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Dettaglio seduta n.16 del 07/11/85 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Riprendiamo la discussione sulla comunicazione della Giunta regionale sull'avvio, alla SORIN di Saluggia del corpo del reattore nucleare della Centrale del Garigliano, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Petrini.



PETRINI Luigi

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sulla comunicazione dell'Assessore Maccari e sulle interpellanze svolte vorrei aggiungere alcune brevi considerazioni.
Per la piscina di stoccaggio di Saluggia, l'amministrazione di tale Comune e la società di gestione del deposito - la Fiat-T.T.G. - hanno firmato nel 1979 una convenzione, tuttora in vigore, che prevede tra l'altro l'accesso all'impianto dei membri di una Commissione comunale appositamente insediata.
In base al documento sottoscritto l'Ente pubblico può quindi disporre di dati di prima mano sulla gestione dell'impianto e quindi seguire, esso stesso, i meccanismi di controllo dell'azienda sull'impatto ambientale e la radio-protezione. Si tratta allora di verificare con l'Ente locale interessato, sia l'attuale situazione di deposito, sia i dati di controllo ambientale. Se è vero come è vero che l'attuale disciplina legislativa sul controllo della radioattività ambientale, sulla protezione sanitaria delle popolazioni contro i pericoli derivanti dalle radiazioni ionizzanti, sulla sicurezza degli impianti nucleari, fanno capo all'autorità nazionale di sicurezza (Ministeri dell'Industria, degli Interni, del Lavoro, della Sanità ed in particolare l'ENEA, l'Ente di Stato che segue questo settore) si tratta di verificare ancora con l'ENEA l'attuale situazione di Saluggia.
A mio avviso, bene ha fatto l'Assessore Maccari ad interessare tali Enti ed avere le risposte che sin qui ci ha comunicato.
Ritengo però che risalendo l'ultima verifica al 1981 (dato che non è stato sottolineato dal collega Valeri) sia quanto mai opportuno controllare lo stato della contaminazione ambientale ed i risultati, ai fini della protezione sanitaria, aggiornando, oggi, a distanza di quattro anni, le informazioni. Si tratta quindi di documentare, per seguire l'impostazione del collega Valeri, la quantità, la qualità e la pericolosità dei depositi oggi giacenti a Saluggia. Quest'azione di ulteriore controllo, suggerita d'altro canto dallo stesso Assessore, non può che trovarci consenzienti.
Vorrei però consigliare allo stesso Assessore, al di là delle verifiche necessarie sul deposito delle attuali materie radioattive, non essendo prevista dal Piano Energetico Nazionale la costruzione di un impianto di ritrattamento, un controllo specifico. E cioè, se la piscina di raccolta può ricevere ulteriori trecento elementi di combustibile irraggiato dalla Centrale del Garigliano, senza creare per la stessa piscina e per il territorio piemontese seri problemi, sollevando contemporaneamente una questione che ritengo di fondo. Di fronte ad un sempre più evidente uso del territorio regionale come localizzazione di parcheggio del materiale combustibile esaurito e già irraggiato, non solo dalla Centrale ENEL del Garigliano ma anche da quella di Trino, c'è da chiedersi (e da intervenire sollecitamente sui Ministeri competenti e sull'ENEA) perché il problema non venga affrontato in sede governativa e, se del caso, in sede internazionale, con la scelta dei siti più adatti e più qualificati.
E' infatti necessario ed indispensabile depositare, in modo sicuro oltre che le scorie radioattive anche tutti quei componenti che sono diventati radioattivi come è il caso di tali particolari attualmente collocati nella piscina di Saluggia. Ad esempio, in Germania del Nord una miniera di ferro abbandonata è stata trasformata in deposito definitivo per macchine e parti di macchine radioattive.
Per questo ho parlato di intese internazionali.
Ed ancora, così come per le scorie radioattive che non possono entrare in contatto con la biosfera, sempre in Germania, è in funzione un deposito nell'ex miniera di sale di Asse, ad una profondità di mille metri sotto la superficie terrestre.
E' quindi indispensabile, oltre alle scorie, ricercare e scegliere un deposito definitivo nazionale (o internazionale) se del caso, per le macchine e le parti delle stesse, presentanti radioattività. Il grado di sicurezza dovrà dunque, a mio avviso, impegnare sin d'ora l'Assessorato competente, suggerendo (e richiedendo) all'autorità centrale ed al Governo nazionale tutte quelle iniziative che tolgano ogni dubbio alle nostre popolazioni ed in particolare alla comunità di Saluggia ed alla provincia di Vercelli. In questo senso mi dichiaro soddisfatto di questa prima risposta fornita dall'Assessore competente, Maccari. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

I Consiglieri Ala, Staglianò e Valeri hanno già avuto la possibilità di esprimere le preoccupazioni per la mancanza del polso nella situazione da parte della Giunta regionale rispetto ad un problema così complesso e pericoloso.
Al Salone della Tecnica, fra tante iniziative interessanti, l'ENEA ha distribuito un depliant su un rifugio atomico dove c'è scritto che il problema non è tanto quello della bomba atomica, ma quello della pericolosità delle centrali nucleari, quindi c'è una motivazione reale in Piemonte per procedere rapidamente all'installazione di rifugi antiatomici.
Quello che preoccupa sono le piscine nelle quali non si sa quello che può essere collocato o che è già stato collocato.
L'ENEA, descrivendo l'impianto Eurex, dice chiaramente che lì ci sono scorie di provenienza che poi vengono riutilizzate e riprocessate in forma sperimentale.
Il depliant dell'ENEA dice chiaramente che il Centro Ricerche Energia di Saluggia è situato lungo il fiume Dora Baltea a circa 3 km da Saluggia ed abbastanza vicino a Crescentino. Sempre nel depliant si dice che il volume totale degli affluenti liquidi scaricati nel fiume Dora Baltea è stato pari a 180.000 metri cubi nel pieno rispetto dei limiti fissati per la tutela dell'ambiente, cioè entro qualche per cento della ricettività accertata dell'area.
Ora ci si domanda: perché non c'è un'attenzione più adeguata per capirne di più? E' ben vero che esiste una Commissione comunale, composta da Consiglieri comunali e da cittadini di Saluggia, che può avvalersi di tecnici e che può accedere agli impianti per controllare, ma è anche vero che il Comune di cui un centinaio di lavoratori è collocato all'interno dell'azienda, ha scarsi strumenti di pressione per tentare di capirne di più e per controllare.
Quando l'Amministrazione comunale di Saluggia aprì la trattativa con la società si trovò di fronte al fatto che nella zona la Fiat era proprietaria di circa 300 giornate di terreno agrario.
Prima degli anni '76/'77 si diceva che in quella zona sarebbe dovuta nascere la centrale nucleare (in seguito il sito è stato indicato a Trino) e se il Comune avesse trovato un accordo con quelle società per l'inserimento all'interno della SORIN di materiale radioattivo ci sarebbe stato l'impegno che la centrale nucleare sarebbe stata fatta da un'altra parte.
E' stato anche approfondito il discorso del piano di emergenza. Esiste un piano di emergenza per Saluggia che è vincolato al segreto: è stato comunicato all'allora Sindaco con l'impegno di non pubblicizzarlo, di tenerlo riservato.
Le uniche dichiarazioni pubbliche sono state le osservazioni integrative che il Sindaco ha fatto in Consiglio.
Va poi rilevato un altro aspetto che sottolinea la pericolosità della situazione.
Le strutture dell'ENEA hanno il compito di controllare queste situazioni in una situazione quindi di controllore-controllato.
E' alquanto difficile che un controllore-controllato possa oggettivamente dare indicazioni che garantiscano la possibilità che quella situazione non diventi esplosiva.
Sarebbe interessante, magari attraverso gli uffici dell'Assessorato ricostruire questa storia a partire dalla metà degli anni '50 ad oggi per verificare i cambiamenti delle situazioni societarie e le competenze.
In molti cambiamenti si è usata l'arma della pressione e del ricatto per cui chi aveva la forza di gestire l'occupazione e gli investimenti in una determinata area poteva imporre al Comune una situazione di riservatezza.
L'area compresa tra Chivasso e Casale Monferrato è una tra le aree maggiormente esposte a rischio per la concentrazione di una serie di interventi di carattere energetico o di discariche.
Non si possono dare giudizi a casi specifici quando tutta l'area è soggetta a pressioni, ad interventi che la sconvolgono totalmente.
Una particolare attenzione dovrebbe essere rivolta a situazioni di questo tipo attraverso un coordinamento delle iniziative da parte della Giunta.
Quindi in noi si aggrava la preoccupazione per la mancanza di strumenti. La Giunta ha detto di non avere la possibilità di intervenire in modo adeguato, ma noi riteniamo che gli strumenti ci sono e che si debba studiare un'operazione strategica su un'area strategicamente delicata per la compromissione alla quale è continuamente sottoposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, a differenza di altri colleghi ritengo che la risposta dell'Assessore debba meritare tutto il nostro apprezzamento.
Non può però meritare soddisfazione perché questo problema non ci potrà mai lasciare soddisfatti in quanto è un problema aperto e la soddisfazione è tipica di un fenomeno che si chiude. Per cui la risposta è esaustiva dei problemi per il modo in cui sono stati posti dall'interrogazione, ma il problema resta indubbiamente aperto.
Ritengo peraltro che il problema, proprio perché lo si possa considerare sul piano della ragione e non sul piano della strumentalizzazione e dell'enfatizzazione, debba essere in primo luogo ricondotto a quello che è oggettivamente ormai nel tempo.
In primo luogo non si tratta di trasferimento del corpo del reattore come è stato scritto, non si tratta di alcuna novità perché il fenomeno come ci ha detto l'Assessore, risale al 1975. Esistono però degli elementi che richiedono una maggiore attenzione.
Il nostro Gruppo ritiene che la Regione, la Giunta o l'Assessore su questo argomento si attivino.
Dovremo essere molto attenti sulle modalità della nostra attenzione rispetto a questo problema.
Avere attenzione non vuol dire, per esempio, svolgere competenze che non abbiamo, ma vuol dire non disconoscere alcune realtà di fatto.
Intorno all'impianto sul quale ragioniamo sappiamo tutti che esiste un centro per il controllo e la tutela ambientale tra i più sofisticati d'Europa.
I colleghi della VII Commissione, che con me l'hanno visitato, saranno stati impressionati dalla carta del Piemonte che riporta la ricaduta radioattiva dell'esplosione del satellite sovietico di non so più quale anno. Ai colleghi che non conoscessero questo particolare li invito a richiedere al direttore del centro questa cartina perché si renda conto della sofisticazione delle apparecchiature là collocate.
In quella cartina si vede uno stranissimo Piemonte illuminato da ponente, cioè dalla parte da cui proveniva l'onda radioattiva e si vede anche una ricaduta minima, non percettibile con strumenti normali, che è stata fotografata su tutto il territorio piemontese da questo centro.
Siamo anche in presenza di strumentazioni e di un sistema istituzionale di garanzia e di tutela all'interno del.quale la Regione può e deve svolgere il suo ruolo. Qui è il senso e la ragione del nostro intervento.
Quale deve essere e come deve esercitarsi il ruolo della Regione? Non ricominciamo con le audizioni da parte di gente che non capisce niente, come il sottoscritto e di persone che non vogliono spiegarci niente, come sono probabilmente gli altri. Facciamo il nostro dovere di depositari delle preoccupazioni popolari, che saremmo uomini del Medioevo e non dell'era moderna, se pensassimo che siano del tipo quali sono state descritte in alcuni interventi.
Sono problemi risolubili se c'è la volontà politica di risolverli e sono problemi che possono essere resi chiari conché ci sia la volontà politica di renderli chiari.
Ma l'unico soggetto interlocutore competente a sciogliere questi due nodi, la risoluzione e la chiarezza del problema, è il Governo. Non ce ne sono altri.
Quindi suggerisco all'Assessore di attivarci, così come abbiamo chiesto di attivarsi in ordine alla ventilata ipotesi di una seconda centrale in Piemonte, per avere assicurazioni dal Governo ed essere attento anche nei confronti del Governo perché questa attività, che data ormai del 1975, non prefiguri quello che è stato detto e cioè che il destino del Piemonte è quello di diventare un cimitero di scorie nucleari.
Faccio una dichiarazione di ordine politico e prego l'Assessore di considerarla nel suo rilievo. Noi riteniamo che questa questione possa e debba essere affrontata unicamente attraverso un rapporto tra governo della Regione e governo dello Stato.
Non ci sono livelli intermedi. Non ritengo né questa istituzione, né la Commissione, della quale mi onoro di fare parte, le sedi più idonee per fare delle verifiche rispetto a problemi e a processi che noi non siamo n in grado di capire nella loro complessità e soprattutto che non siamo in grado di dirigere. Noi dobbiamo far presente al Governo che questo fenomeno, se per caso è avviato, deve cessare e che comunque non deve avvenire.
Noi siamo un parlamento, abbiamo il dovere di fare le esigenze della nostra popolazione.
La nostra popolazione non vuole che quel centro si tramuti in un cimitero di scorie.
Questa è l'espressone di volontà politica che la Giunta ha già espresso nella comunicazione che ci ha fatto.
Si tratta di farla valere in termini politici, in termini istituzionali corretti.
Non apriamo però su questo, cari amici verdi e verdi pisello, il "carnevale delle scorie di Saluggia", perché significherebbe non affrontare il problema, non discuterlo con l'interlocutore significativo, ma significherebbe fare delle strumentalizzazioni.
Siccome ho potuto apprezzare in questi pochi mesi di collaborazione la serietà e la correttezza degli esponenti e dei Gruppi che più dicono di farsi portatori di questi problemi, perché ritengo che di questi problemi se ne facciano carico tutti, e poiché ho avuto modo di cogliere il senso costruttivo dei loro atteggiamenti, penso che nelle sedi opportune e con riflessioni più pacate e magari meno pubbliche si possa con l'Assessore trovare il modo con cui rapportarsi con l'unico responsabile vero di questa vicenda, il Governo nazionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, ringrazio la Giunta e l'Assessore Maccari per l'illustrazione fatta che mi trova d'accordo.
Credo che questo dibattito debba offrirci l'occasione per ridefinire con maggior precisione il ruolo che la Regione intende svolgere.
Una volta definito il problema, nessuno deve pensare che sia sufficiente qualche autorizzazione ministeriale per invadere il campo regionale e fare tutte le incursioni che si ritiene di fare, senza tener conto delle attese e delle preoccupazioni delle nostre popolazioni.
E credo che le sottolineature dell'Assessore Maccari vadano già in questa direzione.
Sono anche del parere che queste questioni non debbano essere occasioni per amplificarne la portata sul piano propagandistico, perché sono problemi seri, che vanno affrontati con altrettanta serietà.
L'ENEL. con il quale abbiamo avuto occasione spesso di operare, di discutere e del quale abbiamo avuto modo di apprezzare il senso di responsabilità, avute le vie libere per procedere non pensi di poter fare a meno di un interlocutore importante come è la Regione oppure degli altri Enti locali.
Nessuno pensi che il Piemonte può essere il centro al quale si possono indirizzare pezzi smontati di impianti. Io credo che, precisata ai vari Ministeri la nostra posizione, e fatta conoscere ai nostri interlocutori ENEA-DISP e all'ENEL. dovremo impegnare maggiormente i nostri sforzi con le UU.SS.SS.LL. interessate in modo che nessuno possa trarre conclusioni diverse, come sembra vengano tratte, non solo per ragioni di carattere politico, ma anche per comportamenti che non sembrano essere coerenti.
Non sono cambiamenti relativi al 12 maggio, ma cambiamenti relativi a situazioni che sono avvenute in seguito alla scadenza del 4 gennaio.
Il Piemonte ha manifestato questa disponibilità, ma probabilmente c'è stato il balletto dei furbi, che però non è corretto.
E' molto più serio prendere atto delle posizioni che le forze politiche, i singoli cittadini, le associazioni esprimono, che possono essere favorevoli o contrari, mentre non è corretto che si dia spazio come in fondo hanno fatto coloro che in qualche modo l'hanno tirato in lungo ed in largo.
Sarebbe preferibile andare ad una ridefinizione di piani che investa anche i sistemi di stoccaggio degli impianti e conoscere esattamente le situazioni.
Quando si parla di programmazione, quando nel quadro delle forniture diversificate di energia, non si esclude il nucleare, è necessario che il nucleare trovi nel quadro della programmazione la sua sistemazione e la trovi al di fuori e contro quelle che possono essere le posizioni dei furbi i quali in qualche misura possono oggi dire che se la sono cavata a buon mercato.
Ci vuole una politica di carattere programmatorio anche per quanto riguarda le fonti di energia, in modo che si sappia che nessun territorio è disponibile o predisposto a manovre incursorie da parte degli enti, i quali, nella loro logica, possono essere tentati di realizzare queste cose.
Si realizzi un equilibrio, una collaborazione, tra le popolazioni e questi impianti elettronucleari, i quali anch'essi sono fondamentali come lo sono le altre fonti energetiche, al di fuori da visioni propagandistiche e radicali.
Attenzione a non confondere le posizioni che ciascuno di noi pu esprimere, che hanno dignità e meritano rispetto ma vanno all'interno di un discorso articolato che inquadri la funzione del nucleare nell'ambito di un'articolazione delle fonti energetiche.
Concludo dicendo all'Assessore ed alla Giunta di sottolineare vieppi questa posizione perché dalla correttezza che il Piemonte dimostra mi sembra debba discendere il rispetto da parte di tutti.
Un conforto alla Giunta viene dal Consiglio regionale in questa direzione.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Non mi ero iscritto a parlare, ma chiedo di intervenire, signor Presidente, perché sono state formulate delle proposte sul modo di affrontare successivamente il problema.
Il nostro Gruppo ha intenzione di non lasciar cadere questa comunicazione.
Sarebbe opportuna una precisazione, un impegno da parte della Giunta a chiusura della comunicazione.



PRESIDENTE

Siccome il dibattito è stato piuttosto ampio non ritengo sia opportuno richiedere all'Assessore l'immediatezza della risposta.
Proporrei piuttosto che nella seduta successiva, cogliendo ogni aspetto delle proposte che sono state formulate, l'Assessore fornisse una serie di notizie sugli impegni che la Giunta intende assumere.



BONTEMPI Rinaldo

Possiamo anche accettare questa proposta, però devo dire, signor Presidente, che lo spezzettare continuamente i nostri dibattiti rischia di ripercuotersi sugli altri fatti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia

E' stato rilevato da tutti che il problema rimane aperto e come tale sarà affrontato dalla Giunta che terrà conto delle competenze dell'Ente Regione, ma anche di tutte le responsabilità relative alle non competenze della Regione e dei canali che deve attivare sia nei confronti del Governo sia nei confronti degli enti preposti alla sicurezza.
La sede di dibattito, di discussione e di elaborazione sarà indubbiamente la Giunta ed in prima persona il sottoscritto, e la Commissione.



PRESIDENTE

Con tale dibattito si intende discussa anche l'interpellanza n. 73 del Consigliere Staglianò sullo stesso argomento.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Chiede ora di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Vorrei chiedere alla Giunta se non ritiene opportuno darci un'informazione sulle notizie apparse su "La Stampa" del 6 novembre che si riferivano all'inizio della discussione in Consiglio regionale sul piano di sviluppo a dicembre.
Io vorrei solo sapere cosa sta succedendo perché c'era un impegno della Giunta dopo il documento costitutivo della stessa di presentare un programma e poi l'impegno non tempificato giustamente ma di presentare il piano di sviluppo.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta, Bianca Vetrino.



VETRINO Bianca, Vicepresidente della Giunta regionale

Credo che nell'ambito della conferenza dei Capigruppo i tempi di discussione del programma della Giunta siano già stati affrontati.
In un primo tempo si parlava di farlo entro i primi 15 giorni di novembre, ma non siamo in condizione di farlo entro quei termini perché il Consiglio è stato impegnato per altre incombenze.
Non so in che modo sia pervenuta la notizia a "La Stampa".
Noi stiamo parlando ancora del programma.
Ho già dichiarato ufficialmente che il piano di sviluppo potrà essere presentato, nella migliore delle ipotesi, nella primavera del 1986.
Ciò non toglie che il programma della Giunta abbia un taglio tale da essere interpretato come un primo documento, su quello che potrà essere il piano di sviluppo regionale.
Noi speriamo di poter mantenere la scadenza della fine del mese o dei primi del mese di dicembre.
Il Consiglio deciderà i tempi di discussione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Voglio intervenire sull'ordine dei lavori.
Sono le ore 16 e non abbiamo ancora esaminato una proposta di delibera non abbiamo ancora esaminato un disegno di legge.
Io le chiedo, signor Presidente, se non ritiene opportuno riunire brevemente i Capigruppo per decidere quali argomenti all'ordine del giorno peraltro nutritissimo, potranno e dovranno essere esaminati.
Lei ha più volte detto, nel corso di questa seduta, che l'ordine del giorno è una rispettabilissima opinione: non è comunque la mia opinione se lei ha intenzione di protrarre i lavori oltre un'ora ragionevole e credo che non sia neppure l'opinione di altri colleghi.



PRESIDENTE

Stavo formulando una proposta di inversione dell'ordine del giorno per approvare una serie di deliberazioni licenziate all'unanimità dalle Commissioni. Si tratta dei punti 6), 7), 12), 13) e 14).
La parola al Presidente della Giunta.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Pongo come pregiudiziale, che tra l'altro aveva trovato la non opposizione all'interno della conferenza dei Capigruppo, la richiesta al Consiglio di discutere il punto 11) all'o.d.g. che riguarda l'assestamento al bilancio di previsione e note di variazione.
Questo affinché si possa consentire alla Regione di gestire il bilancio alla conclusione dell'anno.
Ci sono capitoli di bilancio, per esempio quelli degli stipendi e della formazione professionale, che hanno bisogno di integrazione e di impinguamento.
Chiedo alla cortesia del Consiglio di valutare questa esigenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Su questa richiesta non ci opponiamo affatto.
Vista l'ora, però, riteniamo sia opportuno porre le condizioni per svolgere ordinatamente i nostri lavori.
Siamo d'accordo che queste delibere vengano esaminate subito; credo comunque sia necessario riunirsi brevemente per fare il punto su ciò che deve essere ancora esaminato.



PRESIDENTE

Pongo ai voti l'inversione dei punti iscritti all'ordine del giorno.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 36 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame proposta di deliberazione n. 2: "Rettifica D.C.R. n. 866-3333 del 14/3/1985 relativa all'individuazione dei Comuni obbligati alla formazione del P.P.A., ai sensi dell'art. 40 dello Statuto"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto al punto 6) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 2: "Rettifica D.C.R. n. 866-3333 del 14/3/1985 relativa all'individuazione dei Comuni obbligati alla formazione del P.P.A., ai sensi dell'art. 40 dello Statuto".
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è già a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 36 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Comunita' montane: Statuti - Unita' locali dei servizi sociali ed assistenziali e dei servizi sanitari - USSL: Statuti

Esame proposta di deliberazione n. 50: "Modifica allo Statuto della Comunità montana Valli Chisone e Germanasca"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 7) all'o.d.g. che reca: Esame proposta di deliberazione n. 50: "Modifica allo Statuto della Comunità montana Valli Chisone e Germanasca".
Pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 36 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame proposta di deliberazione n. 6: "Rideterminazione annuale dell'indennità di trasferta ai dipendenti regionali"


PRESIDENTE

Il punto 12) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 6: "Rideterminazione annuale dell'indennità di trasferta ai dipendenti regionali".
Anche il testo di tale deliberazione è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale.
Pongo pertanto in votazione tale deliberazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 36 voti favorevoli e 2 astensioni.
Pongo in votazione l'immediata esecutività di tale deliberazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 35: "Legge n. 94/1982, art. 2, decimo comma. Integrazione della disponibilità finanziaria per la categoria recupero per la concessione di contributi in conto capitale"


PRESIDENTE

Pongo ora in votazione la deliberazione n. 35: "Legge n. 94/1982, art.
2, decimo comma. Integrazione della disponibilità finanziaria per la categoria recupero per la concessione di contributi in conto capitale", di cui al punto 14) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 36 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Nomine

Esame proposta di deliberazione n. 36: "Rappresentante della Regione Piemonte in seno al Comitato per l'edilizia residenziale. Designazione dell'Assessore Piero Genovese in sostituzione del geom. Flavio Rosso dimissionario"


PRESIDENTE

Il punto 13) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 36: "Rappresentante della Regione Piemonte in seno al Comitato per l'edilizia residenziale. Designazione dell'Assessore Piero Genovese in sostituzione del geom. Flavio Rosso dimissionario".
Si tratta di eleggere una persona ed occorre quindi procedere alla compilazione della scheda.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Lo scrutinio segreto ha avuto il seguente esito: presenti n. 39 votanti n. 38 ha riportato voti: Genovese Piero n. 29 schede bianche n. 7 schede nulle n. 2 non ha partecipato alla votazione l'Assessore Genovese n. 1 Il testo della deliberazione riportante l'esito di tale votazione verrà trasmesso ai Consiglieri e riportato nel processo verbale.
Pongo in votazione l'immediata esecutività di tale deliberazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti in aula.
Sospendo la seduta e convoco i Capigruppo per decidere sull'ordine dei lavori.



(La seduta, sospesa alle ore 16,05, riprende alle ore 16,40)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Chiede di parlare il Consigliere Brizio. Ne ha facoltà.



BRIZIO Gian Paolo

Scusi, signor Presidente, avendo stabilito nella conferenza dei Capigruppo di approvare in serata quattro leggi, non ancora inserite all'o.d.g., e una delibera, chiedo si dia per letta la relazione del Presidente della I Commissione sul progetto di legge n. 2.



PRESIDENTE

Il relatore acconsente.



PEZZANA Angelo

Signor Presidente, chiedo di informare i Consiglieri sull'o.d.g. dei lavori di oggi pomeriggio.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno dei lavori de] pomeriggio è esattamente quello che abbiamo definito: il passaggio delle leggi più una delibera, dopodiché si pone in votazione la richiesta di iscrizione all'o.d.g. della comunicazione sulla visita di Monsignor Capucci, fatta dal liberale Marchini, da: repubblicano Ferrara, da Pezzana e da Staglianò.



PEZZANA Angelo

Questo non l'abbiamo stabilito nella conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Sono i Presidenti dei Gruppi che propongono all'assemblea che ponga ai voti la richiesta di inserimento nei lavori.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, se viene fatta la richiesta di iscrizione all'ordine del giorno di qualsiasi argomento, possono parlare uno a favore ed uno contrario. Su questa particolare richiesta avanzata dal Consigliere Pezzana io desidero esprimermi Siccome i Presidenti dei Gruppi non hanno dato una risposta al quesito voglio che la si dia subito.



PRESIDENTE

Quando arriveremo al momento in cui dovremo iscrivere la comunicazione all'ordine del giorno, in quel momento decideremo secondo quanto stabilisce il Regolamento.


Argomento: Variazioni di bilancio - Assestamento di bilancio

Esame progetto di legge n. 2: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1985" e relativi allegati:


PRESIDENTE

progetto di legge n. 7: "Prima nota di variazione all'assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1985"



PRESIDENTE

progetto di legge n. 16: "Seconda nota di variazione all'assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1985"



PRESIDENTE

progetto di legge n. 24: "Terza nota di variazione all'assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1985"



PRESIDENTE

Passiamo pertanto al punto 11) all'o.d.g. relativo al progetto di legge n. 2: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1985" e relativi allegati.
Il Consigliere Santoni da per letta la sua relazione.
Passiamo pertanto alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, noi esprimiamo voto favorevole sull'assestamento di bilancio e sul complesso delle leggi che ad esso fanno capo: le tre note di variazione in ordine alle quali, d'altro canto, c'è stata la discussione in sede di Commissione ed il relatore Santoni ha presentato ampia relazione.
Questo assestamento è in gran parte tecnico e recepisce la chiusura del bilancio 1984.
Emergono qui le difficoltà finanziarie dell'Ente, la sua complessa situazione. Emerge nella sua gravità il disavanzo effettivo derivante dalla differenza tra le reimpostazioni e l'avanzo stesso.
Quindi la Regione si trova in una situazione finanziaria complessa e difficile. Le stesse interrogazioni formulate in ordine al debito INPS per gli artigiani mettono in luce le difficoltà finanziarie dell'Ente.
Tali difficoltà sono soprattutto evidenziate dalla terza nota di variazione e dall'impossibilità reale da parte della Giunta di coprire integralmente le occorrenze per la formazione professionale.
Rimane un vuoto di 31 miliardi non coperto che slitterà sul bilancio 1986 ed andrà ad aggiungersi al disavanzo effettivo cui ho fatto cenno in precedenza e ad altre incombenze finanziarie.
Siamo certi che la Giunta provvederà al più presto a predisporre, come ha assicurato l'Assessore in Commissione, un bilancio 1986 essenziale e di gestione per evitare l'esercizio provvisorio.
Nello stesso tempo si andrà a quell'esame approfondito della situazione finanziaria ed amministrativa della Regione che per cinque anni abbiamo costantemente chiesto e che è propedeutico al riassestamento effettivo della capacità di lavoro della Regione Piemonte.
Ho voluto esprimere queste valutazioni a giustificazione del voto favorevole che noi daremo sull'assestamento che noi riteniamo essenziale approvare oggi per poter giungere in tempo sia all'utilizzo dei relativi fondi nel 1985 sia all'impostazione corretta, rigorosa, essenziale per il 1986.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Noi non voteremo il disegno di legge n. 2 sull'assestamento del bilancio. Parlo del disegno di legge n. 2, perché gli altri portano scritto sulla prima pagina che sono disegni di legge, ma di fatto non lo sono essendo delle semplici note di variazione al disegno di legge originale.
E' un documento certamente importante; 5 miliardi e 213 milioni difficili da seguire nel susseguirsi delle note di variazione (anzich 4.000 di cui parlava il relatore, il che testimonia la difficoltà di lettura dei documenti).
Riprendo un punto della relazione, ricordato dal collega Brizio e che si riferisce al presunto avanzo del 1984 ed al presunto buco, per chiarire ancora una volta che questo non significa che mancassero le disponibilità a quella data per arrivare al pareggio del bilancio.
Riprendo i dati perché non vorrei che rimanessero dubbi da una lettura superficiale della relazione.
Lo scompenso vero alla fine del 1984 era di 115 miliardi. Deriva dalla differenza tra i fondi statali 198E reimpostati, per 575 miliardi, e l'avanzo finanziario a fine '84 di 46C miliardi.
Ma, a fronte dei 115 miliardi, non sono stati contratti mutui per 113 miliardi e 650 milioni, il che vuol dire che se si fossero contratti i mutui, a quella data, avremmo avuto il pareggio.
Le capacità di indebitamento c'erano, si trattava solo di fare una scelta precisa, stipulare i contratti.
Se aggiungiamo le maggiori entrate (2 miliardi e rotti di interessi attivi che si sono verificati nel corso di questo esercizio) ed una correzione delle entrate per la formazione professionale (CEE) e così via il pareggio era nella sostanza raggiunto.
Quindi è del tutto inesatto parlare di buco.
Il problema vero semmai, per quanto riguarda i mutui non contratti, è di non rompere un equilibrio nella gestione del bilancio.
Se può essere utile, e l'abbiamo verificato, rinviare parzialmente nel tempo la contrazione di nuovi mutui, si tratta poi di gestire questa scelta.
E' responsabilità di chi ha la gestione del bilancio stesso garantire questo equilibrio per non incorrere in rischi e contraccolpi che non derivano dall'attività propria della Regione ma da avvenimenti che né la Regione e a volte nemmeno lo Stato possono controllare (i rischi di cambio tassi che variano).
E' un problema di gestione.
Mi pare quindi che non siano fondate le affermazioni del collega Brizio e le dichiarazioni fatte ripetutamente alla stampa da qualche Assessore.
E qui vorrei fare un rilievo alla Giunta.
La Giunta ha avuto due occasioni in un breve periodo di tempo per fare il punto sullo stato della finanza in Consiglio regionale.
C'erano gli argomenti all'o.d.g.: rendiconto ed assestamento, per dire come stanno effettivamente le cose per il passato e quali sono le scelte di fondo che la nuova Giunta si vuol dare (che vanno evidentemente di pari passo con l'esame dei documenti finanziari).
La Giunta ha perso queste due occasioni: questo è un dato di fatto. Noi avremmo apprezzato che la Giunta fosse venuta qui ad esporci l'esatta situazione finanziaria della Regione, qualunque essa sia.
Entrambi i documenti, rendiconto ed assestamento, mancano della relazione della Giunta.
Si compongono di sole tre paginette tecniche molto striminzite predisposte dai funzionari.
Noi però non sappiamo né quali sono gli intendimenti e le prospettive della Giunta, né quale è l'effettiva situazione finanziaria.
Anche l'anticipazione di avere per il prossimo futuro un bilancio tecnico non ci convince, siamo contrari a questa prospettiva.
Abbiamo alle spalle la mancanza di un documento programmatico della Giunta.
Gli Assessori, come si è verificato per la formazione professionale spesso parlano in Consiglio a titolo personale.
Non abbiamo un quadro di riferimento certo in cui si collochi l'attività complessiva di questa Giunta. Ecco perché siamo contrari ad un puro bilancio tecnico perché significherebbe rinviare ancora nel tempo la possibilità di avere un quadro di riferimento sul quale maggioranza e minoranza possano svolgere il loro compito e la loro funzione. Questi motivi ci spingono a votare contro questa proposta di assestamento del bilancio. Siamo convinti che la finanza di tutte le Regioni presenta delle gravi difficoltà.
Richiede pertanto un'attenzione particolare da parte del Consiglio regionale e da parte della Giunta.
Questa attenzione mi pare abbastanza carente, infatti nessuno da parte della maggioranza ha ritenuto di intervenire su questi due documenti.
E' impossibile quindi aprire un confronto su questi temi che sono essenziali per la vita della Regione.
In questi ultimi anni sono avvenute modifiche profonde nell'articolazione dei flussi finanziari verso le Regioni e gli Enti locali che hanno sostanzialmente modificato i rapporti tra Regione e Comuni rendendo di fatto marginale la finanza regionale in senso stretto rispetto agli investimenti complessivi che la comunità regionale piemontese attraverso le proprie autonomie porta avanti.
Per questo riteniamo che sia una mancanza da parte della Giunta il non aver posto questi problemi nelle Commissioni ed in Consiglio.
Potremo recuperare - noi riteniamo - in occasione del dibattito che ci sarà in Consiglio sui problemi posti dalla legge finanziaria.
Noi chiediamo che in quella sede la Giunta regionale presenti l'effettivo stato della finanza piemontese. Riteniamo dannose le dichiarazioni che vengono fatte alla stampa in modo estemporaneo mentre qui, nella sede in cui si possono chiarire le varie questioni, si sfugge non si dice nulla. Chiudo qui il mio intervento perché il confronto in Consiglio non si è nemmeno aperto. Anche per questi motivi voteremo contro la proposta di assestamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, parliamo di un documento oltremodo importante, anche se ingiustamente ne parliamo in modo forse un po' affrettato per le necessità dei lavori del Consiglio regionale.
E' un documento scritto a più mani, un documento che ha avuto la sua formazione originale dalla vecchia Giunta, che viene modificato con una prima nota di variazione ancora della vecchia Giunta e con due successive note di variazione della nuova Giunta. E' quindi un documento complessivamente nuovo che avrebbe forse meritato un maggiore approfondimento.
L'assestamento di bilancio, che è uno strumento necessario previsto dalla legge mi pare possa assumere delle caratteristiche quasi di perversione. E mi spiego. L'assestamento di bilancio dovrebbe essere un documento di assestamento dei residui dell'anno precedente, un documento che tiene conto dei risultati della gestione precedente, un documento che tenendo conto dell'andamento dei primi mesi di un anno, apporta sulla base e sull'esperienza di questi mesi delle modifiche a quella che era la previsione.
In questo senso, quindi, il bilancio di previsione era uno strumento positivo di gestione concreta della Regione e della cosa pubblica.
Ho la sensazione che molte volte il bilancio di assestamento costituisca alibi per presentare bilanci di previsione che non sono di previsione certa e concreta. I bilanci di previsione non possono essere falsi evidentemente perché è una previsione e quindi sono sempre delle ipotesi. Però, molte volte, i bilanci di previsione volutamente non tengono conto di previsioni corrette, rinviano comunque al bilancio di assestamento le sistemazioni, non per variazioni avvenute nei primi mesi o per assumere i risultati dell'anno precedente, ma per modificare obiettivamente le previsioni che si erano fatte.
La prima nota di variazione, presentata ancora dalla vecchia Giunta, è abbastanza significativa di questo fatto.
La prima nota di variazione è caratterizzata essenzialmente da un adeguamento del costo del personale, costo che certamente era individuabile all'inizio dell'esercizio dell'anno; era una spesa che poteva essere prevista dalla precedente Giunta in modo corretto, mentre invece è stata sottostimata in modo rilevante e consistente, non giustificato dalle conoscenze al momento della formazione del bilancio di previsione. Noi non crediamo che questo sia stato un errore dei funzionari: abbiamo stima dei funzionari della Regione, ma riteniamo che sia stata una scelta politica di.sottostimare una spesa che era correttamente e perfettamente stimabile.
Questo assestamento di bilancio è caratterizzato anche da una seconda nota di variazione importante presentata dalla nuova Giunta che ha preso atto di carenti impostazioni e previsioni di spese in un settore particolarmente importante, che è già stato oggetto di discussioni in questo Consiglio regionale ed è il settore della formazione professionale.
Mi pare si sia già detto tutto però certamente quando si è fatto un bilancio di previsione per questo tipo di spesa si è previsto qualcosa di non corretto. Non si è prevista la spesa già in allora correttamente prevedibile sulla base del piano di formazione professionale approvato dalla vecchia Giunta.
Io credo sia da esprimere un apprezzamento per l'opera di questa Giunta che, pur non avendo approvato quel piano di formazione professionale, ha tratto comunque le risorse necessarie a finanziare il piano stesso, quelle risorse che la precedente Giunta non aveva individuato.
Infine, c'è una terza nota di variazione che assume vesti di ingegneria contabile per recuperare risorse necessarie a far fronte alle spese di competenza del 1985.
Sulla base di questo sforzo della Giunta per presentare un documento corretto, il Partito Repubblicano esprime il proprio voto favorevole presentando alla Giunta ed all'Assessore al bilancio un auspicio: che il bilancio di previsione 1986 che la Giunta andrà a presentare nelle prossime settimane sia un documento rigoroso, collegato ad un programma di Giunta che, anzi, proprio dal programma di Giunta si tragga il senso di serietà di concretezza, di rigore di questa Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor. Presidente, colleghi Consiglieri, in premessa vogliamo sottolineare che non può sfuggire ad alcuno l'anomalia di un assestamento di bilancio predisposto sin dal giugno 1985 da un esecutivo di un certo colore e poi sistemato con note di variazione (l'ultima, cioè la terza risale al mese di ottobre) da un altro esecutivo di segno opposto.
Questa considerazione serve a spiegare il disagio in cui debbono trovarsi tutte le forze politiche (e ci pare sia già, tra le righe, emerso dai precedenti interventi) e può al tempo stesso giustificare la superficialità di questo nostro intervento.
D'altra parte, l'assestamento non può venire assimilato che ad un atto dovuto, avente lo scopo di recepire i risultati del rendiconto, vale a dire di rendere aderente il bilancio dopo la chiusura del 1984, che aveva variato i saldi e presunti per il preventivo 1985, modificando sia l'importo dei residui sia attivi che passivi, modificando le economie dei fondi statali a destinazione vincolata e modificando l'avanzo finanziario.
E' dunque - noi lo riconosciamo - un'operazione di carattere squisitamente tecnico sulla quale, per la verità, risulta sempre alquanto arduo argomentare in termini politici. Potremmo semmai dire che anche dalla lettura di questo assestamento trovano conferma, da un lato, la lentezza dello Stato ad effettuare i pagamenti e, dall'altro, l'incapacità della Regione nell'incassare i fondi stanziati.
Per il resto la situazione è quella che è. Le risorse attualmente disponibili erano pochissime e consentivano un ben ridotto spazio di manovra. Proprio questo rilievo ci induce ad affermare, però, che la scarsità delle risorse assegnate ormai alla Regione deve, per il futuro fare opportunamente riflettere sulla necessità che il bilancio regionale abbia una diversa impostazione, che eviti rigorosamente la dispersione così come è avvenuto per il passato, in mille rivoli diversi delle limitatissime risorse disponibili. Ma, scontate purtroppo le difficoltà a reperire nuovi fondi per investimenti, il problema principale rimane quello di attivare altre risorse, rivedendo, innovando, modificando coraggiosamente ed incisivamente tutta la legislazione degli anni passati (pensiamo, ad esempio, alla disciplina urbanistica, che tuttora frena ed impedisce lo sviluppo del Piemonte) Tornando all'assestamento oggi in esame, la mancata disponibilità di bilancio per 85 miliardi, costituita da un minor avanzo di 53 miliardi e di 32 miliardi di maggiori reimpostazioni, senza copertura finanziaria, non poteva che condurre, come in effetti ha condotto, a tagli radicali sui capitoli finanziati con risorse regionali libere. Sua caratteristica principale allora è, come si suol dire, il "raschiamento del fondo del barile" alla ricerca affannosa di somme recuperabili, la maggior parte delle quali è poi stata destinata alla formazione professionale cui sono stati dedicati 19 miliardi con uno slittamento al 1986 di poco meno di 31 miliardi. Anche sul finanziamento dei corsi di formazione professionale che pure riconosciamo essere una scelta obbligatoria, comunque prioritaria della Regione, noi abbiamo già espresso nella seduta del 24 ottobre alcune nostre perplessità e, cioè, la strada seguita con l'assestamento è senz'altro percorribile, né ci impressiona più di tanto il fatto dei 31 miliardi slittati all'esercizio entrante, poiché questi slittamenti già si erano verificati anche in precedenza: per 12 miliardi dal 1983 al 1984; per 20 miliardi dal 1984 al 1985. Ripetiamo, però, l'osservazione, già manifestata del resto, che, proseguendo in questo modo, ben presto ci troveremo di fronte ad una situazione davvero difficile, davvero preoccupante, che non mancherà di incidere pesantemente già sul bilancio dell'anno prossimo, ma soprattutto su quello degli anni futuri.
Anche da qui una richiesta conclusiva: quella di potere avere dati certi al più presto, dati chiari, dati veritieri sullo stato attuale dell'indebitamento facendosi finalmente conoscere, dopo i tanti silenzi del passato, quale sia l'entità complessiva del "buco" di bilancio.
Per quanto riguarda la nostra posizione, a fronte dell'assestamento e sue note di variazione, pur riconoscendo il carattere squisitamente tecnico e precipuamente contabile dell'operazione, il Gruppo del Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale, per coerenza con l'atteggiamento tenuto in passato, avendo votato contro il preventivo 1985, darà voto contrario ai disegni di legge nn. 2, 7, 16 e 24.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerutti.



CERUTTI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervengo per dichiarare il voto favorevole del Partito Socialdemocratico all'assestamento di bilancio.
Io rappresento la continuità fra il passato ed il presente poich provengo dalla Giunta PCI - PSI - PSDI.
Mi stupisce la dichiarazione di voto contrario da parte dei colleghi comunisti anche perché è giusto ricordare a me e a tutti voi come è fatto questo bilancio della Regione Piemonte.
Abbiamo sempre vantato, e giustamente, il primato della Regione nel presentare il bilancio di previsione ed il Presidente Viglione ci è sempre riuscito, rispettando ovviamente le scadenze, e questo non conoscendo esattamente l'ammontare dei residui di bilancio, non conoscendo quanto lo Stato, attraverso le sue leggi finanziarie, assicura alle Regioni e nell'incertezza, è il caso dell'anno scorso, dell'applicazione del contratto del personale.
Con queste componenti e con queste incertezze la passata Amministrazione ha predisposto un bilancio di previsione che, secondo quanto stabilisce la nostra legge, doveva avere un assestamento, perciò una conoscenza precisa e puntuale di certi dati, entro il mese di giugno, per arrivare al bilancio definitivo ed al bilancio consuntivo nell'anno successivo. Questo assestamento di bilancio oltre che essere un assestamento è un bilancio consuntivo.
Il Consigliere Biazzi dice che l'Amministrazione non ha contratto i mutui: di questo ci siamo sempre fatti un merito attingendo il più possibile ai fondi nazionali, agendo sulla disponibilità di cassa evitando di appesantire con le annualità il bilancio regionale.



BIAZZI Guido

Tant'è vero che sono aumentati gli interessi attivi.



CERUTTI Giuseppe

Infatti, sono aumentati gli interessi attivi.
Abbiamo cercato di contrarre l'indispensabile; tutto questo ha portato ad un rendiconto finanziario del quale il collega della formazione professionale si lamentato perché i conti non tornano, ma non sono stati errori di bilancio.
Non conoscendo l'entità di certe cifre, sperando di ottenere alcune risorse finanziarie dallo Stato e soprattutto dalla CEE, abbiamo cercato di "quadrare" in attesa di conoscere la situazione esatta.
Con questo assestamento si è raschiato il barile, si è azzerato praticamente tutto.
Si è voluto dare il massimo risalto alla formazione professionale anche per l'importanza che in questo momento ha l'occupazione del Piemonte.
Anche perché impegnare delle somme in investimenti nei mesi di ottobre o di novembre significa sicuramente mandarli nei residui di bilancio.
Non ci attendevamo osservazioni contrarie all'assestamento di bilancio da una parte che, tutto sommato, questo bilancio l'ha gestito, che di questo bilancio è stata portatrice dei contenuti.
Giustamente Biazzi pone l'indice su quello che ci aspetta in futuro perché un bilancio rischia di essere una sommatoria di decisioni politiche che l'Amministrazione intende assumere e, in quel momento, i conti possono anche non tornare per scelte positive o negative.
Mi auguro però che il passato che abbiamo lasciato alle spalle, che risalga solo ai mesi di luglio o agosto e che pertanto è impossibile scaricare su altre Amministrazioni le responsabilità (perciò ho sottolineato una certa continuità di presenza in Giunta) spero che molti problemi trovino la giusta risposta con il nuovo bilancio, il nuovo piano di sviluppo, la nuova programmazione che porteremo in quest'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervengo molto brevemente per dichiarare il voto favorevole del Gruppo liberale a questo documento che ha, come già ricordato da molti colleghi, carattere prevalentemente tecnico.
A nostro modo di vedere non poteva essere diversamente considerato il documento che viene ad essere approvato di conseguenza a conclusione dell'esercizio.
E' un documento che ha ridistribuito tra i vari capitoli le indicazioni di previsione, redistribuzione determinata dai fatti, dalle esigenze concrete della spesa e dalle reali possibilità di spesa nel breve lasso temporale che ci separa dalla conclusione dell'esercizio. E' un documento che ha riallineato le cifre di competenza e di cassa e che ha registrato di fatto le variazioni intervenute in ordine alle entrate della Regione Piemonte. Quindi è un'operazione, ripeto, di riallineamento delle previsioni alla luce dell'esperienza e degli effettivi interventi di spesa e di prelievo da parte della Regione; registra quindi tutti questi fenomeni senza dare delle grandi indicazioni di ordine politico, come qualcuno forse ha lamentato nelle dichiarazioni di voto che mi hanno preceduto.
Credo che la Giunta abbia fatto bene a comportarsi in questo modo.
Sarebbe stato velleitario da parte dell'Assessore competente e da parte della Giunta intera pretendere, attraverso un documento che viene votato discusso ed approvato nel mese di novembre, di voler dare delle indicazioni che certamente non avrebbero poi potuto trovare reale applicazione nel brevissimo lasso di tempo disponibile. Queste indicazioni certamente verranno attraverso la presentazione del bilancio preventivo per l'esercizio 1986, lì evidentemente dovranno emergere le indicazioni di scelta e di ordine politico che la Giunta riterrà di dare alla politica ed alla gestione della Regione Piemonte.
Devo solo, in conclusione, dare un chiarimento all'assemblea su un punto della relazione, che è stata data per letta e che è all'attenzione di tutti i colleghi.
A pag. 5 della relazione si riferisce che con la terza nota di variazione si è incrementata la disponibilità di risorse per 7 miliardi e 200 milioni a favore della spesa per la costruzione di collettori, ecc.
Considerato che forse questo ha suscitato qualche equivoco è bene precisare che è un incremento di cassa e non un incremento di competenza.
Detto questo, confermiamo il nostro voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, la dichiarazione di voto del Gruppo socialista è un voto favorevole, dato con convinzione e con fiducia.
Le posizioni nettamente contrarie espresse dal Gruppo comunista hanno sorpreso anche me, in quanto questo documento è riconducibile alle proposte che erano state a suo tempo approvate dalla Giunta di sinistra della quale socialisti e socialdemocratici facevano parte.
Anche noi, come ha detto l'amico Cerutti, rappresentiamo una continuità.
Assumere questo documento in termini politici, come ha fatto il Gruppo comunista, o con dichiarazioni o sottolineature, come ha fatto qualche collega della maggioranza, significa fare delle forzature perché, in definitiva, questo documento mi sembra degno del più ampio sostegno in quanto la Giunta ha lavorato con impegno, malgrado non avesse grandi margini di movimento.
Bisogna anche essere concreti e realisti, evitando semmai di aggiungere qualche cosa su questioni che invece debbono essere viste con concretezza.
Se ci sono delle posizioni da esprimere, si potranno esprimere sul bilancio di previsione per il 1986 e sul piano di sviluppo, non dovrebbero tardare. Su questo documento avrei visto un atteggiamento più benevolo da parte del Gruppo comunista, non avrei invece preteso più di tanto dai Gruppi che formano la nuova maggioranza. Anche noi siamo fortemente preoccupati rispetto alla formazione professionale.
Parliamoci chiaramente, non possiamo parlare di incapacità della nuova maggioranza rispetto alle grandi capacità che poteva avere l'altra maggioranza.
Semmai dobbiamo fare in modo che ogni sforzo, ogni tentativo venga rapidamente fatto per poter dare una risposta positiva lungo quella linea di continuità che noi socialisti rivendichiamo essendo stati parte importante della maggioranza di sinistra, della maggioranza "rossa" (io posso vantare il titolo di essere stato Presidente dell'unica Giunta "Rossa" d'Italia) ed essendo oggi nella maggioranza di pentapartito.
D'altro canto il mondo nella prospettiva di questo colore che è il rosa è anche più bello.
Rivendichiamo quindi questa continuità e ci auguriamo che i problemi con questo assestamento di bilancio possano essere risolti.
Ciascuno assumerà poi le proprie responsabilità sul bilancio di previsione.
Esprimiamo pertanto con convinzione il più ampio sostegno a questo assestamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Turbiglio.



TURBIGLIO Antonio, Assessore al bilancio

Colleghi Consiglieri, a differenza dei Consiglieri Cerutti e Rossa, non rappresento nessuna continuità, arrivo dal freddo di cinque anni di opposizione.
Vorrei dire che non ho minimamente cercato strumentalizzazioni, non ho minimamente cercato di portare, né fuori della Giunta né tanto meno sulla stampa, argomentazioni penalizzanti per quello che ho trovato.
Mi trovo in un ambiente di estrema difficoltà che colpisce me in questi momenti, ma che ha colpito gli altri prima di me.
In questa fase di assestamento non esprimo né lode, né infamia. E' un documento che era stato presentato, dalla passata legislatura, il 13 giugno, era un documento necessario nel quale si erano azzerate molte voci in diversi articoli per poter gestire la Regione.
E' arrivata la prima nota di variazione, poi sono arrivate le altre due formate da questa Giunta. Naturalmente la volontà e la decisione politica non hanno influenzato per niente. Ho spiegato in Commissione quello che la Giunta aveva fatto.
Mi pare di essere stato abbastanza chiaro.
Ho risposto in quella sede alle domande che l'opposizione mi rivolgeva ed avevo anche avuto la sensazione che l'opposizione comunista non fosse schierata a negare il voto all'assestamento.
Naturalmente ognuno è libero di prendere le determinazioni che crede.
Le perplessità sono anche in me. Un Assessore al bilancio viene considerato come l'uomo che ha le redini della ricchezza regionale e che può disporre gli interventi.
Io però non mi sono trovato nella condizione di ripartire delle risorse, ma mi sono trovato nella condizione di ripartire dei debiti, i cosiddetti buchi che in fondo buchi non sono.
Io non ho mai detto di aver trovato dei buchi.
Certe situazioni non erano sopportabili, in, particolare la formazione professionale che non aveva le possibilità di aderire alle richieste che pervenivano ed ai programmi effettuati dalla Giunta passata che, in effetti, aveva tenuto conto di questa situazione. Infatti l'assestamento presentato in giugno non era mascherato. La Giunta, di fronte alle necessità, aveva annullato una serie di voci, una serie di capitoli dei quali non era possibile usufruire entro il corrente anno, cercando di portare tutto nella formazione professionale che già nell'autunno del 1985 per impegni predeterminati e prefissati richiedeva disponibilità superiori.
Purtroppo, neanche dopo questa ricerca, neanche raschiando il barile come è stato detto, non siamo riusciti a trovare tutte queste disponibilità.
Come ho detto, non è stata una sorpresa, perché la Giunta precedente già lo sapeva.
Ci sono state delle mancanze anche nella parte attiva del bilancio.
E' mancato il completamento dei contributi CEE. Non è un mistero per nessuno che la finanza regionale, e non solo quella della Regione Piemonte stia attraversando un periodo particolarmente difficile.
Queste difficoltà sono iniziate nel 1981 quando il Governo centrale ha voluto iniziare un'opera di risanamento della finanza pubblica con provvedimenti volti al contenimento della spesa, con trasferimenti statali commisurati al tasso di inflazione programmato, con l'istituzione della Tesoreria unica.
Di questa particolare situazione storica della finanza la passata Giunta non ha tenuto conto in modo ampio e particolare.
Se volessimo tutti fare una critica, possiamo farla, ma non è questo il momento né sono intenzionato ad entrare in questo discorso.
Vorrei sottolineare che le scelte della passata Giunta hanno riguardato un bilancio annuale e sono derivate dalla mancanza di un bilancio pluriennale quindi per forza, in mancanza di questo quadro, si è dovuto proseguire con attenzione particolare al contingente, alle necessità di governo del giorno dopo giorno, insomma, per dirla con frase in voga "pensando all'effimero".
Quindi i problemi sono ancora tanti e questa Giunta ne incontra moltissimi.
Oltre all'assestamento ed alle note presentate ci sono novità che non prevedevamo o perlomeno delle quali non avevamo tenuto conto.
Mi riferisco al debito con l'INPS ed al debito che comparirà con la legge del condono edilizio.
Non sono ancora in grado oggi di dire delle cifre, ma approssimativamente posso dire che si parlerà di centinaia di milioni.
Ecco perché la Giunta ha parlato di "bilancio di gestione" rimandando non ad un futuro molto lontano, ma di qualche mese, forse gennaio, al bilancio di previsione programmatico. Biazzi ha già dimostrato la sua posizione contraria a questo indirizzo, ma è una posizione alla quale la Giunta è costretta dall'impossibilità di conoscere quelle che saranno le sue disponibilità.
Il Governo centrale sta attraversando un momento difficilissimo: la legge finanziaria non c'è ancora, non sappiamo su quali cifre potremo disporre il nostro bilancio.
Il bilancio di previsione penso di presentarlo in Giunta non più tardi del 22-23 novembre quindi le difficoltà sono reali.
Ecco perché la Giunta ha annunciato in Commissione di presentare un bilancio di gestione con la previsione di presentare, non appena si potrà agire con matematica finanziaria, il bilancio di previsione per il 1986 nel quale si possano indicare degli investimenti che non siano un libro dei sogni.
La Giunta ha ritenuto di introdursi in questa strada che non è piacevole, ma che d'altra parte non è neanche la prima volta che viene percorsa, sempre disponibile a dare tutte le informazioni e tutti i chiarimenti sui numeri e sui contenuti che riguardano le intenzioni per gli anni futuri.
Se dallo Stato avremo tutte le informazioni necessarie, entro il mese di gennaio o ai primi di febbraio potremo presentare un documento sul quale ci auguriamo di avere dei consensi più positivi di quanti non ne abbia l'assestamento.



PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del relativo articolato.
Art. 1 "Nel bilancio di previsione per l'anno finanziario 1985 sono introdotti, ai sensi dell'art. 43, terzo comma, della legge regionale 29/12/1981, n. 55, gli aggiornamenti e le variazioni allo stato di previsione dell'entrata e allo stato di previsione della spesa riportati nei volumi 1 e 2 di cui la presente legge si compone".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Il fondo di riserva di cassa di cui all'art. 40 della legge regionale 29/12/1981, n. 55, destinato a far fronte al maggior fabbisogno di cassa che si manifesti nell'ulteriore corso dell'esercizio finanziario 1985 sui singoli capitoli di spesa, è determinato in L. 46.770.853.807 ed è iscritto al capitolo n. 12900".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 53 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "A parziale modifica ed integrazione dell'art. 12 della legge regionale 22/1/1985, n. 7, le spese al cui finanziamento è possibile provvedere mediante l'assunzione di mutui sono quelle iscritte nello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1985 sui capitoli numero: 1000 - 1790 - 2297 - 2365 - 2368 - 2380 - 2381 - 2382 - 2383 - 2384 2385 - 2420 - 2655 - 2690 - 2735 - 2775 - 3170 - 3220 - 3234 - 3237 3460 3480 - 3560 - 3650 - 3776 - 3820 - 3830 - 3832 - 3840 - 4570 - 5010 - 5025 5032 - 5094 - 5115 - 5120 - 5165 - 5285 - 5300 - 5380 - 5385 - 5386 5390 - 5420 - 5557 - 5640 - 5695 - 5697 - 5820 - 5840 - 5842 - 5849 - 5921 6010 - 6015 - 6020 - 6245 - 6430 - 6450 - 7075 - 7110 - 7140 - 7260 7465 - 7560 7633 - 7760 - 7770 - 7780 - 7800 - 8400 - 8482 - 8495 - 8510 8540 - 8610 - 8900 - 8905 - 8960 - 9100 - 9130 - 9185 - 9230 - 9291 - 9293 9296 - 9300 - 9301 - 9900 - 10804 - 10809 - 11155 - 11230 - 11240 - 1150C 11505 - 11695 - 11730 - 11751 - 11765 - 11785 - 11790 - 11800 - 1197C 12600 - 13040 - 13095".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 53 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Art. 4 "La presente legge regionale è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 45 dello Statuto ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 53 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Prima di passare alla votazioni sull'intero testo della legge e sui relativi allegati chiedo se vi sono delle dichiarazioni di voto.
Chiede di parlare il Consiglieri Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Intendo fare una dichiarazione complessiva sentita la replica dell'Assessore.
Questo dibattito ha suscitato sorpresa, stupore e rammarico.
Ritengo di dover ulteriormente rendere le ragioni della nostra posizione negativa, ora rafforzate dalla replica dell'Assessore Turbiglio.
Diamo atto volentieri all'Assessore che la sua è stata una dichiarazione di modestia. Il tono dimesso, perfino rassegnato con cui ha accompagnato le sue valutazioni al bilancio non lo fanno cadere nella presunzione, che d'altra parte condanneremmo.
Qualche battutina va precisata e rinvio al secondo punto.
Mi riferisco alla battutine sull'effimero che non ho ben capito; ma che avremo occasione di chiarire in sede di discussione del bilancio di previsione.
Il punto per cui noi riteniamo di esercitare la nostra funzione costituzionale di opposizione è quello di richiamare questa maggioranza e questa Giunta perché il tempo trascorso è già consistente, a precisare le intenzioni, le idee, i programmi, le direttrici di marcia.
Questa prima occasione delle variazioni di bilancio avrebbero già potuto e dovuto essere accompagnate da qualcosa di questo genere. Badate questo è un favore che facciamo alla chiarezza del dibattito.
La dialettica tra maggioranza ed opposizione si può sviluppare se si ha motivo, ragione, di collocarsi su proposte o idee in cui sia riconoscibile una formazione politica, quindi le sue posizioni.
Noi abbiamo voluto segnare un campanello d'allarme, la nostra preoccupazione politica, perché se la replica misurata e modesta dell'Assessore non è imputabile di presunzione, è però senz'altro imputabile di grande difficoltà da parte della Giunta di manifestare in maniera chiara e trasparente le sue intenzioni.
Ci si rimanda ora ad un appuntamento successivo: questo è un atto interlocutorio.
Ci sono state date delle anticipazioni sui tempi del programma.
Noi diciamo che il primo bilancio di una nuova Giunta non può essere che un bilancio pieno.
Soluzioni ponte sono già previste dalla legge: quando non si è in grado di fare un bilancio pieno si fa un esercizio provvisorio.
E' meglio non trovare soluzioni abborracciate o finte, ma portarsi nei tempi più rapidi possibili agli appuntamenti veri.
Finora non ne abbiamo avuto occasione. Mi auguro che le prossime riunioni ci diano questa occasione.
La nostra valutazione negativa, d'altra parte coerente con quanto abbiamo sostenuto finora, ha queste precise motivazioni. Daremo quindi voto contrario a questo disegno di legge.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 53 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Richiesta chiarimenti in merito all'ordine pubblico


PRESIDENTE

Chiede ora di parlare il Consigliere Staglianò. Ne ha facoltà.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Prima di procedere devo rivolgerle una domanda: la Presidenza del Consiglio ha dato disposizioni alla DIGOS di schedare i cittadini che stanno facendo un sit-in davanti al Consiglio regionale e che depositano la propria carta d'identità presso la portineria per poter accedere nella sala?



PRESIDENTE

Io non ho potere di schedare nessuno. C'è però una disposizione interna e cioè tutti quelli che accedono al Consiglio devono lasciare la carta d'identità non per una schedatura ma per una garanzia, iniziativa non di questa Amministrazione del Consiglio regionale, ma che risale ad anni addietro.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Il deposito della carta d'identità non è però la trascrizione della stessa sui registri della DIGOS. Prendo atto della sua risposta.



PRESIDENTE

La domanda sulla trascrizione bisognerà rivolgerla alla DIGOS.
Verificherò. Per adesso non ho nessuna notizia in merito.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Esame progetto di legge n. 11: "Legge generale sui trasporti e sulla viabilità"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 5; all'o.d.g. che prevede l'esame de] progetto di legge n. 11: "Legge generale sui trasporti e sulla viabilità".
La parola al relatore, Consigliere Fracchia.



FRACCHIA Mario, relatore

Il presente progetto di legge definisce: 1) la titolarità della delega regionale in materia di trasporti pubblica regionali alle Province 2) i contenuti della delega regionale, ovvero la tipologia di funzioni e compiti che, per la materia in oggetto, la Regione affida alle strutture delegate 3) le soluzioni organizzative e le conseguenti forme amministrative mediante cui regolare il rapporto fra Provincia e Comuni. Ciò anche in relazione alle specificità delle realtà locali (con particolare attenzione a( esempio, al caso di Torino) 4) la disciplina del sistema dei trasporti collettivi di competenza regionale e l'articolazione del territori( regionale in bacini di trasporto 5) le relazioni fra i vari livelli d: governo per l'espletamento dell'attività di trasporto: Regione, ente delegato, aziende. Ciò, in fase di formazione degli atti sia di piano che finanziari ed in fase di controllo degli: stessi 6) le strutture organizzative e gli strumenti per l'espletamento delle funzioni e dei compiti assegnati a ciascun livello.
Il nuovo quadro istituzionale di riferimento, nel cui ambito si collocano funzioni e compiti dei vari livelli di governo, è il seguente.
I destinatari della delega regionale sono le Province opportunamente raccordate con i Comuni attraverso l'istituzione delle assemblee dei Sindaci che si configurano come organo di consultazione e di iniziativa per l'esercizio della delega regionale. Ciò al fine di garantire che l'ingresso delle Province nell'attività regionale avvenga senza ridurre entità e ruolo al possibile intervento dei Comuni ed al tempo stesso impedire che ritardi o difficoltà dovute alla frammentazione dei Comuni in Piemonte limitino o appesantiscano il processo di decentramento.
Il rapporto tra Province ed assemblee dei Sindaci è organizzato secondo bacini di trasporto, in modo da garantire corrispondenza territoriale tra il momento di pianificazione e quello amministrativo-gestionale.
Il territorio di ogni Provincia, cioè, è articolato secondo bacini di trasporto, cosa come vengono definiti dalla legge quadro nazionale sui trasporti e così come sono stati delimitati dalla legge regionale n. 44 del 1977, salvo alcuni riaggiustamenti nei confini per ricondurre i bacini all'interno del territorio provinciale.
La dimensione di bacino rappresenta per le Province il riferimento territoriale fondamentale per espletare l'attività amministrativa e di pianificazione.
Infatti, tenendo presente il riferimento del bacino la Provincia costituisce l'assemblea dei Sindaci, organizza le strutture operative elabora e costruisce gli strumenti di pianificazione, definisce la programmazione finanziaria e l'attuazione della spesa, organizza i servizi di trasporto pubblico.
I contenuti della delega riguardano le competenze regionali in materia di tramvie, filovie, linee automobilistiche e linee metropolitane interurbani e suburbani limitatamente all'esercizio delle seguenti funzioni: rilascio della concessione all'impianto ed all'esercizio dei servizi approvazione degli orari e delle tariffe vigilanza sulla regolarità dei servizi rilascio della concessione di autostazioni erogazione di contributi per il ripiano dei disavanzi d'esercizio.
In materia di noleggio da rimessa e servizi da piazza sono delegate le funzioni di approvazione dei regolamenti comunali, nonché il numero, tipo e caratteristiche dei veicoli da adibire ai servizi e le relative tariffe.
Rimangono alla Regione tutte le funzioni amministrative relative ai servizi interregionali, l'erogazione dei contributi alle aziende o agli enti per gli investimenti in materiale rotabile ed infrastrutture e l'attività di verifica ed approvazione dei progetti di massima o esecutivi relativi ad infrastrutture o impianti anche urbani.
Inoltre rimane alla Regione l'attività di controllo e coordinamento tecnico e finanziario sull'attività degli enti sub-regionali.
Lo svolgimento delle funzioni, oggetto della presente legge ed articolate secondo il disegno di decentramento sin qui configurato, avviene mediante lo sviluppo di.tre insiemi di attività: di piano, finanziaria e di spesa, organizzativa e formativa.
La prima attività si sviluppa mediante il piano regionale, lo schema di piano provinciale, i programmi unitari ed integrati d'esercizio per i singoli bacini di trasporto, il programma d'esercizio d'azienda, con i relativi disciplinari di concessione di servizi.
La Regione, mediante l'Assessorato competente, elabora il piano regionale dei trasporti e della viabilità come piano di settore del piano di sviluppo socio-economico.
I contenuti, oggetto di analisi e di proposta del piano regionale riguardano problemi ed aspetti di diretta competenza regionale (trasporti pubblici locali, navigazione lacuale, ecc.) e di competenza statale (ferrovie, aeroporti, ecc.).
Il piano, oltre alle indicazioni progettuali, prevede procedure strumenti e risorse necessarie e disponibili in modo da ottenere un bilancio consolidato pluriennale della spesa pubblica settoriale dei vari livelli istituzionali individuando priorità e tempi di attuazione.
Inoltre, nell'ambito del piano la Regione definisce la modalità per la determinazione del costo economico standardizzato sui servizi di trasporto e gli indirizzi generali di politica tariffaria.
Poiché per il Piemonte le circoscrizioni provinciali non corrispondono ai bacini di trasporto, costituenti il riferimento territoriale di piano sub-regionale, la Provincia predispone uno schema di piano dei trasporti per la propria area, articolandolo secondo i bacini ricadenti nella propria circoscrizione.
Lo schema di piano specifica, alla scala provinciale, indicazioni e proposte con particolare riferimento al sistema ferroviario e viabilistico tenendo conto dei piani di circolazione e traffico e di trasporto di livello comunale ed intercomunale.
Inoltre, imposta e definisce le linee di sviluppo e le politiche di intervento per l'organizzazione dei servizi di trasporto pubblico affidando ai programmi unitari ed integrati d'esercizio, relativi a ciascun bacino di trasporto, il compito di verificarne la fattibilità tecnico operativa e di specificarne gli interventi, per singola linea o gruppi di linea e per impresa di trasporto.
Lo schema di piano provinciale dovrà essere elaborato sulla base di un apposito riferimento metodologico indicato dalla Regione al fine di rendere compatibili e fra loro relazionabili i vari schemi di piano provinciale.
Con riferimento, infine, alle procedure del piano, occorre ricordare che la Provincia dovrà gestire le funzioni regionali decentrate in collegamento con gli altri Enti locali, attraverso la consultazione obbligatoria delle assemblee dei Sindaci.
Pertanto l'adozione dello schema di piano provinciale potrà essere uno dei momenti più salienti di relazione fra Provincia e rispettivi Enti locali.
Si è detto che lo schema di piano provinciale definisce, fra l'altro le politiche d'intervento sulla rete dei servizi di trasporto pubblico affidando ai programmi unitari ed integranti d'esercizio il compito di specificarne gli interventi per ciascun bacino.
Si tratta di un elaborato tecnico operativo volto sia al progressivo adeguamento dell'offerta alla domanda che può subire anche rapide evoluzioni, sia alla determinazione e controllo dei costi dei servizi.
Inoltre costituisce il quadro di riferimento per l'attribuzione delle concessioni dei servizi alle singole imprese di trasporto.
Anche per la formazione ed adozione del programma unitario ed integrato d'esercizio è prevista un'opportuna procedura sia per gli aspetti tecnici amministrativi, sia per quelli istituzionali e politici.
Sul versante istituzionale e politico la procedura è tale da prevedere il coinvolgimento pieno degli Enti locali sub-provinciali organizzati secondo il modello istituzionale delle assemblee in precedenza definito e degli operatori più direttamente interessati (aziende, organizzazioni sociali, utenti ed altri).
Detti programmi infine saranno direttamente assunti dalla Provincia e costituiranno punto di riferimento per l'impostazione dei programmi finanziari e di spesa, sempre alla stessa scala.
Si completa la parte relativa all'attività di piano trattando del terzo livello, ossia l'azienda. Questo livello, come è noto, assicura l'operatività dei servizi di trasporto. A detta parte il progetto di legge dedicherà il Titolo V e VI.
Cominciamo con il ricordare che servizi di trasporto possono essere definiti secondo diversi criteri, fra i quali i più significativi sono da considerarsi i seguenti.
Secondo un criterio funzionale, ossia secondo il livello operativo: urbano - suburbano - extraurbano - interregionale - internazionale; secondo le caratteristiche e le finalità: ordinari - specifici - turistici occasionali; secondo le modalità di gestione: a) in economia, da parte di Enti locali b) mediante azienda speciale, costituita da Enti locali o loro consorzi; c) mediante azienda pubblica o privata.
Con l'istituzione del Fondo Nazionale dei Trasporti, basato su una verifica dei disavanzi d'esercizio dell'azienda determinata con criteri e parametri oggettivi, il cosiddetto costo standardizzato, l'azienda privata o pubblica si trova ad operare in regime di garanzia finanziaria di provenienza pubblica e dovrà corrispondere in modo altrettanto equanime alle esigenze ed indirizzi definiti attraverso gli strumenti di piano dell'ente pubblico concedente il servizio.
Da qui nasce la necessità di dotare ciascuna azienda o ente operante sui servizi di trasporto di un programma d'esercizio della propria attività, come strumento di collegamento e specificazione del programma unitario ed integrato d'esercizio relativo all'intero bacino di trasporto.
Mediante detto programma sia l'azienda sia l'ente concedente dispongono quindi di una valutazione del servizio, non più per singola linea, ma per l'intera rete aziendale.
L'ente concedente si serve di questi, opportunamente verificati ed una volta adottati, da una parte, per elaborare il programma unitario ed integrato d'esercizio dell'intero bacino di trasporto, dall'altra per accordare le relative concessioni sui servizi alle rispettive aziende.
Mentre, il programma d'esercizio dovrà essere presentato dalle aziende ed approvato dall'ente concedente per ciascun anno, in quanto strumento tecnico di adeguamento dell'offerta dei servizi all'evoluzione continua della domanda, il rapporto amministrativo, mediante il quale si accorda l'autorizzazione ed effettuazione del servizio (il disciplinare di concessione), viene normato ogni cinque anni.
Il disciplinare di concessione riguarderà una o più linee.
In questo modo si rende coerente un atto amministrativo al momento di piano.
E' importante sottolineare che la disciplina dei servizi di trasporto pubblico fissata dalla presente legge va applicata anche ai servizi urbani.
Si prenderanno ora in esame gli strumenti e le procedure previste, dal nuovo impianto legislativo in questione, per lo svolgimento dell'attività finanziaria e di spesa.
L'attività di programmazione finanziaria a più livelli implica un flusso di informazioni ascendenti, cioè dalle aziende, per le quali si prevede la presentazione, annualmente, sia delle richieste per investimenti in materiale rotabile ed infrastrutture, sia dei bilanci previsionali e consuntivi, per il ripiano dei disavanzi d'esercizio, sino al livelle provinciale ed alla Regione. Inoltre, l'attività di erogazione e di spesa (il processo discendente) una volta definiti i piani di riparto del fonde regionale con i relativi destinatari viene impegnata, in primo luogo, 1E Giunta regionale, mediante il suo Assessorato, poi la Provincia (limitatamente ai contributi d'esercizio) e giunge sino alle aziende di trasporto mediante i provvedimenti di liquidazione dei contributi, secondo tranche costanti e saldi.
Occorre precisare che, avendo la Provincia unitamente ai Comuni interessati funzioni di organizzazione e controllo sui servizi delle aziende (attività decentrata dalla Regione), non possono non partecipare alla fase di programmazione, finanziaria regionale, in cui si definisce il riparto de] fondo ed i relativi destinatari. A tale scopo il presente progetto prevede, anche per il livello provinciale, strumenti e procedure appositi e prevede, inoltre, che il riparto regionale venga fatto a regime sulla base dei programmi provinciali.
Il livello provinciale potrà o meno essere investito nell'attività di erogazione della spesa e di pagamento dei contributi del fondo regionale in ragione di considerazioni di efficienza e snellezza dei procedimenti medesimi.
Con riferimento all'attività di programmazione finanziaria, la Giunta regionale predispone, per ciascun anno, un programma pluriennale ed annuale di attività e di spesa..
Per quanto riguarda il Fondo investimenti, la Giunta definirà distinguendo l'aliquota del fondo destinabile ad investimenti sostitutivi e l'aliquota del fondo destinabile ad investimenti aggiuntivi.
Secondo tale impostazione alla Regione rimane il compito di definizione dei piani di investimento, in modo da garantire interventi omogenei sul territorio regionale non solo come allocazione di risorse ma anche come caratteristiche tipologiche degli interventi.
Con riferimento invece al fondo per il ripiano dei disavanzi d'esercizio, compito fondamentale del livello regionale è la determinazione dei costi standard per modi e categorie di trasporto a preventivo, tenuto conto delle indicazioni provenienti dai bilanci di previsioni aziendali dell'andamento dei costi di produzione del servizio e delle previsioni di aumento dell'inflazione.
Vediamo ora come si sviluppa l'attività finanziaria e di spesa per il livello provinciale.
Si è già detto che il livello provinciale interviene in detta attività tenuto conto dell'articolazione del fondo regionale per investimenti e del riparto del fondo nazionale per i disavanzi d'esercizio alle imprese.
A tale scopo si doterà di un apposito programma pluriennale ed annuale di attività e spesa.
Detto programma conterrà le previsioni di spesa e l'ammontare degli stanziamenti per gli interventi, di competenza sia regionale che provinciale e degli Enti locali, relativi ai progetti di piano ed ai contributi alle aziende di trasporto.
Inviando detto programma alla Giunta regionale, per la sua approvazione, partecipa di fatto all'attività finanziaria e di spesa della Regione offrendo il proprio contributo tecnico, operativo e finanziario.
Occorre ricordare che al livello provinciale si dovranno stabilire, per l'assunzione delle decisioni, anche in questo campo, particolari relazioni con le assemblee dei Sindaci.
Per quanto attiene infine alle imprese ed enti gestori dei servizi di trasporto provvederanno a trasmettere i dati necessari per la gestione dei due fondi di spesa regionale attraverso la presentazione dei bilanci di previsione e dei bilanci consuntivi ai sensi dell'attuale legge regionale n. 16/82.
E' opportuno che i suddetti documenti contabili siano trasmessi sia alla Giunta regionale, sia alla Provincia, in quanto, come si è visto indispensabili ad entrambi i livelli per adempiere alla propria attività.
Fra le condizioni strettamente necessarie per conseguire un disegno riorganizzativo e consentire un suo efficace funzionamento vi è quella di verificare opportunamente lo stato di aderenza delle strutture operative e politiche rispetto alle attività previste dal nuovo disegno.
Si tratta cioè di procedere gradualmente ed attraverso fasi consequenziali alla costruzione del nuovo assetto istituzionale,ed organizzativo.
A questo problema è dedicato tutto il Titolo VII della legge.
La Provincia, prima di avere la delega dalla Regione, dovrà preparare sul piano istituzionale, attraverso la convocazione delle assemblee dei Sindaci e sul piano tecnico-organizzativo, attraverso l'organizzazione degli uffici, le condizioni politiche e tecniche per esercitare la delega regionale. ' In questa fase transitoria la Regione, in stretta collaborazione con le Province stesse e con le autorità di gestione, avrà il compito di predisporre e realizzare una serie di progetti volti all'organizzazione e formazione del personale destinato dalle Province allo svolgimento delle funzioni delegate.
In questa stessa fase transitoria la Giunta regionale regolerà lo scioglimento delle autorità di gestione ed il passaggio del personale e delle strutture attualmente operanti dalle autorità stesse alle rispettive Province.
Sempre con l'obiettivo di attuare un adeguamento al nuovo disegno, la Regione procederà anche alla verifica sull'attuale dotazione organizzativa dell'Assessorato che gestirà l'intero progetto di legge e che dovrà far fronte a nuovi e più impegnativi adempimenti.
Un'apposita riflessione è stata fatta dalla legge sul particolare assetto del trasporto dell'area metropolitana di Torino.
A tutti sono noti i problemi istituzionali riferiti all'individuazione della provincia metropolitana e l'assetto gestionale della maggior parte dei servizi di trasporto erogati in quest'area, che vede la presenza del consorzio delle aziende pubbliche del Comune di Torino.
Si tratta dell'entità operativa più ampia e complessa della regione per la quale le azioni programmatiche e di controllo assegnate alla Provincia non possono non coordinarsi e congiungersi con quelle del Comune di Torino.
Pertanto, in attesa che a livello nazionale venga risolto il tema dell'autorità metropolitana, per il bacino di trasporto di Torino la Provincia eserciterà la funzione delegata attraverso una convenzione con il Comune di Torino.
Infine, considerata la complessità della fase transitoria, è previsto un rinnovo automatico delle concessioni attualmente rilasciate dagli enti concedenti fino all'assunzione delle deleghe da parte delle Province.
Il testo della legge oggi sottoposto alla votazione è uguale, tranne alcune lievi modifiche a quello licenziato il 27 marzo scorso.
Le lievi modifiche sono state apportate per accogliere le osservazioni che il Commissario di Governo rilevi nell'esaminare la legge.
Un'osservazione riguardava la definizione, riportata all'art. 3 secondo comma, di "Trasporti pubblica locali" ritenuta non conforme a quella della legge quadro nazionale n. 151/8: in quanto includeva tra i servizi d: trasporto pubblico anche quelli destinati a determinate categorie d'utenti definiti successivamente dalla legge all'art. 26 "atipici".
E' stata pertanto riformulata la definizione nell'art. 26, dei servizi atipici, che rimangono comunque sotto il controllo dell'ente concedente. in quanto soggetti ad un atto amministrativo di autorizzazione, ma vengono separati da quelli definiti "pubblici locali" e nell'art. 3, secondo comma è stato modificato per ricondurlo a conformità al testo della legge nazionale.
Un'altra osservazione di rilievo concerne la disposizione dell'art. 43 che secondo il Commissario di Governo viola l'autonomia degli Enti locali sancita nell'art. 128 della Costituzione, in quanto prevede che il Consiglio provinciale prima di ottenere la delega debba organizzare i propri uffici secondo bacini di trasporto seguendo il progetto regionale di organizzazione e formazione.
Nel formulare quel vincolo procedurale non vi era l'intenzione di ledere l'autonomia degli Enti locali, ma vi era piuttosto la preoccupazione di fornire alle Province le necessarie strutture operative per far fronte alle nuove competenze delegate.
Per sgombrare dubbi si sono comunque eliminati all'art. 43 e nei successivi qualunque riferimento agli Uffici provinciali che potesse sembrare impositivo nei confronti delle Province stesse.
Le altre osservazioni rilevate dal Commissario di Governo riguardano alcune inesattezze riscontrate rispetto a normative statali sulla finanza locale e sull'irrogazione di sanzioni amministrative pecuniarie per i responsabili d'esercizio delle aziende di trasporto che violano le disposizioni dell'ente concedente e per gli utenti sprovvisti di documento di viaggio regolare.
Per il primo rilievo si è inserito un nuovo comma all'art. 33 che consente agli Enti locali di deliberare concessioni di viaggio gratuite ulteriori rispetto a quelle stabilite dalla Regione purché rimborsino all'azienda di trasporto la differenza di prezzo.
Per la seconda si è fissata, a seconda del tipo di violazione contestata, l'entità della sanzione amministrativa pecuniaria da applicare (artt. 35 e 38).
Prima di concludere, signor Presidente, desidero far rilevare che nel testo distribuito ai Consiglieri esiste un errore materiale che necessita di una rettifica e cioè il titolo dell'art. 43 riportato nell'indice della legge in terza pagina che è: "Organizzazione dell'attività delegata secondo circondari". Il titolo corretto, approvato dalla II Commissione è: "Organizzazione dell'attività delegata secondo bacini di trasporto".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guasso.



GUASSO Nazzareno

Signor Presidente, prima di intervenire sulla legge regionale dei trasporti vorrei fare una dichiarazione con grande franchezza e con grande chiarezza come è mia abitudine.
Io non mi sono mai trovato a disagio come oggi. Da quasi sei anni ormai siedo in quest'aula, sono stato indicato tra quelli che avevano maggiori presenze (24 assenze in cinque anni, ma ero Segretario regionale del mio partito e quello era l'impegno prioritario).
Questa, signor Presidente, è un'assemblea legislativa e tale deve restare, altrimenti non capisco che cosa si venga a fare qui dentro.
Sono stato eletto dagli elettori piemontesi per questo.
Credo di aver dimostrato di avere un grande rispetto per tutti, qui in aula ed in Commissione.
Credo che questo debba essere il metodo ed il costume di un eletto in un'assemblea legislativa.
Oggi, dalle 9,30 di questa mattina, abbiamo parlato di problemi di grandissimo interesse (e io come altri ho ascoltato con grande interesse perché quando non voglio ascoltare perché non mi interessa me ne vado fuori a passeggiare come fanno tutti), ma solo alle ore 17 incominciamo a legiferare.
Non sono più disposto ad accettare un metodo di lavoro di questa natura e se si proseguirà con questo metodo mi rifiuterò di partecipare ai lavori.
Lo dico anche autorizzato dal mio Gruppo perché ritengo che non possiamo continuare in questo modo.
Sulla legge in discussione sarò breve anche perché ho rispetto di coloro che viaggiano e che vengono da lontano.
Signor Presidente, stiamo per accogliere le osservazioni del Commissario di Governo. Le abbiamo accolte in Commissione e quindi le riconfermiamo in aula.
Io però intervengo (forse porto male o perché tocca sempre a me) per due motivi precisi e li ricordo.
Primo motivo. Questa legge fu discussa in una seduta un po' drammatica o meglio non fu discussa. Biazzi ridusse al minimo la relazione ed io intervenni su un ordine del giorno che chiedeva di non votare quella legge.
Non voglio ricordare la fatica e l'impegno della passata maggioranza per condurre in porto una legge di natura e portata istituzionale con grossi elementi innovativi. Voglio invece ricordare che in quella seduta si tent di far prevalere gli interessi elettorali di parte più che la giusta e responsabile logica dei confronti sui contenuti della legge stessa.
Questo lo voglio ricordare.
Il pomeriggio del 26 marzo prevalsero altri interessi, oggi torniamo a ridiscutere quella stessa legge, dopo le osservazioni del Commissario di Governo che non mutano per niente i contenuti, la filosofia, la strategia della stessa.
Non voglio nemmeno dire che noi avevamo visto giusto e che avevano sbagliato gli altri.
Sapete che non faccio della falsa polemica. Voglio però ricordare i fatti.
Noi ci opponemmo a che si commettesse un errore politico nel non approvare una legge di natura istituzionale che faceva fare un passo in avanti in un settore di grande interesse, e ne discuteremo nelle prossime settimane, legge che avrebbe già potuto decollare se allora non ci fosse stata quella falsa discussione o non discussione in una seduta purtroppo pre-elettorale.
Discutemmo per un'ora sull'ordine del giorno in cui si chiedeva di non approvare la legge, si ritirò l'ordine del giorno, però non ci fu un confronto di merito né in Commissione né in aula.
E' il confronto di merito che noi vogliamo se vogliamo essere dei legislatori, perché la legge è un comando, fa parte di una strategia, di scelte precise su cui si può essere d'accordo o contrari.
Su questo ci si misura ed ognuno di noi deve dare il suo contributo in rapporto alle sue capacità, ai suoi orientamenti politici ed alle sue scelte.
La seconda ed ultima questione è di merito e con questo concludo.
Questa legge è innovativa, è di piena attualità, era necessaria allora e lo è oggi.
Perché innovativa? La legge regionale n. 44 del Piemonte e la legge della Lombardia furono le prime due leggi regionali sui trasporti. Da queste prime due leggi si trasse la linfa per costruire la legge nazionale n. 151 sui trasporti urbani e sul Fondo Nazionale Trasporti.
La legge oggi in discussione fa fare al Piemonte un nuovo passo in avanti su una linea strategica, di governo e di programmazione della politica dei trasporti regionali.
Ne cito tre titoli.
Con questa legge il Piemonte diventa la prima Regione d'Italia che sceglie la strada della delega alle Province per la gestione delle funzioni amministrative dei trasporti.
Si prevede la costituzione dell'assemblea dei Sindaci a livello di bacino di trasporto e questo rappresenta un giusto raccordo di gestione della delega tra Provincia e Comuni, un coinvolgimento diretto dell'autorità comunale nella gestione, organizzazione e programmazione di un settore che ha grande implicazione di carattere sociale ed economico.
La legge rilancia la scelta della politica di programmazione, fissa con chiarezza strumenti e metodi di formazione della politica di piano (i programmi pluriennale ed annuale di attività e di spesa, la convenzione tra Provincia e Comune di Torino).
Infine la legge è necessaria ed è di grande attualità proprio perch tra il '76 e 1'84 nel nostro Paese si fece un grande sforzo che coinvolse le forze politiche per avviare un processo di programmazione e di riforma nel settore dei trasporti, sforzo oggi molto contrastato.
Noi abbiamo due motivi per votare questa legge: il primo è nei contenuti della legge, il secondo perché essa è parte di quel processo di riforma che è venuto avanti fino al 1984, elemento che contrasta con la politica conservatrice in atto in materia di trasporti (i finanziamenti per la camionabile o il raddoppio dell'Autostrada del Sole o altri elementi di questa natura) che mette in discussione il processo di riforma avviato in uno dei settori fondamentali della nostra vita economica, sociale ed ambientale.
Noi riteniamo che sia importante non solo che questa legge decolli, ma che venga applicata, attuata e se sarà necessario anche modificata.
Si dice che una rondine non fa primavera, una legge da sola non risolve i problemi.
Intanto attiviamola, applichiamola e vediamo quali risultati potrà dare anche per avviare la formazione del nuovo piano regionale dei trasporti e per continuare a fare, come ha fatto la passata maggioranza, tutta la nostra parte su questa materia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, voglio innanzitutto manifestare consenso all'accenno fatto in premessa dal Consigliere Guasso per quanto riguarda il maggiore spazio che dobbiamo avere per svolgere l'attività legislativa. Ma debbo subito dire - chi mi conosce sa che uso raramente frasi di convenienza - che assieme a questa richiesta e a questa raccomandazione vi è da parte mia e da parte del Gruppo DC il vivo consenso per il modo in cui il Presidente del Consiglio gestisce i lavori e conduce la nostra attività.
E' chiaro che siamo in una fase di rodaggio e di avvio e che debbono essere registrati i tempi del nostro operare, ma questo non significa che occorra assumere delle posizioni di denuncia violenta per ritardi veri c presunti con cui ci muoviamo nell'attività legislativa. Ciò nondimeno mi è impossibile non rilevare gli aspetti positivi delle dichiarazioni preliminari di Guasso anche per la sincerità e per il tono sempre fortemente umano che caratterizzano la sua espressione in questo Consiglio.
Il Consigliere Guasso ha attaccato la posizione da noi assunta il 27 marzo, allorquando non ci distinguevamo nel merito profondo della legge, ma chiedevamo una maggiore riflessione sul provvedimento che si stava per votare.
Guasso ha accusato l'opposizione di allora, maggioranza di ora o parte della maggioranza di ora, di avere assunto in allora degli atteggiamenti elettoralistici con un comportamento che spingeva al rinvio dei provvedimenti legislativi. Io mi chiedo se fosse PA atteggiamento elettoralistico il nostro o quello di chi forzatamente in una seduta unica voleva approvare decine di provvedimenti legislativi senza che questi avessero avuto fino in fondo la maturazione che ogni provvedimento deve avere per essere efficace e per avere consenso che aumenta la valenza dei provvedimenti, porta all'esterno il vigore che deriva dalla maturazione profonda della nostra attività legislativa.
E non è neppure vero, amico Guasso, che la legge sarebbe potuta decollare prima, perché è stata approvata l'ultimo giorno possibile ed è stata rinviata dal Commissario di Governo. Richieste di azioni di rimando non ne abbiamo fatte e pertanto il meccanismo si è applicato fuori di noi senza di noi, secondo le leggi che ci siamo date. Quindi, nessuna responsabilità neanche in questo senso e neppure nessuna responsabilità per presunti ritardi in Commissione visto che a dirigere la Commissione di cui facevi parte non vi era un esponente della maggioranza, ma vi era un tuo compagno.



BONTEMPI Rinaldo

Ottimo Presidente.



NERVIANI Enrico

Ottimo, Presidente. Posso aggiungere persona estremamente seria ma, ci nondimeno, che non è riuscita a portare in aula prima del 27 marzo il provvedimento che oggi discutiamo. Certamente questo non toglie nessuno dei suoi meriti, ma questa legge è arrivata in 'ritardo non per colpa dell'opposizione, non per colpa di Picco, non per colpa di Martinetti, non per colpa del sottoscritto ed altri, ma certamente perché non si è riusciti, per diverse ragioni, a portare prima d'oggi questa legge all'esame del Consiglio.
Quindi, le accuse che ci sono fatte, che noi siamo abituati anche ad accogliere con grande disponibilità, questa volta non hanno fondamento e noi le respingiamo con fermezza anche se con giusta pacatezza come conviene a chi svolge attività di maggioranza.
Posso dire all'amico Guasso ed al Gruppo comunista che noi dichiariamo apertamente che qualche difficoltà la sentiamo. Sappiamo bene che in allora chiedevamo delle modifiche in alcune parti, chiedevamo un approfondimento ulteriore e che ora andiamo ad approvare una legge che, grosso modo rispecchia quella che era stata approvata il 27 marzo.
La approviamo con difficoltà, ripeto, ma sappiamo anche quali sono le ragioni di questa approvazione che fondano soprattutto nella convinzione che anche in allora non vi era, come ho già detto prima, un'opposizione profonda nel merito.
Guasso ha ricordato le deleghe ed il senso del decentramento. Io posso dire che i consorzi, che sono stati un aborto ed un fallimento, non sono certamente stati il prodotto di questa maggioranza, ma sono stati il prodotto della maggioranza precedente e che le deleghe sono state un correttivo sul quale noi non eccepiamo. Forse questo discorso potrebbe essere raccordato con un discorso più generale sulle deleghe che è ancora in fieri e che non ha ancora visto il suo completamento.
Il 27 marzo abbiamo chiesto un atto di rispetto per la nostra posizione.
Là si volle votare lo stesso. Le cose, ripeto, andarono come Guasso ha raccontato e successivamente il Commissario di Governo ha ritenuto di rimandarci la legge e l'ha riproposta alla nostra attenzione.
La Giunta ha annotato le osservazioni del Commissario di Governo, ha riproposto alla Commissione il provvedimento di prima.
Possiamo fare tutte le battaglie che sono di rito in questo Consiglio regionale, ma sappiamo che il nostro ruolo è mutato e che ci impone mediazioni che tengono conto anche delle diverse posizioni che rispetto alla nostra avevano componenti del governo regionale in ora che in allora erano maggioranza e non erano certamente con noi sul banco dell'opposizione.
Dal senso di responsabilità che abbiamo e dalla conoscenza del ruolo che noi dobbiamo svolgere discende una valutazione positiva nei confronti della legge che stiamo per approvare. Voglio ancora dire che il Commissario di Governo non ha detto cose marginali, come ha detto il collega Guasso. Ha fatto rilievi non solo formali, ma importanti. In particolare, sono quelli che ripristinano le competenze del, Consiglio sottraendole alla Giunta cui erano state impropriamente attribuite. C'è un punto in cui la Giunta si assumeva responsabilità che erano proprie del Consiglio, le responsabilità regolamentari.
Vi sono rilievi che riguardane l'aspetto per il quale la legge vedeva il non rispetto di normative nazionali (mi riferisco ai punti 3, 5, 6 delle osservazioni del Commissario di Governo).
Vi sono rilievi che ricordano che non è in ogni caso ammesso violare autonomie di altri, in particolare delle Province, come si può annotare al punto 7 delle osservazioni del Commissario di Governo.
Quindi, non credo che queste cosucce siano di non rilevante importanza: sono forse questioni di metodo, ma sono questioni rilevanti che avrebbero probabilmente avuto ragione di una discussione e di una riflessione il 27 marzo, ma richiedevano il tempo sufficientemente adeguato.
Ci accingiamo dunque ad un voto positivo, anche con l'intento di non interrompere dove non vi è rilevanza di merito o di senso politico consistente, indirizzi di governo regionale già impostati.
E' dunque, Guasso, questo un atteggiamento di responsabilità politica di volontà, di intesa e di raccordo con il passato e con l'esistente del quale non ci si deve rimproverare, ma del quale, a mio avviso, in un'assemblea democratica come questa, ci si dovrebbe soltanto ringraziare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini



MARCHINI Sergio

Il nostro Gruppo in ordine a questa legge si atterrà ad una tradizione di comportamento che ha le radici nelle legislature pregresse.
Noi riteniamo che quando il Consiglio regionale si esprime su una legge esprime la volontà della Regione e dell'istituzione, successivamente c'è un obbligo d'ufficio, che ci riguarda tutti, di portare a compimento l'espressione della volontà del Consiglio da qualunque parte sia venuta.
Questa legge è stata votata in un clima, in quel clima ed in quella situazione politica ci sono state ragioni di consenso e ragioni di dissenso queste ragioni di consenso e di dissenso non possono permanere, ma no possono essere fatte presenti in questa sede perché non è questa né la sede né il momento per rimeditare su quello che la legislatura passata ed il Consiglio regionale passato hanno definito.
Si tratterà di valutare, nel corso della legislatura, se le argomentazioni che una parte della maggioranza attuale, allora opposizione aveva sostenuto diano luogo, anche alla luce dell'esperienza, a degli approfondimenti, a delle rimeditazioni, ma certamente non saranno occasione di dibattito.
Quindi, noi votiamo, come abbiamo sempre fatto in passato, a favore di queste norme che tendono a rendere praticabile ed applicabile la legge. Non ci siamo neanche posti il problema del merito.
In ordine alla questione posta dal collega del Partito Comunista e dal collega democristiano sugli spazi che in questo Consiglio sono destinati ad attività non legislativa, devo dire che questo fatto è fisiologico. Siamo nella fase dell'avvio della legislatura in cui il processo di proposta legislativa, sia da parte della Giunta che da parte dei Gruppi, è ancora in via di impostazione, quindi il lavoro legislativo in aula è modesto sia sul piano qualitativo che sul piano quantitativo. E' quindi normale che il dibattito politico si trasferisca sui momenti della contingenza, della cronaca e su argomenti che, se pure importanti, non sono centrali.
Riteniamo che con l'approfondirsi del dibattito legislativo probabilmente il Presidente Viglione, che ha condotto in modo ottimo e con misura questa fase di avvio del Consiglio regionale, saprà governare anche la fase successiva.
Con una presenza più significativa di proposte legislative probabilmente ribalteremo gli spazi: i 3/5 del tempo saranno destinati all'attività legislativa e i 2/5 ad attività non dico secondarie, ma non centrali per il Consiglio.
Il nostro Gruppo voterà favorevolmente la proposta di legge formulata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, preciso innanzitutto che il nostro Gruppo esprime voto favorevole a questo disegno di legge sui trasporti non solo perché ci appaiono condivisibili le singole normative e coerenti con la legge quadro sui trasporti. Il voto è soprattutto favorevole perché ci troviamo di fronte ad una legge nel cui impianto viene fatto ampio uso della delega ai Comuni ed alle Province.
Va ricordato che la delega è espressamente prevista dallo Statuto come norma generale ai fini dell'esercizio delle funzioni amministrative della Regione ma, se diamo uno sguardo alla legislazione vigente, rileviamo che la Regione ha fatto un uso assai scarso e limitato della delega.
Dal canto nostro, tutte le volte in cui abbiamo avuto occasione di intervenire nel corso delle passate legislature su tematiche di carattere istituzionale, ci siamo costantemente espressi nel senso di voler vedere delineato l'Ente Regione come ente legiferante e programmatorio che non gestisce le leggi che emana, ma che le delega agli Enti locali e segnatamente alle Province ed ai Comuni.
Ora, come già ho rilevato, questo disegno di legge si muove nell'ambito di questa ottica esaltando, come risulta dalle sue normative, la delega e quindi, al di là delle singole normative peraltro inquadrantesi nella legge quadro sui trasporti, noi lo approviamo considerandolo anche come un segnale metodologico che auspichiamo sia sistematico in materia di uso della delega per tutte le leggi che verranno emanate in questa legislatura.
E, a proposito di quanto è già stato detto dai colleghi Nerviani e Guasso preliminarmente al loro intervento di merito, vorrei ricordare che da parte del nostro Gruppo nel corso della scorsa legislatura e non solo della scorsa legislatura, ogni qualvolta abbiamo avuto occasione di intervenire in dibattiti di carattere istituzionale, abbiamo costantemente rimarcato la funzione prevalentemente legislativa e programmatoria che deve avere la Regione e quindi auspichiamo che su questa linea si proceda nel corso di questa legislatura e che i dibattiti in aula siano prevalentemente dibattiti su tematiche programmatorie e soprattutto su leggi la cui gestione va delegata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi pare che il dibattito di questa sera sulla legge sui trasporti sia caratterizzato da un elemento anomalo rispetto alla legge sui trasporti. E' la premessa fatta dal collega Guasso.
Il Partito Repubblicano trova molta ragionevolezza nelle cose dette dal Consigliere Guasso e riteniamo che questo, lungi dal suonare in qualche modo critica a qualcuno, debba piuttosto essere un invito a tutti quanti noi a trovare le formule e i modi capaci di fare di questa assemblea un'assemblea snella, capace di legiferare ed evidentemente di occuparsi anche di politica generale che pure esistono poiché si tratta di un organismo politico.
Mentre, entrando più nel merito della legge sui trasporti, per una seconda volta il Consiglio regionale si trova a dover esaminare un testo di legge già approvato nella scorsa legislatura e ciò a seguito alla mancata apposizione del visto da parte del Commissario di Governo.
Sulle osservazioni da quest'ultimo sollevate in merito alla legittimità della legge non ci pare di dover aggiungere molto alle considerazioni svolte dal relatore.
E' riguardo invece al contenuto politico che non possiamo tralasciare di confermare i dubbi a suo tempo da noi sollevati con riferimento ad uno specifico istituto ivi previsto.
Ci trova pienamente concordi l'indirizzo concretizzatosi nella delega delle funzioni amministrative alle Province, indirizzo che ponendosi nell'ottica di sempre maggiore decentramento amministrativo non costituisce che l'applicazione del dettato dell'art. 118 della Costituzione Permangono però tutte le perplessità a suo tempo manifestate sull'istituto dell'assemblea dei Sindaci di cui agli artt. 7 e 8 della presente legge.
E' ben vero che la legge quadro nazionale prevede la promozione ed il sostegno alla costituzione di forme associative tra Enti locali al fine di rendere più organico e rispondente alle esigenze reali l'esercizio delle funzioni amministrative in materia di trasporti.
E' altresì vero che la stessa legge prevede il concorso degli Enti locali all'elaborazione dei piani di bacini di traffico. A questo scopo era però assolutamente sufficiente il disposto dell'art. 9 che impone alla Provincia di esercitare l'attività delegata in associazione o in intesa diretta con i Comuni e le Comunità montane.
Inoltre, l'art. 42 della legge in discussione prevede l'abolizione dei consorzi previsti dall'art. 14 della legge n. 44 perché l'esperienza aveva dimostrato trattarsi di un indubbio impaccio burocratico e causa di inefficienza ed intempestività.
L'istituto dell'assemblea dei Sindaci inserito agli artt. 7 e 8 ci pare non solo in contrasto con l'indirizzo ed il dettato della legge n. 151 laddove istituti di tale struttura non sono previsti, ma anche in contrasto con lo spirito della legge quale emerge dalla restante parte del testo.
Nella sostanza si è inteso sostituire un meccanismo farraginoso con un altro meccanismo che impone vincoli ancora più stretti e rischia in un prossimo futuro di ostacolare fortemente l'applicazione della legge stessa.
Pur con queste considerazioni e riserve il Partito Repubblicano voterà a favore della legge in esame.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti e viabilità

Signor Presidente, tutti i Gruppi nell'affrontare la riapprovazione di questa legge hanno creato un clima diverso in quest'aula.
Di questo li ringrazio sottolineando alcuni aspetti che ritengo fondamentali.
La richiesta di votare questa legge fatta alla vigilia delle elezioni e dopo un lunghissimo parto (due anni e mezzo o tre anni in Commissione) consentendo a tutte le forze politiche di esaminare in profondità e con compiutezza il provvedimento aveva lo scopo di ridurre i tempi tecnici del passaggio della delega alle Province.
Certo, una legge delega che prevede una gestione annuale di 300 miliardi circa non può essere improvvisata.
Pur riconoscendo alla Provincia una capacità operativa storica in tema di trasporti, sarà necessario e fondamentale svolgere un lavoro di preparazione del personale e di mentalità Il Capogruppo repubblicano solleva alcune riserve sull'istituzione del consorzio dei Sindaci, ma noi l'abbiamo volutamente posta come necessità per un collegamento fra le realtà del territorio e l'atto amministrativo e gestionale della Provincia perché, l'abbiamo ripetuto ai Presidenti delle Amministrazioni provinciali, non vogliamo commettere l'errore di una gestione svolta nelle quattro mura del Palazzo.
Il Commissario di Governo è stato benevolo nei nostri confronti perch non ha toccato le linee fondamentali della legge.
E' vero, alcuni aspetti gestionali, alcune garanzie possono essere visti come contrapposizione all'autonomia statutaria degli enti.
Gli uffici periferici dovevano consolidare maggiormente le necessità che l'Ente Provincia, molte volte sommatoria di più bacini di traffico raccogliesse attraverso un'organizzazione ed una struttura operativa una serie di elementi fondamentali per la gestione dei trasporti.
Che poi ci si dica che nella legge n. 151 non ci sono i trasporti atipici, queste sono questioni che possiamo discutere, la realtà è che certi tipi di trasporto sono finalizzati a certe categorie di persone, che non sappiamo come chiamare, ma che comunque costituiscono un sistema di trasporto.
Il collega Ala ha presentato alcuni emendamenti che la Giunta intende respingere, non perché non li ritenga validi nel merito, ma perché sembra giusto non correre due pericoli: il primo, accettando esclusivamente gli emendamenti del Governo, non apriamo il contenzioso su tutta la legge diversamente potremmo vederci rinviata la legge per tutta un'altra serie di questioni che non erano state esaminate; il secondo è che se intendiamo apportare alla legge altri emendamenti, come giustamente osserva l'amico Macchini, dovremmo riaprire le consultazioni.
La Giunta pero si è impegnata E perfezionare la legge, pertanto ci auguriamo che venga approvata definitivamente dal Governo.
Nulla vieta che il Consiglio regionale, su proposta di qualche collega la presenti per le modifiche o le integrazioni.
Questo impegno, da parte della Giunta e da parte del sottoscritto giustifica sostanzialmente il rigetto degli emendamenti, anzi invito il collega a volerli ritirare a fronte di questo impegno che non è solo formale, ma è sostanziale.



PRESIDENTE

Passiamo ora alla votazione del relativo articolato.
Titolo I Contenuti e principi generali Art. 1 (Contenuti della legge) "La presente legge disciplina l'attività della Regione e degli Enti locali sul sistema dei trasporti, come definito al successivo art. 3".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Pianificazione del sistema dei trasporti) "La Regione riconosce al sistema dei trasporti e delle comunicazioni il carattere di servizio sociale e di strumento essenziale per il conseguimento degli obiettivi fissati dalla programmazione economica nazionale e regionale e dalla pianificazione territoriale.
La Regione promuove una pianificazione del trasporto di persone e di merci, integrato tra servizi ed infrastrutture stradali, ferroviarie aeroportuali e lacuali, tale da: a) assicurare l'accessibilità delle persone alle occasioni di lavoro studio ed altre relazioni b) favorire la mobilità delle merci al servizio del sistema produttivo e distributivo della regione.
Attribuisce, inoltre, ad un razionale assetto del sistema dei trasporti la funzione di riferimento per: 1) la qualificazione del sistema produttivo 2) il risparmio energetico e la ricerca tecnologica 3) il riequilibrio territoriale e la salvaguardia dell'ambiente naturale; 4) il controllo della spesa pubblica".
Il Consigliere Ala ha presentato il seguente emendamento: Art. 2 (in coda): "La Regione promuove inoltre iniziative e ricerche idonee a ridurre e se possibile, eliminare barriere o impedimenti che ostacolino l'uso dei servizi di trasporto pubblico da parte di utenti disabili o portatori di handicap".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

L'Assessore Cerutti ha dichiarato che questa legge non è mai stata praticamente discussa in aula. E' stata trattata in modo approssimativo in precedenza e continua ad esserlo anche adesso.
Ho avuto delle pressioni per ritirare i miei emendamenti e ho anche avuto, come tutti hanno sentito, le assicurazioni da parte della Giunta di un loro successivo inserimento e di disponibilità ad eventuali modificazioni successive.
Uno degli emendamenti da me presentato, all'art. 2, riprende quanto era stato approvato dal Commissario di Governo per la Regione Lazio che ha varato una legge sugli "Interventi per garantire l'accessibilità a mezzi di trasporto pubblico da parte dei disabili".
Questo emendamento impegna la Regione a tenere conto che tra gli utenti dei mezzi di trasporto pubblico vi sono dei possibili utenti handicappati.
La mia proposta alla Giunta è quindi di mantenere almeno questo emendamento all'art. 2, ritirando, cercando una via di compromesso, gli altri emendamenti che rinuncio ad illustrare. In merito a questi altri desidero però soltanto ricordare una lunga discussione con un controllore che mi ha trovato senza biglietto alle 9 e mezzo di sera, ma a quell'ora non è assolutamente possibile trovare biglietti. Quindi, a mio parere, non si possono comminare sanzioni su un servizio meccanizzato se l'utente non può trovare il biglietto.
Ritiro comunque questi emendamenti e mantengo quello all'art. 2 riservandomi di ripresentarli in un successivo momento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Mi pare che la proposta integrativa del Consigliere Ala esprima una volontà che non contrasta con l'art. 2.
La preoccupazione della Giunta è che il Commissario di Governo, di fronte ad una modifica di questo tipo, possa fare delle osservazioni.
Se questa è l'unica preoccupazione, potremmo accogliere la proposta del collega Ala e presentarla al Commissario di Governo in questa luce.
Non ho dubbi che in questa luce verrà accolta dal Commissario di Governo.
Se invece ci sono altre ragioni pregherei l'Assessore di volerle spiegare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

A noi sembra che dovremo fare lo sforzo di comprendere questa azione promozionale tra le finalità possibili dell'attività regionale.
Dobbiamo però valutare la giusta ,collocazione della proposta.
Chiedo all'Assessore se non sarebbe più opportuno collocarla all'art.
12. Comunque mi pare opportuno che questo problema, che tra l'altro anche altre Regioni hanno affrontato, possa avere una sanzione legislativa.
Se l'inserzione legislativa lasciasse dei dubbi, un atto da parte del Consiglio che impegni a stabilire delle norme per questa promozione andrebbe fatto.
Mi rimetto all'Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti e viabilità

Né il Consiglio, né la Giunta sono insensibili a questo problema.
Esiste però una legge dello Stato in cui questa materia non è una semplice raccomandazione, ma è un'imposizione.
Mi riferisco alle norme per superare le barriere architettoniche che assolutamente devono essere rispettate nella gestione dei trasporti.
Quindi qui sarebbe pleonastica soprattutto se consideriamo che questa legge recepisce esclusivamente le osservazioni del Commissario di Governo.



PRESIDENTE

Consigliere Ala, intende mantenere l'emendamento?



ALA Nemesio

Sarà pleonastico, il fatto è che molte leggi dello Stato prevedono norme di questo genere, però non se ne trova mai una concreta applicazione.
Se leggiamo con attenzione tutti gli articoli di questa legge, sembra che questi mezzi di trasporto pubblico non abbiano utenza.
Chi ha scritto questa legge non ha pensato, per esempio, agli handicappati.
Per cui è mia intenzione mantenere questo emendamento tanto più che la Regione Lazio il 22/2/1985 ha ritenuto di approvare una legge proprio su questo tema specifico.
Se poi si tratta di un'aggiunta pleonastica non dovrebbe creare problemi per il Commissario di Governo.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti e viabilità

Voglio ricordare che nella passata legislatura abbiamo approvato una legge apposita per il superamento delle barriere architettoniche.
Se vogliamo mantenere questa proposta vorrei togliere le parole: "e se possibile".
Allora dobbiamo dire: "ricerche idonee a ridurre ed eliminare barriere ed impedimenti...".



ALA Nemesio

Va bene. Mi va bene anche che sia messo all'art. 12.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guasso.



GUASSO Nazzareno

Il problema dell'abbattimento delle barriere architettoniche fu affrontato dal Parlamento nel 1978 nella legge per il rinnovamento dei mezzi, del materiale mobile per le FF.SS.
La questione dell'abbattimento delle barriere e l'accesso degli handicappati ai mezzi riguarda la costruzione dei mezzi, autobus urbani ed extra-urbani e treni urbani, interurbani e nazionali.
In allora acquisendo nella legge n. 151 il Fondo Investimenti per il rinnovamento del parco autobus, con le leggi regionali sugli autobus, si pose con grande forza questa questione alle aziende produttrici di mezzi rotabili e di autobus.
Questo lo voglio ricordare non perché sono contrario a che si inserisca la norma all'art. 12, ma perché non vorrei che dimenticassimo di fare un appello alle aziende produttrici di mezzi di trasporto pubblico perch adottino le norme nazionali per abbattere le barriere architettoniche e per favorire l'accesso ai mezzi pubblici, urbani, extra-urbani e nazionali agli handicappati.
C'è una legge nazionale ad hoc, quindi dobbiamo farla rispettare.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti e viabilità

L'art. 8 della legge n. 151 recita: "I contributi per gli investimenti di cui all'art. 5 sono erogati dalla Regione alle aziende sulla base dei piani regionali di cui alla lettera b) art. 2, dei piani di bacino di traffico di cui al numero 3), art. 3.
Detti investimenti debbono essere utilizzati anche per contribuire all'eliminazione delle barriere architettoniche negli impianti di trasporta e all'accessibilità degli invalidi non deambulanti in una parte almeno dei servizi di trasporto pubblico ai sensi dell'art. 27 della legge 30/3/1971 n. 118".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi



BONTEMPI Rinaldo

Suggerisco di aggiungere all'art. 2, lettera a), le parole: "tenendo anche conto del disposto all'art. 8 della legge n. 151".



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti e viabilità

D'accordo.



PRESIDENTE

E' ritirato l'emendamento del Consigliere Ala a fronte di questa proposta dell'Assessore Cerutti.
Pongo pertanto in votazione l'emendamento sostitutivo proposte dall'Assessore Cerutti che recita: Art. 2, secondo comma, punto a), dopo "relazione" si aggiunge: "tenendo conto anche del disposto di cui al secondo comma dell'art. 8 della legge n. 151/81 in materia di eliminazione delle barriere architettoniche".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 48 Consiglieri presenti.
Pongo ora in votazione l'art. 2, nel testo modificato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Scale funzionali di comunicazione e classificazione dei servizi di linea) "I vari modi di trasporto individuale e collettivo sono considerati come elementi di un sistema unitario, che tiene, conto delle seguenti scale funzionali di comunicazione: a) internazionale e nazionale, comprendente le strutture aeroportuali le grandi direttrici ferroviarie e stradali di collegamento con i Paesi confinanti e la restante parte del territorio nazionale contermine b) regionale, comprendente i collegamenti tra le aree dei bacini di trasporto c) di bacino, comprendente i collegamenti fra i poli interni al bacino d) locale, comprendente i collegamenti integrati ai precedenti.
Nell'ambito del trasporto collettivo si intendono trasporti pubblici locali i servizi adibiti normalmente al trasporto di persone e di cose effettuato in modo continuativo o periodico, con tariffe, orari, frequenze e itinerari prestabiliti, ad offerta indiscriminata.
Sotto il profilo funzionale i servizi sono così classificati: 1) urbani, quando si svolgono nell'ambito del territorio comunale con alte frequenze e brevi intervalli tra le fermate e mediante integrazione con i servizi di trasporto delle linee automobilistiche di bacino e con i servizi su rotaia 2) suburbani, quando si svolgono tra un centro ed altri minori ravvicinati tra loro, anche senza continuità di abitato e per i quali l'avvicendamento dei passeggeri comporti una permanenza sul mezzo relativamente breve 3) interurbani, che si svolgono nel territorio di più Comuni 4) interregionali, che si svolgono in parte nel territorio di altre regioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Controllo pubblico sull'attività di trasporto) "Per quanto concerne l'attività di trasporto la Regione riconosce nel controllo pubblico sull'esercizio e sulla formazione dei bilanci la forma più valida per adeguare il sistema alle finalità di cui all'art. 2.
Ogni gestione deve essere improntata a criteri di efficienza e pertanto gli interventi finanziari di sostegno sono commisurati in modo de stimolare tale efficienza, con l'obiettivo di conseguire l'equilibrio economico dei bilanci di gestione dei servizi.
Gli interventi finanziari regionali sono, inoltre, vincolati a criteri di verifica degli obiettivi del piano regionale dei trasporti e del suo programma di attività e di spesa, di cui ai successivi articoli della presente legge, mediante flussi informativi costanti tra i momenti programmatorio, amministrativo e di gestione degli interventi e dei servizi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 4 è approvato.
Titolo II Il decentramento delle funzioni regionali Art. 5 (Soggetti del decentramento) "La Regione delega alle Province le funzioni amministrative di cui al successivo art. 11".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 5 è approvato.
Art. 6 (Bacini di trasporto) "Ai fini dell'organizzazione dei servizi di trasporto pubblico il territorio regionale è articolato in bacini di trasporto.
Per bacino di trasporto si intende un'area entro la quale si attua un sistema di trasporto pubblico integrato e coordinato in rapporto ai fabbisogni di mobilità e la cui dimensione risulti più conveniente per economicità, efficienza e produttività.
L'individuazione dei bacini di trasporto e le relative modificazioni sono operate in sede di schema di piano provinciale ed approvato dalla Regione contestualmente al piano regionale dei trasporti.
I bacini di trasporto rappresentano, inoltre, un'articolazione funzionale a rilevanza territoriale ed organizzativa nell'ambito provinciale e costituiscono il riferimento per lo svolgimento delle funzioni e dei compiti assegnati alla Provincia ed agli altri Enti locali dalla presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 6 è approvato.
Art. 7 (Organizzazione del decentramento regionale - Istituzione dell'assemblea dei Sindaci) "Sono istituite, nell'ambito delle circoscrizioni provinciali, le assemblee dei Sindaci dei Comuni appartenenti ai bacini di trasporto così come individuati nell'articolo precedente. La Regione, d'intesa con la Provincia ed i Comuni interessati, può istituire più assemblee di Sindaci all'interno del medesimo bacino di trasporto.
La Provincia, in accordo con i Comuni interessati, insedia, con propria deliberazione, l'assemblea dei Sindaci di cui al presente articolo.
Sino alla costituzione dell'assemblea, la Provincia esercita comunque le funzioni regionali delegate.
L'attività connessa allo svolgimento delle funzioni delegate si realizza con gli uffici e le strutture operative delle Province appositamente organizzate in bacino di trasporto, come definiti dall'art. 6 della presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 7 è approvato.
Art. 8 (Funzione dell'assemblea dei Sindaci) "L'assemblea dei Sindaci ha funzioni di iniziativa, impulso e consultazione per l'esercizio dell'attività delegata alla Provincia secondo le procedure previste dalla presente legge.
Svolge azione di raccordo tra i Comuni e tra questi e la Provincia ed inoltre: esprime parere obbligatorio sulle proposte di piani e programmi che vengono sottoposti dalle Province prima della definitiva approvazione può esercitare il diritto di iniziativa avanzando proposte alla Provincia per lo schema di piano dei trasporti, del programma unitario ed integrato di esercizio, del programma pluriennale ed annuale di attività e di spesa, nonché proposte di progetti o schemi degli atti che la Provincia deve adottare ai sensi della presente legge.
Le assemblee devono esprimere i pareri obbligatori entro 60 giorni dal ricevimento del piano e del programma. Nei successivi 30 giorni le Province sono tenute a motivare l'eventuale rigetto delle osservazioni pervenute.
Nel caso di mancato parere nei termini stabiliti per l'assemblea la Provincia può comunque procedere.
La Provincia fornisce alle assemblee dei Sindaci tutte le informazioni necessarie per l'espletamento delle funzioni ad esse assegnate dalla presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 8 è approvato.
Art. 9 (Esercizio della delega) "Al fine di esercitare le funzioni delegate dalla Regione e di armonizzare dette funzioni con quelle spettanti ai Comuni ai sensi del D.P.R. 28/6/1955, n. 771, la Provincia esercita l'attività delegata a livello di bacino di trasporto secondo le seguenti formule: in associazione od in intesa diretta con i Comuni e le Comunità montane interessate, ovvero direttamente in proprio o in convenzione con le associazione od intese fra i Comuni e le Comunità montane interessate".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 9 è approvato.
Art. 10 (Attribuzioni delle competenze amministrative) "Ai fini della presente legge, l'attribuzione delle competenze amministrative in materia di tranvie, linee metropolitane, filovie e linee automobilistiche è così definita.
Per l'attività concessionale: a) è competente il Comune, per i servizi urbani che si svolgono nell'ambito del territorio comunale o che ne debordano senza effettuare fermate, oppure quando interessano un Comune contiguo, per una tratta inferiore, previo accordo con questo b) è delegata la Provincia per le linee interurbane e suburbane interessanti il proprio territorio, od anche altro, per una tratta inferiore. Le modalità d'esercizio, per questa parte, devono essere concordate con l'Ente interessato; ove manchi l'accordo la decisione è assunta dalla Giunta regionale; c) è competente la Giunta regionale per i servizi interregionali, anche se la parte non prevalente del percorso si svolge nel territorio di un'altra regione finitima.
Per l'attività contributiva: 1) relativamente al ripiano del disavanzo d'esercizio nei servizi delle imprese: a) è delegata la Provincia per i servizi di cui ai punti a) e b) precedenti b) è competente la Giunta regionale per i servizi di cui al punto c) precedente 2) relativamente agli investimenti in materiale rotabile, in infrastrutture, in tecnologie di controllo, in officine deposito con le relative attrezzature, in sedi ed impianti fissi è competente la Giunta regionale.
Le modalità e le procedure per lo svolgimento delle attività di cui sopra sono definite agli artt. 16 e 24 successivi.
Per l'attività di verifica ed approvazione dei programmi e dei progetti di massima ed esecutivi relativi ad infrastrutture, impianti anche urbani, ivi comprese le stazioni, è competente la Giunta regionale.
Per l'attività di partecipazione al controllo della sicurezza degli impianti fissi, dei veicoli destinati all'esercizio dei trasporti è competente la Giunta regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 10 è approvato.
Art. 11 (Funzioni amministrative delegate) "Nel quadro delle competenze, di cui all'art. 10, sono delegate alla Provincia le seguenti funzioni amministrative regionali: 1) in materia di tranvie, linee metropolitane, filovie e linee automobilistiche: a) la concessione all'impianto ed all'esercizio, l'approvazione degli orari e delle tariffe secondo le indicazioni della Giunta regionale e nei limiti previsti dagli articoli successivi della presente legge b) la vigilanza sulla regolarità di effettuazione dei servizi c) l'erogazione di sovvenzioni e contributi per il ripiano dei disavanzi d'esercizio d) la concessione di autostazioni per servizi di linea 2) in materia di servizi di noleggio e servizi di piazza l'approvazione dei regolamenti comunali, nonché l'approvazione del numero tipo e caratteristiche dei veicoli da adibire sui servizi e delle tariffe.
L'esercizio delle funzioni delegate avverrà sulla base dell'attività prevista per la Provincia all'art. 18 ed in conformità con il programma unitario ed integrato d'esercizio di cui all'art. 20 e con il programma di attività e di spesa di cui all'art. 23".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 11 è approvato.
Titolo III La pianificazione regionale Art. 12 (Compiti della Regione) "Allo scopo di perseguire le finalità di cui all'art. 2 della presente legge, la Regione: a) predispone il piano regionale dei trasporti, in armonia con gli indirizzi di politica nazionale, secondo le indicazioni e quale specificazione settoriale del piano di sviluppo socio-economico, in stretta integrazione con gli obiettivi della pianificazione territoriale: il piano regionale costituisce vincolo ed indirizzo per l'attività degli enti sub regionali; b) redige, sentite le Province, il programma regionale pluriennale ed annuale, di attività e di spesa, sia per gli investimenti in infrastrutture e materiale rotabile, sia per le spese di gestione delle aziende di trasporto pubblico, sia per le spese di esercizio delle funzioni delegate c) determina annualmente il costo standard e gli indirizzi di politica tariffaria per i servizi di trasporto pubblico, compreso quello urbano secondo i criteri di cui alla legislazione nazionale in materia d) provvede all'approvazione dei programmi provinciali d'attività e di spesa, svolgendo azione di coordinamento e controllo sull'attività delegata e) stabilisce indirizzi, criteri e procedure per la formazione ed approvazione dei piani dei trasporti e di circolazione e traffico comunali f) procede all'assegnazione dei finanziamenti per spese di gestione dei servizi, alle Province, sulla base dei programmi di attività e di spesa e dei relativi consuntivi presentati dalle stesse g) procede all'assegnazione dei finanziamenti per investimenti alle aziende, in base ai programmi annuali e pluriennali di attività e di spesa di cui al punto b) h) fornisce agli enti delegati ed alle aziende di trasporto indirizzi e strumenti per la formazione e gestione dei rispettivi interventi, nonch disposizioni, criteri e modalità per l'esecuzione degli adempimenti istruttori nelle materie delegate e controlla la loro attuazione i) predispone uno schema tipo per la redazione dei regolamenti comunali relativi ai servizi di noleggio da rimessa e da piazza".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art., 12 è approvato.
Art. 13 (Piano regionale dei trasporti) "Il piano regionale dei trasporti è lo strumento fondamentale di indicazione e di sintesi della politica regionale nel settore.
Costituisce uno dei piani settoriali del piano di sviluppo; procede alla definizione puntuale delle politiche e dei progetti, che il piano di sviluppo indica nel campo delle comunicazioni e dei trasporti.
Contiene proposte sull'assetto delle infrastrutture e dei servizi regionali e li coordina con la rete delle comunicazioni nazionali ed internazionali e definisce costi degli interventi e priorità d'attuazione.
Per il sistema dei trasporti pubblici contiene, inoltre, gli indirizzi generali di politica tariffaria, le modalità per la determinazione del costo economico standardizzato, secondo criteri e parametri di rigorosa ed efficiente gestione, distinto per aree geografiche, categorie e modi di trasporto ed i criteri di assegnazione dei servizi ai bacini di trasporto.
Il piano regionale dei trasporti inoltre: a) coordina ed integra gli schemi di piano provinciale di cui all'art.
19 tenendo conto delle proposte e dei progetti d'intervento previsti in tali schemi dei programmi unitari ed integrati d'esercizio di ciascun bacino; b) fornisce il contributo organico all'elaborazione del piano dei trasporti a scala nazionale e pertanto affronta non solo le parti del sistema di diretta competenza regionale, ma anche progetti di rilevanza nazionale ed internazionale, di competenza degli organi centrali dello Stato. In armonia con le linee e le procedure indicate dal Piano Generale dei trasporti.
Per le questioni di competenza sovraregionale, prospetta soluzioni progettuali, verificandone la compatibilità con l'organizzazione del territorio e delle relative risorse artificiali e naturali; per le questioni di competenza regionale indica, oltreché soluzioni progettuali procedure e strumenti per operare i relativi interventi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 13 è approvato.
Art. 14 (Procedure per il piano regionale) "La Giunta regionale presenta al Consiglio una proposta di piano articolata secondo quanto previsto al precedente art. 13.
A tal fine adotta con propria deliberazione un documento di lavoro contenente sia gli obiettivi e gli indirizzi da sviluppare, sia il programma d'attività e di studi da svolgere, per la formulazione delle proposte e dei progetti di intervento.
La Giunta sottopone la proposta di deliberazione all'esame del Comitato regionale di coordinamento, di cui all'art. 17 per il parere di competenza.
Il Consiglio regionale adotta il piano dei trasporti con propria deliberazione, come specificazione settoriale e parte integrante del piano di sviluppo socio-economico e territoriale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 14 è approvato.
Art. 15 (Programma pluriennale ed annuale di attività e di spesa) "Il programma pluriennale ed annuale d'attività e di spesa definisce in coerenza con gli indirizzi e le proposte del piano regionale, gli interventi di competenza regionale, precisando l'ammontare dei finanziamenti e coordinandoli con quelli degli altri soggetti erogatori di finanziamenti, pubblici e privati.
Esso contiene: a) le previsioni di spesa e l'ammontare degli stanziamenti annuali relativi ai progetti del piano e di propria competenza b) il fondo regionale per gli investimenti, con i relativi stanziamenti annuali, articolato secondo bacini di trasporto c) il fondo regionale per il ripiano dei disavanzi d'esercizio delle imprese, i relativi stanziamenti annuali; con il riparto della spesa alle Province, secondo bacini di trasporto d) il fondo delle spese strumentala per lo svolgimento delle funzioni delegate ripartito fra le Province".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 15 è approvato.
Art. 16 (Procedure per il programma di attività e di spesa) "La Giunta regionale predispone, per ciascun anno, il programma pluriennale ed annuale di attività e di spesa, di cui al precedente art.
15, sulla base di: a) progetti d'intervento del piano regionale, per le parti di competenza propria b) ammontare dello stanziamento per il fondo investimenti c) ammontare dello stanziamento per i disavanzi d'esercizio delle aziende; d) programmi di attività e di spesa delle Province e) fondo regionale delle spese strumentali per l'esercizio delle funzioni delegate.
Per l'attuazione degli interventi relativi ai punti c), d) ed e), la Giunta regionale predispone una proposta di riparto degli stanziamenti fra le Province, sulla base di indicatori di settore.
Per l'attuazione degli interventi di cui al punto b), la Giunta regionale predispone ed adotta il programma degli investimenti, ripartito per imprese ed enti di trasporto, fornendo alle Province la quota indicativa di riparto del fondo secondo bacini di trasporto.
Le proposte per gli adempimenti, di cui ai due commi precedenti, vanno presentate contestualmente al bilancio regionale di previsione.
Le Province, entro i termini fissati dal successivo art. 50, presentano alla Giunta i propri programmi di attività e spesa con relativi consuntivi redatti sulla base del riparto regionale di cui al comma precedente.
La Giunta regionale approva detti programmi verificandone gli stati di attuazione ed assume il programma definitivo, mediante deliberazione propria, sentito il parere del Comitato regionale di coordinamento dei trasporti.
Assegna, infine, gli stanziamenti alle Province per l'erogazione dei contributi di cui al precedente punto c) alle aziende di trasporto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 16 è approvato.
Art. 17 (Comitato regionale di coordinamento dei trasporti e della viabilità) "E' istituito il Comitato regionale di coordinamento dei trasporti e della viabilità quale organo consultivo della Regione.
Il Comitato è presieduto dal Presidente della Giunta regionale o, per sua delega, dall'Assessore ai trasporti e alla viabilità ed è composto dai seguenti membri effettivi: 1) gli Assessori del Dipartimento per la gestione del territorio 2) un rappresentante per ciascuna Amministrazione provinciale 3) un rappresentante dell'UNCEM regionale 4) un rappresentante dell'ANAI regionale 5) tre rappresentanti designati dalle organizzazioni sindacali regionali maggiormente rappresentative 6) tre esperti di tecnica ed economia dei trasporti, designati dal Consiglio regionale con voto limitato a due nominativi 7) un rappresentante degli Automobile Club del Piemonte 8) due rappresentanti degli operatori economici designati rispettivamente dall'Unione Industriale e dalla Confederazione Piccole e Medie Industrie - Sezioni piemontesi 9) un rappresentante per ciascuna delle Associazioni Nazionali delle Aziende di trasporto 10) un rappresentante dell'Associazione Italiana gestione aeroporti e società aeroportuali 11) un rappresentante per ciascuna delle organizzazioni dell'autotrasporto delle merci, maggiormente rappresentative a livello regionale e, previo assenso delle rispettive Amministrazioni: 12) un rappresentante del Ministero dei Trasporti 13) il Direttore del Compartimento di Torino delle Ferrovie dello Stato; 14) un rappresentante rispettivamente dell'ANAS, della Motorizzazione Civile e dell'Aviazione Civile.
Esercita le funzioni di Segretario un funzionario della carriera direttiva dell'Assessorato competente. Possono intervenire funzionari regionali designati dagli Assessori di cui al numero 1).
Di volta in volta il Presidente potrà chiamare a partecipare ai lavori altri esperti in materie specifiche.
Il parere su atti amministrativi viene formulato, senza procedere a votazione, raggruppando, per omogeneità di contenuto, le dichiarazioni dei membri del Comitato.
Analogamente si procede per le formulazioni di proposte, che vengono inoltrate alla Giunta indipendentemente dal numero dei membri, la cui opinione dissenziente viene riportata nell'atto.
Per la validità dell'assemblea è necessaria la maggioranza assoluta dei membri effettivi.
In seconda convocazione tale validità è determinata dalla presenza di l/3 dei membri effettivi.
Ogni ente e/o organizzazione rappresentata è tenuta a designare oltre al membro effettivo, anche il membro supplente.
Il Comitato è nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale e dura in carica quanto il Consiglio regionale.
Ai membri del Comitato spetta i: compenso di cui alla legge regionale 2/7/1976, n. 33.
Il Comitato regionale di coordinamento dei trasporti e della viabilità ha il compito di: contribuire ad elaborare le linee dei piano regionale dei trasporti e della viabilità formulare pareri sui piani e sui progetti elaborati dalla Giunta regionale, dagli Enti locali, dalle Aziende di trasporto, dalle Ferrovie dello Stato, dall'ANAS e dall'Aviazione Civile e sulle proposte per una loro armonizzazione formulare proposte da avanzare nelle sedi competenti per migliorare le condizioni di integrazione e coordinamento tra i servizi di competenza regionale e i servizi che dipendono da Amministrazioni statali e da Enti locali formulare proposte e pareri, da avanzare nelle sedi competenti, nei riguardi di infrastrutture interessanti la viabilità e la circolazione regionale nonché il trasporto merci esprimere parere in merito alla classificazione e declassificazione di strade provinciali e regionali nonché di porti e vie navigabili".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 46 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 17 è approvato.
Titolo IV La pianificazione provinciale Art. 18 (Attività della Provincia) "La Provincia, ai fini dell'esercizio delle funzioni amministrative delegate, di cui all'art. 11, secondo gli indirizzi e gli strumenti regionali, di cui agli artt. 12, 13 e 15: a) provvede alla formazione ed aggiornamento dello schema di piano provinciale dei trasporti, articolato in bacini di trasporto, sulla base delle metodologie e con gli strumenti indicati dalla Regione, assicurando la partecipazione degli Enti locali sub-provinciali ed attraverso l'autonomo apporto degli operatori interessati, secondo le procedure previste dal successivo art. 21 b) partecipa, mediante il proprio schema di piano, alla formazione ed all'aggiornamento del piano regionale; c) svolge, per delega della Regione le funzioni amministrative di cui all'art. 11, promovendo la costituzione dell'assembla dei Sindaci, di cui all'art. 7 della presente legge ed utilizzando la stessa, secondo le procedure previste dalla presente legge.
A tale scopo: d) promuove ed adotta nell'ambito dello schema di piano i programmi unitari ed integrati d'esercizio formulati secondo i bacini di trasporto compresi nel suo territorio e) elabora il programma d'attività e di spesa e relativo stato di attuazione e lo adotta, secondo le procedure previste dal successivo art.
24 f) trasmette alla Regione detto programma per la sua approvazione g) trasmette, inoltre, alla Regione ogni informazione ed atto necessario per consentire a questa l'attività di indirizzo e coordinamento h) eroga i contributi alle aziende di trasporto sulla base dei programmi di spesa di cui al punto e), sulla base dei criteri di riparto della Regione i) approva i programmi di esercizio delle aziende ed emette i relativi provvedimenti per l'impianto ed esercizio dei servizi, di sua competenza l) costituisce la Commissione tecnica di cui al successivo art. 25 per l'approvazione dei regolamenti comunali relativi ai servizi di noleggio da rimessa e da piazza.
Inoltre: m) individua ed aggiorna, mediante il proprio schema di piano, le delimitazioni dei bacini di trasporto n) promuove programmi annuali e pluriennali di riorganizzazione delle aziende di trasporto e l'eventuale costituzione di consorzi fra gli Enti locali interessati alla gestione dei servizi, di cui ai punti a) e b) del successivo art. 27 della presente legge o) formula pareri in merito: l) agli interventi proposti per adeguare le infrastrutture dei trasporti e per la distribuzione delle merci (scali, aree di stoccaggio stivaggio, containerizzazione, interporti) alla necessità di approvvigionamento e spedizione 2) ai progetti d'intervento di carattere viabilistico in ordine alla rete di comunicazione a carattere regionale, nazionale ed internazionale previste dal piano regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 18 è approvato.
Art. 19 (Schema di piano provinciale) "Lo schema di piano provinciale dei trasporti, articolato secondo bacini di trasporto, che costituisce parte del piano regionale, è lo strumento di indirizzo e verifica degli interventi previsti dalla Provincia, secondo gli obiettivi della pianificazione socio - economica territoriale.
I riferimenti dello schema di piano sono: a) le indicazioni, le proposte e i progetti d'intervento previsti nei piani di trasporto e di circolazione e traffico comunali b) le indicazioni ed i vincoli dei piani territoriali e socio-economici scala sub-regionale, di cui costituisce specificazione settoriale c) le analisi e gli studi sulle dotazioni infrastrutturali esistenti sui livelli di servizio e sulle condizioni di sicurezza della rete, sulla mobilità delle persone e delle merci, esistente.
Lo schema di piano provinciale contiene: a) l'assetto della rete infrastrutturale di trasporto d'interesse provinciale, tenendo conto delle comunicazioni di interesse regionale e nazionale e dei piani di trasporto e di circolazione e traffico comunali b) le ipotesi di utilizzazione delle linee e servizi di interesse provinciale di comunicazione su ferrovia e su strada c) le delimitazioni dei bacini di trasporto nei quali si articola la gestione e la razionalizzazione della produzione del servizio, per quanto attiene il trasporto collettivo di persone d) i programmi unitari ed integrati d'esercizio relativi ai bacini di trasporto, di cui al punto c) precedente; e) l'analisi e la definizione dei costi e la previsione economico-finanziaria con l'ipotesi di ripartizione del finanziamento fra i vari soggetti di spesa per l'attuazione del piano".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 19 è approvato.
Art. 20 (Programma unitario ed integrato d'esercizio) "Con riferimento al sistema dei trasporti pubblici lo schema di piano provinciale contiene i programmi unitari ed integrati d'esercizio, per ciascun bacino di trasporto.
Esso è finalizzato a: 1) verificare la fattibilità tecnico-operativa delle politiche definite dallo schema di piano per il sistema dei servizi di trasporto pubblico 2) definire le modalità di attuazione dello schema di piano in merito a: a) integrazioni fra autolinee b) integrazioni fra autolinee e ferrovie c) eliminazione di sovrapposizioni fra servizi.
Contiene per ogni servizio interessante il bacino di trasporto compresi quelli urbani: a) gli itinerari, comprese diramazioni, prolungamenti e deviazioni b) le fermate suddivise fra obbligatorie e facoltative c) le distanze interfermata d) la lunghezza complessiva di ogni linea con l'indicazione della velocità commerciale e la percorrenza annua e) l'aggregazione funzionale delle linee f) il numero ed il tipo di materiale rotabile adibito stabilmente per l'esercizio delle linee g) l'ammontare per ciascuna linea dei ricavi del traffico, suddivisi per biglietti ordinari ed abbonamenti h) gli orari per l'intera rete; le tariffe ordinarie e preferenziali l) i tipi di documento di viaggio adottati m) le coincidenze e le opportunità di interscambio con altre autolinee ed altri mezzi di trasporto n) la situazione delle reti stradale e ferroviaria o) i possibili interventi in merito alla riduzione dei costi di gestione delle aziende (iniziative volte a favorire la costituzione di consorzi di aziende per la gestione di depositi, di scorte, ecc.) p) l'elenco dei servizi di linea, oggetto di provvedimenti di risoluzione, decadenza, revoca.
Inoltre, per i servizi che si svolgono anche nel territorio di altri bacini di trasporto, devono essere specificati i tratti interessanti detti bacini".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 20 è approvato.
Art. 21 (Procedure per lo schema di piano provinciale) "La Provincia, secondo le metodologie e gli strumenti indicati dalla Regione, elabora uno schema di piano dei trasporti, di cui all'art. 19 sulla base di: a) indirizzi, proposte e progetti de] piano regionale b) piani degli Enti locali sub-provinciali, proposti attraverso le assemblee dei Sindaci.
La Giunta provinciale assume detto schema e lo sottopone al parere obbligatorio delle assemblee dei Sindaci.
Lo schema è approvato dalla Provincia con deliberazione consiliare è inviato alla Regione.
Lo schema di piano ha validità pei un periodo temporale non inferiore cinque anni e costituisce il riferimento per la formazione e l'aggiornamento del piano regionale e per la formazione ed aggiornamento dei piani dei singoli Enti locali".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 21 è approvato.
Art. 22 (Procedure per il programma unitario ed integrato d'esercizio) "Il programma unitario ed integrato d'esercizio di cui all'art. 20 costituisce lo strumento attraverso il quale poter conseguire: a) il miglioramento della qualità del servizio b) il controllo dei fattori di produzione e dei relativi costi delle aziende di trasporto.
Costituisce inoltre il quadro di riferimento per la politica delle concessioni dei servizi alle aziende da parte della Provincia e per la formazione dell'orario generale dei servizi di trasporto provinciali.
Viene redatto, in sede di bacino di trasporto, sulla base di: l) riferimenti dello schema di piano; 2) orari e programmi d'esercizio delle aziende 3) orari e programmi d'esercizio delle Ferrovie dello Stato e delle Ferrovie in concessione 4) piani dei trasporti e di circolazione e traffico comunali.
La Provincia assume detta proposta nell'ambito del proprio schema di piano con deliberazione consiliare dopo averlo sottoposto al parere dell'assemblea dei Sindaci.
Lo trasmette, per conoscenza, alla Regione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 22 è approvato.
Art. 23 (Programma pluriennale ed annuale di attività e di spesa) "Il programma pluriennale ed annuale di attività e di spesa determina in coerenza con gli indirizzi e le proposte dello schema di piano e dei relativi programmi unitari ed integrati d'esercizio, gli interventi di competenza della Provincia, precisandone l'ammontare dei finanziamenti e coordinandoli con quelli degli Enti locali sub-provinciali e degli altri soggetti pubblici e privati, erogatori di finanziamenti.
Esso contiene: a) le previsioni di spesa e l'ammontare degli stanziamenti annuali relativi ai progetti d'intervento previsti dal piano provinciale e di competenza propria, nonché la quota di partecipazione provinciale a progetti di competenza regionale o degli Enti locali b) le previsioni di spesa e l'ammontare degli stanziamenti per l'attuazione delle misure previste dai programmi unitari ed integrati d'esercizio, di cui all'art. 20 c) le indicazioni relative al fondo per gli investimenti, di provenienza regionale, compresi eventuali stanziamenti propri o di provenienza comunale, con l'articolazione della spesa, operata su base aziendale e secondo bacini di trasporto d) il fondo per il ripiano dei disavanzi d'esercizio delle aziende, di provenienza regionale, comprensivo di eventuali contributi propri o di provenienza comunale con il riparto della spesa, operata su base aziendale e secondo bacini di trasporto e) il fondo delle spese strumentali per lo svolgimento delle funzioni delegate, ripartito secondo bacini di trasporto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 23 è approvato.
Art. 24 (Procedure per il programma pluriennale ed annuale di attività e di spesa) "La Provincia predispone, per ciascun anno, il programma pluriennale ed annuale di attività e di spesa, con relativo stato di attuazione, sulla base di: a) progetti d'intervento dello schema di piano provinciale, sia di propria competenza, sia di competenza regionale e degli altri Enti locali b) indicazione delle quote di riparto regionale del fondo investimenti c) quote del fondo per i disavanzi d'esercizio delle aziende d) stanziamenti propri e di provenienza degli Enti locali e) interventi previsti dai programmi unitari ed integrati d'esercizio comprensivi dei servizi urbani f) richieste delle aziende per investimenti g) bilanci di previsione delle aziende, per i contributi d'esercizio h) fondo regionale per le spese strumentali.
Tenuto conto delle quote di cui ai punti b), c), d) ed h), la Provincia adotta detto programma dopo averlo sottoposto al parere delle assemblee dei Sindaci.
Lo invia alla Giunta regionale, entro il termine fissato dal successivo art. 50, per la sua approvazione.
Eroga i contributi per il ripiano dei disavanzi d'esercizio alle aziende, sulla base del programma approvato dalla Regione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 24 è approvato.
Art.25 (Commissione tecnica per l'approvazione dei regolamenti comunali relativi ai servizi da noleggio e da piazza) "La Provincia nomina, con delibera consiliare, la Commissione tecnica per i servizi di noleggio da rimessa e per i servizi da piazza.
La Commissione, di cui al comma precedente, esamina i regolamenti comunali, verificando: a) la coerenza con le indicazioni contenute nello schema di piano di cui all'art. 19 b) la coerenza con i programmi unitari ed integrati d'esercizio, al fine di evitare situazioni di concorrenza ai servizi pubblici di linea c) il rispetto dei criteri stabiliti dalla Regione per la determinazione del numero, del tipo e delle caratteristiche degli autoveicoli richiesti per l'effettuazione dei servizi.
La Commissione è composta dai seguenti membri effettivi con diritto di voto: l'Assessore provinciale ai trasporti, che la presiede un rappresentante della Camera di Commercio un rappresentante per ognuna delle locali organizzazioni di categoria del settore, ufficialmente costituite e rappresentate a livello nazionale un rappresentante dell'Associazione Nazionale Autoservizi in Concessione (ANAC) un rappresentante della Federazione Nazionale Imprese di Trasporto (FENIT) un rappresentante delle Ferrovie dello Stato".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 25 è approvato.
Titolo V L'organizzazione e la disciplina dei servizi di trasporto pubblico Art. 26 (Classificazione dei servizi) "I servizi di trasporto collettivo, ai fini della loro disciplina, sono così definiti: a) Servizi pubblici locali: 1) ordinari, quando vengono offerti alla generalità dell'utenza 2) specifici, quando vengono prevalentemente destinati a determinate categorie di utenza (lavoratori e/o studenti) 3) turistici, quando abbiano lo scopo di valorizzare le caratteristiche artistiche, panoramiche, storiche, o altre particolari caratteristiche dei luoghi da esso collegati e siano svolti in periodi stagionali limitati 4) occasionali, quando abbiano la finalità di soddisfare esigenze di traffico derivanti da eventi particolari, di durata comunque non superiore ad un mese.
b) Servizi atipici: quando vengono destinati ad una determinata categoria d'utenti, con totale costo a carico del committente".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 26 è approvato.
Art. 27 (Gestione dei servizi) "I servizi di trasporto collettive possono essere gestiti nelle seguenti forme: a) in economia, dagli Enti locali o loro associazioni b) mediante azienda speciale costituita dagli Enti locali o loro associazioni c) mediante azienda e/o attività prevista ai sensi del Codice Civile.
Lo svolgimento dei servizi può avvenire secondo i seguenti regimi: a) in proprio dagli Enti locali; b) mediante concessione c) mediante autorizzazione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 27 è approvato.
Art. 28 (Programma d'esercizio d'azienda) "Il programma d'esercizio d'azienda costituisce lo sviluppo de: programma unitario ed integrato d'esercizio, di cui all'art. 20 della presente legge. Fornisce, inoltre, riferimenti tecnici per la stesura de: disciplinare di concessione, di cui a: successivo art. 31.
Per ogni servizio contiene: a) gli itinerari comprese diramazioni prolungamenti, deviazioni b) le fermate, suddivise fra obbligatorie e facoltative c) le distanze interfermate d) la lunghezza complessiva e la percorrenza annua espressa in autobus per km e) l'orario f) le tariffe ordinarie e preferenziali g) i tipi di documenti di viaggio adottati h) le coincidenze e le opportunità d scambio con altre autolinee della stessa azienda o con altri mezzi d: trasporto i) numero e tipo di materiale rotabile adibito stabilmente per l'erogazione della linea l) l'aggregazione funzionale delle linee che l'azienda opera al fine di utilizzare al massimo il materiale rotabile ed il personale viaggiante m) l'ammontare dei ricavi del traffico suddivisi per biglietti ordinari e da abbonamenti.
Inoltre per ogni linea deve essere specificato il bacino di trasporto di appartenenza ed i tratti di linea interessanti il territorio di altri bacini.
Ciascun servizio deve avere mezzi di trasporto di tipo ritenuto ammissibile dalla Giunta regionale, in conformità con la legislazione nazionale vigente, in relazione a parametri di idoneità funzionale con le condizioni operative, delle imprese sul territorio.
Le aziende devono trasmettere all'ente competente al rilascio del disciplinare di concessione il programma d'esercizio dell'intera loro attività sui servizi, anche di quelli concessi da enti competenti fuori dal territorio regionale.
Le aziende devono pubblicare a loro spese e diffondere l'orario generale dei servizi di trasporto, nonché tutte le informazioni utili all'utenza".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 28 è approvato.
Art. 29 (Procedure per l'approvazione del programma d'esercizio) "Le aziende o gli enti predispongono il programma d'esercizio di cui all'art. 28 e lo trasmettono per l'approvazione, entro il 30 settembre all'ente concedente, il quale procede alla verifica: 1) della coerenza con le indicazioni contenute nel programma unitario ed integrato d'esercizio, di cui all'art. 20 2) della disponibilità finanziaria rispetto alle previsioni di spesa approvate nel programma annuale e pluriennale di cui all'art. 23.
Ai fini dell'approvazione del suddetto programma, l'ente concedente indice apposita riunione istruttoria volta ad accertare: a) i motivi di pubblico interesse b) la possibilità di coordinamento, anche in termini di orari con altre linee di trasporto ed in particolare con i servizi ad impianti fissi c) l'opportunità di eliminare divieti di servizio e di carico fra linee di diversi concessionari d) proposte di unificazione tariffaria e dei documenti di viaggio.
La riunione istruttoria è presieduta dal rappresentante delegato dell'ente concedente. Alla stessa partecipano: i rappresentanti degli Enti locali interessati un rappresentante dell'azienda richiedente i rappresentanti delle altre aziende che gestiscono servizi pubblici collettivi nel bacino un rappresentante delle Ferrovie dello Stato.
La riunione non è obbligatoria quando le modifiche d'esercizio non alterano, in alcun modo, la finalità dei servizi operanti e non interferiscono con altri servizi regolarmente legittimati.
Con riferimento ai servizi urbani, il Comune è tenuto a presentare all'ente delegato la richiesta d'ammissione a contributo finanziario allegando il relativo programma d'esercizio.
L'ente delegato dopo aver provveduto alla verifica di cui ai punti 1) e 2) precedenti comunica al Comune l'eventuale ammissione a contributo dei servizi stessi indicando costi standard ed il valore minimo del rapporto ricavi-costi riconosciuti ai fini contributivi.
Il documento di ammissione a contributo dovrà essere allegato al provvedimento comunale di concessione o alla deliberazione consiliare nel caso di gestione in economia o tramite azienda speciale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 29 è approvato.
Art. 30 (Concessione dei servizi) "I servizi di trasporto pubblico così come definiti al secondo comma del precedente art. 3, sono soggetti a concessione.
La durata della concessione è fissata in cinque anni, fatta salva la facoltà dell'ente concedente di interrompere il contratto nei casi previsti al successivo art. 32.
Quando trattasi di linee per le quali occorre valutare le caratteristiche del traffico e le esigenze di mobilità dell'utenza, la concessione, in via eccezionale, può essere accordata per la durata massima di un anno.
Per la concessione di linee di nuova istituzione hanno titolo di preferenza, a parità di condizioni ritenute ammissibili dall'ente concedente, le aziende operanti nell'ambito del bacino, cui la linea compete territorialmente e comunque secondo il seguente ordine di priorità: 1) Enti locali e loro consorzi 2) esercenti di servizi finitimi, anche ferroviari 3) consorzi, associazione e società tra concessionari di autoservizi regionali 4) cooperative di trasporto 5) altri richiedenti in possesso dei requisiti di cui al comma successivo. Gli enti e gli operatori, di cui sopra, devono possedere comprovati requisiti di idoneità morale tecnica e di capacità finanziaria.
Qualora esigenze di pubblica utilità richiedano l'istituzione di uno o più servizi di linea o la riorganizzazione di servizi esistenti, aventi tutto o in parte percorsi o località in comune con servizi di altre aziende od enti, l'ente concedente, a suo esclusivo giudizio e nel rispetto delle procedure di cui all'art. 29 precedente, stabilisce le modalità e le norme per regolare i rapporti tra i concessionari ricorrendo anche a forme di concessioni congiunte fra esercenti, al fine di realizzare economie nei finanziamenti necessari all'esercizio.
I servizi definiti atipici, ai sensi dell'art. 26, sono soggetti all'atto amministrativo di autorizzazione rilasciata per una durata corrispondente alla validità del contratto stipulato con il committente dei servizi, regolarmente registrato e comunque non superiore ad un anno.
L'autorizzazione è comunque soggetta a procedura di istruttoria".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 30 è approvato.
Art. 31 (Disciplinare di concessione) "La concessione è accordata, anche per gruppi di linee, sulla base di un apposito disciplinare redatto secondo uno schema tipo predisposto dalla Giunta regionale. In questo sono stabilite le condizioni di ordine tecnico amministrativo ed economico che regolano lo svolgimento dei servizi, nonch i parametri definiti dalla Regione in sede di adozione dei costi standard di rigorosa ed efficiente gestione.
Il disciplinare di concessione è rilasciato sulla base delle indicazioni contenute nei programmi d'esercizio predisposti dalle aziende o enti secondo quanto stabilito al precedente art. 28.
Ogni modifica apportata al disciplinare di concessione prima della scadenza dei cinque anni dovrà essere sottoposta a verifica e ad approvazione all'interno del programma d'esercizio relativo all'anno di richiesta della modifica e secondo le procedure di cui all'art. 29.
Se la modifica viene approvata, si procede alla stipulazione dei soli atti aggiuntivi, che hanno validità sol-tanto fino alla scadenza del disciplinare originario".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 31 è approvato.
Art. 32 (Provvedimenti amministrativi relativi alla concessione) "Nel caso di servizio in regime di concessione il titolare incorre nella decadenza della concessione: a) quando venga a perdere i requisiti di idoneità morale tecnica e finanziaria prescritti dalla legislazione vigente b) quando non dia inizio al servizio nel termine stabilito, lo abbandoni, lo interrompa, lo effettui con ripetute irregolarità, non ottemperi alle disposizioni impartite dall'ente concedente, si renda inadempiente agli obblighi derivanti dall'atto di concessione o imposti da norme di legge o di regolamento o dai contratti di lavoro vigenti. In tali casi la pronuncia di decadenza da parte dell'ente concedente deve essere preceduta da due successive diffide intimate al concessionario ed è operativa dalla scadenza del termine stabilito nell'ultima diffida.
Nei casi in cui vengono meno le ragioni di interesse pubblico che determinarono il rilascio della concessione, l'ente concedente ha la facoltà di revocare la concessione stessa. Quando ne venga sospeso l'esercizio per cause di forza maggiore e non sia possibile ripristinarlo entro un congruo termine, con sicurezza e regolarità, l'ente concedente pu emettere il provvedimento di risoluzione della concessione.
In caso di revoca, di risoluzione, di mancato rinnovo della concessione o di decadenza per inadempienza degli impegni previsti dal disciplinare, il concessionario non ha diritto ad alcun indennizzo.
Le attrezzature fisse e mobili ed il materiale rotabile potranno essere rilevati a prezzi di mercato dal concedente con diritto di prelazione al netto degli eventuali contributi statali o regionali in conto capitale per investimenti non ammortizzati.
Qualsiasi variazione o sostituzione dell'azienda concessionaria deve essere preventivamente approvata dall'ente concedente.
La cessione della concessione senza avere ottenuto la preventiva approvazione è nulla".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 32 è approvato.
Art. 33 (Documenti di viaggio, agevolazioni e libera circolazione) "I documenti di viaggio validi sui servizi pubblici, di cui alla presente legge, sono i seguenti: biglietto di corsa semplice; - abbonamenti settimanali abbonamenti mensili biglietti a corse multiple tessera per viaggi agevolati o gratuiti per gli aventi diritto.
Allo scopo di predisporre strumenti di controllo e di informazione sulla gestione dei servizi e dei contributi relativi la Giunta regionale è autorizzata, ad integrazione e/o in sostituzione dei documenti di viaggio di cui al primo comma, ad approvare documenti di viaggio diversi.
La Giunta regionale stabilisce criteri, validità e modalità di rilascio dei predetti documenti.
Le aziende o gli enti devono in ogni caso uniformare la tipologia dei documenti di viaggio e i relativi sistemi di obliterazione ai modelli approvati dalla Giunta regionale. L'ente concedente promuove, quando ne accerti l'opportunità, appositi accordi tra gli esercenti i servizi, per l'emissione di titoli di viaggio cumulativi.
Il Consiglio regionale stabilisce le modalità, i criteri e le condizioni per la determinazione delle agevolazioni di viaggio.
Alle aziende ed agli enti esercenti linee è fatto divieto di rilasciare biglietti gratuiti sulle linee da essere gestite a categorie di utenti diverse da quelle stabilite dalla Regione.
Gli Enti locali possono deliberare concessioni di viaggio gratuite o ridotte a categorie ulteriori rispetto a quelle fissate dalla Regione purché rimborsino la differenza di prezzo alle aziende che gestiscono il servizio.
Le disposizioni dei precedenti commi si applicano sia ai servizi urbani che extraurbani".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 33 è approvato.
Titolo VI La vigilanza e le sanzioni Art. 34 (Norme generali) "L'ente concedente è autorizzato a: emanare le disposizioni necessarie per garantire la regolarità dell'esercizio dei servizi pubblici di linea eseguire la visita dei percorsi per accertarne l'idoneità per il transito degli autoveicoli adibiti al servizio pubblico ai soli effetti della regolarità d'esercizio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 34 è approvato.
Art. 35 (Responsabile dell'esercizio) "Ogni azienda o ente cui è affidata la gestione di servizi di trasporto pubblico propone il 'responsabile dell'esercizio' che deve ottenere il riconoscimento dell'ente concedente.
Il responsabile dell'esercizio incorre nella sanzione pecuniaria nel caso in cui siano violate le condizioni stabilite dai programmi unitari ed integrati d'esercizio e dai disciplinari di concessione, ovvero non si ottemperi alle prescrizioni di cui al terzo comma dell'articolo successivo.
Per gli obblighi dei responsabili d'esercizio si richiama il Titolo VIII del D.P.R. 11/7/1980, n. 753. La misura della sanzione è stabilita dall'ente concedente, rapportata alla gravità della violazione e non potrà essere inferiore a L. 200.000 e superiore a L. l.000.000. Nel caso in cui la violazione riguardi la denuncia delle percorrenze stabilite nei disciplinari, la sanzione pecuniaria viene fissata da un minimo di L.
500.000 ad un massimo di L. 5.000.000.
I fatti che comportano le violazioni di cui al primo comma sono contestati agli interessati a mezzo lettera raccomandata con avviso di ricevimento contenente la fissazione di un termine, non inferiore a 30 giorni, per la presentazione delle controdeduzioni; gli interessati possono far pervenire all'autorità competente scritti difensivi, documenti e possono chiedere di essere sentiti dalla medesima autorità.
L'autorità competente, sentiti gli interessati, ove questi ne abbiano fatto richiesta, ed esaminati i documenti inviati e gli argomenti esposti negli scritti difensivi, se ritiene fondato l'accertamento, determina, con proprio provvedimento motivato, la somma dovuta per la violazione insieme con le spese e ne ingiunge il pagamento all'autore della violazione altrimenti emette provvedimento motivato di archiviazione degli atti.
Nella disciplina delle sanzioni amministrative si richiamano in quanto applicabili gli articoli delle Sezioni I e II - Capo I della legge 24/11/1981, n. 689 - Modifiche al sistema penale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 35 è approvato.
Art. 36 (Vigilanza sui servizi di trasporto pubblico) "Ai funzionari degli enti concedenti, allo scopo incaricati, spetta la vigilanza sull'esercizio dei rispettivi servizi fatte salve le attribuzioni del Ministero dei Trasporti in materia di sicurezza degli impianti, dei veicoli e dei natanti, ai sensi delle vigenti disposizioni.
Essi hanno facoltà di chiedere in visione e di esaminare direttamente i libri, la contabilità e i documenti dell'azienda relativi alla gestione dei servizi di trasporto pubblico ed hanno inoltre libero percorso sui veicoli e libero accesso nelle rimesse e nelle officine, previa esibizione di apposita tessera di riconoscimento, rilasciata dall'ente concedente.
Il concessionario ha l'obbligo di ottemperare alle prescrizioni dell'ente concedente, di fornire a questo tutti i dati tecnico-economici e gli elementi statistici concernenti il servizio e di fare quant'altro occorra per agevolare i funzionari nell'esercizio del proprio mandato".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 36 è approvato.
Art. 37 (Vigilanza sui servizi di noleggio e servizi da piazza) "I Comuni vigilano sul rispetto dei regolamenti al fine di garantire il corretto svolgimento del servizio nell'interesse pubblico.
Quando debba provvedersi alla revoca della licenza comunale per accertati servizi abusivi di linea il provvedimento relativo è adottato dal Sindaco del Comune che ha rilasciato la licenza nel rispetto delle procedure contenute nel regolamento.
Nel caso in cui il Comune non emetta il provvedimento, l'ente delegato procede alla revisione del numero e tipo degli autoveicoli ammissibili sul servizio di noleggio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 37 è approvato.
Art. 38 (Norme per i viaggiatori ed accertamenti di irregolarità) "I viaggiatori dei servizi pubblici di trasporto sono tenuti a munirsi di valido titolo di viaggio quando prescritto dall'atto che stabilisce le condizioni di esercizio, a conservarlo per la durata dell'intero percorso e ad esibirlo al personale dell'azienda o ente.
Chiunque, senza averne dato preavviso al personale a bordo, risulti sprovvisto del prescritto titolo di viaggio è tenuto, oltre al pagamento del normale biglietto a tariffa ordinaria, anche al pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria. L'entità della sanzione non potrà essere inferiore a venti volte e superiore a centoventi volte il prezzo del biglietto a tariffa ordinaria per il percorso minimo tassabile della tabella tariffaria regionale autorizzata.
Nel caso di servizio di riscossione o di controllo meccanizzato, la sanzione è aumentata del 50%.
La sanzione è ridotta di un terzo del massimo fissato se l'utente estingue l'illecito entro 60 giorni dalla contestazione, o se questa non è avvenuta, dalla notificazione.
L'ente concedente provvede ad emanare le opportune disposizioni per l'applicazione delle sanzioni agli utenti dei servizi di propria competenza, nei limiti delle norme stabilite nel presente articolo.
L'importo della sanzione amministrativa, quale prodotto fuori traffico viene incamerato dall'azienda esercente, la quale conserva per almeno tre anni la documentazione probativa.
All'accertamento delle irregolarità di cui sopra ed alla riscossione degli importi delle relative sanzioni provvede il personale ispettivo, di controllo e di verifica dell'azienda o dell'ente esercente, munito di idoneo documento di riconoscimento rilasciato dall'esercente, nell'ambito delle linee di trasporto gestite".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 38 è approvato.
Titolo VII Norme d'attuazione e transitorie Art. 39 (Delimitazione dei bacini di trasporto) "Sino all'approvazione del piano regionale di cui all'art. 13 ed in via di prima applicazione della presente legge, il territorio della Regione è suddiviso nei diciassette bacini di trasporto, come definiti nell'apposito elenco, allegato alla presente legge di cui è parte integrante".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 39 è approvato.
Art. 40 (Organizzazione dell'attività delegata per il bacino di trasporto di Torino) "Sino - alla definizione del nuovo ordinamento dei poteri locali e tenuto conto del particolare assetto dei trasporti pubblici per il bacino di Torino, come definito all'art. 39 prece- dente, le funzioni amministrative di cui all'art. 11 della presente legge sono esercitate dalla Provincia attraverso una convenzione con il Comune di Torino".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 40 è approvato.
Art. 41 (Costituzione e funzionamento dell'assemblea dei Sindaci) "Ai fini della costituzione dell'assemblea dei Sindaci, entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge, le Province convocano, per ciascun bacino, i Sindaci dei Comuni interessati.
Nella prima seduta l'assemblea nomina il Presidente il quale ha il compito di convocare le successive riunioni, di dirigere i lavori dell'assemblea ed ha la responsabilità dell'esecuzione degli atti adottati dall'assemblea.
Entro tre mesi dalla sua costituzione l'assemblea adotta il regolamento di funzionamento, redatto sulla base di uno schema tipo predisposto dalla Giunta regionale.
L'assemblea dei Sindaci si avvale, per l'espletamento delle funzioni attribuite dalla presente legge, degli uffici della Provincia".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 41 è approvato.
Art. 42 (Scioglimento delle autorità territoriali di gestione ed istituzione delle assemblee dei Sindaci) "Con la presente legge le autorità di gestione, di cui all'art. 14 della legge regionale 22/8/1977, n. 44, vengono sciolte a seguito di provvedimento della Giunta regionale.
Sino al passaggio della delega alle Province i Presidenti delle autorità di gestione già costituite, sono autorizzati a provvedere, anche mediante i propri uffici: all'esercizio delle funzioni regionali già delegate, a norma dell'art. 15 della legge regionale 22/8/1977, n. 44 e definite dalle competenze di cui all'art. 52 successivo alla collaborazione, con la Giunta provinciale e con quella regionale, per la definizione ed impianto del nuovo assetto organizzativo alla definizione, in accordo con la Giunta regionale e con la rispettiva Provincia, delle modalità e condizioni per il trasferimento della documentazione, per l'uso delle strutture proprie o della Provincia all'atto del passaggio dell'attività della suddetta legge agli uffici provinciali".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 42 è approvato.
Art. 43 (Organizzazione dell'attività delegata secondo bacini di trasporto) "Ai fini dell'esercizio dell'attività connessa con i compiti, di cui all'art. 18, affidati alla Provincia, il Consiglio provinciale, entro nove mesi dall'entrata in vigore della presente legge, provvede all'organizzazione dei propri uffici tenuto conto del progetto integrato regionale di organizzazione, formazione, di cui al successivo articolo.
Sino all'organizzazione dei suddetti uffici, l'attività di cui sopra viene curata dagli uffici delle autorità di gestione, dotate di strutture operative e di personale; in loro mancanza viene svolta dagli uffici regionali.
All'atto dell'organizzazione degli uffici provinciali, la Giunta regionale predispone i provvedimenti per il passaggio del personale e delle strutture operative, dalle autorità di gestione alle rispettive Province e per la rendicontazione e saldo delle spese strumentali sinora sostenute dalle autorità di cui sopra".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto l Consigliere.
L'art. 43 è approvato.
Art. 44 (Passaggio delle funzioni regionali alle Province e loro dotazione organizzativa e strumentale)' "Con decreto del Presidente della Giunta regionale, in esecuzione di apposita deliberazione, si opera il passaggio delle funzioni, di cui all'art. 11, alle Province a partire dall'avvenuta organizzazione degli uffici, di cui all'articolo precedente.
A tale scopo la Giunta regionale trasmette la relativa documentazione istruttoria, con l'elenco delle linee dei servizi di trasporto opportunamente ripartite secondo bacini di trasporto, nonché la relativa quota di riparto regionale del fondo per gli investimenti e per i disavanzi d'esercizio delle aziende.
Ai fini dell'impianto degli uffici provinciali la Giunta regionale, in accordo con le Province predispone e realizza a proprio carico, entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge, un progetto di organizzazione e formazione ed entro un anno un progetto di informatizzazione.
I suddetti progetti sono così articolati: 1) Organizzazione: a) definizione, dimensionamento e modello organizzativo delle strutture operative b) settori e professionalità necessari all'attività svolta c) definizione del personale in livelli funzionali d) costi di gestione della struttura.
2) Formazione: a) piano di formazione b) modalità di partecipazione ai corsi c) contenuti disciplinari d) modalità di svolgimento dei corsi (sedi, tempi, docenza, ecc.).
3) Informatizzazione: a) struttura del sistema b) banca dei dati, secondo livelli di governo, funzioni ed attività c) procedure di trasmissione delle informazioni e programmi di calcolo per l'uso e l'elaborazione delle informazioni.
La Giunta regionale realizza i progetti di cui sopra, anche mediante la definizione di apposite convenzioni e collaborazioni attuative.
Concorre, inoltre, per le spese strumentali di gestione degli uffici provinciali, ai maggiori oneri conseguenti all'esercizio delle funzioni delegate, sulla base di fattori di costo, definiti nell'apposito progetto di organizzazione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 44 è approvato.
Art. 45 (Riorganizzazione dell'attività regionale) "Ai fini dello svolgimento degli adempimenti e delle procedure relative all'attuazione della presente legge, l'attività operativa regionale si articola nelle seguenti aree di lavoro: 1) organizzazione del nuovo quadro istituzionale 2) attuazione dei progetti strumentali 3) pianificazione e controllo tecnico dell'attività regionale e di quella delegata alle Province 4) programmazione finanziaria ed erogazione della spesa.
la Giunta regionale, entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge, provvede agli opportuni interventi organizzativi per l'Assessorato competente ed alla qualificazione del relativo personale addetto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto l Consigliere.
L'art. 45 è approvato.
Art. 46 (Piano regionale dei trasporti) "Sino all'entrata in vigore del prossimo piano regionale si fa riferimento al piano di cui alla deliberazione del Consiglio regionale del 19/12/1979, n. 532-8700 e sue successive modificazioni" Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 46 è approvato.
Art. 47 (Programma regionale di attività e di spesa) "La Giunta regionale, secondo le procedure di cui all'art. 16 definisce il proprio programma di attività e di spesa entro il 31 marzo di ciascun anno, sulla base dei programmi provinciali; eroga i contributi per gli investimenti alle aziende ed assegna alle Province i relativi contributi per il ripiano dei disavanzi d'esercizio delle aziende.
Le modalità di erogazione sono definite dall'apposita legge regionale finanziaria.
Sino all'avvenuta presentazione dei primi programmi provinciali di attività e di spesa, la Giunta regionale provvede direttamente all'erogazione dei contributi alle aziende In caso di mancata presentazione da parte delle Province, dei rispettivi programmi di attività e di spesa, entro il 31 gennaio la Giunta regionale provvede direttamente all'erogazione dei contributi per il ripiano dei disavanzi d'esercizio alle aziende".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 47 è approvato.
Art. 48 (Schema di piano provinciale dei trasporti) "La Provincia, entro sei mesi dall'organizzazione dei propri uffici presenta una proposta di schema di piano provinciale dei trasporti articolata secondo quanto previsto dall'art. 19 della presente legge e sulla base di uno schema metodologico predisposto dalla Giunta regionale.
Detta proposta viene elaborata mediante gli uffici di cui sopra opportunamente coordinati ed i suoi riferimenti sono: a) gli indirizzi e le proposte dell'attuale piano regionale dei trasporti b) i piani socio-economici e territoriali di Comprensorio o loro schemi; c) i piani comprensoriali dei trasporti d) i piani di trasporto egli strumenti urbanistici dei Comuni.
La suddetta proposta viene assunta dalla Provincia, secondo le procedure previste dall'art. 21 della presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 48 è approvato.
Art. 49 (Programma unitario ed integrato d'esercizio "La Giunta provinciale, entro un anno dalla data di assunzione delle funzioni delegate dalla Regione, predispone, in coerenza con il proprio schema di piano, un programma unitario ed integrato d'esercizio per ciascun bacino di trasporto ricadente sul proprio territorio, sulla base di uno schema metodologico definito dalla Giunta regionale.
I programmi, di cui al comma precedente, sono redatti in sede di bacino sulla base degli studi peri piani comprensoriali, dei programmi d'esercizio d'azienda e dei disciplinari di concessione.
Vengono assunti dalla Giunta provinciale secondo le procedure previste dall'art. 22 della presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 49 è approvato.
Art. 50 (Programma provinciale di attività e spesa) "La Giunta regionale, all'atto del passaggio delle proprie funzioni alle Province, secondo le modalità di cui all'art. 44, comunica alle stesse la quota di riparti per i disavanzi d'esercizio delle aziende e le indicazioni di riparto del fondo per gli investimenti come stabilito al secondo e terzo comma dell'art. 16, nonché i livelli di costo-standard, di previsione e a consuntivo, definiti per i servizi di trasporto, in sede regionale.
Le aziende, entro il 30 maggio di ciascun anno, trasmettono alla Provincia ed alla Regione i propri bilanci consuntivi ed entro il 30 settembre i bilanci di previsione.
La Provincia, sulla base degli elementi di cui sopra, e mediante una verifica con il proprio schema di piano e con i programmi unitari ed integrati d'esercizio, formula il programma d'attività e spesa e lo.trasmette entro il 31 gennaio, di ciascun anno, alla Giunta regionale per i relativi adempimenti di spesa".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 50 è approvato.
Art. 51 (Programma d'esercizio d'azienda) "La Giunta regionale, entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge, definisce uno schema metodologico di programma d'esercizio d'azienda e lo invia alle aziende c agli enti che erogano i servizi disciplinati dalla presente legge, congiuntamente all'elenco delle linee suddivise per bacino di trasporto.
Le aziende o gli enti trasmettono, entro tre mesi dalla data di ricevimento, il programma d'esercizio compilato secondo le indicazioni di cui all'art. 28 precedente alla Provincia o al Comune per le rispettive competenze.
I suddetti enti lo approvano secondo le procedure di cui all'art. 291".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 46 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 51 è approvato.
Art. 52 (Concessione dei servizi e disciplinare di concessione) "Le aziende o gli enti concessionari di servizi presentano alla Provincia o al Comune, per i servizi di competenza di quest'ultimo congiuntamente al programma d'esercizio, di cui al precedente articolo regolare domanda per il rilascio delle concessioni, che saranno accordate secondo quanto disposto agli artt. 30 e 31 precedenti.
Le concessioni accordate dagli enti competenti, prima dell'entrata in vigore della presente legge, si intendono rinnovate sino all'approvazione del programma d'esercizio d'azienda di cui all'articolo precedente.
Eventuali modifiche alle condizioni d'esercizio delle concessioni di cui al comma precedente, dovranno essere approvate dalla Giunta regionale nei limiti della percorrenza e delle disponibilità finanziarie dalla stessa stabilite".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 46 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 52 è approvato.
Art. 53 (Abrogazione delle leggi regionali in materia) "Con la presente legge sono abrogate le seguenti leggi regionali: l.r. 22 agosto 1977, n. 44; - l.r. 6 aprile 1978, n. 16; - l.r. 29 maggio 1978, n. 27; - l.r. 16 agosto 1979, n. 44; - l.r. 16 agosto 1979, n.
45".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 46 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 53 è approvato.
Art. 54 (Disposizioni finanziarie) "Per la predisposizione delle iniziative ed adempimenti, di cui agli artt. 13, 19, 20 e 44 della presente legge, è autorizzata, per l'anno finanziario 1986, la spesa complessiva di L. 500.000.000.
Agli oneri derivanti dall'applicazione della presente legge valutati per l'anno finanziario 1986 in complessive L. 500.000.000 si fa fronte mediante una disponibilità di pari ammontare derivante dalla riduzione del capitolo n. 12500 del 1986.
Per gli anni 1987 e successivi si provvederà in sede di predisposizione dei relativi bilanci.
Nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1986 sono conseguentemente istituiti i seguenti capitoli con le dotazioni in termini di competenza e di cassa, qui di seguito indicati: cap. 'Oneri per studi, indagini e ricerche per la formazione del piano regionale dei trasporti e degli schemi metodologici per i piani provinciali, per i programmi unitari ed integrati d'esercizio, per i programmi d'azienda', con la dotazione di L.120.000.000 in termini di competenza e di cassa cap. 'Spese per la realizzazione del progetto di organizzazione', con la dotazione di L. 100.000.000 in termini di competenza e di cassa cap. 'Spese per la realizzazione di corsi di formazione per il personale destinato allo svolgimento delle funzioni delegate alle Province in materia di trasporti', con la dotazione di L. 60.000.000 in termini di competenza e di cassa cap. 'Spese per la predisposizione di programmi e procedure, compresa la spesa per l'acquisto delle relative attrezzature, per la raccolta ed elaborazione dei dati per il trasporto pubblico', con la dotazione di L.
220.000.000 in termini di competenza e di cassa cap. 'Spese per l'attuazione della delega alle Province', con la dotazione p.m. in termini di competenza e di cassa Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 46 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 54 è approvato.
Pongo ora in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 46 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati - Formazione professionale

Esame proposta di deliberazione n. 49: "Criteri quadro regionali concernenti il riconoscimento per lo svolgimento dei corsi di agente e rappresentante di commercio ai sensi ed agli effetti della legge 3/5/1985 n. 204 e decreto attuativo del 21/8/1985"


PRESIDENTE

Secondo l'intesa raggiunta in sede di conferenza dei Capigruppo propongo di iscrivere all'o.d.g. l'esame della proposta di deliberazione n.
49: "Cri-teri quadro regionali concernenti il riconoscimento per lo svolgimento dei corsi di agente e rappresentante di commercio ai sensi ed agli effetti della legge 3/5/1985, n. 204 e decreto attuativo del 21/8/1985".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata con 47 voti favorevoli ed 1 astensione.
Questa deliberazione è stata licenziata all'unanimità dalla Commissione competente e riveste carattere d'urgenza.
Pongo pertanto in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 47 voti favorevoli ed 1 astensione.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame progetto di legge n. 23: "Acquisizione di nuove azioni della S.A.G.A.T. S.p.A."


PRESIDENTE

Propongo inoltre di iscrivere all'o.d.g. l'esame del progetto di legge n. 23: "Acquisizione di nuove azioni della S.A.G.A.T. S.p.A.".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata con 47 voti favorevoli ed 1 astensione.
Questo progetto di legge è stato licenziato all'unanimità dalla Commissione competente.
Il relatore è il Consigliere Fassio Ottaviano che dà per letta la relazione.
Non essendovi interventi, passiamo alla votazione del relativo articolato.
Art. 1 "La Giunta regionale è autorizzata ad acquisire n. 75.000 nuove azioni della S.A.G.A.T. S.p.A., del valore nominale di L. 10.000 ciascuna, emesse dalla Società in relazione all'aumento di quel capitale sociale.
L'acquisto è autorizzato, quanto a n. 30.000 azioni, a titolo gratuito e, quanto a n. 45.000 azioni, a pagamento".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 45 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Alla prevista spesa - pari a L. 450.000.000 - si fa fronte: per L. 135.000.000, con una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo di cui al capitolo n. 12800 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1985 e mediante l'istituzione nel bilancio stesso di un nuova capitolo, con la denominazione: 'Oneri relativi all'acquisto di nuove azioni della S.A.G.A.T. S.p.M, con la dotazione, in termini di competenza e di cassa, di L. 135.000.000 per L. 315.000.000, con lo stanziamento, di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, che sarà iscritto - sullo stesso capitolo di nuova istituzione - nello stato di previsione della spesa per l'esercizio 1986.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, la necessaria variazione al bilancio di previsione per l'esercizio 1985".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 45 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "La presente legge regionale è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi dell'art. 45 dello Statuto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 45 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Pongo ora in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 44 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame progetto di legge n. 19: "L.R. 29/4/1985, n. 53, recante: 'Sottoscrizione di nuove azioni della S.T.E.F. S.p.A. - errata corrige'"


PRESIDENTE

Propongo ancora di iscrivere all'o.d.g. l'esame del progetto di legge n. 19: "L.R. 29/4/1985, n. 53, recante: 'Sottoscrizione di nuove azioni della S.T.E.F. S.p.A. - errata corrige'".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata con 47 voti favorevoli ed 1 astensione.
Non essendovi interventi, passiamo alla votazione dell'articolo unico.
Articolo unico "All'art. 1 della L.R. 29/4/1985, n. 53, pubblicata sul Bollettino Ufficiale n. 19, del 3/5/1985, in luogo di: 'La Giunta regionale è autorizzata a sottoscrivere n. 2.100 nuove azioni...' leggasi: 'La Giunta regionale è autorizzata a sottoscrivere n. 21.000 nuove azioni...'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 44 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'articolo unico è approvato.


Argomento: Varie

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale sulla presentazione di un ordine del giorno relativo alla visita di Monsignor Capucci nella sede del Consiglio regionale


PRESIDENTE

E' stato richiesto di iscrivere all'o.d.g. un ordine del giorno relativo alla visita di Monsignor Capucci nella sede del Consiglio regionale, firmato dai Consiglieri Pezzana, Marchini, Santoni, Ferrara e Staglianò (quest'ultimo solo per l'esecuzione dell'art. 49 del Regolamento).
Su questo punto sono disponibile a fare una dichiarazione: Signori Consiglieri, domani alle ore 12 viene qui, nella sede del Consiglio regionale, da me ricevuto, Monsignor Capucci.
Monsignor Capucci l'ho ricevuto già in altre occasioni ed in questa città è stato ricevuto negli anni che stanno alle nostre spalle da tutte le istituzioni qui presenti; più volte si incontrò con il Sindaco di Torino e con le autorità torinesi.
Venendo a Torino in questa occasione ha, chiesto di ritornare da me. Io ho accolto l'invito.
Farò presente a Monsignor Capucci l'esigenza, la necessità, direi lo spirito con il quale ha sempre agito il Consiglio regionale per le iniziative di pace, specialmente nel Mediterraneo, nella lotta contro la violenza e contro il terrorismo.
Questo dirò domani a Monsignor Capucci e giovedì prossimo vi riferir l'esito del colloquio in modo che siate resi edotti delle dichiarazioni che l'altissimo prelato farà a me.



PEZZANA Angelo

Signor Presidente, il mio ordine del giorno prevedeva non soltanto la sua comunicazione, ma il relativo dibattito.
Si era deciso, in riunione dei Capigruppo, che si metteva in votazione se fare o no il dibattito.
Chiedo ai Capigruppo presenti se conto le balle io o le conta lei.



PRESIDENTE

Le impedisco in modo assoluto di fare queste dichiarazioni.



PEZZANA Angelo

Ma come? Ma lei non apre il dibattito quando lo ha promesso...



PRESIDENTE

Io ho detto che si aprono le dichiarazioni non il dibattito.
Io la censuro! La censuro in modo assoluto! O lei ritratta oppure sono obbligato ad espellerla.



PEZZANA Angelo

Io chiedo che i Capigruppo presenti...



PRESIDENTE

Lei ritratti questo suo linguaggio!



PEZZANA Angelo

Le chiami bugie allora. Io chiedo ai Capigruppo presenti...



PRESIDENTE

Lei non ha la parola in questo momento.



PEZZANA Angelo

Io ce l'ho perché ho presentato un ordine del giorno.



PRESIDENTE

Lei non ha la parola in questo momento. Io le dico che si è deciso che si facevano delle dichiarazioni, non il dibattito. Non c'è un dibattito.



PEZZANA Angelo

Ma lei ha fatto la sua dichiarazione e stava per sciogliere la seduta da quanto ho capito io.



PRESIDENTE

E ho detto che si aprono le dichiarazioni, non un dibattito che è un'altra cosa!



PEZZANA Angelo

Benissimo, si aprono le dichiarazioni.



PRESIDENTE

Lei viene censurato! Queste cose le va a dire fuori, non qui!



PEZZANA Angelo

Beh, questo Consiglio ha visto anche di peggio! Pensiamo al processo che sta ricominciando oggi.



PRESIDENTE

Questo Consiglio non ha mai visto nulla di peggio. Lei non ha la parola. Non può arrogarsi nessun diritto qui, se non quelli che le spettano per Regolamento.



PEZZANA Angelo

Scusate, io credo di formulare delle domande in modo educato, pretendo che mi si risponda in modo altrettanto educato, caro Presidente.



PRESIDENTE

No, devo dirle che lei non ha avuto nessun modo educato.
Io ho reso le dichiarazioni come comunicazione del Presidente, come mi è consentito dal Regolamento e ho detto che su queste si aprono le dichiarazioni, non il dibattito.
Le dichiarazioni sono un'altra cosa.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, io credo che a questo punto ci si debba limitare ad una dichiarazione, appunto come lei richiede, il più telegrafica e la più breve possibile.
Lei, dunque, ha già ricevuto in altre occasioni Monsignor Capucci ed intende riceverlo anche domani. Ne prendiamo atto. La recidività della sua colpa è evidente e manifesta. D'altra parte non ci si poteva diversamente aspettare da un Presidente del Consiglio che fa parte di un partito il cui Segretario politico e Presidente del Consiglio dei Ministri paragona Arafat a Mazzini.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Mi sembrava dall'atteggiamento che lei Presidente aveva che la riunione stesse per finire. Su questo posso essermi sbagliato e se verbalmente ho usato un'espressione poco riguardosa di questo mi scuso.
Ma questo non tocca la sostanza. La sostanza, secondo me, è molto più grave dal punto di vista formale.
Quando, oggi pomeriggio, sono venuto a sapere che domani il Presidente del Consiglio regionale del Piemonte, al quale io partecipo in qualità di Consigliere, avrebbe ricevuto Monsignor Capucci, io mi sono altamente meravigliato, perché di questa notizia nessun Consigliere, nessun Capogruppo, era stato informato. Lei, Presidente, comunque ha spiegato questa sua attitudine dicendo che ogni giorno passano da lei personalità varie e lei le riceve tutte. Allora, io mi chiedo se domani passasse Le Pen o terroristi nazisti o comunque persone sicuramente non appartenenti a quelle che vengono riconosciute come lotte di liberazione, lei riceverebbe il signor Le Pen che in fatto di personalità credo non abbia nulla da invidiare a Monsignor Capucci, anche se magari va giudicata diversamente.
Questa è la prima protesta che sottolineo.
Richiederò nella conferenza dei Capigruppo che il Presidente del Consiglio riceva privatamente chiunque gli pare (guai a fare censure), ma in quanto a Presidente del Consiglio regionale non possa ricevere esponenti politici. Capucci non è il Presidente della "Fiera del Tartufo", ma è un esponente politico che ha un passato di terrorista riconosciuto dai Governi, salvato dal Vaticano esclusivamente perché era vescovo di Gerusalemme. E' stato ripreso in Vaticano con l'impegno formale scritto che sarebbe dovuto andare in Sudamerica. Per chi non lo sapesse Capucci girava abitualmente con la sua Mercedes a sei porte carica di bombe Kalashnikov per tutto Israele, che poi venivano regolarmente messe nei supermercati e sui pullman carichi di bambini che andavano a scuola. Secondo me, questo non è un Monsignore che fa onore...



REBURDO Giuseppe

Non c'è nessuna prova di questo!



PEZZANA Angelo

Sì, è stato giudicato. E io queste cose le dirò pubblicamente affinch Capucci...



REBURDO Giuseppe

Non c'è nessuna prova di questo!



PEZZANA Angelo

Scusami, se puoi non interrompermi sarebbe un gesto educato. Visto che dire balle è maleducato, inviterei il Presidente ad osservare altre maleducazioni.
Io queste cose le dico pubblicamente. Sfido Capucci a denunciarmi ed andremo in Tribunale con tutti i documenti vaticani, israeliani ed italiani. Questo, però, sono sicuro che non avverrà perché Capucci ha interesse ad usare la sua carica per fini terroristici.
Visto che Monsignor Capucci è un terrorista riconosciuto a livello internazionale, io mi auguro che da dopodomani il Presidente del Consiglio regionale del Piemonte nel momento in cui accetta la visita di una cosiddetta personalità non si senta giustificato solo dal fatto che la ricevono il Sindaco o altre persone. Secondo me, questo non è un criterio.
Chi nega i fatti che hanno riportato tutti i giornali è in malafede.
Come Consigliere regionale mi sento profondamente offeso, ma non soltanto io, che il Consiglio regionale domani riceva un terrorista con tutti gli onori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, i Consiglieri liberali seduti su questi banchi ritengono di aver fatto cosa utile ed opportuna l'avere concorso con la loro firma a far sì che il Presidente del Consiglio avesse occasione per fare una comunicazione in ordine all'incontro che avrà domani e quindi di dare luogo ad una manifestazione di giudizio da parte delle forze politiche non tanto sull'incontro, ma sulla vicenda che ha un significato politico.
A questo tendeva la nostra iniziativa e quindi consideriamo sia stata coronata da un risultato positivo.
Il nostro giudizio non attiene all'episodio in sé, ma a come l'episodio si inserisce in una storia. E' una vicenda curiosa che un personaggio, che secondo il Codice Penale dovrebbe essere perseguito da mandati di cattura abbia accesso, armato, nei più alti palazzi romani e non succeda niente. E' uno strano Paese questo. E cose, un grossissimo personaggio di stampo orientale è entrato armato nel più significativo palazzo del nostro Paese è andato anche all'O.N.U., armato. Mi riferisco ad Arafat. Allora, questo strano Paese in cui succedono queste cose non può evidentemente criminalizzare il Presidente del Consiglio regionale del Piemonte che riceve un personaggio che quanto meno è discutibile nella misura in cui abbiamo il dovere di credere che le affermazioni di Pezzana siano fondate fino al punto di doverci fare riflettere sull'opportunità politica dell'iniziativa.
Quindi consideriamo quanto avviene domani un ulteriore anello di una catena curiosa di comportamenti curiosi che sono sostanzialmente la nota specificatamente italiana della politica che in questo momento sta facendo il nostro Paese.
Mi rendo conto che il Presidente del Consiglio si è trovato nella situazione di essere il primo ad interrompere una prassi o dover seguire una prassi.
Con questa procedura un po' anomala di comunicazione del Presidente che mi è sembrato un modo elegante per uscire da questa empasse, ha ottenuto il risultato di caricare il Presidente del Consiglio di una responsabilità precisa, quella di far presente che rispetto a questi problemi la comunità nazionale e quindi non solo quella piemontese, ha acquisito un altro senso di responsabilità con i comportamenti che abbiamo avviato a livello nazionale.
Ho l'impressione che oggi dal Presidente Cossiga difficilmente Arafat si ripresenterebbe vestito e paludato in un certo modo. I tempi stanno cambiando. Mi spiace dover dire che questo Monsignore non ha colto che i tempi sono cambiati. E non sono tempi per un suo rilancio, sono tempi in cui una sua esperienza umana, che non sta a me giudicare, magari anche religiosa, si compie esattamente nella filosofia dell'accordo al quale si faceva riferimento. Vada in esilio.
E' di gusto discutibile non il comportamento del nostro Presidente, ma il peregrinare di questo personaggio che rilancia un'esperienza che ha avuto il suo giudizio da parte della politica. La storia lo giudicherà.
Nessun giudice glielo darà un giudizio perché, a Dio piacendo, certi personaggi sfuggono alle leggi degli uomini comuni.
I firmatari liberali, il collega Santoni ed il sottoscritto considerano superata la richiesta di iscrizione di un nuovo punto all'o.d.g.
Se da parte di qualche Gruppo consiliare questo problema verrà riproposto non solo più come opportunità di un incontro tra il nostro Presidente e Monsignor Capucci, evidentemente noi saremmo lieti di approfondire le nostre argomentazioni in materia.
Ribadiamo peraltro la nostra perplessità non tanto sul fatto che il Presidente riceva questo personaggio, perché per non farlo il Presidente avrebbe dovuto compiere un atto politico di grande rilievo per il quale non sappiamo se è titolato, ma sul fatto che ci sembra fortemente indelicato il peregrinare di questo personaggio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, anch'io a nome del Partito Repubblicano ho firmato la richiesta di inserimento all'o.d.g. di comunicazioni relativamente alla visita di Monsignor Capucci perch riteniamo che questa circostanza abbia significato politico.
Il collega Pezzana ha ricordato il passato di questo Monsignore.
All'inizio degli anni '70 è stato arrestato proprio perché circolava con delle armi e pare fosse mediatore di operazioni terroristiche, certamente era coinvolto in attività del genere. E' stato scarcerato esclusivamente per interessamento del Vaticano; oggi, diplomaticamente, non ha particolari titoli, però continua a girare e continua ad essere ricevuto.
Noi riteniamo sia inopportuno che si riconosca valore e significato ad una persona che ha questi trascorsi, una persona soprattutto che ha dei collegamenti con forze politiche che in questi giorni pare possano avere grosse responsabilità rispetto a vicende che hanno coinvolto anche il nostro Paese.
Riconosciamo assolutamente che il Presidente può ricevere chi vuole sapendo però che quando riceve persone che hanno certe connotazioni, questi incontri possono avere e possono assumere dei significati politici, possono dare credibilità a certe persone.
In questo momento in Italia esiste una polemica politica piuttosto rilevante su argomenti che in qualche modo sono vicini a questo signore quindi l'incontro del Presidente del Consiglio regionale potrebbe avere un significato politico che non può assolutamente trovarci consenzienti.
Per questo motivo, signor Presidente, ho espresso, a nome del Partito Repubblicano, le perplessità che le confermo. Sarà interessante conoscere l'andamento del discorso, quindi prendiamo atto della sua disponibilità ad informarci la prossima volta sull'incontro stesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, desidero esprimere, anche a nome del Gruppo socialista, la nostra approvazione sulle comunicazioni e sulle proposte che lei ha fatto in aula, che hanno in un certo senso facilitato la discussione che nella riunione dei Presidenti di Gruppo aveva assunto alcune connotazioni sull'inserimento all'o.d.g. dell'argomento.
Il Presidente si era riservato di valutare, al momento di aprire il dibattito, le proposte da fare all'assemblea. Mi sembra che la proposta del Presidente abbia facilitato questo discorso ed abbia, nello stesso tempo superato quella posizione contrapposta che si è verificata nella riunione dei Capigruppo.
Credo debba essere messa in evidenza la bontà, la generosità e la disponibilità del Presidente del Consiglio regionale il quale, secondo la lettera dello Statuto e lo spirito politico e culturale della Regione e del Paese, può incontrare le personalità e le persone che chiedono di essere incontrate.
Io ho già detto, nella riunione dei Capigruppo, che vedevo una forzatura nella richiesta degli amici e dei colleghi, richiesta che taglia trasversalmente la maggioranza e l'opposizione, o le minoranze, ma che in realtà non aveva nessun significato politico.
Si poteva sicuramente anche votare l'ordine del giorno, ma non sarebbe stata una votazione pro o contro la Giunta.
Ognuno, di noi avrebbe potuto presentare, dopo l'incontro un'interrogazione per chiedere al Presidente del Consiglio perché mai in data 8 novembre, alle ore 12, egli abbia incontrato Monsignor Ilario Capucci.
Io lo conosco perché ho avuto l'occasione e la fortuna di poterlo incontrare nella sede della Provincia di Alessandria.
Ci possono anche essere questi personaggi, ma se non ci fossero delle ragioni profonde che sorreggono gli uomini queste cose finirebbero per svuotarsi da sole.
Parlo di lui in posizione di uomo laico, benché abbia tanti amici religiosi e mi fa piacere di avere tra questi anche Monsignor Capucci.
Non mi sembra che sia un'autorità politica.
Non è un'autorità militare.
E' un'autorità morale. Per questo, cari amici, dico stiamo più attenti parlare di terrorismo, perché sono cose mai provate: ed in ogni caso...



PEZZANA Angelo

Ma almeno i quotidiani li leggi?



ROSSA Angelo

Sì, leggo anche i quotidiani. Leggili per conto tuo! Perché per conto mio li leggo! E conosco molto bene anche la storia.
Io non so con quali occhiali tu li leggi, però se li leggiamo con gli stessi occhiali non ci sbaglieremo.
Vorrei che tu dimostrassi il contrario. Il Presidente è libero, nella sua autonomia, di ricevere Monsignor Capucci e lo invitiamo a trasmettergli il significato e la volontà di pace e l'augurio che noi vogliamo che presto nel Medio Oriente si realizzi la pace.



(Voci dall'aula)



ROSSA Angelo

Quindi non Le Pen, ma uomini che fanno una grossa battaglia. Non mi pare, caro collega Carazzoni, che si possa ironizzare o fare delle forzature sul parallelo che ieri il Presidente del Consiglio ha fatto.
Non per fare eco a quanto egli ha detto ieri in Parlamento, ma per la verità della storia, che è anche la storia nostra.
E' come dire che in qualche modo si nega il valore della Resistenza come atto di dignità nazionale, atto che ha portato gli italiani a prendere il fucile in mano e sparare.
Io credo che gli italiani abbiano il gusto delle armi, tranne i cacciatori.
L'hanno dovuto fare.
Allora è fuori luogo il paragone, è fuori luogo la forzatura che è stata fatta.
Per queste ragioni, signor Presidente, l'accompagni tutto il nostro affetto nell'incontro di domani con Monsignor Capucci.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Cerutti.



CERUTTI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, noi abbiamo ascoltato la comunicazione del Presidente circa l'incontro che domani avrà con Monsignor Capucci.
Non vogliamo qui scendere in valutazioni sulla persona che il Presidente incontra. Abbiamo dichiarato che siamo contrari a qualsiasi lotta armata, a qualsiasi forma di terrorismo, ma siamo disponibili a qualunque dialogo per raggiungere gli obiettivi della pace.
Ci domandiamo con quali persone vogliamo tessere questo discorso per la pace. Qui viene ribadito che Monsignor Capucci mantiene dei collegamenti con l'O.L.P. e con le altre forze di liberazione della Palestina, ma io ritengo sia un modo con il quale la Presidenza del Consiglio opera per raggiungere i fini ella pace in termini di assoluta trasparenza, senza nessuna forzatura militare e senza nessun atto di terrorismo.
Con questo spirito noi apprezziamo il gesto del Presidente. Diamo a lui questo mandato di pace. Gradiremmo conoscere le sue valutazioni su questo incontro augurandoci che questo nostro modesto contributo possa essere recepito da chi purtroppo, magari per esigenze di carattere locale, ha scelto la via della violenza per ottenere una pace che noi invece riteniamo possa essere conseguita solo con mezzi diplomatici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Siccome ho avuto la fortuna, come questa volta, di essere tra i promotori della presenza di Monsignor Capucci a Torino e non solo a Torino vorrei ricordare a chi era presente in Consiglio e non ha potuto partecipare agli incontri con Monsignor Capucci da parte del Presidente Benzi, di Viglione e dei Capigruppo che l'incontro con Monsignor Capucci è sempre stato un incontro di solidarietà da un lato, ma anche di chiarimento, di discussione, di dibattito sui nodi medio-orientali, sulla dignità del popolo palestinese ad avere una patria e sulla garanzia di Israele a continuare ad esistere nella sicurezza.
Vorrei anche ricordare che Monsignor Capucci pur non rappresentando delle cariche formali rappresenta il prestigio della sua carica di vescovo di Gerusalemme, ha la responsabilità di operare dall'esterno direttamente ed in accordo con il Vaticano ed è un uomo che, pur discusso, sta vivendo la tragedia di un popolo di cui è parte integrante.
Di questo, popolo vive i problemi, le contraddizioni e le situazioni quindi è un personaggio rappresentativo non di carattere politico, ma di carattere religioso, di una religiosità che è anche insita nel popolo palestinese.
Voglio richiamare l'attenzione sul ruolo di un personaggio che va al di là delle cariche politiche, che rappresenta un fatto reale, è un pezzo di quel popolo, quindi ha in sé i carismi di rappresentatività ideale e spirituale del popolo palestinese che è collegato al Credo di Monsignor Capucci.
Sarebbe necessario discutere su questo. L'ordine del giorno che ha presentato il compagno Igor Staglianò, Capogruppo di D.P., forse ci darà l'occasione di fare in Consiglio regionale un dibattito attento attorno a questi problemi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Approvo le dichiarazioni rese dal Presidente del Consiglio, soprattutto dove fa riferimento allo spirito con cui intende incontrare domani Monsignor Capucci.
Ho già dichiarato, nella riunione dei Capigruppo, che personalmente prima di essere Consigliere regionale, ho avuto modo di incontrare Monsignor Capucci.
Condivido quanto ha detto il Consigliere Reburdo sul prestigio di questo personaggio.
Il tentativo di operare per la pace non ha impedito ad altre personalità italiane, anche nel mondo della Chiesa, di incontrare terroristi.
Per esempio, l'Arcivescovo di Milano che ha operato ed opera fattivamente per superare la pesante situazione di quelli che oggi vengono solitamente chiamati "anni di piombo".
In ogni caso, determinate cariche istituzionali regionali o nazionali sono costrette, per ragioni di diplomazia, ad incontrare vari personaggi politici.
Abbiamo visto, ad esempio, il Papa o rappresentanti del nostro Governo incontrare il Primo Ministro Sudafricano ed altri personaggi di questa natura.
Negli anni trascorsi, più volte si sarebbe potuto fare un discorso di questo genere. L'aspetto principale, da parte nostra, deve riguardare l'atteggiamento con il quale il Presidente del Consiglio incontra i personaggi. Occorre, inoltre, un minimo di attenzione al contesto medio orientale nel quale si svolge l'attività di Monsignor Capucci.
Vorrei ricordare al collega Pezzana la storia ed il passato dell'ex Capo di Stato israeliano, Begin.
Se entriamo nel merito delle vicende politiche medio-orientali, di Israele e degli altri Paesi arabi, delle responsabilità dei Paesi orientali e dei Paesi occidentali, andremmo certamente lontani, ma non riusciremo noi a dipanare la matassa di tutta questa questione.
E' chiaro che, da parte nostra e da parte del Governo italiano, si debba ricercare la via della pace e la via della trattativa.
Mi auguro, come ha detto il Presidente Viglione, che l'incontro di domani possa, sia pure in maniera estremamente limitata, contribuire a sviluppare le prospettive di pace nel Medio Oriente.
Sul fatto poi che Monsignor Capucci vada in giro armato (affermazione che non sono personalmente in grado né di confermare né di smentire) vorrei soltanto ricordare che molti altri Capi di Stato non vanno, forse in giro armati, ma vengono solitamente accompagnati da sei od otto gorilla al loro fianco, superarmati.
Certi dittatori sud-americani, poi ricevuti magari con tutti gli onori e le prerogative dal nostro Governo, stanno su un piano ancora peggiore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, le brevi dichiarazioni sin qui sentite riconfermano l'opportunità di un approfondimento sulle questioni medio-orientali che per quanto mi riguarda, mi sono premurato di segnalare a questo Consiglio con un ordine del giorno per il riconoscimento dell'O.L.P., di cui auspico la discussione nella prossima seduta.
E' con questo spirito che ho ritenuto utile che lei informasse questa assemblea dell'incontro di domani. Per quanto ci riguarda non è in discussione minimamente la legittimità del suo comportamento e del suo operato, che nel merito specifico noi apprezziamo per il messaggio di pace che la Presidenza del Consiglio potrà manifestare a Monsignor Capucci al fine di trovare una soluzione politica nel conflitto tra palestinesi e Stato d'Israele. Di questo parleremo sicuramente, discutendo del mio ordine del giorno sull'O.L.P. Intanto, in questi giorni, è ritornato sulle prime pagine dei giornali Giuseppe Mazzini. Se Arafat è Mazzini, Capucci pu essere forse paragonato a Pisacane. Se così stanno le cose, io dico: "Viva Mazzini e viva Pisacane".
Se poi, consentitemi colleghi liberali, gli eredi di Cavour non hanno ancora perdonato l'opera che Mazzini ha fatto per l'Unità d'Italia pazienza!



(Voci dall'aula)



STAGLIANO' Gregorio Igor

Ne riparleremo. Ne riparleremo.
Io volevo concludere dicendo che la storia andrà avanti anche in Medio Oriente; dando una terra ed uno Stato anche ai palestinesi.
Grazie, signor Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, farò tre considerazioni.
In primo luogo un aperto compiacimento ed elogio per il suo comportamento sulla questione dell'ammissibilità.
Avremo motivo molto spesso di essere in disaccordo su tante cose, mi fa però piacere constatare il coraggio delle proprie azioni. Mi auguro che la capacità di non rifugiarsi furbescamente dietro alle procedure ed alle ammissibilità o meno resti una caratteristica di fondo che ci aiuti nei rapporti e a proseguire.
La seconda considerazione è sul merito. Sono d'accordo, approvo l'iniziativa, le sue finalità, così come sono state rese nella dichiarazione del Presidente.
Ritengo che lo spirito con cui questa iniziativa è stata assunta abbia ricevuto tra l'altro un ampio conforto anche in quest'aula.
Credo che lo spirito di pace di cui il Presidente intende farsi portatore, in questo come in altri momenti ed in altri rapporti delicati della politica internazionale, specie nella questione medio-orientale, non possa che essere condiviso e valutato per quello che esattamente è e per quello che le dichiarazioni del Presidente hanno manifestato.
Terza considerazione. Occorre fare molta attenzione a strumenti come quello che era implicito in questo ordine del giorno che alla fine, almeno in alcune parole, suonava a vera e propria censura del Presidente. Bisogna stare attenti, intanto perché la figura istituzionale del Presidente è una figura delicata.
Non a caso non lo si interroga.
In secondo luogo perché se si intende portare avanti un'azione di censura bisogna andare fino in fondo.
Abbiamo assistito ad interventi come quello di Angiolino Rossa che nella sua umanità pirotecnica, aiutano a sdrammatizzare, ma abbiamo assistito anche a delle retromarce, che non sono nello spirito di un trattamento serio, di rapporti seri, tra il Consiglio ed il Presidente, ma anche tra di noi.
Se alla fine mi compiaccio che sia esplosa questa occasione è solo perché ha dato più forza al Presidente, ha dato una sostanziale approvazione al suo comportamento tant'è vero che chi era già d'accordo prima ha avuto modo di dirlo in maniera esplicita, chi invece aveva voglia di fare la censura a mio avviso ha fatto anche retromarcia.
E non vale l'argomento contrario, cari colleghi, perché non bisognerebbe conoscere la storia del nostro Piemonte, la funzione di padre costituente di Viglione e la persona di Viglione per dire che potrebbe ricevere Le Pen o i nazisti.
E' un problema che non si porrà mai.
Ne sono certo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, noi riteniamo che l'incontro di domani rientri nell'autonomia decisionale del Presidente del Consiglio.
Non siamo quindi dell'idea che possa essere in alcun modo sindacato. Per questa ragione noi non abbiamo firmato il documento che richiedeva l'inserimento dell'argomento all'o.d.g. Per la stessa ragione abbiamo tuttavia aderito alla soluzione delle comunicazioni del Presidente comunicazioni delle quali noi abbiamo preso atto favorevolmente anche per la fermezza degli argomenti che sono in essa contenuti.
Noi siamo per il dialogo, siamo per la pace, siamo contro il terrorismo e contro la lotta armata.
Abbiamo avuto occasione di incontrare, nella precedente legislatura nel palazzo del Consiglio regionale, Monsignor Capucci in un incontro con il Presidente Benzi al quale erano invitati anche i Capigruppo.
Nel corso di quell'incontro non emersero né debolezze né incertezze.
Esprimemmo chiaramente un giudizio favorevole sull'assoluta indipendenza di Israele ed attenzione alla questione palestinese che non da oggi è sul terreno.
Non intendiamo dare un giudizio sulla persona di Capucci. Riteniamo che la strada del dialogo e dell'incontro sia una strada sempre utile, sempre positiva.
L'incontro di domani purtroppo cade in un momento delicato, quindi assume alcune valenze che in un altro momento non ci sarebbero.
Abbiamo però la certezza che il Presidente Viglione esprimerà con rigore e con forza la volontà di pace del Piemonte ed un giudizio contrario alla lotta armata come soluzione dei problemi per la convivenza civile..



PRESIDENTE

Comunico che la seduta ha termine con l'esaurimento di tutti i punti all'o.d.g. ad eccezione di due argomenti, che peraltro hanno trovato consenzienti i presentatori, che vengono rinviati a giovedì prossimo 14 novembre.
Ringrazio i Consiglieri del loro contributo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20,15)



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