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Dettaglio seduta n.180 del 01/03/89 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROSSA



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Come concordato dai Capigruppo, iniziamo la seduta con l'esame del punto 19) dell'o.d.g.
Ricordo che il Gruppo comunista ha presentato una mozione che ha già illustrato per punti nella seduta scorsa. Inoltre i Gruppi Lista Verde e MSI-DN e i Gruppi della maggioranza hanno presentato altri tre ordini del giorno. Era stato annunciato che l'ordine del giorno della maggioranza sarebbe stato aggiornato e corredato degli ultimi elementi emersi dalla discussione.
Avevamo rinviato la votazione degli ordini del giorno per verificare se esistevano le condizioni per redigere un documento unitario. Da parte dei Gruppi di opposizione era stata dichiarata l'attenzione per le cose che venivano recepite.
I documenti presentavano e presentano posizioni lontane sul piano politico, mentre sul piano programmatico degli impegni e degli obiettivi le posizioni sono molto vicine e quindi suscettibili di una soluzione che potrebbe essere unitaria.
La parola all'Assessore Cernetti che ci informa sul documento presentato dalla maggioranza.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la Giunta ha presentato una deliberazione di proposta al Consiglio che si basa sugli approfondimenti avvenuti per quanto riguarda l'inquinamento delle falde acquifere da atrazina, simazina, bentazone e molinate.
Con questa deliberazione è stata concessa la deroga ai 52 Comuni a rischio (erano prima 53 e ora sono 52), le cui schede sono già state presentate, come primo programma di intervento, desunto da una stima di larga massima, e trasmesse in Commissione. A questo si è aggiunto un secondo piano che deriva da tutti gli approfondimenti e le verifiche fatte che è stato portato ieri in Commissione ed è stato approvato a maggioranza.
Anche questo secondo piano di intervento è originato da una stima di larga massima e non è né rigido, né fisso, né immutabile perché altri Comuni potranno aggiungersi e altre schede potranno essere aggiunte al primo piano dovute appunto agli approfondimenti che avvengono in continuazione.
Inoltre, a questa deliberazione, che propone la deroga dei 52 Comuni e approva il piano di intervento allegato, abbiamo aggiunto alcuni approfondimenti che la Regione ha fatto sulle varie richieste che sono pervenute sia dal decreto interministeriale, sia dal decreto legge, che prevedono anche le integrazioni riguardanti i divieti.
La Giunta propone al Consiglio il divieto di impiegare l'atrazina in tutta la regione Piemonte; invece, dove si sono rivelati in quantità esorbitante determinati prodotti come la simazina e il bentazone, propone il divieto soltanto in alcune zone a rischio. Inoltre propone il controllo trimestrale sugli acquedotti delle zone a rischio e l'assistenza tecnica.
Il finanziamento verrà fatto in base alle richieste della Regione Piemonte. La stima di massima passa dai 50 miliardi, desunti dalla prima stima, ai 100 miliardi attuali per i Comuni a rischio. Questi finanziamenti dovrebbero pervenirci dal Governo in base alle richieste e alle schede che abbiamo presentato. Il piano, che è stato integrato in accordo con gli Assessorati alla sanità e all'agricoltura, è molto dettagliato. Sono pure elencati i Comuni nei quali prevediamo i divieti per quanto riguarda la simazina e il bentazone. Per quanto riguarda la simazina ne abbiamo vietato l'uso e il consumo su tutto il territorio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Signor Presidente, francamente ho avuto l'impressione che l'introduzione dell'Assessore fosse molto stanca. Non so se la deliberazione predisposta dalla Giunta è stata tanto travagliata da meritare una illustrazione "en passant". Soprattutto mi ha stupito il passaggio dove si dice che si propone il controllo trimestrale degli acquedotti nelle zone a rischio nei 53 Comuni. Due anni fa i Comuni erano però 220, allora ci chiediamo se bisogna controllare 53 Comuni o aree molto più vaste. Nell'introduzione si dice che si avvierà l'assistenza tecnica.
Ora mi chiedo, rispetto a quello che è scritto nella deliberazione e rispetto all'introduzione fatta oggi, in materia di assistenza tecnica quale affidabilità abbiamo? Non basta invocare l'assistenza tecnica per risolvere i problemi dell'emergenza perché poi le cose restano come erano.
Allora, è necessario approfondire i problemi. Capisco che la Giunta è pressata da un decreto ministeriale, è pressata dalle decisioni del Governo del 14 febbraio, però bisogna cercare di risolvere non solo le questioni dell'emergenza. E' dimostrato, in particolare in Piemonte, che quando si affronta esclusivamente l'emergenza, non solo non si risolvono i problemi ma le situazioni peggiorano. Così è avvenuto per quanto riguarda i rifiuti e così avviene per quanto riguarda le acque.
Io mi aspettavo qualcosa di più da parte della Giunta. Partiamo da un presupposto. Sono discutibili i criteri su cui si reggono le unità di misura tollerate, le massime dosi consentite. Per esempio, perch l'atrazina a 0,1 è ammessa e a 0,2 è pericolosa? Non si possono seguire criteri di questo genere. I problemi della tossicità sono molto più complessi. Noi abbiamo qui una deliberazione che giocoforza è costretta a prendere queste unità di misura, ma le prende, secondo me, con degli elementi di ipocrisia (scusate il termine). Il Governo dice 0,8, noi prendiamo la deroga, per noi va bene 0,8. A me risulta che la media nei 53 Comuni piemontesi a rischio è 0,5. Perché noi diciamo 0,8? Perché è meglio abbondare, non si sa mai. Perché se per caso arriviamo a dire 0,5 e poi in qualche Comune salta fuori che è 0,6 bisogna avere le botti per l'approvvigionamento, quindi, per non avere fastidi di questo tipo, diciamo che 0,8 per noi è tollerabile. Però mentre diciamo che 0,8 è tollerabile quindi diciamo che non fa male, avendo da questo punto di vista un provvedimento assunto a livello nazionale che conforta questo limite diciamo però che l'atrazina comunque fa male anche a 0,8 tant'è che ne vietiamo l'uso in tutto il Piemonte. Allora voglio capire la logica. Forse una delle logiche sta nel fatto che recentemente l'onorevole Lo Bianco Presidente della Coldiretti, ha lanciato un appello ai coltivatori dicendo di non usare più l'atrazina. Allora, dal momento in cui non si usa più l'atrazina che cosa si fa? Si dice che esistono dei prodotti sostitutivi anzi, nel piano della Giunta si dice come è possibile coltivare il mais con il diserbo meccanico.
Ieri in sede di Commissione abbiamo chiesto se il problema era solo dell'atrazina o anche quello dei principi attivi. La risposta è che c'è il problema atrazina, bentazone, molinate e simazina (quattro principi attivi e non tutti i principi attivi). E' stato detto che si può non usare l'atrazina e si possono usare altri principi attivi sostitutivi. Un funzionario dell'Osservatorio per le malattie delle piante ha affermato che tra i principi attivi sostitutivi alcuni sono più nocivi dell'atrazina. Ha parlato della terbutilazina sostenendo che è molto più pericolosa e più tossica dell'atrazina.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Non è vero. Vai a vedere i verbali!



FERRO Primo

Gli ho ancora chiesto il nome della sostanza che è molto più tossica e mi ha riconfermato che è la terbutilazina.
La quantità di terbutilazina oggi commercializzata in Piemonte è metà di quella commercializzata quando si tratta di atrazina. Se vietiamo l'atrazina e usiamo prodotti sostitutivi tossici già largamente venduti in Piemonte, cerco di capire dove andiamo a finire. In questa situazione diventa difficile governare, me ne rendo conto, però ci vuole un approccio che non può essere solo basato sulle polemiche nazionali tra il Ministro Donat Cattin e la CEE senza tener conto delle cose che vengono fuori.
Insomma, in Italia vengono venduti sei mila formulati con 300 sostanze attive. Ieri abbiamo chiesto quante sono le sostanze attive che vengono ricercate e un funzionario dell'Assessorato alla sanità mi ha detto che un Laboratorio in Provincia di Asti sta svolgendo ricerche attorno a settanta sostanze attive. In altri Laboratori invece ci sono enormi difficoltà quindi la ricerca è sulle principali (atrazina, simazina, bentazone molinate). Allora, di fronte a 300 sostanze attive se ne cercano 70, quando va bene.
E sempre in Italia abbiamo un trend che tende a far sì che diminuiscano i funghicidi, gli acaricidi e gli insetticidi e questo in virtù del fatto che in alcuni settori, come l'ortofrutta e la vite, la lotta guidata in qualche misura sta andando avanti. Però per quanto riguarda il diserbo nel 1971 si vendevano 9.500 tonnellate di prodotti diserbanti, oggi in Italia se ne vendono 26.000 tonnellate. Allora, quanti sono i principi attivi che si usano nei diserbanti? Quanti sono i metaboliti provocati? Credo sia estremamente difficile una risposta. Discutiamo pure di 0,1, 0,2, 0,5 discutiamo quello che volete, discutiamo anche sull'approvvigionamento.
Considero comunque estremamente pericolose certe proposte che ho sentito fare, per esempio, in Provincia di Cuneo, dove esistono delle zone a rischio, qualche organizzazione propone di prendere per l'alimentazione le acque dalle montagne e risolvere il problema dell'impatto ambientale dei prodotti chimici lasciando le cose come stanno. E' chiaro che il problema dei servizi di sviluppo diventa serio.
Considero troppo generica la deliberazione su questa questione e troppo stanca l'affermazione fatta dall'Assessore Cernetti sulla assistenza tecnica. In Piemonte si spendono all'anno 4 miliardi e mezzo per la lotta fitopatologia; 7/8 miliardi per i centri di assistenza tecnica all'anno; 1 miliardo e mezzo sulla formazione professionale (l'Assessore Lombardi mi dirà che la formazione professionale non c'entra con l'assistenza tecnica).
Sono in totale 14 miliardi all'anno per l'assistenza tecnica, e poi si dice che il problema si affronta solo con l'assistenza tecnica. I risultati sono questi perché per anni in Piemonte si è sostenuto che l'assistenza tecnica e la lotta guidata e la lotta integrata era possibile farle per quanto riguarda la vite e l'ortofrutta, ma per quanto riguarda le colture cerealicole non era possibile farla. Per anni si è sostenuto questo mentre noi chiedevamo invece che attorno a queste questioni ci fosse più attenzione.
Francamente abbiamo fatto un torto ai risicoltori del Piemonte, perch quando abbiamo conosciuto i dati sull'uso dei prodotti diserbanti si è saputo, per esempio, che in Piemonte si usano 8 chilogrammi per ettaro di diserbanti all'anno, contro 6,5 chilogrammi della Lombardia e i 2,5 dell'Emilia. La fonte è del Ministero dell'Ambiente...



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Dove le hai prese?



FERRO Primo

...sulla base delle valutazioni ISTAT. Assessore, vuole la tabella del Ministero della Sanità? Nel primo semestre 1987 in Piemonte si sono usati 1.477.932 chilogrammi di diserbanti; in Emilia 792.905 chilogrammi.
Abbiamo fatto un torto ai risicoltori perché credevamo che la colpa fosse dei risicoltori. La differenza tra il Piemonte e l'Emilia Romagna consiste nel fatto che in Emilia Romagna il riso non si coltiva. E ad avvalorare questa tesi c'era il dato della Lombardia: 6,5 chilogrammi per ettaro, che è molto vicino al nostro.
Credevamo che fosse così, ma quando poi andiamo a vedere i dati disaggregati ci rendiamo conto che non è così. Per esempio di atrazina in Piemonte (l'atrazina serve assai poco per il riso, infatti per il riso si usa soprattutto il bentazone e il molinate) se ne usano 55.000 chilogrammi contro 8.066 Kg della Lombardia. Di alaclor, della famiglia delle triazine che sostituisce in certe parti l'atrazina per il mais, 141.000 chilogrammi contro 115. Il problema quindi è che noi usiamo il doppio di prodotti rispetto all'Emilia Romagna. E' un problema che va valutato. L'Emilia Romagna spende tre volte di più di quanto spendiamo noi nei servizi di sviluppo (tabella del Ministero all'agricoltura sull'art. 3 della legge 752).
Allora, se vogliamo uscire dall'emergenza, discutiamo pure lo 0,1/0,2/0,5; discutiamo pure il piano di approvvigionamento idrico di 750 miliardi, ma discutiamo dei servizi di sviluppo. Il problema vero è avviare una politica in questa direzione.
Noi abbiamo presentato un ordine del giorno, sappiamo che le nostre proposte in materia di prodotti chimici sono in qualche misura provocatorie, ma lo sono perché bisogna uscire da questa situazione evitando la politica di questi anni che ha teso soprattutto all'appalto verso alcune organizzazioni professionali e in particolare verso talune associazioni.
Bisogna finirla con l'andare su questa strada, anche perché lungo questa strada si spendono molti soldi e i risultati finali sono quelli che constatiamo oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Non era mia intenzione intervenire subito dopo il collega Ferro, a tappare il buco del vuoto e del silenzio.
Ero convinto d'un maggiore interesse per un dibattito di simile rilevanza quale quello sulla qualità delle acque potabili, caratterizzato anche da confusione procedurale (in questo momento non so se stiamo parlando degli ordini del giorno o della deliberazione n. 167-26975 della Giunta regionale proposta al Consiglio e d'altra parte avevo sempre ritenuto che gli ordini del giorno presentati tra il 16 e il 18 gennaio 1989 fossero indicazioni che il Consiglio dava alla Giunta in merito al provvedimento che questa avrebbe poi adottato il 23 febbraio).
Va da sé quindi che è paradossale che grazie ai ritardi, che questa maggioranza cerca in ogni modo di incrementare ed allargare, si arrivi a parlare degli ordini del giorno di indicazione alla Giunta regionale di fronte all'emergenza della qualità delle acque potabili in contemporanea con la deliberazione che avrebbe dovuto tenere conto di questi ordini del giorno.
Va da sé che dell'ordine del giorno che avevo presentato (ed era ampiamente prevedibile) la deliberazione della Giunta regionale non tenga praticamente conto.
Le uniche questioni delle quali risulta tenere conto sono dovute non ad autonome scelte della Giunta regionale, ma sono dovute - e già lo dissi in quel breve momento in cui si parlò di acqua, una quindicina di giorni fa in Consiglio a decisioni governative o a decisioni adottate in sede CEE o ancora adottate da parte del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio.
Cosa dire quindi? Illustrare ora un ordine del giorno che si predispone e viene presentato all'affondamento da parte di questa maggioranza è praticamente ridicolo! E lo sarebbe ancor di più, qualora considerassimo come la Giunta regionale non abbia tenuto in alcun conto l'ordine del giorno votato circa due anni fa sul problema acque potabili, e votato da lei stessa, anzi votato in un'aula in cui era presente solo la maggioranza di pentapartito. Neppure quegli impegni quasi inconsistenti, e che infatti hanno fatto sì che la situazione si ripresenti attualmente identica vennero presi in considerazione, quelli stessi impegni che pure si accettarono! Tanto meno è pensabile che vengano presi in considerazione questi che per di più sono gli stessi, sostanzialmente, di quelli presentati circa due anni fa. Nulla è cambiato.
Vorrei inoltre che venissero date informazioni più dettagliate rispetto ad alcune delle vicende di questi ultimi mesi.
Continuo a ritenere che ogni piano di risanamento deve essere due cose insieme: il risanamento finalizzato alla qualità dell'acqua che la gente sta bevendo e finalizzato alla bonifica e disinquinamento delle falde sotterranee.
Ora, è deprimente il vedere continuamente riproposta una visione burocratica dell'inquinamento legata unicamente ai confini comunali - basti vedere come, esclusa l'atrazina, i divieti si estendano sostanzialmente all'interno di rigidi confini comunali senza aver mai voluto compiere nessuna indagine che permettesse di individuare le dinamiche dell'inquinamento delle falde, per individuare quali aree fossero coinvolte e quindi intervenire sulle aree, indipendentemente dai Comuni o non direttamente legandosi ai Comuni nei quali si trovano i pozzi. Questa visione burocratica in un problema connesso con le falde sotterranee è una cosa che non sta né in cielo, né in terra, che torna comoda soltanto se le cose si fanno, se va bene, con i calcolatori. Allora si afferma: popolazione che beve acqua inquinata uguale a quella che risiede nel Comune in cui è presente un pozzo "inquinato".
Un altro aspetto che intendo sottolineare è che non viene fornita alcuna indicazione sul tipo di analisi che è stata effettuata rispetto a queste fonti di approvvigionamento, cioè quando, con quale periodicità, con quali risultati. Non ci viene fornita soprattutto alcuna garanzia circa il fatto che tutto il resto vada bene e non viene fornita alcuna spiegazione dei motivi in base ai quali il vercellese è guarito dai problemi di inquinamento derivante dall'uso di sostanze di cui al parametro 55, mentre invece per la Provincia di Cuneo questo non è avvenuto. Il ritorno ai dati di due o tre anni fa è pertinente, perché allora si aveva una mappa del Piemonte inquinato in una determinata maniera, ora in un'altra, senza che sia stata fornita alcuna spiegazione su questo fatto. Dipende forse dalla "bontà" degli agricoltori? O non piuttosto dal funzionamento dei Laboratori e dal numero delle analisi? O perché si era sbagliato allora o si sbaglia adesso? O per quali altre cause noi abbiamo un aggravarsi della situazione in determinate aree a fronte di un miglioramento in altre? Se la situazione della Provincia di Vercelli è oggi diventata così "buona", la si esamini e studi attentamente per poi utilizzarla come modello per bonificare la Provincia di Cuneo.
Sorge il sospetto che gli unici Comuni della Provincia di Vercelli posti nell'elenco risiedano in UU.SS.SS.LL. che fanno riferimento dal punto di vista dei Laboratori a quelli di Torino o di Alessandria. E' così? Caso tipico è il Comune di Trino che dipende dall'USSL n. 76 e quindi è competenza di Alessandria. Se non è così lo si dica! Il numero limitato di Comuni in Provincia di Novara è forse dato dal fatto che non si va troppo indietro nei decimali e si scrive 0,1 anziché, come magari fanno i Laboratori delle Province di Cuneo e di Asti, andare alla seconda cifra decimale? Certo, si può dire che si tratta di valori infinitesimali, ma bisogna rilevare, in alcuni casi, l'approssimazione dei dati.
A proposito delle sostanze effettivamente esaminate bisogna riflettere su quanto diceva il collega Ferro. Passiamo dal Laboratorio di sanità di Asti che esamina un lungo dettagliato elenco di principi attivi impiegati in agricoltura ad altri Laboratori che si limitano ai quattro ormai classici nomi che i piemontesi hanno imparato ad usare, comunque sempre e solo quei quattro.
Manca totalmente l'informazione. Ad esempio, si cerca di eludere, con questa deliberazione, tutte le altre deliberazioni di deroga che sono state finora adottate e quelle che non sono state adottate. Avevamo già citato tempo fa quelle sui nitrati, considerati quasi ingredienti da cioccolatini da parte dell'Assessore alla sanità, e registriamo lo scandaloso comportamento rispetto al nichel, nonostante il parere al riguardo molto chiaro dell'Istituto Superiore di Sanità. Così come prima abbiamo registrato il tentativo di circoscrivere ad una piccolissima porzione del territorio regionale i problemi dell'inquinamento legato all'uso di prodotti chimici in agricoltura, così ora registriamo questo è anche rilevante dal punto di vista politico complessivo un continuo, sistematico tentativo di limitare alle conseguenze dell'attività agricola le cause dell'inquinamento delle acque potabili, come se tutto il resto non fosse rilevante, dalla trielina segnalata a Rivoli, a tutte le presenze di cromo ed altri metalli pesanti: tutto questo non c'è. Quindi il messaggio di questa deliberazione è di una estrema riduttività. Si pensa in gran parte di risolvere questi problemi con interventi tecnologici e costosi, soltanto basandosi sul fatto che se lì l'acqua è inquinata la si prende da un'altra parte, quasi che comunque ci fossero altre parti nel Piemonte non inquinate: finiscono per esserci se ci si limita a 52 Comuni, ma non è così! Tutta la Pianura Padana è inquinata, basta controllare (ed è già stato fatto).
Non si dà alcuna garanzia sulla qualità degli studi che sono stati condotti per giungere alla determinazione di questi Comuni. Potrebbero esserne elencati altri, magari nel prosieguo della discussione si potranno presentare analisi di Laboratori di sanità pubblica che indicano livelli superiori alla norma, anche in altri Comuni. Ci si limita ad alcuni tipi di acquedotto e di servizio per cui se il servizio è privato il privato si beve la schifezza che gli capita, e si tutela solo quello che è pubblico.
Non si tiene conto assolutamente dei problemi dell'inquinamento industriale e neppure si tiene conto di avvertire la popolazione di quello che sta bevendo. Su questo ultimo aspetto io ho presentato degli emendamenti ad una deliberazione che così com'è fatta non è comunque emendabile, bensì da rifiutare, ma che comunque può se non altro prevedere delle forme di informazione ai cittadini. Si dica in modo chiaro ai cittadini quale acqua stanno bevendo. In questi giorni vengono pubblicate interviste ed articoli sui giornali locali della nostra Regione dove i responsabili delle UU.SS.SS.LL. di ogni colore tranquillizzano la popolazione facendo i salti mortali per trovare scusanti di ogni genere. E' possibile fare una casistica di circa dieci modelli di tranquillizzazione della popolazione.
Chiedo quindi che almeno sulla informazione ai cittadini si faccia un passo avanti.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Tapparo, desidero cogliere l'osservazione pertinente del Consigliere Ala quando dice che si intreccia il momento dell'esame degli ordini del giorno con quello della deliberazione. C'è in effetti questo intreccio, al punto che è debordato rispetto alla questione della conclusione del dibattito generale precisata poi nei documenti presentati successivamente. La deliberazione, anche se non è disgiungibile nella sostanza, non è ancora stata iscritta all'o.d.g.
Nella forma però è chiaro che la discussione dovrebbe vertere soltanto sugli ordini del giorno.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Come già ha rilevato il collega Ferro ci troviamo dinnanzi ad un aspetto di grande rilievo che ha delle implicazioni forti. Non possiamo andare avanti a compartimenti stagni. La tutela della salute e la qualità della vita sono fatti primari che vanno rapportati alla formazione di reddito. Si sta sviluppando nel nostro Paese un dibattito serrato sul punto di equilibrio fra la tutela dell'ambiente e le condizioni dello sviluppo.
Nella proposta di ordine del giorno della Giunta è stato colto lo spirito di inserire l'intervento di questa emergenza in una strategia più complessiva. Forse c'è un limite, Assessore, non dato dalle nostra volontà ma dalle possibilità operative che, per esempio, riducono a livelli preoccupanti le condizioni dei controlli. Parliamo di controlli trimestrali, a cadenza data dalle nostre possibilità; però il ciclo dell'inquinamento nell'acqua ha una varianza non bassa, per cui questa cadenza trimestrale alla lunga potrebbe essere preoccupante. Non credo sia solo un problema di personale dei Laboratori di sanità pubblica, è un problema di volontà. Credo ci siano dei sensori da installare in aree di emergenza che permettano di conoscere, con un controllo sistematico e continuativo, l'andamento dell'inquinamento.
Occorre pensare, finita la transizione dei controlli trimestrali, a dei sensori che ci diano in tempo reale dei risultati. La tecnologia in questo campo esiste, non occorre andare ogni tre mesi a fare il prelievo dell'acqua per portarla al Laboratorio per le analisi.
Nel piano di intervento occorre recuperare questo sforzo e considerarlo come un'esperienza pilota che permetta nelle aree di frontiera ai 52 Comuni e poi alle altre successive aree di avere un controllo in modo da garantire la comunità almeno a livello di informazione.
E' chiaro che la politica di tutela delle acque non può disancorarsi dall'apparato economico che ne fa uso. L'apparato economico deve interagire con noi per trovare una soluzione equilibrata. Non vogliamo cercare l'untore, ma trovare una soluzione che salvaguardando le condizioni di salute della comunità riesca a pensare alle condizioni della formazione del reddito.
Questa occasione è importante per rivedere la nostra strategia nel campo dell'assistenza tecnica. Occorre trarre esperienza dall'emergenza in modo che l'emergenza non sia un fatto transitorio, occasionale.
Non sono specialista in materia e quindi l'Assessore mi potrà rispondere con dovizia di esempi, ma ho l'impressione che anche in questo caso l'ottica sia troppo ristretta rispetto alle esigenze che stanno emergendo per l'operatività del mondo agricolo. Dobbiamo rompere la logica dei compartimenti stagni. Credo che le poche risorse della formazione professionale in agricoltura possano trovare, per una certa fase, una concentrazione all'interno di un discorso di sostegno dell'attività imprenditoriale agricola; come abbiamo riconvertito la formazione professionale in agricoltura, non più rivolta ad una condizione di tecnicismo, anche nell'assistenza tecnica si può dare una mentalità, una visione di imprenditorialità, la capacità di rapportarsi ai problemi finanziari, ai costi, ai rapporti con l'ambiente. La formazione professionale può essere tosata in alcuni settori, ma può anche crescere in altri qualora se ne determini, per ragioni di indirizzo politico l'opportunità. Nell'elaborazione del nuovo piano corsi, oltre ad allargare l'ottica dell'assistenza tecnica, occorre pensare ad una concentrazione per riuscire ad accrescere il grado di sensibilità del mondo agricolo che sappia considerare il rapporto con l'ambiente come problema vitale per se stesso e per la comunità in cui si colloca.
Pur non essendo uno specialista e vivendo gli echi della III Commissione, ho l'impressione che, rispetto all'attenzione al settore ortofrutticolo, la lotta fitopatologica integrata sia in ritardo e che il cerealicolo, che viene ad essere quello più critico per quanto riguarda l'inquinamento delle acque, sia rimasto in ombra. Questo è recuperato da una politica generale che si sta sviluppando nella Pianura Padana, che per va visto con questo tipo di taglio e di emergenza.
Ultimo aspetto. Mentre nel piano di intervento allegato alla deliberazione si parla con grande attenzione del ciclo delle acque e della revisione del piano regolatore generale degli acquedotti, occorre approcciare questo problema con una logica di uso plurimo delle acque.
Spezzo una lancia nell'uso plurimo delle acque, cioè l'opportunità, senza costi aggiuntivi, senza problemi idrogeologici, di pensare all'utilizzo energetico degli acquedotti nell'ambito di una revisione generale (ovviamente vale per gli acquedotti dove portate e inclinazioni possono dare un risultato significativo).
Ho apprezzato la proposta dell'Assessore di minimizzare - risottolineo questo termine nella concezione economica - le trivellazioni di nuovi pozzi e di vedere quindi le acque sotterranee nell'ambito di un ecosistema generale Piemonte che va tutelato.
Quindi, approvo l'ordine del giorno, facendo però delle raccomandazioni precise. Questa comunità ha tutti i diritti di avere dei controlli adeguati. Le tecnologie ci sono. Quindi riempiamo di meno di personal computer gli uffici della Regione e riempiamo di più gli acquedotti dei sensori informatici che permettano in tempo reale di capire che cosa beve la nostra comunità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Minervini.



MINERVINI Marta

Signor Presidente, lei capirà perché ho voluto parlare prima del Consigliere Masaracchio al quale ho chiesto la gentilezza di farmi intervenire.
Ho sentito gli interventi dei colleghi Ala e Tapparo. Ho sentito anche da lei dire che la deliberazione n. 1086, che peraltro abbiamo a nostre mani, non è ancora iscritta all'o.d.g. Se il collega Masaracchio dovesse intervenire su questa deliberazione vorrei che potesse intervenire ufficialmente e quindi desidererei che fosse iscritta all'o.d.g.
Peraltro voglio sottolineare che abbiamo ricevuto, come credo gli altri Gruppi, un telegramma della Confcoltivatori regionale firmato dal Presidente Peppino Cancelliere che lamenta che su questa deliberazione la confederazione non è stata consultata. Riteniamo che una consultazione andava fatta perché persone che tutti i giorni lavorano in quel campo potessero dirci qualche cosa.
Vorrei una risposta almeno sulla prima parte.



VALERI Gilberto

Signor Presidente, chiedo di poter avere l'ordine del giorno della maggioranza, che noi non voteremo.



PRESIDENTE

Non è ancora stato ufficialmente depositato, in quanto è ancora all'attenzione dei Capigruppo della maggioranza.
Informo che sono presenti gli allievi e l'insegnante della III classe dell'Istituto Giulio per assistere ai lavori del Consiglio regionale.
La collega Minervini e il collega Ala hanno fatto osservare che si sta discutendo dei contenuti della deliberazione che sono oggetto da collegarsi con gli ordini del giorno, ma che la deliberazione non è stata formalmente presentata. All'inizio dei nostri lavori avevo detto che avremmo dovuto concludere la discussione con gli ordini del giorno, ma gli ordini del giorno non possono ignorare l'esistenza della deliberazione che è lo strumento che recepisce le decisioni ulteriori che sono succedute al dibattito di 15 giorni fa.
Il collega Masaracchio potrà intervenire nel momento in cui sarà iscritta la deliberazione.



MINERVINI Marta

Quali sono gli ostacoli alla iscrizione della deliberazione all'o.d.g.? Io li conosco bene: manca il numero legale.



PRESIDENTE

La deliberazione è stata presentata, ma non è ancora iscritta all'o.d.g. Il dibattito si è avviato così. Mi rendo conto che formalmente presenta delle incongruenze; nella sostanza però mi parrebbe che il dibattito potrebbe anche proseguire, questo non va a detrimento di quella che è la volontà di intervenire; sarà data la parola al collega Masaracchio nel momento in cui la deliberazione sarà iscritta.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Masaracchio. Ne ha facoltà.



MASARACCHIO Antonino

Desidero intervenire perché l'altro ieri ci siamo lasciati con l'impegno di concludere il dibattito non soltanto sugli ordini del giorno ma attraverso gli ordini del giorno sul Piano che la Giunta pare abbia approntato, atteso che le dichiarazioni lette sulla stampa siano attendibili. In ogni caso ora abbiamo sott'occhio un "malloppo" (così lo si definisce in politica) di argomentazioni che comunque non abbiamo ancora avuto il tempo di esaminare, quanto meno di leggere così come non abbiamo avuto nemmeno il tempo di esaminare e di leggere la delibera di approvazione del Piano.
Ora, io dico: perché prima bisogna esaurire gli argomenti all'o.d.g.
che sono stati presentati? Perché molto probabilmente nel dibattito, che si potrà fare e si deve comunque completare sugli ordini del giorno, potrà emergere taluna indicazione da inserire nella stessa deliberazione. Ci si potrà anche dire che comunque la deliberazione è suscettibile di emendamenti, però la incongruenza esiste: lei, signor Presidente della Giunta, lo ha dichiarato e noi lo denunciamo.
A parte queste considerazioni, ribadisco anche taluni concetti affermati nel testo del nostro ordine del giorno, perché al di là del discorso dell'inquinamento dell'acqua e quindi dei pericoli che la collettività corre bevendo l'acqua inquinata (mi assumo il ruolo di provocatore, spregiudicatamente, come in questo caso opportunamente conviene fare), dico che il vero ed effettivo problema non è quello dell'acqua inquinata che va ad avvelenare quanti sprovvedutamente se la bevono; noi sappiamo che in Italia si fa un grandissimo uso di acqua minerale e che l'acqua inquinata non è proprio l'elemento che possa far temere chissà quali catastrofiche conseguenze per la popolazione italiana.
Il vero ed effettivo problema è quello delle falde inquinate, inquinate anche in percentuale dai diserbanti usati in agricoltura, ma inquinate da tutto un dissesto che ci viene dalla produzione di prodotti chimici e di tutti quegli elementi che inquinano non soltanto l'acqua ma anche l'atmosfera.
Allora noi diciamo che i provvedimenti non possono eludere i problemi d'intervento concreto ed effettivo per andare incontro alle esigenze che l'agricoltura, come settore economico di grande rilevanza di produzione, ha nei confronti dell'uso dei diserbanti. Sappiamo che oltre l'atrazina e il bentazone altri prodotti si possono usare in agricoltura come il bepramone che è un antigiavone, come l'ondax che serve per la lotta agli infestanti a foglie lunghe: questi sono prodotti che penetrano nel terreno non più di 5 cm, che non hanno la possibilità di raggiungere le falde che si trovano a 45, 50, 95, 100 più mt. di profondità. Il vero problema è quello commerciale, economico, è il problema della produzione. Tant'è vero che noi apprendiamo da Andrea Comuzzi, Presidente dell'Agro-Farm (Associazione del gruppo che produce le sostanze per la difesa delle coltivazioni), che la disponibilità a sospendere la vendita di atrazina, bentazone, molinate simazina c'è, ed è stata dichiarata anche se si tratta di un fatturato di circa 1000 miliardi di lire, che a confronto a tutta la produzione chimica italiana che ha un fatturato di circa 50 mila miliardi di lire è una cosa irrisibile.
Allora qual è il vero problema? E' che al Ministero della sanità competente giacciono, da decine di anni, non pochi progetti per la produzione di fitofarmaci che non inquinano! Quindi quali interessi di mercato ci sono? Quali sono gli interessi che non ci consentono di risolvere il problema di dare al settore dell'agricoltura la possibilità di campare senza essere criminalizzati? Lei ricorderà, signor Presidente, che quando sono intervenuto la prima volta su queste questioni ho detto che è in gioco la serenità di un grosso settore produttivo, l'agricoltura, che fa parte di una categoria benemerita della nazione; che non bisogna criminalizzare gli agricoltori; che bisogna fare il proprio dovere! Diciamo ora, ancora una volta in questo Consiglio che è necessario che si appronti e che venga finanziato un piano per fare i nuovi pozzi che necessitano, per incamiciare i pozzi esistenti: è necessario che l'estrazione dell'acqua che viene poi portata nelle condotte idriche, sia acqua pulita. Ma perché sia fatto questo è necessario che ci siano gli interventi economici, amministrativi e legislativi per poter risolvere ogni problema, altrimenti non veniamo più fuori dal giuoco a rimpiattino su fatti che meritano ben altra serietà politica.
A questo titolo dico che manteniamo le parti del nostro ordine del giorno che chiedono: "che - ai fini di una concreta ed operativa soluzione di questa materia è prioritario intervenire sia sulle fonti di produzione dei fitofarmaci, sia sulla totale revisione del sistema degli acquedotti e sia attraverso il miglioramento delle strutture tecniche ed agronomiche preposte alla vigilanza". Manteniamo anche la parte che dice "disciplinare per un anno la produzione, il commercio e la vendita dei suindicati erbicidi" che penetrano in profondità e inquinano le acque, ma naturalmente dando al mercato la possibilità di fruire di altri erbicidi e di recepire entro tre mesi le direttive della CEE in materia di tutela delle acque: con conseguente adozione di un programma tecnico-legislativo per un coordinato e limitato uso - in prospettiva - degli erbicidi in agricoltura. Al riguardo chiediamo che il Consiglio regionale si faccia promotore di una iniziativa perché sia destinato il 10% dei fondi del Piano agricolo nazionale all'agricoltura biologica; chiediamo di realizzare senza dilazione presso le Regioni interessate e, quindi, anche presso la Regione Piemonte, idonei servizi di assistenza tecnico-agronomica ai produttori; di aumentare al 13% gli stanziamenti previsti dal Fondo Sanitario nazionale ai fini del potenziamento dei presidi multizonali e dei servizi di igiene relativi al controllo sanitario ed ambientale delle acque. In aggiunta (poi formulerò la richiesta per iscritto) di stanziare il 30% dei fondi del Piano agricolo nazionale ai programmi di ricerca scientifica relativi alla lotta fitopatologica integrata.
Questi sono argomenti che vanno incontro alla effettiva risoluzione del problema in aggiunta agli interventi che la Regione vorrà operare perch presso i Comuni si possano avere dei pozzi dai quali estrarre l'acqua non inquinata. Tutto ciò può rappresentare veramente un impegno politico risolutivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Il Gruppo comunista intende porre una pregiudiziale. Riteniamo che non sia più tollerabile continuare una discussione apertasi surrettiziamente su ordini del giorno che non risultano presentati e che, di fatto, affronta una deliberazione che non è iscritta all'o.d.g. Questo è un modo di procedere che contrasta radicalmente con le norme che tutelano l'attività di questa assemblea, per cui le chiediamo formalmente, signor Presidente di interrompere immediatamente questo genere di discussione. La maggioranza e la Giunta se lo ritengono si mettano nelle condizioni di proporre l'iscrizione di questo punto all'o.d.g. In assenza di ciò noi non siamo più disponibili a continuare.



PRESIDENTE

Consigliere Valeri, avevo già fatto rilevare che c'era una incongruenza. Richiamo al rispetto rigoroso dell'o.d.g. che reca: "Esame ordini del giorno a conclusione del dibattito sull'inquinamento delle acque potabili", quindi prego i colleghi che interverranno di attenersi strettamente in merito a questo punto. E' una osservazione che ho già fatto all'inizio di seduta, che ripeto ora. Mi sembra legittimo il richiamo al rispetto delle regole. Se la maggioranza ha aggiornato l'ordine del giorno si discute sugli ordini del giorno per verificare le posizioni dei Gruppi poi si passa alla votazione dopodiché si discute sull'iscrizione della deliberazione e sulla delibera stessa.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, sarebbe utile una sospensione per una riflessione intanto perché l'ordine del giorno non è ancora nelle nostre mani, e poi perché tutto sommato la connessione degli argomenti è evidente. La discussione su argomenti impropri in parte è già stata svolta, quindi la richiesta di sospensione era prelusiva di un ordinamento dei lavori.



PRESIDENTE

La parola nuovamente al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Potremmo aggiungere tra le motivazioni la necessità di consentire stante il fatto che i richiamati telegrammi di sollecitazione pervenuti dalle associazioni dei produttori, non si è potuto portarli per tempo a conoscenza della VII Commissione, di utilizzare la prevista sospensione dei lavori per effettuare, da parte della VII Commissione e della Giunta, un breve incontro con le associazioni dei produttori presenti in aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Minervini.



MINERVINI Marta

Signor Presidente, voglio chiarire al Consigliere Valeri che il telegramma è arrivato ieri alle ore 14,47.
Volevo dire al Presidente che, anche a tutela sua, dobbiamo fare questa pausa e dobbiamo necessariamente iscrivere la deliberazione all'ordine del giorno prima di riprendere il dibattito. Cinque minuti fa il Presidente ci ha giustamente spiegato che gli ordini del giorno non possono essere scissi dalla deliberazione. Quanto lei dice, signor Presidente, vale per tutto il Consiglio regionale, per cui atteniamoci a quanto detto.



PRESIDENTE

Consigliere Minervini, la ringrazio. Ho riconosciuto che c'era stato questo intreccio di dibattito che era difficile disgiungere, quindi era necessario questo collegamento anche se il dibattito si è sviluppato lo stesso.
E' stato detto che le associazioni agricole hanno inviato il telegramma, che io non ho ricevuto e non so quando è stato mandato. Non so quali sono le posizioni degli altri Capigruppo. Propongo una breve sospensione.



(La seduta, sospesa alle ore 11,30 riprende alle ore 12)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Nel frattempo è stato distribuito ai Capigruppo l'ordine del giorno della maggioranza.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reburdo. Ne ha facoltà.



REBURDO Giuseppe

La Commissione si è trovata di fronte a una proposta della Giunta che ci ha richiamati ad una drammatica urgenza. Ieri ci è stata consegnata la deliberazione con gli allegati e nel primo pomeriggio c'è stata la riunione della Commissione che però non ha avuto le informazioni sufficienti per assumere una decisione in merito alla deliberazione. La maggioranza ha voluto proseguire su questa strada e ha votato a maggioranza.
Chiedo se è possibile un ulteriore ripensamento sulla deliberazione sia per l'importanza dei contenuti ma anche per le questioni formali che ha sollevato. Una organizzazione di produttori ha chiesto una formale consultazione, ma la Commissione è stata nell'impossibilità di dare esecuzione perché era premuta dalla urgenza.
Chiederei di soprassedere alla iscrizione per dare la possibilità alla Commissione di esaminare nell'arco di una settimana la situazione. Chiedo però su questo una valutazione di ordine politico.



PRESIDENTE

Collega Reburdo, credo che formalmente non sia possibile accogliere questa richiesta; le valutazioni di ordine politico potranno essere fatte dopo che il Consiglio avrà iscritto la deliberazione all'ordine del giorno.
Pongo in votazione l'iscrizione all'o.d.g. della proposta di deliberazione n. 1086.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 31 voti favorevoli (i Gruppi PCI, MSI-DN e Lista Verde non partecipano alla votazione).
Proseguiamo la discussione che pertanto verterà anche sulla proposta di deliberazione della Giunta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reburdo per una questione pregiudiziale.
Ne ha facoltà.



REBURDO Giuseppe

Non mi interessa la questione formale, però chiedo che, proprio di fronte al fatto della difficoltà che abbiamo avuto ad esaminare la deliberazione estremamente importante per le cose che propone, e poiché non abbiamo avuto la possibilità di controllare la corrispondenza tra i Comuni che sono stati richiesti di salvaguardia totale e i rimanenti Comuni chiedo di rinviare di una settimana l'esame della deliberazione.
Una settimana di tempo non cambia sostanzialmente nulla per la Giunta mentre a noi permetterebbe di fare verifiche più concrete. Come Consigliere e come Commissario, non ho avuto la possibilità di entrare nel merito del documento, anche se poi interverrò per esprimere alcune opinioni, quindi politicamente pongo la questione (non sto a formalizzarla perché non mi pare opportuno farlo).



PRESIDENTE

Proprio perché lei non ha posto il problema in termini di regolamento non spetta a questa Presidenza esprimere una valutazione, semmai spetta ai Capigruppo valutare gli aspetti di ordine politico.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

E' chiaro che tutti gli elementi che possano portare a definire una deliberazione in modo più incisivo, a noi vanno bene. Tra l'altro, essendo una questione di interesse generale, sono importanti anche i metodi, i tempi e i passaggi con cui si arriva ad atti che hanno un effetto di cogenza.
Le posizioni nel merito da parte del nostro Gruppo sono state espresse dal Consigliere Ferro, e nel prosieguo della discussione ci sarà ancora un intervento del collega Valeri. Per arrivare a definire un atto così importante sarebbe opportuno un confronto con i soggetti interessati, i produttori, le associazioni dei consumatori, le associazioni naturalistiche.
Se ci sarà questa intesa, potremo perfezionare un atto partecipato pensato, ma anche sufficientemente incisivo.
Una delle osservazioni di fondo l'ha fatta il Consigliere Ferro: i divieti sono necessari nella misura in cui si riesce a partire con strumentazione che dia modo a tutta la Comunità di ritrovarsi su un obiettivo nuovo; non può più essere lo status quo ante. Se si vuole confezionare un atto di governo con questa portata e con questa nettezza di incisività sarebbe utile il rinvio di una settimana. Se non si ritiene di raggiungere questo risultato, è chiaro che una mera dilazione per prender tempo non ci interessa.
Noi abbiamo già espresso nel merito riserve su efficacia, incisività e adeguatezza. Riteniamo che il passaggio al confronto con i soggetti produttori, ma anche con altri soggetti esponenti di interessi generali come i consumatori e altre associazioni che si occupano di questi problemi potrebbe essere proficuo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

Intervengo molto brevemente per dichiarare che noi accogliamo l'invito rivoltoci dai rappresentanti della categoria nella consultazione test fatta, di soprassedere in questo momento perché nell'ambito della Commissione opportunamente allargata si attui una consultazione più concreta, al fine di poter verificare tutti quegli elementi necessari ad una maggiore utilità di intervento da parte della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

La Giunta avverte, non tanto le sottigliezze del discorso, quanto l'esigenza che allorquando si vuole determinare qualche cosa, questo possa e debba essere approfondito in ogni modo e in tutte le sedi.
Però esistono anche altri problemi.
L'altra settimana la Giunta fu messa nella condizione, sotto pressione di dover assumere un atteggiamento e le si imputava addirittura di non decidere. Non uso termini pesanti, ma noi subimmo questo tipo di intervento, tant'è che chiesi al Presidente del Consiglio di tutelare la Giunta in questa sede nella sua autonoma capacità di determinazione di proposte evidentemente rivolte al Consiglio regionale.
Allora era stato chiesto, in termini non equivoci, di intervenire perché esistevano 53 Comuni che comunque erano posti nella condizione di essere illegalmente messi davanti ad un problema, senza aver stabilito alcuna scelta e la scelta sarebbe intervenuta solo in quanto la Giunta avesse assunto le sue determinazioni.
La Giunta, assunte queste sue determinazioni, avverte con senso di responsabilità l'esigenza di non lasciar nel vago e nella indeterminatezza i Sindaci, penalmente perseguibili laddove dovessero assumere delle determinazioni.
Per questo motivo e per gli altri che appartengono ad un articolato progetto che è stato presentato, la Giunta chiede che questo argomento iscritto all'o.d.g. possa essere discusso e risolto questa mattina.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Non sarei intervenuto su questa eccezione se il Presidente Beltrami come ha testé fatto, non avesse voluto individuare nelle nostre sollecitazioni, di 15 giorni fa e non della settimana scorsa, le ragioni della mancata consultazione delle organizzazioni di categoria. In quella circostanza la Giunta fece orecchie da mercante e si guardò bene dal chiarire quali fossero le sue intenzioni circa l'attuazione dei decreti governativi. In questo frattempo la Giunta avrebbe avuto tutto il tempo per consultare le organizzazioni dei produttori agricoli e, volendolo, anche gli altri soggetti interessati alla materia ambientale. E' quindi di dubbio gusto cercare di attribuire ad altri le proprie manchevolezze. In effetti anche in questa circostanza la Giunta ha confermato che il metodo delle consultazioni sugli atti di sua competenza è del tutto estraneo al suo stile di lavoro.



PRESIDENTE

Con la risposta politica data dal Presidente della Giunta, ritengo sia stata superata la domanda venuta da parte dei colleghi dell'opposizione quindi proseguiamo il dibattito così come era già stato incanalato in precedenza.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bruciamacchie. Ne ha facoltà.



BRUCIAMACCHIE Mario

Signor Presidente, prenderò pochissimo tempo perché già il collega Ferro è intervenuto nel merito e seguirà poi un altro intervento del compagno Valeri. Porrò quindi solamente alcune questioni.
Credo però sia utile, ai fini del dibattito e delle determinazioni definitive, riflettere su alcune questioni che sono inerenti all'atto deliberativo, che finalmente è stato iscritto all'o.d.g. e che è comprensivo degli allegati che abbiamo potuto esaminare, seppure in tempi molto stretti, e che sono la relazione sulla qualità delle acque in Piemonte e i piani di intervento a supporto dello stesso atto deliberativo.
Noi facciamo sicuramente bene, oltre che compiere un'analisi dettagliata dei dati (sono però piuttosto vecchi perché i più recenti si riferiscono al 1980), a individuare una serie di bacini e di punti di crisi su cui è necessario un intervento di carattere prioritario a salvaguardia sia delle acque di falda sia di quelle di superficie. L'impressione per che emerge al termine della lettura di questo documento è che dopo l'ennesima elencazione dei problemi, dopo la quantificazione del livello di contaminazione delle acque, non vi siano indicazioni di carattere prioritario che sono estremamente necessarie ai fini di una iniziativa operativa molto concreta.
Ieri sera si è svolto un dibattito molto interessante e significativo cui era presente il Presidente del Consiglio, relativo al bacino della Valle Scrivia. Erano presenti numerosissimi Amministratori della Valle (Sindaci, Presidenti di Consorzi). E' emerso che quell'area è stata investita da fenomeni di grande inquinamento a causa delle discariche abusive, per le quali abbiamo richiesto l'intervento straordinario della Protezione Civile. Solo nella parte pianeggiante di quell'area sono insediati circa 120.000 abitanti, con città come Tortona e Novi Ligure, che hanno oltre 30.000 abitanti. La falda interessa non solo gli abitanti di quella Valle, ma abbraccia tutta la pianura alessandrina, tant'è vero che gran parte dei pozzi che alimentano l'acquedotto di Alessandria pescano da falde dello Scrivia e non ancora del Tanaro o del Bormida. Si tratta perci di un grande bacino che ha avuto forti penalizzazioni per le politiche irresponsabili che sono state avviate; un'area che però ha avuto anche dei grandi e significativi atti di governo con la realizzazione di grandi opere di depurazione delle acque dello Scrivia (40 miliardi di investimenti).
Sono due le grandi opere realizzate in Piemonte: quella del Po-Sangone e quella del bacino dello Scrivia, due modelli all'avanguardia della nostra Regione.
Gli Amministratori nel corso di quell'incontro hanno manifestato al Presidente del Consiglio e all'esecutivo che governa la Regione Piemonte la proposta che la Regione Piemonte diventi un soggetto con capacità di analisi, ma soprattutto con capacità di intervento progettuale in grado di incidere concretamente nella realtà. Ricordo che in quella Valle sono state condotte analisi, sono stati effettuati interventi e costruite ipotesi di soluzione di alcuni problemi riguardanti gli invasi nella Val Borbera, questione che ci trasciniamo da 15 anni, interventi sul sistema delle rogge per uso irriguo nella Valle Scrivia, interventi sugli acquedotti delle Valli Borbera e Curone, quella realtà però ancora vive una situazione di forte inquinamento da nitrati a causa dell'agricoltura intensiva e per la presenza di industrie che hanno agito in modo negativo.
Gli amministratori locali chiedono un intervento finalizzato.
Sbaglieremmo, come governo regionale, come assemblea regionale, se rispondessimo negativamente ad un'area che ha questo passato che ha avuto anche una grande capacità di intervento tempestivo e lungimirante in anni che risalgono al 1975-1976 e che ha realizzato grandi opere. Sbaglieremmo se non rispondessimo alla richiesta di elaborare un piano di bacino capace di individuare gli interventi possibili per l'uso plurimo delle acque sia per quanto riguarda gli acquedotti per gli usi civili, sia per quanto riguarda la parte irrigua, oltre all'eventuale produzione idroelettrica.
Dobbiamo dare una risposta e la possiamo dare se ci sarà un'attivazione immediata da parte dell'esecutivo o da parte del Presidente del Consiglio.
Possiamo inserire in questo dibattito generale, che riguarda il Piemonte nel suo insieme, gli interventi possibili e possiamo concludere in modo operativo con l'impegno di riunire i Sindaci per prendere atto delle problematiche che hanno avanzato e per avviare studi e progettazioni per completare una grande opera iniziata negli anni passati. Sarebbe la dimostrazione che si è in grado di analizzare una realtà, di dare gambe ad indicazioni operative che noi abbiamo dato, di trasformare in concreto quell'area in un'area pilota di risanamento e di sviluppo economico e sociale oltreché di tranquillità per le popolazioni.
Questa richiesta è di tutte le forze politiche e degli Amministratori che erano presenti ieri sera all'incontro svoltosi a Sale (patria del Presidente del Consiglio, Rossa). Questa richiesta la rivolgo anche agli altri colleghi e all'esecutivo. Sarebbe un fatto estremamente importante che qualificherebbe l'operato di questo Consiglio e risponderebbe ad un'esigenza fortemente sentita e indilazionabile.
Chiedo al Presidente del Consiglio di considerare attentamente le cose che ieri sera ha ascoltato in quell'incontro.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Intervengo in qualità di Consigliere.
Ringrazio il Consigliere Bruciamacchie per il suo intervento e per il richiamo ad un'iniziativa alla quale ieri sera ho preso parte.
Data l'urgenza della situazione mi farò carico come Presidente del Consiglio, d'intesa con la Giunta, affinché si prendano iniziative per andare incontro alle questioni aperte, che sono il segno di una situazione preoccupante non soltanto in quella zona, ma anche in altre parti del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Come spesso succede in questi dibattiti si parla perché le cose rimangano agli atti; esiste un sistema politico-istituzionale che ha scarsa disponibilità ad ascoltare la società e i problemi della gente.
Noi affrontiamo questo problema infischiandocene di quello che la gente pensa, perché se la ascoltassimo (non dico quella presente alle nostre riunioni, ma la gente comune) sapremmo cosa pensa sul sistema di sicurezza nel quale è inserito e sul funzionamento delle istituzioni.
Siamo di fronte ad una deliberazione che non garantisce per nulla i cittadini. Esiste un'inefficienza assoluta delle UU.SS.SS.LL. e un'insensibilità assoluta su questi problemi. Esistono drammatiche situazioni di inquinamento generalizzato rispetto alle quali le UU.SS.SS.LL. e le forze che le sostengono sono indifferenti. I cittadini dovrebbero incominciare ad urlare violentemente per essere ascoltati, per sentirne l'eco nei vari "palazzi" che abbiamo costruito in questa società che tra l'altro non sono neanche efficienti. I controlli e le analisi vengono eseguiti da strutture insufficienti e inadeguate; abbiamo strutture che non rispondono neanche alla normalità dei problemi. Non so se i Consiglieri e gli Amministratori delle UU.SS.SS.LL. sanno di che tipo sono i controlli che vengono fatti negli acquedotti non so quante persone siano in grado di comprendere quanto questa struttura sia inefficiente e inadeguata; a questi problemi si cerca di mettere, in qualche modo, una toppa.
Se la situazione è di inaffidabilità per carenza di organici, di strumenti, di strutture, ma anche per irresponsabilità delle forze politiche che guidano le UU.SS.SS.LL. e le istituzioni - lo voglio dire con molta forza e con molta precisione - è abbastanza facile passare all'altro versante. E' vero, collega Penasso e amici della Coltivatori Diretti? E' facile passare alla criminalizzazione di quelli che vengono individuati come i maggiori responsabili dell'inquinamento. Vorrei che queste voci si alzassero e che i comportamenti fossero conseguenti anche qui, non solo nelle assemblee locali.
In questi mesi è stato portato avanti un processo di enfatizzazione del ruolo dell'agricoltura nel settore dell'inquinamento quasi per voler nascondere altre fonti di inquinamento che sono presenti nelle zone rurali le cui responsabilità sono dei Sindaci e delle amministrazioni locali che quelle zone rurali hanno governato in questi anni, lasciando che si facesse il massimo scempio nel territorio agricolo, magari da parte di Sindaci che vanno nelle riunioni dei produttori a dire di essere legati al sistema dei produttori. Ci sono fonti di inquinamento largamente diffuse a causa dell'indifferenza di molte realtà comunali che non hanno controllato lo sviluppo del territorio.
Chiedo che venga fatto un ripensamento, perché il problema è molto più vasto e molto più complicato e noi non siamo in grado di leggerlo con la dovuta trasparenza, cari Assessori Cernetti e Lombardi, perché mancano i presupposti, perché manca una lettura del territorio.
Vorrei anche sentire dall'Assessore Maccari che cosa si sta facendo attorno a questi problemi, vorrei sapere che tipo di indirizzi vengono dati alle UU.SS.SS.LL., come si lavora per potenziare il monitoraggio sul territorio, come si lavora per affrontare seriamente questo problema.
Purtroppo - ma non me ne stupisco - questa è la conseguenza dello svilimento della politica in questo Paese e anche nella nostra Regione.
Ecco perché chiedo, signor Presidente, un rinvio di almeno una settimana per un approfondimento di questa deliberazione che si basa su dati insufficienti e scarsamente credibili. Ci sono realtà preoccupanti che non vengono affrontate.
Quindi, pongo queste due questioni sulle fonti di inquinamento e sugli strumenti di controllo, due problemi sui quali non c'è alcuna garanzia di trasparenza.
C'è una terza questione che voglio evidenziare.
L'Assessore Cernetti ha presentato un piano cave, che per fortuna non si è ancora attivato. Nel frattempo però le cave operano, lo scempio dei fiumi e del territorio continua, i controlli sono scarsissimi. Nella Amministrazione comunale di Carignano c'è un Assessore che è Amministratore delegato, o qualcosa del genere, delle cave di Carignano. Come può il Comune attivare i dovuti controlli? Il discorso delle cave è o non è un problema che deve essere collegato a queste questioni?



REBURDO Giuseppe

Lo dico qui per dire come sia difficile operare, caro Bara, e individuare le responsabilità.
Aggiungo che la questione dei rifiuti è un'altra questione che non incide poco sul territorio per quanto riguarda le fonti di inquinamento.
Anche in questo campo però abbiamo dati così limitati da non permettere una valutazione sulle reali responsabilità e sui diversi livelli di responsabilità. Diciamo che le responsabilità sono plurime.
Mi fa piacere che l'Assessore Lombardi abbia affrontato in questa deliberazione la questione dell'orientamento dei produttori agricoli. Mi fa anche piacere sentire che la Confcoltivatori chiede giustamente di essere sentita dalla Commissione su una questione rispetto alla quale i produttori agricoli e altre realtà sociali andavano coinvolte. Il non averlo fatto è stato un atto di arroganza istituzionale e politica. Vogliamo sì o no ripensare come in questi anni l'assistenza tecnica, la divulgazione, la formazione professionale in agricoltura sono state utilizzate da parte delle stesse organizzazioni professionali e con quali obiettivi? E' sufficiente che le organizzazioni professionali pretendano di nascondersi dietro la parola autogestione? Oppure probabilmente non sarebbe più opportuno che accanto a questo ci fosse un coinvolgimento più profondo e più corresponsabilizzato della istituzione pubblica perché attorno a questo ci sia una rete di garanzia, perché l'assistenza tecnica, la formazione professionale, la divulgazione possano avere tutti gli aggiornamenti necessari che non possono essere dati con un semplice discorso di autogestione? La scelta è già stata fatta in questo Consiglio regionale ovvero questi problemi devono essere discussi realmente in Commissione e non è sufficiente che l'Assessore dica: "Non devo spiegare più di tanto la deliberazione perché i giornali ne hanno già parlato". Un Commissario comprendendo l'urgenza e di fronte ad una affermazione del genere, si trova in difficoltà perché non ha in mano gli strumenti per poter decidere in modo cosciente. Personalmente preferisco leggere libri e riviste piuttosto che perdere tempo a leggere un quotidiano. Un Commissario ha il diritto di avere gli elementi conoscitivi di una deliberazione così complessa e così importante affinché possa discuterne non nell'intervallo di una seduta di Consiglio, ma in una fase più articolata del procedere di un'istituzione.
Ho detto queste cose affinché rimangano agli atti del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, credo sia pleonastico sottolineare la rilevanza del tema in discussione, che riguarda la qualità di un bene primario, necessario alla vita dell'uomo. Un problema che non sarà certamente risolto con le misure oggi proposte alla discussione essendo evidente che l'inquinamento delle falde idriche non è provocato unicamente dall'impiego di sostanze chimiche in agricoltura. Per rendersene conto credo basti osservare quanto sta accadendo in queste stesse ore nel Polesine, dove 230 mila cittadini sono costretti a consumare acqua minerale a causa dell'inquinamento dell'Adige da sostanze industriali. Le garanzie di cui avremmo bisogno non potranno quindi esserci date da provvedimenti interessanti solamente il modo di produrre in agricoltura, con le misure in discussione, ma è fuor di dubbio che l'inquinamento delle fonti potabili è fortemente condizionato dai processi di chimizzazione che in agricoltura si sono registrati in questi anni.
Non ci sfugge che la introduzione di limitazioni all'impiego di taluni diserbanti avrà un'incidenza diretta sulle abitudini culturali e di lavoro di migliaia di aziende agricole, indotte dallo sviluppo della chimica ad impiegare in misura crescente determinati prodotti, molte volte senza controllo, senza la necessaria informazione e senza possibilità di alternative. Si tratta di una agricoltura forzata sul terreno della quantità a scapito della qualità, destinata a risentire delle limitazioni rese oggi obbligatorie dal crescere dell'inquinamento idrico, che va per aiutata con misure concrete volte a favorire l'assunzione di nuovi metodi produttivi.
Venendo al provvedimento in discussione mi pare evidente che ci troviamo di fronte a misure disorganiche e profondamente carenti, sia sotto il profilo dei criteri adottati per le deroghe ai 53 Comuni, la cui acqua risulta inquinata da diserbanti, sia per quanto riguarda la contestualità delle misure di risanamento richiesta dai decreti governativi, che noi riteniamo sia rispettata soltanto formalmente dalla delibera della Giunta.
In proposito è già stata rilevata da altri la carenza della base analitica su cui si fonda il provvedimento, composta com'è da dati incompleti e non aggiornati, in alcuni casi vecchi di oltre sei mesi. Di conseguenza in diverse aree della regione, nelle quali più pesano le insufficienze dei Laboratori di sanità pubblica, i fenomeni di inquinamento delle falde acquifere rischiano di essere sottostimati.
Abbiamo in passato sottolineato in quest'aula, a più riprese, la necessità strategica di dotare la Regione Piemonte e le UU.SS.SS.LL. di una rete di Laboratori di sanità pubblica attrezzati a rilevare tempestivamente e correttamente i processi inquinanti e più in generale a instaurare un sistema di controlli costanti, senza il quale non è evidentemente possibile neppure decidere a ragion veduta le misure da assumere. Ma finora i nostri richiami sono caduti nel vuoto.
Ieri l'Assessore Maccari, rispondendo con oltre sei mesi di ritardo ad una interrogazione presentata da me e da altri colleghi, ci ha tranquillamente comunicato che il piano di rafforzamento dei Laboratori che in quest'aula fu discusso all'epoca in cui c'era ancora l'Assessore Olivieri, se tutto andrà bene sarà realizzato nel 1990. Questo ritardo, già di per sé grave, è reso ancor meno giustificabile dal fatto che si accompagna alla mancata acquisizione dei fondi stanziati dal Governo per il potenziamento dei Laboratori sulla legge anti-metanolo. L'assegnazione di tali fondi alla nostra Regione, seppur ridotti dai 5 miliardi inizialmente promessi a un miliardo e 700 milioni, è avvenuta sin dal mese di gennaio 1988, ma, come ha riconosciuto l'Assessore le procedure per ottenerne l'accredito, pare incredibile, non sono ancora completate. A fronte di questo enorme e ingiustificato ritardo la Giunta non ha neppure mostrato lo scrupolo morale di procedere alla anticipazione di cassa dei fondi assegnati alla nostra Regione, così come accade normalmente per i trasferimenti statali riguardanti l'agricoltura, la formazione professionale, ecc. Quel miliardo e 700 milioni di lire, utile per far partire immediatamente il piano di potenziamento dei Laboratori, resta in tal modo tuttora nelle casse del Ministero della Sanità e chissà mai quando questa somma la si potrà utilizzare per soddisfare le urgenze di cui molti qui hanno parlato.
Dette queste cose mi pare si possa concludere che anche la credibilità dell'impegno al monitoraggio trimestrale contenuto nella deliberazione è alquanto inconsistente e di dubbia realizzabilità. Sentiremo cosa ci dirà l'Assessore Maccari a questo riguardo e quali sono le iniziative che l'Assessorato ha eventualmente assunto nei confronti delle UU.SS.SS.LL.
affinché anche da parte loro venga compiuto uno sforzo per il potenziamento strumentale e funzionale dei Laboratori, ma allo stato dei fatti una effettiva strategia di controllo sistematico delle fonti di approvvigionamento idrico manca di qualsiasi credibilità. Ciò rende persino impossibile dare attuazione a quanto previsto dall'art. 5 del decreto n. 49 del 14 febbraio, laddove prevede che: "I proprietari e i possessori di pozzi privati di cui al primo comma sono obbligati almeno ogni anno a sottoporre i pozzi e le acque utilizzate a controlli sanitari a loro spese secondo le modalità indicate dalle Regioni". Nella nostra regione ci sono almeno 10 mila pozzi privati, in gran parte di aziende agricole non collegate alla rete acquedottistica. Orbene, se gli attuali Laboratori non sono neppure in grado di garantire il monitoraggio trimestrale dei pozzi pubblici, domandiamoci come faranno a rispondere a questa ulteriore domanda di intervento.
La carenza della base analitica inficia - noi riteniamo - le stesse misure di divieto parziale di alcuni principi attivi oggetto della deliberazione odierna.
Ci è stato spiegato che l'atrazina occorre proibirla su tutto il territorio regionale, il bentazone soltanto nell'area risicola e la simazina in un'area comprendente una parte dell'astigiano e una parte del cuneese. Ma per le ragioni che prima ho indicato, di oggettiva sottostima della effettiva situazione di inquinamento delle falde, queste misure appaiono del tutto inadeguate. Perciò sosteniamo la necessità, per i principi attivi in questione, di una proibizione generalizzata a tutto il territorio regionale.
Allo stesso modo riteniamo che non sia accettabile una fissazione generalizzata delle deroghe, di cui al DPR n. 49, al massimo dei valori consentiti. Una tale scelta, oltre che inaccettabile, pensiamo sia addirittura illegittima, poiché in contrasto con il decreto del Ministero della Sanità del 14 febbraio sulla "Disciplina concernente le deroghe alle caratteristiche di qualità delle acque destinate al consumo umano" che rappresenta il fondamento giuridico per la determinazione delle deroghe ai valori di potabilità delle acque.
All'art. 3, infatti, si legge: "Fermo restando i valori massimi ammissibili, di cui all'art. 2, nell'esercizio dei poteri di deroga di cui all'art. 18 del DPR 24/5/88 n. 236, le Regioni di cui all'art. 1 - quindi il Piemonte con le altre - sono tenute in relazione alle specifiche situazioni locali ad adottare i valori che assicurano l'erogazione di acqua della migliore qualità possibile".
Se i dati delle analisi, ad esempio, dicono che in un dato pozzo la presenza di bentazone è di 2 mg/l, non si vede la ragione per cui quel pozzo debba essere autorizzato a derogare fino al massimo consentito di 4 mg/l. Così facendo è chiaro che si legittima un'ulteriore crescita del tasso di inquinamento delle acque, invece di considerare come massimo consentito il tasso di inquinamento registrato nelle ultime analisi di Laboratorio.
Allo stesso modo un provvedimento di deroga generalizzata ed uguale per tutti, quale quello che ci viene proposto dalla Giunta, contraddice radicalmente lo spirito e la lettera del decreto anche in ordine all'obbligo di commisurare le deroghe "alle specifiche situazioni locali" che sono ovviamente diverse in ciascuno dei 53 Comuni interessati.
Correttezza vorrebbe, quindi, che si procedesse con deroghe mirate alle specifiche situazioni locali, graduate ciascuna a seconda del tasso di inquinamento riscontrato e della necessità di assicurare in ognuno dei Comuni in questione il conseguimento della migliore qualità possibile di acqua erogata.
Vi è infine una terza ragione di illegittimità nella delibera proposta dalla Giunta, che si riferisce all'art. 2 del decreto, il quale tratta della cumulabilità degli elementi inquinanti.
Il decreto del Ministero della Sanità, infatti, dice: "nei pozzi ove vi è la presenza di più di uno di questi principi attivi, la formula per individuare il grado di accettabilità dell'acqua e la deroga è la seguente" e indica la formula che occorre seguire per individuare i valori ammissibili o di deroga. La Giunta ha invece del tutto ignorato questo aspetto del problema, scegliendo un percorso di comodo, di semplificazione fasulla teso al rialzo dei tassi di inquinamento consentiti, di per se stesso illegittimo.
Per queste ragioni fondamentali i criteri seguiti dalla Giunta e le proposte di deroga avanzate al Consiglio le giudichiamo assolutamente inaccettabili, e riservandoci, nel caso la Giunta intenda mantenerle, di presentare in sede di controllo le opportune eccezioni di legittimità.
Contestualmente con le misure di limitazione all'impiego dei pesticidi esiste per la Regione l'obbligo di adottare tutte quelle misure di risanamento atte a riportare le acque, nell'arco di due anni, entro i limiti fissati dalla CEE.
Anche a tale riguardo le misure proposte risultano inadeguate.
Innanzitutto in termini di mezzi finanziari. L'Assessore Cernetti ha parlato addirittura, per il Piemonte, della necessità di qualcosa come 1700 miliardi.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Scusa Valeri, non avevo parlato, abbiamo presentato un piano ben preciso di cui ho dato documentazione esatta a tutti i Consiglieri!



VALERI Gilberto

Ho detto "parlato" nel senso di "affermato", "sostenuto", non intendendo certo sminuire la dichiarazione dell'Assessore. Per la verità però, sul programma in questione noi abbiamo trovato, in ordine ai 1700 miliardi invocati, soltanto delle motivazioni generiche, molto lontane dal tradursi in progetti precisi e finanziabili. In particolare questa considerazione vale per le grandi opere di potenziamento e di razionalizzazione delle fonti di approvvigionamento idrico, quali i bacini gli invasi e le grandi reti di adduzione. Accanto a ciò, inoltre, emerge una inadeguatezza profonda tra le esigenze affermate e le risorse che il decreto governativo mette a disposizione per soddisfarle, che assommano a poco più di 500 miliardi per tutto il Paese per il biennio 89/90.
Come se ciò non bastasse anche il versante delle misure volte a rimuovere alcune delle cause di fondo dell'attuale inquinamento idrico potabile è alquanto trascurato. Mancano misure efficaci di potenziamento dell'assistenza tecnica e della promozione delle nuove tecniche colturali necessarie per avvicinarsi a una agricoltura meno chimicizzata.
I coltivatori agricoli, dovendo abbandonare l'uso di determinate sostanze, dovranno affrontare problemi certo non marginali. Il decreto del 14 febbraio dice che il Governo entro 30 giorni fornirà l'elenco dei prodotti chimici alternativi consentiti e le nuove norme per il loro impiego. Vedremo quali saranno le disposizioni del Ministero, ma esse sicuramente non potranno far venir meno la necessità di precisi programmi volti ad assistere i prodotti agricoli, ad informarli, ad aiutarli a predisporre programmi di fertilizzazione, di lotta fitofarmacologica, di diserbo. Di tutto ciò non ritroviamo traccia nel piano della Giunta. In esso si fa generico riferimento soltanto al programma di lotta fitofarmacologica in frutticoltura varato l'anno scorso mentre si tace sulle colture cerealicole. Peraltro lo stesso scompenso tra esigenze dichiarate e risorse stanziate esiste anche in questo specifico campo di intervento. Sono 15 i miliardi stanziati dal Ministero dell'Agricoltura e non sappiamo quanti di questi arriveranno in Piemonte. Nell'incontro svoltosi poco fa con i rappresentanti della Confcoltivatori si è fatta l'ipotesi di 3-4 miliardi, che se da un lato appare ottimistica dall'altro conferma che i mezzi che si avranno a disposizione saranno sicuramente insufficienti. Il che, d'altra parte, si sposa coerentemente con la linea pressoché fallimentare seguita finora in questo campo dall'Assessorato regionale all'agricoltura.
L'anno scorso, per ciò che riguarda la lotta fitopatologica, si era operato con un piano stralcio insufficiente e lacunoso. Quest'anno le domande presentate dai coltivatori giacciono prive di risposta presso l'ESAP, e siamo ormai a campagna agricola avviata, per cui il rischio è che si perda l'anno. Riguardo invece gli interventi in materia di fertilizzazione e di diserbo non se ne trova addirittura traccia nei documenti del programma presentato dalla Giunta. E dire che oggi si è parlato essenzialmente di inquinamento da atrazina, simazina, bentazone! La linea d'azione dell'Assessorato è da considerarsi fallimentare anche perch non si appoggia a nessun progetto e a nessun indirizzo deciso e verificato tecnicamente dalla Regione.
E' stato preferito il criterio del "laisser faire", in contrasto con gli stessi indirizzi del piano Po predisposto dalle quattro Regioni padane.
Per colmo di ironia questo piano è allegato alla delibera della Giunta e al capitolo "azioni per ridurre l'impiego dei fertilizzanti e dei fitofarmaci" ognuno può leggervi che: "Stando all'esperienza maturata finora l'attuazione di queste iniziative presuppone una struttura a livello regionale che comprenda Laboratori di analisi, pubblici o privati, tecnici operanti sul territorio, un centro di coordinamento, comitati tecnico scientifici, eccetera".
Nella delibera della Giunta, però, di tutto ciò non c'è traccia. Anzi invece che a un'istituenda struttura regionale l'assistenza tecnica viene affidata alle associazioni dei produttori, facenti quasi interamente capo alla Coldiretti, ossia a un'area sociale organizzata che costituisce l'entroterra elettorale dell'Assessore regionale e della sua stessa corrente di partito.



VALERI Gilberto

Avete appena finito un congresso che è stato la sagra delle correnti!



(Proteste dai banchi della Giunta e della DC)



VALERI Gilberto

Io non sto facendo opera di denigrazione, constato unicamente un dato di fatto: che i soldi vengono promessi a quelle organizzazioni che nel congresso della Democrazia Cristiana sono state individuate come organizzazioni collaterali.



PRESIDENTE

Non si soffermi su quello che accade in altri partiti!



VALERI Gilberto

Ma come!



PRESIDENTE

E' sempre molto difficile stabilire cosa succede in casa d'altri!



VALERI Gilberto

Mi rendo responsabile delle cose che affermo.



PRESIDENTE

La prego di giungere alla conclusione.



VALERI Gilberto

Vado a concludere.
Signor Presidente, lei ha partecipato nei giorni scorsi alla pari di me ad incontri molto interessanti - così lei li ha giudicati - con il governo regionale della Renania-Palatinato. L'incontro forse più interessante è risultato quello avuto col Ministro dell'Ambiente, il quale a un certo punto, alla domanda volta a sapere chi gestisce il denaro pubblico stanziato per sostenere i servizi di informazione e di assistenza tecnica in agricoltura rispose senza incertezze che tali finanziamenti vengono direttamente gestiti dall'ente pubblico, in quanto questa è la condizione per essere sicuri che essi servono realmente ad incentivare la realizzazione delle finalità di innovazione colturale e produttiva. Ed aggiunse, ammiccando, che il controllo sulla attuazione dei piani finanziati non ha senso che lo facciano le associazioni dei produttori o delle loro organizzazioni di categoria. Questa è stata la risposta data da un Ministro DC tedesco e lei assicurò che ne avrebbe preso buona nota.
Quanto abbiamo sollevato quindi è tutto meno che peregrino e non è altra cosa rispetto alla materia che stiamo affrontando.
E' evidente che senza mutare radicalmente la proposta presentata non si riuscirà in nessun modo ad aggredire adeguatamente le cause che oggi producono la situazione di emergenza in cui viviamo e da cui conseguono i divieti sui quali siamo chiamati a deliberare; si andrà soltanto, nel caso specifico della assistenza tecnica in agricoltura, ad incentivare altro spreco di denaro pubblico, altri danni per la categoria agricola oltre che per l'insieme della collettività.



PRESIDENTE

Si conclude a questo punto la discussione generale e quindi la prima parte dei lavori del Consiglio che riprenderanno alle ore 15 con l'esame del dispositivo della deliberazione in oggetto.
Prima di sospendere la seduta comunico che alle ore 14,30 è convocata la Commissione per il Magistrato per il Po per la nomina del Presidente e del Vicepresidente.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13,30 riprende alle ore 15,30)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Riprendiamo la discussione sugli ordini del giorno a conclusione del dibattito sull'inquinamento delle acque potabili.
La parola all'Assessore Cernetti per la replica.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Risponderò sinteticamente perché, se dovessi rispondere diffusamente a tutte le questioni mi occorrerebbe l'intero pomeriggio.
Il Consigliere Ferro osserva che la mia è stata una relazione stanca.
Ho riferito in modo breve per lasciare spazio al dibattito e per entrare nel dettaglio anche sulle singole risposte degli Assessori. Mi guardo bene dal farmi carico delle competenze dell'Assessore all'agricoltura e dell'Assessore alla sanità. Abbiamo predisposto, di concerto, la deliberazione e il piano, ma non è stato facile perché siamo stati pressati dai tempi ristrettissimi imposti dal Governo, come non è stato facile avere contemporaneamente la disponibilità dei tre Assessori per predisporre le direttive della deliberazione. Non è stata cosa da poco e si arriva al termine stanchi. Dirò poi che a me interessa relativamente svolgere un buon intervento, tutti siamo capaci di fare buoni interventi, a me interessa soprattutto entrare nel merito dando per scontato che i documenti presentati dalla Giunta vengano letti e quindi siano conosciuti dai Consiglieri, nonostante il tempo ristretto. Mi spiace di non vedere il Consigliere Reburdo (un Assessore deve essere onnipresente, mentre per un Consigliere è più facile intervenire e poi andarsene).
Il tempo è ristretto non solo per i Consiglieri che di questa deliberazione e di questo piano dovevano prendere conoscenza, ma lo è soprattutto per la Giunta che questa deliberazione e questo piano ha dovuto stilare. Quando sono richieste procedure di emergenza non si possono rispettare i tempi dell'ordinaria amministrazione. All'emergenza è stata costretta la Giunta che deve presentare determinati documenti e il Consiglio non può che adeguarsi.
Come è richiesto dal DPR n. 236, art. 18, il piano è necessariamente limitato ai fitofarmaci perché doveva servire da presupposto per la deroga che il Governo ha chiesto alla CEE. L'Assessorato sta predisponendo un piano globale che terrà conto anche dell'inquinamento industriale, anche se ormai l'agricoltura è la grande imputata dell'inquinamento. Fino a ieri avevamo dell'agricoltura una visione bucolica, oggi ci rendiamo conto che un'agricoltura chimicizzata inquina non meno dell'industria. Ciò non toglie che siamo perfettamente consapevoli che chi inquina sono anche le industrie con i loro scarichi.
Stiamo predisponendo un piano globale di risanamento delle acque che terrà conto anche dei rifiuti industriali, così come stiamo concentrando e rispondo al Consigliere Tapparo che non vedo presente e che ringrazio per il suo intervento - la nostra attenzione sull'uso plurimo delle acque attraverso diversi strumenti. Infatti, oltre al piano di risanamento complessivo delle acque, stiamo predisponendo l'aggiornamento del piano generale degli acquedotti e un disegno di legge per la tutela delle falde profonde e per l'uso razionale dell'acqua, vista come una risorsa ambientale limitata, non illimitata.
Il disegno di legge per la tutela delle falde profonde e per l'uso razionale delle acque prevedrà che le acque di falda profonda siano riservate a fini potabili e per acquedotti pubblici. Prevede inoltre una tutela delle acque, soprattutto delle falde profonde dai 10 ai 20 metri che servono per lo più i pozzi privati, visto che i controlli sugli oltre 10 mila pozzi sparsi nella Regione Piemonte diventano quasi impossibili per le UU.SS.SS.LL. e per i Laboratori di igiene e sanità pubblica che già stentano a controllare trimestralmente gli acquedotti pubblici. Quindi il lavoro di preparazione è notevole. C'è voluto un grande impegno per approntare questo piano che è già completo per quanto possa essere completa la risposta ad una domanda limitata come quella dei fitofarmaci. Con ogni probabilità questa è una sottostima dei Comuni. Noi però non potevamo che considerare quei Comuni che, dagli esami delle UU.SS.SS.LL. e dagli esami incrociati fatti dai Comuni e dall'Assessorato alla Sanità (su questo risponderà poi l'Assessore Maccari), superavano i limiti fissati.
Oggi sono quei Comuni che prendiamo in considerazione. Devo dire che la mia disponibilità ad accettare altre domande da parte di altri Comuni è molto limitata, perché, quando si sa che finanziamenti sono stanziati si trovano modi per attingere risorse. Ora, sono d'accordo di attingere dove c'è un pericolo vero ed effettivo e dove le analisi incrociate possono dirci che qualcosa è stato dimenticato, ma di qui andare ad un allargamento eccessivo che poi non sarebbe più possibile perché i finanziamenti ci verranno dati sulle schede e sui progetti che abbiamo presentato, non c'è margine per giocare, non c'è spazio; questo difficilmente potremo farlo.
Questo piano ritengo sia completo. Ogni Comune ha la propria scheda e ogni scheda riporta sia i provvedimenti da assumere sia gli stanziamenti prevede inoltre una programmazione (quella famosa dei 1700 miliardi che avevo distribuito a tutti i Consiglieri), prevede addirittura una programmazione per i prossimi dieci anni, visto che comprende gli acquedotti di valle che permetterebbero al terreno e alle falde acquifere di rigenerarsi.
E' un piano decisamente avanzato. Il Piemonte è l'unica Regione che ha vietato l'impiego di atrazina su tutto il territorio regionale, che ha vietato bentazone e che ha vietato simazina, non in Comuni con confini determinati, come qui è stato detto (questo mi fa supporre che non c'è stata una attenta lettura del piano), ma in zone agrarie tenendo conto delle coltivazioni. Quindi è un piano che, dal punto di vista ambientale mi soddisfa anche perché è andato oltre rispetto a quelli di tutte le altre Regioni.
Per quanto riguarda poi i limiti sui quali tanto ha insistito il Consigliere Valeri, mi spiace che non sia presente in quanto il suo è stato tra gli interventi più completi e anche più documentati...



AVONDO Giampiero

E' in riunione.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Gli verrà riferito.
Abbiamo considerato i limiti fissati dal decreto interministeriale, e questo perché la percentuale di pericolosità, anche nel caso in cui avessimo assunto limiti inferiori, era grosso modo simile. Le analisi dipendono anche dai momenti in cui vengono fatte. Un conto è l'analisi in periodi di siccità, un altro sono le analisi fatte dopo piogge copiose che dilavano i fitofarmaci esistenti nel terreno.
Abbiamo ritenuto di fissare questi limiti per non doverli spostare e farli diventare ballerini per analisi fatte in periodo di siccità oppure in periodo di piovosità. Comunque questo aspetto dovrebbe essere ripreso dall'Assessore alla sanità; è una risposta che interessa l'Assessore all'ambiente, ma non vorrei allargare le mie competenze e invadere i campi degli altri Assessori.
Non è giusto limitarci a vietare, dobbiamo anche dare agli agricoltori l'assistenza tecnica necessaria per un nuovo modo di fare agricoltura l'assistenza tecnica è indispensabile se vogliamo riconvertire un'agricoltura ormai chimicizzata, un'agricoltura ormai in gran parte drogata da fitofarmaci.
Qui si è chiesto di indicare quali sono i prodotti chimici sostitutivi.
Voglio fare una precisazione. In primo luogo l'elenco dei prodotti chimici sostitutivi, com'è richiamato nella deliberazione, è dato dal Governo. Come Assessore all'ambiente non credo molto in questi prodotti chimici sostitutivi visto che ci vogliono anni prima di vedere l'impatto che sull'ambiente, sui terreni e sulle falde acquifere avranno in agricoltura.
Io decisamente sono per la lotta fitopatologica, mentre nell'industria sono per le tecnologie avanzate, per le tecnologie pulite, per le tecnologie che producano di più consumando di meno; in agricoltura sono più propensa al ritorno di sistemi naturali, di lotte integrate, di ciclo delle colture che impediscano l'avvelenamento continuo e il degrado dell'ambiente.
Questa è l'opinione dell'Assessore all'ambiente, sentiremo che cosa ci dirà l'Assessore all'agricoltura ben più esperto di me.
Volevo infine chiudere su quello che ha detto il Consigliere Ala che è assente di nuovo; qualcuno gli riferirà.
Siccome l'argomento interessa non solo il Consigliere Ala, ma interessa tutti, cercherò di rispondere nel limite del possibile a tutti. Sono convinta che è questione di cultura ambientale, di salto di cultura e che la prima base di questa cultura debba essere la corretta informazione.
Quando rappresentai la Regione Piemonte nell'incontro Stato-Regioni feci presente ai Ministri Ruffolo, Donat Cattin, al Ministro delle politiche comunitarie, al Ministro della protezione civile che non si possono lasciare le popolazioni nella continua disinformazione, che il divario che esiste tra limiti imposti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e quelli restrittivi imposti dalla CEE crea confusione nell'informazione. Il Ministro Ruffolo promise allora una vasta campagna di informazione soprattutto sulla potabilità delle acque. Però sono anche convinta che ognuno debba fare la propria parte per quanto gli compete al proprio livello non demandando al gradino superiore. Anche la Regione potrà, nei limiti del possibile, fare qualcosa in merito. Ritengo che anche i mass media moltissimo potrebbero incidere sulla informazione, che è la base dell'educazione culturale; anche i Consiglieri. Perché non si pu sostenere in Consiglio regionale determinate tesi e poi, strumentalmente sovvertire quando queste tesi si cerca di applicarle. A mio avviso questa azione è di basso respiro che non può aver sbocco. Quindi occorre una corretta informazione.
Se noi sosteniamo che è indispensabile la raccolta differenziata, il compostaggio ed il riciclo, dove con estrema fatica cerchiamo di pianificare e di portare avanti questi piani, questi obiettivo li dobbiamo perseguire se vogliamo risolvere i problemi dell'ambiente.
Cedo la parola agli altri Assessori competenti che con me sono relatori di questa deliberazione.



PRESIDENTE

Ha ora la parola l'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Signor Presidente colleghi Consiglieri, purtroppo ripeterò concetti che in quest'aula sono già stati evidenziati. Dovrebbe farci riflettere il fatto che ritorniamo continuamente sugli stessi problemi senza evidenziare possibilità nuove, dicendo le stesse cose, ciascuno portando avanti le proprie tesi, sempre basandole sulle stesse valutazioni.
Come ha già detto la collega Cernetti, la deliberazione è lo strumento attuativo; il progetto per la soluzione dei problemi che sono stati evidenziati è contenuto nel piano. Ad esempio, nel piano, a differenza di quello che sostiene il collega Valeri, è richiamato il piano di risanamento della Pianura Padana nel quale largo spazio ha il problema del diserbo.
Rispondo al collega Ferro per dirgli che non avevo intenzione di provocare quando gli chiedevo la fonte dei dati che lui citava; sappiamo che i dati statistici possono essere usati per arrivare a degli obiettivi.
Il collega Ferro sostiene che la Regione Piemonte non opera sufficientemente a fianco dei produttori agricoli, ma soprattutto tende a dimostrare che in Piemonte c'è largo uso di sostanze chimiche per quel che riguarda le produzioni frutticole, ortofrutticole, vitivinicole. Mi permetto di evidenziare al Consiglio e ai colleghi i dati ufficiali ISTAT i quali ci dicono che nel nostro Paese si consumano 75 mila tonnellate di fungicidi, pari alla metà delle sostanze chimiche usate, e di queste il 15 viene usato in Emilia Romagna; il 9% in Piemonte. Per quanto riguarda gli insetticidi, l'uso complessivo nel nostro Paese è di 35 mila tonnellate l'Emilia Romagna rappresenta il 16,5%, il Piemonte il 5,2% e siamo su un prodotto che rappresenta l'altro 25%; sul 75% dei prodotti chimici usati in agricoltura le regioni Emilia Romagna, Veneto, Lombardia sono nettamente avanti rispetto al Piemonte. E' vero c'è un maggior uso di diserbanti in Piemonte su un prodotto chimico, che rappresenta solo il 16% del complesso delle produzioni chimiche usate, ma credo che, al di là del fatto che il Consigliere Ferro voglia dimostrare che l'uso di questo prodotto avviene per altre coltivazioni, tutti sappiamo che i diserbanti vengono usati nella coltivazione del riso e tutti sanno che il Piemonte produce il 70% del riso italiano.
Un passo del piano fitosanitario nazionale dice: "In complesso il consumo medio per ettaro di fitofarmaci in Italia ammonta a 12 chilogrammi consumo questo che risulta essere contenuto rispetto alle medie europee".
Ho già detto altre volte che i produttori, le aziende agricole piemontesi e italiane operano su un mercato libero, in concorrenza con altri Paesi della Comunità Europea. Dobbiamo prendere atto che in Italia si consumano meno fitofarmaci, meno erbicidi, meno prodotti chimici che in altre nazioni altrettanto sviluppate come la nostra, la Germania, la Francia e l'Inghilterra. Ricordo che questi Paesi non hanno ancora recepito la Direttiva comunitaria che ha creato le condizioni per assumere i provvedimenti che noi abbiamo assunto. Non possiamo dimenticare questa realtà perché, altrimenti, nel nostro Paese e nella nostra regione dovrebbero chiudere tutte le aziende agricole perché non potrebbero competere con le aziende agricole degli altri Paesi che hanno situazioni e regolamentazioni diverse.
In merito all'organizzazione dei servizi di sviluppo, sempre per essere molto concreto, vorrei ricordare che la scelta di questa maggioranza non è stata che la prosecuzione delle scelte fatte nel 1976. Allora, mi si spieghi perché quello che andava bene nel 1976 gestito da un Assessore comunista, non possa più andare bene nel 1989 quando la gestione è affidata ad un Assessore di un altro partito.



CHIEZZI Giuseppe

Perché nel 1976 andava bene.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Infatti, non ho cambiato opinione. Io ho dato allora la mia adesione a questo indirizzo e vorrei capire perché allora andava bene per alcune forze che oggi l'hanno modificato. Qualcuno è andato oltre a queste considerazioni di ordine politico, facendo dei riferimenti che respingo e di cui non tengo conto perché la mia risposta è molto semplice: stiamo applicando delle leggi e delle regole che prevedono che fra i soggetti che hanno titolo a svolgere attività di assistenza tecnica ci siano le associazioni dei produttori che sono riconosciute e volute in base a un regolamento comunitario e ad una legge nazionale. Noi le abbiamo riconosciute con la partecipazione, il consenso e il parere del mondo agricolo. Se poi nel settore ortofrutticolo sarà riconosciuta una sola associazione, non si potrà addebitare all'Assessore il fatto che solo a quella saranno destinati i fondi del Regolamento comunitario e delle leggi nazionali, questo per essere corretti e per voler affrontare i problemi per quelli che sono senza strumentalizzazioni che, ripeto, contrastano con una linea di continuità in questa impostazione a livello regionale.
Sono d'accordo che il 1989 non è il 1976, che sono necessarie delle modifiche all'impostazione complessiva dell'assistenza tecnica e dei servizi di sviluppo all'agricoltura e queste modificazioni si stanno realizzando.
Sono stati denunciati ritardi circa l'applicazione del piano per la lotta fitosanitaria previsto dalla legge n. 752. Questo compito è stato affidato all'ESAP, che deve presentare un progetto. Qualora il progetto non venga presentato, la Giunta e il Consiglio dovranno prendere le decisioni conseguenti. Nell'ESAP, ente strumentale della Regione, sono presenti tutte le forze politiche e tutte le organizzazioni professionali.
L'ESAP ha una sua autonomia. Inoltre, i finanziamenti sono aumentati.
E' vero, i centri di assistenza tecnica sono quelli degli anni '80, ma è anche vero che nel frattempo sono nate le già richiamate associazioni che lavorano a fianco dei centri di assistenza tecnica, nei servizi di sviluppo alle aziende associate.
Non è vero che le associazioni hanno un appalto nell'organizzazione dei servizi di sviluppo; seguono il programma deliberato dal Consiglio regionale, seguono leggi volute dal Consiglio regionale, quindi hanno una indicazione da parte della pubblica amministrazione, comunque c'è il controllo su tutte le realtà di servizi di sviluppo da parte della Regione Piemonte. Non dimentichiamo che questo controllo è effettuato dal livello centrale e dal livello decentrato; gli uffici decentrati dell'Assessorato regionale all'agricoltura hanno il compito di seguire queste presenze e di controllarne il funzionamento che è determinante nel momento in cui si concedono i finanziamenti.
Il Consigliere Tapparo ha mosso alcuni rilievi sulla formazione professionale in agricoltura, dicendo che le risorse devono tener conto dei problemi emergenti. Sono due anni che la circolare sui corsi di formazione professionale in agricoltura obbliga gli enti gestori a inserire come argomento prioritario i problemi dell'ambiente e dell'inquinamento, e quindi i corsi di formazione professionale stanno già andando in questa direzione.
Qui poi si è parlato di lotta integrata nel diserbo. Non sono un tecnico, ho una certa esperienza perché ho sempre operato nel mondo agricolo, ma non mi sento specializzato. Ammiro i colleghi che danno segno di profonda conoscenza tecnica in materie specializzate; per quanto mi riguarda, io mi affido ai tecnici alle dipendenze della Regione Piemonte.
Fino a quando non sarà dimostrato che non sono adeguati, che non conoscono la materia, credo che gli approfondimenti tecnici debbano essere affidati ai tecnici.
Tenendo conto di questa realtà, penso che parlare di lotta integrata nel diserbo mi sembra una forzatura, perché la lotta integrata è un abbinamento di lotta chimica e di lotta naturale che non mi sembra possa essere applicata nel diserbo.
Il diserbo ha altre possibilità e non è vero che è stato dimenticato.
Fa parte del piano nazionale, quindi c'è un impegno in questa direzione.
Certo, le risorse non sono sufficienti per far fronte a problemi di così alto rilievo. C'è stato un aumento graduale della spesa in questa direzione e l'avvio del piano di lotta integrata, l'avvio del piano di lotta all'inquinamento previsto dalle Regioni della Pianura Padana, voluto e condiviso dal Ministero dell'agricoltura, richiederà ulteriori risorse.
Con queste considerazioni credo di essere stato molto concreto. Non riprendo discorsi che sono fuori luogo, come quello secondo cui l'Assessore finanzia organizzazioni legate a partiti o addirittura a correnti di partito. Discorsi simili sono tutti da dimostrare e potrebbero anche creare delle difficoltà reali. Tutto quello che è stato finanziato lo dimostrano le deliberazioni che sono a disposizione dei colleghi, ed è stato finanziato con il consenso delle diverse organizzazioni che rappresentano il mondo agricolo che hanno possibilità di controllo.
Quindi, tenuto conto di quello che si sta facendo, considerata la gravità dei problemi, chiedo, da parte mia, e credo anche da parte della Giunta, di avere delle collaborazioni e delle indicazioni operative e concrete per migliorare i piani che abbiamo sottoposto all'attenzione della comunità.
In questo caso non vi è stato il coinvolgimento del mondo agricolo per una valutazione, suggerimenti e critiche al documento, ma i tempi non lo consentivano. Questo documento non è che la sintesi di tutto quello che si sta già realizzando, iniziative sulle quali il mondo agricolo, è intervenuto, ha dato le proprie disponibilità, i propri suggerimenti. Credo che questo piano sia già largamente conosciuto dal mondo agricolo piemontese.



REBURDO Giuseppe

Vorrei sapere se l'Assessore Maccari ha qualcosa da dire in questo frangente.



PRESIDENTE

L'Assessore Maccari ha riunito le organizzazioni sindacali per una questione urgentissima e quindi non può intervenire in questo momento.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROSSA



PRESIDENTE

Comunico che si è appena conclusa la riunione della Commissione per il Magistrato del Po, nel corso della quale sono stati eletti il Presidente e il Vicepresidente nelle persone rispettivamente dei Consiglieri Tapparo e Picco.
Con la replica dell'Assessore Lombardi si è chiusa la discussione generale, pertanto procediamo all'esame del dispositivo della deliberazione n. 1086. Sono stati presentati diversi emendamenti.
Emendamento presentato dalla Giunta regionale: la lettera a) del punto 2) del dispositivo e così sostituita: "ai Comuni di cui all'allegato n. 1 del Piano di intervento si applica la deroga a norma dell'art. 18 del DPR 24 maggio 1988, n. 236 per i tempi previsti dallo stesso programma di intervento ed entro i valori massimi ammissibili fissati dal DM 14/2/1989, all'art. 2. Il superamento di detti valori massimi è sanzionato ai sensi dell'art. 21 del DPR 24 maggio 1988 n. 236".
La parola all'Assessore Cernetti per l'illustrazione.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Tenendo conto del dibattito consiliare e delle giuste osservazioni fatte dal collega Valeri, la Giunta ha ritenuto di non andare sotto i limiti fissati; abbiamo però tenuto conto degli aspetti incrociati per cui si può in una medesima località verificare tanto bentazone quanto simazina e di conseguenza la famosa formuletta, di cui il Consigliere Valeri aveva fatto rilevare l'importanza, siamo andati a recepirla in questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Vorrei sapere in che cosa consiste la sanzione dal momento che non ho sotto mano l'art. 21 del DPR n. 236.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

L'art. 21 recita: "Salvo che il fatto costituisca più grave reato chiunque, in violazione delle disposizioni del presente decreto, fornisce al consumo umano acque che non presentano i requisiti di qualità previsti dall'allegato 1 è punito con l'ammenda da lire 250.000 a 2 milioni e con l'arresto fino a tre anni".



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola pongo in votazione l'emendamento presentato dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 22 voti favorevoli e 10 astenuti.
Emendamento presentato dalla Giunta regionale: alla lettera b) aggiungere la seguente frase: "Il controllo periodico è esteso ai principi attivi contenuti nei diserbanti utilizzati a scopo sostitutivo, di cui al comma 1 dell'art. 2 del DL 49/89".
"Il Responsabile del Servizio di Igiene Pubblica è tenuto ad inoltrare l'esito delle analisi oltre che al Sindaco all'Assessorato Regionale alla Sanità non appena queste sono pervenute da parte del Laboratorio di sanità pubblica".
La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Riteniamo che i controlli debbano essere fatti anche su quei prodotti sostitutivi che verranno dati in sostituzione dei prodotti che sono stati vietati. Ho già detto in sede di replica che non mi fido molto di prodotti chimici sostitutivi, per questo motivo ritengo che le analisi non debbano essere svolte soltanto sui prodotti finora usati, ma debbano, a maggior ragione, essere fatti sui prodotti sostitutivi di quelli già usati e vietati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Stiamo entrando su argomenti rispetto ai quali l'assenza dell'Assessore Maccari rilevata dal collega Reburdo diventa un grosso problema.



PRESIDENTE

Ripeto, l'Assessore Maccari è purtroppo impegnato in un incontro con le organizzazioni sindacali.



FERRO Primo

Oggi l'Assessore Maccari può anche essere ricevuto dal Presidente della Repubblica faccio però notare che qui stiamo discutendo di un emendamento quindi di osservazioni o proposte che possono essere avanzate dal Consiglio, rispetto alle quali l'assenza dell'Assessore Maccari pesa.
Capisco lo spirito con cui questo emendamento viene presentato dalla Giunta, in particolare dall'Assessore Cernetti che lo ha illustrato.
Vengono condotte analisi sui diserbanti usati come prodotti sostitutivi anzi, per meglio dire sui principi attivi contenuti nei diserbanti che sono intesi come prodotti sostitutivi. Se questo emendamento proponesse il controllo periodico esteso ai principi attivi contenuti nei diserbanti, noi saremmo d'accordo, perché rifarebbe un'analisi sull'ampio spettro dei diserbanti oggi abitualmente usati in Piemonte. Ma nel momento in cui questa analisi viene ricondotta a quelli utilizzati a scopo sostitutivo, è chiaro che siamo di fronte a un orientamento limitato. Già prima ricordavo che in Italia si usano 300 principi attivi e di questi moltissimi sono i diserbanti. Si tratta allora di andare a un'analisi metodica di tutti i principi attivi presenti nei diserbanti per quanto riguarda le acque.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Penso di non sbagliare se affermo che questo emendamento, che si richiama al primo comma dell'art. 2 del DL n. 49, fa riferimento ai prodotti sostitutivi che il Governo deve elencare. Siccome tutti gli altri saranno vietati, mi pare che l'osservazione cada. Ci sarà un elenco di prodotti sostitutivi consentiti, tutti gli altri saranno vietati; è chiaro che nel momento in cui si dice che si fa il controllo su quelli sostitutivi, si fa il controllo complessivo su tutti i prodotti che verranno usati in agricoltura.



FERRO Primo

Mi permetto di insistere, perché l'argomentazione usata dall'Assessore Lombardi è abbastanza strana. Si fa riferimento a prodotti sostitutivi rispetto ai quattro prodotti vietati (atrazina, simazina, bentazone e molinate). I principi attivi che esistono nel diserbo saranno un centinaio ne vengono tolti quattro e vengono inseriti i prodotti sostitutivi rispetto a quei quattro. Noi riteniamo che effetti di inquinamento possono essere provocati dagli altri novantasei che vengono abitualmente usati. Noi chiediamo che ci sia un'analisi anche sugli altri novantasei prodotti.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Non sarà più possibile usarli perché si potranno usare solo quelli elencati dal provvedimento del Governo.



FERRO Primo

Allora togliamo le parole "utilizzati a scopo sostitutivo".



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

No, perché si dice che quei prodotti vengono individuati a scopo sostitutivo di quelli vietati.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli e 11 astenuti.
Emendamento presentato dal Consigliere Ala: al punto b), la parola "trimestrale" è sostituita con la parola "settimanale".
La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

La Giunta non può accogliere l'emendamento per ovvi motivi.
Sono del parere che disinquinamento e risanamento si possono e si debbono fare; sarebbe fumo negli occhi però se una bacchetta magica di colpo risolvesse i problemi.
I problemi dei Laboratori di sanità e igiene pubblica sono quelli che sono. Controllano in genere una volta all'anno e non possono, con gli attuali mezzi a disposizione, fare miracoli. Prima che possano attivarsi passerà del tempo. Come possiamo approvare un emendamento che prevede analisi settimanali? Senza contare che le analisi trimestrali sono state fatte proprio perché sono importanti le variazioni stagionali.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Ala.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli, 26 contrari e 2 astenuti.
Emendamento presentato dal Consigliere Ala: alla lett., b) aggiungere: "I responsabili dei Laboratori di sanità pubblica trasmettono tempestivamente i risultati delle analisi al Sindaco del Comune interessato che ne dispone - per almeno 15 giorni - la pubblicazione all'Albo Pretorio".
La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

L'emendamento del Consigliere Ala è stato in parte recepito dall'emendamento della Giunta, già approvato, che prevede le analisi anche per i principi attivi contenuti nei prodotti sostitutivi; non possiamo prevederle su tutti gli elementi attivi.



ALA Nemesio

Non stiamo parlando di questo emendamento. Stiamo parlando dell'emendamento relativo all'affissione delle analisi all'Albo Pretorio.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

In parte è recepito dal seguente: "il responsabile del servizio di igiene pubblica è tenuto ad inoltrare l'esito delle analisi, oltreché al Sindaco, all'Assessorato regionale alla sanità non appena queste sono pervenute da parte del Laboratorio di sanità pubblica".



ALA Nemesio

Rimane il punto cruciale dell'informazione, la comunicazione dei risultati delle analisi ai cittadini. Con l'emendamento propongo l'affissione all'Albo Pretorio per 15 giorni. Poiché le analisi vengono effettuate ogni tre mesi, vuol dire che ogni tre mesi per 15 giorni verranno affissi due foglietti all'Albo Pretorio. La particolarità dell'affissione all'Albo Pretorio distingue il mio emendamento dalla parte di emendamento presentato dalla Giunta e già accolto dal Consiglio. Questa parte specifica la mantengo e può essere integrata nell'emendamento già votato.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

La Giunta ritiene di non dover cogliere questa parte perché i dati non sono sufficientemente esplicativi per la popolazione che deve avere l'informazione, però in modo comprensibile. Devono essere trovate altre forme che diano alla popolazione non dati, che sono comprensibili solo per gli addetti ai lavori, ma dati che, proprio perché sono messi a disposizione delle popolazioni, debbono essere comprensibili.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Prendo solo nota che la popolazione richiede degli esami del sangue delle urine, esami istologici, li prende, li ottiene, li ha, riguardano la loro vita personale, tanto quelli quanto questi. E' capace, sa trovare le procedure i modi, le assemblee, le discussioni attraverso le quali un Paese democratico è capace di trovare i percorsi per capire e interpretare questi dati. L'allarmismo e la disinformazione nascono dalle attuali procedure di informazione nel rapporto tra istituzione e cittadini.



PRESIDENTE

Procediamo alla votazione dell'emendamento presentato dal Consigliere Ala.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli e 21 voti contrari.
Emendamento presentato dal Consigliere Ala: punto b bis): "Il controllo sistematico riguarda tutti i possibili principi attivi compresi quelli sostitutivi, che è prevedibile vengano impiegati nelle diverse coltivazioni".



ALA Nemesio

Ritiro questo emendamento.



PRESIDENTE

Emendamento presentato dal Consigliere Ala: punto c), aggiungere in coda: "fino al 31/12/1991".
Emendamento presentato dal Consigliere Ala: punto 1) aggiungere in coda: "fino al 31/12/1991".



ALA Nemesio

I due emendamenti relativi alla scadenza sono ritirati dopo un chiarimento legislativo intercorso rispetto alle competenze regionali in materia.



PRESIDENTE

Emendamento presentato dal Consigliere Ala: punto e bis): "La Regione trasmette ai Sindaci dei Comuni interessati tutte le deliberazioni assunte in materia di deroga ex artt. 16, 17, 18 del DPR 236/88, per tutti i parametri, affinché ne dispongano la tempestiva pubblicazione all'Albo Pretorio".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Al di là dei risultati delle analisi trimestralmente condotte, questo emendamento chiede che siano ugualmente affisse all'Albo Pretorio da parte dei Comuni tutte le deliberazioni relative a deroghe rispetto ai limiti del DPR 236, sia quelle ovviamente relative al parametro 55, che è quello di cui stiamo specificatamente discutendo, sia quelle relative a tutti gli altri parametri (manganese, nitrati, ecc.) rispetto ai quali si possono rendere necessari questi tipi di deroghe. Non si tratta quindi della pubblicazione dei risultati delle analisi, ma della pubblicazione delle deliberazioni della Giunta regionale all'Albo Pretorio.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

La Giunta accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Emendamento presentato dal Consigliere Ala: punto e ter): "La Regione provvede - di intesa con i Comuni interessati - alla affissione di manifesti e ad una capillare informazione ai cittadini, tesa ad informare chiaramente che si sta bevendo 'acqua in deroga'. Detta informazione deve altresì chiaramente precisare quali siano le categorie a rischio, così come individuate dal DPR 236/88".
La parola al Consigliere Ala per l'illustrazione.



ALA Nemesio

E' il terzo emendamento relativo all'informazione della cittadinanza uno dei punti deboli e cruciali nell'attuale vicenda sulla qualità delle acque potabili.
Ritengo necessario che vi sia una informazione tramite manifesti affissi nel Comune. Poi si potrà discutere sulle procedure rispetto a chi paga i manifesti ed a chi li affigge.
Su questi manifesti vorrei che oltre alle informazioni relative alla qualità delle acque che la gente sta bevendo sia scritto: "state bevendo acqua in deroga" poi si può vedere come scriverlo, che comunque sia chiaro il messaggio.
Un'altra parte su cui mi preme porre l'attenzione è quella delle cosiddette categorie a rischio. Le deliberazioni che vengono prese dalla Giunta regionale in materia di deroghe precisano sempre che l'acqua non pu essere bevuta da neonati o che non può essere bevuta da soggetti con crasi ematica e altre categorie ancora. Io mi sto chiedendo chi e come sta informando, rispetto alle deroghe vigenti in questo momento nella regione vi sono deroghe in questo momento almeno per i Comuni di Rondissone Frassineto, Vercelli, Pezzana, Vinzaglio, Caresana, Lignano, Collobiano Cerano, Quinto Vercellese, Nibiola, Strambino, Romano, Mercenasco, San Martino, Antignano, Maglione, Ghislarengo e Vische -. Su ognuna di queste deliberazioni c'è scritto: quest'acqua non la possono bere i neonati. Chi è che sta informando, usiamo un paradosso, che non possono bere l'acqua?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

La Giunta, pur riconoscendo la necessità di una informazione, ritiene che questa informazione non possa avvenire tramite manifesti perché è una informazione che potrebbe suscitare anche degli allarmismi eccessivi.
Ritiene invece che l'informazione debba essere data attraverso altri sistemi, ad esempio, attraverso i mass media e la stampa locale o addirittura comunale che è sempre attiva e viene distribuita in tutte le case. Pertanto non accolgo l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, il Gruppo comunista vota a favore di questo emendamento e non comprende le argomentazioni che sono state usate dall'Assessore per rifiutarne l'accoglimento.
L'emendamento propone il mezzo del manifesto come uno dei mezzi semplici, immediati e di più facile organizzazione che esistano, per informare la popolazione. Non è vero che l'affissione dei manifesti è un servizio complesso da mettere in moto, anzi è uno dei servizi di cui dispongono i Comuni quindi rientra in una fase di assoluta routine. Che poi il manifesto abbia l'intrinseca caratteristica di spaventare la gente questo è stupefacente! Sono argomenti che non hanno nessun fondamento. O si dice che non vogliamo informare la gente o dietro c'è una vecchia concezione: che la popolazione deve sempre essere messa sotto tutela da qualcuno, che non bisogna mai sapere tutto altrimenti chissà cosa succede: penso che siamo in un Paese maturo da questo punto di vista e che sia un diritto del cittadino sapere che tipo di acqua beve, che tipo di aria respira e così via.
Perché questa limitatezza e questa paura ad informare il cittadino nel modo migliore? Il modo più semplice, rapido e meno costoso è quello del manifesto, perché raggiunge immediatamente la gente. Quali altri motivi ci sono a sostegno di questo rifiuto?



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Non riesco a capire questa insistenza. E' una delega specifica del Sindaco quella di dare l'informazione con i metodi e con i sistemi che meglio crede. Se il Sindaco intende informare la popolazione attraverso i manifesti, è libero di farlo, ma non capisco perché noi dobbiamo dire ai Sindaci che informino la popolazione attraverso i manifesti. Il Sindaco pu rivolgersi ai mass media o a qualsiasi tipo di informazione, anche i manifesti purché sia corretta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Con il mio emendamento volevo far notare che nulla vieta ai Sindaci di curare tutti i tipi di informazione che essi vogliono attuare, nel rapporto con i loro cittadini amministrati. Questo è un dato ovvio dell'attuale nostro sistema. Il fatto è che i cittadini del Comune x del Piemonte possono bere acque in deroga soltanto grazie ad un provvedimento regionale.
E' cioè la Regione che rende possibile, al di là delle decisioni del Consiglio comunale e del Sindaco, ai cittadini di bere quell'acqua.
Pertanto, la responsabilità di quell'acqua è della Regione, è di questo Consiglio, è di questa Giunta e di questa maggioranza; pertanto è a chi rende possibili certe cose che compete l'obbligo dell'informazione, al di là di quell'altro obbligo di informazione, che compete poi indipendentemente al Sindaco del Comune interessato.
Se vi sono poi altri metodi d'informazione che s'intendono adottare per favore si chiariscano e si presentino sotto forma di emendamento in questa deliberazione, perché in tre anni di questa vicenda non si è vista una procedura d'informazione su questa questione. Non sono procedure d'informazione le interviste alle televisioni locali o ai quotidiani dei responsabili dei Laboratori di sanità pubblica, dei Presidenti delle UU.SS.SS.LL., degli Assessori comunali e neppure le dichiarazioni ai giornali degli Assessori della Giunta regionale. Sono momenti che possono anche essere utili per chiarire - o per confondere - delle questioni ai cittadini, ma non sono un'informazione neutra rispetto a "che cosa bevi?" e non rispetto ai rischi di "che cosa stai bevendo?".
L'informazione che auspico è quella che dice "sta accadendo questo e questi sono i dati". Dopo, a fianco, alle forze politiche, ai cittadini spetterà il giudizio in merito a quello che sta accadendo. Io chiedo un'informazione neutra di carattere istituzionale "accade questo, qui c'è quella deroga, qui i dati sono questi". E' questa informazione che si vorrebbe e vorrei che si chiarisse il modo per renderla possibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Intervengo soltanto per dire che il vincolo al sindaco dell'informazione lo obbliga anche ad occuparsi di un problema che la maggioranza dei sindaci tende a scaricare su altre istituzioni, come l'USSL o la Regione. In questo modo invece si responsabilizzano i sindaci, i quali, oltre a concedere licenze edilizie o dare contributi alle società sportive, devono occuparsi delle questioni sanitarie dei cittadini. In questo senso mi pare una decisione educativa per i sindaci che devono riappropriarsi di ruoli che hanno scaricato sul altri. Prego l'Assessore Cernetti di considerare questi aspetti. Nei piccoli Comuni sono sufficienti tre manifesti per dare questo tipo di informazione che d'altra parte cittadini non potrebbero avere né dalla radio né dai giornali locali n dalla televisione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

La Giunta ritiene che sia compito specifico del sindaco, come stabilisce la legge comunale e provinciale, di pubblicizzare, in questo caso le deroghe, o gli atti che vengono trasmessi dalla Regione al Comune e il Sindaco è tenuto a farlo nei metodi che la legge prescrive. Sarà poi compito della Regione controllare se il sindaco avrà dato pubblicazione delle deroghe autorizzate dalla Regione. Riteniamo di non andare ad intaccare la legge, quella che è l'autonomia dei sindaci in fatto di informazione, tenendo conto che sono la massima autorità sanitaria nel Comune.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Ala.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli e 26 contrari.
Emendamento presentato dal Consigliere Ala: punto e quater): "Per le categorie a rischio deve essere assicurato un rifornimento alternativo - a carico della pubblica amministrazione - o tramite autobotti o tramite distribuzione di bottiglie di acqua minerale o altri analoghi mezzi".
La parola all'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Le spiegazioni possono essere diverse. Però non capisco che cosa significa "Per le categorie a rischio deve essere assicurato un rifornimento alternativo". La Giunta respinge l'emendamento perché impone un onere che non è ben chiaro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

In questa situazione siamo l'unica forza politica che ha presentato emendamenti su una deliberazione che è stata iscritta all'ordine del giorno non più di quattro o cinque ore fa. Teniamo quindi conto che gli emendamenti sono stati addirittura presentati prima dell'iscrizione all'ordine del giorno. E' un caso paradossale, quindi se una piccola forza politica è riuscita a presentarli, forse potevano farlo anche altre forze politiche e qualcun altro poteva ragionarci sopra.
Le categorie a rischio sono le stesse che ho richiamato in precedenza rispetto ad alcuni parametri: neonati, soggetti defedati, con crasi ematica e altre categorie ancora. Per queste categorie l'acqua, anche in deroga rispetto ad alcuni parametri, non può essere bevuta. Abbiamo quindi una situazione in cui, all'interno di un Comune, questa deroga non si pu legalmente applicare per alcuni abitanti. Può trattarsi di poche persone: 10, 20, 50, 100, 200. Questi 200 abitanti risolvono, ognuno per conto proprio, i problemi, oppure questi 200 abitanti sono equiparabili agli abitanti di quei Comuni nei quali viene disposta la sospensione della erogazione di acqua potabile e quindi la pubblica amministrazione deve loro provvedere con autobotti o altri mezzi? Questo è il problema. A Rovigo si è chiuso l'acquedotto e arrivano le autobotti. Questo l'abbiamo visto alla televisione e a Casale Monferrato due anni fa. Adesso, rispetto ad alcune deroghe, abbiamo una situazione in cui alcuni cittadini non possono comunque bere quell'acqua, in base alle norme di legge. Pertanto il problema è: queste persone vanno a comprare l'acqua e il problema è solo loro, oppure questo problema compete alla pubblica amministrazione? Questo emendamento è equiparabile a quelli relativi all'abbattimento delle barriere architettoniche, chiede cioè se vuole tenere conto delle minoranze e dei loro problemi, oppure no.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Onestamente devo dire che le motivazioni del Consigliere Ala non sono convincenti. Mi sembra piuttosto difficile per l'ente pubblico garantire e assicurare il rifornimento. L'emendamento non è accolto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Ala.
E' respinto con 14 voti favorevoli e 26 contrari.
Emendamento presentato dal Consigliere Ala: al punto 3) aggiungere le parole: "Dare atto che saranno necessarie integrazioni alla presente deliberazione in particolar modo per le UU.SS.SS.LL. nn. 45, 46, 47, 48, 49, 50".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Il problema è relativo all'emendamento in quanto tale, ma anche ad un problema più generale sul quale vorrei richiamare l'attenzione. Vorrei sapere quali procedure sono possibili (e se sono previste sia dal decreto legge del 14 febbraio, sia da questa deliberazione di Giunta) per l'integrazione, attraverso l'inserimento di altri Comuni e di altre situazioni, dell'elenco che è presente in questa deliberazione. Questo è il problema di carattere generale: visto che a mio avviso l'elenco e i dati qui raccolti sono quanto mai opinabili e precari, considerato anche l'ha detto prima, del resto, lo stesso Assessore - le possibilità di funzionamento dei Laboratori di sanità pubblica, rispetto alle esigenze e alle emergenze. Quindi, con quali procedure si potrà andare all'integrazione di questo elenco? Secondo, cerco di risollevare con questo emendamento un problema che ho già sollevato questa mattina nel corso della discussione generale, ed è la stravaganza in base alla quale la Provincia di Vercelli appare essere la Provincia meno inquinata della nostra Regione, pur in presenza sia di una conformazione geologica dei terreni, caratterizzata dalla presenza di falde superficiali, sia di estese attività agricole a carattere intensivo, sia perché non era così il quadro circa due anni fa. Occorre capire per quale meccanismo la riduzione del numero dei Comuni inquinati, rispetto a due anni e mezzo fa, si concentri particolarmente nella Provincia di Vercelli.
Quando ho cercato di acquisire una documentazione rispetto al funzionamento dei Laboratori di sanità pubblica non ho rinvenuto - è una situazione di alcuni mesi fa che può essere quindi mutata nel tempo - un sufficiente numero di analisi relative alle UU.SS.SS.LL. che afferiscono al Laboratorio di sanità pubblica di Vercelli, un numero pari o comparabile con il numero delle analisi relative ai Laboratori di Cuneo, Torino ed Alessandria. Cerco quindi, con questo emendamento, di aprire uno spiraglio che permetta in tempi successivi una riconsiderazione dei Comuni che fanno parte delle UU.SS.SS.LL. che fanno capo al Laboratorio di sanità pubblica di Vercelli.
Questo non vuole essere una critica all'operato del Laboratorio di Vercelli, ma vuole dare atto che vi possono essere necessarie integrazioni rispetto ai pozzi ed ai punti di approvvigionamento presenti in queste aree.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Ho già dato una risposta questa mattina in sede di replica dicendo che schede di altri Comuni possono aggiungersi a questo piano.
Dobbiamo però tener conto che per il finanziamento dovremo sempre giostrare sulle 52 schede già presentate; di conseguenza, se allarghiamo ad altri Comuni, dobbiamo restringere per quelli già individuati. Riteniamo che se ne possano aggiungere, avendo già previsto dei controlli trimestrali. Logicamente faremo queste verifiche e le deliberazione conseguenti, se si verificherà che qualche altro Comune dovrà essere aggiunto ai 52. Inserirli nella deliberazione, non lo riteniamo opportuno mentre riteniamo opportuno andare a farlo se le verifiche trimestrali dimostreranno che altri Comuni dovranno essere inseriti in questa fase di emergenza.
Pertanto la Giunta non accoglie l'emendamento pur avendone capito lo spirito e si riserva con successiva deliberazione, qualora venga dimostrato dalle analisi trimestrali, di inserire altri Comuni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Io non avevo sentito la replica dell'Assessore.
A questo punto l'emendamento è ritirato.



PRESIDENTE

Emendamento presentato dal Consigliere Ala: Allegato 1 - Elenco dei Comuni aggiungere i seguenti Comuni: "Mazzè, Rondissone, Brandizzo, Candiolo, Nichelino, Leinì, Lamporo Carmagnola, San Raffaele Cimena, Bozzole, Solero, Rosignano Monferrato Montegrosso".
La parola al Consigliere Ala che lo illustra.



ALA Nemesio

L'inserimento di questi Comuni nasce dal fatto che in questi Comuni sono state condotte analisi da parte dei Laboratori di sanità pubblica che per uno o l'altro dei quattro principi attivi dei quali ci stiamo occupando, avevano dato risultati superiori al limiti di 0,1 mcg/litro che è quello previsto dal DPR n. 236.
Io stesso mi rendo conto che rispetto ad alcune di queste situazioni è difficile, dai dati forniti dai Laboratori di sanità pubblica, capire alcune delle caratteristiche dei pozzi sottoposti ad esame sia relativamente alle finestrature ed alla profondità e anche relativamente all'utilizzo dell'acqua di questi stessi pozzi, sia per quanto riguarda il numero delle persone servite, sia per quanto riguarda l'aspetto "pubblico" o "privato" di quel medesimo pozzo.
Non sempre i dati permettono di ricostruire per intero questa vicenda anche se in alcuni casi, come Montegrosso e Bozzole, questi pozzi sono collegati a reti pubbliche consortili frazionali, o comunque non sono pozzi privati.
Questo, però, apre anche un altro problema: ogni singolo pozzo pu anche essere considerato piccolo (ovvero a servizio di un numero limitato di persone), ma se noi sommiamo anche il numero di pozzi privati che servono pochissime utenze, il fatto non può essere trascurato, rispetto alla rilevanza ed alle conseguenze per la salute pubblica, considerando la quantità di persone che comunque bevono acqua attinta da pozzi privati.
Ebbene questo problema non è minimamente toccato dalla deliberazione che stiamo esaminando.
Mi rendo conto che il Consiglio, non la Giunta questa volta, in buona parte molto distratto, non abbia assolutamente gli elementi per valutare nessuna di queste situazioni. Del resto non se ne è neppure preoccupato molto.
Ritengo che i tempi abbiano impedito un esame delle situazioni e mi rammarico che i miei colleghi di maggioranza e di opposizione troppo poca attenzione pongano loro stessi all'informazione relativamente ai dati in possesso degli Assessorati rispetto alla qualità delle acque potabili.
Questi elementi sono anche alla base di un rapporto maggioranza-opposizione rispetto ai dati, perché è vero che si può intervenire rispetto ad alcune questioni procedurali, ma dovrebbe intervenire anche sulla qualità e sulla periodicità delle analisi, nonché sugli esiti delle stesse.
La valutazione in un clima come questo è lasciata soltanto all'Assessorato e il Consiglio non mi pare abbia intenzione di farsi carico degli esami delle singole situazioni: lascio un elenco di Comuni - quindi contestualmente ritiro l'emendamento - alla valutazione dell'Assessorato.
Spero che qualche altro Consigliere sia interessato ad acquisire i documenti relativi. Se invece la questione riguarda solamente due o tre Consiglieri, tanto vale che venga decisa attraverso un incontro in Assessorato tra il sottoscritto e i funzionari e l'Assessore. Ritengo per che si debba trovare un modo, nella giornata di oggi o comunque in tempi brevi, per chiarire come la Giunta regionale e il Consiglio intendano porsi rispetto alla qualità delle acque destinate al consumo umano attinte da pozzi privati, relativamente al controllo (che è quasi impossibile), e soprattutto relativamente all'informazione dei cittadini che per di più sovente abitano in case sparse. Si tratta di situazioni poco collegate al circuito dell'informazione, ma rispetto a queste situazioni capillarmente distribuite occorre cercare di limitare quello che può diventare un consumo pericoloso per i cittadini.
L'emendamento è quindi ritirato. Ritengo che la Giunta possa comunque ragionare su queste situazioni; vorrei però che ci fosse in tempi brevi lo ripeto - un'attenzione particolare sui pozzi privati e sull'informazione ai cittadini che usufruiscono di questa particolare modalità di approvvigionamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Per quanto riguarda i provvedimenti da prendere in ordine ai pozzi privati ho già detto nella mia replica in sede di discussione generale, e mi spiace che il Consigliere Ala non l'abbia udita, che attualmente non siamo in grado di controllare gli oltre diecimila pozzi privati (non siamo nemmeno in grado di controllare seriamente quelli pubblici, figuriamoci quelli privati!).
L'Assessorato all'ambiente sta ultimando la predisposizione di un disegno di legge volto soprattutto alla tutela delle acque di falda profonda, che verranno riservate quasi esclusivamente alla potabilità e agli usi pubblici; mentre per quanto riguarda le prime falde, quindi i pozzi che pescano dai 10 ai 30 metri, verranno prese disposizioni particolari che potranno andare dal divieto della potabilità di queste acque al diniego di autorizzazioni per altri pozzi privati.
Tutto ciò verrà normato da questo disegno di legge col quale tenteremo di dare una risposta complessiva più approfondita. Ci rendiamo conto infatti che, sebbene quella dei pozzi privati non sia di specifica competenza dell'Assessorato non è possibile giocare al rimpallo continuo delle responsabilità; una decisione occorre assumerla per tutti. In quella occasione daremo quindi una risposta complessiva non solo per tutto ciò che riguarda le falde profonde, ma anche quelle superficiali oggi pressoch tutte inquinate.
Per quanto riguarda invece l'elenco dei Comuni cui ha fatto riferimento il Consigliere Ala, elenco che mi è stato consegnato con l'emendamento sono in grado di dare, Comune per Comune, la situazione precisa. Questo dimostra lo scrupolo con il quale (lo dimostrano anche le schede presentate relativamente a 53 Comuni) si è lavorato, senza superficialità. Per quanto riguarda i Comuni di Mazzè, Brandizzo, Candiolo, Leinì, Lamporo e Carmagnola, le analisi evidenziate dal Consigliere si riferiscono a singoli pozzi privati che come è noto non sono stati presi in considerazione ai fini della deroga. Le analisi relative ai Comuni di Rondissone e Nichelino riguardano pozzi non più in esercizio; il Comune di San Raffaele Cimena ha dismesso il proprio pozzo in quanto è ora allacciato all'Azienda Acquedotto Municipale di Torino; il Comune di Bozzolo, in data 22.12.1988, ha comunicato di non avere necessità di deroga in quanto i residui di erbicidi riscontrati nelle acque potabili rientrano nei limiti della Direttiva CEE l'analisi relativa al Comune di Solero riporta erroneamente il valore inferiore a 0,5 mentre il valore reale è inferiore a 0,05 (si tratta di un mero errore di trascrizione), quindi nei limiti della Direttiva CEE. Anche l'analisi relativa al Comune di Rosignano Monferrato dà un valore di 0,1 microgrammi/litro, quindi nel limite delle Direttive CEE.
Per quanto riguarda infine il Comune di Montegrosso il dato evidenziato dal Consigliere si riferisce ad un pozzo privato in regione Tana, mentre l'acquedotto comunale è alimentato dalle acque del Consorzio Val Tiglione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Ritiro l'emendamento ritenendo che le precisazioni date dall'Assessore possano essere sufficientemente soddisfacenti.



PRESIDENTE

E' così concluso l'esame degli emendamenti proposti alla deliberazione.
Occorre pertanto procedere alla votazione conclusiva della deliberazione e dei relativi allegati.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Masaracchio. Ne ha facoltà.



MASARACCHIO Antonino

Desidero fare un'affermazione più che un intervento vero e proprio di dichiarazione di voto.
Innanzitutto devo dire che non mi è stato possibile leggere i documenti che la Giunta ha approntato, anche perché non sono io un "digestore": una semplice lettura non mi avrebbe dato né tempo né spazio per approfondire gli argomenti e vedere dove va a parare tutta la questione. Parto quindi dal presupposto che il Gruppo del MSI-DN non condivide tutta la vicenda così come si è sviluppata per le inadempienze a livello governativo, che poi si sono tradotte nell'arco di 9 anni anche a livello locale, per dire che non condividiamo nemmeno il fatto che la Giunta renda un servigio d'obbligo a quanto predisposto con il decreto governativo che ha sanato la questione della deroga al 28 febbraio per poi andare a trovare ulteriori spazi di tempo necessario ai Comuni per affrontare quei piani che, vagliati dalla Regione, consentano un intervento di natura finanziaria.
Di fronte a queste perplessità, dovremmo essere contrari alla deliberazione e ai piani proposti, tuttavia avevamo impostato ogni nostra proposta in termini di richiesta di intervento e di non dilazione del problema. Insomma, comunque sia la valutazione fatta sul piano politico riconosciamo la necessità che un intervento debba esserci.
Senza entrare nel dettaglio, questo Piano, tutto sommato, ha una sua credibilità, però è una credibilità che va verificata nel tempo, attraverso le cose che si andranno a fare. Per esempio, nel Piano che ci si chiede di approvare vi sono interventi destinati ai fondi FIO che sono possibili e per i quali non c'è alcun dubbio, ma ve ne sono altri che dovranno avere un confronto diretto con possibili investimenti di capitali in trasferimento da parte dello Stato. Ci sono alcuni Comuni che hanno approntato piani che richiedono cospicue risorse finanziarie e non sappiamo come si potrà pareggiarli.
Di fronte a questa congerie di situazioni il MSI-DN, pur mantenendo ferma la propria opposizione politica, ha deciso di astenersi, di esprimere un voto di benevola astensione in attesa di verificare nel tempo la credibilità del progetto della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro per dichiarazione di voto.



FERRO Primo

Il Gruppo PCI darà voto contrario a questa deliberazione perché non è lineare nel dispositivo. A noi pare che le osservazioni avanzate questa mattina dal collega Valeri sull'art. 3 siano fondate, ma non abbiamo avuto una convincente risposta. Ricordo che l'art. 3 del Decreto del Ministro della Sanità sostiene che "fermi restando i valori massimi ammissibili di cui all'art. 2 (cioè già in regime di deroga, quindi lo 0,8 per l'atrazina in questo caso), le Regioni sono tenute, in relazione a specifiche situazioni locali, ad adottare i valori che assicurino l'erogazione di acqua della migliore qualità possibile". Noi abbiamo una deliberazione che afferma lo 0,8 di atrazina per tutte le aree a rischio del Piemonte dopodiché nelle suddette aree non si individuano valori inferiori che assicurino l'erogazione di acqua della migliore qualità possibile.
Da questo punto di vista, è chiaro che siamo di fronte a una deliberazione monca rispetto al dispositivo dell'art. 3. E' una deliberazione affrettata e non chiara anche dopo l'accoglimento degli emendamenti proposti dalla Giunta. E' vero che nelle zone a rischio (che per quanto riguarda il decreto vengono individuate non come territori comunali, ma come zone in cui occorre la protezione di sorgenti, pozzi e punti di presa d'acqua, zone ben definite e non riconducibili solo ai Comuni) è vietato l'uso di sostanze attive di diserbanti, se una di queste sostanze presenta un limite superiore allo 0,1, c'è però un problema che è emerso nel corso della discussione.
L'Assessore Cernetti ha dovuto confermare che siamo in una situazione in cui è pressoché impossibile l'analisi su tutte le sostanze diserbanti.
Quindi vorrei capire quali garanzie possiamo avere per quanto riguarda l'applicazione del dispositivo presente nell'art. 1 del DL n. 49. E' di difficile applicazione; non solo, si parla di prodotti sostitutivi e si dice che se l'acqua migliora si può nuovamente consentire l'uso dei prodotti. E' chiaro che per quanto riguarda i prodotti sostitutivi ci si riferisce ad aree ben definite e non a tutto il territorio regionale, aree sulle quali è impossibile l'accertamento della presenza quantitativa e qualitativa delle sostanze diserbanti nella loro complessità.
Inoltre è una deliberazione estremamente carente per quanto riguarda i servizi di sviluppo, l'assistenza tecnica che si vuole mettere in piedi.
L'Assessore all'agricoltura ha fatto una serie di osservazioni. Si è detto che in qualche modo l'assistenza tecnica decolla, sono stati denunciati da parte nostra ritardi per quanto riguarda la lotta fitopatologica, si è scaricata la responsabilità di questi ritardi sull'ESAP. Prendiamo atto della situazione, che è molto preoccupante per quanto riguarda l'avvio della lotta fitopatologica e per il modo in cui ha funzionato l'assistenza tecnica nel corso di questi anni.
Non per fare una guerra sui dati, però vorrei ricordare, come ho osservato questa mattina, che il Piemonte non è in una condizione migliore rispetto ad altre realtà del nostro Paese. Accetto il discorso dell'Assessore Lombardi, che non accentra l'attenzione solo sui diserbanti ma anche su altre sostanze per dimostrare che il Piemonte non sta peggio dell'Emilia (non si tratta di fare paragoni tra le due Regioni), devo dire che per quanto riguarda gli anticrittogamici il Piemonte è a 6,8 kg a ettaro, l'Emilia a 8,7, però a livello nazionale abbiamo una media di 6,6.
Insisto sul fatto che per quanto riguarda i diserbanti noi siamo a 8 kg a ettaro contro i 2,5 dell'Emilia. Questa mattina cercavo di dimostrare che non è assolutamente vero che sia da ricondurre l'uso e l'abuso di diserbanti esclusivamente al riso. E avevo cercato di dimostrarlo citando alcune sostanze specifiche che vengono abitualmente usate (non nel riso) l'alaclor è una triazina usata nel mais, e non è usato abitualmente nel riso, lo stesso dicasi per l'atrazina. Quando andiamo a vedere i dati relativi ad atrazina, alaclor e simazina, vediamo che l'uso in Piemonte è largamente maggiore di quello di altre regioni.
Quindi, non si tratta solo di una maggiore attenzione per quanto riguarda i problemi del diserbo.
Ammetto di aver usato una infelice affermazione nel momento in cui sostenevo che la lotta integrata la si può anche usare per quanto riguarda le colture cerealicole. Comunque occorra assumere iniziative che riducano sensibilmente i carichi inquinanti; nella Regione Piemonte si è teorizzato molto sulla lotta guidata e sulla lotta integrata nel settore viticolo, nel settore frutticolo, ma si è sostenuto fino a poco tempo fa che, per quanto riguarda il settore cerealicolo, è estremamente difficile ridurre i carichi inquinanti. C'è, quanto meno, un atteggiamento negligente da parte della Regione Piemonte per le cerealicolture.
Spero che dopo il dibattito di oggi l'Assessorato all'agricoltura quanto meno riveda e faccia una profonda analisi sul modo in cui nel corso di questi anni sono stati gestiti i soldi relativi all'assistenza tecnica alla lotta guidata, alla lotta integrata. Se vorrà rivedere queste cose, è chiaro che noi saremo disponibili a un confronto, se invece questo non lo farà, così come siamo duramente polemici oggi, lo saremo anche in futuro.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre richieste di intervento, pongo in votazione la deliberazione così modificata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 28 voti favorevoli, 11 contrari e 2 astensioni.
Pongo ora in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Esame ordine del giorno n. 630 relativo all'inquinamento del bacino idrografico della Valle Scrivia


PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 630, sottoscritto dai Consiglieri Bruciamacchie, Rossa, Mignone e Devecchi, sull'inquinamento del bacino idrografico della Valle Scrivia, il cui testo recita: "Premesso che: la Valle Scrivia è un ampio bacino idrografico che parte, per fronte piemontese, da Arquata Scrivia, scende fino a Castelnuovo Scrivia e Isola Sant'Antonio interessando ben 20 Comuni tra cui Novi Ligure e Tortona con una popolazione di circa 120.000 abitanti e abbraccia gran parte della pianura alessandrina, compresa un'area significativa del Comune di Alessandria.
In questo vasto territorio, nonostante la grave crisi industriale che l'ha investita, operano significative unità produttive di grande e media dimensione e vi è sviluppata una agricoltura intensiva con prevalenza di grano, di mais e barbabietole nonché, nella parte più fertile, una ricca e qualificata coltivazione orticola.
Quest'area è attraversata a monte, da corsi d'acqua come il Borbera, il Curone, il Grue e l'Ossona, tutti, tranne il Curone, affluenti del torrente Scrivia che la solca per tutta la sua lunghezza.
Da studi nel tempo compiuti, si evidenzia come le falde di superficie e di profondità siano tutte alimentate da questi corsi d'acqua e raggiungano una estensione territoriale amplissima fino a lambire la parte destra del fiume Bormida ai confini della città di Alessandria.
Siamo quindi in presenza di un unico bacino idrografico che riveste un'importanza vitale per oltre 120.000 persone, in quanto vi si attinge l'acqua per rifornire gli acquedotti pubblici nonché per tutte le attività sia agricole che industriali.
Le acque di superficie del Torrente Scrivia, grazie ad una lungimirante azione di governo dei Comuni da esso attraversati, in accordo e con contributi regionali e nazionali, ricevono gli scarichi urbani e industriali dopo un trattamento completo compiuto da un sistema di depuratori che collegano ogni centro abitato e ogni unità produttiva di un certo rilievo e che eliminano i componenti inquinanti, restituendo così al torrente acqua pulita.
Quest'opera, realizzata dal Consorzio di bonifica dello Scrivia e che ha comportato oltre 40 miliardi di investimenti, è oggi funzionante e ha ottenuto significativi risultati in termini di qualità delle acque dello Scrivia.
La scoperta di discariche abusive nonché il non totale controllo delle attività industriali e delle tecniche di trattamento per coltivazioni agricole, rappresenta un pericolo serio di parziale vanificazione di quest'opera di grande significato e valore sociale, economico, ambientale e di sicurezza per i cittadini.
Si impone, quindi in presenza di un bacino idrografico di così grande ampiezza ed importanza, una azione che superi l'intervento parcellizzato che i singoli Comuni hanno compiuto o stanno compiendo obbligatoriamente a fronte di gravi casi di emergenza con l'installazione di filtri nei vari acquedotti, con la ricerca e l'escavazione di nuovi e più profondi pozzi con l'avvio di studi, ricerche e analisi per trovare acque potabili all'interno di ogni territorio comunale.
Il problema che si pone è di interesse generale, riguarda tutta la Valle Scrivia e deve essere affrontato con uno studio unitario a livello di bacino; con interventi programmati nei vari comparti capaci di dare ad ogni Comune e a ogni cittadino certezza di approvvigionamento e qualità garantita dell'acqua.
Il Consiglio regionale del Piemonte impegna la Giunta regionale a riunire i Sindaci dei Comuni della Valle Scrivia e i loro Consorzi per concordare i tempi e i modi per l'elaborazione di un piano unitario di bacino che abbia i seguenti contenuti basilari: conoscenza della quantità e qualità delle acque di falda, loro livelli di purezza o contaminazione opere di contenimento delle acque di superficie per usi potabili irrigui ed idroelettrici (invasi in Val Borbera e contenimento delle acque dello Scrivia) conoscenza puntuale delle attività produttive industriali e agricole loro cicli produttivi, tecniche di produzione e verifica del loro impatto ambientale censimento di tutti i punti di prelievo delle acque di falda e di superficie interventi di controllo per il rispetto delle leggi vigenti sistema informativo di base a sostegno dei produttori agricoli circa le tecniche di coltivazione e i trattamenti alle colture agricole incentivazioni agli agricoltori per l'introduzione di tecniche produttive sempre più compatibili con l'ambiente sistema di approvvigionamento idrico per uso civile garantito dalla salvaguardia delle acque di falda per tutti i Comuni e le popolazioni della Valle".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 43 voti favorevoli (il Consigliere Ala non partecipa alla votazione).


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Esame ordini del giorno a conclusione del dibattito sull'inquinamento delle acque potabili (seguito)


PRESIDENTE

In seguito al dibattito sull'inquinamento delle acque potabili, sono pervenuti alla Presidenza i seguenti documenti: mozione n. 608 del Gruppo comunista ordine del giorno n. 610 del Gruppo Lista Verde ordine del giorno n. 631 del Gruppo MSI-DN ordine del giorno n. 628 presentato dalla maggioranza in data odierna che sostituisce quindi il precedente documento.
Il dibattito svolto sulla proposta di deliberazione della Giunta ha confermato le posizioni politiche tra di loro distanti e diverse, tranne alcune questioni territoriali che hanno raccolto il consenso unanime.
E' passato sufficiente tempo per valutare la possibilità di addivenire ad un ordine del giorno unitario e, dal momento che ciò non è avvenuto ritengo che l'unica via per risolvere la questione sia quella di porre in votazione i vari documenti presentati.
Non essendovi obiezioni, pongo pertanto in votazione la mozione n. 608 presentata dal Gruppo comunista, il cui testo recita: "La scadenza delle deroghe concesse dal Governo nell'applicazione delle direttive CEE in materia di qualità dell'acqua potabile, ha visto ancora una volta un irresponsabile comportamento del Governo nazionale sollecitato da alcuni governi regionale fra cui quello piemontese, che ha riproposto la logica del rinvio, ipotizzato dapprima per un periodo di due mesi e successivamente previsto per ben due anni.
Il Consiglio regionale del Piemonte ritiene inaccettabile tale rinvio, che evidenzia la incapacità e la non volontà di affrontare con determinazione la questione del risanamento ambientale nei suoi diversi aspetti e persino in quelli più rilevanti perché direttamente connessi alla salute umana rilevando così la vacuità delle ripetute dichiarazioni di Ministri e Assessori in tal senso.
Sull'uso delle sostanze chimiche in agricoltura (e in particolare dei diserbanti), se non sono disponibili dati che consentano di definire con certezza l'entità delle relazioni di causa-effetto fra esposizione o ingerimento e danno alla salute, appare tuttavia provata con ragionevole certezza l'esistenza di effetti mutageni e cancerogeni sulla specie umana e sugli organismi viventi.
Il Consiglio regionale, di fronte alla gravità dei potenziali pericoli che l'uso di queste sostanze e la loro presenza nell'acqua e nei cibi pu produrre, singolarmente o a causa di effetti cumulativi o sinergici con altre sostanze di diversa origine, con conseguenze che si possono peraltro manifestare anche a notevole distanza temporale e sulle generazioni future ritiene che si debba da subito mettere in atto una azione preventiva senza concedere ulteriori rinvii che potrebbero portare a situazioni epidemiologiche troppo tardivamente rilevate e irrimediabili.
Sul piano della fornitura di un servizio essenziale come l'acqua potabile inoltre, il ritardo nell'opera di eliminazione delle cause di inquinamento delle acque potrebbe portare a allargamenti dell'area fuori da i limiti di sicurezza e a entità di popolazioni colpite, tali da rendere impossibili anche le misure di emergenza.
Non si può lasciare tutta la popolazione piemontese sotto l'incertezza della disponibilità e della qualità delle acque, oggi e in futuro: la salvaguardia di una risorsa primaria come l'acqua deve essere comunque garantita.
In base alle considerazioni precedenti, il Consiglio regionale del Piemonte chiede al Governo nazionale di: recedere da ogni proposito di rinvio dell'applicazione delle norme CEE utilizzare i due anni di rinvio previsti, per giungere ad eliminare dall'uso in agricoltura le sostanze incriminate e i principi chimici a loro assimilabili, nonché altri in uso di non provata innocuità, per questo definendo un apposito programma di riconversione ecologica delle pratiche agrarie promuovere accordi a livello CEE perché ciò avvenga in modo coordinato in tutti i Paesi europei, abbandonando le consuete posizioni di retroguardia approvare provvedimenti legislativi e disporre i finanziamenti necessari per sostenere gli agricoltori nel processo di riconversione e nella commercializzazione dei prodotti Il Consiglio regionale, inoltre, impegna la Giunta regionale a non utilizzare eventuali rinvii delle disposizioni della CEE e a darvi immediata applicazione, provvedendo a garantire l'approvvigionamento idrico nei Comuni i cui acquedotti risultino fuori norma, attraverso l'apertura di nuovi pozzi, l'allacciamento a acquedotti non inquinati o mediante opportuni trattamenti di potabilizzazione ove efficaci.
A questo fine la Giunta regionale deve: vietare da subito l'uso delle sostanze inquinanti, prevedendo una indennità compensativa agli agricoltori, nei Comuni i cui acquedotti risultino fuori norma o in quelli da cui si presume derivi l'inquinamento vietare l'uso di diserbanti nelle fasce di rispetto per i pozzi ad uso potabile stabilite dalla norma nazionale, prevedendo se opportuno una loro estensione, vietando le altre attività non compatibili ed allargandole, per le discariche di rifiuti e nocivi, alla misura prevista per gli abitati (2000 m.) vietare l'uso di acqua di falda profonda per usi industriali riservandole ad esclusivo uso potabile, verificando anche le possibili interferenze tra attività industriali e pozzi potabili vietare la apertura di nuove cave profonde, che possano mettere in comunicazione le falde superficiali con le falde profonde vietare almeno nei 150 m, di tutela previsti dalla Legge 431 (Galasso), misurati dal limite dell'alveo di piena, l'uso di sostanze chimiche agricole, lungo le sponde dei fiumi varare un rigoroso programma di lotta fitopatologica specifico per le pratiche di diserbo nelle colture cerealicole, riservando ad esso il 50 dei fondi globalmente per questo tipo di lotta promuovere studi sullo stato di contaminazione delle falde effettuando un censimento dei pozzi privati, delle perforazioni in profondità fatte anche da enti vari, ENEL. AGIP, a scopo di ricerca.
Il Consiglio regionale, inoltre, impegna la Giunta a garantire, attraverso l'intensificazione della attività dei Laboratori di sanità pubblica, la tempestiva informazione sulle condizioni dell'acqua potabile e dei casi in cui vengono superate le norme CEE, pubblicando i dati periodicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione e prevedendone la pubblicazione negli Albi Pretori dei Comuni.
Impegna la Giunta, infine, a predisporre un programma di lungo periodo per una generale tutela delle acque e per l'approvvigionamento di acqua potabile sicura in cui siano integrati l'utilizzo di acque di montagna (grandi acquedotti) con quello di acque di falde profonde".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La mozione è respinta con 10 voti favorevoli, 27 contrari e 3 astensioni.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 610 presentato dalla Lista Verde, il cui testo recita: "Considerati gli effetti dannosi derivanti dalle conseguenze delle attività industriali, dalle attività collegate allo smaltimento dei rifiuti, e dall'uso di fitofarmaci e prodotti chimici in agricoltura, che interessano e coinvolgono la catena biologica, la qualità delle acque e di altri prodotti destinati all'alimentazione considerata la situazione di emergenza verificatasi in numerosi Comuni della regione in seguito al ritrovamento di residui di sostanze chimiche tossiche e/o indesiderabili e di pesticidi nelle acque destinate al consumo umano considerata la necessità di avviare un insieme di misure di controllo delle attività industriali, di bonifica delle zone inquinate del territorio regionale, di conoscenza e di controllo sulle attività di smaltimento dei rifiuti urbani, industriali ed ospedalieri, che garantiscono la prosecuzione delle attività agricole, ma nel contempo tutelino innanzitutto la salute collettiva, sia dei lavoratori che dei produttori agricoli e dei consumatori, a partire dalla consapevolezza della necessità di raggiungere attraverso le opportune graduazioni, ma in tempi brevi - una netta riduzione dell'uso di prodotti chimici nell'industria ed in agricoltura unito ad un più capillare controllo dell'intero ciclo di questi prodotti (dalla produzione all'uso e allo smaltimento finale) e ad una più estesa conoscenza dei loro effetti sulla salute umana e sull'ambiente il Consiglio regionale del Piemonte invita la Giunta regionale ad adottare provvedimenti urgenti ed a predisporre disegni di legge nelle seguenti materie.
1) Definizioni di modalità rigorose per il controllo dell'intero ciclo (dalla produzione, allo stoccaggio, all'acquisto, all'utilizzo, allo smaltimento dei rifiuti) dei fitofarmaci prodotti, commercializzati ed utilizzati nella nostra Regione.
2) Avvio di progetti di informazione e di sensibilizzazione sulle caratteristiche e sui rischi dei prodotti attualmente utilizzati (nei cicli produttivi industriali, in agricoltura, nelle attività domestiche o di tempo libero) e volti a migliorare la conoscenza di tutte quelle tecniche che possono portare ad una riduzione dell'utilizzo di prodotti chimici, in particolare nelle attività agricole, domestiche e di tempo libero.
3) Una mappatura dell'inquinamento chimico del terreno, a partire dalle aree caratterizzate dalla presenza di attività industriali o da monoculture intensive (riso, mais, frutta, ecc.) da realizzarsi attraverso la predisposizione di un idoneo piano di analisi ambientali da definire pubblicamente in ogni aspetto (reticolo del territorio, sistemi di campionamento, metodica analitica, tipo di apparecchiature utilizzate e sensibilità del sistema d'indagine, enti preposti alla ricerca, sistemi permanenti di pubblicizzazione dei risultati, ecc.).
4) Mappatura geochimica delle acque sia superficiali che di falda per la definizione quali-quantitativa dei contaminanti, con particolare riferimento ai parametri tossici ed ai pesticidi e fertilizzanti chimici utilizzati ed ai loro prodotti e tempi di degradazione.
5) Mappatura fitochimica sulla flora del territorio contaminato.
6) Indagini per la definizione della diffusione dei pesticidi, concimi chimici e loro prodotti di degradazione nella catena alimentare (flora fauna, uomo).
7) Predisposizione di un registro territoriale delle malformazioni. Tale registro dovrà riportare ogni tipo di malformazione, anche le più lievi riscontrate sui nati vivi e morti e nei feti.
Contestualmente dovrà essere predisposta una indagine epidemiologica retrospettiva per la definizione delle qualità e quantità (tassi) dei fenomeni di teratogenesi registrati negli ultimi 30 anni fra le popolazioni del territorio regionale. Tali indagini dovranno avvalersi della più ampia partecipazione della popolazione a rischio, ed in particolare femminile utilizzando, ad esempio, appropriati questionari preventivamente definiti con le popolazioni interessate all'indagine stessa.
8) Realizzazione di un registro (o registri) territoriale dei rischi e della popolazione a rischio.
9) Indagini epidemiologiche per definizione dei tassi di: mortalità nati morti, abortività, malformazioni (teratogenesi), e patologia (degli apparati respiratori, cardiocircolatori e digerenti, epatiche neurologiche, neoplastiche, della pelle ed allergie).
In riferimento alla teratogenesi, detta indagine deve essere estesa anche agli animali presenti nel territorio a rischio ed in particolare ai bovini che sono buoni sensori degli effetti teratogeni.
10) Realizzazione della bonifica dei territori contaminati sulla base delle risultanze della mappa chimica e geochimica delle acque, e fitochimica.
11) Realizzazione di un sistema informativo permanente (bollettini manifesti, dossier, assemblee, ecc.) per le popolazioni, nonché libero accesso ai dati e concrete possibilità di controllo su ogni fase delle ricerche, secondo quanto previsto dalla Legge n. 349/86 istitutiva del Ministro dell'Ambiente e in materia di danno ambientale, e relativamente ad attività industriali, in particolare ad aziende a rischio rilevante, cicli produttivi e sostanze utilizzate, scarichi in atmosfera, acque, suolo, e sottosuolo, trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani, industriali ed ospedalieri, utilizzo di prodotti chimici in agricoltura, caratteristiche e qualità dei prodotti destinati all'alimentazione.
12) Istituzione di condotte agronomiche pubbliche, per rendere possibile una attività di informazione autonoma rispetto a quella oggi svolta dalle industrie chimiche.
13) Elaborazione ed avvio di progetti sperimentali e di nuove tecniche colturali, con la definizione anche di un insieme di incentivi ed assistenza qualificata per quelle aziende e quei coltivatori interessati a queste sperimentazioni.
Il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale a: 1) predisporre dei piani di risanamento, finalizzati al risanamento delle falde sotterranee, considerando che l'attività di risanamento non pu limitarsi esclusivamente a quei Comuni ed a quelle aree in cui è presente un approvvigionamento idrico per il consumo umano 2) predisporre l'elaborazione di un piano di rifornimento che garantisca l'approvvigionamento delle popolazioni delle aree con acqua destinata al consumo umano in cui sia stata rilevata la presenza di sostanze chimiche in valori superiori ai limiti del DPCM dell'8.2.85 e del DPR 236/88 3) rifiutare e a non applicare alcuna deroga rispetto ai limiti fissati dal DPR 236/88, con un'applicazione rigorosa delle Direttive CEE e delle sentenze emanate dalla Corte di Lussemburgo 4) promuovere, con la collaborazione del Governo, l'elaborazione di un piano d'azione nazionale per le acque destinate al consumo umano, piano che preveda l'estensione della mappatura sulla qualità delle acque in tutto il territorio nazionale e per tutti i parametri, ed un pacchetto di misure di emergenza per garantire l'approvvigionamento di acqua non inquinata 5) predisporre un'organica iniziativa di misure preventive per la prossima stagione agricola (per la quale si rinvia all'ordine del giorno n.
256 del 23.3.1987)".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 11 voti favorevoli, 25 contrari e 2 astensioni.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 631 presentato dal Gruppo MSI-DN il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che l'emergenza ambientale dell'intero sistema idrico padano e segnatamente, dei bacini del Po, del Brenta e del mare adriatico è andata oltre al fenomeno del collasso ecologico e manifesta, in molti casi i fenomeni della morte biologica considerato che - ai fini di una concreta ed operativa soluzione di questa materia è prioritario intervenire sia sulle fonti di produzione dei fitofarmaci, sia sulla totale revisione del sistema degli acquedotti e sia attraverso il miglioramento delle strutture tecniche ed agronomiche preposte alla vigilanza impegna la Giunta a richiedere urgentemente al Governo centrale: 1) disciplinare per un anno la produzione, il commercio e la vendita dei suindicati erbicidi 2) di recepire - entro tre mesi - le direttive CEE in materia di tutela delle acque, con conseguente adozione di un programma tecnico-legislativo per un coordinato e limitato uso - in prospettiva degli erbicidi in agricoltura. Al riguardo destinando quindi il 10% dei fondi del Piano agricolo nazionale all'agricoltura biologica 3) di realizzare senza dilazione presso le Regioni interessate e quindi, anche presso la Regione Piemonte, idonei servizi di assistenza tecnico-agronomica ai produttori 4) di aumentare (congruamente al 13%) gli stanziamenti previsti dal Fondo Sanitario Nazionale ai fini del potenziamento dei presidi multizonali e dei servizi di igiene relativi al controllo sanitario ed ambientale delle acque 5) di stanziare il 30% dei fondi del Piano Agricolo Nazionale ai programmi di ricerca scientifica, relativi alla lotta fitopatologica integrata".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 3 voti favorevoli, 22 contrari e 10 astensioni.
Pongo infine in votazione l'ordine del giorno n. 628 presentato dalla maggioranza, il cui testo recita: "Vista la diffusa situazione di inquinamento delle acque potabili a causa della presenza di residui di erbicidi in numerosi Comuni di alcune aree a coltura intensiva del territorio piemontese visto il DPR n. 236/88 con il quale lo Stato Italiano dà attuazione alla normativa comunitaria in materia di qualità delle acque destinate al consumo umano considerata la necessità che gli interventi volti a superare situazioni di emergenza vengano inseriti in un quadro di strategia complessiva volta all'eliminazione delle cause che provocano l'inquinamento delle acque e del suolo al risanamento delle falde e alla ristrutturazione della rete acquedottistica per il miglioramento della qualità delle acque destinate al consumo umano che tale obiettivo deve essere realizzato nell'ambito di una politica complessiva di tutela della risorsa acqua e del corretto utilizzo della stessa in diversi fini che tale obiettivo ha, come presupposto l'avvio delle indagini conoscitive globali, in campo analitico, chimico, fisico, infrastrutturale ed agronomico che nel ventaglio di interventi coordinati, occorre potenziare le strutture di controllo e di assistenza tecnica, intensificare l'azione già avviata di lotta fitopatologica integrata nonché promuovere la consapevolezza dei produttori agricoli sui rischi derivanti dall'uso indiscriminato degli erbicidi, facilitando attraverso l'informazione e il sostegno, la riconversione dell'attività agricola anche graduale che occorre proseguire nell'azione di limitazione dell'impiego dei diserbanti sulla base delle risultanze delle specifiche indagini sulla persistenza e diffusione degli erbicidi nel suolo e nelle acque che occorre accelerare la presentazione del disegno di legge annunciato dalla Giunta regionale sulla tutela delle acque sotterranee prevedendo nelle more dell'approvazione della legge l'attivazione di adeguate misure di salvaguardia delle acque sotterranee che occorre, per non vanificare l'opera di risanamento di prima emergenza avviare nelle aree di maggior rischio gli interventi infrastrutturali programmati nel medio periodo che occorre pertanto finalizzare le risorse finanziarie a disposizione provenienti da fonti diverse, alla tempestiva radicale soluzione dei problemi emersi in ordine alla garanzia della qualità delle acque destinate al consumo umano nell'approvare la relazione dell'Assessore Cernetti: impegna la Giunta ad avviare le indagini conoscitive, già richiamate in premessa, sullo stato di contaminazione delle falde sia di origine agricola che civile ed industriale, presupposto indispensabile per una corretta azione operativa e programmatoria, finalizzata alla tutela e al razionale utilizzo delle risorse idriche, nonché al miglioramento della qualità delle acque ad avviare la revisione del piano regolatore generale degli acquedotti individuando ambiti territoriali ottimali per la gestione integrata dei servizi che afferiscono al ciclo dell'acqua, valorizzando al massimo le peculiarità della nostra Regione ad attuare in maniera concreta per il Piemonte gli interventi in campo agricolo concordati dalle regioni padane nel programma congiunto intensificando la azione già iniziata di lotta fitopatologica integrata avviando tutte le forme di sperimentazione in tema di ecologia agraria anche attraverso facilitazioni agli agricoltori in sostegno dell'assistenza tecnica e dell'informazione, accanto ad una attiva e costante azione di controllo sulla situazione di inquinamento generale ad attuare gli adempimenti di competenza previsti dal DPR n. 236/88 e dal DL n. 49/89, con particolare riguardo a: aree di salvaguardia delle fonti di approvvigionamento idropotabile, classificazione delle acque, mappatura degli acquedotti, approvvigionamento idrico alternativo e pozzi privati a richiedere al governo di attivare gli strumenti a propria disposizione ivi compresa l'attuazione del II comma dell'art. 15 del DPR n.a 236, al fine di facilitare l'azione regionale a potenziare le piante organiche e le attrezzature del Laboratori di sanità pubblica, al fine di assicurare l'attività di controllo sia nell'attuale situazione di emergenza che a regime a presentare il DDL sulla tutela delle acque sotterranee che preveda rigorose misure per l'autorizzazione alla ricerca e all'utilizzo delle acque sotterranee ad assumere tutte le iniziative, in base alla legislazione vigente atte a limitare la trivellazione di nuovi pozzi ai soli casi di comprovata urgenza e necessità a prevedere le risorse necessarie per l'espletamento delle indagini conoscitive, e per gli interventi a breve e medio termine, necessari al risanamento delle aree a rischio, attivando allo scopo, oltre ai fondi regionali, ulteriori fonti di finanziamento previste dall'ordinamento nazionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 23 voti favorevoli, 10 contrari e 2 astensioni.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, passiamo ai punti 7) e 8) all'o.d.g. che riguardano l'agricoltura biologica o in alternativa si può esaminare il progetto di legge n. 301 oppure esaminare la questione dei maestri di sci.
La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Sono due proposte di legge che devono essere illustrate, la nostra e quella del collega Staglianò, penso che in venti minuti non sia possibile illustrarle. Per quanto ci riguarda acconsentiamo al rinvio per la prossima settimana con l'intesa che venga iscritto al primo punto all'o.d.g.



PRESIDENTE

Domani si riuniranno i Capigruppo per decidere tenendo presente che c'è la richiesta da parte del Gruppo socialdemocratico di soprassedere alla riunione del Consiglio per la settimana prossima perché c'è il Congresso nazionale del partito.
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Io acconsento affinché venga iscritto al primo punto all'o.d.g. della seduta della prossima settimana; invece non acconsento a che l'argomento venga affrontato slittando di settimana in settimana dopo Pasqua, come si va configurando la cosa. Quindi chiedo l'impegno da parte dei Capigruppo che l'argomento relativo all'agricoltura biologica venga trattato al 1) punto della prossima settimana.



PRESIDENTE

Domani mattina si riuniscono i Capigruppo quindi valuteranno la questione.
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, voglio sottolineare questo: non vedo cosa succede tra le ore 18 e domani mattina alle ore 9,30 affinché i Capigruppo si assumano l'impegno a convocare il Consiglio la prossima settimana e a discutere, fra l'altro, al 1) punto questo argomento, mentre lei Presidente dicendo che i Capigruppo si riuniranno e valuteranno, se mi consente prende in giro! gli argomenti che vengono portati.
Ribadisco la richiesta: se c'è la volontà politica di affrontare l'argomento, i Capigruppo comincino a pensare ora che uno degli argomenti su cui dovranno decidere domani è che si convochi il Consiglio e al 1) punto all'o.d.g. vengano iscritti questi provvedimenti.



PRESIDENTE

Va bene. Si potrebbe risolvere convocando la seduta consiliare per mercoledì. Quindi i punti 7) e 8) all'o.d.g. vengono rinviati.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Esame progetto di legge n. 301: "Norme per il sostegno alla conservazione e protezione del Lupo Italiano"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del progetto di legge n. 301 di cui al punto 11) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Tapparo che dà per letta la relazione.
Ha la parola il Presidente della Giunta, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

E' una iniziativa che non appartiene alla Giunta, ma che la Giunta vede, non dico con entusiasmo, ma con serenità. Non è che operiamo - mi scusino i genovesi presenti - con la mentalità dei genovesi, ma siccome le associazioni del Lupo Italiano hanno avuto autorevoli riconoscimenti in patria e fuori e tutti dicono che è una cosa saggia da sostenere (ma nessuno dà un aiuto, tranne qualche banca), la Regione Piemonte ritiene questa iniziativa degna di attenzione. Costoro, oltre il contributo insistono per il conferimento di una quota annua di adesione alla associazione. Vorrei quanto meno rimediare il fatto di conglobare la quota entro il complessivo contributo che viene erogato secondo la proposta di legge che stiamo esaminando in questo momento, per cui aggiungerei, se il Consigliere Tapparo conviene, all'art. 1 "Finalità" un emendamento a questo proposito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Accolgo l'emendamento presentato dal Presidente della Giunta Beltrami in quanto presentatore della proposta di legge, perché non la snatura e viene a precisare questo equivoco che si poteva determinare circa l'adesione all'associazione.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
ART. 1 Emendamento presentato dal Presidente della Giunta: è aggiunto il seguente comma 2: "Il contributo è concesso a titolo di adesione al relativo ente e di compartecipazione alle spese dello stesso".
La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Il Presidente Beltrami, se ho capito bene, poneva la questione nel senso che più che parlare di contributo annuale, si deve parlare di una tantum.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Non l'ho messa così, perché non posso far violenza sulle procedure che attengono all'iniziativa dei singoli Consiglieri o dei Gruppi che hanno individuato un contributo annuale all'ente e non più all'associazione.
Dal momento che veniva richiesta annualmente una quota di adesione di circa 5 milioni, che abbiamo già erogato l'anno scorso, riteniamo di inglobare nei 50 milioni i 5 milioni, evidentemente dandogli la cadenza annuale che i proponenti della proposta di legge hanno dato; sta al Consiglio lo stabilire che cessa l'erogazione o accresca o diminuisca o venga modificata.
L'iniziativa non è della Giunta ma è di Gruppi o di singoli Consiglieri del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento proposto dal Presidente della Giunta regionale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: sostituire all'art. 1 alle parole "Associazione Selezione Originale di Lupi Italiani" le parole "Ente per la tutela del Lupo Italiano".
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

L'associazione per il Lupo Italiano è stata dichiarata ente per la tutela del Lupo Italiano, affidataria del Registro anagrafico ufficiale con il recente Decreto del Presidente della Repubblica. Credo occorra pensare a questo cambiamento, determinando questo riconoscimento attraverso il Decreto del Presidente della Repubblica.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Tapparo.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
Si proceda quindi alla votazione per appello nominale dell'art. 1 nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: sostituire all'art. 2 alle parole "Associazione Selezione Originale di Lupi Italiani" le parole "Ente per la tutela del Lupo Italiano".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
Si proceda quindi alla votazione per appello nominale dell'art. 2 nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: sostituire all'art. 3 alle parole "Associazione Selezione Originale di Lupi Italiani" le parole "Ente per la tutela del Lupo Italiano".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 3 nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Esame ordine del giorno n. 629 concernente l'acquisto di cani per il soccorso alpino (rinvio)


PRESIDENTE

Esaminiamo l'ordine del giorno n. 629, presentato dal Gruppo liberale che è connesso con il progetto di legge testé approvato.
La parola al Consigliere Santoni per l'illustrazione.



SANTONI Fernando

Questo ordine del giorno è strettamente connesso e collegato con il disegno di legge che abbiamo appena approvato.
L'Ente per il Lupo Italiano non cede, ma dà in affidamento i cani.
Nella relazione che è stata data per letta e nel documento si dice che questi cani servono per la ricerca di persone, per il soccorso.
Questo ordine del giorno tende esclusivamente ad indicare che con il progetto di legge che abbiamo approvato, non c'è la scelta esclusiva di questo tipo di cane, ma si dice che la Regione si impegna a sostenere anche con interventi di tipo finanziario, l'acquisto di cani, e quindi anche di altre razze, per consentire agli enti di soccorso di fare una scelta adeguata all'interno delle varie razze che sono già sperimentate mentre questa è in via di sperimentazione.
Quindi ci sembra opportuno dare l'indicazione che non è una scelta esclusiva della Regione nella direzione del Lupo Italiano, razza apprezzabile, ma ancora in fase di sperimentazione.



PRESIDENTE

Mi pare di capire che su questo documento non c'è unanimità di consensi, quindi, nell'interesse dell'assemblea, ne rinvio l'esame a una prossima seduta.



SANTONI Fernando

Mi permetto di rilevare ancora una volta che si tratta di un ordine del giorno che è strettamente connesso con la legge che abbiamo test approvato.



PRESIDENTE

Lo capisco, ma se non c'è l'unanimità, mi chiedo come può passare un ordine del giorno, considerate anche le attuali presenze in aula. L'esame del documento è rinviato.


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Richiesta di comunicazione della Giunta in ordine al sottopassaggio di Porta Palazzo a Torino


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Staglianò. Ne ha facoltà.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Il sottoscritto, lunedì scorso, ha scritto al Presidente Beltrami chiedendo se la Giunta non ritenesse opportuno riferire in Consiglio regionale, cosa intende fare sul problema del sottopassaggio di Porta Palazzo, visto che la Regione è parte in causa.
Mi risulta che questa non è un'esigenza avvertita soltanto dal mio Gruppo. Il Presidente cortesemente stamani mi ha fatto capire che non ci sono ostacoli da parte della Giunta ad affrontare in qualche forma il problema.
Pare che il Consiglio comunale di Torino voglia assumere una decisione fra non molto tempo.



PRESIDENTE

La Giunta domani mattina comunicherà i suoi intendimenti per il prossimo Consiglio nella seduta dei Capigruppo.
La parola al Consigliere Guasso.



GUASSO Nazzareno

Durante la Conferenza dei Capigruppo di tre settimane fa il nostro Gruppo chiese una comunicazione all'Assessore Mignone sulla materia.
L'Assessore Mignone la settimana dopo era a Roma per la legge 151 e non poté farlo.
Nella riunione della II Commossone di giovedì scorso il mio ed altri Gruppi hanno riproposto la questione all'Assessore Mignone, il quale ha risposto che non poteva dire niente perché non aveva visto alcun documento.
Viste le notizie giornalistiche e considerato il fatto che di fronte al progetto del sottopassaggio di Porta Palazzo la Regione deve assumersi delle responsabilità in quanto è presente nella Conferenza dei servizi per decisione del decreto governativo, lunedì abbiamo inviato un telegramma alla Giunta per sollecitare una informazione. La prossima seduta del Consiglio l'Assessore Mignone, che sappia o che non sappia, deve dare una comunicazione precisa su ciò che pensa la Giunta regionale in materia, su ciò che andrà a dire alla Conferenza dei servizi. Se non ci fosse il decreto governativo il parere sarebbe di competenza della Regione, quindi è più difficile e più complessa la posizione della Giunta che è obbligata dal decreto, per cui deve informare il Consiglio dettagliatamente anche nel caso in cui dica che non è in grado di dare un giudizio non avendo visto il progetto. Non possiamo continuare ad avere le notizie dai giornali.



PRESIDENTE

Questo argomento verrà definito in sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi domani mattina.


Argomento: Professioni e imprese turistiche (agenzie, guide turistiche alpine speleologiche, accompagnatori, maestri di sci, ecc.

Esame progetti di legge nn. 248 e 235: "Modifiche della LR 13 agosto 1979 n. 41, concernente la disciplina dell'insegnamento dello sci in Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare due provvedimenti che sono stati licenziati pressoché all'unanimità dalle Commissioni competenti, di cui al punto 16) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Villa che dà per letta la relazione. E' pertanto aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Avondo. Ne ha facoltà.



AVONDO Giampiero

Il testo che stiamo esaminando è stato licenziato a maggioranza dalla VI Commissione. Il Gruppo comunista intende sviluppare una valutazione di carattere complessivo sulla disciplina delle professioni turistiche.
Essendo a conoscenza del carattere di urgenza che riveste il disegno di legge, relativo all'insegnamento dello sci, ci riserviamo di esprimere le nostre valutazioni sull'altro disegno di legge che riguarda le professioni turistiche, e che avrà il voto favorevole del Gruppo comunista.
Ho voluto esprimere la posizione che il Gruppo comunista ha assunto in Commissione e ha voluto rendere nota ai colleghi che le nostre valutazioni e riflessioni riguardano l'intera materia delle professioni turistiche.
Quindi nel momento in cui affronteremo l'altro disegno di legge faremo anche riferimento a quello che stiamo per approvare ora.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

Desidero avere un chiarimento. E' detto all'art. 4 che "all'art. 7 comma 2, sono soppresse le parole: e per gli istruttori delle scuole militari alpine per le medesime discipline".



PRESIDENTE

La parola al relatore Consigliere Villa.



VILLA Antonino

Perché non lo fanno più. La legge era vecchia e adesso sarebbe desueta.



MASARACCHIO Antonino

E' sufficientemente chiaro.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 31 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 31 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 31 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 31 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 31 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 31 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 6 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 34 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame progetto di legge n. 437: "LR 25 agosto 1987, n. 41 - Modifica dell'art. 4"


PRESIDENTE

Passiamo infine ad esaminare il progetto di legge n. 437 di cui al punto 13) all'o.d.g.
Tale testo è stato licenziato all'unanimità dalla Commissione competente: si tratta di una modifica tendente a riconoscere e sostenere la funzione sociale e l'attività istituzionale di enti e associazioni che abbiano finalità di integrazione sociale.
Non essendovi richieste di parola passiamo all'esame dell'unico articolo.



ARTICOLO UNICO Si proceda alla votazione per appello nominale.

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 33 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazioni della Giunta regionale in merito alla riforma della Cassa Integrazione Guadagni e alle Agenzie per l'impiego (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto di fare una comunicazione l'Assessore Cerchio.
Ne ha facoltà.



CERCHIO Giuseppe, Assessore al lavoro

Faccio seguito al dibattito intenso di ieri, quando ho annunciato indicativamente il giorno 15 c.m., per l'incontro con il Ministero, nella persona del Sottosegretario che segue la riforma della Cassa Integrazione.
L'incontro è stato anticipato a giovedì 9 marzo alle ore 12 presso il Sottosegretario, senatore Fontana, che segue personalmente l'iter della legge.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,20)



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