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Dettaglio seduta n.163 del 18/11/88 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Biazzi, Bosio, Carazzoni, Fracchia, Gallarini, Mignone e Ratti.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge non vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Caccia

Interpellanza n. 1439 dei Consiglieri Valeri e Avondo inerente l'esercizio venatorio in provincia di Vercelli


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 1439 presentata dai Consiglieri Valeri e Avondo.
Risponde l'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

In merito all'interpellanza presentata dai Consiglieri Valeri e Avondo richiamo in primo luogo i seguenti elementi di fatto.
La Provincia di Vercelli per l'annata venatoria in corso, essendosi verificato un calo dei locali cacciatori residenti nella regione, ha ammesso un numero di cacciatori extraregionali superiore al parametro indicato nel regolamento regionale del 16/2/1984 per la gestione delle zone in regime di caccia controllata, pur rispettando il limite massimo del totale dei soggetti ammissibili; evidentemente il ragionamento interpretativo della Provincia è andato nel senso che solo il limite complessivo sia inderogabile, mentre i parametri settoriali costituiscono semplici "riferimenti" e quindi derogabili (e perciò tra loro compensabili).
L'Assessorato, basandosi non tanto sulla lettera bensì sullo spirito del regolamento e inserendolo per di più nei principi generali della legislazione nazionale e regionale in materia, da cui emerge chiaramente l'intento di contenere la pressione venatoria al fine di tutelare la fauna nel quadro della tutela dell'ambiente, ha ritenuto che anche il parametro quantitativo indicato per i cacciatori non residenti in Piemonte sia un limite inderogabile e, pertanto, non si possa effettuare "compensazione" con la diminuzione dei cacciatori residenti. In tal senso l'Assessorato ha inviato il fonogramma il 4/10/1988 alla Provincia di Vercelli al fine di ottenere la revoca del provvedimento provinciale.
La Provincia sinora non ha provveduto alla revoca e sussiste pertanto dissenso interpretativo sul significato del pertinente art. 4 del regolamento regionale. Ciò richiamato l'Assessorato non avendo elementi n nuovi né diversi per mutare la propria interpretazione, la ribadisce in questa sede. Ritiene altresì che l'eventuale violazione dell'art. 4 del regolamento regionale da parte della Provincia (violazione che qui si qualifica eventuale poiché l'interpretazione delle norme spetta istituzionalmente, ed in ultima istanza, solo alla magistratura) dia comunque luogo ad una situazione da superare.
Richiama ancora che la Regione costituisce in materia ente delegante mentre la Provincia costituisce ente delegato. Pertanto la Regione ha poteri di direttiva (seppur da esprimere con adeguata fonte e procedura) nonché poteri di orientamento amministrativo tramite circolare.
L'Assessorato valuta inoltre che non sussistono le condizioni per un intervento tramite potere sostitutivo in quanto tale potere non risulta conforme alla lettera e allo spirito dello Statuto regionale piemontese in materia, né è previsto dalla legislazione speciale sulla tutela della fauna (a differenza di altri casi in cui è espressamente previsto come appunto in materia urbanistica).
Riconosciuto comunque che il provvedimento della Provincia ha ottenuto l'avallo del controllo di legittimità da parte dell'organo a ciò preposto e riconosciuta nel contempo qualche oggettiva difficoltà di revoca per l'inevitabile turbamento delle aspettative già riconosciute, ciò premesso la Giunta si impegna a valutare con particolare attenzione l'opportunità di emanare, per la prossima stagione venatoria, una adeguata circolare in materia. Ciò soprattutto: per rendere necessariamente omogeneo il comportamento delle varie Province su un punto delicato come quello che attiene alla pressione venatoria. Non è che si voglia impedire la presenza dei cacciatori, ma si vuole rapportare il numero dei cacciatori al territorio per massimizzare la tutela della fauna entro una corretta interpretazione circa il contenimento del prelievo per far prevalere (invece di una pur astrattamente possibile interpretazione letterale) una più congrua esegesi basata sullo spirito del provvedimento regolamentare nel quadro dei fini della legislazione vigente nazionale e regionale).
Non possiamo parlare di impedimento ad altri cacciatori, se pensiamo alle norme CEE del 1992, mentre dobbiamo tener presenti gli indirizzi della legge e il rapporto fra territorio e cacciatori, altrimenti corriamo il rischio che ogni Regione costituisca una parte a se stante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Ringrazio, anche a nome del collega Avondo, l'Assessore per la risposta. Nella prima parte ha reso esattamente il quadro del problema dal quale siamo partiti per presentare l'interpellanza. Esso riguarda un'Amministrazione provinciale che ha disatteso i principi e la lettera della deliberazione regionale relativa alla disciplina dell'accesso alle zone di caccia controllata.
Essendo la cosa alquanto grave è preoccupante il carattere monco e indeterminato delle conclusioni cui perviene l'Assessore nella sua risposta. Mentre in molti casi gli enti locali piemontesi si trovano di fronte a deleghe regionali concesse senza alcun indirizzo sull'esercizio delle medesime, in questo caso si è invece di fronte a una deliberazione di indirizzo del Consiglio regionale, che fissa i criteri di attuazione della norma legislativa e che l'ente delegato ha consapevolmente disatteso.
Contrariamente infatti a quanto previsto nella deliberazione regolamento che ho ora citato, la Provincia di Vercelli ha ammesso all'esercizio venatorio un numero addirittura più che doppio di cacciatori non residenti nella nostra regione. Ne consegue che il principio base su cui quella deliberazione era basata, relativamente cioè alla fissazione di un corretto rapporto territorio-cacciatori, è risultato modificato e stravolto da parte di un soggetto delegato, il quale ha arbitrariamente ritenuto di derogare dai principi stabiliti da questa assemblea.
Non sappiamo cosa è accaduto nelle altre province, ma sarebbe interessante accertarlo, per cui avanziamo la richiesta che l'Assessorato compia una verifica complessiva del numero massimo di cacciatori ammessi dalle diverse Amministrazioni provinciali. I dubbi al riguardo sono più che mai giustificati in quanto le deliberazioni provinciali in molti casi non consentono appunto di individuare il numero totale di ammessi e meno che mai il rispetto dei contingenti locali extraprovinciali ed extraregionali.
Al di là, però, dell'esito di detto accertamento, la difformità di comportamento rispetto alla deliberazione regionale, accertato per quanto riguarda l'operato della Provincia di Vercelli, pone con vigore il problema dell'esercizio delle competenze delegate dalla Regione e delle misure atte a riportare la situazione venatoria in quella zona a condizioni di legalità. Al riguardo la risposta dell'Assessore è abbastanza contraddittoria. Da un lato egli ha ricordato di aver inviato un telegramma alla Provincia di Vercelli per chiedere di revocare la deliberazione assunta in difformità, dopodiché, però, conclude che "non possiamo assumere poteri sostitutivi a fronte del rifiuto della Provincia a revocare quella deliberazione", senza peraltro spiegare per quali strane ragioni la Regione si troverebbe impossibilitata ad agire conseguentemente ai propri poteri di intervento sostitutivo.
A fronte di tale rinuncia e considerato che la deliberazione che la Provincia ha disatteso è di questo Consiglio, mi domando se, a questo punto, l'interrogativo lasciato dalla risposta dell'Assessore non debba essere consegnato alla Presidenza affinché verifichi come e con quali procedure i poteri sostitutivi possano e debbano essere esercitati, essendo inconcepibile che la volontà di questa assemblea possa essere tranquillamente, non dico arrogantemente ma certo con molta sicumera, messa in non cale da un ente delegato.
Si tratta di un problema di notevole rilevanza, anche ai fini del dibattito aperto circa il ruolo, il futuro, le prospettive dell'istituto regionale. Tra gli interrogativi che gravano su questo futuro vi è anche quello che detiene la capacità della Regione di esercitare compiutamente le proprie competenze. Se passa il principio in base al quale le deleghe da essa attribuite danno luogo non all'attuazione degli indirizzi regionali ma alla ripartizione del territorio regionale, a seconda di quali siano gli enti delegati, Comuni o Province, in sei o in 1.209 repubbliche autonome si arriverebbe alla negazione assoluta di qualsiasi ruolo di governo unitario del territorio.
Concludendo mi auguro che la Presidenza del Consiglio, attraverso l'Ufficio legislativo regionale, voglia farsi carico di un problema la cui portata va al di là della specifica materia che questa mattina abbiamo trattato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI


Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1078 del Consigliere Staglianò inerente l'incidente allo scalo merci di Orbassano. Fuoriuscita di 24.000 litri di acetato di etilglicole


PRESIDENTE

L'Assessore Maccari risponde ora all'interrogazione n. 1078 presentata dal Consigliere Staglianò.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Il Servizio di igiene pubblica dell'USSL 34 di Orbassano, competente per territorio, riferisce che alle ore 20,45 circa del 16 novembre 1987 un carro cisterna con contenuto dichiarato di 24.340 litri di etilglicole acetato deragliava all'interno dello scalo ferroviario Torino-Orbassano e rovesciandosi, lasciava defluire da una falla determinatasi sulla cisterna circa 21.000 litri del prodotto trasportato.
Nelle ore immediatamente successive, e per tutta la giornata del 17 novembre, intervenivano sul posto, oltre al personale delle Ferrovie dello Stato, i vigili urbani di Orbassano, i vigili del fuoco, la polizia ferroviaria, i carabinieri e personale dell'USSL 34, oltre a funzionari e tecnici della Ditta Carmagnani di Genova, filiale di Grugliasco destinataria del carico.
Il Servizio di igiene pubblica dell'USSL 34, su segnalazione pervenuta alle ore 22 del giorno seguente, procedeva a un sopralluogo presso lo scalo ferroviario alle 22,45 dello stesso giorno nelle persone del dr. Roberto Calisti e dottor Guido Leo, medici del Servizio e del responsabile del Servizio di igiene pubblica dell'USSL 34. Nel corso del sopralluogo, il signor Giuseppe Scianca, responsabile dello scalo ferroviario, dichiarava che sul luogo dell'incidente il personale e i mezzi utili alla bonifica dell'area giungevano alle ore 14 del 17 novembre; che i vigili del fuoco fornivano al personale della Carmagnani le indicazioni necessarie per procedere al recupero di circa 3.000 litri di prodotto rimasti all'interno del carro cisterna; che la Ditta Carmagnani procedeva al recupero di cui sopra stoccando il prodotto rimasto in alcuni fusti metallici da 200 litri che venivano depositati presso la stazione in attesa del loro prelievo definitivo da parte della stessa Carmagnani.
Il Servizio di igiene e sanità pubblica ha provveduto d'ufficio ad adottare i seguenti provvedimenti: acquisire le due schede tecniche relative all'etilglicole acetato; eseguire nel corso della mattina del 18 novembre il prelievo di un campione di prodotto stoccato presso lo scalo al fine di verificarne la corrispondenza a quanto dichiarato dalla Carmagnani, la qual cosa veniva confermata dagli esiti delle analisi eseguite presso il laboratorio di sanità pubblica dell'USSL 34; sempre il Servizio di igiene pubblica trasmette un fonogramma all'autorità sanitaria locale, all'autorità giudiziaria recante una descrizione del fatto e un giudizio circa le sue implicazioni rispetto alla salute pubblica in data 18 novembre; il Servizio di igiene pubblica inoltre ha provveduto a eseguire in successivi momenti, alcuni campionamenti di acque potabili prelevate dai pozzi posti immediatamente a valle del sito interessato al fatto (20 e 23 novembre) e le analisi compiute su tali campioni non hanno rilevato la presenza di etilglicole acetato; la ricerca di tale sostanza è stata altresì eseguita analiticamente su un campione di acque di scarico civile proveniente dallo scalo ferroviario, nella considerazione che il collettore terminale del sistema fognario dello scalo stesso convoglia anche le acque raccolte dal sistema di drenaggio delle acque meteoriche della massicciata.
Ricerca che ha avuto esito negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, non vorrei fare arrabbiare subito l'Assessore Maccari perché penso che ci siano argomenti anche più consistenti di questo su cui arrabbiarsi, però l'Assessore non può prendere in giro gli interroganti e chi ascolta. L'interrogazione chiedeva di sapere quali iniziative si intendono prendere per accertare la dinamica dell'avvenimento (che è stata descritta nei minimi particolari) e le eventuali responsabilità degli enti preposti alla sorveglianza. Su questo punto non è stata detta nemmeno una parola. In secondo luogo chiedeva, cosa ancora più importante, se la Giunta non ritenga opportuno intervenire con provvedimenti adeguati anche a livello istituzionale per garantire condizioni di maggiore sicurezza e controllo del rischio sul trasporto di sostanze pericolose e nocive. Dare una risposta su questo non passa nemmeno per l'anticamera del cervello! Su "La Stampa" di giovedì 19 novembre 1987 (stiamo parlando di un incidente avvenuto un anno fa. Guardate che grande strumento sono le interrogazioni urgenti, in particolare per alcuni Assessorati, quando non ha più nessuna rilevanza di attualità, bench permangano meccanismi inquietanti di natura permanente, quale quella di cui sto parlando) si poteva leggere la dichiarazione testuale dei dirigenti dello scalo di Orbassano: "Abbiamo avvertito la Carmagnani, ma c'era solo un sorvegliante. Poi dal cartello che indicava il tipo di prodotto trasportato abbiamo capito che la sua pericolosità era relativa. Solo martedì - aggiungono i dirigenti dello Scalo di Orbassano abbiamo rintracciato all'Agenzia doganale il documento di accompagnamento del carico. Appena conosciuta la natura della sostanza abbiamo avvisato la ditta Carmagnani di Grugliasco la quale ha recuperato parte del carico".
Questo era il punto sostanziale dell'interrogazione. Signor Assessore, cosa serve a questa assemblea sapere di che natura è fatta la massicciata a un anno di distanza dall'accaduto? Si intende intervenire e in che modo per assicurare un trasporto sicuro? Si intende intraprendere qualche iniziativa per perseguire i responsabili? Se ne hanno gli strumenti o non se ne hanno gli strumenti? Assessore, quali strumenti si intenderebbero proporre per perseguire i responsabili di questi incidenti, di queste bombe chimiche che viaggiano quotidianamente sulle nostre strade e nelle ferrovie che qualche volta esplodono in Valle Susa o si incartano a Chivasso o ad Orbassano? Non posso dichiararmi soddisfatto della risposta perché ha eluso il nodo dell'interrogazione. Valuterò se sarà opportuno presentare un'altra interrogazione; però francamente ritengo che non sia corretto rapportarsi in questo modo alle questioni che non riguardano i rapporti personali di questo o quel Consigliere con questo o quell'Assessore, ma riguardano la vita della collettività.
Vedo che l'Assessore è impegnato su cose più importanti, come i telegrammi o altro, per cui affido la mia replica ai verbali di questa assemblea. Mi domando se qualche universitario farà una ricerca sulla funzione delle interrogazioni e delle loro risposte in un'assemblea parlamentare come questa; in quel caso troverà qualche piccolo spunto di negligenza. Mettiamola così.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Può essere una ricerca finalizzata.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 1252 dei Consiglieri Calligaro, Bontempi, Acotto, Dameri e Sestero inerente le spese sostenute dall'Assessorato alla sanità per consulenze


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 1252 presentata dai Consiglieri Calligaro, Bontempi, Acotto, Dameri e Sestero.
Risponde l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Con DGR n. 139-3635 del 25/2/1986, integrata dalla DGR n. 106-4534 del 10/4/1986, sono stati conferiti incarichi ad esperti per la verifica e l'attuazione del Piano socio-sanitario per il triennio 1985-1987.
Queste consulenze, aventi la durata di due anni, sono state avviate per lo più, nel mese di giugno 1986.
Pertanto per l'anno 1986 era stato assunto l'impegno di spesa di L.
225.636.250 (L. 206.006.250, IVA compresa per i compensi e L. 19.630.000 per le spese di viaggio e trasferta).
In realtà sono state erogate L. 138.029.700 (IVA compresa) per i compensi e L. 7.150.892 per le spese di trasferta.
Nel 1987 è stata inoltre stipulata la convenzione, della durata di un anno a decorrere dal mese di aprile, con il prof. Pietro M. Gullino per un incarico di consulenza per attività inerenti la ricerca sanitaria finalizzata. Il compenso annuo previsto era di L. 27.500.000, più L.
2.000.000 per le spese di trasferta.
La spesa effettivamente sostenuta per la consulenza del prof. Gullino nell'anno 1987 è di L. 20.000.000 per i compensi e L. 1.318.912 per le spese di trasferta.
Per l'anno 1987 per i consulenti del Piano socio-sanitario è stata impegnata, con DGR n. 160-12546 del 14/4/1987 e successiva DGR n. 109-14166 del 23/6/1987, la somma di L. 311.555.874 (IVA compresa) così suddivisa: L. 272.615.874 per i compensi L. 38.940.000 per le spese di trasferta.
Le spese, fino ad oggi sostenute, per l'anno 1987 sono: L. 211.420.200 per i compensi L. 8.810.412 per le spese di trasferta.
Per l'anno 1988 per tutti i consulenti, tenendo conto della scadenza delle rispettive convenzioni, è stata prevista la spesa di L. 143.903.800 (IVA compresa) di cui: L. 125.023.800 per i compensi L. 18.880.000 per le spese di trasferta.
In ottemperanza alle convenzioni i consulenti si sono impegnati a svolgere l'attività mediante: l'elaborazione di studi e ricerche inerenti la materia specifica la partecipazione alle attività connesse alle fasi di applicazione della L.R. 59/85 che si svolgono presso gli uffici dell'Assessorato anche mediante il funzionamento di appositi gruppi di lavoro il supporto specialistico ai servizi dell'Assessorato la presentazione di relazioni bimestrali sull'attività svolta.
Il contributo individuale di ogni consulente alle attività previste in convenzione, compresa quella connessa all'elaborazione dei documenti relativi al "Programma di intervento della Giunta regionale per la sanità nella seconda parte della legislatura" nonché agli allegati A), B), C), D) di corredo dello stesso, risulta dettagliatamente evidenziato nell'ambito delle relazioni bimestrali sull'attività svolta presentate dagli interessati che si allegano in copia (cfr. documentazione inoltrata da dr.
Renato Balma, dr. Domenico Ciarcià, prof. Fabrizio Fabbris, prof. Pietro Gullino, dr. Renzo Lucchiari, dr. Walter Neri, dr. Giuseppe Salerno, dr.
Vittorio Spezialetti, prof. Giuseppe Turletti, arch. Paolo Verde, dr.
Giancarlo Vicario).
Alla elaborazione del documento richiamato come già detto, hanno infine partecipato fattivamente i servizi regionali competenti per materie; in particolare, per gli aspetti istituzionali e organizzativi funzionali generali del Servizio Sanitario Nazionale, il Servizio affari generali (fintanto che c'era) e, per gli aspetti relativi alla situazione del Servizio Sanitario Nazionale nella Regione Piemonte, il Servizio programmazione sanitaria nonché il Servizio ruoli del personale sanitario regionale e il Servizio edilizia e attrezzature.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Sono assolutamente insoddisfatto della risposta. Noi non contestiamo le convenzioni, che, per carità, sono necessarie e indispensabili, vorremmo però vederne i risultati. Caro Assessore, i risultati non ci sono. In sede di V Commissione ci avete detto che l'Assessorato non può produrre la relazione sullo stato di attuazione del piano perché non c'è documentazione adeguata e sufficiente per presentarla e quindi i consulenti che appositamente hanno lavorato attorno alla verifica sull'attuazione del piano non hanno prodotto alcun risultato; in Commissione ci avete detto che l'Assessorato non è assolutamente nelle condizioni di presentare una relazione sullo stato di attuazione del piano.
Programma della Giunta per la seconda parte della legislatura. E' quello riposto nei cassetti che è costato centinaia di milioni di lire e non è mai stato discusso in quest'aula, anzi, è stato dimenticato; si è fatto altro, si è arrivati alla deliberazione di ieri.
Utilizziamo davvero in modo razionale le consulenze? Mi pare di no, mi pare che sprechiamo risorse. Probabilmente le risorse da dedicare alle consulenze sono ancora maggiori, perché continuiamo a procedere alla cieca però le risorse spese fino ad ora non hanno prodotto risultati.
Non sappiamo nulla sullo stato di attuazione del piano vigente; il programma della Giunta, per la seconda parte della legislatura, non è mai stato discusso; se ne è parlato nei corridoi per qualche settimana e poi è stato riposto in un cassetto. Se questo è il modo di spendere le risorse della Regione, c'è da chiedersi se certe convenzioni non debbano essere attentamente verificate prima di essere stipulate.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interpellanza n. 1444 del Consigliere Ala inerente il Piano regolatore generale del Comune di Collegno


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interpellanza n. 1444 presentata dal Consigliere Ala.
Risponde l'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'urbanistica

Il collega Ala con l'interpellanza n. 1444 richiama l'avvenuta adozione del progetto preliminare di PRG del Comune di Collegno, la sua pubblicazione e la valutazione in Consiglio comunale delle osservazioni presentate nel pubblico interesse al progetto preliminare stesso. In particolare il collega Ala fa presente che un'osservazione presentata al progetto preliminare di PRG di Collegno, richiedente l'indizione di un referendum consultivo sulle scelte del nuovo PRG, è stata respinta dal Consiglio comunale con motivazione di inaccettabilità.
Nella sua interrogazione il collega Ala chiede che cosa si pensa sia in ordine alla utilizzazione dello strumento del referendum in occasione di valutazione dei Piani regolatori generali sia in ordine alle motivazioni addotte dal Consiglio Comunale di Collegno per respingere l'osservazione che ho ricordato.
La prima valutazione che ritengo di dover fare è che la fase di adozione, pubblicazione, osservazione e controdeduzioni alle osservazioni si esaurisce nella sfera dell'autonomia comunale e rispetto ad essa non c'è nessun momento di intervento da parte della Regione.
Per quanto attiene all'utilizzo eventuale dello strumento referendario in sede di formazione del PRG, devo ricordare che sono per legge previste le forme di partecipazione collaborativa nella fase che va dalla deliberazione programmatica all'adozione del progetto preliminare e che non essendo previsto lo strumento referendario, ritengo sia comunque possibile una valutazione sulle forme di partecipazione ammissibili e possibili. Ancorché sia chiaro, mi sembra, che l'adozione di strumenti referendari può riguardare grandi problemi quando il Comune, nella sua autonomia, decidesse di avviare queste forme di consultazione popolare, ma difficilmente potrebbe avere un fondamento valido un referendum indetto per una valutazione tecnico-disciplinare del progetto preliminare di PRG.
Per quanto attiene la fase in cui la proposta è stata collocata e formulata al Comune di Collegno, e cioè la fase delle osservazioni al progetto preliminare, la legge regionale parla chiaramente di "osservazioni e proposte nel pubblico interesse" sui contenuti del progetto di PRG che è stato adottato dal Comune. Non è escluso che le proposte possano anche essere di integrale verifica e modifica di una proposta di PRG perch essendo nel pubblico interesse, i cittadini, che hanno questo potere potrebbero non solo avanzare osservazioni e proposte puntuali e di merito ma potrebbero anche argomentare motivatamente l'opportunità di un rifacimento per pubblico interesse del PRG. Resta però fermo, e non posso dire altro in questa sede al Consigliere interpellante, che la valutazione sulla accoglibilità o meno delle osservazioni rientra nella sfera decisionale autonoma e discrezionale dell'Amministrazione comunale o meglio del Consiglio comunale. Quindi non posso che ripetere che di norma le osservazioni e le proposte al progetto preliminare di PRG sono intese come osservazioni e proposte puntuali e che la valutazione di osservazioni per revisione generale del PRG, con l'adozione di particolari procedure, è rimessa alla sfera di decisione autonoma e discrezionale del Consiglio comunale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

E' stata lunga la risposta dell'Assessore. Ne avevamo già parlato in altra sede. Vorrei fare alcune puntualizzazioni che ritengo interessanti tralasciando per un attimo il fatto che questa interpellanza nasce dal problema del PRG di Collegno. Di questo PRG abbiamo già parlato e, a mio avviso, ne riparleremo e ne dovremo riparlare per alcune scelte strategiche compiute da quell'Amministrazione. Il problema che avevo inteso sollevare era un problema di carattere generale, relativo alla possibile interpretazione di un articolo della legge regionale n. 56: se all'interno della dizione "proposte ed osservazioni nel pubblico interesse" che la legge n. 56 prevede, dopo l'adozione da parte del Consiglio comunale del progetto preliminare di Piano regolatore, fosse possibile una proposta formulata come richiesta all'Amministrazione comunale, di indizione di un referendum consultativo tra i cittadini. Ovviamente, e condivido la posizione dell'Assessore, riguardo ad alcune scelte di fondo messe in atto dal Piano, non al fatto di avere o non avere un Piano.
Nel caso specifico del Comune di Collegno si parlava delle scelte di destinazione dell'area del campo volo, di quelle relative ai terreni agricoli, della costruzione di una nuova zona industriale e della capacità insediativa teorica dell'arco di validità del Piano regolatore. Non era un referendum su tutto il Piano ed il Consiglio comunale avrebbe potuto meglio formularlo.
L'oggetto della mia richiesta, anche se l'Assessore con una certa abilità ha evitato di dare una risposta chiara in merito, non era l'accoglibilità o meno di questa proposta. L'accoglimento, tanto delle proposte quanto delle osservazioni, rientra nella sfera autonoma del Consiglio comunale, ma era l'opinione dell'Assessore nel merito della risposta data dal Consiglio comunale, che ha ritenuto non ammissibile la proposta. E' questo giudizio di inammissibilità, la questione di fondo, che non si sarebbe posta se la risposta fosse stata un parere contrario.
D'altra parte, in un altro momento della risposta dell'Assessore si afferma: "Le procedure della partecipazione sono comunque quelle che il Comune vuole e intende avviare". Questo sembra voler far capire che qualora il Comune voglia fare un referendum su materie di propria competenza, lo può fare in qualsiasi momento della sua attività.
Quindi, sotto certi aspetti, non posso che esprimere la mia insoddisfazione, in quanto l'Assessore ha, di fatto, evitato di rispondere in merito all'ammissibilità. Da un ragionamento formale, legato alla legge n. 56, pare discendere un principio di non ammissibilità. L'Assessore ha detto che questa proposta va avanzata prima, in particolare tra la deliberazione programmatica e l'adozione del progetto preliminare. Su questo punto rispondo: se una Giunta municipale redige un progetto preliminare nettamente difforme dalla deliberazione programmatica, a quel punto raccogliendo le istanze di opposizione di larga parte della popolazione si può presentare l'opportunità di una consultazione.
L'esigenza si presenta allora, forse non nel momento giusto, ma certo nel momento in cui cambiano le carte in tavola. Quindi, da una parte questo ragionamento formale, con un giudizio di non ammissibilità, che viene condiviso dall'Assessore. Dall'altra parte, un ragionamento generale che afferma che un Consiglio comunale può, in ogni momento, indire qualsiasi consultazione referendaria su qualsiasi argomento, aperta a tutta o a parte della cittadinanza. Tra queste due posizioni, tra loro assai diverse (non dico contraddittorie, in quanto sono entrambe fondate), si è mossa la risposta dell'Assessore, non intaccando pertanto il nodo centrale dell'interpellanza e cioè: è legittimo l'aver respinto da parte del Consiglio comunale di Collegno questa proposta con un giudizio di non ammissibilità e non invece con un giudizio di merito?


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interpellanze e interrogazioni relative alla variante 31/ter del PRG del Comune di Torino


PRESIDENTE

Chiede la parola l'Assessore Genovese. Ne ha facoltà.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'urbanistica

Quando vengono presentate interpellanze urgentissime è opportuno rispondere subito perché a volte sono collegate a procedure avviate e hanno un significato se vengono discusse tempestivamente e ne hanno un altro se non vengono discusse. Proprio per questa preoccupazione, dal punto di vista della Giunta e del mio Assessorato, non essendoci seduta di Consiglio la prossima settimana ho inviato a tutti i Gruppi una risposta scritta e ho chiesto di fare una comunicazione; ma ciò non mi è stato consentito. Ho chiesto ieri di rispondere alle interpellanze ed è stato detto in aula che si sarebbe risposto questa mattina, ma ora non mi viene consentito. Lo richiamo perché non vorrei che poi si recriminasse sul fatto che gli Assessori non rispondono.



PRESIDENTE

C'è una richiesta specifica del Gruppo DC. Essendo in congedo il Consigliere che ha formulato l'interpellanza, ha chiesto che la discussione sia posticipata alla prossima seduta.
La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Nella Conferenza dei Capigruppo si è stabilito che nella giornata di ieri si sarebbero svolte tre interrogazioni sulla sanità e che poi si sarebbe proceduto con i provvedimenti all'o.d.g. e così è stato fatto, e che oggi si sarebbero svolte tre interrogazioni e che alle ore 11 si sarebbe passati agli altri argomenti iscritti all'o.d.g. Sono le 10,55 e non capisco come si possano rispettare i tempi che i Capigruppo si danno se intervengono i Consiglieri dicendo che tutto è urgente e tutto è importante. E' vero è importante la sanità, è importante la variante n.
31/ter, sono importanti tante altre cose; giustamente il Capogruppo comunista ha fatto pervenire ieri un lungo elenco di argomenti tutti importanti che dovremmo esaminare. Capisco che siamo in un imbuto e il materiale che arriva in aula è molto; però dobbiamo rispettare quanto nella Conferenza dei Capigruppo stabiliamo.
Devo dire che se la variante n. 31/ter fosse passata ieri, il collega Picco era presente, mentre oggi non è presente; questa non è una questione di vita o di morte, non è che mancando il Consigliere Picco la politica urbanistica del Gruppo DC crolli improvvisamente, perché tanti altri possono occuparsi, con altrettanto impegno e con altrettanta professionalità, di questi problemi. Visto che sono le 11, considerato che la settimana prossima si terrà Consiglio regionale, penso che giovedì prossimo possa essere resa questa risposta dall'Assessore Genovese, che giustamente, dal suo punto di vista, non vuole essere messo in mora.
Propongo di rinviare queste interrogazioni a giovedì mattina quando sarà presente anche il collega Picco. Mi sembra una proposta ragionevole.



PRESIDENTE

Ritengo che si debba rispettare l'ordine dei lavori stabilito dai Capigruppo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi. Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, spero che tutti ci rendiamo conto che le tre o quattro interrogazioni da discutere vertono su un problema che è di grandissimo rilievo e sul quale sarebbe giusto impegnare in tempi rapidi (noi chiedevamo e speravamo che si potesse fare oggi) una discussione perché stiamo parlando del futuro di Torino.
Quindi, questi disguidi o queste dilazioni sono da noi criticate.
Ciò detto, visto che la maggioranza decide quello che vuole fare, visto che...



CARLETTO Mario

Sono i Capigruppo che decidono.



CHIEZZI Giuseppe

Caro Carletto, i Capigruppo decidono, ma decidono fino ad un certo punto, non è che siate onnipotenti. Ad esempio, non possono decidere smentiscimi se vuoi! - quando la Giunta desidera o meno fare delle comunicazioni in aula. Questo Carletto non lo decidi tu, lo decide la Giunta e l'Assessore ci dice che era intenzionato a fare una comunicazione in aula, ma è stato impedito. Da chi? Di sicuro non dai Capigruppo.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'urbanistica

Non ho detto che sono stato impedito.



CHIEZZI Giuseppe

Comunque, la comunicazione in aula da parte della Giunta mi risulta sia consentita, al di là dei pensieri dei Capigruppo.
Allora, quello che io chiedo, pur protestando per questo rinvio, è: dato che gli argomenti sono di estremo interesse e dato che l'Assessore si è dichiarato disponibile a discutere non nell'ambito delle interpellanze ma a seguito di una comunicazione che permetta a tutti di intervenire chiedo che nella prossima seduta, invece di rispondere semplicemente alle interrogazioni l'Assessore faccia una comunicazione all'inizio dei lavori del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Se i Capigruppo sono d'accordo su questa proposta, iscriviamo la comunicazione dell'Assessore sulla variante n. 31/ter alla prossima seduta del Consiglio.
La Giunta è d'accordo?



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'urbanistica

La Giunta lo comunicherà. A questo punto, per chiarezza, lo deve per comunicare il Presidente e non l'Assessore.



PRESIDENTE

Certo. In ogni caso le interrogazioni relative alla variante n. 31/ter verranno iscritte al primo punto delle interrogazioni.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame progetto di legge n. 400: "Misure urgenti di adeguamento del Piano socio-sanitario regionale approvato con L.R. 3/5/1985, n. 59 e prorogato con L.R. 15/6/1988, n. 30"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 5) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 400.
Relatore di questo progetto di legge è il Consigliere Olivieri, che ha facoltà di intervenire.



OLIVIERI Aldo, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, si è appena parlato di temi urgenti, allora, dato che l'urgenza sembra essere la norma di questo Consiglio, credo che se si riunisse tre volte la settimana l'urgenza scomparirebbe; ma queste sono riflessioni che vagano nell'etere.
Questo disegno di legge porta nel titolo "Misure urgenti" ed era urgente già un anno fa o più di un anno fa quando vide la luce. Alcuni potrebbero dire che quando un disegno di legge urgente viene lasciato in disparte, non è più urgente. Io invece prospetto un'altra ipotesi, quella pluralistica.
Questo progetto di legge è particolarmente urgente perché pone termine ad uno scandalo su un ospedale fantasma che vide la prima pietra forse quindici anni fa, le cui strutture murarie sono visibili in Via Farinelli dove già funzionano strutture ambulatoriali; è un ospedale che attende di essere usato dalla cittadinanza torinese o dalla cittadinanza di un centro finitimo, Nichelino, sanando in parte di posti letto Torino e provincia.
Ieri abbiamo assistito al pianto di dolore. Il Consigliere Bontempi diceva che oggi si sarebbe portato avanti un disegno di legge che servirà esclusivamente Torino, ma se confrontiamo il numero dei letti rispetto alla popolazione di Torino e provincia con quello di Novara e Alessandria ci rendiamo conto di come il cittadino torinese (e qui Chiezzi che parlava delle misure urgenti per Torino potrebbe darmi una mano) sia assolutamente in una situazione di disparità. Caro Bontempi, il fenomeno delle code trova la sua acuità nella città di Torino su cui si riversano utenze di tutta la regione o addirittura di altre regioni. Ma su questo si innesta un altro drammatico problema, che forse è il problema dei problemi della sanità oggi ma ancor più domani e dopodomani. E' il problema degli anziani.
Dopo anni di lotte e di battaglie di chi diceva: "è mio; no è mio" tra due entità statuali, quali la Regione e gli Istituti di ricerca a carattere scientifico di interesse pubblico, non privato, finalmente, con alla radice una questione di puro buon senso, si è deciso di adibire la metà di questo ospedale come ospedale di zona del Servizio Sanitario Nazionale, per oltre 200 letti, e 200 letti per le attribuzioni pristine dell'INRCA, ossia il servizio per gli anziani, tenendo presente che questi numeri non sono compatibili ma perfettamente sovrapponibili all'area che dovrà essere servita dal punto di vista degli ospedali di zona, soprattutto venendo a sanare in parte il problema dell'anziano ammalato, con tutta una costellazione di specialità, proprio per l'anziano; spicca, per esempio, in primo piano la neurologia. Sapete quale sia il dramma di un vecchietto che deve essere operato di prostata o quale sia il dramma di un anziano che deve essere operato all'anca. Con l'aumento della vita media, questi due tipi di intervento diventano la gran massa dell'attività chirurgica specialistica per l'anziano. Questa legge è urgente ogni giorno di più. Su questo non mi diffondo ulteriormente perché sarebbe tediarvi e soprattutto voler fare un insulto alla vostra intelligenza e alla vostra comprensione attorno al problema degli anziani che è di tutti noi, se non oggi, domani.
L'altro problema non è che la coda della famigerata suddivisione dell'USSL 1/23 in dieci UU.SS.SS.LL. e la rescissione di una serie di cordoni ombelicali, che erano soltanto più allo stato formale e non sostanziale, di alcune Divisioni dei Servizi delle Molinette che avevano le appendici dell'Ospedale S. Giovanni Vecchio e della Nuova Astanteria Martini, che da anni ormai funzionano con autonomia assoluta ed erogano servizi importantissimi e fondamentali a livello quali-quantitativo di qualsiasi altra Divisione di Torino o di altre città e centri della regione Piemonte.
Si tratta di dare questa autonomia. Non si tratta di creare centri di potere o nuovi primariati per Torino come se Torino fosse sempre la peccatrice o la Maddalena pentita. Qui nessuno è pentito e nessuno è Maddalena. Torino - riconosciamolo tutti - non è una città degradata perch la buona volontà c'è stata da parte di tutti, ma è la città più penalizzata sul piano dei servizi e del numero dei posti letto. Infatti tutti i torrenti di tensioni si scatenano a livello torinese, al di là dei problemi generali che sono nati da una serie di disposizioni ministeriali.
Mi auguro che questa legge estremamente importante venga approvata con la massima rapidità onde si possa procedere da un lato all'autonomizzazione dei servizi di gastroenterologia, anestesiologia e dei laboratori di analisi. Dall'altro lato è necessario approvare una legge per l'Ospedale di Via Farinelli e per l'ospedale Valletta, in modo che chi è preposto a condurre avanti l'operazione di riabilitazione di questo ospedale, che va ristrutturato perché nacque in un tempo lontano e con criteri ormai superati, possa procedere sia come Servizio socio-sanitario nazionale, sia come INRCA, e non lasciare immobile questa struttura che seguita a gridare vendetta di fronte alla cittadinanza torinese e a tutto il Piemonte.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Olivieri è aperta la discussione.
Ha chiesto di parlare il collega Calligaro. Ne ha facoltà.



CALLIGARO Germano

Le vicende dei piani e dei programmi sanitari sono curiosi e sconcertanti. Scade il piano alla fine del 1987, si proroga alla chetichella e si presenta un programma di Giunta per la seconda parte della legislatura, che non viene discusso; nei corridoi si parla di adeguamenti al piano vigente, soprattutto di adeguamenti per diabetologia e medicina legale. Per diabetologia siamo in attesa di vedere distribuire a pioggia i primariati. Il provvedimento non è ancora arrivato e questi adeguamenti vengono bloccati soltanto per contrasti in seno alla maggioranza. Nel dubbio di quest'anno, arrivano le misure urgenti di cui ha parlato l'Assessore Olivieri e subito dopo arriva la deliberazione di Giunta per l'adozione degli indirizzi di cui si è parlato ieri.
Si propone di istituire servizi di gastroenterologia e di endoscopia digestiva in tre ospedali della città. Questo è un fatto positivo, semmai giunge in ritardo; siamo in ritardo anche nella definizione delle Divisioni di gastroenterologia.
Ma veniamo agli altri provvedimenti. Nell'Ospedale S. Giovanni Vecchio si prevede l'istituzione di una Divisione di medicina generale e di servizi di laboratorio di analisi, di anestesia e di rianimazione per dare piena autonomia funzionale ad un presidio, indicato come polo oncologico per la città di Torino.
A noi pare importante questa scelta perché altrimenti c'è il rischio di lasciare spazio ai privati i quali parlano insistentemente di un polo di ricerca e cura del cancro. L'iniziativa privata è privata nella fase di avvio, ma inevitabilmente verrà poi scaricata sul Fondo sanitario nazionale. E' bene che la Regione, predisponendo il terzo Piano socio sanitario regionale, sappia stabilire indirizzi che valgano per il pubblico e per il privato, soprattutto per un privato che prima o poi verrà a ricadere sul Fondo sanitario nazionale.
Si procede per il S. Giovanni Vecchio alla distribuzione dei posti letto con tre anni di ritardo. Un polo oncologico richiede alte specializzazioni comprese quelle della terapia antidolore, dell'ospedale diurno. Invece assistiamo a una curiosa distribuzione dei posti letto. Sul polo oncologico siamo d'accordo, ma se si diminuiscono i posti letto oncologici da 50 a 25, ditemi di che polo oncologico parlate; i 30 posti per radioterapia scendono a 25 solo per fare spazio a chirurgia e per avere due Divisioni di chirurgia e per piazzare due primari. Anzi, i posti di chirurgia generale diventano 84 su 160 posti letto. Per la medicina oncologica invece non si trova spazio e i tempi di attesa sono lunghissimi.
Ma poi - mi domando - è logico avere una medicina generale di 30 posti all'Ospedale S. Giovanni Vecchio più diabetologia? Perché non integrarsi con l'Ospedale Oftalmico dove sarebbe più logico istituire una medicina generale? Perché proprio al S. Giovanni Vecchio? Il Day hospital ha poco spazio per poter funzionare; si propone il Servizio di laboratorio di analisi e questo mi pare giusto in quanto occorre qualificare il laboratorio del S. Giovanni Vecchio sui marker tumorali e possibilmente servire non solo la città di Torino, ma anche il quadrante di Torino. Oggi si ricorre ampiamente ai laboratori privati. Una riflessione s'impone. A quel punto l'USSL n. 1 di Torino, con 96.000 abitanti, avrà ben sei laboratori di analisi, tre ospedalieri e tre territoriali. E' un'esagerazione. La Commissione d'inchiesta ha messo in luce che il funzionamento dei laboratori pubblici, compresi quelli dell'USSL 1 di Torino, è del 50-60% rispetto alle potenzialità. Occorre perlomeno ridurre drasticamente la convenzionata esterna; per 96.000 abitanti non possiamo avere ben sei laboratori di analisi.
Vi sono pure tre presidi ospedalieri: Mauriziano, Oftalmico, S.
Giovanni Vecchio. Bisogna procedere ad una integrazione operativa per certi servizi di questi presidi ospedalieri e ad una maggiore integrazione tra servizi ospedalieri e servizi territoriali. Invece si procede alla rinfusa secondo logiche puramente clientelari.
Veniamo all'Ospedale di Via Farinelli, INRCA. L'USSL ha 47.000 abitanti, ma naturalmente l'Ospedale dovrà servire anche l'USSL di Nichelino, quindi, nel complesso, ci pare ben dimensionato. Qui lo scandalo però è doppio. Quindici anni per ultimare l'ospedale e non è stato ancora ultimato; l'altro scandalo riguarda la mostruosità dal punto di vista delle specialità mediche. E' prevista la geriatria con attività oncologica con 120 posti letto; al tempo stesso non c'è ostetricia (non si vuole disturbare il S. Anna), non c'è pediatria, non vi sono altre specialità importanti.
In Commissione il Consigliere Olivetti ha avanzato proposte che noi condividiamo. Una struttura ospedaliera che serva due UU.SS.SS.LL. richiede la medicina del lavoro, e questo se non sbaglio in Commissione è stato accettato. Il Consigliere Olivetti sostiene che 120 posti letto per geriatria oncologica è una dimensione impensabile e propone 50 posti letto per geriatria e un reparto oncologico a prevalente attività oncologica con 40 posti letto. Invece i posti letto restano 120, suddivisi 60 per geriatria e 60 per geriatria a prevalente indirizzo oncologico; è stata una mediazione che non ha dato grandi frutti.
Condividiamo anche che pneumologia è sovradimensionata, che è sottodimensionata oculistica, che non c'è spazio per il Day hospital e che otorinolaringoiatria è sottodimensionata così pure urologia.
Dal punto di vista della distribuzione dei posti letto in sostanza è una mostruosità l'ospedale che sta sorgendo in Via Farinelli.
Ieri il Consigliere Olivieri ha invitato tutti, soprattutto noi dell'opposizione, a volare alto, a guardare avanti, a costruire la sanità del 2000; a non distribuire le risorse a pioggia, ma a concentrarle in modo qualificato. Ieri Olivieri volava alto, oggi non riesce neppure a spiccare il volo. Ci illustra come si fa a distribuire a pioggia i primariati, come si fa a inventare i servizi, le divisioni, solo per piazzare gli operatori.
L'Ospedale S. Giovanni, di conseguenza, avrà una decina di primari con 164 posti letto. Dove sta la modernità? Le finzioni, caro Oliveri, hanno le gambe corte, ieri a parole volavi alto, oggi sei costretto a tornare ad essere protagonista delle miserie terrene, delle pratiche clientelari, dei favori alle "baronie". Questo è un classico provvedimento di misure urgenti per piazzare clienti, non merita neanche un solo emendamento da parte nostra.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Olivetti.



OLIVETTI Michele

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il dibattito su questo disegno di legge ha assunto toni abbastanza vivaci e vivace sono stato anch'io quando ne avevamo discusso in Commissione, quindi il fatto che si approccino i problemi con questa vivacità non mi disturba affatto. Per dobbiamo prendere in considerazione alcune valutazioni di fondo e non strumentalizzare in maniera così radicale errori che sono stati ampiamente corretti.
E' fuor di dubbio che la vacanza dell'intervento pubblico crea spazi di sanità non gestita e che questi spazi vengono occupati dall'iniziativa privata. Ovviamente insistere nel non gestire questi spazi e nel lasciarli liberi significherebbe voler incentivare l'iniziativa privata, nei confronti della quale riteniamo che diverso debba essere il nostro atteggiamento.
E' pur vero che quando si devono prendere delle decisioni e fare delle scelte anche numeriche e dire che il dimensionamento di un reparto deve essere di 25 o 30 letti, di 40 o 45, possano intervenire immediatamente elementi di opinabilità, per cui qualcuno può ritenere un numero lievemente sovradimensionato e qualcun altro un numero lievemente sottodimensionato.
Comunque il problema, che sollevai anche in Commissione, che il dimensionamento del reparto di geriatria a 120 posti letto non fosse ammissibile, discende dal fatto che la strutturazione di un megareparto potrebbe ricreare situazioni che sono state giudicate superate anche per il necessario recupero del rapporto umano con il paziente a livello di reparto. Questo errore nel progetto in discussione è stato superato dicevo, con un frazionamento, una scissione in due reparti: uno di geriatria propriamente detto e uno di oncologia a cui è stata aggiunta, sul piano del compromesso, la dizione "con indirizzo geriatrico". Ma questo si può spiegare con il fatto che quell'ospedale era stato concepito, era stato avviato proprio con l'obiettivo di dare sollievo ad un ambito geriatrico. E in questo momento nella città di Torino, se vi è una carenza gravissima, è proprio quella nei confronti dell'assistenza agli anziani. Quindi se un intervento è possibile per dare sollievo a questa carenza, ben venga in questa direzione.
Sostenni in Commissione, e risostengo qui, non in accordo con il collega Calligaro, che in questo ospedale un reparto di pediatria o un reparto di ostetricia e ginecologia non è stato previsto proprio perché si voleva dare un prevalente indirizzo di tipo geriatrico e si erano voluti privilegiare invece altri tipi di specialità come, per esempio l'oculistica e l'urologia, che registrano in questo momento le massime carenze e le più lunghe attese da parte di coloro, soprattutto anziani, che hanno bisogno di essere trattati per la relativa patologia.
L'urgenza di portare avanti questo disegno di legge mi pare, pertanto che emerga proprio dal fatto che esso giunge a dare tutta una serie di risposte abbastanza articolate ad un settore di carenza. L'ottimale è un'utopia a cui tutti abbiamo ragione di tendere, però non per trasformare questa aspirazione in una scusa per un'attesa, per non fare subito qualche cosa che è possibile fare e che è subito possibile realizzare. E' un'urgenza che emerge anche dalla constatazione che si andava perdendo il patrimonio non indifferente di una struttura, che da troppo tempo aspettava di essere utilizzata ed aspettava di essere recuperata ad un servizio e non lasciata persino all'offesa dei vandali, come è anche avvenuto nel periodo del suo abbandono.
Concludo questo mio breve intervento permettendomi, in maniera molto pacata ma molto determinata, di rifiutare in modo radicale, perché non è nel mio stile e non credo che sia neanche nello stile dell'amico Olivieri di ragionare su queste cose sulla base, come è stato detto, delle politiche clientelari o sulla base dei primariati da assegnare. Credo di avere già dato prova in questo senso nelle occasioni in cui ho potuto intervenire.
Qui voglio portare la testimonianza di come io sia alieno da questi condizionamenti. Non mi fa affatto velo l'essere il Segretario dell'Ordine dei Medici e l'essere il rappresentante della categoria medica, che ha le sue luci e le sue ombre.
Quello a cui io tengo e che ritengo debba essere sempre portato avanti in quest'aula è la preoccupazione primaria dell'oggetto del nostro intervento. E' chiaro comunque che un reparto non può sussistere senza un primario, ma è ovvio che questo deve essere individuato e collocato nei modi, nei tempi e attraverso le procedure più corrette. Su questo impegno io posso garantire i colleghi del mio Gruppo, i colleghi del pentapartito della maggioranza e anche quelli dell'opposizione, che troveranno la mia posizione sempre allineata sui punti di riferimento ideali e sui valori incontestabili, ai quali non ho assolutamente intenzione di rinunciare n adesso né in futuro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il disegno di legge n. 400 è fatto per il Valletta e per due reparti della Nuova Astanteria Martini e del S. Giovanni.
Non mi diffondo in ragionamenti troppo generali, per i quali rimando alla discussione di ieri, su come si intende la programmazione sanitaria su come si intendono definire le priorità da parte di questa maggioranza.
Mi limito a dire sul disegno di legge in questione che, per quanto riguarda il Valletta - e cito dalla pag. 1 della relazione - "è emersa l'esigenza di modificare la legge n. 59/85 attraverso gli incontri effettuati con l'INRCA e diretti a definire i contenuti e le modalità convenzionali tra i contraenti".
Penso che questo riferimento sia fin troppo esplicito sul significato della legge stessa: i contraenti chiedono, l'Assessorato dà. Non ci viene spiegato, ad esempio, come si integrano i servizi di medicina del lavoro ospedalieri con i servizi territoriali dell'USSL n. 10. Se il contraente chiede e l'Assessorato dà, questi aspetti diventano irrilevanti mentre invece, sono rilevantissimi - noi riteniamo - nella programmazione del servizio sanitario.
E veniamo all'Ospedale S. Giovanni. Questo disegno di legge punta a modificare il Piano socio-sanitario regionale vigente, ed è detto anche questo molto esplicitamente nella relazione. Ora siamo ben lungi dal pensare che i piani non debbano essere modificati, ma il metodo, come già dicevamo ieri, con cui si procede, è inaccettabile; non si parte da un'analisi circostanziata del già fatto, quindi del fabbisogno, ma si procede per erogazioni successive sulla base di un disegno che magari è nella testa di qualcuno, ma non è reso esplicito e comprensibile a tutti.
Quindi è inaccettabile il metodo in una visione programmatoria e, per quanto riguarda il merito, mentre - lo voglio sottolineare per concludere il Piano socio-sanitario regionale prevedeva esplicitamente lo smantellamento progressivo dell'Ospedale S. Giovanni Vecchio, il disegno di legge ne prevede addirittura lo sviluppo.
Si possono cambiare le cose, ci mancherebbe! Però ricordatevi almeno quando fate una legge, di raccordare una modifica all'altra. Ricordatevi di modificare anche il terzultimo capoverso della tabella 1), allegato B) alla legge regionale n. 59/85 perché avete proceduto malissimo. Andate a rileggervelo e vedrete che forse potreste fare un po' meglio questi colpi di mano a sorpresa o favori o come altro si vuole.
Mi fermo qui. Con questi due passaggi ho chiarito quanto meno il nostro modestissimo punto di vista sull'argomento. Un disegno di legge per queste ragioni, succintamente richiamate, a nostro avviso, è da respingere.
Non abbiamo presentato emendamenti nemmeno su questo disegno di legge.
Vedo che la maggioranza è soddisfattissima! Quando l'opposizione non presenta emendamenti, la maggioranza è soddisfattissima, anzi, è arcisoddisfattissima (se la grammatica può consentire i superlativi dei superlativi) quando l'opposizione se ne va per motivate e fondate ragioni come ha fatto ieri sera. Di fronte ad emendamenti preannunciati ad un provvedimento rilevante, nella sua limitatezza, il disegno di legge n. 421 è stato approvato ieri sera notte tempo, anche qui in tutta fretta, dopo che l'opposizione ha abbandonato l'aula (l'Assessore Maccari e il Consigliere Bergoglio hanno incassato) e la giornata è finita bene.
Continuate così, siete su un'ottima strada, istituzionale naturalmente!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Parto dal punto toccato dal Consigliere Staglianò e da Valeri, che da anni è Consigliere regionale e che, per il ruolo che ha avuto, è sensibile alle questioni che riguardano i rapporti istituzionali e politici. Questo sistema ha avuto ieri il suo epicentro nell'atteggiamento nostro, reso con dispiacere, ma ampiamente motivato. E' molto difficile intervenire quando vengono presentate le leggi - lo diceva il Consigliere Staglianò. Non ci sono emendamenti, non ci sono ostacoli. Le idee, le opinioni altrui non vengono considerate. E' un atteggiamento che purtroppo continua da tempo non cambia e che, al di là delle dichiarazioni, rischia di essere uno specchietto per le allodole.
Dico questo perché su questo provvedimento non vogliamo regalarvi assolutamente niente; potremmo regalarvi qualcosa se apparissimo i difensori fermi, statistici di quello che è scritto nei piani e della necessità di far discendere sempre e comunque le azioni e le misure concrete da un piano definito. Non è così. C'è una obiettiva velocità dei processi economici e sociali tale che la vecchia impostazione del piano e dei provvedimenti attuativi talvolta non regge più. Ma attenzione, è anche vero che tutto ciò deve essere sostituito comunque, se non dal Piano, da qualcosa altro - e ieri abbiamo detto che la deliberazione di indirizzi e la filosofia del Piano socio-sanitario devono essere mutate con forme più snelle e più agili e tale però che rappresenti la dichiarazione programmatoria democratica di un ente.
Per Torino abbiamo aperte due questioni enormi: il destino dell'Ospedale Molinette e la questione dell'istituto a carattere scientifico posta da un numero molto alto di primari, e la questione dell'Ospedale oncologico proposto dalla Fondazione per la lotta contro il cancro, la cui Presidenza è della signora Marella Agnelli. Due novità che si introducono come richieste nel panorama della sanità pubblica, insieme ai vecchi problemi che necessiterebbero ben altro che un provvedimento di adeguamento.
Assessore Olivieri, è molto semplice spiegare le cose partendo dallo specifico bisogno. Questa logica però ha fatto sì che, in questa specie di gioco di rapporti di forza, da un lato la sanità viene additata come il luogo degli sprechi e si introducono normative per la riduzione della spesa o per gli standards, che vanno a colpire mediamente le realtà periferiche e dall'altro lato, attraverso una concezione non programmatoria, si danno risposte immediate laddove, forse, sarebbe il caso di metterle a confronto con altre esigenze nello stesso ambito territoriale.
In altre parole non volevamo necessariamente aspettare il piano. Certo però che per Torino l'indicazione di piano, di linee di indirizzo potevano essere già contenute lì oppure nella deliberazione che dovrete presentare sull'organizzazione della sanità a Torino. Era una premessa necessaria e propedeutica a questi interventi. Invece ci viene un provvedimento hic et nunc con le caratteristiche che ricordavamo; tutto ciò, oltre che rendere un cattivo servizio alla comprensione dei fenomeni e delle politiche che vengono svolte, favorisce sempre di più un sospetto che ormai è ben più che un sospetto, ma una constatazione. Questo modo di procedere è voluto, non è casuale. E' una tecnica di governo che distrugge gli elementi di discussione e di dibattito su aspetti confrontabili, che è l'essenza di qualsiasi azione programmatoria e, in sostanza, diventa un arbitrio l'arbitrio si esprime attraverso una scelta che neanche sotto il profilo informativo mette i soggetti in condizione di distinguere e di conoscere i vari bisogni. E' cattivo governo, è cattiva amministrazione quella di provvedere a presunti bisogni urgenti (magari lo sono) senza essersi preoccupati preventivamente di definire nella maniera più snella e agile possibile un quadro di scelte, per esempio, per questa area, per gli altri ospedali, per le altre funzioni. La cosa non ha un peso secondario. Ho citato l'iniziativa privata FIAT sull'Ospedale oncologico. Qui si fanno degli interventi, quindi è una spesa regionale in quel settore. Ma non pu essere collocata così.
Non faremo la richiesta di non passaggio ai voti, di tornare indietro anche perché non amiamo la ginnastica. Ahimè però non crediamo che questo modo di procedere cambi. Ribadiamo la nostra contrarietà ad alcune ragioni di merito forti che sono state addotte e che derivano da questa tecnica del tutto congeniale agli accordi limitati a poche persone, quindi censurabili.
E' una tecnica che difficilmente pone le condizioni per discutere. Per le opere pubbliche, per esempio, spesso avviene nel nostro Paese che si provvede pezzo per pezzo. Chiaramente tutto è utile, però, dato che i soldi sono limitati e le risorse sono quelle che sono, si dice che sarebbe opportuno descrivere i bisogni insieme e cercare di scegliere quelli emergenti.
In questo senso quindi la nostra riprovazione a questo metodo si lega a quanto abbiamo detto ieri. Se in passato si è peccato forse di eccesso organicistico e di fiducia illimitata nei piani e nelle loro possibilità adesso mi pare che, anziché una risposta di innovazione che intanto salvi i presupposti democratici, si sia scelta la strada peggiore che contrastiamo apertamente, su cui vorremmo richiamare l'attenzione per la quale motiveremo il nostro voto anche all'esterno. D'altra parte un vantaggio in queste operazioni c'è. Si ha modo, e noi lo faremo in maniera spregiudicata, l'abbiamo già fatto, di collegarci con tutti coloro che da questo procedere sono svantaggiati. Stiamo trovando consensi e proprio su questo settore ci stiamo ringalluzzendo. Ci pare che il cattivo governo ci dia begli spazi, abbiamo davanti il 1990, abbiamo gli spazi esterni, e proprio questo modo di procedere, questa tecnica di tenerci fuori ci dà delle condizioni di cui vi ringraziamo. Governate male, qualcuno alla fine ve lo dirà, non solo noi!



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Olivieri.



OLIVIERI Aldo

Quasi piamente vorrei dare alcune informazioni o perlomeno alcuni chiarimenti al Consigliere Bontempi. Si è parlato in modo velato e non tanto velato di colpo di mano rispetto ad un metodo programmatorio. La realtà, caro Bontempi, è che esiste anche, in ambito programmatorio, il metodo delle approssimazioni successive che oggi viene riconosciuto come prevalente sulla programmazione cruda. Nel problema della sanità accanto...



BONTEMPI Rinaldo

Le approssimazioni successive fanno parte di una tecnica che sta in due pagine che dicono che questi problemi...



OLIVIERI Aldo

Te lo spiego subito. Esistono in questo campo, in particolare per Torino, dei tasselli talmente macroscopici e talmente evidenti come stato di necessità che nessun metodo programmatorio può ignorare. Questi tasselli macroscopici sono da una parte l'assistenza oncologica e dall'altra l'assistenza agli anziani. Dobbiamo distinguere fra l'oncologia acuta e l'oncologia cronica. L'oncologia acuta è quella della diagnosi, del primo intervento chirurgico; quando si è in presenza di un cancro allo stomaco si ha bisogno del chirurgo che, malgrado tutto, checché se ne dica, rimane ancora una terapia emblematica, anche se purtroppo non sempre efficiente.
Sono tasselli macroscopici che prima li poniamo a posto più ci guadagnano i cittadini. Non si tratta né di potere né di colpo di mano, ma un grido di dolore che viene dall'anziano che non sa dove essere sistemato che viene dal carcinomatoso che puzza, che ha bisogno di avere un letto. Ci ho vissuto in queste situazioni tutta la vita.
Forse la questione oncologia merita un dibattito. Spero proceda con le gambe lunghe l'iniziativa del polo oncologico di oncoematologia che sta sorgendo alle Molinette. Ricordo che non venni trattato molto bene quando riuscii a portare avanti l'operazione del finanziamento FIO per il polo oncologico di ematologia. A differenza di altri poli oncologici che stanno nascendo nel privato, ha il vantaggio di essere monolitico, specialistico quindi, dal punto di vista casistico regionale, è fondamentale il poter accentrate ad altissimi livelli di competenza e di qualificazione una serie di malattie che forse sono quelle che più di tutte riescono ad avere nelle terapie un momento di grande remissione o anche di guarigione. Quindi in questa materia bisogna procedere con metodo programmatorio, ma non rigido.
Quando parlavo dell'urgenza che diventa vieppiù grave non intendevo quell'urgenza che il giorno dopo non è più urgente, ma parlavo di veri stati di necessità, che è molto diverso. Credo che, e lo dico con molta pietà nel senso etimologico del termine, se votiamo questa legge facciamo un servizio alla cittadinanza. Questo è quello che mi interessa, non vi sono altri arrière-pensèes dietro questo mio intervento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

Desidero aggiungere poche considerazioni a quanto per il nostro Gruppo ha già detto il collega Olivetti che, tra le altre cose, ha motivato il senso delle modifiche che in Commissione sono state apportate al testo originario di questo provvedimento.
Desidero anche rispondere alle preoccupazioni che il Consigliere Bontempi ha espresso in questa sede. Preoccupazioni che, viste dal punto di vista dell'astrazione teorica, sono corrette, ma rispetto al problema concreto che cerchiamo di affrontare con questo disegno di legge non hanno ragione di sussistere. Quindi vorrei tranquillizzarlo. Sappiamo che l'USSL 1/23 di Torino all'inizio di quest'anno è stata smembrata in dieci UU.SS.SS.LL. Questo ha comportato, a livello di assegnazione dei vari reparti ospedalieri, dei servizi distaccati che precedentemente erano unificati sia sotto il profilo amministrativo-burocratico sia sotto il profilo funzionale in un'unica USSL. quindi non comportando per questo aspetto delle difficoltà gestionali se non quelle tipiche di reparti che hanno più sedi e che sono quindi collocati in diversi stabilimenti ospedalieri.
Con l'entrata in funzione delle dieci UU.SS.SS.LL. e dei loro Comitati di gestione autonomi, la questione si pone in termini di razionalizzazione dei servizi esistenti affidando ad ogni USSL le proprie competenze individuando i riferimenti operativi che facciano carico, sia sotto il profilo della dipendenza gerarchica che sotto quello amministrativo e funzionale, all'USSL di competenza. Questo è lo spirito che ci ha animato in quella parte della legge che si riferisce a questa questione; abbiamo cercato di razionalizzare i servizi e creare le condizioni perché una serie di settori che l'esperienza, non la fantasia o le previsioni dei piani faceva ritenere utile potenziare, visti i tempi di attesa, visti i dirottamenti verificati nel settore privato, di cui tanto ci si preoccupa e giustamente; perché la scelta del settore privato può essere una libera e autonoma iniziativa del cittadino malato, ma non deve essere una condizione obbligata. Le attese del servizio pubblico sono talmente lunghe che se non vuoi star male per mesi e per anni devi per forza rivolgerti al servizio privato. Dove abbiamo verificato che le attese erano troppo lunghe e i dirottamenti troppo evidenti, abbiamo ritenuto di portare avanti in questa fase un provvedimento stralcio sapendo che tutte le normative, i tempi di approvazione del piano e di messa a punto di questa partita più ampia avrebbero richiesto tempi più lunghi, mentre questi erano problemi urgenti che richiedevano delle soluzioni immediate. Lo stesso principio ispiratore collega Bontempi - ci ha indotti ad affrontare il problema della convenzione con l'Ospedale di Via Farinelli. I giornali ripetutamente sottolineano il fatto che tale ospedale da oltre vent'anni è in attesa di entrare in funzione. Ci hanno scritto che sul tetto erano cresciuti gli alberi, abbiamo avuto le giuste proteste dei rappresentanti delle circoscrizioni comunali e di quanti sono interessati alla zona, quindi sarebbe una disattenzione politica e uno spreco di risorse pubbliche non consentire a quella struttura di avere una propria funzionalità. Quella struttura ospedaliera viene contestata perché non è utilizzata, ma nel merito non abbiamo sentito considerazioni critiche.
Credo che dal punto di vista tecnico questa proposta affronti dei problemi che esistono, vada a mettere un ospedale di base in una dimensione che è già prevista nel futuro della sanità, che non prevede soltanto un ospedale con la medicina e la chirurgia generale, ma una struttura di base che, rivolta a quel tipo di popolazione, incentrata su quel tipo di problemi, dia una risposta mirata.
Non si dimentichi che parliamo di Mirafiori, quartiere operaio concentrazione antica di un certo tipo di attività e di un certo tipo di popolazione. Ecco perché è venuto fuori uno specifico servizio di medicina del lavoro. Non è stato messo lì per caso perché qualcuno aveva un primario o un aiuto primario o un assistente da sistemare in quella realtà ospedaliera. I colleghi che seguono questi problemi sanno che Mirafiori è stata l'unica circoscrizione a livello di USSL e di quartiere, sanno che c'è una concentrazione particolare di fabbriche e di popolazione di un certo tipo. Sapendo queste cose, a maggior ragione non hanno contestato la validità della scelta che in questa struttura ospedaliera si va facendo.
C'è una ragione di fondo a fronte di questa scelta. Certo, tutto è modificabile, gli errori sono nelle cose. In quest'aula dobbiamo comportarci come persone che sono preoccupate realmente del bene comune non dobbiamo assumere atteggiamenti che possono andare bene, Consigliere Staglianò, per i ragazzini quando ci fanno i dispetti. La politica è fatta di interventi sulle cose, non di denunce alla magistratura. La politica è fatta di conoscenza dei problemi e non di lancio di accuse e di bugie.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Professoressa, va a fare la tua lezione da qualche altra parte!



BERGOGLIO Emilia

La faccio dove ritengo giusto farla!



PRESIDENTE

Consigliere Staglianò, quando lei ieri disse alcune cose nei confronti del Consigliere Bergoglio, ha taciuto. Ora, naturalmente risponde. Ognuno di noi assume l'opinione che crede. Bisogna avere rispetto per l'opinione di tutti, altrimenti ci mettiamo in una società in cui nessuno ha più rispetto e non si sa più dove va a finire la verità.
Una delle cose sulla quale tutti sono d'accordo è l'umiltà dei nostri pronunciamenti. Siamo fallibili, nessuno di noi ha la verità assoluta in tasca. Per questo si parla di laicismo, perché abbiamo il dubbio, come metodo, che ci porta a ritenere che a volte possiamo anche individuare esattamente il problema, a volte no. Mettiamo almeno questo dubbio in noi che siamo, a livello generale, laici.
La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Indubbiamente ha ragione il collega Calligaro dicendo che è una vicenda sconcertante, solo che lo sconcerto ognuno lo vede in un'angolazione diversa. E' sconcertante che questo ospedale sia inutilizzato da vent'anni.
Dopo lo sconcerto è positivo che, dopo anni di non decisione, la Giunta attuale decida di avviare a soluzione il decollo dell'ospedale in una zona torinese piena di problemi. In linea di massima credo sia opportuno per tutti avere un atteggiamento in aula uguale a quello che si ha sul territorio che viene spesso richiamato.
Allora, considerato che il territorio di Mirafiori ha bisogno di una struttura ospedaliera, visto che c'è questa possibilità, mi pare sia opportuno fare in modo che la cosa decolli e abbia a funzionare e ad attivarsi nel tempo più veloce possibile...



CALLIGARO Germano

Ma chi ha detto il contrario? Con chi polemizzi?



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

...anche se ci rendiamo conto che non sarà possibile attivare in tempi veloci quella struttura, che è estremamente valida anche se è stata iniziata vent'anni fa. Chi di voi ha avuto la possibilità di visitarla si sarà reso conto che la tipologia costruttiva è decisamente buona in rapporto alla situazione degli ospedali esistenti in Torino. Però per farla decollare in modo da poter ricevere i primi pazienti, occorreranno almeno tre anni. Se si fosse partiti nel 1982 o nel 1983, con la Giunta precedente, oggi probabilmente potremmo già avere l'ospedale funzionante e sarebbe estremamente positivo perché favorirebbe il riequilibrio degli ospedali della città, scaricando intanto le Molinette.



AVONDO Giampiero

In questo caso siamo metà e metà. Sono tre anni che governi tu! Tu sei nell'infallibilità.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Avondo, ho sentito le lezioni di tutti, sono abituato a sorbire grandi lezioni di programmazione, di correttezza istituzionale da parte di chi sale in cattedra convinto di essere sempre nell'ortodossia piena e nella verità con la "v" maiuscola, atteggiamento che non mi pare sia opportuno in politica, perché rischia di essere presunzione pericolosa. Quindi, non voglio dare lezioni di correttezza istituzionale, gradirei però che l'opposizione avesse l'educazione civile di lasciare rispondere anche agli altri. Qui sono solito ricevere anche degli insulti, quindi credo sia perlomeno accettabile che risponda alle obiezioni che sono state date.
Indubbiamente, ha ragione il collega Bontempi, il nostro governo sarà giudicato come tutti i governi. Bontempi dice: "governate male e qualcuno ve lo dirà". Se ho capito bene ce lo dirà l'elettorato, quell'elettorato che per fortuna in questi ultimi anni sta bocciando voi sia che siate all'opposizione, sia che siate al governo, quindi può darsi che abbia questi stessi criteri. Oggi la situazione è questa, ed è verificabile dalle statistiche e dai dati elettorali.



(Commenti dai banchi del Gruppo comunista)



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Ieri siamo stati accusati di voler chiudere delle strutture che altri volevano tenere aperte e credo che sia sconcertante che, nel momento in cui ci si lamenta dell'apertura di reparti e quindi della creazione di primariati che riteniamo utili, si dia spazio contemporaneamente alla difesa di primariati che sono decisamente inutili. Ed è positivo che qui si ricordino gli anziani, che non ricordiamo solo in questo momento che si parla dell'USSL n. 10, ma che ricordiamo in tutta la politica regionale e quindi anche nell'impostazione del piano.
Oggi l'INRCA ha già alcuni servizi ambulatoriali di prevenzione, ha un centro antidiabetico, ha il servizio di geriatria, di cardiologia con elettrocardiogramma, ha il recupero funzionale, neurologia con elettroencefalogramma, urologia, oculistica, neurologia e odontologia.
Credo che con questo assetto, che andrà a regime nel giro di qualche anno, un sollievo nel quadro sanitario torinese ci sarà senz'altro.



PRESIDENTE

Non essendovi altri Consiglieri che intendono intervenire, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Prima di procedere alla votazione dell'intero testo della legge ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Minervini. Ne ha facoltà.



MINERVINI Marta

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, vorrei fosse molto chiaro il nostro no. Anche noi aspettiamo da tempo che l'Ospedale di Via Farinelli prenda il via e funzioni. Ma non ci convince assolutamente la struttura che ci viene presentata. Ed allora, ci pare che si continui a parlare e a scrivere troppo. Sarebbe meglio mettere in atto quello che si scrive prima e parlarne dopo.
Quindi, non siamo convinti della struttura che ci viene presentata e da qui discende il nostro no.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

La mia dichiarazione di voto non è tanto per riconfermare il deciso no a questa legge, quanto per rappresentare, questa è obiettivamente una novità, un caldo ringraziamento all'Assessore Maccari.
Il ringraziamento a Maccari non è un atto formale, ma un atto vero da parte nostra per come opera, per come interpreta i fatti, per come valuta i rapporti all'interno di quest'aula, per come valuta il confronto e come giudica il nostro Gruppo. Abbiamo bisogno di essere rincuorati, e Maccari ci rincuora. Grazie, perché questo modo di intendere i rapporti politici e i rapporti istituzionali, le azioni di governo indica che un grandissimo spazio per noi c'è. Può darsi che non riusciremo a colmarlo tutto noi, ma non è detto che lo si debba colmare da soli. E' un'altra faccia del mondo.
Queste sono le repliche di chi parte da un fortissimo pregiudizio, mi dispiace dirlo, aperto in un cursus che è stato molto all'insegna della rottura a sinistra. Una rottura a sinistra che magari rientra dentro agli schemi del pentapartito tutto, del cosiddetto pentapartito che si fa governo e opposizione, ma che sta mostrando la corda rispetto ai bisogni di fondo per cui rischiararsi per aree culturali in base a principi e regole e a una decorosa convivenza tra diversi, è una condizione per andare avanti.
Quindi, oltre che ringraziare Maccari, manifestiamo non tanto la lesa maestà del Gruppo che viene attaccato (avete il diritto di farlo, questo non lo eccepisco) quanto il fatto che non c'è su nessun provvedimento uno stralcio di indicazione, di prospettiva che metta in grado gli altri perfino quelli della maggioranza, di giudicare le cose. E poi c'è la forza del governo di chi ha più dati e più informazioni e può decidere, ma che non sa cogliere che la società è complessa e nella complessità ci stanno anche le idee degli altri e che le idee degli altri non sempre sono da buttare. C'è una concezione arrogante, ma è arrogante nei fatti e lo dite nei corridoi. E' questo il modo che aiuterà a far leva sul partito dell'indignazione e della rivolta che c'è nel Paese e nei partiti.
Questo ci aiuta a capire meglio le prospettive politiche; la costruzione di un'alternativa è prioritaria rispetto all'immediata alternativa politica. Parto da questo episodio e da quello che verrà dopo che non voglio imputare a Maccari. Qui rispondo a chi ha questo atteggiamento nei confronti di una parte eletta, che ha lavorato nel passato e che anche oggi dal suo ruolo cerca di avere una prospettiva, una alternativa di costruzione. Credo che dobbiamo essere contenti che si chiariscano le cose attraverso i fatti. E' sintomo di debolezza e di assenza di prospettiva usare le armi del potere per dare bastonate e nello stesso tempo aver paura delle proprie ombre. Questo è l'atteggiamento anche all'interno dell'Assessorato, senza capire i messaggi che gli sono stati rivolti, e non è quello di considerare che una parte deve essere discriminata perché sospetti o perché comunque la vuoi tagliar fuori. No il mondo è grande, e tutto va riassunto attraverso qualche sensata decisione di merito.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Ciascuno abbia la sua parte.



BONTEMPI Rinaldo

Sì ciascuno, ma, Maccari, tu governi, tu hai grandi responsabilità e quello che esce dalla Regione è molta parte di quello che tu fai. Questo devi capire e devi essere tu (se sei grande, ma mi vengono grandi dubbi) a mettere in condizioni anche chi può esserci e non sta a questa prospettiva che non è certo idillica ma è normale; ci sono anche le armi, sai che ci sono anche gli aiuti, sai che da questi banchi le battaglie sono dure, ma sono leali. Questo clima, che è stato oggetto di una specifica iniziativa per un caso ma sarà oggetto di una questione, è grave non solo perch schiaccia qualcuno immotivatamente e spesso ingiustamente, ma è molto grave perché fa arretrare la testa di tutti, fa pensare che l'unico modo di esercitare il potere sia quello, finché ce l'hai, di considerare in maniera anche asfittica, piccola, senza prospettiva, che l'unica condizione è farlo valere con la forza. Ci va molta più forza per riuscire a decidere bene e a sapere che tu, Assessore, rappresenti tutti. Non puoi essere di parte, e questo essere di parte, nelle repliche e negli atteggiamenti, noi lo contestiamo duramente anche qui dove ostinatamente molti non sentono, a molti non interessa di sentirci; lo ribadiamo perché la democrazia ha il bene della parola, che non me la levate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

In fase di dichiarazione di voto, signor Presidente, non replicher agli apprezzamenti della "professoressa disprezzo". Ribadisco che il rispetto alle posizioni altrui e delle altrui idee, signor Presidente, non è dato dal silenzio ostentato, quando la sostanza del confronto viene stracciata quotidianamente, quando la sostanza, non la forma, del nostro stare qui dentro viene stracciata quotidianamente.
Ancora ieri sera, su un provvedimento piccolo ma molto significativo come è quello riguardante il disegno di legge n. 421, benché fosse notorio che da parte dell'opposizione c'erano idee e proposte da avanzare nel merito, si è approfittato dell'assenza di tutta la maggioranza da quest'aula per farlo passare di colpo, senza colpo ferire. Quando si imprimono, signor Presidente, queste violazioni alle regole elementari di una assemblea, mi domando in che cosa consista il rispetto per le posizioni altrui, la volontà di confronto. L'episodio è di ieri sera, ma ancora questa mattina, nel merito del progetto di legge n. 400, l'Assessore Maccari nel suo sfrenato desiderio di smarcarsi dal suo passato (mamma mia che fine fanno alcuni allievi del compianto compagno Riccardo Lombardi!)...



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

No, no, io avevo Salvemini e Rossi.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Hai accampato anche questi padri quando servivano.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Se permetti i padri miei li riconosco io, non me li affidi tu!



STAGLIANO' Gregorio Igor

L'Assessore Maccari, nel suo sfrenato desiderio di smarcarsi da un passato che legittimamente può rinnegare in qualsiasi istante, continua a farci vuoti comizi. Sul progetto di legge n. 400 il sottoscritto ha posto una serie di osservazioni puntuali su cui, se davvero il confronto ha un senso, l'Assessore aveva il dovere almeno di rispondere che erano "stupidaggini"; invece, su come la Giunta pensa di integrare, con questo provvedimento, la medicina del lavoro del "Valletta" con i servizi territoriali dell'USSL non risponde; e fa anche orecchie da mercante su come farà ad ampliare l'Ospedale S. Giovanni senza intervenire più organicamente sulla legge n. 59/85.
Allora, signor Presidente, mi domando se perdiamo il nostro tempo qui.
Comincio ad avere il dubbio che la grande fatica che il sottoscritto spende quotidianamente per stare qui dentro, confutare e fare proposte, rischia di essere assolutamente inutile, perché non c'è, da parte della maggioranza nessuna volontà di ascoltare, di discutere seriamente. Rispetto al provvedimento specifico, prendiamo atto che non si dà risposta ad interrogativi più che legittimi, se mi consentite; di conseguenza il nostro voto sarà negativo, ma questo, per Assessore e Giunta, è assolutamente irrilevante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, colleghi, avrei rinunciato ad esprimere la dichiarazione di voto dato che l'intervento del collega Olivieri ha ampiamente motivato la validità della proposta di cui egli è relatore. Le risposte date dall'Assessore Maccari sono state convincenti sia sulla proposta sia sull'urgenza dell'approvazione della proposta di legge n. 400.
Mi sembra che la dichiarazione di voto fatta dal Consigliere Bontempi non possa restare senza una risposta; ho qualche difficoltà a rispondergli poiché egli è partito da una posizione diretta a sottolineare il rapporto tra maggioranza e minoranza, governo e opposizione, e concentrandola sui comportamenti personali dell'Assessore Maccari e ringraziandolo perché con quel comportamento avrebbe lasciato spazi al Partito comunista e all'opposizione.
Ciascuno porta nel confronto e nel dibattito politico il contributo del proprio modo di essere. Non è una novità che Maccari ha un suo tratto caratteristico nel dibattito. Se poi si vuole definire, con una forzatura Maccari cattivo perché si comporta in un certo modo, cattivo perché i ringraziamenti che gli avete manifestato avevano un sapore contrario...



(Interruzione del Consigliere Bontempi)



ROSSA Angelo

Il problema è politico, al di là delle questioni che ciascuno porta ciascuno poi si prende le proprie responsabilità. Gli atteggiamenti possono essere diversi perché diverse sono le persone, ma all'interno di un quadro politico ciascuno si prende le sue responsabilità. E noi socialisti che abbiamo la responsabilità dell'Assessorato alla sanità, parte importante nel governo regionale, ci prendiamo questa responsabilità. Raccogliamo la sfida, caro Bontempi, e parliamo pure con la gente! Noi siamo convinti di operare scelte tali che siano corrispondenti alle attese della gente! E' possibile nella fermezza delle proprie convinzioni, le quali discendono da un'ispirazione lineare, realizzare degli obiettivi concreti? Vogliamo darci atto reciprocamente di un confronto civile? Lo auspico in nome della politica e in nome della storia che ci sta alle spalle, lo faccio anche come uomo della sinistra che da Riccardo Lombardi ha imparato molte cose come abbiamo imparato molte cose da uomini come Salvemini e Rossi.
Raccogliendo questi insegnamenti, le cose vanno avanti e ci consentono oggi di guardare con particolare attenzione alla crescita di un processo rinnovatore ampio, a cui ci si può ispirare da diverse posizioni. E' andata avanti e si è affermata la grande idea del processo riformistico democratico che noi socialisti abbiamo sempre perseguito.
Dopo aver raccolto le grandi ispirazioni che vengono da lontano, che possono incontrarsi in un ampio arco di forze laiche e cattoliche democratiche, noi avremo fatto fare a questo Paese un grande passo avanti non per togliere la libertà, caro Bontempi, ma per affermarla sempre più a fondo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Mi pare che il disegno di legge che andiamo ad approvare questa mattina sia completamente non dimensionato rispetto alle discussioni.
Ieri c'è stato un dibattito importante con un confronto reale su un problema serio di programmazione della sanità. E' stato un dibattito franco che ha messo in evidenza posizioni significative, non tutte rigorosamente mutilate da vincoli di maggioranza.
Ho ritenuto allora immotivata la scelta dell'opposizione di uscire dall'aula, ma il problema era importante.
Onestamente devo dire che non conoscevo a fondo la legge che stiamo affrontando questa mattina e credevo si trattasse di un altro intervento fondamentale, centrale della programmazione sanitaria. Mi pare invece che sia un intervento molto più modesto, con un contenuto molto limitato rispetto alla capacità di incidenza sulla politica sanitaria. E' un problema minore che non stravolge, come ho sentito dire, i criteri di programmazione sanitaria sul territorio. Allora mi pare che i toni del dibattito di questa mattina in quest'aula siano stati eccessivi e in qualche modo stravolgono il dibattito stesso, non solo quello di oggi, ma complessivamente, tanto che non c'è più la possibilità di valutare quelli che sono i problemi forti, importanti da quelli che sono problemi marginali.
Questo provvedimento sarà approvato dal Gruppo repubblicano che lo giudica positivamente, che comunque dà avvio ad un ospedale che per molti anni è rimasto fermo; è un fatto che giudichiamo positivamente, quindi il voto del Gruppo repubblicano sarà positivo. Purtroppo devo dire al Consigliere Bontempi che non deve illudersi: i voti del 1990, come quelli del passato, e credo anche del futuro, purtroppo non premieranno le politiche sagge, non si può sperare soltanto che facendo sagge e serie politiche i voti vengano e l'elettorato premi queste iniziative. Molte volte capita il contrario, l'illusione che l'elettorato saprà dare giustamente meriti e demeriti è un'illusione nella quale qualcuno ogni tanto si è cullato. Quindi, anche alla fine di questa giornata amministrativa, senza dare dei giudizi positivi o negativi non ci sarà il voto che darà un premio in base all'effettiva bontà o non bontà delle iniziative assunte.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 Hanno risposto SI 29 Consiglieri Hanno risposto NO 13 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 1027: "Integrazione Giunta regionale: sostituzione Assessore Antonio Turbiglio (art. 35, secondo comma, dello Statuto)"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'integrazione della Giunta regionale sulla quale c'è l'accordo dei Presidenti dei Gruppi. Si tratta della sostituzione dell'Assessore Turbiglio testé scomparso.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

E' un atto dovuto, ma non vuol essere solo un momento di assolvimento di un aspetto formale.
Stiamo consumando non tanto un ricordo, quanto un richiamo ad una presenza che è già stata celebrata in quest'aula, e non mi compete in questo momento di recuperarla, attorno al collega Turbiglio che nella buona, in questo caso nella cattiva, sorte è richiamato almeno con il pensiero per quanto ha fatto e per quanto è riuscito a servire attraverso un percorso di vita decisamente tormentato alla Regione Piemonte.
Amo ricordarlo ancora in questa circostanza pur pensando che il suo ricordo non verrà mai meno, la sua costruzione umana, il suo apporto alla vita della Regione Piemonte in questa parte della legislatura sarà ricchezza di vita, di proposta di sollecitazione ad ognuno di noi per poterci migliorare.
Devo adempiere, ai sensi dell'art. 35 dello Statuto, all'obbligo di segnalare il sostituto dell'Assessore Turbiglio, e l'ho fatto, signor Presidente del Consiglio regionale, proponendo la nomina del collega avv.
Sergio Marchini. Non è mio compito, anche se sarebbe giusto e dovuto il farlo, pur sapendo però che l'interessato per la sua costruzione umana non lo gradirebbe, tessere qui le lodi di Marchini. Mi può essere consentito però di affermare una convinzione che alla fine diviene anche auspicio, ma per chi parla è di già certezza, che l'esperienza, il grande e ricco bagaglio che il collega Marchini ha costruito in anni di presenza in quest'aula attraverso un attento, quotidiano, talvolta sofferto processo formativo, costituiranno, di certo, ricchissimo apporto all'attività della Giunta in quest'ultimo scorcio di legislatura.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, secondo lo Statuto il Presidente della Giunta regionale ha presentato il candidato all'Assessorato in sostituzione dello scomparso Assessore Turbiglio.
L'art. 32 dello Statuto prevede che l'elezione avviene secondo il metodo delle elezioni, non del Presidente ma della Giunta regionale. Spetta al Presidente del Consiglio regionale chiarire il significato del voto.
L'art. 32 dello Statuto recita: "Avvenuta l'elezione del Presidente, il Consiglio procede alla elezione della Giunta, a maggioranza semplice".
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
Poiché si è raggiunta la prescritta maggioranza, proclamo eletto Assessore il Consigliere Sergio Marchini, in sostituzione dell'Assessore Antonio Turbiglio.
Pongo ora in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti.
La parola all'Assessore Marchini per le dimissioni da membro dell'Ufficio di Presidenza.



MARCHINI Sergio, Assessore al commercio

In conseguenza della mia nomina ad Assessore della Regione Piemonte rassegno le dimissioni da membro dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Occorre che il Consiglio prenda atto delle dimissioni da Segretario dell'Ufficio di Presidenza del Consigliere Marchini.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio prende atto all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.


Argomento: Nomine

Nomina Commissione "Magistrato del Po"


PRESIDENTE

Ricordo ai Consiglieri presenti che in giornata occorre provvedere alla nomina del Presidente e del Vicepresidente della Commissione per il Magistrato del Po.



MAJORINO Gaetano

Si potrebbe nominare un Commissario. Non è sballata la tesi.



PRESIDENTE

Lo farò. Infatti nell'interpretazione delle leggi è prevista questa possibilità; non è sballata la tua tesi, per carità, Consigliere Majorino tu dici sempre delle cose giuste e intelligenti. Io non ho alcuna preclusione verso alcun Consigliere per la nomina a Presidente e a Vicepresidente della Commissione per il Po ed è impossibile e incredibile che non si possa trovare una soluzione. Convocherò la Commissione in tempi che siano sufficientemente lunghi, non per raggiungere il conclave, ma per fare in modo che una soluzione si trovi; non posso permettere che un organismo così importante, nominato dal Consiglio, permanga senza Presidente. Se la Commissione vorrà dare mandato all'Ufficio di Presidenza di trovare una soluzione al problema, vi assicuro che la troveremo.
Convocherò la Commissione per il Po per giovedì prossimo. Se da quella sede non si uscirà con una proposta, assumerò un provvedimento. La democrazia è tanto bella quando funziona, ma quando non funziona non è più democrazia.
Signori Consiglieri, il Parlamento regionale ha una sua struttura e una sua composizione e, nella sua storia, si è trovato di fronte a delle intersezioni con la Giunta; queste intersezioni non possono impedire che avvengano dei fatti sui quali il Consiglio e il suo Ufficio di Presidenza sono assolutamente concordi. Il Parlamento ha una sua autonomia, che io ho sempre difeso nel momento in cui sedevo alla Presidenza della Giunta e come Presidente del Consiglio sia prima del 1975 sia dopo il 1985. Ho sempre difeso l'autonomia del Parlamento regionale dall'esecutivo. Abbiamo alcune dipendenze e queste dipendenze ci disturbano, quindi, nel convocare la I Commissione per le ore 14,30 per dar luogo ad una modifica ad una legge rinviata dal Governo in modo che possa poi essere approvata nel pomeriggio in aula, voglio ricordare anche questo problema.
Se ciò non avvenisse dovremmo trarre le conclusioni che questo Consiglio è sotto tutela e che la tutela non agisce neanche a livello di tutela.



BRIZIO Gian Paolo

La Giunta si muoverà nel rispetto della legge.



PRESIDENTE

I lavori riprenderanno alle ore 15.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12,50 riprende alle ore 15,15)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Esaminiamo il punto 7) all'o.d.g.
Chiede di parlare il Consigliere Avondo. Ne ha facoltà.



AVONDO Giampiero

Vorrei conoscere le ragioni per le quali dal punto 5) dell'o.d.g., che abbiamo discusso questa mattina, passiamo al punto 7).



PRESIDENTE

L'abbiamo concordato questa mattina, visto che il punto 6) è stato esaminato ieri sera.



AVONDO Giampiero

Dopo la motivazione politica che ha portato il nostro Gruppo e altri Gruppi di opposizione ad abbandonare ieri l'aula al termine di una lunga discussione, la maggioranza, pur nei crismi della legalità che le derivano dal fatto che erano presenti 31 Consiglieri per votare l'inversione dell'o.d.g., è passata all'esame della legge iscritta al punto 6). Teniamo presente che l'opposizione comunista sui problemi dell'assistenza ha svolto nel corso di questa legislatura riflessioni importanti e ha portato qualche contributo. Questo è segno di una sottovalutazione dei rapporti tra maggioranza ed opposizione e di una difficoltà di operare e di lavorare in questo Consiglio regionale. Sarebbe stato corretto da parte dei Gruppi di maggioranza discutere della questione nel corso della seduta di oggi.
Comunque prendiamo atto con amarezza di ciò che si è verificato ieri sera.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, sul caso specifico su cui si è soffermato opportunamente il collega Avondo non torno avendolo già fatto stamani discutendo di come questo Consiglio sta considerando nel suo insieme i diritti della minoranza.
Vorrei sapere che cosa si intende fare in relazione allo svolgimento del punto 9) all'o.d.g., il quale secondo la nota riportata sul foglio di convocazione delle sedute di ieri e di oggi era previsto nel suo svolgimento per questa mattina.
Il sottoscritto e tutti i Commissari che hanno lavorato per un anno e mezzo sull'argomento ritengono che non sia svolgibile in due ore raffazzonate all'ultimo momento anche perché c'è l'esigenza di meditazione da parte di tutti sui contributi che pure sono stati forniti all'attenzione.
Signor Presidente, vorrei sapere cosa si intende fare, visto che quello che si definisce nella Conferenza dei Capigruppo qualche volta vale e qualche volta no, a seconda delle convenienze e dei numeri che ci sono qui dentro. Siccome i numeri non ci avvantaggiano mai, gli sconvenuti siamo sempre noi.



PRESIDENTE

La Presidenza deve far rispettare l'o.d.g. che ha stabilito nella Conferenza dei Capigruppo. Siccome la relazione di minoranza del Consigliere Staglianò sul punto 9) all'o.d.g. ci è giunta soltanto questa mattina, stante il fatto che l'argomento merita spazio, procederemo all'esame dell'o.d.g. così come è stato concordato dai Capigruppo e il punto 9) sarà riscritto al primo punto dell'o.d.g. di giovedì prossimo.
La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Quando i Capigruppo hanno stilato l'o.d.g. avevano chiesto che fosse fatto un appunto - come regolarmente è stato fatto - in base al quale il punto 9) doveva essere svolto questa mattina essendo un argomento importante che non può essere affrontato a fine giornata e in modo non esauriente. Purtroppo questa mattina non si è potuto esaminare per una serie di ragioni, una delle quali è appunto dovuta al fatto che il collega Staglianò ed altri hanno presentato una relazione questa mattina. E' opportuno prenderne visione, pertanto oggi il punto 9) non è possibile svolgerlo.
Annettiamo a questo argomento un'importanza primaria e i Presidenti dei Gruppi sicuramente terranno conto delle priorità e all'interno di quelle stabiliranno il calendario dei prossimi lavori.



PRESIDENTE

D'accordo.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Pezzana. Ne ha facoltà.



PEZZANA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, credo che non si possa non essere d'accordo nel rinviare questa discussione stante l'importanza dell'argomento. Quindi una discussione di questo genere in una giornata già così ridotta come quella di oggi significherebbe non dare valore al suo contenuto.
Quindi mi sembra che non ci sia nemmeno bisogno di una riunione dei Capigruppo per decidere quanto rientra nella logica.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri colleghi che desiderano prendere la parola, siamo d'accordo di rinviare il punto 9) al primo punto dell'o.d.g. della seduta di giovedì prossimo. Quindi, per ora il punto 9) viene accantonato.


Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Esame progetto di legge n. 215: "Norme per l'organizzazione ed il funzionamento dei laboratori di sanità pubblica"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto al punto 7) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 215.
Sono stati presentati numerosi emendamenti già distribuiti a tutti i Capigruppo.
Di questo progetto di legge è relatore il Consigliere Devecchi, che ha quindi facoltà di svolgere la relazione introduttiva.



DEVECCHI Armando, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, dopo oltre cinque mesi dal giorno in cui è stato licenziato a maggioranza dalla V Commissione, il disegno di legge oggi approda in quest'aula per iniziare il suo iter vero e proprio.
Il presente disegno di legge intende disciplinare l'organizzazione ed il funzionamento dei laboratori di sanità pubblica, secondo quanto previsto dall'art. 22 della legge 23/12/1978 n. 833, e ne prevede altresì l'articolazione operativa e gestionale nel rispetto delle disposizioni vigenti.
Le gravi emergenze ambientali verificatesi negli ultimi anni nella nostra Regione (Casale, metanolo, diserbanti nelle acque, discariche industriali) hanno evidenziato il buon livello tecnico delle strutture esistenti, in particolare l'alta competenza scientifica e professionale degli operatori preposti al settore, ma hanno altresì reso evidente i limiti strutturali, strumentali e le carenze numeriche del personale dei presidi funzionanti.
Si rende perciò necessaria la definizione di una legge che consenta ai laboratori di sanità pubblica di rispondere in modo adeguato e tempestivo alla crescente domanda da parte della popolazione.
Tali presidi che hanno già rivestito un ruolo fondamentale nella sanità pubblica nel periodo pre-riforma (anche se la nuova organizzazione è leggermente diversa), assumono rilevanza strategica nell'assetto istituzionale delineato dalla legge n. 833/78. Hanno funzioni multizonale come previsto dalla stessa legge di riforma; sono chiamati ad eseguire compiti sempre più specialistici di analisi e di controllo, in un periodo storico in cui il progresso tecnologico postula l'esigenza di verificarne gli effetti sulla salute dell'uomo e dell'ambiente.
Questa funzione, che è anche di collegamento del sistema preventivo sanitario, esige un'organizzazione adeguata all'interno del presidio ed uno stretto raccordo con il resto del sistema sia a livello regionale che statale.
La legge si prefigge, pertanto, nel rispetto della normativa nazionale vigente, l'obiettivo di istituire un presidio moderno, agile, completo al suo interno e collegato funzionalmente con l'esterno.
Il laboratorio di sanità pubblica rappresenta, o vuole rappresentare un momento strategico nella politica di prevenzione sanitaria ed ambientale della Regione Piemonte soprattutto a supporto delle UU.SS.SS.LL.
Infatti, la sua organizzazione funzionale è la più rispondente, secondo noi, ai bisogni della popolazione: fa capo ad organi collegiali costituiti da amministratori e da responsabili di tutte le UU.SS.SS.LL. afferenti per garantirne la programmazione delle attività riassume in capo ad una sola persona la responsabilità del presidio prevede un regolamento-tipo si articola in quattro sezioni di lavoro (epidemiologia, chimica biologica, fisico-impiantistica) è dotato di un fondo vincolato.
Per ottenere unicità di giudizio si è voluto altresì precisare che i laboratori non hanno potere ispettivo autonomo, ma agiscono come ausiliari di polizia giudiziaria a supporto ed in collaborazione con gli ispettori delle UU.SS.SS.LL. per eventuali accertamenti tecnici.
La presente legge, dopo aver definito all'art. 1 l'oggetto, al secondo la natura multizonale del presidio, come struttura polifunzionale di supporto all'attività di prevenzione e vigilanza e controllo dei servizi delle UU.SS.SS.LL., precisa al terzo articolo le funzioni e i campi di intervento, prevedendo da un lato le funzioni operative proprie dei laboratori di sanità pubblica (primo comma), dall'altro quelle di consulenza, prestazioni e supporto alle attività di istituto dei servizi nelle UU.SS.SS.LL., ad esclusione degli esami di laboratorio a scopo di accertamento clinico che non abbiano finalità epidemiologiche (secondo comma), oltre a quelle di collegamento con i servizi regionali centrali dello Stato (terzo comma).
All'art. 4 viene prevista una responsabilità organizzativa generale e del funzionamento complessivo del presidio, affidato ad uno dei responsabili delle quattro sezioni in possesso della specialità in igiene.
Si intende in tal modo stabilire da una parte che l'organizzazione complessiva del presidio sia garantita a livello unitario all'interno del presidio stesso e dall'altra che vi sia facilità di sintesi, capacità di riflessione sui risultati dell'attività, individuandone gli elementi più significativi che debbono raccordarsi agli altri dati epidemiologici territoriali, ai fini di disporre tempestivamente di conoscenze approfondite ed incrociate sulla situazione complessiva della sanità pubblica.
Al direttore del presidio viene poi attribuita anche la funzione di collegamento con i responsabili dei servizi regionali e di igiene pubblica delle UU.SS.SS.LL. Egli promuove, d'intesa con i responsabili delle diverse sezioni dei laboratori di sanità pubblica, che conservano la propria autonomia funzionale, le iniziative idonee per risolvere gli eventuali problemi emergenti.
Ferma restando quindi l'articolazione delle varie sezioni del laboratorio e la loro autonomia si è voluto riassumere la responsabilità maggiore in un'unica persona, quella del direttore che viene nominato per un triennio, eventualmente rinnovabile.
L'art. 5 prevede l'organizzazione interna del laboratorio di sanità pubblica in quattro sezioni.
All'interno del presidi è prevista la presenza di personale amministrativo distaccato dai servizi delle UU.SS.SS.LL. ove ubicato, con compiti operativi di gestione entro i limiti fissati dal regolamento nell'ambito del fondo di spesa assegnatogli.
Viene altresì sancito, come previsto dalla legge regionale n. 59/85 che peculiari attività da individuarsi nella legge di piano possono essere svolte da ciascun laboratorio sia in ambito regionale che locale.
L'art. 6 disciplina la modalità di programmazione dell'attività annuale del laboratorio affidato al Comitato tecnico; definisce gli ambiti di intervento e le modalità di esecuzione delle prestazioni richieste dai terzi.
L'art. 7 istituisce un Comitato permanente in ciascun laboratorio. Esso è formato da tutti i Presidenti del Comitato di gestione delle UU.SS.SS.LL.
che afferiscono al presidio e da un rappresentante regionale. Il Comitato tecnico attraverso proposte e pareri vincolanti garantisce o vuole garantire la conformità della gestione di indirizzi di programmazione regionale nell'interesse delle popolazioni e il corretto utilizzo del fondo vincolato regionale.
L'art. 8 prevede l'assegnazione del suddetto fondo vincolato che dovrà tener conto della specificità delle funzioni attribuite a ciascun laboratorio; detta disposizioni per il bilancio e per il conto di gestione.
L'art. 9 regola la costituzione di compiti del Comitato tecnico di ciascun laboratorio. Il Comitato tecnico è costituito dal dirigente del presidio, che lo presiede, dai responsabili delle sezioni, dai responsabili dei servizi di igiene pubblica e dal veterinario delle UU.SS.SS.LL.
afferenti, da un rappresentante delle Amministrazioni provinciali interessate per territorio, da un funzionario dell'Assessorato regionale alla sanità, dal dirigente della sezione dell'Istituto Zooprofilattico competente per territorio.
L'art. 10 prevede che sia il Consiglio regionale, e non la Giunta regionale, ad approvare il regolamento tipo. In esso verranno individuati la pianta organica e le funzioni e le attività da affidarsi a ciascuna funzione tecnica in cui si articoli il laboratorio, i rapporti tra le istituzioni tecniche e i collegamenti interdisciplinari, i compiti e le modalità degli organi collegiali previsti agli artt. 7 e 9, nonché le modalità di gestione del fondo vincolato. Tale regolamento dovrà essere uno strumento normativo che assicuri l'omogeneità del funzionamento dei laboratori permettendo, se necessario, le eventuali modifiche e i miglioramenti che l'esperienza concreta potrà suggerire.
L'art. 11 consente in deroga a quanto previsto nell'art. 4, per il primo quinquennio di attività, che la Direzione del laboratorio possa essere affidata in via eccezionale ad un responsabile di sezione anche privo della specialità in igiene.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Devecchi è aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Acotto. Ne ha facoltà.



ACOTTO Ezio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il collega Devecchi ha letto la sua relazione, ma ora siamo in presenza di freschissimi emendamenti presentati della Giunta, per cui mi chiedo se la sua relazione sia superata rispetto agli emendamenti. Vedete, colleghi, non è facile esaminare su due piedi una serie così nutrita di emendamenti presentati all'ultimo minuto dalla Giunta, dopo che questo disegno di legge giace da parecchio tempo e non è facile valutarne la portata e il significato. Giustamente la Giunta si lamenta (e li respinge) quando, per esempio, l'opposizione presenta una raffica di emendamenti all'ultimo momento. Allora, che cosa deve dire l'opposizione quando si trova di fronte agli emendamenti della Giunta presentati all'ultimo minuto? Potrebbero modificare la stessa relazione.
Allora, a questo punto, si pone un problema di natura procedurale che io sollevo di fronte ad emendamenti della Giunta che cambiano il disegno di legge, ma non sappiamo di quanto. Non so valutare la portata di questi emendamenti perché non è cosi agevole esaminare questa materia su alcuni punti che sono particolarmente delicati.
La Giunta aveva presentato una proposta di legge e, in contemporanea, è stata presentata una proposta di legge da parte del nostro Gruppo. I due disegni di legge originari erano molto differenti. Non voglio, da questo punto di vista, introdurre una polemica che ci fu nel corso della discussione. Non possiamo dimenticare che siamo in presenza, a livello nazionale per quanto riguarda i laboratori di sanità pubblica, altrimenti definiti presidi multizonali di prevenzione, di una proposta di legge del Ministero per l'Ambiente di scorporo di questi laboratori di sanità pubblica in favore dell'Amministrazione provinciale. Non possiamo dimenticare che nel disegno di legge Donat Cattin di riforma delle UU.SS.SS.LL. c'è, per quanto riguarda questa materia, una sistemazione che non si capisce dove vada a finire, se va a parare nella direzione di servizi delle Regioni, comunque para nella direzione dello scorporo rispetto ai servizi delle UU.SS.SS.LL. Questa problematica la richiamo perché due provvedimenti di carattere nazionale affrontano questa questione, e questo è un sintomo delle difficoltà che insistono su questo tipo di servizi. Ebbene, la Giunta nel suo disegno di legge tentava una risposta, ma tutta all'indietro. Ripropone, in altri termini l'organizzazione precedente, quella con il Medico provinciale che sovrintendeva alla vigilanza, coordina e dirige i laboratori di sanità pubblica. Questo era il disegno originario della Giunta. Quello che abbiamo invece presentato noi è molto diverso, sostanzialmente è quello su cui la Giunta è pervenuta attraverso una successiva rielaborazione del proprio disegno di legge. In Commissione ci è stato consegnato un testo della Giunta completamente riscritto che tiene conto della impalcatura diversa che noi avevamo cercato di introdurre nella nostra proposta.
Il punto cruciale su questa materia, non volendo scegliere la strada del servizio separato dal resto dei servizi delle UU.SS.SS.LL., è come garantire efficienza, autonomia tecnico-funzionale a questo servizio.
Imboccata questa strada, che è quella del nostro disegno di legge, la discussione entra nel merito di come si organizza l'autonomia tecnico funzionale. Noi siamo per dare il massimo significato a questa autonomia tecnico-funzionale. E la vediamo non soltanto in alcuni elementi essenziali che sono presenti nel disegno di legge, quello relativo all'organizzazione della contabilità dei costi, della gestione budgetaria, ma anche attraverso l'organizzazione delle responsabilità. Il punto che ci distingue dalla proposta della maggioranza è quello qualificante relativo alla figura del direttore del laboratorio di sanità pubblica.
Se esaltiamo al massimo l'autonomia tecnico-funzionale dobbiamo dare al direttore del laboratorio di sanità pubblica soprattutto una funzione di manager del laboratorio, individuando il laboratorio come un insieme di servizi che si danno alle UU.SS.SS.LL. per le analisi. Quindi un buon organizzatore che abbia soprattutto queste qualità e che sappia esprimere questi elementi di qualificazione. Questo è il primo elemento di distinzione netta rispetto alla proposta della Giunta che, se ho capito bene, viene peggiorato dall'emendamento proposto dall'Assessore, che indica nella figura del direttore il medico con la specialità d'igiene.
Secondo noi questa proposta intanto cozza con la realtà dei laboratori di sanità pubblica così come oggi li conosciamo concretamente nella nostra regione, dal punto di vista delle concrete professionalità che ci sono all'interno di questo servizio oggi esistente. Noi saremmo anche disposti ad affrontare la questione dal punto di vista della qualificazione in igiene, perché ci viene detto che oggi è possibile accedere alla specialità di igiene anche attraverso percorsi di laurea diversi da quelli della Facoltà di medicina; è possibile da un punto di vista giuridico che un biologo o un chimico frequenti la specialità d'igiene, ma dal punto di vista sostanziale perché questo accada ci deve essere un rapporto specifico tra la Regione e l'Istituto d'igiene che organizza i corsi di specializzazione. Altrimenti l'Istituto d'igiene organizza i corsi di specializzazione in funzione di propri criteri.
Se la Giunta propone che il direttore debba avere, tra le altre qualifiche, anche quella relativa alla specialità di igiene, questa proposta dovrebbe essere accompagnata da un preciso atto di governo, cioè una convenzione con l'Istituto di igiene per riqualificare il personale oggi esistente all'interno dei laboratori di sanità pubblica e per garantire chi normalmente non accede alla specialità d'igiene (il biologo il chimico, il fisico, ma anche l'ingegnere). Questo tipo di impegno deve essere preciso, non generico e già operativo. Questa legge, diventando immediatamente operativa, incide subito sulla realtà; una volta approvata la legge, si nominano i direttori sulla base dei requisiti previsti dalla legge che, ripeto, vengono peggiorati nel senso dei vincoli sulla specialità di igiene attraverso l'emendamento che la Giunta ci propone.
La seconda questione che ci distingue è relativa alle funzioni del laboratorio. Riteniamo che dal punto di vista dell'indicazione legislativa si debba essere molto precisi sulle funzioni che deve svolgere un laboratorio di sanità pubblica a differenza di quanto svolgono altre strutture di laboratorio.
Le analisi delle urine, del sangue, le analisi chimiche e cliniche le facciano i laboratori preposti a questo, e non i laboratori di sanità pubblica che hanno tutt'altre funzioni.
Invece, colleghi Consiglieri, che cosa avviene? Purtroppo capita quello che conosciamo attraverso quel minimo di statistica che abbiamo su questa materia. Essendo le incentivazioni per il personale medico spostate nella direzione ("più analisi faccio, più incentivi ho") ed essendo molto semplice, dal punto di vista quantitativo, fare le analisi del sangue e delle urine, questo crea una distorsione tale per cui i laboratori di sanità pubblica finiscono di fare delle cose che non sono proprie del laboratorio di sanità pubblica. Il fatto è che se fanno queste cose non fanno quelle essenziali che deve fare un laboratorio di sanità pubblica.
Ecco perché noi, insistendo in termini di emendamenti e in termini di impostazione generale su questo problema, siamo perché la legge sia chiarissima e non consenta equivoci per quanto riguarda il lavoro che deve fare il laboratorio di sanità pubblica.
Questi sono i punti che ci distinguono dalla proposta di legge che stiamo esaminando.
Concludo in questa valutazione di carattere generale, tralasciando in questa fase di entrare in un ragionamento sulla situazione odierna dei laboratori di sanità pubblica relativamente agli investimenti e agli organici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Olivetti.



OLIVETTI Michele

Ringrazio, per l'intervento, il collega Acotto perché ho ritrovato nel suo dire molti punti che mi serviranno anche per spiegare come e perch nell'ambito di una rilettura attenta e meditata del progetto (che comunque ha raggiunto la sua ultima stesura attraverso tutta una serie di non sempre semplici ripensamenti), io sia stato indotto a presentare tutta una serie di emendamenti, che possono sembrare molti nella loro elencazione, così come compaiono sulla carta, ma che poi, esaminati uno per uno, finiscono con il ricondursi tutti ad una ricerca di chiarezza e allo scopo di evitare equivoci di interpretazione nella lettura del testo definitivo.
Che i laboratori di sanità pubblica costituiscano dei presidi multizonali articolati sulla base di quattro sezioni per compiti specifici ben differenziati, mi pare ci trovi tutti concordi. Si tratta, comunque, e io ringrazio proprio Acotto per quello che ha detto, di servizi per i quali si è fatta la scelta di un servizio che non sia nucleo a se stante e che comunque non si svincoli dal contesto di tutti gli altri servizi della struttura dell'Unità socio-sanitaria locale. E molti degli emendamenti che sono stati scritti, per esempio quello al primo comma dell'art. 3, vogliono proprio solo richiamare questo fatto. Cioè, non si tratta di istituire una struttura nuova completamente autonoma, completamente svincolata da un contesto di tutela della salute socio-ambientale, tutela che comunque è affidata alla direzione dell'USSL in cui questo laboratorio di sanità pubblica trova la sua collocazione o delle UU.SS.SS.LL. che vi fanno riferimento. Trattasi infatti di un laboratorio che per l'alta tecnologia che richiede, per la strumentazione particolarmente sofisticata e non facilmente replicabile in tutte le UU.SS.SS.LL. è chiamato a dare risposta ad un territorio che esorbita da quello di una sola, singola USSL.
Sarebbe comunque, a mio avviso, e mi pare che in questo senso gli emendamenti presentati dalla Giunta siano accoglibili, un grosso rischio quello di prevedere queste strutture in modo che, autonomamente completamente svincolate dalla politica sanitaria delle singole UU.SS.SS.LL., possano impegnarsi per delle ricerche o per una tutela della salute che non sia concordata, non sia complementare o comunque non si integri con quella che è la politica sanitaria di base, che l'USSL ha programmato di sviluppare.
In questo senso, sono praticamente orientati tutti gli emendamenti: essi non dicono nulla di diverso.
Forse qualcuno avrà notato che c'è un emendamento quando si parla dei servizi riferito alla sezione epidemiologica, che si propone di definire "medico-epidemiologica" in quanto è quella rivolta prevalentemente ad uno dei compiti che sono propri del laboratorio di sanità pubblica che è quello di intervenire nella prevenzione e/o in caso di epidemie per malattie infettive.
Questo è un settore ben preciso che è indispensabile puntualizzare. C'è un altro settore che è stato definito il settore dell'area biologica che è quella che ha come compito prevalente la prevenzione primaria a livello del suolo, dell'aria e delle acque. C'è una struttura che è quella chimica che ha il punto di riferimento in tutti quegli esami che possono riguardare per esempio, gli inquinamenti per lo smaltimento dei rifiuti e la produzione industriale. E c'è, infine, quella che è tecnico-programmatoria strutturale che evidentemente è di competenza dell'area specifica o del fisico o dell'ingegnere. Cioè ci sono quattro tipi ben differenziati di professionalità che in questo laboratorio di sanità pubblica non devono porsi in un ambito di conflittualità fra di loro, ma in un ambito di integrazione. Può darsi, ed è possibile che il mai abbastanza deprecato istituto delle compartecipazioni (nell'ambito del quale personalmente ho le spalle copertissime per essermi sempre dichiarato in ogni sede contrario perché questi meccanismi perversi di produzione del reddito e non della professionalità non conducono mai a dei buoni risultati) abbia potuto, in una qualche maniera, incentivare prevalenti attenzioni nei laboratori di sanità pubblica, in ordine ad un certo tipo di esami, anziché di un altro.
Anche io dispongo di alcuni dati statistici a questo riguardo ed è evidente che nel passare degli anni si passa da 5.400 esami, per esempio per le acque e per la balneazione del 1984 a 6.800 esami nel 1987; sugli alimenti si passa dal 1984 al 1987 da 1.059 esami a 1.358 che possono apparire come cifre relative a questi settori, delle cifre che ci devono incentivare e potenziare, soprattutto per le carenze che sono state segnalate in questi settori. Ma il potenziare e il coprire queste carenze non vuol dire non dare più adeguata copertura a tutti quegli esami a cui il laboratorio di sanità pubblica deve far fronte, per esempio, come supporto dei servizi di medicina legale delle UU.SS.SS.LL., per tutti quegli esami che deve fare per gli alimentaristi e per alcune categorie di lavoratori a rischio; perché questi possano continuare a svolgere la loro attività e soprattutto per tutti quegli esami che devono anche essere garantiti alla struttura pubblica in caso eccezionale di epidemia.
E' evidente che nel caso eccezionale di un'epidemia qualunque essa sia da quella di colera o anche solo di gastroenterite negli asili o nelle scuole fino alle epidemie che possono anche verificarsi, speriamo di no, di meningoencefalite o di altra natura, il laboratorio di sanità pubblica dovrà essere predisposto a dare delle risposte, così come deve saper far fronte alle necessità quando c'è bisogno di screening di massa, per esempio, per l'AIDS.
Ora, se questo laboratorio di sanità pubblica non avesse il settore medico-epidemiologico funzionante e dovesse solo recuperarne la funzionalità nel momento del bisogno, si troverebbe di fronte ad un personale e ad una sezione del laboratorio che, per non aver funzionato per troppo tempo, si potrebbe trovare spiazzata nel momento del bisogno.
Ecco perché ribadisco, in accordo con Acotto, che questo laboratorio di sanità pubblica è uno degli strumenti, forse quello più sofisticato, forse quello più qualificato, forse il migliore a disposizione del servizio di igiene e profilassi delle singole UU.SS.SS.LL. o delle UU.SS.SS.LL. che vi fanno capo.
In questo senso, mi pare che tutti gli emendamenti che sono stati presentati si collochino correttamente senza possibilità di equivoco.
C'è forse una differenziazione, e qui lo riconosco chiaramente, e mi riferisco all'ultima parte dell'intervento di Acotto, e sarà anche l'ultima parte del mio intervento, per quanto riguarda l'emendamento relativo all'art. 11, la cui lettura poteva lasciare adito, senza le correzioni che sono state proposte dalla Giunta, ad un tentativo comunque di sanare delle situazioni "ad personam".
L'Italia è un Paese "di sanati", non nel senso piemontese della parola per fortuna. Io sono contrario a queste sanatorie tout court. Abbiamo purtroppo gia troppi primari, aiuti, assistenti, che non hanno mai vinto un concorso o che non l'hanno mai fatto. Ad un certo momento, nel nostro Paese, bene o male arriva una sanatoria per gli incaricati temporaneamente e, che abbiano la preparazione o che non l'abbiano, ecco trovata la loro sistemazione.
In questo senso, mi pare che sia logico un emendamento che si limita solo a dire che "nell'ambito dei primi cinque anni, laddove non siano disponibili le professionalità con le caratteristiche ad hoc venga concessa la sanatoria". Sono contrario ad una impostazione che per i prossimi cinque anni preveda una sanatoria per tutti senza neanche lasciare a qualcuno l'incentivo, per esempio, di promuovere iniziative del tipo di quelle che sono state auspicate per una specialità in igiene anche per i non medici.
La mia disponibilità ad affrontare questo problema è sempre completa perch non vedo ragione perché non possa essere anche il biologo, non possa essere anche il chimico, al limite anche l'ingegnere, a prendere una specialità in igiene che serva a qualificare di più le sue conoscenze, quando queste conoscenze sono poste esclusivamente a disponibilità di un servizio nel campo dell'igiene. Una sanatoria senza nessun limite, solo per mettere in ordine situazioni precostituite, senza poi indagare sul modo con cui magari si sono anche precostituite, non mi trova concorde mentre mi trova consenziente l'emendamento che in questo senso è stato presentato dalla Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Olivieri.



OLIVIERI Aldo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, credo di essere il meno adatto a parlare su questa legge, perché quella che ho elaborato circa due anni fa era profondamente diversa. Certamente partivo da altri presupposti politici che sono di neo-riformismo, anzi, sempre in quel periodo con i compagni De Noci e Clini avevo presentato una proposta di legge parlamentare che realizzava l'Agenzia regionale di igiene e di sanità pubblica. Come vedete la mia posizione rispetto a quella del Consigliere Acotto è antipodale come direi che è quasi antipodale a quella del Consigliere Olivetti.
Infatti, annuncio subito che mi asterrò su alcuni emendamenti che implicano questa specie di legame carnale fra l'USSL e il laboratorio di sanità pubblica.
Sono abbastanza antico e lievemente ateromasico a livello celebrale ricordo però tre anni e mezzo fa che, sullo scranno del Presidente del Consiglio, sedeva il prof. Seppilli, uno dei grandi padri della riforma sanitaria, uomo al di sopra e al di fuori di ogni sospetto, di ogni consorteria, lobbismo, loggismo, uomo vituperato per anni perché quando incominciava a parlare di questa materia andava contro corrente sempre e dovunque, il quale disse: "Cari amici, abbiamo distrutto i laboratori provinciali di igiene e profilassi, ma non siamo stati capaci di creare un'alternativa". In quelle parole vi era una profonda amarezza di chi aveva creduto, come abbiamo creduto molti di noi, nella veteroriforma. Credo sia giunto il momento in cui i ripensamenti, dopo un certo numero di anni vengano a frutto e, come diceva il Consigliere Bontempi questa mattina, si cerchi nuovamente di volare alto, fuori da schemi che sono diventati incrostazioni precostituite e che rischiano di diventare un bagaglio negativo simile a quello che un tempo avevamo combattuto e che ci aveva legato per decenni rispetto a situazioni che nulla avevano a che vedere con il progresso e con la civiltà.
Che cosa ponevo dietro a questo tipo di ragionamento a cui bisogna dare delle motivazioni, dei fatti reali, non solo delle parole? Alcune erano di ordine generale, alcune erano di ordine locale. Il problema di ordine generale era un legame quasi invincibile con l'Unità sanitaria locale in cui si collocava territorialmente il laboratorio di igiene e profilassi che lo riteneva cosa propria, e lo dimostrò il fatto che, da quelle istituzioni, pompò personale, mezzi e ausili per incrementare altri servizi, quando non riusciva a trovare finanziamenti o possibilità o fantasie o idee per attivare i servizi in modo autonomo. E si spiegano anche certe storture rispetto a determinate incidenze di esami. Ma dall'altro vi era un fatto più squisitamente locale da ricondursi a quella situazione del Piemonte di cui parlavamo ieri, quella in cui la riforma sanitaria venne applicata su moduli di zonizzazione che non erano stati preparati per la riforma sanitaria, ma per le cosiddette Unità socio assistenziali. E sono lieto che sia rimasto qualche cosa, ed è la sezione epidemiologica, che è un elemento estremamente importante.
E' inutile pensare di fare sanità pubblica, di fare profilassi e di fare igiene se non si hanno in mano gli elementi epidemiologici del territorio, se non si conosce la situazione reale della morbidità, sia essa legata a problemi infettivologici, a problemi di igiene del lavoro, a problemi di igiene dell'ambiente, e così via.
Non mi interessano minimamente i servizi di epidemiologia dell'USSL di Caluso o di Giaveno, perché sono particole, non interessa una politica parcellare, ma una politica di dimensione territoriale che abbia un reale significato di incidenza, di stratificazione socio-economica, culturale del tipo degli insediamenti industriali ed agricoli con una corposità che statisticamente dia rilievo.
Il mio tentativo era di dare una autonomia, era far sì che diventassero laboratori di sanità pubblica non soltanto degli emettitori di diagnosi sterili, come quelli sull'inquinamento, che è importante, ma non è significativo se non è concettualmente composito. Il significato era più profondo, si voleva che questi laboratori diventassero i momenti di raccolta di elaborazione di questi dati che potessero dare ai politici nel complessivo delle UU.SS.SS.LL. afferenti proposte rispetto all'indirizzo del loro lavoro, rispetto alla diagnostica, rispetto al controllo e indicazioni generali su quella che era la situazione del territorio.
Qualche cosa è rimasto e ne sono lieto! Speravo anche in una certa autonomia perché, rispetto al mini-localismo territoriale, emergono, come sappiamo, nelle piccole UU.SS.SS.LL. problemi di mini-lobbismo, di mini-loggismo (sono divertenti questi termini), magari di tipo familiare, agricolo, artigianale, piccole cose che sfumano. Non c'è nulla di illecito, ma è un'aura, come dire: "Quello fa il sapone e come facciamo se chiudiamo la fabbrica del sapone? Come facciamo, ha ventiquattro operai". Sono aspetti che trasmetto in termini di battuta, ma che permeano questo tipo di parcellizzazione delle UU.SS.SS.LL. Senza entrare drasticamente in un recupero di Unità sanitarie locali di altro tipo, che sarebbe troppo traumatizzante per la nostra classe politica ormai disabituata a gestire in termini di responsabilità personali; c'è il trasferimento delle risorse, quindi è abituata a comandare e non a pagare in termini di responsabilità personale (salvo pochi). Questo era un tentativo per realizzare un controllo in questo campo estremamente delicato ed importante; quello dell'ambiente è uno dei campi del futuro. Purtroppo il progresso non si ferma, che lo vogliamo o che non lo vogliamo, quindi sempre di più sarà necessario un controllo e una vigilanza sui problemi dell'ambiente di qualsiasi tipo essi siano.
Quindi, io nascevo con delle radici ben motivate su questi temi.
Evidentemente sarebbe suonato un po' forzato, per chi non conosca veramente questi temi, un salto avanti diverso. Quindi qualche cosa è rimasto e credo che questo qualche cosa possa dare dei frutti. Qualcuno ieri lanci qualche strale sopra visioni meramente aziendalistiche delle strutture sanitarie. Mi pare che vi sia un aperto contrasto, quando sento parlare di management anodino, come se alla testa di queste istituzioni potesse andar bene uno che fino a ieri è stato un bravissimo manager in una fabbrica di pantofole o in una fabbrica di barattoli di latta per inscatolare le sardine. Allora mi viene il sospetto che qualcuno, volente o nolente magari nel subconscio, tema che la professionalità vera e la conoscenza dei problemi possa sminuire il cosiddetto pseudopotere politico. Sono dubbi che vengono quando si sentono dichiarazioni di cotal fatta. Credo che noi politici, se abbiamo dignità di quello che siamo o di quello che vorremmo essere, non solo non dobbiamo temere le professionalità, ma dobbiamo auspicare che le professionalità diventino permeanti tutto il sistema, non solo quello sanitario, perché ne trarrà vantaggio la gente e ne trarremo vantaggio anche noi.



PRESIDENTE

Non essendovi altri iscritti a parlare dichiaro conclusa la discussione generale relativamente al progetto di legge in esame. Pertanto ha facoltà di replicare l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Mi pare di dover cogliere l'indicazione del Consigliere Acotto. Stiamo predisponendo una convenzione con l'Istituto di igiene per consulenza su problemi di aspetto chimico e per un'attività di formazione del personale.
In questo quadro vedremo se è possibile ampliare l'indicazione di Acotto ai corsi di specialità.



PRESIDENTE

Passiamo quindi all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Staglianò. Ne ha facoltà.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Su questo articolo il sottoscritto si astiene a causa del comma che recita: "La gestione del laboratorio di sanità pubblica è attribuita all'USSL nel cui ambito territoriale esso è ubicato...". Ritengo che tale gestione non risulterà soddisfacente.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 2.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 37 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Emendamento presentato dal Consigliere Calligaro: al primo comma, sopprimere da "i laboratori di sanità pubblica" fino a "in quanto richiedono interventi e prestazioni" e sostituire la parte soppressa con: "i laboratori di sanità pubblica esercitano funzioni tecniche di supporto per le attività di controllo, accertamento, verifica e rilevamento in materia di sanità pubblica dei servizi di igiene pubblica territoriali, ivi compresa la tutela della salute nell'ambiente di vita e di lavoro e la protezione dell'ambiente, che non possono essere svolte autonomamente dalle singole UU.SS.SS.LL.".
La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Il nostro emendamento propone ulteriori precisazioni rispetto al testo proposto dalla Giunta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Ritengo che questa nuova dizione aggiunga solo le parole "di supporto" che non sono necessarie perché anche i laboratori hanno attività proprie che sono date per legge, la verifica periodica delle gru, degli ascensori degli impianti di terra, alcune attività di sezione chimica, quella relativa alle acque minerali. Quindi le parole "di supporto" rischierebbero di essere limitative. La Giunta pertanto non intende accogliere l'emendamento.



CALLIGARO Germano

Un'ulteriore precisazione. Noi leghiamo questa funzione ai servizi di igiene pubblica territoriale. Vogliamo determinare un intreccio tra le funzioni del laboratorio e i servizi di igiene pubblica territoriale delle UU.SS.SS.LL. tentando di costruire un intreccio, un modo coordinato di muoversi.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Il modo coordinato di muoversi viene dal complesso della legge e pu venire dall'emendamento che propone la Giunta.
Formulatelo in modo che non dia adito ad ulteriore confusione togliendo comunque le parole "di supporto" che rischiano di essere limitative rispetto alle competenze che i laboratori hanno, ai sensi di legge.
Suggerisco "in raccordo" oppure "in collaborazione" con i servizi di igiene pubblica.



CALLIGARO Germano

Procedere così è molto difficile. Noi abbiamo presentato due mesi fa questi emendamenti. Sono i servizi di igiene pubblica territoriali che si avvalgono, nei casi in cui sia necessario, dei laboratori di sanità pubblica. Sono quindi attività che vengono svolte dai servizi di igiene pubblica territoriali e, quando questi non sono nelle condizioni di svolgerli autonomamente, si avvalgono di uno strumento molto qualificato come il laboratorio di sanità pubblica.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Il chiarimento richiesto dai colleghi esiste già nel primo comma dell'art. 2.



CALLIGARO Germano

Un motivo in più per precisarlo qui allora!



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

D'accordo, ma non dobbiamo appesantire ulteriormente la legge.



CALLIGARO Germano

Il nostro emendamento è perfettamente coerente con l'art. 2.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Il sottotitolo dell'art. 2 è: "Definizione e natura"; quello dell'art.
3 invece è "Funzioni e ambiti di intervento". Non si tratta di un problema di contenuto sul quale siamo d'accordo. Ci pare che dire "di supporto" sia limitativo e la sostituzione totale possa appesantire il testo, tanto più che con l'aggiunta "su richiesta", proposta con l'emendamento alla terza riga, si dà un'ulteriore garanzia.



PRESIDENTE

Invito i Consiglieri presentatori degli emendamenti ad avvicinarsi al banco della Giunta per valutare insieme all'Assessore la possibilità di addivenire ad un emendamento definitivo.



ACOTTO Ezio

Noi potremmo anche acconsentire a collaborare con l'Assessore, ma nutriamo molte perplessità nei confronti di questo modo di operare. Siamo in presenza di emendamenti presentati poc'anzi dalla Giunta, dobbiamo esaminarli con attenzione, mentre gli emendamenti del nostro Gruppo, di DP e della Lista Verde sono stati presentati parecchio tempo fa. Si sarebbe portati a dire che un esame di tali emendamenti era possibile farlo prima abbandonando comunque questa impostazione e volendo accingerci ad un lavoro estremamente costruttivo e di forte disponibilità, procedere adesso su due piedi non è molto consigliabile su una legislazione che tocca elementi di procedura che possono essere essenziali se si usa un termine piuttosto che un altro.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Se non si riesce a trovare un accordo, la Giunta è del parere di dover respingere l'emendamento in quanto la dizione "di supporto" è limitativa e i contenuti di garanzia sono già contenuti nel sottotitolo dell'art. 2.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Calligaro.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 22 voti contrari e 11 astensioni.
Emendamento presentato dall'Assessore Maccari: al primo comma, dopo le parole "i laboratori di sanità pubblica esercitano", inserire le parole "su richiesta".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 22 voti favorevoli, 11 contrari e 1 astensione.
Emendamento presentato dal Consigliere Calligaro: al secondo comma, sopprimere "fatto salvo quanto previsto al successivo quinto comma in ordine agli accertamenti microbiologici e sierologici" e sostituire la parte soppressa con: "Il laboratorio di sanità pubblica ha come compito l'espletamento degli esami restando comunque attribuiti ai servizi di igiene pubblica delle singole UU.SS.SS.LL. i compiti della gestione dell'attività sanitaria e profilattica, essendo il laboratorio di sanità pubblica un'unità di supporto tecnico che ha come unico compito l'esecuzione di specifici accertamenti di laboratorio. Gli esami di accertamento clinico sono di competenza ospedaliera o poliambulatoriale attraverso i propri laboratori di analisi".
La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Vorremmo precisare meglio i compiti e le funzioni del laboratorio di sanità pubblica perché nel testo della Giunta si legge "fatto salvo quanto previsto al successivo quinto comma in ordine agli accertamenti microbiologici e sierologici". Noi preferiremmo precisare meglio i compiti del laboratorio di sanità pubblica che ha come compito l'espletamento degli esami, restando comunque attribuiti ai servizi di igiene pubblica delle singole UU.SS.SS.LL. i compiti della gestione dell'attività sanitaria e profilattica essendo il laboratorio di sanità pubblica un'unità di supporto tecnico che ha come unico compito l'esecuzione di specifici accertamenti di laboratorio. Gli esami di accertamento clinico sono di competenza ospedaliera e poliambulatoriale attraverso i propri laboratori di analisi.
Oggi noi vediamo i laboratori di sanità pubblica svolgere un'attività che non è loro, mentre li vediamo assenti su questioni di decisiva importanza dove dovrebbero sviluppare al massimo la propria attività. Spesso invece ci si limita ad aumentare il numero di prestazioni di analisi cliniche che possono essere svolte in altre strutture, tra l'altro sottoutilizzate come discuteremo nei prossimi giorni sulla base dell'inchiesta che si è svolta.
Utilizziamo al meglio i laboratori di analisi e vediamo di restringere il campo di intervento e di approfondirlo maggiormente in modo tale che non accadano cose incredibili come accadono oggi. Cito un dato: attività della sezione biologica del laboratorio di sanità pubblica di Grugliasco, primo semestre 1988, campioni per interventi sull'acqua e sugli alimenti: 13 per le salmonelle: 57%. Porteremo altri dati che dimostrano che la rete è tutt'altro che completata, tutt'altro che qualificato l'intervento nonostante la buona volontà di tecnici, che però non sono sufficienti, gli organici sono insufficienti. C'è anche un'attività distorta dei laboratori di sanità pubblica per cui si fanno delle cose che possono essere fatte nei laboratori di analisi ospedalieri o territoriali e invece non si fanno quegli interventi di controllo dell'emergenza ambiente di cui ha tanto bisogno la nostra regione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

L'emendamento così come è formulato pone dei problemi là dove dice che gli esami di accertamento clinico sono di competenza ospedaliera e poliambulatoriale attraverso i propri laboratori di analisi. Il contenuto è condiviso, però posto in questo modo è una dizione che potrebbe metterci in difficoltà nel dare gli stanziamenti per le attrezzature. Oltretutto non si può caricare tutto ai laboratori ospedalieri anche nei casi di epidemia.
La nostra indicazione, che ci pare formulata in modo più chiaro rispetto al testo originario, recepisce la sostanza dell'emendamento illustrato dal collega Calligaro. C'è un chiarimento di settore, di competenze e di intervento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Olivieri.



OLIVIERI Aldo

Voterò contro l'emendamento Calligaro. Dal punto di vista teorico sarei portato a dare ragione a Calligaro, ma sono fondamentalmente un pragmatico e negli anni trascorsi vi fu un elemento di crescita in negativo delle strutture laboratoristiche piemontesi; ci fu una certa opposizione a che le discipline microbiologiche attingessero, come ritengo peraltro doveroso, perlomeno a certi livelli di competenza, a certi tipi di ospedali, a situazioni di autonomia elevando il livello di tale disciplina.
Per cui, in tutti questi anni la disciplina microbiologica, quasi che batteri e germi vari fossero scomparsi, ma purtroppo a quanto pare non lo sono, è restata come era fatale, per certi versi marginale nell'attività laboratoristica. Quindi se si elidessero le competenze microbiologiche che nel corso degli anni hanno salvaguardato nell'ambito dei laboratori di sanità pubblica competenza, studio, affinamento, sarei preoccupato. Non faccio questioni di ordine teoretico perché potrei anche essere d'accordo su ciò che diceva il collega Olivetti (anche se Olivetti talvolta massimalizza), però nella sostanza ritengo che privare di queste competenze i laboratori di sanità pubblica sarebbe un errore, quindi voterò contro.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Calligaro.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli, 23 contrari e 2 astensioni.
Emendamento presentato dall'Assessore Maccari: al secondo comma, sostituire tutto il comma con: "Intervengono altresì, per consulenza e prestazioni a supporto e integrazione delle attività dei servizi delle UU.SS.SS.LL. stesse anche per esami di laboratorio che abbiano finalità epidemiologiche".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 23 voti favorevoli e 12 astensioni.
Emendamento presentato dal Consigliere Calligaro: al quarto comma, sopprimere le parole: "- profilassi delle malattie infettive ed interventi nei confronti delle epidemie ed epizoozie".
La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Signor Presidente, chiediamo la soppressione in quanto pensiamo che questi interventi possano essere svolti dal laboratorio di sanità pubblica solo in presenza di situazioni di emergenza. Come ho già detto, il grande rischio che i laboratori di sanità pubblica corrono è quello in cui è incappato il laboratorio di sanità pubblica di Torino, dove, nell'anno 1986 sono state eseguite 85.237 analisi su campione di sangue e urina; il 60 del lavoro in questo settore riguarda analisi in convenzionata. Per questi esami non può e non deve essere impegnato il laboratorio di sanità pubblica in quanto esistono i laboratori e i poliambulatori delle UU.SS.SS.LL. per non citare le strutture ospedaliere che sono le più competenti a svolgere questo tipo di esami.
Ci sono poi altri dati preoccupanti che dimostrano come il laboratorio di sanità pubblica operi in modo distorto e dimentichi la grande emergenza ambiente. Vorremmo precisare meglio i suoi compiti e i compiti dei laboratori di analisi degli ospedali e territoriali in modo tale da concentrare l'impegno di una rete di laboratori (assai debole) sulla grande emergenza ambiente.
Questa è la sostanza del nostro emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

In tutto l'articolato emerge che si fa profilassi solo nei casi di epidemia, altrimenti è compito dell'USSL.
Manteniamo la dizione proposta, tanto più che subito dopo proponiamo un emendamento che tratta degli accertamenti microbiologici, sierologici diagnostici e profilattici delle malattie infettive e parassitari a fini epidemiologici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Olivieri.



OLIVIERI Aldo

Signor Presidente, non vorrei tediare l'uditorio, ma forse facciamo un po' di confusione, intanto perché facciamo confronti fra una mosca e un boeing, fra numeri e tipi di esami diversissimi per tipologia, impegno di personale e di tempo.
Tutta la parte cosiddetta microbiologica è microbiologia d'ambiente, è microbiologia legata al reperto della salmonella nelle uova, alle diagnosi sul latte, sull'acqua, che non hanno nulla a che vedere con la microbiologia ospedaliera e che è la parte fondamentale costitutiva l'ossatura della parte biologica. Quindi attenzione a porre gli emendamenti, perché si rischierebbe di inibire attività primarie per cui nacquero un tempo i laboratori di sanità pubblica; questo lo dico al di là delle argomentazioni che ho già dato prima, che credo abbiano un loro valore.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Calligaro.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli e 22 contrari.
Emendamento presentato dal Consigliere Calligaro: al quarto comma, sopprimere "diagnostici e profilattici delle malattie infettive e parassitarie" e sostituire la parte soppressa con: "anche a supporto delle attività dei laboratori di analisi delle UU.SS.SS.LL. senza esulare dai compiti e/o competenze specifiche dei LSP".
La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Intanto devo dire che non sono d'accordo con l'intervento del Consigliere Olivieri di poco fa. Capisco che è difficile comparare i diversi tipi di esami però nella microbiologia degli alimenti, che è un settore fondamentale per un Laboratorio di sanità pubblica in quanto permette la prevenzione di una vasta tipologia di patologie, la struttura di Torino ha eseguito nel 1987 solo 1.333 esami campionari. Al tempo stesso la microbiologia clinica, sempre nello stesso anno, ha eseguito 84 mila esami, l'87% dei quali era per la ricerca della salmonella.
I punti salienti di un laboratorio di sanità pubblica, sono gli studi sugli alimenti, sulle microtossine, sugli antibiotici, estrogeni anabolizzanti delle carni, lo studio dei tossici chimici, lo studio dei rumori. O puntiamo l'impegno dei laboratori di sanità pubblica sull'emergenza ambiente, oppure è evidente che c'è il rischio che l'attività dei laboratori di sanità pubblica sconfini sempre di più in direzione di tipi di analisi che possono essere svolti altrove; a meno che non si manifesti un'epidemia e, a quel punto, capisco che dovrà scendere in campo anche il laboratorio di sanità pubblica.



OLIVIERI Aldo

Collega Calligaro, i tuoi dati sono assolutamente inattendibili. Come fate a riempirvi sempre la bocca di budget se non vi articolate secondo un'esigenza di incentivazione. Cercate di essere coerenti.



CALLIGARO Germano

Sono dati ufficiali del laboratorio di sanità pubblica di Torino. Ma questo non ci turba minimamente, non abbiamo nulla a che fare con i laboratori. La verità è che ci sono le compartecipazioni per gli altri tipi di esami. Per questo molti non mollano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Olivetti.



OLIVETTI Michele

Volevo chiarire perché un aspetto di verità in quello che avete detto c'è. Però c'è anche un grosso rischio di errore. I laboratori di sanità pubblica hanno quattro distinti servizi mirati a quattro distinti tipi di intervento. Il fatto che attualmente si registri una carenza in servizi per i quali posso condividere le vostre stesse preoccupazioni, non pu giustificarci a dire che si debba sopprimere quel servizio, che in questo momento può anche essere stato per alcuni aspetti enfatizzato. Giustamente è stato detto che sono state fatte decine di migliaia di esami per la salmonellosi. Dobbiamo però scegliere: o mandiamo i bambini all'asilo e continuiamo a pretendere che mamme, zie, padri e nonni che convivono, più il bambino che va all'asilo, abbiano l'esame preliminare delle feci per essere tranquilli che non abbiano la salmonella, o non mandiamo più i bambini all'asilo. Questo servizio ce lo fa quel tipo di laboratorio che è stato criticato. Se per caso questi 84 mila esami delle feci li scaricassimo sui laboratorio pubblici, il giorno dopo faremmo arricchire i laboratori privati. Il laboratorio delle Molinette sommerso da tutte queste feci da esaminare, non andrebbe più avanti. Può darsi che ci siano stati dei fenomeni di enfatizzazione, però dobbiamo potenziare quelle parti del servizio che risultano coerenti senza penalizzare un servizio che per molti aspetti ci ha dato risposte di cui non potevamo e non possiamo fare a meno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

Questo punto è uno dei nodi della legge. La legge deve essere su questo punto molto precisa, altrimenti c'è la tentazione non soltanto di introdurre dei fenomeni di tipo distorsivo (certi esami si fanno più in fretta e sono quelli che contano per le compartecipazioni, per cui si fanno quelli e non se ne fanno altri), ma c'è il rischio di creare una confusione di ruoli, che è meglio avere invece molto ben dipanato a livello legislativo. Come supplenza posso anche ammettere che ci sia nella fase di transizione l'intervento di questo o di quell'altro servizio, se manca; ma se ragiono sulla rete dei laboratori di analisi chimico-cliniche di Torino faccio degli standard di funzionamento di attrezzature in grado di soddisfare la domanda di quei laboratori. Non dovrò dire che, dato che non la fanno loro l'analisi, dovrò farla fare ad un altro in maniera del tutto impropria. Questo succede a Torino, in questa dimensione, ma nelle altre parti è pacifico che i laboratori di analisi chimico-clinica facciano tutta una serie di prestazioni. La legge deve essere molto chiara nell'indicare il modello dei servizi, per seguire in maniera altrettanto chiara la linea del modello che si vuole indicare, altrimenti c'è un elemento di confusione che poi si tradurrà in disfunzioni, in confusioni, in sovrapposizioni di competenze a tutto discapito del ruolo effettivo che deve svolgere il laboratorio di sanità pubblica.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento testé discusso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 9 voti favorevoli, 23 contrari e 2 astensioni.
Emendamento presentato dall'Assessore Maccari: al quinto comma, dopo le parole "esplicano le seguenti attività" inserire le parole: "su indicazione delle UU.SS.SS.LL.".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 23 voti favorevoli, 9 contrari e 2 astensioni.
Emendamento presentato dal Consigliere Calligaro: al quarto comma, sostituire "- interventi di tipo profilattico e preventivo e di protezione da rischi di natura chimica e fisica" con " consulenza ed interventi di tipo profilattico e preventivo e di protezione da rischi di natura chimica e fisica".
La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Di questo emendamento si può accettare il termine "consulenza" sarebbero però opportune le parole "consulenza e interventi" perché sui rischi fisici la competenza è del laboratorio. Ad esempio, le radiazioni ionizzanti non sono di competenza di ogni singola USSL. ma del laboratorio.



PRESIDENTE

L'emendamento del Consigliere Calligaro è accolto dalla Giunta con la modifica proposta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Emendamento presentato dall'Assessore Maccari: al quarto comma, penultima riga, sostituire "- accertamenti microbiologici e sierologici a fini epidemiologici, diagnostici e profilattici delle malattie infettive e parassitarie, anche a supporto delle attività dei laboratori delle UU.SS.SS.LL." con "- accertamenti microbiologici e sierologici, diagnostici e profilattici delle malattie infettive e parassitarie a fini epidemiologici".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 23 voti favorevoli e 11 astensioni.
Prima di porre in votazione l'art. 3 ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Acotto. Ne ha facoltà.



ACOTTO Ezio

Per le tesi già sostenute prima in ragione della confusione che permane sulle funzioni del laboratorio di sanità pubblica in ordine alla materia squisitamente medica, manteniamo una posizione di riserva che si traduce nel voto contrario a questo articolo.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 3 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Emendamento presentato dal Consigliere Calligaro: al primo comma, sopprimere la seguente frase: "in possesso della specialità d'igiene".
La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

In questo articolo si istituisce una sorta di primariato con la specializzazione in igiene, che è preclusiva della possibilità di accedere a svolgere questa funzione di coordinamento per gli ingegneri. Siamo gli unici in Italia a porre questa questione, non lo hanno fatto l'Emilia Romagna, il Lazio, la Lombardia, la Toscana. Questo disegno di legge compie un rilevante arretramento rispetto alla proposta di mediazione che era stata presentata in V Commissione. La direzione deve avere requisiti di elevata capacità organizzativa manageriale, di coordinamento e capacità orizzontali complessive per garantire l'autonomia tecnico-funzionale e gestionale del laboratorio di sanità pubblica.
Perché sostenere che queste capacità le ha solo chi ha la specializzazione in igiene? Direi che preferibilmente si richiede la specializzazione in igiene, ma non necessariamente. Se i requisiti richiesti sono organizzativi e manageriali, perché a tutti i costi si vuole introdurre l'elemento della specializzazione in igiene? Nell'Istituto di igiene vi sono circa 20 posti ed è a numero chiuso; allora sosterrei che la specializzazione in igiene è opportuna ma non pregiudiziale soprattutto se i requisiti sono tecnico-manageriali. Anche la Giunta sostiene questo.
Tra l'altro in Commissione si era giunti ad una mediazione significativa per cui il coordinamento dell'organizzazione interna del funzionamento dei laboratori di sanità pubblica veniva affidato ad uno dei direttori di sezione nominato ogni anno dal Comitato permanente. Poi si è voluto aggiungere la specializzazione in igiene pur sapendo che il numero è chiuso e che siamo gli unici in Italia a fare questo. Lo consideriamo sbagliato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Manteniamo la dizione che riteniamo corretta, tanto più alla luce delle cose dette con la possibile convenzione con l'Istituto di igiene e con la norma transitoria che dà possibilità, nei cinque anni, a coloro che non hanno la specializzazione, di frequentare la specializzazione e di avere la possibilità di dirigere il laboratorio.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento testé discusso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 10 voti favorevoli e 26 contrari.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 4 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Emendamento presentato dall'Assessore Maccari: al primo comma, sostituire "- epidemiologica" con "- medico epidemiologica".
La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

L'emendamento sarebbe interpretabile come una definizione di lessico.
Se però lo leghiamo alle considerazioni di confusione precedenti sul ruolo della parte medica del laboratorio, diventa esplicativo di questa confusione. Votiamo contro per questa ragione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dall'Assessore Maccari.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli e 10 contrari.
Emendamento presentato dall'Assessore Maccari: modificare "coordinatore" con "direttore".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 5 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Emendamento presentato dall'Assessore Maccari: al primo comma, dopo le parole "programma la propria attività" inserire le parole "fatti salvi i compiti di istituto".
La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

Questo può essere il classico emendamento che, letto all'ultimo minuto non se ne capisce il senso. Sembrerebbe quasi che il laboratorio programmi, attraverso il Comitato tecnico, l'attività del laboratorio stesso, tranne i compiti di istituto. Il che è un non senso perché se programma la propria attività, la programma anche in relazione ai propri compiti di istituto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Il chiarimento è relativo al fatto che il piano annuale predisposto dal Comitato tecnico è un Comitato inter UU.SS.SS.LL.



PRESIDENTE

La Giunta mantiene il suo emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 25 voti favorevoli, 11 contrari e 2 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 6 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Emendamento presentato dall'Assessore Maccari: modificare "coordinatore" con "direttore".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 7 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Emendamento presentato dall'Assessore Maccari: dopo il primo comma, inserire il seguente comma: "In tale sede, la Regione assegnerà quote specifiche per la dotazione del personale e delle attrezzature, atte a garantire, in coerenza con la normativa nazionale e regionale, la tutela ambientale, utilizzando anche eventuali fondi integrativi alla quota del FSN, provenienti da ulteriori stanziamenti nazionali".
La parola al Consigliere Olivieri.



OLIVIERI Aldo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, nel dichiarare che voterò a favore di questo articolo, vorrei fare notare che questo articolo è profondamente innovatore nello spirito che ho sempre auspicato.
Quando ponevo in essere la proposta dell'agenzia intesa come "service" a disposizione della collettività per tutte le attribuzioni in campo genetico, preventivo, ecologico, pareva che prevedessi un'aura, che va serpeggiando qua e là, di smembramento e di parcellizzazione di istituzioni atte a difendere l'uomo nelle sue varie sedi dal punto di vista dei rischi ambientali. E' pur vero che non sono un veteroriformista, ma sono un neoriformista, però anch'io ho un cuore e ritengo che lo smembramento di queste istituzioni sarebbe assai periglioso e oneroso dal punto di vista finanziario e lesivo della dignità delle istituzioni. Questo articolo tende a superare questa possibilità e a far sì che i laboratori di sanità pubblica diventino service a disposizione della collettività con una serie di attribuzioni che copre completamente l'arco di quella che è la tutela dell'uomo, e non solo dell'uomo, ma degli esseri viventi in questo triste pianeta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

Prendiamo atto che il Consigliere Olivieri prima ha detto di essere un veteroriformista pentito, adesso è un neoriformista pentito.



OLIVIERI Aldo

Non voglio distruggere la riforma, voglio che la riforma attinga a livelli di funzionalità compatibili con il progresso e con la civiltà. Il che è molto diverso.



ACOTTO Ezio

Noi votiamo favorevolmente l'emendamento e l'art. 8 perché traducono negli aspetti finanziari quella che abbiamo chiamato autonomia tecnico funzionale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento testé discusso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'umanità dei 40 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 8 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Emendamento presentato dal Consigliere Calligaro: sostituire "la Giunta regionale" con "il Consiglio regionale".
La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

La legge dice che è delegata la Giunta, quindi vale la Giunta. Penso che l'indicazione sia valida.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

Signor Presidente, non vorrei invocare dei precedenti di carattere giuridico su cui possono esserci dei pronunciamenti diversi.
Per quanto riguarda la materia agricola, il Commissario del Governo rinvia al Consiglio regionale tutte le volte che in una legge regionale c'è un rimando per regolamenti di competenza della Giunta regionale; per quanto riguarda almeno la parte agricola, il Commissario del Governo dice che la competenza è del Consiglio regionale. Questo è un aspetto della questione su cui ci permettiamo di insistere, accompagnato con la considerazione che forse è opportuno indicare lo strumento attraverso cui si interviene. Se non si indica lo strumento si potrebbe intendere per regolamento un'altra legge. E' il caso che sta succedendo per quanto riguarda i cosiddetti certificati di garanzia.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Propongo di formulare l'emendamento indicando: "Il Consiglio regionale su proposta della Giunta" che, attraverso un atto amministrativo, una deliberazione, approva il regolamento.



PRESIDENTE

Così modificato, pongo in votazione questo emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
Emendamento presentato dall'Assessore Maccari: al punto c), dopo le parole "i collegamenti interdisciplinari", aggiungere le parole "come regolamentato dal precedente art. 9".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 10 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 36 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Emendamento presentato dal Consigliere Calligaro: l'art. 11 (Norme transitorie) è soppresso.
La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

Il nostro emendamento soppressivo è da leggere in relazione anche all'emendamento sostitutivo della Giunta che è peggiorativo rispetto a quello che stiamo esaminando. Il collega Olivetti sostiene che questo tipo di riformulazione ha il significato di evitare una sorta di sanatoria.
Francamente a noi questo aspetto sfugge. Non esistono elementi di sanatoria a questo riguardo, salvo che non si voglia imboccare la strada, che abbiamo indicato e che l'Assessore ha accennato di voler perseguire, di un accordo con gli istituti universitari di igiene per dare la possibilità ai tecnici non medici, attuali dirigenti dei laboratori di sanità pubblica, di acquisire la specialità in igiene. Noi saremmo disponibili ad accettare a questo riguardo una discussione che contempli il fatto che nella professionalità del direttore di laboratorio ci sia anche la specialità di igiene, soltanto a condizione che sia già operante una convenzione con gli istituti di riferimento universitario, che oggi come oggi nella pratica non sono agibili da parte delle professionalità non mediche. La specialità di igiene è chiusa e limitata ai laureati in medicina; c'è qualcuno di biologia che ha cominciato ad avere qualche consuetudine con l'istituto non c'è dubbio però che se non vogliamo che questa legge sia interpretata a questo punto, colleghi, bisogna fare un altro ragionamento. Il collega Olivieri deve uscire allo scoperto su questo punto, deve dire che secondo lui il direttore del laboratorio di sanità pubblica deve essere un medico.



OLIVIERI Aldo

No.



ACOTTO Ezio

Allora, se non vuoi dire questo, devi creare le condizioni perché sia possibile alle altre professionalità di accedere a questo tipo di funzione dirigente. Dirò di più. E' in piedi una questione, una diaspora vera e propria, sulla direzione dei laboratori per le analisi chimiche e cliniche addirittura. Viene contestata la professionalità medica a quel livello.
Recentemente l'Ordine dei biologi e dei chimici ha denunciato alla Procura della Repubblica tutti i medici che dirigono laboratori di analisi chimico cliniche perché sia sciolta finalmente tale questione. Tutti i medici che si occupano di questa attività, tutte le professionalità afferenti questo tipo di settore sostengono che per il laboratorio di sanità pubblica la questione della professionalità medica o del ruolo del medico non si pone come si pone invece nei confronti di altre strutture e noi diciamo nei confronti dei laboratori di diagnosi e di analisi chimica e clinica.
Allora perché creare le condizioni perché venga impugnata la legge? Questo è un elemento reale, dato che la materia è già una "vexata questio" per quanto riguarda altri campi più pacifici. Per tradizione il medico ha sempre fatto il direttore del laboratorio interospedaliero o poliambulatoriale, eppure è una "vexata questio". Adesso apriamo una vertenza sui laboratori di sanità pubblica dove invece la tradizione va in altre direzioni, dal punto di vista del ruolo e della presenza sul territorio. Allora si dica che si fa una scelta di professionalità le cui implicanze possono poi prestarsi a delle valutazioni le più diverse, e non si faccia, attraverso un emendamento, una scelta surrettizia, creando degli ostacoli alle altre professionalità onde impedire di accedere al ruolo di direzione e consentire, soltanto per questa via, alla professionalità medica di arrivare al livello dirigente. Secondo noi questo tipo di operazione è del tutto inaccettabile. Si sia espliciti e ciascuno da questo punto di vista faccia i ragionamenti che ritiene più opportuni, altrimenti si scelgano strade che non siano di questa natura.
Il manager che dirige un laboratorio di sanità pubblica (contrariamente al manager della FIAT, che non ha bisogno della specialità in igiene) è auspicabile che abbia questa specialità. Ci sia però un accordo, sulla base della legislazione attuale, con l'Università consentendo ad altre professionalità, che non quella medica, di prendere la specialità e che questo si realizzi nei cinque anni necessari per ottenere la specialità di medicina per tutti coloro che oggi sono già apicali dei laboratori di sanità pubblica, senza nessun processo di sanatoria, ma consentendo pari opportunità a tutti coloro che oggi sono in questa condizione. Altrimenti è assolutamente inaccettabile la proposta, che si presta - come diceva il collega Calligaro - ai ricorsi, che sono scontati dal punto di vista dell'esito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Olivetti.



OLIVETTI Michele

Debbo una risposta e una precisazione. Il direttore del laboratorio di sanità pubblica può essere indifferentemente un apicale che proviene da una delle quattro sezioni. E' evidente che le quattro sezioni incorporano specifiche professionalità: biologica, chimica, fisico-ingegneristica e medica. Il fatto che una di queste figure professionali possa essere avendone i titoli e la qualifica, il direttore del laboratorio ci trova pienamente d'accordo.
Il problema della mancanza della specialità d'igiene ha due aspetti. Il primo è strettamente professionale: con la laurea in biologia o con la laurea in chimica o in fisica non si inventa l'igienista. I problemi dell'igiene non si possono affrontare dall'oggi al domani senza aver acquisito una mentalità di approccio ad un certo tipo di problemi ai quali la laurea che ha l'ingegnere, la laurea che ha il fisico non può aver preparato. Ci sono degli ingegneri che si interessano del nucleare, ma che per quanto concerne la prevenzione dalle radiazioni non ne sanno nulla perché ciò non rientra nella loro preparazione e professionalità. Per questo debbono procedere ad una ulteriore acquisizione. Quindi la specialità in igiene è un fatto caratterizzante sul piano professionale, a cui non si può rinunciare: lo stesso art. 4 lo cita come punto di riferimento. Questo è l'aspetto teorico.
Il secondo, l'aspetto pratico, è che gli attuali (visto che vogliamo andare sul concreto della casistica esistente) apicali, quelli che attualmente corrono il rischio di essere esclusi da questa situazione, sono gli stessi che fino a quando due anni fa potevano iscriversi alla specialità di igiene non l'hanno forse voluto fare perché aspettavano proprio questo provvedimento. Comunque sia, questa diverrebbe, senza l'emendamento, una sanatoria per la quale non sono d'accordo.



ACOTTO Ezio

E' l'unica Regione in Italia ad avere un provvedimento del genere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Olivieri.



OLIVIERI Aldo

Al di là di alcune disquisizioni, su cui non posso che essere d'accordo con l'amico Olivetti, rischiamo di creare una contraddizione in termini. Or ora tutti abbiamo plaudito alla trasformazione del termine "coordinatore" in "direttore". Se si fosse trattato di coordinatore primus inter pares quella bella figura che in parte è servita a mandare a semipicco la riforma sanitaria nazionale, forse si poteva anche accettare la dizione proposta dal collega Acotto, ma quando si parla di direttore, al di là di tutti i rappattumamenti che sono stati fatti in questa legge con i comitati e così via dicendo, si parla di qualcuno che ogni tanto può dire: "Cristo!". La differenza fra il direttore e il coordinatore è che il coordinatore questo non lo può dire. Se uno deve dirigere un'entità tanto complessa quanto è appunto un laboratorio provinciale di igiene e profilassi, è ovvio che deve attingere ad un background culturale che gli permetta di giudicare, e non può soltanto firmare a scatola chiusa provvedimenti, iniziative, tutta una serie di documenti che lo porrebbero immediatamente da un lato in difficoltà psicologica e dall'altro in minorazione di quell'autorità che ad un direttore deve essere riconosciuta. Non è vero che questi non possono adire alla specialità d'igiene. Io ho insegnato per dodici anni alla specialità d'igiene, quindi ho una certa esperienza. Ho licenziato molti medici veterinari, ma per i fisici, i chimici, gli ingegneri ci sono le sezioni riservate alle professioni non mediche. La roba si guadagna anche sul campo, io la specialità me la sono presa, la docenza me la sono presa.
Mi sono rotto abbastanza gli zebedei per poter fare carriera. Diamine, se li rompano anche gli altri. Questa è una richiesta che chiede un coefficiente fondamentale per poter gestire un organismo così complesso.



VALERI Gilberto

Mi spieghi perché nelle altre Regioni...



OLIVIERI Aldo

...ma perché sono dei coglioni... Siamo più intelligenti degli altri.
Abbiamo già fatto l'Italia una volta e ci avviamo eventualmente a rifarla una seconda, perché evidentemente gli animali pensanti non sono presenti nello stesso livello e nello stesso numero in tutte le Regioni. Oh perbacco! La ringrazio, signor Presidente, e mi scusi per questi eccessi verbali.



PRESIDENTE

Lo scusiamo perché è un medico anatomopatologo.
Ha ora la parola il Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Vorrei restare alla funzione del direttore. L'art. 4 è molto preciso.
Il direttore del presidio ha i seguenti compiti: coordina il funzionamento delle sezioni tecniche del laboratorio di sanità pubblica sotto il profilo organizzativo nel rispetto dell'autonomia tecnica e delle competenze delle singole sezioni. Quindi anche della sezione medico-epidemiologica: coordina l'attività dei servizi amministrativi e tecnico-economali interni al laboratorio ed è preposto funzionalmente al personale non assegnato alle singole sezioni formula semestralmente al Comitato tecnico la relazione di sintesi sull'attività delle singole sezioni tecniche.
Sono esclusivamente compiti tecnico-manageriali organizzativi. Per questo noi rivendichiamo la pari dignità del medico, del fisico, del biologo, del chimico e dell'ingegnere. Tra l'altro il 95% degli operatori dei laboratori di sanità pubblica non sono medici. Poi c'è il rischio ricordato dal collega Acotto, che la legge, una volta approvata, venga impugnata dai tecnici. Se i requisiti richiesti sono puramente tecnico organizzativi non si riesce a capire perché debba essere un medico a tutti i costi.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento testé discusso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli, 24 contrari e 1 astensione.
Emendamento presentato dall'Assessore Maccari: sostituire tutto l'art. 11 con il seguente testo: "In deroga a quanto stabilito nel precedente art. 4, e limitatamente ai primi cinque anni di vigenza della legge, la direzione del presidio in carenza di personale con i requisiti previsti può essere assegnata in via eccezionale e provvisoria anche ad uno dei direttori di sezione prescindendo dal possesso della specialità in igiene".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli, 11 contrari e 1 astensione.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 11 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri.
L'art. 11 è approvato.
Prima di porre in votazione l'intero testo della legge passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Acotto. Ne ha facoltà.



ACOTTO Ezio

Constatiamo con molta amarezza alcuni fatti. Il primo di questi è che la nostra Regione ha un bisogno assoluto di una legge sui laboratori di sanità pubblica, lo si è evinto in seguito a tanti fatti, non ultimo quello relativo alle varie emergenze di carattere ambientale. Spiace che si sia arrivati comunque ad una legge che ha degli elementi di forte contraddizione al suo interno e degli aspetti del tutto inaccettabili alcuni dei quali, come ricordavamo, si prestano a rendere praticamente inefficace il lavoro fatto. Vogliamo ricordare che gli interessati a questo ultimo problema sono gli stessi che la settimana scorsa hanno presentato ricorso ai Procuratori della Repubblica sulla questione dei laboratori di analisi chimiche e cliniche. Per cui da questo punto di vista non si è francamente capito come mai la Giunta abbia voluto, in maniera pervicace insistere in una tesi che è destinata a questi tipi di rischi e di inconvenienti non piccoli.
Questo elemento insieme alla confusione sulle funzioni, per quanto riguarda l'area medico-epidemiologica, del laboratorio di sanità pubblica l'uno collegato con l'altro, contribuiscono a giustificare ampiamente il nostro atteggiamento negativo nei confronti di questa legge.
Questo voto lo diamo con molta amarezza perché nonostante la nostra Regione di questa legge abbia un grande bisogno, dopo uno sforzo che su alcuni punti aveva registrato dei fatti importanti, il risultato è del tutto insoddisfacente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

Al Gruppo DC pare che questa sia complessivamente una buona legge e cercherò di sintetizzarne i motivi. E' una legge che ha fatto molto discutere, ha avuto un iter molto travagliato e, dal momento in cui è stata licenziata dalla Commissione al momento in cui è giunta alla discussione in aula, è passato molto tempo.
Desidero esprimere soddisfazione perché questa legge è venuta finalmente in discussione; lo considero un primo significativo atto legislativo che la Regione Piemonte si dà per intervenire concretamente ed efficacemente per far fronte alle emergenze ambientali, per la tutela della salute e dell'ambiente del lavoro. Con questa legge noi ci dotiamo di uno strumento che consentirà, soprattutto se sarà ben utilizzato e ben organizzato, di intervenire più efficacemente e tempestivamente in settori dove molto spesso, dal momento in cui si fanno le richieste al momento in cui arrivano i risultati, passano dei mesi.
Questo lo dico forte della mia esperienza quale Presidente della Commissione di indagine sui problemi dell'inquinamento. Abbiamo sentito più volte lamentare da parte delle UU.SS.SS.LL. e da parte dei sindaci questo fenomeno.
Credo che anche l'Assessore Cernetti dovrebbe essere soddisfatta perch questa legge dovrebbe, in prospettiva, darle uno strumento tecnico per poter intervenire più efficacemente sui problemi di sua competenza.
Questa è anche una buona legge perché prevede il presidio multizonale integrato con i servizi esistenti a livello di USSL; è struttura tecnica ma ha anche competenze proprie che possono derivare da leggi dello Stato o da attribuzioni specifiche che il Consiglio regionale decide di affidare.
Devo dare atto ai medici di essere stati molto corretti nell'impostazione del problema della direzione dei laboratori. Abbiamo avuto su questo una lunga discussione che si è tradotta nella proposta che questa sera il Consiglio ha votato. Credo che la soluzione proposta sia positiva e utile, non esclude a priori nessuno, ma non dà a nessuno la legittimità di essere promosso sul campo. Condivido, sia pure con toni e linguaggio diverso, le considerazioni che il collega Olivieri faceva a questo riguardo, le condivido perché mi pare che la soluzione che abbiamo proposto in questa legge vada nella direzione di consentire a chiunque voglia svolgere professionalmente e correttamente questo tipo di attività di poterlo fare, anche perché è difficile individuare in questa o in quella figura professionale le maggiori o minori doti di managerialità. A questo punto, mi chiedo perché non si propone un direttore amministrativo, magari laureato in economia e commercio. Forse dal punto di vista della managerialità, della competenza in amministrazione e in organizzazione aziendale, il laboratorio di sanità pubblica può essere inteso come un'azienda; ciò non sarebbe neanche sbagliato dal punto di vista organizzativo, ma questa è una questione che ho introdotto come pura battuta esemplificativa, non certo per volere inserire una contraddizione nella questione, che è già stata risolta.
Per tutte queste ragioni, annuncio il voto favorevole del Gruppo DC e la soddisfazione per questo provvedimento che finalmente esce dalla lunga lista d'attesa nella quale era stato inserito. In questo modo usciamo dalla fase delle discussioni sterili, sempre concluse con la votazione di ordini del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Olivieri.



OLIVIERI Aldo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non mi soffermerò per nulla sulle valutazioni di merito, che hanno già costellato il dibattito. Vorrei semplicemente fare una annotazione di tipo politico, per me estremamente importante e la pongo alla riflessione di questo Consiglio.
Credo sia la prima volta da molti anni a questa parte che finalmente in una legge della Regione Piemonte, si legge la parola "sovrazonale". Non so se i colleghi colgono questo elemento estremamente importante e significativo e che senza dubbio è aderente alla legge 833 (anche se non l'ami svisceratamente) e realizza più compiutamente quella che dovrebbe essere una scolarità negli interventi, nelle professionalità. So che il Presidente del Consiglio amerebbe che l'Ospedale di Ceva fosse uguale alle Molinette, però c'est pas possible, signor Presidente, quindi bisogna adeguarsi e bisogna avere strumenti legislativi idonei affinché le strutture...



PRESIDENTE

Collega Olivieri, sono stato con Bonino, uno dei coautori dell'Ospedale Nuovo di Cuneo che è uno dei pochi ospedali funzionanti nella Regione Piemonte.



OLIVIERI Aldo

Però non ha la dizione di sovrazonali che meriterebbe e che gli competerebbe. Allora è estremamente importante e significativo che proprio oggi si sia realizzato per la prima volta questo concetto fondamentale per poter realizzare della buona sanità, della buona prevenzione. Questo lo pongo all'attenzione di questo Consiglio, al di là di tutte le relazioni di merito che abbiamo già ampiamente discusso.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Disposizioni in merito ai concorsi speciali di cui all'art. 46 della L.R. 16/8/1984, n. 40 ed all'accesso della prima qualifica dirigenziale"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. della seduta odierna l'esame della legge rinviata dal Governo relativa a: "Disposizioni in merito ai concorsi speciali di cui all'art. 46 della L.R. 16/8/1984, n. 40 ed all'accesso della prima qualifica dirigenziale".
Chi è favorevole pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
Passiamo pertanto alla votazione dei singoli articoli modificati.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 28 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 10 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 28 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 10 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 28 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 10 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si procede alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 28 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 10 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 27 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 10 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Spesa socio - assistenziale

Esame proposta di deliberazione n. 989: "Modifica ed integrazione alla DCR n. 245-11964 in data 31/7/1986, concernente: 'Approvazione dei criteri per l'individuazione delle attività socio-assistenziali a rilievo sanitario i cui oneri gravano sul FSN e definizione degli indirizzi operativi alle UU.SS.SS.LL.'"


PRESIDENTE

Passiamo infine all'esame della proposta di deliberazione n. 989, di cui al punto 8) all'o.d.g.
E' stato presentato un emendamento da parte del Consigliere Dameri, il cui testo recita: al sesto capoverso della premessa, dopo la parola "(semiresidenziale)" aggiungere le parole: "ovvero quando sussistono le condizioni con prestazioni domiciliari".
L'emendamento viene accolto dalla Giunta, pertanto lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Dameri per dichiarazione di voto.
Ne ha facoltà.



DAMERI Silvana

Signor Presidente, desidero motivare il nostro voto favorevole a questa deliberazione, soprattutto a seguito dell'accoglimento dell'emendamento che estende il riconoscimento del rilievo sanitario anche nel caso in cui l'intervento venga prestato per i soggetti portatori di handicap a domicilio. Il nostro accordo con questa deliberazione lo esprimiamo con una condizione. Riteniamo che l'onere che deriva da questi interventi dovrebbe essere a carico del FSN. Apprezziamo di questa deliberazione una tendenza l'aumento fino al 60% di questo carico sul FSN e pur non vedendo ancora i limiti che persistono e che sono stati determinati dal famoso Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri nel 1985; vogliamo incoraggiare la Giunta a proseguire in questa direzione fino ad arrivare ad un completo carico sul FSN. Per questo noi votiamo a favore di questa deliberazione.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,20)



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