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Dettaglio seduta n.147 del 30/06/88 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


VIGLIONE Aldo


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Alberton, Bergoglio, Bonino, Bosio, Carazzoni, Carletto, Dameri, Gallarini Pezzana e Turbiglio.
Sono in congedo per la seconda parte della seduta i Consiglieri Valeri e Viglione.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordini del giorno relativi alla deliberazione n. 870 C.R. 9415 Piani di bonifica (seguito)


PRESIDENTE

Esaminiamo gli ordini del giorno relativi alla deliberazione sui Piani di bonifica, approvata nel corso della seduta di ieri.
Iniziamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 512 presentato dalla maggioranza e dal Gruppo PCI.
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Sono due gli aspetti che volevo sottolineare ieri sera e che invece faccio ora e presento anche ai firmatari dell'ordine del giorno, per una eventuale integrazione. In premessa, chiedo si possa procedere ad una votazione per parti separate per poter votare la seconda parte, il dispositivo degli impegni della Giunta, non trovandomi disponibile a votare la prima parte, quella che di fatto riconosce ed accetta l'urgenza. Urgenza certamente reale, nei termini della grave e incombente crisi ambientale, ma ridicola se posta in questi termini unicamente e formalmente burocratici e con riferimento al dispositivo della legge. Quindi, con una votazione per parti separate vi è la possibilità per me di votare, riconoscendo l'importanza di un supplemento di indagine sulle tre situazioni indicate Basse di Stura, Volvera e Montiglio.
Il mio voto favorevole sulla seconda parte avviene però con un certo rammarico, e per questo desidero chiedere ai presentatori dell'ordine del giorno di valutare la possibilità di un'integrazione. L'integrazione è di questo tipo: richiedo alla Giunta regionale un impegno a riferire entro 90 giorni sull'avanzamento della bonifica nelle aree piemontesi già oggetto di provvedimenti o da parte del Ministero della Protezione Civile o delle Prefetture o di altri contesti relativi alla bonifica. Nel corso delle consultazioni è emersa la preoccupazione da parte dei Comuni di Casale e di Tortona, in merito al fatto che le bonifiche avviate nella provincia di Alessandria sono praticamente ferme per mancanza di denaro. Quindi, mentre avviamo nuovi piani di bonifica che possiamo anche riconoscere non debbano più prendere in esame situazioni normate con altri provvedimenti quasi tutti di carattere ministeriale, vorrei che un ordine del giorno richiedesse alla Giunta di fornirci comunque un'informazione sullo stato di avanzamento di queste bonifiche.
Altro elemento che voglio evidenziare: aggiungere a questi tre casi che probabilmente sono i più gravi della situazione piemontese, un ulteriore impegno per la Giunta, impegno verbale che c'è già stato nella dichiarazione dell'Assessore, quello di prendere in esame e non scartare a priori le altre situazioni che sono emerse dalle consultazioni.
Altra cosa ancora: sollecitare o sostituirsi alla Provincia di Torino rispetto a quell'insieme di situazioni che troviamo elencate nella deliberazione che è stata approvata ieri, di cui si parla diffusamente nella relazione dell'unità flessibile. Si tratta di situazioni che non si sono potute inserire con schede analitiche dettagliate nella deliberazione in quanto la Provincia di Torino non ha condotto le necessarie analisi in tempo utile.
Sono queste le integrazioni che richiedo rispetto all'ordine del giorno.
Ricapitolando: relazione sull'avanzamento delle bonifiche già avviate disponibilità a prendere in esame l'insieme delle segnalazioni giunte in sede di consultazione; avvio di una forte pressione nei confronti della Provincia di Torino e possibilità di sostituirsi ad essa in merito ai casi prima ricordati.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione per parti separate l'ordine del giorno n.
512, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto delle ragioni d'urgenza che hanno impedito l'inserimento di taluni casi nei 'Piani di bonifica delle aree inquinate' ai sensi della legge n. 441 del 29/10/1987 atteso che il processo di programmazione avviato dall'Assessorato e dalla Giunta regionale non si interrompe con la trasmissione al Ministro del documento ma impegna ad un rapporto di continua verifica dei casi già evidenziati e di altri che le comunità locali sollecitano e segnalano all'attenzione della Regione impegna la Giunta regionale a verificare e a riferire al Consiglio sui seguenti casi: aree delle Basse di Stura nel Comune di Torino aree di scarico di residui industriali Fiat anteriori il 1970 nel Comune di Volvera (TO) aree delle Cave Codana nel Comune di Montiglio (AT)".
Chi è favorevole al primo comma è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 20 voti favorevoli e 12 astensioni.
Chi è favorevole al secondo e terzo comma è pregato di alzare la mano.
Sono approvati all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
In attesa che vengano raccolte le firme per l'ordine del giorno presentato dalla maggioranza, sospendo la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 10,30 riprende alle ore 11,30)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Passiamo all'esame degli ordini del giorno n. 514 presentato dalla maggioranza e n. 511 presentato dal Gruppo PCI.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Illustro il nostro ordine del giorno, ma colgo anche l'occasione per dare una valutazione sull'ordine del giorno presentato dalla maggioranza.
Non senza avere rilevato innanzitutto che noi abbiamo presentato l'ordine del giorno ieri, lo abbiamo già illustrato, avevamo addirittura chiesto per non sottoporlo al voto, un'opinione dell'Assessore; ci troviamo il mattino dopo con un altro ordine del giorno. Quindi, deduciamo da questo che non si vuole votare il nostro ordine del giorno, non ci si vuole collocare sul nostro ordine del giorno. Un ordine del giorno che però, non appena letto, al limite neanche presentato, è oggetto di una lunghissima riunione di maggioranza: francamente non capisco per quali ragioni sia stata così lunga visto che viene ripresentato lo stesso testo con una variazione che a noi sembra ancora più debole e generica della già debole formulazione precedente.
Faccio rilevare che questo smarrimento sui casi un pochino delicati coglie la maggioranza impreparata all'ultimo momento, tenendo anche presente che la perdita di tempo di un'ora e mezza da parte del Consiglio solo per questo è tanta, è il segnale della enorme difficoltà a collocarsi in maniera adeguata quando si devono prendere decisioni giuste ed opportune.
Abbiamo presentato questo ordine del giorno, che sottoporremo al voto con un ragionamento che partiva dall'emergenza rifiuti, condividendo il problema e valutando che, dopo l'approvazione del piano avvenuta ieri, è maggiore il pericolo che montagne e montagne di rifiuti tossici e nocivi non abbiano collocazione. Pertanto impegnavamo la Giunta ad un primo stralcio di programma di stoccaggio e smaltimento perché circa un anno e mezzo fa era stato respinto un nostro ordine del giorno e i passi avanti non fatti (pur governando con diversi Assessori, in quanto allora c'era un altro Assessore) stanno riconfermando che quella impostazione di sistema (stoccaggio, piattaforma di trattamento, strumento misto) era la strada che, una volta attivata, avrebbe permesso sicuramente di ottenere qualche cosa, comunque di essere ad un punto più avanzato tale da non essere costretti oggi paradossalmente a dover fare ricadere sull'unico impianto che ha ricevuto le autorizzazioni tutte le potenzialità di attesa di una grande emergenza come è quella dello smaltimento dei rifiuti.
Perché abbiamo chiesto questo primo stralcio? Abbiamo chiesto questo primo stralcio perché nella formulazione dell'ordine del giorno, che vuole riprendere per alcune parti la nostra formulazione (tranne quella più attuale e specifica), si parla di un piano dei servizi di smaltimento. Ma se permettete - noi abbiamo sfiducia perché abbiamo dovuto sottostare perfino ai limiti della legittimità, all'approvazione di forza della maggioranza di due piani che non hanno tali caratteristiche: il piano dei siti prima e il piano delle bonifiche poi. Preferiamo avere parole meno roboanti ma azioni più concrete; perciò parliamo di programmi stralcio, di prime individuazioni di quello che è possibile avere perché è meglio avere tre o quattro luoghi in cui stoccare provvisoriamente, cioè è meglio avere tre o quattro siti in cui trovare (attraverso una procedura che deve rispettare i criteri e le variabili indipendenti di cui parlavo ieri) assolute garanzie tecniche e geomorfologiche e un rapporto forte di informazione e consenso con le popolazioni piuttosto che niente.
Riteniamo che la procedura delle conferenze dei Sindaci (quindi il caso per caso) non soddisfi le esigenze di avere di fronte questo primo stralcio di programma di stoccaggio (intendendo per stoccaggio uno stoccaggio provvisorio), smaltimento e trattamento.
Nello stesso tempo nel nostro ordine del giorno sosteniamo uno strumento operativo che vediamo nel concorso di più soggetti pubblici e privati per gli elementi di ricerca, di capitale, di know-how e di raccordo. Vorrei solo ricordare che è in piedi un esperimento di grande interesse, che non mi sembra né accolto né valorizzato, non se ne sente mai parlare, e che invece noi vogliamo valorizzare: mi sto riferendo a quell'intesa che API, Lega Ambiente, Pro Natura, CNA, CGIL. CISL. UIL hanno promosso recentemente in un convegno, a cui ha partecipato anche l'Assessore Cernetti. Stanno lavorando ad un approccio, che mette in campo uno sforzo, che dovremmo guardare con grandissimo interesse, del sistema degli interessi. Si tratta di interessi anche molto diversi tra di loro: quelli ambientalisti, quelli produttivi, quelli del lavoro, attraverso una linea che si potrebbe ben collocare come contributo operativo e fattivo al lavoro delle istituzioni. In questo senso a noi pare che la strada giusta sia quella di un'agenzia che recuperi esperienze di questo genere oltre ai settori privati, che hanno possibilità, necessità e opportunità di investire pezzi del sistema pubblico di ricerca dell'Università e degli enti strumentali. Posso capire la ragione per cui la Giunta e i compagni socialisti per quanto riguarda l'innovazione stanno proponendo un'agenzia mista per la spesa di 15 miliardi per mettere in circolo risorse anche di altri soggetti e per pilotare e governare dei progetti (che verificheremo se ci sono, comunque le intenzioni dichiarate sono queste). Però mi chiedo come mai si segue la strada dell'agenzia per l'innovazione e non si vuole invece seguire una strada analoga per un problema più urgente in cui le tecnologie sono assolutamente decisive, quindi gli apporti di innovazione tecnologica sono decisivi, e in cui sappiamo che il concorso di più partner può essere la condizione per riuscire a costruire un sistema. Il sistema non lo possono costruire gli uffici regionali, non lo possono costruire neanche le leggi regionali, qualora ce ne fossero e fossero migliori, ma è su questo terreno che si deve operare. Per questo insistiamo sull'agenzia.
Abbiamo presentato questo ordine del giorno per recuperare, con un'azione programmata anche di stralcio, anche di emergenza (non quella lunga, ma quella breve), l'unico caso di una discarica già autorizzata quello della Barricalla, il cui iter, che parte da lontano e che è stato poi attivato negli ultimi anni, non ha tenuto conto dei passi indispensabili e necessari di quelle variabili indipendenti che richiamavo prima: offrire alla discussione l'informazione e la verifica con le popolazioni vicine. In questo caso le popolazioni sono particolarmente vicine perché si è derogato alla norma delle distanze. E' vero che è prevista la deroga, ma si è derogato in un quartiere della Città di Torino particolarmente popoloso, un quartiere non particolarmente avvantaggiato negli anni dalle politiche urbanistiche e di sviluppo. Pensiamo solo a quello che è il quartiere Vallette a partire dagli anni '60. Non si è fatta una parte politica che compete agli enti politici, che non c'entra con quella svolta dagli operatori. Dalle informazioni che ho mi risulta che l'impianto ha caratteristiche tecnologiche certe e ha tutte le garanzie tecniche possibili. Credo, voglio credere che tutto questo sia vero.
All'organismo politico decisore, autorizzatore compete di far validare dai tecnici queste cose per quanto riguarda il piano tecnico. Ma, sul piano politico, il rapporto con le popolazioni deve essere anche di informazione.
Perciò se questo non è stato fatto prima, deve essere fatto ora. Non solo ma anche sul piano di una strategia di intervento dell'urgenza è giusto collocare la discarica della Barricalla insieme ad altri due o tre impianti o siti di discarica o trattamento per poter valutare se quella destinazione della discarica non sia o declassificabile o altrimenti destinabile. Voglio credere che tale discarica è ad altissima tecnicità, però si deve anche ammettere che il sito è e resta un sito infelice, un sito improprio, per una vicinanza con il quartiere e con la gente che vi abita troppo forte.
Cosa chiedevamo allora? Chiedevamo che venisse inserita nella definizione di questo primo stralcio anche la destinazione della Barricalla espletando nel contempo due atti che peraltro verranno al pettine dopo e su cui vorrei un pronunciamento: quello di una sospensione dell'impianto per dar modo di fare le cose che non si sono fatte prima. Ci rendiamo conto dei problemi tecnici ed economici, li rispettiamo e dobbiamo anche farcene carico, ma l'azione di governo deve tendere a contemperare queste esigenze con una esigenza primaria, preliminare e politicamente superiore, che è quello del rapporto con le popolazioni. Andare avanti come se niente fosse oltre che essere ingiusto e lesivo dei diritti di quei cittadini, rischia di generare anche impraticabilità della stessa operazione contro la gente.
Le firme sono state tante, non ci sono atti di imperio, non c'è un decisionismo da imperatori: c'è la conquista faticosa, se ci sono buone ragioni e garanzie, delle condizioni di informazione e consenso, se possibile, e c'è anche da mettere in conto strategie alternative.
Per questo siamo particolarmente affezionati ad una formulazione che pone nelle condizioni, attraverso la stessa questione della Barricalla, di accelerare il processo della ricerca dei luoghi di stoccaggio provvisorio e di trattamento per un problema come è quello dell'emergenza dei rifiuti tossici che giustamente il mondo della produzione e il mondo del lavoro definisce essere una questione non di domani, ma di oggi se non già di ieri.
Perché l'ordine del giorno della maggioranza è sotto questo profilo assolutamente inidoneo, al di là delle differenti dizioni sui punti che ho trattato prima e che non ci rendono soddisfatti neanche sull'impianto? C'è però questa dizione ambigua, o meglio, univoca: "accelerare al massimo l'attuazione del piano dei servizi di smaltimento promuovendo l'attivazione degli impianti già ultimati - a noi risulta essere solo quello - con la garanzia di idonei strumenti di controllo". Questa è persino una formulazione più debole, comunque politicamente non impegnativa, di quella precedente che diceva: "Previe rigorose e necessarie verifiche tecniche e adozione di idonei strumenti di controllo". Critichiamo questa formulazione e annunciamo che non voteremo l'ordine del giorno, anzi, ci dichiariamo sconcertati e sorpresi perché, dopo la presentazione del nostro ordine del giorno e una collocazione possibilista che abbiamo sentito, in realtà sul punto specifico si va contro al senso della nostra proposta e della nostra iniziativa.
In ogni caso noi chiediamo che la Giunta specifichi cosa intende fare per quanto la riguarda rispetto all'impianto della Barricalla, se cioè non intende provvedere a questa sospensione per valutare le iniziative di rapporto informativo con la popolazione ed eventuali diverse destinazioni o qualitative dei prodotti o del sito. Per evidenziare questo punto noi chiederemo la votazione per parti separate del nostro ordine del giorno perché in questo modo possiamo dare un valore, un peso diverso al dissenso della maggioranza sui punti stralcio, agenzie, ecc.
Un altro punto invece è il dissenso della maggioranza su questa richiesta di inserire l'impianto già ultimato, accelerando il più possibile i tempi della conferenza o del piano stralcio di alternative possibili che non mettano in queste drammatiche condizioni la gente e gli operatori anche se tutti sanno che, purtroppo, i passaggi essenziali non sono stati compiuti che erano quelli di un rapporto. Che poi la colpa non sia tutta della Regione può darsi. Il Comune di Torino, per esempio, si è svegliato solo adesso. Ci sono delle cose da dire, quindi non è che io voglia colpevolizzare un Assessore che, tra l'altro, questa cosa l'ha solo ereditata. Però il punto politico resta. Credo che una nostra azione di proposta forte, chiara, comprensibile alla gente che sbocchi in un'azione di governo positiva aperta ad alternative sia la cosa da fare. Comunque su questo vorremo una pronuncia del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco che illustra l'ordine del giorno presentato dalla maggioranza.



PICCO Giovanni

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'ordine del giorno che è sottoposto all'attenzione dei Consiglieri vuole, in larga misura riprendere le preoccupazioni e le istanze contenute in altri testi presentati all'attenzione del Consiglio. Credo che la formulazione sia sufficientemente comprensiva di parecchie di queste esigenze ancora sottolineate nell'intervento del Consigliere Bontempi. Le valutazioni e le prese d'atto che si fanno anche con riferimento ai programmi ministeriali credo che collochino le prospettive di impegno di azione della Giunta e del Consiglio in un quadro che sia sufficientemente coerente rispetto agli altri che finora abbiamo intrapreso.
Noi chiediamo alla Giunta di accelerare al massimo l'attuazione del piano dei servizi di smaltimento promuovendo l'attivazione degli impianti già ultimati con l'attivazione di garanzie di idoneità e di strumenti di controllo. Chiediamo alla Giunta di individuare allo stesso tempo strumenti operativi per garantire la realizzazione di un sistema coordinato di smaltimento supportato da un'adeguata ricerca finalizzata anche alla riduzione dei rifiuti.
Questo è un concetto nuovo in coerenza con le affermazioni contenute ripetutamente nel piano che abbiamo approvato un mese fa, volte a sperimentare in tale contesto nuove forme di trattamento, utilizzando le opportune offerte dell'innovazione tecnologica e ad attivarsi con il Ministero dell'Ambiente per dare soluzione all'emergenza dei rifiuti tossici e nocivi.
Proprio su questo argomento il travaglio, che verificheremo nel confronto con l'ordine del giorno che riguarda l'argomento Barricalla, dà atto della coerenza dell'impostazione del contenuto di propositi rispetto a problemi che sono all'attenzione della popolazione, delle istituzioni e del Consiglio regionale in particolare. Crediamo di avere trovato con questa formulazione una saldatura tra i problemi generali che sono emersi, che comunque parevano non trovare ancora completa soddisfazione nel piano dei siti tossici e inquinati, e i problemi che sono emergenti non solo nella situazione dell'area metropolitana di Torino, ma anche in altre realtà.
Per questo ne raccomandiamo l'approvazione del Consiglio.



PRESIDENTE

Si chiude qui l'illustrazione. Se ci sono dei colleghi che desiderano prendere la parola lo possono fare.
E' pervenuta alla Presidenza una richiesta a firma di cinque Consiglieri che, a norma dell'art. 64 del Regolamento, richiedono la votazione per appello nominale sugli ordini del giorno relativi al piano di bonifica.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, ho ricevuto ora un testo che - se capisco bene contiene una risposta negativa. Avevo chiesto qual era la volontà della Giunta e della maggioranza in merito alla richiesta collegata all'ultimo paragrafo dell'ordine del giorno, cioè la sospensione dell'attivazione della Barricalla.



PRESIDENTE

Occorre precisare che stiamo per iniziare la votazione degli ordini del giorno che conseguono alla discussione relativa alla deliberazione sul piano delle bonifiche. Non siamo ancora arrivati all'ordine del giorno relativo alla Barricalla.
Il Consigliere Ala è presentatore di un ordine del giorno. Intende illustrarlo?



ALA Nemesio

Quell'ordine del giorno, signor Presidente, l'ho già illustrato e avevo chiesto in merito una risposta dall'Assessore e dai firmatari del precedente ordine del giorno, già votato. Perché mi sembrava che concettualmente fosse un'integrazione all'ordine del giorno, l'unico che finora si è votato, rispetto al piano delle bonifiche. Come risposta, ho registrato un silenzio, sia da parte dei firmatari sia da parte della Giunta, e allora l'ho presentato sotto forma autonoma, per cui è da considerasi un ordine del giorno però, a mio avviso, è già stato illustrato in precedenza.
Avevo invece chiesto la parola per una dichiarazione di voto contrario all'ordine del giorno del pentapartito, quello sul piano delle bonifiche.
Non riesco a capire cosa sta succedendo, vedo che il pentapartito, la maggioranza e la Giunta fanno il possibile per confondere la situazione, ma non so ancora di che cosa si sta parlando. Avete avuto una riunione di due ore come maggioranza, non accusate proprio me di perdere tempo.
Questo ordine del giorno della maggioranza ha l'unico merito di evidenziare per iscritto il lato più debole del piano delle bonifiche che abbiamo approvato, il fatto che un piano dovrebbe prevedere che fine fanno i rifiuti che vengono bonificati. Questo era l'elemento che doveva costituire un aspetto importante del piano, invece nel piano non si trova.
Si trovano indicazioni molto generiche per quanto riguarda il costo dei trasporti e il costo degli smaltimenti, proprio perché non si sa quanti chilometri vi siano per raggiungere il sito dove i rifiuti vengono smaltiti. La situazione era inoltre "peggiorata" quando l'unica indicazione puntuale, che era presente nella deliberazione della Giunta regionale, è stata fortunatamente modificata in sede di discussione in Commissione. Il sito individuato era, per l'appunto, la Barricalla come sito idoneo per lo smaltimento dei rifiuti tossici e nocivi, oggetto delle bonifiche.
Cominciano ora dei giochi estremamente complessi per far rientrare dalla finestra le cose che vengono fatte uscire dalla porta. L'ordine del giorno presentato questa mattina, di fatto con una formulazione tortuosa sostanzialmente reintroduce in maniera puntuale, organica, forte e chiara l'individuazione della Barricalla come sito nel quale smaltire il materiale oggetto della bonifica. Simili aspetti di contraddittorietà stanno all'interno del modo con cui opera la maggioranza che prima, con la Giunta emana un provvedimento, poi in Commissione accetta di modificarlo ed infine, votandolo in questo modo, lo reintroduce. A questo punto, ci troviamo di fronte ad una politica di gestione della materia smaltimento rifiuti industriali speciali e rifiuti industriali aventi caratteristiche tossiche e nocive assolutamente non condivisibile e all'insegna della confusione. Anche nella piccola quotidianità con cui questa vicenda viene discussa in Commissione e viene votata, si nota questo atteggiamento.
E' bastato votare ieri sera il piano per vedere che il collante dell'urgenza e della pressione ideologica tiene unita la maggioranza. Poi il giorno dopo tutto si ricompone in un'altra maniera. Quindi l'ordine del giorno con le firme dei Capigruppo di maggioranza non può, a mio avviso essere votato anche perché è in contrasto con quello che la stessa maggioranza ha votato ieri sera.
L'unico aspetto positivo sarebbe la riduzione dei rifiuti di cui è scritto nel punto 2) degli impegni. Questo argomento, però, doveva essere trattato in occasione del piano per l'organizzazione dei servizi di smaltimento, con l'avvio di procedure serie. Ora, si trasforma tutto questo in un ordine del giorno di due righe, solo per dimostrare o per far finta di far credere alla popolazione piemontese che ci si occupa di questo problema. Ma non sono ordini del giorno di questo genere che servono a tamponare le falle dei due provvedimenti precedentemente adottati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Non ripeto quanto ha detto il collega Bontempi, voglio solo rilevare un dato. Questi ordini del giorno sono intrecciati, non sono due argomenti distinti. Entrambi, sia quello del Gruppo comunista, che porta anche la mia firma, sia quello della maggioranza, affrontano indirettamente il problema Barricalla. Il nostro lo affronta all'interno del discorso stralcio, quindi all'interno dell'attivazione di una serie di strumenti per affrontare l'emergenza, individuando anche altri siti per lo smaltimento dei rifiuti tossici e nocivi e all'interno di questo verificando l'eventuale destinazione della Barricalla. Per quanto riguarda la Barricalla, si può fare un discorso di utilizzo anche per altri fini che non siano necessariamente per rifiuti tossici e nocivi, quindi una declassificazione. L'ordine del giorno della maggioranza dice invece di promuovere l'attivazione di impianti già ultimati con la garanzia di idonei strumenti di controllo. E' evidente che la Barricalla è un impianto ultimato o in fase di ultimazione ed è altrettanto chiaro che per quanto riguarda la Barricalla sono già avvenuti tutti i controlli e che tutto corrisponde alla norma. Quindi con l'approvazione di questo ordine del giorno la maggioranza dà il via all'attivazione della discarica della Barricalla per i rifiuti tossici e nocivi.
Questa constatazione è confermata dalla presentazione dell'ultimo ordine del giorno della maggioranza relativo alla Barricalla laddove, dando per scontato che la Barricalla si attiva e lì vengono stoccati i rifiuti tossici e nocivi, richiede alla Provincia che nell'esercizio del proprio controllo istituzionale si avvalga di due tecnici nominati dal Comune di Collegno e due dal Comune di Torino per la verifica periodica delle compatibilità dei rifiuti che vengono ammessi. Se la maggioranza approverà l'ordine del giorno sul piano delle bonifiche con quella dizione avrà fatto una scelta: la Barricalla verrà attivata per lo stoccaggio dei rifiuti tossici e nocivi non curandosi dei problemi che le popolazioni circostanti hanno evidenziato. In questa operazione è bene che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Abbiamo chiesto la votazione per appello nominale e nessuno di quelli che risponderanno "sì" a quell'ordine del giorno potrà poi dire: "Io ero contrario". Naturalmente il nostro voto sull'ordine del giorno della maggioranza è negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Voteremo contro l'ordine del giorno della maggioranza essenzialmente e principalmente perché riteniamo che gli impegni che vengono additati alla Giunta siano del tutto superflui in quanto tale ordine del giorno impegna la Giunta a compiere atti dovuti. Infatti, quando si chiede alla Giunta l'impegno di accelerare al massimo l'attuazione del piano dei servizi di smaltimento nell'ambito dell'attuale nota emergenza; quando si chiede alla Giunta l'impegno di individuare un sistema coordinato di smaltimento e di sperimentare in tale contesto le opportunità offerte dall'innovazione tecnologica, si chiede alla Giunta, e in particolare all'Assessore, di adempiere a un dovere istituzionale, cioè dare attuazione al decreto 615 alla legge 18, alla delibera di individuazione dei siti e alla delibera che, sia pur con tutti i suoi limiti, è stata votata ieri. Quindi è superfluo chiedere alla Giunta il compimento di atti dovuti e l'adempimento di doveri istituzionali.
Per quanto concerne la Barricalla ci collocheremo dopo la discussione per il momento il nostro pensiero è per l'attuazione da parte della Regione della regola dell'autotutela attraverso una sospensione della messa in opera della discarica in questione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno presentato dal Gruppo comunista.



MONTEFALCHESI Corrado

Signor Presidente, prima della votazione vorrei porre un problema.
Mi risulta che sia stata sequestrata una cassetta di registrazione ad alcuni cittadini che stavano registrando il dibattito. Dato che non siamo in seduta segreta, credo che se un cittadino vuole registrare il dibattito del Consiglio regionale lo possa fare. Diversamente andiamo contro qualsiasi logica di trasparenza delle nostre discussioni. Chiedo alla Presidenza di dare mandato a chi di dovere di restituire la cassetta e di permettere a questi cittadini di registrare il dibattito.



PRESIDENTE

Non vi è stato sequestro, non possiamo fare alcun sequestro. Preghiamo soltanto chi o fotografa o vuole registrare il dibattito di chiedere l'assenso della Presidenza. Senza questo assenso non è possibile né la fotografia né la registrazione. Questo è per la tutela stessa del Consiglio e non perché non vogliamo la trasparenza; c'è una disposizione che lo prescrive. Se tutto fosse consentito, senza l'autorizzazione della Presidenza, si determinerebbe che chiunque e comunque potrebbe farlo e attraverso questi mezzi potrebbero anche deformarsi le discussioni.



MONTEFALCHESI Corrado

Lei ha ragione, signor Presidente. Ma a questo punto può dare l'assenso?



PRESIDENTE

Posso dare l'assenso se la gente viene a chiederlo.



BONTEMPI Rinaldo

Il problema è di portare a conoscenza di chi aveva questa cassetta che si deve chiedere l'autorizzazione della Presidenza a registrare il dibattito facendo presente questo mezzo. Dato che la cosa non dà nocumento secondo me è giusto riconoscere che qui si chiede l'autorizzazione alla Presidenza e la richiesta può essere tranquillamente fatta da chi ha questi mezzi.



PRESIDENTE

D'accordo.
Ora possiamo procedere alla votazione per appello nominale per parti separate dell'ordine del giorno n. 511 presentato dal Gruppo comunista, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte di fronte all'emergenza dei rifiuti industriali, rappresentata emblematicamente dal fatto che solo il 5% dell'attuale produzione di rifiuti industriali della nostra regione è smaltita in forme controllate valutato che il Piano delle bonifiche ai sensi dell'art. 5 della legge n.
441/87 rischia di aggiungere all'emergenza del quotidiano, già insoddisfatta, ulteriori grandi quantità di rifiuti tossici e nocivi di cui non si prevedono né luoghi di stoccaggio né siti di trattamento e smaltimento impegna la Giunta 1) a definire entro 90 giorni un primo stralcio di programma di stoccaggio e smaltimento in grado di far fronte all'emergenza e alle priorità di trattamento dei materiali 2) ad attivare, nello stesso tempo, uno strumento operativo a carattere misto, pubblico-privato, con compiti di ricerca, attivazione di iniziative coerenti con il Piano di smaltimento, realizzazione del sistema regionale di trattamento e smaltimento dei rifiuti industriali impegna altresì la Giunta ad inserire nella definizione del primo stralcio anche la destinazione dell'attuale discarica autorizzata della Barricalla, sita in località Savonera del Comune di Collegno, indicando, dopo rigorose e necessarie verifiche tecniche, le opportune determinazioni rivolte ad affrontare le questioni delle compatibilità dell'impianto con l'ambiente e con una realtà caratterizzata da una forte densità demografica".
Si proceda alla votazione per appello nominale della prima parte dell'ordine del giorno.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 18 Consiglieri hanno risposto NO 29 Consiglieri.
La prima parte dell'ordine del giorno è respinta.
Si proceda alla votazione per appello nominale della seconda parte.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 19 Consiglieri hanno risposto NO 29 Consiglieri.
La seconda parte dell'ordine del giorno è respinta.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 513 presentato dal Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Ritengo di avere già illustrato questo ordine del giorno. Chiedo che venga posto in votazione con la procedura solita.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Votiamo a favore dell'ordine del giorno del Consigliere Ala.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione l'ordine del giorno n. 513 presentato dal Consigliere Ala, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale a fornire entro 90 giorni al Consiglio regionale una relazione in merito allo stato di avanzamento e ai finanziamenti relativamente alle bonifiche in corso nella regione a prendere in esame l'insieme delle segnalazioni emerse nel corso delle consultazioni tenute dalla VII Commissione consiliare a sollecitare la Provincia di Torino a completare l'indagine relativa alle aree e ai siti che non è stato possibile inserire nelle schede allegate alla deliberazione per insufficienza di elementi conoscitivi ad adottare eventualmente, di fronte ad ulteriori ritardi, idonei provvedimenti sostitutivi".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 49 Consiglieri presenti.
Passiamo alla votazione per appello nominale dell'ordine del giorno n. 514 presentato dalla maggioranza, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte di fronte all'emergenza dei rifiuti sia urbani che industriali, dovuta alla rilevante carenza di impianti per uno smaltimento in forme controllate valutato che i piani di bonifica, recentemente approvati dal Consiglio, pur prevedendo forme di trattamento e di messa in sicurezza, rischiano di aggiungere all'emergenza del quotidiano ulteriori quantità di rifiuti da smaltire e postulano, pertanto, l'immediata attivazione degli impianti previsti nel piano dei servizi di smaltimento dei rifiuti, anch'esso recentemente approvato dal Consiglio regionale dato atto che il Ministero dell'Ambiente ha in corso di emanazione provvedimenti urgenti, per quanto riguarda l'emergenza nazionale dei rifiuti tossici e nocivi impegna la Giunta ad accelerare, al massimo, l'attuazione del piano dei servizi di smaltimento, promovendo l'attivazione degli impianti già ultimati, con la garanzia di idonei strumenti di controllo ad individuare, allo stesso tempo, strumenti operativi atti a garantire la realizzazione di un sistema coordinato di smaltimento supportato da un'adeguata ricerca, finalizzata anche alla riduzione dei rifiuti a sperimentare, in tale contesto, nuove forme di trattamento utilizzando le opportunità offerte dall'innovazione tecnologica ad attivarsi con il Ministero dell'Ambiente per dare soluzione all'emergenza dei rifiuti tossici e nocivi".
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'ordine del giorno è approvato.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazione della Giunta regionale sulla questione occupazionale allo stabilimento "Fabbricazioni Nucleari" di Boscomarengo


PRESIDENTE

Stamani una delegazione di lavoratori dello stabilimento "Fabbricazioni Nucleari" di Bosco Marengo ha avanzato la richiesta di un incontro. Se il Consiglio acconsente, l'Assessore Cerchio rende una breve comunicazione.
Siccome non vi sono osservazioni, l'Assessore Cerchio ha facoltà di svolgere una breve comunicazione.



CERCHIO Giuseppe, Assessore al lavoro

Ringrazio la cortesia e l'attenzione della Presidenza del Consiglio e la disponibilità dei Gruppi consiliari per aver voluto inserire una comunicazione relativamente ad un problema che ha una dimensione particolarmente viva nella situazione occupazionale del nostro Piemonte.
Questa mattina si è svolto un incontro con i rappresentanti dell'Amministrazione provinciale di Alessandria, il Consiglio di fabbrica e i sindacati dei lavoratori.
Si tratta dello stabilimento "Fabbricazioni Nucleari", azienda con circa 160 dipendenti i quali con il dopo-referendum si trovano in una situazione di difficoltà. Le conseguenze sui lavoratori sono ormai imminenti, soprattutto se teniamo conto che dal 4 luglio la stragrande maggioranza dei lavoratori di questa fabbrica, che rappresenta un tassello significativo di professionalità all'interno della nostra regione, sarà messa in cassa integrazione. Verrà mantenuto un presidio simbolico di una trentina di dipendenti semplicemente per garantire il presidio legale di questa azienda che vede la presenza di 90 tonnellate di uranio, quindi vi è anche un problema legato al territorio regionale. Da ieri all'interno dell'azienda si realizza l'assemblea permanente; è una situazione che nei giorni successivi potrà avere sviluppi differenti. In questi mesi vi sono stati incontri con l'Amministrazione provinciale, con gli enti locali, vi sono stati incontri a livello romano, non sempre con la presenza della dirigenza dell'azienda, e infine vi sono stati alcuni incontri a livello regionale di cui l'ultimo stamani, con una certa difficoltà da parte dei rappresentanti delle istituzioni a trovare un interlocutore certo. Le "Fabbricazioni Nucleari" sono all'interno dell'ENI, sono tutte realtà fra loro funzionali e quando c'è da trovare la titolarità non sempre si ritrova un riferimento certo.
All'Amministrazione regionale pare sia soprattutto necessaria una richiesta più serrata ed autorevole nei confronti dell'ENI perché si impegni a non abbandonare, in un impreciso futuribile piano di reindustrializzazione o di ristrutturazione o di riconversione, il discorso di questa presenza dei lavoratori che hanno una professionalità non indifferente. Crediamo sia necessario riattivare un contatto con la dirigenza dell'ENI. Abbiamo avuto alcuni incontri, ma abbiamo avuto qualche difficoltà a realizzarli. Attraverso questa breve comunicazione realizzata nella sede istituzionale del Consiglio regionale, e trasmessa anche all'esterno attraverso l'altoparlante, do notizia che in giornata chiederemo come istituzione regionale un incontro con i tre Ministri competenti, vale a dire il Ministro delle Partecipazioni Statali, il Ministro dell'Industria e il Ministro del Lavoro. Chiederemo anche che venga sospeso l'intervento della cassa integrazione almeno per alcuni mesi in modo tale che si addivenga al ripristino della normalità per richiedere quanto i sindacati hanno sollecitato e su cui conveniamo come Amministrazione regionale, cioè la predisposizione di un progetto in cui vi potrà anche essere la cassa integrazione, ma finalizzata ad un discorso di alternativa reale nei confronti della realtà di Bosco Marengo o delle altre realtà diversificate che si vorranno ritrovare.
Vi è un problema legato alla riconversione degli impianti. Ma noi sappiamo bene da alcune esperienze, anche negative, sul territorio regionale piemontese che se non esiste la contestualità e se non esiste una proposta seria di reindustrializzazione potrebbero passare degli anni senza avere concrete alternative e al tempo stesso concrete misure sociali. Vi è soprattutto un problema di riconversione nella ipotesi di alternative lavorative per i lavoratori, ma al tempo stesso, di fronte ad altri casi similari su casi analoghi in altre realtà regionali, chiediamo l'estensione a favore dei lavoratori dei trattamenti integrativi ed applicativi adottati per altre maestranze già impegnate in attività nucleari. Il riferimento a Montalto di Castro è evidente, ma ci sono altri esempi. E' un problema che non può non essere legato all'imminente Piano Energetico Nazionale, quindi l'attivazione di un pacchetto "nazionale" su questi temi e quindi la richiesta che faremo è di un coordinamento delle Regioni su cui insistono unità produttive analoghe a queste per avere più forza nel confronto e nella ricerca di un'alternativa credibile e certa.
L'impegno era quello di inserire, di fronte a questa emergenza particolare, una breve comunicazione.
Ringrazio la Presidenza del Consiglio per avermi dato questa opportunità. Mi fermo qui proprio per dovere di cortesia. Ma vorrei ancora segnalare una particolare necessità. Poiché la prossima settimana sar all'estero per alcuni giorni per motivi istituzionali, chiedo all'autorevolezza del Consiglio regionale e alla Presidenza della Giunta regionale di seguire questo discorso che è legato alle contingenze dei giorni e delle ore.



PRESIDENTE

Sulla comunicazione dell'Assessore Cerchio ha chiesto la parola il Consigliere Rossa. Ne ha facoltà.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, desidero ringraziare il Presidente del Consiglio e l'Assessore Cerchio per la disponibilità e la sensibilità che hanno avuto nel consentire di discutere il problema delle "Fabbricazioni Nucleari". Questo problema è stato rappresentato dai lavoratori in seguito alle scelte che sono state compiute con il referendum dello scorso anno.
Desidero ringraziarli perché questo rappresenta un importante momento di assunzione di responsabilità da parte della Regione, nei confronti della ricerca di una proposta complessiva di piano di riconversione che sarà legata anche alla nuova redazione del Piano Energetico Nazionale, ma che comunque non può non vedere, in questo pacchetto di proposte che riguardano l'attività che svolgevano e che svolgono le aziende legate al fattore nucleare, una prospettiva di occupazione, ma anche di riconversione.
E' un grosso problema sul quale abbiamo espresso alcune preoccupazioni perché mentre alcuni settori (a cominciare dall'azienda di Montalto di Castro) sono compresi dentro la ricerca di una nuova proposta complessiva fino ad ora lo stabilimento "Fabbricazioni Nucleari", che ha uno stoccaggio nei propri magazzini di circa 90 tonnellate di uranio, non ha alcuna prospettiva. Tra pochi giorni scatterà la cassa integrazione per i lavoratori senza che questi abbiano un futuro di fronte. Lo abbiamo ascoltato ancora questa mattina nell'incontro che è stato tempestivamente promosso dall'Assessore regionale. Non c'è una prospettiva chiara. Noi siamo ben consapevoli che il problema della riconversione non è di facile soluzione, però riteniamo che vi siano le condizioni per dare, attraverso la preparazione di un piano di riconversione, delle certezze.
I lavoratori chiedono non tanto di non entrare a far parte di quel meccanismo che comunque diventa inevitabile e al contempo è a salvaguardia del salario, cioè la cassa integrazione; ma chiedono di non entrarvi se non hanno avuto un chiarimento. Quindi, vorrebbero una sospensione, un blocco di due o tre mesi, un rinvio della cassa integrazione per avere il tempo di potere incontrare l'azienda (di cui non è facile individuare la responsabilità tra ENI, AGIP e altro) e di poter avere, al tavolo del Ministri dell'Industria e del Lavoro o a livello di Presidenza o Vicepresidenza del Consiglio, alcuni elementi che diano delle certezze.
Sottolineiamo con forza questa necessità. E' stata più che mai opportuna l'iniziativa di discutere e di fare assumere una posizione al Consiglio regionale, il quale si vede ritornare, dopo una serie di incontri avvenuti anche a livello ministeriale, questa vertenza.
Di fronte a questo coinvolgimento, che viene addirittura auspicato come importante momento di carattere politico da riproporre a livello ministeriale di responsabilità degli enti economici da cui dipendono le "Fabbricazioni Nucleari", credo sia più che mai necessario assumere in pieno questo impegno. Questo impegno da una parte coincide con la giusta difesa dei diritti dei lavoratori che nello stesso tempo difendono una fabbrica che è all'avanguardia dal punto di vista tecnologico e che pu rendersi utile per soluzioni alternative (che non siano naturalmente quelle del nucleare chiuse alla possibilità di lavoro); dall'altra parte serve per garantire l'occupazione in questa zona già duramente colpita e per ridare anche quella forza politica alla stessa Regione che rappresenta istituzionalmente queste aree del suo territorio.
Troppo sovente abbiamo visto passare i problemi sulla testa di ciascuno di noi; la Regione a volte è rimasta al di fuori di questa tematica; mi sembra che la riproposizione di un tema di questo tipo ci induca ad assumere un impegno più incisivo. Un impegno incisivo che porti, nelle prossime ore, a chiedere la sospensione dell'avvio della cassa integrazione almeno per due mesi. Nello stesso tempo chieda e porti all'assunzione di un impegno preciso di incontro a livello di responsabilità che coinvolgano il Governo, l'ENI e l'AGIP per conoscere esattamente i termini della vertenza in corso.
Poiché siamo di fronte ad un'azienda di carattere pubblico, in primo luogo chiediamo all'azienda che lavora con i capitali dei cittadini, con la gente che paga le tasse, poi chiediamo al Governo e lo facciamo attraverso questa Regione, di conoscere esattamente i termini. Noi vogliamo che un'azienda come la "Fabbricazione Nucleari", riconvertita, continui a lavorare: ci sono tante professionalità, c'è della gente che ha dato la vita in questa direzione, ha dedicato tanto impegno e non può assolutamente trovarsi ad un bivio senza alcuna prospettiva. Queste sono le ragioni che mi portano a dare a nome del Gruppo socialista il più largo sostegno, il più convinto impegno perché si apra un discorso che veda la Regione trattare alla pari con tutti gli enti che con questi problemi hanno a che fare.
Mi sembra più che mai opportuno mettere in moto un meccanismo immediato di questo tipo e poiché l'Assessore Cerchio diceva che non sarà in Italia nei prossimi giorni, chiedo che il Presidente della Giunta assuma in questa vicenda una diretta responsabilità perché le ore che ci stanno di fronte sono decisive, perché questi sono problemi che riguardano la gente, il lavoro, le loro famiglie, riguardano grandi zone come quella del Piemonte sud già fortemente colpita. Non è possibile che questi temi vengano trattati come dei numeri dietro ai quali non si avverte il palpito della gente e dei problemi che essa rappresenta.



PETRINI Luigi



PRESIDENTE

Nel dare la parola al Consigliere Bruciamacchie, mi appello alla brevità degli interventi poiché si era detto, da parte di chi presiedeva che era un'eccezionale comunicazione della Giunta accettata dal Consiglio.



BRUCIAMACCHIE Mario

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, cercherò di essere sintetico perché questo era l'impegno assunto. Devo però rilevare che questa mattina si è svolto l'incontro di cui l'Assessore ha riferito ed è giusto che nella sede della Giunta l'Assessorato abbia ricevuto questa delegazione dell'azienda, del Consiglio di fabbrica con i rappresentanti istituzionali e dell'Amministrazione provinciale.
Sapevo di questo incontro, ma non ho assolutamente inteso e voluto parteciparvi perché aveva una sede molto ben definita: quella dell'Assessorato. Solo dietro convocazione formale da parte dell'Assessore avrei potuto partecipare a questo incontro. Ora il problema viene portato in Consiglio e credo sia giusto in pochi minuti esprimere una nostra valutazione in merito.
Dobbiamo ricordare questi aspetti. Siamo in presenza di un atto che ancora una volta arriva quasi all'improvviso e ancora una volta per decisioni unilaterali senza la minima contrattazione con il Consiglio di fabbrica e con le organizzazioni sindacali. Si ripete, pari pari, una situazione che si era già verificata qualche mese fa quando era scattato il primo provvedimento di cassa integrazione. Il sindacato era in fase di trattativa ancora il giovedì o il venerdì, non si discuteva di questo argomento e il lunedì arrivava puntualmente la comunicazione che si era proceduto in modo unilaterale a un provvedimento di messa in cassa integrazione di circa 60 dipendenti dell'azienda stessa. Qui c'è un comportamento molto netto, preciso, che si è caratterizzato ormai da tempo da parte dei vertici dell'azienda che è quello di non trattare, di non impegnarsi su un certo terreno (che potrebbe essere quello giusto di piani di profonda riconversione dell'apparato produttivo) e di prendere decisioni unilaterali con la speranza che prima o poi queste decisioni passino, si fiacchi il movimento o non ci sia la reazione adeguata da parte dei livelli istituzionali, Comune, Provincia, Regione e quindi che l'operazione vada in porto in questo senso.
Questo è un atteggiamento irresponsabile e provocatorio. Non è accettabile che sistematicamente ci si atteggi in questa maniera. Ma non è nemmeno tollerabile che vengano fatte continue delegazioni per trattare a Roma o a Milano per verificare qual è l'orientamento da parte della direzione aziendale e, al di là di qualche elemento estremamente generico non viene minimamente presentato un piano di ristrutturazione credibile.
Sono passati mesi, si sapeva da quando è cambiato l'orientamento nazionale in merito al nucleare che questa era un'azienda che subiva tutte le conseguenze al pari di altri lavoratori che sono impegnati nel settore nucleare, scattano provvedimenti per altre realtà; ricordo che in questo Consiglio ponemmo la questione dello stabilimento "Fabbricazioni Nucleari" di Bosco Marengo insieme ai problemi di Saluggia; oggi ci troviamo a distanza di sette mesi nella stessa condizione di allora. Perciò deve scattare qualcosa di diverso. Va bene l'azione immediata verso i Ministri competenti. Però, collega Rossa, facciamo valere le appartenenze politiche perché va bene invocare Ruffolo ogni tre secondi quando discutiamo della Valle Bormida o quando discutiamo del piano delle discariche. Ma a questo punto ci sono due competenze facilmente individuabili: il Ministro Fracanzani per le Partecipazioni Statali e il Ministro del Lavoro Formica.
Quindi ci deve essere tutta quell'azione tesa non a chiedere, ma ad ottenere la revoca del provvedimento di messa in cassa integrazione speciale di questi dipendenti.
Assessore, dobbiamo avere coscienza che siamo in una fase in cui i lavoratori hanno dichiarato questa mobilitazione in assemblea permanente.
Da lunedì scatterà un tipo di reazione che non può che essere diversa rispetto a quella che sino ad oggi si è avuta: si passerà sicuramente da una fase di estrema attenzione a qualcosa che significherà il blocco della fabbrica. Credo che si debba governare questo processo avendo presente che si va ad un inasprimento del confronto e del conflitto.
Per questo è più che mai urgente agire e chiedere, ma poi ottenere questo tipo di provvedimento.
Un'ultima considerazione. Il problema è sicuramente di grossa portata è un problema difficile, ma il trattare situazioni che sono profondamente analoghe è un assurdo in termini di governo, di capacità di gestire certe situazioni. Questo dobbiamo ripristinarlo.
Per i due mesi di sospensione, è necessario che la direzione aziendale metta mano ad un credibile piano di riconversione, senza il quale diventa chiara la risposta che si punta allo smantellamento e alla chiusura di questa unità produttiva. Cosa che credo nessuno voglia perché vi possono essere margini, se vi sono volontà, per un processo di riconversione che non disperda qualità, competenze tecnico-scientifiche di alto livello. Il problema non è di routine, il problema è di estrema importanza, riguarda questa unità produttiva, riguarda una prospettiva, è possibile, se siamo sostenuti da questo tipo di volontà, ottenere dei risultati.
Prego l'Assessore di compiere gli atti che ha annunciato in questa sede e che la prossima settimana in sua assenza la Giunta si assuma la responsabilità di seguire questa vicenda molto da vicino perché la situazione può diventare ancora più pesante di quanto lo sia oggi.



VIGLIONE Aldo



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Devecchi.



DEVECCHI Armando

A quanto precisato dai colleghi aggiungo che non ero a conoscenza della riunione che questa mattina ha convocato l'Assessore, presente l'Amministrazione provinciale di Alessandria, e bene ha fatto l'Assessore a convocarla. Non mi sento per nulla menomato se non ho partecipato alla riunione perché so benissimo che i problemi sono stati tempestivamente e sufficientemente illustrati.
Ringrazio il Presidente del Consiglio e l'Assessore soprattutto per la comunicazione che ha fatto in ordine a questo problema che è per Alessandria, per Bosco Marengo e per l'Alessandrino molto drammatico, vista la situazione anche dal punto di vista generale occupazionale molto difficile.
Invito l'Assessore e la Giunta a mettere in atto in tempi brevi e con il massimo impegno - cosa di cui non dubito - tutte quelle iniziative che sono state annunciate e sulle quali concordo. Occorre che l'azienda abbia al più presto a proporre un piano di riconversione perché altrimenti non può pretendere l'Ansaldo nucleare o chi per essa di far cadere sempre sul pubblico i problemi che vengono ad insorgere anche in attività produttive.
Concludo ringraziando ed invitando ancora la Giunta a farsi carico di questo problema che, per noi alessandrini, è parecchio importante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Mi dà molto fastidio il fatto che si facciano delle riunioni dove non si capisce bene quale livello e quali interlocutori abbiano.
Premetto che ritengo un dovere della Giunta convocare tutte le riunioni che ritiene opportune con tutti i soggetti che ne fanno richiesta o che la Giunta ritiene di sentire. Questo lo ritengo legittimo. Se però la Giunta ritiene che è utile allargare alcune di queste riunioni alla presenza di Consiglieri, la Giunta lo deve far sapere a tutti i Consiglieri, perlomeno a quelli della Commissione competente. Altrimenti scatta il meccanismo per cui i Consiglieri che partecipano alle riunioni allargate, vi partecipano solo perché qualche amico lo ha informato, o l'Assessore o chi per lui o qualcun altro. Questo a me non va bene. Correttezza vuole che se le riunioni sono allargate, l'Assessore ha il dovere di informare perlomeno la Commissione competente. A me interessava partecipare a quella riunione.
All'azienda deve essere richiesta la presentazione di un piano di riconversione. Il problema però è di un quadro più generale. Nel momento in cui politicamente il Governo e il Parlamento hanno deciso il blocco della scelta nucleare, soprattutto il Governo avrebbe dovuto sapere che il blocco della scelta nucleare porta delle conseguenze a valle, cioè sulle aziende che lavoravano sul ciclo nucleare. Questo problema va affrontato con l'indicazione e la predisposizione di un quadro generale all'interno del quale le aziende presentano dei piani di riconversione delle aziende stesse. Senza che si sia minimamente affrontato da parte del Governo questo quadro generale e senza che l'azienda abbia presentato un piano di riconversione è evidente che la cassa integrazione in questa situazione significa la chiusura dell'azienda e la perdita del posto di lavoro. Su questo bisogna essere chiari, soprattutto per onestà nei confronti dei lavoratori. Condivido il fatto che non deve scattare la cassa integrazione.
All'Assessore chiedo di farsi promotore nei confronti di chi di dovere cioè il Governo, l'Azienda e gli Enti di Stato, per avviare la predisposizione di un quadro generale entro cui vengono affrontati i problemi connessi alla riconversione delle aziende che producono nel ciclo nucleare un quadro generale entro cui si chiede all'azienda di presentare un piano di riconversione. Bisogna chiedere questa sede di confronto bisogna conquistare nei confronti del Governo e degli Enti di Stato questa sede di confronto. Questo è un compito della Giunta sul quale chiedo che la Giunta riferisca al più presto al Consiglio regionale se è stata conquistata questa sede di confronto con il Governo e gli Enti di Stato.
Dopodiché, soltanto alla luce di questo e alla luce della presentazione da parte dell'azienda di un piano di riconversione, può scattare la cassa integrazione che a quel punto costituisce uno dei modi attraverso i quali si avvia il processo di riconversione e non invece uno dei modi attraverso i quali si avvia la chiusura dell'azienda. Chiedo all'Assessore di attivarsi per conquistare questa sede di confronto a livello nazionale con il Governo e di riferire al più presto al Consiglio regionale facendo presente che all'interno di questo ragionamento ci deve essere la richiesta di sospendere, di procrastinare l'avvio della cassa integrazione al momento in cui è disponibile un piano di riconversione.



PETRINI Luigi



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, in primo luogo mi pare che non sia da accettare la critica che è stata fatta all'Assessore in ordine alle metodologie del lavoro e dei rapporti esterni. La Regione è rappresentata dalla Giunta, la partecipazione dei Consiglieri per certi versi è opportuna e inopportuna e non mi pare che sia il caso, come correttamente ha fatto il collega democristiano, di sollevare scandalo per la non partecipazione presente a qualche tavolo di confronto tra soggetti. Questa è una opinione mia personale e vale quello che vale.
Do atto al collega Montefalchesi di ciò che ha detto, d'altra parte è il suo ruolo di piccola forza d'opinione e quindi da una forza d'opinione come la nostra gli deve venire altrettanta franchezza. Non si pu Malagodi lo diceva nel '63 - avere la moglie ubriaca e la botte piena.
Bisogna prendere atto che la decisione di uscire da alcuni settori delle tecnologie comporta alcune conseguenze che bisogna saper governare se si possono governare. Non è il primo esempio macroscopico di un Paese che esce da un grande segmento della produzione delle tecnologie e poi paga dei prezzi, ma queste cose non le fanno soltanto i socialisti. Ricordiamoci di quando un padre della Patria aveva detto agli italiani che non erano ancora nelle condizioni né culturali né economiche di vedere la televisione a colori. Ricordate queste cose dei padri della patria. Risultato è che la nostra industria, che allora era all'avanguardia in Europa nella produzione dei televisori, è sparita dalla produzione dei televisori. Sono quelle enunciazioni che possono piacere all'"éspace du matin", si coltivano e lasciano sul campo i loro cadaveri.
Concordo con le sollecitazioni che vengono fatte all'Assessore perch dia tutto il suo sostegno possibile alla nostra istituzione e alla soluzione di questi problemi drammatici. Devo però dire che non bisogna aspettare che i buoi siano scappati, perché ha ragione il Consigliere Montefalchesi quando dice che la riconversione la si può fare nella misura in cui si vanno ad occupare quei settori che una certa scelta ha reso più appetibili. Però mi pare di capire che nessuno qui si è preoccupato di sapere se all'interno della vera riconversione che è stata attuata, cioè la commessa delle turbine a gas - perché di questo si tratta - l'Ansaldo ha ormai avviato un rapporto preferenziale con la grande azienda del nord, per cui la tecnologia delle turbine a gas è ormai stata attribuita ad un gruppo industriale del nord. Non dobbiamo farci illusioni su queste questioni.
Dobbiamo dare tutto il nostro sostegno per difendere i livelli occupazionali che sono già minimali nella nostra regione, però non è consentito, caro Rossa, non prendere atto che l'uscita dalla tecnologia nucleare significa l'uscita probabilmente da tutto il settore energetico d'avanguardia.
Sui giornali di questi giorni, finita la buriana elettorale, si è letto che la fusione è di là da venire. Non ci sono alcune condizioni di attualità del discorso della fusione. Le altre sono tecnologie acquisite consolidate. Acquisite e consolidate vuol dire che hanno dei produttori hanno un mercato, hanno una organizzazione. I pochi spazi di riconversione sono quelli marginali; ma se uno degli spazi, quello dell'applicazione della tecnologia sugli impianti a gas, viene sostanzialmente collocato all'interno dei grandi gruppi di pressione fuori dalle decisioni di riorganizzazione del sistema produttivo piemontese, è valido, utile, è opportuno, e noi ci associamo, allora che si inviti l'Assessore a richiedere che le aziende si diano un piano di riconversione. Dobbiamo realisticamente dire che non viviamo in mezzo al deserto, non stiamo colonizzando la luna: siamo in un paese industrialmente avanzato e maturo in cui ovviamente tutti gli spazi di imprenditoria, di inventiva, di utilizzazione delle tecnologie e di organizzazione delle risorse anche intellettuali per coprire gli spazi produttivi e non assistenziali, sono coperti dalla gara del mercato. Mi pare quindi questa una impresa, quella che affidiamo all'Assessore, di grande difficoltà. Ha la nostra solidarietà, ma diciamo anche che ha la nostra comprensione rispetto alle difficoltà che ha e anche a quelli che dovranno essere i risultati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Faccio rilevare che il Consiglio regionale avrà modo di affrontare in una delle prossime sedute il problema di rendere compatibile l'abbandono delle attuali tecnologie nucleari con la conservazione delle competenze tecniche e scientifiche oggi impegnate in questo settore e con la salvaguardia dei livelli occupazionali. E' un problema che non scoppia come un fulmine a ciel sereno e che come Gruppo comunista avevamo sollevato già nella mozione presentata sulla politica energetica.
Detto ciò vorrei sollecitare l'attenzione dell'Assessore su un problema che ha una qualche connessione con la discussione in atto, sul quale abbiamo presentato un'interrogazione urgente che non ha ancora ottenuto risposta. Mi riferisco alla strana decisione assunta dalla direzione del Centro ENEA di Saluggia, di mettere in produzione, a partire da lunedì scorso, la costruzione di 600 elementi di combustibile nucleare per il progetto Cirene.
E' una decisione che cozza contro gli ordini del giorno parlamentari e contro le indicazioni inerenti all'uscita dalle attuali tecnologie nucleari.
Nessuno è stato sinora in grado di fornire una qualsivoglia plausibile spiegazione di una decisione che comporta lo spreco di risorse umane e finanziarie, ritardando ed accantonando progetti di riconversione avanzati da tempo per il centro di Saluggia. Il progetto Cirene è un progetto vecchio di 25 anni, certo non collocabile sulle nuove frontiere dell'eventuale nucleare intrinsecamente sicuro. A maggior ragione, quindi la scelta di mettere in circolazione altro combustibile nucleare, per progetti ormai caducati e inutili, oltre ad essere uno spreco di risorse costituisce anche una crescita insensata delle condizioni di rischio e di pericolo nucleare.
Sollecitiamo pertanto una risposta perché il non affrontare i problemi posti dalla situazione che ho testé richiamato significa anche non affrontare le misure già oggi possibili e indispensabili per una riconversione delle strutture esistenti.



PRESIDENTE

Ha così termine la comunicazione eccezionale dell'Assessore Cerchio.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Per quanto riguarda il punto 6) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 215: "Norme per l'organizzazione e funzionamento dei laboratori di sanità pubblica", l'Assessore Maccari chiede che non venga discusso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Stranamente questi colpi all'ordine dei lavori del Consiglio sono autolesionistici o voluti. Dovevamo chiudere un argomento, mancava ancora il voto, peraltro deducibile dal resto, sulla questione specifica della Barricalla. E' stato introdotto in quel momento un altro argomento che doveva essere trattato, ma sarebbe stato meglio trattarlo dopo. Adesso pregherei almeno di concludere questo argomento sapendo che rimane ancora la conclusione della questione Torino-Pinerolo e l'elezione della Promark.
C'è una priorità e dobbiamo rispettarla.



PRESIDENTE

D'accordo.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordini del giorno nn. 493, 507 e 515 sulla costruzione della discarica in località denominata Cascina Barricalla (Collegno)


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame degli ordini del giorno sulla Barricalla.
L'ordine del giorno n. 493 presentato dai Consiglieri Adduci, Bontempi e Bresso è stato ampiamente discusso e illustrato ed è stata richiesta la votazione per appello nominale. Ne do pertanto lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che ai sensi dell'art. 31 del DPR n. 915/82 la Giunta regionale, con deliberazione n. 413 del 3/5/1985, rilasciava un'autorizzazione provvisoria alla Società Barricalla di Collegno per installare e gestire, in località denominata Cascina Barricalla, una discarica di rifiuti speciali e tossici e nocivi (di seconda categoria tipo C, ai sensi delle disposizioni statali in materia) rilevato il fatto che, per consentire la costruzione della discarica in detta località, la Regione (deliberazione n. 905/4001 del 26 marzo 1985 del Consiglio regionale), nell'esercizio delle proprie competenza, concedeva una deroga rispetto alle distanze di sicurezza fissate dalle disposizioni statali, le quali per le discariche di tipo C sono di 2.000 metri riferiti: a) ai centri abitati esistenti e da quelli previsti dagli strumenti urbanistici vigenti o adottati b) alle zone di approvvigionamento idrico di acque destinate ad uso potabile c) all'alveo di piena di laghi, fiumi e torrenti constatato il fatto che, in effetti, il sito Barricalla è: situato a 450 metri dall'Ospedale Villa Cristina 800 metri dall'abitato della frazione Savonera 800 metri dal nuovo Carcere Giudiziario 1.250 metri dall'abitato delle Vallette (V Circoscrizione) 2.100 metri dai pozzi dell'AAM di Torino a conoscenza del fatto che l'approntamento della discarica ha ingenerato allarmi e forti preoccupazioni tra la popolazione di Savonera e delle Vallette accertato che proprio mentre le popolazioni di queste località chiedono garanzie di salvaguardia dell'ambiente in cui vivono, la Provincia di Torino con deliberazione n. 144-10689/150 del 25 febbraio 1988 ha autorizzato la Ditta Barricalla S.p.A. ad attivare la discarica e a procedere allo stoccaggio definitivo di rifiuti speciali e tossici e nocivi i m p e g n a la Giunta regionale ad operare affinché la deliberazione n. 144-10689/150 di autorizzazione allo stoccaggio definitivo di rifiuti speciali e tossici e nocivi assunta dalla Giunta provinciale in data 25 febbraio 1988 venga sospesa in attesa: a) che siano compiute le necessarie verifiche relative: 1) alle procedure seguite dalla Provincia di Torino nel rilasciare l'autorizzazione definitiva 2) all'esecuzione dei lavori b) che siano fornite ai cittadini interessati tutte le opportune e necessarie informazioni relative all'impianto e alla sua compatibilità ambientale c) che sia dimostrato come il 'massimo delle cautele possibili' richiesto con il parere del 15 luglio 1987 dal Comitato tecnico regionale per un impianto di questo tipo, si sia effettivamente tradotto in un'esecuzione dell'impianto tale da fornire le necessarie garanzie di sicurezza d) siano chiarite le motivazioni che hanno indotto la Giunta regionale ad operare una stima, per i rifiuti tossici e nocivi, '...tenendo conto della discarica 2C Barricalla di prossima attivazione', nell'approvare, in data 30 aprile u.s., con i poteri del Consiglio, la 'deliberazione n. 39 20512 - L.R. n. 441/87, art. 5, Adozione dei Piani di bonifica delle aree inquinate con i poteri del Consiglio regionale ex art. 40 dello Statuto e revoca della DGR n. 47-20296 del 19 aprile 1988'".
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 17 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri.
L'ordine del giorno è respinto.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 507 presentato dal Consigliere Ala, già ampiamente illustrato. E' richiesto anche per questo l'appello nominale. Do lettura di tale ordine del giorno: "Visto il Piano dei siti (deliberazione CR n. 623-11250) del 22 dicembre 1983 vista la deliberazione del Consiglio regionale n. 905-4001 del 26 marzo 1985 viste le successive autorizzazioni provvisorie deliberate dalla Giunta regionale e l'autorizzazione definitiva rilasciata dalla Provincia di Torino, per l'attività di smaltimento di rifiuti tossici e nocivi nella discarica Barricalla, in Comune di Collegno visti gli allegati delle precedenti deliberazioni visto il parere non favorevole del Comitato tecnico regionale visti gli ordini del giorno approvati al riguardo dai Consigli comunali di Collegno e Torino e dal Consiglio della V Circoscrizione di Torino viste le numerose proteste e la petizione, sottoscritta da numerosi cittadini dei quartieri Savonera e Le Vallette, in cui si sottolineano la gravità dell'impatto sanitario ed ambientale che deriverebbe dalla messa in attività dell'impianto, dalla elevata tossicità dei rifiuti che ivi verrebbero stoccati, dalla vicinanza dell'impianto a case di cura, a nuclei abitati, al carcere delle Vallette, a vie di grande comunicazione, a pozzi di approvvigionamento per uso idropotabile considerato che non risulta sia stata condotta alcuna valutazione di impatto sanitario ed ambientale in merito alla localizzazione, neppure in occasione della deroga, disposta dal Consiglio regionale, in merito alle distanze previste dalle disposizioni del Comitato interministeriale il Consiglio regionale del Piemonte invita la Giunta regionale a richiedere con urgenza alla Giunta provinciale di Torino la sospensione dell'autorizzazione definitiva rilasciata alla Ditta Barricalla S.p.A. per l'attività di una discarica di seconda categoria tipo C in Comune di Collegno a fornire alla competente Commissione consiliare - che svolgerà in merito un'indagine conoscitiva - copia di tutti gli atti (di competenza regionale e di competenza provinciale o comunale, per quanto riguarda atti delegati dalla Regione o che discendano da provvedimenti regionali) relativi alla vicenda, al fine di poter giungere ad un chiarimento sia in merito alle procedure di localizzazione che a quelle di autorizzazione dell'impianto ad avviare - in collaborazione con la Provincia di Torino, le Amministrazioni comunali di Collegno, Venaria e Torino, le UU.SS.SS.LL.
competenti per territorio, la V Circoscrizione di Torino, i Comitati spontanei dei quartieri Savonera e Le Vallette un'attenta verifica per quanto riguarda la valutazione di impatto sanitario ed ambientale dell'impianto, con particolare riguardo alla sua localizzazione e alla tossicità dei rifiuti che nella discarica si prevede di collocare a fornire dettagliate informazioni sulle partecipazioni societarie delle società coinvolte con la discarica, unite ad una comunicazione e un approfondimento in merito alla compatibilità tra partecipazione di istituzioni (quali la Regione e la Provincia) in attività di smaltimento di rifiuti e i compiti assegnati da leggi statali e regionali a questi stessi Enti per quanto riguarda le procedure di autorizzazione e di controllo invita l'Ufficio di Presidenza a richiedere, d'intesa con la competente Commissione consiliare, un parere legale atto a dirimere il quesito relativo alla competenza all'autorizzazione definitiva dell'impianto, alla luce di quanto disposto dalla legge n. 441/87".
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 17 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri.
L'ordine del giorno è respinto.
Passiamo all'ordine del giorno n. 515 presentato dalla maggioranza.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Brizio. Ne ha facoltà.



BRIZIO Gian Paolo

Si tratta di un ordine del giorno concordato fra i Gruppi di maggioranza e come tale raggiunge una sintesi tra posizioni e valutazioni che hanno tagli e impostazioni differenziate. Il significato con cui votiamo questo ordine del giorno, e soprattutto l'ultima parte, è quello di segnalare che operazioni complesse come queste non possono essere gestite senza il consenso delle popolazioni e senza il consenso delle Amministrazioni che queste popolazioni rappresentano. Si cerca quindi di indicare una via che coinvolgendo i Comuni di Torino e di Collegno fin dall'inizio (come dice il testo) nell'operazione di controllo consenta di arrivare ad una gestione della discarica, per quello che sarà, che abbia il consenso delle popolazioni. Questo è il significato con cui votiamo questo ordine del giorno, un significato che passa attraverso un'impostazione del tutto istituzionale come è stato richiesto dal Gruppo liberale, però ha, a nostro avviso, questo esplicito significato.
Con il termine dei 60 giorni poi si fissa un termine per la procedura che ha un suo significato implicito per quelle eventuali operazioni di avvio. Infine noi non rinunciamo alla richiesta, formulata dal collega Picco nella VII Commissione, di un'indagine conoscitiva interna alla Commissione stessa sull'iter della vicenda, perché soprattutto per quello che attiene alle autorizzazioni, alla riduzione delle distanze, che pare essere stata data dal Consiglio regionale entro certi limiti e successivamente dall'esecutivo in limiti diversi in tempi passati, deve intervenire un chiarimento. Anche la difformità tra il parere del Comitato tecnico regionale e il relativo adeguamento non sappiamo fino a che punto sia stato verificato dalla Provincia. Noi non corriamo dietro alle parole magiche, non ci interessa l'uso della parola "sospensione o non sospensione", ma indichiamo una via da percorrere perché non siamo schiavi di nominalismi, ma ci interessa la soluzione dei problemi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Intervengo cercando di mantenere la tranquillità e di non arrabbiarmi in questo contesto.
Vale la pena arrabbiarsi invece per il modo con cui avviene questa vicenda e per invitare, in maniera amabile, il collega Brizio a leggere l'ordine del giorno che ha asserito di avere illustrato. Mi pare che quello che ha illustrato sia leggermente diverso da quello che è scritto. Le parole scritte mi pare non dicano esattamente quello che lui ha illustrato avendo Brizio cercato di illustrare un documento più aperto e possibilista di quello che invece effettivamente viene posto in votazione. Per esempio la questione del rapporto tra autorizzazione definitiva dalla Provincia e parere del Comitato tecnico regionale. Si dice che occorre fare l'indagine in Commissione (cosa su cui concordo e rispetto alla quale ho presentato richiesta analoga a quella del collega Picco). Però l'ordine del giorno che andiamo a votare dice (terzo comma): "considerato che la Provincia ha tenuto conto delle indicazioni dell'autorizzazione provvisoria regionale e del parere del Comitato tecnico regionale, accertate e collaudate dal Politecnico di Torino...". L'oggetto della nostra indagine conoscitiva è proprio questo "tenuto conto", occorre verificare se questo "tenuto conto" esiste. In questo testo il fatto viene dato invece come già assodato. Così pure, in questo ordine del giorno, è dato come fatto già assodato la localizzazione, in quanto si parla solo di verifica sul progetto dell'impianto. A proposito dei 2.000 metri di distanza, cioè su tutta la vicenda che parte dalla deliberazione del Consiglio regionale del marzo '85 votata all'unanimità, qui non si ritorna più. Qui il modello di ordine del giorno che viene ripreso è quello della maggioranza del Comune di Collegno e non quello della minoranza, della quale fa parte la DC. Quell'ordine del giorno presuppone la regolarità dell'autorizzazione definitiva, dà via libera all'avvio del processo di smaltimento e chiede soltanto (dico soltanto perché è soltanto) una procedura rafforzata rispetto ai controlli sull'ammissibilità dei rifiuti in discarica.
Se l'ammissibilità dei rifiuti in discarica è quella prevista dalla legge e dalle autorizzazioni, cioè tutti i rifiuti tossici e nocivi, non è che ci sia molto da verificare, perché in quel luogo può essere scaricato praticamente tutto, meno il materiale radioattivo. Quindi non capisco cosa ci sia da verificare. Non so se il Comune di Collegno queste cose le sa o non le sa. Ma richiedere alla Provincia di avvalersi di due tecnici nominati dal Comune di Collegno e dal Comune di Torino, nella sua attività di controllo istituzionale di verifica periodica, significa pensare soltanto al controllo istituzionale della Provincia che è solo sui rifiuti che vengono ammessi a discarica. Quindi, tutto il resto è già dato per assodato.
Purtroppo il tecnico cui ha fatto ricorso la maggioranza del Comune di Collegno per tranquillizzare la popolazione, è un tecnico notissimo del quale si servono sia la Provincia che la Regione. Ha incarichi per la Provincia di Torino, per quanto riguarda la verifica tecnica degli impianti ed è pure il tecnico di fiducia del Comune di Collegno. Quindi da una parte dà il parere alla Provincia per dire che "va bene" e dall'altra parte tranquillizza il Comune di Collegno. Mi pare che questo basti per dire che non è che dia molta fiducia.
Altra cosa. Basta prendere un elenco telefonico per notare che il tecnico di fiducia del Comune di Collegno ha uno studio insieme al tecnico che ha firmato il progetto dell'impianto. Se il tecnico di fiducia del Comune di Collegno che verifica per la Provincia la compatibilità dell'impianto ha lo studio assieme al tecnico che ha firmato l'impianto quali garanzie hanno la Provincia, il Comune di Collegno, la Regione, i cittadini? Qui ci troviamo, al di là delle grandi inadempienze e delle grandi cose che devono essere oggetto di chiarimento all'interno della Commissione e dell'indagine conoscitiva, di fronte a forme di pseudo controllo e di pseudo verifica.
Quindi con questo ordine del giorno il pentapartito viene meno alle dichiarazioni che alcuni suoi esponenti hanno fatto presso il Comune di Collegno (parlo della DC), nella V Circoscrizione (dove si è raggiunta l'unanimità su richieste precise), al Comune di Torino dove l'Assessore stesso ha sostenuto per primo ed ha curato la redazione di un ordine del giorno molto chiaro e che qui è ripreso dagli ordini del giorno del Partito comunista e del sottoscritto. Qui adesso, il pentapartito viene soltanto a chiedere una verifica periodica con tecnici che, per quanto riguarda quello di Collegno, non danno nessuna affidabilità di indipendenza, che sono invece coinvolti pesantemente, come lo è l'Amministrazione comunale di Collegno, all'interno di questo progetto.
Già due mesi fa, quando si è parlato della Barricalla, avevo detto che qui ci troviamo di fronte a gruppi di interessi. Sono state chiamate filiere, parlando dell'autostrada Torino-Pinerolo. Ci sono le filiere delle autostrade, ci sono filiere delle discariche. Questa filiera è presente in numerosi partiti che hanno varie responsabilità di governo a livelli istituzionali diversi; ed è abbastanza strano verificare che maggioranze diverse, se sono al governo, producono gli stessi ordini del giorno e opposizioni diverse, se sono all'opposizione, producono gli stessi ordini del giorno. Non ho difficoltà a dire che il mio ordine del giorno è parafrasato dall'ordine del giorno democristiano del Comune di Collegno così come l'ordine del giorno illustrato dal Capogruppo democristiano è quello illustrato dall'Assessore comunista del Comune di Collegno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Intervengo molto rapidamente perché erano evidenti le premesse di questa decisione da parte della maggioranza nell'altro ordine del giorno.
Perché chiediamo di intervenire nonostante il tempo? Non vogliamo sprecare il tempo perché è male, ma chiediamo di intervenire perché siamo assolutamente sorpresi dal modo con cui è stato illustrato un ordine del giorno addirittura con una incredibile definizione di sospensione, uguale parola magica, quando l'unico atto certo che si poteva definire come scelta era o la sospensione o la non sospensione. Ma attorno a questo termine, che ha una sua precisa valenza non nominalistica, valenza anche amministrativa comunque fattuale, si doveva incentrare la decisione del Consiglio.
Quindi, riteniamo che l'ambiguità di un ordine del giorno che non sospende ma indica altre cose e poi una illustrazione che dice: "non ricorriamo alle parole, ma si faranno delle cose", è un percorso istituzionale che a noi sembra di una enorme debolezza; noi potremmo anche non concordare e contrastare una decisione diversa ma capendo quello che succede. Il problema vero è che con questa scelta - alla maggioranza diciamo: ulteriormente a dimostrazione di un gioco pericoloso che si sta facendo non si dà certezza a nessuno, perché la lettera di ciò che si vota è: "non si sospende, si mettono due tecnici". Se l'interpretazione è che questo pu preludere a una sospensione bisogna dirlo, perché l'incertezza è veramente la posizione peggiore, l'ambiguità in questo senso è la peggiore cosa per i cittadini che sono i primi interessati, ma lo è anche per gli operatori e per le istituzioni stesse. Quindi noi riteniamo che questa sia la peggiore soluzione possibile.
Si è scelta una strada. Noi non abbiamo altre armi che levare una voce di protesta, di perplessità, anche di amarezza perché abbiamo l'impressione che si voglia prendere in giro la gente che ha proposto cose certe qui in Consiglio, i Gruppi, e ci sia il grande rischio di una presa in giro di tutti i cittadini e delle istituzioni interessate. Questo è profondamente sbagliato. Non si può arrivare ad un punto tale di incertezza e di indefinizione delle cose. Dica la maggioranza (perché così ha scritto) che non ritiene di dover sospendere, ritiene di fare una procedura di controllo in itinere. Questo mi pare di aver capito dallo scritto. Se è questo il senso, allora è un'altra cosa che non la sospensione. Almeno la chiarezza su quello che esce da qui la dobbiamo rivendicare. Noi naturalmente voteremo contro per queste ragioni. Ci sono comunque gli atti del dibattito e le responsabilità che vanno assunte non possono assolutamente essere coperte da una lettera diversa da intenzioni, affermazioni o illusioni che vengono date.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Motivo il voto favorevole del Gruppo socialista con un significato particolare per quanto riguarda l'ultima parte del documento che è diretta a tenere conto dell'andamento del dibattito che si è svolto in aula.
Laddove si dice: "impegna la Giunta a richiedere alla Provincia di Torino nell'esercizio del proprio controllo istituzionale di avvalersi di due tecnici nominati" vuol dire seguire passo a passo la realizzazione di questa discarica che ha tutte le caratteristiche che sono state previste ma che comunque vanno seguite concretamente. Tant'è che l'interpretazione che diamo dell'avvio dei due mesi, pur non risultando di fatto una sospensione, tuttavia significa un momento in cui si procede con tutte le attenzioni del caso.
Riteniamo che due mesi non possono compromettere delle scelte che se fatte come devono essere fatte e con criteri corretti non possono pregiudicare delle soluzioni. Si tratta di fare un discorso concreto e corretto, che da una parte risponda alle necessità enunciate dallo stesso piano per i rifiuti solidi urbani e dall'altra tenga conto di quelle che sono le legittime ragioni che vengono avanzate dalla gente. Occorre tenere aperto questo discorso, il confronto non si esaurisce oggi con l'approvazione di questo ordine del giorno. Riteniamo che ciascuno debba trovare il modo per esprimere le proprie ragioni, in modo particolare mi riferisco alle popolazioni interessate. Quando parliamo di verifica periodica delle compatibilità sin dall'inizio, parliamo anche del tipo di rifiuto che è giusto debba essere controllato. Quindi non parliamo solo di una ubicazione in generale che deve essere ancora vista passo a passo, ma parliamo anche del tipo di rifiuto.
Ho già detto ieri sulla questione del piano delle bonifiche che siccome non stiamo discutendo del sesso degli angeli, ma stiamo discutendo di cose concrete, credo che prestando attenzione alle ragioni di ognuno si possano trovare delle risposte sia alle ragioni che vengono portate da coloro che ritengono che si può procedere, sia alle ragioni di coloro che fanno osservazioni e che come Gruppo riteniamo legittime, pur ritenendo opportuna una strategia che dia delle risposte di tipo globale e non settoriale.
Quindi, votiamo questo ordine del giorno con questo significato: procedere in modo concreto e corretto e pronti anche a modificare quelle cose che si rivelassero incompatibili.
Questa è la posizione che esprimo a nome del Gruppo socialista nel momento in cui diamo la nostra adesione all'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, cercherò di essere breve su questo argomento e di darmi una posizione di correttezza e di garanzia istituzionale. Sono un po' sconcertato per quanto è avvenuto su questo argomento. Ho cercato di capire come stavano le cose, ho cercato di ricostruire il tutto, cioè con la volontà di chi vuol capire le cose. Ho appreso che questa discarica, che è pronta per essere avviata, non è una cosa nata ieri come il fungo, bensì è nata nel 1983 con una scelta meditata della Regione. La Regione ha individuato il sito, ha approvato l'impianto, lo ha verificato prima, ha chiesto garanzie in merito alla progettazione dell'impianto, ha chiesto e ha verificato le garanzie un altro ente pubblico sulla costruzione dell'impianto stesso.
Ci sono stati diversi atti della Regione Piemonte (e non solo della Regione Piemonte) che io ritengo responsabili, suffragati da documenti scientifici dell'Università di Torino. Alla luce di tutte queste valutazioni la Regione Piemonte, insieme a dei privati e alla Lega delle Cooperative, attraverso la Finpiemonte, suo ente strumentale, sua società partecipata, ha avviato e ha realizzato la costruzione di questa discarica.
Oggi che siamo giunti a conclusione, tutto quanto fatto viene rimesso incredibilmente in discussione. Ogni tanto si parla di Regione quale ente di programmazione. Ma io mi chiedo con quale faccia si possa parlare di Regione quale ente di programmazione, se poi nel momento in cui si fanno delle scelte che io ritengo responsabili, anche perché realizzate con il coinvolgimento di altri soggetti, quando poi queste scelte possono essere avviate, si scopre che non va bene e si chiede di fermare tutto. Ogni tanto invochiamo la dignità e il prestigio della Regione. Ma io mi chiedo come si può pretendere di avere prestigio nei confronti della gente, di chi sta fuori da questo palazzo, quando si assume un comportamento come quello al quale stiamo assistendo.
Non so come potremmo andare a proporre ai privati di intervenire nel fondo dei famosi 15 miliardi proponendo delle iniziative, se poi in realtà nel momento in cui la spesa è stata fatta, l'iniziativa è stata realizzata si propone la chiusura di questa iniziativa.
Non credo che oggi si possa tornare indietro rispetto a questa scelta.
A meno che qualcuno affermi che le condizioni all'intorno sono cambiate.
Nel 1983 c'era una situazione, nel 1988 ce n'è un'altra.
Nel 1983 nella zona Torino ovest si prevedeva non solo il carcere, ma anche il Palazzo di giustizia: era un polo di sviluppo della città, cosa che non è oggi. Quindi le condizioni all'intorno sono più favorevoli oggi di quanto non lo erano nel 1983. A meno che le condizioni all'intorno si siano modificate, a meno che si sia sbagliato, a meno che qualcuno venga a dire che nel 1983 si è sbagliato. Credo che la scelta fatta in allora sia stata fatta in modo sereno, tranquillo e responsabile. L'Assessore alla pianificazione territoriale di allora era Rivalta. Credo che l'Assessore Rivalta avesse delle posizioni oggettivamente diverse da quelle che noi abbiamo sostenuto molte volte, però credo che un giudizio sulla correttezza e sulla serietà della persona non si possa neppure mettere in discussione.
Quindi, non credo si sia sbagliato molto.
L'unica cosa dove si è forse sbagliato, e che giustifica l'ordine del giorno votato in Consiglio comunale l'altro giorno, è che non si è consultato il Comune di Torino: forse l'unico alibi che ha il Comune di Torino per sostenere oggi questo è che ignora il problema e così documenta questa cosa.
Alla luce di queste vicende, credo che, avendo avuto garanzie che tutto è stato fatto così come doveva essere fatto (e ci sono state garanzie con certificazioni a opera terminata), sia un atto profondamente squalificante per l'Ente Regione se oggi non mantenesse gli impegni che si era assunto.
Sul piano istituzionale non credo che la Regione possa oggi parlare di sospensione. Parlo di sospensione in modo esplicito: non si deve parlare di sospensione, non può essere questo, perché se così fosse sarebbe una condanna complessiva di un intero operato della Regione. C'è invece il problema di controllarne la gestione quotidiana: questo è un impegno che dobbiamo assumerci, questo è un impegno che ci siamo assunti con quell'ordine del giorno, che io non vado ad interpretare e a dire come lo leggo o come non lo leggo, l'ordine del giorno io lo leggo per quello che è e per quello che c'è scritto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, penso innanzitutto che portando alle estreme conseguenze i ragionamenti fatti dal collega Ferrara allora anche l'ordine del giorno della maggioranza non dovrebbe andare in votazione perché le pur riduttive iniziative che si chiedono potrebbero essere la premessa della sospensione o della revoca della discarica. Ma, a parte queste considerazioni, a me pare che, in aggiunta a tutti i fondati ragionamenti che sono stati fatti a favore della sospensione dell'attivazione di questa discarica per la quale noi non solo da questi banchi, ma anche nelle sedi appropriate, ci siamo pronunziati, ci sia un argomento che è preliminare di ogni altro ai fini di concludere per la sospensione. E' un fatto politico il ragionamento a cui volevo alludere, è un fatto istituzionale ed è quell'ordine del giorno che è stato votato il 13 giugno 1988 all'unanimità dall'estrema destra all'estrema sinistra in Consiglio comunale e con il quale espressamente si è impegnata la Giunta a richiedere alla Provincia e alla Regione di non attivare la discarica e con il quale ordine del giorno si è impegnata la Giunta comunale di Torino a costituire una Commissione tecnico-scientifica ai fini di verificare la compatibilità ambientale del sito e la sicurezza dell'impianto per la tutela della salute dei cittadini.
Nel collocarsi su questo ordine del giorno, unanimemente votato in sede di Consiglio comunale, va ricordato che i Capigruppo socialista e democristiano - leggo da quanto virgolettato sul quotidiano "La Stampa" unanimi a loro volta, hanno dichiarato: "E' necessario avere spiegazioni dalla Regione, non per pregiudizio, ma per la tutela della salute". Siccome abbiamo avuto occasione di richiamare ripetutamente, in occasione della questione dell'elettrodotto Leinì-Piossasco, che la tutela della salute è una funzione tipica e istituzionale della Regione, dobbiamo concludere che il Comune di Torino con quel responsabile e unanime ordine del giorno ha svolto una funzione supplente nei confronti della Regione invitandola a chiare note a provvedere, attraverso la regola dell'autotutela, a sospendere per intanto l'attivazione della discarica per svolgere tutte quelle indagini tecniche. Anzi: abbiamo visto che il Comune di Torino forse persino andando oltre a quelle che sono le sue tipiche funzioni istituzionali, ha nominato una Commissione tecnica che sta verificando quello che sarebbe stato nostro istituzionale e preliminare compito fare.
Quindi, al punto in cui siamo mi pare che questo fatto istituzionale dell'ordine del giorno, votato unanimemente dal Comune di Torino, sia l'argomento assorbente e decisivo per arrivare a segnare il passo alla sospensione (non una sospensione sine die) e immediatamente dopo la sospensione a provvedere a quelle verifiche anche tecniche che sono contenute nell'ordine del giorno della maggioranza a cui ovviamente non aderiamo ma che hanno come premessa la sospensione della prosecuzione dei lavori e dell'attivazione della discarica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, ci troviamo di fronte all'epilogo istituzionale di una vicenda grottesca che è anche emblematica. Abbiamo assistito in tutte queste settimane a forze politiche che hanno parlato con lingua, non biforcuta ma triforcuta, dicendo cose diverse a seconda se si parlava nell'aula del Consiglio comunale di Collegno o in quello di Torino oppure in quello regionale. In questo triste spettacolo si è contraddistinta particolarmente la Democrazia Cristiana, la quale ha perso un'occasione per manifestare quel minimo di indipendenza dalle pressioni forsennate del potere economico (leggi Fiat), il quale è riuscito a legarsi al piede leghe delle cooperative, Finpiemonte e quant'altro per consumare un crimine ai danni della salute dei cittadini. La vicenda, signor Presidente, non finirà qui.
Voglio manifestare in questa circostanza tutto il mio rammarico per il fatto che non ci siano i cittadini di Savonera, di Collegno, delle Vallette che sono stati turlupinati non più tardi di quindici giorni fa al piano di sopra dai rappresentanti della maggioranza, i quali in quella circostanza manifestarono comprensione in merito a una serie di argomentazioni stringenti. Ricordo che per la DC c'era il collega Nerviani, il quale con molta attenzione seguì il dibattito, disse anche delle parole più impegnative di quelle che sono scritte in questa specie di ordine del giorno; e non fu il solo, c'erano anche due rappresentanti del Gruppo socialista di due correnti di pensiero o di interessi o di azione differenti. Con il risultato che quei cittadini furono turlupinati in quella circostanza. Fu manifestato un impegno che sicuramente non è tradotto nell'ordine del giorno che la maggioranza ci propone.
Mi auguro che in quest'aula al momento del voto si manifestino quanto meno quei disagi che in assemblee pubbliche sono stati manifestati e in diverse circostanze a livello politico e a livello sociale. Ho partecipato ad alcune assemblee promosse dal Comitato che ha sollevato a livello sociale il problema della discarica Barricalla.
Se la vicenda a livello istituzionale si sta avviando ad un triste epilogo, noi pensiamo, signor Presidente, che la vicenda sia tutt'altro che conclusa a livello sociale. Come manifestazione di volontà e di impegno politico dico che noi saremo dalla parte dei cittadini in tutte le iniziative che riterranno di assumere per difendere la propria salute dalle polveri di amianto che si alzeranno a poche centinaia di metri dalle proprie finestre e dall'inquinamento dei pozzi idrici da cui attingono i rubinetti di Venaria e di Savonera.
Se ci saranno le barricate alla Barricalla noi non avremo dubbi da che parte stare perché ci pare una vicenda emblematica dell'approssimazione con cui questi problemi importantissimi vengono trattati.
A noi pareva doveroso che si giungesse ad una sospensione, come solennemente affermato al Consiglio comunale di Torino e, opportunamente altri colleghi hanno richiamato testualmente gli impegni presi in quella circostanza.
In questo senso abbiamo votato a favore dell'ordine del giorno del PCI a cui riconosciamo qui in Regione - cosa che non riconosciamo a Collegno una apprezzabile iniziativa di correzione delle sbandate dei propri compagni collegnesi.



(Interruzione del Consigliere Bontempi)



STAGLIANO' Gregorio Igor

Sto facendo riferimento al comportamento delle forze politiche, non alle istituzioni in quanto tali. Ci sono forze politiche che non hanno manifestato su questa vicenda grande linearità di comportamento. Io sono cittadino di Collegno e ho ricevuto non più tardi di quindici giorni fa il giornale di Collegno "La Voce della Dora" in cui si magnifica l'impresa della Barricalla quale esempio all'avanguardia di come i rifiuti tossici e nocivi possono essere trattati sul nostro territorio. Siccome ho presente la documentazione che è stata prodotta sulla inaffidabilità di questo tipo di procedura, registro semplicemente questo e apprezzo; e non lo faccio sciacallescamente perché qui fra di noi non abbiamo nessuno da convincere a votare per me o per te, ma è una sottolineatura di una sensibilità nuova che va maturando e se matura, se si allarga in più forze politiche, penso che dobbiamo essere tutti quanti contenti. Personalmente ne sono contento quindi registro con soddisfazione il fatto che si prenda atto che nel 1983 furono prese delle decisioni alla leggera, che fu modificata all'ultima ora della precedente legislatura la norma che definiva le distanze entro cui questi impianti potevano essere collocati. Ho letto male gli atti della Regione oppure è avvenuto proprio così che il 25 marzo l'Assessore Calsolaro riuscì a far passare la modifica della norma che ha consentito la localizzazione di Barricalla (quasi un provvedimento ad hoc) esattamente a 300 metri da dove mille cittadini sono rinchiusi e dovrebbero essere protetti dallo Stato, mi riferisco ai carcerati delle Vallette che non hanno nessuna cittadinanza, nessun diritto alla tutela della propria salute, per non parlare dei poveri malati di mente di Villa Cristina e tutti quelli che vivono a pochissime centinaia di metri di distanza dalla discarica? Ci pare di dover registrare che l'Assessore Cernetti si è trincerato dietro una congruità procedurale che gli uffici le hanno ampiamente fornito (mi riferisco alla risposta alle interpellanze presentate da diversi Gruppi da cui ha preso le mosse anche il dibattito di oggi). L'Assessore si è trincerato dietro quanto è stato fatto dai propri predecessori, non è intervenuto nel merito dei fatti nuovi che sono stati portati.
Quindi voterò l'ordine del giorno del PCI e a maggior ragione l'ordine del giorno presentato dal collega Ala, rispetto al quale mi rammarico che non si sia potuto fare assieme. Mi pare che questo ordine del giorno sia più articolato, richiede fra l'altro l'acquisizione dei documenti relativi a tutta la fase autorizzativa, come mi ero permesso di richiedere con l'interpellanza urgentissima, discussa nella seduta precedente all'Assessore Cernetti su cui non ho avuto l'onore di avere alcuna risposta.
Viene riproposto in termini impegnativi dal dispositivo di un ordine del giorno, non posso che sostenere questo tipo di richieste sperando che indipendentemente dalle vicende del voto che non è difficile immaginare come andrà a finire sui documenti, l'Assessore abbia la cortesia di fornirci tutta la documentazione, così come con l'interpellanza avevo sollecitato e come dalla risposta alla interpellanza non ho avuto soddisfazione.



VIGLIONE Aldo



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Ho represso a forza l'impulso di prendere le mie carte e di andarmene quando parlavano alcuni esponenti della maggioranza, in particolare quando parlava il Capogruppo socialista Rossa. La politica la conosciamo. Che cos'è la politica? E' l'arte di vendere al meglio possibile le proprie idee e ricevere il consenso.
Non è possibile e non è accettabile scrivere nei documenti delle cose e poi andare a contrabbandarne delle altre, questo non è accettabile anche per un rapporto di correttezza tra di noi. Sull'ordine del giorno è scritto chiaramente che: "si attiva la discarica".



(Interruzione del Consigliere Brizio)



MONTEFALCHESI Corrado

Consigliere Brizio, io lo leggo così, può darsi che non sappia leggere allora, chiedo di scriverlo meglio se non è così. Sull'ordine del giorno è scritto che si attiva la discarica, e mi conforta che questa lettura l'ha data anche il Consigliere Ferrara. La lettura che io do è che si attiva la discarica e durante l'esercizio della discarica si rafforzano i controlli con questi due tecnici appunto per controllare che i rifiuti che verranno conferiti in questa discarica sono quelli previsti dalla deliberazione per controllare che vengano effettivamente conferiti in discarica i rifiuti tossici e nocivi.
Anche se non lo condivido, rispetto profondamente l'intervento svolto dal Consigliere Ferrara, perché ha detto delle cose chiare: "E' stata fatta una scelta negli anni passati, ritengo che questa scelta sia giusta, quindi adesso si tratta di attivare questa scelta e di attivare la discarica".
Io non la condivido perché ritengo che quella scelta fu una scelta sbagliata proprio perché è sbagliato, a mio avviso, collocare una discarica di rifiuti tossici e nocivi a 400/300/200 metri da insediamenti abitati questo per ragioni di tutela della salute della popolazione. Può darsi che questa discarica non porti dei danni alla salute della popolazione, ma c'è un problema anche di opportunità e di rapporto psicologico della gente. In un paese in cui si scoprono ogni giorno tonnellate di rifiuti interrati ovunque, mentre si scopre che i rifiuti li portiamo in Nigeria, in uno Stato che non è riuscito fino ad oggi a garantire condizioni minime di sicurezza per lo smaltimento di rifiuti pericolosi, voi credete che la gente si fidi delle procedure di garanzia e di controllo sulla Barricalla? E' un problema anche psicologico. La gente ha ragione ad aver paura perch non si fida, perché non crede che ora ci saranno tutti quei controlli che garantiscono dai danni alla salute della popolazione. Questa fu una scelta sbagliata perché non si devono sistemare discariche di rifiuti tossici e nocivi a 300 metri dalle case della gente e perché c'è anche questo problema psicologico. Per questo è necessaria la sospensione, ragionare su quale tipo di rifiuti conferire in quella discarica, sicuramente che non siano tossici e nocivi. Questa è la decisione che, a mio avviso, dovrebbe prendere il Consiglio regionale. Se la maggioranza sostiene che bisogna rimettere in discussione la scelta che in quella discarica ci debbano andare rifiuti tossici e nocivi, questo non lo leggo nell'ordine del giorno. Ma se voi interpretate in questo modo tale ordine del giorno, avete il dovere di dirlo e di scrivere che l'obiettivo è di rimettere in discussione il tipo di rifiuti che verranno conferiti in quella discarica.
Se questo è l'obiettivo, a nostro avviso lo si raggiunge attraverso una sospensione. Se invece presentate un ordine del giorno di questo tipo che dice: "attiviamo la discarica, durante l'esercizio rafforziamo i controlli" (controllo significa controllare che in quella discarica avvenga veramente lo smaltimento dei rifiuti tossici e nocivi), questo vuol dire che fate questa cosa e poi qualcun altro va a vendere del fumo. Questo non è accettabile sul terreno dei rapporti in quest'aula, dei rapporti con la gente e sulla chiarezza del ruolo della Regione. Non è accettabile.



PRESIDENTE

la parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Farò brevissime considerazioni sulla vicenda della Barricalla. Mi rendo conto che la partita dei rifiuti bisogna governarla. Però l'Assessorato ci ha imposto, anche a tempi brevi, l'approvazione di un piano di smaltimento di rifiuti che nemmeno per i rifiuti urbani prevede una possibilità di localizzazione in quell'area dove invece è stata localizzata, in tempi in cui ancora non si era fatta questa verifica, una discarica di rifiuti tossici e nocivi. Quindi è chiaro che questo crea una situazione di giusta tensione e di sospetto oltre alla convinzione che quella localizzazione non va bene per la popolazione. Se mi dicono che quella non è una zona adatta che le zone adatte sono altre, siccome la proposta va avanti lo stesso, è evidente che la popolazione non reagisce bene. Chiunque di voi...



(Interruzioni dalla tribuna del pubblico)



BRESSO Mercedes

No! Nessuno ha detto che era adatta quella zona, alcuni tecnici hanno detto che è fatta bene, cosa che probabilmente è vera, ma la discussione su come tengono o non tengono le discariche fatte bene è aperta perché è un problema annoso e complesso.



(Interruzioni dalla tribuna del pubblico)



PRESIDENTE

Il pubblico non può interloquire.



BRESSO Mercedes

Secondo aspetto. Il Consigliere Marchini, che è un liberale e credo anche un liberista, sa che la mano invisibile del mercato funziona bene quando alla fine c'è una sanzione del mercato. Se io faccio male un prodotto, poi non lo vendo, allora sono costretto a farlo bene.
Il problema dei rifiuti è un po' diverso. Se smaltisco male i rifiuti guadagno di più che se li smaltisco bene perché alla fine il prodotto rifiuto non è comprato da nessuno. Questa è la ragione per cui vi è l'esplosione del problema dei rifiuti industriale smaltiti male, quindi è del tutto normale che ci sia sfiducia...



(Interruzioni dalla tribuna del pubblico)



BRESSO Mercedes

...purtroppo non esiste nessuna sanzione automatica dello smaltimento scorretto dei rifiuti. Trovo del tutto normale che le popolazioni non si fidino di smaltitori privati anche forniti delle migliori garanzie e delle migliori credenziali. Questa è la situazione reale. Le popolazioni già si fidano poco delle aziende pubbliche, ma non c'è dubbio che dovremo arrivare allo smaltimento dei rifiuti industriali, non attraverso deleghe ai privati, ma attraverso una gestione pubblica del servizio (non attraverso controlli su che cosa è stato fatto che non sono possibili a posteriori).
Questa è la realtà. Quando cominceremo a riflettere seriamente, forse cominceremo anche ad avviare la soluzione del problema dello smaltimento.
Malgrado sia convinta che si debba governare la partita dei rifiuti e in particolare dei rifiuti industriali, continuerò ad essere contro il processo che conduce alla fine alla discarica o all'inceneritore o allo smaltimento di questi generi di rifiuti così come sono prodotti oggi.
Secondo me dovrebbe esserci un'enorme violenta reazione della gente al fatto che per ogni bene prodotto c'è un rifiuto intrattabile, che è il prodotto finale quando viene smaltito, è un rifiuto intrattabile di lavorazione. La gente fa bene ad opporsi, perché non esiste altro modo almeno da parte di chi non governa, di rifiutare questo modo incredibile di produrre che, alla fine, non è in grado di smaltire correttamente i rifiuti.
L'unico modo di smaltire correttamente i rifiuti è di recuperarne il massimo possibile ma avendo preventivamente progettato i rifiuti in modo che siano recuperabili. Oggi, malgrado tutte le storie che ci raccontiamo anche sulla raccolta differenziata, la maggior parte dei rifiuti industriali in particolare non è recuperabile perché lo smaltimento costerebbe troppo in termini energetici. Si può anche, come dice Georgescu Roegen, recuperare e riciclare una perla che si è sciolta in un acido che è stato versato in mare, ma occorre una quantità infinità di energia. Siccome c'è il vincolo energetico circa il recupero dei rifiuti, i rifiuti devono essere progettati insieme ai prodotti, altrimenti non saranno mai smaltibili. La gente fa bene a rifiutare perché è l'unico modo per dire che il produrre insieme beni e rifiuti non va, e non vuole vedere quei rifiuti messi accanto a casa sua.



FERRARA Franco

Domani mattina, dove li metti?



BRESSO Mercedes

Per il momento il cittadino chiede. Dimmelo tu dove vanno messi con sicurezza. Se fate tutte le opportune verifiche e qualcuno si sente di dire a quei cittadini che vi è assoluta sicurezza e che non correranno dei rischi, lo dica, ma se ne assuma completamente la responsabilità. Noi personalmente, all'idea che quella zona non ha le caratteristiche del terreno adatte, che non è gestita da una mano pubblica, dove viene deposto quel tipo di rifiuti industriali, non ci sentiamo di dire ai cittadini che la discarica è sicura; se qualcuno si sente lo dica ma si assuma la responsabilità. Non vada a chiedere ai cittadini o all'opposizione, che non è d'accordo su quel modo di fare, di avallargli questa decisione, e si prenda anche la responsabilità di cosa poi capiterà, nel futuro, in quella zona.



(Interruzione: Lo conoscete voi e lo conoscevo anch'io, Calsolaro. Certo c'era un avallo della vecchia maggioranza. Adesso è questa maggioranza che deve dire se ritiene che avevano fatto bene o no)



BRESSO Mercedes

I rifiuti lì, non ci sono ancora. E' inutile dire che si era deciso in un certo modo, la cultura è anche cambiata. Faccio notare che in questi ultimi anni abbiamo imparato moltissime cose sui rifiuti perché ci siamo messi anche a studiarli. Questa maggioranza oggi deve decidere se quella discarica deve partire. Si sente di dire che è tutto fatto nel migliore dei modi? Quelle distanze dall'abitato e quel tipo di rifiuti consentono di garantire la sicurezza della popolazione? La domanda è posta oggi e viene posta a chi governa oggi, non pu essere posta a chi governava prima. Chiamiamo Calsolaro per darci un parere? Oggi governa l'Assessore Cernetti ed è lei che deve dire se si sente o no di fare partire la discarica.
Sono dalla parte dei cittadini che cercano di non farla partire non solo perché non ha le caratteristiche giuste, ma perché l'unico modo per impedire che si continui ad andare avanti così è quello di opporsi al fatto che i rifiuti siano prodotti e smaltiti in quel modo. Non si può chiedere ai cittadini di essere tutti Ministri, perché non sono stati eletti Ministri o Assessori. Per farsi sentire hanno come unico modo quello di opporsi e fanno benissimo ad opporsi. Anche noi, siccome abbiamo quell'unico modo, facciamo la stessa cosa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Signor Presidente, intervengo quasi per fatto personale in quanto non ho nulla da aggiungere a quanto ha detto, sia ieri sera che questa mattina il mio Capogruppo Bontempi (che in seguito motiverà ancora il nostro dissenso su questo ordine del giorno). Intervengo, quindi, per dire che sono veramente indignato dallo squallore politico e morale delle dichiarazioni rese agli atti dal Capogruppo della Democrazia Cristiana Brizio e dal Capogruppo del Partito socialista Rossa: queste dichiarazioni contrastano totalmente con quanto è stato scritto nell'ordine del giorno della maggioranza. Non posso sopportare che il livello di "magliarità" di costoro sia addirittura più basso del livello dei magliari...



(Proteste dai banchi della maggioranza)



PRESIDENTE

No, io la richiamo!



ADDUCI Donato

Presidente, dimostrerò le cose che dico!



CHIEZZI Giuseppe

Brizio gli ha dato del mestatore!



BRIZIO Gian Paolo

Io gli ho risposto!



PRESIDENTE

Non tollero!



ADDUCI Donato

Vedremo cosa il Presidente non dovrà tollerare, lo vedremo e lo dimostrerò.



PRESIDENTE

Le opinioni si esprimono in termini corretti, altrimenti lo squallore ricade su chi lo invoca.



ADDUCI Donato

Presidente, io sto facendo un ragionamento e le dimostrerò con i fatti a che livello siamo giunti. Ho premesso che non sarei entrato nel merito del discorso.



(Numerose interruzioni dai banchi della maggioranza)



ADDUCI Donato

Forse i sepolcri imbiancati erano meglio di voi, almeno non usavano questi strumenti, Brizio.



(Numerose proteste dai banchi della maggioranza)



PRESIDENTE

Per favore! Consigliere Adduci, continui.



(Altre interruzioni dai banchi della maggioranza)



ADDUCI Donato

Sono abili giocatori delle tre carte, questa è la realtà!



(Interruzione del Consigliere Ferrara)



ADDUCI Donato

Non ti preoccupare, Ferrara, non riesco neanche ad apprezzare ciò che hai detto contrariamente a quanto hanno fatto altri. Certe cose dovresti dirle alla gente che è sul posto. Vieni alle assemblee quando ci saranno presentati e vedrai. Spiega loro le cose che hai detto! Però tu sicuramente non puoi essere accusato di magliaraggio! Almeno questo! Signor Presidente, chiedo il suo intervento a tutela - se si può dire dei diritti d'autore. Essendo uno degli estensori dell'ordine del giorno presentato dal mio Partito mi sono accorto che almeno tre capoversi dello stesso sono stati integralmente copiati dalla maggioranza.
Per quanto riguarda il primo capoverso, chiedo che venga riformulato non intendo dare le mie parole a voi del pentapartito.
Per quanto riguarda il secondo capoverso, faccio analoga richiesta.
Chiedo che venga riformulato perché non consento che le mie parole vengano usate.
Per quanto riguarda il quinto capoverso il discorso è più serio...



(Interruzioni)



ADDUCI Donato

Non intendo che la fonte venga citata perché le conclusioni vengono stravolte.



SANTONI Fernando

Adduci, un po' di rispetto per quest'aula!



ADDUCI Donato

Chiedo il rispetto per la gente che dovrà vivere, grazie alla vostra scelta, accanto a quei rifiuti. Lo chiedo a voi, chiaro?



PICCO Giovanni

Le avete fatte voi quelle scelte!



ADDUCI Donato

Allora deve essere chiaro che i lavori sono iniziati nel 1987, è responsabilità vostra che non avete effettuato alcun controllo e non siete intervenuti in alcun modo. Non avete rifatto alcuna verifica quando la gente lo richiedeva! La responsabilità è completamente vostra! Presidente, quello che veramente non posso accettare è che venga ricopiato il quinto paragrafo del nostro ordine del giorno nell'ordine del giorno della maggioranza. Esso recita: "A conoscenza del fatto che l'approntamento della discarica ha ingenerato allarmi e forti preoccupazioni tra la popolazione di Savonera e delle Vallette", ed è copiato testualmente. Nel nostro ordine del giorno era finalizzato ad una decisione diversa, qui viene strumentalizzato ed usato per assumere una decisione contrastante con la volontà della gente.
Chiedo formalmente alla maggioranza di depennare questo capoverso. E' un problema anche di onestà morale e politica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, senza fare un dibattito su questo tema, che è già stato trattato la volta scorsa in occasione della risposta dell'Assessore alle interrogazioni - tra le quali la mia - vorrei sottolineare che lo sforzo fatto per far sì che il Comune di Torino e il Comune di Collegno potessero individuare dei tecnici di fiducia per arrivare a controlli adeguati ha un limite. Probabilmente un utilizzo diverso degli stessi dobbiamo pensare di fare. Il nodo non è tanto nei controlli sistematici permanenti nel tempo, ma è nella definizione dei prodotti ammessi. E' su questo elenco, che oggi trova l'autorizzazione, che deve essere fatta una valutazione da tecnici di fiducia, ad esempio del Comune di Torino, perch possano dire alla loro collettività - in questo caso delle Vallette - che i fumi non emanano odori, non sono rischiosi in caso di incidenti per la falda, non interagiscono tra di loro come sostanze chimiche, non sono putrescenti, ecc.
Mi asterrò sull'ordine del giorno presentato dalla maggioranza.
Torno a ribadire che l'elenco delle sostanze ammesse va posto in definizione o ridefinizione e ritengo che questo tipo di discarica (che si definisce già 2C declassata rispetto all'elenco previsto dalla legge) possa arrivare, attraverso uno sforzo attento, ad una sua agibilità salvaguardando i legittimi diritti di sicurezza e di salute delle popolazioni.
Questo tipo di sforzo è realizzabile in tempi rapidissimi. La procedura può essere definita nell'arco di alcune settimane, in modo tale che si potrà riquadrare il tipo di discarica di rifiuti industriali che dia sovracertezze. Siccome è posta in un luogo che crea dei problemi (come li creerebbe se fosse in Valsalice o alla Crocetta o alla Barriera di Milano essendoci delle distanze non grandissime), la discarica, che potrebbe continuare ad essere una discarica di rifiuti industriali, dovrebbe dare nell'elencazione dei prodotti da poter indirizzare in questa discarica delle sicurezze estremamente alte.
Per questa ragione vedevo positivamente che il Comune di Torino e il Comune di Collegno potessero individuare dei tecnici di buon livello che non per dieci o vent'anni restassero lì ad ogni camionata a fare i controlli, ma facessero una sostanziale indicazione, assumendosene le responsabilità e quindi il Consiglio comunale di Torino potrà dire: "Con questo elenco siamo certi che ci sono dei limiti pressoché assoluti a che si possano manifestare degli incidenti" (che in sistemi complessi possono sempre determinarsi").
E' per questa ragione che vedo estremamente debole il meccanismo dei controlli, ma è più un fatto nella definizione degli ammessi che va giocata oggi la carta decisiva per permettere di decollare nei tempi giusti questo tipo di discarica.
Sono convinto che le popolazioni delle Vallette e della Savonera non siano delle popolazioni irresponsabili, che non si fanno carico dei problemi delle industrie dove queste popolazioni lavorano, ma vogliono essere assicurate in quelle che sono condizioni di tutela della salute e dell'ambiente. Credo che questo percorso sia tecnicamente possibile probabilmente il costo di gestione da parte della Barricalla della discarica potrebbe essere sbilanciato rispetto alle primitive valutazioni di costi di gestione e di incassi. Se si elimina una coda dei rifiuti tossico-nocivi e dei rifiuti industriali che si intendevano inserire in questa discarica, e che erano i più appetibili, i più costosi evidentemente occorrerà trovare qualche altra forma che equilibri il conto economico della società Barricalla.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Mi spiace sottrarre alcuni minuti con il mio intervento che non integra con motivazioni particolarmente nuove quanto già detto in termini molto precisi e responsabili dai colleghi che seguono specificamente questa problematica, mi corre però l'obbligo di intervenire perché, mio malgrado ebbi, qualche tempo fa, l'obbligo di partecipare nella Sala dei Cento ad una riunione che si tenne con la popolazione interessata alla creazione di questa discarica per rifiuti tossici e nocivi.
Debbo dire con molta franchezza in questo Consiglio turbato da affermazioni quanto mai pesanti che le conclusioni a cui oggi si giunge sono probabilmente diverse da quelle che io avrei desiderato e che ritenevo a suo tempo possibili.
Vorrei ricordare che avevo sottolineato in quella sede, per mandato del Gruppo democristiano, che la zona di Collegno era già sufficientemente sofferente anche per problematiche diverse da quelle dello smaltimento dei rifiuti tossici e nocivi; dissi allora che mi sorprendeva una decisione della Provincia che pareva in contrasto o comunque anticipata rispetto al parere del Comitato tecnico, che impegnavo il mio Gruppo ad una riflessione molto seria per la gravità della materia prima di giungere a delle conclusioni. Dissi questo in buona fede e quindi mi sembra doveroso da parte mia, anche a difesa della mia personale posizione, dire che non intesi affatto "turlupinare" alcuno e tanto meno i cittadini con i quali ho sempre avuto un rapporto persino troppo franco. Se "turlupinare" è quello che io ho sempre creduto e cioè usare artatamente le parole per far credere cose diverse da quello che si pensa, certamente se questa è l'accezione che si dà al termine "turlupinare", io non ho turlupinato nessuno.
Probabilmente è sfuggita questa espressione a Igor Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

No, no, mi riferisco in particolare ai socialisti, ma anche alla Democrazia Cristiana. Puoi spiegare a me e ai colleghi che cosa avete verificato in una settimana? Non metto in discussione la tua onestà personale su questo.



NERVIANI Enrico

Ribadisco, come è stato sottolineato, che da parte mia, personalmente non c'è stata alcuna volontà di turlupinare, ma che neppure alcuna volontà di turlupinare c'è stata da parte del mio Gruppo. Diciamo allora, per completare il discorso molto rapidamente, che ci troviamo di fronte ad una delle più complicate ed amare vicende, uno dei nodi più difficili che ci troviamo a sciogliere. La verità è che di fronte a noi ci sono tutti i problemi che ha sollevato la collega Bresso con molta precisione, ma in termini assolutamente intellettuali e puramente teorici non avendo mai parallelamente le indicazioni precise nel momento presente e neppure nel passato di come risolvere questi problemi pressanti che innegabilmente esistono. Abbiamo alle spalle una scelta precisa di un piano meditato. E' vero che la cultura si è modificata, ma intanto noi dobbiamo utilizzare gli strumenti tecnici che abbiamo a disposizione. Abbiamo davanti a noi le decisioni di un Comune che non è gestito da questa maggioranza, abbiamo le posizioni di una realtà provinciale che crede di muoversi in termini assolutamente sicuri, abbiamo la giusta preoccupazione delle popolazioni.
Noi come Gruppo democristiano, io come Vicepresidente di questo Gruppo intervenuto per delega a quella assemblea, abbiamo manifestato in allora le preoccupazioni che c'erano e anche la nostra propensione. La nostra posizione ha dovuto verificarsi all'interno di questo Consiglio con tutte le forze politiche e con quelle in particolare con cui condividiamo le responsabilità di maggioranza. E' uscito un ordine del giorno necessariamente di mediazione che debbo dire con molta franchezza non mi fa felice, mi rende anche preoccupato, non dice tutte le cose che io personalmente, il Gruppo probabilmente, avrebbe voluto dire, ma tiene conto di una realtà così come ho rappresentato di estrema complessità.
Cosa dico alla fine di questo intervento relativamente a questo ordine del giorno? Che le parole avranno un senso, cioè che i controlli iniziali e i controlli periodici dovranno a mio avviso essere controlli frequenti e sistematici nel caso si andasse a questa attivazione. Dico che il controllo dovrà essere rigoroso e per parte nostra e per parte mia ci sarà tutto l'impegno in questo senso. Più di tanto non posso dire ma, credimi, Igor Staglianò, adesso c'è la stessa massima posizione di onestà intellettuale che ho cercato di mettere quando sono intervenuto davanti alla popolazione di Collegno che, dal suo punto di vista, giustamente rappresentava anche in termini molto animati il proprio dissenso e la propria preoccupazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, è stato accennato, da un collega che mi ha preceduto, al taglio della posizione che noi abbiamo preso nella elaborazione del documento della maggioranza. Non abbiamo difficoltà a confermare, ribadire e rivendicare che abbiamo tenuto su questo un atteggiamento molto fermo. Molto fermo sulle questioni istituzionali, perché sul merito se ci addentriamo noi dobbiamo capire se dobbiamo addentrarci sulla posizione Tapparo (che potrebbe essere in una qualche misura gestita attraverso uno strumento di governo della vicenda molto semplice) oppure se dobbiamo misurarci sulla posizione dei colleghi della estrema sinistra (che rimettono in discussione in termini anche di politica territoriale questa soluzione). Siamo quindi di fronte a un ventaglio tale di situazioni che i tempi del merito non sono misurabili e gestibili con l'istituto della sospensione, ma con qualcosa di molto diverso. A noi è sembrato che in primo luogo dovessimo chiederci che cosa deve fare la Giunta e che cosa deve fare il Consiglio. In questo senso non mi disturba assolutamente che Gruppi consiliari liberali in altre sedi abbiano assunto valutazioni non dico diverse, non essendo finalizzate a questioni comparabili, ma posizioni dirette a ottenere un tipo di risultato che non è in contrasto con quello che noi proponiamo, non mi disturba affatto anche perché noi non siamo per la omogeneizzazione delle istituzioni. Non crediamo che debbano essere i Partiti a decidere in tutte le istituzioni una linea comune, ma devono essere all'interno delle istituzioni i Partiti che scelgono, rispetto a quella istituzione, che tipo di responsabilità e che tipo di decisione assumere, non nel disordine generale, ma nell'ordine generale che comporta anche le differenze, qualche volta necessarie perché attengono ai ruoli. Se io fossi un Consigliere comunale di Torino, sarei portato, non avendo competenze, a preoccuparmi delle questioni di merito; quindi mi sembrerebbe giusto cercare di forzare la mia istituzione alla massima conoscenza delle questioni di merito, non avendo competenze di altra natura. Ma se sono Consigliere regionale e ho un altro tipo di funzione e di responsabilità, devo cercare di collocarmi all'interno del mio ruolo e delle mie competenze.
Non sono né favorevole né contrario alla sospensione, perché da Einaudi in poi noi ci siamo abituati a pensare che per deliberare bisogna conoscere. Allora mi chiedo quale Consigliere è qui in grado, al di là delle suggestioni e delle convinzioni che sono legittime, di deliberare in termini tecnico-scientifici se questa situazione meriti di essere mantenuta o meriti di essere sospesa o meriti di essere revocata.
Sono tre gli scenari e la responsabilità di deliberare è della Giunta che ha gli strumenti tecnici di conoscenza, di approfondimento di queste vicende. Quindi dico in assoluta trasparenza all'Assessore che qualora venisse in quest'aula a dichiararci che è intervenuta sostitutivamente la Provincia per disporre la sospensione o la revoca, motivandola in termini scientifici, avrà tutto il mio sostegno. Io, Sergio Marchini, e il collega avv. Santoni non siamo in grado di pronunciarci in ordine alla ragione di ordine tecnico-scientifico che giustificherebbe un provvedimento di tipo amministrativo. Perché in questa sede non chiediamo un pronunciamento politico, chiediamo alla Regione un provvedimento amministrativo di sospensione che, per sua natura come ogni provvedimento amministrativo deve contenere all'interno una motivazione che non può essere di natura politica. A noi quindi è sembrato di dover dire che questa è una questione della quale la Giunta ha tutta e intera la responsabilità. Risponderà al Consiglio e non soltanto all'opposizione di come gestirà questo ruolo e questa sua responsabilità. Accetto di essere investito, per quello che mi è consentito, del processo politico e di questo il nostro ordine del giorno se ne farà carico. Quella che abbiamo intrapreso è infatti un'iniziativa politica, non gestionale, per qualche verso addirittura illegittima perch l'introduzione di un meccanismo di presenza dei Comuni all'interno della fase di controllo delle discariche è una innovazione che, a mio modo di vedere, qualche problema con l'ente delegatario lo porrà; noi deleghiamo la Provincia a svolgere le funzioni di controllo, dopodiché voglio poi capire che tipo di equilibrio tecnico-giuridico c'è in questo mostro in cui con un ordine del giorno noi carichiamo il delegatario di accettare e di accogliere tra i soggetti tecnici destinati a concorrere al controllo dei tecnici che sono certamente caricati anche di una rappresentanza politica nella misura in cui sono espressione di Comuni. Mi pare quindi che noi abbiamo fatto un grosso sforzo, collega Staglianò. A noi sembra quindi che questo Consiglio regionale oggi con questo ordine del giorno faccia fare al processo di governo di questa materia un passo in avanti molto coraggioso e per certi versi un po' imprudente, non perché non sia opportuno farlo, ma perché probabilmente non si colloca all'interno di uno scenario tecnico giuridico di rapporti con la Provincia e con i Comuni definito. E' un passo in questo senso un po' precipitoso che però noi riteniamo opportuno e necessario.
La questione, colleghi Consiglieri, per la nostra parte politica si chiude qui. L'autorizzazione non l'ha data il Consiglio regionale, l'ha data un altro soggetto della Regione. Non è un'autorizzazione del Consiglio regionale, è un atto di governo. Il titolare dell'atto di governo corrispondente e contrario (la sospensione o la revoca) sono atti che politicamente io accetterò nella misura in cui trovino a monte una giustificazione tecnico-scientifica. Se la Giunta in questo momento non ritiene essa stessa di avviare la procedura di attivazione verso la Provincia (o in proprio o in termini sostitutivi) o di revoca, ho il dovere di credere, perché ho fiducia nella Giunta che sostengo, che la Giunta non abbia raccolto elementi di natura tecnico-scientifica che giustificano questo tipo di provvedimento. Così come sono sicuro che la Giunta nel suo complesso, l'Assessore in particolare, e i funzionari preposti, che siamo sempre tutti disposti a ringraziare e ad apprezzare, ma che poi contestiamo in modo grossolano in questa sede, i funzionari preposti sicuramente segnaleranno e saranno attenti a richiedere all'organo preposto e responsabile, alla Giunta, le iniziative di sospensione e di revoca qualora maturino le condizioni tecnico-scientifiche che giustificano questo tipo di provvedimento. Mi pare che la questione per un Partito di maggioranza sia in questi termini. Non si può essere favorevoli o contrari a un provvedimento giuridico, si può essere favorevoli o contrari ad un processo.
E bene ha detto il collega alla nostra estrema sinistra, quando ci ha detto: "Lo considero un intervento sbagliato dal punto di vista territoriale e della politica globalmente intesa. Colgo questa occasione in cui vengono fuori fortemente questi problemi; finalmente sono capiti anche da altri, non soltanto da una piccola minoranza come è successo nel 1981, e quindi chiedo con forza che si riveda radicalmente la decisione".
Mi pare un tipo di atteggiamento che a questo punto può coinvolgere il Consiglio nella misura in cui deve andare a ripensare alcune linee di politica territoriale e di intervento in questa materia.
Se però poi arriviamo a una nota grave, a una nota acutissima che è quella di dire che in una serie di prodotti previsti nella tabella relativa, una parte di questi è già previsto che verranno allocati, ma una parte crea qualche dubbio, ebbene, su questo probabilmente una soluzione anche processuale era pensabile, relativa ed attinente soltanto ai rifiuti che si ritenessero suscettibili di un'ulteriore indagine in ordine alla nuova localizzazione all'interno. Ma oggetto dell'indagine non doveva essere la discarica, dovevano essere i rifiuti che è una cosa un po' diversa. E guarda caso invece di chiederci una valutazione all'interno del processo di alcune questioni specifiche si rimette in discussione il contenitore. Questo mi sembra significativo per farci capire come la confusione sia massima.
Noi rivendichiamo il ruolo che abbiamo svolto, quello di avere cercato di ricondurre queste questioni a problemi di competenza, non a questioni di merito. Le questioni di merito ci lasciano, come uomini liberi da pregiudizi, liberi rispetto a qualunque tipo di soluzione. Se la Giunta raccoglierà elementi sufficienti per avviare una iniziativa di governo di tipo anche radicale, che comporti magari anche delle considerazioni di ordine finanziario, la Giunta può contare sull'appoggio del nostro Gruppo rispetto a queste decisioni e rispetto alle conseguenze, anche di ordine finanziario e quindi di risarcimento danni, che questo tipo di provvedimento comporta. Non abbiamo alcuna pregiudiziale né di tipo negativo né di tipo positivo nei confronti di questa questione. E' certo che non possiamo non essere molto fermi tutti insieme, cari amici, nel tenere distinti i momenti di processo dai momenti di merito, perché se confondiamo gli uni con gli altri, succede quello che è successo questa mattina, che per dare contenuto alle questioni processuali o per inserire le questioni di merito nelle questioni processuali (che non bisogna mai fare) si arriva alla rissa e ad espressioni sul piano comportamentale. E' umano che queste cose avvengano, d'altra parte nel parlamento inglese le invettive sono del colore più acceso che potete immaginare, ma ci auguriamo che siano le meno frequenti possibile e che soprattutto siano attinenti a questioni che veramente ci dividono. Qui non c'è niente che ci divide, non c'è nessuno che sia preoccupato più di altri della sicurezza dei nostri cittadini. Ci sono le collocazioni politiche che mettono qualcuno di noi nelle condizioni di poter gestire questa sua preoccupazione in termini di provocazione, di protesta e di iniziative di rivendicazione e ci sono altri che invece hanno il dovere di gestire questo tipo di collocazione in termini di governo. Sono soltanto i ruoli che ci fanno sembrare diversi.
Questi sono valori morali, non ci sono scuole politiche che ci portano a pensare nel modo A) o nel modo B), non ci sono né Adamo Smith né Marx che ci dividono su queste cose. La sensibilità è comune, quella che ci ha dato madre natura o, secondo i cattolici, il Creatore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Vorrei cogliere questo spirito ed anche lo sforzo compiuto dal collega Marchini. Vorrei coglierlo, se avessi fiducia, ma purtroppo non ce l'ho per come ci si è collocati concretamente su questo argomento, per cosa si è deciso di fare da parte della maggioranza, per cosa non si è detto che si sarebbe dovuto fare da parte della Giunta, anche se ci sarà ancora una replica e la attendiamo. A me sembra che sottrarre il più possibile dal gioco politico la questione sia utile ed auspicabile se, pur mettendo in gioco il senso che quando si fa politica si deve dare al gioco politico cioè al tentativo di ognuno di rappresentare interessi e di farli valere qui però indubbiamente abbiamo una questione che per l'esigenza discarica l'esigenza smaltimento rifiuti tossici, quindi i problemi della produzione e dall'altra parte le questioni dell'incolumità, della salute, della certezza, della sicurezza dei cittadini, pongono la necessità di modi diversi di approcciare. E' per questo che noi abbiamo rifiutato e ci pare preoccupante il tono apocalittico su queste questioni. Noi non costruiamo niente e difatti noi l'abbiamo rifiutato, abbiamo assunto una linea ben precisa anche in contraddizione con altri comportamenti di altre realtà o comunque con comportamenti del passato che proprio la pulizia e la forza di una linea politica deriva dal fatto che si può, a mutate condizioni, mutare decisioni assunte. Che cosa è stato il piano dei siti che avevamo varato se non questo? Pontecurone cosa è stato?



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

La seconda centrale nucleare.



BONTEMPI Rinaldo

E' lo stesso discorso di ieri sull'autostrada Pinerolo-Torino. Abbiamo almeno imparato che ci sono correnti culturali di pensiero e necessità che vanno guardate con lungimiranza, che pongono di non vedere l'hic e il nunc come l'unico punto, cose se si risolvesse tutto facendo un'autostrada a otto corsie per Pinerolo perché pensi che più macchine ci sono meglio è.
Noi la pensiamo diversamente. D'altra parte che non ci sia dialogo tra noi caro Maccari, non è un problema sul piano politico. Tu la pensi in questa maniera, probabilmente riesci a farti capire perché nelle evoluzioni culturali ci sono anche i pezzi che stanno fermi. Noi vogliamo invece rappresentare quelli che cercano di guardare più lontano. Il piano dei siti 1981-1982 conteneva delle sciocchezze, ma conteneva anche delle cose molto buone, ciò nonostante non è passato e lo abbiamo ritirato. Lo sai anche tu eri Assessore, e vi siamo stati costretti dalla forza delle cose, da un rapporto nuovo che si è anche rotto, che non è fatto solo di cose positive lo so benissimo. Rimontarlo vuol dire cambiare marcia, cambiare idee aumentare gli strumenti di programmazione anziché diminuirli; vuol dire aprire ventagli nuovi di rapporti e poi decidere, certamente, ma decidere sapendo che non si decide fingendo di decidere. Noi abbiamo avuto questa linea, rifuggiamo dai toni apocalittici, non ho voluto e non voglio, perch non ne sono neanche in grado, entrare minimamente nel merito della qualità tecnica di un impianto come quello. Ci sono soggetti a ciò deputati istituzioni, responsabilità che devono, attraverso procedure sufficientemente trasparenti, garantire che tutto ciò a cui tecnica e scienza possono rispondere, è garante dell'impianto. Detto questo, nel caso specifico l'inopportunità del sito resta: questo è il problema, la mettiamo così come Partito. Questa è una risposta chiara anche a certe battute. Noi non riteniamo che le nostre difficoltà politiche derivino dal fatto di avere tentato coerentemente e seriamente di governare anche processi complessi. Per noi, anche stando all'opposizione e pur avendo tutti i diritti di critica e di implacabile tackle fatto a governi che non governano, noi dall'opposizione rivendichiamo una funzione di governo in questa vicenda, perché siamo coeredi ed eredi di decisioni del passato. Ma non più di tanto perché come è cambiato il piano dei siti, anche la questione Barricalla eravamo, e l'abbiamo dimostrato con i nostri ordini del giorno, pronti a rimetterla in discussione. Il collega Nerviani ha detto: "Sono andato a una riunione, credevo si potesse fare di più, la situazione però è questa". A me questo sta bene, non è gioco politico: questo è fare la propria parte politica. Però ci sono state altre cose; in quelle sedi comunali forze che qui hanno comportamenti diametralmente opposti hanno suonato il tono dell'apocalisse sull'impianto. Questa è una responsabilità politica che non attribuisco singolarmente a qualcuno, ma che crea una condizione di sgoverno, di cui purtroppo le conseguenze sono gli ambigui e sibillini pronunciamenti della maggioranza: questo è il punto. Noi siamo andati lì e ci riandremo, senza toni apocalittici e abbiamo discusso anche tra noi se era giusto usare certi toni. Secondo me non è giusto, secondo me è giusto andare al merito perché la questione è molto di merito, è molto complessa e ha qualche architrave politica.
L'architrave politica è che alla gente non passino sulla testa le decisioni.
In secondo luogo, se tutto fosse a posto, sarebbe già gran cosa dimostrarlo e farlo sapere. Dimostrarlo e farlo sapere resterebbe un problema evidente di inopportunità del sito tant'è che quell'ordine del giorno che volevamo far votare e che credevamo potesse essere votato rimetteva in discussione la possibilità di confrontarlo con altri siti, non a trecento metri, non a cinquecento metri. Questo ordine del giorno è stato respinto; allora alla fine come maggioranza dovete trarre le conseguenze non solo dei propri oneri di governo. Ferrara, tu sei convinto che si è perseguita una strada coerente: probabilmente sì, non lo smentisco però è mancato un pezzo, ed è il pezzo che noi, con la sospensione, volevamo che si recuperasse e su cui però non accettiamo forme sibilline ed ambigue che lasciano di nuovo aperta la strada a tutti. Per dirla in altri termini: la sospensione era una condizione per poter fare anche quei controlli che avete detto voi e per quello che ha detto il Consigliere Tapparo. E' possibile una declassificazione ulteriore? E' possibile, ma la condizione era la sospensione. L'ambiguità perché è pericolosa? Noi non ci schieriamo con chi si butta su queste cose per agitare, per un pugno di discutibili incerti voti, perché abbiamo anche capito che se si fa solo il gioco politico in questo modo non c'è poi tanta possibilità di recupero politico.
Non siamo miopi, vediamo però che con queste ambiguità conclusive avrete ancora rappresentanti dei vostri Partiti abilitati a dire che si farà e che si dovrà fare e tutto questo minerà profondamente le condizioni di governo di questa istituzione intese come governo, come scelte A) e B), cose a cui ci si possa riferire.
Che fase si aprirà dopo questo ordine del giorno, con una versione data dal Gruppo socialista e una versione data dal Gruppo DC, versioni più letterali e vicine alle realtà date dai due Gruppi (liberale e repubblicano)? Cosa succederà lunedì in Provincia? La Regione si prenderà di nuovo la solita, quotidiana o settimanale palata di fango dalla Provincia? Sono questi i problemi di governo che richiamo. Noi non abbiamo difficoltà a delineare quello che è stato il nostro comportamento.
Permettimi Staglianò e permettimi Ala, voi siete di un altro Partito, siamo amici personalmente ma avversari politicamente. Questo "crucifige" sul Comune di Collegno non lo capisco. Non dimentichiamo che il movimento è partito da un gruppo costituito a Savonera (se era sul merito giusto non ho particolari osservazioni da fare), ed era originato dalla minoranza democristiana del Comune di Collegno. Questo non è gioco politico, è ancora parte politica. Dico solo che il Comune di Collegno, dopo aver tentato di sollecitare la Regione negli anni '82/'83 su questi problemi e avendo avuto probabilmente modo di verificare che quell'impianto aveva certe caratteristiche, ha cercato di difendere un percorso e si è convinto. Le priorità sono: opportunità o meno del sito e rischi. Detto questo, ho trovato gente convinta, seria, pronta a difendere le sue posizioni.
Oggi, sia pure attraverso gli insulti, è venuto fuori qualcosa qualcuno ha detto: "Io pensavo così", altri hanno cercato di difendere un percorso. Il coagulo di tutto è che noi uscendo con l'ordine del giorno così, non sappiamo cosa capiterà domani: se ci sarà più governo o meno governo. Ho simulato due ipotesi per comodità logica di ragionamento; dalla parte di chi ritiene che lì non c'è rischio e pericolo era necessario sospendere per solidificare con la gente questa decisione; dalla parte di chi invece queste certezze non le ha o vede questi rischi era altrettanto e ancora di più necessario sospendere per verificare declassificazione alleggerimento o anche altra destinazione. Rendiamoci conto che qui dentro e concludo su questo, ci sono interessi legittimi perché autorizzati, know how, tecnica, lavoro. E' strano che si dimentichi che c'è una società, si è ricordata la Lega delle cooperative, ma io dico la Finpiemonte.
Perché, ad esempio, per dare segno, senso, anche rassicurazioni su serietà della operazione e bontà tecnica, perché non si attiva la Finpiemonte che è parte di questo, con i suoi rappresentanti (la Giunta l'avrà fatto non lo so) per dare al Consiglio e in quelle comunità le garanzie? Perché non si usa uno strumento pubblico, come la Finpiemonte nel momento in cui siamo implicati - è il discorso che faceva il Consigliere Marchini - per fare magari da volano per il tempo di sospensione necessario per decidere se riconfermare, modificare o variare totalmente? Questa è azione di governo. Nonostante la serietà di alcuni interventi, nonostante le buone intenzioni, la conclusione dell'ordine del giorno è una conclusione assolutamente ambigua, che non fa uscire con chiarezza minima una posizione che sia praticabile domani per chiunque. E' facile accusare l'avversario di ambiguità; sappiamo che c'è il rischio che questa ambiguità cada - ed è per questo che siamo preoccupati - sulle popolazioni rappresentate e sui Gruppi che hanno altre collocazioni, per esempio, su quelli che hanno sostenuto la strada che almeno aveva il pregio di essere chiara, limpida e leggibile: quella della sospensione così come ho motivato.
Invito - e lo faccio per onorare un ruolo non di soliloquio, ma di dialogo che c'è in questa assemblea almeno formale - a riconsiderare la conclusione non chiara di questo ordine del giorno, ad imboccare la strada possibile; ed è una strada difficile, me ne rendo conto. Noi ci collochiamo nell'ottica di un Partito di sinistra di governo che è uno slogan non solo che usiamo ai fini del nostro Congresso, della nostra riallocazione politica in un momento per noi un po' ostico, ma che tentiamo di praticare sapendo che governo inteso come volontà di cambiamento di certe regole è una garanzia per la stessa sinistra e che governo vuol dire stare sui problemi e scegliere le variabili importanti. Trovo grandi governi quelli che sanno riconoscere che in certi punti è meglio fermarsi un momento per ripartire, e trovo invece confuso, non comprensibile e a volte molto debole quello che si chiude o nell'ambiguità o in un decisionismo che non so dove porti. Cosa faranno gli abitanti delle Vallette? Cosa succederà? Che garanzie diamo agli stessi operatori economici? Secondo me con queste conclusioni poche e molto perigliose. Pur facendoci carico della complessità, un percorso minimo l'avevamo indicato, delineato, davamo il nostro contributo, non volevamo rivendicare altro che questo. Ho voluto fare questo intervento anche perché il gioco politico è lecito, è praticato, ci sono limiti oltre cui però questo diventa un elemento di perversione nei rapporti, nella minima chiarezza possibile. Per cui se io ho preso meno voti, sono da questa parte, voi che ne avete presi di più siete dall'altra. Queste cambiali vanno onorate. Noi, finché avremo voce saremo qui, lo faremo valere, mi spiace dirlo, saremo costretti in questo caso a farlo valere in una azione che non si scosterà, non cadremo nel tono apocalittico, ma misurerà i comportamenti. Noi dovremo misurare ed invitare l'esecutivo della Regione e della Provincia a fare i passi nel senso più alto del governo sapendo che questa è la prima ed unica discarica di rifiuti tossici e nocivi che si apre. Lo so che una ne va aperta, ma deve partire al meglio e non contro la gente, oppure non ne partono altre. Non voglio fare la cassandra, ma è certo che muoversi all'altezza giusta è la condizione per fare qualche cosa.
In questo senso rispondo anche al Consigliere Ferrara: non basta tutto quello, seppur vero, che lui ha detto, ci vuole qualcosa di più ed è quel quid politico della cui mancanza noi vi rimproveriamo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Mentre alcuni colleghi intervenivano facevo una riflessione su questo iter procedurale piuttosto lungo la cui parte finale arriva a me come Assessore, che in tutta questa vicenda non ho avuto che una quota parte minimale di responsabilità, approvando nel marzo 1985 la deliberazione del Consiglio che andava a ridurre le distanze, deliberazione di un Consiglio che vedeva una maggioranza diversa e quindi approvata anche da molti che oggi contestano, da qualcuno addirittura approvata due volte: prima in Giunta e poi in Consiglio.
A me non resta che sottolineare tutto l'iter che ha portato a questa conclusione. Incomincerei con il ricordare qualcosa che qui non è stato ricordato ed è esattamente che i partner finanziari della discarica della Barricalla vedono la Finpiemonte nella misura del 30%, la Servizi Industriali e la Lega delle cooperative nella misura del 35%. Perché ho voluto ricordarle? Per dire che c'era uno spettro di forze politiche molto diversificate e molto complessivo, il che faceva prevedere un accordo univoco sulla necessità e su questo tipo di discarica.
E' inutile che ricordi a tutti voi addetti ai lavori come l'area è compresa nel piano dei siti, la concessione del Comune di Collegno, la deroga delle distanze a cui facevo riferimento all'inizio, il parere del Comitato tecnico che chiedeva ulteriori integrazioni di sicurezza, non dando parere favorevole. Il collaudo del Politecnico andava ad accertare che determinate integrazioni, che non ritornarono al Comitato tecnico furono in effetti applicate fino alla fine di tutto l'iter amministrativo.
Non solo sino alla fine della costruzione della discarica della Barricalla.
E' questo che sconcerta alquanto. Sono convinta che se le contestazioni di oggi fossero partite all'inizio della costruzione o alla fine dell'iter amministrativo, avremmo potuto prendere in considerazione la proposta di sito alternativo, tenendo anche in considerazione che il quartiere delle Vallette, ad esempio, è un quartiere già indubbiamente gravato da strutture necessarie ma non edificanti.
Oggi come oggi, però, siamo in presenza di una discarica che dicono essere una discarica fatta secondo le più avanzate tecnologie. A tutto questo dobbiamo aggiungere, e lo sottolineo, la limitazione circa l'accettabilità dei rifiuti. Limitazione che avviene nel contenimento del rilascio di sostanze inquinanti nel percolato per effetto di interazione tra i rifiuti. Non possono essere smaltiti in discarica rifiuti tra loro incompatibili, cioè quei rifiuti che messi assieme darebbero origine a reazioni chimiche che li renderebbero maggiormente tossici e nocivi: l'esclusione di rifiuti contaminati da sostanze definibili molto tossiche.
Il provvedimento provinciale contiene prescrizioni analoghe a queste citate, che furono date dal Comitato tecnico regionale, analoghe, anche se non identiche a quelle descritte che, però, hanno lo stesso intento di eliminarne la pericolosità per dare alle popolazioni tutta la garanzia. Si sottintende, però, che le garanzie della 2C, in quanto alla costruzione sono state tutte mantenute, anche se in effetti questa non è più una discarica 2C, ma per tutte le limitazioni che ho elencato, è una 2C in effetti declassata.
Oltre a questo, le limitazioni sono avvenute anche attraverso una preliminare identificazione ed omologa del rifiuto, che deve essere effettuata prima della stipula del contratto di ritiro del rifiuto, unita a quella dell'accettazione successiva ed il controllo di ogni singola partita, cioè di ogni singolo camion dei rifiuti conferiti in discarica.
Un'altra garanzia mi pare essere quella che chi conferisce il rifiuto è il produttore ed è il trasportatore solo se è autorizzato e se prima ha stoccato i rifiuti che porta alla Barricalla, se è autorizzato a degli stoccaggi, il che significa un controllo a monte, non il trasportatore avventuriero che prende e scarica in modo decisamente avventuristico. Per questa discarica ci sono tutte le garanzie di costruzione.
Per quanto riguarda la gestione di controllo, perché è sulla gestione che grava il massimo di pericolosità, con l'ordine del giorno la maggioranza ha inteso affiancare agli organi istituzionali di controllo per la sicurezza della popolazione, l'ulteriore garanzia aggiuntiva di un tecnico per i due Comuni interessati, cioè i Comuni di Collegno e di Torino, due tecnici che si collocano all'interno del controllo istituzionale. Ecco perché l'ordine del giorno impegna la Giunta regionale a richiedere alla Provincia di Torino di formalizzare, entro due mesi, tale integrazione, e a prescrivere alla società Barricalla l'accollo degli oneri relativi. Perché la Provincia di Torino? Perché non è più competenza della Regione. La Provincia ha dato l'autorizzazione, nell'esercizio del proprio controllo istituzionale, di avvalersi di due tecnici del Comune di Torino e di Collegno per la verifica periodica sin dall'inizio. Vorrei sottolineare questo aspetto che non è stato preso in sufficiente considerazione: "sin dall'inizio della compatibilità dei rifiuti ammessi". Che cosa significano questi due mesi? Ritengo che in questi due mesi si avrà tutto il tempo di andare ad informare ulteriormente la popolazione.



ADDUCI Donato

Ulteriormente? Non ci sei mai andata!



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Ci sei andato tu! Ma è giusto perché hai più tempo come Consigliere.
Voi vorreste che gli Assessori avessero 96 ore, invece, anche se ne lavorano 20, hanno 24 ore al giorno come tutti. Allora, o programmi o fai i piani, o sei presente nella Valle Bormida o sei presente nell'asta del Po o sei presente alla Barricalla, non puoi avere il dono dell'ubiquità.
Comunque lunedì verrà in Assessorato una delegazione del comitato spontaneo della Barricalla e io farò la parte che mi compete e che ritengo di dover fare.
Detto tutto questo, che cosa è cambiato da allora? Perché tutte le forze politiche sono state coinvolte e hanno dato l'assenso, non una ma più volte? Che cosa è cambiato dal momento in cui è stato detto "sì" ad ora? Perché molti di quelli che avevano detto allora "sì" dicono oggi "no"? E' cresciuta la sensibilità delle popolazioni. Non ho dubbi sul fatto che sia cresciuta la sensibilità delle popolazioni sul fattore ambiente.
Tutto ciò, come Assessore alla tutela dell'ambiente, non può farmi che un enorme piacere.
Insieme all'accresciuta sensibilità della popolazione è cresciuta anche l'emergenza rifiuti in modo tale che oggi si mette in forse la continuità della produzione proprio su questa emergenza rifiuti. E' cresciuta la discarica selvaggia, che inquina terreno, che inquina falde acquifere sino a quando - purtroppo il volgere di tempo non sarà molto ampio - ci troveremo in crisi idrica.
L'inquinamento è cresciuto in misura al di sopra di ogni pessimistica previsione e ne abbiamo avuto un sentore - spero di essere riuscita a darlo trattando dei piani di bonifica che hanno stupito in senso negativo per primi i funzionari e poi l'Assessore, la Giunta e tutte le forze politiche che ne sono venute a conoscenza.
Concludo perché non voglio farla lunga tra gente che ormai conosce tutti i particolari e dico che sino a quando non riusciremo - come auspica la collega Bresso e come auspichiamo tutti - a produrre beni senza rifiuti...



BRESSO Mercedes

E' impossibile.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

...o quasi, insomma. E' una cosa che non può avvenire né oggi n domani, forse dopodomani, ce lo auguriamo tutti, noi dobbiamo procedere in un difficile equilibrio tra produzione ed ambiente. E' questa la sensibilità che deve crescere, una sensibilità che ci dice: "O noi andiamo a smaltire correttamente i rifiuti oppure rischieremo di berceli, ad esempio, attraverso l'acqua potabile di Casale Monferrato".
Ripeto, è questa la sensibilità che deve crescere, cioè quella di un corretto smaltimento che garantisca un equilibrio tra ambiente e sviluppo e che garantisca la salute della popolazione assieme al suo benessere.



PETRINI Luigi



PRESIDENTE

Come richiesto, passiamo alla votazione per appello nominale dell'ordine del giorno n. 515, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che ai sensi dell'art. 31 del DPR n. 915/82 la Giunta regionale, con deliberazione n. 413 del 3/5/1985, rilasciava un'autorizzazione provvisoria alla Società Barricalla di Collegno per installare e gestire, in località denominata Cascina Barricalla, una discarica di rifiuti speciali e tossici o nocivi (di seconda categoria tipo C, ai sensi delle disposizioni statali in materia) in una delle aree del Piano dei siti ex L.R. n. 31/79 rilevato il fatto che in relazione alle aree individuate nel citato Piano la Regione (deliberazione n. 505/4001 del 26 marzo 1985 del Consiglio regionale), nell'esercizio delle proprie competenze, concedeva una deroga rispetto alle distanze di sicurezza fissate, dalle disposizioni statali, le quali per le discariche di tipo C sono di 2.000 metri dai centri abitati esistenti e da quelli previsti dagli strumenti urbanistici vigenti o adottati considerato che l'impianto è stato realizzato con sistemi di impermeabilizzazione che prevedono strutture aggiuntive nei confronti delle indicazioni delle disposizioni statali come prescritto dalla Provincia nella sua autorizzazione che ha tenuto conto delle indicazioni dell'autorizzazione provvisoria regionale e del parere del Comitato tecnico regionale accertati e collaudati dal Politecnico di Torino preso atto che la Provincia, analogamente all'autorizzazione regionale, ha prescritto condizioni di accettazione in discarica più severe di quelle indicate nelle disposizioni statali nonché a criteri di gestione tecnica e amministrativa della stessa tali da rendere più agevoli le attività di controllo a conoscenza del fatto che l'approntamento della discarica ha ingenerato allarmi e forti preoccupazioni tra la popolazione di Savonera e delle Vallette considerato che in ordine a questo tipo di impianto assumono particolare rilievo i criteri di gestione dello stesso volti ad evitare l'insorgere di qualsiasi tipo di inconveniente e che pertanto, ferme restando le responsabilità del soggetto gestore, si ritiene opportuna la costituzione di una Commissione tecnico-scientifica preposta a supportare le attività di controllo impegna la Giunta regionale a richiedere alla Provincia di Torino, nell'esercizio del proprio controllo istituzionale, di avvalersi di due tecnici nominati dal Comune di Collegno e dal Comune di Torino, per la verifica periodica, sin dall'inizio, della compatibilità dei rifiuti ammessi a richiedere alla Provincia suddetta di formalizzare, entro due mesi tale integrazione e di prescrivere alla Società Barricalla l'accollo degli oneri relativi ai due esperti".
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'ordine del giorno è approvato.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 904: "Piano dei corsi per operatori sanitari-anno scolastico 1988/1989"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 904, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

Questa deliberazione non avrà il nostro assenso non tanto per il piano dei corsi in sé. Se leggiamo la deliberazione vediamo che c'è uno sforzo numerico quantitativo sulla carta che va nella direzione di raddoppiare tendenzialmente il numero degli allievi per quanto riguarda i corsi, in particolare per gli infermieri professionali. Quindi, non è tanto il contenuto della deliberazione che preoccupa e motiva il nostro voto, quanto la situazione che esiste nel settore sanitario che non occorre sottolineare più di tanto perché è al centro di denunce, di prese di posizione pubbliche che tutti conosciamo: la carenza molto forte nell'ambito degli ospedali della figura e della presenza di infermieri professionali.
Secondo noi, sul problema della figura dell'infermiere professionale del reclutamento degli infermieri professionali, della copertura degli organici relativamente a questo tipo di settore non c'è quell'attenzione e quell'impegno al di là degli aspetti formali della deliberazione che doveva esercitarsi nel corso degli ultimi anni in modo da avere già qualche risultato significativo al riguardo. Risultati significativi a questo riguardo non ce ne sono. C'è un impegno nella deliberazione di andare nella direzione di raddoppiare quasi il numero degli allievi. Sappiamo che alla base ci sono dei fenomeni che hanno spiegazioni di carattere contrattuale addirittura di carattere culturale, nei confronti di questo tipo di professionalità, ci sono iniziative che abbiamo visto, letto sui giornali sentito alla televisione, promozionali nella direzione di questo tipo di figura: è un correre ai ripari in una situazione di emergenza, ma il fatto che ci siano situazioni di emergenza è un po' il portato di una attenzione non sufficiente in questa direzione.
Il nostro atteggiamento è motivato in questo modo.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo passare alla votazione della deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 26 voti favorevoli, 12 contrari e 1 astensione.


Argomento: Presidente della Giunta Regionale

NOMINE


PRESIDENTE

Passiamo al punto 8) all'o.d.g.: "Nomine".
Si distribuiscano le schede per l'elezione di due membri del Consiglio di amministrazione della Promark.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Chiedo la parola perché devo motivare la decisione di non partecipazione al voto conseguente ad analogo comportamento che abbiamo tenuto in sede di Commissione consultiva per le nomine.
Spiego perché non partecipiamo al voto. Il compagno Bruciamacchie e il sottoscritto hanno presentato, dopo una prima interpellanza che risale al mese di maggio 1988, un'altra interpellanza molto urgente in cui ponevano la questione di che cosa la Giunta avrebbe dovuto fare - e non ha fatto dopo l'ordine del giorno votato in Consiglio il 25 febbraio 1988 in una situazione per cui si va all'assemblea degli azionisti che rischia di sanzionare il fallimento della società, tra deficit di gestione (400 milioni nel bilancio 1986, 400 nel consuntivo 1987), tra contenzioso verso l'Erario dello Stato, Ufficio Imposte Dirette, Palazzo del Lavoro, che ammonta a 1.700 milioni e considerato che questo cumulo di passività aumenta perché a questo ammontare di 800 milioni vanno anche aggiunte le quote di questi primi cinque mesi del 1988, con un capitale decisamente inferiore. Attraverso i dati di cui siamo in possesso e che si verificheranno non più tardi di martedì nell'assemblea degli azionisti di fronte al probabile crollo finanziario della società, di fronte a una situazione così grave e mentre richiamiamo immediatamente un intervento della Giunta che onori l'impegno di dare gli indirizzi e di intervenire per assumere delle determinazioni in merito, troviamo non solo assolutamente non conforme allo spirito della legge delle nomine, ma molto grave sul piano politico che si sia giunti alla nomina del Presidente attraverso una disputa lottizzatoria classica all'interno di uno stesso Gruppo, quello socialdemocratico. E' mancata la debita sensibilità e forza non solo da parte di quel Gruppo, ma da parte della maggioranza perché il Presidente sarà espresso da un Gruppo, ma sarà espressione di una maggioranza, che garantisse anche attraverso un modo rapido e forte di proposta del Presidente il segno di un impegno, di una volontà di tentare una strada per ovviare a questa situazione, qualora ancora possibile.
Già la scorsa volta nella Commissione consultiva per le nomine abbiamo elevato la nostra protesta e l'abbiamo tradotta nella non partecipazione al voto per ragioni politiche che abbiamo chiaramente esposto. Ci sembra, in altri termini, che nel momento in cui la casa brucia si debbano adottare i metodi classici, criticabili e a cui qualcuno di noi ha tentato di ovviare attraverso una legge che stabilisce perlomeno uno spirito di autonomia per l'istituzione, per i Gruppi e anche per la Giunta; di fronte a questa situazione che qui denunciamo e di cui informiamo chi non fosse informato dei colleghi, noi motiviamo la nostra non partecipazione al voto. Se qualcuno o la Giunta vuol collocarsi in questo dibattito, ben venga per dire che cosa si intende fare in relazione al giorno 6, quando ci si troverà di fronte ad un ammontare di debiti o messi a bilancio o non contemplati, ma esistenti, per esempio, il contenzioso che rischia di travolgere ogni possibilità di sopravvivenza della società.
E' una situazione grave, siamo sorpresi che si arrivi a ciò attraverso l'intervento di controllo da parte di un Gruppo dell'opposizione. Siamo sbalorditi del fatto che non ci è stato dato modo di sapere che cosa intende fare per la sua parte la Regione e neanche l'informazione. La diamo noi, la colleghiamo alla nomina per le ragioni che ho detto e non parteciperemo quindi al voto.
Voglio motivare che la nostra posizione di non partecipazione al voto non è di protesta verso i due nomi che vanno ad essere votati, ma è nei confronti dell'atteggiamento politico complessivo tenuto dalla maggioranza.
Il Capogruppo socialdemocratico ci ha scritto - era la prima volta che ricevevamo un telegramma di questo tipo - che: "A seguito di precise indicazioni la Direzione nazionale del Partito socialdemocratico indicava tra due un nome". Tutto può essere trangugiato; la capacità della maggioranza di mettere in moto omaso che abomaso (i due stomaci del ruminante) è notevole. Appare certo quello che la Direzione nazionale del Partito socialdemocratico indica al suo omologo locale; senz'altro non tiene conto del fatto che più che fare una nomina per far prevalere una parte o un'altra, c'è da affrontare questi problemi finanziari in un ente in una società. C'è una parte nelle forme che corrisponde assolutamente sempre alla sostanza; la sostanza è assolutamente inadeguata; noi protestiamo, non abbiamo altro mezzo che quello di fare la nostra opera di informazione verso i colleghi e di non partecipare al voto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone che interviene in qualità di Consigliere.



MIGNONE Andrea

Ruberò un secondo ai lavori del Consiglio. Non pensavo che il Consiglio venisse chiamato su questo, però mi vedo costretto a intervenire dopo l'intervento del collega Bontempi. Non nego che la situazione della società Promark sia difficile per una serie complessa di ragioni che risalgono indietro nel tempo e che certamente non voglio qui nascondere per sfuggire responsabilità anche politiche che il nostro Gruppo ha avuto attraverso la Presidenza della società. Io credo che da parte della Giunta saranno date quanto prima risposte puntuali rispetto ai quesiti che sono stati sollevati in ordine alla situazione finanziaria dell'ente e alle sue prospettive. In ordine alla questione della Commissione consultiva per le nomine, credo debba essere dato atto al Gruppo socialdemocratico che, nei limiti delle sue capacità, è sempre stato rispettoso delle norme che ci siamo dati con la legge sulle nomine per quanto riguarda la designazione dei candidati l'eliminazione delle incompatibilità; sono regole che noi abbiamo sempre cercato di rispettare. Credo che anche quest'ultima vicenda peraltro poteva essere ricondotta all'interno di questa valutazione complessiva nel senso che non è la prima volta, non siamo noi il primo Gruppo, che si presentano più candidature con riserva di fare la propria scelta chiedendo il rinvio di una designazione. Non siamo l'unico Gruppo a fare questo. Quando un Gruppo, qualunque esso sia, ha chiesto questo rinvio, noi l'abbiamo sempre accordato, sapendo anche che questo vuol dire che il Gruppo cerca di avere anche delle indicazioni rispetto alla scelta da fare da parte del proprio partito. Se poi qualcuno lo fa in modo più discreto, nelle stanze delle federazioni e delle direzioni, e altri lo fanno in modo più vistoso con telegrammi, è problema di scelta di canali, però questo non cambia la sostanza.
Mi pare peraltro che oltretutto questi giorni di riflessione abbiano fatto cadere la scelta su una persona che per la sua esperienza amministrativa possa da questo punto di vista dare delle garanzie rispetto al ruolo che il Consiglio regionale si appresta a far assumere al nostro rappresentante all'interno della Promark.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola possiamo procedere alla votazione. Comunico che la Commissione consultiva per le nomine all'unanimità, escluso il Gruppo comunista che non ha partecipato a questa votazione, ha indicato, dopo la proposta dei rispettivi Gruppi, per il PRI il signor Geja Lorenzo e per il PSDI il signor Strobbia Stefano.
Tali nominativi sono riportati sulla scheda che vi prego di compilare.



(Il Presidente procede all'appello nominale)



PRESIDENTE

Hanno votato in 25 Consiglieri. Il numero legale è 26. Sarà opportuno ripetere la votazione.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Nerviani. Ne ha facoltà.



NERVIANI Enrico

Vorrei capire la ragione della non validità della votazione test effettuata relativa alla nomina di due rappresentanti della Regione in seno alla Promark. Perché se è vero che alcuni Consiglieri non hanno partecipato alla votazione, tuttavia non hanno dichiarato di abbandonare l'aula, e quindi ritengo che il numero legale non vada valutato in base a coloro che hanno deposto la scheda nell'urna, ma in relazione alle presenze che si sono verificate in aula al momento del voto. Chiederei alla Presidenza di fare questa riflessione tecnica prima di dichiarare...



PRESIDENTE

Nessuno ha dichiarato che la votazione è invalidata.
Da parte mia non c'è stata alcuna dichiarazione. Ho detto che esamineremo la votazione in base alle presenze perché la non partecipazione è comunque una presenza in aula.



NERVIANI Enrico

Non ho sentito male.



GUASSO Nazzareno

Bisogna considerare tutti i congedi.



PRESIDENTE

Il numero legale non può essere rilevato, deve essere richiesto.
Potremmo comunque prendere nota dei presenti facendo un appello nominale, indipendentemente dalla partecipazione o dalla non partecipazione al voto.
Possiamo ripetere la votazione facendo un appello nominale e con una dichiarazione di non partecipazione al voto in modo tale da registrare le presenze effettive in aula; verbalizziamo la non partecipazione al voto come sempre è avvenuto. Non credo vi siano altre soluzioni. Ripetiamo pertanto la votazione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Montefalchesi. Ne ha facoltà.



MONTEFALCHESI Corrado

Onde evitare di aggiungere delle illegittimità chiedo alla Presidenza di verificare se è possibile ripetere la votazione su un argomento già posto in votazione. Ritengo che ciò non sia possibile. Tra l'altro ho risposto che non partecipavo al voto, quindi quando dichiaro di non partecipare a una votazione presumo che venga verbalizzato. Se non è stato verbalizzato lo si prenda dalla registrazione.



PRESIDENTE

L'ultimo comma dell'art. 67 del Regolamento interno del Consiglio regionale, riguardante le votazioni a scrutinio segreto, recita: "Nell'ipotesi di irregolarità, l'Ufficio di Presidenza, valutate le circostanze, può annullare la votazione e disporre che si ripeta".
L'Ufficio di Presidenza in questo momento è costituito solo dal sottoscritto e dal Consigliere Segretario Guasso. Insieme riteniamo di far ripetere la votazione registrando anche le non partecipazioni.
Si ripeta quindi la votazione.



BIAZZI Guido

Si sarebbero verificate delle irregolarità.



PRESIDENTE

Per l'assenza di Consiglieri Segretari e di altri membri dell'Ufficio di Presidenza, non è stata registrata la non partecipazione al voto, mentre invece va registrata perché la non partecipazione non è un fatto collettivo, ma è un fatto singolo. Ci può essere un Consigliere che non partecipa e un Consigliere dello stesso Gruppo che partecipa, quindi devo registrarlo; però siccome sono solo oltre al Consigliere Segretario addetto al ritiro delle schede, questo lo farò io, quindi ripetiamo la votazione.



BIAZZI Guido

Ne prendo atto, avanzo però delle riserve personali, perché questa presunta irregolarità si era constatata semmai all'inizio della votazione o prima della votazione.



PRESIDENTE

Lo mettiamo a verbale.
Ripetiamo la votazione. E' presente il Consigliere Segretario Marchini che prego di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Marchini proceda all'appello nominale)



PRESIDENTE

Al momento del voto i Consiglieri presenti erano 43, 17 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione.
I candidati, signor Geja Lorenzo e signor Strobbia Stefano hanno avuto 22 voti; schede bianche 2.
Devo altresì comunicare che essendo 12 colleghi in congedo oggi pomeriggio (Alberton, Bergoglio, Bonino, Bosio, Carazzoni, Dameri, Pezzana, Turbiglio Valeri e Viglione) il numero legale o il quorum è 25; alla votazione hanno partecipato 26 Consiglieri, quindi dal punto di vista regolamentare, siamo in regola.
Pongo ora in votazione l'immediata esecutività, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 32 voti favorevoli e 4 astensioni.


Argomento: Viabilità

Comunicazioni della Giunta regionale sul progetto di costruzione dell'autostrada Torino-Pinerolo (seguito) Votazione relativi ordini del giorno


PRESIDENTE

Sulla questione dell'autostrada Torino-Pinerolo, i colleghi Consiglieri, che hanno affrontato una lunga discussione su questo argomento, ricorderanno che era stato presentato un ordine del giorno dai Consiglieri Bontempi ed altri, al quale erano state proposte due integrazioni del collega Ala; inoltre c'è un ordine del giorno della maggioranza.
Questi ordini del giorno verranno posti in votazione secondo la data di presentazione.
L'ordine del giorno del collega Bontempi è già stato illustrato, mentre invece non sono state illustrate le integrazioni.
Se il collega Ala intende illustrarle, ha facoltà di intervenire.



ALA Nemesio

Comincio da alcuni aspetti procedurali. Avevo presentato le mie integrazioni come integrazioni all'unico ordine del giorno presentato all'epoca. Desidero comunque subito precisare che possono essere considerati due documenti da votarsi a parte oppure, qualora venissero accolti dai proponenti, accetto che siano considerate integrazioni ad entrambi gli ordini del giorno. Sulle altre parti dirò poi se votare o non votare i punti precedenti.
I due ordini del giorno presentati dalle altre forze politiche sono diversi tra di loro, ma la caratteristica delle integrazioni è tale da non entrare in contraddizione con nessuno dei due ordini del giorno.
Ovviamente, spetta ai proponenti e al Consiglio accettarli o non accettarli.
Una delle due integrazioni riguarda l'avvio, presso le sedi istituzionalmente competenti, di "idonee iniziative atte a favorire l'adozione di limiti di velocità sulle strade statali e provinciali piemontesi". Non si può infatti addebitare ai platani o chissà a quali altre cose delle colpe, quando invece tutti i dati dimostrano che nel non rispetto dei limiti di velocità sta uno degli elementi principali dei rischi della circolazione stradale, su qualsiasi strada della nostra regione come del nostro paese. L'Italia è il paese più arretrato sia rispetto all'adozione di misure relative ai limiti di velocità, sia rispetto ai controlli. E' un caso generale il fatto che questi controlli non vi siano.
In secondo luogo, l'adozione dell'obbligo delle cinture di sicurezza: è vero che non sono aspetti di competenza regionale, ma la Regione pu richiedere che questo avvenga subito, già da questa estate, già dal prossimo autunno.
Inoltre, proponiamo l'incentivazione dell'uso di benzina senza piombo sia con interventi relativi all'apparato industriale sia con interventi di defiscalizzazione. Teniamo conto che l'Italia è quasi l'unico paese della Comunità Europea, e anche dei Paesi dell'area dell'OCSE, in cui la benzina senza piombo è più cara dell'altra. Poiché ormai il prezzo del carburante è legato agli aspetti di politica fiscale, diventa una scelta politica quella della riduzione del prezzo, non più legata alla attività industriale.
La seconda integrazione (le due integrazioni possono essere votate anche separatamente) riguarda il rilancio e l'ammodernamento della linea ferroviaria Torino - Pinerolo - Torre Pellice con una verifica degli orari e delle tariffe. Inoltre riguarda la richiesta di uno studio su tutto il territorio piemontese su linee paragonabili a queste per l'individuazione di fasce orarie o di corse gratuite in modo da alleggerire il traffico automobilistico. Solo con iniziative del genere si risolve il problema della crescita del traffico automobilistico, visto che è inutile ed infantile allargare corsie che dopo cinque anni si verificheranno nuovamente insufficienti. E' attraverso una riduzione del traffico, della sua pericolosità e della sua nocività in termini di inquinamento che noi possiamo fare qualcosa di diverso, anziché ricorrere ad una procedura estremamente retrograda quale quella del fare strade, aumentando di conseguenza il traffico. Lo stesso ragionamento vale per i rifiuti: o riduciamo il traffico, così come dovremmo ridurre i rifiuti, altrimenti non possiamo che produrre altro asfalto per mettervi altre automobili sopra.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Riteniamo sia possibile accogliere il punto che riguarda il rilancio e l'ammodernamento della linea ferroviaria. Secondo me, l'ordine del giorno dovrebbe fermarsi qui perché l'integrazione: "avviare uno studio sulle conseguenze complessive delle fasce orarie gratuite", mi pare porti fuori dalla incisività del provvedimento. C'è un percorso che è quello del progetto della Regione, del sostegno all'ammodernamento della Torino Pinerolo, della difesa e salvaguardia della Pinerolo-Torre Pellice. Io starei in questi termini, quindi noi accoglieremmo l'ordine del giorno fino alle parole: "ad operare al fine di un sollecito rilancio e ammodernamento delle linee ferroviarie, verificandone inoltre orari e tariffe in particolare per i passeggeri pendolari". Mentre invece l'integrazione: "avviando altresì uno studio sulle conseguenze complessive dell'istituzione" secondo me lega questo ordine del giorno a una cosa diversa che noi potremmo trattare in un altro ordine del giorno più completo che riguarda tutto il territorio regionale. Infatti il provvedimento con cui chiediamo l'impegno della Giunta sulla Torino Pinerolo è contestuale alla strada e alle decisioni conseguenti.
L'altro emendamento credo sia da trattare in un ordine del giorno a s perché ci sarebbero molti limiti a collocarlo in questo della Torino Pinerolo. Mi spiego. Proprio nel momento in cui noi sosteniamo che vanno allargate le due strade e quindi va data più scorrevolezza, porre dei limiti vuol dire dare una mano a chi dice che quelle sono strade di secondo livello e che dobbiamo fare l'autostrada.
Invito a trattare l'argomento dei limiti di velocità, valido in tutto il territorio, come vera causa in un ordine del giorno a sé.
Non voteremo l'ordine del giorno della maggioranza perché dice testualmente: "Verificare la contestualità della possibilità di realizzare il collegamento diretto protetto Torino-Pinerolo" a cui siamo contrari per le ragioni che abbiamo esposto.
Come ho già detto, per quanto riguarda gli emendamenti presentati dal Consigliere Ala accogliamo il primo fino alla parola "pendolari". Mentre per quanto riguarda l'altro saremmo disponibili a votare un ordine del giorno generale, magari anche da rimettere in sesto, valido come politica di incentivo della sicurezza in tutte le strade piemontesi e quindi non da trattare in questa sede.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Purtroppo gli emendamenti presentati dal Consigliere Ala non sono stati distribuiti e forse non tutti i colleghi li conoscono. Noi non possiamo collocarci positivamente rispetto all'ordine del giorno comunista non tanto perché non contenga dei punti di assimilazione con i punti sostenuti nell'ordine del giorno della maggioranza, ma perché dimentica un punto fondamentale che è quello della contestualità dell'asse protetto che rappresenta per noi un punto qualificante della posizione politica.
Per quanto riguarda gli emendamenti del Consigliere Ala il nostro voto si tradurrà in una astensione perché anche la collocazione all'interno dei singoli punti risulta piuttosto imbarazzante rispetto ai riferimenti all'ordine del giorno comunista. Se cioè, come già sottolineato dal Consigliere Bontempi, il testo degli emendamenti viene visto in correlazione all'ordine del giorno comunista, cioè di fatto a giustificare misure cautelari per giustificare la praticabilità in termini di garanzie e di sicurezza degli assi esistenti, è chiaro che andiamo ad un livello di servizio che non è rispondente agli obiettivi che ci proponiamo.
L'astensione il Consigliere Ala non la deve interpretare nel senso che noi non siamo d'accordo sulle limitazioni della velocità e sulle ragioni che inducono il suo Gruppo politico a sostenere che non è l'abbattimento degli alberi che risolve il problema del livello di servizio della strada stessa. Siamo perfettamente d'accordo, così come siamo d'accordo anche sul fatto di accelerare al massimo l'uso delle cinture di sicurezza, di operare perché ai livelli fiscale e legislativo si attivi l'uso della benzina verde, ma tutti questi elementi di assimilazione e supposizioni in correlazione con l'ordine del giorno comunista ci inducono ad una posizione di astensione.
La maggioranza ha presentato un suo ordine del giorno, non credo che richieda specifiche illustrazioni. Lo raccomandiamo alla votazione del Consiglio e chiediamo a chi non lo volesse votare di volerci riconoscere almeno per parti perché credo che gli elementi che contenga possano comunque essere elementi sui quali vi è una larga maggioranza da parte di tutti i Gruppi del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, le proposte presentate dal collega Ala in linea di massima mi trovano d'accordo. Per quanto riguarda il rilancio della ferrovia Torino - Pinerolo - Torre Pellice sono dell'idea di accogliere questa parte per sottolineare di più questo aspetto. Però non andrei oltre perché parlando di fasce orarie gratuite apriremmo un discorso che non mi sembra corretto rispetto alle linee di tendenza cui stiamo andando.
Sono d'accordo sia per quanto riguarda la benzina verde, sia per quanto riguarda le cinture di sicurezza. D'altro canto dovrebbero entrare in vigore tra non molto. Mi troverebbe d'accordo anche la limitazione della velocità sulle strade regionali. La riduzione della velocità è un elemento che, insieme alla benzina verde, insieme alle cinture di sicurezza, possono entrare nel dispositivo della deliberazione che potrebbe essere accolta.
Invito la Giunta a raccogliere questa proposta anche perch alternativamente è distinta dai due ordini del giorno.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore alla viabilità

Al di là di quale sarà l'esito della votazione gli ordini del giorno presentati contengono degli elementi di ragionevolezza. La Giunta ritiene che l'ordine del giorno presentato dalla maggioranza rappresenti una sintesi felice della comunicazione che è stata resa in Consiglio regionale perché nella parte in cui vi sono gli impegni alla Giunta sono ricompresi i punti che erano contenuti nella parte propositiva della nostra comunicazione. Quindi la Giunta si riconosce nel documento che è stato presentato dalla maggioranza.
Rispetto agli emendamenti che ha presentato il Consigliere Ala, per quanto riguarda il discorso dell'ammodernamento della ferrovia Torino Pinerolo - Torre Pellice nella attesa comunicazione abbiamo ribadito questo impegno. Peraltro nelle premesse vi è anche un richiamo a questo momento.
Se si ritiene di doverlo riprecisare nella parte relativa agli impegni e quindi "impegna la Giunta ad operare alla fine di un sollecito rilancio ed ammodernamento della linea ferroviaria". Fino a questo punto la Giunta sarebbe per accogliere queste due righe dell'emendamento, non andrebbe oltre perché vengono chiamate in causa una serie di altre valutazioni più generali che non hanno riferimento specifico a questo ordine del giorno pur coinvolgendo aspetti di ordine generale. C'è il richiamo alla gratuità delle corse che è un problema che appesantirebbe ulteriormente la questione del rapporto costi-ricavi, contro il quale stiamo combattendo per evitare la chiusura delle linee ferroviarie.
L'altro emendamento è di carattere generale e quindi non riconducibile all'interno dell'ordine del giorno. La Giunta lo può assumere con una raccomandazione e un impegno a svolgere le iniziative che sono state ricordate. Peraltro abbiamo già avviato contatti con l'Automobile Club per una campagna di educazione stradale che affronti le questioni delle cinture di sicurezza, della segnaletica e dei limiti di velocità, quindi la Giunta la acquisirebbe dal punto di vista politico come raccomandazione di un inserimento nell'ordine del giorno proposto dalla maggioranza.



ALA Nemesio

Dichiaro di ritirare le mie integrazioni perché sono in parte confluite nell'ordine del giorno del Gruppo comunista.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 510 presentato dal Gruppo comunista, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale ritenuto che la situazione della mobilità delle persone e delle merci lungo la direttrice Torino-Pinerolo è di tale gravità, in ordine ai volumi di traffico, alla sicurezza degli utenti, da richiedere, dopo anni di parole fatti concreti che consentano l'effettivo miglioramento del sistema della mobilità riaffermato che il problema deve essere affrontato in ogni caso in termini di assoluta urgenza a partire dall'attuazione degli interventi possibili subito e coerenti con le esigenze della realizzazione di un sistema integrato (viabilità e ferrovia) capace di rispondere nel suo insieme alla necessità di sviluppo socio-economico delle aree interessate (dalle zone di pianura, alla città di Pinerolo, alle aree montane) impegna la Giunta regionale a definire rapidamente, in anticipazione e stralcio del Piano dei trasporti, le soluzioni di miglioramento delle strade statali 589 e 23 contenute nella relazione dell'Assessore Mignone: allargamento, soluzioni agli incroci, varianti nei punti pericolosi, ammodernamento delle strade provinciali, realizzazione dello svincolo del Drosso ad operare di conseguenza perché su tali interventi l'ANAS attivi i conseguenti finanziamenti non ancora utilizzati e passi alla concreta realizzazione delle spese impegna infine la Giunta regionale a predisporre le condizioni progettuali e strumentali affinché entro e non oltre il prossimo autunno si passi alla fase operativa dei lavori".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 11 voti favorevoli e 24 contrari.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 516 presentato dalla maggioranza il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto della relazione sui problemi del collegamento viario Torino-Pinerolo dell'Assessore regionale ai trasporti richiamati gli atti e i documenti di pianificazione settoriale della Regione, e in particolare gli ultimi aggiornamenti del Piano regionale dei trasporti considerato preminente, nel ruolo delle istituzioni, quello programmatorio della Regione, anche in appoggio alla recente positiva attivazione della Provincia di Torino tenuto conto che la gravità della situazione, per quanto attiene ai problemi di viabilità e di sicurezza è tale da richiedere precise e indifferibili decisioni in termini progettuali e di adeguate destinazioni di risorse riaffermate le esigenze di coerenza con un sistema integrato fra trasporto pubblico ferroviario e collegamenti viabili per realizzare una più ampia integrazione del Pinerolese nell'area metropolitana torinese impegna la Giunta regionale a definire tempestivamente con l'ANAS, aggiornando i contenuti del Piano a suo tempo approvato dal Consiglio regionale, le soluzioni di miglioramento delle SS 23 e 589 a verificare con l'Amministrazione provinciale di Torino e con l'ANAS la realizzabilità contestuale di un nuovo collegamento stradale a corsie protette necessarie per la minima interferenza con i traffici locali e per una maggiore razionalità dei collegamenti con il Piemonte sud e dei flussi turistici impegna la Giunta regionale ad operare al fine di un sollecitato rilancio e ammodernamento della linea ferroviaria Torino - Pinerolo - Torre Pellice a vagliare queste ed altre possibili alternative salvaguardando nel migliore dei modi l'esercizio delle attività agricole e la tutela delle risorse ambientali irripetibili".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 25 voti favorevoli e 12 contrari.
Terminano così i lavori del Consiglio regionale, vi ringrazio della collaborazione.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 16,30)



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