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Dettaglio seduta n.221 del 22/12/89 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROSSA


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Comunico che l'Assessore Cernetti mi ha chiesto, per sue esigenze di servizio, se era possibile discutere subito la questione Barricalla rispetto agli impegni previsti dall'o.d.g. Se i colleghi acconsentono accolgo tale richiesta.
Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta regionale, Beltrami. Ne ha facoltà.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, ho già avuto occasione di parlarne bonariamente, ma sul problema del FIO propongo ai colleghi di riflettere.
Informo il Consiglio circa il fatto che la collega Vetrino, che si era impegnata a relazionare questa mattina non tanto per leggere un arido elenco quanto per stabilire un confronto fra le scelte della Regione e quanto ci è stato conferito, mentre accompagnava i figliuoli a scuola è uscita di strada con la macchina; fortunatamente non si è verificata alcuna conseguenza di rilievo, ma la collega non riuscirà a venire.
Tuttavia, se il Consiglio non dico insista, ma richieda che questa comunicazione sia fatta ugualmente, faccio arrivare un funzionario che mi possa assistere e non mi sottraggo all'impegno assunto ieri. Diversamente non so cosa posso fare, perché non ho altri e maggiori elementi di raffronto.
Poiché avevamo congegnato le cose in termini di estrema pulizia e di organizzazione, mi rimetto a quanto decide il Presidente; se è per passare all'esame di questa comunicazione, ho già telefonato a un funzionario e sono disponibile a farla. In ogni caso, ripeto, mi rimetto a quanto viene deciso dal Consiglio.



PRESIDENTE

Ringrazio il Presidente Beltrami per aver ricordato che il Vicepresidente Vetrino ha avuto un incidente, fortunatamente lieve. Rivolgo al Vicepresidente gli auguri per una pronta ripresa. Se il Consiglio acconsente, propongo di rinviare tale argomento ad altra seduta, alla presenza del Vicepresidente Vetrino.
Ha chiesto la parola il Consigliere Avondo. Ne ha facoltà.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente, dal momento che il collega Adduci sta per arrivare siamo d'accordo che si passi ad esaminare subito la questione Barricalla.



PRESIDENTE

Prima di esaminare la questione Barricalla, informo il Consiglio che è pervenuta una proposta di iscrizione all'o.d.g. di un ordine del giorno a firma dei Consiglieri Chiezzi, Monticelli e Avondo sul problema degli affitti negli stabili gestiti dagli IACP.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordine del giorno n. 721 sulla discarica della Barricalla


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 721, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Ha facoltà di intervenire l'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la Giunta non può convenire su questo ordine del giorno, che chiede l'impegno della Regione affinché alla società Barricalla non venga concessa l'autorizzazione per l'apertura del secondo lotto della discarica di seconda categoria C per rifiuti tossico nocivi.
La Giunta non può dare la sua adesione perché questo ordine del giorno va ad interferire nelle procedure di legge; se oggi la Giunta accettasse in via prioritaria, senza aver fatto gli esami tecnici dovuti e senza averne approfondito gli esiti, di impegnarsi a non dare l'autorizzazione, sarebbe come emettere una sentenza senza avere prima fatto il processo. Quindi la Giunta non può non esperire le procedure del DPCM n. 377 e dell'art. 3 bis della legge n. 441.
Solo quando la Giunta sarà in possesso di tutti questi approfondimenti potrà decidere se dare o meno l'autorizzazione per il secondo lotto della Barricalla; assolutamente non aderirebbe agli obblighi di legge sull'espletamento delle procedure se sin d'ora si impegnasse a non dare tale autorizzazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, c'è da rimanere sconvolti dalla rapidità e dalla brevità delle comunicazioni della Giunta. Pensavo che si cominciasse con illustrazione dell'ordine del giorno. Comincer allora da questo punto, anche perché, di fronte ad una platea abbastanza distratta, è bene che tutti ci rendiamo conto di che cosa stiamo parlando.
Noi partivamo da una serie di premesse, che è il caso di riassumere brevemente.
La premessa numero uno è che la società Barricalla S.p.A., credo ormai nota ai Consiglieri regionali e alle cronache, caratterizzata da un capitale azionario multiforme, in parte pubblico, in parte privato e in parte ancora cooperativo, è entrata, attraverso operazioni finanziarie recenti, nel giro delle multinazionali americane, così come è accaduto poco tempo addietro, per l'ISPA.
Questo problema è stato già sollevato e presentato con interrogazioni da più Gruppi e da più Consiglieri all'Assessorato competente e alla Giunta regionale senza ricevere finora alcuna risposta, quasi che i mutamenti nella composizione azionaria e nelle modalità di funzionamento di tutto il ciclo di rifiuti sia urbani che industriali non riguardassero minimamente né la Regione, né la Giunta, né questa istituzione.
La società Barricalla ha avviato le operazioni di cui al DPCM n. 377 richiedendo la pronuncia di compatibilità ambientale da parte del Ministero dell'Ambiente e del Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali per ottenere l'autorizzazione all'apertura di un altro lotto, il secondo. Come sappiamo, la Barricalla ha praticamente ultimato il riempimento, fin quanto compatibile con l'attuale struttura ingegneristica, del sito del primo lotto, autorizzato in via provvisoria in un primo momento nel maggio del 1985 dall'allora Giunta regionale ed approvato poi in via definitiva dalla Provincia di Torino, vigente il periodo delle deleghe di cui alla L.R. n.
18.
La società Barricalla ha chiesto l'autorizzazione per l'apertura di un altro lotto, sempre per lo smaltimento definitivo di rifiuti speciali e tossico-nocivi di seconda categoria tipo C. Cioè all'interno del medesimo sito, per un insieme di rifiuti con le stesse identiche caratteristiche di quelle per le quali ha già l'autorizzazione rilasciata dalla Provincia relativa al primo lotto. La località è sempre la stessa; credo che i colleghi sappiano che, nel caso della Barricalla, ci troviamo in presenza di una vasta cava legata alle attività di escavazione connesse con la tangenziale dell'ATIVA. Il sito è sempre lo stesso.
Fatto presente che il Comitato ministeriale, di cui all'art. 5 del DPR n. 915 (cioè le note disposizioni del luglio 1984), aveva fissato in 2.000 metri il limite di distanza tra un sito di categoria 2C ed insediamenti residenziali; ricordato che proprio in presenza di questo vincolo vi era stata una deliberazione del Consiglio regionale di deroga da questo vincolo (del 26/3/1985), deroga relativa all'insieme dei siti individuati nel piano dei siti allora vigente; ricordando altresì che questo Consiglio regionale con deliberazione del 28 febbraio di quest'anno, n. 1001/2837, aveva abrogato questa deroga ristabilendo pertanto, anche sulle aree individuate dal vecchio piano dei siti, le disposizioni del Comitato interministeriale evidenziavamo cose ovvie (e qui riprese esattamente da una risposta fornita a interrogazioni precedenti da parte dell'Assessore Cernetti), quali le caratteristiche degli insediamenti sia civili sia di servizi nel raggio di 2.000 metri dal sito della Barricalla. Brevemente: la Clinica Villa Cristina, il Carcere giudiziario delle Vallette, la frazione Savonera e una parte dello stesso quartiere delle Vallette. Possiamo richiamare l'insieme di pronunciamenti da parte della Circoscrizione V e da parte del Comune di Torino, senza tralasciare l'attività svolta dal gruppo di lavoro presso l'Assessorato all'ecologia del Comune di Torino e le posizioni, via via modificate nel tempo, del Consiglio e della Giunta comunale di Collegno.
Le decisioni da noi assunte nel febbraio di quest'anno, sulla base anche dei problemi emersi relativamente al primo lotto, in particolare per quanto riguarda quei problemi evidenziati nella relazione dell'Assessorato all'ecologia del Comune di Torino e soprattutto in merito ai problemi dell'inquinamento atmosferico (sollevati dal prof. Genon all'interno di quella relazione), sono tali da rendere inammissibile la domanda della società, per la mancanza di uno dei presupposti fondamentali di legge.
Mi dispiace, da un lato, contraddire l'Assessore, perché vorrei che l'Assessore la pensasse come questo ordine del giorno; dall'altro lato sono lieto di poterlo contraddire perché è la legge a contraddire l'Assessore. Preferisco rifarmi alle disposizioni del Comitato interministeriale che parlano di 2.000 metri e alla nostra deliberazione di Consiglio regionale del 28 febbraio che parla nuovamente di 2.000 metri.
Avrei voluto che la Giunta regionale, dopo aver votato insieme al Consiglio la deliberazione del 28 febbraio, ribadisse e confermasse questo atto legato ad una deliberazione regolarmente vistata dal Commissario del Governo, pubblicata sul Bollettino Ufficiale, a tutti gli effetti vigente.
Sulla base di quanto detto precedentemente, la vicenda di questo ordine del giorno si qualifica essere dello stesso tenore di un altro ordine del giorno presentato e discusso in quest'aula, relativo alla discarica per rifiuti solidi ed urbani di S. Giusto Canavese. Si presenta, ciò, non già all'interno dei problemi di competenza della Giunta regionale - ossia la valutazione della compatibilità dei progetti e dell'insieme del materiale cartaceo prodotto dall'istante che richiede l'autorizzazione - ma si pone rispetto alla compatibilità e all'ammissibilità di certe richieste di fronte agli atti di competenza del Consiglio: vecchio piano dei siti e nuovo piano per l'organizzazione dei servizi di smaltimento (quello che avete approvato nel maggio 1988). Si pone, quindi, rispetto all'interpretazione delle leggi regionali e delle disposizioni statali.
Qui non si tratta di interferire con l'istruttoria di competenza della Giunta regionale o con il meccanismo delle conferenze di cui all'art. 3 bis della legge n. 441, bensì di verificare - questo chiede il Consiglio - la compatibilità e l'ammissibilità di questa richiesta rispetto ai precedenti atti di competenza consiliare. Ritengo quindi legittimo, anzi doveroso che il Consiglio intervenga e si pronunci prima e al di fuori della conferenza. Infatti, la materia trattata in questa sede non ha nulla a che vedere con il progetto in sé, ma con un insieme di disposizioni normative sulle quali il Consiglio è intervenuto più volte e rispetto alle quali ritengo abbia piena competenza. Questo al di là e oltre le competenze della Giunta regionale che non vengono assolutamente messe in discussione e rispetto alle quali non si vuole interferire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sulla vicenda Barricalla è noto come le posizioni siano trasversali, nel senso che non ci sono delle collocazioni solo ancorate a principi molto precisi e posizioni consolidate anche in ordine ad atti e a procedure effettuati in questa ed in altra legislatura e da livelli istituzionali che non sono il nostro. Quindi la posizione del Gruppo DC è spiazzata rispetto a questo documento, spiazzata nel senso di riconoscere la posizione di intempestività che denunciava l'Assessore Cernetti.
L'Assessore si è impegnato in una procedura di verifica e di istruttoria seria in base anche all'aggiornamento delle nuove situazioni che si sono create rispetto ai pronunciamenti di questo Consiglio regionale. Non dimentichiamo che il Consiglio regionale ha revocato la deliberazione di deroga a suo tempo assunta, quindi l'Assessorato si è impegnato in questa procedura istruttoria per verificare se l'incompatibilità sancita da una legge nazionale scatta nei confronti di questo impianto con tutte le implicazioni che sono attinenti ad impianti esistenti. Impianti che hanno esigenza di avere compatibilità ambientale rispetto a ciò che già esiste e via dicendo.
Noi attendiamo questa istruttoria, la vorremmo completa sia rispetto a ciò che già esiste sia in base a ciò che potrebbe essere, se si ritiene di dover prefigurare, entro i limiti che la legge consente, delle integrazioni rispetto all'esistente. Di conseguenza, siamo d'accordo con l'Assessore di non ritenere votabile e quindi proponibile l'ordine del giorno in questa sede e quindi, tra il sì e il no, evidentemente siamo per il no.
Ribadiamo dunque la nostra richiesta, tra l'altro già contenuta in un'interpellanza da me presentata due mesi fa e alla quale non ho ancora avuto risposta, proprio in ordine alle conseguenze che derivano dal fatto di avere a suo tempo il Consiglio regionale del Piemonte revocato la deliberazione di deroga. Su questo pronunciamento politico pende un giudizio anche in ordine ai problemi di gestione e quindi di ulteriori autorizzazioni. Attendiamo che la Giunta regionale, esperito il procedimento istruttorio che si richiede, riferisca al Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, su questa materia si corre il rischio di ripetersi; non è però superfluo ripetere che a volte le istituzioni - quindi mi metto dentro anch'io in quanto facente parte di questo consesso - su materie difficili e complicate come le discariche per i rifiuti, sulle quali la sensibilità della gente, a torto a o ragione (secondo me a ragione), si manifesta anche con atteggiamenti di emotività anziché tentare di fare delle scelte che attenuino le difficoltà, assumono scelte che al contrario le acuiscono.
Le istituzioni in questo caso hanno fatto, a mio avviso, una scelta veramente sbagliata: l'unica discarica di rifiuti tossici e nocivi funzionante nella nostra Regione è stata collocata in mezzo alle case della gente. Questo significa un modo per andarci a cercare i problemi e ritengo Assessore, che questa sia la considerazione di partenza.
I problemi - lo ricordava il collega Ala - rispetto alla Barricalla sono venuti fuori in seguito alle proteste della popolazione, sia pure caratterizzate da atteggiamenti di emotività, ma - occorre dirlo - anche con grande ragione da parte della gente. Le istituzioni non sono in grado di governare il problema dei rifiuti, quindi non sono in grado di tutelare la salute delle popolazioni che vivono vicino a questi impianti. Questo è palese, è dimostrato dalla cronaca di tutti i giorni.
C'è quindi un atteggiamento di profonda sfiducia da parte della gente nei confronti delle istituzioni e questa diffidenza da parte della gente è confermata dal fatto che il Comune di Torino, attraverso l'Assessorato all'ambiente, ha fatto una serie di approfondimenti in base ai quali sono stati evidenziati rischi di inquinamento atmosferico.
Le proteste della gente hanno quindi un fondamento reale se i tecnici parlano di "rischio di inquinamento atmosferico", per cui ci sono rischi per la salute della gente. Tale impianto è collocato in un posto ove non doveva essere collocato: è legittimo quindi l'atteggiamento di profonda sfiducia nei confronti delle istituzioni nel governare questo problema, di forte protesta e di forte contestazione.
Assessore, non dimentichi che questo Consiglio regionale ha revocato la deliberazione, che derogava dai 2.000 metri di distanza dalle abitazioni per impianti di rifiuti tossici e nocivi, proprio sulla base del dibattito che si è svolto sulla Barricalla. Cioè il problema Barricalla, che è stato affrontato nelle istituzioni e in questo Consiglio regionale, ha portato alla revoca di quella deliberazione. Quindi il Consiglio regionale, sulla base delle analisi relative al problema Barricalla, ha deciso che bisognava ripristinare i 2.000 metri per quanto riguarda le discariche degli impianti tossici e nocivi dagli insediamenti abitativi.
Assessore, nel momento in cui il Consiglio regionale ha fatto quella scelta, c'è stata una chiara indicazione di volontà politica del Consiglio cioè a dire: avete iniziato il primo lotto della Barricalla, però non andiamo oltre. Sulla base di quella volontà politica, il Consiglio regionale deve prendere atto, prendendo lo spunto dalla vicenda Barricalla che con un proprio atto ha ripristinato i 2.000 metri, e la scelta conseguente è di chiudere questa vicenda con il primo lotto.
Anche perché non si può capovolgere il senso delle leggi. Il legislatore nazionale, sulla vicenda dei rifiuti tossici e nocivi, è stato chiaro: ha espresso, attraverso un provvedimento di anni fa, che gli impianti per i rifiuti tossici e nocivi devono essere collocati a una distanza di almeno 2.000 metri dagli insediamenti abitativi, e nel rispetto di questa distanza si deve fare la valutazione di impatto ambientale.
Questa è la procedura, Assessore. Ora lei non può dire: "Faccio la valutazione di impatto ambientale per vedere se quell'impianto può essere collocato a meno di 2.000 metri dagli insediamenti abitativi". Non è così Assessore. Quello è un impianto collocato di fatto in violazione della legislazione nazionale, quindi la valutazione di impatto ambientale non pu essere utilizzata per verificare se l'impianto può essere collocato a meno di 2.000 metri, ma serve per vedere se l'impianto può essere collocato nel rispetto di quella distanza.
Il Consiglio regionale su questa vicenda si è pronunciato nel momento in cui è stata revocata la deliberazione di deroga dei 2.000 metri; l'atto conseguente non può essere che quello di dire che quella discarica è stata collocata lì con una procedura anomala rispetto a quanto previsto dalla legislazione nazionale, che per questa discarica si chiude questa vicenda con il primo lotto (e quindi non si autorizzano altri lotti) e che rispetto agli impianti dei rifiuti tossici e nocivi ci si richiama alla legislazione nazionale.
Per questi motivi mi pare che il Consiglio regionale debba approvare questo ordine del giorno, a prescindere dalle iniziative che la Giunta sta attuando rispetto alla valutazione di impatto ambientale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Signor Presidente, non è la prima volta che in questa sede si discute del problema della Barricalla. Nel passato si è discusso molto attorno a questo nome, affrontando prevalentemente problemi di gestione più o meno corretta dell'impianto che questa impresa ha voluto realizzare in quella zona. Oggi, questo ordine del giorno pone tra l'altro problemi che hanno uno spessore, per quanto riguarda l'impegno della Giunta e del Consiglio regionale, di ben altra rilevanza.
Una parte dell'intervento svolto dal Consigliere Picco mi pare di un certo interesse, quando dice che siamo di fronte ad un'istruttoria molto complessa; è un problema che presenta notevoli elementi di complessità. Non mi sento di condividere la conclusione a cui giunge il collega Picco quando afferma che in fondo noi siamo in attesa dell'esito finale, e sulla base dell'esito finale che verrà fornito dalla Giunta valuteremo autonomamente alla fine se l'atteggiamento della Giunta è stato corretto o meno.
E' indubbio che l'istruttoria è complessa, perché il problema è complesso; però mi pare ci sia un punto politico fermo rispetto al quale la Giunta deve pronunciarsi. E' un problema che non può essere "dribblato" dicendo alla fine: "Vedremo un po'". E il punto fermo è il rispetto dell'art. 5 del DPR n. 915.
Quando in quest'aula discutemmo la revoca di una deliberazione del 1985, quella che dava la possibilità alla Regione di modificare il dispositivo dell'art. 5 in merito ai 2.000 metri, con una certa malizia qualcuno sostenne che, in fondo, la deliberazione del 1985 era di fatto la deliberazione Barricalla. Perché, considerato il piano dei siti considerato il fatto che nessuno di quei siti era decollato (mentre l'unico decollato era quello della Barricalla), avendo l'inghippo dei 2.000 metri si inventò - qualcuno diceva - quella deliberazione per rimuovere questa situazione e consentire quindi all'impianto della Barricalla di decollare.
Ora siamo di fronte ad una deliberazione di revoca; questa deliberazione non solo è stata attivata da parte del Consiglio regionale ma è stata assunta dalla stessa Giunta regionale che l'ha votata in aula.
Questa deliberazione di revoca sostanzialmente dice che quello che è stato fatto è stato fatto e quello che a suo tempo fu autorizzato fu autorizzato ma che d'ora in poi non è più possibile autorizzare alcunché, neanche gli ampliamenti: non ha efficacia retroattiva, ma è efficace da adesso in avanti.
Non so quale sia l'orientamento della Giunta, perché l'Assessore Cernetti non l'ha detto, ma deve essere chiaro che, qualora l'orientamento della Giunta, sulla base dei pareri espressi dal Comitato tecnico scientifico ai sensi della legge n. 441, fosse quello di dare un parere positivo, a quel punto si porrebbe il problema di una deliberazione di Consiglio di deroga rispetto ai 2.000 metri: di qui non si scappa.
L'unico pronunciamento che chiediamo alla Giunta non è tanto quello di dire se esistono delle compatibilità per quanto riguarda gli aspetti di merito, bensì come intende affrontare la questione relativa all'art. 5.
Gradirei ricevere una risposta in merito; in base alla risposta potremmo anche valutare l'opportunità di modificare l'ordine del giorno, che potrebbe essere tranquillamente approvato dal Consiglio e rispetto al quale gli impegni richiesti alla Giunta devono comunque essere precisi soprattutto per quanto riguarda l'art. 5.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, di questo argomento abbiamo già parlato in quest'aula, ma desidero riaffermare le posizioni che il Partito Repubblicano aveva assunto in passato.
L'Assessore ha parlato di intempestività dell'ordine del giorno; credo che questa valutazione sia giusta, perché nel momento in cui si sta compiendo un'istruttoria, si stanno verificando le compatibilità, si sta di fatto trattando l'ipotesi di cui stiamo parlando, proporre degli ordini del giorno di censura, di chiusura, determinerebbe un intralcio rispetto all'iter normale che deve essere seguito con grande senso di responsabilità sia sul piano delle scelte fisiche sia sul piano giuridico.
Occorre valutare con grande precisione e puntualità se le autorizzazioni concesse si riferivano - mi pare sia dubbio - all'intero sito o soltanto ad un lotto di quel sito. Qualora l'interpretazione giuridica confermasse che l'autorizzazione iniziale si riferiva all'intero sito (autorizzazione per un primo lotto che certamente avrebbe caratterizzato anche i lotti successivi) non dovrebbero esserci problemi di sorta a continuare a rilasciare un'autorizzazione, perché questo è un impegno che l'Amministrazione regionale aveva in allora assunto.
Mi pare siano dei dubbi oggettivi che occorre chiarire giuridicamente per cui mi affido agli esperti giuridici; se la loro valutazione coincidesse con la mia, non si porrebbe più il problema perché si tratterebbe di un'autorizzazione già acquisita e quindi da non discutere.
Se così non fosse, si tratterebbe di un sito che comunque è stato oggetto di una valutazione.
A suo tempo - era competente l'Assessore Rivalta, nei confronti del quale ho sempre nutrito una sincera stima sul piano professionale e tecnico fu dato un giudizio positivo rispetto al sito; se l'Assessore Rivalta che considero una persona molto seria ed attenta a questi problemi - e non lo dico per una questione di comodo - ha concesso l'autorizzazione significa che erano state fatte delle valutazioni precise sulla congruità e sull'opportunità dell'individuazione di quel sito. Sulla base di quelle considerazioni erano stati coinvolti operatori economici, pubblici e privati (in modo rilevante operatori pubblici, per garantire la correttezza della gestione di questa discarica), i quali avevano predisposto dei programmi e dei progetti di utilizzazione del sito.
La Regione non può cambiare atteggiamento da un anno all'altro, da un'amministrazione ad un'altra; i singoli Consiglieri non possono cambiare atteggiamento a seconda che siedano una volta in maggioranza e una volta all'opposizione. Il Consigliere Montefalchesi ha detto una cosa che io condivido: "Le Regioni non sono in grado di controllare il problema dei rifiuti e quindi della salute dei cittadini". Questa è un'affermazione che risponde al vero: non siamo in grado di controllare, o meglio, non abbiamo la forza di controllare perché troppe volte, rispetto a qualunque scelta che si vada a fare, sorgono movimenti locali contrari, dal loro punto di vista in modo legittimo e ragionevole; queste proteste localistiche, per non devono condizionare l'atteggiarsi dell'operatore pubblico e dell'ente pubblico Regione.
Se così fosse, noi dovremmo dire che il problema dei rifiuti è irrisolvibile, ma non possiamo pretendere di risolvere il problema dei rifiuti con l'entusiasmo e i rallegramenti delle popolazioni coinvolte in tutto questo. Certamente è un'attività molto impopolare, caro Assessore, ma di queste attività impopolari la Giunta e gli Assessori devono farsi carico.
Quindi raccomando l'Assessore di completare con assoluta serenità l'istruttoria che si va facendo. Se da questa istruttoria dovesse emergere una conferma rispetto all'idoneità del sito e non ci fossero condizioni e vincoli tali da rimuovere la precedente scelta (le valutazioni che ha fatto prima l'Assessore in ordine ai vincoli giuridici erano nel senso che non si tratta di veri e propri vincoli, quanto di indicazioni, quindi non termini perentori, semmai ordinatori) per cui sarebbe possibile consentire la realizzazione dell'ampliamento della discarica al secondo lotto, credo che in coerenza con quanto fatto in passato sia possibile, affrontando anche l'impopolarità di un Assessore e di una Giunta, concedere l'autorizzazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, attorno alla discarica Barricalla, come del resto nei confronti dell'ACNA e di altre situazioni in questo Consiglio regionale si è sviluppato un dibattito complesso allo scopo di definire un giusto rapporto tra i problemi dello sviluppo e gli aspetti di tutela ambientale e della sicurezza delle popolazioni. E' evidente che i processi di sviluppo possono anche cambiare ed è in corso una necessaria, graduale ristrutturazione dell'apparato economico. Così come vi sono state grandi ristrutturazioni per acquisire competitività con l'innovazione tecnologica, credo che gli anni '90 apriranno la strada della ricerca di mantenimento della competitività con una maggiore attenzione all'impatto ambientale delle attività economiche.
La Barricalla è una risposta alle esigenze dell'attuale apparato economico e noi dovremo operare sia legislativamente sia come orientamento affinché possa subire delle trasformazioni in modo che di "Barricalle" ci sia sempre meno bisogno.
La comunità che vive a contatto con questa discarica ha pagato un prezzo significativo; non è piacevole avere ad alcune centinaia di metri dalla propria casa l'unica discarica di questo tipo in Italia e quindi vivere un'esperienza che è ancora nuova per gli effetti che potrà determinare nel lungo periodo. E' un problema per noi amministratori di grande delicatezza, di grande responsabilità; non penso sia un problema da valutare solo in termini puramente burocratici o tecnici, bensì anche nel rapporto con le popolazioni al fine di dare un senso alla nostra rappresentanza, che ha naturalmente un senso anche nel rapporto con il funzionamento dell'apparato economico.
Ha ragione il collega Picco quando dice che ci sono problemi di merito e problemi procedurali.
Per quanto riguarda i primi, io mi aspettavo dall'Assessore (probabilmente, però, siamo ancora in una fase preliminare), prima dell'assunzione finale di una decisione, un'informazione circa i processi dell'istruttoria in corso. Noi abbiamo sollevato il problema della pericolosità di questa discarica e quindi della necessità di forti controlli: vorrei sapere se questi controlli vengono effettuati in modo adeguato e puntuale; se non si sono verificati scostamenti; quanti camion vengono respinti percentualmente perché non idonei a poter conferire in questo tipo di discarica i loro prodotti. Il Comitato tecnico e l'azione degli esperti che anche il Comune di Torino ha istruito che cosa possono dire dopo una prima fase di esperienza (perché la prima vasca, seppure non piena, di fatto lo è perché non ha una barriera per permettere la definizione completa del primo lotto)? C'è un problema di merito per dare la sicurezza a noi amministratori di andare ad approvare o meno oppure di dare un giudizio, esprimerci o schierarci a ragion veduta e non semplicemente per una supposizione. Io spero che l'Assessore, prima di assumere la decisione finale, possa fornire questi elementi.
Anche i problemi procedurali sono piuttosto complessi. Il Consiglio regionale, all'unanimità, ha ripristinato il limite di 2.000 metri come distanza di sicurezza valida per nuovi impianti o se l'ampliamento è equiparato a un nuovo impianto; ma se si trattasse di un mero ampliamento probabilmente sarebbe più difficile farlo rientrare nel vincolo dei 2.000 metri. C'è da valutare se si tratta di nuova autorizzazione o altro. A lume di naso, è chiaro che - non voglio però con questo dare un giudizio definitivo - se fosse un semplice ampliamento tecnico non ci sarebbe bisogno di soffermarci troppo; probabilmente il problema c'è, ma lo lasciamo alle considerazioni dell'Assessore: è un passaggio procedurale delicato.
La comunità ha vissuto certamente non con allegria e gioia questo tipo di scelta, che ovviamente è connessa anche al fatto di non essere localizzata, rispetto al piano delle aree di prioritario interesse presentato dall'Assessore, in una di queste aree. Si tratta, infatti, di fondi alluvionali sui quali poggia questo tipo di discarica, che però ha tutte le precauzioni e le tecnologie necessarie. Noi non abbiamo nessuna esperienza storica di questi tipi di discarica, quindi la prudenza dev'essere ulteriormente accentuata, e lo è già stata in fase di progettazione (il basamento in argilla è stato reso estremamente profondo proprio perché non si sa bene a cosa si può andare incontro).
Concordo con il collega Picco allorquando dice che forse l'ordine del giorno non centra il momento procedurale opportuno della discussione; prima della definizione finale, dell'esperimento di tutta la procedura, noi ci attendiamo un'informazione di merito tecnica e forse anche qualche risposta procedurale che certamente gli uffici del governo regionale avranno l'opportunità di predisporre.
In questo senso, quindi, non c'è un rifiuto relativo all'indicazione presente nell'ordine del giorno, bensì all'opportunità di poter dare un giudizio in questo momento, perché siamo ancora in attesa di ulteriori elementi rispetto alla relazione molto scarna di ordine tecnico-burocratico che l'Assessore ha fatto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, alla luce delle cose dette finora, effettivamente non è dato di comprendere perché in seguito alla domanda della Barricalla del 10/8/1988 sia stata immediatamente avviata ed è ancora in atto l'istruttoria sulla compatibilità senza che prima sia stata presa in esame e sia stata oggetto (come avrebbe dovuto essere) di una deliberazione interlocutoria la questione dei due nodi.
In altri termini, un retto e corretto modo di procedere avrebbe dovuto suggerire alla Giunta, prima e davanti ad ogni cosa, di accertare se si trattava di un qualche cosa di nuovo per cui chiedere l'autorizzazione oppure di un ampliamento (quesito numero uno). Una volta accertato in linea tecnica e di fatto questo requisito dell'oggetto della domanda della Barricalla, avrebbe dovuto porsi il secondo problema normativo-giuridico come esattamente diceva il collega Ferrara, ciò se sia ampliamento o qualcosa di nuovo e se pertanto l'oggetto dell'autorizzazione dovesse soggiacere alla regola del rispetto della distanza dei 2.000 metri.
E' questo che in sostanza viene chiesto con l'ordine del giorno ed è questa l'interpretazione che viene caldeggiata dall'ordine del giorno.
In sostanza si dice - e a mio avviso sarebbe meglio perfezionare la parte dispositiva dell'ordine del giorno - anzi si dovrebbe dire, e su questo concorda anche il nostro Gruppo: "Sia un ampliamento sia un qualche cosa di nuovo - l'ampliamento è il qualche cosa di nuovo soggiacciono alla regola della distanza dei 2.000 metri".Ha un senso allora proporre oggi l'ordine del giorno, sia pure con questa limatura e questo perfezionamento perché se così stanno le cose - e così dovrebbero stare - se cioè vale lo sbarramento dei 2.000 metri, è perfettamente inutile dire che si esaminerà il problema dopo l'istruttoria sulla compatibilità. A nostro parere, questa sarebbe semplicemente uno sciupìo di tempo, di denaro e di energie. Se si arrivasse ad una correzione della richiesta di questo impegno e se di conseguenza la Giunta si orientasse ad impegnarsi ad assumere una deliberazione interlocutoria che estrinsechi e manifesti la propria interpretazione del complesso problema, noi saremmo su questa linea.
L'ipotesi della deliberazione interlocutoria è sicuramente la più corretta, seria e realistica.



PRESIDENTE

Si è così conclusa la discussione sull'ordine del giorno relativo alla società Barricalla.
Prima di passare alla votazione del documento, ha chiesto la parola il Consigliere Ferro. Ne ha facoltà.



FERRO Primo

Come si dice spesso in questa sede, non vorrei che fossimo continuamente abituati al gioco delle parti.
La discussione sull'ordine del giorno è esaurita; sono però state avanzate delle precise richieste di pronunciamento all'Assessore in merito all'art. 5 e non all'interpretazione dell'art. 5 o alla complessità dell'istruttoria per quanto riguarda la richiesta Barricalla. Ovviamente da questo punto di vista, vorremmo avere una risposta. Sulla base della risposta che ci darà l'Assessore, decideremo se mantenere in piedi l'ordine del giorno o meno; decideremo se modificare l'ordine del giorno o lasciarlo così com'è.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

La Giunta non ritiene corretto riferire ed entrare nel merito in fase procedurale, come già ho detto prima; si riserva, invece, di riferire alla Commissione competente quando le procedure saranno espletate, secondo quello che è compito prettamente dell'esecutivo. Quindi, riferirò una volta espletate tutte le procedure e non in fase di procedura, il che sarebbe prematuro e scorretto.
Mi riservo - e lo faccio volentieri - di andare a riferire e di portare tutta l'informazione possibile nella Commissione competente, secondo quello che è - ripeto - un obbligo di legge della Giunta.



PRESIDENTE

La parola nuovamente al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Alla luce della risposta data dall'Assessore, proporrei un emendamento all'ordine del giorno presentato. Rimane ferma tutta la premessa dell'ordine del giorno e viene stralciata la parte da "impegni alla Giunta regionale" in avanti.
La proposta di emendamento è pertanto questa: allo stato attuale dei fatti e delle conoscenze fornite dalla Giunta, il Consiglio considera inammissibile la richiesta di autorizzazione della società Barricalla, ai sensi dell'art. 5 del DPR n. 915.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Non ho altro da aggiungere al fatto che la Giunta non ritiene di accettare, in questa fase procedurale, l'ordine del giorno così modificato potrà essere riproposto quando si riferirà alla Commissione, ma non si pu venire ad interferire in fase procedurale. Non è possibile!



FERRO Primo

E' vero che non si può interferire in fase procedurale, però lei non poteva neanche essere generica come è stata! Per cui, rispetto ad una posizione reticente della Giunta, chiedo sia il Consiglio ad assumersi delle responsabilità che in qualche modo gli sono proprie.



PRESIDENTE

Do ora la parola al Consigliere Ala, in quanto dopo le dichiarazioni dell'Assessore è giusto che ci sia il diritto di replica dei vari rappresentanti; dopodiché passeremo alla votazione. Se poi ci sono ragioni di carattere extra politico-istituzionale su cui adire e interessare altri enti, ciascuno le valuterà.



ALA Nemesio

Intervengo come firmatario dell'ordine del giorno attualmente in discussione, anche a nome del Consigliere Staglianò, per dichiarare di accettare l'emendamento proposto dal Consigliere Ferro, sottoscrivendolo in pieno.
Come affermavo nel mio intervento iniziale, non si vuole minimamente intervenire nelle competenze della Giunta regionale, ma si vogliono ribadire le competenze del Consiglio regionale e far discendere questo ordine del giorno dagli atti assunti e votati dal Consiglio regionale.
Avevo fatto riferimento alla deliberazione del 28 febbraio; avevo fatto riferimento al piano dei siti; avevo fatto riferimento, così come fa ora il Consigliere Ferro, al DPR n. 915 nella parte relativa alle competenze regionali, e quindi di Consiglio, e alle disposizioni del Comitato interministeriale.
E' questo il filo che lega la vicenda ed è questo il filo che porta al Consiglio. La Giunta faccia l'istruttoria che crede, se ritiene opportuno di farla e di doverla fare, e compia gli atti che sono di sua competenza fermo sta che è il Consiglio ad avere competenza sulle disposizioni del Comitato interministeriale relativamente ai 2.000 metri. Aveva la competenza una volta, l'ha tolta; aveva la competenza un'altra volta, l'ha rimessa; ha una competenza propria specifica che la Giunta non può scippare al Consiglio. In base a quel provvedimento assunto, questa domanda deve ritenersi non ammissibile perché vìola quello che il Consiglio ha deciso.
Il modo con cui l'emendamento ripropone la questione è, per così dire più proprio ed è tutto di competenza consiliare. Vivaddio se ogni tanto fortunatamente, questo Consiglio può anche rivendicare le sue competenze rispetto alla Giunta e pensare e poterla pensare diversamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

La nostra dichiarazione di voto è in linea con le dichiarazioni che ho già avuto modo di fare precedentemente. Il passo di avvicinamento che il Gruppo comunista ha voluto fare con l'emendamento all'ordine del giorno richiede attenzione e dev'essere considerato per il valore positivo che rappresenta, con riferimento alla coerenza degli atti assunti da questo Consiglio. Il Gruppo DC si astiene sull'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

All'ordine del giorno così emendato noi manifestiamo pieno assenso perché con lo stesso si trae la logica e politica conseguenza del comportamento tenuto da questo Consiglio allorquando abrogò la precedente propria deliberazione di deroga allo sbarramento di cui all'art. 5 del DPR n. 915.
Siamo convinti che debba essere ritenuta inammissibile la domanda della Barricalla per le ragioni che ho enunciato poc'anzi. A fronte della nuova normativa conseguente all'abrogazione della deroga, sia un ampliamento o sia un qualche cosa di nuovo, lo sbarramento dei 2.000 metri ha da esserci quindi la domanda non può che essere dichiarata inammissibile.
Male ha fatto la Giunta a persistere nel voler proseguire nell'istruttoria sulla compatibilità, perché la stessa doveva essere preceduta da un accertamento con deliberazione interlocutoria sulla questione preliminare dello sbarramento o meno dei 2.000 metri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Mi pare che l'emendamento presentato dal Consigliere Ferro modifichi le basi dell'ordine del giorno ed accolga quanto si era cercato di esprimere nel dibattito.
Attendiamo una fase di sviluppo di questo problema e speriamo che la Giunta possa dare il suo significativo apporto d'obbligo. Sull'ordine del giorno il Gruppo socialista si astiene.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Signor Presidente, mi auguro che la Giunta sappia cogliere in tutta la sua importanza l'espressione di volontà espressa dai Gruppi DC e PSI.
L'emendamento proposto dal collega Ferro costituisce un fatto nuovo ed obiettivo che non può non fare riflettere la Giunta su tutta la vicenda sulla quale si è già discusso a lungo, ma su cui forse è bene dare qualche ulteriore informazione.
L'argomento è corposo e testimonia anche il modo pressappochista con cui la Giunta affronta i problemi dello smaltimento dei rifiuti e, in questo caso, dello smaltimento dei rifiuti industriali.
Mi auguro che tutti i Consiglieri regionali abbiano letto la relazione della Commissione tecnico-scientifica per i problemi della discarica Barricalla che fu prodotta non più di tre-quattro mesi fa, nella quale si evidenziava che la Barricalla non dispone della strumentazione necessaria per eseguire in tempo reale, o almeno con sufficiente rapidità, le analisi specificamente richieste, n' disponeva di personale specializzato addetto al controllo dei rifiuti. Inoltre, si evidenziava che per la Barricalla è assolutamente improponibile garantire che il materiale ricevuto corrisponda a quanto previsto ed accettato.
Però, quello che è più importante e su cui intendo richiamare espressamente l'attenzione dei Consiglieri e della Giunta è un dato che riguarda direttamente la salute dei cittadini che sono costretti a vivere nei pressi di quella discarica. In sostanza, in quella relazione si afferma che non è conosciuta la dose di esposizione conseguente alla presenza di certe sostanze nei rifiuti, n' sono note le implicazioni tossicologiche e di conseguenza quale sia l'effetto della presenza di quelle sostanze nei rifiuti stessi ai fini della determinazione della qualità dell'aria. D'altra parte, conclude la relazione, la struttura di una discarica come quella di Barricalla non è evidentemente suscettibile di integrazioni dal punto di vista dei mezzi di contenimento dell'inquinamento atmosferico.
La semplice lettura dei punti espressi nella relazione tecnico scientifica avrebbe dovuto consigliare alla Giunta un comportamento radicalmente diverso. D'altra parte, signor Presidente, credo che questa sia una delle poche volte in cui ci troviamo di fronte ad un problema che può essere ancora affrontato nel modo più giusto, corretto ed atto a tutelare la salute dei cittadini.
Ho tenuto a precisare questi elementi perché, ove si concedesse per avventura una nuova autorizzazione alla Barricalla, il responsabile del provvedimento verrebbe a trovarsi di fronte a conseguenze già enunciate e prevedibili.
D'altra parte è stata a lungo richiamata la deliberazione di questo Consiglio regionale che abrogò quella sciagurata deroga all'art. 5 del DPR n. 915/82. Quindi, risulta evidente che un parere malauguratamente favorevole sarebbe anche frutto di una violazione precisa di legge. La Giunta deve, a questo punto, trarre le conseguenze di quanto è stato detto.
Il Consiglio è, in qualche modo, corresponsabile di quello che la Giunta deciderà; ora tutti siamo a conoscenza della gravità del problema ed ognuno deve comportarsi conseguentemente. Mi auguro che finalmente prevalga, una volta tanto, il buon senso; mi auguro che prevalgano le ragioni espresse più volte e reiteratamente dai cittadini che abitano intorno alla discarica Barricalla, dai cittadini delle Vallette, dai cittadini di Savonera e dai cittadini di Collegno (anche se non sono strettamente e direttamente interessati).
Questa volta non abbiamo da rincorrere un provvedimento già assunto dobbiamo solo evitare che si verifichino situazioni di cui poi potremmo pentirci. Perciò il Gruppo comunista, accogliendo l'emendamento del collega Ferro, voterà in modo favorevole all'ordine del giorno. Le astensioni annunciate facciano riflettere l'Assessore; mi auguro prevalga un momento di resipiscenza, ancorché in extremis, e l'Assessore e la Giunta accolgano l'ordine del giorno che peraltro vuole essere uno strumento di tutela dell'operato della Giunta stessa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta regionale, Beltrami. Ne ha facoltà.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ho chiesto la parola semplicemente per chiedere una sospensione brevissima dei lavori, e dicendo brevissima intendiamo rispettare questo impegno. Ciò ci permetterebbe di poter riflettere, come Giunta, su questo ordine del giorno e sulla successiva modificazione, senza entrare in questo momento - perché la mia è semplice richiesta di sospensione - nella considerazione o nella valutazione della portata dell'ordine del giorno stesso. Questo sarà oggetto di esame da parte della Giunta, la quale, visto che le cose sono modificate rispetto alla fase iniziale, ha titolo di potersi consultare.
Mi permetterei solo di sottolineare come non esista un diaframma, una separazione di sensibilità fra il Consiglio e la Giunta, al di là degli atteggiamenti che assumono i singoli Gruppi (anche quelli che supportano la maggioranza), solo per il fatto che si approvi o ci si possa astenere su un ordine del giorno, in quanto questa Giunta, su questi problemi, anche nel più recente passato ha dimostrato di non disattendere orientamenti e indirizzi che sono del Consiglio regionale. Vorrei rifarmi per tutti al caso di S. Giusto e a qualche altra vicenda. Il discorso è complesso, ma la mia è una semplice richiesta di sospensiva; chiedo al Presidente e all'assemblea di voler acconsentire.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Richiesta di iscrizione all'o.d.g. degli ordini del giorno sul problema degli affitti degli immobili di proprietà dello IACP


PRESIDENTE

Prima di sospendere la seduta, devo chiedere al Consiglio se è d'accordo a iscrivere due argomenti: il primo, è una richiesta dei Consiglieri Chiezzi, Monticelli e Avondo relativa a un ordine del giorno sul problema degli affitti negli stabili gestiti dagli IACP.
Il Regolamento prevede l'intervento di un oratore a favore e uno contro. Chiedo ai colleghi di poter dare subito luogo a questa discussione.
La seconda questione è presentata dall'Assessore Ripa sull'ammissibilità di nuove aziende faunistico-venatorie in via eccezionale.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la richiesta di inserimento all'o.d.g. di questo ordine del giorno presentato dai colleghi comunisti discende dal fatto che negli stabili gestiti dall'Istituto Autonomo Case Popolari sta crescendo una grave tensione sociale sia in relazione allo stato di degrado del patrimonio edilizio, che è male amministrato dallo IACP, e sia perché l'Istituto Autonomo Case Popolari, mentre non fa fronte ad obblighi precisi che le leggi gli impongono in ordine alla manutenzione degli stabili, ha anche avviato una procedura assolutamente ingiusta che provoca degli incrementi dei canoni spropositati rispetto agli incrementi dei redditi.
Abbiamo ricevuto per due settimane consecutive diverse decine di persone in rappresentanza dei vari quartieri di edilizia economica e popolare che hanno denunciato l'impossibilità di pagare questi affitti e hanno chiesto alla Giunta regionale e al Consiglio che venga approvata rapidamente una riforma anche parziale della legge sui canoni. Hanno insieme richiesto la sospensione da parte dello IACP dell'invio di queste bollette esageratamente aumentate nei canoni.
La situazione è grave. La tensione cresce, c'è molto malcontento. Il Gruppo comunista ritiene che in questi quartieri, con difficile situazione sociale, non debbano crescere delle tensioni che diventano difficilmente controllabili. L'ordine del giorno cerca di dare una risposta ai problemi che sono stati posti in queste assemblee. Il documento è abbastanza complesso perché vuole motivare in modo sufficiente la necessità di richiedere allo IACP di sospendere l'invio delle bollette, impegnando la Giunta regionale a presentare una riforma non organica, ma mirata ai punti oggi in discussione della legge n. 33.
Questo ordine del giorno è aperto a contributi ed eventualmente si potrebbe anche votarlo per parti, perché mi pare che su alcune questioni forse c'è l'accordo di tutti, su altre no. Confermiamo l'interezza del nostro ordine del giorno, perché riteniamo debbano essere affrontati tutti i punti, però, se questo non fosse, chiederemo che l'ordine del giorno venga votato in relazione all'accordo che c'è sui vari punti.
Per questi motivi ritengo veramente necessario dare una risposta ai rappresentanti degli inquilini venuti in Consiglio regionale per due settimane consecutive. Sarebbe gravissimo che a fronte di due manifestazioni, che si sono svolte con sufficiente civiltà, non si desse una risposta. Sarebbe gravissimo se la maggioranza di questo Consiglio ricominciasse la solita regola del "rimandiamo tutto a gennaio".
C'è bisogno di dare una risposta precisa, ci sono degli impegni. Ieri alcuni impegni sono stati presi; oggi il Consiglio regionale, ad avviso del Gruppo comunista, deve assumerne degli altri in relazione alle richieste formulate ancora ieri.
Il nostro ordine del giorno assume molti impegni e qualche altro deve essere assunto. Per questo chiedo con forza l'iscrizione all'o.d.g. di questo argomento.



PRESIDENTE

E' stato consegnato alla Presidenza un altro ordine del giorno relativo a questo problema, a firma dei Consiglieri Mercurio, Tapparo e Bara. Prego il Consigliere Mercurio di volerlo leggere, in quanto è stato scritto in corsivo ed è di difficile lettura.



MERCURIO Domenico

D'accordo.
Signor Presidente e colleghi Consiglieri, do lettura del documento presentato dal Gruppo PSI: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerata la situazione di grande confusione gestionale dello IACP di Torino rilevato, fra l'altro, che in tale ente non si approvano i bilanci fin dal 1982 e che non esiste neppure un'anagrafe patrimoniale preoccupato del giusto malcontento che da anni serpeggia tra gli inquilini per i disservizi e le mancate manutenzioni ritenuto non del tutto giustificato il recente elevamento dei canoni sulla base delle norme della L.R. n. 33/84 impegna la Giunta regionale ad approvare in tempi brevissimi una modifica stralcio della L.R. n. 33/84 che disciplini in modo più equo gli incrementi di reddito impegna la Giunta regionale a richiedere allo IACP di predisporre gli adeguamenti dei canoni soltanto dopo l'approvazione da parte del Consiglio regionale dell'adeguamento delle norme della L.R. n. 33".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'edilizia

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, a fronte dei problemi che sono stati sollevati, per la loro rilevanza di natura sociale e per alcuni impegni che sono stati assunti dai Gruppi consiliari, dal sottoscritto a nome della Giunta, negli incontri che si sono tenuti in queste ultime due settimane con i rappresentanti dei sindacati dell'inquilinato e dei comitati degli inquilini, comprendo bene che non si possa dare una risposta "tranciante" dicendo che la Giunta è contraria all'iscrizione dell'ordine del giorno. Vorrei però far presente che gli impegni di massima assunti dalla Giunta sono più limitati di quelli assunti da alcuni Gruppi nei predetti incontri.
Ho avuto modo di esprimere pubblicamente questi impegni, ancorché la cosa non fosse per me piacevole n' popolare. Nella sostanza credo che non sarebbe corretto chiedere oggi, all'improvviso, una discussione generale sui problemi dello IACP. Il collega Chiezzi deve capire che non posso accettare che si affronti all'improvviso un ordine del giorno, senza che sia data la possibilità alla Giunta di svolgere una comunicazione di aggiornamento su quanto in questi mesi, in sede di verifica collaborativa la Regione ha fatto, unitamente al proprio consulente, al Collegio sindacale e ai funzionari dello IACP.
Credo che quanto meno sia indispensabile un aggiornamento dell'oggetto per fare il punto della situazione: ciò che la Giunta chiede di poter fare attraverso una comunicazione, subito dopo le ferie natalizie, al Consiglio regionale.
L'elevazione dei canoni sociali è conseguente all'applicazione della L.R. n. 33/84 che prevede, come richiesto anche dalla deliberazione CIPE del 1981, che ogni due anni si proceda al censimento dei redditi e alla rideterminazione dei canoni sociali; va però detto che, stante la fissità nel tempo dei parametri indicati dalla deliberazione CIPE e dalla L.R. n.
33/84, non per mia responsabilità dato che la II Commissione consiliare a maggioranza ha ritenuto di non portare avanti la discussione delle modifiche presentate, i canoni sociali rischiano sempre più di spostarsi in alto per il passaggio da una fascia all'altra degli inquilini e per il superamento del limite di permanenza e il passaggio di molti inquilini al regime di equo canone. Le fasce attuali sono poche e quindi il passaggio da una fascia all'altra ha determinato un incremento notevole del canone sociale per molti utenti.
I dati complessivi non li conosciamo ancora, ancorché siano stati richiesti all'Istituto sia in termini di appartenenza alle diverse fasce sia in termini di aumento del gettito complessivo. Il censimento dei redditi non riguarda solo lo IACP di Torino, ma per legge tutti gli Istituti Autonomi Case Popolari del Piemonte. La base di calcolo è il reddito dichiarato per il 1988 dai nuclei familiari e doveva avere applicazione dall'1 gennaio 1989. L'Istituto di Torino, in ritardo, ha trasmesso le bollette con la rideterminazione del canone sociale solo negli ultimi tempi agli inquilini, mentre gli altri Istituti l'avevano già applicato dall'1 gennaio 1989.
Credo non si possa chiedere, dopo che per tre volte gli uffici regionali, per assicurare il rispetto delle leggi, hanno richiesto all'Istituto di procedere alla rideterminazione, che ora la Regione stessa inviti l'Istituto a non applicare le norme vigenti. A questo punto gli impegni che la Giunta può assumersi sono unicamente due, e l'ho detto pubblicamente. La Giunta può assumersi l'impegno, che è stato preso anche dai Gruppi, di rivedere immediatamente, partendo dalle proposte di legge presentate alla II Commissione, le modifiche a stralcio per affrontare non già la revisione organica della L.R. n. 33, ma solo alcuni nodi centrali e tra questi quello delle fasce e della determinazione del canone sociale per gli inquilini.
Il secondo impegno è quello di intervenire immediatamente sull'Istituto Autonomo Case Popolari di Torino affinché gli arretrati dovuti a seguito della rideterminazione del canone siano rateizzati in misura sopportabile da parte dell'inquilinato. Un ordine del giorno che vada in questa direzione la Giunta lo potrebbe votare, ma non un documento complessivo.
Affermo quindi, a nome della Giunta, che siamo contrari all'iscrizione di questi ordini del giorno se restano immodificati, perché non c'è la possibilità di dare oggi una risposta adeguata a quanto è in essi contenuto.
Non mi sento, in particolare, di proporre al Consiglio di votare un invito all'Istituto a ritirare, disattendendo le norme di legge, le bollette che ha già inviato agli inquilini. Sono cose dure da dire; ma noi non possiamo modificare la legge con valore retroattivo anche se pervenissimo a rivedere il calcolo del canone sociale a partire dal nuovo anno. Questo canone non potrà però avere valore retroattivo, perché fino ad oggi sono in applicazione le norme che la Regione si è data e che non posso ovviamente invitare a disattendere.
Sottolineo ancora che tutto ciò è duro e non facile da spiegare agli inquilini; vorrei però che tutti riflettessero sul fatto che anche i funzionari, nell'assolvimento delle loro funzioni, e non solo l'Assessore hanno ripetutamente richiesto agli Istituti Autonomi Case Popolari di adempiere al dettato normativo della legislazione regionale.



PRESIDENTE

Ringrazio l'Assessore Genovese e, raccogliendo le dichiarazioni che ha fatto, avverto l'importanza dell'urgenza di questo problema. Propongo quindi al Consiglio di farne oggetto di discussione alla prossima seduta per svolgere i necessari approfondimenti e quegli interventi che potrebbero in qualche misura risolvere il problema, anche se non nella forma retroattiva, ma almeno dal punto di vista dell'adeguamento della L.R. n.
33/84.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'edilizia

Può darsi che io sia stato vago. Gli impegni che la Giunta si assume potrebbero essere contenuti in un ordine del giorno, se non si ritiene sufficiente la parola data in quest'aula. Gli impegni però sono espliciti e sono stati presi pubblicamente. Se poi formalmente, signor Presidente, si ritiene che debbano essere tradotti in un ordine del giorno, significa che non abbiamo più la fiducia reciproca.
Sono per discutere l'ordine del giorno nella sua complessità, purch sia dato il tempo e il modo di aggiornare il Consiglio, subito dopo le vacanze natalizie, sulla situazione complessiva dell'Istituto. Sui punti a cui ho accennato l'impegno è preciso: uno verrà assolto in giornata, e cioè quello che riguarda la rateizzazione dei canoni; l'altro riguarda la predisposizione di norme di modifica e questo sarà assolto attraverso la convocazione di una riunione dei Gruppi consiliari e della Giunta, per valutare, sulla base delle proposte che erano state presentate dal Gruppo PCI e dalla Giunta regionale, la possibilità di operare uno stralcio normativo e per individuare il soggetto presentatore della proposta formale di legge.



PRESIDENTE

Comunico che è stato presentato un altro ordine del giorno a firma dei Consiglieri della Democrazia Cristiana, Picco, Petrini e Bonino.
Se il Consiglio concorda su quanto è stato detto, potremmo rinviare questo argomento senza passare alla votazione.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, il problema non è di fiducia verso le dichiarazioni che vengono svolte in quest'aula, in particolare da parte dell'Assessore Genovese, anzi c'è piena fiducia che quanto l'Assessore Genovese ha detto sarà fatto. Sui problemi dell'Istituto Autonomo Case Popolari bisogna dare delle risposte all'esterno, il che significa che il Consiglio regionale deve pronunciarsi con uno degli strumenti formali che ha a disposizione, nella fattispecie un ordine del giorno.
Mi pare ci siano tutte le condizioni innanzitutto per iscrivere le tre proposte all'o.d.g. di questo Consiglio regionale; tra l'altro, i tre documenti hanno scale diverse, nel senso che ve ne sono di più complessivi che impegnano la Giunta a fare più cose e di più limitati (ad esempio quello del Consigliere Picco parla solo di un impegno ad approvare le modifiche della legge n. 33, impegno peraltro contenuto in tutti e tre gli ordini del giorno).
Propongo che la Giunta renda una comunicazione, al termine della quale si voteranno i tre documenti presentati: alcuni impegni verranno approvati all'unanimità, altri verranno respinti. Questo è quanto si richiede e quanto richiedono gli inquilini dell'Istituto Autonomo Case Popolari, ai quali dobbiamo dare una risposta. Non possiamo raccontargli che sì, ci siamo presi l'impegno, che faremo: bisogna produrre un atto concreto.



PRESIDENTE

Collega Chiezzi, la mia proposta era che, reciprocamente, si desse atto dell'impegno assunto dalla Giunta, visto che gli ordini del giorno sono tra loro differenti. L'Assessore Genovese ha affermato, mentre vengono approfondite le proposte di modifica della L.R. n. 33, di voler assumere taluni interventi. La mia proposta era pertanto diretta ad affermare, di fronte a tutto il popolo piemontese, e non solo agli inquilini degli IACP la precisa responsabilità del Consiglio regionale di discutere la questione alla prima riunione dopo le vacanze natalizie.
Chiedevo anche che il Consiglio evitasse di pronunciarsi sull'accoglimento e sul rifiuto di ordini del giorno che - ciascuno dalla propria angolazione - si riferiscono ad un problema che tutti quanti avvertono come urgente; questo per evitare pronunciamenti anche confusi.
Diamo atto di questo; mi faccio carico di parlarne con i Capigruppo affinché tale questione venga iscritta all'o.d.g. della prossima seduta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Picco. Ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

Signor Presidente, mi pare che di fatto questo intervento trovi in aula ampi consensi ai quali noi ci allineiamo. Lo testimoniano le riunioni che si sono tenute in questi giorni, non ultima quella di ieri sera chiusasi tra l'altro in un clima abbastanza distensivo, che non credo debba essere rilevato come irresponsabile, sia da parte dei promotori dell'incontro sia da parte delle forze politiche che si sono disposte ad assentire le ragioni dell'inquilinato. Questo, però, non deve indurre ad una fase, sia pure di pronunciamento preciso rispetto agli impegni, di precipitazione a votare dei contenuti sui quali non c'è stato sufficiente momento di confronto.
Quindi ritengo che, sia in base alla riunione di ieri sera, sia in base a ciò che è stato espresso oggi negli ordini del giorno presentati da parte del Gruppo comunista, del Gruppo socialista e del Gruppo DC, siano sufficientemente espliciti gli intenti rispetto ai quali il Consiglio si vuole muovere. Pertanto la votazione di questi tre ordini del giorno pu essere benissimo differita alla prima seduta di gennaio, senza precipitare con questo contenuti sui quali potrebbero riservarsi delle inopportune spaccature.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, il Gruppo comunista chiede che si voti comunque l'iscrizione all'o.d.g. dei vari ordini del giorno presentati.
La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Il Gruppo DC non è per iscrivere oggi questo argomento, perché ci pare una materia sulla quale la Giunta deve definire una serie di informazioni ci pare inoltre strumentale l'atteggiamento di volere a tutti i costi iscrivere e discutere oggi questo argomento, mentre si può benissimo discuterne alla ripresa dei lavori, dopo le vacanze di Natale. Ciò alla luce della riunione di ieri sera, che si è conclusa in modo abbastanza sereno e quindi non è vero, se non per atteggiamenti strumentali, che lì c'è una situazione così esplosiva da richiedere con urgenza l'iscrizione all'o.d.g.
Tra l'altro, lo stravolgimento dei lavori di questa seduta ha portato a far sì che questa mattina non abbiamo fatto le cose che avevamo previsto di fare; non dobbiamo quindi neanche lamentarci se ora sono in corso delle riunioni che attengono ad argomenti che sono all'o.d.g. di stamani e che erano stati concordati ieri. Ripeto, perché queste riunioni attengono a materie che si dovevano discutere questa mattina e che non si riesce a concludere per via di inserimenti assolutamente inopportuni di altri argomenti che possono benissimo essere affrontati nelle prossime riunioni di Consiglio.
I Capigruppo stabiliranno quale sarà l'o.d.g. dei prossimi Consigli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente, a me pare che interventi del tipo di quello che ha fatto il Capogruppo democristiano non siano necessari. A norma di Regolamento, c'è la richiesta da parte un Gruppo politico; il merito e la valutazione sono questioni che attengono al dibattito, al confronto politico, alla dialettica, cose che in questo Consiglio si tende ogni tanto a cercare di togliere.
E' stata avanzata formalmente la richiesta di iscrizione all'o.d.g. ai sensi regolamentari; dopodiché, a prescindere dal merito, mi pare non ci sia altro da fare che votare l'iscrizione.
Presidente, mi consenta, richieste come quella della Barricalla sono state formalizzate a norma di Regolamento da settimane; a causa del rinvio ai Capigruppo, la discussione di questo argomento è slittata ed è giunta in aula solo oggi. Quindi a me pare che ci sia la necessità - ripeto, a prescindere dal merito e dalle collocazioni che ciascuno ha - di rispettare le norme regolamentari.
Quindi, Presidente, le chiedo formalmente di procedere alla votazione per l'iscrizione all'o.d.g. quanto meno del documento presentato dal Gruppo comunista.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno presentato dal Gruppo comunista.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è respinta con 12 voti favorevoli, 22 contrari e 3 astensioni.
Per quanto riguarda gli altri ordini del giorno, uno presentato dal Gruppo PSI e l'altro dal Gruppo DC, viene assunto l'impegno della Presidenza e dei Capigruppo di iscriverli alla prossima seduta.


Argomento: Caccia

Richiesta di iscrizione all'o.d.g. della proposta di deliberazione n. 1289: "DGR n. 213-33418 'Interpretazione sull'ammissibilità dei rinnovi di azienda faunistico-venatoria in via di eccezionale sanatoria relativa al mero profilo del ritardo nel pervenimento delle domande'"


PRESIDENTE

Propongo ora di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n.
1289 relativa alle aziende faunistico-venatorie, come annunciato in precedenza.
Ha chiesto la parola il Consigliere Avondo. Ne ha facoltà.



AVONDO Giampiero

La nostra contrarietà è di merito e di coerenza - e inviterei il Capogruppo della DC, Carletto, ad averla - nel senso che questo è un ulteriore elemento di turbativa che viene introdotto nella discussione. Si tratta di un provvedimento che non è iscritto all'o.d.g. quindi non bisognerebbe iscriverlo, come si è già fatto ieri per altri provvedimenti o come magari si proporrà di fare nel corso di questa seduta. Questo è il primo elemento di coerenza che chiedo all'atteggiamento dei Gruppi.
La seconda questione è che ritengo inammissibile che una deliberazione di questo tipo, che ha avuto una lunga discussione in Commissione e che è stata votata a maggioranza, venga riproposta oggi con una formulazione di deliberazione in Consiglio che tralascia tutto il dispositivo e la motivazione per la quale questa deliberazione viene proposta. In sostanza in Consiglio viene portato soltanto il dispositivo e non la motivazione quindi, anche per questa ragione formale, il Gruppo comunista voterà contro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Informo l'Ufficio di Presidenza che la Lista Verde ha predisposto 120 emendamenti a proposito di questa deliberazione.



PRESIDENTE

D'accordo.
Pongo in votazione l'iscrizione all'o.d.g. della proposta di deliberazione n. 1289.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è respinta con 29 voti favorevoli e 13 contrari.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

Comunico che il Presidente della Giunta regionale ha chiesto una breve sospensione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carletto. Ne ha facoltà.



CARLETTO Mario

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, quando ieri sera alcuni colleghi pensavano di non fare Consiglio questa mattina, ho sostenuto per la parte che rappresento in quest'aula, essendo stato interpellato su questo specifico argomento, che era utile che questa mattina si facesse Consiglio perché c'era all'o.d.g. una serie di argomenti che potevano essere credibilmente svolti.
Gli argomenti erano: la questione Edgardo Sogno; la comunicazione dell'Assessore Mignone sul problema dei trasporti; la questione della Barricalla, per non parlare della legge sull'informazione che, dalle notizie che ho, è pronta e potrebbe andare in aula. Noi abbiamo anche detto che per le ore 13,30 chiedevamo che il Consiglio terminasse, perch tra l'altro oggi pomeriggio, alle ore 15, c'è la ripresa del Congresso provinciale del nostro Partito e quindi noi oggi abbiamo degli impegni.
Signor Presidente, lascio alla sua valutazione se interrompere adesso fra mezz'ora, fra un'ora, ma noi chiediamo che non si vada oltre le ore 13,30-13,45. La ringrazio.



PRESIDENTE

Sarà tenuto conto di questa richiesta.
Il Presidente della Giunta aveva chiesto una breve sospensione, che concedo, dopodiché riprenderemo immediatamente la discussione per chiudere i nostri lavori non oltre le ore 13,45.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12,35 riprende alle ore 13,10)


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordini del giorno n. 721 e n. 729 sulla discarica della Barricalla (seguito)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Sui due ordini del giorno presentati in merito alla discarica Barricalla non si sono realizzate le intese.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ala. Ne ha facoltà.



ALA Nemesio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, devo innanzitutto rilevare che l'ordine del giorno testé presentato dalla maggioranza non è iscritto all'o.d.g.



PRESIDENTE

Era iscritto all'o.d.g. della seduta odierna l'esame dell'ordine del giorno n. 721, che automaticamente permette l'iscrizione di altri documenti sullo stesso argomento. Mi sembra corretta questa interpretazione, anche perché non è possibile prevedere la conclusione di un ordine del giorno nemmeno per chi l'ha presentato: ci possono essere delle modifiche, una parte può essere ritirata o ne può essere presentata un'altra.



ALA Nemesio

A questo proposito vorrei proprio ricordare un suo illustre precedente proprio da lei fatto valere in quest'aula in merito ad una discussione sulle vicende dell'ACNA e della Valle Bormida, relativamente ad un ordine del giorno presentato dal collega Ferrara in ordine all'audizione dell'ing.
Necci dell'Enimont.



PRESIDENTE

Se lei ricorda bene, ho accolto questa interpretazione, ma con delle perplessità, perché ho dato atto anche al collega Ferrara che tutto sommato la sua richiesta aveva una ragione fondata su quel buon senso che dovrebbe orientarci nei lavori. Lei aveva fatto una richiesta ragionevole, però qui è stato detto che era stata fatta in un modo per cui non poteva essere accolta.



ALA Nemesio

Colgo l'occasione per ricordare che in quella sede fui uno dei pochi che votò a favore dell'iscrizione dell'ordine del giorno del Consigliere Ferrara.
A prescindere comunque da tutto ciò, è necessario avere sottomano il testo completo dell'ordine del giorno presentato dalla maggioranza, proprio perché non ho capito alcuni dettagli. Abbiamo bisogno di capire qual è la portata di tale ordine del giorno, al fine di non disperdere la possibilità di raggiungere un'intesa con settori della maggioranza.
Chiedo pertanto che ci venga consegnato il testo per permetterci di leggerlo con attenzione, allo scopo di capire quali sono gli impegni che si assume la Giunta e soprattutto i tempi entro i quali la stessa dovrà fornire i dati richiesti alla Commissione.
Ci si dia quindi il tempo di umanamente leggere il testo per decidere se eventualmente intervenire, così come è stato permesso alla maggioranza sul nostro ordine del giorno attraverso la presentazione di emendamenti al documento della maggioranza, per tentare di giungere - su una materia di tale rilevanza - ad un'intesa del Consiglio.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI



PRESIDENTE

D'accordo.
Si proceda alla distribuzione di copia del documento presentato dalla maggioranza.
Signori Consiglieri, a questo punto ritengo non vi sia altra soluzione che passare alla votazione dei due documenti presentati.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Ferro. Ne ha facoltà.



FERRO Primo

Signor Presidente, mi rendo conto delle situazioni di difficoltà che questa questione ha sollevato per cui bisogna giungere ad una determinazione in modo che la vicenda Barricalla si chiuda. Riteniamo per necessario, opportuno, interessante e doveroso avviare il secondo punto all'o.d.g., rispetto al quale non si può rinunciare ad un minimo di dibattito in questa sede.
Detto questo, per quanto riguarda l'ordine del giorno presentato dalla maggioranza, debbo dire che non riesco a capire il significato del secondo comma. Può darsi che io non sia sufficientemente dentro il problema, oppure che sia esposto in modo tale da essere incomprensibile.
Il primo comma, invece, presenta una serie di elementi politicamente di una gravità non indifferente. A fronte del nostro ordine del giorno che è datato, nel senso che non è di ieri, e che poneva il problema delle interpretazioni giuridiche relativamente all'art. 5, in precedenza vi era stata una dichiarazione della Giunta completamente disarmata rispetto alla questione dell'interpretazione dell'art. 5; nel documento ora presentato invece, si "impegna la Giunta a riferire alla competente Commissione sui risvolti conseguenti sul piano procedurale e giuridico-amministrativo alla deliberazione del Consiglio regionale di revoca della deroga sulle distanze stabilite dal DPR n. 915/82 (art. 5)". Ciò vuol dire che, allo stato attuale degli atti, la Giunta non è in grado di dare un'interpretazione ai risvolti giuridici relativi all'art. 5.
Si tratta di una dichiarazione politicamente di una gravità non indifferente; si può anche assumere questa come situazione di fatto, ma diventa difficile farlo senza avere un minimo di garanzie. Se si dicesse che l'istruttoria viene sospesa "in attesa di" si potrebbe capire, ma posto in questi termini questo documento diventa davvero difficile.



PRESIDENTE

Se la Giunta intende dare una risposta a quanto ha sollevato il Consigliere Ferro, ne ha facoltà. Se la Giunta non ritiene invece di rispondere e si attesta sull'ordine del giorno presentato, non mi resta altro che porre in votazione i due ordini del giorno presentati.



ADDUCI Donato

Signor Presidente, noi vorremmo capire che cosa significa il secondo comma, quanto meno dal punto di vista meramente letterale.



ADDUCI Donato

BRESSO



ADDUCI Donato

Traduco io; significa: "impegna la Giunta a compiere gli atti dovuti".



PRESIDENTE

Avendo chiarito la collega Bresso il significato letterale del secondo comma dell'ordine del giorno presentato dalla maggioranza, pongo in votazione dapprima l'ordine del giorno n. 721 presentato dal Gruppo comunista ed altri nel testo seguente: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che la società Barricalla S.p.A., con sede in Torino Galleria S.
Federico n. 54 - ha avviato le operazioni di cui al DPCM del 10/8/1988 n.
377 in merito alla pronuncia di compatibilità ambientale da parte del Ministero dell'Ambiente e del Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali al fine di ottenere l'autorizzazione all'apertura di un altro lotto (il secondo) per l'interramento di rifiuti speciali tossici e nocivi in località Cascina Barricalla, nel Comune di Collegno fatto presente che il Comitato interministeriale di cui all'art. 5 del DPR n. 915/82 fissa in 2.000 metri il limite di distanza di un sito di categoria 2C da insediamenti residenziali ricordato che con deliberazione del 28/2/1989 n. 1001/2837 il Consiglio stesso revocava la propria deliberazione n. 905-4001 del 26/3/1985 derogante la norma di cui al citato art. 5 del DPR n. 915/82 evidenziando che, nella fattispecie, in un raggio minimo di 400 metri e massimo di 1.600 metri dall'impianto sono compresi nuclei abitati e strutture collettive quali la Clinica Villa Cristina, il Carcere giudiziario delle Vallette, la frazione Savonera, il quartiere le Vallette richiamata la diffida del 30/5/1989 inoltrata dal Comitato popolare per la chiusura della discarica Barricalla al Presidente della Giunta regionale i m p e g n a la Giunta regionale ad operare in tutte le sedi affinché: a) sulla base dell'ubicazione del sito Barricalla b) sulla base dei problemi emersi durante la gestione del primo lotto di quella discarica c) sulla base del mutato regime normativo, non venga concessa alla società Barricalla l'autorizzazione all'apertura del secondo lotto della discarica di II categoria C per rifiuti speciali tossico-nocivi".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 14 voti favorevoli e 23 contrari.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 729 presentato dai Gruppi della maggioranza.



ADDUCI Donato

Abbandono l'aula in segno di protesta, perché la Giunta ha omesso di compiere atti di ufficio.



(Il Consigliere Adduci abbandona l'aula)



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Ferro. Ne ha facoltà.



FERRO Primo

Dichiaro di astenermi in quanto non ho la cognizione sufficiente per capire questo ordine del giorno e desidero che la mia dichiarazione venga messa a verbale.



PRESIDENTE

D'accordo.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 729 presentato dalla maggioranza, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto delle dichiarazioni rese dalla Giunta sull'istruttoria in atto relativa alla richiesta di attivazione di nuovi moduli della discarica Barricalla S.p.A.
impegna la Giunta a riferire alla competente Commissione sui risvolti conseguenti sul piano procedurale e giuridico-amministrativo alla deliberazione del Consiglio regionale di revoca della deroga sulle distanze stabilite dal DPR n. 915/82 ad istruire, ai fini dell'esercizio dei poteri di verifica dell'attività di controllo da parte dell'Amministrazione provinciale, i pareri espressi dal Comitato tecnico regionale, informandone adeguatamente la Commissione consiliare".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 23 voti favorevoli, 12 contrari e 1 astensione.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio in relazione agli argomenti di cui alle interrogazioni nn. 2033, 2036 e 2055 (rinvio)


PRESIDENTE

Dovremmo ora svolgere la comunicazione del Presidente del Consiglio regionale in relazione agli argomenti di cui alle interrogazioni nn. 2033 2036 e 2055, ma non siamo in condizioni tali da poter svolgere compiutamente questo argomento in quanto la Presidenza ha già concesso che alle ore 13,45 il Gruppo democristiano, per ragioni di Congresso provinciale, abbandoni l'aula.
A nome dell'Ufficio di Presidenza, e ritengo anche dei Capigruppo assumo l'impegno che questo argomento venga iscritto al primo punto dell'o.d.g. della prossima seduta.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,35)



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