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Dettaglio seduta n.229 del 15/02/90 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


ROSSA Angelo


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 6 e 7 aprile 1989 si intendono approvati.
Sono stati inoltre distribuiti i processi verbali relativi alle adunanze consiliari del 12, 18, 19, 27 e 28 aprile 1989 e verranno posti in votazione nel corso della prossima seduta.


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazione


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" dovremmo esaminare l'interrogazione n. 1014 presentata dal Consigliere Staglianò inerente l'erogazione delle prestazioni relative agli ausili e prodotti non riconducibili al nomenclatore tariffario ed i rispettivi tetti di spesa. E' presente l'Assessore Maccari, ma è assente il Consigliere Staglianò; pertanto a tale interrogazione verrà data risposta scritta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Fassio e Lombardi.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge

Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

d) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nella seduta del 30 gennaio 1990 - in attuazione dell'art. 9 della L.R. n. 6/88 in materia di consulenze ed incarichi, è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Sul libero accesso a Via Alfieri (questione ACNA)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reburdo. Ne ha facoltà.



REBURDO Giuseppe

Signor Presidente, con la pacatezza necessaria, vorrei sollevare un caso. Questa mattina mi sono trovato, come Consigliere regionale, ma anche come cittadino, in una situazione difficile percorrendo Via Alfieri. Un normale cittadino non può percorrere il marciapiede che sta dalla parte del portone di ingresso del Consiglio regionale. A richiesta di specificazioni è stato detto che sono disposizioni di ordine pubblico.
Ritengo che questo fatto sia grave e che la Presidenza del Consiglio regionale debba ripristinare le condizioni di agibilità piena ed assoluta affinché i cittadini possano percorrere, con la delicatezza necessaria, le strutture pubbliche di Via Alfieri. E' una limitazione inaccettabile.
La seconda considerazione che mi permetto di fare è che questa situazione non depone sicuramente a favore di una trasparenza e di un chiaro rapporto di disponibilità tra l'istituzione e i cittadini organizzati o non organizzati che intendono partecipare al dibattito. Poche volte siamo così fortunati da avere un pubblico attento a seguire i nostri dibattiti, il più delle volte siamo in un vuoto assoluto, anzi quasi sempre. Così le poche volte che abbiamo la possibilità di avere un rapporto vero, diretto con i cittadini, si determinano tali e tante preoccupazioni per cui la volta seguente si prendono dei provvedimenti - e uso parole benevole - esagerati, inaccettabili, provvedimenti che suonano non certamente ad onore di questo Parlamento subalpino.
Signor Presidente, con la pacatezza necessaria, chiedo che la Presidenza del Consiglio assuma le dovute disposizioni e, pur in un necessario controllo di ordine pubblico, vengano garantite tre cose: 1) lo smembramento di quelle transenne di "cavalli di Frisia" che esistono su questa via perché non siamo di fronte a nessun assalto a questa Regione 2) il ripristino della normale agibilità per i cittadini che intendono percorrere Via Alfieri 3) venga garantito nel modo più assoluto che i cittadini che vorranno assistere al dibattito in Consiglio regionale possano adire, secondo le norme di sicurezza, a quest'aula e nel caso in cui una parte di cittadini non potesse essere presente, perché più numerosa dei posti disponibili vengano disposti degli altoparlanti in modo che possano seguire direttamente il dibattito di questo Consiglio.
Mi spiace dire queste cose, ma vedere il Consiglio regionale collocato in questo modo mi pare veramente una provocazione antidemocratica. Non sono questi gli strumenti con i quali ci dobbiamo eventualmente difendere.
Chiedo alla sensibilità e alla cortesia del Presidente di far riassumere quel rapporto di legalità che possa garantire al Consiglio di lavorare con la dovuta libertà e ai cittadini, che si trovano fuori e desiderano assistere ai lavori, quella condizione di normalità che è quella della vita democratica, dove molte volte purtroppo la partecipazione è messa a repentaglio.
Come il Presidente avrà notato, ho fatto un intervento cercando di mantenere un rapporto collaborativo. A me pare che la situazione sia veramente non consona al livello di democrazia che qualche volta vantiamo anche nella nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Minervini.



MINERVINI Marta

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, svolgerò un brevissimo intervento perché è inutile che ripeta quanto ha poc'anzi detto il collega Reburdo che condivido in pieno.
Non ci sentiamo, signor Presidente, minacciati dalla cittadinanza di Cortemilia che è venuta per ascoltare in assoluto rispetto il nostro dibattito. Quindi, anche io mi associo alle richieste del collega Reburdo e chiedo che sia ripristinato in Via Alfieri il normale passaggio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, quanto detto in precedenza dai colleghi Reburdo e Minervini deve essere prima condiviso dall'intero Consiglio e dall'Ufficio di Presidenza. E' comunque condiviso dal sottoscritto. Mi pare semplicemente logico ed il corretto modo di funzionare di un'assemblea elettiva e democratica.



PRESIDENTE

Ho ascoltato attentamente le vostre richieste e le questioni che avete posto e devo rispondere che non sono in grado di poterle accogliere in questo momento. Ho preso queste misure precauzionali proprio per garantire la partecipazione libera dei colleghi al dibattito che si svolgerà non appena avremo esaurito la legge sui parchi, senza impedimenti per nessuno nemmeno per i cittadini, ma avendo la preoccupazione che il dibattito sull'ACNA, essendo un dibattito carico di tensioni, non produca problemi incresciosi. Vorrei evitare che succedano fatti che creino tensioni tra i cittadini. Se sarà possibile, se le cose evolveranno nel modo migliore eviteremo di prendere misure precauzionali. Queste non sono comunque a danno della libertà né dei Consiglieri, né dell'assemblea, anzi vogliono rafforzare la libertà dell'assemblea di poter prendere le deliberazioni secondo gli orientamenti che riterrà di assumere e quindi garantire anche ai cittadini che lo svolgimento del dibattito sia più ampio e libero.
La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Per quanto mi riguarda ritengo che siano state lese le mie libertà di Consigliere regionale e di cittadino a fronte della situazione che si è creata davanti al Consiglio regionale, per cui, sin quando lei non ripristinerà le condizioni di agibilità per un Consigliere regionale, io abbandono l'aula.



PRESIDENTE

Mi dispiace, collega, che lei abbandoni l'aula. Sono sicuro che lei abbia tutte le condizioni di libertà per esprimere liberamente il suo pensiero, entrare ed uscire liberamente dove meglio crede. Non prenda le misure di precauzione a pretesto per creare questioni diverse.
La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Signor Presidente, la questione è molto seria. Vorrei che lei fosse pienamente cosciente della serietà della situazione, perché lei ha detto una cosa, a nostro parere, piuttosto impegnativa e grave, e cioè il fatto che la presenza del pubblico oggi lederebbe la libertà di questo Consiglio.
Questa è un'affermazione di estrema gravità. Credo che lei se ne debba rendere conto e lei si deve anche rendere conto che, in questo modo, lei lede un altro diritto di libertà, perché questo Consiglio è pubblico: questo sta scritto nelle leggi dello Stato. Non è una questione che lei pu decidere a sua discrezione, senza aver verificato nessuna condizione che metta in discussione questo diritto. Qui non c'è stata nessuna offesa a questo Consiglio, non c'è stato nessun tentativo da parte di chicchessia di coartare la libertà di questo Consiglio, semmai è un certo eccesso di transenne e di forza pubblica che c'è all'esterno che può creare qualche problema, si potrebbe addirittura pensare, alla libertà di questo Consiglio. Per cui la invito a ripensare su questa cosa, se è il caso consultare l'Ufficio di Presidenza, altrimenti il nostro Gruppo sarà costretto ad abbandonare l'aula perché in queste condizioni noi non ci sentiamo di partecipare ai lavori del Consiglio regionale.
La prego vivamente di verificare questa questione, di ripensarci e di confrontarsi con l'Ufficio di Presidenza.



PRESIDENTE

Collega Monticelli, non ho detto che lede la libertà, ho detto "per garantire la libera agibilità di tutti", quindi anche dei Consiglieri. Ho ritenuto che fosse necessario, di fronte alla discussione, che prevedibilmente sarà carica di tensione, che è tensione comprensibilissima assumere alcune precauzioni, perché ciascuno possa liberamente esprimere le proprie posizioni qui dentro e fuori di qui. Il cittadino non è impedito di entrare, in effetti ci sono cittadini che entrano liberamente. Il problema però va visto anche alla luce di quello che è il dibattito sul quale oggi impegneremo i nostri Gruppi e l'intera assemblea. E' un dibattito teso, un dibattito carico di contrasti. Nessuno ignora le lettere e le sollecitazioni che vengono da varie parti, indipendentemente dalle richieste che vengono fatte. E' un dibattito di grande importanza e rilevanza, un dibattito del quale il Consiglio si farà carico fino in fondo: sono queste le ragioni, altro che limitare la libertà! Tutt'altro: è proprio per far sì che la libertà sia la più ampia qui dentro e fuori, per far sì che i cittadini possano sapere e giudicare le posizioni che ciascun Consigliere e ciascun Gruppo assumerà, senza condizionamenti di alcun genere. Questo Consiglio andrà a decidere nella piena libertà, quindi vi prego di recedere da questa posizione. Non è la prima volta che accade e non voglio assolutamente che un dibattito di questo tipo possa in qualche modo innescare un meccanismo che veda i cittadini in contrasto tra di loro non soltanto i colleghi, ma i cittadini stessi. E allora sì che ci saremmo presi una bella responsabilità, quella di non avere preveduto, di non essere intervenuti per far sì che gli animi si detensionassero, per far sì che questo dibattito si svolgesse senza quella carica di passione che esiste e che è comprensibile. Colleghi del Gruppo comunista, se potete recedere, recedete, altrimenti questo vostro atteggiamento porterà ulteriori elementi di tensione.
Non sono qui a sostenere che a tutti i costi le cose debbono restare così, però dobbiamo fare in modo che questa situazione si smorzi e non lasci adito a spazi che possano in qualche modo far crescere la tensione che veramente mi addolora, come addolora voi tutti.
Discutiamo i parchi e poi avviamo la discussione sull'ACNA, discussione che faremo liberamente, decisioni che andremo a prendere liberamente ciascuno con i propri problemi di coscienza a cui però risponderemo non perché ci siano più o meno cittadini. Io sono tra quelli chiamati a rispondere e ciascuno si prenderà le proprie responsabilità. Se mi consentite, io intenderei procedere. Vi chiederei di lasciarmi procedere.
La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Signor Presidente, siamo tutti interessati a che i lavori del Consiglio possano procedere, però qui non ci sono le condizioni perché questo possa avvenire nella serenità di questo Consiglio. L'ho invitata prima e rinnovo l'invito a che lei riunisca immediatamente l'Ufficio di Presidenza. Se il pubblico verrà fatto entrare fino a coprire la capienza disponibile, il nostro Gruppo parteciperà pienamente ai lavori di questo Consiglio, ma se non c'è questa assicurazione immediata, signor Presidente, noi saremo costretti ad abbandonare l'aula.



PRESIDENTE

Convoco immediatamente la Conferenza dei Capigruppo, pertanto sospendo la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 10,40, riprende alle ore 11,15)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La riunione dei Capigruppo ha concordato che le misure precauzionali restino in funzione sino a quando non si avvertirà l'esigenza del loro superamento.
E' stato convenuto che entreranno in piena libertà di ingresso nella tribuna del pubblico 80 persone, presenti autorità, Sindaci, rappresentanti di associazioni di categoria. I Sindaci che rappresentano l'area della Valle Bormida verranno incontrati al termine del dibattito sui parchi sospendendo i lavori per 15 minuti circa e immediatamente dopo la sospensione si proseguirà con la discussione sull'ACNA.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetti di legge nn. 154, 348, 456, 458 e 510: "Nuove norme in materia di aree protette (parchi naturali, riserve naturali, aree attrezzate, zone di pre-parco, zone di salvaguardia)" (seguito) ed esame relativi ordini del giorno


PRESIDENTE

Passiamo al punto 4) all'o.d.g. che prevede il proseguimento dell'esame dell'articolato dei progetti di legge nn. 154, 348, 456, 458 e 510.
ART. 10 - Emendamento presentato dal Consigliere Paris: dopo la lettera f) è inserita la seguente frase: "g) ratifica le deliberazioni di sua competenza assunte in via d'urgenza dalla Giunta esecutiva".
La parola al Consigliere Paris.



PARIS Mario

Nell'art. 10 è esplicitato che tra le funzioni del Consiglio direttivo questo aspetto è sorto in Commissione - debba essere indicata anche quella di "ratificare le deliberazioni di sua competenza assunte dalla Giunta con i poteri del Consiglio".



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 10 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Emendamento presentato dal Consigliere Paris: l'art. 11 è così sostituito: "Art. 11 - Giunta esecutiva degli enti strumentali di diritto pubblico.
1. a Giunta esecutiva degli enti strumentali di diritto pubblico è composta da: a) il Presidente dell'Ente che lo presiede b) il Vicepresidente dell'Ente che ne fa parte di diritto c) un membro eletto dal Consiglio direttivo ove il Consiglio sia composto fino a 8 Consiglieri; due membri eletti dal Consiglio direttivo ove il Consiglio sia composto da 9 a 14 Consiglieri; tre membri eletti dal Consiglio direttivo ove il Consiglio sia composto da 15 a 24 Consiglieri cinque membri eletti dal Consiglio direttivo ove il Consiglio sia composto da 25 a 38 Consiglieri; sette membri eletti dal Consiglio direttivo ove il Consiglio sia composto da più di 38 Consiglieri.
2. Funge da segretario della Giunta esecutiva il Direttore dell'Ente.
3. I membri della Giunta esecutiva debbono essere Consigliere e durano in carica fino all'insediamento del nuovo Consiglio direttivo che, nella sua prima seduta, deve provvedere alla nomina della nuova Giunta esecutiva.
4. I membri della Giunta esecutiva non possono rivestire la carica di Parlamentare, di Consigliere regionale, di Consigliere provinciale, di Presidente o Assessore di Comunità montana, di Sindaco.
5. La Giunta esecutiva è convocata dal Presidente ogni volta che lo ritenga opportuno, comunque almeno ogni tre mesi o entro quindici giorni qualora ne facciano richiesta almeno un terzo dei componenti, mediante avviso contenente l'ordine del giorno trasmesso ai membri della Giunta almeno cinque giorni prima della riunione, salvo i casi di motivata urgenza.
6. Per la validità delle sedute della Giunta esecutiva è necessaria la presenza della maggioranza dei componenti in carica. In seconda convocazione è sufficiente la presenza di almeno tre componenti in carica.
La Giunta esecutiva delibera a maggioranza assoluta dei presenti: in caso di parità prevale il voto del Presidente.
7. Le sedute della Giunta esecutiva non sono pubbliche.
8. Dalla data di insediamento dei Consigli direttivi di cui al precedente art. 8, dal comma secondo al comma ventitreesimo, sono abrogate le norme ove previste dalle leggi istitutive, relative alla partecipazione alle Giunte di un funzionario regionale con funzioni consultive, nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale: ove la Giunta esecutiva lo ritenga opportuno può richiedere alla Giunta regionale la partecipazione alle sedute di un funzionario regionale a scopo consultivo".
La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Questo emendamento è presentato dal Consigliere Paris oppure è la riscrittura di quello della Giunta? Perché è stato tolto: "da coloro che non possono far parte della Giunta esecutiva" e sono stati tolti gli Assessori comunali?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

L'emendamento presentato dal Gruppo DC era già stato concordato in sede di Commissione.



BRESSO Mercedes

L'idea è che chi fa parte della Giunta esecutiva di un ente parco non faccia anche altre cose (il non cumulo delle cariche); ecco perché non capivo perché veniva tolto l'Assessore comunale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

L'argomento è stato trattato in Commissione e non sono state sollevate obiezioni. Si tratta di evitare, soprattutto per i piccoli parchi, che vi sia un'insufficiente disponibilità di amministratori, quindi non si ritiene di dover configurare nella figura dell'Assessore municipale un doppio ruolo di controllore-controllato (cosa che invece può essere riconosciuta nella figura del Sindaco e del Presidente) e per evitare che questo intreccio di incompatibilità di fatto renda indisponibile la presenza di veri amministratori all'interno di questa struttura.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli e 1 astensione.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 11 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 37 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 37 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Emendamento presentato dal Consigliere Paris: al comma terzo, le parole "più di due assenze consecutive" sono sostituite dalle parole "più di tre assenze non giustificate consecutive".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 37 voti favorevoli e 1 astensione.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 13 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 37 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Emendamento presentato dal Consigliere Paris: l'art. 14 è così sostituito: "Art. 14 - Il Vicepresidente dell'Ente.
1. Il Vicepresidente dell'Ente è eletto dal Consiglio direttivo tra i suoi membri.
2. Il Vicepresidente non è organo dell'Ente e ha l'esclusiva funzione di sostituire il Presidente in caso di sua assenza o impedimento.
3. Il Vicepresidente fa parte di diritto della Giunta esecutiva con le medesime funzioni di cui al comma secondo.
4. La carica di Vicepresidente dell'Ente è incompatibile con quelle di Parlamentare, di Consigliere regionale, di Consigliere provinciale, di Presidente o di Assessore di Comunità montana, di Sindaco".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 37 voti favorevoli e 1 astensione.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 14 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 32 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Emendamento presentato dall'Assessore Vetrino: l'art. 15 è soppresso.
La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Siamo di fronte a due emendamenti: uno della Giunta e uno del Gruppo DC. Entrambi sono consequenziali al fatto che ad un certo punto si è tolto il Collegio dei Revisori dei Conti come organo del parco. Tale abrogazione non fa decadere l'emendamento della Giunta che secondo me è molto corretto e migliorativo rispetto al comma primo come era stato proposto nel testo originale.



PRESIDENTE

Al momento della presentazione dell'emendamento della Giunta il Gruppo DC ha ritirato il suo.
La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Signor Presidente, l'andamento dei lavori di questa seduta ci dà la consapevolezza di quanto sarebbe necessario che le leggi una volta iniziate venissero terminate nei tempi congrui e corretti, infatti ora siamo di fronte a difficoltà di memoria perché effettivamente ci sono degli accordi già intervenuti rispetto ai quali giustamente i Consiglieri regionali possono avere ripensamenti per non aver potuto seguire un iter procedurale legislativo corretto come quello che normalmente peraltro seguiamo.
Al di là di questo, devo dire che l'emendamento cui fa riferimento il Consigliere Ferro faceva parte del dibattito, cioè la Giunta aveva previsto, al fine di risolvere questo problema, di ritornare alla soluzione originale che era quella che prevedeva un Collegio dei Revisori dei Conti centrale. Successivamente, il dibattito all'interno della Commissione aveva convinto la Giunta che probabilmente c'erano le condizioni per eliminare, perlomeno in questo momento, tale organo che avrebbe comportato la costituzione di un ufficio centralizzato, determinargli una segreteria ed una serie di strutture che in questo momento non sembrano opportune. Se ci sarà la legge nazionale che obbligherà a prevedere il Collegio dei Revisori dei Conti lo faremo in quella sede e probabilmente non sarà l'unico aggiornamento che dovremo portare alla nostra legge sui parchi.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 22 voti favorevoli e 14 astensioni.
ART. 16 - Emendamento presentato dall'Assessore Vetrino: l'art. 16 è così sostituito: "Art. 16 - Indennità, compensi e rimborsi.
1. Al Presidente di ogni Ente strumentale di diritto pubblico spetta un'indennità di carica nella misura stabilita con deliberazione della Giunta regionale: l'indennità di carica mensile lorda può variare da un minimo di 1/13 ad un massimo di 1/4 dell'indennità mensile globale lorda spettante ai Consiglieri regionali si sensi dell'art. 1, comma primo, della L.R. 13/10/1972, n. 10 e successive modificazioni.
2. Agli altri componenti del Consiglio direttivo e della Giunta esecutiva sono corrisposti i gettoni di presenza nella misura stabilita dalla L.R. 2/7/1976, n. 33, oltre ai rimborsi previsti dall'art. 3, comma primo, della medesima legge.
3. L'indennità di carica spettante al Presidente del Consiglio di amministrazione dell'Azienda regionale dei parchi suburbani è fissata dalla Giunta regionale a norma dell'art. 1 della L.R. 20/4/1977, n. 26.
4. Indennità, compensi e rimborsi di cui al presente articolo sono corrisposti a carico dei bilanci degli Enti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 16 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri.
L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Emendamento presentato dal Consigliere Paris e dall'Assessore Vetrino: dopo il comma primo, inserire il seguente comma: "2. Gli Statuti degli Enti strumentali di diritto pubblico ai quali sono affidate in gestione più aree protette debbono garantire la presenza nella Giunta esecutiva dei rappresentanti di ogni area protetta. Gli Statuti debbono altresì prevedere le forme di pubblicazione degli atti e di partecipazione delle popolazioni locali".
La parola al Consigliere Paris per l'illustrazione.



PARIS Mario

Questo emendamento integrativo all'art. 17, concordato a livello di Commissione, prevede che quando due Enti parco vengono accorpati e c'è un unico Consiglio di amministrazione, un unico ente di gestione, il rappresentante del piccolo parco non corre il rischio di vedere dimenticate le proprie esigenze; infatti un rappresentante del piccolo parco associato al grande entra a far parte della Giunta esecutiva del nuovo ente di gestione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 17 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri.
L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Emendamento presentato dal Consigliere Paris e dall'Assessore Vetrino: al comma quarto, le parole "di cui ai commi primo, quinto, sesto ottavo, undicesimo e dodicesimo" sono sostituite dalle parole "di cui ai commi primo, quarto, quinto, settimo, ottavo, decimo e undicesimo" al comma quinto è soppressa la lettera a).
La parola al Consigliere Paris.



PARIS Mario

Si tratta di emendamenti tecnici conseguenti al mantenimento separato dei Parchi di Palanfrè e dell'Argentera e poi la possibilità di dare il servizio mensa ai dipendenti. Anche questo emendamento è stato concordato in sede di Commissione ed è una conseguenza logica degli articoli precedenti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
Emendamento presentato dal Consigliere Paris e dall'Assessore Vetrino: dopo il comma ottavo aggiungere i seguenti commi: "9. Applicandosi al personale delle aree protette, a norma dell'art. 1 della L.R. 5/4/1985, n. 28 e successive modificazioni, lo stato giuridico ed economico previsto per il personale regionale, gli Enti di gestione delle aree protette istituiscono, ove necessario e possibile, il servizio di mensa per il proprio personale, in applicazione di quanto stabilito all'art. 48 della L.R. 16/8/1984, n. 40 e successive modificazioni.
10. Agli oneri conseguenti all'istituzione del servizio di mensa di cui al comma nono gli Enti di gestione provvedono con gli stanziamenti agli stessi erogati dalla Regione mediante l'utilizzo del capitolo 7910 del bilancio di previsione per l'anno 1990 - e dei corrispondenti capitoli dei bilanci successivi - avente la denominazione 'Oneri per il personale dei parchi e delle riserve naturali regionali'".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 18 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri.
L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri.
L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Emendamento presentato dal Consigliere Paris e dall'Assessore Vetrino: al comma secondo, le parole "di cui agli artt. 9 e 10 della L.R.
3/9/1984, n. 51" sono sostituite dalle parole "di cui all'art. 9 della L.R.
3/9/1984, n. 51".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 20 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri.
L'art. 20 è approvato.
ART. 21 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri.
L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Emendamento presentato dal Consigliere Paris e dall'Assessore Vetrino: al comma terzo, le parole "su proposta delle Facoltà" sono sostituite dalle parole "su terne proposte dalle Facoltà" al comma terzo, dopo le parole "n. 5 esperti nelle materie e nelle specializzazioni sopra richiamate scelti direttamente dal Consiglio regionale", aggiungere le parole "di cui due espressi dalla minoranza".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 22 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 22 è approvato.
ART. 23 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 23 è approvato.
ART. 24 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 24 è approvato.
ART. 25 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 25 è approvato.
ART. 26 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 26 è approvato.
ART. 27 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 27 è approvato.
ART. 28 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 28 è approvato.
ART. 29 - Emendamento presentato dai Consiglieri Montefalchesi, Bresso Ferro, Adduci e Reburdo: al punto 3), dopo la parola "finalizzate", aggiungere le parole "garantire l'accessibilità a soggetti disabili".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Sono d'accordo sull'emendamento, ma non sulla parola "disabili" sapendo che i soggetti handicappati sono sufficientemente scettici su questi tentativi di individuare nuove parole che cercano di fare degli eufemismi attorno al problema. A mio avviso, il termine "handicappato" è quello che questi soggetti ritengono più appropriato per definire loro stessi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Sul fatto di usare il termine "disabili" piuttosto che "handicappati" non c'è niente da dire; usiamo un termine che è normalmente accettato nella legislazione settoriale rispetto a tali problemi, in quanto non è questa l'unica legge che cita tale termine.



PRESIDENTE

Questo termine potrebbe essere inserito alla fine, aggiungendo "nonch a garantire l'accessibilità a soggetti disabili".



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Su questa proposta sono d'accordo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 29 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 29 è approvato.
ART. 30 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 30 è approvato.
ART. 31 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 31 è approvato.
ART. 32 - Emendamento presentato dal Consigliere Paris e dall'Assessore Vetrino: al comma primo, dopo le parole "approva annualmente", aggiungere le parole "in concomitanza con il bilancio regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 32 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri.
L'art. 32 è approvato.
ART. 33 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri.
L'art. 33 è approvato.
ART. 34 - Emendamento presentato dal Consigliere Paris e dall'Assessore Vetrino: al comma primo, le parole "debbono prevedere" sono sostituite dalla parola "prevedono" al comma primo, le parole "ivi compreso il mantenimento e la conservazione delle tipologie edilizie" sono sostituite dalle parole "ivi compresi il mantenimento, la conservazione e il ripristino delle tipologie edilizie".
Emendamento presentato dal Consigliere Ala: al comma primo, sesta riga, dopo le parole "mantenimento e la conservazione", aggiungere le parole "e il ripristino".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Ritiro il mio emendamento, pertanto firmo quello sottoscritto dai Consiglieri Paris e Vetrino.



PRESIDENTE

Tale emendamento è pertanto ritirato dal proponente.
Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: al secondo comma, dopo le parole "artigianali", aggiungere le parole "o legate al turismo rurale ed escursionistico".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bresso. Ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Capisco il senso delle parole "turismo rurale" che immagino vogliano dire agriturismo e questo rientra già nelle attività agricole.
Invece non riesco a capire bene il termine "escursionistico", perch qui si tratta di contributi che riguardano il mantenimento e il ripristino delle caratteristiche ambientali e paesaggistiche dei luoghi tutelati. Devo però rilevare che per turismo escursionistico si intende d'abitudine il turismo giornaliero, quello che non dà luogo a pernottamenti; per cui non capisco bene per quali strutture si danno contributi ai fini del mantenimento: a mio avviso rischiano di essere i ristoranti.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Il Consigliere Tapparo intendeva fare riferimento ai rifugi.



BRESSO Mercedes

Allora che si scriva la parola "rifugi".
La mia proposta al collega Tapparo è la seguente: al posto di "turismo rurale" utilizzerei la parola "agriturismo" perché è quella che abbiamo sempre usato nel testo della legge.
Per quanto riguarda poi il turismo escursionistico che - lo ripeto per il collega Tapparo prima assente - è quello giornaliero, che non dà luogo a pernottamenti, devo dire che questo termine non mi pare rappresentare l'idea dei rifugi, per cui se è questo l'intento del proponente suggerisco di scrivere "rifugi".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Il senso del mio emendamento era rivolto alle attività della fascia turistica minore. Non intendevo le grandi strutture alberghiere o l'infrastrutturazione turistica pesante in cui entrano in gioco grandi capitali, ma ho pensato, ad esempio, al "baraccotto" strutturato in un certo modo per lo sci di fondo in una valle povera che non ha magari impianti sciistici o a quelle strutture che possono essere comunque riconducibili ad un'attività turistica minore. Mi rendo conto della difficoltà di poterle puntualizzare con un termine preciso, se vogliamo le possiamo elencare.
Assessore, io ritengo che concentrandoci solo sulle attività che così sono state indicate si escluda uno di quei settori che per quanto riguarda gli aspetti della cooperazione vogliamo incentivare nel loro sviluppo.
Nella nostra strategia c'è una contraddizione: da un lato offriamo aiuti ad attività cooperative che permettono di sviluppare energie locali in vari settori tra i quali il turismo, dall'altro lato quando queste energie si mettono in movimento per le loro piccole infrastrutturazioni si trovano penalizzate da questi vincoli. Era questo il senso del mio emendamento.
Chiedo peraltro suggerimento al responsabile della VII Commissione dott.ssa Garabello, in quanto mi pare fosse stata fatta una formulazione di mediazione finale in quella sede.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Con turismo escursionistico si rischia di comprendere qualunque cosa.
Escursionistico è legato al soggetto, non all'attività, quindi se una persona va a Stresa all'Hotel Des Iles Borromèes a pranzo fa un'escursione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paris.



PARIS Mario

Ritengo in coscienza di dover appoggiare la richiesta del collega Tapparo con la precisazione che tale richiesta si riferisca al turismo minore, perché se si danno aiuti per tutte le altre attività, occorre anche pensare ai rifugi di alta quota. Cito l'esempio della Società Escursionisti Torinesi che sui monti di Bussoleno ha due rifugi ed è composta di persone che non fanno la gita in montagna in una giornata, ma che soggiornano in tali rifugi magari per 15 giorni; e state tranquilli che non vanno a strappare i rododendri: sono i veri innamorati della montagna che partono da quei campi-base per andare a scalare le cime. Occorre pertanto aiutare queste strutture che ospitano alpinisti ed escursionisti.
Io ritengo che allorquando si dice turismo rurale (o agriturismo, mi sta bene ugualmente) ed escursionistico non si possa che intendere queste strutture: il Ricky Hotel di Bardonecchia non rientra in tale categoria parliamoci chiaro! L'emendamento fa riferimento alle strutture minori.
Mentre ho la parola ne approfitto per scusarmi con i colleghi degli altri Gruppi se qualche emendamento che abbiamo formulato insieme, o che addirittura hanno formulato loro, reca poi le firme del sottoscritto e dell'Assessore Vetrino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Siamo assolutamente d'accordo anche noi: il problema è di una formulazione precisa.
Temo invece di non essere d'accordo sul fatto che con escursionismo si intendano anche le cose che dice Paris; con escursionismo si intende qualunque forma di turismo a corto raggio. Tecnicamente, nella terminologia turistica vuol dire qualunque cosa, ad eccezione del viaggio alle Maldive. Il problema è di trovare una formulazione più precisa: "turismo minore" non mi sembra adatta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Chiedo scusa, su questa questione forse intervengo in modo non puntuale, ma mi sembra che ritorni una questione che il nostro Gruppo non condivide. Le aree a parco non sono aree a vocazione particolarmente turistica, sono aree a parco. La fruizione turistica del territorio montano, o di particolare pregio, è un valore generale, che va tutelato e sviluppato sulla generalità del territorio. Con la politica dei parchi noi non tendiamo ad appesantire la presenza di fruitori nei parchi stessi.
Quindi non vanno esclusi gli interventi, ma non deve essere un canale che privilegia gli interventi sull'escursionismo nelle aree a parco. Gli interventi per l'escursionismo devono essere distribuiti su tutto il territorio in ragione della vocazione turistica delle aree. Non ci deve essere, a mio modo di vedere, un asterisco che attenga alle aree a parco.
Noi poniamo questa questione che non è importantissima, perch continuiamo a sostenere che la fruizione turistica del parco è la conseguenza del parco, non è l'obiettivo del parco.
Colgo l'occasione, su una questione marginale di dettaglio, per esprimere la mia preoccupazione che si voglia fuorviare la filosofia che sta dietro alla legge dei parchi, immaginando che i parchi siano aree a fruizione turistica privilegiata e da privilegiare. Così non è: un parco avrà la fruizione turistica che merita in conseguenza delle sue caratteristiche. Non va forzata con incentivi, non va agevolata più di tanto, perché non si capisce il senso. La tutela del territorio e la sua fruizione sono obiettivi paralleli e consequenziali, ma che si dica che si sostiene in modo privilegiato l'escursionismo nei parchi è probabilmente dare una lettura, una sottolineatura anche minimale, che noi riteniamo sia dai gestori dei parchi già troppo acquisita. Esistono infatti dei parchi che sono distrutti dall'eccessiva fruizione. I parchi sono stati fatti non per i turisti, ma per i montanari, per le presenze di vita, per riqualificare l'ambiente e lasciarlo ai nostri successori: i destinatari degli interventi sono questi, caro collega Paris. Gli sforzi finanziari vanno fatti per realizzare i parchi, non per farli vedere o per farli utilizzare.
Posso avere sbagliato, ma siccome quando ho ascoltato gli interventi si stavano facendo delle distinzioni sui vari tipi di turismo, questo rimarrà alla storia come uno dei pochi interventi del Gruppo liberale su questo argomento. Ribadiamo che si deve avere molta attenzione a considerare il parco un'area turistica, tutto sommato, da sostenere da questo punto di vista. Il Parco Orsiera-Rocciavré, per esempio, ha tra i primi obiettivi le piazzole di sosta per le automobili: i primi obiettivi non devono essere le piazzole per le soste delle automobili per entrare nel parco, bensì la realizzazione del parco che a valle poi comporterà evidentemente un maggiore gradimento e quindi una maggiore fruizione. Non dobbiamo per capovolgere il discorso, perché soprattutto sull'Orsiera-Rocciavrè abbiamo già quel bubbone rappresentato dalla Casa di Prà Catinat, che potrà essere interessante da certi punti di vista, ma che per quanto concerne la filosofia del parco è certamente un bubbone.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Signor Presidente, ritengo che discussioni di questo tipo sarebbe stato meglio farle in Commissione, perché diventa dispersivo discuterne in aula.
Il primo comma non finanzia le attività, bensì le opere di mantenimento e ripristino delle caratteristiche ambientali e paesaggistiche dei luoghi tutelati e via di questo passo. Finanziando delle opere, secondo me l'emendamento Tapparo potrebbe essere accolto per quanto riguarda la parte in cui si parla di turismo rurale. L'escursionismo è un'attività, non è un'opera, quindi può benissimo rientrare nei programmi di attività di soggetti che operano nell'ambito del turismo rurale, per cui non viene tolto nulla all'articolo se si accetta il principio del turismo rurale e viene escluso l'escursionismo in quanto inteso come attività e non opera.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

L'argomento che abbiamo sollevato è di tale importanza, a mio avviso che qui c'è materia non soltanto per consentire agli enti di gestione dei parchi di stabilire dei contributi per le cose delle quali abbiamo parlato ma per una legge regionale. Questa sarà però materia per il Consiglio della prossima legislatura che nell'esprimere una sensibilità attorno a questi valori potrà anche cimentarsi su una regolamentazione più puntuale, più strutturata e più organizzata di questo argomento.
Nel caso specifico, credo che quanto chiede il collega Tapparo possa essere accolto. Effettivamente quando si vuole prevedere tutto e nello stesso tempo impedire alcune cose, si finisce di cadere nell'equivoco.
Penso tuttavia che queste difficoltà possano essere superate in questo stesso articolo attraverso il comma terzo, perché lì noi diciamo che i criteri di assegnazione dei contributi sono stabiliti in apposito regolamento, attraverso il quale normare più specificatamente gli interventi e determinare anche eventualmente i casi. In questo caso è meglio abbondare che deficere. Speriamo che chi normerà questa materia vorrà tenere conto delle preoccupazioni che sono state alla base degli interventi dei diversi Consiglieri regionali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, mi ritengo soddisfatto della risposta dell'Assessore, pertanto ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

D'accordo, pongo quindi in votazione l'emendamento presentato dai Consiglieri Paris e Vetrino a cui si è aggiunta la firma del Consigliere Ala.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli e 1 astensione.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 34 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 34 è approvato.
ART. 35 - Emendamento presentato dai Consiglieri Paris, Vetrino e Tapparo: al comma terzo, lettera b), la parola "merci" è sostituita dalla parola "prodotti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 35 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri.
L'art. 35 è approvato.
ART. 36 - Emendamento presentato dall'Assessore Vetrino: al comma secondo, dopo le parole "alle foreste", aggiungere le parole "e comunque alle aree boscate" e sopprimere le parole "rientrando..
alimentare".
La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

In sede di replica avevo precisato che avrei risposto sugli aspetti generali della legge, mentre su aspetti più puntuali mi sarei riservata di intervenire in occasione dell'esame dell'articolato e dei vari emendamenti presentati. Mi riferisco alle osservazioni venute dal Gruppo liberale, in particolare dai colleghi Marchini e Santoni, relativamente ai risarcimenti per i danni arrecati dalla fauna selvatica alle foreste, nel senso che il secondo comma di questo articolo prevede che sono esclusi i risarcimenti dei danni alle foreste rientrando le stesse nel ciclo della catena alimentare.
L'osservazione che è stata fatta - e che abbiamo considerato con molta attenzione - non potendo essere accolta non può purtroppo formare oggetto di un emendamento, in quanto l'interpretazione consolidata nel diritto e nella prassi è che rientrino nel ciclo della catena alimentare le colture agrarie tra le quali non è possibile annoverare le foreste le quali, avendo una rinnovazione naturale, non determinano azioni di coltura da parte dell'uomo.
I danni risarcibili, quindi, possono essere soltanto quelli legati ad un'attività agricola e colturale.
Gli animali (quelli che si cibano di vegetali) si nutrono indifferentemente nei campi, nelle zone destinate all'agricoltura e nelle foreste, quindi è probabile che arrechino danni tanto ai campi agricoli quanto alle foreste, ma il danno alla foresta è legato più alla natura che all'azione di intervento dell'uomo. Queste sono delle ragioni giuridiche consolidate nelle azioni e negli interventi previsti.
Detto questo, ci sarebbe comunque una questione finanziaria, perché ove dovessimo prevedere l'intervento per i danni legati alle foreste e ai boschi, evidentemente con la grande distensione che essi hanno sul nostro territorio, probabilmente ci troveremmo di fronte ad una grande difficoltà di tipo finanziario da farci considerare con molta attenzione questa possibilità che in ogni caso è esclusa dalla legge e dalla prassi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Aspettavo una conclusione dall'Assessore Vetrino dopo aver sentito la sua interpretazione, cioè che al secondo comma si dice: "Sono esclusi i risarcimenti dei danni alle foreste" e non si può dire: "rientrando le stesse nel ciclo della catena alimentare", perché da un punto di vista giuridico ci ha spiegato l'opposto.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Si può anche togliere quest'ultima frase. Per evitare equivoci - è questo l'oggetto dell'emendamento che pensavo di introdurre - propongo di aggiungere dopo la parola "foreste" le parole "e comunque alle aree boscate" e sopprimere "rientrando.., alimentare".



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 36 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 36 è approvato.
ART. 37 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 37 è approvato.
ART. 38 - Emendamento presentato dal Consigliere Paris e dall'Assessore Vetrino: l'art. 38 è così sostituito: "Art. 38 - Amici delle aree protette.
1. La Regione favorisce la costituzione di Associazioni private di Amici delle aree protette e ne indirizza l'attività al fine di conseguire i seguenti obiettivi: a) acquisizione di terreni inclusi nelle aree protette al fine di una loro valorizzazione naturalistica ed ambientale b) finanziamento di attività di tutela, di salvaguardia e di promozione delle aree protette.
2. I finanziamenti erogati dalle Associazioni di Amici delle aree protette, necessari al conseguimento degli obiettivi di cui al comma primo sono direttamente introitati dagli Enti di gestione dei parchi e delle riserve naturali previa autorizzazione della Giunta regionale ai sensi dell'art. 15 del DPR 24/7/1977, n. 616".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.
Emendamento presentato dal Consigliere Ala: al comma primo, seconda riga, dopo le parole "indirizza l'attività" aggiungere la parola "anche".
Tale emendamento viene ritirato dal proponente.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 38 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri.
L'art. 38 è approvato.
ART. 39 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri.
L'art. 39 è approvato.
ART. 40 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri.
L'art. 40 è approvato.
ART. 41 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri.
L'art. 41 è approvato.
ART. 42 - Emendamento presentato dal Consigliere Ala: al comma primo, le parole "31 dicembre" sono sostituite dalle parole "31 gennaio" al termine del primo comma aggiungere le parole "relativamente all'anno precedente".
Tale emendamento viene ritirato dal proponente.
Emendamento presentato dal Consigliere Paris e dall'Assessore Vetrino a cui si aggiunge la firma del Consigliere Ala: l'art. 42 è così sostituito: "Art. 42 - Relazioni annuali.
1. Gli Enti di gestione delle aree protette redigono entro il 31 gennaio di ogni anno una relazione sulle attività dell'anno precedente che evidenzi lo stato di attuazione delle iniziative gestionali, dei piani di gestione di cui al Capo III, delle attività del personale e della spesa.
2. Le relazioni di cui al precedente comma sono inviate al Presidente della Giunta regionale, all'Assessore regionale ai parchi naturali, al Presidente del Consiglio regionale, al Comitato tecnico-scientifico di supporto alla politica regionale delle aree protette, ai Presidenti delle Province interessate, ai Sindaci dei Comuni ricadenti nel territorio dell'area protetta.
3. La Giunta regionale, sulla base delle relazioni degli Enti di gestione, redige una relazione generale riassuntiva che illustri l'attività regionale complessiva in materia di aree protette e ne riferisce al Consiglio regionale.
4. La relazione di cui al comma terzo è inviata agli Enti di gestione delle aree protette regionali ed è pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 42 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri.
L'art. 42 è approvato.
ART. 43 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri.
L'art. 43 è approvato.
Prima di procedere alla votazione dell'intero testo della legge passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Gruppo PCI voterà a favore della legge. Contemporaneamente vogliamo esprimere una certa tristezza per averla discussa in tre spezzoni con grande disattenzione non solo del Consiglio, ma soprattutto della comunità piemontese, che pure a questa legge si era appassionata, e della stampa che non pare avere rilevato il senso del lungo lavoro svolto prima dalla Commissione e poi dal Consiglio.
Spiace perché si tratta di una delle politiche chiave della Regione Piemonte, sulle quali la stessa ha indubbiamente un ruolo leader in Italia e meriterebbe di essere ascoltata nel momento in cui va ad attuare una riforma della propria legge generale che tende a recepire alcuni elementi dell'ormai lunga e complessa esperienza che ha fatto nella gestione dei parchi. Nel momento in cui si sta discutendo una normativa a livello nazionale, che si scontra con molti dei problemi che noi abbiamo vissuto e cercato di tradurre in modifiche del testo legislativo, sarebbe stata interessante una maggiore attenzione complessiva esterna al nostro dibattito.
Il nostro voto è favorevole anche se siamo preoccupati di alcune possibili sbavature che si sono prodotte nel complicato iter, la cui interruzione frequente ha reso difficile avere presente l'intero complesso dell'articolato, in particolare di fronte al rischio di un possibile rinvio da parte del Commissario del Governo che renderebbe molto arrischiata la riapprovazione della legge. In questo senso, ci resta una preoccupazione perché tutte le modifiche che abbiamo dovuto apportare in aula rendono più fragile il testo legislativo, la sua compattezza e solidità di tecnica giuridica che è quella che potrebbe cadere sotto gli eventuali colpi del Commissario del Governo. Speriamo che ciò non avvenga e con il nostro voto favorevole vogliamo anche testimoniare il fatto che non crediamo in alcun modo che da questo nuovo testo esca indebolita la politica dei parchi, ma che anzi ne esca rafforzata.
La Regione Piemonte ha fatto sin dall'origine una scelta che a nostro avviso era giusta, cioè quella di lasciare legata la gestione delle aree a parco strettamente alle comunità locali e adesso con questa nuova legge anche a coloro che sono più interessati alla gestione stessa dei parchi coloro che vi vivono, con l'integrazione rappresentata dall'inserimento dei rappresentanti degli agricoltori e dei movimenti ambientalisti che si sono dimostrati in questi anni, attraverso continue segnalazioni sia di aree da tutelare sia di problemi che sorgevano nelle aree già tutelate, i soggetti sociali più interessati alla politica dei parchi stessa. Questa integrazione è un doveroso riconoscimento a chi in termini a volte polemici, ma non sempre, o in termini di passione ha dato un contributo di fatto già dall'esterno e adesso viene inserito a titolo pieno nella gestione di queste aree.
Riteniamo anche che malgrado le preoccupazioni del collega Marchini sia giusto e sensato, di fronte ad un progetto di allargamento importante delle aree tutelate che è contenuto nelle dichiarazioni generali della legge (l'intento ciò di raggiungere l'obiettivo indicato dalla CEE della tutela del 10% del territorio regionale), proporsi non solo obiettivi di tutela naturalistica rigida, ma anche obiettivi di possibile fruizione da parte della popolazione piemontese e non solo, quindi anche di ricadute economiche per le comunità interessate. Non crediamo che nel momento in cui l'estensione delle aree diventa consistente ciò comporti dei rischi per i territori tutelati. Se mai questo dovesse avvenire non ci sono difficoltà ad irrigidire alcune norme di fruizione e quindi tutelare le aree che si rivelassero a sovraccarico e di questo comunque invitiamo l'Assessore a farsi eventualmente parte attiva nella verifica, ma finora non ci risulta che ci siano situazioni di sovraccarico di utilizzo tali da mettere in pericolo l'integrità delle aree tutelate.
Questa legge si propone di fare della politica dei parchi non solo una politica di tutela, ma anche una politica attiva di valorizzazione che ci pare non contrasti minimamente con gli obiettivi prioritari che restano quelli della tutela.
Malgrado la disattenzione che lamentavo prima ad una più attenta meditazione sul senso di tutta questa operazione, potrà venire un consenso dall'esterno e una collaborazione maggiore alla gestione della legge di quanto non sia stata forse quella alla discussione in aula.
Confermo in conclusione il voto favorevole del Gruppo comunista all'intero testo della legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, il passo verso il quale ci avviamo è molto importante e caratterizza uno dei traguardi di questa legislatura. Credo che la Giunta se ne debba fare carico in senso meritorio con molta soddisfazione e il Gruppo DC si unisce a questa soddisfazione avendo contribuito consistentemente ai risultati che si sono raggiunti finora.
Ricordo che la DC fin dal 1986 (esattamente il 31 luglio) presentò una proposta di modifica alla L.R. n. 43 e credo sia giusto vengano ricordati anche i presentatori: Penasso, Paris, Nerviani, Quaglia, Petrini e Villa.
Questa iniziativa generò altre iniziative da parte di altri Gruppi e la DC aveva caratterizzato in quella proposta iniziale la sua posizione soprattutto con riferimento agli aspetti più propriamente normativi che caratterizzavano la presenza in queste realtà di attività economiche che dovevano trovare un giusto contemperamento con l'esigenza di valorizzazione e tutela delle aree stesse.
Il dibattito che è seguito ed anche la posizione politica del nostro Gruppo, hanno contribuito a determinare da parte della Giunta una posizione di più ampio respiro rispetto alla proposta nostra iniziale e forse anche di quelle che erano seguite da parte di altri Gruppi. Questo maggiore respiro ha soprattutto investito nella proposta della Giunta la dimensione gestionale, cioè la razionalizzazione di tutte quelle strutture che nella realtà piemontese caratterizzano la gestione di aree piccole e non già la gestione di aree vaste. Questa caratteristica credo debba essere recuperata in tutta la sua validità e in tutta la sua valenza, proprio perché si tratta di una realtà geografica, sociale ed economica, che con riferimento anche all'immodificabile del territorio, che è il territorio dei parchi da valorizzare e da non trasformare, ha caratteristiche che non possono essere alterate, ma che debbono essere comunque conservate.
Ecco che quindi dalla proposta della Giunta si è pervenuti al dibattito in Commissione. Mi piace qui ricordare come di fatto i giochi si siano azzerati in quel momento e quindi il lavoro della Commissione e di tutte le forze politiche abbia contribuito ad un nuovo testo che è consistentemente diverso sia dalle proposte iniziali dei Gruppi sia da quella della Giunta e che è approdato ad un sostanziale traguardo che rappresenta un salto qualitativo nel patrimonio di affinamento legislativo che caratterizza questa tornata legislativa.
Le novità introdotte sono già state ricordate dai relatori Paris e Bresso. La prima è la sottrazione dall'incubo della scadenza della reiterazione dei vincoli dei piani dei parchi che aveva caratterizzato anche politicamente la fase finale del dibattito tra le forze politiche. La possibilità di ripetere ancora una volta i vincoli e comunque di mirare ad un traguardo finale rispetto a questa classificazione ha sollevato molte ipoteche ed ha sbloccato tutta una serie di proposte, non ultima quella relativa al Parco fluviale del Po che auspichiamo possa approdare anch'essa quanto prima in quest'aula per una conclusione.
La seconda innovazione riguarda la classificazione e l'istituzione.
Gli artt. 5 e 6, pur non essendo stati molto consistentemente modificati dal punto di vista formale, hanno però subìto delle variazioni che sono fondamentali, perché la novità introdotta di fatto istituisce la deistituzionalizzazione di aree vaste e riconferma la istituzionalizzazione di aree sensibili di ridotte dimensioni, ma tali da essere oggetto di quei consistenti interventi, anche di investimenti che tutti invocavamo.
Investimenti perché il territorio si valorizza non solo nominalisticamente ponendo dei vincoli, ma apportandovi poi quei contributi di studio e di rivisitazione critica, e quindi investimenti economici che consentano di lasciare il patrimonio all'effettiva fruizione della comunità piemontese e nazionale.
Questa novità non vuol dire però deregolamentazione, perché l'istituto che riguarda la norma non è stato intaccato nella sua validità; è stata introdotta la possibilità di regolamentare, anche nell'ambito della pianificazione territoriale ed urbanistica, aree sensibili che necessariamente non richiedono quell'attenzione di rivisitazione critica delle aree più ristrette, delle aree naturalistiche, che sono classificate sì come aree a parco, ma che non esigono una regolamentazione eguale a quella che inizialmente era stata prevista nella L.R. n. 43. Quindi abbiamo innovato nella direzione dell'allargamento delle aree da tutelare e nella direzione della razionalizzazione delle strutture di gestione, nel senso di non creare degli enti che non abbiano poi la capacità n territoriale geografica né da un punto di vista economico e di strutture di poter operare quel controllo che è necessario.
Esprimiamo soddisfazione per queste conclusioni, per il merito delle iniziative assunte fin dal 1986 ed anche per quegli di affinamenti normativi ai quali, in particolare, si è dedicato il collega Paris che hanno sostanzialmente mirato a rendere questo nuovo testo, senza alcun limite di dubbio, valevole per armonizzare la compatibilità delle attività economiche ed agricole esistenti nelle aree sensibili con quelle nuove attenzioni che si pongono sia nella direzione della tutela e della salvaguardia dell'ambiente fisico e dell'ambiente antropizzato della fauna e della flora, e di tutte le altre componenti che rappresentano, per la nostra variegata realtà piemontese, una serie di problemi che continueranno ad incombere come esigenze di grande valore per il ruolo della Regione.
Termino sottolineando come, anche all'interno di queste attenzioni di carattere normativo, sia stata ricordata l'esigenza di far corrispondere mezzi finanziari necessari alle nuove istituzioni di aree protette all'individuazione di nuove aree da affidare ai Comuni come tipo di tutela all'interno della pianificazione territoriale, o comunque di tutelare con strumenti che potrebbero essere affidati ad altri livelli istituzionali, ma non necessariamente agli enti parco, per conseguire tangibili risultati.
Ecco che in questo quadro la dimensione del consenso si allarga, e l'approvazione di questa legge rappresenta un salto di qualità legislativo.
Riteniamo di aver dato un contributo per proteggere e valorizzare maggiori aree, senza appesantimenti gestionali e normativi, e soprattutto senza il non coinvolgimento, che per noi rimane determinante, delle responsabilità delle comunità locali. Riteniamo di aver dato un riscontro sia alle esigenze degli operatori delle attività agricole, sia di quanti ambientalisti e fruitori a vario titolo di questa realtà si riconoscono in questo patrimonio. Quindi questo riconoscimento doveva avere, anche da parte della Regione, una legittimazione che fosse, dal punto di vista della coerenza delle politiche sui parchi, pienamente conseguente.
L'aver fatto corrispondere a questa dilatazione geografica dei perimetri soluzioni maggiormente rispondenti alla nuova realtà che viene facendosi strada in queste aree sensibili, è un traguardo che doveva essere sottolineato e al quale la DC, con l'apporto del suo relatore e del lavoro in Commissione, crede di aver dato un contributo sostanziale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

Signor Presidente, ho avuto già modo, nel corso del dibattito, di esprimere il giudizio positivo su questa legge, ricordando (forse a me stesso) quanto invece sia stato, nel tempo, prevenuto sulla politica dei parchi: certamente per come i parchi sono stati gestiti, quanto meno taluni parchi, senza dare quelle risultanze che sono nell'attesa degli stessi principi che informano la politica per la salvaguardia dell'ambiente.
Confermo questo giudizio dopo l'iter che ha avuto il disegno di legge che sta per diventare legge della Regione, rivisto, in talune parti attraverso una serie di emendamenti che, filtrati in sede di Commissione hanno raddrizzato taluni aspetti che rendono questa legge ancora più accettabile.
L'attesa comunque del Gruppo MSI è che nel tempo futuro ci si convinca che la gestione del territorio attraverso le riserve naturali, i parchi non può essere del tutto delegata, nel senso che si lascia alla gestione locale una politica senza alcun controllo effettivo, oltre il necessario controllo dei bilanci; controllo che è fondamentale, perché attraverso la verifica della spesa si potrà sempre evincere la bontà della gestione di una legge.
Sembrava che quando è stata annunciata la revisione della L.R. n. 43 potesse insorgere una vera e propria guerra di interessi locali contro il disegno della Regione di accorpare i parchi, non soltanto per una ragione di economicità, ma credo soprattutto per una migliore razionalizzazione della gestione delle aree protette in genere. Certamente in quell'occasione è stato evidente che gli interessi particolari degli eletti di secondo grado potessero mallevare attraverso i rigagnoli della politica talune rivalse nei confronti del diritto acquisito. Però poi tutto si è sfumato tant'è che la collega Bresso ha lamentato la scarsa eco avuta nella stampa come per dire il poco interesse della pubblica opinione. A me sembra che in effetti, essendo poi stati posti di fronte alla probità della legge, le rivalse non hanno più potuto avere vero ed effettivo luogo e quindi credibilità. Persino talune richieste di non accorpamento sono state accettate, anche se non è precluso che nel tempo, quando ci sarà il cosiddetto parco delle Alpi Marittime, questi accorpamenti dovranno comunque pure accadere.
Dispiace, nella fattispecie, di non avere potuto accogliere - tant'è che io non ne ho fatto espressa richiesta né in sede di Commissione né in Consiglio l'attesa del Parco dei Lagoni di Mercurago di non collegarsi con il Parco del Ticino. Dispiace perché in effetti quella zona avrebbe meritato un'attenzione di questo genere.
Tuttavia voglio spiegare perché non me ne sono assunto l'onere visto che fra l'altro ho ricevuto una espressa richiesta telegrafica in tal merito. Io sono ancora convinto di dovere dare un ulteriore giudizio negativo al Parco del Ticino. Ho fatto taluni conti e mi sono detto che se al Parco del Ticino andranno ad aggiungersi ben dodici Consiglieri espressi dai Consigli comunali di Arona, Dormelletto, Regio Castello e Comignago e se sarà possibile che taluni di coloro i quali dovranno essere indicati dal Consiglio regionale e dalla Provincia di Novara per le varie professioni e per le varie rappresentanze, bene, nel Parco del Ticino, non tanto e non certo per mallevare le ragioni del Parco dei Lagoni, ci sarà una presenza di rappresentanti tale e nuova da farci sperare che in quel Consiglio di amministrazione qualche cosa di nuovo possa accadere, quanto meno per una migliore gestione del Parco del Ticino.
Altra considerazione che desidero fare è che, avendo istituito adesso gli enti strumentali, la loro marcata autonomia a rilevanza esterna potrà farci credere che l'impegno di quegli amministratori nei confronti della Regione Piemonte avrà un aspetto di maggiore collegamento per l'osservanza di tutto ciò che sul piano giuridico-politico è rappresentato nella politica di secondo grado della gestione del territorio.
Ci attendiamo dunque che la legge sia applicata con la coscienza dovuta dagli amministratori locali e che queste Amministrazioni costituiscano nel tempo un rendimento tale da consentire alla stessa Regione di avviare iniziative per la salvaguardia di ulteriori territori in modo da avere un quadro più completo della politica ecologica che questa Regione affronta nel confronto con altre Regioni d'Italia.
Confermo quindi il voto favorevole del Gruppo MSI-DN per quanto fin qui espresso.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 36 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.
A seguito della legge testé votata sono stati presentati quattro ordini del giorno.
Per quanto riguarda il primo, che è firmato da tutti i Gruppi, propongo che venga posto immediatamente in votazione. Per quanto concerne invece gli altri ordini del giorno, che riguardano in particolare i Parchi di Palanfrè e della Mandria, ritengo debbano essere prioritariamente illustrati dai proponenti e quindi posti in votazione.
Non essendovi osservazioni pongo in votazione l'ordine del giorno n.
751 che è stato sottoscritto da tutti i Gruppi, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte in occasione dell'approvazione della legge relativa alle 'Nuove norme in materia di aree protette' considerato che in tale legge sono contenuti principi ed impegni estremamente importanti per l'avvio di una politica dei parchi capace di contemperare ed armonizzare le esigenze di tutela ambientale, naturalistica e paesaggistica del territorio con il mantenimento, la qualificazione, la valorizzazione e lo sviluppo dell'agricoltura e di altre significative attività economiche nelle aree protette rilevato che tali principi e tali impegni sono soggetti al rischio di rimanere a livello di 'buone intenzioni' a causa degli inadeguati stanziamenti previsti dal bilancio regionale impegna formalmente la Giunta regionale: a) a compiere scelte coerenti e coraggiose che consentano - già in sede del prossimo assestamento di bilancio e comunque nella predisposizione dei bilanci futuri - di far fronte, con congrui stanziamenti, agli impegni contenuti nella nuova legge b) ad istituire appositi capitoli di spesa finalizzati - in particolare all'attivazione degli artt. 34 (contributi per il mantenimento ed il ripristino delle caratteristiche ambientali e paesaggistiche), 35 (promozione della cooperazione socio-economica), 37 (indennizzi per danni economici) e 40 e chiede al Governo nazionale ed al Parlamento, in sede di disposizioni della legge nazionale sui parchi, di prevedere adeguati finanziamenti per i parchi regionali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
Passiamo ora all'ordine del giorno n. 752 presentato dai Consiglieri Bresso e Adduci relativo alla necessità di unificare i Parchi dell'Argentera e del Bosco e dei Laghi di Palanfré. Poiché anche su questo documento c'è l'intesa di tutti i Gruppi, se non vi sono richieste di parola, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 752, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte ravvisata la necessità di unificare i Parchi dell'Argentera e del Bosco e dei Laghi di Palanfr impegna la Giunta ad operare affinché: l'Ente di gestione dei parchi e delle riserve naturali delle Alpi Marittime sia insediato non appena anche la costa occidentale del Vallone del Sabbione, che separa attualmente la Riserva naturale del Bosco e dei Laghi di Palanfrè dal Parco naturale dell'Argentera, sarà effettivamente vincolata a parco regionale, a norma delle disposizioni in materia ritiene opportuno che l'ampliamento sia inserito nella prima modifica del Piano dei parchi auspica che lo Statuto dell'Ente di gestione dei Parchi e delle Riserve naturali delle Alpi Marittime, oltre a garantire su tutta l'area di sua competenza indirizzi programmatici uniformi, preveda idonee modalità per assicurare a ciascuna delle aree gestite dagli attuali Enti parco autonomia gestionale finanziaria".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
Passiamo ad esaminare l'ordine del giorno n. 755 relativo al Parco della Mandria presentato dai Consiglieri Carletto, Gallarini, Bara, Ferrara e Marchini.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ala. Ne ha facoltà.



ALA Nemesio

Signor Presidente, preliminarmente faccio una proposta e se trovo due colleghi che la sostengono chiedo che venga posta ai voti: se il Regolamento lo consente, chiedo che i due ordini del giorno sulla Mandria non siano posti in votazione.
In secondo luogo non posso che rilevare una netta caduta di tono, una volta finita la discussione sulla legge dei parchi. Se il punto di approdo del lavoro che tutti ci siamo detti unanime, collettivo e responsabile, non appena approvata la legge è questo, cioè una sostanziale "deregolamentazione", allora credo di essermi sbagliato nell'interpretare il lavoro in Commissione e in aula relativo alla legge ed il significato delle parole degli articoli che stavamo votando.
Ritengo che gli argomenti oggetto di questi ordini del giorno siano di tale rilevanza da non poter essere trattati ora, in questa sede ed in questo contesto. Quindi chiedo che i due ordini del giorno non siano messi in votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Signor Presidente, assolvo all'impegno formale di chi parla contro la proposta del Consigliere Ala. La maggioranza non è d'accordo a non votare questi ordini del giorno, perché se sono stati stesi, in particolare se la maggioranza ha steso un ordine del giorno su questo argomento, è perché lo riteneva congruente con le materie delle quali stavamo discutendo. Avendo approvato la variazione della legge n. 43 non riteniamo di avere n cadaveri nell'armadio, né alcun complesso di colpa nell'affrontare questo argomento; lo proiettiamo tra l'altro in una fase successiva, quindi non c'è proprio nulla che possa indurre a fare delle considerazioni catastrofiche sul fatto che si affronti questa materia.
Si dice nell'ordine del giorno che la materia relativa alla regolamentazione di quest'area del pre-parco della Mandria può essere oggi affrontata alla luce di nuove disposizioni, che sono state votate, e credo che con tutto ciò non si dica nulla di stravolgente. Pertanto noi chiediamo che gli ordini del giorno vengano posti in votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Signor Presidente, la questione della Mandria è complessa. In questo senso noi concordiamo con la proposta di Ala. Abbiamo presentato anche noi un ordine del giorno perché è una questione di grande rilevanza e, letto quello della maggioranza, su cui abbiamo una serie di forti perplessità abbiamo ritenuto doveroso presentare sull'argomento la nostra posizione.
Pensiamo però come Ala che sarebbe sbagliato discuterlo oggi, perché non si tratta di un argomento che possa essere sviscerato in poco tempo; se si intende discuterlo vogliamo far presente che bisogna prendere il tempo necessario perché su questa questione vogliamo capire qual ' la posizione dell'Assessore. La questione va illustrata bene e va chiarito che cosa vuol dire esattamente l'ordine del giorno della maggioranza che è tutt'altro che chiaro e richiede una discussione che non può essere limitata.
Pertanto, siccome in realtà il tempo è poco e ci sono problemi che urgono, saremmo d'accordo non a rinviare sine die la discussione, ma a fissare, partendo dai due ordini del giorno e da eventuali altri che volessero essere presentati, una discussione più approfondita, con il tempo necessario e con un'illustrazione della Giunta sulla situazione reale del Parco della Mandria.
Abbiamo avuto in questo periodo la proposta di iniziativa dei Sindaci e l'iniziativa dell'Associazione in difesa del parco. C'è un interesse complessivo della comunità piemontese, che peraltro meriterebbe che si facesse una discussione in un momento in cui tutti fossero avvertiti e ovviamente con la dovuta ampiezza. Da questo punto di vista, non negando il fatto che si possa discutere e votare un documento, ma invitando a farlo nella maniera corretta, sufficientemente approfondita ed articolata saremmo anche noi d'accordo a non procedere alla votazione e se venisse accettata questa posizione chiederemmo all'Assessore di illustrare con una breve relazione la situazione. Se così non fosse, chiederemmo comunque all'Assessore di pronunciarsi spiegando la situazione, i problemi che a suo avviso realmente si pongono e che cosa significhi, da quel punto di vista questo ordine del giorno della maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Signor Presidente, le faccio osservare che questi documenti non sono iscritti all'o.d.g.



PRESIDENTE

Ma sono connessi alla legge.



MONTEFALCHESI Corrado

Questi ordini del giorno non sono iscritti formalmente all'o.d.g. della seduta. Non mi sembra che questi documenti siano connessi alla legge precedentemente discussa e votata, nel senso che un ordine del giorno connesso ad una legge è un ordine del giorno che tende a manifestare chiarimenti rispetto alla legge, ma questo tratta di un argomento completamente diverso, è un argomento riferito alla legge istitutiva del Parco della Mandria, quindi non c'entra nulla con questa legge! Si tratta pertanto di un argomento a se stante e come tale va iscritto all'o.d.g.



PRESIDENTE

Consigliere Montefalchesi, l'ordine del giorno che stiamo discutendo fa riferimento alla legge che è stata approvata e recita testualmente: "Si impegna ad attuare prontamente il nuovo regime normativo ed autorizzativo introdotto dalla presente proposta di legge con la prossima modifica della L.R. n. 54/78 per la parte riguardante il pre-parco della Mandria nell'ovvio rispetto della legislazione statale che disciplina la tutela ambientale nella medesima area".
Pongo quindi in votazione la proposta dal Consigliere Ala di non passaggio ai voti di tale ordine del giorno.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinta con 12 voti favorevoli, 23 contrari e 1 astensione.
Ha pertanto la parola il Consigliere Picco per illustrare l'ordine del giorno n. 755.



PICCO Giovanni

Ho ricevuto l'incarico da parte della maggioranza di illustrare il documento dalla stessa presentato che recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto dell'approvazione unanime del terzo comma dell'art. 6 del presente progetto di legge che introduce la possibilità di istituire aree protette con deliberazione del Consiglio regionale e conseguente 'regime normativo ed autorizzativo.., disciplinato all'interno degli istituti di pianificazione territoriale o di pianificazione urbanistica' vista la proposta di modifica alla L.R. n. 54/78 presentata dai Comuni di Druento, Fiano, Givoletto, La Cassa, Robassomero, Val della Torre, Vallo, Varisella e dalla Comunità montana Val Ceronda e Casternone tendente ad introdurre nel presente progetto di legge in discussione la modifica del regime vincolistico gravante sul pre-parco della Mandria si impegna ad attuare prontamente il nuovo regime normativo ed autorizzativo introdotto dalla presente proposta di legge con la prossima modifica della L.R. n. 54/78 per la parte riguardante il pre-parco della Mandria, nell'ovvio rispetto della legislazione statale che disciplina la tutela ambientale nella medesima area".
Quindi, l'ordine del giorno richiama semplicemente una consequenzialità per ora politica e non assolutamente operativa. La consequenzialità non pu essere formalizzata se la Giunta o chi altro si farà carico di una proposta di legge modificativa della L.R. n. 54/78. Nella misura in cui vaste aree da tutelare possono essere disciplinate non necessariamente all'interno della gestione dell'Ente parco, ma all'interno della normativa di carattere territoriale o urbanistico, che si dia atto da un lato e conseguenza dall'altra a questo principio, credo sia perfettamente congruente con gli argomenti che abbiamo affrontato questa mattina votando nel testo finale la modifica alla legge n. 43. Quindi, signor Presidente, l'illustrazione è di per sé scontata: si tratta semplicemente di una consequenzialità politica perché dal punto di vista operativo si richiederanno proposte legislative di modifica alla legge n. 54 e quindi tutto ciò che attiene poi ai contenuti eventuali o modifiche di regimi normativi, lo si discuterà in quella sede. Credo sia del tutto inopportuno paventare pericoli di lacerazione degli obiettivi della legge n. 54 in questa sede.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Concordo con il collega Picco in quanto il testo dell'ordine del giorno formalmente dice che si intende applicare la legge; però l'ordine del giorno, al secondo capoverso recita: "vista la proposta di modifica alla L.R. n. 54/78 presentata dai Comuni". Il testo proposto dai Comuni è in forte contraddizione anche con la legge che abbiamo approvato, tant'è vero che dice che le aree classificate come pre-parco rimangono in funzione come aree di salvaguardia, che immagino voglia dire vengono trasformate in aree di salvaguardia, peraltro a regime identico, quindi non cambierebbe niente ai sensi della nostra legge. Nell'interpretazione di Comuni però ci significa che le norme del piano dell'area relativa a tali zone hanno efficacia fino all'approvazione del Piano regolatore, mentre l'interpretazione che è stata data in molte occasioni anche su altre questioni dall'Assessore - che peraltro mi pare l'unica ragionevole - è che nelle zone di salvaguardia vige il piano stesso dell'area e il regime autorizzativo spetta ai Comuni che abbiano un Piano regolatore, approvato anche dalla Regione, conforme al piano stesso dell'area che è cosa completamente diversa.
Quindi, a nostro avviso, nell'ordine del giorno c'è un forte equivoco probabilmente voluto, poiché nel richiamare una proposta di legge totalmente incompatibile con la normativa attualmente approvata poi dice di volere rispettare la legge, cosa evidente.
Seconda questione. Nell'ordine del giorno si preannuncia l'intenzione di utilizzare la legge in un modo che non è per nulla scritto nella legge stessa, nella quale all'art. 6 si dice che "le zone di pre-parco, le zone di salvaguardia e le aree attrezzate possono essere istituite con legge regionale ovvero con deliberazione del Consiglio regionale; in quest'ultimo caso il regime normativo ed autorizzativo è disciplinato all'interno degli strumenti di pianificazione territoriale o di pianificazione urbanistica".
E' sempre stato così, peraltro anche nella legge precedente, poich nelle zone di salvaguardia le norme venivano dettate dal Piano del parco dopodiché i Piani regolatori dovevano assumerle e il regime autorizzativo diventava quello. Quindi, non esiste alcuna conseguenza dall'approvazione di una legge che consente anche di istituire le zone di salvaguardia con deliberazione in una situazione in cui le attuali zone di salvaguardia sono già istituite con legge.
A nostro avviso, è un equivoco voluto il richiamare una proposta di legge che è in aperto contrasto con la norma che abbiamo approvato.
Secondo punto, non c'è alcuna consequenzialità tra legge approvata e necessità di modificare un regime che è attualmente perfettamente coerente con la legge approvata. Per questa ragione il Gruppo PCI darà voto contrario.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Questa coda mi sembra che infici il clima costruttivo e collaborativo nel quale ci eravamo collocati durante il percorso non facile della revisione di questa legge. Tuttavia i due ordini del giorno sono assolutamente legittimi nel clima di lavoro nel quale ci siamo confrontati questa mattina. La Giunta potrebbe accoglierli entrambi, prima di tutto perché non sono contrastanti in quanto si collocano sullo stesso tema, ma impegnano poi la Giunta per argomenti diversi, e secondariamente sono accettabili nel senso che chiedono alla Giunta l'impegno a rispettare le leggi esistenti a livello nazionale o comunque a rispettare le leggi che questo Consiglio regionale si è dato. Francamente avrei delle difficoltà ad esprimere una posizione diversa della Giunta se non quella di totale accoglimento.
L'ordine del giorno del Gruppo PCI è più facile in quanto attiene ad una situazione stabilizzata, nel senso che siamo di fronte ad un Piano del parco approvato, pertanto è evidente che l'Assessore ai parchi non può che determinare le condizioni affinché tutte le iniziative previste in quel Piano vengano attuate.
Più complesso è l'ordine del giorno della maggioranza perché prefigura un'esigenza di intervento futuro che può essere di tipo deliberativo o legislativo per attuare il terzo comma dell'art. 6.
Non ho di fronte la proposta di legge dei Comuni, ma se ben ricordo quando la lessi ebbi la netta sensazione che sarebbe stato impossibile accoglierla anche sotto il profilo giuridico, nel senso che tendeva a variare il Piano del parco, mentre semmai è il Piano del parco che determina le condizioni per le variazioni da parte dei Piani regolatori.
Probabilmente il richiamo del secondo comma del documento della maggioranza va visto come sollecitazione della stessa alla Giunta e all'Assessore competente a partire dall'esigenza raccomandata con la proposta di legge per trovare una soluzione attraverso gli strumenti che sono possibili nelle nostre leggi e nello specifico nel terzo comma dell'art. 3.
Non so chi si occuperà di questa materia nella futura legislatura, se dovesse toccare a me partirei da questa considerazione: c'è una proposta ci sono delle esigenze, tuttavia vediamo come contemperare le stesse con gli strumenti che abbiamo, tenendo conto che questa materia è delicata sulla quale in passato si è discusso e che non possiamo nemmeno permetterci di svendere quando a livello europeo viene trattata e considerata con molta attenzione. E' un'attenzione che noi abbiamo cercato di aggiornare con il terzo comma dell'art. 6, ma che tuttavia dovremo continuare a gestire con la stessa responsabilità e con lo stesso senso di rigore con cui ci siamo impegnati fino a questo momento.
Quindi, lo spirito con cui l'Assessore ai parchi raccoglie la raccomandazione della maggioranza attraverso questo ordine del giorno è quello che ho cercato di individuare. Le osservazioni e le istanze delle popolazioni locali sono sempre sacrosante nella misura in cui consentono di portare avanti un progetto legittimo; quando invece vengono fatte richieste che sono improponibili è materia politica (la consequenzialità politica della quale parlava il Consigliere Picco) che vedremo nei mesi e negli anni a venire.
Il mio è un atteggiamento definitivo e rigoroso che non cambierò in qualunque parte di questo Consiglio io dovessi sedere negli anni a venire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Signor Presidente, gli ordini del giorno presentati sul contenuto di una legge, a norma di Regolamento, servono ad emanare direttive ed istruzioni alla Giunta per l'applicazione della legge stessa (è il caso dell'ordine del giorno della maggioranza).
Da una lettura attenta rilevo che l'ordine del giorno della maggioranza propone alla Giunta delle direttive e una modalità di applicazione della legge distorta. E' bene che tutti ne abbiamo consapevolezza perché l'ordine del giorno propone di applicare il regime normativo ed autorizzativo disciplinato all'interno degli istituti di pianificazione territoriale ed urbanistica, che riguarda unicamente le aree protette istituite con delibera del Consiglio regionale, anche ad un'area protetta che è istituita con legge. La legge è chiarissima: "Le aree attrezzate, le zone di pre parco e le zone di salvaguardia, possono essere istituite con legge regionale ovvero con delibera di Consiglio regionale: in quest'ultimo caso il regime normativo ed autorizzativo è disciplinato all'interno degli strumenti di pianificazione territoriale o di pianificazione urbanistica".
L'ultima parte della norma vale soltanto per le aree istituite con delibera di Consiglio, mentre l'ordine del giorno della maggioranza propone di applicare questa norma ad un'area istituita con legge. Secondo me questo documento dà alla Giunta una direttiva di applicazione distorta della legge e credo che ciò sia sufficiente perlomeno per soprassedere alla messa in votazione di questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Questa è la sua interpretazione, ma quella che è stata data dai presentatori è invece nel senso di un impegno rivolto alla Giunta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bresso. Ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Desidero svolgere una brevissima dichiarazione di voto.
Confermiamo il nostro voto contrario per le ambiguità che a nostro avviso oggettivamente questo ordine del giorno contiene, apprezzando peraltro le dichiarazioni dell'Assessore che invece tendono a dare un'interpretazione che noi riteniamo corretta. Malgrado ciò il nostro voto sarà contrario perché altre interpretazioni non ci sono parse altrettanto chiare.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 755 di cui ha dato lettura il Consigliere Picco.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 23 voti favorevoli, 13 contrari e 2 astensioni.
Passiamo infine all'ordine del giorno n. 756 presentato dai Consiglieri Adduci, Bresso e Montefalchesi.
La parola al Consigliere Adduci per l'illustrazione.



ADDUCI Donato

Desidero innanzitutto ribadire il nostro apprezzamento per l'intervento e le considerazioni svolte dall'Assessore Vetrino. A noi pare che, stante la delicatezza della materia relativa al pre-parco della Mandria ed al parco dell'area, l'apprezzamento debba essere sottolineato: lei si è comportato, Assessore, come uno di quegli angeli di cui parla Alexander Pope, lei ha "esitato" a mettere piede là dove "gli sciocchi si precipitano". Gli sciocchi non sono ovviamente i colleghi democristiani mi guardo bene dal considerarli tali, sono altri conosciuti sicuramente anche dai colleghi democristiani e che noi conosciamo benissimo.
Detto questo, a noi pare che i problemi relativi all'area del pre-parco della Mandria, quelli oggettivi e giusti, siano stati in qualche modo affrontati e risolti già dalla Giunta e dal Consiglio regionale. Mi riferisco certamente all'approvazione della legge che consente di risarcire i danni provocati dai cinghiali (danni che costituirono uno dei malcontenti sfruttati da quegli sciocchi di cui parlavo prima, anche se tali danni sono riconducibili ad altre motivazioni e ad altri interessi), ma anche e soprattutto alla legge n. 20 del 1989. Essa demanda ai Comuni l'assunzione di quelle iniziative a carattere urbanistico che consentono di risolvere i problemi dei cittadini, problemi che sono emersi durante la lunga gestazione e l'assestamento del parco e del pre-parco della Mandria. Devo a questo proposito qui pubblicamente dire che certi Sindaci, che tra l'altro hanno firmato l'emendamento che sta circolando e che per fortuna non è stato fatto proprio da nessuno, ma che comunque viene citato nella mozione della maggioranza, alcuni di questi Sindaci, dicevo, artatamente ritardano la concessione di concessioni - scusate il bisticcio di parole edilizie nell'area del pre-parco, richiamando nuovamente in causa l'iter burocratico precedente. Il perché è evidente: cercano di esasperare gli animi della gente quanto più è possibile, per fini non confessabili. E' vero che la materia è delicata, ma è anche vero che l'area intorno al Parco regionale della Mandria è appetibile, anzi appetibilissima ed anche appetita. Noi comprendiamo bene le ragioni per cui alcuni personaggi del posto siano particolarmente attivi ed interessati all'eliminazione del pre-parco.
Riteniamo peraltro che alcuni problemi siano ancora da risolvere all'interno del Parco regionale della Mandria e del pre-parco, ma si tratta di problemi, come noi abbiamo esplicitato nel nostro ordine del giorno, che derivano dalla mancata assunzione di tutte quelle iniziative che sono pur previste dal piano dell'area. Quindi anche la mancata valorizzazione di questo bene ambientale che è, lo sanno bene anche i colleghi della maggioranza, una unità unica, inscindibile e riguarda sia l'area attrezzata sia l'area del pre-parco, ne favorisce l'aggressione.
Noi riteniamo, conseguentemente, che lavorando per valorizzare a pieno la funzione del parco e del pre-parco, riusciremo a dare delle indicazioni positive su come un'area di particolare valore possa utilmente coniugarsi con le esigenze dei cittadini: esigenze didattiche, esigenze di conoscenza esigenze di vivere l'ambiente in modo diverso, nella consapevolezza della valorizzazione di un bene comune che deve comunque continuare ad essere tutelato.
Vorremmo, dunque, che la Giunta si impegnasse ad operare attivamente per realizzare il piano dell'area, facendo emergere il valore oggettivo di quell'area. Assessore, proprio per questo consegno a lei 4.000 firme di cittadini del posto i quali richiedono: 1) che non vengano accolte proposte di abolizione del vincolo del pre parco 2) che l'ente regionale proceda nell'ottica, già peraltro manifestata in passato, di reintegrare almeno in parte l'unità originale del pre-parco acquisendo tutte le aree private disponibili 3) che vengano realizzate le iniziative contenute nel piano dell'area 4) che comunque tutte le aree suddette vengano salvaguardate e protette da tentativi di speculazione.
Sono certo di lasciare queste firme in buone mani.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 756, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte richiamato il particolare interesse storico-ambientale proprio del contesto unitario ed inscindibile della parte recintata dell'area della Mandria, con la parte ad essa esterna opportunamente tutelata in quanto area di pre parco ricordato che i Comuni i cui territori insistono sul pre-parco hanno, in fase di variante al Piano regionale della Mandria, evidenziato alcune esigenze di natura urbanistica, accolte, nella quasi totalità, dalla Giunta regionale ricordato, altresì, che ai sensi della L.R. n. 20/89 e della legge approvata in data odierna contenente 'Nuove norme in materia di aree protette', la gestione del territorio è demandata ai Comuni, nell'ovvio rispetto della legislazione nazionale e regionale che disciplina la tutela ambientale nella medesima area i m p e g n a la Giunta regionale ad operare attivamente affinché vengano realizzate tutte le iniziative previste dal piano dell'area onde valorizzare pienamente la funzione del Parco e del pre-parco della Mandria".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 16 voti favorevoli e 23 astensioni.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

L'iter dei lavori può procedere in questo modo: potremmo passare alle nomine e successivamente all'iscrizione dell'ordine del giorno relativo all'IPRA che è stato firmato da tutti i Gruppi nonché di alcune deliberazioni che sono state licenziate all'unanimità dalle Commissioni competenti.
Per quanto riguarda gli altri punti all'o.d.g. che richiedono discussione questi vengono messi in calce al punto relativo all'ACNA.
La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Signor Presidente, io ribadisco a nome del Gruppo comunista la richiesta di iscrizione all'o.d.g. già avanzata la scorsa settimana dell'ordine del giorno relativo alla discarica di Santhià.


Argomento: Nomine

NOMINE


PRESIDENTE

In merito al punto 22) all'o.d.g. si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine.
Rete Telematica Piemontese S.p.A. "RTP" - Consiglio di amministrazione. Nomina di rappresentanti.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. La votazione risulta non valida per non aver riportato il quorum sufficiente.
Rete Telematica Piemontese S.p.A. "RTP" - Collegio sindacale. Nomina di un Sindaco effettivo.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Domenico Cabri.
SAIA S.p.A. - Consiglio di amministrazione. Nomina Presidente.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Pier Franco Ciana.



SAIA S.p.A. - Consiglio di amministrazione. Nomina di un

rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. La votazione risulta non valida per non aver riportato il quorum sufficiente.
Università di Torino - Consiglio di amministrazione. Nomina di un rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. La votazione risulta non valida per non aver riportato il quorum sufficiente.
Politecnico di Torino - Consiglio di amministrazione. Nomina di un rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. La votazione risulta non valida per non aver riportato il quorum sufficiente.
Fondazione ISI - Istituto per l'Interscambio Scientifico Collegio dei Revisori. Nomina di un Sindaco effettivo.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Luciana Viana.
Consorzio per la Ricerca e l'Educazione Permanente (COREP) Consiglio di amministrazione. Nomina di un rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletta la signora Emerenziana Felice.
Consiglio nazionale per l'ambiente - Nomina di un rappresentante regionale.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. La votazione risulta non valida per non aver riportato il quorum sufficiente.
Commissione regionale per il commercio - Sostituzione del Consigliere Tapparo.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. La votazione risulta non valida per non aver riportato il quorum sufficiente.
Commissione tecnica e di vigilanza farmaceutica - Provincia di Torino Nomina di un rappresentante in sostituzione della dott.ssa Martorana.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletta la signora Adriana Pissavini.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 748 riguardante la ristrutturazione aziendale alla IPRA di Pianezza e San Giorgio Canavese


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. l'ordine del giorno n. 748 presentato dai Consiglieri Calligaro, Carletto, Montefalchesi, Tapparo e Gallarini.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
Pongo pertanto in votazione l'ordine del giorno n. 748, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale rilevato che la Società IPRA, acquisita recentemente dal Gruppo VALEO ed avente unità produttive site nel Comune di Pianezza e San Giorgio Canavese ha presentato un piano di ristrutturazione aziendale comportante la riduzione occupazionale di 600 lavoratori sul totale di 900 visto che in data 26 gennaio 1990 presso la sede dell'Unione Industriale di Torino è stata raggiunta un'intesa tra la IPRA S.p.A. e le Organizzazioni sindacali con cui le parti concordano di individuare in un numero non superiore a 470 per l'anno 1990 le eccedenze derivanti dal piano di ristrutturazione e riorganizzazione, e convengono di individuare nella concessione della cassa integrazione guadagni straordinaria lo strumento in grado di far fronte a tali eccedenze anche per gli eventuali disimpegni di altro personale che si rendessero necessari negli anni 1991 e 1992 per il completamento del piano di ristrutturazione visto altresì che l'accordo prevede di dare corso all'attuazione di vari strumenti per superare le eccedenze, e le parti richiedono alla Regione di adoperarsi per favorire una rapida approvazione dell'istanza di CIGS, e di mettere a disposizione gli strumenti di cui dispone per favorire la mobilità dei lavoratori dà mandato alla Giunta regionale di: richiedere all'Ufficio regionale del lavoro di convocare un incontro tra le parti sociali e gli enti istituzionali e di rendersi promotore, così come richiesto dalle Organizzazioni sindacali, di un'ulteriore incontro presso il Ministero del Lavoro al fine di assicurare il più rapido e certo iter della pratica di CIGS, nonché la sua durata per l'intero periodo di ristrutturazione di mettere a disposizione gli strumenti disponibili quali le leggi regionali n. 53/89, n. 28/84 e n. 44/88, adeguatamente rifinanziate, per favorire la mobilità dei lavoratori e costituire cooperative di lavoratori favorire in ogni modo presso gli enti istituzionali la pratica di CIGS e la ricollocazione dei lavoratori".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.


Argomento: Tossicodipendenza

Esame proposta di deliberazione n. 1295: "Riconoscimento come Ente ausiliare, ai sensi della legge 22/12/1975, n. 685 e della L.R. 23/12/1977 n. 62, dell'Associazione 'Comunità del Rocchino' per l'attività di riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti, svolta presso la sede operativa Comunità del Rocchino - Via Rocchino n. 30 - Serole'"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 1295.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione la deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Tossicodipendenza

Esame proposta di deliberazione n. 1296: "Riconoscimento come Ente ausiliare, ai sensi della legge 22/12/1975, n. 685 e della L.R. 23/12/1977, n. 62, dell'Associazione 'Le Patriarche' per l'attività di riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti, svolta presso la sede operativa Comunità San Rocco - Sessame (AT)"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 1296.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione la deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Tossicodipendenza

Esame proposta di deliberazione n. 1297: "Riconoscimento come Ente ausiliare, ai sensi della legge 22/12/1975, n. 685 e della L.R. 23/12/1977, n. 62, dell'Ente morale 'Piccola Casa della Divina Provvidenza - Cottolengo' per l'attività di riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti, svolta presso la sede operativa Comunità terapeutica Cascina Roché, Via San Pietro Val Lemina n. 28, Pinerolo"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 1297.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione la deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Tossicodipendenza

Esame proposta di deliberazione n. 1298: "Riconoscimento come Ente ausiliare, ai sensi della legge 22/12/1975, n. 682 e della L.R. 23/12/1977, n. 62, dell'Associazione 'Comunità il Punto' per l'attività di riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti, svolta presso la sede operativa Comunità Il Punto, Via Rovella n. 4, Bioglio"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 1298.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione la deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Tossicodipendenza

Esame proposta di deliberazione n. 1299: "Riconoscimento come Ente ausiliare, ai sensi della legge 22/12/1975, n. 685 e della L.R. 23/12/1977 n. 62, dell'Associazione 'Centro Torinese di Solidarietà' per l'attività di riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti, svolta presso la sede operativa Comunità terapeutica Notre Dame, Piazza San Martino n. 7 Baldissero Canavese"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 1299.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione la deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1305: "USSL subcomunale TO VIII di Torino. Deliberazione del Consiglio comunale n. 4311 del 24/10/1989. Adeguamento organico per la divisione di diabetologia"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 1305.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione la deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame progetto di legge n. 596: "Integrazione della L.R. 7/6/1989, n. 34 (Disciplina dello stato giuridico e del trattamento economico del personale regionale in attuazione dell'accordo sindacale di comparto, per il triennio 1985/1987)"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. il progetto di legge n. 596.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Relatore è il Consigliere Martinetti che ha pertanto la parola.



MARTINETTI Bartolomeo, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, questo disegno di legge deve permettere di risolvere alcuni problemi che le procedure concorsuali in corso, nell'ambito delle operazioni di ristrutturazione in atto, non hanno potuto né possono risolvere. E' stato individuato uno strumento normativo: l'introduzione nell'ordinamento regionale, sia pure in un arco di tempo limitato e legato ai tempi della ristrutturazione, di una disposizione già presente nell'ordinamento degli enti locali e quindi di enti facenti parte del medesimo comparto di contrattazione.
La norma proposta prevede, quindi, che nell'ambito dell'operazione di riorganizzazione la Giunta regionale individui quelle figure professionali il cui profilo, entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge stessa, in quanto acquisibile solamente in base a mansioni svolte all'interno dell'ente, debba essere riconosciuto mediante procedure concorsuali interne.
Si precisa che la norma si applica esclusivamente nel caso di profili professionali dalla III alla VIII qualifica compresa.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, si proceda alla votazione dell'articolato.
ARTICOLO UNICO - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'articolo unico è approvato.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1308: "USSL n. 72 di Tortona Deliberazioni dell'A.A.C., n. 9 del 28/7/1989, n. 10 e n. 11 del 15/9/1989 - Ampliamento organico dei servizi ospedalieri ed extraospedalieri"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 1308.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione la deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1311: "USSL subcomunale TO IV di Torino. Deliberazione del Consiglio comunale n. 4307 del 23/10/1989 - Deliberazione C, di G, n. 300 del 23/3/1989 Ampliamento pianta organica provvisoria per attivazione della divisione di otorinolaringoiatria"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 1311.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione la deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente - Formazione professionale

Esame progetto di legge n. 597: "Interpretazione autentica dell'ottavo comma dell'art. 34, L.R. n. 40/84, e disposizioni in merito al personale docente dei Centri di formazione professionale"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. il progetto di legge n. 597.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
Relatore è il Consigliere Martinetti che dà per letta la relazione.
Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 30 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo infine di iscrivere, come aveva richiesto il Consigliere Monticelli a nome del Gruppo comunista, l'ordine del giorno n. 741 dallo stesso Gruppo presentato in merito al progetto riguardante la costruzione di una discarica consortile per il sub-bacino di Santhià.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata con 32 voti favorevoli e 1 astensione.
Comunico che alle ore 14,30 è fissato un incontro con i Sindaci della Valle Bormida nella saletta adiacente l'aula.
Si conclude a questo punto la prima parte dei lavori del Consiglio.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 14,20 riprende alle ore 15,25)


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame progetto di legge n. 449: "Proposta di iniziativa del Consiglio regionale al Parlamento nazionale: Norme per la chiusura dell'ACNA di Cengio, per la bonifica e la rinascita della Valle Bormida e per lo sviluppo dei livelli occupazionali ambientalmente compatibili" Presentazione mozione pregiudiziale


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Esaminiamo ora il progetto di legge n. 449, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Prima di dare la parola al relatore, Consigliere Staglianò, comunico che i Consiglieri della maggioranza Marchini, Carletto, Tapparo e Gallarini hanno presentato una mozione pregiudiziale che in base all'art. 61 del Regolamento ho il dovere di mettere in discussione. Do pertanto lettura di tale mozione: "Il Consiglio regionale premesso che il Parlamento ha recentemente assunto nuove decisioni in merito al caso ACNA in ordine alla localizzazione dell'impianto Re-Sol e all'attivazione di un sistema di monitoraggio per il controllo delle condizioni ambientali nel sito dell'ACNA e nella Valle Bormida e per il controllo dei cicli produttivi dell'azienda nonché degli altri aspetti connessi alla bonifica dell'area considerato che tali novità non sono sufficienti, allo stato attuale, per modificare le determinazioni già assunte nei precedenti ordini del giorno dalla Regione Piemonte in quanto necessitano un approfondimento di merito e adeguate garanzie in ordine alle determinazioni della Regione Liguria per l'individuazione del sito per l'impianto Re-Sol ed in ordine a tempi e modi di attuazione che consentano un preventivo controllo considerato altresì che, per quanto esposto, nella presente condizione non è possibile esprimere una compiuta e motivata decisione in relazione al progetto di legge n. 449 in discussione d e c i d e l'inversione dell'ordine del giorno della odierna seduta, con spostamento del presente punto all'ultimo posto dello stesso ordine del giorno impegnando la Giunta regionale, in coerenza con quanto in premessa esposto ad avviare nella Conferenza Stato-Regioni un confronto con il Governo al fine di ottenere gli approfondimenti e le garanzie richieste ed a riferire preventivamente al Consiglio regionale per le eventuali ulteriori decisioni".
La parola al Consigliere Carletto che illustra tale mozione.



CARLETTO Mario

Brevemente illustro la mozione presentata dai Capigruppo di quattro partiti della maggioranza.
Con questa mozione, signor Presidente, partendo da una premessa che sembra doverosa, che è quella di considerare che il Parlamento ha recentemente assunto delle decisioni su proposta del Governo in ordine alla questione ACNA e avendo il Parlamento stesso messo nella sua risoluzione dei paletti in ordine ad una serie di questioni che molto velocemente richiamiamo, ma che sono quelli conosciuti e che giustamente preoccupano noi e le popolazioni (mi riferisco alla questione della localizzazione dell'impianto Re-Sol), noi sosteniamo che non è sufficiente che si dica che il Re-Sol non verrà più collocato all'interno dell'area dell'azienda; non è sufficiente che si dica che non verrà collocato in Valle Bormida. Vogliamo sapere dove verrà collocato - pare in Regione Liguria ma anche rispetto alla localizzazione in Regione Liguria, la Regione Piemonte intende dare il suo giudizio e le sue valutazioni. Vogliamo conoscere bene il sistema di monitoraggio che viene proposto, quando e come parte e quali sono le condizioni di garanzia rispetto al fatto che questo monitoraggio per controllare le condizioni ambientali nel sito ACNA e complessivamente nella Valle Bormida sia scientificamente ineccepibile e possa dare i risultati che tutti noi vogliamo che dia.
Abbiamo citato il problema del controllo dei cicli produttivi dell'azienda e gli aspetti connessi alla bonifica dell'area, perché anche su questi aspetti riteniamo che debbano essere fatti degli approfondimenti: per esempio, se la bonifica dell'area sia utile che avvenga con l'azienda aperta o con l'azienda chiusa (cito questo aspetto, ma potrei citarne altri).
Queste premesse non possono essere sottaciute nel senso che sono elementi di novità che possono essere considerati parzialmente positivi o ancora negativi (questa è una valutazione successiva), ma che comunque ci sono, quindi noi premettiamo che queste novità emerse dal Parlamento debbono essere assolutamente definite ed approfondite perché ci siano le totali situazioni di garanzia che noi abbiamo sempre richiesto.
Fatta questa premessa, nella mozione noi consideriamo che le novità siano assolutamente insufficienti per consentire alla Regione Piemonte di assumere un pronunciamento diverso rispetto a quello che ha assunto in passato. Pur riconoscendo queste novità affermiamo che non ci sono le condizioni per modificare le determinazioni già assunte nei precedenti ordini del giorno dalla Regione Piemonte in quanto occorre approfondire gli aspetti che in premessa ho illustrato e che sono citati nella mozione.
Riteniamo altresì che oggi non ci siano le condizioni per avviare la discussione e la votazione del progetto di legge n. 449 per due ordini di ragioni. In primo luogo, il progetto di legge ha l'obiettivo preciso di proposta al Parlamento e riteniamo che nel merito di tutta la questione ACNA, riconfermando la Regione Piemonte la posizione assunta in passato e registrando le novità che dal Parlamento sono venute, non ci siano le condizioni per approvare il progetto di legge stesso. Peraltro, non ci pare che ci siano le condizioni per respingerlo perché tutta una serie di questioni occorre definirle puntualmente per riuscire a capire di più e meglio ciò che il Parlamento ha inteso dire nel suo provvedimento. Quindi noi proponiamo al Consiglio regionale l'inversione dell'o.d.g. previsto per l'odierna seduta con lo spostamento di questo provvedimento all'ultimo punto per segnare non un ritorno in Commissione che sarebbe inutile, nel senso che non c'è nulla da approfondire dal punto di vista del merito dell'articolato, ma per segnare una pausa di riflessione su una scelta che noi saremo nella condizione di assumere nelle prossime settimane non appena i chiarimenti che richiediamo fortemente ci consentiranno di agire con maggiore puntualità.
Il secondo aspetto che vogliamo sottolineare, signor Presidente, è che il progetto di legge è di proposta al Parlamento e quindi sappiamo che dal punto di vista concreto del merito, cioè della capacità di incidere di questo progetto di legge quand'anche fosse approvato dal Consiglio regionale, vale zero, cioè l'approvazione del progetto di legge non ha alcun effetto concreto immediato perché rimanda attraverso questa proposta al Parlamento il problema e quindi è il Parlamento che ne verrebbe investito nuovamente.
In una condizione di questo tipo ci pare velleitario che oggi il Consiglio regionale arrivi ad una discussione sul progetto di legge.
Proponiamo quindi di accantonarlo proprio per riuscire a capire meglio e a definire puntualmente tutti gli aspetti che non sono chiari sapendo che la posizione del Consiglio regionale, ribadita con molta chiarezza nella mozione, è di assoluta presa di posizione e conferma le posizioni assunte da questo Consiglio regionale nei mesi scorsi impegnando da questo punto di vista la Giunta regionale, in coerenza con tutte le premesse, ad un confronto con il Governo nella Conferenza Stato-Regioni proprio per riuscire a definire e a capire tutti i passaggi che devono essere approfonditi, ribadendo che la Giunta regionale non appena dovessero emergere ulteriori novità e dovessero essere proposte ulteriori decisioni in ordine alla vicenda ACNA informi immediatamente e preventivamente il Consiglio regionale affinché possa essere posto nella condizione di poter assumere eventuali ulteriori decisioni. In mancanza di queste, con la presente mozione i proponenti confermano le decisioni assunte da questo Consiglio nel passato e rimangono in attesa, dopo il confronto della Giunta nella Conferenza Stato-Regioni, di conoscere le novità sulle quali ci si potrà esprimere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Gli equilibrismi politici sono sempre un'arte difficile, quando poi il parto non riesce diventano delle vere e proprie ipocrisie. Credo che questo sia il caso in cui non siamo di fronte ad un capolavoro di equilibrismo politico, ma ad un capolavoro di ipocrisie. La mozione ha un filo che parte dal fatto che ci sarebbe una novità o più novità (non si è capito se si tratta di una o più novità, ma è un aspetto marginale); siccome c'è una novità, si sostiene che per garantire un confronto con il Governo sarebbe meglio non votare la legge e rinviarla all'ultimo punto all'o.d.g. Non solo, si dice anche che non essendoci le condizioni né per confermare n per smentire le posizioni assunte in passato occorre una pausa di riflessione.
Seguendo questo ragionamento le conclusioni da trarre sono le seguenti: se passa questo documento la legge non verrà più discussa, non solo oggi ma neanche prima della fine della legislatura perché abbiamo circa un mese di tempo utile per discutere in merito ai provvedimenti che devono essere assunti.
Avendo un giudizio sospeso (prima era un "no" secco), andiamo alla Conferenza Stato-Regioni con un atteggiamento di disponibilità che di fatto scopre il fianco ai Sindaci perché è chiaro che non sarà più garantita loro la copertura politica che sino a ieri la Regione Piemonte aveva garantito.
Anche nel merito, al di là del percorso, questo documento ha degli elementi su cui vale la pena riflettere. Si parla della decisione del Parlamento rispetto alla quale vi sarebbero delle novità.
Dobbiamo tenere conto dell'esperienza del passato: purtroppo quello che conta non sono le decisioni del Parlamento, bensì gli atti che il Ministro Ruffolo firma con l'ACNA e con le Organizzazioni sindacali. La prima risoluzione assunta dalla Camera (che comprendeva tredici punti) venne clamorosamente smentita nel Protocollo d'intesa che il Ministro assunse con l'ACNA e con le Organizzazioni sindacali. Oggi le novità che ci sarebbero e che continuo a non vedere all'interno della decisione assunta dal Parlamento non credo possano essere considerate un punto di riferimento quello che conta è l'atto aggiuntivo che è stato firmato dal Ministero dell'Ambiente e dall'ACNA dopo la decisione assunta dal Parlamento. C'è quindi un piccolo infortunio: se volete continuare su questa strada, dovete aggiornare la mozione, Consigliere Carletto. Se volete andarci fate pure vi assumete la responsabilità che dovete assumervi, ma se volete almeno essere aggiornati sui fatti bisogna correggere qualcosa, perché qui si dice "sistema di monitoraggio per il controllo e le condizioni ambientali del sito ACNA e della Valle Bormida". Non ci siamo mica! Se leggete l'atto aggiuntivo vi potete rendere conto che il sito ACNA viene controllato dall'ACNA e dalla Regione Liguria, non dal Piemonte! Il controllo degli scarichi dell'ACNA e il controllo dei microinquinanti sono assegnati nell'atto aggiuntivo, alla Regione Liguria, non alle due Regioni! Il controllo sulle azioni che competono all'ACNA - c'è scritto nell'atto aggiuntivo - viene esercitato dalla Regione Liguria, non dal Piemonte! Queste sono le novità vere, non la risoluzione della Camera! L'atto aggiuntivo è la novità vera rispetto alla quale vale la pena riflettere. Così come vale la pena riflettere su tutta una serie di altri elementi presenti nell'atto aggiuntivo. Pensate per un attimo che in questo atto si dice che "l'ACNA potrà anche intervenire sulla limitazione delle perdite dei lagoons"; si dà per scontato che le perdite ci sono, ma non si dice che l'ACNA dovrà intervenire, si dice che potrà anche intervenire.
Se queste sono le novità ed io ne ho citate soltanto alcune, ma se andassimo a leggere tutto l'atto aggiuntivo c'è da mettersi le mani nei capelli, io mi chiedo con quale faccia si presenta questa mozione da parte della maggioranza.



(Applausi provenienti dal pubblico presente nelle tribune)



PRESIDENTE

Invito il pubblico ad astenersi dal manifestare assenso o dissenso per quanto avviene in aula.



CARLETTO Mario

Chiedilo ai tuoi compagni liguri, caro Ferro! La faccia chiedila a Natta! Chiedi a Natta perché ha votato a favore!



(Vive proteste dai banchi comunisti)



PRESIDENTE

Colleghi per cortesia! Ciascuno esprima liberamente il proprio pensiero, ma in modo sereno, se vogliamo procedere. Signori Consiglieri dobbiamo lavorare attorno a proposte che sono all'esame dell'aula e dobbiamo farlo nel modo più sereno possibile. Cerchiamo di contenere le nostre passioni.
Ha chiesto la parola il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, raramente è dato di cogliere in un documento politico non solo l'ipocrisia, ma soprattutto la contraddittorietà che contraddistingue questo documento. Da un canto qui si annida la contraddittorietà - abbiamo l'affermazione che si legge nel secondo capoverso secondo la quale le cosiddette novità, che vengono espresse come localizzazione del Re-Sol ed attivazione del sistema di monitoraggio, non sono sufficienti allo stato attuale per modificare le determinazioni già assunte nei precedenti ordini del giorno. Evidentemente si allude all'ordine del giorno del 10 gennaio e a quello precedente del dicembre 1989, i quali documenti erano nel senso di una manifestazione pressoché unanime del Consiglio e della Giunta al di fuori di quella espressa dal collega Ferrara per il Gruppo repubblicano, per la chiusura dell'ACNA. Non si riesce a comprendere l'affermazione secondo la quale non sono sufficienti le cosiddette novità a modificare le determinazioni dei precedenti ordini del giorno.
Dall'altro canto c'è la conclusione secondo la quale la proposta di legge al Parlamento (d'accordo che non si tratta di una decisione definitiva, ma soltanto di una proposta di legge al Parlamento che ha per un suo specifico e rilevante peso politico) per la chiusura dell'ACNA non debba allo stato attuale delle cose essere esaminata.
Se è vera questa proposizione, che noi e non solo noi abbiamo condiviso e tuttora condividiamo, circa la non sufficienza di queste cosiddette novità per tornare indietro rispetto alla presa di posizione politica dei precedenti ordini del giorno, non si vede perché non si debba passare all'articolato della legge.
Come ho già accennato, d'accordo che il disegno di legge non è esaustivo, che non può di per sé solo se votato ed approvato provocare la chiusura dell'ACNA, però è chiaro che come era già stato sottolineato nel corso dell'intervento di giovedì scorso una cosa è la forza politica incisiva di uno o più ordini del giorno, un'altra è la forza politica e propositiva di una proposta di legge al Parlamento.
La contraddittorietà e l'ipocrisia messe in evidenza rendono inaccettabile in ogni sua parte la proposta di mettere in coda all'o.d.g.
della seduta odierna la discussione della proposta di legge. L'ipocrisia è in quanto si dice, per rendere più soffice la elusione della discussione della proposta di legge per la chiusura dell'ACNA, di metterla in coda all'o.d.g. così frattanto - questa è la logica, il filo conduttore potranno essere sviscerati, esaminati in qualche maniera, i problemi della localizzazione dell'impianto Re-Sol e del monitoraggio. Ma qui più che ipocrisia c'è una presa in giro, perché è chiaro che questi due problemi non rappresentano una novità, non sono certo sufficienti e determinanti a fare rimanere in posizione di attesa tale da potere in un secondo tempo eventualmente aderire all'ipotesi di riapertura dell'ACNA. La presa in giro è evidente perché siamo ormai alla fine della legislatura e questa mozione ha il solo significato di precludere oltreché di eludere la discussione della proposta di legge per la chiusura dell'ACNA. Al di là però delle parole usate, al di là della lettera della mozione diretta a precludere la discussione sulla proposta di legge, la ragione di fondo è che il documento consacrato nella proposta di legge costringeva la maggioranza a collocarsi in maniera non equivoca, costringeva cioè la maggioranza a prendere posizione sull'intero articolato e segnatamente sulla normativa che costituisce la struttura portante dell'intera proposta di legge, cioè a dire dall'1 marzo 1990 il Governo provvede alla chiusura degli impianti.
Colleghi Consiglieri (per usare un'espressione che renda l'idea), qui cascava l'asino, perché la maggioranza doveva scegliere se votare l'art. 1 cioè dire "chiusura dell'ACNA", coerentemente con i precedenti ultimi due ordini del giorno, oppure se non provvedere ad un voto in senso positivo. E allora la maggioranza si sarebbe spaccata, ci sarebbe stata la crisi, anche se sarebbe stata una crisi un po' fuori ordinanza in quanto avrebbe preceduto di poco più di un mese e mezzo la chiusura della legislatura.
Quindi il vero scopo di questo ordine del giorno è solo quello di non prendere una posizione netta sulla questione e di non spezzare la maggioranza a poco più di un mese e mezzo dalla chiusura della legislatura.
Questa è una realtà che significa nello stesso tempo comportamento molto sleale nei confronti delle popolazioni della Valle Bormida, le quali erano state illuse da una seria, ferma presa di posizione dell'intero Consiglio regionale (pressoché unanime) e della Giunta, attraverso il contenuto motivato, direi duro e rigoroso, dei due precedenti ordini del giorno e adesso si va ad un rinvio "sine die" del grosso problema dell'ACNA.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi. Le ricordo però che ai sensi dell'art. 61 del Regolamento ha diritto di parlare un solo oratore per Gruppo.



MONTEFALCHESI Corrado

Signor Presidente, è vero che a norma di Regolamento può parlare un solo oratore per Gruppo, però questa mozione pregiudiziale è anche una presa di posizione di merito sulla questione ACNA, quindi ai sensi dell'articolo del Regolamento che norma le mozioni possono intervenire tutti i Consiglieri. Avendo raggruppato in un unico documento una mozione che propone una posizione sull'ACNA e una pregiudiziale, c'è una contraddizione che va chiarita.



PRESIDENTE

Consigliere Montefalchesi, questa pregiudiziale io l'ho introdotta a termine dell'articolo del Regolamento che recita che ha diritto di parlare un oratore per ciascun Gruppo.
La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Signor Presidente e colleghi, non vorrei aggiungere, a quanto hanno già detto i colleghi Ferro e Majorino, ragionamenti che condivido, tranne l'espressione usata nei confronti di questo documento, che è stato definito "ipocrita". A me sembra un documento molto chiaro. Dice esattamente quello che vuole questa maggioranza, cioè continuare così come è avvenuto per più di cento anni, e così si deve andare avanti. Questa è, purtroppo, la constatazione della realtà di quello che sta avvenendo, con i segnali da Roma che qui vengono puntualmente ubbiditi. E' un documento chiaro e non ipocrita, che mette questo Consiglio di fronte a precise responsabilità.
L'altro giovedì avevo fatto la conta per vedere quanti Consiglieri avrebbero potuto votare contro o a favore, e mi era sembrato giusto insistere proprio sui numeri per capire come ciascuno di noi potesse e dovesse essere messo di fronte alle proprie responsabilità (in politica si dice sempre "ciascuno si assuma le sue responsabilità"). Oggi noto che manca il Gruppo repubblicano, che fa parte della maggioranza. Sarebbe interessante che chi interverrà a nome di questo Gruppo ci spieghi come mai manca; forse perché questo documento è troppo poco favorevole alla chiusura dell'ACNA. La firma non c'è, perché il Gruppo PRI è troppo a favore della riapertura. Chiedo quindi che questo Gruppo si esprima. Noi sappiamo molto bene che il Gruppo repubblicano è diviso su questo argomento: due Consiglieri sono per la riapertura, uno è per la chiusura. Sappiamo altresì che non in base agli ordini del giorno espressi da questo Consiglio, che fino a giovedì scorso era unanime, ma oggi non lo è più, altri Consiglieri magari per motivi puramente elettorali, di per sé legittimi, perché hanno i loro voti nella Valle Bormida, hanno espresso una posizione differente da quella della maggioranza.
Quindi di fronte a questa mozione, legittima, il Consiglio deve esprimersi in maniera molto aperta, molto chiara, e non delegare a nessuno responsabilità, ma richiamare alla serietà quei Consiglieri che giovedì scorso si sono dissociati dalla maggioranza votando diversamente, per vedere se a distanza di otto giorni è cambiato qualcosa. Oppure se i colleghi, avendo magari modificato opinione, hanno il coraggio di dire ai propri elettori, che sono qui ampiamente rappresentati dai Sindaci, che c'è stato un contrordine per cui devono votare diversamente. Questa è una richiesta che come Consigliere ritengo legittimo fare a dei colleghi perché se si è persone serie non bastano otto giorni, ma neanche forse due anni, per modificare un'opinione espressa su un argomento che è in discussione da cent'anni. Non si cambia opinione in questo modo, almeno senza giustificarla.
Quindi, l'unica possibilità per oggi è di vedere quanti siamo alla votazione, chi manca, e come ci esprimeremo nel voto. Il 6 maggio è vicino quindi credo che anche un richiamo, biecamente elettorale, valga la pena di essere lanciato in quest'aula per vedere se certe coscienze possono essere solleticate più che da un ragionamento, e contarci in quest'aula per vedere quale decisione si prenderà in merito a questa mozione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Vorrei riprendere alcune considerazioni precedentemente espresse dai colleghi Ferro, Majorino e Pezzana, e farle quasi integralmente mie.
Voglio però (dato che come Capogruppo ho diritto di parola, mentre non ce l'ha il collega Montefalchesi) porre nuovamente la questione posta dal collega Montefalchesi, quella della proponibilità come pregiudiziale del documento che abbiamo in esame. Tanto per cominciare non si chiama questione pregiudiziale, ma si chiama mozione; e non ha neanche come "incipit" il fatto che vi sia un determinato punto all'o.d.g. dei nostri lavori. Questa è una mozione in merito all'ACNA, dello stesso ordine di questioni discusse la settimana precedente.
Affido la questione al Presidente, però il separare nettamente la questione del merito, relativa all'apertura, chiusura, sospensione dell'attività dell'ACNA, è questione che attiene a "Mozioni e ordini del giorno" su un argomento specifico; altra rimane, a mio avviso, una questione pregiudiziale, che ha da porsi come "questione pregiudiziale" in merito all'inversione dell'o.d.g. e come inversione dell'o.d.g. deve essere presentata. Su questo, se è necessario, si avviino le procedure che possono permetterci di dirimere la questione: dalla riunione della Commissione Regolamento a quella dei Capigruppo e a quella dell'Ufficio di Presidenza.
Un documento di questo genere, in cinque anni, non l'ho mai visto, al di là della contraddittorietà interna e dell'ipocrisia già sottolineata. A quest'ultimo proposito non c'è alcuna norma del Regolamento che vieta di porre in votazione documenti contraddittori; ai sensi del Regolamento la contraddizione è ammessa, però non è ammesso assemblare in votazione due oggetti diversi.
Ci sarà un articolo del Regolamento che prevede una pregiudiziale sulla pregiudiziale! La mia pregiudiziale è: "questo documento, così formulato è improponibile".
Sul merito del documento, non c'è molto da aggiungere a quanto ha detto il collega Ferro rispetto ai contenuti aggiuntivi dell'atto e a quanto hanno detto i colleghi che ho citato in precedenza.
Forse c'è ancora un elemento da approfondire: il rifiuto disperato di questa maggioranza che governa la Regione di ammettere, una buona volta che sull'ACNA vi sono delle spaccature al suo interno. E' vietato dire questo? Potete dire questo? Siete in grado di accettare le vostre divergenze interne: interne alla maggioranza come somma di partiti e interne ai singoli partiti? Faccio soprattutto riferimento ad una forza politica che all'interno del Parlamento nazionale si è espressa in maniera divergente rispetto al pentapartito: parlo del Partito socialdemocratico che a Roma, in sede parlamentare, ha tenuto una posizione chiara, coerente limpida.
Qui, invece, accettando questa questione, ognuno cerca di leggerla a suo modo. Allora chi è favorevole alla chiusura legge il secondo "considerato" che permette di ribadire le determinazioni già assunte nei precedenti ordini del giorno, che vuol dire chiusura o non riapertura secondo gli arzigogoli che abbiamo visto in precedenza. Altri invece dicono un'altra cosa. Tutti noi abbiamo letto e vissuto la settimana scorsa in quest'aula le dichiarazioni, anche esterne, di un segretario di un altro partito di maggioranza, il Partito socialista, che sono chiaramente di sponsorizzazione e adesione alla linea sostenuta dal Ministro all'Ambiente.
La risoluzione parlamentare dice un'altra cosa. Mi rendo conto che con le parole noi siamo capaci di tenere insieme posizioni totalmente divergenti tra di loro, quali quelle del Partito socialista e del Partito socialdemocratico sulla vicenda, quali quella delle varie anime democristiane (come abbiamo visto esprimersi in quest'aula la settimana scorsa). C'è lo sforzo disperato di far finta di avere tutti la stessa posizione, tra l'altro di averla in contrasto con quelli che sono i partiti di opposizione. E, fino a prova contraria, se questa mozione ribadisse la chiusura dell'ACNA o il mantenimento della chiusura dell'ACNA non si capisce perché - come ho già detto la settimana scorsa - su un argomento sul quale per mesi e anni siamo andati avanti con uno sforzo collettivo di solidarietà, si sia voluto a tutti i costi che la maggioranza prendesse nettamente le distanze dall'opposizione, ribadendo poi di volere anch'essa la stessa cosa che per certi versi vorrebbe l'opposizione.
Ritengo però che prima di tutto debba essere verificato se questa mozione è proponibile; in secondo luogo ritengo debba essere ritirata dai proponenti. Invito il Consiglio ad elaborare un messaggio chiaro, senza tenere conto degli equilibri di maggioranza e di opposizione e senza tenere conto delle appartenenze partitiche alle diverse forze politiche. Siano chiari i messaggi, le indicazioni, le volontà dei singoli Consiglieri di quest'aula (prima ancora che delle singole forze politiche). La maggioranza accetti di non essere capace, se non con funambulismi verbali, di trovare un punto di accordo, perché questo non è un punto di accordo: questo è un bruttissimo documento che permetterà e che vuole permettere ad ognuno di darne una personale interpretazione. E' un documento che io invito a ritirare e a sostituire da un lato con l'esame della legge che abbiamo in discussione, dall'altro lato con un documento che non si occupi in maniera surrettizia della vicenda ACNA, ma che esprima chiaramente quale posizione vogliamo assumere in merito alla nostra presenza nel Comitato Stato Regioni, al nostro rapporto con il Governo e il Parlamento nazionale, al nostro rapporto con il sindacato dell'Azienda, con l'Enimont e - lo pongo per ultimo, ma deve essere posto al primo punto - alla correttezza e trasparenza dei nostri comportamenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Majorino per un richiamo al Regolamento. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, sia pure negli stretti tempi consentiti dal Regolamento, il Consigliere Masaracchio del nostro Gruppo intende intervenire ed è suo diritto intervenire. Ho bisogno di trenta secondi per spiegare il perché che è molto semplice. Il documento si intitola "Mozione", quindi essendo una mozione può intervenire qualunque Consigliere. E' vero che lei, signor Presidente, ha detto: "io l'ho interpretata come pregiudiziale", ma questo è parzialmente vero, perch nella parte dispositiva la mozione - chiamata tale - chiede in sostanza l'inversione dell'o.d.g. con spostamento del punto "Legge ACNA" all'ultimo posto, e questo indubbiamente è pregiudiziale. Ma nella seconda parte laddove dice: "impegna la Giunta regionale, in coerenza con quanto in premessa esposto, ad avviare nella Conferenza Stato-Regioni un confronto con il Governo al fine di ottenere approfondimenti e garanzie...", è una tipica mozione, perché la mozione (lo sappiamo tutti, lo leggo solo per me) "è intesa a promuovere un pronunciamento da parte del Consiglio su una questione di rilevanza politica". Lo so che dobbiamo chiudere, per certi accordi presi fra i Gruppi, entro una certa ora, però negli stretti limiti temporali consentiti dal Regolamento il Consigliere Masaracchio intende intervenire e ritengo che abbia il diritto-dovere, diritto prima di tutto di intervenire. Qualunque Consigliere assegnato a questa assemblea, non solo uno per Gruppo, ha il diritto di intervenire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Signor Presidente, non intendo togliere spazio alla discussione di merito. Sono totalmente d'accordo con le affermazioni fatte ora dal collega Majorino, peraltro anticipate nel mio precedente intervento, che qui si sta discutendo di merito: si è racchiusa una presa di posizione di merito in una questione pregiudiziale.
La maggioranza vuol fare anche questo? E' chiaro che sul merito tutti i Consiglieri hanno diritto di parlare. Quindi mi associo totalmente a quanto richiesto dal collega Majorino e credo che la Presidenza non possa eludere questa questione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, la mozione non è iscritta. Dal punto di vista regolamentare può essere solo iscritta la parte relativa alla pregiudiziale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Minervini.



MINERVINI Marta

Signor Presidente, mi richiamo al Regolamento per farle notare che la mozione deve avere cinque firme e questa ne ha quattro.



PRESIDENTE

Ho valutato tutti gli aspetti della mozione che è stata presentata e l'ho interpretata come una pregiudiziale. Così è stata impostata e così si dovrà procedere. Pur con qualche rincrescimento devo proseguire con questa interpretazione.
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, se lei fosse un Presidente al di sopra delle parti se fosse un Presidente a tutela delle regole che l'assemblea si è data, se lei fosse tutto questo, convocherebbe immediatamente la Commissione Regolamento per dirimere i problemi che sono stati qui posti, alla sua ed alla nostra attenzione, con assoluta chiarezza. Ci troviamo di fronte ad un documento che con l'art. 61 del Regolamento non c'entra nulla, per tutte le cose che sono state sin qui dette. Per cui non posso che associarmi alle richieste che sono state fatte dai colleghi Ala, Montefalchesi e tutti quanti gli altri affinché lei si consulti con la Commissione Regolamento e rigetti questa mozione nei termini in cui è stata proposta, perché come mozione politica non è iscritta all'o.d.g. e come questione pregiudiziale non ha alcuna pertinenza, se non arrampicandosi sui vetri, con il punto che è in discussione: cioè il progetto di legge n. 449.
Lei, signor Presidente, ha in questo momento una grandissima responsabilità, perché questa assemblea gliel'ha voluta dare. A quella responsabilità il sottoscritto, come notorio, non ha voluto partecipare, in maniera mi pare inequivoca. Ma lei in questo momento rappresenta anche me signor Presidente. Lei ha la responsabilità di rispettare innanzitutto le regole di tutti e di non rompere, non spezzare irreversibilmente su questa questione il filo sottilissimo che lega le istituzioni, questa istituzione con la propria gente della Valle Bormida.
La proposta di legge n. 449 dice una cosa chiara, in coerenza con i pronunciamenti che questo Consiglio ha avuto da alcuni mesi a questa parte: chiusura dell'ACNA di Cengio e rinascita della valle. Mi domando se lei stracciando il Regolamento, può tenere bordone ai diktat di un privato cittadino, di qualsivoglia segretario di partito. Come si chiamava quel signore? Garesio, mi pare.
Ritengo che lei si assuma una grandissima responsabilità se tiene bordone a questi diktat che abbiamo dovuto leggere anche dopo la votazione sull'ordine del giorno della settimana scorsa. Cito il giornale "la Repubblica" dell'11/2/1990: "Tuona il segretario Garesio dopo la sveglia di Ruffolo: PSI pronto alla crisi sull'ACNA. I socialisti chiedono alla Giunta regionale di rimediare al più presto allo scivolone della settimana scorsa proponendo già al prossimo Consiglio regionale fissato per giovedì - cioè oggi una comunicazione che riassuma i termini dell'ordine del giorno non approvato e soprattutto che stabilisca l'impegno e la possibilità per la Regione di partecipare agli incontri romani tra l'ACNA ed il Governo". E' esattamente quanto è scritto nella mozione che è di merito politico e che ancora non è iscritta all'o.d.g. di questo Consiglio. Signor Presidente lei ha la responsabilità di rispettare, oltre che di far rispettare, le leggi e il Regolamento. In questo senso, se lei vorrà continuare a tenere questo atteggiamento, che non esito a definire molto grave, davvero scellerato, signor Presidente...



(Proteste dai banchi socialisti)



STAGLIANO' Gregorio Igor

Tenere bordone significa che c'è qualcuno che fuori da quest'aula senza averne titolo, detta leggi per i comportamenti di questo Consiglio e qualcuno qui dentro gli dà corda. Significa questo tenere bordone! Signor Presidente, se lei ritiene di mantenere l'atteggiamento che ha voluto assumere in merito a questa questione specifica sull'ammissibilità di questa questione pregiudiziale, che tale non è per tutto quanto è stato sin qui detto, a me come singolo Consigliere non rimane che fare una pura e semplice esortazione, come già anche altri colleghi hanno fatto: l'esortazione alla coscienza di ciascun Consigliere che è qui dentro e innanzitutto alla coscienza di quei Consiglieri che dovrebbero rappresentare in quest'aula il popolo inquinato della Valle Bormida! Non posso che fare questa esortazione, se lei mantiene questa mozione e i presentatori non la ritirano, affinché questa mozione venga respinta.
Perché noi, signor Presidente, abbiamo fatto anche i conti: qui mancherebbero eventualmente a respingere questa mozione - la cosiddetta questione pregiudiziale - tre o quattro voti, esattamente di quei Consiglieri eletti in Valle Bormida e che siedono in quest'aula.
In ultimo, non posso non ricordare che la proposta di legge n. 449 è stata firmata da un ampio schieramento di forze che qui è rappresentato, e io mi rammarico che non sia ampio quanto negli ultimi mesi è andato ulteriormente accrescendosi. Signor Presidente, voglio ricordarlo anche perché in questi nomi ci sono delle contraddizioni tra i comportamenti che si sono assunti sin qui e che eventualmente potranno essere assunti fra qualche minuto. Oltre che al sottoscritto la legge l'ha firmata anche il Consigliere Fracchia dissociandosi dalla posizione ufficiale del PRI, il Consigliere, ex Assessore regionale del PSI, Michele Moretti, il Consigliere Ala della Lista Verde, il Consigliere Montafalchesi eletto nelle liste del PCI, il Consigliere Bonino eletto nelle liste della DC, la collega Bresso eletta nella lista del PCI, il Consigliere Gallarini Capogruppo del PSDI che ha votato in Commissione questa legge, oltre ad averla firmata e che ha firmato anche, non so con quanta coerenza, la mozione di cui parliamo, il Consigliere Reburdo e il Consigliere Ferro eletti nelle liste del PCI.
Mi rammarico che a questo elenco fatto l'8 dicembre 1988 non si siano aggiunti tutti quegli altri Consiglieri che su questa questione hanno occasione qui oggi, discutendo del merito della proposta di legge, di farla propria. La proposta di legge a questo punto non è nemmeno più di questi dieci Consiglieri, ma è un atto istituzionale avendola, la Commissione competente, esaminata e licenziata all'unanimità con l'unica riserva di ulteriori approfondimenti in aula da parte del Consigliere Picco del Gruppo DC.
Ho voluto fare questa cronaca puntuale, signor Presidente, perché a noi oggi è affidata la responsabilità, innanzitutto a lei, di non fare i voltafaccia, che non passerebbero senz'altro inosservati. E quindi se lei mantiene la mozione rinnovo l'invito e l'esortazione a respingerla perch ci sono i voti in quest'aula, se si ha la coerenza delle proprie scelte per respingerla e quindi mandare a Roma il messaggio più alto seguendo le procedure costituzionali, che una Regione a Statuto ordinario quale noi siamo può fare, la proposta massima che un Consiglio regionale può fare cioè quella di inviare su un argomento preciso una proposta di legge all'organo supremo legislativo della nostra Repubblica. Mi domando quindi come il Capogruppo della DC, Mario Carletto, possa dire che quello che ci dovremmo apprestare a compiere è un atto inutile quando è l'atto più alto che la Costituzione ha ammesso per quanto riguarda le nostre sovranità in una questione così complessa e controversa.
Quindi, signor Presidente, mi fermo qui auspicando che ci siano comportamenti coerenti alle parole e agli impegni assunti sino ad ora.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRRARA Franco

Signor Presidente, non ho problemi - e credo che questa assemblea vorrà darmene atto - di voltafaccia rispetto ai comportamenti tenuti su questo problema dal PRI e di non aver alcun problema anche in ordine all'eventuale "tener bordone" a qualcuno dal momento che non abbiamo su questa vicenda mai subìto pressioni di qualunque tipo da parte di altre forze politiche.
Quindi con molta serenità affrontiamo il problema di questa mozione che il Gruppo repubblicano non ha firmato, come qualcuno ha già notato, non per motivi politici o cose di questo genere, ma per coerenza rispetto ai comportamenti tenuti in precedenza, rispetto al fatto che questa mozione fa esplicito riferimento ai comportamenti in precedenza deliberati. Abbiamo quindi ritenuto coerente non firmare una mozione che faceva riferimento a quei documenti che avevano visto il Gruppo repubblicano in una posizione contraria ed isolata.
Non l'abbiamo firmato con assoluta convinzione e non per preoccupazione di maggioranza come qualcuno dice: "si cerca la maggioranza perch altrimenti si romperebbe". Devo dire che su questa vicenda fino all'altro ieri siamo sempre giunti con una maggioranza che non è tale, che aveva trovato motivi di frattura senza che questo provocasse mai traumi fortissimi all'interno della stessa. C'erano delle posizioni diversificate venivano manifestate e questo non provocava nulla. Noi comunque lo votiamo con convinzione perché rileviamo nel documento di cui stiamo parlando un qualcosa di diverso e nuovo rispetto ai documenti e alle dichiarazioni fatte in quest'aula il 10 gennaio e anche precedentemente, per quello che dice, senza volerlo leggere in trasparenza, questo documento. Chi ha seguito quello che abbiamo detto sa, chi non vuole saperlo può anche non saperlo, che noi non abbiamo mai detto che l'ACNA deve essere aperta o chiusa. Noi abbiamo sempre detto che l'ACNA non doveva essere pregiudizialmente n' aperta n' chiusa, ma il giudizio doveva essere dato successivamente. A noi pare che questo documento oggi cominci ad affrontare il problema in quest'ottica: non più un atteggiamento di pregiudiziale chiusura rispetto ad un qualche cosa, ma un invito alla Giunta ad assumere un confronto attivo (prima nel documento era scritto "attivo", ora questa parola è stata cancellata), ma attivo non vuol dire aiutare il Governo ad aprire o a chiudere l'ACNA, attivo nel senso che non deve essere spento, è un confronto vero e reale. Non è un comportamento attivo non partecipare ad una riunione, ma è un comportamento attivo partecipare alla riunione e fare presenti le esigenze delle popolazioni che la Giunta deve rappresentare.
Quindi, questo nuovo elemento ci suggerisce di votare il documento con convinzione.
Signor Presidente, mi consenta di riaffermare la coerenza di quanto il Gruppo repubblicano ha fatto e sta facendo. La volta scorsa ci sono state le battute di qualcuno che vedeva nella posizione repubblicana una posizione solitaria che bisognava forzare per andare ad una unanimità formale. Sembrava che fossimo solitari, ma il giorno successivo ci è giunto un documento della Federpiemonte che esprimeva perplessità rispetto ai documenti approvati dal Consiglio. La Federpiemonte rappresenta la parte industriale, ma pochi giorni dopo anche il Segretario nazionale della CGIL.
Trentin, esprimeva le stesse valutazioni.
Noi abbiamo affrontato il problema sapendo che c'erano delle posizioni difficili, diversificate; ci rendiamo conto dell'esistenza di problemi di coscienza e crediamo che ci fossero persone in buona fede che ponevano seriamente il problema, forse c'erano anche persone in malafede, ma non siamo manichei fino alla fine dicendo che chi la pensa come noi è bravo e chi non la pensa come noi è cattivo. Noi abbiamo sempre cercato di essere coerenti, non soltanto sulla questione ACNA in sé, ma su tutta la politica ambientale del Partito repubblicano. Qualcuno ci ha rimproverato di incoerenza perché abbiamo un Assessore che presenta la legge sui parchi e un Capogruppo che difende l'apertura dell'ACNA. Noi crediamo che questo sia l'unico modo serio di affrontare il problema ambientale che è costituito da due elementi: la tutela e la rivalutazione dell'ambiente, il renderlo fruibile alle città, alle persone, e l'aspetto importante dell'ambiente che cerca di rendere compatibile la nostra società rispetto alla tutela dell'ambiente. Riteniamo di essere stati assolutamente coerenti e siccome siamo coerenti, signor Presidente, nel momento in cui si va defilando, al di là delle fumosità di certi atteggiamenti, un'ipotesi oggettiva di riapertura controllata dello stabilimento ACNA, crediamo che per coerenza la Regione Piemonte debba impegnarsi a fare dei controlli. E' la paura della popolazione che molte volte porta questi atteggiamenti: dopo cento anni di indifferenza non bisogna restare indifferenti. La Regione Piemonte dovrà farsi promotrice di un'iniziativa nei confronti dell'autorità governativa affinché i controlli e le verifiche diano garanzie alle popolazioni e crediamo che le istituzioni e i Sindaci possano essere coinvolti.
Chiediamo che nel confronto attivo con il Governo la Regione Piemonte presenti queste esigenze, renda possibili i controlli, faccia in modo che le popolazioni abbiano la garanzia che l'ACNA si riaprirà nell'assoluta tutela dell'ambiente e della salute. Se questo non dovesse avvenire il Gruppo repubblicano voterebbe certamente per la chiusura dell'ACNA.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Signor Presidente, intendo porre una questione pregiudiziale, in quanto mi pare sia in atto una conduzione del Consiglio che non consente la necessaria chiarezza rispetto alle questioni sottoposte all'esame ed eventualmente alla votazione del Consiglio. Credo, invece, che noi dobbiamo fare l'impossibile e il possibile per garantire questa chiarezza, per rispetto dell'istituzione della quale facciamo parte e per rispetto del pubblico che assiste alle nostre sedute.
Signor Presidente, il collega Ala ha posto una questione pregiudiziale mi si passi il bisticcio di parole, cioè la presunta pregiudiziale presentata da quattro Capigruppo della maggioranza (mozione) è stata giudicata dal collega Ala non proponibile in questa forma in quanto prima di discutere ed eventualmente di votare questo testo occorreva pronunciarsi sulla sua proponibilità.
Sul punto proposto dal collega Ala, che è la prima pregiudiziale sulla quale dobbiamo pronunciarci, chiedo immediatamente il pronunciamento e il voto del Consiglio perché su questioni del genere, signor Presidente, il Regolamento non demanda a lei l'interpretazione. In aula è stata posta una pregiudiziale e di fronte a tale richiesta si deve votare in aula e non c'è possibilità di interpretazione che tenga. Per cui chiedo che ci si pronunci immediatamente sulla pregiudiziale proposta dal Consigliere Ala.



PRESIDENTE

D'accordo, ma poiché è ancora iscritto a parlare il Consigliere Tapparo ritengo di dargli la parola, dopodiché passeremo alla votazione della pregiudiziale posta dal Consigliere Ala.
(Proteste dai banchi comunisti)



TAPPARO Giancarlo

Rinuncio a svolgere il mio intervento, chiedo però che si proceda alla votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

D'accordo. Pongo dunque in votazione la pregiudiziale posta dal Consigliere Ala sull'ammissibilità o meno della mozione presentata dalla maggioranza.



ALA Nemesio

La questione è leggermente diversa: la pregiudiziale da me posta riguarda l'inammissibilità di questo testo come questione pregiudiziale alla proposta di legge n. 449, in quanto all'interno di questo testo si sollecita un pronunciamento politico che non è pertinente al punto dell'o.d.g. attualmente in esame. A mio avviso, pertanto, questa mozione può essere sì esaminata, ma come tale deve essere iscritta autonomamente all'o.d.g. Se i proponenti, che tra l'altro sono quattro anziché cinque e ciò rappresenta anche un'ulteriore questione di improponibilità della mozione, hanno intenzione di porre una questione pregiudiziale di posposizione della proposta di legge n. 449 all'ultimo punto all'o.d.g.
producano un documento che riguardi specificatamente questo punto e non altri.
A mio parere, dunque, il testo di questa mozione non può costituire una questione pregiudiziale alla proposta di legge n. 449.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Io condivido a nome del Gruppo MSI in ogni sua parte le argomentazioni svolte dal Consigliere Ala a sostegno della sua pregiudiziale, però debbo aggiungere un ulteriore ed autonomo motivo (sempre nell'alveo della pregiudiziale Ala), cioè che la mozione, se tale ha da essere, come è stato esattamente detto dal Consigliere Ala, doveva essere firmata da almeno cinque Consiglieri, invece è stata firmata da quattro, quindi è improponibile.



PRESIDENTE

La informo, Consigliere Majorino, che i proponenti hanno provveduto ad aggiungere una quinta firma.



(Commenti dai banchi delle opposizioni)



PRESIDENTE

Si proceda dunque alla votazione per appello nominale della pregiudiziale posta dal Consigliere Ala.
Chiarisco il significato del voto: chi vota "sì" concorda sulla inammissibilità della pregiudiziale che chiede la posposizione della proposta di legge n. 449 all'ultimo punto all'o.d.g.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 53 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
La pregiudiziale posta dal Consigliere Ala è pertanto respinta.
Ha ora la parola il Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, voglio tentare di dare alcuni elementi alle ragioni della presentazione della mozione pregiudiziale nella quale l'elemento base del dispositivo è la richiesta dello slittamento nell'o.d.g. della discussione della proposta di legge n. 449. Gli ultimi anni hanno visto coinvolto questo Consiglio sui problemi rilevanti del rapporto tra ambiente e sviluppo, ricordo la questione nucleare, i problemi della centrale di Trino 2, ancora i problemi dell'atrazina nel rapporto con l'agricoltura ed ora questo grande aspetto del rapporto tra un'industria chimica strutturalmente inquinante e una comunità che ha dovuto subire per generazioni l'impatto di quelle lavorazioni.
Credo valga la pena per questa assemblea elettiva tentare di verificare quelli che possono essere gli elementi per dare garanzie alla comunità di tutela della salute e per dare la garanzia dell'esistenza di una fonte di produzione di reddito. Sappiamo che spontaneamente l'apparato industriale non ristruttura autonomamente per ritrovare quelle che possono essere compatibilità ambientali; i valori e le spinte che vengono espressi dai movimenti della società per la tutela delle condizioni della salute certamente hanno innescato un processo di accelerazione della necessaria trasformazione dell'apparato produttivo.
Qui va ribadito il ruolo delle assemblee elettive che rappresentano un momento di sintesi di tutti gli interessi, di una visione complessiva, non può essere quello di una categoria A, di un momento B o di un aspetto C. In questo momento rappresentiamo la comunità piemontese nei suoi vari aspetti in modo unitario; il compito dell'assemblea elettiva è quello di tutelare le condizioni della propria comunità e di valutarne i processi economici per favorire trasformazioni, quando queste sono necessarie, e quando sono impossibili invece assumere delle posizioni nette.
Gli elementi di novità che ci hanno portato a considerare, per un lasso di tempo non indefinito, elementi di valutazione che non rimuovono la nostra posizione originaria, che è quella assunta dagli ordini del giorno approvati da questo Consiglio, sono significativi sulla carta, ma devono essere rapidamente verificati. Un punto importante è quello del monitoraggio, perché è un modello di riferimento; cioè non vogliamo che nell'assunzione delle decisioni, queste siano condizionate da valutazioni magari di comodo, delle imprese, oppure da momenti che non rispondono ad una valutazione oggettiva, scientificamente determinata e con controlli democratici che permettono di dare sicurezza a ciò che emerge. Il monitoraggio è stato avviato con un'iniziativa del Ministero della Sanità di concerto con il Ministero dell'Ambiente circa la costituzione di una sezione periferica dell'Istituto Superiore di Sanità. Nell'ordine del giorno della volta scorsa, non approvato, noi avevamo detto che un presidio multizonale, collocato in Piemonte, di questa sezione periferica dell'Istituto Superiore di Sanità, quindi con un controllo da parte delle istituzioni che rappresentano la comunità piemontese, poteva essere un elemento utile a dare certezza alle valutazioni. E' ovvio che questo elemento deve essere funzionante per poterci poi far esprimere nel merito.
Secondo elemento importante è la rilocalizzazione dell'ipotizzata individuazione di un sito nella Valle Bormida dell'impianto essenziale per l'opera di bonifica e di trattamento degli stridi della produzione del ciclo produttivo ACNA, ovvero l'impianto Re-Sol. Anche qui abbiamo un altro elemento: dalla data in cui è stato dato mandato alla Regione Liguria di trovare un sito, ci sono tre mesi di tempo, dopodiché credo decada ogni possibilità di considerare praticabile la vita dell'ACNA. Questo elemento è espresso nelle decisioni del Parlamento. E' chiaro che questo sito non pu essere individuato, provocatoriamente, a qualche centinaio di metri o qualche chilometro dal confine ligure-piemontese, perché noi lo considereremmo un atto provocatorio più grave ancora dell'individuazione originaria del sito all'interno dell'area della Valle Bormida.
Erano questi gli elementi che ritenevamo potessero far slittare la discussione della proposta di legge, non un ritorno in Commissione, per poter, sempre tenendo fede alle nostre posizioni, preventivamente verificare la validità di queste proposte, la validità del significato di bonifica e di monitoraggio operativo, la validità dell'individuazione del sito, certo in tre mesi, altrimenti l'ACNA chiude. Erano solo questi gli elementi che ci hanno portato a chiedere l'inversione dell'o.d.g.; non c'erano altre provocazioni.
Il collega Staglianò ha accennato ad un articolo che è apparso nei giorni scorsi su "la Repubblica", che riprendeva le dichiarazioni del segretario regionale del PSI. Collega Staglianò, credo che quel "tuona" sia il titolo dato dal giornale, perché penso che nessuno abbia usato il termine "tuonare". Non credo che le cose che tu hai letto fossero tra virgolette e quindi addebitate alla persona, erano del giornalista, perch lo ricordo molto bene questo articolo. Credo sia legittima l'espressione di una posizione da parte di un segretario di un partito. E' certo poi che in quest'aula il Gruppo socialista, essendo in un'alleanza di governo a cinque, troverà delle posizioni di sintesi, come sono quelle emerse da questo documento. Fa parte del nostro sistema istituzionale: il partito ha un'espressione più libera, mentre le alleanze che si determinano portano ad avere un alveo più comune, che deve far arrivare a delle sintesi, a dei punti di equilibrio rispetto alle posizioni originarie. Credo che questo aspetto non debba suscitare scandalo ogni volta. Che poi non si sia d'accordo nel merito, in assoluto, è un altro aspetto, allora si ha il pieno diritto ad esprimerlo, dico però che non può essere oggetto di scandalo, magari per suscitare ilarità o altre espressioni da parte del pubblico, che gentilmente sta ascoltando questa seduta.
Inoltre, l'andare a cercare all'interno della maggioranza le divisioni mi sembra uno dei classici sport un po' riduttivi attorno a questo. Se noi tornassimo indietro, ad esempio alla storia del nucleare dove tra l'altro mi sono dissociato dalle posizioni del mio partito - mi pare che il collega Pezzana avesse votato o non votato, ma non stiamo a speculare su questi aspetti "chi c'era e chi non c'era", fanno parte di una certa dialettica magari lacerante, di cui si prende atto quando arriva alle estreme conseguenze. Mi pare che oggi il collega Ferrara abbia fatto delle considerazioni che ritengo positive, perché asseconda una posizione che va sulla linea di quanto avevamo sostenuto. Ci sono degli elementi di novità che non cambiano la nostra posizione originaria, ma che dobbiamo in qualche modo verificare. Questa verifica deve essere fatta in tempi ragionevoli dopodiché si impegna la Giunta, quando andrà ad esprimere le sue posizioni nella Conferenza Stato-Regioni (il mandato è molto chiaro), se ci sono nuove determinazioni da assumere con elementi diversi che emergano, a riferire al Consiglio.
Al di là della polemica politica (tra l'altro è giusto che l'opposizione e la maggioranza facciano ciascuno il proprio mestiere), mi pare che questo non sia lo sbragamento della giornata, ma un serio tentativo, forse limitato, di porre questo problema in una dimensione più ampia, vedendo il rapporto più generale della tutela della salute, bene primario della nostra comunità, con il fatto che noi non consideriamo la cassa integrazione verde la salvezza di questa Regione o di questo Paese.
Dobbiamo arrivare a degli atti, per quanto riguarda l'apparato industriale seri e ponderati. Noi abbiamo, in un lasso di tempo abbastanza limitato l'occasione di andare ad assumere una decisione in maniera seria e ponderata, dove nessuno, secondo il tipo di decisione, ci potrà dire che l'abbiamo presa con leggerezza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone che interviene in qualità di Consigliere.



MIGNONE Andrea

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, credo che la posizione che il nostro Partito e il nostro Gruppo, anche a livello nazionale, hanno assunto sull'argomento sia nota, al di là delle scaramucce sulle procedure. A noi però interessa capire qual è la sostanza delle questioni e dove questa Regione vuole andare a parare.
Noi abbiamo votato contro la risoluzione parlamentare, che invece è stata approvata dagli altri quattro partiti della maggioranza, perch ritenevamo che le cosiddette garanzie, i cosiddetti elementi di novità, in essa contenuti, tali non fossero e che sostanzialmente non fossero ancora state completamente rispettate le prescrizioni contenute nella precedente risoluzione.
Partirei da questo punto per dare una lettura del documento che è all'attenzione dei Consiglieri, dicendo subito che questa non collimerà come non collima, con le interpretazioni date da altri Gruppi, anche di maggioranza.
Posto quindi che per noi a livello nazionale il pronunciamento era che non vi fossero ancora le condizioni per superare quanto contenuto nella risoluzione del mese di gennaio, noi abbiamo ragionato attorno ad un documento che mettesse in evidenza la non sufficienza delle prescrizioni parlamentari, un documento che precisasse come quanto indicato dalla mozione parlamentare non fosse adeguato rispetto alla proposta grave di avviare il processo per la riapertura dell'ACNA, essendo noto che noi siamo su una posizione diversa.
Ecco allora che se noi andiamo a vedere nello specifico del contenuto in questo documento viene comunque di fatto smentito il voto parlamentare nel senso che si dice che i contenuti della risoluzione non sono sufficienti. Questo è il primo aspetto.
Il secondo aspetto è legato al fatto che vengono confermate le posizioni della Regione Piemonte assunte con i precedenti ordini del giorno, in particolare quelli del 31 ottobre e del 10 gennaio.
Tuttavia, vi sono alcune questioni, che in parte sono state richiamate dai colleghi, che secondo me sono meritevoli di un approfondimento. Intanto la questione del Re-Sol: un mese è quasi passato, i tempi non sono molto lunghi, nulla viene avanti e assumere oggi una posizione che parrebbe, al di là dei contenuti scritti, un avallo alla riapertura, ci pare prematuro.
Peraltro, la notizia riferita oggi che si starebbe prefigurando un'ipotesi di collocazione nell'area di Pontinvrea è doppiamente preoccupante, perché quella è un'area sulla quale avevamo già fatto battaglia, quando anni fa la Regione Liguria voleva collocarvi una discarica di rifiuti.
Mi pare inoltre che siano emersi dal dibattito due elementi che io non sottovaluterei e che mi piacerebbe fossero contenuti in questa mozione od ordine del giorno (quello che sarà): una questione legata ai controlli che già nella precedente seduta si era cercato di introdurre, che qui non c'è più e che probabilmente andrebbe ripresa, perché sulla vicenda dei controlli qualcosa di più si deve dire rispetto alla responsabilità che al riguardo deve assumere la Regione Piemonte.
L'altra questione è legata all'atto aggiuntivo: effettivamente un richiamo al fatto che la non sufficienza della risoluzione parlamentare debba valere anche per l'atto aggiuntivo, anzi con gli elementi di negatività maggiori, dovrebbe essere ricompreso.
Dico questo perché mi parrebbe necessario che tutti i Gruppi presenti in Consiglio valutassero questi elementi cercando, per quanto possibile, di inserirli nell'ordine del giorno.
Qui emerge un'altra discriminante, nel senso che questo ordine del giorno prefigura anche un certo percorso rispetto ad una proposta di legge che noi abbiamo sottoscritto. Allora, questo potrebbe avere forza politica se fosse un documento opportunamente integrato che trovi, se possibile, il più largo consenso da parte del Consiglio regionale e che quindi non sia un documento che divide, fra maggioranza e opposizione, questo Consiglio. Così come peraltro abbiamo sempre fatto attorno a questa vicenda.
Questa è quindi una prima questione che noi poniamo, vale a dire la richiesta di una verifica fra tutti i Gruppi per una modifica eventuale dell'ordine del giorno che vada nella direzione di tenere conto di alcune delle questioni che qui sono state poste.
Riteniamo poi che alcuni contenuti di questo ordine del giorno abbiano degli elementi di positività. E' chiaro però che di questo documento viene data una lettura pro o contro la riapertura dell'ACNA. Noi dobbiamo dire a chiare lettere che siamo contro la riapertura dell'ACNA, e se questo documento avesse questo significato, noi ovviamente non potremmo condividerlo e non potremmo votarlo.
Peraltro, dico anche che negli interventi di alcuni colleghi della maggioranza è stata data una lettura di questo documento che pare invece prefigurare una modifica dei comportamenti della Regione che vada nel senso di mettersi in un percorso che tenga conto della possibilità di riapertura dell'ACNA.
Il fatto poi che questo documento non sia stato sottoscritto da un Gruppo di maggioranza ci fa anche ritenere che questo non possa aprioristicamente essere considerato, al di là che poi sia votato o meno come il documento dell'intera maggioranza.
E' quindi evidente che noi leghiamo molto a questi due passaggi: una riunione di tutti i Gruppi per vedere di trovare una posizione comune e un chiarimento a chiare lettere rispetto al fatto che questo documento sia un pronunciamento a favore o contro l'apertura dell'ACNA su cui radicare il nostro comportamento al momento del voto.



PRESIDENTE

Sulla richiesta di sospensione dei lavori per riunire i Capigruppo ha chiesto la parola il Consigliere Bosio. Ne ha facoltà.



BOSIO Marco

Signor Presidente, non vediamo alcuna necessità di una riunione dei Capigruppo. Se i firmatari della maggioranza ritengono di doversi consultare noi andiamo a berci un caffè, ma non ravvisiamo alcuna ragione per una riunione dei Capigruppo, in quanto le questioni sono terribilmente chiare e radicali. In questo Consiglio si assumano, ognuno per proprio conto, le posizioni e le scelte che si vogliono.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bonino.



BONINO Guido

Signor Presidente, siccome non sono così chiari gli atteggiamenti in quest'aula, per cercare di renderli leggermente più capibili, presenterei un emendamento aggiuntivo e mi riservo eventualmente di illustrarlo dopo la discussione. L'emendamento aggiuntivo alla mozione è il seguente: dopo le parole "ulteriori decisioni" (che sono le ultime due parole dell'ultimo capoverso), aggiungere "riconfermando le determinazioni degli ordini del giorno già approvati ed in particolare di quello del 10 gennaio u.s.".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, avevo chiesto la parola dopo l'intervento del collega Mignone cogliendo nel suo intervento alcuni accenti simili a quanto da me sostenuto, la necessità, o perlomeno il desiderio, che si ritornasse a posizioni consiliari di larga solidarietà ed intesa sulla vicenda.
Poiché Mignone, attraverso la richiesta di convocazione di una riunione dei Capigruppo, mirava sostanzialmente a questo, io mi associo. Nello stesso tempo, a margine, vorrei far notare che il contesto nel quale si è disposto Mignone prima e Bonino dopo è articolato in maniera tale da rendere lampante che ci troviamo di fronte ad una mozione politica. Un'inversione dell'o.d.g., a questo punto, è perfettamente irrilevante poiché la seduta si chiude tra un quarto d'ora, quindi sgombriamo il campo da ogni proposta di rinvio della discussione sulla legge. L'obiettivo di questa mozione travestita da pregiudiziale, o di questa pregiudiziale travestita da mozione, è stato raggiunto, con il semplice scorrere del tempo, per cui facciamo la riunione dei Capigruppo e cancelliamo da questa mozione ogni riferimento al rinvio o alla posticipazione dell'o.d.g. Se lo riteniamo opportuno scriviamo una mozione sull'ACNA ampiamente unitaria che riprenda quello che è stato sempre detto nella successione degli ordini del giorno votati dal Consiglio tra l'altr'anno, gennaio e adesso. Reinseriamo su questa, cogliendo le indicazioni di Mignone, il punto relativo all'atto aggiuntivo, quello relativo al divieto della collocazione dell'impianto Re Sol all'interno di aree che ricadono sul territorio piemontese (e non solo la Valle Bormida); iscriviamo questa mozione all'o.d.g., rientriamo nella piena legittimità del nostro Regolamento, ritroviamo tra noi una larga intesa. E se qualcuno non ci starà non ci stia e andiamo a casa contenti cercando di essere all'altezza delle nostre responsabilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli per una comunicazione.



MONTICELLI Antonio

Signor Presidente, è una comunicazione che può essere utile ai colleghi e a lei per la prosecuzione dei lavori del Consiglio. Come qualcuno richiamava anche prima, il nostro Gruppo aveva chiesto, in sede di Capigruppo, che i lavori del Consiglio di oggi potessero terminare attorno alle 17,30 perché alle ore 18 comincia il Congresso provinciale del PCI. Di fronte all'andamento della discussione del Consiglio, dichiaro a nome del Gruppo che il nostro Gruppo è disponibile a restare in aula e partecipare ai lavori sino a quando sarà necessario per chiarire in tutti i suoi termini la questione ACNA.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Esordisco leggendo testualmente una dichiarazione: "L'ACNA è sicuramente e decisamente inquinante. La riapriamo in condizioni peggiori di prima per salvare 700 posti di lavoro che si sarebbero potuti salvare diversamente. Lo stesso Governo ha ammesso che nessuno degli otto punti che aveva imposto all'ACNA come condizione per consentirle di riaprire è stato rispettato; eppure la riapriamo lo stesso. E' un esempio dell'eccessiva subordinazione del Parlamento ai grandi interessi economici. Noi come partito ci siamo dissociati dalla maggioranza: hanno prevalso le ragioni contrarie all'ambiente". Si tratta di una dichiarazione del Presidente della Commissione Ambiente del Senato, senatore Maurizio Pagani, rilasciata al "Corriere di Novara". Questo mi ha particolarmente stupito perché sia pure corretto dall'intervento del Consigliere Mignone, ho visto la firma del Capogruppo socialdemocratico, Gallarini, in calce ad un ordine del giorno che invece sostanzialmente ancora una volta protrae la decisione e la consegna in mano alla cosiddetta "Conferenza Stato-Regioni" dove ancora una volta la Regione Piemonte va con idee poco chiare, a fronte invece di uno Stato e di una Regione Liguria che invece le idee chiare le hanno a sufficienza. Evidentemente ci sono ragioni di maggioranza.
Sono d'accordo con il Consigliere Ferrara a cui bisogna dare atto della chiarezza con la quale ha sempre posto il problema: uno deve soltanto rilevare dall'esterno che quando il Consigliere Ferrara rompeva la maggioranza non si ponevano questioni di crisi e di verifiche politiche quando altri partiti della maggioranza in parte hanno assunto una posizione più articolata, invece la questione è stata posta dal PSI. Si vede che all'interno della maggioranza ci sono forze politiche che contano e altre che non contano. Mi spiace doverlo dire nei confronti dei repubblicani, che è una forza seria e di grande tradizione, ma evidentemente il PRI è un membro aggiunto di questa maggioranza tale per cui può anche comportarsi in modo dissociato, ma non fa problema al concetto che si ha di queste cose.
Dato atto al Consigliere Ferrara di questo, non posso però non sottolineare il fatto che proprio l'ultima proposta di emendamento del Consigliere Bonino viene a dire una cosa: che qui stiamo operando in una pazzesca ambiguità dalla quale eravamo usciti con l'approvazione di alcuni ordini del giorno precedenti, compreso quello del 10 gennaio, ora siamo ripiombati in piena ambiguità.
Alcuni di noi, in occasione degli ordini del giorno in cui si chiedeva come Consiglio la chiusura dell'ACNA, avevano detto che eravamo giunti con due anni di ritardo e il fatto di essere giunti con due anni di ritardo a porre con forza l'esigenza di chiudere l'ACNA, significa aver dato spazio a quelle forze sindacali, politiche ed economiche che fanno invece delle centralità del profitto a scapito della salute dei cittadini e dei lavoratori il loro modo di essere e di agire. Allora, se vogliamo come Regione Piemonte essere chiari e puntuali, dobbiamo soltanto dire che per quanto ci riguarda non solo ribadiamo l'impegno per la chiusura dell'ACNA ma che non andiamo a nessuna Conferenza Stato-Regioni per cercare di capire, quando le cose sono chiarissime da anni e anni! E' chiaro che l'ACNA è incompatibile con la realtà ambientale della Valle Bormida! Non c'è bisogno di andare ad ulteriori approfondimenti. Pertanto non si capisce perché certe forze politiche a livello nazionale si comportano in un determinato modo e a livello locale in un altro. Non si capisce perch Partiti e Gruppi che hanno votato gli ordini del giorno per la chiusura dell'ACNA due mesi fa, oggi invece si comportano esattamente nel modo opposto. Qualcuno potrebbe dire: "Si capisce". Io penso che si capisca qualcosa di più.
Se vogliamo svolgere un reale servizio agli amici della Valle Bormida e alla società per affrontare una questione drammatica dal punto di vista ambientale, dobbiamo respingere questa mozione e passare all'approvazione della proposta di legge. Questo mi pare il modo più opportuno non solo per dire un no, Assessore Cernetti, ma anche per cercare di essere un soggetto attivo nelle alternative pulite all'attuale situazione.
Penso quindi che non ci sia un problema di emendamenti alla mozione, ma ci sia solo l'esigenza di ritirarla da parte dei promotori chiamando ognuno alla propria coerenza nel passato o rispetto ai suoi organismi di più elevata pregnanza politica.
Infine, signor Presidente, la ringrazio per avermi concesso la parola.
In questo modo si è ovviato ad un'interpretazione piuttosto equivoca del Regolamento. Capisco che ci sono anche delle esigenze di tempo, però è anche giusto - come dicevano alcuni colleghi - che qui non si risponda al proprio Partito e al proprio Gruppo, ma si risponda alla propria coscienza e l'invito è che i Consiglieri regionali che siedono su questi banchi rispondano prima di tutto su questo problema alla loro coscienza e non alle imposizioni di partito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Signor Presidente, più che come presentatore insieme al collega Bonino di un emendamento alla mozione che poi illustrerò, vorrei tentare - visto che autorevoli amici di altri Gruppi hanno interpretato la mozione che cinque Consiglieri hanno presentato - anch'io di illustrarla meglio nel senso di ribadire come noi intendiamo debba essere letta questa mozione non tanto perché abbiamo la presunzione di dare l'interpretazione autentica, ma perché le parole in italiano - Consigliere Calligaro hanno un significato, a meno che uno voglia strumentalmente darne un'interpretazione diversa da quella che in realtà hanno.
In molti interventi che ho sentito da più parti oggi ho rilevato una strumentalità che posso anche capire perché siamo in un momento particolare e perché il problema è molto complesso, ma le parole che sono contenute in questa mozione sono precise. Mi spiace che alcuni Gruppi affrontino problemi di questa importanza e di questa delicatezza pensando di strumentalizzare le situazioni e pensando di far credere alla gente delle cose diverse da quelle che sono scritte nella mozione.
Se le parole, signor Presidente e colleghi Consiglieri, hanno un significato e le frasi scritte in questa mozione sono lette per come sono scritte e per cosa vogliono dire, mi pare che non ci siano degli spazi per ipocrisie. Questa mozione, nella premessa e nel dispositivo dove è scritto "decide", richiama in modo preciso ed inequivocabile le decisioni assunte dal Consiglio regionale e riconfermate negli ordini del giorno votati in precedenza. L'emendamento del sottoscritto e del collega Bonino, presentato per evitare che la cosa possa essere considerata non sufficientemente chiara essendo questi ordini del giorno richiamati solo nelle premesse riconferma anche nel dispositivo che questa mozione vuol dire che l'ACNA continua a rimanere chiusa.
Cari colleghi comunisti, così agitati, vi ho già detto prima di andare a spiegare al vostro compagno Natta che l'ACNA deve rimanere chiusa, non venirlo a spiegare a noi!



(Vive proteste dai banchi comunisti)



CARLETTO Mario

Signor Presidente, i due Gruppi che numericamente sono più forti in questo Consiglio (DC e PCI) hanno caratteristiche simili per quanto riguarda la complessità, l'articolazione, il numero, ma non per quanto riguarda il comportamento in aula. Il Gruppo democristiano è abitualmente tranquillo nei banchi, lascia parlare le varie forze politiche segnatamente quelle di opposizione, raramente interrompe e disturba consentendo quindi che la chiarezza delle posizioni possa emergere in modo completo. Signor Presidente, alcune volte dobbiamo registrare che quando parliamo noi il Gruppo comunista non consente di esprimere le posizioni...



(Reiterate proteste dai banchi comunisti)



CARLETTO Mario

La prego, signor Presidente, richiami i Consiglieri comunisti perché il Gruppo DC vuole esprimere le proprie posizioni! Signor Presidente, questa mozione - ripeto - per le premesse e per il dispositivo, come risulta modificato dall'emendamento presentato con il collega Bonino, riconferma allo stato degli atti, non essendoci le condizioni oggi per un pronunciamento diverso da parte del Consiglio regionale, le posizioni assunte negli ordini del giorno precedentemente votati dal Consiglio regionale del Piemonte. Quindi, mancando le condizioni di garanzia richieste nel passato, il Consiglio regionale riconferma la propria posizione di chiusura dell'ACNA fino a quando non si determinino condizioni diverse; dà mandato alla Giunta regionale di confrontarsi con il Governo e di riferire al Consiglio regionale prima di qualsiasi nuova eventuale decisione.
Signor Presidente e colleghi, possiamo accettare qualsiasi interpretazione di questa mozione, ma siccome le parole sono quelle che restano, le parole di questa mozione riconfermano in modo preciso ed intangibile le cose che io ho cercato di rappresentare. Quindi, non mi pare sia corretto che di questa mozione si dia un'interpretazione assolutamente diversa da quella che è nei fatti, ma soprattutto nelle parole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Minervini.



MINERVINI Marta

Signor Presidente, leggendo attentamente l'emendamento Bonino e avendo sentito or ora le parole del collega Carletto, che lo hanno spiegato ancora più chiaramente qualora non ne avessi capito il senso, credo di poter dire a nome del Gruppo MSI-DN, che oggi abbiamo fatto per tre ore "melina" perché questa mozione non serve assolutamente a nulla, in quanto l'emendamento la annulla: ci riporta indietro all'ordine del giorno del 10 gennaio e già una settimana fa dovevate accorgervi che non valeva la pena fare ritornare i cittadini della Valle Bormida, che non valeva la pena continuare a discutere e che o si approvava la legge o si diceva che attenendoci agli ordini del giorno passati continuavamo nelle decisioni intermittenti del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Come Capogruppo socialdemocratico e come firmatario della mozione ritenevo di non dover intervenire perché all'atto in cui l'abbiamo firmata pensavamo di sottoscrivere un documento che valesse per i vocaboli in esso contenuti e per il significato che ovviamente le parole hanno, come diceva precedentemente il collega Carletto. Ma, nel corso del dibattito, sono emerse interpretazioni che stravolgono quanto scritto in quel documento l'emendamento presentato dal collega Bonino sotto certi aspetti parrebbe pleonastico perché già la mozione faceva riferimento ai precedenti ordini del giorno e l'ordine del giorno del 10 gennaio è precedente. Ritengo che forse il collega Bonino abbia ravvisato l'opportunità di presentare l'emendamento visto il tono preso dal dibattito, perché si ha la sensazione che non si voti su quel documento, ma che lo si voglia accantonare, sotto certi aspetti, nel suo significato letterale, per arrivare ad un referendum di tipo politico. Se il Consiglio regionale è chiamato a votare sul documento, che in modo cosciente e responsabile abbiamo sottoscritto per quel che valeva nei suoi contenuti, il discorso è uno, se invece si vota in modo politico sull'atteggiamento che i partiti hanno avuto o hanno o intendono avere per il futuro relativamente alla questione di fondo in cui il problema ACNA non è altro che un tassello emblematico, vuoi per gli ambientalisti vuoi per chi vorrebbe che la produzione dovesse continuare a qualsiasi rischio e a qualsiasi costo, allora, se si vota su questo quesito di fondo, la nostra posizione è di altro tipo.
Per quanto riguarda il senatore socialdemocratico Pagani, Presidente della Commissione Ambiente, del quale il collega Reburdo ha citato una sua dichiarazione rilasciata al "Corriere di Novara", devo ricordare che ha avuto grossa parte nel determinare la posizione politica che il nostro partito ha assunto in sede di Parlamento, allorquando si è andati a votare su quella risoluzione. Il documento presentato, come diceva Carletto, ha un significato perché, allorquando continua a ribadire le posizioni assunte dalla Regione Piemonte, penso che non si possa prestare ad equivoci, ma il tono del dibattito in questo Consiglio ha portato il baricentro della discussione su tutt'altra posizione. Lo stesso Partito comunista forse non ha saputo cogliere quanto ci poteva essere all'interno della proposta dell'Assessore Mignone per arrivare a ribadire, probabilmente anche oggi posizioni avanzate che non si scostassero rispetto agli unanimismi con i quali questo Consiglio si era espresso in passato ad eccezione della posizione del PRI che per altro verso dovrebbe, visto che non ha sottoscritto il documento, ribadire che questo documento sostanzialmente ripercorre le posizioni del Consiglio espresse in passato. Quindi siamo chiamati ad esprimerci su qualcosa di astratto che è un quesito di fondo che non ha nulla a che vedere con il documento o quanto meno con quanto di letterale esprime il documento, per cui a questo punto noi non ci sentiamo più di aderire e di votare un qualcosa su cui non siamo d'accordo, che è diverso dal documento che abbiamo sottoscritto, ritenendo che l'aderire a quel documento fosse al senso letterale e non invece esprimersi in modo referendario sulle questioni di fondo di cui parlavamo prima. Se la questione viene riportata in termini politici di fondo noi abbiamo assunto una posizione a livello nazionale che non intendiamo modificare in questa sede.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Io mi rivolgo espressamente e principalmente ai firmatari della mozione. Non faccio che ripetere quanto ho detto mezz'ora fa, cioè: primo è opportuna una riunione dei Capigruppo, riprendendo quanto già detto dal Consigliere Mignone; secondo, i firmatari di questa mozione devono incamerare e contestualmente mettere da parte un successo raggiunto che era quello di impedire la discussione della legge relativa alla chiusura dell'ACNA. A questo punto, eliminata la questione relativa alla chiusura dell'ACNA attraverso la proposta di legge al Parlamento (oggi non più esaminabile), tanto vale accantonare i riferimenti che sono contenuti nella mozione, eliminarli e recuperare la parte restante della mozione con l'integrazione proposta dal collega Bonino e l'esplicitazione di quanto detto dal Capogruppo della DC un attimo fa, in merito al "preventivamente riferire al Consiglio regionale". L'enfasi di questa ultima espressione della mozione è rilevante perché significa ribadire una posizione assunta molto tempo addietro dal Consiglio regionale, ovvero il prevalere del Consiglio rispetto alla Giunta per quanto attiene alla firma di qualsiasi decisione.



CARLETTO Mario

Lo abbiamo sempre sostenuto.



ALA Nemesio

Ne prendo atto.
Occorre quindi sgombrare, perché pretestuoso, il riferimento alla proposta di legge n. 449. Recuperando l'emendamento presentato dal Consigliere Bonino è auspicabile, se i firmatari accettano di mettere in comune questo testo con i Capigruppo dell'opposizione, nel corso di una breve sospensione pervenire ad un'intesa che a mio avviso è ancora possibile.
Chiedo quindi formalmente che si addivenga ad una breve sospensione dei lavori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Ringrazio il collega Gallarini perché con le motivazioni da lui addotte finalmente si fa chiarezza. In realtà le cose richieste dall'emendamento Bonino nel documento della maggioranza ci sono già, perché si dice: "considerato che tali novità non sono sufficienti allo stato attuale per modificare le determinazioni già assunte nei precedenti ordini del giorno" per cui la richiesta avanzata dal collega Bonino non fa che aggiungere una frase che di fatto riconferma quello che già c'è nell'ordine del giorno non se ne capirebbe il significato.
Il problema vero per cui noi siamo contro questo ordine del giorno ho cercato di spiegarlo prima, ma tento ancora di introdurre un ulteriore elemento, se possibile, di chiarezza. La questione centrale di questo ordine del giorno sta in che cosa si intende per garanzie. Si parte dal presupposto che sia possibile da parte della Regione Piemonte, sentito il Consiglio regionale, modificare le posizioni precedentemente assunte qualora ci siano delle garanzie; ma le garanzie su che cosa? Le garanzie che si chiedono sono esclusivamente sul Re-Sol, perché il secondo comma laddove si riferisce alle garanzie, parla solo di Re-Sol. Io mi chiedo se la posizione che assume la Regione Piemonte da questo punto di vista sia giusta e corretta, quando l'unica questione che si pone è quella del Re Sol.
Desidero risottolineare quanto già abbiamo ricordato in passato, ma non mi ripeto, cito per capitoli: la questione dei microinquinanti e la questione che chi partecipa alle riunioni del Comitato Stato-Regioni sa che in quel Comitato si prevede da parte dell'ACNA un investimento di 22 miliardi per il contenimento del percolato. Studi fatti dicono che ne occorrono almeno 120, ma nell'atto aggiuntivo sono 22. Quando poi ci si pone il problema di come fare la bonifica non si è in grado di stabilirlo: quando qualcuno ha chiesto di fare la bonifica portando altrove il materiale, i tecnici hanno detto che questo non è possibile, perché sotto ci sono volumi di diossina concentrata e nel momento in cui si muove quel materiale si respira questa sostanza e nel momento in cui si respira i risultati possono essere quelli che abbiamo verificato altrove, Seveso insegna! Noi chiediamo le garanzie sul Re-Sol quando all'interno del Comitato Stato-Regioni si discute di questo! Signori, giriamola come vogliamo, noi continuiamo ad essere dell'idea che, anche se questa discussione può essere considerata utile, sarebbe molto più importante passare alla discussione della proposta di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bonino.



BONINO Guido

Signor Presidente, per quanto mi riguarda la presentazione di quell'emendamento aggiuntivo è stata determinata più che altro dal dibattito a cui ho assistito da questa mattina. In effetti dagli interventi svolti dalle opposizioni ho avuto la sensazione che alcune cose che io ritenevo chiare non lo fossero altrettanto, e lo ribadisce anche Ferro nel suo intervento, quando dice che non è il caso di aggiungere quelle due righe, perché le stesse cose sono già dette dopo il termine "considerato".
Considerando però che in quel punto si fa una semplice affermazione e non un impegno, ho ritenuto che aggiungere un impegno preciso fosse certamente più chiaro, non tanto per gli altri, quanto per il sottoscritto.
Credo che in quest'aula ci siano tre posizioni fondamentali: c'è chi crede nella compatibilità dell'ACNA con il territorio adottando una serie di misure; chi crede che sia sufficiente una larga compatibilità (come è riportato tra virgolette in un articolo di giornale che alcuni responsabili romani garantivano una "compatibilità largamente sufficiente"); c'è chi non crede (come il sottoscritto) che sia possibile questa compatibilità, ma non è che non ci crede, perché non ha elementi tecnici a sufficienza, non crede a questa compatibilità in quanto lo dimostrano gli avvenimenti di questi ultimi quattro anni. Gli ultimi quattro anni di impegni sempre presi da parte dell'ACNA, con abilità (che dobbiamo anche riconoscere), dilazionando nel tempo e continuando a lavorare, lasciando che le cose restino come sono. Io so cosa succede, per esempio, nella nostra zona con l'allevamento dei suini; abbiamo delle aree totalmente inquinate, e si continua a dire che faremo, ma nel frattempo restano inquinate. Allora la posizione del sottoscritto, che non è contraddittoria tra l'impegnare la Giunta e impegnare invece il Parlamento, è per le due dizioni diverse, perché il progetto di legge (che porta anche la mia firma a titolo personale e già giovedì scorso avevo detto che l'avrei comunque votato) chiede la chiusura dell'azienda. E' una richiesta che noi facciamo ad un altro organo, non siamo in grado di condizionarlo. L'altra volta forse non mi sono spiegato dico solo che noi deleghiamo ad altri di assumere impegni su nostre precise volontà, ma non siamo sicuri che gli altri ci ascoltino; e abbiamo già avuto la dimostrazione. Io ho fiducia in quest'aula; purtroppo su certi argomenti non ho fiducia che poi le nostre indicazioni vengano soddisfatte ad altri livelli.
Questa è la posizione di chi - siamo in pochi - non crede alla compatibilità di questa azienda in quel luogo. Non parlo della lavorazione che potrebbe benissimo essere compatibile in un'altra area; non siamo contro la modernità degli impianti e la tecnologia, non crediamo però che con quel piccolo fiumiciattolo possa coesistere un'azienda che non è nata per fare questa attività, bensì per altre cose e che si è trasformata negli anni.
Allora io non credo e accetto e firmo la proposta di legge che parla di chiusura.
Posso anche capire che ci siano altri che hanno la speranza, la fiducia, qualcuno ha la certezza, che adottando certe misure, l'attività dell'ACNA sia compatibile. Allora chiedo, perché l'impegno nostro è richiamare l'esecutivo, che fintanto che non vengano realizzati gli investimenti previsti, e non soltanto promessi, l'ACNA resti chiusa.
Ecco la seconda posizione, che è anche quella del nostro partito, e non è una posizione estemporanea; quando il nostro partito a livello regionale ribadisce che la riapertura dello stabilimento deve avvenire solo dopo la realizzazione di tutte le opere di risanamento e di contenimento dell'inquinamento causato dallo stabilimento (non solo del Re-Sol), nonch la localizzazione definitiva dell'impianto Re-Sol, noi siamo coerenti impegnando la Giunta a non firmare atti che non tengano conto di queste realtà e che comunque prima di firmare venga a relazionare in Consiglio.
Relazionare in Consiglio - questo non è proposto nell'emendamento - tenendo presente che mi si dice che l'atto aggiuntivo, quella parte che va al di là dell'impegno assunto dal Parlamento, è maggiormente negativo rispetto alla volontà del Parlamento. Allora io invito, anche su questo versante, la Giunta ad essere molto prudente e precisa prima di accettare un atto aggiuntivo di questo genere.
Questa è la mia posizione, e credo veramente che non sia né strumentale né elettorale perché la Valle Bormida è aperta a tutti, anche a quelli che non credono a queste cose.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

Signor Presidente, le chiedo di credermi se le dico che ho chiesto di parlare non certo per inserirmi nella guerra dichiarata delle parole o per far figura di fronte a coloro che ci stanno ascoltando. Ho chiesto di parlare perché mi pare di non avere capito nulla, e siccome devo esercitare anche con me stesso il diritto-dovere della funzione di Consigliere regionale, mi consenta ad alta voce di fare qualche considerazione per giungere al capo di questa matassa così intricata.
Cercherò in tutti i modi di non lasciarmi prendere dalla voglia di approfittare del momento per dire quelle cose che non mi è stato possibile pronunciare prima quando ho chiesto di intervenire. Ma un fatto è certo signor Presidente: qui nessuno ha ricordato la riunione con tutti i Capigruppo in cui avrebbe dovuto essere presente l'avv. Necci, quando ricevemmo una telefonata da Milano con la quale ci comunicava la sua impossibilità a giungere con l'elicottero, mentre noi stavamo ad aspettare.
Dopo si determinò di trovarci in un'altra giornata e l'avv. Necci venne diede le sue spiegazioni che sembrava avessero potuto convincere la maggioranza che governa questa Regione. Però qualche osservazione è stata avanzata e in modo particolare le osservazioni che ho avanzato io all'avv.
Necci hanno fatto rilevare che non c'è proprio nulla da fare, che la questione dell'ACNA di Cengio non è soltanto una questione ambientale per quel che riguarda la Regione come istituzione che deve provvedere alla salvaguardia dell'ambiente del proprio territorio. E' una questione che è inserita largamente nella politica che il Governo pare abbia necessità di portare avanti sul problema della chimica nel confronto con altre nazioni europee. Dopodiché a domande precise, l'avv. Necci ha chiaramente detto che non c'è proprio nulla da attenderci, che la chimica in Italia dovrà portare avanti il proprio programma, per cui la questione dell'ACNA di Cengio è collegata in maniera così connessa a quell'altro problema da impedire un qualunque altro provvedimento.
Nel tempo, in Consiglio regionale e fuori dal Consiglio regionale si è sviluppato un dibattito tale che ha provocato persino pesantissime reazioni da parte dell'opinione pubblica e dei cittadini utenti di quel territorio e siamo arrivati al punto che il 31 ottobre e il 10 gennaio la Regione Piemonte si era assunta un impegno ben preciso.
L'impegno qual era? Era che i rappresentanti del governo regionale con quanti altri avessero voluto accompagnarsi a loro, si intende Capigruppo avrebbero dovuto dimostrare con la presenza fisica nel dibattito parlamentare la decisione che a Cengio l'ACNA sarebbe stata chiusa. Infatti è detto: "si impegna ed impegna la Giunta a manifestare nei giorni del dibattito parlamentare con una propria delegazione a Roma rappresentativa del governo e del Consiglio regionale in sostegno alla posizione del Piemonte".
Nel frattempo, quando si sono avute le notizie del Ministro Ruffolo che non c'era più niente da fare e da attendersi e che la questione dell'ACNA sarebbe andata oltre le attese della popolazione, quindi con la continuità e il mantenimento dell'attività produttiva, in Consiglio regionale si è avuta la presa di posizione per cercare di ovviare al problema con la seduta della settimana scorsa che si è risolta nei termini in cui si è risolta. Abbiamo appreso dalla stampa (ma anche se la stampa non ce lo avesse detto attraverso la propria informazione lo avremmo saputo certamente nei corridoi del Consiglio) che il Partito socialista ha posto una pregiudiziale alla maggioranza, minacciando addirittura - scusate se ripeto queste cose, visto che altri le hanno dette una crisi prima delle elezioni. Dopodiché ci siamo trovati di fronte a questa mozione che non sappiamo se è una mozione, poteva essere una richiesta sic et simpliciter di posposizione all'o.d.g. del punto che riguarda la discussione sulla proposta di legge della chiusura dell'ACNA al Parlamento nazionale, e qui ancora una volta stiamo perdendo strumentalmente tutto il tempo che occorre per arrivare ad una certa ora e dire che ce ne andiamo a casa.
Allora io dico, signor Presidente, che valore ha e che senso ha richiamarci agli ordini del giorno del 31 ottobre e del 10 gennaio quando nel frattempo non abbiamo ascoltato dalla Giunta, e per essa dall'Assessore Cernetti, una relazione che ci confortasse se i termini degli ordini del giorno fossero stati rispettati così come nell'impegno consiliare? Che senso ha, in questo momento, andare a votare (la maggioranza anche se risicata c'è) questa mozione che richiama i precedenti documenti approvati dalla Regione senza affrontare la discussione sulla proposta di legge al Parlamento? Su questo fatto io chiedo a lei, signor Presidente, indipendentemente dalla colorazione politica che lo caratterizza, ma come Presidente del Consiglio, di assumere una precisa posizione di correttezza nei confronti dei documenti che vengono richiamati, di invitare l'Assessore Cernetti a dirci quale è stato il risultato dei rapporti che avrà potuto avere con il Ministro Ruffolo e in base a quelle dichiarazioni noi potremmo decidere che cosa fare, se varrà la pena approvare la legge e andare oltre con quel testo di legge o se invece varrà la pena di votare questa mozione tanto per prenderci in giro così come è accaduto con i precedenti ordini del giorno.
Quindi la mia richiesta è specificatamente indirizzata a lei, signor Presidente: vuole in questa seduta invitare l'Assessore Cernetti a relazionarci sugli incontri che ha avuto con il Ministro Ruffolo e sulle risposte che ha ricevuto da parte del Ministero: sì o no?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Vorrei precisare che non ho incontri riservati e privati con il Ministro Ruffolo. Le mie posizioni sono state ufficialmente prese nell'ultimo Comitato Stato-Regioni in perfetta sintonia di vedute con i rappresentanti degli enti locali presenti, i quali proprio mentre il Capo di Gabinetto stava stendendo il verbale, sottilizzando una minima diversità, hanno testualmente affermato: "Noi siamo dell'identico parere dell'Assessore regionale". Quindi in perfetta identità di vedute abbiamo ottenuto che in quella sede non si votasse. Ho proposto di sospendere la votazione in quanto invitavano la Regione Piemonte ad astenersi. Chi è qui presente, e lo era anche in quel Comitato, me ne può dare atto: ho invitato a sospendere la votazione per riportare all'interno dell'istituzione le novità che sono emerse, approfondirle e poi ritornare con i pareri dell'istituzione in seno al Comitato Stato-Regioni.
Questo è stato il mio atteggiamento ufficiale e io mi guardo bene dall'avere atteggiamenti ambigui o diversi in sede privata da quelli che non ho in sede istituzionale.



PRESIDENTE

Il Consigliere Ala ha presentato la seguente proposta di emendamento: abrogare da "considerato altresì" a "o.d.g."; sostituire "impegnando" con "impegna" e dopo "riferire" sostituire con "preventivamente al Consiglio regionale, per le eventuali decisioni, riconfermando le determinazioni degli ordini del giorno già approvati ed in particolare quello del 10 gennaio 1990".
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, in questa fase stanno fiorendo molte proposte di emendamento al testo che abbiamo presentato a firma di quattro Capigruppo.
E' una situazione nella quale non si riescono più a cogliere i nessi perché tra contenuti degli emendamenti e dichiarazioni non si riesce a vedere il legante che c'è. Faccio difficoltà a capire ciò che sta emergendo. Siccome voglio cercare di approfondire questi aspetti e non nego la validità di nulla che possa emergere da un serio dibattito di questo Consiglio, vorrei essere messo in condizioni di capire questi emendamenti.
Suggerisco quindi di sospendere brevemente i lavori per non andare avanti senza avere piena conoscenza della correlazione che esiste tra quanto viene proposto ed il testo originario. Mi rimetto anche a lei per valutare, in una situazione che ha qualche punta di confusione, se non sia il caso di dare un po' di ordine.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18,15 riprende alle ore 19,15)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Oltre ai due emendamenti proposti dai Consiglieri Bonino e Carletto e dal Consigliere Ala è stata presentata una mozione da parte dei Consiglieri Ferro, Dameri, Montefalchesi, Amerio, Staglianò, Bresso e Bruciamacchie che propone di abrogare il secondo, il terzo e il quarto capoverso e di aggiungere il seguente punto: "riconferma la determinazione degli ordini del giorno precedentemente approvati ed in particolare quelli del 31 ottobre 1989 e del 10 gennaio 1990, impegnando di conseguenza la Giunta a non approvare l'atto integrativo proposto nella riunione del Comitato Stato Regioni del 31 gennaio 1990".
La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Signor Presidente, i firmatari della mozione presentata dal sottoscritto ed altri colleghi accolgono l'emendamento presentato dal collega Bonino e dal sottoscritto, che deve considerarsi a tutti gli effetti parte integrante della mozione.
Non accolgono l'emendamento presentato dal Consigliere Ala.
Per quanto riguarda l'altra mozione ci esprimeremo al momento del voto.



PRESIDENTE

Il Consigliere Ala mantiene il proprio emendamento, oppure lo ritira in quanto i proponenti hanno dichiarato di non poterlo accogliere?



ALA Nemesio

Lo mantengo, anche se il Regolamento stabilisce che gli emendamenti presentati ad una mozione, se non accolti dai proponenti, non possono essere posti in votazione. E' una proposta e resta quanto meno agli atti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Svolgo la dichiarazione di voto del Gruppo comunista, perché nel merito ci siamo già pronunciati con l'intervento del Consigliere Ferro nella fase precedente.
Voglio semplicemente rilevare che siamo stati costretti a discutere oggi di questioni non formulate chiaramente, come già altri Gruppi hanno rilevato, dal punto di vista del Regolamento del Consiglio regionale, in quanto è stato proposto un oggetto all'esame di questo Consiglio che faceva riferimento a ben tre articoli del Regolamento: l'articolo sulle pregiudiziali, l'articolo sull'ordine del giorno e l'articolo sul rinvio delle leggi. Si tratta quindi di un "mostro" dal punto di vista regolamentare e questo mostro l'abbiamo trovato anche nel merito delle questioni. Qui si è cercato di ragionare sulle virgole e sulle singole parole, ma come è stato giustamente richiamato da alcuni colleghi, in particolare da quelli del Gruppo PSDI, la discussione ha evidenziato un punto molto chiaro: qui era in ballo l'orientamento di fondo della Regione Piemonte su una delle questioni fondamentali e principali che la Regione ha dovuto affrontare in questi anni.
Avevamo già verificato la volta scorsa che su questa questione la maggioranza di fatto non insisteva in quanto non è stata in grado di approvare un proprio documento. Oggi verifichiamo di nuovo che su questo tema, ripeto, fondamentale per la vita della Regione, la maggioranza nuovamente non esiste. E noi non vediamo più i colleghi del Gruppo repubblicano, abbiamo sentito prima l'annuncio di pronunciamento da parte dei colleghi del Gruppo PSDI, non capiamo più se abbiamo a che fare con una maggioranza di pentapartito o una maggioranza di tripartito o di tripartito e mezzo o di quadripartito, questo ci induce a porre una questione di ordine politico generale: chiediamo un chiarimento politico e cioè se la Regione mantiene o meno la posizione assunta responsabilmente in questi anni sull'ACNA e se su questa posizione esiste o meno una maggioranza in Consiglio, capace anche di sorreggere un esecutivo, una Giunta, altrimenti non capisco che senso abbiano le presenze degli Assessori alla Presidenza di fronte a me, signor Presidente, se su una questione come questa di fatto la maggioranza non esiste.
Anche per questa ragione di ordine politico generale il nostro Gruppo voterà contro questo "mostro" di documento che ci viene ora presentato.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione per appello nominale la mozione presentata dai Consiglieri Carletto, Marchini, Petrini, Tapparo e Gallarini.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 53 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si è astenuto 1 Consiglieri.
La mozione è approvata.
Pongo ora in votazione per appello nominale la seconda mozione presentata dai Consiglieri Ferro, Dameri, Montefalchesi, Amerio, Staglianò, Bresso e Bruciamacchie.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 27 Consiglieri.
La mozione è respinta.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,40)



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