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Dettaglio seduta n.168 del 19/12/88 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Comunico che sono in congedo i Consiglieri Carazzoni e Fassio.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Incontro con una rappresentanza dei Comitati femminili dei territori palestinesi occupati


PRESIDENTE

Comunico che il Vicepresidente Dameri e il sottoscritto hanno ricevuto venerdì mattina una rappresentanza dei Comitati femminili dei territori palestinesi occupati e un rappresentante della sinistra israeliana, che condividono l'obiettivo fondamentale dell'autodeterminazione del popolo palestinese e la legittimità dello Stato di Israele.
A nome del Vicepresidente Dameri e di chi vi parla abbiamo formulato auspici di pace e garantito l'interessamento dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale presso i Governi, nazionale e regionale, per quanto riguarda le specifiche competenze negli sviluppi della cooperazione internazionale.


Argomento: Questioni internazionali

c) Aiuti ai terremotati dell'Armenia


PRESIDENTE

Comunico inoltre che sono in corso interessamenti della Presidenza del Consiglio e soprattutto della Giunta a favore delle popolazioni dell'Armenia colpite dal catastrofico sisma. Ne riferirà nella prossima seduta del Consiglio il Presidente della Giunta regionale.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 1035: "Surrogazione Consigliere deceduto (art. 16, legge 17/2/1968, n. 108)"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 1) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 1035.
Do lettura del verbale della Giunta delle Elezioni riunitasi precedentemente: "Il giorno 19 dicembre 1988, alle ore 15, si è riunita presso la Sala del Consiglio regionale - via Alfieri n. 15 - la Giunta delle Elezioni.
Presiede il Presidente Santoni, sono presenti i Consiglieri: Devecchi Pezzana, Vetrino, Maccari e Penasso.
Il Presidente riferisce che in relazione al decesso del Consigliere regionale Aldo Viglione occorre procedere, ai sensi dell'art. 16 della legge 17/2/1968, n. 108, alla surrogazione del Consigliere deceduto.
Ai sensi del citato articolo, il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che, nella stessa lista e circoscrizione, segue immediatamente l'ultimo eletto.
La stessa norma si osserva anche nel caso di sostituzione del Consigliere proclamato a seguito dell'attribuzione fatta dall'Ufficio centrale regionale.
Il Consigliere deceduto era stato eletto nella lista del PSI e nella circoscrizione di Cuneo.
Dal verbale dell'Ufficio circoscrizionale presso il Tribunale di Cuneo risulta che all'ultimo eletto del PSI nella circoscrizione di Cuneo segue immediatamente il signor Franco Ripa al quale deve essere attribuito il seggio vacante.
La Giunta delle Elezioni esprime pertanto l'avviso che il Consiglio prenda atto che al Consigliere Aldo Viglione, subentra, ai sensi dell'art. 16 della citata legge n. 108, il signor Franco Ripa, primo escluso nella lista del PSI nella circoscrizione di Cuneo.
La Giunta è altresì d'accordo che la predetta deliberazione relativa alla surrogazione del Consigliere Aldo Viglione con il signor Franco Ripa sia dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62".
Pongo ai voti la proposta che il Consiglio prenda atto che al Consigliere Aldo Viglione subentra, ai sensi dell'art. 16 della citata legge, il signor Franco Ripa.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La proposta è approvata all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.
Propongo che la deliberazione relativa alla surrogazione del Consigliere Aldo Viglione con il signor Franco Ripa venga dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62. La predetta proposta deve essere approvata a maggioranza assoluta dei componenti del Consiglio regionale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 50 favorevoli 50 Consiglieri.
Il Consiglio approva.
Per quanto attiene alla convalida dell'elezione del signor Franco Ripa ricordo che essa viene devoluta, ai sensi dell'art. 13 dello stralcio delle norme di Regolamento, alla Giunta delle Elezioni, la quale accerterà che non sussistano nei confronti del neo Consigliere cause di ineleggibilità ed incompatibilità. Ad esame compiuto la Giunta delle Elezioni riferirà al Consiglio regionale.
Invito il neo Consigliere ad entrare in aula.



(Il neo Consigliere Franco Ripa prende posto in aula)


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 1036: "Elezione del Presidente del Consiglio regionale (art. 14 dello Statuto e art. 4 del Regolamento consiliare)"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 2) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 1036 relativa all'elezione del Presidente del Consiglio regionale.
Ricordo che questa norma è regolata dall'art. 14 dello Statuto e dall'art. 4 del Regolamento consiliare.
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo. Ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente e colleghi, il mio intervento vuol portare alla conoscenza del Consiglio la proposta del Gruppo socialista per questo adempimento statutario. E' un adempimento che assume un valore nuovo, da un lato perché sostituiamo un compagno e amico che per anni ha condotto una battaglia politica di prim'ordine e che ci ha lasciati tragicamente. E' una perdita delle nostre radici, di un pezzo della nostra storia. Dall'altro lato è un adempimento statutario che cade in un aggravamento della crisi dell'istituto regionale. L'istituto regionale vive una fase di profonda drammatica crisi e questo adempimento cade in questo secondo elemento che dà una valenza nuova ed esclusiva a questa nomina.
E' sempre più marcato quel processo di centralismo statalistico che non giova agli interessi complessivi della società, che allontana il cittadino dalla cosa pubblica e che favorisce quell'attacco ormai perverso e strisciante da anni di potentati economici contro il ruolo del momento pubblico, nel tentativo di relegarlo ad una funzione marginale o ad una funzione di cassa dei grandi interessi privati.
C'è anche un processo di lenta e graduale delegittimazione per una insufficiente possibilità di risposte chiare, valide e rapide alla società civile. Questa difficoltà è emersa già un anno fa quando il 17 dicembre si è fatto il dibattito per rieleggere il compagno Viglione; già allora attorno all'ipotesi della riforma istituzionale da questo Consiglio si è levata alta, per quello che possiamo esprimere, per quello che il nostro grido può incidere, uscire e correre all'esterno, la voce sul recupero delle Regioni all'interno del dibattito della riforma istituzionale che era tenuto, non vorrei dire vergognosamente, ma certamente in modo molto inadeguato, fuori dal circuito di un dibattito reale.
Per questo adempimento il Gruppo socialista propone la candidatura del compagno Angiolino Rossa.
Credo che il compagno Rossa rappresenti le profonde radici della nostra terra tra la gente, che sono quelle che contano; è il lavoro della formichina che tiene i rapporti ogni giorno, faticosamente, per anni, dalle sue lotte nelle campagne dell'alessandrino, con un percorso politico fatto di tanti mattoni, messi uno per giorno in questa costruzione del suo percorso politico.
Credo che sia positivo oggi in una società viziata dall'immagine non luccicante di personaggi costruiti, spesso finti e vuoti, avere una figura che assume una carica così alta e così rappresentativa con i caratteri, con i tratti, con la storia e con la provenienza del compagno e dell'amico Rossa.
Credo che questo concorrerà a rompere quello schema tendenzialmente elitario della formazione dei gruppi dirigenti della cosa pubblica. Ed è un meccanismo che tende in modo perverso a segmentare la società in modo inaccettabile. Noi a questa società dobbiamo aprirci.
Rossa credo che sarà garante della dialettica politica del Consiglio darà continuità al lavoro tracciato e praticato da Viglione. Credo che avrà, per le sue caratteristiche, una propensione ad aprire ancora di più l'istituto regionale, il Consiglio regionale, al rapporto con la gente, con la società civile. Sarà una voce interprete e autentica di quel bisogno drammatico che oggi ha quella parte della società più debole marginalizzata dai processi economici.
Il compagno Rossa credo che potrà rappresentare questo momento con tutti i limiti che tutti noi portiamo, che hanno caratteri diversi; ognuno di noi è portatore di limiti. Nessuno può essere il genio perfetto che pu figurare bene magari nella copertina patinata di qualche rivista.
Il Gruppo socialista esprime questa candidatura nel quadro di una riaffermata continuità dell'alleanza del nostro Partito con la DC, il PSDI il PLI e il PRI; una continuità leale, una continuità impegnata.
Ma il Gruppo socialista vuol anche esaltare il ruolo centrale (lo ricordava sempre Viglione) del Consiglio, della sua capacità dialettica senza preclusioni preconcette, senza animosità di parte, ma con la capacità di riaffermare i diversi ruoli che non possono essere confusi, altrimenti vengono fuori pasticci inaccettabili e chiari rapporti tra Governo e Consiglio; ruoli che siano ben definiti e che possono essere il Consiglio non visto come contropotere (e credo che di questo il compagno Rossa ne abbia una visione molto chiara) con chicchessia, ad esempio, con il Governo, ma motore del processo legislativo capace di portare a sintesi gli interessi, anche quelli più piccoli e più deboli che non hanno grande voce per arrivare spesso a noi, e il rapporto con i Comuni di cui Rossa per la sua esperienza di amministratore ne è stato testimone. I Comuni sono in fondo la cellula della democrazia, che non può essere concepita come un fatto individuale; sono momenti di organizzazione della comunità che vengono rappresentati dai Comuni verso i quali noi dobbiamo avere una capacità di rapporto alta, anche se faticosa, anche se a volte ci ritarda la decisione. Deve essere una decisione fatta con il più alto concerto possibile con la nostra comunità.
Il Gruppo socialista è impegnato a concorrere ai grandi temi all'intervento sia legislativo che di iniziativa di governo sui grandi temi di questa società, divisa in due tronconi in modo inaccettabile, nel processo di sviluppo che deve essere equilibrato tra coloro che hanno lavoro e quelli che non hanno lavoro.
Infine il ruolo del pubblico così marginalizzato, così colpito, a volte reso così inadeguato per la nostra impotenza e anche per i nostri limiti.
E' la ricerca di convergenze al rilancio di questo momento pubblico e questo Consiglio può trovare una sede, può trovare un'occasione. Non è solo un problema di efficientismo, non è un problema di razionalità, di capacità, ma è un problema di non rassegnazione, è un problema di sensibilità politica, di coerenza anche dei nostri comportamenti con le nostre articolazioni nazionali. Non siamo un corpo separato, dobbiamo parlare anche a quelli che stanno più in alto.
E' l'impegno per rilanciare la Regione soprattutto in una dimensione europea. Si va verso questo fatidico 1992 e la dimensione regionale diventerà l'entità più adeguata a poter raccogliere le specificità economiche e sociali. Lo Stato non sarà più in grado di esprimere questo tipo di esigenza. Allora il compito che noi abbiamo non è per praticare un interesse di bottega, ma perché riteniamo che la dimensione regionale possa essere l'elemento costitutivo di una Europa che non guardi solo alla dimensione economica, ma anche alla dimensione politica e sociale nel determinare la sua unità. Occorre affrontare molti problemi per il rilancio dell'istituto regionale; forse occorre ricondurre a unitarietà il momento regionale proprio perché questa dimensione è ottimale nella sfera economica e nella sfera sociale, fuori da municipalismi e da localismi probabilmente mettendo mano o suggerendo di far mettere mano al sistema elettorale, che non garantisce l'uscita fuori da questi schemi municipalistici e localistici del fare politica.
Occorre certamente riordinare e semplificare il corpo legislativo regionale, evitando che queste operazioni possano in qualche modo perdere di vista linee di fondo, priorità sociali, mettendo così a repentaglio attraverso una ricerca puramente efficientistica, puramente decisionistica quelle che sono le scelte di fondo che questa comunità in modo democratico si viene a dare.
Sono convinto che il Consigliere Rossa saprà interpretare in modo adeguato le esigenze, i problemi attuali e la crisi in cui vive l'istituto regionale. Spero che trovi il massimo di convergenza possibile all'interno del Consiglio.
Non si commette un errore dando questo massimo di convergenza possibile.
Faccio gli auguri al compagno e amico Rossa, compagno per quattro anni di battaglie a volte fortunate, a volte sfortunate. Io credo che troverà nel Gruppo socialista un sostegno, che credo non gli mancherà anche dagli altri Gruppi, è il sostegno che si dà a colui che rappresenterà, se la nostra proposta verrà accettata, la massima carica dell'assemblea del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bosio.



BOSIO Marco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, a nome del Gruppo Comunista propongo la candidatura a Presidente del Consiglio del Consigliere Rinaldo Bontempi.
Lo facciamo partendo esattamente dall'importanza, dalla delicatezza e vorrei persino dire dalla complessità del momento che stiamo vivendo. E' sicuramente un momento importante dal punto di vista istituzionale quello della nomina del Presidente e dei garanti del Consiglio regionale, ma lo facciamo anche - e credo non sia ignoto a nessuno dei presenti come conseguenza di un'iniziativa che abbiamo assunto nei giorni mirata a vivacizzare il confronto tra le forze politiche e le forze consiliari.
Avanziamo la candidatura del compagno Bontempi con le stesse motivazioni e ragioni che abbiamo fatto presente in incontri e confronti con molti Gruppi politici proprio partendo dal fatto che riteniamo questo un passaggio delicato, difficile, quasi ultimativo dell'istituto regionale.
La profonda crisi delle Regioni e dell'istituto regionale ha molte motivazioni, sta in dati generali oggettivi, in processi di centralizzazione da parte dello Stato, è la conseguenza di nuovi e vasti processi che sono cresciuti in Italia e nei Paesi industrializzati; sta in uno spostamento di potere, di interessi, di economie, ovviamente anche di orizzonti politici. La crisi della Regione Piemonte è una crisi profonda di capacità alta di governo della maggioranza che fino ad oggi l'ha retta, è una crisi di adeguatezza, di elevatezza che misuriamo per intero in questa seduta.
Non siamo partiti nel tentativo di smuovere le acque o di confondere ruoli, ma di sottolineare una fase delicata, difficile, quasi ultimativa dell'istituto regionale, che ormai è avviato verso la conclusione della legislatura. Abbiamo tentato di richiamare l'esigenza forte di garantire attraverso il Presidente del Consiglio, la ricerca, l'individuazione, la definizione dei bisogni e delle radici fondamentali sulle quali poggiare la scelta di nomi di uomini o di donne che ci sono in questo Consiglio e non solo nel Gruppo comunista. Abbiamo tentato di rendere visibile l'altezza e il livello nel tentare di rispondere a questa fase, a questo momento.
Lo riproponiamo oggi, non per cocciutaggine, ma per ribadire che siamo molto distanti dalle parole e dai segni della maggioranza.
La Presidenza del Consiglio è un fatto molto importante sotto tutti gli aspetti e lo abbiamo colto attraverso la Presidenza del collega e compagno Viglione.
E' un fatto molto importate e non semplice. Noi non vogliamo mitizzare niente; ci sono stati momenti giusti e momenti sbagliati, comunque alti nella Presidenza del collega e compagno Viglione, che ci ha indicato che è un ruolo estremamente arduo se lo si vuole esercitare fino in fondo.
Abbiamo colto questa esigenza e gli elementi di questa urgenza e abbiamo ritenuto di dover ripresentare una proposta che secondo il nostro giudizio tende a coincidere con quei bisogni, quel ruolo e quelle urgenze. Una proposta che non era e non è esclusiva, non era e non è pregiudiziale, ma aveva ed ha il segno di uno sforzo che il Gruppo comunista ha voluto compiere nel tentativo di individuare il terreno giusto attorno al quale organizzare la ricerca e la proposta di una soluzione, di un nome, di una persona, di un collega.
Quando abbiamo avanzato questa proposta ai Gruppi, ci è venuto il loro consenso; lo riproponiamo proprio perché corrispondente ad una serie di consensi sui criteri, sui bisogni di questa Regione e sul richiamo che l'ipotesi del compagno Bontempi faceva agli altri Gruppi per tentare di forzare nella direzione giusta la risposta per la Presidenza del Consiglio.
Questo è il terreno sul quale possiamo mantenere un rapporto saldo con le altre forze politiche. Non vogliamo estraniarci.
Su questo terreno lo vogliamo mantenere, non su altri. Su altri lo rifiutiamo per primi, chiamateci pure isolati, ma vi dirò da che cosa siamo isolati, se isolati siamo. Siamo isolati da una contraddizione profonda tra gli animi e le coscienze degli stessi uomini e degli stessi Gruppi di maggioranza, quando devono astrattamente valutare i bisogni di questa Regione, i bisogni in termini di uomini, in termini di valore, da quando invece, devono ridiscendere alle più strette logiche non dico delle formiche, ma del termitaio, degli equilibri da non rompere, delle spartizioni da mantenere inalterate e anche degli incredibili e impressionanti sotterfugi.
Ho letto sabato mattina un trafiletto su "La Stampa" che rappresenta la preoccupazione, non politica, ma primaria, che dovremmo avere per uno scambio pesantissimo di accuse, in quel caso, mosse dall'on. Cardetti dentro un gioco di maggioranze, di minoranze, di componenti e di correnti per un posto nel Consiglio di amministrazione dell'Istituto Bancario San Paolo, che ha tirato in ballo Ministri e responsabili del settore. Non sappiamo se in un sottinteso piccolo equilibrio, che ha guidato la contraddizione di cui i Partiti della maggioranza sono oggi vittima, ci stiano anche quelle cose dette in un modo così insano. Quella è la sanzione. Tutti i riferimenti all'istituto regionale, tutti i riferimenti all'autonomia, alla riforma, all'autoriforma sono vani, strumentali, vorrei perfino dire un po' fasulli e giocati per prendere in giro, per dare al popolo un po' di polvere dorata.
La democrazia è un'altra cosa. Riconosco nel compagno Rossa - lo dico individualmente - una espressione democratica del popolo, non solo istituzionalmente perché è stato eletto, ma anche come figura.
Sono le ragioni che hanno portato a una ipotesi di questa natura, sono ragioni di maggioranza e le vogliamo cogliere, ma sono ragioni di cui l'intera maggioranza è responsabile, anzi, in primis, il Partito di maggioranza relativa. Così come è maturata la proposta, così come si configura, contraddice profondamente tutto quanto si è inteso, si intende e si intenderà dire attorno al ruolo, al peso, al bisogno di rilancio, di ricostruzione di una nuova dimensione, di una nuova facciata, di un nuovo ruolo della Regione.
Abbiamo detto che questa legislatura possiamo già considerarla giunta al suo naturale traguardo, in una situazione difficile in cui il giudizio comune è che le Regioni non solo non brillano, ma hanno crescenti difficoltà a pesare come espressione democratica. Le forze più responsabili e i Gruppi consiliari che siedono in questo Consiglio debbono lasciare in eredità alla nuova legislatura un segno, anche solo una indicazione minima della volontà di rilanciare, di cambiare strada, di tentare un disegno, un discorso istituzionale diverso. Non è prossima soltanto la scadenza della legislatura, ma ci attende molto prima un'altra scadenza più complessa, più ampia, quella delle elezioni europee tra circa sei mesi. E' importante che gli Stati, anzi, per quanto riguarda il nostro Paese direi in primo luogo le Regioni, in una nuova dimensione, a volte un po' mitica, ma certamente sostanziale, del mercato, dell'economia, tentino di ricostruire un ruolo una presenza più marcata di quanto non sia stato fatto finora. Dal punto di vista del governo politico e istituzionale e dal punto di vista del grande mercato, l'Europa è prima di tutto l'Europa delle grandi regioni, delle grandi aree, ma non lo è per noi perché il deperimento e il deprezzamento delle nostre regioni è quello che tutti conosciamo. Arriveremo tra sei mesi a quella scadenza che sarà il preludio effettivo di quell'altrettanto quasi mitico 1992, con una contraddizione ancora più profonda, quella dell'istituto regionale che tira a campare.
Al momento della individuazione della Presidenza del Consiglio avevamo posto il problema della ridefinizione, nel quadro della riforma dello Stato, del ruolo, delle funzioni e dei poteri della Regione e insieme a questo avevamo posto il punto essenziale e decisivo della capacità di autoriforma di questo Consiglio, dei suoi uomini e dei suoi Gruppi. In una seduta del Consiglio regionale si è discusso in termini di adeguatezza di questi compiti e impegni. Ma la risposta che viene, non nel punto politico più alto del governo, ma nel punto politico più alto della capacità o meno di questo Consiglio regionale, di questa Regione, di essere adeguata ai tempi e alle promesse che ha fatto, è venuta totalmente meno per le ragioni che dicevo.
E' un fatto grave. E' la rinuncia delle formule di maggioranza a vivacizzarsi (ma il pentapartito è un po' troppo dappertutto), è una rinuncia dei singoli uomini coinvolti (su questo livello siamo tutti uguali), è una rinuncia vera e propria a tentare uno sforzo più alto. Noi lo abbiamo fatto e pensiamo di averlo fatto non in via pregiudiziale. La proposta per la Presidenza del Consiglio regionale del Piemonte, che consideriamo adeguata ai tempi, alle difficoltà e ai bisogni, per il Gruppo comunista è la proposta del collega e compagno Rinaldo Bontempi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, con una lettera datata 5 dicembre 1988 rivolta a tutti i Consiglieri regionali avevo proposto sia un metodo di lavoro che una proposta di candidatura.
Il metodo di lavoro proposto è molto simile a quello richiamato dal collega Bosio nell'intervento precedente ed era uno sforzo disperato di portare la Presidenza del Consiglio all'interno della discussione di questa assemblea, come confronto tra le diverse componenti e i diversi Gruppi politici presenti in quest'aula. Sotto questo punto di vista l'affermazione del collega Tapparo, che ha parlato di ruolo del Consiglio, è in stridente contrasto con quanto invece è avvenuto in occasione di questa designazione.
Questa mattina, prendendo cappuccino con brioche al bar del Consiglio ho appreso che il nome più accreditato a questa sorta di roulette dei nomi che abbiamo letto e sentito sui giornali, alla televisione e al bar, era quello del collega Angiolino Rossa.
Ritengo che questo metodo, come rapporto tra i Gruppi e le forze politiche del Consiglio sia perlomeno stravagante. La proposta è stata discussa non dall'assemblea e neppure come proposta che si muoveva all'interno dei Gruppi consiliari. Si è invece sviluppata e intrecciata alle vicende della crisi al Comune di Torino; alcune delle proposte erano strettamente avvolte in questo meccanismo, e gran parte degli incontri non si è svolta presso le sedi dei Gruppi consiliari, ma presso le Segreterie di partito.
Per alcuni questo sarà ovvio, giusto, logico e razionale, ma certamente non è quel tipo di procedure e di soluzione che permette di introdurre nuovamente un ruolo forte del Consiglio, un ruolo forte di una Presidenza che è, alla fin fine, la Presidenza di questa assemblea.
Come dicevo nella mia lettera, è una Presidenza "nostra", la cui scelta spetta all'assemblea e non spetta ai Segretari provinciali, regionali o comunali dei Partiti decidere e determinare.
E' per questo che le procedure avviate e le risultanze che probabilmente ne verranno fuori sono estremamente di basso profilo. Tutto ciò senza entrare nel merito, perché tra l'altro la procedura di fatto impedisce di entrare nel merito delle candidature proposte. Il risultato è in ogni caso, di basso profilo e fa fare una brutta figura - mi si permetta di dirlo - alla nostra istituzione regionale.
La mia lettera si proponeva dei criteri e dei bisogni. I criteri erano: lavoriamo collettivamente a risolvere un problema che ci è stato lasciato in eredità, il problema di una Presidenza prestigiosa, capace di interpretare, sia pure con alcune divergenze rispetto alla mia forza politica, la nostra Regione, i suoi bisogni, la sua storia, le sue tradizioni e il suo desiderio di cambiamento che si sta delineando. Questo però voleva dire, anche in termini istituzionali, una Presidenza che era stata accettata e votata praticamente da tutto il Consiglio regionale.
Questa era la prima strada da seguire, una Presidenza di noi tutti, non una Presidenza che invece fin dall'inizio si è delineata come Presidenza da scegliere all'interno della maggioranza o addirittura da scegliere rigorosamente all'interno di un Partito.
La vera forza di tutti noi sarebbe stata invece la capacità di individuare le persone, ed io qui non voglio fare l'elenco, non voglio fare i nomi di chi è capace, di chi non è capace. E' chiaro però che la persona prescelta, che questa assemblea avrebbe potuto votare, sarebbe stata capace di interpretare questo ruolo solo se questa designazione - secondo il mio personale parere - fosse stata chiaramente concordata e determinata da tutti come scelta comune dell'assemblea.
Le forze politiche che hanno scelto una strada diversa si dovranno assumere per intero la responsabilità non solo della scelta di oggi, ma anche delle scelte a catena che questa stessa scelta implica.
La prima volta che ho avuto modo di esprimere valutazioni con il collega Reburdo, di Angiolino Rossa è stato con l'interrogazione sulla violazione della L.R. n. 32 da parte del collega Rossa con l'Assessore provinciale Andreoletti. Di lì, fino all'ultima vicenda del Piano di risanamento della Valle Bormida, ci sarebbe molto da dire. Soprattutto in Valle Bormida, una soluzione come questa suonerà profondamente segno di distacco ulteriore dell'istituzione regionale dai bisogni espressi da queste popolazioni del Piemonte, così colpite.
Fatte queste premesse, dichiaro di non vedere alcun motivo per rinunciare alla proposta di candidatura che nella mia lettera avevo avanzato e che oggi confermo: la candidatura dell'attuale Vicepresidente Luigi Petrini.
In quella lettera elencavo una serie di motivazioni a favore di questa scelta, che tra l'altro non sono appannaggio di questo solo personaggio del Consiglio regionale, lo sottolineo. E ripeto che si trattava soprattutto di una proposta di metodo di lavoro, che è stata purtroppo abbandonata. La proposta del candidato, non certo della mia forza politica (avevo ben poco da scegliere) è comunque all'interno della maggioranza, proposto da una forza politica di opposizione pareva un gesto significativo. Mi stupisce mi dispiace, mi rammarico profondamente non sia stata colta in primo luogo dal Partito di cui il Vicepresidente Petrini fa parte e ritengo che all'interno del metodo da me indicato, senza particolare presunzione sarebbe stata possibile anche la designazione di altri nomi, per esempio quello del collega Bontempi o altri ancora. Il tutto ci avrebbe permesso di intraprendere un'interessante strada che ci avrebbe permesso risultati migliori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, è di tutta evidenza che la candidatura odierna a Presidente del Consiglio regionale nella persona del Consigliere Rossa è più che mai condizionata dalla volontà della partitocrazia ed è ispirata, al di là della persona prescelta, ancora una volta dalla logica della lottizzazione. Lottizzazione questa volta che è stata dosata, discussa e infine attuata nell'interno del Partito socialista o meglio nell'interno delle correnti del Partito socialista, mentre gli altri quattro partner del pentapartito stavano a guardare.
E' una constatazione che non ha bisogno di essere dimostrata, non c'è bisogno di spendere molte parole per sorreggerla, è un dato di fatto ormai acquisito in quanto le fasi della lottizzazione interna del Partito socialista, ai fini di fare emergere il Presidente del Consiglio regionale ci è stata pressoché quotidianamente resa nota a puntate attraverso le agenzie di stampa e attraverso il quotidiano torinese. Fin qui la cronaca e i dati di fatto incontestabili.
Nell'ambito di queste fasi lottizzatrici si è persino tentato maldestramente, di agganciare la questione dell'elezione del Presidente del Consiglio alla ricucitura della crisi nel Comune di Torino. Siamo di fronte a un maldestro tentativo, sia pure non riuscito, di una lottizzazione inter-istituzionale. Forse fino a questo punto non si era mai arrivati.
Pirandello dal suo sepolcro credo ci potrebbe dire relativamente a questo metodo: "non è una cosa seria"; noi qui in quest'aula più modestamente e più realisticamente diciamo che da una siffatta operazione esce molto mortificata l'istituzione del Consiglio regionale o, come amava chiamarlo Aldo Viglione, del Parlamento piemontese, il cui vertice, anzich essere generato - come già osservava il collega Ala - da iniziative, da scelte, da valutazioni dei Gruppi consiliari, come vorrebbe lo spirito delle istituzioni, è nato nelle camere e nelle anticamere del Partito socialista, nel corso di una notte, cui non abbiamo certo assistito noi, ma sicuramente nel corso di una notte simile alla notte dei lunghi coltelli.
Colleghi Consiglieri, basterebbero le considerazioni da me fatte sinora ai fini di affermare che noi Consiglieri del MSI-DN non possiamo e non potremo mai sentirci rappresentati da una Presidenza socialista, non tanto per l'uomo politico Rossa quanto piuttosto perché una siffatta Presidenza per le ragioni dette, ha una ben determinata emanazione e dipendenza politica e ha un non recidibile cordone ombelicale con il Partito socialista italiano.
Forse nel segreto dell'urna non tutti i colleghi Consiglieri della maggioranza seguiranno gli ordini di scuderia dei rispettivi Capigruppo. In ogni caso, ma a prescindere da questa considerazione, noi chiediamo al successore di Aldo Viglione nella Presidenza di questo Consiglio, chiunque esso sia, chiunque abbia ad essere eletto, di compiere un atto di coraggio politico, di comportarsi cioè come si comportò il Presidente Cossiga subito dopo essere stato eletto Capo dello Stato, di dismettere, dopo la fumata bianca che lo porterà sul banco del Consiglio regionale, come fece Cossiga la tessera del proprio Partito, di sentirsi quindi in congedo e sganciato rispetto al proprio Partito di appartenenza sino al giugno 1990, sino alla fine della legislatura.
Solo in questa maniera potremo presumere e potrà oggettivamente presumersi che il neo Presidente saprà essere veramente al di sopra delle parti, il garante di tutti i Gruppi politici, il Presidente di tutti i Gruppi politici.
Compia il neo Presidente - qualunque esso sia - appena eletto il gesto di mettere nel cassetto di quello scanno la tessera del Partito. Sarà un gesto apprezzabile. Però penso che questa mia, e della collega Minervini sia solo una pia illusione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Staglianò. Ne ha facoltà.



(Il Consigliere Staglianò, in piedi, espone un cartello con su scritto: "Sono senza parole. C'è un limite a tutto!")



PRESIDENTE

Prendo atto che il Consigliere Staglianò non desidera prendere la parola e quindi do la parola al successivo oratore.
E' iscritto a parlare il Consigliere Santoni. Ne ha facoltà.



SANTONI Fernando

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Gruppo liberale accoglie la proposta del collega Tapparo e voterà per il collega Rossa quale Presidente di questo Consiglio regionale.
Conosciamo le doti umane del collega e sono convinto che impareremo in questo scorcio finale di legislatura a conoscere anche le doti di moderazione e di attenzione ai problemi di questa assemblea che certamente saprà esprimere come Presidente.
Si potrebbe dire che il collega Rossa non ha una lunga esperienza consiliare, e questo è vero, e credo che lui per primo se ne renda conto.
Ma questo aspetto, che di per sé potrebbe creargli qualche problema nella nuova carica, credo abbia un risvolto ampiamente positivo e compensativo nel fatto che siamo certi che questo gli consentirà di condurre il suo incarico, qualora sia eletto come noi concorreremo a fare, e di apportare una carica di sincero entusiasmo operativo che gli deriverà dalla umana schiettezza che lo caratterizza e, come già ricordato dal collega Tapparo dal suo diretto collegamento con la gente della sua città e della sua terra.
Ero incerto se usare un termine, e ho chiesto il permesso al collega prima di utilizzarlo; mi sembra che, se colto nel suo senso positivo, sia indicativo di una caratteristica importante e positiva. Mi veniva in mente che non sarà Rossa un Presidente paludato, sarà forse un Presidente ruspante e io credo che questo sia un aspetto importante e positivo.
Si è criticato da parte di colleghi dell'opposizione il modo con cui si è arrivati a questa designazione. Ricordo, pur essendo anche io giovane di questa istituzione, che è sempre stata prassi della Regione individuare nell'area dei Gruppi di maggioranza il Presidente del Consiglio, pur essendo questa carica istituzionale e non squisitamente politica. E' stato così nel periodo costituente, nel periodo delle maggioranze di centro sinistra, nel periodo delle maggioranze di sinistra ed è così ed è stato così anche in questa legislatura con le maggioranze di pentapartito, quindi credo che questo non debba suonare come elemento negativo o tanto meno di arroganza dei numeri della maggioranza.
Anche noi però avremmo preferito che questa designazione fosse il frutto di una più lunga e ampia consultazione tra tutti i Consiglieri, tra tutti i Gruppi presenti in questo Parlamento subalpino. Purtroppo i tempi tiranni che ci costringono alla fine dell'anno agli adempimenti statutari e di legge, e non solo quelli, ci hanno portato in un ambito temporale estremamente ridotto che ha limitato gli spazi delle possibili consultazioni che, ne sono certo, avrebbero dato lo stesso esito che hanno dato consultazioni più ristrette.
Credo che anche attraverso questo metodo più ridotto si sia giunti ad una positiva designazione, che nulla toglie alla apprezzabilità della candidatura avanzata dal Gruppo comunista nella persona del collega Bontempi, che tutti conosciamo.
Apprezziamo, quindi vogliamo sottolineare che il nostro voto per il Consigliere Rossa sarà positivo per lui, ma non ha alcun significato negativo per il concorrente e per il candidato che non voteremo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Esprimo a nome del Gruppo socialdemocratico l'adesione alla proposta socialista. Anche noi avremmo auspicato che le candidature nascessero in modo più strettamente istituzionale, ma non è stato possibile.
Facciamo parte della maggioranza, quindi ci sentiamo la responsabilità politica che ci porta ad aderire alla proposta del compagno Tapparo per la candidatura del Consigliere Rossa.
Voteremo quindi Rossa candidato alla Presidenza, lo sosterremo nell'ambito di questa maggioranza e, dal punto di vista umano, per la conoscenza che abbiamo di Angiolino Rossa. In questo anno operativo lo affiancheremo e sosterremo per quanto riguarda l'azione che la Regione dovrà intraprendere a proposito delle riforme istituzionali o autoriforme (come qualcuno le ha chiamate) per prepararci alla fatidica data del 1992.
La Regione Piemonte in particolare, per cause che già in altra occasione abbiamo analizzato, vive momenti di particolare debolezza, quindi riteniamo che debba essere compiuto uno sforzo il più ampio possibile perché la nuova Presidenza sia sostenuta in modo che consenta di svolgere con la massima autorevolezza un ruolo alla nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dardanello.



DARDANELLO Ferruccio

Sulla base di quanto proposto e dichiarato dai Gruppi della maggioranza, in merito all'indicazione del collega Consigliere Angelo Rossa ad assumere la Presidenza del Consiglio regionale del Piemonte, intendo dichiarare la mia condivisione della scelta effettuata dal PSI e fatta propria dalla maggioranza.
Sono certo che l'amico e collega Rossa darà tutta la sua disponibilità per far sì che questo Consiglio possa trovare nella sua persona il momento di coagulo e di crescita dell'intera società piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente e colleghi, la Presidenza del Consiglio della nostra Regione è stata retta, al di là di qualunque altra considerazione, in modo prestigioso in questi anni dal collega Viglione. Siamo di fronte ad una scelta importante che, in qualche modo, è condizionata da un quadro politico complessivo, un quadro politico che fisiologicamente pone certe procedure, certe opzioni. Noi crediamo che occorra prendere realisticamente atto di questa situazione e, nel momento in cui il Partito socialista a cui compete la designazione del proprio candidato alla Presidenza del Consiglio, accompagna questa candidatura con una dichiarazione politica di riaffermata fedeltà al pentapartito. E' una proposta politica che trova consenziente il Partito repubblicano.
C'è una riaffermazione di un quadro politico che esisteva prima e che unanimemente deve continuare in questi anni.
Abbiamo sentito con molto interesse l'intervento del collega Bosio per presentare il Capogruppo del PCI Bontempi. Le sue considerazioni sono molte volte condivisibili sul ruolo della maggioranza e della democrazia.
Certamente, non dev'essere tutto riportato all'interno di logiche partitiche - questo non ci troverebbe consenzienti - ma all'interno di logiche di maggioranza. Noi crediamo che possa essere un fatto fisiologico e non un'espressione deteriore e patologica del sistema nel quale viviamo.
L'elezione del Presidente del Consiglio regionale, di un parlamento quale appunto è questo, è un momento che dovrebbe trovare un'intesa più ampia nelle maggioranze, avrebbe dovuto tener conto e ricercare i motivi di rappresentanza di tutte le componenti di espressione di questa assemblea.
Prendiamo atto che il PSI ha ritenuto di esprimere questa candidatura non saremo certamente noi a porre delle pregiudiziali sui nomi che altri Partiti fanno di loro esponenti, non saremo certamente noi ad accettare pregiudiziali sui nostri nomi e non porremo pregiudiziali su altri nomi.
Ciò non toglie che abbiamo apprezzato fortemente il metodo seguito dal PCI. La proposta di Bontempi era indubbiamente prestigiosa per questo Consiglio regionale e sul piano personale della persona pienamente condivisibile. Ma è improponibile se non inserita in un quadro politico nuovo, diverso, che oggi non esiste e che non è mai esistito in questa assemblea da quando essa esiste. La Presidenza del Consiglio regionale è sempre stata espressione di una maggioranza e ancora questa volta credo debba essere espressione di una maggioranza. Si pone il problema per tutti in futuro di ricercare Presidenze del Consiglio che possano essere espressione non più di una maggioranza, ma dell'intera assemblea.
Sulla proposta fatta dal collega Tapparo, credo che il Consigliere Rossa meriti fiducia anche per le cose che ha detto il collega Bosio parlando della persona. Il collega Rossa è espressione di uno spazio della società e di una parte del Piemonte, forse di quella parte che è più lontana a me, ma non per questo non è parimenti importante e degna di avere un'espressione in quest'aula. Noi chiediamo al collega Rossa nel momento in cui andrà ad assumere questo ruolo, e lo assumerà anche con il voto del Partito repubblicano, di saper essere espressione dell'intera società piemontese, dell'intera cultura espressa da questa Regione.
Sulle doti umane del collega Rossa credo non vi siano dubbi. E' un'espressione fortemente popolare. Il collega Santoni ha usato la parola ruspante. Non deve essere letto come disprezzo o in modo riduttivo. E' un fatto molto positivo, genuino. La genuinità di Rossa abbiamo modo di apprezzarla tutti in quest'aula. Gli chiediamo in questo anno e mezzo periodo molto importante per questa Regione, di saper affrontare le questioni che sono sul tavolo con grande rigore e con grande autorevolezza.
Rossa, che tante volte ha parlato dell'importanza e del ruolo della Regione, deve sapere interpretare in quella sua posizione di grande prestigio il ruolo della Regione in genere e della Regione Piemonte in particolare in un momento in cui si parla tanto di riforme istituzionali in un momento in cui il Consiglio regionale ha dato avvio ad un processo di autoriforma. Crediamo che il suo entusiasmo, che abbiamo avuto modo di apprezzare in questi anni, debba essere speso ancora una volta per affrontare i problemi dell'autoriforma del Consiglio regionale alla quale autoriforma il Partito repubblicano insieme a Rossa cercherà di dare un concreto contributo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il collega Pezzana. Ne ha facoltà.



PEZZANA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, circa due settimane fa il collega Bontempi mi aveva invitato, come credo abbia fatto nei confronti di altri Consiglieri o Capigruppo, a discutere sul problema che il Consiglio regionale si è trovato ad affrontare dolorosamente dopo la scomparsa del suo Presidente. Avevo accettato l'invito perché mi sembrava, e mi sembra tuttora, molto saggio e molto significativo il fatto di poter chiarire le posizioni dei diversi Gruppi politici per poter formulare delle proposte nuove che uscissero dai binari partitici della tradizione, non solo, direi partitocratrici. Avevo accettato il suo invito che era fissato per lunedì scorso. Poi il venerdì precedente quell'appuntamento ho letto su "La Stampa" una nota dove il Capogruppo Rinaldo Bontempi veniva designato dal suo Partito quale candidato alla Presidenza del Consiglio. Non sto a ripetere che tutte le persone che siedono in quest'aula hanno pari diritto e dignità a ricoprire questa carica, peraltro molto importante perch essendo eletti come si suol dire dal popolo, i diritti sono identici per tutti. Quello che mi ha stupito però è stato il metodo. Mi chiedo come si possono iniziare le consultazioni con i rappresentanti di altri Partiti quando il proprio ha già deciso di candidare il suo Capogruppo. Allora ho declinato l'invito e gli ho mandato una lettera, peraltro molto cortese perché così doveva essere, dicendo: "Non vedo quale necessità ci sia di incontrarci per parlare di una decisione che è già stata presa dal tuo Gruppo politico".
Ho raccontato questa brevissima storia, forse anche di poco interesse perché, quando si fanno interventi come quelli che sentiamo oggi in quest'aula, al di là della fase ritualistica del dire che bisogna cambiare e al di là della necessità delle riforme istituzionali, si corre il rischio di parlare di argomenti che servono quando non si ha in realtà il coraggio di dire quello che si pensa; il coraggio, per esempio, di dire che il candidato proposto dalla maggioranza, Angiolino Rossa, non ci va bene per questo e quest'altro. E credo che i motivi per dire e spiegare perché uno vuole votare un certo candidato piuttosto che un altro ce ne siano e siano tutti pienamente legittimi.
Potrei dire che potrei non votare Angiolino Rossa per la sua posizione sulla caccia, per la sua posizione sulla Valle Bormida e per tanti altri motivi, come potrei elencarne altrettanti ugualmente validi di fronte ad altri candidati di altri Partiti. Il collega Ferrara ha parlato di grandi riforme, di cambiamenti, tanto che pensavo che alla fine avrebbe detto di votare il candidato proposto dal Partito comunista perché, con le lodi espresse verso la posizione comunista e con le riserve miste con gli auguri fatti al Capogruppo socialista, mi sembrava coerente alla fine questa scelta.
Invece non è così perché non è ancora il momento. Ci auguriamo che, in un futuro non lontano, certe affermazioni peraltro condivisibili fatte dal collega Bontempi possano portare un cambiamento di quelle che sono le regole che vedono sempre il Presidente del Consiglio appartenere alla maggioranza.
Qual è la mia divisione di fondo, e non da oggi, che sottolineo e segnalo nelle posizioni che ha la quasi totalità dell'opposizione in questo Consiglio? E' che queste riforme vengono in mente quando si è nei banchi dell'opposizione. Il PCI ha retto per dieci anni questa Regione, ma non mi risulta che abbia mai proposto di attribuire la Presidenza del Consiglio regionale ad un Gruppo politico che non facesse parte della maggioranza.
Anche io, come il collega Santoni, ho esperienza in questa Regione di questa sola legislatura, però credo anche nei valori dell'ingenuità rispetto al cinismo. Mi chiedo se la DC nel 1978 avesse rifiutato (forse lo ha fatto solo il candidato Bianchi che peraltro non conosco) in blocco la responsabilità della Presidenza di questo Consiglio regionale, magari si potrebbero dare delle valutazioni politiche sul senso di responsabilità di un Gruppo all'opposizione, come era in allora la DC, rispetto alla reale conduzione del Consiglio regionale. Su questo argomento lascio eventualmente la parola a chi mi seguirà. Penso che la DC non si sia ancora espressa per raccontare come andò veramente. Mi risulta che anche in questa tornata di ricerca del Presidente del Consiglio questa proposta sia stata fatta a singole persone e che alcune di queste persone abbiano declinato l'invito. Mi sembra che la proposta del PCI sia più importante, più pesante che non quella di chiedere a una persona, a un nome di candidarsi o di proporsi. Si dovrebbe instaurare un metodo diverso, come peraltro vige in tantissimi altri Paesi e, malgrado il sistema bicamerale, vige anche nel nostro Parlamento in quanto la Presidenza del Senato appartiene ad un gruppo di opposizione.
La proposta è sostanzialmente condivisibile, peccato che non sia così fortemente credibile in quanto non è mai stata realizzata, o comunque, se è stata fatta, è stata fatta con debolezza; altrimenti l'avremmo vista realizzata in quei dieci anni di amministrazione di sinistra, che non sono poi così lontani, di gestione diversa della Regione Piemonte.
Non ho capito l'intervento del collega Majorino quando chiede ad Angiolino Rossa di restituire la tessera al PSI. Non fu chiesto nemmeno al Presidente Viglione, anche perché credo che la Presidenza del Consiglio vada giudicata, atto per atto, e che non si debbano dare dei giudizi o dei voti prima che queste persone dimostrino come sanno condurre, come sanno difendere i diritti di ognuno, maggioranza e opposizione, in Consiglio.
Non mi risulta che il Presidente Viglione avesse dovuto restituire la tessera al PSI, gesto peraltro totalmente simbolico perché poi si pu benissimo essere un Presidente neutrale e rispettoso anche avendo una tessera in tasca.
Non capisco come oggi maturino tante considerazioni che forse potevano maturare prima. Questo non vuol dire che io sposi la candidatura Rossa perché su molte questioni, soprattutto su quella ambientale, non ho le posizioni che ha il collega Rossa o viceversa.
Mi sembra però un po' rituale questa discussione dove ritorna la passione verso le riforme istituzionali che tutti si augurano e che tutti vorrebbero; in realtà poi vengono sempre rimandate, infatti non mi risulta che la Regione Piemonte abbia mai proposto riforme istituzionali se non interventi di carattere teorico.
C'è poi il problema del voto. Di fronte a questo non voglio assolutamente lasciare nel vago la mia posizione. Sono molto in dubbio - e lo dico con tutta tranquillità ad Angiolino Rossa; egli sa che quando penso delle cose diverse da quelle che pensa lui glielo dico quindi mi sento stretto negli abiti di chi è sempre schierato contro l'altra parte. Valuto le azioni, valuto le cose che sento e poi decido in totale libertà.
Sono in questa impasse. In questo momento non so come comportarmi nei confronti di una elezione come quella proposta dalla maggioranza. La persona conta. Non diciamo che sono tutti bravi, credendoci al 100%. Ci sono persone che hanno capacità di gestire un'assemblea molto più di altre.
Non per questo le altre debbono sentirsi meno dotate. Gestire un'assemblea richiede polso. In questo può aver avuto ragione il Consigliere Ala quando ha proposto il collega Petrini che sicuramente, almeno quando lo abbiamo visto gestire le riunioni dei Capigruppo, ha dimostrato di avere capacità di fare le cose in fretta senza perdere tempo. Questa sicuramente è una grande dote, però tutti questi ragionamenti secondo me non sono sufficienti per dire sì o per dire no. Credo che chi dice sì, lo fa per obbedire alle regole, e qui sfido chiunque a dire che sono regole applicate solo dalle maggioranze di pentapartito in Regione, in Provincia e in Comune, perch sono le regole che vengono seguite ugualmente da tutta la partitocrazia italiana in qualunque Regione, in qualunque Consiglio regionale provinciale o comunale. Non esiste un'opposizione neutra a questo gioco.
Quindi, le immagini pulite, i vestiti netti e lindi credo non si attanaglino a nessuno di coloro che appartengono a Partiti che si comportano esattamente come quelli che oggi rimproverano.
E' una posizione difficile la mia. Non amo molto astenermi perch l'astensione significa, in fondo, rinunciare a prendere una posizione. Per credo che sarà inevitabile questa volta un mio voto in bianco perch preferisco giudicare Angiolino Rossa da come farà il Presidente e non voglio votargli contro perché non lo ritengo giusto. Mi sembra un pregiudizio nei confronti di una scelta fatta verso una persona che non ha bisogno di giustificazioni.
Mi piacerebbe sapere dal collega Ferrara qual è la parte che Angiolino Rossa rappresenta che non è la sua.



VETRINO Bianca, Vicepresidente della Giunta regionale

E' la parte territoriale.



PEZZANA Angelo

Ma non l'ha detto "territoriale", era un po' ambigua questa affermazione.



FERRARA Franco

Di casta.



PEZZANA Angelo

Non ci sono le caste. Cacciatori sì, ma quello della caccia non credo sia un problema che tocchi il collega Ferrara. Ho notato un'espressione che non mi è piaciuta, diciamo solo così.
Rossa rappresenta il popolo piemontese che lo ha eletto esattamente come tutti noi. Quindi preferisco esprimergli la mia soddisfazione per quello che farà e come dirigerà questo Consiglio, la mia insoddisfazione quindi la mia protesta, quando lo vedrò seduto al posto di Aldo Viglione.
Mi asterrò nel momento in cui voterò per la sua candidatura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Signor Presidente e colleghi, annuncio subito il voto favorevole del Gruppo DC alla proposta del Consigliere Tapparo per il collega Angiolino Rossa.
Siamo tra quelli che, subito dopo la scomparsa del Presidente Viglione hanno chiesto, e lo abbiamo fatto nella riunione dei Capigruppo, che l'elezione del nuovo Presidente del Consiglio avvenisse il più rapidamente possibile perché riteniamo che la Regione non possa rimanere troppo tempo senza guida. Quindi abbiamo invitato tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione a lavorare insieme per individuare la persona alla quale affidare la guida del Consiglio regionale.
Diamo intanto un primo giudizio positivo in ordine ai tempi che si sono determinati e mi auguro che oggi si possa arrivare ad una soluzione tale che ci consenta di far riprendere all'istituzione regionale la sua vita normale e consenta al Consiglio regionale di poter affrontare i problemi che abbiamo sul tappeto, che sono molti, alcuni dei quali debbono essere affrontati e risolti entro la fine dell'anno.
Credo che a questa soluzione concorrano tutte le forze politiche del Consiglio regionale, quelle di maggioranza e quelle di opposizione, quelle che voteranno il candidato proposto dal Gruppo socialista e quelli che non lo voteranno, tutti convinti che comunque la soluzione doveva e deve essere ricercata all'interno di quest'aula; dirò poi perché la soluzione non crea scandalo.
Non mi pare, colleghi, che si tratti di una roulette. Dopo la scomparsa del Presidente Viglione, in questi giorni ci sono state occasioni di incontri e di confronti sulle ipotesi che potevano emergere per dare soluzione a questo problema.
Il gruppo DC ha avuto l'occasione e l'opportunità di incontrare i Gruppi di maggioranza, ha incontrato anche alcuni Gruppi di opposizione segnatamente il Gruppo comunista, e con tutte le forze politiche con le quali ci siamo incontrati abbiamo approfondito la questione che è questione istituzionale di grande rilievo, ma che è anche questione politica. Abbiamo cercato di capire come potevano nascere delle proposte, delle candidature abbiamo cercato anche di capire come queste candidature si collocano all'interno dell'istituzione e all'interno del quadro politico. Non a caso la settimana scorsa abbiamo reso ai giornali una dichiarazione con la quale indicavamo, dal nostro punto di vista, una soluzione e chiedevamo alle forze politiche una soluzione corretta dal punto di vista istituzionale e coerente con il quadro politico regionale. Su questa strada, che ci sembra ineccepibile, tutte le forze politiche si possono collocare, tutte le forze politiche possono naturalmente portare le loro valutazioni.
Cari colleghi, in quest'aula non ci sono dei voti che pesano di più e dei voti che pesano di meno. Noi, Consiglieri regionali, rappresentiamo gli elettori piemontesi o quanto meno abbiamo l'ambizione di rappresentare gli elettori della nostra Regione; tutti abbiamo uguale peso e uguale dignità.
Vengono poi il modo con il quale svolgiamo all'interno di quest'aula il nostro lavoro, le collocazioni politiche e le coerenze. Vige però il principio secondo cui tutti i colleghi hanno pari dignità nel poter aspirare a un impegno istituzionale. E' un fatto di democrazia e anche di rappresentatività istituzionale.
Con questa considerazione che a noi pare importante, abbiamo cercato di capire come si collocano le varie proposte. Nella proposta del Gruppo comunista, che ha indicato il Capogruppo Bontempi a questa carica, abbiamo individuato una scelta importante e prestigiosa alla quale abbiamo dato l'importanza che merita, ma non abbiamo potuto sottrarci nel confronto avuto con il Gruppo comunista e lo vogliamo fare anche qui in aula. Non abbiamo detto delle cose segrete né riservate, abbiamo detto al Gruppo comunista che valutiamo questa candidatura una candidatura di prestigio, ma la storia di questa Regione ha alle spalle un elemento che la caratterizza dal punto di vista istituzionale, che il Presidente del Consiglio è sempre stato espressione della maggioranza.
Abbiamo però anche detto che in futuro potrebbero determinarsi strade nuove e interessanti dal punto di vista istituzionale e politico, ma questo non può avvenire a fine legislatura e non può neanche avvenire nella fase nella quale ci stiamo collocando, ovvero la stagione del confronto sulle riforme istituzionali, sulle autoriforme, stagione che ha bisogno di alcuni paletti.
In questa Regione, dal 1970, il Presidente del Consiglio è sempre stato espresso dalla maggioranza. Quando, nel 1978, venne proposta all'allora Capogruppo DC, avv. Bianchi, la Presidenza del Consiglio, fu una proposta non istituzionale e ufficiale, ma fu una proposta fatta nei corridoi e in colloqui interpersonali.



BONTEMPI Rinaldo

Confermo che non si trattò di una proposta ufficiale, infatti fu avanzata nel corso di un convegno organizzato dal nostro Partito.



CARLETTO Mario

I convegni sui temi inerenti la Regione sono sempre importanti, per quella proposta non fu fatta nella sede istituzionale propria. Mentre invece debbo ricordare che nel 1980, e ancora con maggior forza nel 1983 all'indomani delle vicende a tutti note, la Democrazia Cristiana, Partito di maggioranza relativa, chiese alle forze politiche che allora governavano la Regione, ma lo chiese a tutto il Consiglio regionale, la disponibilità a votare un suo uomo alla guida del Consiglio regionale. Ricordo (tra l'altro io sono entrato nel Consiglio regionale nel 1980, quindi posso dirlo anche per testimonianza personale) che, sia nel 1980 sia nel 1983 nonostante quella nostra richiesta (particolarmente nel 1983) avesse delle caratteristiche istituzionali particolari per le difficoltà che la Regione stava vivendo in quei mesi, ci fu risposto che il Presidente del Consiglio sarebbe stato espresso dalla maggioranza che allora guidava il governo regionale. Questo l'ho voluto ricordare intanto per fare una breve cronistoria di quello che abbiamo alle spalle che può essere anche modificato, nulla è immutabile in questa società, anzi anche nelle istituzioni si invoca spesso una capacità di adeguarsi a ciò che di nuovo c'è nella società.
Noi siamo d'accordo su questa ipotesi, non siamo d'accordo invece sul movimentismo troppo spinto. La nostra Regione non ha un regime bicamerale quindi ci sono delle grosse difficoltà rispetto al quadro nazionale; non escludiamo però che in futuro ci possano essere dei ragionamenti tra le forze politiche nella Regione per arrivare ad ipotesi e soluzioni diverse.
Ci pare che questo non sia proponibile in questa fase, non lo è per la storia recente che ha visto atteggiamenti non disponibili nei confronti del nostro Partito che, nel momento in cui era all'opposizione, era anche Partito di maggioranza relativa, cosa che non può essere sottaciuta.
Accettiamo dunque volentieri la proposta del Gruppo socialista e voteremo il Consigliere Rossa.
Il Gruppo socialista ha indicato alla Presidenza del Consiglio il suo Capogruppo e ciò ha un indubbio significato dal punto di vista politico istituzionale. Alcuni Presidenti di Gruppo regionali in questi ultimi anni sono stati chiamati a ruoli di grande responsabilità nel governo regionale: penso ai Capigruppo Brizio e a Marchini. Il fatto che un altro Capogruppo quello del Partito socialista Rossa, venga chiamato alla Presidenza del Consiglio regionale mi pare confermi e sottolinei quanto diceva il collega Tapparo, che saluto come nuovo Capogruppo del PSI (al quale faccio i miei più affettuosi auguri sperando di poter collaborare con lui con incisività ed efficacia come ho collaborato in questo breve periodo con il Capogruppo Rossa). La scelta di Rossa quale Presidente del Consiglio conferma il quadro di stabilità politica che dal 1985 registriamo in questa Regione e riafferma la continuità dell'alleanza di pentapartito.
Sono convinto che il Capogruppo Rossa guidando questo Consiglio saprà mantenere alto il livello del confronto politico, saprà far crescere in questo Consiglio le condizioni per un dibattito politico sulle questioni aperte, saprà, soprattutto nella stagione delle autoriforme che mi auguro si apra nei prossimi mesi, garantire all'interno di quest'aula il livello di dibattito e di confronto che ha saputo garantire il compianto Presidente Viglione.
Vogliamo fare gli auguri all'amico e collega Rossa, Consigliere regionale che rappresenta la gente, la sua gente; ha rappresentato forse finora la gente dell'Alessandrino, ma ora dovrà abituarsi a rappresentare la gente di tutto il Piemonte. E' un esercizio certamente non facile, ma in un anno e mezzo, di qui alla fine della legislatura, potrà dimostrare di saperlo fare.
Riteniamo che ci siano le condizioni perché il collega Rossa possa svolgere bene il suo lavoro e noi, per quello che sapremo fare, lo aiuteremo, come lo aiuteranno i Vicepresidenti; lo aiuterà il Vicepresidente Petrini, che con affetto voglio salutare e ringraziare per il lavoro che ha svolto in questo delicato periodo in punta di piedi, con quel senso profondo delle istituzioni che lo caratterizza da sempre, non solo e non tanto perché è in quest'aula dal 1970, ma perché le istituzioni sono dentro di lui. Lo ringrazio di cuore perché ha saputo condurre il periodo del passaggio tra il Presidente Viglione e il nuovo Presidente.
Vorrei anche dire al Vicepresidente Petrini che le proposte emerse da qualche Gruppo politico sulla sua persona ci lusingano come Gruppo, ci lusingano tanto più perché sappiamo che vi è un quadro politico consolidato in questa Regione e che noi siamo tenuti a rispettare come altre forze politiche oggi all'opposizione nel passato hanno rispettato anche su indicazione di altri Partiti. Non possiamo non sottolineare che ci ha fatto piacere questa indicazione che qualche Gruppo ha voluto fare sulla sua persona, ne siamo fieri. Non sono proposte strumentali, anche se qualcuno potrebbe leggerle in questo modo.
Ringraziamo il Vicepresidente Petrini per non essersi lasciato lusingare troppo e a lui rinnoviamo la fiducia di tutto il Gruppo DC.
Voteremo il Capogruppo PSI, Rossa. Gli auguriamo buon lavoro, sappiamo che sarà un lavoro non facile, ma anche se Rossa è in Consiglio regionale da non molto tempo, saprà far valere l'esperienza che ha maturato come Presidente della Provincia di Alessandria, che sicuramente lo aiuterà, così come lo aiuterà l'esperienza come Capogruppo in quest'aula. Sappiamo che potrà fare bene e noi lo aiuteremo affinché ciò si realizzi.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo procedere all'elezione del Presidente del Consiglio regionale.
Ricordo che la votazione deve avvenire a scrutinio segreto e che risulterà eletto Presidente il Consigliere che riporterà la maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio.
Si distribuiscano le schede per l'elezione del Presidente del Consiglio regionale.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 58 votanti 58 hanno riportato voti: ROSSA Angelo n. 31 BONTEMPI Rinaldo n. 19 PETRINI Luigi n. 4 schede bianche n. 4.
Proclamo eletto Presidente del Consiglio regionale del Piemonte il Consigliere Angelo Rossa.
Lo invito pertanto a prendere posto alla Presidenza dandogli il benvenuto dell'Ufficio di Presidenza e dell'intera assemblea.



(Il neo Presidente del Consiglio regionale Angelo Rossa prende posto al banco della Presidenza)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROSSA


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Saluto del neo Presidente del Consiglio regionale del Piemonte Angelo Rossa


PRESIDENTE

Signor Presidente della Giunta, Assessori, Vicepresidenti del Consiglio Dameri e Petrini, colleghi dell'Ufficio di Presidenza, Consiglieri, è con molta emozione che prendo la parola per rivolgere a voi e a tutti i presenti in tribuna il mio saluto e il caloroso ringraziamento ai Gruppi politici e ai colleghi che con il loro voto mi hanno conferito l'alto onore di presiedere il Consiglio regionale del Piemonte. Esprimo il mio rispetto per il collega Bontempi e il mio saluto al collega Petrini.
Come ricordava spesso il compianto Presidente Viglione, si tratta di assolvere uno dei compiti più importanti e difficili qual è quello di offrire un indirizzo, una guida, un orientamento al percorso della comunità piemontese tenendo fede all'insegnamento che ci viene dalla storia e dalle alte tradizioni rappresentate dal Parlamento subalpino e di cui la nostra assemblea regionale è l'erede diretta.
Un compito che è stato assolto in modo straordinario dal mio predecessore, dalla cui opera mi è giunta forte ed incisiva la spinta ad accettare questa indicazione che all'unanimità il direttivo regionale socialista ha voluto sostenere designandomi quale candidato; una spinta morale a raccogliere tutto intero il grande insegnamento ideale e democratico che ci ha lasciato Aldo Viglione.
Ci sono dei momenti nella vita di ciascuno di noi in cui ci si trova di fronte ad eventi non previsti e con i quali misurare le nostre prospettive e le nostre disponibilità, momenti che richiedono risposte immediate come le richiede la politica, senza il tempo del necessario approfondimento per dare risposte più meditate e approfondite.
Ebbene, di fronte alla alternativa che mi è stata posta, la mia risposta è stata di piena disponibilità nella convinzione profonda di poter rendere un servizio alla comunità piemontese dedicandomi con tutte le mie energie all'opera che mi attende e a questo alto incarico, da cui rivolgo il saluto grato mio e di questa assemblea a tutta la comunità piemontese.
Sappiamo tutti quanto lavoro rimane da fare, e il dibattito lo ha messo in evidenza, per rilanciare in modo più incisivo il ruolo e l'immagine dell'istituto regionale.
Nel rispetto delle funzioni del governo regionale da una parte e dell'assemblea legislativa dall'altra, mi sembra doveroso rivendicare o sottolineare la centralità del Consiglio regionale ed il suo impegno ad affrontare ed impostare la complessa tematica delle autoriforme da realizzare in Piemonte e del contributo di quest'ultimo al più ampio dibattito nazionale sulle riforme istituzionali cui il nostro Consiglio ha già partecipato elaborando, nel marzo scorso, una sua posizione espressa nei suoi assunti anche al Presidente della Repubblica in occasione della sua visita qui in Piemonte.
Tale posizione dovrà essere la base su cui riprendere subito il lavoro.
Questo deve far parte di un primo, immediato impegno di questa Presidenza.
Nello spirito democratico e unitario a cui si è sempre ispirato il nostro Consiglio, legato appunto alle più nobili tradizioni di libertà che ci vengono dal Risorgimento e dalla Resistenza, credo di dover affermare che intendo proseguire l'impegno profuso e dimostrato dai miei predecessori avvalendomi della collaborazione di tutti i colleghi, in primo luogo dei colleghi dell'Ufficio di Presidenza, Dameri, Petrini, Gallarini, Fracchia e Guasso. Li ringrazio per il lavoro che hanno svolto. In modo particolare voglio sottolineare l'apprezzamento al collega Luigi Petrini che, come tutti hanno riconosciuto, è uomo che gode di tutta la nostra stima.
Ringrazio i Presidenti dei Gruppi, il governo regionale, i Presidenti delle Commissioni, il personale dipendente del Consiglio regionale e dell'esecutivo. Da tutti sono certo che riceverò il contributo e la disponibilità che hanno sempre dato e per questo desidero anticipatamente ringraziarli.
Anche se l'elezione di questa Presidenza non ha raccolto il più ampio consenso (si parte sempre da grandi consensi, poi si arriva addirittura a non registrare nemmeno i consensi che in linea di massima la struttura portante potrebbe esprimere, ma questo non ha molta importanza), sono convinto che quando qualcuno viene chiamato a rappresentare i vertici di questa istituzione, da quel momento egli diventa il Presidente di tutti, ha il dovere di garantire tutti e di comportarsi di conseguenza. E' quello che intendo fare volendo rivestire in maniera equanime, senza preclusione alcuna, il ruolo istituzionale che mi è stato affidato.
Intendo dichiarare la mia più ampia disponibilità a collaborare con tutte le forze del Consiglio e con il governo regionale, ad ascoltare le attese della gente del Piemonte e a favorire per quanto mi compete la soluzione dei problemi in cui sono impegnate le nostre comunità locali.
Inoltre sottolineo la mia più ampia disponibilità a concorrere con le forze vive e avanzate della società piemontese, fatta di donne e di uomini così ricca di tante energie intellettuali, morali e materiali per fare sempre più grande il Piemonte ed il nostro Paese.
Colleghi, prima di concludere questo intervento ritengo doveroso iniziare questa mia Presidenza con un atto di omaggio a colui che è stato un grande Presidente recandomi domani mattina alla sua tomba per esprimergli un ulteriore segno di quell'onore che egli ha meritato.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 1037: "Elezione di un Consigliere Segretario dell'Ufficio di Presidenza (art. 14 dello Statuto e art. 4 del Regolamento consiliare)"


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, esaminiamo ora il punto 3) all'o.d.g. relativo all'elezione di un Consigliere Segretario dell'Ufficio di Presidenza.
Ricordo che il Consigliere Sergio Marchini aveva rassegnato, in data 18 novembre 1988, le dimissioni dall'incarico di Consigliere Segretario.
E' pervenuta una proposta da parte del Gruppo liberale che vi leggo: "Egregio signor Presidente, le comunico che il Gruppo liberale ha designato l'avv. Fernando Santoni quale componente dell'Ufficio di Presidenza in sostituzione dell'avv. Sergio Marchini dimissionario".
Su questa proposta ha chiesto di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Intervengo per dichiarazione di voto. E' stata avanzata una proposta che valutiamo positivamente in relazione a comportamenti che già avemmo in casi di sostituzione, sia pure di Gruppi che appartengono alla maggioranza proposta che è in relazione alla qualità e titolarità della persona a ricoprire un incarico nell'Ufficio di Presidenza.
Il percorso che abbiamo già descritto e delineato nella precedente fase, attraverso le parole del collega Bosio, è stato un percorso di cercare di valutare, attraverso il concreto modo di porsi rispetto alle questioni istituzionali, anche la validità e il valore di rompere gli schemi, che magari sono valsi finora, ma che mostrano sempre più la corda.
Per questa ragione l'indicazione che noi diamo è di voto a favore del collega Santoni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Senza richiamare i miei precedenti interventi tenuti in occasione del rinnovo delle cariche di Consigliere Segretario nell'Ufficio di Presidenza riconfermo che per quegli stessi motivi, già più volte espressi, voter scheda bianca. Desidero, però, in ogni caso esprimere il mio apprezzamento verso il collega Santoni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Per l'incarico di Consigliere Segretario presso l'Ufficio di Presidenza il nostro Gruppo farà confluire i propri voti sul nome della collega Minervini. Questo ai fini di rivendicare ancora una volta, richiamando integralmente le motivazioni già svolte sia in occasione del rinnovo dell'Ufficio di Presidenza nel suo complesso sia in occasione della surroga del Consigliere Ala, il nostro pieno diritto politico ad avere una rappresentanza nell'Ufficio di Presidenza; diritto politico che sistematicamente viene calpestato anche oggi, e solo nella Regione Piemonte, anche se, in occasione del rinnovo dell'Ufficio di Presidenza come ho avuto occasione di ricordare recentemente, il Presidente Viglione ebbe a dichiarare che era ora di eliminare la "conventio ad excludendum" nei confronti del nostro Gruppo che è presente in questa legislatura in quanto Gruppo e in quanto Consiglieri votati da oltre 160 mila elettori piemontesi che hanno rafforzato il nostro Gruppo collocandolo nella graduatoria a quarto Partito del Piemonte. Quindi era e rimane un nostro diritto politico quello della rappresentanza, che ancora oggi viene calpestato per la consueta ormai antistorica discriminazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Signor Presidente, come già nella precedente votazione, non parteciper per sottolineare i buoni motivi della protesta fatta in toni molto dimessi dal Consigliere Majorino. Do pienamente ragione al collega del Gruppo escluso. Questa è una dimostrazione di poca democrazia da parte di chi mentre si richiama a certi valori, applica poi esattamente l'opposto nel momento in cui si trova a doverli difendere. Quindi non partecipo al voto perché questo mi sembra un modo di escludere un Gruppo che ne ha pienamente diritto, al di là della politica e delle idee che questo Gruppo rappresenta. E' una discriminazione che qualunque Gruppo, che non si accontenti di autodefinirsi ma che si ritenga veramente democratico, non dovrebbe accettare.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla distribuzione delle schede per l'elezione di un Consigliere Segretario.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 54 votanti 53 hanno riportato voti:



SANTONI DE SIO Fernando n. 45

MINERVINI Marta n. 3 schede bianche n. 5 non ha partecipato alla votazione n. 1.
Proclamo pertanto eletto Consigliere Segretario l'avv. Fernando Santoni De Sio in sostituzione del Consigliere Sergio Marchini.
Pongo ai voti l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Domani alle ore 9,30 i lavori proseguono come sono indicati nell'o.d.g.
Mi sostituirà il Vicepresidente Petrini perché mi recherò a Morozzo per deporre un mazzo di fiori sulla tomba del Presidente Viglione.
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, volevo ricordarle che nell'ultima riunione dei Capigruppo si era convenuto di riunire nuovamente i Capigruppo al termine della seduta di oggi per esaminare la questione relativa alle determinazioni del Consiglio regionale in merito al Piano di risanamento della Valle Bormida; quindi richiedo questa riunione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

La maggioranza si era impegnata a riunire i Capigruppo. La richiesta di una nuova riunione istituzionale, sotto la nostra pressione, è una cosa diversa. In secondo luogo, pregherei il Presidente, anche se mi pare giusto che si rechi a Morozzo, di tornare in sede rapidamente perché la questione ACNA richiede la presenza a pieno titolo della Presidenza.



PRESIDENTE

Domani in base agli impegni presi mi faccio carico di promuovere un incontro con i Capigruppo per discutere il problema sollevato dal Consigliere Ala. Non è possibile riunire ora i Capigruppo perché non tutti sono presenti, quindi rinvio a domani la riunione.
La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Chiedo scusa, signor Presidente, ma vorrei un chiarimento.
La maggioranza ha predisposto un ordine del giorno sulla questione ACNA e l'aveva distribuito alla fine di quel dibattito, sennonché, accogliendo alcune considerazioni emerse da parte delle opposizioni, quell'ordine del giorno è stato modificato e affinato ed è stato distribuito ai Gruppi la settimana scorsa.
Come è stato giustamente richiamato dai colleghi, c'era l'impegno di ritrovarsi per valutare se ci sono le condizioni per votare un ordine del giorno unitario.



PRESIDENTE

Domani mattina mi recherò al cimitero di Morozzo, quindi non parteciperò alla riunione dei Capigruppo, che si terrà alle ore 9 e che sarà presieduta dal Vicepresidente Petrini.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17,45)



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