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Dettaglio seduta n.193 del 25/05/89 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


ROSSA Angelo


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", il processo verbale dell'adunanza del 3 marzo 1988 è stato distribuito ai Consiglieri prima dell'inizio della seduta e verrà posto in votazione nella prossima seduta consiliare.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1704 del Consigliere Gallarini inerente la soppressione di Tribunali e sedi carcerarie


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 1704 presentata dal Consigliere Gallarini.
Risponde il Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

E' una brevissima risposta anche con la riserva di fornire in prosieguo ogni più utile elemento perché successivamente alla preparazione di questa risposta, che era datata 11 aprile 1989, sono sopraggiunte altre comunicazioni che hanno contribuito a creare una relativa tranquillità attorno a questo problema.
La risposta è relativa alla soppressione di alcune sedi penitenziarie piemontesi, nonché all'ipotesi di soppressione di alcuni Tribunali.
Nel precisare che condivido pienamente le preoccupazioni da più parti espresse, assicuro che è stato svolto ogni più utile intervento, tanto presso il Direttore generale degli istituti di pena, quanto presso il Ministero di Grazia e Giustizia.
In data 3 dicembre 1988, immediatamente a seguito del decreto ministeriale che disponeva la chiusura delle sedi penitenziarie di Acqui Terme, Casale Monferrato, Mondovì, Novi Ligure, Pinerolo e Tortona, ho provveduto con fonogramma ad invitare la Direzione generale degli istituti di pena ad approfondire la situazione, in particolare quella di Pinerolo.
A seguito di tale intervento, i trasferimenti dei detenuti ospiti del carcere di Pinerolo non sono avvenuti e l'istituto è tuttora funzionante mentre altre sedi sono state chiuse.
Ricordo, inoltre, che il 21 dicembre 1988, con ordini del giorno nn.
594 e 595, il Consiglio regionale si era impegnato a chiedere urgentemente un incontro con il Ministro competente per valutare le condizioni di utilizzo alternativo delle sedi di Pinerolo e di Mondovì ai fini della revoca del provvedimento stesso.
Il Consiglio si era altresì impegnato a chiedere, d'intesa con la Giunta regionale, un'audizione alla Commissione Giustizia della Camera e del Senato e del Comitato Carceri della Camera per valutare anche la situazione degli altri presidi carcerari del Piemonte interessati al provvedimento di chiusura.
Il giorno 7 febbraio 1989 ho trasmesso tali ordini del giorno agli organi di cui sopra, così come concordato, richiedendo gli incontri che sono intervenuti, magari in termini di relativa precarietà come impostazione organizzativa, ma devo dire che hanno fornito, sotto il profilo del settore carcerario, delle notizie del tutto tranquillizzanti nei confronti del carcere di Pinerolo.
Per quanto attiene alla soppressione di alcuni Tribunali pari assicurazioni sono ugualmente pervenute.
Rimane aperto un grande discorso attorno alle Preture sulle quali ci sono non tanto notizie contraddittorie, ma elementi tali che sollecitano l'applicazione di una normativa statale per cui talune Preture sopravvivranno anche se con un'importanza minore rispetto al ruolo precedentemente svolto, con riferimenti ad un concentramento attorno alle sedi di Tribunale.
Il Ministro di Grazia e Giustizia, rispetto alla soppressione dei Tribunali, mi comunicava l'infondatezza di tali preoccupazioni sottolineando, altresì, che le modifiche e le circoscrizioni territoriali degli uffici giudiziari possono essere apportate solo con provvedimento del Parlamento. Al momento nessun disegno di legge è stato presentato e, al riguardo, nulla è previsto in tempi ravvicinati.
Avevo risposto anche in tale senso ad un'interrogazione presentata qualche tempo prima dall'allora Consigliere, oggi Presidente del Consiglio Rossa.
Nei giorni scorsi, infine, ho provveduto nuovamente ad interessare al riguardo il Ministero di Grazia e Giustizia, nonché i parlamentari piemontesi. Mi sono rivolto con messaggio personale a tutti i parlamentari del Piemonte, ricevendone copiose risposte di assicurazione di intervento talune risposte anche di regolare puntualizzazione. Taluni mi hanno fatto visita presso la sede della Giunta regionale per fugare le preoccupazioni che sono il contenuto principale e il supporto dell'interrogazione del Consigliere Gallarini.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Ringrazio il Presidente della Giunta regionale. Sono soddisfatto della risposta; avevo chiesto anche soltanto una risposta scritta. Lo ringrazio quindi, per l'estrema cortesia e per l'articolazione della risposta.


Argomento: Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati - Formazione professionale

Interrogazione n. 1651 dei Consiglieri Dameri, Montefalchesi, Calligaro Amerio e Sestero inerente al collocamento al lavoro di invalidi civili. Corsi di formazione


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 1651 presentata dai Consiglieri Dameri Montefalchesi, Calligaro, Amerio e Sestero.
Risponde l'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore alla formazione professionale

Sono molto dispiaciuto perché, in conseguenza ad un frainteso, sono stato chiamato d'urgenza a rispondere a questa interrogazione in condizioni di non completa informazione. Ho detto alla collega Dameri che era stato interessato l'Assessore Cerchio per l'ultima parte della risposta all'interrogazione e che si sarebbe trattato della stessa in un tempo successivo (pensavo la settimana prossima).
La collega Dameri avrà avuto anche modo di coordinare le tre risposte essendo interessati gli Assessorati alla formazione, al lavoro e all'assistenza e avrei potuto probabilmente dare maggiore soddisfazione all'interrogante su questa specifica materia.
Questa mattina mi sembra che la collega Dameri abbia ritenuto giusto che si risponda anche soltanto ad una parte dell'interrogazione rinviando ad altro tempo la risposta alla parte mancante e sono qui ad assolvere questo dovere per la parte che è di mia competenza.
Sulla base delle disposizioni previste dalla legge regionale n. 8/80 in materia di formazione professionale, questo Assessorato ha effettuato nell'anno formativo 1988/1989 i seguenti inserimenti di portatori di handicap, per quanto gli uffici hanno comunicato: nell'industria: maschi 192, femmine 28 nell'artigianato: maschi 60, femmine 14 nel terziario: maschi 46, femmine 67 nel turistico-alberghiero: maschi 3, femmine 2 in agricoltura: maschi 7.
Quindi 308 maschi e 111 femmine, per un totale di 419.
Per le classi speciali: nell'industria: maschi 37, femmine 15 nell'artigianato: maschi 71, femmine 32 nel terziario: maschi 40, femmine 53 in agricoltura: maschi 13.
In sostanza, 161 maschi e 100 femmine, per un totale di 261.
Riguardo alla finalizzazione delle attività di formazione, con deliberazione n. 197 dell'1/8/1986 della Giunta regionale è stato istituito un apposito gruppo di lavoro rappresentativo degli enti di formazione professionale che effettuano l'inserimento di allievi handicappati. I compiti tecnico-consultivi del suddetto gruppo si configurano in particolare nella definizione dei programmi di aggiornamento del personale che lavora nel settore dell'handicap e delle proposte di revisione e adattamento della normativa.
Lo stesso gruppo sta ultimando, proprio in queste settimane, una scheda di orientamento professionale diretta agli allievi portatori di handicap in uscita dalla scuola dell'obbligo ed in grado di essere inseriti nel circuito formativo. Si prevede in tale iniziativa il diretto coinvolgimento degli altri Assessorati regionali competenti in materia (assistenza, sanità e lavoro) e degli organismi decentrati del Ministero della Pubblica Istruzione, allo scopo di definire un corretto utilizzo dello strumento scheda finalizzandolo all'inserimento socio-lavorativo degli allievi handicappati. Tale scheda servirà a valutare, ancora prima dell'uscita dalla scuola dell'obbligo, il percorso formativo e lo sbocco lavorativo dei portatori di handicap, alla ricerca di risultati che possono essere soddisfacenti solo a fronte di una fattiva collaborazione degli Assessorati competenti, della Commissione regionale per l'impiego, degli uffici del lavoro e delle forze sindacali ed imprenditoriali.
Per quanto riguarda i punti 2) e 3) della interrogazione, è nostra intenzione predisporre congiuntamente all'Assessorato al lavoro, competente in materia, tutti quegli atti che consentano l'avvio di una riflessione concreta sulle opportunità offerte dalla legge citata (n. 56/87), anche con il coinvolgimento della Commissione regionale per l'impiego.
Quanto sopra, nella consapevolezza del rilievo che il problema riveste e della priorità che esige, senza peraltro dimenticare le gravi carenze legislative ancora esistenti in materia di inserimento lavorativo dei portatori di handicap.
Per quanto riguarda il punto 4), la risposta è fornita dall'Assessorato all'assistenza, ma credo di essere autorizzato a leggere le righe che mi sono state fatte pervenire.
La legge: "Norme in materia di cooperazione sociale", recentemente approvata dal Consiglio regionale, si propone di favorire l'inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati nelle imprese cooperative in attività produttive di beni e servizi e l'inserimento sociale degli stessi attraverso l'avviamento al lavoro. Tra i soggetti svantaggiati trovano collocazione, come specificato all'art. 3 della legge, anche gli invalidi psichici e, per favorire l'inserimento dei medesimi, la legge prevede una serie di incentivi che variano a seconda della tipologia della cooperativa e che vanno dal parziale reintegro degli oneri previdenziali ed assistenziali al finanziamento dei progetti, alla formazione professionale e all'agevolazione dell'accesso alle commesse pubbliche.
Con questa normativa la Giunta regionale, pur non essendo nelle condizioni di garantire la presenza di handicappati psichici nelle cooperative sociali, non potendo ovviamente imporre alle medesime la loro composizione, ha creato indubbiamente le condizioni per favorire la nascita di cooperative all'interno delle quali possano trovare adeguata collocazione anche i soggetti portatori di handicap psichico.
Manca la parte relativa all'Assessorato al lavoro, che deve essere tuttavia ampiamente giustificata per una serie di disguidi; soltanto recentemente infatti, dieci giorni fa, per l'esattezza, si è rilevata la mancanza di questa interrogazione presso quegli uffici e quindi l'Assessorato sta attualmente avviando la predisposizione di una risposta puntuale che tra l'altro credo sia quella centrale relativa all'interrogazione che è stata presentata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dameri.



DAMERI Silvana

L'Assessore Nerviani ha parlato di un equivoco e di disguidi in seguito ai quali non è stato possibile dare la risposta completa che noi oggi attendevamo a questo tipo di problema. Dico subito che intendo fare alcune proposte per quanto riguarda ipotesi concrete di lavoro che si potrebbero attivare; il fatto che non vi siano queste condizioni può essere semplicemente dovuto ad un equivoco, come ha detto l'Assessore Nerviani, ma noi vorremmo segnalare la necessità che sulla questione dell'inserimento lavorativo dei portatori di handicap ci fosse finalmente un'iniziativa del tutto nuova rispetto a quella che c'è stata finora. Per realizzarla è necessario vi sia un impegno dell'intera Giunta; naturalmente dell'Assessorato alla formazione professionale, ma anche dell'Assessorato al lavoro.
Noi diamo un giudizio articolato su questa partita. Anche rispetto a quanto ha detto l'Assessore nella sua risposta, ritengo si possa dare un giudizio positivo sul lavoro fatto dal gruppo inter-enti anche per gli strumenti che, da quello che sappiamo, si sono cominciati ad attivare, per esempio, la scheda di orientamento. Tuttavia questo lavoro risulterebbe assolutamente inutile, quindi controproducente, se non si attuerà un legame molto stretto e attivo tra la formazione e l'inserimento lavorativo dei soggetti portatori di handicap. Diciamo questo anche all'Assessore alla formazione professionale in considerazione della questione che l'Assessore ha posto, cioè della riforma, del rinnovamento della convenzione quadro tra Regione ed enti, all'interno della quale - voglio dirlo con molta nettezza adesso, ma porteremo avanti questo discorso rispetto all'attenzione che il Consiglio avrà sulla questione della formazione professionale - oggi si insiste da più parti con molta enfasi, anche giustificata, sulla necessità della qualificazione della formazione professionale.
Per il Gruppo comunista qualificare la formazione professionale vuol dire insistere sulle fasce più elevate, più qualificate dei profili professionali, quindi preparando un inserimento che sia adeguato rispetto ai bisogni di un mercato del lavoro sempre più sofisticato; ma anche realizzare un incontro tra le capacità, le risorse, le opportunità del soggetto che cerca lavoro, qualunque sia la sua condizione, quindi anche per quanto riguarda l'inserimento dei cittadini portatori di handicap, con le opportunità di lavoro. Sarebbe assolutamente sbagliato se da una parte si puntasse su una qualificazione alta della formazione professionale e dall'altra si relegasse nel settore dell'assistenza (fatta magari attraverso forme diverse; anche attraverso formazione professionale si pu fare, come sta avvenendo di fatto) la realtà dei portatori di handicap.
Una società moderna avanzata, nella quale si vogliano affermare effettivamente i valori della professionalità e i valori della persona deve tenere conto che c'è bisogno di qualificazione professionale nella quale le caratteristiche non sono soltanto dettate dai bisogni delle imprese, ma anche dai bisogni delle persone.
La qualificazione che ci sarà - mi auguro che ci sia - per la proposta di nuova convenzione quadro tra Regione ed enti la verificheremo sulla capacità della promozione e dell'inserimento dei soggetti portatori di handicap nella formazione e poi nel lavoro.
L'inserimento dei cittadini portatori di handicap è particolarmente scomodo per chi si occupa di formazione professionale, perché è molto evidente ed immediata la verifica del fatto se quella formazione è adeguata o meno. La formazione per soggetti che non hanno questi problemi può anche essere generica (poi si recupera in qualche modo nell'inserimento nel lavoro), mentre questi soggetti richiedono una formazione e un rapporto tra sistema formativo e mercato del lavoro assolutamente congrua ed intrecciata, altrimenti non si riesce ad inserire tali soggetti dal punto di vista professionale. Non si tratta di relegare questa partita nel settore dell'assistenzialismo, perché, caso mai, proprio questa richiede un'alta capacità di governare questo tipo di politiche.
Dire queste cose non è fare dell'utopia, perché, in altre realtà nelle quali il sistema delle imprese dimostra una disponibilità e un'attenzione diversa rispetto a quella della nostra Regione, gli inserimenti lavorativi vengono contrattati con le Organizzazioni sindacali attraverso l'impegno degli enti locali, attraverso il lavoro della Commissione regionale per l'impiego e nessuno può giustificare perché in Piemonte questo non si pu fare.
Noi abbiamo presentato l'interrogazione a febbraio. A quel tempo non c'era ancora la decisione del Commissario del Governo, il quale non ha approvato la legge sulla cooperazione sociale e quindi anche quell'ipotesi non è percorribile. Non conosco fino in fondo la natura delle obiezioni del Commissario del Governo, però quella che sembrava una possibile risposta a questi problemi non esiste. Quindi, è duro e difficile, ma occorre muoversi con gli strumenti e con le opportunità che le leggi già operanti danno.
Visto che l'Assessore Cerchio non è stato in grado di fornire in tempo utile all'Assessore Nerviani gli elementi per una risposta complessiva alla nostra interrogazione, chiediamo che ci venga detto quali sono le scadenze per vedere la possibilità di dare vita all'ipotesi di un progetto finalizzato, elaborato, utilizzando i passaggi normativi che già la legge prevede.
Quindi, la Commissione regionale per l'impiego di cui l'Assessore regionale è anche Presidente, dovrebbe definire nel rapporto con le imprese la possibile attivazione di corsi di formazione e la loro finalizzazione all'inserimento lavorativo. Abbiamo bisogno di vedere un'iniziativa attiva da parte della Regione Piemonte sulla materia.
In un recente numero del Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte è stata pubblicata la circolare del Presidente della Giunta regionale "Disposizioni inerenti alla presentazione dei progetti finalizzati con il concorso del Fondo Sociale Europeo". Mi pare del tutto strano che le disposizioni, assolutamente irrilevanti, contenute in quelle disposizioni siano state adottate con una circolare. Se le Regioni devono essere dei semplici passacarte (ma non mi risulta che sia così), possiamo anche chiudere; se invece non lo devono essere si sarebbe potuto trovare il modo e la forma di indicare all'interno della definizione dell'utilizzo del contributo del Fondo Sociale Europeo (che ha nuovi parametri, ma questo non fa venir meno la possibilità di esprimere un'intenzionalità politica e di investimenti) una priorità scelta autonomamente, un'indicazione perlomeno per quanto riguarda la formazione e l'inserimento lavorativo dei portatori di handicap. Non solo, l'art. 6 della circolare propone che, per quanto riguarda il finanziamento dei progetti, mentre c'è la possibilità per le imprese, per il 55% restante, rispetto a quello che non è coperto dal Fondo Sociale Europeo, di attingere al Fondo di rotazione, la stessa possibilità non viene data ai Comuni e alla Regione che per i loro progetti devono arrivare alla copertura del 55% del costo degli stessi con il proprio bilancio. Questo vuol dire che nessun Comune sarà in grado di attivare un progetto autonomo. Sappiamo benissimo qual è la situazione dei bilanci dei Comuni, quindi il discorso è chiuso.
Non solo, le domande per la presentazione dei progetti devono essere presentate entro l'8 giugno 1989.



NERVIANI Enrico, Assessore alla formazione professionale

Sono i tempi del Ministero.



DAMERI Silvana

Non mi risulta che sia così. Se la scadenza è l'8 giugno occorreva definire prima i contenuti. A questo punto mi chiedo chi si attiverà per chiedere i finanziamenti dei progetti; probabilmente le imprese che sanno di questa opportunità. Certamente non ci sarà la possibilità di fare un lavoro specifico per attivare dei progetti finalizzati a creare nuova occupazione e che si pongano il problema dell'opportunità di lavoro per cittadini portatori di handicap. E' chiaro che questo richiede l'elaborazione di una politica, non può essere un fatto di mera burocrazia.
Prendo atto delle buone intenzioni dell'Assessore Nerviani, prendo atto del fatto che l'Assessore Cerchio non ha saputo che esisteva la nostra interrogazione. Penso comunque sappia che il problema esiste, quindi mi aspetto, se non sono troppo esigente, che rapidamente ci venga data una risposta sulla possibilità di attivare un progetto sperimentale mirato attraverso il coinvolgimento, con la Commissione regionale per l'impiego di tutti i soggetti economici, delle Organizzazioni sindacali, delle associazioni, per dare risposte mirate ai bisogni di questi cittadini.
Mi chiedo ancora se non sia possibile una modifica dei tempi per quanto riguarda la circolare. Le percentuali sono definite in questi termini e quali questioni pongono? Infine chiedo se la Regione, avvalendosi della possibilità di presentare un progetto, visto che è titolare di questa possibilità utilizzando il Fondo Sociale Europeo, non possa elaborare un progetto (potrebbe essere questa la forma per finanziare quell'idea di progetto sperimentale che avevamo in mente) in rapporto con le organizzazioni alle quali viene mandata questa circolare, sindacati, unioni industriali associazioni della piccola e media impresa, associazioni artigiane, per attivare o per vedere la possibilità di attivare una iniziativa su questo terreno.
Se ci rispondete semplicemente che non ci sono i tempi, noi vi diciamo che sulla questione non ci sono i tempi, non ci sono i margini. Non si pu pensare di rimandare semplicemente questi temi, soprattutto non si pu pensare che problemi che sono vissuti drammaticamente dalle famiglie e dalle persone che hanno questo tipo di problematica siano già problemi di ordine sociale e politico di cui sarebbe bene che questa Giunta fosse avvertita.



(Applausi da parte del pubblico)



PRESIDENTE

Il Regolamento interno del Consiglio stabilisce che il pubblico non pu intervenire nel dibattito in nessuna forma.



PETRINI Luigi


Argomento: Problemi energetici

Interrogazione n. 1764 dei Consiglieri Valeri e Ferro inerente una centrale a turbogas a Trino Vercellese


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione n. 1764 presentata dai Consiglieri Valeri e Ferro.
Risponde l'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore all'energia

L'occasione per rispondere a questa interrogazione, che pone l'attenzione su un problema fondamentale, mi permette di utilizzare, senza abusarne, l'opportunità di dire che la Regione non può non essere attenta ai problemi che la collega Dameri ha sollevato e che non da oggi è attenta in realtà...



VALERI Gilberto

Cosa c'entra questo con l'interrogazione di cui stiamo discutendo?



CERCHIO Giuseppe, Assessore all'energia

Sto rispondendo che mi pare giusto che la collega Dameri abbia insistito oggi per avere una risposta giacché c'erano delle persone che attendevano una risposta in questo senso; quindi, collega, mi pare che un uso funzionale di questa assemblea per andare sui problemi e non solo sulle utilizzazioni strumentali sia un fatto positivo.
In questo senso devo dire che con nota del 12 aprile 1989...



VALERI Gilberto

Non ha nessun titolo di esprimere giudizi mentre risponde ad altra interrogazione!



CERCHIO Giuseppe, Assessore all'energia

Mi permetti di rispondere alla tua interrogazione?



VALERI Gilberto

E' vergognoso, signor Presidente; l'Assessore stia all'o.d.g.!



CERCHIO Giuseppe, Assessore all'energia

Sto rispondendo dicendo che se tu stessi attento, puntuale e preciso avresti capito che io ho iniziato nel dire che con nota del 12 aprile...



VALERI Gilberto

Certe furbastrerie risparmiatevele!



CERCHIO Giuseppe, Assessore all'energia

Scusi, signor Presidente, vuole richiamare questo intemperante signore che non vuole avere la risposta dall'Assessore?



PRESIDENTE

Consigliere Valeri, quando vorrà la parola, gliela darò.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Non è lui che presiede la riunione!



VALERI Gilberto

Il Regolamento vale anche per la Giunta.



PRESIDENTE

Certo.
Assessore Cerchio, lei sta rispondendo all'interrogazione sulla centrale a turbogas.



CERCHIO Giuseppe, Assessore all'energia

Ho iniziato, ma non vuole che io risponda.



PRESIDENTE

Prego di fare silenzio nell'aula. Assessore, risponda nel merito all'interrogazione che è stata presentata dai Consiglieri Valeri e Ferro.



CERCHIO Giuseppe, Assessore all'energia

Se si calma, proseguo.



(Interruzioni varie)



VALERI Gilberto

Siete di uno squallore impressionante!



CERCHIO Giuseppe, Assessore all'energia

Io non rispondo, signor Presidente!



PRESIDENTE

Consigliere Valeri, non faccia anche lei delle valutazioni fuori tema e fuori posto. Ripeto, non faccia valutazioni fuori tema e fuori posto! Assessore Cerchio, vogliamo riprendere...



CERCHIO Giuseppe, Assessore all'energia

Vorrei che la Presidenza svolgesse la sua funzione e riprendesse tutti coloro che interrompono.



PRESIDENTE

Ho detto che non vengano fatte delle valutazioni fuori tema e fuori posto. Non credo che la Presidenza possa fare di più. Stiamo discutendo di un'interrogazione sulla centrale a turbogas. Quindi prego il rappresentante della Giunta di dare la risposta tranquillamente, dopodiché sentiremo gli interroganti che cosa hanno da dire.



CERCHIO Giuseppe, Assessore all'energia

Avevo iniziato col dire che, con nota del 12 aprile 1989, la Direzione dei rapporti istituzionali dell'ENEL aveva indicato alla Regione in via preliminare, consegnando alla Presidenza della Giunta del Piemonte la nota medesima, la volontà di procedere alla pratica attuazione del dispositivo della deliberazione assunta dal CIPE in data 21 dicembre 1988 in ordine al programma di emergenza per gli impianti termoelettrici, tra l'altro in linea con le anticipazioni del Piano energetico nazionale 1988 ed ai sensi della legge n. 880 del 1973.
In particolare il programma prevede che venga costruito in località Trino Vercellese un impianto termoelettrico a ciclo combinato, articolato in una turbina a gas e in un generatore di vapore costituito da due moduli ciascuno da 300 MGW di potenza elettrica nominale, per complessivi 600 MGW.
Si tratta in sostanza, come certamente è noto agli interroganti, di una tecnica finalizzata ad aumentare la potenza ed il rendimento di centrali termoelettriche, così come tra l'altro la Giunta regionale aveva già ipotizzato nel documento presentato lo scorso anno in sede di Consiglio regionale durante un articolato e approfondito dibattito che aveva poi visto l'approvazione di un conseguente ordine del giorno (n. 547).
Era sostanzialmente un'indicazione preliminare di programma e di principio che ha trovato giusta e coerente collocazione nell'ipotesi di localizzazione di un impianto a ciclo combinato nel territorio di Trino Vercellese, utilizzazione peraltro proposta grazie anche all'apporto di varie forze politiche di questo Consiglio regionale e collocate appunto nella parte finale delle determinazioni consiliari sopra richiamate.
Prescindendo dalla tecnologia o dalla tecnica utilizzata per la realizzazione di tale impianto, il combustibile usato è il gas metano e il pensiero corre naturalmente alle centrali turbogas. Ciò ad evitare equivoci sulla definizione di ciclo combinato, che può in qualche misura apparire oscura ai non addetti ai lavori e forse generare diffidenze o sospetti in ordine ai combustibili da utilizzarsi.
E' noto infatti come il ciclo combinato a gas presenti notevoli vantaggi energetici e soprattutto ambientali, ottenibili dalle caratteristiche stesse dell'impianto, dalla presenza di combustibili pregiati, dalla maggiore efficienza complessiva del sistema di generazione di energia elettrica.
E' parso opportuno (parlo anche per conto della Presidenza), data la rilevanza della notizia, intanto di rappresentarla a tutta la comunità regionale senza limitare la sfera dei soggetti o di istituzioni interessati, anche considerando che la nota dell'ENEL testimonia un atto di pura correttezza di rapporti che intercorrono fra i due enti e per la verità non attiva nessuna procedura di legge né, allo stato, costituisce impegno per la Regione ad assumere atti e determinazioni che possano configurarsi come adempimenti di legge.
Infatti, nel caso in questione, per avviare la procedura di impatto ambientale da un lato e provvedere alle intese e agli accordi socio economici più specifici dall'altro, che interessano rispettivamente in modo separato il Ministero dell'Ambiente e il Ministero dell'Industria, è necessario che l'Ente elettrico nazionale (ENEL) presenti formalmente alla Regione e al Comune interessato il progetto dell'impianto, la sua localizzazione unitamente alla documentazione relativa alla valutazione di impatto ambientale.
Tutto ciò è specificato in modo dettagliato nell'allegato IV delle Norme Tecniche del DPCM 27/12/1988, dove vengono altresì previste modalità ruoli, tempi e conseguenti adempimenti. L'Ente elettrico si è pertanto preoccupato in questa prima fase di segnalare nella nota che è stata consegnata alcune settimane fa alla Presidenza della Giunta regionale l'avvio della predisposizione di tutta la documentazione necessaria e utile per l'attivazione delle procedure di cui sopra, indispensabili per il rilascio dell'autorizzazione prevista dalla stesso decreto presidenziale.
L'autorizzazione è finalizzata alla costruzione e all'esercizio dell'impianto in argomento che l'ENEL ha, come è noto dalle notizie che sono state comunicate, localizzato in terreni di sua proprietà e ubicato nel territorio di Trino, in frazione Leri Cavour.
L'Ente elettrico si è impegnato a presentare la documentazione di cui al DPCM 27/12/1988 nel più breve tempo possibile, vista l'urgenza della realizzazione per le motivazioni indicate dallo stesso CIPE nel programma di emergenza.
E' parso quindi giusto alla Presidenza della Giunta regionale dare comunicazione di questo formale atto di cortesia da parte dell'ENEL. La Giunta regionale, non appena la documentazione verrà presentata da parte dell'Ente elettrico, non potrà non essere attenta ad attivare tutte le forme di confronto e di comunicazione all'interno dell'istituzione regionale perché questo problema, che ha una rilevanza significativa in un momento di esigenze particolari, possa avere una ricaduta intanto sul territorio regionale e, nella fattispecie, possa avere il massimo coinvolgimento di tutti i soggetti nel completamento e nel perfezionamento dell'iter che, nelle prossime settimane, avrà inizio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Signor Presidente, la risposta dell'Assessore alla nostra interrogazione arriva mentre sulla stampa sono già stati ampiamente illustrati i caratteri del progetto di massima approvato dall'ENEL. Anzi, a Trino si sono già svolte due iniziative: l'una promossa dal PCI, a cui ha partecipato un rappresentante del consiglio di amministrazione dell'ENEL.
l'altra promossa dal Partito socialdemocratico. Gli elementi informativi dati dall'Assessore avevamo quindi avuto modo di conoscerli più da vicino in precedenza e anche di approfondire la portata. Per questa ragione auspicavamo che la risposta dell'Assessore all'interrogativo da noi avanzato, circa il da fare da parte della Regione nei confronti delle procedure avviate dall'ENEL. compisse un passo in avanti rispetto alla semplice informazione.
Tra l'altro, non l'ha richiamato l'Assessore, dalle notizie ricevute direttamente dai rappresentanti del Consiglio di amministrazione dell'ENEL.
l'ENEL stesso prevede entro diciotto mesi il completamento delle procedure di valutazione di impatto ambientale e delle procedure autorizzative.
Il progetto dell'ENEL. se avrà i caratteri resi noti, dovrebbe sbarazzare il campo dalle due principali contraddizioni ambientali emerse all'epoca in cui si discuteva della centrale nucleare: il consistente fabbisogno di acqua per il raffreddamento dell'impianto e la liberazione in aria di grandi volumi di vapore acqueo.
Con il sistema di raffreddamento a circuito chiuso e con torri a secco il prelievo di acqua sarà pressoché ininfluente, rimovendo così una delle principali cause di contrapposizione con i produttori agricoli. Nello stesso tempo questa soluzione risolverà il problema, alquanto rilevante in un'area meteorologicamente particolare, non battuta da venti, dell'impatto in termini di accresciuta umidità ambientale dell'insediamento. Dopodiché è chiaro che la valutazione di impatto ambientale non è riconducibile soltanto a questi due, seppure particolarmente importanti, ordini di problemi e dovrà quindi essere compiuta con la massima cura.
Occorre quindi sin da ora pensare ad attrezzarci per valutare i progetti e gli studi che l'ENEL presenterà, ponendoci in condizione di interloquire nel merito dei contenuti della valutazione di impatto ambientale che l'ENEL sta predisponendo.
Per il precedente progetto di centrale elettronucleare avevamo nominato e finanziato un Comitato tecnico-scientifico, cui parteciparono Università e Politecnico. Il nostro Gruppo ritiene che ci si debba muovere nella stessa direzione, per cui, conoscendo i tempi occorrenti per predisporre una convenzione con gli Atenei e per definire i programmi e le metodiche di lavoro di un Comitato tecnico, pensiamo occorra avviare subito il lavoro necessario. Questa è la prima sollecitazione che avanziamo.
La seconda riguarda il problema più complessivo del riutilizzo del sito di Leri Cavour. L'insediamento previsto dall'ENEL riteniamo risponda alla principale delle proposte che come Gruppo regionale comunista e come Federazione Vercellese del PCI avevamo presentato nel giugno 1988. Ma non la riteniamo sufficiente, in quanto il riutilizzo dell'area di Leri Cavour non può limitarsi al pure importante insediamento di una centrale di potenza.
L'insediamento della centrale da 600 megawatt a ciclo combinato utilizzerà grosso modo un ventesimo dell'area, ossia 25 dei 500 ettari di proprietà dell'ENEL. Questo è il secondo problema che poniamo alla Giunta.
Nell'iniziativa che come PCI abbiamo sviluppato nelle settimane scorse a Trino, abbiamo registrato la risposta positiva del rappresentante dell'ENEL presente all'ipotesi da noi formulata di pensare ad un utilizzo del sito di Leri Cavour per la realizzazione di un progetto, da noi chiamato "energia risparmio", che non preveda soltanto una centrale di potenza, ma anche altri interventi di tipo sperimentale basati sull'utilizzazione delle biomasse agricole e dei rifiuti solidi urbani.
A Vercelli si è in presenza dell'unico inceneritore di rifiuti solidi urbani attualmente funzionante in Piemonte. Esso funziona fuori norma, è alle porte della città e, dai dati delle analisi svolte dal Laboratorio di sanità pubblica sulle scorie dell'incenerimento, risulta produca addirittura diossina.
Il progetto da noi avanzato, di costruire un piccolo impianto sperimentale che utilizzi le biomasse agricole della zona (paglia di riso stocchi di granoturco, ecc.,) e i rifiuti solidi urbani, può costituire un utile terreno sperimentale di pezzi di nuove strategie energetiche, non rivolte soltanto all'utilizzazione delle risorse energetiche tradizionali.
E ci ha confortato sapere che l'ENEL può essere interessato ad un progetto di questa natura; non a promuoverlo in prima persona, ma disponibile a partecipare a progetti che enti locali e regionali e privati eventualmente avanzeranno in questa direzione. Tenuto conto che sul problema dei rifiuti compete alla Regione definire il Piano regionale di smaltimento, e che agli enti locali compete gestirne la realizzazione, nonché delle competenze regionali, direi ormai quasi esclusive, nel campo dell'agricoltura, non è certo fuori luogo chiedere alla Giunta di lavorare alla predisposizione di una proposta concreta a questo riguardo, anche di carattere economico e finanziario, oltre che tecnico ed operativo.
Pensiamo anche che il sito possa essere utilizzato per la realizzazione di un progetto di agrotermia, che utilizzi in termini agricoli il calore residuo degli impianti che verranno insediati. Pensiamo debba essere verificata con l'ENEA la possibilità di utilizzare una parte dell'area per un progetto di agricoltura pulita.
Fra i temi di possibile riconversione dell'ENEA di Saluggia, negli anni passati interamente proiettata sul ricondizionamento degli elementi di combustibile nucleare esauriti e che oggi deve ridefinire i propri obiettivi e la propria fisionomia, abbiamo appreso (è emerso anche dal dibattito in Parlamento sulla riforma dell'ENEA) che tra i possibili orientamenti di riconversione potranno aversi anche progetti per un'agricoltura compatibile con l'ambiente.
Ci pare che anche questa opportunità debba essere utilizzata in termini di riflessione sulle possibili destinazioni di riutilizzo del sito di Leri Cavour.
Per questo sollecitiamo la Giunta a valutare queste ed altre idee, che la Giunta stessa ed altri Gruppi auspichiamo elaborino al più presto; e proponiamo di pervenire, in VII Commissione, ad un momento specifico di verifica e di approfondimento delle ipotesi sul tappeto, per dare risposta a problemi certamente importanti. Ciò ci pare necessario anche al fine di cominciare a definire, in termini concreti e progettuali, le linee di una effettiva politica energetica regionale.



ROSSA Angelo


Argomento: Incarichi e consulenze esterne

Interrogazione n. 1733 del Consigliere Pezzana inerente l'incarico di consulenza alla s.r.l. Labser di Milano (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare l'interrogazione n. 1733 presentata dal Consigliere Pezzana inerente l'incarico di consulenza alla s.r.l. Labser di Milano.
Prima di dare la parola all'Assessore Brizio per la risposta, desidero invitare l'Assessore Brizio e il Consigliere interrogante Pezzana a contenere i tempi di discussione, dal momento che è urgente procedere al dibattito sull'ACNA, poiché vi sono impegni che hanno scadenze molto prossime.
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Purtroppo, signor Presidente, l'argomento è importante per cui la risposta che devo fornire al Consigliere Pezzana sarà necessariamente articolata.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Desidero fare una precisazione senza sottrarre troppo tempo. Circa la questione dell'ACNA dovremo sicuramente trarre qualche determinazione nel pomeriggio di oggi nella riunione del Comitato Stato-Regioni, quindi il collaboratore della Regione che partecipa a quella riunione come un cattedratico dovrebbe partire almeno intorno alle ore 13.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Se il Consigliere Pezzana concorda, possiamo rinviare l'esame dell'interrogazione alla prossima seduta.



PRESIDENTE

Poiché non vi sono obiezioni a procedere in questo modo, la risposta all'interrogazione n. 1733 del Consigliere Pezzana viene rinviata alla prossima seduta.
Ringrazio pertanto il Consigliere Pezzana e l'Assessore Brizio che hanno accolto l'esplicito invito del Presidente Beltrami ad affrontare subito la questione dell'ACNA.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



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