Tribunale amministrativo di Grenoble, come di fronte alla Corte di Giustizia della Comunità Europea, affinché si ottenga per violazione reiterata del trattato su richiamato, l'arresto della rimessa in funzione dell'attività di surgenerazione dell'impianto di Creys Malville. Riavvio della centrale che sarebbe previsto per la prossima settimana, signor Presidente: ecco perché un pronunciamento di questo Consiglio deve essere, a nostro modesto avviso, tempestivo.
Questo avevo da dire, ed è del tutto superfluo che aggiunga, non soltanto a nome personale, ma a nome di tutti i Verdi, gli ambientalisti gli antinucleari di questo Paese e di questa Regione, che non si può avere nulla da spartire con quegli atti scellerati e provocatori che hanno portato anche a far saltare un traliccio che trasporta energia del Superphoenix. D'altra parte io mi domando: non essendo noto a nessuno stando alle dichiarazioni delle autorità di polizia di questo Paese che non sanno chi sono, come mai "La Stampa" di Torino, in prima pagina due domeniche fa, ha ritenuto di dover etichettare con un colore ben preciso questa iniziativa provocatoria? La lotta antinucleare ecologista è quanto di più lontano si possa immaginare dai gesti esemplari e violenti. Noi abbiamo sempre fondato, e così abbiamo anche vinto la battaglia, almeno temporaneamente, contro il nucleare in questo Paese sul convincimento delle persone, sugli argomenti documentati, quindi in questo senso sulla partecipazione democratica di massa e non violenta. Questo volevo dire, e mi auguro, signor Presidente, che si trovi modo, nel corso della giornata di discutere e votare questo ordine del giorno che ho già scritto e che farò circolare fra tutti i Capigruppo, sperando che anche la Presidenza della Giunta ritenga di doverlo assumere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Ala. Ne ha facoltà.
o



ALA Nemesio

Ho richiesto la parola per puntualizzare alcuni aspetti relativi all'interrogazione e alla sua risposta.
Purtroppo, quando ho firmato questa interrogazione, gli elementi che erano in mio possesso facevano riferimento ad un incidente. Ritengo per che sia errato usare strumentalmente gli incidenti per affrontare questione di tutt'altra natura, che è anche giuridica. La presenza dell'ENEL nel Superphoenix e nella Nersa - se messa in relazione all'esito del referendum sulle partecipazioni estere dell'ENEL - per essere precisi, è un rilevante problema di ordine politico, ma non attiene specificatamente agli "incidenti". E' un altro problema quello che riguarda la pericolosità degli impianti, in particolare del Superphoenix. Sulla sua pericolosità nulla può essere aggiunto. E' ovvio che il Superphoenix è un impianto pericoloso.
Ma, da questo a strumentalizzare in maniera così forte e virulenta uno specifico e circoscritto incidente, in merito al quale la risposta del Presidente Beltrami è corretta ed esatta, ce ne passa. Su questo aspetto preciso vorrei puntualizzare la mia posizione, aggiungendo che chieder all'Assessorato alla sanità di avere i documenti che il Gruppo Verdi Arcobaleno ha fornito all'Assessorato alla sanità, ma non ha fornito al cofirmatario dell'interrogazione.
Un conto è parlare del Superphoenix, dei suoi rischi e pericoli, e questa è una questione di estrema rilevanza che riguarda la nostra Regione la nostra democrazia e riguarda l'Europa, altro conto è invece - e questo non è un buon servizio alla battaglia antinucleare - usare sempre e soltanto dei singoli incidenti e delle singole polemiche.
Ringrazio il Presidente Beltrami per la sua risposta e la sua attenzione al problema. Posso soltanto dire che è un'attenzione che doveva esserci anni fa e dovrebbe essere continua e reiterata; riconosco comunque la tempestività della risposta. E' un problema che riguarda tutti, che appartiene a tutte le forze politiche e non credo che possa essere monopolio di qualcuno, nonostante si cerchi di renderlo tale sul piano politico.



PRESIDENTE

In merito all'argomento in discussione è stata recuperata l'interrogazione n. 1674 presentata dai Consiglieri Adduci, Bontempi Bresso e Sestero circa un anno fa.
Ha pertanto la parola il Consigliere Adduci.
o



ADDUCI Donato

Signor Presidente, la ringrazio per avermi consentito di intervenire in questo dibattito.
Però non posso - contrariamente a quanto hanno fatto i colleghi Staglianò ed Ala - ringraziare il Presidente della Giunta regionale, il quale ha detto di avere risposto con immediatezza e tempestività all'interrogazione presentata dai Verdi Arcobaleno. Non posso ringraziare il Presidente Beltrami perché più di un anno fa, esattamente il 20/2/1989 il Gruppo comunista presentò un'interrogazione urgente, peraltro rimasta senza risposta, riguardante la questione del Superphoenix.
L'interrogazione, oltre a quella del sottoscritto, recava anche le firme dei colleghi Bontempi (ora parlamentare europeo e spero che a Strasburgo affronti anche tale questione), Bresso e Sestero. Attraverso quella interrogazione facemmo rilevare che il generatore di Creys-Malville (Superphoenix) era entrato nuovamente in funzione dopo che era stato bloccato a seguito di una fuoriuscita di sodio. L'attività fu interrotta un'altra volta e persino le autorità francesi furono costrette a prendere atto dei problemi di quel supergeneratore, ma l'attività riprese ugualmente.
In campo internazionale, le perplessità che gli antinucleari e gli ambientalisti italiani avevano evidenziato si sono estese ad altri Paesi d'Europa e sono state riprese dai movimenti ambientalisti di quei Paesi tant'è che studi specifici sono stati compiuti sul funzionamento del Superphoenix.
In particolare voglio ricordare gli studi, che noi già richiamammo l'anno scorso nella nostra interrogazione, condotti da un gruppo di scienziati tedeschi che non escludevano fin da allora l'eventualità di una liberazione catastrofica di radioattività. D'altra parte, anche un autorevole scienziato svizzero, il fisico Pierre Lehman, affermò che "le conseguenze della fuoriuscita di radioattività dal Superphoenix sarebbero cento volte più gravi di quelle di Chernobyl". Lascio ad ognuno di noi immaginare cosa questo possa significare per una regione come il Piemonte e per l'Europa intera.
Anche le dichiarazioni del direttore del Sollner Institut di Monaco Jochem Benecke, testimoniano che non è impossibile escludere un guasto al sistema di blocco del generatore, con tutte le conseguenze paurose e dirompenti che ne possono derivare. Ognuno di noi è consapevole di quello che potrebbe accadere.
Signor Presidente, non richiamo in toto la profezia di Nostradamus - so che lei è sensibile alle profezie - voglio però richiamarla per sommi capi.
Se lei prova a fare l'anagramma di Malville, sa che cosa ottiene? "Le mal viendra", il male verrà, proprio da dove si congiungono due fiumi: da Creys Malville.
Dalla testimonianza degli scienziati, dagli studi fatti, dallo stesso rapporto delle autorità francesi di un mese fa, non si esclude la possibilità di un guasto non solo al Superphoenix, ma a molte altre centrali atomiche francesi. La Giunta non può, quindi, limitarsi, come ha detto il Presidente Beltrami nella risposta data ai Consiglieri Staglianò e Ala, semplicemente a "sensibilizzare e stimolare". Il collega Staglianò ha fatto presente che già il Cantone di Ginevra ha fatto ricorso al Tribunale internazionale contro la riapertura di quel generatore (peraltro noi avevamo evidenziato ciò esattamente un anno fa nella nostra interrogazione).
Signor Presidente, avremmo potuto trasformare la nostra interrogazione in un ordine del giorno, perché anche noi chiedevamo che la Giunta regionale intraprendesse azioni immediate e concrete dirette a bloccare l'attività del Superphoenix: l'art. 6 dello Statuto della Regione Piemonte ci fa obbligo di tutelare la salute dei cittadini piemontesi. Siamo la regione italiana più vicina al Superphoenix ed è nostro preciso dovere intervenire in merito.
Il collega Staglianò ha presentato un ordine del giorno, il Gruppo PCI aderisce con la firma del collega Monticelli, ci auguriamo che gli altri Gruppi facciano altrettanto e che oggi, unanimemente, venga approvato tale documento. Non solo, ci auguriamo che la Giunta assuma, con l'urgenza che il caso e la situazione richiedono, tutte le iniziative, anche giudiziarie ricorrendo al Tribunale internazionale affinché il generatore Superphoenix venga bloccato nella sua attività che è già dannosa per le ordinarie emissioni radioattive in atmosfera, ma che può diventare dirompente per la salute di tutti se si dovesse, per un'ipotesi malaugurata, ma non impossibile purtroppo, verificare un guasto di cui pagheremmo amaramente le conseguenze. Siamo ancora in tempo, interveniamo.


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni


PRESIDENTE

Comunico che l'Assessore Cerchio darà risposta scritta all'interrogazione n. 2072 presentata dal Consigliere Staglianò relativa alla situazione occupazionale alla Wamar di Torino.
Verrà altresì data risposta scritta all'interrogazione n. 2028 presentata dal Consigliere Ala inerente la pista di atterraggio di aerei da turismo nel Comune di Gattinara, Regione Schiumfei.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Biazzi e Croso.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge

Argomento:

c) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 21 e 27 febbraio 1990 - in attuazione dell'art. 9 della L.R. n.
6/88 - in materia di consulenze ed incarichi, è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione del prof. Ettore Passerin d'Entrèves


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, nei giorni scorsi, senza clamori né annunci di sorta, il prof. Ettore Passerin d'Entréves, studioso insigne di storia moderna e contemporanea, maestro di intere generazioni di studenti e ricercatori presso varie Università italiane, è deceduto. Era nato in Valle d'Aosta, ma risiedeva a Torino. Partecipò direttamente alla lotta per la Resistenza, contro il fascismo e per tutta la sua vita si mantenne fedele agli ideali autonomistici quali presidi irriducibili di libertà e di identità culturale. I suoi studi sul giansenismo italiano e sul cattolicesimo liberale rappresentano tappe decisive nell'evoluzione della storiografia italiana di questo secolo e costituiscono uno strumento essenziale per la comprensione del processo unitario risorgimentale. Era un uomo di profonda ed intensa spiritualità, un uomo che ha dato parecchio al nostro Paese. Vorrei rivolgere il nostro deferente omaggio alla sua figura con un minuto di raccoglimento.



(I presenti, in piedi, osservano un minuto di silenzio)



FRACCHIA MARIO


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordine del giorno n. 746 presentato dai Consiglieri Adduci, Bosio Bresso, Calligaro, Monticelli e Sestero concernente le operazioni di smaltimento rifiuti nei pressi dello scalo ferroviario Torino-Orbassano


PRESIDENTE

Passiamo al punto 5) all'o.d.g. che prevede l'esame dell'ordine del giorno n. 746 concernente le operazioni di smaltimento rifiuti nei pressi dello scalo ferroviario Torino-Orbassano.
La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Signor Presidente, ho riletto questo ordine del giorno quattro o cinque volte ed ha suscitato in me qualche sorpresa, perché tutto quanto richiesto è specifica competenza della Provincia. Provincia verso la quale la Regione conferma la fiducia che venga acquisita la documentazione che ha consentito alla Giunta provinciale di prorogare per altri 21 mesi l'autorizzazione alla Servizi Industriali, che "sia verificata l'adeguatezza degli impianti rispetto alla quantità di rifiuti tossico-nocivi smaltiti" e tutti gli altri punti richiesti. Eccettuato il punto 6) che riguarda il lavoro, in quanto dice "sia garantita l'erogazione del salario ai lavoratori dello scarico ferroviario Torino-Orbassano" (non di mia competenza), per quanto concerne il punto 7) che riguarda la Sanità "siano resi pubblici i risultati dello screening di massa effettuato sui lavoratori dello scalo ferroviario", e il punto 8) "sia individuato rapidamente il sito all'interno del quale la Servizi Industriali dovrà trovare allo scadere dei 21 mesi una nuova localizzazione", riconfermo che tutto quanto è stato chiesto a me, in effetti, è competenza della Provincia.
I sistemi di monitoraggio sono stati attivati investendo organismi diversi. Per quanto riguarda l'ultimo punto all'o.d.g. devo ricordare che la Servizi Industriali, quale azienda privata, deve proporre essa stessa come già avvenuto per altre ditte, i progetti di rilocalizzazione, così come è avvenuto in questi giorni per l'Ecolinea di Leinì.
Parte dei dati richiesti all'Assessorato all'ambiente sono a disposizione presso la Provincia e non si ritiene di sottoporre ad inquisizione la Provincia stessa, così come sembrano intendere le richieste fatte nei numerosi punti che ho elencato, soprattutto ai punti 1), 4) e 7).
Di conseguenza riteniamo che tale ordine del giorno non avrebbe dovuto essere rivolto all'Assessorato all'ambiente della Regione Piemonte, bensì alla Provincia di Torino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Signor Presidente, che la vicenda della Servizi Industriali non interessasse per nulla all'Assessore Cernetti era cosa nota. Il grave è che tutte le vicende che riguardano situazioni a rischio e situazioni gravi di inquinamento ambientale non interessano l'Assessore Cernetti.
Da almeno due o tre anni, infatti, puntualmente e reiteratamente, il Gruppo comunista ha posto, insieme ad altri Gruppi, alla Giunta regionale una serie di problemi ed una serie di quesiti che in modo altrettanto puntuale non hanno trovato mai una risposta soddisfacente. Ciò vale anche per quelli relativi alla salute dei cittadini di Orbassano e Beinasco e dei lavoratori dello scalo ferroviario che ogni giorno subiscono le conseguenze dannose delle ormai famose puzze.
Credo anche che all'Assessore Cernetti non interessi molto che il Consiglio approvi un ordine del giorno o lo discuta, anche perché gli ordini del giorno approvati dal Consiglio in materia ambientale non hanno mai, o quasi mai, avuto seguito rilevante, quando non sono caduti nel vuoto totale. Posso capire tutto ciò, però non posso capire le ragioni per cui l'Assessore Cernetti ignora totalmente una lettera che il Presidente della VII Commissione, Bara, le inviò in data 7/11/1989. Tale lettera è stata inviata anche al Presidente del Consiglio ed al Presidente della Giunta che pure hanno taciuto. E' una lettera del 7/11/1989 che leggo testualmente: "Caro Presidente, durante l'audizione del rappresentante dei firmatari della petizione, assegnata per l'istruttoria alla VII Commissione ai sensi dell'art. 106 del Regolamento del Consiglio regionale, sono emersi alcuni problemi relativi agli aspetti di ordine politico-istituzionale sulle autorizzazioni e loro rinnovi concessi o in via di concessione da parte della Provincia di Torino alla Società Servizi Industriali di Orbassano.
Per offrire gli elementi necessari di valutazione al Consiglio è opportuno che la VII Commissione acquisisca tutta la documentazione sulla base della quale la Provincia di Torino è pervenuta, o starebbe pervenendo, al rinnovo dell'autorizzazione provvisoria per la durata di cinque anni".
Assessore Cernetti, lei non sa che esiste questa lettera. Continuo: "Stante la delicatezza anche istituzionale del problema sollevato sembra opportuno alla Commissione che la Regione raccomandi alla Provincia di Torino di evitare possibili decisioni che allo stato delle nostre conoscenze potrebbero compromettere una soddisfacente soluzione del problema stesso. Quanto sopra richiamato è essenziale perché la Commissione possa espletare il mandato assegnatole e rispondere esaurientemente possibilmente nel tempo stabilito al Consiglio regionale".
Questa lettera è senza risposta, né la Giunta regionale, o per essa l'Assessore competente, hanno assunto un qualsiasi provvedimento.
Posso anche capire che la Giunta provinciale goda della fiducia della Giunta regionale, ma i fenomeni relativi alle puzze della Servizi Industriali continuano a manifestarsi.
E' di giovedì 8 marzo (non voglio ricostruire questa storia infinita) la notizia che alcuni lavoratori dello Scalo merci di Orbassano e del deposito ATM del Gerbido sono stati investiti dalla nube tossica ed hanno nuovamente avvertito dei malori. Questi lavoratori sono giustamente preoccupati ed altrettanto giustamente in agitazione, ma a lei, signor Assessore, tutto ciò non interessa?



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

La smetta di provocare, perché io ritengo che tutto ciò interessi a lei, quanto interessa a me, se permette! Bisogna avere un minimo di convivenza civile.



ADDUCI Donato

Con la semplice differenza che lei dovrebbe assumere decisioni che non assume, mentre noi assumiamo tutte quelle iniziative che dobbiamo assumere.
Mi spiace, Assessore, che lei si infiammi tanto, non c'è ragione.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

A me spiace che lei sia provocatorio! E' vero che il suo compito è questo, però c'è un limite a tutto, perché io della salute degli altri mi sono sempre interessata e in prima fila, se permette, in continuazione! Quindi le provocazioni le accetto fino ad un certo punto, anche se capisco il ruolo delle parti.



ADDUCI Donato

Non sia eversiva, la prego. Non consideri il mio intervento come una provocazione, non è così. Se lei non avrà un atteggiamento eversivo vedrà che il mio intervento non è provocatorio e non interpreterà male ciò che noi stiamo per dire. Non si tratta di provocare. Ma poi vorrei proprio provocarla, Assessore, perché no? Vorrei provocarla in senso positivo per farle assumere finalmente qualche iniziativa, per stimolarla ad intervenire.
La vicenda è nota. Noi abbiamo presentato un ordine del giorno che contrariamente a come l'Assessore ha cercato di dimostrare, è frutto di un incontro che è avvenuto con i lavoratori del Servizio dello Scalo di Orbassano nella sala intitolata ad Aldo Viglione. Nell'incontro erano presenti il Presidente del Consiglio regionale, Rossa ed anche i Capigruppo socialista e democristiano, e tutti si erano in quella sede impegnati a far sì che la discussione con i lavoratori si trasformasse in un ordine del giorno. Questo documento quindi, da lei ritenuto inutile, riprende punto per punto tutte le questioni che in quella riunione furono affrontate. Il Presidente del Consiglio regionale, inoltre, si era impegnato ad intervenire direttamente nei confronti dell'Assessore, senza provocarla, ci mancherebbe altro, e non l'ha provocata: da allora ad oggi, infatti, lei non ha fatto nulla per acquisire la documentazione che noi qui abbiamo richiesto, punto dopo punto.
Devo quindi rilevare con forza la mancanza di collegialità del lavoro della Giunta e la mancanza di comunicabilità, non come fatto esistenziale bensì come dato che purtroppo produce degli effetti dirompenti nella società, a danno dei cittadini.
L'ordine del giorno da noi proposto è stato opportunamente emendato nel senso che al punto 6) del dispositivo, laddove è scritto "sia garantita l'erogazione del salario ai lavoratori dello Scalo ferroviario Torino Orbassano", abbiamo aggiunto "anche ai lavoratori dell'ATM nel caso in cui i lavoratori stessi fossero costretti a sospendere l'attività a causa delle nubi tossiche che investono pressoché costantemente lo scalo ferroviario".
Ciò per evitare che questi lavoratori oltre al danno debbano subire anche la beffa, perché ogni volta che vengono investiti dalla nube tossica sono costretti a sospendere il lavoro e l'ATM non dà loro neanche il salario. Allo stato attuale dei fatti vi sono circa 15 ore lavorative in sospeso che l'azienda ATM non paga ai lavoratori e la situazione continua a peggiorare.
Non solo noi riteniamo, concludendo, che questo ordine del giorno debba essere approvato, ma chiediamo anche un intervento deciso e rapido del Presidente della Giunta regionale, Beltrami, presso l'ATM, affinché venga in attesa che il problema si risolva, quanto meno garantita l'erogazione del salario ai lavoratori che sono costretti ad assentarsi dal lavoro.
Almeno su questo punto gradirei sentire la risposta della Giunta.



PRESIDENTE

Poiché l'Assessore non intende prendere la parola, avendo già dichiarato di non accettare l'ordine del giorno proposto, chiedo ai proponenti se intendono che sia posto o meno in votazione.



ADDUCI Donato

Chiediamo che venga messo ai voti, ribadendo che fu raggiunto un accordo fra tutte le forze politiche di fronte a 200 lavoratori.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ala. Ne ha facoltà.



ALA Nemesio

Siamo ormai arrivati in conclusione di legislatura: la questione della Servizi Industriali ce la siamo portata dietro per molto tempo, ma ancora una volta registriamo un sostanziale nulla di fatto (al di là delle competenze specifiche che possono avere la Regione o la Provincia). Il fallimento complessivo rispetto ad un'istanza, sollevata da parte di settori consistenti della comunità piemontese, in un modo o nell'altro deve essere registrato, anche al di là dei dettagli tecnici e della lettera vera e propria dell'ordine del giorno che è stato illustrato dal collega Adduci.
Come giustamente ha ricordato lo stesso Adduci, questo documento è nato da un incontro che si svolse nella Sala Viglione, incontro che prendeva atto della volontà dell'Amministrazione provinciale di prorogare l'autorizzazione alla Servizi Industriali all'infinito, complice anche un sistema normativo nazionale che continua a rinviare indefinitivamente nel tempo il problema dell'adeguamento degli impianti ai dettati del DPR n.
915, cosicché continuiamo a trovarci di fronte ad autorizzazioni provvisorie e proroghe di autorizzazioni provvisorie che, per il semplice fatto che vengono concesse, dichiarano apertamente che gli impianti non sono a norma.
La risposta della Regione deve richiamarsi non solo agli obblighi imposti dallo Statuto, ma anche alle competenze regionali in materia di localizzazione degli impianti e di nuove localizzazioni o, meglio, di rilocalizzazioni. Tenendo conto che nel passato, dalla Giunta regionale non è stato tenuto questo atteggiamento, bensì una condivisione di responsabilità, non possiamo ora far finta di niente e pensare che la materia "rifiuti" sia così facilmente districabile tra competenze regionali e provinciali. La delega regionale in materia è ampia e deve quindi farsi carico della gestione complessiva del problema rifiuti; tra l'altro è competenza regionale la pianificazione, per cui la Regione deve considerarsi responsabile dell'intero modello di gestione dello smaltimento dei rifiuti.
Se andiamo a leggerle nei dettagli, le richieste avanzate sono - per così dire - minimali. C'è la riproposizione, sempre più stanca, del monitoraggio. La politica del monitoraggio non ha portato ad alcun risultato: quella che manca, in realtà, è una politica dell'ambiente. Il monitoraggio, sia da parte di chi lo richiede (a partire dai cittadini) sia da parte di chi con estremo ritardo e molta approssimazione lo attua sta nascondendo e ha nascosto in questi anni l'incapacità di assumere delle decisioni; al massimo fornisce qualche ulteriore elemento rispetto a questioni e situazioni largamente conosciute, relativamente al livello ed alla gravità delle condizioni di inquinamento.
Dire "no" ad una conoscenza fattuale del livello di inquinamento mi pare sia una risposta - qualora venisse da questo Consiglio - estremamente preoccupante.
E' compito della Regione, al di là delle sue competenze, fornire al Consiglio, e tramite il Consiglio ai cittadini piemontesi, il maggior numero di elementi sia sulle procedure adottate dall'Amministrazione sia sulle condizioni reali dell'inquinamento nella zona. Questo tenendo conto che, al di là di ogni chiacchiera, l'inquinamento rimane tale e quale, così come le condizioni di pericolosità: continuare a rimpallarsi responsabilità e competenze, e rinviare ulteriormente nel tempo tutti questi problemi, mi pare sia un comportamento assolutamente non all'altezza di un governo dei problemi ambientali.
Questa dichiarazione si conclude con l'accettazione e l'approvazione dell'ordine del giorno presentato dai colleghi del Gruppo comunista sottolineando in particolare il punto 8) di pura competenza regionale l'individuazione di un sito dove rilocalizzare la Servizi Industriali - e il punto 6) già richiamato dal collega Adduci, riguardante i problemi di carattere salariale ed occupazionale, innescati nel territorio di Beinasco e Orbassano dall'attività della Servizi Industriali.
Per quanto riguarda i dati sull'adeguatezza degli impianti e soprattutto, sulla quantità e qualità - che non viene menzionata - ovvero sulla tipologia dei rifiuti trattati, direi che dopo tutti i discorsi fatti in questi anni sul catasto e la necessità di un catasto dei rifiuti, per quanto riguarda quest'ultimo sia finalmente ora di produrre qualcosa! Tra l'altro, la riservatezza che attualmente pervade quanto prevede la legge, mi pare non sia un buon servizio all'informazione ambientale e alla correttezza e completezza dell'informazione ambientale.
Ricordiamo in dettaglio quanto successo negli ultimi mesi relativamente al mutamento del capitale azionario dell'azienda Servizi Industriali, con la creazione di fatto di veri e propri oligopoli in materia con capitale prevalentemente straniero, e con una serie di partecipazioni incrociate e controlli su diversi segmenti del processo complessivo di trattamento e smaltimento dei rifiuti che lasciano, sia agli abitanti di quella zona sia a tutti noi piemontesi, grossi problemi aperti in merito alla gestione passata, presente ed ancor più futura della materia "smaltimento e trattamento rifiuti speciali e tossico-nocivi".
Approvare pertanto questo ordine del giorno, che non rappresenta niente di speciale, è il minimo che possiamo fare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, il caso della Servizi Industriali di Orbassano che sta mobilitando - come possiamo constatare la collettività locale e i lavoratori del settore, non può essere un fatto relegato tra aspetti marginali, e dimostra ancora una volta i limiti nella programmazione e nell'uso del territorio, nello sviluppo urbanistico nonché nell'ubicazione di servizi strategici quali quelli di smaltimento dei rifiuti.
Il caso pone anche in evidenza come nel settore non si possa operare a compartimenti stagni. Questo non è un problema settoriale, ma investe molti aspetti; basti pensare - ed è sottolineato anche nell'ordine del giorno all'aspetto occupazionale, del salario e della tutela economica dei soggetti che possono essere in qualche modo limitati nelle loro attività.
Relativamente ai problemi ambientali, l'accertamento delle condizioni di salute - quello che viene definito screening di massa - è di competenza di una parte dei ruoli della Giunta e dovrebbe essere visto come un tutt'uno il problema dell'operatività e del sito dove sorge l'impianto oggetto della contestazione.
E' chiaro che la normativa vigente dà alle Province un ruolo importante per quanto riguarda i controlli e gli accertamenti; non possiamo rimuovere tale delega alle Province. Certamente, però, dinnanzi a casi di pericolo e di emergenza per la salute della comunità locale, è compito della Regione non tacere ed attivarsi.
E' certo, e condivido la posizione dell'Assessore, che il processo di rilocalizzazione della Servizi Industriali è un atto che deve trovare come prevede la legge - il soggetto interessato ad attivarsi per avviare le procedure della rilocalizzazione. Come sapete, in caso di rifiuti urbani l'attivazione della procedura è di competenza dei Consorzi dei Comuni; in caso di smaltimento di rifiuti industriali e tossico-nocivi la competenza è dei soggetti che verrebbero preposti o autonomamente orientati a questo tipo di funzione.
Il sistema di monitoraggio - mi pare che l'Assessore abbia sottolineato che è stato avviato un sistema di monitoraggio, cioè di un sistema di accertamento oggettivo delle condizioni ambientali - dovrebbe evidentemente valere non solo per tutti gli altri casi oggetto di contestazione, ma anche per quelli dove ancora manca un'organizzazione sociale di protesta. Lo stesso discorso può valere per un sistema di conoscenza per le acque.
Ricordo qui il problema dell'atrazina e dell'inquinamento degli acquedotti di molti Comuni, a proposito del quale mi ero permesso di sottolineare che esistono le tecnologie per avere un sistema di monitoraggio che, in tempo reale, possa farci conoscere la condizione vera delle acque e permetterci di fare gli accertamenti e le azioni del caso. Anche in questo caso il sistema di monitoraggio attivato dovrebbe permettere, nell'eventualità di segnali d'allarme non recepiti adeguatamente da coloro che hanno il compito di controllo, un'azione di orientamento. Credo che la Regione possa avere questo tipo di compito. Quindi la raccomandazione che si può fare alla Giunta, che credo possa (lo dico ai colleghi che hanno presentato l'ordine del giorno) anche configurarsi come una raccomandazione che spero l'Assessore recepisca in una sua dichiarazione, è quella di attivare un'azione di orientamento, di stimolo dinnanzi a questi elementi che emergono dal sistema di monitoraggio attivato.
Voglio anche dire che il problema dei salari decurtati per via di una tutela della salute dei lavoratori che non possono più operare in certi momenti, in certe ore nel sistema di trasporti localizzato accanto alla Servizi Industriali, non può non essere visto come una competenza dell'operatività della Giunta. In questo senso credo che l'Assessorato al lavoro possa trovare un tavolo di discussione che permetta al sindacato e ai Trasporti Torinesi di trovare una soluzione accettabile da parte dei lavoratori, che non sia quella di penalizzarli dinnanzi ad una situazione che, tra l'altro, non è prodotta da attività dirette alla loro funzione di lavoro.
Presidente Beltrami, mi permetto di sottolineare che il caso che oggi viene qui portato in evidenza ha certamente un aspetto centrale nel problema dell'ambiente, e quindi con tutti gli aspetti connessi; ha per anche un elemento importante per quanto riguarda il versante della sanità e l'Assessore parlava dello screening di massa - e anche il versante del lavoro per questo fenomeno paradossale. Cioè ci sono dei lavoratori che per colpa di altri impianti, subiscono una decurtazione dei loro salari senza possibilità di far valere i loro diritti. Quindi mi sembra una classica situazione nella quale la capacità di offrire un tavolo di mediazione da parte della Regione è un elemento estremamente importante.
Proporrei ai colleghi di orientarci sulla raccomandazione all'operatività della Giunta, auspicando nella sua disponibilità; se invece va avanti l'ipotesi, confermata dal collega Adduci, di portare in votazione il loro documento, il nostro Gruppo è obbligato ad astenersi sul documento che ha all'interno alcuni elementi certamente riconoscibili rispetto alle mie argomentazioni, ma che non possiamo approvare nella sua globalità.
Preferiremmo lasciare alla Giunta un'operatività più piena, sotto forma di raccomandazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, ritengo che quanto è stato espresso, in particolare dal collega Adduci, sia sufficientemente esaustivo.
Intervengo per denunciare i ritardi con cui la Giunta ha affrontato e sta affrontando la questione in oggetto, in particolare il problema della rilocalizzazione della Servizi Industriali in luogo idoneo, posto e accertato che quello dove attualmente esercita le proprie funzioni di smaltimento rifiuti è assolutamente inadatto. Inoltre, aggiungo che se non si è giunti ancora alla decisione attesa da così tanto tempo dalle popolazioni di Beinasco, Rivalta ed Orbassano, ciò è da addebitare a pari merito alla responsabilità del presidio multizonale: l'USSL n. 34, che negli anni che abbiamo alle spalle, in particolare dall'ottobre 1987, ha chiuso gli occhi, le orecchie e il naso di fronte alle denunce reiterate e alle puzze insopportabili che ammorbano l'aria di un gran numero di nostri concittadini e anche di un nodo produttivo cruciale qual è lo scalo di Orbassano e di altre aziende limitrofe. Quindi la responsabilità va del tutto addebitata a pari merito tra la Provincia di Torino - che, come sappiamo, si è distinta rinnovando l'autorizzazione concessa oltre ogni limite rispetto alla consuetudine (12 mesi, ma questa volta la Provincia ha voluto abbondare molto di più) - la Giunta regionale e soprattutto l'USSL n. 34, che non ha fornito, ritengo, come doverosamente doveva fare alla Giunta regionale, tutti gli input per mettere in condizione il governo di esercitare le proprie funzioni. Su questo non mi dilungo, in quanto abbiamo presentato a iosa interrogazioni, ordini del giorno e abbiamo registrato molte reticenze e difficoltà, talune obiettive, altre meno, da parte degli organi di governo. Arrivo quindi alla conclusione del ragionamento. Come la Presidenza del Consiglio e, penso, buona parte dei Consiglieri ricorderanno, il 19/5/1989 presentammo una proposta di deliberazione (n. 1137) con la quale si proponeva l'istituzione di una Commissione di inchiesta sul comportamento dell'USSL n. 34 in merito alle immissioni inquinanti in atmosfera nella zona di Orbassano, Beinasco e Rivalta, a partire dall'ottobre 1987, allorquando sei medici di base di Beinasco mettevano al corrente le autorità sanitarie dell'USSL dei gravi fenomeni di intossicazioni subite da cittadini e da lavoratori della zona.
E' passato quasi un anno, e questa deliberazione giace tuttora nei cassetti; al sottoscritto, come primo firmatario della deliberazione, non rimane che compiere un atto di testimonianza - altro non ci è dato a meno di 10 giorni dalla chiusura della legislatura - e cioè il richiamo in aula ai sensi dell'art. 32 del Regolamento, della proposta di deliberazione or ora citata, di modo che nell'ultima seduta del Consiglio regionale, anche qui a riprova di una volontà politica esistente o inesistente da parte delle forze di maggioranza, risulti agli atti come si intende (così siamo purtroppo autorizzati a pensare per il comportamento tenuto fin qui) coprire le responsabilità dei dirigenti dell'USSL n. 34 su tutto l'inquinamento della zona.
Penso che in qualche modo dovremo parlarne ancora la prossima settimana: so che a questo punto non esistono più i tempi tecnici, perch la Commissione d'indagine, qualora venisse deliberata, possa esercitare le sue funzioni, ma certamente è uno di quei compiti che lasceremo a coloro i quali siederanno sui nostri banchi a partire dal prossimo 6 maggio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, questo problema - che conosciamo abbastanza bene nel senso che recentemente come Capigruppo abbiamo incontrato una delegazione di cittadini e di lavoratori che sono per varie ragioni, interessati alla vicenda di Orbassano - ci fa dire che non può e non deve essere un singolo Assessore ad affrontare e risolvere tali questioni.
Credo sia una di quelle situazioni che hanno bisogno di una risposta della Giunta nella sua collegialità. Collegialità che attiene alle problematiche che abbiamo di fronte, che riguardano per alcune materie l'Assessore alla sanità, Maccari; per altri aspetti l'Assessore all'ambiente, Cernetti; per altri aspetti l'Assessore al lavoro, Cerchio.
E' necessario un tavolo di confronto, per evitare che i lavoratori vengano penalizzati dall'azienda nel momento in cui si astengono dal lavoro per ragioni oggettive. Queste ci paiono questioni che devono essere affrontate dalla Giunta nella sua collegialità. Ciò pur sapendo che la competenza è per alcuni versi dell'USSL. o per altri della Provincia o di altri enti e per alcuni aspetti, anche di aziende che operano nella zona. Dal nostro punto di vista, la Regione, in situazioni di questo tipo, deve esercitare quell'azione di coordinamento, di indirizzo, di controllo e di verifica su come gli altri enti si muovono e segnatamente su come la Provincia si è mossa e si sta muovendo in questo settore. Quindi chiediamo alla Giunta oltre che la collegialità, anche un'azione incisiva di controllo e di verifica su come gli enti locali, segnatamente la Provincia per le responsabilità che ha, si sono mossi in questo periodo e intendono muoversi. Questo affinché siano date le massime garanzie ai cittadini che fenomeni di questo tipo non si ripetano e, qualora si dovessero ripetere andare ad accertare le cause e le responsabilità in modo da poter perseguire le persone o le situazioni che debbono essere perseguite.
A noi non pare che l'approvazione dell'ordine del giorno in questa fase sia la soluzione dei problemi, perché gli ordini del giorno - l'abbiamo visto spesso - lasciano il tempo che trovano. Dovremmo fare meno ordini del giorno ed essere più incisivi quando le situazioni lo richiedono.
Quindi, signor Presidente, mi affido a lei e alla sua Giunta perché nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, con un'azione incisiva collegiale e concertata, riusciate ad individuare pienamente eventuali responsabilità, le cause delle situazioni negative che in questa zona si sono determinate e, soprattutto, con un intervento forte riusciate ad eliminarle. Questa mia proposta, fatta a nome del Gruppo DC, per certi versi ricalca la posizione del Gruppo socialista. Se la Giunta si assume tale responsabilità, a noi pare ci siano le condizioni per poter procedere e quindi non ci sia la necessità di approvare un ordine del giorno che nulla può aggiungere o togliere alla volontà della Giunta, se sarà in questi termini in quest'aula.



PRESIDENTE

La parola per la replica al Presidente della Giunta regionale Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Quest'ultima fase del dibattito - che è stato ampio, complessivo ed articolato - suggerisce alla Giunta di essere estremamente sensibile all'invito all'incisività, che per altri aspetti potrebbe suonare come un fraterno richiamo ad esserlo quando talvolta, per la somma delle cose che ci piovono addosso, non riusciamo a farlo.
Alla conclusione di questa seduta, attraverso i canali consentiti ed accessibili, richiamando la proposta di intervento incisivo nella collegialità, inviterò gli Assessori che possono essere investiti da questo problema - che veramente è angosciante perché ormai si sta trascinando da tanto tempo, anche se l'ordine del giorno è relativamente recente affinché abbiano a mettere in atto, ognuno per i settori di competenza ogni più utile iniziativa per tentare di dare una risposta complessiva al problema stesso. La Giunta non si rifugia all'interno di una posizione che vorrebbe eludere il problema o rinviarlo, ma assume l'impegno di affrontarlo nella sua complessità, cosicché la risposta possa essere totale rispetto ai problemi qui sollevati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

A seguito delle dichiarazioni rese, in particolare dal Partito socialista e dalla Democrazia Cristiana, dobbiamo purtroppo rilevare che siamo costretti a mantenere l'ordine del giorno. Essendo queste dichiarazioni critiche, molto critiche, nei confronti della Giunta e in particolare dell'Assessore, appare singolare l'atteggiamento dell'Assessore stesso, che addirittura considerava una provocazione l'avere posto qui questo problema.
Vorrei richiamare un dato che a me pare essenziale. Sia da parte socialista, sia da parte democristiana si è rimarcata la necessità di affrontare questo problema. O meglio: la Giunta ne è stata investita in pieno. Noi non abbiamo fiducia nell'operato della Giunta, perché se essa avesse voluto affrontare seriamente il problema, non diciamo in ogni sua parte e nella sua globalità, ma almeno in alcuni suoi aspetti preponderanti, lo avrebbe fatto da tempo. Facciamo notare, signor Presidente, che questo ordine del giorno è abbastanza recente, è vero, ma è anche vero che da tre anni presentiamo ordini del giorno ed interrogazioni su questo problema. D'altra parte, la Giunta è persino inadempiente - e lo devo ripetere ancora una volta - ad una lettera datata 7/11/1989 del Presidente della VII Commissione che chiedeva interventi in questa direzione. Quindi manteniamo l'ordine del giorno e ci auguriamo che la Giunta operi con la necessaria tempestività, ricordando al Capogruppo democristiano che molti ordini del giorno nascono proprio dalla mancata operatività della Giunta.
Manteniamo pertanto l'ordine del giorno con il seguente emendamento: il capoverso 6) viene così modificato: "6) sia garantita l'erogazione del salario ai lavoratori dello scalo ferroviario Torino-Orbassano e dell'Azienda ATM nel caso in cui i lavoratori stessi fossero costretti a sospendere l'attività a causa delle nubi tossiche che investono pressoché costantemente lo scalo ferroviario stesso".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

Signor Presidente, siamo favorevoli all'ordine del giorno perché, come si suol dire in gergo politico, "non mena alcun scandalo", in quanto chiede che siano attivate tutte le procedure che consentano alla pubblica opinione e ai cittadini di essere salvaguardati dai pericoli che incombono in talune situazioni.
Ricordo che sono state consultate le rappresentanze dei cittadini di quella località e delle amministrazioni locali; in quell'occasione si è detto che quel sito di smaltimento di rifiuti è da considerarsi come tra i più efficienti. Non entro nel merito, può darsi che non ci siano timori da mallevare, che nessuno debba temere, ma se così è effettivamente tutto ci che viene chiesto perché si proceda ai cosiddetti monitoraggi e naturalmente anche a riscontrare se gli organismi dei lavoratori sono stati colpiti da qualche affezione non deve assolutamente menar scandalo n creare impropria preoccupazione.
L'ordine del giorno è steso in maniera molto corretta perché non vuole rappresentare alcun atto di accusa. Le preoccupazioni della Giunta devono forse riferirsi al fatto che la Giunta stessa è chiamata ad essere impegnata nel dare dei resoconti entro 30 giorni. Poiché ci troviamo allo scadere della legislatura, e sappiamo che i tempi sono stretti e che tante altre cose stanno infarraginando - passatemi il termine - l'attività politico-amministrativa, magari sarà qui la preoccupazione della Giunta. Ma l'impegno che la Giunta si assume, anche se entro 30 giorni non sarà in grado di dare delle risposte precise, è un impegno di natura morale oltreché politica, che potrà essere soddisfatto appena possibile.
Per queste considerazioni, in nome e per conto del Gruppo MSI-DN, diamo parere favorevole all'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 746 nel testo seguente: "Il Consiglio regionale preso atto del fatto che la Giunta provinciale, con deliberazione n. 97 14085/289 del 23/11/1989, ha autorizzato la Servizi Industriali a continuare, per altri ventuno mesi, le operazioni di smaltimento rifiuti tossico-nocivi rilevato che, da anni ormai, i cittadini di Beinasco, di Orbassano e i lavoratori dello scalo ferroviario Torino-Orbassano denunciano la persistenza di puzze nauseabonde ed avvertono, quale conseguenza delle stese, malori di varia natura evidenziato che la Giunta provinciale di Torino, pur essendo a conoscenza dei disturbi cui vanno incontro i cittadini e i lavoratori della zona, ha ritenuto di poter rinnovare l'autorizzazione alla Servizi Industriali basandosi, addirittura, su dichiarazioni riguardanti le varie lavorazioni certificate dalla Servizi Industriali stessa consapevole del fatto che occorre, in ottemperanza all'art. 6 dello Statuto della Regione, tutelare la salute dei cittadini e che, in ogni caso, non deve essere ulteriormente tollerata qualsiasi forma di inquinamento in un'area già particolarmente soggetta a gravi rischi ambientali i m p e g n a la Giunta regionale ad operare, comunicando entro 30 giorni al Consiglio stesso i risultati raggiunti, con la massima urgenza e con la massima determinazione affinché: 1) venga acquisita la documentazione che ha consentito alla Giunta provinciale di Torino di prorogare per altri ventuno mesi l'autorizzazione alla Servizi Industriali 2) sia installato un sistema di monitoraggio ambientale che, gestito dal Laboratorio di sanità pubblica di Grugliasco, consenta alle autorità competenti di intervenire, quando necessario, sul ciclo produttivo per poter assumere i provvedimenti del caso 3) sia verificata l'adeguatezza degli impianti rispetto alla quantità di rifiuti tossico-nocivi smaltiti 4) siano forniti i dati relativi alle quantità di rifiuti smaltiti, mese per mese, da un anno a questa parte almeno 5) sia verificata l'eventuale esistenza di rifiuti interrati nell'area su cui insiste la Servizi Industriali 6) sia garantita l'erogazione del salario ai lavoratori dello scalo ferroviario Torino-Orbassano e dell'Azienda ATM nel caso in cui i lavoratori stessi fossero costretti a sospendere l'attività a causa delle nubi tossiche che investono pressoché costantemente lo scalo ferroviario stesso 7) siano resi pubblici i risultati dello screening di massa effettuato sui lavoratori dello scalo ferroviario, con particolare riferimento ad eventuali casi di transaminasi 8) sia individuato rapidamente il sito all'interno del quale la Servizi Industriali dovrà trovare, allo scadere dei ventuno mesi, una nuova localizzazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 13 voti favorevoli e 23 astensioni.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordine del giorno n. 741 presentato dai Consiglieri Valeri, Bosio Acotto e Ferro inerente la costruzione di una discarica consortile per il sub-bacino di Santhià


PRESIDENTE

Passiamo al punto 6) all'o.d.g. che prevede l'esame dell'ordine del giorno n. 741 inerente la costruzione di una discarica consortile per il sub-bacino di Santhià.
La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Il progetto di Santhià, se isolato da quello consortile di Alice Castello, è in contrasto con le linee di piano in quanto non dà soddisfazione alle esigenze di bacino, ma esclusivamente a quelle del Comune di Santhià e di due-tre Comuni contermini, non raggiungendo il limite utile alla definizione di bacino e non facendo riferimento a consorzio preesistente.
La richiesta per Alice Castello, presentata in Assessorato e discussa in conferenza, è stata presentata dal Consorzio vercellese e non da soggetto privato. Ricordo che i consorzi possono affidare a privati, in appalto o in concessione, la realizzazione e la gestione dell'impianto stesso.
Non risulta a questo Assessorato che il progetto di adeguamento e potenziamento dell'impianto di termodistruzione, approvato ai sensi dell'art. 1 bis della legge n. 441/87, sia stato o debba essere sottoposto a procedura VIA. E' pertanto giuridicamente possibile un ampliamento delle opere e dei finanziamenti già concessi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Nell'ordine del giorno è indicato un altro problema che si riferisce alla terza linea dell'inceneritore di Vercelli.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Ritengo di avere risposto dicendo che la terza linea significa ampliamento e potenziamento. Questo trova risposta nell'ultima parte quando ho detto: "Non risulta a questo Assessorato che il progetto di adeguamento e potenziamento dell'impianto di termodistruzione, approvato ai sensi dell'art. 1 bis della legge n. 441/87, sia stato o debba essere sottoposto a procedura VIA. E' pertanto giuridicamente possibile un ampliamento delle opere e dei finanziamenti già concessi".



VALERI Gilberto

L'ordine del giorno proposto non credo possa considerarsi superato dalle cose che l'Assessore ha detto nella sua replica.
Riteniamo che una gestione oculata del piano regionale e delle sue norme attuative debba consentire una transizione rispetto alla situazione ottimale prefigurata e, quindi, l'ipotesi di aree di sub-bacino che tra loro si consorziano per dare vita a discariche di rifiuti solidi urbani non possa essere sottovalutata o trascurata, tanto più che ci troviamo di fronte ad una situazione di grave carenza in fatto di strutture per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Per dirla volgarmente sarebbe come sputare nel piatto, se di fronte alla richiesta presentata da un Comune assieme ad altri Comuni dell'area contigua, per costruire una discarica, si rispondesse che quella discarica non avendo una dimensione corrispondente all'area di bacino non è da prendere in considerazione. Ma è soprattutto inspiegabile un tale atteggiamento di sufficienza da parte di chi è responsabile di tali carenze e ciò non di meno ha fatto per ben due anni le orecchie da mercante alla richiesta formulata dal Comune di Santhià malgrado essa fosse suffragata da vari studi geologici ed istruita anche progettualmente in modo soddisfacente, tant'è vero che la Conferenza del 30/11/1989 ha detto "atteso che dalle risultanze è emerso che il progetto relativo all'ampliamento della discarica di Santhià è in linea di massima approvabile sul piano tecnico" (leggo dalla deliberazione della Giunta regionale). Si è, cioè, di fronte ad un progetto serio, valutato dal punto di vista ambientale e geologico in modo adeguato e che ciò malgrado giace da più di due anni in attesa di risposta, benché la sua realizzazione potrebbe consentire, come soluzione transitoria verso l'ipotesi a regime di grandi bacini ipotizzata dalle norme di attuazione del piano, di alleggerire una situazione quale quella del Vercellese, che si prospetta pesante per i prossimi mesi. Il condizionarne l'autorizzazione alla contemporanea accettazione del progetto di Alice Castello è quindi un evidente non senso, oltre che un ricatto inaccettabile.
Mentre per la discarica di Santhià ci troviamo di fronte ad una struttura chiaramente complementare all'inceneritore di Vercelli, sul quale, nel futuro assetto, sarà incentrato il sistema di smaltimento dei rifiuti solidi urbani del bacino di Vercelli, con la discarica di Alice Castello, date le sue dimensioni, ci troveremmo invece a compiere una scelta chiaramente alternativa e per nulla complementare. Un'alternativa peraltro, destinata al futuro, perché nell'oggi i suoi tempi di costruzione non sono tali da sopperire ai tempi di fermata dell'inceneritore di Vercelli occorrenti per il suo adeguamento. Una discarica, dunque chiaramente inutile dal punto di vista dell'interesse pubblico, sia in futuro, quando l'inceneritore corrisponderà alle esigenze del bacino vercellese e avrà bisogno semmai di una discarica molto più ridotta e funzionalmente complementare, non un duplicato dell'inceneritore in termini di rifiuti smaltibili, sia per corrispondere alle esigenze attuali. I tempi della sua realizzazione, infatti, si sovrapporrebbero a quelli occorrenti per l'adeguamento dell'inceneritore di Vercelli, il cui completamento, come l'Assessore sa e come sta scritto negli atti inviati dal Sindaco di Vercelli all'Assessorato, dovrebbe aversi entro il 31/7/1990. Non è cioè assolutamente pensabile che una discarica quale quella che si vorrebbe costruire ad Alice Castello possa servire a coprire questi tempi.
Inoltre, come è possibile non finanziare Santhià e finanziare Alice Castello, quando questa è chiaramente in contrasto con gli obblighi stabiliti dalla legge n. 441? Lei ha detto che i consorzi possono incaricare altri di fare cose per loro conto, ed ha ragione, ma lei per deve sapere che neppure l'area della ipotizzata discarica risulta di proprietà del consorzio e non esiste alcuna legge che possa far considerare pubblica un'opera realizzata su area privata, su progetto privato, da un'azienda privata. Non è tollerabile che con degli "escamotage" si tenti di contrabbandare interpretazioni fasulle delle leggi che regolano il funzionamento degli enti locali, trasformando in pubblico ciò che è indubitabilmente privato.
Questi problemi, non avendo trovato risposta nelle dichiarazioni dell'Assessore, ci inducono a ribadire il nostro ordine del giorno. Al di là del calore posto nell'esporre il mio intervento, l'intento è stato quello di proporre una riflessione di contenuto, non una contrapposizione ideologica. L'auspicio è che le riflessioni che mi auguro di essere riuscito a stimolare consentano di predisporre un testo di ordine del giorno di impegno alla Giunta, sul quale trovare l'intesa di altri Gruppi e l'adesione della stessa Giunta.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROSSA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

Signor Presidente, ho chiesto di intervenire su questo ordine del giorno per talune considerazioni che mi paiono necessarie, al di là delle posizioni politiche che ciascuno di noi per altri versi a volte difende magari con contrapposizioni che non hanno ragione. Mi spiego: si tratta di un ordine del giorno presentato dal Gruppo comunista, così come l'altro per cui il Gruppo MSI dovrebbe quanto meno stare zitto e lasciare che la questione si risolva fra un Gruppo e la gestione di un Assessorato che fa parte della maggioranza. In politica, però, non si possono fare sempre e comunque pensieri di questo genere, bisogna essere razionali e così, come ho detto per l'altro ordine del giorno, non capisco perché si meni scandalo di fronte a talune prese di posizione che sono nella logica di quanto affermato non solo in sede di Consiglio regionale, ma anche nelle sedi dei Consigli comunali, dove pare che il PSI abbia scoperto l'acqua fritta nel padellino proponendo ciò che il MSI ha sempre sostenuto anche in Consiglio regionale, cioè a dire il coinvolgimento del pubblico nelle attività dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, dei rifiuti nocivi e di tutto ci che è nella problematica della contestazione della popolazione in difesa di valori diciamo pure ecologici. Non capisco come si possa poi assumere una posizione diversa da quella che magari per meri fini demagogici viene assunta in sede locale come se si scoprisse l'acqua fritta nel padellino.
Da un'osservazione molto superficiale delle risposte date dall'Assessore Cernetti, parrebbe che l'Assessore regionale del Piemonte alle problematiche dell'ambiente abbia a cuore le questioni delle imprese private, e io so che non è così. L'Assessore Cernetti, in non poche occasioni, ha cercato di far capire che, se per ovviare al problema delle grosse contestazioni della collettività si arrivasse ad ottenere il coinvolgimento tra pubblico e privato, non solo avremmo abbattuto i livelli della contestazione, ma avremmo anche potuto ovviare al problema della ricerca di quei siti che è tanto difficile trovare nell'ambito di quel programma generale le cui vicende sono ancora in altomare.
Se c'è un Consorzio fra Comuni che vuole attivare una discarica in contrapposizione ad un'impresa privata, perché mai non si accettano questi suggerimenti in funzione positiva e non si cerca di mettere d'accordo l'impresa privata con le proprie risorse e il controllo del pubblico, tanto da consentire non soltanto una realizzazione che non costituisca guerra fra le parti, ma anche un rientro nell'economia? Sappiamo, infatti, che lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e di altro genere frutta fior di miliardi, che se in quota parte giungessero alle amministrazioni locali potremmo concepire di avere dei bilanci locali impinguati in maniera tale da rifondere poi nell'ambiente quanto è necessario per il mantenimento dell'equilibrio ecologico, quanto meno con delle contribuzioni agli artigiani, alle piccole e medie aziende, per avere a monte una depurazione e comunque una selezione del materiale che si va a scaricare.
Sulla seconda parte dell'ordine del giorno non ho nulla da ribadire.
Se ci sono dei reperti e delle relazioni che indicano che il progetto non è un progetto di tranquillità, è inutile stare qui a contestare solo perch si tratta di un'opera pubblica che comunque deve avere il proprio esito.
Per queste ragioni che penso siano state chiare, e senza dilungarmi sull'argomento perché si parla fra Consiglieri che conoscono i problemi oltre che per i dibattiti consiliari svolti in passato, anche per quello che si va dicendo fuori dal Consiglio quando si vuol mostrare una migliore impostazione politica, il MSI è pienamente d'accordo e darà pertanto il suo voto favorevole all'ordine del giorno in discussione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Villa.



VILLA Antonino

Intervengo a titolo personale.
Quanto è stato esposto dai colleghi che mi hanno preceduto ha davvero un fondamento: mi riferisco in particolare alla discarica di Santhià. Si tratta di un impianto che darebbe un po' di respiro, per un certo tempo, a questa località ed eventualmente ad uno o due paesi limitrofi. Ritengo sia un'opera meritoria alla quale dare al più presto, visto che è due anni che l'attendono, l'autorizzazione.
Al di là del documento in esame, sul quale al limite mi asterr ritengo indispensabile che questa autorizzazione venga concessa, poich l'Amministrazione comunale, la popolazione del luogo e quella confinante potrebbero avere uno spazio nell'immediato futuro per lo smaltimento dei loro rifiuti urbani. E' un'azione che occorre fare al più presto perché da troppo tempo, passando per queste località, sentiamo ripetere questi continui richiami. Pertanto, visto che capita in rarissimi casi che venga accolta senza traumi una discarica pubblica, non vedo perché non si debba cogliere questa occasione e autorizzarla al più presto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Può sembrare paradossale che per la prima volta in cinque anni venga proposto un ordine del giorno che chiede venga realizzata una discarica e che in merito l'Assessorato dica di no. E' una cosa paradossale che ci accada di fronte all'accordo dell'insieme delle forze politiche e delle comunità locali, quindi della presa d'atto della necessità di un governo del problema.
Nel merito ho poche cose da aggiungere: non ho francamente capito perché l'inceneritore di Vercelli considerato nel suo insieme (quanto c'è e quanto si progetta - chiamiamolo potenziamento o terza linea - come si vuole) dopo tutto quello che si è detto, fatto e scritto nel passato, non debba essere sottoposto a procedura di valutazione di impatto ambientale.
In merito, vorrei ulteriori chiarimenti. Rispetto ad un inceneritore quale quello di Vercelli è assolutamente necessaria una valutazione di impatto ambientale su quanto ha già combinato! Il non farla neppure su quanto probabilmente combinerà in futuro - pur augurandoci che abbia un minore impatto di carattere sanitario ed ambientale - è una decisione che non capisco. Così come francamente non capisco le sottili, labili e sufficientemente inconsistenti distinzioni per suffragare il fatto che la discarica proposta ad Alice Castello non abbia natura privatistica.
Si può certamente ricordare la proposta fatta al consorzio e ricorrere ad una serie di appigli giuridici. Ma, per quanto mi riguarda, non riesco a capire come si possa non definirla, sostanzialmente, un'iniziativa a carattere privatistico.
Si tratta di questioni che ho ribadito più volte in passato, a proposito dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani: il meccanismo forte del Piano regionale per l'organizzazione dei servizi di smaltimento era quello della natura pubblica di tali servizi. Questo aspetto, inoltre dovrebbe accompagnarsi ad un sistema efficiente e complessivo sul territorio regionale per smaltire i rifiuti, tutti e bene, e possibilmente lo dico per memoria riciclarli e ridurli.
Al di là di questo, la natura pubblica, la qualità, la completezza l'efficienza e le garanzie sanitarie dello smaltimento mi pare costituiscano i veri obiettivi del piano. Diverso è discutere se una discarica è piccola o grande o se il bacino di utenza è leggermente diverso da quello previsto. Del resto, non solo il piano finora non è stato rispettato o applicato, ma addirittura sono state approvate situazioni in difformità al piano stesso.
Ritengo che l'ordine del giorno - potremmo così chiudere la legislatura con un avvenimento nuovo - debba essere accolto: lo condivido e voterò a favore.
In ogni caso gradirei chiarimenti inerenti la natura effettiva della discarica di Alice Castello e la valutazione di impatto ambientale dell'inceneritore di Vercelli.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Informo i colleghi intervenuti che non è prevista la valutazione di impatto ambientale perché quel tipo di inceneritore è stato approvato ai sensi dell'art. 1 bis della legge n. 441, che - ripeto - non la prevede.
Relativamente alle linee e alla filosofia del piano, ricordo che questo affida lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani al pubblico e non al privato; per legge il servizio può essere dato in concessione al privato e possono essere affidati ai consorzi, così come avviene, determinati impianti. Ecco perché e con questo rispondo al Consigliere Villa - verranno accolte, con ogni probabilità, le richieste del Consorzio vercellese stiamo valutando gli esami delle conferenze - vista l'innegabile emergenza rifiuti alla quale si appellava il Consigliere Valeri.
In una logica di smaltimento integrato è prevista sia la discarica di Santhià, che sarà di competenza del consorzio e non del Comune poich questa è la linea del piano, sia la raccolta differenziata nonch l'incenerimento dei rifiuti.
Personalmente cerco sempre di non essere provocatoria, non fatemi quindi ricordare che a livello di Regione Piemonte, oggi come oggi, non abbiamo un solo inceneritore di rifiuti! Non possiamo proseguire con la logica di produrre quattro chili di rifiuti al giorno pro capite e continuare a non smaltirli. In Piemonte, oggi come oggi, non abbiamo un solo inceneritore funzionante, in Emilia Romagna ce ne sono dodici! Proviamo, anche in Piemonte, ad essere un pochino logici! La prevista linea di smaltimento di rifiuti integrati include sia la raccolta differenziata, sia le discariche là dove è possibile - ma sempre affidate ai consorzi - sia l'inceneritore di Vercelli, per il quale ripeto - in base alla legge non è prevista alcuna valutazione di impatto ambientale.
Ritengo sia giusto un controllo pubblico su ogni gestione privata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri per dichiarazione di voto.



VALERI Gilberto

Ovviamente manteniamo l'ordine del giorno e lo voteremo.
Con l'occasione, però, intendiamo replicare all'Assessore informandolo che.



PRESIDENTE

Collega Cernetti, la prego di prendere posto.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Vorrei sapere quale regolamento m'inchioda al mio posto per cui non posso alzarmi dalla sedia mezzo minuto!



VALERI Gilberto

Ma lei dovrebbe spiegare quale regolamento consente a me di parlare a lei in sua assenza.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Non in mia assenza, io sono qui.



PRESIDENTE

Signori, cerchiamo di fare in modo che la discussione possa continuare.



VALERI Gilberto

Dato che la questione non si concluderà con la votazione di questo ordine del giorno, la informiamo che se certi orientamenti verranno mantenuti, la nostra iniziativa non si fermerà né qui né in Parlamento.
Circa la valutazione di impatto ambientale dell'inceneritore di Vercelli lei ha fatto riferimento alla legge n. 441, ma deve chiedere ai suoi uffici che le presentino anche il decreto ministeriale di recepimento della direttiva comunitaria!



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Ma lei sa benissimo che il DPCM è posteriore! Lei crede che io non colloqui con gli uffici?



VALERI Gilberto

E' posteriore all'esistenza, ma non all'ampliamento dell'inceneritore di Vercelli! Il potenziamento dell'inceneritore deve essere sottoposto a valutazione di impatto ambientale!



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Nossignore! Lei non conosce a sufficienza la legge!



VALERI Gilberto

Se anche fosse così, non si può non riconoscere che il Comune di Vercelli, per eccessivo zelo o per errore (qualcuno oggi lo considera tale), ha commissionato uno studio sulla valutazione di impatto ambientale spendendo alcune decine di milioni per l'incarico ad un professionista. Le domando, Assessore, se quella valutazione di impatto ambientale a suo avviso è da considerarsi carta straccia, dal momento che non essendo prescritta tassativamente dalla legge n. 441 lei ritiene che potremmo considerarla inesistente. E' questo che lei pensa?



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

L'iter della valutazione di impatto ambientale è stabilito dalla legge deve essere fatta da un nucleo comprendente funzionari di vari Assessorati coordinati dall'Assessorato all'ambiente. Il parere relativo alla valutazione di impatto ambientale viene inviato a Roma, al Ministero dell'Ambiente. Il Ministero, sentita la valutazione e il parere che ne dà la Regione, decide se è compatibile o no con l'ambiente. Questo stabilisce la legge nazionale, alla quale mi devo attenere, non sarà la legge di Vercelli!



VALERI Gilberto

Non discutiamo di pretese leggi locali. Noi le diciamo che un Comune capoluogo di provincia, che ha chiesto 30 miliardi allo Stato per potenziare un inceneritore, ha speso anche alcune decine di milioni per far fare una valutazione di impatto ambientale ad un tecnico professionista! Le ha pagate l'erario pubblico, ossia i cittadini! E quella relazione dice che l'ampliamento di quell'inceneritore è sconsigliato! Io chiedo a lei Presidente Beltrami, oltre che all'Assessore: la considera carta straccia quella relazione? Non dobbiamo tenerne conto perché non è scritto tassativamente in qualche sua deliberazione o in qualche legge che lei viene a richiamare? E' questo che dice ai cittadini: accettate ciò che qualcuno ha deciso di fare, anche se i tecnici dicono che l'ambiente non lo accoglierebbe? Il nostro ordine del giorno propone invece che le opere relative all'inceneritore di Vercelli - perché in discussione non è lo smantellamento dell'inceneritore - si fermino all'adeguamento delle due linee esistenti, escludendo il suo ampliamento e potenziamento, in quanto sconsigliate dalla valutazione di impatto ambientale.
Circa la discarica di Alice Castello, altro aspetto delicato su cui richiamerei l'attenzione anche del Presidente della Giunta, è stato detto dall'Assessore che si tratta di un'opera pubblica in quanto deliberata da un consorzio. Io le consiglierei di interessare la segreteria della Giunta prima di approvare una deliberazione avente questo genere di motivazioni visto che la discarica di Alice Castello verrebbe costruita su un'area privata, in base ad un progetto presentato dal privato, realizzata e gestita dal medesimo privato proprietario dell'area. Ho seri dubbi che giudicare pubblica questa discarica, al solo scopo di consentire ad una società privata di godere dei contributi finanziari che la legge n. 441 destina unicamente agli impianti pubblici, sia un'operazione rispettosa della legalità e della corretta amministrazione. Ognuno di noi ha fatto il Consigliere comunale o provinciale ed è agevolmente in grado di spiegare all'Assessore che non esiste un solo Comune che abbia potuto considerare opera pubblica qualcosa che è costruito da un privato, su un'area di sua proprietà! Invece è proprio questa la natura della discarica che si vorrebbe autorizzare ad Alice Castello: un affare, per capirci, da 100 miliardi di lire, il cui finanziamento si propone addirittura venga fatto con il denaro pubblico che la Regione chiederebbe al Ministero! Per queste ragioni noi manteniamo il nostro ordine del giorno e ci auguriamo venga approvato.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 741 nel testo seguente: "Il Consiglio regionale considerato che il 30/11/1989 la Conferenza tecnica regionale ha espresso parere favorevole al progetto riguardante la costruzione di una discarica consortile per il sub-bacino di Santhià rilevato che per accedere ai finanziamenti previsti dalla legge n. 441/87 la Giunta regionale deve presentare al competente Ministero uno specifico programma delle opere di natura pubblica da finanziare constatato che contrariamente al carattere privatistico di altri progetti quali la proposta discarica di Alice Castello, il progetto, la realizzazione e la futura gestione della discarica progettata dal Comune di Santhià hanno un incontestabile carattere pubblico impegna la Giunta ad inserire nel programma da presentare al Ministero, ai fini della concessione dei finanziamenti di cui alla legge n. 441/87, il progetto di discarica presentato dal Comune di Santhià, escludendo per converso il progetto riguardante l'area cosiddetta Alice Castello 2, in quanto incompatibile a causa della sua natura privatistica.
Il Consiglio regionale considerate inoltre le conclusioni negative cui è pervenuta la relazione di VIA relativamente alla costruzione di una terza linea dell'inceneritore di RSU di Vercelli incarica la Giunta di assumere nei riguardi del Ministero dell'Ambiente e del Comune di Vercelli i provvedimenti necessari, onde limitare i finanziamenti concessi e le opere avviate al solo adeguamento delle due linee di cui è attualmente dotato l'impianto di incenerimento".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 17 voti favorevoli, 22 contrari e 2 astensioni.
Si conclude a questo punto la prima parte dei lavori del Consiglio.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13,25, riprende alle ore 15,10)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame progetto di legge n. 449: "Proposta di iniziativa del Consiglio regionale al Parlamento nazionale: 'Norme per la chiusura dell'ACNA di Cengio, per la bonifica e la rinascita della Valle Bormida e per lo sviluppo dei livelli occupazionali ambientalmente compatibili'" e votazione ordine del giorno n. 765


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Passiamo al punto 7) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 449.
Relatore è il Consigliere Staglianò che ha pertanto facoltà di intervenire.



STAGLIANO' Gregorio Igor, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, entro nel merito di questa questione, largamente attesa. Avendone parlato più volte, penso sia superfluo ripercorrere la storia di questo inquinamento, che è centennale e delle inerzie istituzionali. Penso che il contesto sia sufficientemente a fuoco per tutti quanti noi e per questo vorrei proporre ai colleghi di concentrare la nostra attenzione sul da farsi, anche perché vorrei rispettare il compito che mi è stato affidato dalla VII Commissione permanente del Consiglio e colgo l'occasione per ringraziare i colleghi e il Presidente per la fiducia che mi hanno accordato nominandomi relatore.
Mi limito ai dati oggettivi che abbiamo di fronte. Nonostante il dibattito parlamentare si sia svolto alla fine di gennaio, resta tuttora valida, anzi è valida più che mai, la necessità di un pronunciamento legislativo, il più alto - come già ci siamo detti la volta scorsa - che un Consiglio regionale possa dare rispetto ad una materia su cui non si ha sovranità diretta. Quindi è indispensabile ed urgente che il Consiglio regionale del Piemonte compia un atto, al termine della legislatura, per ricostruire un filo di iniziativa politico-istituzionale, lasciando al Parlamento nazionale un segno delle discussioni che più volte ci hanno appassionato e anche divisi, in questo senso consegnando a tutte le forze politiche e parlamentari la staffetta di un compito che dovrà essere portato a compimento.
Ci sono molte contraddizioni che, per rispettare la brevità sollecitatami da più parti, non richiamo puntualmente, tra le affermazioni rese in Parlamento dal Ministero dell'Ambiente e la documentazione tecnica a supporto, nota a tutti i colleghi Consiglieri, che è stata oggetto anche di documentazione giornalistica. Al riguardo farei riferimento soltanto al giornale "Valle Bormida pulita" che ha documentato ampiamente le contraddizioni di cui ha dato mostra il comportamento del Ministero dell'Ambiente.
Quindi, signor Presidente, voglio qui richiamare anche brevissimamente di che cosa tratta questa legge. E' una legge che è stata innanzitutto firmata da dieci colleghi Consiglieri. Il testo che mi ero premurato di proporre all'attenzione di tutti i sessanta colleghi del Consiglio regionale fu presentato nel gennaio 1988 con la firma di dieci fra i sessanta. Via via la sensibilità e la disponibilità anche formalizzata dei colleghi Consiglieri si è ulteriormente ampliata; oggi potrebbero essere ben di più i firmatari di quella proposta di legge; mi auguro che questo ben di più si traduca nel voto finale alla legge. E' una legge che, a questo punto, è legge di tutta la VII Commissione consiliare che l'ha approvata all'unanimità con l'unica riserva di collocazione di voto da parte del collega Picco, che peraltro parlava a titolo personale non impegnando il Gruppo DC.
Il testo di legge sostanzialmente ripercorre il testo originario. Un solo cambiamento ci pareva opportuno laddove è stato riformulato l'art. 1 che demanda al Governo l'attuazione dei provvedimenti di chiusura dello stabilimento della Montedison, proprio per evitare che potessero insorgere dei conflitti istituzionali e che, nella indeterminatezza della figura preposta all'atto esecutivo, in questo caso indicato nel Governo nazionale si perdesse tempo e quindi efficacia.
Il testo di legge è composto di sei articoli.
All'art. 1 si propone la chiusura definitiva dello stabilimento ACNA di Cengio; il testo licenziato dalla Commissione risale all'1 marzo, per cui in fase di lettura degli articoli aggiorneremo la data.
All'art. 2 si prevede il risarcimento allo Stato dei danni arrecati dall'ACNA anche attraverso l'acquisizione delle aree e degli impianti.
All'art. 4 sono previste misure per attenuare l'impatto sociale della chiusura della fabbrica attraverso la garanzia di reddito per i lavoratori: pre-pensionamenti, incentivi alla riassunzione in tutte le fabbriche della zona.
L'art. 5 prevede una serie di misure per il rilancio economico della Valle Bormida con un apposito piano di rinascita predisposto dalle Regioni interessate e supportato da incentivi fiscali. Questo vorrei sottolinearlo perché viene in qualche modo enfatizzato il ruolo che le Regioni nella prossima legislatura dovranno avere perché finalmente si giri pagina su questa storia infinita di veleni.
Inoltre, si prevede che siano gli stessi lavoratori ex ACNA - noi vorremmo che finalmente si scrivesse questa parola - ad essere impegnati tramite la creazione di una società pubblica, nel lavoro di bonifica della valle inquinata (secondo il disposto dell'art. 3).
Signor Presidente, mi fermo qui. Di solito le relazioni delle Commissioni si concludono con una perorazione: si raccomanda al Consiglio l'approvazione della legge. Questa volta possiamo davvero concludere raccomandando di compiere finalmente un atto di responsabilità, che ricucia anche un filo di credibilità di questa istituzione nei confronti della propria gente, innanzitutto della gente della Valle Bormida, visto che finora prove di impegno conseguente non sempre se ne sono avute.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, il collega Staglianò ha ricordato come fossero dieci i firmatari del disegno di legge. Noi non abbiamo firmato il disegno di legge non per una svista perché abbiamo sempre rammostrato assenso; non è un assenso dell'ultimo momento, non è un esserci convertiti alla tesi della chiusura dell'ACNA all'ultimo momento o negli ultimi mesi in quanto, come è noto e come risulta dai verbali del Consiglio, fin dal primo dibattito risalente a parecchi anni fa, noi ci siamo collocati con convinzione, con argomentazioni tecniche e soprattutto politiche per richiedere la chiusura dell'ACNA, attraverso un ragionamento di sintesi che penso sia comune a tutti coloro i quali sono sempre stati su questa posizione, cioè a dire che, fra le due tesi che si contendono il campo, chiusura o non chiusura si deve dare la preferenza e il voto convinto a favore della tesi della chiusura in quanto la salute e la salvezza del territorio e delle popolazioni devono prevalere necessariamente in una sorta di stato di necessità sul problema drammatico dei posti di lavoro. E' senz'altro prevalente la tesi della necessità di salvare l'intera Valle Bormida da un perverso ed irreparabile inquinamento qualora non si pervenisse alla chiusura.
Prego i dieci colleghi firmatari del disegno di legge di considerare magari anche solo simbolicamente, le nostre firme apposte fin dal primo momento. A questo punto, in coerenza con i numerosi interventi del nostro Gruppo su questa grave problematica, noi non possiamo che mostrare assenso al disegno di legge che rappresenta un qualche cosa di gran lunga più forte rispetto a tutti gli ordini del giorno, all'inizio minoritari, ma per la verità nell'arco di questi ultimi mesi condivisi dall'intero Consiglio regionale.
In questo senso, manteniamo fede all'impegno, alla tesi e alla richiesta pressante di chiusura di questo perverso stabilimento inquinante comportamento coerente con quanto abbiamo detto fin dal primo dibattito che è anche coerente con l'atteggiamento assunto in Liguria dal Gruppo consiliare MSI-DN.
Quindi, il nostro voto favorevole incondizionato al disegno di legge auspicando che valga come segnale definitivo della volontà di questo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone che interviene in qualità di Consigliere.



MIGNONE Andrea

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, anche il Gruppo socialdemocratico, attraverso il Capogruppo Gallarini, risulta presentatore della proposta di legge. Intanto sottolineo con soddisfazione che il provvedimento è giunto finalmente all'esame del Consiglio regionale.
Il Gruppo socialdemocratico ribadisce il proprio consenso al provvedimento che sta nel solco della linea da tempo adottata di ritenere non compatibili le attività produttive dello stabilimento ACNA con il risanamento della Valle Bormida e quindi di conseguenza di ritenere che non vi possano essere altre soluzioni che non la chiusura definitiva dello stabilimento.
In queste ultime settimane non sono intervenuti fatti nuovi tali da consentirci di mutare l'atteggiamento che assumemmo quando ci dissociammo dalla maggioranza nel votare precedenti ordini del giorno. Anzi, se fatti nuovi sono intervenuti, questi vanno invece nel senso di rafforzare il nostro convincimento, anche ricordando le prese di posizione di alcuni enti locali quale l'Amministrazione provinciale di Cuneo. In secondo luogo, gli atti integrativi sottoposti alla valutazione del Comitato Stato-Regioni sono per certi versi anche peggiorativi rispetto ai contenuti della risoluzione parlamentare.
Con grande preoccupazione registriamo un certo silenzio stampa che, sui giornali liguri, comincia a prendere corpo attorno all'individuazione della localizzazione dell'impianto Re-Sol. Sono ormai trascorsi circa 60 dei 90 giorni concessi alla Regione Liguria per localizzare il famigerato impianto, ma non si ha alcuna notizia. Certamente, il silenzio dei giornali non ci può non preoccupare, perché nel frattempo attorno e all'interno dello stabilimento sono accaduti alcuni fatti poco incoraggianti, come la fuoriuscita di liquido che sta a dimostrare come il muro di contenimento in località Bassopiave non avrebbe realizzato gli obiettivi per i quali era stato previsto, e quindi il collaudo sarà una cosa di là da venire. Mentre avviene tutto questo, il monitoraggio è di là da venire e i controlli dei vari Ministeri e del Comitato scientifico sono al di là dal comparire. Tutti elementi che ci rafforzano nel nostro convincimento che il denaro pubblico debba essere più utilmente speso per la bonifica del sito, per il risanamento della Valle Bormida e per le garanzie del salario ai lavoratori attualmente occupati nello stabilimento.
Per questo noi voteremo il testo di legge licenziato dalla Commissione in modo che giunga al Parlamento ed al Governo un segnale chiaro ed inequivocabile di quella che è la volontà della Regione. Quindi, un atto presentato formalmente al Parlamento della Repubblica cui il Governo si deve attenere e a cui si dovrà attenere anche la Giunta regionale negli incontri specifici che avranno luogo anche in carenza di un Parlamento regionale eletto. Anche per queste ragioni noi confermiamo il voto favorevole alla proposta di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bonino.



BONINO Guido

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, siamo arrivati finalmente ad affrontare questo argomento rinviato di volta in volta. Qualcuno sosteneva che il rinvio fosse un fatto puramente strumentale, qualcun altro pensava invece che fosse un fatto importante non affrontare questa proposta di legge per affrontare invece gli ordini del giorno che impegnassero, come hanno impegnato, la Giunta ad assumere certe posizioni nei confronti del Governo centrale. Oggi invece e finalmente parliamo di una proposta di legge al Parlamento nazionale e in qualità di firmatario di questa proposta ovviamente non posso che raccomandare all'aula la maggior adesione possibile.
Anche noi vogliamo mettere in evidenza come questa proposta di legge possa rappresentare la volontà del Consiglio o perlomeno di quanti in quest'aula voteranno questa proposta di legge. Purtroppo questa proposta di legge non ha effetti reali giuridici vincolanti rispetto al Parlamento. Ed è per questo che non riteniamo che sia superato e chiuso l'argomento ACNA.
La collega Fassio ci fa notare come all'art. 1, parlando di chiusura non si parli di chiusura definitiva. Non c'è dubbio che per quanto riguarda i firmatari e per quanto riguarda questa proposta l'intenzione di chiusura vuol dire chiusura assoluta. Se vogliamo aggiungere il termine definitivo siamo ben disponibili. Per quanto riguarda la firma per un emendamento eventualmente proposto dal Consigliere Fassio o dal relatore, l'importante è che i termini siano chiari e non equivoci.
L'impegno della Regione Piemonte deve proseguire anche nel periodo di vacanza tra la vecchia e la nuova legislatura. E' un impegno di presenza dell'istituzione piemontese e della Giunta sul terreno del Bormida soprattutto nei riferimenti con l'Assessorato alla sanità per i controlli che le UU.SS.SS.LL. dovranno continuare a fare.
La nostra adesione è completa. Questa volta da parte mia non possono sorgere equivoci, come qualche volta sono sorti in quest'aula nei miei interventi nei confronti dei rappresentanti dell'associazione o dei Sindaci.
I volantini che mi hanno fatto pervenire, credo da parte di una signora, nel cassetto, con scritto "Bonino vergognati!", credo siano un'espressione di rabbia, magari anche legittima. Vorrei però ricordare a quelli della Valle Bormida, e lo dirò anche in una pubblicazione che andrà alla stampa in questi giorni, che ci sarà certamente il problema del voto del 6 maggio, ma che la democrazia continuerà e che la Regione continuerà anche dopo il 6 maggio. Ci sarà anche un maggio del '91 e del '92. Non credere nelle istituzioni è un errore gravissimo, perché, pur con le lentezze e con i ritardi, le istituzioni dovranno fare e faranno il loro dovere.



ROSSA ANGELO



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi pare che finalmente usciamo dalle nebbie delle cortine fumogene che nel corso di tutti questi mesi attorno a questa questione qua e là sono state buttate a piene mani.
L'importante è uscire dalle nebbie.
Credo comunque sia anche importante evitare che in un prossimo futuro dopo il 6 maggio, ci siano nuove cortine fumogene perché arriviamo ad un momento stringente, alla vigilia di una campagna elettorale ed ovviamente le singole forze politiche, come è naturale in questa fase, cercano in qualche modo di trovare la "pole position". Usciamo da queste cortine dopo che abbiamo vissuto e direi anche sofferto per un lungo periodo una situazione di indeterminatezza, di resistenze e di titubanze. Resistenze e titubanze che avevano come argomento di fondo il tentativo di dare una credibilità al processo avviato dal Governo. In fondo si diceva "vediamo cosa si mette in moto a livello nazionale". Mi pare che la realtà abbia fatto giustizia perché a livello nazionale sono stati sottoscritti protocolli d'intesa, sono stati sottoscritti atti aggiuntivi, risoluzioni della Camera, dichiarazioni d'intenti da parte del Ministro e di molti parlamentari che hanno cercato di giustificare il loro voto a favore della riapertura dichiarando che era un voto per la chiusura. Confusioni da questo punto di vista ne sono state fatte molte.
Malgrado tutto questo, è successa una cosa: ci si è illusi, da parte di taluni, che la realtà avesse torto ed avessero invece ragione quelli che sottoscrivevano certe dichiarazioni. In verità, la realtà si ostina ad avere ragione, perché il percolato continua ad uscire. Malgrado tutte le dichiarazioni fatte e malgrado anche alcune opere realizzate, il percolato scusate il termine - se ne frega del Ministro Ruffolo, non risponde a quelle che sono le regole e le leggi del Governo ed è un cittadino del tutto particolare per cui si ostina ad uscire tanto che i rappresentanti dell'Associazione per la rinascita della Valle Bormida (che al Ministro Ruffolo non credono e alla Regione han creduto un po' meno in questo ultimo periodo) hanno ritenuto opportuno controllare e hanno quindi verificato che il percolato continua ad uscire, tant'è che sono stati inviati degli esposti sulla base di sopralluoghi effettuati nel corso dell'ultimo periodo al Procuratore della Repubblica del Tribunale di Savona al quale devono essere denunciati questi episodi.
Molto più saggiamente noi riteniamo che la realtà abbia ragione e proprio per queste ragioni, già due mesi fa avevamo posto con forza l'esigenza di arrivare all'atto politico che il Consigliere Staglianò aveva presentato, cioè alla proposta di legge in esame che anche noi avevamo sottoscritto e chiesto venisse licenziata allora da questo Consiglio regionale. La valenza politica, in quel momento, sarebbe stata più forte di oggi, perché votare allora avrebbe significato votare immediatamente dopo la firma dell'atto aggiuntivo. Siamo in ritardo di due mesi e pur tuttavia la valenza politica di questa proposta di legge rimane ed è consistente, per cui noi non solo le diamo il nostro consenso, ma l'abbiamo sostenuta in tutto il suo percorso e l'abbiamo fatta nostra sottoscrivendola.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

La legge attualmente in discussione porta anche la mia firma. Come tale c'è un assenso pieno sia sui contenuti della legge sia anche sulla procedura, procedura che - a mio avviso - viene ad aggiungersi alle altre considerato che le precedenti procedure (avviate insieme a molti altri colleghi Consiglieri negli anni scorsi e oggetto di ripetute discussioni) non sono ancora approdate, questo è estremamente fantascientifico, alla chiusura dello stabilimento. Se non fosse chiaro questo principio, sarebbe sufficiente sottolineare che in questa legge, laddove si parla di chiusura si fa riferimento alla chiusura definitiva dell'impianto e non a chiusure temporanee in vista di ulteriori, nuovi o ripetuti protocolli o atti ed impegni aggiuntivi di ogni genere. E' una procedura diversa che nasce non solo dalla presa d'atto del ritardo, ritardo che, come il collega Ferro a ragione ha ricordato, non è solo ritardo del Consiglio regionale nel votare questa legge, ma anche del Parlamento e del Governo nazionali, incapaci di risolvere la vicenda ACNA, ma anche dalla presa d'atto del sostanziale fallimento delle procedure che avevamo previsto, richiesto e votato a partire dal protocollo di intesa oltre due anni fa.
Ritengo che la legge in sé sia molto chiara; è una legge che vuole garantire, oltre alla chiusura dello stabilimento, la bonifica del sito e della valle ed insieme le garanzie occupazionali e retributive delle maestranze.
Io mi auguro che le stesse forze politiche che voteranno a favore di questa legge sappiano compiere un analogo atto all'interno del Parlamento nazionale.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

Non essendovi altre richieste di parola nell'ambito della discussione generale ha facoltà di replicare l'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Desidero ragguagliare il Consiglio sull'ultima riunione del Comitato Stato-Regioni nel corso della quale, in ossequio ai due ordini del giorno votati dal Consiglio regionale del Piemonte, la Giunta ha sostenuto quanto segue.
La Regione Piemonte prende atto di quanto è stato fatto e di quanto è stato raggiunto, che è innegabile, però ritiene che tutto ciò sia ancora a livello di promesse e non di realizzazioni. Poiché di promesse ne abbiamo avute molte, ma non tutte sono state mantenute, esigiamo delle realizzazioni. Alla domanda relativa a tali realizzazioni (ho parlato in modo estremamente chiaro perché erano presenti gli amministratori locali sia della Provincia sia dei Comuni interessati che sono stati in perfetta sintonia con quanto da me dichiarato) ho risposto che noi richiedevamo le seguenti realizzazioni: 1) la scelta e non la promessa di scelta da parte della Giunta ligure di un sito per il Re-sol, ma anche che il sito scelto venga approvato dalla Regione Piemonte, perché non vorremmo che tolto dal confine dalla Valle Bormida piemontese venisse posto al confine con un altro lembo del territorio piemontese. Vogliamo quindi che sia scelto dalla Liguria, ma deve essere di nostro gradimento 2) il sistema di monitoraggio coordinato dal Consiglio Superiore di Sanità deve essere non solo avviato, come è adesso, ma deve partire e quindi dare i primi risultati 3) per quanto riguarda la bonifica del sito ACNA, deve esserne approvato il progetto esecutivo che ancora oggi non esiste e contemporaneamente, deve essere trovato il finanziamento; solo in quel caso lo vedremmo concretizzarsi, perché oggi come oggi ancora concreto non è.
Fino a quando non avremo in mano queste realizzazioni voteremo contro l'apertura dell'ACNA. Questo è stato quanto noi abbiamo dichiarato. Quando saranno fatte tali realizzazioni, le riporteremo in sede istituzionale, per quanto mi riguarda in sede di Giunta e di Consiglio regionale e in sede di Provincia o di Comuni per i rappresentanti degli enti locali che fanno parte del Comitato Stato-Regioni e decideremo in merito.
Questa è stata la posizione tenuta dalla Regione Piemonte in ossequio ai due ordini del giorno.
Il Capo Gabinetto del Ministro Ruffolo, Manin Carabba, che presiedeva la riunione del Comitato Stato-Regioni, ha preso atto della dichiarazione della Regione e ha promesso che in brevissimo lasso di tempo saranno in grado di darci le prime realizzazioni di quanto la Regione Piemonte ha chiesto.
Volevo fare queste precisazioni affinché tutti fossero informati circa gli ultimi avvenimenti.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

Passiamo quindi all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Emendamento presentato dai Consiglieri Staglianò, Bonino e Ferro: al primo comma, dopo la parola "chiusura", aggiungere la parola "definitiva".
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Nel testo licenziato dalla Commissione il concetto ci pareva assolutamente implicito.
Poiché nel corso della discussione qualche collega ha sollevato l'obiezione di un possibile fraintendimento, "a fortiori", aggiungiamo l'aggettivo "definitiva", che era già nel concetto dell'articolato.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Richiamo l'attenzione dei colleghi sulla proposta di modificare la data relativa alla chiusura, prevista all'art. 1, "dall'1 marzo 1990"; proporrei un emendamento che ne comporti un ritardo di 30 giorni. Inoltre, per essere più seri, proporrei il giorno 2 aprile, perché l'1 aprile mi pare non sia di eccessivo gusto: non sarebbe credibile.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

Sempre all'art. 1, è stato presentato il seguente emendamento a firma Mignone: sostituire "1 marzo" con "2 aprile".
La parola al Consigliere Bara.



BARA Giuseppe

Chiedo che i lavori vengano sospesi per dieci minuti per permettere ai Gruppi di maggioranza di incontrarsi.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

D'accordo, è concessa una breve sospensione.



(La seduta, sospesa alle ore 15,45, riprende alle ore 16)



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

La seduta riprende.
Se non vi sono richieste di parola pongo in votazione l'emendamento presentato dai Consiglieri Staglianò, Bonino e Ferro.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 32 voti favorevoli, 1 contrario e 3 astensioni.
Pongo ora in votazione l'emendamento presentato dall'Assessore Mignone.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli, 1 contrario e 2 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 1 nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 Consiglieri hanno risposto SI 37 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 Consiglieri hanno risposto SI 37 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 37 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 37 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 37 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 37 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
Prima di procedere alla votazione dell'intero testo della legge passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, il Gruppo liberale voterà a favore di questa proposta di legge, conscio che il suo significato è un significato strettamente politico, e altresì conscio che questo voto, al di là delle enunciazioni, nulla toglie e nulla aggiunge alle posizioni che la Regione Piemonte ha fin qui assunto. Ricordiamo tutti come quest'aula ha già votato almeno due ordini del giorno negli ultimi mesi, in cui si riconfermava l'atteggiamento del Consiglio regionale in linea con il contenuto della proposta di legge al Parlamento. Credo che non ci siano state né nebbie né foschie; c'è stato un atteggiamento chiaro, ma riflessivo e responsabile, assunto alla luce dei dati che via via sono stati portati a conoscenza dei Consiglieri regionali.
In quest'ultimo periodo nuove proposte sono state avanzate al tavolo della Conferenza Stato-Regioni dal Ministro Ruffolo, al quale riconosciamo l'attenzione e l'impegno su questo problema. Il Consiglio regionale con un proprio ordine del giorno ha dichiarato quelle proposte tali da essere considerate, ma non ancora sufficienti, per la mancanza di una serie di elementi di contenuto e di garanzie sull'iter successivo, a far mutare l'orientamento del Consiglio regionale. E questo è il motivo, e non altri per cui questo disegno di legge non è stato assunto in sedute consiliari precedenti. Si sperava che, prima della chiusura della legislatura, fosse possibile al tavolo della Conferenza Stato-Regioni ottenere quegli ulteriori elementi, quelle integrazioni, quelle garanzie che avrebbero potuto rendere percorribile una strada diversa; questo purtroppo non è avvenuto, ma non è avvenuto nemmeno qualcosa di contrario: la situazione è rimasta invariata.
A questo punto, come il Consiglio nel suo insieme ha ritenuto, è tempo comunque di dare un voto su un progetto di legge che già da diverse sedute era iscritto all'o.d.g. Riconfermiamo quindi l'atteggiamento avuto in tempi precedenti e con gli stessi elementi conoscitivi non essendo mutata la situazione.
Il Parlamento riceverà la nostra proposta e avrà il tempo di valutare se la situazione si è modificata, se ci sono elementi aggiuntivi che possano far ritenere cambiati gli elementi di partenza. Ed è per questo che allo stato non possiamo che riconfermare il nostro atteggiamento votando questo progetto di legge, consci del significato di conferma di un atteggiamento, ma consci anche del fatto che è una proposta al Parlamento e non una decisione di questo Consiglio, che, purtroppo, non può assumere in proprio.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

La parola al Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non me ne vogliano se molto brevemente approfitto dell'occasione della dichiarazione di voto per ricordare che le questioni trasversali nell'ambito dei Gruppi non si sono ancora rivelate, e spero che da parte di coloro i quali si sono astenuti vengano delle dichiarazioni di chiarimento, per sapere in effetti nell'ambito della politica regionale quali potranno essere le vere, le giuste spinte a suffragio di questo atto consiliare molto importante rappresentato dalla proposta di legge. Proposta di legge che avrebbe potuto avere ben altro esito sin dall'inizio, senza infognarci in quella bagarre che ha fatto produrre degli ordini del giorno con i quali, di volta in volta, si sollecitava la pubblica opinione ad una maggiore attenzione di rispetto verso chi, responsabile in politica, ha ribadito, ha sancito, ha chiesto. Nel mentre andava a scasso la questione della chimica, che si incentra anche nella vicenda di Cengio, tant'è che alla fine è stato travolto lo stesso ing. Necci, che avevamo avuto occasione di incontrare in sede regionale e che a quel tempo, con garbata sicumera, ci aveva fatto sapere che il problema non era soltanto ricollegabile a motivazioni di natura ecologica per la salute dei cittadini, ma ad un grave problema di natura economica che coinvolgeva grandi settori nazionali, in rapporto a valenze di problematiche internazionali nel contesto dell'economia europea.
Quindi la nostra valutazione di appoggio a questa proposta di legge è motivata più di quanto non lo fosse stata precedentemente. Poiché, dopo i fallimenti clamorosi, dobbiamo anche pensare che se si è arrivati alla determinazione consiliare di adire al voto favorevole a questa proposta di legge non è certo perché si crede alla risoluzione della questione di Cengio, che è tanto grave, ma perché - forse alla vigilia della fine della legislatura - si vuole recuperare quel minimo di credibilità che potrebbe anche venirci attribuita nel caso in cui il Parlamento nazionale fosse disponibile ad accettare la proposta di legge che stiamo avanzando.
Ma, ahimè, credo che dopo queste elezioni amministrative ci sarà senz'altro una crisi di governo, dopodiché si andrà senz'altro alle elezioni politiche. Allora.., campa cavallo! Tutto sarà ancora affidato alle chimere e alle speranze di quegli ordini del giorno che hanno determinato in sede consiliare quella che io ribadisco una vera e propria bagarre.
Avremmo anche potuto presentare degli emendamenti al testo di legge.
Ci sono delle richieste di basso profilo assistenziale che, oltretutto denunciano come sono finiti i tempi in cui, quanto meno da parte dell'opposizione che aveva da arrogarsi il diritto di rappresentare la socialità, si chiedeva che lo Stato provvedesse, nell'ambito del diritto e dei doveri, affinché anche l'imprenditoria intervenisse per evitare che il tutto fosse in termini di richiesta assistenziale attraverso l'elargizione di tanti miliardi. Che saranno stanziati sulla carta, vorrò vedere per come nel prossimo bilancio potranno essere trovati.
C'è la speranza che gli enti privatistici possano costituire, in un'associazione di tipo strumentale creata a bella posta, quelle risorse necessarie a dare lo stipendio, a dare il salario a tanta povera gente che avrà perduto il posto di lavoro. Il tutto affidato, ancora una volta, alla più smaccata demagogia.
Questo per dire che noi votiamo favorevolmente in quanto la questione merita massimo rispetto, comunque rimaniamo fermamente posizionati su una contrapposizione netta e categorica nei riguardi di coloro i quali le responsabilità governative le hanno tradotte sino ad oggi nei termini di cui abbiamo potuto prendere nota, cioè a dire con le posizioni trasversali delle astensioni.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRRARA Franco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la rapidità e la serenità con cui stiamo approvando questo provvedimento legislativo su una vicenda che da due anni crea delle situazioni particolarmente tese in questo Consiglio regionale, mi fanno venire il sospetto che da parte di tutti ci sia la convinzione che stiamo approvando uno strumento di scarsissima incidenza rispetto al grave problema che abbiamo di fronte.
L'atteggiamento che il Partito repubblicano ha su questa proposta di legge è coerente rispetto a quello che ha sempre sostenuto da due anni a questa parte, senza modificare i propri atteggiamenti di volta in volta senza adeguarsi o non adeguarsi alle pressioni o alle indicazioni che potessero giungere da qualsiasi parte.
Non c'è nulla di nuovo oggi tranne alcuni elementi che a me pare debbano essere soltanto accennati, anche se mi rendo conto che hanno una scarsa rilevanza.
Si è detto che nessun elemento di garanzia e di novità è venuto dall'inizio della discussione, da quando cioè si era cominciato a chiedere la chiusura dell'ACNA. Ho la sensazione che qualche elemento di novità sia emerso. Negli ultimi due dibattiti abbiamo assistito a cambiamenti rilevanti e significativi delle posizioni assunte in precedenza da parte di qualche Gruppo consiliare. Quindi, mi pare che qualcosa di nuovo ci sia.
La realtà è che l'Ente Regione, con i precedenti ordini del giorno e con questa proposta di legge, tende a manifestare la propria sfiducia rispetto al Governo nazionale. Che questa sfiducia l'abbiano i cittadini della Valle Bormida è un fatto legittimo. Dopo cento anni, da quando hanno iniziato a sollevare il problema, senza avere avuto risposte, è legittimo e giustificabile che abbiano perplessità e sfiducia rispetto alle istituzioni e al Governo.
A me pare che l'Ente Regione non possa porsi in questa ottica. Se le ragioni per cui oggi il Consiglio regionale chiede la chiusura dell'ACNA sono determinate dal fatto che le affermazioni del Governo non sono una garanzia di serietà, a mio giudizio questa Regione sta commettendo un atto grave.
Detto questo, visto che di queste cose ne abbiamo già parlato molte volte, credo sia inutile continuare la discussione. Se però vogliamo che tutto questo non sia una burla, se vogliamo che la Regione Piemonte colga la buona fede dei cittadini della Valle Bormida, credo che quanto avevamo detto la volta scorsa debba essere nuovamente affermato e cioè che la Regione Piemonte debba farsi carico, al di là di queste enunciazioni o di questa legge che andremo ad approvare, di verificare, in modo autorevole tale da dare garanzia e fiducia ai cittadini della Valle Bormida, che i controlli saranno fatti, saranno portati a conoscenza di tutti, saranno confrontati e resi di dominio pubblico, in modo che qualunque incertezza rispetto a queste scelte possa essere denunciata. E qualora ci fossero incertezze o comportamenti scorretti, credo che il Consiglio regionale riuscirebbe a trovare il consenso anche di coloro che per due anni hanno votato contro questo comportamento.
Siamo a pochi giorni dalle elezioni, elemento distorsivo rispetto agli atteggiamenti che stiamo tenendo. Troppe volte, quando si parlava di questo argomento, coglievo l'atteggiamento degli oratori che cercavano di carpire il consenso per vedere se certe affermazioni erano accolte. Siamo a pochi giorni dalle elezioni e mi pare che questo svii un confronto serio sulle cose. L'unico augurio che posso fare alla Regione e ai cittadini della Valle Bormida è che, dopo le elezioni, questa Regione sappia con più autorevolezza e con più serietà affrontare quei problemi gravi che ha di fronte: i problemi della compatibilità tra ambiente e sviluppo.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Gruppo comunista ribadisce il voto favorevole alla proposta di legge. Al tempo stesso, sentiamo l'esigenza di proporre ai colleghi un interrogativo: stiamo votando una cosa importante o stiamo votando una cosa di nessuna o trascurabile incidenza? Visto che abbiamo impiegato del tempo per arrivare a questa votazione, mi pare sia una cosa importante. D'altra parte, siamo tutti consapevoli che, appunto perché abbiamo impiegato del tempo, siamo arrivati a questo voto forse un po' troppo sotto campagna elettorale, il che probabilmente spiega la relativa facilità con cui la proposta di legge sta passando. Non mi sento in alcun modo autorizzato a fare processi alle intenzioni di chicchessia, ma propongo semplicemente due questioni di coerenza rispetto al voto che stiamo per esprimere.
La prima questione di coerenza riguarda l'iter che la proposta di legge avrà una volta passata da Torino al Parlamento nazionale, quindi quale sarà l'atteggiamento dei Gruppi parlamentari, che in qualche modo sono simili ai Gruppi consiliari qui presenti, quando dovranno esaminarla. A me pare che alcuni Gruppi presenti in questa sede si siano pronunciati con estrema decisione e facilità con un voto favorevole e mi auguro che questa decisione ci sia anche una volta giunti alle aule parlamentari romane.
La seconda questione di coerenza riguarda l'attività della Giunta regionale. Si è cercato di distinguere il ruolo del Consiglio e il ruolo della Giunta. Si è detto che l'argomento è una proposta di legge al Parlamento nazionale, quindi non impegna la Giunta regionale (tant'è vero che non si è espressa), ma soltanto il Consiglio ed ognuno è libero di votare come vuole. Però, signor Presidente, non possiamo ignorare che la Giunta regionale è chiamata ad atti, facendo parte del Comitato Stato Regioni, estremamente impegnativi.
Il Gruppo PCI, insieme ai colleghi Ala e Staglianò, ha presentato un ordine del giorno - e chiediamo sia posto in votazione contestualmente alla legge che impegna la Giunta a comportamenti coerenti con l'obiettivo della chiusura definitiva dell'ACNA di Cengio.
A noi sembra che, se vogliamo avere un atteggiamento coerente, rigoroso e serio su questo argomento, il voto che si realizza sulla proposta di legge debba essere lo stesso che si realizza sull'ordine del giorno da noi presentato, altrimenti corriamo il rischio di fare un'operazione incoerente, un po' troppo facile e un po' troppo elettorale. E questo sinceramente preferiremmo che fosse evitato a questo Consiglio.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Ribadisco quanto già espresso dal collega Mignone sulla posizione del Partito socialdemocratico che già in occasione della votazione dell'ultimo ordine del giorno si espresse per la chiusura dell'ACNA in coerenza con il nostro Partito al Parlamento. Già in allora dicemmo che quell'atteggiamento non andava interpretato come divaricazione all'interno della maggioranza ma semmai come un addebito di responsabilità a chi aveva inteso forzare la situazione oltre il forzabile e l'andamento della discussione di oggi dimostra quanto le forzature abbiano vita breve.
Collega Monticelli, non mi sento di condividere il fatto che il disinteresse che oggi aleggia in quest'aula sia direttamente proporzionale al contenuto specifico di natura politica della proposta di legge che stiamo per approvare; la natura politica è di gran lunga più pregnante di quanto fosse quello sterile ordine del giorno con vocaboli contrastanti bilanciati e controbilanciati, la cui stesura aveva richiesto ore di trattative e di compromessi. E' vero, la proposta di legge ha un significato prettamente politico perché non compete alla Regione legiferare in questo senso, ma se questa proposta di legge ha un significato solo politico mi si dica quale era il significato di quell'ordine del giorno le cui caratteristiche abbiamo condiviso tutti. Pertanto mi sento di dire che per fortuna, l'interesse o il disinteresse dell'aula non è proporzionale al contenuto e al peso specifico di natura politica di quanto si sta discutendo. Il contenuto politico di questa proposta di legge è sicuramente forte, pertanto ci auguriamo che il Consiglio oggi si possa esprimere in un certo modo.
I risultati sull'articolato già hanno preannunciato quali possono essere le proporzioni di condivisione e rappresentano sotto certi aspetti la pietra tombale dal punto di vista politico. Se il risultato della votazione sarà di un certo tipo, sarà difficile andare a disquisire con discorsi sofisticati e molte volte artefatti intorno alla questione. Il parere che il Consiglio esprimerà oggi rappresenterà una pietra miliare per quanto riguarda l'atteggiamento della Regione Piemonte, atteggiamento che dal punto di vista politico, intendeva definire la soglia di compatibilità tra sviluppo industriale e salvaguardia ambientale. Ritengo che l'atteggiamento di oggi del Consiglio abbassi notevolmente la soglia di compatibilità e questo è un risultato politico importante che dimostra quanto nel corso di questi anni si sia affinata la sensibilità e come nell'abbassare questa soglia di compatibilità, i limiti che fino a qualche anno fa erano considerati compatibili ed accettabili oggi non lo siano più.
Penso che nei prossimi anni questa sensibilità maggiormente affinata, che ha fatto emergere il pericolo in modo sempre più crescente, verrà ulteriormente abbassata.
Il Partito socialdemocratico non ha problemi di coerenza fra l'atteggiamento assunto a Torino e quello assunto a Roma. Certo, anche la coerenza deve essere gestita con intelligenza. L'atteggiamento che abbiamo assunto a Roma lo abbiamo assunto anche a Torino e lo assumeremo nei prossimi giorni quando questa proposta di legge sarà presa in considerazione dal Parlamento.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

La parola al Consigliere Fracchia.



FRACCHIA Mario

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, devo dichiarare il mio voto non conforme a quello del Gruppo repubblicano. Ormai non è più una novità in quest'aula che la mia posizione è opposta a quella del mio Partito e su questa posizione sono sempre più convinto anche in seguito agli ultimi fatti che sono avvenuti. Domenica ero in Valle Bormida insieme alle donne ed ai bambini che hanno fatto una marcia di protesta fino alle mura dello stabilimento ed ho constatato che, dopo pochi giorni dalla ripresa del lavoro in un solo reparto, la situazione sta di nuovo peggiorando, l'acqua è di nuovo sporca e inquinata; al mattino c'è nebbia, fumo, odore puzzolente e larghe macchie di schiuma sul fiume. Questa è la credibilità dell'ACNA! Non sono contro l'industria e contro il progresso, ma questa situazione purtroppo si trascina da tempo e l'ACNA non ha alcuna volontà di risolverla. Alcune donne hanno raccolto, vicino al muro di cinta, del percolato e lo hanno diligentemente portato qui in Consiglio. Di questi fatti dovremmo tenere conto. Questa legge era stata presentata un anno e mezzo fa e io ero il secondo firmatario insieme con il collega Staglianò.
L'unico errore che abbiamo fatto è stato forse nel non aver insistito perché venisse approvata prima, perché avrebbe avuto molto più peso.
Comunque, visto l'andamento odierno, del quale sono molto soddisfatto, devo dire che non ho niente da rimproverarmi perché la mia posizione parte da lontano, da tempi in cui le elezioni non erano ancora all'orizzonte. Non ho problemi di questo genere, semmai ho dei problemi con il mio Partito che forse mi deferirà per la quarta o la quinta volta ai probiviri, perché il Consigliere Ferrara mi ama e mi farà giudicare, giustamente, secondo la sua visione. Non importa, potrà anche farmi deferire, ma il mio atteggiamento non cambia. Con questo dichiaro che voterò a favore della legge di cui sono firmatario.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non credo che solo perch siamo alle porte delle elezioni gli atteggiamenti siano cambiati. Dovremmo risalire ad alcuni comportamenti per capire i test di sensibilità ai problemi ambientali; vorrei ricordare il problema del nucleare, la politica dei parchi, l'uso del territorio. Quanti morti ci sono sulle strade statali dove si affacciano scarpai o venditori di pentole? Si è persa la programmazione dell'utilizzo del territorio sotto la spinta degli interessi della cementificazione.
Questa materia estremamente delicata non va affrontata in modo demagogico o facile. Questa materia così delicata, che non tocca il problema dell'ACNA esclusivamente, ma tocca la metodologia nel rapporto tra ambiente e sviluppo, è un tema portante di questo decennio, che non pu essere affrontato con furberie magari elettorali. Sarebbe un test importante quello delle coerenze tra ambiente e sviluppo, in tutti i campi dal nucleare all'utilizzo del territorio, dalla politica dei parchi all'attenzione al fine di evitare la cementificazione di questo paese, che ormai ha il 20% del territorio cementificato o asfaltato con delle forti ripercussioni nell'ambiente. Dovrebbe essere questo l'elemento di valutazione da assumere prima di accennare con gioia a certi schieramenti che si riescono a coagulare attorno ai documenti.
Il nostro Gruppo, con il Presidente della Commissione, Bara, aveva votato a favore questa proposta di legge. Ci trovavamo in un contesto in cui non c'erano elementi tali da poterci far assumere posizioni diverse.
C'è stata anche la firma di un nostro collega a quella proposta di legge.
Oggi ci troviamo con delle iniziative da parte del Governo, giuste o sbagliate, decisive o parziali, non risolutive del problema, fortemente lacunose, che hanno fatto sì che dichiarassimo un'attenzione particolare sia ad una localizzazione diversa del Re-Sol che alla costruzione di un sistema di monitoraggio non lasciato esclusivamente ad una sfera puramente tecnicistica, ma con un controllo democratico, e poi alla necessità di una bonifica rapida, al di là e al di fuori del funzionamento o del non funzionamento dell'impianto.
Credo che il botticino di percolato che è stato portato dalla Valle Bormida avrebbe potuto esserci ugualmente anche se l'ACNA fosse stata ferma da sei mesi. Quello è un processo di fondo che comunque deve vedere un'azione di bonifica e occorre valutare se è efficace l'azione di bonifica a funzionamento attivato; certamente se non c'è polarizzazione attorno ad un problema sarà più difficile destinare risorse per un'efficace bonifica.
Dinnanzi a questi atteggiamenti nella Conferenza Stato-Regioni l'Assessore ha assunto una posizione che faceva riferimento agli impegni assunti negli ordini del giorno. Sappiamo che se entro tre mesi non verrà trovato un sito per l'impianto Re-Sol, secondo quanto ha dichiarato anche il Ministro, l'ACNA dovrà chiudere; sappiamo che se il monitoraggio non sarà in grado di esprimere significativamente la capacità di comprendere il processo non avrà ragione d'essere perché non avremo le sicurezze del funzionamento dell'ACNA. Dinnanzi a questi elementi l'Assessore nella Conferenza Stato-Regioni non è andato a dire qualcosa di diverso.
Qui non stiamo discutendo soltanto dell'ACNA, ma stiamo discutendo di un modello con cui ci rapportiamo per la tutela della salute della popolazione, per la tutela dell'ambiente in rapporto con processi di industrializzazione a rischio complessi e critici.
Quindi la metodologia che adottiamo oggi varrà anche per altri casi quindi deve essere una metodologia chiara, precisa, che garantisca la ricerca reale di un punto di equilibro tra l'innegabile necessità di difesa delle condizioni di vita della gente e la necessità di una regione industrializzata. Non andremo tutti a lavorare nel parastato o nel settore dei servizi. Dovremo saper dare delle risposte all'apparato industriale in termini di smaltimento dei rifiuti e di compatibilità del suo ciclo con le trasformazioni delle politiche industriali, che non devono privilegiare soltanto l'innovazione, ma favorire anche la trasformazione dei cicli produttivi. Questa è una regione industrializzata, non è una regione del parastato! La metodologia che adottiamo è di grande responsabilità; non la seguiamo perché fa comodo o perché ci sono le elezioni, disposti poi a cambiarla magari nelle stanze ovattate del padrone per assumere altre posizioni piegandoci alla volontà di Romiti, di De Benedetti, di Gardini.
L'ha detto anche il Consigliere Bonino: questa proposta di legge non ha effetti reali. Sono d'accordo con lui.
Siamo dinnanzi ad una decisione complessa e, per questa complessità per il fatto che l'Assessore non ha negato le posizioni assunte da questo Consiglio e le ha confermate alla Conferenza Stato-Regioni, il Gruppo socialista lascia alla libera ed autonoma decisione dei suoi singoli componenti la posizione da assumere in questa vicenda, pur rimarcando gli elementi di problematicità che esistono.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Signor Presidente e colleghi, desidero spiegare al Consiglio la posizione del Gruppo DC sulla vicenda ACNA che per l'ennesima volta giunge sui nostri banchi.
Noi riteniamo che la posizione assunta dal Consiglio regionale in ripetuti dibattiti e ordini del giorno sia molto chiara e precisa e ha dato alla Giunta un mandato altrettanto preciso che noi condividiamo. Il mandato è quello di riconfermare l'assoluta esigenza che l'ACNA rimanga chiusa perché non riscontriamo le condizioni, dal punto di vista delle garanzie affinché l'azienda possa essere riaperta. Non abbiamo riscontrato queste condizioni né alla fine dell'anno scorso né all'inizio di quest'anno, ma non le riscontriamo neppure oggi, quindi con la relazione che l'Assessore ha reso al Consiglio, seppur breve, che ha riassunto la posizione assunta dalla Regione nell'ultima Conferenza Stato-Regioni, noi concordiamo perch riconferma sostanzialmente gli ordini del giorno approvati da quest'aula nei quali noi, non solo allora ma anche oggi, ci riconosciamo pienamente.
A questa posizione si aggiunge la proposta di legge in oggetto che è in itinere da molti mesi e che ha tra i suoi firmatari anche un componente del Gruppo DC, il collega Bonino. Noi diciamo che questa proposta di legge ha indubbiamente un significato e una valenza politica rilevanti, ma che certo questo era il senso della dichiarazione di Bonino non ha in sé, in quanto approvata dal Consiglio regionale, degli effetti immediati trattandosi di una proposta di legge al Parlamento e tutti sappiamo che effetti potrà averne se ed in quanto il Parlamento farà propria tale proposta.
Siccome questa è la presa di coscienza di una realtà è giusto che all'interno del Consiglio regionale e fuori, tra la gente della Valle Bormida, sia chiara e nota a tutti in modo che non si creino delle aspettative che non appartengono a questo provvedimento in quanto approvato dal Consiglio regionale, ma che vi apparterranno se verrà approvato dal Parlamento nazionale.
In questo senso noi riteniamo che questa proposta di legge aggiunga sì una scelta politica significativa, ma non aggiunga nel merito nulla a ci che nel merito è già stato riaffermato negli ordini del giorno approvati da quest'aula nelle settimane e nei mesi scorsi.
E' per questa ragione che il Gruppo DC lascerà ai suoi componenti libertà di espressione su questo provvedimento, così come è stato nell'articolato così sarà nella votazione finale della proposta di legge.
Ritengo però doveroso fare due osservazioni. La prima è all'amico Ferrara. Nel momento in cui una grossa parte del Gruppo DC vota a favore di questa proposta di legge, e quindi concorre alla sua approvazione in modo determinante, non ci sentiamo un Gruppo che assume un atteggiamento contro il Governo. Dico questo ricordando il recente atteggiamento in sede parlamentare del PRI, peraltro legittimo, sul progetto di legge, discusso ed approvato alla Camera, inerente agli emigrati. Relativamente a tale progetto di legge, il PRI ha ritenuto di assumere, nei confronti del Governo, un atteggiamento molto duro e per certi versi anche un poco ostruzionistico.
A noi non è parso di vedere in questo atteggiamento una posizione contro il Governo, ma il concorso di una forza politica importante come il PRI che la pensa in un modo leggermente diverso su una questione delicata complessa e difficile, per la quale nessuno ha la verità in tasca.
Non è una questione personale, Ferrara consentimi, è un'interlocuzione politica. Se in quest'aula non si può parlare di politica chiudiamo i battenti e andiamo tutti a casa: io sto cercando di fare un ragionamento politico.



FERRRARA Franco

Non calza l'esempio che hai fatto!



CARLETTO Mario

Quello che sto cercando di dire è che il nostro non è un atteggiamento perlomeno non lo riteniamo tale contro il Governo, ma è un atteggiamento di collaborazione: vogliamo indicare al Governo la strada giusta per dare soluzione al problema ACNA, che a nostro modo di vedere deve essere affrontato in modo coerente rispetto ad esigenze - già richiamate da Tapparo - di sviluppo e qualità della vita, di sviluppo ed ambiente. Non ci può essere sviluppo senza attenzione all'ambiente e alla qualità della vita; non ci può essere attenzione all'ambiente senza tenere conto che la nostra società industriale ha bisogno di sviluppo. Questo è lo snodo, e su questo ci confrontiamo: l'ACNA ne è un esempio classico. A noi non pare ci siano oggi le condizioni perché l'ACNA possa riaprire, anzi, ci pare persistano tutte le preoccupazioni affinché l'ACNA continui a rimanere chiusa.
Il secondo ragionamento lo svolgo sull'ordine del giorno proposto.
Collega Monticelli, l'ordine del giorno presentato impegna la Giunta su una questione nella quale la Regione Piemonte non ha competenze. Infatti, le decisioni in ordine a queste problematiche competono al Parlamento e al Governo. Chiedere che la Giunta regionale "assuma nelle sedi deputate tutte le iniziative atte a perseguire" mi pare un invito su una materia in merito alla quale la Giunta - a mio giudizio - è in grado di fare ben poco. Non vorrei si trattasse di un invito alla Giunta su cose che non possono essere in concreto attuate.
Non mi sento quindi di votare questo ordine del giorno, poiché mi sembra vuoto di contenuto e di proposta concreta.
Voglio riprendere un altro concetto espresso dal collega Monticelli in termini di preoccupazione: io invece mi sento di votare un ordine del giorno nel quale il Consiglio regionale chiede alla Giunta di seguire l'iter parlamentare del progetto di legge che probabilmente il Consiglio approverà in quest'aula fra pochi minuti.
Questo mi pare un concreto invito alla Giunta e una proposta sulla quale può davvero esercitare il suo ruolo di interlocuzione con i Gruppi parlamentari ed il Governo. Diversamente la proposta mi sembra velleitaria e scarsamente legata a reali possibilità di attuazione.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, prima di passare al voto mi pare doveroso riprendere alcuni concetti. Innanzitutto vorrei esprimere la soddisfazione personale per i pronunciamenti positivi che si sono avuti in quest'aula, come primo firmatario e relatore, ma anche a nome di tutti gli altri firmatari e dell'intera Commissione consiliare che ha licenziato questo provvedimento di legge.
Non mi rammarico nel registrare comportamenti contraddittori che alcuni Consiglieri e Gruppi consiliari possono aver avuto oggi rispetto ad atteggiamenti passati; le discussioni si fanno per consentire a ciascuno di ripensare a scelte compiute precedentemente. Diversamente tutto sarebbe predeterminato: potremmo fare le nostre sedute per corrispondenza, signor Presidente, e quindi risparmiare, oltre all'energia elettrica che illumina quest'aula malamente - come diceva il collega Tapparo anche tutti i consistenti rimborsi ai Consiglieri per l'esercizio delle proprie funzioni.
Esprimo quindi la mia soddisfazione per i pronunciamenti positivi che si sono avuti e, signor Presidente, anche per il disagio manifesto del Gruppo socialista sulla materia: ritengo sia un disagio salutare.
Ci troviamo di fronte - è stato detto da più parti - ad un'iniziativa politico-istituzionale e non ancora, purtroppo, ad un atto deliberativo.
In ogni caso noi non potevamo farlo: non potevamo fare di più e non l'abbiamo fatto. Questo è il massimo che il Consiglio regionale del Piemonte, stante la Carta Costituzionale e le attuali deleghe legislative potesse fare.
Viene ad una settimana dallo scioglimento della legislatura? Poteva essere fatto prima, più incisivamente? Meglio tardi che mai.
Si tratta - dicevo - di un'iniziativa politico-istituzionale e dell'espressione di una volontà che deve essere perseguita ed attuata.
Riteniamo che su questo non mancheranno, pur tenendo conto delle nostre scarse forze, iniziative per far emergere, qualora ci fossero - e ci sono purtroppo - tutte le lingue biforcute che a Torino dicono una cosa e a Roma, laddove questa proposta di legge, qualora venisse approvata, dovrà essere esaminata, ne dicono un'altra.
Noi faremo in modo che questa proposta di legge non resti nei cassetti della Camera dei Deputati.
Il mio, signor Presidente, non è solo l'auspicio di un singolo o, se volete, di piccole forze politiche; se la proposta di legge che ci apprestiamo a votare sarà approvata com'è auspicabile e sembrerebbe possibile, penso che ci debba essere, e lo dico adesso, un'iniziativa della Presidenza del Consiglio regionale - proprio lei, signor Presidente Angelo Rossa, in quanto rappresentante dell'intera assemblea - per un incontro alla Camera dei Deputati e alla Presidenza della Commissione cui il progetto di legge verrà assegnato affinché il Consiglio regionale del Piemonte venga ascoltato, e venga avviato rapidamente l'iter dell'esame legislativo. Penso che ciò sia possibile e necessario.
Questa della proposta di legge è un'iniziativa politica che suona come sfiducia nei confronti del Governo nazionale su questo argomento? Ha ragione Ferrara, è così. Cosa c'è di male se il Governo nazionale su questo si è mosso in termini censurabili, come più volte abbiamo dovuto sottolineare qui? Su questo, signor Presidente, posso soltanto consegnare al collega Tapparo questa botticina di percolato, perché lui certamente non la beva altrimenti non lo vedremmo più, però che lo faccia esaminare.



BARA Giuseppe

Non siamo al mercato!



STAGLIANO' Gregorio Igor

Non è una provocazione, collega Bara! Signor Presidente, volevo invitare il Capogruppo socialista a fare analizzare il contenuto di questa botticina, che è stato prelevato al di qua delle barriere che a giudizio del Ministero dell'Ambiente sarebbero a tenuta stagna.
Inoltre non ho capito, dal ragionamento che ha fatto il collega Masaracchio, dov'è la demagogia a proposito delle responsabilità dell'azienda per quanto riguarda il risarcimento dei danni. Ci sono ben due articoli, approvati, che individuano nella Enimont i responsabili dei danni, e quindi si chiede che i danni vengano pagati. Giustamente la collega Bresso mi ricorda che su questo argomento specifico c'è anche una direttiva della CEE, che è in fase di approvazione, che obbliga le aziende che inquinano a pagare i danni causati dal loro inquinamento.
Penso quindi che sia giusto pretendere comportamenti conseguenti da parte del governo regionale anche nella fase di vacatio fino all'insediamento del nuovo governo regionale; in questo senso penso che il comportamento della Giunta regionale, a cominciare dall'Assessore Cernetti in tutte le sedi in cui si tratterà di affrontare l'argomento, è di attenersi alla volontà del Consiglio, qualora la volontà del Consiglio vada nella direzione della chiusura definitiva dell'ACNA.
Ci auguriamo, come Verdi di tutti i colori, che su questa questione in futuro si possa avere, a partire dalla prossima legislatura, un governo regionale più conseguente. A questo proposito vorrei tranquillizzare il collega Tapparo, il quale ha fatto un ragionamento molto impegnativo, ma ritengo, al di là della polemica che può essere parsa forse eccessiva, pur avendo il collega posto delle questioni rilevanti, di non vedere grande coerenza nei comportamenti della sua forza politica, ma questo è un giudizio assolutamente personale e, credo, legittimo.
Il dato certo è che nella prossima legislatura ci sarà un nodo che chiunque siederà in quest'aula, dovrà affrontare, ovvero la compatibilità fra le attività produttive e la sopravvivenza, per le future generazioni dell'ambiente che abbiamo ricevuto in prestito dai nostri figli.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 37 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.
A seguito del provvedimento testé approvato è stato presentato un ordine del giorno a firma dei Consiglieri Montefalchesi, Monticelli, Ala Staglianò e Ferro. Su tale documento il Consigliere Carletto intende proporre una modifica.
Ha pertanto la parola il primo firmatario dell'ordine del giorno Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Signor Presidente, l'approvazione di questa legge può essere interpretata in due modi.
Il primo è emerso chiaramente dagli interventi dei Consiglieri Ferrara e Tapparo, in particolare, cioè che approvare questa legge "fa fine" soprattutto a due mesi dalle elezioni, "ma non impegna" perché finirà in qualche cassetto di Commissione parlamentare. E' un'interpretazione possibile.
L'altra interpretazione è invece quella che il Consiglio regionale viste le ultime vicende, coscientemente e senza strumentalità, decide approvando questa legge, di modificare sostanzialmente la posizione assunta con l'ultimo ordine del giorno approvato circa un mese fa. La differenza è che con questa proposta di legge il Consiglio regionale afferma la necessità della chiusura definitiva dell'ACNA. Mai il Consiglio regionale e nemmeno nell'ultimo ordine del giorno approvato, aveva affermato la necessità della chiusura definitiva dell'ACNA.
Pertanto, l'approvazione di questa legge costituisce una modifica sostanziale. Ma se questo costituisce una modifica sostanziale rispetto alla posizione precedente del Consiglio regionale, bisogna che questa posizione venga resa minimamente operativa. E' vero che l'approvazione di questa legge - come diceva il collega Bonino - non ha effetti immediati però il Consiglio regionale può decidere di darle effetto immediato.
L'effetto immediato è quello di impegnare la Giunta regionale a compiere in tutte le sedi, a partire dalla Conferenza Stato-Regioni, tutti gli atti necessari a perseguire la chiusura definitiva.
L'ordine del giorno sostanzialmente dice: preso atto che la posizione del Consiglio regionale con l'approvazione di questa proposta di legge è quella della chiusura definitiva, la Giunta si comporti di conseguenza, e quindi nelle sedi opportune la sostenga ed agisca al fine di perseguire la chiusura definitiva.
Credo che questo punto non sia né equivoco né vuoto: è una direttiva precisa alla Giunta regionale nel senso che non ci può essere una legge che dice: "chiusura definitiva" e una Giunta che opera per riaprire l'ACNA a determinate condizioni. Se la legge sarà approvata, la Giunta deve essere coerente: non operi per la riapertura a determinate condizioni, bensì per la chiusura definitiva. Questo è quanto l'ordine del giorno vuol dire con chiarezza; a maggior ragione perché fra una settimana il Consiglio regionale scadrà e quindi non potrà più esercitare alcun controllo sull'operato della Giunta.
Se poi si vuole aggiungere nell'ordine del giorno "un impegno della Giunta a seguire l'iter parlamentare della legge" sono d'accordo, per credo che lo spirito originario della legge voleva essere quello di impegnare la Giunta ad essere conseguente e sono dell'avviso che tale formulazione debba essere mantenuta.
Se questo ordine del giorno sarà respinto vuol dire che alcune forze hanno votato a favore la legge soltanto perché fra due mesi ci saranno le elezioni, ma non intendono modificare la posizione assunta con l'ultimo ordine del giorno che non è quella della chiusura definitiva, bensì della riapertura a determinate condizioni.
Se ci sono lingue biforcute, è meglio chiarirlo.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

Non essendovi richieste di parola pongo in votazione l'ordine del giorno n. 765, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte vista la proposta di legge n. 449 'Norme per la chiusura dell'ACNA di Cengio, per la bonifica e la rinascita della Valle Bormida e per lo sviluppo dei livelli occupazionali ambientalmente compatibili' considerato che tale proposta di legge propone al Parlamento di dettare norme per la chiusura definitiva dell'ACNA impegna la Giunta regionale, in coerenza con i contenuti della suddetta proposta di legge, ad assumere nelle sedi deputate tutte le iniziative atte a perseguire la chiusura definitiva dell'ACNA".
Su richiesta di alcuni Consiglieri, si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si sono astenuti 18 Consiglieri.
L'ordine del giorno è approvato.


Argomento: Montagna

Esame progetto di legge n. 487: "Provvedimenti per lo sviluppo dei territori montani"


PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

Passiamo al punto 8) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 487.
La parola all'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, nella scorsa seduta di Consiglio si era deciso di concordare incontri fra la Giunta e i Gruppi per un approfondimento, cosa che purtroppo non è avvenuta. La Giunta dichiara la propria disponibilità a fare questi incontri, però, fino a quando gli stessi non si realizzeranno, non mi pare esistano le condizioni per affrontare il disegno di legge, visto l'impegno assunto nella seduta precedente.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, non so di chi fosse il compito di attivare gli incontri richiamati dall'Assessore. Il Gruppo PSI è disponibile ad un incontro con la Giunta, non solo con l'Assessore Lombardi, ma con gli Assessori competenti in materia di artigianato, turismo, viabilità, ecc.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

In questa fase finale un po' frenetica del Consiglio regionale non si capisce più quali sono le decisioni e quando esistono delle decisioni quali sono le responsabilità.
L'Assessore sostiene che dovevano avere luogo degli incontri, però nel momento in cui si decide una cosa del genere bisogna capire chi è il promotore, presumo la Giunta. Non mi risulta che il Consiglio sia la sede che convoca la Giunta e i Gruppi per decidere una cosa del genere. Nel momento in cui la proposta è stata avanzata, in particolare dalla Giunta di avere incontri con i Gruppi credo sia pacifico che il soggetto che si attiva per avere tali incontri debba essere la Giunta.
Ci troviamo di fronte ad una proposta di legge dei Comuni richiamata in base all'art. 52 dello Statuto; è un fatto politicamente grave che dei Comuni siano costretti a richiamare una proposta di legge, perché vuol dire che i Gruppi politici, in particolare la Giunta, rispetto a quelli che sono indirizzi, orientamenti.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Collega Ferro, già nell'altra legislatura ci furono proposte dei Comuni che mai vennero all'attenzione del Consiglio. Posso portare più di un esempio; pertanto non richiamiamo questi precedenti.



FERRO Primo

Se risaliamo al 1860 probabilmente ci sono anche delle responsabilità dei gruppi liberali che governavano in allora... Non possiamo continuare dopo cinque anni, a fare degli scaricabarile sulle responsabilità che ebbe a suo tempo la Giunta di sinistra. Se continuiamo a ritroso su questo terreno, arriveremo all'inizio della storia umana.
Noi dichiariamo che a questo punto non si può continuare con un rinvio.
C'è un richiamo in base all'art. 52 da parte dei Comuni; i Gruppi presenti in Consiglio si assumano le proprie responsabilità. Per quanto ci riguarda siamo pronti a discutere la proposta di legge.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Probabilmente il collega Ferro non ricorda che in questo Consiglio si era detto che si sarebbe fatta una riunione tra Gruppi e Giunta. Nessun Gruppo ha preso l'iniziativa per fare tale incontro; per parte nostra me ne faccio carico, credo che il Gruppo comunista debba fare altrettanto.
Semmai ci dividiamo equamente la responsabilità per non aver fatto ciò che ci eravamo impegnati di fare nei confronti della Giunta; quindi tutto si può fare tranne che imputare alla Giunta il mancato incontro. Dopodiché, se si ritiene che l'incontro debba essere fatto, il Presidente del Consiglio ha la titolarità per convocare i Gruppi e la Giunta. Se invece la Giunta ritiene che il testo possa essere messo immediatamente in votazione, si pu procedere, però dobbiamo ricordare come sono andate le cose. Se non ci sono le condizioni per procedere oggi, perché è ritenuto opportuno dalla Giunta e dai Gruppi, ci associamo all'ipotesi di un incontro preparatorio.
Pregherei il Presidente della Giunta di farsene parte attiva convocando le parti nei tempi e nei modi possibili, tenendo conto che il Consiglio è convocato ancora per alcuni giorni e che venerdì non abbiamo previsto seduta, perché sono convocate molte Commissioni che dovranno licenziare provvedimenti che dovranno passare in aula nelle sedute di lunedì, martedì e mercoledì della prossima settimana.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

La parola all'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Mi pare che le cose siano state ricordate come in effetti sono avvenute. La Giunta è disponibile ad affrontare il disegno di legge, non si oppone alla sua approvazione. A me sembra che un disegno di questo rilievo dovrebbe avere un approfondimento maggiore, ma se lo si vuole affrontare affrontiamolo pure in questa sede, dimenticando l'impegno di un incontro così come il Consiglio aveva assunto, non per volontà della Giunta, ma per richiesta dei Gruppi. Se si va avanti nell'esame del disegno di legge, la Giunta è per la sua approvazione nel testo presentato dai Comuni altrimenti, non ci sembra esistano le condizioni per una valutazione sufficiente, vista la scarsa preparazione che la proposta ha avuto in Commissione. Per cui, se si fa l'incontro per ulteriori approfondimenti possono venire avanti impostazioni di modifiche, ma a questo punto la Giunta si esprime per l'approvazione della legge nel testo presentato dai Comuni proponenti.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Siamo pronti per la discussione, nel corso della quale presenteremo due emendamenti.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

Passiamo pertanto all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 36 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 36 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 36 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 36 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 36 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 36 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Emendamento presentato dal Consigliere Ferro: l'art. 7 va aperto con i seguenti commi: "Per garantire il finanziamento con quote regionali dei progetti speciali di cui all'art. 6 la Regione istituisce nel bilancio regionale appositi capitoli inseriti nelle diverse aree di attività del bilancio dal titolo 'Concorso al Fondo regionale di intervento delle zone montane'.
La somma derivata dall'istituzione dei capitoli di cui al primo comma non potrà essere inferiore a L. 30 miliardi.
La Giunta regionale è autorizzata a predisporre le necessarie variazioni di bilancio.
I progetti speciali di cui all'art. 6 oltre a rispettare gli indirizzi, le finalità e le direttive della presente legge devono essere rivolti a: 1) sviluppare le opere di forestazione e di difesa del suolo 2) sviluppare attività economiche in materia di agricoltura e/o turismo e/o artigianato e di attività cooperativistiche di agroindustria in grado di assicurare la permanenza in montagna dei residenti.
Nel caso i progetti speciali comportino attività di formazione professionale si farà fronte con appositi corsi a cura del Formont.
Entro 90 giorni dall'approvazione della presente legge la Commissione di cui all'art. 8, su parere delle Commissioni consiliari competenti, redige un Regolamento regionale di accesso da parte delle Comunità montane al Fondo regionale di intervento per le zone montane".
La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Signor Presidente, il problema che presenta questa legge è che costituisce una Commissione, poi costituisce un Comitato, poi si regge su progetti speciali, però non vengono previsti finanziamenti e modalità per la realizzazione di progetti speciali. La proposta che noi avanziamo all'art. 7 è un tentativo di definizione più puntuale delle priorità di finanziamento; in particolare poniamo la questione della forestazione e delle attività economiche che sono rivolte a garantire il mantenimento dei residenti sul posto. Inoltre cerchiamo anche di introdurre degli elementi di finanziamento per i progetti speciali. Il riferimento che noi assumiamo nella nostra proposta di legge è un po' quello del FIO, proponendo un fondo di investimenti per i territori montani di 30 miliardi. A nostro parere, i 30 miliardi sono facilmente ricavabili nel futuro bilancio che dovremo approvare. In particolare, sono ricavabili dagli 11 miliardi in più previsti per quanto riguarda l'applicazione del Regolamento CEE n. 1401 e dagli incrementi avuti sull'art. 3 della legge n. 752. Quindi è chiaro che qualora passasse questo emendamento, occorrerebbe un ritocco al bilancio soprattutto sui capitoli che riguardano il Regolamento n. 1401 e la legge n. 752.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Signor Presidente, strumentalmente voglio cogliere questa occasione per porre all'Assessore Lombardi un problema che il sottoscritto e la collega Bresso hanno sollevato con un'interrogazione: trovare delle risorse per uno sviluppo dell'attività montana. Credo che il problema drammatico sia trovare delle risorse finalizzate a far fronte ai disastri provocati dagli incendi, in particolare attivando opere di forestazione. Il Regolamento CEE n. 1401/86 ha previsto lo stanziamento per la Regione Piemonte di 67 miliardi circa, destinati in minima parte ad attività di forestazione ed in gran parte, almeno in questa prima tranche, ad attività quali l'apertura di nuove strade in montagna. Nell'interrogazione facciamo una serie di esempi dettagliati: molte delle strade aperte in montagna costituiscono veri e propri interventi devastanti. Credo che sarebbe opportuno se, almeno in forma scritta, l'Assessore rispondesse a questa interrogazione; in seguito si potrebbe aprire un confronto sull'opportunità di non dare corso ad alcuni di questi interventi per l'apertura di nuove strade di viabilità in montagna che sono particolarmente devastanti, destinando le risorse ad attività di forestazione e di ripristino, in particolare rispetto ai danni provocati dagli incendi delle ultime settimane.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

La parola all'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Signor Presidente, non credo di poter rispondere in questo caso all'interrogazione che è stata presentata, anche se posso anticipare che è opinione della Giunta di lasciare autogovernarsi le Comunità montane. E' un discorso vecchio, in quest'aula l'abbiamo fatto sulla legge n. 27. Forse qui qualcuno pensa che di qua ci siano intelligenze migliori di quelle che esistono nelle nostre vallate, per cui bisogna dir loro cosa devono o non devono fare. Poiché queste decisioni vengono prese a livello di ampia e sviluppata democrazia, attraverso le presenze dei Consigli comunali, delle assemblee delle Comunità montane, la Giunta ritiene di dover accettare i programmi presentati dalle Comunità montane e dalle popolazioni locali salvo che contrastino con le leggi vigenti. I programmi del Regolamento n.
1401 non contrastano con le leggi vigenti, anzi sono in perfetta linea con le stesse. Chi conosce bene detto Regolamento sa che questo ha una ripartizione ben precisa di fondi destinati alla forestazione, alla regimentazione delle acque, alla difesa idrogeologica ed alla costruzione di infrastrutture; a me risulta, ed i dati ci dicono, che le Comunità montane si sono mosse all'interno di quanto previsto dal Regolamento n.
1401. Posso anche capire che in questo Consiglio ci sia qualcuno che pensa che le strade in montagna non siano necessarie; così non penserebbe se abitasse in montagna e dovesse andare a raccogliere la legna con i vecchi strumenti, portandola con l'asino, sulle spalle, e non invece attraverso idonee strade moderne potendo usare i mezzi moderni, così come si usano in città. Quindi questa polemica non ci tocca.
Noi siamo per l'autoregolamentazione, l'autogoverno delle popolazioni montane e continuiamo a proseguire in questa direzione. Per quanto concerne l'articolo finanziario così come esso è proposto, riteniamo di non poterlo accogliere, anche perché i programmi del Regolamento n. 1401 e degli altri Regolamenti comunitari sono già in fase di attuazione e dietro questa attuazione ci sono dei progetti che dovrebbero essere modificati.
Questa legge, se varrà e se potrà valere, dovrà valere per programmi e progetti che verranno. Non possiamo certamente rimettere in discussione quello che è già stato deciso, altrimenti ritarderemmo quell'intervento necessario per lo sviluppo delle zone montane, che certamente vedono un impegno non sufficiente a far fronte alle loro esigenze. Il sottoscritto a nome della Giunta e del Consiglio regionale, magari sbagliando, ha fatto più volte presente a livello nazionale che il tipo di risorse destinate alle zone montane dell'arco alpino e in specifico di alcune aree del Piemonte, non è assolutamente sufficiente se rapportato al limite di reddito e di povertà di quelle zone. Basta pensare che il Comune di Elva in provincia di Cuneo era nel 1989 il Comune con il reddito più basso di tutti i Comuni italiani, per rendersi conto che ci sono aree della nostra montagna che hanno bisogno di un intervento pubblico ben diverso dall'attuale. Pur facendo parte di un partito di governo, dico che a mio parere le risorse destinate alle zone montane a livello nazionale non sono sufficienti. Su questa impostazione credo che potremo collaborare per proporre un diverso modo di affrontare la questione attraverso la legislazione esistente. Alcuni segnali positivi ci sono, ma ad oggi, per esempio, i 67 miliardi previsti dal Regolamento n. 1401 in Piemonte non si sono ancora visti, nonostante ci sia un decreto del Ministro dell'Agricoltura. Queste cose le conosciamo, le abbiamo denunciate, abbiamo richiamato il Ministro a far fronte agli impegni assunti in un decreto governativo.
Non possiamo accogliere nemmeno il secondo emendamento per una questione di fondo. Noi non riteniamo di modificare il progetto di legge dei Consigli dei Comuni delle zone montane, perché se dovessimo approfondire tutta l'impostazione di tale progetto probabilmente non sarebbero sufficienti solo questi due emendamenti. Visto che esiste un'espressione di volontà dei Comuni montani che tiene conto dell'indirizzo di fondo di cui ho parlato all'inizio, chiediamo l'approvazione della legge così come essa è stata presentata da parte dei Comuni.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Ferro.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli, 25 contrari e 3 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 7 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 28 Consiglieri si sono astenuti 15 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Emendamento presentato dal Consigliere Ferro: fra i membri della Commissione inserire: "- tre rappresentanti di Comunità montane designati dall'UNCEM" a conclusione dell'art. 8 inserire il seguente comma: "Per valutare i progetti speciali, il loro rispetto e la realizzazione delle finalità della presente legge e in particolare gli obiettivi di cui al terzo comma dell'art. 7, la Commissione può predisporre, prima del parere, un'istruttoria preliminare avvalendosi degli enti strumentali della Regione e/o dell'Università".
Tale emendamento non è stato accolto dalla Giunta. Lo pongo pertanto in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 15 voti favorevoli, 23 contrari e 2 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 8 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 Ha chiesto la parola il Consigliere Ala. Ne ha facoltà.



ALA Nemesio

Desidero richiamare l'attenzione della Giunta sulla formulazione dell'art. 10 per quanto riguarda l'ultimo comma che recita che "il DPGR di approvazione dei progetti esecutivi speciali avviene senza che siano necessari ulteriori approvazioni o nulla osta previsti da altre leggi regionali". E' una questione che abbiamo già affrontato altre volte e che è ormai tipica di un certo tipo di legislazione.
Vorrei però evidenziare due ordini di questioni: la prima è che se parliamo di leggi regionali dovremmo cercare di fare una distinzione rispetto a quelle che sono di attuazione di leggi statali, in particolare la legge n. 1497 e la legge n. 431: non vi è nessuna norma, a mia memoria relativa agli aspetti paesistico-ambientali che contempli dentro di s anche questo provvedimento, cioè la materia paesistico-ambientale finora nella legislazione sia regionale che nazionale, rimane un provvedimento autonomo che non può essere conglobato in altri provvedimenti, quindi potrebbe essere necessaria una chiarificazione in merito.
La seconda questione è che un DPGR come questo può contemplare interventi in zone sottoposte, cito a caso, a vincolo idrogeologico.
All'art. 8 si parla di una Commissione che non ha al suo interno alcuna competenza di questo tipo, per cui o si chiarisce che c'è la competenza anche per quanto riguarda gli aspetti legati al vincolo idrogeologico e ai problemi paesistico-ambientali oppure si individua una qualche procedura che possa contemplare queste presenze come avviene, per esempio, nel campo dello smaltimento dei rifiuti dove i provvedimenti sono onnicomprensivi e valgono per gli aspetti idrogeologici all'interno di un percorso che individua e prevede tali competenze in fase istruttoria. Comunque, non possiamo prevedere un DPGR che intervenga, oltre che su aspetti di carattere economico-turistico o di formazione professionale, anche su aspetti quali il vincolo idrogeologico senza prevedere un percorso che garantisca la comunità.
C'è poi un altro ordine di problemi, legato alla legge n. 441 e alla legge regionale in atto. Anche in un campo certo più formalizzato di progressione di questo tipo di ragionamento in campo statale, ricordo che per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti le competenze in materia paesistico-ambientale non sono ricomprese nel provvedimento di autorizzazione da parte della Giunta regionale.
Ritengo quindi che questa formulazione sia un'innovazione legislativa senza precedenti; mi pare eccessiva e da riconsiderare.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

La parola all'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Ritengo parzialmente fondate le preoccupazioni del collega Ala; d'altra parte, l'UNCEM ed alcuni Comuni montani, evidentemente, avanzano proposte che tengono conto di quanto è avvenuto in questi anni con le procedure previste dalla vigente legislazione che abbiamo propinato loro.
Vorrei anche dire, però, che condivido solo parzialmente la preoccupazione del collega, perché antecedentemente deve esserci l'approvazione da parte della Commissione competente, la quale dovrebbe tenere conto delle esigenze che le leggi regionali propongono all'attenzione della Commissione stessa.
Il progetto diventa esecutivo dopo l'approvazione della Commissione che dovrebbe farsi carico di verificare che nel progetto ci siano le autorizzazioni che la stessa Commissione e le leggi rendono necessarie.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 10.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 12 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 31 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Informazione

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Interventi per l'informazione locale"


PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE ROSSA

Prima di passare ad esaminare la relazione conclusiva inerente ai lavori della Commissione d'indagine sui rapporti tra Regione e Magistrato per il Po, propongo di passare al successivo punto 10) all'o.d.g. che prevede l'esame della legge rinviata dal Governo relativa a: "Interventi per l'informazione locale", dal momento che la Commissione competente ha deciso di riapprovare la legge nel testo originario.
Non essendovi richieste di parola possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 12 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 34 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.
A seguito della legge testé approvata è stata annunciata la presentazione di un ordine del giorno che verrà esaminato non appena perverrà alla Presidenza.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Relazione conclusiva inerente i lavori della Commissione d'indagine sui rapporti tra Regione e Magistrato per il Po


PRESIDENTE

Passiamo al punto 9) all'o.d.g. che reca: "Relazione conclusiva inerente i lavori della Commissione d'indagine sui rapporti tra Regione e Magistrato per il Po".
La parola al Presidente della Commissione, Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Voglio sottolineare che l'assetto dei sistemi dei fiumi piemontesi rappresenta uno degli elementi strategici nel rapporto della fruibilità dei caratteri ambientali, della sicurezza; si pensi solo al problema delle piene, anche con scarsità di precipitazione, che sempre più caratterizza i nostri fiumi.
Il problema della riserva d'acqua, in prospettiva dell'estate, è particolarmente critico; è chiaro che un'azione sul sistema fiumi piemontesi, non attenta alla capacità di riserva dei fiumi ed alla capacità autodepurativa, può portarci a dei problemi notevoli.
Da questa ricerca emerge la convinzione che la regimazione delle acque e la difesa del ciclo idraulico è uno degli aspetti centrali per una serie di settori, ad esempio quello agricolo.
La Commissione è stata istituita con un ordine del giorno del 3/12/1987 e ha incominciato ad operare l'1/3/1989, riunendosi dodici volte, delle quali cinque con numero legale. Nella fase di organizzazione dei lavori sono emersi momenti di frizione, in particolare con le richieste di autorizzazione mosse dal Magistrato per il Po, ai sensi della legge n. 431.
Gli strumenti con i quali ha operato la Commissione per approfondire la fase di analisi sono: richieste di documentazione cartacea al Magistrato per il Po e agli Assessori competenti per materia audizioni ed incontri con gli Assessori regionali, il Magistrato per il Po e funzionari regionali collaborazione con il CSI Piemonte per quanto attiene la produzione di carte tematiche di base sulle quali collocare i dati dei vari interventi rilevati dalla documentazione inviataci dal Magistrato per il Po.
E' stato un lavoro svolto con grande attenzione e impegno, con strutture ridotte da parte della IV Commissione.
Cito per esteso i caratteri delle audizioni con il Magistrato per il Po. L'ing. Cerutti ha precisato come dal 1956 (anno di costituzione dell'ufficio del Magistrato per il Po), ad oggi siano mutate le motivazioni guida dell'operato del Magistrato, un tempo ancorate unicamente ai problemi di ordine idraulico, delle quali, con grande fatica, solo negli ultimi anni si vedono i segni, anche per quanto riguarda i problemi della difesa del territorio, che dovrebbero essere strettamente correlati, e che così non lo sono stati nel tempo.
Il Magistrato ha sottolineato la difficoltà a volte di rapporti e di concertazione con la Regione, soprattutto in rapporto ad alcuni uffici, in particolare con quello dei beni ambientali. Per contro, noi abbiamo protestato per la documentazione inadeguata; per esempio, rispetto agli interventi che venivano indicati su qualche tratto del fiume Po, o di altri fiumi, non c'era mai la possibilità di avere una cartografia del Magistrato stesso capace di poterci indicare con precisione il punto dell'intervento abbiamo dovuto noi surrogare questa carenza.
Per quanto riguarda il punto relativo alle elaborazioni svolte da parte della Commissione, devo dire che l'esame degli elaborati prodotti dagli uffici del Magistrato per il Po ha messo in luce la sconcertante mancanza di un adeguato supporto tecnico cartografico, giustificato, da parte del Magistrato per il Po, per la mancanza di personale. Questa scarsità di strumenti disponibili ha comportato un notevole lavoro integrativo per consentire la lettura degli interventi sulle carte tematiche.
E' emersa con rilevanza da questa esperienza la necessità di poter disporre di un sistema di monitoraggio cartografico costante su tutti gli interventi sui fiumi, e forse sul territorio, di cui la Regione Piemonte dovrebbe disporre e del quale oggi, a fatica, si riesce a comporre dei pezzi.
E' stato sottolineato come, mentre la Commissione lavorava, è entrata in vigore la legge n. 183 sulla difesa dei suoli, che ha apportato dei forti elementi innovativi per quanto riguarda gli interventi, che la Commissione stava studiando con i nuovi organismi istituiti: il Comitato nazionale per la difesa del suolo, le Autorità di bacino, il Comitato istituzionale, composto con una presenza della Regione.
Sintetizzo le conclusioni alla quale la Commissione è giunta. Si è preso atto della trasformazione della filosofia di intervento sul fiume da parte del Magistrato per il Po, e anche del fatto che la presenza della legge n. 183 farà subire profonde modificazioni alle modalità di rapportarsi con il fiume.
Risulta evidente il rischio di veder attuato questo tipo di intervento con un forte accentramento nazionale; aspetto che emerge da un rapporto con il Magistrato per il Po e dai rapporti analitici che abbiamo potuto svolgere in materia. Occorre sostanzialmente far valere pezzi di nostre politiche sul territorio, sui parchi, perché rappresentano elementi che dovrebbero condizionare un'operazione centralistica. Va considerato che il Magistrato per il Po rivendica una dignità per il Progetto di bacinizzazione del fiume, noto come progetto SIMPO, escluso i problemi di navigazione. Tuttavia, a mio parere, ciò rappresenta ancora la filosofia vecchia di cementificazione del fiume che, per parte nostra, dovrebbe essere se non antitetica, certamente diversa dalla filosofia di approccio al PTO sul Po e alla stessa politica del Parco per il Po.
Il Magistrato per il Po in prima persona, e anche attraverso i suoi uffici, ha più volte dichiarato che questa nuova filosofia di approccio ha portato ad arrestare la politica sulle prismate, la politica sull'escavazione. L'ultimo fiume che è stato profondamente scavato è stato il Sesia, ma è stato giustificato come un intervento per regimazioni qualcuno ha avuto il sospetto che ciò fosse stato fatto nello stesso periodo della costruzione del basamento per la centrale nucleare, essendo stati estratti in alveo grandi quantità di inerti.
C'è ancora un grande scollamento tra l'operato del Magistrato per il Po e la nuova politica regionale di approccio con una grande attenzione territoriale.
Sostanzialmente il Progetto Territoriale Operativo trova solo parzialmente disponibile il Magistrato per il Po a quelli che sono gli elementi portanti della nostra politica: la ricostruzione paesaggistica ambientale, la riorganizzazione del territorio, il coordinamento dei progetti di intervento settoriali, il coordinamento dei piani e dei programmi urbanistici territoriali e di settore.
D'altro canto, il rapporto tra il Magistrato per il Po e la Regione è apparso comunque variegato su aree di forte ed attenta concertazione, aree che si sono presentate conflittuali. Va comunque registrato in proposito un tentativo di organizzare e di approfondire questo dialogo.
E' inconfutabile comunque che dovrebbe guidare la scelta di organizzazione futura una logica di intervento sistemico complessivo e non una logica di interventi a compartimenti stagni.
Nella sostanza, si può dire che ad aspetti di criticità, che sono comunque in fase di ridefinizione, si sono trovate aree di comunanza di interessi e di interventi. Possiamo concludere che l'indagine ha potuto mettere in luce la necessità di intervenire ulteriormente, probabilmente di fare un'ulteriore indagine per cercare di riportare questi elementi parcellizzati ad effetto sistemico; aspetto che purtroppo abbiamo rilevato essere estremamente carente nelle politiche regionali e molto settorializzate.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Tapparo è aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Picco. Ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il contributo che il Presidente Tapparo, nell'illustrare la relazione conclusiva del lavoro della Commissione, ha voluto dare al Consiglio ritorna in gran parte a suo merito personale. Devo dargliene atto per il lavoro svolto dalla Commissione con la collaborazione dell'arch. Bertini. Ma certamente l'apporto che il Presidente ha dato rispetto a quello di tutti gli altri membri è stato sproporzionalmente positivo. Quindi gliene do atto e lo ringrazio, perché la relazione rappresenta un contributo di testimonianza e di elaborazione che potrà essere di utile supporto per le politiche fluviali, soprattutto sull'asta del Po per la prossima legislatura.
Mi si permetta, in questa circostanza, di sottolineare come le conclusioni di questa elaborazione di Commissione abbiano stabilito un precedente positivo nei rapporti tra il Consiglio e la Giunta. Un precedente che mi auguro possa sortire a qualche risultato, proprio nella misura in cui, come ha ricordato Tapparo, la nuova legge sul regime dei suoli configura un soggetto di autorità esterno alla Regione che non potrà non avere un rilevante peso sia in termini di decisioni sia in termini di rapporti dialettici con la comunità. Quindi si esige da parte della Regione nel suo complesso (Consiglio e Giunta) unitarietà e grande compattezza di visioni delle politiche fluviali ad evitare le discrasie che purtroppo abbiamo rilevato nel passato.
Mi pare di dovere cogliere un significato e un segno molto preciso.
Questa Commissione, che era nata quasi in una dimensione dialettica e polemica rispetto agli organismi preposti da parte dello Stato - al di là del fatto che non ha potuto avere, proprio per l'insorgere e l'efficacia della nuova legge sui suoli, un ulteriore processo di rapporti con l'autorità del Magistrato per il Po - ha preso coscienza dell'esigenza di autocritica che attiene a due aspetti: 1) il cosiddetto sportello unico a regime autorizzativo, che purtroppo si perde in una diaspora di posizioni non sufficientemente coordinate 2) la progettualità propria della Regione, vedasi soprattutto il problema delle cave, è fortemente in ritardo. Mentre abbiamo delle punte avanzate di precostituzione, se non di conclusione, di effettiva efficacia sulla pianificazione territoriale, sulla progettualità territoriale specifica siamo in ritardo.
Quindi, credo che questi due aspetti debbano essere colti nei loro valori di autocritica rendendoci conto che, mentre pensavamo di stabilire con un soggetto esterno un rapporto dialettico quasi di rivendicazione di ruoli, ci siamo accorti che alcuni dei ruoli che ci competono non sono svolti con la compiutezza, la chiarezza e la visione in prospettiva che la delicata materia richiederebbe.
Ho voluto raccomandare queste considerazioni e mi auguro che la prossima legislatura nei vari filoni (sia sotto il profilo della tutela sia sotto il profilo della progettualità settoriale, sia sotto il profilo della pianificazione in tempi tempestivi - almeno così abbiamo affermato nel disegno di legge che stiamo per votare sul Parco del Po) addivenga a conclusioni tali da dovere sopperire alle annotazioni autocritiche che abbiamo rilevato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mercedes Bresso.



BRESSO Mercedes

Innanzitutto porgo al Presidente della Commissione le scuse per le mie assenze dalla Commissione stessa. Purtroppo non ho potuto partecipare ai lavori, il cui risultato mi pare eccellente e quindi in questa sede voglio complimentarmi per il lavoro svolto, in particolare dal Presidente che in questo caso è stato il principale autore.
Mi pare che emergano alcuni risultati interessanti, in particolare il rapporto migliorato tra la Regione e il Magistrato per il Po che fa sperare per il futuro, dato che per il passato la situazione è stata tutt'altro che allegra e positiva.
Nell'istruttoria per l'istituzione del Parco del Po abbiamo avuto modo di constatare quanto grandi siano stati i guasti, anche se naturalmente non si possono disconoscere meriti all'azione del Magistrato per il Po. Certo i guasti sono stati molto rilevanti e, visti gli obiettivi che la Regione si è data con il Piano Territoriale Operativo dell'asta del Po, una situazione di totale conflitto con il Magistrato per il Po sarebbe stata molto grave. In particolare, come fa rilevare giustamente la relazione, in questa nuova situazione costituita dalla legge n. 183 sembra che, alla fin fine, la sede all'autorità di bacino sarà ancora presso il Magistrato per il Po, per cui questo leggero miglioramento dei rapporti è tanto più positivo quando, di fatto, si comincia ad intravedere che la struttura tecnica rischia di essere sempre la solita; quindi, al di là delle competenze teoriche, la gestione concreta dei poteri e dei compiti rischia di essere molto tradizionale.
Mi pare anche interessante sottolineare, visto che domani dovremo discutere la legge istitutiva del sistema delle aree protette dell'asta fluviale del Po, due competenze della Regione strettamente connesse all'attività del Magistrato per il Po e alla nuova attività dell'autorità di bacino, nel cui ambito si collocherà questa struttura, speriamo non con troppo potere.
In primo luogo, le proposte per la formazione dei programmi e per la redazione di studi e progetti relativi ai bacini di rilievo nazionale come è il caso del Po, compito che noi abbiamo attribuito al Consiglio generale del parco, che quindi potrà diventare un interlocutore titolato al lavoro di istruttoria tecnica per questi programmi, studi e progetti. Il compito molto opportunamente svolto in questa fase dalla Commissione, la quale aprendo un dialogo è riuscita a stabilire un contatto con il Magistrato per il Po e a modificare le reciproche posizioni, potrà essere permanentemente tenuto nei confronti della nuova autorità dal Consiglio del parco che opportunamente andiamo ad istituire.
Lo stesso vale per l'altra competenza delle Regioni (sono tante, ma io cito quelle che mi sembrano rilevanti rispetto a questa iniziativa e all'iniziativa del PTO), relativa all'assunzione delle iniziative ritenute necessarie in materia di conservazione e difesa del territorio, del suolo del sottosuolo, di tutela ed uso delle acque. In questo senso, occorrerà una riflessione. Oltre ai compiti che sono propri del Consiglio generale del parco e che saranno propri della Regione nella gestione del PTO bisognerà probabilmente affidare a questa nostra voce che andiamo a dare al Po anche qualche compito istruttorio, magari su questioni più complesse relative non solo alla politica di tutela ambientale, ma anche a quella delle acque. Da questa relazione e dai dati che siamo andati acquisendo con il PTO e con tutto il lavoro istruttorio della legge, cioè con queste tre cose che hanno lavorato in maniera convergente anche se non sempre totalmente coordinata, abbiamo acquisito una certezza: la politica di tutela dell'ambiente è anche strettamente connessa alla politica di tutela e di ricostituzione della qualità delle acque, perché senza ridare alla capacità di autodepurazione del fiume un ruolo nella politica della qualità delle acque non si riesce ad uscirne. Con la pura politica di depurazione non si riesce a raggiungere l'obiettivo di miglioramento della qualità delle acque. Lo abbiamo visto malgrado i numerosi interventi fatti in Piemonte sulla depurazione delle acque sul piano tecnico.
Questa relazione è importante, perché ci consegna alcuni messaggi che dovremo trasmettere al nuovo parco al quale, attraverso l'istituzione dei due livelli di organi con competenze sulla gestione, andiamo ad affidare dei compiti più alti di quelli che di solito affidiamo ai nostri parchi.
Questa relazione potrà essere un primo utile ed importante contributo a questo nuovo organismo che nelle intenzioni, almeno del nostro Gruppo dovrebbe costituire la voce del Po che finora è stato muto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Innanzitutto devo ringraziare a nome della Giunta, e segnatamente degli Assessorati competenti, il Presidente della Commissione, i Commissari e la struttura del Consiglio per il lavoro portato in porto e che, consegnato alla fine della legislatura, ha giustamente il sapore di un messaggio di impegno anche per coloro che verranno dopo di noi.
Mi preme ricordare che questa conclusione è il risultato di un'iniziativa della Giunta del 1985/1986, che venne identificata quasi come un libro bianco e che propose al Consiglio una serie di problemi. Il Consiglio trovò una soluzione, affidando appunto a questa Commissione d'indagine il compito di ispezionare lo stato della situazione e i rapporti che sono stati identificati come non facili tra il Magistrato per il Po e la Regione Piemonte. Devo ricordare che i rapporti non sono mai stati facili, ma diventarono essenzialmente difficili nel momento in cui diventando operante la legge n. 431, la Regione ebbe finalmente ragione di intervenire sulle iniziative del Magistrato per il Po. Evidentemente, in quel momento, si creò uno stato di rapporto difficile, perché il Magistrato per il Po male accettava questa nuova ingerenza regionale, che peraltro è giuridicamente prevista dalla legge n. 431. Il diverbio sostanziale, al di là della cementificazione maggiore o minore che appartiene soprattutto al passato, sta nel fatto che il Magistrato per il Po male colse l'invito che veniva dalla Regione di presentare, rispetto ai suoi interventi, dei progetti di intervento globale, su tratti di fiume consistenti. C'era un po' la politica del piccolo progettino che, di volta in volta, veniva presentato e non si aveva mai la conoscenza e la coscienza di un progetto globale che facesse capire alla fine quali fossero gli interventi necessari e più urgenti. Questo diverbio fu talmente grave che, ad un certo punto intervenne persino il Commissario del Governo con un'ingerenza che io ritenni quasi scandalosa, nel senso che il Commissario del Governo convoc la Giunta, il Magistrato per il Po e le Sovrintendenze per essere esso stesso mediatore in questo diverbio. Fortunatamente queste riunioni si autoeliminarono. Ad un certo punto, non vennero più convocate perch evidentemente si comprese l'assoluta inadeguatezza di un tipo di riunione perché ormai c'erano rispetto alla legge tutte le possibilità di intervento da parte della Regione, indipendentemente dall'intervento del Commissario del Governo. Oggi abbiamo la legge n. 183, che certamente potrà rendere più facile questo rapporto. Credo che questa legge sarà utile soprattutto quando passerà ai fatti concreti, cioè quando costituiti gli organi di gestione si potrà finalmente operare. Ad un anno dalla legge, possiamo dire che non si è fatto assolutamente nulla. Ha ragione il Consigliere Bresso quando dice che il fatto stesso che la sede di questa nuova autorità di bacino sia Parma, fa pensare che tutto sommato non cambi nulla. D'altra parte, quando una legge che istituisce una nuova autorità di bacino non ne elimina la vecchia, evidentemente crea un problema e credo che questo verrà superato nel momento in cui questi organi verranno insediati. L'accusa che può essere fatta, soprattutto al Magistrato per il Po, è quella di non aver adempiuto al suo compito istituzionale essenziale. Il compito vero del Magistrato per il Po, che è compreso nell'art. 1 della legge costitutiva del Magistrato per il Po, era quello di fare il piano di bacino dei fiumi invece, come abbiamo visto, il Magistrato per il Po è intervenuto attraverso l'emergenza, attraverso interventi settoriali. Oggi, con la legge n. 183 si è individuata un'autorità di bacino che dovrà fare quello che il Magistrato per il Po non ha fatto. Detto questo, credo ci siano delle aree di comunanza di interventi, come diceva il collega Tapparo, che sono sicuramente migliori, e la Regione, anche attraverso il lavoro di questa Commissione, ha potuto fare un'azione di considerazione delle proprie responsabilità e delle proprie carenze. Mi auguro che il futuro possa effettivamente rappresentare possibilità di migliori rapporti.
Attraverso il PTO abbiamo individuato delle aree di intervento e devo dire che lo stesso Magistrato per il Po non si è dimostrato contrario alle azioni che noi prevediamo. Non si è dimostrato contrario nemmeno alle possibilità di decementificazione indicate, anche perché la nuova cultura rispetto alla difesa delle sponde consente oggi, attraverso tecnologie moderne, di pensare a delle soluzioni diverse e sotto l'aspetto dell'impatto ambientale certamente più interessanti e meno impattanti.
Ringrazio la Commissione per questo lavoro che verrà consegnato alla prossima Giunta. Sicuramente è un terreno di lavoro e di impegno nuovo rispetto al quale i nuovi Assessorati, l'Assessorato ai lavori pubblici e l'Assessorato alla pianificazione territoriale avranno la possibilità di predisporre, anche nel programma della nuova Giunta, una serie di rapporti nuovi che consentono al Magistrato per il Po, ma soprattutto agli Assessorati competenti, di avere rapporti più facili e più graditi con il Magistrato stesso.



PRESIDENTE

Il Consiglio prende atto di questo provvedimento. Desidero anch'io associarmi a ciò che ha detto l'Assessore Vetrino, ringraziando a nome del Consiglio Giancarlo Tapparo per la relazione analitica e completa che ha svolto, i Commissari della Commissione, il funzionario della Commissione che è andato anche al di là dei compiti che gli erano stati assegnati, per il lavoro svolto. Questa discussione si chiude qui; qualora ci fosse la presentazione di un ordine del giorno da parte del relatore della Commissione, evidentemente sarà votato.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

Questa relazione potrebbe essere anche inviata alla costituita autorità di bacino del Po.


Argomento: Informazione

Esame ordine del giorno inerente la legge sull'informazione locale (rinvio)


PRESIDENTE

E' pervenuto alla Presidenza l'ordine del giorno di cui avevo fatto cenno immediatamente dopo la riapprovazione della legge rinviata dal Governo relativa a "Interventi per l'informazione locale"; il documento è sottoscritto dal Consigliere Monticelli ed altri.
Il Presidente della Giunta mi ha comunicato che non ha difficoltà ad accettare questo documento, quindi se il Consiglio acconsente potremmo sancire con un voto questo argomento.
Il presentatore suggerisce di rinviare la votazione a domani per dare modo a tutti i Gruppi di venirne a conoscenza.


Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Esame progetto di legge n. 359: "Utilizzo di carta riciclata e recupero di carta da macero nella Regione Piemonte" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 359, di cui al punto 11) all'o.d.g., la cui iscrizione è stata richiesta ai sensi dell'art. 32 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, questa proposta di legge è già approdata in aula una volta e in quella sede fu rinviata in Commissione, ma essendo trascorsi i sessanta giorni previsti dal Regolamento, ai sensi dello stesso io ne ho richiesto il ritorno in aula. Chiedo alla Giunta e ai colleghi Consiglieri di pronunciarsi. Si tratta di un provvedimento molto limitato, relativo alla raccolta differenziata che tende a far sì che negli enti pubblici siano seguiti determinati criteri per la raccolta della carta da macero.



PRESIDENTE

La competenza è dell'Assessore Cernetti che, al momento, non è presente.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, desidero ancora farle rilevare che il progetto di legge n. 389, di cui al punto 12) all'o.d.g., relativa alle microcentraline idroelettriche da utilizzare negli acquedotti è un provvedimento che tocca l'Assessorato all'energia; anche in questo caso desidero vi sia un pronunciamento da parte della Giunta e del Consiglio. Si tratta di un provvedimento molto limitato per l'utilizzo delle microcentraline idroelettriche in rapporto con gli acquedotti e le fonti idriche minori.



PRESIDENTE

Se interpreto correttamente la sua volontà, l'esame di questi provvedimenti è da rinviare alla seduta di domani, non essendo presenti gli Assessore competenti Cernetti e Cerchio.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 764 in merito alla relazione conclusiva inerente i lavori della Commissione d'indagine sui rapporti tra Regione e Magistrato per il Po


PRESIDENTE

Do ora lettura dell'ordine del giorno presentato a conclusione della discussione relativa al Magistrato per il Po, firmato dai Consiglieri Vetrino, Tapparo, Bresso e Picco: "Il Consiglio regionale del Piemonte riunito in data 13/3/1990, dopo ampia ed approfondita discussione, approva la relazione della Commissione d'indagine conoscitiva sui rapporti tra Regione e Magistrato per il Po (DCR n. 766-5768 del 27/4/1988) e decide di trasmetterla per opportuna conoscenza alla costituenda autorità per il bacino del Po".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Tapparo. Ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Ho acceduto al rinvio dei provvedimenti di cui ai punti 11) e 12) all'o.d.g. alla seduta di domani, chiedo però al Presidente, dal momento che si tratta di due provvedimenti limitati, che vengano affrontati ed esauriti all'inizio della seduta poiché non richiedono particolari risorse finanziarie. Propongo quindi che siano esaminati prima del progetto di legge relativo all'istituzione del Parco del Po.



PRESIDENTE

D'accordo.
Poiché non si può procedere nemmeno all'esame del punto 13) all'o.d.g.
in quanto è assente il relatore Consigliere Ferrara, interpretando anche la volontà dei Consiglieri presenti, ritengo di interrompere a questo punto i lavori del Consiglio regionale. Domani mattina alle ore 9 è convocato l'Ufficio di Presidenza e alle ore 9,30 la I Commissione per esprimere determinati pareri.
Il Consiglio è convocato per domani mattina alle ore 9,30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,50)



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