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Dettaglio seduta n.230 del 22/02/90 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROSSA


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze del 12, 18, 19, 27 e 28 aprile 1989 si intendono approvati. Inoltre è stato distribuito il processo verbale relativo all'adunanza consiliare del 4 maggio 1989 che verrà posto in votazione nel corso della prossima seduta.


Argomento: Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli - Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interpellanza n. 2047 del Consigliere Ala ed interrogazione n. 2109 del Consigliere Biazzi inerenti ai cedimenti di terreno nella frazione Someraro di Stresa


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo congiuntamente l'interpellanza n. 2047 presentata dal Consigliere Ala e l'interrogazione n. 2109 presentata dal Consigliere Biazzi.
Risponde ad entrambe il Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Sono due interrogazioni interrelate fra di loro, anche se il tipo di risposta verte principalmente sull'aspetto relativo al settore geologico quindi della struttura e della costruzione dell'arteria, pensando poi che da questi ne possano discendere articolate conseguenze che, viste nell'ottica delle destinazioni dei lavori e comunque degli indirizzi per un loro prosieguo, possono successivamente comportare altre risposte più articolate per quanto attiene al settore ambientale. La radice di questa vicenda è quella di capire che cos'è questo pezzo di strada, quali sono i suoi sviluppi, i pericoli e le conclusioni che possono essere tratti alla luce di quanto è accaduto.
Sulla base delle segnalazioni pervenute dal Corpo Forestale dello Stato Coordinamento di Novara (organo tecnico a cui compete la vigilanza degli interventi eseguiti in zona a vincolo idrogeologico, ai sensi delle leggi nn. 27/81 e 45/89), nell'autunno 1989 il Settore geologico ha proceduto ad una serie di verifiche e controlli nei punti problematici dell'Autotrafori nei tratti Gattico - Carpugnino e Carpugnino - Feriolo.
Al riguardo, a seguito dei sopralluoghi esperiti, sono stati richiesti approfondimenti ed aggiornamenti progettuali alle società realizzatrici, in quanto le stesse risultavano inadempienti nei confronti dei relativi decreti autorizzativi emessi ai sensi dell'allora vigente legge n. 27/81.
In tale ambito, ha assunto particolare importanza la situazione di Someraro, data la pericolosità del fenomeno dissestivo in atto. In merito ho ricevuto l'interpellanza, l'interrogazione, sollecitazioni da parti politiche e da singoli Consiglieri, onde stabilire ogni più utile approfondimento in merito all'argomento.
A tale proposito la Presidenza della Giunta, attraverso il Settore geologico, provvedeva a convocare una specifica riunione in data 11 gennaio 1990 presso il Municipio di Stresa, a seguito della quale si è disposto che la Società Autostrade e la Società Bonifica provvedessero all'esecuzione di interventi urgenti di controllo e monitoraggio del fenomeno.
Il dissesto che ha interessato l'abitato di Someraro è stato generato da un effetto di drenaggio a seguito della realizzazione della galleria autostradale con cospicue fuoriuscite d'acqua, valutate nei primi giorni in cui si è verificato il fenomeno in decine di litri al secondo.
Al riguardo occorre precisare che tale opera ricade - sottolineatura non trascurabile per quanto attiene a questo tipo di intervento in modo parziale in area sottoposta a vincolo idrogeologico; quindi l'autorizzazione regionale che fu concessa ai sensi della L.R. n. 27/81 non poteva prendere in esame le specifiche problematiche del sito oggetto degli interventi (ricordo che l'abitato di Someraro è in zona esclusa dal vincolo idrogeologico).
Va comunque precisato che l'inconveniente registrato in sede realizzativa è dovuto alle tecniche di avanzamento utilizzate per lo scavo della galleria che, a giudizio dei nostri tecnici, non sarebbero state idonee alle caratteristiche litostratigrafiche e geotecniche locali. Tali difficoltà sarebbero state del tutto assenti se si fosse proceduto con modalità idonee, peraltro usuali nell'arte della costruzione di gallerie.
Dall'autunno 1989, per decisione autonoma della Società Autostrade ed alla luce anche di quanto era accaduto, i lavori sono sospesi.
Attualmente, sulla base delle richieste del Settore Geologico, le indagini e gli accertamenti risultano essere: 1) il rilievo strutturale delle abitazioni di Someraro risulta terminato ed ha interessato n. 80 abitazioni; da tali rilievi è risultata l'esigenza di intervenire su 5 casi problematici tra cui l'asilo, le due chiese e n. 3 abitazioni private. Per tali edifici la Società Bonifica, appaltatrice delle opere, ha già predisposto i progetti di consolidamento che saranno quanto prima realizzati 2) sono stati realizzati ed aumentati come numero i controlli sulle fratture degli edifici di Someraro con la posa di spie fessurometriche Eurogard che forniscono una precisione di +1 mm. Inoltre sono state intensificate le misure degli spostamenti nei tubi inclinometrici, peraltro già installati dall'inizio dei lavori di costruzione della galleria.
Settimanalmente, la Società Bonifica fornisce un rapporto sulle misure effettuate sia al Comune di Stresa sia al Settore Geologico della Regione Piemonte. Da tali controlli è emersa, allo stato attuale, una lenta e progressiva diminuzione degli spostamenti a livello generale, mentre alcuni punti di misura denotano un perdurare di incrementi di modesti movimenti 3) sono in corso di realizzazione n. 17 nuovi sondaggi geognostici spinti ad una profondità di 70-100 metri dal piano campagna, finalizzati alla conoscenza delle condizioni litostratigrafiche di dettaglio nonché alla posa di ulteriori tubi inclinometrici e piezometri per il controllo profondo degli eventuali spostamenti e dell'andamento della falda acquifera. La terebrazione di tali sondaggi è realizzata in contemporanea ad una prospezione geofisica mediante metodologie sismiche, al fine di compiutamente ricostruire le condizioni strutturali dei terreni attraversati dalla prevista galleria. Attualmente tali indagini supplementari sono realizzate per circa il 50 4) per quanto concerne le strumentazioni sulle fratture delle abitazioni sono in corso di installazione ulteriori apparati di misura con maggior grado di precisione, quali estensimetri, assestimetri e spie fessurometriche di tipo micrometrico che forniranno misure di maggior dettaglio rispetto a quelle attualmente in esercizio. E' altresì in fase di installazione una stazione pluviometrica automatica per la misura delle precipitazioni: tale dato assume particolare importanza in quanto le piogge possono essere causa del riattivarsi del fenomeno 5) risulta essere in fase di avanzata progettazione il sistema automatico di acquisizione dati forniti dagli inclinometri fissi, dai piezometri dagli estensimetri e dagli assestimetri. Tale sistema permetterà di seguire in continuo ed in tempo reale l'evolversi dei parametri rilevati, al fine di individuare soglie di rischio in ordine alla tutela della pubblica e privata incolumità.
Sulla base delle indagini precedentemente illustrate, finalizzate al momento attuale principalmente al controllo dell'evolversi del fenomeno, la Società Bonifica provvederà alla redazione di un progetto di consolidamento e risanamento del fenomeno, tale da permettere la prosecuzione dei lavori delle gallerie autostradali.
Soluzioni diverse, con cambiamenti di tracciato, non sarebbero proponibili a giudizio dei tecnici regionali in quanto i lavori di costruzione, a monte e a valle della galleria di Someraro, già in avanzata realizzazione, hanno determinato vincoli non superabili, pena una grave e pesante compromissione territoriale ed economica determinata dai notevoli investimenti realizzati. Di contro, si ritiene che, se i lavori saranno condotti con tutte le cautele e accorgimenti realizzativi che la tecnica offre, si potranno proseguire in condizioni di sufficiente sicurezza per l'abitato di Someraro. Sarà comunque indispensabile una puntuale e approfondita verifica da parte del Settore Geologico delle soluzioni progettuali proposte prima di riprendere i lavori attualmente sospesi.
Devo dare assicurazione, senza esprimere motivi di lode o affidare pagelle e voti a questo Servizio, che la presenza della Regione sul territorio è costante e continua.
Debbo in conclusione sottolineare il fatto che ci troviamo di fronte ad un'opera non trascurabile, chiamata a raccordare un territorio da tempo isolato rispetto alla comunità (è forse una delle aree più isolate dell'intero territorio regionale) e che sarebbe impensabile l'ipotesi di non completare l'autostrada. E' invece indispensabile mettere in atto ogni tipo di accorgimento perché si abbia a risanare questa operazione. Io non rimonto i passaggi di questa vicenda: se era giusto fare o non fare la galleria. Su queste cose c'è sempre uno scatenamento di chi è a favore di una soluzione e di chi è contro. Esistono interrogazioni parlamentari a questo livello rivolte a capire come mai da un progetto di balconata sul lago si è passati ad una galleria. Con tutta probabilità, il passaggio è intervenuto per evitare quegli investimenti o quei dissesti ambientali che qualcuno temeva. E' pacifico comunque che agli atti della Regione Piemonte esistono dotazioni di progetti che partono dalla soluzione galleria e non da altre soluzioni.
Devo dire che ugualmente sono stati coinvolti diversi livelli di interesse, di Governo e di Parlamento, regionali, nazionali e sovranazionali su questo argomento. E' interessante che possano arrivare contributi di ogni tipo e di ogni livello. Vorrei però che non si trascurasse l'aspetto che ho sottolineato prima, ciò che la zona di fatto non rientra in un'area avente vincolo geologico. Questo non significa che la Società possa dire alla Regione di stare lontana dalla vicenda, questo no; anzi, sotto questo aspetto noi ci siamo raccordati con la Società, con la concessionaria, con il Ministero dei Lavori Pubblici, con la stessa ANAS e abbiamo tenuto un linguaggio che era rivolto a non esaurire questo raccordo, che è invocato dalle popolazioni, per non dare luogo ad appesantimenti di sacrifici per le popolazioni coinvolte. La Giunta regionale, in collegamento con gli enti locali territorialmente competenti ha affrontato il problema con estrema decisione, tra l'altro provocando nella Società concessionaria e nelle imprese appaltatrici una presa di coscienza, che forse era già in atto, ma che è stata decisamente consolidata. Tale maggiore sensibilità ai problemi della sicurezza e ai problemi ambientali ha potuto essere accertata non più tardi di martedì 19 febbraio, nel corso di un ulteriore approfondito sopralluogo da parte dei tecnici del Settore Geologico (quindi tre giorni fa). Ove il senso di responsabilità non prevalesse, o non avesse prevalso, la Giunta regionale non avrebbe esitato - e questo è stato dichiarato a chiare lettere alle espressioni imprenditoriali e di tutela, legati all'imprenditoria privata e allo Stato ad assumere provvedimenti di salvaguardia e, per quella parte di sua competenza, anche alla sospensione delle stesse autorizzazioni, non dismettendo mai la grossa preoccupazione che c'è, ed è forte, di dare rapidamente al Piemonte un collegamento autostradale di grande rilievo a livello nazionale ed europeo.
Per quanto riguarda gli aspetti ambientali, devo dire che l'aver accordato i visti alle progettazioni non va ad investire, attualmente, le condizioni e le motivazioni per le quali questi consensi sono stati offerti e dati. E' evidente che oggi andiamo a penetrare a fondo l'aspetto strutturale fisico della costruzione; laddove questa struttura, sotto il profilo fisico, e quindi come prodotto di rilievi ai quali mi sono riferito nella risposta, dovesse venire meno, è evidente che dovremo trarre assieme delle conclusioni.
Risottolineo ancora che le conclusioni vanno mediate, senza creare dissesti, disastri e senza infierire nei confronti delle popolazioni inoltre vanno legate anche ai fini per i quali la comunità piemontese si era resa oggi, e anche nelle legislature precedenti, parte attiva perch questo raccordo autostradale potesse essere realizzato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Signor Presidente, ringraziamo della risposta alla nostra interrogazione, riguardante un problema che ha una dimensione forse inusitata per lo stesso Piemonte. E' una vicenda molto delicata, la gente della frazione di Someraro è ovviamente preoccupata. Il numero degli edifici lesionati cresce di settimana in settimana. Credo che due settimane fa fossimo ancora sotto i 60, mentre dalla comunicazione del Presidente Beltrami apprendo che siamo già a 72, anche se prendo atto che il fenomeno è in corso di attenuazione nella sua gravità.
Abbiamo fatto una verifica sul luogo, con il Capogruppo Bosio, il quale ha inviato una lettera al Presidente della Giunta, sollecitando una discussione in aula, anche per quanto riguarda la problematica più generale del tracciato dell'autostrada.
Ci sono ancora molte incognite da verificare e credo che nessuno in questo momento possa presentare il quadro esatto della situazione.
Incognite derivano anche da fattori incontrollabili da parte dell'uomo, per esempio, l'incidenza che potranno avere le eventuali, future piogge su un terreno che ha avuto, tra le cause di dissesto, la fuoriuscita dal sottosuolo di centinaia di migliaia di metri cubi d'acqua.
Prendiamo atto, con meraviglia, che Someraro è esclusa dalle zone a vincolo idrogeologico. Semmai ci fosse stata una zona da includervi era proprio questa, in quanto risulta dagli atti che già nel 1927 un movimento franoso è avvenuto su questo poggio. Forse è opportuno trovare delle forme per includerla in zona a rischio, in modo che sia controllato qualsiasi intervento.
Nell'incontro con la popolazione di Someraro abbiamo dato atto della tempestiva e puntuale azione svolta dal Servizio Geologico della Regione.
Sappiamo che è in corso una rilevazione diffusa sul movimento in atto sappiamo anche - e non è un elemento di poco conto - che è stato instaurato un rapporto di reciproca fiducia fra i tecnici della Regione e la popolazione, che è responsabile delle proprie azioni, ma giustamente preoccupata sulle eventuali iniziative da prendere. Per cui, prendendo atto di questo buon rapporto instaurato dal nostro Servizio Geologico con la popolazione e con il Comune di Stresa, non possiamo però non sottacere la nostra impressione, confermata da quanto diceva il Presidente Beltrami, che sicuramente errori gravi di valutazione sono stati compiuti. La zona era già stata interessata da movimenti franosi. Anche i non esperti sanno che quell'opera insiste su un terreno altamente precario e i lavori di scavo della galleria, effettuati con le tecniche che il Presidente ha stigmatizzato, indicano che si sono affrontati i problemi dell'inserimento dell'autostrada in quella zona in modo non adeguato.
Mi limito a sottolineare alcuni problemi che a nostro avviso rimangono aperti. Prendiamo atto che il Presidente della Giunta si impegna per delle iniziative, e soprattutto degli studi, come noi chiediamo, perché sia verificata al massimo la compatibilità del tracciato dell'autostrada. A noi sembra che ci debba essere un punto fermo: avere la garanzia assoluta che quel tracciato non provochi ulteriori dissesti. Questa è una richiesta che deriva dai fatti. Non siamo più di fronte ad ipotesi di dissesto. Oggi, e da mesi, di fronte a un dissesto in atto, va verificato fino in fondo quale potrà essere la possibilità di mantenere l'attuale tracciato dell'autostrada. Non siamo tecnici, saremo certamente noi a dire se l'opera è compatibile o meno. I tecnici faranno la loro parte. Ribadiamo però che oggi non può più essere accettata alcuna soglia di rischio, perché la zona è interessata dal movimento franoso. Non si è più in presenza di mere ipotesi, di calcoli di probabilità: ormai il fenomeno c'è ed occorre prenderne atto. Alla popolazione di Someraro occorre dare la garanzia assoluta che non arriveranno altri danni. E' interesse perfino della società autostradale avere questa garanzia. I movimenti franosi, se interessano la frazione, inevitabilmente riguardano la sicurezza dell'autostrada e della ferrovia del Sempione che corre poco sotto.
Ecco perché noi chiediamo alla Regione un'iniziativa autonoma di verifica delle rilevazioni fatte da altri tecnici, che ovviamente - noi non mettiamo in discussione la loro serietà - sono tecnici di parte.
Infine, per mantenere e consolidare un rapporto serio con le popolazioni interessate, che hanno e vogliono avere fiducia nelle istituzioni, Comune di Stresa da una parte, Regione dall'altra, la Regione deve farsi carico di questi controlli, con valutazioni autonome, in modo da garantire, sopra le parti, la sicurezza degli abitanti di Someraro. Non è una questione di poco conto. Noi non pensiamo che sia utile, in questo momento, che si aprano canali esterni alle istituzioni, proprio perch abbiamo constatato che i Servizi, quello regionale in particolare, hanno operato bene. Si deve allora consolidare il rapporto serio che si è instaurato tra la Regione nel suo complesso e la popolazione di Someraro.
Garantiamo quelle popolazioni da altri rischi.
Occorre anche (il Presidente ne ha fatto solo un cenno) che di fronte all'entità dei danni - sono oltre settanta gli edifici lesionati - la Regione da una parte, il Comune dall'altra, comincino ad attivarsi (mi pare che i processi siano già stati avviati) per la valutazione dei danni stessi e per l'assistenza alla popolazione nelle iniziative che saranno necessarie per recuperare i danni subiti, senza loro responsabilità.
La Giunta si è riservata di fare una successiva comunicazione in aula sul complesso dei problemi che riguardano l'inserimento del tracciato dell'autostrada in un'area così sensibile dal punto di vista ambientale come è quella delle colline del Lago Maggiore. E' opportuno che questa comunicazione venga fatta prima della chiusura della legislatura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Il Consigliere Ala prende nota, prima di tutto, che l'elogio al lavoro della Regione è già stato fatto dal collega Biazzi, quindi non si sofferma sull'argomento.
A margine, sottolinea che gli abitanti di Someraro e di altre zone del Vergante probabilmente non sanno più a che santo votarsi e allora si rivolgono alla Regione. Qualcuno obietta che non è proprio così. Riconosco che la Regione è l'unica istituzione che si è dimostrata attenta. Però a cose avvenute, a frane avvenute.
Almeno sei punti dell'interpellanza da me presentata non hanno ottenuto la benché minima risposta. Certo, non tutti questi aspetti erano di competenza del Presidente, ed il Presidente stesso ha dichiarato che la sua comunicazione verteva solo su certi problemi. Voglio però subito chiarire che non considero esaurita l'interpellanza da me presentata.
Non condivido la valutazione del Presidente sull'importanza dell'autostrada. Su questo, è noto, le posizioni divergono. Ritengo che gran parte del futuro di questa autostrada consista nel preparare un bel pacchetto di TIR agli abitanti della zona. Solo chi non li conosce ancora può considerare che questo aumento di traffico sia un fatto positivo.
Bisogna però prendere atto che chi l'ha sperimentato la pensa ben diversamente.
Gli aspetti internazionali del rapporto per il traffico merci con la Svizzera mi pare siano elementi troppo noti per metterli in conto.
Sul merito: il monitoraggio, i controlli e quanto riguarda il ripristino vengono di fatto affidati, in un modo o nell'altro, alla stessa società che ha combinato i guai. Questa è una costante del nostro Paese. Ed è una costante estremamente preoccupante, è un meccanismo che non condivido. Ho poi sentito tutta una serie di parole che non sono riuscito a scrivere, finiscono tutte con "imetri" (spessimetri, assestimetri e così via). Comunque il fatto sostanziale è che la Società Bonifica ha fatto i lavori - è stato detto in termini chiari, ne do atto al Presidente - senza la benché minima cautela, senza una qualsiasi razionalità, qualsiasi criterio. Il Presidente ha detto: "tecniche di avanzamento non idonee alle caratteristiche litostratigrafiche". Che vuol dire, tradotto in termini comprensibili, che questi sono stati dei perfetti imbecilli. Cioè, una società che doveva fare una galleria in un certo modo l'ha fatta in un certo altro. A questa stessa società si affida, adesso, di riparare un intero paese: ottanta abitazioni, l'asilo e le due chiese. Come credo sia noto al Presidente, ho fatto un sopralluogo nella zona con il Presidente dell'Associazione dei geologi e con un parlamentare europeo, esperto in valutazione di impatto ambientale: credo fosse evidente che lì c'era qualcosa che non andava e che un intero paese stava calando verso il lago.
Quindi non condivido che sia questa stessa società, questi stessi tecnici che si dice abbiano lavorato in maniera così priva di cautela e di raziocinio, ad intervenire per studiare, verificare e riparare. D'accordo sul ruolo della Regione, però occorre anche che queste cose vengano affidate ad altri, se non altro per pura e semplice cautela e garanzia altrimenti inventiamo un meccanismo grazie al quale, peggio si fanno i lavori, più i lavori si moltiplicano e più il denaro circola. E non dimentichiamo che nella mia interpellanza c'erano anche questioni relative agli appalti, alle società ed alla normativa antimafia.
Apprendo anche, e su questo non posso che condividere il parere del collega Biazzi, che Someraro non è zona sottoposta a vincolo idrogeologico così come apprendo che neanche le gallerie sono sottoposte a vincolo idrogeologico. La galleria è un intervento - a mio avviso - di carattere geologico estremamente rilevante e forse, nella mia superficiale attenzione alle dinamiche istituzionali, sono stato indotto a ritenere che le gallerie in quanto tali fossero comunque sottoposte ad un esame e ad un'autorizzazione ai sensi dell'allora L.R. n. 27.
Ho avuto modo di vedere che l'intera zona di Someraro è stata disseminata di carote: stanno diventando una specie di attrazione turistica del luogo. Ammetto che i carotaggi vengano fatti, ma prendo atto che vengono fatti dopo e non prima.
Sulla diminuzione degli spostamenti non sarei così ottimista: mi pare di aver capito che il Presidente abbia detto "diminuzione degli spostamenti, riduzione del fenomeno". Il che vuole anche dire che il fenomeno continua a verificarsi. Che "la situazione sia sotto controllo" significa soltanto che sappiamo di quanto un qualcosa si sta spostando.
Nella risposta c'è una frase per me assolutamente preoccupante ed è la seguente: "La Società Bonifica provvederà alla realizzazione di un progetto per permettere la realizzazione della galleria". A questo punto di vista non accedo e non sono assolutamente favorevole. Il problema è di procedere alla realizzazione di un progetto per salvare il paese e tranquillizzare gli abitanti, non fare la galleria. L'obiettivo della politica regionale è il paese e non la galleria: la galleria, se si può fare, la si farà ancora se non si può, non la si farà più. Ripeto che con la non realizzazione di questa autostrada non capita nulla di catastrofico per la nostra Regione.
Sono anche convinto che non si possano definire Stresa e Verbania zone totalmente fuori e lontane da ogni circuito di percorso, di scambi e di traffico.
Mi mancano alcuni altri elementi che avevo richiesto: sapere come quando, dove e da chi è stato autorizzato tutto questo insieme di opere e di progetti, anche se prendo atto che non è competenza della Regione. Mi piacerebbe comunque saperlo.
Condivido abbastanza la parte finale dell'intervento del Presidente laddove sostiene e ribadisce che la Regione vuole seguire il fenomeno vuole essere presente, vuole intervenire al di là dei dettagli e delle specifiche competenze e si impegna a prendere tutti i provvedimenti del caso qualora questi fossero necessari.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Anche se non mi sarebbe concessa la parola, vorrei solo aggiungere che il collega Ala ha richiesto della documentazione che peraltro è a sua disposizione. Senza entrare nel merito, perché sarebbe una risposta e menomerebbe il loro diritto, abbiamo imposto alla Società Bonifica taluni tipi di analisi e l'ultima costerà alla Società un miliardo e 200 milioni.


Argomento:

Sollecito risposta ad interrogazione


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Adduci. Ne ha facoltà.



ADDUCI Donato

Signor Presidente, vorrei sollecitare una risposta da parte della Giunta ad una nostra interrogazione urgentissima del 6 febbraio riguardante il trentesimo lotto del collegamento autostradale Susa-Rivoli. E' in corso l'approvazione di un progetto di escavazione, lungo il torrente Casternone di enorme entità e vorremmo saperne qualcosa di più.


Argomento: Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1952 del Consigliere Ala inerente una speculazione edilizia nel Comune di Casale Monferrato


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione n. 1952 presentata dal Consigliere Ala.
Risponde l'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore alla pianificazione territoriale

Signor Presidente, il Consigliere Ala ha fatto presente alla Giunta che nel Comune di Casale Monferrato ci sarebbero degli episodi di speculazione edilizia ad opera dell'Immobiliare Impresa Francia, consistenti nella costruzione di quaranta box sotterranei sotto il giardino interno. Fa una serie di considerazioni sul fatto che a suo avviso queste cose non dovrebbero avvenire; in particolare interroga il Presidente della Giunta e l'Assessore competente per conoscere se la Regione ha rilasciato autorizzazione, ai sensi delle norme in materia di tutela architettonica ed ambientale; quali siano gli strumenti e le prescrizioni urbanistiche vigenti sullo stabile; quali provvedimenti la Regione intende assumere per tutelare l'intero complesso monumentale nella sua integrità, facendo ricorso a quanto previsto dall'art. 9 della L.R. n. 56/77.
Questo intervento non è finora pervenuto ufficialmente all'attenzione della Regione e, probabilmente, non interverrà, nel senso che l'intervento previsto non è compreso in zona soggetta ai disposti delle leggi nn. 1497 e 431. L'edificio è sottoposto ai vincoli della legge n. 1089 e in questo senso ha un suo percorso autorizzativo in sede di Sovrintendenza. Tuttavia poiché credo che compito della Regione sia anche quello di fare le cose che deve fare ai sensi della legge e di esprimere interesse e valutazioni di ordine più generale, nel caso specifico, avendo avuto notizia che un contesto urbano particolarmente interessante potesse subire dei danni per effetto di inserimenti inadeguati ed inopportuni, mi sono permessa di portare questo problema all'attenzione della Commissione beni ambientali.
Anche perché credo che compito di tale Commissione sia non solo esaminare le pratiche dei centri storici, i piani di recupero ai sensi della legge istitutiva così come previsto dalla L.R. n. 56, ma debba anche avere un compito più specifico di consulenza nei confronti della Giunta rispetto ai grandi problemi di ordine territoriale e di tutela paesaggistica che possono intervenire.
Nel corso della precedente seduta, il Consigliere Ala ha introdotto il discorso dei campi da golf, che è uno dei problemi della pianificazione territoriale e della tutela paesaggistica. Questo dei centri storici è un altro gravissimo problema e la Commissione, con molta razionalità e realismo, ha considerato che sicuramente anche nei centri storici esiste l'esigenza di garantire dei posti per parcheggi. La Commissione si è dichiarata convinta della necessità che si debbano ricercare delle opportune soluzioni a questi problemi. Nel caso specifico, ha per constatato che il parcheggio sotterraneo per quaranta posti auto, previsto nell'area del giardino, non dà sufficienti garanzie atte ad evitare l'alterazione dell'architettura e dello spazio. Quindi, a parte le implicanze di vario ordine riferite all'edificio monumentale e le introspezioni archeologiche da valutare preventivamente, ha ritenuto che i riferimenti tecnologici del parcheggio emergenti fossero incompatibili con le preoccupazioni che ho citato prima. Infatti, la Commissione, che ha poi esaminato il complesso, la sua consistenza storica ed architettonica ritiene che non si debba impedire di ricreare nel futuro la caratteristica suggestione settecentesca del giardino, che conserva ancora integro il valore di spazio ambientale ed architettonico non disgiunto dall'intero complesso con l'inserimento di strutture emergenti come rampa, bocchettone ed uscite di sicurezza che, inevitabilmente, si accompagnano anche quando i garage sono interrati.
Alla luce di tali considerazioni, la Commissione, che ha voluto affermare la sua specifica competenza di ruolo regionale di tutela della salvaguardia del paesaggio, è dell'opinione che siano da scoraggiare in linea di principio le iniziative come quelle previste all'interno di edifici storici di tale comprovata ed inconfutabile importanza. Capisco che la mia risposta può soltanto in parte rassicurare il Consigliere Ala nel senso che la Regione ha colto questa occasione per esprimere una posizione di principio, che può anche essere condivisa; tuttavia, nel caso specifico, non ha per ora visto il progetto, perché probabilmente non arriverà nemmeno. Tutto dipenderà dalla sensibilità paesaggistica ambientale ed architettonica degli amministratori locali, ai quali peraltro la Regione ha dato molta fiducia nel momento in cui ha delegato talune competenze in materia di tutela ambientale. Questo ha anche originato un'interrogazione parlamentare rivolta al Ministero per i Beni Culturali nella cui risposta la Sovrintendente Palmas ha autorizzato questo intervento e, in un comma, specifica meglio la sua autorizzazione dicendo che il parere in merito ai garage è stato espresso in forma comunque subordinata all'approvazione comunale, non trattandosi di intervento di restauro e condizionatamente al recupero dell'area verde nella sua completa estensione ed, anzi, alla sua riqualificazione ambientale, mediante un progetto e un disegno adeguati al carattere degli spazi coinvolti.
Questa è la situazione, ma il Consigliere Ala chiede alla Regione (se non ci sono altre possibilità di intervento) perché non si interviene attraverso l'art. 9, che prevede la possibilità per la Regione di interrompere i lavori in presenza di danni di tipo ambientale consistente.
Devo dire che quando abbiamo usato l'art. 9, l'abbiamo sempre usato a proposito (per esempio, per interrompere i lavori di Pragelato). Nel caso specifico, con la tutela che ha questo immobile storico così importante attraverso una legge apposita che ne garantisce la salvaguardia degli interventi, non vedrei le condizioni per far intercorrere nello specifico l'art. 9. Per la verità, nemmeno la Commissione beni ambientali l'ha ritenuto. Ciò non toglie che noi dobbiamo essere attenti e che dobbiamo intervenire anche soltanto con una lettera all'Amministrazione comunale anche se per il momento la questione è ferma perché sono intervenute altre cose, quindi stiamo parlando di un progetto importante, ma che in questo momento ha i suoi problemi di carattere giudiziale. Di conseguenza, ritengo che la Giunta debba cogliere questo aspetto (non abbiamo solo il problema di Casale, c'è una serie di problemi notevoli dei centri storici del nostro territorio) per definire una circolare nell'ambito della competenza che essa ha in tema di tutela paesaggistica ed architettonica dei centri storici per far conoscere l'orientamento della Commissione beni ambientali ma che a mio avviso deve diventare orientamento della Giunta in tema di interventi nell'ambito dei centri storici.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Mi dichiaro totalmente soddisfatto della risposta. In fine legislatura è il caso che questa soddisfazione venga espressa e manifestata.
Rispetto alla vicenda, desidero sottolineare - così come nel testo dell'interrogazione - il ruolo positivo svolto dall'Amministrazione comunale che di fatto, nonostante la presenza di un'autorizzazione rilasciata dalla Sovrintendenza facendo riferimento alle prescrizioni urbanistiche vigenti nello stabile e quindi definite dagli strumenti urbanistici del Comune, aveva ritenuto che l'opera così come era stata presentata non potesse essere realizzata. Il Vicepresidente Vetrino ha richiamato opportunamente l'esistenza di un procedimento di carattere amministrativo, nonché il fatto che attualmente i lavori siano fermi. Vi sono però due aspetti non secondari da tenere in considerazione, che fanno sì che l'argomento sia comunque di attualità.
Il primo è l'enfasi che il Parlamento e il Governo nazionali e un po' tutti noi stiamo mettendo sul problema dei parcheggi, per cui i parcheggi nelle aree urbane (Casale Monferrato, tra l'altro, è Comune inserito in questi elenchi da parte della Regione) stanno assumendo un grande valore quasi fossero bene primario e indispensabile. Dobbiamo essere capaci di contemperare il bisogno dei parcheggi con una razionalità pianificatoria perché questi parcheggi non possono essere collocati ovunque. Non so se il Vicepresidente conosce nel dettaglio la situazione specifica della zona: occorre ricordare che il Palazzo Treville sorge esattamente sulla perimetrazione esterna della città settecentesca che venne ad occupare le vecchie mura di cinta, per cui il retro del palazzo rappresenta la fine precisa del centro storico di Casale. A fianco dello stesso palazzo, vi è già infatti una serie di edifici moderni (il cineteatro Politeama, ad esempio), vi sono le grandi piazze, una di queste è appena al di fuori della cinta muraria settecentesca che si allarga sulla vecchia perimetrazione medioevale. Non ci troviamo quindi in un'area che non dispone di spazi idonei sia in superficie che sotto terra per i parcheggi che invece sono reperibili proprio a pochissima distanza (20 metri) da questo palazzo.
Prendo atto con soddisfazione, e ne chiedo cortesemente copia all'Assessore, del parere espresso dalla Commissione beni ambientali parere che rappresenta uno strumento rilevante nell'assicurare anche per il futuro la tutela di questo patrimonio, così come l'Amministrazione comunale intende tutelare e ha tutelato finora. Sono invece preoccupato, e continuo ad esserlo, della risposta data dalla Sovrintendenza che ha messo insieme ritenendoli compatibili, questo tipo di intervento con la riqualificazione ambientale del giardino, cosa che invece opportunamente la Commissione beni ambientali della Regione ha ritenuto sostanzialmente impossibile e impraticabile proprio per quella serie di "emergenze tecnologiche" costituite dalle prese d'aria (alte un metro e mezzo) e da numerosi manufatti connessi con l'illuminazione e la sicurezza. Pare che le prese d'aria siano quattordici, tutte insistenti all'interno di un giardino praticamente costruito nel '700. La Commissione beni ambientali ha altresì richiamato la questione degli aspetti archeologici, che dal punto di vista delle competenze appartiene ad un'altra Sovrintendenza (quella per i beni archeologici) che mi pare non sia stata in alcun modo interessata finora della vicenda. A proposito di questo palazzo c'è una ricchissima letteratura, ivi compresa quella relativa alla politica urbanistica dei Savoia a Casale Monferrato dopo l'acquisizione del ducato prima appartenente ai Gonzaga, per cui tale questione è di estrema rilevanza.
Spero che questi elementi siano sufficienti per chiudere la vicenda e ringrazio l'Assessore Vetrino di avere contribuito, mi auguro, a far sì che ciò avvenga.



PRESIDENTE

Si esauriscono qui le risposte alle interrogazioni e alle interpellanze, in quanto non si possono svolgere quelle relative alla Promark di cui all'elenco inviatomi dal Presidente della Giunta a causa dell'assenza di alcuni Consiglieri interroganti.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROSSA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che nessun Consigliere ha chiesto congedo.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge

Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

d) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nella seduta del 6 febbraio 1990 - in attuazione dell'art. 9 della L.R. n. 6/88 in materia di consulenza ed incarichi, è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

e) Decreto di convocazione dei comizi elettorali per il rinnovo del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Do ora lettura del decreto di convocazione dei comizi elettorali per il rinnovo del Consiglio regionale che mi è stato trasmesso dal Commissario del Governo, Prefetto Piscopo: "Il Commissario del Governo nella Regione Piemonte ritenuta la necessità di provvedere alla convocazione dei comizi elettorali per il rinnovo del Consiglio regionale della Regione Piemonte che scadrà per compiuto quinquennio l'11/5/1990 d'intesa con il Presidente della Corte d'Appello di Torino nella cui giurisdizione sono compresi i Comuni della Regione Piemonte visti gli artt. 1, 2 e 3 della legge 17/2/1968, n. 108 recante 'Norme per l'elezione dei Consigli regionali delle Regioni a Statuto normale' d e c r e t a i comizi per il rinnovo del Consiglio regionale della Regione Piemonte sono convocati per il giorno di domenica 6 maggio 1990.
Torino, 21 febbraio 1990".
"Il Commissario del Governo nella Regione Piemonte atteso che il Consiglio regionale del Piemonte deve essere rinnovato per scaduto quinquennio ai sensi dell'art. 3 della legge 17/2/1968 n. 108 considerato che sulla base delle risultanze del censimento del 25/10/1981 (DPR 25/3/1983 n. 95) la popolazione legale della Regione Piemonte è di n.
4.479.031 abitanti e che pertanto il relativo Consiglio regionale risulta composto di n. 60 membri attesa la necessità di ripartire i 60 seggi tra le circoscrizioni della Regione visto l'art. 2 della legge 17/2/1968, n. 108 d e c r e t a il Consiglio regionale della Regione Piemonte è composto di 60 membri. I 60 seggi sono assegnati alle circoscrizioni della Regione secondo la seguente ripartizione: popolazione legale della Regione Piemonte: 4.479.031 seggi n. 60; quoziente = 74.651.
Circoscrizione di Alessandria: 466.102 abitanti, quoziente interi 6, resti 18.196, seggi 6 circoscrizione di Asti: 215.382 abitanti, quoziente interi 2, resti 66.080 seggi 3 circoscrizione di Cuneo: 548.452 abitanti, quoziente interi 7, resti 25.895, seggi 7 circoscrizione di Novara: 507.367 abitanti, quoziente interi 6, resti 59.461, seggi 7 circoscrizione di Torino: 2.345.771 abitanti, quoziente interi 31, resti 31.590, seggi 32 circoscrizione di Vercelli: 395.957 abitanti, quoziente interi 5, resti 22.702, seggi 5.
A ciascuno dei resti più alti (Asti, Novara e Torino) è stato assegnato un seggio in più".


Argomento:

Richiesta di comunicazioni da parte della Giunta regionale e sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Monticelli. Ne ha facoltà.



MONTICELLI Antonio

Signor Presidente, il nostro Gruppo pone quattro questioni sull'o.d.g.
Le prime due si riferiscono a richieste di comunicazioni che nei giorni scorsi abbiamo avanzato alla Giunta. Lunedì avevamo scritto una lettera alla Giunta regionale chiedendo che in questa sede, questa mattina, ci fosse data comunicazione in merito agli incendi che hanno devastato vaste aree del Piemonte, in particolare il Pinerolese, quindi vorremmo sapere se la Giunta intende dare ora questa comunicazione.
La seconda richiesta che il Gruppo aveva avanzato nell'ultima Conferenza dei Capigruppo, e che è stata reiterata questa mattina in una lettera consegnata al Presidente della Giunta Beltrami, è che ci venga resa in Consiglio una comunicazione del Presidente della Giunta a chiarimento dei rapporti politici che intercorrono nella maggioranza che sostiene la Giunta regionale, dopo le recenti discussioni e i recenti voti in questo Consiglio sulla questione ACNA, considerato che, in particolare nell'ultima seduta, ben due dei cinque Gruppi che sostengono la Giunta regionale si erano dissociati nel voto su una questione di grande rilievo come è la questione ACNA.
Le altre due questioni sono invece eccezioni e rilievi sull'o.d.g. che ci è stato inviato per la convocazione del Consiglio di oggi e di domani.
Come tutti ben ricordano, nell'ultima seduta di Consiglio era stato approvato un ordine del giorno o una mozione sull'ACNA (non ricordo come è stato definito), proposto dalla maggioranza che aveva come dispositivo il rinvio all'ultimo punto dell'o.d.g. della proposta di legge al Parlamento per la chiusura dell'ACNA. Essendo stato votato quel provvedimento nella seduta scorsa, il rinvio all'ultimo punto dell'o.d.g. si riferiva all'o.d.g. di quella seduta. Invece vediamo che il punto relativo alla legge sull'ACNA è stato inserito all'ultimo punto all'o.d.g. per la seduta di oggi.
Quindi presentiamo una eccezione, perché ci pare che non sia stato applicato in modo corretto il dispositivo contenuto in quel provvedimento che era stato approvato a maggioranza dal Consiglio. Chiediamo che il punto relativo all'ACNA venga ripristinato nel modo corretto tenendo conto di quanto il Consiglio aveva deciso, ovviamente con il nostro voto contrario, nella scorsa seduta. In sostanza, il punto che riguarda l'ACNA andrebbe inserito al punto 19) dell'odierno o.d.g., cioè immediatamente dopo l'ultimo punto dell'o.d.g. della scorsa seduta.
L'ultima questione sull'o.d.g. che ci è stato inviato per questa seduta, anche questa di eccezione e di rilievo, è relativa al punto 24) inerente alla legge sul passaggio a regime di diritto privato delle II.PP.A.B. Nell'o.d.g. questo punto è segnalato con un asterisco che richiama il fatto che la legge sarebbe ancora priva del parere dell'VIII Commissione. La questione che pongo, signor Presidente, è che quando una legge non ha ancora esaurito compiutamente l'iter nella Commissione, in questo caso, questa legge, non può essere iscritta all'o.d.g.
eventualmente può essere segnalato in coda all'o.d.g. Quindi la nostra richiesta è che il punto 24) relativo alle II.PP.A.B, venga depennato dall'o.d.g.



PRESIDENTE

Consigliere Monticelli, l'o.d.g. a mani dei Consiglieri è stato concordato nella riunione dei Capigruppo, a cui era presente anche lei.
Ho ascoltato la questione che lei ha esposto relativa al problema degli incendi e come Presidente del Consiglio mi faccio carico di rappresentare questa sua sollecitazione alla Giunta.
In merito alla collocazione nell'o.d.g. del progetto di legge n. 449 ricordo che si era convenuto di porlo all'ultimo punto dell'o.d.g. Nel dire questo, mi pare che non ci fosse alcun dubbio che esso dovesse andare in coda a tutte le questioni, comprese quelle nuove per le quali si erano riuniti i Capigruppo.
Se non avessimo riunito i Capigruppo, la questione potrebbe anche essere interpretata come sostenete voi, ma i Capigruppo si sono riuniti e hanno convenuto di inserirla come ultimo punto all'o.d.g.
Poiché il punto 24) relativo al progetto di legge n. 512 è stato iscritto senza il parere consultivo dell'VIII Commissione, può essere depennato.


Argomento: Calamità naturali

Comunicazione della Giunta regionale in merito agli incendi sviluppatisi recentemente in Piemonte


PRESIDENTE

L'Assessore Mignone è disponibile a fornire la comunicazione in merito agli incendi sviluppatisi in Piemonte relativa al primo punto sollevato dal Consigliere Monticelli.
Ha pertanto facoltà di intervenire l'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore al pronto intervento

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la comunicazione della Giunta regionale si basa sui dati sino ad oggi acquisiti e quindi non si esclude che possano ulteriormente intervenire altri approfondimenti e maggiori precisazioni, perché vi sono ancora i sopralluoghi in corso da parte dei Servizi decentrati, così come anche gli enti locali stanno raccogliendo le segnalazioni per quanto riguarda i danni sia ai fabbricati di civile abitazione che alle strutture produttive.
Per quello che risulta alla Giunta sino ad oggi, la violenta bufera di vento ha colpito sostanzialmente due aree della provincia di Torino e l'area della Valle Elvo in provincia di Vercelli.
Per quanto riguarda la provincia di Torino, i Comuni che hanno segnalato danni ad infrastrutture pubbliche sono ventuno: in diciannove di questi si è già provveduto ad effettuare i sopralluoghi da parte dei Servizi decentrati. Si tratta prevalentemente di danni causati a strutture pubbliche dal forte vento che ha provocato crolli di recinzioni, di muri e danni alle coperture dei fabbricati.
Sino ad oggi i danni, accertati con sopralluoghi, alle opere pubbliche in provincia di Torino, assommano a circa 500 milioni; mentre per quanto riguarda la provincia di Vercelli i Comuni interessati sono quattro: Sordevolo, Graglia, Muzzano e Biella (precisamente il Santuario di Oropa) i danni ammontano sino ad oggi ad un centinaio di milioni. Questo per quanto riguarda i danni alle opere pubbliche.
Come dicevo, i sopralluoghi sono ancora in corso; soprattutto si stanno censendo i danni alle case private e ai fabbricati destinati ad attività produttive per verificare, dall'entità dei danni, la sussistenza o meno dei requisiti per la dichiarazione dello stato di calamità grave, ai sensi dell'art. 9 della L.R. n. 38/78. Al riguardo, assieme al collega Cerchio abbiamo dato disposizione agli Uffici regionali dell'industria e delle opere pubbliche perché di concerto si prosegua negli accertamenti, al fine di valutare il verificarsi delle condizioni per la richiesta dello stato di calamità grave.
In verità, il danno maggiore è stato provocato ai boschi e alle colture arboree. A tale proposito, l'Assessorato all'agricoltura ha incaricato i propri Servizi decentrati a procedere agli accertamenti e alla delimitazione delle aree per la richiesta delle provvidenze della legge n.
590 del Fondo di solidarietà. Peraltro, si cercherà anche di attivare con le Comunità montane interessate la priorità dei fondi del Regolamento CEE n. 1401 per gli interventi di rimboschimento e di forestazione nelle aree devastate dagli incendi.
In sintesi, la Regione sin dal primo momento ha seguito con attenzione anche attraverso il Ministro della Protezione Civile, l'evolversi degli accadimenti per quanto riguarda i danni alle opere pubbliche. In ventuno Comuni della provincia di Torino e quattro della provincia di Vercelli i danni accertati ammonterebbero complessivamente a circa 600 milioni. Con il collega dell'Industria stiamo verificando l'entità dei danni alle strutture produttive e ai fabbricati di civile abitazione per verificare se esistono i requisiti per applicare l'art. 9 della L.R. n. 38/78 con il riconoscimento dello stato di calamità grave, quindi attivare le provvidenze previste dai provvedimenti regionali che sono, per le attività produttive, essenzialmente dei mutui agevolati e per i fabbricati di civile abitazione contributi a fondo perduto per la ricostruzione e per il ripristino delle opere. Per quanto riguarda il settore dell'agricoltura gli uffici decentrati stanno procedendo a delimitare le aree per chiedere l'applicazione del Fondo di solidarietà nazionale. Con le Comunità montane si attiveranno le priorità previste dal Regolamento n. 1401 per quanto riguarda le opere di rimboschimento e di ripristino delle colture arboree danneggiate dagli incendi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Signor Presidente, ringraziamo l'Assessore Mignone che ha svolto test una comunicazione abbastanza puntuale, a seguito anche di una nostra sollecitazione. Infatti è stata premura del Gruppo comunista sollecitare l'immediato intervento della Giunta, perché, a seguito degli eventi verificatisi nei giorni scorsi, si manifestasse una presenza attiva e fattiva della Regione Piemonte. Prendiamo atto che il lavoro di accertamento dei danni subiti nei vari Comuni è in corso e non possiamo che augurarci che, al più presto, i danni vengano accertati. Quindi, Assessore se un appunto c'è da muovere alla sua relazione, è la mancanza di previsione circa i tempi. Avremmo preferito sentire che, ad esempio, nel giro di 15/20 giorni tutti i lavori preliminari si sarebbero conclusi.



MIGNONE Andrea, Assessore al pronto intervento

La mia interruzione può essere di chiarimento. E' evidente che, per quanto riguarda i sopralluoghi del Genio Civile, questi devono essere ancora effettati in due Comuni. Non appena avremo anche questa relazione relativa alle opere di pronto intervento e ai danni provocati alle opere pubbliche, saremo in grado di autorizzare i Comuni a provvedere immediatamente nel giro di una settimana.



ADDUCI Donato

Ci auguriamo che le conseguenze dei danni vengano affrontate nel più breve tempo possibile. Spero che lei, Assessore, chieda un incontro con i Sindaci dei Comuni interessati per fare il punto della situazione, dopo aver raccolto tutti i dati.


Argomento: Caccia

Esame proposta di deliberazione n. 1289: "DGR n. 213-33418 'Interpretazione sull'ammissibilità dei rinnovi di azienda faunistico-venatoria in via di eccezionale sanatoria relativa al mero profilo del ritardo nel pervenimento delle domande'"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 4) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 1289, la cui discussione era già iniziata in sedute precedenti.
La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente, in verità c'è un'inesattezza in quello che lei ha detto. La discussione in realtà si era conclusa. E la cosa strana è che questa questione è aperta da due mesi in Consiglio regionale e non si è passati al voto perché noi abbiamo abbandonato l'aula, ritenendo questa deliberazione illegittima. Confermiamo questo atteggiamento nella seduta di oggi, con un'aggiunta e un'aggravante rispetto alle considerazioni da me svolte l'altra volta a nome del Gruppo comunista.
Non è cambiato nulla dal punto di vista della legittimità, che riteniamo questa deliberazione non abbia; in compenso c'è un'aggravante derivante dal fatto che si sono persi ulteriori due mesi nel dare modo alle aziende faunistico-venatorie di rifare la domanda per chiedere l'istituzione delle aziende faunistico-venatorie. Quindi, in sostanza l'elemento portante della deliberazione, quello dell'interesse pubblico perché se non passasse questa deliberazione ci sarebbe il rischio di una perdita di lavoro per 10/15 dipendenti di fatto viene aggravato dal ritardo con cui il Consiglio regionale e la Giunta non hanno voluto cogliere l'invito a ritirare la deliberazione che abbiamo rivolto la volta scorsa.
Se la volontà della Giunta e della maggioranza è quella di votare la deliberazione oggi in oggetto, con questa ulteriore aggravante, il Gruppo comunista riconferma la posizione allora presa, cioè di abbandono dei lavori del Consiglio, quanto meno su questa deliberazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ripa.



RIPA Franco, Assessore alla caccia

Signor Presidente, rispetto alle motivazioni or ora addotte dal collega Avondo, se da un lato dice che si sono persi alcuni mesi, dall'altro io riterrei opportuno di non perderne altri, per trovarci magari tra 15 giorni a dire le stesse cose. Si tratta di una deliberazione in via eccezionale di sanatoria che ha avuto già tutte le limature del caso. Riteniamo che in fine di legislatura sarebbe opportuna una chiarezza sull'argomento, quindi non tocca sicuramente a me misurare il termometro di questo Consiglio. E' opportuno che si proceda, perché in un modo o nell'altro si possa dire una parola certa, non tanto per quanto concerne le aziende faunistiche, ma anche per gli uffici affinché possano avere una valutazione sovrana del Consiglio per potersi occupare in modo consequenziale dell'argomento. Non ripeto tutte le motivazioni che sono già state addotte nelle due discussioni precedenti svoltesi in questo Consiglio, pertanto la Giunta ritiene che la deliberazione debba essere discussa e votata.



(I Gruppi PCI e MSI-DN abbandonano l'aula)



PRESIDENTE

Passiamo all'esame del dispositivo della deliberazione.
Sono stati presentati i seguenti emendamenti.
Emendamento presentato dal Consigliere Villa: dopo il punto quarto, aggiungere: "- di approvare la seguente modifica all'art. 5 del Regolamento del Consiglio regionale del 21/3/1984, n. 671-3464: dopo le parole 'almeno sei mesi prima della scadenza dell'azienda faunistico-venatoria' aggiungere le parole 'a pena di decadenza'".
Tale emendamento viene ritirato dal proponente.
Il Consigliere Ala ha presentato i seguenti emendamenti: 1) ai punti 1), 2) e 3) viene premesso: (delibera) "- di approvare la seguente ed eccezionale interpretazione, che permette di procedere in sanatoria, dell'art. 5 del Regolamento del Consiglio regionale del 21/3/1984, n. 671-3464".
La parola all'Assessore Ripa.



RIPA Franco, Assessore alla caccia

La Giunta non accoglie gli emendamenti presentati dal Consigliere Ala.



PRESIDENTE

A norma dell'art. 64 del Regolamento interno del Consiglio regionale si proceda alla votazione per appello nominale degli emendamenti presentati dal Consigliere Ala.
Pongo in votazione per appello nominale l'emendamento n. 1).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 hanno risposto NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'emendamento n. 1) è respinto.
2) dopo le parole "delibera di approvare... 21/3/1984, n. 671-3464" viene fatto seguire il punto 4) che diventa punto 1).
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 hanno risposto NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'emendamento n. 2) è respinto.
3) Il punto 1) è abrogato.
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 hanno risposto NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'emendamento n. 3) è respinto.
4) Il punto 2) è abrogato.
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 hanno risposto NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'emendamento n. 4) è respinto.
5) Al punto 2), dopo le parole "verrà inviata comunicazione" aggiungere le parole "a carico dei destinatari".
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 hanno risposto NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'emendamento n. 5) è respinto.
6) Al termine del punto 3) aggiungere le parole "accompagnata dalla ricevuta di un versamento di L. 1.200.000".
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 hanno risposto NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'emendamento n. 6) è respinto.
7) Al punto 3) il termine "60 giorni" è modificato in "20 giorni".
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 hanno risposto NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'emendamento n. 7) è respinto.
8) Il punto 4) è abrogato.
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 hanno risposto NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'emendamento n. 8) è respinto.
9) Al punto 4), la cifra "2" è abrogata.
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 hanno risposto NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'emendamento n. 9) è respinto.
Si proceda alla votazione per appello nominale della deliberazione n. 1289 il cui testo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 30 votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
La deliberazione è approvata.



(I Gruppi PCI e MSI-DN rientrano in aula)



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Monticelli. Ne ha facoltà.



MONTICELLI Antonio

Signor Presidente, devo fare una contestazione formale sulla regolarità della votazione che si è appena conclusa. Come cita espressamente il Regolamento, lo stato di messa in congedo di Consiglieri viene annunciato dal Presidente del Consiglio all'inizio della seduta in sede di comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale.
Signor Presidente, quando lei ha svolto le sue comunicazioni in apertura di seduta ha dichiarato che non c'era alcun Consigliere in congedo. Quello è il momento, ai sensi del Regolamento, in cui dichiarare i congedi. Altre notizie intervenute dopo a tale proposito non hanno alcun valore dal punto di vista regolamentare. Quindi, una votazione svolta con 30 partecipanti è da ritenersi non valida. Il Gruppo PCI fa eccezione formale su questo punto e le chiede di dichiarare nulla la votazione test svolta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Minervini.



MINERVINI Marta

Signor Presidente e colleghi, dovrei ripetere le stesse cose dette dal Consigliere Monticelli, ma non volendolo fare mi associo in toto alla proposta dallo stesso avanzata. Sebbene si sostenga che i congedi si possono chiedere durante la giornata, devo comunque rilevare che prima di mettere ai voti questa deliberazione lei aveva comunicato all'aula che nessun Consigliere aveva chiesto congedo.



PRESIDENTE

Non posso che confermare che, nel momento in cui ho svolto le comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale, di cui al punto 3) all'o.d.g., nessun Consigliere aveva chiesto congedo. Probabilmente c'è stata incongruenza fra la mia comunicazione e l'arrivo della segnalazione.
Confermo comunque che non erano pervenute segnalazioni nel momento in cui ufficialmente il Presidente dà notizia delle eventuali domande di congedo.
Sospendo pertanto la seduta e convoco immediatamente la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi.



(La seduta, sospesa alle ore 12,30 riprende alle ore 12,45)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La Conferenza dei Capigruppo ha stabilito che deve essere rispettata la forma; pertanto la votazione è dichiarata nulla e verrà ripresa oggi pomeriggio non appena possibile, dopo la doverosa comunicazione di eventuali domande di congedo. Questo problema si pone per la prima volta ma è giusto che siano rispettate le forme previste dal Regolamento.


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 1251: "Richiesta al Ministero dei Lavori Pubblici - CER di Torino per il pagamento delle indennità ed interessi relativi all'acquisizione dell'area di proprietà del signor Riva Enrico"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1251, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Non è presente l'Assessore Genevese, ma il Presidente della Giunta regionale, Beltrami, si è incaricato di sostituirlo nell'eventuale discussione.



CHIEZZI Giuseppe

Il problema non è tanto l'assenza dell'Assessore Genovese, quanto quella dell'Assessore Mignone che è il primo responsabile di questa deliberazione. Chiedo pertanto che sia presente, oltre che il Presidente Beltrami, anche l'Assessore Mignone.



PRESIDENTE

Provvedo immediatamente a chiamarlo affinché rientri in aula.
E' aperta la discussione.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi, l'Assessore Mignone fa ampi gesti di stupore per essere stato chiamato in causa per una deliberazione che, mi risulta, lui stesso ha presentato all'approvazione della Giunta. Spiegher quindi all'Assessore Mignone come mai dovrebbe essere molto preoccupato di questa e di altre deliberazioni che lo hanno visto protagonista in questi anni di una vicenda che non penso rappresenti un ruolo positivo della Regione Piemonte.
Signor Presidente e colleghi, in un articolo comparso su "La Repubblica" il 10/12/1989, Antonio Cederna scriveva testualmente: "Unico Paese in Europa, l'Italia non ha ancora una legge che regoli l'uso del suolo e degli immobili e consenta ai Comuni di espropriare, senza svenarsi le aree necessarie agli usi pubblici (edilizia, servizi, verde, ecc.). In pratica, a differenza di ogni altra nazione avanzata, è ancora la rendita fondiaria a dettare legge, a pretendere di decidere gli sviluppi e la riqualificazione del territorio e delle città. Negli ultimi ventuno anni da quando cioè il problema si è posto in modo acuto, non sono bastati ventisette Governi per risolverlo e tra pochi giorni potremo celebrare un infausto anniversario, quello del fallimento dell'urbanistica italiana".
Antonio Cederna con queste poche frasi ha messo a fuoco uno dei problemi fondamentali che segna il tipo di sviluppo italiano e lo segna in modo negativo, da tanti punti di vista. Ricordo uno fra tutti, il punto di vista della tutela e valorizzazione dell'ambiente. Siamo in una situazione di assenza di leggi che regolino e governino lo sviluppo. In questa situazione che è di indubbia difficoltà per tutti, la Regione Piemonte si è particolarmente distinta per un ruolo negativo, per l'assunzione di deliberazioni ed atti improntati al più piatto burocratismo. La Regione Piemonte si è distinta per aver creato un solco profondo tra le istituzioni, perché è intervenuta in modo tale da creare diffusi contenziosi tra la Regione stessa e i Comuni che avevano acquisito aree per costruire servizi o per assegnarle a soggetti realizzatori di edilizia economica o di interventi industriali.
La Giunta regionale continua a seguire procedure discutibili per la rideterminazione delle indennità di esproprio di terreni in vari Comuni.
Ricordo una deliberazione veramente stupefacente. Nell'ottobre del 1987 la Giunta regionale ha deliberato un probabile valore di mercato, relativo a terreni siti nel Comune di Nichelino, di 70.000 lire al metro quadro. Il Gruppo comunista ha criticato i criteri con i quali venivano determinati questi valori, in particolare questo spropositato valore riconosciuto ai terreni di Nichelino. Questa valutazione ha prodotto non solo proteste da parte degli interessati, i cittadini che dovranno pagare di più in relazione a questa determinazione, ma anche l'opposizione del Comune di Nichelino. Il Gruppo comunista ha chiesto in quell'occasione... Noto il grande interesse con il quale viene seguita questa materia, ma è coerente con l'interesse dimostrato sinora!



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Stiamo ascoltando, non essere provocatorio!



CHIEZZI Giuseppe

In quell'occasione avevamo sollecitato il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore a riflettere su quella determinazione; avevamo richiesto di convocare una conferenza di tutti i Sindaci interessati da questi provvedimenti regionali. Avevamo chiesto di conoscere l'insieme delle deliberazioni della Giunta, di discutere i criteri con i quali l'Amministrazione regionale determinava questi valori, che ci parevano spropositati. Di fronte a queste nostre richieste c'è stato il silenzio ripetuto e prolungato della Giunta regionale.
Successivamente, su iniziativa diretta del Sindaco del Comune di Nichelino, l'Amministrazione comunale di Nichelino ha concordato con il privato interessato la cessione degli stessi terreni ad una cifra inferiore alla metà del prezzo che la Giunta regionale aveva deliberato, vale a dire 30.000 lire al metro quadro contro le 70.000 deliberate dalla Giunta regionale. Questo fatto ha confermato le nostre preoccupazioni e i nostri dubbi. Ci ha nuovamente allarmato il fatto che la Regione Piemonte continuava a seguire dei criteri che, ormai alla prova dei fatti, erano inadatti a determinare il più probabile valore di mercato; infatti in una situazione di mercato normale un privato, senza particolare bisogno, aveva concordato meno della metà del valore deliberato dalla Regione. Anzi, aveva concordato questa cifra in presenza di una aggravante costituita dalla determinazione della Giunta regionale. Nella trattativa privato-Comune, la Regione ha svolto un ruolo di deformazione dei valori di mercato che pu semmai, aver indotto una maggiore forza di contrattazione da parte del privato, che partiva da una valutazione regionale di 70.000 lire al metro quadro.
Ora tutto questo genera una grandissima preoccupazione, la Regione avrebbe dovuto sospendere queste procedure messe in atto in modo assolutamente burocratico.
Risollevo il fatto che i criteri con i quali si ipotizzano i probabili valori di mercato, sono criteri al di fuori della realtà; ho portato l'esempio di Nichelino, che avrebbe dovuto far riflettere. Non si pu riconoscere a un terreno il valore teorico che questo terreno ha, in funzione degli indici di cubatura di cui dispone in base al Piano regolatore. Questa è una procedura del tutto astratta, che non ha riferimento con il mercato; e il caso di Nichelino lo dimostra. Essere proprietari di un terreno, sul quale si può edificare, per valorizzarlo, un certo numero di metri cubi di costruzione, non significa avere effettuato tutte le operazioni che ne permettono la valorizzazione. Disporre di 3 metri cubi per metro quadro sul proprio terreno non vuol dire averli già costruiti e averli già venduti al libero mercato. Questo era il suggerimento che davamo, e vogliamo dare come Gruppo comunista, alla Giunta regionale per le perizie. E' un errore profondo di valutazione.
La Giunta regionale, di fronte a queste osservazioni, aveva risposto che un po' tutti fanno così, e che anche i tribunali, attraverso le loro perizie, usavano sistemi di questo tipo. Ora questa affermazione è in parte vera, in parte no. In parte è vera perché in effetti le perizie, in tutta Italia, vengono, di massima, condotte in questi modi, con risultati disastrosi; in parte non è vero perché, ad esempio, la Regione Lombardia si è comportata, dal punto di vista dell'iniziativa politica, in modo diverso.
Mentre la Regione Piemonte continua a deliberare incrementi dei valori dei terreni esorbitanti, la Regione Lombardia, con un'attenta gestione di questa materia (che è difficile da gestire), delibera valori dei terreni che soddisfano i contraenti e che non si discostano molto né dai valori effettivi di mercato né dai valori determinati con le leggi in base agli espropri. In Regione Lombardia siamo a livello di 20.000 al metro quadro.
Citando un convegno promosso dalla Regione Lombardia, avevo suggerito di avere un incontro con questa Regione, perché mi pareva, appunto, che gestisse questa materia così complessa in modo migliore.
La preoccupazione è questa: in Italia di questo nessuno ne parla, e il tempo passa. La legge sull'uso dei suoli non viene approvata, e in questo frattempo un'enorme quantità di ricchezza viene trasferita a favore di rendite parassitarie. Si stanno trasferendo enormi quantità di ricchezza in modo capillare, senza che vengano sollevati problemi, verso il settore improduttivo della rendita fondiaria. Questa ricchezza era stata destinata dallo Stato al settore delle abitazioni, e viene invece sottratta da questo settore per destinarla ai proprietari di terreni.
Questo ed altri esempi indicano che la Regione Piemonte continua in questa attività di rideterminazione delle indennità di esproprio, con procedure che impediscono ai Comuni di difendersi (questo è un altro elemento gravissimo di comportamento). La Regione Piemonte che è un'istituzione che dovrebbe, nei propri atti, porsi innanzitutto il problema della tutela delle Autonomie locali e di garantire la possibilità da parte dei Comuni di difendersi, assume invece atti sui quali ai Comuni viene impedita ogni possibilità di difendersi.
Ci sono deliberazioni assunte dalla Giunta regionale nei mesi di agosto e settembre 1989 che hanno gravato sull'erario per circa un miliardo. Le indennità definitive deliberate dall'Ufficio Tecnico Erariale sono state rideliberate dalla Regione Piemonte con incrementi eccezionali ed in modo tale che i Comuni non possono nemmeno difendersi con ricorsi.
Quello che rilevo, Presidente Beltrami, è un'attività degli uffici della Giunta regionale non diretta dal punto di vista politico. Non si possono lasciare gli uffici a governare questa materia, nel modo in cui lo fanno da due anni a questa parte.
Signor Presidente, lei ha davanti a sé il caso di Nichelino che avrebbe dovuto indurre un Governo a sospendere queste procedure, che vengono messe in atto dagli uffici, contestandole. Non è più un'ipotesi. Lei ha in mano una prova che i criteri, con i quali in questi anni sono state determinate le indennità provvisorie di esproprio, non stanno al passo con il mercato non sono in sintonia con esso, anzi artatamente lo spingono verso l'alto.
Signor Presidente, so che tra i tanti problemi che ha, su questa materia ve ne è uno delicato, di cui le ho dato atto in tutta questa polemica: il problema di far fronte, in ogni caso, ai compiti che il governo ha, di non omettere alcun atto. Spero che di questo lei me ne dia atto, gliel'ho sempre riconosciuto, anche in colloqui non ufficiali.
Quello che sostengo è che, in presenza di una prova certa che la Regione Piemonte sta seguendo criteri fuori mercato, ci sono tutte le condizioni per cambiare modo di procedere senza incappare in quei pericoli che giustamente lei teme così tanto.
Noi chiediamo la sospensione di queste procedure, chiediamo di esaminare tutti questi atti. Non so se riusciremo più a parlarne in questa tornata amministrativa, quindi chiedo che si nomini una Commissione di inchiesta su tutta questa vicenda. Una Commissione che verifichi tutti gli atti e le procedure e che dia modo alla Giunta regionale, sulla base di un esame di tutti gli atti emessi, di indirizzarsi verso una strada nuova.
Chiedo contestualmente che la Giunta regionale avvii una grande iniziativa politica che ricompatti le istituzioni e non che le separi.
Chiedo un'iniziativa congiunta verso tutti i Sindaci e che coinvolga anche i Gruppi consiliari, perché questo è problema che può essere inizialmente affrontato a questi livelli per organizzare una conferenza nella quale avere delle iniziative comuni.
Chiedo che la Giunta regionale avvii anche confronti con gli Ordini professionali che regolano l'attività degli iscritti in ordine alle perizie. Questa è un'iniziativa che potrebbe essere rivolta anche verso la stessa Amministrazione giudiziaria, che nomina periti che lavorano secondo criteri che siamo in grado di dire inadeguati a far comprendere qual è il reale valore di un terreno.
Questa è, per memoria, la posizione assunta dal Gruppo comunista in questi anni. In ogni caso, di fronte a questo atto, che è un nuovo atto con il quale si sottraggono 268 milioni al capitolo "Costruzione di case" per assegnarli al capitolo "Rideterminazione della indennità di esproprio", noi non possiamo semplicemente votare contro, ma dobbiamo segnare la continuazione di questa nostra battaglia in aula, che ha visto l'assoluta sordità della Giunta, con un atto più forte. In occasione di questa votazione lasceremo l'aula. Rientreremo subito dopo per il punto successivo all'o.d.g. Questo è per marcare la nostra disapprovazione assoluta su come la Giunta regionale ha gestito questa materia sino ad oggi.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Davanti al gesto di così elevata simpatia, con il quale ci è stato riversato addosso tutto il pattume di questo mondo, dichiarando che si abbandona l'aula nella quale si riscopre la verità, la tentazione è quella di non rispondere.
La mia risposta vuole comunque essere corretta e non polemica, mentre l'intervento del collega Chiezzi è totalmente e solo polemico.
Dico questo avendo vissuto, con Mignone e con i colleghi della Giunta questo problema con alte tensioni; avendolo ereditato e non inventato avendo visto il Comune (che è stato richiamato) non rendersi troppo parte vivace nel problema. Solo la tenacia, la costanza, la pervicace ostinazione della Giunta regionale ha consentito di mettere attorno al tavolo i proprietari (che forse avranno i torti di avere la proprietà, ma la Costituzione non ha precisato ancora che sia un delitto, semmai diviene delitto quando viene usato in termini non sociali) e di risolvere un problema del valore di all'incirca 40-50 miliardi. La Giunta regionale accondiscendente anche il Comune di Nichelino più volte richiamato e sollecitato ad essere presente, ha definito questo problema riunendo tutti i soggetti attorno ad un tavolo. Oggi a Nichelino rimane in sospeso un contenzioso di 3.000-4.000 metri quadrati destinati a giardino. Ho vissuto in prima persona questi problemi, che - ripeto sono stati risolti solo sedendosi attorno ad un tavolo in regime di libera contrattazione, facendo una cosa che il Comune non aveva fatto; questa contrattazione invece avrebbe potuto svolgersi a suo tempo in clima di assoluta disponibilità. Si sono messe d'accordo le parti ed entrambe ne hanno tratto giovamento, l'una prendendo il danaro subito o quasi subito e l'altra pagandolo a prezzi più contenuti. Ma il non pronunciamento di livelli istituzionali superiori al nostro non può essere addebitato alla Regione. Ci sono state sentenze della Corte Costituzionale che hanno detto a chiare lettere che le somme che dovevano essere oggetto di liquidazione, parametrate a determinati aspetti dovevano essere versate a regime di libera contrattazione di mercato; tutte le leggi esistenti nel settore erano scomparse, mentre ricompariva all'orizzonte la legge Di Napoli, che mi pare sia del 1865, e forse anche quella precedente.
Quindi nego e respingo gli addebiti che sono stati fatti dal Consigliere Chiezzi in quest'aula.



CHIEZZI Giuseppe

Spieghi delle 70.000 lire al metro quadro. L'addebito è questo.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Devo ammettere che il tuo Gruppo è attivo su mille iniziative; su questa iniziativa, però, al di fuori di interrogazioni o sollecitazioni come quella di stamani, non ha assunto alcun provvedimento sostitutivo dell'eventuale abulia ed apatia della Giunta regionale.



CHIEZZI Giuseppe

Siamo andati alle assemblee in cui voi eravate tutti assenti.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Mentre voi andavate in assemblea, noi abbiamo risolto le pratiche. E' questo il discorso. E le abbiamo risolte efficacemente, in termini manageriali, se vuoi che adoperi una parola che non è in uso nell'ambiente pubblico. Quindi difendo questa collocazione e queste posizioni della Giunta. Tu hai trattato questo problema per ultimo, ma noi abbiamo vissuto qualche anno sotto l'incombente minaccia di denunce alla Procura e alla Magistratura per omissione di atti d'ufficio; ciò nonostante abbiamo resistito, tentando di mettere attorno al tavolo la gente per farla trattare e giungere a questa conclusione. Quindi questi addebiti non ci toccano. Al di là di questo, tutte le volte che si è intervenuti entro il percorso della Magistratura, quindi del conflitto amministrativo, abbiamo registrato che la Magistratura amministrativa ha dato costantemente, o quasi, ragione alla Regione Piemonte. Le stime contenute nel rapporto che vi è pervenuto anche in II Commissione hanno dimostrato che i nostri funzionari hanno agito in base agli schemi consentiti dalla legislazione vigente in quel momento e che il loro modo di procedere non era certo quello di chi trovava gusto in atti di crudeltà nei confronti dei potenziali proprietari di alloggi. Abbiamo superato delle fasi relativamente difficili; mi fa piacere che anche su questo argomento, che attiene ad un aspetto particolare, si sia diffuso ed allargato il problema a cose più grosse. Lo stesso CER. accedendo al pagamento, riconosce implicitamente che quanto proponiamo può stare in piedi. Non è assolutamente vero che le valutazioni della Regione siano di 70.000 lire al metro quadro; ce ne sono di 70, ce ne sono di 40 ed anche di 27. Talvolta abbiamo registrato disparità di valutazione con l'UTE, ma abbiamo registrato anche come l'UTE abbia fatto valutazioni superiori del 30% a quelle fatte dalla Regione Piemonte. Queste sono le cose che ricordo in termini estremamente brevi. Mi spiace che si voglia fare di ogni erba un fascio per buttare addosso qualcosa a qualcuno; dico che sono lieto di poter rassegnare la conclusione di questo mandato amministrativo avendo risolto il problema di Nichelino, che noi abbiamo in larga parte ereditato e che abbiamo comunque portato ad una conclusione che mi pare abbia registrato consensi da tutte le parti coinvolte sul problema. Quindi chiedo, per quanto attiene a questo aspetto particolare della deliberazione del collega Genovese, di porla ai voti. Laddove ci fossero difficoltà anche di carattere procedurale, propongo di rinviarla assieme all'altra nell'immediato pomeriggio.



PRESIDENTE

Si concludono a questo punto i lavori del Consiglio.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13,10 riprende alle ore 15)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Fassio, Genovese e Penasso.


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 1251: "Richiesta al Ministero dei Lavori Pubblici - CER di Torino per il pagamento delle indennità ed interessi relativi all'acquisizione dell'area di proprietà del signor Riva Enrico" (seguito e rinvio)


PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori con il proseguimento dell'esame della proposta di deliberazione n. 1251, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi. Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, è ben comprensibile l'imbarazzo e l'irritazione con cui il Presidente Beltrami ha reagito alle critiche che ho svolto nell'intervento sulla deliberazione che stiamo per votare. E' ben comprensibile perché basta riflettere da un lato sulla situazione che ha illustrato il Presidente Beltrami, nella quale si dice che la Regione si è comportata nel modo migliore possibile e ha raggiunto risultati soddisfacenti, in ordine alla determinazione dei valori dei terreni oggetto di contenzioso tra privati cittadini e Comune.
Dall'altro lato, basta verificare come questo non sia vero riflettendo su come la Regione Piemonte si è seduta al tavolo della trattativa che vedeva come attori il Comune di Nichelino, i privati proprietari e la Regione stessa. A quel tavolo la Regione Piemonte ha presentato una propria deliberazione nella quale vi era scritto che il probabile valore di mercato dei terreni oggetto della trattativa era di 70.000 lire al metro quadro per un importo di qualche miliardo. In una deliberazione, 3 miliardi e 700 milioni, nell'altra 1 miliardo e 300 milioni, per un totale di 5 miliardi deliberati dalla Regione Piemonte. La Regione si è presentata dicendo "70.000 lire al metro quadro".
Alla fine della trattativa il privato ha concordato con il Comune di Nichelino un valore di 30/32.000 lire al metro quadro. Capite l'imbarazzo della Regione Piemonte? Con il suo comportamento, così lodato dal Presidente Beltrami, non ha certo giovato ad una trattativa che rafforzasse gli interessi del Comune.
La Regione Piemonte si è seduta a quel tavolo rafforzando implicitamente le richieste del privato per una valutazione alta di questi terreni. Basti pensare che tipo di trattativa poteva avvenire se la Regione si fosse presentata al tavolo con una valutazione non di 70.000 lire al metro quadro, ma di 50 o 45 mila lire.
Questi elementi di riflessione, Presidente Beltrami, non li ho sollevati da solo, infatti il Consigliere Martinetti ha scritto un articolo su "Notizie della Regione Piemonte" che si concludeva con l'invito ad una riflessione e ad una cautela in queste determinazioni che stava facendo la Regione Piemonte ed analoghe preoccupazioni sono state espresse da colleghi che siedono nei banchi della Giunta. Dico questo con toni abbastanza accesi, come voce dell'opposizione, perché gli stessi argomenti, seppure depurati da un tono polemico, sono portati con grande preoccupazione anche da esponenti della maggioranza.
Come Gruppo comunista continuiamo ad affermare che il comportamento della Regione Piemonte è assolutamente inadeguato alla gravità della situazione, è un atteggiamento che ha provocato una frattura gravissima tra le istituzioni, ha contrapposto Regione a Comune, ha contrapposto il Comune come istituzione alla comunità che in esso lavora e produce. L'attività regionale è inadeguata a capire la realtà, perché produce deliberazioni che non sono coerenti con le reali situazioni di mercato, anzi lo deformano e c'è quanto basta per riconfermare un giudizio negativo sull'attività della Giunta e contrario alla deliberazione.
Il Gruppo comunista cosa ha fatto? Secondo il Presidente Beltrami, il Comune di Nichelino ha fatto poco e il Gruppo comunista altrettanto. Le numerose interrogazioni, mozioni e proposte avanzate dal Gruppo comunista hanno indicato un comportamento diverso, proposto sia in Consiglio regionale che in Commissione, ed è stato dalla Giunta sempre rifiutato con le argomentazioni che ha riportato poc'anzi il Presidente Beltrami, secondo il quale tutto fila liscio nel migliore dei modi e non c'è nulla da eccepire.
A nome del Gruppo PCI riconfermo la più completa insoddisfazione e critica a questo modo di agire; richiedo nuovamente la convocazione della conferenza dei Sindaci e la sospensione di queste procedure, coinvolgendo anche l'opposizione per dare uno sbocco meno nocivo, per gli interessi collettivi, di quello che sino ad ora ha dato la Giunta regionale.
Per la completa insoddisfazione per la risposta giunta dal Presidente Beltrami, confermo che il Gruppo PCI uscirà dall'aula in occasione della votazione, per rientrare subito dopo per la prosecuzione dell'esame dei punti all'o.d.g.



(Il Gruppo PCI abbandona l'aula)



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Sono state esaurite le dichiarazioni di voto, il Consiglio continua a rimanere in seduta, chiedo pertanto che si proceda secondo l'ordine dei lavori. Penso che il prossimo adempimento sia quello di porre in votazione la deliberazione: che il Consiglio rimanga alcuni minuti paralizzato senza che si compia l'atto successivo alla dichiarazione di voto non mi pare un corretto modo di procedere.



PRESIDENTE

Convoco i Capigruppo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15,10 riprende alle ore 15,40)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi ha convenuto di rinviare la votazione delle deliberazioni nn. 1289 e 1251, di cui ai punti 4) e 5) all'o.d.g., alla seduta di domani.
Ha convenuto altresì di rinviare in coda all'o.d.g. tutti i provvedimenti la cui iscrizione è stata richiesta ai sensi dell'art. 32 del Regolamento interno del Consiglio regionale.



(Il Gruppo PCI rientra in aula)


Argomento: Organizzazione turistica

Esame proposta di deliberazione n. 1301: "Determinazione criteri di riparto dei fondi per lo sviluppo dell'agriturismo (L.R. 17/8/1989, n. 50)"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1301, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Ripa.



RIPA Franco, Assessore al turismo

Di questo provvedimento si è parlato assai diffusamente in sede di Commissione. Questo è il primo anno che il Consiglio regionale deve determinare i criteri di riparto dei fondi per lo sviluppo dell'agriturismo ex L.R. n. 50/89.
Il deliberato fa riferimento al testo della legge, ma in modo particolare si parla di un criterio provvisorio, in quanto non vi sono ancora a tutt'oggi sufficienti elementi trattandosi del primo anno; il provvedimento tiene dunque conto di un termine fisso, che è quello di un terzo ripartito in parti uguali fra le Province e due terzi ripartiti in misura direttamente proporzionale agli addetti all'agricoltura di ciascuna Provincia.
Tengo a precisare che in Commissione era stato chiesto che nella determinazione dei criteri si tenesse conto della specificità del primo anno. In questo modo la ripartizione della cifra esigua del bilancio 1989 è di 170 milioni divisibili nella misura in cui è stato proposto. Ritengo che a tutt'oggi, soprattutto alla luce del fatto che le Amministrazioni provinciali non hanno ancora comunicato il numero delle domande, questo possa essere un criterio di approssimazione abbastanza valido, trattandosi dell'esperienza del primo anno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fracchia.



FRACCHIA Mario

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, il Gruppo repubblicano concorda sui criteri di questa deliberazione. Devo rilevare però che l'entità dei fondi lascia completamente insoddisfatti. Non so se fra le pieghe del bilancio si è riusciti a trovare soltanto questa somma, che è irrisoria. Quando l'anno scorso fu approvata la legge relativa all'agriturismo avevamo accettato lo stanziamento di 200 milioni perché la legge era stata approvata a fine anno; ma una legge nuova, che abbiamo decantato porterà molti benefici, cosa può realmente innescare con 170 milioni? Ad Alba dicono che "non ci fai neanche il brodo di rape"! Non è possibile con soli 170 milioni finanziare tutte le richieste: è una cifra davvero ridicola.



RIPA Franco, Assessore al turismo

Questa cifra è stata desunta dal bilancio 1989: si tratta di fondi dell'anno scorso.



FRACCHIA Mario

Certo e sono stati riportati nel bilancio provvisorio per l'anno 1990.
Alla luce di questi dati, prego l'Assessore di incrementare fortemente questa cifra; diversamente lasceremmo davvero delusi tutti gli agricoltori che speravano in questa legge per poter dare un impulso a tale attività perché in quelle zone dove il reddito agrario è piuttosto basso il reddito complementare derivante dall'agriturismo sarebbe sufficiente ed incentivante a farli restare.
A parte queste osservazioni, dichiaro comunque il voto favorevole del Gruppo repubblicano alla deliberazione in oggetto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando

Signor Presidente e Assessore, svolgerò due brevi considerazioni.
La prima è che prendiamo atto che le Province non hanno ancora trasmesso l'elenco delle domande per il contributo 1989, scaduto nel mese di ottobre dello stesso anno; evidentemente questo ha fatto sì che non si potesse tener conto di un criterio oggettivo forse più aderente alle necessità. Qualora fossero state note le domande presentate, sarebbe stato opportuno modulare la distribuzione dei contributi alle Province in proporzione anche al numero delle domande che all'interno delle singole Province erano state presentate; ma se questo dato oggettivo manca evidentemente non possiamo inventarlo.
La seconda annotazione è invece di natura prospettiva. Suggerisco all'Assessore, per il 1990 e gli anni a venire, che ad un criterio meramente aritmetico, ma forse non soddisfacente, cioè quello della proporzione degli addetti all'agricoltura che è un elemento certamente oggettivo, ma non significativo, si sostituisca un criterio aderente da un lato ai progetti e ai programmi che le Province devono presentare entro il mese di marzo di ogni anno e dall'altro un criterio che sia riferito agli addetti all'agriturismo, cioè alle iniziative specifiche di agriturismo che in ogni Provincia vedono la luce. Il semplice riferimento al dato degli addetti all'agricoltura è un dato oggettivo, ma non significativo. Non sappiamo all'interno di questi addetti che tipo di vocazione all'agriturismo (che è un'attività molto particolare dell'agricoltura) ci sia, quindi non è detto che una provincia ad alto tasso di addetti all'agricoltura sia una provincia ad alto tasso di addetti all'agriturismo o che abbia comunque un'alta vocazione agrituristica. Anche perch l'agriturismo non è semplicemente legato all'agricoltura, ma anche ad altre condizioni che rendano appetibile e fruibile un certo servizio, che non è semplicemente un servizio agricolo.
Richiamo quindi questi parametri all'Assessore affinché possano trovare un loro ingresso e una loro dignità per il presente anno e per gli anni a venire.
Per quanto riguarda l'anno 1989, non possiamo che prendere atto di una situazione di estrema limitatezza di dati conoscitivi e quindi esprimere il nostro assenso alla deliberazione stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paris.



PARIS Mario

Signor Presidente, faccio alcune osservazioni. Sono stati definiti due parametri: 1/3 in parti uguali tra le Province e 2/3 in misura direttamente proporzionale agli addetti all'agricoltura di ciascuna provincia. Sono criteri validi, ma non adeguati a quello che si dovrebbe fare attraverso l'agriturismo. Partendo dalla considerazione fatta dal collega Santoni, mi pare che il riferimento alle iniziative agrituristiche esistenti debba essere un parametro considerato; mi permetto però di suggerire un altro parametro, ed è questo: il rapporto agli addetti all'agricoltura presenti non solo come si dice al secondo punto "in ciascuna provincia", ma presenti nei Comuni di montagna e di collina depressa delle singole province. La legge nazionale sull'agriturismo intende offrire un reddito integrativo a chi con il solo reddito della campagna non può assolutamente vivere, ma sopravvive; quindi se vogliamo incrementare l'agriturismo nelle zone più povere, considerando che i soldi sono pochi, concentriamo quello che abbiamo sulle zone più povere, che indubbiamente sono quelle della collina depressa e quelle della montagna. Il parametro che suggerisco di inserire è dunque 1/3 in rapporto a questa popolazione agricola, che deve essere prioritariamente beneficiaria di questa legge, ma residente nelle zone più povere. Non escludendo l'altro parametro, ma includendo questo.
L'osservazione di carattere generale è questa. Non ho ascoltato tutto l'intervento del collega Fracchia, ma mi trovo sulla sua stessa lunghezza d'onda quando accenna all'esiguità dei fondi. E qui faccio una calda raccomandazione all'Assessore Ripa affinché veda, all'interno del suo Assessorato, cosa si può fare; rivolgo inoltre un appello veramente pressante alla Giunta per un ulteriore sforzo in questa direzione. La somma da iscrivere al bilancio 1990 non deve costituire una presa per i fondelli prima di tutto per noi stessi e poi per i beneficiari, perché se l'anno scorso (e si ragionava in termini di frazione di anno) si sono stanziati 200 milioni e quest'anno per l'intero anno (per un'attività che si vuole promuovere e che è vitale per conservare la gente in montagna) si stanziano solo 185 milioni, si commette una grossa sciocchezza; quindi vediamo insieme di non farla.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

Signor Presidente, il nostro voto favorevole alla legge per l'incoraggiamento dell'agriturismo era stato determinato dal fatto che il MSI crede in questa attività, quanto meno per consentire un rientro alle attività della campagna da parte di forze giovani, perché non si verifichi ancora nel tempo quello spopolamento che in talune contrade sta diventando un vero e proprio impoverimento. Ciò specialmente nelle zone della montagna, dove non essendoci a volte neanche la possibilità di sviluppare un'attività turistica, non rimane niente dell'attività agricola tradizionale, per via di una corsa verso la valle dove, pare, ci possa essere una qualche speranza di attività commerciale oppure di tipo industriale.
Tuttavia, in quell'occasione abbiamo puntualizzato la nostra attesa a che non si facciano delle leggi tanto per farle, tanto per comunicare alle categorie interessate, che in ogni caso e comunque, un occhio di riguardo si ha verso taluni settori. Ci troviamo, nella fattispecie, di fronte ad un esiguo stanziamento che conferma la nostra opinione in merito, cioè che le leggi vengono fatte non perché le risorse finanziarie lo consentano, e quindi in funzione di stanziamenti tali da rendere credibile la stessa motivazione per la quale si è fatta la legge. Centosettanta milioni sono nell'ambito di un bilancio regionale, una somma risibile, ed è ancora più risibile quando questa somma viene frazionata attraverso quei parametri di 1/3 e di 2/3, dando questo risultato: che poche decine di milioni, per ciascuna provincia, saranno erogati nell'attesa, forse nella vana speranza che le Amministrazioni provinciali abbiano attivato tutto quel processo di incoraggiamento e comunque di censimento delle attività esistenti e di quelle in fieri.
La stessa documentazione opportunamente inviata dall'Assessorato alle Province, per poter sviluppare questa attività di indagine e di censimento è partita da poco tempo.
Di fronte a queste considerazioni, il Gruppo MSI non può certo essere contrario ad uno stanziamento. Non è del tutto soddisfatto dei criteri adottati, così come abbiamo già avuto modo di esprimere in sede di Commissione; tuttavia con queste riserve e con queste premesse esprimiamo un voto favorevole. Speriamo che l'Assessorato all'agricoltura, oltre all'Assessorato che se ne interessa direttamente, nel piano della programmazione, che vorrà stendere dopo queste elezioni, guardi con interesse maggiore alla problematica dell'agriturismo, coinvolgendo anche l'Assessorato all'istruzione professionale.
Di recente sono stato in Val Devero per rendermi conto della situazione in funzione della legge per l'istituzione di quel parco e ho avuto rapporti con taluni giovani che insistono a non lasciare quelle contrade. Questi però non hanno grandi possibilità, nel futuro, di uno sviluppo della politica che consenta loro di attivare la propria probità per non lasciare quelle zone. Ebbene, parlando con loro si è sviluppata un'interessante conversazione, appunto su questa problematica: l'agriturismo, la formazione professionale all'attività dell'agriturismo, le cooperative. Tutto questo lo sto dicendo perché di fronte al problema, che viene poi mallevato dalle leggi che questa Regione promuove, non si può rimanere soltanto nell'attesa degli spicchi di bilancio per poi giustificare un qualunque intervento anche ai fini di una parvenza di presenza politica. E' necessario che anche per queste manifestazioni dell'economia locale vengano coinvolti diversi Assessorati e si facciano delle cose serie, e quando le cose sono fatte seriamente non ci sono più ristrettezze di bilancio. Si potrebbero trovare parecchi altri soldi. Lo ripeto, così come ho scritto per il prossimo numero della rivista del Consiglio regionale: le risorse non mancano, è lo strano modo di gestire le risorse che fa sembrare che non ci siano capacità economiche di investimento per far politica nel territorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Amerio.



AMERIO Mario

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, anticipo il nostro voto contrario su questa deliberazione. Voto contrario su una legge che abbiamo voluto anche noi, non da soli; una legge per la quale abbiamo lavorato non poco in Commissione e sulla quale ci eravamo già astenuti, come si ricorderà, al momento del voto finale sull'articolato.
Ci astenemmo in allora precisamente perché una legge tutto sommato buona, che arrivava con tre anni di ritardo, rischiava di risultare un'occasione perduta e financo una presa in giro per l'assoluta esiguità dei finanziamenti, un pugno di soldi dopo tre anni di attese per un settore invece in espansione che avrebbe potuto dare un contributo ad alcune aree agricole della nostra regione ed avviare un canale alternativo ed interessante di turismo.
Dopo quella nostra astensione sulla legge, che fece qualche scandalo perché eravamo correlatori, è venuto l'assestamento di bilancio.
Auspicavamo che almeno in quella occasione si rimediasse spostando qualche risorsa per questo stralcio di bilancio dello scorso anno sulla legge; non è accaduto e ci troviamo a distribuire quattro soldi a pioggia su tutta la regione con la possibilità di finanziare, se non ho fatto male i conti, due o tre aziende per provincia.
Questa è la ragione per la quale passiamo, nostro malgrado dall'astensione al voto contrario. Voteremo contro, perché è davvero un'occasione perduta. Si è illusa la gente. La maggioranza ha atteso tre anni dall'emanazione della legge quadro, nonostante giacessero molte proposte di legge, prima di varare un testo regionale. E quando lo ha fatto non lo finanzia, nonostante la critica da noi svolta in aula e nonostante le attese evidenti, che vi erano e vi sono nella Regione, suscitate dal dibattito intorno alla legge e dal clamore con il quale da parte della maggioranza e della Giunta la legge è stata presentata in Piemonte sugli organi di stampa e via dicendo. Siamo davvero di fronte ad una presa in giro! Lo ripeto: speravamo che almeno in sede di assestamento di bilancio si potesse ancora correggere questa impressione negativa. Questo non è accaduto. Per questa ragione, pur confermando il nostro giudizio positivo sullo strumento che abbiamo non poco voluto e collaborato a costruire voteremo contro. Riteniamo che nella prossima legislatura debba essere condotta una battaglia decisa affinché questo strumento possa funzionare.
Così non funziona. Finanzieremo a malapena una decina di aziende agrituristiche in tutta la regione; a tre anni di attesa, di ritardi, se ne aggiungerà un quarto, con l'aggravante di un'illusione e di una speranza data e poi ritolta a centinaia di aziende piemontesi che da anni operano in questo campo, spesso a proprio rischio, senza un sostegno legislativo senza risorse né finanziamenti, senza neppure riconoscimento della legge.
Per queste ragioni, il nostro è un netto voto contrario, è una critica severa, rivolta all'operato, per giunta reiterato, di questa maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Gruppo socialista darà voto favorevole a questa deliberazione proposta dall'Assessore Ripa. Tuttavia il Gruppo non può esimersi dal fare alcune sottolineature ed esprimere alcune raccomandazioni.
Dinnanzi a un finanziamento così ridotto, che deriva anche da una nota ristrettezza di risorse e quindi da una difficoltà ad operare con una coperta stretta, il rischio è quello di procedere in una produzione di scatole sostanzialmente vuote senza un rapporto stretto tra programmazione legislativa, operatività di governo e piano finanziario.
Un elemento che vorrei sottolineare e portare all'attenzione dell'Assessore, come già avevo avuto occasione di dire in Commissione, che resti in qualche modo fermo, riguarda i criteri, soprattutto quando superata questa fase di emergenza a scarse risorse, si potrà entrare in un'operatività più ricca di risorse. Credo che dinnanzi ad un'operatività come quella dell'agriturismo i criteri siano essenziali per dare coerenza alle priorità in alcuni comparti e in alcune politiche che esprimiamo.
Quando l'UNCEM viene a proporci una particolare attenzione ai problemi della montagna, noi dobbiamo considerare che la montagna non va vista come problema settoriale, ma come un'area nella quale possono interagire elementi che giocano su tutto lo scacchiere dell'operatività regionale.
Credo che, in questo caso, superata la fase di emergenza, di volta in volta l'Assessore competente dovrà introdurre delle priorità coerenti con le politiche che il governo regionale viene a darsi. Ne cito alcune. Non vale per questo caso, ma se le risorse fossero cospicue occorrerebbe privilegiare, dare più possibilità, più spazio là dove l'agriturismo ha più difficoltà a radicarsi: nella montagna, nell'alta collina, in alcune zone povere della pianura. Là dove l'agricoltura è a forte imprenditorialità credo che queste siano solo risorse aggiuntive. E' un po' il caso di quando diamo quattrini per l'innovazione alla grande azienda, all'azienda forte che di per sé i conti con l'innovazione li fa sempre; le risorse che andiamo a darle sono aggiuntive rispetto alle sue esigenze. Come in quel caso, noi operiamo rispetto alla piccola azienda e all'artigianato che ha più bisogno di innovazione e non riesce ad accedere in modo corretto; anche per questo caso dobbiamo prestare particolare attenzione.
Rispetto alla formulazione del collega Santoni, lo invito a prendere in considerazione anche un altro versante del ragionamento. Credo si possa privilegiare l'intervento là dove già l'agriturismo, cioè un numero di aziende di un certo tipo, ha manifestato una capacità di lievitare. E' una scelta, ma potrebbe anche essercene una opposta: dare in qualche modo impulso nelle aree dove il fenomeno non ha avuto alcuna forza di trascinamento, perché se diamo un finanziamento solo dove l'agriturismo ha già una sua cultura e si è radicato, rischiamo di creare un dualismo profondo senza recuperare i ritardi. Il problema lo si può vedere da due facce, e la scelta dell'una o dell'altra rappresenta una scelta politica ben precisa. L'una o l'altra caratterizzano le specificità che il governo regionale vuole dare alla sua politica. E' per questo motivo che la raccomandazione che faccio, il voto con riserva che il Gruppo socialista dà, è di questo tipo: è un passaggio marginale sul piano delle risorse finanziarie. Lo approviamo, ma dinnanzi ad una situazione a regime evidentemente il problema dei criteri diventa un problema politicamente importante, sul quale faremo valere i caratteri e gli elementi che ho cercato brevemente di sottolineare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ripa per la replica.



RIPA Franco, Assessore al turismo

Signor Presidente, ringrazio per l'apporto creativo che hanno dato i Consiglieri, ma vorrei ribadire che si tratta dei criteri provvisori dell'anno transitorio 1989. Quindi, quando si parla di vocazioni agrituristiche nelle province, dobbiamo ricordare che le Amministrazioni provinciali dovranno far pervenire al Consiglio regionale entro il 30 marzo le loro scelte, con le tipiche vocazioni che decideranno di normare inoltre, tali indicazioni dovranno essere fatte dopo aver sentito le Comunità montane e gli altri organismi intermedi. Si tratta di stabilire un criterio provvisorio per un anno transitorio, il 1989. Mi auguro che per tutto quello che è stato detto e soprattutto per gli sforzi che abbiamo compiuto da tutte le parti, il bilancio 1990 possa avere a disposizione delle cifre superiori. Sappiamo tutti che il bilancio 1989 prevedeva 200 milioni su questo capitolo particolare; saranno quindi tenuti nel giusto conto dagli uffici e non solo dal nostro Assessorato (anche dall'Assessorato all'agricoltura che ha contribuito all'estensione di questa legge) tutti i criteri nuovi che sono venuti, che sono soprattutto rispettosi di quella che è la dislocazione locale, quindi le zone di collina, di montagna, l'effettiva distribuzione delle aziende agrituristiche. Per quello che ci riguarda siamo disponibili - e dovremmo esserlo anche come Consiglio - affinché tutte le richieste che verranno fatte dalle Province trovino il riassunto finale nei criteri che verranno stabiliti dal piano che farà il Consiglio regionale. Si tratta di criteri provvisori che sono stati stabiliti nell'anno 1989. Tutte le raccomandazioni fatte saranno tenute nel giusto conto; nel prossimo Consiglio regionale si stabilirà qual è la vocazione e quali sono le singole vocazioni provinciali nell'ambito di un piano regionale, tenendo conto di tutte le istanze che sono venute dalle Province. Credo che gran parte delle risposte verrà data nel futuro dibattito, quando si parlerà del piano 1990 e per gli anni che seguiranno. Agli effetti di questa deliberazione, oggi dobbiamo solo parlare del riparto dei fondi del 1989 tutti abbiamo riconosciuto essere esigui, ma abbiamo anche ben presente la situazione attuale del bilancio, i tagli che abbiamo avuto e quindi non ci possiamo nascondere di fronte a queste difficoltà. Mi auguro che non solo i criteri esposti possano trovare accoglimento, ma che i fondi a disposizione dell'agriturismo per il 1990 siano superiori all'anno 1989, anche perch per l'anno 1989, con le deleghe date alle Province, non abbiamo ancora conoscenza diretta delle domande che sono state presentate.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione la deliberazione testé discussa il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 29 voti favorevoli e 10 contrari.


Argomento: Nomine

NOMINE


PRESIDENTE

Passiamo al punto 31) all'o.d.g. che reca: "Nomine".
Si distribuiscano le schede per le seguenti nomine.
Rete Telematica Piemontese "RTP" - Consiglio di amministrazione. Nomina di quattro rappresentanti.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Carlo Manacorda, Anna Cerruti, Piero Gastaldo e Rodolfo Pedrini (quest'ultimo designato ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 8 della L.R. 18/2/1985, n.
10).
Pongo in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 36 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri).
SAIA S.p.A. - Consiglio di amministrazione. Nomina di un rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Enrico Pagano.
Università di Torino - Consiglio di amministrazione. Nomina di un rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Giuseppe Deorsola.
Pongo in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 36 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri).
Consiglio nazionale per l'ambiente - Nomina di un rappresentante regionale.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletta la signora Elettra Cernetti.
Politecnico di Torino - Consiglio di amministrazione. Nomina di un rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletta la signora Anna Cerruti.
Pongo in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 36 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri).
Commissione regionale per il commercio - Sostituzione del Consigliere Giancarlo Tapparo, dimissionario.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Giuseppe Bara.


Argomento: Spesa socio - assistenziale

Esame proposta di deliberazione n. 1306: "Ratifica deliberazione Giunta regionale n. 392-34574 del 29/12/1989. Fondo per la gestione dei servizi socio-assistenziali di cui alla L.R. n. 20/82 e successive modificazioni ed integrazioni. Assegnazione straordinaria all'USSL n. 26 di Venaria Reale all'USSL n. 37 di Lanzo Torinese, all'USSL n. 76 di Casale Monferrato. Spesa di L. 400.000.000 (cap. 10350/89)"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 7) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 1306.
La parola al Consigliere Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

Signor Presidente, si tratta di una proposta di deliberazione licenziata all'unanimità in relazione al riparto di fondi sui servizi socio assistenziali per alcune UU.SS.SS.LL. che non avevano presentato in termini utili la richiesta. Poiché erano le uniche che non avevano ottenuto i finanziamenti, l'Assessorato ha ritenuto di ripresentarle, posto che c'erano ancora fondi a disposizione. E' un provvedimento aggiuntivo a quello più ampio già approvato precedentemente. C'era un problema di scadenza di fine anno, per cui è stata assunta in quel modo.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Formazione professionale

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Integrazione alla L.R. n. 8/80 'Disciplina delle attività di formazione professionale'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della legge rinviata dal Governo relativa a: "Integrazione alla L.R. n. 8/80 'Disciplina delle attività di formazione professionale'", di cui al punto 15) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Villa.



VILLA Antonino, relatore

C'era un comma che non è stato considerato. La Commissione ne ha preso atto; l'Assessorato ha tolto questo comma e pertanto la legge è stata licenziata all'unanimità, proprio per l'accettazione logica di quanto era stato fatto osservare dal Commissario del Governo.
Si propone al Consiglio l'approvazione all'unanimità.



PRESIDENTE

Non essendovi interventi possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ARTICOLO UNICO - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri.
L'articolo unico è approvato.


Argomento: Artigianato

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Modifiche alla L.R. 6/7/1987 n. 38 recante 'Norme per la tenuta degli Albi provinciali delle imprese artigiane e disciplina degli organi di rappresentanza e di tutela dell'artigianato'"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 16) all'o.d.g. che prevede l'esame della legge rinviata dal Governo relativa a: "Modifiche alla L.R. 6/7/1987, n. 38 recante 'Norme per la tenuta degli Albi provinciali delle imprese artigiane e disciplina degli organi di rappresentanza e di tutela dell'artigianato'".
La parola al relatore, Consigliere Bonino.



BONINO Guido, relatore

L'articolato posto all'attenzione dell'aula tratta delle modifiche alla L.R. n. 38 ed è stato riesaminato e licenziato a maggioranza in Commissione a seguito delle osservazioni mosse dal Commissario del Governo.
Sotto il profilo tecnico, le modifiche apportate al testo precedentemente licenziato dall'aula vertono unicamente sull'art. 2 proposto non come sostituzione totale dell'art. 21 della L.R. n. 38, scelta operata nella prima stesura, ma come integrazione dello stesso articolo attraverso l'inserimento di quattro nuovi commi.
Le osservazioni del Commissario del Governo, tutte formulate sull'art.
2, hanno posto in risalto due ordini di problemi: 1) la mancata attuazione della legge quadro nazionale n. 443/85 ove è previsto, all'art. 10, che le Regioni debbano farsi parte attiva nel normare lo svolgimento delle elezioni delle Commissioni provinciali dell'artigianato 2) il contrasto con i principi generali dell'ordinamento in tema di organi collegiali in quella parte dell'articolo ove veniva specificato che i Presidenti delle Commissioni provinciali e regionali già costituite possono restare in carica sino alla costituzione delle nuove Commissioni anche in caso di perdita dei requisiti.
La Commissione ha preso in considerazione tali rilievi e in via prioritaria ha ribadito, in accordo con la Giunta, l'intendimento di dare piena attuazione alla legge quadro nazionale.
Non si è però potuto non tenere conto delle verifiche operate a livello gestionale, in base alle quali è emerso che gli organismi attualmente designati non sono completamente funzionanti e che gli Albi delle imprese artigiane non sono adeguatamente aggiornati ed integrati al fine di garantire la reale e democratica attuazione delle elezioni.
Le disfunzioni a cui si è fatto cenno generano una situazione di paralisi degli organismi preposti all'autogoverno della categoria artigiana; ne consegue l'apertura di una pesante situazione di contenzioso tra le imprese artigiane e le Commissioni ad oggi operanti.
Tale contenzioso, in seconda istanza, incide negativamente sull'operato della Commissione regionale, assorbendone quasi interamente l'attività. Si è pertanto scelto di operare parallelamente su due fronti complementari: con la legge oggi in esame viene consentita l'istituzione della Commissione provinciale artigianato in tutti i suoi componenti attraverso un decreto assunto dal Presidente della Giunta regionale in base alle designazioni delle organizzazioni artigiane oggi operanti sul territorio. Si è nel contempo dato incarico alla società di informatica delle Camere di Commercio di compiere un aggiornamento finalizzato all'individuazione dei collegi elettorali e sollecitato i Comuni affinché provvedano all'invio delle informazioni necessarie per il rinnovo degli Albi delle imprese artigiane.
La legge in esame consente quindi di governare una fase transitoria sapendo che è in atto il processo propedeutico allo svolgimento delle elezioni che, com'è stabilito dal primo comma dell'art. 2, vengono fissate entro il termine massimo del 30 giugno 1991.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Bonino è aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bruciamacchie. Ne ha facoltà.



BRUCIAMACCHIE Mario

Signor Presidente e colleghi, ritorna all'esame del Consiglio regionale questa legge non vistata dal Commissario del Governo. E' la terza volta, se non addirittura la quarta, che il Consiglio regionale è chiamato ad esaminare questo problema. La prima volta che esaminammo il problema del rinnovo delle Commissioni provinciali e regionali per l'artigianato risale al mese di luglio 1987. Ritorniamo ad esaminare ancora una volta questa parte della legge, perché da quando noi abbiamo approvato la L.R. n. 38 ad oggi non sono state messe in atto le disposizioni che quella legge regionale imponeva. Ci troviamo di fronte quindi a due ordini di violazioni: da una parte la non applicazione di una nostra legge regionale e dall'altra (sono trascorsi ormai cinque anni) della legge quadro nazionale per l'artigianato (legge 8/9/1985 n. 443).
Nonostante gli interventi che abbiamo più volte svolto su questa materia, si impone una riflessione seppur breve. Unitariamente il Consiglio regionale del Piemonte, così come hanno fatto le associazioni artigiane ed anche gli altri Consigli regionali, ha criticato per anni l'incapacità del Governo centrale di dare una nuova normativa al settore artigiano che fosse capace di cogliere le novità che si erano prodotte rispetto alla vecchia legge del 1956 e quindi ponesse il settore artigiano al passo con i tempi nel senso di avere una normativa più precisa sui vari settori, capace anche di cogliere le specificità che erano maturate in questi anni. E' mancata la capacità di tenere presenti le novità della struttura artigiana, di unità operative che si sono modificate profondamente dal punto di vista della forma societaria, di unità operative e produttive che hanno prodotto innovazione molto profonda, di unità produttive che hanno assolto un ruolo fondamentale nella fase acuta di crisi che il nostro Paese e la nostra Regione hanno avuto sia sul fronte della tenuta della capacità produttiva sia su quello della tenuta occupazionale.
La legge nazionale, che risale al 1985, imponeva un'applicazione sui vari fronti e quella del rinnovo delle Commissioni provinciali per l'artigianato era una parte cui naturalmente la Regione doveva adempiere.
La Regione ha provveduto a legiferare in tempi non lunghi, perch bisogna riconoscere che la L.R. n. 38 venne a distanza nemmeno di due anni dalla legge quadro nazionale e il Piemonte fu una delle prime Regioni a legiferare in quella materia. Nella L.R. n. 38, però, c'era e c'è tuttora scritto che le Commissioni provinciali per l'artigianato devono provvedere entro tre mesi dalla loro entrata in vigore all'indizione delle elezioni per il rinnovo delle stesse. Ciò significa che entro la fine del mese di novembre 1987 doveva venire dall'esecutivo un'indicazione di questa natura.
Signor Assessore, lei porta solo in parte questa responsabilità, perch altri l'hanno preceduta in questo incarico; è evidente però che per tre anni noi abbiamo disatteso quanto disposto dalla nostra legge regionale e per cinque anni quanto disposto dalla legge quadro nazionale. Abbiamo avuto in questi anni un susseguirsi di atti deliberativi della Giunta la quale in un primo tempo, ha cercato di evitare il voto da parte degli artigiani poi ha ritirato un provvedimento; quindi ha fissato la data con un atto deliberativo, il quale di nuovo è stato ritirato; infine se ne propone un altro. In sostanza, quello odierno è il terzo atto che la Giunta regionale compie in modo estremamente contraddittorio nell'ambito di questa materia.
Il risultato è che quanto disposto dalla legge nazionale e dalla legge regionale non viene applicato. Di fatto, cinque anni vengono consumati e rimangono in vigore le Commissioni provinciali per l'artigianato elette nel 1971. Quali sono le conseguenze? All'interno delle Commissioni provinciali per l'artigianato vi sono persone che hanno perduto i requisiti in base ai quali erano state elette; non hanno più la qualifica di artigiano e quindi dovrebbero in base alla normativa essere immediatamente destituiti da queste Commissioni; non abbiamo più le sostituzioni: vi è quindi una paralisi vera e propria. Noi sappiamo che le Commissioni provinciali per l'artigianato rappresentano un organo vitale per la categoria stessa. Senza un'opera continua e costante di aggiornamento, di iscrizione, di cancellazione e di verifica puntuale, quindi anche di nuovi compiti e funzioni che la stessa legge nazionale attribuisce alle Commissioni per l'artigianato come organi di autogoverno e di organizzazione della categoria, la categoria stessa si impoverisce e ne paga le conseguenze in modo particolarmente significativo. Ciò anche perché non vi sono altre istanze che sopperiscono in qualche modo all'inefficienza e all'inoperatività delle Commissioni provinciali stesse: né le Camere di Commercio, perché questa parte non compete loro, né le Amministrazioni provinciali.
La posizione espressa più volte come Gruppo comunista è di una rigorosa applicazione della legge quadro e quindi del ricorso alla nomina delle Commissioni provinciali tramite elezione diretta da parte delle categorie.
Questa posizione l'abbiamo sostenuta in passato e la ribadiamo ancora oggi perché è l'unica strada percorribile e non contestabile da parte del Commissario del Governo. Si coglie così davvero la volontà e lo spirito del legislatore nazionale. A conferma di questa tesi vi è il fatto che molte Regioni (sono ormai sette od otto) hanno provveduto in questi anni a procedere alle elezioni dirette, quindi al rinnovo delle Commissioni provinciali per l'artigianato.
Credo si ponga un problema politico. La Regione Piemonte, tramite il suo governo, non ha voluto concretamente percorrere questa strada, e chi ha pagato per questa rinuncia, per esigenze che devono essere ancora chiaramente espresse, è la categoria artigiana. Si potrebbe fare una riflessione ancora più ampia, e cioè che la non funzionalità delle Commissioni provinciali per l'artigianato, non solamente a livello di tenuta degli Albi, ha significato anche una perdita di potere reale di ruolo nella società da parte della categoria stessa, sposandosi completamente e in modo compiuto con le volontà a livello regionale, poi materializzatesi a livello di scelte sul bilancio. Le risorse oggi impegnate e destinate all'artigianato sono pari a quelle che venivano spese nel 1985; a fronte di una politica che non si è minimamente sviluppata a livello dell'innovazione, abbiamo la L.R. n. 17/85, che nelle parti innovative non è stata minimamente applicata quando vi era una domanda significativa in questo senso. Per quanto riguarda le aree industriali attrezzate, in questo Consiglio si è dovuto sollecitare un intervento molto preciso, e l'Assessore ha poi avuto la bontà di andare a modificare quegli stanziamenti per far decollare quattro aree artigiane attrezzate, quando vi erano le potenzialità, e vi sono ancora, per incrementare notevolmente lo sviluppo in questo senso. Non è pensabile fare un discorso sul Piemonte sulla sua economia, sulla sua capacità di sviluppo, fare un discorso che punti sulle forze dinamiche della società, e nello stesso tempo essere portatori di una politica che penalizza quelle componenti imprenditoriali della società che sono e hanno dimostrato di essere, in questi anni, le più dinamiche e le più positive. E tutto questo in rapporto alle scadenze che abbiamo di fronte: i tempi sono molto vicini, il 1992 è a quattro passi, il settore avrebbe bisogno di politiche profondamente innovative. Voi invece non siete nemmeno capaci di applicare in modo coerente e positivo quanto di innovativo avevamo introdotto nelle leggi regionali nel 1985 e quanto di nuovo è stato prodotto a livello nazionale.
Nel merito dell'articolato. Le obiezioni del Commissario del Governo che colgono appieno quanto da noi sostenuto in Commissione, ci danno ancora una volta ragione: le Commissioni provinciali per l'artigianato devono essere elette (questo afferma il Commissario del Governo in via prioritaria). Il Commissario del Governo fa anche altri rilievi, secondo me molto giusti e puntuali, perché non è possibile mantenere in carica coloro che hanno perduto i requisiti (e questo lo dite voi nell'articolato che avete votato in questo Consiglio); quindi abbiamo un'ulteriore, puntuale verifica di una posizione politica giusta da noi sostenuta.
Qual è la situazione che si produce oggi? E' nuova rispetto a quella di qualche mese fa, quando venne approvato l'articolato modificativo. La situazione nuova consiste in questo: un'eventuale nomina, e non elezione delle Commissioni provinciali per l'artigianato, pur rispettando le caratteristiche naturalmente individuali dei soggetti chiamati a comporre le Commissioni provinciali (quindi l'iscrizione all'Albo, ecc.), poggia e può poggiare come asse portante, quindi senza vanificare quella parte della legge che indica i rappresentanti delle selezioni della categoria, su un accordo che deve essere esplicitato - ed era stato esplicitato - da parte delle associazioni artigiane stesse. Ciò significa che, se ai fini dell'emanazione del decreto del Presidente della Giunta, si tiene conto dell'accordo raggiunto dal Comitato unitario di coordinamento delle associazioni artigiane, e sulla base del quale aveva proposto e sostenuto anche con l'esecutivo, la necessità di andare al rinnovo temporaneo a scadenza delle Commissioni stesse, allora può vivere davvero, può esserci questo atto transitorio, anche se noi non lo condividiamo nel modo più assoluto. Ma oggi la novità è che quell'accordo sembra non esistere più non siamo più in presenza di un atto di volontà politica e conseguentemente di indicazioni unitarie da parte delle associazioni sindacali firmatarie degli accordi nazionali di categoria, cioè coloro abilitati a rappresentare la categoria stessa.
Venendo meno questo, Assessore, che cosa accade? Accade una cosa molto semplice, che fondamentalmente le associazioni e anche questo Consiglio firmano una cambiale in bianco. Nel senso che nessuno qui oggi è sicuro che coloro che saranno chiamati a far parte delle Commissioni provinciali per l'artigianato rappresentino davvero, in forma proporzionale, le associazioni sindacali di categoria. Il decreto che il Presidente della Giunta emanerà non dà alcuna garanzia, perché è sua facoltà prevedere nomine che sono magari sì di operatori artigiani, ma che non sono il risultato dell'indicazione precisa e puntuale delle associazioni di categoria. E questo violerebbe, secondo noi, in modo molto profondo quanto è espressamente detto sia nella legge nazionale n. 443 sia nella L.R. n.
38.
Non abbiamo difficoltà ad accogliere l'obiezione fatta dal Commissario del Governo, ma rispetto al punto 2) ribadiamo la nostra contrarietà ad elezioni o a nomine di questo tipo. Inoltre ricordiamo che se si andrà in questa direzione, e si andrà anche a Consiglio regionale sciolto, non vi sarà alcuna possibilità di verifica di eventuali volontà politiche qui espresse, perché una volta che questa modifica di legge tornerà vistata dal Commissario del Governo, nessuno sarà più in grado di esaminare se il decreto corrisponde ad eventuali volontà politiche, quindi è veramente una cambiale in bianco. Che ciò succeda in assenza di questo schieramento unitario delle associazione, e senza nessuna possibilità di verifica ulteriore da parte del Consiglio, in quanto a quel punto sarà sciolto, è una cosa veramente molto brutta. Non ci sta bene nemmeno l'indicazione dell'elezione entro il 30/6/1991; ribadiamo invece l'importanza di indicare in modo molto preciso, al di là dell'emendamento, una data certa, ma che sia una data molto più ravvicinata per l'elezione diretta delle stesse Commissioni provinciali per l'artigianato.
Sottolineiamo quindi questa non concordanza totale di impostazione generale e nel merito formuliamo un emendamento che, se non altro garantisce che i futuri membri delle Commissioni provinciali dell'artigianato siano davvero espressioni delle organizzazioni sindacali artigiane con più consistenza a livello regionale, e firmatari dei contratti collettivi nazionali di categoria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, su questa vicenda stiamo discutendo da alcuni anni in modo abbastanza serrato. E' un elemento molto delicato, perché si tratta di ribadire l'autonomia e la capacità di arrivare a sintesi dell'assemblea elettiva e della Commissione.
L'obiettivo più opportuno, migliore, sarebbe stato certamente quello di arrivare ad una soluzione naturale, che invece ora rinviamo per una serie di ragioni che abbiamo anche approfondito, per giungere ad una determinazione elettorale aperta.
Sostanzialmente si è convenuto di individuare una fase di transizione.
C'è la consapevolezza che questa fase non può essere vissuta con strutture così vecchie e con soggetti vecchi: questo non è segno di demerito, ma certamente lascia a desiderare.
Questa transizione, in qualche misura, era stata concepita (almeno, io l'avevo letta in questo modo) come un passaggio nel quale le rappresentanze importanti delle associazioni di categoria trovavano degli equilibri ragionevoli per arrivare all'appuntamento reale, quello importante, quello che forse avrebbe potuto risolvere a suo tempo tutto, ma che è stato impossibile attivare.
La scorsa settimana ho avuto notizia che quello scenario non era più come l'avevamo letto e concepito qualche tempo addietro, quando avevamo ideato questo tipo di meccanismo di transizione. Mi sembrava quindi importante che si ricostituisse quell'elemento che era la base per la quale eravamo arrivati ad una soluzione di questo tipo, ben conoscendo il distacco e l'autonomia della nostra proposta rispetto alle problematiche di rappresentanza all'interno delle categorie.
Dinnanzi al persistere di questa mancanza di contenuto esterno, ma realisticamente importante per questa fase di transizione, mi sono sentito in dovere di ripristinare una specie di forma di riequilibrio di quegli elementi che per me, almeno così come avevo letto l'ipotesi licenziata dalla Commissione, dovevano essere essenziali per poter procedere in tale modo.
Arrivati ad oggi e confermata la mancanza di questo elemento costitutivo essenziale per innestare una fase di transizione, vorrei chiedere all'Assessore di recepire questa indicazione, salvo che non ci siano altre argomentazioni o determinazioni che possano mutare lo scenario che, almeno in questo momento, è del tipo che mi sono permesso brevemente di illustrare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Marchini per la replica.



MARCHINI Sergio, Assessore all'artigianato

Il fatto stesso che questa questione sia venuta sui nostri tavoli più volte è segno che la Giunta è attenta a questa problematica, perché si rende conto di come larga parte dei rapporti, non solo tra istituzione e categoria ma della stessa storia della categoria, dipenderà da come viene realizzato il passaggio, per certi versi unico, dell'avvio delle Commissioni provinciali sull'artigianato, veramente conseguenza di elezioni democratiche all'interno della categoria.
E' un appuntamento unico, perché è il primo, e le prime cose per molti versi rimangono uniche. Non mi pare che la Giunta sia al di fuori della logica che ha sostanziato i suoi atteggiamenti nel passato. Ricordiamoli brevemente.
Uno dei primi atti che il sottoscritto Assessore ha fatto è stato quello di presentare la deliberazione per l'effettuazione delle elezioni atto formale, perfetto e compiuto, che non aveva bisogno di altre attività da parte di questa Giunta.
Nella società piemontese sono emerse oggettivamente ed espresse in modo diverso delle preoccupazioni, e cioè che queste elezioni, mancanti di questioni organizzative e strutturali minimali, finissero per essere non solo distorcenti delle rappresentanze, ma soprattutto una pantomima, nel senso che le difficoltà strutturali avrebbero probabilmente consentito la partecipazione alle elezioni di un numero di artigiani assolutamente insufficiente rispetto al ruolo di rappresentanza che le CPA andavano ad avere.
Si è ritenuto quindi di dover intervenire su questa specifica questione con un'iniziativa che è tuttora in corso e non ancora compiuta. Non ci sono altri atti. L'affidamento alla CERVED, che pure è stato deliberato nel 1989, è diventato esecutivo in questi giorni (se non vado errato abbiamo trasmesso il decreto in questi giorni), quindi il lavoro della CERVED comincia proprio ora. La questione che ci eravamo posti, cioè di mettere gli artigiani nelle condizioni di andare a votare presso seggi elettorali che fossero seggi elettorali e non puri riferimenti geografici, è dunque una questione che stiamo costruendo e che non è compiuta.
E' apparso chiaro che il compimento di queste attività, che non dipende da noi ma dal nostro consulente esterno, si sarebbe conclusa in una fase politica delicata e cioè quella autunnale, che tutti sappiamo essere e sarà per larga parte utilizzata per problemi che ci riguardano direttamente.
Non appena avrà i tabulati CERVED, la Giunta, qualunque essa sia, potrà fissare le elezioni nel giro di tre mesi.
Tanto per chiarirci bene: non c'è alcun rinvio delle elezioni. Si dice semplicemente che per consentire alla Giunta di fissare le elezioni nella data che sembrerà più opportuna, è necessario, in tempi stretti, senza sollevare questioni del tutto inesistenti, rimettere le CPA in condizioni di poter funzionare.
Su questo c'era sostanzialmente un dissenso consapevole da parte del Partito comunista. Il Commissario del Governo ci ha rinviato la legge. Noi abbiamo presentato la modifica che è sui vostri tavoli, alla quale seguono due emendamenti. Tale modifica è comunque finalizzata a confermare che, in ogni caso, il Presidente decade dalla sua funzione quando perde i requisiti; questo anche in modifica della L.R. n. 38 e non soltanto in relazione alla legge attuale. Così ci è stato chiesto dal Commissario del Governo in via informale, dopodiché il Commissario del Governo ha riconosciuto, attraverso alcuni funzionari, che le questioni di carattere funzionale da noi poste, cioè garantire la serietà delle elezioni giustificavano una riflessione da parte del Governo. Ci è stato quindi suggerito di ripresentare il testo con un emendamento che fissa la data ultima al 30 giugno anziché al 31 dicembre. Poiché gli uffici competenti del Governo si sono resi conto delle oggettive difficoltà a realizzare delle elezioni degne di questo nome, c'è qualche prospettiva che la legge possa essere approvata. La Giunta ritiene di essere nel solco di un'iniziativa che intende governare con il massimo della serietà. Viene posta in aula una questione che meriterebbe un approfondimento che le vicine scadenze elettorali, gli umori, i rapporti politici, ci consigliano di evitare, ma che deve farci riflettere e deve rimanere nella nostra memoria.
Dal punto di vista sostanziale, si ritiene che con questo provvedimento la Giunta debba essere ricondotta a mero soggetto notarile che registra le decisioni esterne, e questo è ciò che si chiede con gli emendamenti. Mi sembra quindi una responsabilità politica grave, quella di ritenere che una legge preveda che la Giunta registri, senza nessuna possibilità di esercizio dell'attività di governo, che in effetti la valutazione è la mediazione e la registrazione della validità degli interessi in campo. Dal punto di vista istituzionale questo è un passaggio di grande delicatezza la Giunta non prende posizioni dal punto di vista sostanziale politico, ma semplicemente mossa da una preoccupazione. E' una legge che sta sui trampoli. E' stata bocciata dal Commissario del Governo, il quale su questo tiene un atteggiamento ormai coerente: la bocciatura di tutte le proposte di legge che immaginino sia pure solo in via transitoria e propedeutica che ci siano le designazioni in luogo delle elezioni. Il Consigliere Tapparo ha dato una giustificazione credibile e sensata del perché questo emendamento arriva in ritardo. Stoicamente (non è un'accusa) registra che questo emendamento avrebbe dovuto essere posto nel primo testo della legge; qualunque fosse stata la valutazione del Commissario del Governo, oggi avremmo avuto la possibilità di verificare (qualora questa questione ci fosse stata censurata) il modo con cui modificarlo.
Oggi questa possibilità non l'abbiamo più, perché questo nostro emendamento, qualora accolto dal Consiglio, innova sostanzialmente la legge e soprattutto apre una questione sulla quale non ci siamo confrontati con il Commissario del Governo. Con quale rischio, colleghi? Che data la nuova giurisprudenza ormai in atto, la legge non torna, come succedeva precedentemente, in terza lettura in Consiglio, ma va direttamente alla Corte Costituzionale. Infatti, la nuova questione che ci viene posta, non essendo stata confrontata con il Governo, comporta, come è avvenuto per gli alberghi (perché ormai questa è storia della Regione), un rinvio alla Corte Costituzionale per l'incapacità del funzionario addetto a questa vicenda di cogliere bene il senso processuale della questione che poniamo. Per tutela della legge e dell'obiettivo che ci poniamo (cioè far sì che le Commissioni provinciali per l'artigianato vengano aggiornate al meglio), la Giunta ritiene dunque di non poter accogliere l'emendamento.
Realisticamente, dal punto di vista politico bisogna anche prendere atto che non è possibile prefigurare per grammi la realtà che emergerà dalle libere elezioni che faremo fra sei/sette mesi o un anno al massimo.
Mi resta difficile comprendere come si ritenga che la Giunta non sia nelle condizioni di governare lo strumento della designazione, su indicazione delle categorie, in modo politicamente responsabile da garantire la rappresentatività reale e non artificiosa e pretestuosa delle categorie su questa vicenda. Ritengo che porre una questione di questo genere sia delicato; mi rendo conto però di essermi fatto trascinare su un terreno che come Giunta avrei ritenuto di non dover affrontare.
La conclusione della Giunta è molto semplice: a nostro modo di vedere tale questione mette a forte rischio l'accettabilità da parte del Governo che è già molto limitata, di questo nuovo testo. E' un rischio eccessivo che la Giunta ritiene di non dover correre, perché è convinta dell'esigenza di mettere in pista a breve delle Commissioni provinciali funzionanti. Se non fosse convinta di questo, sarebbe semplicissimo: la Giunta ritira il disegno di legge, le cose restano come sono, siamo tutti amici e quando faremo le elezioni magari non ci sarà più il Presidente della Commissione provinciale per l'artigianato che possa firmare il manifesto; ma questo è un altro problema che evidentemente a qualcuno non interessa. La Giunta ritiene invece di dover comunque assicurare a queste elezioni un minimo di serietà. Non sarà l'ottimo, ma è sicuramente il minimo ed è sicuramente molto meglio di quello che abbiamo oggi di fronte ai nostri tavoli.
La Giunta chiede quindi alla cortesia del Consiglio di voler considerare questa sua posizione di non accoglibilità dell'emendamento proposto dai colleghi Tapparo e Bruciamacchie. Anche se ne coglie larga parte del significato, lo ritiene pericoloso rispetto all'obiettivo che si pone: fare quanto nelle sue possibilità per pervenire ad elezioni con un sufficiente sistema informatico realizzato a questo fine, e soprattutto ponendo le Commissioni provinciali sull'artigianato nelle condizioni di governare decentemente questa materia. Non c'è alcuna partigianeria, non c'è alcuna preclusione: c'è la registrazione come governo dell'esigenza di portare a casa un risultato. Ci sembra estremamente rischioso introdurci in una legge, oggettivamente già così rischiosa, dopo una verifica fatta di persona con i livelli di governo investiti di questa vicenda ("per persona" intendo dire l'istituzione e non il sottoscritto). C'è stata una verifica dei possibili percorsi praticabili; ci sembra quindi anche scorretto portare un testo di legge che è profondamente diverso, e lo è per quello che abbiamo sottoposto all'esame prima ufficiale e poi riservato delle autorità a questo demandate.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame degli articoli modificati.
ART. 2 - Emendamento presentato dai Consiglieri Tapparo e Bruciamacchie: al punto 1), sostituire l'ultima parte della penultima ed ultima riga "sulla base di designazione delle organizzazioni artigiane più rappresentative a struttura regionale" con la frase "sulla base di designazione delle organizzazioni sindacali artigiane più rappresentative a struttura regionale, firmatarie dei contratti collettivi nazionali di lavoro".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 22 voti favorevoli, 27 contrari e 2 astensioni.
Emendamento presentato dall'Assessore Marchini: primo comma: al nuovo terzo comma della legge 6/7/1987, n. 38, la data "31/12/1991" diviene "30/6/1991" secondo comma: il secondo comma viene sostituito dal seguente: il secondo comma dell'art. 21 della L.R. n. 38/87 viene così sostituito: "6. A tal fine, qualora i Presidenti in carica perdano i requisiti prescritti, le funzioni di Presidenza sono assunte dal Vicepresidente od in sua assenza, dal membro di Commissione più anziano in possesso dei requisiti prescritti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli e 17 contrari.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 2 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
Prima di porre in votazione l'intero testo della legge ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Bruciamacchie. Ne ha facoltà.



BRUCIAMACCHIE Mario

Signor Presidente, credo sia apparso molto chiaro, al di là delle motivazioni addotte per sostenere questa modifica di legge, che l'unica strada seria percorribile era quella delle elezioni dirette per le Commissioni provinciali per l'artigianato.
Assessore, le Regioni che hanno imboccato questa strada (tranne il Veneto) hanno risolto nel modo più normale e tranquillo i problemi che oggi sono venuti in questo Consiglio regionale, perché hanno semplicemente adempiuto a quanto prescrive la legge n. 443 o le singole leggi regionali: hanno indetto elezioni per il rinnovo delle Commissioni provinciali; le associazioni esistenti o altre quando hanno presentato le rispettive liste in forma singola o in forma unitaria, hanno potuto quindi sentire tutta la categoria (in Piemonte esistono circa 126 mila imprese artigiane); hanno avuto da questi un numero consistente di partecipanti al voto; pertanto è venuta meno la preoccupazione che lei esprimeva e si sono dati come artigiani i propri legittimi rappresentanti. Era la strada più normale e logica indicata dal legislatore che noi invece non abbiamo attuato. Questa è la morale di questi cinque anni, e qualcuno se ne deve assumere la responsabilità. Ciò significa che alcune forze di questo Consiglio, per esigenze di ordine politico, non volevano che la categoria scegliesse liberamente i propri rappresentanti da nominare all'interno delle Commissioni provinciali per l'artigianato.
Noi continuiamo a denunciare questo comportamento; lo riteniamo estremamente negativo perché tende ad umiliare un settore, una categoria una imprenditorialità. Lo denunciamo ancora oggi, anche se ci rendiamo conto che con le elezioni amministrative alle porte probabilmente un atto di questa natura si imponeva. Ma sono stati perduti anni, Assessore. Le sue motivazioni potevano essere considerate, e noi non abbiamo mai mancato di essere attenti a motivazioni serie, con attenzione in un tempo non sospetto, all'inizio, quando la legge doveva essere applicata. Invece la storia della legge n. 38 è la storia di impegni non mantenuti, di decisioni non prese, di orientamenti ritornati e di Commissioni che decidono una certa cosa, ecc. Abbiamo esaminato per quattro volte cose di questa natura.
Lei denuncia che vi può essere il rischio di una perdita di autonomia dell'esecutivo e dell'istituzione in quanto tale, nel senso che possono esserci elementi di pressione e di condizionamenti esterni tali da mettere in discussione il ruolo autonomo che ognuno di noi rivendica rispetto alla società e alle forze organizzate della società. Però questo percorso l'avete scelto voi, non l'abbiamo scelto noi come Gruppo comunista, perch per noi la decisione era chiara, netta e precisa e la rivediamo come momento importante e qualificante di un livello istituzionale come la Regione. Per questo abbiamo detto "no" a questo tipo di manovra e abbiamo teso, se non altro, a salvaguardare che le legittime rappresentanze delle associazioni venissero ad essere elemento costitutivo delle Commissioni provinciali per l'artigianato.
Assessore, oggi avete votato queste modifiche, il Commissario del Governo respingerà la legge. Nonostante il nostro voto contrario, mi auguro che il provvedimento passi. Il dato di fondo è comunque che questo Consiglio compie ancora una volta un atto che non sarà più in grado di verificare: di fatto è una delega che si dà alla Giunta in condizioni di impotenza, perché il Consiglio non potrà più verificare quanto la Giunta deciderà in questa direzione. Non sappiamo se il decreto del Presidente del Consiglio rispetterà in modo rigoroso quelle che sono le forme associate della categoria; ce lo auguriamo e chiediamo un impegno in questa direzione. Ma se ciò non avvenisse, si compirebbe nell'ambito di una legalità formale un atto che di fatto umilia la categoria in quanto tale o comunque fette consistenti di rappresentanza reale della categoria artigiana. Questo non va bene in termini di corretto esercizio del governo e della democrazia, contrasta completamente con le regole che ci siamo dati e che le stesse leggi ci hanno imposto.
In presenza di questi elementi, non possiamo assolutamente votare un provvedimento di questa natura, sebbene sia stato affinato e messo in condizioni di recepire qualche osservazione del Commissario del Governo.
Non viene però risolto il problema di fondo: la categoria artigiana non sarà in grado di esprimere direttamente i propri rappresentanti in questi organismi di base fondamentali di autogoverno quali sono le Commissioni provinciali per l'artigianato.
Siamo ad un mese dallo scioglimento di questo Consiglio regionale, per cui, signor Assessore, le rivolgo un invito. Ricordo che la IV Commissione da tempo ha licenziato il provvedimento inerente le deleghe alle Province in materia artigiana. Tale provvedimento è ancora fermo; anche in questo caso sono trascorsi cinque anni. Infatti analogo provvedimento venne adottato nel marzo 1985 e, ancora una volta, non è stato compiuto (penso infatti che si concluderà la legislatura senza che ciò avverrà) un atto importante quale il progressivo decentramento di funzioni amministrative agli enti territoriali. Le cose cominciano a diventare pesanti, perché le elezioni non sono state effettuate e non sappiamo che fine farà questo provvedimento; le deleghe alle Amministrazioni periferiche non vengono date; la revisione dell'Albo è in fase di accertamento, ma ancora non è stato terminato, e altre cose si potrebbero aggiungere in riferimento alla parte più innovativa della legislazione che poteva essere fatta e che in parte avevamo già.
Credo che almeno su un punto l'Assessore potrebbe impegnarsi: sbloccare la legge ancora ferma in I Commissione. Ce la facciamo, Assessore Marchini a votare quella legge?



MARCHINI Sergio, Assessore all'artigianato

Mancano i soldi.



BRUCIAMACCHIE Mario

Allora bisogna parlare chiaro, perché nessuno di noi ha voglia di lavorare con impegno nelle singole Commissioni, non sapendo se poi quel lavoro produrrà qualche effetto. L'esigenza (in applicazione di una legge regionale, ma anche come esigenza più generale dell'istituzione) di procedere al decentramento amministrativo è forte. La Commissione ha lavorato con impegno: a questo punto l'esecutivo dica se non si è in grado di portare a compimento questo lavoro. Lo si dica, perché non c'è cosa peggiore che sprecare energie e intelligenze per approntare strumenti che tutti quanti diciamo essere importanti e che poi lentamente si lasciano nel dimenticatoio e non diventano operativi. Questo è davvero un pessimo modo di governare: si abbia il coraggio almeno delle scelte politiche di governo chiare e precise.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Norme generali sui trasporti

Esame progetto di legge n. 472: "Interventi per la promozione della bicicletta come mezzo di trasporto, attraverso la realizzazione di una rete di piste ciclabili e di percorsi che agevolino il traffico ciclistico" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 472, di cui al punto 17) all'o.d.g.
Relatori sono i Consiglieri Chiezzi e Fracchia.
Prima di dare la parola ai relatori, comunico al Consiglio che la Giunta propone il rinvio di tale provvedimento per poter esaminare in una riunione dei Capigruppo la quantità delle risorse finanziarie di cui dotare il provvedimento stesso.
La parola al Consigliere Fracchia.



FRACCHIA Mario

In questo momento non è presente il Consigliere Chiezzi che è correlatore insieme al sottoscritto di questa legge. Personalmente dichiaro di poter aderire alla richiesta del Presidente della Giunta perché non si può varare una legge senza finanziamenti; rilevo, però, che proprio nel momento in cui a Torino si parla della chiusura di una vasta area del centro, questa legge rappresenterebbe un segnale positivo. E' questo il momento più opportuno perché questa legge sia approvata. Il collega Chiezzi fa parte dell'opposizione, quindi in questo caso è molto più libero di me di parlare, perché io non posso "spuntarmi" contro la Giunta.
Presidente Beltrami, confido che lei, insieme all'Assessore al bilancio, Croso, sia in grado di raschiare dei finanziamenti adeguati perché tale provvedimento in questo momento è estremamente importante.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Non siamo insensibili al grido di dolore che sale da quest'aula, per il problema è di essere capaci di renderci emuli di Romanov, e tirar fuori come giocolieri il coniglio dal cappello, inventando soldi o battendo moneta in proprio. Ci stiamo sforzando in questo senso, ma il problema serio è un altro: nella variazione di bilancio, che la Giunta adotta oggi pomeriggio con un lieve ritardo rispetto ai tempi sui quali ci eravamo impegnati all'interno del Consiglio, proporremo una somma simbolo di questa buona volontà, e impegneremo 50 milioni. Stiamo esaminando il problema all'interno della Giunta e non è detto che nel corso della legislatura non si possa stabilire una dotazione di fondi più congrua.
Devo dire, e non è il discorso che appartiene a questo pomeriggio, che siamo sovraccarichi di scadenze, piccole e grandi. Abbiamo deliberato tempo fa di dare un aiuto ad una cooperativa della Val Chiusella; dobbiamo reinventare 500 milioni per poter riapprovare l'impegno che già era intervenuto al conchiudersi della legislatura; abbiamo il BIC; abbiamo il progetto ITACA; abbiamo il Master dell'informatica e dell'informazione abbiamo la ricapitalizzazione di una serie di aziende che fanno capo alla Regione, e che evidentemente comportano impegni di carattere finanziario.
Con questo voglio dire che la Giunta non si colloca in maniera negativa.
Vorrei solo rilevare che ieri una Commissione consiliare non ha consentito che si procedesse alla conclusione dell'esame di un progetto relativo all'Expo 2000, perché, tra le espressioni delle diverse parti politiche componenti l'aula, non si era individuato il percorso finale dei diversi finanziamenti. Allora, mentre su quel progetto la Giunta aveva già individuato una sua disponibilità, su questa tende, nel pomeriggio di oggi attraverso l'adozione di una deliberazione, a fissare un piccolo tassello dal quale possano poi crescere tutte le altre iniziative. Non possiamo inventare del danaro che non c'è. La Presidenza della Regione Piemonte ha avuto un taglio del 60% su tutti i capitoli destinati alla Presidenza, che non sono stati recuperati in questa fase di variazione di bilancio; quindi il danaro non lo possiamo stampare in proprio, tanto meno inventare.
Avvertiamo che questa iniziativa è molto motivata e ha delle ragioni serie ci stiamo sforzando per tentare di individuare uno spazio di estrema tenuità, attraverso il quale dimostrare la volontà della Giunta di non essere assenti da questo problema. Ciò con l'avvertenza che comunque tra il momento decisionale, legato alla variazione di bilancio, e il maturare dell'iniziativa, intercorreranno i comizi elettorali, la ricomposizione di questo consesso e quindi nuove determinazioni che potranno offrire diversamente da quanto è stato dimostrato sino ad oggi, quell'ossigeno quegli spazi di respiro che noi non siamo stati realisticamente in grado di dare alla comunità, pur ripetendo che è nostra intenzione non collocarci fuori dal sistema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Sono primo firmatario di questa proposta di legge, che è un'iniziativa consiliare. Ritengo che la posizione della Giunta su questa legge sia assolutamente inaccettabile. E' una legge approvata all'unanimità, già presentata da Consiglieri di minoranza e di maggioranza.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Dove andiamo a prendere i soldi? Io vorrei saperlo! Cosa dobbiamo inventare?



MONTEFALCHESI Corrado

Presidente, io non l'ho interrotta. Dicevo, un atteggiamento inaccettabile. In Commissione, con la presenza dell'Assessore Mignone avevamo detto che questa legge avrebbe dovuto essere finanziata, certo con un finanziamento simbolico, già lo scorso anno 1989, ma questo non è avvenuto. E' iscritta all'o.d.g. da dieci sedute nell'attesa di un finanziamento. Oggi la Giunta viene a proporre un finanziamento simbolico di 50 milioni, che servirà ad acquistare una bicicletta o poco più. Questo è inaccettabile, soprattutto quando si parla di invivibilità nelle città.
Qualche giorno fa ho ascoltato alla televisione il Ministro per le Aree Urbane, il quale, tra le altre, proponeva come una delle soluzioni per affrontare il problema dell'inquinamento e della congestione delle città anche quella delle piste ciclabili. Qui, invece, si registra una totale insensibilità. Devo dire chiaramente che siamo in una fase in cui nelle Commissioni arrivano leggi da parte della Giunta che, a mio avviso, hanno carattere esclusivamente elettorale, le quali vengono adeguatamente finanziate. A me sembra che su questa legge sia scattato uno strano meccanismo. Meccanismo secondo il quale o una legge è di iniziativa assessorile, e allora la si finanzia, oppure se è di iniziativa legislativa consiliare, quindi non ha la paternità dell'Assessore, e quindi l'Assessore non può neanche spenderla elettoralmente, non la si finanzia! Questo è il meccanismo che denuncio e che è inaccettabile.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Non è vero. La legge sull'informazione, che è di iniziativa consiliare è stata finanziata per 350 milioni. Tu dovresti concludere il tuo intervento indicandoci la fonte alla quale possiamo attingere i quattrini per spenderli. Dimmi dove dobbiamo tagliare, perché è troppo comodo dirci di inventare il denaro!



MONTEFALCHESI Corrado

Farò una proposta precisa: prendiamo 300 milioni dai 5 miliardi stanziati per la legge sull'innovazione, in discussione in IV Commissione.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Allora sei contro l'innovazione!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, questa legge è stata voluta dai Consiglieri Ala, Montefalchesi, Fracchia, Staglianò ed altri, tra cui il sottoscritto, convinti, senza enfatizzare alcunché, che un posto, a questo mondo, l'uso della bicicletta debba ottenerlo. Signor Presidente sull'uso della bicicletta taluni fanno ironia, altri - come mi pare il Presidente Beltrami osservano questo argomento con un certo grado di sufficienza e dedicano alla bicicletta qualche sorrisino poco convinto come se si trattasse di una sorta di mania di alcuni Consiglieri regionali che vorrebbero sostenere l'uso di un mezzo che in realtà, nella società di oggi, non avrebbe alcun ruolo da assolvere. Questo è quello che c'è dietro l'atteggiamento illustrato oggi dal Presidente Beltrami. Ed è questo che è inaccettabile.
Penso che i presentatori di questa legge siano stati presi in giro da questa Amministrazione regionale. Ci avete preso in giro. La legge è stata approvata nel luglio dell'anno scorso all'unanimità. Dopo l'approvazione in Commissione - e di questo chiedo sostegno anche ai colleghi che erano con me in quella sede Assessori di questa maggioranza hanno dichiarato che nel bilancio 1989 era possibile reperire dei fondi. Si parlava di 500/750 milioni, allora. E' stata ripetuta per alcune sedute di Commissione la possibilità di reperire immediatamente tali somme, che già consideravamo simboliche. Poi si sono tirate le cose un po' in lungo, anche per intervento diretto del Presidente Beltrami che, non ricordo più se in una sede istituzionale, in aula o nei dintorni di essa, ad un certo punto ha fermato l'ipotesi che questa legge potesse essere finanziata nel 1989 e ha proposto di rimandare il finanziamento al nuovo bilancio 1990, quasi facendo credere che le cifre, ora ridotte a livello simbolico (i 500 milioni del 1989), sarebbero lievitate in occasione del bilancio 1990. In quella fase si è data la speranza che, attendendo il bilancio 1990 e attendendo un po' di tempo prima di approvarla, la legge potesse veramente decollare. Invece se ci fossimo irrigiditi per finanziarla nel 1989 più di tanto, in termini di finanziamento, non si sarebbe potuto fare.
Sono passati i mesi di dicembre, gennaio e febbraio e adesso veniamo a questa ridicola proposta, nella quale si dice di essere disponibili a finanziare per 50 milioni questa legge sul bilancio 1990. Questo non pu essere accettato come un discorso serio. Non si va avanti come se nulla fosse, perché essere presi in giro non piace a nessuno, neppure a noi.
Il Presidente Beltrami dice: "Diteci dove prendiamo i soldi". Ci sarebbero tanti esempi, e il Presidente Beltrami sa che è un problema di scelta politica e che i soldi ci sono. Il problema è che alcuni in questa maggioranza i soldi per promuovere l'uso della bicicletta non li vogliono trovare. Non parliamo d'altro, il problema è proprio politico, di scelta politica. Alcuni nella maggioranza sorridono della bicicletta, non ci credono, ed è per questo che non si trovano i soldi: il finanziamento di 50 milioni è un finanziamento simbolico della scarsa volontà politica della Giunta. E' simbolo solo di quello, della volontà di non fare, di non realizzare niente.
Invece, colleghi, il tema della bicicletta è un tema serio; allora escano allo scoperto le forze politiche che stanno frenando su questo perché ci sono. Escano e dicano per quali motivi ritengono che l'uso della bicicletta non debba avere un congruo posto nel sistema dei trasporti urbani e anche interurbani, in certi casi. Dicano il perché.
Se insistiamo così tanto, come presentatori e firmatari di questa legge, è perché riteniamo che la realizzazione di un adeguato sistema di piste ciclabili e una promozione dell'uso della bicicletta sia costruendo parcheggi, dai parcheggi nelle abitazioni, ai parcheggi in corrispondenza dei mezzi pubblici, sia realizzando piste segnalate protette e sicure possa essere un contributo, non decisivo, ma apprezzabile per risolvere il problema della mobilità urbana. E' un contributo che la Regione Piemonte sarebbe bene desse in tempi politicamente utili. I tempi politicamente utili sono quelli di questi mesi, nei quali le città, nelle loro parti centrali, stanno asfissiando per il troppo uso di auto. Accanto al potenziamento dei mezzi pubblici, con una rete efficiente in sede propria e al cambiamento degli orari, il contributo che può dare un incremento nell'utilizzo della bicicletta non è piccolo e in ogni caso va promosso.
Signor Presidente, a questo punto la strada quale può essere? Noi chiediamo che la legge venga finanziata in modo serio e non con 50 milioni chiediamo un impegno a lavorare in questa direzione: il finanziamento deve consentire alla legge di decollare. Chiediamo alla maggioranza una risposta su questo. Perché se quanto ha detto il Presidente Beltrami è quanto ha deciso la maggioranza, allora le chiedo di poter discutere qualche minuto insieme ai firmatari e all'altro relatore di questa legge l'atteggiamento da assumere. Non vogliamo prestarci ad una legge finta, che salvi la buona coscienza di questa Amministrazione e condanni l'uso della bicicletta a stare esattamente dove è adesso. Noi non ci stiamo a dare questo alibi a questa Amministrazione. La legge, se si fa, deve essere finanziata seriamente, oppure deve essere bocciata. Non potete usare la scappatoia di dire di voler fare e di non fare nei fatti.
Su questo chiedo una risposta dalle forze presenti in questo Consiglio.
La parola del Presidente della Giunta è l'ultima parola su questo tema o invece c'è qualcuno che intende dare serietà ai finanziamenti su questa legge? Quando avrò la risposta, potremo vedere come continuare.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, la inviterei a sentire la risposta della Giunta dopodiché determineremo l'atteggiamento susseguente.
La parola all'Assessore Croso.



CROSO Nereo, Assessore al bilancio

Signor Presidente, non voglio svolgere in questa sede il ruolo di pompiere della situazione. Nessuno vuole fornire risposte di comodo, anzi crediamo che la proposta di questa legge sia una proposta seria, una proposta che corrisponde a certe esigenze della società di oggi. Credo che comunque le difficoltà intorno ad un finanziamento siano venute per cause che tutti conosciamo: le difficoltà di bilancio che il Presidente ha cercato di evidenziare con la sua risposta.
Per dare concrete risposte ai colleghi, credo possa essere fatta questa considerazione: noi dovremmo andare a vedere all'interno del capitolo 12600, che è stato esaminato nella Commissione dell'altro ieri e nel cui contesto non sono state finanziate alcune leggi in attesa di un quadro complessivo delle proposte che si dovranno finanziare da qui alla fine della legislatura. In quella sede si dovrà dare una risposta concreta che tenga conto delle considerazioni che anche in questa sede sono emerse.
Chiedo ai proponenti se mercoledì, quando verrà discusso in un confronto con la minoranza il capitolo 12600 all'interno della I Commissione, potrà essere esaminato questo problema per riproporre alla discussione, e quindi all'approvazione giovedì venturo, la stessa proposta di legge con un finanziamento più adeguato, che comunque deve essere ricercato in modo serio e coerente rispetto alle proposte ed alle considerazioni emerse anche da questo dibattito.



PRESIDENTE

Il Consiglio concorda sul rinvio ad altra seduta del progetto di legge n. 472.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Comunico che sono altresì rinviati ad altra seduta i punti 18), che prevede l'esame dell'ordine del giorno n. 716 relativo al commercio ambulante, e 19), che prevede l'esame degli ordini del giorno relativi agli affitti degli immobili di proprietà dell'Istituto Autonomo Case Popolari.


Argomento: Informazione

Esame progetto di legge n. 593: "Proposta di legge al Parlamento: 'Tutela dell'impresa radiotelevisiva di carattere locale'"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 20) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 593.
Il Consiglio è a conoscenza che lunedì ci sarà un Convegno nazionale su questi argomenti in questa stessa aula; quindi sarebbe opportuno che si potesse andare a quell'appuntamento con una posizione del Piemonte, che d'altro canto è simile a quella di altre Regioni italiane.
Relatore è il Consigliere Villa che dà per letta la relazione.
Non essendovi interventi passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri. L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

E' altresì rinviato l'esame del progetto di legge n. 329: "Disciplina degli scarichi delle pubbliche fognature e degli scarichi civili (art. 14 legge n. 319/76)", di cui al punto 21) all'o.d.g.


Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Petizioni contro l'apertura di una miniera di materiale refrattario a Soprana (VC)


PRESIDENTE

Passiamo al punto 22) all'o.d.g. in merito alle petizioni contro l'apertura di una miniera di materiale refrattario a Soprana (VC).
La parola al relatore, Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, do per letta la relazione ricordando soltanto al Consiglio che si tratta di una petizione sottoscritta dalla stragrande maggioranza degli abitanti dei Comuni di Soprana e di Mezzana, sulle prealpi biellesi, che si trovano a fronteggiare la proposta di apertura di una miniera di caolino a poche decine di metri dall'abitato. Ciò verrebbe a stravolgere profondamente l'ambiente circostante ed appare in conflitto con il carattere geomorfologico della zona, al cui interno si trovano le aree di captazione idrica dei nuovi pozzi che i due Comuni interessati stanno predisponendo.
La VII Commissione ha pertanto unanimemente convenuto con le ragioni tecniche illustrate nelle relazioni che accompagnano la petizione proponendo che il Consiglio deliberi di chiedere alla Giunta di soprassedere a qualsiasi atto autorizzativo di sua competenza relativo all'apertura della miniera.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI



PRESIDENTE

Anch'io avrei voluto svolgere un intervento su questo argomento, ma poiché sto presiedendo i lavori in questo momento mi associo a quanto detto dal Consigliere Valeri.
Trattandosi di una petizione non può essere votata dal Consiglio; la prego pertanto di formalizzarla in un documento (ordine del giorno o mozione) che approvi la relazione, affinché possa essere messa ai voti.


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Promozione e valorizzazione del volontariato nella protezione civile"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 23) all'o.d.g. che prevede l'esame della legge rinviata dal Governo relativa a: "Promozione e valorizzazione del volontariato nella protezione civile".
Relatori sono i Consiglieri Bruciamacchie e Nerviani.
La parola al relatore di minoranza, Consigliere Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario, relatore

Questa legge ha avuto l'onore del Consiglio più volte nel corso della passata e della presente legislatura. Venne approvata la prima volta il 21 febbraio 1985; il Commissario del Governo la rinviò con un paio di osservazioni; a Consiglio sciolto non fummo più in grado di apportare le opportune modifiche che il Commissario del Governo aveva formulato ritornammo su questa legge nel 1986, ma ci venne obiettata per un piccolo punto.
Oggi ci limitiamo semplicemente a prendere atto delle osservazioni formulate dal Commissario del Governo, che hanno portato alla modifica parziale dell'ultimo comma dell'art. 1 e alla riscrittura degli artt. 4 e 5. Pertanto si tratta del recepimento integrale delle osservazioni formulate dal Commissario del Governo al testo votato già due volte dal Consiglio regionale.
La II Commissione ha licenziato il progetto di legge all'unanimità e in accordo con l'altro relatore, Consigliere Nerviani, vorrei sottolineare l'importanza del provvedimento anche in rapporto a quanto sta accadendo ed è accaduto in questi giorni nella nostra regione. Ci si propone di avere un servizio di volontariato nella protezione civile particolarmente diffuso nel territorio, capace di una grande opera di prevenzione e di intervento rapido, capace di mobilitare i cittadini; per questo tipo di volontariato ci si dota di competenze e di capacità di intervento reali, dando vita a corsi di formazione capaci di avere non un volontariato generico, ma qualificato, quindi estremamente utile in caso di calamità.
Questa è un'esigenza importante, di grande valore sociale e credo che il Consiglio regionale, nel momento in cui si appresta ad approvare il progetto di legge, dia una risposta ad una generale aspettativa che viene dalla Regione Piemonte, adempiendo quindi ad un compito molto significativo e di valore generale.



PRESIDENTE

La parola al relatore di maggioranza, Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico, relatore

Prendo la parola, perché avendo condiviso con i colleghi della II Commissione e specificamente con il collega Bruciamacchie la fatica per arrivare a posizioni mediate che consentano l'accettazione da parte del Consiglio della proposta di legge, ritengo doveroso dichiarare e sottolineare questa corresponsabilità e questo impegno comune.
Il collega Bruciamacchie ha già detto che la proposta di legge ha avuto una storia articolata e contraddittoria, che ci auguriamo finisca con una possibile approvazione. Abbiamo cercato di togliere tutti gli elementi che potessero in qualche modo sollevare l'eccezione del Governo e ci auguriamo di esserci riusciti.
L'intervento, oltreché formale per indicare condivisione e comune impegno, è anche di tipo sostanziale. Sottolineo che la legge non intende essere in alcun modo né uno strumento che complica la vita delle organizzazioni operanti nella protezione civile né del Comune e tanto meno vuole essere strumento che determina improprie ed inopportune concorrenze con le organizzazioni di volontariato che operano nel campo del civile e in particolare della protezione civile. Credo che il collega Bruciamacchie condivida che, se ci fosse passata per la mente questa idea, non avremmo certamente la coscienza a posto. Quindi, ci auguriamo che nel concreto dell'applicazione della legge questa concorrenza non si verifichi. Dico già fin da ora, ammesso che io possa continuare la storia di questo Consiglio regionale partecipandovi direttamente, che se si verificassero delle conflittualità, dei contrasti, delle inopportunità evidenti, sarei il primo a proporre la modifica o addirittura l'abrogazione di questo provvedimento di legge.
Voglio ricordare che su questo provvedimento già il collega Carletto a suo tempo si era decisamente impegnato, quindi il nostro lavoro continua come quello di altri colleghi che sul tema si sono precedentemente impegnati.



PRESIDENTE

Non essendovi interventi passiamo all'esame degli articoli modificati.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri.
L'art. 15 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 757 in merito alle petizioni contro l'apertura di una miniera di materiale refrattario a Soprana (VC) (seguito)


PRESIDENTE

Per quanto riguarda le petizioni di cui al punto 22) all'o.d.g. è stato presentato in questo momento da parte del Consigliere Valeri il seguente ordine del giorno: "Il Consiglio regionale del Piemonte viste le petizioni presentate ai sensi dell'art. 63 dello Statuto dagli abitanti dei Comuni di Soprana, Mezzana Mortigliengo e C.M. di Vallemosso sull'apertura di una miniera a cielo aperto di materiali refrattari nel territorio del Comune di Soprana (VC) udita la relazione predisposta dalla VII Commissione consiliare, a seguito di audizione con i primi firmatari delle suddette petizioni e di istruttoria della documentazione presentata e raccolta in ordine alla progettata miniera e al connesso impatto ambientale la approva e impegna la Giunta regionale ad esprimere parere negativo in ordine alla compatibilità ambientale del Prefetto, in particolare per gli aspetti idrogeologici e paesaggistici".
Ha chiesto la parola il Consigliere Acotto. Ne ha facoltà.



ACOTTO Ezio

Desidero svolgere una breve dichiarazione di voto. Il Gruppo comunista approva la relazione della Commissione e la ritiene un atto molto importante. L'approvazione di questo ordine del giorno è impegnativa in maniera particolare per quanto riguarda le competenze demandate all'attività della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale ordine del giorno.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame progetto di legge n. 589: "Approvazione rendiconti parchi regionali 1988"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare il progetto di legge n. 589, di cui al punto 25) all'o.d.g.
La relazione del Consigliere Gallarini viene data per letta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Avondo. Ne ha facoltà.



AVONDO Giampiero

Il Gruppo comunista non potrà dare voto favorevole a questo provvedimento per una ragione ormai annosa che riguarda il Parco dell'Alpe Veglia. Non è la prima volta che nel momento in cui si esaminano i preventivi o i rendiconti o ancora gli assestamenti dei bilanci dei parchi ci si occupa del Parco dell'Alpe Veglia. Sia in Commissione che in aula al momento dell'approvazione del bilancio preventivo del Parco dell'Alpe Veglia avevamo messo in evidenza come la gestione di questo parco avesse la caratteristica di inventare delle cifre da iscrivere a bilancio. Cifre che vengono iscritte a bilancio sapendo che la Regione, come è stato ricordato dall'Assessore Vetrino, ripetutamente ha invitato tale parco a tenere conto delle disponibilità che la Regione stessa mette a sua disposizione.
Per quanto riguarda l'approvazione del rendiconto dell'Alpe Veglia siamo in questa situazione (cito a memoria): a fronte di un preventivo di 650 milioni, questo parco presenta una situazione di residui passivi e di economie di circa 400 milioni. Dal punto di vista della serietà, si pone quindi un problema. Questo parco ha iscritto a preventivo 300 milioni di interventi straordinari della Regione per la sistemazione di determinate strutture più 100 milioni per questioni analoghe; alla fine, però, questi fondi non sono entrati (questa storia si ripete dal 1988), dopodiché si presenta un rendiconto per cui il 60% del bilancio va in economia. E' una cosa poco seria e un invito, mi spiace non sia più presente l'Assessore Vetrino, va fatto: questo parco non può essere autorizzato al momento della predisposizione dei bilanci preventivi ad iscrivere a bilancio le cifre che vuole. Risulta, infatti, che il parco aveva l'intenzione di realizzare determinate opere, ma la Regione non ha erogato i fondi necessari, per cui il risultato è negativo per la Regione che non è stata in grado di erogare i fondi necessari per far funzionare il parco: questa è la lettura che viene fatta a livello locale.
Per questa ragione il nostro voto non sarà favorevole al rendiconto in questione. E' un atteggiamento che teniamo ormai da tempo sia sui rendiconti che sugli assestamenti e sui bilanci preventivi. E' l'ultima volta che abbiamo l'occasione di discutere in questa legislatura di tale questione; desidero comunque sottolineare il fatto che si tratta di una questione che deve essere affrontata, perché non è più possibile consentire che le cose procedano in questo modo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO UNICO - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 26 Consiglieri si sono astenuti 13 Consiglieri.
L'articolo unico è approvato.


Argomento: Bilanci preventivi - Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati

Esame progetto di legge n. 590: "Integrazione alla L.R. 13/11/1989, n. 67 (Bilancio parchi)"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 590, di cui al punto 26) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando, relatore

Questo disegno di legge è un'integrazione ad un errore materiale intervenuto con l'approvazione della L.R. 13/11/1989, n. 67. Con quella legge sono stati approvati i bilanci di alcuni parchi, tra cui quello del Parco naturale del Monte Fenera. Nel documento approvato era inserita la parte riguardante la spesa, ma non quella riguardante l'entrata. Con questo disegno di legge si sana quell'errore, per cui si prevede di inserire nel disegno di legge già approvato anche il prospetto riguardante la parte delle entrate.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola si proceda alla votazione dell'articolato.
ARTICOLO UNICO - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'articolo unico è approvato.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame progetto di legge n. 602: "Prima integrazione alla L.R. 29/1/1990, n. 4 (Bilancio di previsione 1990)"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 602, di cui al punto 28) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando, relatore

La L.R. n. 4/90 (Bilancio di previsione della Regione Piemonte per l'anno 1990) non ha tenuto presente che era stata approvata la L.R.
8/11/1989, n. 64, relativa agli interventi a favore degli immigrati extracomunitari residenti in Piemonte; non era quindi stato inserito nel bilancio di previsione il relativo capitolo di spesa che, invece, era previsto ed indicato nella legge del novembre 1989.
Questo disegno di legge, che è una prima variazione di bilancio, sana quella omissione, prevedendo l'inserimento del relativo capitolo di spese e della relativa copertura finanziaria.



PRESIDENTE

Non essendovi interventi possiamo passare alla votazione dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 31 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Enti strumentali - Esercizi provvisori

Esame progetto di legge n. 600: "Autorizzazione ESAP ed IRES all'esercizio provvisorio del bilancio per l'esercizio 1990"


PRESIDENTE

Esaminiamo infine il progetto di legge n. 600, di cui al punto 27) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando, relatore

Si tratta dell'autorizzazione all'IRES e all'ESAP all'esercizio provvisorio fino al 30/4/1990, per dodicesimi ovviamente, sul documento di bilancio 1989, non avendo ancora approvato il bilancio preventivo 1990.



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, passiamo alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,35)



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