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Dettaglio seduta n.219 del 14/12/89 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PETRINI Luigi


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" comunico che verrà data risposta scritta all'interrogazione n. 1746 presentata dai Consiglieri Bontempi, Sestero, Dameri, Calligaro e Montefalchesi, inerente il Piano dei corsi della formazione professionale Attività degli allievi detenuti nelle carceri del Piemonte.


Argomento: Formazione professionale

Interpellanza n. 1983 dei Consiglieri Amerio, Avondo, Ala, Adduci Calligaro, Montefalchesi, Reburdo, Sestero e Staglianò inerente la formazione professionale


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 1983 presentata dai Consiglieri Amerio, Avondo, Ala, Adduci, Calligaro, Montefalchesi, Reburdo Sestero e Staglianò.
Risponde l'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore alla formazione professionale

Chiedo scusa se la mia risposta è "libera", nel senso che ho ritenuto di assumere diretta responsabilità della stessa, non caricando gli uffici di ulteriore lavoro e conoscendo abbastanza nel dettaglio la questione sulla quale l'interpellanza si fonda.
L'interpellanza affronta uno spettro molto ampio delle problematiche relative al settore della formazione professionale. E' implicitamente una ripresa del dibattito su questo argomento centrale dell'Assessorato a cui sono preposto. Alcune delle problematiche richiamate sembrano molto contingenti, altre hanno valore generale. Seguendo puntualmente l'interpellanza nelle sue articolazioni, annoto qualche elemento relativo al fenomeno della mobilità che è stato imposto dalla revisione della convenzione che ha determinato esubero di personale e conseguente movimento di parte di esso.
Rispetto ai timori iniziali, devo dire che la situazione si è presentata con caratteristiche assai meno gravi. Attualmente sono in mobilità piena, cioè di fatto in esubero, 15 docenti, di cui: 10 in provincia di Alessandria, 1 in provincia di Asti, 2 in provincia di Novara 1 in provincia di Torino. Se si considerassero indistintamente tutti, anche coloro che sono impegnati a termine, ma ora in servizio, coloro che si pensioneranno dall'1 gennaio 1990 e non considerati nel calcolo, coloro che sono in maternità o in malattia presuntamente lunga, coloro che non sono impegnati per tutte le 22 ore settimanali, il numero salirebbe di altre 10 unità, compresi anche i docenti trattenuti dagli enti, senza oneri per la Regione. Quindi alla peggio questa eccedenza dovrebbe essere considerata per quanto attiene i docenti, di 25 unità. Ma, ripeto, il numero non è da considerarsi in termini realistici perché l'assorbimento già in ora di questa mobilità è di 10 unità.
Per quanto riguarda gli impiegati amministrativi, le unità in esubero ed in mobilità sono 23, di cui 7 in provincia di Alessandria, nessuno in provincia di Asti, 1 in provincia di Cuneo, 8 in provincia di Novara, 7 in provincia di Torino. Se si considerassero tutti i casi che ho enunciato sopra, il conto porterebbe ad un numero massimo di 32 unità. Quindi, nella peggiore delle ipotesi, bisognerebbe considerare un esubero di 25 unità per i docenti e 32 unità per gli amministrativi, per un totale di 57 unità. Se invece si procede in termini realistici, cioè delle persone che non sono opportunamente utilizzate, si dovrebbe parlare di 38 persone in esubero e in conseguente disponibilità di mobilitazione.
Il fenomeno è dunque con queste caratteristiche da considerarsi fisiologico soltanto se (rispetto agli anni passati) in questi si fossero adottati criteri più rigidi nella complessa gestione della formazione professionale regionale.
Lo stato del confronto con le Organizzazioni sindacali dà motivo al presente di buona soddisfazione. In luglio è stato firmato il primo accordo integrativo, che andava soprattutto a tutelare il personale assunto a tempo indeterminato negli enti convenzionati con la Regione. Pochi giorni fa si è firmata un'ampia intesa integrativa del contratto collettivo nazionale di lavoro, all'applicazione della quale si sta ora intensamente lavorando.
Tutti i lavoratori assunti a tempo indeterminato sono stati tutelati anche coloro che potevano perdere il posto il 30 novembre del corrente anno. La loro conferma è stata assicurata fino al 30 novembre 1990 e comunque si tratta di un numero limitatissimo di persone (non supera le dieci unità) che non sono state occupate.
In ordine ai richiesti provvedimenti di riconversione, voglio sottolineare che "progetti di aggiornamento e di riqualificazione del personale in mobilità" sono previsti nel piano presentato al Ministero per la richiesta di utilizzazione del fondo per l'innovazione di cui alla recente legge statale sulla materia (legge n. 492 del 12/12/1988). Voglio far rilevare che la Regione Piemonte è una delle poche Regioni che ha avanzato progetti in questo senso. E' una delle più tempestive ad aver elaborato un piano complessivo che mi auguro sia preso in seria considerazione dal Ministero ed approvato anche dalle nostre realtà che operano all'interno della formazione professionale.
Per quanto attiene all'Albo, che è una storia antica, debbo dire che per la prima volta si sta lavorando concretamente allo stesso. Il primo elenco sarà pronto fra non molti giorni secondo le intese con le Organizzazioni sindacali; successivamente si provvederà all'esame puntuale di tutta la documentazione relativa a ciascun operatore per la formazione del vero e proprio Albo.
In ordine al servizio di orientamento, si sta attivando un'ampia informativa anche attraverso dettagliate pubblicazioni, l'ultima delle quali è in preparazione in questi giorni essendo già stata finanziata con apposita deliberazione della Giunta regionale. Si sta anche promovendo la circuitazione, come peraltro era stato fatto in passato, di video informativi da tutti ritenuti di buon interesse.
D'intesa e con il finanziamento misto con le Province sono partiti programmi di orientamento professionale sperimentali per Torino Alessandria, Vercelli e Novara.
L'intesa con le Organizzazioni sindacali e gli enti convenzionati in ordine al decentramento prevede tra l'altro che in via sperimentale e nell'ipotesi di attivazione del processo di delega, dopo l'opportuna formazione presso l'Assessorato alla formazione professionale, la Regione Piemonte attiverà, d'intesa con le Province, strumenti organizzativi decentrati di orientamento presso le Province stesse, con finalità di programmazione delle attività di formazione sul territorio di gestione, di controllo, di sviluppo e di valutazione della ricaduta occupazionale come terminale degli stessi uffici regionali. Per inciso debbo dire che la valutazione della ricaduta occupazionale è stata fatta sistematicamente dagli uffici della Regione Piemonte e credo sia in distribuzione a tutti i Consiglieri regionali il volume con la valutazione della ricaduta relativa all'anno scolastico 1986/1987.
Tale sperimentazione avrà come obiettivo la costituzione della rete regionale dei servizi territoriali decentrati: in particolare i momenti di decentramento organizzativo dovranno consentire, in coerenza con il quadro delle politiche regionali sulla formazione professionale, il raggiungimento dei seguenti specifici obiettivi: 1) orientamento della formazione dell'utenza 2) individuazione delle professionalità emergenti 3) determinazione delle figure professionali da formare 4) verifica della ricaduta degli interventi formativi 5) definizione di indicazioni rispetto alle esigenze di aggiornamento 6) coordinamento e supporto ai singoli progetti formativi presenti sul territorio.
Il personale in essi impegnato verrà individuato nell'ambito dell'organico della Regione; collaborazione e consulenze da individuarsi anche nell'ambito del personale della formazione professionale convenzionata potranno essere definite mediante specifici atti amministrativi.
E' sottesa a questo impegno la volontà di non frazionare l'organizzazione regionale della formazione professionale, ma di pensare alle Province come a momenti terminali collegati alla volontà regionale per l'erogazione organica di servizi di formazione professionale a tutte le realtà provinciali del Piemonte.
Il punto c) dell'intesa che ho già menzionato prevede che con iniziativa immediata, continuando l'esperienza avviata nell'anno formativo 1988/1989, la Regione Piemonte coinvolgerà nell'esame delle proposte per la definizione del piano corsi le Province e attraverso esse le realtà produttive, le Organizzazioni sindacali, gli enti di formazione professionale e le loro articolazioni provinciali.
Approvata questa intesa, che è diventata esecutiva il 30 novembre, ho immediatamente provveduto a convocare le Province perché a loro volta attivino i nuclei di valutazione che saranno i primi ad esaminare le proposte di piano corsi per il 1990/1991 che gli enti hanno già elaborato e che sono già state presentate ai nostri uffici con una tempestività che ritengo non disprezzabile.
Sarà la parte relativa al decentramento, alla quale ho fatto riferimento, ragione di faticoso impegno, ma con l'inizio del nuovo anno penso che si possano definire le prime ipotesi di concreta realizzazione.
In ordine alla richiesta di informare puntualmente la Commissione consiliare competente, dico con molta tranquillità di avere sempre puntualmente e dettagliatamente riferito non soltanto in merito agli atti amministrativi assunti dalla Giunta e come d'obbligo sugli atti amministrativi di competenza del Consiglio regionale, ma anche di avere rigorosamente informato la Commissione consiliare su tutto quanto era in evoluzione anche quando la materia non aveva confini ancora perfettamente definiti.
La Giunta regionale ha affrontato uno dei momenti più difficili della formazione professionale regionale quest'anno per carenza di risorse, ma anche per perduranti mancanze di dettagliate informazioni sullo stato generale della materia. Malgrado le enormi difficoltà che sono state incontrate e che credo pochi abbiano trovato in termini cosi consistenti si è razionalizzata la spesa, si sono modificate convenzioni che a nostro avviso erano prima non facilmente controllabili negli effetti che esse producevano. Si è intervenuti su una gestione del personale che aveva rilevanti margini di indefinitezza, per usare un eufemismo che copre termini forse più duri; si sono aperte sistematiche verifiche e avviati questo è riconosciuto da tutti, sia gli enti che le Organizzazioni sindacali - rapporti regolari e, a mio avviso, positivi con gli enti convenzionati e con le Organizzazioni sindacali.
Il lavoro è stato particolarmente tormentato e faticoso, ma credo abbia prodotto dei risultati fino adesso positivi.
Voglio anche ribadire per la quarta volta in quest'aula che non è affatto giusto attribuire un'efficacia troppo inconsistente alla nostra attività di formazione professionale. I dati cui ho fatto riferimento e che sono illustrati dal volume sulla ricaduta occupazionale che è stato predisposto dall'Assessorato, ci parlano di oltre il 70% di immediata collocazione al lavoro e questo dato, che è uno dei più alti del nostro Paese, dovrebbe confortarci e portarci a fare considerazioni più ottimistiche di quanto non si è abitualmente portati a fare.
Il raccordo con il mondo della scuola e con quello produttivo è un obiettivo preciso. In particolare con il mondo produttivo i contatti sono sistematici e credo che dovranno precisarsi nel tempo futuro. Esprimo la mia convinzione che le risorse regionali per quanto possano aumentare in futuro non possono non essere integrate con altre risorse delle imprese e altri settori della pubblica amministrazione.
L'intenzione di dare tono ulteriore alla formazione professionale è sottolineato dalla proposta che abbiamo, come ho accennato, avanzato al Ministero del Lavoro per poter fruire di parte delle risorse del Fondo per l'innovazione. Realisticamente si deve ritenere che si potrà avere a disposizione un sufficiente quantitativo di risorse da destinare al rinnovamento delle attrezzature dei nostri centri e soprattutto all'aggiornamento, alla qualificazione e alla formazione dei formatori, che dovrebbero essere punti centrali della nostra iniziativa futura.
Penso che il punto ancora più delicato del momento sia costituito almeno in molte realtà, da una insufficienza delle strutture della formazione professionale. Per questo credo che occorrerà fare uno sforzo comune per individuare gli strumenti che consentano di reperire risorse per dare, anche sotto il profilo delle strutture, dignità a questo momento importante dell'organizzazione educativa e formativa della nostra Regione.
Dobbiamo avviarci con competenza e con adeguata preparazione alla modifica della legge n. 845 a livello nazionale; ritengo che sia anche punto centrale e fondamentale quello del riesame della normativa riguardante i privati che svolgono attività di formazione professionale per evitare equivoci ed elementi negativi che in qualche modo ci troviamo spesso in difficoltà a governare.
Il governo forte della formazione professionale che è stato ripetutamente invocato probabilmente non è ancora stato attivato.
Certamente il lavoro svolto ha creato le premesse perché chi continuerà questo lavoro possa svolgere un'azione positiva di coordinamento generale: in sostanza, possa attivare l'auspicato governo forte in un campo così complesso ed articolato.
Voglio infine ricordare, ancora in risposta alle preoccupazioni manifestate dall'interpellanza, che per la prima volta il piano corsi è stato approvato prima dell'inizio degli stessi (cosa che non era mai avvenuta negli ultimi otto anni) e che il finanziamento per il piano corsi è stato assicurato tempestivamente e per intero. Il piano corsi futuro non potrà essere fortemente innovativo; ritengo sia sufficiente che esso sia realistico, pulito e che tagli quanto appare superfluo nella nostra organizzazione della formazione professionale.
Debbo realisticamente prevedere che se le segnalazioni di bilancio sono quelle attuali non dovrebbero ripetersi gravi movimenti in uscita del personale. E' nostra intenzione continuare comunque il rapporto con le Province per vedere se è possibile prevedere un eventuale assorbimento progressivo dell'esubero del settore della formazione professionale laddove la riqualificazione e l'aggiornamento si mostreranno inefficaci o impossibili.
Qualche sacrificio dobbiamo ancora prevederlo; non si può ritenere che di risorse in futuro ce ne saranno molte o molte di più. L'impegno, la scommessa vera che io ho cercato di vincere e qualche volta mi è sembrato anche di riuscirci, con molta difficoltà, come ho ripetutamente detto, è quella di riuscire a sfruttare al massimo le risorse esistenti. Se questa scommessa fosse davvero vinta ci si potrebbe ritenere quanto meno parzialmente soddisfatti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Amerio.



AMERIO Mario

Ringrazio l'Assessore per la risposta data che indubbiamente tende ad affrontare molti dei problemi che noi avevamo posto nell'interpellanza.
Non ho purtroppo ascoltato dall'inizio la risposta dell'Assessore Nerviani e me ne scuso, per cui chiedo di poter avere copia scritta della risposta per valutare più approfonditamente l'insieme dei dati forniti.
Al di là della risposta puntuale dell'Assessore Nerviani sul quadro della situazione che si sta seguendo in queste settimane per la collocazione dei lavoratori in esubero, quello che mi pare ancora manchi è un quadro di riferimento più complessivo che noi avevamo richiesto di comprendere nella nostra interpellanza. Un conto è l'avere mosso le acque come è accaduto, anche se noi abbiamo esposto e confermiamo delle critiche per il modo come ci si è mossi, e poi avere affrontato i singoli problemi emersi da questo taglio di risorse in termini di mobilità sul territorio tra ente ed ente, cosa che si è fatta; un altro conto è inserire questa iniziativa in un progetto più complessivo di riordino e di riassetto del sistema regionale di formazione professionale, avendone chiare le finalità i tempi e i percorsi. E' questo secondo aspetto che a noi sembra continui a mancare o ad essere carente e che, almeno in prima battuta, non ho trovato nella risposta dell'Assessore, ma la leggeremo più attentamente avendo il testo scritto.
Non sottovalutiamo, Assessore, il sistema regionale di formazione professionale. Ho qualche dubbio su quei dati, o meglio, bisognerebbe vederli bene: a cosa si riferiscono, a quali comparti e via dicendo. Non sottovalutiamo il sistema regionale di formazione n' l'impegno degli operatori e dei dirigenti n' il patrimonio di esperienza che si è accumulato in questo campo in Piemonte, che sappiamo essere tra le prime e più attente Regioni italiane che operano in questo settore. Facciamo per notare con preoccupazione il divario che ancora vi è, e che ci sembra essere rilevante, tra risorse destinate alle attività formative, fabbisogno formativo e risultati concreti, un divario che data la quantità delle risorse ci pare ancora essere troppo rilevante. Facciamo parallelamente osservare che il tema della formazione professionale diventa sempre più cruciale come leva di politica attiva per l'impiego e anche come potenziale leva di politica industriale. I processi formativi in generale, la formazione umana, acquistano sempre maggiore centralità e ci pare che troppo a rilento vada il processo di rinnovamento del sistema nella nostra Regione. Quindi, nessuna sottovalutazione, ma invece la segnalazione di una preoccupazione seria e motivata che da tempo peraltro andiamo manifestando.
Manca un quadro generale di riferimento. Non si è fatta - Assessore Nerviani - la riforma con questi provvedimenti di aggiustamento finanziario e conseguente mobilità. Credo in tutta franchezza che non si sia neppure avviato un processo di riforma nella direzione che da tempo indichiamo e riteniamo necessaria. Si sono mosse le acque, questo sì, ma non si è ancora neppure avviato un processo di riforma che abbia chiari i punti di riferimento fondamentali che abbiamo richiamato anche nella nostra interpellanza e sui quali non torno. Permane, a noi sembra, il rischio che si proceda, parallelamente alla sempre minore disponibilità di risorse finanziarie, a tagli non finalizzati, cioè non mirati sulle attività meno qualificanti o meno finalizzate, e per questa via, se così fosse, sarebbe certamente difficile avviare qualsiasi processo di riforma.
L'accordo sindacale, in particolare l'ultimo, mette in campo alcuni strumenti, come quello dei servizi territoriali o decentrati (non ricordo come vengono definiti) che riteniamo utili. Questo è un passo positivo, ma è ancora insufficiente. Abbiamo posto diversi problemi. Innanzitutto quello di verificare le possibilità di assorbimento anche al di fuori del sistema di formazione professionale dei presenti e futuri eccedentari quindi presso enti pubblici e privati, Province, Comuni e via dicendo: in definitiva, prevedere per non dover poi correre dietro.
Un altro problema è quello di creare presso l'Assessorato regionale una equipe in grado di progettare e concorrere con i centri e con gli enti locali a governare un processo di mobilità che si presenta, anche per il futuro, assai complesso.
Vi sono poi alcune esigenze per le quali finora non abbiamo visto risposte. Per quanto riguarda, ad esempio, un diverso coinvolgimento delle Province, è stato detto già per i prossimi programmi che le Province potranno esprimere un parere. Vorrei capire in che modo ciò avviene: se attraverso un coi volgimento nel territorio del sistema delle imprese delle organizzazioni sindacali, sociali e professionali, con alcuni parametri comuni, con un coordinamento da parte della Regione. Vorremmo capire meglio perché questo è un tema estremamente importante, forse centrale per il futuro.
Crediamo inoltre sia necessario riproporre l'esigenza di inserire degli elementi di stimolo e di accelerazione nel sistema formativo. Avevamo proposto un'ipotesi di doppia convenzione, cioè una convenzione non a pie' di lista, ma a budget, che quindi guardasse ai risultati e alla qualità dei risultati, lasciando una certa autonomia organizzativa ai soggetti firmatari di questa convenzione e consentendo alla Regione di esercitare soprattutto un ruolo di verifica e di controllo, ma non di controllo quotidiano e gestionale che mi pare un appesantimento superfluo dal quale dobbiamo gradualmente liberarci.
Bisogna andare in questa direzione e per questo ho insistito fino adesso sul mettere in campo nuovi strumenti di mobilità, cioè sull'essere in condizioni di affrontare un processo di mobilità che probabilmente sarà complesso nei prossimi mesi e nei prossimi anni, se vogliamo ristrutturare effettivamente il sistema. Quindi, questa convenzione a budget potrebbe essere intanto messa sul piatto in forma volontaria, opzionale per quegli enti (penso alle attività di secondo livello) che volessero spontaneamente attivarla ed avviare un canale proficuo di sperimentazione.
Queste ed altre ancora sono le esigenze che abbiamo più volte indicato nel corso di questi anni nelle nostre mozioni e anche richiamato rapidamente in questa interpellanza. Questi sono i terreni sui quali si può davvero avviare un processo per quanto graduale, per quanto complesso e difficile, tuttavia sempre più necessario ed urgente, via via che il tempo passa, di riforma e di ammodernamento del sistema di formazione professionale. In piccolo qualche cosa si è mosso in questa occasione, ma noi dubitiamo fortemente che questo qualche cosa abbia chiare le finalità e gli obiettivi e abbia le gambe per camminare. Ci pare piuttosto ancora schiacciato sulle esigenze finanziarie della Regione, sui tagli che ne conseguono e sulle conseguenze operative di organici che ne derivano per l'Assessorato. Il salto deve ancora essere fatto in questa direzione e noi continuiamo a sollecitare la Giunta e l'Assessore.
Per le questioni specifiche che avevamo posto, rivedremo la risposta scritta della quale ringraziamo fin d'ora l'Assessore.



ROSSA Angelo


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Interrogazione n. 2019 del Consigliere Pezzana inerente la creazione di una Segreteria generale della Regione Piemonte


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 2019 presentata dal Consigliere Pezzana.
Risponde l'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

In riferimento all'interrogazione presentata dal Consigliere Pezzana la proposta di costituzione di un unico organismo sovradipartimentale corrispondente ad una Segreteria regionale della Regione non è stata avanzata né dall'Assessore al personale né dalla Giunta e non rientra nell'ambito delle ipotesi di riorganizzazione attualmente oggetto di trattativa con le Organizzazioni sindacali. Pertanto, alla luce di quanto sopra, non ha titolo ad alcuna ufficialità e di fatto non esiste.
Nella proposta di ristrutturazione dell'Ente esiste invece la riproposizione del Settore Segreteria della Giunta regionale secondo le attribuzioni previste dalla L.R. n. 42/86. D'altra parte, soluzioni differenti da quella prevista presupporrebbero una modifica legislativa ed una preventiva contrattazione con le Organizzazioni sindacali, ai sensi del primo comma, punto 4), dell'art. 22 della legge 7/6/1989, n. 34.
Noi non escludiamo di affrontare alla fine della fase di ristrutturazione una modifica dei Settori e in specifico della Segreteria della Giunta, ma non in chiave di gestione tripartita, come è stato ipotizzato dal Consigliere Pezzana, né è ipotizzabile al momento indicare chi avrà la copertura degli incarichi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Ringrazio l'Assessore Brizio perché è un'eccezione nel panorama dei nostri Assessori in quanto è puntuale nelle risposte.
Fatto questo encomio, la sua risposta mi stupisce perché il testo letto sostiene una cosa, mentre l'aggiunta verbale dice l'opposto. L'Assessore ha detto che la supersegreteria non sarà tripartita, ma io l'avrei definita bipartita perché forse sono solo due i Partiti presenti. Non so se devo dare retta a quanto ha letto l'Assessore o a quanto ha detto dopo, perch nel primo caso dovrei dirmi soddisfatto mentre per il secondo dovrei chiedere spiegazioni.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Confermo quanto scritto. Non posso ipotizzare soluzioni che nasceranno quando affronteremo specificatamente il problema, però in ogni caso il potenziamento della Segreteria della Regione, prevista dallo Statuto, è problema aperto, ma al momento non è sul tappeto e pertanto non si sono ipotizzate soluzioni. Quando entreremo in argomento informeremo tempestivamente il Consiglio.
Per quanto riguarda l'ipotesi di ristrutturazione comunico che ho trasmesso i relativi documenti a tutti i Capigruppo: su tale ipotesi ci stiamo confrontando con le Organizzazioni sindacali. Il problema della ristrutturazione della Segreteria della Giunta esiste e speriamo di poterlo affrontare nel corso di questa legislatura. Quando l'affronteremo daremo delle informazioni. Non si va comunque sull'ipotesi che è stata formulata dall'interrogante.



PEZZANA Angelo

Ringrazio l'Assessore per il chiarimento che in parte conferma le preoccupazioni che avevo avanzato nella mia interrogazione. Lo stesso Assessore riconosce che il problema c'è, è un problema aperto, quando c'è fumo c'è arrosto. In effetti, io non mi sono limitato a raccogliere voci di corridoio, ma delle indicazioni, anche perché una delle voci che circolava e che continua a circolare con insistenza è quella che dà indicazioni sul nome del dott. Massacesi, peraltro ancora inquisito per malversazioni. Mi sembra che portare una persona, tuttora inquisita, ad una funzione apicale di quel livello potrebbe destare soprattutto la preoccupazione dell'Assessore che ha questa responsabilità.
Prendo atto con soddisfazione che quanto viene detto in Regione sulla ventilata supersegreteria sono soltanto voci e vedremo, quando l'Assessore porrà mano ad un progetto specifico, se questo corrisponderà alle sue dichiarazioni che per ora mi pare cancellino un dubbio che lasciava pensare a manovre tutt'altro che chiare.


Argomento: Formazione professionale

Interrogazione n. 2005 dei Consiglieri Sestero, Dameri, Calligaro e Chiezzi inerente l'ex Centro di formazione professionale speciale "Luini"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 2005 presentata dai Consiglieri Sestero Dameri, Calligaro e Chiezzi.
Risponde l'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore alla formazione professionale

Le attività di formazione professionale rivolte ad allievi portatori di handicap presso il Centro "Luini" di Via Caluso sono gestite, a partire dall'anno formativo 1989/1990, dal Comune di Torino che ha assorbito due corsi in precedenza svolti dall'Ente Arciconfraternita dello Spirito Santo.
Quanto sopra, in accordo con questo Assessorato regionale, per porre fine a tensioni che in previsione della chiusura dell'attività dell'ente si erano manifestate in termini aspri e al fine anche di garantire il proseguimento delle attività didattico-formative agli allievi inseriti e la continuità del posto di lavoro agli insegnanti ivi impegnati.
Il citato protocollo d'intesa siglato dal Comune di Torino con il CSA (Coordinamento Sanità ed Assistenza) e le Organizzazioni sindacali è un atto esclusivamente interno al suddetto ente, nel quale vengono normate le modalità relative ai tirocini di lavoro degli allievi inseriti nei corsi prelavorativi di cui questo Assessorato non è stato puntualmente informato in forma ufficiale.
Nello specifico dell'interrogazione debbo precisare che nella convenzione quadro con gli enti di formazione professionale, nella circolare annuale del Piano corsi e più in particolare nella circolare di cui alla deliberazione n. 64 del 2/3/1982 "Criteri e modalità che disciplinano l'attività formativa per l'inserimento degli handicappati nei Centri di formazione professionale", si indicano le modalità attuative per l'inserimento sia nei corsi integrati che in quelli speciali e prelavorativi.
Il Comune di Torino, nel rispetto della normativa sopraccitata, ma anche nella piena autonomia delle decisioni relative alla programmazione didattico-formativa, deve disporre le opportune modalità di integrazione necessaria, atte a garantire il massimo della finalizzazione e dell'integrazione delle attività in questione.
Da parte degli uffici dell'Assessorato si sta predisponendo apposito sopralluogo presso il Centro "Luini" che dovrà essere effettuato congiuntamente agli uffici comunali preposti all'attività, al fine di verificare lo stato delle attività e le possibili azioni comuni anche in vista della presentazione del futuro Piano corsi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sestero.



SESTERO Maria Grazia

Considero la risposta dell'Assessore come un impegno a verificare lo stato della situazione. Conoscendo il travaglio di questi corsi, non ci pare poter essere una soluzione definitiva questa specie di ghetto per i portatori di handicap che si verrebbe a configurare nel momento in cui i corsi di formazione professionale e un centro per handicappati gravi coesistessero. Questo va contro ogni logica di massimo sforzo di integrazione, in particolare per un corso così specifico, come i corsi prelavorativi dell'ex "Luini" che presuppongono invece un'integrazione forte con strutture produttive.
Mi auguro che l'impegno dell'Assessore di verificare la situazione porti a decisioni conseguenti e, come membro della Commissione, chiedo di essere informata dell'andamento di questa verifica.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Interrogazione n. 1613 del Consigliere Bruciamacchie inerente l'inquinamento delle falde nella zona del Casalese


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1613 presentata dal Consigliere Bruciamacchie.
Risponde l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Il Comune di Casale viene approvvigionato tramite pozzi dotati di impianti di depurazione, tramite l'acquedotto del Monferrato, con analisi che rispettano quanto previsto dal DPR n. 236, fornendo acqua potabile all'utenza e contemporaneamente sono in corso i lavori per l'attivazione del nuovo acquedotto.
Attualmente è in corso un'indagine per quanto riguarda i solventi clorurati che ha consentito di valutare la situazione del sottosuolo del concentrico di Casale relativo alla prima falda, in quanto i prelievi effettuati nei pozzi privati, la cui profondità è compresa fra i 6 ed i 15 metri circa, hanno dimostrato la permanenza, in due punti precisi del sottosuolo, di tali sostanze inquinanti.
Per quanto riguarda gli altri Comuni citati dagli interroganti, i valori dei diserbanti, che hanno determinato l'emergenza idrica della zona sono attualmente a livelli che rientrano nei limiti per i quali è stata concessa la deroga ai sensi dell'art. 18 del DPR n. 236 con deliberazione della Regione Piemonte dell'1/3/1989.
La profondità dei pozzi siti in tali Comuni è tale da fornire dati relativi alla prima falda. L'assetto geologico del terreno di Casale e dei Comuni in argomento è tale da facilitare la comunicazione tra la prima e la seconda falda.
Si ritiene opportuno segnalare, inoltre, che nei nuovi pozzi trivellati per l'approvvigionamento idrico di Casale e di Frassineto sono state accertate concentrazioni di sostanze minerali, in particolare manganese, di origine geologica tali da richiedere da parte dei Sindaci la deroga per innalzarne i limiti, ai sensi dell'art. 2 del DM del luglio 1988.
Sono comunque a disposizione degli interroganti gli esiti delle analisi effettuate dal Laboratorio di sanità pubblica di Alessandria, competente territorialmente, nell'anno 1988, per la ricerca dei solventi clorurati nei pozzi privati del Comune di Casale e per la ricerca dei diserbanti, nel 1988 e nel 1989, nei Comuni oggetto dell'interrogazione.
Per quanto attiene all'assistenza tecnica agli agricoltori si comunica che sono stati assunti dalla Regione degli agronomi con compiti di divulgatori tecnici agricoli e che si sta procedendo tramite i CATA alla cosiddetta lotta integrata che a tutt'oggi ha già fornito risultati positivi.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Interrogazione n. 1614 del Consigliere Bruciamacchie inerente l'inquinamento dell'acquedotto nei Comuni di Pozzolo Formigaro e Rivalta Scrivia


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1614, sempre del Consigliere Bruciamacchie che replicherà complessivamente alle due interrogazioni presentate su analogo argomento.
Risponde ancora l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Da indagini effettuate negli anni precedenti e da quelle effettuate di recente dal SIP dell'USSL di Novi Ligure risulta che gli inquinanti accertati nell'acquedotto di Pozzolo Formigaro sono riferibili a cromo nitrati e colibatteri.
Il cromo, presente negli anni precedenti per probabile inquinamento di origine industriale, attualmente risulta rientrato nella norma. I nitrati risultano invece presenti in quantità superiore a 50 mg/l, soprattutto nei pozzi che da Pozzolo vanno verso Tortona e Alessandria, e aumentano in falda subito dopo le piogge. La falda è poco profonda e l'inquinamento è di tipo agricolo per l'uso di concimi chimici. Invece la presenza di colibatteri in quasi tutti i pozzi privati della zona è dovuta in parte alla scarsa profondità della falda e in parte alla cattiva manutenzione igienica degli stessi, nonché ad anomalie strutturali.
Per quanto concerne le acque potabili della frazione di Rivalta Scrivia si comunica che l'inquinamento dell'acquedotto frazionale e dei pozzi privati è dovuto alla presenza di nitrati che è da attribuirsi, come nel caso di Pozzolo Formigaro, all'utilizzo in agricoltura di fertilizzanti.
Da altre opportune indagini effettuate in zona dal SIP dell'USSL n. 72 (la frazione Rivalta Scrivia ha un'economia prevalentemente agricola: l'unica industria di una certa importanza è rappresentata in zona dalla "Martignoni - Munizioni e Cartucce" che è in possesso dell'autorizzazione allo stoccaggio di rifiuti industriali rilasciata dall'Amministrazione provinciale) si può ragionevolmente supporre che l'inquinamento non possa dipendere da scarichi industriali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario

Ringrazio l'Assessore della risposta.
Ci troviamo ad esaminare la situazione di due aree, quella del Casalese e quella della Valle Scrivia, che sono purtroppo le più conosciute in questi anni, non solo a livello regionale, per fatti gravi di inquinamento sia dei fiumi sia delle falde acquifere che riforniscono questi Comuni.
Siamo in presenza di due aree che erano e continuano ancora oggi ad essere fortemente a rischio.
Alcuni interventi parziali sono stati fatti. I Comuni hanno provveduto o a scavare nuovi pozzi o a dotare i vecchi pozzi di impianti di filtraggio (carboni attivi ed altri sistemi) sostenendo spese assai consistenti. In alcuni casi la situazione è tornata alla normalità grazie all'introduzione di nuove tecnologie, ma soprattutto grazie all'elevamento di quei limiti che sono a mio avviso molto discutibili e chiaramente non condivisibili. Si fa presto a far rientrare l'inquinamento nei limiti, quando questi vengono elevati a livello centrale e conseguentemente anche a livello regionale.
A distanza di quasi quattro anni (i primi fenomeni di inquinamento si registrarono nel febbraio-marzo 1986) in queste aree si continua a convivere con tali problemi. I dati lo dimostrano in modo netto: siamo in una situazione di stallo precario. Non vi sono elementi che ci portano a dire che la situazione delle acque di falda tenda al miglioramento.
Abbiamo individuato, quando siamo riusciti, le cause dell'inquinamento di origine industriale o agricola, oppure veri atti di pirateria come quello compiuto sull'acquedotto del Comune di Casale Monferrato, ma non c'è stato un intervento organico, teso a migliorare la qualità delle acque, quindi a impedire il verificarsi di fatti inquinanti.
E' qui che dobbiamo incidere. In fondo lo scopo di queste interrogazioni era questo: non solo conoscere i dati relativi alle analisi ma cominciare a ragionare attorno ad un piano di intervento complessivo per area vasta, per bacino d'utenza, che permettesse di fare politiche attive capaci di eliminare quelle che sono le cause vere dell'inquinamento.
Questo per un motivo molto semplice: oggi siamo in presenza di Comuni che sono chiamati ad affrontare situazioni di emergenza sulle quali si interviene con la ricerca di nuovi pozzi, per cui si va a scavare a profondità sempre maggiori, quindi si interviene sulla seconda o addirittura sulla terza falda con problemi non piccoli. Tutto questo per si risolve con l'installazione di qualche filtro a livello di Comune, ma dobbiamo tenere presente che molte volte le cause dell'inquinamento non hanno origine in quel Comune. Il discorso quindi deve diventare più ampio deve esserci una politica programmata che poggi su studi e ricerche molto serie che vada a configurare un sistema di approvvigionamento tale da garantire tutte queste comunità che poi sono condizionate perché fornite da questa unica falda, oppure si fanno interventi disarticolati che danno una risposta puramente temporanea, che non soddisfa assolutamente quello che è il quadro generale sia in termini di bisogno di acqua garantita per le popolazioni per uso civile, sia in termini di acqua necessaria per il resto delle attività economiche, siano esse agricole o industriali.
C'è assoluto bisogno di fare questo salto di qualità, altrimenti ci troveremo di volta in volta ad affrontare problemi di vari Comuni, che ormai sono quasi tutti uguali. Di fronte a questa situazione ci vuole un discorso che vada oltre il contingente; infatti, chiedevo non solo di conoscere i dati, ma di avviare una politica capace di abbracciare l'insieme di queste aree. Ciò vuol dire progetti, quantificazione delle risorse, tempi di realizzazione, quindi non studi astratti, ma atti molto concreti e precisi. Su questo debbo però constatare che non c'è una risposta, nel senso che anche la stretta competenza dell'Assessorato ha sicuramente bisogno del coinvolgimento di più competenze assessorili. C'è bisogno di una volontà politica che si estrinsechi in questo modo e poi si materializzi in politiche attive a livello locale con il coordinamento ed il coinvolgimento dei Comuni interessati. Questo non lo riscontro né in riferimento alla situazione della Valle Scrivia né a quella del Casalese.
Vorrei ricordare che l'1/3/1989 questo Consiglio, a conclusione del dibattito sull'inquinamento delle acque, votò all'unanimità un ordine del giorno che riprendeva esattamente parte di un'interpellanza che io avevo presentato. Quell'ordine del giorno, che oltre alla mia firma recava quella del Presidente Rossa e dei Consiglieri Devecchi e Mignone, impegnava la Giunta regionale a riunire i Sindaci, i Consorzi della Valle Scrivia e le Comunità montane, per dare vita ad uno studio ed elaborare un piano di bacino che permettesse di affrontare i problemi relativi sia alle acque di superficie che a quelle di falda, ma a tutt'oggi non mi risulta che sia stato preso alcun contatto con quelle Amministrazioni comunali per discutere con loro ed affrontare in modo organico questo problema. Problema che riguarda i torrenti di valle, gli invasi, gli sbarramenti necessari: tutte politiche attive ed indispensabili per garantire non solo la qualità dell'acqua, ma anche la quantità sufficiente sia per gli usi civili che produttivi. Il problema serio esiste: bisogna che l'esecutivo si elevi a questi livelli, quindi si esca da quella che è una visione puramente di gestione assessorile e si abbia la capacità di un governo complessivo di questa materia, altrimenti la situazione non si sblocca! Si può allacciare a questo punto il discorso di Alessandria. Ricordo una sua risposta di qualche mese fa per quanto riguarda l'acquedotto di Alessandria: anche in quell'occasione ci fu una risposta puramente tecnica parziale, che riferiva delle analisi, senza affrontare il grosso problema dello spostamento dei pozzi di Alessandria, di una città di 100.000 abitanti, che rischia, se non si fa un intervento di questa natura, nel giro di qualche anno di avere le sue falde influenzate dalla discarica abusiva che insiste sul territorio del Comune vicino di Castellazzo e di cui gli studi hanno approvato che la profondità della discarica ed i liquami che vi fuoriescono cominciano ad interessare anche i pozzi dai quali si rifornisce l'acquedotto di Alessandria. Siamo in presenza di situazioni che possono diventare drammatiche: o la capacità di governo è tale da anticipare queste situazioni che possono determinarsi oppure si faranno ancora interventi quali analisi tempestive, mobilitazione di autobotti e di personale tecnico, ma si creeranno grossissimi disagi.
Assessore, la invito, anche al fine di rispettare gli impegni del Consiglio e di non perdere ancora tempo, a promuovere questo incontro con i Sindaci della Valle Scrivia, i loro Consorzi, le Comunità montane e sentire le loro proposte, perché lì hanno elaborato una serie di ipotesi anche di gestione unitaria, consortile, degli stessi acquedotti. Questo è un discorso estremamente importante per fuoriuscire dal localismo. Si dia concreta capacità operativa a quell'ordine del giorno che il Consiglio vot all'unanimità e che impegnava la Giunta ad operare in questo senso. Questo vale anche per altre aree, quali la città di Alessandria e il Casalese.
Se non ci sarà questo, evidentemente non ha molta importanza ritenersi soddisfatto per la risposta data su questo o quello specifico problema perché è il problema complessivo che non viene risolto e che ancora oggi troviamo non risolto, al di là di piccole situazioni affrontate in questa o quell'altra realtà.



PETRINI Luigi


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Interrogazione n. 1886 del Consigliere Valeri inerente la concessione di contributi al Comune di Ghislarengo (VC)


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 1886 presentata dal Consigliere Valeri.
Risponde l'Assessore Ripa.



RIPA Franco, Assessore al turismo

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, è stata fatta una ricerca approfondita della vicenda del Comune di Ghislarengo legata alla costruzione del campo sportivo e completamento dell'impianto natatorio.
Il Consigliere Valeri chiedeva alcune precisazioni che dal punto di vista della cronistoria sono le seguenti: il Comune di Ghislarengo aveva inoltrato, all'Assessorato regionale allo sport, domanda di contributo nel 1976 ai sensi dell'allora vigente legge n. 42, per realizzare un campo sportivo nell'area posta nelle vicinanze delle scuole e del Municipio.
La spesa prevista era di 8 milioni, l'area su cui sarebbe sorto l'impianto era di proprietà in parte della parrocchia ed in parte di privati. Il Comune aveva provveduto a stipulare un accordo con le parti riservandosi il diritto di prelazione per l'acquisizione dell'area.
La domanda fu esaminata dagli uffici preposti e sottoposta all'esame della Commissione consultiva regionale per lo sport in data 8/7/1976, ed espresse parere favorevole per l'ammissione al contributo di L. 2.550.000.
Quindi la Giunta regionale, con propria deliberazione del 2/8/1976 provvide ad ammettere il Comune di Ghislarengo al contributo di L.
2.550.000.
Successivamente tra l'Assessorato regionale ed il Comune intercorse una fitta corrispondenza inerente l'acquisizione di documenti idonei all'emanazione del decreto del Presidente della Giunta regionale di concessione.
In data 26/4/1978 il provvedimento fu notificato al Comune, e si rimase in attesa di ulteriori adempimenti comunali, che avrebbero consentito l'erogazione del contributo. Nel frattempo, il Comune inviava la dichiarazione del Sindaco con la quale si attestava la data di inizio dei lavori al 14/11/1977; ma non pervenivano comunicazioni concernenti il perfezionamento della pratica per l'acquisizione dell'area.
In data 14/4/1978 il Comune inviava una nota con la quale informava la Regione che i lavori erano sospesi in carenza di approvazione progettuale.
In data 10/10/1978 il Comune informava che il campo sportivo era entrato in funzione nel mese di luglio 1978 ed era mancante della sola recinzione; nel contempo richiedeva congrua proroga per l'ultimazione delle opere e per la definizione dell'acquisizione, motivando la richiesta con le difficoltà insorte nella trattativa con la Congregazione Vaticana.
In data 5/2/1979 l'Assessorato regionale al turismo provvedeva a notificare al Comune di Ghislarengo il decreto del Presidente della Giunta con il quale si prorogavano i termini di ultimazione al 31/8/1979 (il provvedimento della proroga normalmente si adotta quando vi sono delle ragioni oggettive).
Non avendo l'Amministrazione regionale riscontrato le condizioni per l'erogazione del contributo già formalmente concesso, ha successivamente provveduto a richiamare l'attenzione del Comune di Ghislarengo sulla questione, senza peraltro ricevere notizie che potessero sotto il punto di vista tecnico-amministrativo consentire l'azione definitoria in senso positivo della pratica. Parallelamente il Comune di Ghislarengo alla domanda in questione ha attivato, tra gli anni che vanno dal 1979 al 1981 ulteriori istanze tendenti all'ottenimento dei benefici finanziari previsti dalla legge n. 10, che aveva sostituito la precedente legge n. 42.
L'istanza del Comune di Ghislarengo inerente il completamento della erigenda piscina veniva presa in considerazione nel 1984 e sulla base della precitata legge n. 10/79, che dava facoltà di concedere ai Comuni con popolazione inferiore ai 1.000 abitanti un contributo in conto capitale sino alla concorrenza delle spese pari a L. 15.000.000 per opere di completamento e recupero degli impianti esistenti, fu allora assegnato un contributo di L. 15.000.000 sulla base di una previsione di spesa di L.
80.000.000, che era stata dichiarata come cifra ammissibile e corrispondeva al secondo lotto dei lavori avendo il Comune già in corso di realizzazione il primo lotto che comprendeva docce, percorsi obbligati, ringhiere e linee elettriche.
Tale somma venne attribuita con decreto della Giunta regionale il 6/12/1984 e concessa in data 23/1/1985.
In considerazione del fatto che il Comune aveva in corso i lavori furono da questo presentate le documentazioni concernenti l'appalto delle diverse opere e forniture, nonché le certificazioni tecnico-amministrative concernenti l'esecuzione delle opere come da progetto originario.
Nel contempo il Comune procedette ad ulteriore progettazione di variante suppletiva in corso d'opera, per la quale richiese ai sensi dell'allora normativa vigente (legge n. 526/68) l'approvazione regionale.
Questa fu concessa con deliberazione del 22/1/1985 su conforme parere espresso dall'Ufficio del Genio Civile di Vercelli, nonché l'assenso tecnico del CONI (Comitato Provinciale di Vercelli) e della Commissione Provinciale di Vigilanza sui locali di pubblico spettacolo rispettivamente il 4/12/1984 e il 12/12/1984. In quell'occasione il Sindaco dichiarava che l'area oggetto dell'intervento era di proprietà comunale, prevista dal Piano regolatore come zona destinata a pubbliche attrezzature e non sottoposta a vincoli di natura paesaggistica, storica, monumentale ed archeologica. Trattandosi di approvazione tecnica disgiunta da interventi finanziari regionali, la pratica non palesò allora particolari incongruenze rispetto all'ubicazione dell'opera.
Nel 1985 il Comune rinnovò istanza di finanziamento per ulteriori lavori di completamento della struttura sportiva per una cifra di L.
30.000.000 e trattandosi di lavori in corso di esaurimento delle opere funzionali, la Giunta con proprio provvedimento del 27/3/1985 provvide ad ammettere il Comune di Ghislarengo a beneficiare di un ulteriore contributo di L. 15.000.000 per opere concernenti il solarium, la copertura e le finiture varie. In data 5/6/1985 fu emesso il decreto di concessione e furono erogati i fondi a fronte della presentazione da parte del Comune della documentazione contabile.
Al termine di questa cronistoria che riguarda una documentazione acquisita si può dire che il campo sportivo fu iniziato e non completato ma il Comune non percepì alcun finanziamento regionale.
Sia dal progetto generale del 1975, sia da altri elaborati grafici successivi e sia ancora dalle certificazioni del Sindaco, tutta l'area risulta destinata a servizi sportivo-ricreativi.
In considerazione del fatto che non urgono provvedimenti legislativi nazionali e regionali che impongono al Comune l'esatta localizzazione, se non già rispettando le condizioni degli strumenti urbanistici, è data facoltà al Consiglio comunale e alla Giunta municipale di deliberare una o più diverse collocazioni della struttura all'interno della stessa area.
Pertanto, la scelta da parte dell'Amministrazione comunale di Ghislarengo di localizzare l'impianto natatorio su area diversa da quella originale, ma contigua, eliminando il campo preesistente, può essere stata dettata da motivi di carattere tecnico contingenti, quali, ad esempio l'attraversamento da parte di una linea ENEL traversalmente all'area su cui avrebbe dovuto erigersi la piscina.
E' comunque verificabile che il campo di calcio insiste sull'area già destinata all'insediamento della piscina.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Ringrazio l'Assessore per l'accurata illustrazione. L'iter della pratica è del tutto esauriente; mi pare che sia da escludersi quindi la sovrapposizione sul medesimo oggetto di contributi a titolo diverso, e di questo ne prendo atto con soddisfazione. Mi riservo evidentemente di verificare in loco l'accuratezza della ricostruzione, e a tal fine prego di fornirmi copia della risposta.



ROSSA Angelo


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Biazzi, Carletto, Cernetti, Croso, Dameri, Ferrara, Guasso, Lombardi e Picco.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge

Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

d) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nella seduta del 28 novembre 1989 - in attuazione dell'art. 9 della L.R. n. 6/88 in materia di consulenze ed incarichi, è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Comunicazioni della Giunta regionale sul sistema ferroviario regionale (rinvio)


PRESIDENTE

A causa dell'assenza di alcuni Consiglieri che si stanno occupando di questo problema e poiché la relazione dell'Assessore è stata consegnata solo nella giornata di ieri e quindi non è stato possibile esaminarla approfonditamente, propongo, se il Consiglio è d'accordo, di rinviare la comunicazione dell'Assessore Mignone sul sistema ferroviario regionale alla prossima settimana, naturalmente dopo la discussione sul bilancio.
La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore alla viabilità

Signor Presidente, lei ha illustrato molto bene la situazione; in verità la Giunta riteneva di poter inviare la relazione con un sufficiente anticipo rispetto al dibattito, ma nel momento in cui si è costruita considerando che gli argomenti erano molti, si è dovuto fare qualche approfondimento. Le forze che abbiamo a livello funzionariale sono molto valide, ma numericamente scarse, e tenendo conto che vi sono anche impegni amministrativi che ci assorbono parecchio tempo, la relazione abbiamo potuto consegnarla soltanto nella giornata di ieri. Riteniamo che tale relazione sia sufficientemente ampia ed articolata, tiene conto della varietà dei problemi ferroviari del Piemonte.
Peraltro vi è la circostanza che sono assenti alcuni colleghi, in particolare i colleghi Picco e Guasso, che avevano chiesto di avviare il dibattito in Consiglio attorno al sistema ferroviario regionale e al passante ferroviario di Torino. Tuttavia, anche se sono presenti Consiglieri altrettanto interessati a questo problema e che potrebbero efficacemente intervenire, per l'economia complessiva dei lavori la Giunta ritiene che si possa rinviare la comunicazione di una settimana per consentire gli approfondimenti necessari da parte dei colleghi che hanno avuto la relazione soltanto nella giornata di ieri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Signor Presidente, se non vado errato una comunicazione della Giunta sull'argomento in questione era stata richiesta dal mio Gruppo insieme al collega Guasso, al momento assente. Capisco la preoccupazione dell'Assessore per la mancanza dei Consiglieri che hanno affrontato in maniera approfondita questo argomento e per il fatto che la relazione è stata consegnata solo ieri, però vorrei sapere se la discussione si svolgerà giovedì prossimo oppure se verrà sistemata senza una buona preparazione organizzativa.



PRESIDENTE

L'argomento rimane iscritto all'o.d.g. Teniamo però presente che la priorità verrà data alla discussione sul bilancio per cui la questione ferroviaria verrà affrontata subito dopo.



PEZZANA Angelo

Chiarisco meglio il mio interessamento perché questa comunicazione è stata sollecitata molte volte.



PRESIDENTE

Collega Pezzana, lei ha ragione, ma tenendo presente le assenze dei colleghi interessati al problema e il fatto che la relazione è giunta solo ieri, sono stato obbligato ad avanzare questa proposta che però è condizionata dalla discussione sul bilancio, questo voglio sia chiaro.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

I Consiglieri Ala e Adduci hanno presentato una formale richiesta di iscrizione di un ordine del giorno relativo alla discarica Barricalla. A norma di Regolamento su questa proposta di iscrizione possono parlare un Consigliere a favore ed uno contro, propongo però che di tale questione se ne occupino i Presidenti dei Gruppi nella riunione che si terrà domani.



ADDUCI Donato

Signor Presidente, accogliamo la sua proposta, auspicando che la questione relativa alla discarica Barricalla venga iscritta all'o.d.g.
della prossima seduta. Altrimenti saremo costretti a richiederne l'iscrizione formale.



PRESIDENTE

D'accordo, pertanto la valutazione dell'opportunità e dell'urgenza della questione Barricalla è demandata alla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi.


Argomento: Formazione professionale

Esame progetto di legge n. 561: "Integrazione alla L.R. n. 8/80 Disciplina delle attività di formazione professionale"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame del progetto di legge n. 561, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Villa che ha quindi la parola.



VILLA Antonino, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, questa integrazione nasce dall'esigenza di assicurare il regolare svolgimento delle prove finali d'esame per i corsi e le attività di formazione professionale pianificate dalla Regione e gestite dai soggetti di cui all'art. 5 della legge 21/12/1978 n. 845. Infatti tale legge precisa quali organi ed uffici debbano necessariamente essere rappresentati in seno alle Commissioni d'esame.
Tuttavia questa partecipazione, che il legislatore prevede come obbligatoria, è resa problematica soprattutto dalla esiguità del rimborso e dal vincolo del periodo (massimo di 8 giorni) previsto dalla L.R. 2/7/1976 n. 33 attualmente utilizzata anche per queste Commissioni. Questa situazione, infatti, rende la presenza nelle Commissioni problematica per chi si deve accollare questo maggior onere, e impossibile per lavoratori ed esperti che dovrebbero rinunciare per una somma irrisoria a giornate di lavoro ben altrimenti retribuite. D'altro canto lo stesso problema si registra quando debba essere nominato come Presidente un tecnico esperto non individuabile tra i dipendenti regionali.
Considerata la crescente difficoltà a garantire il regolare funzionamento delle Commissioni stesse, si rende necessario, parallelamente ad un'operazione di razionalizzazione organizzativa interna di contenimento del numero e della durata di queste sessioni d'esame, intervenire sul problema dei compensi ai Presidenti e ai membri componenti le Commissioni esaminatrici. Ciò - non solo a nostro avviso rappresenta attualmente la vera questione nodale; si propone pertanto questa indispensabile integrazione alla L.R. 25/2/1980 n. 8.
Il progetto di legge è composto di un unico articolo che aggiunge l'art. 25 bis alla L.R. n. 8/80; se ne raccomanda l'approvazione essendo stato licenziato all'unanimità dalla VI Commissione.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola passiamo all'esame del relativo articolato.
ARTICOLO UNICO - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri.
L'articolo unico è approvato.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame progetto di legge n. 536: "Modifiche ed integrazioni alla L.R. 29/12/1981, n. 55 (legge di contabilità)"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 536, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Gallarini che ha quindi la parola.



GALLARINI Pier Luigi, relatore

Questo progetto di legge è stato licenziato a maggioranza dalla I Commissione, anche se, per quanto riguarda il merito, le perplessità erano relative solo a questioni di opportunità, relativamente ad un punto che andrò ora a sottolineare.
La legge è composta di cinque articoli. Le parti sostanziali, per quanto riguarda la modifica degli articoli rispetto all'impostazione precedente, sono tre.
Il secondo comma dell'art. 1 che va a sostituire l'art. 18 (leggi che autorizzano spese pluriennali) della legge precedente così recita: "Le leggi che autorizzano l'erogazione di contributi in annualità, indicano l'ammontare complessivo del limite di impegno, il numero delle annualità nonché la quota eventualmente a carico del bilancio dell'anno finanziario in corso o del bilancio dell'anno finanziario successivo già presentato al Consiglio regionale, rinviando alle leggi di approvazione dei successivi bilanci la determinazione delle quote dei limiti di impegno destinate a gravare su ciascuno dei relativi esercizi finanziari".
Con l'articolato precedente ci si veniva a trovare di fronte alla necessità di programmare, per quello che riguarda la contrazione di mutui l'impegno relativamente sia all'anno durante il quale si contraeva il mutuo sia agli anni futuri, ipotecando sostanzialmente già una quota di quelle che sarebbero state le risorse dall'anno di contrazione del mutuo fino a quando (dopo quindici o venti anni) il mutuo si sarebbe estinto. Per ragioni di doverosa prudenza programmatoria si fissa questo limite al 30%.
E' pur vero che di anno in anno si liberano risorse dovute al fatto che alcuni mutui contratti in precedenza vanno ad estinguersi, ma è altrettanto vero che si ravvisa - per quanto ci riguarda abbiamo dato il consenso a questa programmazione - la necessità di fissare il tetto al 30% per mantenersi, se così si può dire, dalla parte della ragione.
L'art. 2 della presente legge, che va a modificare l'art. 35 della precedente, al terzo comma così recita: "Il Consiglio regionale approva entro il 31 marzo dell'anno di riferimento il disegno di legge di cui al primo comma nei modi e nei termini previsti dallo Statuto e dalle leggi regionali, e ai sensi dell'art. 22 della L.R. n. 43/77, per il programma pluriennale di attività e di spesa e per i suoi aggiornamenti".
Con questa parte e con quella dell'art. 3 che va a modificare l'art. 46 della legge precedente, laddove si dice (primo comma) che "I bilanci di previsione degli enti, istituti, aziende e altri organismi dipendenti dalla Regione, in qualunque forma costituiti, sono presentati annualmente alla Giunta regionale nei termini e con le modalità indicate dallo Statuto o dalle leggi regionali e comunque un mese prima del termine di cui al primo comma del precedente art. 35", si vuole sostanzialmente affermare che tutti gli organismi dipendenti dalla Regione devono presentare il proprio bilancio entro il 28 febbraio dell'anno cui si riferisce stante il fatto che il Consiglio regionale deve approvare il bilancio di previsione entro il 31 marzo.
Si vorrebbe evitare con questa modifica che succeda quel che è successo recentemente con gli Enti Parco che hanno presentato i propri bilanci l'anno successivo a quello al quale gli stessi si riferiscono. E' quanto mai opportuna un'indicazione di questo tipo, così come sarà opportuno essere coercitivi e responsabili nel pretendere che queste date vengano rispettate.
Gli altri due punti di un certo interesse dal punto di vista tecnico sono il secondo comma dell'art. 4 e l'art. 5.
L'art. 4, al secondo comma, recita: "Dopo il 30 novembre di ogni anno non possono più venire assunti impegni di spesa ad eccezione di quelli su stanziamenti iscritti successivamente a tale data e/o che si rendessero indispensabili per la gestione o la realizzazione di programmi regionali".
In Commissione era sorta una discussione sull'opportunità di lasciare la congiunzione "e/o" che dal punto di vista pratico non cambia nulla sostanzialmente infatti lascia aperte le stesse porte attraverso le quali si poteva e si può ancora attualmente anche dopo il 30 novembre approvare provvedimenti laddove siano inseriti in una programmazione allorquando si ravvisi la necessità di intervenire. Dal punto di vista tecnico però ci veniva suggerita l'opportunità di questa dizione.
L'art. 5 recita: "All'ultimo comma dell'art. 67 è aggiunto il seguente comma: 'I singoli Settori regionali interessati, entro il 28 febbraio di ciascun anno, comunicano al Settore Ragioneria l'elenco delle somme che trascorsi tre anni di perenzione agli effetti amministrativi, possono, con deliberazione della Giunta regionale, essere eliminate dalle passività patrimoniali'".
Con questa aggiunta si va a snellire l'iter burocratico amministrativo.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 26 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 26 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 26 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 26 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 26 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 26 si sono astenuti 9 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Parchi e riserve

Esame ordine del giorno n. 718 relativo alla modificazione del Piano regionale dei parchi e delle riserve naturali, fascia fluviale del Po Comune di San Mauro


PRESIDENTE

Il punto 7) all'o.d.g. prevede l'esame dell'ordine del giorno n. 718 presentato dai Consiglieri Carletto, Ferrara, Chiezzi, Bresso, Tapparo e Santoni.
Tale documento è già stato discusso ed è stato concordato fra tutti i Gruppi, pertanto lo pongo in votazione nel testo seguente: "Il Consiglio regionale del Piemonte vista la deliberazione n. 1259 relativa alla modificazione al Piano regionale dei parchi e delle riserve naturali, fascia fluviale del Po Comune di San Mauro considerato che l'opera progettata prevede modifiche sostanziali al regime idraulico del fiume e ha un rilevante impatto su un ambiente fluviale di grande valore paesistico e naturalistico che potrebbe essere irrimediabilmente danneggiato sottolineato tuttavia che il progetto del Comune di San Mauro si propone la soluzione dei riconosciuti problemi di traffico con una razionale fruizione dei nodi e degli incroci, oltre al consolidamento ed alla bonifica delle sponde dei fiumi impegna la Giunta regionale in sede di rilascio dell'autorizzazione di competenza regionale, ad una verifica puntuale, rapida e specifica del progetto per l'impatto ambientale diretto ed indiretto dell'opera nell'area interessata dai lavori e dai loro potenziali effetti sulle due sponde e nell'isolone, onde favorire il più corretto inserimento paesistico ed ambientale dell'opera stessa".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 962: "Presa d'atto di modifica dello Statuto dell'Associazione per la promozione dello sviluppo scientifico e tecnologico del Piemonte"


PRESIDENTE

Il punto 8) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 962.
La parola all'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore all'istruzione

Il problema è che per aderire a questa Associazione, la Camera di Commercio di Torino ha ricevuto la seguente segnalazione da parte dei suoi organi di controllo: nello Statuto deve essere scritto che "I soci possono recedere dall'Associazione senza alcun onere e con effetto immediato in caso di dissenso sugli oneri finanziari da porsi a carico dei rispettivi bilanci".
Gli altri soci non hanno posto obiezioni e non vi sono problemi n' sostanziali n' formali. Poiché questa è la condizione per l'adesione all'Associazione da parte della Camera di Commercio e poiché questa adesione è richiesta ed è opportuna per il funzionamento della stessa Associazione, si propone di accettare questa modifica e di far prendere atto al Consiglio regionale che la modifica è stata avanzata e che la Giunta intende approvarla.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sestero.



SESTERO Maria Grazia

Questo problema dimostra concretamente la legittimità dei dubbi che noi avevamo sulle forme in cui si è definita questa Associazione come del resto di altre che sono all'attenzione del Consiglio regionale.
Si tratta di una deliberazione che è di presa d'atto. In realtà non possiamo intervenire su nulla: i meccanismi di nomina previsti nello Statuto di questa Associazione (tra l'altro riproposti per un'altra Associazione) espropriano la possibilità di decisione del Consiglio regionale nel merito del controllo, del funzionamento e della rappresentanza stessa del Consiglio regionale all'interno di queste Associazioni.
Ci viene sottoposta una presa d'atto che è cosa diversa da un'approvazione, quindi è una gestione che sfugge, al di là della conoscenza, ai poteri del Consiglio regionale.
Per questo motivo noi esprimiamo un voto di astensione nei confronti di questa deliberazione, oltre che dei dubbi sulla modifica proposta.
Posso capire le ragioni delle Camere di Commercio rispetto ai loro controlli, però mi pare discutibile che i soci fondatori dell'Associazione possano andare e venire liberamente senza che ci siano vincoli di impegno nel momento in cui sono presenti dopo aver promosso l'Associazione stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Minervini.



MINERVINI Marta

Ho un dubbio che vorrei l'Assessore sciogliesse: possono dei soci recedere dall'Associazione, senza alcun onere, con effetto immediato in caso di dissenso sugli oneri finanziari? E' possibile fare questo, signor Assessore? Ho un dubbio amletico.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore all'istruzione

I problemi sono due: il primo è di ordine politico generale, il secondo di tipo giuridico-procedurale.
Per quanto riguarda il primo, sono d'accordo con la collega Sestero nel valutare sempre più attentamente i corpi che noi generiamo. Sono d'accordo nel controllarne attentamente gli Statuti che, una volta definiti (abbiamo avuto un caso abbastanza recente), consentono a parti diverse dalla Regione di agire con atti che hanno riflessi sulla politica regionale e qualche volta anche sulle sostanze della Regione.
Nella fattispecie, valutata la questione attentamente e considerato lo Statuto dell'Associazione, sembra che non vi siano particolari rischi e n' esistono - per rispondere alla collega Minervini - sul piano proprio della norma. In numerosi altri Statuti questa richiesta è esplicita; anche nell'ultimo, quello dell'ICER. vi è la possibilità di uscire soltanto nel momento in cui vi sono dei dissensi sugli oneri finanziari da applicare.
E' chiaro che gli enti debbono essere accorti per portarci annualmente alla parità del bilancio, per cui l'uscita dall'Associazione non comporta dei problemi finanziari conseguenti.
La richiesta viene dal Ministero; evidentemente è fatta per non subire le politiche degli altri (è un po' la stessa ragione che anima le preoccupazioni della collega Sestero), cioè ad imposizioni di impegni finanziari che poi l'ente che partecipa potrebbe avere difficoltà ad assumersi. Indubbiamente è una condizione che ci impone di riflettere attentamente nel momento in cui costruiamo questi organismi, ma è una condizione che, ad avviso degli uffici che hanno seguito la questione e degli uffici legislativi, è assolutamente accettabile.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 21 voti favorevoli e 13 astensioni.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 1271: "Adesione della Regione Piemonte all'Associazione Centro Internazionale di Ricerche Economiche"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1271, di cui al punto 11) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore all'istruzione

La presente deliberazione, che prevede l'adesione della Regione Piemonte all'Associazione Centro Internazionale di Ricerche Economiche, è già pervenuta in forma diversa in Consiglio regionale alcuni mesi fa. E' indispensabile che la sua approvazione avvenga prima della fine dell'anno perché diversamente vi saranno delle difficoltà di realizzazione dell'iniziativa ed obiettivi danni per la nostra attività di ricerca e di promozione di scambi culturali nel campo economico.
La volta scorsa, con un'impietosa disanima, la collega Sestero aveva messo in evidenza alcuni aspetti impropri della deliberazione e della relazione introduttiva, i quali erano sembrati a me e alla Giunta meritevoli di rinnovata considerazione ed accoglibili. Per questo motivo ho chiesto che la deliberazione ritornasse in Commissione per il suo riesame.
Precisando le finalità di cui al punto 3) sono stati modificati i punti che sembravano non sufficientemente chiari. Affinché il Consiglio ne sia edotto sottolineo che l'Associazione ha come scopo la promozione di scambi scientifici e di altre attività atte a favorire lo sviluppo e la diffusione della conoscenza teorica ed applicata nel settore dell'economia, con particolare attenzione all'offerta di opportunità per la valorizzazione scientifica di giovani studiosi. Per il perseguimento delle proprie finalità l'Associazione opererà ricercando il collegamento con gli Atenei e altre istituzioni scientifiche pubbliche e private attive in Piemonte. Essa svolgerà la sua attività nei modi e con gli strumenti che saranno di volta in volta ritenuti idonei al conseguimento delle finalità statutarie quali a titolo esemplificativo, concessioni di borse e premi, organizzazione di stage, seminari e convegni, promozione di studi e ricerche, visiting professor, ospitalità ad economisti di rilevante e riconosciuta competenza scientifica.
Valutando positivamente l'attività di altri Istituti di questo tipo come l'Istituto per l'Interscambio Scientifico, posso dire che è in chiave economica quello che l'ISI è in chiave scientifica.
Precisando quanto già detto precedentemente sottolineo che non siamo nel campo della ricerca autentica, quanto dello scambio e dell'approfondimento dei risultati delle ricerche e degli studi in materia economica. La proposta viene dall'Unione delle Camere di Commercio congiuntamente alla Regione Piemonte.
Ritengo ci siano obiettive ragioni per favorire l'avvio dell'attività proposta dalla deliberazione attraverso l'Associazione Centro Internazionale di Ricerche Economiche. E' anche cambiato il nome per rispondere ai dubbi sollevati dal Consigliere Majorino e per apparire almeno nelle forme, meno ridondante di quanto non si fosse fatto la volta scorsa. Il termine proposto è più accettabile e meno capace di produrre equivoci.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intendo richiamare l'attenzione del Consiglio sulle finalità di questa deliberazione, che è una delle tante deliberazioni di adesione a centri di ricerca o associazioni di vario genere.
Incominciamo dal nome, perché pare che i nomi acquistino un'importanza sempre più rilevante nel definire le cose. L'Assessore ha detto che ha cambiato il nome dell'Associazione, l'acronimo suona ICER: non è ben augurale, si avvicina troppo a ICIR. che è il nome di una ex conceria ubicata nella città di Torino che molto inquinò e parecchio fastidio diede agli abitanti di quella zona in Via Stradella. Ora la ICIR non c'è più abbiamo la ICER.
Al di là della questione relativa all'acronimo, intendo richiamare come dicevo, l'attenzione sulle finalità dell'Associazione Centro Europeo di Ricerche Economiche.
E' vero, come l'Assessore ha detto, che alcune finalità sono state precisate meglio e modificate. Tuttavia esse permangono abbastanza vaghe; e nel settore della ricerca scientifica la vaghezza, la non definizione esatta degli indirizzi, non lascia ben sperare, ancorché l'Assessore abbia precisato che ci si riferisce a ricerche applicate all'economia.
Il settore dell'economia è portante, è il substrato che determina il modo di essere di una società, è un elemento strutturale che incide in modo determinante nell'organizzazione sociale. La ricerca, dunque, deve essere finalizzata e ritengo che la Regione debba incominciare a porsi obiettivi di indirizzo nei propri interventi. Nel mondo sono in atto fenomeni di cambiamento pressoché totale. Tutte le politiche relative alla pace, al disarmo, ad un diverso modo di concepire il rapporto fra Stati, sembrano andare in una direzione giusta, finalmente. Sarebbe forse ora che gli enti territoriali, come in questo caso la Regione Piemonte, incominciassero a ragionare avendo degli obiettivi in grado di indirizzare la ricerca e l'economia verso settori diversi. Aderirei con grande gioia ad un centro di ricerca finalizzato, ad esempio, alla riconversione delle industrie belliche, allo studio di quali iniziative, quali ricerche e quali applicazioni possano essere possibili per riconvertire quell'industria. Si tratterebbe di una scelta di campo, auspicabile e definita, verso un mondo nuovo e migliore.
Aderirei con altrettanta soddisfazione ad una deliberazione che vedesse impegnata la Regione Piemonte a supporto di ricerche teoriche e pratiche di recupero ambientale. Qui, invece, si parla di ricerche genericamente intese, di ricerche non finalizzate ed è noto che la non finalizzazione di una ricerca in una società avviata su un determinato modello di sviluppo contribuisce a rafforzare quel modello senza favorire alcun mutamento scientifico, tecnologico e sociale.
Per questa ragione voterò contro questa deliberazione. Vorrei rivolgere un appello all'Assessore Nerviani. Forse, Assessore, conviene incominciare a ragionare in termini un po' diversi, conviene definire meglio i settori e gli ambiti di intervento della Regione, pur sapendo che non può essere solo l'intervento di una Regione, ancorché importante come la nostra, a definire al 100% gli indirizzi delle ricerche che sono in atto e che ovviamente nella maggior parte dei casi, non dipendono da noi in quanto a finalità.
Ritengo, tuttavia, che l'ente locale non possa non avere una politica che ipotizzi un'utilizzazione diversa delle risorse, finalizzata all'affermazione di valori di pace e di disarmo a cui destinare fondi per la ricerca per far sì che gli uomini vivano meglio in un mondo migliore.
Purtroppo questa deliberazione va in altro senso, perciò voterò contro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, come sempre in questo Consiglio, come d'altra parte nelle istituzioni, si cerca solo di fare un'azione di testimonianza. Probabilmente molti sono affaccendati in altre faccende e considerano questi problemi marginali, tanto c'è qualcuno che pensa e decide per noi.
Il collega Adduci ha ripreso argomentazioni che avevamo sollevato in discussioni precedenti. E' del tutto evidente che risollevare queste questioni, Assessore Nerviani, è più attuale farlo oggi quando si parla di grandi cambiamenti internazionali. Proprio ieri però il Parlamento italiano nella sua maggioranza ha respinto una serie di emendamenti formulati da molte organizzazioni pacifiste, ambientaliste e religiose, che avevano chiesto una riduzione del 20% delle spese militari con un risparmio di 4.700 miliardi in quattro anni al fine di devolvere e dirottare queste risorse verso investimenti nel campo della difesa dell'ambiente e della cooperazione internazionale.
Durante il dibattito sulla legge finanziaria è stato evidenziato come nel bilancio del Ministero della Difesa ci sia un aumento di stanziamenti in particolare per quanto riguarda la produzione di sistemi d'arma nella quale il nostro Piemonte è uno dei principali protagonisti, nel senso che abbiamo in Piemonte l'Aeritalia che in questo momento sta portando a compimento il soddisfacimento delle commesse per l'aereo Tornado, che ha raggiunto attualmente il costo di 80 miliardi, e sta sviluppando un micidiale cacciabombardiere atomico (AMX) in coproduzione con il Brasile.
Noi sappiamo che l'Aeritalia ha il sostegno diretto nelle attività produttive di ricerca nel campo militare da parte della Regione Piemonte attraverso il Centro di calcolo (CSI) che ha perseguito una politica di rapporto privilegiato in campi di avanzato sviluppo tecnologico, come quello dell'intelligenza artificiale, quindi portandosi sulla strada di favorire l'ammodernamento dei processi d'arma, che nello sviluppo tecnologico hanno l'elemento principale.
Ieri il Parlamento ha respinto senza discutere questi emendamenti, con un atto di squallore etico senza precedenti, nel senso che si inserisce in un quadro di contesto internazionale dove non esiste più la cosiddetta contrapposizione tra il bene ed il male, ma non si capisce più il bene da che parte stia. Il fatto che questa Regione, con tranquillità e con pace delle nostre coscienze politiche altamente impegnate in questo Parlamento subalpino, non abbia compiuto un solo atto per separare il coinvolgimento della Regione Piemonte attraverso il CSI nel processo di ammodernamento dei sistemi d'arma del nostro Paese, rimette in discussione il tutto.
Ieri alla Camera, caro Cerchio, un tuo collega di partito ha detto che sarebbe stato d'accordo con questi emendamenti, ma non poteva farlo perch l'avevano obbligato a non farlo, altrimenti sarebbe incorso in serie conseguenze. Gli stessi parlamentari hanno sottoscritto, con le Associazioni che ho citato prima, l'impegno su questi emendamenti; poi in aula hanno dovuto dire che non potevano mantenerlo, a fronte dello strapotere del sistema delle Segreterie di partito che impongono non gli interessi generali del Paese, ma gli interessi di bassa cucina di gestione del potere.
Questo Consiglio regionale, che tanto parla di pace e di sviluppo, è coprotagonista di una delle cose più brutte e turpi che si stanno facendo nel nostro Paese, cioè la produzione di sistemi d'arma, ovvero produzione di sistemi di morte. Proprio l'altro ieri l'Unicef ha fatto questa bella dichiarazione! Penso che il Presidente del Consiglio avrà ricevuto i dirigenti dell'Unicef ed avrà preso atto che nel mondo muoiono ogni anno 40/45.000 bambini. Ma questa è una cosa marginale: abbiamo sempre detto che in questi quarant'anni siamo stati in pace, ma per i due terzi dell'umanità questo non è successo! Ora sarebbe sufficiente che si risparmiasse un giorno di spese militari per salvare parecchi di questi bambini. Un giorno! Si spendono 4 miliardi al minuto! So che i mezzi di informazione, anche pubblica, di queste cose si disinteressano totalmente, perché sono più preoccupati di rispondere ai problemi ed alle direttive che provengono dai partiti. Siccome ogni minuto che passa si spendono 4 miliardi per gli armamenti, una cifra immensa, ed ogni giorno muoiono 45.000 bambini per responsabilità di chi decide di produrre, studiare e sviluppare gli armamenti, in questo contesto, mi spiace doverlo dire, la Regione Piemonte svolge un ruolo non secondario.
Unica Regione in Italia ad essere impegnata nel militare, unica Regione in Italia che, da tempo sollecitata a sostenere un'iniziativa del movimento sindacale per un osservatorio sull'industria bellica in Piemonte, ha scelto di stare con l'Aeritalia e di stare contro quella parte di società che in termini seri e responsabili sta facendosi carico della irresponsabilità della gestione del potere politico.
Caro amico Cerchio, visto che tu gestisci il lavoro, ce n'è anche per te. Quattro anni fa in questo Consiglio regionale fu sollevata la questione delle industrie Bertoldo che erano impegolate nell'Irangate piemontese sulla questione della vendita di armi all'Iran e all'Iraq. Si disse che se fossero state bloccate ciò avrebbe colpito l'intera economia delle Valli di Lanzo e di Ciriè. Stiamo ancora aspettando che oggi si attivino delle iniziative su quest'area.
Se ci fosse stato un fondo di riconversione nazionale dell'industria bellica, come è previsto da leggi che giacciono in Parlamento da tempo e che non vengono approvate; se questa Regione avesse dato un modesto contributo in questo senso, probabilmente non ci troveremmo di fronte al fatto che la Herbert, per fortuna, lo ripeterò anche di fronte agli operai è messa nella condizione di dover chiudere. Quattro anni fa noi chiedemmo anche con una manifestazione fatta in zona e con un convegno organizzato dai movimenti pacifisti della zona, un'attivazione degli enti locali per mettere insieme un progetto di sviluppo dell'area, perché paventavamo questa situazione, e siamo ancora in attesa che oltre ai sorrisini delle forze politiche si cerchi di affrontare un problema che, ci piaccia o non ci piaccia, ci cadrà sulla testa.
La situazione dell'industria bellica è tale per cui fortunatamente, al di là delle nostre volontà, c'è la ragione dell'intelligenza che sta prevalendo sulla ragione della forza. Il nostro Paese è tra quelli che hanno sviluppato al massimo l'esportazione clandestina di armi, facendo così la fortuna di molti imprenditori: ora, essendo in crisi l'esportazione di armi, ha il problema di affrontare il nodo della riconversione. Anche in Piemonte questo problema è presente. E' meno presente invece nelle grandi industrie, tipo l'Aeritalia, perché attraverso il sostegno del Governo e in particolare dell'attuale Ministro degli Esteri che sta firmando convenzioni di cooperazione con i Paesi del Terzo Mondo, tra le quali quella con il Brasile (che proprio Paese del Terzo Mondo non è), convenzione di cooperazione di 2.000 miliardi, ha posto al centro della cooperazione tecnologica il trasferimento di coproduzioni di tecnologie per la produzione in Brasile dell'aereo AMX. Questo è un elemento centrale della nuova politica di cooperazione che il Ministro De Michelis sta facendo collocandosi come disse Gianni Grizzi a suo tempo nella linea dei mercanti d'armi e di morte, linea che da sempre, dai tempi di Spadolini in poi, è stata perseguita sistematicamente dal Governo del nostro Paese! Questa è la realtà che mi spiace dover dire, ma i mercanti di morte stanno nel Governo! I mercanti di morte stanno in quella maggioranza del Parlamento dove da anni giace nelle apposite Commissioni una legge che regolamenta il commercio delle armi, ma che non va avanti perché verrebbe a ledere intrallazzi e finanziamenti con un intreccio spaventoso tra mafia, droga e commercio d'armi! Quando qualcuno ha provato a sollevare leggermente il coperchio è stato mandato in Sicilia e si è trovato anche delle bombe collocate da tutte le parti, minacciando lui e i suoi familiari, per tarpare per sempre le sue possibilità di agire in questo settore. La conseguenza è questa.
Che cosa aspettiamo ad indicare al CSI una soluzione alternativa? Questo è il punto vero. Ciò crea dei problemi perché ci sono delle corresponsabilità generali, ma tale problema va affrontato, ci piaccia o no, perché in questa società c'è un'area di persone che vi sta lavorando attorno molto seriamente, per cui vorremmo un piccolo segnale di disponibilità da parte della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Masaracchio.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Non dichiarerà per caso guerra alla Grecia?



MASARACCHIO Antonino

No, io non sono un guerrafondaio, signor Presidente della Giunta; a battuta rispondo con battuta: io non sono un guerrafondaio in questo tempo di guerrafondai democratici. D'altro canto se si stuzzica il cane che dorme qualche abbaio ci deve pur essere... Io comunque non ci pensavo nemmeno alle guerre, dormivo in questo senso, anzi spero che le guerre vengano a cessare da tutte le parti e che non ce ne siano delle altre...
Così come si parla di tante altre cose che sono fuori luogo, non certo per quello che significano, ma perché il dibattito verte su altri problemi, se si volesse dare stura a tutto quello che si pensa in base ai fenomeni politici che si evolvono nel mondo, ce ne sarebbero di cose da dire e di timori da esplicitare a non finire.
Ho chiesto la parola, signor Presidente e colleghi Consiglieri, per dichiarare l'adesione a questo progetto così come è stato redatto in sede di Commissione, chiarendo i motivi della nostra adesione.
Noi consideriamo il Piemonte una Regione in sedicesimo nei confronti di altre Regioni che hanno sviluppato un'attività politica capace di dare lustro all'economia locale e al potenziale politico che vi si esprime. La città di Torino, fra l'altro, per mille versi esprime un provincialismo dal quale è giusto che venga fuori, e in vista delle attività di apertura dei mercati europei nel fatidico 1993, avevamo affermato che proprio a livello universitario e di ricerca sarebbe stato opportuno incoraggiare talune iniziative, alle quali del resto vengono ad afferire talune componenti economiche. Quindi una partecipazione da parte della Regione, ancorquando presupponga una spesa considerevole, è quanto mai opportuna.
Stiamo a quanto è detto nelle finalità, che poi raccolgono talune osservazioni fatte anche dalla nostra parte politica; finalità che presuppongono lo scopo della promozione di scambi scientifici e di altre attività atte a favorire lo sviluppo e la diffusione della conoscenza teorica applicata nel settore dell'economia. E' questo il punto: una particolare attenzione ad altri settori, meglio specificata nel contesto di questa proposta, non ci pare opportuna, perché altrimenti entreremmo nel campo della ricerca scientifica, che ha tutt'altre prerogative e merita altre considerazioni. Qui si parla specificamente delle attività di approfondimento delle conoscenze teoriche ed applicate nel settore dell'economia e nel contesto di una politica che apra anche ai nostri giovani studiosi i confini dell'Europa.
Noi sappiamo in quale ristrettezze, in quali pastoie si trova la cultura italiana e quindi l'attività di coloro i quali vengono promossi dalle Università del nostro territorio nei confronti del più vasto territorio europeo. Pertanto se già da parte nostra si desse la possibilità di una corrispondenza in questi termini per la ricerca scientifica sul piano dell'economia, sarebbe possibile aprire le porte dell'Europa a questa Regione, che ha molto di provincialismo da farsi perdonare.
Con questi intendimenti dichiariamo il nostro voto favorevole alla proposta presentata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sestero.



SESTERO Maria Grazia

Signor Presidente del Consiglio, vorrei fare una richiesta preliminare che garantisca al dibattito in aula la chiarezza degli oggetti di deliberazione.
Sul terreno della partecipazione ad Associazioni ci troviamo di fronte ormai ad una molteplicità di enti con nomi simili, oggetti simili e finalità affini, per cui abbiamo difficoltà a capire di che cosa si tratta perché tra l'Associazione di cui abbiamo discusso prima, l'Associazione per il supercalcolo di cui non si discute oggi, il CROP di cui non so quando si discuterà perché le nomine non sono ancora state fatte, infine l'Associazione di cui alla proposta di deliberazione che stiamo esaminando in questo momento, diventa difficile per i Consiglieri regionali essere a conoscenza degli oggetti. Chiedo quindi che venga predisposto e poi distribuito ai Consiglieri un prontuario per l'uso di conoscenza delle Associazioni per superare queste oggettive difficoltà.
Nella fattispecie ci troviamo di fronte a una deliberazione presentata mesi addietro che è stata ritirata e che ha prodotto una prima modifica non so se sostanziale e significativa dal punto di vista delle riserve che noi avevamo avanzato, cioè siamo passati dall'ECER all'ICER ovvero da una dimensione europea a una dimensione internazionale. Vorrei sapere se chiedendo il rinvio della deliberazione potremmo arrivare a una dimensione planetaria, non so bene senza vocale come potrebbe essere la denominazione però il gusto della provocazione potrebbe spingerci a richiedere questo rinvio per vedere cosa potrebbe succedere. Ma poi non è neanche così chiaro che stiamo oggi parlando dell'ICER. perché in realtà la proposta di deliberazione n. 1271 porta il titolo: "Rettifica allo Statuto dell'Associazione Centro Europeo di Ricerche Economiche", cioè porta il titolo che richiama l'ECER. Vorrei quindi capire se stiamo deliberando sull'ECER o sull'ICER. perché dal punto di vista formale non è cosa di poco conto questa. Inoltre qui si dice che stiamo rettificando lo Statuto, ma in realtà noi non abbiamo ancora deliberato l'adesione a questa Associazione.
Alcune riserve che richiamavamo nella deliberazione precedente restano perché non è stato modificato lo Statuto nella direzione che noi auspicavamo in quanto mantiene le stesse caratteristiche del limite dello Statuto, cioè rappresenta un'espropriazione totale del Consiglio regionale rispetto al funzionamento di questa Associazione in quanto tutte le nomine sia del Comitato scientifico che del Consiglio di amministrazione avvengono da parte dell'assemblea dei soci fondatori che sono le rappresentanze istituzionali dei tre enti, quindi sono nomine nelle quali non è più coinvolto il Consiglio regionale. E sempre in questa logica lo Statuto prevede tutta una serie di atti autonomi dell'Associazione, con alcune conseguenze e in libertà totale.
Intanto mi chiedo se questa deliberazione dovrà tornare per aggiungere nello Statuto quanto richiesto, ad esempio, per l'Associazione per la promozione dello sviluppo scientifico e tecnologico del Piemonte (punto 8) all'o.d.g.), visto che la Camera di Commercio, che è di nuovo uno dei soci fondatori, ha avuto quel vincolo da parte dei suoi organi di controllo.
Infatti, lo Statuto di quest'altra Associazione (ICER) non prevede un meccanismo quale quello introdotto nella deliberazione di "Presa d'atto di modifica dello Statuto dell'Associazione per la promozione dello sviluppo scientifico e tecnologico del Piemonte".
L'art. 16 in particolare, in coerenza con il taglio che si vuol dare a queste Associazioni, mi lascia molto perplessa in quanto dice: "L'Assemblea dei soci può apportare modifiche al presente Statuto", cioè non solo i promotori, ma l'assemblea dei soci è assolutamente autonoma nel determinare e modificare lo Statuto, e sappiamo che in qualsiasi forma associata lo Statuto è strumento di particolare rilevanza (può prevedere anche lo scioglimento dell'Associazione). "L'atto dello scioglimento - recita l'ultimo comma dell'art. 16 - dovrà prevedere a chi devolvere il patrimonio dell'Associazione".
A me pare un terreno preoccupante, questo: si fa un'Associazione che ha un'autonomia forte rispetto al Consiglio, che può modificare il proprio Statuto senza che l'assemblea regionale ne sia informata, ma non solo: pu anche sciogliere l'Associazione decidendo in proprio a chi devolvere il patrimonio. Tutto questo mi pare una cosa che si configura con qualche elemento di lesione della legittimità della partecipazione della Regione che è un ente pubblico e che ha un organismo con questa ampia e incontrollata possibilità di manovra anche sul patrimonio che nasce dai soci fondatori.
Ultima osservazione che avanzo è questa. Anche questa Associazione ha la sede a Villa Gualino. Villa Gualino è ormai il luogo di vita di una molteplicità di Associazioni a fini consimili. Dato che contemporaneamente la Giunta sta facendo avanzare un disegno di legge sul diritto allo studio che prevede la restituzione del patrimonio, tra cui c'è Villa Gualino, mi chiedo: o si ferma una direzione di marcia o si ferma l'altra, perché qui stiamo utilizzando al massimo la direzione Villa Gualino e contemporaneamente ipotizzando una restituzione all'Università della Villa stessa.
Quindi, al di là di tutte le altre precarietà per cui noi diamo il via ad un'Associazione che avrà una sua vita autonoma, che noi finanzieremo semplicemente, che esula dal controllo del Consiglio regionale, che pu sciogliersi e regalare i beni a chi non si sa, collocata in una struttura che la ospita in maniera, nelle intenzioni della Giunta, non stabile, mi chiedo che senso ha questo procedere non del tutto coerente.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola ha facoltà di replicare l'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore all'istruzione

Alcune preoccupazioni che sono state manifestate le ritengo fondate però mi pare anche giusto che si proceda nei nostri comportamenti in analogia con i precedenti comportamenti. Tutti gli Statuti che abbiamo finora approvato hanno le caratteristiche di quello dell'Associazione a cui decidiamo di aderire in questo provvedimento.
I rischi, che ho valutato con molta attenzione, sono limitati; anche l'importo che la Regione impegna corrisponde ad un livello modesto rispetto ai contributi che noi versiamo ad Associazioni, delle quali addirittura non facciamo parte e che vengono sostenute con il nostro impegno finanziario che hanno autonomia ben maggiore di quella che non avrà questa Associazione.
I Comitati scientifici delle altre Associazioni a cui aderiamo sono nominati dai Consigli di amministrazione o, al massimo, dall'assemblea dei soci.
Però la stimolazione della collega Sestero mi sembra davvero impegnativa: tenteremo di fare nei prossimi mesi, se avremo la possibilità e i mezzi, una riflessione comparata di tutte le Associazioni a cui noi diamo l'adesione, e anche degli enti a cui noi diamo un appoggio economico consistente, per valutare se è possibile riportare alla Regione la possibilità di un maggiore controllo. Dico subito che non è mia intenzione tuttavia, favorire dei meccanismi che blocchino l'operatività di queste Associazioni; spesso hanno richiesto l'autonomia proprio per non essere invischiate in processi complessi che sono propri delle nostre istituzioni.
Io credo che il rapporto Regione - Camera di Commercio, sia un rapporto tale - e non può essere diversamente da non consentire scivolamenti verso l'improprio e tanto meno verso l'illegittimo, ma anche politicamente contrastante con le nostre linee politiche complessive. Questa riflessione deve comunque essere fatta e magari anche il fascicolo che ha chiesto la collega Sestero.
Importante è invece il discorso che viene fatto per Villa Gualino. La collega Sestero che ha letto attentamente la proposta di legge regionale sul diritto allo studio ha visto l'articolo relativo alla proprietà dei beni destinati all'erogazione di servizi previsti dalla stessa legge. Debbo dire con molta chiarezza che l'articolo a cui fa riferimento la collega Sestero è un articolo nei confronti del quale io stesso ho dei seri dubbi tanto che ne proporrò una modifica in sede di Commissione ed anche in aula se vi arriveremo. Il discorso di Villa Gualino per quanto riguarda questo centro è soltanto marginale. E' vero che concediamo i locali, ma compatibilmente alle altre attività e li concederemo ancora più volentieri nel momento in cui sarà completata l'operazione di ripristino generale di Villa Gualino per la quale prevediamo, attraverso il FIO e i mezzi che abbiamo reperito in questi ultimi tempi (la legge sulle strutture alberghiere), di impegnare oltre 14 miliardi.
Devo anche dire per franchezza, perché è inutile nascondersi dietro fragilissimi paraventi, che la Camera di Commercio sta intervenendo generosamente in questo lavoro di ripristino che sarà secondo il mio modesto avviso un'opera davvero consistente tale da permettere di fare a Villa Gualino tutto quanto abbiamo a suo tempo pensato e che ancora non è stato completamente realizzato.
La collega Sestero oggi ha centrato il discorso sull'organizzazione e sugli Statuti degli enti a cui noi partecipiamo e che noi contribuiamo a mantenere e ha lasciato al Consigliere Adduci il discorso delle finalità che, lo voglio ricordare, sono di favorire la crescita delle competenze economiche del Piemonte anche attraverso questo istituto che dovrebbe favorire una circolazione di esperienze e di competenze di persone altissimamente qualificate nel mondo economico. Questa è la finalità che voglio sottolineare perché non ci siano equivoci dal momento che sono rimasto un po' sorpreso dall'intervento del collega Adduci che ha parlato di finalizzazione della nostra ricerca. Questa è un'iniziativa a tutto vantaggio della Regione Piemonte che vuole favorire lo scambio delle conoscenze e delle competenze nel campo economico. La Regione interviene per i primi 300 milioni, con 100 milioni mentre un altro ente con 200 milioni: facendo un calcolo di interesse c'e tutto vantaggio per la Regione di parteciparvi: infatti, con relativamente poca spesa si hanno finalità molto alte e positive.
Non c'entra per nulla invece il discorso del Consigliere Reburdo. Dopo di questo, mi sono sentito davvero una sorta di persecutore dei popoli deboli, dei bambini abbandonati ed indifesi dell'Africa e dell'America meridionale, ma non so cosa c'entri tutto questo con il fatto che io propongo l'adesione ad un ente che ha come finalità lo scambio di competenze nel campo economico. Mi perdoni una battuta il mio carissimo amico Reburdo: credo che abbia preso un abbaglio; quando si parla della CIA non si parla del Servizio segreto degli Stati Uniti, ma della CCIA (Camera di Commercio, Industria e Artigianato) del Piemonte. E' soltanto per questo che si e fatto probabilmente confusione! Il discorso sulle armi collegato al CSI qui non c'entra nulla, perché non si parla di CSI, tutt'al più di CERVED. Io non produco n' bombe n' aerei cacciabombardieri! Ma soprattutto non dico a nessuno di studiare queste cose, anzi faccio lo scambio delle intelligenze per verificare le economie dei Paesi del mondo, magari finalizzandole a progetti che ci stanno a cuore. Questo istituto è stato paragonato all'ICIR. azienda inquinante, e indicato da Reburdo come promotore di guerre e di contrasti fra i popoli; non nasce quindi con un cappello molto fortunato. Ma io credo invece che l'operazione sia molto positiva per il Piemonte e che costi poco. Prendo però per serie, fondate e di somma attenzione, le considerazioni che ha fatto il collega Masaracchio e quelle che ha fatto in termini di organizzazione di questi enti la collega Sestero e chiederò agli uffici di avviare lo studio comparato di cui ho detto, sul quale in sede di Commissione, prima della fine della legislatura, sia possibile intraprendere un confronto onesto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Reburdo.
Ne ha facoltà.



REBURDO Giuseppe

Mi spiace che l'Assessore l'abbia presa a male, nel senso che probabilmente è proprio vero che viaggiamo su livelli molto diversi di concezione della politica dello Stato e della società. E' del tutto evidente che un'associazione di questo tipo che coinvolge soggetti economici di non indifferente rilevanza non può non sollecitarci ad un dibattito che tenga conto dell'importanza di questa proposta. Avrei potuto ripetere l'intervento che svolsi quando si cominciò a parlare di questo problema; probabilmente sarebbe bene che l'Assessore Nerviani e qualcun altro andassero a rileggere quanto è stato espresso in precedenza. Senza confondere né la CIA né il KGB che pare non vadano più di moda, ma che invece di moda vanno e poi in Italia si è avuta una deviazione di questi Servizi cosiddetti segreti che fanno le stragi e poi non vengono colpiti (dopo vent'anni da Piazza Fontana si può dire anche questo!) quindi senza ironizzare su questo, il problema che si pone, vorrei dirlo pacatamente, è quello di capire la strategia con la quale la Regione si colloca dentro questa Associazione. Questa strategia dovrebbe essere volta il più possibile ad aiutare quelle realtà economiche e scientifiche che hanno acquisito la centralità dei problemi verso i quali l'umanità sta andando e nei quali - mi permetto di dire - anche il nostro Paese deve stare dentro volente o nolente, scegliendo quindi, in occasione dell'adesione agli Statuti, l'impegno di collocarsi strategicamente privilegiando certi obiettivi piuttosto di altri. Non deve però trattarsi - è purtroppo il nostro caso - di una supina adesione, probabilmente per accontentare interessi o sollecitazioni diverse da quelli che dovrebbero essere invece gli obiettivi di una pubblica istituzione come la Regione: si fanno affermazioni che tentano di mettere le mani avanti, ma senza precisare determinati aspetti alla fine ci troveremo di fronte a storture nelle quali saremo coinvolti magari senza averne sufficientemente valutato l'importanza e la gravità.
A me pare molto importante non tanto discutere di uno Statuto, quanto capire come noi gestiremo in positivo questa operazione. Io non ho alcuna garanzia che questa gestione tenga presenti quelli che possono essere secondo la mia modestissima opinione punti nevralgici che vengono non dico a cozzare, ma ad aprire una dialettica con una parte del sistema produttivo piemontese che invece è più coinvolto in cose che io condivido di meno.
Questo è il punto, Assessore Nerviani.
Il mio intervento è collocato nel momento storico attuale di un processo che vede il nostro Paese staticamente inserito in realtà di forte dinamicità internazionale per cui è del tutto evidente che questi problemi tentiamo di porli con attenzione e con interesse. Se noi considerassimo questa operazione un'operazione di infima cucina non avremmo neanche disturbato le vossignorie svolgendo degli interventi; avremmo abbassato il capo e anche noi ubbidito! Tutte queste considerazioni mi portano a dire che fino a quando non avrò delle prove contrarie sarò obbligato a fare il processo alle intenzioni che abitualmente non sono portato a fare, per cui voterò contro questa deliberazione, proprio per la mancanza di garanzie che essa invece dovrebbe dare almeno a quelle istanze che - modestissimamente e marginalmente - rappresento in questo Consiglio regionale.



ADDUCI Donato

Chiedo la parola per dichiarazione di voto poiché mi dissocio dalla posizione assunta dal mio Gruppo.



PRESIDENTE

Ne ha facoltà.



ADDUCI Donato

Il mio intervento non è teso soltanto ad illustrare le motivazioni del voto, ma anche ad avanzare una proposta di emendamento al dispositivo della deliberazione in esame.
Le affermazioni fatte, anche se in modo accentuato, come peraltro la rilevanza del problema richiede, da parte del Consigliere Reburdo, a mio avviso possono essere recuperate.
Per quanto mi riguarda, ritengo si possa dare anche un voto favorevole a questa deliberazione se alla fine dell'art. 3 dello Statuto, relativo alle finalità, laddove si dice "concessioni di borse e premi organizzazione di stage, seminari e convegni, promozione di studi e ricerche, visiting professor..." venissero aggiunte le parole "finalizzate in particolare alla riconversione ecologica dell'economia ed alla riconversione dell'industria bellica in Piemonte".
L'accoglimento da parte della Giunta di questo emendamento ci consentirebbe di esprimere un voto favorevole alla deliberazione.
Chiedo che l'emendamento venga, quanto meno, posto ai voti.



PRESIDENTE

Sono spiacente, ma questo non è possibile in quanto l'emendamento avrebbe dovuto essere stato presentato prima. L'emendamento verrà comunque allegato agli atti.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto, dissociandosi anch'egli dalla posizione del Gruppo, il Consigliere Montefalchesi. Ne ha facoltà.



MONTEFALCHESI Corrado

Ho sottoscritto anch'io l'emendamento che ha testé illustrato il collega Adduci. Non facendo parte della VI Commissione non avevo preso in esame questa deliberazione, l'ho fatto però ora e devo dire che le osservazioni fatte dall'Assessore hanno un fondamento per cui ho ritenuto opportuno che alcune osservazioni svolte dai colleghi Reburdo e Adduci potessero essere chiarite nel senso proposto con l'emendamento e in questo modo recuperare una finalità più chiara della deliberazione per consentire di sciogliere i dubbi che alcuni Consiglieri hanno, con il risultato di potersi eventualmente collocare positivamente sulla deliberazione.
Mi rendo conto che la presentazione dell'emendamento a questo punto è irrituale e significa tirare per i capelli il Regolamento, però a me sembra che in una materia talmente delicata e importante come questa se da parte della Giunta venisse la disponibilità a chiarire nel senso proposto dai presentatori dell'emendamento le finalità e lo scopo di questa Associazione credo varrebbe la pena tirare per i capelli il Regolamento. In caso contrario il mio voto sarà negativo.



PRESIDENTE

Come ho detto prima, l'emendamento è stato acquisito agli atti, ma non può essere discusso e pertanto posto ai voti.
Pongo quindi in votazione la deliberazione testé discussa il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 24 voti favorevoli, 5 contrari e 6 astensioni.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Esame progetto di legge n. 502: "Modifiche ed integrazioni al Titolo II della L.R. 23/1/1984, n. 9 e successive modificazioni ed integrazioni"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. della seduta odierna il progetto di legge n. 502 che è stato licenziato all'unanimità dalla Commissione competente.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il progetto di legge n. 502 è iscritto all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
Se non vi sono obiezioni e richieste di parola passiamo all'esame dell'articolo unico di cui è composta la legge, dal momento che la relazione del Consigliere Gallarini viene data per letta.
ARTICOLO UNICO - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri L'articolo unico è approvato.


Argomento: Ristrutturazione industriale

Esame proposta di deliberazione n. 1270: "L.R. n. 9/80 'Intervento per il riequilibrio regionale del sistema industriale. Aggiornamento annuale del programma pluriennale ed approvazione del relativo programma di attuazione'"


PRESIDENTE

Propongo ancora di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n.
1270 che è stata licenziata all'unanimità dalla Commissione competente ed ha carattere di urgenza.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Se non vi sono obiezioni pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Si conclude a questo punto la prima parte dei lavori del Consiglio.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13,20 riprende alle ore 15,15)


Argomento: Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Esame proposta di deliberazione n. 1265: "L.R. 21/3/1984, n. 18 Approvazione del programma regionale degli interventi e delle opere pubbliche per lo sviluppo dell'offerta turistica per il biennio 1989/1990"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Il punto 9) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 1265.
La parola all'Assessore Ripa.



RIPA Franco, Assessore al turismo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, questa deliberazione ha avuto il vaglio della Commissione competente ed è relativa alla parte che interessa il programma regionale degli interventi delle opere pubbliche per lo sviluppo dell'offerta turistica. Si tratta delle due annualità 1989/1990: è forse la prima volta che, in forza della legge n. 18, si cerca di coordinare questo intervento con il programma regionale degli interventi. Quindi, come i colleghi hanno avuto modo di vedere, è stata stralciata la parte che riguarda la programmazione regionale degli interventi per lo sviluppo dell'offerta turistica, ricalcando in buona parte quelli che sono gli orientamenti della legge n. 27, ed in modo particolare ricalca gli obiettivi specifici che sono stati già a suo tempo votati dal Consiglio regionale, tenendo conto delle rispettive specificazioni: turismo montano, turismo lacuale, turismo termale, rurale ed agrituristico, naturalistico, culturale, congressuale e sociale.
Si tratta, come ho detto prima, di coordinare l'intervento, la cui entità per la verità non è molto elevata (si tratta di 1 miliardo e 700 milioni), che riguarda opere pubbliche, quindi interventi di enti pubblici (Comuni, Comunità montane e altri enti che sono titolati a fare domanda).
Purtroppo le domande dovevano essere presentate entro il termine ultimo del 31 luglio ed è stato possibile avere un quadro definitivo solo in autunno, per cui la deliberazione programmatica è stata inviata alla Commissione nel mese di ottobre. Si tratta, come si può vedere, di interventi che si riferiscono alle iniziative di cui si era già fatto cenno negli anni scorsi e in modo particolare a quelle iniziative che non avevano potuto trovare accoglimento nelle deliberazioni di finanziamento dell'anno 1988.
Vi sono previsioni di Comuni, Comunità montane e Consorzi di Comuni che si riferiscono ad interventi ben precisi, ad esempio, aree attrezzate o case per ferie. Alcuni Comuni hanno chiesto anche dei finanziamenti per quello che riguarda le piste da sci. Si tratta di disponibilità che saranno ancora fruibili quest'anno, per cui si terrà buona l'istruttoria che era già stata fatta l'anno scorso, al fine di non sprecare questa ulteriore possibilità che, sebbene la somma di 1 miliardo e 700 milioni non sia elevata, consentirà il ripescaggio di quelle opere che erano state dichiarate ammissibili e che non avevano potuto godere del finanziamento per mancanza di fondi.
Si tratta quindi di una deliberazione-quadro che tiene conto di tutti gli interventi possibili, ma in modo particolare degli orientamenti della legge n. 27.
A questo proposito debbo dire che per quello che riguarda la legge n.
217, il Ministero del Turismo non ha ancora provveduto al riparto e quindi siamo in attesa di questo provvedimento per poter riportare in aula il rifinanziamento della legge n. 27 che, in mancanza di riparto del Ministero, sarebbe monca della parte finanziaria. Il nostro scopo è quello di guadagnare tempo: se il Ministero non effettuerà questo riparto in tempo utile, cioè nei prossimi giorni, la Giunta riproporrà la legge n. 27 apportando poche variazioni, affinché almeno con i fondi dell'anno 1990 ne sia possibile il rifinanziamento.
Ancora lunedì scorso mi sono recato al Ministero, ma non siamo riusciti ad avere l'assicurazione che il riparto sarà effettuato entro la fine dell'anno, mentre - a proposito della deliberazione che esamineremo subito dopo - ci sono state date assicurazioni in tema di sport.
Con questi intendimenti riteniamo che sia utile da parte del Consiglio approvare questa deliberazione onde poter dare, ancora in questo scorcio di anno, la possibilità di contribuzione agli interventi richiesti ai quali seppure ben al di là della cifra a disposizione, quanto meno sarà possibile fare fronte con impegni di spesa di questa annata.



PETRINI Luigi



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, approfitterò della discussione di questa deliberazione per porre una questione di carattere generale che riguarda il settore del turismo.
Dopo che il Consiglio regionale si è occupato qualche mese fa con ampie discussioni delle modalità di attuazione, addirittura con una proposta di legge, delle provvidenze per i Mondiali di calcio in questa Regione per quanto riguarda il versante turistico, ritengo sia corretto approfittare di questa occasione per richiamare la Giunta, l'Assessore Ripa e i colleghi Consiglieri su un'esigenza che crediamo non sia sentita soltanto da un Gruppo di opposizione, ma che, avendo al fondo le discussioni che in quest'aula ci sono state attorno al problema dell'impiantistica ricettiva della nostra Regione, dovrebbe comunque consentire un attimo di riflessione e una messa a punto delle cose avvenute e di quelle che avverranno nelle prossime settimane.
Il Presidente mi scuserà se rispetto alla deliberazione in oggetto citerò solo alcune questioni riservandomi di approfondirne altre di carattere più generale. L'Assessore Ripa correttamente ha detto che si tratta dell'attuazione di un disposto contenuto nella L.R. n. 18 (il finanziamento di L. 1 miliardo e 700 milioni per il 1989 che fa capo ai contributi in conto capitale agli enti locali per lo sviluppo delle strutture turistiche) e ha ricordato che esistono residui notevoli degli anni scorsi in quanto la legge non è stata applicata. Pertanto è corretto parlare di risorse che si attestano complessivamente attorno ai 7,5-8 miliardi. E' un intervento significativo nel senso che ragioniamo attorno ad una disponibilità finanziaria di L. 1 miliardo e 700 milioni per il 1989, però di fatto ci sono residui degli anni 1987/1988.
Vorrei fare un'osservazione di fondo sulla deliberazione. Parliamo di approvazione del programma regionale degli interventi, ma sarebbe più corretto parlare dei criteri con cui si va a finanziare il programma.
Chiaramente in termini programmatici non c'è una sostanza, nel senso che questi sono i criteri generali che, come giustamente l'Assessore Ripa richiamava, il Consiglio regionale ha già approvato nei termini generali e oggi riconferma un programma che ha le priorità e si concretizza individuando gli interventi che si reputano compatibili con le priorità e quant'altro. Questa è la prima questione che riguarda la deliberazione. Si tratta di discutere di una deliberazione che fa riferimento a L. 1 miliardo e 700 milioni, ma che di fatto ha disponibile una risorsa finanziaria che varia dai 7,5 agli 8 miliardi. Inoltre, si parla di un programma di intervento che io reputo non sia tale, ma siano appunto le metodologie con cui si va alla definizione e all'utilizzazione di queste risorse.
Detto questo, mi pare che accanto alla mancata decisione del riparto da parte ministeriale della legge n. 217, che è la parte più corposa degli interventi che la Regione riesce ad attuare nel settore turistico, siano necessari dei progetti da parte degli operatori turistici piemontesi nel quadro delle provvidenze previste dalla legge relativa ai Mondiali di calcio. E' una partita su cui il Consiglio è stato informato a spizzichi e bocconi, nel senso che la Giunta regionale ha assunto la deliberazione di trasmissione di tutti i progetti e le richieste ricevute da parte dei soggetti attuatori, ha trasmesso al Ministero i progetti ritenuti idonei e pertanto non si sono definite all'interno di questa metodologia le priorità e le ricadute che sul territorio determinavano i contributi disponibili. Mi pare che l'Assessore Ripa abbia richiamato la sproporzione tra la disponibilità di risorse finanziarie che la Regione avrebbe avuto su questo intervento rispetto ai progetti e alle domande trasmesse al Ministero.
Vorremmo sapere cosa è successo, nel senso che quei progetti mi pare siano stati inviati da tempo a Roma, ma non so se nel corso della riunione cui faceva riferimento l'Assessore Ripa si è definito un orientamento in ordine ai progetti finanziabili. Trattandosi comunque di cosa che ha una certa consistenza rispetto all'impatto sul territorio in termini positivi, in quanto sono risorse finalizzate al turismo, vorremmo conoscere i criteri che la Giunta ha seguito nel determinare le priorità, visto che tutti i progetti presentati ed inviati a Roma non sono finanziati. Dico questo alla luce dell'esigenza di conoscere gli effetti delle iniziative legislative della Regione sul territorio piemontese. Credo inoltre che le leggi regionali rischino di avere l'impossibilità di conoscere quali sono gli effetti benefici che questi provvedimenti comportano sul territorio.
Un'altra osservazione riguarda le iniziative che la Regione Piemonte ha in animo di promuovere in ordine alla sua partecipazione nello svolgimento di alcune partite di calcio a Torino. In questi giorni sui quotidiani abbiamo letto della polemica tra COL e Giunta regionale in ordine ad alcune scelte e ad alcuni ritardi e al volume delle risorse che la Regione avrebbe in animo di utilizzare su questo fronte, ma anche in questo caso non abbiamo avuto occasione di avere un confronto nelle sedi istituzionali.
Dico questo perché non è ininfluente rispetto al tipo di ragionamento che stiamo facendo su questa deliberazione, nel senso che se potessimo discutere del quadro di iniziative che la Giunta regionale intende promuovere in questa direzione si potrebbe anche considerare da parte del Consiglio regionale l'opportunità di una utilizzazione di risorse della Regione, perché se si definiscono delle priorità sulle quali riteniamo essere prioritario intervenire potremmo anche sacrificare l'utilizzazione in termini semplicistici, così come è stato fatto nel recente passato delle risorse che la Regione ha a disposizione. Non mi scandalizzerei se a fronte di un fatto certamente importante, come quello di cui stiamo discutendo, si determinasse la necessità di considerare una serie di poste nel settore del turismo che la Regione Piemonte mette a disposizione concentrandole su alcuni versanti piuttosto che su altri.
Come vede, signor Presidente, ho approfittato strumentalmente dell'occasione della discussione di questa deliberazione per porre delle questioni che ritengo importanti e significative per il nostro modo di lavorare, ma soprattutto per riuscire a capire quali sono le iniziative davvero concrete che stanno determinandosi sul territorio piemontese nonch capire, all'interno di questo, in che modo la Giunta produce elementi di definizione delle priorità che a questo Consiglio mancano come elemento di informazione e quindi di possibile collocazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Villa.



VILLA Antonino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, in Commissione questa deliberazione è stata licenziata con una procedura molto rapida, lasciando l'eventuale approfondimento della deliberazione al Consiglio.
E' bene prendere nota di quanto ci ha riferito l'Assessore soprattutto per quanto riguarda il rifinanziamento della L.R. n. 27. Purtroppo, non essendoci stato nel 1989 alcun intervento sulla legge n. 217 si è rimasti impossibilitati a rifinanziare la L.R. n. 27. Auguriamoci che il Ministero per il 1990, oltre che per il 1989, faccia abbastanza sollecitamente questi riparti, in modo che le attese presenti e pressanti possano essere soddisfatte al più presto possibile.
Concordo in parte con quanto diceva il Consigliere Avondo, sotto il profilo nominalistico dell'impostazione della deliberazione come programma regionale. Non vedrei però in questo un grave difetto. Piuttosto circa i criteri che determinano la futura azione della Giunta il discorso si allarga. Si ipotizza infatti che la gestione debba essere affidata direttamente alla Giunta, come ormai sta emergendo nei dibattiti interessanti il nuovo Regolamento del Consiglio. Allora in questo caso l'Assessore sarà maggiormente impegnato, sulla linea di quei criteri, ad attuare il programma. Come programma credo possa essere considerato ed approvato, come è avvenuto a maggioranza in Commissione. Se è da raccogliere la sollecitazione che è venuta dall'intervento del collega Avondo come un caldo invito ad operare, al più presto possibile avvalendosi di questi circa 8 miliardi che ci sono tra i residui del 1988 (alcuni del 1987) e di quanto era stato stanziato quest'anno, credo che l'Assessore possa agevolmente e presto soddisfare le domande che sono giacenti presso l'Assessorato.
Ritengo che non solo si possa, ma si debba approvare questa deliberazione per aprire la possibilità di svolgere l'attività che è caratteristica nostra. Noi possiamo muoverci in questo campo e attraverso questa deliberazione si ha via libera per poter attuare quello che si attende che venga attuato. Esprimo quindi il parere favorevole del mio Gruppo su questa deliberazione nella speranza che per il 1990 ci siano delle concrete azioni da parte ministeriale, che ci permettano gli interventi che alla Regione sono stati richiesti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il problema che ha posto il Capogruppo Avondo era quello di investire il Consiglio regionale delle scelte concrete che la Giunta deve compiere in ordine ai contributi per le opere oggetto di questa deliberazione, in aggiunta all'utilizzo dei finanziamenti specifici dei Mondiali. Non mettiamo in discussione la ripartizione delle competenze tra l'esecutivo e il Consiglio regionale, ma abbiamo chiesto di sapere quali siano le scelte concrete che si intende effettuare. Dalla lettura di questa deliberazione non emergono le scelte concrete, ma soltanto procedure e criteri.
Sempre nel merito di questa deliberazione mi sorge un dubbio per quanto riguarda il richiamo all'applicazione della legge n. 18 sulle opere pubbliche. E' una legge che questa Giunta regionale ha deciso di non applicare. Se è così, mi sembra che nella deliberazione non possa scriversi "ai sensi della L.R. n. 18". Chiedo una risposta da parte dell'Assessore.
Il secondo punto che volevo trattare è questo. I Mondiali sono un'occasione da cogliere anche dal punto di vista turistico. La rilevanza dei flussi turistici vorrei conoscerla un po' meglio. Al di là della propaganda, che attorno a questo avvenimento alcune forze economiche sono interessate a fare, rimane il fatto che conoscere l'effettiva previsione delle presenze delle squadre di calcio nella nostra Regione diventa un elemento essenziale per i programmi e gli investimenti a sostegno di questa manifestazione. Chiederei all'Assessore di rendere al Consiglio regionale su questo, un'informazione precisa.
Pochi quarti d'ora fa il telegiornale regionale ha informato i cittadini della Regione Piemonte che la situazione, per quanto riguarda la permanenza delle squadre del Mundial, sarebbe la seguente: delle quattro squadre che giocheranno il girone iniziale nella Regione Piemonte, solo una squadra pare abbia deciso di soggiornare in Piemonte, e precisamente nel Comune di Mondovì: la squadra del Costarica.
Il Brasile pare soggiornerà a Santa Margherita Ligure, in un grand hotel, ed alloggerà molti tifosi in due navi appositamente ancorate nel porto di Genova. La squadra della Svezia soggiornerà a Rapallo. Avranno laggiù i loro quartier generali e svolgeranno in quei luoghi gli allenamenti la Svezia ed il Brasile, mentre il Costarica verrà in Piemonte ed alloggerà a Mondovì. Allora, se la situazione è questa io chiedo che la Giunta, di concerto con il COL. faccia delle previsioni sul turismo nella nostra Regione. Se le cose stanno in questo senso è chiaro che le masse di tifosi ruoteranno intorno alle loro squadre in ragione dei luoghi in cui esse sono presenti; se la squadra del Brasile sta a Santa Margherita Ligure e si allena là tutti i giorni, vuol dire che i cittadini brasiliani verranno al seguito della squadra del Brasile a Torino solo quando il Brasile vi giocherà. E così per quanto riguarda la Svezia.
E' anche interessante sapere quando e dove le partite verranno giocate.
Questo per organizzare un intervento congruo della Regione Piemonte, la quale, a mio avviso, deve affermare un suo ruolo, che non è solo quello di prendere dei soldi e di darli al COL affinché ne faccia quello che crede, o meglio, se è così si discuta se deve essere così. Il ruolo della Regione non è solo quello di sentire le richieste perentorie del COL, che sui giornali di oggi rivolge alla Regione durissime critiche per l'inazione dell'Assessore regionale su questo tema. L'intervento finanziario della Regione si giustifica tanto più, in quanto sia proprio di una competenza regionale da assolvere. Il problema del reperimento del personale a servizio dei partecipanti e giornalisti, è un problema di non poco conto.
Se la Regione Piemonte decide che questo è un settore di intervento e intende sostenerne la spesa, ritengo che a questo punto debba dirigere il reperimento e l'organizzazione delle necessarie risorse umane. In ogni caso chiedo che la Regione Piemonte abbia nei confronti del COL un atteggiamento di dignità e di reciproca autonomia. Se il COL ha delle competenze precise che spettano solo ad esso è giusto che le gestisca e le faccia rispettare ed è giusto che la Regione non intralci né interferisca in alcun modo. Se invece la Regione Piemonte ha un ruolo, lo svolga a pieno, altrimenti sarà un'istituzione che non fa altro che erogare dei finanziamenti gestiti da altri.
Chiedo che la Regione, insieme all'assunzione in proprio di queste responsabilità, chieda al COL di chiarire la questione delle permanenze delle squadre, in modo tale che il "tam-tam" sui benefici del Mondiale sia esattamente misurato, per ritmo ed intensità del suono, alle quantità di turisti che effettivamente verranno in Piemonte e che per adesso mi sembra risultino solo quelli del Costarica.
Zaccarelli oggi ha già fatto i suoi auguri e si è felicitato che la squadra del Costarica soggiorni nella nostra Regione, mi felicito anch'io che una simpatica squadra soggiorni a Mondovì. Prendo atto che Brasile e Svezia non staranno nella nostra Regione e misurerei gli interventi della Regione e tutte le fatiche organizzative anche sulla base di questi due nuovi elementi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, vorrei esprimere talune perplessità, ma non senza aver premesso che capisco gli sforzi dell'Assessorato per supplire ad una non-politica programmata o di programmazione degli investimenti nell'ambito dell'attività economica del turismo: il turismo di un certo livello, di una certa importanza, ma anche quello minore.
Le perplessità che ho sono in ordine al fatto che si vorrebbe in qualche maniera supplire a tutto ciò che incombe nell'ambito del territorio in funzione di questi "benedetti" Campionati del mondo di calcio.
Sappiamo invece che taluni investimenti non sono possibili, infatti è stata del tutto vanificata dal ritardo della Regione quella legge che avrebbe consentito, quanto meno nell'area importante di Torino, la costruzione di grossi complessi, tanto per reggere al confronto con Milano.
Già in questi termini, con molta esplicitazione, mi sono espresso nell'altra seduta in cui si è dibattuto il problema. Tuttavia il Gruppo del Movimento Sociale Italiano capisce gli sforzi dell'Assessorato; anche se sembra proprio che la bontà di talune iniziative meriti comunque ogni critica, anche se non si tratta nella fattispecie di provvedimenti a pioggia, ma quasi ad hoc.
E' vero che nell'ambito di questo programma, così definito forse impropriamente, si coinvolge la pubblica amministrazione con una elevata percentuale di cointeressenza. E quindi possiamo dire che c'è il patrocinio della pubblica amministrazione a giustificare le operazioni, ma anche a garantire la spesa pubblica che è finalizzata al pubblico interesse. E' anche vero inoltre che il pubblico interesse, per come si sviluppano le cose dell'economia nazionale oggi, è largamente rappresentato non dagli enti pubblici, ma proprio dal privato e da quel privato credibile.
Secondo il quadro di queste riflessioni, allora, c'è da dire che il turismo non si trova in crisi, non è appesantito dal mancato finanziamento per le ristrutturazioni e gli adeguamenti delle strutture, a norma di legge; l'attività turistica è appesantita da tutta una congerie di balzelli, di tasse, di difficoltà economiche che non hanno consentito l'autonoma promozione del miglioramento delle strutture. Con una mano noi sottraiamo all'economia del turismo e di questa attività imprenditoriale risorse economico-finanziarie; con l'altra cerchiamo l'occasione buona per dare dei contributi non finalizzati alla politica di promozione del turismo per lo sviluppo del nostro territorio.
Per quanto riguarda la voce del Verbano-Cusio-Ossola, in provincia di Novara, mi chiedo come si possa pensare che in quel territorio un momento di suffragio economico non debba e non possa essere afferito. E' così che si risolve il problema del Verbano, del Cusio, dell'Ossola, il problema dei laghi, di quelle strutture turistiche e alberghiere, di quelle attrezzature, quando l'attesa è quella di una politica generale che coinvolga la Provincia e i Comuni maggiori in modo tale che gli investimenti poi tornino tanto da consentire a tutti di fruirne, e non soltanto alle aziende di una certa valenza e di una certa capacità operativa? Volevo esprimere queste perplessità senza pronunciarmi sull'atteggiamento che il Gruppo assumerà nei confronti di questa deliberazione, per far comprendere che noi attendiamo di vedere sviluppata una politica che non presti il fianco a censure e a critiche, che non sia poi una politica negativa.
Noi vorremmo che gli investimenti avessero una trasparenza maggiore o comunque ci potessero offrire maggiori elementi di giudizio per poter aderire senza alcuna remora.



PRESIDENTE

Vorrei ricordare al collega Masaracchio che lo Statuto all'art. 12 recita che "I Consiglieri regionali rappresentano l'intera Regione", quindi lei non rappresenta solo il Verbano-Cusio-Ossola, bensì l'intera Regione.
Se non vi sono altre richieste di parola ha facoltà di replicare l'Assessore Ripa.



RIPA Franco, Assessore al turismo

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, prima di tornare all'oggetto della nostra deliberazione vorrei dare un'informazione il più possibile concisa, spero comunque esauriente, per gli argomenti che sono stati toccati a latere di questa deliberazione. Quando noi parliamo di "programma regionale di interventi" nulla vieta che si possa aggiungere "programma generale di indirizzo", perché non ci sono problemi dal punto di vista nominalistico da parte della Giunta. Credo però che il bisticcio che è stato qui evocato della legge n. 18, in parte ibernata, non sia per ascrivibile al comportamento del nostro Assessorato che ha anzi voluto rimettere in pista soprattutto per la parte relativa alle procedure.
Riteniamo che questo discorso sia valido sia per questa deliberazione che per quella relativa agli impianti sportivi che verrà affrontata subito dopo.
Rispondo ai colleghi che sono intervenuti sui criteri dei programmi, in particolare al collega Masaracchio che ha chiesto se vi sono degli indirizzi particolari a livello provinciale o a livello campanilistico. Si tratta di criteri generali; l'obiettivo lacuale rientra in quelli generali.
Con questa deliberazione non si stabilisce alcuna norma, alcun confine spartitorio, bensì delle norme che sono poi i criteri generali della legge n. 27.
Mi auguro che la ripartizione della legge nazionale n. 217 avvenga in tempi brevi, perché si era pensato in un primo momento di far pesare il conto interessi sul bilancio 1990. In qualche modo sarebbe possibile farlo anche senza la ripartizione, manca però il conto capitale per il quale è indispensabile la ripartizione. Noi ci auguriamo che finiti tutti gli eventi romani, politici ed amministrativi, il Governo decida questa ripartizione.
Per quello che concerne il discorso dei Mondiali apparso sui giornali ed in particolare su un quotidiano torinese, l'unico rincrescimento che pu avere la Giunta è quello di non avere un proprio quotidiano dove riuscire a condizionare un rapporto che io definisco abbastanza complesso per delicatezza, perché vi sono diversi soggetti cointeressati: il Comune capoluogo della Regione dove hanno sede le partite di calcio che è interessato in modo particolare per le iniziative locali, soprattutto per quello che riguarda lo stadio; la Regione, che ha un compito più vasto e forse questo non si è capito da parte di coloro che hanno in questi giorni interloquito sull'argomento - rispetto a quello che può essere un compito comunale; poi vi sono gli enti di promozione, tipo il COL, e i privati sponsor.
Voglio precisare che la Regione non ha il compito di trovare la localizzazione dei ritiri delle squadre; riteniamo che le scelte fatte dalle squadre in parte sono tecniche, in parte sono legate agli uomini dello sport, quindi non abbiamo potuto interlocuire sull'argomento. Quando però sono state avanzate delle sollecitazioni, soprattutto tramite i giornali, alla Regione che si diceva era immobile sull'argomento, abbiamo cercato con tutti i canali pubblici, interessando anche il Ministero degli Esteri, di interporre dei buoni uffici per avere a Torino la squadra del Brasile. Speriamo che anche questo abbia contribuito in minima parte a far scegliere il Brasile come squadra capofila.
Inoltre voglio ricordare che la Giunta regionale, già fin dal mese di giugno 1989, ha predisposto una deliberazione, tenendo conto di tutte le rappresentanze e dell'accoglienza, e devo dirvi che a livello di contrattazione tutti i COL regionali si sono attestati su posizioni rivendicative, in modo tale che hanno stabilito una serie di contrattazioni con le varie Regioni cercando di accollare ad ogni ente pubblico, Regione e Comune, una parte delle spese da sostenere per il progetto generale 1990.
Per quanto riguarda la Regione Piemonte, ci siamo accollati il compito e la spesa dell'accoglienza, il settore dei punti di informazione che verranno svolti nel territorio regionale.
Siccome il COL regionale ha aperto delle trattative anche con la Valle d'Aosta, abbiamo concordato con i colleghi della Valle d'Aosta che per quanto riguarda il trasporto su gomma delle squadre e dei giornalisti al seguito apparisse anche la vetrofania "Regione Piemonte".
Vi sono stati altri impegni che la Giunta ha assunto con la deliberazione del giugno scorso, per quanto riguarda la pubblicistica: le iniziative editoriali degli itinerari turistici ed altre iniziative che faranno seguito ad un discorso che in parte è ancora da impostare. In questa ottica sono stati potenziati i servizi di informatica delle varie aziende di promozione turistica e degli uffici di informazione turistica sono stati presi impegni per una rete telematica di informazione tra APT IAT e alberghi (è stata deliberata la spesa di L. 1 miliardo circa). Altri impegni di spesa saranno finalizzati ed assunti con il bilancio 1990, in quanto nel mese di giugno 1989 non potevamo erogare fondi sugli interventi del 1990.
Al collega Chiezzi dico che negli incontri avuti con il COL regionale abbiamo sempre detto che gli impegni finanziari assunti da noi non li delegavamo agli altri e soprattutto che non davamo ad organismi esterni i soldi della Regione da gestire. Questo lo posso assicurare perché abbiamo sottolineato in modo chiaro, a costo di polemiche, il principio che le nostre spese le gestiamo noi. Ed è in quest'ottica che, pur con difficoltà, cercheremo di farlo con la dignità che l'ente pubblico deve avere in questo tipo di collocazione.
Ritengo comunque sia un discorso ancora aperto. Concordo con coloro che fanno delle previsioni leggermente diverse rispetto a quelle dei primi momenti in cui si parlava con molta facilità di cifre molto alte, se le squadre che ospiteremo nei 45 giorni del Campionato nel nostro territorio regionale saranno solo quelle che appaiono fino ad oggi dalla carta stampata. Noi ci auguriamo che si arrivi ad un'immagine ben più grande però il modo con cui ci stiamo attrezzando è stato raggiunto con una cifra media che sicuramente coinvolgerà la Regione. In questo senso ci adopereremo anche in collaborazione con il Comune di Torino per quanto riguarda le manifestazioni esterne di carattere culturale (questo è stato oggetto di discussione con il Sindaco) per fare in modo che la Regione reciti la sua parte a Torino. Quello che noi vorremmo riuscire a fare è ottenere un miglior collegamento con gli enti pubblici ed un collegamento dignitoso con il COL come è già avvenuto negli incontri svolti in Assessorato. Vorremmo che questo rapporto dignitoso continuasse nei prossimi mesi affinché nessuno abbia modo di essere "il primo della classe" su un problema che è molto delicato e che deve vedere l'ente pubblico presente con dignità.
In questo senso riteniamo che la Giunta non debba delegare ad alcuno i suoi compiti, tanto meno l'esecuzione delle proprie deliberazioni assunte in tempi non sospetti (mi riferisco al giugno 1989).



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Masaracchio per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.



MASARACCHIO Antonino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Gruppo MSI-DN dovrebbe votare contro questa deliberazione per le ragioni esposte durante il mio intervento. Tuttavia ribadisco il concetto che riconosciamo nell'indirizzo dell'Assessorato il massimo sforzo che si possa fare da quel settore di gestione della pubblica attività amministrativa della Regione per venire incontro a talune esigenze che vanno oltre il mero discorso del turismo e che investe anche il campo dell'agriturismo, quindi della promozione di quelle attività che sembrano minimali, ma che hanno una grossa rilevanza nell'ambito dello sviluppo dell'economia regionale, così come nelle attese non dico nei programmi, dato che un programma vero e proprio - lo ribadisco non esiste.
In considerazione di tutto ciò, il Gruppo MSI-DN dichiara una benevola astensione.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 21 voti favorevoli e 12 astensioni.
Pongo in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Esame proposta di deliberazione n. 1266: "L.R. 21/3/1984, n. 18 Approvazione del programma di intervento per lo sviluppo dell'impiantistica sportiva per il biennio 1989/1990"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1266, di cui al punto 10) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Montefalchesi. Ne ha facoltà.



MONTEFALCHESI Corrado

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il motivo che mi ha stimolato a chiedere la parola a proposito di questa deliberazione è una trasmissione televisiva. Non so quanti di voi seguono la rubrica del TG2 "Diogene", io l'ho seguita nei giorni scorsi. Nell'edizione di ieri si è parlato degli impianti sportivi di base ed uno degli esempi negativi che sono stati citati è quello relativo al quartiere Barriera di Milano della città di Torino, dove i ragazzi delle scuole non possono fare attività di nuoto per la semplice ragione che la piscina deve essere ristrutturata e il Comune non concede alla Circoscrizione le risorse necessarie per farlo.
Con la deliberazione in esame, che concede appunto risorse per la ristrutturazione di impianti di base, quindi di piccole dimensioni, si stanziano, per il 1989, 1 miliardo e 900 milioni. Questi fondi, secondo quanto riportato al punto 3) della premessa della deliberazione, serviranno a ristrutturare a malapena due piscine o due palestre, visto che il contributo ammesso per la ristrutturazione di piscine e palestre è di 1 miliardo. Non si arriva neanche a dare un contributo per ristrutturare in tutta la Regione due piscine e due palestre per il 1990! Non so quante siano le richieste pervenute entro il 31 luglio sui fondi del 1989, ma presumo siano molte di più.
La domanda che pongo all'Assessore è che mentre a Torino si spendono addirittura 160 miliardi per costruire lo stadio nuovo, che io ritengo sia un monumento all'idiozia, anche perché la settimana scorsa a vedere la partita della Juventus c'erano 5.000 spettatori paganti, per ristrutturare gli impianti sportivi di base che servono per l'attività sportiva di base dei giovani e dei meno giovani per quelle attività sportive che sono strettamente connesse al mantenimento di uno stato di salute sano, ebbene per queste attività la Regione stanzia 1 miliardo e 900 milioni per il 1989! Cari colleghi e caro Assessore, mi sembra che il divario tra un monumento allo spreco come lo stadio (160 miliardi, che sono tra l'altro 100 in più di quelli previsti) e quanto la Regione stanzia quest'anno per gli impianti sportivi di base è abissale e non mi sembra che questo sia il modo di rispondere alle esigenze dei cittadini, soprattutto di quelli più giovani.
Da questo punto di vista la trasmissione TG2 "Diogene" è un emblema.
Dovremmo tutti quanti vergognarci; la classe politica che governa questo Paese, questa Regione, le Amministrazioni che portano responsabilità devono vergognarsi se sono in grado e decidono di spendere 160 miliardi per uno stadio e spendere 1 miliardo e 900 milioni per le attività di base! Devono vergognarsi prima di tutto le forze politiche che compongono queste Amministrazioni.
Mi chiedo, Assessore, se sia possibile approvare una deliberazione con uno stanziamento di queste dimensioni. Chiedo almeno che lo stanziamento venga aumentato ed inoltre di conoscere la dimensione delle richieste avanzate nel 1989 al fine di capire il divario tra le esigenze e la risposta.
Chiedo che questo stanziamento sia aumentato per non dover continuare a vergognarci.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

Signor Presidente, signor Assessore, intervengo per ricordare a me stesso e ai colleghi componenti la Commissione, in seno alla quale si è dibattuto il problema di questa deliberazione, che in quella occasione si è tanto insistito sull'opportunità di intervenire in favore di un'utenza che non fosse quella solita del calcio oppure di quelle attività che riescono a farla da padroni nell'ambito della pratica sportiva. Si tentava di avere già in delibera una risoluzione verso quelle attività che stanno alla base della preparazione sportiva, anzitutto l'atletica leggera e collateralmente, il nuoto.
Nell'ambito di questo problema si individuavano le aree da privilegiare e mi pare che la deliberazione porti in un certo qual modo accolta questa esigenza. Non sto a rileggere i passi in cui tutto questo risulta evidente però in quell'occasione, proprio dalla parte politica che io rappresento in Commissione si era chiesto con molta insistenza che alla lettera b) del secondo punto ("soggetti ed interventi ammissibili"), laddove si dice "nuova realizzazione di impianti sportivi a servizio di aree di utenza di dimensioni minime" con specifico riferimento a "piccolo Comune", ma è anche detto "quartiere di grande o medio Comune", i quartieri venissero esclusi totalmente esclusi. Si adduceva a giustificazione il fatto che i quartieri sono istitituzionalizzati nelle grandi città, soprattutto a Torino e a Novara, per cui questi Comuni dovrebbero avere per se stessi la capacità di investire per i quartieri. Noi siamo contrari ai quartieri così come sono strutturati e per quello che rappresentano nell'ambito della pubblica amministrazione, convinti come siamo che un Comune come Torino, ancorquando abbia dei quartieri che potrebbero di per sé essere una città, deve avere la capacità finanziaria di investire ciò che la società in quei quartieri richiede. A nostro avviso, l'attenzione della Regione non può essere indirizzata all'economia e all'interesse del Comune di Torino, nella fattispecie per quello che questa deliberazione rappresenta.
Di conseguenza, in considerazione del fatto che è stato mantenuto quanto era già stato ampiamente dibattuto in Commissione e da noi contestato, il Gruppo MSI-DN esprime un parere totalmente negativo alla deliberazione presentata.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola ha facoltà di replicare l'Assessore Ripa.



RIPA Franco, Assessore allo sport

Ringrazio i colleghi per gli interventi svolti.
Per quanto riguarda la politica generale dello sport non posso che concordare con lo spirito di quanto è stato richiesto perché pur trattandosi di una deliberazione programmatica gli interventi svolti hanno dimostrato quanto importante sia oggi il problema dello sport, non solo per l'impatto sportivo, ma per quello che riguarda la società moderna, società nella quale fanno sport tutte le classi di età e di ceto sociale.
Quanto è stato detto dal Consigliere Montefalchesi è giusto dal punto di vista generale, ma dal punto di vista particolare bisogna tenere conto che questa è una delibera programmatica di intervento che tenendo conto della ristrettezza economica della cifra messa a bilancio (1.900 milioni) ma già impegnata con il bilancio 1989, non poteva consentire molti voli pindarici per impianti nuovi. Infatti nella nostra proposta sta scritto: "costruzione, rifacimento e miglioramento di servizi igienico-sanitari e messa a norma degli impianti; miglioramento dell'accessibilità; opere varie; rifacimento e miglioramento degli spogliatoi; rifacimento e miglioramento delle recinzioni; rifacimento del manto di gioco e irrigazione".
Si potrebbe dire in termini semplicistici che si tratta di una deliberazione che va soprattutto a favore della manutenzione e quindi dei piccoli interventi. Non potrebbe essere in altro modo perché il grande problema, difficile da risolvere, è quello della gestione degli impianti sportivi, quindi si cerca di dare una risposta in questo senso.
Per quanto riguarda l'intervento del collega Masaracchio, devo dire che già in Commissione avevamo previsto il quartiere di grande o medio Comune e il piccolo Comune. Per quello che concerne gli interventi vorrei far notare la misura della spesa, essa non può superare infatti il 60% della spesa ammissibile. Tale limite può essere elevato al 70% per le opere realizzate in Comuni con popolazione non superiore ai 1.000 abitanti. E' un problema di carattere generale per quello che riguarda gli impianti del grande quartiere cui faceva riferimento prima il collega Montefalchesi, ma è soprattutto un problema di piccoli Comuni e avendo il Piemonte una miriade di Comuni che hanno chiesto l'intervento si tratta di dare un minimo a tutti.
Rispondo ancora a proposito delle richieste. Le richieste per il 1989 ammontano a 3.406 milioni, ma la possibilità di risorsa finanziaria già iscritta come posta di bilancio nel 1989 è di 1.900 milioni. E' vero quindi che non tutti i problemi dell'impiantistica sportiva si risolveranno con questa deliberazione, ma occorre dire che per quello che riguarda l'anno 1989 sono stati dati circa 51 miliardi alla Regione Piemonte ai sensi della lettera b) della legge sui Mondiali.
Informo inoltre il Consiglio che probabilmente il giorno 18 o 19 dicembre p.v. verrà pubblicata la ripartizione dei fondi, ai sensi delle lettere b) e c) della legge sui Mondiali, per quello che riguarda la Regione Piemonte che dovrebbe prevedere un'ulteriore tranche nel 1990 più o meno pari a quella che è stata data l'anno scorso.
Verremo quindi ad avere, fortunatamente, una situazione diversa ed è anche per questo che abbiamo atteso a procedere all'erogazione dei fondi perché lo potremo fare con un altro spirito per quello che riguarda l'impiantistica generale allorquando sarà possibile erogare ulteriori fondi ai sensi della legge sui Mondiali. Quindi quello dell'impiantistica sportiva è un discorso generale, mentre invece è del tutto particolare volutamente particolare, quello di cercare di sopperire alle iniziative di recupero e di manutenzione, cioè quei piccoli interventi che sarà possibile fare con la cifra di 1 miliardo e 900 milioni.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la deliberazione testé discussa, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 19 voti favorevoli, 3 contrari e 5 astensioni.
Pongo in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Difensore civico

Esame ordine del giorno n. 719 sul Difensore Civico


PRESIDENTE

Il punto 12) all'o.d.g. prevede l'esame dell'ordine del giorno n. 719 presentato dal Consigliere Valeri.
Pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte rilevato che con regolarità e puntualità il Difensore Civico ha presentato al Consiglio dettagliate relazioni annuali dell'attività esplicata e che in ognuna delle relazioni sono stati anche segnalati, come prescritto dalla L.R. n. 50/81 istitutiva dell'Ufficio del Difensore Civico, gli accertamenti espletati e indicati i risultati conseguiti nonché i rimedi organizzativi e normativi ritenuti necessari preso atto che: il Consiglio regionale ha discusso le relazioni del Difensore Civico riguardanti gli anni 1982 - 1983 - 1984 - 1985, mentre in questa legislatura le relazioni annuali 1986 - 1987 - 1988 sono state discusse il 13 luglio 1989 il Commissario del Governo ha chiesto ai Presidenti del Consiglio regionale e della Giunta di fornirgli elementi di conoscenza 'sulle questioni sollevate dai giornali' attinenti l'attività del Difensore Civico presa visione e valutate le relazioni sull'attività svolta dal Difensore Civico nel corso degli anni 1986 - 1987 - 1988 udita la relazione del Presidente dell'VIII Commissione permanente svolta in aula, nella seduta consiliare del 13 luglio 1989, nella quale si segnalava l'esigenza di un rilancio dell'Ufficio del Difensore Civico e quella di un profondo mutamento nei comportamenti della Regione per assicurare una migliore e più incisiva azione in favore della popolazione piemontese preso atto dell'ampio, approfondito ed articolato dibattito che ne è seguito e delle conclusioni cui è pervenuto, circa la formulazione di un documento di indirizzi operativi impegnativo per la Giunta e il Consiglio regionale stesso considerato, in particolare, che: tutti i casi di intervento segnalati nelle relazioni del Difensore Civico prese in esame riguardano gli uffici dell'Amministrazione regionale e del Servizio sanitario e che avrebbero meritato l'adozione di rimedi tempestivi i casi segnalati comportano rimedi che l'Amministrazione regionale può in generale adottare per un migliore funzionamento dell'Ente stesso ed in favore dei cittadini il comportamento dell'istituto regionale e del suo apparato amministrativo non sempre sono stati sufficienti a rimuovere gli ostacoli e le disfunzioni affiorate in questi anni e che pertanto non hanno consentito di cogliere con la dovuta attenzione gli stimoli scaturiti dall'attività del Difensore Civico occorre superare la divaricazione prodottasi tra governo regionale ed esercizio delle funzioni del Difensore Civico in questi anni il bisogno di tutela da parte dei cittadini si è accresciuto in misura proporzionale all'aumento dell'attività amministrativa e all'aggravarsi delle disfunzioni e dei ritardi della pubblica amministrazione il semplice dibattito sulle relazioni annuali si è dimostrato insufficiente, se non preparato adeguatamente e se non inserito all'interno di un'attività sistematica ed organizzata della Giunta e dell'Ente nelle sue specificazioni, volta ad assicurare un più marcato comportamento collaborativo degli apparati amministrativi regionali nei confronti del Difensore Civico e a garantire provvedimenti amministrativi conseguenti per correggere i disguidi, eliminare le inefficienze ed impedire le eventuali violazioni di legge attesa l'esigenza di: porre riparo con sollecitudine allo stato di difficoltà che caratterizza l'attuale fase di vita dell'Ufficio del Difensore Civico sviluppare una riflessione attenta sulle risultanze dell'esperienza sin qui compiuta per pervenire all'indispensabile rilancio dell'istituto del Difensore Civico far sì che questa riflessione investa in primo luogo la Giunta e gli indirizzi che ne informano l'azione, in quanto da essi dipendono l'attività quotidiana di governo e la direzione materiale della struttura amministrativa definire nuove linee di comportamento, in grado di andare oltre la semplice presa d'atto del documento annuale inviato all'esame dell'assemblea consiliare definire un documento di indirizzi sulla cui base si possa procedere ad un significativo rilancio dell'istituto del Difensore Civico e delle sue finalità impegna la Giunta regionale a dare risposta alle osservazioni contenute nelle relazioni annuali 1986 - 1987 - 1988 del Difensore Civico riguardanti il funzionamento degli uffici regionali e i provvedimenti amministrativi impugnati, assumendo, ove del caso, i conseguenti atti deliberativi a definire regole di rapporto con il Difensore Civico cui debbono attenersi tutti gli Assessorati e gli uffici regionali, impedendo altresì la confusione dei ruoli i m p e g n a l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale: a verificare l'adozione delle misure atte a consentire il reinserimento degli uffici del Difensore Civico nel complesso di Palazzo Lascaris ad organizzare, d'intesa con la Giunta, una campagna di iniziative per far conoscere nell'intero territorio regionale, ivi compresa la scuola l'esistenza del Difensore Civico, facendo ricorso a manifesti, opuscoli rubriche, periodici, ecc.
a predisporre un testo di modifica della L.R. n. 50/81, istitutiva del Difensore Civico, volto a consentire a tale ufficio di attivare un rapporto diretto di reciproca consultazione con le Commissioni consiliari e a rendere obbligatorio l'esame della relazione annuale in seno alla Commissione competente, allo scopo di consentire la formulazione delle conseguenti indicazioni operative da sottoporre al Consiglio regionale in occasione del dibattito generale sulla stessa".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. l'ordine del giorno n. 720, firmato dai Consiglieri Devecchi, Santoni, Minervini, Gallarini, Avondo, Tapparo e Mignone, relativo alla professione di assistente sociale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 1283: "Centro Operativo Ortofrutticolo di Ferrara. Consorzio nazionale di interesse pubblico. Adesione della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 1, lettera c), della L.R. n. 6 del 14/1/1977 modificata con L.R. n. 49 dell'11/8/1978. Determinazione quota di adesione 'una tantum'"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 1283.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Se non vi sono richieste di parola pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Esame progetto di legge n. 189: "Promozione dell'Istituto storico per l'architettura militare europea con sede nel Forte di Exilles e linee di indirizzo al recupero funzionale del Forte"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 189, di cui al punto 15) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ricorderete che, a seguito della discussione generale che aveva visto il consenso generalizzato di tutti i Gruppi, era emersa l'obiezione dell'Assessore competente al patrimonio, e guarda caso anche alle finanze, in ordine alla possibilità di immaginare un obbligo per legge di intervento finanziario sul Forte di Exilles e questo non tanto per la disponibilità o meno di risorse e conseguente volontà politica, quanto per le incertezze istituzionali che rendevano debole e per certi versi anche risicata un'ipotesi di obbligo che nascesse da leggi di intervento finanziario sul Forte di Exilles. In linea con queste preoccupazioni ho presentato una serie di emendamenti, che peraltro si riducono ad uno solo, e cioè che l'attività della Regione sul Forte di Exilles non è un'attività di intervento bensì di indirizzo, quindi potrete capire il senso degli emendamenti utilizzando questa chiave di lettura. Laddove era previsto un intervento diretto, quindi un'assunzione di impegno finanziario da parte della Regione, si sostituisce l'ipotesi che la Regione indirizzi. Questo non vieta, anzi è auspicabile, che la Regione intervenga direttamente quando verifica che ce ne sono le condizioni.
Devo dire che naturalmente il proponente ritiene adottabile ed opportuno l'emendamento presentato dal collega Masaracchio affinché la Provincia di Torino sia presente nel Consiglio di amministrazione. E' comunque all'interno di un emendamento globale che ha riscritto il peso dei diversi soggetti indicati. Ritengo quindi che non essendoci impegno finanziario e avendo superato le difficoltà in ordine alle questioni di natura istituzionale si possa procedere al voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sestero.



SESTERO Maria Grazia

Il Gruppo comunista è favorevole. E' una legge di intenti e di valorizzazione che condividiamo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola possiamo passare all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Emendamento presentato dal Consigliere Marchini: dopo la parola "Exilles" sostituire la parola "nonché" con le parole "ed indirizza gli interventi per".
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

In tutto l'articolato "all'impegno della Regione a fare" si è sostituito "l'impegno della Regione ad indirizzare"



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 1 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Emendamenti presentati dal Consigliere Marchini: 1) dalle parole "L'Istituto" alla parola "cura" sostituire con le parole "La Regione Piemonte affida all'Istituto storico per l'architettura militare europea la cura".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.
2) Dopo le parole "a tale fine" fino alla parola "stesso" sostituire con le parole "L'Istituto storico per l'architettura militare europea organizza convegni e stampa materiale da conservarsi e presentarsi al pubblico ed agli studiosi".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 2 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 29 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 29 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Emendamento presentato dal Consigliere Marchini: sostituire l'intero art. 4 con il testo seguente: "Il Consiglio di amministrazione dell'Istituto storico per l'architettura militare europea è composto da diciassette membri di cui: quattro designati dal Consiglio regionale con voto limitato a tre due designati dall'Università degli Studi di Torino due designati dal Politecnico di Torino uno designato dalla Comunità montana Alta Valle di Susa uno designato dalla Comunità montana Basse Valle di Susa e Val Cenischia due designati dal Comune di Exilles uno designato dall'Amministrazione del Museo Pietro Micca uno designato dall'Associazione ANA uno designato dal CAI Comitato regionale uno designato dal Museo Duca d'Aosta uno designato dalla Provincia di Torino".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 29 Consiglieri presenti.
Emendamento presentato dai Consiglieri Masaracchio e Minervini: al comma settimo far seguire il comma ottavo: "1) uno designato dal Consiglio provinciale di Torino" (per cui il comma ottavo diventa comma nono).
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 4 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Emendamenti presentati dal Consigliere Marchini: 1) dopo la parola "Piemonte" alla parola "funzionale" sostituire con le parole "opera affinché nel corso del restauro e del recupero".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.
2) Dopo la parola "Italia" abrogare la parola "idonei" e sostituire con le parole "vengano individuati".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 6 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Emendamenti presentati dal Consigliere Marchini: 1) dopo la parola "Piemonte" aggiungere la parola "opera affinché".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.
2) Abrogare la parola "predisporre" e sostituirla con le parole "vengano predisposti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.
3) L'ultimo comma dell'art. 7 è abrogato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 7 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Emendamento presentato dal Consigliere Marchini: sostituire l'intero art. 9 con il testo seguente: "La Regione costituisce nel proprio bilancio un apposito fondo, sia in entrata che in uscita, per la costituzione ed il funzionamento dell'Istituto Storico per l'architettura militare europea.
Tale fondo è alimentato da contributi vari di enti, associazioni, aziende e privati.
La Regione con legge di bilancio determina annualmente, a partire dall'esercizio finanziario 1990, il proprio contributo al fondo stesso".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 9 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, chiedo scusa, ma nella fretta si rischia di non dire cose importanti che possono determinare qualche equivoco.
In questa legge si perseguono due obiettivi: la costituzione dell'Istituto storico per l'architettura militare europea e contestualmente a fianco il recupero funzionale finalizzato del Forte di Exilles.
Quando nella mia illustrazione globale sugli emendamenti ho detto che avevamo suggerito di modificare gli elementi di impegno con elementi di indirizzo questo era solo relativo all'intervento funzionale sul Forte di Exilles, mentre con questa legge l'Istituto per l'architettura militare europea parte in tutta la sua potenzialità senza alcun rinvio ad altra successiva valutazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sestero.



SESTERO Maria Grazia

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, quanto ha detto il collega Marchini mi pare chiaro. Vorrei però sollevare il problema che questo Istituto parte senza la benché minima dotazione finanziaria per il proprio funzionamento.
Noi abbiamo distribuito centinaia milioni per associazioni di vario genere, per cui se questa iniziativa, come mi pare sia nelle intenzioni della maggioranza, deve vivere, deve avere una dotazione finanziaria per funzionare (non sto parlando del recupero del Forte). Si dice che questa legge verrà finanziata con il bilancio dell'anno prossimo, però non deve essere una evocazione che non ha conseguenze: il secondo atto indispensabile perché l'Istituto sia varato è un minimo impegno finanziario per il suo funzionamento.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 28 hanno risposto SI 28 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Personale socio - assistenziale

Esame ordine del giorno n. 720 relativo alla necessità di una maggiore tutela della professione di assistente sociale


PRESIDENTE

Se i colleghi acconsentono, pongo in votazione l'ordine del giorno n.
720, precedentemente iscritto all'o.d.g., relativo alla necessità di una maggiore tutela della professione di assistente sociale, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte a seguito della giornata di mobilitazione nazionale indetta il 12 dicembre dall'Associazione nazionale assistenti sociali durante la quale gli assistenti sociali dipendenti da enti locali, Sanità, Stato e Parastato si sono astenuti dal lavoro per sollecitare una maggiore tutela della loro professione, la difesa della formazione universitaria e la qualificazione dei servizi sociali preso atto che in tale occasione è stato posto il problema dell'ingiusta collocazione degli assistenti sociali all'interno dei contratti di lavoro dei predetti settori, che non riconoscono né il livello di istruzione universitaria né l'elevata complessità delle funzioni svolte, collocando questa figura in una posizione di pesante arretratezza rispetto alle altre realtà europee considerato che tali figure svolgono un ruolo di notevole rilievo per prevenire e rimuovere il disagio sociale e l'emarginazione delle fasce più deboli ed esposte della popolazione, anche in relazione ai compiti professionali e alle funzioni di responsabilità loro attribuiti dalla normativa statale e regionale in materia di servizi socio-sanitari ritenuta inadeguata l'attuale collocazione degli assistenti sociali e condividendo le motivazioni alla base della denuncia degli assistenti sociali i m p e g n a la Giunta regionale, che ha già attivamente operato per l'istituzione della Scuola diretta a fini speciali per assistenti sociali, a sostenere tali posizioni in sede di trattative per i rinnovi contrattuali con riferimento anche alle esigenze organizzative dei servizi sociali della Regione Piemonte, sensibilizzando su queste tematiche anche le altre componenti di parte pubblica presenti alla trattativa i n v i t a il Governo e il Parlamento a regolamentare, o con specifico provvedimento o nell'ambito della legge quadro sull'assistenza, la formazione, la figura ed il ruolo dell'assistente sociale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 28 Consiglieri presenti.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Esame progetto di legge n. 472: "Interventi per la promozione della bicicletta come mezzo di trasporto, attraverso la realizzazione di una rete di piste ciclabili e di percorsi che agevolino il traffico ciclistico" (rinvio)


PRESIDENTE

Potremmo chiudere a questo punto i lavori del Consiglio dal momento che l'ordine del giorno dei Consiglieri Pezzana e Avondo relativo al commercio ambulante non può essere discusso perché manca un firmatario e per quanto riguarda il progetto di legge in materia di "Interventi per la promozione della bicicletta come mezzo di trasporto, attraverso la realizzazione di una rete di piste ciclabili e di percorsi che agevolino il traffico ciclistico" il cui esame, dopo una prima illustrazione da parte del proponente Consigliere Chiezzi, era stato rinviato, la Giunta si era riservata di valutare la dotazione finanziaria e di dare una risposta alla luce di decisioni che avrebbe preso.



CHIEZZI Giuseppe

Il progetto di legge è iscritto all'o.d.g. Ritengo quindi di dover svolgere la relazione, ma prima sarebbe meglio valutare eventuali proposte alternative della Giunta.



PRESIDENTE

Il problema non è questo, ma - come ho detto prima della dotazione di bilancio. Non so se il tempo che la Giunta si è presa per valutarlo sia stato sufficiente o meno ed è per questo motivo che il progetto di legge risulta ancora iscritto all'o.d.g.



CHIEZZI Giuseppe

Poiché bisogna sciogliere il nodo finanziario, chiedo che, prima che venga svolta la relazione, la Giunta illustri la sua proposta.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, le settimane non è che siano produttrici di danaro o della invenzione di somme che non esistono. La situazione per la Giunta è la stessa di allora. Comunque, per quanto attiene al bilancio del 1989, dopo la fine di novembre, è caduta la possibilità di stabilire delle note di variazione. E' pacifico che non si possa - posto che ci siano anche disponibilità - consumare prelievi attorno ai capitoli 12500 e 12600, che sono i fondi per le nuove leggi. La Giunta ha dichiarato la sua apertura a convenire ad un confronto con i Capigruppo per capire, all'interno delle numerose proposte ed iniziative legislative del Consiglio e della Giunta stessa, entro quale dimensione la Giunta riesca a stabilire la possibilità di un intervento.
Ad oggi, anche alla luce del bilancio di previsione che abbiamo trasmesso in giornata alla Presidenza del Consiglio, la Giunta non solo non è nella condizione di dire che queste somme esistono nel bilancio del 1990 ma addirittura per superare la fase 1989 ha convenuto di stabilire un abbattimento delle somme che normalmente vengono impegnate dai diversi Assessorati con l'intenzione chiara di ricostruire le possibilità vere di spesa per il 1990 con una nota di variazione che possa rappresentare un atto politico supportato da un dibattito dell'assemblea. Ad oggi la Giunta non si sente di proporre ai colleghi del Consiglio di superare il problema attraverso una proposta di non passaggio agli articoli, al di là che ci siano i numeri o meno.
La Giunta è intenzionata a mettere questo disegno di legge assieme a tutti gli altri che sono in itinere o che sono fermi, per capire effettivamente alla luce delle risorse vere, che saranno determinate da un approfondimento con la nota di variazione dell'anno prossimo, se anche questa legge possa passare.
Direi che tentare di inventare altre risposte non mi appartiene, ma per la schiettezza totale mi appartiene il dovere di dire all'assemblea che oggi non esistono risorse nel bilancio 1989 per fare fronte a questa legge sulla quale la Giunta non ha alcuna riserva o ostilità, pur essendo per strada anche un disegno di legge del governo nazionale che certamente supplirà e darà risposte alle aspirazioni e ai motivi che hanno sollecitato i colleghi a presentare la stessa per il 1990.
Alla luce di quanto è stato scritto nella proposta di bilancio, che ripeto ha significativamente questa determinazione di carattere tecnico diviene decisamente impossibile oggi ipotizzare questa spesa per il 1990.
Potrebbe essere tradotta operativamente in un atteggiamento significativamente concreto della Giunta, solo dopo che la massa intera dei documenti in itinere all'interno del Consiglio, quelli che sono stati presentati ed altri che potrebbero essere presentati nei prossimi giorni saranno esaminati complessivamente cogliendo fior da fiore per stabilire laddove più bisognerà intervenire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sono in completo disaccordo con quanto ha detto il Presidente della Giunta regionale. Faccio però una proposta: dato che sono due i relatori di questa legge e che io non ho ancora parlato con il collega Fracchia, che è correlatore insieme al sottoscritto, propongo di lasciare iscritta all'o.d.g. questa legge sino alla prossima seduta. Nel frattempo vorrei consultarmi con il collega Fracchia, al quale vorrei fare delle proposte e stabilire quale posizione assumere almeno come relatori della legge.



PRESIDENTE

D'accordo.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17,05)



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