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Dettaglio seduta n.207 del 05/10/89 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROSSA


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute" comunico che i processi verbali delle adunanze consiliari del 28 luglio e 15, 20 e 21 settembre 1988, distribuiti prima della seduta odierna, verranno posti in votazione nella prossima seduta.


Argomento: Edilizia scolastica

Interrogazione n. 1957 del Consigliere Ala inerente la costruzione di una scuola media nel Comune di Casellette (TO)


PRESIDENTE

Passiamo alle interrogazioni ed interpellanze di cui al punto 2) all'o.d.g.
L'Assessore Nerviani risponde all'interrogazione n. 1957 del Consigliere Ala.



NERVIANI Enrico, Assessore all'istruzione

A norma di quanto previsto dalla legge 9 agosto 1986, n. 488, la Giunta regionale ha proposto al Consiglio l'approvazione del programma di edilizia scolastica, da realizzarsi ai sensi dell'art. 11 della legge stessa, che ha approvato la proposta con delibera n. 423 del 19 marzo 1987 (delibera che è stata approvata a maggioranza con l'astensione degli altri Gruppi in Consiglio regionale).
Per redigere la delibera di intervento l'Assessorato competente ha consultato tutti i distretti scolastici del Piemonte e il distretto scolastico n. 36 di Susa, in merito alla realizzazione dell'edificio della scuola media di Casellette, in data 24/2/1987, ha espresso il seguente parere: "Gli interventi di edilizia da realizzare a completamento del complesso scuola elementare-scuola media inferiore sito in Casellette (TO) perseguono l'obiettivo della razionalizzazione del servizio relativo alle istituzioni scolastiche; essi rispondono a sentite esigenze del territorio e sono conformi alle linee generali della programmazione di competenza di questo Consiglio scolastico distrettuale. Si esprime pertanto parere favorevole sulla realizzazione stessa e si auspica l'inclusione dell'opera nei piani di finanziamento da proporre al Ministero della Pubblica Istruzione".
Raccolti i pareri dei Distretti, l'Assessorato all'istruzione ha interessato i Provveditorati agli studi e il Provveditorato agli studi di Torino con nota n. 194 del 3/3/1987 ha espresso parere favorevole alla realizzazione dello stesso edificio con la seguente motivazione: Comune di Casellette per scuola media statale di primo grado: richiesta: costruzione 6 aule scuola media, completando l'edificio di scuola elementare, con servizi già esistenti.
Andamento popolazione scolastica: in aumento.
Parere: la richiesta del Comune di Casellette appare accoglibile con le seguenti modalità: a) opere da realizzare: 5 aule normali e 2 aule speciali per metri quadrati 350 circa b) ipotesi di finanziamento: art. 11 legge n. 448/86.
La proposta della Giunta regionale ha tenuto conto delle indicazioni fornite dagli organi collegiali della scuola e dalle istituzioni scolastiche competenti prevedendo un contributo per la realizzazione pari a 750 milioni a carico del finanziamento ex, art. 11 della legge n. 488/86 in ciò confortata anche dal parere favorevole della Soprintendenza scolastica regionale che confermava i pareri precedentemente resi con nota del 6/3/1987. Al momento la scuola media di Casellette presenta la seguente situazione: numero allievi 123 numero classi 6 attività complementari, tempo prolungato per 51 allievi.
Detto questo, mi risulta che la scuola sia in costruzione e sinceramente non saprei porre rimedio ad una situazione che è in atto, ma che ha tutte le premesse di legittimità, di opportunità e di formalità che erano necessarie. Ho risposto in aula ai colleghi in tempo rapido e sono comunque a disposizione per ogni altra precisazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Io avevo chiesto la risposta scritta a questa interrogazione perch principalmente richiedevo di conoscere le procedure adottate.
Ringrazio l'Assessore per la estrema rapidità della risposta, rapidità che consiglio ai suoi colleghi di Giunta, in specifico agli Assessori alla sanità e all'ambiente che devono rispondere ad interrogazioni presentate due anni fa su problemi ben più urgenti di questo. Tornando all'argomento in oggetto, non condivido l'enfasi sulla razionalità richiamato nella risposta, perché non credo che vi sia un elevato livello di razionalità nella programmazione degli edifici scolastici. Gli stessi allievi soprattutto nei Comuni piccoli, da un lato vengono dirottati verso determinate scuole e, dall'altro al contempo, nel distretto scolastico vicino si fanno proposte scolastiche che spostano da un'altra parte ancora quegli stessi alunni potenziali previsti per i prossimi anni.
Per di più, la popolazione complessiva in tutta l'area torinese è in calo e quindi non trova giustificazione l'aumento del numero delle aule, se dal microcosmo di un Comune passiamo ad una dimensione più ampia - è questo il problema che volevo sollevare.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interrogazione n. 1956 dei Consiglieri Avondo, Adduci e Sestero inerente le settimane musicali di Stresa


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione n. 1956 dei Consiglieri Avondo, Adduci e Sestero.
Risponde ancora l'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore alla cultura

Le "Settimane musicali" di Stresa costituiscono - come peraltro è noto anche agli interroganti una delle manifestazioni culturali più significative ed apprezzate non solo a livello regionale, ma anche a livello nazionale ed internazionale.
I riconoscimenti che all'iniziativa ogni anno, puntualmente, provengono da ogni settore della critica e dalle più attenta opinione pubblica in fatto di musica, confermano annualmente il valore delle "Settimane musicali".
Sulla base di questo unanime riconoscimento (che è noto a tutti in questo Coniglio) l'Assessorato alla cultura della Regione assicura un contributo annuo agli organizzatori della manifestazione. Più consistente nel lontano passato, esso è andato riducendosi negli anni scorsi in termini certamente sproporzionati, in senso negativo, all'importanza dell'iniziativa.
Fatta questa premessa, debbo dire di aver letto, con non poca sorpresa le notizie relative alla estromissione di TV di Stato e di TV private dalla sala dei concerti. Richiesta ragione, per quanto di diritto, di tale atteggiamento da parte degli organizzatori, ho avuto la seguente comunicazione: "In risposta al suo telefax, le confermo che l'agenzia d'informazione giornalistica 'Piemonte Press' di Torino non mi ha mai chiesto di effettuare riprese televisive di alcuni concerti delle Settimane Musicali del 1989, né in particolare di quello degli archi della Scala con la soprano Katia Ricciarelli.
Ribadisco le mie affermazioni riportate nell'articolo di Piero Barb apparso sul giornale La Stampa del 27 settembre e cioè che soltanto la RAI ha concordato con me un servizio da svolgersi durante le prove generali del concerto inaugurale; ciò per non disturbare l'esecuzione della Passione Secondo Giovanni di Bach con gli apparati di ripresa.
Nel predetto articolo ho pure affermato che i contratti stipulati con gli artisti e con i complessi orchestrali divietano esplicitamente le registrazioni dei concerti, prevedendo una forte penale in caso di trasgressione". Distinti saluti, avv. Italo Trentinaglia de Daverio Presidente Settimane Musicali di Stresa.
Personalmente ritengo degne di fede le persone che hanno reso la succitata dichiarazione e penso che qualche equivoco abbia ingrandito il problema. Esso esiste in quanto anche le Settimane Musicali, essendo sostenute da contributi di enti pubblici, debbono consentire la più opportuna e diffusa conoscenza ed informazione sulla manifestazione stessa quindi sono d'accordo con lo spirito dell'interrogazione.
In questo senso occorrerà, sgombrati gli equivoci, trovare le basi per un'intesa che assicuri nei tempi e nei modi stabiliti, la presenza dei mezzi di informazione che intendono solo - fra l'altro - sottolineare il rilievo culturale proprio dell'iniziativa. E quindi dalla presenza dei mezzi dell'informazione le Settimane Musicali hanno soltanto ragione per essere liete e dalla loro presenza credo che possano trarre anche vantaggi per la diffusione dell'iniziativa in Italia e all'estero.
Per quanto attiene l'erogazione del contributo, non pare davvero, per gli elementi in mio possesso, che esso possa venire messo in dubbio (per ora se non ci sono elementi più seri) con un intervento "punitivo" obiettivamente sproporzionato rispetto la consistenza della mia dimostrata e rilevante responsabilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Ringrazio l'Assessore Nerviani non solo per il contenuto della risposta, ma per la tempistica con cui la risposta è stata data. Un modo di procedere di questo tipo consente di svolgere interpellanze su questioni che hanno un significato, soprattutto nel caso specifico di una manifestazione che ha le caratteristiche che l'Assessore qui ha richiamato: di un richiamo e di un apprezzamento che travalica anche i confini nazionali, quindi una risposta tempestiva consente anche di mettere mano alla soluzione eventuale del problema.
Prendo atto delle dichiarazioni che l'Assessore ha svolto, vorrei da questo punto di vista segnalare una questione che va oltre la cosa denunciata all'interno dell'interpellanza. Parlando con l'estensore di un articolo su "La Stampa" di Novara (dott. Barbè) ho avuto modo di scoprire che la stessa cosa sarebbe capitata ai fotografi delle testate giornalistiche; nel senso che anche questi sarebbero stati esclusi dal poter svolgere il loro lavoro.
A me pare che le considerazioni ultime che l'Assessore Nerviani ha svolto, in ordine al fatto che comunque i mezzi di informazione consentono di dare il giusto valore e la giusta valutazione a questa iniziativa rendano inspiegabile che ci possa essere un atteggiamento, da parte dei promotori di questa iniziativa, nel tendere ad escludere che i mezzi di informazione possano fare il loro lavoro.
Nel caso specifico non si trattava di riprese di interi concerti questa è la denuncia che è stata fatta - ma si trattava di quelle riprese che normalmente vengono effettuate da parte degli organi radiotelevisivi e giornalistici nei tre minuti; credo sia una questione che normalmente è consentita. Quindi ci troviamo di fronte non a un fatto di negazione di una ripresa di un'intera manifestazione e di un intero concerto, qui si tratta di una violazione, a nostro avviso, che non ha consentito a questi organi di poter svolgere il loro lavoro.
Quindi invito l'Assessore ad un ulteriore approfondimento della questione, e alla luce dell'approfondimento che sarà fatto e degli eventuali nuovi dati che potremo disporre, valutare l'opportunità, tenuto conto che è una manifestazione sostanzialmente sponsorizzata da enti pubblici, che di questa questione se ne faccia carico la direzione della manifestazione; certo non di negare i contributi, ma di avere un atteggiamento da parte di costoro che consenta a tutti di poter svolgere il loro lavoro, che è quello di consentire un'amplificazione della manifestazione stessa.


Argomento: Formazione professionale

Interrogazione n. 1954 dei Consiglieri Reburdo, Montefalchesi e Calligaro inerente il corso triennale di erboristeria - Associazione Econatura


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1954.
Risponde l'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore alla formazione professionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, rispondo a questa interrogazione con un lieve imbarazzo perché la dimensione delle notizie riguardanti questo corso, a mio avviso, è diventata sproporzionata al fatto specifico, obiettivo, anche per gli strascichi giudiziari che la vicenda sembra avere assunto. Anche qui, forse, la volontà di intendersi avrebbe dovuto essere preminente: non è stato così anche perché, detto prima della risposta all'interrogazione, che ho tratto ieri notte, la sostanza delle cose, almeno per quanto mi riguarda, cioè la sostanza della ragione che ha motivato il nostro patrocinio è la volontà di sostenere una iniziativa culturale così come noi l'avevamo interpretata nel momento in cui c'era stata proposta e che mi auguro tale sia e tale si sviluppi.
Brevemente, la storia e le motivazioni sono queste.
In data 30 marzo Econatura, associazione scientifica e culturale, con sede in Torino, piazza De Amicis 121 bis, avanzava domanda all'Assessorato alla sanità e a quello alla cultura al fine di ottenere il patrocinio della Regione e "un contributo" a sostegno del corso di formazione in Erboristeria Tradizionale. Ho sistematicamente qualche riserva mentale, di fronte a richieste di questo tipo.
Nella domanda si sottolineava l'alta qualità dei relatori, fra i quali anche in qualità di direttore, veniva segnalato il nome del prof. Italo Taddei, direttore dell'Istituto di Scienze Farmacologiche dell'Università di Siena.
L'elenco dei membri del Comitato scientifico annoverava il prof.
Alberto Angeli (medico chirurgo, primario della cattedra di Patologia Medica dell'Università di Torino); il prof. Giorgio Cavallo (direttore dell'Istituto di Microbiologia dell'Università di Torino); il prof.
Francesco Garofalo (docente in Fitoiatria dell'Università di Torino) Alessandro Meluzzi (medico, professore a contratto di Psiconeuroendocrinologia dell'Università di Torino); il prof. Alberto Nano (direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologia del Farmaco dell'Università di Torino nella Facoltà di Farmacia); il prof. Giovanni Renga (direttore dell'Istituto di Igiene dell'Università di Torino).
La resistenza personale a dispormi favorevolmente a dare il patrocinio a corsi di questo tipo, che presentano sempre una problematica complessa era sostanzialmente vinta dalla carta di credito costituita dai nomi che venivano riferiti.
In data 14 aprile - lo dico, siccome mi viene richiesto - l'Assessore Maccari esprimeva parere favorevole al solo patrocinio, quindi non c'è stato nessun contributo, e il Presidente della Giunta Beltrami lo concedeva in data 24 aprile. Il sottoscritto, non conoscendo che lo stesso era già stato concesso, presentava al Presidente domanda analoga a quella del collega Maccari, domanda della quale mi assumo appieno ogni responsabilità.
Cioè, è irrilevante il fatto che il patrocinio fosse già stato concesso, io l'ho chiesto e di questo mi assumo tutta la responsabilità.
La concessione del suddetto patrocinio si è fondata non già sulla validità del corso sotto il profilo della formazione professionale - mai ho pensato questo in senso stretto, quanto piuttosto sul significato di esperienza culturale nuova che essa poteva avere. La valutazione è d'altronde, coincisa con quella di tre Assessorati del Comune di Torino più a conoscenza di quanto non possiamo essere noi, dimensione regionale dei fatti che si svolgono nella città capoluogo e poggiava anche sul fatto che la Jolla University per i cui titoli accademici il corso, a detta degli organizzatori - gente di fede fino a prova contraria - avrebbe costituito titolo di credito, era stata individuata da alcune Regioni come organizzazione universitaria meritevole di accogliere giovani borsisti italiani studiosi di direzione aziendale; specificamente la Regione Sarda ha concesso borse di studio per studenti che avrebbero dovuto frequentare corsi di direzione aziendale presso il distaccamento di Lugano di questa Jolla University, che sinceramente mi interessava molto poco, mi interessava - ripeto - l'esperienza culturale che si avviava attraverso l'iniziativa di questa associazione denominata Econatura.
Circa la non chiarezza nella richiesta di patrocino non era prevista per quanto mi risulta, alcuna tassa di frequenza; il patrocinio a noi richiesto, per la documentazione che ho visto, nella lettera, non indicava in alcun modo che il corso sarebbe stato a pagamento.
Circa la non chiarezza, la dubbia utilità e la mancanza di validità istituzionale, che sono elementi che hanno rilevanza se si pensa a questa iniziativa come iniziativa di formazione professionale destinata alla concessione di qualifiche, non sembrano invece essere elementi applicabili ad un'esperienza culturale così come si è pensato al corso nel momento della concessione del patrocinio. Ad un'esperienza culturale non si chiede la chiarezza della informazione, la utilità e la validità istituzionale. Se è interpretata così, si valuta se ha interesse per il mondo culturale scientifico, per la pubblica opinione, si guarda la matrice dei promotori e dei relatori, si ascoltano persone degne di fede, dopodiché ci si orienta a valutare positivamente l'iniziativa nel senso del patrocinio.
In ordine alla opportunità che l'Associazione operi in modo da evitare ogni possibile equivoco di interpretazione del suo messaggio, non posso che essere d'accordo; non sembra tuttavia al sottoscritto esservi stata la ricerca colpevole dell'equivoco e quindi non sembra al sottoscritto che vi sia la necessità di un intervento impeditivo o repressivo. Non ho titolo né autorità per intervenire ad impedire una cosa che non è stata commessa.
Ho visto anche i depliant su cui posso avere delle riserve, ma da nessuna parte si dicono cose che mi pare non corrispondano al vero, salvo prova contraria.
Circa le notizie di stampa debbo esprimere dispiacimento per il fatto che la Regione Piemonte sia stata chiamata in causa anche con dichiarazioni che nessuno degli uffici menzionati dice di aver rilasciato. L'Ufficio orientamento della Regione Piemonte dice - attraverso il dottor Grisotto che è il Capo settore - di non essere mai stato interpellato, o comunque nessuno dice di aver dichiarato le cose che sono riportate anonimamente nel giornale. Credo che in questo senso qualche riserva dal punto di vista deontologico debba essere fatta. In ogni caso intendo tutelare la Regione sotto questo aspetto e quindi chiederò al giornalista, o al direttore del giornale, quale sia la fonte da cui queste affermazioni sono state tratte anche perché veramente di patrocini ne abbiamo dati tanto pochi, quindi non capisco a che cosa si riferisca il giornalista quando dice che vengono concessi patrocini senza verifiche. Quindi qualche ragione dovranno pure darcela di queste affermazioni.
Mi pare inoltre inopportuno richiamare l'utilizzo di stemmi che, a quanto mi risulta, non ha riscontro in nessuno dei depliant pubblicitari di cui siamo al riguardo in possesso. E' vero che è una questione unicamente formale, ma diverso è scrivere in corpo quattro con il patrocinio della Regione Piemonte, e diverso è mettere con dieci centimetri d'altezza lo stemma della Regione Piemonte a sostegno dell'iniziativa; la cosa avrebbe anche infastidito il sottoscritto e sarei intervenuto se così fosse stato e se qualcuno me lo segnalasse in questo senso interverrei nel modo dovuto.
Per completezza di informazione - e questo lo sanno i Consiglieri interroganti che hanno ricevuto in copia la comunicazione debbo comunicare che per il servizio giornalistico del Mondo del 18.9.1989, Econatura ha fatto esposto presso il Procuratore della Repubblica di Milano e che la Jolla University ha proposto querela nei confronti della giornalista autrice dell'articolo chiedendo una cifra consistente di indennizzo: un miliardo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Ringrazio in modo non formale l'Assessore per la tempestività della risposta anche perché ci sono questi strascichi che non ci riguardano, ma che riguardano soggetti esterni alla Regione, di iniziative di carattere giudiziario, quindi credo che a maggior ragione le questioni che riguardano la Regione, è bene che le si discuta e le si chiarisca fino in fondo e subito.
Non intendiamo e non era nostra intenzione, sollevando questa questione con una interrogazione, amplificare la vicenda, perché non credo che meriti il rilievo che sembra avere. Abbiamo, però, presentato l'interrogazione per due ragioni: 1) prendendo atto che il corso ha un costo non irrilevante: il cittadino che vuole partecipare al corso deve pagare complessivamente quattro milioni 2) che il patrocinio della Regione è garanzia di qualità, serietà dell'iniziativa per i soggetti che assumono le iniziative, i quali chiedono il patrocinio anche gratuito appunto perché questo è garanzia rispetto all'esterno sulla qualità dell'iniziativa.
Ora, noi non contestiamo l'iniziativa, ci mancherebbe, ogni soggetto ha il diritto di assumere le iniziative che ritiene può opportune nell'ambito della legalità, tanto più che se poi si tratta di iniziative che di fatto accrescono dal punto di vista culturale, chi vi partecipa. Quindi, non contestiamo l'iniziativa n' siamo in grado di contestarne la qualità, e questo vogliamo dirlo con chiarezza. Invece contestiamo e poniamo l'accento su una questione (anche in riferimento al fatto che il corso è a pagamento e non poco): contestiamo il fatto che il patrocinio della Regione a questa iniziativa sia stato dato senza che la Regione si sia garantita che la pubblicizzazione dell'iniziativa venisse in modo tale da non destare equivoci nei cittadini, nell'opinione pubblica e in chi è interessato a partecipare a questo corso. Ma non voglio con questo dire che la Regione e questa Associazione si siano accordate perché alla fine arrivasse ai cittadini un messaggio che può prestarsi a equivoci: questo, Assessore, non intendo affermarlo, credo però che le cose si siano svolte in modo tale che evidentemente la Regione ha dato il patrocinio, poi è evidente quando si dà il patrocinio non si va a seguire che cosa c'è scritto nei pezzi di pubblicità, questo sta evidentemente alla serietà e correttezza di chi svolge l'iniziativa, però la vicenda si è svolta in modo tale che, a nostro avviso, c'è stato un patrocinio della Regione che è qualifica ed è garanzia rispetto all'iniziativa e quindi anche come messaggio ai cittadini. La propaganda che pubblicizza l'iniziativa a nostro avviso si presta a degli equivoci.
Perché si presta a degli equivoci? Abbiamo detto che l'iniziativa non è chiara. Perché non è chiara? Nel pezzo di propaganda c'è scritto che al termine del corso verrà rilasciato un diploma di promozione. Ora, per esercitare la professione di erborista occorre un diploma, che non è un diploma rilasciato da qualsiasi. Al termine del terzo anno verrà rilasciato un diploma di promozione, previa discussione di una tesi, non dice che questo consente di esercitare la professione, però dice che viene rilasciato un diploma. Quindi io cittadino posso essere indotto a pensare che questo diploma mi serva per esercitar la professione di erborista visto che è un corso triennale e costa. Invece non è così, del resto ho telefonato ad Econatura e chi mi ha risposto mi ha detto che questo diploma non serve per esercitare la professione. Ma questo l'ho saputo perché l'ho chiesto esplicitamente, mentre un cittadino può anche non chiedere questo chiarimento.
Per esercitare la professione di erborista ci vuole un diploma rilasciato dall'Università, e quella di Siena mi sembra sia una delle poche che lo rilasci, oppure la laurea in farmacia. Questa è la questione sulla quale noi abbiamo puntato l'attenzione. Ci è sembrato una pubblicizzazione dell'iniziativa non corretta che dia adito ad equivoci e in questo viene in qualche modo coinvolta la Regione perché ha dato il patrocinio. Noi non chiediamo che la Regione debba in qualche modo assumere atteggiamenti repressivi contro questa iniziativa; credo che la Regione debba chiedere a questa associatone di chiarire la validità, dal punto di vista istituzionale, di questo diploma. In modo che i cittadini interessati a questo corso siano informati della validità o non validità istituzionale di questo diploma.
C'è un'utilità culturale di questa iniziativa, perché chi vi partecipa indubbiamente acquisisce un accrescimento culturale, però non esiste la validità istituzionale a cui mi riferivo prima. Ci possono essere dei cittadini che svolgono questo corso con l'obiettivo di avere un diploma con validità istituzionale.
Non voglio amplificare più di tanto la vicenda. Ritenevamo e riteniamo che ci debba essere estrema attenzione al momento in cui si concedono i patrocini in modo tale che chi poi gestisce l'iniziativa non utilizzi la garanzia della Regione per far arrivare dei messaggi che non sono chiari fino in fondo e possano prestarsi ad equivoci.
Riteniamo che la Regione possa ancora chiedere a questa associazione di chiarire la vicenda della validità o no istituzionale del diploma che viene rilasciato. Mi fermo qui perché mi sembra che per quanto riguardi la Regione, la questione stia in questi termini. Dopo di che evidentemente sta agli Assessori ed alla Giunta dedicare necessaria attenzione ed assumere comportamenti di necessaria cautela per evitare che cose spiacevoli abbiano a verificarsi.


Argomento: Viabilità

Interpellanza n. 871 presentata dai Consiglieri Chiezzi, Biazzi e Guasso inerente la viabilità della zona sud-ovest di Torino ed interrogazione n. 1648 presentata dai Consiglieri Chiezzi, Guasso e Bontempi inerente la tangenziale est. Collegamento con le autostrade TO-MI e TO-PC.


PRESIDENTE

Esaminiamo ora congiuntamente l'interpellanza n. 871 e l'interrogazione n. 1648.
Risponde l'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore alla viabilità

Per quanto riguarda l'interpellanza n. 871 si riferisce quanto segue.
Circa il primo punto dell'interpellanza, l'istruttoria avviata dalla Regione su richiesta dell'ATIVA, concessionaria ANAS della infrastruttura ai sensi dell'art. 81, sul primo tronco funzionale del collegamento in questione dallo svincolo del Drosso alla tangenziale d Torino fino alla strada provinciale 6, all'inizio della variante di Orbassano, si è conclusa con esito positivo sulla scorta dei pareri favorevoli dei comuni interessati: Torino, Beinasco, Rivalta ed Orbassano (peraltro, parere già recepito dalla deliberazione della Giunta regionale n. 9/18397 del 5/1/1988).
La suddetta opera è stata poi finanziata con la legge sui mondiali di calcio del 1990, dietro approvazione della conferenza dei servizi del 30/5/1989.
Per quanto riguarda il secondo punto dell'interpellanza: la strategia della viabilità, nelle aree site a sud-ovest della conurbazione torinese resta ancora quella fissata nei documenti di settore e di programmi regionali noti ed approvati dal Consiglio regionale e dalla Giunta regionale. Quindi in questo senso si dà risposta anche al punto 3) nel senso che non si intende riproporre, magari si potrebbe dire sotto mentite spoglie, l'autostrada Torino Pinerolo così come era stata ipotizzata negli anni scorsi.
Circa il quarto punto dell'interpellanza, nell'interpretazione da darsi alla dichiarazione che il parere del Comune non è vincolante l'interpretazione che sorregge è quella relativa al DPR n. 616 art. 81, nel senso che la positiva volontà di intesa della Regione può essere data anche in difformità rispetto al parere dei Comuni e quindi sotto questo profilo il parere dei Comuni non è vincolante.
Circa il quinto punto dell'interpellanza si precisa che la soluzione a cui gli interpellanti fanno riferimento e cioè la variante al tratto in questione del progetto di fattibilità della pedemontana a suo tempo redatto dalla SPEA nel tratto terminale non più collegantesi direttamente alla strada provinciale 6, ma bensì attraverso la strada provinciale 142 Candiolo-Orbassano, questa variante è stata chiesta alla Regione dall'ANAS e dalla Provincia di Torino. Tali enti hanno ravvisato, con la variante proposta, la possibilità di collegare anche la direttrice della statale 23 oltre l'area a parco di Stupinigi. Quindi questa nuova variante nel tratto terminale, oltre a quella del primo lotto già finanziato, approvato ed appaltato, anziché finire più verso Orbassano andrebbe a finire sulla strada provinciale 142 perché avrebbe modo di servire non soltanto la 589 ma anche la direttrice della statale 23 oltre l'area parco di Stupinigi.
Poiché la suesposta considerazione è parsa fondata e degna di attenzione perché migliorativa del programma generale della viabilità della zona di cui si è già parlato e rispettosa delle linee generali dello stesso programma, è stato richiesto alla società concessionaria di predisporre il progetto esecutivo di collegamento in tal senso, di cui fa parte il primo lotto già finanziato e già approvato dalla Conferenza dei Mondiali.
La Società ATIVA ha pertanto predisposto il progetto esecutivo secondo un tracciato che è stato concordato con gli enti locali interessati di Orbassano, Rivalta e None e con le organizzazioni degli agricoltori. Detto progetto è stato trasmesso all'Amministrazione regionale all'inizio del corrente mese di ottobre per l'avvio delle consultazioni ufficiali con le Amministrazioni comunali al fine dell'intesa di cui all'art. 81 del DPR n.
616. Le consultazioni ufficiali si stanno pertanto attivando in questi giorni.
L'opportunità dell'esame congiunto dell'interpellanza n. 871 e dell'interrogazione n. 1648 sta nel fatto che sono due problemi legati alla questione che riguarda l'assetto più complessivo della viabilità di accesso all'area metropolitana.
Al di là della risposta ad un'interpellanza e ad un'interrogazione, che rispettando la natura di queste previsioni regolamentari non può che essere (sia nella risposta che nella replica) stringata, come Assessorato stiamo preparando un documento complessivo (sulla scorta delle risultanze dell'incontro che abbiamo avuto alla fine dello scorso mese con l'Unione delle Province Piemontesi che è stato fruttuoso di indicazioni per l'Amministrazione regionale), da sottoporre all'attenzione della Commissione ed eventualmente anche del Consiglio entro il corrente mese di ottobre, che rappresenta anche una valutazione di ordine più complessivo rispetto alla questione della liberalizzazione della tangenziale e alle questioni più recenti che sono state oggetto di discussione in altra sede pubblica e attraverso i giornali in quanto il problema va esaminato nella sua complessità. Noi abbiamo già programmato un incontro con tutte le Società concessionarie e con l'ATIVA per cercare di definire un'ipotesi di soluzione che tenga conto dell'insieme dei problemi.
Al di là di questo, che necessita di un momento di confronto più ampio che non quello che attiene alla risposta ad un'interrogazione e sottolineando che effettivamente è un problema che va visto nel suo complesso, già sin d'ora credo che entro il mese di ottobre sottoporremo alla valutazione della Commissione un documento di proposta della Giunta regionale.
Per quanto riguarda l'interrogazione n. 1648 mi limiterò alle seguenti osservazioni.
Il Piano regionale dei trasporti del 1979 dava indicazioni per la realizzazione di una strada di collegamento fra le due autostrade, chiamata Tangenziale Est; però tramite l'ammodernamento di una serie di strade provinciali che sono collocate sul tracciato che invece è stato proposto dalla SATAP e dalla Provincia di Torino.
Una proposta di asse Tangenziale Est, anche se non di livello autostradale, fa parte delle previsioni di settore dello schema di piano socio-economico territoriale del comprensorio di Torino.
La Giunta regionale intende valutare questa proposta all'interno del Piano regionale dei trasporti in corso di redazione e soprattutto alla luce delle proposte che verranno dagli schemi di Piano provinciale dei trasporti e della viabilità che sicuramente, per quanto riguarda la Provincia di Torino, darà indicazioni al riguardo, tenendo conto degli studi specifici affidati per l'area metropolitana di Torino e valutando anche la possibilità che le caratteristiche stradali di questo collegamento, che tutti riconoscono essere un collegamento che deve essere fatto, almeno per quanto riguarda il miglioramento della viabilità esistente, possano essere diverse lungo il percorso interessato.
Circa la compromissione ambientale il progetto, qualora si realizzasse attraverso una concessione autostradale, dovrà essere a norma delle recenti disposizioni in materia di procedure di impatto ambientale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi, ringrazio l'Assessore Mignone anche se le risposte giungono con incredibile ritardo. Meglio tardi che mai, però sul merito della risposta dell'Assessore la parte che mi soddisfa maggiormente è quella nella quale propone una discussione da svolgersi in Consiglio regionale o in Commissione sull'insieme dei problemi posti da ipotesi di trasformazione e sviluppo della viabilità nell'area torinese.
In realtà, l'interpellanza e l'interrogazione sollecitavano la Giunta regionale ad essere presente sul tema, non erano fini a se stesse sollecitavano un dibattito vero in quest'aula su cosa si vuole o non vuole fare nell'area metropolitana.
Siamo stati costretti a richiedere un dibattito su questi temi perch nulla viene discusso in Consiglio regionale su proposte del governo. Invece come Consiglieri regionali periodicamente veniamo sollecitati da progetti e proposte che ci sembra siano offerti all'esame dei Consiglieri regionali non tanto da titolari di azioni di governo nelle istituzioni quanto da titolari di autostrade. Leggendo gli articoli di giornali pare che la ristrutturazione della viabilità dell'area metropolitana abbia gli input principali da parte di persone che sono titolari di autostrade. Guarda caso, le stesse persone sono però anche titolari di potere politico. Che le stesse persone siano titolari di potere politico e titolari di autostrade ci preoccupa molto. A livello politico generale il Gruppo PCI ha chiesto una scissione netta di queste responsabilità, in quanto non si capisce perché soggetti di governo delle amministrazioni debbano essere a capo di aziende che hanno come finalità la costruzione di autostrade.
Tutto ciò premesso, richiediamo che almeno nelle sedi istituzionali competenti si discutano tali argomenti.
Da quanto detto dall'Assessore Mignone mi sembra che la discussione sia quanto mai utile perché sul problema della riorganizzazione della viabilità, per quanto riguarda la seconda supertangenziale, l'Assessore si è espresso nelle sue abituali forme ambigue e un po' evanescenti, lasciando tutte le posizioni aperte. Mi è sembrato di capire che abbia detto che la tangenziale est è fattibile nel presupposto di allargamento e potenziamento della viabilità esistente. Nella frase successiva ha detto che forse si pu pensare anche ad altre cose. Al di là di una risposta rapida in sede di interpellanza, chiedo che su questo tema l'Assessore venga a dirci come stanno le cose, altrimenti succede che veniamo tutti presi in giro; magari anche l'Assessore stesso, se è in buona fede. Mi riferisco a una delle due interpellanze: la costruzione di una autostrada svincolo dal Drosso fino alla confluenza della direttrice Candiolo-Orbassano. Ogni tanto veniamo a conoscere tessere di un mosaico ancora non ben definito. Mai nessuno ha discusso il fatto che questa autostrada passa all'interno del parco di Stupinigi. Io non so se l'Assessore Mignone e il Vicepresidente Vetrino hanno concordato la cosa; di certo non l'hanno proposta all'attenzione dei Consiglieri regionali. Piacerebbe sapere ad esempio in che data è stata richiesta questa variante e vedere se tale data è antecedente o successiva alla decisione presa dalla Giunta regionale di svincolare un milione e mezzo di metri quadrati di un'area a parco, che, nelle intenzioni della Giunta, dovrebbe essere la sede per ubicare il centro di ricerca contro il cancro, dentro un parco, lontano da tutti gli ospedali.
Scopriamo oggi che la Giunta regionale ha chiesto l'ampliamento di questa strada ad una sezione di 26 metri sulle due carreggiate, una sezione tipica di livello autostradale. E' comprensibile quindi il nostro disappunto nel verificare che certe decisioni, di grandissimo rilievo, o vengono prese all'esterno delle istituzioni o, quando vengono prese dentro le istituzioni, vengono proposte al dibattito politico in forma spezzettata in modo che nessuno possa avere chiaro il quadro e le scelte complessive che vengono fatte.
Siamo molto preoccupati e anche contrariati dal fatto che l'attività della Giunta regionale abbia presupposto il rafforzamento di un asse stradale che, allo stato dei fatti, è un'area all'interno di un parco. Mi chiedo come è possibile che la Giunta regionale abbia chiesto all'Ativa di trasformare una stradina provinciale a livello di un'autostrada all'interno di una zona che a tutt'oggi è vincolata a parco. Chiedo delle risposte perché non so se si tratti, tra l'altro, di un atto legittimo. Non capisco in quale modo si possa richiedere ad una società autostradale di fare un progetto dentro un'area che la stessa Regione ha vincolato, e lo è tuttora a parco. Come è possibile questo, Assessore Mignone? Secondo me non è possibile dare l'ordine all'Ativa di fare un'autostrada in mezzo a un parco. Come minimo la Regione Piemonte dovrebbe aspettare per fare questa richiesta lo svincolo dal parco; trovo ben strana questa procedura.
Verificheremo la correttezza amministrativa di questa procedura.
A tale scopo, signor Presidente, gradirei ricevere il carteggio intercorso tra la Regione Piemonte e l'Ativa in ordine a questa variante che, da quel che ho capito, mi sembra interessi il parco di Stupinigi.
Detto questo attendiamo l'Assessore Mignone a questa discussione, lo preghiamo di metterci in condizione di conoscere per filo e per segno tutti i dati a sua disposizione; lo invitiamo a non prendere altre iniziative parziali, essendo gli interventi sulla viabilità, ma strettamente collegate gli uni agli altri.
Nell'occasione lo invitiamo a trattare alcuni temi specifici sui quali abbiamo rivolto interpellanze cui non è stata data risposta, mi riferisco ad esempio alla situazione di Carmagnola che subisce una situazione molto pesante: transitano 40.000 veicoli al giorno. Abbiamo presentato su questo problema due interpellanze e inviato diverse lettere sia all'Assessore Mignone sia al Presidente Beltrami. La situazione della viabilità di Carmagnola è strettamente collegata all'utilizzo della tangenziale, alla posizione degli svincoli, dei caselli e via dicendo. Altrettanto si dica per Chivasso, dove tra l'altro c'è il problema della circonvallazione, che è all'o.d.g. di oggi. Non possiamo tenere scollegate queste vicende altrimenti i titolari di autostrade diventano i titolari delle decisioni sulla viabilità, cosa che politicamente non è accettabile.



PRESIDENTE

Credo che l'Assessore provvederà a fornire il materiale richiesto dal Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Si tratta della richiesta di variante illustrata sui giornali.



MIGNONE Andrea, Assessore alla viabilità

Non l'abbiamo fatta noi.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo come si possa progettare ufficialmente da parte di amministrazioni pubbliche un'autostrada dentro un parco.



CHIEZZI Giuseppe

VETRINO, Assessore ai parchi



CHIEZZI Giuseppe

Non è vero che è dentro un parco, lambisce l'area a parco!



CHIEZZI Giuseppe

Non è vero che lambisce, è assolutamente dentro il parco, la deliberazione del 1985 è ancora valida, quindi quelle aree sono vincolate a parco, e si sta progettando e finanziando un'autostrada. Chiedo, signor Presidente, di avere gli atti che mi consentano di esprimere un giudizio.



PRESIDENTE

I colleghi Assessori sicuramente provvederanno in merito.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Biazzi, Paris Ratti.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge

Argomento:

c) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 21 e 26 settembre 1989 - in attuazione dell'art. 9 della L.R. n.
6/85 - in materia di consulenze ed incarichi, è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Decisioni adottate dall'Ufficio di Presidenza sui problemi funzionali dell'aula


PRESIDENTE

Prima di passare al punto successivo all'o.d.g. vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi Consiglieri su alcune questioni.
Colleghi Consiglieri, l'Ufficio di Presidenza ha esaminato recentemente i problemi funzionali connessi alle sedute del Consiglio regionale e ha sostanzialmente riconfermato le "Disposizioni per l'accesso all'aula e per la disciplina dei locali adiacenti" già oggetto di precedenti deliberazioni che risalgono alla scorsa legislatura e che sono state riconfermate nel novembre 1985 e nel febbraio di quest'anno.
L'esigenza di garantire un più ordinato svolgimento delle nostre sedute ed un migliore funzionamento dei servizi collegati all'aula - obiettivo che credo tutti condividano - richiede una più puntuale osservanza di alcune norme, mai abrogate, che a suo tempo sono state trasmesse ai colleghi Consiglieri e che, in apertura di seduta vorrei sinteticamente richiamare: l'accesso all'atrio del Consiglio regionale ed all'emiciclo è strettamente riservato ai Consiglieri, ai funzionari del Consiglio, della Giunta regionale e dei Gruppi in possesso della relativa autorizzazione il pubblico che intende assistere alle sedute dell'assemblea regionale dovrà prendere posto nella apposita tribuna. Nella medesima tribuna dovranno altresì trovar posto i funzionari regionali privi di autorizzazione per l'accesso all'emiciclo ed all'aula durante le sedute del Consiglio regionale è opportuno evitare rigorosamente l'accesso di delegazioni che, pur essendo portatrici di legittime istanze, causano assai spesso consistenti variazioni al calendario dei nostri lavori.
Nessuno intende mettere in discussione i principi della partecipazione che sono alla base del nostro Statuto e del nostro regolamento; ritengo però opportuno richiamare un problema che più volte è stato affrontato dalla Conferenza dei Capigruppo e dall'Ufficio di Presidenza e che è strettamente legato all'organizzazione ed all'economia dei nostri lavori che non possono dipendere da pressioni od interventi esterni il Consiglio regionale deve mantenere il suo ruolo di punto di riferimento della società piemontese; tutti insieme, Consiglieri, Giunta gruppi, dobbiamo però trovare il modo di conciliare questa convinzione con l'esigenza di dare ai nostri lavori un ordinato svolgimento durante le sedute del Consiglio non dovranno tenersi altre riunioni che non quelle strettamente connesse con gli argomenti in discussione in aula, salvo le riunioni di Giunta preventivamente comunicate le persone estranee che debbano avere colloqui con membri della Giunta o Consiglieri avranno accesso esclusivamente alla tribuna del pubblico al fine di evitare che i colleghi Consiglieri ed Assessori siano spesso distolti dagli impegni d'aula in momenti particolari (durante le votazioni o in occasione di interventi di loro interesse ecc.) per rispondere a chiamate telefoniche, sono state impartite agli uffici nuove disposizioni in merito che puntano a razionalizzare l'uso dei telefoni.
I colleghi non saranno più chiamati direttamente alle cabine per rispondere, bloccando così a lungo le linee in entrata, ma riceveranno al loro posto, periodicamente, da parte dei commessi d'aula, la segnalazione scritta delle eventuali chiamate loro pervenute ritengo che il rispetto rigoroso di queste indicazioni dovrebbe contribuire a rendere più agevole il nostro lavoro ed a garantire un miglior funzionamento dei servizi d'aula.
Colleghi Consiglieri, poiché ci avviciniamo rapidamente alla scadenza della legislatura e quindi verso una fase, che per ragioni a tutti note sarà inevitabilmente più complessa, mi sia consentito un appello a tutti i Consiglieri, indipendentemente dal loro ruolo di maggioranza e di opposizione per una puntuale presenza ai nostri lavori, per una presenza in aula durante le sedute il che facilita anche il lavoro dei colleghi segretari.
Colgo questa occasione per ringraziare i funzionari ed i dirigenti del Consiglio regionale che, pur con un organico assai sottodimensionato rispetto alle reali esigenze e necessità di una assemblea come la nostra collaborano con competenza e professionalità allo svolgimento delle nostre sedute. A loro chiedo un ulteriore sforzo e contributo per il periodo che ci separa dal termine della legislatura che richiederà sicuramente un notevole impegno.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori: mancata iscrizione all'o.d.g. del progetto di legge n. 386 - Richiesta di iscrizione all'o.d.g. della questione relativa alla discarica di Orbassano


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Signor Presidente, volevo sollecitarle un chiarimento sull'o.d.g. Noi la volta scorsa ci eravamo lasciati con l'impegno di iscrivere al primo punto all'o.d.g. di questa seduta "Istituzione della riserva speciale Fontana Gigante", mentre in questo o.d.g. non è iscritto. Se lei signor Presidente mi potesse chiarire l'arcano le sarei grato.



PRESIDENTE

Il provvedimento relativo agli immigrati, già avviato a discussione richiede la priorità nella discussione stessa. La domanda che lei ha rivolto è relativa al fatto che era stato demandato alla VII Commissione un approfondimento della questione e appena verrà definita l'informazione da parte della Commissione, la questione verrà riproposta all'attenzione del Consiglio regionale.
La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente, credo che la questione posta dal collega Valeri presenti un risvolto che va assunto sul piano istituzionale. C'è un'iniziativa legislativa da parte di un Gruppo consiliare che trova esame all'interno della VII Commissione, da questa viene licenziata, dopodich iscritta all'o.d.g. del Consiglio ripetute volte; il Consiglio, in modo un po' anomalo, non discute questo argomento, di conseguenza la VII Commissione è reinvestita della questione e procede ad un approfondimento ulteriore. Si ripropone il tema all'interno del Consiglio regionale; io do atto al Presidente Rossa che nella scorsa seduta ha correttamente posto la questione, nel senso di aver chiesto al Presidente della VII Commissione di voler relazionare in aula sul sopralluogo fatto. Sono informato che nella riunione dei Capigruppo si è ritenuto che questa informazione sia data in Commissione, preciso che non c'è un'opposizione di principio a questa questione, ma vorrei sottolineare solo l'aspetto istituzionale di funzionamento di quest'aula a lei, signor Presidente. Nel senso che se questa metodologia dovesse ingenerarsi sulle varie questioni di cui quest'aula deve occuparsi, lei capisce che forse, da un punto di vista regolamentare, di rapporti istituzionali, qualche problema lo pone. In sostanza è una metodologia che va respinta, perché c'è all'o.d.g. una questione e il Consiglio regionale è sovrano nel decidere, dopo aver discusso, se approvare o respingere questo argomento. Ma credo che non sia possibile un altro metodo se non questo, stante il fatto che questo provvedimento ha avuto l'iter statutariamente previsto.
Signor Presidente, ho voluto sollevare la questione perché non vorrei che si creasse un precedente, che diventerebbe poi difficile poter governare all'interno di quest'aula.



PRESIDENTE

Sarà mia cura far rispettare quella procedura che naturalmente deve essere riferita al nostro modo di comportarci nei confronti del quale ciascuno deve assumere le proprie responsabilità, maggioranza ed opposizione.



VALERI Gilberto

Se ho ben capito la prossima seduta ritorna all'o.d.g. nel punto in cui l'abbiamo lasciata.



PRESIDENTE

Non so se in VII Commissione c'è già stata una relazione del Presidente; dopodiché se la questione verrà portata all'attenzione del Consiglio, il Consiglio si pronuncerà a favore o contro, perché è sovrano in queste deliberazioni.
Ha chiesto la parola il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

La questione è puramente regolamentare e statutaria. E' stato commesso l'errore nei confronti di un disegno di legge varato, approvato dalla Commissione, di restituirlo in maniera anomala al Presidente della Commissione, prima per un sopralluogo e poi per relazionare in VII.
Effettivamente non è il caso "di gridare allo scandalo", però è stata violata una prassi costante e regolamentare secondo la quale allorquando un disegno di legge votato dalla Commissione appartiene all'aula e qualora non possa essere discusso, come è accaduto in queste ultime sedute, deve in ogni caso essere riproposto all'o.d.g.
Penso quindi che, per rimediare a quanto accaduto, bisogna in ogni caso, per la prossima seduta, collocarlo all'o.d.g. tenendo presente le precedenze che aveva questo disegno di legge, che sono state surclassate e superate solo dal fatto che due disegni di legge più urgenti, la cui discussione era già stata avviata, sono venuti rispettivamente al primo e al secondo posto. Ma questo va fatto per ristabilire la regolarità procedurale dello Statuto, del Regolamento e della prassi costante di questo Consiglio, cioè iscrizione in ogni caso all'o.d.g.



PRESIDENTE

Avrò cura di fare in modo che le cose siano il più possibile rispettose di procedure che non presentino alcun dubbio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ala. Ne ha facoltà.



ALA Nemesio

Volevo chiedere, anche a nome di colleghi di altri Gruppi, che nella discussione odierna tornino - era, del resto, un impegno assunto gli ordini del giorno relativi alla discarica per rifiuti solidi urbani di Orbassano.
Altra volta si è acceduto a un rinvio e a tutta una serie di procedure formali e non formali, Commissioni-Aula, però questa volta la richiesta di iscrizione, ai sensi del Regolamento, alla seduta odierna degli ordini del giorno relativi a Orbassano è assolutamente ultimativa. Per cui chiedo formalmente che si avvii immediatamente la procedura prevista dal Regolamento per l'iscrizione di questo punto all'o.d.g.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Signor Presidente, il passaggio dalle "Interrogazioni e interpellanze" e le sue "Comunicazioni" al primo punto all'o.d.g. è sempre difficile. E' sempre difficile perché intervengono una serie di elementi che non consentono di avviare l'o.d.g. che i Capigruppo hanno concordato. Allora, o non facciamo più le riunioni di Capigruppo o altrimenti credo che sia giusto rispettare l'ordine dei lavori: tra l'altro in presenza di un provvedimento che è già stato discusso in parte, nel senso che sul provvedimento dell'Assessore Cerchio abbiamo fatto la discussione generale e dobbiamo passare all'articolato, che è per ragioni regolamentari il primo argomento che deve essere trattato in quest'aula. Quindi, la prego di far rispettare il Regolamento e quant'altro si discute quando si è concluso questo punto all'o.d.g., che essendo già a metà del suo iter non può che essere il primo, dopo si faranno tutte le cose che si devono fare.



MONTEFALCHESI Corrado

Si chiede l'iscrizione di un nuovo punto all'o.d.g.



CARLETTO Mario

Il Presidente è tenuto, a mio giudizio, a far fare il primo punto all'o.d.g.



MONTEFALCHESI Corrado

Il Presidente evidentemente sa che a questo punto si può chiedere l'iscrizione.



CARLETTO Mario

Finito quello che è il primo punto da discutere, il Presidente metterà in votazione le altre richieste.



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia. Ha chiesto di parlare il Consigliere Adduci. Ne ha facoltà.



ADDUCI Donato

La questione sta assumendo toni e tinte abbastanza singolari. Non capisco veramente la presa di posizione del Capogruppo della DC, dal momento che la semplice richiesta di iscrizione all'o.d.g. di un punto, non la sua discussione, quindi, è stata posta più di venti giorni fa, è stata più volte promessa ma non è stata mai effettuata. Sul territorio, in particolare nel Comune di Orbassano, intanto, vanno avanti processi che preoccupano seriamente, direi in modo anche drammatico, i cittadini che si trovano coinvolti in quei processi. Non chiediamo nulla di eccezionale chiediamo semplicemente che il Regolamento venga rispettato e richiamo all'uopo l'art. 49 che disciplina le nostre sedute. Più di tre Consiglieri regionali hanno presentato una richiesta di iscrizione di un punto all'o.d.g.: si ponga questa richiesta in votazione. Né più né meno.



PRESIDENTE

A questa Presidenza è ben presente il tempo nel quale è stata presentata la richiesta di iscrivere all'o.d.g. la questione riguardante Orbassano, a termine dell'art. 49.
Sono del parere che questa richiesta non vada assolutamente elusa, non intendo eluderla.
Il collega Carletto si riferiva al fatto che il Presidente è tenuto a far proseguire la discussione. Io rispondo che il Presidente è tenuto a far proseguire la discussione soltanto perché la discussione sulla legge extracomunitaria è già stata avviata e credo, alla luce di una valutazione più fondata sull'opportunità e sul buon senso per trovare il modo di farla proseguire; se fossimo di fronte a un punto dell'o.d.g. da incominciare credo che potrebbe essere invece accolta la richiesta dei tre Consiglieri che chiedono la discussione. La mia proposta pertanto è di proseguire con l'intervento regionale a favore degli extracomunitari, terminiamo la discussione e apriamo la discussione sull'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno sulla questione di Orbassano.


Argomento: Immigrazione

Esame progetto di legge n. 463: "Interventi regionali a favore degli immigrati extracomunitari in Piemonte" (seguito) - Ordine del giorno n. 694


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del progetto di legge n. 463 di cui al punto 4) all'o.d.g.
Il dibattito generale è già stato svolto nella scorsa seduta; ad un certo punto abbiamo convenuto di affrontare la discussione sugli emendamenti in Commissione, richiesta avanzata dall'Assessore Cerchio e condivisa da tutti gli intervenuti nella Commissione. L'incontro è avvenuto. Chiedo all'Assessore Cerchio di avviare il dibattito sugli emendamenti, fornendoci le risultanze della conclusione in Commissione.
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

Come i colleghi sanno, la scorsa seduta del Consiglio regionale, dopo un intenso e articolato dibattito in termini di dibattito generale sul disegno di legge relativo agli interventi a favore degli stranieri extracomunitari residenti in Piemonte, il sottoscritto a nome della Giunta regionale aveva proposto di rinviare l'esame dettagliato dei singoli articoli del disegno di legge per utilizzare questa settimana finalizzata ad affrontare in una sede informale di IV Commissione e con la Commissione stessa e i presentatori di una serie numerosa di emendamenti che assommano ad un volume non indifferente, di valutare insieme l'opportunità di cogliere di fronte ad una materia, ad un argomento, ad una tematica certamente importante, delicata ed emergente nella nostra realtà regionale piemontese, il massimo sforzo di confluenza possibile nei limiti della legittimità e dell'autonomia delle Regioni, in questo caso evidentemente della Regione Piemonte, su una materia che è certamente una materia ancora con grossi vuoti a livello nazionale e nei confronti della quale è annunciata una serie di iniziative che ci auguriamo tutti possano dare anche elementi di certezza su questa emergenza che assume di volta in volta un problema significativo sul territorio regionale.
Ieri abbiamo intensamente dibattuto, valutato e lavorato insieme in sede di IV Commissione e quindi oggi siamo in grado, signor Presidente, di proseguire e mi auguro senz'altro di andare alla votazione di questo strumento che, senza avere la pretesa di risolvere, perché alcuni vuoti rimarranno legati alla necessità che il livello parlamentare soddisfi e chiarisca alcuni elementi, siamo in grado di realizzare, mi auguro, il più possibile in termini unanimi, un percorso lungo che ci ha visti impegnati in molti mesi nella presentazione (circa un anno fa) di un disegno di legge su questa materia, che è stata materia meditata profondamente dalle forze politiche presenti non solo nella Commissione competente, ma è stato anche frutto di un ampio dibattito che ancora oggi è di estrema attualità, vorrei dire, di estrema emergenza Mi permetterò semplicemente, signor Presidente, non avendo nella precedente seduta del Consiglio regionale fatto un intervento da parte della Giunta, di utilizzare questi pochi minuti per cogliere alcuni aspetti che ieri sono stati indicati anche nel dibattito in Commissione per dire che la legge nasce non da spinte emotive dettate da fatti, anche drammatici, accaduti nel recente passato. E' bene anche rilevare che già l'attuale normativa regionale sui movimenti migratori rivolgeva la propria attenzione sulla questione dell'immigrazione extracomunitaria, tanto è che sulla base della legge n. 1/87, quella operante in tema di movimenti immigratori, lo scorso anno si sono potuti attuare già i primi interventi che sono stati anche di supplenza da parte dell'Assessore all'immigrazione ad altre titolarità, ad altre competenze e contribuire, ad esempio, ad attuare alcuni interventi mirati alla alfabetizzazione di cittadini extracomunitari, contribuire ad alcune attività culturali e di radicamento degli immigrati nella comunità piemontese.
L'esigenza, peraltro, di una normativa specifica ed organica mi pare si colga dai fatti e dalle emergenze di questi mesi; si coglie anche dal dibattito che giovedì scorso molti colleghi hanno realizzato (dal relatore Bonino, agli interventi dei colleghi Guasso, Tapparo e tutti gli altri colleghi che successivamente sono intervenuti) e si fonda su dei dati di fatto la cui drammaticità è obiettivamente chiara agli occhi di tutti.
Vorrei dire che gli stessi rigurgiti di razzismo, anche strumentali possono essere senza illusioni, ma possono essere anche in qualche modo battuti o isolati soltanto offrendo ai cittadini quell'attenzione che certamente l'assemblea del Consiglio regionale oggi come ieri, come domani vorrà riservare a questo problema, con tutto il coinvolgimento dell'esecutivo della Giunta regionale su un problema che è formalmente in carico all'Assessorato alla immigrazione, ma per la dimensione, la valenza il coinvolgimento di aspetti di carattere residenziale, sanitario assistenziale, istruttivo di formazione professionale, non potrà non avere quell'attenzione a cui mi riferivo, da parte del Consiglio regionale che segue questi problemi e ne determina una conseguente ricaduta sul territorio con atti legislativi e con atti amministrativi.
D'altra parte la stessa dimensione del problema sottolinea l'emergenza posta dal fenomeno immigratorio, che ha richiesto l'intervento legislativo della Regione, basti citare due dati: sono circa 7 mila i soggetti extracomunitari regolarizzati (ex legge nazionale); sono circa 26 mila le presenze sul territorio regionale di cosiddetti soggetti con permessi di soggiorno; indicativamente, al di là della imprecisione (ma certamente la quantificazione è questa), sono 25/30 mila i cosiddetti clandestini sul territorio regionale.
Queste sono le motivazioni che ci hanno spinto a muoverci in questo indirizzo nei confronti di una normativa che non solo affronta questo problema, ma contestualmente affronta un'altra emergenza, che esiste ormai da alcune settimane in misura drammatica, che è il ritorno nella terra regionale piemontese di ex cittadini piemontesi che, emigrati all'estero sono ormai di terza, quarta, quinta generazione, non hanno più la cittadinanza italiana e sono quindi equiparati a cittadini extracomunitari.
Questi soggetti rientrando in Italia, soprattutto in questi mesi, in queste settimane, con provenienza soprattutto dall'America Latina, dove esiste una situazione drammatica sul piano economico e sociale, si trovano nelle condizioni di riavviare una presenza senza averne in realtà nemmeno la titolarità e quindi la necessità di ricercare degli elementi di considerazione.
Quindi, tutto sommato, anche questo problema viene affrontato nella fattispecie della categoria degli extracomunitari.
Mi fermo qui per spiegare che ritengo produttivo il lavoro fatto in sede di Commissione, per cui la proposta di sospensione di giovedì scorso ha sortito alcuni effetti. Ci sono delle risposte anche di accettazione o di compartecipazione a scelte da parte dei gruppi sia della maggioranza che della opposizione, ai quali va certamente il ringraziamento per tutto il lavoro fatto e per quello che saremo in grado di fare soprattutto nel futuro.
Si tratta di una normativa che potrà avere una esperienza sperimentale almeno in questi ultimi mesi del 1989; c'è l'impegno da parte della Giunta regionale e dell'Assessore, sia di predisporre nuove normative, sia alla luce di eventuali indicazioni, che a livello nazionale potranno emergere sia alla luce della ricaduta sperimentale, che in questi ultimi mesi dell'89 potrà avere questa normativa, che si colloca come una legge quadro quindi con tutta la problematica e la difficoltà di una legge quadro su un tema così delicato e importante quale quello che abbiamo indicato. Quindi potremo predisporre già nel 1990 quelle modifiche che vanno a correggere e interpretare, ulteriormente in senso positivo, queste problematiche che magari ancora oggi non siamo in grado di poter inserire, anche se la volontà sarebbe, in termini di contenuto, di indicarle.
Tutti questi aspetti abbiamo cercato di affrontarli; anche alcune altre osservazioni, seppure in termini elastici e brevi che faremo come Giunta nel riferimento dei singoli emendamenti che sono stati presentati, saranno integrative di queste brevi considerazioni nell'accoglimento degli emendamenti, nel non accoglimento, purtroppo, di altri che sono motivati solo ed esclusivamente dalla mancata titolarità che viene affidata alle Regioni su questa materia. Riconosco che si tratta di passi ancora parziali, perché occorre un intervento organico del Governo e del Parlamento, ma nei limiti delle nostre possibilità ritengo che su questo versante qualcosa sia stato fatto.
Dobbiamo cercare di ottenere un testo di legge che possa avere il visto del Commissario di Governo per non rischiare di avere degli elementi di ripulsa e non utilizzare nemmeno queste piccole potenzialità già a far corso dalla fine del 1989.



PRESIDENTE

Ringrazio l'Assessore soprattutto per aver sottolineato un aspetto di comportamento procedurale, per il quale è stato possibile, rinviando in Commissione tutti gli emendamenti che erano stati presentati, realizzare un ottimo lavoro che, tra l'altro, può sveltire quello dell'aula.
Comunico che la Giunta delle elezioni è convocata su proposta del Presidente Santoni presso la saletta laterale per la convalida del Consigliere Monticelli.
Passiamo ora all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Sono stati presentati i seguenti emendamenti: 1) emendamento presentato dall'Assessore Cerchio: il comma primo è sostituito dal seguente: "La Regione Piemonte nell'ambito delle materie di propria competenza e delle finalità fissate dal proprio Statuto in ordine al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo economico e progresso sociale, in collaborazione con i competenti organi dello Stato ed in applicazione della legge 30/12/1986, n. 943, art. 2 comma 7, art. 9 comma 2, 4 e 5, promuove iniziative perché siano riconosciute agli immigrati extracomunitari unitamente alle loro famiglie che risiedono nel territorio regionale, tutti i diritti secondo i principi ispiratori che la Costituzione italiana, nonché le libertà sancite dalla dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e ne promuove l'integrazione in condizione di pari possibilità nella società civile, tutelandone l'identità linguistica e culturale ed i legami con la nazione d'origine".
2) Emendamento presentato dal Consigliere Pezzana: sostituire al punto 1, la parola "possibilità" con la parola "opportunità".
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

Signor Presidente, signori consiglieri, il comma è stato riscritto sostanzialmente per evitare il rischio che una definizione puntuale e dettagliata di immigrato spinga il governo al rinvio della legge nella fase in cui gli organi centrali stanno dibattendo la materia.
Di conseguenza il termine cittadino immigrato, di cui non è chiara ad oggi la figura giuridica, è sostituito in tutta la legge con la più semplice espressione di immigrato. Da questo primo emendamento ne deriva tutta una serie di altri in cui l'espressione cittadino immigrato è soppressa e sostituita semplicemente con il termine immigrato.
Mentre ho la parola devo anche dire che integriamo un emendamento del collega Pezzana, cambiando nell'ultima riga dell'emendamento della Giunta il termine "possibilità" con il termine "opportunità" che giustamente era una proposta che il collega Pezzana faceva e che viene accolta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento della Giunta integrato con l'emendamento Pezzana.
L'emendamento è accolto all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
3) Emendamento presentato dell'Assessore Cerchio: all'inizio del comma secondo, aggiungere le seguenti parole "nel rispetto dell'art. 8 della Costituzione e".
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

Signor Presidente, è un emendamento semplice, per rendere chiaro che la Regione non intende certamente intervenire in materia di concordati religiosi, la cui competenza è esclusivamente statale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano tale emendamento.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Ala e Reburdo: al terzo comma, lett. b) sostituire le parole "il Servizio Movimenti migratori" con le parole "un ufficio stranieri con competenze regionali".
5) Emendamento presentato dal Consigliere Ala: sopprimere la lett. c) dal terzo comma.
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, sono ritirati perché saranno oggetto di discussione in altri articoli.



PRESIDENTE

Gli emendamenti 4) e 5) sono ritirati.
6) Emendamento presentato dai Consiglieri Ala e Reburdo: al terzo comma, aggiungere alla lettera d) "Comitato interassessorile".
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

La Giunta è favorevole all'inserimento di un Comitato di tutti gli Assessori che da sempre si sono interessati della materia.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
7) Emendamento presentato dai Consiglieri Ala e Reburdo: aggiungere la lett. e) "Comitato interdisciplinare".
Tale emendamento viene ritirato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 1, così modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 36 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Emendamento presentato dall'Assessore Cerchio: al comma primo, dopo le parole "sono riferiti" sopprimere le parole "ai cittadini" sostituire con la preposizione "agli" al termine del comma primo aggiungere le parole "limitatamente agli interventi socio-assistenziali" al comma secondo le parole "dei cittadini" sono sostituite con le parole "degli immigrati".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 2 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Emendamento soppressivo presentato dall'Assessore Cerchio: il comma terzo è soppresso.
Pongo in votazione tale l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 3 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 35 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Sono stati presentati i seguenti emendamenti: 1) emendamento presentato dal Consigliere Pezzana: il titolo dell'articolo è sostituito con il seguente: "Consulta regionale per i problemi degli immigrati extracomunitari".
Tale emendamento è ritirato.
2) Emendamento presentato dal Consigliere Ala: sostituire le parole "del lavoratore extracomunitario" con le parole "degli immigrati extracomunitari".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

L'emendamento da me presentato è identico, parola per parola all'emendamento del collega Pezzana. E' ugualmente ritirato, con un certo rammarico, in quanto ritengo che la dizione che noi qui dobbiamo mantenere perché è prevista dalla legge nazionale, sia limitativa rispetto alla nuova dizione che proponevamo.



PRESIDENTE

L'emendamento è quindi ritirato.
3) Emendamento presentato dal Consigliere Pezzana: al punto 1) la dizione "Consulta regionale per i problemi dei lavoratori extracomunitari e delle loro famiglie" è sostituita dalla seguente: "Consulta regionale per i problemi degli immigrati extracomunitari".
La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Anche questo emendamento è ritirato.



PRESIDENTE

D'accordo.
4) Emendamento presentato dal consigliere Pezzana: il sottopunto d) è sostituito dalla seguente dizione: "da 15 rappresentanti delle organizzazioni regionali espressione delle maggiori comunità di immigrati extracomunitari, che siano legalmente costituite con atto pubblico, che abbiano una consistenza di almeno 30 soci, che operino sul territorio regionale nel settore dell'assistenza sociale e della cultura;".
La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Non intendo ritirare questo emendamento, perché, sebbene sia stato accettato l'aumento del numero dei rappresentanti delle organizzazioni regionali a 15, non è stato affrontato il problema, a mio parere molto grave, della reale rappresentanza. Avevo posto, in sede di Commissione questo problema: infatti è molto difficile stabilire chi ha la reale rappresentanza se esaminiamo, ad esempio, gli immigrati da Paesi ove vige una dittatura. Ad esempio, fra gli studenti iraniani che frequentano le scuole piemontesi vi sono coloro che sono fuggiti dal regime di Khomeini e coloro che rappresentano invece i figli della nuova classe dirigente filo khomeinista: questi due gruppi, ovviamente, rappresentano posizioni completamente diverse tra loro. Lo stesso discorso vale per i profughi della Romania.
Il problema, quindi, della reale rappresentanza è un'ambiguità, perch noi non possiamo prenderlo come campione d'esempio in linea generale.
Pertanto, anche se il numero dei rappresentanti è aumentato a 15, rimane comunque una valutazione molto difficile se non si specifica quali sono le reali rappresentanze. L'unico criterio per noi possibile è quello della consistenza reale delle comunità di immigrati ed io avevo sottoposto all'Assessore un'indagine a nostro parere quanto mai utile per capire, in realtà, il problema che stiamo affrontando dal punto di vista legislativo.
A tutt'oggi non abbiamo un dato certo statistico di quanti sono gli immigrati, chiamiamoli di colore non bianco, che sono arrivati in questa regione, quindi parliamo di un'entità che ci è perfettamente sconosciuta.
Non sappiamo quanti sono gli studenti che frequentano le varie Università o scuole di grado superiore; non sappiamo se l'incidenza è minima, potrebbe essere ad esempio l'1-1,5% oppure il 5 o addirittura il 10%; non sappiamo quanti sono gli immigrati clandestini, che peraltro sono ben noti alle Questure e alle Prefetture, ma su questo argomento interverrò a proposito di un altro emendamento.
E' importante ed improcrastinabile un censimento per capire la portata reale dell'oggetto di questa legge. Fin che non si farà questo censimento non si potrà capire cosa vuol dire reale rappresentanza. Ho fatto l'esempio degli studenti iraniani perché quasi tutti sono immigrati per motivi politici, ma chi è il reale rappresentante di costoro? Il figlio di un mullah di Khomeini, oppure uno studente fuggito per non finire in carcere in Iran? Questa è un'ambiguità che l'emendamento da me presentato avrebbe potuto sciogliere, ma che non è stato accolto dall'Assessore. Io non lo ritiro e desidero rileggerlo ancora una volta per informare i colleghi che ancora non lo conoscessero: sostituire il punto dell'articolo con la seguente dizione: "da 15 rappresentanti delle Organizzazioni regionali espressioni delle maggiori comunità di immigrati extracomunitari che siano legalmente costituite con atto pubblico" - costituire un'associazione con atto pubblico è un'operazione che non costa nulla e che può essere fatta da un notaio in qualsiasi momento, ma dà almeno la consistenza di un'associazione che si riconosce, che rappresenta qualcuno - "che abbiano una consistenza di almeno 30 soci, che operino sul territorio regionale nel settore dell'assistenza sociale e della cultura". Questo perché in realtà un'associazione di studenti filo-khomeinisti, tanto per fare un esempio macroscopico, non interessa a nessuno che goda di un'assistenza da parte della Regione, mentre invece lo studente che viene a Torino con i propri mezzi per partecipare a un corso universitario, perché nel suo Paese c'è il numero chiuso, è un problema che non riguarda i nostri compiti legislativi.
Mi sembra quindi un problema estremamente importante, proprio per gli immigrati più deboli che saranno il 98%; però in questo modo noi ci troviamo di fronte a una uguaglianza che in realtà opera soltanto una disparità di giudizio a danno di chi invece dovrebbe essere protetto.
Ritengo sia una proposta che dimostra del buon senso, ma l'Assessore ritiene che il Commissario di Governo boccerà la legge, al che io ho replicato che è meglio rischiare un ritorno della legge e poi ripresentarla dopo 8 giorni, piuttosto che varare una legge, non dico sbagliata, ma comunque gravemente mancante per timore che il Commissario di Governo la bocci. Non mi sembra per nulla degradante che una legge della Regione Piemonte venga bocciata per un motivo, che però dovrà essere spiegato dal Commissario, e che poi potrà essere ridiscussa per entrare in un contenzioso col Commissario di Governo; non si capisce proprio perché si debba avere timore di questo. Nessun Assessore fa brutta figura se una legge nella quale ritiene sia ben fatta viene bocciata dal Commissario di Governo; si discuterà, ma eliminare elementi essenziali non significa fare una buona legge, ma fare una legge che ha la sicurezza di passare al vaglio del Commissario di Governo, il che non è importante o essenziale per fare una buona legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Sottolineo che l'emendamento del Consigliere Pezzana propone contemporaneamente, rispetto all'attuale lettera d) dell'art. 4, tre modificazioni: dichiaro di accogliere favorevolmente la prima, cioè quella relativa all'aumento del numero dei rappresentanti delle organizzazioni regionali più significative. Diverso è invece il mio atteggiamento sulla seconda delle modificazioni proposte. Chiedo di procedere per parti separate; in merito alla seconda proposta di modifica, l'abolizione della clausola che prevede "almeno due anni", prevista dalla lettera d), ritengo invece essere una clausola necessaria. Si tratta di una clausola cautelativa che deve essere mantenuta.
Sulla terza proposta di modifica, ovvero la reale rappresentanza, ci troviamo di fronte ad un problema effettivamente complesso che Pezzana ha cercato di ricostruire. In termini generali, non possiamo presupporre che una comunità di immigrati extracomunitari debba necessariamente sempre essere rappresentata da un'unica associazione. Noi cittadini italiani ci riconosciamo la possibilità di frammentarci e dividerci ideologicamente politicamente, culturalmente in più gruppi, anche con posizioni culturali e politiche tra loro molto diverse. Non vedo perché gli immigrati extracomunitari, che arrivano nel nostro Paese, debbano necessariamente essere percepiti da noi come sempre omogenei e uniti al loro interno.
Dobbiamo invece essere rispettosi, caso per caso, qualora questo venga deciso dagli immigrati che provengono da un determinato Paese, e l'esempio fatto da Pezzana riguarda certamente uno di questi casi. Ma non dobbiamo dimenticare che sono numerosi i Paesi extracomunitari, nei quali vigono forme di governo non molto democratiche o dittatoriali. Sono qui presenti i cittadini che rappresentano e il governo e l'opposizione e quindi si pone acutamente il problema della reale rappresentanza. Non so se la soluzione proposta dal collega Pezzana sia la più idonea, ma in mancanza di altre proposte, è da me accolta.
Il problema è grande e se non lo risolviamo qui e adesso, comunque si proporrà di fatto quando saranno presenti per alcune comunità di immigrati più associazioni, ognuna - a suo modo - rappresentativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guasso.



GUASSO Nazzareno

Signor Presidente, vorrei sapere se l'Assessore scioglie l'interrogativo sul numero.



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

L'interrogativo è sciolto perché ho presentato un emendamento che porta da 11 a 15.



GUASSO Nazzareno

Noi accogliamo questo allargamento della presenza delle Associazioni degli stranieri perché la Consulta sia equilibrata nelle sue rappresentanze ed abbia una effettiva rappresentanza di coloro i quali sono protagonisti dell'applicazione di questa legge.
Abbiamo gli stessi dubbi (e lo abbiamo espresso in Commissione) che ha Ala in questa fase anche molto sperimentale a togliere la griglia dei due anni, per cui chiediamo di votare per parti separate.



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

Mi pare che l'Assessore possa dare una soluzione al metodo di votazione e alla stessa Presidenza, avendo la Giunta presentato un emendamento che porta da 11 a 15 la composizione della rappresentanza, e dicendosi viceversa contraria all'accoglimento dell'ipotesi di far saltare i limiti di due anni. Per quanto riguarda il problema della reale rappresentanza intendiamo dire che ci sia una reale consistenza. Noi siamo quindi per dire no all'emendamento di Pezzana, che in parte viene recuperato con l'emendamento della Giunta.



PEZZANA Angelo

Un immigrato che è arrivato un anno fa non ha diritti, mentre quello che è arrivato due anni fa li ha? Che differenza c'è?



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

Il problema è leggermente diverso; è un problema di associazioni, di costituzione, di consolidata presenza di almeno due anni. Inoltre nel punto 6 c'è questa indicazione di possibile presenza.
In ordine all'osservazione giusta che faceva Pezzana per avere una mappa il più possibile reale della situazione, c'è un articolo specifico della legge che prevede la possibilità di realizzare questa indagine; anzi mi pare sia uno stimolo a compiere, come uno dei primi atti, una reale indagine di conoscenza per tracciare una mappa della consistenza e dell'articolazione della presenza delle Associazioni e quindi degli stranieri extracomunitari sul territorio regionale.



PRESIDENTE

L'Assessore Cerchio presenta il seguente emendamento: 5) al punto 3) lett. d), il numero 11 è sostituito dal numero 15.
Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento 4) presentato dal Consigliere Pezzana.
E' respinto con 1 voto favorevole, 21 contrari, 8 astenuti.
Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento 5) presentato dall'Assessore Cerchio.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
L'Assessore Cerchio presenta il seguente emendamento: 6) al comma terzo, lett. d), dopo il numero "15" aggiungere la parola "lavoratori" al comma terzo, lett. e), sopprimere le parole "dei cittadini" e sostituire con la preposizione "degli".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
7) Emendamento presentato dal Consigliere Pezzana: il sottopunto e) è sostituito dalla dizione seguente "e) da tre rappresentanti delle Associazioni di volontariato non a carattere nazionale, legalmente costituite ed operanti sul territorio regionale da almeno 3 anni nel settore dell'assistenza ai cittadini extracomunitari".
Tale emendamento è ritirato dal proponente.
8) Emendamento presentato dal Consigliere Ala: aggiungere alla lett. l), "da un rappresentante delle Province del Piemonte".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
9) Emendamento presentato dal Consigliere Pezzana: al punto 3) sono aggiunti i seguenti sottopunti: "l) da un rappresentante delle questure piemontesi designato dalle questure stesse m) da un rappresentante del Governo designato dallo stesso anche fra i funzionari delle prefetture piemontesi".
La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mentre sugli altri emendamenti ho convenuto che in parte si potevano ritirare, perché erano compresi in altri, questo è il secondo emendamento che non ritiro: oltretutto non capisco perché possa essere oggetto di una bocciatura da parte del Commissario del Governo, quando noi sappiamo che tutti i problemi degli immigrati cominciano con le Questure e le Prefetture. Qualunque immigrato che viene nella nostra regione la prima cosa che ha è un contenzioso (dove irrimediabilmente perde perché non esiste una legislazione che possa intervenire in suo favore) con le Questure e le Prefetture: ad esempio nessun permesso di lavoro è dato se non c'è il permesso di soggiorno; è un circolo vizioso tale, per cui ho ritenuto, e ritengo ancora oggi, che nella Consulta debbano esserci i rappresentanti di Questura e Prefettura, per responsabilizzarli e per avere un dialogo e un confronto con questi rappresentanti che hanno in carico la maggior parte delle grane, dei guai delle situazioni incresciose che capitano agli immigrati. A me sembra che questa Consulta non possa e debba lavorare senza avere di fronte il potere reale, che è rappresentato come sappiamo da Questura e Prefettura che invece agiscono in modo completamente diverso: non dico sbagliato, comunque vanno avanti su una strada che finora non ha risolto i problemi dell'inserimento reale; inserimento reale significa iniziare da una possibilità di formazione professionale, da un lato, e di inserimento nel mondo del lavoro dall'altro.
Non avere Questura e Prefettura come interlocutori validi nel momento in cui si affrontano i problemi a me sembra una privazione che rende totalmente inutile il lavoro. Noi possiamo emettere tutti i giudizi della massima buona volontà, ma se poi l'immigrato di colore non bianco va in Questura e in Prefettura o per un permesso di soggiorno o per il rinnovo di un permesso o per dire: "come faccio a trovare un lavoro?", tutto questo vanificherà il lavoro della legge che oggi dovremmo approvare. Mi sembra invece di buon senso avere Questura e Prefettura presenti.
Quindi, questo è il motivo per cui non ritiro l'emendamento e chiedo al giudizio dei colleghi Consiglieri se non ritengano utile la presenza di un rappresentante della Questura e della Prefettura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervengo brevemente, senza riprendere i discorsi fatti ieri.
Concordo in parte con quanto dichiarato dal collega Pezzana rispetto alla rilevanza che hanno, in merito al problema degli immigrati extracomunitari, soggetti quali Questura e Prefettura.
Da parte mia, il problema venne però posto in un Comitato interdisciplinare (che so già la Giunta non ha intenzione di accogliere).
Sono convinto che Questura e Prefettura siano parte del problema e facciano parte dell'insieme complessivo della vicenda. Non ritengo però che sia la Consulta il luogo adatto nel quale fare intervenire questi soggetti.
Probabilmente, diverso è l'orientamento su cosa debba essere la Consulta.
Io ritengo che la Consulta debba essere un posto fondamentalmente ed essenzialmente dei cittadini extracomunitari, in cui sia loro possibile affrontare i problemi, ivi compreso il "problema" della Questura e della Prefettura, il rapporto con gli organi di tutela, vigilanza e repressione del nostro Stato italiano.
Proprio per questo, da parte mia, vi era la proposta di un altro soggetto, quale un Comitato interdisciplinare, che potesse essere un altro luogo dove, tra Consulta e Giunta regionale, vi fosse questa presenza.
Poiché la legge, in ogni caso, prevedrà solo la Consulta, ritengo che la Consulta debba rappresentare uno "spazio minimo", al riparo della presenza di queste autorità dello Stato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guasso.



GUASSO Nazzareno

Signor Presidente, capisco lo spirito che ha spinto il Consigliere Pezzana a fare questa proposta.
Ho dubbi e incertezze nella presenza della Consulta di questo tipo di organismi, di questo tipo di rappresentanze, per due motivi: un motivo di ordine istituzionale: noi non possiamo dettare norme e impegno per organismi dello Stato, ce lo respingerebbero di fatto perch non possiamo impegnarli in nostri organismi un secondo motivo, che è un parere politico: la unica legge nazionale che finora è venuta alla luce, in questo Paese, su questa materia è la famosa legge 943, vissuta interamente dagli immigrati stranieri come fatto di polizia, tanto che su un milione pare che siano solo centomila quelli che sono andati alla regolarizzazione. Non voglio che questo concetto per nessun motivo entri in questa nostra legge. Questa nostra legge tende a coprire dei vuoti dello Stato, a rispondere a delle capacità della nostra Regione di dare soluzione a certi problemi e di coinvolgere i protagonisti dei problemi aperti in una gestione della stessa legge.
Per cui sono di duplice aspetto i motivi per non condividere la proposta che ci viene dal Consigliere Pezzana.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intanto non posso non convenire con alcune osservazioni qui fatte: è indubbio che ci sia una rilevanza notevole su questa materia per ciò che riguarda la titolarità della Questura e della Prefettura. Convengo con le osservazioni del Consigliere Pezzana; certamente Questura e Prefettura hanno titolo, ma sarebbe bene che nella Consulta non intervenissero, per non incorrere nell'impatto di ingerenze in competenze statali, anche se è interessante la proposta, obiettivamente. Non possiamo, per la verità, essere noi a chiedere a organi statali di partecipare ad organismi, quand'anche questi siano semplicemente organi consultivi.
Per queste motivazioni, mio malgrado, sono costretto a respingere, a nome della Giunta, questi emendamenti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento 9) del Consigliere Pezzana.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 1 voto favorevole e 29 contrari.
10) Emendamento presentato dai Consiglieri Ala e Reburdo: al punto 3 bis aggiungere "per ogni membro effettivo della Consulta è nominato un supplente".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Preciso solo che l'emendamento è ritirato solo per sveltire i lavori del Consiglio in quanto so non essere accolto.



PRESIDENTE

L'emendamento è quindi ritirato.
11) Emendamento presentato dal Consigliere Pezzana: al termine del quinto comma vengono aggiunte le seguenti parole: "sono altresì sempre invitati all'interno della Consulta i rappresentanti degli immigrati extracomunitari non stabilmente rappresentati al suo interno qualora la Consulta discuta problemi che li riguardano in modo specifico e diretto. Essi non hanno diritto di voto ma diritto di parola".
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

La Giunta accoglie l'emendamento presentato dal Consigliere Pezzana perché l'abbiamo concordato ieri in sede di Commissione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
12) Emendamento presentato dai Consiglieri Ala e Reburdo: al comma settimo sostituire le parole "sono esercitate da un funzionario dell'Assessorato avente delega in materia, individuato tra i dipendenti inseriti nel servizio movimenti immigratori" con le parole "da un funzionario facente parte dell'organico dell'Ufficio stranieri con competenze regionali".
L'emendamento è ritirato.
13) Emendamento presentato dal Consigliere Pezzana: si aggiunge il seguente punto: "9. Le sedute della Consulta sono pubbliche. Ciascun membro della Consulta può richiedere la seduta segreta nel caso di discussioni su persone o per altra causa motivando la sua richiesta; la seduta si svolge in forma segreta se su tale richiesta si esprimono favorevolmente i due terzi della Consulta".
La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Ritiro l'emendamento non perché non credo nella sua bontà, ma da parte dell'Assessorato sono state esposte delle valutazioni per cui sedute pubbliche potevano risultare molto rappresentate, quindi sono ostacolo al buon funzionamento dei lavori. Ripeto, però, che in genere la pubblicità di quanto viene fatto, sia a livello legislativo che a livello politico, è sempre la miglior garanzia per dei comportamenti trasparenti, per difficoltà oggettive e tecniche fanno sì che il buon senso indichi di ritirarlo.



PRESIDENTE

L'emendamento è pertanto ritirato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 4 nel testo così modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 34 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 36 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
I Consiglieri Ala e Reburdo presentano un emendamento che prevede il seguente nuovo articolo: "Art. 5 bis - Comitato Tecnico-interdisciplinare. 1. Per lo svolgimento dell'attività istruttoria e propositiva nell'ambito della predisposizione degli obiettivi di cui all'art. 9 della presente legge è istituito il Comitato Tecnico Interdisciplinare per gli immigrati extracomunitari in Piemonte.
2. Il Comitato è presieduto dall'Assessore regionale con delega in materia di movimenti migratori o da un suo delegato ed è composto: a) 8 funzionari regionali dei seguenti settori: a1 Assessorato all'Industria Lavoro e Occupazione a2 Assessorato all'Assistenza e Servizi Sociali a3 Assessorato all'Agricoltura e Foreste a4 Assessorato all'Edilizia residenziale a5 Assessorato al Commercio e all'Artigianato a6 Assessorato all'Istruzione, Cultura, Beni Culturali Spettacolo, Assistenza ed Edilizia Scolastica e alla Formazione Professionale a7 Assessorato alla Sanità a8 Assessorato al Turismo, Sport e Tempo Libero.
b) da n. 3 funzionari o esperti rappresentanti degli enti locali maggiormente interessati al fenomeno dell'immigrazione extracomunitaria scelti dalla Giunta regionale previa intesa con l'ANCI c) da n. 2 funzionari o esperti dell'Amministrazione Statale nominati dal Commissario del Governo d) da n. 5 esperti di diritto internazionale, economia e lavoro assistenza sociale, sociologia e formazione professionale scelti dalla Giunta regionale.
3. Le funzioni di segretario del Comitato tecnico sono svolte dal segretario della Consulta regionale di cui all'art. 4, comma 7.
4) Il Comitato Tecnico ha sede presso l'Ufficio stranieri con competenze regionali".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, dopo l'art. 5 proponevo due articoli integrativi: il 5 bis ed il 5 ter.
Il 5 bis proponeva l'adozione di un Comitato Tecnico Interdisciplinare composto sia da rappresentanti di più assessorati (una legge come questa non può essere in prospettiva considerata di competenza di un singolo Assessorato ma, avendo vastissime implicazioni, coinvolge moltissimi Assessorati) sia da funzionari o esperti dell'Amministrazione statale. Si cercava, in tal modo, di riproporre il problema del rapporto con organi dello Stato che intervengono in un modo o nell'altro nella vita degli immigrati extracomunitari. Si prevede inoltre la presenza di esperti di diritto internazionale o in materie affini, che abbiano particolare competenza in tema di immigrazione da paesi extracomunitari. In materia tanto l'Amministrazione regionale quanto gran parte degli enti locali italiani, hanno una grave carenza di competenza e di professionalità. Ci troviamo di fronte ad un problema che già adesso, ed ancor più nel futuro avrà un'enorme rilevanza, con non solo un ritardo culturale complessivo con difficoltà a capire ed accettare, ma anche con un ritardo enorme negli strumenti legislativi ed amministrativi più semplici, i servizi, gli uffici, le competenze.
Questa proposta potrebbe essere vista come un appesantimento burocratico all'interno della Giunta regionale e dell'istituzione stessa però ritengo che la Giunta e gli Assessori abbiano al loro interno la capacità di affrontare i programmi di intervento previsti da questa legge.
Questo Comitato tecnico-interdisciplinare è uno strumento del quale deve dotarsi la Giunta regionale per l'attuazione del programma. Abbiamo quindi una struttura che vede un comitato interassessorile presieduto o dal Presidente della Giunta regionale o dall'Assessore delegato in materia, la Consulta come luogo di elaborazione e di riflessione e di rappresentanza delle associazioni e dei rappresentanti degli immigrati extracomunitari e dall'altra parte un comitato tecnico interdisciplinare di supporto all'attività di programmazione della Giunta regionale.
Questa è la struttura da me proposta. Di questa struttura ritengo possa soltanto rimanere in piedi, perché questo mi pare l'intendimento della Giunta regionale, quella di un comitato interassessorile, cioè di un raccordo tra diversi assessorati. Mantengo comunque all'attenzione dell'assemblea e del Consiglio questa altra ipotesi di lavoro, proprio in previsione della difficoltà dell'attuazione e della realizzazione e della predisposizione dei programmi previsti da questa legge.
Se non ottiene adesioni, l'emendamento 5 bis è ritirato. L'emendamento 5 ter, è stato riscritto in una nuova formulazione e viene mantenuto.



PRESIDENTE

L'emendamento 5 bis è ritirato.
Il Consigliere Ala presenta un emendamento che prevede il seguente nuovo articolo: "Art. 5 ter - Comitato interassessorile.
1. E' istituito un Comitato interassessorile, composto dagli Assessori preposti ai settori di intervento di cui alla presente legge e presieduto dal Presidente della Giunta o dall'Assessore delegato in materia di movimenti migratori.
2. Il Comitato in particolare provvede: a) a proporre l'adattamento delle leggi e dei provvedimenti regionali alle esigenze emergenti nel settore dell'immigrazione.
b) Alla predisposizione, nell'ambito del piano regionale di sviluppo del programma intersettoriale degli interventi oggetto della presente legge".
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

L'emendamento integrato, così come è stato consegnato alla Presidenza viene accolto dalla Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guasso.



GUASSO Nazzareno

Signor Presidente, noi accogliamo la questione che il Consigliere Ala poneva nell'emendamento ritirato, è un'esigenza vitale. Il fatto che lo abbia ritirato non toglie il problema che la Giunta e la consulta debbano in questa materia darsi strumenti e momenti di aiuto anche sul piano scientifico per migliorare l'applicazione di questa legge ed anche per modificarla celermente laddove magari dovrà essere modificata al momento in cui la mettiamo a regime.
Lo spirito della prima proposta di Ala era questo, e noi lo condividevamo. Intanto facciamo un primo passo con questo comitato interassessorile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, prego di cogliere questo intervento di tipo consigliare e in certa misura anche di tipo personale.
Devo dire che ho qualche disagio nel notare che non si coglie che questa legge, oltre che essere per larga parte velleitaria, a mio modo di vedere sfuma in una interpretazione di questo problema in chiave un po' troppo occidentale.
Quindi avevo apprezzato, come sempre o quasi il ragionamento, del collega Pezzana per essere molto attenti a non immaginare che dall'altra parte ci sia un sistema organizzato, secondo i modelli democratici; ma è possibile che non sappiamo come per larga parte i movimenti migratori siano movimenti non spontanei, non individuali ma pilotati, provocati e strumentalizzati.
Siamo poi sicuri che questi meccanismi non elevino a dignità di rappresentanze giuridiche rappresentanze di potere, consentitemi, che in Italia si direbbero di tipo mafioso-malavitoso? Se poi addirittura si viene a dire che il piano di sviluppo deve considerare questa tematica, mi sembra di dover anticipare - mi spiace non siano presenti gli Assessori competenti - qualche riflessione sul Piano di sviluppo che, a mio modo di vedere, quando verrà ripensato nelle sue procedure dovrà essere un progetto per obiettivi di modalità; ma che lo si debba immaginare come una macchia di leopardo con delle tessere che vanno riempite e che questa questione sia un argomento a sé, è forse la conseguenza di una cultura della ghettizzazione. Voler sacramentare la diversità dei cittadini extracomunitari tende a ghettizzarli nel senso che li obbliga a strutturarsi rigidamente in modelli, in sistemi e in organizzazioni funzionali a questa legge.
Ho qualche perplessità nell'immaginare che la tutela dei cittadini passa sempre e solo esclusivamente attraverso il pedaggio che gli stessi devono pagare all'aggregazione.
Ha ragione il Consigliere Pezzana, questa legge non è abbastanza attenta al fatto che anche il signor X (non oso immaginare un cognome perché non conosco le lingue non europee), proveniente da un Paese extracomunitario, possa esercitare tutti i propri diritti e i propri titoli ed avere udienza a prescindere che sia previsto nel Piano di sviluppo, ma soprattutto non debba pagare un prezzo a sistemi di organizzazione che passano probabilmente attraverso filtri diversi da quelli che noi conosciamo.
Il rapporto istituzioni gruppi organizzati con rappresentanti in questa materia lo soffro come liberale, perché vedo poco colta la persona, mentre vedo colto il problema e il disagio. L'importante è aggregare, fare dei capipopolo, dei capipartito o dei boss. Alcuni gruppi di immigrati presenti nell'area torinese che svolgono attività ben precise si rivolgono al loro rappresentante. Ma cos'è? Un rappresentante democraticamente eletto o l'ultimo terminale di un sistema di sfruttamento internazionale? Starei molto attento a chiudere le possibilità di espressione individualistica dei cittadini extracomunitari e costringerli, per esempio attraverso le sedute segrete, a passare attraverso il canale della loro organizzazione che per qualche verso può anche essere un tipo di organizzazione diversa da quella che noi immaginiamo che possa e che comunque debba essere. In ogni caso non vorrei essere stato frainteso. Anch'io ho la tessera del Partito liberale e del CAI, però le aggregazioni necessarie per ottenere qualcosa mi hanno sempre infastidito, in questo caso poi diventa anche abbastanza pericoloso perché alcuni segmenti di questo fenomeno non sono spontanei non sono riconducibili a problemi individuali, ma sono la conseguenza di operazioni che si muovono sullo scacchiere internazionale e hanno filiere multinazionali presenti anche nel nostro Paese. Mi disturba immaginare che noi facciamo una legge per cui questi "infelici" (per ora questo termine lo si può ancora utilizzare, in futuro speriamo di non utilizzarlo più) siano rappresentati nei loro interessi e nelle loro aspettative magari dai terminali di queste organizzazioni.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento art. 5 ter.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 5 ter.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri.
L'art. 5 ter è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 38 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Sono stati presentati i seguenti emendamenti: 1) emendamento presentato dall'Assessore Cerchio: al comma primo, sopprimere le parole "dell'immigrazione" e sostituirle con le parole "per i problemi dei lavoratori extracomunitari e delle loro famiglie" al comma primo, lett. b), sopprimere le parole "dei cittadini" e sostituirle con la preposizione "degli".
Lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
2) Emendamento presentato dal Consigliere Ala: alla lett. c), sostituire le parole "dei lavoratori" con le parole "degli immigrati".
Chi è favorevole a tale emendamento, accolto dalla Giunta, è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
3) Emendamento presentato dal Consigliere Ala: alla lett. f), sostituire le parole "dei lavoratori" con le parole "degli immigrati".
Chi è favorevole a tale emendamento, accolto dalla Giunta, è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 7 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Sono stati presentati i seguenti emendamenti: 1) emendamento presentato dai Consiglieri Ala e Reburdo: alla lett. f), dopo la parola "migratorio", aggiungere le parole "nei suoi aspetti demografici, sociali e culturali, con particolare riferimento all'osservazione del mercato del lavoro, alla domanda e all'offerta di lavoratori immigrati ed alla loro informazione".
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Ala e Reburdo: aggiungere la seguente lett. i): "i) iniziative specifiche per la promozione culturale e l'inserimento sociale delle donne immigrate con particolare riferimento alla tutela della maternità".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Sono ritirati in quanto assorbiti da un emendamento proposto dall'Assessore Cerchio.



PRESIDENTE

Vi è infatti il seguente emendamento firmato dai Consiglieri Cerchio Ala e Dameri: 3) è aggiunta la seguente lett. i): "i) promuove iniziative volte a rendere effettivo il diritto all'assistenza sanitaria e dai servizi sociali previsti per i cittadini piemontesi con particolare riferimento all'inserimento sociale alle donne immigrate e dalla tutela della maternità".
Chi è favorevole a tale emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
4) Emendamento presentato dal Consigliere Ala: aggiungere la seguente lett. l): "l) iniziative a favore degli studenti in attuazione delle leggi regionali sul diritto allo studio, con particolare riferimento all'istruzione universitaria, nonché le iniziative volte al riconoscimento da parte dello Stato italiano dei titoli di studio conseguiti dagli immigrati stessi all'estero".
Chi è favorevole a tale emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
5) Emendamento presentato dal Consigliere Ala: aggiungere la seguente lett. m): "m) iniziative nelle materie di propria competenza, volte al reinserimento degli immigrati nei paesi di origine, anche mediante convenzioni con enti locali ed organizzazioni private, ai fini dell'art. 9 comma terzo, legge n. 943/86 ed in conformità all'art. 2 della legge n.
49/87".
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

Anche questo emendamento viene accolto dalla Giunta in quanto si tratta di un tassello della aspirata ed attesa legge sulla cooperazione internazionale che è da alcuni mesi giacente in Commissione.



PRESIDENTE

Lo pongo in votazione per alzata di mano.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
6) Emendamento presentato dal Consigliere Ala: al termine dell'articolo è aggiunto in nuovo comma: "Per l'attuazione degli interventi di cui al presente articolo la Regione può stipulare con enti pubblici e privati apposite convenzioni".
Lo pongo in votazione per alzata di mano.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 9 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
Il Consigliere Pezzana presenta un emendamento che prevede il seguente nuovo articolo: "Art. 10 bis - Iniziative per la realizzazione di produttività degli immigrati extracomunitari.
1. La Regione, in accordo con gli enti locali, promuove iniziative nell'ambito delle sue competenze per la regolamentazione del lavoro autonomo degli immigrati extracomunitari in accordo con la normativa vigente, promovendo corsi per la qualificazione professionale e l'informazione sulla normativa degli esercizi commerciali e di vendita ambulante o qualsiasi altra qualifica professionale".
La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Sono stupito del fatto che oggi l'Assessore non intenda accogliere questo emendamento, quando ieri in sede di Commissione aveva manifestato l'intenzione di approvarlo. L'Assessore Cerchio mi fa cenno ora che ha telefonato al Commissario del Governo e che non c'è stato niente da fare ma allora facciamole fare al Commissario del Governo le nostre leggi! La Regione ha una funzione legislativa: se per fare una legge occorre telefonare al Commissario del Governo per sapere se un articolo va bene oppure no, non so davvero che cosa dire! Che paura c'è per la bocciatura di una legge? La si ripresenta. Sono evidenti concezioni diverse di gestire l'amministrazione.
Questo emendamento nasceva dalla constatazione che finché non si risolve il problema del lavoro, e soprattutto quello dei venditori ambulanti, che è diverso da quello del lavoro autonomo, non si risolve nulla. Non credo che gli immigrati possano essere tutti riconvertibili uso un'espressione brutta - in lavoratori dipendenti, i motivi sono noti a tutti: mancano di acculturazione, sovente non conoscono la lingua, quasi tutti mancano di formazione professionale, quindi è impensabile che possano essere inseriti nel tessuto sociale sotto forma di lavoratori dipendenti. A questi immigrati non rimane quindi che il lavoro autonomo, che nella fattispecie significa fare l'ambulante: che poi vendano accendini o droga è l'unica soluzione che hanno per sopravvivere. La Regione deve farsi promotrice di iniziative che possano coinvolgere i Comuni: insieme al collega Ala avevamo deciso, anziché usare il termine "assume", scrivere "promuove iniziative", per vedere come gli Assessorati al commercio dei singoli Comuni potessero trovare una via d'uscita, attraverso una diversa formulazione, per garantire in qualche modo la possibilità di lavoro agli immigrati. A questo punto è inutile stare qui a fare leggi! Credo che il Commissario di Governo posto di fronte a questo articolo aggiuntivo, che è stato anche concordato con l'Assessore, dovrebbe se non altro motivare il perché la Giunta regionale e il Consiglio regionale non devono assumersi la promozione di iniziative per l'inserimento degli immigrati nel mondo del lavoro. Sono curioso di sapere in base a quale valutazione il Commissario di Governo dice "no" a questo articolo! Quindi mi limito semplicemente a dire, ancora una volta, che una legge che viene fatta soltanto per essere approvata non è una buona legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guasso.



GUASSO Nazzareno

Signor Presidente, anche noi abbiamo le stesse preoccupazioni dell'Assessore Cerchio nel fare una legge che non ci venga totalmente respinta dal Commissario di Governo. Anche noi abbiamo presenti i limiti delle deleghe di competenza che ci vengono dalla legge nazionale n. 943 però ci sono due questioni qualificanti di questa legge e sono: iniziativa per la ricerca del lavoro, e l'assistenza sanitaria (sulla quale interverrà la collega Dameri); io intervengo sulla prima questione che è stata presentata da Pezzana e che condivido interamente.
La preoccupazione del Commissario di Governo non può impedirci di fare uno sforzo, perché su questi due nodi: lavoro, sanità ed assistenza, che sono questioni urgenti per questa gente, noi non forziamo un po' la mano interpretativa della 943. Ma anche qui la forziamo non indicando un articolo specifico che vada in contrasto con leggi regionali o in particolare con leggi nazionali, cosa a cui il Commissario del Governo potrebbe farci un'osservazione e dire: voi non potete modificare le leggi nazionali; per farmi intendere faccio un esempio: non abbiamo scritto qui che si dia agli ambulanti stranieri una licenza di ambulantato, perch sappiamo bene che la legge italiana stabilisce che per avere la licenza da ambulante bisogna essere cittadino italiano. Sappiamo anche che questa questione non vale più per i coadiuvanti nel settore dell'ambulantato e una Regione ha stabilito in legge regionale un incentivo a quegli ambulanti che assumono un coadiuvante tra i cittadini stranieri. Noi non siamo arrivati fin qui; Pezzana ha espresso in questo articolo, che noi condividiamo, una iniziativa politica verso gli enti locali per stimolarli a ricercare con noi qualche soluzione sperimentale su questo problema.
Io credo che il Commissario di Governo possa farci delle osservazioni ma non su un pronunciamento di intenzione politica, qui non diamo ordine n ai Comuni né ad altri enti, diciamo solo che promuoviamo iniziative in accordo "con" per avviare della sperimentazione che consenta, in particolare nel settore dell'ambulantato o nel settore commerciale o in altri settori, di aprire dei posti di lavoro per gli immigrati extracomunitari.
Per questo votiamo convintamente questo articolo che non ci pare debba avere una preoccupazione così pesante come ha l'Assessore Cerchio nei confronti del Commissario di Governo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

Ieri l'Assessore a nome della Giunta ha ipotizzato una riscrittura delle condizioni per trovare una soluzione. Stamani sono nella condizione di essere non un passivo esecutore delle volontà di un Commissario di Governo, che peraltro non è stato contattato, bensì del Ministero delle Regioni, che ovviamente è soggetto titolare in questa materia.
I colleghi sanno come oltre un anno e mezzo fa, alla prima conferenza interregionale sui temi degli stranieri extracomunitari tenutasi a Bari, a nome delle Regioni d'Italia l'Assessore all'immigrazione del Piemonte propose, provocatoriamente come rivendicazione verso organismi superiori questo tema fra i temi. Ci pare giusta l'osservazione, totalmente condivisibile, sostenuta dai colleghi Pezzana e Guasso; non a caso, proprio a nome delle Regioni, chi vi parla avanzò questa proposta un anno e mezzo fa.
La realtà è che oggi siamo nella condizione, se dovesse essere approvato questo emendamento, presumibilmente di avere la legge bocciata dal Governo; il quale Governo adduce, al momento attuale sul piano legittimo, che non è competenza regionale ed inoltre di ciò si sta discutendo in sede di Governo e di Parlamento (io mi auguro che non si discuta per altri dieci anni su questo tema). Però, avendo la Giunta presentato nel luglio del 1988 questo disegno di legge come una risposta a dei problemi che già allora erano emergenti e sono sempre più emergenti di giorno in giorno, oggi 5 ottobre 1989 ritengo che sia un po' miope tentare una forzatura che ha la certezza di vedere la bocciatura da parte del Governo, per non far decollare uno strumento di legge - che su questo punto è certamente qualificante, ma è qualificante su tutti gli altri punti essendo uno strumento di legge che si colloca come legge quadro - con il rischio che nel 1989 se il Commissario respinge questo provvedimento perderemo anche quei pochi soldi che abbiamo, raschiando il barile, messi a copertura di questa legge. Se fossimo magari nel mese di giugno di quest'anno, e ci fosse questa possibilità, io a nome della Giunta farei questa forzatura, perché avrei la possibilità almeno di ritornare e di gestire negli ultimi mesi dell'89 questa legge. Ma se il Commissario di Governo ce la dovesse restituire, e siamo alla fine di ottobre, ci crea queste condizioni: noi verremo a novembre a rivotarla, la rimanderemo al Commissario di Governo e magari per Natale o Capodanno avremo una legge che, quindi, non sarà operante.
Mi pare che la motivazione di sostanza è accoglibile. E' stato questo Assessorato, che non da oggi, in tempi non sospetti, ha posto questo ed ha anche approvato, non più tardi di uno, due mesi fa, la legge Fondo Straordinario per l'Occupazione, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione il 29 agosto, della quale stiamo attivando in questi giorni la delibera di attuazione che prevede, non solo per i coadiuvanti nel settore del commercio o dell'artigianato, la possibilità di aiutare e di intervenire, ma come voi sapete prevede per cinque fattispecie un intervento contributivo di ben 5 milioni per inserire le categorie deboli fra le quali gli extracomunitari. Per gli imprenditori artigianali commerciali, industriali, agricoli che vogliono assumere quella categoria la legge prevede questo intervento contributivo.
Sono perfettamente convinto della validità e della bontà di queste cose, ma sono anche convinto della certezza di questa legge, perch mi pare una risposta di civiltà per tutti coloro che l'attendevano. Con difficoltà, ma con realismo, dico che la Giunta, suo malgrado, dice no per queste motivazioni, che sono evidentemente state, se pur con una certa vivacità quale è tipica del mio costume e del mio carattere, indicate.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Pezzana.



GUASSO Nazzareno

Signor Presidente, è possibile chiedere un attimo di riflessione con l'Assessore per vedere se è possibile una riformulazione?



(Scambio di opinioni fra i Consiglieri e l'Assessore)



GUASSO Nazzareno

Signor Presidente, poiché siamo alle ore 13,30 e abbiamo lavorato intensamente, chiedo un momento di riflessione, perché anche dalle questioni di iniziativa e sul lavoro autonomo e quella dell'assistenza sanitaria dipende la collocazione e il tipo di voto finale che noi daremo su questa legge. Va bene la Consulta, va bene tutto, ma le cose che contano sono i provvedimenti che si intendono prendere. La legge è fatta di provvedimenti, non solo di strutture applicative. Per cui pregherei di sospendere a questo punto la seduta, visto che anche nella maggioranza ci sono pareri sul contenuto da chiarire. Chiederei una pausa di mezz'ora.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bonino. Ne ha facoltà.



BONINO Guido

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, se questo emendamento veniva respinto, come pareva dovesse essere respinto dalla Giunta, non facevamo problemi. Se invece si entra nel merito, e quindi non è soltanto un problema di Commissario di Governo, noi riteniamo con altri colleghi qui presenti che promuovere iniziative finalizzate al lavoro autonomo esclusivamente o in modo prioritario sul problema dell'ambulantato e del commercio fisso, sia limitativo primo e sia pericoloso per un'area soprattutto quella dell'ambulantato, che è già un'area a rischio ed è un'area particolarmente difficile. Se vogliamo promuovere iniziative ricordo che ci sono anche altre attività da incentivare, come ad esempio il lavoro artigianale. Voglio solo dire che incentivare esclusivamente una promozione o una qualificazione professionale solo sul settore commercio è pericoloso anche per il tipo di distribuzione commerciale che abbiamo.
Voglio solo dire che se è limitato al commercio fisso e ambulante noi abbiamo molte perplessità ad approvarlo a meno che si introducano qualifiche professionali comprendendo anche, ad esempio, l'artigianato o l'agricoltura.



PRESIDENTE

Tenuto conto delle perplessità e della coincidenza con la sospensione propongo di sospendere a questo punto i lavori del Consiglio.
Alle ore 14,50 sono convocati i Capigruppo per una questione che riguarda la manifestazione antirazzista che si svolgerà a Roma e su cui vorrei consultarmi per un'iniziativa che dovremmo prendere.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13,35 riprende alle ore 15,40)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Riprendiamo l'esame dell'emendamento presentato dal Consigliere Pezzana il quale ha la parola per l'illustrazione.



PEZZANA Angelo

Il mio emendamento andava inteso emendato in base ai lavori di Commissione dell'altro giorno, così come proposto già dall'Assessore e dai funzionari; quindi non è più il mio emendamento aggiuntivo originale, così come era stato fatto, ma è già l'emendamento corretto, quindi per votarlo pregherei la Presidenza di leggerlo con le correzioni che l'Assessore e il funzionario avevano già fatto durante i lavori di Commissione, che io avevo accettato già come emendamento corretto.



PRESIDENTE

Leggo quello che risulta essere l'emendamento ufficiale, perché le correzioni non sono state accolte.



PEZZANA Angelo

Lo leggo io, semplicemente perché le correzioni non le ho proposte io le hanno proposte l'Assessore e il funzionario, quindi non sono proposte da me. Avevo accolto i loro suggerimenti per modificare il mio emendamento, il quale cambia titolo.



PRESIDENTE

Collega Pezzana, ho il dovere di far presente che posso leggere tutto ciò che è ufficiale, quindi per me ciò che è ufficiale è la sua prima stesura dell'emendamento.



PEZZANA Angelo

A questo punto mi permetta una precisazione poi lei leggerà quello originale per informare i colleghi di come era cambiato questo emendamento.
L'emendamento era stato modificato su consiglio dell'Assessore e del funzionario, perché così era in linea con quanto pensava la Giunta e quindi il titolo non era più "Riconoscimento del lavoro autonomo degli immigrati extracomunitari", ma diventava "Iniziative per la realizzazione di produttività degli immigrati extracomunitari". Poi non compariva più la parola "assume", cioè "La Regione in accordo con gli enti locali assume iniziative". La parola "assume" è stata giudicata troppo imperativa, allora il Consigliere Ala aveva proposto "promuove" (verbo accettato dall'Assessore); in più si diceva: "promuove iniziative nell'ambito delle sue competenze" - quindi delle competenze regionali - "per la regolamentazione del lavoro autonomo degli immigrati extracomunitari in accordo con la normativa vigente, promovendo corsi per la qualificazione professionale l'informazione sulla normativa degli esercizi commerciali e di vendita ambulante". Il collega Bonino aveva chiesto di allargare questa definizione, che potrebbe sembrare restrittiva, anche se poi rispecchia la realtà. Io non avevo nulla in contrario a mettere "qualsiasi altro tipo di professionalità offerta-richiesta". Quindi a me andava benissimo anche questa aggiunta. Letta in questi termini le chiederò se vuol metterla in votazione, perché questa era la stesura definitiva. Ho aspettato a modificarlo - vista la disponibilità dell'Assessore a ripensare o a rivalutare la questione - perché ho ritenuto di attendere prima una risposta dall'Assessore, per cui mi aspettavo non la messa in voti immediata, ma una comunicazione dell'Assessore. Nel caso non ci sia, ho chiarito come è l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

La Giunta, come peraltro è stato detto con una certa insistenza stamani al termine della seduta mattutina, conferma serenamente la sua opposizione pur comprendendo tutte le motivazioni e quindi si esprime per il diniego.
Non ripeto ciò che con una certa articolazione stamani ho indicato, dando per scontato che tutti abbiano ascoltato e appreso quanto ho espresso.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento del Consigliere Pezzana sul quale la Giunta esprime parere negativo.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli, 25 contrari e 1 astensione.
I Consiglieri Bruciamacchie, Guasso e Ala presentano il seguente emendamento: "Art. 10 bis La Regione favorisce iniziative e proposte nell'ambito delle proprie competenze ed in accordo con gli enti locali, per lo sviluppo di attività produttive autonome degli immigrati extracomunitari".
La parola al Consigliere Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, nell'emendamento che abbiamo presentato non è contemplata la parte seconda che invece era presente nell'emendamento Pezzana, riferita ai corsi di qualificazione professionale e così via. Questo perché, leggendo il testo della legge in esame, il problema della formazione professionale è affrontato in modo abbastanza compiuto dal successivo art. 13 della legge stessa. Quindi riproporlo nell'emendamento sarebbe stata probabilmente una ripetizione non strettamente necessaria.
Noi invece vogliamo riproporre con estrema precisione e molta convinzione, la parte prima dell'emendamento che prima non è stato approvato. Cioè dare la possibilità alla Regione di favorire iniziative e proposte: sempre nell'ambito di quelle che sono le competenze regionali ed in accordo con gli enti locali per le attività produttive autonome degli immigrati extraeuropei. Cosa vogliamo dire con questo? Vogliamo dire che una Regione che nell'ambito delle proprie leggi e delle competenze trasferitegli dallo Stato non ha nemmeno l'autorità di favorire iniziative e di avanzare proposte e di accordarsi con gli enti locali è una Regione che viene menomata fortemente della sua autonomia. Non credo che una formulazione come quella che noi proponiamo possa trovare un ostacolo da parte del Commissario di governo, perché non si invade assolutamente nessuna competenza di ordine statuale, non si va oltre quella che è la normativa nazionale della legge n. 943; si rimane rigorosamente all'interno delle nostre competenze. Siamo soggetto che invece tende a favorire iniziative e proposte che possono affrontare il problema del lavoro degli immigrati extracomunitari. Se il Commissario di governo ritenesse che questa è una norma lesiva di poteri di competenza, o comunque debordante le competenze regionali, sarebbe questo soggetto che compie davvero un'interferenza non ammissibile e quindi non tollerabile da un Consiglio sovrano come il nostro. Noi con questo emendamento, se si legge bene vogliamo dire che se sono gli enti locali i soggetti deputati a promuovere alcune iniziative - si è fatto riferimento ad alcune attività economiche perché queste autorizzazioni in alcuni campi di attività produttive competono agli enti locali stessi - non vediamo perché la Regione non possa essere soggetto che sostiene queste iniziative che partono a livello di singoli comuni. Vogliamo affermare il diritto da parte della Regione di essere soggetto attivo sia nei confronti dei comuni che promuovono iniziative in questa direzione, sia di iniziative che possono sorgere a favore anche direttamente dei lavoratori extracomunitari.
Secondo noi ci sta tutto all'interno di quelle che sono le nostre competenze, non si va a ledere od invadere nessuna competenza statuale quello che oggi esaminiamo è uno dei cardini portanti dell'articolato stesso, perché o noi riusciamo a mettere in atto politiche coordinate tra comune e regione, certo anche con quelle statuali, nel campo del lavoro, ed altrettanto politiche molto mirate nell'ambito della sanità e dell'assistenza, oppure la legge perde di contenuto e perde di significato.
Ecco perché noi abbiamo insistito precedentemente sull'importanza di questa aggiunta, perché l'abbiamo riproposta sotto questa formulazione, convinti che il rischio che qui viene paventato di un rinvio da parte del Commissario di Governo dell'articolo stesso, è un rischio per quanto riguarda questo punto, direi quasi nullo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, comprenderete la solidale valutazione sui contenuti oggetto del problema dibattuto stamani.
Comprenderete però anche che l'ultima battuta del collega Bruciamacchie che per giustificare e sostenere fino in fondo la validità dell'emendamento presentato oggi, dice che il rischio è quasi nullo.
Ritengo che nei prossimi mesi ci saranno delle condizioni diverse o dei riferimenti normativi nazionali, per cui saremo non solo necessitati ma obbligati a tradurre in termini di norma regionale quello che mi auguro a livello nazionale si determinerà. Essendo peraltro quasi nullo questo rischio, ma essendoci, seppur con una percentuale minima, e per la necessità dopo un anno e mezzo che questa proposta di legge è in discussione con un dibattito importante ed un confronto con la Commissione competente, mi pare di dover confermare le motivazioni di stamani con una osservazione: la legge nazionale n. 943 nazionale in realtà norma attività di lavoro dipendente, come è noto, e se è vero che le materie dell'artigianato e del commercio sono viceversa materie trasferite e di competenza della Regione, questa nostra competenza regionale può essere al momento attuale solo conferita limitatamente alle sue funzioni, cioè rivolta ai cittadini italiani e non agli extracomunitari. Se poi l'interpretazione dell'emendamento è di non invadere fuori delle competenze regionali questa titolarità - infatti si dice che la Regione favorisce iniziative proposte, quindi in termini letterari non dovrebbe ostare - in realtà si dice che per norma si mette una affermazione implicita, anche la Regione Piemonte non ha titolarità in tema di politica industriale, però fa queste cose. Alla Regione Piemonte non viene imposto di fare la mediazione delle vertenze sindacali, eppure per l'Assessorato al lavoro questo è diventato il 90% della sua attività, quindi è implicito che questo Assessorato e questa Giunta, come hanno fatto un anno e mezzo fa andando a Bari a proporre queste cose, favoriranno ogni iniziativa politica di suggerimento, di promozione, di mediazione di trattativa nei confronti del livello parlamentare e non è il caso di rischiare, pur comprendendo il significato che è stato esposto, un'interpretazione restrittiva da parte del Governo per farci correre la minima percentuale di rischio di farci bocciare la legge.
Per queste motivazioni sono costretto ad esprimere, almeno in questo momento, una valutazione di diniego nei confronti dell'emendamento, seppur con le modificazioni che sono state indicate.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli e 23 voti contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Ala, Reburdo e Dameri: "Art. 10 bis L'assistenza sanitaria erogata dalle UU.SS.SS.LL. è garantita a tutti gli immigrati extracomunitari comunque dimoranti in Piemonte. In particolare la Regione entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge emanerà apposita deliberazione per garantire che le UU.SS.SS.LL. attivino verso le immigrate e gli immigrati extracomunitari quanto disposto dagli allegati 12 'Tutela della procreazione responsabile, della salute della donna, della maternità, dell'infanzia e dell'età evolutiva' e 13 'Tutela della salute dei lavoratori in ogni ambiente di lavoro' al Piano Socio Sanitario della Regione, LR del 3/5/85, n. 59".
La parola al Consigliere Dameri.



DAMERI Silvana

L'emendamento relativo all'assistenza sanitaria, congiuntamente all'emendamento sulla questione del lavoro, si riferisce, dal punto di vista delle condizioni e della problematica reale che gli immigrati si trovano ad avere nel nostro Paese, a problemi molto rilevanti per ragioni del tutto ovvie.
Il problema dell'assistenza sanitaria ha una particolare emergenza che riguarda tutti coloro che sono presenti nel nostro Paese. Sappiamo che a livello nazionale è aperta una discussione, già richiamata più volte rispetto a come affrontare la questione delle presenze dei cittadini che non sono regolarmente registrati. Non dobbiamo interpretare il nostro ruolo semplicemente come coloro che registrano i limiti che considerano la nostra iniziativa chiusa in una gabbia, ma dobbiamo tendere ad aprire dei varchi rispetto agli spazi già definiti a livello nazionale, tanto più che questa discussione è in corso a quel livello.
Secondo noi, l'assistenza sanitaria è un'emergenza assoluta che non si può rimandare. L'emendamento è diviso in due parti: l'assistenza deve essere garantita a tutti gli immigrati dimoranti in Piemonte (questo termine non l'abbiamo inventato noi, ma è già presente in una legge approvata nella Regione Umbria) e la proposta di una deliberazione che allarghi a tutti gli immigrati le iniziative previste dalla nostra legge di piano. In particolare, la tutela della maternità e dell'infanzia e la tutela della salute sui luoghi di lavoro.
Riteniamo che la Regione debba fare una modifica nel senso dell'allargamento delle possibilità dell'assistenza sanitaria proprio perché questo corrisponde, oltreché ad ovvie ragioni di ordine morale ed etico, all'esigenza, soprattutto in merito agli aspetti della prevenzione di avere un'iniziativa attiva da parte dell'ente pubblico. Inevitabilmente poi i tipi di problemi che si presentano per questa popolazione, per l'insieme dello stato di salute, diventano evidentemente più gravi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

Proprio per quel senso, già inserito in un emendamento approvato stamani, di coinvolgimento e di coordinamento degli Assessori interessati (il collega Maccari in merito all'aspetto sanitario interverrà in seguito) vorrei dire che siamo di fronte ad un altro emendamento qualificante e significativo.
In questo caso, come nel caso precedente, ci troviamo con l'obiettivo imbarazzo di rispondere con le scarse titolarità che ci sono conferite come Regione. In realtà, su questo versante, noi siamo titolati a svolgere al massimo degli atti amministrativi, sperando che in sintonia con l'Assessore Maccari si possano verificare ulteriori possibilità di allargamento della piattaforma dei soggetti interessati, anche per superare un primo atto che con deliberazione del 22 agosto scorso si è assunto in ordine all'indicazione alle UU.SS.SS.LL. per gli interventi nei confronti dei regolarizzati.
In questo momento più di tanto non siamo titolati a poter esprimere e pertanto non riprendo altri concetti che già stamani giustamente sono stati affrontati da alcuni colleghi in ordine a queste tematiche.
Ritengo peraltro che su questo versante, proprio per le cose dette poc'anzi, l'Assessore alla sanità abbia titolo pieno ad entrare nel merito essendo materia di sua competenza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Per quanto riguarda la prima parte dell'emendamento ha già detto il collega Cerchio che non è attuabile in quanto si scontra con la normativa nazionale che non prevede l'autonomia delle Regioni per dare l'assistenza ai dimoranti. Noi abbiamo assunto quella deliberazione, che comunque deve essere giudicata in modo estremamente positivo, che prevede l'assistenza per coloro che hanno il permesso di soggiorno.
I restanti dimoranti sono considerati clandestini dalla legge e quindi hanno difficoltà a contattare l'istituzione sanitaria per timore di essere schedati e rinviati nel Paese di origine, ma vi è anche difficoltà da parte della macchina sanitaria a contattarli per gli stessi motivi. In attesa quindi di un indirizzo nazionale che ci permetta di dare l'assistenza anche a questa fascia oggi non assistita, abbiamo intrapreso dei contatti con alcune associazioni di volontariato per poter mettere in piedi - questa è la linea già seguita da altre Regioni - una forma di assistenza che non preveda il contatto con uffici con la possibilità di schedatura e quindi con le conseguenze che ne possono derivare.
Sulla seconda parte stiamo già lavorando, sugli allegati 12 e 13, per dare l'assistenza a tutti, anche ai dimoranti in quanto sono servizi gratuiti e non possono esservi questi timori. E' un invito che accogliamo ma non accettiamo l'emendamento. Il contenuto dello stesso sarà tradotto in direttiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Sono lieto del fatto che l'Assessore alla sanità abbia preso la parola su questo emendamento, ma non sono lieto della risposta data. E' troppo semplice ragionare sul fatto che è stata assunta, sia pure con estremo ritardo, una deliberazione di Giunta che riguarda alcuni aspetti e alcune componenti degli immigrati extracomunitari presenti nella nostra Regione.
Il problema che qui si tende a porre, con l'aggettivo "dimorante", è estremamente complesso. Al di là dello scrivere oppure no questo termine all'interno della legge, impegni precisi vanno assunti in tempi brevi proprio perché la materia immigrazione dai paesi extracomunitari è enormemente complessa, e non si può distinguere tra regolarizzati con permessi di soggiorno e quelli senza. Fuori dall'ambito di questa deliberazione (che tra l'altro pone anche vincoli temporali estremamente ristretti richiedendo una serie di procedure che potevano essere evitate) noi non ci troviamo di fronte soltanto regolarizzati e non abbiamo anche ritorno a un problema sollevato questa mattina dal collega Pezzana - tutti i casi di presenza in Italia di rifugiati politici di fatto, a cui il nostro Paese non riconosce lo status di rifugiato politico, e contemporaneamente impedisce di fatto qualsiasi forma di regolarizzazione.
Ricordo, per esempio, il caso più clamoroso della vicenda di quest'estate di Villa Literno: il lavoratore immigrato proveniente dal Sudafrica si trovava esattamente in questa situazione. Non si tratta quindi di situazioni occasionali, rare o che riguardino qualche persona. Non riguardano solo la clandestinità di quelli che vogliono essere clandestini ci sono anche quelli che devono essere clandestini. Ci sono gli studenti che ai fini dell'assistenza sanitaria pagano, ma hanno poi un'assistenza sanitaria che riguarda solo alcuni casi di urgenza e non riguarda l'insieme delle condizioni. La situazione regionale e nazionale rispetto all'assistenza sanitaria di questi immigrati da Paesi extracomunitari non può essere affrontata rifacendosi ad un modello burocratico, per cui si dice "questi sì perché hanno un pezzo di carta scritto così, gli altri no".
A meno di non accettare politicamente e tollerare che nella nostra Regione che si presume civile e democratica e antirazzista, attraverso una serie di motivazioni burocratiche e sotto certi aspetti da "questura", si dica che una parte, che nel futuro sarà crescente, di immigrazione non sarà coperta dall'assistenza sanitaria con problemi etici, prima ancora che soltanto sanitari o culturali o politici, enormi.
So che questo emendamento verrà liquidato, affermando che non è possibile venga accolto dal Commissario del Governo, cose che abbiamo già sentito dire più volte. Però, la risposta data, a mio avviso, è politicamente gravissima e va oltre al fatto dell'inserire questa questione dentro la legge oppure no. Chiedo ancora una volta, e spero di non essere il solo, che contestualmente all'approvazione di questa legge vengano assunti impegni politici precisi per risolvere questo problema, siano essi delibere e non articoli di legge. Ci deve essere un pronunciamento politico del Consiglio regionale del Piemonte su questa materia.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dameri per fare una nuova proposta.
Ne ha facoltà.



DAMERI Silvana

Avendo sentito le obiezioni dell'Assessore ritengo di dover fare una nuova proposta di emendamento. Dal momento che tutti concordiamo sul bisogno di dare una risposta positiva a questo tipo di problema ho provato a formulare l'emendamento in un altro modo, per valutare la possibilità di trovare dei margini di accoglimento da parte della Giunta. La mia proposta tiene conto delle considerazioni svolte dal collega Ala circa il fatto che vi sono immigrati con permesso di soggiorno o di studio che si trovano in una realtà ancora diversa rispetto ai clandestini; non ci sono solo i clandestini e quelli legalmente presenti. La mia proposta di emendamento aggiuntivo è la seguente: "L'assistenza sanitaria è erogata dalle UU.SS.SS.LL. a tutti gli immigrati extracomunitari e comunque residenti in Piemonte secondo il disposto della deliberazione emanata dalla Giunta entro trenta giorni dalla approvazione della presente legge con particolare riferimento agli allegati" - rispetto ai quali l'Assessore ha già detto che c'è la volontà politica di comunque operare - "nn. 12 e 13". In questo modo noi facciamo una scelta molto precisa dal punto di vista della volontà e andiamo a definire, nel momento della deliberazione, il modo di erogazione formulato in modo tale che ci consenta di aggirare le possibili obiezioni da parte del Commissario di Governo.



PRESIDENTE

Prego la collega Dameri di formalizzare l'emendamento testé proposto e chiedo al Consigliere Ala, se alla luce di questa proposta, ritiene di mantenere l'emendamento da lui presentato.



ALA Nemesio

Gradirei prima conoscere l'atteggiamento della Giunta regionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

L'assistenza sanitaria non può essere erogata in base alle disposizioni di una deliberazione, deve rispettare le norme che esistono sul piano nazionale in base a leggi nazionali. Non è demandabile a una delibera.
Questo vuol dire farsi bocciare la legge, quindi non è accettabile l'emendamento.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

AMERIO



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

La Regione Emilia la delibera l'ha fatta ai primi di agosto. Tu stesso l'hai fatta ad agosto.



ALA Nemesio

La Giunta regionale (e ce lo ricordava l'Assessore Maccari) ha fatto per un segmento degli immigrati provenienti da Paesi extracomunitari una deliberazione che estende a questi immigrati l'assistenza sanitaria. Il problema, al di là della legge o non legge, è sapere se entro un tempo breve (30 giorni) la Giunta regionale intende assumere un'altra deliberazione riguardante la rimanente parte degli immigrati extracomunitari. Risolto e assunto questo impegno, il problema di porre o meno in legge questa questione, diventa per me un problema diverso.
Si tratta di una scelta politica, a mio avviso, che la Regione deve assumere, se dare o meno l'assistenza sanitaria agli immigrati extracomunitari a prescindere dalle loro condizioni giuridiche di fronte alle leggi nazionali.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Ho specificato prima le linee sulle quali stiamo lavorando, che sono quelle del volontariato per chi non può contattare le istituzioni pubbliche, e la linea di approfondimento e di realizzazione, per quanto possibile, prevista in questi allegati. L'impegno quindi c'è; è la norma in legge che non è accettabile, perché rischia di farci bocciare la legge a livello di governo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

D'altra parte, la delibera del 22 agosto 1989 è stata assunta, seppur limitatamente ad una fattispecie di soggetti stranieri extracomunitari, in carenza di una legge ed è stata assunta attraverso un atto amministrativo.
Mi pare che su questa strada ci si debba continuare a muovere per allargare le potenzialità e le possibilità ad altre fattispecie. La dichiarazione della Giunta è in questa direzione.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli e 19 contrari.
ART. 11 - Sono stati presentati i seguenti emendamenti: 1) dall'Assessore Cerchio: le parole "i cittadini" sono soppresse e sostituite con le parole "gli immigrati".
Chi è favorevole a tale emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
2) Dal Consigliere Pezzana: dopo le parole "la Regione", aggiungere le parole "entro 60 gg. dalla costituzione della Consulta".
Chi è favorevole a tale emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli e 3 contrari.
Passiamo alla votazione per appello nominale dell'art. 11 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Emendamento presentato dall'Assessore Cerchio: le parole "il cittadino" sono sostituite dalle parole "l'immigrato".
Chi è favorevole a tale emendamento è pregato di alzare la mano L'emendamento è approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 12 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri.
L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Emendamenti presentati dai Consiglieri Ala e Reburdo: 1) al comma primo aggiungere le parole "con particolare attenzione agli orari di tali corsi perché i fruitori possano realmente accedere ai corsi di formazione professionale".
2) Al comma primo, sostituire le parole "dei lavoratori stranieri immigrati" con le parole "degli immigrati extracomunitari".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Il primo emendamento è ritirato e lasciato per memoria alla intelligenza della Giunta, il secondo lo mantengo.



PRESIDENTE

Chi è favorevole all'emendamento n. 2) è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 13 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Emendamento presentato dall'Assessore Cerchio: 1) la parola "competenti" è sostituita da "competenze delle".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Ala e Reburdo: al comma primo, aggiungere la lett. c): "c) predisporre progetti per corsi di lingua madre e di cultura dei paesi di origine sia per gli adulti che per i bambini extracomunitari".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Questo emendamento è ritirato.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 14 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri.
L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Emendamento presentato dal Consigliere Ala: al primo comma, dopo le parole "terra d'origine", sono aggiunte le parole "anche attraverso la predisposizione di corsi di lingua madre e delle culture d'origine a favore degli stranieri immigrati e delle loro famiglie".
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

La Giunta con sommessa intelligenza e con attenta disponibilità accoglie.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 31 voti favorevoli e 1 contrario.
Chiede di parlare il Consigliere Pezzana. Ne ha facoltà.



PEZZANA Angelo

Signor Presidente, non ho potuto fare dichiarazione di voto. E' facile votare "sì" per una cosa che non si farà mai. Questa secondo me è pura demagogia.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 15 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 1 Consigliere.
L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Sono stati presentati i seguenti emendamenti: 1) emendamento presentato dal Consigliere Pezzana: al punto 1, si sostituiscono le parole "può provvedere" con "provvede".
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

La Giunta accoglie.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri.
2) Emendamento presentato dall'Assessore Cerchio: il comma primo, lett. a) ha termine alle parole "amministrative della Regione" al comma secondo, sostituire le parole "promuove" con "pu promuovere" al comma terzo, sostituire le parole "i cittadini" con le parole "gli immigrati".
Pongo in votazione tale l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 16 per appello nominale nel testo così modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Emendamento presentato dal Consigliere Ala: sopprimere l'art. 17.
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Chiedevo la soppressione dell'art. 17 a favore di un diverso modello relativo a questa vicenda. Ora l'emendamento è ritirato. Il mio voto su questo articolo così com'è, è di astensione.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione dell'art. 17 per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 30 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Sono stati presentati i seguenti emendamenti: 1) dal Consigliere Ala: al primo comma sostituire le parole: "le funzioni a carattere assistenziale, culturale e sociale" con le parole "la rilevanza e sostiene le funzioni a servizio sociale, culturale e assistenziale".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
2) Dall'Assessore Cerchio: al comma quarto, le parole "al precedente art. 15, comma secondo" sono sostituite dalle parole "alla presente legge".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 18 nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 36 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Sono stati presentati i seguenti emendamenti: 1) dal Consigliere Pezzana: al punto 1, le parole "sentito l'Ufficio di Presidenza della Consulta regionale" sono sostituite con "sentita la Consulta regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
2) Dall'Assessore Cerchio: al comma primo, le parole "dei cittadini" sono sostituite dalla preposizione "degli" dopo le parole "quanto stabilito" si sopprime "art. 15 della".
Chi è favorevole a tale emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
3) Dall'Assessore Cerchio: è aggiunto il comma sesto: "In via eccezionale, e per iniziative particolarmente qualificate, la Giunta regionale, sentita la Consulta regionale, può derogare dal limite temporale di due anni previsto dall'art. 18, comma 3, lett. a)".
Chi è favorevole a tale emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 19 nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri.
L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Emendamento presentato dai Consiglieri Ala e Reburdo: sostituire tutto l'articolo con il seguente: "Art. 20 - Ufficio Stranieri con competenze regionali.
E' istituito l'Ufficio stranieri con competenze regionali, aventi i seguenti compiti: 1) svolgere un'attività di raccordo e coordinamento con la Consulta stranieri e con le Associazioni e Gruppi degli stranieri curando altresì l'adempimento e l'attuazione delle finalità, delle proposte e dei pareri di cui alle Consulte e dai Comitati previsti dalla presente legge 2) studio e definizione di proposte di indirizzi ed orientamenti da perseguire negli interventi che si realizzano nella regione 3) raccolta, elaborazione, diffusione di dati, documenti e informazioni 4) incentivazione dei Comuni ad aprire appositi uffici preposti all'informazione ed assistenza agli stranieri ivi dimoranti, attivazione di appositi rapporti di collaborazione con Associazioni o Gruppi disponibili ed interessati ad operare nel campo dei servizi rivolti agli stranieri 5) veicolazione delle più significative istanze che si manifestano nella realtà regionale alle preposte sedi, sia a livello locale e nazionale L'organico di tale struttura sarà di dipendenti regionali.
La sede e gli orari dovranno essere idonei alla piena attuazione dei compiti di tale ufficio".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, se da una parte accolgo l'indicazione dell'Assessore Cerchio, che richiama i vincoli temporali del Commissario del Governo, dall'altra ritengo che questo emendamento sostitutivo all'art. 20, che tratta dei servizi e degli uffici regionali non potrà non essere successivamente considerato in tempi molto stretti da parte della Giunta regionale, in quanto l'attuale quadro normativo non è sufficientemente in grado di attrezzare gli uffici e servizi regionali di fronte ad un problema che esploderà enormemente nel futuro.
Ritengo che il punto cruciale non sia granché differibile: separare nettamente le questioni che riguardano il problema del ritorno in patria di ex immigrati da quelle relative al problema dell'immigrazione dei paesi extracomunitari, prevede una struttura ad hoc per questo tipo di interventi. Comunque, la Regione in tempi molto brevi dovrà giungere ad una soluzione. Non chiedo che l'emendamento venga ritirato, ma che non venga posto in votazione e rimanga agli atti.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione per appello nominale dell'art. 20 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 Consiglieri hanno risposto SI 37 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 20 è approvato.
ART. 21 - Sono stati presentati i seguenti emendamenti: 1) dai Consiglieri Reburdo e Ala: l'art. 21 è sostituito con il seguente: "Art. 21 - Disposizioni finanziarie.
1. per le finalità previste dalla presente legge è autorizzata: a) la spesa di L...., per le iniziative dirette della Regione previste dall'art....
b) L..., a favore dei Comuni e Consorzi dei Comuni per interventi a carattere sociale c) concessione di contributi in capitale di carattere straordinario pari a L...., per interventi straordinari nel settore abitativo, di cui L....
ai Comuni, Consorzi di Comuni, Enti morali pubblici e L..., ad enti morali privati d) la spesa di L.., per la concessione di sovvenzioni di cui all'art. 22 bis della presente legge alle Associazioni, Organizzazioni, Enti ed Istituti a carattere regionale e/o nazionale con sede nella regione e) Cap..., contributi straordinari ai Comuni, Consorzi di Comuni per l'istituzione ed il potenziamento dei servizi socio-assistenziali a favore degli immigrati extracomunitari e delle loro famiglie dimoranti nella regione con la dotazione di competenza e di cassa di L...
f) Cap..., contributi straordinari agli Enti responsabili di zona per l'istituzione ed il potenziamento dei servizi sanitari a favore degli immigrati extracomunitari e delle loro famiglie dimoranti in Piemonte con la dotazione di competenza e di cassa di L. ...
g) Cap..., contributi alle Associazioni, organizzazioni, enti ed istituzioni a carattere regionale con sede nella regione operanti con carattere di continuità a favore degli immigrati e delle loro famiglie e delle Associazioni costituite dagli immigrati extracomunitari con la dotazione finanziaria di competenza e di cassa di L. ...
h) Cap..., contributi in capitale ad enti morali privati per opere di risanamento igienico-sanitario di alloggi da destinare ad abitazione di immigrati extracomunitari, con dotazione finanziaria di competenza e di cassa...".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'emendamento all'art. 21 relativo alle disposizioni finanziarie, credo sia chiaro: dopo aver previsto che le spese riguardano sostanzialmente più assessorati, fa lo sforzo di dividere le parti relative alle disposizioni finanziarie su diversi capitoli di spesa per diverse voci finalizzate. Una simile proposta certamente non può dare spazio a nessun tipo di contributo per l'anno in corso, quindi non è assolutamente praticabile per il 1989. Nello stesso tempo, però, desidero che anche questo emendamento resti agli atti per una impostazione che mi auguro nel futuro si faccia sempre più strada: considerare il problema degli immigrati extracomunitari come problema di tutta la comunità piemontese, e quindi di tutta la Giunta regionale se parliamo in termini istituzionali.
La modalità qui proposta è già stata fatta propria da altre leggi regionali. Non rappresenta quindi un ostacolo dal punto di vista, per esempio, del Commissario di Governo e neanche dal punto di vista dell'organizzazione logistica dei bilanci della nostra Regione.
Di questo se ne è parlato ampiamente ieri nel corso della riunione presso la IV Commissione. So che questo emendamento non è accettato dalla Giunta regionale, però a mio avviso il problema deve essere affrontato in tempi molto brevi. Su questa materia non possiamo prevedere uno stanziamento di bilancio in maniera indifferenziata, così come ora con questa legge si fa. Se questa procedura può valere per questo anno, non ritengo possa essere la caratteristica di una legge a regime.



PRESIDENTE

L'emendamento è pertanto ritirato.
2) Emendamento presentato dal Consigliere Pezzana: ai punti 1 e 2 la cifra "200.000.000" è sostituita con la cifra "300.000.000".
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

Domani esamineremo l'assestamento di bilancio e se fossero disponibili 400 milioni io sarei il primo firmatario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

In una legge con queste ambizioni, come pretende di avere, dotarsi di un fondo di 200 milioni è come dire che non si realizzerà. In estrema modestia, visto che per la legge sui movimenti migratori furono stanziati 300 milioni, mi sembra che la legge, che affronta problemi maggiori dato anche il numero fisico delle persone a cui dovrà rivolgersi, dovrebbe almeno dotarsi di una somma equivalente a quella della legge sui movimenti migratori. Invece, sembra che 200 milioni sia il tetto oltre il quale non si può andare. Ne prendo atto e non ritiro l'emendamento, perché mi pare non serio votare un finanziamento del genere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guasso.



GUASSO Nazzareno

Pur conoscendo già la risposta dell'Assessore Cerchio, il Gruppo comunista voterà a favore dell'emendamento presentato dal Consigliere Pezzana dandogli un significato preciso dato dal fatto che la Giunta si appresta a preparare il bilancio 1990 nel quale occorrerà che questa legge se sarà approvata dal Commissario del Governo, sia applicata perché il punto 5) dell'art. 21 recita: "Per l'attuazione degli interventi settoriali della presente legge debbono essere altresì utilizzate le risorse disponibili nei rispettivi capitoli di bilancio degli Assessorati competenti nelle rispettive materie, secondo le indicazioni del programma di cui al precedente art. 3".
Il nostro voto pur perdente all'emendamento del Consigliere Pezzana è rapportato al fatto che nel bilancio 1990 oltre che alla quota parte generale per la legge noi chiediamo che ogni Assessore competente in materia di applicazione di questa legge riservi una quota parte di bilancio per gli interventi che sono di sua competenza secondo i principi dell'art.
21.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Dichiaro il mio voto favorevole all'emendamento presentato dal Consigliere Pezzana. Le motivazioni sono sufficientemente ovvie ed è inutile riprodurle, anzi, mi rammarico che il Consigliere Pezzana abbia indicato una cifra che nonostante tutto è limitata, anche se realistica rispetto alle possibilità dei bilanci regionali. Rispetto invece ai problemi di cui dovremmo trattare con questa legge è assolutamente non realistica. Però è un'indicazione che la Regione deve accogliere: almeno questa cifra per gli ultimi mesi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

Ai colleghi interessati dico che la legge, con l'auspicio che il Commissario di Governo l'approvi, diventerà operante nell'ultimo mese dell'anno, quindi sono 200 milioni da spendere in 30 giorni.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Pezzana.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli e 22 contrari.
3) Emendamento presentato dal Consigliere Ala: - al quinto comma, le parole "possono essere" vengono sostituite da "sono".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 21 nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 29 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Sono stati presentati i seguenti emendamenti: 1) dal Consigliere Ala: al primo comma, dopo le parole "nella prima applicazione della legge", sono aggiunte le parole "la Consulta regionale per i problemi dei lavoratori extracomunitari e delle loro famiglie resta in carica 12 mesi dalla data della sua costituzione".
L'emendamento è accolto dalla Giunta pertanto lo pongo in votazione per alzata di mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
2) Dall'Assessore Cerchio: al comma primo vengono soppresse le parole "viene approvato" e sostituite da "e le modalità per l'erogazione dei contributi di cui al precedente art. 19 vengono approvati".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
3) Dall'Assessore Cerchio: il comma quarto è sostituito dal seguente: "Sono abrogate le disposizioni riferite agli immigrati extracomunitari contenute nella LR n. 1/87 in contrasto con la presente legge; la lettera h) dell'art. 4, comma terzo, della suddetta legge è abrogata a far tempo dalla data di costituzione della Consulta di cui alla presente legge".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 22 nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri.
L'art. 22 è approvato.
Il Consigliere Ala presenta il seguente emendamento: "Art. 22 bis - Convenzioni.
Per l'attuazione a favore degli immigrati extracomunitari degli interventi di cui all'art. 9, la Regione può stipulare con enti pubblici e privati apposite convenzioni".
L'emendamento è stato ritirato.
ART. 23 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri.
L'art. 23 è approvato.
Prima di procedere alla votazione dell'intero testo della legge passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 694 presentato dal Gruppo MSI ai sensi dell'art. 76 del Regolamento il quale stabilisce: "gli ordini del giorno sono votati prima del passaggio alla votazione finale".
Il testo dell'ordine del giorno recita: "Premesso che gli immigrati provenienti da paesi extracomunitari e presenti oggi in Italia vivono spesso in situazioni di precarietà, irregolarità e clandestinità, che hanno a loro volta determinato inaccettabili condizioni di vita e di lavoro e di estrema insicurezza materiale e psicologica, anche in conseguenza delle scelte politiche nazionali sull'immigrazione; e premesso altresì che questa situazione rende impellente la necessità di nuove normative che rimuovano effettivamente le cause che hanno generato e generano questa situazione premesso che la legge n. 943/86, pur proponendosi una regolamentazione organica della materia, ha ormai chiuso la sua esperienza con un bilancio assai deludente e pressoché fallimentare, avendo consentito livelli di forte evasione contributiva a favore dei datori di lavoro italiani limitandosi a registrare una forte presenza di disoccupati (per lo più manodopera dequalificata) e diminuendo formalmente ogni possibilità di nuovi ingressi di lavoratori extracomunitari, con la conseguente creazione di numerose situazioni di irregolarità e clandestinità premesso che - senza volerla esaminare in dettaglio - la legge 943/86 ha finito con il sancire tacitamente il principio secondo cui la presenza di immigrati extracomunitari in Italia è consentita a condizioni di alimentare l'economia sommersa premesso che la mancata realizzazione di adeguate politiche regionali e locali a livello sociale (diritto all'abitazione, alla salute, allo studio) hanno fatto sì che i diritti sanciti dall'art. 1 della legge 943/86 siano rimasti spesso un semplice riconoscimento formale, nella maggior parte dei casi, fenomeni di coabitazione coatta, di sfruttamento, ed addirittura situazioni di sistemazioni temporanee (macchine, roulotte, stazioni ferroviarie, ecc.) premesso che il nostro Paese appare ancora culturalmente, strutturalmente legislativamente e politicamente impreparato, rispetto al recente fenomeno dell'immigrazione di numerosi cittadini provenienti da paesi extracomunitari, pur essendo la storia del nostro paese e della nostra Regione caratterizzata da una forte emigrazione ricordando, con profonda commozione, l'immigrato sudafricano Jerry Essan Masslo, assassinato brutalmente nel mese di agosto a Villa Literno, già vittima dell'apartheid nel proprio paese e costretto ugualmente a vivere nel nostro paese democratico e antirazzista, forme di sfruttamento e di mancanza di diritti pari a quelle vissute nel proprio paese d'origine anche in conseguenza della sua condizione di immigrato irregolare, non avendogli il Governo italiano riconosciuto lo status di rifugiato politico premesso che anche nella nostra Regione si sono purtroppo verificati gravi fenomeni di intolleranza il Consiglio regionale del Piemonte impegna l'Ufficio di Presidenza ed il Presidente della Giunta regionale a farsi portavoce presso il Governo italiano affinché: 1) predisponga nuovi e significativi interventi legislativi in materia: che scelgano definitivamente ed esplicitamente una politica di accoglimento e si basino su un sostanziale riconoscimento dei diritti degli immigrati alla casa, alla salute (con accesso al Servizio Socio Sanitario Nazionale), al lavoro con salari regolari e le medesime garanzie dei lavoratori italiani, all'istruzione con la possibilità di studio della propria lingua, storia, cultura che consentano il lavoro autonomo ed associato finora svolto illegalmente che abroghino la vigente riserva geografica contraria al riconoscimento della stragrande maggioranza dei rifugiati politici provenienti dai paesi extracomunitari che in questi ultimi anni hanno chiesto asilo politico rivolgendosi all'Alto Commissariato delle Nazioni Unite, trovandosi di conseguenza a dover scegliere tra il mettersi in lista di attesa per l'espatrio in Paesi di tradizionale immigrazione o il vivere una condizione spuria di tollerato 2) predisponga una nuova legge che regolarizzi, attraverso un atto di sanatoria, la posizione di coloro che sono attualmente presenti in Italia garantendo la possibilità di ricongiungimento delle famiglie e garantendo i futuri immigrati contro logiche di numero chiuso 3) operi, a livello comunitario, per un superamento degli accordi di Dchengen e T.R.E.V.I., che prevedono misure gravemente restrittive della libera circolazione di cittadini extracomunitari 4) proceda ad una profonda correzione della politica italiana per la cooperazione, affinché essa possa effettivamente favorire lo sviluppo dei paesi in via di sviluppo e favorendo la partecipazione nei progetti di cooperazione gli immigrati extracomunitari presenti in Italia - in qualità di volontari e cooperanti - per dare loro la possibilità di un effettivo reale rientro nei paesi d'origine invita i cittadini, le forze sociali e democratiche e gli enti locali ad avviare, nello spirito delle proposte illustrate, iniziative pubbliche e private, di carattere sociale culturale e politico, in materia di accoglienza dei cittadini e dei lavoratori extracomunitari e delle loro famiglie, in materia di condizioni di vita e di lavoro ed invita alla diffusione di una cultura e sensibilità solidale ed antirazzista aderisce condividendone i contenuti, alla manifestazione nazionale contro il razzismo, promossa dal CISM-ARCI (coordinamento immigrati dal sud del mondo), da Italia Razzismo, Neroenonsolo e da numerosi altri organismi istituzioni e associazioni a carattere sociale, politico, culturale sindacale".
La parola al Consigliere Majorino per la illustrazione dell'ordine del giorno.



MAJORINO Gaetano

Insieme ai colleghi Minervini e Masaracchio ho presentato questo ordine del giorno dopo avere rilevato che l'emendamento che era stato proposto dalla collega Dameri in materia di estensione a tutti gli extracomunitari anche se non aventi i requisiti di cui alla deliberazione del 23/8/1989, è stato respinto; però mi pare di avere colto, dalle dichiarazioni degli Assessori Cerchio e Maccari, fatte in quella sede di non accoglimento dell'emendamento, pur essi contrari alla formalizzazione in legge, una certa volontà di prendere in considerazione questo problema. Avvalendomi quindi dell'art. 76 del Regolamento che prevede che in occasione della discussione e della approvazione di un disegno di legge possono essere presentati ordini del giorno che ne esplicitino il significato e contengano direttive in senso lato alla Giunta in materia, abbiamo presentato un documento che chiede di impegnare la Giunta a emanare entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge una delibera che prenda in considerazione normativa la posizione degli extracomunitari che non rientrano nella deliberazione del 23/8/1989 perché non sono "lavoratori iscritti alle liste di collocamento o aventi un posto di lavoro", che prenda cioè in considerazione normativa ai fini della loro assistenza sanitaria la loro posizione e che contenga - dice l'ordine del giorno "provvidenze in materia sanitaria a favore di tutti gli extracomunitari domiciliati in Piemonte, anche se privi dei requisiti di cui alla deliberazione del 23/8/1989". In questa maniera la Giunta, attraverso questo impegno che le chiediamo, ha modo di scegliere lo strumento, fra le pieghe della legge nazionale e regionale, più idoneo per dare in qualche maniera una idonea assistenza sanitaria. Non è quello che si chiedeva venisse formalizzato nella legge, ma resta pur sempre un impegno attraverso il quale a immagine e somiglianza della deliberazione del 23/8/1989 si pu provvedere in tale senso.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Anziché domiciliati forse sarebbe più corretto usare il termine "dimoranti" che veniva richiamato dalla legislazione della Regione Umbria o da altre proposte normative. Colgo favorevolmente il fatto che un Gruppo abbia riproposto, con un meccanismo diverso, la stessa questione che era stata posta con un emendamento precedente durante l'approvazione della legge. Il Consiglio è tenuto a pronunciarsi su ciò che avevo chiesto con il mio emendamento e cioè sul problema dell'allargamento dell'assistenza sanitaria agli immigrati provenienti dai Paesi extracomunitari, senza distinzioni tra i vari status giuridici in base ai quali questi immigrati extracomunitari abitano e dimorano sul nostro territorio. I problemi della malattia e della sofferenza sono tali che, a mio avviso, un Paese civile e democratico deve essere in grado e capace e avere le risorse per poter curare e assistere tutte le persone che vivono e si trovano sul proprio territorio. Quindi apprezzo quanto viene proposto dal Consigliere Majorino e dichiaro il mio voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Non abbiamo dimenticato volontariamente delle categorie per cui è necessario l'invito del Consiglio ad affrontare un settore di cui ci siamo dimenticati quindici giorni fa; oggi non possiamo proporre una deliberazione a integrazione, perché ad agosto abbiamo affrontato il problema nella misura in cui era affrontabile e risolvibile con un atto di governo regionale.
Non è accettabile fare una delibera per provvedere in materia sanitaria "anche se privi dei requisiti" di cui alla delibera che abbiamo votato. E' riproporre, in termini leggermente modificati nelle parole, il contenuto dell'emendamento all'art. 10 che non è stato accettato. Ho già detto quali sono le possibilità d'intervento, le linee che si stanno seguendo. Teniamo conto che la macchina sanitaria non nega oggi l'assistenza a nessuno perché qualsiasi cittadino residente, non residente, con carta d'identità di qualsiasi Paese, clandestino, si rivolga a una struttura pubblica è curato, operato, ha tutti i servizi. Il problema si pone dopo, quando c'è la richiesta del pagamento, che se non viene effettuato, ne viene mandata richiesta all'ambasciata, al Paese d'origine. Ma questa è una pratica ministeriale che succede anche per i cittadini italiani che si trovano in un altro Paese, non europeo, perché hanno l'assistenza equivalente con il modello E 112.
Per cui questo ordine del giorno non è accettabile.



PRESIDENTE

Chi è favorevole all'ordine del giorno è pregato di alzare di alzare la mano.
E' respinto con 16 voti favorevoli e 21 contrari.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo di legge.
La parola al Consigliere Minervini.



MINERVINI Marta

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, questa legge per la quale siamo in sede di dichiarazione di voto ha visto il mio Gruppo molto interessato al suo iter. Anche se, e lo spiegherò in un'ottica differente da quella di altri Gruppi, noi su questa legge, della quale peraltro riconosciamo la necessità, ci asterremo. Perché la consideriamo una legge necessaria che norma in Piemonte la presenza e la vita degli extracomunitari in regola con il permesso di soggiorno e quindi autorizzati da chi di dovere a vivere sul nostro territorio.
Se non avessimo riconosciuto la necessità che si fa ogni giorno più impellente di normare con legge la vita di questa gente, non di nazionalità italiana, saremmo politicamente degli irresponsabili. E siccome tali non siamo, come già detto ci asterremo nel voto. Perché parlando di extracomunitari in generale, noi siamo quelli che sosteniamo che aiutare questa gente, che espatria dal paese di origine in altri paesi in cerca di lavoro, lavoro che non trovano nella loro terra troppo povera, dicevo aiutarli così non sembra a noi la soluzione ottimale per noi ma anche per loro.
Il discorso, per spiegare questa mia ultima frase che spero nessuno interpreti diversamente da come la intendiamo, è lungo e complesso, e non è certo oggi che dobbiamo affrontarlo nella sua interezza, anche perché penso che questo è un argomento che deve studiare bene il Parlamento.
Io voglio solo dire che la mia forza politica pensa che il modo migliore per aiutare, o meglio andare incontro alle esigenze di questa gente che, non dimentichiamolo, lascia i propri Paesi di origine e con essi lascia abitudini ataviche e care per venire a cercare lavoro e quindi la possibilità di vivere in modo decente, il modo migliore dicevo per aiutarli sarebbe quello di mettere in condizione i loro Paesi di provenienza di progredire, onde creare possibilità di lavoro sul campo.
Ho vissuto quasi metà della mia vita all'estero e, pure essendo in posizioni privilegiate - perché certo non mi mancavano né la casa né la possibilità di vivere vi assicuro che è stata sempre latente in me la nostalgia che in alcuni momenti diventava sofferenza per la lontananza dalla mia Patria, dai miei amici, dai luoghi cari della mia città, dai miei affetti lontani, da tutto ciò insomma che era la mia vita.
E se per un attimo ci soffermiamo a pensare a questa gente che arriva in un paese straniero, cerca di inserirsi ed invece è quasi sempre allontanata, cerca di trovare lavoro e si vede offrire i lavori più umili e ingrati, rischia anche di essere fermato dalla nostra polizia perch illegalmente tenta di fare dell'ambulantato vendendo cose varie agli angoli della strada e magari approda poi al mercato della droga o della prostituzione (vedi La Stampa di oggi): il nostro certamente non è un aiuto. Ci convinciamo sempre di più che la posizione della nostra forza politica che - ripeto - è quella di fare in modo che i loro Paesi progrediscano creando possibilità di lavoro per la propria gente è quella migliore e più giusta per dare un vero aiuto agli extracomunitari. Questa per sommi capi, la nostra convinzione, questa la nostra posizione politica.
Poiché il discorso degli extracomunitari è un grosso e complesso discorso e ne fa testo il gran parlare che si fa proprio in questi giorni a livello nazionale, in riferimento alla legge che il Parlamento dovrebbe varare al più presto per poter ottenere qualcosa di valido dovremmo, a nostro avviso agire su un doppio binario: da un lato regolarizzare tutti gli immigrati presenti in Italia, sia quelli che hanno ufficializzato la loro posizione sia i clandestini per sottrarli allo sfruttamento; dall'altro lato dovremmo fare attenzione a che non si verifichi una vera e propria invasione consistente in parecchi milioni di extracomunitari a fronte del milione e mezzo di oggi, cosa che creerebbe problemi consistenti e gravi, per noi e per loro e quindi limitare i permessi e normare bene la concessione dei permessi di soggiorno, cosa che peraltro compete al Parlamento nazionale.
Riconfermo quindi, a chiusura del mio intervento, l'astensione nostra su questa legge. Legge che, voglio sottolineare, il mio Gruppo valuta molto limitata, che non potrà certo assolvere le aspettative che invece creerà.
Chiedo ancora un attimo di pazienza.
A latere della mia dichiarazione di voto chiedo alla cortesia del Presidente e dell'aula di accogliere questa mia dichiarazione a nome del mio Gruppo.
Quale Consigliere regionale, membro della Direzione nazionale del mio Partito, Vicesegretario provinciale vicario della Federazione provinciale di Torino, venuto a conoscenza che circola un manifesto ingiurioso in materia di immigrati, e che ritengo veramente obbrobrioso, che porta il simbolo del mio Partito e che supera i limiti di ogni possibile decenza voglio dichiarare in quest'aula che noi del Gruppo missino abbiamo motivo di ritenere che il manifesto in questione sia apocrifo e voglia essere una provocazione nei confronti del nostro Partito, avendo usato anche il nome del nostro compianto Segretario on. Almirante che, ferma restando la nostra posizione politica in materia di immigrati, non avrebbe mai approvato un simile linguaggio non degno di un appartenente al Movimento Sociale Italiano. E dichiaro altresì in quest'aula che se, per avventura, questo manifesto risultasse di provenienza di una frangia della nostra forza politica, il Gruppo regionale fin da ora si dissocia in pieno e condanna tale comportamento, anche a nome dell'on. Fini, Segretario nazionale del Partito, da me oggi interpellato.
Vi ringrazio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, per me è molto difficile esprimere un giudizio su una legge dal contenuto così importante, o che avrebbe dovuto essere così importante.
Una normativa su un argomento del genere è talmente importante che nemmeno a livello nazionale abbiamo trovato la soluzione, quindi per la Regione Piemonte era l'occasione per essere all'avanguardia in un modo concreto che, al di là delle affermazioni di principio, potesse veramente tentare di risolvere il problema dell'immigrazione clandestina nella nostra regione.
Fra i vari emendamenti che ho presentato ce n'erano tre, diciamo importanti e non a caso sono stati i tre emendamenti non accolti. Perché? Perché un aiuto lessicale, o un'indicazione sul cambiamento di verbo piuttosto che un altro, credo che ogni Assessore intelligente non avrebbe difficoltà ad accettarlo. Ma quando un emendamento riveste una caratteristica particolare, cioè di cambiamento, di mutamento, di approfondimento di un disegno di legge, allora credo sia quello il momento in cui si valuta se l'attenzione della Giunta, e dell'Assessore in modo particolare, è un'attenzione in positivo, cioè pronta ad accogliere, magari discutendo, magari modificando, ma accettando dei suggerimenti.
Questo non è avvenuto con i tre emendamenti che io ho estrapolato quelli che mi sembrano più significativi: il problema del lavoro autonomo e dei lavoratori ambulanti. Non voglio ripetere cose già dette questa mattina e in Commissione. Questo problema non sarà nel modo più assoluto risolto con questa legge. Il problema del lavoro degli immigrati è il problema fondamentale e questo Consiglio votando questa legge non darà alcuna mano per risolverlo: darà una mano forse a coloro che hanno già il permesso di soggiorno, che sono cittadini immigrati già privilegiati perché sono riusciti a stabilire dei rapporti personali, di lavoro tali per cui la domanda in Questura viene facilitata e il permesso di lavoro viene rinnovato automaticamente o su richiesta. Sono cittadini (anche se di seconda classe) che rispetto agli altri sono già privilegiati. Questa legge, invece, prevedrebbe di trasformare i lavoratori non protetti, non garantiti, in lavoratori dipendenti, perché forse questo è l'unico modo per garantire loro una situazione di lavoro accettabile. Questo noi sappiamo benissimo che è impossibile, perché allo stato attuale nessuna azienda, che non abbia bisogno di mano d'opera non qualificata, potrebbe mai assumere del personale che non conosce la nostra lingua, che non ha nessuna preparazione da permettere una presenza sufficientemente utile all'azienda quindi noi parliamo di buone intenzioni, ma che in realtà non risolvono assolutamente il problema dei lavoratori, tra clandestini e senza permesso di soggiorno, che sono la stragrande maggioranza, direi la quasi totalità.
Un altro emendamento che non è stato accettato e che è alla base della mia riflessione nel momento in cui esprimo una dichiarazione di voto, è quello che pone il problema della reale rappresentanza. Forse l'ho espresso male, così non è stato colto come doveva essere. Io mi chiedo come si possa valutare una reale rappresentanza di associazioni quando noi ci riferiamo a Paesi dove i governi non sono certo democratici e sono dittatoriali. Il problema della reale rappresentanza di queste associazioni non è stato affrontato, non ha avuto una soluzione, ci troveremo di fronte ad un marasma di sigle, di associazioni e questo impedirà sicuramente al Consiglio regionale con questa legge di affrontare il problema reale e andare a fondo.
Mi è dispiaciuto poi il rifiuto totale circa la presenza di Questura e Prefettura nella Consulta. Ho votato a favore solo io a questa richiesta.
Tutto questo, secondo me, avrebbe permesso e avrebbe dato la forza all'Assessorato e a questa Regione di contestare un eventuale no da parte del Commissario di Governo. Se la controparte sono gli organi istituzionali, statali, con i quali dobbiamo confrontarci per garantire a queste migliaia e migliaia di persone una possibilità di regolamentazione della loro presenza in regione, è assurdo l'avere escluso la presenza di Questura e Prefettura in un organismo che poi deve decidere ed il cui parere è di estrema importanza per evitare contenziosi futuri. Allora, di fronte alle osservazioni fatte su questi emendamenti, non accolti, devo dire che mi ha scandalizzato molto (lo dico senza offesa al collega Ala che so in buona fede) l'accettazione unanime per preservare l'identità di reinsegnare o insegnare la lingua del paese d'origine. E' stato un sì quasi una esplosione. Credo che questa sia pura demagogia, perché la Regione Piemonte non avrà mai n' l'intenzione n' la forza n' i finanziamenti per istituire scuole, oltretutto a delle persone che hanno lasciato quel Paese, quella lingua, per inserirsi in un altro Paese che parla un'altra lingua. Semmai il problema di chi si inserisce in Piemonte è di riuscire ad impadronirsi bene della lingua italiana per poter poi adire ad impieghi, a lavoro. Non si salva l'identità di un popolo in questo modo: l'identità e la tradizione la si salva dando a queste persone, a queste popolazioni, la capacità di organizzarsi, dopo, in comunità, e allora sì riscoprire i propri valori, magari anche imparando in generazioni successive la lingua degli antenati. Invece questa dichiarazione assolutamente impraticabile, è stata accolta da tutti senza la minima preoccupazione che il Commissario del Governo possa giudicarla irrealizzabile: sappiamo tutti che le cose irrealizzabili, ma che fanno colpo, vengono subito accettate.
La storia del lavoro domenicale, e lo cito come esempio, prima era un esposto di DP, poi il Sindacato è entrato e ha aderito, l'Associazione Piccola Industria ha sollevato il problema nel senso che non si riconoscevano i giorni di riposo. Ma io mi chiedo: quando si affronta un problema, si conoscono i termini dell'oggetto in questione? La stragrande maggioranza degli immigrati dai Paesi dell'area nord-africana, e africana in generale, sono di religione musulmana, per i quali il giorno di non lavoro è il venerdì. Allora, se ci sono industrie che invece hanno bisogno per il proprio ciclo di lavoro, di lavorare anche alla domenica, si stabilisce che questi lavoratori di colore non bianco, abbiano come festività il venerdì e il sabato e lavorano la domenica. Invece anche questa volta si è presa di petto questa situazione dicendo: "ecco lo sfruttamento, perché sono di colore lavorano sette giorni invece che cinque". Ma questo non è assolutamente vero. Se qualche rappresentanza sindacale si fosse premurata, invece di usare gli immigrati di colore a mo' di bandiera nei cortei, di parlare con i loro rappresentanti per chiedere: "Siete cristiani?", si sarebbe accorta che ci sono africani cristiani, ci sono africani di altre religioni, ma per la stragrande maggioranza sono musulmani. Per l'Islam è il venerdì il giorno di festa. Allora, bastava semplicemente capire che venerdì e sabato sono i due giorni di festività per questi lavoratori - e non si creerebbe nessun contenzioso e si sarebbe risolto un problema gravissimo. Come mai non è stato affrontato? Perché il Sindacato, non avendo fatto nulla fino adesso, è preoccupato di fare una grande manifestazione a Roma per lavarsi la coscienza sul problema degli immigrati, gridando: "Abbasso il razzismo". Ma "Abbasso il razzismo" lo gridano tutti. Chi è che oggi si dichiarerebbe razzista? Forse qualche poveretto mentalmente. Ne abbiamo anche presenti in alcuni Consigli, ma sono pochissimi. Ora, sul razzismo tutti sono concordi nella condanna. Ma una cosa è dire a parole "condanniamo il razzismo", un'altra cosa è invece fare delle leggi per cui il razzismo viene impedito, e io vi inviterei a fare un salto a Marsiglia, se non ci siete già stati. E' una città dove ormai la presenza, chiamiamola islamica, è arrivata al 30%. E' una città completamente spaccata e divisa, e questa non è l'integrazione. Non a caso è proprio in quelle situazioni dove grazie ai vari "Le Pen", anche di altri Paesi, come in Inghilterra, città di 100 mila abitanti hanno 30 mila islamici i quali possono permettersi, per esempio, di dire: "Questo libro non viene messo in vendita", pensiamo al libro di Rushdie e alle minacce di morte verso l'autore. Noi dobbiamo pensare che quando una popolazione abbandona il proprio paese d'origine e ne sceglie un altro, deve poi accettare le regole di quel paese in cui decide di andare a stabilirsi.
Ora, se noi abbiamo regole democratiche, primo, bisogna salvaguardarle secondo, cercare di farle capire non soltanto agli immigrati, ma soprattutto anche alle nostre forze istituzionali, sia che rappresentino i datori di lavoro sia che rappresentino i lavoratori. Tutto questo non avviene. Il giorno 7 ottobre ci sarà la marcia a Roma, per la quale tutti hanno dato l'adesione perché, ripeto, in quel modo ci si salva la coscienza, così come si approvano emendamenti che non verranno mai praticati. E allora io di fronte a questa situazione, devo dirlo molto a malincuore perché è un argomento che seguo da molti anni, avrei voluto una legge che servisse veramente e che potesse intervenire per sconfiggere le prime barriere che si frappongono all'integrazione, ed è sbagliato chiamarli anche immigrati di colore, dovremmo trovare delle parole molto più adeguate. Noi ci chiamano "bianchi" quando andiamo in altri Paesi non bianchi, quindi la nostra definizione è ancora, se vogliamo, razzista magari a livello inconscio, ma dovremmo trovare un'altra formulazione anche lessicale per rivolgerci a queste persone. Noi in questo Consiglio non approveremo oggi una legge che servirà realmente a queste popolazioni.
Mi auguravo che questa fosse una legge all'avanguardia, una legge reale, minima, ma che garantisse quello di cui queste persone hanno bisogno: il riconoscimento, il lavoro e quello che ne consegue. Secondo me questa legge non garantisce ciò, quindi voterò contro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ferrara. Ne ha facoltà.



FERRARA Franco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, interverrò molto brevemente perché avevo già fatto un intervento la settimana scorsa nella discussione generale sulla legge e già allora avevo espresso alcune mie perplessità in ordine alla legge che quest'oggi il Consiglio regionale approverà.
Ritenevo e ritengo che si tratti di una legge in qualche misura demagogica, che crea più che altro aspettative alle quali non si danno delle risposte concrete. Credo abbia ragione il Consigliere Pezzana nella sua dichiarazione, quando ha detto che è una legge che salva la coscienza di molti, non solo salva la coscienza di molti ma certamente fa dire che abbiamo cercato di dare una risposta ad un problema grosso che abbiamo di fronte. Noi crediamo che il problema sia molto grosso, è un problema al quale occorre dare una risposta molto più importante, più alta. Non si risolve il problema di questi immigrati con uno stanziamento di 200 milioni da dare a delle associazioni che pur si avvarranno di queste cose. Ci pare che sia una legge che forse sarebbe stato meglio non presentare in questi termini, con i limiti e di competenza e di risorse che questa Regione ha.
Noi crediamo che il problema vero dell'immigrazione sia una seria e non demagogica regolamentazione, che riconosca non dico pari dignità, perch certamente ha una stessa dignità, ma pari diritti ai cittadini extraeuropei, essenzialmente dell'area mediterranea che vengono a lavorare in questo Paese, e riconosca una regolamentazione che non venga a creare e ad importare in realtà nuove tensioni.
Queste sono le perplessità che avevamo espresso la settimana scorsa nella discussione generale, alle quali devo dire che l'Assessore non ha dato alcuna risposta nella sua replica di oggi, e quindi sono ancora tutte presenti. Ci sono certamente degli elementi positivi anche in questa legge: il fatto che si vada a riconoscere un minimo di assistenza sanitaria, un minimo di assistenza nella formazione professionale, nell'inserimento scolastico. Questi sono tutti elementi importanti che qualificano questa legge, danno delle risposte in qualche misura positive.
Alla luce di queste considerazioni il Gruppo repubblicano si asterrà nel voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, anche per raccogliere la serie di interventi fatti nel corso della legge e dei vari emendamenti, ricordo a questo proposito che sono stati ritirati alcuni emendamenti a mio avviso estremamente qualificanti per una legge regionale in materia di immigrazione proveniente dai paesi extracomunitari. Sia per quanto riguarda il modo con cui attrezzarsi da parte dell'istituzione regionale sia per quanto riguarda altri aspetti, quali il lavoro autonomo e l'assistenza sanitaria, che qui ho trovato per alcuni versi condivisibili soltanto in astratto, ma non sufficientemente considerati dal punto di vista politico nel merito, prima ancora che nella forma o nella sostanza di quanto prevedono le leggi.
Dal punto di vista di quello che sarà di questa legge, certamente molti limiti vi sono: sono anche limiti, in parte, imposti dalla normativa nazionale e più ancora imposti da un ritardo culturale complessivo delle istituzioni e della comunità nazionale e regionale. Ritardi che fanno si che si diano risposte che cercano di far rientrare una materia complicatissima dentro quadri sempre troppo semplificati e troppo riduttivi.
Ritengo che i problemi dell'identità e della sopravvivenza culturale di tutte le lingue e le culture, dalle diverse culture e lingue che esistono sul nostro territorio regionale, fino a quelle che hanno chiaramente origine diversa e sono state portate nella nostra Regione da parte degli immigrati dei paesi extracomunitari, siano problemi per noi cruciali rispetto al mondo che vogliamo costruire nel futuro. Mondo che deve essere plurietnico, plurilinguistico, tollerante per quanto riguarda lingua religioni e usanze. Uno dei problemi cruciali nel rapporto tra mondo occidentale o mondo dei bianchi ed il sud del mondo, è stato sempre insieme a quello della forza della nostra economia e dei nostri eserciti anche quello dell'acculturazione, della riduzione delle differenze dell'omologazione delle altre popolazioni al nostro modo di sentire e di comportarci e di vivere. E' la nostra violenza culturale. Io sono il primo ad essere convinto che piccoli emendamenti, limature di aggettivi aggiungere una cosetta di qui e una cosetta di là non risolvono assolutamente nessun problema. Il futuro, l'utilità e la rilevanza di questa legge nel territorio e nel tessuto regionale, saranno tutte giocate dall'intelligenza di tutti noi messi insieme. Questo problema non lo risolviamo nel Consiglio regionale, non lo risolvono uno o più Assessori: sarà cruciale il ruolo che giocheranno tutti, dalla capacità e dall'intelligenza politica e culturale degli immigrati extracomunitari dalle loro capacità di intervenire ed essere presenti sul tessuto regionale, alla capacità dei cittadini piemontesi di superare forme di razzismo strisciante e non strisciante, di indifferenza e di intolleranza alla capacità complessiva del nostro sistema Regione e sistema paese nazionale nell'affrontare questo problema. E' tutta lì che si giocherà la questione.
Chiaramente una consulta efficiente, capace di proporre e di rappresentare realmente l'immigrazione extracomunitaria giocherà un ruolo decisivo così come, dall'altra parte, una Giunta regionale capace di essere all'altezza delle questioni. Mi riferisco a tutte le forze della comunità piemontese.
Una presa di distanza da quel linguaggio, da quella rozzezza che purtroppo in Piemonte ha avuto, come tutti noi sappiamo, alcune manifestazioni, anche da parte di altre forze politiche non presenti in questo Consiglio, secondo me è decisiva. Pur all'interno di divergenze di opinione - che essendoci su tantissimi altri problemi, è ovvio vi siano anche su questo - a mio avviso è decisivo che ci sia una solidarietà complessiva ed una capacità di indirizzare l'opinione pubblica in modo alto, solidale, tollerante e civile. Mi auguro che questa legge sia un piccolo tassello all'interno di un processo di crescita culturale che dobbiamo fare tutti, che contribuisca alla felicità di questi nostri compagni di viaggio nella nostra Regione, che sia in grado di offrire a loro anche il segno di una Regione che finalmente tiene conto della loro presenza, che cerchi di risolvere problemi burocratici, legali ed amministrativi ma non solo, perché non è solo questo il problema degli immigrati extracomunitari.
Una legge che cerchi di non schiacciare e non volere che gli altri diventino, in alcun modo, come noi. Mi auguro che nell'immediato futuro questa legge, una volta passati i perigliosi scogli più volte ricordati del Commissario di governo, venga rapidamente migliorata e si abbia il coraggio politico di emanare norme, deliberazioni e leggi coraggiose, quando si potrà anche correre il rischio di una bocciatura. Per quanto riguarda la deliberazione sull'assistenza sanitaria che qui veniva richiamata, la cosa che io chiedevo non era però di fare una delibera che passasse, ma assumere un atteggiamento. Qualora questo provvedimento non passasse, il problema sarà diverso e si riproporrà, ma il punto oggi è il coraggio nostro di porre la questione in modo chiaro e determinato all'attenzione del Governo e del Commissario di Governo.
Devo ancora sottolineare come, soprattutto nell'ultima parte di questa legge, vi sia stato un lavoro collettivo, pur nella diversità di opinioni tra alcuni Consiglieri, che mi pare oggi abbia contribuito all'approvazione della legge. Devo lamentare, invece, l'assenza di una parte del Consiglio da questo lavoro collettivo che forse poteva essere più fruttuoso se avesse coinvolto tutte le forze politiche presenti nel Consiglio. Il voto della Lista verde è pertanto di astensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, come gruppo socialdemocratico noi voteremo questa legge e ci esprimiamo in modo favorevole. E' vero che si possono condividere alcune considerazioni che sono state fatte circa il fatto che la legge ovviamente non è l'optimum ed è sostanzialmente una prima bozza: per la prima volta il nostro Consiglio regionale, fra i primi rispetto alle altre Regioni, ha affrontato questo problema ed il dibattito che si è sviluppato è stato effettivamente ampio e molto articolato.
Ovviamente la legge rappresenta l'estratto normativo del dibattito tenutosi in quest'aula, ma noi riteniamo che, al di là del fatto che la legge non rappresenta ancora l'optimum e l'ideale per risolvere il problema, quanto meno il Consiglio e la legge hanno il pregio di avere affrontato per la prima volta come Regione Piemonte un problema che è sicuramente complesso e difficilmente catalogabile e normabile.
Per quanto riguarda la questione dei fondi si può condividere quanto detto dal collega Pezzana che 200 milioni sono pochi, ma sostanzialmente si riferiscono allo spezzone del bilancio 1989 e quindi serviranno per qualche iniziativa una tantum non dosabile e dimensionabile sui dodici mesi dell'anno. Certo, nei prossimi mesi avremo il bilancio di previsione per quanto riguarda il 1990 e in quella sede ci sarà la possibilità di dare un contenuto di peso specifico più elevato all'iniziativa di sostegno rispetto ai contenuti di questa legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Gruppo socialista voterà a favore di questa iniziativa legislativa in merito al problema dell'immigrazione extracomunitaria.
Già nel dibattito iniziale svoltosi nella scorsa seduta avevo sottolineato come poteva essere un percorso più interessante quello di lavorare sulla legge n. 1/87 che la Regione Piemonte si è data per normare i rapporti con i problemi dell'immigrazione di vario tipo e anche con le nostre presenze nelle comunità nel mondo. Tuttavia anche questo modulo separato rispetto all'impianto generale può essere utile, ovviamente con tutti i limiti che la discussione ha fatto emergere.
Vorrei fare alcune sottolineature che potrebbero sembrare teoriche, ma il nodo grosso del problema dei lavoratori immigrati in Italia è legato alle caratteristiche con cui tale immigrazione si atteggerà e si radicherà con il lavoro. Il resto lo possiamo affrontare gradualmente con difficoltà e ritardi che in questo stato sociale sono agli occhi di tutti e quindi probabilmente potremo sommare altre difficoltà a quelle già esistenti, ma poi alla lunga se ne uscirà.
Sul nodo del lavoro invece si gioca una partita molto più complessa.
Per esempio, il fenomeno delle domeniche, che possono essere un momento di lavoro per gli immigrati, è molto curioso. Non riesco a capire qual è quella piccola azienda che la domenica metta a lavorare due extracomunitari; il ciclo produttivo ha una sua logica, l'azienda ha un suo impianto, quindi a meno che non faccia il custode o le pulizie generali credo che a regime sia difficile pensare ad un impiego domenicale.
Il rischio più grande, che esiste in parte nell'accordo che si sta elaborando, è che il lavoratore extracomunitario venga utilizzato per i contratti a termine, che in qualche modo non stimoli la necessità di migliorare l'organizzazione del lavoro, che non faccia impiegare delle tecnologie sempre più nuove e adeguate ad affrontare lavori sgradevoli, che non faccia far sì che la legge di mercato riconosca una buona remunerazione per i lavori sgradevoli e non invece un lavoratore disperatamente disponibile a lavorare anche per pochi soldi per un lavoro sgradevole.
Tutto questo avrà forti ripercussioni sul nostro mercato del lavoro con una guerra fra i poveri, con una guerra fra le nostre categorie più dequalificate che hanno difficoltà all'accesso al lavoro e quindi il rischio sostanziale, se noi manteniamo o apriamo degli spazi a che la collocazione dei lavoratori extracomunitari sia di ripiego, innescherà uno scontro fra le categorie più deboli. Infatti, già nella chiamata di martedì scorso al Collocamento di Torino si sono ingenerate le prime tensioni con degli avviamenti per lavoratori extracomunitari che lavoratori nostri autoctoni hanno giudicato ingiustificati e di privilegio. Infatti, come è successo in Italia, l'attenzione ai giovani disoccupati ha stritolato quelli che erano i diritti dei disoccupati adulti, in quanto la legislazione nazionale nella materia dei disoccupati adulti è molto carente.
Ovviamente ci sono delle difficoltà che dovranno essere affrontate non solo attraverso la norma, ma attraverso una volontà contrattuale del sindacato, attraverso anche la volontà di intervenire sul problema con la riqualificazione professionale, con il padroneggiamento della lingua, con il dare l'accesso ai diritti sindacali, con il rendere forte il lavoratore immigrato in modo tale da essere in molti casi capace di selezionare il lavoro.
Questo è un selettore per l'arrivo dell'immigrazione che altrimenti potrebbe anche essere in linea teorica di 10-15-20 milioni. Se nel Ciad il reddito è un ventesimo del reddito di un lavoratore italiano di fascia bassa, se l'andamento demografico è zero in Italia e del 3% negli altri Paesi, altro che aiuto ai Paesi del Terzo Mondo! Altro che cooperazione internazionale necessaria! Tra alcuni anni, se non si raddoppieranno i posti di lavoro, la spinta dell'immigrazione da quei Paesi sarà poderosa visto che si accontenteranno di poco, perché le rimesse di questi immigrati sono significative anche quando mandano 300-500 lire al giorno nel loro Paese.
Ci sono poi altri nodi: le rappresentanze di queste comunità. E' un problema complesso perché c'è il rischio che si determinino dei ras locali.
Non voglio arrivare all'estremo del fenomeno della prostituzione che si è determinato in questi giorni, ma il fenomeno dei leader, per la loro appartenenza a tribù o a famiglie potenti nei loro Paesi, che assumono certi ruoli anche in Europa, non è marginale.
Dobbiamo trovare il modo affinché la rappresentanza di questi interessi sia la più possibile democratica e che non sia spesso influenzata da tendenze dittatoriali esistenti nei Paesi di origine.
L'iniziativa ha molti limiti, probabilmente su questa materia saremo fortemente impegnati negli anni futuri, forse dobbiamo oggi cercare di evitare alcune distorsioni e non piangere sul latte versato magari fra cinque-sei-sette anni. A Marsiglia Le Pen ha fatto leva su certi fenomeni forse la nostra situazione non ha ancora certi caratteri, ma possiamo anche crearne le condizioni.
Sul problema del lavoro facciamo in modo che non si demorda nel migliorarne le condizioni, che non ci siano delle forme di sfruttamento salariale e normativo e che attraverso la disponibilità di questi lavoratori non si scardini l'impianto contrattuale del lavoro (i contratti a termine, la flessibilità notevole, ecc.). Cosa succede poi? Che un lavoratore extracomunitario è disposto ad una flessibilità forte di lavoro e un lavoratore nazionale autoctono non è disposto e pertanto verrà scelto il lavoratore extracomunitario perché disposto al turno notturno, a dei periodi intensi di lavoro e ad altri di stacco, ad essere richiamato in certi momenti e poi in altri licenziato. Questo è un problema nodale: il sindacato se ne deve porre già oggi con urgenza il tema, ma anche noi perché non dobbiamo lasciare andare la cosa a briglie sciolte.
C'è anche un aspetto di solidarismo che è quello che avveniva nei Paesi del Terzo mondo allorquando si inviavano molti aiuti sanitari e pochi tecnici per renderli forti ai fini del loro processo di sviluppo. Furono così create con questo errato tipo di aiuto delle distorsioni ulteriori in quei paesi. L'amore e l'attenzione per le condizioni disastrose di costoro non possono essere sufficienti per non vedere razionalmente i tipi di distorsione che noi possiamo andare a determinare. Le povertà esistenti nel nostro Paese non sono trascurabili; se a queste povertà noi non diamo delle risposte e innestiamo altre povertà che si fanno concorrenza tra loro questo è inevitabile - noi creeremo dei problemi grossi di tensione e anche di facilità a certi avventurieri politici a poter pescare sulle spinte irrazionali, che toccano però la pelle di molte persone.
In questo senso votiamo a favore di questa iniziativa, però diciamo anche che l'impianto normativo regionale su questa materia dovrà via via adeguarsi mirando meglio il problema attraverso politiche che non sono solo interpretate da una legge, ma da delle volontà. Deve trattarsi di politiche trasversali che toccano tutti gli Assessorati, dalla sanità all'urbanistica per quanto riguarda il problema della casa, alla formazione professionale al lavoro, a una serie di argomenti che devono vedere una politica per fattori e non per settori nell'affrontare questo problema sempre più crescente e complesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dameri.



DAMERI Silvana

Il Gruppo comunista attraverso l'impegno dei compagni Guasso e Bruciamacchie ha seguito questa problematica con molto impegno, in tutte le fasi del suo svolgimento comprese le ultime battute, perché riteniamo che questa sia una questione di prospettiva: il problema che si comincia ad affrontare, per quanto riguarda il Consiglio regionale, con questa legge, è un problema che nei prossimi tempi si proporrà con maggiore acutezza e forza e che richiederà una verifica molto ravvicinata sia dell'applicazione della normativa sia dell'evoluzione di questa problematica e dei risvolti nuovi che proporrà nei tempi futuri.
L'impegno del nostro Gruppo è stato molto forte e convinto, perch riteniamo che su questo tema sia necessario che le amministrazioni pubbliche compiano non solamente una generica iniziativa, ma attivino degli atti e delle politiche concrete che ci consentano di fare quel salto di civiltà necessario ad affrontare una problematica così complessa. I colleghi che sono intervenuti in questa fase di dichiarazioni di voto hanno avanzato, ciascuno a seconda delle proprie convinzioni, delle proposte per affrontare aspetti specifici.
Questo è il classico caso in cui è difficile avere la verità in tasca rispetto alle soluzioni da dare, per cui dico che si possono individuare dei percorsi, delle strade, sperimentare delle politiche concrete verificarne l'efficacia e quindi introdurre anche i correttivi necessari.
Innanzitutto, lo devo dire perché a mio parere sta qui la questione, è necessario che ci sia una legislazione a livello nazionale che dia o tenti di dare una risposta concreta e che consenta poi a livello più diffuso (Regioni ed enti locali) di attivare queste politiche concrete in un quadro legislativo certo. In questo senso sono note le posizioni del nostro Partito anche a livello nazionale: noi siamo perché ci sia una sanatoria una iniziativa politica diplomatica nei confronti dei Governi dei Paesi interessati a questo fenomeno, che consenta di affrontarlo per quello che sarà. Credo che l'idea di procedere col numero chiuso sia impraticabile e non farebbe altro che aumentare le quote delle tangenti di coloro che su queste vicende intervengono per regolare il traffico clandestino di queste persone, quindi non crediamo a questa soluzione, pensiamo piuttosto a una iniziativa politica diplomatica che coinvolga i Governi e che consenta di regolare in termini diversi questa realtà, intanto con una sanatoria che consenta di recuperare, in una situazione di legalità la più ampia possibile, le presenze che attualmente esistono nel nostro Paese. In realtà la questione è quella che veniva descritta da alcuni colleghi, ma io mi auguro non con le modalità con cui il nostro paese si è rapportato a questo tipo di iniziativa finora, perché la cooperazione internazionale è stata alla ribalta della attenzione della pubblica opinione in questi anni non certamente per aver conseguito dei risultati di sviluppo, ma caso mai per aver dato luogo anche a fenomeni degenerativi molto gravi.
Da questo punto di vista bisogna inaugurare una fase nuova dell'iniziativa politica del nostro paese per quanto riguarda la cooperazione. Anche qui, senza fare facili demagogie perché non ci credo c'è la possibilità di attivare - ci sono proposte di legge regionale, la prima l'ha presentata il Gruppo comunista, sulla inapplicazione della legge nazionale n. 49 - delle energie che a livello locale, negli enti locali nelle Università, nelle varie realtà produttive, esistono; certamente ci vuole una forte capacità di governo e di indirizzo da parte nazionale ed anche regionale per far sì che la cooperazione sia davvero in favore dello sviluppo di quei Paesi. E' un discorso molto ampio, credo comunque che sia illusorio pensare di cambiare la qualità dello sviluppo in quei Paesi se non cambiamo la qualità del nostro sviluppo. E' impossibile che il tipo di realtà sociale ed economica presente nei paesi cosiddetti sviluppati, che ha al suo fondamento anche il fatto che comunque quei paesi siano in condizioni assolutamente diverse, al limite della sopravvivenza, si possa cambiare senza bilanciare diversamente la quantità delle risorse che sono investite. Questo discorso deve essere affrontato sebbene sia molto ampio e per quanto ci riguarda siamo d'accordo a che si arrivi rapidamente ad una legge regionale sulla cooperazione il più possibile chiara, semplice e netta rispetto agli indirizzi, ma crediamo egualmente che occorra legiferare in prospettiva dell'integrazione e della creazione di una futura società multirazziale e multiculturale. Bisogna intervenire con la capacità di compiere delle scelte concrete, non retoriche, che attivino delle volontà reali che consentano di affrontare i problemi che più immediatamente toccano la condizione di questi lavoratori immigrati, ma credo anche che dovremmo prendere iniziative dal punto di vista di una disponibilità culturale nuova nelle nostre realtà, avendo un profondo rispetto delle esperienza di queste culture diverse. Tutto ciò non è facile da praticare; credo che ci debba essere un forte atteggiamento di ascolto, una volontà di capire, una curiosità di conoscere perch l'incontro si possa verificare sulla base di un reciproco e reale scambio.
E' più facile dirle queste cose che farle, ma l'onestà culturale con cui si affronta tale questione deve essere una condizione preliminare assolutamente necessaria.
Noi abbiamo lavorato con convinzione fino alla fine su questa problematica, e devo dire quindi che per quanto ci riguarda è con grande rammarico che il Gruppo comunista non può votare a favore di questa legge e non può farlo per un atteggiamento della Giunta - francamente un po' incomprensibile, anche quest'ultima risposta dell'Assessore Maccari, e la proposta dell'ordine del giorno avanzata dal Gruppo MSI ci ha ulteriormente convinto che non possiamo votare a favore di questa legge - di assurdità e di non disponibilità su due punti essenziali (che sono già stati evidenziati negli interventi sugli emendamenti da parte anche di altri colleghi), quello relativo a iniziative concrete per quanto riguarda la questione del lavoro, quelle che sono possibili e consentite dalla legislazione e dalle nostre competenze, e quello relativo alla politica dell'assistenza sanitaria. Francamente credo che è sempre difficile trovare un equilibrio, considerando dal punto di vista generale la situazione normativa delle Regioni, tra i nostri spazi e i limiti che si vogliono imporre; però essere semplicemente dei notai che non osano aprire in qualche modo delle possibilità nuove, e agire su queste nuove possibilità per sanare i problemi veri che sulle varie questioni si manifestano, come in questo caso queste due assolute priorità, francamente non ci accontenta non credo che sia una risposta adeguata. Tanto più che le soluzioni proposte, anche dal punto di vista della scrittura degli articoli possibili, erano tali da far pensare che, come è stato fatto in altre Regioni, si potesse dare una soluzione in termini di atti concreti dal punto di vista deliberativo.
E' in questo senso che il Gruppo comunista, dopo aver contribuito in modo considerevole a formulare l'impianto complessivo della legge introducendo elementi che nell'ultima fase, secondo noi, l'hanno resa più valida, ribadisce la sua preoccupazione su questa legge, visto che affronta un problema in così rapida evoluzione, quello della verifica, della concreta applicazione, del controllo e soprattutto degli eventuali cambiamenti da introdurre. Il nostro voto è di astensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, personalmente non ho seguito questo disegno di legge, per il Gruppo lo hanno fatto i colleghi Penasso e Bonino. Dalle dichiarazioni rese in aula dai colleghi Capigruppo ho colto questa sensazione: è una legge certo difficile, di un argomento delicato una legge che per una serie di ragioni non soddisfa l'aula, Pezzana ha espresso le sue ragioni, Ala le sue, il Gruppo comunista le ha appena rese ma tutto sommato c'è una maggioranza che garantisce che questa legge sia approvata e quindi la parte che dovrei sostenere io (che è un po' la parte che ha sostenuto il collega Tapparo) è quella di dire "Va bene la votiamo anche se abbiamo, anche noi, delle preoccupazioni". Non vorrei che questo fosse un atteggiamento di garanzia che il mio Gruppo, insieme ad altri, dà votando questa legge, a fronte però di una serie di preoccupazioni che sono di tutto il Consiglio regionale. Una legge di questo tipo rappresenta un documento molto delicato e molto complesso, che determina, a mio giudizio nel rapporto Paesi in via di sviluppo e Paesi evoluti, delle questioni sociali forti, che nei prossimi anni dovranno necessariamente essere affrontate in modo più organico, pena delle lacerazioni che creeranno dei grossi problemi. I dati relativi all'andamento del processo migratorio nel mondo, riferito ai prossimi anni, ci deve preoccupare; in Italia questi dati negli ultimi anni hanno cominciato a crescere e oggi preoccupano tutti. Sono questioni sulle quali credo occorra il confronto politico e istituzionale, per dimostrare la capacità di una società ad affrontare questi problemi, con le capacità di solidarietà che sono richieste per problemi di questo tipo. Sono questioni che chiedono delle valutazioni alla classe politica e alle istituzioni. Però, a me pare - e lo dico a chi non voterà questa legge - che la proposta della Giunta regionale sia coraggiosa, perché siamo la seconda Regione in Italia che approva una legge in questa materia, perché siamo tra i primi che sperimentiamo; abbiamo discusso a lungo in Commissione, ci siamo confrontati anche recentemente, e le questioni poste sicuramente ci preoccupano. Ci preoccupa che questa legge possa non essere capita dall'opinione pubblica e devo dire che segnali di disattenzione o di non comprensione di questa legge ne vediamo perché atteggiamenti di tipo razzista li riscontriamo quotidianamente. Ci sono dei gruppi organizzati, che sono rappresentati anche nelle istituzioni, che hanno degli atteggiamenti forti in questo senso e che devono preoccupare le forze politiche, le quali devono necessariamente lanciare un messaggio all'opinione pubblica e alla società nel suo complesso perché di questi argomenti si discuta, si parli, ci si confronti e si trovino sempre più soluzioni decisive per evitare che si arrivi a degli scontri sociali estremamente pericolosi.
Per altro verso questa legge ha bisogno di supporti di pubblicizzazione e spero che la Giunta si attivi in questo senso. Mi pare che non sia sufficiente l'approvazione da parte del Consiglio regionale, e mi auguro da parte del Governo, di questa legge: è necessario che la Giunta crei le condizioni perché questa legge venga conosciuta, venga capita e quindi eviti quello che il collega Ferrara paventava, cioè le troppe aspettative che poi non possono essere attese. Inoltre mi pare che questa legge possa essere rivolta a nipoti e pronipoti di emigrati piemontesi in Paesi stranieri, che hanno delle difficoltà politiche o economiche e che stanno cercando di rientrare in Italia per ricercare le loro origini piemontesi ma che oggi a tutti gli effetti sono considerati cittadini extracomunitari.
Voglio quindi dire che la gestione sarà il momento complesso, delicato e difficile che noi ci auguriamo la Giunta saprà fare con attenzione e saprà fare con puntualità proprio per cercare di creare le condizioni perché nella nostra regione di questo argomento si parli.
Credo di poter condividere ciò che il Cardinale Martini alcune settimane fa ha detto al Convegno nazionale dell'UCID. L'UCID è l'Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti. Il Cardinale Martini nella sua relazione parlando di questi problemi, ha detto che sono dei problemi rispetto ai quali la società italiana deve essere attenta e deve trovare sempre più forti occasioni di solidarietà e quindi di attenzione. Il Cardinale Martini ha anche detto, e io condivido, che la Comunità Europea dovrà trovare, su questo argomento, dei momenti di riflessione e quindi dettare delle regole perché senza regole - il ragionamento che veniva qui fatto da qualche collega - il rischio, nei prossimi anni, è che ci possano essere delle tensioni, ma soprattutto non si determinino delle condizioni di agibilità e di razionalità: sicuramente un rischio di questo tipo lo corriamo. Sono argomenti sui quali non può il nostro Paese da solo legiferare, anche se indubbiamente nella relazione del collega Bonino, e giustamente in molti interventi, si richiamava l'esigenza che il Parlamento nazionale legiferi e la legge n. 943 venga resa più attuale e soprattutto in grado di regolamentare questa materia. Ma credo che questo argomento debba essere affrontato addirittura e soprattutto a livello di Comunità Europea. Questo è per dire come l'argomento è complesso e delicato, ma necessariamente richiede alle nostre forze politiche un'attenzione. E noi l'attenzione crediamo di darla votando e approvando questa legge, sapendo che è una legge che facciamo e che votiamo nei termini che il Governo ci approva perché non riteniamo utile continuare ad immaginare di sfidare il Governo per ottenere qualcosa in più, per poi alla fine non ottenere nulla. Noi preferiamo oggi, e mi pare che l'atteggiamento prudente dell'Assessore e della Giunta in questo senso sia condivisibile, ottenere magari qualcosetta in meno rispetto a quello che avremmo voluto ottenere, ma sperare che la legge sia approvata dal Governo. Nel frattempo può darsi che, legiferando altre Regioni, si riesca a fare qualche passo avanti e questo non esclude che il prossimo anno la si possa rivedere, alla luce anche di disponibilità nuove del Governo e alla luce di una nuova legge nazionale. Intanto noi riteniamo positivo che, se pur con qualche prudenza, il Consiglio regionale approvi una legge che sicuramente può offrire alla comunità piemontese degli elementi di attenzione e mi pare che le cose previste dall'art. 9 di questa legge siano importanti. Non le cito perché sono conosciute dai colleghi, ma già le cose che l'art. 9 propone mi sembrano così qualificanti, davvero da convincerci a votare questa legge.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROSSA



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 1 Consiglieri si sono astenuti 15 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento:

Richiesta di iscrizione all'o.d.g. di argomenti


PRESIDENTE

Questa mattina è stato sollevato il problema dell'iscrizione all'o.d.g.
a termini dell'art. 49 del Regolamento, di due ordini del giorno relativi alla realizzazione di una discarica per rifiuti solidi urbani ad Orbassano.
Come eravamo d'accordo questa mattina metto in discussione tale richiesta ricordando che già i Capigruppo avevano respinto l'iscrizione.
L'art. 49 del Regolamento prevede che sulla iscrizione all'ordine del giorno possono chiedere di parlare un Consigliere contro e uno a favore dopodiché si procede alla votazione.
Ha chiesto di parlare a favore il Consigliere Adduci. Ne ha facoltà.



ADDUCI Donato

Finalmente siamo riusciti a far sì che questa nostra richiesta sia posta in votazione ed è già un fatto positivo, visto come sono andate le cose finora.
Nel merito, riteniamo che il problema della discarica di Orbassano conseguente ad un'ordinanza del Sindaco che ha fatto ricorso all'art. 12 del DPR n. 915, debba essere affrontato in quanto materia di cui il Consiglio regionale non può non essere investito. Intendiamo, inoltre richiamare l'attenzione del Consiglio regionale su un altro dato: il ricorso all'art. 12, del DPR n. 915 da parte dei Sindaci, che non sanno più come fare per affrontare il problema grave ed urgente dello smaltimento dei rifiuti, diventa sempre più usuale, perdendo, quindi, i caratteri di eccezionalità. Allora sorgono due problemi: 1) se tutti i Sindaci usano questo sistema per risolvere (come, poi, non è dato sapere o non si sa molto bene) il problema dei rifiuti, ci chiediamo quale sia la funzione del Piano regionale di smaltimento dei rifiuti approvato dal Consiglio regionale. E' logico, è corretto, è giusto, ci domandiamo, che la Regione rinunci a porre in atto una politica corretta di smaltimento dei rifiuti e abdichi costringendo i Sindaci del Piemonte ad affrontare il problema come possono? 2) Richiamare, inoltre, il contenuto dell'art. 12, del DPR n. 915 che si riferisce alla necessità di smaltire i rifiuti, in modo temporaneo, quando si crea una urgenza. Ciò vincola rigidamente l'operato dei Sindaci e pone problemi di legittimità dell'operato di quel Sindaco che ricorre all'art.
12 non per affrontare una situazione urgente, contingente, necessaria ed indifferibile in difesa della salute pubblica, ma per risolvere un problema di ordinario smaltimento dei rifiuti.
In ogni caso credo che il problema dovremo affrontarlo comunque, perch è di oggi la notizia che il TAR del Piemonte ha sospeso l'ordinanza del Sindaco di Orbassano sostenendo una tesi molto giusta: questa materia è di competenza del Presidente della Giunta regionale e quindi della Giunta nel suo insieme. A noi spiace molto che debba essere il Tribunale Amministrativo a ricordare alla Giunta regionale quali sono i suoi compiti.
Ci spiace veramente, intanto perché dimostra che la Giunta regionale non svolge il suo compito come dovrebbe essere necessario: ed, infatti l'Assessore Cernetti non è presente.
Non è presente perché ritiene - lo ha detto a noi in Commissione - di doversene lavare le mani completamente. Allora ci appelliamo ai singoli Consiglieri ed al Consiglio regionale nel suo insieme per far sì che questa materia, di stretta competenza del Consiglio stesso e che tanti problemi crea ai cittadini del Piemonte, venga affrontata e discussa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Signor Presidente, colleghi consiglieri, tocca a me a nome della maggioranza rendere la dichiarazione di non accettazione di iscrizione all'o.d.g. di quest'ordine del giorno. E lo faccio convinto, come siamo noi della maggioranza, che questo, come tutti i problemi dei rifiuti, è un problema che nessuno immagina si possa risolvere con l'iscrizione o meno all'o.d.g. Questi problemi devono essere affrontati in termini di merito problemi certo non facili, complessi, ce ne rendiamo conto. Siamo preoccupati come maggioranza e, se la maggioranza me lo consente, siamo preoccupati come Gruppo della Democrazia Cristiana, perché sappiamo bene che il problema di Orbassano è delicato. Ma proprio perché ci rendiamo conto della delicatezza di questo problema, il nostro obiettivo è quello di trovare delle soluzioni ai problemi, tenuto conto che c'è una novità che non so se la Giunta e i colleghi conoscano, cioè che il TAR ha dato la sospensiva al provvedimento del Sindaco di Orbassano. Questa novità è legata ad un'altra iniziativa che avevamo sollecitato, cioè una riunione che avverrà marte di tra il Presidente del Consorzio Torino sud e i Comuni interessati: Orbassano, Rivalta, Volvera, per individuare se ci sono le condizioni, come ci auguriamo, per risolvere il problema di Orbassano specificamente, ma per individuare anche delle soluzioni a medio termine quindi più strategiche per quell'area. Questa è un'area nella quale molti rifiuti vengono trasportati da altre parti del Piemonte, da altre province per cui è una di quelle zone che dovrà darsi delle soluzioni. A noi pare che oggi mettere all'o.d.g. questa richiesta di discussione significhi complicare una questione che è già complicata, significa creare delle tensioni in una zona dove tensioni ce ne sono già ed abbastanza forti, e le vicende capitate recentemente ci devono preoccupare, perché quando amministratori pubblici vengono inseguiti, minacciati; a noi sembra che oggi determinare altri elementi di conflittualità sia non opportuno. Invece ci sembra utile trovare delle soluzioni per superare queste conflittualità e queste difficoltà che, ripeto, sono all'attenzione dei Sindaci e degli amministratori locali, sono all'attenzione dell'Assessore e della Giunta regionale.
Mi auguro che all'incontro di martedì l'Assessore possa essere presente di persona od attraverso i suoi funzionari, quindi informarci su come si evolve la questione, tenendo conto che il provvedimento del TAR di questi giorni, che tra l'altro ribalta una posizione che aveva assunto nei confronti di un ricorso del Comune di Volvera di qualche tempo fa, dà segnali di novità. Ci pare più importante trovare queste soluzioni purtroppo non facili, piuttosto che dividerci, litigare ed accusarci.
Queste cose, in una vicenda così delicata non servono; a noi pare più importante che la soluzione, che mi auguro l'Assessore, il Presidente del Consorzio Torino sud e i sindaci, troveranno, venga poi portata all'attenzione del Consiglio regionale e quindi tranquillizzi una preoccupazione che certo non è solo dell'opposizione, ma anche della maggioranza.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di iscrizione all'o.d.g.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono favorevoli 17 Consiglieri e 30 contrari. L'iscrizione non è accolta.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, vorrei farle presente, a norma dell'art. 49 del Regolamento, che è sul suo tavolo un'altra richiesta di iscrizione all'o.d.g. di un ordine del giorno consegnato alla Presidenza la scorsa riunione, sottoscritto dal Gruppo comunista e dal Consigliere Ala nel quale si invita la Giunta ad esporre al Consiglio regionale i criteri in base ai quali l'Assessorato competente ha dato i pareri sui progetti di strutture alberghiere, poi successivamente inviati al Ministero. Chiedo che venga messa in votazione questa richiesta di iscrizione all'o.d.g.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, penso che il problema non sia formale, ma abbiamo un programma di lavori da seguire abbastanza fitto. Il prossimo punto dell'o.d.g. da esaminare è l'assestamento di bilancio. Le chiedo quindi di far slittare la sua richiesta per dar luogo innanzitutto all'approvazione di alcune delibere che non necessitano di discussione, in secondo luogo avviare la discussione sulla questione dei mondiali di calcio ed infine valutare se è il caso di approvare già stasera un ordine del giorno presentato da tutti sulla questione della Rai, sul quale c'è la richiesta di una breve riflessione. Chiedo al Consigliere Chiezzi se ritiene di poter accedere alla proposta di rinvio, rimandando l'esame dell'ordine del giorno a domani.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, in merito all'approvazione della legge per i Mondiali non abbiamo assunto e non vogliamo in alcun modo assumere atteggiamenti di carattere ostruzionistico, o tentare di migliorare la stessa con numerosi emendamenti. Chiediamo però che l'ordine del giorno inerente la Rai, che è strettamente collegato a questa legge, seguisse l'iter della legge stessa. Se è intenzione della maggioranza discutere la legge questa sera noi insistiamo perché si esamini anche l'ordine del giorno, se viceversa è intenzione di discuterla domani si può rinviare.
L'importante è tenere legati legge e ordini del giorno, la maggioranza valuti se l'urgenza delle deliberazioni da esaminare questa sera sia tale da rinviare la discussione a domani.



PRESIDENTE

Inoltre ci sono due provvedimenti sui quali chiedo la disponibilità dei Consiglieri per l'iscrizione all'o.d.g.: una deliberazione che riguarda l'indennità e modalità di erogazione per il personale e una proposta di legge relativa alla modifica della legge n. 9/84 inerente l'assegno vitalizio ai Consiglieri che hanno raggiunto il diciottesimo anno di contribuzione obbligatoria.
La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

L'ordine del giorno sulla Rai è di una certa urgenza. Già la scorsa settimana si sono tenute manifestazioni dei lavoratori e avevamo presentato un ordine del giorno che poi con altri colleghi abbiamo ritenuto di modificare. C'è uno sciopero in corso nella giornata odierna, pertanto l'esame dell'ordine del giorno ci pare utile svolgerlo immediatamente.
C'è la disponibilità assoluta a discutere tutto il resto, però se aggiungiamo altri argomenti rischiamo di perderci sulle cose su cui c'è già accordo.
Iniziamo con l'esame dell'ordine del giorno che è stato iscritto all'o.d.g. la volta scorsa.



PRESIDENTE

Avevo fatto una proposta relativa alla soluzione di alcuni problemi però siccome l'ordine del giorno sulla Rai richiederà una certa discussione e visto che esistono perplessità in merito all'iscrizione della deliberazione e della proposta di legge, non rimane che proseguire nell'o.d.g.


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist.

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Norme a sostegno della promozione ed incentivazione della ricettività turistica in occasione dei Mondiali di calcio 1990" (seguito)


PRESIDENTE

Esaminiamo pertanto la legge rinviata dal Governo relativa a: "Norme a sostegno della promozione ed incentivazione della ricettività turistica in occasione dei Mondiali di calcio 1990", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Durante la scorsa seduta avevamo concluso il dibattito generale. Passiamo pertanto all'esame del relativo articolato.
La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi, a nome del Gruppo comunista svolgo una dichiarazione di voto sull'art. 1.
Durante questa settimana abbiamo riflettuto e non possiamo fare a meno di confermare e semmai accentuare il giudizio fortemente negativo che il Gruppo comunista assegna alla legge. Questa, anzi, non è una legge, è una pseudo-legge, perché le norme contenute in essa non hanno effetti concreti.
E' una legge che non resiste alla prova della operatività se riferiamo i suoi contenuti a ciò che la stessa legge si propone di produrre: nuovi alberghi per i Mondiali. Le norme non consentono in alcun modo di ottenere tale risultato, perché non ha alcun senso presupporre di poter costruire un albergo in venti giorni.
Dal punto di vista della ragionevolezza la legge è una vergogna, è un'offesa alla ragione. Se il senso della legge non è questo e non pu essere questo, perché nessun albergo può essere costruito in venti giorni qual è il senso della legge? Secondo me, è quello di permettere di costruire in violazione del Piano regolatore (seconda vergogna di carattere urbanistico, un vero attentato all'ambiente) a patto di pagare due volte gli oneri di urbanizzazione. In questo modo la maggioranza, se approverà questa legge, monetizza il danno all'ambiente: si consente un danno urbanistico, in cambio di denaro. Si ripropone il vecchio discorso della monetizzazione della salute in fabbrica: qui si monetizza un cattivo ambiente all'interno della città.
Tra le altre cose, questa legge dice il falso anche nel suo titolo quando afferma di voler promuovere la costruzione di alberghi per i Mondiali mentre invece permette solo la costruzione in violazione del piano regolatore. Continuano, inoltre, a esserci delle chiare violazioni dei poteri del Consiglio comunale e dei poteri del Sindaco. Questo lo abbiamo già fatto presente e lo faremo nuovamente presente al Commissario di Governo. Ci rammarichiamo che nessun confronto sia stato reso possibile in quest'aula tra proposte diverse a proposito di una politica verso gli alberghi. Avevamo presentato nell'ottobre 1988 una proposta alternativa a quella che allora presentò la maggioranza. A fronte dei rilievi del Commissario di Governo ci troviamo di fronte ad una legge che è un non senso. La relazione del Consigliere Ratti è debole. Dubbi abbiamo sentito anche da parte di esponenti della maggioranza. Questi dubbi però, alla fine sono stati soffocati, annegati, in una volontà della maggioranza di usare la rude prepotenza dei numeri, per farla finita con la discussione. Lei capisce, signor Presidente, che mettersi a discutere la possibilità di fare un albergo in venti giorni è una cosa impossibile.
Se si decide, al di là della ragione, di approvare questa legge, del confronto politico rimane da un lato la prepotenza dei numeri della maggioranza, dall'altro il Presidente che fa osservare i minuti dell'orologio: siamo chiusi in questa angusta politica. Non ci siamo schierati a difesa di nessuna corporazione; non abbiamo trattato questa vicenda in modo corporativo con alcuno. Riteniamo che con questa legge la maggioranza non sia stata in grado di unificare, all'interno di un programma serio, il conseguimento di obiettivi di interesse pubblico in accordo con gli interessi della categoria interessata. Non mi risulta che gli albergatori, contrariati dalle proposte contenute in questa legge abbiano reagito con un atteggiamento corporativo. Hanno invece fatto discorsi seri, che tenevano conto dei tempi e delle risorse e avevano manifestato una chiara scelta in direzione delle ristrutturazioni o degli ampliamenti di esercizi esistenti. Corporativo è semmai chi sostiene leggi di questo genere che si rivolgono alla corporazione dei percettori di rendite fondiarie differenziali, ai proprietari di aree che, senza rischiare nulla, senza rischiare alcun capitale, stanno cercando di acquisire ricchezza attraverso i benefici che derivano dagli investimenti pubblici nelle aree urbane. Mentre la categoria degli albergatori rischia in proprio, sulla propria attività, quella dei proprietari di terreni non rischia nulla e preme ed è ben lieta che ci sia qualche forza politica che sostiene questi interessi di carattere corporativo.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, la informo che ha superato abbondantemente il tempo concessole dal regolamento, pertanto la invito a concludere l'intervento.



CHIEZZI Giuseppe

D'accordo.
Per questi motivi, signor Presidente, noi confermiamo purtroppo il nostro atteggiamento tenuto la scorsa volta: di fronte a questa ottusità dobbiamo andarcene. Su questa legge non è possibile alcuna discussione ragionevole; rinunciamo a presentare gli emendamenti che pure potevamo fare e abbandoniamo la seduta per rientrare subito dopo, per la discussione dell'ordine del giorno come da lei promesso.



PRESIDENTE

Sono rammaricato di questa vostra decisione, ma è nel vostro diritto.



(Il Gruppo comunista abbandona l'aula)



PRESIDENTE

La discussione prosegue.
Se non vi sono richieste di parola passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Sono stati presentati i seguenti emendamenti: 1) dai Consiglieri Marchini e Ratti: punto 1, sopprimere da "comprovante" fino a "31/5/1990".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
2) Dai Consiglieri Marchini e Ratti: punto 2, dopo la parola "proprio" aggiungere la parola "autonomo".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 3 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Sono stati presentati i seguenti emendamenti: 1) dai Consiglieri Marchini e Ratti: punto 1, di seguito alla parola "comunale" sopprimere "decide sull'elenco dei" e sostituire con "autorizza i".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
2) Dai Consiglieri Marchini e Ratti: al punto 2, di seguito alle parole "dell'art. 3" sono aggiunte le parole "e ciò anche in armonia della legge 21/12/1955, n. 1357".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
3) Dai Consiglieri Marchini e Ratti: punto 2, di seguito alla parola "edilizi" aggiungere "già oggetto di parere favorevole del Comune".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 5 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - E' stato presentato il seguente emendamento dai Consiglieri Marchini e Ratti: al punto h) sopprimere "due volte".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 6 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
Prima di procedere alla votazione dell'intero testo della legge chiedo se vi siano delle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Masaracchio. Ne ha facoltà.



MASARACCHIO Antonino

Signor Presidente, colleghi, svolgo una brevissima dichiarazione di voto onde evitare che si possa pensare, dopo gli interventi ascoltati nelle tornate precedenti da parte del nostro Capogruppo, che il MSI prenda nella fattispecie una posizione contraria a quanto precedentemente dichiarato.
Infatti ribadisco le critiche già espresse dal nostro presidente Majorino nel corso della seduta del 28 settembre, quando a nome del Gruppo egli ha messo in evidenza come questo disegno di legge si prefigga uno scopo che in concreto non potrà mai raggiungere. Infatti noi siamo ancora dell'avviso che il disegno di legge che sta per diventare legge a tutti gli effetti, si prefigga lo scopo di far fronte alla ricettività alberghiera in Piemonte in vista dei dai mondiali di calcio, ma in realtà noi siamo convinti che nessun albergo potrà essere costruito entro il tempo che intercorre da qui al 30 aprile 1990.
E' infatti di tutta evidenza che mancano al riguardo i tempi tecnici, e su questo problema abbiamo ascoltato numerosissimi interventi con dissertazioni molto credibili oltre che sul piano politico anche sul piano tecnico, direi anche professionale, dato che abbiamo la ventura in questo Consiglio di avere dei colleghi Consiglieri che operano nel settore. E di questo era convinto anche il Capogruppo del partito Socialista Tapparo, il quale nel corso dell'esame in prima lettura della legge (il 12 aprile 1989), ebbe così ad esprimersi: "non so se questa legge consentirà di costruire anche un solo albergo". Fatta questa doverosa precisazione che è mirata a non sconfessare il giudizio del MSI su questa legge che addirittura un Assessore della maggioranza ha definito "progetto ridicolo" noi diciamo che essendo stati alcuni componenti della maggioranza messi alle corde da uno stringato dibattito al quale noi abbiamo contribuito con le argomentazioni dell'avv. Consigliere Majorino, abbiamo esplicitato in sede di Consiglio ciò che comunque la legge non poteva portare e cioè che questa legge è un escamotage, il modo per ovviare a quanto la Giunta non ha saputo operare in tempo utile, ma soprattutto per permettere a Torino, e quindi implicitamente al Piemonte, di non perdere una importante occasione di confronto con Milano e con la Lombardia. Io sarei portato anche a fare qualche nome, il nome di un Ministro in carica e quello di un grande imprenditore di Milano che non è un albergatore né uno che va a gestire gli alberghi, ma costruisce anche alberghi. Potrei dire che la Regione Lombardia ha saputo per tempo fare una legge ad hoc per consentire a quell'imprenditore e a quel Ministro di approfittare di questa emergenza dei mondiali, per accentrare ancora altro potere, un nuovo motivo di leadership che Torino non riesce ad afferrare.
Allora ci siamo chiesti: che tutto questo potrebbe avere una certa analogia con il progetto del centro tumori, della ricerca scientifica, e di altri progetti che son passati per le competenti Commissioni, che vorrebbero dare al Piemonte il modo di imporsi, non dico al mero confronto con la Lombardia che fa da padrone? Ora io lo dico a tutte lettere: visto e considerato che si è avuto il coraggio, diciamo pure la spregiudicatezza, la verve politica di affermare che la questione dei mondiali è solo una scusa, una scusa buona per poter consentire a grandi capitali di essere investiti a Torino, ebbene di fronte a questa occasione (e staremo a verificare poi fino a che punto i rapporti politici potranno darci ragione di questo), di fronte al fatto che in Piemonte si può avere la possibilità di grossi investimenti, ci siam detti: "ancorquando questa legge sia una legge ridicola e quasi fuori dalla ragione della buona amministrazione delle cose in politica, noi, sebbene tutto, voteremo a favore di questa legge. Staremo a vedere se questa nostra posizione potrà contribuire a che ci siano rapporti più chiari direi quasi più onesti nell'imprendere a far politica anche attraverso un ente come quello che è il Consiglio regionale".



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist.

Richiesta iscrizione ordine del giorno n. 697 inerente le strutture alberghiere in occasione dei mondiali di calcio


PRESIDENTE

E' stata presentata dal Gruppo PCI e dal Gruppo Lista Verde la richiesta di iscrizione dell'ordine del giorno n. 697 inerente il turismo.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, esiste su questo argomento questo ordine del giorno che nella sostanza tende ad avere chiarezza di informazione, con relativa urgenza, sui progetti approvati e sulla conformità ai programmi di sviluppo turistico.
Lo stesso argomento, con altra formulazione di tipo di proposta, è stato presentato dal collega Ferrara sotto forma di interrogazione. Mi si dice che dinnanzi ad una disponibilità della Giunta a fornire ogni tipo più utile e più aggiornato di informazione, gli stessi proponenti dell'ordine del giorno avrebbero segnalato la loro disponibilità a trasformarlo in interrogazione. Devo dire che, messa la questione in questo modo, la Giunta è disponibile nella seduta del 19 ottobre a dare congrua risposta, attiva risposta e ogni utile informazione alle due interrogazioni che sono state presentate, ritenendo questo ordine del giorno una interrogazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Ringrazio il Presidente Beltrami e sono d'accordo su quanto ha proposto.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. il progetto di legge n. 501.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
Propongo di iscrivere all'o.d.g. la deliberazione n. 1233.
Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.


Argomento: Fondo di previdenza dei Consiglieri

Esame progetto di legge n. 501 "Modifiche ed integrazioni all'art. 6 della LR 23/1/1984, n. 9 e successive modificazioni ed integrazioni"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 501.
Non essendoci interventi passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Si proceda ora alla votazione per appello nominale dell'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Informazione

Esame ordine del giorno n. 700 sulla RAI


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. l'ordine del giorno n. 700 sulla RAI a firma dei Consiglieri Carletto, Vetrino, Fracchia, Santoni, Sestero Tapparo, Gallarini.
Chi è favorevole all'iscrizione è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

C'è l'esigenza di accordarci in quest'ordine del giorno sulla Conferenza da tenersi in Regione, che è la questione che era iscritta nel precedente ordine del giorno. Pertanto proponiamo di aggiungere solo quelle due righe, perché ci pare che nel momento in cui c'è un impegno da parte del Consiglio regionale sul problema della RAI, richiamare il fatto che la Regione è impegnata nel fare la Conferenza, sia una questione utile.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi pongo in votazione l'ordine del giorno il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte tenuta presente l'evidenziazione che il Consiglio ha cercato di porre agli occhi della Giunta regionale del tentativo di progressiva emarginazione di Torino e del Piemonte dal contesto nazionale economico, sociale, oltrech politico e culturale nonostante le assicurazioni che la Giunta ha sempre fornito dopo svariati incontri con i rappresentanti nazionali degli enti interessati e con il Ministro delle Partecipazioni Statali, assicurazioni che smentivano la volontà di emarginazione della Regione Piemonte considerato in particolare l'incontro a Torino tra il Presidente della RAI Enrico Manca, e gli amministratori del Comune di Torino e della nostra Regione riconferma la volontà di realizzare la Conferenza sulla RAI nel prossimo mese preso atto delle dichiarazioni delle Organizzazioni Sindacali nazionali riguardanti l'esistenza di un piano del Direttore Generale della RAI AGNES tendente alla riduzione del personale e del ruolo della struttura torinese preso atto altresì della presenza di un incentivatore presso la sola sede di Torino e non presso le altre sedi RAI chiede un intervento immediato della Giunta presso il Consiglio di Amministrazione e la Direzione Generale della RAI al fine di sospendere ogni iniziativa volta al depotenziamento della sede regionale piemontese in conformità agli impegni precedentemente assunti dai medesimi organi con le autorità regionali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame proposta di deliberazione n. 1087: "Classificazione e ripartizione del territorio regionale fra montagna, collina depressa, collina e pianura - Comune di Garbagna Novarese"


PRESIDENTE

Il punto 6) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 1087.
Se non vi sono richieste di parola pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 28 voti favorevoli e 7 contrari.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Propongo di esaminare la deliberazione n. 1212.
Ha chiesto la parola il Consigliere Avondo. Ne ha facoltà.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente, pongo una questione formale. Di solito, quando ci sono due giornate di Consiglio, si termina alle ore 19. Capisco che ci sia l'esigenza di approvare una serie di questioni, però è anche vero che i lavori del Consiglio vanno regolamentati. Ci sono alcuni Consiglieri che se perdono un treno alle ore 20, arrivano a casa alle ore 23.



AVONDO Giampiero

BARA



AVONDO Giampiero

E va bene!



AVONDO Giampiero

Non va bene niente, caro Bara!



AVONDO Giampiero

BARA



AVONDO Giampiero

Siamo pagati per questo!



AVONDO Giampiero

Bara, tu sarai pagato per questo come tutti gli altri. Qui ci sono Consiglieri che fanno il loro dovere più di te! Non porre il problema su questo piano.
Pongo una questione, signor Presidente. O qui ci si regolamenta in termini seri, oppure il Consiglio rischia di non lavorare più. Chiedo che quando ci sono due giorni di Consiglio, i lavori si chiudano normalmente alle ore 19. Questa sera siamo andati oltre, benissimo.



PRESIDENTE

Consigliere Avondo, io non intendevo forzare delle situazioni proponendo l'esame della deliberazione, anzi speravo di guadagnare il più possibile del tempo, perché so che domani ci troveremo ad una certa ora nella stessa situazione di questa sera, senza avere altro margine, cosa che invece questa sera abbiamo. Lo so bene che c'è qualche ritardo, però non vorrei che un ritardo domani compromettesse tutto il resto del lavoro.
Il Consiglio è convocato per domani alle ore 9,30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,45)



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