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Dettaglio seduta n.190 del 28/04/89 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROSSA


Argomento: Bilanci preventivi - Assestamento di bilancio - Bilancio pluriennale

Esame progetti di legge n. 455: "Integrazione alla L.R. n. 52/88 (Assestamento bilanci parchi)", n. 482: "Bilancio di previsione per l'anno 1989" e n. 493: "Bilancio pluriennale 1989/1991" Presentazione pregiudiziale di non passaggio all'esame dell'articolato (seguito)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito all'ordine del giorno relativo alla ripartizione del Fondo sanitario alle UU.SS.SS.LL., il Presidente della Giunta Beltrami mi ha comunicato che è stato preparato il documento e tra poco verrà reso noto.
La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Ritengo che una dichiarazione del Presidente che dica al Consiglio che è stata assunta la deliberazione possa comportare il ritiro del documento da parte nostra.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Dichiaro che la Giunta ieri sera ha assunto formalmente la deliberazione e che era mia intenzione trasferirla stamani all'inizio dei lavori. Siccome è un malloppo robusto, stanno facendo le fotocopie fisicamente verrà rassegnata alla Presidenza del Consiglio affinché a sua volta la dirotti sulla competente Commissione.



BIAZZI Guido

Signor Presidente, l'ordine del giorno si poneva l'obiettivo di avere il più presto possibile la deliberazione, l'obiettivo è stato raggiunto e l'ordine del giorno viene pertanto ritirato.



PRESIDENTE

Riprendiamo quindi il punto 5) all'o.d.g. che prevede l'esame dei progetti di legge nn. 455, 482 e 493.
La discussione generale si era conclusa con le repliche degli Assessori.
Passiamo pertanto all'esame dell'articolato.
Ha chiesto la parola l'Assessore Croso. Ne ha facoltà.



CROSO Nereo, Assessore al bilancio

Faccio alcune dichiarazioni preliminari.
Il bilancio è il risultato di una serie di scelte anche di tipo tecnico e finanziario; scelte che hanno fatto sì che si regga in un equilibrio molto delicato, e ciò è risultato evidente dalla relazione di maggioranza e per alcuni spunti da quella di minoranza.
Rispetto a questo equilibrio pertanto non possono essere assunte delle scelte che non siano assolutamente adeguate e meditate con calma e riflessione in un contesto più sereno che non quello della vivacità che nel Consiglio si riscontra. Si è già detto che aggiustamenti importanti (e nella mia relazione di ieri ho voluto chiarire questi aggiustamenti) si potranno rendere necessari in relazione alla conversione in legge o meno dei decreti di accompagnamento della manovra finanziaria stessa.
Non riteniamo quindi di apportare in questo momento delle variazioni al quadro della spesa riferite al contenzioso dell'INPS, dell'INAIL. perch come ho ricordato, pare che nessuna Regione le abbia inserite nell'impostazione del bilancio di previsione; anche per quanto riguarda le variazioni al quadro delle entrate, relativamente alle voci degli interessi attivi, vorremmo vederle più avanti quando eventualmente saranno riconvertiti in legge i decreti legge che sono stati oggetto di proposte e di approvazione di Governo.
Ricordo, ad esempio, che la norma relativa alla spesa sanitaria non è stata riproposta nel testo licenziato dalla Camera.
Per quanto concerne la valutazione più tecnico-giuridica relativa alla manovra finanziaria, che ha trovato spazio nella relazione di minoranza e in questi emendamenti, per le motivazioni che ho cercato di esporre nella mia replica ritengo che per coerenza non possa essere accettata la loro introduzione nella modifica del bilancio stesso.
Sul piano generale dobbiamo rilevare che non potrebbero comunque essere presi in considerazione degli emendamenti che portino ad alterare l'equilibrio tra le entrate e le uscite che faticosamente abbiamo costruito.
Pertanto la Giunta nel suo complesso ha deciso di non poter accogliere in questa sede la manovra complessiva rappresentata attraverso gli emendamenti. Peraltro si riscontrano alcune proposte di merito, in parte anche condivisibili, e su questi aspetti singolari e particolari la Giunta e credo anche i singoli Assessori, anticipano già sin d'ora la disponibilità ad una più approfondita discussione. Credo che questa discussione vada fatta in sede di Commissione per recepire poi quanto eventualmente condiviso in sede di assestamento, pur sapendo che l'assestamento sarà una fase delicata, una fase di recessione, una fase di tagli. I singoli Assessori e il Presidente già in questa sede credo potranno, forse in modo più circostanziato qualora lo ritengano, rispondere ad aspetti correlati alla loro attività e alle scelte specifiche riferibili agli emendamenti stessi oggetto di discussione.
Concludo questa mia introduzione ribadendo che siamo in una fase di emergenza; in questa fase di emergenza devono essere attivati tutti gli strumenti tecnici e politici per una gestione che sfrutti al meglio il contributo della Giunta e del Consiglio stesso. In questo ambito quindi è mia intenzione giungere alla discussione sull'assestamento del bilancio prima delle ferie estive. E' un impegno che mi sento di poter assumere e per il quale ho cercato di coinvolgere gli uffici competenti, per quel che riguarda la loro disponibilità, ai quali in questa sede va il mio ringraziamento per la collaborazione sempre espressa nella predisposizione dello strumento di bilancio.
In questa logica non va lasciata cadere la proposta di occupare i prossimi mesi in un'analisi approfondita e completa delle poste di bilancio, così come peraltro è stato richiamato ieri, confrontandole soprattutto con quel bilancio dei bisogni che già l'anno scorso in un ordine del giorno avevamo preso l'impegno di predisporre e rispetto al quale la I Commissione sta lavorando e, come ha ricordato ieri il collega Santoni, i cui lavori sono in avanzato stato di assemblaggio della documentazione prodotta dagli uffici dell'Assessorato.
La Giunta con questa dichiarazione non vuole arroccarsi in una rigida difesa di un documento concepito in una situazione di grave difficoltà finanziaria che non abbiamo voluto nascondere, ma che anzi vogliamo sottolineare, e che sicuramente necessiterà di interventi e di aggiustamenti in sede di assestamento e che io sul piano personale, ma anche a nome della Giunta, intendo assumere.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame degli emendamenti sulle Entrate.
Emendamenti presentati dal Gruppo PCI: 1) il capitolo n. 20 dello stato di previsione delle Entrate dal titolo "Imposta locale sui redditi" è modificato da "11.000 milioni" in "10.000 milioni" 2) il capitolo n. 50 dello stato di previsione delle Entrate dal titolo "Tasse su concessioni regionali" è modificato da "11.000 milioni" in "9.000 milioni" 3) il capitolo n. 60 dello stato di previsione delle Entrate dal titolo "Tassa regionale sulla circolazione" è modificato da "47.030 milioni" in "37.030 milioni".
La parola al Consigliere Biazzi per l'illustrazione.



BIAZZI Guido

Signor Presidente, noi abbiamo presentato pochi emendamenti, alcuni servono per ripristinare un minimo di correttezza nella predisposizione del bilancio, altri sono semplicemente esemplificativi. Non pensiamo di poter coprire tutte le carenze e le irregolarità che il bilancio contiene.
Diceva l'Assessore che ha meditato con calma e attenzione; anche noi nel presentare gli emendamenti abbiamo osservato e meditato tutto con calma. Mi riferisco per il momento ai primi tre emendamenti che modificano i capitoli 20, 50 e 60. L'Assessore invitava a fare delle analisi ulteriori in Commissione, come sede più adeguata. Non riprendiamo il punto fondamentale, che era parte integrante della nostra relazione e cioè che queste analisi serie a nostro modo di vedere dovevano essere avviate subito dopo la discussione sul bilancio 1988, come ci si era impegnati a fare in Consiglio regionale. Noi siamo comunque sempre disponibili al confronto come abbiamo sempre fatto.
Vorrei precisare un aspetto che riteniamo fondamentale: ha senso ripensare in Commissione quei punti che sono dubbi e che quindi possono essere interpretati in modi diversi. Quando invece le cose sono già chiare noi riteniamo che non ci sia più nulla da discutere in Commissione.
Partiamo dalle entrate, ma le cose sono chiare anche per le uscite. I capitoli 20, 50 e 60 riguardano le entrate: noi riteniamo che siano sopravvalutate ed è un'opinione.
Capitolo 20: esiste il consuntivo del 1987, ieri abbiamo chiesto i dati del consuntivo 1988 che sono ormai disponibili. Il capitolo 20 (rispetto al 1987) risulta sopravvalutato di 1 miliardo, ma è la posta da modificare meno clamorosa. Non sappiamo quanto abbiamo incassato nel 1988, riguardo all'ILOR. Il capitolo 50 (Tasse su concessioni regionali) proponiamo di modificarlo da 11 miliardi a 9 miliardi, perché nel consuntivo 1987 risultavano le seguenti cifre: previsioni 11 miliardi, somme accertate 7 miliardi 470 milioni; riteniamo pertanto che iscrivere 9 miliardi sia già un rischio. Non è quindi possibile accettare la cifra di 11 miliardi, a meno che si dica che nel 1988 sono stati incassati 10,5 miliardi o quasi 11 miliardi. Nel 1986 eravamo nella stessa situazione, si sopravvalutarono le entrate.
Al capitolo 60 (Tasse regionali sulla circolazione) si prevedono entrate per 47 miliardi e 30 milioni, come le previsioni finali di competenza del 1987, però nel 1987 sono stati accertati 34 miliardi e 638 milioni: nel 1986 la situazione era la stessa, ecco perché a noi pare ci sia poco da discutere; non si possono iscrivere ancora 47 miliardi sapendo che almeno 10 miliardi non saranno incassati. Non è una questione di opinione, si tratta davvero di falsare le previsioni delle entrate.
Vogliamo rimanga a verbale perché non è più un caso di difficoltà di previsione o di stima. C'è ormai un trend che dimostra come le entrate non potranno essere di questa entità. Su questo aspetto c'è ben poco da discutere in sede di Commissione e ne chiediamo pertanto la rettifica.
Chiediamo che l'Assessore dica quanto è stato incassato su queste tre voci nel 1988 e decideremo, in relazione all'informazione che ci verrà data, anche di modificare gli emendamenti. Questa è un'esigenza non solo della minoranza, ma dell'intero Consiglio, prima di votare il bilancio. I dati in possesso del Consiglio, che si desumono dal consuntivo 1987 indicano che queste previsioni di entrata vanno modificate. A meno che la Giunta dimostri, con le cifre del consuntivo 1988, già in suo possesso, che sono giustificate.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Croso.



CROSO Nereo, Assessore al bilancio

Conosciamo la competenza e la capacità del collega Biazzi per cui le sue osservazioni hanno un fondamento e riconosciamo che porta un contributo costruttivo alla discussione.
Crediamo comunque che nei prossimi giorni saremo in condizioni di avere il consuntivo 1988 in base al quale si andranno a rettificare le singole voci, sia in entrata sia in uscita, in sede di Commissione, con valutazioni che fanno parte di un quadro complessivo, attraverso un assestamento o una legge di variazione.
Ci rendiamo conto comunque che le osservazioni del collega Biazzi fanno patrimonio di questo e di altri dibattiti che sono intervenuti negli anni passati; noi oggi diamo questa risposta che si inserisce nell'equilibrio faticoso con il quale abbiamo costruito questo bilancio, riconoscendo uno stato di emergenza, nella legalità delle disposizioni che regolano la materia, per cui abbiamo fatto una previsione di questo tipo che naturalmente può essere opinabile. Siamo disponibili a rettificare questa impostazione con dati più sicuri, certi, con i quali dobbiamo confrontarci non appena ne avremo la disponibilità che è peraltro molto prossima.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Siamo di fronte ad un problema che costituisce di fatto una pregiudiziale per la prosecuzione dei lavori del Consiglio. E' un problema di correttezza nei rapporti Giunta-Consiglio: non si può pensare con delle parole generiche di sorvolare domande e questioni precise, che devono trovare risposte altrettanto precise. Mi suggeriva il collega Guasso che non possiamo consegnare al patrimonio storico, che poi significa gli archivi dei sotterranei del Consiglio regionale, questioni precise e immediate che devono essere chiarite in aula. Sono questioni oltretutto assai semplici: nessuno ha mai messo in dubbio che alcuni argomenti sono opinabili, ma noi abbiamo posto una questione precisa. Il Consiglio conosce dei dati (consuntivo 1987); noi abbiamo chiesto in Commissione e richiesto di nuovo ieri di conoscere i dati del consuntivo 1988. Non possiamo accettare, Assessore, che si venga a dire in aula che questi dati si conosceranno domani o dopodomani, questo non può corrispondere alla verità! I dati delle entrate devono essere conosciuti almeno da tre o quattro mesi dalla Giunta, perché sono noti dal momento degli incassi. Ritornerò su questa questione se non si darà una risposta chiara al Consiglio.
I dati sono conosciuti e devono essere portati al Consiglio. Noi chiediamo quali sono quelli delle entrate che riguardano questi capitoli relativamente al 1988, che sono conosciuti dalla Giunta da mesi. Non saranno esatti alla lira, ma sono conosciuti nella loro globalità da mesi.
Noi chiediamo quindi che prima di procedere nell'esame del bilancio ci vengano forniti questi dati. Li abbiamo chiesti in Commissione, l'abbiamo ribadito ieri in aula, non si tratta di dati che richiedono elaborazioni straordinarie, basta leggere i documenti che sono nei cassetti della Giunta su cui è stato registrato che per il capitolo 50 è stato incassato "tot" per il capitolo 60 "tot" e per il capitolo 20 "tot". E' diritto del Consiglio regionale conoscerli prima di passare alla votazione sui singoli capitoli del bilancio.
Pertanto chiedo una risposta su questi problemi specifici. Possiamo discutere di tutto, ognuno avrà le proprie opinioni, ma quando le questioni sono poste in modo preciso richiedono risposte precise, quando è possibile darle. In questo caso certamente è possibile ed è doveroso fornirle.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Croso.



CROSO Nereo, Assessore al bilancio

Voglio avere il rispetto delle persone e dei ruoli che ognuno nell'ambito del Consiglio regionale tenta di svolgere, però mi rendo conto che queste cose hanno dei limiti entro i quali ognuno è vincolato a svolgere le proprie funzioni. Le mie funzioni sono quelle di costruire un bilancio nei limiti tecnici che permettano una sopravvivenza dell'Ente stesso. Siamo ormai in una fase di emergenza, per cui ho tentato di dire nel mio primo intervento che riconosco valide le osservazioni del Consigliere Biazzi che fanno parte della tradizione dell'impostazione del bilancio in cui le poste in gioco, quando sono oggetto di stime e di valutazioni, hanno naturalmente una loro logica che è quella della stima che viene fatta dagli uffici e dall'Assessore.
Probabilmente, soprattutto per quanto riguarda le tasse di circolazione, si potrà anche prevedere una riduzione perché questo è un dato storico, però il meccanismo della struttura della legge di contabilità e il meccanismo con il quale abbiamo usato negli anni precedenti l'impostazione del bilancio ci hanno permesso di andare a queste valutazioni che hanno fatto sì che si potesse chiudere il bilancio.
Diversamente, avremmo dovuto arrivare a dare altre conclusioni.
Quindi il problema è di continuare su questa linea, seppure andando verso la chiarezza, nella convinzione che questa valutazione e discrezionalità vengono lasciate alla Giunta che in questo caso ha il dovere di rappresentarle in questa forma, pur cercando di non sottovalutare e di essere attenta alle osservazioni critiche e puntuali che sono state fatte dal Consigliere di minoranza. In Commissione, in sede di assestamento e di aggiornamento, potremo valutare la possibilità di variazioni proprio per quell'equilibrio complessivo sul quale si regge questo bilancio di emergenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, lei ricorderà che nella seduta dei Capigruppo quando si trattò di organizzare i lavori per l'esame del bilancio, dissi che tendevamo a svolgere (lo abbiamo già dimostrato attraverso la relazione di minoranza, attraverso la prima discussione e l'illustrazione degli emendamenti) una puntuale e serrata contestazione politica, ma anche di merito e tecnica rispetto alla manovra che ci era stata presentata.
Dichiarai anche che nel prosieguo dei lavori il nostro atteggiamento avrebbe avuto un esito, perché il confronto che abbiamo impostato non è basato su urla, grida e parole, ma su cifre, contestazioni, emendamenti.
Ora, proprio sul primo emendamento, ci troviamo di fronte ad una situazione cruciale. Richiamiamo la responsabilità dell'Assessore e della Giunta nel suo complesso, perché nessuno può pensare che il lavoro svolto e le conseguenze che reca con sé una tale impostazione, possano essere sbrigati attraverso il valzer di qualche parole e di qualche promessa.
Occorre impegno, una collocazione politica puntuale e precisa qualunque essa sia, però questo è un punto cruciale.
Il Consigliere Biazzi poneva una questione per sapere se la Giunta, con i dati che ha a disposizione, non ritenga essenziale e preliminare rispetto alle nostre osservazioni critiche - spiegare perché ha assunto una certa impostazione non essendo possibile rimandare un appuntamento che è già maturo, perché i dati - come diceva il collega Biazzi - ci sono.
Signor Presidente, pongo a lei la questione che riguarda anche il prosieguo dei lavori. Riteniamo che sul bilancio sia cruciale ed importante che, rispetto alla serietà dei lavori, ci sia adeguata collocazione da parte di tutti, innanzitutto della Giunta. Questo lavoro non può essere snobbato, non si può ritenere che, dato che non cambiano le maggioranze non ci sono situazioni politiche di crisi. Questo è un passaggio importante per le ragioni che abbiamo illustrato.
Signor Presidente, mi permetto di rappresentare a lei, al Presidente della Giunta e all'Assessore l'opportunità che su questo emendamento, che attiene al ripristino della legalità del bilancio, ci sia una precisa collocazione. Se c'è bisogno di tempo, di una sospensione, ben venga altrimenti il nostro atteggiamento (non intendendo, per dirla in soldoni di aver fatto un lavoro di questo tipo per essere aggirati, sia pure in maniera soft e diplomatica) sarà modificato.



PRESIDENTE

La Presidenza è fortemente interessata affinché il dibattito sul bilancio abbia uno svolgimento il più possibile sereno, pur nella fermezza delle posizioni politiche e delle valutazioni che intorno ai vari capitoli l'opposizione esprime rispetto alle proposte della maggioranza. Ho fiducia che questa chiarezza di posizioni, pur nella distinzione delle valutazioni ci sarà e consentirà di poter superare questo aspetto pregiudiziale e poter così dare al dibattito quello svolgimento sereno che abbiamo previsto nella riunione dei Capigruppo e che, come Presidenza, auspichiamo fortemente.
Ha ora la parola l'Assessore Croso.



CROSO Nereo, Assessore al bilancio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non vorrei sembrare colui che compie dei giri di valzer con le parole, perché non è nelle mie abitudini e nel mio carattere. Non vorrei nemmeno sembrare colui che cerca di giustificare l'ingiustificabile, però mi sembra di aver colto nell'intervento ultimo del Capogruppo comunista che deve esserci un impegno solido, un impegno concreto con il quale la Giunta seriamente debba confrontarsi intorno a questo problema, che è un problema di fondo come è stato ricordato.
Occorre però uscire da questa impasse sulla quale la Giunta ha dei limiti, e sono limiti fermi: quello del termine ultimo di approvazione che è il 30 aprile, la struttura stessa del bilancio (così come è stata costruita) con delle difficoltà non indifferenti a cui ho cercato di fare accenno. Credo perciò che la Giunta potrebbe prendere un impegno preciso e cioè che sin dalla prossima settimana, magari con un ordine del giorno già votato, con gli uffici competenti, con dati oggettivamente confrontabili con un lavoro serio di confronto in sede di Commissione, si vada anche a rivedere queste poste sulle quali riconosciamo la validità delle osservazioni alle quali noi non vogliamo sfuggire né con un giro di valzer né in forma soffice con delle risposte che possono essere soltanto interlocutorie e soltanto di irresponsabilità.
La mia risposta non può che essere questa, proprio con il tono serio con il rispetto del ruolo che ognuno deve svolgere e che cerca di svolgere al meglio e con la serietà che lo contraddistingue.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, anche se a noi sembra che le questioni sollevate siano chiare, intervengo per un ulteriore chiarimento e soprattutto per sollecitare colleghi di altri Gruppi ad intervenire, perch la questione che noi poniamo non riguarda solo la minoranza, ma tutti i Gruppi e tutti i Consiglieri.
La questione che noi poniamo è molto semplice: i dati sono in possesso della Giunta, a meno che qualcuno ci smentisca e dichiari che non ci sono.
Aggiungiamo: questi dati, in possesso della Giunta, sono molto semplici tre cifre. Chiediamo che queste tre cifre siano messe a disposizione del Consiglio, perché il Consiglio possa decidere con cognizione di causa. E' molto semplice la richiesta.
Riteniamo anche, e lo ripeto, che questa non è un'esigenza nostra particolare, ma riguarda tutti i Gruppi. Per cui noi chiediamo l'ha già fatto il Capogruppo prima - un momento di riflessione; se la Giunta e la maggioranza hanno bisogno di cinque, dieci minuti per andare a recuperare questi dati (che riguardano queste ed altre poste di bilancio), bene: il Gruppo comunista è favorevole ad una breve sospensione. Conosciute le cifre si potrà verificare la fondatezza o meno delle nostre proposte.
Riteniamo che questa sia una cosa fondamentale, ma anche per rispetto al Consiglio nel suo complesso. Non riusciamo a capire perché non si vogliano fornire al Consiglio i dati di cui la Giunta è in possesso e che devono essere forniti al Consiglio e a qualunque Consigliere li richieda.
Francamente, non riusciamo a seguirvi in questo atteggiamento.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, un brevissimo intervento che non può che ricalcare questo percorso. Capisco il percorso che ha test indicato l'Assessore Croso. La discussione generale di ieri purtroppo è stata piuttosto contenuta rispetto alle dimensioni del problema. Problema che vede le Regioni d'Italia in una curva di grossa difficoltà, costrette a capolavori di ingegneria di bilancio per poter reggere, per poter sopravvivere: noi sappiamo, ad esempio, che non avendo messo in bilancio la voce in uscita per l'artigianato potrebbe anche di per sé, come è stato evidenziato, creare qualche problema, ma questo appartiene ad un fronte unico che è stato stabilito fra tutte le Regioni d'Italia: la Lombardia, il Piemonte e l'Emilia Romagna ricorrono alla Corte Costituzionale. E' un atteggiamento di guerra guerreggiata nei confronti dei livelli centrali di Governo che ci hanno posti nella condizione di dover arrivare ad arrampicarsi sui vetri per poterne venire fuori. Allora, mi pare che l'Assessore al bilancio (che ha in fase di elaborazione ogni dato utile per poter pervenire a delle risultanze finali) abbia sollecitato il Consiglio ad accogliere questa ipotesi di lavoro che è quella di non toccare la struttura, l'impalcatura, l'organizzazione del bilancio, ad evitare dei sommovimenti che, alla fine, non sarebbero più recuperabili. Chi ha avuto la responsabilità di governo nel passato sa quanto possa essere difficile fare un bilancio. Oggi è diventato pressoché impossibile. Noi stiamo tentando di venirne fuori. Registriamo e abbiamo analizzato gli emendamenti che sono stati proposti dal Gruppo comunista, senza venir meno di rispetto agli altri Gruppi che altri emendamenti propongono, abbiamo visto anche la relazione di minoranza che è stata fatta in termini articolati di approfondimento e di grossa attenzione. Noi non possiamo essere irriguardosi e negare che questo sforzo sia stato fatto da coloro che oggi svolgono un ruolo di opposizione e ieri, ier l'altro svolgevano un ruolo di governo (non è che il richiamo si perda nella notte dei tempi: è ancora abbastanza accostabile) e sanno anche che siamo una delle Regioni che ha il maggiore indebitamento d'Italia (questo è un dato certo); ed è un indebitamento che ha un suo percorso, una sua costruzione storica, che si è determinata e si è definita in questo modo. Ho visto taluni sforzi, ad esempio quello di dire: cerchiamo di arretrare queste previsioni, perch sono un po' robuste, ad esempio quelle sulla tassa di circolazione, quindi sottraiamo 10 miliardi da una parte però recuperiamo i 10 miliardi dall'ANAS. Ieri l'Assessore Mignone ha cercato di dimostrare che al momento questo recupero è impossibile e quindi le compensazioni, che come gesto di buona volontà l'opposizione propone, non sono riconducibili ad una scelta realisticamente perseguibile.
Abbiamo visto complessivamente anche questa massa di emendamenti che ridurrebbero le entrate di 17 miliardi e 800 milioni, questo per dire che a fianco di un lavoro di approfondimento che l'opposizione ha fatto, anche chi governa ha cercato di far quadrare i conti e di analizzare con serietà le proposte. Gli emendamenti in uscita accrescono l'uscita di altri 228 miliardi e questo propone complessivamente una riconduzione al pareggio attraverso la riscoperta di 246 miliardi.
Se è vero che questo bilancio è impossibile, che l'indebitamento è tale che non consente altri balzi per il futuro, anche scelte dovute a stati di necessità, devo dire che questo tipo di proposte, non quelle sulla tassa di circolazione, ma complessivamente la manovra che è stata sottoposta alla nostra attenzione, ci metterebbe nella condizione di provocare ulteriormente la nostra fantasia nel ricercare soluzioni che divengono totalmente impossibili. Allora la Giunta con l'impegno che si è assunto solennemente il collega che ha la delega per il bilancio e che, per quanto mi consta, fedelmente ha pur sempre cercato di mantenere attraverso un rapporto di compenetrazione delle istanze, delle attese e delle attenzioni che sono poste in aula, ritiene di dover difendere l'impalcatura di questo bilancio quindi ha evitato che anche all'interno delle componenti di maggioranza venissero proposti emendamenti che, alla fine, avrebbero sommosso il tutto senza consentire di poterne sortire in termini che permettano di fare il bilancio.
Siamo agli ultimi giorni, altre Regioni d'Italia l'hanno approvato solo la settimana scorsa, quindi vuol dire che queste difficoltà sono costanti per noi sono accresciute totalmente da questa grossa dimensione debitoria che la Regione pone all'interno della sua organizzazione e della sua manovra finanziaria e che ci impedisce di inventare. C'è anche un'intenzione della Giunta regionale (ed è già stata sanzionata in una ricerca attenta e sofferta) di un approfondimento attraverso delega ad istituti di ricerca e di analisi per poter capire quali sono le virtualità le potenzialità vere che questa Regione ha ancora per tentare di sopravvivere. Questo non è il gesto di buona volontà per tentare di far dare ad altri delle risposte che noi non siamo capaci di dare, la verità è che siamo giunti con l'acqua alla gola, noi e le altre Regioni d'Italia siamo posti nella condizione che l'ingegneria dei bilanci è costretta ad avere non tanto delle forzature, ma talune attenzioni che evidentemente in un momento di normalità non ci sono, pur avendo registrato che anche nel passato queste sono appartenute ad un modo di collocarsi.
Senza recuperare temi che appartenevano alla discussione generale e sulla quale non sono intervenuto, quelle piccole manovre Biazzi: quello della tesoreria unica, noi accendiamo un mutuo e siamo nella condizione di coglierne le entrate come flusso di bisogno entro date temporalmente distribuite, anche se il mutuo va contratto complessivamente in una soluzione unica, e ci accorgiamo che su quelle somme che nel passato i bilanci ci consentivano entrate di 10/12 miliardi, questa volta non ci sono perché sono somme che sono decisamente catturate. Ho ricordato quelle degli artigiani, vorrei poter ricordare talune penalizzazioni che ci derivano da impostazioni su problemi patrimoniali di grosso appesantimento per la gestione della Regione. Noi riteniamo che in questo momento, con il rispetto dovuto allo sforzo fatto dall'opposizione, si debba procedere conservando la struttura, l'organizzazione data a questo bilancio riassumendo l'impegno, anche a nome della Presidenza, che il collega Croso ha poco fa assunto nei confronti del Consiglio regionale di un'ulteriore analisi dalla quale possa, al di là di quel che può essere il risultato del consuntivo, dimostrarsi che un certo ottimismo anche all'interno della crescita di talune poste è un dato che viene conferito a questo Piemonte in ripresa e che potrebbe fugare dubbi, tormenti, perplessità che diversamente sono intervenuti in questa seduta.
La posizione della Giunta non è fatta, quindi, di caparbietà, è un atto che ci costringe per una situazione complessiva che è comune alle altre Regioni, e con l'impegno che è stato assunto noi intendiamo portare avanti questo bilancio così come è stato proposto avendo fatto rientrare anche quell'emendamento che è stato proposto dalla maggioranza e che aveva, per certi aspetti, una sua ragion d'essere ma che noi, proprio per essere rispettosi di questa traccia operativa, siamo costretti a dover assumere e portare avanti così come è stato costruito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, ho sentito la replica del Presidente della Giunta e ne ho tratto una conclusione che rende estremamente sconcertante l'attuale situazione.
In pratica, giustificandosi con le ragioni oggettive che conosciamo della difficoltà finanziaria, il Presidente ha detto che difenderanno fino alla fine il bilancio così com'è, qualsiasi emendamento venga presentato.
Ora, non mi sfugge che la situazione sia quella che descrive il Presidente ma vorrei ricordare al Presidente e all'Assessore che noi siamo partiti proprio da questa situazione, collocandoci con altre ipotesi. Ipotesi di un'altra impostazione, che ha altrettanta dignità rispetto a quella contenuta in quel bilancio e ancora una volta registriamo (ma questa volta non solo sulle parole, ma addirittura sul documento contabile) una incredibile rigidità. Tutto sommato una immobilità totale della Giunta.
Questa questione dei dati a noi sembra che sia rivelatrice del fatto che avendo assunto una decisione questa non può essere messa in discussione, neanche negli elementi essenziali. E' meglio dire con maggiore chiarezza come stanno le cose, non forzare i dati e non ricorrere a palliativi, come condizione per essere rappresentativi almeno dei bisogni essenziali. Non abbiamo più fatto la manovra dell'anno scorso rendendoci conto di questo disastro senza di cui non si giustifica l'esistenza della Regione. E' certamente un'altra impostazione, anche rispetto a un modo di condurre le cose che ha la Giunta e, lo dico politicamente senza nessun accanimento personale, che ha il suo Presidente.
Io non vedo come si possa armare una battaglia che avrebbe già dovuto iniziare da prima, e comunque dovrebbe essere armata al momento giusto, se in qualche modo non ci richiamiamo alla nostra fonte di legittimazione fondamentale che sono gli elettori, che è la comunità che rappresentiamo.
La fonte di legittimazione la recuperiamo con due dati: l'operazione verità, la più cruda, per come è, e in secondo luogo un'operazione che tenta, attraverso l'individuazione di poste essenziali, di manifestare che pur in una situazione di difficoltà le condizioni minime per esistere della Regione sono quelle. Per questo motivo c'è stato il confronto fra le due impostazioni. L'affermazione del Presidente è tale da richiamare un intervento più ampio, perché, nello spiegarci perché il bilancio viene difeso così com'è, ci sta dicendo che sarà tutto sommato un rito ed un passaggio inutile tutta la fase degli emendamenti.
Non credo che questo possa essere accettabile, perché ci sono due impostazioni; una è quella e d'altra parte è coerente al modo di essere di questo governo regionale in questi anni. Non abbiamo mai voluto insistere in modo strumentale su difficoltà che sappiamo esserci, però insistiamo sulla prova dei fatti; continuiamo a dover riproporre, come momento forte di opposizione e di alternativa rispetto a questo modo di fare, da un lato la drammaticità della situazione che ha richiamato il Presidente Beltrami è vero, ma dall'altro una gestione che è ben altro di quello che potrebbe rilanciare il confronto, il Consiglio, i rapporti con la comunità, di enormi somme vincolate.
Questa è una contraddizione perché da un lato si dice che siamo prigionieri nella gabbia ed è vero, ma nel momento in cui questa gabbia non la si rompe, dall'altra parte c'è un ammontare enorme di risorse vincolate (al di là dei soldi neanche spesi) che sono di fatto sottratte a quella che potrebbe essere una determinazione procedurale democratica nel rapporto con le comunità e con il Consiglio: cosa ci sta più a fare il Consiglio, mi chiedo a questo punto, se le impostazioni alternative non vengono almeno discusse e non si coglie il senso che a parole noi dobbiamo sostenere e di cui siamo convinti? D'altra parte la nostra qualificazione di opposizione parte dal lavoro dai fatti: neanche il Gruppo democristiano, pur attrezzato, quando era all'opposizione, fece mai come abbiamo fatto noi un lavoro di questo genere. Non lo fece perché noi riteniamo di partire dalla drammaticità dei dati per significare che si può anche agire in maniera diversa. Si potrebbe in altri termini far politica, in maniera ben diversa e cercare di ricollegarci a quelle che sono le fonti di legittimazione. Questo non avviene: un bilancio del genere, non a caso le consultazioni lo hanno detto, è un bilancio che continua ad accumulare equivoci e a non portare al di là di auspicabilità di buoni esiti dell'azione alla Corte Costituzionale, nessun percorso di cambiamento. In questo senso, con queste carte, è ben difficile che il Parlamento, il Ministro Maccanico o il Governo, si accorgano che le cose sono arrivate a un punto di non ritorno.
Arrivo al punto da cui siamo partiti: i dati.
Signor Presidente, questa è una questione che attiene ai Consiglieri, a questo punto non riguarda più la Giunta. Io ritengo che in qualsiasi discussione, sia di una legge sia di un atto amministrativo e sia, in particolare, di un atto di bilancio, la messa a disposizione dei dati ai Consiglieri rappresenti una delle condizioni informative preliminari ed essenziali per procedere. Poi le valutazioni politiche possono essere altre, in parte sono già state dette; il risultato non è quello di far dire qui che si sono dovute gonfiare le entrate, come è stato detto. Ciò è comprensibile, in certi processi fisiologici è possibile, ma in questa situazione diventa importante, per il nostro tipo di impostazione recuperare i dati per potere collocare le decisioni che possono essere o quella della Giunta o, come noi sosteniamo, tutta un'altra espressa negli emendamenti.
Ragion per cui, signor Presidente, il problema è di fornire questi dati prima di passare all'esame del blocco di emendamenti. Ritengo sia un diritto di tutto il Consiglio, non solo nostro; i dati sono quelli che si desumono dai consuntivi della Regione. Sul piano della formazione politica potremmo già, se era questo il nostro obiettivo, essere soddisfatti infatti è stato detto: "sì, è vero, sono state gonfiate le entrate", ma non è questo il punto. Il punto attiene a un comportamento più generale, a un diritto e alla necessità di partire da questi dati per giustificare, a nostro avviso, un'impostazione su cui abbiamo lavorato; per altri, se lo ritengono, per contestarla.
Noi abbiamo chiesto una sospensione ad uso della Giunta per fornire questi dati; io mi chiedo se non debba essere valutato proprio nell'ambito di questa impostazione il fatto che prima di continuare nella discussione di altri emendamenti ci siano forniti i dati che abbiamo richiesto.
Attendo una risposta e le determinazioni relative saranno conseguenza di questa risposta.



PRESIDENTE

Mi astengo dal fare commenti di carattere politico che sono di competenza delle forze politiche, ma per quanto riguarda i dati, su cui si è incentrata la discussione in termini pregiudiziali, dichiaro che questa Presidenza si fa carico di provvedere a che tali dati siano a conoscenza di tutto il Consiglio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Biazzi. Ne ha facoltà.



BIAZZI Guido

Chiedo la parola per un chiarimento, signor Presidente. I dati cui noi ci riferiamo non sono quelli del consuntivo 1987, già approvato dal Consiglio regionale nel luglio scorso. Chiediamo i dati relativi al consuntivo 1988. Siccome questi dati sono già in possesso della Giunta riteniamo che vengano, almeno quelli richiesti, forniti al Consiglio. Non so se sono a mani della Giunta in quest'aula, ma sicuramente saranno a poche centinaia di metri in qualche cassetto della Giunta. Il Capogruppo ha precisato: "accantoniamo questi tre emendamenti, discutiamo gli altri, non perdiamo tempo; se la Giunta non ha qui i dati può recuperarli e portarli in Consiglio". E' una posizione più che ragionevole.



PRESIDENTE

Se i dati ci sono, sarà cura della Presidenza rivolgere l'invito affinché vengano portati a conoscenza. Non c'è niente di nascosto. La Presidenza intende fornire tutti gli elementi necessari affinché il dibattito si svolga nel modo più sereno, pur nelle posizioni politiche che si distinguono in quest'aula.
La parola al Presidente della Giunta, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Non c'è nulla di occulto - mi sembra di essere ai tempi delle Carbonerie - i dati sono noti. Il collega Biazzi li avrà captati attraverso i satelliti delle comunicazioni. Quand'anche risultassero un qualcosa tra una maturazione di consuntivo dell'anno scorso è una previsione di Giunta difforme, può la Giunta, anche solo per eccesso di fantasia, proporre un diverso tracciato di percorso? Magari abbandonandosi ad un ottimismo che è di euforia e che per noi può anche essere strettamente connesso ad una crescita che questa Regione sta avendo di recente.
E' una cosa giusta e bella quella che si sta facendo, ma è un falso scopo che sta bloccando i lavori del Consiglio. Valuteremo e forniremo tutti i dati, non c'è nulla da tenere nascosto, non abbiamo ancora approvato il consuntivo, consentite che lo approviamo e poi passeremo i dati.
E' un dato che appartiene non alla fantasia, ma ad alcuni elementi che la Giunta ha nel solco della tradizione perché assieme a quei dati noi forniremo anche tutti i passaggi dei bilanci dell'ultimo decennio rapportati ai consuntivi e al preventivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando

Signor Presidente, la questione dei dati non mi pare il punto centrale della discussione. Credo che i dati siano conosciuti da tutti, in particolare dal collega Biazzi che presenta degli emendamenti con cifre che non avrà sognato di notte, ma perché indicativamente ha dei riferimenti sul consuntivo. E' inutile che continuiamo a fare questo gioco! Se invece l'Assessore deve fornire in una veste ufficiale una cifra, non può essere una cifra indicativa, ma deve essere la cifra che risulterà dal consuntivo ma il consuntivo ancora non c'è.
Capisco qual è l'obiettivo e lo scopo dell'opposizione, ognuno fa la sua parte, però credo che la parte dell'Assessore in questo caso sia quella di dire: "i dati orientativi sono noti a tutti; circa i dati di consuntivo il consuntivo non c'è e pertanto non può essere fornita una cifra definitiva alla lira ufficiale al Consiglio", perché se poi non è esatta alla lira si potrà dire che è stato fornito un dato inesatto.
Non è questo il centro della discussione: il nodo è sulle scelte di approccio alla politica complessiva della finanza regionale che la maggioranza e l'opposizione fanno e che sono diverse. La Giunta, pure in una situazione drammatica, non ha nascosto nulla. Le relazioni al bilancio sia quella della Giunta che quella della Commissione, sono assolutamente chiare ed esplicite sulla situazione finanziaria dell'Ente. Credo che siano stati usati termini che non sono mai stati usati nell'Ente regionale per descrivere una situazione finanziaria e una situazione di bilancio.
Malgrado questo, la Giunta - secondo me coscientemente - ha scelto la strada di presentare un bilancio che comunque pareggia e che fa quadrare le cifre, perché se si presenta un bilancio in cui le cifre, almeno quelle complessive, non quadrano fra entrate e uscite, il bilancio automaticamente viene respinto, arriva un Commissario e si blocca tutta l'attività regionale. Questa invece è la strada che ci indica l'opposizione, forse con qualche buona ragione, dicendo che se la situazione è così drammatica possiamo andare allo scontro in campo aperto. Se presentiamo (come è scritto negli emendamenti del Gruppo comunista) un bilancio in disavanzo perché gli emendamenti agli artt. 1 e 2 che non abbiamo ancora preso in esame dicono questo, chiedono di portare le cifre globali per le uscite a 6.911 miliardi e per le entrate a 6.759 miliardi, cioè chiedono di presentare un bilancio in deficit di 140 miliardi, ciò significa l'annullamento del bilancio. E' una scelta che può essere fatta, è la scelta che porta a far bocciare il bilancio e a tutte le conseguenze che ne possono derivare.
Credo sia legittimo confrontarsi su queste scelte, però diciamo chiaramente quali sono. Non diciamo che presentiamo gli emendamenti per modificare qua e là il bilancio, presentiamo gli emendamenti per arrivare ad una cifra finale che porta il bilancio in disavanzo ufficialmente perché questo è quello che risulta dagli emendamenti presentati. Se poi non abbiamo sbagliato i conti, credo che abbiate sbagliato anche qualche conto tra le somme e le sottrazioni perché non ci tornano.



AVONDO Giampiero

Gli emendamenti sono fatti sul vostro bilancio, non sul nostro!



SANTONI Fernando

Non è questo il punto, il punto è la scelta politica, non è che torni alla lira il conto.



AVONDO Giampiero

Quelle sottrazioni sono derivate dalle cifre che noi vorremmo mettere.



SANTONI Fernando

Il problema è che il Consiglio sappia qual è stata la scelta della Giunta e la scelta che l'opposizione chiede di fare. La Giunta, malgrado la drammaticità della situazione, ritiene che comunque si debba presentare un bilancio in pareggio che consenta di arrivare nell'attività ordinaria, e attraverso altre vie, ad un confronto con il Governo per modificare una situazione che, siamo d'accordo anche noi, non è sostenibile. L'opposizione dice: "Andiamo alla rottura immediata, ci facciamo bocciare il bilancio perché lo presentiamo in deficit sulle cifre ufficiali e su questo blocchiamo tutto e andiamo a fare la guerra in campo aperto". Credo che questo debba essere chiaro, debbano saperlo tutti i Consiglieri e su questo scegliere. La posizione della maggioranza chiaramente è quella di seguire la Giunta nella scelta di presentare, comunque, un bilancio in pareggio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Signor Presidente, non intendevo intervenire in questa fase del dibattito perché pensavo di fare poi le dichiarazioni di voto a nome del Gruppo DC e lì soffermarmi su una serie di aspetti non tanto tecnici quanto politici.
La posizione del PCI assunta questa mattina e l'intervento del Capogruppo comunista mi costringono a dire come la pensa il Gruppo DC in ordine a questa questione. E allora divido anch'io il problema in due parti: la prima parte, che voglio toccare subito, è quella dei dati. E' un fatto tecnico nel quale, secondo me, c'è poco di politico se non in ciò che sta dietro a questi dati.
I dati, in linea generale, i Consiglieri li conoscono e sanno come si passa e come si passerà dal preventivo al consuntivo 1988. Quello che manca sono i dati definitivi, dal punto di vista numerico ineccepibili, e sono quelli che la Giunta dovrà fornire al Consiglio non appena li avrà approvati. Se la Giunta li ha approvati e sono quindi sanciti da un provvedimento di Giunta, è ben chiaro che anche il Gruppo DC è interessato ad averli subito. Ma non saranno quei dati definitivi alla lira che sposteranno il giudizio della DC su questo bilancio. A noi pare che questi dati alla lira non modifichino l'impostazione che ogni Gruppo ha dato e sta dando a questo bilancio.
Passiamo ora alla seconda questione che è quella politica del bilancio della Regione.
Vedi, Bontempi, sono d'accordo con quella che tu hai chiamato operazione verità. L'operazione verità è un'operazione che nel nostro Paese, a mio modo di vedere, dovrebbe essere intrapresa da tutti gli enti pubblici, dai Comuni, dalle Province, dalle Regioni, dalle aziende di Stato per capire e sapere davvero qual è quel disavanzo sommerso che tutti indicano con cifre, le più disparate, ma che nessuno conosce bene. Ma questa operazione verità bisogna avere il coraggio di chiederla non solo quando la propria forza politica è all'opposizione, ma bisogna avere il coraggio di chiederla e di realizzarla concretamente anche quando la propria forza politica è al governo di una certa realtà. L'operazione verità è un'operazione politica che non può partire dal Consiglio regionale del Piemonte, che non può partire da una richiesta del Gruppo comunista all'opposizione al Consiglio regionale. E' un'operazione importante, dal punto di vista istituzionale, per le Regioni, se parte da un'azione dei Presidenti delle Regioni, dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni allora sì: "Le Regioni vanno al Governo e al Parlamento a spiegare qual è la situazione finanziaria dei nostri bilanci", e non soltanto di questo o di quello, ma di tutti, perché i salti mortali che avete fatto voi per anni me li ricordo!



(Interruzione del Consigliere Bontempi)



CARLETTO Mario

E' chiaro che la situazione è peggiorata perché intanto è peggiorato il rapporto tra Regioni e Stato; ma allora non è che sia peggiorata per capacità o incapacità di Beltrami, di Carletto, di Brizio o di un altro.
Concluderò il mio intervento chiedendo al Presidente della Giunta regionale del Piemonte, che è sicuramente sensibile come tutti gli altri Presidenti, che attivi un'azione più forte nei confronti del Governo e del Parlamento, azione forte che i Comuni spesso riescono a fare su alcuni fronti e che con difficoltà riescono a fare le Regioni. Ma fare l'operazione verità in Consiglio regionale del Piemonte, senza che questo abbia una strategia generale nel Paese, delle Regioni e delle forze politiche, Consigliere Bontempi, mi consenta, mi sembra un'operazione che ha alla base un atteggiamento strumentale, come per dire: "Noi qui siamo all'opposizione, mettiamo in evidenza le magagne di un bilancio che, se magagne ha, non ha da oggi e la cui situazione forse è peggiorante". Certo non perché chi governa oggi la Regione abbia meno attenzione a questi problemi rispetto al passato, ma perché le condizioni di rapporto con il Governo e con il Parlamento sono peggiorate.
Amici del Gruppo comunista, non posso dimenticare i periodi delle vacche grasse. Il bilancio regionale ha avuto degli anni di vacche grasse.
Allora, l'operazione verità che il PCI richiede giustamente per certi versi la farei partire un po' più da lontano, e ciò non vuol solo dire andare a vedere - Consigliere Biazzi - le entrate sovrastimate dell'ultimo bilancio ma anche le entrate sovrastimate di altri bilanci. E non mi fermo qui consentimi, Biazzi - occorre anche vedere, nei tempi delle vacche grasse come quelle risorse importanti sono state utilizzate. E' un confronto importante e va fatto; probabilmente anche il bilancio di previsione del 1989 poteva essere l'occasione per fare questi ragionamenti, ma è un ragionamento, quello che va fatto, molto più ampio: la politica della Regione negli anni '75/'76/'77/'78, anni in cui c'erano delle risorse importanti, anni delle "vacche grasse", è stata orientata in modo coerente rispetto ai bisogni del Piemonte, sempre, quando, perché? L'operazione verità non si fa solo sui numeri del bilancio di previsione del 1989, ma si fa su un'esperienza ampia della Regione, non tanto e non solo su come si inventano artifizi da parte della Regione per far quadrare i conti, ma anche su come le risorse vengono utilizzate e quali sono gli effetti di questo impegno finanziario. E' un confronto che varrebbe la pena di fare su questo argomento specifico.
L'Assessore e i funzionari sono stati disponibilissimi in Commissione a fornire tutti gli elementi necessari affinché tutti i Gruppi di maggioranza e di opposizione avessero gli elementi per poter giudicare, quindi mi pare pretestuoso dire che l'operazione bilancio è un'operazione fasulla, mi sembra assolutamente scorretto e che abbia nel modo d'essere una strumentalità politica che mi pare eccessiva. Strumentalità che è avvalorata da un altro aspetto: voi non solo proponete di rivedere le entrate per chiarire (dal vostro punto di vista, a noi sono chiare) se le definizioni di queste poste di entrata sono corrette o se sono sovrastimate, ma a fronte di questo voi proponete degli emendamenti il cui complesso "dare e avere" è tale da squilibrare il bilancio, cioè portarlo in disavanzo con un'operazione che non solo nel merito, ma anche nella forma, concorre a renderlo illegittimo e inaccettabile. Allora mi chiedo quale contributo si dà alla gestione complessiva del Piemonte attraverso questo bilancio, seppur dall'opposizione, seppur criticamente nel proporre una cosa che è inaccettabile dal punto di vista formale e anche improponibile dal punto di vista di merito, perché accentuate uno sbilanciamento che, per certi versi, denunciate, quindi aprite la forbice.
Mi pare che ci siano delle incoerenze in queste proposte che non riesco a cogliere. Non sempre, amici, credo si debba fare l'opposizione urlando e sbattendo i pugni; Bontempi giustamente richiamava che su questo bilancio il Gruppo comunista si è atteggiato con molto giudizio (come fa sempre) e quindi questo va a merito del Gruppo comunista. Però ci sono due modi per fare l'opposizione strumentale: quella di urlare e battere i pugni e quella di fare delle proposte che, sappiamo a priori, vanno contro la legge.
Perché presentare un bilancio in disavanzo - Assessore Croso, mi corregga se sbaglio - vuol dire farlo bocciare dal Governo. Se anziché cercare di portare la navicella nel porto, come sta cercando di fare questa Giunta e come hanno fatto le Giunte del passato, se, piuttosto che scegliere questa strada, vogliamo scegliere una strada di rottura completa che vuol dire far commissariare la Regione per il bilancio fra quindici giorni, mi chiedo se davvero si lavori per un Piemonte migliore, più avanzato. Non mi sembra questa la strada, dal punto di vista politico, per una forza politica di opposizione che si propone di diventare governo in questa Regione. Una forza politica di opposizione che numericamente non è scarsamente significativa; una forza politica di opposizione oggi che è stata governo ieri, e che si ripropone come forza di governo per il domani. Non mi pare davvero che sia una strada che ci porti ad aumentare quella credibilità nelle istituzioni che oggi purtroppo non è già molta.
Concludendo, chiedo di riflettere veramente su questo atteggiamento che mi pare vada contro gli interessi della Regione, contro gli interessi dell'istituzione, va contro gli interessi della gente; chiedo che il Partito comunista tenga conto della situazione oggettiva nella quale siamo costretti a muoverci; siamo d'accordo perché venga svolta un'azione forte nei confronti del Governo e del Parlamento per richiamare sulla situazione della finanza regionale; riteniamo che questa strada debba essere percorsa non attraverso la presentazione di bilanci in disavanzo, per poi vederci arrivare un Commissario che ce lo approva in pareggio e quindi con un atteggiamento che ci pare velleitario, ma attraverso un mandato al Presidente della Giunta affinché nella Conferenza dei Presidenti salga il tono di dialettica nei confronti del Parlamento e del Governo, e che il Presidente Beltrami contribuisca a far salire questo tono di dialettica e di confronto.
Ci auguriamo che questo bilancio oggi possa essere approvato, seppur con difficoltà. Anche il Gruppo DC dichiara la sua insoddisfazione per come il complesso dei problemi vengono affrontati e risolti con queste risorse ma purtroppo bisogna anche tenere conto delle situazioni di oggi e ci auguriamo che il futuro sia migliore.



PRESIDENTE

Comunico che il Presidente Beltrami mi ha fatto pervenire la deliberazione dei riparti delle UU.SS.SS.LL. che ho provveduto ad inviare in Commissione.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la discussione che stiamo facendo da ieri attorno al bilancio della Regione rappresenta il passaggio drammatico di un ente che si vede mortificato nella sua operatività. Deve aiutarci, da un lato, a rendere più determinata la volontà di far arrivare una voce al Governo centrale, a questo processo di centralismo statalistico che ha possibilità di ulteriore sviluppo, magari più qualificato, nel nostro Paese. Dall'altro lato, colleghi, credo che dobbiamo anche essere perfettamente consapevoli: conoscendo i vincoli di bilancio statale l'indebitamento dei processi innegabili di riassestamento e di recupero della finanza pubblica, credo che da questo dibattito dovrebbe emergere la capacità di questa Regione di poter pensare che non si potrà risolvere attraverso una ridefinizione nazionale, il nostro problema di procedere.
Occorre, colleghi, pensare ad un uso diverso dell'esistente, o ad un impegno di tutti, della Giunta in particolare. Uso diverso che permetta di avere quelle ricadute guidate e non lasciate in modo spontaneo; un rapporto con i privati che abbia un carattere sinergetico e ci permetta di allentare la morsa di intervento in alcune aree. Noi possiamo liberare risorse in alcuni comparti, in alcuni settori, nei confronti di alcuni impegni, dal FIO, dagli interventi diretti e finalizzati dello Stato. Potremo guidarne gli effetti. Penso alla formazione professionale, ma anche ad altri comparti (artigianato); potremo avere degli effetti di ricaduta guidati che potrebbero dare dei risultati validi al fine di poter vivere con minori risorse, o comunque riorientare eventuali spazi di risorse che verremo a lasciare libere.
Oggi, e mi rivolgo ai compagni dell'opposizione, quella che sta facendo il governo regionale è una scelta politica, può essere accusata di ottimismo, ma è una scelta politica. Scelta che sottostà nel prosieguo della vita di questa assemblea alla valutazione politica; legittima da parte dell'opposizione, legittima da parte di questo Consiglio. Non possiamo nasconderci dietro un dito: sappiamo tutti che è un equilibrio complesso quello che è stato costruito con questa configurazione del bilancio, è così a forte concatenazione che oggi probabilmente non c'è operatività per smontare e rimontare passi significativi di questo bilancio. Non è una rigidità data dalla debolezza o dalla protervia da parte del governo regionale, è una scelta di fondo che sottostà a un giudizio politico. Questo equilibrio quindi lo valuteremo, lo giudicheremo ci sono delle opzioni alternative che vengono indicate dall'opposizione; in termini generali mi pare possano essere difficilmente accettabili, in termini specifici probabilmente ci sono delle indicazioni che possono essere interessanti. Quando si potrà avere un quadro definitivo e preciso del consuntivo della Regione, e l'Assessore si è impegnato politicamente in modo rilevante, si potrà procedere con l'assunzione di impegno, con un ordine del giorno o altro, a trovare in fase di assestamento quei possibili aggiustamenti, ahimè, forse di tagli, ma comunque con la possibilità, al limite, di dislocare in modo diverso delle risorse.
Anche se ci trovassimo nelle condizioni del 1985 (130 miliardi di sommerso e possibilità ancora di indebitamento) noi non ci troveremmo in una situazione tranquilla, dovremmo ugualmente levare un grido di grande preoccupazione. Il Presidente Beltrami nella Conferenza dei Presidenti lo dovrà fare, ma non solo: in tutte le articolazioni, nei congressi, nel rapporto con i parlamentari piemontesi che richiamiamo sempre. Non c'è riunione nella quale l'Assessore X non pensi al confronto con i parlamentari; e vivaddio che questi parlamentari siano investiti della responsabilità di capire che cosa significa l'operatività dell'Ente Regione, che non è un qualche cosa che vuole sempre più dieci, venti o cento, ma semplicemente vuole poter configurare più liberamente le risorse che potrebbero anche essere limitate, rispetto alle esigenze e alle specificità proprie. Sta a noi il compito di ottimizzare queste risorse limitate.
In questo senso, colleghi, credo che l'ingegneria finanziaria, che ha forzato alcune situazioni con le quali si è configurato il bilancio di previsione di questo esercizio, vada vista per quello che è sostanzialmente: un'operazione di ingegneria finanziaria che ha alla base una determinazione politica, può darsi ottimistica per certe previsioni di entrate o di rapporto tra entrate e spese, ma questo tipo di indicazione politica, della quale il governo regionale si assume la sua responsabilità sarà sottoposta all'andamento dei processi futuri.
L'occasione è quella di vedere se è possibile oggi determinare l'assunzione di un impegno che così come è stato espresso dal governo è teso a fare tutto il possibile con una discussione serrata, ampia analitica, diretta, a livello di Commissione che venga poi riportata in Consiglio, in modo che si faccia un assestamento che non sia un rituale stanco di correzioni ragionieristiche del bilancio, ma che sia un momento di approfondimento. Forse oggi non siamo nelle condizioni di operare quel tipo di scavo, di raccordo che per una serie di ragioni e di condizioni non possiamo fare. Questo non vuol dire che vogliamo scendere nel "gorgo muti" richiamo la citazione di Pavese che ha fatto il collega Bontempi tempo fa in quest'aula. Noi vogliamo andare avanti urlando, alzando alta la nostra voce, ma dicendo anche a noi stessi che dopo aver alzato la voce al massimo livello possibile probabilmente ci troveremo l'anno prossimo nuovamente con delle ristrettezze finanziarie, perché questo è il processo. Noi dobbiamo conquistare spazi di autonomia anche in una situazione di ristrettezza finanziaria, e la capacità di governo in una situazione che tendenzialmente andrà a restringere i nostri spazi in termini quantitativi è quella di esaltare il nostro livello qualitativo di intervento.
Per questo non scendiamo nel "gorgo muti"; non è un bilancio di incapaci e non è un bilancio della protervia, è sostanzialmente una scelta politica, per discutibile che possa essere. Probabilmente l'intervento di approfondimento che chiede oggi l'opposizione non ha le condizioni tecniche e politiche per potersi realizzare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente e colleghi, è certamente questo un dibattito su argomenti che non possono non determinare un qualche disagio in tutto il Consiglio regionale, al di là delle posizioni di maggioranza o di opposizione. Occorre fare due ordini di ragionamenti: il primo riguarda l'aspetto formale. Il Gruppo comunista chiede il rendiconto del 1988 per poter disporre di elementi precisi; sul piano formale il Presidente della Giunta ha detto che non appena verrà approvato il consuntivo si avranno elementi certi, che a quel punto verranno forniti al Consiglio.
E' una risposta formale, peraltro ad una domanda che debbo considerare altrettanto formale, perché la realtà dei dati è nota. Mi pare, però, che al di là di questo incidente, di questa provocazione che ha fatto il Partito comunista, il problema vada oltre: siamo in presenza di un bilancio che ho sentito definire falso dal Consigliere Biazzi, perché contiene delle sottostime di spese e delle sovrastime di entrate. Un bilancio di previsione non può, a mio giudizio, dirsi falso in assoluto in quanto si tratta di una previsione, semmai si potrebbe dire non previsto in modo corretto. E' una situazione che oggettivamente caratterizza i bilanci della Regione Piemonte, certamente da molto tempo. Questo senza polemica con il passato, perché se aveva senso fare polemica con il passato nel 1986, si è visto che dopo quattro anni la situazione è andata anche peggiorando - non si può negarlo - ma non per responsabilità della Giunta.



BONTEMPI Rinaldo

Noi diciamo "solo".



FERRARA Franco

Non certamente per quello; c'è una situazione oggettiva che è mutata.
Quando i fondi statali arrivano in base all'incremento del tasso programmato di inflazione e poi l'inflazione è un'altra, è fuor di dubbio che si verifichino fatti di questo genere. Noi siamo condizionati dal passato, ma non è questione di maggioranza o di minoranza; siamo condizionati dalle scelte fatte in passato, ma anche recenti, perché non abbiamo la forza di saperle rimuovere perché molte volte si tratta di scelte difficili. Un giorno o l'altro però occorrerà scegliere al di fuori degli strumentalismi. La Giunta ha fatto la scelta, devo dire imposta, di contenere le spese e quando ieri Biazzi raccontava la storia della moglie che senza soldi aveva detto "ho risparmiato perché ho comprato solo una pelliccia da 3 milioni anziché da 5", devo dire che non è calzante questo esempio: la Regione non ha comprato una pelliccia da 3 milioni piuttosto che da 5, la Regione si è messa solo un perizoma per non essere arrestata per oltraggio al pudore! Non ha nulla, non poteva non fare le spese che ha fatto: questa è la realtà, non c'è stata la scelta di una pelliccia di minor costo, no! Ha comprato un perizoma per non essere arrestata! Questa è la realtà che oggi ci troviamo di fronte.
Circa il processo al passato, il collega Carletto ha detto cose giuste.
Probabilmente quando c'era una finanza regionale, non dico grassa (secondo me non c'è mai stata l'epoca delle vacche grasse nella finanza pubblica) meno magra, si sono fatte delle scelte che oggi condizionano e che devono essere rimosse con coraggio.
Ieri ho chiesto all'Assessore se aveva fatto l'inventario del patrimonio immobiliare. L'Assessore mi ha risposto che non è stato fatto però è stato dato l'incarico alla STEF, ente strumentale al quale non sappiamo cosa far fare: ogni tanto inventiamo qualche incarico. E' una questione che deve essere affrontata con maggior forza e maggior coraggio dal Consiglio e dalla Giunta nel loro complesso.
Il Gruppo comunista ci propone un'operazione verità ormai da due anni.
Per il secondo anno il Gruppo repubblicano deve dare la stessa risposta: approvare una legge sapendo che la stessa è illegittima sul piano istituzionale e politico ci lascia perplessi. E' questa l'azione forte che chiede il Partito comunista? E' un fatto così clamoroso quello che poniamo o non è soltanto un fatto castrante per la Regione Piemonte, sola Regione che apre un contenzioso con la Corte Costituzionale che di fatto paralizza e impedisce di avere un bilancio? A me pare sia una scelta che debba essere accantonata.
Al di là di queste cose ci sono due elementi: un impegno assunto dalla maggioranza di prendere atto del bilancio presentato dalla Giunta con un'operazione di fiducia, sapere che è un bilancio in qualche misura rigido ed intoccabile. Ciò non vuol dire che non ci sia un reale interesse alle proposte del Partito comunista sul piano degli emendamenti.
Da parte del Gruppo repubblicano esiste un interesse rispetto a questa manovra, anche se sappiamo che non sarà accolta in questa sede. Crediamo che sulla base di questa manovra sarà anche possibile individuare ipotesi di intesa su scelte che potranno essere fatte; rientra nella cultura del Partito repubblicano per un confronto aperto con l'opposizione in Consiglio regionale come in altri Consigli. Ci è completamente estranea la cultura o forse soltanto la pratica, di altri che vanno a ricercare intese con l'opposizione in modo subdolo, non dichiarato. Siamo attenti a quello che il Partito comunista oggi ci presenterà con la sua manovra di bilancio.
Sappiamo che sarà una manovra che non possiamo accettare, però sappiamo anche che è un elemento di confronto e di verifica con l'opposizione.
Nessuno è contento di questo bilancio, sappiamo che stiamo facendo un'operazione non vera. Vorrei ricordare una frase di Montanelli: "Bisogna turarsi il naso e fare una certa cosa". Anche in questo caso io, ma - sono convinto - anche il Presidente della Giunta e l'Assessore al bilancio possiamo dire: "Non ci piace questo bilancio, ma non possiamo fare niente altro che approvarlo".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

Signor Presidente, confesso che non avrei voluto prendere la parola in questo dibattito, perché considero la questione pressoché squallida, nel senso politico e nel senso amministrativo. Però, man mano che gli interventi si susseguivano, mi sono fatto il convincimento che comunque il MSI qualcosa in merito deve pur dirlo, non tanto per appiattirsi, come di tanto in tanto ci si sente dire, o ad una posizione di minoranza oppositoria o ad un'opposizione di maggioranza, ma quanto perché in effetti nessuno ha detto che non si riesce a capire come mai si possa giustificare una sottovalutazione o sottostima di entrata per via delle uscite che, è vero, per alcuni soddisfano le esigenze della collettività e i bisogni della gente, per altri invece rappresentano termini di bilancio castranti.
Non si capisce perché il costume che si è radicalizzato in Italia sin da prima dell'istituzione delle Regioni, ma in maniera più incisiva e negativa dall'istituzione delle Regioni, non è configurato con il malcostume politico di non commisurare le entrate alle uscite, tanto che alla fine ci sono tutti quei disavanzi che devono essere coperti con operazioni di ingegneria finanziaria, o meglio di cabalistica finanziaria.
Quindi, come accettare (non solo perché si è opposizione, ma per la responsabilità politica che compete a chi viene eletto per difendere o comunque per curare gli interessi della collettività) che si presenti un bilancio preventivo prima ancora che sia stato votato il consuntivo? Addirittura accade che parte del bilancio preventivo alla fine è parte del bilancio consuntivo o comunque diventa esso stesso parte del consuntivo che poi viene definito come bilancio assestato, quando in effetti è bilancio consumato. Si porta avanti così la carretta, così come è possibile rubacchiando da un interesse anziché da un altro e, quindi, aggiustando artificiosamente i termini di bilancio.
E' mal costume non presentare prima il bilancio consuntivo, votarlo e poi procedere al bilancio di previsione. Ora, siccome penso che la capacità degli amministratori e anche dell'Amministrazione in genere, che non dico non sia corretta quantunque non accettabile, è indiscutibile, perché per potere amministrare delle cose manipolate bisogna anche essere capaci e bravi amministratori, io mi chiedo: è proprio vero che non si vogliono dare quei dati che sono stati richiesti per evitare di bloccare la discussione sul bilancio preventivo e quindi per evitare tutto ciò che potrebbe attardare i tempi? O è forse vero che non esistono tali dati? Credo che i dati non esistano, perché se da parte di un qualche funzionario fosse arrivata la notizia che i dati sono lì, dentro il cassetto, io penso che la maggioranza li avrebbe tirati già fuori, li avrebbe già presentati, per svilire quanto meno l'opposizione.
Questi concetti mi sembrava doveroso esprimere per dichiarare che non si può essere d'accordo nei confronti di una manovra finanziaria di previsione che viene prima ancora che sia stato votato un bilancio consuntivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, anche noi ci riservavamo di esprimerci solo all'atto in cui si sarebbe passati alla dichiarazione di voto, ma i termini del passaggio difficile - così com'è è stato definito ci inducono a svolgere una qualche considerazione.
Come prima cosa vorrei ricordare al collega Masaracchio che non è assolutamente vero che per approvare un bilancio preventivo occorra prima disporre del consuntivo. Non è assolutamente vero.



MASARACCHIO Antonino

Sarebbe corretto.



GALLARINI Pier Luigi

Scusa, collega, non è polemica, è solo una precisazione, perché molti di noi hanno avuto esperienza di bilancio e sanno anche che alcuni anni fa esistevano tempi in cui si andava a votare il bilancio, ed era corretto nell'ottobre dell'anno precedente a cui il bilancio si riferiva, in modo tale che poi si partiva con l'1 gennaio a bilancio approvato e il consuntivo veniva fatto dopo. Ma anche recentemente, negli ultimi due o tre anni, c'è stato almeno un anno in cui gli enti locali hanno dovuto presentare il bilancio entro febbraio, quando si sa che è matematicamente impossibile, essendo la chiusura pratica al 31 gennaio dell'anno successivo il consuntivo del precedente, entro febbraio disporre del consuntivo. Ho fatto questa precisazione, collega Masaracchio, solo perché mi sembrava corretto che i paletti della discussione fossero posti ai punti esatti per quanto riguarda la questione contabile.
Per quanto riguarda invece la questione sollevata dal Gruppo comunista sarò un po' ripetitivo, non per emulazione, ma perché condivido le espressioni che già altri Capigruppo ed altri interventi hanno formulato prima di noi, relativamente alle due questioni.
Una questione meramente numerica del consuntivo formale: qui non possiamo che prendere atto del fatto - l'Assessore e il Presidente lo hanno ribadito in due occasioni - che se il consuntivo non è ancora definito alla lira non è fornibile alla Giunta, non esiste il documento formale di definizione del consuntivo e quindi, ovviamente, non può essere fornito al Consiglio.
Per quanto riguarda invece la questione di fondo - ovviamente, io condivido quanto ha detto il Presidente della Commissione Santoni e che altri interventi hanno ribadito - la questione è politica: si tratta di una situazione che tutti condividiamo essere drammatica, solo perché stiamo discutendo in un Ente Regione, in quanto se fossimo all'interno degli Enti Provincia e delle UU.SS.SS.LL. rileveremmo che anche quegli Enti vivono situazioni drammatiche; gli unici Enti che, attraverso l'ANCI, sono riusciti in questi anni a portare avanti una politica in grado di essere ascoltata dal Governo e dagli organi centrali sono stati i Comuni: tutti gli altri Enti sono in grosse difficoltà. Le Regioni sono sostanzialmente la esaltazione di queste difficoltà.
Difficoltà che ovviamente ci ritroviamo oggi all'imbuto finale. E qui senza fare polemica, senza badare al passato, d'altra parte noi come forza politica partecipavamo in posizione di maggioranza a quei governi ai quali Carletto si riferiva relativamente alle maggioranze di sinistra, quindi non è una questione di addebiti, ma è una constatazione: ovviamente le difficoltà di bilancio di oggi non sono un fatto episodico, sporadico, un tassello estrapolabile da quello che è l'iter storico delle varie Amministrazioni che si sono succedute, perché tutti gli indebitamenti che sono venuti avanti dal 1970 in poi ovviamente hanno costituito una compressione delle risorse disponibili che la Regione si è trovata, man mano che i tempi procedono. Questo è un fatto pressoché ineluttabile quindi la situazione odierna non è che la conseguenza di quanto è venuto avanti negli anni scorsi, a prescindere dalle Amministrazioni che hanno retto la Regione.
Per quanto riguarda la scelta, ovviamente noi non abbiamo dubbi che la scelta è quella di andare all'approvazione del bilancio con le assicurazioni fornite dall'Assessore e penso che il Gruppo comunista possa recepire questa apertura e questa disponibilità quando si dice: "noi ci impegniamo a consuntivo ultimato - quindi, sostanzialmente a tempi molto brevi - ad andare prima dell'estate (entro giugno ha detto l'Assessore e ha preso un impegno verbale ma penso e concordo con il collega Tapparo che potrebbe essere formalizzato in modo più stringente) all'assestamento del bilancio"; ovviamente, a quel punto, ci sarà il consuntivo e la Giunta sarà in grado di portare avanti quelle manovre che permettano di fare una gestione verità. Mi riferisco alla frase del collega Bontempi, quando diceva "operazione verità". Se l'operazione verità significa andare alla paralisi della Regione, perché questo sostanzialmente sarebbe lo sbocco finale, noi non possiamo condividere questo atteggiamento. Se invece si ritiene, e noi siamo fra questi, che si debba - siamo a fine aprile e non si può più tergiversare - approvare il bilancio, così come è stato presentato dalla Giunta, noi lo approveremo, con l'impegno però che il consuntivo nel giro di un brevissimo periodo possa essere approvato dalla Giunta e fornito al Consiglio e la Giunta, in base a quel consuntivo proceda all'assestamento, un assestamento intelligente, prudente ed elastico, che tenga conto del fatto che nelle cifre che andremo ad approvare oggi esistono forzature di un certo tipo per quanto riguarda le entrate e sottostime, lo hanno riconosciuto tutti; riteniamo che il modo con cui si intende procedere sia responsabile. Anche qui ribadisco quanto diceva il collega Ferrara relativamente ad alcune affermazioni di ieri del collega Biazzi; trattandosi di un bilancio preventivo, ritengo proprio che non si possa parlare di falsi, si potrebbe parlare di falsi nel caso in cui fossero alterate alcune cifre in un bilancio consuntivo, ma il bilancio preventivo - lo dice la parola stessa - può essere previsto con un filtro monocromatico di ottimismo o di pessimismo, ma sempre di bilancio preventivo si tratta. Sarà poi la gestione nel corso dell'anno a portare quegli aggiustamenti anche robusti, ma riteniamo che la Giunta abbia la capacità e la responsabilità per andare, già nei prossimi mesi, a gestire in modo intelligente e tendendo alla verità; sa che non può gestire con allegria essendo il bilancio, che andremo ad approvare, rigorosamente ancorato ad alcuni parametri numerici dai quali non si può esorbitare, pena il ricorso all'operazione blocco, paralisi della Regione, commissariamento.
Penso proprio che questa strada, responsabilmente, noi la dobbiamo escludere, e invitiamo anche l'opposizione a considerare l'apertura che il Presidente e l'Assessore hanno fatto come un'apertura percorribile e responsabile, in grado di assestare nella sostanza questo bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente e colleghi, ho acconsentito ieri alla proposta del Presidente Rossa di rinunciare all'intervento generale per favorire la snellezza dei lavori, quindi a limitare le considerazioni sull'argomento in fase di illustrazione degli emendamenti e dichiarazione di voto finale.
E' evidente che la piega della discussione di questa mattina mi obbliga a prendere la parola per aggiungere poche cose alle tante (alcune pertinenti, altre pertinenti soltanto in chiave di difesa d'ufficio dell'operato della maggioranza) che sono state dette fin qui.
Ho sentito molti accenni, in particolare dai banchi della maggioranza ma non solo, al passato. Colleghi, sarà, come uno dice per insistere sulla metafora del vestiario con annessi "strip" un tantino indecorosi, che si è andati qualche volta, o troppo spesso, in boutique costose per abbigliarsi oppure, come a noi pare più verosimile, s'è voluta impiantare una vetrina lustra con vestiti con le "toppe". Resta il fatto che non si è mai voluto affrontare e reggere fino in fondo un confronto serrato - come in ogni occasione che ci si presenta sull'argomento, si sente ripetere da parte di tutti e personalmente lo sento ripetere dal 1985 ad oggi - con i Governi centrali che, da Stammati in poi, hanno strangolato (come tutti conveniamo) le autonomie regionali e locali. Ed allora questo è il contesto. Ci pare assolutamente imprescindibile quella che i compagni comunisti hanno definito "l'operazione verità". L'operazione verità la vuole il buon costume e l'onestà politica ed intellettuale, e davvero non si capisce come si possa chiederla a quest'aula, se non appellandosi alla disciplina di maggioranza che è già ben oliata e non ha smagliature.
I nostri emendamenti prevedono un riequilibrio a favore di alcune emergenze sociali, prioritarie: l'intervento nel campo della salute mentale, che da quando si è rimosso il capro espiatorio sembra che tutto sia stato risolto mentre invece tutto va peggio di prima; la raccolta differenziata dei rifiuti, la disoccupazione endemica, il tentativo di resistere allo smantellamento della formazione professionale pubblica e quindi in questo senso il mantenimento di quelle strutture minime per reggere il campo; il sostegno all'agricoltura biologica ed alternativa all'imperialismo chimico nelle nostre campagne. I nostri emendamenti e penso che i colleghi si renderanno conto anche della fatica che ad un piccolo Gruppo come il nostro costa la formulazione di proposte circostanziate su un argomento complesso come quello della manovra di bilancio - sui quali ci siamo impegnati con idee, proposte tese ad individuare i punti di intervento nei tagli necessari per mettere in piedi una manovra reggibile, presuppongono, per cui a me pare davvero scontata la necessità di una risposta che non c'è stata, e temo non ci sarà, da parte della Giunta, la risposta che dica la verità. Penso che di fronte alla protervia politica, seppure mitigata da toni dimessi, che chiude qualsiasi possibilità di correggere la rotta, qualche collega condividerà il sentimento di inutilità del lavoro che in questo Consiglio si prova a svolgere da parte di una piccola fetta di opposizione e da questo punto di vista mi domando che cosa ci stiamo a fare. Perché Biazzi e Avondo si sono ingegnati a proporre una riflessione argomentata, al di là di qualche inesattezza sulle cifre che Santoni si premurava di sottolineare con una piccola cattiveria? Perché dobbiamo provare, anno dopo anno, a rilanciare temi di riflessione quando la risposta è sempre la stessa? Il Presidente Beltrami insiste (e questa espressione la sento ripetere dal 1985) nel dire che "siamo in curva"; non c'è dubbio che non siamo su un rettilineo. Il dramma è che la curva la state affrontando senza cinture di sicurezza e con lo sportello aperto. Se il termine "bilancio falso", che è stato usato con motivati argomenti, disturba il collega Ferrara e tutti gli altri, usiamo pure il termine "bilancio truccato", la sostanza non cambia assolutamente. In relazione a come state affrontando la curva, fuori legge siete evidentemente voi (anche perché pare che i vigili, seppure con qualche indulgenza, almeno in questi primi giorni, controllino); il dramma però è che nel fosso, a rotta di collo, rischiano di finirci i problemi insoluti ed insolubili, con questa impostazione, e scusate se è poco.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Signor Presidente, devo dire innanzitutto che mi ha molto meravigliato la discussione che si è aperta per oltre due ore su un problema che noi ritenevamo risolvibile in due minuti. Noi abbiamo chiesto semplicemente dei dati che sono stati sempre forniti sia in Commissione sia in aula, non chiedevamo quindi nulla di eccezionale.
Il collega Santoni, da abilissimo avvocato, come sempre del resto, mi attribuisce una richiesta che io non ho fatto: egli ha detto infatti che noi chiedevamo il rendiconto che non c'è. Prima lo approvi la Giunta e poi venga fornito al Consiglio. No, io ho chiesto semplicemente in merito a tre emendamenti di avere tre cifre, non cifre stimabili, ma di entrate, che è quanto la Regione ha incassato entro il 31/12/1988, dati certi, collega Santoni. Noi chiedevamo solo questo: dati certi, ormai registrati elettronicamente, non c'è dubbio su questo. Non si scompaginava quindi nulla, non si pregiudicava nulla, si trattava di dare o non dare queste cifre. Non abbiamo chiesto il rendiconto, che dovrà essere dato secondo la legge al Consiglio entro oggi, perché i prossimi due giorni sono festivi e quindi il termine del 30 aprile per la presentazione del rendiconto al Consiglio regionale si anticipa ad oggi. Ma non ci formalizziamo su questa vicenda, la nostra richiesta era elementare e precisa. Non abbiamo perso tempo inutilmente, perché si è aperto un confronto dal quale sono emerse alcune cose: per esempio, l'operazione che sta dietro al bilancio non è vera, non l'abbiamo detto nemmeno noi "bisogna turarsi il naso" e altre affermazioni di questo tipo.
Nella nostra relazione di minoranza non abbiamo detto che si tratta di un bilancio falso, ma semplicemente che si vuole coprire ad ogni costo il disavanzo ricorrendo ad artifizi e a sotterfugi che sono assimilabili a veri e propri falsi di bilancio, ignorando e violando le più elementari regole di correttezza nella gestione del bilancio. Collega Ferrara, tu sei un esperto di bilanci: se una S.p.A., che ha il proprio bilancio traballante ed è già avviata alla bancarotta, non iscrive, per esempio, 85 miliardi di spese già accertate, che cosa significa? Oppure: le entrate che sa che non arriveranno mai le iscrive aumentate del 10 o 20%, che cosa significa? Lo chiediamo a voi.



FERRARA Franco

Questo non può essere fatto in un bilancio di previsione.



BIAZZI Guido

Le previsioni possono essere soggette a valutazioni opinabili (le stime), ma non è opinabile il fatto che ci siano 85 miliardi da inserire già arrivati dallo Stato, e non ci sono. Che cosa c'è da stimare? O ci sono o non ci sono! Questo è un dato. Prendiamo il bilancio: ci sono in entrata e non ci sono in uscita.
Oppure le assegnazioni per il Po: l'anno scorso avete iscritto 36 miliardi in entrata e non in uscita, la legge addirittura lo permetteva perché eravamo alla fine dell'esercizio, ma adesso mantenere 36 miliardi in entrata e iscriverne solo 16 in uscita non è opinabile; non si vuol dire che si sono iscritti in uscita 26 miliardi, oppure, parafrasando i bilanci delle S.p.A., si mettono 20 miliardi in più in entrata senza giustificazione. Questa è la sostanza: c'è poco da girarci attorno.
E' stato ammesso da voi tutti, si tratta di un bilancio non vero.
Non capisco perché venga definito un pretesto o una cosa che non si capisce il fatto che noi abbiamo chiesto, partendo da questi tre emendamenti, che si arrivi al rispetto della legge. E' un pretesto chiedere il rispetto della legge? Inserire cifre che siano attendibili, non diciamo neanche esatte, è un pretesto? Non mi pare, perché il primo compito di ognuno, e base di partenza, è proprio il rispetto della legge.
Questa è forse già una violazione, ma nemmeno la più clamorosa, perch ve ne sono altre ben più clamorose: ad esempio, i due casi che ho citato.
A prescindere dal confronto che si può aprire su qualsiasi aspetto, il rispetto della legge è un dovere per tutti. Non può essere quindi accettato che questa richiesta sia definita pretestuosa! Ci confronteremo sulle conseguenze, ma non si può definire pretestuosa una richiesta del genere.
Agli artt. 1 e 2, la proposta criticata, avevamo presentato due emendamenti: ci sarà qualche inesattezza, ma questi emendamenti, che indicano come il bilancio non sia in pareggio, a nostro modo di vedere non sono altro che la conseguenza del bilancio stesso. Sono il punto di arrivo del bilancio presentato, perché evidentemente nelle entrate bisognerà tirar via una cifra, se quelle entrate non ci sono, e nelle uscite, se non sono coperte, occorrerà tirar via quello che è il presunto disavanzo. Abbiamo presentato questi emendamenti per sottolineare che questo è il problema aperto, non siamo noi a fare la proposta di approvare un bilancio in disavanzo; noi diciamo semplicemente, con quegli emendamenti, che il bilancio presentato è in disavanzo, la questione è ben diversa.
La discussione è stata molto ampia, probabilmente si è anticipata una parte della conclusione della discussione stessa. Noi non volevamo che per due ore si discutesse di questa richiesta, però prendiamo atto che c'è stata una discussione. Abbiamo fatto delle richieste precise a Giunta e maggioranza; adesso chiediamo cinque minuti di pausa, non saranno di più per dare la possibilità al nostro Gruppo di riunirsi e dare una risposta alle questioni sollevate. Non abbiamo avuto alcuna intenzione di rallentare i lavori del Consiglio, tant'è vero che avrete facilmente notato che gli emendamenti presentati sono molto limitati, certo emblematici, ma limitati.
Potevamo e potremmo presentarne altre decine, anche su questioni di non secondaria importanza, ma non era e non è questa l'intenzione dell'opposizione. La discussione che si è sviluppata è stata comunque molto utile; noi chiediamo ora, come Gruppo, una breve pausa di riflessione per poter dare la nostra risposta al Consiglio.



PRESIDENTE

Prima di acconsentire alla richiesta del Gruppo comunista do la parola all'Assessore Croso.



CROSO Nereo, Assessore al bilancio

Non vorrei che l'atteggiamento dell'Assessorato fosse frainteso come di arroganza nel non voler portare a conoscenza del Consiglio alcuni dati. Il fatto è che i dati vanno visti in una visione globale e che non si può fare riferimento soltanto a due o tre voci di sottostima o di sovrastima. Sulle voci presentate in emendamento vi è stato un accertamento sommario fatto in via breve dai funzionari dell'Assessorato. Pare che tra le cifre del consuntivo (che di fatto sono predisposte, non sono ancora formalmente approvate, ma in una successiva seduta di Giunta saranno approvate e quindi portate a conoscenza) vi sia una sovrastima di alcune entrate e una sottostima di altre, per cui la differenza complessiva è di 4 miliardi in meno. Però nel bilancio di previsione ci sono anche le valutazioni di impostazione che la Giunta fa, magari anche con spirito di ottimismo.
Questi dati sono di carattere tecnico e non si possono fare delle valutazioni della manovra complessiva soltanto su due o tre dati, vanno visti nella loro armonia complessiva.
Sulla base delle informazioni che ho ricevuto (che ho fatto accertare e di cui nella mia prima risposta non ero a conoscenza, pur potendo fare delle ipotesi perché le cifre erano abbastanza note, discusse e commentate in sede di Commissione) emergeva una linea di tendenza che era quella che il Consigliere Biazzi voleva evidenziare. Dal riassunto che mi è stato fatto ci sarebbe dunque una minore valutazione di 4 miliardi, che per potrebbe essere una valutazione complessiva della Giunta con un recupero nel bilancio di previsione 1989.
Ho voluto dare questa informazione per sfuggire all'accusa di essere arrogante e di non essere disponibile a contribuire ad una serena discussione e valutazione.
Ricordo che la Giunta è disponibile, già dalla prossima settimana, a fornire i dati consuntivi. Dopo l'approvazione della Giunta ci sarà un confronto serrato in sede di Commissione per valutare nella complessità dell'armonia o della disarmonia non soltanto alcuni dati rispetto ad altri.
Riconosco lo sforzo serio e le capacità che non solo in questa sede sono state dimostrate dai colleghi intervenuti, soprattutto da Biazzi e da Avondo, che hanno prodotto un documento che ha una validità, un suo ruolo e un suo sforzo di contributo alla discussione, però il ruolo della maggioranza è anche di portare la barca in porto e, con lo sforzo che è stato commentato da parte dei colleghi della maggioranza, il tentativo di proporre un bilancio che abbia una sua struttura, una sua dignità e una sua correttezza dal punto di vista tecnico-contabile è stato fatto. Mi limito a fare questo commento in attesa di altri interventi e di altre delucidazioni che mi dichiaro disponibile a fare.



PRESIDENTE

Come richiesto dal Gruppo PCI sospendo la seduta per alcuni minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 12,30 riprende alle ore 12,40)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, noi abbiamo chiesto la sospensione per riuscire a determinare, nella maniera più utile e proficua (per dare un senso al lavoro che abbiamo compiuto in questi giorni), una collocazione nostra in ordine a quello che è avvenuto. A nostro avviso è il primo e vero punto su cui soffermarsi: in parte l'ho già fatto nell'intervento a sostegno della richiesta preventiva di avere a disposizione i dati per ogni Consigliere perché la politica si costruisce, si dipana, si sviluppa sui fatti e sulle affermazioni. Il Presidente ha dichiarato: "Abbiamo fatto tutto quello che sapevamo o quello che era possibile, il bilancio è questo, chiediamo una ratifica al Consiglio e comunque noi esecutivo non riteniamo di poter accedere a nessuna impostazione, totale o parziale, differente da quello che abbiamo fatto".
Vorrei soffermarmi su questo aspetto, perché è un aspetto politicamente cruciale. A me sembra che tra le molte cause che rendono questa stagione di vita politica una stagione di deboli istituzioni ci sia lo scenario che a livello nazionale vediamo continuamente e che ormai si sta affermando anche nella Regione, un sistema in cui, costituzionalmente parlando, ad esempio non c'è l'arma del decreto d'urgenza da parte dell'esecutivo, che è quella per cui i Consigli vengono collocati in mera funzione di ratifica. Il modo per annullare la funzione dei Consigli è quello di porre preventivamente la fiducia, sia essa la fiducia formale, così come è nel Regolamento della Camera o del nostro Parlamento, o sia essa una fiducia politica come quella che qui, tutto sommato nel chiudere ogni varco a discussioni incisive, non a parole ovviamente, perché la libertà di parola non è ancora impedita, ha fatto il Presidente.
Ripeto: non è una cosa del tutto inaspettata, perché noi abbiamo avuto un susseguirsi di fatti, che determinano, che costruiscono la politica. Una serie di fatti che, anche diversi dal bilancio, anche diversi dalla situazione finanziaria, sono sempre andati a finire allo stesso modo. Non mi pare che ci sia stato - che io ricordi - né su una legge (le poche che abbiamo fatto) né su atti o sui pochissimi piani (forse uno: quello dei siti, di cui si è parlato la volta scorsa) al di là della grande difficoltà di svolgere i dibattiti, un atteggiamento diverso. Credo che questo fenomeno si aggraverà, si sta già aggravando e sarà ancora più evidente nel momento in cui i giorni che ci separano dal confronto elettorale, dal rinnovo del Consiglio saranno di meno, e nel momento in cui l'evidente debolezza politica delle istituzioni e del suo governo non darà più margini di manovra alla Giunta per non trattare sottobanco, come diceva bene il collega Ferrara; con un'opposizione che non ha mai chiesto di trattare sottobanco, infatti il collega Ferrara non si riferiva certo a noi, si potrebbe accettare un dialogo almeno su qualche bandolo che non fosse sempre quello scelto da questa Giunta. D'altronde tutto questo si sposa ad una convinzione che io credo sia maturata in questo particolare momento (io qui ci metto anche il contorno climatico, certo non favorevole a questa Giunta come a nessun'altra, complessivo), ma in cui questa Giunta, questa maggioranza, credo nella sua stragrande maggioranza, abbia accettato uno scambio - se mi permettete - tra una possibilità (vedremo poi proprio sul bilancio che questa possibilità c'è) di una gestione, a mio avviso marginale e residuale ancorché a volte finanziariamente molto consistente come tutta la questione dei fondi vincolati, rispetto al progetto, rispetto all'azione di coordinamento di governo complessivo che postula confronto perché se si deve coordinare e governare una realtà multiforme i pezzi della società che non sono rappresentati politicamente dalla maggioranza sono pezzi essenziali nel confronto.
Credo ci sia stata una scelta, una scelta che credo sottostà a tutto quello che noi sul bilancio abbiamo visto quest'anno, ma che abbiamo imparato anche l'altro anno. Cosa è avvenuto l'altro anno? Per questo mi pare un pochino cinico sentir dire - permettimi, collega Carletto, da parte tua e da parte di altri colleghi - anzi mi pare molto cinico sentir dire: "ma scusate, cosa volete? Scassare tutto?", poi dirò che non volevamo scassare tutto, che noi abbiamo fatto una proposta che, non essendo al governo, poteva benissimo essere chiusa dal Governo, per non avere le conseguenze catastrofiche evocate, in maniera diversa. Almeno sarebbe rimasta una impostazione su cui misurarsi, una impostazione alternativa.
Ripeto: con molto cinismo ci viene fatta alla fine la considerazione che le cose sono così perché sono così e non c'è nessuna possibilità di mutarle perché, ripeto, questo è quello che ci è dato. E' un atteggiamento di conservazione ed è di conservazione tale che rischia di far perdere dentro a questa impostazione di atteggiamento i contorni preoccupanti che altrimenti dovrebbero preoccupare, non solo a livello di lamentela, ma a livello del fare qualcosa, chi governa e chi ha responsabilità di maggioranza.
Il cinismo, ripeto, è dire: "ma non vedete gli impegni della Giunta?".
L'altro anno dopo il dibattito sul bilancio sono stati assunti formalmente e votati degli impegni di diverse poste di bilancio, costretti dall'arma dell'ostruzionismo; mi pare una decina di miliardi, ma non mi pare che nessuno di quegli impegni sia stato onorato, questo in primo luogo. In secondo luogo l'impegno di partire verso il governo e formulare il bilancio dei bisogni non è stato assolutamente onorato. Quindi abbiamo alle spalle un anno in cui ci abbiamo provato in un certo modo, costringendo ad arrivare alla discussione vera sul bilancio e in cui questi impegni si sono dimostrati una via per uscire dalla situazione particolare del 30 aprile del 1988.
In questo senso quindi, fiducia, richiesta, chiusura, del dibattito preventivo da parte del Presidente a nome della Giunta, collocazione del Consiglio e dell'opposizione al di là dei termini di stile e delle clausole di stile formale; è stato detto più volte "prenderemo impegni, faremo" quando tutto ci dice che in questa situazione il vero atto politico di cambiamento non c'è stato. In questa situazione ci metto dentro anche una ridiscussione forte del passato, anche quello più remoto. Ma correttezza vorrebbe che ci ricordassimo che la situazione di allora era diversa e che vi era il senso del fare, un forte senso di accreditamento, pensate: un ente nuovo senza compiti di gestione si era accreditato in quegli anni, per i suoi progetti e anche per interventi che avevano dato il segno che si poteva cambiare, attraverso il sistema delle autonomie regionali, la configurazione degli assetti, dei poteri e anche degli interventi. Detto quindi che il passato va ricordato così e non diversamente, riconosciuto che magari proprio alcuni impegni di allora, in periodi più alti, sono diventati vincoli, noi però a che cosa assistiamo oggi? Assistiamo ad un dibattito consiliare in cui - Carletto in testa, ma è una parte che gli si confà, perché gli piace la polemica - a neanche un anno dalla scadenza della vostra legislatura voi continuate a ricordare il passato. Siete così poco unitari su altre cose, ma lo siete sempre molto quando parlate del passato. Noi in questi quattro anni abbiamo fatto passi di riflessione anche critica e abbiamo tentato, a volte bene e a volte male, di impostare sia sul piano delle riforme istituzionali sia sullo stesso piano della manovra finanziaria, delle strade nuove che rimettessero in discussione un certo tran tran delle Regioni, magari discusso da tutte le Regioni, magari anche attraverso l'azione un po' debole, svolta dagli stessi Presidenti delle Regioni. Abbiamo tentato l'innovazione, abbiamo tentato di capire mossi dalla preoccupazione di un grosso decadimento di una sede politica così interessante come la Regione. Tutto questo si sposa invece nel vostro comportamento attraverso una grande unitarietà con il passato anche remoto se possibile, e poi di fatto come suo atto nuovo di cui pure una maggioranza potrebbe assumersi responsabilità né di cancellazioni di leggi né soprattutto del rifiuto di continuare a fare in termini di cose positive le cose impostate prima. Quindi il bilancio è la rivelazione dell'andare alla deriva. Non è che vi dia poi torto per tutto, perché il sistema dei tagli sta andando avanti così. In altri termini, non so se il vostro cinismo vi possa alla fine ricompensare, certo che non ricompensa un'esigenza che sentiamo molto profonda: quella di rilegittimare e di riportare gli interventi delle istituzioni ad un livello di utilità passabile, quindi comprensibile. Qui è il punto.
L'operazione bilancio non avrebbe dovuto dare origine a soluzioni catastrofiche. Di tecniche di bilancio ne conosco poche, ma anzich nascondere od occultare qua e là attraverso fondi da reimpostare e non impostati, attraverso sottostime, forse un'operazione migliore sarebbe stata quella di chiarire molto la situazione, senza dover farsi respingere il bilancio. In questa strana e perversa struttura di bilancio da un lato abbiamo ristrettezze nelle scelte, quindi di autonomia, e dall'altro abbiamo montagne di fondi vincolati che sono assolutamente fuori dalle reti del confronto intanto con le comunità locali e con il Consiglio regionale.
Speriamo che il Consiglio regionale si esprima favorevolmente su una iniziativa che intraprenderemo affinché vi sia un quadro completo, anche per il passato, delle procedure, delle modalità di spesa, dei progetti e delle utilizzazioni politiche dei fondi vincolati. Questo quadro ci permetterà di distinguere tra fondi e fondi. Per una opposizione, che pure cerca di stare attenta, è impossibile capire esattamente quanti sono i nuovi fondi sull'ambiente, come sono spesi, che benefici danno, qual è lo stato dei progetti. I fondi vincolati sono in qualche modo non sindacabili.
Credo che la discussione politica alla fine sia stata - l'ha iniziata il Capogruppo della DC - sul vecchio tema della maturità di governo o meno del PCI.
Capisco la iattanza di Carletto perché il suo è un Partito che da sempre è al governo ed è chiaro che qualche lezione di governo ritiene di poterla sempre dare a chi al governo c'è stato poco e solo negli enti locali. A me piacerebbe anche che questo governo fosse un pochino più stimato e, forse, il cambiamento sarebbe necessario per accoppiare a una stabilità di governo una maggiore adesione, una maggiore stima e anche maggiori risultati. Crediamo, invece, di aver fatto un'operazione nell'ottica, almeno, di una proposta di governo, di una identità di proposta di governo.
Riteniamo che oggi governare voglia dire cambiare molto, cambiare nei meccanismi profondi, non solo qui, certamente, però da qualche parte si deve incominciare. Per esempio, perché non si incomincia dalle parti dove il Gruppo comunista non è assolutamente contrattualista? Perché non incominciare da dove risulta abbastanza chiaro che la stessa procedura del nuovo corso, per noi, sarà la capacità di incidere con riforme di governo e dialogo con gli altri, ma con una identità della sinistra molto forte, che non scambia lucciole per lanterne e che, attraverso il lavoro e la scelta di interessi e il riferimento a fondamentali valori, sa esprimere molte possibilità di cambiamento? In questo senso a noi sembra che in questo Consiglio, al di là dei nostri limiti soggettivi, sia stato fatto uno spreco. E quando ci viene affibbiata la patacca - dato che Beltrami ha chiuso la botte, è chiaro che poi i Capigruppo devono fare la battaglia - di incapaci a fare proposte di governo, si perde un'occasione (e la si è persa quasi radicalmente sulle riforme istituzionali, non costavano e non erano a bilancio, eppure anche lì non è venuto fuori nulla). Credo che la ragione politica alla fine di questa triste stagione (dico triste perché non mi pare una stagione esaltante) sia quella in realtà di esercitare, se possibile nell'immobilismo e nella confusione il massimo di governo e anche di occupazione del potere possibile, garantendo il meno governo possibile anche innovativo alla trasformazione della società e alle sue esigenze di fondo.
In questo senso l'operazione nostra era un'operazione che meritava altro trattamento, meritava altra considerazione e poi meritava forse di lavorarci sopra. Certo, era conchiusa, era la proposta di chi è l'Assessore al bilancio, era la proposta di chi ha tutte le variabili? No.
Era però una proposta, ripeto, di un ripristino netto e chiaro all'evidenza di tutti, usabile, per esempio, con i cittadini, con le categorie a cui i soldi non possiamo più dare e usare insieme l'arma della protesta, della battaglia politica. Questo non avverrà e infatti la conseguenza è che la Regione sta galleggiando e sta andando alla deriva nell'indifferenza, intanto però con la responsabilità da parte del nocchiero che dovrebbe guidarla, che dovrebbe prendere il fischietto dell'allarme, di limitarsi, come nella discussione di bilancio, a tirar fuori delle scuse. Altra è la funzione del nocchiero. Altra è la funzione di chi vuol guidare in mare, certamente tempestoso, ma verso approdi migliori la propria barca, solo che - e lo diceva il Consigliere Staglian questa barca (che non è la barca dei 60 Consiglieri che potrebbe ancora andare bene) è una barca di 4 milioni e mezzo di abitanti, con responsabilità che vorremmo fossero onorate.
In realtà anche in questa occasione - e lo spiego da tempo - il tagliar corto e il chiudere ogni possibilità alla discussione di impostazioni alternative è un modo che dice già che siete rassegnati. E' una rassegnazione che ci fa spavento, una rassegnazione che sapete far valere con i numeri e anche con l'arroganza del potere, ma è una cosa a cui ci ribelliamo.
Per quanto riguarda il prosieguo del dibattito, siamo stati molto incerti sul da fare. Abbiamo però ritenuto di dover tenere evidente il senso che abbiamo qui ribadito, di una impostazione alternativa e della difesa che non ha avuto controprove, anzi, da parte di chi ci ha contrastati o di chi ha voluto addirittura chiudere, come il Presidente, le possibilità di approfondimento.
Noi chiederemo che vengano messi ai voti i nostri emendamenti. Dopo il primo blocco che riguarda le entrate e su cui la risposta ci è già stata data e che non illustreremo neanche più, perché è abbastanza risolto, è nelle cose che abbiamo detto, faremo delle illustrazioni per blocchi degli altri emendamenti. Passeremo quindi ai voti su questi emendamenti e chiediamo che negli atti che rimarranno, nelle azioni che su questa base porteremo all'esterno (siamo piuttosto convinti della strada che abbiamo intrapreso) ci sia una coerenza che motivi il nostro lavoro e che motivi la possibilità di un'altra strada da quella che avete praticato. Io sostengo che c'è, in questo non mi sono sfuggiti alcuni accenti politici e non solo (non so da cosa derivati, non ci costruisco sopra nulla) di vera preoccupazione e quindi di attenzione all'altra voce di Torino e del Piemonte che noi rappresentiamo, di questo do atto sia al collega Tapparo sia al collega Ferrara e a quant'altri, magari senza dirlo, hanno sentito che il nostro lavoro non era strumentale, non era fatto invano, ma era fatto per qualcosa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carletto. Ne ha facoltà.



CARLETTO Mario

Intendo ricordarle quanto le ho comunicato questa mattina: il Gruppo DC ha l'esigenza che i lavori si concludano non oltre le 17,30. Per non correre quindi il rischio di trovarci alla fine a dover correre con le proteste, giuste, di chi governa e di chi fa l'opposizione, val la pena forse di sospendere la seduta per un quarto d'ora affinché tutti possano mangiare un panino e che quindi si possano riprendere i lavori immediatamente. Questo al fine di evitare di litigare e per non finire dieci minuti dopo.



PRESIDENTE

D'accordo.
Passiamo alla votazione degli emendamenti.
Chi è favorevole all'emendamento n. 1) è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 16 voti favorevoli e 29 contrari.
Chi è favorevole all'emendamento n. 2) è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 16 voti favorevoli e 30 contrari.
Chi è favorevole all'emendamento n. 3) è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 17 voti favorevoli e 30 contrari.
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Biazzi, Avondo, Bontempi e Valeri: il capitolo n. 95 dello stato di previsione dell'Entrata dal titolo "Tassa di concessioni regionali in materia di raccolta tartufi" è modificato da "600 milioni" in "400 milioni".
La parola al Consigliere Biazzi per l'illustrazione.



BIAZZI Guido

Signor Presidente, per quanto riguarda l'emendamento al capitolo n. 95 valgono le considerazioni svolte a proposito degli emendamenti test votati, per cui può essere posto in votazione.
Per quanto riguarda invece gli altri è bene procedere dopo l'intervallo.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'emendamento n. 4).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli e 30 contrari.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13,20 riprende alle ore 14,35)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Proseguiamo con l'esame degli emendamenti.
5) Emendamento presentato dai Consiglieri Valeri, Bontempi, Biazzi e Calligaro: è istituito un nuovo capitolo di Entrata al Titolo II n. 840 "Assegnazione di fondi provenienti dalla legge metanolo" con uno stanziamento di 1.700 milioni.
La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

L'emendamento ha lo scopo di recuperare i quindici mesi di ritardo che la Giunta ha fatto registrare nel recepimento dell'assegnazione, fatta dal Governo nel gennaio 1988, di 1 miliardo e 700 milioni sulla legge "metanolo". E' una notizia data due sedute fa dallo stesso Assessore alla sanità che, rispondendo ad una nostra interrogazione, aveva informato che i 5 miliardi originariamente promessi al Piemonte, per finanziare il programma di sviluppo e di potenziamento dei Laboratori di sanità pubblica si sono ridotti di due terzi.
Nel frattempo, mentre non si sono incamerati i 1.700 milioni messi a disposizione dal Governo, l'Assessorato ha, nei mesi scorsi, risposto ad alcune esigenze dei Laboratori di Torino e di Asti utilizzando alcuni avanzi di amministrazione. Nel suo complesso, però, quel programma di potenziamento dei Laboratori è rimasto lettera morta.
Dato che l'Assessore Maccari ha riconosciuto che i 1.700 milioni sono stati messi a disposizione della Regione, ci pare ovvio che si istituisca in entrata, un apposito capitolo di bilancio.
Di conseguenza, sulla parte relativa alla spesa abbiamo presentato un corrispondente emendamento per l'istituzione di un nuovo capitolo di bilancio n. 10709 avente come titolo "Finanziamento del programma di potenziamento dei Laboratori pubblici di sanità".



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Mi impegno a verificare con l'Assessore Maccari se veramente nel campo del potenziamento delle attività dei Laboratori sia trasferibile questa somma. In tal caso, possiamo convenirlo al di là di una variazione del bilancio attraverso un semplice atto deliberativo di Giunta. Tutto sta a verificare se all'interno del quadro di sistemazione generale dei Laboratori l'Assessore Maccari non avesse già provveduto con altre iniziative, ad esempio, quelle per le quali abbiamo assunto la deliberazione della Giunta dell'altro giorno. Se questo impegno è tale che deve essere onorato e se l'Assessore lo ha assunto attraverso la deliberazione alla quale mi sono riferito, al di là dell'adesione a questa variazione all'interno del bilancio la variazione stessa può intervenire attraverso un atto deliberativo della Giunta regionale.
Mi riservo in allora non per restare, su un piano di caparbietà o di durezza, nell'atteggiamento che si era assunto all'inizio della valutazione dei singoli emendamenti, ma in questo caso, con una nota che ha una riserva di positività, continuare a dire che noi intendiamo rispettare, non per cinismo ma per atto che non è di semplice convenienza, ma di opportunità organizzativa dei lavori, la strada seguita e l'impegno assunto e quindi non dare luogo a modificazioni del bilancio in sé, però con la riserva che se nella fattispecie questo intervento va fatto, avremo la possibilità di realizzarlo attraverso l'altra soluzione che ho testé ricordato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Prendo atto di questa riserva. Propongo di stralciare l'emendamento e di rinviarlo al momento in cui arriverà l'Assessore Maccari.



PRESIDENTE

D'accordo.
6) Emendamento presentato dai Consiglieri Biazzi, Avondo, Bontempi e Valeri: il capitolo n. 2110 dello stato di previsione dell'Entrata dal titolo "Interessi attivi sulle disponibilità di cassa, ecc." è modificato da "18.000 milioni" in "6.000 milioni".
La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

La motivazione dell'emendamento è quella illustrata nella discussione generale e riguarda i meccanismi predisposti dal Governo per quanto riguarda la gestione della tesoreria. La previsione è di una diminuzione degli interessi attivi in modo consistente: noi avevamo stimato 12 miliardi in meno. Questo è stato oggetto di discussione sia in sede di dibattito generale sia ancora questa mattina.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Croso.



CROSO Nereo, Assessore al bilancio

Noi avevamo già tenuto conto della riduzione: l'anno scorso avevamo previsto 24 e quest'anno abbiamo previsto 18. In effetti, pare che la situazione vada meglio e che quindi ci sia un recupero. Così, come ho già detto, le somme complessive tra le maggiori entrate e le maggiori uscite vanno viste globalmente con i vari capitoli. Pare che su questo capitolo noi avremo un recupero di qualche risorsa (qualche miliardo) che va a scapito naturalmente di quello che aveva citato il collega Biazzi con le osservazioni e con gli emendamenti già votati nella seduta antimeridiana.
Ci riserviamo di portare i dati definitivi nella discussione della Commissione per vedere la comparazione effettiva con dati finali.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 6).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 15 voti favorevoli, 29 contrari e 3 astensioni.
7) Emendamento presentato dai Consiglieri Biazzi, Avondo, Bontempi e Valeri: il capitolo n. 2457 dello stato di previsione dell'Entrata dal titolo "Recupero somme erogate all'ANAS in applicazione art. 5 legge n. 531/82 e L.R. n. 4/83 e non utilizzate" è ripristinato con una previsione di 10.000 milioni.
La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, manteniamo l'emendamento proprio per mettere in evidenza una situazione che riteniamo anomala, per usare un eufemismo.
Innanzitutto la posta in entrata non era stata inserita da noi: era stata inserita dalla Giunta, nel novembre scorso, in sede di assestamento.
L'Assessore Mignone ci ha detto che sarebbero stati già eseguiti, o esperite le gare d'appalto, i lavori oggetto della convenzione per i quali sarebbero stati versati all'ANAS i 10 miliardi.
Questa affermazione ci meraviglia un po': non possiamo certo metterla in dubbio, però ci meraviglia in quanto noi sappiamo che per esperire una gara d'appalto ci vogliono bandi, lettere, ecc. Non riusciamo a capire come non si sapesse nulla nel novembre scorso. Prima di mettere a bilancio il recupero dei 10 miliardi, penso che la Giunta avrebbe dovuto esperire una ricognizione e un'iniziativa verso l'ANAS per sapere a che punto erano gli interventi e avrebbe avuto la risposta che "ormai erano in corso gli appalti per i lavori a sensi della convenzione". Nel mese di novembre secondo la Giunta, doveva essere recuperata la cifra; dopo poche settimane questo non è più possibile: accerteremo successivamente al bilancio come stanno realmente le cose, ma certamente ci troviamo di fronte ad un comportamento anomalo nella gestione del bilancio regionale e la vogliamo mettere in evidenza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Croso.



CROSO Nereo, Assessore al bilancio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'Assessore Mignone ha già fornito ieri la risposta e il collega Biazzi ha riconfermato, a memoria, le osservazioni.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 7).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 15 voti favorevoli, 30 contrari e 3 astensioni.
8) Emendamento presentato dai Consiglieri Biazzi, Bontempi e Valeri: il capitolo n. 2510 dello stato di previsione dell'Entrata dal titolo "Proventi per alienazione aree (Orbassano)" è modificato da "3.600 milioni" in "1.000 milioni".
La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, abbiamo inserito due emendamenti (uno nelle entrate e uno nelle uscite) anche alla luce della nota di variazione al bilancio presentato ier l'altro in Commissione.
Si tratta di questo - e chiediamo una risposta preliminare -: se la nostra interpretazione è corretta, nella nota di variazione al bilancio si modifica la proposta iniziale che prevedeva un'entrata di 3.600 milioni quali proventi per l'alienazione delle aree relative all'Interporto di Orbassano. Cioè si incassa il corrispettivo della vendita di aree; in uscita ovviamente ci sono le spese corrispondenti per l'acquisizione dei terreni da parte della Regione e l'urbanizzazione delle aree stesse e cioè 2.600 milioni in un capitolo, 1.000 milioni in un altro, in totale 3.600 milioni: mi sembra un'operazione che non spostava il risultato e l'equilibrio del bilancio.
Invece con la nota di variazione ci siamo trovati che: l'entrata rimane tale e quale (3.600 milioni), ma la spesa viene diminuita di 2.600 milioni.
Chiediamo spiegazione in merito, perché se così è (se si diminuisce la spesa), a nostro modo di vedere, occorre diminuire l'entrata (da 3.600 a 2.600 milioni): quello che diminuisce nella spesa, deve diminuire anche nell'entrata.
Chiediamo alla Giunta se quello che noi diciamo è esatto o meno: se è esatto, occorre trarne le conseguenze. Non è cosa di poco conto!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Croso.



CROSO Nereo, Assessore al bilancio

Era già stato spiegato in Commissione che (per quanto riguarda questa maggiore entrata e diminuzione della spesa) questi 2.600 milioni erano stati recuperati per andare a finanziare tutte quelle leggi che erano in sospeso e delle quali si fa riferimento nell'elencazione del capitolo 12500.
Noi dovevamo dare quella copertura e abbiamo recuperato su quel capitolo i 2.600 milioni per poter risolvere i problemi aperti dall'approvazione di quelle leggi, di cui tra l'altro alcune erano all'unanimità ed erano giacenti presso le Commissioni.
La giustificazione tecnica è questa e peraltro era già stata fornita in sede di Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Forse mi sono spiegato poco e male, come sta dicendo il mio Vicecapogruppo Avondo.
C'è però qualcosa che non quadra, mi scusi Assessore, in quello che ha detto poc'anzi. Queste due poste (entrata ed uscita) riguardavano lo stesso oggetto: l'Interporto di Orbassano. Ora mi si dice che l'Interporto di Orbassano non c'è più, però le risorse che indichiamo nelle entrate le usiamo per finanziare altri interventi, cioè il capitolo 12500, cioè quelli relativi a procedimenti legislativi in itinere. A me sembra che qui ci sia qualcosa che non quadra, perché se noi incassiamo delle somme (3.600 milioni) come provenienti dall'alienazione di aree di Orbassano, penso che per vendere queste aree e incassare i proventi occorre che prima, a meno che ci sia qualcosa che non conosciamo, queste aree si acquisiscano, si urbanizzino e poi rivendano agli interessati, che ci versano nelle casse i 3.600 milioni. E allora a noi sembrava che fosse in equilibrio l'impostazione iniziale: i 3.600 miliardi li incassiamo a fronte di 3.600 milioni di spese. Non ci convince il fatto che indichiamo un'entrata a fronte del finanziamento di spese che non hanno nulla a che vedere con la posta in entrata, cioè con l'Interporto di Orbassano. A noi sembra, anche se ad un esame affrettato, perché, ripeto, l'emendamento si è originato dalla nota di variazione a bilancio, su cui non abbiamo avuto il tempo di confrontarci in modo approfondito.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

Non so se posso contribuire a dare qualche elemento di chiarezza.
La posta in entrata di 2 miliardi e 600 milioni è dovuta alla previsione di introiti che verranno alla Regione Piemonte per la vendita alla società SITO dei terreni che oggi sono in proprietà della Regione e sono terreni per i quali è già stata fatta l'urbanizzazione sulla base di contributi dati in precedenza dalla Regione, perché la proprietà dei terreni è rimasta alla Regione.
Ora la Regione è pronta (ed è pronto anche il SITO) per procedere invece alla vendita al SITO dei terreni. E' prevista in entrata una cifra che complessivamente sarà anche di più, ma in questa prima fase si è ipotizzato che la Regione nel 1989, attraverso il perfezionamento di atti possa incassare 3 miliardi e 600 milioni, vendendo terreni che sono suoi.
E' in corso una domanda per il FIO 1989, che noi abbiamo inserito in priorità, per la quale si pensa quindi di avere ulteriori fondi. Si ritiene nell'immediato che non vi sia necessità di reinvestire i 2 miliardi e 600 milioni ancora su Orbassano e che sia prioritario, invece, andare a sostenere alcune leggi ritenute importanti da tutti (il mancato innevamento, ecc.).
Rimane invece fermo in uscita lo stanziamento di 1 miliardo che ci consente di proseguire nella politica a favore degli interporti in generale. Quindi non vi è parallelismo fra i due capitoli in entrata e in uscita.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

La spiegazione, da quanto abbiamo capito, la riteniamo sufficiente. Se non c'è parallelismo, cioè se le due operazioni non sono strettamente collegate, in quanto le previsioni di spesa si trovano in altre aree, non ha motivazione nemmeno l'emendamento (sia in entrata che in uscita) per cui lo ritiriamo. Dopo il chiarimento non avrebbe più senso.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 8) è pertanto ritirato.
Essendo rientrato l'Assessore Maccari, torniamo all'esame dell'emendamento n. 5).
La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

L'accettiamo come raccomandazione. Se si può fare la variazione con atto amministrativo, la faremo, essendo un fondo statale vincolato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

L'Assessore ci ha chiesto di rinviare l'iscrizione a bilancio oggetto del nostro emendamento. A nostra volta gli domandiamo di spiegarci perch non ritiene di consentire di inserire nel bilancio in discussione un capitolo che preveda l'incasso dei 1.700 milioni stanziati dal Ministero a favore della nostra Regione.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Non è accettato l'emendamento.



VALERI Gilberto

Credo, signor Presidente, che si possa veramente dire che non vi siano parole adatte per replicare alla argomentata spiegazione data dall'Assessore Maccari!



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 5).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 15 voti favorevoli e 28 contrari.
Passiamo ora agli emendamenti sulle spese.
1) Emendamento presentato dai Consiglieri Biazzi, Avondo, Bontempi e Valeri: il capitolo n. 150 dello stato di previsione della Spesa dal titolo "Spese per sedute Co.Re.Co., ecc." è modificato da "900 milioni" in "1.400 milioni".
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Biazzi, Avondo, Bontempi e Valeri: il capitolo n. 240 dello stato di previsione della Spesa dal titolo "Rimborso ad enti di provenienza.., per personale comandato" è modificato da "2.500 milioni" in "1.000 milioni".
La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, illustrerò questo emendamento anche alla luce della risposta cortese che l'Assessore Brizio, a differenza di qualche altro Assessore, ieri ha voluto dare avendo letto gli emendamenti con il dovuto anticipo rispetto a questa questione.
L'emendamento lo illustro non solo per riconfermare una manovra che tende a recuperare 1.500 milioni, ma anche per rispondere all'intervento che l'Assessore Brizio ieri ci ha dedicato su questo specifico capitolo. Si tratta di intenderci: la polemica in questo Consiglio regionale in ordine ai ritardi, alle difficoltà, al modo di essere dell'atteggiamento della Giunta, di questa Giunta che porta queste responsabilità e di fronte alle Giunte precedenti che si portavano quelle responsabilità, va chiarita. Ci troviamo di fronte ad una situazione che da quattro anni attende l'applicazione dei contratti; ad una situazione che non vede definire una pianta organica all'interno di questa Regione che stimi e definisca le esigenze di personale di cui l'ente ha necessità; siamo di fronte a un ritardo di attuazione di una politica di riorganizzazione dell'ente che da un lato recuperi le zone per così dire di tranquillità, per non usare un altro termine, che comunque crediamo all'interno dei 2.500 dipendenti dei vari servizi della Regione possono essere riscontrati, e dall'altro lato di corrispondere alle necessità nuove che da almeno otto anni attendono di avere una risposta da parte di questa Regione, ci facciamo anche carico di qualche ritardo del passato. In sostanza, una politica che definisca, che rimodelli la struttura regionale sulla base della Regione qual è oggi e delle risposte che bisogna saper dare alla società piemontese. I ritardi di questa non-politica non possono, Assessore Brizio, essere superati ad un anno, anzi meno, dalla scadenza del mandato amministrativo, con il ricorso ai comandi, nel senso che se tante critiche alla gestione del personale da parte dell'opposizione, ma non solo da parte dell'opposizione, è stata rivolta in questi anni in Consiglio regionale, credo non sia un buon segno quello di dire che alle esigenze corrispondiamo con i comandi, avendo gli spazi che ieri l'Assessore ha ricordato correttamente rispetto ad un organico ipotetico e ad un organico reale. Questa questione va affrontata e non dovete pensare che non si sia in grado di leggere, anche perch correttamente è stato detto che la stragrande maggioranza di questi comandi sarebbero indirizzati nella struttura dell'Assessorato alla sanità.
Mettiamoci d'accordo: la sanità corrisponde alle nuove esigenze e ai nuovi bisogni che ha sul territorio e a livello della struttura assessorile affrontando il problema e il nodo vero che è quello della riorganizzazione della struttura regionale, ma non è con i palliativi del comando che si possono risolvere problemi strutturali, perché se non è così dovete darci la spiegazione reale del perché ci sono i comandi. Se i nodi sono strutturali si devono affrontare sul piano della struttura e non sul piano di comandi che durano sei mesi, un anno o un anno e mezzo.
Assessore Brizio, voglio che lei ricordi un impegno che ha assunto in risposta ad una nostra interpellanza, di qualche persona (su questo fronte faremo anche più di quanto non abbiamo fatto fino ad oggi) che assunta e comandata in questa Regione per svolgere determinati ruoli di fatto poi svolge ruoli che non sono quelli propri descritti nella deliberazione. Le abbiamo chiesto di rispondere a tale questione, la richiamiamo in questa sede a volerci dare una risposta. Di tutto abbiamo bisogno in questa Regione, ma di questi comandi sicuramente no! E' un ulteriore contributo che diamo a quegli elementi di lassismo e di sfiducia del personale regionale nei confronti dell'amministrazione.
Per questi motivi, riconfermiamo l'esigenza di un taglio in questa direzione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Devo riconfermare sostanzialmente quanto ho già detto ieri, e se ho citato la sanità è perché nel settore vi è una particolare esigenza.
Abbiamo pensato con una legge sui comandi di rispondere ad un'emergenza reale: non possiamo non aver presente che in questo momento non siamo in grado di fare dei concorsi pubblici se non gradualmente alla fine dei concorsi interni per i singoli livelli a cominciare dai più elevati. E' un dato di fatto da tutti accettato o a tutti noto quanto meno, che viviamo una fase di emergenza che dobbiamo in qualche modo risolvere. Riteniamo che i comandi siano una via percorribile e corretta; ed abbiamo istituito un capitolo per coprire queste spese! Se lo stanziamento sarà eccessivo lo si vedrà in sede di assestamento, ma il disegno di legge della Giunta sui comandi è un disegno di legge esplicito, già approvato dalla Giunta e che sta per essere inviato in I Commissione. Si tratta di un disegno che allarga i comandi come elemento di emergenza, ma non solo per la sanità bensì in senso generale: comandi limitati a dodici mesi, tali quindi da non costituire prenotazione di alcun genere, ma idonei a corrispondere più adeguatamente alle assunzioni di personale trimestrale. E' uno stanziamento quindi che copre una proposta specifica di legge. Per noi si tratta evidentemente di uno stanziamento corretto e necessario, se sarà eccessivo lo si vedrà nel prosieguo e potrà essere forse l'unico elemento che avremo disponibile anche di fronte ad altre esigenze di personale nella fase di assestamento.
Rispetto all'impegno di cui ha parlato il Consigliere Avondo, devo dire che io ho preso un impegno più complesso, quello cioè di portare avanti il progetto di ristrutturazione e di riorganizzazione entro la fine della legislatura: questo impegno dovrebbe far comprendere che questa misura ha davvero carattere di emergenza. Io non ne ho trovate altre disponibili in questa fase contrattuale e di assestamento del personale.
Per quanto riguarda posizioni specifiche non ho alcuna difficoltà a rispondere esplicitamente nella sede dovuta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 2).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 15 voti favorevoli e 28 contrari.
3) Emendamento presentato dal Consigliere Staglianò: vengono modificati in diminuzione gli stanziamenti dei seguenti capitoli come di seguito indicato: Area di attività: organizzazione istituzionale Capitolo n. 660 - Denominazione: Riparaz./manutenz., attrezzature d'ufficio - Stanziamento: L. 1.000.000.000 - Diminuzione: L. 600.000.000 Capitolo n. 700 - Denominazione: Telefoni - Stanziamento: L.
6.000.000.000 - Diminuzione: L. 1.000.000.000 Capitolo n. 800 - Denominazione: Mense per personale Stanziamento L.
4.200.000.000 - Diminuzione: L. 800.000.000 Capitolo n. 1000 - Denominazione: Spese patrimoniali Stanziamento L.
4.000.000.000 - Diminuzione: L. 1.000.000.000 Totale diminuzioni: L. 3.400.000.000.
Oneri non ripartibili Capitolo n. 12600 - Denominazione: Fondo provv., legislat. in corso recanti spese per investimenti attinenti ulteriori programmi sviluppo Stanziamento: L. 13.130.000.000 Diminuzione: L. 2.570.000.000.
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, lei ha richiamato il primo dei due blocchi che noi abbiamo individuato come aree di intervento per liberare risorse ai fini di quegli interventi positivi che analizzeremo successivamente.
Ci pare che, di fronte all'emergenza endemica per alcune fasce di disoccupati, di fronte all'emergenza ambientale, di fronte all'emergenza della salute mentale, ecc., lo smantellamento della formazione professionale fosse opportuno proprio come messaggio da trasmettere alla collettività, perché in questa sede come nelle aule di governo si privilegiano i problemi sociali alla pura sopravvivenza delle strutture istituzionali. Sappiamo che quando bisogna tagliare è sempre doloroso, c'è sempre qualche ragione per la quale è difendibile una certa spesa, però se le risorse sono poche, dentro queste limitatezze è possibile, a nostro avviso, fare delle economie a vantaggio della soluzione di alcuni dei problemi più gravi che abbiamo da affrontare.
Di conseguenza, ci pare che il sacrificio di un miliardo sui telefoni di 600 milioni sulla riparazione, manutenzione delle attrezzature d'ufficio, di 1 miliardo sulle spese patrimoniali, di 2 miliardi e mezzo per il fondo legislativo per ulteriori programmi di sviluppo, ecc., sia reggibile, motivabile e leggibile alla luce degli interventi positivi che sono proposti nelle aree che ho prima richiamato e che avrò modo illustrando i singoli emendamenti di spesa, di ulteriormente precisare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Croso.



CROSO Nereo, Assessore al bilancio

Circa gli emendamenti proposti dal Consigliere Staglianò, al quale va riconosciuto lo sforzo per portare un contributo alla discussione sul bilancio, debbo dire che alcuni di questi capitoli nella variazione che abbiamo presentato sono già stati portati a diminuzione: il capitolo 700 dei telefoni, previsto in 6 miliardi, è stato diminuito di 1 miliardo proprio per far fronte a quei disegni legislativi che erano in corso di discussione.
Per quanto riguarda il discorso del patrimonio, sul capitolo 1000 rispetto agli altri anni e ad una previsione di 10-11 miliardi, si è operata una riduzione di 6 miliardi. Ci rendiamo conto però che sono insufficienti per procedere a quella messa a norma di sicurezza degli stabili alla quale già da tempo la legge ci richiama.
Per quanto riguarda i capitoli relativi alle mense e al personale sulla base dei consuntivi e delle previsioni di lavoro fatte insieme ai funzionari, ci è parso di ridurre al minimo, e sotto questa stima saremmo arrivati con l'acqua alla gola.
In questa sede ci pare impossibile accogliere gli emendamenti con la riserva, come ho detto anche negli interventi di questa mattina, di ricondurre queste proposte in sede di Commissione allargata ai Capigruppo (probabilmente il Consigliere Staglianò, non facendo parte della I Commissione, questi aspetti sovente è impedito ad approfondirli) in cui si vada a rivedere tutte queste poste con un esame verità di questo bilancio che anche noi come Giunta gradiremmo poter svolgere in sintonia con i desideri e con le impostazioni che il Consiglio regionale richiede.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Solo una riserva sulla questione delle mense.
Noi voteremo a favore degli altri emendamenti, mentre ci asterremo su questo, perché porre il problema ha senso, però forse andrebbe affrontato in maniera globale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, è evidente che l'argomento sottolineato dal Capogruppo comunista meriterebbe un approfondimento. Non lo facciamo in questa circostanza, dato anche il quadro che l'Assessore ha tracciato.
Sarebbe perdere il nostro tempo avendo altri punti su cui dobbiamo soffermarci. Stralciamo il capitolo 800. Si possono fare due votazioni separate per consentire al Gruppo comunista di collocarsi come meglio ritiene.



BIAZZI Guido

Un discorso a parte meriterebbe il capitolo 12600 anche perché ci sono emendamenti presentati dal nostro Gruppo. Non mi pare che ce ne siano fino al capitolo 1000, oggetto dell'emendamento del Consigliere Staglianò, per cui si possono votare gli emendamenti fino a tale capitolo.



PRESIDENTE

La proposta è accolta.
Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Staglian relativo ai capitoli nn. 660, 700 e 1000.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli, 31 contrari e 2 astensioni.
Pongo in votazione l'emendamento relativo al capitolo n. 800.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 1 voto favorevole, 31 contrari e 16 astensioni.
L'emendato al capitolo n. 12600 viene posposto.
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Ferro, Avondo e Bresso: il capitolo n. 2805 di L. 900 milioni è ridotto di L. 700 milioni il capitolo n. 2821 di L. 2.000 milioni è ridotto di L. 1.000 milioni il capitolo n. 3035 di L. 50 milioni è ridotto di L. 50 milioni il capitolo n. 3745 di L. 1.500 milioni è ridotto di L. 1.000 milioni il capitolo n. 3788 di L. 5.000 milioni è ridotto di L. 2.500 milioni il capitolo n. 3800 di L. 7.750 milioni è ridotto di L. 7.000 milioni il capitolo n. 3810 di L. 500 milioni è ridotto di L. 500 milioni il capitolo n. 3795 di L. 7.000 milioni è ridotto di L. 7.000 milioni il capitolo n. 3115 di L. 1.200 milioni è ridotto di L. 1.200 milioni.
Le riduzioni così determinate, pari a L. 20.950 milioni, vengono ripartite tra due nuovi capitoli di bilancio aventi i seguenti titoli: 1) "Riordino dei servizi di sviluppo e programma di iniziative per la salubrità dei prodotti agricoli": L. 10.000 milioni 2) "Fondi di riserva per la forestazione e realizzazione di iniziative a difesa delle aree sensibili": L. 10.950 milioni.
La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'emendamento si riferisce ad una serie di capitoli che attengono all'art. 3 della legge n. 752, cioè della legge attuativa del Piano agricolo nazionale. L'emendamento ha un significato squisitamente di carattere politico. Noi avvertiamo l'esigenza di una realtà, come quella del Piemonte, di cambiare profondamente gli indirizzi di politica agraria. L'Assessore spesso ama confortarsi sostenendo di essere un continuatore delle politiche agrarie del passato.
Noi viviamo in una realtà in cui per ragioni di carattere oggettivo si impongono delle svolte, soprattutto per quanto riguarda il rapporto agricoltura-ambiente. In un'epoca di esasperazioni produttive che hanno provocato considerevoli guasti (non sto qui a fare l'elenco, comunque tanto per capirci vanno dall'atrazina agli estrogeni), occorre andare in una direzione che sia quella del riequilibrio tra agricoltura ed ambiente.
Trattandosi di risorse libere, cioè vincolate all'agricoltura, ma utilizzabili su capitoli non rigidamente vincolati, noi riteniamo con questo emendamento che sia possibile avere delle economie attorno ai 20 miliardi, per la precisione 20 miliardi e 950 milioni, che dovrebbero essere suddivisi in due nuovi capitoli: uno relativo al riordino dei servizi di sviluppo e a un programma di iniziative per la salubrità dei prodotti agricoli; l'altro rivolto a un fondo di riserva per la forestazione e la realizzazione di iniziative a difesa delle aree sensibili.
Mi rendo conto che le cose che sto dicendo possono apparire come una stanca difesa d'ufficio di idee, che più volte abbiamo espresso e sulle quali abbiamo avuto da parte della Giunta un atteggiamento alquanto oscillante. In certi casi il rifiuto, in altri casi un'accettazione obtorto collo delle cose che venivamo proponendo, soprattutto per quanto riguarda le aree sensibili e i finanziamenti, per quanto riguarda queste aree, in particolare quelle da individuarsi all'interno dei parchi regionali. Nel bilancio dello scorso anno strappammo un capitolo apposito che purtroppo per le inadempienze della Giunta, non andò avanti.
Quindi, da questo punto di vista, se volete, la mia è una difesa d'ufficio. Ma è una difesa d'ufficio che, in qualche misura, dovrebbe portare qualche nodo al pettine per la stessa Giunta. Ho apprezzato, ad esempio, una parte della illustrazione che l'Assessore Vetrino ha fatto in Commissione per quanto riguarda la parte di bilancio che riguarda i parchi.
L'ho apprezzata perché dentro c'era uno sforzo rivolto soprattutto ad attingere da altri capitoli.
Per guardare ai propositi del futuro, bisogna guardare alle esperienze del passato e l'esperienza di questo ultimo anno, da questo punto di vista è tutt'altro che edificante.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, gli emendamenti proposti racchiudono anche delle impostazioni di bilancio impossibili. Non corrisponde a verità il fatto che siano risorse tutte dell'art. 3 e quindi risorse libere a disposizione della Regione perché, per esempio, il capitolo 2805, di cui si propone la riduzione da 900 a 700 milioni, è un capitolo con risorse a destinazione vincolata per la tenuta dei libri genealogici e quindi non possono trovare destinazione diversa.
Per quanto concerne le altre voci tengo a precisare che, pur non disconoscendo le esigenze evidenziate dalle destinazioni previste dall'emendamento, la riduzione di questi capitoli è vero non costituirebbe realmente una continuità con la politica agricola regionale, che non pu andare a salti, per cui oggi si promuove una cosa, si finanzia per affrontare un determinato problema e domani si tronca per iniziare ad affrontare, attraverso il pubblico finanziamento, altri problemi.
Sono iniziative che richiedono tempi lunghi, insistenza e allora ridurre da 2 miliardi a 1 miliardo la fecondazione artificiale significa fare una proposta che va ad impoverire tutta un'azione per il miglioramento che sta anche in quel quadro complessivo della qualificazione della nostra produzione di cui in questo Consiglio tutti parlano.
Lo stesso discorso vale per la riduzione, non entro nei 50 milioni destinati alle coltivazioni specializzate per un problema di malattie di piante che devono essere sostituite, a pena il rischio di una maggiore estensione della malattia stessa.
Il capitolo 3745, la riduzione da 1.500 milioni a 1.000 milioni per la promozione: anche qui, se noi andiamo a realizzare una politica di qualificazione di salubrità della produzione, poi dobbiamo farla conoscere perché se lo sanno solo i produttori agricoli è chiaro che non vi è poi quella conseguenza positiva sul mercato, che ogni iniziativa di qualificazione della produzione deve avere.
La riduzione da 5 miliardi a 2 miliardi e mezzo sul capitolo 3788 significa non procedere più nella qualificazione della produzione lattiero casearia, che preleva i fondi da questo capitolo. Credo che fra le iniziative più apprezzate e che hanno anche stimolato un miglioramento della produzione vi sia quella del pagamento del latte secondo la qualità.
La riduzione da 7 miliardi e 750 milioni a 750 milioni del credito agrario significa non fare più credito di conduzione in questa regione; terrei a precisare che la regione Piemonte, fra le regioni che hanno un'agricoltura simile, è quella che spende di meno, perché tutte le altre regioni della Pianura Padana spendono per il credito di conduzione somme che vanno dai 30 ai 40 miliardi, mentre lo stanziamento del Piemonte è di 7 miliardi e 700 milioni.
Per quel che concerne il capitolo 3795 i 7 miliardi da annullarsi è il finanziamento per i CATA; il collega Ferro parla giustamente di un'assistenza tecnica migliore, di un'incentivazione dei servizi di sviluppo, noi abbiamo certamente molti passi in avanti da fare, ma i CATA sono la realtà di assistenza tecnica esistente nella nostra regione e se riduciamo il finanziamento a zero significa chiudere tutti i centri di assistenza tecnica funzionanti in regione che hanno alle spalle parecchi anni di attività di esperienza e di professionalità.
Per questi motivi, considerando che molti dei fondi stanziati vanno nella direzione di quell'assistenza tecnica o di portare a conoscenza dei consumatori la qualificazione, le garanzie della nostra produzione, ritengo che gli emendamenti presentati non possano essere accolti anche perch nella discussione generale si è evidenziato, più di una volta, che l'agricoltura è fonte notevole di residui passivi per cui destinare delle risorse senza avere in maniera chiara degli obiettivi da finanziare credo sia un modo di destinare delle risorse che poi non possono essere spese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Signor Presidente, c'è modo e modo di rispondere all'illustrazione che abbiamo fatto dell'emendamento.
Ci sono dei modi che offendono l'intelligenza e altri che non la offendono. Se l'Assessore mi dice: "scusate tanto, non posso", finisce lì ma quando si cercano delle giustificazioni, che francamente non so da dove escano, a quel punto mi stupisco.



(Interruzioni)



FERRO Primo

Questo è il giudizio che avete scritto voi! Quando tu mi dici che per i primi 700 milioni si tratta di spesa vincolata, mettiti d'accordo con quello che hai scritto, perché all'art. 3 fai riferimento, per quanto riguarda 63 miliardi e 49 milioni, a spesa non vincolata, e gli emendamenti sono su questo elenco e non su un altro! Non si possono inventare le menzogne per difendersi! Allora bisogna avere delle risposte che siano corrette. Mi si dica che non lo accetta, io non pongo un problema di questo genere. Ma quando, invece, si cerca di giustificare adducendo dei pretesti che non stanno in piedi, da questo punto di vista ognuno ha anche il diritto di reagire come ritiene opportuno. Anche perché si sa perfettamente che qui nessuno vuole smantellare l'assistenza tecnica; si parla di riordino dei servizi di sviluppo, è un accorpamento di soldi quello che chiediamo. Ed è un accorpamento (qui ogni tanto si citano le altre regioni) che è ora che si faccia anche in Piemonte, perché la spesa agricola in Piemonte è fatta di 370 capitoli. L'unica regione che ci batte da questo punto di vista è la Sicilia che ha 409 capitoli; tutte le altre regioni comprese quelle meridionali, ne hanno molto meno. Mi pare che questi dati siano estremamente significativi di quella che è la situazione attuale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 4).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 15 voti favorevoli, 28 contrari e 3 astensioni.
5) Emendamento presentato dal Consigliere Staglianò: lo stanziamento del capitolo n. 4184 "Contributi alle associazioni dei produttori agricoli per l'attuazione di programmi di sviluppo, studio e ricerca, ecc." è portato da L. 1.650 milioni a L. 1.150 milioni.
Contestualmente viene istituito un capitolo denominato "Contributi agli agricoltori singoli ed associati per la sperimentazione di tecniche agricole biologiche, la valorizzazione e promozione dei prodotti agricoli biologici" recante lo stanziamento di L. 500 milioni.
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, ho presentato un emendamento su uno degli innumerevoli capitoli di spesa che richiamava poc'anzi il collega Ferro, in particolare quello relativo ai "Contributi destinati alle associazioni dei produttori agricoli per l'attuazione di programmi di sviluppo, studi e ricerca". C'è una seconda parte dell'emendamento che volge in positivo il ragionamento che si propone: cioè l'intervento a favore degli agricoltori singoli ed associati che cercano di sperimentare, abbandonati da Dio e dagli uomini, tecniche agricole biologiche in grado di affrancare, quanto meno, una piccola parte della nostra agricoltura dall'imperialismo della chimica nelle nostre campagne.
Ora, anziché destinare una cifra cospicua genericamente al sostegno delle associazioni dei produttori agricoli, sarebbe opportuno che nella definizione di questo bilancio si desse un segnale che la strada la si vuole imboccare. Come i colleghi ricorderanno, ho avuto modo di illustrare in quest'aula una proposta di legge per lo sviluppo della sperimentazione e la produzione agricola biologica qualche settimana fa. Ebbi allora modo di sottolineare come in Piemonte esistono già numerosi produttori agricoli che cercano di sperimentare nuove tecniche e che sono lasciati a se stessi. La produzione agricola biologica in Piemonte ammonta al 37% di quella complessiva nazionale. Noi sappiamo, l'Assessore lo sa più di tutti quanti noi, che le attività che si richiamano a questa denominazione abbisognano di regolamentazioni, abbisognano di norme che devono essere prodotte, per qui si tratta di scegliere se si intende imboccare una strada oppure genericamente diciamo ad ogni emergenza che l'atrazina fa male, il metanolo pure, gli estrogeni gonfiano le ghiandole e via discorrendo.
Penso si tratti di un emendamento eloquente e mi affido alla benevolenza dell'Assessore e della Giunta, oltre che di tutto il Consiglio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Rilevo intanto che il numero dei capitoli tenderebbe ad aumentare non solo per volontà della maggioranza, per cui da 370 passerebbero a 390 o addirittura 400. Al di là di questo aspetto però è proprio di questi giorni l'annullamento di una legge regionale del Lazio in materia di regolamentazione dell'agricoltura biologica che viene a sostegno dell'impostazione data dalla Giunta di non poter procedere a regolamentazione di che cosa è la produzione biologica in mancanza di una legge quadro nazionale, perché la motivazione della bocciatura della legge del Lazio sta nel fatto che questo tipo di competenza è del livello nazionale. Concordiamo comunque con l'esigenza di arrivare a questa regolamentazione che è la base che consente poi l'intervento pubblico.
Vorrei essere chiaro, il collega Ferro si è irritato rispetto ad una mia valutazione, ma devo dirgli che è vero che i 700 milioni sono dell'art. 3 ma è altrettanto vero che è la quota regionale collegata con le risorse nazionali a destinazione vincolata. Di conseguenza, se la Regione deve intervenire su dei fondi a destinazione vincolata in una determinata percentuale deve destinare queste risorse ed è obbligata a destinarle.
Al di là di questo aspetto, per intervenire in materia è necessario che ci siano delle regole: queste aziende hanno gli stessi diritti delle altre aziende agricole piemontesi, non è vero che sono abbandonate: né nelle loro esigenze di miglioramento strutturale né nelle loro esigenze di approfondimenti tecnici, di sperimentazione e di ricerca, come tutte le altre aziende agricole piemontesi. Ma siccome io ritengo mi assumo la responsabilità di quello che dico che dietro all'agricoltura biologica, ad alcuni esperimenti di agricoltura biologica, non ci siano delle certezze tali da garantire i consumatori, prima che vi siano queste certezze io non credo che l'ente pubblico possa procedere a privilegiare nel finanziamento queste aziende. Quando sapremo se veramente vi è della produzione agricola biologica, come certamente esiste, ma che dietro a questa etichetta non si nascondano delle contraffazioni se non addirittura delle speculazioni fintanto che non c'è questa regolamentazione, che ci può solo venire dal livello nazionale perché noi non siamo competenti nel farlo (lo dimostra la bocciatura della legge del Lazio), io ritengo di affermare che queste aziende beneficiano degli stessi interventi di tutte le altre aziende.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Peccato che non facciano parte, Assessore, delle centrali note.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Non è affatto vero!



STAGLIANO' Gregorio Igor

Io potrei fare decine di esempi di piccoli agricoltori che sono lasciati a se stessi, abbandonati al loro volontarismo.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

L'essere lasciati a se stessi dipende anche dalla capacità di aggregarsi, perché devono essere in grado di aggregarsi e quindi di avanzare delle proposte, così come fanno tutte le altre aziende agricole.
In questo caso hanno titolo ad avere tutti i riconoscimenti delle altre aziende, oserei dire con un occhio di attenzione particolare, perché si tratta di aziende sperimentali.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 5).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli, 20 contrari e 3 astensioni.
Emendamenti presentati dai Consiglieri Amerio, Guasso, Montefalchesi Calligaro, Bresso e Bontempi: 6) al capitolo n. 5038 (Area di intervento 2) la previsione di spesa in termini di competenza per l'anno 1989 è elevata a L. 6.500 milioni 7) al capitolo n. 5092 (Area di intervento 2) la previsione di spesa in termini di competenza per l'anno 1989 è elevata a L. 300 milioni 8) al capitolo n. 5094 (Area di intervento 2) la previsione di spesa in termini di competenza per l'anno 1989 è elevata a L. 1.500 milioni 9) al capitolo n. 5100 (Area di intervento 2) la previsione di spesa in termini di competenza per l'anno 1989 è elevata a L. 300 milioni 10) al capitolo n. 12600 la previsione di spesa in termini di competenza per l'anno 1989 è elevata di L. 700 milioni per finanziare un provvedimento regionale di istituzione di "Centri di iniziativa locale per l'impiego" 11) al capitolo n. 12600 la previsione di spesa è incrementata di L.
3.000 milioni allo scopo di elevare lo stanziamento complessivo per il Fondo straordinario per l'occupazione e lo sviluppo del Piemonte a L. 5.900 milioni.
La parola al Consigliere Amerio.



AMERIO Mario

Signor Presidente, io colgo l'occasione per illustrare un blocco di emendamenti, evitando in questo modo l'illustrazione singola emendamento per emendamento, tutti riguardanti l'area 2 ed in particolare i problemi del lavoro e dell'occupazione.
Si tratta di sei emendamenti relativi alle leggi nn. 56 e 28 e ai problemi del Fondo straordinario per l'occupazione, un provvedimento che non è ancora legge regionale.
Forse in nessun'altra area di spesa come in questa, che riguarda il lavoro e l'occupazione, si è reso evidente ed incontestabile l'immobilismo della Regione Piemonte nel periodo che va dal precedente a questo bilancio come peraltro argomentammo lo scorso anno ed anche negli anni precedenti.
Voglio fare qualche rapido esempio, citare qualche dato a suffragio di quanto dico.
Lo scorso anno in occasione della discussione sul bilancio noi argomentammo come il Piemonte fosse tra le Regioni italiane che spendevano di meno per il lavoro e l'occupazione e fosse in assoluto la Regione italiana che spendeva di meno tra quelle industrializzate per il lavoro e l'occupazione: 4,5 miliardi.
Al termine della discussione sulle variazioni e poi sull'assestamento questa cifra, grazie anche, non soltanto, alla battaglia dell'opposizione del nostro Gruppo, venne raddoppiata passando da 4,5 miliardi a 9 miliardi.
La Giunta spese pubblicamente sui giornali, sui mass media, in non poche occasioni, questo incremento di spesa, di investimento sui problemi del lavoro e dell'occupazione; se mi si consente un aggettivo, lo strombazz non poco, noi anche valorizzammo questo raddoppio della spesa per il lavoro perché lo consideravamo anche un risultato della nostra battaglia. Ebbene dopo un anno, quando siamo alla discussione del bilancio dell'anno seguente, qual è il risultato? Il risultato è che non si è spesa una lira! Neppure una lira di quell'incremento di spesa che portò al raddoppio della cifra all'inizio stanziata per il lavoro e l'occupazione. Non si è speso nulla e adesso nelle previsioni di spesa per quest'anno sul lavoro e l'occupazione ritorniamo ai dati iniziali dell'anno scorso, intorno ai 4 miliardi e mezzo.
Se mi è consentito vorrei fare un parallelo che si riferisce ad un altro capitolo di spesa che è quello dell'innovazione. L'anno scorso a lungo discutemmo, a lungo - consentitemi l'aggettivo - strombazzaste il capitolo di spesa sull'innovazione e vi deste da fare non poco nel cercare di stabilire di chi era la paternità. Tutti ricordiamo le interviste, i titoli sui giornali, i convegni in cui venne venduta l'iniziativa per l'innovazione e l'ammodernamento del Piemonte. Noi criticammo non già la finalità che condividevamo, ma il metodo e l'assenza di un progetto e di idee chiare sul modo come utilizzare il Fondo per l'innovazione. Fummo peraltro l'unico Gruppo a presentare entro l'anno una proposta di legge regionale per utilizzare davvero quel Fondo innovazione di 15 miliardi e a indicare nella stessa proposta priorità e finalità di un'azione che continuiamo a considerare necessaria ed urgente a favore dell'innovazione e dell'ammodernamento del sistema produttivo.
Il risultato è analogo a quello conseguito nel settore del lavoro e dell'occupazione: non si è spesa neppure una lira e oggi ci troviamo a discutere il bilancio 1989 trovando di nuovo nel capitolo 12600 il Fondo per l'innovazione diminuito a 10 miliardi. Di questo passo in tre anni il fondo sparirà, non avete fatto niente e lo ritroviamo nei fondi non destinati. Si tratta quindi, sul lavoro come sui problemi dell'innovazione del sistema produttivo, dell'immobilismo più totale.
Noi presentiamo sei emendamenti nel campo dell'occupazione, sulla base di un'analisi della situazione del mercato del lavoro e dell'occupazione in Piemonte oggi (analisi che la Giunta può verificare essendo tratta dalle rilevazioni periodiche dell'Osservatorio regionale sul mercato del lavoro).
E' superata in parte l'emergenza occupazionale degli anni scorsi, c'è più dinamica, più movimentazione nel mercato del lavoro (soprattutto tra i giovani). C'è invece l'area delle fasce più deboli del mercato del lavoro (coloro che da molti anni sono iscritti al collocamento, i descolarizzati una certa fascia di donne, i portatori di handicap, gli extracomunitari) che affonda sempre di più, perdendo di mese in mese le poche chance che ha di trovare un'occupazione. Sono di nuovo dinamizzati i settori relativamente più forti del mercato del lavoro, sono sempre più deboli i deboli.
E' di fronte a tale situazione che noi presentiamo alcuni emendamenti tesi a dare un segno e un senso all'azione della Regione Piemonte a sostegno di questi settori. Preso atto che l'emergenza occupazionale degli anni scorsi non esiste più, ma preso atto anche che vi è una fascia peraltro consistente di lavoratori piemontesi, che non riesce più e non riuscirà più da sola o con le dinamiche spontanee del mercato a trovare un lavoro, che affonda ogni mese di più. Ecco il senso e il segno politico di un intervento della Regione che noi rivendichiamo.
Illustro rapidamente gli emendamenti. A sostegno delle fasce più deboli il Fondo straordinario per l'occupazione (abbiamo iniziato a discuterne in Commissione sia pure con un anno di ritardo da quando presentammo la nostra proposta di legge) prevede un finanziamento di 2 miliardi e 700 milioni: stanziamento - come l'Assessore Cerchio sa bene perché ne abbiamo discusso l'altro ieri con le organizzazioni sindacali regionali che facevano la stessa valutazione - del tutto inadeguato ed insufficiente per produrre una politica come vorremmo in questo campo. Nell'emendamento chiediamo l'elevazione di questo fondo straordinario a 5 miliardi e 700 milioni.
La legge n. 28 ha tre capitoli riguardanti rispettivamente l'avviamento, i piani di sviluppo e i servizi reali. Sui tre capitoli noi registriamo da parte della Giunta o una diminuzione o un non incremento dello stanziamento pure a fronte di un fatto nuovo intervenuto quest'anno: il varo in Consiglio di un adeguamento della legge n. 28 che tende ad allargare la sua area di intervento, a qualificarla e che richiederebbe quindi uno stanziamento maggiore (è una legge che non ha avuto residui passivi). Per quanto riguarda l'avviamento chiediamo un aumento di 300 milioni, per il piano di sviluppo un aumento di 1 miliardo e mezzo e per i servizi reali alle nuove imprese cooperative un aumento di 300 milioni. Il capitolo della legge riguardante i servizi reali, decisivi per la nascita di qualsiasi impresa e tanto più di un'impresa cooperativa composta di soggetti deboli del mercato del lavoro, è del tutto decisivo. La Giunta indica 50 milioni, è davvero una presa in giro, proponiamo almeno 300 milioni per lo scorcio d'anno 1989.
Vi è poi un secondo ordine di emendamenti che riguarda soprattutto i giovani, la necessità di informarli e di favorire l'incontro tra domanda ed offerta di lavoro. Da un anno è depositata in Commissione una nostra proposta di legge regionale relativa all'istituzione dei Centri di iniziativa locale per l'impiego.
Dopo un anno, o giù di lì, è stato depositato il disegno di legge della Giunta, disegno molto simile alla nostra proposta. Faremmo in fretta Assessore, a unificarlo. Ma, per unificarlo e per attivare un servizio di informazione essenziale per i giovani piemontesi, è necessario poter disporre di qualche finanziamento. Ora, si dà il caso che, se non leggiamo male, nella proposta di bilancio di finanziamento per i Centri di iniziativa locale per l'impiego non c'è nemmeno una lira; con una proposta di legge nostra e un disegno di legge della Giunta non c'è neanche una lira di finanziamento! Noi proponiamo l'incremento del capitolo 12600 di 700 milioni per l'istituzione dei Centri di iniziativa locale per l'impiego.
Ultimo capitolo è quello relativo a un terzo ordine di problemi, quelli appunto dell'innovazione, di cui tanto abbiamo parlato un anno fa.
Noi richiameremo in aula la nostra proposta di legge per il Fondo innovazione, ma non intendo qui parlare di questo. C'è un'altra legge, già esistente e operante e bene operante, tutto sommato: la legge n. 56 per la diffusione dell'innovazione nell'impresa minore. Questa legge non solo non ha avuto residui passivi, ma è stata quasi presa d'assalto, fondi esauriti rapidamente. Bene: l'anno scorso 6 miliardi e 300 milioni di stanziamento quest'anno bisognerebbe semmai discutere di qualche ampliamento: 2 miliardi! Si tagliano 4 miliardi e 300 milioni! Su una legge che ha funzionato, che non ha residui passivi e che sta tuttora funzionando! Proponiamo di tornare almeno allo stanziamento dell'anno scorso, più l'inflazione: 6 miliardi e mezzo. Ci pare una richiesta assolutamente ragionevole nell'interesse di un settore di cui avete tanto parlato, senza nulla fare, quale è quello dell'innovazione e dell'ammodernamento del sistema produttivo piemontese. Sono in tutto 7-8 miliardi che chiediamo di spostare in direzione di questo settore, di leggi non assistenziali, come vedete, in direzione di un settore nel quale continuate a spendere tanto poco che vi collocate, ahimè ci collocate, tra le Regioni d'Italia che spendono di meno in assoluto.
Chiediamo su questi punti risposte precise e possibilmente qualche segnale di una sensibilità della Giunta regionale fino a questo momento completamente mancato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore al lavoro

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sarò telegrafico in quanto le motivazioni e le spiegazioni che la Giunta nella sua collegialità ha espresso ieri e stamani contengono purtroppo la risposta, che è legata allo stato della spesa pubblica e in particolare allo stato del bilancio regionale.
Gli emendamenti proposti dall'opposizione in tema di legge n. 56, di innovazione tecnologica, di cooperazione di Centri di iniziativa locale per l'occupazione e di Fondo straordinario per la occupazione, hanno il valore certamente di una giusta, legittima attenzione all'emergenza lavoro e all'emergenza occupazione e hanno anche il valore, se così lo posso dire di una seria "provocazione" per rispondere ad un'emergenza che lo stesso Assessorato regionale del lavoro e gli stessi dati citati dall'Osservatorio del mercato del lavoro evidenziano. A me non compete altro che registrare che la rigidezza del bilancio regionale non permette, al momento attuale di ipotizzare una risposta alle giuste attenzioni che l'emergenza lavoro ed occupazione predispone.
Sono lieto peraltro che in questa Regione Piemonte alcune emergenze di altro genere possono essere state considerate positivamente. Sono lieto di capire che, pur di fronte ad un bilancio ingessato, qualche emergenza magari legata a fenomeni stagionali o a giusti altri fenomeni, abbia potuto trovare la spiegazione. Mi auguro che la lettura attenta della relazione dell'Assessore Croso, là dove dice testualmente che "il settore lavoro dopo lo sforzo straordinario messo in campo con le assegnazioni del 1988 si vede quest'anno parzialmente penalizzato e ricondotto ai precedenti livelli" come diceva il collega Amerio - "Con l'assestamento si dovrà segnalare tangibilmente la nostra attenzione a queste problematiche". Io non posso che collegarmi a questa dichiarazione dell'Assessore al bilancio nell'auspicio che anche l'emergenza lavoro sia considerata titolare di possibilità di espressione in questa Regione, pena evidentemente la cancellazione della delega su questo settore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Amerio.



AMERIO Mario

Signor Presidente, chiedo di poter intervenire in modo davvero telegrafico. Ci sono alcune inesattezze.
L'Assessore ha parlato di "sforzo straordinario" dell'anno scorso: ma come, se non si è spesa una lira! Documentate il contrario! Lo sforzo è stato quello di scrivere delle cifre su un pezzo di carta e basta.
Quest'anno l'Assessore dice: "prendo atto volentieri che le istanze dell'opposizione sono giuste, però non si può fare niente. Confermo che la Regione Piemonte, grande regione industrializzata del nord, è agli ultimi posti in Italia per investimenti nel campo del lavoro e dell'occupazione".
Mi pare sufficiente.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, al calore umano del collega Amerio che è intervenuto per mettere nella totale zona d'ombra un certo tipo di previsione e di comportamento della Regione, a questo intervento ha fatto eco una risposta pacata, anche relativamente tormentata del collega Cerchio che vive queste giornate e deve anche sopportare, assieme a tutti noi, condizioni di finanza regionale che impediscono di doverci mettere su strade quale quelle che noi vorremmo percorrere.
Non do una risposta sul fatto che siamo la prima o l'ultima Regione d'Italia; direi che dovremo storicamente capire come davanti alle grandi emergenze siano stati, tempi addietro, proposti interventi di estrema robustezza, soprattutto quegli interventi che cosa abbiano costruito, ma questa sarebbe una risposta alla polemica. Voglio solo dare una risposta corretta ad uno degli aspetti che attengono all'intervento della Regione Piemonte.
Prima d'altro è vero che l'anno scorso abbiamo posto in bilancio sul 12600 (parlo telegraficamente anch'io per economia di tempo) qualcosa come 15 miliardi che sono stati divulgati come iniziative direi a tutte lettere. Parlo di divulgazione, altri hanno parlato di strombazzamento, il problema è che comunque abbiamo cercato di dire all'esterno in modo estremamente chiaro che questa impostazione c'era stata. Questa appartiene alla progettazione, non c'è una fabbrica regionale nel senso della progettazione nella quale si butta il ventino ed esce il prodotto: evidentemente abbiamo ricercato all'interno dell'area dell'innovazione tecnologica una ventina di ipotesi di percorso. Li abbiamo conferiti alla Finpiemonte perché definisse dei progetti di prefattibilità.



AMERIO Mario

La quale ha spiegato che erano scatole vuote nella grande parte dei casi.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Ma se volete demolire tutto, però ascoltami e il giudizio lo formuli dopo, abbi pazienza! I tempi tecnici e la distribuzione sono quelli strettamente legati ad un percorso di progettazione tra la motivazione e la causa causante la impostazione di un discorso che è nata con l'approvazione del bilancio regionale e con l'assestamento, mi pare successivamente, e i tempi tecnici che erano a disposizione, che avevano superato di gran lunga come fase disponibile i pochi mesi che arrivavano da oltre metà anno alla fine dell'anno in tempi brevi. Qui non abbiamo venduto noccioline al Piemonte abbiamo dato delle risposte che negli ambienti, ad esempio, imprenditoriali e di alta progettazione sono state largamente accettate e che hanno posto questa Regione nella condizione di usare all'esterno un linguaggio che altre Regioni in Italia ancora non hanno usato, ed allora vengo a dare dei dati.
Abbiamo impinguato con i 15 miliardi (quindi il tempo fisico per i progetti di prefattibilità, la definizione sui venti e più progetti proposti, di almeno dieci progetti sui quali era possibile la prefattibilità. Non li elenco ma li ho decisamente sottomano) per 3 miliardi la L.R. n. 56 sull'innovazione, dando delle risposte positive, non riuscendo ancora pervenire alla messa a regime totale di questa legge che comunque ha già in un suo percorso, in un suo modo di girare delle restituzioni. Riteniamo che con i 2 miliardi che sono previsti nelle poste di bilancio, quest'anno avremo fatto un ulteriore passo avanti dando delle risposte positive al mondo della media e della piccola industria.
Abbiamo fatto la legge regionale sulla rete telematica che è di tutto rispetto, attraverso la quale daremo la risposta a circa 5 mila utenti tra settore pubblico e privato, e oggi abbiamo un'azienda a livello internazionale, pur risiedente nel Piemonte, che chiede di poter intervenire in questa società costruita dalla Regione Piemonte, addirittura acquisendo il 20% del pacchetto azionario, il che vuol dire che non è stata una iniziativa così noccioline, o buttata o da strombazzamento. E, quindi con la SIP stiamo impostando addirittura il discorso di una utilizzazione di questa rete telematica che sta per essere costruita, in un rapporto con il Ministero delle Poste e Telecomunicazioni, intendendo, il Ministero almeno parrebbe - su sollecitazione di una certa area del Sindacato utilizzare la rete telematica per dare delle risposte di servizio anche all'interno del settore postale.
Abbiamo convenuto con il CSI, perché era l'unico consorzio esistente di dare rincorsa all'acquisizione di un super computer, di un super calcolatore per il Piemonte, esistendone uno solo in questo momento all'interno della FIAT che sta esaurendo programmi e capacità di dotazione per cui necessariamente è stato riconosciuto che un secondo super computer è di grosso interesse per la comunità regionale.
Abbiamo proposto la domanda al Ministero della Ricerca Scientifica ottenendo 2 miliardi assegnati al Politecnico per questa voce, Politecnico che gioca all'interno del Centro di Calcolo e che darebbe, assieme all'Università e assieme al mondo dell'imprenditoria, la possibilità di costruire un consorzio in chiave definitiva migliorativa rispetto all'area occupata dallo stesso CSI e su questa voce sono impegnabili dalla Regione 3 miliardi.
L'Assessore Brizio ha in corso di elaborazione la proposta di legge che entra nel percorso del Consiglio regionale; con ciò arriviamo ad una quota di 8 miliardi, dopodiché abbiamo davanti una serie di risposte che dovremo dare a progetti sui quali la Finpiemonte non ha dato quella definizione, ma ha dato un certo tipo di risposte.
E su questo stiamo ancora tentando di pervenire ad una conclusione. La Regione, con legge regionale votata tempo fa, ha aderito al COREP, che è una organizzazione che è filtrata dal Politecnico. Il COREP ha impostato in questi giorni il master per l'informazione e per l'informatica. La Regione sta tentando di estrarre da questo pacchetto disponibile entro il bilancio una quota per poter dare una risposta avendo il COREP ottenuto 700-800 milioni da parte della Comunità europea.
Abbiamo una risposta che è in corso di perfezionamento che attiene al progetto Itaca per il Verbano-Cusio-Ossola e mi pare che non debba essere trascurato. E' un impegno assunto da tempo e che è nella fase elaborativa e di perfezionamento, avendo la Regione, a suo tempo, già finanziato e definito il progetto di prefattibilità.
Stiamo tentando di definire con tutti gli approfondimenti e le cautele l'ipotesi della costituzione di un'agenzia per l'innovazione atta a sviluppare e definire un comprensorio tecnologico a Torino con funzione di volano dell'innovazione nell'ambito dell'economia piemontese.
Sono discorsi, aspetti e percorsi che non si fanno dalla sera al mattino, ma che appartengono ad un disegno attraverso il quale abbiamo convenuto, rispondendo a criteri di parsimonie, di equilibrio e anche di funzione che ci compete per il bilancio, di limare per il momento quell'ipotesi di rendere costante il Fondo per l'innovazione per il 1989 e per gli anni a venire, affidando però dal momento che non erano state spese delle somme come gesto di volontà politica un altro miliardo sulla posta del 12600. Quindi mi pare che con il calore che compete ma anche per difendere un qualche cosa che appartiene alla Regione e non alla maggioranza, abbiamo tentato di scrivere una pagina nuova e di dare una nuova lettura ai bisogni dell'innovazione all'interno della Regione Piemonte, dopodiché sugli altri problemi c'è stata una risposta accorata di Cerchio, e io convengo che Cerchio ha tutti i titoli per esprimersi anche in questo modo. Non ignoriamo però che, attraverso la CEE, due aree che erano state particolarmente toccate dal processo di disoccupazione, l'area della provincia di Torino e quella del Verbano-Cusio-Ossola, hanno la possibilità di accedere ad interventi della CEE che ancora non sono quantificati, ma che sono tendenti a dare delle risposte a problemi che interessano largamente una certa fascia della popolazione.
Quindi ritengo che se ci sono dei vuoti o delle relative assenze rispondono al fatto di non aver incrementato talune voci di bilancio, per devo anche pur dire che taluni non incrementi sono avvenuti proprio per la riflessione seria che non avendo ancora totalmente esaurito le voci precedenti non avevamo motivo di forzare la mano in un bilancio che, di per sé, è già estremamente difficile.
Devo quindi dire che pur avvertendo lo spirito, che condividiamo solo in parte, attese le dichiarazioni che sono intervenute, delle proposte di emendamento, noi riteniamo di non poterle accogliere. Questo non per ributtare una palla, ma in sintonia con l'atteggiamento iniziale attorno al quale abbiamo costruito una risposta relativa alla struttura di questo bilancio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Ho chiesto la parola perché mi è sembrato fuori luogo il tono che ha usato il Presidente Beltrami per motivare, replicando alle nostre osservazioni, la consistenza della politica fatta sul Fondo di innovazione.
Dico che è fuori luogo perché allora noi contestammo non il titolo, bensì l'assenza di progetti. Veniamo adesso a sapere che vi sono dei progetti: alcuni li conoscevamo, altri li conosciamo ora, altri vorremmo tanto discuterli, perché quello che viene qui rappresentato come un atto positivo del governo potrebbe rivelarsi un clamoroso errore, ad esempio la vicenda del supercalcolatore. Non potendo entrare dentro ognuna delle cose ai vari stadi con cui sono state presentate, vorremmo ricordare al Presidente che allora criticammo l'ispirazione dei 15 miliardi, criticammo lo sponsor giornalistico che oggi stranamente non vedo presente, che è il nostro amico Garesio: se ricordate, lo sponsor giornalistico dell'operazione fu lui quello che ci definì "nemici della modernità". Noi riteniamo invece testardamente e caparbiamente - di ribadire che sarebbe bene che questi progetti, queste idee, fossero contenute in una legge o almeno oggetto di una cernita, di uno scambio, di un confronto fra le varie ipotesi.
Altrimenti il rischio che sta rientrando dalla porta proprio nelle enumerazioni ai vari stadi, da amebico a pre-amebico a post-amebico, a quello anche più avviato dei progetti, è che la vendita delle noccioline ci sia sempre.
Non mi hai convinto e a partire proprio dalla questione del supercalcolatore (non scendo nel merito) io chiedo formalmente in quest'aula che sui progetti di innovazione si abbia - lo chiederemo con gli strumenti regolamentari - un momento di discussione in Consiglio.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Siamo totalmente disponibili.



BONTEMPI Rinaldo

Bene, anche per riconoscere le cose fatte, qualora siano state fatte.
Quella sulla telematica è una legge che abbiamo approvato, peccato che non sia così, oppure c'è qualcosa che non funziona nei circuiti elettronici dei cervelli, perché mi fa notare Avondo che la relativa posta non era stata iscritta a bilancio (questa è una perla, un fiore all'occhiello) ed è stata introdotta nella nota di variazione, parlo dei 2 miliardi per la rete telematica.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Non è così, non voglio comunque dare in questa sede una risposta tecnica.



BONTEMPI Rinaldo

Non prendere per oro colato tutto quello che dico; dico solo, caro Beltrami, dato che l'abbiamo votata quella legge e quindi la conoscevamo che questo è un pezzo di quel progetto che contenuto in una legge votammo sennonché la vicenda dei 15 miliardi venne agitata così come ricordiamo e non a caso il biplano che cercò di farla librare ai massimi livelli del nostro dibattito, fu il compagno e amico Garesio, che oggi non vedo, a rispiegarci di nuovo la solfa. In realtà questa vicenda va assolutamente discussa perché su alcune priorità non ci stiamo. I due o tre miliardi per il supercalcolatore in quelle condizioni, quando i supercalcolatori che esistono in Europa e nel mondo, in condizioni di dare una certa resa costano almeno 15 miliardi, provocano quindi dei grandi problemi oltre che di modalità dal modo con cui questo verrà gestito. Ho fatto solo un esempio su cui avrei piacere di poter discutere. Avrei piacere di discutere questi progetti in alternativa ad altri che, per esempio nella nostra proposta di legge sull'innovazione, abbiamo proposto e chissà perché a noi appaiono altrettanto tecnologicamente avanzati nonché suscettibili di effetti diffusi maggiori: per esempio, quelli riguardanti l'ambiente e i rifiuti nella quota che avevamo previsto. Se queste cose, quelle che si fanno quelle che si mettono in cantiere, quelle che si tendono poi a costruire avvengono all'insegna - mi permetto di dire - per quello che ne so io, di una casualità che solo l'intervento feroce di Amerio stimola, alle rilevazioni che ci fa oggi il Presidente devo dire che non sono soddisfatto. Non mi pare che il Presidente sia tanto legittimato ad indignarsi e comunque chiederò formalmente che sulla questione del Fondo innovazione, attraverso gli strumenti previsti dal Regolamento, se ne discuta perché possa essere valutata. Non è poi detto che queste cose che manifestavano un generoso impegno della Giunta, che magari c'è anche stato o delle deliberazioni della Finpiemonte, siano così utili.
Ci interesserebbe anche sapere quali ambienti, che valutano positivamente queste cose, sono stati ricordati perché questo è stato oggetto di una grande polemica. E' quindi necessario fare un'adeguata discussione. Noi riteniamo che gli strumenti o progettuali o legislativi siano quelli più opportuni, altrimenti non riusciamo a starci dietro.



PRESIDENTE

Pongo in votazione gli emendamenti testé discussi.
Chi è favorevole all'emendamento n. 6) è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 16 voti favorevoli e 26 contrari.
Chi è favorevole all'emendamento n. 7) è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 16 voti favorevoli e 26 contrari.
Chi è favorevole all'emendamento n. 8) è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 16 voti favorevoli e 26 contrari.
Chi è favorevole all'emendamento n. 9) è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 16 voti favorevoli e 26 contrari.
Chi è favorevole all'emendamento n. 10) è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 16 voti favorevoli e 26 contrari.
Chi è favorevole all'emendamento n. 11) è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 16 voti favorevoli e 26 contrari.
Emendamenti presentati dal Consigliere Staglianò: 12) lo stanziamento del capitolo n. 5075 "Spese per la partecipazione alla realizzazione di progetti di enti locali per l'utilizzo di lavoratori in cassa integrazione straordinaria in lavori di pubblica utilità (L.R.
29/1/1987, n. 9)" viene portato a L. 340 milioni 13) lo stanziamento del capitolo n. 5090 "Interventi per predisposizione di attrezzature per facilitare l'avviamento al lavoro di soggetti non vedenti (art. 4 DPR 23/12/1978)" viene portato a L. 200 milioni 14) lo stanziamento del capitolo n. 5092 "Contributi alle cooperative per spese generali di avviamento (art. 4, secondo comma, e art. 13 L.R.
21/6/1984 n. 28)" viene portato a L. 400 milioni 15) lo stanziamento del capitolo n. 5094 "Finanziamenti e contributi in conto capitale alle cooperative per l'attuazione di progetti di sviluppo (art. 4, primo comma, e artt. 5 e 14 L.R. 21/6/1984 n. 28)" viene portato a L. 2.000 milioni 16) lo stanziamento del capitolo n. 5098 "Assegnazione di somme alle Province per la concessione di contributi ai Comuni, ai loro Consorzi e alle Comunità montane per l'impiego temporaneo e straordinario di lavoratori disoccupati in cantieri di lavoro (L.R. 18/10/1984, n. 55)" viene portato a L. 4.000 milioni.
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, in questa sede si parla della priorità dell'occupazione, di fasce deboli, ecc. Nei bollettini settimanali l'Assessore Cerchio (che è candidato al bilancio perché pare l'unico che riesca a quadrare le cose) dice che le cose vanno bene, che le aziende si riaprono; però i disoccupati aumentano, nel senso che i cassaintegrati diventano disoccupati speciali, non hanno prospettive e quelle poche cose che si potrebbero fare non si fanno perché come dice l'Assessore - mancano gli spiccioli. Siamo di fronte ad atteggiamenti incomprensibili ed inaccettabili dal punto di vista politico e sociale.
Per quanto riguarda il capitolo 5075, nel 1988 erano previsti 50 milioni, sono stati dimezzati a 20, per cui i Comuni che vorrebbero utilizzare lavoratori in cassa integrazione straordinaria per lavori socialmente utili se lo possono scordare.
Per quanto riguarda il capitolo 5090, avvio al lavoro dei soggetti non vedenti, erano e restano 50 milioni, non adeguati a rispondere alle domande precise e circostanziate che ci rivolgono questi settori sociali. I contributi alle cooperative per le spese generali di avviamento sono miseri e non consentono di sostenere tutte le richieste di disoccupati che arrivano alla Regione.
Sono molto demotivato perché il Presidente Beltrami e l'Assessore Croso ci hanno ripetuto che quel che è fatto non si tocca e ci si arrende anche di fronte all'evidenza.
Nell'emendamento precedente mi ero raccomandato alla benevolenza dell'Assessore Lombardi, questa volta mi raccomando a.., nulla.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore al lavoro

Gli emendamenti ripropongono alcuni capitoli che in parte sono già stati esaminati. Su alcuni di questi emendamenti non ci sono sostanziali giustificazioni.
Circa il capitolo 5075, spese per la partecipazione alla redazione dei progetti di enti locali per l'utilizzo dei lavoratori in cassa integrazione straordinaria in lavori di pubblica utilità, noi proponiamo 20 milioni e il collega Staglianò propone 340 milioni. In tutta la storia di questa legge solo il Comune di Settimo Torinese, in termini puramente episodici, ha usufruito della legge stessa. In tutti questi anni si sono spesi mediamente 8-9 milioni all'anno, quindi il problema è che quello strumento di legge così com'è congegnato, non è facilmente utilizzabile dagli enti locali.
Prevedere 20 milioni vuol dire raddoppiare quello che in questi tre anni si è indicato. Ciò non significa che in termini legislativi ci dovremmo porre il problema, alla luce di questa esperienza, di modificare l'impalcatura dello strumento di legge. In sostanza, 20 milioni non rappresentano i termini riduttivi di un'offerta, ma un reale utilizzo: un solo Comune ha utilizzato questo strumento di legge e ha speso, annualmente, solo 7-8 milioni.
Nel capitolo 5090, dove ipotizziamo 50 milioni per facilitare l'avviamento al lavoro dei non vedenti, affinché possano lavorare, la spesa annuale media è di 30-50 milioni. Realisticamente, 50 milioni è qualcosa in più di quanto nella media di questi anni si è speso. In effetti queste cifre sono ridotte, ma sono calibrate obiettivamente all'andamento della domanda da parte degli utenti.
Circa gli altri capitoli ci siamo già espressi in precedenza relativamente agli emendamenti presentati dal Gruppo PCI.



PRESIDENTE

Pongo in votazione gli emendamenti presentati dal Consigliere Staglianò.
Chi è favorevole all'emendamento n. 12) è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 28 contrari e 3 astensioni.
Chi è favorevole all'emendamento n. 13) è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 28 contrari e 3 astensioni.
Chi è favorevole all'emendamento n. 14) è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 28 contrari e 3 astensioni.
Chi è favorevole all'emendamento n. 15) è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 28 contrari e 3 astensioni.
Chi è favorevole all'emendamento n. 16) è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 28 contrari e 3 astensioni.
17) Emendamento presentato dai Consiglieri Bruciamacchie, Calligaro, Avondo e Amerio: le risorse finanziarie complessive per il settore artigiano previste nel bilancio regionale di previsione per l'anno 1989 dal capitolo n. 5103 al capitolo n. 5296 sono elevate a L. 25.021.196.056. Le nuove previsioni di spesa riguardano i sottoelencati capitoli e sono così rideterminate: capitolo 5103: L. 600 milioni capitolo 5110: L. 70 milioni capitolo 5115: L. 10.000 milioni capitolo 5130: L. 3.000 milioni capitolo 5133: L. 300 milioni capitolo 5134: L. 100 milioni capitolo 5135: L. 100 milioni capitolo 5140: L. 200 milioni capitolo 5285: L. 2.000 milioni capitolo 5294: L. 4.000 milioni capitolo 5296: L. 200 milioni.
La parola al Consigliere Bruciamacchie.
BRUCIAMACCHIE L'emendamento, che racchiude una decina di capitoli del bilancio, ha voluto naturalmente scegliere all'interno dei capitoli che destinano risorse per l'attività artigianale in Piemonte. Abbiamo presentato questo emendamento con l'intento di non fare una normale esercitazione (scrivere l'emendamento, presentarlo, illustrarlo e poi non ottenere alcun risultato), ma con l'intento chiaro di evidenziare un problema, con la speranza di avere delle risposte dalla maggioranza e dall'Assessore che non fossero quelle che sono state date agli emendamenti che precedentemente sono stati esaminati e respinti.
Signor Assessore, voglio semplicemente evidenziare che ci troviamo di fronte ad una situazione, per quanto riguarda il settore artigianale, che è di una pesantezza estrema. A fronte di una cifra complessiva prevista a bilancio di 10 miliardi e 366 milioni (e qualche lira), poniamo in effetti una domanda di esigenza reale nel settore artigiano che probabilmente si raddoppia o va anche oltre. Parliamo di risorse finanziarie che sarebbero immediatamente utilizzate dagli artigiani piemontesi per investimenti, per innovazione, per localizzazioni nuove, e quindi una grossa politica di sviluppo e di crescita del settore e una grande possibilità offerta in termini occupazionali che con questo tipo di risorse che vengono messe a bilancio non sarà possibile concretamente attivare nella Regione Piemonte.
Credo che questa coscienza dobbiamo averla fino in fondo. Il nostro emendamento può apparire, per qualcuno, come un emendamento che chiede troppo perché noi proponiamo di elevare lo stanziamento di bilancio fino a 25 miliardi. Ma con le cifre indicate nei vari capitoli abbiamo voluto indicare alcune scelte di carattere prioritario che secondo noi è importante compiere.
Non voglio qui riprendere le argomentazioni che le stesse associazioni in modo unitario hanno usato in diverse sedi, sia in sede di Consulta regionale per l'artigianato sia in sede di I Commissione quando hanno avanzato le loro proposte e hanno espresso i loro giudizi (di cui credo la Giunta non possa non tenere conto, o comunque sbaglia se pensa che si tratti di una delle tante osservazioni che non vanno considerate), perch il giudizio che viene espresso dalle quattro Associazioni dell'artigianato quelle che nella nostra regione sono una realtà consistente in termini di forza organizzata e rappresentano la stragrande maggioranza delle 128.000 unità produttive del Piemonte, vanno oltre gli stessi capitoli di bilancio e danno un giudizio su come la Regione e questa maggioranza governano questo settore nella regione stessa, sulla politica, quindi, di questo governo regionale nel settore artigiano e sulle politiche dello sviluppo economico, sociale ed occupazionale del Piemonte.
Il giudizio che le Associazioni danno sul bilancio è un giudizio - si dice - totalmente negativo: "non solo si continua a non proporre per le priorità di intervento, ma l'artigianato viene ancora una volta considerato parte del tutto marginale rispetto agli impegni finanziari della Regione nonostante l'importanza e il ruolo economico e sociale che esso assume nella regione stessa". Poi va avanti, quindi non c'è solamente una richiesta di stanziare qualche milione o magari qualche miliardo in più in questo o in quell'altro capitolo, ma diventa un giudizio complessivo sul governo.
Credo che questo debba fare riflettere, perché siete e siamo quasi alla fine di governo e un bilancio delle attività in questo settore produttivo dovrete pur cominciare a trarlo. Le Associazioni artigiane lo traggono in questo modo e dicono che il giudizio sul bilancio e sulle politiche complessive è fortemente negativo. Poi avanzano una serie di proposte molto precise e molto puntuali. Non voglio essere il portavoce delle Associazioni. Non lo sono mai stato e non lo voglio essere. Debbo rilevare che le esigenze che loro manifestano sono esigenze che non solo noi cogliamo come esigenze vere, ma mi sembra, e ricordo bene, che anche lei signor Assessore, le avesse considerate come esigenze fondate; se non ricordo male, in una Consulta lei stesso aveva formulato una serie di proposte di evidenziazione del bisogno e del fabbisogno del settore e aveva proposto una serie di interventi di recupero delle risorse che significava 22 miliardi e 900 milioni, quindi circa 23 miliardi di fabbisogno riconosciuto dall'Assessorato stesso. Quindi è lei che ha avanzato una proposta di questo tipo. Quando all'ultimo noi troviamo nel bilancio di previsione uno stanziamento che è di 10 miliardi, quindi molto meno della metà rispetto alla stessa previsione che lei aveva fatto, e troviamo che c'è una diminuzione del 19% rispetto alle cifre che l'anno scorso erano state destinate nel bilancio 1988 allo stesso settore, e se andiamo a vedere è una diminuzione ancora maggiore rispetto a quello che fu lo stanziamento nel 1987, che se non ricordo male oscillava attorno ai 17 miliardi, ci troviamo davvero di fronte a un dato che è estremamente negativo, perché continuamente diminuisce la quota non solo in percentuale per quanto riguarda il capitolo, ma in rapporto alle risorse complessive della Regione. Ci troviamo quindi con un settore artigianale che è davvero tra quelli più trascurati in assoluto tra i settori di cui la Regione Piemonte ha competenza diretta. Ci troviamo in presenza di un settore che è di competenza primaria della Regione Piemonte, è una competenza trasferitaci dall'art. 117 della Costituzione. Qui non vale il discorso delle risorse vincolate. Qui la politica la possiamo determinare noi siamo noi che scegliamo evidentemente di priorizzare l'intervento in questo senso oppure no. Noi dobbiamo constatare quali effetti fa, prima a livello di Piano regionale di sviluppo e poi nell'ultimo bilancio governabile da parte di questa maggioranza; la scelta che si fa è di questa natura. Credo che sia una scelta fortemente miope, perché pur all'interno delle ristrettezze, che indubbiamente ci sono e che non abbiamo difficoltà a riconoscere, bisognava compiere delle scelte almeno in questi settori.
Riprendendo alcune considerazioni fatte, mi domando come si può pensare di essere forza di governo regionale che punta allo sviluppo economico e sociale, all'innovazione, quando poi in concreto un settore che è trainante della nostra economia, in quanto non c'è solo la FIAT in Piemonte, ha risorse di questa natura? Credo che qui vi sia una contraddizione enorme e bisogna che si addivenga da subito in questo bilancio ad una modifica radicale.
Certo che si impone immediatamente un correttivo, che si stanzino delle risorse diverse. Qui, Marchini, non si fa un discorso di ordine personale la scelta complessiva della Giunta c'è; noi non possiamo pensare di fare una politica positiva nel settore dell'artigianato, in particolare per quanto riguarda le aree artigiane o la situazione degli immobili dismessi: legge n. 17, legge n. 64, ecc, stanziando un miliardo e mezzo, è incredibile! Questo vuol dire che una quota consistente di domande in questo settore, che sono in itinere o che hanno bisogno di qualche sollecitazione (e c'è una possibilità di interventi in questo senso), non verranno soddisfatte. Qui abbiamo una riduzione, rispetto ai bilanci passati, che si dimezza di più rispetto alla spesa che annualmente veniva fatta, per questo c'è bisogno di reinvestire per riportare altre risorse.
Noi vi proponiamo 2 miliardi e mezzo che è quanto sta maturando in questo periodo, perché il miliardo e mezzo ipotizzato servirà semplicemente a coprire quanto già è maturato e quindi non tiene conto delle domande che saranno presentate entro il 31 luglio di quest'anno.
Un altro elemento è quello riferito all'Artigiancassa. Abbiamo un settore che in questi anni ha fatto delle scelte di investimento molto precise e molto importanti: 9.000 domande di investimento a livello regionale, utilizzando fondi Artigiancassa e utilizzando risorse regionali.
Sappiamo che c'è una grossa difficoltà a livello centrale perch l'Artigiancassa non è rifinanziata e in questo senso noi avanziamo una richiesta precisa: bisogna che la Regione Piemonte al pari di altre Regioni si attivi affinché non vengano prosciugate le risorse Artigiancassa, perch vuol dire bloccare la massa degli investimenti, cioè non dare all'artigianato quelle risorse che sono il volano vero. Insieme a questo abbiamo bisogno noi di conferire la cifra che qui viene proposta: è una cifra che ha una capacità di risposta, rispetto alle domande, che soddisfa le domande inevase nel 1988. Allora tutte le 10.000 domande circa degli artigiani che sono in parte maturate e che andranno a maturazione nel 1989 non avranno soddisfazione; e su questo bisogna essere molto chiari, perch io ho vissuto un altro periodo (1981/1982) dove non c'erano risorse Artigiancassa e non c'erano risorse regionali. Cosa accadeva in quel periodo, Assessore? Accadeva che l'artigiano che si avvicinava all'istituto bancario otteneva sì il finanziamento a condizione che poi l'Artigiancassa finanziasse, ecc., dopodiché questo non avveniva, e allora i tassi non erano dell'8,5/9%, ma si applicava il tasso di riferimento e quindi erano spese consistenti: 15/20/30 milioni in più che l'artigiano veniva a pagare con inganni notevoli che si sono prodotti e grosse difficoltà in moltissime aziende artigiane. Credo che la Regione debba dire in modo chiaro agli artigiani del Piemonte: noi mettiamo queste risorse (e noi non siamo d'accordo) e vi avvisiamo contemporaneamente, nel momento in cui votate questo bilancio, che non dovete più fare domande per il 1989 perché non vi daremo più una lira, non la darà l'Artigiancassa e non la darà nemmeno la Regione Piemonte. E' un problema di correttezza. Vogliamo davvero privare il settore artigianato piemontese di investimenti che sappiamo ammontare ad una cifra consistente? Sappiamo che una lira nostra nel settore delle aree artigiane attrezzate metteva in movimento 14 lire, quindi il moltiplicatore è abbastanza alto: vale anche per questo tipo di investimenti. Cioè noi abbiamo 8/10 mila aziende artigiane che investono in innovazione tecnologica, in capannoni, localizzazioni, ecc., che non rivedranno nel 1989 nemmeno una lira.
Se si fanno queste scelte, che noi non condividiamo e combattiamo debbono essere però illustrate in modo molto chiaro alla categoria nel suo insieme, proprio perché il rischio è di una grande confusione per la categoria stessa.
C'è la questione dell'Artigianfidi: anche qui un grande volano, si rischia di chiudere. Ma il rischio è vero, probabilmente abbiamo già esaurito le risorse e quindi nel giro di un mese e mezzo non avremo più questo canale in grado di operare.
Riferendomi al capitolo relativo al sistema informativo regionale e tutta la struttura che deve essere attivata per le Commissioni provinciali per l'artigianato, da una parte non applicate la L.R. n. 64 per quanto riguarda le aree artigiane attrezzate, non applicate la legge n. 17 in moltissime sue parti, che sono leggi votate da questo Consiglio; potete dire che erano leggi della passata Giunta, ma leggi fortemente innovative tant'è vero che hanno anticipato la legge nazionale del settore. Ma la stessa L.R. n. 38/87, che riguarda il rinnovo delle Commissioni provinciali dell'artigianato, sistema informativo, sulla quale c'è un atto deliberativo vistato dal Commissario di Governo che indice le elezioni per il 22/10/1989, vede in questo capitolo 460 milioni! Qui si richiede un altro elemento di chiarezza: si dica alla categoria nel suo insieme e alle associazioni, al di là della legge n. 38, al di là dell'atto deliberativo di addivenire a rinnovare le Commissioni provinciali e la Commissione regionale per l'artigianato, che non c'è volontà di rendere questi strumenti operativi, quindi non si faranno le elezioni, continueremo a questo punto in mero regime di proroga (sono prorogate dal 1971); la categoria non avrà questo strumento operativo che è indispensabile per la categoria stessa. E' questa la scelta? Noi proponiamo 4 miliardi tra tenuta dell'Albo, funzionamento, convenzioni con le Camere di Commercio, elezioni stesse; voi proponete 460 milioni, bisogna dire che questa non può essere la strada percorribile. Dobbiamo essere chiari fino in fondo, altrimenti si creano grossi problemi.
Il dato generale è di una preoccupazione estrema perché ci troviamo di fronte davvero ad un taglio nel settore artigiano che è ingiustificato: si tratta di un settore che ha avuto la grande capacità di far fronte alla situazione di difficoltà che si è verificata negli anni scorsi; si è riconvertito, ha ritrovato capacità produttiva, ha garantito occupazione e ha tenuto in quelle aree dove la crisi economica era più forte e l'attacco all'occupazione era tremendo: si tratta quindi di un settore vitale per l'economia del Piemonte, non è un settore assistito, l'Assessore lo sa che non si tratta di un settore assistito, e ci troviamo con un taglio netto di 10 miliardi. Servono per gestire parte delle cose maturate nel 1988, parte per andare avanti fino alla fine di giugno dopodiché abbiamo chiuso completamente la politica in questo settore.
E' una responsabilità che prendete voi, noi non la condividiamo abbiamo proposto queste scelte, non sono molto distanti nemmeno dalle proposte che l'Assessore aveva avanzato alla categoria.
Respingete questo emendamento, come avete fatto nei confronti degli altri, è vostro diritto, ma non fate una politica importante nel settore dell'artigianato e quindi per il Piemonte nel suo insieme. E' una pecca vostra, non è sicuramente una nostra scelta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Marchini.



MARCHINI Sergio, Assessore all'artigianato

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, l'intervento del collega mi dà modo di richiamare quanto ho già introdotto, in termini peraltro non sufficientemente puntuali, in sede di dibattito generale. Desidero che resti agli atti che la questione artigiana è da me considerata una questione aperta che non ritengo né chiusa né congelata così come appare nel presente documento di bilancio.
Ritengo che la Giunta ed il Consiglio debbano respingere gli emendamenti, ma lo dico solo in termini di coerenza rispetto all'impostazione che la Giunta nel suo complesso, su indicazione dell'Assessore competente, ha ritenuto di dare alla natura e al carattere del nostro lavoro.
Data questa risposta, ribadisco ancora il ringraziamento al collega perché mi viene dato modo di riaprire e formalmente porre al governo le questioni che ho posto nel dibattito generale che per certi versi ho già posto in forma scritta alla Giunta prima della presente data e che integrerò con un ulteriore documento scritto non appena verrà approvato il bilancio.
Come giustamente diceva il collega sul capitolo 5115 con le attuali previsioni noi non siamo nelle condizioni di coprire il 60% delle domande già deliberate; sul capitolo 5130 andiamo sostanzialmente alla strozzatura sul capitolo 5133 onoriamo un impegno già assunto in termini del 30%; sul capitolo 5134 sostanzialmente andiamo a mettere in crisi l'ipotesi di realizzazione dell'autosufficienza a breve termine del sistema, cosa unica in questo nostro strano Paese; lo stesso vale per i capitoli 5103, 5110 e 5285 la cui copertura comporta anche qui soltanto l'adesione al 30% degli impegni già assunti.
Quella artigiana è una questione aperta in termini finanziari, in termini politici e personalmente la mia forza politica trarrà le conseguenze rispetto a come questa vicenda verrà affrontata e chiusa dal governo regionale attraverso gli strumenti politici deliberativi e finanziari che sono a sua disposizione.
Spero che la risposta politica in qualche misura consoli della rigidezza rispetto alla questione sugli emendamenti.
Altra questione è quella sull'adempimento alla deliberazione assunta in ordine al rinnovo delle Commissioni provinciali sull'artigianato. Su questo pendono due elementi di incertezza: uno che è di competenza stretta regionale sulla quale ho già fatto una lettera formale alla Giunta, il reperimento di 3 miliardi e 400 milioni che sono la cifra minima e indispensabile per dare corso all'operazione; contestualmente però è necessaria, a mio modo di vedere, una sollecita, immediata verifica della praticabilità dell'ipotesi dell'elezione stante lo stato degli Albi degli artigiani. Quindi una decisione, ha ragione il collega, definitiva verrà presa ad horas e dovrà insieme considerare il reperimento delle risorse che compete alla Giunta e una verifica di attendibilità degli Albi che ci consenta di andare a queste elezioni se non con una certezza, con un grado di probabilità che le stesse non siano invalidate, accettabili dal normale padre di famiglia.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 17).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli e 28 contrari.
18) Emendamento presentato dai Consiglieri Biazzi, Bontempi e Valeri: il capitolo n. 5695 dello stato di previsione della Spesa dal titolo "Spesa per l'acquisizione dei terreni per la realizzazione del Centro di Orbassano" è modificato in 2.600 milioni.
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti.
19) Emendamento presentato dai Consiglieri Biazzi, Avondo, Bontempi e Valeri: il capitolo n. 5698 dello stato di previsione della Spesa dal titolo "Spese per la realizzazione Interporto di Orbassano - I lotto" è modificato da "0 milioni" in "83.986 milioni".
La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Chiedo preliminarmente un chiarimento: non abbiamo trovato in entrata 83.986 milioni (FIO 1985) tra i residui, non troviamo la corrispondenza in uscita.
In ogni caso questo emendamento riguarda gli ormai accertati 85 miliardi di fondi statali che non sono stati reimpostati, come si doveva.
Chiediamo preliminarmente se è questo il blocco più consistente dei fondi statali che non sono stati reimpostati o se ce ne sono altri.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Croso.



CROSO Nereo, Assessore al bilancio

Chiedo che l'esame di questo emendamento venga rinviato a quando giungeremo ai fondi statali da reimpostare in modo da fare un ragionamento complessivo.



PRESIDENTE

D'accordo, l'esame di questo emendamento viene pertanto posposto.
20) Emendamento presentato dai Consiglieri Biazzi, Avondo, Bontempi e Valeri: il capitolo n. 5835 dello stato di previsione della Spesa dal titolo "Spese per l'attuazione della delega alle Province" è modificato da "1.000 milioni" in "1.500 milioni".
La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

In coerenza con l'intendimento manifestato ripetutamente dalla Regione di procedere alle deleghe alle Province riteniamo debbano essere stanziati i fondi sufficienti perché le deleghe siano esercitate. E' una richiesta proveniente da tutti gli enti locali destinatari delle deleghe. E' un esempio di come le spese di fatto sono sottostimate (caso limitato, ma abbastanza significativo). Chiediamo al Consiglio di integrare il fondo da 1.000 a 1.500 milioni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Croso.



CROSO Nereo, Assessore al bilancio

La Giunta respinge l'emendamento, ma lo prenderà in seria considerazione in fase di assestamento se le ragioni esposte dal Consigliere Biazzi sono veramente tali, anche alla luce della nuova legge sulle assemblee sulle quali bisognerà rivedere i costi di gestione. In assestamento sarà sicuramente necessario ricercare delle limature e dei fondi in questa direzione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

Il capitolo riguarda la delega alle Province in materia di trasporti.
E' vero che l'anno scorso era a bilancio 1 miliardo e 700 milioni, ma riguardava due esercizi finanziari perché nel 1987 non avevamo dato contributi. Quindi la cifra messa a bilancio di 1 miliardo è congrua rispetto alle esigenze rappresentate dalle Province.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 20).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 30 contrari e 2 astensioni.
Emendamenti presentati dai Consiglieri Biazzi, Avondo, Bontempi e Valeri: 21) il capitolo n. 6020 dello stato di previsione della Spesa dal titolo "Contributo in conto capitale ai Comuni per strade" è modificato da "2.000 milioni" in "500 milioni" 22) il capitolo n. 6085 dello stato di previsione della Spesa dal titolo "Contributi a Comuni ecc, in conto interessi.., per strade" è modificato da "1.500 milioni" in "100 milioni" 23) il capitolo n. 6244 dello stato di previsione della Spesa dal titolo "Contributi trentacinquennali a Comuni ecc, per rifornimento energia elettrica" è modificato da "250 milioni" in "50 milioni".
La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Sottolineiamo ancora una volta un problema molto serio: con queste ripartizioni andiamo ad erogare contributi per interventi certamente utili ad altri enti, mentre non abbiamo le risorse da distribuire. E' un dato di fatto, che può avere anche conseguenze di carattere giuridico. Semmai occorreva organizzare assieme agli altri enti un'iniziativa per poter avere le risorse necessarie per uscire dalla tenaglia che ci soffoca insieme agli enti locali. Se è vero, come tutti abbiamo ammesso, che il nostro bilancio già per le funzioni proprie della Regione, è già in deficit, non credo sia molto razionale indebitarci ulteriormente per dare soldi ad altri enti.
Ritenevamo anche che partendo da questa situazione si potesse fare una riflessione molto più organica sulla destinazione delle scarse risorse.
Purtroppo, dobbiamo constatare che questo non è stato possibile.
Con gli emendamenti indicavamo anche che potevamo assumerci l'onere per alcuni casi del tutto eccezionali, di contribuire e intervenire in aiuto di qualche piccolo Comune che non aveva alcuna risorsa a disposizione o per interventi speciali che solo la Regione potrebbe finanziare.
Vogliamo anche sottolineare, non soltanto per queste voci di bilancio che spesso per questi interventi non ci sono le coperture sul bilancio pluriennale. Anche sul capitolo relativo alla formazione professionale non c'è la copertura sul bilancio pluriennale. Ci sono solo 64 miliardi nel 1989, ma dall'anno prossimo non ci sarà alcuna copertura sul bilancio pluriennale. Vorrei sapere come le deliberazioni di impegno di spese pluriennali per la formazione professionale potranno trovare l'OK da parte di uffici che a questo sono preposti.
Non avendo per tutta una serie di spese (non solo quelle riguardanti i tre capitoli che abbiamo indicato) una copertura sul bilancio pluriennale ciò costituirà un problema, soprattutto per la Giunta che dovrà deliberare l'erogazione e il pagamento di somme senza avere a fronte le coperture necessarie.
Ritiriamo i nostri emendamenti, ma forse sarebbe opportuno che fosse la Giunta a ripresentarli.



PRESIDENTE

Tali emendamenti sono pertanto ritirati.
Emendamenti presentati dai Consiglieri Bresso, Ferro, Adduci, Montefalchesi e Bontempi: 24) il capitolo n. 7070 dello stato di previsione della Spesa dal titolo "Spesa per il funzionamento del Servizio geologico" è modificato da "P.M.
milioni" in "100 milioni" 25) il capitolo n. 7075 dello stato di previsione della Spesa dal titolo "Spesa per attrezzature scientifiche per il Servizio geologico" è modificato in "1.000 milioni" 26) il capitolo n. 8180 dello stato di previsione della Spesa dal titolo "Assegnazione per le spese di gestione del Parco naturale Sacro Monte di Crea" è modificato da "70 milioni" in "570 milioni" 27) il capitolo n. 8988 dello stato di previsione della Spesa dal titolo "Interventi per il risanamento.., del fiume Po" è modificato da "16.375 milioni" in "36.375 milioni" 28) il capitolo n. 12500 dello stato di previsione della Spesa dal titolo "Fondo per far fronte ad oneri derivanti..." è modificato da "700 milioni" in "1.200 milioni". Nell'elenco n. 4 è aggiunto: "Spese per l'elaborazione di un progetto pilota di risanamento e recupero della Dora Riparia" 29) il capitolo n. 12500 dello stato di previsione della Spesa dal titolo "Fondo per far fronte ad oneri derivanti..." è modificato da "700 milioni" in "1.200 milioni". Nell'elenco n. 4 è aggiunto: "Spese dirette alla predisposizione di un piano di rilocalizzazione delle industrie a rischio e/o insalubri situate a ridosso o all'interno di centri abitati" 30) il capitolo n. 12500 dello stato di previsione della Spesa dal titolo "Fondo per far fronte ad oneri derivanti..." è modificato da "700 milioni" in "1.200 milioni". Nell'elenco n. 4 è aggiunto: "Prime spese relative all'elaborazione di un piano di risanamento e sviluppo interessante l'area compresa fra Balangero, Ciriè e le Valli di Lanzo, al fine di tutelare i lavoratori e i cittadini dall'inquinamento, amianto compreso" 31) il capitolo n. 12500 dello stato di previsione della Spesa dal titolo "Fondo per far fronte ad oneri derivanti da provvedimenti legislativi in corso recanti spese correnti attinenti alle funzioni normali" è modificato da "700 milioni" in "1.700 milioni". Nell'elenco n. 4 è aggiunto: "Fondo per i piani di risanamento dell'area ai sensi del DPR 28/5/1988, n. 203 e per l'organizzazione dei servizi" 32) il capitolo n. 12600 dello stato di previsione della Spesa dal titolo "Fondo occorrente per far fronte ad oneri derivanti da provvedimenti legislativi in corso recanti spese per investimenti attinenti ad ulteriori programmi di sviluppo" è modificato da "15.700 milioni" in "16.300 milioni". Nell'elenco n. 5 è aggiunto: "Istituzione del Parco del Po" 33) il capitolo n. 12600 dello stato di previsione della Spesa dal titolo "Fondo occorrente per far fronte..." è modificato da "15.700 milioni" in "16.600 milioni". Nell'elenco n. 5 è aggiunto: "Contributi ai Comuni per l'installazione di marmitte catalitiche sugli autobus" 34) il capitolo n. 12600 dello stato di previsione della Spesa dal titolo "Fondo occorrente per far fronte ad oneri..." è modificato da "15.700 milioni" in "17.700 milioni". Nell'elenco n. 5 è aggiunto: "Contributi ai Comuni per interventi per la chiusura dei centri storici" 35) il capitolo n. 12600 dello stato di previsione della Spesa dal titolo "Fondo occorrente per far fronte ad oneri..." è modificato da "15.700 milioni" in "16.700 milioni". Nell'elenco n. 5 è aggiunto: "Istituzione Agenzia regionale per i rifiuti" 36) il capitolo n. 12600 dello stato di previsione della Spesa dal titolo "Fondo occorrente per far fronte ad oneri..." è modificato da "15.700 milioni" in "16.300 milioni". Nell'elenco n. 5 è aggiunto: "Costruzione piste ciclabili" 37) il capitolo n. 12600 dello stato di previsione della Spesa dal titolo "Fondo occorrente per far fronte ad oneri..." è modificato da "15.700 milioni" in "16.700 milioni". Nell'elenco n. 5 è aggiunto: "Istituzione dell'Agenzia regionale per il risparmio energetico".
La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Sarò breve perché non ho intenzione a quest'ora e con questo clima di illustrare gli emendamenti.
Sono temi che vorrei dividere in due categorie. Prima categoria emendamenti che furono accolti nel bilancio dello scorso anno e che poi perché la Giunta non si è preoccupata di condurre in porto i relativi provvedimenti, non sono stati destinati ai fini a cui li avevamo concordemente destinati. Noi li abbiamo riproposti: riguardano le piste ciclabili, l'agenzia per il risparmio energetico prevista da un ordine del giorno unanime del Consiglio, l'agenzia per i rifiuti.
Ci sono una serie di emendamenti che si illustrano da soli. Non ci sono i fondi per i piani di risanamento dell'aria che la Regione dovrebbe fare, sono stati tolti tutti i fondi per il servizio geologico. Voter contro qualunque spesa per le calamità naturali che venisse proposta dopo che cancelliamo il servizio geologico (quando finalmente lo Stato lo istituisce, noi lo buttiamo via).
Spese per pianificare cose che la Regione dovrebbe fare e di cui parliamo continuamente come, ad esempio, la situazione dell'Amiantifera come la situazione delle imprese a rischio. Anche sulle imprese a rischio noi non avremo nulla che ci metta al riparo dallo scoppio.
Ci sono poi le cose sui parchi. L'Assessore conosce benissimo la situazione dei parchi, tutti si sono impegnati (anche il Presidente della VII Commissione) ad approvare l'istituzione nell'anno del Parco del Po. I fondi non ci sono e non ci saranno, peggio per chi contava su impegni presi oralmente anche da illustri esponenti della Giunta.
Per quanto riguarda l'area per il Sacro Monte di Crea forse la cosa dovrebbe interessare anche di più i democristiani, perché è il parco con più visitatori, hanno bisogno disperato di un'area di parcheggio, c'è la possibilità di comprare un'area per stoccare i milioni di visitatori all'anno: presenterò successivamente su questo un disegno di legge, mi auguro che qualcuno raccolga questa necessità, altrimenti la situazione è esplosiva.
L'anno scorso ho insistito molto su queste cose e qualcosa abbiamo portato a casa, ma visto che, accettato l'emendamento, poi tutti se ne fregano e quindi le cose non vanno avanti, non mi pare il caso di insistere: se qualcuno li vuole accogliere lo faccia.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sono due le voci di bilancio: una per il funzionamento e l'altra per attrezzature.
Sul funzionamento non è mai stato messo niente negli ultimi anni, per vi abbiamo sempre dato risposta, altrimenti non ci sarebbe più il geologico, attingendo dalle diverse poste del bilancio che di volta in volta sono utilizzabili su questa vicenda.
Per le attrezzature, giustamente, è impossibile averlo portato a quota zero e in una sede di approfondimento, mai dismettendo la speranza ad ulteriori perfezionamenti perché la cosa oltretutto mi è particolarmente vicina, abbiamo attribuito 300 milioni su questa voce.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, per quanto riguarda la sollecitazione e l'emendamento per il Sacro Monte di Crea, devo dire che ho una fitta corrispondenza con Padre Brunetti il quale quasi ogni giorno scrive che prega per me e devo anche dire che c'è una Vicepresidente molto attiva e molto intelligente che noi stimiamo e apprezziamo molto, quindi le sollecitazioni sono notevoli. E' vero, questo è il parco rispetto al quale in una statistica anche recente abbiamo individuato che sono circa 800.000 i visitatori all'anno. Quindi, non vi è dubbio che ci sono delle garanzie di sicurezza e di permanenza che vanno sicuramente considerate con molta attenzione.
Devo però dire una cosa: l'anno scorso noi abbiamo considerato questa situazione con molta attenzione. Con l'assestamento di bilancio, oltre al finanziamento ordinario, abbiamo attribuito 50 milioni con il bilancio dei parchi. L'Assessore Mignone, appunto attraverso la legge n. 54, ha individuato nella somma di L. 200 milioni una prima tranche per disporre queste opere di ordine geologico che si rendono necessarie. La legge n. 54 credo sia anche finanziata quest'anno, quindi anche quest'anno ci sono le condizioni per poter avviare questa urgente azione di risanamento e di ristrutturazione per quanto riguarda i parchi in genere.
L'anno scorso, a questo parco, per effetto della legge n. 449 (legge straordinaria di finanziamento di parte ministeriale), sono arrivati, se ben ricordo, altri 400 milioni che non sono per la situazione geologica, ma sono per altre opere rispetto all'area edilizia, le cappelle, quindi c'è attenzione generalizzata su questo parco, quindi evidentemente anche qui si fanno i conti con le ristrettezze di bilancio che sono quelle che sono, e non sto qui a ripetere.
Per quanto riguarda l'istituzione del Parco del Po, è vero che nel capitolo delle leggi nuove non c'è nessun finanziamento rispetto a queste leggi, che peraltro sono già in consultazione nel mese di maggio, quindi ci sono obiettivamente le condizioni perché questo parco possa essere definito parco entro il 1989.
Devo però intanto dire una cosa: per la questione del Po, se mi consentite, mentre il collega Marchini parlava di una questione aperta per gli artigiani, questa è una questione tutta da aprire. In questo momento siamo in una fase di elaborazione di progettazione primordiale, rispetto alla quale occorre urgentemente il coinvolgimento del Consiglio che deve approvare il Progetto Territoriale Operativo; c'è il Consiglio che deve approvare le leggi di istituzione del parco fluviale. Si pone, dopo, il problema della fase effettivamente realizzativa e, in quella fase, delle esigenze del finanziamento.
Per quanto riguarda il PTO, se avessimo delle esigenze urgenti, abbiamo finanziato il capitolo 7050, quello della pianificazione territoriale quindi potremmo attingere a questo capitolo. Tuttavia noi speriamo di entrare, per quanto riguarda il finanziamento, in un discorso più generale e cioè nel discorso interregionale di finanziamento a livello ministeriale: questo è l'obiettivo che ci siamo posti.
Per quanto riguarda il Parco fluviale del Po, e notizie recenti ministeriali dicono che dovrebbero essere in definizione proprio in questi giorni, siamo in attesa dei 6 miliardi che abbiamo chiesto l'anno scorso al Ministero, che sono quelli previsti dalla deliberazione ministeriale, sono quelli del 18/10/1988 che riguardavano appunto finanziamenti per interventi nelle aree naturalistiche di particolare pregio, per quanto riguarda il bacino idrografico del Po. In teoria quest'anno dovremmo avere questi 6 miliardi da spendere per il Parco fluviale del Po o comunque per interventi in queste aree, in attesa del parco.
La situazione evidentemente non è rosea, come non lo è per nessuno.
Però mi sembra che, attingendo un pochino a queste speranze nuove di ordine ministeriale, che sono veramente nuovamente di ordine ministeriale e lo ripeto, è la prima volta che si determinano degli investimenti su questi interventi, perché finora gli interventi per il Po erano andati unicamente sul risanamento, cioè sul disinquinamento, sulla zootecnia, sulla depurazione, ecc. Per la prima volta la deliberazione del 18 ottobre ha segnato questo cambiamento e c'è da sperare che questo cambiamento funzioni anche nel 1989 quando la nuova deliberazione del Ministero dovrà definire i nuovi interventi, tra l'altro attraverso gli stanziamenti previsti nella finanziaria 1989, appunto per il Po.



PRESIDENTE

Pongo in votazione congiuntamente gli emendamenti testé discussi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono respinti con 13 voti favorevoli, 30 contrari e 2 astensioni.
38) Emendamento presentato dal Consigliere Staglianò: gli stanziamenti dei seguenti capitoli attinenti l'Area 3 (Tutela del territorio) progetto 02 (altre spese promozionali per il turismo) sono modificati in diminuzione come di seguito indicato: capitolo n. 8230 - Stanziamento: L. 1.350.000.000 - Differenza in diminuzione: L. 250.000.000 capitolo n. 8235 - Stanziamento: L. 5.750.000.000 - Differenza in diminuzione: L. 250.000.000 capitolo n. 8497 - Stanziamento: L. 9.463.000.000 - Differenza in diminuzione: L. 500.000.000.
Contestualmente viene istituito un nuovo capitolo denominato "Contributo ai Comuni per la costituzione e l'attrezzatura di campi nomadi, la tutela del nomadismo" recante lo stanziamento di L. 1.000 milioni.
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, non posso ricorrere alle lusinghe del paradiso di Padre Brunetti e quindi all'Assessore al turismo raccomanderei una qualche attenzione nei confronti di una categoria di cittadini che il turismo lo praticano per definizione: "i nomadi".
Qui si propone, come abbiamo fatto per tutti i nostri emendamenti un'operazione in cui da una parte si toglie e dall'altra si mette. Ci pare uno sforzo quanto meno apprezzabile e ci siamo sforzati di individuare il luogo dove i soldi vanno recuperati per sostenere le spese che si propone di fare. In questo senso ci pare che rispondere alle esigenze, più volte avanzate dai Comuni che ospitano cittadini non molto graditi alle popolazioni cosiddette "normali", sia un atto doveroso proprio per prevenire quella guerra fra poveri di cui non soltanto a Roma, ma anche nei dintorni qui da noi, abbiamo avuto in più di una occasione qualche avvisaglia. Di conseguenza capisco che quelli che sono toccati dai tagli reagiscano. Ci parrebbe, insomma, un emendamento meritevole di una qualche attenzione, per cui finisco su questo e poi parlerò sui rifiuti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ripa.



RIPA Franco, Assessore al turismo

Mi sono premurato di vedere le possibilità per questa richiesta.
E' giusto parlare di problemi di nomadi, ma bisogna vedere dove si pu tagliare; quindi la richiesta va sul capitolo 8230 che è la promozione turistica: vuol dire soprattutto attività editoriali, vuol dire depliant vuol dire itinerari turistici, vuol dire Orizzonte Piemonte, vuol dire preparazione di tutto quello che è l'accoglienza per i Mondiali del 1990 vuol dire presenza nelle iniziative ENIT, vuol dire manifestazioni dell'Assessorato e della Regione nel mondo per sponsorizzare l'immagine del Piemonte, vuol dire "Sole Neve", vuol dire le varie borse, ecc.
Ritengo pertanto che non sia possibile tagliare ulteriormente questo capitolo che non è sostanzioso.
Il capitolo 8235 si riferisce alle aziende di promozione turistica.
C'è un coro di lamentele da parte di tutte le APT che sono sottostimate sottofinanziate e sono venti; l'importante è che ad ognuna di queste arrivano mediamente 250/350 milioni l'anno a seconda della fascia. Tutte lamentano che si può fare poca promozione turistica.
Il capitolo 8497 sono fondi statali a destinazione vincolata della legge n. 27, quindi l'incentivazione turistica. Non credo vi possano essere storni da questo fondo, pur nulla togliendo allo spirito di quelle che sono state le richieste del Consigliere Staglianò per un problema grave come quello dei nomadi.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 38).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli, 27 contrari e 2 astensioni.
39) Emendamento presentato dal Consigliere Staglian lo stanziamento del capitolo n. 9147 "Iniziative per la raccolta differenziata dei rifiuti in attuazione del piano di organizzazione dei servizi di smaltimento rifiuti (L.R. 2/5/1986, n. 18)" è portato a 2.000 milioni.
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

E' stato tenuto costantemente questo capitolo intorno al miliardo e tutti quanti diciamo che per quanto riguarda l'emergenza rifiuti incentivare la raccolta differenziata dei Comuni sarebbe molto utile per evitare tutte quelle cose lì che commentiamo. Un'occasione concreta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Croso.



CROSO Nereo, Assessore al bilancio

Abbiamo fatto uno sforzo a ricercare il miliardo, proprio perché ci siamo sensibilizzati, anche perché l'Assessore ha spinto all'impossibile la proposta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 39).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli e 24 contrari.
40) Emendamento presentato dal Consigliere Staglianò: lo stanziamento del capitolo n. 10681, Area 4 (Sanità) "Erogazione agli enti che gestiscono le funzioni sanitarie per spese di investimento relativamente alla manutenzione straordinaria, rinnovo e adeguamento tecnologico del patrimonio e per altre spese di investimento (legge 23/12/1978, n. 833)" FSR è portato da L. 100.186.419.518 a L.
95.686.419.518 lo stanziamento del capitolo 10684, Area 4 (Sanità) "Quota fondo sanitario regionale di parte corrente per spese dirette della Regione relative ad incarichi e consulenze del Piano socio-sanitario" è portato da L. 1.189.959.416 a L. 689.959.416.
Contestualmente è istituito dopo il capitolo n. 10850 un capitolo denominato "Erogazione alle UU.SS.SS.LL. di somme finalizzate alla difesa della salute mentale" recante lo stanziamento di L. 5.000 milioni.
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, tutti questi tagli che si propongono non si saprebbe poi che fine utilmente farne, ma la speranza è l'ultima a morire. E allora, ci pare che se le cose stanno così male, visto che noi non abbiamo finito di proporre qualche spesa in più, visto che questa mattina abbiamo sentito dire dall'Assessore Croso, che per quanto riguarda il patrimonio regionale, nemmeno lo si conosce tanto da dover incaricare la STEF per fare l'inventario, fare spese di investimento relativamente a manutenzione straordinaria, rinnovo ed adeguamento tecnologico del patrimonio, forse potrebbe essere ridotto in piccola misura. Sono quei 5 miliardi scarsi che consentirebbero di intervenire in particolare in un settore meritevole di qualche attenzione da parte dello stesso Assessorato alla sanità. In particolare, colleghi, si propone un taglio consistente al capitolo 10684 che è relativo al Fondo sanitario regionale per spese dirette della Regione e indirizzate ad incarichi e consulenze esterne del Piano socio-sanitario.
Lì, a nostro avviso, si può tagliare efficacemente destinando quello che si recupera per questa via ad interventi nei confronti delle UU.SS.SS.LL. per la difesa della salute mentale. Già dicevo questa mattina che rimosso il capro espiatorio, il prof. Agostino Pirella, tutto funziona, "Madama la Marchesa": in verità le cose stanno andando sempre peggio se sono vere le grida quotidiane di una nuova associazione che è stata importata dall'estero, che si occupa di questi problemi della sanità, che è insospettabile per il passato, la quale occupandosi ex novo di problemi psichiatrici torinesi e piemontesi lancia, giustamente da quel che riusciamo a capire, SOS ed allarmi in merito alla tutela della salute mentale nelle strutture pubbliche.
Riteniamo di offrire un'occasione all'Assessore Maccari per riequilibrare la barca, rinunciare a qualche consulenza esterna e potenziare i servizi di salute mentale laddove non viene speso tutto quello che è possibile spendere e quello che è doveroso spendere ai bisogni improrogabili di quei cittadini che hanno più bisogno della nostra solidarietà.
Spero di essere stato sufficientemente chiaro. Anche sull'esito di questi emendamenti non ci facciamo illusioni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Il capitolo 10684 è già stato abbassato del 25% rispetto all'anno precedente per cui non può essere contratto ulteriormente per il 1989.
Sulla proposta di togliere 5 miliardi in favore della salute mentale occorre considerare che nei 100 miliardi iscritti in questo capitolo trattandosi di spese di investimento, sono prevedibili certe acquisizioni edilizie, di strutture anche per i malati di mente, quindi sono già ricompresi. C'è in più da ricordare che è all'esame del Co.Re.S.A., la "legge psichiatria" che verrà in aula non appena si sarà concluso l'iter procedurale e che con l'uscita del decreto per l'applicazione dell'art. 220 una parte di fondi sarà destinato per le residenze assistenziali per i disabili mentali.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 40).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 25 contrari e 2 astensioni.
41) Emendamento presentato dai Consiglieri Valeri, Bontempi, Biazzi e Calligaro: Area di intervento 4: è istituito un nuovo capitolo n. 10709 dal titolo "Finanziamento del programma di potenziamento dei Laboratori pubblici di sanità" con uno stanziamento di L. 1.700 milioni.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli, 25 contrari e 2 astensioni.
Emendamenti presentati dal Consigliere Staglianò: 42) lo stanziamento del capitolo n. 11500 "Spese per l'acquisto e la manutenzione straordinaria di attrezzature per i corsi di formazione professionale (LL.RR. 25/2/1980, n. 8 e 20/5/1980, n. 49)" è portato a L.
1.000 milioni 43) lo stanziamento del capitolo n. 11505 "Contributi ad enti pubblici e privati per l'acquisto e la manutenzione straordinaria di attrezzature per i corsi di formazione professionale (LL.RR. 25/2/1980, n. 8 e 20/5/1980, n.
49)" è portato a L. 3.200 milioni 44) lo stanziamento del capitolo n. 11510 "Spese per l'acquisto di materiali didattici e di consumo per la riparazione e la manutenzione di attrezzature inerenti il funzionamento dei corsi (LL.RR. 25/2/1980, n. 8 e 20/5/1980, n. 49)" è portato a L. 1.300 milioni 45) lo stanziamento del capitolo n. 11540 "Interventi per la formazione professionale, per l'aggiornamento ed il perfezionamento del personale (art. 31, L.R. 25/2/1980, n. 8 e art. 9, legge 21/12/1978, n. 845)" è portato a L. 1.000 milioni 46) sul capitolo n. 11565 "Erogazione di contributi per la realizzazione di corsi di riqualificazione professionale (art. 18, lettera h), legge 21/12/1978, n. 845)" è stanziato l'importo di L. 1.000 milioni 47) Oneri non ripartibili capitolo 12600 - Denominazione: Fondo provv. legisl. in corso recante spese per investimenti attinenti ulteriori programmi di sviluppo Stanziamento: L. 13.130.000.000 - Diminuzione: L. 2.570.000.000.
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Ritengo non sia il caso di illustrarli, mi auguro comunque che l'Assessore Nerviani implicitamente ringrazi perché si tenta di rafforzare questo settore. Sul capitolo generale avevo provato a dire qualche cosa questa mattina: questi interventi sulla formazione professionale potrebbero impedire un ulteriore degrado di una realtà che è essenziale per fare quelle cose di cui abbiamo discusso anche prima relativamente alle innovazioni tecnologiche, e non solo, che sono tutt'altro che finite in questa Regione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore alla formazione professionale

Penso che questi capitoli possano essere tranquillamente modificati se vi sarà lo spazio nel senso richiesto dal collega Staglianò. La partita della formazione professionale è partita aperta, come lui, buon intenditore di queste cose, sa. Si stanno svolgendo attualmente le verifiche obiettive dei costi, si sta procedendo ad una variazione delle convenzioni, ad un cambiamento dell'impostazione iniziale dei corsi: tutto questo determinerà delle conseguenti influenze sui costi complessivi della formazione professionale.
Lo spirito che anima il bilancio della formazione professionale è quello della sua più precisa regolamentazione attraverso una dettagliata previsione e un suo serio corrispondente finanziamento. Ho detto l'altra volta che se si riuscirà quest'anno avremo per la prima volta da tempo una copertura preventiva di tutta l'attività della formazione professionale che è la condizione fondamentale per costruire una programmazione credibile e quindi l'accenno fatto all'ulteriore degrado mi sembra almeno inopportuno in relazione alle intenzioni che stanno fondandosi sulle azioni concrete.
E' certo che il degrado io tendo ad impedirlo, ma insieme dobbiamo impedirlo, nel senso che l'orientamento è quello di evitare di avere delle premesse incontrollabili: il problema della formazione professionale sta nella continua esplosione del personale in conseguenza di convenzioni che non consentono delle previsioni certe. Se noi invece avremo dei quadri di riferimento sicuri, anche se essi costeranno dal punto di vista dell'impiego del personale, se avremo un quadro di riferimento del Fondo sociale europeo preciso, come cerchiamo di avere, credo che dal punto di vista politico generale il degrado non ci sarà. Ci saranno probabilmente alcuni apparenti sacrifici, ma non il degrado.
La proposta di emendamento del Consiglio Staglianò, che mi pare seria e che guarda ad una qualificazione delle strutture perché possano rendere un servizio migliore, non è proposta di per sé inaccettabile, al momento non è valutabile con esattezza. Se ci saranno gli spazi e se questi spazi ritroveremo nella correzione che ho ricordato, penso che le sollecitazioni del Consigliere Staglianò, che coincidono anche con le mie volontà potranno essere opportunamente accolte.
Per quanto riguarda la qualificazione e la riqualificazione, è noto che tra i cinque obiettivi della nuova strutturazione del Fondo sociale europeo vi è anche ciò che assieme dovremo definire prima come circolare e poi come regolamento di Consiglio e in quella sede torneremo a fare le riflessioni.
Comunque, il miliardo sarà certamente recuperato nella prospettiva del Fondo sociale europeo e se del caso (non abbiamo mai rifiutato un'iniziativa di questo tipo) provvederemo con le opportune deroghe a dare risposte in presenza di richieste di riqualificazione e di reimmissione nel mondo del lavoro di personale che deve assumere una diversa preparazione per poter continuare ad essere inserita nel ciclo produttivo.
Apprezzando le sollecitazioni del Consigliere Staglianò, che possono avere riscontro nel futuro in relazione all'evoluzione della storia della formazione professionale, posso dare sufficienti assicurazioni e l'impegno ad accogliere la raccomandazione che viene implicitamente fatta con gli emendamenti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione gli emendamenti presentati dal Consigliere Staglianò.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono respinti con 11 voti favorevoli e 25 contrari.
48) Emendamento presentato dai Consiglieri Amerio, Ferro e Adduci: al capitolo n. 12500 la previsione di spesa in termini di competenza per l'anno 1989 è elevata di L. 300 milioni così da portare lo stanziamento per la legge regionale sull'agriturismo ad un totale di L. 500 milioni.
La parola al Consigliere Amerio.



AMERIO Mario

La legge è pronta, è in attesa da un anno, i relatori (tra i quali il sottoscritto) sono stati nominati, ma è ferma perché non c'è la copertura finanziaria. Adesso sono previsti 200 milioni per finanziare 7-8 aziende in tutto il Piemonte. Proponiamo di elevare la cifra a 500 milioni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Croso.



CROSO Nereo, Assessore al bilancio

Noi abbiamo fatto il massimo sforzo per recuperare 200 milioni, quindi la linea di indirizzo è quella di andare a verificare.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 48).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli e 25 contrari.
Emendamenti presentati dai Consiglieri Biazzi, Avondo, Bontempi e Valeri: 49) è istituito un nuovo capitolo n. 12750 dal titolo "Fondo occorrente per far fronte alle spese derivanti da assegnazioni statali a destinazione vincolata" con uno stanziamento di L. 85.000 milioni 50) il capitolo n. 12750 dello stato di previsione della Spesa dal titolo "Residui perenti... - Spese natura corrente" è modificato da "2.000 milioni" in "5.000 milioni" 51) il capitolo n. 12760 dello stato di previsione della Spesa dal titolo "Residui perenti... - Spese di investimento" è modificato da "1.000 milioni" in "15.000 milioni".
La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Sul primo emendamento vorremmo avere un'informazione dalla Giunta.
Sugli altri, in particolare sul nuovo capitolo 12750 (Fondo occorrente per far fronte alle spese derivanti da assegnazioni statali a destinazione vincolata), è chiaro che l'iscrizione di 85 miliardi avrebbe bisogno di una specificazione. Dal momento che però non è possibile, per gli strumenti che non abbiamo, individuare i capitoli di fondi statali da reimpostare non reimpostati, a meno che ci si risponda che l'emendamento precedente sull'Interporto di Orbassano faccia parte di questa partita, noi abbiamo proposto questa metodologia per segnalare una questione di cui abbiamo discusso tutta la mattina e che mi pare inutile di nuovo ripercorrere in termini generali. Lo spirito degli emendamenti fa parte della discussione fatta questa mattina in ordine alla trasparenza e alla verità del bilancio.
E' questa la ragione per la quale questo emendamento in particolare è stato presentato con i due successivi.
Vorremmo però capire, circa l'emendamento sull'Interporto di Orbassano se l'iscrizione di questi fondi in entrata, che poi non abbiamo trovato in uscita, è una nostra svista oppure se corrisponde alla realtà.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Croso.



CROSO Nereo, Assessore al bilancio

Per quanto riguarda il capitolo 12698, i fondi per il SITO risultano nell'attivo in entrata ma non in uscita perché sono già stati spesi. Di fatto è corretta l'impostazione del bilancio, sono stati anticipati dalla Regione e quindi sono dei residui attivi che comunque la Regione deve ancora introitare.
Per quanto riguarda la tecnica usata anche in questo caso dalla Regione Piemonte, così come da altre Regioni, di andare a reiscrivere parzialmente i fondi statali vincolati, è noto che essa sia una tecnica ormai consueta ed è quella che ci permette di far fronte ai problemi di bilancio in attesa della famigerata riforma della finanza regionale. Sarà oggetto comunque di una riflessione che sarà il caso di riprendere in sede di Commissione. Ho capito lo spirito con il quale sono stati fatti questi ultimi emendamenti.
Noi andremo alla rivisitazione della globalità dei fondi statali da reimpostare attraverso una ricerca fatta dagli uffici, anche con l'aiuto di questo nuovo strumento del controllo di gestione, per capire se sarà possibile impostare in modo diverso anche tecnicamente la struttura stessa del bilancio.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione degli emendamenti testé discussi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono respinti con 9 voti favorevoli, 25 contrari e 2 astensioni.
52) Emendamento presentato dai Consiglieri Biazzi, Avondo, Bontempi e Valeri: il capitolo n. 5698 dello stato di previsione della Spesa dal titolo "Spese per la realizzazione Interporto di Orbassano I lotto" è modificato da "0" a "83.986 milioni".
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti.
Abbiamo così chiuso tutta la serie di emendamenti e possiamo ora passare alla votazione dell'articolato dei progetti di legge nn. 482 e 493.
ART. 1 - Emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Biazzi e Bontempi: all'art. 1, punto 1), la cifra prevista in L. 6.929.068.003.736 è modificata in L. 6.911.068.003.736.
La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente, i proponenti non chiedono la votazione sugli emendamenti agli artt. 1 e 2, chiedono che gli stessi siano tenuti agli atti a dimostrazione del fatto che la discussione di oggi ha consentito di stabilire che il bilancio è un bilancio in cui le cifre non corrispondono.



PRESIDENTE

Gli emendamenti vengono formalmente ritirati.



AVONDO Giampiero

No, Presidente, se c'è interpretazione diversa li ponga in votazione.



PRESIDENTE

D'accordo, restano come atti ufficiali dei lavori di questo Consiglio. A me sembrava che si potesse acquisirli come parte degli atti dei lavori di questo Consiglio, ma se l'opinione non converge, anche gli emendamenti ritirati fanno parte degli atti di questo dibattito e di questo Consiglio.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 1 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Biazzi e Bontempi: all'art. 2, punto 1), la cifra prevista in L. 6.929.068.003.736 è modificata in L. 6.759.068.003.736.
Anche questo emendamento resterà come atto ufficiale dei lavori di questo Consiglio.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 2 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 20 è approvato.
ART. 21 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 22 è approvato.
ART. 23 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 23 è approvato.
ART. 24 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 24 è approvato.
ART. 25 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 25 è approvato.
ART. 26 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 26 è approvato.
ART. 27 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 27 è approvato.
ART. 28 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 28 è approvato.
ART. 29 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 29 è approvato.
ART. 30 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 30 è approvato.
ART. 31 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 31 è approvato.
ART. 32 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 32 è approvato.
ART. 33 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 33 è approvato.
ART. 34 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 34 è approvato.
ART. 35 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 35 è approvato.
ART. 36 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 36 è approvato.
ART. 37 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 37 è approvato.
ART. 38 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 38 è approvato.
ART. 39 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 39 è approvato.
ART. 40 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 40 è approvato.
ART. 41 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 41 è approvato.
ART. 42 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 42 è approvato.
ART. 43 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 43 è approvato.
ART. 44 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 44 è approvato.
Prima di procedere alla votazione dell'intero testo della legge passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Masaracchio. Ne ha facoltà.



MASARACCHIO Antonino

Signor Presidente, sono certo che mi sarà consentito qualche minuto di più per quanto concordato ieri e cioè che in sede di dichiarazione di voto avrei anche potuto introdurre il pensiero politico che il Movimento Sociale Italiano intende esprimere nei confronti della politica regionale enucleata nel documento finanziario testé votato. Al di là di ogni mera considerazione di natura strettamente amministrativa, il bilancio di previsione è il documento politico più importante, quello che caratterizza una linea politica, che la qualifica e che rappresenta per l'avvenire la credibilità stessa della compagine che costituisce la maggioranza che lo sostiene.
Tutto ciò che si è detto durante questo dibattito da parte dei componenti della maggioranza rappresenta una denuncia, al di là di ogni infingimento, nei confronti della politica fallimentare dello Stato che coinvolge tutta quanta la Nazione.
Diciamo pure che, fra le parole dette a mezza voce, è stato dichiarato anche da parte dei rappresentanti della maggioranza che il fallimento della politica dello Stato, che coinvolge l'economica nazionale, è lo stesso fallimento dell'istituto regionale.
Tant'è che si pensa nel tempo di ottenere qualche particolare potere impositivo locale per fare Stato, magari staterello, visto che lo Stato non regge più il confronto con la realtà della Nazione.
Ma dato quello che si è potuto registrare da più parti, oltre che in occasione delle consultazioni, pare che le attese e i propositi non abbiano alcun fondamento di credibilità, perché ancora una volta questa Regione che si è data uno Statuto piuttosto significativo ed importante, ha disatteso ampiamente al compito istituzionale di programmare l'economia coinvolgendo le forze sociali, culturali, economiche del territorio.
Dice appunto una parte dell'art. 2 dello Statuto: "La Regione afferma che il concorso degli enti locali e l'apporto dei sindacati dei lavoratori delle organizzazioni di categoria, delle formazioni sociali e di tutti i cittadini è elemento fondamentale della politica regionale".
Noi abbiamo partecipato alle consultazioni e abbiamo registrato anzitutto una forte contestazione da parte di quelle forze, le stesse che sono citate nell'art. 2 dello Statuto, nei confronti dell'amministrazione politica della Regione, su tutti gli aspetti del possibile rapporto pregresso e futuro. Ma nello stesso tempo abbiamo anche registrato che la consultazione, così come condotta, è stata una mera audizione; fra l'altro lo stesso Assessore al bilancio, interpellato direttamente in sede di Commissione, ha dichiarato che comunque di tutto ciò che veniva portato dalla comunità nulla si sarebbe potuto fare, dato il rigore finanziario che costringe la Regione a rabberciare marchingegni di natura finanziaria per una credibilità politica che, ancora una volta, il MSI definisce finalizzata a motivi di natura elettoralistica. E qui mi rifaccio brevemente alla discussione che si è tenuta sul Piano di sviluppo regionale. In quel momento sembrava che tutte le osservazioni dell'opposizione, quindi anche del MSI, verso l'ipotesi di sviluppo di un piano non realizzabile fossero soltanto motivo di strumentale opposizione giacché (così è stato affermato in quell'occasione), comunque, un qualche avvio alla gestione dei programmi destinati al futuro lo avremmo potuto registrare in occasione del bilancio. Mi ricordo di aver detto proprio così: staremo a vedere quando avremo i capitoli di bilancio. Lo abbiamo visto. Abbiamo registrato che il Piano di sviluppo era soltanto una ipotesi; una ipotesi non realizzabile non soltanto attraverso questo bilancio, ma per le dichiarazioni degli stessi rappresentanti della maggioranza, una ipotesi non realizzabile nemmeno nel futuro. Si prevedono infatti tempi molto tristi, tutti gli Assessori lo hanno confermato, come pure i rappresentanti dei Gruppi della maggioranza; tempi in cui la Regione sarà defraudata anche di quel pacchetto che, pur non essendo una gran cosa rappresenta comunque una significativa aliquota di risorse: si tratta degli interessi attivi per il deposito presso le banche, degli stanziamenti attivati per le iniziative di carattere produttivo nell'ambito delle realizzazioni progettuali.
Di fronte a queste constatazioni, che sono incontrovertibili non tanto perché la maggioranza stessa non ha avuto argomenti sufficienti per convincerci della probità di una politica da reggicoda del disastro nazionale che le mille incongruenze causano, ma anche per via della mancanza di tranquillità nell'ambito della maggioranza che per la facciata ci ha fatto registrare una coesione inattaccabile. In effetti sappiamo che questo bilancio riflette solo il potere degli Assessori, come si è potuto verificare, nel corso di queste due giornate, attraverso quegli aggiustamenti che evidentemente cercano di mettere a posto la coperta tirata di qua e di là dagli Assessori nel momento in cui, nel chiuso della Sala Giunta, pareva loro di potere andare avanti senza problemi. Poi la realtà ha dimostrato che qualche aggiustamento bisognava operarlo. E' qui che si dimostra la coesione che la Giunta ostenta con il voto favorevole compatto a questo bilancio. In effetti è uno stare insieme per gli interessi amministrati attraverso gli Assessorati, che vorrebbero essere ministri ma che, in fondo in fondo, riescono soltanto ad essere Assessori in sedicesimo nei confronti degli amministratori del Comune di Torino. Dico ciò perché un'altra cosa che si è rilevata, e ciò è molto grave è che la Regione Piemonte, almeno per l'80%, lavora e si organizza politicamente come se fosse l'altra faccia degli interessi che vengono amministrati presso l'amministrazione del Comune di Torino, dimenticando che la Regione è molto più vasta, è fatta di Province; nelle Province ci sono le realtà degli ex Comprensori, le realtà di tanti Comuni. Addirittura nelle Province ci sono delle spinte di frazionismo, come le richieste di altre nuove Province dimostrano, che dimostrano quanto il disagio nel territorio sia enorme. Non si chiederebbe la Provincia dell'Alto Novarese affidando la competenza a Verbania, se Novara non avesse grossi problemi da risolvere.
Non si chiederebbe la Provincia di Biella se nel Vercellese non ci fossero grossi problemi da risolvere sul piano dell'economia. Questi problemi non sono stati affrontati, neppure per ipotesi, dal bilancio regionale, tant'è che taluni capitoli avrebbero dovuto avere degli stanziamenti, addirittura già prefigurati dalla Finpiemonte, e che invece hanno avuto soltanto una scritta per memoria.
Un riferimento in questo senso al Piano di sviluppo è stato da me fatto a bella posta all'inizio di questo mio intervento per significare che nel bilancio in discussione non c'è alcuna connessione con il Piano di sviluppo, c'è l'amministrazione di quelle risorse che lo Stato intende darci, configurando una elargizione di risorse che possano, anzitutto, far mantenere il potere politico a questa maggioranza che non ha più termini di credibilità economica per mantenerla, dopo aver perso qualunque altro termine di credibilità di coesione politica. E' agli occhi di tutti quello che sta accadendo oggi fra Craxi e De Mita. E' agli occhi di tutti ciò che sta accadendo a De Mita in seno alla DC. Presto vedremo che cosa potrà accadere allo stesso Craxi all'interno del PSI: già qualche cosa cominciamo a ravvisarla per quanto riguarda Martelli. Abbiamo visto anche quello che accade nel rapporto fra i liberali, i democristiani e i socialisti. Anche in quest'aula talune note espresse chiaramente dai rappresentanti del Partito liberale e del Partito repubblicano ci fanno capire che questa maggioranza non ha altra attesa che rimanere unita perché le elezioni possono essere prossime, quelle politiche, e bisogna prepararsi per le prossime elezioni amministrative.
Ci troviamo quindi di fronte a un governo regionale che non è nulla di più e nulla di meglio dei precedenti: un governo della cosa pubblica asfittico, per dichiarazione stessa degli Assessori, intrinsecamente debole, per quanto il Presidente della Giunta Beltrami si sia sforzato con la sua nota capacità dialettica e probità politica di dimostrare che le volontà politiche ci sono, ma sono volontà affidate al destino delle cose perdute per quello che si configura attraverso questo bilancio, come nell'ordine naturale delle cose che stanno alla totale inutilità dell'istituto regionale.
Contro l'istituto regionale, prima ancora che venissero istituite le Regioni, il MSI fu fortemente critico ed oppositore. Avevamo ragione e adesso abbiamo ragione insieme a voi tutti che dichiarate sottovoce il fallimento significandolo attraverso i termini di bilancio. Il MSI nella partecipazione all'amministrazione regionale ha cercato sempre di dare il proprio contributo per uno sviluppo migliore e per evitare che il fallimento compromettesse anche l'economia delle Province e dei Comuni. Ma tutto questo non sarebbe nulla se non fosse parte della crisi istituzionale, della crisi delle istituzioni che è dovuta per l'appunto al fallimento degli enti locali: non si sa bene se gli enti locali siano falliti perché la politica nazionale non ha saputo reggere nel tempo al peso del tempo che ha consumato la pratica di un regime oppure se siano stati gli enti locali a tradurre in termini di fallimento lo Stato? Lo sapremo quando avremo da operare i bilanci senza alcun infingimento, senza ciò che altri hanno voluto definire come falso, ma che in effetti rappresenta qualche cosa di non credibile e comunque da verificare attraverso gli assestamenti.
Ricordiamo ancora che la Regione Piemonte se è vero che oggi deve registrare tanto di quello che fu amministrato nel passato, nel contesto nazionale - non me ne voglia nessuno, ma questo deve essere detto anche per evitare equivoci nei rapporti dialettici che vengono affrontati quasi come per giocare ad amministrare l'azienda Regione ha rappresentato una delle prime Regioni coinvolte in fatti politici scandalistici, quindi la crisi può darsi che derivi anche da questi motivi oltre che da tutto quel pacchetto di cose che sono state denunciate come l'aggravamento del peso del patrimonio che oggi a doverlo gestire rappresenta una spesa maggiore alle possibilità che la finanza dello Stato concede.
Ricordiamo anche che la Regione Piemonte è stata una delle poche a darsi i Comprensori. Ho partecipato per molto tempo all'attività del Comprensorio di Novara (non so come si sia comportato nel tempo il Comprensorio di Verbania, penso negli stessi termini di fallimento che oggi fanno richiedere a Verbania l'istituzione della Provincia), però ricordo che quanto meno nel Comprensorio di Novara l'attività veniva esercitata con molto puntiglio e con molta diligenza nonostante la disattesa da parte della Regione delle prerogative esercitate per delega presso i Comprensori.
I Comprensori sono stati soppressi, ma il loro fallimento non fu dovuto tanto ai Comprensori, quanto al rapporto che la Regione non ha saputo tenere con essi.
Nelle consultazioni abbiamo ascoltato anche il rappresentante della Provincia di Vercelli che ha parlato in rappresentanza di tutte le Province del Piemonte. Ebbene, si è tornati a sentire questa affermazione: quali sono i rapporti concreti fra la Regione e le Province? Per la verità abbiamo visto che lo stanziamento previsto in bilancio per i rapporti con gli enti delegati non soddisfa la necessità che un giusto decentramento impone verso un possibile miglior controllo della gestione economica della Regione nel suo complesso, contro l'accentramento politico fin qui esercitato ai danni degli enti locali. C'è nelle intenzioni di darle vedremo quali saranno le deleghe che saranno date e come si vorrà veramente incidere nell'attività amministrativa coinvolgendo le comunità del territorio.
Per chiarire almeno in parte i motivi dell'opposizione del MSI, ricordo ancora il documento di analisi sullo stato della gestione della Regione Piemonte che è circolato in occasione della discussione sul Piano di sviluppo. Non voglio riferirmi, per quel che sto dicendo, all'estensore di detto documento, ma con quanta sicumera, non uso il termine iattanza, è stato presentato! Forse perché avrebbe dovuto convincerci che finalmente nella Regione Piemonte i termini del controllo sarebbero stati tali da farci credere quanto meno in questa occasione, prima ancora di sapere il destino del Piano di Sviluppo, che il controllo della gestione ci avrebbe dato sin da questa occasione un bilancio credibile.
Una frase va letta, frase che si attaglia poi alle problematiche non crebibili del bilancio; dice l'estensore di questo documento: "E' stato necessario porre mano al riordino dell'ente che sia sul piano finanziario presentava una situazione molto grave ora in via di graduale risanamento e sia sul piano organizzativo e strutturale era in attesa da troppo tempo di provvedimenti coerenti per ridefinire l'assetto interno con l'affidamento ai dirigenti, ecc.": tutto questo non esiste nel bilancio, cioè a dire lo potremo avere dopo questo bilancio per l'anno venturo, lo potremo avere fra cinque anni, ma in questo momento questo proposito è stato vanificato.
Lei capirà, signor Presidente, che a questo punto sarebbe giusto dire tutto quello che è necessario, non per giustificare la posizione del MSI ma quanto meno per far capire alla cortesia degli Assessori, dei colleghi della maggioranza, che l'opposizione del MSI non è un'opposizione strumentale, ma è un'opposizione politica che concorda con la espressa volontà di tutti loro verso un miglioramento della situazione nazionale attraverso una ristrutturazione dello Stato che parta anzitutto dagli enti locali e quindi anche dalla Regione. Ma ciò richiederebbe ben altro tempo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Non voglio fare una dichiarazione di voto classica perché sono già intervenuto varie volte.
Il giudizio negativo non va ripetuto troppe volte perché quando è chiaro è inutile ulteriormente motivarlo. La spiegazione va data invece al perché ci siamo tenuti tutti qui fino a quest'ora; è stato non decisivo, ma certo molto rilevante.
Abbiamo inteso, attraverso l'illustrazione degli emendamenti di una manovra finanziaria a largo raggio, portare all'evidenza dell'assemblea, e soprattutto proporla provocatoriamente alla Giunta, la forza dei fatti.
Il dibattito ci ha dato ragione. Più che non gli Assessori che si sono associati nell'auspicio di quanto sarebbe stato bello accogliere gli emendamenti (cosa in sé un po' di corto respiro), mi pare di dover rilevare che i 30-35 miliardi complessivi con cui abbiamo proposto di introdurre emendamenti hanno significato la forza dei fatti. La divisione e l'imbarazzo all'interno della Giunta, che non va rimarcata più di tanto, è però frutto della forza di questi fatti.
Perché ho voluto spiegare questo? Ho voluto spiegarlo perché ho avuto modo di parlare con i colleghi, almeno questo è un vantaggio, e a chi mi parla devo delle risposte. Chi sta attento, chi giudica, chi esamina comportamenti è molto più degno a mio avviso di risposte che non chi è indifferente.
Sapevamo che non potevano essere accolti tutti gli emendamenti ritenevamo però che se non si fosse arrivati con questa specie di armatura di gabbie di ferro con cui si è presentato Beltrami, forse una manovra possibile (6-7-8 miliardi nei posti più significativi) sarebbe potuta avvenire e avrebbe rappresentato un segnale del tener conto che i fatti sono assolutamente duri e non è vera quindi la teoria, che al fondo noi abbiamo derivato da questo dibattito, che non c'è niente da fare, che tutto quello che si poteva fare l'ha fatto la Giunta e che avendolo pure fatto male, e ne siete consapevoli, non c'è più niente da dire.
Spiegato quindi il perché ci siamo tenuti tutti qui dentro, spiegato nel senso che non è agevole, voi portate a casa il risultato di quello che la Giunta ha deciso, più o meno soddisfatti lo portate a casa, noi in realtà portiamo a casa solo il significato di un nostro atteggiamento: porteremo a casa - e ne siamo soddisfatti - l'avere capito ulteriormente alcune cose e quindi confermando un giudizio di molta negatività del come stanno le cose e quindi di chi alle responsabilità non può sfuggire per quanto cerchi di debellarle.
Per quanto ci riguarda credo sia nostro dovere portare a conoscenza dei cittadini il livello di sclerosi multipla in cui è caduta questa istituzione e a cui pare non si possa porre rimedio, perché quando ci si viene a dire che andrebbero bene le cose, ma non si può, sono sicuro che non ci avete provato, neppure per una certa quota.
Data questa spiegazione, aggiungo che in realtà volevo cogliere l'occasione per ringraziare i miei compagni e segnatamente due che hanno lavorato bene, come sanno il Gruppo DC ed altri Gruppi. Paganelli usava con qualche furbizia, terrorizzarci tutti sulla fatica che avrebbe fatto sul bilancio, però mai il Gruppo DC, anche se poi la sua incisività politica c'era, si è impegnato e speso in una così puntuale ricostruzione attraverso gli emendamenti, di un tentativo di disegno alternativo. Questo è dovuto a due compagni e chiudo non solo per lodarli, ma per dire che se il governo ombra noi non l'abbiamo ancora costituito, abbiamo cominciato ad allenare due Assessori, ombra per adesso. Speriamo che un bel voto elettorale nel 1990 li faccia sedere di là a dimostrare quello che sanno fare. E questi due sono in grado di farlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Noi non abbiamo problemi di ombre, ma il governo vogliamo farlo alla luce del sole e quando avremo i numeri per farlo sarò abbastanza giovane ancora, continuo ad essere il più giovane della compagnia, quindi c'è tempo.
Anch'io sono animato dal duplice sentimento che esprimeva il collega Bontempi: la frustrazione per portare a casa un bel niente (non in termini di soldini che naturalmente non erano diretti alle nostre tasche, ma in termini dialettici, di disponibilità ad ascoltare i reciproci argomenti e quindi trarne le conseguenze più opportune, ma alla luce dei ragionamenti portati) e la fierezza di averci provato.
Per quanto ci riguarda, se le difficoltà del Gruppo comunista sono grandi, per un Gruppo microscopico sono grandissime. Noi avevamo prospettato una manovra di riequilibrio attraverso la movimentazione di 9 miliardi circa che presupponevano delle scelte di campo e di priorità alternative. Da questo punto di vista non è stato colto, perché non è possibile che in questo contesto si presti attenzione a tanto! Non abbiamo prospettato un aumento inconsulto della spesa, abbiamo accettato in termini dialettici i vincoli di riferimento generale, cioè i soldi a disposizione e proposto dei movimenti dentro le risorse disponibili, quindi facendo proposte non condivisibili per altre scelte politiche, ma praticabili proposte che certo non superavano i limiti congeniti del testo legislativo che si sta approvando e di cui si è parlato ampiamente stamani e ieri. Un testo legislativo che è stato qui difeso ad oltranza da una valanga di parole, più del suo solito, da parte del Presidente Beltrami. Una valanga di parole che mi preoccupa perché tende ad occultare le scelte politiche che, dietro le parole e dietro la trincea del "non possumus", pure vengono fatte.
Da questo punto di vista non ci sfugge che questo modo di rapportarsi agli argomenti, che l'opposizione ha portato qui dentro, abbia in verità una finalità politica ben chiara, appunto nell'occultare la realtà delle cose, che è quella di praticare un atto di non belligeranza all'interno della coalizione governativa. E non sfugge a nessuno che siamo in presenza di una pace armata fra le varie componenti politiche della maggioranza.
Avevo preparato, per l'intervento generale, un ragionamento più ampio che naturalmente non vi faccio. Naturalmente non sfugge come le uniche spese aumentate rispetto allo scorso anno sono quelle dell'organizzazione istituzionale e quella della sanità con le ulteriori specificazioni che abbiamo potuto fare nell'illustrazione degli emendamenti. Non sfugge perch dietro c'è evidentemente questa scelta di rafforzamento di uno stile, che in questi anni abbiamo visto realizzato ed è quello di galleggiare sui problemi, di non scegliere mai, e comunque quando si sceglie, si sceglie sulla base della legge del più forte, anche lì al vostro interno, fra voi che sedete sui banchi del governo.
Da questo punto di vista è davvero molto emblematica - e davvero non voglio insistere più di tanto sull'argomento, altrimenti l'Assessore Maccari richiede la parola per fatto personale - questa scelta. A proposito dei tagli e sulle consulenze esterne l'Assessore Maccari l'unico argomento che ha portato è stato: "abbiamo già dato lo scorso anno", come se questo fosse un argomento! La verità è che bisognerebbe, per quanto riguarda in particolare il settore della sanità, far funzionare questa grande macchina che assorbe la stragrande maggioranza delle risorse regionali.
Ho finito, colleghi. Nel mio ragionamento c'è un rammarico: non giungerà alla società civile nessuna eco, se non pallidissima, degli sforzi fatti. Una società civile che però misurerà sulla propria pelle - quella società civile che più ci sta a cuore, signor Presidente - le scelte non fatte o meglio quelle scelte sbagliate che si vanno facendo.
Nell'annunciare, come è ovvio, il voto contrario del sottoscritto voglio ringraziare comunque quegli Assessori che hanno preso in considerazione attenta, magari per rigettarli, però hanno voluto considerare gli argomenti che sono stati prospettati da questi banchi: non sono tanti, per cui, come dire, non ci si mette nemmeno molto a ringraziarli.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.
Esaminiamo infine il progetto di legge n. 455.
ARTICOLO UNICO - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri.
L'articolo unico è approvato.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,45)



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