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Dettaglio seduta n.201 del 20/07/89 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROSSA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Bergoglio, Bontempi, Cernetti, Fassio, Ferrara, Gallarini, Genovese Maccari e Petrini.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

c) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale e dall'Ufficio di Presidenza


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 16 e 20 giugno, 4 e 11 luglio 1989 e dall'Ufficio di Presidenza nella seduta dell'11 luglio 1989 - in attuazione dell'art. 9 della L.R. n.
6/88 - in materia di consulenze ed incarichi, è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, d'intesa con i Capigruppo il progetto di legge n.
243, di cui al punto 3) all'o.d.g., viene rinviato pur rimanendo iscritto.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Esame ordine del giorno n. 680 riguardante la localizzazione di una discarica nel Comune di San Giusto Canavese", ricordo che nell'ultima seduta consiliare si era svolta una breve discussione dove si era convenuto che, prima che la Giunta assumesse posizioni precise in merito alla discarica, ci sarebbe stata una informazione da parte della Giunta al Consiglio.
La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Signor Presidente, siamo stati convocati in VII Commissione con una lettera nella quale si diceva che l'Assessorato all'ambiente avrebbe fornito alcune informazioni sulla discarica di San Giusto. L'Assessore competente non si è presentato in Commissione. Le chiedo, signor Presidente, se è al corrente di questo fatto.



PRESIDENTE

Dal colloquio che ho avuto con l'Assessore Cernetti, penso che avendo già discusso in Consiglio sulla questione fossimo esenti dal dover ripetere la stessa discussione, visto che la Giunta si è impegnata ad illustrare prima di prendere decisioni, al Consiglio gli orientamenti che intende realizzare. Questo è il motivo per cui l'Assessore non era presente in Commissione.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche) - Attivita' di promozione

Esame progetto di legge n. 515: "Modifica alla L.R. 12/11/1986, n. 46"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 515, di cui al punto 17) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Villa.



VILLA Antonino, relatore

Con L.R. n. 45 di modifica alla L.R. n. 58 si stabiliva che "All'inizio di ogni legislatura, nel periodo necessario alla designazione dei membri della Consulta e all'adozione dei provvedimenti istitutivi della stessa, la Giunta regionale non è tenuta all'acquisizione del parere previsto dalle leggi vigenti".
Purtroppo i tempi scivolano e allora per poter adempiere alle incombenze che la legge ci impone sarebbe indispensabile una modifica all'art. 2, primo comma. Anziché indicare "All'inizio di ogni legislatura" mettere "sino al completamento delle designazioni dei membri della Consulta e all'adozione dei provvedimenti istitutivi della stessa". Nella non esistenza della Consulta, possa la Giunta, attraverso i collegamenti con la Commissione, poter proseguire nel proprio lavoro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sestero.



SESTERO Maria Grazia

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, vorrei che il Consiglio valutasse con un minimo di attenzione questa proposta perché non è marginale, anzi, è sintomatica di una serie di questioni che voglio evidenziare.
La legge n. 58 istituiva uno strumento di relazione tra l'esecutivo e la società in campo culturale attraverso una Consulta nella quale sono rappresentati enti culturali, sociali e altri ordini di istituzioni locali uno strumento di formulazione di pareri, di discussione degli indirizzi culturali dell'Amministrazione regionale.
Tempo addietro, nel 1986, la maggioranza introdusse una modifica relativamente al funzionamento della Consulta, proponendo che nella fase iniziale di legislatura, fino alla designazione dei membri della Consulta l'Amministrazione potesse procedere senza l'utilizzo nei suoi atti del parere della Consulta stessa.
Noi non eravamo favorevoli a questa modifica della legge già in allora e adesso, a quasi cinque anni dall'inizio della legislatura e a pochi mesi dalla conclusione della stessa, si vuole introdurre una modifica che di fatto annulla la Consulta. Per tutti questi anni le politiche culturali non hanno avuto un terreno di verifica attraverso questo organismo.
Credo che a giustificazione non si possa parlare di incompletezza delle nomine perché non è mai successo; anzi, credo che le nomine, con le sollecitazioni opportune, possono essere acquisite. Ritengo pertanto grottesca l'introduzione di una norma di questo genere che dice che si pu procedere per anni senza limite di tempo, come si è verificato di fatto su un'intera legislatura, annullando la presenza e la funzione della Consulta stessa che ha un ruolo da svolgere.
La Consulta deve avere un ruolo di verifica degli indirizzi e delle grandi linee o delle grandi scelte dell'Amministrazione regionale; non pu essere un passaggio quasi amministrativo degli atti del Consiglio. La norma che oggi si vuole introdurre è la presa d'atto che questa Giunta non è riuscita (o non ha voluto) in tutti questi anni a far funzionare la Consulta, quindi si vuole cancellare il passaggio nella Consulta, una ratifica di inadempienza legislativa che arriva a pochissimi mesi dalla chiusura della legislatura.
Sul terreno della buona amministrazione, persino del buon gusto, credo sia un provvedimento inaccettabile. Per questo noi voteremo contro. E' inaccettabile e dà anche la misura delle difficoltà che in questo campo come in altri, la Giunta ha avuto nel sottoporre a confronto, a verifica le proprie politiche in campo culturale. Questa difficoltà è registrata chiarissimamente da un atto di questo genere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore alla cultura

Ringrazio il Consigliere Villa per la presentazione sintetica ma di sostanziale disponibilità ad accogliere questo provvedimento.
Mi sento di aderire in parte alla sostanza di alcune critiche che sono state rivolte all'esecutivo, e quindi a me, dalla collega Sestero.
Debbo dire che i tempi sono davvero mancati quanto meno a me personalmente per organizzare una forma di consultazione che non avesse soltanto aspetti di immagine, ma anche questa credo che non sia una giustificazione completa. Vi sono state - questo invece è vero - carenze anche da parte degli organismi che avrebbero dovuto completare la Consulta soltanto completata la quale, avrei potuto convocarla.
Il Comune di Torino è stato sollecitato ripetutamente perché indicasse i tre membri della Consulta. Noi stessi come Regione Piemonte abbiamo avuto al riguardo delle carenze perché tre indicazioni che da noi dovevano provenire non sono ancora giunte e il mio Assessorato competente in materia è in attesa delle indicazioni. Se è vera questa mancanza di collegamento con la Consulta da parte dell'esecutivo, sono tuttavia altrettanto vere le difficoltà tecniche che con questa leggina si cerca per la verità di superare. Non mi sento davvero di convocare la Consulta incompleta, a meno che la legge non specifichi con una ulteriore variazione, alla quale si pu pensare più avanti, che la Consulta può riunirsi anche se incompleta. E il timore che venga sollevata una eccezione di questo tipo e che si ritardino ulteriormente erogazioni che moltissime associazioni (centri culturali organizzazioni teatrali) attendono da tanto tempo, mi induce a sostenere una proposta che non è neppure per me davvero esaltante.
Vorrei tuttavia ribadire - come ha detto implicitamente il Consigliere Sestero - che nella legge n. 58 qualche cosa deve essere modificato, perch che la Consulta esamini tutti gli interventi che noi facciamo attraverso la stessa legge n. 58 nel settore delle associazioni culturali, e, attraverso la legge n. 68, nel campo teatrale, mi pare davvero una cosa forzata.
Altro discorso è che la proposta complessiva delle iniziative culturali che la Regione deve svolgere venga sottoposta ad organismi specializzati nominati dai vari enti interessati ai problemi culturali. Questo è un dovere e penso che verrà ribadito con una modifica della legge n. 58 alla quale da qualche tempo si sta lavorando.
Se le cose si svilupperanno come sembra si stiano sviluppando in questi giorni, probabilmente chi seguirà questo Assessorato avrà la possibilità di apportare le invocate modifiche, perché se è vero che slitteranno le elezioni amministrative qualche tempo in più di quello previsto ci sarà.
La necessità di modificare già da ora, anche non in maniera soddisfacente, la legge n. 58 è proprio nella volontà di non fare attendere ulteriormente le associazioni che vivono soprattutto del nostro contributo qualche volta modesto, ma sempre particolarmente importante per lo svolgimento di attività che hanno molta rilevanza.
Su tutto fa premio l'assolvimento di questo dovere di attenzione ad una realtà diffusa sul territorio regionale e per questo, seppure senza entusiasmo, sono stato costretto a presentare la modifica della legge n.
58. Per quest'anno credo che non si potrà modificare nulla anche per quanto riguarda il programma. Purtroppo abbiamo approvato il bilancio solo in giugno, ma assicuro che, se la scadenza elettorale sarà l'autunno del 1990 si opererà per l'insediamento formale e regolare della Consulta e per recuperare appieno lo spirito che è implicito nella legge n. 58.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

Come rappresentanti del MSI-DN non siamo chiamati a partecipare ad alcuna Commissione o Comitato, come se non facessimo parte politica delle istituzioni, per cui è ovvio che, di fronte alle difficoltà delineate con senso di responsabilità da parte dell'Assessore a proposito delle modifiche alla L.R. n. 46, diciamo che in effetti il sistema avrebbe bisogno di altri titoli di credibilità. Le designazioni non avvengono entro termini ragionevoli di tempo per ovvi motivi di contrasto all'interno delle componenti politiche, quindi di "lana caprina", di "cabotaggio" o di "ricatti" fra le parti politiche. Per cui quando si dice che, in attesa del completamento delle designazioni dei membri della Consulta, la Giunta regionale non è tenuta all'acquisizione del parere previsto dalle leggi vigenti, io credo si dica bene perché, dando credito all'onestà politica la Giunta regionale e per essa l'Assessore in effetti dice: "Mi avoco il titolo della responsabilità di operare nei termini in cui potrei farlo consultando la Consulta". Oltretutto i provvedimenti passano attraverso la VI Commissione, quindi un qualche modo di consultazione fra le parti politiche esiste. Tuttavia non possiamo accettare che si stravolga il principio della partecipazione, sol perché si riconosce di suffragare, data la condizione di inoperatività, la regola del cosiddetto decisionismo (mi affido alle parole conosciute nel gergo politico per evitare di tirare alla lunga la mia dichiarazione di voto).
Ordunque, a fronte di queste considerazioni, non certo per rimanere nel guado, pur di non votare contro, visto che non possiamo essere del tutto favorevoli, dichiariamo di astenerci, non in termini di opposizione e di contrarietà a quanto esplicitato dall'Assessore, ma in termini di adesione alle necessità che sono state evidenziate.



PRESIDENTE

La parola ancora all'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore alla cultura

Chiedo scusa, ma ho dimenticato una parte fondamentale.
E' vero che non vi è stata la "consultazione della Consulta", è vero però - come ha ricordato il Consigliere Masaracchio - che i provvedimenti sono stati sottoposti all'esame dei membri esperti tecnici degli ex Comprensori, delle Province, dei Comuni capoluogo e della Commissione competente. Manca il raccordo con l'espressione culturale specifica "della società" che noi abbiamo previsto di organizzare nel modo definito dalla legge n. 58.
La volontà di avere pareri più completi di quelli che possono essere della Giunta e della Commissione competente c'è stata ed è stato questo comportamento esattamente in coerenza con quanto è stato fatto negli anni passati dal compianto collega Ezio Alberton.



PRESIDENTE

Terminata la discussione generale, possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 21 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 21 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 votanti 38 hanno risposto SI 22 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.



FRACCHIA Mario


Argomento:

Sull'ordine dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

Dovremmo ora procedere all'esame del punto 5) all'o.d.g. relativo allo sviluppo dell'agriturismo di cui sono relatori i Consiglieri Paris ed Amerio. L'Assessore Ripa mi chiede di rinviare l'argomento al pomeriggio perché è in attesa che arrivi il funzionario. Nello stesso tempo il collega Amerio mi informa di un suo impegno. Per cui se il Consiglio è d'accordo propongo di posporre ad oggi pomeriggio tale argomento.


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame progetto di legge n. 385: "Proposta di modifica allo Statuto della Regione Piemonte, approvato con legge 22/5/1971, n. 338, relativa all'istituzione di nuovi Comuni, alla modificazione delle circoscrizioni e delle denominazioni comunali"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto al punto 6) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 385.
E' relatore il Consigliere Valeri, che ha facoltà di intervenire.



VALERI Gilberto, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Piemonte è stata l'unica Regione ad avere disciplinato in dettaglio nel proprio Statuto le procedure di approvazione del referendum consultivo, di cui all'art. 133, secondo comma, della Costituzione, per l'istituzione di nuovi Comuni e la modificazione delle loro circoscrizioni e denominazioni.
Infatti, l'art. 60 dello Statuto piemontese, al secondo comma, prevede che il quesito sottoposto a referendum sia dichiarato accolto nel caso in cui i voti attribuiti alla risposta affermativa non siano inferiori alla maggioranza degli elettori votanti per le elezioni regionali iscritti nelle liste elettorali dei Comuni nei quali il referendum è stato indetto.
Il dettato statutario, dando un'interpretazione fortemente penalizzante di quello costituzionale "sentite le popolazioni interessate", fa riferimento all'intero complesso degli elettori iscritti nelle liste elettorali del Comuni in cui si vota. Per cui ne deriva che il referendum consultivo deve essere indetto sempre per l'insieme delle popolazioni dei Comuni le cui circoscrizioni vengono modificate.
Alla luce dell'esperienza, la normativa statutaria e la conseguente legge regionale 16/1/1973 n. 4 "Iniziativa popolare e degli enti locali e referendum abrogativo e consultivo", si sono rivelate in pratica inapplicabili, specie nei casi - e sono la maggioranza fra le richieste sinora presentate alla Regione da parte di numerosi Comuni - di rettifiche di confini di modeste entità, tali da suscitare l'interesse di fasce molto ristrette della popolazione comunale, ben lontane dal numero minimo richiesto per la partecipazione al referendum consultivo.
Già si è tentato, nel dicembre 1985, di modificare lo Statuto aggiungendovi l'art. 60 bis che prevedeva la possibilità di sostituire il referendum consultivo con le deliberazioni, assunte a maggioranza assoluta dei Consigli comunali interessati. Ma di tale progetto, seppur sorretto da valide argomentazioni, la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati ha proposto all'assemblea la reiezione, ritenendolo in contrasto con l'art. 133, secondo comma, della Costituzione, che individua nel referendum consultivo una fase ineliminabile del procedimento.
Quel progetto di legge è, in ogni caso, decaduto a causa dell'anticipata fine della IX legislatura nazionale nella primavera 1987.
Va poi anche rilevato come il secondo comma dell'art. 60 appaia del tutto fuori luogo - essendo norma di dettaglio - in una legge, quale lo Statuto di una Regione, che dovrebbe essere di grandi principi, ai quali poi la Regione informa la propria particolare legislazione.
E' in questo senso che le altre Regioni - nel caso specifico - hanno operato.
Infatti la legislazione delle altre Regioni, non dovendo soggiacere ad una norma rigida e vincolante come quella dello Statuto piemontese, ha potuto dare una libera interpretazione della dizione "popolazioni interessate", indicando come tali gli elettori del solo territorio da trasferire (L.R. Toscana 2/3/1976 n. 12, L.R. Lazio 20/8/1987 n. 49, L.R.
Lombardia 28/4/1983 n. 34), oppure ha demandato alla deliberazione del Consiglio regionale, che determina l'effettuazione del referendum l'indicazione dell'ambito territoriale entro il quale viene indetto il referendum (L.R. Veneto 12/1/1973 n. 1, L.R. Umbria 23/4/1974 n. 27).
Inoltre non va dimenticato che lo Statuto è approvato con legge dello Stato e pertanto ci si trova di fronte ad una norma statale che, di fatto viene a ridurre fortemente un potere riconosciuto alla Regione dalla Carta Costituzionale (art. 133, secondo comma), quello cioè di poter modificare le circoscrizioni e le denominazioni dei Comuni.
Per quanto sopra esposto si propone quindi la soppressione del secondo comma dell'art. 60 dello Statuto della Regione Piemonte, approvato con legge 22/5/1971 n. 338, in modo da poter permettere alla legislazione regionale di emanare la normativa di dettaglio, così come fatto dalle altre Regioni, restando comunque impregiudicata l'obbligatorietà dell'effettuazione del referendum consultivo, così come stabilito dal primo comma dell'art. 60 stesso.
Il testo della proposta, di cui si tratta, è stato approvato dall'VIII Commissione all'unanimità dei Consiglieri presenti.
Se ne raccomanda per conseguenza l'approvazione da parte di questo consesso in considerazione della rilevanza che la proposta ha ai fini di dare effettiva possibilità di attuazione, oltreché snellezza e celerità operativa, alle procedure occorrenti in materia e di essere finalmente in grado di accogliere le numerose istanze da tempo avanzate da Comuni del Piemonte soprattutto per la modificazione delle circoscrizioni e denominazioni comunali. Oltre che, per il caso di Mappano, per l'istituzione di nuovi Comuni.
Questa proposta di legge era stata approvata già nel mese di maggio 1988 dall'VIII Commissione. Si era ritenuto di chiedere all'Ufficio di Presidenza del Consiglio di attendere alla presentazione in aula, in ragione del fatto che la norma statutaria stabilisce che le modifiche possono essere presentate soltanto una volta all'anno.
Però da una più attenta lettura della disposizione è emerso che il vincolo non è ancorato alla presentazione al Parlamento, dopo l'approvazione consiliare della proposta di legge di modifica statutaria ma è ancorato all'entrata in vigore della modifica statutaria stessa.
Per cui l'approvazione di una norma di questa natura, considerato che i tempi anche se saranno accelerati da parte del Parlamento, saranno comunque non inferiori ai sei mesi, rende possibile il programma di lavoro che si sta predisponendo cioè quello di avere alla ripresa post-feriale un'apposita sessione di lavori della Commissione, poi del Consiglio, per la definizione, l'approvazione e la presentazione al Parlamento delle proposte di modifica statutaria.
E' quindi venuta meno la ragione della sospensione di giudizio. Per questo ordine di valutazioni l'VIII Commissione, all'unanimità, ne raccomanda l'approvazione da parte del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, brevemente per riferire l'adesione del nostro Gruppo alla proposta che testé è stata ampiamente illustrata dal Presidente dell'VIII Commissione, Valeri.
La modifica dello Statuto della Regione Piemonte, anche per un particolare circoscritto come questo, è pur sempre un atto di grande rilievo, e di questo penso che se ne rendano conto la Presidenza del Consiglio, la Giunta e il Consiglio nella sua interezza.
Com'è noto esiste un impegno di modificazione statutaria molto più generale, che è ormai avviato, tra l'altro, anche con una proposta presentata dal nostro Gruppo. Questa nostra proposta prende in esame attentamente anche il Capo III, che è quello che riguarda il referendum per le modifiche delle circoscrizioni comunali e per questioni più generali.
Concordiamo nella linea di evitare specificazioni non giustificate in una Carta statutaria, ed anche siamo convinti della necessità di precisare, di chiarire meglio tutta la materia riguardante il referendum, compresa la normazione del referendum consultivo. Nel nostro Statuto il referendum consultivo è considerato solo a questo fine, cioè sul tema delle circoscrizioni comunali, mentre, se si legge il primo articolo del Capo III, che definisce in generale il referendum, si potrebbe pensare che alcune altre contingenze possano essere ricomprese nella verifica referendaria preventiva, consultiva. Quindi su tutta questa materia abbiamo fatto delle proposte e ci attendiamo di potere presto, appena ripresa l'attività dopo le ferie estive, entrare nel merito della riforma statutaria e nel merito anche della riforma regolamentare che abbiamo parimenti proposto, così come altri Gruppi, e che è un'esigenza che il Consiglio regionale ha già manifestato.
Sullo specifico, quindi, così come già abbiamo fatto in sede di VIII Commissione, dichiariamo la nostra adesione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, anche il sottoscritto voterà a favore di questa proposta di legge che purtroppo non potrà entrare immediatamente in vigore e quindi dovrà passare all'esame del Parlamento nazionale. Vorrei sottolineare come, finalmente, sarà possibile l'autogoverno di comunità locali (il Presidente dell'VIII Commissione, Valeri, esemplificava il caso di Mappano) ridotte ad agglomerati di case e di competenze fra entità comunali diverse che ne rendono letteralmente la vita sociale e civile impossibile per tutte le implicazioni che la mancata sovranità amministrativa sul proprio territorio ben si comprende in quest'aula, senza bisogno di troppe parole.
In questo senso, la proposta di legge che ci apprestiamo ad approvare può essere più di un segnale, anzi, un atto concreto nei confronti di queste comunità. Come sottolineava opportunamente poc'anzi il Consigliere Martinetti, si rende lo Statuto adeguato al proprio ruolo, liberato di tutte quelle norme particolareggiate che in qualche misura ne sviliscono il senso e il significato.
Non soltanto voteremo a favore ma, per quanto è nelle nostre possibilità volendo perseguire fino in fondo l'obiettivo, ci adopreremo per un esame attento, rapido e positivo della norma che andiamo ad approvare anche da parte del Parlamento, perché è lì - io temo - che si rischierà di perdere ancora una volta l'acqua, come si dice in un gergo forse non molto aulico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervengo a nome del Gruppo liberale solo per il fatto che trattandosi di modifica di norma statutaria ed essendo lo Statuto la Carta Costituzionale del Consiglio regionale ritengo opportuno che i Gruppi esprimano, seppur brevemente, le loro posizioni non solo attraverso il voto ma anche attraverso una dichiarazione.
La dichiarazione del nostro Gruppo è una dichiarazione di voto favorevole a questa proposta. Le motivazioni sono contenute nella relazione del Consigliere Valeri, che è una relazione unitaria dell'VIII Commissione alla quale aderiamo in pieno, per cui è inutile ripetere in quest'aula cose che già egregiamente sono state sottolineate nella relazione.
Mi pare importante procedere a questa modifica sia per l'oggetto specifico della stessa, anche se non di amplissima portata, sia perché - io spero - attraverso a questa si possa, nello scorcio di legislatura che ci rimane, che potrebbe non essere così breve così come oggi sembra, portare in aula altre proposte di adeguamento e di aggiornamento del nostro Statuto, che è certamente un impianto importante, nella sua gran parte ancora valido e positivo, ma che ci pare necessiti di qualche intervento di adeguamento alla luce dell'esperienza di non pochi anni.
Per questo confermo il nostro voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, anche il Gruppo socialista voterà a favore di questa proposta di legge riconoscendosi pienamente nella relazione del Consigliere Valeri approvata all'unanimità dall'VIII Commissione.
Da questa discussione emerge ancora più chiaramente l'esigenza di rendere, come definiva il Consigliere Santoni, la nostra Carta Costituzionale capace di adeguarsi a quelle che sono le trasformazioni rapide in corso nella società.
E' evidente che la trasformazione dell'assetto urbanistico e della dislocazione dei centri abitati o della configurazione di piccole frazioni o di zone disabitate rendono necessario non solo il merito e l'aspetto specifico di questa proposta di legge che modifica il nostro Statuto, ma pongono le basi ad altri aspetti di adeguamento della nostra norma generale che, con tutta probabilità, non è adeguata alla rapidità del cambiamento.
Si faceva un torto alle comunità che avevano visto sorgere, in pochissimi anni, sul loro territorio forme diverse della struttura urbanistica e che venivano mortificate da un meccanismo elettorale iniquo.
Quindi, con questo atto andiamo a collocarci in un'espressione emersa negli Statuti di altre Regioni, quindi recuperiamo in qualche modo un ritardo. Questa discussione deve essere un elemento e un fatto che ci aiuti a capire che ormai la norma deve essere capace di seguire la società e non di cristallizzarla perché evidentemente inadeguata. Sappiamo che la norma fotografa e cristallizza una situazione che andava bene nei decenni passati e nel secolo scorso, mentre ora dobbiamo essere consapevoli che la norma non può essere un fattore che congela e cristallizza situazioni che sono invece in rapido movimento, altrimenti la realtà delegittima la norma e crea dei contrasti inaccettabili per la vita della società.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Come è stato in Commissione, anche in aula il nostro voto sarà favorevole in quanto cogliendosi l'occasione del problema di Mappano si tende a snellire la procedura referendaria allorquando si debba procedere alla consultazione per l'istituzione di nuovi Comuni.
Al di là di questa considerazione, molto opportunamente il relatore Valeri ha ricordato che una norma statutaria prevede che non si possano apportare modifiche allo Statuto se non è decorso almeno un anno dall'entrata in vigore di una prima modifica. Va ricordato che in adempimento di un ordine del giorno, a conclusione del dibattito istituzionale, anche il nostro Gruppo ha predisposto delle modifiche allo Statuto alla luce dell'esperienza dei primi diciotto anni di funzionamento dell'istituto regionale in Piemonte.
L'avere ricordato che dall'entrata in vigore di questa modifica non si potrà per un anno procedere ad ulteriori modifiche dovrebbe servire di stimolo per noi stessi, intanto per i componenti dell'VIII Commissione, a dare una corsia preferenziale, subito dopo il periodo feriale e indipendentemente dal fatto che l'attuale legislatura si esaurisca o meno nella sua scadenza naturale, onde impedire, per avere molto opportunamente provveduto all'odierna modifica statutaria in conseguenza del problema sollevato da Mappano, di rimanere fermi per un anno dall'entrata in vigore di questa modifica. In altri termini, sarà opportuno che da parte dell'VIII Commissione si proceda con una corsia preferenziale, già nei mesi di ottobre-novembre, all'esame di tutte le modifiche statutarie che in quel momento saranno state proposte dai vari Gruppi, per evitare che magari un'inopinata entrata in vigore di questa modifica ci blocchi per un anno intero. Il che sarebbe estremamente grave, dopo il dibattito svoltosi in quest'aula sull'opportunità anche e soprattutto delle autoriforme.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo passare alla votazione del progetto di legge n. 385 che, in base all'art. 82 dello Statuto, va approvato a maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati alla Regione.
ARTICOLO UNICO - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri.
L'articolo unico è approvato.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

Su richiesta del Consigliere Bresso, l'esame della proposta di deliberazione n. 1115: "DGR n. 16-27704 'L.R. 16/5/1980, n. 46 Approvazione del Piano naturalistico del Parco naturale dei Laghi di Avigliana'", di cui al punto 7) all'o.d.g., e l'esame del progetto di legge n. 489: "Sanzioni relative alle normative contenute nel Piano naturalistico del Parco naturale dei Laghi di Avigliana", di cui al punto 8) all'o.d.g.
vengono rinviati al pomeriggio.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1176: "USSL n. 38 di Cuorgn Deliberazione dell'A.A.C. n. 5 del 27/4/1988. Ampliamento pianta organica provvisoria per leggi finalizzate n. 405/75, n. 685/75, n. 180/78 e n. 194/78 e per attività nei distretti"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la proposta di deliberazione n. 1176, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1177: "USSL n. 58 di Cuneo Deliberazione dell'A.A.C. n. 38 del 28/6/1988. Istituzione di n. 18 posti di operatore professionale collaboratore - educatore professionale"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 10) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 1177.
Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1180: "USSL n. 56 di Domodossola Deliberazione dell'A.A.C. n. 40 dell'8/9/1988. Ampliamento pianta organica provvisoria servizio di medicina legale per la sezione sanitaria attività sportive"


PRESIDENTE

Il punto 11) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 1180.
Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1182: "USSL n. 34 di Orbassano Deliberazione dell'A.A.C. n. 57 del 19/9/1988. Istituzione del servizio autonomo di cardiologia e relativo organico"


PRESIDENTE

Il punto 12) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 1182.
Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13,15 riprende alle ore 15,25)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROSSA


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist.

Esame progetti di legge nn. 50, 70, 164 e 178: "Disciplina e sviluppo dell'agriturismo"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Come convenuto questa mattina, iniziamo i nostri lavori pomeridiani con il punto 5) all'o.d.g. che prevede l'esame dei progetti di legge nn. 50 70, 164 e 178.
Di questi progetti di legge sono relatori i Consiglieri Paris ed Amerio.
Ha facoltà di intervenire il relatore di maggioranza, Consigliere Paris.



PARIS Mario, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il testo delle norme che disciplinano l'esercizio dell'attività agrituristica e che fissano gli incentivi per lo sviluppo di tale attività è stato licenziato all'unanimità dalla III e dalla VI Commissione sin dal 6 luglio 1988 dopo un attento e scrupoloso esame da parte dell'apposito gruppo di lavoro. Questo testo è stato opportunamente aggiornato in seduta congiunta il 10 maggio u.s. per la parte finanziaria. Questa proposta di legge arriva oggi all'esame del Consiglio regionale quasi fuori tempo massimo; è largamente mutilata nella parte finanziaria, per cui sia io che l'amico Amerio non possiamo più avere quell'entusiasmo che avevamo quando buttammo giù gli appunti per questa relazione.
Partendo dall'indicazione contenuta nell'art. 1 della legge n. 730 secondo la quale l'agricoltura deve essere sostenuta anche mediante la promozione di forme idonee di turismo nelle campagne, la legge regionale è finalizzata a: favorire lo sviluppo e il riequilibrio del territorio agricolo favorire la permanenza dei produttori nelle zone agricole specialmente in quelle più povere, attraverso l'integrazione del reddito aziendale valorizzare le strutture economiche e produttive della campagna e far conoscere i prodotti tipici della stessa tutelare l'ambiente promuovere e tutelare le tradizioni e le iniziative culturali proprie del mondo rurale creare migliori rapporti tra città e campagna.
Realizzando questi obiettivi, che sono il fine primario della proposta di legge, si avrà come conseguenza un incremento della ricettività turistica del Piemonte.
Nel definire ciò che deve intendersi per attività agrituristica e allo scopo di evitare equivoci ed abusi, la legge regionale, riprendendo un concetto contenuto in quella nazionale, precisa che l'agriturismo è riservato agli imprenditori agricoli, ma che l'attività agricola deve rimanere principale, cioè prevalente, rispetto a quella di ricezione turistica.
Esercitare attività agrituristica vuol dire: dare ospitalità in alloggi agrituristici o in spazi destinati a camping somministrare pasti e bevande costituiti in prevalenza da prodotti dell'azienda agricola da consumarsi sul posto organizzare attività per il tempo libero nell'ambito dell'azienda.
Le norme che disciplinano l'attività agrituristica prevedono che gli alloggi agrituristici ricavati in fabbricati rurali debbono far parte della struttura dell'azienda agricola in modo da consentire un rapporto costante di ospitalità, ospitalità che può essere fornita, per non dare troppo fastidio a coloro che vivono solo del lavoro dell'azienda, in un massimo di sei camere, per una capacità ricettiva non superiore a dodici posti letto.
Per quanto riguarda gli spazi aperti, l'azienda agrituristica pu ospitare come massimo dieci tende, roulotte o camper, dopo che il Comune abbia accertato che l'azienda abbia superfici e caratteristiche adeguate per ospitarle.
Relativamente ai requisiti tecnici ed igienico-sanitari, i locali destinati ad alloggi agrituristici debbono essere conformi ai regolamenti edilizi ed igienico-sanitari comunali per le case di abitazione.
Per gli insediamenti di tende o di caravan da quattro a dieci posti deve essere garantito, mediante apposite strutture, il rispetto dei parametri minimi e dei requisiti igienico-sanitari previsti per i campeggi ad una stella.
La produzione, la preparazione, il confezionamento e la somministrazione di cibi e bevande sono soggetti alle vigenti normative regionali in materia.
Alcuni concetti importanti sono contenuti nell'art. 5 che si riferisce all'utilizzazione di immobili per fini agrituristici e cioè: 1) l'utilizzo degli edifici e dei fondi per l'esercizio dell'attività agrituristica non comporta la modifica della destinazione d'uso agricolo degli stessi 2) possono essere utilizzati per l'agriturismo anche gli edifici esistenti nei borghi e nei centri abitati, destinati a propria abitazione dall'imprenditore agricolo che svolge la propria attività su un fondo privo di fabbricati siti nel medesimo Comune o in un Comune limitrofo 3) l'effettuazione di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro, di risanamento conservativo e di ristrutturazione dei fabbricati da utilizzare a fini agrituristici ovviamente sempre in conformità alle disposizioni degli strumenti urbanistici.
Per quanto riguarda le procedure autorizzative si prevede che la domanda venga presentata al Comune, al quale compete il rilascio dell'autorizzazione corredata da una copia del libretto sanitario degli operatori turistici; la domanda di autorizzazione vale anche come richiesta di iscrizione nell'elenco degli abilitati all'esercizio delle attività agrituristiche. Al Comune viene quindi delegato l'accertamento dei requisiti e la tenuta dell'elenco. Successivamente il Comune dà comunicazione alla Provincia del rilascio dell'autorizzazione e dell'iscrizione. Tocca alle Province tenere un elenco aggiornato di tutti gli operatori e trasmetterlo annualmente alla Regione.
Particolare attenzione nella formulazione del testo è stata dedicata al problema relativo alla programmazione dello sviluppo dell'attività agrituristica. Il programma agrituristico di rivitalizzazione delle aree rurali viene approvato dal Consiglio regionale su proposta della Giunta entro dodici mesi dall'entrata in vigore della legge. Spero che i dodici mesi non diventino ventiquattro, perché questa legge ha già avuto degli slittamenti spaventosi.
In tale programma, che ha validità triennale, devono essere definiti gli obiettivi di sviluppo dell'agriturismo sul territorio regionale individuate le zone di prevalente interesse agrituristico nelle quali, ove necessario, devono essere tra l'altro favoriti ed attuati interventi tesi alla limitazione dell'uso di prodotti chimici in agricoltura; devono essere inoltre definiti gli indirizzi e le modalità di promozione della domanda agrituristica, individuate le opportune iniziative di studio, ricerca e formazione professionale in collaborazione con le organizzazioni professionali agricole ed agrituristiche e con le organizzazioni di cooperative agricole maggiormente rappresentative; inoltre debbono essere definite le modalità e i criteri per la verifica dell'efficacia delle azioni svolte; individuati i bisogni finanziari per la realizzazione del programma.
Questo programma non verrà calato dall'alto, ma verrà redatto sulla base delle proposte degli enti locali, tenendo nel debito conto le indicazioni delle associazioni agrituristiche di emanazione delle organizzazioni professionali agricole più rappresentative operanti nella Regione, delle autorità di gestione dei parchi, delle riserve naturali e dell'ESAP.
Alle Province, in modo particolare, toccherà formulare concrete proposte per la redazione del programma regionale agrituristico predisporre il programma annuale di intervento e concedere i finanziamenti previsti dalla legge, sentita la Commissione provinciale per l'agriturismo.
Gli incentivi (teorici perché al momento con ci sono i fondi) previsti per lo sviluppo dell'agriturismo sono di tre specie e cioè: a) finanziamenti per favorire la realizzazione di strutture turistico ricettive nelle aziende agrituristiche e per l'attuazione di programmi integrati di sviluppo agrituristico b) contributi appositi, finalizzati all'abbattimento delle barriere architettoniche negli alloggi agrituristici (questo è un apporto dato dal Gruppo comunista) c) finanziamenti, anche se modesti, a favore delle organizzazioni agrituristiche, su presentazione annuale di appositi programmi di assistenza alle aziende associate, di divulgazione, coordinamento e programmazione nello specifico settore.
La concessione dei finanziamenti agli imprenditori agricoli, singoli od associati, per la realizzazione delle strutture occorrenti all'esercizio dell'attività agrituristica è delegato alle Province e sono previsti contributi in conto capitale, con determinati massimali, rapportati a posti letto, a piazzole (ove si tratti di camping), a strutture per l'attività di ristorazione e ad impianti ed attrezzature per attività ricreative e culturali.
Per quanto concerne infine le figure dei beneficiari di questi incentivi (sono state accolte le richieste formulate congiuntamente dalle tre organizzazioni agrituristiche presenti nel nostro territorio) è fissata una scala di priorità nella quale si collocano al primo posto i coltivatori diretti, poi i conduttori iscritti all'albo degli imprenditori agricoli a titolo principale ed infine gli altri imprenditori agricoli.
Con questa scelta riteniamo attuato compiutamente il principio contenuto nell'art. 1 della legge n. 730, che ho citato all'inizio e che è stato ripreso nell'art. 1 del testo di legge regionale che è alla nostra attenzione.
Se vogliamo che l'agriturismo sia realmente un modo per integrare il reddito delle aziende agricole e mantenere sul territorio, anche a tutela dello stesso, forze di lavoro agricole, è logico cercare di integrare i redditi più bassi di coloro che con carattere di prevalenza e con il proprio lavoro manuale coltivano la terra, cioè i coltivatori diretti.
Nel concludere, esprimo il mio rammarico profondo perché una legge, che considero buona, viene ad essere supportata da finanziamenti che, per il corrente anno, sono largamente insufficienti e ridicoli, perché assommano a soli 200 milioni. Rappresento pertanto alla Giunta regionale l'esigenza di ulteriori congrui stanziamenti, in sede di assestamento di bilancio 1989 e nei bilanci degli anni futuri.
E un'esigenza reale perché sono convinto che l'agriturismo potrà avere grandi possibilità di sviluppo in una regione come il Piemonte, non certo seconda ad altre per le sue splendide zone di montagna povera e di collina depressa, e per le genuine tradizioni gastronomiche e di ospitalità delle sue campagne.



PRESIDENTE

La parola al relatore di minoranza, Consigliere Amerio.



AMERIO Mario, relatore

Signor Presidente, colleghi, consentitemi di iniziare la relazione in modo un po' irrituale. Negli ultimi tempi ho riflettuto se dovessi o meno confermare la mia disponibilità per questa relazione per due motivi.
Intanto per il fatto che questa legge arriva in aula dopo circa un anno dal momento in cui è stata licenziata dalla competente Commissione, e a quasi cinque anni di distanza dal momento in cui è stata emanata la legge quadro n. 730/85, ma soprattutto per la ragione che già diceva il relatore Paris alla quale mi associo, cioè viene in aula una legge con un finanziamento irrisorio (200 milioni), dopo cinque anni di attesa. Comunque svolgo ugualmente questa relazione nella speranza che prevalga il buon senso in sede di assestamento di bilancio e per la ragione che troviamo in questo testo le proposte che il Gruppo comunista aveva avanzato nella Commissione in ordine a questioni non marginali. In Commissione avevamo evidenziato il problema di coloro che saranno i destinatari dei benefici regionali in materia di agriturismo, del decentramento e della delega alle Province, del ruolo e del peso della programmazione regionale, del riconoscimento della presenza delle organizzazioni ambientaliste, dell'inquinamento e dei pesticidi, del superamento delle barriere architettoniche, che è presente per la prima volta in una legge regionale in materia di agriturismo.
Il disegno di legge che oggi, dopo una lunga gestazione, viene portato all'esame dell'aula è certamente molto atteso nella nostra regione.
Infatti la legge quadro n. 730, che data 5/12/1985, delinea i criteri generali entro i quali le Regioni dovrebbero legiferare; nel frattempo si è moltiplicato il numero di coloro che, a buon diritto o magari senza i requisiti di cui alla legge quadro, hanno intrapreso o intendono intraprendere un'attività nel settore agrituristico, sino ad oggi in assenza di un'apposita normativa.
Infatti l'accresciuto interesse per le vacanze alternative, fuori dai circuiti più usuali, l'incremento del turismo breve, le attrattive naturali delle nostre zone montane, delle colline delle Langhe e del Monferrato delle aree parco o riserva che coprono una superficie non indifferente della regione, fanno intravedere concrete possibilità di integrazione del reddito agricolo affiancandovi l'ospitalità agrituristica.
Si tratta dunque di una domanda crescente, alla quale non si poteva tardare oltre a dare una risposta in termini di normazione ma anche di sostegno e incentivo, come fa la presente legge.
Nell'illustrarne brevemente il testo, mi soffermerò su alcuni aspetti che possono considerarsi innovativi e che costituiscono anche l'apporto specifico del nostro Gruppo all'elaborazione della legge e la ragione del nostro consenso.
La legge, definite le finalità generali, le attività ad esse attinenti e le loro modalità, per le quali si rimanda ai primi due Titoli del testo introduce la nozione di "Programma regionale agrituristico".
Il programma regionale agrituristico e la successiva delega alle Province costituiscono la parte forse più qualificante della legge. Diamo atto che sono state recepite quasi interamente le proposte e accolti i suggerimenti avanzati dal nostro Gruppo.
Il programma regionale ha valenza triennale, può essere aggiornato annualmente, e viene redatto attraverso un'ampia consultazione, tuttavia con procedure snelle e non farraginose.
Esso dovrà indicare fra l'altro: gli obiettivi di sviluppo dell'agriturismo sulla base di specifiche analisi dell'andamento del settore le zone a prevalente interesse agrituristico gli indirizzi e le modalità di promozione della domanda e di valorizzazione e propaganda delle risorse agrituristiche le iniziative di studio, ricerca e formazione professionale necessarie le modalità e i criteri per la verifica dell'efficacia delle azioni intraprese il riparto delle risorse finanziarie fra le Province.
Ampia, come si è detto, è la delega agli enti locali, specie alle Province alle quali si demanda: di concorrere alla redazione del piano regionale di predisporre un programma annuale di intervento per il territorio di loro competenza di tenere l'albo (o elenco) degli imprenditori agrituristici autorizzati di esaminare le domande e concedere i finanziamenti.
I Comuni, per parte loro, saranno preposti alla concessione delle autorizzazioni all'esercizio dell'attività agrituristica e alle competenze di controllo e sanzionatorie, ma potranno anche concorrere all'elaborazione del piano regionale e soprattutto, come i loro Consorzi e le Comunità montane, presentare programmi integrati riguardanti la costruzione l'ampliamento e il miglioramento di strutture sul territorio dirette a migliorare la qualità del soggiorno.
Nel complesso, come si vede, un ampio e non formale decentramento di competenze.
Il Titolo IV detta norme per i beneficiari degli incentivi economici e sulla natura degli stessi.
Tenuto conto che l'agriturismo deve costituire attività complementare a quella agricola, come vuole la legge quadro nazionale n. 730, e non pu diventare primaria fonte di lavoro e di reddito, la questione dei beneficiari è stata risolta consentendo a tutti coloro che si trovano nelle condizioni di cui all'art. 2135 del Codice Civile di richiedere l'iscrizione all'elenco degli operatori. I finanziamenti privilegiano innanzitutto i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli a titolo principale.
Gli incentivi sono normati all'art. 11.
Alcune novità sono presenti in questo testo. Va dato atto alla maggioranza di avere accettato le proposte del nostro Gruppo che introducevano queste novità, e che oggi concorrono non poco a qualificare questa legge.
In primo luogo viene accolta la sensibilità ambientalista ed ecologica ormai così radicata nella nostra regione: da una parte, all'art. 10 chiamando una rappresentanza delle associazioni ambientaliste a far parte delle Commissioni provinciali e della Commissione regionale, dall'altra all'art. 9, impegnando la Regione a favorire o a promuovere programmi finalizzati a diminuire l'uso di prodotti chimici in agricoltura nelle aree a prevalente interesse agrituristico, anche individuandole come prioritarie regionali nella lotta fitopatologica integrata.
Altro elemento di novità è quello costituito dall'art. 12, cui già faceva riferimento il Consigliere Paris, concernente incentivi per interventi finalizzati all'abbattimento delle barriere architettoniche.
Non si tratta, come qualche altra legge regionale, per esempio quella della Regione Puglia, di vaghi auspici, ma di un intervento concreto consistente nella concessione, aggiuntiva ai normali benefici di legge, di ulteriori finanziamenti, pari ai 2/3 della spesa complessiva, per quegli imprenditori agrituristici che pongano in essere interventi strutturali atti ad abbattere le barriere architettoniche negli alloggi agrituristici.
Appositi criteri saranno deliberati dalla Giunta entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge.
Nel complesso, si tratta di una legge che affronta correttamente il problema della regolamentazione e del sostegno dell'agriturismo; non accede ad interpretazioni devianti, come quella di considerare l'agriturismo una sorta di parente povero del turismo tradizionale, o semplicemente una nuova forma di assistenza economica agli agricoltori delle zone più disagiate (montagna, collina svantaggiata). Si propone invece di agevolare un settore in espansione, che coglie un mutamento reale dei gusti e dei costumi già in atto e si pone come un nuovo modo di fare vacanza, complementare ai circuiti tradizionali piuttosto che alternativo.
Da questo punto di vista è giusto, per esempio, adottare gli stessi parametri minimi per gli alloggi agrituristici e i servizi che sono previsti dalla legge regionale sul turismo.
L'agriturismo costituirà anche una forma di integrazione del reddito degli agricoltori delle zone svantaggiate (montagna e collina), che saranno anche quelle a più naturale vocazione agrituristica; e un incentivo a realizzare in quelle aree una più elevata compatibilità fra agricoltura ed ambiente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, dopo un lungo percorso arriviamo oggi in quest'aula a discutere di un provvedimento che ritengo molto importante per i rapporti con la sfera economica e turistica, anzi questo testo è frutto di una sintesi di tre proposte di legge e di un disegno di legge. Intanto mi sembra estremamente importante, nella ricerca di nuovi assetti del mondo agricolo, la possibilità di inserire l'elemento turistico a bilanciare l'andamento del ciclo agricolo, specie nelle zone montane, nelle zone dell'alta collina, rappresentando un aspetto rilevante ovviamente, se l'agriturismo avrà una diffusione significativa.
Per quanto riguarda il turismo significa in qualche modo offrire ad ampi settori della nostra comunità e anche di altre regioni (si spera anche di Paesi stranieri) aree che oggi non sono minimamente utilizzate a fini turistici. Questo serve anche a decongestionare quelle zone dove ormai la pressione e l'impatto turistico creano delle distorsioni e delle non funzionalità della fruizione turistica. Mi riferisco a certe aree del Paese e del Piemonte che vedono in brevissimi periodi una concentrazione fortissima della spinta turistica. Quindi tale iniziativa tende a diluire e ad omogeneizzare le presenze e questo era stato il principio su cui si era basata l'istituzione delle aziende di promozione turistica la cui filosofia è proprio quella della diffusione e non della concentrazione.
Come allora, anche oggi la funzione dell'agriturismo assume carattere di omogeneizzazione e distribuzione in modo equilibrato della spinta e della domanda turistica.
L'agriturismo svolge anche una funzione importante perché tende a favorire il mantenimento e il miglioramento di strutture, di tradizioni, di valori nelle culture, anche nell'alimentazione, nella storia che nella comunità è presente. Mi riferisco soprattutto all'alta collina e alla montagna. Sappiamo che nella pianura alcuna valori e alcune tradizioni sono rapidamente state annacquate dall'azione fortissima della omogeneizzazione svolta dai mezzi di comunicazione di massa.
Credo che l'agriturismo possa avere anche un'importante funzione per un ritorno alla cultura dei consumi radicato alle produzioni caratteristiche della nostra terra. Oggi, specie nelle grandi aree metropolitane, la cultura dell'alimentazione subisce distorsioni provocate dalla pubblicità l'agriturismo permette invece il riavvicinamento del cittadino con la produzione e la tradizione.
L'articolazione del testo presentato è soddisfacente anche se viene a sfocarsi leggermente una capacità di programmazione della Regione in questo contesto. Nel timore di essere troppo attaccati, come attori di una politica centralistica, forse in questa legge abbiamo delegato troppo togliendo una funzione di guida della programmazione dell'agriturismo.
Ho presentato un emendamento con il quale chiedo di porre un setaccio a maglie strette, per evitare abusi per far passare falsi agricoltori che fanno agriturismo e per evitare la centralità dell'agricoltore che utilizza l'agriturismo come opportunità. In questo senso credo che il mio emendamento tenda a minimizzare il rischio che un'amministrazione possa essere disattenta casualmente o volutamente e ampli le maglie del setaccio.
Purtroppo so che il mio emendamento può essere aggirato facilmente dal riferimento alla legge nazionale, quindi diventa più che altro un'indicazione di principio, però su questa indicazione di principio si pu valutare se si può lasciare l'elemento temporale (90 giorni) oppure se si vuole considerarlo valido così come l'ho presentato.
Ho fatto questo inciso perché non interverrò più in sede di discussione dell'emendamento, in quanto mi pare molto schematico e comprensibile e spero sottragga poco tempo all'economia della discussione.
Il Gruppo PSI voterà a favore del testo di legge augurandosi che possa essere recepito l'emendamento che ho annunciato. Sottolineo il rischio di un eccessivo decentramento che toglie spazi al governo della Regione di questo importante processo. Se saranno presentati altri emendamenti per recuperare una più precisa identità di governo da parte della Regione in questa materia, li discuteremo con attenzione, perché riteniamo che si debba ricercare un equilibrio in merito.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone che interviene in qualità di Consigliere.



MIGNONE Andrea

Ritengo opportuno intervenire anche perché il Gruppo PSDI era fra i presentatori di una delle proposte di legge su cui la Commissione si è confrontata nel redigere il testo che viene oggi sottoposto all'attenzione del Consiglio regionale. Siamo in ritardo, i tempi avrebbero dovuto essere necessariamente più ristretti data l'importanza del fenomeno in Piemonte.
Va però detto che la Regione Piemonte non è del tutto estranea da interventi volti a sollecitare e a sostenere le attività agrituristiche; la prima legge di incentivazione delle attività ricettive già nel lontano 1973 prevedeva contributi per il ripristino di fabbricati rurali da destinare ad attività agrituristiche.
E' doveroso ricordare come già in quest'ultimo decennio l'attività promozionale della Regione, come anche quella di sostegno alle attività ricettive, ha sempre compreso anche il settore agrituristico, sia con pubblicazioni volte alla divulgazione dell'offerta che il Piemonte era in grado di presentare ai soggetti interessati sia come contributo per la realizzazione di alloggi e per il sostegno dell'agricampeggio, certamente più sviluppato in nazioni vicine come la Francia, ma che anche in Piemonte ha comunque una sua realtà consolidata. Quindi, va riconosciuto che il Piemonte, pur in assenza di una legge regionale, ma comunque con le leggi di settore esistenti e con l'utilizzo dei fondi della promozione turistica assieme alle associazioni agrituristiche ha potuto mettere in vetrina l'offerta agrituristica regionale.
Va anche riconosciuto come alcune associazioni agrituristiche in Piemonte siano state tra le più vivaci ed abbiano contribuito allo sviluppo del fenomeno, in particolare in alcune aree della Langa cuneese.
L'assenza di una legge organica di settore ha provocato qualche rallentamento. Oggi il Consiglio regionale viene a colmare questa lacuna con un provvedimento che, se realizzato, rappresenterà uno degli appuntamenti più significativi di questa legislatura, che consegue ad una legislazione statale che risale ormai al 1983 e che ad essa va dato riscontro con una legge regionale, anche se rimangono ancora alcuni nodi non sciolti dalla legislazione nazionale e che qui è bene richiamare. Ad esempio, per quanto riguarda il regime fiscale, rimangono dubbi e perplessità e credo che l'approvazione di questa legge non possa non richiamare l'attenzione delle forze politiche del Consiglio regionale sulla necessità di un'azione perché vi siano da parte del Parlamento quei chiarimenti che, ancorché richiesti quando si approvò la legge quadro nazionale, non trovarono accoglimento da parte del Ministero delle Finanze.
Sono risposte che non hanno trovato accoglimento nella legge quadro e che ancora oggi debbono essere chiarite anche se qualche circolare interpretativa ha cercato di venire in soccorso di un settore che senza questi chiarimenti ha difficoltà a decollare nella misura in cui noi auspichiamo.
E' opportuno, nel momento in cui approviamo una legge regionale sottolineare questo aspetto, affinché venga inviato dal Consiglio un ulteriore segnale al Parlamento perché intervenga anche in questa materia la cui soluzione favorirebbe certamente lo sviluppo dell'agriturismo.
Per quanto riguarda il testo oggi all'esame del Consiglio (che in parte è riassuntivo delle proposte presentate, in parte innovativo rispetto alle stesse) vi è da parte del Gruppo socialdemocratico consenso, riconoscendosi lo stesso per larga parte nel testo che qui è in esame. Le finalità del testo cercano di puntualizzare che un conto è il turismo rurale (vale a dire di chi la domenica pomeriggio parte con la macchina dalla città e va a comperare le uova nella cascina), altro conto è l'attività agrituristica.
L'agriturismo è qualcosa di diverso dall'attività, certamente positiva che si fa soltanto la domenica pomeriggio. Se si vuole davvero una integrazione tra campagna e città, credo che questa legge contribuirà a chiarire le idee a tutti (compresi gli operatori) su questo versante; sarà anche un contributo allo sviluppo delle vere attività agrituristiche.
Agriturismo vuol dire vivere secondo stili di vita rurale in ambiente rurale per un periodo più lungo delle due ore della domenica pomeriggio.
Mi limiterò anch'io a poche osservazioni riconoscendomi come Gruppo nello spirito e nel dettato del disposto legislativo. Credo sia stato opportuno puntualizzare il complesso delle norme di programmazione.
Tuttavia non farei una grande enfatizzazione su questo aspetto, perché non vorrei che anche questa importante impalcatura che stiamo mettendo in piedi possa rappresentare un freno anziché uno sviluppo dell'attività.
Certamente, questo sistema, unito alla forte spinta nel settore del decentramento e delle deleghe, ha sì valenze positive, nella misura in cui questo non voglia dire abdicazione, come già ricordava il collega Tapparo a svolgere un forte ruolo propositivo e programmatorio. Pensiamo, ad esempio, all'aspetto della promozione e dell'informazione. Non vorrei che fosse sminuito un valore forte della Regione in questo settore, perché la vendita di un prodotto, più che di una marca, ha significato nella misura in cui vi è una forte iniziativa regionale e non vi è uno sfilacciamento a livello subregionale. Peggio ancora quando vi è una delega ad associazioni di parte, di categoria, ancorché meritorio, di svolgere questa opera di divulgazione, di informazione, di promozione. Anche su questo credo sia importante richiamare l'opportunità di pacchetti integrati di offerta, che hanno valenza nella misura in cui sono pacchetti integrati di dimensioni almeno di livello regionale e che sono sottratti all'autonomia decisionale alla parcelizzazione delle associazioni che operano nel settore, che devono essere sostenute in questo loro sforzo, non in modo autonomo, ma all'interno di un quadro programmatorio regionale.
Nell'articolato non mi pare molto esaltato il ruolo delle Comunità montane, se pensiamo che l'agriturismo, almeno in prima approssimazione potrà avere un forte rilievo soprattutto a livello delle Comunità montane.
Credo che nel dettato legislativo sia compresa la presenza e il ruolo degli enti locali, quindi anche delle Comunità montane, laddove non sono richiamate esplicitamente. Mi auguro che ad esse sia comunque attribuito un ruolo significativo perché certamente le attività agrituristiche hanno un significato in particolare nelle zone montane o comunque nelle zone svantaggiate.
Noi esprimiamo ancora una volta il nostro voto favorevole al testo di legge, con le osservazioni che abbiamo fatto e che valgono soprattutto come raccomandazione nell'iter di applicazione della legge.
Due ultime considerazioni.
Vogliamo cogliere questa occasione per richiamare l'opportunità che da parte della Regione ci sia quanto prima anche un rifinanziamento della legge n. 27 a favore delle attività ricettive alberghiere tradizionali.
L'anno 1989 sta passando, quindi voglio fare una sollecitazione affinché il provvedimento di rifinanziamento alla legge n. 27, con le modifiche al programma che si riterranno opportune, avvenga quanto prima.
Un'ultima osservazione che si innesta sul richiamo agli aspetti finanziari, sviluppata dal collega Paris. Certamente, le risorse finanziarie qui allocate non sono consistenti. Si tratterà di valutare se sarà possibile stralciare la parte del programma della legge n. 27 che riguarda le attività agrituristiche per essere ricompresa all'interno di questa legge per poter avere qualche ulteriore risorsa finanziaria.
Ma c'è un altro aspetto. Se non ho letto male il testo definitivo, la legge prevede il termine del 30 aprile per la presentazione delle domande.
Allora mi chiedo che senso ha prevedere per l'anno 1989 duecento milioni se il 30 aprile è già scaduto. Ha senso questa previsione per quest'anno? Le risorse sono poche e addirittura anche queste poche non servono per il 1989, a meno che non si introduca - ammesso che non ci sia già - una norma transitoria nella quale si dica: "in sede di prima applicazione della legge, le domande per il 1989 si presentano entro 60 giorni dalla pubblicazione della legge", sapendo che questo vuol dire arrivare all'autunno e che se non sarà conclusa l'istruttoria non si potranno impegnare le cifre. Non si tratta tanto di dire che 200 milioni per il 1989 sono pochi, ma si tratta di chiederci se si potranno spendere, essendo il 30 aprile ormai superato. Bisogna verificare se siamo ancora in tempo ad impegnare le cifre per l'anno 1989. Certamente questo non esclude che 200 milioni all'anno sono una cifra esigua. Se però una parte dei fondi della legge generale sul turismo n. 217 potesse essere utilizzata per le aziende agrituristiche, forse questo capitolo potrebbe avere qualche implementazione. In ogni caso il chiarimento in ordine allo stanziamento per l'anno 1989 credo che debba essere approfondito e reso a questo Consiglio prima di procedere alla votazione del testo di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fracchia.



FRACCHIA Mario

Signor Presidente, colleghi, finalmente dopo un lunghissimo tempo questa legge viene in aula. Onestamente occorre dire che è una discreta legge, frutto di grandi mediazioni per poter conciliare l'interesse di tutti i Gruppi. E' stata votata in Commissione all'unanimità, ma poi per motivi finanziari è rimasta ferma ancora un anno prima di venire all'esame dell'aula per l'approvazione.
Le relazioni dei colleghi Paris e Amerio sono esaurienti, hanno centrato i punti nodali e la filosofia di questa legge, quindi mi limito a qualche considerazione. L'attesa in Piemonte, specialmente nelle zone rurali, in particolare nella zona del Cuneese, è vivissima, però non dimentichiamo che c'è anche molta attesa da parte della gente che non possiede questi requisiti, anzi, ne ha troppi. Occorre molta attenzione su questa legge perché ci sono parecchi avvoltoi pronti a partire.



MARCHINI Sergio

Speriamo.



FRACCHIA Mario

Non per le dodici camere, lasciami terminare, collega Marchini. Volevo spiegare che le finalità di questa legge sono molto chiare e logiche: dodici posti letto riservati solo per coloro che intendono svolgere l'attività agrituristica.
Purtroppo - e sono questi i punti sui quali bisogna fare molta attenzione - con questo sistema e con quello che si sta già vedendo ora si sta uccidendo l'alta imprenditoria. Se queste aziende agroturistiche diventano dei grandi ristoranti, obbligano le vecchie osterie dei nostri paesi a chiudere, e la chiusura dell'osteria o del ristorantino in un paese di montagna vuol dire la fine di quel paese; chi gestisce l'agriturismo ha interesse a dar da mangiare e ad alloggiare, mentre la "piola", dove alla sera si discute di politica o si gioca a carte, è il segno vitale di questi paesi. Quindi bisogna fare molta attenzione sugli abusi e sulle infrazioni che verranno da questa legge. C'è già una protesta generale da parte dei piccoli ristoratori del Cuneese i quali temono una concorrenza spietata e disonesta, perché gli agrituristi sono avvantaggiati nei confronti del piccolo ristoratore o albergatore.
Sono d'accordo sull'agriturismo se attuato su basi controllate. Per esempio, esiste un'azienda nell'Albese che ha sei appartamenti doppi e che dà da mangiare solo alle ventiquattro persone che ospita. Quell'azienda è nata in base a questa legge, pur non conoscendola ancora. Ci sono per nelle zone dell'Astigiano e dell'Albese casi scandalosi, e la legge purtroppo sui controlli mi pare carente. Chi controlla che queste attività vengano svolte nei termini stabiliti dalla legge? C'è chi aspetta solo l'approvazione di questa legge per presentare domanda, per iniziare l'attività e sospenderla poi nel più breve tempo possibile, nel mentre si è ristrutturato la cascina o l'azienda. Quali sanzioni sono previste per questi casi? Sono queste le domande che rivolgo all'Assessore e alle quali aspetto risposta. Sul resto sono d'accordo e dichiaro il voto favorevole del Gruppo repubblicano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dardanello.



DARDANELLO Ferruccio

Signor Presidente, colleghi, ricollegandomi all'intervento del Consigliere Fracchia, faccio alcune considerazioni di carattere generale per quanto riguarda il turismo in Piemonte. Con questa legge vogliamo regolamentare ed incentivare il ruolo del turismo all'interno della nostra realtà. Il ruolo del turismo in Piemonte è un volano per la nostra società per la nostra realtà economica.
In questi giorni ho fatto alcune considerazioni pesanti, innanzitutto sul comportamento dello Stato e nei confronti delle popolazioni del Piemonte, della Lombardia, del Veneto che vivono nelle realtà turistiche montane, che probabilmente sono considerate di serie B. Pur avendo grande comprensione per le zone turistiche adriatiche che stanno vivendo il fenomeno dell'emergenza alghe, a malincuore ho constatato una differente attenzione sul piano turistico e sul piano ecologico verso il mondo turistico nostrano a causa dell'emergenza neve.
Per l'emergenza neve non vi è stata nessuna considerazione da parte dello Stato, mentre stiamo valutando quanta attenzione è volta al problema dell'emergenza alghe; sono stati stanziati 1.300 miliardi per rifocillare un'economia che sta vivendo un momento drammatico, mentre per quanto riguarda un'altra area d'Italia dove il turismo è altrettanto importante soprattutto al livello occupazionale perché fornisce reddito e lavoro, gli aiuti sono a zero lire. Questo aggancio è per dire che anche l'agriturismo sarà da valorizzare perché, nonostante questa legge non sia il massimo rispetto alle leggi sull'agriturismo a livello nazionale, è una componente importante per una valorizzazione economica, sociale e occupazionale del Piemonte. Pertanto con attenzione guardo a queste iniziative di legge.
E' una legge necessaria anche per regolamentare un'attività che si presta a diversi abusi - come diceva poc'anzi il Consigliere Fracchia - è una legge che deve dare spazio a quegli imprenditori del mondo agricolo che vogliono trovare in questo settore un'integrazione giusta alle loro attuali difficoltà. Questa legge però non deve portare a considerazioni sbagliate a considerazioni diverse, a quei risultati che si possono nascondere dietro a realizzazioni di imprenditori abusivi.
Ho notato, per esempio, che questa legge è carente nelle sanzioni; il momento sanzionatorio è sempre susseguente al momento propositivo. Mi sono permesso di presentare un emendamento nel quale si dice che coloro che non adempiono compiutamente ai dispositivi di legge saranno sanzionati con la sospensione di dodici mesi, per quanto riguarda la prima infrazione e secondariamente, nel caso di recidività, con la revoca. La legge è anche carente per quanto riguarda i controlli. Se non vado errato, i controlli dovrebbero essere eseguiti dagli uffici comunali i quali devono valutare i requisiti degli imprenditori agrituristici.
Ho presentato un altro emendamento al comma in cui si dice che, oltre alle sei camere, c'è la possibilità di inserire tende e caravan. Dato che la legge parla chiaramente di sei camere e di conseguenza di dodici o ventiquattro posti letto, nell'eventualità non potessero essere realizzate tutte e sei le camere, in alternativa, i posti letto potrebbero essere ritrovati con tende o caravan.
Ho presentato solo questi due emendamenti; probabilmente, leggendo con più attenzione la legge, cosa che purtroppo non ho potuto fare, avrei potuto dare qualche suggerimento migliorativo affinché questa legge possa essere quello strumento di crescita per un mondo agricolo che certamente può dare un grande contributo alla valorizzazione turistica della Regione Piemonte e affinché non sia la scappatoia per coloro che vogliono diventare imprenditori della ristorazione o alberghieri senza averne i requisiti anche sotto il profilo fiscale.
Voglio sottolineare l'importanza che ha la "piola" nelle nostre realtà montane e nella Langa. E' un momento di aggregazione, un momento di vita un momento socializzante della nostra realtà. Quindi una legge che tuteli questi tipi di realtà rende un doppio servizio all'imprenditore agricolo e all'imprenditore della somministrazione e credo sia una risposta al turismo piemontese. Dobbiamo però cercare di rispettare compiutamente quelli che sono i ruoli di ognuno e dargli quella tutela necessaria perché le nostre Langhe, che sono disagiate e alla ricerca di nuove prospettive, di nuovi filoni per poter sopravvivere, abbiano la garanzia di essere sufficientemente tutelate.
Questa legge mi pare vada in questo filone. Di conseguenza dichiaro il voto favorevole del mio Gruppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, un brevissimo intervento per dichiarare che il Gruppo MSI accoglie con soddisfazione questo momento di approvazione della legge che viene proposta al Consiglio regionale, perch l'attesa nell'ambiente, non soltanto delle associazioni, ma anche di coloro i quali vivono ed operano ancora - in breve - nella dimensione della campagna, è veramente notevole.
Ricordo che all'inizio dell'attività mia personale in questo Consiglio avendo fatto un giro di orizzonte presso tutte le associazioni, comprese quelle degli agricoltori della mia Provincia, ho avuto da loro proprio l'indicazione di una sollecitazione affinché una legge per lo sviluppo dell'agriturismo fosse emanata dal Consiglio regionale. Dunque l'attesa è veramente tale da meritare la risposta che mi pare, tutto sommato, il testo di questa legge soddisfi, anche se non mancano particolari perplessità che andrebbero esaminate ed approfondite per prevenire affinché non ci siano poi momenti speculativi, ma questo è un compito che potrà essere degnamente risolto dagli istituti o dagli enti ai quali viene delegata poi l'applicazione delle normative. Sono favorevole al fatto che ci sia stato il massimo della delega agli enti provinciali e comunali, perché è giusto che proprio loro che gestiscono il territorio disciplinino ciò che la materia richiede: una disciplina che possa evitare che ci siano delle speculazioni.
Naturalmente non possiamo essere soddisfatti dell'importo di spesa indicato. I 170 milioni sono una cosa risibile, così come i 30 milioni che vengono assegnati alle associazioni che programmano in merito allo sviluppo agrituristico non rappresentano niente. E' vero che l'associazionismo deve avere le risorse finanziarie per autogestire l'autonoma promozione (visto che c'è una legge che a loro consente ciò), ma è anche vero che una legge onde avere il peso che si merita, deve avere i finanziamenti adeguati altrimenti sembra che la legge sia fatta soltanto per avere uno strumento da affidare alla collaborazione e all'iniziativa altrui e comunque per soddisfare talune richieste come se fossero già scritte in qualche foglio nel cassetto, nella speranza che i bilanci del futuro ci consentano di sviluppare ulteriormente ciò che le leggi dovrebbero già sin dall'inizio rappresentare, al di là delle lettere che le parole rappresentano, e cioè sviluppare in concreto l'iniziativa politica.
Per queste considerazioni, assicurando che da parte nostra in sede locale ci sarà un'attenzione non dico di vigilanza, ma per il migliore sviluppo di ciò che la legge garantisce, noi diamo voto favorevole al progetto di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Villa.



VILLA Antonino

Mi riconosco nelle relazioni svolte dai Consiglieri Paris e Amerio. Il lavoro svolto in Commissione è stato fatto con serenità e in modo producente.
Con la presente legge si chiude l'arco dei provvedimenti che nel settore turistico costituivano l'impegno della nostra legislatura. La legge quadro sul turismo n. 217 aveva delineato i compiti cui dovevano ottemperare le Regioni. Il Piemonte ha ottemperato con le leggi per l'organizzazione turistica, le APT, l'offerta e la domanda turistica, la modifica della legge per i maestri di sci e la legge per le professioni turistiche. Si potranno forse recriminare tempi non eccessivamente rapidi e si potranno forse ricercare aspetti emendabili nelle varie norme che questo Consiglio ha emanato. Si potranno certamente, a tempo opportuno, apportare le correzioni che l'applicazione delle diverse leggi potrà suggerire.
Pur con queste esitazioni, credo tuttavia sia giusto esprimere la soddisfazione non solo per il lavoro della VI Commissione, ma di tutto il Consiglio per i risultati conseguiti nella legislazione per il turismo.
Restava la grande area dell'agriturismo. Ringrazio la III e la VI Commissione per l'impegno di tutti e per l'atmosfera che si è instaurata e nella quale si è concordemente lavorato.
I due relatori hanno già sottolineato i punti neri: ritardo e scarsa entità dello stanziamento. L'uno e l'altra carenza sono riconducibili alle difficoltà di bilancio. E' pur vero che per il 1989 non ci saranno molti giorni per passare agli interventi diretti. Concordo tuttavia con la richiesta dei relatori di tenere presente la disciplina e lo sviluppo dell'agriturismo quando si assesterà il bilancio.
Abbiamo visto che tra le richieste che l'UNCEM aveva presentato alla Regione, nella marcia dei 300 amministratori della montagna svoltasi a Torino, c'era anche la richiesta della legge per l'agriturismo. Mi auguro che questa richiesta venga soddisfatta ed è per questo che, riproponendo ancora la soddisfazione per il lavoro compiuto in serenità nelle due Commissioni riunite, ritengo di poter esprimere il voto favorevole del Gruppo DC.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Signor Presidente, colleghi, il mondo agricolo piemontese ha atteso con ansia l'emanazione di questa legge che ha visto impegnati, oltreché la Giunta, anche i Gruppi presenti nel Consiglio regionale.
Sull'argomento vi è stata una particolare attenzione da parte delle forze politiche presenti in Commissione e oggi arriva il progetto di legge all'attenzione del Consiglio, dopo un lavoro sufficientemente approfondito.
Anche l'Assessore al turismo Ripa ha lavorato parecchio su questa legge, così come già aveva fatto in precedenza il collega Moretti. Sono stati evidenziati i ritardi, ma i ritardi sono dovuti a tante motivazioni soprattutto all'aspetto finanziario. La legge è stata approvata in sede congiunta dalle Commissioni III e VI parecchi mesi fa, ma è stata ferma in I Commissione per gli aspetti finanziari. Già i colleghi Mignone e Villa hanno evidenziato l'inopportunità di stanziare maggiori fondi su una legge che purtroppo, anche per i suoi tempi organizzativi, non riuscirà ad assegnare risorse nell'anno 1989. Quindi, destinare più risorse sul capitolo finanziario della legge applicativa dell'agriturismo significherebbe avere esclusivamente più residui passivi a fine anno. Di conseguenza, mi pare corretta la proposta della Giunta di destinare poche risorse, rimandando agli esercizi finanziari successivi il reale impegno che Giunta e Consiglio regionale intendono realizzare, in un quadro finanziario caratterizzato dalla scarsità di risorse, ma che comunque deve vedere un impegno finanziario regionale adeguato allo sviluppo agrituristico, sviluppo agrituristico che, per la verità, è già avvenuto in questa Regione, perché sono ormai centinaia le aziende agrituristiche che svolgono tale attività soprattutto nelle aree di collina e di montagna.
La Giunta regionale infatti è già intervenuta nel passato per incentivare l'agriturismo, c'era già uno strumento legislativo che permetteva di intervenire finanziariamente a sostegno di iniziative agrituristiche. Il collega Ripa renderà noto al Consiglio quello che la Regione Piemonte ha già fatto in questo settore. Quindi, non partiamo dall'anno zero, c'è già un'attività, una presenza che doveva regolamentare meglio la materia, la legge infatti ha tra i suoi obiettivi fondamentali anche questo. E' necessario inquadrare il problema per stabilire chi potrà fare agriturismo, per stabilire che chi potrà fare agriturismo lo farà entro dimensioni che abbiano le caratteristiche di azienda integrativa non sostitutiva dell'attività agricola, che deve rimanere l'attività principale, evitando anche la speculazione, le strumentalizzazioni di questa legge o di questa attività che, a nostro modesto parere, andrebbe a collocarsi in alternativa con altre attività già esistenti sul territorio che hanno regolamentazioni più severe e diverse e quindi debbono anche essere tutelate.
Un'ultima riflessione sul rapporto agroturistico.
L'agriturismo offre ai cittadini un uso del tempo libero diverso da quello tradizionalmente conosciuto: offre ai cittadini la possibilità di passare il tempo libero a diretto contatto con la natura e con l'attività agricola e quindi crea anche rapporti migliori fra coloro che operano nell'ambiente rurale agricolo e coloro che operano nell'ambiente cittadino aspetto non secondario se si pensa che nella città di Torino o nella sua cintura ci sono centinaia di migliaia di cittadini che non sanno come si coltivano le fragole, le pesche o come si alleva il bestiame, che spesso non riconoscono un animale da un altro, quindi è anche un momento di informazione a diretto contatto con la realtà.
Il secondo aspetto, altrettanto importante, è la possibilità per i cittadini consumatori di avvicinarsi alla produzione agricola, che naturalmente deve essere...



BRESSO Mercedes

Magari restano terrorizzati!



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Se restano terrorizzati non ritornano più. Ma siccome so che normalmente il cittadino che ha avuto l'opportunità di avvicinarsi e di usufruire del proprio tempo libero attraverso l'agriturismo non solo ritorna, ma porta anche gli amici, ciò vuol dire che quei cittadini non si sono spaventati, anzi, hanno la possibilità di trascorrere un periodo di riposo in una situazione diversa che offre diverse opportunità. Dissento dai colleghi che tendono a fare di ogni erba un fascio e che pensano che la produzione piemontese sia indegna di qualsiasi attenzione da parte dei consumatori. Ho già ricordato più volte in questo Consiglio che, siccome pranzo e cena lo facciamo tutti, o mangiamo i prodotti che produciamo in Piemonte o mangiamo i prodotti che vengono importati da altre nazioni ove l'attenzione per l'ambiente, per l'uso dei pesticidi e degli antiparassitari è ben inferiore alla nostra, quindi sarei più attento e più prudente nel fare certe valutazioni, intanto perché danneggiano un settore produttivo importante della nostra regione e poi perché non favoriscono i consumatori che, terrorizzati dalla nostra produzione, si rivolgono verso altre produzioni che sono meno garantite e meno tutelate. Comunque, il cittadino consumatore ha la possibilità di verificare direttamente il modo di produrre i prodotti dell'azienda agricola, di poterli gustare e quindi mi sembra anche questo aspetto un incentivo a migliorare la produzione agricola. Questa legge, oltre che offrire la possibilità di posti di lavoro in zone dove posti di lavoro non ne esistono specialmente per i giovani oltre che offrire una maggiore conoscenza dei problemi dell'agricoltura e delle sue produzioni, raggiunge anche un obiettivo economico, un obiettivo di tipo sociale e culturale importante per i soggetti interessati.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ripa.



RIPA Franco, Assessore al turismo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il collega Assessore Lombardi ha ricordato giustamente che siamo al termine di una valutazione legislativa e il Presidente della IV Commissione Villa ha parlato di una branca del turismo che può avere una normativa nuova.
Oggi, con l'approvazione della legge sull'agriturismo diamo una regolamentazione ad un settore che aveva già avuto l'interesse da parte della Regione sin dal 1980; dopo un iter lungo, questa legge viene in aula come frutto di alcune mediazioni, di alcune valutazioni che sono state fatte dalle Commissioni competenti. Qualcuno afferma che questo articolato è un po' complesso; diamo delle deleghe forse un po' larghe alle Amministrazioni provinciali o diamo delle deleghe a cuor leggero. In ogni caso questa legge dispiegherà i suoi effetti nell'arco di qualche mese quindi avremo il tempo materiale di fare delle correzioni se ce ne sarà bisogno.
Vorrei portare al Consiglio alcuni dati su quello che è stato fatto sinora nel settore. Non si parte dall'anno zero. Gli interventi datano dal 1978, con la legge n. 63: "Interventi regionali in materia di agricoltura e foreste"; proseguono con la legge n. 35/84: "Interventi per lo sviluppo dell'offerta turistica", la legge n. 54/85: "Disciplina dei complessi ricettivi all'aperto". Queste leggi, con le leggi n. 46 e n. 31, danno un quadro di sviluppo dei provvedimenti che sono stati assunti da questa Regione in particolare in tre fasce di intervento, gli alloggi agrituristici, le aree di sosta e la locazione. Dal 1980 ad oggi per gli alloggi agrituristici la Regione ha impegnato 550 milioni circa; per le aree di sosta sono stati svolti interventi per circa 50 milioni; per coloro che hanno messo a disposizione i propri alloggi per la locazione gli interventi sono stati pure di circa 50 milioni. Qualcuno può obiettare che sono pochi, e sono d'accordo con l'osservazione dell'Assessore Lombardi quando dice che questa legge, quando entrerà in vigore, non permetterà uno svolgimento totale, per cui la previsione di bilancio può essere capiente per lo sviluppo che si avrà nell'anno 1989.
Noi con questa legge abbiamo ricalcato gli intendimenti e le linee direttrici della legge nazionale n. 730. E' molto importante cominciare con questo segnale, anche se questa legge probabilmente necessiterà di qualche modifica. Per esempio, non so se è sempre valida e giusta e soprattutto se è un risparmio di tempo la delega.
Il collega Mignone ha accennato alla situazione fiscale, in effetti le aziende agrituristiche sono classificate come imprese normali di ristorazione; probabilmente sarà necessario da parte di questo Consiglio un intervento propositivo al livello nazionale affinché le aziende agrituristiche siano valutate in modo diverso, soprattutto per le diverse finalità che hanno rispetto alle altre imprese.
Le osservazioni e le preoccupazioni sollevate dal collega Fracchia sono giuste. La creazione di queste nuove imprese agrituristiche non deve danneggiare i piccoli punti di ristorazione che sono presenti in Piemonte che non solo rappresentano un fatto economico ed imprenditoriale, ma rappresentano un servizio sociale. Auspichiamo che i Comuni che sono delegati al controllo non vadano al di là dello spirito della legge.
E' difficile parlare di abusi in quanto gli effetti di questa legge non sono ancora valutabili perché non è ancora efficace.
Alcuni miglioramenti sono stati proposti con gli emendamenti presentati e penso che la Giunta sia disposta a valutarli per migliorare il testo di questa legge che ha avuto un iter burocratico molto lungo data la complessità dell'articolato che rappresenta lo spirito della legge n. 730.
Pensiamo sia possibile licenziarla soprattutto come un atto di impegno e come un segnale in questo particolare settore pur sapendo che la copertura finanziaria per il 1989 non sarebbe capiente in un normale anno finanziario. Ma sapendo che gli effetti di questa legge cominceranno a dispiegare i loro effetti negli ultimi mesi dell'anno, probabilmente le previsioni fatte dalla Giunta sono abbastanza capienti rispetto alla previsione degli effetti e delle domande di questa legge.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Emendamento presentato dal Consigliere Dardanello: al comma sesto, dopo le parole "essere previsti", aggiungere le parole "in alternativa ai posti letto di cui al comma terzo".
Emendamento presentato dagli Assessori Lombardi e Ripa: al comma sesto, dopo le parole "può consentire", aggiungere le parole "in alternativa ai posti letto di cui al comma terzo".
La parola al Consigliere Dardanello.



DARDANELLO Ferruccio

Ritiro il mio emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Amerio.



AMERIO Mario

L'emendamento del Consigliere Dardanello era in effetti estremamente restrittivo. L'emendamento della Giunta consente agli imprenditori agrituristici di avere sei camere più un massimo di tre spazi per tende e caravan; quando questi siano più di tre vanno a decremento di posti letto nelle camere. Capisco la logica di questo emendamento, però ho qualche dubbio che non possa esservi ospitalità anche in tende o caravan oltre che in alloggi, commisurata, per esempio, all'ampiezza dell'azienda agrituristica e della primaria attività agricola. Ci sarà una differenza tra l'azienda agricola di 5 ettari e quella di 50 ettari, e quindi ci potrà essere, a giudizio del Comune, una diversa valutazione sulla quantità degli ospiti. In questa direzione mi pare di ricordare che vanno tutte le leggi regionali. Quindi l'emendamento proposto dalla Giunta mi sembra restrittivo rispetto alle leggi regionali e rispetto alla filosofia della legge quadro n. 730.
Non mi sento di votare contro ma neanche di approvare. Credo che ci asterremo su questo emendamento, perché quella della ospitalità agrituristica è una restrizione che, a nostro giudizio, poteva essere evitata.



PRESIDENTE

L'emendamento presentato dal Consigliere Dardanello è pertanto ritirato.
Pongo in votazione l'emendamento presentato dagli Assessori Lombardi e Ripa.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 27 voti favorevoli e 12 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 3 nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 28 Consiglieri si sono astenuti 13 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: al punto 4), viene soppressa la seguente frase: "entro 90 giorni dalla sua presentazione, trascorsi i quali senza pronuncia la domanda si intende accolta".
Emendamento presentato dall'Assessore Ripa: al punto 4), dopo le parole "sua presentazione", viene soppressa la frase "trascorsi i quali senza pronuncia la domanda si intende accolta".
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Ritiro il mio emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Una precisazione. L'emendamento del Consigliere Tapparo non prevede i 90 giorni. Con questo emendamento, invece, viene fissato il termine dei 90 giorni e non è più previsto che, passati i 90 giorni, l'autorizzazione si intende concessa. Quindi, il Comune deve pronunciarsi entro il termine di 90 giorni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Amerio.



AMERIO Mario

Sono d'accordo sull'emendamento. E' una discussione che facemmo già a lungo in Commissione. Sottolineo solo un elemento di ambiguità che è bene avere presente e cioè che la legge quadro nazionale fissa il meccanismo del silenzio-assenso. Sono d'accordo che questo meccanismo posto nel contesto di questa legge è negativo. Mi chiedo se il sopprimerne la riproposizione sopprima in sé il meccanismo essendo previsto nella legge quadro nazionale.
Siamo d'accordo sull'emendamento; resta la norma della legge nazionale in ogni caso.



PRESIDENTE

L'emendamento presentato dal Consigliere Tapparo è pertanto ritirato.
Pongo in votazione l'emendamento presentato dall'Assessore Ripa.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 7 nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri.
L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri.
L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri.
L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Emendamento presentato dai Consiglieri Villa e Amerio: al comma primo, dopo le parole "di ogni anno", aggiungere le parole "Per il 1989 il termine di presentazione delle domande scade 60 giorni dopo la pubblicazione della legge. Le domande devono essere corredate da:".
Questo emendamento è ritirato dai proponenti e sarà inserito come norma transitoria finale.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 15 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri.
L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Emendamento presentato dai Consiglieri Ferro, Bosio e Chiezzi: al punto 1), sostituire le parole "la spesa di L. 170 milioni", con le parole "la spesa di L. 470 milioni".
La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Leggendo il Bollettino Ufficiale della Regione vediamo dai decreti autorizzativi di spesa del Presidente della Giunta, per quanto riguarda il patrimonio della Regione, che per cambiare un boiler spendiamo circa mezzo milione e per rifare i pavimenti le spese sono quelle che sono. Se prendessimo i 170 milioni e li spostassimo sulle spese di manutenzione patrimoniale della Regione, con quella cifra cambieremmo cinque boiler rifaremmo due pavimenti e non riusciremmo neanche a rifare un tetto.
Ho sentito interventi interessanti che enfatizzavano la legge. Si è parlato di una legge che aumenta i posti di lavoro e che apre una luce nuova per quanto riguarda le sorti della montagna e della collina. Tutte cose interessanti, però quando si fanno i conti lo stanziamento è di 170 milioni. Capisco che in fondo questa legge andrà a regime più o meno a ottobre-novembre e che per il prossimo anno si cercherà di garantire maggiori fondi. Si tenga conto comunque che la decisione politica di prevedere 170 milioni non è stata assunta adesso in Consiglio, ma è stata assunta nel momento in cui la legge è stata licenziata, il 10 maggio 1989 quindi con 170 milioni di finanziamento poteva essere presentata in aula l'11 maggio.
Il discorso dei 170 milioni più che essere condizionato dal fatto che comunque la legge andrà a regime a fine anno, mi pare sia condizionato dal fatto che probabilmente esistono da un lato sottovalutazioni politiche sull'importanza della legge e dall'altro esigenze di bilancio che qualche problema lo pongono. Dobbiamo uscire da questa situazione. Sono convinto che domani questa legge andrà su tutti i giornali, si dirà che la Regione ha emanato una legge sull'agriturismo, però occorre che questa legge esca con un minimo di credibilità. Se qualche giornale scriverà che la legge prevede uno stanziamento di 30 milioni per le organizzazioni agricole e di 170 milioni per gli operatori, la credibilità sarà nulla. C'è anche un problema di dignità del Consiglio. Qui sono le ragioni del nostro emendamento che cerca di proporre uno stanziamento se non sufficiente almeno dignitoso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Gli interventi dei colleghi Mignone e Villa e le riflessioni svolte dalla Giunta hanno dimostrato che lo stanziamento previsto in legge per il 1989 difficilmente potrà essere speso. E' vero, come dice il collega Ferro il rilievo e l'importanza di una legge si desumono anche dal suo impegno finanziario, però è altrettanto vero che questa legge è rimasta bloccata per questioni finanziarie, perché la situazione della Regione non permetteva di trovare i 200 milioni destinati a questo obiettivo. Quindi il problema di ordine finanziario dovrà essere visto nei bilanci prossimi.
Credo di poter accettare la critica di avere stanziato poco, ma non si potevano nemmeno stanziare dei quattrini che poi non si sarebbero spesi perché questo sarebbe stato un atteggiamento non operativo, non concreto.
Di conseguenza il rilievo, l'importanza che il Consiglio regionale e la Giunta regionale intenderanno affidare a questa legge dipenderà dall'entità degli stanziamenti degli anni prossimi, quando la spesa sarà possibile e quindi gli stanziamenti saranno operativi. Per quest'anno 30 milioni alle associazioni varranno evidentemente per un massimo di due, tre mesi di attività; 30 milioni sono per due mesi, diventerebbero 180 per tutto l'anno e se 170 milioni valgono per due mesi, moltiplicati per sei, porterebbero ad un'assegnazione nell'arco di un anno di oltre un miliardo, che mi sembra un'assegnazione più che sufficiente per dire che il Consiglio regionale e la Giunta regionale affidano a questa legge un rilievo che, collega Ferro non deve essere enfatizzato. Certamente, i problemi occupazionali delle zone della montagna e della collina non saranno risolti con la legge dell'agriturismo, ma alcuni giovani potranno fermarsi nelle loro aziende agricole se all'attività agricola potranno aggiungere l'attività integrativa dell'agriturismo. Quindi non si tratta di una legge che risolverà tutti i problemi, ma potrà contribuire a fermare i giovani nelle zone montane e di collina, che è molto importante per la situazione della nostra regione.
La Giunta non può accogliere l'emendamento, pur accettando lo spirito con il quale viene presentato. Il rilievo che la Regione intende dare a questo provvedimento sarà dimostrato nei bilanci degli anni prossimi che diventeranno operativi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Amerio.



AMERIO Mario

Vorrei fare una considerazione. E' indubbiamente vero che la legge andrà in vigore ad ottobre, decorsi i 60 giorni che abbiamo previsto da quando viene approvata e quindi ci saranno da due a tre mesi al massimo di applicabilità della legge nel corso del 1989.
E' però altrettanto vero che una normativa sull'agriturismo la attendiamo in Piemonte dal 1985, da quando c'è la legge quadro. E sappiamo che nel frattempo si sono moltiplicate le iniziative e le attività agrituristiche. Lo stesso Assessore lo diceva poc'anzi.
La legittima attesa si è andata moltiplicando. Credo sia ragionevole prevedere la presentazione di molte domande di finanziamento, non appena la legge sarà in vigore. Che cosa si intende fare? Esaminare le prime sette od otto domande, poi sospendere in attesa dell'anno prossimo e del nuovo bilancio? Questo noi vorremmo evitarlo. Vorremmo evitare questa immagine dell'istituzione regionale. Qui non si tratta di enfatizzare niente: questa è una legge che ha pregi e limiti relativamente ad un'area come quella dell'integrazione del reddito agricolo, però in quel campo per le persone interessate l'attesa è rilevante. Le domande saranno molte, e la Regione potrà esaminarne il 10% e poi sospenderà tutto perché non ci saranno i fondi, in attesa del bilancio prossimo. Vorremmo evitare questo, insistiamo perciò sul nostro emendamento. Diversamente dica la Giunta se in sede di assestamento di bilancio vorrà incrementare la cifra qui prevista. Chiedo che si valuti anche questa possibilità. Se fosse respinto l'emendamento e non vi fosse risposta a questa richiesta di incremento, in sede di assestamento di questi 200 milioni dovremmo ripensare anche al nostro atteggiamento che è stato finora più che positivo e costruttivo su questa legge.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Noi non escludiamo una verifica delle possibilità di incrementare questo capitolo in sede di assestamento di bilancio. Però vorrei anche precisare che la legge nella sua organizzazione prevede un programma regionale e programmi provinciali sulla base dei quali si andranno a finanziare le domande. Ammesso che si faccia uno strappo a questa impostazione per il primo anno e per le prime domande, le domande degli anni successivi rientreranno in questo tipo di programmazione, quindi non potranno essere accolte singolarmente, ma dovranno essere inquadrate in questo piano di programmazione di indirizzo regionale e di attuazione a livello provinciale. Per cui non escludendo la possibilità di incrementare il capitolo in sede di assestamento, c'è da tenere conto anche dell'organizzazione prevista dalla legge che non prevede il finanziamento di domande di aziende singole se non rientranti in un quadro di programma di indirizzo regionale di attuazione provinciale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dai Consiglieri Ferro, Bosio e Chiezzi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 16 voti favorevoli e 25 contrari.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 16 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 16 è approvato.
Emendamento presentato dal Consigliere Dardanello che prevede il seguente nuovo articolo 16 bis: "Art. 16 bis - Sanzioni.
La mancata osservanza delle disposizioni previste dalla presente legge comporta la sospensione dell'autorizzazione comunale per un periodo di tempo pari a dodici mesi; in caso di recidiva, la revoca definitiva dell'autorizzazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 16 bis, che in sede di coordinamento diventerà art. 17.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 16 bis è approvato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Villa e Amerio che prevede il seguente nuovo articolo 16 ter: "Art. 16 ter - Norma transitoria.
Per l'anno 1989 le domande di cui all'art. 15, comma primo, devono essere presentate entro 60 giorni dalla pubblicazione della legge".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 16 ter, che in sede di coordinamento diventerà art. 18.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 16 ter è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 17 è approvato.
La parola al Consigliere Amerio per dichiarazione di voto.



AMERIO Mario

Noi ci asteniamo per i motivi già evidenziati dal collega Ferro e dal sottoscritto.
Condividiamo il testo di questa legge che abbiamo ampiamente concorso a determinare insieme ad altre forze politiche, però riteniamo che il finanziamento di 200 milioni, per quanto relativo solo agli ultimi mesi dell'anno, anzi con le probabili complicazioni dovute all'istituzione dell'albo, come ha ricordato l'Assessore Lombardi, sia un finanziamento irrisorio e impresentabile. Qualora la legge dovesse avere, come tutti auspichiamo, un buon successo presso gli imprenditori agricoli piemontesi interessati a svolgere anche questa attività, noi andremo incontro rapidamente a serie difficoltà di applicazione. Potranno essere risolte un altr'anno in sede di nuovo bilancio, ma intanto l'immagine del Consiglio regionale presso gli operatori piemontesi non sarà stata certo delle migliori.
Se avessimo ottenuto almeno l'impegno a modificare questa situazione in sede di assestamento, avremmo potuto votarla. Non è venuto questo impegno è venuta la disponibilità a verificare, ma, Assessore Lombardi, questo non significa molto. Pertanto confermando il nostro consenso sulla legge, per la precisa ragione dell'impresentabilità di un finanziamento del tutto irrisorio, ci asteniamo.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Immigrazione - Emigrazione

Esame proposta di deliberazione n. 1167: "L.R. n. 1/87, art. 3 Programma per l'anno 1989. Gestione L.R. n. 1/87 'Interventi regionali in materia di movimenti migratori e sue successive modificazioni'"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la proposta di deliberazione n. 1167, di cui al punto 16) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Guasso.



GUASSO Nazzareno

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, farò una brevissima dichiarazione di voto su questa deliberazione.
Riprenderò due osservazioni che ho già fatto in sede di Commissione in rapporto ad una questione di principio di cui poco fa abbiamo discusso. A noi interessa, non solo come Gruppo comunista ma come istituzione realizzare delle buone leggi, ma per ottenere una buona legge è importante la capacità di metterla a regime e di attuarla. La messa a regime di buone leggi è questione di volontà politica, è persino questione di struttura degli Assessorati che la devono gestire, è questione di bilancio, ma le une e le altre cose messe assieme vanificano le buone leggi; alla fine quella legge diventerà cattiva, illuderà la gente e sminuirà ancora di più l'immagine di questa nostra istituzione parlamentare.
Questa premessa l'ho fatta ad hoc di fronte a questa deliberazione.
Devo dare atto dell'impegno dell'Assessore Cerchio e dei pochi funzionari che ha a disposizione per la politica dei movimenti migratori.
Con questo atto avviamo per la prima volta la messa a regime della legge n. 1/87 sulla quale avevamo lavorato tutti con grande unità di intenti.
Prendiamo atto che finalmente l'Assessore Cerchio tenta di mettere a regime tutta la legge regionale n. 1/87, non solo qualche pezzo, come abbiamo fatto nel 1988 fino a che, con un'operazione di spinta, si è assunta una deliberazione pressati dal fatto di non buttare via i soldi e spendere quelli che erano stati stanziati. A volte anche i pochi soldi come sono quelli della politica per la migrazione, si rischia di non poterli usare perché una legge non va a regime.
Il programma esprime un limite organico di cui però non ha colpa l'Assessore Cerchio o il suo alto o basso potere di contrattazione all'interno della Giunta; la colpa è che la legge n. 1/87 ha il limite fondamentale di essere sempre stata considerata una legge di settore da gestire da parte dell'Assessore che ne aveva la delega e non una legge di governo della materia. Qui ci sono dei limiti che mi indurrebbero ad esprimere un voto negativo (che probabilmente non lo daremmo come Gruppo).
Mi spiego. L'Assessore Cerchio non potendo godere della collegialità politica della Giunta nella materia, come affronta il programma? In alcune parti, che non sono di sua competenza, ripete nel programma tale e quale l'articolo della legge, facendo però una abnormità. L'art. 3 della legge n.
1/87 stabilisce che la Giunta prepara il programma di attuazione con legge ma se leggo gli artt. 11: "Formazione professionale", 12: "Contributi per l'acquisto, costruzione e recupero della prima casa", 17: "Normative ed attività culturali" vedo che sono esattamente la riproduzione degli articoli della legge, perché l'Assessore Cerchio non è stato in grado di coinvolgere tutta la Giunta e tutte le componenti che sono direttamente interessate nell'applicazione di quella legge. E' abnorme il fatto che nel programma si ripeta l'articolo perché all'Assessore Cerchio non competono i corsi di formazione professionale in materia. Quando rileggo l'art. 1 della legge mi chiedo quanti corsi entreranno nel programma, dove si faranno come, per chi e quando. L'ultimo comma dell'art. 12 riguarda il recupero delle case. Si farà, quando, con quali iniziative? Le attività culturali in materia verso la politica dell'immigrazione si faranno, quando, in che modo? Un programma attuativo di una legge deve calendarizzare le iniziative che si vogliono fare. L'Assessore Cerchio, trovandosi solo a gestire la legge, deve necessariamente e burocraticamente ripetere gli impegni che in quegli articoli sono contenuti senza dire niente altro.
Nella legge n. 1/87 si prevede di sperimentare borse di studio per gli studenti. Ma quante? Noi abbiamo un caso solo e non siamo in grado di risolverlo, perché non è di competenza dell'Assessore Cerchio. Quel ragazzo è qui, è disponibile, ha i voti per ottenere una borsa di studio, però non siamo in grado di garantirgli che quella legge sia a regime, perché manca il contesto complessivo della Giunta.
Mi spiace, signor Presidente, di non potermi rivolgere agli Assessori competenti, perché gli Assessori a cui compete la gestione di questa legge sono diversi, sono l'Assessore all'assistenza, all'istruzione, alla cultura, all'edilizia, quindi dovrei chiamare in causa tutta la Giunta.
Quando con gli Assessori Nerviani, Cerchio ed altri incominciammo a scrivere quella legge, ci accorgemmo subito che questa non poteva essere una delega ad un solo Assessore, ma che la legge quadro doveva essere gestita dal Presidente della Giunta che, con la sua autorità, pu realizzare una politica unitaria. Ma non fu possibile. Ci fu il rischio di una crisi del pentapartito. Fummo persino obbligati ad un compromesso secondo il quale quando la Consulta si riuniva occorreva invitare qualche altro Assessore perché se si decideva diversamente questi si sarebbero arrabbiati.
Diamo atto all'Assessore Cerchio che finalmente, con metà programma e con richiami di impegno, si tenta di mettere a regime la prima legge di sperimentazione. Per la nuova legge però, che è più difficile e più complessa da gestire e che la IV Commissione con l'Assessore sta preparando e che ci auguriamo venga in aula nella prima seduta di settembre, ci dovrà essere una politica complessiva, anche di bilancio, che tenti di imporre ad ogni Assessorato di competenza uno stanziamento per la materia. Possiamo fare delle buone leggi, ottenere riconoscimenti come già l'Italia ha avuto (l'Assessore Cerchio è stato posto fra i sette grandi che hanno preparato la Conferenza nazionale dell'emigrazione), però alla fine avremo delle leggi inapplicate, avremo creato illusioni, avremo costruito delle aspettative che andranno deluse anche se, come in questo caso e come nel caso della proposta della Giunta per la nuova legge sui lavoratori extracomunitari, gli stanziamenti in bilancio sono quelli che sono dovrebbero essere maggiori, ma spesso non riusciamo nemmeno a spenderli.
Assessore Cerchio, riconoscendo il lavoro che sta facendo l'Assessorato ho chiesto al mio Gruppo di dare voto favorevole alla deliberazione.
Soltanto per questo, perché se dovessi giudicare complessivamente il lavoro e l'impegno collettivo della Giunta sulla prima legge organica sui movimenti migratori confrontandola con i pericoli della nuova legge più specifica per i lavoratori extracomunitari, dovrei dare un giudizio totalmente negativo.
Per questo motivo diamo un voto favorevole, ma molto critico e molto vigile. E' ovvio che non lo ripeteremo più in queste condizioni per leggi che non vanno a regime e che quando vanno, vanno solo a metà e quando vanno anche per quella metà non vengono spesso realizzate.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

La politica dei movimenti migratori ha avuto un'accelerazione e un'attenzione anche a seguito di alcuni strumenti legislativi che ci siamo dati in questi ultimi tempi, anche se stenta nella globalità ad essere presa con quell'attenzione che il problema rappresenta nei due versanti della politica dei movimenti migratori delle nostre comunità all'estero.
Tali comunità stanno vivendo momenti di particolare difficoltà sociale ed economica e quotidianamente chiedono il rientro in Italia e in Piemonte.
Per quanto riguarda l'Argentina o altri Paesi dell'America Latina, le richieste di rientro, soprattutto in questi ultimi giorni, stanno ad indicare un fenomeno che con ogni probabilità fra qualche semestre non potrà non essere preso in attenta considerazione dal governo regionale.
L'altra faccia della medaglia è l'emergenza dell'immigrazione extracomunitaria che nelle aree metropolitane, in particolare a Torino e nelle altre metropoli italiane, pone l'esigenza di rispondere in termini normativi, nei limiti delle nostre competenze. Forse, al di là delle strette di mano, degli scambi dei gonfaloni, degli abbracci affettuosi e dei baci sulla guancia destra con gli argentini, perché questa è l'abitudine, manca ancora una sostanziale attenzione alla comunità sola.
E' un problema che nei prossimi mesi non potrà non essere preso in considerazione, come riconoscono anche le altre Regioni.
Mi limiterò a dire che il programma, proposto nella deliberazione che è oggetto di esame da parte di questo Consiglio regionale, rappresenta il primo momento di completa attuazione della legge n. 1/87. Molteplici difficoltà di carattere gestionale hanno indotto il Consiglio regionale peraltro all'unanimità, a modificare la legge n. 1/87 con la legge n.
45/88, hanno di fatto impedito la formulazione di un programma. Si è consapevoli che il programma proposto per il 1988 era un programma stralcio e quello che presentiamo per la prima volta vuole portare a regime quel programma, tuttavia anche questo non può non avere carattere sperimentale per cui avrà bisogno nei prossimi anni di successivi affinamenti. Basti pensare alla drammatica qualità delle nuove emergenze che modificano il quadro di riferimento, che annunciavo prima, dei rientri da molti Paesi soprattutto dall'America Latina che rappresenta il più significativo sbocco di emigrazione di origine piemontese. Penso che nei prossimi anni tali rientri modificheranno radicalmente l'approccio al fenomeno emigrazione.
Il programma attuale, per riprendere alcune considerazioni del collega Guasso, non può non rappresentare i limiti propri di una progettazione che non ha obiettivamente ancora avuto modo di esplicarsi concretamente sul campo se non per alcuni tasselli, alcune parti già verificate in passato e che infatti rappresentano gli aspetti di maggiore puntualizzazione, quali ad esempio gli interventi relativi ai rientri.
Va altresì rilevato che nel corso del 1988 l'Assessorato al lavoro ha dato attuazione, sia pure in modo parziale, ad alcuni interventi che hanno consentito di meglio definire le linee programmatiche per il 1989. Si tratta in particolare di iniziative a carattere culturale, di alcune prime iniziative a sostegno dell'informazione che consentono obiettivamente di avviare un rapporto non episodico, ma più organico e strutturale con le nostre comunità all'estero.
Allo stesso modo, aderendo alle iniziative interregionali, si conferma anche per il 1989 l'interscambio di giovani dell'America Latina, ma già fin d'ora va detto che l'Amministrazione intende formulare delle iniziative proprie per essere più libera, più elastica, più rispondente alle singole esigenze, per esempio, l'ipotesi, da mettere subito in campo, non solo più sugli scambi dei giovani ma anche degli anziani, come ulteriore rapporto nei confronti degli anziani non abbienti.
E' pur vero che il programma può apparire in alcuni punti poco impegnativo, ma va ribadito che lo stesso presenta il primo raccordo, che mi auguro, anche sugli stimoli che il collega Guasso ha avuto modo di rilevare oggi, possa essere di raccordo e di maggiore impegno anche per gli Assessorati in modo che vi sia, anche in sede di bilancio, la possibilità di una considerazione differente. Teniamo conto che tutto questo viene approvato con il bilancio già definito. Questa Giunta ha avuto qualche difficoltà. Occorre, tuttavia, di fronte ad una legge quadro, realizzare una politica organica della Giunta, interessando almeno quattro o cinque Assessorati nella Regione.
E' però utile chiarire alcune questioni. La Giunta regionale ha ritenuto utile inserire nel programma anche quegli interventi che la legge n. 1/87 non rinvia esplicitamente allo stesso, ed è questo un fatto assolutamente positivo che sottolinea la volontà di coordinamento degli interventi. Quindi mi auguro che su questa strada ci si possa muovere con facilità. E' vero, come ha rilevato il collega Guasso, alcuni articoli come ad esempio l'art. 12, relativo ai contributi per l'acquisto, la costruzione e il recupero della prima casa, nulla innovano rispetto al testo di legge. Questo in parte perché il programma nulla potrebbe aggiungere come chiarimento rispetto alla norma, inoltre perché si attende il decollo di questa ulteriore fase di coordinamento che non potrà non essere affrontata e concretizzata nei prossimi mesi.
Per quanto riguarda l'art. 11, relativo alla formazione professionale va detto che il programma è arrivato quando già il piano corsi era approvato. E' peraltro rilevante l'impegno assunto per l'utilizzo del nuovo Fondo Sociale Europeo per progetti formativi.
E' chiaro che occorrerà comunque misurare, sulla base dell'utenza, il tipo di intervento da attivare. L'anno scorso ci siamo sostituiti di fronte alla carenza dei corsi di formazione per l'insegnamento di lingua straniera utilizzando i pochi fondi dei capitoli della legge n. 1/87. In realtà l'anno scorso non si era più avuta l'opportunità di inserire all'interno dei corsi di formazione professionale, un intervento specifico per le note vicende di scarsa titolarità dell'Assessorato e per la mancanza di un riferimento. Non possiamo non tenere conto di queste osservazioni e quindi mi farò carico di coinvolgere soprattutto la Presidenza della Giunta perché questo coordinamento possa realizzare gli aspetti positivi che il dettato normativo obiettivamente impone.
In ordine all'inserimento scolastico (art. 15) va detto che sino a pochi giorni fa non si erano presentati casi concreti, comunque la formulazione proposta dall'Assessorato competente sembra consentire anche ai giovani emigrati di fruire, a parità di condizioni, dei benefici previsti per gli studenti piemontesi. Su questo versante si è realizzato un rapporto in queste ultime settimane con il Provveditorato agli studi, che mi auguro positivo.
Infine per quanto riguarda le attività culturali svolte dalle singole associazioni, al fine di non disperdere in mille rivoli i contributi, le domande saranno esaminate congiuntamente dagli Assessorati competenti.
Un'ultima osservazione. Il programma non ripartisce i fondi, non è questa la sua funzione, ma definisce dei criteri. Ciò non toglie (lo dico a me stesso provocatoriamente proprio per invitare altri collaboratori a muoversi su questa strada) che, a fronte delle mutate condizioni e anche ad una sempre più auspicabile azione di coordinamento e con un adeguato aumento dei fondi disponibili, non si debba in futuro ipotizzare anche un'articolazione finanziaria degli interventi, in modo da avere una certezza di riferimento, che evidentemente il programma oggi non pu indicare se non attraverso criteri generali di impostazione.
Se già domani la Commissione vorrà licenziare il testo sulle politiche per gli extracomunitari, sarà possibile dare una finalità specifica stralciando la parte della politica extracomunitaria, quindi la legge n.
1/87 diventa soltanto più legge di riferimento delle nostre comunità, dando il massimo di apertura, di disponibilità e di completezza ad una tematica che ha tutte le sue caratteristiche e le sue peculiarità.
Ringrazio per l'attenzione di coloro che hanno voluto intervenire su un tema che viene considerato apparentemente marginale, ma che, socialmente e umanamente, è un problema sostanziale e strutturale e che la legge quadro n. 1/87 non può non coinvolgere, anche per una quota parte pur minima, la partecipazione di altri Assessorati, con altre deleghe, in modo che attraverso un coordinamento, non solo sulla carta ma anche nella sostanza l'attuazione della legge possa produrre i risultati che tutti auspichiamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, motivo la non partecipazione al voto da parte del Gruppo della Lista Verde su questa proposta di deliberazione. In questa deliberazione alcuni provvedimenti singolarmente presi sono lodevoli, per non mi pare appropriata una procedura di tipo generale, che mette insieme il piemontese emigrato all'estero con l'immigrazione proveniente dai Paesi extracomunitari. Pare ampiamente che questa legge sia finalizzata più che altro ai piemontesi che tornano a casa e prenderanno in Piemonte la loro residenza. Un meccanismo posto in maniera tale non permette di fare una equa ripartizione tra il peso che ha il rientro in Piemonte con quello che è il peso preponderante, anche a livello di esigenze che pone alla collettività piemontese, dell'immigrazione proveniente dai Paesi extracomunitari. Per queste caratteristiche l'atteggiamento è di non partecipazione al voto. Problemi quali l'assistenza sanitaria l'inserimento scolastico e la formazione professionale, che non possono trovare sufficiente spazio in un ragionamento di questo genere, dovrebbero essere oggetto di tutt'altra dimensione e considerazione da parte della collettività piemontese.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione della deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 33 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).


Argomento: Parchi e riserve

Esame proposta di deliberazione n. 1115: "DGR n. 16-27704 L.R. 16/5/1980 n. 46 - Approvazione del Piano naturalistico del Parco naturale dei Laghi di Avigliana"; esame progetto di legge n. 489: "Sanzioni relative alle normative nel Piano naturalistico del Parco naturale dei Laghi di Avigliana" ed iscrizione all'o.d.g. ed esame del progetto di legge n. 491: "Modificazioni alla L.R. 16/5/1980, n. 46, istitutiva del Parco naturale dei Laghi di Avigliana"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1115, di cui al punto 7) all'o.d.g., e del progetto di legge n. 489, di cui al punto 8) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Vorrei chiedere per cortesia al Consiglio, per omogeneità della materia che stiamo trattando, di iscrivere all'o.d.g. il progetto di legge n. 491 che introduce delle modifiche alla legge istitutive del Parco naturale dei Laghi di Avigliana.
Questo disegno di legge non ha potuto essere iscritto prima in quanto è stato licenziato dalla Commissione soltanto ieri pomeriggio.



PRESIDENTE

Chi è d'accordo per l'iscrizione all'o.d.g. del progetto di legge n.
491 è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
La parola al Consigliere Picco che illustra il progetto di legge n.
489.



PICCO Giovanni, relatore

Il presente disegno di legge rende efficace attraverso la previsione di apposite sanzioni le norme contenute nel Piano naturalistico dei Laghi di Avigliana, che viene contestualmente approvato con la proposta di deliberazione n. 1115.
La necessità di procedere con legge a queste previsioni di sanzioni consegue alla legge 24/11/1961 n. 689, che come è noto prevede che le sanzioni possono essere imposte soltanto in forza di una legge.
Avevo colto che vi erano alcune obiezioni in ordine al problema delle violazioni comprese all'art. 10 (non so se poi queste riserve, queste obiezioni si tradurranno in vere e proprie proposte di emendamenti oppure no).
Riteniamo comunque di raccomandare al Consiglio l'approvazione di questo testo perché, rispetto alla comparazione con altri già approvati dal Consiglio regionale, pare che non si discosti da sanzioni, sia in termini pecuniari sia in termini di vincoli, che sono già stati imposti in casi analoghi, che sono ovviamente ricompresi nella specifica categoria dei parchi di cui al Piano naturalistico dei laghi di Avigliana.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bara che illustra il progetto di legge n. 491.



BARA Giuseppe, relatore

Poiché si tratta soltanto di una delimitazione dei confini i due progetti di legge li mettiamo insieme. Pertanto la relazione la do per letta.



PRESIDENTE

Il Consigliere Bresso ha presentato il seguente emendamento alla deliberazione n. 1115: a pag. 117 della relazione allegata alla deliberazione sono abrogate le ultime dieci righe da "mentre, per le zone di radura" sino a "indicazioni qui tratteggiate".
La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

L'emendamento consiste nella soppressione delle ultime dieci righe della pag. 117 in cui si descrive la previsione del Piano naturalistico per l'area pianeggiante prospiciente la palude dei Mareschi, per l'area interessata dai vecchi edifici industriali di cui si prevede la demolizione di alcuni e il riuso di quelli non pericolanti per attività proprie del parco. Fin qui va bene. Proponevo di chiudere con la frase: "sia per attività ricettive più generali", togliendo la parte dalla parola "mentre" fino alla parola "tratteggiate". Mi sembrava che ci fosse un'interpretazione della Giunta e degli uffici che si intendessero zone "esternamente al parco". Invece mi pare che dal contesto si desuma che riguarda le zone interne al parco sia pure più prossime al comparto esterno, infatti si dice: "può essere valutata la realizzazione di attrezzature ricettive e ricreative finalizzate all'area attrezzata che non possono trovare nel riuso degli edifici delle aree degradate una loro adeguata collocazione".
In ragione di queste considerazioni si può avanzare l'ipotesi che il Comune di Avigliana, d'intesa con l'Ente Parco e la Regione, definisca nell'ambito della formazione dei propri strumenti urbanistici un'ipotesi progettuale e di fattibilità attuativa da "indicazioni qui tratteggiate".
Non spetta al Piano naturalistico prevedere attività non naturalistiche di tipo urbanistico, ma questa competenza mi sembra sia nel Piano regolatore. Chiederemo, in una fase successiva, un'illustrazione del contenuto del Piano regolatore. Non siamo pregiudizialmente contrari al fatto che sia possibile fare qualcosa di compatibile all'interno del parco.
In questa formulazione generica e ambigua non si capisce cosa c'entri un Piano naturalistico e come sia raccordato allo strumento di Piano regolatore. Quindi chiediamo alla Giunta che in sede di Piano regolatore questa parte venga chiarita, e cioè se è compatibile con la struttura e il programma del parco. Non ci pare, legittimamente, che sia sensato includere in un piano, che ha il compito di definire gli aspetti naturalistici, una previsione generica di attrezzature ricettive dentro al parco, senza che questa poggi su una precisa indicazione degli estremi dello strumento urbanistico di riferimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

E' una sorta di destino che più volte in questo Consiglio regionale si parli di qualcosa che ha a che vedere con Avigliana. Può essere uno svincolo autostradale, una tangenziale, l'autostrada o qualcos'altro.
Ogni volta che si parla di Avigliana, la Lista Verde è sempre preoccupata perché ha ormai una convinzione inveterata, potremo dire sostanzialmente un pregiudizio: che il Comune di Avigliana sia molto preoccupato per aver ancora dello spazio verde all'interno del proprio Comune e che il proprio programma consista nell'asfaltarlo il più rapidamente possibile. Il problema poi è complicatissimo, con gli specchi d'acqua dei due laghi, perché il progetto della totale copertura e asfaltatura dei laghi è una cosa difficilissima.
Quando siamo stati alla riunione della II Commissione nel corso delle consultazioni relative a questo Piano naturalistico, oltre all'aver per la prima volta in quattro anni assistito ad un incidente che definirei increscioso, cioè ad un'Amministrazione comunale che allontana dalle consultazioni e dalle audizioni esponenti di associazioni e di altri soggetti consultati, non abbiamo potuto fare a meno di considerare le connessioni esistenti e prevedibili tra Piano naturalistico (non per quanto prevede, ma per quanto permette di prevedere) e le previsioni in materia urbanistica del Piano regolatore del Comune di Avigliana. Questa legge infatti, sia pure in maniera non esplicita, apre le maglie a possibili interventi di carattere urbanistico speculativo su una parte dell'area del parco, interventi che, con una serie di "si dice, capita che, pare che ecc.", in sede locale sono stati più volte richiamati.
Da questo discende il mio voto contrario, se non altro motivato dal fatto che esorbita dalla propria competenza e dalla propria materia. Ed invito la Giunta e il Consiglio a collegare l'approvazione di questa proposta di deliberazione ad un impegno specifico che consista nel portare io credo che la L.R. n. 56/77 e successive modificazioni ed integrazioni lo permetta - all'attenzione del Consiglio regionale ogni intervento in materia di strumenti urbanistici del Comune di Avigliana, siano esse varianti o Piani regolatori generali comunali. Questa è la condizione minima per accedere ad un'interpretazione restrittiva e benevola di quanto prevede il Piano naturalistico, Piano naturalistico che di fatto sconfina nella materia urbanistica. E questo impone la necessità che, per l'area del Comune di Avigliana ricadente dentro il territorio a parco e per le aree nelle immediate vicinanze, i Piani regolatori e gli strumenti urbanistici vengano sottoposti a valutazione consiliare. Se si accederà a questo potremo individuare le forme (ordini del giorno, mozioni o integrazioni al Piano naturalistico stesso sotto forma di emendamento) che rendano possibile questa scelta in futuro.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Marchini che interviene in qualità di Consigliere.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sull'emendamento proposto dalla collega Bresso esprimo giudizio totalmente negativo anche in relazione all'interpretazione furbesca che ha voluto dare il collega Ala del processo che stiamo esaminando. Quando si affrontano le questioni urbanistiche, si dice che prevale l'aspetto naturalistico, quando si affrontano le questioni naturalistico-ambientali si dice che prevale quello urbanistico.
Ci troviamo di fronte ad un intervento per il recupero ambientale dell'ex palude dei Mareschi (che non esiste più come tale, ma che è stata recuperata sia dal punto di vista del rifornimento idrico che del recupero delle sue qualità ambientali), rimuovendo una serie di preesistenze. Se qualcuno non le conoscesse posso farvele immaginare: l'ambiente non è quello bucolico o quello dei documentari di Quark, è un ambiente alla Salvator Dalì, da inferno dantesco con delle strane cose in stile tardo ungarico abbandonate e frequentate soltanto da topi. E' evidente che questo disastro va recuperato attraverso un piano di intervento che avrà sicuramente il suo governo nel momento urbanistico, ma che deve vedere una valutazione preventiva dal punto di vista di come si colloca questo tipo di intervento all'interno del rispetto della rivalutazione naturalistica.
Il nocciolo è molto semplice: o riteniamo di avere gli strumenti e le risorse finanziarie (ma occorrerà verificare la volontà politica), oppure se gli strumenti e le risorse non ci sono, si deve prendere atto della situazione reale.
Quindi, per questa area di collegamento fra i due beni protetti (la palude da una parte e il lago dall'altra) si deve immaginare se l'indicazione del Piano naturalistico debba essere di elemento pilota e di elemento di lettura del Piano regolatore quando passerà ai singoli uffici.
Si tratta di capire se il tipo di valutazione che viene data è condivisa dal Consiglio e su questo misurare le valutazioni del Piano regolatore di Avigliana e non viceversa. Vorrei capire come può il CUR interpretare senza una valutazione preventiva dal punto di vista naturalistico, un intervento in un'area che comunque è a forte rischio.
Pertanto, l'ipotesi che si avanza nelle dieci righe nelle quali si suggerisce lo stralcio è indubbiamente un'ipotesi delicata, ma è comunque l'ipotesi interessante di un intervento che consente un riuso qualificato di parte di questi contenitori e che ha come corrispettivo una frequentazione più qualificata dell'area nel suo complesso e un suo recupero attraverso un intervento qualificato e qualificante che porta soprattutto all'eliminazione delle preesistenze che ricordano più Dalì che non il volo dei migratori.
Teniamo presente che questa operazione si rende indispensabile anche nella prospettiva che vogliamo porre al recupero del sistema complesso dei due laghi, della palude e della Dora, perché non dimentichiamo che contrariamente a quanto sembra, è vero che la terra è rotonda, ma da quella parte pende verso la Dora, non verso Giaveno, quindi si incomincia ad affrontare con questo intervento la fase due dell'operazione di Avigliana e questo fatto quasi unico che è il sistema di Avigliana rappresentato da due laghi, dalla palude e i suoi collegamenti con la Dora, sarà un qualcosa che dovrà essere riletto nel tempo e probabilmente comporterà altri interventi fortemente impegnativi dal punto di vista economico. L'area artigianale o paraindustriale attrezzata che esiste a nord dell'area sulla quale ragioniamo è indubbiamente un problema sul quale forse non la nostra generazione, ma qualcuno dovrà poi interrogarsi se sia compatibile così come viene gestito.
Concludo esprimendo parere non favorevole all'emendamento proposto dalla collega Bresso, peraltro apprezzabile in termini di attenzione al problema, ma soprattutto da respingere qualora venga considerato non come una questione che si rifiuta; potrei essere, almeno concettualmente consenziente e dopo essermi misurato dire che sono favorevole; ma quando mi si dice che questa questione la si affronta solo ed esclusivamente nel Piano regolatore mi sembra un modo furbesco per aprire, in sede di discussione di Piano regolatore, la questione di natura naturalistica, che oggi, invece, è stata posta con assoluta chiarezza e sulla quale ci dobbiamo misurare. Mi sembra subdolo e non corretto politicamente spostare nel tempo e nelle sedi non proprie una questione che è correttamente posta nel Piano naturalistico. Si ritiene che sia ampiamente compatibile, con il disegno complessivo dell'area sulla quale ragioniamo, un intervento di questo genere. Si dice che è compatibile. Valuterà il Comune di Avigliana l'opportunità o meno di verificarlo in termini urbanistici, ma mi sembra capzioso e concettualmente non corretto stralciare questa questione. Si pu essere contrari, collega Bresso...



BRESSO Mercedes

Cosa vogliono fare?



MARCHINI Sergio

Lo dirà il Comune, dipenderà dalla lettura che ne farà il Comune.



BRESSO Mercedes

La parte di recupero non è in discussione, concordo però che questi fabbricati vanno recuperati. D'altra parte non sono obbligata, francamente ad andare lì a chiedere a qualcuno cosa significa questa cosa. Tu dici che c'è un progetto dietro...



MARCHINI Sergio

No, non dico che c'è un progetto. Mi pare di capire che viene individuata la compatibilità tra la destinazione di quell'area e un tipo di intervento da regolamentare in sede di Piano regolatore che si riconosca nelle linee che tu vuoi stralciare. Se stralciamo questo, significa evidentemente non prendere posizione alcuna e sostenere, in sede di esame di Piano regolatore, che, mancando l'indicazione di un intervento di praticabilità più che di compatibilità, non potrà essere posto dal Piano regolatore, che deve vedere a monte una valutazione di natura naturalistica. E' evidente che la lettura finale sarà sul Piano regolatore.
Non vorremmo però che scattasse la pregiudiziale secondo cui il Piano regolatore deve essere rinviato al Comune in attesa che venga approvato il Piano naturalistico che consenta un'ipotesi oggettivamente non di quel genere, di ritenere che quell'area possa essere destinata a un'utilizzazione qualificata. Questa è l'indicazione di larghissima massima che è indicata in questo elemento del Piano naturalistico che si vuole stralciare. Devo dire con franchezza che mi sembrerebbe più comprensibile una posizione netta dove si dica che quell'area deve essere mantenuta integra piuttosto di ritenere che questa questione, sia pure in termini preliminari e di grande massima, non deve essere affrontata perché è una questione squisitamente urbanistica. Non è una questione squisitamente urbanistica perché, a mio modo di vedere, il Comune di Avigliana potrà verificare puntualmente l'opportunità di procedere rispetto a linee che tra l'altro non conosco. Non ho letto niente in proposito e faccio questo intervento perché alcune mie preoccupazioni, che sono molto simili alle preoccupazioni del Consigliere Bresso, sono state da qualcuno interpretate come una mia posizione assolutamente contraria. Su questa vicenda ho delle idee personali ben precise. Questa è un'area di grande delicatezza perché è un'area cerniera fra due beni ambientali irripetibile; un uso antropico significativo e corretto mi sembra accettabile. Evidentemente va introdotta e deve essere affermata la priorità dell'aspetto naturalistico su quello urbanistico. Di questo si ragiona oggi. Per cui lo stralcio, senza affrontare il problema, così come viene proposto soprattutto dal collega Ala, significa rincondurre il problema ad una questione meramente urbanistica. Cosa che non è.
Un uso antropico di quell'area corretto, opportunamente organizzato opportunamente discusso, valutato e ponderato in sede urbanistica a me pare praticabile. La sede propria è certamente quella del Piano regolatore. Un piano urbanistico però non può non porsi il problema del recupero di quell'area e se attraverso il recupero debba consentire non soltanto una demolizione e un'asportazione, ma un riuso qualificato dei contenitori che comunque esistono, per i quali non abbiamo nessun potere e nessuna risorsa per farli scomparire da un giorno all'altro. Concludo ripetendo la nostra valutazione negativa nei confronti dell'emendamento posto dalla collega Bresso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Premesso che stiamo trattando di un Piano naturalistico, che credo sia stato redatto tenendo innanzitutto in somma considerazione e in primaria considerazione gli aspetti paesistici e ambientali del parco, tuttavia poiché delle interferenze sulla materia più squisitamente urbanistica sono inevitabili, tenendo conto che nel parco ci sono anche delle preesistenze architettoniche, di queste occorre pur tenere conto. Così come sono scritte queste dieci righe, credo che qualche ombra di ambiguità la possano effettivamente introdurre. Io stessa, essendomi soffermata in questo frattempo, dopo l'inizio della discussione di questa mattina, ho dovuto rileggerle alcune volte per rendermene perfettamente conto. Credo però che questa ambiguità possa essere eliminata laddove si chiarisca effettivamente il significato di esterno o comunque si chiarisca che quando parliamo di zone di radura, intendiamo le zone di radura esterne al parco. Quindi credo che questo possa essere sicuramente corretto. Non sarei d'accordo di eliminare le possibilità che andiamo elencando, non soltanto per i motivi che diceva Marchini, ma anche perché in ogni caso, attraverso queste norme rivendichiamo, anche per le zone esterne al parco, una richiesta al Comune di una considerazione delle norme di ordine naturalistico che diamo comunque chiediamo al Comune che, quando andrà a definire interventi su quelle zone, si metta d'accordo con l'Ente Parco e con la Regione. Questo non è un elemento secondario, ma è importantissimo.



BRESSO Mercedes

Deve essere chiaro che si parla di zone esterne al parco. In questo contesto però, sembrano interne.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Tenendo conto che queste dieci righe sono effettivamente una specificazione di momenti impliciti anche nell'altra parte (tuttavia se la specificazione porta delle ambiguità sono io la prima a dire che vanno corrette), la mia proposta è di indicare: "per le zone di radura più prossime al comparto urbanistico ed esterne al parco può essere valutata"...



BRESSO Mercedes

Chiedo scusa, ma che cosa si intende per comparto urbanistico?



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Con le aree già urbanizzate.



BRESSO Mercedes

Facenti parte del comparto urbanistico prossimo al parco, cioè esterne al parco. A quel punto forse "comparto urbanistico" non ha più senso perché si tratta di zone di radura esterne al parco.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Va bene, l'emendamento può essere accolto con le parole: "ed esterne al parco".
Devo ancora rispondere al Consigliere Ala.
Questo è un piano che si compone di 140 pagine ed una cartografia allegata. Credo che tutte le perplessità che ha il Consigliere Ala circa l'Amministrazione di Avigliana (non entro nel merito perché sono questioni che non mi competono) dovrebbero essere escluse nel momento in cui si esaminerà la normativa di questo piano e si considereranno le dieci pagine di divieti generali. Certo, si suppone che le norme vengano osservate quindi, se si osservano le norme tutte le paure ventilate dal Consigliere Ala sono insussistenti.



PRESIDENTE

L'emendamento presentato dal Consigliere Bresso è ritirato.
Pongo in votazione l'emendamento proposto dall'Assessore Vetrino che recita: a pag. 117 della relazione allegata alla deliberazione, alla decima riga, sostituire le parole "al comparto urbanistico esterno al parco", con le parole "ed esterne al parco".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione la deliberazione così modificata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 33 voti favorevoli e 1 astensione.
Passiamo alla votazione dell'articolato del progetto di legge n. 489.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 32 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 32 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 32 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.
Passiamo alla votazione dell'articolato del progetto di legge n. 491.
ARTICOLO UNICO - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 31 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'articolo unico è approvato.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 1161: "Funzioni amministrative in materia socio-assistenziale delegate e subdelegate dalla Regione alle UU.SS.SS.LL., ai sensi degli artt. 25 e 27 della L.R. 23/8/1982, n. 20 e successive modificazioni ed integrazioni - Finanziamento dell'attività per l'anno 1989. Spesa di L. 1.500.000.000 (Cap. 1850/89)"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1161, di cui al punto 15) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore all'assistenza

Questa deliberazione, licenziata all'unanimità dalla Commissione corrisponde al finanziamento che viene dato alle UU.SS.SS.LL. per il personale di vigilanza. Viene quindi incentivata questa funzione e confermata la deliberazione già assunta nell'anno precedente che finanzia le UU.SS.SS.LL. per 22 milioni e 500 mila.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 23 voti favorevoli e 6 astensioni.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 682 sulla crisi occupazionale dello stabilimento Cogolo di San Mauro Torinese


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 682 presentato dai Consiglieri Tapparo, Calligaro, Santoni, Minervini, Carletto, Dardanello e Staglianò, di cui al punto 18) all'o.d.g., il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte informato della particolare situazione di crisi del gruppo Cogolo avente uno stabilimento presso il Comune di San Mauro Torinese dove occupa circa 90 lavoratori preoccupato della probabile esclusione dello stabilimento torinese e di quello di Pescara dalla procedura di amministrazione straordinaria interessante la holding udinese impegna la Giunta regionale a richiedere un incontro urgente al Ministero dell'Industria onde evitare l'eventuale esclusione dello stabilimento torinese dalla procedura di amministrazione straordinaria a coordinare l'impegno con la Regione Abruzzo".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 683 sul problema abitativo in Italia


PRESIDENTE

Pongo ancora in votazione l'ordine del giorno n. 683 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Carletto, Avondo, Tapparo, Bontempi, Staglian Minervini, Reburdo, Santoni, Ferrara, Ala e Dardanello, di cui al punto 19) all'o.d.g., il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte richiamando il Parlamento e il Governo italiano al rispetto dei diritti umani fondamentali enunciati negli atti internazionali sottoscritti dall'Italia e, in particolare, per il diritto di abitare un alloggio adeguato: l'art. 25 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo l'art. 11 del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali il Principio IV della Dichiarazione dei diritti del fanciullo l'art. 14.2 della Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna l'art. 5.e della Convenzione internazionale sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale l'art. 21 della Convenzione relativa allo status dei rifugiati richiamando laicamente l'attenzione del Parlamento e del Governo sul valore di indicazione morale e politica del documento della Pontificia Commissione Iustitia et Pax intitolato 'Che ne hai fatto del tuo fratello senza tetto?', in particolare laddove identifica la 'mancanza di alloggio' come 'carenza giuridica' e 'carenza di volontà politica' e laddove solleva gli interrogativi etici posti dallo sfratto giudiziario quando riguarda 'persone che non hanno veramente un'altra abitazione' richiamando il Parlamento e il Governo al dovere di rendere effettivi per tutti i cittadini quei diritti costituzionali il cui esercizio è impedito dalla mancanza dell'abitazione, in particolare i diritti enunciati negli artt. 2, 3, 4, 29, 30, 31, 32, 34 e 35 della Costituzione della Repubblica italiana c h i e d e che il Parlamento e il Governo diano seguito legislativo a quanto richiesto dalla Risoluzione del Parlamento europeo sugli alloggi per i senzatetto nella Comunità europea del 16 giugno 1987 che vengano in particolare varate 'norme legislative in grado di rendere effettivo il diritto ad un alloggio decoroso' che venga disposta l'informatizzazione dei dati relativi a tutto il patrimonio abitativo pubblico e privato, come base di un servizio pubblico di informazione ai cittadini sugli alloggi disponibili in qualsiasi località del territorio nazionale, secondo la tipologia, l'ubicazione, la dimensione, l'accessibilità ai servizi urbani, il prezzo di affitto o vendita, o altre caratteristiche con procedura d'urgenza, chiede che sia varata una norma di legge in virtù della quale 'non esista espulsione senza una possibilità di risistemazione della persona o della famiglia interessata', secondo quanto recita la Risoluzione del Parlamento europeo sopra menzionata che ai cittadini di oltre 60 anni, che lo richiedessero, venga garantito dalle autorità pubbliche il tentativo di mediazione con la proprietà al fine di mantenere la medesima abitazione che comunque, sempre su richiesta, venga loro garantito il rialloggio nella stessa zona di residenza".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 1118: "DGR n. 117-27934 L.R. n. 56/77 e successive modifiche ed integrazioni, art. 36, secondo comma. Comuni obbligati alla redazione del Programma pluriennale di attuazione: sesto aggiornamento dell'elenco approvato con DCR 27/1/1983, n. 384-875" (rinvio)


PRESIDENTE

A causa dell'assenza dell'Assessore competente viene rinviato l'esame della proposta di deliberazione n. 1118, di cui al punto 14) all'o.d.g.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19)



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