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Dettaglio seduta n.216 del 10/11/89 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PETRINI Luigi


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Amerio, Biazzi, Dardanello, Ferro, Lombardi, Masaracchio, Olivetti e Sestero.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Esame delle proposte di legge in materia di autoriforme


PRESIDENTE

Comunico inoltre che il Presidente dell'VIII Commissione mi ha inviato la seguente lettera: "Nel dare seguito all'iter applicativo degli orientamenti a suo tempo fissati dal Consiglio regionale in materia di autoriforme, l'VIII Commissione si è accinta ad esaminare le proposte di legge presentate nell'ordine dai Gruppi PCI, MSI-DN e DC.
Non essendo rappresentati in seno alla Commissione tutti i Gruppi e ritenendo che le proposte in oggetto, data la loro ovvia rilevanza politica istituzionale, abbisognassero del più ampio coinvolgimento, ha ritenuto indispensabile inviare copia delle proposte a tutte le rappresentanze consiliari sollecitandone la partecipazione alle riunioni della Commissione.
Tutto ciò premesso e constatando che l'invito di cui sopra non ha avuto alcun esito, l'VIII Commissione, dubbiosa che un simile stato di cose possa consentire (dato anche l'ormai limitato tempo a disposizione prima della fine della legislatura) una rapida e proficua conclusione dei lavori, ha ritenuto necessario all'unanimità proporre l'assunzione di un'iniziativa di chiarimento in sede consiliare, cosa che faccio con questa mia comunicazione".
Se non c'è nessuno che desidera prendere la parola su questo argomento sollevato dall'VIII Commissione, evidentemente l'argomento stesso è da ritenersi chiuso.
Chiede di parlare il Consigliere Valeri, Presidente dell'VIII Commissione. Ne ha facoltà.



VALERI Gilberto

Signor Presidente, lei ha letto la richiesta formulata dall'VIII Commissione. Ora si tratta di capire se essa dà luogo ad un'effettiva verifica dell'impegno politico dei Gruppi, oppure mercoledì prossimo ci troveremo nelle identiche condizioni in cui eravamo al momento di scrivere la lettera, in quanto non saranno fugati i dubbi più che fondati espressi in ordine all'effettiva volontà di portare a conclusione il lavoro per la formazione di un testo legislativo unificato in materia di riforma statutaria.



PRESIDENTE

Devo purtroppo far rilevare al collega Valeri che le presenze in aula in questo momento sono relative agli stessi Gruppi che hanno presentato una proposta di legge.



VALERI Gilberto

Va preso atto che il problema deve essere riproposto per la discussione in aula o in seno alla Conferenza dei Capigruppo. Diversamente la Commissione non sarà in condizioni di operare.



PRESIDENTE

D'accordo. Alla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi verrà data copia della comunicazione della Presidenza constatando tra l'altro che i Gruppi interessati a questa vicenda sono assenti in questo momento dall'aula.


Argomento: Varie

Commemorazione dell'onorevole Benigno Zaccagnini e dell'ingegnere Carlo Verri


PRESIDENTE

Il mondo politico italiano ha perso in questi giorni un suo esponente di prestigio, l'onorevole Benigno Zaccagnini, un uomo che ha partecipato di persona riscuotendo indiscussa stima alle tante battaglie che dalla guerra di liberazione in poi si sono susseguite per costruire la nostra democrazia; un uomo che fu Segretario nazionale della DC nei giorni drammatici della prigionia e dell'assassinio di Aldo Moro.
Le più alte autorità dello Stato, ma anche la massa anonima dei cittadini, hanno espresso in questi giorni il cordoglio alla famiglia e alla DC per la grave perdita. Anche il Consiglio regionale del Piemonte vuole unirsi oggi nel ricordo e nel rimpianto dell'onorevole Benigno Zaccagnini.
La sera del 6 novembre u.s. a Roma in un incidente stradale è deceduto Carlo Verri, Presidente dell'Alitalia. Torinese d'adozione era personaggio noto e stimato negli ambienti imprenditoriali piemontesi.
Dal 1988 era subentrato ad Umberto Nordio nella massima carica delle linee aree italiane.
Il Consiglio regionale del Piemonte si unisce al cordoglio della famiglia per il grave lutto che l'ha colpita esprimendo profondo rammarico per il vuoto che l'intelligenza e l'indiscussa capacità di Verri certamente lascia.



(I presenti, in piedi osservano un minuto di silenzio)


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita") - Trasporti a fune

Esame progetto di legge n. 252: "Disciplina degli impianti funiviari in servizio pubblico per il trasporto di persone e delle piste per la pratica dello sci" (seguito) - Votazione ordini del giorno n. 691 e n. 708


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del progetto di legge n. 252, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Siamo giunti ieri sera all'esame del Titolo III. Nel corso della serata sono stati elaborati da parte della Giunta alcuni emendamenti, prego pertanto l'Assessore Mignone di riferire al Consiglio.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

Seguendo il testo del disegno di legge il Consiglio avrebbe dovuto ora affrontare la discussione sul Titolo III, riconfermando le intese raggiunte nell'incontro con i Capigruppo di ieri mattina.
La Giunta regionale ha predisposto una serie di emendamenti che nella sostanza vanno a recepire quelle indicazioni nel senso che sono la conferma dello stralcio della parte terza relativa alla disciplina delle piste da sci e delle aree sciabili.
Si tratta di emendamenti soppressivi e modificativi, che sono stati distribuiti ai Capigruppo (l'Ufficio di Presidenza sta provvedendo a fare ulteriori copie), che rappresentano lo strumento formale attraverso il quale viene realizzata la decisione concordata ieri mattina.
In più vengono introdotti nelle disposizioni finali e transitorie due questioni che erano state sollevate ieri sera e che poi erano state rinviate a questa mattina: la prima è quella del controllo partecipativo proposto dal collega Majorino e l'altra norma transitoria proposta dal collega Ala in ordine agli impianti dismessi.
Credo che con questo quadro si possa procedere all'esame delle proposte che la Giunta ha complessivamente presentato secondo le intese intercorse.
Ritengo peraltro che debba essere ricordato che nell'incontro dei Capigruppo vi era stata da parte di alcuni la proposta di realizzare attraverso un ordine del giorno l'indicazione di un esame sollecito della parte stralciata e che quindi rapidamente Commissione e Consiglio si mettessero nelle condizioni di esaminare, con tutta la profondità che l'argomento merita, una nuova legge che contempli la disciplina delle piste da sci e l'individuazione dei bacini sciistici.
Per quanto riguarda il testo di legge oggi in esame credo che le proposte di emendamento stiano complessivamente all'interno delle indicazioni della riunione di ieri mattina.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi, qualche minuto fa ci sono stati consegnati degli emendamenti che corrispondono all'intesa raggiunta ieri, alcuni dei quali sono immediatamente comprensibili e facilmente deliberabili, mentre altri occorrerebbe avere tempo per esaminarli. Ad esempio, noto che nell'art. 25 si continua a fare riferimento alle piste sciabili. Il testo di legge è stato in parte modificato nel tratto sinora discusso, adesso si inserisce una serie di emendamenti.
Come Gruppo siamo più che favorevoli a chiudere oggi questa vicenda però mi trovo in difficoltà a colloquiare in modo critico costruttivo sugli emendamenti, perché i riferimenti alle piste da sci li vorrei leggere anche riferiti alla legge così come è stata modificata nel corso del dibattito.
Il Gruppo comunista, se la maggioranza intende proseguire, sarà costretto ad esprimere giudizi sintetici e non molto motivati che potranno tradursi in voto contrario agli emendamenti, perché non siamo in condizione di dare degli assensi meditati. Se si ritiene di concedere spazio all'opposizione per meditarli, visto che in linea di massima potrebbero anche vederci favorevoli, valuti la maggioranza cosa intende fare. Noi preferivamo chiudere oggi, però alcuni emendamenti sono complessi.
Siamo disponibili a proseguire, con una discussione per noi un po' rozza, oppure di aggiornarci nelle forme e nei modi che possiamo concordare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

I Capigruppo si esprimeranno sulla proposta del Consigliere Chiezzi.
Le intese di ieri mattina avevano anche lo scopo di giungere ad una soluzione del provvedimento entro stamani. Mi pare peraltro che gli emendamenti proposti vadano nella direzione indicata ieri. Ritengo che vi siano le condizioni per procedere stamani alla chiusura di questo travagliato provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Riteniamo che l'esame della legge debba essere concluso entro oggi.
Gli emendamenti ci paiono molto semplici, di facile lettura e pertanto collocabili all'interno della legge. Ci pare che non terminare l'esame della legge complichi ulteriormente una situazione già complessa.



CHIEZZI Giuseppe

D'accordo, pertanto gli emendamenti da noi presentati all'art. 18 sono da considerarsi decaduti.



PRESIDENTE

Proseguiamo quindi l'esame dell'articolato.
Emendamento presentato dall'Assessore Mignone: il titolo del Capo III è soppresso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 27 Consiglieri presenti.
ART. 18 - Emendamento presentato dall'Assessore Mignone: l'art. 18 è soppresso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 27 Consiglieri presenti.
ART. 19 - Sono stati presentati i seguenti emendamenti.
1) Emendamento presentato dal Consigliere Ala: al primo comma, le parole "gli impianti e le strutture direttamente funzionali al loro esercizio" sono soppresse.
2) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: al primo comma, quinta riga, dopo la parola "strutture" aggiungere la parola "tecniche".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, è mia intenzione che gli emendamenti presentati dalla Lista Verde in merito all'art. 19 e all'art.
25, per quanto compatibili con la nuova formulazione della Giunta regionale, rimangano. E' abbastanza ovvio che restino, anche se è stato soppresso il Titolo III, proprio perché fanno riferimento all'esigenza di normare ancora alcuni punti e questa è un'esigenza ineliminabile.
Vorrei che comunque fossero sottoposti all'aula quegli emendamenti a questi due articoli che sono compatibili con la formulazione così come è stata presentata dalla Giunta regionale, attraverso la loro trasformazione in subemendamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, il Gruppo comunista ha presentato due emendamenti all'art. 19. Il primo emendamento lo conferma come subemendamento all'emendamento Mignone, ed è quello che dice: al comma primo, quinta riga dopo la parola "strutture" aggiungere la parola "tecniche".
Il secondo emendamento: "al comma primo, la lettera b) è soppressa" è ritirato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

La Giunta non accoglie questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

La proposta del mio emendamento è: sopprimere al primo comma le parole "gli impianti e le strutture direttamente funzionali al loro esercizio" quindi "il riconoscimento di opere di interesse generale ed esenti dal pagamento dei contributi di concessione" riguarderebbe nella mia proposta unicamente gli impianti di trasporto a fune.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli, 21 contrari e 1 astensione.
Pongo in votazione l'emendamento n. 2).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 31 contrari.
3) Emendamento presentato dal Consigliere Ala: al primo comma, le parole "inclusi gli impianti di innevamento artificiale" sono soppresse.
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Questo emendamento è già stato accolto dalla Giunta, quindi viene ritirato.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 3) è pertanto ritirato dal proponente.
4) Emendamento presentato dal Consigliere Ala: al primo comma, le parole "dai soggetti titolari della concessione di cui all'art. 3 della presente legge, nonché" sono soppresse.
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Questo emendamento viene mantenuto. Mira ad assicurare la concessione edilizia gratuita solo per quegli interventi contemplati in questo articolo, che siano emanazione degli enti istituzionalmente competenti e non dei soggetti privati.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

Sono i concessionari che realizzano gli interventi, l'ente pubblico è l'ente concedente. Se escludiamo che i concessionari usufruiscano di questo, non si sa più chi sarebbe il beneficiario. Quindi, la Giunta non accoglie l'emendamento.



ALA Nemesio

L'emendamento è ritirato, perché ammetto che la sua formulazione non è conseguente all'ipotesi di quanto si voleva ottenere con l'emendamento stesso.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 4) è pertanto ritirato.
5) Emendamento presentato dall'Assessore Mignone: l'art. 19 è così modificato: "Art. 19 - Concessione edilizia gratuita.
1. Ai sensi dell'art. 9 della legge 28/1/1977, n. 10, sono riconosciuti quali opere di interesse generale ed esenti dal pagamento dei contributi di concessione di cui all'art. 3 della stessa legge, gli impianti di trasporto a fune, gli impianti e le strutture direttamente funzionali al loro esercizio, realizzati dai soggetti titolari della concessione di cui all'art. 3 della presente legge, nonché dagli enti istituzionalmente competenti.
2. Non rientrano nella fattispecie di cui al comma primo le strutture destinate alla somministrazione di alimenti e bevande, alla ricettività alberghiera ed extra-alberghiera nonché gli esercizi commerciali diretti alla prestazione di servizi complementari".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 18 voti favorevoli e 7 contrari.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto sull'art. 19. Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, devo fare questa dichiarazione di voto perché l'art. 19 è uno degli articoli sui quali forse ci si sarebbe potuti esprimere in modo diverso da come farò, se ci fosse stato concesso il tempo di esaminare l'importanza di questo emendamento alla luce di come è stata modificata la legge.
Noi voteremo contro questo articolo, perché questa esenzione dal pagamento dei contributi e quindi il riconoscimento di "opere di interesse generale" non riteniamo, alla luce di quanto sin qui approvato, che sia accettabile. Opera di interesse generale dovrebbe essere un'opera almeno inserita in un quadro di programmazione. Non mi risulta, dalla discussione che abbiamo avuto, che siano stati accettati o introdotti emendamenti in questo senso. Mi risulta che la legge non preveda alcunché in questo senso, mi promettevo di verificarlo, ma non ho tempo di farlo. Per questo motivo voteremo contro questo articolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Sull'art. 19 esprimo un voto contrario, proprio perché con la concessione edilizia gratuita io vedo giungere al termine una vicenda sviluppatasi negli articoli precedenti, che ho sempre considerato fattore di disequilibrio e di disuguaglianza, fra un certo tipo di interventi realizzati nelle aree montane (quali questi) ed altre attività economiche che in queste montagne si possono svolgere.
Essendo stato respinto un emendamento da me presentato, che cercava di collegare la concessione ad una pianificazione regionale e quindi ad un minimo di attività programmatoria e visti i risultati raggiunti ieri attorno all'art. 7 e nel rapporto fra art. 7 e art. 9 per quanto riguarda pubblica utilità, concessioni, espropri e servitù, questa legge è diventata, a mio modo di vedere, estremamente sbilanciata a favore di un certo tipo di interventi che per di più finiscono per realizzarsi in maniera caotica sul territorio regionale, privi di qualsiasi razionalità di ordine legislativo. E, all'interno di questo contesto, viene attribuita la concessione edilizia gratuita per questi tipi di attività, quando la stessa concessione gratuita non viene data per una ristrutturazione di un alpeggio in montagna! Nonostante il clima diverso con cui questa legge giunge al termine, la "concessione edilizia gratuita" mi sembra un regalo ulteriore. Per questi elementi il mio voto è contrario.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 19 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 7 Consiglieri.
L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Emendamento presentato dall'Assessore Mignone: l'art. 20 è soppresso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Emendamento presentato dal Consigliere Ala: "Art. 20 bis - Divieti.
Non è consentita la pratica dello sci su manto erboso".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Ritiro questo emendamento.



PRESIDENTE

D'accordo. Sono inoltre da considerarsi decaduti tutti gli emendamenti presentati all'art. 20.
ART. 21 - Sono stati presentati i seguenti emendamenti.
1) Emendamento presentato dal Consigliere Ala: il primo comma è così sostituito: "Preliminarmente all'individuazione delle aree sciabili all'interno del Piano regolatore generale o dello strumento urbanistico esecutivo, i soggetti tenuti alla redazione del Piano regolatore generale o dello strumento urbanistico esecutivo debbono verificare, mediante indagini morfologiche, idrogeologiche e nivologiche che le aree sciabili in essi previste possono essere utilizzate senza pregiudizio per l'equilibrio idrogeologico e l'incolumità degli sciatori".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 23 contrari e 2 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri).
2) Emendamento presentato dal Consigliere Ala: il secondo comma è così sostituito: "Nelle aree sciabili, soggette a vincolo idrogeologico, ove siano presenti aree di boschi ad alto fusto, la realizzazione di impianti funiviari e di piste da sci, nonché di strutture ed impianti ad essi funzionali, comprese le piste di accesso e manutenzione, è consentita unicamente qualora detti interventi prevedano il totale mantenimento degli alberi preesistenti".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Illustro l'emendamento sostitutivo al secondo comma (diventato primo comma), perché chiarisce alcuni aspetti dell'approccio della Lista Verde a questa legge.
Questo emendamento recita che "la realizzazione di impianti funiviari e di piste da sci, nonché di strutture ed impianti ad essi funzionali comprese le piste di accesso e manutenzione, è consentita unicamente qualora detti interventi prevedano il totale mantenimento degli alberi preesistenti".
L'emendamento può sembrare eccessivo: non si è mai visto che le piste da sci e gli impianti debbano essere realizzati senza buttare giù gli alberi. Lo mantengo come forma di testimonianza, collegato agli altri due emendamenti. Questi tre emendamenti insieme subordinano la realizzazione di impianti e di piste al mantenimento degli alberi in montagna. Sono un segno di un approccio profondamente diverso a quello presentato sia dalla Giunta regionale, sia dalle altre opposizioni. Sono peculiari della Lista Verde.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 2.
E' respinto con 5 voti favorevoli, 23 contrari e 2 astensioni.
3) Emendamento presentato dal Consigliere Ala: al termine del secondo comma sono aggiunte le seguenti parole: "Il comma precedente si applica anche qualora la copertura boscata sia andata perduta o sia stata ridotta a seguito di eventi di carattere naturale, di incendi o a seguito di attività di disboscamento o taglio di alberi per altre cause".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 23 contrari e 2 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri).
4) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: al comma secondo, prima riga, le parole "comprese le aree di boschi ad alto fusto" sono soppresse.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli, 24 contrari e 2 astensioni.
5) Emendamento presentato dall'Assessore Mignone: l'art. 21 è sostituito dal seguente: "Art. 21 - Tutela idrogeologica ed ambientale.
1. Nelle aree soggette a vincolo idrogeologico, comprese le aree di boschi ad alto fusto, la realizzazione di impianti funiviari, nonché di impianti e strutture ad essi funzionali, comprese le piste di accesso e manutenzione è consentita subordinatamente al rilascio di autorizzazioni secondo le modalità di cui alla L.R. 9/8/1989, n. 45 fermo restando quanto previsto dall'art. 8, comma secondo, della presente legge.
2. La realizzazione degli impianti funiviari è subordinata inoltre allo studio di valutazione dell'impatto ambientale, nei casi e secondo le modalità previste dalle leggi in materia".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli, 5 contrari e 2 astensioni.
Pertanto tutti gli emendamenti presentati all'art. 21 sono da considerarsi decaduti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 21 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 24 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri.
L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Emendamento presentato dall'Assessore Mignone: l'art. 22 è soppresso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
Pertanto tutti gli emendamenti presentati all'art. 22 sono da considerarsi decaduti.
Il Consigliere Ala ha presentato alcuni emendamenti che prevedono i seguenti nuovi articoli: "Art. 22 bis - Tabelle e segnali abusivi.
Con proprio decreto il Presidente della Giunta regionale dispone la rimozione delle tabelle e dei segnali collocati abusivamente".
"Art. 22 ter - Requisiti tecnici delle piste.
Le piste devono possedere i seguenti requisiti tecnici: a) tutte le piste devono essere tracciate in zone idrogeologicamente idonee, non soggette normalmente a valanghe durante il periodo d'esercizio b) le piste per la discesa devono avere una larghezza calcolata in relazione alla capacità degli impianti di risalita che adducono alle piste in oggetto e comunque non inferiore a 20 metri e possedere caratteristiche consone all'abilità media degli sciatori che presumibilmente decidono di percorrerla; potranno, comunque, essere ammesse larghezze inferiori per brevi tratti debitamente segnalati. In condizioni di medio innevamento le piste devono avere un fianco minimo verticale di 3,50 metri; esse devono avere un andamento tale da non provocare, in condizioni di media velocità l'involontario ed improvviso stacco degli sci dal fondo. Gli eventuali cambiamenti di pendenza devono essere opportunamente raccordati c) il fondo non innevato del tracciato deve essere privo di ostacoli o di sporgenze tali che, durante il periodo di normale innevamento della pista, possano affiorare o comunque costituire pericolo per gli sciatori d) la parte terminale della pista deve, per larghezza e profilo, essere tale da permettere l'agevole e sicuro arresto degli sciatori in relazione alla categoria della pista, tenuta presente anche la possibilità di stazionamento di persone in tale zona e) le piste per il fondo devono avere larghezza e profilo tali da consentire l'agevole scorrimento degli sciatori f) qualora la complessità e la lunghezza di una pista lo esiga, possono essere imposti dei punti fissi di chiamata dai quali sia possibile richiedere eventuale soccorso g) la pista non deve avere attraversamenti con strade carrozzabili aperte al traffico invernale e con tracciati utilizzati da mezzi di risalita a livello h) le aree destinate all'impiego di slitte e similari dovranno essere distinte da quelle riservate agli sciatori i) l'area comune a più piste deve presentare caratteristiche tali da consentire l'eguale scorrimento degli sciatori provenienti dalle piste confluenti.
Le piste funzionanti alla data in vigore della presente legge, che non siano in possesso di tutti i requisiti tecnici sopra elencati, potranno salvo il caso di accertata pericolosità della pista, essere autorizzate a condizione che, entro il termine stabilito di volta in volta dal provvedimento di autorizzazione, vengano effettuate le opere richieste, nel rispetto dei vincoli idrogeologici e di tutela delle bellezze naturali".
"Art. 22 quater - Domanda per il riconoscimento di piste.
Chi intenda realizzare una pista dovrà presentare all'Assessorato ai trasporti della Regione, tramite l'ente competente, apposita domanda corredata dal progetto, dalla relazione illustrativa e dalla documentazione attestante di quali terreni ricadenti nel tracciato della pista abbia la disponibilità.
Il progetto è costituito: 1) dalla cartografia d'assieme con l'indicazione degli eventuali impianti di risalita in esercizio o in progetto e la loro portata oraria nonché delle eventuali attrezzature ricettive, di ristoro e di parcheggio 2) dalla riproduzione del tracciato in scala 1:5.000 3) dalla riproduzione del tracciato, su mappa catastale, firmata da un tecnico abilitato, completa dell'indicazione delle colture in atto nei terreni interessati e dell'elenco delle ditte proprietarie 4) del profilo altimetrico in scala 1:1.000 con l'indicazione degli sterri, dei riporti ed altre opere di miglioria nonché delle distanze progressive e delle sezioni e relative pendenze trasversali della pista ogni 10 metri di dislivello.
Nella relazione devono essere indicate la struttura geologica dei terreni interessati, le condizioni di innevamento, la quantità e la qualità degli alberi che eventualmente devono essere abbattuti.
Qualora il richiedente non abbia la disponibilità di tutti o di parte dei terreni interessati dalla pista, può chiedere che venga costituita la servitù coattiva, per la realizzazione della pista.
In questo caso il progetto deve essere corredato da piano particellare elenco dei proprietari, distinta delle indennità offerte.
Le indennità per l'impostazione di servitù vengono determinate dal Presidente della Giunta regionale in relazione a quanto disposto dalle leggi in vigore.
La durata delle servitù dovrà essere pari a quella della concessione del relativo impianto di risalita".
"Art. 22 quinquies - Commissione consultiva.
Presso l'Assessorato regionale ai trasporti è costituita una Commissione consultiva dell'Amministrazione regionale, in materia di piste presieduta dall'Assessore ai trasporti così composta: un rappresentante dell'Assessorato regionale ai trasporti un rappresentante dell'Assessorato regionale all'agricoltura e foreste un rappresentante dell'Assessorato regionale alla pianificazione territoriale un rappresentante dell'Assessorato regionale all'urbanistica un rappresentante della FENIT (Federazione Nazionale Imprese Trasporti), sezione trasporti a fune, dalla stessa designato un rappresentante della FISI (Federazione Italiana Sport Invernali) dalla stessa designato un rappresentante dei maestri di sci designato dall'Assegnato Scuole Maestri di Sci un rappresentante del CAI dallo stesso designato.
Funge da segretario un funzionario dell'Assessorato regionale ai trasporti.
I componenti della Commissione sono nominati con decreto del Presidente della Giunta regionale.
La Commissione è validamente costituita con cinque membri e delibera con la maggioranza dei presenti.
Ai funzionari regionali componenti la Commissione non compete alcun compenso.
Ai membri esterni componenti la Commissione competono i gettoni di presenza nella misura e nelle modalità di cui alla legge regionale ed eventuali successive modificazioni.
La Commissione esprime parere sui progetti delle piste destinate allo sci entro 60 giorni dal ricevimento del progetto stesso, previo sopralluogo da parte dell'Assessorato regionale ai trasporti. Al sopralluogo possono partecipare i membri della Commissione.
La Commissione nell'esprimere il parere si dovrà pronunciare: sull'opportunità di realizzare una pista in relazione alle necessità turistiche ed allo svolgimento dello sport invernale nella zona interessata, nonché in relazione agli impianti di risalita esistenti e da realizzare sui requisiti tecnici, sulla portata, sulla segnaletica che caratterizzano la pista, ai fini di accertare la rispondenza della stessa alle convenzioni di legge sulle condizioni di sicurezza sotto l'aspetto idrogelogico sulla categoria di appartenenza della pista.
La Commissione, nell'esprimere il parere, può formulare prescrizioni per l'apprestamento, la manutenzione e l'esercizio della pista".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, gli emendamenti aggiuntivi degli art. 22 bis, 22 ter, 22 quater e 22 quinques sono ritirati.



PRESIDENTE

D'accordo.
ART. 23 - Emendamento presentato dall'Assessore Mignone: l'art. 23 è soppresso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
Pertanto gli emendamenti presentati all'art. 23 sono da considerarsi decaduti.
Il Consigliere Ala ha presentato alcuni emendamenti che prevedono i seguenti nuovi articoli: "Art. 23 bis - Confluenza in piste esistenti.
Chi intende far confluire una pista in altra già esistente e riconosciuta deve assumere a proprie cure e spese l'esecuzione delle opere necessarie per conferire alla pista, che viene resa comune, i requisiti previsti dalla presente legge.
Alla relativa domanda devono essere allegati una dichiarazione di consenso del titolare della pista già esistente e una dichiarazione degli interessati circa la ripartizione delle spese di manutenzione.
Nel caso in cui venga negato l'assenso da parte del titolare della pista esistente, la determinazione delle opere necessarie e la suddivisione delle relative spese sarà decisa con proprio decreto dal Presidente della Giunta regionale, previa deliberazione della Giunta stessa. Con lo stesso provvedimento viene determinata l'incidenza percentuale delle spese di manutenzione a carico di ciascun titolare".
"Art. 23 ter - Benestare.
L'Assessorato ai trasporti della Regione, dato corso agli adempimenti connessi con la verifica di cui al precedente art. 4 ed acquisito il parere della Commissione consultiva di cui al successivo art. 24, sottopone il progetto all'approvazione della Giunta regionale.
L'ente competente, ricevuto dalla Regione il provvedimento di approvazione concede il benestare all'apprestamento della pista e ne dà comunicazione alla Regione".
"Art. 23 quater - Elenco ufficiale delle piste esistenti.
Presso la Giunta regionale, Assessorato ai trasporti, è istituito e conservato un elenco ufficiale degli impianti a fune e delle piste esistenti nella Regione.
Nell'elenco di cui sopra dovranno essere indicati i titolari delle concessioni e dei benestare, le caratteristiche tecniche degli impianti e delle piste e i limiti di durata.
L'elenco è pubblico e chiunque può averne accesso".
"Art. 23 quinquies - Manutenzione estiva.
Durante il periodo di non innevamento si deve procedere alla sistemazione dei terreni comunque interessati dalla pista e dalle sue pertinenze, al fine di evitare il verificarsi del fenomeno di erosione, con conseguente perdita della loro stabilità e possibile turbamento del regolare regime delle acque.
Entro i limiti dell'area vegetazionale deve essere assicurata la permanente copertura vegetativa e, con periodici controlli ed interventi di manutenzione, deve essere garantita la perfetta efficienza di drenaggi condutture, tombini, canaletti e fossetti per la captazione, deviazione o razionale accompagnamento delle acque profonde e superficiali.
La funzionalità delle eventuali opere artificiali deve essere sempre garantita anche a mezzo di interventi integrativi".
Tali emendamenti sono stati ritirati dal proponente.
ART. 24 - Emendamento presentato dall'Assessore Mignone: l'art. 24 è soppresso.
Chi è favorevole è pregato di alzare al mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
Pertanto gli emendamenti presentati all'art. 24 sono da considerarsi decaduti.
Il Consigliere Ala ha presentato un emendamento che prevede il seguente nuovo articolo: "Art. 24 bis - Soccorso.
Chi gestisce gli impianti di risalita e il titolare delle piste devono assicurare i primi soccorsi agli infortunati ed il trasporto degli stessi alla più vicina guardia medica".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

L'art. 24 bis viene mantenuto con questa correzione: "chi gestisce gli impianti di risalita deve assicurare i primi soccorsi agli infortunati ed il trasporto degli stessi alla più vicina guardia medica".



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 22 contrari.
Il Consigliere Ala ha presentato un emendamento che prevede il seguente nuovo articolo: "Art. 24 ter - Obbligo di soccorso.
In caso di incidenti cui conseguono danni alle persone, sia l'investitore che ogni altro utente che si trovi sul posto ha l'obbligo di fermarsi e di prestare i primi soccorsi".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 22 contrari e 2 astensioni.
ART. 25 - Sono stati presentati i seguenti emendamenti.
1) Emendamento presentato dal Consigliere Ala: l'art. 25 è soppresso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli, 22 contrari e 2 astensioni.
2) Emendamento presentato dal Consigliere Ala: al primo comma, lettera b), le parole "o su tracciato modificato" sono sostituite dalle parole: "purché sul medesimo tracciato".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli, 22 contrari e 2 astensioni.
3) Emendamento presentato dal Consigliere Ala: al primo comma, la lettera c) è interamente soppressa.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli, 22 contrari e 2 astensioni.
4) Emendamento presentato dal Consigliere Ala: al primo comma, lettera d), sono soppresse le parole "o costituire una particolare difficoltà per la funzionalità della stazione di sci e realizzazione di impianti per l'innevamento artificiale delle stesse".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Voglio solo chiarire che l'emendamento reciterebbe solo più "o costituire una particolare difficoltà per la funzionalità della stazione di sci". Tutto il resto viene soppresso, perché l'altra metà è accolta dalla Giunta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 4).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 7 voti favorevoli, 22 contrari e 2 astensioni.
5) Emendamento presentato dall'Assessore Mignone: l'art. 25 è così modificato: "Art. 25 - Interventi di razionalizzazione e miglioramento funzionale.
1. Al fine della salvaguardia delle attività produttive turistiche nelle zone montane è consentita per un periodo di tre anni, a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, la realizzazione degli interventi necessari alla razionalizzazione ed al miglioramento funzionale degli impianti e strutture esistenti destinati alla pratica dello sci ed in particolare la realizzazione dei seguenti interventi: a) manutenzione straordinaria, rifacimento e sostituzione degli impianti di trasporto a fune con impianti dello stesso tipo, sullo stesso tracciato anche se con caratteristiche tecnologiche innovative b) sostituzione di impianti di cui è obbligatorio il rifacimento per scadenza tecnica, con impianti più funzionali anche di diverso tipo o su tracciato modificato, purché venga mantenuta la destinazione funzionale originaria dell'impianto c) realizzazione di impianti e servizi necessari per il funzionamento degli impianti di trasporto quali servizi igienici, locali biglietteria strutture per l'accesso, lo smistamento e l'uscita degli sciatori dagli impianti, ricoveri mezzi battipista d) sistemazione delle piste esistenti soprattutto nelle parti che possono presentare pericoli per l'incolumità degli sciatori o costituire una particolare difficoltà per la funzionalità della stazione di sci.
2. La realizzazione degli interventi di cui al comma primo è consentita anche in assenza di adeguate prescrizioni degli strumenti urbanistici vigenti, purché non in contrasto con le previsioni degli strumenti stessi".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, su questo emendamento svolgo la seguente osservazione.
Sulla base di quanto ho ascoltato in Consiglio (non ero presente alla riunione dei Capigruppo), a me non pare che questo emendamento rispetti l'accordo intervenuto tra le forze politiche.
Questa è una dichiarazione che rendo al Consiglio in base anche al tempo che ho avuto a disposizione per esaminarlo, ma leggendo questo articolo mi sembra che si tratti di strutture esistenti destinate alla pratica dello sci e alla realizzazione e sistemazione delle piste da sci.
Questo articolo si riferisce ad argomenti che erano stati stralciati in base all'accordo dei Capigruppo.
Questo articolo mi sembra improponibile, ci mette in difficoltà, quindi chiederemo prima spiegazioni sulla volontà di continuare ad insistere su questo problema delle piste da sci. Scritto così non lo capisco.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

Tengo a ribadire che la Giunta è stata ossequiosa e rispettosa delle intese raggiunte che peraltro non erano per stralciare dalla legge tutta quella parte che andava a disciplinare la costruzione di nuove piste da sci e la questione dei bacini sciistici. Il fatto che le parole "piste da sci" non si possano più dire in quest'aula, non credo facesse parte degli accordi: non facciamo dei feticci sulle parole, peraltro le piste da sci legge o non legge, comunque esistono.
Con questa norma transitoria andiamo a precisare un aspetto, la sistemazione delle piste da sci, per l'incolumità e la sicurezza. Mi pare un atto doveroso almeno nei confronti degli utenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Voto contro questo articolo, ricordando che il mio emendamento principale era relativo alla soppressione di questo articolo. Ritengo che questo articolo non solo sia in contrasto con l'accordo raggiunto tra i Capigruppo, ma anche contrario alla mia lettura e alla mia proposta politica in materia di impianti funiviari e di piste da sci.
Sotto la formula "razionalizzazione e miglioramento funzionale" si aprono ulteriori deroghe, soprattutto nel secondo comma, laddove si prevede "anche in assenza di adeguate prescrizioni degli strumenti urbanistici vigenti, purché non in contrasto con le previsioni degli strumenti stessi".
A mio avviso, questo è il punto cruciale di questo articolo, tutto inserito nella filosofia e nella proposta politica tipica del Titolo III di questa legge, cioè quella della sostanziale deroga rispetto ai Piani regolatori.
Quindi, per quanto riguarda l'art. 25, per quanto siano state espunte le parti più direttamente relative alle piste da sci nelle lettere c) e d) del primo comma, il mio giudizio rimane nettamente negativo.



PRESIDENTE

E' stato presentato nel frattempo un subemendamento da parte del collega Chiezzi: 6) al comma primo, il punto d) è soppresso.
La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

Abbiamo sentito lagnanze a proposito di emendamenti presentati all'ultimo momento, noi non abbiamo posto questioni come non ne poniamo in questo momento.
Nel merito ribadiamo, per le ragioni già espresse, il parere contrario della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi, con questo subemendamento confermo che questo articolo, così com'è, va al di là di quanto, almeno in quest'aula, è stato detto relativamente agli accordi intervenuti tra i Gruppi. E' un articolo nel quale si dice chiaramente che per tre anni si potranno realizzare interventi necessari alla razionalizzazione, al miglioramento alla sistemazione delle piste da sci esistenti. Dopodiché si aggiunge "soprattutto nelle parti che possono presentare pericoli". Si norma con questo articolo, per tre anni, la possibilità di lavorare sulle piste da sci. Mi chiedo che coerenza ci sia tra mettere questa previsione nell'art.
25 e l'accordo che tutta la materia relativa alle piste da sci è rimandata a successivo provvedimento.
C'è di più: con il secondo comma automaticamente si può procedere in deroga agli strumenti urbanistici non solo per gli impianti a fune. Su questo non siamo d'accordo, era la materia regolata dall'accordo tra i Capigruppo, non si può procedere in deroga agli strumenti urbanistici sulle piste da sci. Questo non si può nascondere! L'accordo era che tutta questa vicenda, soprattutto quella legata all'urbanistica e alle piste da sci, non fosse oggetto di questa legge. Gli accordi bisogna rispettarli. Il nostro emendamento tende quindi a togliere il riferimento alle piste da sci, sia per gli interventi propri (correzione delle piste e via dicendo) sia per gli interventi urbanistici.
Mi appello alla cortesia dei colleghi di riflettere su queste osservazioni perché mi pare di avere qualche fondamento in quello che dico.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

La Giunta ribadisce la propria posizione. Prega peraltro di eliminare l'avverbio "soprattutto". Vi è comunque l'indicazione che sono ammessi gli interventi "purché non in contrasto con le previsioni degli strumenti urbanistici".



PRESIDENTE

Viene quindi presentato un emendamento da parte della Giunta soppressivo della parola "soprattutto".



CHIEZZI Giuseppe

Vorrei far rilevare che vi è una contraddizione all'interno del comma.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

No, perché nei vecchi Piani regolatori non ci sono prescrizioni puntuali come invece noi adesso chiediamo con le previsioni degli strumenti urbanistici.
E' una norma transitoria.



CHIEZZI Giuseppe

Si dice nell'articolo: "le opere di razionalizzazione possono essere realizzate, purché non in contrasto con le previsioni degli strumenti urbanistici", ma questo è ovvio, è naturale che sia così!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'urbanistica

La dizione non è bella. Questo problema si presenta sovente quando si ragiona sugli strumenti urbanistici già vigenti per materie che non avevano avuto sino ad oggi e non hanno ancora una definizione precisa all'interno della normativa urbanistica generale.
Il problema è quello di capire se si possono fare determinate operazioni di manutenzione, di rifacimento, di integrazione o di sostituzione, in assenza di puntuali prescrizioni dello strumento urbanistico vigente, ancorché questo non le vieti. Questa norma aveva più senso mantenendo gli altri articoli del Titolo III di questa legge, nel senso che per il futuro lo strumento urbanistico deve definire questi aspetti, mentre per quelli già vigenti si consente che abbiano per un periodo di tre anni una assimilazione. Credo che quanto meno bisogna mantenere la dizione "purché non contrastino con le previsioni degli strumenti urbanistici, ancorché non puntualmente normati dallo strumento urbanistico vigente", altrimenti non si potranno fare. Questo si deve dire altrimenti senza una variante, anche se si tratta di opere di ordinaria manutenzione, le opere non si potranno effettuare. Si è cercato di scrivere questa norma sulla base dell'esigenza di consentire che si possano effettuare operazioni di manutenzione straordinaria, di rifacimenti, di collegamenti, di ammodernamenti, laddove gli impianti esistono già, ma lo strumento urbanistico vigente, essendo stato predisposto in altra epoca non prevedeva puntualmente queste opere in normativa. Questo problema esiste e si è cercato di risolverlo dicendo "purché non contrastino ancorché non siano puntualmente normati all'interno dello strumento urbanistico vigente".



CHIEZZI Giuseppe

Vorrei cercare di capire. Nel momento in cui si sono fatti i Piani regolatori i Comuni interessati avranno previsto gli impianti esistenti nel Piano regolatore che avrà previsto norme per la manutenzione ed il rifacimento; se vi sono strutture da rinnovare o da rimettere in sesto questo deve essere possibile.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'urbanistica

Da quando sono all'urbanistica non ho quasi mai dovuto affrontare questi problemi, però in un paio di casi sollevati ho dovuto verificare i precedenti. Per alcuni strumenti urbanistici approvati siccome non c'era un'indicazione soddisfacente da parte dei Comuni sul piano normativo e della prescrizione urbanistica, sia il CUR sia la Giunta si sono trovati in difficoltà ad esprimersi. In assenza di linee di pianificazione di settore è successo, ad esempio, che un Comune ci ha evidenziato che i 3/4 del territorio non erano normati dal Piano regolatore e che si sarebbe dovuto procedere attraverso un Piano particolareggiato in conseguenza di una norma secondo cui, in assenza del Piano particolareggiato, non si può fare nulla neanche sull'esistente. Ne consegue che su un impianto esistente in determinati Comuni di montagna, con le decisioni a suo tempo assunte approvando i Piani regolatori, per fare una manutenzione straordinaria o un collegamento tra due impianti già esistenti occorre il Piano particolareggiato di un'area che riguarda i 3/4 del territorio comunale! E in questo caso il Comune dovrebbe spendere 400-500 milioni per fare il Piano particolareggiato. La norma proposta, ancorché in quel Piano regolatore non ci sia la prescrizione puntuale e la normativa specifica vuole consentire (purché non in contrasto, perché l'area è definita come area sciabile da disciplinare con Piano particolareggiato dal Piano regolatore) che si facciano interventi che non sono puntualmente prescritti o normati dal Piano regolatore, cioè le operazioni di cui ai punti a), b) c), d). Mi rendo conto che non è bello, ma non trova altra soluzione altrimenti per fare opere di piccola integrazione, alcuni Comuni dovranno procedere allo studio di Piani particolareggiati su aree vastissime, vista la situazione di valutazione e di approvazione degli strumenti urbanistici nel passato.
Forse più che di "adeguate prescrizioni" si potrebbe parlare "in assenza di puntuali prescrizioni" nel senso che "adeguate" è un concetto generale, mentre "puntuali" chiarirebbe che laddove non c'è la prescrizione specifica si possono fare opere di manutenzione e di integrazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

I dubbi rimangono e a mio avviso potevano essere risolti in modo più rispettoso dei poteri dei Comuni. Ho il dubbio che l'art. 25 faccia la fine degli articoli della legge sugli alberghi dei Mondiali, perché in questo secondo comma si dà ai Comuni un'interpretazione sui loro Piani regolatori.
Secondo me, il Piano regolatore va gestito in ambito comunale ed è il Comune che interpreta le norme di Piano regolatore. Sembra strano che la Regione Piemonte in una legge dia norme ai Comuni di interpretazione dei loro Piani regolatori.
Ho compreso i problemi esposti dall'Assessore Genovese, però il secondo comma mi sembra pericoloso, forse sarebbe meglio non scrivere nulla e lasciare che i Comuni gestiscano i loro Piani regolatori e decidano se la pista esistente può essere manutenuta o meno.
Il voto del Gruppo comunista è contrario.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'urbanistica

Il problema sollevato dal Consigliere Chiezzi è reale. Non è una norma che mi convince molto; tendeva a superare un problema e aveva una motivazione più facilmente sostenibile se si manteneva l'art. 18 che dava gli indirizzi generali normativi per la formazione degli strumenti urbanistici e le previsioni in questa materia.
Siccome il problema è reale, vista la decisione della Giunta di proporre, dopo l'approvazione della presente legge, una nuova proposta che tenda a disciplinare gli aspetti di natura urbanistica collegati alla definizione delle aree sciabili, accolgo le perplessità. Pertanto ritiriamo il punto 2) rinviando il problema alla legge che verrà presentata successivamente.



PRESIDENTE

E' pertanto presentato dagli Assessori Genovese e Mignone il seguente subemendamento 7) è soppresso il punto 2).
Pongo in votazione il subemendamento n. 6).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli, 18 contrari e 2 astensioni.
Pongo in votazione il subemendamento n. 7).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'emendamento n. 5) modificato con lo stralcio del punto 2).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli, 7 contrari e 1 astensione.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 25 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 9 Consiglieri.
L'art. 25 è approvato.
Prima di passare all'art. 26, chiedo al Consigliere Ala se gli emendamenti integrativi presentati per l'art. 25 bis "Classificazione delle piste" e per l'art. 25 ter "Sanzioni amministrative" sono ritirati.



ALA Nemesio

Sono ritirati.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Ala.
ART. 26 - Sono stati presentati i seguenti emendamenti.
1) Emendamento presentato dall'Assessore Mignone: il secondo comma è soppresso è sostituito dal seguente: "La Giunta regionale entro dodici mesi dall'entrata in vigore della presente legge provvede all'individuazione degli impianti funiviari per i quali non vi siano più concessioni in atto o comunque non in funzione o abbandonati, al fine dell'applicazione delle procedure per la demolizione dell'impianto, l'asportazione del materiale, il ripristino del territorio previsto dall'art. 12, commi quinto e sesto".
Emendamenti presentati dal Consigliere Ala: 2) l'art. 26 è così sostituito: "Art. 26 - Procedure per lo smantellamento degli impianti funiviari abbandonati.
L'Assessorato regionale ai trasporti, d'intesa con l'Assessorato regionale alla pianificazione territoriale, provvede entro 12 mesi dall'entrata in vigore della presente legge all'individuazione ed al censimento degli impianti funiviari, per i quali non siano più vigenti concessioni o comunque non in funzione e/o abbandonati, al fine di predisporre le modalità per il loro smantellamento, l'asportazione del materiale e il ripristino del territorio.
A ciò dovrà provvedere, entro 18 mesi, il concessionario o l'ex concessionario. Nel caso di inottemperanza, a tali interventi provvede l'ente concedente o, in assenza di questo, la Giunta regionale, addebitando i relativi oneri all'ex concessionario".
3) Emendamento integrativo al comma terzo: "Entro due anni dall'entrata in vigore della presente legge, i concessionari degli impianti dovranno provvedere ad adeguare impianti e piste attrezzate alle disposizioni di cui alla presente legge".
4) Emendamento integrativo al comma quarto: "Gli sci già utilizzati per la pratica dello sci antecedentemente all'entrata in vigore della presente legge, possono mantenere la loro specifica destinazione sempre che abbiano e conservino le caratteristiche previste.
Entro 12 mesi dall'entrata in vigore della presente legge, ogni famiglia piemontese - tranne comprovati casi di bisogno, è tenuta a dotarsi almeno di un paio di sci".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Il primo emendamento viene ritirato perché è sostanzialmente accolto dall'emendamento della Giunta regionale soppressivo e sostitutivo del secondo comma dell'articolo. Esprimo la mia soddisfazione in merito e quindi la mia dichiarazione di voto favorevole all'emendamento della Giunta regionale, in quanto è stato accolto il mio suggerimento. La formulazione non è identica, però la sostanza sì.
Comunico anche che gli altri due emendamenti all'art. 26 sono ritirati.
Mi dispiace perché l'emendamento integrativo al quarto comma era estremamente significativo di quella che era, a mio avviso, la vecchia proposta di legge. Poteva addirittura apparire un emendamento lobbistico a favore delle imprese che producono sci. Comunque, a questo punto, nel contesto nel quale ci troviamo non può che ritenersi ritirato. Era volutamente e provocatoriamente l'ultimo emendamento presentato che sarebbe stato discusso. Quindi, tutti i rimanenti emendamenti sono ritirati.



PRESIDENTE

Gli emendamenti nn. 2), 3) e 4) sono pertanto ritirati.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Proporrei un subemendamento all'emendamento Mignone. Alla quarta riga dopo la parola "asportazione", propongo si aggiungano le parole "e conferimento alle pubbliche discariche". La sola parola "asportazione" mi sembra troppo generico. Il Consigliere Ala ha ricordato che si pu asportare e lasciare lì intorno, quindi bisogna chiarire che l'asportazione è seguita dallo smaltimento di questi rifiuti nei luoghi a ciò dedicati quindi l'emendamento recita: "e conferimento alle pubbliche discariche" dopo la parola "asportazione".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, questo articolo mi crea grosse perplessità. Mi sembra un mostro giuridico rispetto ad un obiettivo condivisibile. Che sia necessario, utile ed opportuno procedere ad un'opera di bonifica sul territorio rispetto ai ruderi esistenti di attività, va benissimo, ma che si possa ritenere che la nostra norma (artt. 12 e 15) abbia effetto retroattivo e vada a colpire rapporti non più esistenti comunque non regolati dalla presente legge, mi sembra assolutamente improponibile, soprattutto se si considera che l'art. 12 prevede che i soggetti del rapporto finale di demolizione sono il concedente e il concessionario.
Collega Mignone, io condivido l'obiettivo, ma quando si vuole ottenere un risultato bisogna anche immaginare di mettere in pista strumenti idonei e risorse adeguate. Non si può scaricare sul destinatario, che non esiste o che si inventa in questo momento, un obiettivo che io condivido, quello di fare per quanto possibile un'opera di ripristino ambientale. Ma come possiamo noi, introducendo qui il diritto del concedente di obbligare il concessionario alla demolizione alla fine del rapporto che è regolato dalla presente legge, in questo momento dire che la Regione avvia un'attività con cui richiede la demolizione e la rimozione a chi ha operato in forza di una concessione che non prevedeva questo onere? Mi sembra una norma che è condivisibile nell'obiettivo che si pone, assolutamente condivisibile, ma che evidentemente va ripensata con la messa a disposizione di risorse da parte della Regione e di un'attività propria della Regione o degli enti locali.
Mi sembra davvero improponibile una questione di questo genere, pur in un obiettivo condivisibile ed accettabile.
La formulazione ritengo che non reggerebbe al primo scoglio di ordine amministrativo che dovesse incontrare: primo, perché è retroattiva secondo, perché il destinatario di questo intervento probabilmente non esiste più dato che non è più un concessionario; terzo, perché qui diciamo che è la Regione che avvia e richiede l'opera di demolizione e di ripristino, non più l'ente concessionario. Certo, capisco che non si scrive l'ente concessionario, perché l'ente concessionario non ha quel titolo e non ha la concessione che regola i rapporti. Io, ovviamente condividendo l'obiettivo che la Giunta si pone, non voterò contro, mi asterrò, ma per quel poco che mi resta di memoria giuridica mi sembra (anche quello che viene dopo è un mostro giuridico sul quale richiamerò l'attenzione della Giunta) di non poter dare in termini tecnici e culturali un voto favorevole ad un articolo che, all'interno di un obiettivo che è condivisibile e perseguibile, è formalmente illegittimo e scomposto dal punto di vista legislativo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

Il subemendamento non è accolto, perché è chiaro che il materiale demolito va portato in discarica, a meno che non sia materiale come quello ferroso che può essere anche venduto. Quindi non si può dire che tutto deve essere portato a discarica perché vi è materiale che può essere anche riutilizzato. Chiedo però alla cortesia dei colleghi se possiamo, senza sospendere la seduta, interrompere brevemente l'esame del nostro emendamento per una questione giuridica sulla quale occorre riflettere.



PRESIDENTE

D'accordo, non sospendo la seduta, ma consento che si faccia una pausa di riflessione su questo punto.
Nel frattempo pongo in votazione il subemendamento presentato dal Consigliere Chiezzi il cui testo recita: 5) dopo la parola "asportazione" aggiungere le parole "e conferimento alle pubbliche discariche".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli e 21 contrari.
Ha ora la parola l'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

Poiché le osservazioni poste dal collega Marchini sul piano giuridico hanno fondamento, mantenendo lo spirito contenuto nell'emendamento stesso si è proceduto ad elaborare la seguente formulazione: "La Giunta regionale entro 12 mesi dall'entrata in vigore della presente legge, individua gli impianti funiviari per i quali non vi siano più concessioni in atto o comunque non in funzione o abbandonati, ai fini della demolizione dell'impianto, dell'asportazione del materiale, del ripristino del territorio, previste dall'art. 12, commi quinto e sesto, in quanto applicabili in forza delle singole concessioni nonché al fine dell'individuazione di idonee iniziative finalizzate alla riqualificazione ambientale".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi, la nuova stesura lascia aperto un dubbio.
La Giunta regionale entro 12 mesi individua gli impianti funiviari per i quali non vi siano più concessioni in atto, o comunque non in funzione o abbandonati. Fino a qui è chiaro. Successivamente si dice "ai fini della demolizione o asportazione del materiale" e si è aggiunto "in quanto applicabili in forza delle singole concessioni". Il dubbio è che l'articolo possa essere interpretato in questo modo: solo se in forza delle singole concessioni sono applicabili le norme relative alla demolizione degli impianti, si effettua questa individuazione.
C'è questo pericolo nella stesura del testo, perché si dice "in quanto". Questo "in quanto" si applica ai fini della demolizione. Questo può creare il dubbio che questo censimento venga effettuato solo dove le concessioni prevedono la demolizione. Sarà ben difficile per gli impianti vecchi che le concessioni prevedessero questo. Comunque là dove non lo prevedono, gli impianti verrebbero stralciati da questa indagine. E' un pericolo che mi pare presenti questa stesura. Bisognerebbe evitarlo, a meno che non sia proprio questa l'intenzione. Penso che la volontà politica sia di prevedere l'individuazione per tutti gli impianti. E' la parola "ai fini" che mi lascia un po' perplesso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

La Giunta non ha certo l'intenzione di non effettuare il censimento anche perché dagli atti in possesso presso l'Assessorato ai trasporti è già stato fatto, quindi in pochissimo tempo siamo in grado di avere dei dati aggiornati.
Comunque la correzione dell'emendamento è nata dalle questioni sollevate dal collega Marchini, proprio per evitare di incorrere in problemi giuridici.
Abbiamo inserito questa ulteriore precisazione "nonché ai fini dell'individuazione di idonee iniziative" perché l'obiettivo che si pone la Giunta è di andare ad una bonifica di questi eventuali impianti abbandonati. Finché è possibile, certamente attraverso l'imposizione al concessionario, qualora previsto nell'atto di concessione, diversamente andando ad individuare idonei strumenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Volevo rassicurare il collega Chiezzi, sempre per quel che mi rimane di memoria giuridica, dicendo che siccome due sono gli obiettivi che si intendono perseguire (primo: l'applicazione della norma, in quanto applicabile; secondo: attivare ogni utile iniziativa), è evidente che il presupposto, cioè il censimento, è salvo per entrambe le ipotesi. Il censimento è finalizzato all'applicazione della legge (art. 12) in quanto applicabile e ad ogni altra utile iniziativa per il ripristino ambientale.
Quindi, dal punto di vista sistematico, perché sulla letteralità qualche problema c'è, questa norma sta ad indicare che il censimento si fa comunque e per tutti. Le conseguenze sono: l'applicazione delle procedure in quanto applicabili, oppure l'avvio di un programma di recupero ambientale della quale la Regione dovrà farsi carico incaricando le Comunità montane o i Comuni - questo lo valuteremo - con adeguate risorse rapportate all'impegno che si dovrà assumere in conseguenza del censimento.
Mi pare che questa preoccupazione non sia fuori luogo, ma superata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, questo articolo affronta un problema concreto sul quale siamo d'accordo. Ci asterremo su questo articolo in quanto è stato respinto il subemendamento che avevamo presentato in precedenza. Siamo d'accordo sul merito generale dell'articolo, ma ci asteniamo in quanto non è stata inserita quella specificazione che continuiamo a ritenere qualificante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, apprezzo i risultati di questa discussione e la breve interruzione che ha portato ad una diversa formulazione della preoccupazione sollevata dal mio Gruppo. Condivido quanto aveva dichiarato nel suo primo intervento il collega Marchini, sia per l'apprezzamento della mia sollecitazione, sia anche per aver fatto uno sforzo per collocarla in un ambito legittimo e compatibile sia con il dettato normativo che con i disciplinari delle concessioni.
Mi auguro che questo censimento venga continuamente aggiornato e diventi un reale monitoraggio. Il problema posto dal collega Chiezzi era meritevole di attenzione. In questo testo si trova scritto "ripristino del territorio" e la questione delle norme e delle cautele che si legheranno attorno a queste demolizioni diventano in ogni caso decisive. Non so quanto si possano normare in legge, ma diventano decisive perché, in molti casi per alcuni vecchi impianti potrebbe anche darsi il caso che andarli a demolire comporti costi ambientali rilevanti. Gli interventi di demolizione in alta montagna sono comunque interventi delicati sempre e allora l'attenzione che verrà dedicata a questa materia, l'attenzione degli uffici sulle prescrizioni, sarà rilevante. Va da sé che, teoricamente, le macerie vanno smaltite in una discarica di prima categoria, come dice il DPR n.
915; va da sé che però il problema dello smaltimento delle macerie di impianti collocati in alta montagna assume un costo particolarmente elevato.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 1) presentato dall'Assessore Mignone nel testo così riformulato: "La Giunta regionale, entro 12 mesi dall'entrata in vigore della presente legge, individua gli impianti funiviari per i quali non vi siano più concessioni in atto o comunque non in funzione o abbandonati, ai fini della demolizione dell'impianto, dell'asportazione del materiale, del ripristino del territorio previste dall'art. 12, commi quinto e sesto, in quanto applicabili in forza delle singole concessioni nonché al fine dell'individuazione di idonee iniziative finalizzate alla riqualificazione ambientale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli e 8 astensioni.
6) Emendamento presentato dal Consigliere Picco: è aggiunto il seguente comma terzo: "Le norme di cui all'art. 7 sono applicabili per anni due anche per adeguamenti funzionali all'esercizio degli impianti funiviari in corrispondenza di piste dello sci di discesa o piste per lo sci di fondo".
La parola al Consigliere Picco per l'illustrazione.



PICCO Giovanni

Signor Presidente, non mi pare necessaria un'illustrazione, comunque l'emendamento si rende necessario per dare alla legge che stiamo per votare un minimo di razionalità sotto il profilo delle connessioni che sussistono tra l'impianto funiviario ed il territorio interessato agli impianti stessi.
Pur accettando il principio dello stralcio di tutta la partita relativa alle piste, almeno per quanto riguarda i contenuti dell'art. 7, sia pure per una durata limitata a due anni in attesa che la Giunta riesca ad elaborare un nuovo disegno di legge più organico e completo per quanto attiene a tutta la materia delle piste da sci, sia di discesa che di fondo era necessario recuperare il discorso dell'adeguamento funzionale dell'impianto in corrispondenza di queste piste, che sono aspetti strettamente connessi all'esercizio e alla funzionalità delle piste stesse.
Quindi non vi è nulla di stravolgente, è un richiamo strettamente conseguente alle decisioni che si sono assunte approvando l'art. 7.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

Signor Presidente, l'emendamento presentato riguarda gli adeguamenti cioè la possibilità di applicare le norme dell'art. 7 per l'adeguamento funzionale degli impianti funiviari. Non tocca l'argomento delle piste, è un adeguamento degli impianti, ma questo è già previsto nelle varie fattispecie indicate nell'art. 7. Secondo il Consigliere Picco si tratterebbe di precisarlo; vorrei capire se il senso dell'emendamento è questo.



PICCO Giovanni

Sì, anche perché il senso di tutto il disegno di legge è quello di occuparci solo degli impianti.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

Se può essere utile la precisazione, la Giunta ritiene di condividere la possibilità di applicare l'art. 7 per l'adeguamento degli impianti funiviari. A me pare che non stravolga l'impianto della legge; anche in altre parti della legge abbiamo parlato di impianti nelle aree sciabili.
Nell'art. 7 parliamo di realizzazione e in genere facciamo riferimento a nuovi impianti, quindi si può precisare che queste norme valgono anche laddove è necessario un adeguamento funzionale (ad esempio, la posa di due piloni in più), per cui è giusto prevedere la possibilità di applicare le norme di cui all'art. 7. Forse, se può essere utile, si potrebbe prevederlo non solo in corrispondenza delle piste, ma anche lungo l'impianto, per cui addirittura si estenderebbe l'applicabilità di questa norma.



PICCO Giovanni

La preoccupazione è in particolare in corrispondenza delle piste perch è proprio là che si verificano i maggiori intralci anche dal punto di vista della disponibilità delle aree necessarie quando sussistano difficoltà e che sono aspetti particolarmente nodali in corrispondenza delle piste. Se invece ci riferiamo alla servitù in genere che riguarda l'impianto, questa è già disciplinata.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

A me pare che la preoccupazione sia presente perché con l'art. 7 diamo l'impressione di andare sul nuovo in quanto parliamo di realizzazioni. Ho chiesto al Consigliere Picco questa puntualizzazione perché mi pare importante sottolineare che sta dentro all'impianto della legge. Con questa precisazione stiamo dentro all'impianto della legge e non vi è alcuna forzatura e alcuno stravolgimento.
Sotto questo profilo la Giunta ritiene di poter accogliere l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non so quanti altri emendamenti saranno presentati prima della fine della legge, tutti tesi a reintrodurre il discorso delle piste da sci che volutamente era stato oggetto dell'accordo e in quali forme ambigue, come quella presentata dal Consigliere Picco, saranno presentati. O l'emendamento del Consigliere Picco dice cose già dette dalla legge in termini chiarissimi all'art. 25 allora è inutile, o vuole dire altre cose relativamente alle piste da sci.
Se vuol dire altre cose relativamente alle piste da sci, queste verranno trattate nel prossimo progetto di legge, che in tempi rapidi sarà esaminato.
Quindi, l'introdurre articoli con contenuti molto vaghi ed interpretabili un po' come si vuole, legando gli adeguamenti funzionali alle piste da sci, riportando sulle piste da sci il problema della pubblica utilità degli espropri e della servitù, che è stato uno dei nodi tolti i quali l'opposizione e la maggioranza hanno trovato un accordo per sveltire l'esame della legge, rimette tutto in discussione. Non possiamo accettare che si reintroducano all'ultimo minuto delle questioni sulle quali faticosamente avevamo raggiunto un accordo. Quindi, o c'è qualcosa di nuovo che non riguarda le piste da sci, o le piste da sci le tratteremo dopo.
Inviterei i Consiglieri a prendere atto che è un emendamento che non aggiunge nulla, oppure è un emendamento che sta al di fuori degli accordi intervenuti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

La preoccupazione sollevata dall'emendamento del Consigliere Picco è reale perché avendo stralciato una parte della legge il problema è che comunque ciò che sta dentro all'adeguamento funzionale degli impianti dovrebbe trovare soluzione.
Tuttavia la Giunta ritiene che già l'attuale testo, così come è stato elaborato dal Consiglio regionale, dia una risposta adeguata alle preoccupazioni del Consigliere Picco. L'art. 25 prevede una norma transitoria che in modo controllato prevede le possibilità richieste dall'emendamento del Consigliere Picco e che alle previsioni contenute dall'art. 25 siano applicabili anche le norme di cui all'art. 7.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Prendo atto della posizione della Giunta che farà parte di quella letteratura di interpretazioni dei testi che si votano e ritengo abbia comunque una certa forzatura, nel senso che l'art. 25 prevede la possibilità di adeguare le strutture, però non c'è il riferimento alla connessione tra l'impianto e la pista, che non è un concetto stravolgente bensì estremamente connesso al principio dell'adeguamento degli impianti.
Qui non c'entra nulla il problema delle servitù su nuovi impianti o solo su piste: l'adeguamento è un fatto strettamente connesso all'impatto territoriale dell'impianto stesso. Se si dà questa lettura dell'art. 25, e cioè che se in esso siano comunque applicabili le norme di cui all'art. 7 mi rimetto all'interpretazione della Giunta e ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 6) è pertanto ritirato dal proponente.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 26 nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 9 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 26 è approvato.
L'Assessore Mignone ha presentato un emendamento che prevede il seguente nuovo articolo: "Art. 26 bis - Controllo partecipativo.
1. Ogni Comune deve tenere in pubblica visione i registri delle domande e delle concessioni rilasciate ai sensi degli artt. 3 e 4 della presente legge.
2. Chiunque può prendere visione presso gli uffici comunali dei registri di cui al primo comma nonché degli atti delle pratiche di concessione comprese le domande e i progetti previo deposito delle relative spese.
3. Ogni cittadino singolarmente o quale rappresentante di un'associazione o di un'organizzazione sociale può presentare ricorso al Presidente della Giunta regionale agli effetti del DPR 24/11/1971, n. 1199, avverso il rilascio di una concessione per costruzione od esercizio di impianto funiviario che sia in contrasto con disposizioni di legge o di regolamenti".
Ha chiesto la parola il Consigliere Ala. Ne ha facoltà.



ALA Nemesio

Mi pare di aver notato che l'articolo, così come proposto ieri dal collega Majorino e così come proposto dalla Giunta, non abbia tutti gli elementi relativi all'articolo inerente il controllo partecipativo di cui alla L.R. n. 56/77. Mi riferisco al secondo comma che recita: "Chiunque pu prendere visione presso gli uffici comunali dei registri di cui al primo comma nonché degli atti delle pratiche di concessione comprese le domande e i progetti, previo deposito delle relative spese". Nella L.R. n. 56/77 le spese sono relative alla duplicazione delle copie degli atti; a me sembra preoccupante che una legge regionale dica che si paghi per vedere, cosa che già di fatto avviene perché molti Comuni interpretano la legislazione nazionale in maniera borbonica e fanno fare tutto con carte da bollo.
Nell'articolo della L.R. n. 56/77 il deposito delle relative spese si riferisce alla copia degli atti. Vorrei che il punto venisse ripreso in questa maniera: se si guarda soltanto non si paga, non siamo al cinematografo, il pagamento delle spese sia relativo solo alla duplicazione degli atti. Si riprenda esattamente la dizione della L.R. n. 56/77.
Colgo inoltre l'occasione per dire che comunque, pur votando a favore di questo articolo (con la rettifica che ho chiesto di un errore che ritengo sia materiale), questo testo non riproduce l'insieme della successione delle mie proposte di emendamento, comprese quelle degli ultimi giorni, che richiedevano un controllo nella fase di istruttoria e nella fase di realizzazione dei progetti e non solo questo tipo di controllo che è un controllo a posteriori e non all'interno del procedimento. Si tratta in ogni caso di un articolo importante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Effettivamente la Giunta ha ripreso parola per parola, salvo quell'errore materiale da correggere fatto rilevare dal collega Ala l'emendamento che avevo proposto.
Desidero ricordare che questo emendamento, prima mio poi della Giunta quando era mio non fu, come in definitiva ha già detto il collega Ala farina del mio sacco: io ho ripreso alcune norme che vanno sotto il titolo "controllo partecipativo" della legge urbanistica (fra l'altro queste norme erano state votate all'unanimità sia in sede di prima stesura sia in sede di revisione e per un successivo piccolo ritocco). In questa materia di concessione per le funivie si pone la stessa esigenza di un controllo partecipativo. Se non si vuol dare il titolo "controllo partecipativo", ma come suggerisce Marchini - "diritto all'informazione" poco importa perch il risultato non cambia, però i cardini di questa normativa riguardano: 1) il dovere del Comune di tenere in pubblica visione i registri delle domande delle concessioni (L.R. n. 56/77) 2) il diritto di ciascuno di poter prendere visione sia delle domande sia delle pratiche sia dei progetti e se lo crede può anche estrarne copia pagandone le relative spese 3) infine, si conferisce ad ogni cittadino, singolarmente o come rappresentante di un'associazione, il diritto di presentare un reclamo amministrativo al Presidente della Giunta regionale (qui si estrinseca una vera e propria azione popolare).
Sulla legittimità non solo dei due primi commi, che hanno un chiaro carattere partecipativo e/o informativo, ma anche e soprattutto sul terzo comma, pare proprio non possano esserci dubbi perché già nel lontano 1977 allorquando venne approvata la L.R. n. 56 questa norma fu pianamente accettata da tutti i Gruppi politici perché si inquadra nel concetto di partecipazione da noi sempre condiviso, previsto nello Statuto e si tratta di una particolare applicazione a questa materia del diritto-dovere di ogni cittadino alla partecipazione e del dovere di chi governa di consentire in concreto la partecipazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Preliminarmente, signor Presidente e colleghi, il nostro Gruppo esprime apprezzamento per l'introduzione di questo articolo. Aveva sostenuto il nostro Gruppo - spero che Ala lo ricorderà - alcuni dei suoi emendamenti perché noi riteniamo che la cultura ambientale e il diritto all'ambiente si sostanzia nel diritto all'informazione, quindi ci sembra giusto e produttivo.
Devo però dire che il titolo, utilizzando Allara e non Gremmo, "àm pias nen" (il piemontese viene usato non solo da Gremmo, ma anche da Allara in termini giuridici). Per far capire che qualcosa è sbagliato, molte volte si dice che "àm pias nen" senza con questo avere l'esigenza di motivare oltre.
Questo titolo "àm pias nen" perché è della L.R. n. 56/77, ma non perch evoca Astengo, ma semplicemente perché è un linguaggio retrò, superato linguaggio da Repubblica popolare, "controllo partecipativo"; non c'è il popolo che controlla dei cattivi bonzi, c'è un diritto all'informazione con quello che comporta. Qui poi la partecipazione non c'entra niente, perch la partecipazione è il concorso di qualcuno alla decisione. A me sembra quindi che l'individuazione di un titolo più puntuale, che è l'esercizio del diritto all'informazione, cominci a far entrare nel nostro lessico, in termini legislativi e non soltanto culturali, il termine "diritto all'informazione" e il suo esercizio come novità anche culturale.
Qualche preoccupazione - mi rivolgo soprattutto all'Assessore - la solleva l'art. 3 che è copiato male dalla L.R. n. 56/77, posto che nella stessa si legittima il ricorso - non è cosa da poco - solo qualora sia fondato su un sospetto di contrasto con disposizioni di leggi o di regolamenti. Invece in questa stesura si dà per supposto il risultato: il ricorrente sostiene che è in contrasto con disposizioni di legge o di regolamenti e il procedimento stabilirà se lo è oppure no. E' una dizione pericolosa perché apre lo spazio dei legittimati senza alcun limite.
Suggerisco di reintrodurre la specificazione della L.R. n. 56/77 laddove si ritiene di consentire il ricorso verso il rilascio di una concessione per costruzione ed esercizio di un impianto funiviario ritenuto in contrasto con disposizioni di leggi o di regolamenti, il che vuol dire che il ricorso è legittimato dal punto di vista dell'interesse ad agire conché contenga delle argomentazioni in ordine alle violazioni di legge non qualunque tipo di argomentazione, oppure togliamo il riferimento alla violazione di legge o di regolamento.
Non sono partigiano dell'una o dell'altra soluzione, ma dire che il ricorso lo si fa conché si sia verificato il contrasto con disposizioni di legge o di regolamento non ha alcun senso, deve essere la motivazione del ricorso se vogliamo utilizzare una categoria. Probabilmente è fondato su supposto contrasto, l'importante è che la motivazione del ricorso sia la supposta violazione di legge o di regolamenti. Che sia in contrasto lo stabilità il decisore. L'essere o non essere in contrasto è il risultato finale e il ritenerlo in contrasto o meno è il limite all'interno del quale riconduciamo la legittimazione.
Questa puntualizzazione sembra eccessiva, ma in realtà è in relazione ad una norma che ha un notevole margine di rischio perché nella materia urbanistica la relazione dei cittadini con il territorio è molto puntuale.
In questo caso, la relazione dei cittadini con questi provvedimenti non è così puntuale e noi apriamo questa disposizione a 56 milioni di cittadini nei confronti di pochissime fattispecie, mentre nella legge urbanistica immaginavamo il ricorso di 5 milioni di cittadini nei confronti di moltissime fattispecie. Quindi, potevamo immaginare che questo strumento venisse utilizzato proprio in relazione ad esigenze di carattere amministrativo, cioè la tutela di un diritto e di un interesse. Messo così si presta, ma non ci scandalizziamo più di tanto, a campagne ostruzionistiche, perché se si decide che tutti gli iscritti ad Italia Nostra debbano presentare il ricorso vuol dire andare ad un processo che dobbiamo sapere qual è, mentre possiamo immaginare che nei confronti di una concessione edilizia si muovono quelli che fisicamente si considerano coinvolti o meno dalla concessione edilizia. Mi sembra difficile immaginare una battaglia di principio su una concessione edilizia, mentre posso immaginare che si faccia una grande battaglia di mobilitazione nei confronti di un impianto a fune.
Il punto 3) porterà indubbiamente problemi di gestione; quanto meno riconduciamolo all'esigenza di rapportarsi da parte dei ricorrenti ad elementi di violazione di legge e di regolamenti e non di opportunità di contrasto con la programmazione di elementi generici. Questo per consentire la scrematura, anche se mi rendo conto che sono elementi meramente formali ma quanto meno evitiamo che nascano più questioni di carattere giuridico di quante già non vi siano.
Suggerisco alla Giunta di valutare l'opportunità di sostituire il titolo un po' retrò con un titolo più moderno: "Esercizio del diritto all'informazione".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

Il collega Genovese mi indicava che anche in questa Repubblica il termine "controllo partecipativo" è utilizzato dalla legislazione statale.
Io sarei comunque per accogliere il suggerimento del collega Marchini.
Per quanto riguarda le spese, è chiaro che sono relative alla duplicazione degli atti e per quanto riguarda "funiviario ritenuto in contrasto con le disposizioni di legge o di regolamenti" è chiaro che il ricorrente deve fare esplicito riferimento alle leggi o ai regolamenti violati.



PRESIDENTE

Pongo in votazione il subemendamento presentato dal Consigliere Marchini nel testo seguente: sostituire il titolo con "Esercizio del diritto di informazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 23 voti favorevoli e 5 astensioni.
Pongo ora in votazione l'emendamento che prevede il nuovo art. 26 bis presentato dall'Assessore Mignone con le seguenti modifiche: al termine del punto 2) sostituire con le parole "previo deposito delle spese relative alla duplicazione degli atti" al punto 3), sostituire le parole "che sia" con la parola "ritenuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
L'emendamento presentato dal Consigliere Majorino si intende pertanto decaduto.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 26 bis.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 6 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 26 bis è approvato.
ART. 27 Ha chiesto di parlare il Consigliere Ala per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.



ALA Nemesio

Questa norma finale non mi è mai stata chiara. Mi ha sempre stupito il fatto che la Regione Piemonte abrogasse delle normative statali.
Probabilmente se questo viene fatto, lo può fare, ma è un argomento che non ho approfondito e sul quale, pertanto, mi astengo.



PRESIDENTE

Queste norme non si applicherebbero più, non è che la Regione le abroghi.



ALA Nemesio

Comunque mi astengo, senza voler fare polemica.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 27.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 27 è approvato.
Pongo ora in votazione due emendamenti tecnici: 1) al titolo della legge sopprimere le parole "delle piste per la pratica dello sci".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
2) all'art. 2, sopprimere le parole "nonché l'allestimento e l'esercizio delle piste ed annesse strutture per consentire la pratica dello sci".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
Prima di procedere alle dichiarazioni di voto conclusive sull'intero testo della legge, ha chiesto la parola l'Assessore Ripa. Ne ha facoltà.



RIPA Franco, Assessore al turismo

Svolgo una dichiarazione brevissima, soprattutto sulle parti che non hanno trovato nell'iter il modo di essere normate. Innanzitutto, la problematica che è stata affrontata da questo disegno di legge incide in modo rilevante sulle prospettive dello sviluppo socio-economico del Piemonte. E' importante aver normato questa prima parte, soprattutto per gli aspetti che incidono e sono inerenti al controllo e alla tutela del territorio.
La soluzione che si è adottata, con una discussione serrata, ma costruttiva soprattutto per quello che riguarda la parte relativa agli impianti del trasporto a fune, disciplina questi in modo più razionale ed organico nonché in armonia con i vari regolamenti e soprattutto con le normative locali, per cui si dà una prima risposta alle esigenze che emergono dalla collettività regionale. Non dimentichiamo che hanno richiesto questa legge oltre che le organizzazioni di categoria, anche e soprattutto i Comuni montani e l'UNCEM.
E' una risposta però ancora inadeguata rispetto alle problematiche inerenti al corretto sviluppo dell'attività economica, soprattutto per quanto riguarda il turismo che rappresenta una componente fondamentale ed irrinunciabile del nostro territorio e della comunità piemontese. I problemi del turismo sono collegati a quelli dell'agricoltura dell'artigianato e del commercio.
Pensiamo che siano ancora da fare ulteriori passi per quello che riguarda il reale governo del territorio, in modo particolare per la tutela dell'ambiente. E' venuto da più parti questo richiamo. La Regione non pu sottrarsi all'impegno di dare indicazioni di tipo politico, programmatico e normativo sulla questione delle aree sciabili e dei sistemi sciistici. E crediamo che proprio sulla parte che interessa le piste da sci, da discesa e da fondo, ci debba essere un impegno da parte del Consiglio affinché nel più breve tempo possibile si addivenga ad una soluzione. Riteniamo che quella delle piste da sci sia una parte fondamentale del turismo montano piemontese. Auspichiamo quindi che in tempi brevissimi, sia in sede di Commissione che di Consiglio, sperando che ci sia lo stesso spirito di costruzione legislativa che c'è stato in questi due giorni, venga data una risposta alla comunità piemontese rispetto a questa parte che è stata stralciata dal disegno di legge.



PRESIDENTE

Ha ora la parola per dichiarazione di voto sull'intero testo della legge il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Gruppo comunista esprime innanzitutto soddisfazione per l'accordo, raggiunto fra tutte le forze del Consiglio regionale, che ha permesso alla legge di essere approvata in tempi rapidi, stralciando da questa legge gli argomenti poco attinenti al problema che doveva essere affrontato, quello relativo alla disciplina degli impianti funiviari. Questo è stato possibile grazie ad una battaglia determinata che il Gruppo comunista ha svolto insieme al Gruppo della Lista Verde e anche grazie alla ragionevolezza, dimostrata dalla maggioranza, di accedere ad una separazione degli argomenti che era logica, e come tale è stata riconosciuta.
Rimane il fatto che, se la nostra proposta di stralciare le parti relative alle piste da sci ed all'urbanistica fossero state accolte prime avremmo potuto recuperare più di un anno nell'approvare questa legge.
La seconda osservazione è la seguente. Il dibattito in aula ha visto confrontarsi i liberali, la Lista Verde, il Movimento Sociale, però alcune forze politiche sono rimaste assenti dal dibattito politico. Il governo rappresenta l'esecutivo, ma è mancato il dibattito fra tutte le forze politiche e questo non è un elemento positivo. Abbiamo sentito che il Capogruppo della DC, Carletto, nelle scorse riunioni aveva anche ripreso questo tema, nel senso che aveva detto ai colleghi del Consiglio che su questa legge, che allora era ancora intera, la DC rinunciava a portare in Consiglio alcune osservazioni critiche al testo, pur di sveltire il dibattito e procedere nel rapido esame della legge. Ritengo che abbia impoverito il confronto tra le forze politiche, i Gruppi politici è bene che siano sempre presenti con i loro argomenti. La DC penso ne abbia.
Ciascun Gruppo è utile che si sforzi di andare all'agone politico con le proprie idee. Alcuni Gruppi l'hanno fatto, la DC non l'ha fatto. Peccato perché poteva arricchire il dibattito con le sue posizioni.
Comunque il dibattito si è sviluppato, sia nelle parti generali sia in quelle legate a provvedimenti specifici, in particolare con il Gruppo della Lista Verde e con il Gruppo liberale.
Con il Gruppo della Lista Verde abbiamo condotto una battaglia che ha avuto un risultato positivo. Dal punto di vista del Gruppo comunista abbiamo verificato che con la Lista Verde si possono condurre battaglie nella reciproca autonomia. Ci siamo accorti che c'è un problema che viene riconosciuto come comune, ci sono anche sfumature diverse, non c'è una totale identificazione sul modo con cui il problema del rapporto tra ambiente e sviluppo deve essere affrontato. Abbiamo avuto moltissime sintonie e qualche divergenza di vedute su aspetti più che altro di tecnica legislativa.
Meno sintonie abbiamo avuto con le posizioni che sono state espresse dal Gruppo liberale; anche qui forse in modo un po' sommario, perché poi le posizioni di ciascuno di noi vengono espresse anche in conseguenza del peso che i vari Gruppi politici danno alla discussione. E' chiaro che quando il Gruppo politico di maggioranza relativa abbandona il campo della discussione, ciascuno si impegna in modo meno articolato ad esporre i propri punti di vista.
Che tipo di sviluppo per la montagna? Hanno parlato "due montanari": il collega Biazzi (Val d'Ossola) e il collega Marchini (Valle Susa).
Mi pare che il problema dello sviluppo economico debba essere arricchito dagli aspetti ambientali. Ripropongo questo nodo non perché il Partito comunista l'abbia risolto, perché non è così, però mi sembra che l'approccio, che potrà essere ripreso in occasione della discussione sugli impianti turistici e le piste da sci, da parte del Gruppo liberale sia un approccio ancorato alle vecchie regole dello sviluppo. Nel senso che, per quanto riguarda gli impianti a fune, penso che non possa essere presentata come sostenibile nessuna delle due seguenti posizioni: che di per sé la montagna non può che trarre benefici dagli impianti a fune, che gli impianti a fune siano di per sé un bene, o viceversa che gli impianti a fune siano di per sé un male. Non sono accettabili queste due affermazioni.
Gli impianti a fune possono essere un bene per la montagna "se" sono inseriti in un programma di sviluppo turistico, che consideri i problemi ambientali, di assetto idrogeologico, di forestazione. Questo è un difficile equilibrio da raggiungere, la ricerca di questo equilibrio non è solo nostra, del Partito comunista, e non è conclusa; riteniamo debba essere di tutti e ritengo che l'aula del Consiglio regionale sia uno dei luoghi in cui discutere apertamente di questi problemi.
Questo disegno di legge è in rapporto con le idee che i Partiti producono sul tema "sviluppo della montagna".
Le idee, anche senza essere marxisti, sappiamo che, per essere comprese, vanno collocate nel contesto in cui si generano, dove l'aspetto economico è uno degli elementi fondamentali. Nell'ambito del contesto economico il problema dei rapporti di proprietà rimane un nodo non irrilevante. Da questo punto di vista, richiamo la critica al fatto che per la realizzazione degli impianti a fune, la maggioranza ha rifiutato la proposta di consentire al proprietario dei terreni un diritto di prelazione. Ho riflettuto in questi giorni, questo elemento va visto con grande attenzione. Abbiamo sostenuto l'utilità del diritto di prelazione perché ci sembra che per discutere di quali siano le finalità di uno sviluppo in montagna, che colleghi lo sviluppo economico alla permanenza delle popolazioni locali, al rispetto dell'ambiente, non si possa prescindere anche dall'affermazione, per quanto riguarda la gestione delle proprietà, di un ruolo prioritario dei soggetti che sulla montagna vivono e che della montagna sono ancora proprietari.
Questo nodo strutturale mi sembra non irrilevante: le attività economiche in grado di sviluppare la montagna non possono prescindere da chi sulla montagna abita e lavora, e spessissime volte è proprietario dei terreni su cui lavora. E' un problema da non sottovalutare.
Invece con questa legge si attivano delle iniziative economiche senza tener conto degli assetti proprietari della montagna; questo mi sembra un elemento di debolezza. Ritengo che consentire lo sviluppo in montagna attraverso l'esproprio e le servitù dei terreni, senza sentire i proprietari, sia un modo di portare in montagna uno sviluppo non connesso strettamente alle economie e agli interessi locali.
Degli impianti a fune non si parla molto a livello di programmi di Comunità montane. Dico questo perché non nego che gli impianti sciistici l'attività sciistica, che peraltro pratico, sia uno degli elementi possibili di sviluppo. Però, ho anche osservato, guardando in occasione di questa legge un po' di bibliografia, che le Comunità montane, alle quali continuerei a riconoscere un ruolo primario per uno sviluppo equilibrato nei loro convegni e nei loro incontri non hanno posto, in questi ultimi anni, il problema dello sviluppo turistico come legato agli impianti a fune. Non è questo il problema attorno al quale sviluppare l'economia montana. Le Comunità montane hanno posto altri problemi: la forestazione, i pascoli, le attività agro-alimentari, hanno posto una pluralità di problemi; probabilmente anche questo non è mai emerso con forza decisiva.
Di qui l'attenzione del Gruppo comunista di legare in qualche modo alle comunità locali le varie iniziative economiche.
Termino e ringrazio per l'attenzione. Spero vivamente di riuscire a sviluppare queste poche considerazioni in occasione della prossima proposta di legge, quella che tratterà delle piste e dello sviluppo turistico. In quella occasione occorrerà confrontarsi con molta umiltà, perché il problema non è facile.
Sulla legge: nonostante questo stralcio ci pare una legge un po' pasticciata, anche dal punto di vista delle procedure tecniche. L'art. 8 è un articolo sul quale avevamo molte perplessità, le procedure non sono state chiarite del tutto, non sono così semplici. E' una legge che non prevede il diritto di prelazione, ma gli espropri sulla testa delle popolazioni locali. E' una legge che non si riferisce in nulla alla programmazione.
Per questi motivi, pur apprezzando l'accordo intervenuto che ha concesso di stralciare tutta una parte della legge, daremo il nostro voto sfavorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fracchia.



FRACCHIA Mario

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sarò brevissimo nella dichiarazione di voto. Vorrei rispondere al collega Chiezzi che lamentava che alcuni Gruppi non hanno partecipato attivamente al dibattito in aula.
Questa è una legge piuttosto difficile e nella parte approvata anche molto tecnica. Noi avevamo dato il nostro contributo in Commissione durante il lungo periodo in cui è stata discussa la legge. Certamente non è facile in aula esaminare una mole così imponente di emendamenti e poi poter esprimere un giudizio; bisogna dare atto dello sforzo fatto dalla Lista Verde e dal Gruppo comunista nel presentare questi emendamenti, alcuni dei quali sono stati accolti. E' stato un grosso sforzo anche da parte di chi non poteva partecipare attivamente a questo lavoro per cercare di capire le finalità che sovente erano tecniche o erano già contenute in altre leggi a cui si faceva riferimento. Dovete anche comprendere la difficoltà di chi ha voluto seguire queste quattro sedute con attenzione. Quando la Giunta si presenterà con l'altra legge il discorso sarà differente e penso che daremo maggiormente il nostro contributo.
Con queste brevi considerazioni ringrazio anche gli Assessori che si sono interessati e che hanno fatto in modo che si sia terminato prima dei lunghi tempi previsti la settimana scorsa e dichiaro il voto favorevole del Gruppo repubblicano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, colgo l'occasione della dichiarazione di voto per invitare la Giunta a far iniziare l'esame in Commissione della parte stralciata, cioè del disegno di legge relativo alle piste da sci, dopo che questa legge, se approvata oggi, riceverà il visto del Commissario di Governo, perché c'è una stretta connessione fra i due provvedimenti. Questo non è il caso che lo illustri ed è chiaro che dopo che la Giunta ha deciso di stralciare la seconda parte, come è noto, di questo disegno di legge, questa parte necessariamente deve essere collegata con il suo presupposto che è quello relativo agli impianti funiviari.
Quindi penso che per una ragione di ordine generale bisogna che prima sia approvata la legge che oggi è al nostro esame.
Ciò premesso devo dire subito, come d'altro canto è emerso dai lavori in aula, che il nostro Gruppo ha seguito con attenzione lo svolgersi dei lavori stessi. Si è collocato su diversi punti, in particolare su quelli salienti. Non siamo venuti in aula, sin dal primo giorno, con una decisione già aprioristica e matura in ordine al nostro comportamento e al nostro voto su questo disegno di legge. La nostra decisione di esprimere un voto contrario è maturata nel corso del dibattito e in particolare alla luce di due disposizioni di questa legge che la maggioranza ha ritenuto di approvare, nonostante le incisive osservazioni fatte da altri Gruppi di opposizione, oltre che dal nostro. Intendo alludere, anche se il discorso era già stato fatto sotto altra angolazione dal collega Chiezzi nella sua dichiarazione di voto, ad una norma che apparentemente è secondaria, cioè all'art. 6 relativo al diritto di prelazione. Noi riteniamo che l'avere denegato espressamente il diritto di prelazione ai proprietari, ed è gente di montagna, che si vedono espropriare il proprio fondo ai fini della costruzione di un impianto funiviario, abbia voluto significare una violazione prima e davanti ogni cosa del diritto di proprietà. Nel senso che colui il quale ha già dovuto subire l'affievolimento del proprio diritto di proprietà, nell'interesse pubblico, che è il presupposto dell'esproprio, non può poi, a parità di condizioni, di fronte all'ormai avvenuto esproprio, esercitare, essendone - si intende in grado, un determinato diritto.
Quando si accennava a questo discorso in modo informale in una pausa del dibattito, il Consigliere Ala mi diceva che probabilmente un'affermazione di principio in questo senso, che sarebbe stata giusta e doverosa, sul piano pratico avrebbe portato a rari esercizi di diritto di prelazione. Questa però non è una ragione per violare un principio fondamentale e quindi non consentire questo diritto di prelazione a chi come dicevo, si vede già espropriato e riceverà un indennizzo che, come tutti gli indennizzi, non sarà certamente congruo e non può nemmeno a parità di condizioni concorrere con colui il quale sia sulla strada di ottenere la concessione dell'impianto funiviario.
Altro articolo di fondo e di rilievo della legge è quello che riguarda gli espropri. Nel merito mi ero già collocato, ma ribadisco molto rapidamente che noi non possiamo condividere, e la riteniamo norma di un certo rilievo che già ci vide in posizione negativa, l'art. 7, laddove si enunciano casi tassativi nei quali si ritiene che ricorra la pubblica utilità a base dell'esproprio, mentre invece l'esproprio può essere concesso in linea generale e anche ovviamente nell'ambito dei rapporti che sono disciplinati da questa legge, ma solo se e quando nei congrui casi concreti si verifica la necessità di affievolire, di sacrificare il diritto di proprietà in favore dell'interesse pubblico. Quindi l'enunciazione avrebbe dovuto essere pura e semplice al richiamo alle normative vigenti in materia di espropriazione. Qui, invece, si danno per presunti ben cinque casi di pubblica utilità a fronte dei quali può scattare l'esproprio. Qui si annidano, a sommesso avviso del nostro Gruppo, anche dei dubbi di legittimità, perché si precostituiscono i presupposti della pubblica utilità e dell'esproprio.
Per queste due normative - mi si consenta la ripetizione soprattutto quella relativa al diritto di prelazione che forse è la normativa più grave in quanto violatrice dei diritti di proprietà della gente di montagna che viene di fatto estromessa da chi con i propri mezzi sia in grado di espropriare, il nostro voto non può che essere di dissenso e quindi negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, dopo quattro sedute consiliari arriviamo al termine di un percorso complesso nel corso del quale si è raggiunto un accordo per trovare un punto procedurale in comune.
E' certo che l'aver stralciato la parte delle piste forse toglie un po' di organicità a questo tipo di intervento legislativo, ma tuttavia non ho dubbio che quando si affronterà l'altra parte del disegno di legge originario ci sarà una ricerca di quelle che possono essere le naturali connessioni rispetto alla disciplina degli impianti funiviari specifici.
Ancora una volta in questa legislatura emerge forte, più che mai, più che nelle esperienze delle precedenti legislature, il rapporto forte tra ambiente e sviluppo. Anche in questa vicenda si è rimarcato particolarmente questo aspetto. Forse, però, rispetto alle altre volte troviamo una particolarità e cioè la concentrazione naturale nella montagna del problema degli impianti funiviari in una realtà che vive una sottile e continua situazione di crisi di impoverimento di opportunità di vita per quelle comunità.
Se togliamo le aree forti del turismo, che però vivono soltanto nelle fasi di punta del turismo invernale ed estivo, poi restano impoverite nelle stagioni morte, vediamo una montagna che tendenzialmente mostra un calo della popolazione e una produzione di reddito molto inferiore a quella delle altre parti della comunità piemontese.
E' pur vero che gli impianti funiviari e gli sport invernali non sempre e non attentamente guardano al radicamento e agli effetti indotti sulle comunità locali. Non si possono certamente vendere come benefici alle comunità locali qualche posto di lavoro in qualche ristorante o in qualche ski-lift.
Credo che occorra pensare anche in prospettiva a dare alle potenzialità della montagna maggiore capacità di essere espresse da parte delle popolazioni locali e che non sia semplicemente la forza di capitali finanziari che determinano le opportunità da delinearsi in un modo piuttosto che in un altro.
Credo quindi che si sia fatto uno sforzo; apprezzo molto il lavoro che i Gruppi di opposizione hanno fatto, che va rispettato e che rappresenta un po' il lievito della vita all'interno di un'assemblea elettiva.
Da parte del nostro Gruppo avevamo l'Assessore impegnato in prima linea su questo disegno di legge. Abbiamo ritenuto che abbia lavorato bene, abbia dato un apporto e dimostrato anche una capacità di dialogo significativa insieme all'Assessore Mignone. Da parte nostra quindi esprimiamo un voto favorevole cercando di sottolineare il fatto che quando si farà l'altra parte, l'altro modulo, non se ne perda il naturale raccordo che questi due elementi devono avere tra di loro.



ROSSA Angelo



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Giunge alla conclusione questo prolungato dibattito in Consiglio regionale, dopo oltre due anni di discussione all'interno della II Commissione attraverso alti e bassi e revisioni.
Sarebbe rilevante andare a rivedere come dall'input iniziale del primo testo entrato in Commissione si sia giunti a questo testo. E' per me motivo di particolare soddisfazione in quanto - tra quella prima stesura e quella oggi votata dal Consiglio regionale esiste una notevole distanza. Avevo già ricordato che in alcuni casi le modifiche apportate dalla Commissione erano già state molto significative. Ora, il testo fa marcia indietro rispetto ad una sorta di idolatria delle piste da sci, comincia ad avere alcuni dubbi in merito al fatto che il benessere e la salvezza della montagna dipendono solo dalle piste da sci e dagli impianti, e dalla retorica e dalla cultura a questo collegati, quasi che questo fosse l'unica soluzione dei problemi della montagna.
Il testo finale riguarda materia più limitata. E' un testo, per così dire, più dimesso. Ha fatto alcune concessioni ai diritti dei proprietari e ai diritti dei montanari e proprio oggi si sono di fatto votati ed accolti emendamenti presentati dalla Lista Verde che solo quattro sedute fa erano stati respinti. Questo mi pare sia il segno non dico di un mutamento di rotta, ma se non altro di ripensamento, con il rinvio ad altro momento di una parte di questa materia. Rinvio che mi auguro porti ad un testo diverso da questo; mi auguro anche che sia un rinvio reale con un approfondimento ed una trasformazione concreta del testo e degli articoli così come erano posti. Diversamente, si tratterà di riprendere dal punto in cui siamo rimasti e riprendere quindi le stesse polemiche. Polemiche che, anche all'inizio di questo dibattito, sono state violente; sono abituato a sentire affermazioni a me riferite del tipo "primitivismo manicheismo, infantilismo, ecc.". Il primo giorno di questo dibattito queste parole, da parte di alcuni Consiglieri, si erano sprecate. La conclusione è più tranquilla, qualcuno ha detto quasi consociativa. La conclusione più tranquilla è dovuta - voglio rimarcarlo all'accettazione di alcuni punti di vista della Lista Verde, essendo lo stralcio delle piste da sci la prima nostra richiesta nel dibattito all'interno della Commissione.
Quindi rivendichiamo una continuità di interventi, di punti di vista e di posizioni, e rimarchiamo adesso il successo (ci capita di rado, pertanto quando capita deve essere sottolineato) per essere riusciti a fare passare alcune posizioni.
Al di là delle asprezze polemiche delle prime sedute, vorrei che fosse rimarcato ed acquisito, per non dar luogo a polemiche successive, il lavoro istituzionale svolto dalla Lista Verde, il suo modello concreto di approccio al tema. Non è ammissibile, sia detto senza polemiche un'opposizione alle posizioni tenute dal Gruppo basata su una serie di affermazioni di principio. La Lista Verde ha voluto, in questo come in altri casi significativi (penso al dibattito sulla legge n. 431), rimarcare una serietà di lavoro istituzionale.
Ultima considerazione. Desidero rimarcare il fatto che si sia realizzata una legge di impatto minore rispetto alla montagna. Tra questi concreti successi sottolineo quello relativo alle demolizioni degli impianti abbandonati, punto che ho visto attentamente considerato dalle altre forze politiche, poi sviluppato attraverso un lavoro collettivo.
Ritengo che questo sia un elemento particolarmente importante.
Nonostante questa mia dichiarazione, per molti versi diversa da quella dell'inizio della seduta, devo comunque confermare il mio voto contrario in uno spirito che però è diverso, in quanto non sottovaluto le modificazioni introdotte, importanti non solo per aver accolto le posizioni della Lista Verde in quanto tali o singoli emendamenti, quanto per avere accolto alcuni atteggiamenti culturali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

In questa dichiarazione di voto finale non posso esimermi a nome del Gruppo DC di dare alcune spiegazioni anche per quanto attiene alla posizione della DC nello svolgimento di questo tormentato processo di trasformazione del disegno di legge.
Gli argomenti di fondo che sono stati rivendicati a memoria mia dai Consiglieri in II Commissione si rifacevano ai contenuti fondamentali delle politiche regionali, quelle relative alla programmazione e alla pianificazione sulle quali la DC in questo scorcio di legislatura non ha una competenza specifica da esercitare pur avendola esercitata in termini di gestione all'interno dell'organismo collegiale che è la Giunta.
E' ovvio che se avessimo potuto supportare tutti i provvedimenti legislativi in ordine agli interventi sul territorio da un quadro di riferimento programmatorio e pianificatorio di supporto, non ci saremmo consumati in inutili polemiche tra maggioranza e minoranza sugli aspetti che sono propedeutici ad ogni tipo di intervento settoriale quale questo.
Rilevo soltanto però che non si vuole riconoscere che esiste una eredità di dieci anni di nullità su questo aspetto, anzi c'è un atteggiamento che anche per quanto riguarda i contenuti di questo disegno di legge di fatto ripropone in questa legislatura, su iniziativa di un Consigliere oggi Assessore, gli stessi contenuti che erano stati proposti nella gestione delle Giunte di sinistra. Questo non ci può che fare riscontrare che semmai il contenuto di proposta politica, mi rivolgo in particolare al PCI, doveva essere pronto all'inizio di questa legislatura in modo tale da poter supportare i provvedimenti settoriali con un contenuto di riferimento territoriale molto più preciso.
Noi ci siamo collocati responsabilmente sugli aspetti normativi vengo al merito del provvedimento - cercando anche di non inventare l'acqua calda, cari colleghi, quando prefiguriamo un quadro di coinvolgimento dei soggetti propri della montagna che non sia di fatto proponibile rispetto al quadro economico nel quale stiamo operando. Questo argomento meriterebbe un lungo discorso, credo però che si possa sintetizzare la nostra posizione in questa affermazione che cioè il regime garantista delle popolazioni locali non lo si inventa, ma lo si attiva nella misura in cui si fa piazza pulita di un regime confuso, di applicazioni di prassi che di fatto precostituiscono delle situazioni a volte di sopruso o di prevaricazione dei diritti dei locali.
Quando si fa lo sforzo di addivenire ad un regime chiaro e preciso anche per quanto attiene aspetti che non avevano, nella specifica logica del provvedimento, una connessione strettissima quale, ad esempio, è l'uso del terreno montano per usi alternativi in determinate stagioni alla percorribilità e alla fruizione delle piste, io penso che questo sforzo di chiarezza deve essere portato alle estreme conseguenze proprio perché il regime garantista abbia la possibilità di attivarsi a fronte di un regime giuridico-amministrativo che non dia luogo ad equivoci e che quindi dia la possibilità alle popolazioni locali di esercitare, come agricoltori, come operatori, come soggetti comunque interessati allo sviluppo economico della montagna, un proprio ruolo.
Finora agivamo in un clima o in un tipo di regime autorizzativo che presentava parecchie falle e che quindi oggettivamente non sempre consentiva ai soggetti locali di poter precostituire delle proprie posizioni di difesa rispetto, ad esempio, al discorso prelazione, esproprio o servitù.
Crediamo di avere svolto, con una collocazione temporalmente e strategicamente precisa rispetto alle inadempienze del passato e comunque al non più tollerabile regime confuso del futuro, una posizione di chiarezza che rivendichiamo come posizione corretta rispetto agli interessi dello sviluppo delle popolazioni locali.
Tralasciando le considerazioni che ci hanno diviso per quanto riguarda l'esigenza di disciplinare l'impiantistica rispetto al supporto dell'impiantistica che è il territorio che connette tutto il sistema di utilizzo di questi impianti, che è dato ovviamente dalle piste sciistiche e prendendo atto con realismo dell'esigenza di rinviare ad un prossimo disegno di legge, noi abbiamo sottoscritto l'ordine del giorno presentato dalla Giunta. Auspichiamo che il disegno di legge venga approvato con la massima tempestività con la preoccupazione di far procedere il nuovo provvedimento di legge in parallelo e non già in ricaduta rispetto al provvedimento che stiamo per votare. Secondo me, il discorso merita una stretta connessione politica e l'appuntamento delle prossime consultazioni elettorali merita un giudizio che sia sul complesso delle iniziative che si sono assunte sia in termini di disciplina settoriale dell'impiantistica sia in termini di programmazione degli interventi e quindi di pseudopianificazione anche per quanto attiene al sistema delle piste.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, lei ha fatto cosa non soltanto corretta, ma ottima consentendo al collega Chiezzi di estendere il proprio intervento al di là dei termini stretti di regolamento, perché il primo degli interventi in sede di dichiarazione di voto si è collocato su toni alti, quindi ha condizionato i colleghi e pone il relatore nell'esigenza di non essere da meno, anche perché i toni alti di una discussione, che per molti versi è sembrata sbriciolarsi su questioni marginali, non vanno dimenticati e neanche rimossi come patrimonio di qualcuno.
In primo luogo, vorrei riferirmi al concetto di sacralità della montagna introdotto dal collega Ala. Non è un'invenzione dei Verdi: Nostro Signore ha chiamato Mosè sulla montagna in solitudine per lasciare le leggi agli uomini, Nostro Signore sulla terra ha scelto la montagna per il suo discorso fondamentale e ancora Nostro Signore per saldare il Suo patto con l'umanità ha scelto l'asprezza del Golgota, non le pianure del Mar Morto.
Questa sacralità non è soltanto nella fede, è nell'animo di ognuno di noi.
Nella più bella pagina scritta da un uomo per gli uomini (l'"Infinito" di Giacomo Leopardi) il momento di collegamento tra l'uomo e il suo destino il suo dramma e le sue paure, è rappresentato dal colle.
La sacralità della montagna l'hanno vissuta coloro che sulle montagne si sono mossi. Erano valori sacri quelli che muovevano i primi scalatori del secolo, come lo sono stati quelli che hanno mosso Koukouzka, il grande alpinista polacco che passava il suo tempo libero a pulire ciminiere per procurarsi le risorse per andare ad esplorare i versanti nord degli Ottomila, allo scopo di incontrarsi con le illusioni dell'uomo che si sono ormai rintanate e ricollocate sulle vette dell'Himalaya, banalizzate come sono le nostre.
La sacralità è dentro ognuno di noi, è nell'uomo, è nella sua esigenza di immaginare e sognare comunque uno spazio vergine nel quale collocare le sue illusioni, le sue speranze e le sue paure.
Collega Ala, nessuno mette in dubbio e nessuno disconosce la sacralità della montagna, però la sacralità della montagna non consente banalità e neanche puerilità. Ad esempio, banalità vuol dire adombrare scenari, luoghi della memoria di un'era felice della montagna: più felice di questa non c'è stata mai.
Cari amici cittadini, questa è la stagione ideale per andare in montagna, non a Sant'Ambrogio. Adesso c'è la prima neve, non si suda più e anche se non siete allenati potete percorrere le nostre montagne e ritrovarvi da soli con le tracce degli animali che difficilmente riuscirete a vedere. Ma se volete vedere la mitica dimensione alla quale ci si richiama troppe volte con banalità, lasciate le strade e percorrete qualche viottolo che vi porti al tempio di un'era così felice: le baite abbandonate, le cui porte sono quelle di duecento anni fa, all'interno delle quali troverete la vita morta. Le baite non sono abbandonate, sono la testimonianza di quella che era una vita, sono povere cose di una tristezza assoluta. Ci sono pezzi di bambole, fotografie (non di giovani, ma di gente che era già vecchia a 18 anni), mobili scolpiti nei tronchi nei quali si dormiva; i camini non servivano per riscaldare, ma per l'attività agricola.
Questa montagna, questa memoria storica che per qualcuno di noi non è storica, ma personale, merita rispetto e non può essere considerata come l'era felice rispetto alla quale contrapporre un'era infelice: c'è stata un'era, ora ce n'è un'altra. Queste non sono considerazioni solo di ordine nostalgico e romantico, sono considerazioni politiche.
I liberali, da sempre (in conclusione spiegherò come), sono per considerare essenziale la convivenza dello sviluppo e dell'ambiente, perch lo sviluppo è l'uomo, lo sviluppo non è un'invenzione dell'innovazione tecnologica, lo sviluppo è la molla dentro l'uomo, è il fuoco di Prometeo che ha fatto sì che l'uomo non rimanesse al freddo, che non rimanesse ignudo, ma che vivesse, che cominciasse ad operare, a costruire, a trasformarsi. L'uomo è lo sviluppo. Non è una innovazione diabolica.
Questo era con Prometeo, questo sarà quando andrà probabilmente a conchiudere o a passare una parte della sua esistenza su un lontano pianeta, quando questo sarà freddo. Perché questo è il destino dell'uomo: lasciare questo pianeta per andare su un altro più ospitale, quando questo sarà freddo! La giustificazione dei fatti antichi è probabilmente nel nostro futuro che è brevissimo, visto in tempi eterni. Proviamo a misurare il tempo della vita della libellula con quello della nostra vita. Ma qual è il tempo? Il nostro o quello della libellula? Quindi, qual è il tempo, quello del nostro pianeta o quello del sistema? Non sorridete quando dico che forse la nostra storia è di finire su un altro pianeta quando questo sarà freddo.
Noi consideriamo che l'equilibrio fra ambiente e sviluppo è l'equilibrio fra ambiente e uomo. Anche questa è una novità e ne parlerò in conclusione, ma non si può non considerare lo sviluppo come un fatto dinamico. E allora veniamo all'approccio che è stato considerato un po' puerile, un po' infantile, che da parte di alcuni elementi ambientalistici vengono posti a questi problemi. Si è fatto dell'ironia sulla cultura alla Walt Disney. Allora, bisognerebbe che tutti i bambini incominciassero a sapere che i lupi come Ezechiele ci sono soltanto nelle favole di Topolino perché nella vita e nella natura i lupi mordono e divorano, non rimangono sempre a bocca asciutta e non finiscono i loro pasti con i fagioli, ma nella vita e nella natura i lupi sbranano. Il fatto che la cultura statunitense ci voglia far credere che i lupi non sbranano, ma alla fine si accontentano dei fagioli, meriterebbe qualche riflessione in più.
Quello che a me sembra che si possa chiedere come istituzioni, non tanto come forza politica, ai movimenti ambientalisti ai quali deve essere riconosciuta un'attenzione in una qualche misura di primo impatto su queste questioni, è di uscire dalla fase protestataria e un po' puerile e di passare alla fase di proposizione culturale. Do atto al collega Ala che vive un'esperienza difficile, perché cerca di conciliare queste due esigenze, perché è persona intelligente e si rende conto che la pura protesta, la pura negazione non correlata ad una capacità propositiva, non è attività politica, non è lavoro da istituzione, bensì da convegno.
Noi avvertiamo su queste cose la carenza di cultura. E la carenza di cultura porta alla banalità e quindi a volere ripensare modelli superati grazie a Dio superati di vita in montagna, che non sono più ripetibili, che non sono più riproducibili e che agli effetti della natura erano devastanti. Perché se in questa generazione subiamo dei danni ecologici in montagna, li subiamo per l'uso distorto che quelle generazioni per fame hanno fatto del territorio; se crollano i muri a secco crollano perché, a Dio piacendo, non c'è più la fame che faceva tenere in piedi quei muri a secco. Ma quei muri a secco non li ha fatti la natura, li ha fatti la fame dei nostri progenitori. Quindi, nei confronti di queste persone ci sia almeno rispetto.
Perché dico questo? Perché si demonizza l'intervento sciistico in termini elitari, ritenendo che la pratica dello sci sia un'attività banale.
Per carità, certo è banale, io ho la fortuna, come molti di noi, di vivere la montagna in senso più completo. Posso capire che sia molto più affascinante percorrere una piana con gli sci da fondo o vedere e ascoltare al mattino presto il gallo cedrone ed ancora intrattenersi con le pernici bianche che sono molto curiose, tirano fuori la testa dalla roccia e cercano di capire cosa fa questo intruso sulla neve. Certo, questo è più affascinante, però chi di voi percorre le piste non può non riconoscere come sia un momento di grande remunerazione esistenziale il praticare la montagna anche a livello di massa. Il fascino del tramonto, la forza del vento, il bianco della neve, la suggestione dei paesaggi rimane, che la frequentino alcune migliaia di persone o che la affronti qualche vecchio alpinista solitario non cambia niente. Quindi, smettiamola con questo uso banale di una valutazione di comodo che non è reale.
Le montagne hanno anche questo di bello: nascono al mattino e muoiono la sera. Al mattino si aprono per tutti e alla sera si chiudono per tutti.
E ognuno di noi la sera scende dalla montagna. La montagna non è accattivante, la montagna è repulsiva. Chi arriva su una vetta, non rimane sulla vetta, scende. Questo è il suo fascino, questo dramma di attrarre e di respingere al tempo stesso.
Allora, l'impianto da sci e le piste sono un intervento della nostra generazione ma che, se paragonato e rapportato in termini numerici a quello che sta avvenendo sul territorio in montagna, deve essere considerato sostanzialmente un processo di segno positivo, perché è indubbio che l'avere superato con l'era del progresso la fame, il bisogno, il freddo che c'era in montagna, ha fatto sì che la presenza della natura sia esplosa in montagna, non che si sia ridotta. Certo, può dare fastidio che ci sia qualche ferita in qualche angolo paesaggistico di bosco, però dobbiamo immaginare che quelle ferite c'erano e su tutto il resto della montagna non ci sono più, anche se quelle ferite appartenendo alla nostra memoria non le consideravamo ferite, ma cose naturali. I prati ricavati dai boschi non erano fatti naturali, bensì artificiali; ora tutte queste ferite si stanno rimarginando. Il bosco sta tornando bosco, la montagna sta tornando montagna primordiale e non più luogo anomalo per la presenza dell'uomo in condizioni anomale e marginali dal punto di vista esistenziale della qualità della vita.
Ho l'impressione che ci sia veramente spazio su questa materia quando andremo ad affrontare la legge sulle piste per pensare in grande a come la Regione Piemonte debba immaginare l'uso del territorio sciistico in modo fortemente innovativo all'interno di una impostazione che tenda a verificare come nella nostra Regione si giustifichi uno sviluppo di natura turistica che ha una forte ricaduta socio-economico, ma che è ormai un elemento culturale, esistenziale di tutti i cittadini piemontesi.
Le piste del Sestriere e del Frais non sono le piste dei residenti a Sestriere che hanno nomi strani, impronunciabili per un valsusino. Le piste del Sestriere sono le piste dei cittadini piemontesi per non dire anzi io dico, dei cittadini del mondo. Quindi questa vicenda delle piste va vista alla grande e su questo mi rivolgo al collega Ala. Quello che noi ci aspettiamo come istituzione, in particolare la nostra forza politica, è che le Associazioni ambientalistiche, al di là del lavoro che fanno, puntuale ed ottimo, di denuncia e di sensibilizzazione, abbiano la capacità di elaborare dei modelli culturali più avanzati, di supporto alle decisioni del decisore politico. C'è un esempio, e ne parleremo in altra sede, di come una decisione del decisore politico sia stata resa più facile e meno traumatica nella misura in cui c'era un supporto culturalmente avanzato e qualificato. Quello che manca nella gestione del territorio montano non è l'attenzione al pino o alla cotica erbosa, ma la cultura che ci sappia far governare il pino e la cotica erbosa. Altrimenti demonizziamo soltanto questioni che non ci sono e qui vengo alle questioni concrete.
E' vero, ha ragione il collega Chiezzi. Le Comunità montane quando ci parlano degli impianti a fune ci parlano di un'esigenza di procedure che consentono gli ammodernamenti in tempi brevi, quindi in termini di impresa brevi. Ci chiedono semplicemente di consentire l'occupazione di aree di collegamento. E' indubbio che il modello turistico delle nostre valli non punta all'esplosione del sistema sciistico, ma al suo innesto all'interno di un sistema turistico moderno. Il vero problema è questo, non fare più piste e fare altri impianti, ma collocare gli impianti e le piste esistenti all'interno di un sistema turistico più avanzato.
L'esempio ci viene dalla Savoia. La convenzione tra la Regione Savoia e il Governo nazionale prevede che le Olimpiadi del 1992 nella Savoia comporteranno una riduzione delle aree a pista. Quindi anche su questo ci si deve intendere, non c'è nessuna volontà da parte di nessuno di deturpare il paesaggio e di fare piste, c'è un'esigenza di razionalizzare, in qualche caso addirittura ridurre, la presenza delle piste e degli impianti in montagna.
Il modello sul quale dobbiamo attentamente ragionare in termini di pista intendo che su questo sia chiara la posizione del nostro Gruppo - non è di nuovo di fare delle cartografie che fanno nascere degli appetiti o delle aspettative: la programmazione non è questa, non è il disegno di aree sciabili, ma è di immaginare come l'esistente, se del caso opportunamente sviluppato, si collochi all'interno di un nuovo modello di turismo in montagna, che sia attento all'ambiente, che sia attento all'ospitalità all'accoglienza, ai trasporti, alla qualità della vita.
Perché - do in questo modo una risposta puntuale ad una questione che è stata posta - noi ci siamo opposti ad una questione che da montanaro sento come essenziale, la difesa della mia proprietà in montagna che è stata in passato la garanzia della mia sopravvivenza? Perché i montanari sono sempre stati calvinisti, Presidente, gli uomini di città hanno imparato il valore della proprietà in senso morale da Calvino, i montanari l'hanno sempre avuto. Perché i montanari sopravvivevano nella misura in cui fossero padroni, perché non erano affittuari di niente, non erano servitori di nessuno. Vivevano all'interno del loro piccolo feudo, che era la loro proprietà. Quindi, io uomo di montagna sento il senso, anche qui sacrale della proprietà per un uomo di montagna. Ma l'immaginare la prelazione dei locali era, a nostro modo di vedere, una sottolineatura che dava una lettura arretrata di questi processi, immaginando cioè che il processo di insediamento di impianti sportivi fosse alla portata di avventure e di entusiasmi occasionali. Non è così; il turismo internazionale ormai è affidato alle multinazionali, il modello del turismo invernale è multinazionale. Quindi questa sottolineatura ci preoccupava.
Concludo dicendo che il nostro Gruppo esprime voto favorevole ricordandovi che quando dicevo che per noi liberali il problema del rapporto tra l'uomo e l'ambiente, non del rapporto tra il progresso e l'ambiente, è un messaggio che ci viene da lontano, posso dimostrarlo o provare di dimostrarlo o illustrarlo con il fatto che noi (non noi liberali, ma noi che viviamo questo secolo) ci sentiamo figli di una civiltà che risale al Rinascimento e da lì è nata la civiltà in cui viviamo. Provate a guardare uno degli esempi più illustri di questa civiltà, quella del Quattrocento: c'è un dipinto molto famoso, il ritratto del Duca di Urbino, di Piero della Francesca, che pone l'uomo in primo piano in una natura intatta. Questo era il disegno che c'era nella rivoluzione umanistica del Rinascimento, e io sono certo che dopo aver vinto la nostra battaglia per la libertà dalla fame, dal bisogno, dalla paura, dalla guerra, dal terrore e dall'ignoranza, riusciremo ancora nella nostra generazione a realizzare per tutti noi il ritratto del Duca di Urbino: un uomo protagonista in una natura intatta e conservata.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi passiamo alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.
Procediamo all'esame degli ordini del giorno che sono stati presentati sulla stessa materia e che sono stati discussi contestualmente alla legge.
Pongo pertanto in votazione l'ordine del giorno n. 691 presentato dai Consiglieri Marchini, Santoni, Picco e Chiezzi, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte consapevole e preoccupato dello stato di grande difficoltà nel quale versano gran parte delle imprese piemontesi esercenti impianti di risalita e complessi turistici invernali c o n s i d e r a t o che tale situazione sembra potersi attribuire anche alla disparità di trattamento normativo e di supporto finanziario che vedrebbero interessate le stesse imprese in altre Regioni a Statuto ordinario, nelle Regioni a Statuto speciale e negli altri paesi alpini i m p e g n a la Giunta ad avviare al riguardo un'indagine conoscitiva e comparativa riferendo quindi alle competenti Commissioni consiliari, al fine di avviare ogni utile iniziativa, atta a ricostituire per gli operatori piemontesi condizioni di corretta concorrenzialità e di competitività".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 34 voti favorevoli e 2 astensioni.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 708 presentato dai Consiglieri Fracchia, Carletto, Santoni, Tapparo e Gallarini, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto che la soluzione adottata di approvare il disegno di legge n.
252 limitatamente alla parte riguardante gli impianti di trasporto a fune non fornendo invece indicazioni di ordine politico-programmatico e normativo per ciò che concerne le aree e sistemi sciistici e le piste da sci appare del tutto inadeguata ad affrontare le questioni di un corretto sviluppo delle attività socio-economiche della montagna e di un reale governo e tutela del territorio i n v i t a la Giunta regionale a presentare a tempi ristretti un disegno di legge che affronti nella sua complessità le questioni di un organico ed equilibrato sviluppo dei sistemi sciistici e della disciplina delle piste da sci tenendo conto delle considerazioni emerse nel dibattito consiliare e delle esigenze espresse dalle popolazioni ed enti montani a u s p i c a che la competente Commissione consiliare esamini sollecitamente il suddetto disegno di legge considerato anche che le consultazioni in materia sono state già svolte e lo trasmetta all'esame del Consiglio regionale al fine di una sua approvazione entro la presente legislatura".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 24 voti favorevoli, 2 contrari e 9 astensioni.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1257: "USSL n. 32 di Moncalieri Deliberazione del C, di G, n. 838, n. 840, n. 852 dell'1/8/1989 e n. 910 del 5/9/1989 'Ampliamento pianta organica provvisoria a stralcio della deliberazione A.A.C. n. 33 del 15/7/1988'. Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 1257.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Pongo pertanto in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Pongo infine in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Questioni internazionali

Comunicazione del Presidente del Consiglio regionale inerente l'abbattimento del Muro di Berlino


PRESIDENTE

Il collega Paris mi ha inviato una lettera, che cercherò di riassumere in cui si dice che dai giornali di questa mattina si è appreso con commozione e gioia la grande notizia che il Muro di Berlino si è aperto. E' stata una cosa grande, per la quale condivido la gioia che ha richiamato il collega Paris, ma nel momento in cui plaudiamo non possiamo non avere presente i sacrifici compiuti dalla gente che per ricercare la libertà ha perso la vita.
Con gli avvenimenti di ieri è caduto, anche se virtualmente, qualcosa che ha diviso l'Europa e il mondo. Ci sono degli avvenimenti per i quali non possiamo che esprimere non solo la gioia, ma tutto l'entusiasmo perch queste cose vadano avanti perché danno all'umanità il senso della sua grande importanza e centralità in un processo che tenda alla realizzazione di quegli obiettivi di pace, di libertà e di serenità che sono nelle attese di tutta l'Europa e del mondo intero. Le cose che sognavamo stanno diventando davvero realtà.
Partecipiamo con gioia a questo grande avvenimento storico.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14)



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