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Dettaglio seduta n.188 del 19/04/89 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


ROSSA ANGELO



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni e interpellanze" viene esaminata l'interrogazione n. 1734 cui risponde l'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore al lavoro

In risposta all'interrogazione dei Consiglieri sul contrastato presente e sull'incerto futuro dell'Amiantifera di Balangero per la pericolosità dell'amianto in primo luogo e per la latitanza, almeno in questi ultimi tempi, dell'attuale titolare della concessione della miniera, l'Assessorato al lavoro, come già anticipato verbalmente agli interroganti giorni addietro, è concretamente in grado di testimoniare una costante presenza e un fattivo impegno che mi auguro possa nei prossimi giorni giungere anche ad una prima soluzione dei problemi relativi a questa situazione che si riferisce a 206 dipendenti occupati nella Amiantifera localizzata a Balangero nelle valli di Lanzo e che rappresenta per la verità uno dei pochi presidi occupazionali in una vallata certo non ricca di prospettive sul piano delle attività industriali e delle ricadute occupazionali.
La gravità dei danni derivabili ai lavoratori per la mancata corresponsione dei salari a far corso dall'1/1/1989 e i pericoli anche per la salute delle popolazioni circostanti in ordine al problema di impatto ambientale che è una delle preoccupazioni che deve vedere attenti in prima misura gli enti locali, assumono un particolare significato anche alla luce del fatto che se la miniera dovesse essere semplicemente abbandonata creerebbe ulteriori problemi anche su questo versante.
E' noto che gli attuali concessionari, gli ultimi della serie, i fratelli ing. Puccini, malgrado la loro riluttanza, furono indotti a partecipare di persona e con loro rappresentanti a numerosi incontri in questi ultimi mesi presso la Regione Piemonte e l'Unione Industriale di Torino.
L'Assessorato fu intensamente presente anche in loco, a Balangero, con suoi rappresentanti e funzionari, nei locali stessi della miniera, dove questa problematica, che ha sì la valenza di tutela dei livelli occupazionali, ma anche la necessità di creare un rapporto attento per quanto riguarda l'impatto sul territorio, aveva creato divergenze sindacali che sono state in parte superate.
Continui contatti con l'Ispettorato provinciale del lavoro e con il Distretto minerario per il Piemonte consentiranno uno svelto iter burocratico intanto della domanda di CIGS, giustificata peraltro dal taglio per morosità della fornitura di energia elettrica e del gas eseguito il 13/3/1989; tali forniture rappresentano condizioni fondamentali per l'attività della miniera. Nei giorni scorsi, a seguito di interventi da parte dell'Assessorato (interventi personali dell'Assessore) nei confronti della dirigenza Enel e Italgas, sono state ripristinate le forniture di energia elettrica e gas che hanno concesso la possibilità di proseguire i lavori, creando così le condizioni per terminare una importante commessa che è intanto condizione per reperire della liquidità e quindi tale da consentire il pagamento di arretrati significativi che avevano creato i presupposti dell'interruzione della stessa fornitura.
L'avvio di solleciti contatti con il possibile nuovo gestore che in questi giorni stiamo attivando e che i concessionari Puccini non avrebbero voluto, almeno in una prima battuta, in rapporto diretto con l'Assessorato stanno dando alcune indicazioni che noi ci auguriamo possano essere positive.
Per l'Assessorato fin dalle prime difficoltà il problema ambiente salute fu capito e sullo stesso piano fu posto il salario arretrato che dall'1/1/1989 non veniva corrisposto ai lavoratori e soprattutto il reimpiego di tutti i lavoratori nella miniera nonché lo studio fra le iniziative possibili, di un piano di sviluppo socio-economico che deve essere l'elemento portante per tutte le valli di Lanzo.
Nell'affrontare questo problema l'Assessorato ha sempre coinvolto e coinvolgerà gli enti locali che sono direttamente interessati (Comuni e Comunità montane) come collegamento funzionale di una situazione che ha una duplice medaglia: la difesa dei livelli occupazionali e un'attenta gestione del territorio.
In concreto la Regione Piemonte e le Organizzazioni sindacali hanno indotto la società concessionaria ad accettare che l'amianto ancora nel magazzino fosse pagato per contanti dagli acquirenti e questo denaro fresco venisse subito utilizzato per pagare i salari arretrati (gennaio e febbraio 1989) già liquidati nei giorni scorsi ai lavoratori, e fossero pagate le bollette arretrate dell'Enel e dell'Italgas, enti ripetutamente interpellati dalla Regione e nei limiti delle loro facoltà dichiaratisi in pratica estremamente disponibili.
L'ormai altrettanto noto incontro che con il rappresentante della Panasbestos, società internazionale che ha sede a Ginevra, si è svolto il 7 aprile u.s., presso la Regione Piemonte, ha avuto come argomento principale l'acquisto della miniera; è stato inoltre approfondito il discorso della funzionalità di questa, l'occupazione di tutto l'attuale organico e la puntualità dei pagamenti salariali.
La Regione ha anche posto ai possibili acquirenti la questione del recupero al verde della discarica con metodi più aggiornati e l'igiene interna ed esterna alla miniera. Mi auguro che nei prossimi giorni si possa giungere ad una sigla di precontratto con questa grande società internazionale, che è la ditta più grande che produce e commercializza amianto nel mondo.
Le risposte del rappresentante della ditta (che mi auguro entro la prossima settimana possa darci una risposta definitiva) sono state positive su tutti i versanti che abbiamo aperto e in particolare sul recupero ambientale prevedendo altresì un organico non in diminuzione, ma eventualmente in aumento dei 206 dipendenti della miniera. Per quanto riguarda il recupero ambientale il rappresentante della società, dott.
Schecter (socio della società), chiede la collaborazione stretta e si è dichiarato disponibile ad incontrarsi tempestivamente con gli enti locali insistenti sulla zona non solo per dichiarare la volontà, ma anche per verificare insieme le capacità tecniche della sua società a far fronte insieme alla normale attività mineraria, al recupero ambientale e all'igiene sia dentro che fuori dello stabilimento minerario.
Inoltre, il futuro dell'uso dell'amianto ha indotto questo Assessorato (seguendo un discorso fatto per altre interrogazioni che mi permetto di fare anche se non è competenza diretta di questo Assessorato) a richiedere un incontro già sollecitato. Domani in un pre-incontro (attraverso la presenza di un funzionario) sarà fissata la data dell'incontro presso il Ministero dell'Industria al quale dovranno partecipare, oltre ai gestori della miniera e i rappresentanti della Regione Piemonte, il Ministero del Lavoro e il Ministero dell'Ambiente.
In sintesi, la complessità della vertenza amiantifera (come in passato non è sfuggita e non sfuggirà all'attenzione di questo Assessorato) non deve e non dovrà far perdere di vista l'occupazione dei 206 lavoratori la cui salute, e non solo di essi, va garantita, unitamente al razionale ripristino nella zona che fino a quando sarà consentito l'uso dell'amianto è legato all'attività mineraria i cui profitti dovranno affrettarne la realizzazione.
Nel frattempo, per affrontare qualsiasi evenienza confermo l'impegno della Regione e degli enti locali che continuerà nella ricerca di soluzioni occupazionali alternative, e non solo queste, per tutta la comunità delle Valli di Lanzo. Siamo inoltre disponibili ad aggiornare, proprio per il percorso accelerato che abbiamo fatto in queste settimane sulla vertenza gli sviluppi del calendario indicato in questa prima risposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Devo prendere atto, signor Presidente, della tempestività insolita, per i tempi di questo Consiglio e della Giunta, con cui l'Assessore Cerchio ha risposto alla nostra interrogazione riguardante la questione ormai annosa della cava d'amianto di Balangero.
Assessore, non ho capito bene il nome della Società: Panasbestos? Se così fosse, il nome non è augurale: in greco "pan" significa tutto, da "asbestos" asbestosi, quindi "tutto asbestosi", è troppo anche dal punto di vista della nomenclatura! L'asbestosi è una malattia respiratoria cronica legata alla proprietà delle fibre di asbesto, è una malattia polmonare che tende ad evolvere verso l'insufficienza cardiaca ed una volta che si è stabilita non è più possibile guarirla.
Ho richiamato questo dato etimologico per rimarcare i problemi di natura ambientale che si pongono, ai quali l'Assessore ha fatto un accenno abbastanza vago e generico. Perché? Perché quando non si parla di tempi quando non si entra nel merito dei contenuti dei problemi da risolvere, è evidente che le buone intenzioni restano tali. D'altra parte, mi sarei atteso un minimo di coordinamento tra l'Assessorato al lavoro l'Assessorato all'ambiente e l'Assessorato alla sanità. Questo coordinamento non c'è stato, eppure ci troviamo di fronte alla cava di amianto più grande d'Europa che produce un impatto ambientale notevolissimo tanto da fare registrare nell'area di Ciriè, Balangero e Comuni limitrofi un tasso altissimo di tumori alla laringe. I problemi da affrontare sono molti, tra essi quelli relativi all'occupazione ed alla salute pubblica.
Sappiamo che è in corso un progetto-obiettivo per compiere le indagini epidemiologiche sulle popolazioni, ma non se ne sa più nulla da tempo. Vi è poi il problema da noi posto nell'interrogazione, al quale lei ha anche accennato, della necessità di predisporre di un Piano di sviluppo socio sanitario dell'intera zona. Da qui la necessità di coordinare le iniziative.
Il decreto del Presidente della Giunta regionale n. 773/84 (citato nella nostra interrogazione) è stato disatteso completamente dall'attuale proprietà dell'Amiantifera. E' un decreto che autorizza all'esercizio dell'attività mineraria, però impone numerose prescrizioni...



CERCHIO Giuseppe, Assessore al lavoro

Non è un decreto che devo applicare io.



ADDUCI Donato

Qualcuno dovrà applicarlo! Il Presidente della Giunta, in tutt'altre faccende affaccendato, dovrebbe...



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Mi ha nominato un paio di volte...



ADDUCI Donato

Prima si trattava del Presidente dell'altra Giunta. Adesso nella continuità istituzionale chiamo in causa lei, ma vedo che è impegnato in altre faccende.
Nel decreto del Presidente della Giunta (i cittadini hanno a che fare con le istituzioni, non con i Presidenti che vanno e che vengono) n. 773/84 si prescrivono molte condizioni, tra le quali una delle più rilevanti - a mio avviso - è quella del recupero ambientale dei depositi di amianto. Si dice alla lettera e): "dovranno essere realizzati, a protezione delle pendici dall'effetto erosivo delle precipitazioni, i lavori di inerbimento di cespugliamento, di rimboschimento e relative fertilizzazioni secondo le modalità e la cronologia previste nel piano generale di sistemazione e recupero delle discariche abbandonate". Quindi, parliamo delle enormi discariche di amianto abbandonate che si trovano nei Comuni di Balangero di Corio e di Rocca.
"Pertanto - e qui vi è una prescrizione temporale, finalmente - dette opere dovranno essere completate ivi compresi i risarcimenti e le cure colturali entro il 31/12/1988".
Signor Presidente, questo termine è decorso da quattro mesi: non v'è assolutamente traccia di alcun recupero ambientale. Ma non si tratta di un problema estetico! E' un problema legato alla salute della gente, in quanto il recupero ambientale impedisce alle fibre di amianto di volatilizzarsi.
Allora, le chiedo formalmente, signor Presidente, di far rispettare l'applicazione del decreto scaduto, altrimenti dobbiamo desumere che un decreto del Presidente della Giunta regionale è paragonabile ad una "grida manzoniana".
Dall'altra parte, sarebbe necessario che questo decreto venisse modificato, per una ragione molto semplice: aspettare che le scorie di amianto diventino delle enormi montagne, per poi imporre il recupero ambientale, significa non ottenere risultati concreti, come stiamo vedendo.
Quindi, occorre imporre alla nuova proprietà (nell'ambito di quella disponibilità di cui l'Assessore Cerchio ha parlato) il ripristino ambientale man mano che le scorie di amianto vengono portate all'esterno.
Questa potrebbe essere, tra l'altro, una via per controllare in tempi certi e brevi tutto ciò che avviene e quindi anche il rispetto del decreto stesso.
Concludendo, ritengo che la risposta data dall'Assessore Cerchio alla nostra interrogazione sia largamente insoddisfacente. Chiediamo che la Giunta regionale si faccia carico, nel suo insieme, delle problematiche esistenti, che proceda, indicando i tempi, all'elaborazione di un piano di sviluppo socio-economico per le Valli di Lanzo, che faccia rispettare il decreto, che segua molto da vicino l'attività del nuovo imprenditore che dovrebbe rilevare la miniera, in quanto abbiamo ragione di ritenere che il nuovo proprietario, come peraltro anche i vecchi proprietari, procederà semplicemente ad uno sfruttamento intensivo della miniera stessa aggravando ulteriormente le condizioni di quei lavoratori e degli abitanti di quelle zone.
Occorre quindi agire in base ad un disegno preciso, mirato, che tenga conto da un lato del futuro che, per fortuna è quasi finito, dell'amianto.
Dunque, se l'amianto - come mi auguro e spero fortemente non ha futuro o avrà un futuro molto breve, dobbiamo fare attenzione a che il nuovo proprietario non approfitti della situazione, ma il Presidente del Consiglio è distratto, il Presidente della Giunta mi guarda...



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Sto prendendo nota, va bene?



ADDUCI Donato

Dicevo, mi guarda, mi guarda esterrefatto.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Sto annotando quello che lei dice. Chiederò il testo stenografico di quello che ha detto e lo passerò all'autorevole collega che segue l'ambiente. Si tratta di un decreto del '74, disatteso per undici anni dalle Giunte di prima e solo per quattro anni da questa Giunta.



ADDUCI Donato

Presidente, per essere chiari: il decreto è del 1984. La scadenza delle opere era prevista per il gennaio 1988, quindi il problema delle Giunte di sinistra non esiste, avete dormito per tre anni, questa è la realtà! Ora occorre un intervento coordinato, forte ed autorevole della Giunta per fare rispettare il decreto, per fare in modo che i ripristini ambientali avvengano, per formare il piano socio-economico di cui parlavo, poiché si deve ipotizzare la chiusura della miniera della cava di Balangero in tempi brevi, il suo ripristino ambientale e l'impiego di quei lavoratori in altre aziende nell'ambito del piano socio-economico. Solo in questo modo si potrà dire che il problema sarà affrontato con serietà, altrimenti ci troveremo di nuovo, da qui a tre-quattro anni, nelle stesse condizioni e questo è francamente intollerabile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Per l'ennesima volta sottolineo che interrogazioni analoghe sullo stesso argomento e sulle stesse questioni, sollevate dal sottoscritto, non ottengono risposta. L'ho già fatto un mese fa. Devo annotare soltanto questo: se l'interrogazione viene rivolta in maniera esplicita all'Assessore Cerchio e prende in esame i problemi occupazionali dell'Amiantifera trova risposta e poi dà modo al collega Adduci di intervenire su materie di altra rilevanza e di altre competenze, come quelle del Presidente della Giunta regionale e dell'Assessorato alla sanità.
Gli stessi problemi: il mancato rispetto del decreto relativo alla messa in sicurezza del materiale di discariche di risulta, le condizioni di lavoro e sanitarie sia dei dipendenti sia del territorio circostante, sono state sollevate ugualmente in più distinte interrogazioni da parte mia collegate anche al problema generale della diffusione dell'amianto nella nostra Regione.
La stessa cosa si può dire in merito alla situazione di Santhià, dove si risponde solo sui problemi occupazionali, che sono certamente rilevanti tra l'altro va dato atto all'Assessore Cerchio della tempestività nell'intervenire sui problemi. Però, per quanto riguarda la Galfer l'Eternit, Cavagnolo, la Magliola di Santhià i problemi occupazionali legati a queste aziende non possono prescindere da una valutazione e considerazione di carattere generale sulla logica che si prosegua a lavorare e a trattare l'amianto.
Chiedo al Presidente del Consiglio e della Giunta: c'è una sede, ci sarà un modo per riuscire a mettere insieme questi pezzi di competenze diverse? Altrimenti sono costretto a rivolgere anch'io all'Assessore Cerchio domande e richieste su materie che so non essere di sua competenza.
Il problema è grave, perché tutta la vicenda amianto in questa Regione dal punto di vista sanitario ed ambientale viene elusa regolarmente da parte della Giunta nel suo complesso. Ripeto che sono cinque o sei le interrogazioni sull'argomento, e non può essere lasciata all'Assessorato al lavoro la trattazione di questa materia, quasi fosse solamente un problema occupazionale o di capitali stranieri. Su questo chiedo una risposta da parte della Giunta e dell'insieme delle sue competenze.



PRESIDENTE

La Giunta ha preso nota e cercherà di fare in modo che quando i problemi investono più competenze le risposte siano il più possibile unificate per evitare che si ritorni sull'argomento più di una volta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Interrogazione n. 1630 dei Consiglieri Sestero, Calligaro, Acotto, Dameri e Staglianò inerente l'assistenza alle persone affette da talassemia grave


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1630 cui risponde l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Attualmente nella Regione Piemonte l'assistenza ai talassemici viene assicurata, in modo completo ed esauriente, dalle varie Divisioni di Medicina, Ematologia e Pediatria, con l'apporto dei Servizi di Immunoematologia e Trasfusionali per la parte di loro competenza.
Per quanto concerne Torino e cintura, i pazienti già assistiti presso l'Ospedale Infantile Regina Margherita, raggiunta l'età adulta, sono affidati alle Divisioni di Medicina Generale dei proff. Gavosto e Resegotti, con appoggio alla Banca del Sangue per le prestazioni trasfusionali in regime di day-hospital.
Questo trasferimento ha comportato, in alcuni soggetti, crisi di adattamento al nuovo sistema organizzativo trovato presso le Molinette sicuramente meno familiare e protettivo di quello a cui erano abituati, fin dalla nascita, al Regina Margherita.
Punto nodale del problema è invece la grave situazione in cui si trova da anni l'assistenza ematologica a Torino, naturale polo di riferimento regionale, nonostante disponga di unità ospedaliere ed universitarie di notevole valore clinico e scientifico.
Si concorda con gli interroganti che sia indispensabile realizzare una integrazione delle specifiche competenze scientifiche ed assistenziali per la prevenzione, diagnosi precoce e cura della talassemia e delle altre patologie di tipo ematologico al fine di mettere a disposizione di tutti gli utenti le prestazioni di maggior livello, indipendentemente dal Reparto e dall'ospedale di cura.
La necessità di una stretta integrazione e di un coordinamento funzionale assume ancor più rilevanza per quelle attività scientificamente e tecnologicamente più avanzate, come ad esempio i trapianti di midollo o la diagnosi prenatale mediante lo studio del DNA ottenuto da villi coriali che implicano il coinvolgimento dell'Istituto di Genetica.
Coerentemente a tali risultanze, la proposta di PSSR 1989/1991, in via di stesura, prevedrà la costituzione di un Dipartimento Ematologico che comprenda unità, universitarie ed ospedaliere, degli Ospedali Molinette Regina Margherita e Sant'Anna.
Si ritiene infine che quando, con l'impegno di tutti, questo Dipartimento diventi effettivamente operante, la sede fisica di assistenza ai talassemici sia che resti sdoppiata fra i due Ospedali (Regina Margherita e Molinette), sia che si decida, come già richiesto dall'Associazione, di unificarla in un unico centro al Regina Margherita non sarà più un problema di assistenza sanitaria, bensì esclusivamente di opportunità logistica.
Per quanto attiene alla problematica dell'inserimento lavorativo in ambiente idoneo, è evidente che tale aspetto non può essere affrontato dal Servizio sanitario, ma deve rientrare nell'ambito degli interventi previsti per sostenere, promuovere e facilitare tale inserimento per i soggetti portatori di handicap.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sestero.



SESTERO Maria Grazia

Signor Presidente, l'Assessore dice di concordare con l'impianto delle richieste avanzate più volte dall'Associazione che rappresenta le famiglie dei bambini talassemici, e di ritenere giusto il tipo di richiesta. Però io riscontro questa affermazione con un po' di stupore, cioè se si ritiene che questa sia la direzione attraverso cui dare risposta a questo problema, mi stupisce che iniziative concrete, che potevano essere fatte da tempo, non si siano ancora assunte.
Si richiamava il problema degli adulti come problema che si è affacciato negli ultimi tempi grazie alle cure che hanno permesso di far sopravvivere gli affetti da talassemia.
Assessore Maccari, non è tanto un problema di dimensione familiare protettiva, secondo me, quanto di mettere, attraverso le forme dell'assistenza sanitaria continuativa e unificata, i malati in condizione di non essere esposti alla discontinuità dell'assistenza. Questo è un tipo di malato che va controllato, va assistito in modo continuativo e periodico. Come lei ben sa, bisogna metterlo in condizioni di affrontare un iter di vita di per s' faticoso con la necessaria tranquillità, ma anche con le garanzie di una assistenza continuativa: l'ammalato deve essere seguito sempre nello stesso modo e non affidato ora ad un pezzo del Servizio sanitario, ora ad un altro. La questione dell'assistenza agli adulti non credo possa aspettare il futuro Piano socio-sanitario, che da tempo attendiamo, nel quale si prospetta l'unificazione del servizio ematologico. La richiesta è che ci sia un punto di riferimento sicuro per gli adulti che riguardi tutta l'assistenza sanitaria, quindi anche la ricerca e l'individuazione di terapie più radicali che ormai esistono.
Vorrei partire da due dati: a Ferrara, zona un tempo tra le più colpite, la talassemia è stata pressoché debellata; in Sardegna si è passati ormai da 100 casi annui a 5/10 casi annui. Ciò significa che con la prevenzione, con la diagnosi prenatale, con interventi nuovi come i trapianti di midollo (forse è cosa che già si avvia ad uno sbocco certo con l'intervento sui geni) la talassemia è una malattia che può essere assolutamente debellata. Il problema è di capire se a Torino e in Piemonte c'è un punto - cosa che a me pare non ci sia e di cui ci si lamenta - che possa garantire tutto lo spettro di questi interventi di prevenzione, di ricerca e di sperimentazione (trapianti) a cui i malati di anemia mediterranea possono fare riferimento in modo certo. A me pare che manchi nella risposta dell'Assessore la consapevolezza che si tratti di un fenomeno che fortunatamente è limitato nella quantità in Piemonte che attraverso un insieme di interventi di vario tipo, può essere azzerato perché questa è la situazione dell'anemia mediterranea, come è avvenuto in altre realtà. Di fronte a un fenomeno e ad una patologia di questo genere deve esserci un progetto unitario che si prefigga l'obiettivo della riduzione fino alla sparizione di questa malattia.
Credo che interessi poco alle famiglie, che vivono questa esperienza dura che, grazie allo sviluppo della scienza, lascia intravedere prospettive migliori, che alcuni aggiustamenti nel Servizio sanitario previsti dal Piano, che vedremo in futuro, possono rispondere a una parte del loro problema.
Avrei preferito sentire dall'Assessore che c'è un impegno sull'intero pacchetto, trovando soluzioni che a me non paiono impossibili: ci sono gli spazi, i reparti, le strutture per istituire questo centro e per la ricerca che non vengono attivati. All'ospedale Regina Margherita e all'ospedale San Giovanni pare che queste soluzioni ci siano. Le risorse umane per la ricerca professionale possono essere reperite anche in Piemonte, non vedo perché dobbiamo essere anche in questo campo secondi ad altri. Ad esempio i trapianti di midollo che danno una percentuale altissima di riuscita (paiono essere ormai sicuri) si fanno a Pescara e a Pesaro, non si fanno a Torino, mentre credo che rispetto alla presenza di questi malati e all'esperienza che qui si è accumulata, anche Torino potrebbe essere un campo di applicazione.
Se non c'è volontà pregherei l'Assessore di verificare più attentamente, al di là del rinvio al Piano sanitario, cosa concretamente subito si può attivare per dare risposta a queste esigenze, sapendo che non è qui in discussione la riforma sanitaria, il funzionamento della sanità con tutti i suoi problemi: si tratta di affrontare la questione con un progetto che ha dimensioni limitate che può mettere in campo soluzioni che rispondono all'articolazione di problemi che questi malati presentano sapendo anche (non casualmente nell'interrogazione si è fatto riferimento all'associazione) che siamo di fronte ad una realtà dove c'è una grande risorsa, cioè un'associazione che è quella dei familiari che opera con un contributo fattivo nella gestione di questa malattia dei loro familiari che permette anche un intreccio (il famoso intreccio tra pubblico e privato di cui spesso parliamo) e una presenza attiva di sostegno al servizio pubblico.
Prego l'Assessore, se è possibile, di riverificare la questione, magari anche con l'associazione, e dare risposte in tempi accettabili, più rapide e positive perché non mi pare che questa risposta, che fa riferimento a disfunzioni esistenti, ad ipotesi avveniristiche di Piano sanitario, possa dare fiducia a chi quotidianamente vive nella sua famiglia questo dramma perché è un fenomeno - fortunatamente limitato - che crea condizioni di disagio di vita non solo per il malato, ma per chi lo assiste, non indifferenti.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazioni n. 1545 dei Consiglieri Adduci, Bontempi, Bresso e Calligaro e n. 1551 del Consigliere Ala inerenti la ditta Turin Port di Via Artisti 15 a Torino


PRESIDENTE

Esaminiamo ora congiuntamente le interrogazioni nn. 1545 e 1551.
Risponde l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

La ditta Turin Port di Via Artisti 15 effettua le lavorazioni di piccola carpenteria con produzione di copritermo oltre alla riparazione di tende veneziane, avvolgibili e porte pieghevoli.
Le macchine operatrici utilizzate sono costituite da: trapani, una saldatrice, un tornio ed una tranciatrice. Un solo operaio risulta essere occupato.
La USSL di Torino, sin dal gennaio 1985, procede periodicamente al controllo delle condizioni igienico-sanitarie dell'ambiente nonché della sicurezza ed igiene del lavoro.
Nel corso di tali controlli - gli ultimi sono stati eseguiti nello scorso dicembre - non sono state accertate inosservanze alle vigenti normative sulla tutela igienico-sanitaria, ivi compresa la legislazione specifica in materia di salubrità dell'aria che, a parere dei firmatari degli esposti, sarebbe inquinata da vernici e solventi utilizzati nell'azienda.
A tal proposito la titolare dell'azienda ha dichiarato, ai tecnici dell'USSL locale, che le operazioni di verniciatura vengono fatte eseguire presso altra azienda specializzata, e che in precedenza venivano saltuariamente eseguite operazioni di verniciatura solo di piccoli quantitativi di particolari metallici utilizzati nella costruzione dei copritermo.
Durante l'ultima ispezione non sono stati riscontrati nei locali odori molesti e si è constatato che il riscaldamento degli ambienti avviene mediante stufa funzionante a gas di città.
Il personale tecnico dell'USSL ha altresì parlato con alcuni inquilini firmatari delle varie denunce per conoscere lo stato di fatto e verificare che le informazioni date dalla titolare della ditta corrispondano al vero.
Le informazioni raccolte sono discordanti, infatti mentre affermano di aver firmato l'esposto solo per simpatia nei confronti del primo firmatario, dichiarano altresì che in ore particolari, oltre le ore 17 vengono talvolta eseguite operazioni di verniciatura con attrezzatura mobile che viene successivamente portata via dai locali e che durante le operazioni una persona controlla l'ingresso di Via Artisti.
La Regione non ha rilasciato specifiche autorizzazioni. Questo Assessorato ha invitato l'USSL ad effettuare tutti i controlli necessari ivi compreso l'esecuzione di ispezioni oltre le ore 17 e di rilievi ambientali.
La rilocalizzazione delle aziende è compito specifico del Comune il quale all'interno del Piano Regolatore Generale Comunale deve tenere conto delle realtà esistenti. Abbiamo fatto presente all'Amministrazione comunale la necessità di predisporre strumenti urbanistici e di sviluppo al fine di tutelare la salute pubblica e dell'ambiente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

La risposta fa, sotto certi aspetti, cadere le braccia. Perché è sempre la stessa risposta, che sentiamo ogni volta. Se si chiedono controlli, i controlli vengono fatti e si dice che tutto è regolare. Poi si richiedono altri controlli, perché forse dopo le ore 17 avvengono le altre cose. Poi si potrebbe rilocalizzare, ma non è di nostra competenza.
Alla fin fine, per questo tipo di lavoro - dice l'Assessore - vi è un solo addetto, che però è capace di inquinare e distruggere la vita, la calma, il riposo e la serenità di un intero condominio. Qui siamo a livello di quella che in piemontese si chiama una "boita".
Non è ben chiaro che cosa avvenga lì dentro: la risposta dell'USSL e dei cosiddetti enti competenti è una risposta burocratica, di uno che è passato di lì una volta a vedere che cosa succede.
Dall'altra parte, si dice ancora che ci sarebbe una persona un po' arrabbiata dello stabile e tutti gli altri firmano per simpatia, per fargli un piacere. Si tenta di ridurre questa vicenda alla dimensione di una bega da condominio in cui qualcuno disturba qualcun altro.
Per quanto mi consta questa sottovalutazione e questo ridimensionamento incredibile del caso non è assolutamente in grado di dare conto di quella che è la situazione. Bisognerebbe che fosse chiaro che queste cose si chiudono. Questo è uno solo dei casi presenti in città di attività industriali inquinanti su piccolissima scala, svolte all'interno dei condomini, nei garage e in fabbricati di questo genere; mentre si fanno i PPA o i Piani regolatori bisognerebbe essere capaci di dire una buona volta "basta!". Altrimenti il metodo è selvaggio, altrimenti chiunque potrebbe fare quello che crede - se lo fa in piccola scala, in piccole dimensioni all'ora che vuole e con quali precauzioni ritiene.
L'Assessore ha detto che non ci sono competenze regionali. Ma hanno una qualche autorizzazione di qualsiasi genere questi soggetti? Qualcuno ha dato dei permessi? Questi scaricano comunque in atmosfera, producono comunque rifiuti - probabilmente scaricano nel tombino dietro casa - e queste microattività hanno un impatto devastante anche dal punto di vista sociale per quanto riguarda la tranquillità dei rapporti e la vivibilità della città.
La risposta rispetto a tutto questo, burocraticamente ineccepibile, è comunque tale da affermare che le cose continueranno ad andare avanti nello stesso identico modo, che nessuno è responsabile e che nessun provvedimento deve essere e verrà preso. Se è così è ben triste!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Non ho nulla da aggiungere a quello che ha detto Ala, se non rimarcare che sarebbe veramente necessario uscire una buona volta dalla logica delle risposte computerizzate. Voglio dire che rispondere sempre che non è competenza della Regione, che la competenza è di un altro, non risolve nulla. Ho qui un'altra risposta che riguarda un'altra industria: "attualmente ai sensi della legge n. 18/86 la competenza è della Provincia" (si tratta in questo caso di una risposta dell'Assessore Cernetti).
Inoltre, per ciò che riguarda i punti 1), 2) e 3) di questa interrogazione, si dice: "la competenza relativa allo svolgimento delle operazioni di controllo è della Provincia". In riferimento all'ultimo punto: "la diffida è di competenza della Provincia".
Ma queste cose le sappiamo tutti fin troppo bene! Sembra che le risposte siano immesse in un computer, il quale poi, tira fuori sempre la stessa risposta "è la Provincia che ha la competenza".
In realtà la situazione è abbastanza preoccupante e drammatica. Via Artisti n. 15 è detta anche la casa della morte.
Credo che la parola conclusiva su questa vicenda non possa essere detta oggi e la questione dovrà essere ripresa quando altri dati saranno pervenuti, da parte dell'USSL. all'attenzione dell'Assessore.
Ieri sera c'è stata un'assemblea a Pozzo Strada riguardante l'ennesima azienda, in questo caso piccola, che è collocata in mezzo alle abitazioni al centro d'un quartiere, azienda che inquina. Ciò che mi ha colpito è che in quell'azienda pare che si lavorino delle ammine aromatiche che sono le sostanze tristemente note dell'IPCA e quel che è peggio, Assessore Cerchio è che qualcuno mi ha detto, spero che questa informazione sia inesatta, che tempo addietro un ragazzo che lavorava in quell'azienda si è sentito male e gli fu consigliato di bere latte, esattamente come accadde all'IPCA di Ciriè. Presenterò a proposito di questo fatto un'interrogazione che riguarderà la ditta FAPA di Torino e chiederò un controllo rigoroso di quanto sta accadendo all'interno di detta azienda, ma anche di quanto accade fuori perché ho in mano un elenco di "puzze" emesse da questa azienda, attraverso rilevazioni fatte dai cittadini e non dalle UU.SS.SS.LL., che vanno dal giorno 3 aprile fino all'11 dello stesso mese.
Si tratta di un elenco piuttosto impressionante. La situazione è molto preoccupante, il problema delle aziende collocate nel tessuto urbano va affrontato drasticamente. Non basta dire che i Comuni, quando predispongono i Piani regolatori, devono individuare delle probabili aree per la rilocalizzazione, perché i Comuni, da soli, compreso il Comune di Torino non potranno mai riuscire a risolvere problemi come questi. Occorre invece, fin d'ora, alla luce delle esperienze e della realtà presente e diffusa sul territorio della nostra Regione, che la Giunta regionale diventi parte attiva nel predisporre piani di rilocalizzazione delle industrie insalubri, nell'ambito di un piano complessivo.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Personale del servizio sanitario

Interrogazione n. 1597 del Consigliere Pezzana inerente la riduzione dei posti letto nel reparto psichiatrico dell'Ospedale Mauriziano


PRESIDENTE

L'Assessore Maccari risponde ancora all'interrogazione n. 1597 presentata dal Consigliere Pezzana.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Su specifica richiesta dell'Assessorato, l'USSL n. 1 ha trasmesso una relazione del Capo Assistenza Integrativa e del Primario responsabile dei Servizi psichiatrici da cui si evince che: il numero dei posti letto del Servizio di Prevenzione Diagnosi e Cura dell'Ospedale Mauriziano è stato ridotto da n. 12 a n. 8 in seguito alla decisione dell'USSL To II di non mettere più a disposizione il proprio personale medico e infermieristico presso il repartino del Mauriziano.
Inoltre l'USSL To II non aveva recepito la deliberazione di convenzione dell'USSL To I n. 1030/5/88 del 29/9/1988 appositamente predisposta per formalizzare le modalità di cogestione del suddetto repartino (SPDC) il dott. Bisacco, quale responsabile della gestione del SPDC pu previo parere favorevole del Direttore sanitario del Mauriziano, attuare ogni decisione organizzativa a tutela dei pazienti e dei dipendenti.
Si fa inoltre notare che dall'1/3/1989 il SPDC del Mauriziano funziona di nuovo regolarmente con 12 posti letto e che un nuovo testo di convenzione per la gestione del suddetto SPDC è stata deliberato dall'USSL To I in data 9/2/1989 e dall'USSL To II in data 14/2/1989.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Signor Assessore e colleghi, questa interrogazione era partita da un fatto di cronaca che tutti ricorderanno, quello dei fratelli Brescia trovati nel loro alloggio di Via Po completamente abbandonati a se stessi e che vivevano in condizioni disperate. Questo avvenimento fu oggetto di articoli sui giornali e solo dopo che la storia dei fratelli Brescia fu pubblicata sui giornali il Primario dell'USSL n. 1 si sentì in dovere di occuparsi di questi due poveri disgraziati.
Nello stesso momento si veniva ad apprendere che i posti letto dell'USSL To I (questo è interessante, ma non è stato riportato nella risposta dell'Assessore che si occupa anche della USSL To II) venivano ridotti da 12 a 8.
Che il Primario di un reparto psichiatrico di una USSL debba agire a tutela dei pazienti dovrebbe essere la regola di un buon comportamento, ma mi chiedo quale sia stata la coscienza del Primario del Mauriziano nei confronti della tutela dei pazienti quando invece di aumentare i posti letto li ha ridotti. L'OMS prevede un posto letto psichiatrico per ogni 10.000 persone. Le UU.SS.SS.LL. To I e To II, collegate per il servizio psichiatrico, hanno il controllo di circa 200.000 persone, il che significa almeno 20 posti letto. L'Assessore ha detto che questi posti letto sono tornati ad essere 12, comunque sempre largamente inferiori (un po' più della metà) a quanti dovrebbero essere in base alle statistiche dell'OMS.
Mi chiedo se il Primario psichiatra di questa USSL (il dott. Bisacco) sia realmente preposto alla tutela dei pazienti oppure si occupi di altre cose.
Prego l'Assessore di voler prendere nota per poter rispondere prossimamente alle interrogazioni che ho presentato già alcuni mesi fa.
Gradirei avere la risposta in particolare all'interrogazione che ho presentato il 13/1/1989 (n. 1598), si trattava tra l'altro di un'interrogazione urgente, in merito all'assegnazione dei fondi di ricerca del periodo 1982/1984 che andarono tutti alla corporazione "Pirella" nessuno escluso, quindi sui criteri di assegnazione dei fondi. Credo che questo sia un altro metodo utile per capire come in una Regione indipendentemente dall'anno, dalla gestione o dall'epoca (può capitare in qualsiasi tipo di gestione), i fondi di ricerca vengano assegnati soltanto a chi fa comodo. In quella mia interrogazione ho citato i nomi, ho descritto come era avvenuto, ho detto chi non aveva saputo del bando di concorso, ritengo quindi abbia caratteri di estremo interesse ed urgenza per capire come la Regione amministra i suoi fondi. Prego l'Assessore di prendere nota e possibilmente di rispondermi con sollecitudine.
Una domanda contenuta nell'interrogazione cui ha risposto oggi l'Assessore riguardava in modo specifico l'USSL To I e in particolare la sua gestione, ciò se il Primario psichiatrico di una USSL possa la risposta dell'Assessore recita testualmente "può attuare ogni decisione organizzativa a tutela dei pazienti" agire "contro" la tutela dei pazienti.
Occorre qui vedere se l'accordo con il Direttore sanitario era finalizzato a danneggiare i pazienti piuttosto che a tutelarli. Si potrebbe anche ravvisare il reato di mancato soccorso nella riduzione del numero dei posti letto da 12, già totalmente insufficiente perché dovrebbero essere 20, a 8 soltanto.
Questi argomenti sono troppo urgenti ed importanti per poter scivolare per mesi e mesi senza ricevere una risposta precisa da parte dell'Assessorato, perché a fronte di quanto è emerso negli ultimi tre anni sulla drammatica condizione in cui vivono i malati psichici in questa Regione è ora di cambiare pagina e dare una svolta nuova e significativa.
Ritengo pertanto che l'Assessore Maccari non possa non rispondere sollecitamente a queste altre interrogazioni perché sono importanti per capire come questa Regione intende amministrare il denaro pubblico su un argomento così importante come la tutela della salute dei malati psichici.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Richiesta di iscrizione all'o.d.g. di un ordine del giorno sui precari dell'USSL To IX


PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Staglianò. Ne ha facoltà.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, ai sensi dell'art. 49, terzo comma, del Regolamento insieme ai colleghi Ala, Reburdo, Calligaro e Montefalchesi abbiamo presentato la richiesta, a sue mani, di iscrizione all'o.d.g. di un argomento che riteniamo di altissima e gravissima importanza.
Da tre giorni all'Ospedale CTO di Torino è in corso uno sciopero della fame da parte di quegli stessi lavoratori che 15 giorni fa erano venuti qui a richiamare anche questo Consiglio, in particolar l'Assessore Maccari, ai propri doveri. In seguito a quella manifestazione si tenne un incontro in questo Palazzo fra i Gruppi e l'Assessorato per ricercare una soluzione al loro licenziamento pur in presenza di carenze nell'organico della sanità torinese. Non avendo ricevuto risposta questi lavoratori hanno iniziato una forma di lotta estrema, non violenta, l'ultima possibilità che è rimasta loro per chiedere giustizia e il rispetto dei loro diritti.
Mentre è in atto questa forma di lotta non violenta, civilissima, che riscuote solidarietà (infatti, nel giro di due giorni sono state raccolte 2.000 firme nell'atrio del CTO e oggi scioperano al mattino e al pomeriggio i lavoratori dell'USSL To IX in solidarietà con questi lavoratori), mentre avviene tutto questo, apprendiamo da un comunicato stampa, firmato dalle rappresentanze sindacali di base dell'Ospedale dell'USSL To IX, che l'Assessore Maccari avrebbe dichiarato ieri che se gli scioperanti morissero avrebbe certamente risolto il problema.
Colleghi, a nostro avviso l'episodio va assolutamente chiarito e di conseguenza chiediamo che l'Assessore renda una comunicazione in merito all'episodio circostanziato e, visto che quelli che stanno scioperando non si stanno divertendo, che cosa ha fatto per attuare gli indirizzi definiti 15 giorni fa nella riunione fra i Gruppi, l'Assessore e i lavoratori, che ad oggi non hanno sortito alcun effetto.
La richiesta che preliminarmente viene sottoposta all'attenzione sua e dei colleghi è che l'argomento venga iscritto all'o.d.g. in modo che possa essere svolto ai sensi del Regolamento.



PRESIDENTE

Ho ricevuto la vostra richiesta, non ho ancora provveduto a trasmetterla ai Capigruppo. Valuteremo, a termini di Regolamento l'iscrizione all'o.d.g. dell'argomento.



PRESIDENTE

REBURDO



PRESIDENTE

Richiamiamo l'art. 49 del Regolamento!



PRESIDENTE

Per fatto personale, do la parola all'Assessore Maccari, dopodich passeremo alla comunicazione sul passante ferroviario, intanto far pervenire ai Capigruppo...



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, non "intanto", il Regolamento parla chiaro: dice che tre Consiglieri hanno la facoltà di proporre all'assemblea l'iscrizione di argomenti all'o.d.g.



PRESIDENTE

Ho il dovere di far pervenire ai Capigruppo le richieste che voi mi avete mandato e lo farò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

E' stato consegnato un'ora fa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Minervini.



MINERVINI Marta

Vorrei associarmi alla richiesta del Consigliere Staglianò perché, non solo io, ma la mia forza politica, desidera avere una risposta dall'Assessore, visto che ho partecipato alla riunione con gli infermieri dell'USSL To IX.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari, per fatto personale. Intanto do corso alla distribuzione dell'ordine del giorno.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Presidente, non può fare quello che vuole!



STAGLIANO' Gregorio Igor

REBURDO



STAGLIANO' Gregorio Igor

Richiamiamo l'art. 49 del Regolamento!



PRESIDENTE

Non eluderò l'art. 49: manderò ai Capigruppo questo documento, nel quale si parla di una questione di cui solo poche persone, quelle che hanno avanzato la richiesta, sanno.
La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Ho chiesto la parola per fatto personale perché mi pare che le affermazioni del Consigliere Staglianò, che hanno ripreso un volantino anonimo che mi è stato consegnato dieci minuti fa...



STAGLIANO' Gregorio Igor

Il volantino non è anonimo, è firmato!



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Consigliere Staglianò, abbia la cortesia di saper vivere l'assemblea lasciando parlare...



PRESIDENTE

Consigliere Staglianò, non ha la parola. La prego di ascoltare come gli altri hanno ascoltato lei.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Ho chiesto la parola perché la questione mi sembra di estrema gravità ed è purtroppo l'ennesima conferma dell'incapacità di certe forze di vivere in democrazia. L'invenzione di fatti per condannare con odio una persona non appartiene purtroppo alla tradizione democratica. E la falsità e il linciaggio...



STAGLIANO' Gregorio Igor

Tutte le altre sue considerazioni sono arbitrarie!



SANTONI Fernando

Non siamo in un interrogatorio alla polizia.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

La falsità e il linciaggio gratuito come strumento di lotta politica purtroppo trova troppo sovente eco e spazio in quest'aula. La falsità e il linciaggio gratuito hanno trovato molto spazio nel terrorismo degli anni '70 quando è servito a uccidere delle persone ed ora la tradizione di inventare fatti o forse costruire fatti viene continuata da chi è erede naturale di modalità di pensiero che per fortuna non prevedono più certe tipologie di condanne. L'episodio è falso! Non voglio entrare nel merito del contenuto della vicenda, perché sul contenuto della vicenda si è visto l'Assessore immediatamente accettare il colloquio, immediatamente convocare gli organi responsabili dell'USSL To IX, immediatamente mettere a disposizione l'apparato dell'Assessorato per collaborare con l'apparato dell'USSL To IX, nel tentativo, che ci auguriamo possa essere coronato da successo, di ovviare agli inconvenienti che si erano venuti a creare in seguito al concorso.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Chiedo la parola per fatto personale.
Ho illustrato prima la richiesta avanzata anche a nome di altri quattro colleghi, di tre Gruppi diversi, con la quale si chiedeva all'Assessore se la circostanza denunciata in un comunicato firmato da un'organizzazione sindacale corrispondesse al vero oppure no, se rispondesse al vero oppure no. Tutte le altre parole ricamate dall'Assessore sono arbitrarie e qualificanti, ancora una volta, per chi le ha pronunciate.



PRESIDENTE

Non è una questione di fatto personale.
Passiamo ora alla discussione sul passante ferroviario.
La parola all'Assessore Mignone.



MONTEFALCHESI Corrado

Voglio sapere a chi attribuiva quelle affermazioni l'Assessore Maccari!



MONTEFALCHESI Corrado

REBURDO



MONTEFALCHESI Corrado

Assessore, devi chiarire!



MONTEFALCHESI Corrado

Non siamo figli del terrorismo! L'Assessore deve chiarire!



STAGLIANO' Gregorio Igor

L'Assessore deve chiarire chi avrebbe costruito il falso!



PRESIDENTE

Colleghi, la questione verrà chiarita. Vi prego di lasciare parlare l'Assessore Mignone. La questione verrà chiarita, altrimenti vi prego di allontanarvi dall'aula.



(Tumulti in aula)



MONTEFALCHESI Corrado

L'Assessore ha detto che siamo eredi politici del terrorismo!



PRESIDENTE

Verrà chiarita anche questa questione.



ALA Nemesio

Presidente, chiedo di intervenire per fatto personale.



STAGLIANO' Gregorio Igor

E' troppo grave quello che sta avvenendo!



(Tumulti in aula)



PRESIDENTE

Infatti, se si andrà avanti così la politica si farà davvero in Magistratura! Assessore Mignone, inizi il suo intervento.



ALA Nemesio

Presidente, chiedo di intervenire per fatto personale.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

Non voglio fare il duello con il collega Ala.



AVONDO Giampiero

Chiedo la parola.



PRESIDENTE

Ne ha facoltà.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente, le chiedo, ai sensi del Regolamento, di voler mettere ai voti la richiesta di iscrizione di questo ordine del giorno. Nel merito poi dell'esame dell'ordine del giorno, il Consiglio regionale potrà discutere e decidere. Credo che questa violazione del Regolamento lei non la possa assumere e da questo punto di vista la invito caldamente a voler mettere ai voti l'iscrizione ai sensi del Regolamento.
Sul merito, ripeto, c'è da parte nostra la disponibilità a discutere trovando tempi e modalità, però questa questione va posta!



PRESIDENTE

Collega Avondo, è ben lontana da me l'idea di violare il Regolamento nel modo più categorico. Avevo detto che avremmo dovuto esaminare questo argomento dopodiché si sarebbe ripreso il discorso, nel mentre che veniva fatta pervenire ai Capigruppo la richiesta.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Se questa assemblea, come sembra, non condivide tale modo di procedere al quale ancora io voglio riferirmi, perché mi sembrava sorretto da buon senso, sospendo la seduta e convoco i Capigruppo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11,50 riprende alle ore 12,45)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La riunione dei Capigruppo ha stabilito che si esamini la richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno relativo allo sciopero degli infermieri dell'USSL To IX, ai sensi dell'art. 49 del Regolamento. Pu intervenire un Consigliere a favore ed uno contro. Dopodiché i lavori proseguiranno con l'esame degli altri punti iscritti all'o.d.g. fino alle ore 13,30. Alle ore 16 è prevista la discussione sul passante ferroviario.
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Consideriamola un atto dovuto. Esprimo soddisfazione per il fatto che si giunga, a termini di Regolamento, a chiudere la vicenda relativa all'iscrizione di questo ordine del giorno. A questo articolo del Regolamento, sia la Lista Verde che le altre forze politiche dell'opposizione ricorrono con estrema parsimonia. L'argomento era stato inizialmente trattato in un incontro separato che aveva visto esponenti delle diverse forze politiche presenti in questo Consiglio, le rappresentanze sindacali di base e l'Assessore. Quindi esisteva la volontà e l'intenzione, da parte di tutti, di considerare importante che questo argomento venisse trattato al di fuori dell'aula consiliare. Si tratta di un problema che riveste aspetti di grande rilevanza, quali la qualità dell'assistenza sanitaria e dell'erogazione di un servizio pubblico. Si era avviata una procedura che soddisfaceva tutte le forze politiche e che non aveva mai impegnato quest'aula. Desidero sottolineare questo "dettaglio" facendo riferimento ad altre affermazioni che invece sono state qui espresse. Non c'era, almeno da parte mia, nessuna intenzione di turbare o rallentare i lavori di questo Consiglio. Fatto sta che la questione pareva la settimana scorsa già ampiamente avviata e risolta, depurata anche dalle vicende, come si è detto nella riunione dei Capigruppo, relative ad alcune affermazioni riportate da un volantino, rispetto alle quali, per quanto attiene a questo Consiglio, la questione è, da parte dei proponenti dell'ordine del giorno, da considerarsi chiusa, perché ormai attiene ad una vicenda extra-consiliare relativa, da un lato, all'Assessore, dall'altro lato, agli estensori del volantino.
Rimane però il nodo vero della questione sul quale richiamo anche le forze di maggioranza: occorre giungere ad una soluzione concreta del caso posto dai precari dell'USSL To IX, alla pari e con la stessa attenzione con la quale questo Consiglio si è preoccupato e si preoccupa giustamente, con una coesione forte di maggioranza e di opposizione, a risolvere e a cercare soluzioni per i problemi occupazionali che riguardano la nostra Regione. Il messaggio da affidare oggi all'aula è questo: al di là della dizione formale e delle firme di questo ordine del giorno, individuare "entro oggi", mi auguro, una formulazione che veda unite le diverse forze politiche ed un modo per giungere, in tempi rapidi (non c'è da discutere di questa cosa oltre), ad una soluzione, con decisioni che vedano insieme maggioranza e opposizione, Giunta e Consiglio. Questo è il messaggio oltre e al di là del merito preciso di questo ordine del giorno.
Rimane un problema totalmente aperto. L'ho già detto nella riunione dei Capigruppo e credo di interpretare qui anche gli altri colleghi. Rimane il fatto che, al di là del merito di questa vicenda, sono state rese precedentemente da parte dell'Assessore alcune dichiarazioni che, per quanto riguarda me e gli altri firmatari della proposta, non possono permettere che questa vicenda sia chiusa. Ritengo quindi che debba esserci un chiarimento in tempi rapidissimi, nelle forme che l'Assessore o la Giunta riterranno, sulla interpretazione di quelle righe e di quelle parole. In ogni caso, se questo chiarimento non vi fosse, ritengo che a livello di Consiglio regionale la questione possa considerarsi ugualmente chiusa, fermo restando, per ognuno dei Consiglieri, le iniziative che riterrà opportune.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carletto che parlerà contro.



CARLETTO Mario

Signor Presidente, io intervengo contro l'iscrizione all'o.d.g. di questo documento, non perché le questioni poste da questo ordine del giorno non siano di interesse del Consiglio regionale, ma perché ritengo, parlo a nome della maggioranza, che le regole istituzionali che questo Consiglio si è dato attraverso lo Statuto e il Regolamento, e il modo di procedere e lavorare all'interno delle istituzioni debbano essere rispettati da quelli che sono gli attori e i soggetti di queste istituzioni.
Gli attori e i soggetti di queste istituzioni siamo noi Consiglieri tutti, di qualsiasi Gruppo, sia di maggioranza che di opposizione, perch tutti abbiamo il dovere di salvaguardare la dignità del Consiglio regionale. Allora, Presidente, io ho già avuto modo di dire, a nome del mio Gruppo, nella riunione dei Capigruppo appena terminata, che non siamo più d'accordo che i lavori di questo Consiglio procedano nel modo nel quale stanno procedendo in questo ultimo periodo.
E' vero che i Gruppi di opposizione hanno diritto di essere tutelati nei loro interessi...



(Interruzioni dai banchi di sinistra)



CARLETTO Mario

Forse i Gruppi di opposizione non sono interessati.



(Commenti dai banchi di sinistra)



CARLETTO Mario

Staglianò, tu sei tanto agitato per le dichiarazioni dell'Assessore. Io non so se sei agitato, se sei preoccupato, però - ripeto - sono questioni che attengono alla responsabilità tua e di chi ti ha risposto. Sono fatti vostri; tuoi che hai detto delle cose e di un Assessore che ti ha risposto in termini che dal punto di vista di responsabilità sono di chi ti ha reso la risposta! Tu non puoi pensare di bloccare il Consiglio regionale perché un Assessore ti ha detto una frase che ti può piacere o non piacere! Hai capito? Tu hai gli strumenti per adire contro quell'Assessore se ritieni che in quelle parole ci siano delle frasi lesive della tua dignità! Non puoi bloccare il Consiglio regionale come stai facendo da quattro ore, hai capito? Non è consentito! E' una di quelle questioni che attengono alla dignità dei lavori di questo Consiglio! Te l'ho già detto fuori e te lo ripeto: continui a bloccare i lavori del Consiglio! Due frasi dell'Assessore Maccari stanno diventando occasione per occupare tutto lo spazio dei nostri lavori: questo non è consentito - Consigliere Staglian e non può esserlo! Stavo dicendo che come le opposizioni hanno diritto - il Consigliere Avondo lo richiamava di vedere salvaguardati i loro diritti all'interno di quest'aula, anche la maggioranza e il governo regionale hanno diritto di vedere salvaguardata la sua azione, la sua attività istituzionale e di governo. E allora noi questo - signor Presidente - come Gruppo del Partito di maggioranza relativa che sostiene questo governo, lo rivendichiamo con forza perché non possiamo più consentire che i lavori del Consiglio vengano continuamente disattesi rispetto al programma di lavoro, altrimenti ha ragione il Consigliere Santoni, al mattino veniamo qui, apriamo il giornale e vediamo che non c'è bisogno di fare un ordine del giorno del Consiglio perché ci sono argomenti a sufficienza per occupare giorni di lavoro di Consiglio. Ripeto, questo non è consentito e non è possibile! L'argomento posto all'attenzione del Consiglio da questo ordine del giorno è un argomento che i Capigruppo valuteranno se potrà venire all'attenzione dell'aula nelle prossime sedute e ne stabiliranno termini e modi. I Capigruppo con l'Ufficio di Presidenza decideranno l'ordine dei lavori del Consiglio regionale. Non ci pare ci sia in questa proposta una urgenza così forte da richiedere l'interruzione dei lavori e la modifica dell'o.d.g.
Per queste ragioni noi voteremo contro la richiesta di iscrizione.



PRESIDENTE

Poiché è anche mia preoccupazione - penso di interpretare il pensiero di tutti i Consiglieri - che le cose che ci proponiamo di fare si realizzino, rivolgo a tutti i Consiglieri un appello in questo senso.
Pongo pertanto in votazione, ai sensi dell'art. 49, terzo comma, del Regolamento interno del Consiglio regionale, la richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno sui precari dell'USSL To IX.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La richiesta è respinta con 15 voti favorevoli e 25 contrari.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, le formulo la richiesta di poter avere in tempi molto rapidi gli atti di quello che è avvenuto questa mattina perché io non ero presente, ma da quello che mi è stato detto sono state usate in replica dall'Assessore espressioni di enorme gravità su cui credo sia opportuno un chiarimento.
Gli atti li vogliamo leggere noi e credo che sia giusto che li legga anche l'Assessore e gli altri colleghi. Chiedo che non appena si sia nelle condizioni, ma subito, questo chiarimento avvenga.
Mi permetta di usare un minuto del tempo del Consiglio, non certo a scopo ostruzionistico, per segnalare due o tre questioni che a me pare siano ormai mature in questo Consiglio: ognuno deve porsele, ogni Gruppo ogni Consigliere, a cominciare da chi ha le responsabilità maggiori.
A me pare, in fondo, che chi ha maggiore responsabilità, o di conduzione dell'aula o di governo, debba essere estremamente attento agli effetti che un certo modo di intendere anche lo scontro politico pu determinare in una istituzione, in una convivenza di 60 persone.
Certamente è un problema che dobbiamo porci tutti.
Queste condizioni, che sono la ripresa di un dialogo civile e di uno scontro politico aspro, ma dentro a ragioni di convivenza e di civiltà che continuo a sostenere come essenziali, non possono che derivare da un ripensamento profondo che ognuno deve compiere, a cominciare però da chi ha responsabilità di rappresentanza generale, sul modo con cui si affrontano le questioni, anche le più scabrose. In ogni caso mi sembra che questo vada ricordato. Quando pongo la questione di avere gli atti e di chiedere formalmente un chiarimento dell'Assessore è perché ritengo che il tipo di risposta, così come è stata detta, al di là del giudizio legittimo se sia giusto o sbagliato, scorretto o corretto, fin qui siamo ancora nei limiti di una presa di posizione...



PEZZANA Angelo

Signor Presidente, questo è l'inizio di un dibattito. Io chiedo allora, di iscrivermi a parlare!



BONTEMPI Rinaldo

Io ho fatto una richiesta.



PEZZANA Angelo

No, questo è l'inizio di un dibattito!



(Commenti del Consigliere Carletto)



BONTEMPI Rinaldo

Io ho fatto una dichiarazione di richiesta e quindi posso anche smettere subito. Forse sarebbe bene farlo! Evidentemente ai Consiglieri che mi stanno interrompendo non interessa parlare del come si vive in quest'aula!



PEZZANA Angelo

Non in questo momento!



BONTEMPI Rinaldo

Evidentemente non interessa ai Consiglieri che mi stanno interrompendo discutere come si vive in quest'aula! Forse perché proprio da questi colleghi, che mi interrompono e non colgono il senso del mio intervento, è venuta una spinta fondamentale a distruggere qualsiasi principio di relazione, di confronto e di convivenza in quest'aula! Quindi smetto il mio intervento, chiedo gli atti e chiedo formalmente che su questo venga un chiarimento da parte dell'Assessore.



PRESIDENTE

Consigliere Bontempi, nessuno più di me è preoccupato del deteriorarsi di un clima che io auspico sia sempre civile anche nell'asprezza e nella fermezza delle posizioni, tuttavia però il dibattito tra le diverse forze del Consiglio deve caratterizzarsi in senso civile perché quest'aula non è un'aula chiusa, ma è un'aula aperta che rappresenta le attese e le ansie di milioni di persone. Dobbiamo quindi dare il buon esempio e io, in qualità di Presidente di questa assemblea, sono fortemente preoccupato. Quando rivolgevo l'appello a tutti i Consiglieri a realizzare le cose che riproponiamo di fare, lo facevo perché nel rispetto delle posizioni politiche nessuno si faccia prendere dalle tentazioni che purtroppo da un po' di tempo a questa parte si manifestano al punto da rendere difficoltoso il nostro procedere.
Per quanto da lei richiesto, mi farò carico di provvedere a farle avere tutta la documentazione. Inoltre, non credo che verremo meno all'impegno di dare i chiarimenti che sono necessari e che non mancheranno quindi di essere dati.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame progetto di legge n. 479: "Contributo straordinario al Consorzio regionale tra gli Istituti Autonomi per le Case Popolari del Piemonte" (rinvio)


PRESIDENTE

Pertanto, come stabilito dai Capigruppo, passiamo ora al punto 5) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 479.
Relatore è il Consigliere Ratti che ha quindi la parola.



RATTI Aldo, relatore

Con decreto della Giunta regionale del 7/2/1975, n. 456 è stato costituito ai sensi e per effetto dell'art. 7 del DPR n. 1036 del 30/12/1972, il Consorzio tra gli Istituti Autonomi Case Popolari della Regione Piemonte Consorzio con personalità giuridica di diritto pubblico del quale fanno parte gli IACP di Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Torino e Vercelli. Il Consorzio degli Istituti Autonomi Case Popolari provvede al raggiungimento dei propri scopi indicati nell'art. 3 di quel decreto mediante: 1) il contributo ordinario a carico degli istituti consorziati commisurato al numero dei vani amministrati nonché i rimborsi a carico degli istituti e degli altri soggetti che usufruiscono di speciali servizi da parte del consorzio, determinati secondo i criteri adottati dal Consiglio di amministrazione a norma della lettera i) dell'art. 7 dello Statuto 2) le somme spettanti al Consorzio ai sensi della lettera c) dell'art. 5 del DPR 30/12/1972 n. 1036, in relazione particolarmente ai compiti di cui alle lettere a) e b) dell'art. 3, nella misura stabilita dall'Amministrazione regionale 3) eventuali altri proventi ed erogazioni a qualsiasi titolo attribuiti al Consorzio.
L'art. 13 del citato decreto prevede altresì al primo comma che alla formazione del patrimonio del Consorzio concorra l'Amministrazione regionale mediante l'attribuzione di un fondo di dotazione. La Regione, che non ha mai provveduto a concorrere alla formazione del patrimonio del Consorzio, si trova ora in presenza di una richiesta avanzata dal Consiglio di amministrazione del CRIAP tendente ad ottenere un contributo di L. 500 milioni necessario per la continuazione dell'attività di gestione dell'Ente, atteso che il ritardato rifinanziamento del piano di edilizia pubblica sta determinando l'esaurimento dell'attività costruttiva degli IACP e quindi sono progressivamente diminuiti i contributi connessi all'attuazione dei programmi di intervento.
Pertanto il Consorzio versa nell'impossibilità di programmare le attività proprie per l'esercizio 1989 e di approvare il bilancio di previsione 1989 per deficienza di entrate ed in tale situazione ha già richiesto ed ottenuto l'autorizzazione regionale all'esercizio provvisorio.
Appare pertanto motivata la richiesta del Consorzio ed è opportuno il suo accoglimento, specialmente se si considera che l'Ente, insieme con gli IACP, è seriamente interessato, tra l'altro, alla definizione dell'anagrafe dell'utenza e ad altri programmi riguardanti il settore degli Istituti Autonomi Case Popolari.
La II Commissione consiliare ha esaminato il disegno di legge, lo ha licenziato a maggioranza e immediatamente trasmesso all'esame dell'aula stante l'urgenza segnalata dalla Giunta regionale.
Su questo disegno di legge si è espressa favorevolmente anche la I Commissione nella seduta del 7 aprile scorso.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Ratti è aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Biazzi. Ne ha facoltà.



BIAZZI Guido

Signor Presidente, io non intervengo nel merito del disegno di legge e sulle scelte che vi sono contenute. Mi limito ad intervenire per quanto riguarda l'aspetto finanziario della proposta, perché è la sostanza della legge, dato che si tratta semplicemente di dare un contributo al Consorzio regionale tra gli IACP.
Pongo due questioni, la prima è di procedura. Però non c'è n l'interlocutore naturale, che è l'Assessore alle finanze e nemmeno il Presidente della I Commissione. Chiedo quindi al Presidente di richiamare in aula l'Assessore poiché intendo sollevare un problema che richiede un chiarimento.



PRESIDENTE

Sono giunti in questo momento gli Assessori Genovese e Croso.



BIAZZI Guido

In parte avevo anticipato questo problema proprio all'Assessore Genovese in sede di Commissione. La procedura da seguire nei casi di finanziamento di progetti di legge in itinere dovrebbe partire da una nota di variazione al bilancio, prevista dalla nostra legge di contabilità, che viene predisposta dalla Giunta tendente a modificare o integrare la proposta di bilancio su cui è stata chiesta l'autorizzazione all'esercizio provvisorio al Consiglio regionale.
Sollevo questo problema non per gusto di formalismo. Se modifichiamo la proposta di legge di bilancio preventivo, che è ancora soltanto proposta di legge, con una legge formalmente approvata dal Consiglio regionale, ci troveremmo ad avere una parte di bilancio approvata prima della discussione generale e dell'approvazione del bilancio complessivo di previsione. Si andrebbero quindi a precostituire le decisioni in merito all'approvazione della legge di bilancio che, unanimemente, si concorda nel ritenere un documento che è autonomo, organico ed onnicomprensivo.
Altre volte ho sollevato questa questione e mi ha fatto piacere sentire l'anno scorso, al Convegno di Venezia, riprendere queste argomentazioni dal Ministro Colombo, per il quale si possono avanzare critiche sul suo operato di Presidente del Consiglio, ma al quale va riconosciuta una notevole competenza in tema di finanza e di contabilità dello Stato, per la sua lunga esperienza in importanti dicasteri finanziari.
A me pare che la procedura corretta debba essere la seguente: la Giunta presenta una nota di variazione al bilancio con cui si modificano i vari capitoli oppure proponendo l'istituzione di nuovi. Questa è la prima questione che pongo che non è solo formale, ma anche di sostanza.
La seconda questione riguarda la sostanza. Si fa riferimento al capitolo n. 12500, che è un elenco di disponibilità per i provvedimenti di legge in itinere o programmati. Questo elenco, l'ho visto ieri, prevede una disponibilità di 700 milioni che, se non ricordo male, riguardano il fondo per l'occupazione o un utilizzo finalizzato ad interventi per l'occupazione. L'Assessore Genovese anticipava che c'era stata una mezza intesa tra i vari Assessorati per utilizzare diversamente questi fondi. Di fatto però c'è una proposta di bilancio che prevede solo 700 milioni di disponibilità con quella finalizzazione. Con questa proposta di legge, al di là del merito, si crea una notevole confusione.
Nel merito della legge interverranno altri colleghi del mio Gruppo.
Aggiungo che, se è vero che c'è tanta urgenza, lo sottolineava l'Assessore (infatti abbiamo licenziato la proposta di legge trasmettendola all'aula senza aspettare il parere della I Commissione proprio per sveltire i tempi), questo non deve andare a scapito del rigore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Amerio.



AMERIO Mario

Svolgerò un intervento molto breve perché ha già detto bene il collega Biazzi rispetto alla fonte del finanziamento del provvedimento di cui discutiamo.
Aggiungo la seguente considerazione. Lo scorso anno in sede di assestamento di bilancio per il Fondo straordinario per l'occupazione di cui al capitolo n. 12500 relativo a fondi non destinati erano previsti in assestamento 3 miliardi e giudicammo - non solo noi - scarso e inadeguato questo finanziamento. Quest'anno mi risulta che in sede di presentazione del bilancio la cifra sullo stesso capitolo sia già stata notevolmente ridotta: 2 miliardi, perché gli altri 700 milioni dovrebbero servire per altre leggi (Centri di iniziativa locale per l'impiego e così via). Da qui dovrebbero ancora essere detratti i fondi relativi alla legge in oggetto.
Se le cose stanno così significa vanificare completamente qualsiasi politica si possa fare con la legge del Fondo straordinario per l'occupazione. Se così fosse ne trarremmo le debite conseguenze.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Croso.



CROSO Nereo, Assessore al bilancio

Per quanto riguarda l'ultimo punto sollevato dal Consigliere Amerio dichiaro che c'è l'impegno della Giunta di reintegrare il fondo. E' stato lo strumento tecnico che ci è stato consigliato da parte degli uffici per poter individuare il finanziamento della presente legge.
Nella nota di variazione che presenteremo nel corso della prossima riunione di Giunta è compresa la variazione del capitolo n. 12500 in ordine al previsto stanziamento per il finanziamento di questa legge.
Ribadisco ancora che questi suggerimenti sono venuti dagli uffici competenti per trovare il modo di aderire alla volontà politica della Giunta di portare a conclusione questa proposta di legge che non è solo urgente, ma deve addirittura permettere di chiudere il bilancio entro la fine del mese di aprile al Consorzio fra IACP.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi. Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi, noi voteremo contro questo disegno di legge per le ragioni di merito che abbiamo illustrato in Commissione e sulle quali abbiamo ricevuto delle risposte negative.
Le ragioni di merito sono le seguenti: questo Consorzio non ha funzionato bene; in sede di Commissione abbiamo chiesto che si facesse una verifica del lavoro svolto, che la Giunta regionale esplicitasse delle ipotesi sul futuro di questo Consorzio, le proponesse alle forze politiche e poi si decidesse cosa fare. Abbiamo anche chiesto di sentire (c'era tutto il tempo di farlo) direttamente il Consiglio d'amministrazione e il neo Presidente eletto da questa maggioranza sulle intenzioni per la gestione ed i programmi. Sul fatto che questo Consorzio sinora non ha funzionato bene non devo portare degli argomenti nuovi, mi è sufficiente leggere la relazione dell'Assessore Genovese nella quale leggo testualmente: "Ma al di là di tali deviazioni il Consorzio è anche deviato dai propri compiti! - il Consorzio ha assolto in modi e forme diverse, in relazione alle esigenze via via emergenti, ai compiti attribuiti, soffrendo peraltro cronicamente di una incertezza e mancata stabilizzazione di ruolo che gli ha impedito di consolidare una collocazione precisa nel quadro degli operatori istituzionali di settore e quindi di attrezzarsi adeguatamente a superare la fase per così dire costituente, ancora artigianale che ne caratterizza tuttora l'attività". E' un Consorzio nato nel 1975: dopo quasi quindici anni l'Assessore dichiara che sta svolgendo a livello artigianale un'attività per certi versi impropria, deviata, e comunque sta continuando a "soffrire cronicamente incertezze e mancate stabilizzazioni".
A noi pareva che in presenza di un tale giudizio, che condividiamo, in presenza di un rinnovo del Consiglio d'amministrazione effettuato da poco tempo e in presenza infine di un bilancio non approvato da parte del Consorzio che presenta un disavanzo di 400 e più milioni (grosso modo il contributo che oggi viene dato) anziché ripianare praticamente al buio senza alcun programma, il bilancio preventivo proposto da questo Consorzio sarebbe stato più opportuno discutere la questione, convocare il Consiglio d'amministrazione e soprattutto delineare linee di intervento della Regione Piemonte. Analizzando il bilancio che il Consorzio non ha approvato e depurando dal bilancio stesso le cifre relative alle attività che l'Assessore ha denominato "deviate" (costruzione e risanamento di alloggi in Via Vanchiglia) si nota una differenza tra uscite ed entrate di circa 544 milioni che sono grosso modo il contributo che viene proposto.
Richiedo nuovamente che, per i motivi esposti dal collega Biazzi, il disegno di legge sia approvato successivamente all'approvazione della variazione di bilancio. C'è ancora una settimana di tempo e riteniamo che sarebbe molto utile (prima di proporre una leggina nella quale senza nessun programma si ripiana il deficit di un istituto che noi vorremmo capire se serve continuare a tenerlo in vita) una sospensione del passaggio all'esame degli articoli di questa legge per rimandarla alla nota di variazione del bilancio, facendo precedere tale esame da un incontro con il Presidente neo eletto e i membri del Consiglio di amministrazione per conoscere i loro programmi e gli indirizzi che la Giunta regionale vuol dare a questo Consorzio per lo sviluppo della futura attività.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero, Assessore all'edilizia residenziale

Nel merito dell'attività e del ruolo assegnato al Consorzio tra gli IACP e delle valutazioni fatte dal Consigliere Chiezzi, prima di affrontare il problema della copertura finanziaria della legge, credo di dover rispondere, almeno per correttezza.
Il Consigliere Chiezzi ha richiamato una nota (richiesta ad uso interno dalla Commissione Nomine in occasione della valutazione sulla proposta del nuovo Presidente del Consorzio) che ha il valore che ha. Quando parliamo di "deviazioni" non si intende quello che potrebbe essere inteso: bastava leggere la frase precedente, in cui si diceva che nel periodo dal 1979 al 1983 (in cui non ero Assessore) sono stati assegnati, senza alcun atto formale della Regione, compiti regionali al Consorzio tra IACP del Piemonte.



CHIEZZI Giuseppe

L'ho già precisato io.



GENOVESE Piero, Assessore all'edilizia residenziale

Quando si richiama solo una parte di una nota interna, io devo precisare quanto scritto per evitare interpretazioni non corrette.
La deviazione è stata riscontrata per una specifica questione: i compiti regionali assegnati dal 1979 al 1983 senza nessun atto regionale di supporto. L'incertezza c'è perché l'incertezza è nella legislazione statale, non essendosi mai proceduto ad approvare la legge quadro di riordino e perché le Regioni (non solo la nostra) si sono trovate a dover decidere in assenza di una legislazione quadro di riforma, se sopprimere mantenere o trasformare questi Consorzi.
L'Assessorato aveva fatto una riflessione insieme al Consorzio.
Purtroppo, da un anno a questa parte, per le dimissioni del Presidente e perché nella situazione di supplenza il Vicepresidente vicario aveva fatto presente di non ritenersi abilitato a portare avanti la discussione e si considerava in carica per l'ordinaria amministrazione (il Vicepresidente è stato molto corretto, nell'anno di supplenza, nei confronti della Regione) il processo di valutazione congiunta si è arrestato. Probabilmente il Consorzio necessita o di una ridefinizione e precisazione dei ruoli, che si deve fare con apposita legge regionale, oppure qualora se ne ravvisasse l'esigenza potrebbe essere sciolto; ma ciò non può avvenire dalla mattina alla sera.
Il problema oggi è di affrontare una situazione specifica e nuova, che si presenta per la prima volta, di una carenza finanziaria del Consorzio che vive (la documentazione è stata fornita alla Commissione) sui contributi degli enti che formano il Consorzio e sulla quota dei finanziamenti attribuiti attraverso il Piano decennale della casa ai singoli Istituti, dato che una disposizione regolamentare regionale ha previsto una quota del 2% sugli stanziamenti ai singoli Istituti per sorreggere l'attività e la vita del Consorzio.
Siccome il Piano decennale della casa è terminato e i flussi finanziari dallo Stato alla Regione sono diminuiti (di conseguenza anche quelli verso gli Istituti) si determina un vuoto rispetto ai canali ordinari di finanziamento: di conseguenza, per pareggiare il bilancio di previsione del Consorzio, trasmesso alla Commissione, mancano circa 500 milioni per l'anno 1989.
Questo è il problema che si è presentato e a cui si deve dare una risposta immediata, tenendo conto che con il termine di aprile scade la possibilità anche per il Consorzio di avere l'autorizzazione all'esercizio provvisorio.
Ho fatto presente alla Giunta e alla Commissione che questa riflessione va chiusa entro l'anno, in tempo utile per la formazione del bilancio regionale del 1990. La riflessione va chiusa e le decisioni vanno prese sapendo però fin d'ora che anche se si arrivasse allo scioglimento, bisogna tenere conto che una cifra grosso modo analoga a quella che oggi viene proposto di stanziare con contributo straordinario, dovrebbe essere spesa dalla Regione per coprire la spesa dei dipendenti del Consorzio; questi, in caso di scioglimento, non potrebbero che passare alla Regione, anche perch il Consorzio, sia pure in una situazione di incertezza, svolge ancora oggi come ha svolto nel passato, funzioni di supporto regionale o funzioni affidate dalla Regione, dato che in questo settore specifico l'organico del Settore edilizia sovvenzionata è largamente sottodimensionato rispetto a quanto dovrebbe essere proprio perché una serie di attività e di lavoro concreto viene svolto dal Consorzio per conto della Regione. Questa è una situazione di incertezza che si trascina da anni e che ha portato, nel tempo, a modifiche nei rapporti e nella suddivisione di compiti e di ruoli tra Consorzio e Regione.
E' mia volontà precisa di proporre in tempo utile (e perché si possa decidere entro l'anno, vuole dire entro pochi mesi) sia alla Giunta che al Consiglio provvedimenti definitivi che chiariscano in modo certo e attraverso norme di legge quale sia il ruolo assegnato al Consorzio, se deve rimanere in vita.
In ultimo devo aggiungere che i dati su cui è stata fatta la riflessione, poiché la previsione di un contributo non è "al buio", sono noti alla Commissione e alla Giunta perché risultano dal bilancio di previsione che è stato predisposto e che non ha potuto essere approvato e ciò è stato verificato - dal Consorzio, mancando 500 milioni di risorse bilancio di previsione che già era stato steso prima dell'elezione del nuovo Presidente, in quanto predisposto dal Consiglio di amministrazione nel dicembre scorso.
Questi sono i motivi per cui viene presentata una proposta di legge che ha un significato di intervento immediato, ma che richiama necessariamente una riflessione e una decisione entro l'anno circa il ruolo e il futuro del Consorzio stesso.
Per quanto riguarda gli aspetti più strettamente attinenti al bilancio lascerei ancora dire al collega Croso. E' certo che il Consorzio ha bisogno di una decisione regionale sia pure non definitiva ed è certo che una legge approvata oggi o la prossima settimana dal Consiglio non può entrare in vigore prima della fine del mese, termine in cui scade l'esercizio provvisorio. Quindi, il bilancio del Consorzio in ogni caso dovrà essere fatto tenendo conto di una legge votata dal Consiglio regionale, ma non ancora in vigore, con tutto il margine di incertezza che questo pu rappresentare e magari con situazioni di maggiore difficoltà che potremmo trovarci di fronte a breve termine, qualora la legge, per qualunque motivo non dovesse essere approvata.
Però credo che non ci sia sostanziale differenza, poiché non è questione di giorni. E' certo che la legge deve essere approvata prima della fine del mese per consentire al Consorzio di approvare il bilancio ma se noi approvassimo la legge il 28 o il 29 aprile, il Consorzio questo tempo non lo avrebbe più: devo infatti ricordare che anche il Consorzio deve riunirsi e approvare il proprio bilancio.
Io non so se tecnicamente possiamo fare riferimento a una nota di variazione che è in corso e non è ancora stata approvata; su questo aspetto non mi pronuncio. Mi rendo conto che la correttezza vorrebbe che noi prima dovremmo aver presentato, ed anche approvato, il nostro bilancio per approvare leggi che trovano finanziamento su un capitolo del 1989. Questa situazione di difficoltà c'è e c'è indipendentemente dalla presenza o meno della nota di variazione presentata in questo momento. Su questo lascio alla valutazione più complessiva della Giunta e dell'Assessore competente la decisione finale. E' certo che se non si dovesse arrivare oggi - lo dico in pura ipotesi - alla valutazione e alla approvazione (che io mi auguro intervenga) della legge proposta, occorrerà trovare il modo per cui possa essere approvata in ogni caso la settimana prossima e prendere gli accordi con il Consorzio perché di conseguenza, ed immediatamente, prima della fine del mese, possa procedere all'approvazione del proprio bilancio di previsione per il 1989.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Croso.



CROSO Nereo, Assessore al bilancio

Ritengo che le osservazioni del collega Biazzi abbiano un fondamento e quindi, anche sulla base delle ultime considerazioni fatte dal collega Genovese, sarei dell'idea di sospendere l'esame di questo disegno di legge per dare modo di essere più garantiti con l'approvazione del bilancio successivamente all'approvazione del bilancio si potrebbe immediatamente procedere all'approvazione della presente legge.
Ci sarebbe peraltro un éscamotage che potrebbe essere quello di approvare, nell'interruzione del pranzo, una prima nota di variazione. Ho voluto dirlo perché da un punto di vista tecnico sarebbe possibile, ma io credo che sia complessivamente più opportuno dare una valutazione che vada nella direzione di essere garantiti che l'atto che noi compiamo abbia tutte le fondamenta legislative in base alle quali noi, rispetto alla Corte dei Conti, avremo la garanzia che non ci saranno delle osservazioni. Se la Giunta è d'accordo e vista la disponibilità dell'Assessore Genovese possiamo procedere in questo modo, naturalmente con l'impegno di collegarci con il Consorzio per dargli modo di poter predisporre il suo bilancio.



PRESIDENTE

Si conclude a questo punto la prima parte dei lavori del Consiglio.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13,40 riprende alle ore 15,30)


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1088: "USSL n. 40 di Ivrea Deliberazione dell'A.A.C., n. 19 del 23/5/1988. Ampliamento pianta organica del Servizio di psichiatria"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Iniziamo i lavori pomeridiani esaminando il punto 7) dell'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 1088.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Acotto. Ne ha facoltà.



ACOTTO Ezio

Su questa deliberazione e sulle altre successive che riguardano l'ampliamento delle piante organiche delle UU.SS.SS.LL. il nostro voto sarà favorevole perché sono deliberazioni che attuano gli standard previsti dalle leggi in materia e quindi il filtro, che rispetto alle richieste delle UU.SS.SS.LL. è stato compiuto, ha alla base un metodo certo che è quello degli standard.
Questo è il criterio che la Giunta, in maniera esplicita nella deliberazione e poi nell'approfondimento che abbiamo avuto in Commissione ha dichiarato essere alla base di queste deliberazioni e quindi se c'è il rispetto di questi standard, come fino a prova contraria abbiamo ragione di ritenere anche noi, il nostro atteggiamento su queste deliberazioni è di tipo positivo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione 1089: "USSL n. 70 di Alessandria Deliberazione dell'A.A.C., n. 22 dell'11/12/1987 - Servizio di igiene pubblica - Ufficio igiene e sicurezza del lavoro Ampliamento pianta organica"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1089, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1090: "USSL n. 27 di Ciriè Deliberazione dell'A.A.C., n. 23 del 23/6/1988 - Ampliamento pianta organica per la dotazione di operatori addetti al Centro di prevenzione e cura dei tossicodipendenti"


PRESIDENTE

Il punto 9) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n.
1090.
Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 30 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1091: "USSL n. 46 di Santhià Deliberazione dell'A.A.C., n. 11 del 29/4/1988 - Poliambulatorio di Cigliano - Istituzione di nuovi posti di personale infermieristico"


PRESIDENTE

Passiamo alla votazione della proposta di deliberazione n. 1091, di cui al punto 10) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 30 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1092: "USSL n. 54 di Borgomanero Deliberazione dell'A.A.C., n. 27 del 27/11/1987 - Ampliamento pianta organica"


PRESIDENTE

Passiamo alla votazione della proposta di deliberazione n. 1092, di cui al punto 11) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 31 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1093: "USSL n. 69 di Nizza Monferrato Deliberazione dell'A.A.C., n. 9 del 21/4/1987 Istituzione di un ambulatorio di dialisi ed assistenza limitata ed ampliamento pianta organica provvisoria"


PRESIDENTE

Il punto 12) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n.
1093.
Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 31 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1094: "USSL n. 62 di Fossano Deliberazione dell'A.A.C., n. 55 del 28/4/1988 - Istituzione nuovi posti in pianta organica per Ufficio igiene e sicurezza del lavoro"


PRESIDENTE

Passiamo alla votazione della proposta di deliberazione n. 1094, di cui al punto 13) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 31 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Esame proposta di deliberazione n. 1111: "Modifica della deliberazione del Consiglio regionale n. 715-3270 del 9/3/1988 relativa ai criteri per l'istituzione dell'elenco regionale delle aziende abilitate alla fornitura di protesi di cui al DM 11/7/1986"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la proposta di deliberazione n. 1111, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Acotto. Ne ha facoltà.



ACOTTO Ezio

Su questa deliberazione ci asteniamo poiché si tratta di uno slittamento dei termini dell'applicazione di una normativa in una materia la cui gestione e responsabilità è rimessa completamente al governo regionale.
Rispetto alle competenze e alle prerogative della Giunta non entriamo nel merito ed assumiamo una posizione di astensione.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 24 voti favorevoli e 9 astensioni.
Pongo inoltre in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 32 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame progetto di legge n. 484: "Disposizioni urgenti per la disciplina dello smaltimento dei rifiuti" (rinvio)


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il progetto di legge n. 484, di cui al punto 14) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Bara che ha pertanto la parola.



BARA Giuseppe, relatore

Il presente disegno di legge è stato presentato dalla Giunta regionale nello spirito e secondo le indicazioni fornite dal Governo e dal Parlamento con l'approvazione del DPR n. 915/82 e successivi Regolamenti di esecuzione e della legge n. 441/87, soprattutto là ove si richiede agli enti locali di provvedere allo smaltimento dei rifiuti afferenti all'ambito territoriale di competenza, favorendo la formazione di Consorzi e richiamando le imprese private al dovere di provvedere allo smaltimento dei rifiuti industriali.
Purtroppo oggi in Piemonte si è nella situazione, oltre che di carenza di impianti, di troppo rapida saturazione di quelli esistenti: infatti mentre il fabbisogno di smaltimento dei soli rifiuti urbani è stimato in 2.660.000 mc/anno, le capacità residue degli impianti in attività è valutabile in circa 4.100.000 mc/anno, coprendo il fabbisogno di smaltimento per un periodo compreso fra uno e due anni.
Ancor più difficile è, come noto, la situazione per lo smaltimento dei rifiuti industriali (stime calcolate: 1.770.000 mc/anno).
Senza ritornare sulle cause che hanno prodotto tale situazione, in parte richiamate dalla relazione di presentazione del disegno di legge redatto dalla Giunta regionale, e comunque sottolineato che il processo di aggravamento ha radici lontane nel tempo, occorre ribadire come il periodo compreso fra uno o due anni, di cui è stato detto prima, risulta estremamente limitato, dovendo far fronte ad una situazione di estrema urgenza ed in attesa che possano realizzarsi gli impianti previsti dal Piano regionale tramite l'utilizzo dei fondi statali stanziati dall'art. 1 ter della legge 29/10/1987, n. 441, a tutt'oggi non ancora attivati dal Ministero dell'Ambiente.
Nel periodo 0-2 anni, il Piano regionale individua una prima fase di emergenza riferita alle capacità residue degli impianti in esercizio collegata alla realizzazione di nuovi impianti necessari allo smaltimento tali previsioni - comunque - fanno riscontrare ritardi nella loro realizzazione. Questa situazione richiede dunque rimedi urgenti ed efficaci, prima, fra tutti, l'applicazione del principio di autosufficienza di ciascuna Regione sancito dalla legge n. 441/87 e ripreso dal punto 7.4 del Piano regionale.
Ciò si traduce, innanzitutto, nel divieto di importazione dei rifiuti urbani, ospedalieri ed industriali da altre Regioni e nella necessità che in materia di rifiuti urbani, la Giunta regionale possa disciplinare l'autosufficienza di smaltimento nei vari bacini di utenza, in modo da consentire un controllo rapido ed aggiornato dei tempi di smaltimento dei rifiuti già accumulati e di quelli di nuova produzione.
La Commissione ha licenziato, con numerose modifiche e integrazioni (ad esempio, inserendo un specifico articolo su controlli e sanzioni), il disegno di legge auspicandone una rapida ed unanime approvazione in aula.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Bara è aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ferro. Ne ha facoltà.



FERRO Primo

Signor Presidente, non intendo intervenire, quindi il mio è un intervento un po' anomalo, perché considero un qualunque intervento fatto su questa proposta di legge inutile, perché chi dovrebbe trarre le conclusioni della discussione che eventualmente si avvierebbe su questa proposta di legge è l'Assessore all'ambiente che non è presente. Nel merito, per esempio, rispetto ad alcuni emendamenti e rispetto ad alcune cose che sono state discusse in Commissione, in quella sede non abbiamo avuto la possibilità di interloquire con l'Assessore, ma solo con alcuni funzionari. Speravamo in questa sede di trovare l'Assessore proprio perch se ci sono delle osservazioni non di ordine puramente tecnico, ma più profonde, c'è bisogno di un interlocutore che però non vediamo.
Nella passata legislatura si poneva con molta forza, da parte delle opposizioni di allora, la questione della centralità del Consiglio. Ogni tre parole veniva sottolineata la questione della centralità del Consiglio.
Probabilmente l'opposizione di allora aveva ragione, ma credo che la situazione per quanto riguarda la centralità del Consiglio nel corso di questi quattro anni si sia aggravata ad un punto tale per cui - scusate rinuncio ad intervenire.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Avverto il carattere sofferto dell'intervento del Consigliere Ferro e propongo - signor Presidente - di rinviare questo argomento ad una successiva seduta del Consiglio nella quale sia presente l'interlocutore.



PRESIDENTE

D'accordo.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 1121: "Integrazioni e controdeduzioni richieste dalla Commissione di controllo sugli atti della Regione Piemonte in ordine alla deliberazione del Consiglio regionale n. 952-17131 del 21/12/1988 'Criteri per l'assegnazione di personale dipendente del Servizio sanitario nazionale a seguito di soppressione di posto: art. 21, punto b) DPR n. 270'" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione di cui al punto 15) dell'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Calligaro. Ne ha facoltà.



CALLIGARO Germano

Sarebbe opportuno che fosse presente l'Assessore alla sanità. I colleghi che hanno seguito questi problemi sanno che si tratta di una proposta di deliberazione davvero molto sofferta che riguarda una questione delicatissima. Non vorrei però svolgere il mio intervento in assenza dell'Assessore.
Ricordo che la Commissione di controllo sugli atti della Regione Piemonte ha sospeso questa proposta di deliberazione all'inizio di quest'anno chiedendo controdeduzioni. Sono stati necessari quasi quattro mesi e mezzo per produrre controdeduzioni che non stanno n' in cielo n' in terra.
Quando avevamo sollevato fondati e seri dubbi sulla legittimità ci era stato detto che volevamo ritardare l'approvazione della deliberazione. Con un colpo di mano avete voluto approvarla ed è stata la Commissione a respingere e a sospendere la proposta di deliberazione, quindi chiediamo che perlomeno sia presente l'Assessore.



PRESIDENTE

Non essendo presente l'Assessore Maccari l'esame del punto 15) all'o.d.g. viene momentaneamente rinviato.


Argomento: Trasporti su ferro

Comunicazione della Giunta regionale sul passante ferroviario Lingotto Stura (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo pertanto alla comunicazione della Giunta regionale di cui al punto 16) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, rispetto alla comunicazione di oggi non ho un testo scritto perché non ho avuto la possibilità di prepararlo, sono comunque disponibile a rendere gli elementi di conoscenza che ho. Mi permetto di chiedere ai colleghi Consiglieri, data ovviamente la natura dell'argomento e anche la particolare situazione in cui ci siamo venuti a trovare per il prolungamento dei lavori della mattinata, se non si ritenesse utile un percorso che veda una comunicazione scritta rassegnata ai Consiglieri entro la giornata di lunedì. Io a questo punto mi asterrei dall'illustrarla salvo qualche aggiornamento, qualora ci fosse, per aprire immediatamente il dibattito.
Non lo dico per non voler ottemperare ad un impegno, perché ho gli elementi di conoscenza per poter rendere la comunicazione; lo dicevo solo per sottoporre alla vostra attenzione se poteva essere percorribile la strada che ho indicato, però non ho problemi a rendere la comunicazione anche oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Ho alzato la mano per intervenire solo perché l'Assessore ha fatto una domanda, quindi credo che sia giusto rispondere.
Assessore, mi permetta di essere un po' dubbioso in merito alla sua richiesta perché questa comunicazione sul passante ferroviario, nelle sue stesse parole, era pronta da almeno un mese!



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

No, ero disponibile a venire in aula a riferire sul passante.



PEZZANA Angelo

Allora, se lei era disponibile a venire in aula a riferire sul passante ferroviario, visto l'argomento e trattandosi di una materia in cui si devono citare date e cifre, io prendo atto della sua buona volontà e la ringrazio perché il fatto che lei, comunque, sia disponibile a parlarne non può che riempirci di interesse. Il fatto però che lei non abbia dei dati a cui riferirsi, mi chiedo anche come possa richiedere di rinviare questa comunicazione dal momento che la prossima settimana dovremo esaminare il bilancio.
Se non ne parliamo oggi, stante anche l'urgenza di questo argomento, mi chiedo quando ne potremo parlare. Mi dispiace soltanto che parleremo su una relazione che non ci è giunta scritta, stante l'importanza dei dati che lei dovrebbe comunicarci, per cui io le chiederei comunque di renderla oggi e spero che sia sufficiente la sua esposizione verbale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Io penso che ai fini di un dibattito più approfondito, almeno per il nostro Gruppo, la necessità di avere una comunicazione scritta che prevedibilmente in ogni dettaglio di questa problematica, ci dica qual è il pensiero e l'atteggiamento della Giunta, sia cosa opportuna. Naturalmente a una condizione: che venga posta come primo punto all'o.d.g. della prossima seduta, come peraltro era stato ipotizzato questa mattina nella riunione dei Capigruppo.
Io penso che la comunicazione scritta, conosciuta almeno entro lunedì quindi due giorni prima del Consiglio, possa consentire proprio quella riflessione opportuna, da parte dei Gruppi, sulle tematiche che verranno prospettate dall'Assessore, e quindi per una migliore collocazione in generale di tutti e in particolare nostra.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Signor Presidente, io credo che la proposta dell'Assessore debba essere accolta favorevolmente perché abbiamo bisogno di avere a disposizione dei dati non solo riferiti a racconto, ma che siano sufficientemente precisi rispetto ad un aggiornamento sullo stato di consistenza dei lavori effettuati e finanziati e sulle effettive possibilità e capacità di prosecuzione delle opere in corso.
Se l'Assessorato, per difficoltà che oggettivamente io posso capire non ha immediatamente a disposizione questi dati, e se non sono disponibili per un dibattito, io ritengo che sia opportuno addivenire ad un rinvio. Non credo che sia sufficiente solo l'enunciazione dei problemi per affrontarli nel merito.
Io dissento dalla posizione del collega Pezzana perché lo stato di maturazione della situazione, anche dal punto di vista conoscitivo, non è tale per poter svolgere oggi nel merito compiutamente questo dibattito.
Potrei anche sbagliarmi, magari l'Assessore potrebbe dire delle cose interessantissime, ma al punto in cui è la cognizione delle mie informazioni, ho l'impressione che oggi non saremmo in condizione di affrontare nel merito questi problemi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guasso.



GUASSO Nazzareno

La condizione perché si possa rinviare alla prossima settimana una comunicazione di un certo interesse e consentire all'Assessore di fornirla prima ai Consiglieri per iscritto è data dal fatto che questo rinvio deve essere già oggi acquisito all'o.d.g. della prossima seduta con l'accordo dei Capigruppo.
Pertanto nell'ipotesi che non si esaminino interrogazioni, la prima seduta della prossima settimana potrebbe aprirsi con la comunicazione dell'Assessore avendo ricevuto prima un documento, quindi ci sarebbe meno dispersione nella discussione.
Non siamo dunque contrari eventualmente a rinviarlo. Bisogna però che ci mettiamo d'accordo su cosa vogliamo da questa comunicazione perché noi siamo fermi a due fatti che l'Assessore Mignone ricorda: ad un incontro con l'ex Direttore del Compartimento di Torino, dico "ex" perché è già stato sostituito, che venne in II Commissione e ci lasciò una nota sullo stato dei lavori che arrivano fino ad un certo punto, ma non si capiva bene come andava a finire (questo avvenne cinque o sei mesi fa), e ad un incontro con l'ex Assessore ai trasporti del Comune di Torino, Ravaioli. Adesso ha cambiato Assessorato, non è più ai trasporti, ma è l'ex Assessore nel senso della delega, il quale ci ha fornito delle informazioni sulla materia promettendoci che avrebbe mandato una memoria scritta, ma non ha mai mandato niente.
Ho ricordato questi due fatti perché l'Assessore Mignone, lavorando su questa comunicazione scritta, ne tenga conto e tenga soprattutto conto del fatto che siamo al blocco dei lavori e che siamo in presenza di un decreto del Governo del 25 marzo, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 29 u.s.
che azzera tutti gli investimenti del passato. Questo vuol dire che azzera tutti gli investimenti del piano integrativo 1981 e successivi stanziamenti. Siamo quindi a zero! La comunicazione scritta ci interessa per capire quanti metri, quanti pezzi, quanto lavoro è stato fatto, ma soprattutto vogliamo capire esattamente come stanno le cose e come veniamo fuori da queste prospettive se sono finiti i balletti delle stazioni perché non si capisce bene cosa stia succedendo. L'Assessore inoltre deve venire in aula a dire che cosa pensa la Giunta regionale in materia.
Assessore Mignone, bisogna uscire dal gioco! Se lei o la Giunta avete delle idee sul sottopasso di Porta Palazzo, queste devono essere espresse qui e non aspettare che siano altri a decidere perché su questa materia chi governa è la Regione! Sono quindi d'accordo che venga fornita una nota scritta, la quale deve però tenere conto di queste questioni, deve arrivare nei tempi necessari per poter essere esaminata con tranquillità e deve inoltre essere iscritta al primo punto dell'o.d.g.
Anche se spetta ai Capigruppo il compito di predisporre l'o.d.g. del Consiglio, il Consiglio stesso può chiedere ai Capigruppo di accogliere questa richiesta che pare sia unanime.



PRESIDENTE

la parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Concordiamo sulla nota scritta, tuttavia voglio richiamare l'attenzione dei colleghi e del Presidente sul fatto che la prossima seduta è dedicata prevalentemente al bilancio e quindi dovremo saper incastrare bene i vari argomenti in discussione fra i quali questo, altrimenti rischiamo di mal tarare gli spazi.
Anch'io sono dell'avviso che sia opportuno questo documento, ma vorrei significare all'Assessore che rispetto ad alcuni mesi fa, quando era emersa la necessità di fare il punto sul passante, ci troviamo di fronte ad un passaggio nuovo proprio per le determinazioni che si stanno assumendo a livello nazionale sul problema dell'Ente Ferrovie dello Stato. Non si tratta quindi soltanto di una comunicazione sul passante come fatto statico di presa d'atto di alcune situazioni, ma sarebbe bene, in questa occasione avere delle determinazioni politiche da parte della Giunta, cioè la Regione Piemonte che cosa dice, che cosa vuol far pesare, che orientamento assume dinnanzi ad alcuni processi attorno al problema delle ferrovie che si stanno determinando in questi mesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Avendo sentito le osservazioni dei colleghi devo dire che sono d'accordo con le motivazioni che hanno addotto. La mia perplessità nasceva dal fatto che l'Assessore Mignone si era dichiarato pronto almeno da un mese a riferire in aula sul passante ferroviario. Ciò non mi autorizzava a pensare che questa disponibilità dell'Assessore fosse soltanto orale e non scritta, mi sembra piuttosto curioso che questa disponibilità da un mese non sia stata susseguita da un documento scritto. Se l'Assessore Mignone era pronto un mese fa a relazionare in aula su questo argomento, secondo me in questo lasso di tempo...



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

Sono cambiate le cose in un mese.



PEZZANA Angelo

Certo, ma si possono anche aggiornare nel corso della presentazione, è comunque opportuno dare ai Consiglieri una nota scritta.
Prendo atto di questo e sta bene anche a me il fatto che nel corso della prossima seduta venga resa una comunicazione da parte dell'Assessore però dev'essere fin d'ora concordato - vedo che sono presenti quasi tutti i Capigruppo - che non venga relegata alle otto di sera per poi scivolare oltre, anche se mi rendo conto che gli argomenti del prossimo Consiglio sono estremamente importanti come il bilancio. Se però oggi si decide di rinviare questo argomento alla prossima seduta, tale impegno deve essere mantenuto. Vorrei pertanto che sia il Presidente del Consiglio che l'Assessore Mignone dessero a quest'aula la garanzia che la prossima seduta comunque e in qualunque momento della giornata si affronterà il problema del passante ferroviario.
Non si tratta semplicemente di dire che cosa pensa la Regione sul sottopasso, ma riguarda tutto un discorso che coinvolge la presenza regionale rispetto alle Ferrovie dello Stato, per cui si tratta di un argomento importantissimo, non può quindi essere relegato in un momento di scarsa attenzione e soprattutto non può più essere fatto slittare.
Ribadisco la richiesta di garanzia all'Assessore Mignone e al Presidente del Consiglio che la prossima seduta questo argomento venga affrontato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando

Signor Presidente, sono anch'io d'accordo su questa soluzione, ad alcune condizioni però: iscriviamola pure al primo punto all'o.d.g., ma non devono essere esaminate interrogazioni, perché altrimenti la comunicazione dell'Assessore slitta alla fine del mattino o all'inizio del pomeriggio e la discussione continua fino al termine della giornata.
Seconda condizione è che pur trattandosi di un argomento importante, io credo che nell'arco della mattinata siamo in grado di esaurirlo. Il limite massimo deve essere l'intero arco della mattinata, per avere poi il pomeriggio di giovedì e l'intera giornata di venerdì a disposizione per la discussione sul bilancio che giunge a due giorni dal termine dalla scadenza dell'esercizio provvisorio nonché termine definitivo e vi sono inoltre altri argomenti (taluno avanzato dalla giornata di oggi) che non si è potuto trattare).
Per quanto riguarda la comunicazione dell'Assessore Mignone ritengo anch'io che dati probanti definitivi non possiamo aspettarceli dalla relazione: sono cambiati infatti due Direttori compartimentali nel giro di pochi mesi, sono cambiati alcuni Assessori comunali, se non ci sbrighiamo rischiamo che cambi ancora una volta l'Assessore comunale ai trasporti. Al di là della battuta, credo che da questo dibattito più che elementi decisivi e conclusivi possa emergere l'orientamento della Giunta regionale e del Consiglio regionale in ordine alla problematica di tipo generale che mi sembra un fatto importante; però non aspettiamoci niente di più, questo per non gravare l'Assessore di una comunicazione che debba portare elementi che oggettivamente non possono essere, almeno in questi termini, portati in questa fase.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Anch'io voglio esprimere molto brevemente l'accordo all'impostazione data dall'Assessore Mignone. Più che un accordo si tratta di una scelta che dovrebbe essere in qualche modo d'indirizzo anche per i prossimi dibattiti perché io ho sempre avuto la sensazione che i dibattiti estemporanei svolti con l'Assessore che comunica dei dati ai quali subito si replica, sarà per un'incapacità mia di cogliere le cose, però molte volte ritengo si tratti di dibattiti su affermazioni scontate che non hanno alcun elemento di approfondimento, sono cose passate e ripassate che quindi non hanno più alcun significato. L'ipotesi che ha proposto l'Assessore Mignone mi pare sia positiva nel caso, ma credo che dovrebbe essere seguita anche in altri casi, in modo da poter consentire al Consiglio di valutare e riflettere sulla comunicazione a meno che non si tratti di questioni estemporanee sulle quali non si può fare un minimo di programmazione.
Potremmo cogliere questa occasione per avere oltre alla comunicazione dell'Assessore, se fosse possibile, visto che non tutti hanno partecipato ai lavori della II Commissione, la nota, di cui si è parlato, dell'ex Direttore del Compartimento.
Questa mattina nella riunione dei Capigruppo si è detto che, visto che emaniamo norme per gli altri, dovremmo saperci dare anche a noi delle norme in vista di una scadenza importante come il bilancio. Nella prossima Conferenza dei Capigruppo si deve stabilire a che ora si comincia e a che ora si finisce, fissando dei termini precisi. Non si deve verificare la solita situazione, dove si comincia ad una certa ora, di solito diversa da quella che si è fissata, e poi non si finisce o si sfilaccia tutto il dibattito. Se tutti quanti ci atterremo alle regole, riusciremo ad esaminare sia questo argomento che il bilancio.
Ho sentito da più parti parlare del sottopasso di Porta Palazzo questione che non c'entra niente con il nodo ferroviario. Sono oggetti che non hanno quasi nulla in comune. Pertanto deve essere chiaro che il dibattito avverrà sulla comunicazione dell'Assessore e non dovrà essere allargato ad altri argomenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

La soluzione proposta dall'Assessore Mignone è corretta. Ritengo sia il modo più serio per affrontare dibattiti importanti come quello del passante ferroviario. Attendiamo con interesse il documento scritto che ci consentirà di poterci collocare nel dibattito della prossima settimana.
Chiedo che il dibattito si svolga all'inizio della seduta di giovedì prossimo (senza la discussione di interrogazioni ed interpellanze) in modo che entro la mattinata possa essere concluso.
Per quanto riguarda il sottopasso, c'era stato nella riunione dei Capigruppo un impegno affinché l'Assessore informasse il Consiglio regionale su ciò che il Consiglio comunale di Torino ha deciso in merito a tale problema. Non credo che si aprirà un dibattito, perché la competenza è del Consiglio comunale e non del Consiglio regionale, però è giusto che il Consiglio regionale sia informato ufficialmente dall'Assessore di quello che il Comune di Torino ha deciso in ordine alla questione.
Ritengo utile che il Consiglio regionale venga convocato per giovedì e venerdì, al mattino e al pomeriggio, in modo da avere il tempo giovedì pomeriggio, all'inizio della seduta, di iniziare la discussione sul bilancio ed eventualmente di esaminare gli altri provvedimenti che oggi non siamo riusciti ad affrontare, riuscendo così ad esaurire entro il mese tutti gli argomenti che in sede di Capigruppo sono stati messi in calendario.
Se il Presidente e i colleghi sono d'accordo si potrebbe procedere in questo modo.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, non possiamo che entrare nell'ordine di idee di aprire la seduta di giovedì prossimo ponendo all'o.d.g. questo argomento nelle forme e nei modi che sono stati sollecitati dall'assemblea.
Vorrei chiedere però (penso di doverlo fare per tutto il senso di responsabilità che ci accompagna in questa nostra presenza) che comunque possano andare le cose la seduta pomeridiana si dovrà aprire con la discussione del bilancio. Non è che io tema delle code dovute alla prolissità di quest'aula, penso che tutto sarà affrontato con estrema concisione, ma ritengo decisamente che il bilancio debba alla fine prevalere, anche se in ritardo, su ogni altra determinazione.
Quindi, oltre all'invito che facciamo a noi stessi e a tutti di concludere al mattino, qualora non fosse possibile si potrà stabilire uno slittamento al giorno dopo, ma dovremo iniziare la seduta pomeridiana con la discussione del bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guasso.



GUASSO Nazzareno

Vorrei fugare dentro di me la sensazione di voler contrapporre una discussione ad un'altra.
Presidente Beltrami, quando sento cose che non mi convincono, le tiro fuori nel bene e nel male. Noi vogliamo fare la discussione sul bilancio.
Sulle questioni generali si parla tanto, ma quando si affrontano questioni più particolari bisogna mettersi nelle condizioni di conoscere la materia: sulla politica ferroviaria non si possono fare dei comizi. La materia va affrontata per quello che è, non per il sesso degli angeli! Per nessun motivo intendiamo accettare la richiesta dell'Assessore come un fatto che si contrapponga al bilancio. Ci sono scadenze che l'Assessore ha presente, avrà bisogno di mandati da parte del Consiglio su questa materia, perché poi non deciderà più il Comune di Torino, che non decide mai niente, ma decideranno lo Stato, il Governo e il Parlamento! Loro decideranno e voi vi troverete a raccogliere i morti!



PRESIDENTE

Rinviamo pertanto alla sessione antimeridiana della prossima seduta la discussione sull'argomento. Nel frattempo, l'Assessore Mignone farà pervenire ai Capigruppo un documento scritto.
Nel pomeriggio di quella seduta inizieremo i lavori con la discussione sul bilancio.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 1121: "Integrazioni e controdeduzioni richieste dalla Commissione di controllo sugli atti della Regione Piemonte in ordine alla deliberazione del Consiglio regionale n. 952-17131 del 21/12/1988 'Criteri per l'assegnazione di personale dipendente del Servizio sanitario nazionale a seguito di soppressione di posto: art. 21, punto b) DPR n. 270'" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 1121 di cui al punto 15) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

La Commissione di controllo sugli atti della Regione Piemonte ha chiesto degli elementi integrativi di giudizio perché, a suo parere, nella deliberazione assunta dal Consiglio regionale si erano introdotte delle norme che potevano suonare come limitazione dell'applicabilità, in quanto si poteva intendere la dizione come condizione limitativa al diritto di avere un posto per coloro che vanno in disponibilità per soppressione di posti con l'indicazione, che si era aggiunta e non era prevista dal dispositivo di legge nazionale, che il personale fosse assegnato a una USSL che, per volume di attività e mansioni svolte dal dipendente, anche in relazione al bacino di utenza, fosse simile a quella di precedente appartenenza.
L'indicazione - è stato chiarito nel dispositivo che si invierà (se la deliberazione sarà approvata) al Commissario del Governo è stata posta per limitare la possibilità, a chi è in posizione esecutiva, di disporre in termini eccessivamente discrezionali della destinazione di chi si trova in posizione di mobilità. Non si è voluto assolutamente limitare il diritto di chi deve essere destinato, ma tenendo conto che alla Regione è demandata secondo la legge, l'individuazione del posto vacante in altra USSL senza alcun altro ulteriore vincolo di destinazione, era stata formulata questa indicazione per dare maggiore chiarezza.
Il provvedimento che si sottopone all'assemblea, ad avviso della Giunta, dà una maggiore garanzia di trasparenza a questo tipo di attività e alle possibili destinazioni e probabilmente potrebbe evitare i contenziosi che potrebbero sorgere in seguito a scelte eccessivamente discrezionali.
Qualora la deliberazione fosse respinta si applicherà il decreto, per rimane un margine di discrezionalità maggiore che è quanto si voleva ovviare; ovviamente non si bloccherà il fenomeno della destinazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Signor Presidente, si continua con una forzatura incredibile. La Commissione di controllo sugli atti della Regione Piemonte ha sospeso la deliberazione del Consiglio regionale il 4/1/1989 a causa di numerosi esposti.
La Commissione di controllo ha chiesto integrazioni e controdeduzioni.
Per integrare e controdedurre sono stati necessari ben quattro mesi. Le integrazioni e le controdeduzioni sono di una banalità disarmante.
L'Assessore ha detto che si voleva limitare il carattere discrezionale ma qui sta scritto: "Il Consiglio regionale, nell'esercizio del potere che gli viene assegnato" che è indubbiamente di carattere discrezionale, quindi c'è perlomeno una contraddizione tra le cose che ha detto poco fa l'Assessore e ciò che è scritto nelle controdeduzioni e nelle integrazioni.
Sulla questione ben quattro Gruppi consiliari hanno presentato delle interpellanze. L'Assessore ha colto l'occasione per dirci che sollevavamo questioni di carattere personale, che volevamo ritardare la deliberazione quindi favorire i contenziosi e che eravamo degli irresponsabili. Se è una questione personale quella che induce ben quattro Gruppi ad avanzare interpellanze, se è una questione personale quella di un "Primario dimenticato in lista d'attesa" (titolo de "La Stampa", sottotitolo: "Non gli danno lavoro da un anno e mezzo, lo pagano e basta; il ginecologo protesta"), ben venga! Dietro la questione che riguarda in questo caso una persona si vogliono introdurre criteri di mobilità del personale inaccettabili e diventa quindi una grande questione di principio! Tra l'altro, voglio dirlo molto schiettamente, l'Assessore ha una formidabile capacità di creare casi personali, di creare problemi che riguardano dipendenti oppure operatori. Se tale capacità fosse messa al servizio del governo della sanità avremmo un eccellentissimo governo della sanità in Piemonte. Noi continuiamo ad avere seri e fondati dubbi sulla legittimità, forti anche della sospensione della Commissione di controllo.
Per noi fanno testo il DPR n. 270 e il contratto nazionale; per noi fa testo, perché ci pare l'argomentazione più congrua, la presa di posizione del Difensore Civico, secondo la quale i criteri sono stabiliti dalla legge e sono: titoli di carriera, titoli accademici, curriculum. Altra cosa è dare precedenza al Primario che proviene dall'ospedale che ha maggiori dimensioni e una maggiore casistica, questo è nelle possibilità della Regione, ma diverso è voler stabilire criteri stravolgenti la legge stessa criteri che stabiliscono che deve trattarsi, in caso di mobilità, di posto corrispondente per numero di popolazione assistita, per consistenza del volume di attività della Divisione o del Servizio. Il Difensore Civico dice che questa impostazione è illegittima, che fa testo il DPR n. 270 e il contratto nazionale, che è illegittima perché si configura nell'eccesso di potere per illogicità manifesta in quanto restringe la possibilità di trasferimento del personale a strutture che, per numero di popolazione e consistenza del volume di prestazioni, siano simili a quella precedente: è un'impostazione chiaramente irrazionale. Popolazione e volume di attività non possono costituire motivi selettivi, selettivi semmai devono essere i titoli di carriera posseduti.
Pertanto, si vogliono introdurre, forzando la legge oltre misura elementi di discriminazione, di ghettizzazione. Un apicale, un primario che svolga la sua funzione in una USSL di 50.000 abitanti, secondo i criteri introdotti non potrà mai diventare primario di un ospedale di una USSL di 60.000 abitanti; chi ha una casistica di 400-500 interventi all'anno non potrà mai diventare primario di un ospedale dove la casistica sia di 600 700-800 prestazioni annue.
Noi avevamo detto molto chiaramente che con ogni probabilità criteri di questo genere offrono copertura al mercato dei primariati, velano un mercato che ha luogo e che consiste nello stabilire quali devono essere i futuri primari delle varie divisioni ospedaliere.
Avevamo chiesto prudenza e di verificare la fondatezza della legittimità; non volete sentire ragioni e volete imporre una deliberazione illegittima per evidente eccesso di potere, naturalmente vi assumete tutte le responsabilità!



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di parola pongo in votazione la proposta di deliberazione n. 1121, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 22 voti favorevoli e 1 contrario (non hanno partecipato alla votazione 10 Consiglieri).


Argomento: Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli

Esame ordini del giorni relativi alla L.R. "Norme in materia di beni culturali, ambientali e paesistici" approvata il 28/2/1989 (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo quindi all'esame degli ordini del giorno di cui al punto 17) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore alla pianificazione territoriale

Gli ordini del giorno che sono all'attenzione del Consiglio in questo momento avrebbero dovuto essere votati il 28/2/1989, data nella quale il Consiglio regionale approvò in via definitiva il disegno di legge in materia di beni culturali, ambientali e paesistici. La legge è stata pubblicata in questi giorni sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ed è operativa dal 14 aprile.
Nel frattempo, in una riunione di Commissione, avevo anticipato ai Consiglieri regionali facenti parte di quella Commissione che mi sembrava opportuno, prima di discutere in aula un ordine del giorno relativamente importante rispetto alla problematica che avevamo di fronte, far pervenire alcune riflessioni in merito allo stato della pianificazione paesistico territoriale in Piemonte e ai suoi possibili sviluppi.
Questa comunicazione è pervenuta da oltre un mese, ma è già vecchia rispetto al tempo in cui è stata prodotta, poiché nel frattempo da parte mia sono maturate altre riflessioni e altri progetti che intenderei sottoporre al Consiglio. Pertanto, dal momento che questo approfondimento necessiterebbe di una sede più razionale, trattandosi di valutare carte e documenti articolati, propongo ai Consiglieri, che più direttamente si occupano di questo, se sono d'accordo di far precedere l'esame di questi ordini del giorno in aula da una discussione in Commissione.
Viceversa se si vuole rimanere allo stato in cui siamo, cioè con la presentazione di questa comunicazione che è già a mano dei Consiglieri interessati e con i due ordini del giorno che sono a disposizione di tutti sono anche disponibile ad affrontare l'argomento in questi termini.
Per quanto mi riguarda preferirei una soluzione che vedesse questo momento interlocutorio in sede di Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Mi pronuncio sulla comunicazione dell'Assessore Vetrino pur essendo disponibile ad affrontare nel merito il dibattito relativo al documento che l'Assessore ha sottoposto da almeno un mese all'attenzione dei Consiglieri.
Ho manifestato una certa difficoltà non tanto ad accettare o respingere le proposte che sono contenute nel documento, quanto ad un approfondimento che consentisse da un lato di capire qual era lo stato di elaborazione cartografica o di progetti che era la premessa della proposta fatta nel documento dell'Assessore, dall'altro lato - ed è un argomento che vorrei che il Consiglio valutasse con molta attenzione - sarebbe opportuno che in Commissione fosse data dall'Assessore una comunicazione precisa sullo stato di attuazione, in itinere, dell'applicazione della nuova legge. Dico "in itinere" perché nella misura in cui è divenuta esecutiva, inizia un'era rispetto alla quale si dovrà rendere conto alla comunità di quali adempimenti si fa carico la Regione e di quali, invece, non si fa più carico, quindi un aggiornamento di questa situazione, come la Regione è in condizione di trasferire queste competenze ai Comuni (tempi e modalità) credo sia di grande interesse. Dopodiché se vogliamo ritornare in aula per affrontare il problema più generale che riguarda l'interrotta fase di attuazione della legge n. 431, perché anche questa legge rappresenta un momento di sblocco della situazione, ma non certamente il nodo risolutivo credo che lo potremo fare con cognizione di causa, avendo tutti sottomano consapevoli, gli stessi elementi e, forse, saremo anche in condizione di poter fare delle proposte che siano più costruttive di quanto non lo siano ad oggi.
Questa è la mia opinione, che non so quale consenso possa trovare rispetto alla proposta fatta dall'Assessore, perché questa vicenda ha un duplice aspetto: da un lato, l'esigenza comunque di svolgere il dibattito in aula, esigenza alla quale non vogliamo assolutamente rinunciare dall'altro lato, quella di dare ai tempi e alle modalità del dibattito delle economie di utilizzazione che siano più utili ai fini degli argomenti che si devono trattare.
Per ambedue le esigenze, la proposta dell'Assessore mi trova consenziente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

A nome del mio Gruppo esprimo un certo disinteresse per i dibattiti sui temi relativi alla predisposizione di piani in attuazione della legge Galasso. Non è di dibattiti che c'è bisogno perché ne abbiamo fatti tanti ma c'è bisogno di fatti! Sono i fatti che noi richiediamo nel nostro ordine del giorno che è da parecchi mesi che attende di essere discusso.
Diversa è la posizione della maggioranza che propone ordini del giorno nei quali si continuano a fare proposte di studi e dibattiti, ma fatti concreti non se ne producono.
L'Assessore poco fa ci ha detto che la comunicazione che aveva reso un mese fa in Commissione la ritiene superata e vuole produrne un'altra, la produca. Rimane la nostra critica severa al comportamento della Giunta e dell'Assessore sulla inottemperanza agli obblighi previsti dalla legge Galasso.



PRESIDENTE

L'esame di questo argomento è pertanto rinviato in Commissione.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame proposta di deliberazione n. 1087: "Classificazione e ripartizione del territorio regionale fra montagna, collina depressa, collina e pianura Comune di Garbagna Novarese" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo quindi al punto 18) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 1087.
La parola all'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

E' una deliberazione molto limitata nel suo contenuto perché si tratta della correzione di un errore materiale della precedente deliberazione a proposito della classificazione del territorio del Comune di Garbagna Novarese, tenendo conto dell'altimetria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Dichiaro, a titolo personale perché il mio Gruppo ha espresso parere favorevole a questa deliberazione, che voterò contro per i problemi di altimetria a cui faceva riferimento l'Assessore, nel senso che credo che il territorio di Garbagna Novarese si possa classificare in tanti modi.
L'unico modo non classificabile è quello di un Comune collocato su una collina depressa, nel senso che le uniche colline presenti in quella pianura sono quelle determinate dallo scorrimento di un torrente. E' una questione del tutto personale, quindi voterò contro.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Questa classificazione risale a parecchi anni fa. Il Comune di Garbagna Novarese, di fronte alle informazioni che vengono da un profondo e reale conoscitore del territorio dell'altimetria dello stesso, evidentemente necessita di verifiche di carattere più generale per controllare se il Comune ha i requisiti per essere collocato nella collina depressa del Piemonte.
Ripeto che si tratta di una classificazione che risale a parecchi anni fa quando si ripartì il territorio piemontese, fra collina, collina depressa e montagna. Se c'è un errore iniziale, bisogna escludere il Comune di Garbagna Novarese dal comprensorio di collina depressa, ma è chiaro che di fronte ad una sollecitazione che viene dall'Amministrazione comunale che dice che quei fogli di mappa si trovano nelle stesse caratteristiche degli altri fogli inseriti, allora per trattamento uniforme, in questo caso non sul territorio regionale, ma all'interno del territorio comunale, bisogna prendere atto di questa segnalazione. Questo non significa che di fronte alle sollecitazioni e alle osservazioni del Consigliere Avondo non sia necessario fare una verifica se il Comune di Garbagna Novarese ha titolo ad essere classificato in questo modo.
Pertanto, se il Consiglio concorda, propongo di fare una verifica non solo per questi fogli di mappa, ma per tutto il territorio del Comune.



PRESIDENTE

La deliberazione è quindi ritirata.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame progetto di legge n. 424: "Istituzione del Consiglio regionale sui problemi dei minori e sostegno di iniziative per la tutela dei minori" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo pertanto al punto 19) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 424.
Relatore è il Presidente della V Commissione, Consigliere Emilia Bergoglio, ma poiché è assente ha facoltà di intervenire l'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore all'assistenza

In assenza del relatore, il provvedimento andrebbe rinviato alla prossima seduta, dato però che in quella occasione verrà esaminato il bilancio per l'anno 1989, il provvedimento ora all'attenzione del Consiglio verrebbe di conseguenza rinviato di 15 giorni. Giacché nel frattempo ancorché non ci siano motivi di diretto interesse perché non è prevista la nomina di rappresentanza delle UU.SS.SS.LL. nel Consiglio, però ci possono essere motivi di competenza e di interesse di carattere generale, è stata avanzata anche nel corso dell'assemblea di oggi, e di una consultazione odierna delle UU.SS.SS.LL., la richiesta, d'altra parte condivisa anche dai Consiglieri che erano assenti in Commissione, cito la collega Dameri di provvedere ad una consultazione rapida. Assodato che comunque il Consiglio prima di 15 giorni non potrà discutere questo argomento, si potrebbe procedere al rinvio in Commissione, chiedendo la consultazione.
Mi spiace molto fare questa richiesta in assenza della collega Bergoglio, però ritengo che si possa accedere al rinvio in Commissione. Se la collega Bergoglio concorderà su questa valutazione, faremo le consultazioni, in caso contrario chiederemo la reiscrizione per la prossima seduta.



PRESIDENTE

Se non vi sono obiezioni si intende accolta la richiesta del rinvio in Commissione del progetto di legge n. 424.


Argomento: Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati - Formazione professionale

Esame proposta di deliberazione n. 1095: "Revisione del programma annuale dei corsi di formazione professionale normali, speciali e per invalidi civili, approvato con deliberazione del C.R. n. 885 del 28/7/1988"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto al punto 20) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 1095.
La parola all'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore alla formazione professionale

Con questa deliberazione si compie atto tradizionale e dovuto annualmente in conseguenza delle modifiche che sono state imposte all'organizzazione dei corsi di formazione professionale che, già in ritardo, vengono programmati di solito nei mesi di giugno-luglio. Quindi anche se in ritardo per avere una puntualissima organizzazione, siamo in anticipo rispetto alla conoscenza precisissima del mercato al quale i corsi stessi si rivolgono.
Questa anticipata programmazione porta dunque ad annullare alcuni corsi che già erano stati programmati, a crearne dei nuovi in sostituzione di quelli non attivati e ad apportare delle modifiche ai corsi approvati modifiche che sono soprattutto di denominazione, di tipologia e di certificazione.
Il dato non irrilevante che viene proposto all'attenzione dei colleghi Consiglieri è quello che con cancellazioni, sostituzioni e variazioni, non si comporta aumento alcuno di spesa. Al contrario si deve dichiarare che vi è una riduzione di 17.722 ore rispetto al programma previsto e anche un risparmio rispetto alle stime a suo tempo fatte di circa un miliardo e mezzo.
I colleghi Consiglieri della VI Commissione hanno già avuto modo di esaminare nel dettaglio il programma di variazione; successivamente è stata inviata al Presidente, che penso si sia fatto carico di distribuirla a tutti i Consiglieri, un'ulteriore precisazione in ordine alle variazioni intervenute. Posso, se è richiesto dai colleghi Consiglieri, entrare ulteriormente nel dettaglio, ma ritengo che soltanto su sollecitazione loro posso farlo, dando per scontato una conoscenza dettagliata delle cose in merito alle variazioni intervenute.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Amerio.



AMERIO Mario

Signor Presidente e Assessore, come ogni anno di quest'epoca siamo a discutere un programma di aggiustamenti, in genere per limitare o correggere ex-post aspetti che sono da correggere - intendiamoci, Assessore del piano annuo di formazione professionale in corso: corsi di formazione che non hanno sbocco sul mercato del lavoro o che non si svolgono in modo del tutto regolare, corsi che non hanno il numero di allievi sufficienti e via dicendo.
La costante di questo provvedimento, che potrebbe essere fisiologico nella gestione del sistema regionale di formazione e che invece lo rende patologico, è che in questo sistema regionale di formazione professionale non cambia mai niente.
Si determina, dice l'Assessore, un risparmio di un miliardo e mezzo rispetto alle previsioni: è un risparmio non rientrante in un progetto di razionalizzazione necessaria e urgente del sistema, un risparmio irrisorio e casuale.
Io non voglio qui entrare nel merito, non lo faremo, della proposta che viene anche quest'anno avanzata. Voglio cogliere l'occasione per rappresentare un altro problema. Sono anni che andiamo sostenendo in quest'aula che così non si può andare avanti; che ci richiamiamo agli esiti dello studio dell'Osservatorio regionale sul mercato del lavoro relativo al sistema di formazione professionale del Piemonte, uno studio che non richiamo, ma che i colleghi conoscono; che indichiamo la necessità l'urgenza, l'inderogabilità di una discussione vera sul sistema regionale di formazione professionale che consenta di trarre conclusioni e di avviare un processo di ammodernamento, di razionalizzazione, di qualificazione della spesa e del sistema.
Sono anni che non otteniamo alcuna risposta, che le cose vanno avanti come sempre, che come sempre ci viene prospettato un piano annuo sommatoria delle scelte degli enti di formazione e non fabbisogno della popolazione dei giovani della Regione Piemonte e ci viene prospettato un provvedimento a posteriori come quello di oggi.
Le cose però sono andate peggiorando: non c'è il piano pluriennale che invece dovrebbe esserci; non si è mai concluso il dibattito in quest'aula sulla mozione che avevamo presentato lo scorso anno e che aveva suscitato per una giornata intera l'attenzione e la discussione del Consiglio in materia di formazione professionale, non si è mai riusciti a concludere quel dibattito con un atto, un ordine del giorno che avviasse un processo nuovo; ogni tanto vengono avanzate da qualche parte, da quelle parti che non hanno ancora rinunciato evidentemente ad operare nel sistema con volontà di fare, delle proposte innovative, ma queste proposte innovative restano inevase e presto o tardi insabbiate. Penso alla proposta di due anni fa dei Centri di formazione professionale di secondo livello per un nuovo sistema di contabilizzazione, gestione e bilancio dei centri; penso anche, per dire di un'altra provenienza culturale, alla proposta avanzata recentemente a Baveno dagli industriali: nulla di nuovo sotto il sole tutto come sempre! Infine, strane polemiche di tanto in tanto coinvolgono la formazione professionale come quelle che abbiamo letto qualche settimana fa sulle pagine dei giornali tra due forze politiche della maggioranza (democristiani e socialisti) intorno all'utilizzo dei fondi per la formazione professionale, polemiche e proposte che abbiamo letto sui giornali, ma che non abbiamo mai ascoltato o potuto discutere né in Commissione né in aula.
Ne abbiamo abbastanza, non intendiamo entrare nel merito di questo provvedimento, per cui ci asteniamo.
Ripeto che si tratta di un provvedimento che dovrebbe essere fisiologico, ma a questo punto non lo diventa più. Annunciamo che presenteremo a giorni una nuova mozione breve e chiara che chiederemo al Consiglio di discutere per avviare davvero un processo di qualificazione del sistema regionale di formazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente e colleghi, stavo osservando mentre parlava il collega Amerio qual era l'attenzione al tema oggetto di discussione in aula e consideravo che probabilmente occorre rimeditare lo svolgimento dei lavori affinché ci si possa trovare in situazione di aula plenaria, perch forse soltanto quattro o cinque Consiglieri seguivano le problematiche che come sono emerse dall'intervento del collega Amerio non hanno solo un carattere specialistico, ma hanno una valenza più generale. Anzi, il collega ha voluto dare una valenza generale a questo provvedimento che ha davvero un carattere fisiologico: si tratta di un consuntivo dal quale risultano scostamenti dei quali l'Assessore dovrebbe tenere conto per ridefinire alcune scelte e per estirpare taluni vizi che si trovano all'interno dell'apparato della formazione professionale.
Gli scostamenti che noi rileviamo oggi e che probabilmente sono dello stesso livello e dimensione dell'anno scorso e di quello ancora precedente hanno origini varie. Intanto il fatto che questo sistema di formazione professionale anziché seguire il ciclo dell'economia segue ancora quello della scuola, per cui si ha una rotazione temporale annuale che non si colloca in modo sufficientemente preciso e adeguato rispetto al rapporto tra domanda e offerta nel mercato del lavoro.
Deriva anche, il problema che oggi trattiamo e che potrebbe rientrare tra gli aspetti fisiologici, dal fatto che abbiamo un grado di finalizzazione degli strumenti della nostra formazione ancora troppo basso dico troppo basso come aspirazione di una politica. Non ci soddisfa il grado di finalizzazione, vale a dire la possibilità di formare e poi collocare, possibilmente con coerenza, gli allievi che si sono formati è insufficiente come aspirazione politica, vista però in termini relativi nei confronti di altre Regioni non è disastrosa. Questo comunque non ci deve far arrestare.
Dobbiamo riconoscere, colleghi, che ci sono delle rigidità ereditate storicamente che possono essere plasmate e non possono essere rimosse con un colpo di spugna. Occorre ancora dire che nella fase finale di questa legislatura non si è potuto - forse non ci sono le condizioni fare chiarezza su quelli che possono essere i grandi problemi del primo e del secondo livello di formazione. Troviamo anche che attorno alla formazione professionale c'è una danza di molti interessi che prospettano e fanno balenare suggestivi modelli organizzativi: temiamo molto che siano del tipo "il pubblico mette i quattrini, qualcun altro gestisce la struttura".
E' un finale di legislatura difficile, Assessore Nerviani.
Probabilmente in tutti noi ci sarebbe la volontà di progettare, ma i tempi non ce lo permettono. Dovremmo cercare però di non vivere alla giornata e nei piccoli comportamenti possibili svolgere delle azioni che vadano in una direzione di marcia accettabile.
Vorrei capire la direzione di marcia. Non possiamo avere una progettualità strutturata, piena di dettaglio, però varrebbe la pena di svolgere un dibattito su una mozione, un ordine del giorno o una comunicazione dell'Assessore, che ci permettesse, a un anno dalla chiusura della legislatura, di fare una puntualizzazione sulla direzione di marcia.
Concludo sulla polemica del collega Amerio sul bilancio e il rapporto con la formazione professionale. C'è stata questa dialettica e oggi la maggioranza è arrivata alla determinazione (credo che la Giunta ne sia interprete) di considerare la formazione professionale un pezzo rilevantissimo delle politiche che noi esprimiamo e con queste politiche con i limiti di non poter avere una progettualità piena, concatenare il bilancio, cioè evitare delle scelte meccaniche di tagli e nel contempo non essere...



(Brusio in aula)



TAPPARO Giancarlo

Credo che questa discussione possa rendere molto di più in Commissione dove l'argomento, alla presenza di sei-sette Consiglieri, è stato seguito con attenzione e con contributi molto importanti. Diventa non significativa questa discussione in aula, probabilmente dobbiamo ridurre i tempi perché diventa solo un rituale: bisogna mettere il timbro a livello di Consiglio. Forse si hanno più soddisfazioni e si pensa di lasciare di più il segno, la provocazione o lo stimolo, nelle discussioni in Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, la deliberazione in oggetto, che si riferisce ad un settore molto importante, è di aggiustamento rispetto ad un provvedimento approvato nel luglio 1988, quindi occorre guardare oltre la deliberazione stessa e a quello che potrà essere il programma del 1989.
La formazione professionale non vivrà soltanto un finale di legislatura difficile, ma ha vissuto un'intera legislatura difficile per situazioni obiettive, una legislatura che ha saputo individuare certi indirizzi di cambiamento. Fino ad oggi però non abbiamo ancora avuto un segno concreto rispetto a questi indirizzi di cambiamento che devono essere importanti e significativi. Sappiamo anche che non è possibile avere un cambiamento nel giro di pochi mesi o di pochi anni, occorre un processo più lungo, per deve aversi chiara e precisa la convinzione che il cambiamento comunque lo si sta attuando. Forse è proprio un momento di fine legislatura, quando per l'ultimo anno non si fanno grandi programmi, ma conviene comunque impostare il programma a medio termine per gli anni futuri sulla base di certi orientamenti e indirizzi.
Il collega Tapparo, lamentando il fatto che in Commissione i dibattiti sono più costruttivi, proponeva una comunicazione in Consiglio. La comunicazione potrebbe anche essere fatta, ma converrebbe prima chiudere quel dibattito che si era iniziato sulla base di un ordine del giorno che non è mai stato approvato, anche se firmato quasi da tutti. Non si tratta di uno dei soliti ordini del giorno, firmato da tutti i Partiti, che dicono cose di poco significato o cose ovvie: era un ordine del giorno importante che dava il segno di una volontà di cambiamento da parte di tutte le forze politiche.
Mentre oggi approviamo questa deliberazione occorre impegnare l'Assessore per il programma del 1989, non più a livello di ordini del giorno, non più come enunciazioni fatte dalle forze politiche, ma come traduzione di queste enunciazioni in un programma concreto.
Il collega Tapparo si dimostrava preoccupato rispetto alla tendenza che il pubblico mette i soldi e qualcun altro gestisce. La mia preoccupazione non è tanto su questo fatto, perché se il pubblico dà i soldi a qualcuno che gestisce bene in coerenza con le indicazioni della Regione, sono favorevole e non sono preoccupato. Sono molto più preoccupato dell'operazione inversa (vorrei che l'Assessore dicesse che non è vero) cioè che in una situazione di carenza di risorse le riduzioni di finanziamenti siano rivolte più sulle strutture esterne che non sulle strutture proprie della Regione.
Mi rendo anche conto dei problemi che determina la riduzione di finanziamenti rispetto ai costi della formazione professionale diretta della Regione, però credo che la scelta debba essere fatta non tanto su scelte facili, più naturali, meno traumatiche, quanto commisurata agli esiti che i corsi hanno avuto in termini di occupazione effettiva. Questo è l'elemento discriminante che deve determinare le scelte che, a mio giudizio, non devono essere di riduzione di finanziamenti alla formazione professionale - come qualcuno ha teorizzato - quanto piuttosto nella scelta qualitativa della formazione professionale.
Spero che l'Assessore mi tranquillizzi rispetto a queste ipotesi perché se così fosse avremmo preso ancora una volta un indirizzo che consideriamo non giustificato.
Spero che l'Assessore, quando presenterà il programma per il 1989 terrà conto di queste cose.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Villa.



VILLA Antonino

Non mi soffermo a lungo perché l'impostazione data dall'Assessore per quanto riguarda la deliberazione è più che esaustiva.
Indubbiamente quando si tratta di formazione professionale gli interventi hanno un loro peso in quanto tracciano una strada che in questo momento è particolarmente difficile.
Concordo parecchio su quanto hanno detto, pur con le discrepanze che ci possono essere, sia il collega Tapparo che il collega Ferrara. In più però, avendo sentito l'intervento del collega Amerio, mi corre l'obbligo di fare brevissimamente due o tre precisazioni. Sono, in fondo, le precisazioni che costituivano il "clou" della discussione che è avvenuta in Commissione. Concordo soprattutto che, al di là dei grandi dibattiti che possono servire per l'immagine e che si possono fare in aula l'approfondimento avviene a livello di Commissione, quando ci si trova a ragionare sulle cifre e sui perché di certe variazioni. Basterebbe, quando si accenna ad una correzione ex-post, considerare l'azione dell'Assessore quale proiezione del 1989. Si dovrebbero in parte, non certo completamente avere miglioramenti. Le richieste infatti dei vari corsi già da tempo (la circolare è stata emanata all'inizio di febbraio) ci sono; ormai stanno per prendere corpo le determinazioni, per cui non andremo - io penso - alla fine del mese di luglio come gli altri anni (in anni attorno all'80 si andava ad ottobre-novembre). Si spera di anticipare almeno di un mese.
Sono state richieste 204 variazioni. La maggior parte di queste variazioni consistevano nell'indicazione di avere 20, anziché 22 o 18 allievi. Per cui diventa routinario il compito di constatare e fare la fotografia dell'esistente. C'è però un motivo di riflessione. I nuovi corsi che sono stati indicati, e sono pochissimi, sono tutti di primo livello.
Gli annullati (che sono 21) sono per metà, forse più della metà, di secondo livello, per mancanza di allievi. Praticamente è un ripensamento che occorre fare e occorre fare approfonditamente per vedere veramente quale è il tessuto della formazione professionale attuale.
E' giusta anche l'osservazione del piano pluriennale, ma è anche giusto ne abbiamo parlato alcune volte con l'Assessore - che ci sia un tempo di arresto. Proprio in questi giorni ad esempio si sta discutendo, da una parte, la legge Formica per la modifica della legge n. 845 e dall'altra ci sono Commissioni che stanno lavorando a fondo. C'è stato e c'è un vivace dibattito proprio per superare il grosso scoglio della obbligatorietà scolastica fino a 16 anni. Ho avuto la fortuna, domenica e lunedì scorsi di essere ad un convegno di partito dove ho intravisto delle soluzioni che possono portare a risolvere l'intreccio tra la legge Formica e le leggi di riforma della scuola. Scaturiranno degli indirizzi tali per cui sarà rimesso non dico in crisi, ma in discussione quanto era stato studiato nella preparazione degli atti per il piano pluriennale. Su questa onda credo abbia fatto bene il collega Tapparo a ricordare l'andamento attuale quasi esclusivamente scolastico; ha quindi ragione il collega Ferrara quando chiede con maggiore intensità la presenza dell'aspetto lavorativo nei luoghi di lavoro: come si possa lavorare, come questa formazione possa veramente arrecare ai giovani le possibilità di procedere.
Devo anche dire però che non è sempre esatto parlare di corsi senza sbocco sul mercato del lavoro. Constatiamo infatti che la maggior parte degli allievi della formazione di primo livello nel giro di tre-quattro mesi riescono ad occuparsi. C'è la documentazione nei computer dell'Assessorato che ci potrà illustrare abbastanza rapidamente quali centri riescono ad inserire i loro qualificati nel mondo del lavoro.
Risulta che in certi centri gli allievi sono già prenotati durante l'anno formativo per un lavoro. Evidentemente ci sarà da fare un esame approfondito di quali sono gli eventuali centri che non adempiono, forse in pieno ai compiti che sono loro assegnati.
L'approvazione della deliberazione da parte del Gruppo DC è comunque più che scontata e sono anche contento che non ci sia la contrarietà, ma l'astensione da parte dell'opposizione, proprio perché con queste variazioni si può osservare meglio la fotografia del reale, che molte volte coloriamo eccessivamente più con quello che noi pensiamo che con l'obiettività del reale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Amerio.



AMERIO Mario

Intervengo per una telegrafica precisazione.
Ho ascoltato con piacere il collega Villa. Quando dice che il sistema formativo, soprattutto per il primo livello, avrebbe raggiunto ottimi risultati, dovrebbe al contempo anche dire che questo sistema oggi incontra solo il 20% della potenziale domanda, del quale ne qualifica la metà, cioè il 10%, di questo 10% un'infima percentuale riesce a raggiungere un'occupazione coerente con la qualifica presa.
Questi sono i dati dell'Osservatorio regionale sul mercato del lavoro del Piemonte di due anni fa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Nerviani per la replica.



NERVIANI Enrico, Assessore alla formazione professionale

Mi rendo conto che ci troviamo davvero in un clima di rito tradizionale. Sono praticante abituale, non disdegno i riti, ma non li ho mai accettati in sede politica. Allora, le cose che dico hanno tutt'altro che la caratteristica della ritualità.
Non è questa la sede né c'è il tempo perché il dibattito ritornerà al momento del bilancio e a quello della preparazione del Piano corsi per l'anno 1989/1990. Vorrei tuttavia dire alcune cose che mi sembrano soltanto segno del rispetto dei colleghi che sono intervenuti e frutto di qualche elaborazione che il tempo mi ha consentito di maturare in questi mesi.
La prima considerazione che voglio fare è questa. Troppo facilmente tutti parliamo di formazione professionale, ma le mani dentro, fino in fondo, non abbiamo mai potuto metterle e difficilmente siamo riusciti a capire i meccanismi che presiedono all'organizzazione della formazione professionale nella nostra Regione. E quando si immaginano scenari improvvisamente mutati o si è dei sognatori o si è dei disattenti. Devo dare atto ai Consiglieri Tapparo e Ferrara che nelle loro preoccupazioni hanno fatto cenno alla indispensabilità di una evoluzione che sarà comunque lenta e che si sta già verificando. La realtà del lavoro all'interno di questo settore e le problematiche sindacali che sono connesse alla formazione professionale saranno inevitabilmente motivo di rallentamento nei processi di sviluppo e di mutazione che tutti noi ci auguriamo. Si tratta di lavorare con una realtà consolidata e definita nella storia lontana, ma molto anche nella storia non propriamente lontana da noi.
Il secondo elemento su cui dobbiamo fare una seria riflessione è quello delle risorse finanziarie. Sono stato molto soddisfatto delle affermazioni del Consigliere Ferrara che è preoccupato dei tagli che si abbattono con decisione sui nostri bilanci, apparentemente meno su quelli della formazione professionale, ma nella sostanza, soprattutto nelle prospettive in modo particolarmente pesante. Allora, mentre vogliamo riqualificare la formazione professionale dobbiamo anche tutelare i valori di bilancio altrimenti se schiacciamo soltanto ci rimarranno le parti consolidate quelle immodificabili, e non gli spazi per tentare nuove esperienze e per battere nuove strade.
Non è così semplice cambiare, pochi sono i mesi che ho avuto alle spalle; non l'intelligenza, non la volontà, ma certamente le circostanze mi hanno imposto impegni di non poco conto, in particolare la modifica dei fondi strutturali del Fondo sociale della Comunità Europea impone quel piano pluriennale che, invocato dal Consigliere Amerio e annunciato precedentemente, risultava difficile definire nel consolidamento della realtà che avevamo avuto occasione tutti di denunciare quasi come immodificabile.
Come ha detto il Consigliere Villa, siamo in presenza della modifica della legge n. 845 e anche della legge regionale n. 8; siamo in necessità di reperire fondi e quindi di stringere i lacci della borsa così come non è mai avvenuto nel tempo passato. Annuncio al Consiglio regionale che sono in corso trattative serrate con gli enti di formazione professionale per impostare una convenzione più vantaggiosa per gli interessi regionali, nel senso che si riducono le poste a vantaggio degli enti che operano in convenzione con noi.
Io chiedo a tutti i colleghi che da tanti anni operano in questo Consiglio quando mai si sia verificato un tentativo per andare nel concreto a ridurre gli spazi economici per enti che sono convenzionati con noi, in qualunque campo della nostra attività. Io sto cercando di farlo, non so con quanto successo, e in campi non sospetti. E mi spiace anche, perch probabilmente gli unici campi che non sono oggetto del nostro interesse sono quelli che dipendono direttamente da noi. Caro Ferrara, debbo dirti con molta franchezza che gli interventi drastici dovremo farli anche in quelli che dipendono da noi, più ancora che in quelli che sono esterni e in convenzione con noi. I 15 corsi variati su 37 sono corsi della Regione Piemonte; 26 corsi sono dipendenti dai Comuni, dalle Province e dalla Regione Piemonte, quindi c'è una percentuale elevatissima rispetto al complesso. Credo pertanto che sia un po' preconcetto immaginare un tentativo di riduzione con enti che traggono grandi vantaggi presunti che poi vantaggi ne traggono ben pochi, perché svolgono con molta serietà il loro compito di formatori professionali. Accostandoci a questo argomento a mio avviso, dobbiamo avere una mente intellettualmente limpida che ci consenta di avvicinarci senza preconcetti rispetto all'esistente.
Voglio anche aggiungere, per onore dei colleghi che mi hanno preceduto tutti di altissimo valore politico e amministrativo, che la formazione professionale non è da dipingere così come viene frequentemente dipinta qui, ha carenze profonde, ha buchi profondi, ha inefficienze serie, ma è comunque, per riconoscimento generale nel nostro Paese, ai più alti livelli nel nostro Paese. Questo bisogna dirlo ad onore di chi è stato prima di me non per me che mi occupo di questa materia da nove-dieci mesi. Ora si tratta di correggere i fatti e i prodotti del lassismo dai quali tante volte siamo stati tentati per le ragioni più diverse.
Certamente in periodo pre-elettorale, come questo, tutti si preoccupano di essere più benevoli, di allargare, di comprendere, di dare. Il mio compito amaro in questo momento è di ritirare, di tagliare, di razionalizzare; sto impostando il lavoro con il massimo del rigore possibile o almeno di quello di cui sono capace.
Nel concreto, la circolare per i corsi è partita con un anticipo eccezionale rispetto agli altri anni. Le domande per i nuovi corsi sono già state presentate e messe a disposizione della Commissione, sono state distribuite a tutte le Province che sono state invitate a costituire, a livello provinciale, delle consulte coinvolgendo i sindacati, gli imprenditori, gli enti locali e gli stessi centri perché l'esame venga fatto sul territorio e a contatto con la realtà economica territoriale, in modo che vengano delle indicazioni delle quali terremo conto per quanto possibile.
Consentitemi questo riferimento personale, forse un po' antipatico certamente dovremo essere tutti rigorosi verso noi stessi in primo luogo perché non si può da parte di tutti invocare tagli infiniti in tutti i settori della formazione professionale, e poi uno ad uno dei Consiglieri venire presso la Giunta a raccomandare il mantenimento dei corsi di formazione professionale in questo centro, in quel paese, in questa o quella realtà, o animare le forze sindacali di questo o quel Comune più o meno grande affinché si attivino per difendere tutto l'esistente.
Se ad esempio dicessi che ad Alessandria probabilmente i tagli si impongono in termini più decisi, sarei sicuro di mettere in movimento qualche preoccupazione più accentuata in quest'aula, ma cercheremo di fare le cose che sono possibili sul piano del recupero delle disponibilità finanziarie da destinare al pagamento di debiti pregressi (abbondanti) alla razionalizzazione e a tentativi di qualche sperimentazione nuova.
Il Consigliere Tapparo che è passato per questa strada sa quanto sia minato il percorso e io me ne rendo conto fino in fondo. Sono certo della sincerità degli accenti dell'opposizione che è intervenuta per bocca del Consigliere Amerio. Stabiliti i ruoli e le funzioni vorrei che tutti capissimo la massima difficoltà che si ha dell'operare.
Il percorso è difficile e sono certo che il dibattito si riaprirà intenso e che avrà mille fronti. Sono pronto a fare la battaglia necessaria soprattutto per garantire ai ragazzi del primo livello in particolare, che credo siano ancora adesso i più bisognosi della nostra attenzione, e a tutti coloro che si accostano al mondo del lavoro, l'impegno massimo di cui sono capace per offrire un servizio positivo a nome della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la deliberazione testé discussa, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 25 voti favorevoli e 9 astensioni.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame progetto di legge n. 157: "Sostegno alle iniziative eco-pacifiste, di educazione alla pace, allo sviluppo, alla solidarietà tra gli uomini e tra i popoli" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo al punto 21) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 157, la cui iscrizione è stata richiesta ai sensi dell'art. 32 quarto comma, del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Montefalchesi. Ne ha facoltà.



MONTEFALCHESI Corrado

Non essendo presente il Consigliere Reburdo propongo di rinviare in Commissione l'esame di detto progetto di legge.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di rinvio in Commissione del progetto di legge n. 157.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La richiesta è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame progetto di legge n. 427: "Contributi per costruzione, ampliamento ristrutturazione, restauro conservativo ed acquisto di edifici sedi di comunità alloggio, residenze protette e centri sociali per anziani" (rinvio)


PRESIDENTE

Il punto 22) all'o.d.g. prevede l'esame del progetto di legge n. 427 la cui iscrizione è stata richiesta ai sensi dell'art. 32, quarto comma del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bara. Ne ha facoltà.



BARA Giuseppe

Signor Presidente, l'art. 32, quarto comma, prevede che la relazione deve essere svolta dal Presidente della Commissione. Dal momento che la collega Bergoglio non è presente, chiedo all'Assessore Brizio se non intende rinviare in Commissione il provvedimento in oggetto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore all'assistenza

Sono d'accordo a rinviare in Commissione questo provvedimento perché il decreto a cui il progetto di legge si riferisce non è ancora stato emanato.



BARA Giuseppe

Signor Presidente, chiediamo l'impegno dell'Assessore affinché detto progetto di legge ritorni in aula entro 60 giorni, a termini di Regolamento.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione la richiesta di rinvio in Commissione del progetto di legge n. 427.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La richiesta è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 634 presentato dai Consiglieri Montefalchesi Adduci, Ala, Bontempi e Bresso relativo all'Interchim di Ciriè (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 634 di cui al punto 23) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Richiamo l'attenzione dell'aula su questo ordine del giorno che riguarda l'Interchim di Ciriè. Si tratta di una questione estremamente delicata e controversa, devo però prendere atto che in questo ordine del giorno si impegna la Giunta a compiere alcuni atti, in particolare a revocare alcune autorizzazioni concesse all'Interchim di Ciriè rispetto allo smaltimento attraverso l'incenerimento dei rifiuti.
Pur essendo assente l'Assessore competente Cernetti, in teoria si potrebbe ugualmente discutere l'ordine del giorno, mi sembra però poco corretto nei confronti dell'Assessore che poi è il soggetto che dovrà emanare gli atti cui si riferisce il documento in caso di approvazione del medesimo.
Propongo pertanto, proprio per un atto di correttezza nei confronti dell'Assessore competente, di rinviare l'esame di questo ordine del giorno ad una successiva riunione del Consiglio, fermo restando il fatto che permane comunque la sua iscrizione all'o.d.g.



PRESIDENTE

Se non vi sono obiezioni, la proposta testé avanzata dal Consigliere Montefalchesi di rinviare l'esame di tale ordine del giorno alla prossima seduta è accolta. Si tratterà di valutare il punto nel quale collocarlo.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Le nomine di cui al punto 24) all'o.d.g. sono rinviate perché è prevista la prossima settimana una riunione della Commissione Nomine.
Non vi sono pertanto altri punti iscritti all'o.d.g. della seduta odierna.
Comunico però che sono stati presentati e distribuiti ai Capigruppo due ordini del giorno: il primo (n. 647) è relativo alla giornata di lotta organizzata dai tre Sindacati confederali e dal Sindacato pensionati svoltasi l'11 aprile 1989. Ricordo che c'era stato un incontro fra Capigruppo, Presidenza del Consiglio e una delegazione dei pensionati, nel corso del quale era stato preso l'impegno ad assumere le ragioni di quella manifestazione di lotta.
Poiché non sono venute nel frattempo delle proposte, il Gruppo comunista ha presentato questo documento che riprende esattamente quello presentato dalla delegazione nel corso dell'incontro citato.
Il secondo ordine del giorno (n. 648) riguarda la situazione in atto presso l'unità ospedaliera del CTO dell'USSL subcomunale TO IX.
Ho convocato i Capigruppo per venerdì alle ore 12 e nonostante le osservazioni legittime che mi sono venute da alcuni rispetto al fatto che abbiamo già riempito perlomeno la prima giornata di lavoro, desidero confermare la riunione dei Capigruppo, perché rispetto alle questioni emerse in merito ad alcuni percorsi da seguire ritengo necessario che si facciano alcuni chiarimenti. Ieri sera è stata sollevata la questione relativa alle discariche cui si sono associate altre richieste che devono essere inserite nell'o.d.g. Vi sono poi altre questioni che sono state rinviate e i due ordini del giorno di cui ho testé annunciato la presentazione.
Occorre peraltro stabilire la regola da seguire quando nel corso della giornata vengono presentati eventuali ordini del giorno, perché questa mattina la richiesta di iscrizione di un ordine del giorno ha dato luogo ad un dibattito anche aspro che ha impegnato per un'ora e mezza il Consiglio regionale. Quindi riconfermo la riunione dei Capigruppo per venerdì nella quale verrà valutata la possibilità di iscrizione di questi due ordini del giorno alla luce degli argomenti da affrontare nelle prossime riunioni.
Ha chiesto la parola il Consigliere Calligaro. Ne ha facoltà.



CALLIGARO Germano

Mi dichiaro d'accordo che l'ordine del giorno sulla giornata di lotta delle Organizzazioni sindacali confederali e del Sindacato pensionati venga discusso la prossima riunione del Consiglio. Voglio però ricordarle, signor Presidente, che l'11 aprile c'è stato l'incontro, presieduto da lei, con le Organizzazioni sindacali e i Capigruppo. In quella sede avevamo preso l'impegno, tutti i Gruppi, almeno quelli presenti, di recepire l'ordine del giorno sindacale nei suoi contenuti. Il giorno dopo, 12 aprile, si è svolto il Consiglio regionale e non se ne è parlato, anzi si è deciso di rinviare la discussione di questo ordine del giorno, che doveva essere presentato al giorno 18, cioè ieri. Ieri però non si è discusso e ciò ha indotto il Gruppo comunista a recepire i contenuti dell'ordine del giorno sindacale e a presentare un proprio ordine del giorno. Penso che i rapporti con le Organizzazioni sindacali siano proficui se sono schietti. Era meglio che alcuni Capigruppo dicessero esplicitamente che non condividevano i contenuti dell'ordine del giorno proposto dalle Organizzazioni sindacali.
Invece, hanno fatto buon viso e poi cattivo gioco per cui oggi ci troviamo senza avere discusso ed approvato un ordine del giorno che per noi è molto importante, i cui contenuti tra l'altro hanno motivato una grande giornata di lotta il giorno 11 di questo mese.
Si è davvero fatto buon viso e cattivo gioco: tutti hanno dichiarato che avrebbero assunto sotto varie forme quei contenuti, ma sono trascorsi otto giorni e non riusciamo ancora a discutere quell'ordine del giorno.
Ha senso avere confronti chiari e netti con le Organizzazioni sindacali. Bisogna dire esplicitamente se si è d'accordo. Se non si è d'accordo è molto meglio dirlo, altrimenti questi incontri diventano delle autentiche prese in giro.



PRESIDENTE

Prendo atto delle dichiarazioni del Consigliere Calligaro. Resta comunque la mia proposta di rinviare la questione alla riunione dei Capigruppo.



CALLIGARO Germano

Signor Presidente, lei ci aveva detto che avremmo rotto il fronte unitario se avessimo presentato l'ordine del giorno da soli.



PRESIDENTE

Non ho risposto in questi termini, ho detto che mi pareva una forzatura presentare l'ordine del giorno prima di una verifica tra le varie forze politiche.



AVONDO Giampiero

Lei ricorda cosa si disse nella riunione dei Capigruppo?



PRESIDENTE

Nessuno fa obiezioni alla presentazione della vostra proposta. E' del tutto legittima la posizione che avete preso. La proposta verrà esaminata dai Capigruppo e troverà una collocazione nelle prossime sedute.
La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Non capisco perché il Presidente dichiari che certi ordini del giorno sono meritevoli di discussione in sede di Capigruppo e di inserimento nella prossima seduta del Consiglio, mentre altri stanno fermi per mesi e addirittura anni. Vorrei capire qual è la discriminante onde potermi adeguare. Vorrei capire per quale motivo, avendo ricevuto adesso un ordine del giorno, lei dice che verrà esaminato nella prossima riunione dei Capigruppo, per valutarne l'inserimento nella prossima seduta del Consiglio, nella quale sono già previsti tanti argomenti da affrontare.
Tra l'altro non conosco bene i contenuti di questo ordine del giorno per cui ho difficoltà ad entrare nel merito. Vorrei però capire quali pesi vengono usati, in modo da adeguarmici qualora volessi far iscrivere un ordine del giorno.



PRESIDENTE

Io mi attengo alla volontà dei Capigruppo. Ho accolto la presentazione dell'ordine del giorno, ma sottoporrò il problema ai Capigruppo, dopodich gli stessi, nella loro piena autonomia, valuteranno la collocazione da dare all'ordine del giorno.
Mi auguro che di fronte alla presentazione di vari documenti i Capigruppo diano una collocazione che consenta di evitare che ci siano ordini del giorno che vanno avanti ed altri che invece continuano a giacere in qualche angolo.
La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Signor Presidente, quando abbiamo ricevuto la delegazione CGIL-CISL-UIL Pensionati l'intesa fu che il Presidente del Consiglio avrebbe sottoposto ai Capigruppo l'ordine del giorno proposto dalle tre sigle e i Capigruppo nella loro autonomia, avrebbero deciso cosa fare, tenendo conto che sul problema dei ticket il Consiglio regionale si è già espresso votando uno specifico un ordine del giorno. Ciò non esclude che se ne possano votare altri dieci o venti, ma lascerei ai Capigruppo la valutazione sia dell'opportunità che del tipo di testo che il Gruppo comunista autonomamente ha proposto. D'altro canto, il collega Calligaro in quell'incontro annunciò che avrebbe assunto pari pari il testo proposto e che l'avrebbe presentato al Consiglio. Di lì a dire che il Consiglio regionale nella prossima seduta approverà un ordine del giorno credo ne passi. Decideranno i Capigruppo.



PRESIDENTE

Trasmetterò il documento ai Capigruppo, i quali valuteranno la sua collocazione nell'o.d.g.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,10)



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