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Dettaglio seduta n.156 del 29/09/88 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Adduci, Bergoglio, Carazzoni e Turbiglio.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 986: "Convalida del Consigliere regionale Michele Olivetti"


PRESIDENTE

Il punto 3) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 986.
A seguito della relazione della Giunta delle Elezioni procediamo alla votazione della convalida del Consigliere Michele Olivetti.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 41 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri scheda bianca 1.
Il Consiglio approva.
Non ha partecipato alla votazione il Consigliere Olivetti.
Comunico che copia della deliberazione di convalida sarà depositata nella Segreteria del Consiglio per l'immediata pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, ai sensi dell'art. 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale, e sarà trascritta nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Pongo in votazione l'immediata esecutività di tale deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti.
Al signor Olivetti, che è quindi convalidato Consigliere, rivolgo complimenti ed auguri.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Le intese dei Capigruppo prevedono la sostituzione degli Assessori, ma con il consenso del Consiglio, si dovrebbero prima svolgere due ordini del giorno: l'uno sui cinghiali, l'altro sull'Ecolinea.
Ha chiesto la parola il Consigliere Valeri. Ne ha facoltà.



VALERI Gilberto

Il Gruppo comunista ha una richiesta da sottoporre alla Giunta, in modo particolare all'Assessore alla sanità.
Nei giorni scorsi, e i giornali ne hanno dato ampia notizia, la Corte di Giustizia della CEE ha condannato il Governo italiano a causa della non corretta applicazione delle norme comunitarie in materia di parametri di valutazione dell'acqua potabile, ovvero dei livelli massimi consentiti per la presenza di residui di erbicidi, antiparassitari e diserbanti nelle acque potabili destinate al consumo umano.
Tale sentenza chiama in causa direttamente anche la Regione Piemonte e i decreti che al riguardo il Presidente della Giunta a suo tempo fece. Data la rilevanza della questione, la norma richiesta è che la Giunta dia una comunicazione urgente al Consiglio regionale, nella giornata di oggi o, al massimo, domani.



PRESIDENTE

Prendiamo atto della richiesta che il Consigliere Valeri fa a nome del Gruppo comunista.
Questa segnalazione l'ho anche vista come nota stampa, richiederemo gli atti e poi vedremo.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Ordine del giorno n. 524 relativo alla proliferazione di cinghiali in vaste zone del Piemonte


PRESIDENTE

Il punto 5) all'o.d.g. reca: "Esame ordine del giorno n. 524" presentato dai Consiglieri Paris, Brizio, Marchini, Gallarini, Rossa Fracchia, Ala e Penasso.
La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Per la verità, mi sono trovato con un ordine del giorno che la Giunta mi ha passato ieri e che era stato deciso nel corso dell'ultimo Consiglio regionale. Sarebbe stato quindi opportuno un maggiore approfondimento anche per portare elementi più attendibili rispetto alla situazione della specie.
Rispetto all'ordine del giorno, ci sono sei punti da approfondire.
Partendo dal punto a), in sede di consulta regionale si è già parlato di sovrappopolazione e, con la collaborazione delle Province (che sono delegate in materia di caccia), si sta predisponendo un piano, tenendo anche conto di uno studio effettuato dall'Università di Torino, cioè l'Istituto di biologia, riguardante la selvaggina, ma abbiamo pensato anche di accelerare, attraverso alcuni elementi tecnici e scientifici, per avere un'esatta situazione della sovrappopolazione.
L'ultima legge prevede già dei piani di abbattimento per le specie sovrappopolate, quindi, dal punto di vista della legittimità, non ci sono difficoltà. Sto parlando non della materia riguardante i parchi, ma dell'attività venatoria esistente nelle aree libere dai parchi, perché i parchi richiedono un'indagine molto più approfondita.
Oltre le comunicazioni e le voci pervenute all'Assessorato, avevamo già da qualche anno la consapevolezza della situazione preoccupante a causa della presenza dei cinghiali. L'Istituto tecnico ci ha comunicato la reale situazione; c'è stata un'immissione di ibridi, tant'è che si parla di "porcastri", e noi porteremo a conclusione l'accertamento scientifico.
E' opportuno stabilire come avviare la proposta per questo piano selettivo e poi procedere anche d'intesa con le Province e le Comunità montane. Nell'ordine del giorno è prevista una riunione tra Province Comunità montane e i Comuni interessati, ma non credo si debba fare un'assemblea, altrimenti non ce la caviamo più.
Il punto c) riguarda l'aumento dei fondi da ripartire alle Province per il risarcimento dei danni. Nel bilancio 1988 si è già tenuto conto di un aumento di 500 milioni; siamo passati da un miliardo e 300 milioni ad un miliardo e 800 milioni.
Si può pensare (dobbiamo verificarlo in termini di disponibilità finanziaria) di aumentare il fondo per il risarcimento dei danni. Questo sempre per i danni al di là dei parchi, perché non possiamo attingere fondi dal capitolo "caccia" per destinarli ai danni che provocano le specie dei parchi; in questo modo commetteremmo una distrazione dei fondi.
E' uno dei problemi che stiamo affrontando anche a livello di Giunta abbiamo avuto un incontro con le associazioni agricole per predisporre una legge e cercare di far fronte anche alla parte finanziaria.
Il punto d) fa riferimento alla necessità di trovare un'intesa per risarcire i danni provocati dalla selvaggina, in particolare i cinghiali.
La collega Vetrino ha già predisposto un disegno di legge che tiene conto dei danni provocati dai cinghiali che vivono nei parchi. Nella stessa legge, nell'ambito dei parchi, è previsto un piano di abbattimento.
Uno dei punti più salienti dell'ordine del giorno riguarda proprio la predisposizione del piano di abbattimento; ci sono dei riferimenti alla legge. C'è la disponibilità della Giunta ad affrontare il problema.
Il primo punto dell'ordine del giorno non va limitato alla Valle di Susa, alla Val Chisone, alla Pellice Lanza e all'alto Canavese, ma bisogna estenderlo a tutto il territorio regionale perché vi sono presenze di cinghiali su tutto il territorio, in tutte le province del Piemonte.
Ho inserito nella discussione alcuni elementi che ritengo debbano essere affrontati in sede di assemblea, per fare poi il punto della situazione. Naturalmente, in sede di replica darò risposta ai colleghi e predisporrò, insieme alla Giunta e all'Assessorato, un piano molto più attendibile per affrontare questo problema che crea difficoltà a tutti i coltivi, danni alle piante e distruzione alla forestazione piemontese.
Termino il mio intervento, certo che il dibattito darà elementi aggiuntivi alle proposte che ho fatto, tenendo conto dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paris.



PARIS Mario

Signor Presidente, signori Consiglieri, dal momento in cui è stato presentato l'ordine del giorno oggi sottoposto alla nostra attenzione (era esattamente il 7 luglio) il problema della proliferazione dei selvatici, in particolare dei cinghiali, in vaste zone del territorio regionale si è andato ulteriormente aggravando ed oggi ci troviamo in una situazione drammatica ed insostenibile.
Ai danni all'agricoltura, che sono ogni giorno più rilevanti e costituiti dalla distruzione di ingenti superfici coltivate a mais, a patate e ad altre colture, ed allo sconvolgimento delle colture prative ove oltre alla perdita del raccolto per più anni non è più possibile l'impiego di falciatrici, spandifieno e altre macchine operatrici, si sommano danni altrettanto gravi (se non più gravi ancora) all'ambiente.
L'asportazione del sottile strato di cotica erbosa operata dai cinghiali, specie nei terreni montani a forte pendio, ha creato e creerà in moltissime località fenomeni franosi e di smottamento le cui conseguenze sono destinate a crescere ed a farsi più gravi, proprio per la natura e la positura dei terreni.
La presenza massiccia ed incontrollata - una vera e propria invasione dei cinghiali nelle nostre valli ed anche in zone di pianura (vedi "La Mandria" e tutte le zone del preparco e contermini) ha creato ultimamente seri pericoli all'incolumità pubblica. I cinghiali, infatti, sono dappertutto, ma, mentre in certe zone sono ancora ad un limite tollerabile (ad esempio in pianura), in altre zone non lo sono assolutamente.
Abbiamo notizie provenienti dalla Valle di Susa, dalla zona di Fiano e Robassomero, dall'alto Canavese, dalla Val Chisone e dalla Val Pellice, di branchi di cinghiali che hanno provocato seri incidenti stradali; non solo di macchine ammaccate, di motociclisti e automobilisti fuori strada, ma nella zona vicina a "La Mandria", anche di un caso mortale. Su questo problema avevo già presentato un'interrogazione quando il fatto avvenne.
La realtà è questa: i cinghiali, indisturbati, lasciano la macchia e si aggirano nei coltivi, nelle borgate, negli orti, distruggendo tutto ciò che trovano. Sappiamo che dalle parti di Cuorgné, in alcuni Comuni valsusini in Val Cenischia, alcune famiglie non osano più lasciare i bambini giocare soli ed anche i contadini, specie i più anziani, hanno timore ad avventurarsi nei propri terreni.
Chi vive in città, e la pubblica opinione in generale, non per colpa sua, ma perché è ancora disinformata, non si è ancora resa conto della vastità e della gravità della situazione che ha già provocato danni economici ingenti e che fa aumentare ogni giorno di più l'esasperazione della gente che deve vivere, lavorare e transitare nelle zone particolarmente colpite da questo flagello.
Questo stato di cose non può e non deve durare ulteriormente. E' un problema che va risolto subito, in tempi brevissimi e ciò non lo si deve chiedere ad altri, ma spetta alla Regione risolverlo.
Chiediamo quindi con forza che non ci si limiti, come è già successo altre volte, a votare un ordine del giorno per poi, un po' per colpa di tutti, lasciarlo ammuffire in un cassetto. Non c'è soltanto un ordine del giorno da votare, ma una decisa e sollecita azione concreta da compiere senza indugio, così come viene richiesto ormai non solo dai coltivatori, ma dalle decine di mozioni votate da numerosi Comuni e Comunità montane.
Ho il testo di molte mozioni; cito per tutte quelle votate all'unanimità da tre Consigli comunali della mia valle, che è quella che conosco meglio: Mattie (amministrazione democristiana), Chianocco (amministrazione comunista), Giaglione (amministrazione socialista).
Ho citato i colori politici per porre in evidenza che con la nostra iniziativa non si vuole "tirare l'acqua al mulino" di alcuno, ma si vuole richiamare l'attenzione della Giunta e della pubblica opinione su un problema che interessa tutti e che deve essere risolto presto.
Nelle citate mozioni (oggi sono presenti molti sindaci, che ringrazio per la loro sensibilità e per la loro partecipazione) vengono denunciati: 1) una presenza di cinghiali in numero enormemente superiore alla quantità tollerabile 2) gravi danni ad ogni tipo di coltura 3) gravi ed irreversibili alterazioni al patrimonio alpino 4) esistenza di problemi, sia di carattere patrimoniale che di pacifica coesistenza con il territorio 5) una situazione di estremo pericolo per l'incolumità delle persone 6) il fatto, ribadito, che questa specie di selvatici non è assolutamente autoctona e che è stata immessa nel nostro territorio alterando il preesistente equilibrio faunistico.
In tutte le mozioni si chiede espressamente e con forza l'adozione di solleciti provvedimenti per ridurre drasticamente, mediante abbattimento il numero dei cinghiali a limiti tollerabili.
Raccogliendo e facendo nostre queste richieste e quelle incessanti che pervengono dai produttori agricoli, chiediamo un preciso impegno della Giunta (il richiamo è agli Assessorati alla caccia, all'ambiente, ai parchi e all'agricoltura, ognuno per le parti di propria competenza) a disporre urgentemente indagini e sopralluoghi, in collaborazione con le Province gli uffici decentrati dell'Assessorato all'agricoltura, le Comunità montane, i Comuni e le Organizzazioni sindacali agricole, per verificare la veridicità, la gravità e la drammaticità della situazione.
Non è necessario costituire altre Commissioni; basta fare una telefonata presso i Comuni interessati per avere in 24 ore la fotografia di dove si deve intervenire e dove invece la situazione è ancora tollerabile.
Chiediamo che, con la collaborazione della Guardia Forestale, dei guardiacaccia e dei guardaparco, si verifichi il modo in cui sono stati e vengono effettuati i ripopolamenti e si accerti il fondamento delle voci sempre più insistenti e - ritengo - motivate, secondo le quali sarebbero stati effettuati ripetutamente lanci di specie animali denominate "porcastri", aventi caratteristiche simili, ma non identiche, ai cinghiali.
Vorremmo sapere inoltre qualcosa in più a proposito di lanci di altri animali, certamente non destinati a rendere più fruibile l'ambiente, come ad esempio - è inaudito, ma vero -, i lanci di vipere. Non sono parole buttate al vento, pare ci siano precise testimonianze provenienti da Ala di Stura, Monastero di Lanzo e Condove.
Tornando ai cinghiali, di fronte a questa situazione che riteniamo di emergenza, chiediamo venga fatto ogni sforzo doveroso per aumentare ulteriormente i fondi da ripartire alle Province, per un equo e sollecito risarcimento dei danni. Penso che il collega Penasso, che interverrà successivamente, dica qualcosa di più documentato sulla consistenza reale dei danni.
Chiediamo alla Giunta di porre allo studio ed attuare con sollecitudine una normativa che assicuri il risarcimento dei danni a chi li subisce eliminando i penosi e vergognosi palleggiamenti di responsabilità fra Province, Regioni e amministrazioni dei parchi, in modo da stabilire una volta per tutte a chi, come, quando ed in quale misura spetta risarcire i danni.
Occorre un metro unico per tutto il territorio regionale e per tutti i danni, non solo quelli procurati dai cinghiali, ma anche dai cervidi, dai corvi, dalle cornacchie e da tutti quei selvatici che prelevano ogni anno ai coltivatori quote sempre maggiori dai loro raccolti e dai loro redditi.
Abbiamo bisogno di un interlocutore certo, di un ufficio composto da persone serie e competenti, in grado di valutare e risarcire presto i danni veri ed anche per evitare eventuali abusi, tanto più facili quando i sopralluoghi non vengono fatti con tempestività.
Valutare l'entità del danno subito da un campo coltivato a granoturco facendo il sopralluogo quando in campagna c'è mezzo metro di neve, non è una cosa seria; risarcire il danno in modo spesso inadeguato a distanza di anni, non è una cosa seria.
Oggi, e siamo a fine 1988, per quanto riguarda la Provincia di Torino si stanno ultimando i pagamenti dei danni verificatisi nel 1986, ma solo dei danni verificatisi nelle zone extra parco (bene ha detto l'Assessore).
Per il risarcimento dei danni estremamente rilevanti che si sono verificati nelle zone a parco, la Provincia interviene, a norma delle leggi che ci siamo dati, solo in presenza di un piano di abbattimento operante.
Cosa significa operante? Significa che gli abbattimenti sono effettivamente avvenuti cosa che non si è mai verificata - o che i piani di abbattimento sono rimasti - come di fatto sono rimasti - sulla carta? Su questo dilemma chiediamo una risposta e delle disposizioni chiare; è una situazione che ha creato uno stato di grande sfiducia.
Ho parlato di possibili abusi; c'è, cioè, chi denuncia danni superiori a quelli effettivamente subiti, ma, per contro, vi sono non pochi agricoltori, specie i piccoli coltivatori anziani di montagna, che per non fare la coda a questo o a quell'altro ufficio, o perché sfiduciati rinunciano a chiedere il risarcimento dei danni subiti.
Quando sono cifre di circa 100/150 mila lire, spesso la gente china la testa, mugugna, si sente beffata e non tenta neppure più di far valere i propri diritti.
Corre voce che la Provincia di Torino abbia intenzione di chiedere d'ora in poi, che la domanda di risarcimento venga presentata su carta bollata da 5.000 lire; come elemento di dissuasione può servire, ma certo è né serio né giusto.
Ecco perché insistiamo sull'esigenza di creare in ogni Provincia una "equipe" di tecnici numericamente adeguata e professionalmente preparata per la valutazione rapida dei danni.
Il recepimento delle richieste sinora formulate potrebbe risolvere solo parzialmente il problema. La questione principale è un'altra; la gente (e questo l'hanno detto sia i sindaci sia la gente in numerose assemblee e riunioni) chiede giustamente di essere risarcita dei danni realmente subiti, oggi e domani (perché purtroppo si verificheranno ancora), ma la gente vuole soprattutto che i danni non si verifichino più.
Ecco perché il nostro ordine del giorno impegna la Giunta ad organizzarsi (disumlo an piemontèis, a desse 'na sopatà) per far fronte ad una situazione di emergenza, con provvedimenti di emergenza, adottando misure drastiche, rapide ed efficaci affinché sia ridotta la popolazione di cinghiali e simili a limiti tollerabili, in un habitat che, anche nei secoli scorsi, non fu mai infestato da tale specie animale assolutamente non autoctona (frase presa di peso, e trasferita nel nostro ordine del giorno, dall'ordine del giorno del Comune di Chianocco).
Questa richiesta non proviene soltanto dai produttori agricoli, ma anche da coloro che hanno a cuore la tutela dell'ambiente e comprendono che la natura non può essere difesa per compartimenti stagni. E' una richiesta e lo voglio ripetere, condivisa da moltissimi sindaci, preoccupati per la pubblica incolumità e per i problemi reali di ordine pubblico che l'attuale crescente stato di esasperazione delle popolazioni può determinare a tempi molto brevi "Misure drastiche e rapide" significano un piano straordinario per l'abbattimento massiccio dei cinghiali in tutte le zone nelle quali il problema ha le caratteristiche drammatiche che ho cercato di evidenziare.
Un piano di abbattimento che non rimanga sulla carta, come purtroppo è successo altre volte, specie nelle zone vincolate a parco (dove si dice "si possono ammazzare 50 cinghiali dal 1' al 31 gennaio" - quando c'è la neve! Lassoma perde), ma che venga attuato concretamente ed in tempi brevi.
So che molti, tra gli ambientalisti, tra gli amici degli animali, si rendono conto della gravità della situazione, ma per arrivare ad un auspicato equilibrio faunistico preferirebbero soluzioni meno cruente, tipo la cattura o la sterilizzazione degli animali.
Personalmente, per natura, sono contrario alle soluzioni cruente e potrei anche acconsentire a queste proposte, o comunque non sorridere all'idea di vedere ogni cinghiale munito di profilattico o le cinghialesse convocate dai servizi veterinari per distribuzione gratuita delle pillole anticoncezionali! D'altra parte, la nostra società propaganda questi metodi per gli esseri umani; potrebbe anche fare uno sforzo per estenderli ai cinghiali (consentitemi la battuta).
In ogni caso, sarebbero da prendere in considerazione metodi diversi dall'abbattimento quando sarà raggiunto l'equilibrio faunistico e servirebbero ad evitare il ripetersi di successive proliferazioni che ci riporterebbero alla situazione attuale.
Ma oggi no, oggi non possiamo perdere altro tempo perché l'equilibrio faunistico, la difesa delle colture, dell'ambiente, dell'incolumità umana si può raggiungere solo attraverso l'attuazione sollecita di un piano straordinario e rapido di abbattimento dei cinghiali.
Analogo provvedimento va preso, nelle zone da accertare, per i cervidi che, immessi nei boschi in numero spropositato e successivamente moltiplicatisi, hanno ormai decorticato gli alberi e distrutto patrimoni forestali di grandissimo valore. Il Consorzio forestale della Alta Valle di Susa denuncia un danno di 15 miliardi, solo per quella zona.
Questo è voler fare qualcosa per migliorare l'ambiente? Ho letto con estremo interesse il disegno di legge n. 413 predisposto dall'Assessore Vetrino, relativo alla conservazione dell'equilibrio faunistico ed ambientale nelle aree a parco.
Personalmente, condivido larga parte di quanto contenuto in tale disegno di legge, ma ritengo logico rimarcare che oggi, all'interno e all'esterno dei parchi, siamo in un'evidente situazione di largo squilibrio faunistico; d'accordo sulla proposta di conservare l'equilibrio faunistico ma prima (cioè da subito) bisogna operare per raggiungerlo.
Il collega Penasso, che interverrà successivamente, dirà qualche cosa in più sull'inadeguatezza delle leggi che abbiamo, e penso che darà anche qualche suggerimento per cercare di risolvere in tempi accettabili la questione degli abbattimenti.
Concludo affidando all'attenzione del Presidente e della Giunta le richieste chiaramente contenute nell'ordine del giorno presentato il 7 luglio u.s. da tutti i Gruppi di maggioranza consiliare e dal collega Ala.
Esprimo la mia soddisfazione sincera perché tale documento stamattina è stato firmato anche dagli amici del Partito comunista e, mi pare, dai colleghi del MSI ed auspico soluzioni sollecite ed adeguate alla gravità della situazione.
E' un ordine del giorno aperto a tutti e mi auguro davvero che venga votato da tutte le forze politiche.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno è stato firmato da diversi Gruppi.
Il Consigliere Paris ha precisato tutti gli elementi presenti nella vicenda: nella sola Valle di Susa e Chisone, secondo gli ultimi censimenti ci sono 5500 ungulati, quando si calcola che un ungulato per ogni cento ettari dovrebbe essere il limite! La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, dalle cose dette dal collega Moretti e da quelle che abbiamo sentito dal collega Paris, vengono fuori alcuni nodi da sciogliere rispetto ai quali occorre, da parte della Giunta una risposta puntuale e precisa, possibilmente una risposta non dilazionatrice.
Ritengo che i nodi siano essenzialmente quattro.
Il primo riguarda il fatto che i piani di abbattimento non sono realizzati secondo una stima attendibile del fenomeno. Se siamo di fronte ad un ripopolamento di cinghiali e di porcastri così rilevante, come quello poc'anzi denunciato, è chiaro che siamo di fronte ad una politica degli abbattimenti non rispondente alla portata del fenomeno.
Il secondo nodo riguarda la realtà dei parchi. Vanno rivisti sia i piani di abbattimento sia le questioni relative agli indennizzi. Questo nodo deve essere sciolto, non può continuare ad esistere perché, in questo modo, non solo si penalizza l'impresa agricola all'interno del parco, ma si creano situazioni di disparità tali da non riuscire a portare avanti una politica efficace, anche riguardo i piani di abbattimento.
Terzo nodo gli abbattimenti vanno coordinati. Vanno coordinati nelle zone parco e nelle zone fuori parco, sulla base di piani territoriali da realizzare simultaneamente, anche per evitare che ci siano comodi rifugi in zone dove magari i piani di abbattimento non vengono realizzati, il che vanificherebbe i piani di abbattimento.
Il quarto nodo riguarda il rimborso dei danni denunciati dagli agricoltori. Sono procedure farraginose, troppo lunghe; sono situazioni di sfiducia.
Ritengo che queste quattro questioni, insieme ad un'altra di cui dir in seguito, rappresentino l'anello di congiunzione tra l'intervento del collega Paris e la relazione dell'Assessore Moretti.
L'intervento di Paris mi è parso come un forte intervento dell'opposizione nel quale è emerso, in termini descrittivi, una specie di bollettino di guerra, della situazione esistente in determinate zone; si è parlato di emergenza, di bambini che addirittura non escono di casa, si è disegnato un quadro a tinte abbastanza fosche. Quindi un intervento che esprime la sensibilità e la portata di un fenomeno in una determinata zona.
La relazione dell'Assessore Moretti è stata molto puntuale, ma risente di una certa impostazione, quasi come se ci si trovasse di fronte ad un fenomeno di ordinaria amministrazione che in qualche modo bisogna risolvere. Puntuale - ripeto - la relazione del collega Moretti, perch risponde già ad alcuni interrogativi dell'ordine del giorno. Si dice che è stato dato incarico all'Istituto di Biologia di definire la realtà e la quantità del fenomeno; sarebbe interessante capire i risultati di questa ricerca. Nella relazione dell'Assessore Moretti si dice che ci sono stati lanci di ibridi. Questo non è poco e non vorrei che passasse inosservato ma sarebbe opportuno sapere chi, come, quando e perché. Questo è il problema e questi fenomeni vanno stroncati. Le realtà montane (non voglio anch'io disegnare un quadro fosco come quello del collega Paris) non possono tollerare penetrazioni di questo genere, soprattutto perché - come sappiamo - le penetrazioni di porcastri determinano lo sconquasso qui ricordato.
Quindi, occorre una valutazione dell'insieme del fenomeno, una quantificazione. Si dice che per le zone fuori parco sono stai aumentati i fondi, da un miliardo e trecento milioni a un miliardo e ottocento milioni.
Domanda: sono sufficienti o no? E' importante che ci sia stato l'aumento ma questo è stato sufficiente o no? Per capire se è sufficiente, bisogna avere una risposta puntuale rispetto all'incremento della popolazione di cinghiali e di ibridi.
L'ultima questione, non certamente ultima per importanza, è quella del danno del risarcimento nelle zone parco. Questo nodo dobbiamo scioglierlo e dobbiamo scioglierlo presto; non possiamo continuare con una situazione di questo genere.
Conosciamo perfettamente la fatica che si deve fare per convincere soprattutto gli operatori agricoli, non per conquistarli, ma per renderli neutri rispetto alla politica dei parchi e alle esigenze del Piemonte di incrementare lo sviluppo dei parchi per essere all'altezza della situazione europea.
In una situazione come questa, in cui all'interno dei parchi i danni non vengono risarciti, è chiaro che questo diventa uno degli argomenti più forti che possono usare coloro che sono contrari ai parchi. Non vorrei che all'interno della Giunta ci fossero quelli (nessuno si scaglia ufficialmente contro i parchi) che i parchi li sostengono fino in fondo e quelli che invece ne rallentano i processi. Quindi, solo sciogliendo questi nodi si riuscirà a fare quel salto necessario.
L'ultima cosa che ritengo opportuno dire è che questa questione non pu finire con un dibattito in aula, dove magari tutti siamo d'accordo, ognuno esprime la propria opinione, chi in sintonia con tinte un po' più forti chi con tinte meno forti. Non finisce qui; rispetto ai problemi posti, che ho cercato di porre dando il contributo del Gruppo comunista, è opportuno darci un appuntamento con gli Assessori competenti (il Vicepresidente Vetrino, l'Assessore all'agricoltura e l'Assessore alla caccia) in una riunione della III Commissione. In quella riunione si potrebbe vedere cosa è stato fatto nell'arco di 15/20 giorni e cosa è possibile fare nell'arco di un mese. Dopo il dibattito di oggi, se tra due mesi non si fosse fatto niente, non ci andrà di mezzo solo la credibilità della Giunta, ma anche la credibilità del Consiglio. Naturalmente noi a questo gioco non ci stiamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, cari colleghi, sono d'accordo con quanto è stato detto sia nella relazione dell'Assessore Moretti sia negli interventi di Paris e Ferro.
Il problema che viene denunciato nell'ordine del giorno riguarda tutto il territorio regionale. Anche nella provincia di Alessandria ci sono alcune zone interessate nella stessa misura, c'è una crescita sproporzionata della popolazione dei cinghiali che produce danni fortissimi all'agricoltura.
Quindi ritengo di dover sollecitare un intervento concreto. E' vero che fra qualche settimana si aprirà la caccia al cinghiale, ma occorre intervenire subito. La volontà manifestata dall'Assessore Moretti e la piena disponibilità degli altri Assessori competenti, credo sia la testimonianza della consapevolezza per la quale si è già operato, per realizzare un rigoroso censimento della crescita di queste specie e quindi per realizzare gli interventi urgenti che colpiscono molte zone della regione.
C'è anche il problema degli indennizzi per il quale bisogna operare sveltendo delle pratiche, perché siamo in un campo in cui la pratica dell'indennizzo ha un iter troppo lungo. Lo stesso dicasi per tutta la questione dei parchi; bisogna cioè realizzare un rapporto nuovo.
Da questo punto di vista credo che, oltre a fare degli interventi di emergenza, occorra pensare che è necessario coinvolgere maggiormente le Province, interessare i comparti alpini, fare in modo che ci sia una soluzione il più possibile vicina alla realtà. Occorre dare una spinta ulteriore, un rinnovato impegno di partecipazione ed autogestione da parte delle forze interessate; sono tutte le forze che sussistono, che vivono nell'ambiente e che sono interessate a far sì che ci sia un equilibrio tra fauna, flora, agricoltura e ambiente. E' vero che i pericoli li avverte di più la gente che vive nelle montagne e nelle colline, ma è pur vero che i pericoli ci sono per tutti, per gli automobilisti, per i pedoni, per tutti coloro che si recano nelle campagne.
Infine, è necessario cominciare a prendere coscienza della denuncia del lancio delle vipere, fatto molto grave.
Questi problemi esistono da dieci anni; prendiamo atto che sono dieci anni che non si fa niente. Se sono cose dette solo per offuscare lo scenario, cerchiamo allora di fare chiarezza di fronte ad uno scenario offuscato.
Da alcune denunce che faceva poc'anzi il collega Paris e da alcune cose che a ciascuno di noi sono state dette e ridette, mi sembra che qualche verità ci sia. Vediamo cosa dobbiamo attivare per capire meglio ed eventualmente prendere qualche provvedimento.
Aggiungo che, pur con tutta la mia comprensione per la tutela dei lupi in alcune zone sono ricomparsi tali animali, dopo 500-600 anni. Anche in questo caso occorre avere un quadro preciso attraverso un censimento. In alcune zone, di fronte al fatto che non si è messo in moto alcun meccanismo, alcuni lupi sono caduti sotto qualche pallottola vagante (probabilmente i problemi si risolvono anche in questo modo), però è necessario avere un quadro preciso, attivando i centri più vicini alle responsabilità, ai territori, alle realtà di queste zone per vedere quali sono le eventuali proposte e soluzioni per le quali concorrere insieme agli Enti locali, alla Provincia, ai comparti alpini, alle forme di autogestione già esistenti. Quindi, concorrere a risolvere e dare risposte precise per tranquillizzare la popolazione che è preoccupata, in un rapporto equilibrato tra ambiente e salvaguardia della fauna, naturalmente senza dare gli sfoghi che in questi ultimi tempi hanno avuto sia i cinghiali che gli altri animali pericolosi.
E' inutile invocare il diritto bucolico di vivere in un ambiente sano quando poi, oltre ai problemi esistenti, ci sono i problemi dell'incontrollato sviluppo di certi tipi di animali che possono aggredire colpire e minacciare le persone.
Dichiaro quindi la mia disponibilità e chiedo che sia fatto un intervento - e non ho dubbi che sarà fatto - nel più breve tempo possibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la questione ci trova tutti d'accordo sugli elementi contingenti dell'emergenza e dell'attualità. I cinghiali arano i campi di patate, i coltivatori diretti si ribellano, la classe politica solidarizza con loro e si impegna ad intervenire. Si scopre che ci sono gli ibridi e non i cinghiali.
A me pare non serio affrontare il problema in questi termini; o si va alla radice del problema oppure, se si affronta solo l'emergenza con un abbattimento che si fonda su presupposti sbagliati (cercherò poi di spiegare il perché), vuol dire che l'emergenza viene superata solo per il tempo che avranno queste degnissime persone di figliare di nuovo. Quindi fra sei mesi, ci ritroveremo esattamente con lo stesso problema.
Per illustrare il tipo di contributo che voglio dare alla discussione e alla riflessione dei colleghi, la prendo un po' da lontano, da quando ero bambino. Correvo nei prati, nei boschi tutte cose che i colleghi di città vedono solo nei calendari o nelle guide turistiche - e ricordo un libro che mi piaceva molto: "Il cucciolo". Era la triste storia di un ragazzo che voleva allevare un cerbiatto. I nomi dei personaggi erano inglesi o comunque stranieri e l'ipotesi di allevare un cerbiatto era considerata una vicenda anomala nei luoghi in cui si parla inglese.
Il libro era molto commovente perché raccontava la storia drammatica nella sua crudezza, di un bambino nei confronti del quale i genitori commettevano un peccato di debolezza lasciandogli allevare un cucciolo di capriolo bellissimo, con grandi occhi affascinanti, che però aveva la brutta abitudine di mangiare le gemme e i vegetali appena nati. Un disastro perché riduceva alla fame la famiglia, con il risultato che "Pà" (il padre) alla fine decise di abbattere il capriolo.
Questi sono i miei ricordi di bambino, nei luoghi di cui parliamo, sui cervi e sui caprioli; cose strane, di un mondo lontano in cui si parlava inglese.
C'era poi un altro libro, "Novelle toscane", in cui si raccontavano storie drammatiche di mostri neri con i due denti anteriori che erano usi creare grandi problemi di salute ai padri o agli zii dei protagonisti delle novelle; i cinghiali, per me, bambino che viveva in quei luoghi, erano considerati mostri di un altro mondo in cui si parlava italiano.
Tutto ciò per dire, cari amici, che rispetto ad un fenomeno naturale non possiamo utilizzare i parametri di nessun istituto di ricerca. Quello dei cervi e dei cinghiali è un falso ambientale costruito da qualche irresponsabile. Occorre ragionare prima di tutto in termini culturali chiedersi cioè se questo falso ambientale debba continuare o debba essere ricondotto ad una stranezza del nostro ambiente e non ad un elemento del nostro ambiente. Se accettiamo che i cervi e i cinghiali siano un elemento normale del nostro ambiente, non sono certo i cento cinghiali o i cinquanta cervi in più a cambiare il problema.
Ho l'impressione che sia la scelta, al di là del contingente, che debba essere fatta: se i cinghiali devono essere considerati un elemento normale significa che consideriamo le nostre valli come qualcosa di assimilabile alla Maremma toscana o alle pianure del West americano, con tutte le conseguenze di tipo politico e culturale che ne derivano.
Cari amici, questa che sembra una provocazione è stata fatta propria in termini politici che offendono, da un Assessore socialista il quale in un'intervista ha teorizzato che dobbiamo abituarci a convivere con i cinghiali per colpa di Astengo (non c'entra con l'astinenza; Astengo è il nostro ex Assessore all'urbanistica socialista, padre di una certa legge).
L'Assessore Trovati, ottimo Assessore alla caccia della Provincia di Torino (quell'istituzione che, secondo Rossa, dovrebbe essere preposta a tutti i processi di razionalizzazione), in un'intervista dice testualmente: "Cari amici, è colpa di Astengo, è colpa della Regione!" (perché la Regione ha la brutta legge di Astengo, il quale a questo punto non ha più un partito, una cultura, non è più nessuno, è un minus habens evidentemente! Strano a dirsi, però, che gli diano il Piano regolatore di Firenze che come voi sapete, è un paesuncolo di sprovveduti, quindi Astengo, a questo punto, diventa l'agnello sacrificale!). "Siccome la legge regionale è della Regione cattiva (mentre la Provincia è brava), la legge è di un cattivissimo, che è Astengo (mentre io sono bravo), il quale non vi consente di costruire in montagna". Ecco allora che se non ci sono i contadini a sparare a questi animaletti, questi animaletti invadono il territorio.
L'approccio al problema di fondo è quello di decidere se queste specie animali siano coerenti con il nostro territorio nella sua caratteristica ambientale e storica, ma anche con i suoi livelli di antropizzazione.
Dobbiamo fare questa scelta di fondo: decidere se è una specie da considerarsi corrente; in tal caso è da gestire con quei parametri, ma quei parametri non sono previsti per valli fortemente urbanizzate, come ad esempio la Bassa Valle di Susa; assolutamente no! Sono previsti in base al rapporto tra i cinghiali e le piante, non tra i cinghiali e gli alberghi le seggiovie, le case coloniche, le vigne e magari le fonderie. Il rapporto dell'Università è relativo all'habitat dell'animale. La Valle di Susa, la Valle di Lanzo, non sono l'habitat per gli animali: sono l'habitat per gli uomini, rispetto ai quali gli animali hanno una funzione complementare di tutto rispetto; non sono delle lande desolate nelle quali si va ad immaginare che vivano gli animali e, quindi, tanti per ettaro. Non è così vivono nei campi dei contadini e nei giardini di coloro che lavorano in fabbrica. I cinghiali si allineano perfettamente ai tabulati dell'Università: se il terreno che noi gli diamo non è quello del West o della Toscana, loro si pigliano le nostre vigne, i nostri campi di patate ma non è colpa dei cinghiali! La Giunta deve decidere, rispetto a questo problema, se accettare che siano diventate delle specie normali e quindi di governarle usando i parametri di una specie normale in un territorio coerente rispetto a quel tipo di animale. Se così è, dobbiamo abituarci ad una nuova realtà: quella dei cinghiali che convivono con l'uomo. E' però normalissimo - oserei dire il contrario: l'uomo che convive con il cinghiale, perché noi consideriamo l'habitat del cinghiale e, stranamente, c'è anche l'uomo.
Allora, è il cinghiale che deve abituarsi a convivere con l'uomo, che è un accidente dell'ambiente; non è il cinghiale un accidente dell'ambiente umano: questo è il problema di fondo. Se invece gestiamo la questione come una carneficina, una mattanza di qualche decina di cinghiali di tanto in tanto, è un provvedimento da prendere subito, è un'emergenza che ripropone tutti gli anni grossi problemi di coscienza e - consentitemi - anche di cultura e di correttezza di rapporti rispetto alle collettività.
Le collettività devono sapere se i cervi e i cinghiali diventano una specie corrente rispetto alla quale fare i conti (per esempio tirando su le cinte, tanto per intenderci). E' inutile continuare a pagare i danni; tanto vale avere dei contributi a fondo perduto per costruire le torri e poi metterci sopra i crociati a difenderci da questi animali! Chiedo scusa per il tono curioso, ma questa vicenda è troppo seria cari amici! Al fondo di questa vicenda, cosa c'è? C'è l'incapacità, da parte nostra, di governare i modelli culturali che si sovrappongono sul territorio. Il dramma - collega Moretti - è che la classe politica e culturale del nostro Paese ha difficoltà a gestire con equilibrio i nuovi modelli che arrivano culturalmente sul territorio.
Ma non attiene solo a questo. Fra poche ore dibatteremo la legge sui beni ambientali dove è successa esattamente la stessa cosa: la cultura degli anni cinquanta, della casa e della famiglia felice proposta dalle pubblicità americane, ha sconvolto dal punto di vista estetico le nostre valli. Non siamo stati in grado di collocare in modo equilibrato un modello e un messaggio culturale di maggiore attenzione ai problemi dell'ambiente e di maggior rispetto della natura all'interno di una logica di governo che non fosse il recupero, sic et simpliciter, di una moda, di un modello. E' questo il problema che si pone il legislatore; non essere pro o contro i cinghiali, ma cercare di collocare una nuova esigenza e una nuova domanda di qualità diversa dell'ambiente all'interno del proprio territorio, della propria storia, della propria cultura. Non è quello di subire la moda delle case con i tetti sfalsati, che sono uno scempio del nostro territorio, e subire passivamente che questi tipi di animali vengano messi in aree che non hanno mai conosciuto tali animali.
Questo è il punto. Questi animali, se si ritiene sia un'opera di recupero ambientale e culturale accettabile, verranno immessi nella misura e con le cautele coerenti al tipo di obiettivo che si intende perseguire.
Il parco, inventato da un liberale, Valerio Zanone, era un intervento che doveva valorizzare la presenza dell'uomo nel territorio recuperato, non uno strumento tendente ad espellere l'uomo dal territorio, mentre così è diventato e i nostri amministratori locali - non me ne vogliano quelli presenti considerano il parco una risorsa turistica, una ricchezza. Non è vero! Il parco è un costo perché è un'opera di recupero e di restauro e deve essere considerato tale.
Certo, in un ambiente recuperato e riqualificato si crea una domanda di visitazione diversa e superiore alla precedente, quindi si avviano dei processi turistici. Immaginare però che il parco si faccia per scopi turistici è un falso culturale, storico e politico, rispetto al quale la maggioranza, la Giunta e la storia della Regione non sono state sufficientemente attente. Non si devono fare tantissimi parchi, si devono fare i parchi che è giusto fare e non dei recinti, per esempio, per la fruizione di massa come sono alcuni parchi.
Il nostro contributo alla riflessione è di questo tipo: diamo la nostra disponibilità e il nostro voto ad un'iniziativa che tenta a risolvere nell'immediato, sia in termine risarcitorio sia in termini di riduzione del fenomeno, questa questione.
Il problema è alla radice: o riconduciamo questo fenomeno a un fenomeno per il nostro territorio, straordinario ed eccezionale, o il problema non si risolve. E, se mi consentite, anche in rispetto agli animali.
Un cervo, come un camoscio, deve essere considerato una gemma della natura, qualcosa che per essere vista ed apprezzata richiede l'approccio la cultura, la frequentazione e non può essere considerata una cosa che si rischia di mettere sotto la macchina ad ogni curva.
Sappiamo tutti che il valore di un bene deriva da tanti fattori, ma anche dalla sua rarità. Se i camosci girassero per le strade, non sarebbero niente di più delle capre. Gli stambecchi del Gran Paradiso, che vengono allevati con questa cultura, sono diventati delle capre che mangiano i rifiuti intorno ai rifugi e che dovete scostare dalle strade per poter avanzare, perché sono malati. Mi chiedo se questo tipo di cultura non sia addirittura sadica e non di tutela. E' il mio modo di vedere questi animali, posto che sono arrivati o ce l'hanno portati. Chissà cosa è successo! Non facciamo i processi, anche se potremmo pensare di trovare gli imputati. Ci sono. Riduciamoli a quelli che devono essere nel nostro territorio: una presenza rara e, in questo senso, ancora più preziosa e significativa. Altrimenti, come tutti, rischiamo che anche questi animali bellissimi, questi pregi della natura vengano sottoposti al processo di banalizzazione che rattrista e svilisce qualunque questione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fracchia.



FRACCHIA Mario

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi atterrò strettamente al tema senza inoltrarmi su divagazioni, peraltro interessanti, come ha fatto il collega Marchini.
Vorrei richiamare l'attenzione sull'ordine del giorno (di cui sono uno dei firmatari) presentato circa tre mesi fa che, anche a causa delle ferie è stato accantonato.
La situazione era già drammatica in quel momento; il collega Paris, che si era fatto promotore, aveva già evidenziato le difficoltà gravi nella Valle di Susa e in Val Chisone, mentre io facevo presenti le difficoltà esistenti nel cuneese, nell'Alta Val Tanaro, nell'Alta Langa e nell'Alta Valle Belbo, le tre zone particolarmente interessate.



BONTEMPI Rinaldo

E in Valle Bormida?



FRACCHIA Mario

Sì, anche in Valle Bormida c'è qualche cinghiale, perché l'acqua del Bormida fa bene ai cinghiali, non li fa neanche morire, si sono già assuefatti al gusto del cloro e del fenolo e quindi sarà difficile stanarli! Comunque, il problema è molto serio.
I punti in cui abbiamo concentrato le nostre richieste alla Giunta sono molto chiari.
Vorrei fare alcune proposte, data la situazione di emergenza; ci sarà poi il tempo per preparare un piano per la prossima stagione. Ma, proprio per l'emergenza che durerà fino alle prime nevi, vorrei fare alcune proposte, sperando nella disponibilità dell'Assessore Moretti: 1) anticipo dell'apertura della caccia al cinghiale (che mi pare sia prevista al 1' novembre) al 10 ottobre 2) possibilità di raddoppiare il numero dei capi abbattibili; mi pare che adesso i cacciatori possano ucciderne solo due. questo non danneggerebbe nessuno perché solo la metà dei cacciatori, o anche meno pratica la caccia al cinghiale, quindi ci sono dei cacciatori che al cinghiale assolutamente non pensano.
Queste due proposte certamente non risolveranno il problema, ma potrebbero dare un piccolo contributo. Occorre accelerare al massimo il piano di abbattimento, se veramente i dati esposti - e non ho motivo di dubitare dei dati forniti dal collega Paris - sono così drammatici.
Inoltre, occorre dare il via ad un secondo piano di abbattimento per sfoltire i numerosi cinghiali presenti nelle nostre vallate.
Per quanto riguarda la presenza dei cinghiali nei parchi, mi pare che il collega Ferro abbia fatto una proposta interessante che può senz'altro avviare una discussione in III Commissione, con la presenza dell'Assessore Vetrino, dell'Assessore Lombardi e dell'Assessore responsabile alla caccia per risolvere il problema dei parchi che è un po' differente dal problema delle altre zone infestate da un numero elevatissimo di cinghiali.
Ribadisco le mie proposte: anticipo dell'apertura e possibilità di raddoppiare il numero dei capi cacciabili. Per il resto, occorre accelerare le procedure per il risarcimento dei danni, che - non dimentichiamo specialmente in provincia di Cuneo, non sono solo provocati dai cinghiali ma anche dai corvi e dalle volpi.
Confermo quindi quanto avevo sottoscritto nell'ordine del giorno e mi auguro che alcune delle mie proposte vengano accettate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, desidero brevemente motivare e giustificare l'occasionale sottoscrizione di questo ordine del giorno da parte della Lista Verde, fatto che è già stato richiamato da chi ha illustrato l'ordine del giorno, il collega Paris, per spiegare, anche sulla scorta dell'intervento precedente del collega Marchini, come questa sottoscrizione sia in effetti contingente, dovuta a una situazione di emergenza e contenga una serie notevole di elementi di divergenza rispetto al contesto generale in cui viene inquadrata la vicenda, così come il collega Paris l'ha illustrata.
Non sottovaluto, anche perché ho avuto modo personalmente di verificarla nelle Valli di Lanzo, la gravità dei danni provocati dai cinghiali o "porcastri". A questo proposito, tra l'altro, direi che tutti insieme dovremmo accettare l'emendamento proposto dall'Assessore Moretti che propone, in merito alla vicenda uno studio ed un'indagine più approfondita rispetto ai "si dice" o altre cose di questo genere. Non sottovaluto quindi la gravità di questa situazione e l'equilibrio ambientale che è profondamente turbato dal punto di vista faunistico.
Quello che però vorrei fosse oggetto di discussione più seria e più approfondita è il perché di questo equilibrio così profondamente turbato e delle conseguenze gravi delle politiche venatorie condotte in questa Regione. Il collega Fracchia dice: ammazziamone di più, ammazziamoli rapidamente. Cerchiamo però di capire perché, nel caso dei cinghiali porcastri o porcastri-cinghiali, il numero è diventato così alto. Abbiamo assistito per anni ad una politica di ripopolamenti totalmente dissennata e non finalizzata - come sedicentemente fanno finta di dire i cosiddetti "cacciatori ambientalisti" - al ristabilimento di un equilibrio faunistico ma soltanto alla produzione di carne da macello attraverso continue immissioni di animali in un habitat che non è il loro, che non lo è mai stato e che, tra l'altro, non è nemmeno razionale che lo sia, come giustamente osservava Marchini.
Vorrei, a questo proposito richiamare la discussione sulla legge della caccia, quando citai una specie che chiamai allora l'immigrato della pianura Padana, ovvero il colino della Virginia. Il colino crea meno problemi agli agricoltori, però qui abbiamo anni e anni, per non dire decenni, di politiche venatorie dissennate. Allora, o si pone fine alla politica dissennata dei ripopolamenti o altrimenti avremo sempre e soltanto ulteriori provvedimenti di emergenza, che qui hanno ottenuto la mia firma per la particolare impostazione in termini lessicali dell'ordine del giorno. L'ho firmato perché non fa esplicito riferimento ai metodi da adottarsi in una "situazione di emergenza con provvedimenti di emergenza" anche se li lascia intuire. Però, questa formulazione apre la strada e la possibilità anche ad altri meccanismi che non siano soltanto quelli di una politica pura e semplice di abbattimenti o di mattanza. Vi è uno spazio anche per la programmazione, per una politica culturale capace di invertire determinate linee di tendenza, che permetta anche di risolvere il problema degli indennizzi.
Dopo la votazione di questo ordine del giorno vorrei potessimo proseguire sull'argomento non solo con le scorciatoie e le soluzioni più semplici, come ad esempio quella di sparare ai cinghiali, ma anche con qualche altro sistema che ci permetta di liberarci dalla pesante zavorra dei cacciatori e delle attuali politiche venatorie.
Ho registrato oggi una polemica, che ho apprezzato, ma vorrei che qualcuno giungesse alle conseguenze che essa comporta. La polemica è con le Province, in merito ai tempi e alle modalità con cui vengono concessi gli indennizzi; ritengo debba essere portata avanti anche nelle sedi delle amministrazioni provinciali, dei Consigli provinciali, dove la gran parte dei firmatari dell'ordine del giorno hanno fior fiore di Assessori e maggioranze.
Non può essere riportato come un boomerang il fatto che vanno ammazzati i cinghiali perché le Province non pagano i danni. Un ragionamento del genere fa sì che vi sia, visto il modo in cui si comportano le amministrazioni provinciali, una sorta di pressione affinché il problema diventi addirittura più grande di quello che è, che cresca un forte malcontento e quindi vi sia una pressione per incentivare la pratica degli abbattimenti, in altri termini, il tentativo di rendere l'emergenza ancora più grave.
Nonostante l'Assessore Moretti abbia detto che lui non c'entra, occorre chiarire una volta per tutte il problema dei ripopolamenti di vipere e di altri animali del genere. Personalmente, sono stufo di essere additato in alcune sedi di comunità montane delle valli di Lanzo in particolare, e di Consigli comunali, come chi, insieme ad altri due o tre amici, va in giro con scatole per scarpe piene di vipere che poi lascia nei boschi. Si dice che andiamo in giro e che facciamo finta di andare in montagna, invece abbiamo nello zaino le vipere che tiriamo fuori per fare i dispetti ai contadini.
Questa vicenda rappresenta il prosieguo, in tempi moderni, delle leggende nate attorno alla montagna; vorrei che qualcuno ne facesse piazza pulita perché essere immaginato come una persona che passeggia con le vipere in tasca, francamente mi dà fastidio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Esprimo l'adesione del Gruppo socialdemocratico all'ordine del giorno che abbiamo sottoscritto. Abbiamo anche ascoltato, al di là degli interventi dei Consiglieri regionali Paris, Ferro e altri colleghi che mi hanno preceduto, l'impegno dell'Assessore, che apprezziamo, ad adottare le misure necessarie e a svolgere un'indagine conoscitiva che permetta di avere elementi più certi sui quali impostare alcune iniziative, talune di carattere di emergenza, visto che in siffatte situazioni occorre prendere provvedimenti di emergenza, e altre di carattere più definitivo.
Non intendiamo, anche se il discorso è stato interessante, dialogare come ha fatto Marchini, intorno ai massimi sistemi di natura culturale che sono a fondamento di un processo di risanamento di una questione di tale natura, a monte di interventi che pure si renderanno necessari. Dal punto di vista pratico, gestionale e amministrativo riteniamo che, ad esempio quanto ha suggerito Fracchia su alcuni provvedimenti si possa effettivamente discutere per assumere tali provvedimenti nel giro di breve tempo.
Per quanto riguarda la questione dei danni, riteniamo che, al di là dell'aumento (da 1.300.000 a 1.800.000), esistano problemi di adeguamento delle cifre disponibili nell'ambito delle risorse, problemi di tempi di erogazione degli indennizzi e soprattutto un problema di competenze; molte volte infatti ci sono rimpalli di responsabilità e competenze fra le amministrazioni provinciali e l'amministrazione regionale. Questi sono interventi che richiedono la messa a punto di criteri di carattere operativo ed amministrativo che non richiedono alcuna invenzione, ma criteri operativi di definizione di responsabilità e accelerazione dei tempi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Penasso.



PENASSO Alfredo

L'introduzione del collega Paris ha già messo in evidenza la drammaticità del problema che questa mattina, cortesemente, il Presidente ha voluto affrontare, pur riconoscendo che ci sono altri adempimenti che hanno la stessa importanza del problema di cui discutiamo.
Ringraziamo quindi per la precedenza data; come è già stato richiamato in più occasioni, il nostro ordine del giorno, che data 7 luglio, aveva ragione di essere messo in discussione, anche perché viene giustamente richiamato da tutte le parti politiche il fatto che bisogna fare qualcosa.
Non vorremmo allora che, al termine di questa approvazione unanime dell'ordine del giorno, passassero altri mesi senza siano state prese le giuste e dovute iniziative per la soluzione di questo drammatico problema.
Ovviamente qualche collega, in particolar modo il collega Marchini, ha voluto richiamarci alla realtà ed alle motivazioni che ci hanno portato alla discussione della questione. E' vero, collega Marchini, ci troviamo a discutere di un falso ambientale.
Quando in tutte le leggi parliamo di tutela dell'ambiente e nella tutela dell'ambiente anche la fauna, includiamo questo falso ambientale, in quanto, tutelando la fauna, distruggiamo l'ambiente, quindi falsiamo i principi in base ai quali ci siamo dati gli strumenti per la tutela del patrimonio ambientale.
Cercherò di essere breve e citerò soltanto qualche passaggio di alcuni montanari: "I nostri terreni vengono distrutti dai cinghiali, una volta di più. Il nostro bestiame rimane senza erba per nutrirsi. Cosa diamo loro da mangiare? Quassù non si può avere il mangime da dare al bestiame. Il nostro terreno resterà per molti anni distrutto se non faranno nuovamente sparire questa selvaggina. Altro che aiutare l'agricoltura! Chi ha dettato questa legge" - scusate, ma lo scritto è elementare "è ben ingrato. Sì, i giornali ne parlano, però nessuno vuole la colpa. Ora noi chiediamo a lei che faccia presente il nostro cruccio in Parlamento e chiediamo che si paghino i danni. Fiduciosi di un aiuto, attendiamo".
Questa è una drammatica lettera inviata dai coltivatori di Canischio e Sparone ai responsabili della gestione pubblica a difesa del loro giusto diritto di sopravvivenza nelle montagne.
Ci siamo dati alcune leggi che, purtroppo, abbiamo disatteso; se avessimo applicato correttamente tutte le leggi, seppure limitative rispetto alla drammaticità di questo momento, probabilmente oggi non ci troveremmo a discutere di questo problema.
La legge-quadro nazionale fa preciso riferimento ad un equilibrio faunistico e invita le Regioni a dotarsi e ad attuare leggi in questo senso. La legge regionale dice che "sulla base di censimenti accertino la composizione della consistenza faunistica a livello provinciale e di vasta area". E' ormai coinvolto l'intero territorio regionale, ma in particolar modo sono colpite massicciamente da questo flagello (perché è un vero flagello, cari colleghi) le vaste aree dell'arco montano e pedemontano, con accentuazioni più o meno pesanti e - ha ragione Marchini - ancora una volta quasi sempre attorno alle aree a parco.
Abbiamo voluto realizzare i parchi, quindi abbiamo una legislazione corretta, stabilendo che nel parco non si può cacciare, dopodiché abbiamo detto che bisogna mantenere l'equilibrio faunistico e che occorre fare i piani di abbattimento. L'equilibrio però non l'abbiamo mantenuto perché non abbiamo fatto i piani di abbattimento, quindi ci troviamo in una situazione di drammaticità in cui la fauna aumenta; in questo caso particolare i cinghiali vanno a distruggere l'intero territorio, non solo quello a parco.
Ha ragione anche il Consigliere Ferro, quando richiama l'attenzione sulla necessità di un coordinamento e di una linea comune. Oggi, grazie alla responsabilità e all'impegno pesante della Giunta, nonostante gli impedimenti che vengono ad intralciare questa iniziativa doverosa, che fa parte della nostra responsabilità amministrativa, abbiamo tentato di realizzare qualche piano di abbattimento, che però, così come è stato realizzato o come si sta realizzando, ha scarsa efficacia, non è sufficiente, perché dei 150 cinghiali previsti nel piano di abbattimento del parco de "La Mandria", sino a ieri ne erano stati abbattuti solo 25 e siamo ben al di là del raggiungimento delle finalità della deliberazione del piano di abbattimento. Il diritto naturale di sopravvivenza riguarda tutte le specie, non solo quella umana, quindi gli animali, molto furbescamente, escono dall'area in cui rischiano di fare una brutta fine e determinano un danno di una certa gravità. A tale proposito, ci siamo chiariti, proprio in questi giorni in cui si parla tanto di ambiente se non fosse il caso di chiedere l'autorizzazione per poter esibire nell'atrio di Palazzo Lascaris una gigantografia di tutte le fotografie che dimostrano quale ambiente stiamo creando con le nostre stesse mani, con le nostre leggi.
Occorre applicare immediatamente tutte le leggi che ci siamo dati certamente non sono sufficienti, questo lo sappiamo, ma siccome viviamo una situazione di emergenza e drammaticità, dobbiamo, con impegno comune, ma questo lo dimostra la volontà unanime del Consiglio, andare alla ricerca di strumenti atti a modificare ed annullare la situazione riguardante le specie cosiddette autoctone. Sono specie che distruggono l'ambiente e noi non possiamo che farci carico - ecco perché gli strumenti che ci siamo dati possono sopperire solo in parte - dei danni provocati. E' un problema previsto dalla legge nazionale e se ne fa carico anche la legge regionale.
La legge però non viene applicata anche perché è difficile applicarla.
Questo non è quello che vuole la gente, non è quello che vuole il produttore agricolo; ormai questa specie è presente nei cortili delle case negli orti familiari, di conseguenza è una situazione non più tollerabile.
Ritornando ai danni, non avremo la capacità finanziaria, le risorse disponibili se non porremo mano al controllo di queste specie, perché la loro progressione matematica è spaventosa.
Se facciamo riferimento al 1985, vediamo che l'indennizzo era di 250 milioni. Questi indennizzi riguardano solo la Provincia di Torino per le zone fuori dai parchi, non vi sono ancora i dati relativi ai parchi, a causa del richiamato conflitto di competenze su chi deve pagare e chi no, e via di questo passo. Nel 1986 l'indennizzo era di 380 milioni e di 612 milioni nel 1987; oggi abbiamo delle stime di 2 miliardi e non siamo certamente a fine campagna. Ciò sta a dimostrare che questa specie ha una capacità di prolificazione e, di conseguenza, di aumento sul territorio tale che il prossimo anno rappresenterà una calamità a livello regionale.
Di conseguenza, prima che questo fatto distrugga la nostra capacità di spesa e l'intero ambiente, bisogna attuare tutte le strategie necessarie che oggi abbiamo a disposizione, ma che dobbiamo andare a ricercare e ad attuare affinché questo flagello abbia fine.
Riteniamo quindi ingiusto che le nostre popolazioni, e in particolar modo quelle che vivono già in condizioni disagiate, che vivono in ambienti più difficili, abbiano questo flagello sulle proprie spalle.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti per la replica.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Signor Presidente, quando si dibattono i problemi emergono anche altre questioni che attendono delle risposte; diversamente, si corre il rischio di trovarsi di fronte ad un problema che il responsabile del settore della caccia o la Giunta stessa non intendono superare.
Parto da un altro punto di vista. Ritengo di non dover essere permissivo perché gestisco la cosa pubblica. Il mio ruolo è un po' diverso non è quello di andare alla ricerca di un sostegno o di battimani, ma è quello di individuare le strade da percorrere, per affrontare correttamente i veri nodi. Se ognuno mette in campo le proprie esigenze, dico subito di non essere assolutamente d'accordo perché ho una funzione pubblica da rispettare e devo tener conto anche delle normative che regolano questo settore.
Dico, innanzitutto, che il bilancio e la destinazione dei fondi sono solo una partita di giro. La Regione non può destinare fondi per la caccia perché è un'attività propria, quindi, nell'ambito dei fondi, deve distribuire alle Province sia la parte che riguarda i danni sia la parte che riguarda l'attività venatoria affidata in delega alle Province.
Per quanto riguarda i danni ho già detto in sede di consulta nell'incontro con le associazioni agricole, che nell'ambito dei fondi regionali c'è una disponibilità e il fondo è stato elevato ad un miliardo e ottocento milioni. Il problema non è quello di aumentare il fondo, ma quello di accertare il danno attraverso le Province; la Regione farà anche un'indagine per rendersi realmente conto della gravità dei danni, non solo di quelli provocati dai cinghiali, ma da tutti gli animali. Dobbiamo quindi essere molto responsabili perché gestiamo la cosa pubblica e non il particolare. Su questo argomento dobbiamo chiarirci.
E' giusto, durante un dibattito, ampliare i discorsi rispetto alla collocazione della specie nell'ambiente; ricordo però che si sta approvando un piano faunistico, che c'è un piano ungulati nel quale si vanno ad individuare, attraverso un'analisi fatta da studiosi ed esperti, i vari ungulati (e negli ungulati da proteggere c'è anche il cinghiale) e si stabilisce anche il numero degli ungulati. Tutto questo va fatto d'intesa con l'ente delegato; ho invece la netta sensazione che si tenti di scaricare il problema alla Regione. D'accordo, la Regione ha il potere legislativo in materia, ma le Province dovevano predisporre in tempo anche i piani di abbattimento, come prevedeva la legge n. 60 e come prevede l'attuale legge. Sono d'accordo che la Regione debba fare da coordinamento ma penso che in questa materia debba impegnare molto di più le Province.
Non mi limito al problema dei cinghiali; abbiamo avuto un incontro e abbiamo parlato di tutte le specie nocive. La Regione non deve predisporre piani, deve invece attenersi alle proposte di piani delle Province e dare le relative autorizzazioni.
Ricordo al Presidente Viglione che abbiamo già approvato un piano di abbattimento dei cervi, predisposto dai comparti e dalle Province. La questione dei cinghiali, invece, non si è capito bene il perché, è arrivata in Giunta mentre si poteva discutere nelle Province e poi in Consiglio.
Detto questo, non bisogna fermarsi ai problemi urgenti ed intervenire bisogna affrontarli in due tempi.
Innanzitutto, occorre fare un piano di abbattimento - ecco l'urgenza e un'indagine per capire la provenienza dei porcastri; l'indagine deve essere fatta da un istituto competente, quindi da esperti, dall'Università.
Chi è preposto al servizio di vigilanza deve accertare le provenienze e le Province stesse devono prevedere la presenza di guardie ed individuare i responsabili.
Disponibile ad incontrare la III Commissione, nell'ambito della quale potranno emergere elementi utili da parte dei colleghi Consiglieri, porter delle proposte. Sono d'accordo sull'impegno proposto nell'ordine del giorno; accetto l'integrazione e ho proposto al collega Ala affinché al punto b) si inserisca, dopo il punto: "a seguito di indagine dell'Università di Torino, Istituto di biologia e scienze".
Credo che la Giunta non si sottragga alla discussione del problema nella sua complessità; ci sono però questioni che vanno viste sotto il profilo della legittimità e, qualche volta, anche sotto il profilo penale.
Non possiamo distrarre i fondi dal capitolo della caccia e destinarli alle spese che derivano dai parchi, perché sarebbe distrazione di fondi, una perseguibile penalmente. Bisogna però trovare le forme e decidere come predisporre il fondo per i danni che vengono procurati nei parchi. Ho parlato in questi giorni con la collega Vetrino, la quale sta già predisponendo delle normative per far fronte al problema. Esiste un'emergenza che va affrontata in termini brevi e pensiamo che questi piani si possano predisporre anche in termini brevi, mentre riteniamo non si possa tener conto delle proposte fatte dal collega Fracchia. Il calendario venatorio pubblicizzato dalla Regione e dalle Province non può essere modificato perché in base ad esso vengono distribuiti i tesserini sui quali sono elencate le specie e il numero degli esemplari cacciabili. Stiamo pensando però di inserire per il prossimo anno, stando all'indagine che faremo, i cinghiali nelle specie cacciabili. Al momento è solo possibile predisporre in termini brevi questo piano di abbattimento e fare le indagini.
Per quanto riguarda i danni, c'è la disponibilità finanziaria, stando al ritardo con cui procedono le Province, di un miliardo e 800 milioni e credo che questa cifra possa far fronte alle esigenze immediate verificheremo poi se aumentare il fondo. I fondi dovranno essere prelevati dal capitolo relativo alla caccia e su questo è impegnata anche la Giunta.
La Giunta è impegnata anche in termini di attendibilità, perché non possiamo predisporre tutto quello che vogliamo, ma dobbiamo tenere conto degli elementi di riferimento che sono: un'analisi rispetto alla situazione esistente e rispetto alla specie; dobbiamo quindi verificare se questi ibridi hanno alterato la specie cinghiale.
Pertanto, la Giunta accetta l'ordine del giorno impegnandosi a portare in tempi brevi le conclusioni in Commissione o in Consiglio regionale, per avviare il piano di abbattimento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 524, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte di fronte alla grave emergenza rappresentata dalla continua e massiccia proliferazione dei cinghiali specialmente nella Valle di Susa, del Chisone del Pellice e di Lanzo, dell'Alto canavese, ma anche in altre vaste zone del territorio piemontese rilevato che la situazione è in incessante e rapido peggioramento e provoca rilevanti danni e gravi limitazioni all'esercizio dell'attività agricola non solo nei poderi di fondo valle e di mezza costa, ove vengono sistematicamente distrutti i raccolti, ma anche nelle zone di montagna e di alta montagna considerato che, nelle scorse settimane i margari che sono saliti negli alpeggi con le loro mandrie si sono trovati di fronte a vaste aree di prato e di pascolo completamente sconvolte con la asportazione completa della cotica erbosa e che tale realtà favorisce e determina soprattutto nei periodi di piovosità - fenomeni gravi di erosione e di smottamento nei bacini montani già sottoposti ad alto rischio idrogeologico richiama l'attenzione della Giunta sul danno che tale situazione determina all'ambiente, sul pericolo che rappresenta per le popolazioni locali e sul crescente malcontento che logicamente si diffonde e si acuisce a causa di un danno economico che continua a crescere, colpendo un reddito agrario sempre più stentato impegna la Giunta a) a disporre - in collaborazione con le Province, le Comunità montane i Comuni interessati e le organizzazioni professionali agricole accurate indagini ed urgenti sopralluoghi per verificare la veridicità e la gravità della situazione denunciata b) ad accertare quale fondamento hanno le voci secondo le quali si sarebbero effettuati ripetutamente - da parte di ignoti - dei 'lanci' di specie animali denominate 'porcastri' aventi caratteristiche simili ma non identiche, ai cinghiali c) ad aumentare in misura adeguata i fondi da ripartire alle Province per un equo risarcimento dei danni d) a porre allo studio e ad attuare sollecitamente una normativa che elimini gli attuali conflitti di competenza in materia, che determinano un continuo e penoso palleggiamento di responsabilità tra Province amministrazioni dei parchi e delle riserve pubbliche e private, in modo da stabilire una volta per tutte e con chiarezza a chi tocca risarcire i danni e) a far fronte ad una situazione di emergenza con provvedimenti di emergenza, adottando misure drastiche, rapide ed efficaci e non semplici palliativi, affinché venga ridotta la popolazione di cinghiali e simili a limiti tollerabili, in un habitat che, anche nei secoli scorsi, non fu mai infestato da tale specie animale - assolutamente non autoctona - che prolifica soprattutto nelle zone vincolate a parco, ma che si è diffusa e che ha letteralmente invaso larga parte del territorio f) a riferire in merito al Consiglio nel tempo più breve possibile, e comunque non oltre 30 giorni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, dobbiamo decidere se affrontare l'esame degli ordini del giorno l'uno relativo all'Ecolinea, l'altro riguardante i rifiuti nocivi della Zanoobia, oppure il punto relativo alla sostituzione dei due Assessori.
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, il sottoscritto non ha nulla in contrario a discutere la vicenda della motonave Zanoobia, in relazione alla comunicazione della Giunta resa nella seduta precedente.
Acconsento che nella giornata di oggi si discutano i documenti presentati questa mattina, però vorrei ricordare che al punto 6) dell'o.d.g. è prevista la discussione del documento riguardante la rilocalizzazione della ditta Ecolinea. Ancora stamani mi sono adoperato affinché tale documento venisse verificato insieme agli altri Capigruppo ed alla Giunta per giungere ad un risultato positivo, quindi per poter deliberare rapidamente sulla vicenda, senza bisogno di rinviare aggiungendo ulteriore "carne al fuoco", quindi rendendo più difficile la conclusione di questo primo segmento.
Ripeto, a mio avviso si possono discutere i documenti presentati dagli altri Gruppi nel corso della giornata; sono a che questa vicenda si concluda rapidamente in modo da procedere oltre. Ho davanti l'o.d.g.
concordato dai Capigruppo e preferirei che si procedesse in questo senso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

L'intervento del collega Staglianò rappresenta un giusto modo di porre le questioni. Il suo ordine del giorno è precedente, è già iscritto all'o.d.g. e riguarda una parte nella complessa vicenda che deve comunque essere risolta entro oggi.
Chiedo che tale ordine del giorno (che non ha la mia firma e rispetto al quale, quando se ne discuterà nel merito, esprimerò le mie valutazioni) abbia precedenza e sia discusso e votato al regolare punto in cui è iscritto.
Gli altri ordini del giorno - compreso il mio, che avevo già annunciato durante il dibattito generale - nascono da un'altra serie di esigenze altrettanto urgenti: la vicenda cambia e si evolve giorno per giorno l'unica cosa che non si evolve giorno per giorno mi dispiace dirlo - è la Giunta regionale. Infatti, dall'ultima volta che ci siamo visti, tra sentenze dei Tribunali amministrativi, decisioni del Commissario ad acta e decisioni della Provincia di Torino, sono passati rapidamente alcuni fatti rispetto ai quali non vengono date comunicazioni né vengono espresse pubblicamente le decisioni che si intendono prendere, anche in ossequio ed in ottemperanza all'ordine del giorno che una determinata maggioranza ha votato mercoledì scorso. Ordine del giorno del quale l'Ammiraglio Francese pare non avere neanche accusato ricevuta. Così pure i Consigli comunali di Leinì, Beinasco, Orbassano, ecc., hanno inviato suppliche ad una Giunta regionale che non fa assolutamente nulla sulla vicenda, suppliche che restano inevase. Se alcuni pensano che tutto questo può essere trattato dopo che i fusti sono stati a loro volta trattati, ovvero se prima trattiamo i fusti e poi gli ordini del giorno, lo si dica chiaramente. Non mascheriamo sotto le procedure il fatto che la Regione decide di abbandonare totalmente la vicenda.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, chiedo venga messo in discussione il nostro ordine del giorno subito dopo la discussione e la votazione dell'ordine del giorno del Consigliere Staglianò, data la strettissima connessione fra le conclusioni dei due ordini del giorno. L'ordine del giorno del Consigliere Staglianò si riferisce in modo specifico all'Ecolinea e la motivazione del nostro ordine del giorno si riferisce ad un fatto nuovo verificatosi qualche ora dopo la chiusura della discussione di mercoledì scorso (la sospensione dell'ordinanza del Sindaco di Leinì).
Non entro nel merito, ma se questo fatto nuovo è strettamente connesso all'impegno che si chiede relativamente all'Ecolinea, mi pare sia il momento di discuterlo, non solo per la connessione, ma per l'esistenza del fatto stesso sopravvenuto all'ordine del giorno approvato dalla maggioranza mercoledì scorso e nel quale si impegnava la Giunta, prima di dare inizio alle operazioni di smaltimento, a fare la richiesta di indagine conoscitiva ed a chiedere che durante le operazioni da effettuarsi presso le ditte piemontesi venissero previamente esaminate la qualità e la quantità dei rifiuti.
Sotto questo profilo, più che una connessione c'è la necessità di esaminare il nostro ordine del giorno subito dopo quello del collega Staglianò.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Signor Presidente, le obiezioni poste dai vari Gruppi hanno argomenti validi e, pertanto, sono da tenere in considerazione. Se però non ci diamo una regola - passatemi il termine - finiamo per avere un Consiglio regionale sfilacciato, che non consente ai singoli Consiglieri - cosa peraltro legittima - di sapere come si articolano i lavori.
Molti colleghi vengono in Consiglio ad una certa ora convinti di svolgere un determinato argomento ma poi scoprono che l'ordine del giorno è stato nel frattempo stravolto e l'argomento di loro interesse è stato anticipato o posticipato.
Questa mattina, signor Presidente, a nome del Gruppo DC ho acceduto alla sua richiesta di svolgere il punto 5), relativo al problema dei cinghiali, prima del punto 4), per la partecipazione numerosa dei cittadini al dibattito, quindi per non farli attendere per ore.
Il dibattito sul problema dei cinghiali si è concluso, pertanto, se il dibattito sull'ordine del giorno relativo all'Ecolinea può essere rapido e si può andare nel senso che chiedeva il collega Staglianò, il Gruppo DC è d'accordo a posporre nuovamente l'elezione degli Assessori. Se, viceversa intorno all'argomento si inseriscono altri ordini del giorno e il dibattito si prevede molto più ampio, ciò è pienamente legittimo, ma tale da sconvolgere la logica dei tempi del lavoro del Consiglio. Allora il Gruppo DC cortesemente, ma con fermezza, chiede al Presidente di mantenere l'o.d.g.
Chiedo quindi di liquidare il punto 4), che potrà essere discusso in tempi ragionevoli, e concordo di proseguire nella seduta antimeridiana con il problema Ecolinea e quant'altro si dovesse presentare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Il problema procedurale, a mio avviso, è dato da una questione di sostanza.
Abbiamo il dovere di approvare rapidamente un ordine del giorno che non venne approvato la volta scorsa, su richiesta della maggioranza, per poterlo valutare meglio. E' quello che riguarda l'urgentissimo problema per gli abitanti di Leinì relativo alla rilocalizzazione della ditta Ecolinea Ha carattere di stretta urgenza ed è un ordine del giorno che avremmo potuto approvare la volta scorsa.
E' stata fatta una ragionevole richiesta di verifica che mi risulta sia stata compiuta; l'ordine del giorno che noi comunisti avevamo sottoscritto allora l'abbiamo quindi risottoscritto adesso, solo con un nome diverso perché il collega Adduci non c'è.
Le questioni poste dal collega Ala sono queste: è avvenuto qualcosa in questi giorni riguardo al problema Leinì, Zanoobia, Ecolinea, o no? Sì, e devo dire che il disordine, il rischio di sconvolgimento degli ordini del giorno è il frutto di carenze e di assenze della Giunta, il cui primo atto avrebbe dovuto essere quello di comunicare cosa intendeva fare dopo la pronuncia del TAR. riguardo ai rifiuti della Zanoobia.
I Gruppi di opposizione sono quindi costretti a presentare in maniera diversa un ordine del giorno sul sistema, un altro su cosa fare dopo che l'ordinanza del Sindaco è stata invalidata dal TAR. Questo è il problema.
Per quanto riguarda l'ordine dei lavori, per noi è relativamente indifferente il modo in cui si procederà, nel senso che riguardo alla discussione sulla sostituzione degli Assessori vorremmo sentire gli altri non vorremmo essere solo tutori di valori (che nessuno più ha) di una certa importanza. Avremmo voluto dare precedenza assoluta all'ordine del giorno per ragioni ovvie, quindi a noi va bene approvare l'ordine del giorno realizzato la volta scorsa. Se si vuole continuare a parlare dell'Ecolinea siamo dentro al problema, denunciamo però che gli scassi, i ritardi vengono provocati da una totale insufficienza dell'azione di proposte e di governo.
Non è Ala, non sono io, non sono coloro che hanno compiti di opposizione a dover riproporre soluzioni per il problema che si è aperto dopo il pronunciamento del TAR.
Ripeto, riteniamo che il problema della rilocalizzazione vada affrontato ed esaurito subito. Se si ritiene di dover fare una discussione globale siamo del tutto d'accordo. E' certo che nella giornata (e c'è una successione dei fatti, che ha anche senso politico) deve essere esaminata tale questione nella sua completezza e deve essere dato adeguato spazio alla questione della sostituzione di due Assessori, atto politico che non può essere retrocesso. Capisco l'importanza di tutti gli argomenti marginali, ma, tutto sommato, siamo in un parlamento in cui ci confrontiamo con un governo, con le sue evoluzioni sui movimenti e abbiamo cose da dire.
Non vorremmo venisse considerato un incombente di ordinaria amministrazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, finora abbiamo mantenuto il ritmo di marcia previsto nella riunione dei Capigruppo.
A questo punto però, ascoltando anche gli interventi che ci sono stati finora, ritengo di poter dire, a nome del Gruppo socialista, che è opportuno dare la priorità alla sostituzione degli Assessori e quindi alla loro nomina.



(Voci dal pubblico)



PRESIDENTE

Il pubblico non può interloquire!



ROSSA Angelo

Dopo parecchio tempo, che, per una ragione indipendente dalla nostra volontà, cioè la scomparsa dell'Assessore Alberton, un Assessorato importante come quello alla cultura è rimasto in carenza del suo titolare aggiungendosi anche lo scambio più recente, credo sia più che mai necessario dare alla Giunta la sua completezza, sistemare definitivamente le sue funzioni. Probabilmente anche questa situazione richiede una discussione che chiedo sia prioritaria rispetto alla discussione sull'Ecolinea, sulla Zanoobia e su qualche altro problema già richiamato e sottolineato. Non può e non deve esserci una discussione unicamente su un ordine del giorno presentato e votato perché probabilmente occorre riflettere su quanto è accaduto nei giorni scorsi.
Tra le due discussioni che comunque non verranno rinviate, ritengo quindi si debba dare priorità ad una discussione che, per quanto ampia sia in ogni caso non è così lunga da impedire una soluzione.
Finora abbiamo mantenuto i ritmi che ci siamo dati nella riunione dei Capigruppo, quindi diamo questa priorità e mi auguro che la soluzione possa consentire l'avvio del dibattito che ci sta a cuore in tempi brevi.



PRESIDENTE

I Capigruppo avevano fissato per stamani l'esame dei due punti all'o.d.g., l'uno relativo all'Ecolinea, l'altro relativo alla sostituzione degli Assessori. Quindi la seduta non si chiuderà se non verranno affrontati questi due punti.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ci viene posta la questione di dare corso all'integrazione del governo regionale, questione che formalmente e istituzionalmente deve porsi come non superabile, quindi va realizzata. Formalmente, dunque, non si può che procedere; sembra paradossale che, su richiesta dei Gruppi di integrare l'organo del governo ci si debba anche chiedere quale legittimità abbia la Giunta, perché ha dei dimissionari al proprio interno. Dico solo che in termini formali si deve procedere all'integrazione della Giunta.
Aggiungo che sulla vicenda si fa della strumentalizzazione non corretta, perché la questione Zanoobia è sui nostri tavoli in due documenti e in due occasioni, una presente e una passata. Quindi non è che si sia latitanti sul problema.
Il documento Zanoobia è stato oggetto di una sospensiva dell'Ecolinea anche richiesta dal sottoscritto, quale destinatario evidentemente. Volevo cioè verificare, non in termini politici - è una raccomandazione che faccio alla Giunta - se l'obiettivo che il collega Staglianò pone, e che noi condividiamo, possa non essere ridotto alla questione Ecolinea, ma essere un problema generale.
Sostanzialmente, siamo nell'emergenza; per smaltire l'arretrato ed avere un sistema di aziende in grado di smaltire, che lo facciano come attività imprenditoriale, bisogna avviare una politica che consenta la rilocalizzazione, in tempi brevi e in termini corretti, di aziende nuove che sicuramente nasceranno. Il sistema, infatti, non è in grado di digerire il pregresso e di rispondere alle esigenze in tempi reali.
Quindi sciogliamo questa riserva in quanto riteniamo che il quadro normativo di cui la Giunta può valersi sia sufficiente ad impegnarla e che un processo di agevolazione, rilocalizzazione e localizzazione di attività di smaltimento, possa essere perseguito senza esigenza di altre integrazioni di ordine normativo.
Devo però dire che, in ordine al problema così come si pone in termini storici e di attenzione soprattutto da parte dei cittadini, così come si colloca la Giunta rispetto ai rifiuti Zanoobia, l'ordine del giorno votato è chiaro e puntuale. Su questo, quindi, non si è evasivi.
Le ipotesi che arrivassero i rifiuti Zanoobia in Piemonte, nel documento approvato a maggioranza la volta scorsa, sono indicate e risolte e per brevità di tempo non le illustro. I cittadini che sono presenti per devono sapere cosa dovrebbe fare la Giunta se i rifiuti Zanoobia arrivassero in Piemonte; il Consiglio lo ha deciso e lo ha raccomandato alla Giunta. E' agli atti del Consiglio, non si tratta di inventare qualcosa.



PRESIDENTE

La seduta non si chiude fino a quando i due punti all'o.d.g. non sono stati esaminati. Prima di tutto affrontiamo il punto 4), relativo all'integrazione della Giunta regionale, dopodiché esaminiamo la questione relativa alla rilocalizzazione della ditta Ecolinea. Ma non è questo il problema. Il problema è di stabilire se i due ordini del giorno, uno presentato dal Gruppo comunista e dal Gruppo dei Verdi, riguardante specificatamente l'introduzione dei rifiuti Zanoobia, e l'altro presentato dal Gruppo MSI possono essere discussi successivamente non in questo momento, non collegati alla rilocalizzazione dell'Ecolinea, rappresentando quindi un altro punto. Però è mio dovere dire che il punto relativo alla rilocalizzazione dell'Ecolinea sarà esaminato subito dopo il punto 4) all'o.d.g.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Integrazione Giunta regionale: sostituzione Assessori Ezio Alberton e Mario Carletto (art. 35, secondo comma Statuto)


PRESIDENTE

Il punto 4) all'o.d.g. reca: "Integrazione Giunta regionale: sostituzione Assessori Ezio Alberton e Mario Carletto".
La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intendo prima d'altro rispettare la sollecitazione del Presidente del Consiglio di contenere in termini di estrema brevità questa comunicazione o sollecitazione al voto.
Giorni fa ho inviato alla Presidenza del Consiglio le dimissioni del collega Carletto e, successivamente, la richiesta di provvedere alla sua sostituzione ed a quella del collega Ezio Alberton. Propongo quindi la sostituzione di Ezio Alberton e di Mario Carletto con i colleghi Nerviani e Brizio, pensando che questo atto, al di fuori dell'aspetto formale della stessa esigenza, più volte richiamata nel dibattito, riconduca a pienezza di presenza l'esecutivo regionale e appartenga al naturale sviluppo del percorso degli uomini impegnati nella vita pubblica, con cause, origini maturazione e sbocchi diversi.
Non è certo l'ora e la circostanza adatta - né lo voglio fare - di ritornare a tessere e dare contorni di valore esaltanti di Ezio Alberton ma mi si consenta di ricordare per un istante, con sconfinata ed umana tristezza, il suo tormentato congedo dalla Regione e dalla vita stessa riflettendo su quanto sarà non facile, per chi è chiamato a succedergli, ad incarnare quel ruolo di governo con pari ed uguale dedizione di servizio razionalità e lucidità di proposte.
Per quel poco che ho potuto fare durante la mia supplenza, a volte mi sono sentito afferrato dall'ansia e dalla preoccupazione, quasi schiacciato davanti alla dimensione e alla delicatezza dei problemi, pensando soprattutto a come Ezio li avrebbe affrontati. La sua sostituzione è comunque un atto dovuto.
La sostituzione del collega Carletto pare invece entrare non tanto nella sfera delle grandi manovre dei Gruppi, quanto di quell'avvicendamento che accompagna talvolta l'evoluzione di un compiuto gioco di squadre; in altre occasioni, la stessa dinamica concorsuale è tale da causare gli avvicendamenti. Questo è un discorso che non mi appartiene, che appartiene prima d'altro alle forze politiche, ma che ho rinvenuto nelle introduzioni e nelle motivazioni che ho riletto rispetto alle passate sostituzioni.
Ugualmente, non mi appartiene il riferirsi alle molte progettazioni agli schemi, alle soluzioni che gli organi di informazione hanno più volte reso alla comunità, cogliendo notizie, aspirazioni, semplici ipotesi esprimendo non comuni sensibilità, capacità percettive, talvolta anche doti divinatorie.
L'Assessore Carletto sa quanto io sia dispiaciuto per la sua determinazione di lasciare il governo della Regione, ma come diceva il grande poeta: "Giova alla fata dar di cozzo". Egli lascia la Giunta, ma chi gli succederà troverà un bagaglio di costruzione ed indirizzi posti in atto con un coraggioso sforzo liberatorio e creativo per dare respiro ai settori ai quali Carletto era stato delegato.
A lui devo un ringraziamento fraterno e cordiale per quello che ha fatto e per come lo ha fatto, ed a lui rivolgo l'augurio di svolgere con saggezza e grande equilibrio - e sono convinto che non potrà che essere così - il nuovo ruolo di Presidente del Gruppo democratico cristiano consentendo all'intero del parlamento regionale di godere ampia e costruttiva ricaduta restituzione di affetti.
Concludendo, chiedo alla cortesia dei colleghi Consiglieri di esprimere il loro voto per l'elezione dei colleghi Nerviani e Brizio, i quali, con la loro capacità e perfezione, sono chiamati ad irrobustire il governo regionale in quest'ultimo scorcio di legislatura.



PRESIDENTE

Il dibattito riguarda la ricomposizione della Giunta in due Assessorati. Chiedo quindi ai Consiglieri di esprimere le proprie opinioni.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Il Gruppo liberale prende atto di questo passaggio che in parte è obbligato ed in parte ha una valenza che attiene alle vicende degli uomini più che alla politica.
Esprimiamo un ringraziamento al Presidente della Giunta per l'attività cui si è sottoposto in questi mesi, per sopperire alle difficoltà di un collega che non è più tra noi. Evidentemente questo ringraziamento dev'essere inteso anche per il collega che non è in grado di dare tutto il proprio contributo.
Si va all'integrazione della Giunta con il collega Nerviani evidentemente non siamo alla "chorale des adieux", non siamo per le valutazioni ad personam e spero che di questo non si tratti. Quindi porgiamo i migliori auguri al collega, certi che egli darà il massimo contributo al lavoro della Giunta.
Mi pare di capire, dal clima sorto in aula, che si voglia affrontare la questione relativa ad una certa opzione, un orientamento per cui l'Assessore Carletto è ritornato sui banchi del Consiglio con la responsabilità del proprio Gruppo. Questa non è una diminuzione di ruolo altrimenti noi come Consiglieri ci contraddiremmo nello svolgere questo ruolo che riteniamo invece centrale. Come Consiglieri, quindi, se si trattasse di immaginare dei percorsi di confronto, dovremmo dire che il collega Carletto è stato promosso a Capogruppo.
Riteniamo che la responsabilità del Gruppo di maggioranza relativa in aula abbia un significato, quindi la nomina del Capogruppo deve essere considerata come un atto di apprezzamento da parte del Gruppo, soggetto a valutazioni non diverse (forse maggiori) rispetto a quelle fatte in occasione della nomina di Assessore. Non ci sembra quindi corretto individuare in questo passaggio un elemento di messa in discussione del ruolo che l'Assessore Carletto ha svolto nella Giunta. Ci sembra invece il contrario: probabilmente il Gruppo ha ritenuto opportuno e utile, in una circolazione di esperienze e patrimoni culturali, l'avvicendamento.
Consideriamo normale e, in una qualche misura, fisiologico (non dico giusto) che il collega Brizio - che si è fatto carico della battaglia dell'opposizione alle Giunte di sinistra per lungo tempo, succedendo con grande capacità a Paganelli, succeduto a sua volta a Bianchi - non solo in termini di rappresentanza del partito di maggioranza relativa, ma anche di continuità di stile e di capacità rispetto ai suoi predecessori, si sia trovato in una situazione che ha saputo affrontare con grandi numeri.
Il nostro Gruppo ritiene dunque di essere rassicurato sulle future capacità di lavoro della Giunta; sarà, non dico maggiore, perché non voglio essere giudice di alcuno, ma sicuramente l'entrata del collega Brizio porterà un contributo costruttivo.
Mi sembra però necessario, per anticipare eventuali obiezioni, il nostro giudizio sulla gestione dell'Assessorato condotta dal collega Carletto. Prendiamo atto che è un Assessorato con delle strozzature fisiologiche e delle difficoltà perché opera sulle persone e non, ad esempio, sui quadri, sulle previsioni, sui riferimenti, sulle consulenze sull'affidare al CSI o alla Finpiemonte uno studio in base al quale ragionare. No. Qui si decide il futuro delle persone, la loro carriera, le loro aspirazioni, quindi si creano i conflitti sociali. Si tratta cioè di un Assessorato che crea difficoltà e la sua gestione diventa un lavoro duro per chiunque. Riteniamo che il collega Carletto abbia gestito al meglio l'Assessorato, quindi esprimiamo apprezzamento per il lavoro che ha fatto.
Prendiamo atto dell'orientamento maturato perché dalla responsabilità di Assessore passasse alla realtà di Capogruppo e in questa sede gli rivolgiamo un augurio di buon lavoro.
Riteniamo, Presidente, che questo sia uno dei passaggi in cui forse si dimostra maggiormente la maturità dell'assemblea, perché sulla sostituzione di un Consigliere si può avviare una discussione di ordine politico, ma soprattutto su un documento politico. Nessuno vieta all'opposizione di presentare un documento, una mozione in cui si introduce il problema politico della successione del collega Carletto, ma lo si deve fare in termini politici e creando formalmente l'occasione dell'appuntamento politico. Con tutto il rispetto dovuto al collega Bontempi, consideriamo l'uso delle strettoie atte alle insidie, come facevano i Romani, un percorso non da Parlamento.



BONTEMPI Rinaldo

Non ho ancora parlato! Adesso mi attacchi anche quando non parlo?



MARCHINI Sergio

Hai dichiarato in quest'aula di attribuire alla sostituzione dell'Assessore Carletto un significato politico sul quale intendi atteggiarti.
A me pare, allora, di dover richiamare la Presidenza al fatto che le questioni politiche vengono poste su documenti politici e non su vicende di persone rispetto alle quali prevale l'orientamento delle persone, delle maggioranze e del governo.
Se si ritiene questo un passaggio politico, mi sembra (non dico "è" perché il dubbio è il nostro pane quotidiano) più opportuno e corretto collocarlo in modo trasparente con un documento. Lo Statuto e il Regolamento regionali indicano i percorsi attraverso i quali si pu discutere degli Assessorati, esprimere dei giudizi e delle valutazioni.
Chiamateci ad un confronto politico, non aspettateci alle strettoie, che i latini chiamavano "acta ad insidias".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, esprimo l'adesione del Gruppo socialista alla proposta illustrata dal Presidente della Giunta; condivido le considerazioni fatte in ordine al prezioso contributo, di cui è stata privata la Giunta, dell'Assessore Alberton e, tuttavia, nei confronti del vuoto che egli ha lasciato, sottolineo lo sforzo compiuto dal Presidente Beltrami nel lungo periodo della malattia dell'Assessore Alberton e successivamente alla sua scomparsa.
Certo, quando un organismo resta privo di un suo titolare sottopone gli altri, e soprattutto il Presidente, al compimento di grossi sforzi. Si deve comunque dare atto al Presidente di avere puntualmente sopperito a questa carenza.
Ritengo che la sostituzione di un collega scomparso sia un atto naturale. Il Gruppo della DC ha indicato il collega Nerviani. Rivolgo quindi al collega Nerviani gli auguri di buon lavoro, avendo la certezza che anch'egli sarà il degno e adeguato continuatore dell'impegno politico e culturale sviluppato in questa Giunta dallo scomparso collega Alberton finora sostituito dal Presidente Beltrami.
Sono sicuro che il collega Nerviani sarà aperto a tutti i problemi con la sensibilità che lo contraddistingue da sempre e saprà dare un contributo significativo ed incisivo alle domande riguardanti il versante culturale della formazione professionale e in genere dei problemi della gente della regione, in direzione di una spinta verso nuovi traguardi di sviluppo.
Strada facendo è maturata l'ipotesi di risolvere contemporaneamente la questione riguardante l'Assessore Carletto, che sarà il Presidente del Gruppo della DC, e il collega Brizio, che ricoprirà l'incarico svolto finora dall'Assessore Carletto. A questo riguardo esprimiamo la nostra posizione e il nostro voto favorevole.
E' uno scambio che può presentare occasioni per una discussione di carattere politico; ciascuno dalla propria angolazione potrà dare le interpretazioni che riterrà più opportune. Pur riconoscendo la necessità di una valutazione di carattere politico, ritengo non ci si debba soffermare più di tanto. Direi, addirittura, anche se forse vengo meno alla prassi parlamentare, che si potrebbe fare un dibattito senza quegli schemi che riflettono e ribadiscono la prassi corretta che è in uso in Parlamento.
L'occasione ci consente di fare una discussione che considero pertinente, con una sua ragione, ma è una discussione che non va oltre l'obiettiva valutazione di come avvengono i fatti. Nel corso della vita dei governi, delle attività dei Gruppi e dei Partiti ci sono momenti in cui si determinano, per ragioni di varia natura, occasioni di scambi; è la situazione che si sta determinando oggi e alla quale diamo il nostro assenso ed appoggio.
L'Assessore Carletto lascia l'Assessorato dopo aver dedicato tutte le proprie energie. Alcuni problemi sono stati affrontati, altri restano ancora aperti; adesso spetta al collega Brizio continuare l'opera avviata con impegno dall'Assessore Carletto.
Gli auguri di buon lavoro vanno quindi all'uno e all'altro; come Capogruppo in questi anni ho avuto modo di lavorare con il collega Brizio più di quanto abbia potuto lavorare con il collega Carletto. Devo dire di aver lavorato bene e do atto al collega Brizio di un grande sforzo, un grande impegno, equilibrio e comprensione.
Sono sicuro che anche con il collega Carletto continuò a lavorare bene.
L'ultima mia considerazione - se mi è consentito dirlo tra il serio ed il faceto e vuole prevenire qualche prevedibile critica dell'opposizione soprattutto del collega e compagno Bontempi, che ha definito più volte la Giunta "immobilista". A me sembra invece che la Giunta, tranne il Presidente che è come un capitano di lungo corso, sostenuto dal Vicepresidente che nel codice marinaro innova la presenza delle donne, sia molto vivace ed in movimento.
E' una battuta che ho fatto tra il serio ed il faceto per dire che c'è un continuo rinnovamento che darà nuova linfa e nuovo impegno agli obiettivi che ci proponiamo di realizzare prima del 1990.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, mi consenta di manifestare esplicitamente, in modo che rimanga agli atti della seduta, il disappunto per l'ordine dei lavori che, ancora una volta, è stato modificato a capriccio.
Ricordo ai colleghi che nella sede dei Capigruppo della settimana scorsa avevamo proposto che si avviasse la seduta con il reintegro sia dell'assemblea sia del governo, perché così vorrebbe la dignità di un'istituzione rappresentativa. Si era poi convenuto di affrontare i due ordini del giorno iscritti ed il risultato è stato che i cinghiali sono più importanti di un'intera comunità civile. E' questo il messaggio che si trasmette alla gente che è venuta ad ascoltare il dibattito; un'intera comunità civile (mi riferisco a Leinì) e i cittadini di Borgo Nuovo sono meno importanti dei cinghiali che danneggiano l'agricoltura.
Comunque non demorderemo né butteremo alle ortiche il paziente lavoro fatto ancora stamani per giungere ad una conclusione positiva, affinch l'Ecolinea "tolga le tende" da Leinì.
Venendo al punto in discussione, prendiamo atto che finalmente, dopo vari mesi, si è trovata la quadra. La retorica di circostanza, di cui ha dato prova poc'anzi il collega Rossa (e devo riconoscere che è imbattibile) non cancella i conflitti che hanno preceduto i nuovi assetti. Da questo punto di vista, a noi pare una premessa poco favorevole per affrontare i problemi, perché è questo che ci interessa, essendo notorio il nostro giudizio nei confronti dell'assetto politico che governa il Piemonte.
Mi limito quindi a formulare degli auguri: al collega Carletto, auguro che faccia meno danni di quanti ne ha combinati presso l'Assessorato al personale, con piglio decisionista e risultati molto scarsi. Da questo punto di vista l'augurio è doppio: mi auguro che il collega Brizio, tenendo fede alle proprie radici e matrici sindacali, presti un po' più attenzione (rispetto al suo predecessore) alle ragioni dei lavoratori della Regione la cui condizione è ridotta ad una giungla inestricabile grazie anche all'egregio lavoro del collega Carletto.
Al collega Nerviani, invece, auguro di recuperare rapidamente i gravissimi ritardi accumulati nei mesi passati a causa delle tragiche vicende che hanno coinvolto l'Assessore Alberton, non più fra noi. Gli auguro di recuperare questi ritardi con l'attenzione e la serietà che gli riconosciamo, anche perché l'agenda dei problemi è fitta, in particolare per quanto riguarda il settore della formazione professionale.
Insieme ad altri colleghi, nel 1986 presentammo una richiesta di comunicazione al Consiglio, da parte della Giunta, riguardo alle funzioni e agli assetti della formazione professionale in Piemonte; a due anni di distanza varrebbe la pena fare finalmente un dibattito in questo senso affrontare a viso aperto, con attenzione e serietà (qualità che appunto sono presenti nella persona che assume la titolarità dell'Assessorato) i problemi del personale.
Mi rivolgo a tutto il Consiglio, dicendo che ai colleghi Nerviani e Brizio che Democrazia Proletaria promette un'opposizione attenta e, quando necessario, dura, sempre (spero) leale, così come è stata in tutti questi anni.
Riguardo ai curricula dei singoli interessati, a noi non interessa entrare nel merito delle vicende particolari.
Nessuno, tuttavia, potrà farci cambiare idea sul fatto che Mario Carletto - e questo egli non lo ammetterà mai esplicitamente - si sia ispirato al principio leninista, quello di fare un passo indietro, per farne due avanti. Se così stanno le cose, voglio solo dire al collega di stare attento perché non è l'anno del Toro, né nell'oroscopo cinese né nel campionato italiano di calcio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non ho capito bene le perplessità del collega Bontempi perché l'avvicendamento, a meno che intervengano fatti che lo rendono obbligatorio, come il decesso di un Assessore, è sempre un atto politico. E' il riferimento che ha fatto il collega Marchini; purtroppo ero fuori dall'aula quando...



(Interruzione del Consigliere Bontempi)



PEZZANA Angelo

Mi sembrava che Marchini dicesse che il tuo rilievo è una giustificazione politica di un atto che lo è in sostanza.



BONTEMPI Rinaldo

Io non ho parlato



PEZZANA Angelo

Come dicevo, mi sembrano tutti atti politici, quindi non è il caso di stupirsene tanto.
Con l'ex Assessore Carletto, e d'ora in poi Capogruppo della Democrazia Cristiana, erano sorte alcune polemiche anche abbastanza pesanti e temo che con il collega Brizio, ex Capogruppo e adesso "in pectore" nuovo Assessore le polemiche potrebbero anche proseguire.
Faccio ovviamente gli auguri al collega Brizio e, come Capogruppo faccio gli auguri anche a Carletto affinché partecipi alle nostre riunioni del venerdì e porti quello che magari da qualche altra parte (non certo da me) gli viene rimproverato, cioè quel decisionismo che serve per far capire chiaramente quale politica il Gruppo intende assumere. Non c'è niente di peggio che sostenere l'una e l'altra cosa, quindi impedire una chiarificazione, una spiegazione delle differenti posizioni politiche.
Rivolgo i miei auguri anche al collega Nerviani, dicendo che il suo lavoro per i prossimi due anni, come Assessore alla cultura, sarà importante anche perché l'Assessorato lasciato dal fu collega Alberton (anche se deceduto, non si deve togliere validità alle critiche espressegli quand'era in vita) è largamente inadempiente su moltissimi aspetti di una politica culturale, non solo non svolta, ma anche in parte stravolta da una struttura che non aveva ben chiare le definizioni culturali da applicare ai progetti.
Mi auguro quindi che il collega Nerviani, dotato forse di un'esperienza professionale molto più vicina all'Assessorato che non l'Assessore precedente, possa dare un contributo positivo alla carica cui è stato chiamato.
Credo quindi che questi interventi augurali, al di là dell'aspetto un po' macabro della commemorazione di un vivo, perché hanno un significato anche di commemorazione, siano doverosi soprattutto se espressi con quella sincerità di intenti che deve venire da un Gruppo di opposizione non fazioso, come abbiamo dimostrato essere non votando questa Giunta, ma esprimendo una valutazione positiva sull'operato del suo Presidente. Non mi sembra quindi di contraddire una posizione di opposizione che non vuole essere totalizzante, ma che sa anche riconoscere alcuni aspetti positivi quando questi avvengono e sono messi in atto dalla Giunta.
Con questo spirito mi auguro di poter collaborare e lavorare con i colleghi Carletto e Brizio che andranno a ricoprire nuove mansioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Signor Presidente, il Gruppo socialdemocratico aderisce all'invito del Presidente Beltrami, condivide molte delle valutazioni fatte e ringrazia il Presidente per aver retto, per quanto gli è stato possibile, l'Assessorato in seguito alla morte del compianto Assessore Alberton.
Per quanto riguarda la votazione dei due Assessori, esprimerò voto favorevole sia per il collega Nerviani sia per il collega Brizio.
Al di là del formalismo e della collocazione di maggioranza, che comunque ci vede consenzienti, esprimo una valutazione positiva nei confronti del collega Nerviani perché lo conosco da molti anni e, pur non avendo mai avuto occasione di lavorare al suo fianco, lo stimo per la sua serietà e competenza. Ritengo quindi sia all'altezza del compito affidatogli e possa svolgere le funzioni che da oggi sarà chiamato a svolgere in qualità di Assessore alla cultura e all'istruzione.
Non posso dire altrettanto del collega Brizio in quanto lo conosco da pochi mesi, ma in questi pochi mesi ho avuto modo di apprezzarlo sia in occasione delle riunioni dei Capigruppo sia riguardo ai lavori svolti all'interno del Consiglio. Ripongo quindi la mia fiducia anche nel collega Brizio.
Ringrazio inoltre il Consigliere Carletto, senza particolari formalismi. Ho avuto modo di conoscere personalmente Carletto come Assessore al personale, ma più che altro come socio assistenziale, quando entrambi eravamo impegnati all'interno di una USSL. e successivamente in Consiglio regionale. Auguro quindi a Carletto buon lavoro come Capogruppo della DC e a Brizio buon lavoro come Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, quando il 30 luglio 1987 a nome del Gruppo mi sono collocato in un dibattito relativo alla seconda Giunta pentapartitica, ho contestato in particolare un'affermazione cardine fatta dal Presidente Beltrami, laddove affermava che "le dimissioni non sono dovute a vuoto politico o programmatico".
Non voglio ripetere le ragioni che in allora avevo esposto, ma posso sintetizzarle in due considerazioni: la prima si riferisce a quando avevo richiamato, come testimone della contestazione fatta alla formula programmatica del Presidente, un'espressione della collega Cernetti quando sedeva sui banchi della maggioranza, precisamente nel febbraio 1986 la quale aveva detto testualmente che il documento programmatico all'epoca illustrato si caratterizzava per un vuoto progettuale. Avevo richiamato la sua considerazione, che ritenevo di un certo rilievo, poiché lei apparteneva e appartiene ad un Gruppo di maggioranza.
La seconda considerazione è che avevo anche richiamato - sempre a sostegno della contestazione fatta - una realtà oggettiva, cioè il fatto che esistesse una crisi di fatto che incombeva su quella che poi è passata alla storia del Consiglio come Giunta del "Beltrami bis".
Dicevo crisi di fatto perché all'epoca era evidente, e risultava da fatti oggettivi, una dissociazione del Gruppo socialista sulla questione nucleare. Adesso la questione nucleare ha cambiato aspetto, dopo il referendum c'è stata un'inversione di tendenza unanime, ma all'epoca erano tempi caldi e c'era stata una piena dissociazione del Gruppo socialista rispetto programma al politico della Giunta "Beltrami bis". Era un'altra prova della crisi esistente e basata sul fatto che i socialisti consideravano il progetto di piano di sviluppo tutto da rifare, sostenevano dovesse essere esaminato e meritasse un'attenta rilettura.
Oggi non si tratta di esaminare le dimissioni di una Giunta e stabilire come collocarsi su un documento programmatico di una nuova Giunta, ma si tratta, in occasione degli avvicendamenti, l'uno per una dolorosa ragione l'altro per un mero avvicendamento di persone, di discutere sui nuovi Assessori che si collocano in una Giunta sulla quale incombe una crisi di fatto. Senza voler enfatizzare i segnali di tale crisi, riteniamo che questi vadano comunque individuati nella presa di posizione, sicuramente critica, del Gruppo repubblicano riguardo al problema dell'ACNA (che non è problema di poco conto se si pensa alla dimensione del problema stesso e ai numerosi dibattiti verificatisi in quest'aula), nella dissociazione del Gruppo repubblicano rispetto alla legge sui contributi alle Chiese (che, al di là del poco contendere sotto il profilo strettamente economico e della distribuzione che verrà fatta alle Chiese, involge problemi di principio di non poca consistenza), nella dissociazione dal programma e dai comportamenti concreti politici della Giunta, riguardo al problema del Magistrato del Po.
La crisi è quindi una ragione del vuoto progettuale e programmatico con particolare riferimento alla grossa problematica relativa alla revisione della legge urbanistica; nonostante vi sia un Assessore al quale abbiamo sempre espresso particolare stima sul piano personale, quello che fin dall'agosto 1985 rappresentava un preciso impegno della Giunta pentapartitica, impegno che continuiamo a ritenere prioritario, si è riflettuto anche su altre branche dell'amministrazione determinando un vuoto progettuale.
Anche se il nostro voto sarà negativo, esprimiamo nei confronti dei nuovi Assessori una stima in senso tecnico e personale, ma non certo in senso politico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, l'ultima volta che si è parlato dei problemi della Giunta ho detto che si trattava di ambient music e di rumore di fondo, cioè di musica come quella che ascoltiamo nelle sale d'aspetto e nei supermercati; c'è, ma non si sente, a meno che si faccia un maledetto sforzo e ci si isoli dal resto.
Da allora le cose, almeno riguardo alle materie che mi interessano sono andate avanti in questo modo. Anche il mio precedente intervento sull'ordine del giorno relativo al problema Zanoobia era la constatazione di un rumore di fondo, una musica in mezzo a tanti altri rumori, difficile da ascoltare. Finora non è cambiato niente e non so se cambierà qualcosa.
Quindi, per un doveroso omaggio nei confronti dell'Assessore Alberton ed in suo ricordo (il mio dispiacere è di non avere avuto modo di conoscerlo meglio e non aver potuto collaborare con lui) non posso fare altro che gli auguri ai due nuovi Assessori.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, intervengo brevemente sull'avvicendamento all'interno della Giunta. Si tratta di due sostituzioni che traggono origini diverse: una, la sostituzione del Consigliere Alberton con il collega Nerviani, è dovuta; l'altra, la sostituzione dell'ex Assessore Carletto con il Capogruppo della DC, Brizio, può avere significati politici.
I due Assessori che dobbiamo sostituire hanno svolto un ruolo significativo in questa Giunta, innovativo rispetto al passato.
E' giusto riconoscere all'Assessore Alberton di aver compiuto un grande sforzo, approvato e rilevato dall'intera maggioranza, nel cercare di portare qualcosa di innovativo, qualche modifica rispetto al modo e alla cultura della formazione professionale che si era formata nei vari anni.
Quanto affermato dal collega Staglianò, sulla mancanza di un dibattito ed un confronto, non risponde al vero; c'è stato in quest'aula un vero e profondo confronto che ha determinato un ordine del giorno quasi unanime (è escluso il Consigliere Staglianò) che dovrà ancora essere approvato perch alcuni fatti lo hanno impedito.
L'Assessore Nerviani, comunque, avrà una traccia importante e significativa da seguire, una traccia sul lavoro da svolgere con il consenso del Consiglio regionale che dovrebbe portare ad una concezione nuova e profondamente diversa rispetto alla politica della formazione professionale seguita fino ad oggi.
Analogamente, l'Assessore Carletto ha dato elementi innovativi anche se, durante la discussione della legge sul personale, avevamo detto che forse un po' più di coraggio (visto che coraggio in parte c'era stato) avrebbe dato maggiore spazio ad un'innovazione profonda.
Ci auguriamo che il Consigliere Brizio, che è stato un Capogruppo autorevole in Consiglio regionale, sappia continuare il processo innovativo avviato dall'Assessore Carletto per portare quindi a compimento queste due importanti modifiche di impostazione di due settori così significativi.
Mi pare però che i brevi interventi non siano solo un fatto di convenevoli, non di questo si deve trattare, ma che in questo modo si intenda dare un significato politico all'avvicendamento. Non si pone in discussione la Giunta, la maggioranza e il programma concordato, che restano validi. Non si pone in discussione neppure l'impegno e la conferma dell'impegno del Partito repubblicano rispetto alla maggioranza, impegno che non è mai venuto meno, che è sempre stato totale nei confronti della Giunta, anche se può aver determinato atteggiamenti di confronto. Non è solo una prerogativa del Partito repubblicano, ma anche degli altri Gruppi avere momenti di confronto rispetto alla posizione ufficiale della Giunta.
Intendo dire al collega Majorino che parlare della posizione repubblicana sul problema delle Chiese, quasi come fosse una contrapposizione Partito repubblicano-Giunta, è quanto meno errato poich la Giunta non c'entra rispetto quella proposta di legge e il Partito repubblicano non è il solo a chiedere modifiche in questo senso.
Mi pare sia questa una ricerca della strumentalizzazione, come pure quella sul Magistrato del Po che non è stata una contrapposizione maggioranza-Partito repubblicano; non c'era nessuna intesa e il Gruppo repubblicano già molti mesi prima aveva annunciato che avrebbe fatto una proposta. Molte volte quindi ci sono delle strumentalizzazioni; noi non le seguiamo, anzi, confermiamo il nostro impegno alla Giunta.
Speriamo che i nuovi Assessori (è normale che chi è nuovo porti nuove energie e nuovo entusiasmo) sappiano dare un'ulteriore spinta alla Giunta perché il programma concordato possa essere attuato entro i termini di scadenza della legislatura e possa completarsi quel disegno prefigurato all'inizio della legislatura stessa.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervengo a nome del Gruppo della Democrazia Cristiana. Come è stato anticipato da alcuni colleghi, il Gruppo e il Partito hanno ritenuto di affidarmi la responsabilità del Gruppo in Consiglio regionale, così come hanno affidato al collega Devecchi la responsabilità di Vice Capogruppo. Insieme, quindi, collaboreremo in questo nuovo impegno.
Da questo nuovo incarico le invio, signor Presidente, un saluto deferente e con stima saluto anche l'Ufficio di Presidenza che con lei collabora alla guida del Consiglio regionale.
Saluto e ringrazio, per le parole di simpatia e di amicizia, i colleghi Capigruppo delle altre forze politiche. Non potevo certo immaginare di cogliere nelle parole dei Capigruppo delle forze politiche di opposizione altro che non simpatia personale, e di questo davvero li ringrazio. L'aula è l'occasione per un confronto politico-democratico che il mio Gruppo ha sempre accettato sia con la maggioranza che con l'opposizione e all'interno di esso, ci si potrà confrontare.
Comunque, le parole dei colleghi Consiglieri e il modo con il quale mi hanno accolto mi lusingano e mi consentono di immaginare il lavoro che insieme dovremo realizzare, un lavoro sereno e proficuo per l'istituzione.
Il mio è un ruolo nuovo, dopo quello che ho svolto all'interno della Giunta regionale per tre anni. Mi consentano allora i colleghi di ringraziare da questo banco il Presidente della Giunta Beltrami, il Vicepresidente, signora Vetrino e tutti i colleghi con i quali ho lavorato seriamente e con impegno. Non sempre le scelte fatte risultano le più giuste, non sempre si centrano tutti gli obiettivi prefissi, non sempre si riesce o si riuscirà in futuro ad ottenere quanto si era stabilito comunque il lavoro è stato parecchio, abbiamo lavorato in una coalizione e in una Giunta fatta soprattutto di amici, quindi di persone che intorno ai problemi discutono con amicizia, senza astio, senza concorrenzialità, senza creare all'interno della Giunta problemi di conflittualità, anche personale, che purtroppo qualche volta si registra nelle altre istituzioni.
Abbiamo lavorato fra amici e di questo devo renderne atto al Presidente Beltrami.
Voglio ringraziare inoltre tutti i dipendenti della Regione e le Organizzazioni sindacali.
Il collega Staglianò ha voluto dare un taglio colorito al mio lavoro svolto in tre anni nella Giunta, come Assessore al personale. Ho cercato di lavorare secondo il mio stile, secondo il mio modo di affrontare i problemi. Credo, comunque, che i dipendenti della Regione e le Organizzazioni Sindacali abbiano trovato in questi tre anni un Assessore che non è mai sfuggito ai problemi, un Assessore con il quale condividere o non condividere, con il quale discutere e spesso litigare, con il quale comunque hanno sempre potuto confrontarsi sui problemi e credo di essere stato sempre al mio posto, disponibile a dare le risposte che mi venivano richieste.
Mi auguro di essere capace di farmi accettare da tutti voi in questo nuovo ruolo in primo luogo dal Gruppo della DC e dai colleghi che mi hanno votato per questo incarico e che ringrazio per la fiducia che hanno riposto nella mia persona. Fiducia che farò di tutto per non tradire.
Mi auguro di essere accettato da lei, signor Presidente del Consiglio e dall'Ufficio di Presidenza, dai colleghi Capigruppo. La DC ha sicuramente delle tradizioni alte, significative in questo ruolo regionale; tradizioni costruite dagli amici che mi hanno preceduto, da uomini importanti che hanno costruito, insieme ai colleghi di altri Partiti, la storia della nostra istituzione regionale. Essi sono già stati ricordati, ma consentitemi di ripetere i loro nomi: penso all'amico avv. Bianchi all'amico on. Paganelli, a Brizio, che in questi giorni ha lasciato il proprio incarico al sottoscritto.
Cercherò di seguire il loro stile, la loro tolleranza, il loro impegno la volontà di dialogo e di confronto che hanno sempre dimostrato in quest'aula, sia con la maggioranza che con l'opposizione, la loro fede politica, ma al di fuori di ogni faziosità, che non si confà con la storia e le tradizioni di un grande partito popolare come il nostro.
Ognuno di noi ha il proprio carattere, quindi lo stile del lavoro di ognuno è marcato dalle caratteristiche personali, ma avere questi esempi alle spalle e l'aver lavorato nel recente passato in stretta collaborazione con Paganelli, prima, e poi con Brizio, come Vicecapogruppo alla fine della legislatura 1980/1985, mi permette di affermare che quello era e sarà in futuro lo stile e il modo di lavorare del Gruppo della DC.
Non ho avuto promozioni, non ho avuto bocciature, non ci sono stati scambi. Credo che il problema, del collega Brizio e il mio, sia un problema della DC; si tratta di una scelta di alternanza decisa dal nostro Partito e condivisa da entrambi. Quindi, le interpretazioni che ognuno di noi e di voi può dare a queste scelte (interpretazioni positive o negative, di condivisione o di bocciatura, di premio o di penalizzazione, di passi avanti o di passi indietro) sono tutte legittime, ma lasciano il tempo che trovano. Il nostro impegno è dato in uno spirito di servizio ed è messo a disposizione del Partito. Impegno a servizio che personalmente ho cercato di offrire con estrema modestia per tre anni nella Giunta; adesso cercher con altrettanta disponibilità, di offrirlo in quest'aula.
Dopo queste premesse che mi sembravano doverose, visto che non posso e non voglio dilungarmi, passo a qualche valutazione sul tema specifico che è all'o.d.g., cioè la sostituzione dei due Assessori. L'una dovuta alla tragica morte dell'amico e collega Ezio Alberton, che altri amici hanno ricordato e che voglio anch'io ricordare per l'esempio che ci ha dato e perché spesso lo richiamiamo durante il nostro lavoro quotidiano come esempio dell'impegno in politica e nelle istituzioni, l'altra determinatasi a seguito delle scelte del mio Partito, del mio Gruppo, e delle scelte personali di Brizio e Carletto.
Quindi, non c'è nessuna crisi di fatto, collega Majorino. Ritengo che le sostituzioni siano legittime, attengano alle forze politiche; non si pu parlare di crisi perché non ci sono i presupposti e il dibattito non verte intorno alle prospettive politiche ipotetiche emerse in queste settimane (mi pare che prospettive politiche diverse non ce ne siano).
Infatti, il Pentapartito in questa Regione è solido, compatto, unito lavora per raggiungere gli obiettivi che si è dato, sta realizzando il proprio programma. Non ci sono dunque neanche minimamente le condizioni per poter parlare di crisi di fatto e non è questione di trovare la quadra perché all'interno della Democrazia Cristiana le soluzioni sono state individuate in modo molto sereno ed anche abbastanza rapido.
Abbiamo scelto insieme questo momento, cioè la ripresa dei lavori dopo le vacanze estive, per dare completamento alla Giunta e pienezza di persone e alleggerire così il Presidente dall'onere in questi mesi nello svolgere le funzioni di altri Assessori.
Quindi, non ci sono lotte interne o altri problemi. Esiste solo il problema di proseguire il nostro lavoro e la Democrazia Cristiana oggi - e il Presidente lo ha fatto indicandone i nomi - offre due sue espressioni importanti del Consiglio regionale alla Giunta per poterlo completare: l'amico Brizio e l'amico Nerviani.
E' una scelta che non può essere valutata superficialmente. La scelta di mandare i due responsabili del Gruppo del Consiglio regionale in Giunta ha due significati importanti: uno di tipo istituzionale, quindi per rafforzare le istituzioni, per un miglior funzionamento delle stesse, per dare più forza all'esecutivo; il secondo significato è politico ed a quest'ultimo annettiamo grande importanza, vale a dire la piena adesione a questa maggioranza della Democrazia Cristiana, l'impegno del nostro Partito a sostenerla, a raggiungere gli obiettivi previsti dal programma che costruito insieme agli altri quattro nostri alleati, è per noi impegno prioritario.
Con questo spirito la Democrazia Cristiana offre alla Giunta due suoi uomini tra i più qualificati e rappresentativi, per quanto hanno saputo fare nella loro vita politica, istituzionale e professionale.
Sono certo che potranno contribuire al raggiungimento degli obiettivi che la maggioranza si era data nel 1985 e consentire al Governo regionale di realizzare, entro la fine della legislatura, il programma allora proposto al parlamento regionale e alla comunità piemontese.
Certo, Consigliere Majorino, la legge urbanistica ma non solo quella è una delle questioni sulle quali nei prossimi giorni ci metteremo a lavorare.
Un buon lavoro, quindi, alla nuova Giunta e in particolare un abbraccio affettuoso agli amici e colleghi Brizio e Nerviani, che raccomando al voto dei colleghi Consiglieri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, esprimo sorpresa, se mi permette, anche un po' divertito, visto il clima leggerissimo che c'è in quest'aula su un fatto che è certo istituzionale, ma anche politico. Sono divertito perché è la prima volta che mi capita, per una scelta di collocazione nel dibattito cioè di parlare dopo gli altri, di avere da parte di due o tre Gruppi almeno un'interpretazione e una pre-polemica rispetto alle cose che avrei sostenuto.
Il fatto è divertente e lo si può interpretare sotto molti punti di vista; a me sembra di dover cogliere un aspetto politico.
Ritornando all'agitazione esistente perché parlo al termine del dibattito, devo dire che non è che tenessi particolarmente a parlare all'inizio; poteva anche avere un senso, ma, non avendo parlato all'inizio come il vuoto e l'incertezza totali avrebbero richiesto, forse è ugualmente utile parlare alla fine Come ha detto giustamente Carletto con sano realismo, non cambia niente, quindi faccio le mie considerazioni alla fine cercando di dedurre un senso politico dalle preventive polemiche verso chi non aveva ancora parlato.
C'è un'inquietudine, secondo me, rispetto al ruolo, all'esistenza ed a quello che questo Gruppo e questo Partito stanno continuando giustamente a portare avanti nel loro ruolo di opposizione, nella loro attività politica ed istituzionale. Inquietudine, cioè, che venisse reimmessa, sia pure nei limiti dell'occasione (non siamo di fronte alla crisi della Giunta, siamo di fronte a sostituzioni), la politica intesa nel suo senso corposo, che ha tradizionalmente una collocazione nelle istituzioni e che trova nella dialettica, anche valutativa, di misura dei governi e dei comportamenti, le conseguenze politiche.
Devo dire che questa presenza è inquietante, tant'è vero che alcuni si sono anche sbagliati di indirizzo: c'era cioè chi temeva attaccassi Carletto. Perché avrei dovuto farlo? Deve fare, per un anno e mezzo l'Assessore! Ritengo di dover sottolineare la capacità della Giunta, quindi anche dell'Assessore (ma preferisco riferirmi alla Giunta) di governare bene il personale. Basterebbe chiederlo al personale stesso. Non voglio certo attaccare Carletto, non è questo il punto. Tra l'altro, deve iniziare una nuova fase, difficile e delicata, una fase che va verso le elezioni.
Alcuni colleghi hanno inoltre ritenuto che volessimo politicizzare.
Vogliamo invece dire - e lo ripetiamo con chiarezza - che siamo molto preoccupati che un processo di omologazione a cui contribuisce in larga parte la sottrazione della politica (nel senso proprio, peculiare e specifico) alle sedi deputate, come le istituzioni, sta provocando effetti squassanti.
Chiedo, intanto, perché dedicare pochissimi minuti a questo argomento.
Perfino altri Gruppi dell'opposizione hanno preso questa decisione. Io invece, chiedo al Presidente di poter parlare qualche minuto in più, anzi molti minuti. Si è generato addirittura in alcuni Gruppi un effetto che ha delle premesse, ma che mi pare del tutto astratto rispetto al principio dell'occasione.
Non è un'altra cosa, si tratta della sostituzione di due Assessori, a 500 giorni dalle elezioni, con la totale assenza di confronti politici e programmatici nel tempo. Questo non è mai avvenuto e allora cogliamo le occasioni, certo non in maniera ultronea, ma per riportare, come opposizione, al giudizio sulla maggioranza, ai problemi che, come le sostituzioni, possono essere motivati (come voi dite) nei fatti, ma che hanno comunque collegamento col fare politica, affrontare e risolvere problemi.
Tutti hanno accettato di parlare per pochissimi minuti, altri addirittura (ma qui c'erano già tutte le premesse) sono riusciti ad operare un miracolo, quindi credo che il Gruppo del Consigliere Pezzana, che ha già votato il Presidente, avendolo dichiarato, farà qualcosa del genere anche riguardo agli Assessori con una sorta di cambiale in bianco. Vorrei ricordare che nel nostro...



PEZZANA Angelo

Collega Bontempi, tu come voti? Io sono sincero e ho espresso la mia volontà.



BONTEMPI Rinaldo

Perché mi devi interrompere? Io non faccio polemica, dico che le cose stanno così: tu hai votato il Presidente...



PEZZANA Angelo

La prossima volta non farò la dichiarazione di voto, così non la potrai richiamare!



BONTEMPI Rinaldo

Te la chiederò prima, evidentemente non ti piace che si dica! Ricordo comunque che lo Statuto stabilisce che il Presidente della Giunta è il rappresentante dell'indirizzo politico, quindi conferisce al Presidente della Giunta la titolarità di rappresentanza. Si tratta di uno Statuto particolare, analizzato dottamente dal compianto Levi.
Ci troviamo di fronte ad una situazione che ritengo sia effetto, oltre che di una naturale predisposizione, anche di un'operazione di silenzio, di sottrazione dei temi politici generali, quindi di sottrazione della delimitazione possibile sugli argomenti riguardanti il confronto maggioranza-opposizione. E' una situazione che ha generato effetti tali per esempio, all'interno del PRI. Infatti - collega Ferrara - una settimana fa, a proposito dell'ACNA, è stata annunciata una questione-ambiente che il PRI riteneva di fare. Oggi arriviamo ad una sostituzione; certo non c'entrava l'Assessore all'ambiente, ma mi permetto di dire che forse sarebbe stato bene dipingere le cose in modo un po' meno piatto e renderle evidenti per quello che sono.
Si è taciuto e ritengo che il Presidente abbia omesso di introdurre la politica. D'altra parte (altro modo per sottrarre la politica alla sede propria), a 500 giorni dalle elezioni e con i grandi problemi di debolezza dell'esecutivo - e non è solo un nostro giudizio, ma è un riscontro che abbiamo anche dall'esterno, dalle comunità locali - quando si arriva non solo ad una sostituzione, ma a cambiare un Assessore che aveva un certo peso in Giunta e diventa Capogruppo del Gruppo di maggioranza relativa quindi non si tratta solo di persone, ma anche di ruoli, anche il Vice Capogruppo della DC ne è coinvolto. Ebbene, tutto questo viene ricondotto secondo me - deliberatamente e cinicamente, quindi declassato da una possibile discussione politica, ad un fatto tecnico, personale, sottraendo argomentazioni politiche.
Noi non ci arrendiamo a tutto questo. Sosteniamo che la politica debba rientrare nel confronto anche in queste occasioni; invece, c'è il silenzio di Beltrami oppure il trionfalismo - devo dire un po' eccessivo, che ricorda gli atteggiamenti di alcuni dirigenti sovietici brezneviani - di Carletto, il quale dice: "siamo tutti amici", "tutto va bene". Se veramente c'è quel bel clima, non capisco perché i frutti non si vedano e i risultati non si colgano.
Aggiungo un ultimo argomento fondamentale.
Questa vicenda, annunciata come rimpasto di Giunta, il Presidente Beltrami si è preoccupato di definirla "facoltà divinatorie dei giornali".
E' certo però che, attraverso questo modo di vivere la questione relativa alle Giunte, riportandola a fatto tecnico personale assessorile, si viene a perdere una grossa risorsa: quella democratica. Infatti, con questa concezione assolutamente impropria e confusa, i problemi spariscono nelle responsabilità collegiali, ma soprattutto, come ultima conseguenza - e mi pare non da poco - si passa ad una concezione patrimoniale dello Stato propria di altre epoche.
La DC deve fare delle sostituzioni, e le fa; domani le farà anche il PSI (lo abbiamo letto, ne abbiamo parlato, non è mistero) perché qualsiasi altro Partito può avere dei problemi. Tutto questo attraverso il più totale disprezzo delle ragioni proprie di una coalizione. E' troppo riferirvi questo concetto? Ce n'è un altro, quello che Rossa un po' "garibaldinescamente" cerca di affermare, dicendo che la mobilità è un valore degli Assessori. Chiedetelo ai funzionari quale valore sia! Ogni Assessore che arriva, provoca problemi ai funzionari, allora sarebbe meglio che queste cose avvenissero per una ragione politica positiva, magari di rilancio; sarebbe meglio apparire come una squadra e non un insieme assemblato di persone o di partiti. Questo però ha un effetto negativo sulle politiche e sui fatti.



(Mormorio di disappunto del pubblico)



BONTEMPI Rinaldo

Il Presidente del Consiglio Viglione ha fatto male a non far precedere questo dibattito alla questione dei cinghiali, perché forse i cittadini presenti per ascoltare tale questione avrebbero capito meglio, come in realtà sulle questioni di governo, questioni di fondo delle istituzioni e della politica, ci sia ormai una generalizzata confusione, per un atteggiamento assolutamente coerente che, dagli inizi alla fine, dalle premesse ad oggi, la maggioranza e la Giunta hanno voluto tenere. E' un atteggiamento coerente con le premesse, ma ritengo anche con un clima più diffuso di omologazione, di uniformità che rende molto appetibile la singola e specifica questione e tende anche a far svanire le grandi differenze che sono il presupposto del funzionamento della democrazia. Da un sistema così confuso, così assessorile e quindi individuale, così poco riconducibile alle responsabilità di governo, credo si possano trarre cattivi auspici, per un sistema pubblico, di essere credibile, responsabile e dignitoso.
Concludo dicendo che mi sarei aspettato qualcosa in più, non tutto quello...



(Mormorio di disappunto del pubblico)



SANTONI Fernando

Smettiamola per favore. Non siamo a teatro!



BONTEMPI Rinaldo

Capisco l'impazienza che suggerisce un atteggiamento di critica al nostro sistema.
Se non si delibera o non si prendono decisioni sull'Ecolinea è perch l'attuale stato di impotenza e di confusione sta pervadendo tutte le istituzioni e noi additiamo nelle responsabilità di chi è al governo, non tutto, ma una grossa parte.
La responsabilità della sensibilità politica sarebbe stata quella di accompagnare alle valutazioni sullo stato delle cose, la salute della Giunta e della Regione, naturalmente in senso operativo e politico, per far conseguire anche da questo atto qualche speranza di rilancio. Per cui, caro Beltrami...



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Questo non ha precedenti.



BONTEMPI Rinaldo

Forse non ha precedenti perché per anni non se ne è mai parlato! Noi però, siamo qui per questo! Io, comunque, dico la mia...



(Commenti dai banchi del governo)



BONTEMPI Rinaldo

Perché siete così intolleranti? L'intolleranza - fatto curioso in una persona solitamente tollerante - dimostra che si tratta di questioni sgradevoli.
L'ultima questione riguarda gli auguri personali. Penso che gli auguri dei Consiglieri, nei confronti di chi diventa Assessore, dovrebbero essere riferiti al fatto che si apporti qualcosa di positivo per la Regione.
L'augurio lo rivolgo ugualmente, ma credo sia molto difficile per un Assessore uscire dalla logica che sta portando la Regione e questa Giunta in una condizione obiettiva di debolezza e disistima, che chiediamo vengano rimosse.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, ai sensi del secondo comma dell'art. 35 dello Statuto, procediamo alla sostituzione dell'Assessore Ezio Alberton con il Consigliere Enrico Nerviani. Tale sostituzione deve avvenire con le modalità previste per l'elezione della Giunta (cioè con la maggioranza semplice).
Si proceda alla votazione per appello nominale.
Il risultato della votazione è il seguente: presenti e votanti 53 hanno risposto SI 34 hanno risposto NO 19 Consiglieri.
Proclamo eletto Assessore il Consigliere Nerviani.
Pongo in votazione l'immediata eseguibilità, ai sensi dell'art. 49 della legge n. 62/53.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 53 Consiglieri presenti.
Dichiaro pertanto eletto Assessore il Consigliere Enrico Nerviani in sostituzione dell'Assessore Ezio Alberton.



(Applausi dai banchi della maggioranza e del governo)



PRESIDENTE

Al di là delle valutazioni e dei voti espressi, al Consigliere Nerviani che si appresta a sedere sui banchi della Giunta vanno le vivissime congratulazioni di tutto il Consiglio nonché gli auguri di buon lavoro.
Passiamo ora alla deliberazione n. 988: Integrazione Giunta regionale: sostituzione Assessore Carletto.
Pongo in votazione per appello nominale la proposta delle dimissioni dell'Assessore Carletto.
E' approvata con 36 voti favorevoli e 18 astensioni.
Procediamo, ai sensi del 2 comma dell'art. 35 dello Statuto, alla sostituzione dell'Assessore Carletto dimissionario e il Consiglio ne ha preso atto, con il Consigliere Brizio. Tale sostituzione deve avvenire con le modalità previste per l'elezione della Giunta (cioè con la maggioranza semplice).
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 34 hanno risposto NO 18 Consiglieri.
Dichiaro pertanto eletto Assessore il Consigliere Gianpaolo Brizio in sostituzione dell'Assessore Mario Carletto.
Pongo in votazione l'immediata eseguibilità ai sensi dell'art. 49 della legge n. 62/53.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 53 Consiglieri presenti.
Al collega Brizio, che prego di prendere posto nei banchi della Giunta rivolgo gli auguri di buon lavoro e un vivo ringraziamento per quanto egli farà all'interno dell'esecutivo.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Ordine del giorno n. 545 per la rilocalizzazione della Ditta Ecolinea


PRESIDENTE

E' stato presentato l'ordine del giorno n. 545, sottoscritto dai Consiglieri Staglianò, Adduci, Reburdo ed altri relativo alla istanza di rilocalizzazione avanzata dall'azienda Ecolinea.
Sull'ordine del giorno ha chiesto la parola il Consigliere Staglianò.
Ne ha facoltà.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ritengo doveroso riprendere brevemente alcuni concetti riguardanti questa decisione a cui attribuiamo un significato notevole.
Dopo i dovuti festeggiamenti, arriviamo al dunque di una questione che riguarda il futuro di una comunità e che, per il suo valore e significato dovrebbe rappresentare l'apertura di un nuovo capitolo della localizzazione, in luoghi idonei e lontani dai centri abitati, degli impianti di cui la società industriale ha bisogno.
Siamo al dunque, e la mobilitazione dei cittadini di Borgonuovo che dura da 35 giorni ha consentito di arrivare ad una conclusione che giudichiamo positiva e soddisfacente.
Ieri c'è stato un incontro con la Giunta provinciale, il Comune di Leinì, il Comitato di Borgonuovo, l'Ecolinea e le Organizzazioni Sindacali.
In quella sede è stata annunciata una proroga alla ditta Ecolinea fino al 30 novembre.
In questo senso, è stata rinviata la palla alla Regione Piemonte affinché faccia la propria parte nella rilocalizzazione dell'azienda.
Signor Presidente, ieri la Provincia ha concesso l'autorizzazione provvisoria per tutte le lavorazioni, ma non per la decalyte, sostanza presente nei fusti della Zanoobia e sulla quale la Regione dovrà pronunciarsi.
In base a queste decisioni, Zanoobia non potrà giungere all'Ecolinea checché ne dica il Contrammiraglio Francese, per il quale - è giusto resti agli atti dell'assemblea parlamentare - i cittadini di Leinì non meriterebbero nemmeno l'apertura di una farmacia (sono le sue testuali parole; potete leggere l'intervista del suddetto Contrammiraglio sul giornale quotidiano "Il Lavoro" di Genova, del 1 settembre 1988).
Ritengo quindi ci si debba apprestare a compiere un atto che indichi il rifiuto, da parte delle istituzioni democratiche, di subire dictat militari. Uno scatto di dignità è dunque doveroso e possibile e va compiuto con decisione.
Il dispositivo del documento che lei, signor Presidente, ha avuto la cortesia di leggere, è stato verificato ancora stamani con l'Assessore Cernetti. Do atto all'Assessore di aver recepito lo spirito che animava la presentazione del documento a cui Democrazia Proletaria ha lavorato intensamente, documento poi sottoposto alla firma delle forze politiche presenti in Regione e che ha raccolto adesioni significative.
Ribadisco, quindi, che con questa decisione è importante aprire un nuovo capitolo. E' rilevante, dunque, il riferimento nel dispositivo al DPR 915/1982 e alle relative disposizioni del Comitato Interministeriale.
Abbiamo voluto questo riferimento perché non vogliamo che la "guerra" contro presenze ingombranti, cioè l'Ecolinea, si sposti soltanto di qualche chilometro e vada a finire a Barricalla, in un sito a poche centinaia di metri da un ospedale, da un carcere, quindi da un centro abitato.
A noi non interessa spostare il conflitto di qualche metro; interessa invece che emerga la volontà politica dell'intera assemblea di affrontare con decisione e serietà il problema della localizzazione di impianti a rischio in zone idonee, cancellando possibilmente con un atto politico ancora non legislativo, a cui pensiamo di poter giungere nei prossimi mesi l'infamia della deliberazione approvata nell'ultima seduta della precedente legislatura. Deliberazione con la quale si modificavano i termini della distanza di 2 mila metri per localizzare gli impianti a rischio consentendo che le attività pericolose si svolgano a poche decine di metri dal letto e dalla sala da pranzo dei cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Non ho firmato questo ordine del giorno. Dichiaro il mio voto favorevole, ma vorrei motivare brevemente il mio atteggiamento perché non suoni come un atteggiamento di scarso interesse alla vicenda da me, invece seguita con particolare attenzione, e neppure possa essere interpretato come una presa di distacco da quanto viene richiesto. Quello che qui viene richiesto lo considero corretto e da farsi.
Ringrazio il collega Staglianò per avere ampiamente chiarito che la rilocalizzazione dell'Ecolinea non può né deve voler dire contribuire - e secondo me la vicenda Zanoobia sta contribuendo - alla costituzione di un polo integrato ed unitario che mai nessuno ha deciso dove localizzare e rispetto al quale mai nessuno, tantomeno il Consiglio regionale e il Presidente, questa Giunta e la precedente, hanno contribuito a verificarne l'impatto dal punto di vista sanitario ed ambientale. Si tratta della periferia di Collegno, della zona di Savonera. Il problema di fondo che voglio rimarcare è che l'Ecolinea non si sposti soltanto di alcuni chilometri.
La mia insoddisfazione rispetto alla formulazione dell'ordine del giorno deriva dalla presenza di alcuni nodi importanti che qui non vengono affrontati, nodi riconducibili al fatto che non si può considerare la situazione Ecolinea, pur nella sua gravità, una situazione isolata dal territorio regionale. Come ho già detto la scorsa settimana, infatti nessuno ha mai verificato alcuna localizzazione degli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti. Le responsabilità delle amministrazioni regionali, delle Giunte e degli Assessori regionali che si sono succedute in tale materia, sono troppo grandi. Prendo atto del fatto che vi sia addirittura la firma di un Assessore all'ordine del giorno vorrei, però, che coloro che hanno firmato soprattutto gli esponenti delle maggioranze attuali e passate avessero presente che non ci si può limitare al solo caso Ecolinea, visto che il problema - almeno in linea teorica investe tutto il territorio regionale.
Ribadisco ancora una volta, nonostante le critiche che i miei interventi della settimana precedente hanno suscitato sia nella maggioranza che nell'opposizione, che il problema della localizzazione e di come le autorizzazioni sono venute, non può essere disgiunto dai problemi delle proprietà e degli intrecci tra enti di controllo e di autorizzazione e proprietà dei medesimi impianti di trattamento e di smaltimento.
Che si continui a rinviare e ad eludere queste questioni è un dato di fatto; posso solo prenderne atto ed essere favorevole a che almeno il caso dell'Ecolinea trovi un principio di soluzione. Eludere il resto però non è assolutamente una garanzia, né sanitaria né ambientale, per i cittadini piemontesi.
Mi auguro che l'ordine del giorno che ho presentato, che cerca di inserire il caso particolare all'interno del contesto generale della storia del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti in Piemonte, possa essere al più presto preso in esame dal Consiglio e trovare un favorevole accoglimento, a partire da quella parte in cui si ripercorre il vergognoso comportamento delle amministrazioni provinciali, che ha un parallelo di vergogna nell'atteggiamento regionale di totale disinteresse rispetto alla gestione di questa delega da parte delle amministrazioni provinciali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

L'ordine del giorno proposto porta la firma dell'ex Capogruppo Brizio quindi l'adesione del Gruppo della Democrazia Cristiana che si accompagna e lo dico in sede di dichiarazione di voto, ad un allineamento sulle posizioni critiche espresse sul modo in cui questa vicenda viene condotta ai diversi livelli istituzionali.
Preghiamo la Regione, che ha forse minore responsabilità rispetto ai processi e agli atti che si stanno mettendo in dossier sulla vicenda, di non accrescere il disagio derivante nel dare un giudizio su come queste procedure autorizzative - sia per quanto attiene al passato sia per quanto attiene al futuro - si vanno perfezionando.
La Regione, però, Assessore Cernetti, rischia di non avere sufficienti informazioni, nemmeno a livelli autorizzativi propri delle lavorazioni che devono essere compiute. Quindi, l'esigenza di attivare, se non una banca dati, comunque uno strumento di registrazione degli atti determinanti rispetto ai comportamenti politico-istituzionali, s'impone con tutta evidenza. La preghiamo dunque, signor Presidente di raccordarsi con le amministrazioni provinciali nella fattispecie, ma più in generale con tutti i livelli preposti (si aggiungono anche i commissariamenti) a concedere alle aziende, in forma definitiva o in forma provvisoria, in condizioni di eccezionalità o a regime, queste autorizzazioni e di mettere la Regione in condizione di avere una sufficiente ed aggiornata base informativa che ci consenta di non cadere nelle contraddizioni nelle quali purtroppo le istituzioni rischiano di trovarsi.
Per non aggravare ulteriormente i tempi del dibattito, poiché ci interessa la posizione di impegno alla Giunta secondo le indicazioni dell'ordine del giorno, dichiariamo voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Gruppo liberale ha posto la firma in calce a questo documento perché lo ritiene utile ad accelerare rendere più trasparente e politicamente più comprensibile un processo che si rende necessario da qualunque prospettiva lo si guardi, una collocazione più felice che probabilmente comporterà il recupero di efficienza dell'azienda anche in termini produttivi.
Siamo concordi nell'auspicare che il processo di rilocalizzazione, noi diciamo anche di massimizzazione delle condizioni di sicurezza e - perch no? - di produttività e di efficienza dell'azienda si realizzi.
Ci auguriamo che questa esperienza produca un risultato di tipo positivo. Diamo inoltre un significato, non letterale ma politico all'ordine del giorno.
La Giunta sicuramente è consapevole che si tratta di una situazione di emergenza (è stato detto anche in ordine al metodo dei nostri lavori) che deve farsi carico del pregresso e di un esistente futuro che sarà di dimensioni superiori al passato. Il sistema produttivo italiano dovrà mettere in pista le strutture che la tecnologia e la scienza metteranno a disposizione per il governo del territorio che compete in primis alla Regione la quale deve farsene carico.
La mia dichiarazione potrebbe finire qui; ritengo però doveroso respingere, anche sul piano del linguaggio, l'attacco del collega Ala nei confronti della Provincia. Mi è sembrato un linguaggio grossolano e, come tale, penso debba essere censurato almeno in questa sede.
Come sapete, sono sempre stato tra i più attenti ai problemi della delega. Registro quindi che, se qualche elemento di non perfetto raccordo tra gli obiettivi che la Regione intende perseguire con la politica di cui è titolare, e che affida per la gestione, con la delega, alla Provincia per qualche misura o per qualcuno non è perfettamente raccordato e collimato, sta nella realtà delle cose e non nella capacità e nella volontà dei soggetti.
E' una riflessione sul fatto che la gestione e la delega - a mio modo di vedere - deve essere data sulle situazioni consolidate, sui problemi nei quali la gestione è un'operazione ben precisa, non strettamente collegata a fatti programmatori e normativi. Una materia in continuo divenire come questa, così come quella che tratteremo domani, la psichiatria, sfugge a questa impostazione. Quindi, è normale che possa sembrare che il destinatario della delega, cioè la Provincia, sia poco attenta a gestire secondo le esigenze che maturano, ed i fatti che intervengono, quei problemi che la Provincia gestisce in forza della delega e che la Regione soggetto politico, invece interpreta in base alla realtà odierna.
Quindi questo scostamento, che peraltro non rileviamo, trova la sua ragione d'essere nella natura del problema. La delega gestionale prefigura che, rispetto ad un problema, si sia ormai configurata una fase gestionale.
Quando la fase gestionale è una fase politica (come molte volte accade perché nel momento in cui si rilascia il documento autorizzativo, si interviene in un processo politico e di governo del territorio che a monte non ha ancora gli elementi del consolidamento politico), si fa politica quindi l'ente delegato viene colpevolizzato per responsabilità ed atteggiamenti che attengono invece al soggetto politico decisore, cioè la Regione e non la Provincia.
La delega deve essere espressa in tutte le sue potenzialità (lo sottolineo ancora una volta) quando le condizioni di riferimento normativo e di riferimento programmatorio territoriale e di settore danno al destinatario della delega il quadro di riferimento completo, compiuto e chiaro dell'attività gestionale che si va a svolgere.
Se così non è, ed il destinatario viene coinvolto in un processo in cui il dibattito politico è aperto, in cui le decisioni sono ancora da maturare e manca un quadro di riferimento programmatorio e normativo, risulta abbastanza difficile cogliere la differenza tra ente gestore ed ente che legifera, soprattutto quando, come in questi momenti, è lo Stato a decidere chi legifera, cioè se stesso o nessun altro (è questa la filosofia che sta andando avanti).
Ho speso qualche parola per respingere l'attacco del Consigliere Ala nei confronti dell'amministrazione provinciale di Torino che, invece ritengo si sia mossa nel migliore dei modi. Se può sembrare che la Provincia abbia agito in termini non strettamente collegati rispetto al profilo politico che stiamo costruendo, è perché tale materia non si è ancora consolidata al punto che la gestione sia compiutamente e completamente rispettosa dell'indirizzo politico che dovrebbe esserci a monte dell'atto di delega stesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Abbiamo sottoscritto l'ordine del giorno e condividiamo totalmente le motivazioni sostenute, in particolare oggi dal collega Staglianò.
Anche noi essendo stati molto critici sulla rilocalizzazione della Barricalla in condizioni di assenza di informazione, riteniamo che non si possa pensare di risolvere il problema spostandolo di pochi chilometri.
Certo, c'è la priorità della rilocalizzazione della ditta fuori dall'abitato di Leinì e, in questo senso, l'ordine del giorno è opportunamente sostenuto da tutti.
A quanto ha detto il collega Ala aggiungo una considerazione. Votiamo questo ordine del giorno, ma è opportuno votare anche l'altro perché ha molta attinenza con il fatto che la non risoluzione o la scarsa chiarezza dei problemi faccia tornare le questioni come un boomerang sempre allo stesso punto. Sono rimasto sorpreso, ma non più di tanto, per il mormoreggiare ed il malumore dei cittadini di Leinì rispetto alle questioni della Giunta che già ponevo su un altro argomento. E' importante avere la certezza dei governi, dei loro strumenti, delle loro possibilità di intervento, della loro riferibilità, per non trovarsi a dover peregrinare tra una sede e l'altra senza non avere mai una risposta concreta ai problemi posti. Allora, se le Giunte funzionano, se hanno pienezza di responsabilità, se riescono ad operare, rappresentano la questione preliminare per cui anche le situazioni come quella dell'Ecolinea possono essere non solo affrontate in Consiglio, dove tutti parlano, ma anche decise dalla Giunta. Questo è il punto. Se non riscontriamo una cultura dello Stato e delle istituzioni, chiedendo a queste di funzionare, facendo pagare il fio elettorale, non arriveremo mai a capo di nulla.
Propongo all'Assessore Cernetti di votare subito. Al di là delle polemiche - collega Ala - il fatto che una nuova cultura e una nuova sensibilità mettano in discussione anche gli operati passati che non sono stati all'insegna delle guarentigie che oggi si avrebbero, ci obbliga ad innescare una marcia in più sul piano dei rapporti con la gente dell'affidabilità, della certezza e del diritto.
Si continua a parlare di ambiente, ma non siamo molto lontani dalle mere grida di manzoniana memoria, perché fatte le leggi, occorre investire nelle risorse finanziarie ed umane.
Anche riguardo al problema "delega o non delega" è necessario l'esercizio della delega, il controllo e l'autorevolezza della Regione perché se i soggetti competenti continuano a rimpallarsi la responsabilità non si andrà molto lontano. Non può essere tutto affidato solo all'autorità politica, anche se molto dipende da questa, ma bisogna rafforzare gli apparati regionali in tema di progettazione, studio e capacità di realizzare, garantire e controllare un sistema di smaltimento.
Mi chiedo allora perché, con l'opposizione che dà via libera a forme straordinarie di immissione di competenze in Regione, non si voglia procedere. Governare questi problemi vuol dire essere informati padroneggiarli e controllarli, insomma dare la garanzia che l'indirizzo regionale non è uno dei tanti indirizzi a cui la gente si rivolge sperando che qualcosa succeda, ma un indirizzo che, attivato e deciso, permette di risolvere il problema in quella direzione.
Votiamo volentieri l'ordine del giorno, tornando a evidenziare il fatto che fare le politiche dell'ambiente attraverso una successione di ordini del giorno può essere, nell'emergenza, l'unica cosa da realizzare, ma che la funzione, la preparazione, la predisposizione dei governi deve essere comunque attivata.
Noi non siamo per il "tanto peggio, tanto meglio" perché questo vuol dire che i boomerang ritornano e non è un caso che la questione Zanoobia dopo la lotta delle popolazioni di Leinì e le pronunce delle istituzioni regionali e locali, sia ancora aperta. E' un dramma del nostro sistema ma a ciò contribuisce lo stato di confusione ed inefficienza del pubblico a cui nessuno sembra più guardare, preoccupato dell'oggi e assolutamente inconsapevole e - secondo me - scioccamente incapace di prevedere il futuro.
Presidente Beltrami, gli atti che voi riterrete di fare per potenziare immediatamente, sulla questione dei rifiuti, le vostre capacità operative progettuali e di controllo anche sulle Province, troveranno il nostro assenso.
Richiameremo, peraltro, l'applicazione puntuale dell'ordine del giorno quindi è bene che la Giunta predisponga le condizioni politiche ed operative per attuarlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, abbiamo firmato l'ordine del giorno, condividendone la motivazione e il dispositivo. Allo stesso tempo, riteniamo che sia poco utile ai fini della risoluzione, nel timore che i fusti della Zanoobia vengano scaricati in quel di Leinì e trattati dall'Ecolinea nell'attuale sede.
Come è noto, il 21 settembre, veniva approvato un ordine del giorno della maggioranza in quest'aula, laddove si diceva che, prima di dare inizio alle operazioni di smaltimento (trasporto, stoccaggio ed effettivo smaltimento), si sarebbe dovuta conoscere esattamente la qualità e la quantità dei rifiuti da trattare in Piemonte, le fasi e le operazioni da effettuare e la loro destinazione finale. Quell'ordine del giorno era evidentemente preclusivo all'attuazione della prima fase del trasporto dei rifiuti in Piemonte. Successivamente, però, si è verificato un fatto nuovo davanti al Tribunale Amministrativo del Piemonte: il Ministro Ruffolo si è assunto la responsabilità di trasferire la questione politica concernente la Zanoobia, dalle aule politiche alla sede giudiziaria chiedendo ed ottenendo, tramite l'Avvocatura di Stato, che venisse sospesa l'opportuna ordinanza del Sindaco di Leinì, la cui motivazione era sostanzialmente identica a quanto richiesto dagli ordini del giorno presentati mercoledì scorso ed anche dall'ordine del giorno della maggioranza. Infatti il Sindaco di Leinì, che con la sua ordinanza inibiva l'ingresso dei fusti da smaltire, sosteneva che prima di dare inizio all'operazione di smaltimento era necessario conoscere la qualità e la quantità dei rifiuti da smaltire.
Contesto dunque alla Giunta il fatto di non avere partecipato davanti al TAR del Piemonte il 21 settembre alla discussione sulla sospensione dell'ordinanza del Sindaco di Leinì che inibiva, sino a quando non si sarebbero verificati certi controlli (gli stessi che noi avevamo chiesto in quest'aula), l'ingresso dei fusti della motonave Zanoobia. Ciò era doveroso per due autonomi motivi: in primo luogo, per sostenere le buone ragioni dell'ordinanza del Sindaco di Leinì, che erano le stesse enunciate nell'ordine del giorno approvato dalla maggioranza, in secondo luogo perch il ricorso al TAR del Ministro all'Ambiente Ruffolo era stato comunicato anche alla Regione, in data 15 settembre. Invece il provvedimento di sospensione dell'ordinanza del Sindaco di Leinì è stato pronunciato alla sola presenza della difesa tecnica del Sindaco di Leinì, assenti, quindi la Regione Piemonte, la Provincia di Torino e l'Ecolinea.
L'ordine del giorno odierno impegna la Giunta a provvedere sull'istanza di rilocalizzazione; il presupposto che questa istanza possa venire accolta e che l'azienda trasferisca i propri impianti a circa 2 km dall'abitato tranquillizzando così la popolazione, potrà avere valenza sul piano operativo se verrà preso in esame il secondo provvedimento che abbiamo proposto nello stesso ordine del giorno.
Confidiamo quindi venga preso un provvedimento da parte della Giunta precisamente da parte del suo Presidente, ai sensi dell'art. 32 della legge sanitaria n. 833 che conferisce il potere di inibire a termine, certo non per sempre, l'ingresso dei fusti nel territorio di Leinì. Non facciamo certo il discorso qualunquistico che in Piemonte non si debba più smaltire l'Ecolinea potrà smaltire, ma solo se verranno accertate le sue capacità tecniche nel farlo. In riferimento ai fusti velenosi, è necessario lo faccia in luogo non vicino all'abitato, ma questo potrà realizzarsi visto che siamo tutti d'accordo nel trasferire l'azienda a 2 km di distanza. Se l'azienda rimane dov'è attualmente e continua a smaltire i rifiuti, ci sarà anche solo un potenziale pericolo di danno per la salute della popolazione di Leinì e dintorni.
Quindi, è necessario che l'ordine del giorno, affinché produca degli effetti positivi, sia preceduto da un provvedimento urgente, consentito dalla legge n. 833 e di competenza del Presidente della Giunta regionale ai fini della sospensione, fino a quando non si sarà proceduto alla rilocalizzazione dell'Ecolinea, dell'ingresso dei fusti nel territorio di Leinì. Se questo provvedimento contingibile, urgente e consentito dalla legge non sarà emanato, a sua volta, il Contrammiraglio Francese, in base all'incarico conferitogli e di fronte alla sentenza del TAR pronunziata in assenza della difesa tecnica delle Regioni, sarà ampiamente legittimato a trasferire i fusti in quel di Leinì, nell'attuale sede dell'Ecolinea.
Ho illustrato l'ordine del giorno da noi proposto; se per avventura non dovesse essere discusso oggi, chiediamo al Presidente della Giunta di emanare il provvedimento contingibile ed urgente, di cui all'art. 32 della legge sanitaria, avente il seguente contenuto: "Inibizione dell'ingresso dei fusti della Zanoobia in quel di Leinì, fino a quando non si sia provveduto sulla rilocalizzazione". Diversamente, possiamo votare, non votare, parlare molto o parlare poco, ma saranno solo documenti che faranno la fine dei nostri pronunciamenti sull'ACNA, cioè non avranno alcuna presa in considerazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Come Gruppo socialdemocratico abbiamo sottoscritto il documento e lo votiamo. Siamo convinti che l'ordine del giorno sia un tassello necessario in questa situazione di emergenza e che il problema dei rifiuti (già trattato dal Consiglio negli ultimi tempi sotto varie angolature, ad esempio riguardo all'ACNA ed altre questioni esplosive) vada affrontato.
L'Assessore sta esaminando questo problema, che è complesso e difficile e sta esplodendo sotto molti aspetti. Riteniamo però che, oltre le singole azioni, tipo questo ordine del giorno che sicuramente permetterà una soluzione, esista la necessità di arrivare in tempi brevi ad un'azione incisiva che consenta, per quanto è possibile, una programmazione degli interventi e non costringa, come purtroppo accade in quasi tutti i casi, a inseguire ed a tamponare le falle che si aprono qua e là nelle situazioni di emergenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Gruppo socialista ha sottoscritto l'ordine del giorno e quindi lo approva. Fa però la raccomandazione alla Giunta di considerare questo intervento come parte organica di una politica sul problema delle localizzazioni e delle rilocalizzazioni di impianti per lo smaltimento dei rifiuti industriali.
Solo in un contesto di tale dimensione può avere senso, dignità e peso un documento di questo tipo, altrimenti rischia di essere semplicemente il modo di cercare di avere la coscienza a posto.
Nell'ordine del giorno si può trovare la traccia per avere un livello di informazione adeguato a questi problemi, un livello di informazione che sappia raccordarsi con l'esigenza di conoscenza della collettività, su un tema estremamente complesso.
La politica delle rilocalizzazioni deve avere dei criteri. Uno di questi è rappresentato dalle distanze che il DPR 915/82 poneva come elemento di sicurezza per l'installazione degli impianti. Tutti noi conosciamo i motivi che hanno permesso, nella nostra regione, di localizzarli anche dinnanzi all'uscio di casa di un condominio. In VII Commissione, a partire dalla prossima settimana, saranno in discussione le proposte avanzate per cercare un criterio di fondo che possa dare un elemento di certezza alle rilocalizzazioni. Quindi, attorno a questo elemento potrà determinarsi la volontà di costruire una politica.
Il dibattito che abbiamo fatto la volta scorsa, con l'approvazione dell'ordine del giorno sul caso Zanoobia, ha rimarcato i rischi di una politica con impianti di eccessiva dimensione, che non hanno la capacità di coinvolgere la società che opera e vive nel mondo del lavoro e possono far apparire qualche Comune come lo sfortunato scelto in una scacchiera estremamente vasta. La nostra regione è vasta quanto la Svizzera e se una Comunità ha l'impressione di essere l'imbuto di una situazione evidentemente può accettare di far parte di un processo che, con le dovute garanzie, permetta di andare avanti e di sostenere la propria economia.
In questa politica, che raccorda le politiche territoriali urbanistiche e dell'ambiente, non è più accettabile la figura selvaggia dello sviluppo territoriale che si è configurata in passato e che non ha permesso e non permetterebbe lo sviluppo di quella politica accorta necessaria per individuare i punti idonei. Tali punti dovrebbero essere diffusi in quanto è difficile effettuare una localizzazione solo in base ad uno o due di essi; occorre avere una capacità di governo dei processi territoriali.
Probabilmente, dieci o quindici anni fa, attorno ad un'industria chimica o di stoccaggio del petrolio non c'erano insediamenti urbani e gli abitanti che oggi vivono in quelle zone e certamente sono abitanti con un reddito non altissimo perché, se così fosse, avrebbero scelto altre opportunità di insediamento - legittimamente devono essere tutelati a non pagare di persona gli errori passati di politiche urbanistiche non corrette e situazioni oggi ingestibili.
La raccomandazione che il Gruppo socialista rivolge alla Giunta è quella di cogliere l'emergenza per imbastire la traccia di una politica che non sia momentanea, quindi solo per il presente, ma che abbia un riquadro dei nostri comportamenti e non debba di volta in volta saltare sulle situazioni in modo poco organico e poco utile rispetto gli interessi complessivi della comunità.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sia consentito anche all'Assessore un brevissimo intervento. Sottolineo il "brevissimo" perch non intendo raccogliere questioni che attengono più alla polemica che ai fatti e rifiuto la strumentalizzazione fatta, almeno in parte sull'argomento.
Circa le notizie che non sono o non vengono date, posso accettare quanto è stato detto sullo scarso raccordo tra Provincia e Regione.
L'Assessorato, però, che gestisce sia l'emergenza quotidiana che quella d'eccezione, capisce anche gli enti, come la Provincia, che sono impegnati tutti i giorni su un fronte di prima linea. A causa di questo surplus di lavoro, spesso le informazioni non sono così tempestive, come il documento che non è arrivato sulle autorizzazioni date all'Ecolinea.
Una di queste informazioni non date riguarda l'ordinanza del Sindaco di Leinì che vietava all'Ecolinea lo smaltimento dei rifiuti della Zanoobia.
Ricordo che la Regione, riguardo al problema della Zanoobia, dopo un dibattito durato un'intera giornata di Consiglio regionale, si è espressa con un ordine del giorno inequivocabile, preciso e dettagliato; di conseguenza, non è possibile riprendere da capo tutti gli argomenti già esaurientemente trattati e faticosamente conclusi nei Consigli precedenti.
La politica ambientale non va avanti, né con una successione di ordini del giorno né con una politica vissuta alla giornata. Ricordo (e il collega Tapparo, Presidente di Commissione, lo sa benissimo) che la Giunta ha programmato, in un periodo di tempo brevissimo, un piano di smaltimento dei rifiuti per 10 anni, riguardo alla Regione, e per 5 anni, riguardo alla Provincia di Torino. La Provincia sta portando avanti questo piano in concreto, nei fatti, tant'è che le conferenze sono già state istituite.
Martedì prossimo porterò e proporrò alla Giunta i primi risultati di tali conferenze, quindi le prime autorizzazioni. Sono state tenute altre conferenze e sarà un susseguirsi di autorizzazioni, che la Giunta sta già dando, a nuovi impianti di smaltimento.
Quindi, si può dire di tutto, ma non che sia una politica portata avanti giorno per giorno. Giorno per giorno c'è l'impegno, dopo che una programmazione a spron battuto e a livello convulso è stata fatta e sta per essere messa in atto. Questa in parte, è già stata messa in atto, sicch non si può nemmeno dire che la programmazione di 10 anni per la Regione e di 5 anni per la Provincia di Torino rimanga nel libro dei sogni.
Aggiungo ancora che il sunto dell'ordine del giorno, peraltro dettagliatissimo (invito i presenti della platea a leggerlo ed a riflettere sugli impegni puntuali e precisi che sono stati presi, e su come sono stati ampiamente trattati) è questo: se gli impianti sono autorizzati, i rifiuti si smaltiscono e, soprattutto se i rifiuti sono piemontesi, si smaltiscono in Piemonte, con tutte le garanzie possibili che nell'ordine del giorno vengono richieste.
Prima di tutto occorrono garanzie sulla qualità e sulla quantità dei rifiuti, sulla loro provenienza, ma non solo: occorrono garanzie anche sulle autorizzazioni date alle ditte preposte allo smaltimento, per stabilire se queste autorizzazioni sono veramente tali.
Ricordo ancora che le autorizzazioni per delega dello Stato comprendono la Provincia, la quale ci ha comunicato che l'Ecolinea non ha mai ricevuto autorizzazioni, né dall'Assessorato regionale (e questo lo sapevamo) n dalla Provincia stessa, per il trattamento che estrae solventi dalle sabbie di lavanderia; trattamento che la coinvolge anche riguardo i rifiuti della Zanoobia.
Pertanto, tutta la documentazione potrà essere presentata alla Conferenza regionale, la quale valuterà se dare o meno l'autorizzazione logicamente la documentazione dovrà prevedere anche uno studio di impatto ambientale, così come prevede la nuova legge.
Quindi non esiste alcuna autorizzazione. Se l'Ecolinea intende chiederla, dovrà presentare la documentazione all'Assessorato, il quale esaminerà il tutto in Conferenza, dando la prevalenza allo studio di impatto ambientale.
In merito ad alcune affermazioni che sono state fatte e che ritengo ingiuste, devo dire che capisco benissimo il gioco delle parti, capisco benissimo che l'opposizione deve fare il proprio gioco, capisco la democraticità, ma le cose ingiuste le respingo sempre e con estrema chiarezza. Mi riferisco a quella che è stata definita l'inerzia della Giunta e in particolar modo l'inerzia dell'Assessorato all'Ambiente.
Ritengo che, sia da parte dell'Assessore sia da parte dell'Assessorato si sia messo in pista un movimento che ha superato di gran lunga le possibilità addirittura umane dei funzionari, prima di tutto, ma anche dell'Assessore. Questo ve lo assicuro.
Sulla rilocalizzazione dell'Ecolinea, infatti, la Giunta, e per essa l'Assessorato all'ambiente, ha preceduto le richieste dell'opposizione espresse anche dall'ordine del giorno del Consigliere Staglianò, del quale ho approvato l'iniziativa. Fra l'altro l'ordine del giorno è stato concordato, non c'era alcun motivo di opporvisi. Per dare prova, con i fatti, della propria attività, la Giunta ha addirittura battuto sui tempi l'opposizione; infatti mentre l'ordine del giorno prevede come limite entro il quale la Giunta deve agire, il 30 ottobre, l'Assessorato all'ambiente ha proposto e fissato il termine del 20 ottobre per la ricollocazione dell'Ecolinea. Questa è una risposta data da chi opera tutti i giorni, in condizioni decisamente esorbitanti, nelle strutture di un Assessorato nato come Assessorato "per i fiorellini" e diventato poi l'Assessorato di un'emergenza.
Riguardo alla rilocalizzazione, aggiungo ancora che non è sufficiente che alcuni amministratori facciano la voce grossa dicendo "no" all'impianto; se determinati impianti nuocciono alla popolazione che vi abita attorno, occorre prima di tutto (quando questi impianti già esistono) non dare le concessioni edilizie. Non si può prima dare le concessioni edilizie intorno ad un impianto di smaltimento e poi protestare perch l'impianto non è idoneo e non può sussistere con la popolazione.
Insomma, a noi risulta in modo chiaro che questi condomini sono sorti perché la concessione è stata data. Visto che questo è uno stato di fatto visto che prima o poi la popolazione ne soffre, chiedo di stare attenti al problema della rilocalizzazione. Da parte nostra faremo tutto il possibile per mettere la popolazione in condizioni di sicurezza.
Suggerisco al Consigliere Staglianò che alcuni fatti riguardanti la cronistoria, anche se di poco rilievo, devono comparire in un ordine del giorno preciso. Inoltre, non possiamo prendere atto del fatto che la Nordoil ha sfrattato l'Ecolinea, perché la Regione non ha titolo ad entrare in un rapporto tra privati. Sono cose estremamente marginali quello che importa è il dispositivo, l'impegno di rilocalizzazione ed i tempi necessari.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 553 testé discusso e sottoscritto da tutti i Gruppi, che sostituisce l'ordine del giorno n. 545 il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte a conoscenza della richiesta avanzata dai cittadini del quartiere Borgonuovo sito nel Comune di Leinì, richiesta sostenuta dal pronunciamento unanime del Consiglio comunale di Leinì, volta alla rilocalizzazione degli impianti di stoccaggio e trattamento di rifiuti industriali della ditta Ecolinea attualmente in funzione a pochi metri da abitazioni civili vista la lettera del Presidente della Provincia di Torino, Nicoletta Casiraghi, del 7/8/88 (prot, n. 7895), inviata al Presidente della Giunta regionale, Vittorio Beltrami, con la quale si sottolinea l'opportunità di 'eliminare il grave stato di fondata preoccupazione, d'incertezza e di danno in cui versano sia i cittadini di Leinì, che vivono a pochi metri dagli impianti Ecolinea, sia la ditta stessa, che per la localizzazione dello stabilimento e per l'opposizione sociale di queste settimane ha ripetutamente lamentato di non poter operare al meglio' ricordato che l'Ecolinea ha inoltrato alla Provincia di Torino due istanze per la realizzazione di un nuovo impianto: la prima, presentata in data 9/6/87 relativa allo stoccaggio provvisorio di rifiuti speciali, tossici e nocivi; la seconda, presentata il 30/7/87, relativa al trattamento di rifiuti della stessa specie preso atto che il 30/9/88 viene a scadenza l'autorizzazione provvisoria rilasciata all'Ecolinea per lo stoccaggio e trattamento dei rifiuti industriali, e che l'azienda è stata sfrattata dai locali attualmente occupati in via Torino 129 a Leinì dalla società proprietaria dei terreni e degli impianti locali all'Ecolinea, la Nordoil, come risulta dal telegramma n. 23 del 25/8/88 inviato per conoscenza, fra gli altri, all'Assessore all'Ecologia della Regione Piemonte impegna la Giunta a provvedere all'espletamento delle procedure previste dall'art. 3 bis della Legge n. 441/87 relative alle istanze di rilocalizzazione avanzate dall'azienda Ecolinea, entro il 30/10/88, nel rispetto del DPR 915/82 e delle relative Disposizioni del Comitato Interministeriale." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
La seduta è sospesa.



(La seduta sospesa alle ore 15 riprende alle ore 16,20)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati - Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 954: "DGR n. 126-22596 - Progetto di intervento per la realizzazione dell'Interporto di Novara-Boschetto. Approvazione ai sensi della LR n. 11/80". Ordine del giorno n. 554


PRESIDENTE

La seduta riprende.
E' stato richiesto da parte della Giunta e del Presidente della II Commissione di esaminare la proposta di deliberazione n. 954, di cui al punto 12) dell'o.d.g.
La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

Svolgerò poche considerazioni, anche sulla base di quanto è stato deciso dalla II Commissione nelle due sedute in cui si è affrontato questo argomento. La II Commissione, nel licenziare il provvedimento, ha chiesto che la Giunta facesse alcune precisazioni in ordine a due aspetti. Questa mattina ho rassegnato ai colleghi Consiglieri e ai Presidenti dei Gruppi una nota informativa con lo scopo di indicare il quadro complessivo in cui si inserisce l'Interporto di Novara-Boschetto all'interno del sistema dell'interportualità e dei trasporti a livello regionale.
Non mi addentro, quindi, nei contenuti già descritti dall'informazione scritta, nella quale viene riassunto - in modo succinto ma chiaro - come la politica regionale in materia di trasporti, in particolare di infrastrutture interportuali, si sia venuta delineando dal 1980 ad oggi.
La relazione è corredata di schede riassuntive relative alla situazione esistente dal punto di vista della realizzazione delle strutture e della gestione degli interporti definiti di primo livello dal piano generale dei trasporti, vale a dire Orbassano e Rivalta Scrivia, oltre all'autoporto di confine, quello di Susa, e all'interporto di secondo livello che è quello di Novara-Boschetto, per il quale - come la Giunta auspica - con l'approvazione di oggi si avvierà il processo di realizzazione.
Si tratta di infrastrutture inserite all'interno dei grandi assi di collegamento dei trasporti piemontesi, nell'ambito dei corridoi plurimodali, così come sono definiti nel piano generale dei trasporti, che rispondono a obiettivi di programmazione non solo regionale, ma anche nazionale.
In particolare, per quanto riguarda l'Interporto di Novara-Boschetto (opera prevista nel piano regionale dei trasporti già dal 1980), soltanto ultimamente si è definita un'ipotesi progettuale e l'assetto della società che dovrebbe gestire, per conto degli azionisti (in particolare il Comune di Novara), la realizzazione degli interventi e la gestione delle attività interportuali con il concorso dei privati.
Rispetto ad un problema, peraltro emerso in Commissione, e cioè quello dell'avere sentito preventivamente il Comune, preciso che la Giunta regionale ha avuto una serie di riunioni con il Comune di Novara e con la Società CIM; riunioni che hanno concluso ipotesi progettuali e di convenzione. Lo stesso Comune di Novara, ultimamente, ha avuto occasione di ratificare il provvedimento della Giunta regionale, anche se con valutazioni diverse rispetto i tempi che sono occorsi dal 1980 ad oggi per definire questo tipo di realizzazione.
Durante gli incontri con il Comune di Novara e la Società CIM, abbiamo sempre sostenuto la necessità di un coinvolgimento più diretto delle Ferrovie dello Stato all'interno della società stessa, anche in considerazione del fatto che le FF.SS. gestiscono, attraverso società private, una serie di attività interportuali. Ci è stato assicurato che questo rapporto è già stato avviato; ci faremo parte diligente perché sia quanto prima definito l'eventuale apporto delle Ferrovie dello Stato all'interno dell'azionariato della società CIM.
Per quanto riguarda il secondo aspetto su cui ci si è soffermati in sede di Commissione, cioè l'inserimento di questa infrastruttura all'interno del piano generale degli interporti, così come indicato dalla legge n. 11, dal 1980 in poi, la Regione ha ritenuto di non dover fare un piano di settore specifico generale degli interporti. Infatti, a fronte dell'ipotesi avanzata a fine anni '70, primi anni '80, di una presenza considerevole di strutture interportuali sul territorio piemontese, si è poi capito che le strutture non potevano essere numerose, ma che era più opportuno finalizzare l'intervento alle realtà ritenute più significative.
L'intervento relativo all'Interporto Novara - Boschetto è coerente con gli obiettivi della programmazione generale regionale, perché inserito nei vari piani di sviluppo regionali e nella programmazione regionale di settore tant'è che era indicato nel primo piano dei trasporti del 1979 ed è ripreso nel documento di obiettivi e di indirizzi del secondo piano dei trasporti. Da questo punto di vista rientra appieno nella programmazione regionale, all'interno del programma generale degli interporti. Gli interporti e le strutture di interscambio da realizzarsi in Piemonte comunque, non sono soltanto quelle che ho indicato; infatti, ad esempio nella realtà cuneese, potrebbe essere prevista l'opportunità di collocare una struttura interportuale.
Mi premeva confermare in questa sede come l'intervento su Novara Boschetto rientra appieno nella programmazione regionale in materia dei trasporti. La memoria che ho cercato di rassegnare ai colleghi Consiglieri cerca anche di dimostrare come tale intervento sia previsto all'interno della programmazione generale, sempre in tema di trasporti.
Con queste succinte considerazioni, la Giunta regionale raccomanda l'approvazione del progetto al Consiglio, ribadendo che questa infrastruttura si colloca all'interno del corridoio di collegamento, tra il corridoio tirrenico Ventimiglia - Genova - Roma e il corridoio pedealpino padano Torino - Venezia, come collegamento tra il sistema dei porti liguri e il nord Europa. All'interno di questo corridoio, che riteniamo già abbastanza infrastrutturato con l'Interporto di Rivalta Scrivia e lo scalo ferroviario di Beura-Cardezza, è giusto collocare anche l'Interporto di Novara - Boschetto. Ciò all'interno di un disegno che veda il potenziamento della linea del Sempione; per questo motivo in sede di Commissione si è convenuto di approvare, assieme al progetto di Novara - Boschetto, un ordine del giorno che ribadisca (come peraltro è contenuto nei documenti programmatici della Regione) la scelta regionale per la linea del Sempione come nuovo e più forte collegamento nell'arco alpino tra l'Italia, la Svizzera e il nord Europa.
Per queste considerazioni riteniamo che il provvedimento possa essere approvato utilmente dal Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il collega Biazzi. Ne ha facoltà.



BIAZZI Guido

Signor Presidente, riguardo al progetto che andiamo ad approvare l'Assessore Mignone ha già fornito le precisazioni richieste dalla Commissione in merito alla posizione del Consiglio comunale di Novara.
Successivamente al licenziamento effettuato dalla Commissione, il Consiglio comunale di Novara ha ratificato una deliberazione della Giunta regionale relativa al progetto che stiamo discutendo.
Per quanto riguarda gli aspetti formali, viene presentato un emendamento con il quale la deliberazione proposta verrebbe parzialmente modificata. Dato che il collega Ratti non è presente, illustrerò io tale emendamento. Le parole: "Sentita la competente Commissione consiliare..." sono abrogate e sostituite dalle seguenti: "Sentita la competente Commissione consiliare che ha preso conoscenza attraverso la comunicazione dell'Assessore ai trasporti della coerenza del progetto con la programmazione regionale, del rispetto dell'iter procedurale e della mancanza di eccezioni sollevate durante la fase formativa...".
L'Assessore Mignone ha testé informato, non solo la Commissione, ma anche il Consiglio regionale. Inoltre, la stessa formulazione è stata usata per l'Interporto di Orbassano.
Ancora due brevi considerazioni. Faccio presenti alla Giunta alcune preoccupazioni emerse - e le segnalo in quanto tali - dopo il licenziamento, da parte della Commissione, del progetto presentato dalla S.p.A. CIM di Novara. Le preoccupazioni riguardano, non la scelta dell'Interporto di Novara - Boschetto - su cui c'è una concordanza unanime e conforme alle direttive generali di programmazione di settore della Giunta e della Regione ormai da oltre 10 anni - ma il coordinamento dell'intervento con i soggetti direttamente interessati. In effetti alla deliberazione che approviamo per le sue caratteristiche, non è allegata un'adeguata documentazione. Si tratta di approvare un progetto tecnico per avviare il procedimento verso il FIO, cioè sembra - e lo segnaliamo all'attenzione dell'Assessore - che non siano state adeguatamente coinvolte le ferrovie statali. Probabilmente qualche processo è stato avviato, si tratta però di accelerare i tempi affinché l'intervento risponda effettivamente alle esigenze delle ferrovie statali.
Un discorso analogo vale, ad esempio, per le ferrovie nord; il Comune di Novara, in particolare, ma anche l'intera comunità, hanno interesse a risolvere il problema del terminale delle ferrovie nord, attualmente adiacente alla ferrovia. Questo intervento dovrà coordinare una dislocazione diversa e lo segnaliamo alla Giunta regionale (che si fa carico di presentare ed avallare il progetto all'interno di un discorso generale di programmazione) affinché sani questi problemi.
Anche riguardo alla dogana e ai rapporti con il Ministero delle Finanze, in assenza di una concertazione negli interventi, si rischia di avere qualche difficoltà nel trovare una collocazione all'interno dell'Interporto.
Ci sono poi altri problemi, forse più facilmente risolvibili in quanto il progetto lascia ampie possibilità di scelta, riguardo ai collegamenti sia con il nuovo casello autostradale sia con la nuova tangenziale di Novara.
Per agganciarmi al secondo aspetto della discussione, ribadisco che come ha già anticipato l'Assessore - l'intervento si colloca positivamente sulla grande direttrice porti liguri - Sempione, insieme all'Interporto di Rivalta e al nuovo scalo di "Domo II". Come Commissione, quindi, d'intesa con la Giunta e l'Assessore Mignone, abbiamo presentato un ordine del giorno specifico che interessa la nuova trasversale alpina che dovrebbe essere realizzata entro il 2000, scegliendo tra quattro varianti: la direttrice del Sempione (la Lotschberg), il Gottardo, lo Spluga ed altre sottovarianti.
Non mi dilungo su questi aspetti poiché, probabilmente, ci ritorneremo anche in sede di Consiglio regionale. Con l'ordine del giorno si ribadiscono e si ampliano le indicazioni già espresse chiaramente nel vecchio piano regionale dei trasporti e ribadite nel documento di indirizzi approvati dalla Giunta regionale. Si impegna inoltre la Regione, ovviamente con l'accordo della Giunta regionale, a portare avanti delle iniziative affinché il confronto sulla scelta avvenga in base ad elementi concreti tenendo conto degli interessi più generali, non solo del Piemonte, ma di tutto il Paese.
Si raccomanda inoltre l'approvazione dell'ordine del giorno, subito dopo l'approvazione della deliberazione, riguardante il CIM di Novara Boschetto, perché è intenzione della Giunta e della comunità rappresentata dagli enti locali novaresi di chiedere, in occasione della Conferenza sui trasporti di Stresa, la settimana prossima, un confronto con il Ministro Santuz per avviare a livello nazionale un confronto sulle grandi scelte che riguardano le nuove trasversali subalpine.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il collega Ala. Ne ha facoltà.



ALA Nemesio

La settimana scorsa, quando questo argomento è stato messo in discussione, ho subito chiesto la parola perché non volevo arrivare alla votazione senza chiarire, sia pur brevemente, il mio chiaro e netto parere contrario sulla deliberazione, che nasce da questioni di carattere generale e non specifico.
Non possiamo continuare a proporre progetti di questo genere, una simile occupazione di terreno ed un continuo potenziamento di trasporti viaggi e spostamenti, con ogni mezzo. Un giorno parliamo dell'autostrada il giorno dopo parliamo della ferrovia; è una proliferazione incontrollata di infrastrutture legate al mondo dei trasporti. Non è neppure rilevante intervenire nel merito della questione; si tratta quasi di una petizione di principio e sarebbe sufficiente tener conto di quanto sta succedendo proprio ad Orbassano con il SITO: un'enorme occupazione di un'enorme quantità di terreni, per un enorme tempio dedicato ai TIR.
Considerato che stamattina ho avuto il realismo di sottoscrivere un ordine del giorno sulla proliferazione dei cinghiali, ed ho visto da parte di alcuni colleghi della maggioranza un'appassionata e onesta difesa degli interessi del mondo agricolo, rispetto ad una realtà profondamente devastante dell'attività agricola, vorrei vedere, lo dico senza polemica un atteggiamento simile anche rispetto ad attività come queste che comportano l'erosione continua del mondo agricolo e degli spazi destinati all'agricoltura. Ognuna di queste attività riesce sempre a trovare giustificazioni, piani, programmi che rappresentano un modo ormai dissennato di avvicinarci ai problemi della tutela ambientale e di un mondo con equilibri sempre più fragili.
Quindi, il mio è un no secco, deciso, senza tentennamenti, che è dato a tutti gli interventi di questa natura che magari non vengono neanche discussi in aula.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il collega Picco. Ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

Le infrastrutture di cui il Piemonte, come regione di confine da un lato e cerniera dall'altro, intende dotarsi, rappresentano un'esigenza verso la quale bisogna muoversi con tempestività e coerenza. Il richiamo alla programmazione fatto ripetutamente durante la discussione avvenuta in II Commissione, ci induce a considerare questa iniziativa non avulsa dal processo generale delle attente e oculate destinazioni delle risorse, ivi compresa quella risorsa irrecuperabile che il Consigliere Ala ricordava cioè la risorsa del territorio.
Ci troviamo in presenza di un'infrastruttura che occupa un'area quasi totalmente assediata dalle urbanizzazioni, quindi abbastanza esente da problemi di tutela ambientale in senso assoluto. E' un'infrastruttura che copre un'oggettiva esigenza di attestamento rispetto ad un asse ferroviario sul quale si sta muovendo la strategia, a volte conflittuale, anche di altre Regioni, strategia che complessivamente tende a recuperare un riferimento certo, rispetto ai collegamenti portanti dello sviluppo e del trasporto merci sulla scena europea.
Siamo, quindi, coscienti di fare una scelta, nella prospettiva degli investimenti a medio e lungo termine, positiva. Abbiamo però alcune preoccupazioni in ordine alla sovrapposizione delle ricerche e delle destinazioni degli investimenti (soprattutto per fonti assoggettate, come i progetti FIO, ad una parzializzazione e ad una rateizzazione dei finanziamenti). Siamo dunque preoccupati che le opere iniziate non trovino tempestivamente una rapida esecuzione.
Comunque, sia l'ordine del giorno ricordato dal Presidente della Commissione, Biazzi, sia gli emendamenti che sono stati presentati, si collocano in una linea che trova il nostro assenso. Vorremmo - Assessore Mignone - che questo assenso fosse recuperato in un quadro di dichiarazioni più complete e che venisse allegato alla deliberazione il testo delle comunicazioni che l'Assessore ha reso al Consiglio, in quanto comprensivo di una serie di richieste riguardanti non solo il nord Piemonte, ma anche il sud Piemonte. Si collocherebbe così questa realizzazione nel quadro di una previsione graduale, sia pure di programmazioni strategiche molto opportune.
Con la richiesta di allegare il testo delle comunicazioni dell'Assessore alla deliberazione, il Gruppo della Democrazia Cristiana voterà a favore della deliberazione n. 954.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, colleghi, anche se ritengo si sia sottovalutata la portata della materia in discussione, terrò conto del breve tempo che ho a disposizione per il mio intervento.
La proposta trova il consenso di quasi tutti i Gruppi. Annuncio il voto favorevole del mio Gruppo alle proposte riassunte nella delibera nell'ordine del giorno e nella relazione dell'Assessore Mignone.
Ritengo molto importante il confronto con le altre Regioni al fine di realizzare, sul piano dello sviluppo dei trasporti, degli indirizzi per il futuro, che potrebbero condizionare le nostre scelte per parecchio tempo.
Il Piemonte è una Regione con una propria autonomia, una propria storia e una propria capacità produttiva, ha molto da dire, non può essere appiattito o trainato dalle Regioni più forti. Ritengo abbia alcune cose da dire anche in ordine ad un tipo di sviluppo che inserisca il Paese nella realtà europea in modo equilibrato e, come tale, il Piemonte assolve un ruolo di collegamento strategico e importante, nell'interesse del Paese stesso. La rete dei trasporti ha trovato, anche nella storia, una riflessione più attenta e più puntuale, quindi è necessario un recupero dei valori storici.
Deve dunque essere compiuto un grosso sforzo da parte dell'Ente condivido le preoccupazioni del collega Ala che denunciano la sottrazione di terreno all'attività agricola e all'ambiente. E' un discorso da approfondire, bisogna individuare il ruolo delle Ferrovie e il tipo di ammodernamento che siamo in grado di determinare.
Il confronto con l'Ente ferrovie è importante affinché insieme ai collegamenti trasversali che abbiamo individuato, ci sia anche un ruolo importante e portante delle ferrovie. Infatti abbiamo una rete di strade ed autostrade che possono assolvere a questa funzione, ma non abbiamo un parco ferroviario adeguato. Ad esempio - e mi rivolgo al collega Mignone che conosce bene la realtà del sud Piemonte - si parla della costruzione del terzo valico, come collegamento tra il Piemonte e l'Europa del sud, è un po' come "l'araba fenice", nel senso che ogni tanto viene presentato il progetto, ma poi non viene portato a termine. Nell'approfondimento generale, dunque, sarebbe bene avere un quadro preciso delle arterie ferroviarie che si vogliono costruire. In questo modo, dopo una verifica complessiva, si potrebbero trarre le conclusioni dicendo che la costruzione o l'ammodernamento delle strade è un'esigenza.
Richiamo infine l'attenzione sul ruolo delle parecchie strade secondarie, anche statali e di grossa convergenza che necessitano di un ammodernamento.
Ritengo, quindi, si debba collegare tutto il reticolo dei trasporti allo sviluppo economico che si intende realizzare. E' necessario il collegamento stradale, autostradale, ferroviario e fluviale (occorre infatti tenere presente il discorso sulla navigabilità). In molti Paesi europei la navigabilità è già praticata; noi stiamo lavorando ad un progetto e sono stati stanziati degli investimenti per rendere navigabile il Po.
Dobbiamo avere la chiarezza delle posizioni, delle disponibilità, per evitare poi di ripararci dietro una matita o assumere atteggiamenti ambigui. Non è sufficiente avere il reticolo, occorre avere la disponibilità e la volontà politica delle imprese del nord, ma anche del sud Piemonte.
Parlando dei porti liguri, occorre valutare cosa è possibile costruire insieme dal punto di vista dell'organizzazione produttiva. Siamo di fronte ad una grossa sfida e il 1992 è una scadenza importante in cui la capacità del Paese e della Regione Piemonte devono reggere il confronto; confronto che è dato da due elementi importanti: la capacità di produrre e la capacità di rimanere sul mercato, arrivandoci in tempi puntuali.
Lavoriamo dunque con questo obiettivo, dando un contributo importante ma cercando di tenere conto degli elementi che giustamente venivano richiamati, cioè non fare come in passato, spicconando a destra e a sinistra senza considerare le esigenze di carattere programmatorio che devono sorreggere la spinta in avanti del Paese.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fracchia.



FRACCHIA Mario

Signor Presidente, intervengo brevemente per ringraziare l'Assessore Mignone che, puntualmente, ci ha dato un'informazione riguardo al sistema intermodale del Piemonte, in occasione dell'approvazione della deliberazione relativa all'Interporto di Novara - Boschetto. Tale impianto ha validità solo se rientra nel famoso contesto europeo del collegamento Voltri - Sempione.
Su questa linea vorremmo avere alcune delucidazioni e ci piacerebbe conoscere gli esiti degli incontri che l'Assessore ha avuto con i colleghi svizzeri per conoscere il loro orientamento sulle linee del nuovo traforo.
Approfitto dell'occasione per sottolineare quanto mi interessa più direttamente. Presto ci saranno tre nodi intermodali (Orbassano, Rivalta Scrivia e Novara); se però non si troverà una soluzione riguardo al valico per la Francia, la provincia di Cuneo, già considerata una parte del "profondo sud" del Piemonte diventerà il "profondissimo sud".
Il valico di Tenda è ormai insufficiente, sia per il trasporto su rotaia sia per il trasporto su gomma. Sarebbe interessante conoscere anche l'orientamento dei colleghi francesi che si sono confrontati con l'Assessore Mignone durante il Convegno di Imperia. L'orientamento piemontese, soprattutto del sud Piemonte, è sempre rivolto al traforo del Ciriegia; non individuiamo altre soluzioni per togliere la provincia dall'isolamento internazionale in cui si trova. L'ipotesi di costruire un secondo traforo al Monginevro, ci penalizzerebbe perché la strada del valico di Tenda è insufficiente.
Chiedo quindi all'Assessore Mignone di aggiornarci sulle questioni riguardanti il traforo del Sempione e sugli orientamenti francesi.
Raccomando ancora all'Assessore - che la prossima settimana si recherà ad Alba, dove sarà presente il Ministro Santuz - di fare presenti le esigenze del sud del Piemonte. Sarò grato se poi ne riferirà in Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Mi sento in dovere di intervenire perché, in passato ricoprendo altri ruoli, ho lavorato intensamente alla realizzazione del progetto che si sta concretizzando.
Ringrazio il collega Mignone per essersi fatto carico, almeno in questa prima fase, del momento terminale del progetto, e il collega Biazzi per aver seguito con puntualità la tematica che stiamo trattando.
Ricordo inoltre all'Assessore Mignone che la zona di Novara sta diventando il punto nodale fondamentale dello sviluppo del Piemonte per i prossimi anni.
Sono in previsione alcune importanti realizzazioni: il collegamento con l'Aeroporto intercontinentale della Malpensa, la realizzazione dello scalo merci di Domo II, la realizzazione del centro intermodale di Novara l'ammodernamento dei grandi assi ferroviari (Domodossola - Milano Domodossola - Novara e porti liguri) e il grande problema del collegamento Loetschberg - Sempione. Quest'ultimo rappresenta una scommessa rilevante per la nostra regione, scommessa che però stiamo giocando con un po' di ritardo, anche se a noi non imputabile. Per una provincia in difficoltà come la provincia di Novara, questo rappresenta un tema di primaria importanza e tutti gli sforzi che si stanno compiendo sono ampiamente giustificati.
Concludo esprimendo soddisfazione nel vedere concretizzato il progetto anche se in prima fase. Ritengo che nel programma FIO il piano non potrà essere posposto, ma dovrà diventare un elemento di primaria considerazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Gruppo liberale vede favorevolmente la deliberazione sottoposta all'esame del Consiglio e la considera la tessera di un progetto avviato nel 1980, progetto al quale i liberali diedero un contributo costruttivo e convinto.
Si può polemizzare a lungo, ma non si può negare che la politica degli interporti tendeva a dotare il territorio di una forte armatura nei servizi di grande interscambio strada - gomma; soprattutto tendeva a collocare dei gangli nel sistema delle comunicazioni, al fine di consentire l'avvio di un rapporto socio-economico tra le aree ed i traffici che le interessano.
Questa è la funzione del sistema interportuale. E' una politica avviata dall'allora maggioranza di sinistra, alla quale abbiamo dato un contributo non secondario, che prefigurava che i traffici internazionali si collocassero sul nostro territorio, visto non solo come contenitore, ma come momento di sviluppo socio-economico. Questa è la natura dell'Interporto ed è con questa iniziativa che deve andare avanti il progetto del 1980.
Non entro negli scenari mitteleuropei che sono stati introdotti.
Dobbiamo però riflettere su questo: batterci per il traforo sul versante piemontese anziché su quello lombardo, che crea le direttrici verso la Germania, è una scelta che deve comportare una responsabilizzazione in termini socio-economici e di programmazione non tanto per la Regione quanto per la società civile.
Il nostro rapporto e l'interscambio socio-economico e culturale con l'Europa, per il Piemonte, è legato alle decisioni dei politici oppure ad un'area che non è l'Europa ma è l'area tipica delle regioni del Rhone Hautes Alpes, della Provenza e del Piemonte.
La direttrice mitteleuropea passa esclusivamente per Milano e su di essa non passano soltanto i TIR o le vetture, passano soprattutto le colleganze economiche e le scelte di natura produttiva rispetto al territorio.
Perché si sviluppa il terziario verso Milano e non verso Torino? Perché attraverso Milano passa l'Europa della finanza; forse a Torino c'è l'Europa dei finanzieri, ma è una cosa un po' diversa. Il collegamento sul quale l'Assessore si è mobilitato avrà una ricaduta sul territorio in termini socio-economici nel momento in cui ci sarà una diversificazione dell'approccio del Piemonte al "problema Europa" nella sua globalità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guasso.



GUASSO Nazzareno

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, illustrerò l'emendamento proposto dal mio Gruppo, sul quale la Giunta dà parere favorevole, e far anche la dichiarazione di voto.
Anche se può apparire fuori dalla norma inserire questo tipo di emendamento in una deliberazione che dà un parere su un progetto, riteniamo importante il richiamo ai due aspetti presenti nell'emendamento. Uno di questi afferma che la politica degli interporti, che faceva parte del piano regionale dei trasporti del 1979, è strettamente connessa all'obiettivo non solo di offrire delle strutture valide, ma anche di aiutare il passaggio di una quota parte di merci dalla strada alla ferrovia.
Questo era l'obiettivo principale e noi lo perseguiamo fino in fondo.
Inserendo questo tassello e considerando gli interporti come strutture moderne, ma anche come strutture capaci di portare quota parte delle merci dalla strada alla ferrovia, riteniamo ci sia un nodo da sciogliere, ed è la prima questione che poniamo nell'emendamento.
L'Interporto di Novara non assolverebbe alla sua funzione se le ferrovie rinunciassero all'indicazione presente nel piano generale dei trasporti di fare della linea Sempione-porti liguri una linea esclusivamente per le merci. Diversamente, l'interporto sarebbe come una piccola cattedrale nel deserto.
Proprio perché la questione interporti e ferrovie è strettamente connessa con la nuova politica per il trasporto delle merci, nella seconda parte dell'emendamento, richiamiamo una questione di principio, su cui è aperta una battaglia. Abbiamo detto più volte, e credo vada ribadito, che la nostra politica dei rapporti internazionali, dei valichi, ha due grandi obiettivi: il Sempione e il sud Piemonte.
L'Assessore Mignone ha partecipato ad un dibattito in Valle d'Aosta dove è stato ribadito questo principio. Non escludiamo l'eventualità di realizzare un traforo ferroviario da Aosta a Martigny, ma le nostre scelte prioritarie rimangono il Sempione, che ci porta verso il centro dell'Europa, e un'operazione che rapporti il Piemonte al sud della Francia alla Spagna e al Portogallo. Non c'è altra soluzione.
Nella seconda parte dell'emendamento richiamiamo l'esigenza rapportata alla discussione in corso, che vede divisioni sia in Italia sia in Svizzera sulla scelta tra le proposte Sempione, Gottardo o Spluga. La scelta di un'infrastruttura interportuale è raccordata al fatto che assieme alla linea "tutto merci Sempione-porti liguri" bisogna potenziare, fare o rifare ciò che è necessario per dare uno sbocco ferroviario ad alto livello al Sempione.
In questo modo, in una deliberazione in cui si dà un parere quasi tecnico su un progetto che corrisponde ad un atto di programmazione, dato dal piano del 1979, riaffermiamo un po' abnormemente due scelte di fondo della nostra politica del trasporto, vista non solo nel contesto di occupazione del territorio (è ovvio che dovendo creare delle infrastrutture come le grandi linee ferroviarie, si deve anche occupare del territorio).
Il giorno in cui si parlerà seriamente di alta velocità, bisognerà stabilire come affrontarla; visto che non la si può sospendere nel vuoto ma occorre farla per terra, si dovrà occupare del territorio. Bisognerà vedere per quale servizio, quali fini è destinato quel territorio; se è un servizio autostradale, corrisponde ad una scelta già fatta a suo tempo (siamo quasi alla crisi), se è una scelta ferroviaria allora deve essere fatta fino in fondo.
Per questo motivo abbiamo presentato l'emendamento e votiamo a favore della deliberazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

Intervengo solo per precisare che la Giunta regionale accoglie l'emendamento perché si inserisce all'interno del quadro generale che seppure un po' di fretta, abbiamo cercato di rappresentare.
Voglio peraltro assicurare che, all'interno dell'informazione che ho reso, viene anche sollevata la questione del collegamento a sud e quindi il discorso dell'area del Cuneese; a questo punto non parlerei più di un collegamento Cuneo-Nizza, perché mi sembra riduttivo rispetto al grande disegno che abbiamo.
Ribadisco, comunque, la disponibilità a riferire in II Commissione rispetto alle risultanze degli incontri di Losanna, di Saint Vincent e di Imperia in ordine al problema dei collegamenti transfrontalieri.
La Giunta accoglie dunque gli emendamenti presentati, sia quello test illustrato dal collega Guasso, sempre attento a queste problematiche, sia quello presentato dalla II Commissione.



PRESIDENTE

I Consiglieri Chiezzi e Guasso presentano il seguente emendamento: a pag. 1, dopo il primo capoverso aggiungere: "riaffermato che la realizzazione dell'Interporto di Novara - Boschetto trova la sua ragione nell'ambito del potenziamento dell'asse ferroviario Sempione - Porti Liguri, come indicato nello schema del piano generale dei trasporti espressa a questo proposito la volontà della Giunta di intervenire presso il Governo nazionale affinché venga finalizzato il nuovo traforo ferroviario del Sempione nel quadro del rafforzamento della direttrice ferroviaria Centro Europa - Sempione Porti Liguri".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 35 voti favorevoli, 1 voto contrario, 1 astensione.
I Consiglieri Ratti, Marchini, Bonino e Fracchia presentano il seguente emendamento: le parole "sentita la competente Commissione consiliare" sono abrogate e sostituite con le seguenti: "sentita la competente Commissione consiliare che ha preso conoscenza attraverso la comunicazione dell'Assessore ai trasporti della coerenza del progetto con la programmazione regionale, del rispetto dell'iter procedurale e della mancanza di eccezioni sollevate durante la fase formativa".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano .
L'emendamento è approvato con 35 voti favorevoli, 1 contrario e 1 astensione.
Pongo ora in votazione la deliberazione così emendata il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 35 voti favorevoli e 1 contrario.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 554 relativo alla deliberazione il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto che il miglioramento dei collegamenti transalpini tra il nord Europa e l'Italia, in particolare attraverso la Confederazione elvetica sta entrando in una fase decisionale rispetto alla scelta dell'itinerario tenuto conto che il piano generale dei trasporti individua, tra gli altri il corridoio tirrenico (Ventimiglia - Genova - Roma - Trapani), entro il quale il Piemonte costituisce il naturale sbocco verso l'Europa attraverso il proprio sistema di valichi transalpini.
Rilevata la necessità di potenziare l'attuale collegamento Genova Voltri Sempione onde costituire un nuovo corridoio qualitativamente adeguato alle esigenze di collegamento tra il sistema dei porti liguri e il nord Europa attraverso il Sempione considerato che tale proposta viene sostenuta dal documento di obiettivi ed indirizzi per la formazione del II piano regionale dei trasporti, nonch trova l'interesse delle Autorità Svizzere che hanno previsto studi per definire un piano di interventi per la sistemazione dei collegamenti ferroviari di confine al fine di trasferire ulteriori quote di traffico merci dal trasporto su gomma al trasporto per ferrovia considerato che su tale direttrice sono già in funzione notevoli impianti di trattamento delle merci, suscettibili peraltro di ulteriore potenziamento (Domo II, Novara Boschetto, Rivalta Scrivia) Considerato che la realizzazione del collegamento Sempione-Loetschberg prevede tempi di realizzazione e costi che lo fanno preferire ad altre proposte (Spluga, Gottardo) ritenuta necessaria una azione di informazione e di promozione che sia adeguata alla dimensione nuova che hanno assunto i problemi delle grandi trasversali alpine impegna la Giunta regionale ad organizzare un convegno al quale invitare i Ministri interessati il Consiglio di amministrazione delle FS, le forze politiche e sociali gli operatori economici, per approfondire e far conoscere adeguatamente le ragioni tecniche ed economiche che rendono preferibile la scelta del Sempione-Loetschberg quale nuova trasversale alpina a perfezionare, con il coinvolgimento della competente Commissione consiliare, una serie di iniziative specifiche verso la Regione Liguria, le Società di gestione delle attività portuali liguri, gli operatori economici maggiormente interessati alla direttrice Porti Liguri Sempione - Centro Europa a richiedere un'audizione congiunta dei Compartimenti F.S, di Torino e Milano per verificare quanto si sta realizzando sulle linee interessate e quali sono i programmi d'intervento a breve e lungo periodo per preparare un successivo incontro con il Ministro dei Trasporti e con il Consiglio di amministrazione delle FS ad approfondire gli elementi di conoscenza, anche attraverso ricerche ed elaborazioni autonome, di singoli aspetti del complesso problema delle nuove trasversali alpine, con particolare riguardo alla direttrice Sempione Porti Liguri." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 35 voti favorevoli e 1 voto contrario


Argomento: Psichiatria

Esame proposta di deliberazione n. 950: "U.S.S.L. n. 67 di Ceva Deliberazione dell'Assemblea dell'Associazione dei Comuni n. 18 del 30/4/88 - Ampliamento organico per strutture e servizi finalizzati all'attuazione della legge 180/78"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 13) dell'o.d.g.: esame deliberazione n. 950.
Se non vi sono richieste di parola pongo in votazione per alzata di mano tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.


Argomento: Problemi energetici

Esame ordine del giorno n. 547 presentato dai Consiglieri Valeri, Ferrara Brizio, Marchini, Tapparo e Gallarini relativo al quadro energetico nazionale del Paese


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 14) all'o.d.g.: esame ordine del giorno n. 547.
Se non vi sono richieste di parola pongo in votazione per alzata di mano tale ordine del giorno il cui testo recita: "Il quadro energetico generale del Paese è sostanzialmente sospeso da circa due anni e i mutamenti intervenuti nel frattempo, di ordine diverso ma comunque fortemente condizionati dai fatti di Chernobyl, impongono una rivisitazione dei presupposti delle strategie energetiche in funzione di una politica generale flessibile, aderente alle esigenze del Paese e rispondente alle raccomandazioni più complessive della Comunità Europea anche in vista della libera circolazione di capitali, di servizi e di manufatti, che verrà realizzata con il Mercato unico nel 1992 e che, di fatto, investirà la produzione e la distribuzione di prodotti e servizi energetici.
L'urgenza di recuperare le premesse del PEN '81, ripreso in gran parte dalle ultime battute della Conferenza Nazionale per l'Energia, attraverso l'attuazione di misure efficaci di diversificazione delle fonti di approvvigionamento e di risparmio energetico, è fondata su almeno tre diverse considerazioni.
La prima riguarda l'eventualità che possano aversi in futuro nuovi aumenti del prezzo reale del petrolio, anche se vi è stata una certa caduta dei prezzi dal gennaio scorso, che l'OPEC sta tentando di fronteggiare sul fronte della produzione, o che vi possano essere problemi nei rifornimenti stante l'acuirsi delle tensioni nell'area medio-orientale.
La seconda, riguarda il disimpegno generalizzato dalla fonte nucleare e gli accertati incrementi di domanda energetica, fin dal 1987, che in prospettiva a lungo termine potrebbero essere solo più soddisfatti della produzione OPEC, data la prevista flessione di produzione e la difficoltà di reperimento di nuovi giacimenti in altre aree di produzione occidentale.
La terza considerazione è relativa alla flessione delle spese di investimento, esplorazione e sviluppo nel campo degli idrocarburi, alle incertezze circa l'utilizzo del carbone, alla crescita sostenuta della domanda di gas naturale, e al rischio che nel medio periodo si possa ritornare ad una crescente dipendenza dall'area OPEC.
Pertanto, in attesa delle nuove linee di politica energetica e in coerenza con i principi e gli indirizzi del 1981, pare urgente riconoscere: la necessità di ridurre la dipendenza dall'estero con azioni efficaci di diversificazione delle fonti di approvvigionamento, supplendo in tal modo all'abbandono delle attuali tecnologie nucleari di produzione elettrica l'impegno affinché tali azioni contemperino le esigenze di sviluppo socio-economico e industriale con le esigenze di miglioramento ambientale la possibilità di massimizzare l'utilizzazione delle fonti rinnovabili interne ed incentivare la ricerca e lo sviluppo di nuove fonti promovendo i necessari investimenti di risorse e potenziando le azioni di risparmio l'urgenza di pervenire, in vista del Mercato unico europeo, ad accordi di collaborazione rivolti al reperimento delle fonti e alla realizzazione di iniziative e progetti tecnologici e industriali avanzati anche tramite specifici contratti commerciali e industriali, nonch opportune forme di associazionismo la necessità inderogabile di rivedere il quadro istituzionale di riferimento per l'energia, individuando un riferimento unico a livello governativo e specificando poteri e responsabilità delle Regioni ampliando le competenze di queste ultime.
Stante tale premessa, il Consiglio regionale sottolinea 1. la necessità che Governo e Parlamento definiscano sollecitamente il nuovo Piano Energetico Nazionale, sulla base del quale la Regione possa autonomamente, attraverso le specifiche competenze che le debbono essere riconosciute, formulare un proprio programma di intervento e approntare la strumentazione indispensabile per: 1.1. rendere operativo il programma realizzando le condizioni affinché la Regione possa divenire interlocutore reale del nuovo Piano Energetico Nazionale 1.2. garantire la predisposizione di iniziative concrete per fronteggiare non solo le difficoltà di un approvvigionamento energetico, ma anche la più ampia crisi tecnologica verificando lo stato dell'apparato produttivo e del lavoro piemontese e attivando i necessari rapporti con gli operatori interessati e le OO.SS.
2. la necessità, inoltre, che il programma regionale individui azioni e interventi nelle seguenti direzioni: 2.1. al risparmio energetico e all'utilizzo delle fonti rinnovabili tramite la formulazione di iniziative autonome regionali e lo snellimento delle procedure istruttorie relative agli interventi ex lege 308 2.2. alla razionalizzazione e potenziamento dell'efficienza energetica degli impianti termoelettrici, anche con cicli combinati di produzione energia e calore, con particolare riferimento all'impianto ENEL di Chivasso e alle iniziative in corso di studio e/o realizzazione relative al teleriscaldamento da cogenerazione 2.3. alla verifica del programma idroelettrico dell'ENEL ed individuazione di interventi prioritari, anche considerando la possibilità di incrementare la produzione tramite potenziamenti e rifacimenti degli impianti esistenti 2.4. alla promozione dell'uso plurimo delle acque, nell'ambito di iniziative o interventi già programmati dalla Regione che interessino anche la produzione di energia elettrica con particolare attenzione: 2.4.1. all'invaso con Mazzè per il quale occorre promuovere con l'ENEL e con le Associazioni irrigue interessate la rimozione degli impedimenti alla realizzazione del progetto di ristrutturazione e ampliamento dell'impianto 2.4.2. al progetto di VIA relativo all'utilizzazione idroelettrica dell'alto e medio bacino del fiume Sesia, sul quale occorre promuovere la verifica con gli enti locali interessati 2.5. al potenziamento della piccola produzione elettrica e iniziative regionali per l'innalzamento della soglia di potenza installata della autoproduzione e per la gestione diretta delle incentivazioni previste per gli autoproduttori 2.6. alla definizione di tempi e modi per rafforzare il sistema di formazione professionale nel settore delle energie rinnovabili, in particolare per l'idroelettrico minore, individuando sul territorio regionale alcuni poli formativi 2.7. alla verifica delle condizioni per l'eventuale potenziamento della rete di metanizzazione del territorio, previo approntamento di consuntivi sullo stato di attuazione del piano di metanizzazione 2.8. al mantenimento delle capacità e delle competenze scientifiche e tecnologiche e salvaguardia delle strutture finora operanti nel ciclo nucleare, per sviluppare le ricerche e le sperimentazioni in atto nel campo delle nuove tecnologie per l'ambiente e l'energia, e affrontare i problemi di messa in sicurezza degli impianti nucleari esistenti, il trattamento e lo smaltimento delle scorie 2.9. all'utilizzo del sito di Leri-Cavour, in termini energetici o comunque, produttivi, in un'ottica di sviluppo socio-economico, tutela ambientale e di salvaguardia del patrimonio culturale e scientifico del Piemonte evidenzia 3. alla luce della relazione della Giunta regionale e di quanto emerso nel corso del dibattito consiliare del 9 marzo, la necessità di individuare quella strumentazione necessaria per dare pratica attuazione alle linee d'intervento regionale in materia di energia 3.1. attivando la collaborazione con l'ENEA tesa all'aggiornamento dell'analisi del sistema energetico regionale, alla definizione del bilancio energetico e alla predisposizione di una proposta di piano energetico regionale, tramite l'organizzazione di una struttura e di un progetto specifici 3.2. presentando, tempestivamente, apposito provvedimento che disciplini il rifinanziamento delle norme di incentivazione al risparmio energetico e all'utilizzo delle fonti rinnovabili individuando, contestualmente, una idonea struttura, opportunamente articolata, preposta alla gestione delle procedure istruttorie relative agli interventi della legge 308 e alle altre iniziative di risparmio e utilizzo delle fonti rinnovabili 3.3. individuando e promovendo l'attivazione di uno specifico apparato strumentale esterno di gestione e consulenza per gli interventi di risparmio energetico e di sviluppo dell'utilizzo delle fonti rinnovabili anche in relazione al nuovo sistema istituzionale di governo dell'energia già anticipato in sede parlamentare e presso i competenti organi esecutivi centrali, in raccordo con i programmi regionali e con l'interfaccia tecnica della struttura regionale competente ritiene necessario 4.1. adeguare la struttura regionale per l'energia al fine di potenziare la funzione di programmazione, indirizzo e gestione delle più complesse linee di intervento regionale nel settore energia, anche alla luce del nuovo disegno organizzativo promosso con LR 42/86, potenziando lo specifico settore tramite una idonea articolazione di servizi 4.2. garantire forme di raccordo e coordinamento snelle per quelle competenze interessate e coinvolte in modo trasversale, con riferimento alla gestione delle risorse idriche e ai settori competenti per le acque l'ambiente e l'energia, riservando, altresì, particolare attenzione alle procedure di VIA e alle attribuzioni di eminente interesse ambientale, già ricomprese in settori regionali specifici, riconoscendo una stretta relazione tra politiche ambientali e politiche energetiche e industriali.
Il Consiglio Regionale Tutto ciò premesso, promuove la convocazione della seconda Conferenza regionale per l'energia, da organizzare, d'intesa con la Giunta, entro i prossimi quattro mesi, al fine di verificare e definire, con il concorso di tutti i soggetti pubblici e privati interessati, le linee della politica energetica regionale individua, per quanto riguarda le esigenze più immediate di intervento, i seguenti indirizzi generali operativi: a) riavviare la collaborazione con l'ENEA, accelerando il perfezionamento degli esistenti atti propedeutici, individuando le metodologie e gli strumenti per l'aggiornamento del sistema energetico regionale e predisponendo, conseguentemente, il bilancio e la proposta di piano energetico regionale da definirsi entro e non oltre dodici mesi dal conferimento di apposito incarico all'ente energetico b) presentare apposito provvedimento che disciplini il rifinanziamento delle norme di incentivazione al risparmio energetico e all'utilizzo delle fonti rinnovabili individuando, contestualmente, uno specifico servizio preposto alla gestione delle procedure istruttorie e delle iniziative in materia di risparmio energetico c) promuovere uno specifico apparato strumentale esterno, sottoforma di agenzia, atto a garantire momenti di gestione e consulenza in ordine alle iniziative di risparmio energetico e utilizzo delle fonti rinnovabili, in raccordo con i programmi regionali e con l'interfaccia tecnica della struttura regionale competente, predisponendo idonea proposta di legge entro 2 mesi d) proporre, nell'ambito dell'attuazione del nuovo disegno organizzativo previsto dalla LR 42/86, l'istituzione di una nuova struttura regionale per l'energia con compiti di programmazione, indirizzo e gestione delle più complesse linee di intervento regionale, che comprenda un Servizio osservatorio energetico regionale e un Servizio risparmio energetico e utilizzo delle fonti rinnovabili e) predisporre uno stato di attuazione delle intese stipulate con enti pubblici e privati, relazionando alla Commissione consiliare competente f) a sollecitare il Governo affinché il PEN e i provvedimenti attuativi che da esso scaturiranno garantiscano l'utilizzazione corretta e armonica delle potenzialità presenti sul territorio con particolare riferimento: 1) all'utilizzo del sito di Leri-Cavour, in termini energetici o comunque produttivi, anche prevedendo la sperimentazione di nuovi cicli combinati di produzione di energia in un'ottica di sviluppo socio economico, tutela ambientale e salvaguardia del patrimonio culturale e scientifico del Piemonte 2) al mantenimento delle capacità, delle strutture e delle competenze scientifiche e tecniche presenti nel comprensorio tecnologico di Saluggia e presso la Società F.N. di Boscomarengo, anche attraverso investimenti finalizzati alla loro riconversione e alla ricerca e sperimentazione, nel campo delle nuove tecnologie energetiche, di tecnologie avanzate per il trattamento di rifiuti tossici e nocivi di origine industriale.
Contestualmente a quest'ultimo punto la Giunta regionale: promuoverà la verifica dello stato dell'apparato produttivo impegnato nel ciclo nucleare di produzione elettrica e presente presso le Società FIAT-CIEI e F.N. di Boscomarengo, riferendo alle Commissioni consiliari competenti verificherà, nell'ambito delle proprie iniziative già assunte o in corso di perfezionamento, se esistono le condizioni per aggregare alla realizzazione del progetto IGNITOR tutte le ampie risorse piemontesi disponibili in termini di strutture e competenze.
La Giunta regionale è, altresì, impegnata a trasmettere le presenti determinazioni al Governo e agli enti centrali competenti." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 35 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Sul programma dei lavori, in particolare sulla necessità di discutere gli ordini del giorno connessi all'ordine del giorno n. 553 sulla ditta Ecolinea


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Le questioni riguardano i nostri rispettivi ordini del giorno concernenti la motonave Zanoobia, e connessi soprattutto all'ordine del giorno sulla rilocalizzazione dell'Ecolinea votato questa mattina.
Insisto quindi per la discussione (che per sarà estremamente breve perché l'ordine del giorno è chiaro, conciso e si commenta da sé) e la votazione del nostro documento che considero non solo connesso, ma anche consequenziale all'ordine del giorno sull'Ecolinea. Non ha senso politico impegnare la Giunta a provvedere sulla domanda di rilocalizzazione dell'Ecolinea entro il 30 ottobre, termine accettato anche dalla Giunta, la quale sostiene addirittura di essere in grado di provvedere entro il 20 ottobre se "medio tempore" non si immobilizza e non si cristallizza la situazione, con uno strumento istituzionale e politicamente legittimo quale quello da noi invocato.
Chiediamo, dunque, un provvedimento cautelare urgente del Presidente della Giunta, cioè che fino a quando la Giunta non abbia provveduto alla rilocalizzazione cui si è impegnata, il Presidente, con i poteri che gli vengono riconosciuti dall'art. 32 della legge sanitaria, poteri cautelari urgenti a tutela di pericoli per la salute pubblica, provveda ad inibire l'ingresso dei fusti della Zanoobia. Chiediamo quindi al Presidente di provvedere, in base alla normativa citata, ad impedire la prima fase dello smaltimento.
Questo è non solo consequenziale all'ordine del giorno votato questa mattina, ma soprattutto coerente con l'ordine del giorno che la maggioranza ha votato mercoledì scorso. Infatti - lo ribadisco si diceva che, prima di dare inizio all'operazione di smaltimento, occorre conoscere la qualità e quantità dei rifiuti, le fasi delle operazioni e della destinazione finale.
Se non si terrà in considerazione quanto stabilito, si potrà presentare il pericolo, non immaginario ma fondato, che in seguito all'ordinanza del Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte (al quale il Ministro Ruffolo ha creduto bene di trasferire l'intera vicenda politico amministrativa), documento col quale è stato sospeso il provvedimento del Sindaco di Leinì che inibiva la prima fase dello smaltimento, cioè il trasporto in Piemonte delle scorie, verrà vanificato sia quanto è stato votato questa mattina all'unanimità sia quanto è stato votato a maggioranza mercoledì scorso.
Chiedo che si discuta (auspicandone l'approvazione) questo ordine del giorno diretto a conseguire dal Presidente della Giunta regionale un provvedimento istituzionalmente corretto e politicamente doveroso, che si inquadra nelle manifestazioni di volontà politica testé citate.
Il prossimo giovedì, secondo me, sarà troppo tardi. Prima di quel giorno il Commissario ad acta - cerco di immedesimarmi nei suoi poteri dovrà rispondere della situazione al Ministro della Protezione Civile quest'ultimo senz'altro stabilirà che, poiché il TAR del Piemonte ha annullato l'ordinanza del Sindaco di Leinì, il Commissario istituzionalmente dovrà provvedere.
Concludo ribadendo che l'ordine del giorno votato questa mattina, se non sarà seguito dall'impegno del Presidente della Giunta a provvedere in senso cautelare resterà qualcosa di inutile, simile a quanto è stato votato per l'ACNA.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, il collega Majorino ha motivato a sufficienza l'estrema urgenza dell'ordine del giorno presentato dal suo Gruppo, urgenza che considero condivisibile, così come è condivisibile l'ordine del giorno.
Sono comunque qui a perorare, per motivi sotto molti versi simili, la discussione dell'ordine del giorno da me presentato, in seguito sottoscritto anche dal collega Ferro che, in merito ai problemi connessi con lo smaltimento dei fusti della motonave Zanoobia, si pone, sia pure sotto un profilo non giuridico e amministrativo, ma logico, come integrazione necessaria dell'ordine del giorno che questa mattina il Consiglio regionale ha votato. Questo documento, infatti, tende ad inserire il problema Ecolinea Leinì all'interno della situazione generale della Regione Piemonte.
Non possiamo occuparci del problema della localizzazione dell'Ecolinea senza, al contempo, dotarci di strumenti che permettano di verificare se l'Ecolinea rappresenta un caso isolato, oppure ha somiglianze con altre situazioni. Non voglio ora citare casi che considero comparabili, ma ritengo che il Consiglio regionale, così come oggi è intervenuto giustamente sull'Ecolinea, per motivi di equità rispetto ai cittadini piemontesi, debba mettere in atto, sia pure con minore urgenza (parlo di sei mesi), procedure che permettano un'attenta riverifica di alcune autorizzazioni e decisioni assunte nel passato, alla luce anche di una diversa sensibilità, di una legislazione e di un quadro normativo mutato (la Legge 441, i decreti recenti sulla valutazione di impatto ambientali e altri provvedimenti ancora).
Chiedo quindi sia possibile discutere dopo l'ordine del giorno dei colleghi Majorino e Minervini, il documento da me presentato, anche questo altrettanto urgente e legato a trattazioni che non possiamo rinviare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, se per una volta riuscissimo ad evitare di discutere sul come discutere, impegnando il tempo che, viceversa, ci consentirebbe di entrare nel merito delle questioni - anche perché il collega Majorino ha già illustrato con puntualità e precisione le ragioni per le quali il documento presentato dal suo Gruppo deve essere a suo avviso opportunamente esaminato subito - faremmo buona cosa.
Acconsento alla richiesta dei colleghi di procedere alla discussione dei documenti presentati; essi si collocano in un contesto coerente di problematiche purtroppo affrontate a spizzichi e bocconi e - giova dirlo non per responsabilità dei proponenti dei documenti di questa mattina o di oggi pomeriggio.
Ho sufficienti motivi per credere che il Contrammiraglio Francese abbia tutte le intenzioni di forzare la situazione per affermare il proprio potere, anche perché da qualche parte (vedi Orbassano) ha trovato sponde più remissive di quelle che non ha trovato a Leinì, quindi rischiamo di trovare sul territorio piemontese i rifiuti Zanoobia senza quelle garanzie che la settimana scorsa erano state richieste dalla medesima maggioranza che governa il Piemonte.
Non si tratta di demonizzare alcunché, ma fino a quando non ci sarà una garanzia precisa, una conoscenza dettagliata delle sostanze contenute nei fusti (e mi risulta che le analisi siano tuttora in corso) i rifiuti delle navi dei veleni dovranno essere stoccati in luogo sicuro e non in impianti che magari non hanno l'autorizzazione (vedi Ecolinea) per trattare questi materiali.
Concludo, anche se gradirei entrare nel merito della questione, perch ma non vedo una grande attenzione al problema.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parole do la parola al Presidente della Giunta, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Seguendo l'ultimo intervento del collega Staglianò è per me estremamente difficile inserirmi per la terza volta, anche se non ho partecipato oralmente alla discussione, in un filone che investe la vicenda dei rifiuti della Zanoobia e la discarica di Leinì e che ha avuto un'origine (quella che conosciamo) e un'esplicitazione la settimana scorsa con una discussione conclusasi con un ordine del giorno. In seguito, è stato presentato un altro ordine del giorno che, per motivi di tempo e di approfondimenti, si è ritenuto di discutere questa mattina.
Con totale buona fede ero convinto, e lo sono tuttora, che la discussione su questo argomento si fosse conclusa questa mattina. Abbiamo votato un ordine del giorno la settimana scorsa, ne abbiamo votato un altro questa mattina, adesso ne vengono presentati altri due; fra qualche ora qualche altro Gruppo potrebbe presentarne un altro. Con tutto il rispetto che ho per l'iniziativa propositiva dei colleghi sono però convinto che questo atteggiamento comporti un grosso sfilacciamento all'interno dei lavori del Consiglio regionale, senza consentire di arrivare a determinazioni.
Non vado oltre perché questo aspetto potrebbe diventare irriguardoso verso chi giustamente avanza delle proposte, al fondo delle quali possono esserci elementi di saggezza o di proposte di determinazioni valide.
Con tranquillità e per correttezza verso i Consiglieri Majorino e Minervini, non so se l'art. 32 della Legge di riforma sanitaria n. 833 consenta al Presidente della Regione quegli spazi operativi richiamati dal collega Majorino. Da tre anni cerco di tamponare particolari situazioni e non ho mai avuto il supporto e l'indicazione dell'ufficio legale e legislativo della Regione al quale esternamente mi sono rivolto. E' un discorso che mi riservo di approfondire.
C'è, inoltre, una difficoltà obiettiva. L'Assessore, anche al limite di una capacità fisica di sopportazione del dibattito, ma non per essere irriguardoso nei confronti del nostro parlamento, ha dovuto rincasare e quindi non può essere presente. Se si tratta di riaprire il discorso cosa che avviene certamente - ritengo che questo sia estremamente dispersivo per l'economia dei lavori. Mi permetto di suggerire (poi ognuno ha la libertà di muoversi come ritiene) di inviare in Commissione i due ordini del giorno e colà arrivare a dibattere e fare i giusti approfondimenti. Apprendo oggi - ripeto - dopo tre anni di presenza in Regione, dopo comunicazioni giudiziarie ricevute sul problema dei rifiuti che esiste l'art. 32 che dà "poteri di vita e di morte" sulla comunità poteri che non sapevo di avere! Questo, se fosse vero, sarebbe ricchezza irrobustirebbe la stessa presenza della Giunta, del vertice della Regione.
Chiedo quindi - e l'invito lo rivolgo al Presidente del Consiglio anche per un problema di organizzazione dei lavori che assolutamente non mi compete che, avendo votato un ordine del giorno sulla Zanoobia la settimana scorsa, avendone votato un altro questa mattina e avendo, l'Assessore ritenuto di aver dato risposte esaurienti, non si riapra il discorso su questi problemi.
Chiedo che l'argomento possa essere riproposto all'interno della competente Commissione; nel contempo l'Assessore potrà ritornare sul problema della presenza anche fisica all'interno dei lavori e io stesso potrò approfondire questa parte che, se fosse reale, costituirebbe decisamente il toccasana di tutti i mali che hanno afflitto la Regione per tre anni.



PRESIDENTE

Sulla proposta di rinviare in Commissione la discussione per l'approfondimento delle competenze che spettano al Presidente nella materia, il Consiglio può esprimersi.
Chiede di intervenire il Capogruppo DC, Carletto.



CARLETTO Mario

Il Gruppo DC ritiene che gli ordini del giorno presentati dai colleghi dell'opposizione contengano argomenti consistenti, quindi sia utile ed opportuno approfondirli.
D'altro canto, affrontare argomenti così delicati in assenza dell'Assessore competente è un atto non solo di irriverenza nei confronti dell'Assessore, ma un modo di procedere non completo e non consono alle esigenze che abbiamo, che sono quelle di approfondire gli argomenti e cercare di trovare delle soluzioni.
A me pare che la proposta che il Presidente della Giunta ha fatto al Consiglio, cioè il rinvio alla Commissione competente affinché si faccia rapidamente, all'interno della stessa, un confronto sugli ordini del giorno e sulle eventuali altre posizioni che possono emergere dai Gruppi, sia la posizione più utile. Raccomando quindi alla Commissione - se il Consiglio accederà alla richiesta del Presidente - che l'approfondimento e il confronto avvengano il più rapidamente possibile.
Pertanto siamo d'accordo con la proposta del Presidente della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Prendo atto che il Presidente della Giunta, facendo un torto a se stesso ed alla propria intelligenza politica, dice di non essere in grado di pronunciarsi oggi sull'ordine del giorno presentato questa mattina, alle ore 9,30.
Indipendentemente dal fatto che siamo convinti che il provvedimento sia politicamente doveroso e data l'urgenza dell'argomento chiedo che venga iscritto come primo punto all'o.d.g. della prossima seduta e non inviato in Commissione. In questo modo il Presidente Beltrami potrà consultare gli uffici tecnici ed approfondire la questione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, alcune delle ragioni addotte dal Presidente Beltrami credo siano reali; la successione disordinata delle cose non favorisce le collocazioni.
Vorrei solo ricordare al Presidente quello che ho detto questa mattina.
E' difficile pensare che i singoli Gruppi, che non hanno l'onere del governo né di un particolare coordinamento, possano inserirsi in una situazione in cui mancano impegni sufficienti da parte della Giunta.
Capisco le riserve del Presidente; anch'io francamente non so quanto sia applicabile l'art. 32 e condivido le remore di chi deve farlo applicare.
Propongo però al Presidente di non fare slittare l'ordine del giorno alla prossima settimana. Mentre l'ordine del giorno dei Consiglieri Ala e Ferro tratta una materia complessa e un po' di sistema (la pubblicazione le autorizzazioni), quindi è comprensibile la necessità di un lavoro di affinamento, per questo documento, Presidente Beltrami, anche se non è possibile una votazione per le ragioni che lei sosteneva, sarebbe almeno doveroso che lei assumesse, a nome della Giunta, un impegno politico, così come richiesto dalle popolazioni e dalle istituzioni, compresa la Regione ad operare con tutti i mezzi concreti e comunque derivanti dalla legislazione, affinché i rifiuti della Zanoobia non vengano trattati nello stabilimento Ecolinea.
Questa è una decisione importante da assumere oggi, perché si gioca una partita e non si sa quando, come e da chi. Alla fine di questo dibattito in cui sono già stati presentati due ordini del giorno, dovremmo essere garantiti, rispetto agli impegni già assunti, che da parte della Giunta si ricorra agli strumenti ed ai mezzi legislativamente previsti e amministrativamente dati per impedire che si faccia, attraverso la pronuncia del TAR. quello che la Regione ha rifiutato in precedenza.
Chiedo quindi un impegno in questi termini alla Giunta; la prossima settimana potremo stabilire, a seconda di come si evolve la situazione come ricollocarci.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Già nell'intervento precedente ho fatto una breve distinzione tra la grande urgenza dell'ordine del giorno dei colleghi Majorino e Minervini e la minor urgenza di quest'altro ordine del giorno. Minore certo, ma appena un po'. L'emergenza rifiuti non può essere - e ne siamo tutti consapevoli limitata a Leinì; è ben più ampia e richiede provvedimenti complessivi relativi a tutto il territorio piemontese.
Da un lato, quindi, sollecito che, o attraverso la discussione dell'ordine del giorno di Maiorino o attraverso l'impegno della Giunta regionale, cui faceva riferimento Bontempi, la questione dell'applicazione dell'art. 32 della legge 833 sia comunque oggetto di attenzione da parte della Giunta regionale. Questo, sotto certi aspetti, è un atto dovuto visto che altri atti, relativamente alla stessa natura e volti ad impedire quello stesso avvenimento, sono in un modo o nell'altro, venuti a cadere per pronunciamenti estranei al Consiglio regionale.
Per quanto riguarda, invece, l'ordine del giorno Ala, Ferro, ritengo che la proposta del Presidente della Giunta regionale, sostenuta anche dal Capogruppo democristiano, possa essere accolta, sia pure con un impegno che vorrei fosse rigoroso - da parte dei componenti della VII Commissione.
Cioè per una rilettura attenta di questo ordine del giorno, che ritengo possa essere migliorato da un attento lavoro collettivo. Insieme lo possiamo migliorare, in quanto richiede una serie di decisioni che è bene ponderare e che non possono essere prese in questo scorcio di tempo. Vorrei però che non fosse, come diceva Majorino, un rinvio. Qualora questo avvenisse, ne riproporrò la discussione così com'è in aula.
Quindi, disgiungiamo i due ordini del giorno. Sul documento da me presentato, che mi auguro possa poi ricevere le firme del Capogruppo democristiano, degli altri Partiti di maggioranza, anche del collega Maiorino, accetto un rinvio di una o due settimane sperando che la Commissione effettivamente esamini questo testo.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, insisto nel richiedere il giusto tempo per un approfondimento, perché abbiamo cercato di leggere l'art. 32; è possibile tutto ed il contrario di tutto. Quindi, consentitemi di rivolgermi a chi può essere in grado di stabilire ogni più utile approfondimento perché ho presentato tante ordinanze, ivi comprese quelle di abbattere i cinghiali quelle per le Basse di Stura, e immediatamente tutte sono state bloccate con sospensiva da ricorsi al TAR.
Qui c'è l'ordinanza del Contrammiraglio Francese, delegato dal Governo il quale utilizzando la legge sulla protezione civile, trasversalmente alla legislazione, stabilisce che vengano ivi portati quei rifiuti.
Allora, mi si consenta di tentare un approfondimento. Non dico quello che farò, voglio solo capire quello che la legislazione mi consente di fare.
Mi si consenta anche di parlarne in Giunta. Sono stato anche ripreso per aver assunto atteggiamenti relativamente autoritari; non penso che nel giro di mezz'ora si possa decidere il destino di un popolo o di una regione, attraverso pressioni.
Ripeto ancora che il mio ultimo pensiero, oggi, era che, come coda ad altri due ordini del giorno, ne intervenisse un terzo che addirittura diviene bloccante rispetto le determinazioni insorte sui precedenti ordini del giorno.
Non ho riserve mentali, mi metterò al servizio della comunità per la salvaguardia della salute delle popolazioni. Mi si consenta solamente di capire gestionalmente quali sono gli spazi che la legge mi dà per muovermi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sarò molto breve perché, data l'ora avanzata, ritengo ci siano altri argomenti importanti iscritti all'o.d.g. e da discutere.
Poiché ci sono state delle legittime osservazioni da parte di qualche Gruppo, vorrei esprimere una valutazione e l'invito al Presidente di valutare con estrema attenzione la situazione nel suo complesso, ponendosi come obiettivo, non tanto di impedire l'ingresso dei rifiuti, ma di valutare se i bidoni sono effettivamente nocivi per la collettività, e se le affermazioni del Governo in merito ai contenuti derivano da informazioni giuste e corrette. Nel caso in cui le considerazioni e le raccomandazioni del Governo fossero ragionevoli per la Regione Piemonte, invito il Presidente della Giunta ad operare affinché l'iniziativa portata avanti dal Governo non trovi ostacoli proprio nella Regione stessa.



PRESIDENTE

C'è quindi l'impegno del Presidente ad operare, nel senso di esaminare se la normativa gli consente o meno di assumere provvedimenti in ordine a quanto richiesto, e c'è l'opinione che porta, nel frattempo, ad andare in Commissione per approfondire meglio questi temi perché non ci si pu permettere di sbagliare e dopo 15 giorni vedere gli atti annullati.
Se accogliete l'impegno del Presidente e la richiesta del rinvio in Commissione, il problema può essere superato. Diversamente si andrà al voto.
Non vedo opposizioni; l'impegno del Presidente è serio, la VII Commissione avrà modo di affrontare immediatamente il problema, e in quell'ambito più ristretto, i si potranno delineare delle soluzioni.
Il provvedimento ritorna in Commissione.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno n. 555 relativo al biscottificio Wamar


PRESIDENTE

Esaminiamo l'ordine del giorno relativo al biscottificio Wamar.
Non vi sono richieste di parola, quindi lo pongo in votazione nel seguente testo: "Il Consiglio regionale del Piemonte visto l'estremo aggravarsi della crisi che colpisce il Biscottificio Nuova Wamar di Torino, dalla quale possono derivare conseguenze irreversibili per l'occupazione e la vita stessa della fabbrica constatato che tutti gli impegni sottoscritti dalla Nuova Wamar non sono mai stati onorati nei confronti della Regione, delle organizzazioni sindacali e della Fondazione Gaslini proprietaria degli immobili e che la procedura di licenziamento, iniziata il 1 settembre 1988, è giunta al suo termine con l'invio a 104 lavoratori, su 136, della lettera di licenziamento verificato altresì che il 15 settembre 1988 è scaduta anche la proroga del contratto di affitto dello smaltimento, senza che la Nuova Wamar sia ancora in grado di disporre di una nuova sede produttiva, benché nutra la convinzione di ottenere altre lunghe proroghe di affittanza considerato che il piano di ristrutturazione fu illustrato dall'amministratore unico Wamar dr. P. Alecce all'Assessore Giuseppe Cerchio, alle OO.SS., all'Unione Industriale di Torino in data 21 settembre 1988 e l'approfondito suo esame rinviato al 26 settembre 1988 preso atto che il 26 settembre 1988, durante l'incontro presso l'Unione Industriale le OO.SS. (assente il dr. Alecce) furono semplicemente informate sull'invio delle lettere di licenziamento e sulla disponibilità Wamar di accettare un incontro unicamente presso il Ministero del Lavoro che da attento esame del 'piano' emerge una futura attività produttiva a livello pressoché artigianale (32 lavoratori occupati stabilimento) bench sia fatta menzione al part-time chiede alla Nuova Wamar di presentare un piano industriale, credibile e attuabile, quale unica garanzia dell'occupazione e fondato motivo per ottenere la concessione della cassa integrazione guadagni pregressa e attuale; per giustificare l'uso in affitto degli impianti Gaslini a fini veramente industriali, per impedire altre speculazioni a danno dei lavoratori e di un marchio ancora apprezzabile invita il Comune di Torino a vigilare sul reale uso degli immobili vincolati all'industria, nonché sul rispetto degli impegni assunti dalla Fondazione Gaslini all'atto dell'adozione della variante di destinazione d'uso su parte del patrimonio, i quali prevedono il mantenimento di una attività produttiva in grado di salvaguardare l'occupazione ed infine raccomanda ai Ministri competenti di verificare i risultati produttivi ed occupazioni derivati dall'impiego dei finanziamenti pubblici nel Mezzogiorno (in base a leggi nazionali) e di bloccare ogni altro trasferimento di risorse pubbliche a qualsiasi titolo richieste dall'imprenditore al fine di accertare il rispetto degli accordi stipulati con le organizzazioni sindacali e con la Regione di mantenere l'unità produttiva e i livelli occupazionali a Torino." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, in particolare sul rinvio del progetto di legge n. 233


PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Vetrino.



VETRINO Bianca, Vicepresidente della Giunta regionale

Considerando l'ora tarda, penso non ci siano le condizioni per affrontare con serietà il disegno di legge n. 233. L'argomento è impegnativo per il Consiglio, perché, finita la fase politica della discussione si tratterà di entrare nell'articolato, esaminando una serie di emendamenti.
Chiedo quindi alla cortesia del Consiglio di rinviare il disegno di legge alla seduta successiva, in modo da avere più spazio per poterlo esaminare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, il Gruppo liberale apprezza la sensibilità del Vicepresidente Vetrino che chiede di affrontare la discussione nelle condizioni ottimali.
Colgo però l'occasione per esprimere una preoccupazione. I lavori del Consiglio, da qualche tempo a questa parte, hanno assunto tempi e contenuti poco accettabili per la maggioranza che ha la responsabilità di sostegno della Giunta. I Gruppi, infatti, non sono in grado di sostenere i lavori del Consiglio per due giorni. E' un problema che riguarda non tanto le Commissioni, che pur hanno una forte legittimità, quanto i Gruppi che nella loro esigenza di rapporti interni, di documentazioni e di relazioni verso l'esterno, non riescono a reggere i due giorni di Consiglio, se non in condizioni di assoluta straordinarietà.
Tutti insieme dobbiamo fare uno sforzo per recuperare la capacità di produzione legislativa e di atti di governo superiori del Consiglio. Pongo questa considerazione all'attenzione dei Gruppi; al di là del Regolamento e dello Statuto, ritengo necessario avviare un rapporto tra gentiluomini che consenta di perseguire questo tipo di obiettivo. Tale raccomandazione viene fatta prima di tutto alla maggioranza, che deve riuscire a porre le questioni in modo tale che l'opposizione possa pronunciarsi in tempi reali limitando le argomentazioni alle questioni poste dalla maggioranza stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Intervengo sulla questione posta dal Consigliere Marchini. Come ha detto giustamente il collega non è soddisfacente che l'Assessore sia costretto a chiedere il rinvio di una legge iscritta all'o.d.g. per ben due volte. E' una delle poche leggi in materia di pianificazione territoriale, con valore ambientale e culturale, che dovrebbe cercare di far emergere la capacità legislativa, la ragione propria del Consiglio.
Certo, questo presuppone delle intese, ad esempio, che tutti ragionino su questa priorità, a cominciare dalla Giunta e dalla maggioranza.
Risentiamo molto gravemente dell'assenza di indicazione programmatoria da parte della Giunta, ed è una carenza che lamentiamo da tre anni. Qualche volta vengono avanzate dalla maggioranza delle priorità, ma poi non si creano le condizioni per attuarle.
Chiedo quindi se è possibile porre le questioni che non sono legislative preventivamente attraverso un raccordo, già veniva fatto negli anni passati, affinché si trovino le intese in Commissione, nelle riunioni dei Capigruppo e vengano portate in aula per il voto.
Riprendo la questione dei cinghiali, la cui operatività non è immediata, perché individua un percorso da fare. E' la tipica materia che avrebbe potuto essere definita come intesa e poi portata al voto come assunzione, addirittura investendo la Giunta delle responsabilità proprie.
Questi invece vengono considerati spazi per l'opposizione, addirittura funzioni di supplenza. I due ordini del giorno sull'ambiente, presentati dai Consiglieri Ala e da Majorino, rappresentano infatti una funzione di supplenza rispetto ad una carenza che si è manifestata.
Mi permetto di suggerire se non sia il caso di esaminare le questioni non legislative, ad esempio quelle di indirizzo, attraverso metodi che coinvolgano di più le comunicazioni della Giunta, anche in Commissione. La Commissione, informata, ne darà comunicazione ai Gruppi. Non tutto deve venire discusso in aula, perché in questo modo la funzione legislativa non potrà andare avanti. Si potrebbe valutare di volta in volta il peso e l'importanza dell'argomento da trattare; anche a noi dell'opposizione interessa discutere alcune questioni, ma non tutto. Può essere portato a sommatoria pura ed a mero assemblaggio, a scapito di un'attività legislativa su cui noi, ad esempio, desideriamo confrontarci. Le leggi non sono solo convenienze della maggioranza, ma anche di un'opposizione che voglia proporre una propria visione alternativa.
Su questa legge abbiamo presentato alcuni emendamenti e ringraziamo il Vicepresidente Vetrino per non voler iniziare male il dibattito. Si vuole discutere in condizioni tali che ci si capisca e si capisca cosa ci si prefigge, in modo che la discussione sugli articoli e sugli emendamenti sia adeguata.
E' certo però che il problema posto dal collega Marchini esiste e noi siamo disponibili a dare qualche suggerimento. Se diamo un contributo per un miglior funzionamento del Consiglio, qualche conseguenza politica dovrebbe essere tratta. Rileviamo soprattutto un grande sgretolamento derivante dalla scarsa direzione politica che la Giunta e la maggioranza danno alle priorità.
Chiediamo che anche la maggioranza avanzi delle proposte; noi dall'opposizione le facciamo perché ci preoccupa che ci siano delle sedute di Consiglio che non si sa mai quando finiranno, ma che certamente si concluderanno prima di aver affrontato una legge importante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

La questione posta dai colleghi mi pare centrale in questa fase della seduta; questa mattina, nel mio breve intervento, l'ho appena sfiorata. Non si può continuare a lavorare in modo farraginoso, in modo tale cioè da non consentire al Consigliere di avere quelle certezze dei tempi che ha diritto di chiedere. Questo sistema non contribuisce a fare chiarezza nei dibattiti, relativamente a provvedimenti legislativi spesso importanti affrontiamo il rischio di dover stringere i tempi, limitare o limare gli interventi o chiedere ai colleghi di non intervenire perché il tempo non ci consente di assolvere appieno il nostro compito primario di legislatori.
Qualche riflessione, quindi, deve essere fatta.
I colleghi Marchini e Bontempi hanno avanzato delle proposte per individuare i meccanismi che maggioranza ed opposizione, insieme, possono mettere in atto. L'interesse a che il Consiglio funzioni è comune: è un interesse della maggioranza e del governo, perché ha bisogno di affrontare i problemi e di dare delle risposte, ed è un interesse dell'opposizione che vuole giustamente interloquire, dialogare, che vuole presentare le proprie proposte e, sulle stesse, confrontarsi.
Sulla conduzione dei lavori del Consiglio è necessario fare delle riflessioni. Il Gruppo DC è totalmente d'accordo su tale esigenza e lo dice innanzitutto ai Partiti della maggioranza, ma naturalmente anche all'opposizione. Siamo consapevoli che un ragionamento e una strategia di questa portata debbono essere concordati con le opposizioni e quindi non riteniamo che si possano fare atti di arroganza su argomenti di questo tipo.
Il Vicepresidente Vetrino ha perfettamente ragione nel non voler discutere la propria legge a quest'ora. La Giunta (e fui proprio io nell'ultima riunione dei Capigruppo, a chiederlo) diede questa priorità.
Chiesi, cioè, a nome della Giunta, la settimana scorsa, che il disegno di legge n. 233 fosse collocato all'inizio dell'o.d.g. dell'odierna seduta perché ritenevo importante e prioritario discuterlo oggi. Nonostante la richiesta della Giunta e l'impegno dell'opposizione - anche il Gruppo comunista condivide la necessità di affrontare bene l'argomento - quindi nonostante l'accordo di tutti per una soluzione, appare strano che questa non trovi via di realizzazione, forse a causa di uno strano potere che circola, che nessuno capisce da dove provenga, che suggestiona tutti e che alla fine impedisce di realizzare le cose sulle quali siamo tutti d'accordo.
Il Gruppo DC è quindi d'accordo sulla necessità di una riflessione; mi auguro che nella riunione dei Capigruppo questo argomento, che è decisivo di qui alla fine della legislatura possa essere affrontato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Vorrei fare un commento su quanto ho sentito. Mi pare tutto interessante, ma la prima regola da rispettare per far funzionare un'assemblea sono i tempi. In tutti gli interventi - lo faccio anch'io nessuno rispetta i tempi. Se venisse tolta la parola nel momento in cui scadono i tempi previsti dal Regolamento, si risparmierebbe almeno il 30 40% del tempo.



PRESIDENTE

Normalmente sento invocare la necessità di una conduzione tipo quella del Parlamento Europeo, che però non ha potere di legiferare. Nelle sedi in cui si legifera, il Parlamento, le discussioni avvengono in Commissione e non in aula. Queste sono anche le opinioni espresse dal collega Bontempi cioè mettersi d'accordo in Commissione. Quando la legge è licenziata dalla Commissione, normalmente in aula vengono presentati gli emendamenti perch non tutti i Consiglieri sono d'accordo e hanno diritto alla loro libertà di avanzare proposte.
Inoltre, coloro che invocano il rispetto dei tempi regolamentari, sono poi quelli che parlano per 25 minuti. Collega Bresso, la seguo sempre con molta attenzione, perché la cultura e la vastità degli argomenti non le mancano, e noto che anche lei spesso non rispetta i tempi regolamentari.
Tempo fa il collega Marchini ha detto una grande frase: "Non è tanto importante il fatto di parlare molto, quanto il fatto di dire delle cose".
Se si parla e non si dicono cose concrete, è inutile parlare; i cinque minuti sono già troppi. Può darsi, però, che sei-sette minuti, quando si dicono cose importanti, siano giusti.
Il problema non è questo; è che il Consiglio è un parlamento, quindi affronta problemi legislativi preminenti; anche se c'è la richiesta di discutere tutto lo scibile umano sotto forma non legislativa. Nella riunione dei Capigruppo farò presente tale questione.
Secondo la richiesta del Vicepresidente Vetrino, l'esame del disegno di legge n. 233 sarà calendarizzato in due giornate di Consiglio fissate dai Capigruppo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,15)



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