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Dettaglio seduta n.169 del 20/12/88 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Il punto 1) all'o.d.g. reca: "Approvazione verbali precedenti sedute".
Sono stati consegnati ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta, i processi verbali delle adunanze consiliari del 22 dicembre 1987 e 19, 20 26 e 27 gennaio 1988 e verranno posti in votazione nella prossima adunanza consiliare.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Carazzoni, Fassio, Olivieri, Pezzana e Valeri.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge

Argomento:

c) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge non vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Mancata apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

d) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 18, 22, 24 e 29 novembre e 6 dicembre 1988 in attuazione dell'art. 7, secondo comma, della L.R. 6/11/1978, n. 65 - in materia di consulenze ed incarichi, è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 1033: "Assunzione delle spese per le esequie del Presidente del Consiglio regionale del Piemonte, avv. Aldo Viglione"


PRESIDENTE

Il punto 4) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 1033 relativa all'assunzione delle spese per le esequie del Presidente del Consiglio regionale del Piemonte, avv. Aldo Viglione.
L'Ufficio di Presidenza propone al Consiglio regionale l'adozione della seguente deliberazione di cui do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte in relazione all'improvvisa scomparsa del Presidente del Consiglio in carica, avv. Aldo Viglione, avvenuta l'1 dicembre scorso ritenendo doveroso ricordarne solennemente la memoria e l'attività di amministratore regionale delibera di assumere a carico del bilancio regionale le spese per le solenni esequie del Presidente.
L'Ufficio di Presidenza provvederà ai conseguenti incombenti in attuazione dell'autonomia funzionale e contabile del Consiglio regionale, di cui alla legge 6/12/1973, n. 853".
Se non vi sono osservazioni, pongo in votazione tale deliberazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1963, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Edilizia scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 1020: "Ratifica, ai sensi dell'art. 40 dello Statuto, della deliberazione della Giunta regionale n. 1-24349 del 28/10/1988 'Legge 9/8/1986, n. 488 - Programma aggiuntivo proposta da formularsi al Ministero della Pubblica Istruzione entro il 31/10/1988. Revoca DGR n. 8-24348 del 27/10/1988'"


PRESIDENTE

Il punto 5) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 1020.
Tale deliberazione è stata licenziata dalla II Commissione nella seduta del 16/11/1988.
La parola all'Assessore Nerviani per una breve illustrazione.



NERVIANI Enrico, Assessore all'istruzione

Non intendo affatto sottrarmi al dovere di una illustrazione, nel caso la stessa fosse stata richiesta, di questa deliberazione. Si tratta dell'attribuzione al Piemonte di disponibilità per l'edilizia scolastica sono quote recuperate da un nuovo riparto per mancata utilizzazione da parte di altre Regioni. Ne abbiamo parlato a lungo in Commissione soprattutto per ragioni di natura procedurale, in quanto il Ministero, per la verità, ha assoggettato di nuovo le Regioni a ritmi che non sono tali da consentire un rispetto dei processi deliberativi delle assemblee regionali.
In buona sostanza al Piemonte è stata destinata una somma di 8 miliardi di residui per somme non utilizzate opportunamente da altre Regioni.
Abbiamo dovuto dare in tempi brevissimi una risposta, abbiamo sentito le Province, sulla scorta dei piani già predisposti e, sentiti i Consiglieri che è stato possibile sentire, abbiamo avanzato il programma regionale al Ministero.
Nel merito la II Commissione, per quanto sia stata sollecitata a farlo in due volte, non avendo sufficienti elementi, non ha potuto entrare fino in fondo. Tuttavia è stato rinviato l'argomento alla Giunta; la Giunta, per rispettare i tempi imposti dal Ministero, ha assunto le decisioni con i poteri del Consiglio e si è predisposto questo mini piano, che è stato inviato al Ministero per gli opportuni conseguenti adempimenti.
Devo dire che, interpretando la volontà non soltanto del Gruppo di opposizione più rilevante in Consiglio ma anche quella di tutto il Consiglio regionale, ho inviato al Ministero una ferma protesta per questo metodo di imporre sistematicamente alle assemblee regionali decisioni che non possono essere, per i tempi ristrettissimi, opportunamente meditate condivise ed assieme elaborate.
La materia è per la verità abbastanza semplice in quanto le necessità sono molto vaste. Le Province sono state sentite, quindi credo che gli errori probabili abbiano un margine molto modesto.
La Giunta, per rispettare i tempi, ha assunto la deliberazione con i poteri del Consiglio, quella di oggi è la ratifica del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Viste le procedure adottate, non siamo in condizioni di poterci esprimere in merito. Per fortuna l'Assessore ha fatto la dovuta protesta al Ministero per il metodo che non mette in condizione il Consiglio di valutare a fondo il provvedimento. Il nostro Gruppo si asterrà su questa deliberazione.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola pongo in votazione la deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 20 voti favorevoli e 13 astensioni.


Argomento: Esercizi provvisori

Esame progetto di legge n. 451: "Autorizzazione all'esercizio provvisorio per l'anno finanziario 1989"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del progetto di legge n. 451 di cui al punto 6) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Santoni che ha pertanto la parola.



SANTONI Fernando, relatore

Signor Presidente e colleghi, è una relazione brevissima su questo disegno di legge della Giunta che chiede l'autorizzazione dell'esercizio provvisorio per l'anno 1989. Schematicamente sono da sottolineare alcuni elementi.
Il primo è che la richiesta di esercizio provvisorio è per due mesi e quindi scade il 28/2/1989.
Il secondo elemento da richiamare è che l'esercizio provvisorio viene richiesto sul documento di bilancio 1988 ed in particolare sul bilancio di previsione con le relative variazioni intervenute nel corso dell'anno. E' chiaro che anche se non è richiamato espressamente nel documento l'esercizio provvisorio sarà fatto sulla previsione assestata quando questa, ovviamente, ritornerà vistata dal Commissario di Governo.
Il terzo elemento è che l'esercizio provvisorio avverrà per un dodicesimo per mese, per ciascun capitolo di spesa; va sottolineato che questo potrà avvenire solo per le autorizzazioni di spesa che non siano decadute entro il 31/12/1988.
Questi sono gli elementi salienti di questo provvedimento legislativo che raccomandiamo all'approvazione dell'aula.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Croso.



CROSO Nereo, Assessore al bilancio

Volevo concludere con gli impegni che ho assunto in sede di Commissione. In I Commissione si sta predisponendo quel bilancio dei bisogni per dar corso e concreta attuazione all'ordine del giorno votato dal Consiglio.
Mi auguro che si possa giungere in aula, contemporaneamente alla presentazione del bilancio 1989, anche con la bozza di quel bilancio dei bisogni, così come era l'impegno assunto in questa sede.
Non ho altro da dire; credo che i due mesi che ci siamo presi possano essere sufficienti e mi auguro di arrivare quanto prima in aula al dibattito sulla presentazione del bilancio 1989.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Avondo per dichiarazione di voto.
Ne ha facoltà.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente, colleghi, questa dichiarazione di voto è per spiegare le ragioni che portano il Gruppo comunista a non impegnarsi nel corso della discussione sull'esercizio provvisorio del bilancio 1989.
Noi crediamo che il bilancio sia un fatto importante e significativo alla luce del dibattito sul bilancio 1988 nel corso del quale tutti i Gruppi avevano rilevato l'opportunità e la necessità di predisporre un bilancio dei bisogni e delle esigenze della Regione Piemonte, anche in ordine alle risorse da rivendicare nei confronti del Governo.
E' questione questa che non riguarda solo il Gruppo comunista e non pu derivare o non derivare dall'atteggiamento che il Gruppo di opposizione più importante di questo Consiglio assume.
Riteniamo che anche sull'esercizio provvisorio sarebbe stata necessaria una informazione da parte delle forze di maggioranza perché con questo atto si apre un periodo di non governo del bilancio di questa Regione, nel senso che i meccanismi della legge di contabilità sono tali per cui si prende come base il bilancio 1988 assestato e, in dodicesimi per due mesi, si attuerà quel tipo di politica.
Si rinviano ancora una volta le scelte da compiere all'interno di quelle poche risorse libere che il Consiglio regionale ha, scelte che tutti i Gruppi, nel corso delle nostre discussioni, sottolineano come le questioni fondamentali attorno alle quali sarebbe necessario avere una più puntuale attenzione e di conseguenza più puntuali decisioni e orientamenti.
Sarebbe necessario un confronto per poter individuare le priorità assolute del Consiglio regionale. Ora, ancora una volta questo non è possibile, quindi per queste ragioni il voto del Gruppo comunista sarà negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Presidente e colleghi Consiglieri, la motivazione del nostro no all'esercizio provvisorio è nella sostanza perfettamente identica alla motivazione che venne espressa nel dicembre 1986 per l'esercizio provvisorio del 1987 e nel dicembre 1987 per l'esercizio provvisorio del 1988. Questo no e la relativa motivazione non significano volersi arroccare a una questione di principio e al fatto che in quanto opposizione si è necessariamente contrari al documento fondamentale della politica regionale. Quindi ribadisco la motivazione, richiamando le argomentazioni svolte in allora che sono argomentazioni che mettono in luce una manifesta violazione sia statutaria sia istituzionale. E' infatti noto e arcinoto che si può ricorrere all'esercizio provvisorio allorquando ostacoli di tempo politici o comunque non sormontabili, non consentono di approvare il bilancio nei tempi utili, però il presupposto del provvedimento di esercizio provvisorio è quanto meno la presentazione di un bilancio preventivo che per quei motivi oggettivi, politici o di qualsiasi altro contenuto, non sia stato possibile discutere e approvare.
Nel 1986 quanto meno il bilancio preventivo era stato presentato due giorni prima della richiesta di esercizio provvisorio e, in quella occasione, avevo lamentato che mancava il tempo materiale di esaminarlo mancava quindi il tempo materiale di esercitare il diritto-dovere di dare una valutazione, sia pure di massima, al bilancio preventivo e di collocarsi sull'esercizio provvisorio. Nel dicembre 1987 la situazione si è resa ancora più grave, come in allora ebbi occasione di mettere in luce perché addirittura non c'era il bilancio preventivo 1988 e non c'era neppure un sia pure sommario documento politico che enunciasse le linee fondamentali del bilancio preventivo 1988 in modo da potersi legittimare la richiesta di esercizio provvisorio.
Oggi la situazione è perfettamente identica. Non sappiamo e non possiamo evidentemente nemmeno immaginare quale sarà il contenuto del bilancio preventivo 1989, che in questo momento non esiste e non esiste nemmeno un documento, anche sommario, che ci dica quali saranno i criteri magari anche solo di massima, cui si ispirerà l'ancora redigendo bilancio preventivo 1989. Quindi dovremmo in questa situazione approvare al buio l'esercizio provvisorio.
Concludo dicendo che il nostro no è nel contempo la denuncia di una violazione statutaria, istituzionale e giuridica, perché manca il presupposto addirittura per presentare il provvedimento e la richiesta dell'esercizio provvisorio. Sappiamo benissimo che tutto quanto io dico pu essere, come mi venne contestato l'anno scorso dal collega Brizio, un formalismo; in realtà non è un formalismo: l'esercizio provvisorio passerà in forza dei grandi numeri o dei relativamente grandi numeri di questa maggioranza. Comunque la violazione istituzionale e statutaria va denunciata e ribadita, così come venne messo in evidenza nel dicembre 1987.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, un passo come quello relativo all'esame del disegno di legge di autorizzazione all'esercizio provvisorio è meritevole di una valutazione e non deve quindi passare nell'indifferenza. Hanno fatto quindi bene i colleghi dell'opposizione a fare delle precisazioni importanti che però devono trovare un completamento. Nelle argomentazioni di Majorino forse non viene tenuto a sufficienza in conto che la mancanza del bilancio di previsione è derivata anche dalla non conoscenza dei trasferimenti fino a poche settimane addietro, quindi c'era la impossibilità di determinare le poste del fondo comune e di altri elementi di spesa che sono essenziali per la individuazione di una proiezione di bilancio futura. Credo quindi che non ci fosse la volontà di non predisporre il documento e che non sia imputabile alla distrazione né all'ozio la mancata definizione del bilancio di previsione.
Paradossalmente oggi il fatto che la spesa viene vincolata per alcuni mesi nella modalità data dall'esercizio provvisorio è meno dannosa proprio perché viviamo una fase di compressione dei nostri spazi di manovra dati dalla compressione della spesa pubblica, quindi certamente con questa scelta ci dotiamo di una autolimitazione ai nostri comportamenti finanziari. Paradossalmente, in questa situazione di compressione delle nostre disponibilità, dei nostri spazi e delle nostre proiezioni che potremmo esprimere, questo danno viene a presentarsi in modo ridotto. Il Gruppo socialista esprime voto favorevole al progetto di legge in discussione.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 22 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 22 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 22 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Economato e Servizi di tesoreria - Bilanci preventivi - Assestamento di bilancio

Esame progetti di legge n. 415: "Integrazione alla L.R. 28/5/1987, n. 30 (Bilancio di previsione 1987 - Bilancio pluriennale 1987/1990)"; n. 416: "Integrazione dell'articolo unico della L.R. 12/4/1988, n. 18 (Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1987 - Parchi)" e n. 417: "Integrazione alla L.R. 6/6/1988, n. 27 (Bilancio parchi)"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora congiuntamente i progetti di legge nn. 415, 416 e 417 di cui ai punti 7), 8) e 9) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo, relatore

Sono all'esame di questo Consiglio tre provvedimenti legislativi di integrazione di altrettante leggi regionali che hanno rispettivamente per oggetto: l'approvazione dei bilanci di previsione della Regione e degli enti dipendenti per l'esercizio 1987 (L.R. n. 30/87), l'approvazione dell'assestamento dei bilanci degli enti parco pervenuti (L.R. n. 18/88) e l'approvazione del bilancio di previsione della Regione e degli enti dipendenti per l'esercizio finanziario 1988 (L.R. n. 27/88).
In base alla L.R. n. 51/84 che stabilisce: "Norme per la formazione e gestione dei bilanci di previsione e dei rendiconti generali per il controllo degli atti amministrativi degli enti di gestione dei parchi delle riserve naturali e delle aree attrezzate della Regione Piemonte", gli enti in oggetto devono presentare alla Giunta regionale i bilanci di previsione entro il 31 luglio di ogni anno per essere approvati con la legge regionale che approva il bilancio di previsione della Regione, mentre devono presentare l'assestamento di bilancio entro il 31 maggio di ogni anno per l'approvazione con legge regionale.
Il provvedimento legislativo di integrazione (progetto di legge n.
415) ora all'esame si è reso necessario perché il Parco naturale dell'Alpe Veglia e la Riserva speciale della Bessa, per motivi tecnici non molto ben chiariti, hanno fatto pervenire con un certo ritardo i propri bilanci di previsione per l'esercizio 1987, di cui si chiede ora l'integrazione nella L.R. n. 30/87 in quanto documenti non più gestibili.
Il progetto di legge n. 416 si è reso necessario perché il Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand, il Parco naturale del Bosco e dei Laghi di Palanfrè, la Riserva naturale della Garzaia di Valenza, il Parco naturale dell'Alpe Veglia e l'Ente di Sviluppo Agricolo del Piemonte solo ora hanno reso disponibile alla Giunta regionale il proprio assestamento del bilancio 1987, di cui si chiede l'approvazione e la conseguente integrazione alla L.R. n. 18/88 con la quale sono stati approvati gli assestamenti di bilancio dei parchi e delle riserve naturali pervenuti in tempo utile.
Il progetto di legge n. 417 si è reso necessario perché solo ora sono pervenuti alla Giunta regionale i bilanci di previsione per l'esercizio finanziario 1988 del Parco naturale dell'Alpe Veglia e della Riserva speciale della Bessa, di cui si chiede l'approvazione e l'integrazione alla L.R. n. 27/88, con la quale sono stati approvati il bilancio regionale e quelli degli enti dipendenti, compresi i bilanci dei parchi pervenuti in tempo utile.
Non mi pare il caso di entrare nel merito di questi documenti contabili, alcuni dei quali non sono nemmeno più gestibili, ma un'osservazione viene naturale, ed è quella che la Regione deve impegnarsi affinché questi ritardi non abbiano più a verificarsi. Questa esigenza si è manifestata in I Commissione e ne è scaturita la necessità di un esame complessivo della situazione dei parchi, sia dal punto di vista della politica regionale nei confronti di questi enti, sia da quello della loro gestione finanziaria, congiuntamente con la Commissione competente per i parchi e con l'intervento degli Assessori competenti.
In questo caso specifico la I Commissione si è limitata ad esprimere il proprio parere favorevole e a consigliare l'approvazione dei tre provvedimenti in esame da parte di questo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, già il collega Martinetti nella relazione illustrativa dei tre progetti di legge ha richiamato la necessità (emersa nel corso della discussione in I Commissione) che ci sia attorno alla politica dei parchi in generale, e in particolare sul fronte della spesa, un chiarimento ulteriore, nel senso che ci troviamo di fronte a parchi che non hanno inviato alla Regione i loro bilanci di assestamento ma, in generale, è necessario fare il punto della situazione nella gestione dei parchi.
La nostra sensazione è che accanto alla necessità di un controllo e di un governo più precisi rispetto ai parchi esistenti e alla necessità di attivare e continuare la politica di individuazione e di decisione di istituire altri parchi nella Regione Piemonte, si ripropone la questione di un rafforzamento a livello centrale del servizio parchi che possa corrispondere a molti obiettivi, tra i quali certamente quello di un controllo più preciso in ordine ai problemi che si pongono sul piano finanziario. Da questo punto di vista la situazione è - passatemi il termine - comica. Nel momento in cui esaminiamo i consuntivi di questi parchi ci rendiamo conto che nella grande maggioranza non sono in grado di spendere e di utilizzare le risorse complessive loro destinate. Dall'altro lato abbiamo i parchi che correttamente e giustamente rivendicano maggiori risorse a loro disposizione.
Nel corso di una discussione in Commissione ci si è chiesti il perch di questa discrasia continua. Si è detto che forse questo dipende dal ritardo con cui la Regione assegna i fondi ai parchi.
Se questa è la ragione, si tratta di discutere i procedimenti e le metodologie con cui queste risorse vengono utilizzate.
Noi crediamo però che si ponga oggi un'altra questione. Ed è per questo che ci permettiamo di sollecitare una riflessione. E' necessario potenziare il Servizio parchi regionali. Soprattutto per i parchi che esistono ormai da più anni vi è un problema di gestione e di fruibilità.
Abbiamo la sensazione che qualche difficoltà gli enti gestori dei parchi la trovino. Saranno ragioni oggettive, ma crediamo che ci sia anche la necessità di una interlocuzione tra la Regione e le direzioni dei parchi.
Quindi sollecitiamo questa riflessione complessiva. Credo che la discussione possa coinvolgere più Commissioni, intanto la I Commissione per quanto riguarda la programmazione e il bilancio, quindi la VII Commissione per quanto riguarda l'ambiente. Ci avviciniamo alla scadenza del ciclo amministrativo e occorre riflettere su ciò che è avvenuto in questi anni sui problemi che sono emersi e sulla necessità di accelerare e governare la politica dei parchi che rappresenta per il Piemonte un elemento molto significativo.
Per tutte queste ragioni, per una critica che poniamo nei confronti degli enti parco, il nostro voto su questi disegni di legge sarà un voto di astensione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino per la replica.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervengo brevemente viste le sollecitazioni che sono venute dall'aula su questo argomento.
Il disagio finanziario per i parchi, materia del dibattito di questa mattina, ci porta a fine anno ad approvare alcuni bilanci di previsione dei parchi. E' soltanto una parte del disagio generale che attiene, come abbiamo già avuto occasione di dire in sede di VII e di I Commissione, a una rilettura, a una rivisitazione dell'intera politica dei parchi per vedere dove sono i punti dolenti della gestione e per fare in modo che la loro gestione risponda più compiutamente agli obiettivi della legge.
Il dibattito è in corso e ho assunto impegni con le Commissioni I e VII per sviscerare tutti questi argomenti.
Non intendo difendere gli enti parco, che hanno la loro autonomia gestionale e sui quali la Regione esercita un'azione di indirizzo e di controllo, ma, come ha già detto il Consigliere Avondo, i parchi risentono dei ritardi dei nostri documenti finanziari. La Regione ha approvato il bilancio alla fine di luglio, ma è stata in condizione solo nel mese di settembre di mettere i fondi a disposizione dei parchi.
Questi ritardi così macroscopici hanno a monte dei ritardi che attengono al vertice regionale.
Una parte di questi disagi potremmo anche superarli nel momento in cui avremo a disposizione la legge sul personale. I parchi non riescono ad investire perché non hanno il personale per poter gestire gli investimenti che si potrebbero fare. Come sapete anche questa legge è all'attenzione della I Commissione e io spero che uno dei primi provvedimenti del prossimo anno sia proprio quello della legge sul personale.
Ho sentito parlare del Bosco di Salbertrand. Sono reduce da un recentissimo incontro con il Consiglio di amministrazione di quel parco che non può avviare dei provvedimenti perché la Regione è in ritardo nel fornire le autorizzazioni, ai sensi della legge n. 431 e della legge regionale sui parchi. I tempi di esame e di istruttoria delle pratiche sono dell'ordine che i Consiglieri conoscono e attengono appunto alla mole di lavoro che è piombata sui servizi dei beni ambientali (che non hanno potuto essere incrementati anche per le difficoltà nell'ambito della mobilità).
Il potenziamento del servizio dei parchi si rende assolutamente indispensabile perché una parte si rivolge al controllo della gestione e l'altra parte al problema più generale dello sviluppo della politica dei parchi.
E' un momento di difficoltà, che posso non denunciare. Credo che su questa materia ci siano le condizioni per poter proseguire, per introdurre i correttivi che sono necessari e per portare avanti il programma che ci siamo dati che peraltro è compreso nel Piano regionale di sviluppo.



PRESIDENTE

Possiamo quindi procedere alla votazione delle tre leggi. E' ovvio che approvando l'articolo di legge si approvano anche gli allegati.
Si proceda pertanto alla votazione dell'articolato del progetto di legge n. 415.
ARTICOLO UNICO - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri.
L'articolo unico è approvato.
Passiamo alla votazione dell'articolato del progetto di legge n. 416.
ARTICOLO UNICO - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri.
L'articolo unico è approvato.
Passiamo infine alla votazione dell'articolato del progetto di legge n.
417.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 21 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 21 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Norme sulle Commissioni giudicatrici dei concorsi per l'accesso alle qualifiche regionali"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 10) all'o.d.g. che prevede l'esame della legge rinviata dal Governo relativa a: "Norme sulle Commissioni giudicatrici dei concorsi per l'accesso alle qualifiche regionali".
Relatore è il Consigliere Martinetti che ha facoltà di intervenire.



MARTINETTI Bartolomeo, relatore

Il Governo ha rinviato questa legge approvata dal Consiglio il 28 luglio con l'eccezione che l'ammissione al compenso dei dipendenti chiamati a far parte di Commissioni giudicatrici dei concorsi sarebbe in contrasto con il principio di onnicomprensività del trattamento economico. La Giunta ha proposto un emendamento al quarto comma dell'art. 2, in pratica accettazione dell'osservazione del Governo; ovviamente dopo aver preso contatti con le sedi governative e con i sindacati per trovare una formula che avesse possibilità di approvazione e nello stesso tempo garantisse le finalità che ci siamo proposti con questa legge. E' stato sostanzialmente sottolineato che la partecipazione dei dipendenti a Commissioni giudicatrici avviene con il rispetto pieno dei doveri d'ufficio compresa l'osservanza dell'orario e che c'è un limite fissato in 10 ore settimanali in cui è consentito ai dipendenti di assentarsi sulla condizione del recupero delle ore perdute nel rispetto della disciplina vigente.
In questo modo si presume che sia possibile ottenere la sollecita approvazione. La Commissione ha approvato all'unanimità in questo spirito sono stati presentati alcuni emendamenti, che non concernono però questo punto, da parte della Giunta che sarà essa stessa ad illustrare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guasso.



GUASSO Nazzareno

Signor Presidente e colleghi, vorrei cogliere l'occasione della riadozione di questa legge per rivolgere all'Assessore Brizio due domande la prima è direttamente connessa con la legge, l'altra è conseguente alla preparazione e all'esecuzione dei concorsi.
La prima domanda. L'ex Assessore Carletto circa la composizione delle Commissioni giudicatrici aveva assunto l'impegno di far capo a funzionari regionali. Chiediamo se quell'impegno viene confermato e se questa è la strada che l'Assessore Brizio ha seguito nella composizione delle Commissioni giudicatrici.
La seconda domanda riguarda i corsi di formazione personale in preparazione dei concorsi; mi riferisco in particolare ai corsi di tre giorni e mezzo per dipendenti di VII livello che partecipano al concorso di VIII livello.
Questi corsi sono stati affidati ad una struttura esterna e il costo complessivo si aggira attorno ai 70 milioni.
A me interesserebbe sapere con quali criteri si è deciso di affidare l'incarico ad una struttura esterna e quali garanzie. Avrei preferito che l'Amministrazione utilizzasse la miriade di esperti di decimo livello che sono esperti regionali che dovrebbero conoscere i problemi, le leggi, i funzionamenti delle strutture e così via. Forse avremmo valorizzato un potenziale d'intelligenza esistente in questa Regione e non avremmo speso 70 milioni. Non mi scandalizzo di questo; voglio dire però che in questo processo di formazione del personale, visto che nella legge n. 42 abbiamo individuato la figura del dirigente esperto, per settori, per zone, per aree, mi pareva giusto utilizzare quel tipo di personale. Chiedo se con la struttura esterna si è discusso su quali tematiche trattare nei corsi.
Questo è importante. Che sia una struttura di altissimo livello per la formazione di manager e di personale, non lo metto nemmeno in discussione.
Mi si dice però che una lezione è dedicata all'applicazione nei tempi moderni del taylorismo. Non sono un economista, ma essendo in politica, ho studiato anche un po' di economia, credo, negli anni 1929/1930. Sono problemi di grande interesse, anzi, ne sono appassionato, almeno lo ero quando mi interessavo dei problemi degli operai, prima che dei medesimi si occupasse l'Assessore Cerchio che sta facendo il grande sindacalista nella nostra Regione. Il taylorismo è molto interessante e credo che anche il Capogruppo Carletto, che è un ottimo imprenditore, faccia i conti con tempi e metodi. Mi sembra però molto più difficile e più complesso parlare di taylorismo e di organizzazione del lavoro di tipo aziendale in una struttura come la nostra.
Qual è la funzione dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio? Risposta: "è un ufficio di economato." E' una battuta. Mi interesserebbe di più che l'Assessore mi precisasse queste cose; io sono favorevole ai corsi di formazione, voi sapete come la penso. In questi anni l'Ufficio di Presidenza del Consiglio ha promosso corsi di preparazione del personale in rapporto alla portata dei processi di informatizzazione e ha cercato di organizzarli in modo organico e tale da far fare dei passi avanti, anche piccoli e graduali per una concreta formazione del personale.
Ringrazio il Presidente che mi ha consentito di uscire dalla prassi. Ho colto questa occasione per capire meglio questo problema. Aspetto le risposte dell'Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Con questa legge si rideterminano i compensi per i componenti delle Commissioni di concorso. I compensi sono cospicui e appetibili. Si va da un minimo di 500 mila lire a un massimo possibile di 900 mila lire a concorso.
Chiedo all'Assessore con quali criteri verranno individuati i funzionari regionali che andranno a far parte delle Commissioni giudicatrici Ritengo sia necessario stabilire criteri che permettano una equa ripartizione di designazioni di funzionari regionali che hanno titoli per far parte delle Commissioni, onde evitare malcontenti tra i dipendenti, perché 500 o 900 mila lire a concorso sono somme cospicue che vanno a integrazione dello stipendio.
Ritengo inoltre che il compenso debba essere legato al numero dei partecipanti al concorso. Mi spiego: 600 mila lire per un concorso che si svolge in quattro sedute mi paiono eque, mentre 600 mila lire per un concorso che dura mezza giornata mi paiono eccessive. Se l'Assessore ritiene di accogliere questa osservazione, possiamo, nel corso di questi due-tre giorni di Consiglio, modificare la proposta di legge.
Terza questione. Al quarto comma dell'art. 2 si dice che i compensi vengono erogati ai componenti delle Commissioni di concorso in deroga all'art. 2 della legge n. 33/76, il quale prevedeva appunto che il gettone non spettava né ai dipendenti regionali né agli amministratori pubblici.
Personalmente sono d'accordo che i dipendenti abbiano questo gettone mentre non sono d'accordo che l'abbiano gli amministratori pubblici nel senso che il Presidente della Giunta o un suo delegato o i Consiglieri regionali hanno uno stipendio cospicuo per svolgere la loro funzione quindi non sono d'accordo che abbiano il gettone. Il Presidente della Giunta ha già annunciato che è sua intenzione delegare non tanto gli Assessori quanto i funzionari. Questa è una ragione in più per dire che il gettone non va agli amministratori pubblici. Quindi propongo questo tipo di emendamento.



PRESIDENTE

Non essendoci altri iscritti a parlare do la parola all'Assessore Brizio per la replica.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Per quello che riguarda, nello specifico, il provvedimento di legge voglio ricordare che si tratta di un provvedimento già approvato dal Consiglio e che ritorna in aula soltanto per alcuni adeguamenti alle osservazioni del Governo quindi non siamo in presenza della prima discussione del provvedimento.
La Giunta si è adeguata alle osservazioni del Governo, la Commissione ha recepito l'osservazione che riguarda l'art. 4. Ora il Consigliere Montefalchesi chiede un emendamento che potrebbe, in linea di principio essere accolto, ma poiché il testo dell'art. 4 è stato proprio quello concordato con il Governo, non ritengo di poterlo accogliere. Poiché la discussione era prevista nel pomeriggio ho ora fatto chiamare il funzionario dott. Tarello che ha seguito direttamente questo provvedimento per dare una risposta definitiva in merito a questo.
La Giunta propone alcuni emendamenti propri che sono presentati con una breve nota di delucidazione.
Un primo emendamento riguarda l'art. 2 e riduce da tre a due le fasce dei compensi, perché in altre Regioni ciò è avvenuto e vi sono leggi già approvate. Effettivamente la quota di 300 mila lire appare limitata. Della possibilità di presentazione di questo emendamento avevo già dato notizia in Commissione - il Consigliere Avondo lo ricorderà affermando che v'era la proposta di un sindacato e che peraltro la Giunta non riteneva di avanzare in Commissione un emendamento, ma eventualmente di farlo in aula dopo aver risentito tutte le organizzazioni sindacali. Avuto il consenso delle organizzazioni sindacali ho predisposto l'emendamento medesimo.
Per quello che riguarda il secondo emendamento, parlando con le organizzazioni sindacali, è emersa la richiesta e l'esigenza di rendere più evidente il fatto che la normativa proposta troverà applicazione anche da parte dei parchi e dell'ESAP che già applicano di fatto la normativa regionale. Il nuovo testo tende a rendere più esplicita e più chiara una norma che era, a nostro avviso, già implicita ma che forse è opportuno chiarire.
Il terzo emendamento tiene conto del fatto che il disegno di legge entrerà in vigore nel 1989. E' pertanto evidente che non possiamo renderlo operante nel 1988.
Il quarto emendamento fa riferimento all'urgenza che è necessaria per i tempi con cui siamo venuti in aula e anche perché i concorsi stanno per essere avviati. Evidentemente abbiamo bisogno di avere questo provvedimento approvato perché una delle lamentele più notevoli era sugli importi troppo modesti. E' necessaria un'approvazione rapida di questa legge.
Ho voluto illustrare i quattro emendamenti insieme perché nel complesso il quadro delle proposte della Giunta possa apparire chiaro.
Faccio alcune annotazioni in risposta alle osservazioni che i Consiglieri Guasso e Montefalchesi hanno formulato e che mi paiono certamente interessanti anche se esulano dallo specifico del provvedimento.
Per quello che riguarda il tema della presidenza delle Commissioni è noto che si è aperta, con la legge precedentemente predisposta dal collega Carletto e già approvata dal Consiglio, la possibilità di attribuire la presidenza a dirigenti.
Naturalmente ci siamo impegnati ad andare su questo terreno particolarmente per i concorsi speciali interni. Non è che la Giunta abbia adottato questa linea definitivamente. E' probabile che si possa continuare su questa linea. E' anche possibile che per i concorsi pubblici della dirigenza che richiedono l'esame dall'esterno, possa essere utile una presidenza di carattere politico di un amministratore. E' una valutazione che comunque è lasciata libera all'organo esecutivo che in quel momento avrà la responsabilità di dirigere la Regione e che si muoverà quindi nell'arco delle possibilità consentite.
Per i concorsi speciali dalla VII all'VIII qualifica che stanno per essere espletati, ci siamo avvalsi di questo criterio affidando la presidenza delle Commissioni a funzionari della dirigenza.
Naturalmente toccando questo tema rispondo al problema della scelta che poneva il Consigliere Montefalchesi ed è il problema dei compensi.
Non ritengo che i compensi siano elevati, tenuto conto del sacrificio notevole "fuori servizio" che la nuova normativa richiede. Per esempio, i concorsi che si svolgeranno ora dalla VII all'VIII qualifica comportano un lavoro pesante, perché occorre provvedere all'esame dei titoli, all'esame di idoneità e occorre sentire centinaia di persone (addirittura il concorso successivo riguarderà un migliaio di candidati). Si tratta di un compenso assolutamente non elevato per concorsi complessi. Esso può essere, per il concorso di una sola giornata, anche eccessivo, ma si tratta di concorsi che sempre meno andranno a configurarsi nel contesto regionale. D'altro canto, non è prevista da nessuna norma una differenziazione proporzionata all'impegno, ma v'è sempre il riferimento ad una forfettarietà. Ritengo quindi, che l'importo proposto sia accettabile e che un emendamento di quel tipo non sarebbe accoglibile; abbiamo inoltre motivi di vera urgenza.
La scelta delle persone è limitata e, per quanto riguarda la presidenza, occorre un funzionario dirigente; non parlo di personale in quel momento meno impegnato di altro, ma di personale che, senza creare dei problemi ai servizi, possa essere distolto dai suoi compiti tenendo conto dell'esigenza specifica dei vari concorsi. Ci troviamo di fronte a due concorsi che devono essere esauriti entro il mese di gennaio a causa della progressione dei concorsi per cui se non si esaurisce il primo non si pu avviare il secondo trattandosi di una complessa operazione di assestamento del personale interno. Occorre quindi, nella scelta, cercare di utilizzare persone che abbiano competenza e, nello stesso tempo, che possano assumere quell'incarico senza creare eccessivo disguido all'organizzazione e al lavoro degli uffici. E' una scelta che ha comunque sempre una componente di discrezionalità e non potrebbe non averla. Non pensiamo certamente di utilizzare sempre le medesime persone, ma di provvedere invece ad una rotazione adeguata in modo che l'opportunità di partecipare alle Commissioni giudicatrici, che non mi pare particolarmente gradita, possa essere ampliata. Ci sono più difficoltà che consensi perché è vero che la legge ora propone un compenso discreto, ma il funzionario deve operare fuori orario. Potremmo studiare in futuro delle forme di ricerca di disponibilità. Non c'è nessuna tendenza a chiudere questo tema.
L'altro problema sollevato dal Consigliere Guasso è invece di grosso rilievo; riguarda i corsi di formazione, soprattutto in vista dei concorsi dalla VII all'VIII qualifica; v'era un impegno con il sindacato di promuovere corsi per preparare i candidati a svolgere compiti più elevati.
In realtà il concorso poteva anche prescindere dai corsi non trattandosi di corso-concorso.
L'opportunità di avvalersi di personale interno potrà essere utilizzata più avanti nel tempo. Ora avevamo di fronte l'urgenza di operare con una scarsità notevole di risorse umane, con un problema di personale. Abbiamo delle reali difficoltà a corrispondere alle necessità degli Assessorati e del Consiglio regionale che chiedono costantemente l'assunzione di personale, ma che l'Amministrazione non può mettere a disposizione non potendo provvedere alle assunzioni.
L'ipotesi di utilizzare gli esperti non è da buttare. Perché in effetti gli esperti, avendo una posizione di staff, non hanno ancora trovato la collocazione adeguata nell'organizzazione della Regione.
E' un problema che sarà affrontato con il piano di riorganizzazione che andremo a discutere. Al momento questi dirigenti si trovano in una posizione non sufficientemente motivata perché non sono adeguatamente collocati. Ci siamo rivolti all'esterno perché di fronte ai tempi stretti abbiamo ritenuto che potesse essere la soluzione migliore. Dopo aver esaminato più proposte, abbiamo fatto ricorso ad una società che ha tenuto corsi in Emilia e in Lombardia e che ha ottime credenziali.
Circa questa formazione ho avuto delle indicazioni a volte positive, a volte meno. Mi riservo eventualmente di fare una relazione in Commissione.
Anche io ho avuto qualche riserva sul problema dell'efficienza. E' un problema centrale e importante, anzi, deve essere l'elemento qualificante della pubblica amministrazione.
Nel complesso si sono registrati aspetti positivi, aspetti negativi e un ammaestramento che è risultato utile per il corso-concorso che dovremo organizzare.
Soprattutto per il passaggio alla prima dirigenza dovremo avvalerci dell'esterno; abbiamo avuto contatti con l'Università Bocconi di Milano e con l'Università di Torino. Sono disposto, a questo proposito, a fornire tutte le informazioni necessarie perché ritengo che il tema della formazione del personale sia centrale, sul quale le osservazioni fatte sono giuste.
Penso che questo disegno di legge debba essere approvato con rapidità.
Ho illustrato gli emendamenti della Giunta. L'emendamento proposto da Montefalchesi invece, non mi sentirei di approvarlo poiché il testo che oggi proponiamo è stato concordato con il Governo, quindi si tratta di legge che è ripresentata.
D'altro canto la partecipazione degli amministratori regionali, nella fase dei concorsi che immediatamente andiamo a svolgere, non è prevista e potremo eventualmente affrontare questo tema con tranquillità e farne oggetto - me ne faccio carico se sarà il caso - di un successivo specifico provvedimento.
Mi rendo conto che l'osservazione di Montefalchesi è fondata, prendo l'impegno, senza accettare l'emendamento, di approfondire il tema e, se è il caso, di farne oggetto di specifico successivo provvedimento in tempo utile per i futuri concorsi che si dovessero svolgere.



PRESIDENTE

La discussione generale è così conclusa. Passiamo pertanto all'esame dell'articolato. Ricordo che si tratta di un disegno di legge già approvato dal Consiglio regionale e che quindi dobbiamo riassumere secondo le osservazioni del Commissario di Governo e secondo gli emendamenti che sono stati presentati, qualora siano approvati dal Consiglio regionale.
ART. 2 - Emendamento presentato dall'Assessore Brizio: il comma primo è sostituito dal presente: "1. Ai componenti ed ai segretari delle Commissioni esaminatrici dei concorsi regionali istituite a norma dell'art. 1, nonché a norma dell'art.
31 della L.R. 8/9/1986, n. 42, sono attribuiti, in misura forfettaria, i complessi lordi fissati rispettivamente in: L. 600.000 per l'espletamento di concorsi per l'accesso alle qualifiche dirigenziali L. 500.000 per l'espletamento di concorsi per l'accesso alle altre qualifiche funzionali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 39 voti favorevoli e 2 astensioni.
Emendamento presentato dal Consigliere Montefalchesi: al comma quarto, terza riga, dopo le parole "dall'art. 2, primo comma", aggiungere le parole "lett. a)".
La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

L'emendamento proposto dal Consigliere Montefalchesi è nella sostanza inutile, perché la legge dice "coloro che hanno un rapporto di impiego" ed è noto che i Consiglieri non hanno un rapporto di impiego.



MONTEFALCHESI Corrado

Probabilmente c'è un'interpretazione diversa dell'emendamento. La legge così come è formulata non prevede il compenso agli amministratori pubblici.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Esattamente: non prevede il compenso agli amministratori pubblici.



PRESIDENTE

Consideriamo pertanto ritirato l'emendamento presentato dal Consigliere Montefalchesi.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Montefalchesi. Ne ha facoltà.



MONTEFALCHESI Corrado

Svolgo una dichiarazione di voto che vale anche per l'intero testo della legge. Mi astengo su questo articolo perché ritengo che sarebbe stato opportuno - continuo ad esserne convinto - legare i compensi al numero dei partecipanti ai concorsi; vi sono dei concorsi in cui il numero dei partecipanti è estremamente esiguo e per questi concorsi, che si esauriranno probabilmente in una giornata, ritengo che le 600.000 lire siano eccessive; vi sono poi concorsi in cui il numero dei partecipanti è estremamente numeroso per i quali probabilmente le 600.000 lire sono poche.
Continuo ad essere convinto di questo perciò mi astengo sull'art. 2 e sull'intero testo della legge.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Assessore al personale

Desidero fare una precisazione affinché l'astensione del Consigliere Montefalchesi sia chiara ed anche più convinta. Per i concorsi in cui il numero dei partecipanti è molto alto è prevista una modesta integrazione fino a L. 300.000.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 2 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 29 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Emendamento presentato dall'Assessore Brizio: dopo gli artt. 1 e 2 è aggiunto il seguente art. 3: "Art. 3 - Commissioni giudicatrici dei concorsi banditi dagli enti dipendenti della Regione 1. Le norme della presente legge trovano applicazione nei confronti delle Commissioni giudicatrici dei concorsi indetti dall'Ente di Sviluppo Agricolo del Piemonte (ESAP) e dagli Enti di gestione dei Parchi e delle Riserve naturali regionali di cui alle LL.RR. nn. 28 e 29 del 5/4/1985 e successive modificazioni ed integrazioni, intendendosi sostituiti agli organi regionali di cui al primo comma i corrispondenti organi degli enti strumentali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale del nuovo art. 3.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 (ex art. 3) - Emendamento presentato dall'Assessore Brizio: l'art. 3 è sostituito dal presente art. 4: "Art. 4 - Oneri finanziari 1. Per l'attuazione della presente legge è autorizzata per l'anno 1989 la spesa di L. 45.000.000.
2. Agli oneri derivanti dal comma precedente si provvede mediante: istituzione di apposito capitolo nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1989 avente la seguente denominazione 'Spese per le Commissioni giudicatrici dei concorsi per la copertura dei posti di organico vacanti' con la dotazione di L. 45.000.000 in termini di competenza e di cassa riduzione di pari importo del cap. 12500 del bilancio 1989.
3. Per gli anni finanziari 1990 e successivi si provvederà in sede di predisposizione dei relativi bilanci".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale del nuovo art. 4.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Emendamento presentato dall'Assessore Brizio che prevede il nuovo art. 5: "Art. 5 - Dichiarazione di urgenza 1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 45 dello Statuto ed entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale del nuovo art. 5.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 30 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame progetto di legge n. 402: "Partecipazione azionaria a società per lo sviluppo dei servizi telematici in Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 402, di cui al punto 13) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Devecchi.



DEVECCHI Armando, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'iniziativa di costituire una società per azioni destinata a favorire in Piemonte lo sviluppo dei servizi a valore aggiunto, supportati e calibrati su una specifica rete telematica regionale, consegue ad una attenta analisi e valutazione delle esigenze prioritarie dei fabbisogni telecomunicativi, sia per il settore pubblico che per il settore privato, condotta dal Settore sistemi informativi della Regione Piemonte con la collaborazione del CSI - Piemonte e della SIP.
In estrema sintesi si può dire che l'obiettivo generale del progetto della Rete telematica piemontese è stato quello di definire le specifiche tecniche di una infrastruttura di telecomunicazione, estesa a tutto il territorio regionale, in grado di integrare progressivamente le necessità di trasmissione della voce, dati, testi ed immagini, evitando l'attuale proliferare di reti private sovrapposte e non comunicanti tra loro.
Tale progetto va collocandosi in un disegno di più ampia portata di sviluppo delle reti di telecomunicazione sul territorio regionale finalizzato a rispondere tempestivamente alla crescente domanda di servizi avanzati che proviene da un'area tecnologicamente forte come quella del Piemonte e da un mercato caratterizzato da una crescente concentrazione di attività nel settore terziario.
La Rete telematica, di cui la Regione auspica l'avvio, è certamente uno degli strumenti destinati ad avere un ruolo centrale per un nuovo sviluppo del territorio regionale, all'interno degli obiettivi di riequilibrio tra aree centrali e zone periferiche individuate dalle politiche programmatiche del Piano di sviluppo regionale.
La Rete telematica dovrà costituire infatti l'infrastruttura di base per lo sviluppo dei servizi a valore aggiunto nella nostra regione, un canale privilegiato quindi che permetterà ai fornitori di servizi a valore aggiunto di poter raggiungere facilmente un'ampia utenza, tipicamente medio piccola, diffusa sul territorio regionale.
In definitiva una rete di telecomunicazione estesa capillarmente su tutto il territorio regionale che da un lato colleghi il sistema informativo regionale con gli enti locali e con il sistema delle autonomie esistenti in Piemonte, a supporto dei processi di decentramento riorganizzazione e modernizzazione della pubblica amministrazione, ma che contemporaneamente permetta ad un'utenza privata diffusa (tipicamente piccole e medie aziende) l'accesso a risorse elaborative di alto livello e a sottosistemi informativi specializzati a supporto dei processi di ristrutturazione ed innovazione tecnologica.
Questo progetto, nato fin dall'inizio con la partecipazione della SIP che è attivamente impegnata non solo sul piano tecnico, ma anche per quanto riguarda gli investimenti da effettuare per la sua realizzazione, prevede di utilizzare la rete nazionale di commutazione di pacchetto ITAPAC realizzata dal Ministero PP.TT. e dalla SIP, estendendo e periferizzando tale rete con nuovi "nodi intelligenti", recentemente annunciati, fino a coprire tutto il territorio del Piemonte.
Gli investimenti in tecnologie, dell'ordine di alcune decine di miliardi, previsti per la progressiva realizzazione di tale estensione di ITAPAC, in un arco di tempo triennale, a tutti i 21 centri di distretto telefonico della regione, saranno assicurati dalla SIP all'interno del proprio Piano speciale di sviluppo delle telecomunicazioni nella regione anticipando di parecchi anni investimenti previsti in epoche future.
Al fine di garantire una corretta utilizzazione di tale rete, e quindi un graduale ritorno economico degli investimenti che la SIP andrà ad effettuare, la Regione Piemonte e i principali istituti bancari piemontesi (Istituto Bancario S. Paolo, Cassa di Risparmio di Torino, Cassa di Risparmio di Cuneo) sono impegnati ad utilizzare tale rete per l'avvio e la promozione di servizi a valore aggiunto rivolti al settore pubblico, alle aziende private e ai cittadini.
Per la gestione dei servizi a valore aggiunto da implementare sulla rete è stata positivamente valutata l'ipotesi della costituzione di un'apposita società di gestione a partecipazione mista (pubblico-privata) che, operando con finalità di mercato, sia in grado di assicurare una risposta soddisfacente alle necessità degli utenti.
La proposta che emerge in prima istanza dagli incontri finora avuti è che la società sia costituita dalla Regione Piemonte, dal CSI - Piemonte dal gestore pubblico delle telecomunicazioni attraverso la partecipazione del settore telecomunicazioni del costituendo nuovo polo Telecom Italia dagli istituti bancari (Istituto Bancario S. Paolo, Cassa di Risparmio di Torino, Cassa di Risparmio di Cuneo) che finora hanno sostenuto l'iniziativa, e sia aperta all'apporto degli altri operatori sia pubblici che privati operanti nella nostra regione nel settore (banche assicurazioni, fornitori di informazione, ecc.), nonché alle Camere di Commercio ed alle organizzazioni imprenditoriali.
Così come previsto nell'apposito disegno di legge predisposto dalla Giunta regionale, emendato e quindi approvato all'unanimità dall'VIII Commissione del Consiglio regionale, dopo aver esperito positivamente la fase di consultazioni con la SIP e con i principali istituti bancari del Piemonte, promotori con la Regione dell'iniziativa, e possibili partner nella Società di gestione, l'apporto della Regione al capitale sociale della stessa sarà per un importo massimo di 2 miliardi.
Sulla norma finanziaria del disegno di legge la I Commissione del Consiglio regionale ha, a sua volta, espresso unanime parere favorevole previo trasferimento dell'impegno di spesa dell'esercizio finanziario 1988 a quello del 1989.
L'articolato del disegno di legge prevede all'art. 1 la descrizione sommaria e la natura privatistica della società, con l'indicazione che la partecipazione della Regione resterà comunque minoritaria pur partecipando a formare con altri enti di diritto pubblico la maggioranza che qualifica come "a prevalente partecipazione pubblica" la Società da costituire.
Sono già in fase di studio una ipotesi formale di assetto societario ed una attenta analisi economico-finanziaria sui ritorni economici dell'iniziativa, che saranno consegnati alla Giunta regionale ed ai Consigli di amministrazione dei possibili partner per una loro decisione finale in merito che potrebbe far decollare operativamente tale Società entro i primi mesi dell'anno venturo.
Rispettando tali tempi, secondo il parere della SIP, già nel prossimo anno potranno essere gradualmente impiantati i nodi della rete nei distretti telefonici della regione, iniziando evidentemente dai capoluoghi di provincia ed estendendo progressivamente la rete su tutto il territorio regionale nell'arco di un triennio.
Per i motivi e le considerazioni su esposte si raccomanda l'approvazione del progetto di legge da parte di questo consesso.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Reburdo. Ne ha facoltà.



REBURDO Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, come sempre succede, fra tanti provvedimenti sfuggono, soprattutto al sottoscritto che non segue con particolare attenzione e l'approfondimento necessario le problematiche alcune considerazioni che ho appena carpito su questo provvedimento di legge.
E' evidente che la problematica dei servizi di alto livello infrastrutturale è elemento essenziale per lo sviluppo tecnologico e produttivo del nostro Piemonte, è il vero elemento sul quale si misura anche la capacità di governo e di programmazione.
In questo senso lo sviluppo di una rete telematica è sicuramente un intervento per larga parte di carattere avveniristico, che apre quindi grande possibilità di sviluppo tecnologico nel campo della ricerca pura e anche della ricerca applicata.
Fin quando sarò qui in quest'aula mi sentirete sempre richiamare un po' provocatoriamente il fatto che il Piemonte è l'unica Regione in Italia che si è formalmente compromessa nel campo della ricerca e della produzione bellica con l'intervento CSI-Aeritalia, alla faccia delle scelte etiche.
La telematica, come tutte le tecnologie avanzate, ha una doppia valenza di utilizzo. La "garanzia" che l'utilizzo non vada nel senso di concentrare in poche mani elementi strategici come quello dell'informazione, dello sviluppo dei servizi di alta qualità, quindi la garanzia almeno di un controllo pubblico, deve essere forte ed esplicita perché qui si tratta di una rete, di un servizio che può intervenire nel campo del privato, non solo dello sviluppo produttivo, fino al punto da consolidare la presenza del cosiddetto "grande fratello", cioè di qualche cosa in grado di controllare non solo i comportamenti esterni degli individui, ma anche l'intimo, le coscienze, le scelte ideali, culturali, religiose; ci sarà una scheda nella quale tutto sarà segnato compresi i comportamenti e gli orientamenti.
La garanzia del controllo pubblico sarebbe indispensabile. In questo provvedimento vedo due motivi per i quali sono contrario.
Il primo motivo è appunto che non c'è nessuna garanzia che nel servizio che verrà dato ai privati venga esclusa quella parte dei privati che opera nel campo della ricerca e della produzione militare; l'altro motivo è che non c'è garanzia che venga escluso il privato che opera nel campo delle produzioni di carattere distruttivo dell'ambiente e della natura.
Questo tipo di garanzia non solo non esiste, anzi, la concezione societaria che è prevista da questo provvedimento parla di una prevalente partecipazione pubblica da parte di organismi che non danno nessuna garanzia che questa partecipazione pubblica avvenga nel modo più corretto.
Si parla di istituti bancari. Con gli istituti bancari è aperta da parecchio tempo una discussione avviata dal mondo cattolico che contesta al sistema finanziario italiano le sue compromissioni con il regime razzista del Sud Africa. E' pur vero che recentemente l'Istituto S. Paolo ha dichiarato che avrebbe operato per tirarsi fuori da questa situazione (ma la cosa è tutta da vedere). Anche le banche di diritto pubblico non danno la garanzia che questo elemento di compromissione venga evitato. Quindi, è del tutto evidente che questo provvedimento non può essere accettato se non dopo un approfondimento ulteriore.
Manca tra l'altro da parte della Regione una proposta programmatica forte che garantisca che lo sviluppo di una infrastruttura tecnologica possa essere orientata verso interessi che non vadano a ledere le libertà individuali.
Questa preoccupazione mi cresce perché alla Presidenza di questo Consiglio siede una persona insensibile alle tematiche della pace; questo è preoccupante come è preoccupante la sua disponibilità ad acconsentire ad un'area militaristica della società.
Pertanto esprimo una profondissima riserva non in merito all'obiettivo del provvedimento, ma a causa della mancanza di garanzie tali da creare le condizioni affinché questo provvedimento possa esplicarsi senza ledere i principi collettivi ed individuali che dovrebbero essere alla base di una società a sviluppo tecnologico fortemente avanzato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi, penso che abbiano ragione i colleghi quando hanno sottolineato l'importanza di questo disegno di legge che entra nel campo della comunicazione telematica che è essenziale per il discorso di velocizzazione dei processi di innovazione tecnologica nella nostra comunità.
Su questo tema vorrei fare alcune sottolineature, invitare ad alcune prudenze e tentare di delineare delle raccomandazioni.
E' evidente che il "sistema nervoso" dato da una rete telematica è essenziale; tra l'altro in campo di reti telematiche noi siano in ritardo rispetto a molti Paesi europei, persino rispetto alla Spagna. Addirittura le nostre trasmissioni di comunicazione tra computer avvengono con velocità di comunicazione più lente che in altri Paesi avendo delle ripercussioni nel sistema informativo generale.
Tra l'altro questo tema è impropriamente gestito dall'Assessore al personale. E' un tema strategico legato all'innovazione, dovrebbe forse competere al Presidente della Giunta.
Vorrei fare questa considerazione. E' chiaro che il nostro Paese non potrà rimanere a lungo in ritardo in questo campo. E' chiaro che le reti telematiche sono settori appetibili, settori a rapido rientro dell'investimento, settori dove l'utilizzo di queste reti è altamente remunerativo. Come nel campo dell'innovazione, non dobbiamo pompare denari a quei settori che comunque l'innovazione se la farebbero perché altrimenti andrebbero rapidamente fuori mercato. Quindi dovremmo fare uno sforzo per aiutare nel processo d'innovazione quei settori dell'apparato economico più in difficoltà. Dovremmo cercare, nell'esperienza che vivremo con questa proposta, di selezionare gli obiettivi d'intervento, almeno dal versante pubblico della nostra presenza in questo progetto.
Se si tratta di aggiungere 2 miliardi alle spese che comunque la SIP dovrebbe affrontare per adeguare la rete telematica e per renderla compatibile ai vincoli dati dalle comunicazioni informatiche, sarebbe un regalo di 2 miliardi per un'iniziativa che comunque sarebbe avvenuta. Vorrà dire che saranno ridotte le perdite oppure ci saranno degli utili di 2 miliardi in più rapportati all'investimento.
Avevamo avviato un'esperienza, gestita - credo - dall'Assessorato all'industria, ed era il progetto Itaca, progetto di rete telematica molto mirato, era un'esperienza pilota che tendeva a porre in evidenza il raccordo con il sistema informativo dei Comuni, con quello sanitario, con le esigenze delle imprese. So che l'Italtel è ormai alle corde perché non sta dando quello che dovrebbe dare; ma in quel senso, credo che aveva un alto significato l'impegno di risorse perché si tendeva a porre in evidenza un percorso, una possibilità.
Se la nostra presenza - è una raccomandazione che faccio all'Assessore Brizio - non tenderà fortemente a qualificare il tipo di intervento, c'è il rischio che la nostra proposta sia un qualcosa in più.
E' vero, è molto importante la funzione di trascinamento e di velocizzazione dei processi che potremo avere con questa iniziativa, ma non dovremo far premio solo a questo aspetto rispetto al rischio di essere semplicemente portatori di risorse che poi altri determinano nel loro utilizzo stabilendo loro le strategie e le priorità.
Il Gruppo socialista approva questo disegno di legge ma con queste raccomandazioni. Quello che andiamo a determinare è un processo, entriamo in un'area estremamente delicata, quella dei servizi telematici. E' un'area che richiede al nostro impegno una politica dell'innovazione, che ci richiede di non subirla e di non andare a rimorchio rispetto ad un presunto primato di altri nel determinare questi obiettivi.



PRESIDENTE

Sono ancora iscritti a parlare i Consiglieri Chiezzi e Carletto.
Per ragioni logistico-organizzative dei lavori del Consiglio proporrei però di sospendere i lavori.
La seduta è pertanto sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12,50 riprende alle ore 15,30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROSSA


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Signori Consiglieri, riprendiamo i lavori al punto in cui sono stati sospesi questa mattina.
Chiede la parola il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, faccio presente alla sua attenzione che sono riunite la I e la V Commissione. Ricordo che era intervenuta una regola per cui le Commissioni non devono riunirsi nei giorni del Consiglio, giorni in cui siamo tenuti ad essere presenti soprattutto in aula.



PRESIDENTE

La ringrazio Consigliere Bontempi, mi farò carico di questo suo richiamo nei confronti delle Commissioni.
Chiede la parola il Consigliere Ala. Ne ha facoltà.



ALA Nemesio

Faccio parte anch'io delle Commissioni e non posso che sottoscrivere quanto detto dal Consigliere Bontempi.



PRESIDENTE

Ho invitato i colleghi impegnati nelle Commissioni a sospendere i lavori. In attesa che tutti i Consiglieri siano in aula sospendo momentaneamente la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 15,30 riprende alle ore 15,35)


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordini del giorno sul piano di risanamento della Valle Bormida


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Chiede la parola il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Credo sia opportuno iniziare subito la questione inerente la Valle Bormida, intanto perché da questa mattina è presente in aula la rappresentanza della Valle Bormida e, in secondo luogo, perché la discussione sulla legge probabilmente originerà degli emendamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Ci associamo alla richiesta del collega Bontempi di fare precedere a qualsiasi altra discussione la discussione su tutti gli ordini del giorno relativi all'ACNA.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

La questione della Valle Bormida è iscritta al primo punto dell'o.d.g.
quindi è un argomento che i Capigruppo avevano già immaginato potesse essere affrontato questa mattina.
Dispiace dover spezzare il dibattito sul progetto di legge n. 402 relativo ai servizi telematici, sul quale una consequenzialità degli interventi sarebbe utile. Ci rendiamo peraltro conto che la presenza dei cittadini interessati al problema della Valle Bormida richiede attenzione da parte nostra, quindi, signor Presidente, se lei lo ritiene possiamo passare a questo argomento.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi la proposta si intende accolta, quindi sospendiamo il dibattito sul progetto di legge n. 402 e passiamo agli ordini del giorno sui problemi della Valle Bormida. Fino a questo momento ne sono stati presentati sei dai Gruppi Lista Verde Civica, MSI, PCI, DP maggioranza e Lista Verde.
La parola al Consigliere Ferro per l'illustrazione dell'ordine del giorno presentato dal Gruppo comunista.



FERRO Primo

Signor Presidente, abbiamo sviluppato il dibattito attorno alla questione del piano di risanamento dell'ACNA il 25 novembre. E' trascorso un mese nel corso del quale si sono avuti incontri dell'Associazione per la rinascita della Valle Bormida, il primo, presente l'ing. De Giorgio funzionario della Regione, con il Ministro Ruffolo, il secondo, con il Direttore del Ministero. Successivamente ci sono stati due incontri informali tra il Ministro Ruffolo e l'Assessore Cernetti. Siamo a conoscenza di incontri avvenuti a Cengio fra il Direttore del Ministero e le organizzazioni sindacali, quindi prima di iniziare la discussione sugli ordini del giorno, che può anche darsi che, alla luce degli eventi, siano tutti superati, sarebbe opportuno avere una ulteriore informazione da parte della Giunta, anche perché questa offrirebbe la possibilità al Consiglio di pronunciarsi con conoscenza di causa in ordine alla situazione che si è venuta a determinare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, anch'io devo chiedere che, prima che si proceda all'illustrazione degli ordini del giorno, l'Assessore Cernetti ci informi sui fatti nuovi che si sono verificati dal 23 novembre a oggi sulla materia ACNA.
Devo inoltre rilevare che lei, signor Presidente, ha annunciato la presentazione, che era avvenuta il giorno 23 novembre, di sei ordini del giorno. Ma ce n'era un settimo a firma sua e del collega Tapparo allorquando lei, signor Presidente, era in funzione di Capogruppo.
L'ordine del giorno Tapparo-Rossa, molto schematico e sommario, trov una sua illustrazione nel corso di un'intervista rilasciata il 26 novembre 1988 al "Piccolo" di Alessandria il cui titolo era "Il piano per la Valle Bormida". Ora chiedo se quell'ordine del giorno, formale o non formale, è stato ritirato e, in secondo luogo, data la sua sostanziale importanza visto che manifestamente si colloca contro tutti gli ordini del giorno dell'opposizione e, soprattutto e segnatamente, contro l'ordine del giorno sempre datato 23 novembre, della maggioranza, chiedo che, nel caso sia stato ritirato o venga ritirato oggi, si spieghino le ragioni del ritiro.
Perché i casi sono due: o le ragioni del ritiro consistono in un pentimento puro e semplice di averlo presentato o si tratta di un pentimento motivato.
Non mi pare di chiedere una cosa assurda o strumentale né mi pare di aprire una polemica, ritengo però che, almeno succintamente, i presentatori dell'ordine del giorno dicano o lei, signor Presidente, dica a se stesso, i motivi del ritiro.
E' una richiesta corretta in un corretto modo di procedere. La richiesta preliminare del Consigliere Ferro viene ancora prima della richiesta che ho formulato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Vorrei brevemente associarmi, in questo inizio un po' farraginoso del dibattito sulla Valle Bormida, alle richieste dei colleghi Ferro e Majorino ed anche proporre all'aula un necessario ripensamento, teso a rivedere e riconsiderare tutti questi diversi documenti che abbiamo proposto ormai un mese fa circa, proprio per la presenza di fatti nuovi e per l'evoluzione del problema. Se la Regione, per un mese, non ha fatto nulla - e questa pu anche non essere un'affermazione esatta, nella fattispecie precisa degli avvenimenti che sono successi ciò non toglie che al di fuori della Regione si siano ulteriormente sviluppati alcuni processi, con dichiarazioni del Ministro, incontri, prese di posizione. Prima o poi, tra l'altro, la Regione dovrebbe chiedere al Ministro, a questo punto, quando ritiene di presentare il piano e qual è il piano in questo momento e chiedersi se è corretto, all'insegna della governabilità, promettere una cosa a luglio poi a settembre, poi a ottobre, poi a dicembre, poi per il febbraio dell'89 e poi chissà per quando! Su queste scadenze e su queste perpetue dilazioni diventa quindi necessario un aggiornamento della situazione da parte dell'Assessore e della Giunta regionale.
Su "Notizie" c'era scritto che nel mese di novembre è stata superata la tabella A) della legge Merli negli scarichi, quindi dopo la riapertura dell'azienda; c'erano notizie in merito agli incontri che comunque hanno continuato ad esserci tra funzionari regionali e la struttura ministeriale sono cinque o sei, non so bene quali; notizie in merito al lavoro della Commissione ad hoc dei cinque saggi, a partire dalle decisioni della pretura di Cairo Montenotte; notizie in merito alla pubblicizzazione dei dati relativi alla campagna di monitoraggio durante la sospensione e dopo notizie in merito allo stato di avanzamento dei lavori dell'IRES e delle questioni relative alla bonifica delle discariche e relative alla rete di monitoraggio.
Questo richiede un riaggiornamento, uno sforzo culturale di tutti i Gruppi, considerando tutti i documenti presentati come documenti arretrati.
L'unica cosa che dobbiamo tenere ferma - e l'ha detta bene il collega Majorino - sono gli schieramenti che si erano delineati in quest'aula in merito all'approvazione o meno della relazione dell'Assessore Cernetti in merito al piano di risanamento, una larga maggioranza unitaria, che secondo me bisogna con ogni sforzo cercare di riprodurre, ed una piccola minoranza che esprimeva apprezzamento per il piano.
Su questo è gia intervenuto il collega Majorino. La posizione delle forze politiche rimane identica, fino a che le forze politiche non presentano nuovamente la loro posizione, l'unica posizione che è ferma è pertanto quella delle forze politiche presenti in quest'aula. Tutto il resto è in movimento.
Noi con un gioco di carte pensiamo che invece tutta la situazione fuori di qui sia stata ferma e noi invece in movimento.
Invito a riflettere su questo.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al collega Tapparo, desidero informare l'Assessore Cernetti, giunta in questo momento, che in questo preambolo di discussione intorno al problema della Valle Bormida, i Consiglieri Ferro e Ala hanno chiesto un aggiornamento della situazione, dall'ultima riunione di novembre, sui vari incontri che ci sono stati.
Ha ora la parola il Consigliere Tapparo, per la parte che riguarda ancora il preambolo della discussione.



TAPPARO Giancarlo

Intervengo sulla sollecitazione che ha espresso il collega Majorino rivolta anche al collega Rossa che ha assunto da poco tempo un incarico che lo avrebbe costretto in qualche modo a ridiscendere tra gli scanni dei Consiglieri.
Penso di essere in grado di dare la risposta che in qualche modo ci tocca personalmente. Nella fase conclusiva del Consiglio scorso (a parte quello di ieri) si era arrivati, attraverso una serie di sospensive, alla determinazione nell'ambito della maggioranza di un documento che faceva una sintesi delle due posizioni che erano emerse all'interno della maggioranza una espressa da due Consiglieri.
Nella fase finale il compianto Presidente Viglione aveva pensato di non procedere al voto, in una situazione che registrava tensioni, probabilmente per qualche verso anche un po' confusa, rimandando alla seduta successiva le determinazioni da assumere. In quella fase la maggioranza è arrivata a una determinazione unitaria e il collega Rossa ed io abbiamo provveduto a ritirare il nostro ordine del giorno. Per quanto riguarda le motivazioni sono note quelle dette in aula, sarà poi compito mio, in sede di dibattito precisare che caratteri diamo all'ordine del giorno unitario espresso della maggioranza, che è noto a tutti in quanto fa parte del materiale che ci è stato distribuito questa mattina.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, non illustro un ordine del giorno, però vorrei collegarmi a quanto ha detto il collega Ferro. Da quando abbiamo sospeso la discussione, dal 25 novembre scorso ad oggi, sono avvenuti dei fatti politici e istituzionali. L'incontro fra il Ministro dell'Ambiente e i Sindaci della Valle Bormida è un fatto politico-istituzionale su cui è opportuna una comunicazione da parte dell'Assessore competente, di modo che si metta in condizione tutta l'assemblea di votare un documento a ragion veduta e allo stato dei fatti, così come oggi è possibile conoscere.
Ritengo sia sbagliato e inaccettabile che oggi si proceda a votare un documento, quello presentato dalla maggioranza per fare un esempio, che presuppone linee di lavoro che potrebbero essere superate dagli avvenimenti così come sono andati svolgendosi. Mi fermo a questo aspetto pregiudiziale della discussione, riservandomi di entrare nel dettaglio degli argomenti che ci portano a motivare la posizione che questo Consiglio deve assumere.
Concludo il mio intervento con una esortazione. Oggi ancor più di ieri non possiamo permetterci di uscire da qui senza parole chiare. Siamo quasi alla vigilia di Natale, penso che non convenga a nessuno esasperare gli animi e indurre i Consiglieri e tutti i presenti ad assumere iniziative che esasperino gli animi; è invece opportuno portare nelle nostre comunità una parola precisa su quello che l'assemblea regionale del Piemonte intende fare e intende chiedere che si faccia perché il problema ACNA venga affrontato con la precisione che l'argomento richiede.
In questo senso ribadisco la richiesta che l'Assessore ci metta tutti quanti in condizione di procedere serenamente a questo lavoro. Penso che ciascuno di noi oggi abbia grosse responsabilità sulle spalle su come questa vicenda si concluderà.



PRESIDENTE

Penso che l'invito a riflettere sarà raccolto. Il messaggio natalizio è importante per tutti gli sforzi che occorre compiere da parte degli uomini di buona volontà.
La parola al Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando

Sulla vicenda pregiudiziale o preliminare, che dir si voglia, dobbiamo ricordare lo stato dell'arte e sapere a che punto siamo. Oggi non abbiamo previsto un nuovo dibattito sul problema della Valle Bormida e dell'ACNA.
Abbiamo avuto un dibattito venti giorni fa che avrebbe dovuto concludersi con la votazione degli ordini del giorno e, per i motivi ricordati dal collega Tapparo, la votazione di quegli ordini del giorno è stata rinviata a oggi; quindi oggi abbiamo in discussione gli ordini del giorno presentati che devono essere illustrati, dopodiché si passa alle dichiarazioni di voto e infine al voto sugli ordini del giorno.
Se si ritiene che la situazione da 15 giorni a questa parte sia mutata attraverso il verificarsi di fatti che hanno radicalmente modificato i punti di riferimento su cui si era fatto quel dibattito, su cui si erano costruiti quegli ordini del giorno, credo che si dovrà sospendere l'approvazione di questi ordini del giorno e richiedere all'Assessore una comunicazione su questi fatti. Ma si tratta di una comunicazione che non può essere data oggi perché le comunicazioni non si improvvisano. Quindi dovremmo rinviare l'argomento alla prossima seduta per la quale l'Assessore si impegna a svolgere una comunicazione sull'evolversi della situazione.
Se invece questo non è, come a me sembra, perché anche il collega Ferro ed altri Consiglieri hanno parlato di incontri, di verifiche, di pareri a livello informale, ma sul piano degli atti formali e ufficiali non è mutato nulla da 15 giorni a questa parte, credo che oggi dovremmo comunque porre un punto terminale al nostro dibattito di 15 giorni fa, quindi pronunciandoci allo stato dei fatti ufficiali, e non ufficiosi e, se del caso, la prossima seduta o quella successiva, ricevere una nuova comunicazione da parte dell'Assessore per le modifiche che eventualmente con atti ufficiali siano intervenute.
Non possiamo oggi, innestando sulla votazione degli ordini del giorno richiedere una comunicazione dell'Assessore, che non era prevista, su fatti che non risultano ufficialmente e quindi ricominciare e modificare una situazione che mi sembra invece si fosse chiaramente delineata nella scorsa seduta. Quindi se riteniamo che la situazione sia formalmente sostanzialmente e ufficialmente modificata, dobbiamo sospendere il voto su questi ordini del giorno, rinviare alla prossima seduta e richiedere all'Assessore una comunicazione su questi fatti. Se invece riteniamo che questi fatti formalmente, sostanzialmente e ufficialmente non siano modificati, dobbiamo concludere il dibattito, già svolto 15 giorni fa, con il voto sugli ordini del giorno.
Questa seconda strada mi sembra sia quella da seguire.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Cerco sempre di avere rispetto per il tempo mio e per il tempo degli altri. Ritengo che siamo qui per fare dei fatti e non per perderci ancora una volta in parole. C'è stato un dibattito più che esauriente, questa è la proposta di ordine del giorno che va a chiudere quel dibattito. Da allora ad oggi novità non ce ne sono state, sappiamo di incontri avvenuti tra il Ministro e i sindacati, tra il Ministro e i rappresentanti dell'Associazione della Valle Bormida e dei Comuni. Ufficialmente nulla ci è stato comunicato. Non ero presente al Convegno di Quincinetto, dove invece era presente il Ministro (solo per respirare aria di montagna, sia ben chiaro!). Il tutto è riassunto nell'integrazione che la Giunta intende inserire nell'ordine del giorno che era stato sospeso 15 giorni fa, che recita: "Il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale a provvedere comunque per la predisposizione di tutti gli approfondimenti necessari di specifico interesse della Regione Piemonte, connessi alla revisione e rideterminazione del piano di risanamento complessivo e al piano di sviluppo socio-economico della Valle Bormida". Ciò significa che non ci limitiamo a dire che il piano non va bene, ma ci predisponiamo per fare delle proposte in positivo per la ridefinizione del piano nell'interesse delle popolazioni della Valle Bormida.
In conclusione, questa è la sola novità sugli incontri non ufficiali e sul lavoro sotterraneo che c'è stato che non ha apportato altro che questo inserimento nell'ordine del giorno.
Questo è un fatto positivo. Se oggi usciamo da qui con questo ordine del giorno approvato, prendono subito l'avvio gli studi per dare direttive precise e per consentirci di metterci dall'altra parte del tavolo dell'Ansaldo a rivedere il piano nell'interesse della popolazione della Valle Bormida e di tutto il Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Signor Presidente, la questione posta da alcuni Gruppi era già stata posta stamani nella riunione dei Capigruppo e tendeva a capire se dal giorno in cui si è fatto il dibattito ad oggi erano intervenuti dei fatti nuovi dei quali le forze politiche, i Capigruppo e il Consiglio volevano essere messi al corrente.
E' chiaro che fatti nuovi determinano delle considerazioni nuove in ordine alle posizioni che sono state espresse in quel dibattito; è chiaro che fatti nuovi determinano l'esigenza, come dice il collega Santoni, di una comunicazione della Giunta in ordine alle nuove questioni emerse e quindi della definizione di un ordine del giorno che non potrebbe non tenere conto dei fatti nuovi che si fossero determinati in questo periodo.
Il quesito era preciso; non è intervenuto nessuno del Gruppo DC perch era discriminante la risposta che la Giunta doveva rendere e che ha reso.
Prendo atto dalla Giunta e dall'Assessore Cernetti che fatti nuovi ufficiali non ce ne sono stati e quindi mi pare di capire come conseguenza che la Giunta regionale non ha da comunicare al Consiglio nessun elemento nuovo in aggiunta agli elementi che ha fornito il giorno dell'ultimo dibattito, sul quale poi tutte le forze politiche si sono collocate attraverso una serie di interventi, dibattito che è sfociato con la presentazione di una serie di ordini del giorno che avremmo dovuto votare alla fine di quel dibattito e che non abbiamo votato rimandando al Consiglio successivo per decisione del Presidente Viglione.
Se le cose sono in questi termini credo che il Presidente del Consiglio possa porre in votazione gli ordini del giorno presentati allora a conclusione del dibattito dando la parola ai presentatori per illustrarli.
C'è un ordine del giorno presentato dai Gruppi di maggioranza, alla luce di quanto hanno richiesto i Sindaci della Valle Bormida nell'incontro di oggi i quali, fra l'altro, hanno giustamente richiamato un ordine del giorno votato da questo Consiglio regionale nel mese di settembre. Propongo alle forze politiche, in particolare ai colleghi di maggioranza, un emendamento a quell'ordine del giorno sottoscritto dal Presidente Rossa per il Gruppo socialista, e dai colleghi Santoni, Ferrara e Gallarini.
Ritengo utile che questo ordine del giorno richiami a pieno titolo nei suoi contenuti e nel suo significato l'ordine del giorno votato il 15 settembre 1988 proprio per evitare che si possa equivocare rispetto ai valori, ai significati e alla presa di posizione del Consiglio in ordine al progetto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervengo per ricordare le conclusioni a cui si era pervenuti nella precedente discussione su questa materia.
La Giunta avrebbe dovuto rispondere ad un quesito del sottoscritto e di altri colleghi a cui nella precedente discussione non si era pervenuti. Il quesito era: quali sono i documenti ufficiali costitutivi del piano di risanamento approvato dal Governo? La Giunta oggi deve rispondere a questa domanda, in particolare deve dire se il famoso documento (186 pagine) dell'Ansaldo è un documento ufficiale costitutivo del piano o meno.
Seconda questione. Ritengo che il tempo sia prezioso per tutti. Oggi alle 14, abbiamo incontrato i Sindaci dimissionari, i rappresentanti dell'Associazione della Valle Bormida e i Parroci, i quali ci hanno informato che il 7 dicembre si è svolto un incontro a Roma tra il Ministero e l'Associazione, presente l'ing. De Giorgio in rappresentanza dell'Assessorato all'ambiente della Regione Piemonte.
In quell'incontro il Ministro ha informato che è intendimento del Ministero rielaborare il piano con due ipotesi, l'una che preveda l'ACNA aperta, l'altra che preveda l'ACNA chiusa.
Se questo è vero, Assessore, è una novità importante. Non ho motivo di dubitare delle cose che ci hanno detto i nostri interlocutori oggi e ritengo che questo incontro si sia svolto e si sia svolto in questi termini, con la presenza dell'Assessorato all'ambiente rappresentato dall'ing. De Giorgio. Se questo è vero, significa che è intendimento del Ministero fare piazza pulita del piano presentato, rielaborarlo con queste due ipotesi e questo vuol dire anche che è assolutamente inutile che la Regione Piemonte assuma una posizione secondo l'ordine del giorno della maggioranza dando un giudizio di non adeguamento del piano, visto che il Ministero è al di là di questo piano e di fatto lo ha abbandonato.
Ritengo che l'Assessore in questo caso sia reticente e non metta in condizione il Consiglio di avere tutti gli elementi per discutere e prendere le posizioni corrette, perché in questo caso il vostro ordine del giorno significa una posizione più arretrata di quella che è stata maturata al Ministero.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

L'Assessore non è affatto reticente. L'Assessore è stanco, ma stanco con tutte le cose che ha da fare di perdere del tempo che ritiene eccessivo mentre il tempo può essere impiegato su cose concrete.



MONTEFALCHESI Corrado

Quando uno è stanco si riposa.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Io intendo operare su cose concrete.



MONTEFALCHESI Corrado

Nessuno ti obbliga a fare l'Assessore!



PRESIDENTE

Colleghi, vi chiedo un po' di serenità.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Io non ho notizie, perché se le avessi avute diverse da quelle che ho dato, le avrei date. Il mio rapporto diretto, quindi senza intermediari con il Ministro è avvenuto al Convegno di Quincinetto.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Un suo funzionario ha partecipato a Roma!



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Certo, e non mi ha dato le notizie che qui sono state riportate.
Allora, le devo inventare? Ho ripetuto in modo chiaro che questi incontri non ufficiali avvenuti con il Ministro sono riassunti nell'integrazione all'ordine del giorno che ho proposto.
Alla domanda di Montefalchesi se il documento ufficiale è il documento del piano Ansaldo o è la deliberazione del Ministero ho risposto.
Consigliere Montefalchesi, ho dato tutte le indicazioni e le informazioni possibili, ho dato la copia del piano Ansaldo, ho dato la copia della deliberazione che il Ministro intende proporre al Consiglio dei Ministri; è chiaro che quella deliberazione di cinquanta pagine circa è la proposta ufficiale, è il riassunto del piano Ansaldo. Noi abbiamo voluto fare di più andando ad esaminare il piano Ansaldo che è molto più analitico del sunto contenuto nella deliberazione che, se la Regione era d'accordo, sarebbe stata presentata al Consiglio dei Ministri. Siccome la Regione Piemonte si è dichiarata non d'accordo, quindi non c'era l'intesa, non è stata presentata al Consiglio dei Ministri. La Regione Piemonte sarà d'accordo e ci sarà l'intesa, se il piano sarà riscritto e sarà ridefinito secondo i dati e secondo le indicazioni che la Regione fornirà. Solo a quel punto daremo l'intesa, altrimenti continueremo a non dare l'intesa finché saremo accontentati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Il concetto di sunto implica che un documento dica più brevemente, ma dica le stesse cose, di un altro documento. Se questo non avviene, se vi sono su alcuni aspetti, grandi o piccoli, delle divergenze, non abbiamo più un sunto. Perché il sunto presuppone che i due documenti siano la stessa cosa, uno dice più ampiamente, nel senso che illustra le schede, e l'altro riassumendo, elenca solo i dati complessivi delle schede. Secondo me non è questa la questione, quindi non si può usare il termine sunto per definire la versione numero due della deliberazione, rispetto al piano Ansaldo.
In merito a questa vicenda, ci troviamo, caro Assessore, allo stesso punto in cui eravamo la volta precedente. Se ragioniamo in termini di sunto, abbiamo di fronte due documenti che sono su alcuni aspetti tra loro contraddittori e questo rende francamente difficile capire di che cosa stiamo parlando.



PRESIDENTE

A questo punto si può passare all'illustrazione degli ordini del giorno. Ci sono delle posizioni tra di loro contrastanti e che naturalmente non consentono di poter trovare un'intesa.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Voglio far notare che non si tratta di una questione d'intesa tra opinioni diverse, ma del presupposto su cui si può svolgere in maniera proficua o meno questo dibattito. Noi ci troviamo dopo un mese a discutere.
Vorremo, per serietà, poterci esprimere con gli ordini del giorno a ragion veduta cioè su cosa è capitato.
Voglio far rilevare che c'è un punto politico. Mi risulta che lo stesso funzionario sia nel Comitato tecnico per il Po, noi chiederemo l'audizione del funzionario. Vogliamo evitare questi scherzi, vogliamo sentire direttamente come stanno le cose. La partita Po è molto grande e ha attinenza con l'ACNA, ha attinenza con la Valle Bormida; se l'aggiornamento non è stato compiuto, ci troviamo come Consiglio in una condizione di enorme difficoltà.
La soluzione che potrebbe togliere ogni equivoco è quella di partire dalla dichiarazione di urgenza e di necessità della chiusura; forse questo ci permetterebbe di rimontare anche il gap di informazione. In questo senso è il nostro ordine del giorno. Però è chiaro che oggi ci muoviamo su presupposti su cui non c'è stato offerto nessun elemento su ciò che è avvenuto, e questo mi pare un problema serio per la discussione. Valuti lei, signor Presidente, l'utilità di una discussione. Il nostro ordine del giorno è lineare su esigenze che ormai sono mature. Vorremo che tutto il Consiglio facesse così.



PRESIDENTE

Collega Bontempi, quando parlavo di dissenso sull'intesa volevo dire che c'è una valutazione diversa da parte della Giunta rispetto alle valutazioni di una parte dell'opposizione che si ritiene che dal 25 novembre ad oggi ci siano stati dei fatti nuovi. Da parte della Giunta attraverso l'Assessore Cernetti, si ribadisce che non ci sono stati fatti nuovi. L'unico fatto nuovo è stata la riunione alla quale ha partecipato il funzionario dell'Assessorato, però, probabilmente, quella riunione non ha sortito nessun risultato degno di rilevanza.
A questo punto, credo si possa considerare chiusa questa parte di discussione e passare all'illustrazione degli ordini del giorno.
Credo che il fatto nuovo debba essere un ordine del giorno che esprima la posizione della Regione Piemonte.
La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Signor Presidente, lei ha detto che l'unico fatto nuovo è stato l'incontro al quale ha partecipato il funzionario della Regione, ma che probabilmente, non ha sortito nessun dato di novità. Vorremo capire quel "probabilmente". A questo punto chiediamo all'Assessore Cernetti di dirci se a quell'incontro, al quale ha partecipato il funzionario regionale, ci siano stati o meno dei fatti nuovi.



PRESIDENTE

Collega Reburdo, io ho detto probabilmente perché mi pare che da parte della Presidenza non fosse il caso di dire un'altra cosa, però l'Assessore Cernetti è stata molto chiara nel ribadire che non ci sono fatti nuovi.
Conclusa questa parentesi, passiamo all'illustrazione degli ordini del giorno, il primo dei quali è quello presentato dalla Lista Verde Civica ma, essendone assente il presentatore, passiamo all'ordine del giorno presentato dal Gruppo MSI-DN.
La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, innanzitutto devo lamentare che il collega Tapparo non mi abbia dato una precisa, magari sintetica risposta a quanto gli avevo richiesto. Ai fini di una utile collocazione non solo dell'illustrazione del nostro ordine del giorno, ma di una utile collocazione con riferimento particolare all'ordine del giorno della maggioranza, sarebbe stato interessante conoscerne i motivi del ritiro.
Presentato a fine seduta del 23 novembre, era un ordine del giorno che si caratterizzava per essere in chiave elogiativa del piano Ansaldo che l'Assessore aveva dichiarato di disattendere.
Fatta questa premessa, devo dire all'Assessore Cernetti che, replicando al collega Montefalchesi, ha detto di essere abituata a confrontarsi solamente su fatti concreti e non su ipotesi. Un fatto nuovo per successivamente al 23 novembre 1988, si è sicuramente verificato e ne è stata data notizia attraverso la stampa e l'Agenzia ANSA; il fatto nuovo del 7 dicembre non poteva essere ignorato, tanto più che un funzionario dell'Assessorato era presente. Meraviglia, come lei dice Assessore, che non abbia riferito al riguardo nonostante la notorietà del fatto stesso. Di cosa si trattava? In seguito all'incontro del 7 dicembre, il Ministro Ruffolo ha in sintesi dichiarato: "Il piano non regge". Mi attengo sempre alle notizie ANSA e alle dichiarazioni odierne della delegazione dei Sindaci, che ritengo credibili. Sono ancora parole di Ruffolo: "Il piano è stato elaborato sul presupposto dell'ACNA aperta; il piano va rielaborato sul presupposto dell'ACNA chiusa".
Questo è un fatto nuovo sul quale non può non esserci oggi una più incisiva e più decisa collocazione negli ordini del giorno e della maggioranza e dell'opposizione. Così dovrebbe essere per quanto riguarda in particolare, l'ordine del giorno della maggioranza.
Il nostro ordine del giorno si illustra alla luce di quanto propongono i Sindaci della Valle Bormida. In quel documento sintetico ma altrettanto chiaro che oggi ci è stato consegnato, si richiede il rigetto integrale del piano per il disinquinamento e la bonifica della Valle Bormida.
Colleghi della Giunta, Assessore, penso che la migliore motivazione della richiesta n. 1, contenuta nel nostro ordine del giorno e contenuta nel documento oggi consegnatoci dalla delegazione dei Sindaci della Valle Bormida, sia stata la sua comunicazione del 23 novembre 1988. Ne sintetizzo le conclusioni: è un piano inaccettabile, contiene dati inesatti, è un libro dei sogni. Penso che questa sia la motivazione del punto n. 1 del documento dei Sindaci della Valle Bormida con cui si chiede il rigetto integrale del piano ed è anche la primaria richiesta del nostro ordine del giorno. Quando si chiede il rigetto integrale di un piano, non si può chiedere così come è contenuto nel debole, anzi debolissimo, ordine del giorno della maggioranza, un rifacimento, una modifica. Come ho già avuto occasione di dire il 23 novembre scorso replicando all'ordine del giorno della maggioranza, si modifica, si ritocca, si rivede qualche cosa che si ritenga non accettabile ma che sia sostanzialmente serio. Questo piano è sicuramente da rielaborare integralmente, come chiediamo noi e non solo noi nel nostro ordine del giorno.
Anche noi accettiamo una rielaborazione sul presupposto dell'ACNA chiusa. Quando lo chiedevamo il 23 novembre lo abbiamo trovato confermato nell'affermazione del Ministro Ruffolo del 7 dicembre laddove dice: "No al piano Ansaldo perché, a parte gli errori che contiene, presuppone l'ACNA aperta, sì ad una rielaborazione con l'ACNA chiusa". Quindi anche il secondo punto del documento dei Sindaci e del nostro ordine del giorno ha trovato un addentellato e una conferma nella determinazione nel famoso incontro del 7 dicembre con il Ministro Ruffolo.
Devo ancora aggiungere che le nostre due richieste hanno un fondamento anche alla luce della più volte ricordata dichiarazione del Ministro Ruffolo, quindi l'ordine del giorno della maggioranza è inaccettabile perché è estremamente debole e superato dai fatti. Noi manteniamo il nostro, che riteniamo perfettamente conforme e coerente con le oggettive richieste delle popolazioni della Valle Bormida degne e meritevoli di tutela.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro per l'illustrazione dell'ordine del giorno presentato dal Gruppo PCI.



FERRO Primo

Signor Presidente, capisco che in una discussione come questa possa esserci chi ritiene che non sia più opportuno indugiare o perdere tempo e possa esserci chi in uno scatto di rabbia sostenga che è stufo. C'è modo e modo però di perdere le battaglie. Per esempio, scusate questo riferimento è dimostrato che a Caporetto l'esercito italiano perse una battaglia per una semplice ragione: non aveva le carte su cui avvenivano le operazioni militari. Ho la sensazione che per quanto riguarda la Giunta regionale, nel corso di questi anni, ci sia stato un tentativo di avere meno carte possibili. Se andiamo a vedere, per esempio, Tolstoj in "Guerra e Pace" ci dimostra che l'esercito russo perdeva contro Napoleone perché aveva troppe carte e non riusciva con tutte quelle carte a risolvere un problema molto semplice che era quello dell'artiglieria napoleonica. Ho la sensazione che il Ministro Ruffolo stia mettendo in giro troppe carte. Siamo alla terza stesura del piano di risanamento. Poi abbiamo la nuova versione, quella promessa all'Associazione per la rinascita della Valle Bormida, per cui si giungerebbe ad una quarta stesura con questo scenario ACNA chiusa di cui molto onestamente l'Assessore ha detto di non essere informato perché il funzionario De Giorgio, che ha partecipato a quella riunione, non ha avvertito il bisogno di informare l'Assessore su queste cose.
Siamo quindi a una nuova versione. La Regione Piemonte non è molto informata di quello che succede e noi siamo meno informati dell'Assessore.
Per esempio, la Regione Liguria è molto informata sugli stabellamenti che vengono dati ai Consiglieri regionali. Sono stati resi noti i dati complessivi, le risultanze finali della chiusura. Noi queste cose non le abbiamo ancora. In Liguria sono talmente informati di che cosa si sta muovendo che, pensa un po', non è successo niente. Le organizzazioni sindacali, quelle che sei mesi fa, a luglio, avevano ben altro atteggiamento, durante una recente assemblea (queste cose sono state pubblicate sui giornali, basta attivarsi per leggerle e per capire attraverso i canali istituzionali che esistono) chiedono che ci sia una chiusura a scacchiera dello stabilimento. Vuol dire che qualcosa sta succedendo, vuol dire che la situazione è in movimento.
Se le cose stanno in questo modo, mi chiedo che senso abbia continuare a discutere su troppe carte, e se non sia opportuno riportare il tutto all'unità. Che cosa voglio dire? Voglio dire di ritornare ad un concetto molto semplice, ripreso dall'Assessore Cernetti (era uno degli elementi centrali della sua comunicazione di novembre) sul quale dobbiamo costruire il nostro ragionamento.
Il piano di risanamento e di bonifica per la Valle Bormida deve partire da un presupposto sulla base del protocollo d'intesa e il presupposto è "individuazione delle fonti inquinanti che hanno effetti significativi sulle zone da risanare con particolare riferimento agli impianti della Società ACNA". Ritorniamo alla domanda che abbiamo fatto un mese fa. Il piano Ansaldo, anche nella terza versione predisposta dal Ministro, con tutti gli aggiustamenti che vi sono stati apportati, affronta questa questione centrale? Sono stati valutati gli apporti inquinanti determinati dai singoli impianti? La risposta è molto semplice. Mi pare che il Ministro Ruffolo cerchi di fare la parte di quei principi zaristi che perdevano le battaglie con Napoleone inventandosi tutti i momenti una nuova stesura. Ho la sensazione che anche noi stiamo facendo la stessa parte, perché mancando i dati, ognuno di noi si inventa qualcosa per riuscire in qualche modo a collocarsi politicamente, per cui c'è una fioritura di ordini del giorno poi avremo una fioritura di emendamenti sugli ordini del giorno, alla fine se continuiamo così, usciremo con una soluzione abbastanza pasticciata, e io, paragonando Ruffolo e noi ai principi zaristi, francamente non vedo l'ACNA nella situazione di Napoleone, non vedo che vince sia il Ministro Ruffolo che la Regione Piemonte. Allora bisogna ritornare a bomba.
Il problema è molto semplice, è una valutazione degli impianti. Noi ci troviamo di fronte ad una sentenza della Pretura di Cairo Montenotte che dice che nel 1986 gli impianti dell'ACNA inquinavano e quindi erano incompatibili con l'ambiente. Dal 1986 ad oggi non è cambiato niente. I dati, sia con ACNA chiusa che con ACNA aperta, continuano a dimostrare degli stabellamenti. Il problema centrale, per quanto riguarda il piano di risanamento, è la verifica degli impianti, non sono né i campi da golf n le piscine né le palestre né altre amenità di questo genere. Non si può che dire che il piano di risanamento e di disinquinamento presentato deve essere respinto. E' ovvio che, nel momento in cui viene respinto, qualche rielaborazione dovrà essere fatta. Nel nostro ordine del giorno si parla di piano inaccettabile, mentre la Giunta dice: "ridefinizione e rideterminazione del piano". Qui forse può esserci il punto di congiunzione con l'ordine del giorno della maggioranza. Mi pare non ci sia una sostanziale differenza tra la posizione nostra e quella della Giunta.
Denunciamo la situazione che si è venuta a creare e i tentativi rivolti ad evitare una corretta e analitica valutazione dell'incidenza delle singole fonti di inquinamento e chiediamo la sospensione delle produzioni.
Dico molto francamente che non accetteremo soluzioni pasticciate. A questo punto occorre capire se è possibile un percorso attorno alla questione della sospensione delle produzioni. E' una posizione non nuova che la Regione Piemonte ha assunto in passato, è una posizione che, dal momento che gli impianti non sono stati valutati, deve essere riassunta perché non possono essere valutati gli impianti senza la chiusura dello stabilimento.
Sia chiaro, noi non vogliamo tergiversare. Ho sentito il Presidente del Gruppo democristiano che intende richiamare l'ordine del giorno assunto in una certa data o quello assunto in un'altra data. Deve essere esplicitato in termini molto chiari che noi siamo per la sospensione delle produzioni ai fini di una valutazione delle singole fonti inquinanti all'interno dello stabilimento. Se esiste una posizione di questo genere, sarà possibile un percorso comune. Se invece non esiste questa posizione, ciascuno voterà il proprio ordine del giorno e si assumerà le responsabilità che dovrà assumersi.
Riterrei anacrostico un atteggiamento reticente, timido della Regione Piemonte in una fase come questa, nel momento in cui il sindacato chiede la chiusura a scacchiera e nel momento in cui si stanno evolvendo situazioni a livello nazionale, per cui se non arriviamo ad assumere una posizione del genere, vuol dire che la Regione Piemonte non affronterà certamente la questione dell'ACNA e della Valle Bormida dando un significativo apporto e un significativo aiuto alle popolazioni locali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, mi consentirà di parlare con la consueta franchezza incominciando con il dire che questa Giunta, peraltro ampiamente rappresentata su quelle sedie (vuote), si va caratterizzando per arrivare sempre fuori tempo massimo, anche quando ha la possibilità di raccogliere intorno alle proprie posizioni la stragrande maggioranza del consenso di questo Consiglio.



REBURDO Giuseppe

Manca larga parte della Giunta.



PRESIDENTE

Consigliere Reburdo, non interrompa l'oratore. La Giunta è rappresentata dall'Assessore.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, il collega Reburdo non mi interrompe; il collega sottolinea come da parte della maggioranza c'è disinteresse per l'argomento che qui stiamo dibattendo.



PRESIDENTE

Consigliere Staglianò, cerchiamo di mantenere il massimo della serenità. Si rivolga alla Giunta.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Ritengo gravissimo il comportamento della maggioranza in queste circostanze. E' lo svuotamento questo comportamento!



PRESIDENTE

La Giunta è presente ed è rappresentata dall'Assessore competente e dal Vicepresidente.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, è davvero indecente questo comportamento. Io non posso accettare di parlare senza che gli interlocutori a cui ci si rivolge prestino la minima attenzione.
Non stiamo parlando di noccioline, stiamo parlando di 100.000 nostri concittadini che vengono avvelenati quotidianamente.



(Applausi da parte del pubblico)



PRESIDENTE

Invito il pubblico ad astenersi dal manifestare espressioni di consenso o di dissenso e prego il collega Staglianò di andare al sodo.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, questo è già merito perché stavo svolgendo un ragionamento, e sottolineavo come la Giunta regionale sprechi quelle occasioni in cui è possibile raccogliere il consenso della stragrande maggioranza dell'assemblea.
Questo mi pare un fatto politico di qualche rilievo. La collega Minervini dice che evidentemente non ne ha bisogno, procede in maniera molto miope su risicati numerini. Però a me interessa sottolineare che la Giunta regionale si va caratterizzando per arrivare sempre fuori tempo massimo.
Prendiamo l'ultimo episodio: il piano Ansaldo, oggetto della nostra discussione. Perché non siamo arrivati ad una conclusione che registrasse il consenso della stragrande maggioranza di questa assemblea alla relazione, pure apprezzata, dell'Assessore regionale all'ambiente, svolta il 25 novembre ultimo scorso? Lei lo sa molto bene, signor Presidente, avendo presentato in veste di Consigliere, prima di assurgere a quell'alto ruolo dove oggi siede, insieme al suo collega di Gruppo, Tapparo, un ordine del giorno in cui si profusero ampie lodi, anzi, lodi sperticate al piano Ansaldo.
Io, in quella circostanza, rimasi abbastanza sconcertato - è una parola inflazionata fra di noi - per quelle lodi sperticate. Capivo il suo consenso al finanziamento del Palazzetto dello Sport di Alessandria, la ristrutturazione della bocciofila di un paesino vicino e così via discorrendo, risiedendo in quella sede il suo collegio elettorale, ma mi sorprese tantissimo la posizione del collega Tapparo, spiegabile forse soltanto alla luce dei fatti successivi. E mi fermo qui. Non si arrivò al consenso della stragrande maggioranza di questa assemblea alla relazione dell'Assessore Cernetti che rigettava al mittente il piano presentato dall'Ansaldo, e assunto pari pari dal Ministro dell'Ambiente, perché ci fu questa presa di posizione di Rossa e di Tapparo che invece dicevate che andava benissimo.
Ora queste cose occorre ribadirle per rientrare in argomento. Un argomento su cui il 98% degli interventi svolti in quella circostanza fu contrario all'assunzione del piano Ansaldo, per il quale la collettività ha speso 2 miliardi. Due miliardi per una fotocopia, come hanno scritto nel loro giornale i valbormidesi con tanto di documentazione. Il piano per l'Olona, il Seveso e il Lambro, che è stato cassato nei punti di riferimento geografici che facevano riferimento a quelle realtà, è rifilato come risanamento della Valle Bormida.
Dove voglio arrivare, signor Presidente? Voglio ribadire che noi abbiamo apprezzato la valutazione critica dell'Assessore regionale all'ambiente nei confronti del piano presentato all'Ansaldo. L'attendismo ed una "inquietante" solidarietà di maggioranza, spiegabile soltanto con ricatti reciproci al vostro interno (non alla luce dei numeri e degli argomenti che qui si portano; ricordo distintissimamente le opinioni espresse sul piano dai colleghi Bonino, Fracchia e dal collega del Partito socialdemocratico), stanno dilapidando un'occasione nella quale la Regione Piemonte poteva svolgere un ruolo positivo per la nostra comunità nei rapporti con un Governo il quale continua a cambiare le carte sul tavolo (forse in questo imparando da questa Giunta) e che parrebbe orientato addirittura a procedere ad un'ulteriore sospensione delle attività dell'ACNA.
Se ci fossero davvero queste intenzioni, una nostra presa di posizione oggi, chiara e netta, di rigetto di quel piano, ribadendo che bisogna ripartire a bocce ferme, sarebbe di aiuto per prese di posizioni che sono soltanto da una parte, dalla parte della salute e della vita della nostra gente.
Signor Presidente, è questo il motivo per il quale abbiamo presentato un documento insieme ad altri colleghi, è pregiudiziale nel procedere al risanamento della Valle Bormida procedere alla chiusura dello stabilimento.
E in questo senso davvero non si capisce, se non in chiave elettoralistica di conquista del consenso, nel modo più bieco e basso, che cosa ci sta a fare il cosiddetto piano di sviluppo nel documento predisposto dall'Ansaldo e che voi ribadite nel documento presentato dalla maggioranza nella premessa al dispositivo. Il piano di sviluppo deve essere di competenza di questa Regione per il quale questa Regione, per deliberazione di Giunta e su indicazione del Consiglio, ha già dato incarico all'IRES per la sua predisposizione. Noi vogliamo che la rinascita di questa Valle, che ha pagato prezzi insopportabili, proceda dal basso con il consenso delle comunità locali e non inventata da qualche tecnocrate prezzolato, attaccato al telefono per chiedere al Sindaco di questo o quel paesino: "cosa ti serve per avere il tuo consenso, il consenso della tua comunità?". Noi siamo sicuri che non verrà mai questo consenso. E poi - ha ragione Mignone questo tecnocrate prezzolato non ha sentito tutti i Comuni, ha sentito quelli che tornavano utili nel tentativo di rompere il fronte di solidarietà, di alta coscienza civile e democratica espressa dalla Valle Bormida.
Ecco perché, lo dicevo prima con l'esortazione che evidentemente non è stata capita, noi riteniamo che bisogna uscire con parole chiare, quindi oggi si deve votare un documento che ribadisca l'urgenza e la necessità di chiudere le produzioni dell'ACNA che ha continuato a violare le leggi vigenti di questo Paese, che nel mese di novembre è ancora andata almeno due volte fuori dalla tabella A) della legge Merli; tabella A) della legge Merli che non contiene tutte le sostanze accertate presenti nelle produzioni ACNA: i benzenidi, i fenoli che sono cancerogeni e mutageni come sappiamo. Nonostante queste deficienze nella legislazione, questa azienda viola leggi pur carenti. Allora noi dobbiamo dire parole chiare; bisogna fermare queste biglie, bisogna ripartire con buon senso, buona volontà visto che siamo vicini a Natale, per riscrivere il piano presentato dall'Ansaldo che si è fatto pagare lautamente e che ha già chiesto altri 4 miliardi per proseguire così, visto che nessuno obietta.
Noi invece vogliamo obiettare per il bene della nostra gente, per la dignità del nostro compito.



PRESIDENTE

Non ho più iscritti a parlare.



ALA Nemesio

Non ho chiesto di intervenire perché ritenevo si illustrassero gli ordini del giorno e che quindi la mia richiesta di illustrare l'ordine del giorno da me presentato fosse data per scontata.
Ricordo che prima del mio, è stato presentato un ordine del giorno a firma Carletto, Ferrara, Gallarini, Tapparo, Rossa e Santoni. Ritengo sia opportuno rispettare l'ordine di presentazione.



PRESIDENTE

Ha la parola il Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Signor Presidente, non è facile riuscire a trovare le soluzioni coerenti ad un problema così complesso e difficile che preoccupa tutti e sul quale tentiamo di collocarci come Gruppi di maggioranza. Cercherò di illustrare l'ordine del giorno della maggioranza per ribadire le cose che in verità ho già avuto l'opportunità di dire al termine del dibattito svolto nelle settimane scorse in quest'aula e per fare emergere i contenuti di questo ordine del giorno. Per qualcuno sembra non esprimere appieno le prese di posizione dei vari Gruppi, a noi invece pare esprimerle soprattutto alla luce degli emendamenti che abbiamo apportato alla fine di quel dibattito e in questi ultimi minuti.
Dal momento che qualcuno ha ripreso questo aspetto, devo riconfermare quel passo dell'ordine del giorno laddove si dice: "sentita e approvata la comunicazione dell'Assessore regionale all'ambiente". Da più parti del Consiglio ho colto, allora e oggi, una valutazione positiva delle comunicazioni rese dall'Assessore Cernetti a nome della Giunta.
Diciamo anche che abbiamo valutato la proposta di piano per il disinquinamento della Valle Bormida e la relativa bozza di deliberazione e diciamo che quel piano non risponde alla gravità della situazione della Valle Bormida, quindi diamo un giudizio negativo, chiaro e forte (poi la forza la si può esprimere in vari modi, noi riteniamo di doverla esprimere attraverso parole chiare); è un dissenso non solo per quanto riguarda gli interventi di bonifica e di disinquinamento proposti nel piano, parte che ci pare assolutamente debole e non in grado di interpretare i bisogni di quel territorio, ma anche rispetto al progetto di piano di sviluppo.
Rileviamo altresì in questo ordine del giorno l'incertezza circa la copertura finanziaria occorrente; siamo certi che il Governo, quindi il Ministro competente, da questo punto di vista metterà in campo tutte le risorse necessarie, ma vogliamo ribadire anche questo aspetto; abbiamo aggiunto - questa è una novità importante - un capoverso che ci pare significativo, che riprende quanto è stato detto dai Sindaci nell'incontro che abbiamo addirittura rafforzato rispetto a quanto ho annunciato in precedenza nel mio intervento. Il capoverso che aggiungiamo recita: "riconfermato il contenuto degli ordini del giorno approvati dal Consiglio regionale in data 7/7/1988, 27/7/1988 e 15/9/1988, con cui tra l'altro si chiedeva la sospensione dell'attività produttiva dell'ACNA". Con questo capoverso è chiara la posizione dei Gruppi di maggioranza rispetto ad una questione che non è stata oggetto dell'ultimo dibattito avvenuto su questo argomento in Consiglio regionale, quindi non era ripresa nel nostro ordine del giorno, ma che poteva essere oggetto di equivoci, che noi abbiamo voluto chiarire con questo emendamento. In questo ordine del giorno parliamo del piano e riconfermiamo quanto è compreso negli ordini del giorno approvati dal Consiglio allora, in particolare la richiesta di sospensione dell'attività produttiva. Chiediamo inoltre agli estensori del piano che siano tenute in debito conto le indicazioni che la Regione Piemonte intende dare rispetto al piano di sviluppo e ai piani di settore della Regione...



MONTEFALCHESI Corrado

Quali, visto che è da febbraio che dovete presentare il piano di sviluppo.



CARLETTO Mario

Il piano di sviluppo è pronto per essere avviato all'aula da alcuni mesi. Gli ordini del giorno, i provvedimenti da approvare in aula sono molti, i Capigruppo concordemente hanno stabilito che il piano di sviluppo andrà in aula nel mese di gennaio, quindi il collega Montefalchesi avrà modo di intervenire portando il suo fondamentale contributo. Il piano di sviluppo è pronto e la Giunta da mesi chiede con forza che sia portato in discussione in aula. Mi auguro che i Capigruppo con il Presidente del Consiglio lo calendarizzino per il prossimo mese di gennaio.
Con questo ordine del giorno invitiamo la Giunta a richiedere al Ministro dell'Ambiente un incontro urgente per concordare la revisione del piano e il recepimento dei contenuti del protocollo d'intesa. A noi pare che il protocollo d'intesa contenga degli elementi qualificanti rispetto alle questioni poste che dovrebbero essere risolte dal piano.
Invitiamo la Giunta ad inviare al Ministro dell'Ambiente il presente ordine del giorno con allegato il resoconto integrale del dibattito avvenuto nell'ultima riunione di Consiglio.
Aggiungiamo un secondo emendamento importante con il quale invitiamo la Giunta a provvedere alla predisposizione di tutti gli approfondimenti necessari di specifico interesse della Regione connessi alla revisione e rideterminazione del piano di risanamento complessivo, del piano di sviluppo socio-economico della Valle Bormida.
Invitiamo inoltre la Giunta a fare in tempi brevissimi delle proposte concrete al Ministro perché le cose che la Regione chiede non siano solo nelle parole, ma siano nei fatti e in una proposta concreta di merito.
Ci auguriamo che la Giunta sia d'accordo su questa posizione e rapidamente offra questa sua proposta che sicuramente il Ministro vorrà tenere in debita considerazione.
Ci pare che questo ordine del giorno racchiuda i contenuti di quel dibattito, rafforzi i concetti degli ordini del giorno approvati nei mesi di luglio e settembre e che concretamente rappresenti le posizioni emerse all'interno del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Quello della Lista Verde è l'ultimo ordine del giorno presentato sulla vicenda, ed ora vorrei chiarire perché è l'ultimo. Nel dibattito precedente, fino alla fine, ho evitato di presentare un ordine del giorno del resto già scritto, perché ritenevo, dall'andamento di quanto si era detto in aula, che emergesse un orientamento largamente unitario. Proprio per favorire questo atteggiamento largamente unitario (avevo fatto due interventi nel corso del pomeriggio in cui protestavo per una riunione dei Capigruppo di maggioranza quando più correttamente avrebbe dovuto essere una riunione di tutti di Capigruppo), non avevo presentato questo ordine del giorno.
Le cose dette in questo ordine del giorno, in senso generale sembravano sostenute dalla stragrande maggioranza di quest'aula. Ora le ripropongo tali e quali anche se mi rendo conto che discutere di ordini del giorno di un mese fa, in una situazione in continuo movimento, genera una sensazione di leggero estraniamento, nel senso che noi rifiutiamo di vedere la situazione che si muove e pensiamo di poterla esaminare com'era un mese fa.
Anche questo ordine del giorno condivide e fa propri i giudizi negativi espressi dalla Giunta regionale. Il fatto che le forze di opposizione in quest'aula condividano, facciano propria e approvino la relazione della Giunta regionale pare che non interessi minimamente alla Giunta regionale che preferisce invece condividere un ordine del giorno che, pur sostenendo di approvare la relazione della Giunta regionale, poi di fatto stempera questa approvazione in una serie di affermazioni che suonano quasi una presa di distanza. Con gli emendamenti che ha illustrato il Capogruppo democristiano questa presa di distanza diminuisce di un passettino, per rimane. Se ho capito bene, viene eliminato l'avverbio "adeguatamente", che è già qualcosa, ma fino a un attimo fa c'era questo "adeguatamente" che era una presa di distanza dall'atteggiamento dell'Assessore Cernetti che affermava nella sua relazione che "il piano non va bene". Dire che il piano non va adeguatamente bene è qualcosa di meno...



SANTONI Fernando

Dice: non risponde adeguatamente.



ALA Nemesio

Invece non risponde del tutto. Era questo che diceva l'Assessore.
In merito al punto successivo tengo a rimarcare, riprendendo una parte tra virgolette della relazione dell'Assessore, quali siano i punti specifici della divergenza: gli artt. 3 e 4 del protocollo d'intesa, che non vengono ottemperati dalla proposta ministeriale. E' rilevante tornare sul fatto che nessun piano, per quanti palasport produca...
Presidente, le chiedo se c'è una riunione di Capigruppo alle sue spalle.



PRESIDENTE

Non è ancora convocata la Conferenza dei Capigruppo.



ALA Nemesio

E' una conferenza stampa?



PRESIDENTE

Invito il Consigliere Carletto ad incontrare i giornalisti in un'altra sede.
Consigliere Ala, prosegua.



ALA Nemesio

Forse le cose più interessanti sulla Valle Bormida le ha da dire il Capogruppo democristiano...
Questo è il punto dal quale dobbiamo partire: il piano è da rifiutarsi non tanto perché racconta un po' di storie sulle strade, sui palasport o su roba del genere, ma perché non risponde ad alcuni quesiti precisi e cioè: l'ACNA può stare aperta o deve essere chiusa? L'Assessore enunciava con chiarezza questo punto, e io intendo riprenderlo.
Poi riprendevo, e in parte questo viene fatto anche dalla maggioranza il fatto che alle spalle di questo Consiglio vi è l'ordine del giorno n.
543 del mese di settembre. Ma allora, se si riprende l'ordine del giorno n.
543, si deve innanzitutto chiarire che qualcuno non l'ha votato, così come qualcuno non ha votato l'ordine del giorno della fine di luglio e molti non hanno votato l'ordine del giorno del 7 luglio che non chiedeva la chiusura.
E desidero ricordare come sugli ordini del giorno del 7 e 27 luglio si espresse l'Assessore Mignone nel corso dell'incontro di fine agosto quando giustificò, per così dire, la sottoscrizione del documento in data 5 agosto. Disse: "Quegli ordini del giorno erano deboli" e ricordò come non li avesse votati. Così come il Partito repubblicano non ha votato - da tutt'altro punto di vista - gli ordini del giorno del 15 settembre. Anzi su questo ha avviato una lunga vicenda, fortunatamente e felicemente conclusa per tutti noi, relativa all'atteggiamento del collega Fracchia nel corso di quella votazione.
Allora tutte queste cose non possono essere enunciate in maniera reticente. Se si richiama l'ordine del giorno del 15 settembre, si dice: "L'ordine del giorno del 15 settembre diceva di non riaprire". Quindi se si richiama adesso l'ordine del giorno del 15 settembre si deve dire: "si chiude". Se non si sostiene questa posizione, allora abbiamo un richiamo meramente burocratico, non un richiamo nella sostanza, nelle cose che questi ordini del giorno dicono.
Vi erano poi altre richieste che dovremmo presentare sia alla Giunta che al Ministero dell'Ambiente. Fino a prova contraria non ho avuto nessuna relazione dettagliata in merito ai risultati della chiusura cautelare.
Circolano questi dati, in effetti siamo sommersi dalle carte, ma ufficialmente questi dati mancano e manca il fatto, che deve essere opportunatamente richiamato, che la sentenza del Pretore di Cairo Montenotte impone immediate iniziative al Ministro, alla Liguria e al Piemonte.
A mio avviso, poi, la proposta di deliberazione va respinta, non va sottoscritta alcuna intesa. E precisavo anche in base a quali schede non andava sottoscritta nessuna intesa. Mancando quelle schede è inutile, è irrilevante esaminare e valutare con sufficiente attenzione le parti successive del piano, quelle relative agli aspetti socio-economici.
Tengo tra l'altro a precisare che "Il Monferrato" ha chiarito abbondantemente che il Palasport di Alessandria è stato comunque finanziato attraverso un intervento dell'Assessore regionale al turismo e allo sport stralciandolo da un'altra parte al posto del Palazzetto dello sport di Casale Monferrato. Non si può finanziare lo stesso Palazzetto dello sport da un lato con la Valle Bormida e dall'altro lato togliendo il finanziamento di Casale Monferrato che non stando in Valle Bormida, pare non avere neanche diritto al Palasport. Ultimo numero de "Il Monferrato" con un intervento del sen. Triglia che spiega come Casale perda un Palasport. Ho abitato per molti anni a Casale e secondo me i casalesi hanno diritto a un Palasport.



MORETTI Michele, Assessore allo sport

Sii più corretto, fai una interrogazione, fai una interpellanza. E' una forma scorretta questa di parlare.



ALA Nemesio

Caro Assessore, cercavo solamente di spiegare che non era il caso che ci occupassimo di Palasport e di campi da golf, parlando del piano per il risanamento della Valle Bormida, perché tanto il piano deve essere bocciato prima di arrivare a questo punto, quindi questi aspetti non hanno senso se manca l'altro.
Davo poi alcuni mandati alla Giunta regionale: quello di invitare il Ministro dell'Ambiente e la Commissione ad hoc e l'Ansaldo a riferire in Commissione in merito a quello che hanno fatto, a riferire in merito alla fotocopiatura del piano, in merito alla sentenza del Pretore di Cairo Montenotte (e ricordiamoci che la Regione Piemonte era parte civile nel procedimento!). Quindi, noi abbiamo vinto quel processo, anche la Regione Piemonte oltre che le popolazioni della Valle Bormida. Sarebbe il caso che ce ne rallegrassimo, invece di fare finta di niente. Chiedo poi chiarimenti in merito alle modalità di spesa delle somme stanziate per la redazione del piano. Una somma assai alta e ricordiamoci che la Regione Piemonte farebbe bene a chiedere come queste somme sono state spese. Una parte di questo ordine del giorno è innovativo rispetto ad altri ordini del giorno presentati. Alcune parti ritornano su altre, altre sono innovative. Le parti innovative sono altresì state tradotte in emendamento, a cui ho aggiunto ancora due punti successivi: il primo, il ricorso al TAR. La Regione dovrebbe dare un segno e mi rivolgo per questo al Presidente della Giunta regionale; inoltre è necessaria una verifica in merito alle notizie diffuse da più parti di lavorazioni militari presso lo stabilimento ACNA punto non trattato dalla Commissione ad hoc.
Il punto sul quale richiamo l'attenzione del Presidente della Giunta è l'urgenza di una decisione in merito alla presenza della Regione Piemonte presso il TAR della Liguria sulla vicenda di impugnativa della riapertura in sede amministrativa, dello stabilimento ACNA.
Presenterò degli emendamenti agli ordini del giorno delle opposizioni perché all'interno della maggioranza dopo le belle parole prevalgono le logiche di maggioranza. Ripeto, se si preferisce l'accordo con una minoranza all'interno del Partito socialista e se questo vale più della popolazione della Valle Bormida e di tutta l'opposizione in Consiglio prendiamone atto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti per fatto personale.



MORETTI Michele, Assessore regionale

Vorrei dire al collega Ala che per fare chiarezza su alcune questioni bisogna presentare delle interpellanze, perché se si inserisce in qualsiasi argomento una parte che riguarda un Assessore, che poi questo non possa dare una spiegazione immediata, l'occasione si presta per poter dire: "guarda che cosa fanno questi Assessori!". E' scorretto. Io mi impegno a portare al Consiglio informazioni puntuali, perché non voglio dare delle informazioni occasionali. Quindi prego il collega Ala di essere corretto quando interviene in Consiglio regionale per evitare confusione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, si sono presentati negli emendamenti all'ordine del giorno presentati dal Consigliere Carletto degli aspetti significativi che, mi pare, si possano saldare ad alcune proposte e considerazioni che il collega Ferro ha fatto. Dopo aver dedicato il pomeriggio a questo argomento, forse varrebbe la pena valutare questi aspetti di grande rilevanza, questo aggancio a quanto è affermato nei tre ordini del giorno sulla chiusura dell'ACNA che a suo tempo questo Consiglio ha approvato; credo valga la pena valutare se si può arrivare ad una determinazione di più ampia convergenza. A questo proposito chiedo, signor Presidente, se si ritiene utile una breve sospensiva per riunire i Capigruppo onde valutare se si può arrivare attorno a questi elementi che mi paiono importanti a una determinazione che massimizzi quelle convergenze, non tutte, che possono avere un alto livello.
Faccio questa proposta a lei Presidente e ai Capigruppo, e penso possa essere valida per il livello della decisione che andiamo ad assumere con questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Signor Presidente, dal punto di vista politico sono molto amareggiato di come si sta impostando questo dibattito. Amarezza, non sorpresa, che viene dalla verifica delle cose che succedono in questo Consiglio e nelle istituzioni. Un'intera popolazione di una vallata piemontese ha assunto da parecchio tempo una posizione chiara di fronte a un problema drammatico, il tentativo per non morire a causa dei veleni di una fabbrica. La collocazione della popolazione della Valle Bormida non avrebbe dovuto suscitare la benché minima di discussione in un consesso istituzionale cosiddetto democratico, il quale avrebbe dovuto prendere atto ed acquisire in pieno gli elementi di continuità e di posizione che la popolazione all'unanimità, aveva posto da oltre un anno a questo Consiglio. Invece la maggioranza di questo Consiglio ha tergiversato in modo tattico a prescindere dai problemi per questioni di cucina interna e oggi abbiamo di fronte uno spettacolo che, dal punto di vista personale e politico, è indecente. Se fossimo in un consesso serio, dovremmo parlare in modo chiaro.
C'è un piano che non corrisponde alle richieste della popolazione questo piano non può essere accettato; questo piano va respinto e nel respingerlo noi dobbiamo chiedere con forza la chiusura immediata della fabbrica, la quale è precaria. Le stesse organizzazioni sindacali si sono comportate in modo inqualificabile in questa vicenda, hanno cominciato a dire che c'erano dei problemi talmente grandi che alcuni reparti dovevano essere chiusi, e si è cominciato a parlare di cassa integrazione per almeno 200 persone. Allora, mi chiedo come si possa, amici della maggioranza discutere sulle parole e sulle virgole di fronte ad una posizione così chiara. Lascio a voi questa responsabilità. Si possono fare tutte le riunioni che si vuole, ma se di qui non si esce con una parola chiara, il gioco non vale né la maggioranza né l'opposizione, vale una istituzione.
E' democratica questa istituzione? Io penso di no, perché di fronte alla partecipazione popolare noi ci siamo comportati in modo sicuramente non coerente con i dettati della Costituzione della Repubblica.
Mi scuso per questo sfogo, lascio alla maggioranza la responsabilità di questo atteggiamento. Lo dico con amarezza e ho la conferma che le istituzioni sono una cosa ben diversa dal sentire comune della gente.



PRESIDENTE

Collega Reburdo, faccio una distinzione. Lei ha parlato di consesso "cosiddetto democratico". Questa è un'assemblea democratica nella quale si svolgono i dibattiti, si forma la maggioranza e le opposizioni che hanno il dovere di governare, controllare e criticare. In fondo la forza fondamentale è la democrazia che è ineccepibile e incontrovertibile.
Ha ora la parola il Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Nel corso della discussione è avvenuto un fatto politico nuovo: sono stati presentati degli emendamenti da parte del Capogruppo DC, Carletto, a nome mi pare anche di altri Gruppi della maggioranza. Ritengo che sia opportuno valutare le proposte e quindi aderisco alla proposta avanzata dal collega Tapparo perché si faccia una riunione, rapida possibilmente, per vedere se ci sono margini o meno uscire con un documento convergente, ma chiaro.



PRESIDENTE

La riunione è pertanto sospesa brevemente per raggiungere, se possibile, un'intesa su un documento unitario.



(La seduta, sospesa alle ore 17,40 riprende alle ore 18,30)


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 979: "USSL n. 68 di Asti - Deliberazioni dell'A.A.C., n. 5, n. 6 e n. 9 del 29/4/1988 Ampliamento della pianta organica provvisoria"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Mentre aspettiamo che venga predisposto l'ordine del giorno concordato con il più largo consenso dei Consiglieri, propongo di passare all'approvazione di alcune deliberazioni che sono state licenziate all'unanimità dalle Commissioni competenti.
La prima è la deliberazione n. 979, di cui al punto 14) all'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1023: "USSL n. 62 di Fossano Deliberazione dell'A.A.C. n. 14 del 25/2/1988 - Istituzione Servizio Farmaceutico - Istituzione nuovi posti in pianta organica"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1023, di cui al punto 16) all'o.d.g.
Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 1024: "USSL n. 56 di Domodossola Deliberazione dell'A.A.C. n. 15 del 28/4/1988 - Ampliamento pianta organica Servizio Farmaceutico. Autorizzazione parziale"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la proposta di deliberazione n. 1024, di cui al punto 17) all'o.d.g.
Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.


Argomento: Zootecnia

Esame proposta di deliberazione n. 1025: "Approvazione del regolamento di attuazione della L.R. 14/7/1988, n. 35. Istituzione del certificato di garanzia di produzione delle carni bovine" (rinvio)


PRESIDENTE

In merito alla proposta di deliberazione n. 1025, di cui al punto 18) all'o.d.g., ha chiesto di intervenire il Consigliere Ferro. Ne ha facoltà.



FERRO Primo

Signor Presidente, data la rilevanza di questo regolamento che riguarda soprattutto aspetti relativi alla zootecnia in Piemonte, chiederei che venisse inviato all'esame della III Commissione consiliare. La deliberazione è stata licenziata dalla V Commissione per la parte relativa alla sanità animale, però, in senso più lato, riguarda anche la zootecnia.



PRESIDENTE

L'esame della deliberazione è pertanto rinviato.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame proposta di deliberazione n. 1028: "USSL n. 72 di Tortona Deliberazione dell'A.A.C. n. 5 del 16/4/1988 - Istituzione del Servizio di recupero e rieducazione funzionale. Autorizzazione"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 1028, di cui al punto 19) all'o.d.g.
Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetti di legge nn. 218 e 394: "Modificazione L.R. 52/79 'Istituzione Parco naturale Capanne di Marcarolo'"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dei progetti di legge nn. 218 e 394, di cui al punto 25) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Paris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.



PARIS Mario

Desidero esprimere qui ciò che ho detto anche in sede di VII Commissione. Mi dichiaro favorevole a questo disegno di legge sulla modifica dei confini del Parco della Capanne di Marcarolo, pur avendo il Gruppo democristiano posto la pregiudiziale che non si dovessero discutere altre leggi sui parchi se prima non si fosse pervenuti ad una revisione sensata dell'attuale legislazione sui parchi. Esprimo parere favorevole su questo progetto di legge invece, perché, secondo quanto è scritto nello Statuto del Parco delle Capanne di Marcarolo, sono inseriti nel Consiglio del Consorzio non soltanto i rappresentanti degli enti locali, ma anche i rappresentanti delle popolazioni delle borgate che si trovano nel territorio. Questo va nella direzione da noi auspicata per la riforma della legge generale sui parchi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Voglio brevemente motivare il mio voto di astensione rispetto a questa proposta di legge, dovuto al rammarico di vedere un parco ridotto nelle sue dimensioni rispetto alla proposta originaria. D'altra parte, il voto è di astensione perché vi è la consapevolezza delle difficoltà connesse con la storia di questo parco. E l'astensione vuole anche rimarcare l'apprezzamento per l'Assessore e la Giunta regionale, per il loro l'impegno insieme ad altre forze politiche (penso nel caso specifico al PCI e ad altre forze politiche locali) per trovare una soluzione che permettesse comunque l'avvio effettivo della vita di questo parco, che è sicuramente uno dei parchi più importanti della nostra Regione, sia per le caratteristiche ambientali sia per la storia antica e recente di quella zona.
La mia astensione è dovuta unicamente al rammarico. Le osservazioni sollevate dal collega Paris rispetto ad alcune innovazioni sono anche queste da rimarcare in termini positivi.
La mia astensione è sull'art. 1 che riguarda la planimetria. Sugli altri cinque articoli il mio voto è favorevole.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi possiamo procedere alla votazione dei singoli articoli.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 36 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 37 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 37 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 37 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 37 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 37 Consiglieri si è astenuto 1 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordini del giorno sul piano di risanamento della Valle Bormida (seguito)


PRESIDENTE

E' pervenuto un ordine del giorno inerente la Valle Bormida a firma dei Consiglieri Carletto, Tapparo, Mignone, Santoni, Ala, Fracchia Bruciamacchie, Majorino, Staglianò, Ferro, Dardanello e Montefalchesi. Vi è inoltre un altro ordine del giorno a firma del Consigliere Pezzana.
A questo punto dovrei chiedere se vengono ritirati gli ordini del giorno che hanno preceduto questo. Poi dovrò chiederlo al Consigliere Pezzana, che non è presente. Penso comunque che dovremmo mettere in votazione il suo ordine del giorno.
La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Vorrei solo precisare che tutti i Gruppi hanno sottoscritto il presente ordine del giorno e quindi si deve ritenere che quelli precedentemente presentati si intendono ritirati.
La seconda precisazione è che ovviamente viene ribadito anche l'impegno della Giunta ad avere un incontro con i rappresentanti degli enti locali nelle fasi di predisposizione della proposta di piano di risanamento da parte della Regione.



PRESIDENTE

Si intendono ritirati tutti gli altri ordini del giorno.
Ha ora la parola il Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Sono dispiaciuto, però debbo esprimere quello che penso. Penso che su questo ordine del giorno si sia fatto un notevole sforzo di acquisizione di una serie di elementi che nella fase iniziale del dibattito di questa giornata parevano non essere elementi di novità. Personalmente mi asterr pur condividendo l'ordine del giorno. Avrei voluto che ci fosse stata da parte della maggioranza una maggiore disponibilità alla chiarezza.
Questa disponibilità non c'è stata se non in fasi successive, per il rotto della cuffia si è arrivati a questo ordine del giorno, perciò ho delle perplessità sul fatto che possa essere gestito da parte della Giunta in termini dinamici e non statici per le ambiguità, ad esempio, sulla chiusura della fabbrica come elemento determinante per il risanamento dell'aria e del fiume Bormida. Senza chiusura e senza il risanamento della struttura, dell'area e del sito evidentemente è difficile parlare del risanamento del Bormida.
Per cui, con una certa preoccupazione, mi asterrò sull'ordine del giorno della maggioranza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Noi non partecipiamo al voto dell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Pezzana. Credo sia una proposta estensibile a tutto il Consiglio.



STAGLIANO' Gregorio Igor

E' una questione morale!



BONTEMPI Rinaldo

Non partecipiamo al voto perché prevedeva la sospensione. Ci va bene però, se fosse stato qui, avrebbe partecipato oppure no? Non essendo presente il Consigliere Pezzana e non essendo previsto l'istituto della decadenza degli ordini del giorno noi comunque non partecipiamo al voto.



PRESIDENTE

Prendo atto di questa dichiarazione. Ci sono altre dichiarazioni? La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Il Presidente ha ragione nel mettere in votazione l'ordine del giorno di un collega assente. Anche il Gruppo DC non parteciperà al voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Anche il Gruppo socialista, per le motivazioni espresse dai Consiglieri Bontempi e Carletto, non partecipa al voto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno del Consigliere Pezzana, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte sentita la comunicazione della Giunta regionale sullo stato delle iniziative per la Valle Bormida presa visione della bozza di piano per il disinquinamento e la bonifica della Valle Bormida, preparato dalla Società Ansaldo, di cui all'art. 7 della legge 8/7/1986, n. 349 considerato che in questo documento vi sono rari e insignificanti cenni alla fonte principale dell'inquinamento della Valle - i rifiuti e gli scarichi dello stabilimento ACNA di Cengio - ed alle necessarie iniziative per eliminare completamente la fonte inquinante; che gli interventi proposti sono generici; che manca una previsione di sviluppo socio economico attendibile considerata la recente sentenza del Pretore di Cairo Montenotte, le dimissioni di molti dei Sindaci della Valle e la protesta crescente della popolazione i m p e g n a la Giunta regionale a: rifiutare la bozza di piano di bonifica presentata dalla Società Ansaldo ed intraprendere tutte le iniziative necessarie perché la bozza stessa non sia adottata dal Governo chiedere al Ministro dell'Ambiente che il piano di bonifica e disinquinamento della Valle Bormida di cui all'art. 7 della legge n. 349/86 sia predisposto da un gruppo di tecnici sulla base di un documento di indirizzo preparato dai rappresentanti degli enti locali e delle Regioni interessate e dell'Associazione per la rinascita della Valle Bormida. Il piano deve comunque prevedere l'esame della compatibilità ambientale delle attività dello stabilimento ACNA di Cengio chiedere un incontro urgente con il Presidente del Consiglio e con i Ministri dell'Ambiente, della Sanità, dell'Industria e della Protezione Civile per ottenere la sospensione completa di ogni attività dello stabilimento fino alla data di approvazione del piano, di cui all'art. 7 della legge n. 349/86, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri creare entro il 31/12/1988 un gruppo di lavoro per la predisposizione del piano di sviluppo della Valle Bormida di cui facciano parte anche tecnici e professionisti indicati dagli enti locali interessati e dall'Associazione per la rinascita della Valle Bormida. L'elaborazione del piano di sviluppo, oltre a tener conto degli interventi di bonifica e disinquinamento che saranno avviati, deve prevedere il censimento e la valorizzazione delle risorse locali in tutti i settori, una valutazione di impatto ambientale per gli interventi indicati e la gestione del piano stesso a livello locale d e c i d e di partecipare con una propria delegazione al Convegno promosso dall'Associazione per la rinascita della Valle Bormida e dal Comitato nazionale per la chiusura dell'ACNA e la rinascita della Valle Bormida di sabato 26 novembre e alla manifestazione nazionale di domenica 27 novembre".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 7 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 30 Consiglieri).
Sull'ordine del giorno presentato dalla maggioranza ha chiesto la parola il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Viste le condizioni di difficoltà in cui ci troviamo, di fronte a ordini del giorno in assenza del presentatore, forse è opportuno - come mi è stato suggerito giustamente l'appello nominale in modo che risulti in maniera molto chiara il numero legale, la validità del voto e quindi la validità dell'espressione.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno presentato dalla maggioranza recita: "Il Consiglio regionale rilevato che a distanza di un anno dalla dichiarazione che definiva la Valle Bormida come zona ad elevato rischio ambientale, è stata presentata una proposta di piano sentita ed approvata la comunicazione dell'Assessore regionale all'ambiente valutata la proposta di piano per il disinquinamento della Valle Bormida e la relativa bozza di delibera di approvazione di cui all'art. 7 della legge 8/7/1986, n. 349 rilevata l'inadeguatezza di detto piano rispetto alla gravità della situazione della Valle Bormida sia per quanto riguarda gli interventi di bonifica e di disinquinamento, sia per il progetto del piano di sviluppo in quanto non affronta la principale fonte di inquinamento dovuto all'attività dell'ACNA rilevata altresì l'incertezza circa la copertura finanziaria occorrente considerato che gli estensori del piano non hanno tenuto in debito conto le indicazioni di programmazione generale e settoriale della Regione Piemonte richiamati gli ordini del giorno approvati dal Consiglio regionale in data 7/7/1988, 27/7/1988 e 15/9/1988 invita la Giunta regionale 1) a richiedere al Ministro dell'Ambiente un incontro urgente per concordare la revisione della proposta di piano, affinché recepisca le indicazioni regionali e dia compiuta risposta ai quesiti posti dal protocollo d'intesa Stato-Regione 2) a provvedere comunque alla predisposizione di tutti gli approfondimenti necessari di specifico interesse della Regione Piemonte connessi alla revisione e rideterminazione del piano di risanamento complessivo e di un piano di sviluppo socio-economico della Valle Bormida 3) ad inviare al Ministro dell'Ambiente il presente ordine del giorno con allegato il resoconto integrale del dibattito del Consiglio regionale del 25/11/1988 4) a sospendere l'intesa richiesta alla Regione Piemonte, sul piano stesso, come previsto nel protocollo d'intesa c h i e d e al Governo di sospendere, in via cautelativa, tutte le produzioni dell'ACNA al fine di valutare la compatibilità ambientale di ognuna di esse e di non autorizzare la riapertura fino a quando le cause di inquinamento non siano rimosse, favorendo in tal modo anche il superamento delle ragioni che hanno determinato le dimissioni dei Sindaci".
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 38 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'ordine del giorno è approvato.
Con questo si conclude la riunione di questa sera, riprenderà domani mattina alle ore 9,30.
Rivolgo un saluto e un augurio di buone cose agli amici della Valle Bormida, dicendo loro che la Regione ha sempre presenti i loro problemi.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19)



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