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Dettaglio seduta n.220 del 21/12/89 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


ROSSA Angelo



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 2052 presentata dal Consigliere Valeri.
Risponde l'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore all'assistenza

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'interrogazione del Consigliere Valeri è relativa all'avvio della procedura per la gestione associata a livello di USSL n. 45 delle funzioni socio-assistenziali del Comune di Vercelli. In proposito, si smentisce che la Regione abbia mai esercitato funzioni di arbitraggio nella vicenda.
L'Assessorato all'assistenza della Regione si è interessato al caso come fa del resto normalmente, e ha esercitato attività di promozione e di supporto alle decisioni degli enti interessati al fine di farli convergere.
Il trasferimento delle funzioni è infatti un procedimento complesso che investe beni, personale e modalità operative.
Trattandosi di funzioni socio-assistenziali, come si può ben comprendere, la materia è oltre modo delicata, in quanto si tratta di effettuare il trasferimento senza interrompere l'erogazione degli interventi destinati ai cittadini.
Proprio per questa ragione, fino alla data dell'effettiva assunzione della gestione delle attività dei servizi socio-assistenziali da parte dell'USSL. la gestione permane in capo al Comune.
Con l'USSL di Vercelli e con il Comune sono intervenuti molteplici contatti tesi a favorire il trasferimento delle funzioni, secondo l'indirizzo generale; il 30 novembre scorso a Vercelli si è tenuto un incontro per mettere a punto alcuni dettagli della procedura avendo i due enti manifestato la volontà di gestire in modo associato i servizi socio assistenziali.
Entro la fine del mese di dicembre, Comune e USSL adotteranno le deliberazioni necessarie; a seguito dell'intervenuta esecutività delle predette deliberazioni, l'USSL definirà l'assegnazione del personale, con l'attribuzione delle mansioni a ciascuno affidate nel rispetto delle norme proprie del livello funzionale di appartenenza.
Nella sostanza noi abbiamo svolto un ruolo di promozione e di indirizzo che, a nostro avviso, ha dato e sta dando dei risultati positivi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, devo purtroppo dichiararmi insoddisfatto della risposta data dall'Assessore Brizio perché l'oggetto principale dell'interrogazione, che era il trasferimento del patrimonio delle ex II.PP.A.B., è stato del tutto trascurato.
Infatti le difficoltà finora registratesi in ordine al passaggio delle competenze dal Comune di Vercelli all'USSL n. 45 hanno origine dal contenzioso, tuttora irrisolto, relativo al riconoscimento da parte del Comune di Vercelli dell'obbligo di trasferire all'USSL. assieme alle competenze di gestione della materia assistenziale, i relativi beni patrimoniali ad esse collegati. Dato che questo era l'oggetto principale dell'interrogazione...



BRIZIO Gian Paolo, Assessore all'assistenza

Su questo avevo già precedentemente risposto...



VALERI Gilberto

La precedente interrogazione riguardava - e in qual caso la risposta fu esauriente - il fatto che il Comune di Vercelli aveva dichiarato di voler alienare alcuni beni delle ex II.PP.A.B. ed utilizzarne il ricavato per costruire un'area industriale. Ciò era chiaramente incompatibile con le norme di legge in vigore e in quel caso l'Assessore intervenne per impedire che tale intendimento si realizzasse. Quei beni, però, sono rimasti in capo al Comune il quale si rifiuta di trasferirli all'USSL. non avendo evidentemente abbandonato la speranza di poterli utilizzare per finanziare iniziative che nulla hanno a che vedere con le esigenze assistenziali. La disputa apertasi sul problema del personale è dunque soltanto una minima e secondaria parte del contenzioso aperto. Di conseguenza, prego l'Assessore di approfondire la questione e di fornire un supplemento di risposta magari per iscritto, non impegnando più l'aula.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore all'assistenza

Darò risposta scritta, tenendo però conto che fintanto che le UU.SS.SS.LL. non hanno figura giuridica il problema della proprietà rimane in ogni caso al Comune: si tratta della destinazione dei relativi proventi.
Comunque risponderò più precisamente.


Argomento: Presidi socio-assistenziali pubblici e privati

Interrogazioni n. 1739 dei Consiglieri Adduci, Bontempi, Dameri e Sestero e n. 1966 dei Consiglieri Adduci, Avondo, Calligaro, Dameri, Sestero e Montefalchesi inerenti l'Istituto Lorenzo Prinotti di Torino


PRESIDENTE

L'Assessore Brizio risponde congiuntamente alle interrogazioni n. 1739 e n. 1966.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore all'assistenza

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, in riferimento alle interrogazioni n. 1739 e n. 1966 relative alle determinazioni da assumersi per far fronte alle problematiche emerse nell'attività di gestione dell'Istituto Lorenzo Prinotti, si può comunicare che la Giunta regionale verificato che l'ente, per mancanza di adeguati mezzi finanziari necessari a sopperire all'aumento costante dei costi di gestione, non era più in grado di adempiere autonomamente alle proprie funzioni statutarie, ha deliberato, nel corso della seduta del 12 dicembre 1989, l'estinzione dell'Istituto.
Tale deliberazione, che veniva sollecitata dagli interroganti, è stata adottata nei tempi minimi compatibili con la necessità di acquisire agli atti la documentazione necessaria alla predisposizione dell'atto e, in particolare, i prescritti pareri del Comune, della Provincia e dell'USSL competente.
L'Assessorato ha seguito costantemente l'iter di espressione di tali pareri e, una volta acquisiti, ha provveduto sollecitamente a predisporre la deliberazione di estinzione, dopo aver accertato che i problemi dell'Istituto non erano altrimenti sanabili.
Con tale atto, il personale ed il patrimonio del Prinotti vengono trasferiti al Comune di Torino, con il vincolo della destinazione dei beni e delle relative rendite a servizi socio-assistenziali.
Il Comune di Torino, esprimendo parere favorevole in ordine all'estinzione, si è altresì impegnato a garantire lo svolgimento delle funzioni già esercitate dall'Istituto, in particolare l'erogazione di idonei servizi specialistici e formativi finalizzati all'integrazione dei soggetti audiolesi.
Per quanto riguarda il problema dell'erogazione dello stipendio ai dipendenti fino al compimento delle operazioni di trasferimento dell'IPAB al Comune di Torino, ci siamo attivati con gli istituti bancari, ottenendo anche dall'Istituto Bancario S. Paolo di Torino, pur non essendo tesoriere un'erogazione straordinaria di 100 milioni; tale somma, aggiunta a quella precedente della Cassa di Risparmio, rappresenta un idoneo intervento per far fronte alla situazione venutasi a creare in questo periodo transitorio.
Abbiamo operato con tempestività e su tutto l'arco del fronte dei possibili interventi della Giunta regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Signor Presidente, potremmo anche dichiararci soddisfatti della risposta dell'Assessore - che effettivamente ha seguito questo problema fino a raggiungere i risultati che ha testé enunciato, compresa, ed innanzitutto, la deliberazione di scioglimento dell'IPAB - se non avessimo avuto notizia, proprio l'altro giorno, del fatto che, appena appreso dell'estinzione del Prinotti, il Presidente della Circoscrizione di Corso Francia ed altre persone (non sappiamo esattamente chi) si sono precipitati a visitare quei locali. Questo potrebbe sembrare anche un interesse legittimo, anzi è auspicabile che il Presidente della Circoscrizione vada a vedere quei locali. Purtroppo questa visita non è apparsa del tutto disinteressata, in quanto, seduta stante, questi signori hanno incominciato ad ipotizzare un qualche utilizzo di quei locali senza, purtroppo, tener conto delle reali esigenze dei portatori di handicap e delle attività che in quella IPAB sono tuttora in funzione.
Assessore, ascoltando il suo intervento mi è venuto in mente il "De bello gallico", quando Giulio Cesare con il legato Rufo Sulpicio volle rimanere a guardia degli accampamenti. Gli accampamenti però erano vuoti: non vorrei che ci trovassimo un po' in questa situazione. Richiamo quindi all'attenzione del Consiglio, sua personale e della Giunta questa vicenda che per noi è grave e singolare. Vicenda che ha avuto sì un primo sbocco positivo, quello che annunciava l'Assessore, ma che non si è ancora conclusa; è mutato il contesto, ma nell'ambito del contesto mutato i problemi che noi ponemmo tempo addietro permangono in tutta la loro gravità e in tutta la loro attualità.
Ci troviamo di fronte ad un patrimonio umano qualificato, ricco di professionalità nel settore degli interventi specialistici e formativi finalizzati all'integrazione degli alunni audiolesi, e ci troviamo contemporaneamente di fronte ad un patrimonio immobiliare stimato intorno ai 20 miliardi di lire. Sia queste professionalità, sia il patrimonio hanno rischiato e rischiano di andare dispersi. Vogliamo ribadire questo punto: quali interventi la Giunta intende mettere in atto per far sì che il patrimonio, in questo caso più urgentemente, e, subito dopo, le professionalità non vadano dispersi? Siamo preoccupati perché la vicenda singolare, le procedure relative allo scioglimento dell'IPAB conclusesi il 12 dicembre, hanno subìto ritardi e lungaggini, non addebitabili all'Assessore Brizio, ma così è stato e tali lungaggini non sono giustificabili, né facilmente spiegabili. Per esempio l'iter è rimasto a lungo bloccato perché il Comune di Torino non sarebbe addirittura riuscito a trovare i fondi per far valutare lo stato di consistenza di quei beni: il Comune di Torino non riesce a trovare nel suo bilancio qualche centinaio di migliaia di lire per pagare un professionista! Ora, Assessore, bisogna affrontare altri problemi, perch le conseguenze di quello che potrebbe succedere sono un frutto "molto amaro" di un disinteresse che, a ben vedere, appare non propriamente disinteressato.
Sia la Giunta comunale, sia la Giunta regionale, infatti, non hanno mosso neanche un dito per impedire il verificarsi delle condizioni che consentirebbero di giustificare a posteriori, oggi, la vendita ad una grossa società, la STET, e di una parte non piccola dell'Istituto, che si trova - giova ricordarlo - molto vicino alla costruenda cittadella giudiziaria. Non vorremmo che a causa dei debiti, accumulati per lungo tempo e che ormai raggiungono i 2 miliardi, per evitare i quali nessuno è mai intervenuto, nonostante noi avessimo posto questo problema da oltre un anno, ci dovessimo trovare, un giorno, a dover dire: poiché i debiti ci sono, siamo costretti a vendere il patrimonio immobiliare o parte del patrimonio immobiliare del Prinotti.
Occorre chiarire che se questa operazione, nonostante tutto, andasse in porto, la collettività sarebbe privata di quelle strutture socio assistenziali e di integrazione che le erano state a suo tempo donate proprio per raggiungere quelle finalità socio-assistenziali e di integrazione. Sarebbe gravissimo, e il declino inarrestabile dell'Istituto si è trascinato troppo a lungo per non avere qualche dubbio in merito. Il dubbio nasce dal fatto che appariva da tempo, e a tutti, evidente che il futuro di quell'IPAB era già segnato, era seriamente compromesso; in particolare, dopo il tentativo fallito di concentrare presso quell'Istituto il maggior numero possibile di allievi portatori di handicap. In tal senso la stessa Regione con un'operazione, a mio avviso, di dubbia validità pedagogica, ha modificato con propria deliberazione, in data 30 dicembre 1987, lo Statuto di quell'ente. D'altra parte, il deficit dell'Istituto Prinotti è cresciuto enormemente, in modo quasi esponenziale. Nel 1987 il debito ammontava a 340 milioni, ora sfiora i 2 miliardi. Gli allievi nel 1971 erano 167, oggi si sono ridotti a 30, anche a seguito, ovviamente, dei processi di integrazione in atto e avviati, pur con difficoltà, nelle scuole pubbliche.
Non possiamo ignorare che oggi si pone anche un altro problema, legato alla necessità di fornire serie garanzie ai genitori di quei ragazzi che attualmente frequentano la scuola materna e la scuola elementare. Cosa ne sarà di quei ragazzi? I genitori hanno delle garanzie per il futuro dei loro figli? Mi pare che non possiamo ignorare questa problematica, pur essendo passata di competenza specifica al Comune di Torino. Sui 37 dipendenti, per fortuna, non ci dovrebbero essere problemi di occupazione si pone però il problema di salvaguardare e mantenere al servizio del pubblico le loro professionalità.
Sono tutte problematiche, e non mi dilungo ulteriormente, che non ci consentono a ragion veduta di considerare risolta o definitivamente risolta la questione relativa al Prinotti. Perché? Perché tra incapacità oggettiva di chi amministra, di chi ci ha amministrato e i ritardi più o meno "ritardati", non vorremmo che qualcuno pensasse, nonostante la delibera di scioglimento, di chiudere il cerchio e porre in liquidazione il patrimonio del Prinotti a discapito - è evidente - delle fasce sociali meno protette e di un settore, quello assistenziale, di cui lei, Assessore, è responsabile che ne risulterebbe enormemente penalizzato.
Ritengo quindi che, acquisito il dato positivo della deliberazione regionale di scioglimento dell'ente, sarà bene presentare un ordine del giorno che impegni la Giunta regionale a salvaguardare il patrimonio dell'Istituto di Corso Francia, a valorizzare le professionalità acquisite dai 37 dipendenti e a coinvolgere tutte quelle forze, a partire dai sindacati (che insieme abbiamo anche incontrato nella sede del suo Assessorato), dal coordinamento sanità ed assistenza fra i movimenti di base, dai genitori degli alunni che attualmente frequentano l'Istituto Prinotti, dal Comune di Torino, affinché insieme si decida la migliore utilizzazione di quelle strutture e di quelle professionalità per garantire alle fasce sociali meno protette un adeguato soddisfacimento dei bisogni emergenti.


Argomento: Resistenza

Interrogazione n. 2036 del Consigliere Bara inerente l'attività del Comitato per l'Affermazione dei Valori della Resistenza


PRESIDENTE

Prima di proseguire, sono lieto di dare il benvenuto al collega Emilio Lombardi che ritorna a prendere il suo posto e a lavorare insieme a noi.
Con tanto affetto gli rivolgo i migliori auguri.
Passiamo all'esame dell'interrogazione n. 2036 presentata dal Consigliere Bara.
Risponde l'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore alla cultura

La Regione ha sempre considerato gli Istituti storici della Resistenza referenti culturali di eccezionale importanza e di particolare rilievo del Piemonte.
La Giunta regionale ha operato e intende ancora operare nel solco di questa considerazione con lo stesso impegno del passato.
Le iniziative del Consiglio regionale sono state, e ritengo siano ugualmente, convinte ma hanno avuto caratteristiche autonome rispetto a quelle della Giunta regionale. Debbo rispondere di queste ultime, che hanno avuto due obbligatori riferimenti legislativi: la L.R. n. 28 del 1980 e la L.R. n. 49 del 1984. La prima legge, all'art. 1, impegna la Regione ad assicurare il regolare svolgimento dell'attività scientifico-culturale degli Istituti storici del Piemonte associati all'Istituto nazionale per la storia del Movimento di Liberazione, di cui alla legge 16/1/1967, e dell'Archivio nazionale cinematografico della Resistenza in Torino.
La seconda, all'art. 5, prevede l'erogazione di contributi o meglio di interventi diretti per l'acquisto di attrezzature, risorse informatiche supporti per la catalogazione, spazi per convegni, ecc. Tutto questo viene comunque erogato assicurando l'autonomia della ricerca scientifica e culturale degli Istituti storici della Resistenza.
Nel merito più specifico devo informare il Consigliere Bara che i finanziamenti erogati ai sensi della L.R. n. 28/80 sono stati negli anni 1985/1986/1987 di 350 milioni e nel 1988 di 300 milioni, cui si è aggiunto un finanziamento straordinario di 100 milioni destinato ad interventi nel settore delle biblioteche e degli archivi.
Va ricordato che gli Istituti presenti in Piemonte sono sette e che quindi ciascuno di essi ha ricevuto dalla Regione un contributo annuale che si aggira sui 50 milioni. Altri finanziamenti sono stati erogati ai sensi dell'art. 5 della L.R. n. 49 di cui ho detto.
Nel corso dell'ultimo quinquennio ci si è orientati particolarmente all'acquisto di attrezzature e arredi per le biblioteche e per gli archivi.
L'Assessorato ha scelto di privilegiare nel rapporto con gli Istituti lo sviluppo di queste strutture, nell'intento di rafforzare il servizio culturale reso e di integrarlo maggiormente nel sistema culturale della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bara.



BARA Giuseppe

Ringrazio l'Assessore e mi ritengo soddisfatto.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione n. 1992 del Consigliere Ala inerente il bosco ceduo "Bosco delle Sorti" nel Comune di Cassine (AL)


PRESIDENTE

L'Assessore Bianca Vetrino risponde ora all'interrogazione n. 1992 presentata dal Consigliere Ala.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Con l'interrogazione in oggetto il Consigliere Ala desidera conoscere quali sono le determinazioni della Regione in ordine ad un intervento che riguarda un bosco ceduo denominato "Bosco delle Sorti" interessante il Comune di Cassine e i Comuni limitrofi di Ricaldone, Maranzana e Alice Bel Colle.
Il Consigliere Ala ritiene che tale area boschiva è considerata da sempre di notevole interesse storico ed ambientale per le sue caratteristiche di riserva naturale e per le particolari e rare specie animali e vegetali che in essa si trovano, nonché perché fonte tradizionale di approvvigionamento di legname da parte della gente del luogo.
Devo inoltre comunicare al Consigliere interrogante che è pervenuta al Settore beni ambientali dell'Assessorato alla pianificazione territoriale in data 20/10/1989, con nota dell'11/9/1989, istanza del signor Matarrese Nicola di Cassine per ottenere l'autorizzazione, ai sensi delle leggi nn.
1497/39 e 431/85, per opere di disboscamento e livellamento terreni allo scopo di impiantare un nuovo vigneto.
Tale intervento è subordinato anche all'acquisizione di autorizzazione ai sensi della L.R. n. 27/81, essendo la località di intervento sottoposta anche a vincolo idrogeologico.
Per quanto di competenza dell'Assessorato alla pianificazione territoriale, ai sensi dell'art. 82 del DPR n. 616, non è stata finora rilasciata alcuna autorizzazione. Rispetto a questo intervento e segnatamente a seguito delle sollecitazioni del Consigliere Ala è stato ritenuto conveniente predisporre un sopralluogo congiunto in zona con il Settore geologico regionale, al fine di acquisire ulteriori elementi utili sia per l'istruttoria di competenza sia per rispondere in merito alla posizione che vorrà assumere sull'argomento la Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Sono soddisfatto della risposta data dall'Assessore. Desidero comunque evidenziare tre questioni.
Se pensiamo che la CEE concede dei contributi per l'estirpazione dei vigneti, ritengo che andare ad impiantarne uno nuovo eliminando un pezzo superstite di un ecosistema, prima molto più diffuso nella provincia di Alessandria e ora ridotto ai minimi termini, sia davvero demenziale.
Seconda questione: si tratta non solo di un valore di tipo ambientale ma anche storico e culturale, perché ci troviamo di fronte ad aspetti e modalità d'uso del territorio e del reddito che da questo si può ricavare che appartengono ad un passato lontano. Le caratteristiche di quest'area sono, dal punto di vista storico, simili a quelle del Bosco della Partecipanza di Lucedio: si tratta cioè di valori, di insiemi che vanno tutelati e che soprattutto ritengo debbano essere considerati culturalmente e politicamente un patrimonio collettivo, ad uso civico, che non possono quindi essere trasformati in altro da un privato, per quanto possa - in questo caso - accampare diritti di proprietà.
Terza ed ultima questione: l'Assessore Vetrino ha detto che "finora non sono state rilasciate autorizzazioni"; io la invito a cancellare la parola "finora" e a dire che non vengono rilasciate autorizzazioni.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Bosio, Guasso, Masaracchio, Pezzana e Sestero.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge

Argomento:

c) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nella seduta del 5 dicembre 1989 - in attuazione dell'art. 9 della L.R. n. 6/88 in materia di consulenze ed incarichi, è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento:

c) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale

Argomento:

d) Rinvio esame interrogazioni


PRESIDENTE

Comunico che l'esame delle interrogazioni nn. 2033, 2036, 2055 e 2085 sarà svolto nella seduta di domani.
Per quanto riguarda l'interrogazione n. 2033 presentata dai Consiglieri Santoni e Marchini inerente l'esclusione del partigiano Edgardo Sogno da un Convegno organizzato dal Consiglio regionale, comunico che nella seduta consiliare di domani verrà data risposta con una comunicazione del Presidente del Consiglio. Tale comunicazione è già stata consegnata ai Presidenti e ai componenti dell'Ufficio di Presidenza.


Argomento: Questioni internazionali

Comunicazioni della Giunta regionale sulla situazione in Romania e in Cile


PRESIDENTE

Ha ora la parola l'Assessore Cerchio per alcune comunicazioni.



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

Signor Presidente, poiché in questi giorni sullo scenario internazionale si sono verificati alcuni fatti significativi e drammatici ed avendo anche ricevuto due delegazioni di cittadini cileni e rumeni presenti sul territorio nazionale, mi sono fatto carico di una breve segnalazione all'assemblea legislativa piemontese per ricordare due momenti non facili vissuti da quelle comunità e dalle loro realtà nazionali.
Il Consiglio regionale del Piemonte, in questi anni, ha sempre voluto essere attento e puntuale nel segnalare momenti di difficoltà per la violazione dei diritti dell'uomo e dei principali elementi costitutivi delle libertà, esprimendo giudizi e valutazioni ed assumendo prese di posizione in tutte le latitudini del mondo nelle quali queste violazioni dei diritti e delle libertà si indicavano; esprimo dunque compiacimento in ordine al ritorno della democrazia in terra cilena.
Al tempo stesso, non posso non evidenziare i fatti che stanno accadendo in questi giorni in Romania, dove il vento delle aperture sembra soffiare per ciò che riguarda la comunità rumena, ma non certo per lo stalinismo ancora rigidamente imperante in quella terra, e che si scontra con ragioni che confermano negli anni '90 l'affermazione antistorica e soprattutto drammatica del veterocomunismo.
Mi pare doveroso esprimere la valutazione che mi è stato richiesto di portare all'assemblea regionale piemontese chiedendo al Presidente del Consiglio regionale se non ritenga, anche in termini puramente simbolici di richiedere un minuto di silenzio per le centinaia, che rischiano di essere migliaia, di vittime che nel Duemila in questo regime ancora si registrano come fatto antistorico e di anticiviltà.



PRESIDENTE

Ringrazio l'Assessore Cerchio per la sua comunicazione, con la quale si è fatto interprete dei sentimenti delle delegazioni con cui si è incontrato.
Per quanto riguarda il ritorno della democrazia in Cile, colgo l'occasione per esprimere gioia e soddisfazione per un Paese che, seppure attraverso un processo faticoso, ha affermato in modo netto e chiaro una volontà di ritorno alla libertà attraverso una grande votazione, con la quale è stato nominato Presidente della Repubblica un uomo impegnato nella lotta antifascista che noi abbiamo avuto occasione di conoscere nel suo peregrinare nel nostro Paese e al quale abbiamo potuto manifestare la viva solidarietà del popolo italiano e delle nostre istituzioni. Salutiamo con gioia e con soddisfazione il ritorno alla libertà di un Paese di antiche tradizioni democratiche e culturali che ha sofferto attraverso il sacrificio di molti dei suoi cittadini, in primo luogo di Salvador Allende a cui va il nostro pensiero proprio nel momento in cui il Cile ritorna alla democrazia. E' un momento molto importante e penso di poter esprimere i sentimenti non solo dei colleghi presenti, ma di tutta la comunità del Piemonte che per la democrazia ha sempre lottato e sofferto.
Ben altri sono i nostri sentimenti per quanto sta accadendo in Romania dove, per l'incomprensibile, ostinata e criminale resistenza di uomini che hanno preteso di rappresentare degli ideali di libertà, si continua ad imporre dispostismo sul popolo, subordinando un Paese come la Romania a condizioni di oscure situazioni di vita. In questo momento non possiamo che esprimere una netta condanna; l'augurio è che questi criminali trovino un barlume di riflessione per fermare la loro azione contro il popolo e contro la gente inerme che chiede la libertà, che domanda quello che in altri Paesi dell'Est è stato realizzato pacificamente.
Chiediamo infine che il Governo italiano - credo che si stia già muovendo in questa direzione - faccia conoscere lo sdegno del popolo italiano e che possa prevalere, seppure in mezzo ad una situazione tragica la via della ragione. Tutto ciò in questo momento sembra molto difficile soprattutto perché dopo quello che è accaduto a Timisoara e in altri paesi la situazione potrebbe diventare davvero irrecuperabile e sfociare veramente in un bagno di sangue per responsabilità gravissime di un gruppo dirigente, di una famiglia che si è arrogata il diritto di vita e di morte su un popolo di 37 milioni di persone.
Accolgo la richiesta dell'Assessore Cerchio non solo di esprimere questa netta condanna, ma che il Consiglio regionale esprima anche umana solidarietà per i morti, i molti morti (pare siano 4.000, i giornali di questa mattina ne parlano in questi termini) caduti sotto le mitragliatrici dei carri armati del regime che persegue questo suo folle piano di distruzione e di autodistruzione.
Per questo invito i colleghi ad osservare un minuto di silenzio.



(I presenti, in piedi, osservano un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reburdo. Ne ha facoltà.



REDURDO Giuseppe

Mi scuso con il Presidente e con il Consiglio, ma vorrei sommessamente chiedere alla cortesia della Presidenza del Consiglio e della Giunta l'informazione su tre questioni che sono legate anche alle comunicazioni del Presidente del Consiglio.
Prima questione. Credo che le parole del Presidente sui fatti della Romania siano accoglibili in pieno. Non possiamo nascondere però che nel mondo stanno capitando altre cose drammatiche, tra le quali le vicende di Panama, che non sono una questione secondaria, ma altrettanto grave. Credo che ciò meriterebbe alcune considerazioni; non le faccio, ma questa mattina c'è un comunicato di tutti i Paesi dell'America Latina in cui, al di là della condanna del mostro Noriega, si denuncia come sia stata lesa l'autodeterminazione dei popoli con l'intervento americano. Tale questione è quindi di una serietà enorme.
Seconda questione. A me risulta, e vorrei essere smentito, che una delegazione della Promark è stata in questi giorni in Cile ed è stata ricevuta da un altro mostro, il generale Pinochet. Vorrei sapere se questo è avvenuto e a quali condizioni.
Terza questione, sempre legata a questi problemi. C'è stato un fatto grave rispetto al quale noi abbiamo presentato un'interrogazione. La Giunta regionale ha ricevuto una delegazione economica di una regione della Cina sottolineando come fosse necessario avviare una serie di rapporti economici tra il Piemonte e la Cina, proponendo anche un gemellaggio. Non possiamo dimenticare che in Cina è avvenuto un massacro nella piazza Tienanmen e su questa questione c'è una pregiudiziale di ordine etico e morale che secondo me andrebbe discussa. Quindi chiedo formalmente che venga data un'urgente risposta all'interrogazione da noi presentata.
Chiederei inoltre, se fosse possibile, che l'Assessore Cerchio ci dicesse con una nota o con una breve comunicazione, senza discuterla, che cosa sta capitando negli uffici di collocamento dopo il telex di Donat Cattin. Questo telex riapre tutta una questione, quindi sarebbe interessante capire che cosa sta succedendo negli uffici di collocamento a seguito di questa operazione.
Mi scuso con il Presidente per avere posto questi problemi, ma sono questioni sulle quali, oltre alle condanne, dovrebbe esserci da parte del Consiglio e della Giunta un comportamento coerente.



PRESIDENTE

La ringrazio, collega Reburdo.
Questa Presidenza avrà cura di fare in modo che le questioni da lei poste siano oggetto di riflessione in una seduta dopo le feste natalizie.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. i seguenti argomenti: proposta di deliberazione n. 1292: "Deliberazione del Consiglio regionale n. 1187-15032 del 30/11/1989. Modifica".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Progetto di legge n. 579: "Parziale modifica ed integrazione della L.R. 23/10/1989 n. 60 relativa alla prestazione di garanzia fidejussoria nell'interesse dell'Aeroporto di Cuneo Levaldigi S.p.A.".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata con 33 voti favorevoli e 3 astensioni.
Progetto di legge n. 574: "Unificazione dei requisiti strutturali e funzionali delle Case di cura".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata con 33 voti favorevoli e 3 astensioni.
Progetto di legge n. 575: "Modifiche alla L.R. 6/7/1987, n. 38 recante 'Norme per la tenuta degli Albi provinciali delle imprese artigiane e disciplina degli organi di rappresentanza e di tutela dell'artigianato'".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata con 33 voti favorevoli e 3 astensioni.
Legge rinviata dal Governo relativa a: "Determinazione delle tasse per le concessioni di riserva di caccia e azienda faunistico-venatoria".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata con 33 voti favorevoli e 3 astensioni.
Progetto di legge n. 580: "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1990".
Prima di procedere all'iscrizione all'o.d.g. di tale argomento, ha chiesto la parola il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, a nome del Gruppo MSI-DN dichiaro che siamo contrari all'iscrizione all'o.d.g. del progetto di legge sul bilancio. E' una decisione che sarà motivata e non certo strumentale in quanto si è verificata, con riferimento a questo progetto di legge, pur importantissimo per la sua natura e la sua sostanza, una serie veramente nutrita di violazioni statutarie e regolamentari che io sono incoraggiato a prospettare, sperando che non mi si risponda che si tratta dei soliti formalismi. E' stato lo stesso Presidente del Consiglio, in maniera precisa e puntuale, nel trasmettere il 14/12/1989, dopo che il disegno di legge non era nemmeno stato annunciato in Consiglio perché evidentemente è pervenuto alla Presidenza dopo la chiusura della seduta scorsa, a farsi parte diligente con una comunicazione al Presidente della I Commissione ed ai Presidenti delle Commissioni consiliari richiamando precise e dettagliate normative dello Statuto e del Regolamento. Incoraggiato da questo, devo rilevare che innanzitutto non c'è stato l'annuncio in aula; poi c'è stata la trasmissione degli allegati al bilancio alle Commissioni affinch potessero esprimere il loro parere, cosa che oggettivamente non è stata possibile perché è mancato il tempo materiale per farlo. Tali pareri sono richiesti in quanto sia lo Statuto sia il Regolamento prendono in particolare considerazione normativa la formazione del bilancio ed esigono una particolare procedura, cioè l'espressione dei pareri da parte delle singole Commissioni.
L'art. 31 del Regolamento, richiamato espressamente dal Presidente, al primo comma recita anche che il Presidente del Consiglio fissa i termini entro i quali le Commissioni devono presentare i pareri, sentiti i Capigruppo. Anche questa formalità essenziale è stata omessa e la conclusione è che i pareri delle Commissioni, che pur nella prassi costante precedono il voto da parte della I Commissione, non sono stati espressi.
Quindi manca questa formalità che è da ritenersi essenziale e comunque indipendentemente dall'essenzialità, costituisce un corretto modo di procedere nell'itinerario della formazione del bilancio. I pareri non sono stati espressi; infatti la II Commissione, se non vado errato, unanimemente si è sostanzialmente rifiutata di prendere in esame il bilancio, ammesso che fosse possibile prenderlo in esame seriamente ed approfonditamente perché la II Commissione era riunita ieri pomeriggio alle ore 15 e quindi non poteva esprimere un parere su un bilancio già approvato al mattino. Le altre Commissioni hanno espresso delle dichiarazioni e non dei pareri. La III Commissione ha dichiarato: "Dati i tempi insufficienti, i Gruppi si riservano...", quindi non c'è il parere. La IV Commissione prende atto del bilancio di previsione e non esprime il parere. La V Commissione dichiara di non essere in grado di poter esprimere il parere dati i tempi ristretti così è anche per la VI Commissione.
A questo punto, non è possibile pretendere alcunché dai Consiglieri, i quali hanno il diritto-dovere di collocarsi in generale su tutti i punti e comunque su qualunque provvedimento, in particolare su un provvedimento così importante.
Fra le altre anomalie, vi è stata l'omissione delle consultazioni. Si dice che è un bilancio tecnico, ma a questo punto sarebbe stato molto più serio presentare l'esercizio provvisorio, anche se è vero che in questi ultimi anni abbiamo sempre contestato la prassi costantissima di provvedere con l'esercizio provvisorio, che poi da due mesi diventava di quattro.
Però, in questo caso, visto che si era arrivati al 14 dicembre, sarebbe stato politicamente più serio e corretto presentare l'esercizio provvisorio, proprio perché si dice che sia un bilancio tecnico. Anzi, la caratteristica dell'esercizio provvisorio è un po' questa: non si è fatto in tempo per motivi imprevisti e imprevedibili, accettabili o non accettabili, a presentare il bilancio ed allora si ricorre all'esercizio provvisorio, quanto meno per un mese. Qui c'erano i requisiti, cioè la stessa definizione di bilancio tecnico avrebbe dovuto suggerire di presentare l'esercizio provvisorio.
Quindi, per tutta questa serie di considerazioni che spero non vengano considerate formalismi (perché non lo sono), il nostro Gruppo esprimerà voto negativo all'iscrizione all'o.d.g. del bilancio.
Poiché è stata fatta la conta e i numeri ci sono, nessuno mi risponderà; però non mi si venga a dire: "Siamo verso la fine dell'anno, il bilancio deve comunque essere approvato, è un discorso non proponibile quello di non iscriverlo nemmeno, ponendosi in una posizione negativa".
Anche questo non è esatto, perché in ogni caso la legge di questo bilancio tecnico entrerà in vigore fra trenta giorni, quindi farlo oggi o farlo, in ipotesi, fra una settimana o ai primi di gennaio o - meglio ancora fare come sarebbe stato doveroso, l'esercizio provvisorio non avrebbe cambiato nulla.
Per queste considerazioni, ci dichiareremo contro l'iscrizione sottolineando che non è possibile collocarsi seriamente sul bilancio perch è mancato il tempo materiale per esaminarlo; penso che sei giorni siano un po' pochi, anche se non è il bilancio dello Stato, ma è quello della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Il Regolamento stabilisce che si esprima un parere favorevole e uno contrario.
Ha chiesto la parola il Consigliere Carletto per il parere favorevole.
Ne ha facoltà.



CARLETTO Mario

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi spiace che il collega Majorino, sempre così puntuale, non fosse presente ieri mattina in I Commissione quando si è analizzata la scelta della maggioranza e della Giunta regionale nel voler proporre entro la fine dell'anno il bilancio di previsione per il 1990. Si tratta di una scelta dettata da esigenze politiche, quella cioè di arrivare alla fine dell'anno, paradossalmente, in un periodo di grandi difficoltà che si sono evidenziate nell'assestamento del bilancio, con una proposta di bilancio per il 1990 che ci permetta di iniziare l'anno senza esercizi provvisori. Proprio perché è l'anno che ci porta verso le consultazioni elettorali, proprio perché è l'anno nel quale la legislatura termina con tempi molto abbreviati rispetto alla norma (le elezioni sono abitualmente nel mese di maggio-giugno, quest'anno sono anticipate a causa dei Mondiali di calcio), vi è la necessità politica ma anche organizzativa di iniziare il 1990 con il bilancio approvato dal Governo e quindi con la Regione nella condizione di poter spendere senza limiti. Ciò non perché si voglia spendere senza limiti, perché le risorse purtroppo, sono quelle che sono. Discutendo nel merito, vedremo che questa proposta di bilancio per il 1990 sostanzialmente prevede per la gran parte delle poste un taglio del 40%, quindi è un bilancio molto magro; in questo modo, però, quanto meno dal punto di vista tecnico non ci saranno ostacoli o difficoltà nella gestione dell'Ente. Vi è inoltre l'impegno, peraltro espresso in Commissione ieri e che verrà rinnovato oggi in aula, di arrivare per fine gennaio con una proposta di variazione che definisca in modo puntuale quelle poche scelte che potremo fare su risorse libere definendole in modo puntuale anche attraverso la procedura e la prassi consueta delle consultazioni. Quindi, quello che noi chiediamo al Consiglio regionale di approvare oggi è un bilancio squisitamente tecnico.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'iscrizione all'o.d.g. del progetto di legge n. 580.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata con 32 voti favorevoli e 12 contrari.


Argomento: Nomine

NOMINE


PRESIDENTE

In merito al punto 9) all'o.d.g. si distribuiscano le schede per le seguenti nomine.
Istituto finanziario regionale piemontese - Collegio sindacale.
Nomina di tre Sindaci effettivi e un Sindaco supplente.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Eugenio Bonini, Luigi Passoni e Angelo Tealdo quali Sindaci effettivi e il signor Francesco Stassi quale Sindaco supplente.
Pongo in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 33 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
Comitato Urbanistico Regionale - Nomina di undici esperti.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Gianpaolo Varnero, Andrea Coletto, Fabrizio Maiocchi, Mario Barbieri Silvia Belforte, Pier Giuseppe Daviero, Giuseppe Gallina, Giovanni Arnaudo Claudio Malacrino, Gianfranco Martelli e Giovanni Maria Ghè.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame progetto di legge n. 580: "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1990" - Presentazione pregiudiziale per il non passaggio all'esame dell'articolato


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 580, testé iscritto all'o.d.g.
La parola al Consigliere Monticelli che illustra una questione pregiudiziale.



MONTICELLI Antonio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi scuso con il Consiglio se la pregiudiziale che mi accingo a porre riprenderà alcune questioni sollevate pochi minuti fa, in particolare dal collega Majorino. A noi è sembrato che non fosse sufficiente esprimere il nostro voto contrario all'iscrizione all'o.d.g. di questa seduta del bilancio, ma fosse indispensabile far presente all'intero Consiglio che oggi noi siamo costretti a discutere - se questa pregiudiziale non verrà accolta - il bilancio della Regione Piemonte (cioè l'atto principale che nel corso dell'anno questo Consiglio è chiamato a discutere e a votare). Siamo in condizioni del tutto anomale, e come tali vanno perlomeno segnalate.
Credo di non essere l'unico fra i Consiglieri presenti in quest'aula ad aver avuto a disposizione i materiali, sui quali adesso dovremmo cominciare a discutere, questa stessa mattina, e si tratta di un pacco abbastanza consistente di carta. Più della metà dei Consiglieri sono nelle mie stesse condizioni, perché questo pacco di carta è stato ricevuto nei giorni scorsi, a parte i membri della Giunta, soltanto dai componenti della I Commissione; anche ai Presidenti delle Commissioni permanenti è stato recapitato, se non erro, ieri mattina, o al massimo l'altro ieri mattina.
Quindi questo è un problema, signor Presidente, che è giusto far presente.
La seconda questione è quella richiamata prima dal collega Majorino.
Lei stesso, signor Presidente, ha inviato in data 14 dicembre una lettera che assegnava il disegno di legge sul bilancio "per l'esame in sede referente della I Commissione, e l'esame in sede consultiva delle altre Commissioni permanenti". Questa lettera è stata ricevuta dalle Commissioni permanenti in data 18 dicembre, quindi lunedì scorso, senza che fossero consegnati i documenti. Con questa lettera si chiedeva che le Commissioni esprimessero il proprio parere sulle parti del bilancio riguardanti le materie di competenza. Come ricordava prima il collega Majorino, nessuna Commissione è stata in grado di esprimere questo parere, e alcune in modo esplicito hanno dichiarato non soltanto che non erano in grado, ma che tutto era stato fatto acciocché non fossero in grado di esprimere questo parere.
E' vero che nella lettera di trasmissione del Presidente della Giunta Beltrami, del testo del disegno di legge, a lei, signor Presidente, in quanto Presidente del Consiglio, si dichiara che "si tratterebbe di bilancio tecnico e che come tale potrebbe essere approvato" - si dice "entro l'anno", però questa è una dichiarazione che non ha alcun fondamento dal punto di vista regolamentare, statutario e giuridico: è semplicemente un'opinione del Presidente della Giunta regionale. Formalmente noi siamo di fronte ad un bilancio. Se ci fosse stata presentata una proposta di esercizio provvisorio, il discorso sarebbe stato diverso, ma oggi siamo di fronte ad un bilancio. E per questo bilancio il Consiglio non è stato messo in grado di esaminare i materiali, le Commissioni permanenti non sono state messe in grado di esprimere il loro parere, tant'è vero che la relazione scritta del Consigliere Santoni, che ho avuto modo di scorrere prima nonostante quanto detto dall'art. 31 del Regolamento, non allega i pareri delle Commissioni permanenti.
Per tutte queste ragioni, il Gruppo comunista propone una questione pregiudiziale di non avvio della discussione sul bilancio 1990, e di riconsiderazione del problema da parte della Giunta acciocché questa materia sia proposta al Consiglio in modo tale da consentire un vero confronto e un esame proprio, secondo le norme regolamentari e statutarie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Richiamo le considerazioni già svolte che si collocano anche a motivazione dell'assenso alla pregiudiziale che è stata sollevata.
Effettivamente c'è da osservare che questo non è il bilancio della "bocciofila", ma è il bilancio della Regione Piemonte; non si può quindi pretendere che ciascuno di noi possa esercitare il diritto-dovere di intervenire sul bilancio, di esaminarlo, di esprimere la propria opinione solamente in sei giorni, all'insegna della fretta. Forse esiste ancora la corsa ciclistica "la sei giorni", ma è una corsa ciclistica, mentre questo è l'esame di un bilancio. C'è l'impossibilità oggettiva di esaminare il bilancio, per cui noi (noi per dire qualunque Consigliere che non siede sui banchi della Giunta e che non fa parte della I Commissione) siamo in stato di inferiorità. Ripeto, c'è stata un'impossibilità oggettiva. In particolare, ricordo al Consigliere Santoni che se fossimo in un'aula giudiziaria anziché in un'aula politica, questo bilancio verrebbe dichiarato nullo o improponibile per violazione del principio del contraddittorio. Il contraddittorio non c'è solo nelle aule giudiziarie, ma c'è e deve esserci anche nelle aule politiche, quel contraddittorio politico che oggi oggettivamente è impossibile. Infatti, da un canto ci sono i componenti della Giunta che hanno avuto modo, attraverso gli uffici i funzionari, di elaborare il documento tecnico - penso che sarà stato mandato in cantiere almeno un mese fa - e dall'altro ci sono le opposizioni che se lo sono visto consegnare solamente sei giorni fa, quindi con l'impossibilità oggettiva di esaminarlo. Per di più, vi è l'anomalia delle Commissioni che non hanno espresso il loro parere.
Per queste considerazioni che ritengo serie, fondate statutariamente e sotto il profilo regolamentare - ribadisco, non solo ma anche perché le Commissioni non si sono espresse noi siamo favorevoli alla pregiudiziale che è nello spirito e nell'ottica del "no" che avevamo dichiarato all'inizio all'iscrizione del disegno di legge sul bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando

Il Gruppo comunista, non so se nelle forme prescritte e questo lo potrà sapere il Presidente, ha sostanzialmente posto una questione pregiudiziale di non passaggio all'esame di un punto all'o.d.g. per le motivazioni espresse dal collega Monticelli a cui si è associato il collega Majorino.
Stiamo discutendo di una pregiudiziale e il nostro Regolamento prevede la possibilità di un intervento contrario alla proposizione della pregiudiziale stessa; quindi se il Presidente me lo consente prenderei la parola proprio a tale proposito.
Gli interventi dei colleghi Monticelli e Majorino hanno posto due questioni, che secondo me vanno valutate secondo due profili sostanzialmente diversi: un profilo di ordine formale e uno di ordine sostanziale. A mio avviso, i due aspetti non possono essere mischiati sotto il profilo formale hanno ragione sia il Consigliere Monticelli che il Consigliere Majorino: se pur questo è un documento tecnico, formalmente è il documento di bilancio della Regione Piemonte. Rispondiamo però sotto il profilo formale che gli adempimenti richiesti dallo Statuto e dal Regolamento sono stati adempiuti. Il documento è stato inviato alle Commissioni, le quali hanno ritenuto di non esprimere il parere. Credo che questa sia una facoltà delle Commissioni, non un obbligo: è obbligatorio l'invio e la richiesta del parere; poi le Commissioni rispondono a quello che ritengono di rispondere. Ciò è avvenuto anche in altre occasioni su analogo documento di bilancio. Le risposte delle Commissioni sono depositate presso il Presidente; mi si dice che è pervenuta anche quella della II Commissione. Si è ritenuto di non procedere alle consultazioni esterne, che non sono un adempimento obbligatorio di Regolamento e di Statuto.
Mi sembra che sotto il profilo strettamente formale, laddove non si voglia considerare il merito della questione cioè il reale contenuto del documento del bilancio e il reale contenuto dei pareri delle Commissioni gli adempimenti regolamentari e statutari siano stati formalmente sottolineo rispettati. Certo c'è un problema di sostanza; c'è il problema che le Commissioni obiettivamente hanno avuto tempi molto stretti per esaminare il documento e proprio per questo hanno ritenuto di rinviare alla discussione in aula l'esposizione e l'espressione di pareri questa volta non più della Commissione come organo istituzionale, ma dei Gruppi e dei singoli componenti la Commissione. Di questo ci rendiamo conto, ma sotto il profilo sostanziale allora è valido il ragionamento di rispondere che questo documento, se pur formalmente, è il documento di bilancio della Regione Piemonte. Sostanzialmente è un documento contabile, cioè quel bilancio tecnico di cui si è già accennato in questa sede e a lungo in sede di I Commissione, per cui la Giunta ha ritenuto di proporre al Consiglio (questo sarà oggetto di ulteriore approfondimento nella relazione e nella discussione) un documento di ordine tecnico, rinviando alla prima legge di variazione del bilancio l'approfondimento di merito delle scelte e delle valutazioni della Giunta in ordine all'esercizio 1990.
Quindi, se vogliamo considerare la questione sotto l'aspetto formale gli adempimenti, così come formalmente non possiamo contestare che questo sia il documento di bilancio, altrettanto formalmente dobbiamo dire che gli adempimenti sono stati esauriti. Sostanzialmente il discorso è diverso sia per quanto riguarda il contenuto del documento sia conseguentemente per quanto riguarda l'esame delle Commissioni.
Vi è ancora una questione che doverosamente merita risposta, sollevata dal collega Monticelli: la possibilità da parte dei Consiglieri di disporre dei documenti che dovrebbero andare in discussione qualora non fosse accolta la pregiudiziale nella seduta di oggi. Per quanto mi risulta i documenti sono stati inviati, seppure non in numero pari ai Consiglieri, in numero di copie sufficiente perché questi potessero prenderne cognizione ai Gruppi (se non sbaglio il Gruppo comunista ha ricevuto sei copie del bilancio). Questo avviene non solo quando il bilancio è documento tecnico come abbiamo detto fino adesso, ma anche quando si discute del bilancio ordinario: proprio perché la documentazione del bilancio è molto corposa (come tutti sanno consta di due volumi, più gli allegati, più il disegno di legge, più le relazioni, quindi è una massa cartacea non indifferente) questa viene inviata - anche quando, ripeto, è il vero e proprio documento di bilancio in un numero di copie sufficiente all'esame dei Gruppi, ma certamente mai pari al numero dei Consiglieri. Mi pare quindi che anche questo adempimento reale e sostanziale sia stato adempiuto nei tempi che tutti abbiamo avuto per esaminare questo bilancio, e ciò vale sia per i componenti della I Commissione che per quelli dei Gruppi. Per questo motivo il Consiglio non può accogliere la pregiudiziale proposta e può procedere nell'esame del documento.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervengo in termini di estrema brevità e ringrazio i colleghi che sono intervenuti precedentemente, sostenendo le tesi nelle quali credono. Devo ringraziare particolarmente il collega Santoni per la sua rigorosa puntualizzazione che vede non solo concorde la Giunta, ma mette la stessa nella condizione di avere ulteriori momenti di tranquillità su questo argomento.
Questo bilancio compare sullo scenario della Regione in uno dei momenti di maggiore esasperazione di un confronto tra lo Stato e le Regioni. Vorrei che sul problema del giudizio attorno ai tempi, che sono necessitati e che sono stati usati per pervenire a questa giornata, si tenesse conto anche di questo aspetto, che non coinvolge solo la Regione Piemonte, ma tutte le Regioni a Statuto ordinario d'Italia, senza distinzione di formula di governo chiamato a reggerle e a governarle.
Dobbiamo altresì dire che l'aver avuto l'assestamento - proprio nei giorni scorsi è stato pubblicato sul Bollettino, è divenuto legge la settimana scorsa ha comportato un ulteriore recupero di tempi per gli atti che attengono al cosiddetto preconsuntivo e alla formulazione di un'ipotesi di lavoro che, per un'intuizione non trascurabile avuta dall'Assessorato ci pone nella condizione di essere rispettosi della sovranità del ruolo che il Consiglio regionale è chiamato a svolgere e, nel contempo, consente alla Giunta di avere uno strumento per governare entro questo tempo. Avendo avvertito queste difficoltà, ho correttamente chiesto alla Conferenza dei Presidenti di convocare un Consiglio tra Natale e Capodanno, questo con la chiara intenzione di consentire più spazio per quegli approfondimenti richiesti. Questa proposta non ha avuto molti consensi, quindi può anche essere tenuta nella giusta considerazione. Non risolve gli aspetti formali ma a questi è stata data una rigorosa e puntuale risposta poco fa. A nostro parere, nel mese di gennaio rimane il tempo per approfondire ulteriormente il problema e per fare il vero discorso politico, ma qui anticiperei mosse e interventi che appartengono alla fase successiva alla pregiudiziale.
Vorrei per tranquillità di tutti dire che le accelerazioni date al sistema non sono novità nella Regione Piemonte. I dati dei bilanci dal 1981 sino al 1985 mostrano punte che rasentano i limiti di consumazione materiale del tempo a disposizione, le non-consultazioni fatte, addirittura il bilancio del 1983 è stato deliberato dalla Giunta il 7/12/1982 ed assegnato alla I Commissione il 13/12/1982, non sono state fatte le consultazioni ed è stato approvato - come mi auguro quello di oggi - il 21/12/1982. Si tratta di precedenti autorevoli che non ci confortano nel perseverare perché sarebbe diabolico, ma ci sollecitano a ricordarlo agli immemori, onde se un patto di sangue va fatto tra chi governa e chi è chiamato a dare il consenso possa essere anche oggetto di cortesia di restituzione nella quotidiana seduta.



VALERI Gilberto

Ma questa è la regola per voi, non l'eccezione! E' la terza volta!



(Proteste dai banchi comunisti)



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Non intendevo portare una nota polemica, ma semplicemente ricordare come sono andate le cose e dare un omaggio alla verità, senza voler provocare chi questa verità ignora e trasferisce per strada ad altre soluzioni.
Chiedo, in conclusione, di non aderire alla pregiudiziale presentata e di consentire ulteriormente il corso di questa legge.



PRESIDENTE

Ai sensi dell'art. 61 del Regolamento, che disciplina le questioni preliminare, pregiudiziale e sospensiva, pongo in votazione la questione preliminare di non passaggio all'esame degli articoli presentata dai Consiglieri Monticelli e Majorino.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La pregiudiziale è respinta con 11 voti favorevoli e 30 contrari.
Ha chiesto la parola il Consigliere Avondo. Ne ha facoltà.



AVONDO Giampiero

Al di là dell'esito del voto sulla questione pregiudiziale che si poteva dare per scontato, ma che quanto meno resterà agli atti in modo da permettere al Presidente Beltrami di riprendere questo dato anche per la prossima volta.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Non ci sarà una prossima volta per me.



AVONDO Giampiero

Tu che credi così tanto in Dio non dovresti porre limiti alla Provvidenza.
Al di là comunque dell'atteggiamento nel voto, credo che il Consiglio abbia potuto cogliere il fatto che sono mancati tempi e modi per poter svolgere un confronto reale su questo documento significativo ed importante. A me pare che questo possa rappresentare un'occasione per il Consiglio regionale di non porre prioritariamente vincoli alla discussione.
Ciascuno di noi, anche coloro che non hanno avuto la possibilità di sfogliare i documenti al nostro esame, da una discussione ricca che assuma il tempo necessario può trarre elementi di valutazione e di giudizio sul merito del documento che ci apprestiamo a votare. Quindi, signor Presidente, io la prego, pur non consentendo interventi lunghissimi, di non essere troppo fiscale nell'applicazione del Regolamento su una discussione che ha i caratteri che qui sono stati richiamati, anche dal punto di vista della procedura. Consenta quindi che si svolga la necessaria discussione.



PRESIDENTE

Propongo di fissare il limite massimo per ogni singolo intervento a 15 20 minuti, tenendo comunque conto del numero di interventi per ciascun Gruppo, allo scopo di non dilatare eccessivamente la discussione. In ogni caso, oltre i 20 minuti, mi sarà consentito di richiamare verbalmente gli oratori.
Passiamo pertanto all'esame del progetto di legge n. 580.
La parola al Consigliere Santoni per la relazione introduttiva.



SANTONI Fernando, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il documento che ci accingiamo ad esaminare è stato presentato dalla Giunta come bilancio tecnico e, in quanto tale, la I Commissione non ha ritenuto di dover procedere all'assolvimento degli adempimenti di prassi delle consultazioni.
La necessità di stilare in tale forma il bilancio di previsione per l'anno 1990 deriva dal rinvio della legge di assestamento al bilancio 1989 e quindi dell'estremo ritardo con cui è stata successivamente riapprovata.
In tali condizioni temporali, si poteva seguire la strada adottata del bilancio tecnico, oppure quella dell'esercizio provvisorio. Si è preferito non rischiare di portare la discussione sul bilancio nelle sedute finali intense e convulse della legislatura, stante la sua scadenza nel prossimo mese di marzo, con il rischio di concludere la legislatura con un documento contabile non approvato.
Si è perseguita quindi la strada del bilancio tecnico, con l'impegno della Giunta a presentare al Consiglio, alla fine di gennaio, una legge di variazione di bilancio che consenta di definire, in entrata, le effettive risorse per l'esercizio 1990 e, in uscita, gli orientamenti della Giunta in ordine alla spesa per lo stesso esercizio.
L'intera impostazione del documento in esame sottolinea la tecnicità del bilancio proposto dalla Giunta: la riproduzione delle poste iscritte nell'assestamento 1989 con un taglio pressoché generalizzato del 40% sui capitoli di spesa corrente la riproposizione degli stanziamenti 1989 sui capitoli delle spese di investimento.
Ciò in quanto la proposta di bilancio di previsione per l'anno 1989 è stata condizionata dal tormentato iter dell'assestamento al bilancio 1989, che ha imposto il riequilibrio, seppure in misura graduale, di quelle partite sulle quali si era allora operato per il pareggio.
In particolare: la reiscrizione delle economie accertate su alcuni capitoli di spesa finanziati con attribuzioni statali a destinazione vincolata, per un importo complessivo di 94 miliardi l'iscrizione dell'importo di 49 miliardi relativo agli interventi per il risanamento e la tutela del bacino idrografico del fiume Po che, come ricorderete, era stato nello scorso esercizio 1990 iscritto soltanto in entrata e, come necessario, riequilibrato per l'esercizio 1989 e per l'esercizio 1990 con la sola iscrizione in uscita.
Sul versante delle entrate si osserva che: le previsioni contenute nel disegno di legge recante "Norme di delega in materia di autonomia impositiva delle Regioni ed altre disposizioni concernenti i rapporti finanziari tra lo Stato e le Regioni", hanno portato alla quantificazione del fondo comune per l'anno 1990 in 490 miliardi, a fronte di un'assegnazione per l'anno 1989 accertata in 523 miliardi circa.
In relazione a quanto previsto dallo stesso disegno di legge, sono state conseguentemente incrementate le entrate derivanti dalla tassa regionale di circolazione nella misura corrispondente alla minore entrata del fondo comune il fondo per il finanziamento del programma regionale di sviluppo è stato incrementato del 7,2%, passando quindi da uno stanziamento di 44,8 miliardi per il 1989 ad una previsione di circa 48 miliardi per il 1990 l'accensione dei mutui a pareggio del bilancio è stata determinata in 206 miliardi (187 miliardi per il 1989).
Per quanto riguarda la spesa, è stato applicato un criterio generalizzato di riduzione del 40% sui capitoli di spesa corrente non vincolati da contratti in corso, fatta eccezione per alcuni interventi già oggetto di provvedimenti approvati (quali quelli per la formazione professionale), peraltro in larga misura vincolati dai programmi in corso di attuazione.
Tale operazione ha consentito un recupero di circa 90 miliardi.
Anche le spese per il personale, come pure quelle per i componenti la Giunta ed il Consiglio, sono state riprodotte con gli stessi importi del bilancio assestato 1989, non tenendo conto degli inevitabili incrementi di costo collegati al contratto di lavoro in corso di definizione ed agli effetti indotti dai concorsi espletati ed espletandi.
E' da evidenziare che la riduzione degli stanziamenti su alcuni capitoli delle spese di funzionamento della Giunta e del Consiglio dovrà necessariamente essere riconsiderata in occasione della prevista variazione di bilancio, in relazione agli approfondimenti che saranno possibili sia sul versante delle entrate sia su quello delle spese.
Restano, invece, praticamente invariati, rispetto all'assestamento 1989, gli stanziamenti relativi alle spese di investimento e ciò proprio per il carattere tecnico del documento.
L'ammontare complessivo delle risorse libere, valutato in 1.810 miliardi circa, depurato delle cosiddette "spese rigide", consente una effettiva disponibilità di circa 289 miliardi, costituiti da una quota parte delle risorse del fondo comune (per circa 180 miliardi) e in parte dalle entrate derivanti dall'accensione dei mutui (per circa 109 miliardi).
La I Commissione ha valutato con attenzione il documento proposto ed il suo carattere necessitato e transitorio e ha condiviso le scelte operate dalla Giunta, rinviando all'esame della prima legge di variazione del bilancio il merito delle scelte che l'esecutivo riterrà in quella sede di proporre.
Ha altresì evidenziato l'esigenza, anche in questa occasione, che il confronto già in atto tra Regioni e Governo riconduca la finanza regionale a condizioni minime che consentano la reale operatività dell'Ente.
Per quanto detto, la I Commissione ha espresso il proprio parere favorevole sul disegno di legge proposto, raccomandandone l'adozione al Consiglio.



PRESIDENTE

La parola l'Assessore Croso.



CROSO Nereo, Assessore al bilancio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, desidero innanzitutto ringraziare il relatore Santoni per la consueta chiarezza ed efficacia con cui ha illustrato i contenuti del bilancio di previsione 1990 proposto dalla Giunta regionale.
La sua relazione completa, attenta e puntuale come sempre, mi consente infatti, di non affrontare nel merito la discussione della proposta di bilancio e, di conseguenza, mi esonera per il momento da ogni ulteriore approfondimento di carattere tecnico.
Ho chiesto di poter intervenire dopo il relatore e prima del dibattito come peraltro è mia consuetudine, per evidenziare gli aspetti più generali che hanno guidato l'azione mia e della Giunta nella formulazione di questo documento; aspetti che già sono stati portati all'attenzione della competente Commissione consiliare, ma che ritengo doveroso riproporre all'intero Consiglio.
Una prima considerazione è relativa ai tempi di formazione e presentazione di questo bilancio, oggetto anche di discussione da parte dei colleghi prima. In questo senso la scelta responsabile che si è operata è stata comunque di tentare di evitare il ricorso all'esercizio provvisorio puntando all'approvazione del bilancio entro quest'anno.
Tale scelta va ricondotta sia a motivi di carattere generale che ad altri di natura più contingente, già qui ricordati dal Consigliere Santoni.
In generale abbiamo ritenuto di dover operare coerentemente con gli impegni assunti a suo tempo e, quindi, di non ripercorrere la strada dell'esercizio provvisorio, se non a ciò costretti da eventi ingovernabili e da noi indipendenti, così da garantire la piena efficacia dello strumento bilancio per l'intero 1990, in modo da consentire il completo governo dell'attività politico-amministrativa.
In particolare, non potevamo non farci carico delle problematiche connesse alle elezioni amministrative che si terranno quasi certamente all'inizio del prossimo mese di maggio. Lo scioglimento del Consiglio (45 giorni prima dalla data delle elezioni) ha portato a valutare negativamente sia il rischio di giungere senza un bilancio approvato troppo a ridosso di tale scadenza sia quello di non poter più utilmente portare correttivi rispetto ad eventuali osservazioni del Governo.
La seconda considerazione va invece riferita al metodo, e cioè ad un'impostazione di approvazione di un bilancio tecnico, rinviando il confronto più politico e quindi anche le consultazioni ad una legge di variazione che ci ripromettiamo di varare entro il mese di gennaio.
La scelta del bilancio tecnico è certamente collegata alla tempistica di cui ho fatto cenno prima, ma risponde anche all'esigenza di poter più compiutamente completare la manovra di bilancio, appunto con la successiva legge di variazione, con una redistribuzione ed un eventuale incremento delle risorse, correlati sia a maggiori entrate connesse all'inserimento di correttivi e di provvedimenti relativi alla finanza regionale in corso di approvazione sia ad altre operazioni possibili, tra cui un'ulteriore rinegoziazione di mutui a tasso troppo alto.
Queste prime considerazioni vanno però completate evidenziando un altro aspetto che è, a mio modo di vedere, particolarmente significativo oltre che determinante ai fini dell'inquadramento complessivo del documento finanziario, cioè l'aspetto della trasparenza. Anche in questo caso abbiamo operato lasciando trasparire con evidenza la reale situazione finanziaria della Regione, coerentemente con la clamorosa denuncia operata in sede di assestamento e con quanto da tempo andiamo ripetendo al riguardo.
Di questo atteggiamento siamo stati precursori rispetto alle altre Regioni, svolgendo anche un'azione provocatoria rispetto alla quale ho colto la sostanziale solidarietà di tutto il Consiglio regionale al quale ed in particolare al Consigliere Biazzi, va attribuito il merito di aver consentito al Piemonte di svolgere un ruolo trainante.
Di tale ruolo siamo fieri, perché sempre più cogliamo la disponibilità delle altre Regioni ad affiancarci in questa operazione verità, senza la quale viene a mancare un elemento forte dell'ormai inevitabile rapporto di contenzioso tra le Regioni e lo Stato.
In questa logica siamo riusciti a concordare un ulteriore incontro con i colleghi Assessori al bilancio e i Presidenti delle Commissioni consiliari competenti delle Regioni dell'Italia settentrionale, incontro che dovrebbe avvenire il 22 gennaio 1990 a Milano.
Tornando alle linee di impostazione, ricordo che il bilancio di previsione per l'anno 1990 è stato formulato dalla Giunta in presenza di una serie di condizionamenti, e più precisamente: non è ancora definitivo il quadro legislativo sul quale basare la quantificazione delle risorse che potranno affluire al bilancio regionale il progressivo depauperamento delle risorse finanziarie, già numerose volte denunciato dalle Regioni, le costringe ad escogitare di volta in volta marchingegni più o meno fantasiosi per far quadrare i conti.
Il rinvio dell'assestamento, ricordato dal collega Santoni, del 1989 da parte del Governo e la necessità di riapprovarlo dopo avere inserito gli aggiustamenti richiesti ha in ogni caso costretto ad un ritardo nella predisposizione del preconsuntivo 1989 con le inevitabili ripercussioni sui tempi del bilancio 1990. Gli aggiustamenti richiesti per l'assestamento 1989 hanno ovviamente introdotto dei condizionamenti nella destinazione delle risorse ipotizzabili per il 1990.
In coerenza con questo quadro di riferimento, il bilancio per il 1990 è stato formulato secondo la linea seguita negli ultimi anni, e cioè con l'obiettivo del perseguimento di un equilibrio finanziario e del contenimento di un disavanzo effettivo, avendo però ben presente che alcuni interventi non possono essere compressi oltre un certo limite e che altri interventi non sono ulteriormente comprimibili.
E' stato operato un taglio del 40% su quasi tutta la spesa corrente coperta con fondi regionali rispetto agli stanziamenti iscritti nell'assestamento 1989, che ha significato comunque un abbattimento di circa 70 miliardi. Non sono stati effettuati tagli sulla spesa di investimento e questo anche in considerazione del diverso significato che questa spesa ha in termini occupazionali e di sostegno dell'economia.
Sul fronte dell'entrata, il fondo comune è stato quantificato tenendo conto del taglio operato dal Governo ed il provento della tassa regionale di circolazione è stato incrementato, come previsto dal Governo, in misura tale da recuperare tale taglio e consentire quindi alla Regione di poter disporre di un fondo comune per il 1990 pari a quello del 1989 incrementato del 4,5% lordo, che diventa il 4% netto o se si preferisce poco meno di 18 miliardi.
Il fondo regionale di sviluppo è stato quantificato calcolando, come da direttive governative, un incremento del 7,2%, che tradotto in lire vuol dire poco più di 3 miliardi.
Il tetto dell'indebitamento fissato a 206 miliardi tiene conto da un lato dei mutui che seppur previsti per il 1989 non verranno stipulati e dall'altro del beneficio derivante dall'operazione di rinegoziazione di mutui precedentemente contratti a tassi meno convenienti. Il complesso delle risorse non vincolate che ne è derivato è stato quantificato in poco meno di 289 miliardi.
Appare evidente che mettere in piedi bilanci di questo tipo vuol dire almeno in parte vanificare il ruolo istituzionale che le Regioni dovrebbero svolgere.
Come più volte denunciato, non è ancora stato attuato l'art. 119 della Costituzione che prevede che le Regioni possano contare su un'effettiva autonomia finanziaria. Per superare questa lacuna, le Regioni avevano presentato sin dal maggio 1983 una proposta di riforma del sistema finanziario regionale. Siamo quasi alla fine del 1989 e il provvedimento che è stato ripetutamente modificato, non è ancora diventato legge.
Ritengo che una sollecita approvazione dell'atto del Senato n. 568 con le modifiche proposte dal gruppo tecnico misto potrebbe essere un primo approccio alla soluzione del problema. Non a caso questo provvedimento prevede l'attribuzione alle Regioni di un'area di effettiva autonomia impositiva e la contemporanea trasformazione del fondo comune in un fondo di riequilibrio da utilizzare per compensare quelle Regioni dove l'autonomia impositiva non potrebbe garantire un gettito adeguato.
In aggiunta, si potrebbe prevedere un ampliamento della possibilità di indebitamento delle Regioni sia riconoscendo loro la possibilità di accesso ai finanziamenti alla Cassa Depositi e Prestiti senza gli attuali vincoli previsti per gli enti locali, sia in previsione del fatidico 1992 consentendo il ricorso ai finanziamenti in valuta estera con copertura del rischio di cambio a carico dello Stato.
Nell'immediato sarebbe però opportuno un ripensamento sulle modifiche apportate al disegno di legge n. 1894 poiché con emendamenti della I Commissione parlamentare è stata esclusa la possibilità di accedere alla Cassa Depositi e Prestiti; è quindi stato ridotto l'incremento della quota regionale della tassa di circolazione.
Solo pochi giorni fa è stato convertito in legge il decreto legge che pone a carico delle Regioni gli oneri assicurativi per gli apprendisti artigiani. Altre Regioni hanno inviato in merito lettere o telex ai Ministri finanziari. Ritengo invece di ribadire queste richieste con forza e con autorevolezza inserendole in un ordine del giorno che inviterei il Consiglio a proporre con l'auspicio che si possa addivenire unitariamente ad un documento comune che rappresenti con forza la posizione del Piemonte in ordine a questioni che non sono più rinviabili, pena il definitivo scadimento dell'istituto regionale.



GALLARINI PierLuigi



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, iniziamo questa discussione con un elemento non trascurabile: si dà per acquisita una situazione dissestata delle finanze della Regione Piemonte e delle altre Regioni.
Questa chiarezza a noi sembra un fatto utile per problemi di grande rilevanza istituzionale come quelli che discutiamo, e non da oggi all'interno del Consiglio regionale. E' acquisito il fatto che in assestamento sono stati denunciati 158 miliardi di deficit. Non abbiamo avuto il tempo materiale di esaminare tutte le poste, però alcune voci di bilancio e le dichiarazioni dell'Assessore indicano che se erano veri forse per difetto, i 158 miliardi di deficit dell'assestamento, a quelli andrà aggiunto qualche altro miliardo, per la cancellazione inevitabile di residui attivi, che figurano in bilancio come partita compensativa delle spese per la formazione professionale. Non lo diciamo per caso. Uno o due anni fa, quei residui attivi sono stati decurtati di 11 miliardi e 5 miliardi. Inoltre si dovrebbero aggiungere, se non c'è un'iniziativa adeguata da parte delle Regioni, gli oneri derivanti dalla legge citata testé dall'Assessore Croso per quanto riguarda gli apprendisti artigiani.
Non mi dilungo su questi aspetti; del resto l'Assessore Croso ha fatto una ricostruzione molto puntuale della problematica. Noi rileviamo, però, come ieri in Commissione ha fatto il nostro Capogruppo, che la presentazione all'esterno della situazione finanziaria della Regione Piemonte non rispecchia quella che è la vera situazione delle nostre finanze, ed è distorcente, probabilmente non solo per colpa dei mass media.
Ci sono difficoltà. Noi però vogliamo anche ricordare i ritardi e le carenze nella presentazione dei documenti di bilancio, che hanno portato il nostro Gruppo a presentare l'ordine del giorno di non passaggio agli articoli. Ritardi nell'affrontare i problemi che puntualmente avevamo proposto in quest'aula e che sono stati richiamati dall'Assessore Croso a cui diamo sicuramente atto di questa disponibilità al confronto.
Richiamiamo, per esempio, la proposta e i contenuti nell'ordine del giorno nel 1988, molto articolato e puntuale. Proponevamo allora, e sono quasi due anni fa, iniziative urgenti, quali una riunione fra Regione Piemonte Comune di Torino, ANCI, URPP e UNCEM, per definire una piattaforma della Regione da sottoporre alle altre Regioni a Statuto ordinario, per una assise delle Regioni a scala nazionale. Presentammo proposte puntuali di merito e se non si fossero persi questi due anni, forse qualche primo risultato avremmo potuto raggiungerlo.
Più nel merito. E' stato detto che siamo in presenza di un bilancio tecnico. A voler essere benevoli, si tratta di un eufemismo, perché tecnico lo è solo in parte. E' vero che non è stato definito un bilancio scientifico, ma anche la tecnica ha una sua dignità, soprattutto dopo Galileo. Si dice: è stato tagliato il 40% su tutte le spese correnti: anche questo è vero solo in parte, perché alcune spese non sono state ridotte per esempio la formazione professionale, ed altre non possono sopportare un taglio del 40%. Per gran parte quindi sono tagli fittizi; perché, per esempio per quanto riguarda gli enti strumentali, con quei tagli non è possibile garantire né la loro sopravvivenza né il loro normale funzionamento. Questo vale per l'IRES, per il CSI, e, per altri versi, per l'ESAP. Lo stesso dicasi per l'avvio della delega alle Province. Non è pertanto un bilancio tecnico, perché una tecnica corretta avrebbe dovuto tenere in considerazione le spese incomprimibili.
Inoltre la parte del bilancio che non può essere considerata tecnica ma riguarda scelte precise della Regione, viene proposta tale e quale nelle dimensioni del 1989; mi riferisco alla parte relativa agli investimenti.
Ebbene, se la "tecnica" doveva essere applicata per incidere sulle scelte facoltative della Regione, essa doveva essere applicata soprattutto per quanto riguarda le spese di investimento. Se si dichiara di non fare scelte è bene che nel bilancio "tecnico" le risorse siano accantonate in modo da poterle compiere in base a priorità definite dopo le consultazioni con l'intera comunità regionale. E' quanto abbiamo sostenuto in Commissione.
Per aiutare la Giunta e la maggioranza ad essere coerenti, presentiamo una sessantina di emendamenti che riguardano le spese di investimenti. Ebbene questi sessanta emendamenti assommano a ben 104 miliardi. Essi dicono che le scarse o nulle risorse regionali vengono ripartite in decine e decine di rivoli. Questo è in palese contraddizione con le esigenze vere della nostra situazione finanziaria, che richiede una definizione puntuale delle priorità e delle scelte degli interventi da finanziare.
La nostra proposta è di accantonare le risorse per investimenti, che noi non diciamo di non fare per il 1990, in un fondo e di utilizzarle dopo il confronto, che il Presidente della Giunta ha annunciato prima in Commissione e poi in Consiglio e che l'Assessore Croso ha ribadito, con la comunità regionale. Altrimenti è tutto già precostituito e non si capisce su quali basi si va al confronto con la comunità regionale. Occorre coerenza e rispetto verso gli altri soggetti della nostra comunità regionale. Se apriamo le consultazioni su questi documenti non ci sarà possibilità di un confronto serio sulle scelte da fare. Non solo, ma andremmo ad inficiare un rapporto che invece, secondo noi, deve essere rafforzato come indicavamo nell'ordine del giorno nel 1988. Solo con gli altri soggetti della nostra comunità, enti locali, operatori economici, è possibile costruire un fronte comune, verso il Governo e il Parlamento per poter uscire dalla situazione di emergenza in cui ci troviamo. L'Assessore Croso ha fatto riferimento ad un appuntamento, per il 22 gennaio, a Milano tra le Regioni a Statuto ordinario per mettere a punto una piattaforma verso Governo e Parlamento che ci permetta di uscire dall'emergenza. La data indica da sola i ritardi con cui le Regioni affrontano questa problematica. Non abbiamo alcuna remora a dire che, tutto sommato, la Regione Piemonte è quella che, oggi, a partire dal Consiglio regionale, ha posto i problemi con maggiore forza e chiarezza. Non vanno taciuti, però, i ritardi del governo regionale del Piemonte. Se si fosse dato avvio alle iniziative di due anni fa, forse ci troveremmo in condizioni migliori.
Critiche vanno rivolte anche alle altre Regioni, e in particolare alla Conferenza dei Presidenti. Giustamente l'Assessore Croso ha citato il documento, unanime, degli Assessori alle finanze regionali del 13 settembre stilato a Milano, in cui si invitava a dare parere contrario sul documento di bilancio dello Stato. Si invitavano i Presidenti delle Regioni ad impostare iniziative coerenti verso il Governo e il Parlamento per dare attuazione alle istanze presentate dagli Assessori. Dobbiamo constatare che da parte dei Presidenti delle Regioni non è venuta alcuna iniziativa valida a modificare una situazione che rischia di diventare disastrosa. Non è stata chiesta nemmeno un'audizione alle Commissioni parlamentari competenti in materia di bilancio e di finanza.
Abbiamo cercato di tradurre in un ordine del giorno alcune proposte per uscire dall'emergenza. Sono strettamente collegate alla proposta di costituire il fondo da cui attingere per le priorità da finanziare.
Partiamo dalla constatazione che, purtroppo, c'è carenza anche di conoscenza della situazione finanziaria delle quindici Regioni a Statuto ordinario. Proponiamo che nell'incontro del 22 gennaio si tenti di far chiarezza sui conti delle Regioni. Questo è il presupposto indispensabile per il loro risanamento e per impostare su basi solide la riforma della finanza regionale. L'esperienza passata ci indica che questa forse è la vera strada percorribile. Infatti, se noi non conosciamo la spesa storica ormai consolidatasi nelle Regioni, come possiamo chiedere un diverso flusso di risorse certe? Le richieste vanno motivate partendo dalle necessità minime delle Regioni. Qualcuno ricorderà che negli anni 1976/1977, partendo da questa impostazione, si è arrivati al risanamento della finanza dei Comuni. Si partì dalla spesa storica, incomprimibile, consolidata nel tempo, per chiedere che fossero adeguati i flussi di entrate. A noi sembra che questa sia la strada da perseguire per dare concretezza alle nostre richieste. Ecco perché noi proponiamo, come primo punto nel nostro ordine del giorno, questo obiettivo. Per uscire dall'emergenza sono necessari due o tre interventi, il più possibile semplici. A nostro avviso, si deve porre il problema del consolidamento dei mutui contratti a pareggio di bilancio e delle annualità pregresse, questo per il 1990. Per la Regione Piemonte questi oneri ammontano a circa 250 miliardi. Non si tratta di spesa corrente. A fronte dei mutui a pareggio dei bilanci della Regione stanno contributi per investimenti agli enti locali o al mondo produttivo. Lo stesso dicasi per le annualità pregresse: sono contributi ad enti locali per opere pubbliche oppure ad operatori economici. Chiediamo anche che venga adeguata la quota a favore delle Regioni della tassa di circolazione che gli ultimi provvedimenti governativi invece riducono nella parte di competenza delle Regioni. Con questi due interventi si può già dare un contributo serio per uscire dall'emergenza e per garantire la copertura delle spese minime, incomprimibili per il funzionamento delle Regioni.
Proponiamo anche la conferma dell'accesso delle Regioni alla Cassa Depositi e Prestiti e l'accesso ai mutui in valuta, con copertura del rischio di cambio, a carico dello Stato come viene fatto a favore di parecchi operatori economici.
Le Regioni devono farsi carico dei problemi più generali della finanza pubblica e, contestualmente a queste proposte, le Regioni possono accettare la ridefinizione dei tetti di indebitamento, comprensivi dei mutui a pareggio a bilancio e delle annualità pregresse. La Regione Piemonte ha già approvato una norma che limita autonomamente il proprio tetto di disponibilità. C'è solo da augurarsi che la Giunta li rispetti per prima.
Ci sono dei ritardi; c'è però soprattutto la necessità, in presenza delle iniziative assunte nelle ultime settimane, di rilanciare il confronto con le altre Regioni e di avviare con la comunità piemontese, sulla base di un bilancio veramente tecnico, la costruzione delle priorità e l'individuazione delle scelte.



SANTONI Fernando



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, come Gruppo Socialdemocratico intendiamo svolgere alcune considerazioni relativamente al bilancio che il Consiglio regionale si accinge ad approvare.
Per quanto concerne l'impostazione, diciamo subito che daremo il nostro voto favorevole a questo bilancio. Non ci possiamo però esimere dal constatare che si tratta di un bilancio tecnico e noi siamo convinti che lo sia. Ieri in I Commissione c'è stata una lunga disquisizione circa il fatto che questo bilancio fosse da considerare o meno un bilancio tecnico. Noi siamo del parere che sia un bilancio tecnico. Un'affermazione del genere è comunque triste, perché laddove un ente istituzionale quale la Regione si trova costretto ad approvare un bilancio tecnico, è quasi la resa dell'istituzione nei confronti invece di bardature burocratiche costrette a gestire l'ordinarissima amministrazione.
Per quanto riguarda il merito, effettivamente la Giunta e l'Assessore Croso non potevano fare più di quel che hanno fatto con la presentazione del documento in discussione oggi, in quanto i ritardi nell'approvazione dell'assestamento del bilancio 1989 hanno inevitabilmente portato all'impossibilità di presentare il bilancio preventivo in tempi utili per evitare di andare all'esercizio provvisorio.
Riteniamo anche di condividere la scelta che è stata fatta. Avendo valutato le due eventualità, quella del bilancio provvisorio, in attesa di andare verso gli ultimi mesi o forse gli ultimi giorni nella vicinanza del 21 marzo (data ultima della scadenza di questa legislatura), e l'altra eventualità, quella di andare all'approvazione di un bilancio che fosse lo zoccolo duro, tecnico, su cui costruire poi quel minimo di scelte che sarà pure il caso di innestare entro la data di febbraio del 1990, riteniamo che fra le due soluzioni la meno peggiore - se così la possiamo chiamare possa essere stata sicuramente l'ultima.
Detto questo, non ci possiamo comunque esimere da alcune considerazioni e critiche di fondo. Se è vero che ci si è limitati ad inserire in bilancio, per quanto riguarda la stragrande maggioranza delle voci di spesa, il limite del 40% rispetto all'assestato del 1989, con l'eccezione di alcuni settori tipo l'assistenza, la formazione professionale (nei quali casi per andare a coprire gli impegni precedenti si è ritenuto di prevedere sostanzialmente il 100% rispetto all'assestamento dell'anno precedente), è altrettanto vero che un bilancio di questo tipo è molto triste, severo e piatto e consente purtroppo di fare il punto sulla situazione di paralisi quasi di coma, dell'ente istituzionale Regione. Dobbiamo ripetere quanto già si è detto in quest'aula molte volte, addirittura in quel Consiglio regionale nel quale si parlò di riforme istituzionali. Furono esaminate e messe a nudo quelle che erano e che sono le carenze di autonomia, di competenza, di autorevolezza della Regione, e questo appiattimento successivo cui l'ente è costretto perché a livello centrale si vuole - o anche se non si volesse, poi nei fatti il risultato è questo - soffocare l'autonomia dell'Ente Regione, nel caso nostro della Regione Piemonte.
A fronte di considerazioni di questo tipo, a noi non resta che formulare l'auspicio che la Giunta, nel corso di questo mese che ci separa da fine gennaio o dai primi di febbraio, sappia andare a calibrare all'interno di quegli esorbiti rispetto al 40% che sono previsti in prima battuta, degli interventi che consentano quel minimo di scelta con cui andare alla scadenza della legislatura.
Non voglio assolutamente ribadire quanto è già stato detto in Commissione ieri, anche con l'autorevolezza del Presidente Beltrami: noi condividiamo l'atteggiamento responsabile che l'esecutivo terrà nei confronti di impegni di spesa che non vadano e non vengano soprattutto presi al di là della scadenza ordinaria. Detto questo, vorremmo proprio che nell'andare a calibrare questi interventi nei prossimi giorni, entro fine gennaio, la Giunta possa quanto meno andare ad una redistribuzione nel settore degli interventi che privilegino un minimo di scelta politica.
Certo è difficile, nelle condizioni in cui ci troviamo, con l'appiattimento del quale abbiamo parlato, andare ad innestare delle scelte politiche.
Pensiamo proprio che l'Ente Regione debba essere rifondato - siamo a fine legislatura, quindi con l'inizio della prossima legislatura in modo radicale. E per rifondazione si intende soprattutto una considerazione radicalmente diversa che parta dal livello centrale per far sì che le Regioni possano risalire in autorevolezza, in competenza, in capacità di autonomia impositiva, se si vuole che l'ente non diventi una semplice così come riteniamo sia ormai diventata in questi ultimi tempi - bardatura burocratica che molte volte è solo di appesantimento rispetto ad iter di carattere amministrativo che probabilmente potrebbero vedere il loro obiettivo raggiunto con maggiore snellezza e funzionalità se addirittura si bypassassero dei passaggi istituzionali intermedi e si andasse direttamente dal livello centrale al livello periferico.
E' vero quanto ha detto il collega Biazzi: i Comuni sono stati in grado, dal 1977 in poi, laddove si è andati a determinare il consolidato storico, di innestare richieste di riconoscimenti attraverso l'ANCI; è per altrettanto vero che l'ANCI è sempre stata un'associazione abbastanza autorevole, in grado di farsi ascoltare. Le Regioni finora, purtroppo questa autorevolezza non se la sono saputa conquistare, così come le Province che si trovano nelle nostre stesse condizioni.
Noi ci auguriamo - e al di là dell'augurio per quanto riguarda la forza politica e le posizioni di governo istituzionali all'interno delle quali si è chiamati ad operare si dovrà fare la nostra parte - che a cominciare da quella riunione ipotizzata per il 22 gennaio, della quale ci parlava l'Assessore Croso ieri in Commissione, ci si metta in condizioni di essere ascoltati. Se non saremo ascoltati, penso proprio che il coma che attualmente le Regioni stanno vivendo possa essere in breve tempo dichiarato irreversibile e a noi non resterà che registrarlo e trarne le conclusioni. E' difficile immaginare che la latenza delle condizioni di sopravvivenza attuale possa durare ancora a lungo. Non può la Regione sopravvivere in questo modo: occorre una sterzata netta e radicale.
Riteniamo che l'Assessore Croso abbia l'autorevolezza per rappresentare la nostra Regione in quell'incontro. Ci auguriamo che quell'incontro possa essere la premessa per una rivendicazione forte e sostanziale per quanto riguarda le Regioni.
Per quanto concerne il resto, a fronte delle considerazioni che abbiamo svolto fino ad ora e che d'altra parte sono già emerse in questi pochi giorni durante i quali abbiamo avuto la possibilità di esaminare non tanto le pagine del bilancio, quanto le linee ispiratrici che hanno sotteso questo necessario appiattimento con cui ci troviamo di fronte oggi il bilancio regionale, penso che queste considerazioni non lascino spazio n ad euforie né a grandi speranze e, paradossalmente, neanche a grosse disquisizioni circa le scelte che sarebbero o non sarebbero state fatte.
Riteniamo che in una gabbia di questo tipo, le scelte che potrebbero essere pensabili non sono neppure possibili. Quindi, in un bilancio tecnico, di politico c'è quasi nulla; l'unica scelta politica è stata quella, e la condividiamo, di presentarlo in questo modo. Dicendo questo penso che già la diciamo lunga su quali siano le condizioni nelle quali il Consiglio si accinge ad approvare questo bilancio.
Ultima considerazione è che la Giunta sappia, e speriamo lo possa fare nel prossimo mese andare a definire ed intraprendere alcune iniziative che permettano un'alimentazione di una certa ordinarietà di carattere gestionale, se non di carattere di scelta politica della quale la Regione ha bisogno, ma per realizzare la quale debbono maturare delle condizioni che oggi come oggi non ci sono. Tali condizioni non sono maturabili in via unilaterale per rivendicazione di tipo regionale, ma il discorso è grosso: ci deve essere una riconsiderazione a livello centrale dell'Ente Regione.
Tutti parliamo spesso dell'Europa del 1992, e più ne parliamo più quella data si avvicina, ma la sensazione è che si faccia poco o nulla anzi in questo caso nulla, per preparare l'impatto relativamente a quella data. E' ovvio che non regala niente nessuno, è ovvio che non possiamo sperare che le cose maturino per volontà divina o perché gli eventi li fanno maturare. Queste considerazioni da parte dell'Ente Regione debbono essere conquistate attraverso una rivendicazione politica, anche di carattere duro, che noi ci auguriamo il Piemonte sia in grado di intraprendere nei prossimi mesi, unitamente alle altre Regioni. Se così non fosse, penso che la prossima legislatura inizierebbe sotto il peggiore degli auspici.



DAMERI Silvana



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Signor Presidente, colleghi, mi pare che l'interesse per questo bilancio sia scarsissimo. Il mio intervento è a futura memoria, nel senso che la mia considerazione non può riguardare questa specie di bilancio, ma riguarda l'impostazione per il futuro del bilancio stesso.
I bilanci pubblici in generale, e in particolare il nostro, sono pochissimo leggibili, salvo che per coloro che, tra i nostri interlocutori dispongono di uffici o studi molto organizzati e capaci di decodificare i diversi capitoli, metterli insieme, togliere ciò che è obbligato, su cui non si può esprimere altro che un'opinione di accettazione; quindi, tranne che per coloro che sono in grado di capire qualcosa di ciò che è stato stanziato, normalmente i nostri interlocutori o non vengono - infatti le consultazioni sul bilancio, quando vengono fatte, risultano semideserte - o se vengono, non hanno capito, perché fanno delle osservazioni non pertinenti. Oppure se hanno capito, non sanno proporre delle alternative in quanto non sanno se devono proporre di aumentare o meno i capitoli per ottenere il risultato che invece hanno chiarissimo e che vorrebbero proporci.
Ci sono due problemi relativi ai nostri bilanci: l'abitudine, che sta consolidandosi, di presentare prima un bilancio che formalmente è un vero bilancio, il quale, però, ricalca quello dell'anno precedente togliendo una cifra approssimativamente simile in tutte le voci in cui ciò è possibile (quindi in questa fase si capisce ancora meno, nel senso che non si sa cosa succederà in futuro); poi, nella seconda fase, quella in cui formalmente si fa la consultazione, il bilancio vero non c'è più e di conseguenza è ancora più difficoltoso fare la connessione con il bilancio pro-forma approvato che sul piano formale è quello approvato a dicembre. Per cui a gennaio, per coloro che consulteremo, sarà ancora più difficile capire, in quanto si dovrà confrontare ciò che era stato deciso a dicembre con quanto si propone come variazione, quindi con ulteriori complicazioni di comprensione.
Ma, al di là di questo, il problema è proprio la scarsissima comprensione dei documenti di bilancio. Credo dunque che vada affrontata la questione della trasparenza dell'informazione che la Regione dà ai propri amministrati anche dal punto di vista del bilancio. Ricordo che esistono delle tecniche di presentazione e di analisi dei bilanci pubblici che consentono di fare questo, che vanno sotto il nome del "planing programming budget in system" o assimilate. In sostanza, sono riorganizzazioni per obiettivi, ma non come nel nostro caso, perché nel nostro caso ci sono tanti pezzettini di voci di capitoli diversi senza che ciò diventi una presentazione chiara. Si tratta di una riorganizzazione vera e propria che consente di vedere che cosa per "obiettivi" viene stanziato in ordine al raggiungimento di risultati in termini fisici. Per cui gli obiettivi devono essere quantificabili in termini fisici (cioè di oggetto che si vuole raggiungere), a cui viene connesso uno stanziamento di spesa; su questa base è poi possibile presentare il consuntivo per la parte finanziaria (cioè ciò che effettivamente è stato speso dentro quell'obiettivo) e di connettere al risultato finanziario i risultati in termini fisici (cioè a cosa ha corrisposto quel risultato finanziario in termini di risultato concreto).
Sono strumenti pensati proprio per consentire il controllo effettivo della spesa, e non solo formale, da parte delle opposizioni e, in genere delle assemblee consiliari rispetto all'esecutivo; sono quindi strumenti di controllo da parte dell'assemblea nei confronti dell'esecutivo. Strumenti di comprensione per l'esecutivo stesso, perché sono convinta che neanche gli Assessori sono in grado di leggere davvero il bilancio complessivo della Regione oltre che capire alcune cose tradotte direttamente dai funzionari. Sono strumenti di comprensione e chiarificazione, quindi di dialogo con la comunità amministrata, qualunque sia il suo livello.
Naturalmente non sono soluzioni definitive che possono essere messe a punto in maniera soddisfacente da un anno all'altro, ma sono processi che richiedono tempo e che, prima o poi, vanno avviati. La comprensione di questi nostri strumenti di bilancio è sempre più ardua e l'atto principale della Regione, che è quello di decidere come alloca ogni anno le proprie risorse, sta riducendosi ad una burletta, e la prova è lo stato di disinteresse di questa assemblea.
Chiedo che di qui a gennaio, quando arriverà la definizione più puntuale delle decisioni di spesa - non chiedo certo di fare un PPPS di qui a gennaio l'Assessore rifletta sulla possibilità di mettere, magari nel bilancio di gennaio, uno stanziamento apposito per iniziare un lavoro, un impegno in questa direzione, per costruire un modello di bilancio che sia effettivamente comprensibile per noi e per la comunità regionale, avviando una progettazione e una sperimentazione in questo campo (il progetto è la sperimentazione). In questo modo magari riuscirà, nell'arco di un anno, a fornirci un prodotto sperimentale di lettura del bilancio, per esempio dell'anno prossimo in modo che si possa verificare se va bene così, se si devono fare degli adattamenti, ecc. Credo che cominci a diventare una cosa assolutamente indispensabile. La maggior parte dei Paesi ha sperimentato versioni di questo genere; ci sono appunto varie possibilità: possiamo vederle. Ripeto, ciò è davvero indispensabile, altrimenti è sempre più inutile la discussione sul bilancio. Ma è grave che diventi inutile; è grave non avere più interlocutori, perché neanche loro capiscono di cosa stiamo parlando; è grave che i nostri colleghi rinuncino a capire, perch finiamo per discutere solo di cose puntuali e spesso non molto rilevanti per perdere, come abbiamo perso, la discussione sul Piano regionale di sviluppo per ragioni che non sto a ribadire. Perdiamo le discussioni sui bilanci e non si capisce dove e quando avviene un confronto serio sulle prospettive, sulle politiche e sul modo di gestione e di realizzazione delle politiche. Quindi, chiedo all'Assessore di voler almeno riflettere su questa proposta e, anche se non in questa sede direttamente, di risponderci in una sede appropriata, che potrebbe essere appunto l'occasione di gennaio.



PRESIDENTE

Con l'intervento del Consigliere Bresso ha così termine la seduta antimeridiana.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13,30 riprende alle ore 14,50)



ROSSA Angelo



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Proseguiamo il dibattito sul progetto di legge n. 580.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ogni volta che affrontiamo un bilancio di previsione dovremmo vestirlo anche della dimensione strategico politica che la Regione, quest'assemblea e il suo governo vuol dare ad un anno di esercizio. Credo però che l'Assessore e il governo regionale abbiano fatto bene a fare una scelta di ordine tecnico dinnanzi ad alcuni fatti particolari e non facilmente ripetibili nel corso della legislatura tipo il possibile scioglimento dell'assemblea elettiva il 22 marzo; il fatto che sono in corso determinazioni anche a livello nazionale che possono aprire più o meno delle prospettive; il fatto - e credo sia un segno anche di qualità e non solo di contenuto di merito di non andare all'esercizio provvisorio. Tali elementi, quindi, hanno portato il governo regionale e l'Assessore a questo tipo di scelta. Ovviamente non possono non essere considerati i valori politici di progettualità, di proposta, di programmazione che ruotano attorno alla parte finanziaria dell'operatività della Regione. Questo momento viene demandato alla fine di gennaio quando con un'opportuna azione su questo bilancio, si potranno fare delle determinazioni politiche. In quel momento, con delle scelte prioritarie e con delle gerarchie da far rispettare, vi potrà essere l'aggancio tra operatività politica, programma, scelte ed aspetto finanziario.
Mi sembra anche che sia stato fatto uno sforzo per rendere il più trasparente possibile questo tipo di bilancio. Forse - già il Consigliere Biazzi lo evidenziava - si poteva arrivare ad un affinamento di questa trasparenza in modo più completo; credo però che si sia fatto un passo in avanti rispetto a quei bilanci ermetici che ci hanno abituati ad una visione di trasferimento del deficit da un esercizio all'altro senza averne una visione troppo chiara.
Per quanto riguarda l'aspetto che lamentava ancora il collega Biazzi credo che il 40% che viene a predeterminarsi come riduzione non valga poiché, in qualche modo, c'è già una scelta in questo momento tecnico.
Credo si possa dire che questo tipo di indirizzo è legato solo ad alcuni vincoli di funzionamento; penso, ad esempio, alla formazione professionale che è una spesa di funzionamento corrente e che ha una certa operatività: sarebbe abbastanza difficile, in una fase in cui non si può più progettare sulla formazione professionale, pensare ad una riduzione drastica che ne minerebbe il funzionamento.
Dinnanzi a questo contesto, mi pare che la scelta di un indirizzo tecnico in questa fase sia corretta, non sia un gioco delle tre carte. Tale scelta certamente rinvia ad un momento di forti determinazioni politiche rispetto alle quali il Gruppo socialista vorrà essere impegnato evidentemente, in una situazione di restringimento delle possibilità di spesa, non si può andare avanti riducendo in modo uguale tutte le voci di spesa, ma occorrerà fare delle scelte anche coraggiose. In certi casi ci saranno voci che dovranno crescere ed altre che probabilmente dovranno andare molto al di sotto della riduzione del 40%. E' un fatto complesso e difficile; se letto in chiave elettoralistica potrebbe essere una costruzione estremamente pericolosa e per certi versi impopolare. Mi auguro e sono convinto che l'Assessore saprà interpretare questo fatto in chiave politica legato al programma di questa Giunta. Il sostegno del Gruppo socialista ad un tipo di comportamento di quel genere sarà pieno; comunque il Gruppo si riserva di animare e stimolare la ricerca di un percorso che tenda a massimizzare i punti caratterizzanti prioritari di governo lasciando ai margini eventuali punti non essenziali.
Esprimo quindi il voto favorevole del Gruppo socialista (questo mio intervento vale dunque anche come dichiarazione di voto) al progetto di legge in esame, dichiarando che, se del caso, interverremo su ciascuno dei vari emendamenti presentati.



CROSO Nereo, Assessore al bilancio

Chiedo scusa al Presidente e ai colleghi Consiglieri, ma ho appena saputo che mio figlio ha avuto un incidente automobilistico, per cui vorrei assentarmi qualche istante in modo da avere maggiori notizie.



AVONDO Giampiero

Propongo di sospendere brevemente la seduta, al fine di permettere all'Assessore di informarsi più puntualmente su questa vicenda.



PRESIDENTE

D'accordo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15 riprende alle ore 15,10)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente e colleghi, al di là delle questioni di metodo in parte già esplicitate dal nostro Gruppo in più interventi (in particolare del collega Monticelli) e di merito esposte dal collega Biazzi, questa discussione mi consente di porre una serie di questioni e di riflessioni che già ieri, in I Commissione, ho svolto a nome del Gruppo comunista. In sostanza, il bilancio che viene presentato, che ha la caratteristica di bilancio tecnico richiamata anche nei vari interventi della maggioranza pone la questione che il Gruppo comunista ha rappresentato e che il collega Biazzi ha illustrato nel suo intervento, quella di compiere questo tipo di manovra all'interno del quadro dato della finanza regionale, in particolare del Piemonte, in ordine ad un'esigenza che crediamo necessaria, al di là della scadenza della legislatura. L'esigenza è quella di un ripensamento accanto alla necessaria iniziativa che la nostra Regione deve attuare nei confronti del Governo per rivendicare più risorse, senza le quali non si pone in discussione solo un problema di gestione, bensì l'esistenza stessa delle Regioni. Accanto a questa esigenza primaria secondo noi ce n'è un'altra che va posta al di là del fatto che ci troviamo a ridosso - lo ripeto della scadenza della legislatura. Si tratta di valutare, all'interno del quadro delle risorse della Regione Piemonte, quali scelte prioritarie e quali necessità vere di riduzione di utilizzo delle risorse occorre fare per indirizzare queste risorse sui versanti che le forze politiche consiliari ritengono essere quelli da privilegiare. In questa direzione, si muovono le proposte emendative avanzate dal Gruppo comunista. Come giustamente ha detto il collega Biazzi, ciò non significa che le nostre proposte di emendamento (che chiedono l'azzeramento di tutti i capitoli degli interventi di investimento da parte delle risorse libere della Regione) debbano rappresentare la conclusione. No: l'obiettivo che ci proponiamo con questo tipo di manovra è di ottenere che, al momento del confronto e della discussione sul vero bilancio (cioè sulla legge di variazione), sia consentito alla Giunta regionale da un lato e al Consiglio regionale, alla società piemontese con cui andremo al confronto dall'altro, di valutare quali sono le priorità da determinarsi.
Crediamo sia venuto il momento di porre una questione che può anche rafforzare l'elemento rivendicativo da porre nei confronti dello Stato, del Governo, in ordine alla qualificazione complessiva della spesa che, a livello della Regione Piemonte, dobbiamo essere in grado di determinare per l'oggi, ma soprattutto per il domani.
In sostanza, a me pare che se dovessimo ragionare in termini astratti potremmo dire che le operazioni fatte per necessità da parte della Giunta regionale in questi ultimi tre anni, con l'operazione compiuta sul bilancio 1988 di diminuzione della spesa corrente delle risorse libere del 30% e con quella proposta oggi di riduzione del 40%, hanno determinato una riqualificazione vera della spesa in questa Regione. Sappiamo però che le cose non stanno così. Di fatto, il taglio del 30% è stato determinato nel bilancio preventivo 1988, ma ricordiamo però che in fase di consuntivo siete poi stati costretti a valutare l'ipotesi che questo 30% generalizzato non era attuabile, per cui la disponibilità all'interno dei singoli capitoli sostanzialmente è stata riportata ai livelli precedenti.
L'operazione oggi proposta ha un'analoga filosofia: si fa il taglio del 40 in questa fase, recuperando così 90 miliardi circa che servono per risolvere un problema di disavanzo risolto in assestamento con la famosa "partita zoppa del Po", ma sappiamo già, per ammissione dell'Assessore e dello stesso Presidente della Giunta, che le cose non staranno così.
Infatti, quando ci sarà la legge di variazione, i tagli previsti in tutta una serie di capitoli dovranno essere riportati quanto meno alle somme previste nell'assestamento 1989, e io mi permetto di dire che in alcuni casi addirittura dovremmo andare oltre. Non è possibile fare un'operazione del tipo di quella che oggi viene proposta e, nello stesso tempo, da parte della Giunta regionale, mandare, predisporre e orientarsi come ha fatto, ad esempio, proponendo prima della fine della legislatura la legge di riorganizzazione delle strutture della Regione, con le implicanze che questa legge impone. Il problema infatti non è solo quello di una razionalizzazione dell'esistente, ma, addirittura - da quello che si è potuto leggere dai giornali e che abbiamo anche potuto vedere nei documenti che l'Assessore Brizio ha voluto inviare ai Capigruppo da qualche settimana si prevede un aumento delle unità di personale in Regione.
Allora è chiaro che questa cifra è destinata di per sé ad aumentare, da un lato a causa del nuovo contratto in pista, dall'altro per le decisioni e gli orientamenti che la Giunta regionale ha in animo di produrre.
Se le cose stanno così, a me pare che il problema di fondo - quello originario che, appunto, abbiamo qui proposto torni ad essere un elemento su cui riflettere.Noi crediamo davvero che questa esigenza di approfondimento, di confronto e di determinazione delle priorità a risorse date, non a quelle ipotetiche che potranno venirci, sia una necessità ormai indilazionabile, anche e soprattutto per la Regione Piemonte. Questo è il criterio, la ragione che ci ha spinto a presentare i sessanta emendamenti che sono a mano dei colleghi Consiglieri; questo è lo spirito con cui ci apprestiamo a votare contro il bilancio che oggi viene presentato. Crediamo anche che questo tipo di decisione non dovrebbe toccare soltanto ad una sola forza politica di opposizione, ma dovrebbe essere presa da parte di tutto il Consiglio regionale.
Detto questo, desidero introdurre un ulteriore elemento di riflessione che riguarda invece il versante della capacità complessiva di spesa da parte della nostra Regione. Mi pare che già il Consigliere Biazzi richiamasse il fatto che i residui passivi per il 1989 sono destinati ad aumentare di un centinaio di miliardi rispetto al 1988. Se i colleghi avranno la bontà di svolgere una riflessione sul rendiconto 1988, in attesa di avere quello del 1989, potranno vedere che all'interno di questa Regione ci sono questioni sulle quali forse una riflessione è a questo punto indispensabile.
Voglio citare due o tre esempi.
Nell'area di intervento n. 3 - sto citando dal rendiconto 1988 a fronte di una previsione di competenza di 978 miliardi, abbiamo avuto alla fine 1988 economie per 641 miliardi. All'interno di quest'area di intervento per la protezione e il risanamento delle acque, che aveva una disponibilità preventiva di 314 miliardi, vi è stato un impegno in competenza di 40 miliardi, con 273 miliardi di economia (ho citato queste perché mi paiono questioni di una qualche rilevanza e di un qualche significato). Credo che una qualche riflessione in ordine ai meccanismi con cui si attua la spesa in questa nostra Regione, anche su fondi vincolati dallo Stato, sia questione che vada in qualche modo assunta.
In questi giorni ho fatto quel che ho potuto, stante il fatto che appunto, i giorni a disposizione per esaminare il materiale non sono stati molti e quindi non è stato possibile fare l'approfondimento che forse era necessario anche rispetto ai ragionamenti che sto cercando di fare. Ad esempio, sul risanamento delle acque per il 1989 le cose stanno andando anche peggio di quanto non siano già andate nel 1988; infatti, a fronte di una competenza per il 1989 di 284 miliardi, ad oggi (credo di essere arrivato a vedere le deliberazioni sino attorno a fine novembre) sono stati impegnati circa 60 miliardi. Sul fronte dello smaltimento dei rifiuti, a fronte di una competenza di 50 miliardi, ne sono stati impegnati soltanto 9. Potrei continuare, ma mi fermo qui.
A me pare che in questi anni, presi dai meccanismi di ragionamento ripeto - corretti e prioritari che abbiamo cercato di fare tutti all'interno di quest'aula, in ordine al confronto con il Governo e alla trasparenza del disavanzo reale del nostro bilancio, forse abbiamo trascurato un elemento di riflessione su questo versante, che pure è significativo ed importante dal punto di vista della produttività della spesa regionale sul territorio piemontese.
Signor Presidente, sul piano della valutazione politica, mi consenta di porre ancora due questioni: una riguarda la situazione che si sta determinando all'interno della nostra Regione, soprattutto negli ultimi due mesi, e che mi fa dire che, anche se forse nessuno di noi se ne è accorto abbiamo un sessantunesimo Consigliere regionale; un sessantunesimo Consigliere che è anche il secondo Presidente in pectore della Giunta regionale, nel senso che ce n'è uno che fa parte del Consiglio regionale e un altro che non è nemmeno nel Consiglio regionale, ma che comunque si sente in questo ruolo. Mi riferisco alle polemiche giornalistiche che questo sessantunesimo Consigliere porta avanti nei confronti della Giunta in termini di una forza di opposizione (non si capisce bene che tipo di significato abbia). Ancora questa mattina, tanto per non smentirsi, c'è un articolo su "La Stampa" a firma di Pier Paolo Benedetto in cui si dice: "Al Piemonte 500 miliardi dallo Stato per finanziare progetti speciali. La soddisfazione di contare su questi 500 miliardi, di cui soltanto la metà provenienti dal FIO, che rappresentano un contributo non indifferente all'attuazione di alcuni progetti importanti..." - vedremo più avanti nel dettaglio quali "va comunque valutato con riferimento all'insieme dei fondi erogati: 3.200 miliardi". Se ne deduce che al Piemonte è destinata una percentuale dell'8% circa, nonostante il Piemonte abbia inoltrato sessantacinque progetti mirati. Ciò cosa significa? Per il Segretario regionale del PSI, Giuseppe Garesio, la Regione doveva selezionare meglio le sue richieste e non delegare le scelte a Roma; e va avanti nella specificazione delle motivazioni.
A me pare che, a fronte di tali questioni e in occasione dell'ultima intervista al signor Garesio, sia necessario, anche per gli ipotetici 500 miliardi in arrivo finalizzati a progetti e ad iniziative attuative chiederci e riflettere su cosa non giri in ordine all'utilizzazione rapida di queste risorse ancorché vincolate.
Signor Presidente, colleghi, a me pare che le motivazioni che abbiamo cercato di portare nel corso di questo dibattito diano conto di una forza di opposizione che, come il collega Biazzi ha richiamato, fa la sua parte all'interno di questo Consiglio regionale e non dimentica il fatto che le questioni di cui ci stiamo occupando riguardano l'istituzione nel suo complesso. Quindi, la distinzione tra maggioranza ed opposizione va fatta sul merito delle questioni, ma non certamente sul piano dell'impostazione.
Questo mi consente di dire che forse questo atto, questa forzatura che la Giunta regionale e la maggioranza hanno voluto produrre con la scelta che hanno compiuto, presentando un bilancio con queste caratteristiche e con questi tempi, rischia, se non recuperata con impegni precisi da parte della Giunta, di incrinare il rapporto tra maggioranza ed opposizione che crediamo sia stato, come l'Assessore ha riconosciuto, uno degli elementi importanti della vita di questo ciclo amministrativo. In sostanza riteniamo necessario un dibattito all'interno di questo Consiglio regionale che consenta al Piemonte di svolgere fino in fondo il suo ruolo anche nei confronti delle rivendicazioni che dovranno essere portate a livello parlamentare. Non vorremmo che, in mancanza di una chiarezza di impegni e di disponibilità da parte della Giunta e della maggioranza nel mantenere i tempi richiamati in ordine ai passi successivi che devono essere fatti prima dello scadere del nostro mandato, vengano incrinati questi rapporti che noi consideriamo un fatto importante per la vita democratica di questo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, questo bilancio che obiettivamente si presenta con caratteri di straordinarietà - mi pare obiettivo riconoscerlo - è stato paradossalmente annunciato dai giornali con titoli elogiativi della capacità della Regione Piemonte di abbattere la scure di tagli rilevanti sui conclamati sprechi dell'amministrazione pubblica.
Sappiamo che la Giunta non è responsabile di tale ottimistica rappresentazione. L'Assessore Croso, anzi, non ne ha nascosto gli elementi di necessità e di estrema difficoltà da cui tutta la procedura è stata condizionata e ha riconosciuto, dando risposte per noi credibili, che il documento sottoposto al Consiglio può provocare domande che sollecitano non solo risposte, ma attente riflessioni.
La prima domanda è per capire le ragioni che hanno indotto la Giunta a stringere i tempi onde giungere alla presentazione e all'approvazione del bilancio in termini così ristretti ed accelerati. La risposta che ci viene data richiama la volontà di evitare il ricorso all'esercizio provvisorio il che avrebbe reso praticamente inutilizzabili i pochi mesi che ci separano dal termine della legislatura. Non solo, ma questa ipotizzabile inoperatività, nel caso che l'approvazione del bilancio fosse stata procrastinata, avrebbe potuto facilmente proiettarsi anche sulla nuova amministrazione, con le gravi conseguenze facilmente immaginabili.
Come Gruppo della Democrazia Cristiana condividiamo questa scelta anche se comprendiamo le riserve che possono emergere a fronte di una procedura per molti versi resa obbligata dalla situazione, ma indubbiamente eccezionale.
A proposito delle mancate consultazioni, ho sentito con interesse le considerazioni della collega Bresso sulla leggibilità del documento di bilancio. Alla luce di tali considerazioni viene da chiedersi se questa del bilancio è l'occasione più propizia per promuovere quella concreta partecipazione dei cittadini che, obiettivamente difficile su un provvedimento che conserva pur sempre sostanziali valenze tecniche, in realtà si svolge più produttivamente in altre occasioni concernenti definizioni programmatiche o scelte operative circostanziate.
Se dalle procedure passiamo a considerare il contenuto del documento di bilancio, altre domande ci si pongono, altre preoccupazioni incombono anche se nulla vengono ad aggiungere alle pressoché disperate analisi fatte in quest'aula ancora recentemente in occasione delle due successive letture della legge di assestamento al bilancio 1989.
Volendo evitare, secondo noi opportunamente, il ricorso all'esercizio provvisorio, la Giunta si è trovata infatti ad operare in tempi estremamente ridotti. Essa non avrebbe potuto procedere all'elaborazione del bilancio con tutti gli approfondimenti e le valutazioni necessari prima di disporre dell'assestamento del bilancio 1989 o meglio di un preconsuntivo di tale esercizio che solo l'assestamento avrebbe reso possibile.
Diventa evidente la necessità per la Giunta di operare entro ambiti puramente tecnici, rinviando ad un tempo successivo, seppure il più vicino possibile, la definizione sostanziale del bilancio 1990, secondo un programma ben calibrato che pervenga all'obiettivo prospettato di dotare la Regione, prima dello scadere della legislatura, di quello che sarà il vero bilancio per il 1990.
Data questa premessa, la scelta tecnica era inoltre resa inevitabile anche per il fatto che fino a questo momento non è definito il quadro preciso in cui le norme finanziarie statali in corso di approvazione consentiranno alle Regioni di operare.
La decisione di partire da un bilancio puramente tecnico comportava di conseguenza la necessità di evitare in questa sede le valutazioni di merito che di norma accompagnano la preparazione e la stesura del bilancio.
Il fondamento politico che sta alla base anche di questo documento perché un bilancio non può non ancorarsi ad un'espressione di volontà manifestata dall'organo deliberante è costituito dall'assestamento del 1989, da un documento cioè sul quale si sono esercitate tutte le capacità di valutazione e di giudizio delle varie forze politiche.
L'ampio dibattito avvenuto recentemente sull'assestamento, le responsabili decisioni intervenute a dimostrazione di una novità di impostazione, di trasparenza e di denuncia della situazione reale, per quanto possibile al di fuori di accorgimenti formali, anche se tale linea non ha potuto esplicitarsi compiutamente, devono essere oggi richiamate a prova che il documento di bilancio, seppure tecnico, è riconosciuto come provvisorio, non è senza un fondamento politico ed amministrativo.
Il Gruppo DC, come già ho sottolineato, accetta la scelta della Giunta e ne comprende la necessità, anche se ne sono derivate procedure che per la ristrettezza dei tempi possono prestare il fianco a qualche perplessità o recriminazione. Naturalmente il nostro consenso va considerato in rapporto a due precisi impegni che la Giunta ha assunto davanti alla I Commissione e certamente ripeterà in questa sede, come in parte ha già fatto l'Assessore Croso.
Come si diceva, il primo impegno è quello di presentare a gennaio una proposta di variazione globale che prospetti alla nostra valutazione un bilancio che abbia tutte le caratteristiche di contenuto politico e amministrativo di cui un preventivo deve essere dotato. E' inutile nasconderci il fatto che da oggi a gennaio permarranno tutte le difficoltà gli squilibri e le carenze di risorse che ben conosciamo, che abbiamo toccato con mano quando abbiamo discusso l'assestamento e che abbiamo più volte unitariamente denunciato.
In I Commissione non si è mancato di richiedere un ulteriore sforzo per giungere a quella riduzione delle spese che, lo sappiamo, è più difficile di quello che possa apparire; forse, però, esistono ancora degli spazi per dare un segnale della volontà della Giunta di operare tutte le limature che una situazione così compromessa impone per una seria Amministrazione.
Sappiamo che la Giunta ed i singoli Assessori non hanno bisogno delle nostre osservazioni e delle nostre esortazioni, ma devono sapere che ogni loro ulteriore sforzo nella direzione di eliminare, non dico gli sprechi ma anche tutte quelle spese che possono essere accantonate o limitate perch non strettamente obbligatorie, avrà la nostra solidarietà e il nostro consenso. Ciò vale anche per il settore degli investimenti, perché non si può dimenticare che molte delle spese di tale natura appesantiranno i bilanci futuri per gli oneri di ammortamento in misure prevedibilmente non sopportabili. Naturalmente questo non significa che si debbano semplicemente abolire, come propongono gli emendamenti presentati dal Gruppo comunista, tutti o gran parte degli stanziamenti che in ossequio a leggi vigenti prevedono interventi nei più vari campi dell'attività regionale e in risposta a riconosciute, e spesso sottolineate da tutte le forze di questo Consiglio, esigenze della comunità piemontese.
Così pure noi apprezziamo l'impegno manifestato dall'Assessore Croso non soltanto per utilizzare con la massima attenzione tutte le possibilità di maggiori entrate o di minori spese che potranno ricavarsi dalle nuove norme finanziarie statali o da provvedimenti di novazione dei mutui, di accesso al credito estero o da altri interventi.
Il secondo impegno che tutte le forze politiche di questo Consiglio chiedono alla Giunta, e che la maggioranza sa di poter considerare con piena fiducia, è quello di operare nei prossimi mesi con estrema prudenza in modo da evitare ogni ingiustificata corsa agli impegni di spesa che incida negativamente sulle possibilità di azione della prossima Amministrazione.
Questo, in fondo, è un richiamo a quella correttezza amministrativa di cui questa Giunta ha dato generalmente prova. Sappiamo anche che gli ultimi mesi di ogni legislatura sono pieni di tentazioni, ma riteniamo che questa Giunta saprà evitarle, dato che non le è estranea l'esperienza di aver dovuto affrontare all'inizio di legislatura situazioni pregresse insostenibili o eccessivamente compromesse.
Mi sia consentito concludere ricordando che questo bilancio, per qualche verso atipico, si inquadra in una linea di azione che ha caratterizzato la politica di bilancio in questi ultimi tempi e specialmente in questo ultimo anno. La scelta di proseguire una via di chiarezza, di denuncia delle condizioni reali delle finanze regionali anche attraverso provvedimenti amministrativi in certo modo scioccanti per la loro impostazione forse debordante da qualche vincolo formale, è una scelta che è stata apprezzata da questo Consiglio e mi è sembrato anche almeno per quanto riguarda le intenzioni, dalle stesse opposizioni. Questa linea ha già dato qualche frutto ed altri se ne attendono nell'ambito di un'azione decisa e unitaria delle Regioni nel loro complesso che ci sembra si sia avviata con maggiore incidenza. Per la prima volta è mancato il consenso delle Regioni alla legge di bilancio dello Stato. Sono in corso intese ed azioni che ci auguriamo possano ottenere dallo Stato quelle decisioni radicali che ora si impongono per ridare alle Regioni la possibilità di svolgere la loro funzione e di riacquistare piena credibilità.
Questo cambiamento di rotta da parte dello Stato sarà tanto più vicino quanto più questa linea di trasparenza e di onesta ma ferma denuncia sarà adottata, non solo dal Piemonte e da altre poche Regioni, ma da tutte le Regioni italiane a Statuto ordinario le cui condizioni finanziarie non sono diverse dalle nostre. E' quanto ci auguriamo che avvenga, in un rapporto corretto e onesto fra i vari livelli istituzionali.



PRESIDENTE

E' terminata la discussione generale.
Ha ora facoltà di replicare il Presidente della Giunta regionale Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, tenterò, sforzandomi di non improvvisare e di non inventare l'intervento, di dare una risposta a quanto è stato detto stamani. Lo faccio con relativa difficoltà e mi scuso anche perché non ho potuto, come era nelle mie intenzioni, essere presente in ogni momento del dibattito, nel quale si sono svolti interventi di grande interesse.
Vorrei ricondurmi a due momenti essenziali di questa discussione. L'uno quello svolto dall'Assessore Croso, e l'altro che ho testé ascoltato dal collega Martinetti. Non vorrei tentare la mediazione, ma devo dire che non può ritenersi trascurabile l'intervento svolto dalle opposizioni sul bilancio. Infatti, le forze che oggi svolgono qui un ruolo di opposizione in altre Regioni si trovare a svolgere il ruolo di maggioranza, anch'esse costrette a prendere atto delle difficoltà nelle quali le Regioni si devono muovere.
Ieri mattina sono stato in I Commissione e ho cercato, per come mi è stato possibile, di dare le assicurazioni che era giusto dare ai componenti delle Commissioni, soprattutto per evitare che si potesse ingenerare non dico il dubbio ma semplicemente il sospetto che qui ci fossero forze che governano la Regione disponibili a fare man bassa di tutto nel volgere di questi pochi mesi che ci separano dalla conclusione del mandato, tentando di risolvere con relativo spirito garibaldino un rapporto con la comunità che il contingente, l'immediato, non può giustificare entro queste aree di sospetto e di dubbio. Le risorse vere rivolte alle Regioni hanno avuto una caduta decisamente verticale. Basta pensare che dal 1983 al 1989 il reale potere di acquisto delle somme che vengono ricalate sulle Regioni per far fronte ai propri bisogni (accresciute fisicamente di quel tasso programmato di inflazione attorno al 4 e qualche cosa per cento) sono ricadute di circa 650 miliardi. Quindi le Regioni oggi hanno minori possibilità di spese senza tentare di entrare nei momenti di giustificazione legati alla legge finanziaria che ha abbattuto ulteriormente le somme rivolte alle Regioni.
Le condizioni della Regione sono veramente rivolte a momenti di tragicità e di esasperazione. Tant'è che lo stesso futuro delle Regioni non viene tanto reso sofferto dalla riappropriazione, peraltro sempre temuta, da parte dello Stato di talune cose che ci erano state affidate (dalla Carta costituzionale, dal 616 e dalla 382), quanto per altre opere rimaste incomplete negli affidamenti. Ricordo ancora la relazione del Giannini molti possono ricordare come questa incompiutezza sia veramente di grande forza, di grande robustezza e come questo disegno regionale sia veramente rimasto incompiuto. Sembrava che con il DPR n. 616 avesse ripreso forza.
Abbiamo assunto, per la prima volta dopo vent'anni dalla nascita delle Regioni, un atteggiamento di durezza nei confronti del Governo della nazione, un atteggiamento che evidentemente era dovuto, necessario ed indispensabile. Tutte le Regioni, direi con modi relativamente diversi, più sofisticati, più leggeri o di maggiore pesantezza, hanno assunto tale atteggiamento. Ritengo che il contenzioso tra lo Stato e l'istituto Regione sia forte, abbia bisogno di una svolta relativamente decisa. Una svolta simile ci avrebbe sollecitato più volte nel passato ad assumere atteggiamenti eclatanti di maggior durezza rispetto a quelli che abbiamo assunto come Conferenza dei Presidenti, rinunciando ad approvare per la prima volta dal 1970 la proposta di bilancio dello Stato. Allo stesso modo mi sento di dichiarare, come espressione della rappresentanza del governo regionale, che noi possiamo essere soddisfatti per il fatto che la Regione Piemonte sia la seconda Regione ad aver fruito dei benefici del cosiddetto Fondo Investimenti Occupazione. Non possiamo però essere assolutamente d'accordo su questo modo di disattendere totalmente, da parte dello Stato centrale, le priorità che le Regioni, vivendo entro il territorio a fianco della gente, hanno a suo tempo segnalato. Questo FIO, che parrebbe superato da una nuova intuizione e da una nuova impostazione di un rapporto con la comunità da parte dello Stato centrale, attraverso l'individuazione di grandi progetti che mettono un po' a parte questa singola somma delle diverse istanze del territorio, si è rivelato ancora una volta un elemento che non ha rispettato il ruolo delle Regioni e la loro dignità. La scala dei bisogni, le priorità, le individuazioni pur discutibili che avevamo proposto come Regioni sono state regolarmente disattese e abbiamo avuto la sensazione che, non tanto le clientele ma i gruppi di pressione, siano prevalsi sui reali bisogni della comunità piemontese. Ciò anche quando davanti a dimensioni rilevanti di affidamenti fatti su talune poste per talune scale di bisogni, si è arrivati a conferire flussi di carattere finanziario che in ogni modo non appartengono alla possibilità reale di spesa delle istituzioni pubbliche o comunque dei destinatari di questi bisogni. Nodo impegnativo e centrale di questo nostro modo di collocarsi diviene oggi la questione finanziaria. Parrebbe strano che le istituzioni che debbono reggersi attraverso indirizzi che appartengono allo Statuto e alla Carta costituzionale, debbano trovarsi sconvolte dal minore riflusso dalla minore caduta di restituzione di carattere finanziario che costituiscono il modo poco edificante di abbattere l'istituto regionale.
Parrebbe quasi di assistere ad una delle grosse manovre svoltesi ai tempi della cosiddetta "America di progresso", allorquando la Magistratura di quel territorio riuscì a sconvolgere le grandi presenze eversive solo affidandosi all'evasione fiscale e non ai contenuti di indirizzo generale o alle linee di diritto di uno stato veramente costituzionale.
Tento di fare questa protesta con spirito di autocritica, che coinvolge decisamente le stesse formule di governo che reggono il sistema a livello centrale. Non ci stancheremo di sottolineare che per entrate libere, cioè denaro spendibile sui progetti e canali definiti in sede locale, le Regioni autonome ricevono 2.274.000 lire per abitante, mentre le nostre si riducono ad una quota di 380.000 lire. Inoltre, sempre rispetto al complesso delle risorse, su 100 lire in entrata solo 13 possono essere destinate ad investimenti, e di questi il 35% è assorbito dalle cosiddette Regioni autonome. Le Regioni autonome hanno in cassa residui passivi estremamente alti, quasi il 35% delle risorse disponibili contro il 20% delle ordinarie dunque hanno maggiore agilità e velocità di spesa. Non posso dimenticare che la Regione Sicilia ha in cassa, non spesi, 12.000 miliardi e che di recente questa Regione, davanti ai grandi bisogni di una comunità, ha tentato di affidare qualche cosa come 1.000 miliardi ad un istituto di credito per rivitalizzarlo. Noi, invece, non siamo in grado, a livello di gestione regionale, di dare delle semplici risposte ai bisogni ordinari delle popolazioni. Contro tale disuguaglianza, il Piemonte è da anni in prima fila nel richiamare la necessità di decisivi correttivi. Per correttezza, devo dire che qualche passo avanti è stato fatto nella sensibilità del Governo e del Parlamento; ci sono ancora fondate speranze di avere in un futuro non lontano una reinversione di tendenza con Regioni più eguali in quanto a condizioni di partenza e che nell'insieme sono legate ad una finanza derivata e vincolata.
Davanti a questo tipo di situazione, che non è solo nostra ma di molte altre Regioni (talune hanno avuto delle condizioni di partenza magari diverse dalle nostre), non possiamo ignorare - questo è un dato assunto all'interno del Piano di sviluppo della Regione - che la gestione della quarta legislatura regionale è partita attraverso la constatazione di un disavanzo iniziale di 280 miliardi: questi sono dati che sono esistiti esistono e non sono mai stati oggetto di contestazione.
Al di là delle manovre che il collega Croso questa mattina ha proposto al Consiglio, attraverso recuperi che sono nell'aria e che mi auguro possano consolidarsi attraverso un'appropriazione all'interno delle certezze del sistema, mi è parso di registrare il timore che ci sia l'intenzione da parte di questo governo della Regione di tentare di fronteggiare il periodo che ci separa dal 21 marzo (data nella quale teoricamente, perché ancora non è stata presa una decisione definitiva dovrebbe chiudersi la quarta legislatura) consumando tutte le risorse disponibili, lasciando quindi al futuro l'onere di maggiori approfondimenti.
Se questo mi è parso un atto di intelligenza, certamente non è stato un atto di furberia quello di tentare di costringere gli Assessori ad un abbattimento così generalizzato delle risorse attorno al 40%, mettendo il governo e i singoli Assessorati nella condizione di spremere ogni migliore energia per tentare di ricondurre a carattere di estrema parsimonia le possibilità di intervento per il futuro.
Quindi devo dire che la Giunta ha assunto l'impegno, che intende assolutamente mantenere - al di là degli ordini del giorno che possono essere presentati e votati, al di là della somma degli emendamenti che possono essere stati presentati di un approfondimento generale entro il mese di gennaio, che io dichiaro, come disponibilità sul piano delle intenzioni, di poter fare anche con tutte le forze che sono rappresentate all'interno di questo Consiglio regionale. Gli emendamenti presentati dall'opposizione oggi vengono dunque accolti dalla maggioranza come sollecitazione a singole riflessioni su aspetti specifici. Questo è l'impegno che intendo assumere.
Così come non mi sentirei di rinunciare ad un altro impegno che appartiene al buon senso e alla dignità di chi è chiamato a gestire il governo della Regione, che non ci sarà esasperazione o momento di profitto particolare sulle situazioni che verranno a crearsi in questi quattro mesi per tentare di dire: "Oggi ci siamo, realizziamo e chi sopraggiungerà sarà nella condizione poi di potersi aggiustare". Penso che i tempi tecnici della manovra che abbiamo proposto non potranno, sotto ogni aspetto consentire queste elasticizzazioni o queste furberie. Per cui il fatto che si abbia a fare terra bruciata nei quattro mesi per lasciare il vuoto per chi viene dopo, non solo non ci appartiene come costruzione mentale e come dignità personale, ma non è neppure fisicamente possibile, perché dal momento nel quale si manifesterà una progettazione attraverso i diversi filtri di passaggio, la realizzazione della stessa avverrà in tempi che normalmente per l'istituzione pubblica non sono estremamente facili. Non possiamo però accettare l'ipotesi di un abbattimento di circa 100 miliardi rispetto ai tipi di intervento che abbiamo proposto. Ciò non perché temiamo che si creino delle barriere entro le quali poi i costringimenti delle situazioni ci impediscano di fare dei passi in avanti, ma solo perch arriveremmo a convalidare - vorrei esprimere ai colleghi dell'opposizione questa particolare considerazione - una contraddizione enorme tra la ribellione che è in atto tra la Regione e il momento finanziario centrale.
Infatti, da un lato diciamo che lo Stato non ci fornisce fondi sufficienti per fare fronte ai bisogni della Regione e dall'altro andiamo a ridurre ulteriormente di 100 e più miliardi la nostra possibilità di intervento.
Devo dire con estrema correttezza che non ci appartiene neppure mentalmente, né come costruzione personale, morale e complessiva, questa intenzione di contrabbandare un qualche cosa nei confronti dell'istituzione; l'opposizione, che ha la possibilità di controllarci, di verificare di volta in volta, ha nelle sue mani gli strumenti per poterci bloccare qualora un gesto insano ci mettesse lungo questa strada, sulla quale non intendiamo assolutamente intervenire.
Superando anche qualche altra riflessione che mi ero fatto, vorrei ancora dire che abbiamo motivi di sperare che, in questo mese che ci separa dall'approvazione odierna alla riapprovazione di una manovra di variazione possano intervenire taluni accorgimenti a livello di Governo centrale (per esempio, l'accesso ad altri comparti di carattere finanziario ovvero ad altre iniziative). La stessa ricaduta dei fondi FIO sulla Regione come dimensione complessiva ci propone altre possibilità, nel marchingegno generale, di individuare spazi di elasticizzazione del sistema che ci consentano di stare in piedi e sopravvivere. Per cui noi vorremmo riaccendere questo tipo di speranze, che non si sono mai spente, e vorremo anche poter pensare che le iniziative, che i colleghi hanno assunto come proposte di emendamento, possano essere utilizzate nelle forme e nei modi che questo Consiglio intenderà suggerire per dialogare con l'opposizione e per cercare di costruire assieme a tutte le forze del Consiglio questa ultima manovra finanziaria che ci separa dalla conclusione.
Non posso firmare altre cambiali, se non attraverso questa dichiarazione assunta agli atti di questo nostro parlamento regionale, per cercare di concludere, così come sarà necessario, con tutte le forze del Consiglio, cercando di capire come potremo disciplinare il traffico, nel senso di stabilire una distribuzione temporale dei diversi interventi. Noi abbiamo, ad esempio, sul capitolo del finanziamento delle leggi 12005 e 12006 delle dimensioni estremamente contenute rispetto alla possibilità della spesa; siamo subissati - direi assieme parlamento e governo siamo travolti dalle esigenze che nella fase conclusiva di questa legislatura emergono anche con una prepotenza o con una domanda di bisogno che invoca delle risposte. Noi ci siamo accorti che la sola e semplice rivitalizzazione degli enti strumentali della Regione è di per se assorbente del doppio delle somme che sono poste al capitolo 12500. Avremo poi una serie di progetti; l'altro ieri siamo riusciti a definire quello sull'informazione, con un affidamento tenue, ma che di per sé è espressione della volontà di camminare in un certo senso per la legge sull'informazione. Abbiamo una serie di leggi (le ho qui elencate, ma per motivo di brevità evito di citarle) che sono di iniziativa della Giunta e del Governo, che in questo momento non hanno possibilità di avere delle risposte immediate. Questo sapendo che al COREP dovremo dare 150 milioni dovremo trovare il modo di riversare 200 milioni al BIC, che all'ITACA dovremo dare i 300 milioni, che nei confronti delle piste ciclabili magari un gesto significativo dovremo pur tentare di farlo, che al volontariato della Protezione civile dovremo pur tentare di dare delle risposte. E l'elenco potrebbe proseguire fino all'infinito: dai dialetti a quant'altro fa parte della legislazione.
L'atto di serietà di questa Giunta è quello di dichiarare la disponibilità a tutte le forze del Consiglio di verificare assieme gli spazi entro i quali tentare di dare queste risposte. Non vado oltre. Questo impegno è assunto nella totale responsabilità degli uomini di governo, non mi si costringa a dire: io ho elementi a disposizione per dire che la tentazione di tutte le amministrazioni a concludere delle gestioni è stata sempre quella di spendere gli ultimi soldi che restano. Devo anche dire che nel 1985, anche dopo le elezioni, sono comparse nell'elenco delle deliberazioni - se i Consiglieri lo ritenessero, potrei fornire un elenco piuttosto copioso presenze di spesa che forse sarebbe stato opportuno non fossero intervenute, perché ormai erano comparse sullo scenario regionale altre forze, altre presenze che avrebbero comportato diversi orientamenti.
La Giunta è entrata in attività l'1 agosto 1985: fra il giugno 1985 (data delle elezioni) e l'agosto 1985 sono state spese somme che non appartengono all'ordinaria amministrazione.
Noi, tranne casi nei quali ci fosse l'accadimento che si richiama a momenti di straordinarietà, diciamo sin d'oggi che non intendiamo percorrere analogo atteggiamento, quindi siamo intenzionati a dialogare, a trattare con la maggioranza per cercare di costruire assieme quest'ultimo spazio di vita della legislatura.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame del dispositivo della legge con la votazione dei vari emendamenti.
Chiede di parlare il Consigliere Monticelli. Ne ha facoltà.



MONTICELLI Antonio

Mi scuso, signor Presidente, se non intervengo sul punto relativo agli emendamenti.
Il Presidente Beltrami, concludendo il dibattito sul bilancio, ci ha brevemente illustrato il suo punto di vista per quanto riguarda il risultato dell'assegnazione di fondi al Piemonte da parte del FIO. E lo ha fatto con toni talmente "drammatici" che ci spingono a fare una richiesta precisa. Il Presidente Beltrami, se ricordo bene, ha fatto tre affermazioni molto importanti e preoccupanti: il fatto che si è stravolto l'ordine di priorità indicato dalla Regione, il fatto che chiaramente lui ha detto "si è dato retta a gruppi di pressione", e il fatto che sono state finanziate "opere prive di progetti esecutivi".



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Questo non l'ho detto.



MONTICELLI Antonio

Le prime due affermazioni sono state dette e la terza forse l'ho colta male io. La richiesta è questa, Presidente: domani ci sarà certamente ancora seduta consiliare; la questione mi pare importante; le dichiarazioni che qui ha fatto il Presidente Beltrami sono dichiarazioni che io giudico gravi, non perché lui abbia detto cose sbagliate, ma perché grave è la situazione che lui ha delineato. Quindi il nostro Gruppo chiede formalmente che domani mattina, all'inizio della seduta, il Presidente Beltrami comunichi al Consiglio i dati e le valutazioni di cui può disporre la Giunta su questo punto. Cioè quali erano gli ordini di priorità indicati dalla Regione e quali sono stati invece quelli seguiti dal CIPI; quali sono, se siamo in grado di dirlo, questi gruppi di pressione che avrebbero agito. In sostanza, cosa è successo, perché, ripeto, i toni usati erano di tale drammaticità che questo Consiglio ha il diritto di sapere cosa la Giunta sa, e cosa intende dire la Giunta in specifico su questo punto.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Signor Presidente, mi pare che l'intervento del Presidente Beltrami sia stato di estremo interesse; purtroppo, nell'economia dei tempi a nostra disposizione, non sufficientemente supportato da una documentazione a sostegno delle affermazioni o delle notizie che ci sono state fornite.
Credo che nell'esprimere le valutazioni finali di questo bilancio non possa sfuggire una componente che riguarda il giudizio politico di come le risorse regionali sono state spese in questa legislatura, perché in fondo con questo bilancio stiamo concludendo un capitolo che attiene a cinque anni di amministrazione. Chiedo al Presidente della Giunta di fornirci un documento che attiene al problema della spesa intervenuta tra la data delle elezioni del 1985 e l'insediamento della Giunta l'1 agosto 1985, perch credo sia un capitolo di risorse, che se è vero che non attengono all'ordinaria amministrazione, hanno però una consistenza abbastanza rilevante. Hanno certamente avuto nei riflessi dei successivi bilanci un'incidenza che non può essere ritenuta marginale oppure sulla quale non si debba comunque, in via definitiva, prima della chiusura della legislatura esprimere un giudizio compiuto, anche per non lasciare, per alcuni, cadaveri nell'armadio, per altri sospetti di inadempienze per quanto attiene alla valutazione e alla corretta destinazione di ciò che è rimasto di disponibile. Non so se questo sia possibile in tempi molto brevi. Molto probabilmente il discorso andrà rinviato a dopo le festività per consentire agli uffici di produrre i documenti necessari; poiché nel mese di gennaio non mancheranno occasioni per riaffrontare il discorso del bilancio, credo sia possibile la produzione della documentazione che ho richiesto.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non abbiamo difficoltà domani stesso, se ancora si riunirà il Consiglio, a dare le indicazioni in nostro possesso; non sono elementi che entrano negli spazi dell'ufficialità perch li abbiamo colti dagli uffici, dai servizi stampa, ecc. (tra l'altro alcuni sono stati pubblicati sui giornali).
E' pacifico che se la maglia del discorso si allarga all'area sollecitata dal collega Picco, già in questo momento potrei essere in grado di dare una qualche indicazione, ma è evidente che riterrei più corretto poter dare quella risposta in sede di discussione di questa manovra finanziaria. In questo modo, potrei corredarla di ogni più utile dato, non ho comunque riserve a che domani mattina chi vi parla o la collega che ha seguito da vicino i lavori produca le istanze da noi presentate e le relative risposte.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame degli emendamenti presentati agli allegati: 1) Emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Biazzi, Bruciamacchie Chiezzi e Monticelli: lo stanziamento del capitolo 5010 dello stato di previsione della spesa dal titolo "Contributi ai Comuni e ai Consorzi di enti locali nelle spese per le opere di urbanizzazione primaria di aree destinate ad insediamenti industriali ed artigianali (L.R. 9/4/1975, n. 21 e L.R.
11/8/1978, n. 50)" è ridotto da 600 milioni a 0 milioni.
La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

L'emendamento è il primo di una serie che abbiamo cercato di illustrare negli interventi di carattere generale.
Non mi dilungo molto sugli emendamenti, perché riteniamo che siano chiari. Qualche dubbio, però, ce l'ha fatto venire l'intervento del Presidente della Giunta, quando ha parlato di una proposta di abbattimento di 104 miliardi di investimenti. Non è questo evidentemente il senso della nostra proposta. Quello che noi proponiamo è di accantonare, fino alle consultazioni previste per il mese prossimo, la somma di 104 miliardi dispersa in sessanta capitoli. Questa cifra dice quanto sia abbondante la distribuzione a pioggia, anche in presenza di un'emergenza finanziaria. Si tratta di dare un senso alle consultazioni, altrimenti su che cosa consultiamo tra un mese, la comunità regionale? Se la spesa corrente è obbligata e non permette alcun margine di manovra, l'unica possibilità di manovra esiste per gli investimenti. Se presentiamo un pacchetto preconfezionato alla nostra comunità non si capisce quale contributo fattivo potrà fornirci per l'indirizzo delle risorse. Questa mattina, sulla nostra proposta, abbiamo trovato un'attenzione, se non un consenso esplicito, da parte delle organizzazioni produttive che abbiamo consultato.
Il senso della nostra manovra, signor Presidente della Regione, è quindi ben lungi dall'impedire qualsiasi sostegno a settori fondamentali proponiamo invece la riqualificazione della spesa. Purtroppo negli ultimi anni abbiamo constatato che, nonostante l'emergenza finanziaria, si è continuato a disperdere in decine di rivoli le scarse o quasi nulle risorse a disposizione.
Ho preso atto con soddisfazione della risposta data dal Presidente Beltrami all'intervento del collega Monticelli per quanto riguarda le vicende del nucleo di valutazione per l'assegnazione dei fondi FIO. Ho preso atto con soddisfazione della disponibilità, in tempi brevi, ad esaurire le richieste fatte dal collega Picco in merito ad atti di spesa assunti a cavallo degli esercizi delle due Amministrazioni 1984/1985 o 1985/1986. Ricordo che ho sollecitato ripetutamente, poi ho rinunciato a farlo, la Giunta regionale a fornire al Consiglio questi dati. Sono passati anni e questi dati non sono mai arrivati: ben vengano, anche se in ritardo.
Contribuiranno una volta di più a fare chiarezza sui conti della Regione per la quale qualche contributo abbiamo cercato di dare in questi anni.
In conclusione, voglio ricordare che gli emendamenti presentati fanno tutti parte della manovra che ho cercato di illustrare. L'intervento fatto riguarda pertanto tutti i sessanta emendamenti, per cui non abbiamo nulla da aggiungere sui singoli. Chiediamo però che siano votati tutti. Non ci opporremo ad una votazione rapida.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Croso.



CROSO Nereo, Assessore al bilancio

Fornisco una risposta all'emendamento proposto dal Consigliere Biazzi che vale anche per tutti i successivi.
Riconosco la legittimità degli emendamenti presentati; ne capisco gli scopi che sono piuttosto evidenti e per qualche verso condivisibili, ma la risposta negativa agli stessi è di natura tecnica per consentire l'approvazione del bilancio in questa seduta.
Si rimanda ad un'analisi nel merito di questi emendamenti alla manovra di bilancio che verrà fatta con la presentazione della legge di variazione che - come il Presidente ha affermato solennemente - ci impegniamo a presentare entro la fine del mese di gennaio.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 9 voti favorevoli e 29 contrari.



(Gli emendamenti agli allegati, dal n. 2)



PRESIDENTE

messi in votazione e respinti con 12 voti favorevoli e 30 contrari. Il testo di tali emendamenti è conservato a cura del Servizio Aula nella pratica del relativo progetto di legge)



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Avondo. Ne ha facoltà.



AVONDO Giampiero

Prima di procedere alla votazione, vorrei segnalare che, ad avviso del Gruppo comunista, è bene compiere qualche riflessione a proposito dell'art.
49 che chiederemo di fare al momento della votazione.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 20 è approvato.
ART. 21 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 22 è approvato.
ART. 23 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 23 è approvato.
ART. 24 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 24 è approvato.
ART. 25 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 25 è approvato.
ART. 26 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 26 è approvato.
ART. 27 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 27 è approvato.
ART. 28 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 28 è approvato.
ART. 29 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 29 è approvato.
ART. 30 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 30 è approvato.
ART. 31 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 31 è approvato.
ART. 32 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 32 è approvato.
ART. 33 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 33 è approvato.
ART. 34 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 34 è approvato.
ART. 35 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 35 è approvato.
ART. 36 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 36 è approvato.
ART. 37 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 37 è approvato.
ART. 38 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 38 è approvato.
ART. 39 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 39 è approvato.
ART. 40 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 40 è approvato.
ART. 41 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 41 è approvato.
ART. 42 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 42 è approvato.
ART. 43 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 43 è approvato.
ART. 44 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 44 è approvato.
ART. 45 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 45 è approvato.
ART. 46 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 46 è approvato.
ART. 47 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 47 è approvato.
ART. 48 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 48 è approvato.
ART. 49 Ha chiesto la parola il Consigliere Avondo. Ne ha facoltà.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la proposta che avanziamo alla Giunta è quella di considerare, alla luce del dibattito e del confronto sviluppati in questa giornata, l'esigenza di non richiedere l'urgenza per questa legge.
Agli effetti della gestione, non cambia assolutamente nulla; crediamo che questo costituisca comunque un segnale oltre che al Consiglio regionale, alla comunità piemontese del fatto che la forzatura non è proprio fatta fino alla fine. Con questo voglio dire che non mi pare che un documento del genere, che ha avuto (non riprendo tutte le argomentazioni) molte osservazioni da parte delle opposizioni (e non solo) nonch riconoscimenti della fondatezza di alcune osservazioni sollevate anche dai banchi della maggioranza, debba avere la necessità dell'urgenza. Quindi, la richiesta che avanziamo alla Giunta è quella di stralciare questo articolo.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, propongo una breve sospensione per un approfondimento da parte della Giunta.



PRESIDENTE

La proposta è accolta.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16,35 riprende alle ore 16,50)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Mi scuso per la sospensione, durata più del previsto. Devo dire che non tanto il clima natalizio, quanto lo spirito della proposta dell'opposizione, nonché un dovuto approfondimento da parte della Giunta ci porterebbe a considerare che noi abbiamo presentato questo disegno di legge strano e originale rispetto al passato, definendo la manovra tecnica con il chiaro intendimento di pervenire ad un'approvazione tale che non ci confinasse, non ci relegasse alla chiusura della legislatura. Questo non nell'interesse della maggioranza, ma in quello complessivo della Regione entro gli spazi tipici di un disegno di legge che attenesse all'esercizio provvisorio.
Detto questo, c'è stato anche l'impegno, che rinnoviamo in questa riunione, di presentare in tempi brevi una manovra finanziaria che riconduca gli Assessorati nella complessità della loro presenza ad una vera possibilità gestionale e di sopravvivenza.
Siamo altresì convinti che, rifuggendo da questa impostazione dell'esercizio provvisorio, il fatto di rinunciare all'urgenza della pubblicazione della legge, quindi dell'approvazione, ci mette nella condizione di dover allungare i tempi di una risoluzione del problema.
Abbiamo recepito lo spirito di chi propone questo alleggerimento ed entriamo in questo ordine di idee, anche se con un certo sforzo. Infatti non è per noi cosa facile, perché c'è una risposta che bisogna dare alla gente quotidianamente, al di là delle scadenze elettorali e delle tensioni che nascono proprio di questo periodo. La Giunta assume quindi la decisione di sottrarre questo richiamo all'urgenza onde evitare che si determini nei proponenti un allontanamento dal dialogo, dallo scenario della discussione relativamente all'altro aspetto della legge che invece richiede spazi momenti e tempi che, di fatto, vengono superati da questa nostra iniziativa. Non dico che questo sia una condizione. Mi pare che lo sforzo nostro possa essere inteso da chi ha proposto questo tipo di intervento direi ulteriormente riduttivo di una certa autonomia gestionale della Giunta. Se questo è il prezzo che deve essere pagato dalla Giunta, quale omaggio e quale codificazione di un'intenzione, con questo atteggiamento noi lo paghiamo; però chiediamo all'opposizione di assumere pari e uguale atteggiamento. Continuare nell'altro tipo di proposta sarebbe contraddittorio con le determinazioni che andiamo ad assumere, per cui questa è la nostra proposta. Se l'opposizione, nella sua totale autonomia (perché il ricatto non esiste), volesse perseverare nell'atteggiamento che ha assunto, noi sin d'ora dichiariamo di togliere - e presento formale emendamento al disegno di legge questo richiamo all'urgenza, impegnandoci a votare "no" all'eventuale proposta di ordine del giorno di condizionamento temporale proposta dai colleghi del Gruppo comunista.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Prendiamo atto positivamente dell'accoglimento da parte della Giunta della proposta da noi avanzata. Ripeto, non è soltanto una questione di rapporto tra maggioranza ed opposizione. Credo che l'elemento portante che ci ha spinto ad avanzare la proposta e la Giunta ad accoglierla sia proprio quello di un certo rilievo verso l'esterno. Una procedura come quella esaminata questa mattina, un bilancio con le caratteristiche qui richiamate, crediamo siano un modo corretto di dare un segnale all'esterno di un elemento di accelerazione ulteriore al processo, al di là del rapporto all'interno di quest'aula.
Detto questo, per quanto riguarda le considerazioni sviluppate dal Presidente Beltrami in ordine alla proposta di ordine del giorno da noi avanzata, il Gruppo comunista dichiara la propria disponibilità ad un colloquio con la Giunta in ordine alle impostazioni del contenuto del documento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Presidente Beltrami: l'art. 49 è soppresso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame ordini del giorno n. 723 e n. 727 in merito al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1990, n. 726 in merito alle riduzioni nel bilancio per la ricerca e per gli enti strumentali e n. 728 in merito al riordino delle competenze amministrative regionali


PRESIDENTE

Passiamo all'esame degli ordini del giorno relativi al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1990.
Esaminiamo il primo ordine del giorno presentato dal Gruppo comunista.
La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Il contenuto del nostro ordine del giorno, che è conseguenza del dibattito sviluppatosi in quest'aula e del confronto avuto in Commissione tende a codificare gli impegni solenni che la Giunta regionale si è assunta a livello verbale in Consiglio regionale.
Io mi voglio fare carico della questione posta prima dal Presidente Beltrami. Mi pare che da parte nostra si possa consentire di accedere all'ipotesi di sopprimere il primo comma del dispositivo che fa riferimento all'impegno a presentare entro il 31 gennaio la legge di variazione del bilancio.
Per quanto riguarda il resto, è un ordine del giorno che sancisce, a livello di Consiglio regionale, una volontà che mi pare sia già stata espressa, e che risponde ad una questione non solo nostra, ma condivisa anche dal Presidente.
Per quanto riguarda il secondo comma, la questione va assunta nei termini in cui è scritta. Il Presidente Beltrami ha ricordato come forse in passato queste procedure non siano state correttamente seguite; ne prendiamo atto, ma probabilmente quando eravamo in maggioranza non ce ne siamo accorti. Vorremmo conoscere l'entità di questi episodi, ma se quanto avvenuto è stato sbagliato, a maggior ragione non può essere giusto oggi.
Da questo punto di vista, proprio usando la sua motivazione, il richiamo del secondo comma è necessario e va posto in votazione. Questa è la nostra valutazione; dopodiché c'è la disponibilità ad emendare il primo comma del dispositivo.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Nella dichiarazione iniziale - ripeto, non per spirito natalizio, ma nella totale ricerca di spazio - avevamo detto che rinunciavamo, e non era cosa da poco, all'urgenza, cosa che abbiamo fatto. Questo per un atto di rispetto all'assemblea, non volendo comunque disattendere l'impegno assunto ieri in Commissione e stamani. Vorremmo costruire questa nota di variazione assieme a tutte le forze politiche del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 727 presentato dal Gruppo comunista, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto delle dichiarazioni del Presidente della Giunta regionale e dell'Assessore al bilancio, rese in I Commissione e ribadite in aula nel corso del dibattito sul bilancio preventivo 1990, con le quali si dichiara che il documento presentato è un documento meramente tecnico e come tale tendente esclusivamente ad evitare il ricorso all'esercizio provvisorio evidenziato che in tale ottica il documento costituisce un tramite alla predisposizione della legge di variazione che va considerata conseguentemente, il vero e proprio atto programmatico finanziario della Regione per il 1990 e sul quale andranno espletate le consultazioni con la comunità regionale in considerazione del fatto che le risorse disponibili sono limitate e che occorre comunque garantire all'Amministrazione che guiderà la Regione dopo le elezioni la possibilità di operare le necessarie scelte politico amministrative impegna la Giunta regionale a presentare al Consiglio regionale entro il 31 gennaio prossimo la legge di variazione a limitare la propria attività di spesa alle funzioni dirette esclusivamente all'assorbimento delle incombenze relative all'ordinaria gestione dell'Ente nel periodo intercorrente tra lo scioglimento del Consiglio e l'insediamento dello stesso conseguente alle elezioni amministrative 1990".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 12 voti favorevoli e 25 contrari.
Passiamo all'esame dell'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Santoni, Biazzi, Fracchia, Carletto, Mignone, Bara e Majorino.
Ha chiesto la parola il Consigliere Santoni. Ne ha facoltà.



SANTONI Fernando

Ho chiesto la parola per avanzare la seguente richiesta: poiché è stato predisposto un ordine del giorno che è la risultante della fusione di due documenti sostanzialmente simili presentati in precedenza, chiedo alla cortesia del Presidente di soprassedere per un momento all'esame di questi ordini del giorno in modo da permettere la stesura finale. Eventualmente nel frattempo si può passare all'esame di un altro documento.



PRESIDENTE

D'accordo, in attesa che giunga il documento, ricordo che su questo argomento sono stati presentati altri due ordini del giorno: n. 726 presentato dai Consiglieri Ferro, Penasso, Santoni, Tapparo Fracchia, Staglianò, Majorino e Gallarini n. 728 presentato dai Consiglieri Avondo, Valeri, Biazzi e Monticelli.



PETRINI Luigi



PRESIDENTE

Mentre il Presidente Rossa, con i rappresentanti di vari Gruppi, riceve alcuni inquilini degli IACP, assumo la Presidenza e proseguo i lavori del Consiglio dando la parola all'Assessore al bilancio che interviene in merito agli ordini del giorno testé annunciati.



CROSO Nereo, Assessore al bilancio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sull'ordine del giorno che si riferisce all'applicazione della legge n. 16, è in discussione in questi giorni presso l'VIII Commissione l'applicazione concreta dei dispositivi previsti da questa legge. Abbiamo più volte sollecitato i colleghi in Giunta affinché si dia pratica attuazione alle deleghe, quindi c'è una revisione all'interno degli Assessorati di questa disponibilità. Per quanto riguarda invece le altre deleghe, che erano degli ex Comprensori, è un fatto già in maturazione e che sarà sicuramente oggetto di immediate e prossime decisioni da parte della Giunta.
Per quanto riguarda invece gli aspetti di carattere finanziario richiamati in questo ordine del giorno, mio malgrado mi vedo costretto a respingerlo perché si inquadra nella manovra complessiva della legge finanziaria. Di ciò verrà comunque tenuto conto nella discussione complessiva che si farà nella presentazione della seconda parte di questa manovra finanziaria, che sarà la legge di modifica alla legge finanziaria che verrà presentata entro il 31 gennaio.
Per quanto riguarda l'altro ordine del giorno e precisamente la richiesta di finanziamenti per rifinanziare gli enti strumentali, anche questa si configura come una richiesta di fondi da inquadrare nella manovra finanziaria successiva; vale quindi quanto ho detto prima per l'altro ordine del giorno. Allora o i proponenti li ritirano e li voteremo successivamente e contemporaneamente alla legge di variazione, oppure, se verranno posti in votazione, la Giunta li respingerà entrambi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, francamente non credevo di presentare un ordine del giorno firmato da tutti i Gruppi politici, e non solo dal Gruppo comunista. E' un ordine del giorno stravolgente: forse l'Assessore Croso non l'ha letto bene. In quell'ordine del giorno infatti si dice che, per quanto riguarda il funzionamento degli enti strumentali siamo di fronte ad una riduzione degli stanziamenti in questa fase; si dice che successivamente dovranno esserci delle leggi di variazione al bilancio con le quali si dovranno assicurare gli stanziamenti per il funzionamento e, nell'ambito del possibile, per interventi rivolti comunque alla realizzazione di progetti inerenti ad aspetti di ordine ambientale, socio economico. Poiché l'ordine del giorno è molto chiaro ed - io credo - nello spirito abbastanza neutro, senza alcuna finalità particolare, voglio capire perché la Giunta lo respinge. Non possono che essere motivazioni di ordine politico. Di fatto, è un impegno alla Giunta per quanto riguarda la garanzia di funzionamento degli enti strumentali in futuro. Se la Giunta dice che queste cose non le garantisce più, a questo punto ne discutiamo ed è una valutazione di carattere politico rispetto alla quale tutti i Gruppi sono liberi di esprimersi come ritengono; ma poiché l'indirizzo è abbastanza neutro, nel senso che chiede la garanzia di cose elementari, non capisco perché lo si respinge.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Croso.



CROSO Nereo, Assessore al bilancio

Probabilmente sono stato frainteso anch'io. Il fatto è che, accogliendo l'ordine del giorno, saremmo incoerenti rispetto a quanto abbiamo detto prima e a quanto abbiamo votato nel documento di carattere tecnico.
Sicuramente di questi ordini del giorno dovremmo farne parecchi, perch garanzie di questo tipo dovrebbero essere richieste non soltanto per gli enti strumentali, ma anche per le altre situazioni che sappiamo essere carenti e da verificare. In senso generale l'ho respinto, pur riconoscendo e quindi raccogliendo le raccomandazioni e le sollecitazioni che sicuramente verranno prese in considerazione nella legge di variazione però accoglierlo mi pareva incoerente rispetto a tutta la discussione e al principio di carattere tecnico assunto in questo bilancio. Quindi, il fatto di respingere l'ordine del giorno non si riferiva alle garanzie e al carattere politico dei contenuti, bensì agli aspetti finanziari valutati in una manovra finanziaria complessiva. Comunque, se la Giunta ed il Presidente ritengono che questo ordine del giorno debba anche essere preso in considerazione per le sue caratteristiche di raccomandazione, lo si pu anche fare. Non vorrei con questo cedere rispetto a quello che avevo detto prima. Ripeto, per quanto riguarda l'aspetto di carattere finanziario avevo inteso di non cadere in contraddizione con la discussione e gli impegni assunti nella discussione precedente. Esprimo invece una valutazione positiva in merito alla raccomandazione e alle garanzie richiesta delle quali terremo conto nella manovra che ci siamo impegnati a fare. Comunque rimando al Presidente della Giunta la decisione di esprimere parere favorevole o meno a questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Mi pare che la conduzione della seduta pomeridiana sia stata tale che attraverso gesti di buona volontà, ha visto superare le difficoltà che accompagnavano questo tipo di proposta di bilancio. Non mi parrebbe molto calzante sull'impostazione che abbiamo dato il dover assumere un atteggiamento che ci condiziona oggi le determinazioni che assumeremo tra un mese nella manovra complessiva. Rilancio dunque il discorso fatto a suo tempo. Noi sappiamo, ad esempio, che la ricapitalizzazione di taluni di questi enti strumentali o società affidate alla Regione, comporta un impegno di spesa di circa 3 miliardi. Noi ipotizziamo, attraverso il miliardo e mezzo introdotto nel capitolo 12500, di dover estrarre da quel capitolo una quota parte per tamponare, come abbiamo fatto da qualche anno a questa parte, la presenza di questi enti strumentali. Se vogliamo ricollegare questa discussione ad una complessiva valutazione sugli enti strumentali, la Giunta non si sottrae dal farlo; non mi pare però congruo anche se firmato da colleghi di maggioranza. Evidentemente l'hanno fatto per preoccupazioni che attengono alla conduzione degli enti strumentali. Se dovessimo assumere l'atteggiamento di far passare oggi questo ordine del giorno, riapriremmo la stura ad una discussione che accompagna il bilancio di previsione. Quando si dice "ad assicurare nella prossima legge di bilancio le necessarie coperture finanziarie, oltre a garantirne il funzionamento e la realizzazione delle possibili iniziative conseguenti una politica di intervento sulle materie sopra indicate", dovrei dire che questa affermazione accompagna il complesso modo di collocarsi della Regione nei confronti degli enti strumentali. I giudizi dunque sono diversi, le valutazioni sulla congruità di questa presenza sono diverse.
Posso accogliere la sollecitazione svolta attraverso questo ordine del giorno come raccomandazione. Poi se l'assieme dei Gruppi che l'hanno sottoscritto è tale che la Giunta, che non è d'accordo ad approvarlo oggi come ordine del giorno, rimanga in condizioni, non dico di inferiorità o di minoranza, ma di stacco tra un suo invito ad una riflessione e la determinazione dei sottoscrittori nell'andare avanti, dovremo fare i conti con tutte le poste, con tutti i disegni di legge, con tutto quanto è nel paniere che accompagna lo svilupparsi del discorso rinviato a gennaio. Ci non precostituendone oggi, o precostituendone, le condizioni, traendo anche delle conseguenze. Il fatto che bisogna assicurare a queste una sopravvivenza che consenta dignitosamente di riprendere fiato è fuori discussione. Il bilancio, con tutte le manovre di questo mondo, non arriverà di certo a dire "dobbiamo chiudere questo o quest'altro". Lo sappiamo: la manovra, così come è stata fatta, è stata generalizzata ed è stato dichiarato solennemente dall'Assessore e da chi è intervenuto che a questa manovra si ovvierà con ulteriori arrangiamenti. Do questo elemento che ho già dato ieri mattina come esemplificazione in sede di Commissione che non attiene a spese d'obbligo per la Regione Piemonte. Da anni stiamo seguendo, ad esempio nel settore carcerario, un certo tipo di assistenza che attiene alla formazione professionale di diverse categorie, dagli artigiani, dalla falegnameria all'erboristeria, al settore della fotografia, comunque ad una piccola imprenditoria che prende spunto all'interno delle pareti del carcere. Anche queste voci sono state abbattute del 40%. Che cosa vuol dire? Che irresponsabilmente affossiamo quel tipo di intervento che abbiamo condotto da anni? Oppure dovremmo, nel complesso della manovra, cercare di ricondurre a condizione di sopravvivenza anche quell'intervento? Il Consiglio faccia come crede, per riterrei saggio proporre questo ordine del giorno come raccomandazione alla Giunta e all'assemblea per i lavori che si svolgeranno nel mese di febbraio. Altrimenti si potrebbero precostituire condizioni che divengono impossibili. Lo dico senza riserve mentali. Cosa vogliamo? Vogliamo far fuori la STEF? Vogliamo far fuori Consusa? Vogliamo far fuori l'ESAP (che si è quasi fatto fuori da sé) e quant'altro in giro che ci mette nella condizione di tribolare nella quotidianità? Ciò anche sapendo che quasi ogni anno, magari per mancanza di mille cose, ci troviamo a dover dire: "O interveniamo oppure questi scendono al di sotto della soglia dei 200 milioni", e mettiamo questi enti nella condizione di dover portare i libri alla cancelleria del Tribunale perché non ce la fanno a reggere. Sarebbe irresponsabile non accettare lo spirito di questo ordine del giorno! La lettera, codificata e formalizzata, ci metterebbe, non noi, ma complessivamente la manovra adottata assieme oggi pomeriggio, in grossa difficoltà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, lo spirito dell'ordine del giorno era soprattutto quello, in una fase abbastanza travagliata come l'attuale, per quanto riguarda ESAP e IPLA, di mandare dei segnali che rimuovessero una situazione di disagio e di agitazione che si riscontra in ordine alle difficoltà future.
Capisco che questa valutazione relativa all'IPLA e all'ESAP, nel momento in cui si parla di enti strumentali nel suo complesso, implica, da parte della Giunta (soprattutto quando si scrive "impegna"), tutta una serie di cose. Per cui, per rimuovere una situazione di disagio che coglie un po' tutti, e in primo luogo i rappresentanti della maggioranza che hanno firmato l'ordine del giorno, credo sia opportuno scrivere invece di "impegna la Giunta", "raccomanda la Giunta".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando

Mi sembra assolutamente accoglibile la proposta del collega Ferro anche perché lo spirito dell'ordine del giorno era esattamente quello di una raccomandazione. Infatti, nell'ordine del giorno non si fa riferimento a quali livelli avrebbero dovuto riportarsi le partite relative agli enti strumentali, ma si faceva semplicemente la raccomandazione (forse superflua perché la Giunta ha la sensibilità per comprendere la necessità di questa operazione), in un momento di approvazione di un documento di bilancio, che nella manovra di variazione sarebbe stato necessario tenere presente queste esigenze.
La raccomandazione era rivolta alla Giunta, non tanto per raccomandarle una cosa che conosce benissimo, quanto per tranquillizzare gli enti interessati relativamente all'attenzione della Giunta e del Consiglio esplicitandola attraverso un documento scritto. La soluzione proposta dal collega Ferro, se ritenuta congrua dalla Giunta, è per noi assolutamente praticabile.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 726 nel testo così modificato: "Il Consiglio regionale del Piemonte visto il bilancio di previsione 1990 che apporta, per il momento, tra le altre, consistenti riduzioni alla ricerca e agli enti strumentali considerati che tali tagli aggravano la situazione di difficoltà in cui si dibattono alcuni enti per effetto delle riduzioni delle risorse loro assegnate in passato e, se riconfermati nelle future leggi di variazione determinerebbero di fatto situazioni tali da portare alla loro chiusura o a rischi di privatizzazione sottolineato che le problematiche territoriali e socio-economiche richiedono indirizzi di governo del territorio e delle materie ambientali che di fatto implicano una valorizzazione del ruolo degli enti strumentali raccomanda alla Giunta regionale di assicurare, nella prossima legge di bilancio, le necessarie coperture finanziarie onde garantire il funzionamento e la realizzazione delle possibili iniziative conseguenti ad una politica di intervento sulle materie sopra richiamate".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
In merito all'ordine del giorno n. 728 ha chiesto la parola il Consigliere Valeri. Ne ha facoltà.



VALERI Gilberto

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intendo intervenire per precisare innanzitutto che l'ordine del giorno che abbiamo presentato non fa che registrare una situazione di fatto inconfutabile: a otto mesi di distanza dall'entrata in vigore della legge di riordino delle funzioni amministrative regionali, il trasferimento delle funzioni ex comprensoriali alle Province non è ancora avvenuto. Opporsi alla realtà mi pare un'assurdità. E' come se io ora rifiutassi di riconoscere che a presiedere la seduta è il Vicepresidente del Consiglio regionale Luigi Petrini. La realtà oggettiva - fino a prova contraria - non è materia di interpretazione. Può essere spiacevole per la Giunta dover riconoscere la propria inadempienza rispetto agli obblighi fissati dalla L.R. n. 16/89, ma non si può non prenderne atto.
Sulla rilevanza attribuita al riordino delle funzioni regionali e alla rideterminazione di nuovi rapporti con il sistema delle autonomie, si sono sprecati in quest'aula fiumi di parole e di dichiarazioni. Si era persino affermato che quello istituzionale era il terreno sul quale si voleva qualificare questa legislatura. Ora che questo obiettivo è in gran parte fallito cerchiamo almeno di fare in modo che il solo atto legislativo di una certa rilevanza compiuto in tale direzione non venga vanificato. Anche l'impegno che si chiede alla Giunta di assumere, con l'iscrizione nella prossima nota di variazione del bilancio per l'anno finanziario 1990 degli stanziamenti necessari per dare attuazione alla legge, va considerato un atto dovuto e, in quanto tardivo, non più rinviabile.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Croso.



CROSO Nereo, Assessore al bilancio

Concordo con il Consiglieri Valeri per quanto riguarda la sollecitazione relativa all'applicazione dei contenuti della L.R. n. 16/89 non sono invece d'accordo di andare a degli impegni finanziari, a precostituire delle priorità, in quanto non è stato fatto per nessun settore. E' dunque aperta la discussione intorno alla legge di variazione che esamineremo sia in sede di Commissione che in sede di futura approvazione della seconda parte della manovra finanziaria che abbiamo qui discusso.
Quindi non ho nulla da obiettare sulla prima parte, cioè sul sollecito alla Giunta a provvedere immediatamente anche alle funzioni ex comprensoriali; non vorrei però precostituire delle priorità, anche se poi nella manovra finanziaria sicuramente si dovrà, anche per una questione di principio, fare attenzione a non aprire più fronti intorno ad una manovra che è di carattere tecnico. Il bilancio effettivo verrà invece presentato nella fase successiva prima del 31 gennaio.
Quindi sarei disponibile a modificare l'ordine del giorno in questo senso: nell'impegnare la Giunta a provvedere immediatamente ad attribuire alle Province le funzioni ex comprensoriali, se il proponente è d'accordo proporrei di togliere l'aspetto di carattere finanziario, che pur essendo conseguente sarà oggetto della futura manovra finanziaria.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 728 nel testo seguente: "Il Consiglio regionale del Piemonte constatato che a tutt'oggi, a otto mesi dall'entrata in vigore della L.R.
n. 16/89 sul riordino delle competenze amministrative regionali, la Giunta regionale non ha ancora provveduto ad attribuire alle Province le funzioni ex comprensoriali impegna la Giunta stessa a provvedervi immediatamente".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 1292: "Deliberazione del Consiglio regionale n. 1187-15032 del 30/11/1989. Modifica"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1292 precedentemente iscritta all'o.d.g.
Se non vi sono interventi, passiamo alla votazione della deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione per l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Caccia

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Determinazione delle tasse per le concessioni di riserva di caccia e azienda faunistico-venatoria"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la legge rinviata dal Governo relativa a: "Determinazione delle tasse per le concessioni di riserva di caccia e azienda faunistico venatoria".
Relatore è il Consigliere Gallarini che dà per letta la relazione.
Non essendovi interventi, passiamo alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 34 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 34 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 34 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 34 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere.
L'art. 4 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 34 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame progetto di legge n. 579: "Parziale modifica ed integrazione della L.R. 23/10/1989 n. 60 relativa alla prestazione di garanzia fidejussoria nell'interesse dell'Aeroporto di Cuneo Levaldigi S.p.A."


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 579 precedentemente iscritto all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Martinetti che dà per letta la relazione.
Non essendovi interventi, passiamo alla votazione dell'articolato.
ARTICOLO UNICO - Si proceda alla votazione per appello nominale.
presenti e votanti 33 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 9 Consiglieri.
L'articolo unico è approvato.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame progetto di legge n. 574: "Unificazione dei requisiti strutturali e funzionali delle Case di cura"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 574 precedentemente iscritto all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Devecchi che dà per letta la relazione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Acotto. Ne ha facoltà.



ACOTTO Ezio

Signor Presidente, svolgo una breve dichiarazione di voto sulla legge che aveva avuto il nostro consenso; ora si va a modificare una parte delicata della legge, che è quella relativa ad alcuni requisiti previsti per il personale.
A giustificazione di questa modifica e dei requisiti vengono addotte delle motivazioni che non possono essere ignorate, perché ben sappiamo come nel settore pubblico ci sia una carenza molto forte di infermieri professionali; una cosa del tutto analoga, dipendendo ciò dal mercato del lavoro relativo a questo settore, si verifica anche nelle Case di cura private.
Inoltre siamo in presenza di un emanando decreto che riguarda i criteri e le determinazioni del monte/ora persona, relativo al fabbisogno delle varie tipologie di Case di cura, siano esse riabilitative o di tipo medico chirurgico. Pensiamo dunque che alcune giustificazioni addotte dalla Giunta per arrivare a questo tipo di modifica siano degne di considerazione e con elementi certamente validi.
Ciò che non ci convince, però, è il seguente fatto. Ritenevamo che, in considerazione della situazione che si è venuta a determinare a causa dell'impossibilità di assumere personale, relativamente a questo tipo di strutture si potesse pensare di procedere, almeno in questa fase, ad una semplice proroga dei tempi entro i quali le Case di cura dovrebbero ottemperare a certi standards. La Giunta, invece, ha ritenuto di fare un'altra operazione, cioè di fare riferimento ad un emanando decreto che riguarda questa materia. Essendo i riferimenti a decreti emenandi da parte del Governo aperti all'alea della non certezza circa l'approvazione o meno da parte del Governo, questo tipo di impostazione legislativa ci lascia qualche perplessità. In relazione a queste perplessità, il nostro atteggiamento su questo provvedimento legislativo sarà di astensione.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 23 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 23 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 23 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 23 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 23 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Artigianato

Esame progetto di legge n. 575: "Modifiche alla L.R. 6/7/1987, n. 38 recante 'Norme per la tenuta degli Albi provinciali delle imprese artigiane e disciplina degli organi di rappresentanza e di tutela dell'artigianato'"


PRESIDENTE

Esaminiamo ancora il progetto di legge n. 575 precedentemente iscritto all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Bonino che dà per letta la relazione.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Bruciamacchie. Ne ha facoltà.



BRUCIAMACCHIE Mario

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, abbiamo esaminato questo disegno di legge lunedì in Commissione; non avendolo votato in Commissione ci siamo riservati di esprimere il nostro giudizio finale in Consiglio.
Debbo ricordare che l'argomento posto oggi in discussione in Consiglio è stato ampiamente dibattuto nel 1987 durante la discussione che si riferiva alla legge che questo Consiglio votò in applicazione della legge nazionale n. 443/85. In quel dibattito si sviluppò e si accentr l'attenzione attorno alla procedura di elezione per il rinnovo delle Commissioni provinciali per l'artigianato; il Consiglio sostenne che era indispensabile dare un'interpretazione della legge n. 443 che significasse rinnovo delle Commissioni provinciali per l'artigianato (non più rinnovate da oltre diciassette anni) sulla base di liste che venivano presentate quindi sulla base di elezioni dirette. Questa fu una decisione unanime infatti la legge n. 38 sancisce in modo preciso questo disposto e impegnava la Giunta a stabilire entro tre mesi la data per il rinnovo delle Commissioni provinciali dell'artigianato. Questo voleva dire che entro il mese di ottobre 1987 si sarebbe dovuto compiere questo atto formale. Questo atto non venne compiuto, nonostante le sollecitazioni, nonostante una serie di azioni fatte direttamente verso l'Assessorato, nonostante un quadro a livello nazionale che si andava a definire che era abbastanza preciso, cioè che le Regioni procedessero alle elezioni in una data unica per tutte le Regioni, ecc. In realtà, ogni Regione stabiliva una data dopo aver fatto le proprie leggi e andava al momento elettorale per il rinnovo delle Commissioni provinciali per l'artigianato, tant'è che oggi vi sono una decina di Regioni che hanno provveduto a rinnovare questi organi di autogoverno degli artigiani con elezioni che si sono svolte addirittura uno o due mesi fa.
Il nostro rilievo è una critica molto precisa che rivolgiamo a chi ha governato questo settore a livello della Regione Piemonte. Esiste una legge nazionale del 1985 che impone alla Regione di legiferare e di agire immediatamente in questa direzione; abbiamo una legge regionale che parzialmente applica questa legge, che norma e disciplina il procedimento elettorale, ma, a distanza di quattro anni, non siamo ancora in grado di rinnovare le Commissioni provinciali per l'artigianato. Comprendo che vi sono state traversie, travagli, situazioni molto difficili nel settore artigiano. Comprendo anche che vi sono stati alcuni processi tra le associazioni artigiane che hanno portato a titubare e molte volte a chiedere, anche se non in modo esplicito, il non rispetto degli impegni.
L'esecutivo, a nostro parere, ha errato profondamente quando non ha avuto la capacità di cogliere questo momento importante per un dibattito molto serio e approfondito sulla consistenza, la condizione, l'apporto che pu dare il settore artigiano all'economia della nostra Regione e come da questo settore potesse venire un ulteriore impulso e sviluppo perch l'insieme dell'economia potesse crescere ulteriormente. Doveva altresì rappresentare un'occasione per verificare con le varie istanze statuali periferiche (Province e Comuni) il loro impegno nel settore artigiano, al fine di predisporre progetti e piani finalizzati al potenziamento di questa attività produttiva; ciò avrebbe comportato anche una più incisiva politica di sviluppo dell'occupazione che rimane un problema molto grave. Il problema dell'occupazione in questi anni è stato particolarmente affrontato dalla piccola imprenditoria, in modo particolare dall'artigianato.
La nostra parte politica denuncia questo stato di cose: non siamo assolutamente d'accordo con la gestione complessiva di questa partita nel corso degli ultimi anni e per il non rispetto di quanto previsto dalla L.R.
n. 38/77; per il fatto che la deliberazione successivamente adottata dalla Giunta venne revocata con motivazioni che in parte possono essere considerate serie e in parte decisamente no; per il fatto che lo stesso disegno di legge che oggi noi esaminiamo dopo la sua presentazione da parte della Giunta venne dalla stessa ritirato per giudizio unanime della Commissione; per il fatto che oggi si torna ancora a riproporre lo stesso meccanismo elettivo di rinnovo delle Commissioni provinciali in forma diversa rispetto a quella prevista dalla legislazione (anche se si tratta di una soluzione transitoria quindi si configura come un atto che la Giunta dice di assumere in forza di una situazione particolare, ultima, nel senso che o le Commissioni provinciali vengono rinnovate oggi in questa forma oppure il tutto slitta ancora almeno per un paio di anni). Questa situazione da ultima spiaggia si determina evidentemente perché quando si doveva fare ciò non è stato fatto. Noi ci opponemmo in passato ed ancora oggi diciamo che abbiamo commesso degli errori molto gravi in questa direzione.
Concludo il mio intervento, dicendo che avendo mantenuto le Commissioni provinciali per l'artigianato nello stato in cui sono, cioè senza possibilità di operare, con soggetti che hanno perso i requisiti, che non hanno la capacità di adempiere alle funzioni previste dalla legge n. 443 a livello nazionale, noi abbiamo fatto davvero un cattivo servizio alla categoria. Adesso ci si chiede di procedere a questo tipo di soluzione transitoria. Noi ribadiamo, Assessore, il nostro giudizio negativo su tale questione; diciamo però, con grande senso di responsabilità, che pur avendo voi fatto queste cose in negativo in questi anni, abbiamo anche la certezza che non si risolve questo problema se non si procede con un meccanismo che non è più momento elettorale dell'elezione diretta, bensì una nomina sulla base di quanto indicheranno le associazioni: se non c'è questo, il tutto rimarrà bloccato per un paio di anni. Noi pensiamo invece che le Commissioni debbano cominciare a funzionare in tempi rapidi. Per questo senza venire meno al giudizio negativo che ribadiamo oggi sull'operato della Giunta e senza rinunciare per nulla alla nostra scelta che le Commissioni provinciali per l'artigianato devono essere elette democraticamente da tutta la categoria e non da forze che ne rappresentano una quota (60 o 65%), pur ribadendo questi concetti riteniamo che in questo momento debba prevalere la necessità di ridare funzionalità alle istanze di autogoverno della categoria a livello provinciale, mettendole quindi in condizione di operare.
Faccio una raccomandazione che è un invito all'Assessore Marchini.
L'atto che oggi viene compiuto non può non vedere, nell'arco di pochi mesi la realizzazione concreta di quanto viene deciso, perché sarebbe oltremodo negativo approvare oggi una legge, sulla quale comunque noi ci asteniamo, e lasciare che tutto si trascini per un periodo molto lungo, impedendo alle Commissioni provinciali di essere rinnovate, per cui le cose rimarrebbero nello stato in cui si trovano oggi. Sarebbe un atto di irresponsabilità, ma io spero che l'Assessore vorrà invece, in tempi molto rapidi, procedere al recepimento di quelle indicazioni e sulla base di queste, prima dello scioglimento del Consiglio regionale, si proceda alla nomina delle Commissioni provinciali per l'artigianato a livello di tutta la Regione.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola ha facoltà di replicare l'Assessore Marchini.



MARCHINI Sergio, Assessore all'artigianato

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ringrazio in primo luogo la disponibilità dimostrata ed espressa dal rappresentante del Gruppo del PCI nel non condividere, ma capire. Devo dire che anche la Giunta rispetto a questi processi non condivide, ma capisce. Sappiamo tutti che questa materia, al di là delle difficoltà di ordine formale e burocratico presenta grosse difficoltà: l'accettazione da parte del sistema dell'autogoverno della categoria degli artigiani è un elemento di novità che è comprensibile da parte della Giunta possa creare difficoltà, che per possono essere comprese e condivise solo fino a certi limiti.
Devo peraltro dire che la Giunta è coerente rispetto all'impegno globale che si era dato, anche se i tempi, sia in ordine alla scadenza sia in ordine al percorso, purtroppo fanno giustizia dei nostri intendimenti.
La Giunta ha affidato ed è in corso l'incarico alla CERVED per predisporre gli elementi di ordine formale per la realizzazione di un'occasione elettorale organicamente e compiutamente democratica; nel bilancio pure opinabile che vi è stato sottoposto c'è una previsione specifica finalizzata alle convenzioni con le Camere di Commercio.
In ordine all'impegno che viene chiesto alla Giunta di velocizzare queste procedure o comunque rispettarle, perché sarebbe sufficiente rispettarle, al fine di perseguire la realizzazione di una situazione di governo, seppure non ancora ottimale, ma sicuramente funzionale nei tempi di governo di questa legislatura, indico come elemento di espressione di volontà l'accettazione e il contributo che ha dato la Giunta regionale, in sede di Commissione, a ridurre gli elementi di incertezza di questa materia, ad esempio, definendo in termini legislativi e non gestionali quale doveva essere il numero degli esperti e dei rappresentanti.
Quindi, la Giunta regionale insiste per la richiesta che si passi all'approvazione della proposta di legge; apprezza il comportamento dell'opposizione, che non condivide un percorso lungo, che è sicuramente attribuibile alle responsabilità della politica, ma anche alle vischiosità del sistema su questa materia.
In questi giorni - sicuramente il Consigliere Bruciamacchie ne è consapevole - è partito in termini seri il progetto di osservatorio che dovrebbe vederci, anche qui, in anticipo nella realtà italiana, non tanto scommettendo sui risultati, ma investendo molto (ovviamente in termini umani e culturali, più che di risorse) sulla voglia che ha questa categoria di crescere e di diventare categoria moderna.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale: L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 24 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 24 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 24 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 24 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.



ROSSA Angelo


Argomento: Bilanci preventivi

Esame ordine del giorno n. 723 in merito al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1990 (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Santoni in merito all'ordine del giorno unitario relativo al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1990. Ne ha facoltà.



SANTONI Fernando

Signor Presidente, le ho chiesto la parola per comunicare che i firmatari dei due precedenti ordini del giorno mi hanno incaricato di ritirare detti documenti, in quanto è stato stilato un terzo ordine del giorno che ha raccolto l'approvazione di tutti i Gruppi.
Sono particolarmente lieto di questo fatto perché in un momento - come si dice in termini parlamentari - di serrato confronto tra le Regioni ed il Governo, potersi presentare con un documento dell'intero Consiglio regionale è un fatto decisamente importante che rafforza il contenuto del documento stesso nei confronti degli interlocutori.
Questo documento evidenzia tre punti essenziali.
Il primo riguarda la gravità della situazione delle Regioni a Statuto ordinario. Una stima approssimativa, ma certamente non pessimistica che è stata fatta, riporta per l'anno in corso a circa 1.500 miliardi il deficit sommerso delle Regioni a Statuto ordinario. La difficoltà della situazione è evidenziata anche dal fatto - come già ricordato nel corso del dibattito di quest'oggi - che per la prima volta le Regioni hanno dato parere contrario al progetto di bilancio dello Stato, proprio per le previsioni contenute nel bilancio stesso di trasferimento a favore delle Regioni a Statuto ordinario.
Il secondo elemento che contiene questo documento, che è molto diffuso e che riassumo soltanto per titoli, è finalmente la richiesta di approvazione - diciamo finalmente perché l'iter è iniziato esattamente otto anni fa della riforma della finanza regionale. All'interno di questa sono ricompresi una serie di punti che erano indicati esplicitamente nel documento presentato dai Gruppi della maggioranza e che non ricompaiono in questo, in quanto riassorbiti nel contenuto del testo all'esame del Parlamento di riforma della finanza regionale.
Il terzo elemento contenuto in questo documento è una esplicitazione di quegli interventi che, al di là della riforma, si ritengono inderogabili per far fronte alla situazione immediata; una serie di richieste che sono rivolte ovviamente al Governo, ma che la Regione Piemonte dovrà portare insieme alle altre Regioni, al tavolo del confronto e che si chiede vengano comunque attuate per consentire alla Regione di poter esplicare i propri compiti istituzionali e, per alcuni di questi, di poter far fronte realmente alle spese di funzionamento e di gestione ordinaria; purtroppo siamo in condizioni di dover coprire situazioni che non consentono e non consentirebbero di far fronte alla gestione ordinaria delle Regioni attraverso artifici contabili.
Ci sembra un documento articolato che, come ho ricordato all'inizio, ha raccolto il consenso di tutti i Gruppi presenti e, pertanto, confidiamo nell'approvazione unanime dell'aula.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 723, il cui testo recita: "Il dibattito sul documento di bilancio per l'anno 1990 ha messo in evidenza come non sia più sostenibile la situazione di emergenza finanziaria in cui si trova la Regione, impossibilitata a garantire le coperture degli oneri derivanti dai suoi compiti istituzionali.
Gli Assessori regionali alle finanze, all'unanimità, con la loro nota del 13 settembre scorso hanno confermato che tali difficoltà riguardano praticamente tutte le Regioni a Statuto ordinario ed hanno invitato la Conferenza dei Presidenti ad esprimere, per la prima volta, parere contrario al progetto di bilancio dello Stato e sottolineato che 'la insostenibile situazione finanziaria delle Regioni.., rende impossibile la redazione di veritieri bilanci 1990 e pregiudica il funzionamento stesso dell'istituto regionale'.
Il Consiglio regionale del Piemonte in occasione della discussione sul bilancio preventivo 1990 l a m e n t a il continuo rinvio della legge di riforma della finanzia regionale che è ormai dal 1982 in regime di decretazione annuale, in contrasto con lo spirito e la lettera della Costituzione, con conseguente deterioramento delle condizioni della finanza regionale percepibile in modo particolare in fase di predisposizione dei bilanci di previsione r i b a d i s c e che la mancata attuazione del dettato costituzionale per quanto riguarda la realizzazione dell'autonomia finanziaria dà luogo ad una situazione critica e pone le Regioni in presenza di disavanzi sommersi occultati con artifici contabili sempre più precari, con grave pregiudizio per l'operatività degli enti ed il rischio crescente di perdita della possibilità di svolgere il ruolo istituzionale r a m m e n t a che l'esercizio normale delle funzioni amministrative attribuite alle Regioni dalla Costituzione dipende completamente dalle entrate correnti che, a partire dal 1982, sono state aumentate sulla base del tasso programmato di inflazione e hanno di fatto subìto una diminuzione in termini reali, non riscontrabile agli altri livelli di Governo i m p e g n a la Giunta regionale, la Presidenza del Consiglio regionale e la Commissione bilancio a concertare con le articolazioni analoghe delle altre Regioni a Statuto ordinario e la Conferenza dei Presidenti, le iniziative necessarie verso il Governo, la Commissione bicamerale per i problemi delle Regioni e le Commissioni competenti di Camera e Senato.
Il Consiglio regionale, di fronte al formarsi di un deficit sommerso che presumibilmente, ha ormai superato i 1.500 miliardi per il complesso delle Regioni a Statuto ordinario, ritiene che, per sbloccare l'attuale insostenibile situazione e per avviare il confronto su basi concrete, è necessario partire dalla determinazione delle spese non comprimibili a carico delle Regioni (costi del personale, oneri ammortamento mutui acquisto di beni e servizi indispensabili, oneri per lo svolgimento delle funzioni trasferite o delegate dallo Stato, ecc.) a fronte delle quali si devono garantire le entrate corrispondenti o attraverso l'ampliamento dell'area impositiva autonoma oppure attraverso un aumento dei trasferimenti statali che permetta di recuperare la diminuzione di risorse provocata dai tagli praticati dallo Stato sui bilanci regionali negli anni precedenti e che sono la causa principale dell'attuale dissesto.
Di fronte all'impossibilità delle Regioni di coprire le spese correnti con le entrate libere e di sostenere nuove spese di investimento, il Consiglio regionale del Piemonte ritiene che, nel confronto con Governo e Parlamento da parte delle Regioni venga posta l'attenzione sui seguenti punti: 1) consolidamento dei mutui contratti a pareggio del bilancio e dei contributi in annualità concessi dalla Regione sugli investimenti degli enti locali e degli operatori economici e loro rinegoziazione con un intervento organico da parte dello Stato 2) giungere ad una sollecita definizione ed approvazione della legge di riforma della finanza regionale 3) riportare al livello originariamente stabilito dal disegno di legge n. 1894 l'ammontare della quota regionale della tassa di circolazione 4) garantire l'accesso delle Regioni ai finanziamenti della Cassa Depositi e Prestiti 5) allargare la possibilità di investimento consentendo la possibilità di accedere a mutui o prestiti in valuta estera con copertura da parte del Governo del rischio di cambio 6) integrare il 'fondo comune' 1990 della somma presumibile di L. 300 miliardi per fronteggiare i maggiori oneri derivanti dall'accordo di lavoro per il personale regionale 7) integrare di almeno 1.000 miliardi il 'fondo per il finanziamento dei programmi regionali di sviluppo' del 1990 al fine di rilanciare la politica degli investimenti a causa del generale esaurimento della residua capacità di indebitamento delle Regioni 8) porre a carico dello Stato degli oneri assicurativi per gli apprendisti artigiani.
In particolare, gli interventi di cui ai punti 1) e 3) o altri analoghi dovranno garantire la copertura delle spese correnti e permettere di ripristinare l'effettivo equilibrio dei bilanci.
La predisposizione di provvedimenti che permettano alle Regioni di uscire dall'emergenza finanziaria e la definizione a regime della finanza regionale, sono i presupposti su cui avviare una rifondazione delle Regioni che delinei un diverso ed armonico rapporto tra i poteri dello Stato e quelli decentrati delle autonomie in coerenza con i principi fissati dalla Costituzione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 722 in merito alla crisi occupazionale della Società IN.PRE.VIB. di Chivasso


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. l'ordine del giorno n. 722, firmato dai Consiglieri Carletto, Tapparo, Calligaro, Gallarini, Fracchia e Santoni relativo alla crisi occupazionale della Società IN.PRE.VIB, di Chivasso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
Pongo pertanto in votazione l'ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte vista la situazione di crisi della Società IN.PRE.VIB, di Chivasso che produce traversine in cemento per l'Ente Ferrovie dello Stato, con grave rischio occupazionale per cento dipendenti considerato che tale situazione deriva in larga misura dalla non attuazione, da parte dell'Ente Ferrovie dello Stato, dei programmi di investimento già definiti dal Parlamento, con impegni di spesa già formalizzati tenuto conto che il miglioramento e lo sviluppo del trasporto ferroviario assume sempre più il carattere di una delle priorità fondamentali per affrontare la congestione del trasporto su gomma e le spinte ad un'espansione problematica del sistema stradale, con gravi riflessi nello sviluppo equilibrato del territorio, nella tutela dell'ambiente e nella salvaguardia dei terreni agricoli impegna la Giunta regionale a sollecitare il Ministero dei Trasporti e l'Ente Ferrovie dello Stato a dare rapida attuazione ai programmi di investimento già stabiliti e a ridefinire al più presto le convenzioni con le società, quali la IN.PRE.VIB. di Chivasso, del settore dell'armamento ferroviario".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Vi sono ancora alcuni argomenti iscritti all'o.d.g. che propongo di rinviare a domani mattina.
Chiede di parlare il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, se la Presidenza ritiene di riunire il Consiglio domani mattina, noi siamo d'accordo; essendo però previsti quattro corposi provvedimenti, sarebbe opportuno conoscere l'ordine di discussione.



PRESIDENTE

I lavori dovrebbero avere il seguente svolgimento: comunicazioni del Presidente del Consiglio; comunicazione dell'Assessore Mignone sul passante ferroviario; esame della proposta di legge relativa all'informazione locale, discussioni in merito alla discarica Barricalla e fondi FIO. Se poi domani mattina il Consiglio deciderà di stabilire alcune priorità o di discutere soltanto alcuni punti rinviando il resto, ha pieno potere per farlo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,20)



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