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Dettaglio seduta n.182 del 16/03/89 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


ROSSA ANGELO



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 1542 presentata dal Consigliere Ala.
Risponde l'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Con l'interpellanza in argomento il Consigliere Ala richiede una serie di chiarimenti e di valutazioni in merito alla situazione venutasi a determinare nel Parco regionale "La Mandria", in relazione agli abbattimenti selettivi di cervi e di cinghiali.
Al fine di comprendere nel suo insieme la complessa vicenda degli abbattimenti alla Mandria bisogna innanzitutto fare presente che i vari piani di abbattimento predisposti a norma della L.R. n. 50/77 nel corso degli ultimi anni sono stati impugnati davanti al TAR Piemonte e hanno subito una serie di sospensive da parte del TAR stesso, tali da vanificare totalmente il contenuto e gli obiettivi di contenimento della fauna. Questa premessa risulta fondamentale per poter entrare nel merito degli avvenimenti e degli atti assunti nel corso del 1988. Infatti, in data 21 luglio 1988, il Prefetto di Torino segnalava per mezzo di una lettera lo stato di "reale ed immediato pericolo per la stessa incolumità delle persone dimoranti nelle aree interessate dalla presenza di cinghiali" e faceva rilevare all'Amministrazione regionale "che la pendenza del ricorso e del provvedimento cautelativo non poteva costituire valido motivo per rinunciare all'esercizio delle attribuzioni previste in materia dalla vigente legislazione regionale", sottolineando pertanto "l'inderogabile ed urgente necessità che la Regione assumesse i provvedimenti di propria competenza necessari a ripristinare l'equilibrio faunistico, nel pieno rispetto delle finalità selettive e non venatorie previste dall'art. 2 della L.R. n. 50/77". In altri termini il Prefetto, rilevando una situazione di rischio per la pubblica incolumità, ribadiva il concetto che i piani di abbattimento (competenza regionale) dovevano essere predisposti nel pieno rispetto della L.R. n. 50/77.
Il Presidente della Giunta regionale, pertanto, in risposta alla lettera prefettizia di cui sopra, assicurava l'adozione di un atto amministrativo della Regione che autorizzasse il piano di abbattimento selettivo. Oltre a ciò, conscio del fatto che un tale provvedimento assunto rispettando la lettera dell'art. 2 della L.R. n. 50/77 (che prevede espressamente che gli abbattimenti devono essere eseguiti da persone estranee alla pubblica amministrazione) sarebbe stato nuovamente oggetto di impugnativa, il Presidente della Giunta regionale, "stante il pericolo reale ed immediato per l'incolumità delle persone" rilevato dal Prefetto faceva istanza affinché "nel caso i provvedimenti assunti fossero sospesi dal TAR" e la Prefettura intervenisse per le motivazioni di ordine pubblico di sua competenza. Di tale lettera del Presidente della Giunta regionale è peraltro disponibile la copia richiesta dal Consigliere Ala.
A seguito delle deliberazioni della Giunta regionale che autorizzavano l'abbattimento di cervi e cinghiali, assunte in data 29 luglio 1988 puntualmente perveniva l'impugnativa dell'ENPA di fronte al TAR che peraltro rigettava l'istanza di sospensione indicando però la necessità di intervenire esclusivamente con personale di vigilanza e non con abbattitori esterni. Il personale dipendente dall'Azienda regionale dei Parchi suburbani provvedeva pertanto all'abbattimento di ventisei cinghiali.
L'ENPA, nel frattempo, diffidava detto personale dal continuare negli abbattimenti in quanto non dotato di idoneo porto d'armi. Il Prefetto a questo punto sospendeva la procedura per il rilascio di porto d'armi al personale dell'Azienda che di fatto era così impossibilitato ad intervenire.
Con nota prefettizia del 19 ottobre 1988 il Prefetto, nel richiedere le motivazioni che impedivano l'attuazione dei piani (riscontrabili evidentemente nella mancanza di abbattitori essendo precluso l'abbattimento agli esterni e ai guardaparco e non potendo la Regione obbligare le guardie provinciali), ribadiva la necessità di un intervento diretto della Prefettura. Vista la situazione di stallo venutasi a determinare il Presidente della Giunta regionale, nel fornire le risposte richieste concordava sull'opportunità di un intervento prefettizio. Anche di questa lettera è disponibile copia.
Con quanto sopra illustrato si ritiene di aver fornito anche i richiesti chiarimenti in merito alle difficoltà che hanno impedito l'attuazione dei piani di abbattimento nella loro prima fase. Va anche rilevato che pare chiaro non essersi trattato di una delega alla Prefettura, ma il riconoscimento che l'attuale normativa è divenuta ingestibile per alcune interpretazioni restrittive. Di conseguenza, a fronte di una situazione di impossibilità di intervento per mancanza di abbattitori (di cui si è accennato in precedenza) e di una situazione di pericolo per l'incolumità pubblica rilevata dal Prefetto e di competenza esclusiva del Prefetto stesso, altro non si poteva fare che concordare su un intervento diretto della Prefettura.
Proprio in quanto assunta con il potere prefettizio, l'ordinanza che disponeva l'abbattimento di duecentocinquanta cervi e centoventiquattro cinghiali ha il carattere del provvedimento "extra ordinem" e pertanto di provvedimento che può consentire atti non previsti dalla vigente legislazione. Su questo aspetto pertanto ogni valutazione sarebbe fuori luogo.
Per quanto concerne le posizioni assunte dall'Amministrazione provinciale, nella persona dell'Assessore alla caccia, in merito alla necessità di modificare la legge regionale in materia di caccia, si tratta di valutazioni che, coinvolgendo specificatamente le competenze dell'Assessore regionale alla caccia, devono essere oggetto di suo esame.
Per quanto riguarda altresì gli interventi da attuarsi nelle aree a parco si condivide la preoccupazione di dover provvedere alla gestione del patrimonio faunistico e proprio per questo motivo è stata predisposta una nuova legge che si pone il fine di superare anche quei problemi di interpretazione e giuridici dell'attuale normativa, e cioè della L.R. n.
50/77.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Vorrei fosse messa a verbale la mia insoddisfazione per dover, con questa interpellanza, dare inizio ad una seduta consiliare in ritardo di oltre mezz'ora rispetto a quanto era previsto. Ovviamente non è una critica rivolta a coloro che erano presenti all'apertura della seduta, ma ovviamente agli assenti.
Per quanto riguarda la risposta dell'Assessore, prendo atto che una parte dell'interpellanza era rivolta all'Assessore alla caccia. Sarà mia cura rivolgere espressamente a lui il quesito relativo alla profonda divergenza oggi esistente tra la politica regionale e la politica delle Amministrazioni provinciali in materia di attività venatoria.
Nella mia interpellanza parlavo di "delega" alla Prefettura l'Assessore ha detto invece che non si tratta di questo, ma di riconoscimento di una sostanziale impossibilità, sulla quale si può in certa misura concordare. L'oggetto centrale dell'interpellanza era però un altro: adesso, ad operazioni concluse, quale valutazione diamo delle modalità adottate dalla Prefettura per compiere questo piano? Era una domanda non rivolta solamente alla Giunta, ma anche alla Regione in quanto istituzione, e alle associazioni ambientaliste e protezionistiche quale riflessione complessiva e generale su come erano andate a finire una serie di vicende, a partire dal fatto che rispetto alla Regione e alle sue politiche vi sia stata una forte opposizione, capace di sortire effetti significativi e tali da costringere la Regione a modificare la propria legislazione: questo è un risultato concreto. Dall'altra parte, però, è stata lasciata alla Prefettura una totale mano libera di decidere ed operare con i propri criteri e con le proprie modalità senza che su queste nessuno abbia sollevato obiezioni né in merito alle modalità adottate né in merito al come le cose si siano effettivamente svolte.
Da un lato, la riflessione riguardava quindi il fatto se i provvedimenti prefettizi avessero garantito il rispetto delle norme regionali previste con la legge n. 50 in materia di abbattimenti all'interno dell'area parco, se avessero garantite e tutelate certe esigenze di fondo, tra l'altro ribadite nella nuova legge regionale.
Dall'altro lato, non si può che constatare che su questo punto la Regione intende non rispondere. Io ne prendo atto. A questo punto, non vi sono molte altre cose da sottolineare, visto che rispetto alla parte relativa alle lettere e alla corrispondenza intercorsa tra Prefettura e Giunta regionale l'informazione è esauriente e completa. Devo solo rammaricarmi del fatto che avrei voluto che sulla vicenda, come dicevo nell'interpellanza, fosse informata in tempo utile la Commissione consiliare competente, che non credo sia stata mai informata, fino a pochi mesi fa, della gravità della situazione. Si è preferito risolvere questa situazione con la Prefettura senza far presente alla Commissione come la situazione fosse tale da pregiudicare seriamente l'autonomia e le competenze regionali. Questa situazione era quella di novembre. La risposta arriva a piano di abbattimento comunque concluso. Abbiamo una nuova legge regionale che mi auguro, anche per l'ampiezza di dibattito che si è svolto in Commissione, abbia la possibilità di essere rapidamente approvata.


Argomento: Parchi e riserve

Interpellanza n. 1571 del Consigliere Ala inerente il piano di cattura di caprioli nel Parco Gran Bosco di Salbertrand


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 1571 presentata dal Consigliere Ala alla quale risponde l'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, con l'interpellanza in oggetto il Consigliere Ala chiede di conoscere quali siano gli acquirenti dei capi catturati in base al piano di cattura di caprioli previsto per il Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand, quale sia la loro destinazione quali controlli siano stati predisposti o si intenda predisporre per verificare la destinazione dei capi e quali studi siano stati condotti per verificare la compatibilità dei ripopolamenti con gli equilibri faunistici ed ambientali.
Al fine di fornire una risposta completa ai quesiti sollevati deve essere innanzitutto chiarito che, a norma della L.R. n. 50/77, la Giunta regionale approva piani di riequilibrio faunistico che sono direttamente predisposti dal Parco interessato: nel caso in questione il piano è stato adottato dall'Ente Parco sulla base di uno studio complessivo dell'ambiente del Parco e del carico di ungulati predisposto dal consulente faunistico dr. Meneguz dell'Università di Torino.
L'Ente Parco, cui è affidata espressamente la gestione dello stesso provvede a destinare i capi catturati in base alla valutazione delle richieste pervenute: nel 1987-1988, ad esempio, come in anni precedenti, i capi catturati sono stati trasferiti nel Parco naturale dell'Alta Valle Pesio sulla base delle previsioni contenute nei piani naturalistico e faunistico del Parco; per l'anno 1988-1989 la richiesta valutata positivamente è quella della Comunità montana Valle Stura tendente a ripopolare zone di divieto di caccia considerate compatibili dagli studi faunistici condotti nell'area.
Le operazioni di ripopolamento sono seguite direttamente dal Direttore del Parco del Gran Bosco e dal consulente faunistico al fine di verificare i risultati delle operazioni stesse anche in relazione a possibili futuri interventi analoghi.
Va comunque rilevato che il piano di cattura previsto non è stato attuato in quanto i sistemi di cattura "leggeri" previsti sono stati vanificati dalla mancanza di innevamento che ha fatto sì che i capi da catturare non si siano avvicinati ai recinti di cattura avendo trovato condizioni favorevoli per i propri bisogni alimentari.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

La risposta a questa interpellanza è più soddisfacente, se confrontata alla risposta precedente, in quanto risponde ai diversi quesiti che erano richiesti. Nella deliberazione della Giunta regionale oggetto dell'attuale interpellanza non comparivano affatto quegli elementi che sono stati adesso comunicati dall'Assessore. Diversamente, non vi sarebbe stato alcun motivo di porre queste domande. Desidero richiamare anch'io la proposta di legge in materia che verrà presto discussa in aula, per ricordare come proprio con un emendamento del sottoscritto, con una proposta condivisa da tutti gli altri Gruppi, siano stati inseriti proprio questi elementi di informazione all'interno delle deliberazioni che riguardano catture a scopo di ripopolamento.


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 1240 dei Consiglieri Chiezzi, Ferro, Bontempi e Guasso inerente i lavori a difesa dell'abitato in località Rocca del Forte nel Comune di Ceva


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 1240 presentata dai Consiglieri Chiezzi, Ferro, Bontempi e Guasso.
Risponde l'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore alle opere pubbliche

Purtroppo rispondiamo a questa interpellanza parecchio tempo dopo la sua presentazione; fra l'altro, essa era iscritta nell'elenco delle interrogazioni a cui la Giunta era disponibile a rispondere già da alcuni mesi.
L'oggetto di questa interpellanza riguarda un intervento realizzato in località Rocca del Forte nel Comune di Ceva. Al riguardo si forniscono i seguenti elementi di risposta.
Con deliberazione della Giunta regionale dell'8 marzo sono state adottate ed approvate procedure amministrative discendenti dalle situazioni di urgenza connesse alla pubblica incolumità di quella parte dell'abitato del Comune di Ceva minacciato da massi in incipiente movimento dalla parte della Rocca del Forte.
Il Sindaco di Ceva con più ordinanze aveva preso atto della situazione di rischio, valutate anche dall'apposita Commissione regionale, e provvedeva alla tutela della pubblica incolumità individuando le famiglie soggette a sgombero e le zone di transito da interdire. Con propria ordinanza infatti era stato ordinato lo sgombero di alcune famiglie da case sottostanti la Rocca del Forte.
Il Servizio regionale OO.PP., e difesa del suolo di Cuneo si è immediatamente attivato per individuare le opere indifferibili da avviare con estrema urgenza.
La scelta del tipo di intervento è stata quella di costruire barriere paramassi al piede della parete della Rocca utilizzando la specifica competenza della ditta Geoprotection di Lecco, peraltro già operante in loco per la gestione di un primo finanziamento regionale assentito al Servizio decentrato di Cuneo ai sensi della legge n. 38/78 all'Amministrazione comunale di Ceva. La realizzazione della barriera paramassi è stata tempestiva e provvidenziale, perché il giorno 8/4/1988 quindi poco dopo aver urgentemente realizzato l'intervento, si è verificato il crollo di una notevole quantità di massi dalla parete della Rocca che non hanno raggiunto le sottostanti abitazioni ed infrastrutture, essendo stati bloccati dalle reti paramassi già realizzate con le procedure di urgenza.
La Regione ha provveduto alla spesa con il contributo del Ministero della Protezione Civile di cui all'Ordinanza n. 1293 del 10/12/1987).
Detta Ordinanza all'art. 2 consente alla Regione la gestione della spesa in deroga alla contabilità generale dello Stato.
Il capitolato di appalto dei lavori, affidato dalla Regione, contiene l'elenco dei prezzi relativi alle opere speciali, destinate all'ancoraggio delle barriere, ed il prezzo al mq delle barriere stesse.
In particolare, la stima delle opere speciali compiute è dedotta applicando alle quantità i prezzi dell'elenco regionale datato 1982/1983.
L'incidenza percentuale delle opere speciali è di circa il 26%.
Il 52% dell'importo è relativo alla spesa per la realizzazione della rete che è valutata in L. 250.000 il mq.
La rimanente spesa è destinata ad interventi in parete mediante rocciatori specializzati per pulizia e taglio alberi e disgaggio leggero con l'uso di corde quali mezzi d'opera.
Il prezzo al metro quadrato della rete è stato valutato attentamente dal Servizio regionale di Cuneo che, avendo effettuato una ricerca di mercato sul costo al mq di reti analoghe, ha riscontrato prezzi variabili dalle 400.000 alle 500.000 lire/mq a fronte del prezzo adottato nel capitolato in questione pari a L. 250.000/mq.
Reti paramassi installate dalla Regione in altre circostanze non sono paragonabili a quelle installate a Ceva in termini di consistenza dei materiali e tipologia usati.
Pertanto, ad una sostanziale differenza di materiale impiegato, non pu corrispondere un'esatta valutazione dell'offerta rispetto a precedenti affidamenti.
Comunque risulta che l'installazione di reti paramassi in Comune di Mergozzo, che in capitolato sono state stimate ugualmente in L. 250.000/mq è stata affidata con il 28,90% di ribasso con procedura di aggiudicazione espletata ai sensi dell'art. 17, L. n. 18/84.
I dati di raffronto, quindi, possono essere facilmente interpretati se si considera che a Ceva i materiali sono notevolmente più consistenti e sostanzialmente diversi e che reti identiche sono state adottate da altri enti pubblici al prezzo di L. 400/500.000 al mq con ribassi intorno al 10%.
E' ovvio che non si hanno elementi di valutazione per stimare la congruità dei prezzi anzidetti rispetto alle zone d'intervento ove hanno operato i predetti enti.
V'è comunque da ribadire il concetto che l'intervento della Regione nel caso di Ceva è stato tempestivo, provvidenziale ed è stato realizzato a costi contenuti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, ringrazio l'Assessore della risposta, sia pure molto tardiva. Non posso dirmi completamente soddisfatto della risposta per i motivi che, in modo sintetico e con spirito critico, ma costruttivo, cerco di illustrare.
Il ruolo di un Assessore nel settore della gestione delle OO.PP., qual è in ultima analisi? L'Assessore ha a disposizione un apparato tecnico che espleta tutte le incombenze di carattere tecnico e amministrativo, però c'è una responsabilità da parte dell'Assessore che si riconduce alla volontà di attivare procedure, controlli, volti a realizzare il massimo di interesse pubblico nell'affidamento dei lavori. Questo è il ruolo dell'Assessore mentre sulle singole scelte tecniche devono essere competenti gli uffici.
L'Assessore deve avere un'attività di indirizzo politico volta ad indurre un comportamento degli uffici, sia per le procedure che per le scelte, che conseguano il massimo di vantaggio per l'Amministrazione, il massimo dell'imparzialità verso tutti i soggetti, quindi il massimo di interesse collettivo.
L'interrogazione fatta sull'affidamento dei lavori partiva dall'osservazione che innanzitutto è dichiarata una situazione d'urgenza.
Sappiamo che quando c'è la massima urgenza occorre anche avere la massima cautela affinché vengano comunque garantiti i comportamenti di imparzialità e di massimo interesse.
Prendendo alcune altre deliberazioni per affidamenti di lavori di consolidamento ho verificato che in altri casi, ad esempio nel Comune di Castelmagno il 4/10/1988, nel Comune di Andezeno il 29/3/1988, nel Comune di Castellinaldo, sono stati ottenuti dei ribassi sull'elenco prezzi maggiori di quelli ottenuti da questa impresa di Lecco che ha lavorato a Ceva, in un caso l'11%, nell'altro caso il 7,42%, nell'altro caso il 7,45 queste cifre richiedono attenzione perché ci sono sfasature. E' difficile in caso di affidamento a trattativa privata ad una singola impresa, non fare riferimento a quanto ha offerto il mercato in zone vicine e per lavori analoghi. La questione è molto delicata e questo è il senso delle critiche e delle richieste di precisazione.
La risposta dell'Assessore non mi soddisfa completamente perché dalla stessa risposta - se ne sarà accorto anche l'Assessore - emerge come non ci sia una chiarezza estrema, e questa non c'è non per cattiva volontà di qualcuno, ma perché è un problema delicato. Esaminiamo, ad esempio, il problema delle reti. Se ho capito, il valore della rete viene fissato in lire 250.000 meno il 5% di sconto. L'Assessore Mignone dice: "Stiamo attenti, perché in realtà reti di questo genere costano quasi il doppio sul mercato". Allora di qui c'è già un elemento di incomprensibilità della situazione. Come fa il mercato ad offrire una rete a 400.000/500.000 lire e poi un'impresa offrire il 5% di ribasso su 250.000 lire? Ecco perch occorre stare attenti; non solo, si dice che in un Comune si sono ottenuti sconti del 28% su una rete.
Il problema non lo risolviamo in questa sede, Assessore Mignone, per da parte almeno del mio Gruppo, che oggi è collocato all'opposizione, ma farebbe le stesse cose in maggioranza, noi continuiamo a sollecitare e ad evidenziare tutte queste anomalie all'Amministrazione regionale affinché ci risponda e soprattutto perché vigili quando si verificano alcuni fatti delicati. Primo fatto: l'urgenza, come gestirla; secondo fatto: la trattativa privata con una sola impresa; terzo fatto: chiedere agli uffici ogni qualvolta si verificano la congiunzione di urgenza e di necessità di far riferimento ad una sola impresa, il confronto dei prezzi con affidamenti su lavori similari e in zona.
Se ci fosse questo confronto l'Amministrazione pubblica potrebbe ricavarne dei vantaggi. Sul fatto che l'impresa affidataria in questione fosse già in loco, e che offra un ribasso inferiore ad altri ribassi che sono stati fatti per lavori analoghi, è un elemento sul quale noi sollecitiamo l'attenzione critica nostra e l'attenzione dell'Amministrazione; bisogna sempre avere comportamenti che favoriscano al massimo la trasparenza del mercato e l'affidamento nell'interesse dell'Amministrazione. Non è la prima di queste interpellanze: è un settore che seguiamo costantemente e sul quale sollecitiamo, nel limite del possibile, la massima chiarezza. Quello che non mi soddisfa molto Assessore - e permettimi che ti rivolga questa pacatissima, ma ferma critica - è una certa mancanza di curiosità, di attività di andare oltre la risposta burocratica. Nella risposta che hai dato ci sono le cose che ti hanno scritto gli uffici, e vanno benissimo, ma mi piacerebbe avere delle risposte che siano critiche anche verso quello che ti scrivono gli uffici perché non è tutto risolto. Dalla tua risposta hai visto che ci sono dei problemi che è difficile spiegare. Allora, quello che mi piacerebbe è che l'Amministrazione pubblica abbia sempre un rigore, una ricerca dell'interesse pubblico che so non essere facile, però è il compito di un Assessore. Altrimenti l'Assessore potrebbe anche fare il semplice passacarte di quello che succede a livello tecnico; l'Assessore una critica su cosa succede può farla anche dai banchi di governo.
Questo era il senso delle critiche che volevo svolgere in risposta a questa interrogazione.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione n. 1572 del Consigliere Pezzana inerente il quadruplicamento della linea ferroviaria dell'asse torinese


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1572 presentata dal Consigliere Pezzana.
Risponde l'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

L'interrogazione urgente del Consigliere Pezzana non era tanto una risposta attorno al passante ferroviario di Torino, ma nasceva da una dichiarazione apparsa sui giornali del Ministro della Protezione Civile rispetto ai pericoli che, a suo avviso, ci sarebbero nel momento in cui i treni che trasportano sostanze pericolose attraversano gli abitati o addirittura, laddove vi sono dei depositi dei vagoni contenenti tali sostanze. Credo che l'interrogante avesse voluto sottolineare la estemporaneità delle dichiarazioni rese in allora dal Ministro della Protezione Civile. Mi limiterò, per non entrare in una valutazione politica rispetto a queste dichiarazioni di cui non conosco il fondamento tecnico, a dare una risposta molto concisa rispetto all'attuale situazione normativa della materia.
Le norme che regolano il trasporto a mezzo ferrovia di merci pericolose sono stabilite dal RDL n. 9 del 25/1/1940 che suddivide le merci stesse in quindici categorie (infettivi, corrosivi, veleni, ecc.) specificando per ciascuna categoria ulteriori tipologie.
Per ciascun tipo di merce vengono indicate precise modalità per il carico, l'imballaggio, il trasporto e lo scarico.
Il successivo DPR n. 915/82 stabilisce che il trasporto di merci pericolose da parte dell'Ente Ferrovie deve essere sospeso fintanto che l'ente stesso non abbia provveduto ad emanare ulteriori norme di dettaglio od integrazione del citato RDL n. 9 del 25/1/1940. Il DPR n. 915/82 stabilisce anche che, pur in presenza delle norme di dettaglio, il trasporto delle merci pericolose deve essere oggetto di apposita autorizzazione da parte delle Regioni interessate.
L'Ente Ferrovie a tutt'oggi non ha ancora emesso le norme di dettaglio di cui sopra, per cui i trasporti pericolosi vengono effettuati sporadicamente e solo su autorizzazione specifica della Direzione Generale dell'Ente Ferrovie e delle Regioni interessate.
Alla luce di quanto sopra, non si ritiene di dover sospendere o riesaminare il progetto ferroviario di quadruplicamento in asse, in corso di realizzazione, in quanto l'eventuale passaggio in città di merci pericolose è comunque subordinato ad una normativa molto particolare e specifica che da questo punto di vista dà delle garanzie.
Rimane certo il fatto di questa dichiarazione (che non ha dei precedenti e che non ha avuto un seguito) che ha lasciato esterrefatti gli operatori del settore. E' comunque una materia che è ampiamente disciplinata, ove le autorizzazioni vengono rilasciate soltanto dopo un'attenta valutazione, caso per caso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Ringrazio l'Assessore Mignone per la risposta che ha dato alla mia interrogazione che era del dicembre dello scorso anno.
Il bello del ritardo nelle risposte è che si ha tempo di valutare se le preoccupazioni che hanno spinto un Consigliere a fare un'interrogazione erano poi salvaguardate da quello che è avvenuto dopo, oppure smentite.
Mi sembra però che il pretesto della dichiarazione che aveva fatto il Ministro Lattanzio, che i giornali riportavano con titoli tipo "Le stazioni sono come polveriere!", sia preoccupante perché non credo che un Ministro faccia dichiarazioni del genere a caso, quindi qualche motivo di fondatezza sicuramente doveva esserci. Ricordo che il 22/5/1986 questo Consiglio aveva discusso e bocciato un ordine del giorno del sottoscritto in cui si chiedeva di inserire una valutazione di impatto ambientale in tutto il progetto di quadruplicamento dell'asse, valutazione che mancava. Forse se quell'ordine del giorno fosse stato approvato, avremmo delle garanzie maggiori di quante non se ne abbiano oggi per quanto riguarda proprio eventuali pericolosità come quelle a cui facevo riferimento nella mia interrogazione.
Però vorrei che l'Assessore Mignone prendesse un piccolo appunto da questa mia risposta in riferimento a questo piano, un piano di programma di lavoro che è intitolato "Pianificazione integrata del trasporto nell'area metropolitana torinese", che fa riferimento a un decreto della Giunta regionale del 29/12/1988. Dopo quella approvazione non se ne è più saputo nulla.
Vorrei sapere dall'Assessore Mignone cosa contiene questo studio perché è strettamente inerente alla mia interrogazione, e se, in base a quello studio, sono previste delle valutazioni sull'impatto ambientale cosa che peraltro io chiedevo nell'ordine del giorno del 1986 a cui ho fatto riferimento prima. Chiederei anche all'Assessore Mignone se volesse essere così cortese di informare non solo il sottoscritto, ma anche il Consiglio regionale, con una comunicazione in aula per sapere a che punto è lo stato di avanzamento del quadruplicamento.
Credo sia un argomento di interesse collettivo e non soltanto individuale.



PRESIDENTE

Ha chiesto ancora la parola l'Assessore Mignone. Ne ha facoltà.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

La Giunta raccoglie la richiesta del collega interrogante Pezzana e dichiara la disponibilità a concordare con i Capigruppo una sede in cui rendere una comunicazione che potrebbe essere anche oggetto di approfondimento di quella deliberazione del 29 dicembre a cui faceva riferimento, relativa agli studi per l'area metropolitana e la pianificazione dei trasporti nell'area.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione n. 1317 dei Consiglieri Montefalchesi e Reburdo inerente la Casa di riposo per anziani malati cronici di Corso Unione Sovietica a Torino


PRESIDENTE

Sull'interrogazione n. 1317, cui deve rispondere l'Assessore Brizio, ha chiesto la parola il Consigliere Montefalchesi. Ne ha facoltà.



MONTEFALCHESI Corrado

Di questa interrogazione chiediamo la risposta scritta.
Contemporaneamente però sollecitiamo la risposta in aula all'interpellanza n. 878 che tratta sempre dell'Istituto di riposo per la vecchiaia di Corso Unione Sovietica, affrontandolo però in modo più ampio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore all'assistenza

Per quel riguarda l'interrogazione n. 1317, le farò senz'altro pervenire copia scritta della risposta.
Per quanto concerne invece l'interpellanza n. 878, mi impegno a dare una risposta il più presto possibile. Ritengo nel corso della prossima seduta consiliare.


Argomento: Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli - Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interpellanza n. 1625 dei Consiglieri Chiezzi, Bontempi, Calligaro e Sestero inerente il progetto per la lottizzazione di 80/85 ettari di bosco attorno alla Villa Cartman sulla collina torinese


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 1625 presentata dai Consiglieri Chiezzi, Bontempi, Calligaro e Sestero alla quale risponde l'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore alla pianificazione territoriale

Non ho qui gli appunti che mi ero predisposta, comunque sono in grado di rispondere ugualmente, dato che conosco molto bene questo problema.
Innanzitutto devo dire ai Consiglieri interroganti che, fino a questo momento, nessuna trasmissione ufficiale di progetto relativamente ad insediamenti nella zona detta Cartman, in terreno di Pino Torinese, è pervenuta alla Regione Piemonte.
Peraltro, se mi è consentita questa precisazione, conosco benissimo questo problema essendo Consigliere comunale di Pino Torinese ed essendo stata interessata a questo problema nella mia veste di Capogruppo di un Partito che siede nel Consiglio comunale di Pino Torinese, credo addirittura dal 1985. Quindi è un problema molto vecchio che si sta trascinando ancora in una fase molto elaborativa, rispetto alla quale ripeto, non c'è nessuna decisione a nessun livello. Tra l'altro, la Regione non è mai stata ufficialmente informata.
La stampa locale e la stampa cittadina hanno ripetutamente parlato di questo argomento trattandosi di un insediamento generalmente conosciuto come "città degli anziani" che presupporrebbe, su un territorio di circa un milione di metri quadrati, l'insediamento in un'area circoscritta di circa 100.000 mq, di un numero, in questo momento non precisato, di villette che determinerebbero tuttavia l'insediamento di 2.000 persone.
Un progetto abbastanza consistente che, per la sua dimensione, finora ha interessato soltanto a livello di informazione il Comune di Pino.
Tuttavia, ritengo che per una dimensione di questo tipo, se dovesse concretizzarsi questa idea, dovrebbe sicuramente intervenire anche la Regione, attraverso una serie di controlli, tenendo conto che esso andrebbe peraltro ad interferire in un settore che non è soltanto territoriale, ma che riguarda anche l'assistenza.
Quando nel Piano di sviluppo regionale indichiamo che uno degli aspetti importanti su cui si dovranno cimentare le maggioranze di questa Regione è quello dei servizi alla persona, individuiamo il settore di intervento degli anziani ed esprimiamo una priorità, che è quella di definire interventi che valgano soprattutto a colmare le istanze e le esigenze della popolazione anziana in difficoltà. Nel Piano di sviluppo, nei progetti di rilevanza regionale, è previsto un intervento che abbiamo chiamato "progetto anziani" che si rivolge alla popolazione degli anziani non autosufficienti.
Questo è il quadro nel quale si muove l'iniziativa regionale. Ove questa iniziativa dovesse avere concretezza, credo che uno scambio di opinioni importanti, al di là degli aspetti territoriali, debba esserci con la Giunta, in particolare con l'Assessorato all'assistenza, per valutare se questa è un'esigenza della Regione Piemonte e se questa esigenza possa essere colmata attraverso iniziative di questo genere.
Per quanto riguarda gli aspetti più strettamente territoriali, devo dire per conoscenza diretta, sia come Consigliere comunale sia come Assessore alla pianificazione, che il Piano regolatore di Pino prevede per quella zona la destinazione agricola.
In questo momento il PRG di Pino è all'attenzione del CUR nella sua fase finale, in quanto il Comune ha ripetutamente controdedotto; siamo in attesa dell'ultimo pronunciamento da parte del Comitato Urbanistico Regionale dopodiché il Comune di Pino avrà finalmente, dopo tredici anni il suo PRG.
Per quella zona la destinazione è agricola e, se questa iniziativa dovesse prendere consistenza, sarà necessaria una variante del PRG del Comune di Pino, che in questo momento non è né prevista né ipotizzabile.
Tra l'altro, le Amministrazioni comunali che si sono finora succedute, sia la precedente a guida del Sindaco repubblicano e sia quella attuale a guida di Sindaco democristiano, non si sono mai espresse ufficialmente attorno a questo problema. Il Consiglio comunale di Pino non ha mai ufficialmente discusso di questa possibilità di insediamento. Ci sono stati dei contatti a livello ufficioso con le varie forze politiche, ci sono state numerose iniziative di informazione pubblica da parte delle forze politiche di Pino ma dal lato della consistenza progettuale ed anche eventualmente autorizzativa non esiste nulla perché il PRG di Pino non consente questo insediamento.
Per quanto riguarda le responsabilità regionali, dobbiamo tener conto che è in predisposizione l'approvazione degli schemi dei Piani territoriali con valenza paesistica e che, per quanto riguarda nello specifico questo territorio, lo schema a valenza paesistica del comprensorio di Torino non prevede per la zona altra destinazione che quella di salvaguardia del verde e di salvaguardia agricola. Un eventuale insediamento potrebbe essere previsto anche attraverso questo strumento, che in tal caso potrebbe determinare delle condizioni di variante automatica al PRG di Pino.
In linea generale devo ribadire che, al di là della consistenza che potrebbe assumere o meno, un intervento del genere potrebbe collocarsi nel lato eventualmente autorizzativo attraverso un Progetto Territoriale Operativo, perché l'importanza di questo argomento, l'esigenza di non lasciare il Comune di Pino solo in una decisione di questo tipo assicurerebbe attraverso il PTO, previsto dalla legge n. 56, un percorso di trasparenza elaborativa, eventualmente autorizzativa, che deriva da questo strumento previsto dalla legge regionale urbanistica; dal momento della autorizzazione fino alla predisposizione del progetto interviene il Consiglio regionale. E' necessaria poi una deliberazione apposita dei Consigli comunali interessati, in questo caso il Consiglio comunale di Pino Torinese e il Consiglio comunale di Torino, in quanto una piccolissima parte di quel territorio insiste sul territorio comunale di Torino, quindi un eventuale progetto che dovesse assumere consistenza a mio avviso potrebbe avvalersi della possibilità di sfruttare il PTO.
Ripeto, non esistono in questo momento atti ufficiali concreti rispetto a questo provvedimento.
Non vorrei pronunciarmi più di tanto, anche perché approfitterei troppo delle conoscenze che ho in qualità di Consigliere comunale di Pino; non sarebbe nemmeno corretto andare oltre. Cerco quindi di ricondurre le mie conoscenze a momenti di conoscenza che pure la Regione deve avere rispetto al territorio che deve gestire. Il territorio in oggetto è molto delicato oggi siamo ampiamente garantiti dalla destinazione che il Comune di Pino ha ritenuto di attribuire a questo territorio, e quindi al momento attuale ogni iniziativa che tenda a cambiare quella destinazione sarebbe ampiamente discussa e confrontata con tutti gli attori in causa.
Al di là degli aspetti territoriali, v'è l'esigenza di confronto anche dal lato della necessità effettiva di iniziative di ordine sociale di questo tipo. Qualunque iniziativa, anche fantasiosa come può essere quella che abbiamo di fronte, che tenda a dare risposte rispetto ad un problema che sicuramente avremo negli anni a venire, che non è soltanto quello dell'assistenza agli anziani, ma anche della convivenza degli anziani stessi, dev'essere rispettata e valutata per quello che vuole significare.
In Italia non ci sono esempi di tale portata rispetto a questo insediamento: il Piemonte viene indicato come un'area possibile per fare questo esperimento. Ci sono esperimenti nel Nord Europa e in America. Sono state però avanzate anche delle valutazioni critiche su questo intervento.
Si è detto della possibilità che con questi interventi si ghettizzi una categoria tra l'altro abbastanza particolare. Se le notizie apparse sulla stampa sono veritiere si tratta evidentemente di una possibilità accessibile ad una 'lite estremamente limitata di persone perché le villette dovrebbero essere vendute (non ho però documenti scritti rispetto ai quali poter dare delle informazioni). Credo che l'iniziativa non possa essere rifiutata in quanto tale, ma vada valutata per la sua consistenza anche di ordine sociale nei suoi aspetti positivi e negativi. Credo soprattutto che vadano contemperate le esigenze territoriali, che sono quelle che andrebbero ad incidere su una consistente parte del territorio regionale, territorio che oggi è individuato sia dal Piano comunale che dal Piano regionale come territorio di difesa agricola e di difesa ambientale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi, speravamo in un'altra risposta da parte dell'Assessore: speravamo ci dicesse in modo netto e preciso che questa iniziativa, che non so se chiamare iniziativa fantasma, non può essere condivisa in quanto inutile sul piano del problema sociale che vorrebbe risolvere e deleteria sul piano della compromissione ambientale. Ci ha deluso perché invece la risposta è stata di una certa possibilità di prendere almeno in esame questa iniziativa, che speravamo non venisse enunciata.
Ho chiamato questa iniziativa "fantasma" perché l'Assessore dice che su di essa non vi è nulla di ufficiale né in Regione né a livello del Comune di Pino torinese. Questo è un primo elemento da discutere perché i mezzi di informazione hanno dato ampia pubblicità e informazione su un progetto quindi qualcosa di concreto esiste, non so se si tratti di un progetto di massima o altro. Si tratta di un progetto che, sulla base di notizie di stampa, fa capo ad uno dei più attivi studi torinesi. Questo progetto da qualche parte, se non ufficialmente, è stato ufficiosamente consegnato? Atti ufficiali non ce ne sono, non ci sono numeri di protocollo, però forse c'è qualcosa di più che non una notizia giornalistica. Sarebbe importante conoscere anche il livello ufficioso di questo progetto, chi l'ha visto dove è stato discusso, mentre invece la cosa rimane molto imprecisa da questo punto di vista. Come al solito si parla di una questione della quale tutti conoscono alcuni dati precisi (in questo caso è il milione di metri quadrati che sarebbe interessato dall'insediamento, sono le 250-300 villette), però quando si discute nelle sedi competenti per confrontarci per aprire un dibattito, non si riesce a tenere i piedi per terra.
Gli elementi noti relativi alla dimensione dell'intervento (2.000 abitanti e 300 ville), alla sua ubicazione (la collina torinese) e alle funzioni a cui dovrebbero essere destinate le ville (il ricovero o il soggiorno degli anziani) dovrebbero permettere di respingere in modo netto questa iniziativa. Non è costruendo delle villette in una zona del territorio torinese particolarmente delicata che si affronta e risolve il problema degli anziani. Poniamo dei limiti di età all'acquisto delle villette? Ma questo non rientra in nessun serio piano e programma che affronti il problema degli anziani secondo certi ordini di priorità e di razionalità. Se si vogliono costruire delle case in collina, si discuta di quello: è un progetto per costruire case in collina e il contrabbando di una funzione sociale è chiaramente risibile, dà fastidio e dovrebbe vedere un'opposizione chiara a questi modi ipocriti di porre un problema di valorizzazione del suolo. Si dica che si vuole costruire qualche centinaio di case in collina, le forze politiche diranno se sono d'accordo o meno.
Questa verniciatura, l'utilizzare in modo strumentale il problema degli anziani, è un elemento per dire "no" in modo netto; la politica per gli anziani è un'altra cosa.
Vi è poi il problema della collina torinese che solo nel territorio comunale comprende circa 3.000 ettari (in realtà la collina torinese va ben oltre il territorio comunale, però questo intervento insiste anche in un pezzo del territorio comunale della collina torinese). Si tratta di decidere (dopo l'edificazione massiccia avvenuta negli anni '60, che pure ha ancora risparmiato ampi spazi) quale politica sia utile per l'intera comunità. Si tratterebbe di affermare che la politica di edificazione, sia intensiva che estensiva, a scopo residenziale diffuso della collina torinese è un grosso danno per la collettività, che già in parte si è realizzato.
Se attraverso gli Uffici tecnici delle amministrazioni pubbliche si facesse la somma di tutto il denaro pubblico speso per correggere i guasti provocati nella collina torinese, troveremmo cifre enormi.
Il futuro della collina torinese dovrebbe essere tutt'altro. La collina torinese deve essere un grande polmone verde (non tutto pubblico) ricco di tipi di proprietà diverse e di convenzionamenti sull'uso che rispettino l'ambiente collinare. La collina può diventare luogo per attività di tempo libero le più varie, quindi non solo il parco nel quale non si tocca niente, ma una serie di attività compatibili con un ambiente verde. La collina potrebbe rimanere il luogo all'interno del quale i coltivatori diretti riescono ancora a percepire un reddito. L'attività agricola in collina è molto limitata, però esiste ancora; bisognerebbe capire se pu essere potenziata o se - sarebbe già un risultato importante - è possibile, attraverso una politica di estensione e tutela ambientale fornire redditi a chi continua a svolgere l'attività agricola al di fuori della routine.
Il Comune di Torino ha fatto un'esperienza molto positiva che dà l'idea di come, se gli enti pubblici attivano delle politiche, queste politiche possono mettere le gambe anche dal punto di vista dei sostegni economici che le categorie interessate possono dare.
Il Comune di Torino ha affidato, attraverso una gara svolta ai sensi dell'art. 1222 del Codice Civile (Contratto di prestazione d'opera), in manutenzione i boschi di sua proprietà riservando le gare ai coltivatori diretti della zona. Il lavoro di manutenzione e pulizia del bosco e del sottobosco (lavoro che se viene appaltato ad imprese ha certi costi) è stato appaltato ad agricoltori che avevano l'obbligo di eseguirlo due volte all'anno, a loro giudizio, con i tempi che sceglievano, quindi con grandissime economie. Gli agricoltori hanno concorso in gara gli uni con gli altri e dato che si voleva privilegiare la diffusa attività agricola la gara c'è stata, i prezzi sono stati ottimi per l'Amministrazione e sono stati di grandissimo interesse per gli agricoltori che hanno avuto un reddito aggiuntivo.
Non c'è contraddizione tra estensione delle funzioni a tempo libero, a parco, ad agricoltura, a pascolo e l'economia che è uno dei temi dolenti del rapporto ambiente-sviluppo. Sarebbe invece sbagliato fare crescere delle aspettative (le aspettative dei proprietari dei terreni e magari anche delle attività agricole che ancora sono sul territorio) di percepire elevatissimi redditi trasformando nuovamente la collina attraverso l'edificazione. E' un modo pericoloso e sbagliato di indurre uno sviluppo economico.
L'esempio delle 300 villette è nuovamente un tentativo per proporre un tipo di sviluppo in collina, che io ritengo debba essere contrastato.
Occorre invece privilegiare tutte le attività e gli interessi economici (prima di tutto quelli di chi in collina ancora lavora e percepisce un reddito a livello del settore primario) proponendo nuove attività economiche, non di costruzione edilizia, ma che abbiano come bacino la grande utenza dell'area torinese. Abbiamo un'area povera di verde, i ragazzi che vivono in città non sanno cosa sia il verde. Torino ha una fortuna eccezionale perché su questi 3.000 ettari, anche se sono stati molto compromessi, spazio ce n'è ancora. Promuoviamo la valorizzazione di questo spazio; promuoviamo delle attività economiche che lo utilizzino nelle forme pubbliche e nelle forme private. Per fare questo, collega Vetrino, penso che i "no" bisogna dirli chiari, perché la forza economica delle attività edilizie è enorme, lo sappiamo. La valorizzazione consente il percepimento di rendite elevatissime. Se non ci si oppone e si danno delle alternative, alla lunga vince il più forte, alla lunga vincono gli interessi più forti. Queste le chiamo proposte di sviluppo, ma le possiamo chiamare speculazioni edilizie. Anche la speculazione edilizia è una proposta di sviluppo nella quale noi non crediamo più e soprattutto non ci crediamo in collina, dove i costi per la collettività diventano altissimi e dove i benefici anche per gli utenti sono tutti discutibili. L'esodo dalle residenze collinari è un fatto ormai storico. Occorre proporre una politica di sviluppo ambientale.
Per fare questo, Assessore Vetrino, bisognerebbe dire con più chiarezza che non sono queste le strade che noi proponiamo. Non è la strada del PTO.
Il PTO sappiamo che è uno di quegli strumenti che non ha nulla da invidiare alle complicazioni di un Piano regolatore.



VETRINO Bianca, Assessore alla pianificazione Territoriale

Garantisce la trasparenza.



CHIEZZI Giuseppe

Il PTO non riguarda una cosetta molto semplice da fare, è uno strumento molto complesso che garantisce trasparenza, però bisognerebbe che nel PTO non ci fossero le 300 ville. Quello che speravo di sentir dire era che questa non è la strada, che bisogna separare il problema degli anziani dagli interventi edilizi in collina; agli interventi edilizi in collina così come vengono proposti, alle villette sparse sulla collina, dobbiamo dire di no.
Ultima osservazione. Ritengo, Assessore Vetrino, che accanto ai no bisogna dire dei sì e ho fatto qualche esempio. Tra i sì e le proposte alternative che dovremmo fare perché non c'è il parco collinare che è già stato perimetrato dalla Regione Piemonte e che comprende quest'area? Allora, si avvii una grossa iniziativa relativa all'istituzione del parco collinare fatto in modo da recuperare gli interessi economici precisi che sono coerenti con l'interesse collettivo, a partire dalla leva potente delle attività economiche che si svolgono in collina. Inviterei intanto a riflettere reciprocamente su cosa abbiamo detto, spererei che l'Assessore possa anche cambiare idea ed essere più netta e precisa nei confronti di questa iniziativa e che giunga anche ad una proposta di realizzazione del parco collinare.


Argomento: Difesa idrogeologica

Interrogazione n. 1500 dei Consiglieri Dameri e Bruciamacchie inerente lo straripamento del Rio Lovassina


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1500 presentata dai Consiglieri Dameri e Bruciamacchie.
Risponde l'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore all'assetto idrogeologico

Chiedo scusa se anche in questo caso rispondiamo in ritardo l'interrogazione era già iscritta da parecchi mesi, ma qualche volta l'Assessore non era presente e così pure qualche volta non erano presenti gli interroganti.
In sostanza gli interroganti chiedono una serie di informazioni rispetto all'evento accaduto nel mese di ottobre nella frazione di Spinetta Marengo del Comune di Alessandria: in quella circostanza lo straripamento delle acque del Rio Lovassina provocò l'allagamento del sobborgo e delle abitazioni prospicienti la strada principale.
Giustamente è stato ricordato che questa non era la prima volta che il sobborgo di Spinetta Marengo "andava a bagno" a seguito dello straripamento delle acque del Rio Lovassina. Credo, comunque, possa essere riconosciuto che in quelle giornate e in quelle notti gli uffici decentrati della Regione erano presenti, in modo assiduo hanno seguito i lavori e in tempi molto rapidi hanno anche realizzato uno scolmatore provvisorio che ha consentito nei giorni seguenti il deflusso di parte delle acque e che ha impedito ulteriori esondazioni del Rio nell'abitato di Spinetta Marengo.
In realtà, le cause che hanno provocato lo straripamento del Rio sono molteplici: da un lato, le modifiche urbanistiche che si sono realizzate nei Comuni di Novi Ligure e di Pozzolo Formigaro hanno fatto aumentare di parecchio la portata delle acque in caso di piogge del Rio Lovassina dall'altro lato, la irrazionalità dell'intubamento del Rio nell'abitato di Spinetta Marengo, che è avvenuto in periodi successivi, attorno agli anni '60 e '70, per cui questo intubamento presenta delle asperità, delle riduzioni di sezione tali da provocare degli intasamenti con conseguente esondazione delle acque in casi di particolari piogge persistenti e violente.
Al di là dell'intervento che il Genio Civile di Alessandria ha realizzato in quelle drammatiche sere in modo tempestivo, ancora una volta si è posta l'urgenza di un intervento radicale per evitare l'ulteriore ripetersi di fenomeni analoghi. Quindi si è tenuta una serie di riunioni anche per iniziativa della Regione Piemonte, non soltanto con il Comune di Alessandria, che è interessato soltanto al tratto terminale, ma anche con gli altri Comuni al fine di addivenire a soluzioni che risolvano il problema in modo radicale.
Peraltro, debbo ricordare che già dal 1981 la Regione Piemonte aveva sollecitato il Comune di Novi Ligure a dotarsi di uno scolmatore che consentisse di distrarre parte delle acque che si andavano ad accumulare nell'abitato di Novi, per portarle allo Scrivia. Il Comune di Novi rispose che stava predisponendo un progetto per realizzare lo scolmatore, progetto che oggi è inserito all'interno di un progetto più generale presentato al Fondo Investimenti ed Occupazione, per il quale la Regione ha già dato priorità. Anche a seguito dell'evento alluvionale di Spinetta Marengo ha riproposto al Ministero del Bilancio che questa priorità venisse ulteriormente considerata. Peraltro la Regione Piemonte, a seguito dell'alluvione dell'ottobre 1987, aveva già provveduto a finanziare alcuni interventi sul Lovassina e sui rii afferenti, per la pulizia atta a consentire un miglior deflusso del rio.
Per quanto riguarda gli interventi propositivi, vi è la priorità assegnata al progetto FIO in cui è inserito lo scolmatore di Novi. Priorità che abbiamo ribadito in un incontro con le Amministrazioni locali per affidare al prof. Pezzoli dell'Università di Torino l'incarico di uno studio complessivo dell'area dal punto di vista del regime idraulico dei rii e quindi per basare scientificamente le linee di intervento. Con il Comune di Alessandria e i Comuni limitrofi si stanno studiando alcune ipotesi alternative per consentire di deviare il corso del Rio Lovassina dall'abitato di Spinetta Marengo, mediante un bay-pass che porta direttamente le acque del Rio Lovassina alla Bormida. Quindi, la Regione ha assunto una serie di iniziative tecniche che dovrebbero in tempi brevi proporre una soluzione in modo radicale che eviti il ripetersi di questi fenomeni.
Per quanto riguarda gli interventi nell'immediato, è noto che il Consiglio regionale ha deliberato la delimitazione delle aree nonch l'applicazione della legge n. 38 per quanto riguarda i danni ai fabbricati di civile abitazione, non rurali, e i danni alle attività commerciali deliberazione che è già esecutiva e per la quale si stanno espletando le procedure per consentire agli artigiani e ai commercianti danneggiati la possibilità di accedere ai finanziamenti a tasso agevolato e la possibilità ai proprietari di fabbricati di civile abitazione di avere i contributi per il consolidamento degli stessi.
E' noto ai Consiglieri interroganti che è aperta una causa tra i cittadini di Spinetta Marengo e il Comune di Alessandria rispetto alla responsabilità dei danni; il Comune di Alessandria ha citato anche la Regione Piemonte, la quale sta predisponendo una difesa al riguardo che dimostrerà l'assoluta estraneità da eventuali responsabilità civili.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario

Signor Presidente, ringrazio l'Assessore per quanto ha riferito e per quanto è stato fatto.
Di solito le risposte, giungendo dopo molti mesi, perdono di significato e valore. In questo caso la risposta è comunque importante perché nel contempo è stata fatta una serie di azioni e di interventi.
Ci troviamo però di fronte ad una situazione che viene scaricata regolarmente sugli imprenditori artigiani e commerciali oppure sugli abitanti dei centri abitati significativi. Si parla di una frazione del Comune di Alessandria che supera i 6/7.000 abitanti, quindi è quasi un Comune che, se fosse autonomo, evidentemente avrebbe un sistema elettorale diverso non più maggioritario. L'aver operato in questi anni con interventi a monte sia nel Comune di Pozzolo che in quello di Novi, che hanno aumentato la portata di quel rio, o con interventi nel corso del rio, oltre l'intubazione che interessa l'abitato di Spinetta Marengo, ha provocato una situazione non gestibile. Situazione che a fronte di una precipitazione improvvisa ha provocato i danni che abbiamo verificato.
La risposta non può che essere quella che indica l'Assessore Mignone dobbiamo poter governare complessivamente questo sistema; non possiamo permettere a nessun Comune di intervenire su problemi che hanno valenza intercomunale. In questo caso parliamo di un piccolo corso d'acqua lungo 25 km circa e che interessa tre Comuni; c'è un'esigenza collettiva di un piano adeguato di regimazione delle acque, perché inevitabilmente gli errori si ripercuotono sulla collettività in termini estremamente pesanti.
Credo che il problema sia risolvibile attraverso una deviazione totale del rio, che ha un altro corso minore collaterale, in modo da tagliare fuori l'abitato e quindi portare le acque direttamente al Bormida. Questi interventi sono stati fatti ad esempio a Tortona nel Rio Lossona.
Se non si opererà un intervento radicale ci ritroveremo di volta in volta ad intervenire con costi molto elevati, anche per risarcire i danni prodotti alle attività imprenditoriali, alla collettività, alle abitazioni.
Anche la Magistratura si interessa al caso, quindi la questione ha un certo spessore perché si cerca di individuare i responsabili veri che saranno poi chiamati a rispondere davanti alla giustizia. Spero che la Magistratura, i Comuni di Alessandria, di Pozzolo, di Novi Ligure e la Regione Piemonte abbiano la capacità di una risoluzione radicale del problema.


Argomento: Parchi e riserve

Interpellanza n. 1573 del Consigliere Ala inerente la vendita di numerosi immobili situati all'interno dell'Alpe Veglia


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 1573 presentata dal Consigliere Ala.
Risponde l'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore alla pianificazione Territoriale

Con l'interpellanza in argomento il Consigliere Ala, a seguito della vendita da parte dell'ENEL di numerosi immobili situati nel Parco naturale dell'Alpe Veglia ad alcune società finanziarie a carattere fiduciario richiede di conoscere quali iniziative si intendano assumere al fine di sospendere il perfezionamento degli atti di compravendita e quali iniziative si intendano adottare per sottolineare il carattere di inedificabilità e di non modificabilità delle destinazioni d'uso degli immobili garantendo la tutela e la conservazione dei luoghi.
Ai quesiti si può fornire un'unica risposta in quanto la Regione non ha alcun potere diretto di sospendere il perfezionamento degli atti di compravendita, ma ha l'obbligo di far rispettare le norme vigenti relative al Parco previste nella legge regionale n. 14/78 istitutiva del Parco stesso e nel Piano dell'area approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. 615-CR-3567 del 22/4/1980: tali norme prevedono che l'attuale patrimonio edilizio non possa essere utilizzato per destinazioni differenti da quelle agro-silvo-pastorali e pertanto non è ammissibile un cambio di destinazione d'uso a fini residenziali. Al fine peraltro di chiarire immediatamente questo fatto si è provveduto a ricordare tale normativa ai Comuni interessati con apposita comunicazione inviata per conoscenza anche all'ENEL.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

C'è troppo poco nella risposta data dall'Assessore, tolto l'ultimo accenno ad una lettera inviata ai Comuni, e per conoscenza all'ENEL. il resto sono cose note, quasi tutte già richiamate nell'interpellanza urgente. E' ovvio che le norme relative al Parco prevedano certe cose. La domanda però era un'altra: dato che le norme relative al Parco prevedono che questi immobili restino nell'attuale destinazione d'uso, come mai c'è qualcuno che li compra tutti ed a caro prezzo? Questo era il problema che si intendeva sollevare. Abbiamo qualcuno che ha voglia di buttare via i soldi, e compra quindi degli immobili ad un valore che non hanno, se hanno quel vincolo e se si trovano in quell'area, oppure c'è qualcuno che probabilmente sa benissimo quello che sta facendo? Allora è la Regione che non sa cosa sta avvenendo o che sta sottovalutando quella che è un'operazione di carattere immobiliare speculativo di valorizzazione rispetto ad un'area ambientalmente tutelata. Una vicenda, tra l'altro, che ha visto la Giunta regionale, e da anni, grandemente distratta, senza alcun intervento né a suo tempo né adesso, senza alcun tentativo di facilitare e in questo senso citavo alcuni interventi da parte del Club Alpino Italiano di Arona - una cessione di questi immobili da parte dell'ENEL ad altri soggetti, che più adeguatamente garantissero interventi compatibili con le necessità di tutela e salvaguardia dell'area. Ora, la Regione dice che sono cose che non la riguardano.
Per questo la risposta, seppure formalmente corretta, è assolutamente insoddisfacente, perché è non voler vedere una colossale operazione speculativa che si sta avviando all'interno di un parco regionale.
Allora, che cosa si intende effettivamente fare? Si sa almeno chi ha acquistato gli immobili? Lo si vuole chiedere all'ENEL? Si vuole fornire una documentazione relativa ai soggetti che stanno compiendo questa operazione? Non si può affermare che non è di nostra competenza. E' di competenza della Giunta regionale la salvaguardia del Parco e il rispetto delle leggi regionali sui parchi. Non si può dire che queste sono assicurate in eterno, quando qualcun altro sta compiendo atti estremamente pericolosi per l'integrità territoriale del Parco.


Argomento:

Sollecito risposta ad interrogazioni


PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Biazzi. Ne ha facoltà.



BIAZZI Guido

Signor Presidente, noi avevamo presentato un'interrogazione sullo stesso problema. Chiedo come mai non è stata discussa anche la nostra interrogazione. La prossima volta dovremo di nuovo fare lo stesso discorso?



PRESIDENTE

C'è stato un disguido, pertanto questa sua osservazione viene tenuta presente.
Chiede la parola il Consigliere Montefalchesi. Ne ha facoltà.



MONTEFALCHESI Corrado

Chiedo una spiegazione sulle interrogazioni ed interpellanze.
Vorrei capire la ragione per la quale la volta scorsa era in elenco una risposta della Giunta ad un'interrogazione sull'Indesit che oggi è scomparsa dall'elenco.
Faccio presente che sulla questione dell'Indesit, dopo l'agitata assemblea di circa un mese fa in Consiglio regionale, l'Assessore Cerchio si era impegnato a rispondere in aula dopo 15 giorni. Solleciterei l'Assessore a rispondere la prossima volta.



PRESIDENTE

L'Assessore Cerchio è in congedo, pertanto nella prossima riunione risponderà all'interrogazione.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g. "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale" comunico che hanno chiesto congedo, per la prima parte della seduta, i Consiglieri Cerchio, Croso, Ferro, Lombardi, Maccari Martinetti e Valeri e, per la seconda parte della seduta, i Consiglieri Ferrara, Gallarini e Vetrino.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge

Argomento:

c) Espressioni di compiacimento per la definizione della questione dei laboratori privati


PRESIDENTE

Desidero esprimere la soddisfazione del Consiglio ai Consiglieri Marchini e Olivieri, all'ex Consigliere Bajardi e al funzionario regionale Vescovi per la sentenza di piena assoluzione che è intervenuta lunedì in merito alla questione dei laboratori privati, sentenza che ribadisce la loro netta estraneità e la loro piena onestà rispetto ai fatti addebitati.
Esprimo i complimenti del Consiglio regionale e il mio personale ai colleghi e al dirigente per questa netta, chiara, trasparente affermazione.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Sollecito approvazione ordini del giorno relativi all'obiezione di coscienza


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reburdo. Ne ha facoltà.



REBURDO Giuseppe

Fin quando rimarrò in quest'aula continuerò a chiedere che il Presidente garantisca che gli ordini del giorno che vengono presentati vengano portati alla discussione di questo Consiglio regionale.
Non si può dire che il Consiglio regionale sia tempestivo, infatti discute i problemi almeno un anno dopo il momento in cui sono avvenuti diversamente da quello che avviene in tanti altri Consigli regionali e comunali. E' stato presentato alcuni mesi fa da parecchi Gruppi un ordine del giorno che riguarda la riforma della legge sull'obiezione di coscienza.
La discussione è in corso da parte di un comitato ristretto della Camera.
Chiedo che quell'ordine del giorno venga portato alla discussione del Consiglio regionale, perché esso interferisce e interloquisce con il disegno di legge in discussione, del quale sono già stati approvati tre articoli. Una volta tanto cerchiamo di dare un segnale tempestivo.
Sono spiacente di doverglielo chiedere per la seconda o la terza volta ma lo farò di nuovo la prossima volta, se sarà necessario.



PRESIDENTE

Senz'altro terrò presente la richiesta.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Mi associo a questa richiesta. Credo sia possibile metterlo in discussione e in approvazione, visto che l'hanno firmato parecchi Gruppi.



PRESIDENTE

Non ci sono problemi. C'è anche un ordine del giorno da me presentato in ordine a tale questione. Valuteremo nel prosieguo se vi sarà la possibilità di discutere dell'argomento non appena avremo esaurito gli argomenti stabiliti nella Conferenza dei Capigruppo.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 1099: "Integrazione Giunta regionale. Sostituzione Assessore Michele Moretti (art. 35, secondo comma, dello Statuto)"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 4) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 1099: "Integrazione Giunta regionale. Sostituzione Assessore Michele Moretti (art. 35, secondo comma, dello Statuto)".
La parola al Presidente della Giunta, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Non sto a riproporre, neppure emotivamente, il ricordo dell'Assessore Moretti e le esperienze che ha vissuto per molti anni con ruoli diversi al servizio della comunità piemontese, però colgo questa occasione per mandargli da questi banchi un grosso grazie.
Il Consigliere Ripa, che propongo ritualmente in sostituzione come già avevo fatto con il Presidente del Consiglio regionale, ha esperienza e capacità di servizio per continuare, per perfezionare l'opera del suo predecessore con un'attenta, oculata, generosa e costante - sottolineo la parola "costante" attività di governo.
Propongo quindi al Consiglio regionale di nominare il collega Ripa Assessore regionale.



PRESIDENTE

Sulla proposta di integrazione della Giunta regionale ha chiesto la parola il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Vista la collocazione assembleare, parlamentare, il nostro Gruppo non voterà per l'Assessore proposto. Il nostro atteggiamento era scontato ed è dovuto ad una motivazione di carattere politico.
Aggiungo una mia brevissima considerazione. E' tanto più vero che in questi casi debbano valere solo le motivazioni di ordine politico; il recentissimo ingresso in quest'aula del collega Ripa ci impedisce di arricchire questo giudizio politico con un giudizio di merito, quello che pure avrebbe un senso fare nel momento in cui, signor Presidente, le questioni della responsabilità, quindi della valutazione anche soggettiva stanno molto propriamente venendo fuori in tutto il nostro sistema.
Visto il suo recentissimo ingresso, ci auguriamo che sia una sorpresa positiva e foriera di una buona resa. Ho ovviamente i miei dubbi per quanto riguarda gli aspetti politici e la collocazione dentro questa maggioranza e questa Giunta, ma, per quanto riguarda la persona, l'augurio è questo.
D'altra parte non può che essere di questo tipo nel momento in cui registriamo continue innovazioni rispetto a vecchie abitudini e costumi che probabilmente sono il segno dei tempi; non esprimo giudizi. In tempi passati la nomina di un Assessore era frutto di un'esperienza lunga, di un apprendistato in Consiglio per le peculiarità di questa istituzione. Oggi non è più così, non solo per il Consigliere Ripa, ma per molti. Quindi, non esprimiamo giudizi, registriamo il fatto augurando al neo Assessore buon lavoro. Voteremo con scheda bianca.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Per ovvie, preliminari e non superabili considerazioni e ragioni di carattere politico, in occasione della scelta fatta per l'elezione o nomina come l'ha chiamata il Presidente - del nuovo Assessore al turismo, il nostro dissenso non può che essere confermato. E' inutile entrare in questa sede in dettagli. La motivazione è di larga massima politica e non può che riferirsi alle considerazioni che vennero fatte dal nostro Gruppo in occasione dell'elezione della prima Giunta Beltrami, in occasione dell'elezione della Giunta Beltrami bis e in occasione dei principali appuntamenti a contenuto politico, l'approvazione dei bilanci.
E' ovvio che anche da parte nostra non si possano fare valutazioni personali, pur auspicando che l'opera del neo Assessore possa ricevere nel tempo la nostra considerazione e anche il nostro apprezzamento. Gli appuntamenti saranno in occasione dei singoli casi concreti di iniziative che lo stesso, come singolo Assessore o nel contesto della Giunta, vorrà promuovere, anche se al riguardo esprimo, a nome del Gruppo, scetticismo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Il nostro Gruppo non può votare a favore di un Assessore che fa parte di una Giunta rispetto alla quale ha espresso, sia nel 1985 che nel momento della sua riproposizione, voto contrario per quanto riguarda il programma e gli indirizzi di carattere generale, riconfermati di recente in occasione del Piano regionale di sviluppo.
La Lista Verde, nei confronti della politica che potrà fare l'Assessore Ripa, non possiede alcun elemento particolare di valutazione né a favore n contro. Sa, per esperienza, che le carriere dei socialisti sono fulgide e rapide e prescindono, per così dire, da ogni valutazione. Voglio per ricordare alcune questioni particolari rispetto alle quali attendo alla prova l'Assessore. La prima consiste nella proposta avanzata da alcuni Gruppi di maggioranza e da alcuni singoli Consiglieri di diversi Gruppi anche di opposizione, di riaprire il capitolo dell'attività venatoria e caccia in questa Regione. Sull'argomento, l'Assessore Moretti, l'ultima volta che parlò nel merito della questione nella VI Commissione competente espresse un parere chiaro di non disponibilità a riaprire la vicenda.
Questo è il primo quesito rispetto al quale avrei già potuto collocarmi se il collega Ripa o il Presidente Beltrami avessero espresso oggi una posizione in merito. Del resto, questo è il primo problema che attenderà l'Assessore. Io mi auguro che la Giunta regionale sulla materia sappia conservare l'atteggiamento che tenne attraverso l'Assessore Moretti su tutte le vicende passate di questa legislatura in merito alla caccia atteggiamento nei confronti del quale, già durante la revisione della legge, espressi il mio apprezzamento per l'equilibrio dimostrato pur nella diversità delle posizioni.
Ritengo che siano molto forti in questo momento le pressioni per riaprire la vertenza caccia, capitolo che - detto di sfuggita paralizzerebbe per alcuni mesi l'attività del Consiglio regionale. Noi almeno, ci daremo da fare per quanto possibile perché ciò avvenga. Su questo vorrei che venisse da subito - lo dico con estrema franchezza - un pronunciamento della Giunta e dell'Assessore.
Vi è poi un secondo capitolo altrettanto urgente rispetto al quale devono essere chiarite le posizioni, quello relativo alla legge sulle piste da sci attualmente in discussione in II Commissione.
Ho citato questi argomenti per memoria del nuovo Assessore. A questi argomenti saranno dedicate attenzioni particolari da parte della Lista Verde.
Su queste vicende si possono avere degli atteggiamenti aperti disponibili, capaci di mettere la tutela ambientale tra i punti più rilevanti del programma di questa Giunta, non solo a parole, ma nei fatti.
Oppure no.
Per il momento il giudizio non può che essere di astensione, anche se conoscendo come funziona la Giunta regionale - si voterebbe volentieri contro. Dall'altro lato, qualcosa si può sempre sperare e allora ci si astiene. E' una speranza quasi infinita, come vedete.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Dalla piega che ha preso il dibattito, tocca al rappresentante del Gruppo socialista esprimere sulla candidatura Ripa il massimo assenso.
Riteniamo che non si possano fare delle scelte "per stagionatura" dei Consiglieri, ma si possano anche assumere determinazioni immediate. Il collega Ripa sarà in grado di portare avanti la politica espressa dal nostro Gruppo nella sintesi che si fa nell'alleanza con cui siamo collocati in questo Consiglio regionale e nell'ambito di questa operatività, per la quale il Gruppo gli esprime augurio e piena considerazione, noi riteniamo si possa misurare. Quindi, le valutazioni saranno fatte sul campo.
Noi riteniamo che il collega Ripa sarà in grado di interpretare al meglio questo incarico che è delicato, anche se in fine legislatura possono esserci alcuni aspetti già consumati. Le questioni che ponevano in evidenza il collega Ala ed altri permetteranno a questo Consiglio di cimentarsi e di vedere all'opera il nostro collega, che saprà stare al passo con le esigenze che la politica che stiamo esprimendo comporta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

In questa stagione di movimenti nella Giunta regionale, di coloro che sono partiti nel 1985 non ne sono rimasti molti, quindi a loro va il mio saluto anche come ex Assessore.
Come Capogruppo della DC, dopo aver salutato l'amico e collega Moretti che ha avuto la responsabilità dell'Assessorato al turismo per molti anni anche in coalizioni diverse, dimostrando capacità di adattamento ai quadri politici che via via si sono delineati nella Regione, saluto anche il neo Assessore.
Riteniamo che il collega Ripa saprà sicuramente offrire alla nostra Regione un contributo positivo, al di là della sua recente nomina a Consigliere regionale. Non sempre l'anzianità fa titolo, quindi Franco Ripa può essere un Assessore che lavora bene anche se è giovane Consigliere. Gli auguriamo di poter contribuire con la sua professionalità e il suo impegno al lavoro che gli è stato affidato.
Il Gruppo DC è disponibile ad aiutarlo in un momento nel quale i problemi del turismo e dello sport hanno necessità di interventi concreti non solo legati a fatti contingenti come i Campionati del Mondo del 1990 che devono vedere nella Regione un punto di riferimento e un coordinamento ma anche per una serie di esigenze di politiche turistiche che debbono essere realizzate nella nostra Regione e che hanno avuto, nei mesi recenti momenti di alto confronto. Il problema della mancanza di neve ed altri problemi richiedono un'attenzione particolare del governo regionale, ma riteniamo che il collega Ripa saprà ben rispondere a tali problemi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dardanello.



DARDANELLO Ferruccio

Mi associo a quanto detto dal collega Carletto.
Il turismo del Piemonte sta attraversando un momento drammatico abbiamo visto in questi mesi le sofferenze che centinaia di migliaia di aziende hanno dovuto sopportare. La politica del turismo dovrà essere un volano di grande rilancio dell'economia piemontese.
E' con questo augurio e con questa certezza che l'amico Ripa saprà essere all'altezza del compito che il Consiglio regionale gli demanda unitamente all'augurio dell'imprenditoria piemontese che vede nella sua persona l'uomo che darà tutto il suo impegno e la sua disponibilità per far sì che questo comparto importante della nostra realtà possa a pieno titolo svolgere il suo ruolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Il Gruppo PSDI vota per il collega Ripa oltreché per motivazioni politiche anche perché, pur conoscendolo da poco tempo, siamo già convinti anche dal punto di vista personale.
Formuliamo al neo Assessore Ripa gli auguri per un proficuo lavoro nello squarcio di legislatura che ancora ci separa dalle elezioni del 1990.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando

I giudizi prima si devono dare sulle prospettive e sull'attesa che abbiamo nei confronti di un ruolo e della persona che è chiamata a coprire questo ruolo. Riteniamo che il collega Ripa abbia tutte le caratteristiche e le qualità per ben svolgere questo incarico.
Ovviamente ci riserviamo una valutazione nel merito, ma siamo convinti che la valutazione finale non si discosterà da quella iniziale e non ci spaventa più di tanto il fatto che il collega Ripa sia entrato in quest'aula non molto tempo addietro, non abbiamo mai creduto che l'anzianità di servizio di per sé sia una qualità indispensabile. E' necessario avere conoscenza, capacità, impegno, disponibilità caratteristiche che il collega Ripa ampiamente possiede e quindi ha la nostra fiducia oltreché i nostri auguri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fracchia.



FRACCHIA Mario

Anch'io mi congratulo con il collega Ripa per l'assunzione di questa responsabilità in un momento così particolare, specialmente per il drammatico problema della neve e per altri problemi che si stanno delineando. Se veramente si andrà alla revisione della legge sulla caccia gli auguri bisogna farglieli doppiamente. Sono inoltre molto lieto perch il collega Ripa è un cuneese come me.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo alla votazione per la nomina del nuovo Assessore nella persona del collega Franco Ripa.
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 48 votanti 47 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
Il collega Franco Ripa è pertanto nominato Assessore.
Pongo ora in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti.
Invito il neo Assessore Franco Ripa a prendere posto al banco della Giunta.



(Il neo Assessore Franco Ripa prende posto al banco della Giunta)


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Saluto del neo Assessore Franco Ripa


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ripa per un breve saluto al Consiglio.



RIPA Franco, Assessore al turismo

Ringrazio il Consiglio per la fiducia che mi è stata concessa.
Ringrazio anche per i voti che si sono espressi in modo diverso e che valuteranno nel tempo quelli che sono gli intendimenti e quella che sarà la possibilità di portare avanti i problemi che sono aperti in questo Assessorato. Sono problemi certamente difficili. Posso dire al Consiglio che farò in modo di impegnarmi, di ricevere i contributi di idee e di proposte che verranno da tutte le parti politiche che sono rappresentate in questo Consiglio per riuscire a svolgere una concreta azione amministrativa a favore della comunità piemontese.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame progetto di legge n. 361: "Riordino dei servizi di sviluppo e valorizzazione delle produzioni agricole" (rinvio)


PRESIDENTE

In merito al punto 5) all'o.d.g. ha chiesto la parola il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Poiché è ammalato il Consigliere Ferro, che è relatore di questo progetto di legge, chiedo se è possibile rinviare alla prossima settimana l'esame di questo punto all'o.d.g.



PRESIDENTE

D'accordo, questo punto verrà discusso nella seduta del 30 marzo.



PETRINI LUIGI


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Esame progetto di legge n. 320: "Realizzazione di un impianto consortile di depurazione di reflui provenienti da insediamenti produttivi. Destinazione dei fondi residui dall'erogazione ex L.R. n. 4/81 e n. 23/82 ai sensi dell'art. 20 della legge n. 319/76 e dell'art. 5 della legge n. 650/79"


PRESIDENTE

Il punto 6) all'o.d.g. prevede l'esame del progetto di legge n. 320.
Di questo progetto di legge è relatore il Consigliere Marchini che ha facoltà di intervenire.



MARCHINI Sergio, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, con proprie leggi n. 4 del 19/1/1981 e n. 23 del 27/8/1982 la Regione intese promuovere iniziative finanziarie a favore degli insediamenti produttivi che avevano necessità di adeguare i propri scarichi di reflui ai limiti tabellari previsti dalle norme vigenti, in attuazione degli artt. 20 della legge n. 319/76 e 5 della legge n. 650/79.
Tali norme prevedevano per la Regione Piemonte un ammontare totale di fondi a disposizione per contributi pari a oltre 28 miliardi (22 miliardi circa a favore degli insediamenti industriali e quasi 6 miliardi e mezzo per gli insediamenti agricoli assimilati a quelli produttivi).
Con le due citate leggi nn. 4/81 e 23/82 pertanto la Regione concesse contributi in conto capitale ai soggetti richiedenti fino al 30% per gli insediamenti industriali e fino al 50% per gli insediamenti agricoli.
Nonostante le erogazioni effettuate, relative ai due provvedimenti legislativi regionali, sono tuttora rimasti inutilizzati oltre 8 miliardi.
E' vero che la L.R. n. 23/82 stabiliva le modalità di erogazione di eventuali fondi residui, dopo la riapertura dei termini di presentazione delle domande di contributo stabilita dalla stessa legge, e precisamente a coloro che già avevano beneficiato dei contributi stessi (senza cioè ulteriori riaperture dei termini), ma l'entità dei fondi residui, tutto sommato esigua, viene a snaturare il senso di un'eventuale erogazione suppletiva compromettendo la validità dei criteri, le modalità e le priorità adottate.
L'attuale proposta di legge consente di impiegare in modo corretto ed adeguato alle necessità attuali i fondi non utilizzati e di perseguire nel contempo il conseguimento degli obiettivi prefissati, garantendo che la quota tuttora a disposizione venga impiegata dai soggetti del settore produttivo, di concerto con le Associazioni di categoria rappresentative delle imprese, secondo quanto indicato dall'art. 20 della legge n. 319/76.
I fondi dovranno essere utilizzati per iniziative organiche in grado di risolvere i problemi più generali sia per l'entità degli interventi che per numero di soggetti consorziati coinvolti, nel pieno rispetto dello spirito della legge n. 319/76.
La VII Commissione, a conclusione dell'esame del progetto di legge, ha ritenuto opportuno apportare alcuni correttivi all'articolato per una migliore comprensione del testo.
Nel corso del dibattito è emersa l'indicazione a che si riconsideri il problema (tra gli altri) in ordine al noto caso della revoca dei contributi, a suo tempo richiesta, ai sensi delle LL.RR. n. 4/81 e n. 23/82 da alcune aziende biellesi consorziate del comparto tessile (CORDAR).
La Commissione ha approvato a maggioranza il testo del progetto di legge per cui auspica oggi un pronunciamento favorevole da parte del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Sul progetto di legge n. 320 è aperta la discussione generale.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Bresso. Ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Si è a lungo discusso in sede di VII Commissione di questo disegno di legge, riservando di decidere la votazione in aula.
Non ci pare una cattiva cosa quella di utilizzare dei fondi residui per degli impianti collettivi che consentano di affrontare problemi di aziende che hanno individualmente specifiche difficoltà di trattamento dei reflui.
Quello che ci porta ad astenerci sul progetto è l'esiguità e la estemporaneità dell'intervento in quanto riguarda un recupero di finanziamenti, mentre continua a non esistere una normativa specifica della Regione per quanto riguarda la questione delle acque, un adeguamento, un recepimento regionale e una previsione di interventi della Regione rispetto alla legge n. 319, che ormai ha ampiamente compiuto i dieci anni e che ormai è pienamente in vigore, in particolare nel settore degli impianti consortili in favore dell'industria. L'intervento è limitato ad un puro utilizzo di fondi statali molto modesto ed estemporaneo. Per cui, pur non avendo una specifica avversione alla questione, è meglio di niente trattandosi proprio solo di un riutilizzo di fondi residui, ci asterremo su questo progetto di legge perché riteniamo che occorra un intervento più organico su tutta la partita della legge Merli e dei relativi finanziamenti e contributi.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo ad esaminare il relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 22 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 22 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 22 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 22 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 22 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Emendamento presentato dall'Assessore Cernetti: al primo comma, dopo le parole "esercizio finanziario" inserire le parole: "1989 (anziché 1988), nei limiti delle somme che risulteranno accertabili nel corrispondente capitolo di entrata".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 25 voti favorevoli e 3 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 6 nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 22 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 18 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Esame progetto di legge n. 426: "Modificazioni ed integrazioni alla L.R. n. 37/86 concernente la disciplina della raccolta, coltivazione e commercializzazione dei tartufi" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 426, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Fracchia che ha pertanto la parola.



FRACCHIA Mario, relatore

Signor Presidente, chiedo che questo provvedimento venga rinviato in quanto manca l'Assessore competente che dovrebbe rispondere a richieste importanti.



PRESIDENTE

D'accordo. Il provvedimento è rinviato.


Argomento: Professioni e imprese turistiche (agenzie, guide turistiche alpine speleologiche, accompagnatori, maestri di sci, ecc.

Esame progetto di legge n. 241: "Disciplina delle professioni turistiche"


PRESIDENTE

Esaminiamo pertanto il progetto di legge n. 241, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Villa che ha pertanto la parola.



VILLA Antonino, relatore

Il disegno di legge che si sottopone all'esame del Consiglio regionale costituisce un altro importante tassello che la Regione Piemonte viene a porre per completare la revisione organica della legislazione in materia di turismo. Infatti, la legge quadro n. 217 indicava dei tracciati su cui le Regioni avrebbero dovuto camminare. Questo percorso è stato fatto con le leggi riguardanti l'organizzazione turistica (aziende di promozione turistica, le leggi sull'offerta e domanda): mancava ancora l'applicazione dell'art. 11 della legge n. 217, cioè quello delle professioni turistiche.
E' vero che in parte l'abbiamo assolto modificando la legge che riguardava i maestri di sci in quanto, essendo già preesistente la legge sui maestri di sci, l'abbiamo adattata e modificata secondo le nuove direttrici.
Rimanevano tutte le altre professioni turistiche: alcune erano nuove introdotte dalla legge n. 217. Sennonché, quando si è trattato di varare in Commissione questa proposta di legge, è intervenuta la legge n. 6 dello Stato che riguardava particolarmente le guide alpine. E' chiaro che invadeva, secondo noi, un territorio che compete particolarmente e strettamente alle Regioni; allora, sia da parte della Regione Piemonte sia da parte della Regione Veneto e della Regione Lombardia, c'è stata una rivendicazione dell'autonomia regionale di fronte all'invadenza dello Stato ed è stato preparato un ricorso contro questa legge nazionale.
Mi auguro che abbia lo stesso risultato che ha avuto la legge sulle autonomie e quindi ancora una volta la Regione possa avere concretezza e sicurezza nella sua azione.
L'argomento concernente la disciplina delle professioni turistiche, già trattato parzialmente in un disegno di legge presentato dalla Giunta regionale nel 1982, ha trovato un suo assetto definitivo nella previsione dell'art. 11 della citata legge quadro sul turismo.
Accanto alle professioni turistiche per così dire "storiche" di guida turistica, corriere, interprete, guida alpina e maestro di sci, la legge quadro nazionale introduce la previsione di nuove professioni come istruttore nautico, guida speleologica e animatore turistico.
Sono nuovi aspetti che nascono e che possono avere una loro concretizzazione nell'attività di gente che cerca di lavorare.
Muovendo quindi dal dettato di principio della legge quadro, il disegno di legge regionale definisce in primo luogo le finalità pubbliche di una disciplina di tali attività: da un lato garantire l'utenza, dall'altro consentire un corretto sviluppo delle attività turistiche, anche mediante una tutela della qualificazione professionale che non sconfini in tentazioni di monopolio o di chiusura corporativa o regionalistica.
Credo che questo sia un aspetto molto importante che si è voluto sottolineare, cioè la garanzia degli utenti, coloro che si rivolgono all'accompagnatore turistico, alla guida speleologica, all'istruttore nautico per imparare qualcosa, oppure anche solo per soddisfare un proprio desiderio di vita diversa da quella quotidiana. Credo sia un argomento forte su cui basarsi per dare una certa sicurezza con la legislazione, e così, d'altra parte, tutelare anche professionalmente coloro che si dedicano a questi lavori non in forma di monopolio, cioè quello che potrebbe essere un aspetto corporativo e di contrapposizione degli uni contro gli altri.
Il disegno di legge regionale riprende la definizione delle figure professionali indicate dall'art. 11 della legge quadro e ne completa i profili per renderli più precisi e caratterizzati. Vengono poi introdotte due nuove figure professionali: accompagnatore naturalistico e accompagnatore di turismo equestre. Due aspetti che si sono considerati e che credo abbiano una loro dignità di presenza, proprio perch l'accompagnatore naturalistico, con una articolata politica, quale viene attuata e va generalizzandosi, dei parchi, di zone particolari, avrà un suo significato ben preciso. Come pure, espandendosi il turismo equestre, è chiaro che l'accompagnatore può avere una sua caratterizzazione, non prevista dalla legge quadro, ma che trova riscontro preciso nella realtà turistica della nostra regione e la cui disciplina è necessaria in presenza di programmi regionali e locali di sviluppo turistico che prevedono la presenza di tali operatori.
Dal testo del disegno di legge è stata inoltre stralciata la disciplina di guide alpine, aspiranti guide alpine, guide speleologiche a seguito dell'entrata in vigore della legge 2/1/1988 n. 6: "Ordinamento della professione della guida alpina". In attesa del contenzioso costituzionale instauratosi tra Stato e Regione su tale legge, la Commissione ha ritenuto che non si potesse ritardare ulteriormente la disciplina delle altre professioni turistiche che da tempo attendono una normativa.
Nel disegno di legge in esame non è disciplinata la figura del maestro di sci, già normata con legge regionale 13/8/1979, n. 41, cui vengono apportate lievi modifiche con distinto provvedimento legislativo, che tuttavia è stato esaminato dalla VI Commissione consiliare congiuntamente al presente disegno di legge e che d'altra parte è stato votato dal Consiglio regionale ed è già diventato legge regionale, sperando che non ci siano intralci da parte del Commissario di Governo.
Ad un maggior approfondimento è stata inoltre rinviata la disciplina dell'attività di organizzatore congressuale, in quanto, a differenza delle altre professioni, questa attività pare comportare un'organizzazione di lavoro complessa e non limitata ad una sola persona. Questo è un argomento abbastanza interessante su un fatto che sta nascendo e che sta svolgendosi.
L'organizzatore congressuale, tuttavia, richiede un'ulteriore riflessione nel senso che - come è indicato nella relazione - non è il lavoro di una singola persona, ma generalmente si svolge ad équipe per cui è necessario avere un maggiore approfondimento del problema. Configurandosi in tal caso la presenza di un'impresa, si ritiene necessario approntare una normativa apposita e distinta da quella delle altre professioni.
Il disegno di legge delega alla Provincia l'accertamento dell'idoneità professionale di chi intende esercitare una delle professioni disciplinate dalla legge e la tenuta degli elenchi in cui sono iscritti gli idonei.
Per le professioni di guida turistica e accompagnatore turistico l'iscrizione all'elenco costituisce condizione per ottenere da parte del Comune l'autorizzazione amministrativa prevista dall'art. 123 del RD n.
773/1931; per le altre professioni l'iscrizione costituisce un riconoscimento di qualifica, come garanzia nei confronti del pubblico.
Quindi, c'è una parte strettamente giuridica e una parte invece di garanzia verso l'utente.
La VI Commissione regionale ha esaminato il disegno di legge n. 241 e le osservazioni e proposte scaturite in sede di consultazione congiuntamente al disegno di legge n. 248 concernente la disciplina dei maestri di sci. E' stato possibile in tal modo coordinare la disciplina di tutte le professioni turistiche pur normate da provvedimenti distinti.
L'attenzione della Commissione si è soffermata sulla precisa definizione delle figure e sulla delimitazione dei campi di attività delle diverse professioni.
Devo accennare ad una posizione di perplessità nell'accettazione, da parte delle Province, della delega per quanto riguarda gli accertamenti dell'idoneità professionale e della tenuta degli elenchi, in quanto le Province richiedono non soltanto di avere degli oneri, ma anche delle possibilità economiche e finanziarie per poter assolvere a questi oneri.
Rispetto alla proposta iniziale della Giunta regionale, la Commissione ha ritenuto inoltre di valorizzare, ai fini dell'accertamento della idoneità professionale, la fase della formazione e della qualificazione.
All'iscrizione negli elenchi degli idonei, tenuti dalla Provincia, si perverrà - di norma - attraverso la frequenza, con esito favorevole, di un corso di formazione professionale organizzato o riconosciuto dalla Regione oppure, organizzato d'intesa con la Regione, dalle Federazioni del CONI che tradizionalmente formano, ad esempio, istruttori nautici.
Accogliendo queste proposte fatte in sede di consultazione, la Commissione ha altresì apportato modifiche all'art. 8, specificando i limiti di applicazione della legge nei confronti delle attività delle agenzie di viaggio e turismo e dei pellegrinaggi promossi dalle organizzazioni religiose.
Il lavoro della VI Commissione consiliare ha portato alla formulazione di un nuovo testo di legge che è stato licenziato dalla Commissione a maggioranza (si riscontrò tuttavia una rilevante concordia negli indirizzi evidentemente poi ci sono delle diversificazioni che credo avranno diritto di cittadinanza nella discussione che sta per iniziare) e che si trasmette al Consiglio regionale per l'approvazione.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Villa è aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Avondo. Ne ha facoltà.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, nel Consiglio regionale precedente, in occasione della discussione delle modifiche alla legge regionale n. 41, concernente la disciplina per l'insegnamento dello sci in Piemonte, avevamo già espresso la volontà di approfittare nella discussione di questa legge di normativa più complessiva delle professioni turistiche per esprimere alcune valutazioni che attengono certo al merito dei disegni di legge in questione, ma che riguardano più in generale una valutazione critica del Consiglio regionale del Piemonte in ordine all'attuazione della legge quadro nazionale n. 217/83 sul turismo.
Credo sia corretto approfittare di questa occasione per svolgere una riflessione alla luce di una serie di problemi e di fenomeni; uno di questi è stato richiamato dal collega Villa e riguarda, da un lato, la gestibilità da parte delle Regioni della legge quadro nazionale e, dall'altro l'atteggiamento che il Governo e il Parlamento stanno ponendo in essere rispetto a competenze che all'interno di quella legge erano demandate alle Regioni e che di fatto stanno, con atti successivi a quella legge riprendendosi.
Credo si debba evidenziare il ritardo grave nell'attuazione della legge n. 217. Le Regioni che hanno applicato i disposti della legge quadro n.
217 sono poche, credo stiano tutte sulle dita di una mano. Il che dimostra che c'è qualcosa in questa legge che non funziona. E' una legge di difficile applicazione, forse per la sua formulazione. E questa difficile applicazione forse deriva dal fatto che, nel corso degli anni dal 1983 ad oggi, lo Stato, il Governo ed il Parlamento hanno tentato di riappropriarsi di parti consistenti che in questa legge erano demandate alle Regioni.
Credo che qui si debba fare una riflessione. Il ritardo con cui le Regioni attuano le leggi su materie delegate rischia di dare adito a quel neocentralismo che conosciamo nella vita quotidiana delle nostre assemblee.
Credo che ci siano delle carenze vistose sulle norme contenute in questa legge. Le professioni turistiche indicate nella legge quadro nazionale sono alcune, non tutte. Quindi, non si capisce come in una legge nazionale si dica che alle Regioni sono delegati i principi fondamentali in materia di turismo e si delegano tutti i requisiti per l'esercizio delle professioni di guida turistica, di interprete turistico, di accompagnatore turistico, di corriere, e se ne lascino fuori altre. Il Piemonte, pur essendo una delle Regioni tra le poche che si sono sforzate di applicare questa legge, arriva ad applicarne una parte, come quella delle professioni turistiche, con quattro anni di ritardo.
La parte più importante è quella che riguarda il superamento delle vecchie aziende autonome di soggiorno e turismo, gli enti provinciali del turismo, e la nascita delle nuove aziende di promozione turistica.
Anche in questa direzione le Regioni sono andate a macchia di leopardo per dirla con un eufemismo, nel senso che le poche che hanno fatto qualcosa, hanno fatto quello che hanno creduto, e noi non abbiamo dato un bell'esempio. La definizione del Piemonte come bacino turistico complessivo ha visto poi l'individuazione di venti aree come bacini turistici, ritardi nelle nomine dei Presidenti e difficoltà che hanno accompagnato la nascita di quella legge. Le risorse che la Regione destina alle nuove aziende di promozione turistica rischiano di essere destinate a tenere gli uffici aperti e a pagare il personale, perché la quota destinata alla promozione è davvero molto bassa. Sono elementi che ci fanno dire che una riflessione sulla legge quadro nazionale va compiuta.
Ciò che colpisce di più è il tentativo pesante da parte del Governo e del Parlamento di normare in modo regolamentare. Se i colleghi hanno letto la legge n. 6, a cui fa riferimento il relatore, che disciplina l'ordinamento della professione di guida alpina, avranno modo di capire che di tutto si può parlare, fuorché di una legge, nel senso che è un vero e proprio regolamento.
Al di là del giudizio nel merito, non si può non rilevare questa contraddizione con il disposto della legge quadro.
E' positivo il fatto che la Regione Piemonte, con altre due Regioni d'Italia, abbia ricorso contro questa legge. E' possibile che nella legge quadro nazionale si dica che le Regioni sono delegate a fare le cose che qui sono richiamate e che nella legge specifica si dica "che la presente legge stabilisce i principi fondamentali per la legislazione regionale in materia di ordinamento delle professioni di guida alpina anche ai sensi della legge n. 217 del 17/5/1983"? L'art. 11, comma terzo, stabilisce: "l'esercizio della professione di guida alpina, di maestro di alpinismo e di aspirante guida non è incompatibile con impieghi pubblici o privati né con l'esercizio di altre attività di lavoro autonomo". Al di là del modo in cui questa norma è formulata, c'è una contraddizione con la legge n. 217, nel senso che là si normano le professioni, qui si dice che lo svolgimento di questa professione può anche essere un dopo lavoro! La Regione doveva tentare di definire un testo integrato delle professioni turistiche. Questa questione era aperta ancora prima che venisse approvata la legge n. 217.
Più volte abbiamo rilevato l'esigenza di un corpus legislativo che comprenda tutte le norme che si riferiscono a certi settori dell'amministrazione pubblica. Nel caso in discussione questa esigenza si ripropone.
L'altra settimana abbiamo approvato una modifica della legge sui maestri di sci, oggi ne votiamo un'altra che riguarda il turismo e, nella relazione, si dice che avremo modo prossimamente di fare qualche altra legge che riguarda altre parti di queste professioni. Questo modo di procedere dimostra la difficoltà complessiva delle Regioni nel legiferare in questa materia, ma anche in tante altre. Sarebbe stato opportuno un segnale di tipo diverso.
Il mantenere distinte in più leggi le normative crea confusione e indebolisce la legislazione regionale anche nei confronti dello Stato che da questo punto di vista, tende a riappropriarsi di materie che l'art. 117 della Costituzione attribuisce alle Regioni.
Per queste ragioni ci siamo astenuti in sede di Commissione e per le stesse ragioni il nostro voto di oggi sarà di astensione. E' un'astensione non tanto nel merito quanto per la mancanza di un piano generale complessivo. In questo modo di procedere legislativo della Regione non vediamo alcuna possibilità di affermare elementi di riferimento più forti.



DAMERI SILVANA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Masaracchio. Ne ha facoltà.



MASARACCHIO Antonino

Ci sono talune perplessità che devono essere espresse: è vero che avrei dovuto presentare degli emendamenti, ma mi sono lasciato prendere dal tempo questa mattina, per cui, non avendolo fatto, mi limito ora ad esprimere le perplessità che comunque meritano di essere evidenziate.
Nel testo della legge, all'art. 3 (Obblighi amministrativi per l'esercizio dell'attività), quarto comma, è detto che "l'autorizzazione ha validità annuale ed è rinnovata dietro presentazione di domanda". Io dico che detta domanda da presentarsi tutti gli anni è inopportuna, dato che allo scadere dei tre anni è richiesta addirittura un'autorizzazione che viene rilasciata dietro comprovata attitudine e nuova certificazione medica. Se possiamo configurare gli attestati del personale addetto alle mansioni come un patentino per il quale comunque bisogna versare dei tributi, la validità è annuale sì, ma per quanto riguarda il versamento dei tributi richiesti, cosicché tacitamente, fino allo scadere dei tre anni l'autorizzazione comunale dovrebbe essere considerata automaticamente rinnovabile.
Altra perplessità è circa l'ottavo comma dello stesso art. 3, dove si dice della sospensione o della revoca della autorizzazione da parte della Provincia o su richiesta della Provincia, giacché non è specificatamente detto come la Provincia operi in tal senso o per via di quali canali poi intervenga specificatamente.
All'art. 4, quinto comma, è detto che le organizzazioni per la "frequenza con esito favorevole di corso di formazione professionale organizzato o riconosciuto dalla Regione, oppure di corso organizzato secondo le rispettive competenze tecniche, previa intesa con la Regione sono individuati nel Club Alpino Italiano o nelle Federazioni del CONI" ed è dimenticato che dovrebbero partecipare anche gli Enti di Propaganda Sportiva che si attrezzano in tal senso per l'attività turistica.
Sempre all'art. 4, alla lettera c), è detto che "l'idoneità psico fisica all'esercizio della professione dev'essere attestata da certificato medico rilasciato in data non anteriore a tre mesi"; nella fattispecie però, visto che si tratta di attività che impegnano anche il fisico sarebbe opportuno che il certificato medico fosse rilasciato dal medico sportivo che ha competenza specifica nell'operare in tal senso.
Al sesto comma, alla fine, dopo le parole "ai sensi dell'art. 6" a me pare che sarebbe stato opportuno scrivere: "fermo restando che sia presentato certificato di regolare prova attitudinale di natura tecnico operativa", anche perché all'art. 5, proprio in calce, si fa riferimento specificatamente a queste attitudini di natura tecnico-operativa.
Ma la perplessità più rilevante riguarda ciò che è detto all'art. 7 sulla condizione di reciprocità per l'esercizio delle professioni disciplinate dalla presente legge per i cittadini che appartengono ai Paesi membri della CEE. Al di là del fatto che ci troviamo alla vigilia di quel 1992 o 1993 per cui i confini del mercato non dovrebbero più esistere, noi abbiamo recepito una sentenza dell'Alta Corte di giustizia della CEE che in data 15/10/1986, con la sua causa 168/85, "condanna lo Stato italiano per la violazione degli artt. 48, 52 e 59 del Trattato di Roma, avendo mantenuto in vita norme che subordinano alla condizione della reciprocità l'equiparazione dei cittadini degli Stati membri della CEE ai cittadini italiani ai fini dell'accesso alle professioni turistiche ed avendo mantenuto in vita (lo Stato italiano) altresì norme che richiedono la cittadinanza italiana per l'iscrizione a determinati Albi professionali".
Lo Stato italiano ha riconosciuto l'addebito e con una circolare del Ministero del Turismo e Spettacolo (Divisione VIII: Relazioni interne Promozione turismo estero), protocollo n. 1311/70/R/2 dell'8/8/1988, ha dato disposizioni perché le Regioni si adeguassero a quella sentenza.
Per questi motivi, non condividiamo lo spirito autarchico che informa questa legge, ancorquando si riconosca agli estensori il giudizio che la categoria o le categorie interessate della Regione, non dico siano privilegiate, ma non siano disturbate da concorrenze né di natura internazionale né di natura interregionale.
Questi sono i motivi per i quali non ci sentiamo di essere favorevoli al progetto di legge presentato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Svolgerò un breve intervento a nome del Gruppo socialdemocratico che varrà anche come dichiarazione di voto; anticipo quindi il voto favorevole del Gruppo PSDI.
Il collega Avondo, più che entrare (forse anche giustamente) nel dettaglio del provvedimento, ha sollevato questioni politiche che meritano l'attenzione di questa assemblea, in particolare riguardo ai rapporti tra Regione e Stato in ordine alla piena applicazione della legge n. 217. Credo si possa dire che in Piemonte, per la volontà concorde del Consiglio questa legge ha avuto complessivamente attuazione, perché sono ormai numerose le norme regionali attuative della legge n. 217: così, per quanto riguarda le aziende di promozione turistica, per quanto riguarda la ricettività extra-alberghiera, per quanto riguarda l'agriturismo, per quanto riguarda le agenzie di viaggio.
Riguardo ad una serie di elementi, invece, vi è la tendenza dello Stato a cercare di riappropriarsi di competenze. In questo caso ci deve essere l'attenzione dell'esecutivo, e del neo Assessore in particolare, a tenere presenti tali elementi.
Noi siamo un pezzo delle istituzioni statuali, non siamo il contraltare, però dobbiamo ribadire l'autonomia regionale all'interno di una materia che è stata pienamente trasferita alle competenze della Regione. Ma una delle materie che viene qui disciplinata (quella delle guide alpine) è invece stata intaccata e noi abbiamo condiviso la scelta dell'allora Assessore Moretti di impugnare il provvedimento legislativo statale che interferiva in una delle competenze regionali.
Per quanto riguarda il provvedimento in esame, il lavoro svolto in Commissione ha portato ad approfondimenti significativi predisponendo un testo equilibrato e che dà una risposta attesa, da un lato, perché pone il riordino ad una serie di attività meramente amministrative che talora erano svolte in modo difforme e, dall'altro, perché dà un contributo importante e significativo per la qualificazione turistica del Piemonte, che ancora questa mattina, nel momento in cui abbiamo eletto il nuovo Assessore veniva ribadita.
Il Piemonte ha grandi potenzialità turistiche che possono essere maggiormente valorizzate anche attraverso una maggiore professionalità degli operatori del settore. Tutte le leggi, come quella che stiamo esaminando, che vanno nella direzione della qualificazione dell'offerta turistica non possono che trovare il consenso del Gruppo PSDI, che ribadisce il voto favorevole sulla proposta di legge.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ripa per la replica.



RIPA Franco, Assessore al turismo

Ringrazio i colleghi Avondo e Masaracchio e in particolare il collega Mignone per il contributo dato alla discussione.
Ci rendiamo conto che stiamo facendo un discorso che potrebbe essere ampliato se riuscissimo a fare quello che è stato proposto da alcuni Gruppi, mi riferisco al testo unico delle leggi sul turismo. Ormai è di moda parlare di testi unici, ma è notoriamente assodato che è molto difficile farli in tempi brevi, soprattutto è molto difficile applicarli.
In questo caso abbiamo la fortuna che la materia potrebbe essere compendiata perché sono poche le leggi. Questo dovrebbe essere un impegno della Commissione e del Consiglio.
Ho appreso che è stato accolto favorevolmente il ricorso contro la legge n. 217. Mi auguro che si riesca presto a trovare un compendio di leggi che rendano meno farraginoso e meno polverizzato l'argomento delle professioni turistiche.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Emendamento presentato dal Consigliere Masaracchio: al comma quarto aggiungere "l'autorizzazione ha validità annuale ed è rinnovata dietro versamento delle tariffe professionali".
La parola al Consigliere Masaracchio per l'illustrazione.



MASARACCHIO Antonino

Rinnovo quanto ho detto precedentemente. Credo che l'autorizzazione debba essere valida annualmente, non rinnovata dietro presentazione di domanda, ma semplicemente con il versamento di quanto richiesto per avere la cosiddetta patente, visto anche che ad ogni scadenza dei tre anni occorrerà sottoporsi ad un esame tecnico-pratico e fisico per cui si richiede una certificazione medica. Non vedo perché si debba rinnovare la domanda, è come per la patente di guida per la quale ogni anno non si presenta domanda, ma si applica la marca per cui automaticamente si è sempre nella funzione per le capacità già riconosciute precedentemente.



VILLA Antonino

In Commissione si era già parlato di questo aspetto e non è detto che il Consigliere Masaracchio, in parte, non abbia ragione, però avevamo particolarmente insistito sul fatto che questo poteva essere un mezzo per eliminare la clandestinità.



MASARACCHIO Antonino

Il problema dell'abusivismo è presente, infatti le categorie chiedono un controllo effettivo, però è anche vero che esistono gli Albi. Per poter avere l'autorizzazione bisogna essere iscritti all'Albo. E' un eccesso di burocrazia, tranne che non si voglia mantenere la richiesta di domanda annuale per avere un controllo diretto da parte dei Comuni che sono delegati a gestire direttamente, ma queste sono questioni di ordine politico e non certo di ordine amministrativo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Masaracchio.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 19 contrari e 9 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 3 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 20 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Emendamento presentato dal Consigliere Villa: al secondo comma, dopo le parole "riscuote i relativi proventi" aggiungere ", che vengono introitati sul capitolo d'entrata del bilancio 1989 corrispondente al capitolo 2330 dello stato di previsione dell'entrata del bilancio per l'anno finanziario 1988".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 23 voti favorevoli e 7 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 15 nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'art. 16 è approvato.
Non essendovi dichiarazioni di voto, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 21 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.
Si conclude qui la prima parte dei lavori del Consiglio che riprenderanno oggi pomeriggio.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13 riprende alle ore 15,30)



PETRINI LUIGI


Argomento:

Verifica del numero legale


PRESIDENTE

Essendo passati ormai trenta minuti dalla convocazione della seduta pomeridiana, che era prevista alle ore 15, in nome e per conto del Presidente del Consiglio che in questo momento non è presente, apro la seduta.
E' stato richiesto dal Gruppo PCI di verificare il numero legale. A tal fine ricordo ai colleghi Consiglieri che la verifica del numero legale è disciplinata dall'art. 50 del Regolamento interno del Consiglio regionale il cui testo recita: "Il Consiglio delibera con l'intervento di almeno la metà più uno dei Consiglieri in carica ed a maggioranza assoluta dei presenti, salvo i casi per i quali lo Statuto o il Regolamento prevedano una diversa maggioranza secondo quanto stabilito dall'art. 68" - noi non ci troviamo in questa condizione - "La Presidenza è tenuta a verificare se il Consiglio sia in numero legale per deliberare quando ciò sia chiesto da un Consigliere ed il Consiglio stia per procedere a qualche votazione. I Consiglieri che richiedono la verifica del numero legale sono considerati presenti.
Per verificare se il Consiglio è in numero legale il Presidente ordina l'appello".
Ordino pertanto al Consigliere Segretario di procedere all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Fracchia procede all'appello nominale)



PRESIDENTE

I Consiglieri presenti sono 21, pertanto il numero legale che, tenuto conto dei congedi, è 26, non sussiste. A questo punto sarei costretto a togliere la seduta. In proposito, però, sempre l'art. 50 del Regolamento interno, quinto comma, così recita: "Se il Consiglio non è in numero legale, il Presidente può rinviare la seduta ad altra ora dello stesso giorno con un intervallo di tempo non minore di un'ora, oppure toglierla ed in quest'ultimo caso il Consiglio si intende convocato senz'altro per il primo giorno non festivo alla stessa ora della precedente convocazione salvo diversa disposizione del Presidente, da comunicare prima che la seduta sia tolta".
Siccome il Consiglio è già convocato per il giorno 30 marzo, così infatti è scritto in calce all'o.d.g. della seduta odierna, è evidente che gli argomenti iscritti in tale o.d.g. saranno posti in testa a quelli previsti per la seduta del 30 marzo. Mi pare che non ci sia altra soluzione, a meno che ci sia qualcuno che desidera prendere la parola su questo argomento, al fine di verificare se c'è qualche dissenso in aula.
Io sono anche disposto a riconvocare la seduta fra un'ora, ho paura però che non cambierà nulla.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Dal momento che è stata constatata la non sussistenza del numero legale, se il Consiglio acconsente, riconvoco la seduta alle ore 16,35. Non mi pare ci sia altra soluzione che sia concessa dal Regolamento interno del Consiglio.
La seduta è pertanto sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15,35 riprende alle ore 16,35)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Alle ore 15,35 sono stato costretto a sospendere la seduta in mancanza del numero legale.
Prima di riprendere i lavori ordino nuovamente al Consigliere Segretario di procedere all'appello nominale per verificare il numero legale, che è costituito oggi da 26 Consiglieri, tenendo conto dei congedi che sono dieci.



(Il Consigliere Segretario Fracchia procede all'appello nominale)



ROSSA ANGELO



PRESIDENTE

I Consiglieri presenti sono 27, pertanto sussiste il numero legale.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica - Trasporti su gomma

Esame progetto di legge n. 440: "Interventi a favore dei Comuni e Consorzi dei Comuni per l'acquisto di scuolabus da adibire al trasporto degli alunni della scuola materna e dell'obbligo"


PRESIDENTE

Passiamo quindi al punto 9) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 440.
La parola al relatore, Consigliere Villa.



VILLA Antonino, relatore

Credo che si potrebbe dare per letta la relazione. Tuttavia la relazione di questa mattina aveva maggiore importanza non per la materia ma perché era veramente qualcosa di innovativo nella nostra legislazione.
Questa è invero la proposta di un disegno di legge, ma si configura quasi esclusivamente in alcune modifiche che vengono apportate alla precedente legge regionale n. 40/75.
In pratica le differenziazioni si rifanno allo spostamento della data di presentazione delle domande per non andare oltre il 30 marzo. In più c'è una questione riguardante le scuole dei Comuni compresi nelle zone montane.
Il disegno di legge prevede che non meno del 20% venga erogato a favore dei Comuni citati. Questo in considerazione del fatto che proprio i Comuni montani sono quelli che soffrono maggiormente le carenze dei servizi pubblici di trasporto.
Infine, si è inserita la norma transitoria relativa alla scadenza per la presentazione di domande di contributo (valida solo per l'anno in corso), al fine di permettere, nelle more dell'approvazione della presente legge, che i Comuni e i Consorzi dei Comuni che hanno obiettive necessità di predisporre il servizio con acquisti di mezzi e che per ragioni contingenti non hanno potuto presentare la domanda entro il termine previsto, possano, per il solo anno 1988/1989, accedere al contributo finanziario. Gli articoli sono modifiche di quanto era già stato legiferato.
L'Assessore questa mattina mi ha accennato che il finanziamento, di cui all'art. 3, che presenta una valutazione per l'anno finanziario 1989 di L.
1 miliardo, dovrebbe invece leggersi in L. 500 milioni, per cui occorrerebbe presentare un emendamento di riduzione da 1 miliardo a 500 milioni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone che illustra l'emendamento.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

La proposta di emendamento che è stata presentata si riferisce alla proposta di bilancio 1989 che la Giunta regionale ha elaborato e che la prossima settimana presenterà all'attenzione del Consiglio regionale.
La somma prevista tiene conto dei problemi complessivi di bilancio noti al Consiglio regionale. Dobbiamo peraltro tenere presente che siamo al mese di aprile e che comunque, qualora si accertassero situazioni più rosee per la finanza regionale, in sede di variazione di bilancio o di assestamento sarà possibile far fronte, se si verificassero, ad ulteriori esigenze che verranno presentate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guasso.



GUASSO Nazzareno

Signor Presidente, le questioni vanno affrontate con una certa serietà.
Credo che nell'attuale situazione di crisi dei trasporti e con i tagli generalizzati che avvengono e che avverranno ancora, ci troveremo in situazioni drammatiche e difficili in tutto il settore.
Lo scuolabus è un servizio sociale importante per il trasporto dei ragazzi e ogni taglio che facciamo in quella direzione taglia nel vivo.
Assessore Mignone, un giorno osservai che era meglio risparmiare sul miliardo e 250 milioni dati in più a ripiano dei bilanci delle aziende private, andando oltre la legge n. 16; quella era una riserva che potevamo eventualmente usare in altre direzioni. Certo, se incominciamo ad andar fuori da una parte, fuori dall'altra, poi il bilancio si restringe e allora ci obblighiamo spesso a tagliare nel vivo. Se avessimo seguito due mesi fa l'orientamento che avevamo stabilito in Commissione ed in aula, che era di dare un aiuto a copertura dei deficit di bilancio soltanto per quelle aziende di trasporto pubblico che operavano in zone difficili e complesse com'erano le aree industriali in crisi o le linee di montagna, forse non ci troveremmo oggi nella condizione di scendere, su una legge così delicata ed importante che riguarda il trasporto dei ragazzi a scuola, di 500 milioni per poter far fronte ad esigenze prioritarie. Quindi, non riesco a capire se era giusto il rapporto che si faceva in Commissione o se è giusto quello che si fa oggi in aula.
Sono sempre del parere che bisogna andare molto cauti nell'allargare le interpretazioni delle nostre leggi, viste le restrizioni di bilancio perché, prima o poi, siamo obbligati a fare delle scelte prioritarie, e quando non facciamo queste scelte ci troviamo in situazioni come quella attuale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Adduci. Ne ha facoltà.



ADDUCI Donato

Signor Presidente, intervengo per chiarire un particolare. In sede di Commissione il Gruppo comunista aveva espresso voto favorevole agli interventi per l'acquisto di scuolabus da parte dei Comuni, ritenendo che questo problema, d'ora in avanti, si porrà con una evidenza sempre maggiore e graverà sempre di più sulle comunità locali anche in previsione della razionalizzazione delle reti scolastiche; è un tipo di razionalizzazione che purtroppo inciderà, ed in modo direi anche pesante, soprattutto sui piccoli Comuni e un po' su tutte le scuole.
Ci pareva giusto e logico che il problema dei contributi ai Comuni per l'acquisto di scuolabus venisse affrontato con una certa consistenza di mezzi e di finanziamenti, per consentire ai Comuni di far fronte alle necessità che sicuramente si configureranno in futuro.
Per queste ragioni avevamo votato a favore, ma di fronte a questo taglio che, come ha detto testé il Consigliere Guasso, penalizza ancora una volta un settore delicatissimo come quello dei trasporti pubblici, in questo caso addirittura il trasporto dei ragazzi che frequentano le scuole pubbliche, e che a noi appare del tutto ingiustificato, siamo costretti ad astenerci.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, dirò qualche cosa che certamente rappresenterà una stonatura, e per questo parto un pochino da lontano.
Ci troviamo di fronte ad una grossa polemica che coinvolge il mondo della scuola. Pare che a livello ministeriale ci siano progetti concreti di accorpamento di quelle scuole che non hanno più il numero stabilito nel passato per poter aspirare ad una continuità dell'attività in loco.
Abbiamo detto in altra sede che questo rappresenta l'ultimo colpo di coda che si vuol dare allo Stato sociale e quindi anche alla istruzione che, al di là di tutte le valutazioni da accademia, rappresenta un momento sociale, specialmente nei piccoli Comuni.
Di fronte a questi pensieri che ci corrono in mente, pensiamo che con questa legge che viene a riproporre qualcosa che era stato già istituzionalizzato con la vecchia legge n. 40, non si fa altro che incominciare a dare una mano al Ministero della Pubblica Istruzione e quindi a questo Stato padrone, a questo Stato leviatano, continuando cioè ad attrezzare con gli scuolabus i piccoli Comuni, in guisa tale da consentire che i ragazzi vengano trasferiti da un centro all'altro, senza che localmente si abbia di che lamentarsi per la eliminazione delle scuole.
E' un grosso motivo di perplessità che ci corre l'obbligo di rappresentare.
D'altro canto, come è stato detto testé, se il provvedimento di attrezzare i Comuni di piccoli autobus per il trasporto degli alunni volesse essere veramente un intervento finalizzato alle problematiche sociali che la scuola rappresenta, allora lo stanziamento del miliardo mi è stato detto anche dal collega Staglianò poco fa rappresenta bench niente nel grave ambito di tutta la struttura che la si chiama dei trasporti, che nell'ambito delle iniziative locali, determinando una grossa spesa da parte dell'Ente Regione e quindi della grossa spesa nazionale e del deficit pubblico, rappresenta una fetta molto importante che va riveduta e corretta.
Per queste considerazioni che meriterebbero una ben più approfondita impostazione, noi, anche se corriamo il rischio di essere considerati completamente fuori dal mondo, questo mondo contestuale politico, diciamo che siamo contrari nettamente a questa legge e votiamo contro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi. Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, concordiamo tutti sul fatto che il trasporto con scuolabus degli alunni sia uno dei capitoli politicamente importanti che fanno capo all'Assessorato ai trasporti.
Ricordo che l'istituzione di servizi di scuolabus, specialmente in comunità piccole, è anche un reale sostegno alla frequenza scolastica. Ci sono situazioni nelle quali l'istituzione di un servizio di scuolabus facilita l'accesso alla scuola, anche per periodi piuttosto lunghi. E' un provvedimento molto importante e qualificante dell'attività regionale.
Noi abbiamo partecipato all'approvazione di questa legge in sede di Commissione, sede nella quale è stato individuato un investimento a carico della Regione che abbiamo sostenuto con il nostro voto.
Ci sembra inopportuno presentare in sede di aula un emendamento che sul piano del merito ci lascia molto perplessi ed in disaccordo, perché è una drastica riduzione del finanziamento. Inoltre, non si comprendono le ragioni in base alle quali l'Assessorato, senza un bilancio preventivo neppure in forma di bozza, preveda per questo investimento un taglio del 50%. La Giunta regionale, in sede di bilancio, farà presenti le difficoltà nel redigerlo ed i tagli che propone al Consiglio, però ci sembra inopportuno in questa fase proporre per una delle voci qualificanti dell'Assessorato ai trasporti un taglio del 50%, taglio che probabilmente non sarà esteso in questa misura a tutti i capitoli di spesa dell'Assessorato. Quindi, noi invitiamo l'Assessore e la Giunta a confermare la previsione originaria. Ci sembra un po' strano e vorremmo evitare di essere messi di fronte ad una scelta che non viene spiegata.
Proponiamo di soprassedere a questa riduzione. In sede di bilancio, se sarete in grado di fare altri ragionamenti, potrete sempre correggere e sostenere con argomenti precisi, sui quali noi potremo esprimere la nostra opinione, delle scelte diverse. Chiediamo la conferma del finanziamento originario di questa legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

La relazione a questo disegno di legge si apre dicendo: "Con il progetto di legge regionale citato in oggetto, la Regione Piemonte intende perseguire il duplice scopo di facilitare la frequenza degli alunni alle scuole materne e quelli frequentanti la scuola dell'obbligo, oltrech incentivare l'accesso a quegli alunni che si trovano in zone abitative particolarmente disagiate per carenze o mancanza di servizi pubblici di linea oppure residenti in zone disagevoli".
Questo è un piccolo provvedimento, però non vorrei che questa Giunta si comporti come il Governo nazionale, peraltro dello stesso colore politico che taglia sul vivo della gente, taglia sui più poveri. Perché questo provvedimento tende ad agevolare i piccoli Comuni, quelli che sono più disagiati, in un servizio pubblico importante ed essenziale.
Posso anche accettare il taglio di 500 milioni che ha proposto l'Assessore, ad una condizione, però, che l'Assessore venga qui a dimostrare, anche attraverso una ricostruzione storica delle domande presentate e dei contributi concessi, che con 500 milioni si possono davvero soddisfare le esigenze.
Quindi, invito l'Assessore a motivare e a portare i dati che tra l'altro sono anche stati richiesti in Commissione, ma che non sono ancora disponibili. La cifra di un miliardo non è messa a caso dai funzionari o dall'Assessore, ma è determinata da una valutazione che, evidentemente dovrà essere smentita e corretta con fatti e non soltanto dalla decisione di tagliare perché bisogna tagliare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

In realtà credo che i dati siano stati richiesti dalla Commissione, ma credo anche che siano stati portati all'attenzione della Commissione. C'era un tabulato (credo sia stato anche portato in Commissione) da cui si poteva evincere il complesso delle domande e dei contributi assegnati.
Questo anche per dire che non è vero che con oggi approviamo una legge che per la prima volta interviene in questo settore; in realtà, siamo già intervenuti da anni. Credo che abbiamo dato in modo sufficiente, seppur rapportato alle esigenze, una risposta alla comunità piemontese che ha avuto una serie di contributi nell'arco di questi dieci anni che ha consentito di dotare il parco scuolabus del Piemonte in modo adeguato per rispondere alle esigenze, tant'è vero che con il 1988 non abbiamo dato contributi soltanto per sostituire vecchi scuolabus come negli anni precedenti, ma abbiamo anche introdotto il finanziamento di nuovi scuolabus.
La previsione che abbiamo messo a bilancio di un miliardo era la ripetizione della cifra messa nel bilancio 1988.
Torno a ripetere che per il 1989, dovendo fare ulteriori riduzioni che non riguardano solo questo settore, ma anche altri, abbiamo dovuto fare un'ipotesi che vede un finanziamento per il momento più contenuto rispetto allo scorso anno. Non è detto che in sede di variazione di bilancio o di assestamento non si possano portare dei correttivi a questa cifra. Teniamo anche presente che, per quanto riguarda il trasporto pubblico, dovremo procedere ad ulteriori riduzioni perché avremo, sul fondo della legge n.
151, 20 miliardi in meno rispetto agli anni precedenti, per cui i finanziamenti dei minori introiti, ancorché ne dica il collega Guasso anziché ridurli, dovremo tentare di aumentarli se vorremo mantenere il servizio nelle zone collinari e di montagna.



GUASSO Nazzareno

Ma questo non è solo un problema tuo! E non è nemmeno un problema solo della Regione, è un problema anche dello Stato!



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

Con 20 miliardi in meno dovremo cercare di capire se potremo sostenere con le nostre risorse la difesa delle linee cosiddette a scarsa domanda di utenza. Fra l'altro, siamo ancora in assenza di un documento di bilancio.
Potremo non indicare la cifra e dire che lo stanziamento che attiene a questa legge sarà determinato con il bilancio di previsione 1989 e con le leggi successive di approvazione dei bilanci, qualora si ritenga di non determinare in oggi l'entità. Determinandola in oggi rispetto all'ipotesi che abbiamo, non posso che confermare la cifra di 500 milioni.



PRESIDENTE

Esaurita la discussione generale, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 6 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 6 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Emendamento presentato dall'Assessore Mignone: sostituire "1.000.000.000" con "500.000.000".
Ha chiesto la parola il Consigliere Ala. Ne ha facoltà.



ALA Nemesio

Insieme ai colleghi Montefalchesi e Reburdo, chiedo che si proceda alla votazione per appello nominale anziché per alzata di mano.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'emendamento è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 3 nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Prima di porre in votazione l'intero testo della legge, ha facoltà di intervenire per dichiarazione di voto il Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, siccome non ho potuto partecipare alla discussione sulla legge, desidero ora esprimere in fase di dichiarazione di voto il mio orientamento ed atteggiamento. Avevo condiviso il testo votato in Commissione e non pensavo certo che, visto che bisogna tagliare il bilancio, si incominciasse a prendersela con i bambini piccoli.
Questo mi pare grandemente coraggioso. Pensavo che si incominciasse dalla SITAF o si incominciasse dalle strade. Ci sono tutte le strade, i muri, il cemento, l'asfalto, il SITO, la Promark, la STEF, gli interporti di questo mondo e pensavo si potesse incominciare da quel punto, dove 500 milioni in più o in meno non contano granché, tanto lì piove sul bagnato. Invece, vedo che la cosa migliore è prendersela con i bambini di montagna. L'ho detto già in sede di esame del Piano regionale di sviluppo che ormai si considera la montagna come una colonia, e quindi si tagliano i fondi anche lì. E poi i bambini di montagna sono dei mocciosi impertinenti! La scuola - mi richiamo a quanto hanno detto sia il Consigliere Adduci che il Consigliere Masaracchio - sta per essere investita (su questo ho rivolto un'interrogazione all'Assessore Nerviani che prima o poi credo risponderà) da un profondo processo di ridimensionamento simile a quello che riguarda le ferrovie; ci sono le scuole "secche" - dicevo per iscritto all'Assessore Nerviani - così come ci sono i rami secchi delle ferrovie.
Ed è avvilente rimarcare che ora ritroviamo una pedestre accondiscendenza alle scelte nazionali su un territorio quale quello della Regione Piemonte dove, invece, questi interventi e la necessità di tutelare i piccoli Comuni e le realtà disagiate dovrebbero costituire uno degli aspetti rilevanti e qualificanti della nostra politica nei confronti della scuola e della montagna.
Ieri eravamo tutti in Ufficio di Presidenza a fare salamelecchi sulla necessità di tutelare la montagna di fronte ai Presidenti ed ai rappresentanti dell'UNCEM. Invece, il giorno dopo - e qui ci vorrebbe un minimo di coerenza e di serietà nel fare politica tagliamo 500 milioni. E' come rubare la marmellata ai bambini!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Ho chiesto la parola per dichiarazione di voto in quanto il Gruppo comunista si astiene ed io invece voterò contro, associandomi quindi alle dichiarazioni rese dal Consigliere Ala. Mi è stato riferito l'incontro con le Comunità montane e il problema molto serio che hanno posto. E' come sfogliare un carciofo. Si parla tanto della periferia, si dice che occorre rilanciare i rapporti con la montagna, con le zone più disagiate e poi la maggioranza che c'è nel Comune di Torino, che è la stessa di questa Regione, sta facendo un'operazione per tentare di risucchiare su Torino forse qualche migliaio di miliardi che sicuramente saranno sottratti alle cosiddette zone periferiche. Quello della gestione di scuolabus è un segnale che va esattamente nel senso di continuare a tagliare in quelle realtà che vengono considerate elettoralmente più deboli o per alcuni partiti elettoralmente più garantite. Si sa che lì i voti non si perdono.
Come diceva giustamente poco fa il Consigliere Ala, bisogna smettere di fare i piagnoni in questa sede da parte di chi viene dalla periferia, il cuneese, l'alessandrino, l'astigiano, perché tanto i provvedimenti che si assumono vanno esattamente all'opposto di quello che si viene qui a dichiarare.
Questa è un'occasione per dire che questa è una politica sbagliata, che non si può accettare questo tipo di logica nell'interesse dell'area metropolitana e nell'interesse del Piemonte.
Detto questo, voterò contro a questo provvedimento.



PRESIDENTE

Si proceda quindi alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 6 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame progetto di legge n. 464: "Sanatoria occupazioni di alloggi ERP procurati a titolo precario da enti pubblici"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 10) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 464.
La parola al relatore, Consigliere Bonino.



BONINO Guido, relatore

Do per letta la mia relazione in quanto non si tratta di un provvedimento di grande respiro.
Vorrei mettere in risalto che il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla Commissione semplicemente perché alcuni membri della stessa ritenevano che tutta la problematica delle case popolari potesse essere vista nella sua globalità, mentre noi ritenevamo importante intervenire con una sanatoria, in quanto lo stralcio mette in regola inquilini che, non per colpa loro, avevano ottenuto alloggi al di fuori delle procedure regolamentari, quindi occupavano gli alloggi senza i crismi della legalità.
La Commissione, a maggioranza, propone il progetto di legge all'aula per queste motivazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, a parte gli emendamenti che abbiamo presentato, che si collegano e si legano a questo intervento di carattere generale, annuncio che siamo contrari in linea di principio all'istituto della sanatoria in quanto sanatoria significa regolarizzazione di situazioni pregresse che si caratterizzano per irregolarità amministrative o di comportamenti o per violazioni di legge o che sono comunque state viziate da ingiustizie o da illegittimità alle cui spalle si nasconde l'istituto non della sanatoria, ma dell'intrallazzo.
Fatta questa premessa, devo precisare che ci sono situazioni particolari all'interno delle quali la sanatoria si impone; tant'è vero che la nostra valutazione, dopo l'affermazione della questione di principio del "no" alla sanatoria, ce la siamo posta in sede di approvazione della legge n. 64, allorquando ci rendemmo conto che in sede di impianto di una legge organica che disciplinava e disciplina tuttora l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale, in quel momento si poteva tenere conto, visto che per la prima volta si incardinava l'ordinamento della materia, di situazioni abnormi da sanare; cosicché esprimemmo assenso a quella norma che divenne poi l'art. 22, che prevedeva una sanatoria per gli occupanti senza titolo e al successivo art. 23, che prevede a regime una sanatoria della morosità incolpevole. Come è noto, in coerenza con la deliberazione CIPE che era una sorta di norma quadro per questa legge regionale divenuta poi la n. 64, ci collocammo per questa sanatoria perché, se è vero come è vero che il moroso colpevole debba ad un certo momento decadere, ritenemmo anche giusto che ci fosse una sanatoria a regime per la morosità incolpevole.
Venendo quindi all'unico articolo di questo progetto di legge rileviamo che si tratta di una sanatoria per coloro i quali occupano alloggi di edilizia residenziale procurati a titolo precario da parte di ente pubblico o assegnati secondo procedure non conformi alle vigenti normative. Noi potremmo entrare nell'ordine di idee di esprimere assenso a questo progetto di legge, ma a condizione che si sottolinei che alla base della situazione irregolare o precaria (qui ci sono due categorie: una assegnazione irregolare e illegittima che si tende a sanare ed una situazione non meglio identificabile che riguarda gli alloggi procurati a titolo precario da parte di ente pubblico, senza un formale provvedimento di assegnazione) non ci sia stato un comportamento doloso e neppure colposo da parte dell'occupante.
I nostri emendamenti sono proposti in questo senso e li considero già illustrati. Ne raccomando l'approvazione, anche perché non va dimenticato che questo unico articolo del progetto di legge è stato stralciato da un più corposo disegno di legge di modifica della legge fondamentale n. 64.
Nella relazione che accompagnava questo disegno di legge, che è ancora in II Commissione, si sottolinea, a proposito del disegno di legge n. 53 oggi trasferito in questo articolo unico, che si tendeva ad introdurre una norma transitoria per consentire la sanatoria a chi, senza responsabilità dirette, occupava gli alloggi illegittimamente o in seguito ad una informale assegnazione precaria. Senza responsabilità dirette, quindi proprio cogliendo lo spirito della relazione di quel disegno di legge giacente in Commissione oggi stralciato.
Né mi si potrebbe fondatamente obiettare che fra le righe del primo comma è recuperato il concetto dell'inesistenza di comportamenti dolosi o colposi a monte dell'assegnazione provvisoria o precaria o illegittima.
Infatti, nel secondo comma si dice che l'assegnazione definitiva è subordinata alla sussistenza dei requisiti di cui all'art. 2 della legge n.
64 (i presupposti base per conseguire l'assegnazione) che devono esistere al momento dell'entrata in vigore della legge ed al momento dell'assegnazione. Qui l'espressione è ambigua. Con le parole: "al momento dell'assegnazione" non è dato di comprendere se ci si riferisce all'assegnazione illegittima o all'assegnazione attuale.
Comunque, penso che il sottolineare nel testo della legge che a monte dell'occupazione originaria o dell'assegnazione illegittima originaria non ci sia stato comportamento né doloso né colposo sia un'affermazione di principio per stabilire l'eccezionalità della norma di sanatoria.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi, ha facoltà di replicare l'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero, Assessore all'edilizia residenziale

Ringrazio il collega Majorino per avere, su un provvedimento che pu sembrare di interesse secondario, sottolineato alcuni problemi reali e sul piano generale e sul piano specifico.
Sul piano generale non ho difficoltà a dire che condivido del tutto, e lo faccio quindi in termini sintetici, l'opinione che è stata espressa dal collega Majorino. Anch'io sono contrario a provvedimenti di sanatoria, devo purtroppo prendere atto, nell'esercizio delle competenze, di situazioni che purtroppo richiedono interventi per sanare situazioni pregresse che si sono determinate per varie cause, a vario titolo e per varie motivazioni.
Purtroppo in questo settore il Consiglio regionale è già intervenuto due volte; prima, con l'approvazione della legge n. 64 e poi in sede di modifica della stessa, a sanare le occupazioni abusive, quelle che più propriamente nascevano da un comportamento doloso o colpevole sia pur necessitato da una condizione sociale particolarmente difficile degli occupanti dell'alloggio. Lo abbiamo fatto però sempre evidenziando che la sanatoria poteva essere ammessa a condizione che sussistessero le condizioni richieste dalla legge regionale, sia al momento dell'occupazione, in questo caso abusiva, sia al momento dell'entrata in vigore della legge.
In un secondo momento (mi pare due anni fa) abbiamo provveduto ad un'ulteriore modifica per prendere in considerazione un'ulteriore situazione, che il legislatore regionale non aveva tenuto presente, per sanare le situazioni derivanti da occupazione disposta da autorità pubblica su ordinanza del Prefetto o del Sindaco a fronte di particolari situazioni di emergenza sociale. In merito all'altro aspetto specifico che ha evidenziato il collega Majorino, cogliendo una genericità o ambiguità della dizione della proposta di legge attuale, sovente le assegnazioni a titolo precario, anche quelle disposte in virtù di ordinanza dell'autorità pubblica a fronte di particolari situazioni di emergenza, nel tempo si sono trasformate, e non poteva essere diversamente, in assegnazioni a tempo indeterminato, perché l'autorità, se aveva disposto le occupazioni a titolo precario e per tempo determinato, non ha mai avuto la forza di chiedere il rilascio dell'abitazione. Questa è la situazione che ci siamo trovati di fronte e non solo nella nostra Regione. Quindi siamo intervenuti anche per questa seconda situazione.
Una terza situazione che non è mai stata presa in considerazione, ma che è emersa sia in sede di interpellanze ed interrogazioni presentate al Consiglio regionale sia in sede di esercizio dei poteri di vigilanza da parte della Regione, è quella che discende da un'errata (fino a prova contraria non si può dire diversamente) applicazione della normativa regionale da parte degli enti preposti all'assegnazione degli alloggi, o in alcuni casi su sollecitazione degli enti locali; venivano disposte assegnazioni a titolo precario per fare fronte a situazioni di emergenza soprattutto collegate agli sfratti abitativi; in altri casi particolarmente nel periodo dal 1985 al 1987, subito dopo l'entrata in vigore della legge regionale e prima del pieno funzionamento delle Commissioni provinciali per le assegnazioni degli alloggi, previste dalla legge in corrispondenza alla normativa statale, si erano verificate delle assegnazioni improprie, cioè assegnazioni non fatte sulla base delle graduatorie e dell'operato delle Commissioni provinciali assegnazioni alloggi.
Devo dire con molta schiettezza che questo non vuol dire che tendiamo a coprire o a sanare eventuali irregolarità ed eventuali situazioni di dolo tanto è vero che, laddove si riscontrano sospetti di illeciti penali, si stanno segnalando queste situazioni alla Procura della Repubblica competente. Quindi la sanatoria è a favore di chi non ha commesso dolo, non ha colpe, ma si è trovato ad avere una assegnazione in virtù di una erronea decisione degli enti preposti.
Con riferimento agli emendamenti annunciati dal collega Majorino, ne accolgo uno, che è stato detto oralmente e non scritto, che riguarda il momento dell'assegnazione dell'alloggio. Secondo me è bene chiarire che si intende l'assegnazione originaria con riferimento preciso ai compiti della Commissione prevista all'art. 10 della legge n. 64.
Per quanto concerne l'emendamento sostitutivo al secondo comma proporrei una suddivisione del comma in due punti, a) e b). Non ho motivi per non accogliere l'emendamento che mi pare precisativo e formale in questa parte.
Per quanto riguarda il punto c), vorrei ripetere al collega Majorino che nei casi che stiamo prendendo in considerazione non vi può essere colpa o dolo dell'occupante. L'occupante è un cittadino a cui è stato assegnato un alloggio o a titolo precario o con procedure che non sono conformi alla legislazione regionale derivata dalla normativa CIPE. L'unica colpa che potrebbe aver commesso il cittadino sarebbe quella di aver prodotto documenti o informazioni false ai fini dell'assegnazione dell'alloggio.
Siccome queste cose noi non le possiamo prendere in considerazione, in quanto questi alloggi non sono stati assegnati sulla base di un esame dei requisiti, come la legge n. 64 prevede, ma sono avvenuti dietro una serie di irregolarità amministrative commesse dagli enti assegnatari, sono assegnazioni transitorie a fronte dell'emergenza che poi sono diventate definitive. Ora le Commissioni assegnazione degli alloggi dovranno riesaminare i requisiti degli occupanti al momento dell'assegnazione originaria e al momento dell'entrata in vigore della legge per trasformare in definitiva o meno l'assegnazione dell'alloggio.
In cosa può consistere il dolo o la colpa sul piano amministrativo? Se c'è stato dolo o colpa lo dovrà accertare la Magistratura ordinaria e non noi. La Commissione accerta il possesso dei requisiti di legge e non se ci sono stati comportamenti che possono avere indotto l'ente assegnatario a procedere all'assegnazione precaria per delle connessioni o di tipo ricattatorio o di intrallazzi, come diceva il collega Majorino. E' la Regione, nell'esercizio dei compiti di vigilanza, che, laddove ha dei sospetti di illecito penale, deve segnalarlo alla Magistratura. E' chiaro che dietro ad assegnazioni di questo tipo il sospetto di alcuni illeciti può esistere, interesse in atti d'ufficio, uso innominato di potere possono essere presenti.
Se si ritiene di aggiungere al primo comma "a condizione che l'occupazione non sia stata provocata da comportamento doloso o colposo dell'occupante", nel senso di dare questa indicazione alla Commissione, non mi oppongo, però ho queste preoccupazioni e vorrei sentire dal collega Majorino, che è il proponente dell'emendamento, se ha le stesse mie preoccupazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Il concetto espresso nell'emendamento al primo comma è di riflesso al secondo comma; vuole significare non tanto un obbligo di indagine per la Commissione di cui all'art. 10, la quale ha effettivamente le sue funzioni circoscritte alle funzioni indicate nell'art. 10 della legge n. 64, ma vuole significare che, allorquando la Commissione si dovesse trovare nell'esaminare la situazione originaria ed attuale, di fronte alla prova di un comportamento doloso o colposo, si esprime con un parere contrario alla concessione dell'assegnazione definitiva.
Lo spirito di questa legge stralcio è quello di sanare le situazioni limitatamente a coloro che senza colpa, senza loro responsabilità, fossero venuti a trovarsi coinvolti in questa situazione. A me pare che sottolineare nel primo comma il concetto della situazione originaria e a monte non provocata da comportamenti dolosi o colposi sia una solenne affermazione di principio, la quale, se e quando fosse verificata dalla Commissione di cui all'art. 10, impedisce l'assegnazione definitiva a chi non è meritevole di conseguire questa sanatoria.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero, Assessore all'edilizia residenziale

Si potrebbe trasformare l'emendamento; invece di dire "non sia stata provocata", che richiederebbe un accertamento formale che la Commissione non può svolgere, dire che l'occupazione "non risulti conseguente a comportamenti". Altrimenti andremmo a stabilire in modo tassativo un compito per la Commissione di accertamento che invece non ha.
Sono preoccupazioni che anch'io avevo e che ho sottoposto all'attenzione del Consigliere Majorino. Se ci sono perplessità rafforzate anche dall'opinione del Consigliere Majorino, mantengo ferma la dizione attuale.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
ARTICOLO UNICO - Emendamenti presentati dai Consiglieri Majorino Masaracchio e Minervini: 1) all'articolato del primo comma aggiungere: "e a condizione che l'occupazione non risulti congiunta a comportamento doloso o colposo dell'occupante stesso".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 24 contrari e 5 astensioni.
2) L'intero secondo comma è così sostituito: "Il provvedimento di assegnazione definitiva a favore dell'occupante di cui al comma primo, viene emesso ai sensi del comma terzo a) previo accertamento - alla data di entrata in vigore della presente legge - dell'originaria assegnazione del possesso dell'occupante dei requisiti previsti dall'art. 2 L.R. 10/12/1984 n. 64 e successive modifiche ed integrazioni b) previo pagamento degli eventuali canoni arretrati o - in caso di comprovate difficoltà economiche - previo impegno a corrispondere ratealmente detti canoni arretrati in congruo termine c) previo accertamento che l'occupazione originaria non sia stata causata da comportamento doloso o colposo dell'occupante stesso".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 20 contrari e 5 astensioni (non ha partecipato alla votazione un Consigliere).
Emendamento presentato dall'Assessore Genovese: al secondo comma, quinta riga, dopo il termine "assegnazione" è aggiunta la parola "originaria".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 23 voti favorevoli e 5 astensioni.
Prima di passare alla votazione dell'articolo unico del progetto di legge in esame, ha facoltà di parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Gruppo comunista si asterrà dal votare questa legge perché pone un problema di metodo di lavoro che non condivide, relativo allo stralcio, da una legge generale che è sul tavolo della Commissione ormai da tempo e che non è ancora stata esaminata, di uno dei problemi trattati da tale legge. E' un metodo di lavoro sbagliato anche perché abbiamo fatto delle esperienze simili negative, mi riferisco alla leggina sulla riformina del CUR che è stata approvata senza una nostra particolare opposizione, in base ad un accordo di tutte le forze politiche con il quale si sarebbe rapidamente approvata la vera legge di modifica del CUR. cosa che poi regolarmente non è successa.
Certi problemi o vengono affrontati nel corpo intero di una legge altrimenti se si incomincia a stralciare perché scottano si rischia anche di non affrontarli tutti per il verso giusto e di lasciare, come sembra qualche dubbio.
Quindi, il voto è di astensione soprattutto per una questione di metodo di lavoro in attesa di discutere al più presto non appena la maggioranza si propone in termini precisi e con volontà determinata l'intera modifica della legge n. 64.



PRESIDENTE

La parola per dichiarazione di voto al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Il nostro Gruppo si astiene per ovvie considerazioni, e cioè a dire per il mancato accoglimento dei nostri emendamenti e soprattutto per il mancato accoglimento dell'emendamento al primo comma, in ordine al quale l'atteggiamento dell'Assessore era in un primo tempo favorevole.
Ritenevamo e riteniamo - siamo tuttora convinti - che l'accoglimento dei due emendamenti, o quanto meno del primo emendamento al primo comma avrebbe migliorato non solo la lettera, ma soprattutto lo spirito di questa legge e ci avrebbe quindi consentito di esprimere un voto favorevole a questa sanatoria proprio perché la sanatoria, con l'accoglimento dei nostri emendamenti, sarebbe stata motivata sia nella lettera che nello spirito.
Per queste ragioni siamo costretti, nostro malgrado, ad astenerci.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, si proceda alla votazione per appello nominale dell'unico articolo.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri.
L'articolo unico è approvato.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Informo il Consiglio che è stato chiesto il rinvio del punto 11) relativo alla proposta di deliberazione n. 953 in ordine a modificazioni al Piano regionale dei parchi e delle riserve naturali.
In merito al punto 12) "Nomine" non è possibile procedere in quanto non sono pervenute le proposte dei nominativi.
Sul punto 13), che riguarda "Comunicazione della Giunta regionale sul progetto del sottopasso di Porta Palazzo - Comune di Torino", comunico che è pervenuta all'Ufficio di Presidenza, a norma dell'art. 49 del Regolamento interno, la richiesta dei Consiglieri Santoni, Tapparo e Carletto di posposizione all'ultimo punto dell'o.d.g.
Contro tale richiesta ha chiesto di parlare il Consigliere Chiezzi. Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi, a me non pare che siamo nella stessa situazione della settimana scorsa, perlomeno per un aspetto. Perseverare è peggio che errare.
Nella settimana scorsa è stato compiuto un errore di disinformazione del Consiglio regionale su una questione. Disinformazione perché? Perch l'Assessore Mignone il giorno precedente in Commissione aveva delineato le linee dell'informazione che avrebbe reso al Consiglio. Noi, su quelle linee, abbiamo esposto in termini molto sintetici le nostre prime osservazioni senza giungere ad un confronto di merito, in quanto ci sarebbe stato il dibattito in Consiglio. La scorsa volta, però, inaspettatamente la maggioranza di questo Consiglio ha deciso che non se ne doveva più parlare. Non che non se ne poteva più parlare! Se ne poteva parlare eccome! Tant'è vero che l'Assessore Mignone il giorno precedente aveva fornito una serie di informazioni che sarebbe bene il Consiglio conoscesse e sulle quali esprimesse un'opinione.
Che cosa è cambiato? E' cambiato nulla dal punto di vista della necessità di informare il Consiglio e di dibattere su questioni che impegnano direttamente la Regione Piemonte, e la impegnano a tempi brevi.
Semmai, la situazione è aggravata anche da un altro aspetto: non sappiamo a che punto sia l'iter dei lavori della Conferenza dei servizi. Conferenza nella quale la Regione è rappresentata dall'Assessore Mignone, Conferenza che rimane l'unico luogo nel quale si esprimerà il potere di decisione della Regione Piemonte.
La Conferenza non sarà convocata né dalla Giunta regionale n dall'Assessore, ma dal Sindaco. Quando sarà convocata? E, una volta convocata, che cosa andrà a dire la Regione Piemonte? Signor Presidente, o decidiamo che siamo qui tanto per fare qualcosa oppure, se siamo qui per decidere, una informazione sul comportamento dell'Assessore e della Giunta regionale in sede di Conferenza va resa al Consiglio.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

L'abbiamo già detto.



CHIEZZI Giuseppe

Se magari lo ripeti, forse capiamo tutti. L'Assessore rende una comunicazione al Consiglio prima di partecipare alla riunione della Conferenza? E' in grado di assumersi questo impegno? Questo ha già un senso, ma è un impegno che deve essere poi mantenuto in una situazione nella quale non è l'Assessore Mignone che convoca la Conferenza, bensì il Sindaco di Torino e sappiamo i tempi con i quali questa Conferenza è stata almeno nel passato, convocata; da un giorno all'altro o con un preavviso di due o tre giorni.
Allora, nel caso che il Sindaco di Torino decida di convocare la Conferenza nell'arco di due o tre giorni e non c'è un Consiglio regionale in quei due o tre giorni come la mettiamo? L'Assessore si sente in grado di assumersi questo impegno? Sulla base delle conoscenze che ho, avrei qualche difficoltà, mettendomi nei panni dell'Assessore, a dire: "Informer senz'altro il Consiglio regionale prima di andare alla riunione della Conferenza", perché non potrei sapere quando la convoca il soggetto che ha potere di convocarla, che non è l'Assessore.
Assessore Mignone, pur nella durezza della critica, ho sempre la massima lealtà e fiducia nell'onestà di tutti, però mi rendo conto che assumere un impegno di questo genere è veramente difficile. Se l'Assessore dice di essere in grado di assumersi questo impegno, vuol dire che chiederà un rinvio della Conferenza o non parteciperà alla Conferenza perché non ha potuto informare il Consiglio regionale, con tutto quello che questo poi comporterà.
Vorrei che l'Assessore dicesse in modo chiaro al Consiglio regionale cosa farà su questo argomento, ovvero se si impegnerà in ogni caso, costi quel che costi, ad informare il Consiglio regionale prima della partecipazione alla Conferenza.



PRESIDENTE

A favore della proposta di inversione dell'o.d.g., ha chiesto di parlare il Consigliere Bonino. Ne ha facoltà.



BONINO Guido

Intervengo a favore del rinvio del dibattito relativo al sottopasso di Porta Palazzo. Quindi prego l'Assessore Mignone di non entrare nel merito dell'argomento. Faccio presente che, se non fossimo presenti noi, a quest'ora sarebbero tutti a casa; infatti, alle ore 15,30 al Consigliere Chiezzi non interessava la lettura della relazione dell'Assessore Mignone tant'è vero che aveva abbandonato l'aula. Soltanto grazie alla nostra presenza si è riusciti a salvare il dibattito. Proprio perché abbiamo salvato il dibattito, chiedo che l'Assessore ci risparmi questa avventura pertanto sono d'accordo per l'inversione dell'o.d.g.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

Non posso che ribadire quanto già detto la volta scorsa, nel senso che oggi, non essendovi elementi nuovi rispetto alla settimana scorsa, è opportuno non approfondire la discussione per carenza di elementi conoscitivi. Ribadisco l'impegno che mi sono assunto già la settimana scorsa, e cioè che il rappresentante della Regione, prima di andare alla Conferenza dei servizi, verrà in Consiglio a relazionare sulla posizione della Regione.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione la proposta di inversione dell'o.d.g.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La proposta di posporre il punto 13) all'ultimo punto all'o.d.g. è approvata con 19 voti favorevoli e 7 contrari.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Esame progetto di legge n. 471: "Modifiche agli artt. 1 e 2 della L.R. 15/6/1988, n. 29, relativa all'acquisto del Giardino Botanico Sperimentale Rea"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 14) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 471.
Il testo è stato licenziato all'unanimità dalla I Commissione.
Relatore è il Consigliere Santoni che ha quindi la parola.



SANTONI Fernando, relatore

Il disegno di legge che è all'esame del Consiglio regionale è la modifica di un precedente disegno di legge già approvato dal Consiglio regionale. La modifica consiste esclusivamente nella variazione della cifra d'acquisto che è portata da 285.000.000 a 235.000.000. E' un fatto tecnico nelle more di approvazione della legge. Una delle collezioni che facevano parte del complesso che si andava ad acquistare è stato già trasferito con atto amministrativo alla Regione al prezzo di lire 50.000.000, per cui bisognerà ridurre la cifra complessiva per l'acquisto degli immobili e delle rimanenti collezioni.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Santoni è aperto il dibattito.
Ha chiesto la parola il Consigliere Adduci. Ne ha facoltà.



ADDUCI Donato

Oltre a quanto il Consigliere Santoni ha illustrato, la relazione dice che è imminente la stipula di una convenzione con la Comunità montana Val Sangone con cui si affiderà alla stessa la gestione del giardino ed è previsto che ciò avvenga nella primavera del 1989. Forse per la prima volta siamo in tempo ad evitare alcuni errori che potrebbero poi verificarsi.
Sono riuscito ad avere una bozza della convenzione e pongo alcuni problemi che, ad avviso del Gruppo comunista, vale la pena affrontare e tenere presenti prima di stipulare la convenzione stessa.
La Regione affida o dovrebbe affidare alla Comunità montana Val Sangone la gestione operativa, amministrativa, tecnica e finanziaria del Giardino Botanico. Qui sorge immediatamente un primo dubbio: la Giunta ha verificato l'esistenza nella Comunità montana delle competenze necessarie alla gestione e allo sviluppo di una esperienza così importante? Inoltre, la Comunità montana Val Sangone dovrebbe prendere in carico la gestione del Giardino Botanico attraverso l'attivazione delle proprie strutture tecnico-contabili e amministrative ed avrà la facoltà di procedere ad ulteriori e successive convenzioni o incarichi o ad appalti per tutti i lavori che si riterranno necessari per il buon funzionamento del giardino Rea.
C'è un problema, e spero che la Giunta lo abbia presente. Quale sarà la sorte del personale che è ora impiegato presso quella struttura? Vi erano sei dipendenti, adesso sono ormai ridotti a tre.
Vi è poi un dato di fondo più importante, non rispetto all'occupazione del personale, che è un problema a parte, ma rispetto al funzionamento della struttura. Nella convenzione non è previsto alcun rapporto con il Museo regionale delle Scienze Naturali, mentre a nostro avviso è necessario intervenire per prevedere un rapporto costante e finalizzato...



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

E' totalmente filtrato dal Museo di Scienze Naturali.



ADDUCI Donato

Forse è bene inserirlo in convenzione. Abbiamo qualche perplessità. La Regione dovrebbe fornire un contributo annuale forfettario di L. 150 milioni che forse non sono sufficienti a garantire il mantenimento e lo sviluppo di tale consistente patrimonio scientifico. E' noto che vi è la presenza di 600 mila piante, il valore complessivo della struttura è di alcune centinaia di milioni, vi sono collezioni, vi è la banca dei semi di specie critiche o in via di estinzione e si svolge una complessa attività didattica per cui 150 milioni non sono insufficienti.
La Regione comunque fa salvo, sempre secondo la convenzione l'intervento relativo ad alcune funzioni di carattere scientifico. Noi vorremmo sapere quali sono queste funzioni, se vi sono delle iniziative in atto e come, più in generale, la Regione intende garantire il proseguimento delle finalità previste dalla legge.
In conclusione, riteniamo che debba essere stipulata una buona convenzione. Quando diciamo "buona convenzione" intendiamo dire che in essa debbono essere presenti alcuni elementi: deve garantire, innanzitutto, il mantenimento e l'ulteriore valorizzazione dell'orto botanico e delle attività didattico-scientifiche che lo caratterizzano; deve garantire un rapporto permanente con il Museo regionale delle Scienze Naturali diretto a far diventare il giardino parte integrante del Museo nel rispetto dell'art.
2 della legge di acquisizione che risale all'anno scorso. Infine, deve garantire l'occupazione del personale ora impiegato anche perché non ci sembra vantaggioso disperdere le professionalità acquisite. Solo a queste condizioni si potrà parlare di una buona convenzione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore alla cultura

Le preoccupazioni del collega Adduci sono in larga misura le preoccupazioni della Giunta e dell'Assessorato competente; tuttavia sono fondate su una bozza che il collega Adduci conosce meglio di me. Se circola la bozza vuol dire che qualcuno probabilmente non è stato al gioco dei rapporti corretti. Il documento è comunque in elaborazione. Ringrazio il collega Adduci dei contributi che anticipatamente, rispetto al documento ufficiale, ha fornito.
L'intervento giunge dopo la faticosa storia di un decennio e, grazie alla buona volontà di molti di noi, sta arrivando a conclusione.
Purtroppo il personale non è più dipendente da alcun ente; ciò non di meno intendo, attraverso la convenzione, recuperarlo almeno in termini cooperativi al massimo possibile all'interno di questa esperienza.
Il contributo sarà arricchito da quello della Provincia, sarà all'interno dell'esperienza museale; il Museo regionale delle Scienze Naturali è in contatto e sta verificando lo stato delle cose nel momento in cui si assorbe questo.
Invito il collega Adduci a partecipare ad una verifica delle cose nei prossimi giorni. C'è soltanto da costruire e nulla da nascondere.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame progetto di legge n. 460: "Norme sul patrocinio legale a favore di dipendenti ed amministratori regionali per fatti connessi all'espletamento dei compiti d'ufficio"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 15) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 460.
E' una legge rinviata dal Governo. Ne è relatore il Consigliere Santoni che ha facoltà di intervenire.



SANTONI Fernando, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervengo con la stessa sinteticità della precedente relazione. Come ha ricordato il Presidente c'è già un disegno di legge approvato dal Consiglio regionale e rinviato dal Commissario di Governo su un presunto eccesso del disegno stesso, per cui alcune previsioni non sarebbero state previste dalla legislazione nazionale. E' intervenuto un chiarimento da parte della Giunta con il Governo, per cui il disegno di legge può essere ripresentato, anche se con alcune piccole modifiche.
Le più rilevanti le ricordo al Consiglio.
Al primo comma dell'art. 1, l'indicazione per cui ci si potrà avvalere delle prestazioni dell'Avvocatura dello Stato; al comma terzo il richiamo ai limiti delle tariffe professionali e ovviamente l'art. 3 per quanto riguarda gli oneri finanziari derivati dal decorso del tempo e quindi dalla necessità di imputare le norme di carattere finanziario al bilancio e quindi all'esercizio 1989.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Santoni è aperta la discussione.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Avondo. Ne ha facoltà.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente, intervengo solo per registrare una situazione che si ripropone all'interno di quest'aula in quanto diventa sempre più complesso e difficile lavorarvi.
La presenza del nostro Gruppo, nonostante sia stato accusato di impedire l'avvio dei lavori, consente di approvare il progetto di legge n.
460, come ha consentito di approvare il precedente.
Sottolineiamo questo fatto con lo spirito di chi ripropone una questione che attiene al rapporto tra maggioranza ed opposizione che deve sempre essere tenuta presente all'interno di un'istituzione. Non possiamo dimenticare l'episodio della precedente seduta del Consiglio regionale che comunque ha qualche difficoltà nel rapporto tra opposizione e maggioranza.
Vorremmo da questo punto di vista un'assunzione di responsabilità complessiva nel senso che, nel momento in cui magari si hanno i numeri e quindi si è portati anche ad una polemica e ad una funzionalità complessiva dell'istituzione non consona a quello che è il rapporto dialettico e democratico tra le forze politiche, si rischia di produrre effetti come quelli che si stanno determinando in questa fase dei lavori del nostro Consiglio.
Ho voluto richiamare questa questione perché credo che abbia una validità ed una funzione di cui ritengo complessivamente ciascun Gruppo politico debba farsi carico. Ripeto, non si può di volta in volta mutare atteggiamento rispetto ad una impostazione che fa leva sostanzialmente sui numeri, che non tiene conto delle valutazioni e delle proposte che le forze di opposizione, in particolare quella comunista, propongono in quest'aula.
E' una questione di democrazia, di rapporto corretto tra le forze politiche. Vogliamo approfittare di questa occasione per sottolinearlo. Nel merito del disegno di legge in questione, come è avvenuto l'altra volta, il voto del Gruppo comunista sarà favorevole.



PRESIDENTE

Ringrazio il collega Avondo per la sua precisazione. Lo assicuro che alla Presidenza non era sfuggita l'importanza del numero legale che ci consente di procedere.
Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 hanno risposto SI 27 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 hanno risposto SI 27 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 hanno risposto SI 27 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 hanno risposto SI 27 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Si proceda ora alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 28 hanno risposto SI 28 Consiglieri.
L'intero testo di legge è approvato.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Esame ordine del giorno n. 629 concernente l'acquisto di cani per il Soccorso Alpino (seguito)


PRESIDENTE

Passiamo infine ad esaminare l'ordine del giorno n. 629, su richiesta del Consigliere Marchini, relativo all'acquisto di cani per il Soccorso Alpino. La votazione era stata rinviata nel corso della seduta dell'1 marzo.
Ha chiesto la parola per l'illustrazione il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Chiedo scusa al signor Presidente e ai colleghi Consiglieri per l'insistenza con la quale ho chiesto che questo argomento venisse messo in discussione e soprattutto che mi si consentisse una brevissima illustrazione che è soprattutto per chiarimenti esterni, non interni.
Con questo ordine del giorno semplicemente mi preoccupo che non nasca una vocazione privilegiata, rispetto a queste funzioni, del lupo italiano.
Sono tra quanti, e tra i primi, che hanno dimostrato rispetto a questo problema. Però è indubbio che la possibilità di dare in comodato i cani ai cinofili può portare ad una loro utilizzazione al di là magari della obiettiva giustificazione. A me sembra quindi che le razze di cani che hanno maturato titoli rispetto a questo tipo di utilizzazione non debbano essere discriminate.
In altri termini, rispetto alla Protezione Civile e al Soccorso Alpino questi animali devono essere messi in condizioni di eguaglianza. Perch dico questi animali? Perché all'esterno questo mio ordine del giorno è stato interpretato in modo offensivo, nel senso cioè che con questo volessi tutelare gli allevatori di altri cani. La leva di cani di questo tipo in Piemonte sarà di cinque-sei-dieci cani all'anno; non più di dieci cuccioli vengono inseriti nel sistema della ricerca, che richiede cinofili di altissimo livello. Quindi, l'ordine del giorno che ho presentato è finalizzato a garantire i cinofili rispetto all'uso del cane che ritengono più adatto e che diversi comparti della Protezione Civile ritengono più utili.
Gli allevatori di cani non c'entrano! E devo esprimere la mia amarezza per il fatto che dopo esperienze che personalmente ho vissuto in qualche aula giudiziaria, la cultura del dubbio venga coltivata anche da alcuni colleghi. Perché se all'esterno questo ordine del giorno è stato interpretato non come una tutela della libertà dei cinofili di valersi a parità di costo dei cani di razze diverse, ma come un intervento destinato guardate un po' - a tutelare gli interessi degli allevatori dei cani vuol dire che da quest'aula è uscita verso il mondo esterno un'informazione non correttissima. Allora, non lamentiamoci se la cultura del dubbio (dico un eufemismo) dilaga nella società civile e nella Magistratura, se poi siamo noi i primi a crearne le condizioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, il collega Marchini ha toccato degli aspetti che potrebbero far sembrare che l'approvazione recente della legge sul lupo italiano può avere un carattere totalizzante, monopolistico rispetto ad alcuni utilizzi.
Non ho alcun dubbio sull'impostazione che ha dato il collega Marchini al suo ordine del giorno, non ci sono dubbi ed ombre all'interno di questo Consiglio attorno a questa vicenda. Voglio sottolineare che il branco del lupo italiano è un branco molto ristretto, gli interventi nella Protezione Civile e nel Soccorso Alpino sono molto ridotti come numero.
Nell'illustrazione della legge si è evidenziato che il lupo italiano può essere solo dato in affidamento. E' chiaro che vi può essere uno scompenso, ma mi pare che nella legge non ci fosse un principio o un pericolo monopolistico. Può essere un elemento di salvaguardia. Visto che si parla di numeri piccoli (ma l'ordine del giorno non pone limitazioni) non so come possiamo poi recepire e tradurre in operatività questo ordine del giorno che, nelle sue preoccupazioni, credo possa avere anche una sua legittimità, anche se credo non abbia ragioni di temere i pericoli che paventa.



MARCHINI Sergio

Chiedo scusa. Immaginate che io sia un capostazione del Soccorso Alpino; se chiedo al prof. Messi in affidamento un cane per una ricerca su valanga, il prof. Messi me lo dà. Se invece voglio un pastore tedesco, devo sborsare un milione. Il problema è tutto qua.
Allora, se desidero fare il cinofilo per la ricerca su valanga desidero essere messo in condizione di non prenotazione nei confronti n nell'uno né dell'altro lato.



TAPPARO Giancarlo

La legge approvata non manifesta questi caratteri monopolistici, per il numero estremamente ridotto dei cani; visto che il problema rischia di non essere così focalizzato da una indicazione come quella espressa, con il massimo rispetto per il collega Marchini e per la sua preoccupazione, mi astengo su questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte i n v i t a la Giunta regionale ad attuare iniziative di sostegno finanziario all'acquisto di cani da parte del Soccorso Alpino Piemontese e delle altre articolazioni piemontesi degli Enti di Protezione Civile".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 21 voti favorevoli e 5 astensioni.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,50)



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