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Dettaglio seduta n.228 del 08/02/90 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


ROSSA Angelo


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 26 gennaio, 2, 3, 9, 16 e 28 febbraio, 1, 8, 16 e 30 marzo 1989 si intendono approvati.
Sono stati inoltre distribuiti, prima dell'inizio della seduta odierna i processi verbali delle adunanze consiliari del 6 e 7 aprile 1989 e verranno posti in votazione nella prossima seduta.


Argomento: Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1964 dei Consiglieri Ala e Montefalchesi inerente un campo da golf nel Parco dei Laghi di Avigliana


PRESIDENTE

Il merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 1964 presentata dai Consiglieri Ala e Montefalchesi.
Risponde l'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Signor Presidente, con l'interrogazione in argomento, i Consiglieri Ala e Montefalchesi richiedono di conoscere quali impegni abbia assunto la Giunta regionale in merito al progetto di realizzazione di un campo da golf ricadente in parte nel Parco naturale dei Laghi di Avigliana, quali valutazioni siano state effettuate in merito alla rilevanza ed all'impatto ambientale del progetto e quali iniziative si intendano assumere a tutela del parco, anche in relazione ai provvedimenti di pianificazione recentemente approvati dal Consiglio regionale.
Deve essere premesso, al fine di fornire una risposta precisa ai Consiglieri interroganti, che non è pervenuta alla Regione alcuna richiesta formale né è stato depositato alcun progetto che preveda la realizzazione di un campo da golf all'interno del Parco naturale dei Laghi di Avigliana.
E' altresì vero che il Comune di Avigliana ha informalmente richiesto, in sede tecnica, una valutazione di compatibilità tra le normative esistenti e la possibilità di insediare un campo da golf nella zona segnalata dai Consiglieri Ala e Montefalchesi.
Premesso quanto sopra è perciò evidente che la Giunta regionale non ha assunto alcuna decisione in merito al progetto, in quanto lo stesso non è ancora stato formalizzato e non è altresì possibile da parte della Giunta stessa effettuare alcuna valutazione in merito all'impatto ambientale di opere non ancora definite in elaborati progettuali. Al di là di queste considerazioni di carattere generale deve essere sottolineato che un intervento di trasformazione ambientale, ancorché limitato, necessario per la realizzazione dei campi da destinarsi all'attività golfistica, andrebbe comunque a contrastare con le normative recentemente approvate dal Consiglio regionale e contenute nel piano naturalistico del Parco naturale di Avigliana. Infatti l'area in questione è individuata nel piano come zona agricola, sulla quale sono consentiti esclusivamente interventi di mantenimento delle colture a fini paesaggistici. E' vero anche che le norme urbanistiche puntuali sono rimandate al Piano regolatore comunale, in corso di approvazione, ma il piano stesso non potrà in alcun caso contrastare con la normativa del piano naturalistico e della legge istitutiva del parco. La questione dei campi da golf sta assumendo consistenza a livello di richiesta in diversi Comuni. Personalmente, e vorrei attingere questa mia valutazione di tipo personale e di ordine generale, che non ha niente a che fare con il problema che abbiamo appena esaminato, dalle esperienze di ormai lunghi anni dell'attività amministrativa nel campo della tutela del paesaggio, che in generale ritengono che un campo da golf non sia di per se stesso un intervento negativo per il territorio, anzi in qualche caso potrebbe essere addirittura un'occasione territoriale di ripristino e di valorizzazione di un ambiente. Basta vedere che alcune realizzazioni in Italia e diverse all'estero (dove questa pratica sportiva è più diffusa) sono ormai una realtà. Certo che il discorso è profondamente diverso quando si tratta di inserire questa struttura in un'area destinata a parco, perché se è stata destinata a parco è perché possiede delle caratteristiche ambientali e paesaggistiche che in linea normale non dovrebbero essere mutate. Direi che questo è il dato di fondo su cui noi dovremmo confrontarci per capire quale debba essere effettivamente l'atteggiamento di ordine generale rispetto ad una richiesta sulla quale, nei prossimi anni, visto che la pratica di questo sport si va diffondendo, dovremo sicuramente confrontarci.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, sono soddisfatto dell'affermazione che questo intervento va a contrastare con gli strumenti di pianificazione vigenti sull'area, che era quanto ritenevano gli interroganti. E' polemica annosa quella relativa al rapporto tra l'Amministrazione comunale di Avigliana e le norme di tutela del parco. Verrebbe da dire che ci provano sempre. Pi volte, siamo intervenuti a segnalare le megalomanie di questa Amministrazione comunale, e per altri versi la scarsa attenzione agli aspetti di carattere ambientale, anche in considerazione della delicatezza dell'area complessiva di Avigliana, che racchiude una serie di beni ambientali di carattere naturalistico e storico. Nonostante l'Amministrazione di Avigliana la pensi certo diversamente, la maggior parte dei cittadini di Avigliana e degli abitanti del Piemonte ritiene che Avigliana sia un posto non da buttar via.
L'Assessore ha aggiunto a margine una serie di considerazioni che meriterebbero un approfondimento. Una di queste, che in parte condivido, è che stiamo assistendo ad una proliferazione di richieste di interventi di moltiplicazione di campi da golf. Rispetto a questo tipo di intervento ed al suo impatto sul territorio, sono necessari effettivamente approfondimenti. In linea generale, su questo punto non condivido quanto espresso dall'Assessore. Sono convinto che alle attività di trasformazione del suolo e di modificazione, connesse alla realizzazione dei campi da golf, occorre aggiungere l'indotto, quanto si genera nelle aree limitrofe sia come accessibilità, sia come infrastrutture, sia perché l'attività da golf viene vista come un'attività di elevato pregio che si rivolge ad una fascia alta del mercato, quindi una messa in campo di altre infrastrutture di solito a maggior impatto ambientale ancora. Tutto questo richiede un sollecito approfondimento. Fermo restando che è una modificazione del suolo, se noi realizziamo un parco in una determinata area, lo realizziamo perché è quel suolo lì e quella conformazione del suolo che ci interessano una determinata copertura arborea, un determinato contesto. Il campo da golf è un terreno artificiale: come tale può avere, in alcune zone caratteristiche di ripristino (aree di cava o zone da bonificare), laddove necessariamente qualsiasi intervento avrebbe un carattere artificiale.
Quindi, un campo da golf può anche funzionare come meccanismo di recupero di un'area, ma ciò non è ammissibile in un'area che viene tutelata per le sue caratteristiche di naturalità.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione n. 1981 dei Consiglieri Ala e Staglianò inerente la tutela storico-artistica e naturalistica del Monte Mesma


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1981 presentata dai Consiglieri Ala e Staglianò.
Risponde l'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Con l'interrogazione n. 1981 i Consiglieri Ala e Staglianò chiedono di conoscere i provvedimenti che la Giunta regionale intende assumere per la tutela del Parco dell'area del Monte Mesma, proposta dal Comune di Ameno.
Il Monte Mesma è una piccola oasi naturalistica situata nel Comune di Ameno (NO) al cui interno sorgono un convento francescano risalente al XVII secolo, una fucina del XIV secolo che utilizzava le acque della gogna per la forgia del ferro e sono stati rinvenuti tra gli anni 1915 e 1934 dei sepolcreti risalenti all'epoca pre-romana.
Nel 1988 il Comune di Ameno aveva richiesto alla Regione di inserire nel Piano regionale dei parchi l'area del Monte Mesma che potrebbe costituire un'integrazione dell'esistente Riserva naturale speciale del Sacro Monte d'Orta. Come è peraltro noto, ogni decisione sull'istituzione di nuovi parchi e riserve naturali è stata sospesa in attesa dell'esito della revisione della legge quadro in materia di parchi che io spero questa mattina veda la sua conclusione in quest'aula. Pertanto, anche per quanto concerne il Monte Mesma si è atteso di completare l'iter della nuova legge al fine di assumere una decisione certa e definitiva.
In relazione all'esito della nuova normativa si può già affermare che l'intervento più corretto da porre in essere sia quello di provvedere all'inserimento dell'area del Monte Mesma nel primo aggiornamento del Piano regionale delle aree protette che la Giunta intende varare prima della scadenza elettorale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Sono soddisfatto della risposta.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interpellanza n. 2116 dei Consiglieri Chiezzi, Bosio, Monticelli e Guasso inerente le dimissioni del Presidente del Collegio sindacale dello IACP di Torino. Situazione gestionale del patrimonio gestito dallo IACP


PRESIDENTE

L'Assessore Genovese risponde all'interpellanza n. 2116 presentata dai Consiglieri Chiezzi, Bosio, Monticelli e Guasso.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'edilizia

Con l'interpellanza urgente n. 2116 i Consiglieri Chiezzi, Bosio Monticelli e Guasso chiedono quali siano stati i motivi delle dimissioni del Presidente del Collegio sindacale dello IACP di Torino, dott. Ierace, e quali iniziative si intendano assumere per consentire allo stesso Collegio sindacale di lavorare con la piena disponibilità di tutti i suoi membri.
Non è semplice rispondere in modo esauriente, in quanto non è stato possibile cogliere i motivi reali che hanno condotto alle dimissioni del dott. Ierace, che sono pervenute in Assessorato il 10 gennaio 1990 con la seguente lettera: "Le comunico le mie dimissioni dalla carica di Presidente del Collegio sindacale dello IACP della provincia di Torino dalla data della presente raccomandata. Ringrazio la Regione Piemonte per la collaborazione data nel corso dell'anno 1989".
Il giorno successivo non sono riuscito a mettermi in contatto con il dott. Ierace, mentre il 15 gennaio sono riuscito ad avere un colloquio telefonico durante il quale lo stesso dott. Ierace mi ha detto che le dimissioni erano da considerare irrevocabili e che in ogni caso doveva ancora avere un abboccamento con chi lo aveva a suo tempo designato alla Commissione Nomine. Gli ho chiesto di soprassedere e di consentire di valutare insieme le motivazioni delle dimissioni e la situazione di carenza grave che si veniva a creare nel Collegio sindacale dello IACP di Torino.
Abbiamo così concordato di risentirci; dopo il 15 gennaio l'ho cercato telefonicamente costantemente, tutti i giorni, lasciando detto di chiamarmi, ma il dott. Ierace non si è mai fatto vivo e il 22 gennaio, non potendo tener ferme le dimissioni visto che erano irrevocabili, le ho trasmesse al Presidente della Giunta, al Presidente del Consiglio regionale e al Presidente della Commissione Nomine. Dopodiché non sono più riuscito ad avere un rapporto diretto con il dott. Ierace. Ho avuto invece un contatto con il dott. Altamura, membro anziano del Collegio sindacale, che deve sostituire il Presidente in questo periodo di vacanza della Presidenza, il quale non aveva avuto alcuna comunicazione né passaggio di consegne da parte del Presidente dimissionario. L'ho pregato di sostituire pienamente in questa fase il Presidente del Collegio sindacale dimesso e successivamente ho proposto alla Giunta regionale la nomina urgente di un nuovo Presidente nella persona di un tecnico particolarmente competente in materia di contabilità pubblica, segnalazione che mi sono permesso di proporre alla Giunta al di fuori di valutazioni di tipo politico stante l'urgenza di procedere e la necessità, nella situazione di delicatezza e di vuoto che si è creata, di segnalare e procedere alla nomina di un Presidente che per le sue connotazioni e per la sua professionalità sia al di sopra delle parti, tale da garantire una ripresa immediata dell'attività dell'organo di controllo interno dello IACP di Torino senza passare attraverso le procedure a volte defatiganti che connotano la preparazione e la valutazione delle nomine da parte degli organi della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, ringrazio l'Assessore per la tempestività con cui ha risposto a questa interpellanza urgente. Le dimissioni del dott. Ierace da Presidente del Collegio sindacale dell'Istituto Autonomo Case Popolari rimangono oscure. Costui è stato nominato dalla Regione Piemonte attraverso una procedura che è piuttosto complessa e, da un punto di vista formale, garantista per quanto riguarda le capacità professionali, la dirittura morale e il rispetto delle istituzioni, dei candidati proposti. L'istruttoria viene compiuta dalla Commissione Nomine. Il dott. Ierace si è seduto alla Presidenza del Collegio sindacale e vi è rimasto più di un anno; un bel giorno ha deciso di andarsene e ha scritto una lettera di poche righe all'Assessore e confermando questa sua decisione. Da quanto abbiamo sentito ha detto poche parole al telefono, che non hanno consentito all'Assessore di illustrare oggi in Consiglio regionale i motivi sostanziali per i quali il dott.
Ierace si è dimesso. Successivamente l'Assessore ha cercato un nuovo colloquio con il dott. Ierace e ad oggi (sono passati più di venti giorni) non è ancora riuscito a sapere alcunché. L'ex Presidente è introvabile da parte dell'organismo regionale che l'aveva eletto, è scomparso. Per questi motivi all'inizio ho detto che siamo in presenza di dimissioni oscure, non riusciamo a capire perché si sia dimesso.
Le considerazioni che si possono fare sono innanzitutto una valutazione sulle procedure che hanno portato la Regione Piemonte a nominare questa persona per un incarico di altissima responsabilità e di grande delicatezza, per la situazione propria dell'Istituto Autonomo Case Popolari. Chiedo che si faccia un esame di questa situazione, perché gli eletti dal Consiglio regionale, in vari organismi, dovrebbero riferire direi giorno per giorno, sulla propria attività che svolgono per conto della Regione Piemonte. Non mi risulta che l'ex Presidente del Collegio sindacale, quando era ancora in carica, abbia fatto presente alla Regione Piemonte difficoltà...



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'edilizia

La Giunta era informata di queste difficoltà.



CHIEZZI Giuseppe

La Giunta era informata, d'accordo, ma il Consiglio regionale non è stato informato di queste vicende e sarebbe utile informarlo o direttamente in aula oppure attraverso delle comunicazioni in sede di Commissione perch dal buon rapporto tra gli eletti dal Consiglio regionale e il Consiglio regionale stesso sta il senso di una nomina. Noi chiediamo che vengano illustrate in Commissione tutte le relazioni e le osservazioni che il Collegio sindacale dell'Istituto Autonomo Case Popolari, e il suo Presidente in particolare, hanno svolto in questi anni. Vogliamo capire se leggendo queste relazioni si possono trovare i motivi che stanno alla base della fuga da questa responsabilità, perché fatta in questo modo sembra proprio una fuga. Sarebbe stato molto meglio se vi fossero state delle dimissioni discusse e motivate chiaramente. Noi siamo in forte imbarazzo perché non capiamo il motivo di queste dimissioni, né oggi l'Assessore è stato in grado di illustrarle.
L'Assessore propone una rapida sostituzione di questo membro del Collegio sindacale, che poi è il Presidente. Concordiamo con la necessità di non lasciare vacante questo incarico. L'Assessore propone anche una procedura rapida di assunzione diretta della responsabilità della proposta nominativa; forse non lo ha ancora fatto, altrimenti l'avrebbe comunicato in Consiglio. E' intenzione dell'Assessore rivolgersi al mondo professionale competente sulla base di scelte motivate esclusivamente da un punto di vista tecnico, di serietà professionale e senza alcun impaccio di tipo politico. Da questo punto di vista eccezioni non ne sollevo, se non quella di usare più attenzione forse di quanto è stato fatto in occasione della nomina del dott. Ierace. Si portino a conoscenza della Commissione Nomine gli elementi che suffragano la bontà della scelta che l'Assessore sta per compiere.
Non vorrei che si ripetessero situazioni come quella a cui dobbiamo trovare rimedio. La richiesta che formulo è che in sede di Commissione vengano resi noti tutti i rilievi che il Collegio sindacale ha svolto in questi anni di attività e in particolare quelli svolti dal dott. Ierace. In secondo luogo che vengano illustrati alla Commissione Nomine i criteri e le caratteristiche professionali di chi si intende proporre in sostituzione del dott. Ierace come Presidente del Collegio sindacale dell'Istituto Autonomo Case Popolari.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Genovese per una precisazione.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'edilizia

Devo fare una precisazione. Ho dimenticato di dire prima che lo sconcerto è anche mio perché con il dott. Ierace e il Collegio sindacale era in corso un lavoro di stretta collaborazione tra Regione, Collegio funzionari ed amministratori dello IACP che stava portando, almeno sul piano della conoscenza dei problemi, a dei risultati importanti, sulla base dei quali abbiamo chiesto allo IACP un rapporto preciso che dovrebbe arrivare in questi giorni rispetto a tutte le osservazioni che sono state sollevate dal Collegio sindacale nell'ultimo anno.
Un'altra precisazione che devo fare al Consigliere Chiezzi è che il dott. Ierace in quanto Presidente del Collegio sindacale è di nomina della Giunta e la Commissione Nomine dà solo un parere rispetto alla proposta della Giunta; il Presidente del Collegio sindacale risponde alla Giunta in relazione ai poteri di vigilanza sullo IACP che sono della Giunta. Ciò non toglie che appena avremo anche questo ultimo rapporto del lavoro svolto negli ultimi sette mesi, proporremo alla Commissione, come fatto straordinario, una valutazione di tutta la situazione. Dico "non come fatto ordinario" perché noi non abbiamo il controllo sugli atti dello IACP, bensì esercitiamo attività di vigilanza e perché rispetto ad altri IACP non riceviamo neppure i verbali dei Collegi sindacali, organi di controllo interno che rimettono all'organo di vigilanza i verbali e delle relazioni solo quando lo ritengono opportuno e non in via ordinaria.


Argomento: Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati - Formazione professionale

Interrogazione n. 2093 dei Consiglieri Adduci, Avondo e Sestero inerente gli immigrati extracomunitari


PRESIDENTE

L'Assessore Cerchio risponde all'interrogazione n. 2093 presentata dai Consiglieri Adduci, Avondo e Sestero.



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, pregherei la Presidenza del Consiglio di considerare la risposta a questa interrogazione integrativa della comunicazione che altri Consiglieri hanno posto sul tema dei problemi degli extracomunitari. La comunicazione che intendo svolgere si riferisce soprattutto alla pubblicazione del decreto legge n. 416, recante: "Norme urgenti in materia di asilo politico, di ingresso e di soggiorno di cittadini extracomunitari, e di regolarizzazione dei cittadini extracomunitari e apolidi già presenti sul territorio dello Stato".
Al riguardo ritengo estremamente utile che il Consiglio regionale sia informato dei problemi che vengono posti alla comunità piemontese dal decreto legge n. 416, e dalla stessa attuazione della L.R. n. 64, diventata operativa nel novembre scorso, in ordine ai temi legati agli extracomunitari. Ritengo di informare, anche se molto schematicamente sulla situazione aggiornata della presenza extracomunitaria e delle richieste di regolarizzazione presentate.
All'1 gennaio 1989, i permessi rilasciati in Piemonte assumevano questa dimensione: 25.972 ripartiti nelle varie province a fronte dei 9.500 del 1980, con variazioni 1980-1989 di questa dimensione: + 61% nella provincia di Alessandria; + 600% nella provincia di Asti; + 347% nella provincia di Cuneo; + 617% nella provincia di Novara; + 143% nella provincia di Torino 211% nella provincia di Vercelli, con un salto quindi di variazione 1980 1989 di + 173% mediamente in Regione, quindi relativamente a questi 26.000 permessi rilasciati a fronte dei 9.500 del 1980.
Se questo è un dato di riferimento, devo rilevare che l'Assessorato in questi mesi sta provvedendo ad inviare a tutte le Associazioni di stranieri presenti sul territorio il testo illustrativo della legge n. 44 sulla cooperazione, che, per effetto del decreto legge dell'ultimo dell'anno, per la prima volta prevede la possibilità agli stranieri di costituirsi in cooperative, e quindi di sostegno a cooperative costituite da soggetti deboli del mercato del lavoro (titolo della nostra legge) che può essere utilizzata, per la prima volta, per effetto del decreto legge anche dagli stranieri extracomunitari. Come è noto il quinto comma dell'art. 9 del decreto legge n. 416 consente agli stranieri extracomunitari di essere soci in cooperative, quindi possono accedere ai finanziamenti previsti dalla L.R. n. 44.
Lunedì prossimo è previsto un incontro, richiesto da più parti, fra tutti gli operatori interessati, organizzato dal Comune e dalla Regione, in collaborazione con tutti i Comuni piemontesi, le UU.SS.SS.LL., le Province l'INPS, le Sezioni circoscrizionali per l'impiego, i Sindacati, gli imprenditori, gli enti di assistenza agli immigrati, che servirà a fare il punto della situazione come approfondimento del decreto legge n. 416 e della L.R. n. 64.
Per quanto riguarda la gestione della L.R. n. 64, prima di tutto devo ricordare che la stessa è entrata in vigore lo scorso 15 novembre 1989, e le Associazioni e gli enti interessati avevano tempo fino al 30 novembre per presentare domande su iniziative legate alle loro attività promozionali. Tenendo conto di questo pur ridotto tempo, l'Assessorato ha disposto alcuni atti amministrativi significativi, pur nei limiti delle risorse obiettivamente limitate e disponibili; si tratta in particolare della convenzione con il Provveditorato agli studi, il Comune di Torino e la Regione Piemonte, per la promozione di un piano interistituzionale di interventi finalizzati all'integrazione degli stranieri extracomunitari nelle scuole statali d'obbligo e nei corsi di istruzione per adulti tenendo conto che oggi esiste un fenomeno soprattutto di aggregazione familiare a fronte di questa presenza iniziale di un rappresentante per ogni nucleo familiare. Questa convenzione è il primo esempio che parte in una città italiana nel rapporto Provveditorato, Comune e Regione per il discorso dell'inserimento e dell'integrazione nelle scuole statali d'obbligo.
Si è provveduto alla stampa aggiornata di un volume plurilingue con la normativa relativa al lavoro; si è provveduto ad interventi di sostegno delle iniziative rivolte agli extracomunitari quali: corsi di alfabetizzazione, iniziative promosse dalle stesse associazioni di stranieri, le attività dei centri di prima accoglienza presenti sul territorio CISCAST, SERMIG ed altro.
Come si può notare, l'Assessorato, già attento alle emergenze che in questi mesi venivano realizzandosi sul territorio regionale, in particolare sull'area metropolitana, ha impegnato tutta la cifra disponibile per il 1989, pur con quei tempi ristrettissimi a cui ho fatto riferimento, tenuto conto che il 15 novembre veniva pubblicata la legge ed entro il 30 novembre le associazioni dovevano presentare le domande.
Per quanto riguarda gli aspetti più istituzionali della gestione della L.R. n. 64, ho parlato dell'incontro di lunedì prossimo; debbo aggiungere che con nota inviata al Presidente della Giunta regionale proponevo di dar vita al più presto al Comitato di cui all'art. 5 della L.R. n. 64 proprio al fine di programmare gli interventi settoriali e coordinarli con quanto è previsto dall'indicazione del decreto legge n. 416.
Il Presidente si è attivato e quanto prima avrà luogo un primo incontro per costituire il Comitato interassessorile.
Credo che questa richiesta farà piacere soprattutto al collega Guasso che è stato attento osservatore alla realizzazione di questa legge.
In relazione invece all'istituzione della Consulta dei lavoratori immigrati, l'Assessore è in attesa di informazioni in quanto la L.R. n. 64 prevede che la nomina avvenga a norma della L.R. n. 10. Ho provveduto a segnalare la necessità di giungere il più presto possibile a tali nomine.
Ovviamente l'Assessorato è disponibile per qualsiasi forma di rapporto e di collaborazione per accelerare le procedure. Devo anzi dire che si sono già avuti in questi giorni contatti informali con le associazioni e gli enti affinché si tengano pronti a dare avvio alle procedure di designazione che comunque dovranno essere attivate dal Consiglio regionale del Piemonte.
Anche alla luce delle indicazioni che il decreto legge n. 416 darà una volta tramutato in legge ed approvato definitivamente, non è utile in questa fase pensare di modificare la nostra legge appena entrata in vigore.
Occorre attendere l'approvazione del decreto legge n. 416 da parte del Parlamento che potrebbe apportare ancora qualche modifica significativa al testo originario.
In questa attività abbiamo quotidianamente aggiornato i nostri strumenti, soprattutto sul versante del mercato del lavoro, sulla base delle indicazioni che venivano da parte dei Ministeri e del Governo: è un aggiornamento di impostazione e di percorsi su questo problema che si evolve di giorno in giorno. Nei limiti delle nostre competenze, delle risorse e anche dei tempi, abbiamo cercato di fornire le risposte più complessive possibili proprio grazie allo sforzo che abbiamo compiuto. Mi sia consentito di lasciare all'assemblea un momento di meditazione su questo terreno. La nostra realtà regionale è impegnata in tal senso. Per tutti insieme (istituzioni, forze sociali, volontariato) dobbiamo fare degli sforzi ulteriori e riflettere su quale futuro si offre a questi nuovi cittadini e con quali strutture le Pubbliche Amministrazioni si presentano all'appuntamento.
I dati sulla regolarizzazione che prima ho citato dovrebbero essere valutati anche come un monito: su questi problemi non possono esistere più Italie e tutti si devono far carico dei problemi con lo stesso impegno. I dati aggiornati a metà gennaio sono noti in termini globali: a Torino vi sono 5.500, a Milano 8.300, a Napoli 5.600 e così via. In Piemonte attraverso l'indicazione delle Questure datata una settimana fa, sono 7.000 i riferimenti dei regolarizzati, anche se non si conoscono però in dettaglio territoriale.
La fase successiva prevede la regolarizzazione presso gli Uffici del lavoro. Grazie alla disponibilità dell'Ufficio regionale del mercato del lavoro, sono in grado di fornirvi i dati, aggiornati alla scorsa settimana a livello regionale e provinciale: in Piemonte i regolarizzati presso le Sezioni circoscrizionali per l'impiego sono 1.386 di cui l'87% maschi e il restante 13% donne; gran parte dei lavoratori extracomunitari ha regolarizzato la propria posizione: a Torino sono quasi il 66%; seguono nell'ordine: la provincia di Alessandria: 10,5%; Vercelli: 9%; Cuneo: 7,6 Novara: 5,3%; Asti: 1,6%. Vi è anche una memoria scritta che consegner agli interroganti.
Su questo totale di 1.386 regolarizzati, presso le Sezioni circoscrizionali per l'impiego, avviati al lavoro sono 239, quindi il 17,2 del totale (91% di questi sono uomini, il restante 9% donne). Anche in questo caso Torino fa la parte del leone, ma è da registrare che oltre la metà degli avviamenti al lavoro avviene nel restante territorio regionale.
Ho cercato di rispondere in parte all'interrogazione e in parte alla richiesta di comunicazione. Parrebbe che Torino sia tra le città a più alta concentrazione di nuova immigrazione a fronte di statistiche ufficiali che indicano nella nostra Regione una presenza sufficientemente contenuta del fenomeno. Sembra però più realistico ritenere che molti immigrati, che normalmente risiedono in altre parti del Paese, abbiano voluto scegliere di regolarizzare la loro posizione a Torino ritenendo che qui vi sia un più elevato livello di efficienza e di assistenza da parte dell'operatore pubblico. In questo senso occorre dare atto alla Questura di Torino, pur con tutti i limiti ed alcune contraddizioni, di essersi immediatamente attivata dopo i primi due giorni di emergenza quantitativa, non solo per rispondere positivamente alle richieste dei cittadini immigrati e ciò ha favorito una concentrazione di regolarizzazioni.
Abbiamo incontrato nei giorni scorsi il Comune di Torino per il drammatico problema delle abitazioni, che è assai più grave di quello del lavoro. Il fatto che molti livelli bassi del lavoro sul mercato del lavoro italiano o piemontese non vengono più svolti dai cittadini italiani fa sì che questo problema venga assorbito dall'occupazione extracomunitaria. Il Comune di Torino, d'intesa con la Regione, ha attivato nei giorni scorsi alcune riunioni congiunte e ha dimostrato una certa disponibilità anche per ricercare contenitori vuoti che sarebbe davvero assurdo se rimanessero tali. Dobbiamo perciò sforzarci di dare risposte adeguate perché così facendo si potranno eliminare quei fenomeni di possibile razzismo che alcuni tentano di strumentalizzare. Pur dovendo scontare carenze di risorse umane e di strutture, le istituzioni hanno cercato di affrontare un percorso certamente in salita su questo versante.
Per quanto riguarda le specifiche incombenze regionali previste dal decreto legge n. 416 debbo dire che negli stessi tempi in cui la Presidenza della Giunta mi trasmetteva l'interrogazione dei Consiglieri Adduci, Avondo e Sestero, io scrivevo al Presidente della Giunta regionale sottolineando fra le altre cose, l'urgenza di attivarsi nei confronti delle Camere di Commercio per l'organizzazione di appositi corsi professionali per la qualificazione dell'esercizio di attività commerciale riservati ai cittadini extracomunitari previsti dall'art. 10 del citato decreto.
Per quanto riguarda la specifica competenza dell'Assessorato al lavoro abbiamo già provveduto ad inviare a tutti gli enti e alle associazioni che si occupano di immigrazione il manifesto plurilingue prodotto nei giorni scorsi dal Ministero del Lavoro recante le norme per la regolarizzazione.
Si tratta di aggiornamenti che sopravvengono di settimana in settimana, per cui dobbiamo attrezzarci. Già attraverso la legge regionale del novembre 1989 abbiamo anticipato problematiche che sono quotidianamente vissute con drammaticità dai soggetti promotori di questa presenza nel nostro Paese e che deve vedere le istituzioni attente per guidare, e non colonizzare, un momento di partecipazione e di sviluppo civile della nostra realtà regionale.



SESTERO Maria Grazia



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non v'è dubbio che la nostra puntualissima interrogazione in materia di immigrazione extracomunitaria ha spinto l'Assessore ad assumere tutte quelle iniziative di carattere urgente che, nel momento in cui la nostra interrogazione fu proposta, apparivano ed appaiono tuttora - indispensabili per incominciare ad affrontare uno dei problemi più rilevanti che la nostra comunità ha di fronte. La Regione ha prodotto, come l'Assessore ci ha detto, un opuscolo plurilingue riguardante il lavoro per gli stranieri, con particolare riferimento alle norme per il collocamento al lavoro dipendente dei lavoratori extracomunitari.
Devo dire, Assessore, che forse vi è una pecca iniziale: il frontespizio che comunica con più evidenza il contenuto dell'opuscolo forse avrebbe dovuto essere stampato in più lingue, invece è stampato soltanto in italiano e ciò non consente una immediata ricettività. Se si potesse rifare la prima pagina riscrivendola in altre lingue, forse sarebbe più efficace.



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

Scusa, Adduci, c'è già la soluzione. Quella era la prima bozza.
L'abbiamo fermata e messa in stampa perché mentre usciva quella, il Ministero del Lavoro e il decreto poneva nuovi aggiornamenti, pertanto è in fase di stampa.



ADDUCI Donato

Con soddisfazione prendiamo atto di questo fatto. Mi pare, però, che uno dei terreni fondamentali su cui l'iniziativa deve collocarsi per garantire un effettivo processo di integrazione all'interno della nostra comunità, oltre ai problemi di natura rilevante come quello della casa ed altri, sia il problema dell'istruzione e dell'integrazione dei giovani all'interno delle strutture scolastiche, altrimenti qualsiasi processo integrativo è destinato a fallire.
Avete avviato con il Provveditorato agli studi di Torino alcuni momenti di incontro per cercare di affrontare il problema, però francamente devo dire che non vedo sorgere grandi iniziative intorno a queste tematiche.
Non v'è dubbio che il problema dell'integrazione scolastica, sia per garantire i corsi di alfabetizzazione di conoscenza della lingua italiana sia per garantire un processo di reale integrazione tra culture diverse e cittadini che diversamente esprimono quelle culture, debba - secondo noi tramutarsi in azioni più incisive e soprattutto più rapide e puntuali.
Il problema dei corsi di formazione, di cui all'art. 10 del decreto legge n. 416, secondo noi è uno degli aspetti fondamentali su cui la Giunta dovrebbe lavorare.
Il punto 2) dell'art. 10 prevede che "Entro 120 giorni dalla data dell'entrata in vigore del decreto le Regioni organizzino appositi corsi professionali avvalendosi esse delle Camere di Commercio, dell'Industria dell'Artigianato e dell'Agricoltura o di altri Enti pubblici. Tali corsi devono essere finalizzati per la qualificazione all'esercizio delle attività commerciali riservate ai cittadini extracomunitari. La durata deve essere almeno di 120 ore". Questo è un problema che va affrontato con una certa urgenza. E' vero, Assessore, lei ha scritto una lettera alle Camere di commercio e ad altri Enti eventualmente interessati, però forse una lettera non è sufficiente; converrà prendere contatti un po' più stretti al fine di garantire che i corsi di formazione siano rapidamente avviati.
Se la Giunta avrà la capacità di saper cogliere tutti questi frammenti di opportunità, darà un contributo effettivo al processo di integrazione in atto. Quindi occorre che le varie iniziative nel settore dell'istruzione nel settore della casa, nel settore dei corsi di formazione professionale nel settore dell'alfabetizzazione, nel settore della prima accoglienza siano finalizzate in un disegno integrativo unico, immediatamente percettibile dai cittadini che di questi servizi e di queste strutture devono fruire.
A me pare che dalla risposta alla nostra interrogazione e dalla comunicazione fatta dall'Assessore manchi un disegno unico della Giunta quindi siamo soltanto parzialmente soddisfatti della risposta dell'Assessore.
Assessore, per concludere vorrei richiamare la sua attenzione su un dato che rappresenta un po' un buco nero non soltanto nell'operato della Regione, ma nel decreto stesso: mi riferisco alla questione del diritto alla pensione degli extracomunitari. Mi rendo conto che non è un problema di competenza della Giunta regionale, però credo che la Giunta, nell'ambito di quel disegno complessivo, ora mancante, a cui accennavo, ma che dovrebbe essere auspicabilmente predisposto ed anche rapidamente predisposto, tenga presente il problema del diritto alla pensione, che certamente è un problema rilevante. La Giunta può farsi portatrice di questa esigenza nei confronti del Governo nazionale affinché i cittadini extracomunitari possano godere a pieno titolo del diritto fondamentale alla pensione.
Auspichiamo al più presto un progetto complessivo di intervento che ci consenta di valutare meglio quanto l'Assessore ora, frammentariamente, ha esposto.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interpellanza n. 2110 dei Consiglieri Chiezzi, Guasso, Sestero Montefalchesi, Biazzi e Monticelli inerente il patrimonio IACP ed interrogazione n. 2111 dei Consiglieri Picco, Ratti e Bonino inerente la disponibilità di alloggi di proprietà dello IACP di Torino


PRESIDENTE

Esaminiamo ora congiuntamente l'interpellanza n. 2110 presentata dai Consiglieri Chiezzi, Guasso, Sestero, Montefalchesi, Biazzi e Monticelli e l'interrogazione n. 2111 presentata dai Consiglieri Picco, Ratti e Bonino.
Risponde ad entrambe l'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'edilizia

Signor Presidente, il collega Chiezzi ed altri colleghi del PCI e il collega Picco e altri colleghi della DC, hanno presentato rispettivamente un'interpellanza urgentissima e un'interrogazione in relazione alle notizie apparse su "la Repubblica", "La Stampa" ed altri giornali, circa gli alloggi liberi e sfitti dello IACP di Torino e circa gli alloggi che risulterebbero occupati da inquilini abusivi. Con l'interpellanza e l'interrogazione viene richiesto se i fatti richiamati corrispondono alla realtà, quali provvedimenti si intendano assumere nei confronti dello IACP e quale sia la reale situazione in ordine all'utilizzo del patrimonio abitativo dello IACP di Torino, anche sulla base degli accertamenti che erano stati condotti e che poi sono stati evidenziati dal Comune di Torino stesso.
Devo fare una premessa, per quanto riguarda la Regione, e dire ai colleghi interroganti ed interpellanti ed al Consiglio regionale, che normalmente già nell'esercizio dei compiti di vigilanza, ma anche nello svolgimento dei normali rapporti che intercorrono con gli IACP, la Regione a più riprese, rispetto a questo problema, era intervenuta chiedendo informazioni e precisazioni in ordine all'utilizzo del patrimonio dello IACP di Torino e dei restanti IACP del Piemonte. In ordine di tempo, avendo sulla base dei dati emergenti dall'anagrafe degli utenti registrato un divario piuttosto forte, non fisiologico, fra il patrimonio esistente e gli alloggi affittati, si erano richieste l'8/3/1989 allo IACP di Torino, nei rapporti che intercorrono tra gli uffici, e quindi, al Direttore dello IACP di Torino, notizie in merito all'utilizzo del patrimonio dello IACP. A questa nostra ultima richiesta del marzo 1989 il Direttore dello IACP di Torino rispondeva in data 21/4/1989 precisando che il numero degli alloggi sfitti a quel momento risultava di 610 unità e che risultavano occupati senza titolo altri 457 alloggi. Per la verità non c'era una motivazione dettagliata e precisa in ordine agli alloggi sfitti e quindi c'era solamente l'evidenziazione che rispetto ai dati dell'anagrafe dell'utenza di cui noi disponiamo attraverso elaborazioni del CSI, il divario a noi appariva superiore, perché non c'è mai la contestualità tra il momento in cui viene aggiornata l'anagrafe dell'utenza e l'andamento concreto dell'utilizzo del patrimonio.
Rispetto a quanto richiesto nelle interrogazioni, è stata accertata nelle forme in cui è possibile all'Amministrazione regionale, cioè attraverso una richiesta diretta allo IACP di Torino e il controllo effettuato dagli uffici dell'Assessorato e del Consorzio tra gli IACP, la seguente situazione (che mi limito a riportare nei dati essenziali impegnandomi di consegnare ai colleghi interpellanti ed interroganti una copia delle risposte pervenute). Rispetto agli alloggi sfitti, evidenziati dai giornali in n. 688, la situazione è questa: risultano 471 alloggi sfitti nel comune di Torino di cui: 54 a disposizione del Comune, in attesa che proceda alle assegnazioni 78 in disponibilità dell'Istituto per le procedure di cambio alloggi che sono in corso 11 sono a disposizione del Comune per i dimessi dagli ospedali psichiatrici, o comunque per gli infermi 5 a disposizione della Prefettura in base alla legge n. 52/76 per l'assegnazione ad appartenenti alle Forze dell'ordine 73 disdettati negli ultimi due mesi, per i quali sono in corso le fasi di accertamento per la riassegnazione 2 ancora occupati, nonostante sia stata data la disdetta dagli inquilini uscenti 141 di proprietà dell'Istituto, non assegnabili al momento in cui è apparsa la notizia giornalistica, perché richiedevano manutenzione straordinaria. Di questi 141 ne sono stati messi a disposizione del Comune n. 73 perché finita la manutenzione straordinaria 107 di proprietà del Comune di Torino e non assegnabili perch richiedono interventi di manutenzione straordinaria che da anni devono essere fatti, di competenza del Comune.
Questa è la situazione relativa ai 471 alloggi della città di Torino.
Vi è poi la situazione dei restanti 205 alloggi che sono di diversi Comuni della provincia. Per tali alloggi i Sindaci devono procedere all'assegnazione degli alloggi sfitti: il problema riguarda la formazione della graduatoria e l'assegnazione da parte dei Comuni. Gli alloggi sono stati messi a disposizione dei Comuni interessati e gli stessi, quindi devono procedere all'assegnazione di questi alloggi che risultano sfitti.
Questa è sommariamente la situazione che si è potuta registrare. Rimane quella degli occupanti senza titolo, che costituisce un vecchio problema.
Gli occupanti senza titolo sono 457 ad oggi e permangono nonostante le due leggi votate da questo Consiglio regionale in epoche diverse, per consentire una sanatoria di coloro che avevano occupato in vari modi, senza averne titolo, alloggi appartenenti al patrimonio IACP.
Al di là delle regolarizzazioni che sono state fatte, permangono delle situazioni dovute al fatto che alcuni non hanno regolarizzato la situazione e al fatto che dopo la scadenza dei termini indicati dalla normativa regionale altri alloggi sono stati occupati senza titolo attraverso una forma che non è facile prevedere, cioè attraverso la cessione diretta dell'alloggio irregolare, da parte degli assegnatari ad altre persone. Per cui solo quando si fanno i censimenti ci si ritrova che chi era titolare di un alloggio l'ha ceduto, come fosse proprietario, ad altre persone.
Questa è la situazione più grave da risolvere rispetto alla quale già ben due volte il Consiglio regionale ha approvato norme specifiche, che hanno prodotto una regolarizzazione abbastanza soddisfacente, ma che comunque non ha fermato il fenomeno dell'occupazione abusiva che non avviene più attraverso le forme più evidenti di occupazione in massa da parte di sfrattati, bensì attraverso forme di subaffitto da parte degli assegnatari, rispetto alle quali sono in corso tutti gli atti che devono essere compiuti per il rilascio o per la regolarizzazione laddove fosse possibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi, ringrazio l'Assessore per la tempestività con cui ha fornito la risposta. Ribadisco però che l'attenzione riservata dall'ente pubblico al problema degli alloggi non utilizzati, in una situazione nella quale il problema della casa continua ad essere grave, è del tutto insufficiente.
La polemica è stata innescata da una comunicazione dell'Assessore alla casa del Comune di Torino in occasione di una riunione della Commissione per l'emergenza abitativa, svoltasi presso il Comune della città di Torino.
Abbiamo cercato di non strumentalizzare la notizia che i giornali avevano dato con enfasi, ma di capire.
Nella relazione dell'Assessore Genovese notiamo che c'è un po' di confusione e un po' di scaricabarile, nel senso che l'Assessore alla casa del Comune di Torino ha illustrato una situazione nella quale lo IACP disponeva di molti alloggi liberi e non li affittava e che esistevano anche molti alloggi abusivi. Dalla relazione dell'Assessore Genovese si capisce che l'Istituto ha una parte di alloggi liberi e che anche il Comune di Torino e molti Comuni della provincia non stanno facendo quello che dovrebbero.
La critica va fatta secondo giustizia: ci troviamo di fronte ad una inefficienza dell'Istituto e a ritardi anche da parte dei Comuni. Le istituzioni pubbliche non funzionano come dovrebbero. La frantumazione casistica dei 471 alloggi vuoti ha varie motivazioni, molte delle quali non sono accettabili, nel senso che dovrebbero essere state altrimenti gestite.
Non è possibile tenere fermi 73 alloggi disdettati, occorreva assegnarli rapidamente, in funzione delle esigenze esistenti. Non parliamo dei 141 alloggi su cui occorre fare manutenzione: la polemica è vecchia, è da anni che l'Istituto dispone di decine di miliardi per le opere di manutenzione.
Ma o non si è appaltato, o si è appaltato con ritardo, o i lavori vanno a rilento. Da questo punto di vista la gestione dell'Istituto è un disastro.
Altrettanto si può dire del Comune di Torino che dispone di 107 alloggi sui quali dovrebbe effettuare la manutenzione.
La conclusione è che di fronte ad una grande emergenza perdiamo 600 alloggi. Le forze politiche dovrebbero fare una meditazione. Noi siamo molto critici verso la gestione degli ultimi due anni da parte dell'Istituto e del suo Presidente. Ci troviamo in una situazione che forse non ha eguali quanto ad inefficienza. L'Istituto non funziona e gli uffici non sono stati messi in grado di funzionare. Sappiamo che l'Istituto ha dato centinaia di milioni di incarichi esterni, ha speso ingentissime risorse, ha congelato per una parte gli uffici, li ha disattivati perch erano in corso inchieste giudiziarie. Circa un anno fa abbiamo detto che la situazione era inaccettabile. Non si possono tenere funzionari a fare nulla all'interno dell'Istituto anche se sono in corso inchieste giudiziarie.
Di fronte a questa inefficienza di gestione ci pare che le responsabilità di chi ha disattivato la struttura dell'Istituto per un lungo periodo siano assolutamente evidenti.
Per quanto riguarda gli alloggi abusivi occorrerebbe maggiore efficienza da parte dell'Istituto. L'Assessore indica come esista una percentuale di alloggi abusivi derivanti da cambi di alloggi occulti.
Invito l'Assessore a segnalare alla Presidenza dell'Istituto e, per quanto riguarda i Comuni, ai Comuni stessi il fatto che i cambi di alloggi a volte avvengono in modo molto esplicito. Inviti il Presidente dell'Istituto e i Sindaci dei Comuni inadempienti a verificare su organi di stampa (in commercio nelle edicole un paio di volte alla settimana) le offerte di cambio alloggio fatte da privati, titolari di un contratto di affitto con l'Istituto. Si potrà vedere una serie numerosa di offerte. Penso che siano quei cambi alloggio occulti di cui parlava l'Assessore Genovese. Un Istituto attento dovrebbe avere uffici che verificano quello che succede negli alloggi gestiti dallo IACP, ormai entrati "nel mercato". Andiamo in edicola, compriamo questi giornali e verifichiamo quanti cambi alloggio oggi sono proposti da privato a privato.
Concludo dicendo che l'esperienza di gestione dello IACP è sempre stata difficile per tutti: nessuno ha fatto miracoli, molti hanno fallito. Anche noi, quando abbiamo amministrato questo Istituto, non abbiamo fatto fronte a tutto quello che dovevamo, abbiamo compiuto molti errori. C'è da dire che, pur con le autocritiche che abbiamo fatto, mai come in questi ultimi due anni la situazione è di nuovo precipitata nella inefficienza più assoluta. La Giunta regionale dovrebbe prendere atto di questo e assumere dei provvedimenti espliciti di sfiducia verso il Presidente e il Vicepresidente dell'Istituto per una situazione che continua a peggiorare grandemente e a suscitare gravissime tensioni in questi quartieri.
Ricordo che è irrisolto il problema dell'aggiornamento dei canoni; noi abbiamo richiesto con urgenza proposte della Giunta. In sua assenza abbiamo fatto più volte proposte come Gruppo consiliare, ma la Giunta sta dicendo soltanto dei "no" alle proposte dei comunisti: "no" alla proposta di legge "no" alla proposta dell'ordine del giorno, non avanza altre proposte, è divisa, è paralizzata, l'unico che se ne occupa pare che sia l'Assessore Genovese isolato da tutto e da tutti.
Rimane aperto il problema delle vendite degli alloggi sui quali c'è ancora molta incertezza, sia per le vendite già autorizzate nei due quartieri, sia per le vendite agli altri inquilini che noi continuiamo a dire hanno pari diritti, come gli inquilini siti nei due quartieri Mirafiori Sud e Falchera, di poter accedere alla proprietà dell'alloggio.
Ci troviamo di fronte ad un disastro, la nostra critica non può che essere la più ferma in quest'aula ed anche nei quartieri nei quali, come Gruppo continuiamo ad andare a dire a tutti le stesse cose senza fare della demagogia.


Argomento: Psichiatria

Interrogazione n. 1907 dei Consiglieri Valeri, Staglianò e Ala inerente la Comunità psichiatrica di Vercelli


PRESIDENTE

Viene esaminata infine l'interrogazione n. 1907 presentata dai Consiglieri Valeri, Staglianò e Ala.
Risponde l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, con riferimento all'interrogazione di cui all'oggetto si illustra brevemente la situazione che ha portato al "superamento" dell'ex Ospedale neuropsichiatrico di Vercelli e all'istituzione delle Comunità psichiatriche: 1) in data 6/3/1987 il Primario dell'ex O.P.N., dott. Glauco Ponzana trasmetteva al Presidente dell'USSL n. 45, con parere favorevole, una relazione, redatta dalla dott.ssa Varese (medico) e dal dott. Ghisalberti (psicologo), relativa al progetto di superamento dell'ex O.P.N., ed all'istituzione di strutture alternative territoriali. Nella relazione si specificava, tra l'altro, che era garantita: a) l'assistenza medica di base, come lavoro di routine settimanale diurno, la prescrizione di terapie inerenti patologie internistiche e, come urgenze notturne, l'intervento della Guardia medica b) l'assistenza medica psichiatrica, come pronta disponibilità diurna e notturna, interventi di routine e prescrizione psicofarmacologica 2) in data 6/3/1987 il dott. Carlo Camurati, Primario del Servizio psichiatrico territoriale, inviava al Presidio dell'USSL n. 45 una proposta di ristrutturazione del Servizio territoriale in previsione del superamento dell'O.P.N., in cui si richiedeva la presenza di un medico psichiatrico a tempo pieno in ogni comunità 3) in data 31/3/1988 il Comitato di gestione dell'USSL n. 45 deliberava il superamento del Presidio ospedale psichiatrico e l'attivazione delle comunità per ospiti dell'USSL n. 45 e, basandosi sulla relazione tecnica della dott.ssa Varese e del dott. Ghisalberti, disponeva che: a) l'assistenza medico-generica venisse erogata dai medici di base del SSN secondo un orario ambulatoriale, per permettere una copertura sanitaria nei giorni feriali e prefestivi. I medici avrebbero dovuto rendersi disponibili, su chiamata telefonica, dalle ore 8 alle 20 dei giorni feriali e dalle ore 8 alle 14 dei giorni prefestivi. Al di fuori di questi orari si sarebbe fatto riferimento alla Guardia Medica b) l'assistenza medico-psichiatrica urgente venisse erogata dal medico psichiatrico reperibile tramite DEA e che l'assistenza medico-psichiatrica non urgente venisse garantita dal Servizio psichiatrico, nei giorni feriali dalle ore 9 alle 12, su richiesta del medico di base. Le garanzie di assistenza richieste dal dott. Camurati (un medico psichiatrico a tempo pieno in ogni comunità) non sono state assicurate. Al momento attuale nell'area dell'ex O.P., si trovano: 1 comunità protetta per cerebropatici (autonoma) 1 comunità psichiatrica maschile 1 comunità psichiatrica femminile 1 comunità per anziani 1+1 comunità ospiti maschile e femminile (accorpate) 1 Centro diurno socio-sanitario detto "Servizio di animazione e psicomotricità".
Presso la comunità per cerebropatici sono ospitati 21 portatori di cerebropatie (7 donne, 14 uomini).
Presso la comunità maschile psichiatrica 40 ospiti con patologia psichiatrica.
Presso la comunità femminile psichiatrica 36 ospiti con patologia psichiatrica.
Presso la Comunità anziani 33 ospiti ultrasessantacinquenni con patologia psichiatrica della senescenza.
Presso la Comunità accorpata sono ospitati 5 uomini e 6 donne.
L'assistenza sanitaria garantita è la seguente: n. 2 medicina di base consulenza specialistica psichiatrica fornita dall'équipe psichiatrica del Centro di salute mentale accesso alla medicina specialistica con le modalità di ogni utente del SSN assistenza infermieristica sulle 24 ore assistenza farmaceutica garantita dall'istituzione di un Ufficio Farmaci che provvede alla raccolta delle ricette nominative e all'acquisto dei farmaci esenzione ticket per la quasi totalità degli ospiti.
Per quanto riguarda invece il personale di sorveglianza e l'organizzazione delle Comunità, la situazione è la seguente: Comunità per cerebropatici: 12 infermieri psichiatrici suddivisi in tre turni ed una Prima infermiera con l'orario 8,00-15,00. Le presenze previste per ciascun turno sono concordate tra gli operatori stessi (in genere 4 unità al mattino, 3 al pomeriggio e 2 di notte). Gli ospiti sono 21.
Comunità psichiatrica maschile: 12 infermieri psichiatrici per 3 turni di 4 operatori sulle 24 ore. Nel turno di notte sono presenti 2 infermieri. Nei turni diurni per riposi festività si può far conto su 3 operatori. Inoltre c'è un Primo infermiere.
Gli ospiti sono 40.
Comunità psichiatrica femminile: 12 infermiere psichiatriche. I turni e le presenze sono come nella Comunità maschile. Ci sono 2 Prime infermiere. Le ospiti sono 26.
Comunità per anziani: 12 infermieri psichiatrici come per le precedenti Comunità. Gli ospiti sono 33.
Comunità maschile e femminile accorpata: 9 infermieri con presenza fissa di almeno un uomo e una donna durante il giorno. Di notte è presente almeno un operatore. Gli ospiti sono 11 e sono autosufficienti.
Al fine di garantire la copertura dei turni è previsto l'accorpamento sullo stesso piano delle due Comunità psichiatriche maschile e femminile.
Presso la Comunità non è prevista la presenza di ausiliari socio sanitari e quindi al personale infermieristico è demandata la pulizia del reparto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Signor Presidente, prendo atto delle minuziose informazioni che l'Assessore ci ha fornito circa l'organigramma dei servizi psichiatrici di Vercelli, ma l'interrogazione era rivolta a conoscere le conclusioni cui è giunta l'ispezione svolta dal Servizio psichiatrico regionale circa le cause che hanno provocato la morte per soffocamento di un degente conseguente all'incendio del suo giaciglio. Nella risposta, invece, non vi è cenno al giudizio che gli ispettori, che hanno fornito il quadro sullo stato del servizio psichiatrico, hanno maturato in ordine a questo evento luttuoso. Mi domando perciò se non sia il caso che l'Assessore solleciti dagli ispettori un supplemento alla loro relazione. Non mi pare logico, n accettabile, che degli ispettori inviati ad ispezionare una struttura psichiatrica all'interno della quale un degente è deceduto, onde capirne e chiarirne le cause, consegnino una relazione limitata all'illustrazione dell'organigramma del personale di cui quella struttura è dotata.
Organigramma, peraltro, che non mi pare carente in fatto di addetti alla sorveglianza e all'assistenza ai degenti. All'interrogativo per il quale questa ispezione era stata ordinata occorre sia data risposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, anch'io mi associo alla richiesta avanzata dal collega Valeri (primo firmatario dell'interrogazione in questione) sollecitando l'Assessore di integrare la sua risposta in merito alle questioni che non hanno trovato risposta adeguata.
Mi riservo, Assessore, di dare un giudizio di merito complessivo dopo aver letto con attenzione la risposta che lei ha voluto darci, perché la risposta al punto specifico che ha dato vita alla nostra interrogazione non mi pare sufficientemente esauriente.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 21,05)



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