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Dettaglio seduta n.139 del 12/05/88 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute" comunico che è stato distribuito il processo verbale dell'adunanza consiliare del 29 marzo 1987 che sarà posto in votazione nella prossima seduta.
Non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 29 e 30 aprile, 8, 14, 21 e 28 maggio 1987 si intendono approvati.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1007 del Consigliere Valeri inerente il Collegio dei Revisori dei Conti USSL n. 45


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 1007 presentata dal Consigliere Valeri.
Risponde l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Contemporaneamente alla ricezione dell'interrogazione del Consigliere Valeri era in corso presso l'Assessorato alla sanità una verifica relativa alla situazione dei Collegi dei Revisori dei Conti delle UU.SS.SS.LL.; si era appurato che quattro UU.SS.SS.LL. non avevano provveduto alla nomina di competenza, mentre tre UU.SS.SS.LL. avevano nominato Revisori persone non iscritte all'Albo previsto dalla L.R. 22/8/1983, n. 10.
Si è pertanto provveduto ad invitare le UU.SS.SS.LL. inadempienti ad attivare le procedure di legge ed infine in data 23/12/1987 la Giunta regionale con deliberazione n. 169-18062 ha avviato il controllo sostitutivo previsto dalla L.R. 12/8/1976, n. 42 per le UU.SS.SS.LL. nn. 45 e 65.
Alla data odierna la situazione dei Collegi dei Revisori dei Conti risulta del tutto normalizzata in quanto anche l'USSL n. 45 da ultima ha provveduto agli adempimenti di competenza nel corso della seduta dell'assemblea dell'Associazione dei Comuni del 12 febbraio u.s.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Prendo atto dell'avvenuto insediamento del Collegio dei Revisori dei Conti dell'USSL n. 45 di Vercelli. Nel medesimo tempo non posso che dichiararmi in disaccordo con la risposta dell'Assessore in quanto l'insediamento di questo Collegio è avvenuto con enorme ritardo. La stessa interrogazione che sollecitava l'intervento regionale porta la data del 20 ottobre e la risposta ci giunge con sei mesi di ritardo.
La gravità del ritardo è accentuata dal fatto che il procrastinarsi dell'insediamento di un organo di tale rilevanza, in un momento in cui sulla gestione amministrativa delle UU.SS.SS.LL. aleggiano gli interrogativi e i problemi che conosciamo, è stata dovuta al fatto che l'esponente di un Partito della maggioranza pentapartitica, designato alla Presidenza di questo Collegio, era in condizioni di evidente incompatibilità.
Di fatto, cioè, si è trasferita sulle istituzioni la conseguenza di una decisione partitica, per imporre la quale non si è indietreggiati neppure di fronte alla responsabilità del ritardo di ben due anni e mezzo all'insediamento di un Collegio dei Revisori dei Conti.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione n. 1060 dei Consiglieri Dameri, Acotto, Calligaro e Sestero inerente il caso del signor Antonio Pepe, "Residenza famiglia anziani"


PRESIDENTE

L'Assessore Carletto risponde ora all'interrogazione n. 1060 presentata dai Consiglieri Dameri, Acotto, Calligaro e Sestero.



CARLETTO Mario, Assessore all'assistenza

Con l'interrogazione n. 1060 del 2/12/1987 relativa alla drammatica vicenda, riportata dal quotidiano "La Stampa" del 27/10/1987, del signor Antonio Pepe di 76 anni deceduto presso l'Ospedale di Rivoli, già ospite in precedenza della "Residenza Famiglia Anziani" di Bruino, i Consiglieri interroganti vogliono conoscere: se la "Residenza Famiglia Anziani" di Bruino è convenzionata con l'USSL di appartenenza quali eventuali controlli venivano effettuati da parte delle competenti autorità se la Società Pro.Ge.Co., proprietaria di altre tre Case di Riposo a Sangano e a Giaveno ha rapporti di convenzionamento con enti pubblici quali misure si intendano mettere in atto per garantire che tali strutture siano adeguate sotto il profilo sanitario e socio-assistenziale alle esigenze degli ospiti e degne di una società civile.
A tal proposito mi sembra opportuno premettere che il mantenimento dell'anziano nel suo ambiente di vita, realizzato con la messa in atto di una reale prevenzione della condizione fisica, ambientale, culturale che induce al ricovero, è momento prioritario di ogni nostro intervento.
Peraltro, come in più occasioni ho avuto modo di affermare, questo non deve e non può essere un assunto che ci chiuda gli occhi di fronte alla realtà "istituzione" in quanto essa è praticata, cercata e sostenuta, anche in modo individuale, dai medesimi soggetti che si trovano nella condizione di bisogno. Il tentativo nostro è quello di realizzare una politica che determini la condizione di assistenza domiciliare per il permanere della persona in difficoltà nelle sue condizioni abitative in modo forte, non tralasciando però la possibilità di migliorare la qualità e le prestazioni all'interno delle istituzioni perché anch'esse svolgono la loro parte e danno una risposta.
Peraltro la condizione di non autosufficienza, per ciò che comporta talvolta annienta la possibilità e la capacità di mantenere la persona nel suo ambiente.
Ritenendo questa condizione un'emergenza per la nostra Regione l'Amministrazione regionale si è impegnata sin dall'inizio di questa legislatura a creare condizioni di presenza, di qualità e di vivibilità nelle strutture residenziali tutelari presenti sul territorio regionale.
In questa direzione si è operato per la prima volta nella nostra Regione con la L.R. n. 14/86 per costruire e/o riqualificare posti letto per non autosufficienti in strutture pubbliche e IPAB (interventi che si realizzano nella nostra Regione dal 1986). La strada era giusta e lo dimostra il fatto che addirittura il Governo e il Parlamento attraverso la legge finanziaria hanno stanziato per la prima volta risorse ingenti per interventi analoghi a questi.
Nel merito dell'interrogazione si precisa che il giorno 28/10/1987, con riferimento all'articolo apparso sul quotidiano "La Stampa" del 27/10/1987 è stata richiesta telegraficamente una relazione particolareggiata all'USSL n. 34 di Orbassano sul fatto segnalato.
Al riguardo si precisa che il presidio socio-assistenziale Pro.Ge.Co.
di Bruino non ha alcuna convenzione con l'USSL di Orbassano né risulta che siano in atto convenzioni con altre UU.SS.SS.LL. del Piemonte.
La struttura, come le altre dell'USSL. è sottoposta a regolari visite ispettive da parte della Commissione di vigilanza costituita dall'USSL n.
34 con deliberazione n. 1176 del 20/8/1985, secondo quanto previsto dalla vigente normativa.
In riferimento al caso di cui si tratta, il giorno 29/10/1987 il Comitato di gestione dell'USSL n. 34 di Orbassano si è riunito in seduta straordinaria e considerato che il presidio non ha ottemperato agli adeguamenti prescritti nel mese di febbraio, con diverse scadenze, ha disposto la sospensione dell'autorizzazione al funzionamento del presidio socio-assistenziale denominato Pro.Ge.Co. sito nel Comune di Bruino, Via dei Tigli n. 24, sino a quando lo stesso non dimostri il completo adeguamento alle prescrizioni formulate in data 10/2/1987 e notificate al rappresentante legale della Società con nota dell'USSL n. 34 n. 2496 del 23/2/1987.
Ritengo che la funzione di vigilanza che le UU.SS.SS.LL. esercitano per delega della Regione, amministrata con qualificazione ed intelligenza, è uno strumento valido per consentire il miglioramento e il controllo della qualità della vita in questo tipo di struttura. Nel bilancio regionale per il 1988 lo stanziamento previsto per svolgere queste funzioni di vigilanza è aumentato rispetto agli anni scorsi.
Un secondo elemento che ebbi già modo di far presente nel dibattito che si è determinato in aula circa le modifiche alla L.R. n. 20/82 e in più occasioni di dibattito pubblico è l'impegno che noi intendiamo realizzare per rendere più efficienti i servizi pubblici, inserendo in questa dizione anche le Istituzioni Pubbliche di Assistenza, al fine di qualificare le risposte ai bisogni delle persone ed evitare in tal modo ogni forma di speculazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dameri.



DAMERI Silvana

Signor Presidente, noi speravamo che un caso drammatico come quello accaduto nella comunità di Bruino inducesse l'Assessore ad una risposta non burocratica. Non ho alcun gusto della polemica per la polemica, mi interessa il confronto di merito, ma tutte le volte l'Assessore non fa altro che snocciolarci una litania, sempre con lo stesso ordine: primo, noi siamo per l'assistenza domiciliare; secondo, bisogna fare anche le strutture residenziali; terzo, le UU.SS.SS.LL. fanno il loro compito quarto, non si capisce come mai (lo aggiungo io) accadono casi come questo.
I casi come questo sono i più drammatici che vengono alla luce del sole, ma sappiamo bene che la situazione all'interno delle strutture residenziali è estremamente precaria, occorre porsi un minimo di problematicità nell'affrontare le questioni altrimenti diventa tutto inutile. In questo senso sarebbe utile affrontare queste questioni in termini non burocratici e ciò aiuterebbe il nostro lavoro che non è quello di cercare la polemica, ma di trovare su una questione così complessa come questa le strade difficili, che però sono necessarie perché sappiamo che questa è una delle questioni non solo attualmente più forti, ma progressivamente emergenti nella società piemontese.
E' necessario trovare un momento di discussione in Consiglio per entrare nel merito delle questioni, su talune delle quali ci siamo soffermati nell'ambito della discussione sulla legge 20, però la discussione complessiva era stata rimandata alla formulazione del piano socio-sanitario. Adesso, se ho ben capito, il piano slitta e di volta in volta di fronte a situazioni concrete si risponde in termini burocratici.
La reale emergenza della condizione degli anziani, in particolare di quelli non autosufficienti, in Piemonte, ha bisogno di un momento di attenzione reale da parte del Consiglio, altrimenti tutto diventa finto o farraginoso.
L'Assessore ha parlato di "Assistenza domiciliare"; entro quindi nel merito. Nel cosiddetto piano di sviluppo che avete scritto e poi ritirato su questo punto si leggeva che in Piemonte l'assistenza domiciliare viene garantita in 134-138 Comuni. Quindi una fotografia, eccoci nuovamente a una delle espressioni che le sono care, della situazione di fatto, ma mi interesserebbe capire se è vero questo intendimento iniziale, io voglio sperare che sia vero, perché credo che la scelta dei servizi alternativi al ricovero sia una scelta di civiltà e su cui vale la pena investire risorse pubbliche. Ritengo perciò sia necessario disporre di dati, di una relazione che illustri cosa si fa e che cosa intende fare l'Assessorato, le UU.SS.SS.LL. per quanto è di loro competenza e i vari soggetti interessati per lo sviluppo dei servizi alternativi. Questa non può essere una mera dichiarazione di intenti, ma su questo ribadisco che dobbiamo avere occasione di tornare a riflettere.
Vorrei fermarmi qui perché si tratta di un caso così grave e drammatico che non ho alcuna volontà di soffermarmici più di tanto, perché so che poi verrebbero fuori interpretazioni del tipo "volontà di strumentalizzazione" ma non è questo.
Come si può Assessore dire che le UU.SS.SS.LL. esercitano con qualificazione e intelligenza l'attività di vigilanza? Come ha potuto allora accadere questo caso? Come si può dire che sul capitolo della vigilanza si sono fatte delle spese in più? Noi abbiamo chiesto l'istituzione di una voce ad hoc per la vigilanza, ma questa voce ad hoc nel bilancio non l'avete inserita, sta nel calderone generale e non c'è una specificazione! Avevamo presentato un emendamento la scorsa settimana, lo ricordate bene, col quale si aggiungeva 1 miliardo di spesa su questo capitolo.



CARLETTO Mario, Assessore all'assistenza

L'importante è che ci siano i soldi.



DAMERI Silvana

Eh, no! E' anche come si spendono, è anche l'effettivo controllo di questa materia e siccome stiamo parlando della pelle della gente è anche come si realizzano questi interventi.
Credo davvero che sull'insieme di questa problematica abbiamo bisogno di fare una riflessione, anche in collegamento a quanto ha detto l'Assessore circa i finanziamenti previsti all'art. 20 della legge finanziaria per il 1988 (30.000 miliardi) perché si tratta di una massa molto significativa di denaro, sulla quale gravitano le attenzioni di più soggetti. A noi interessa capire, lo diciamo fin d'ora, che tipo di ricaduta e di investimenti ci saranno in una Regione come la nostra, per l'insieme della politica degli anziani. Noi non condividiamo l'ipotesi di un intervento di tipo totalmente costruttivo (residenze e strutture), siamo per un'ipotesi di politica socio-assistenziale diversa. Siamo anche sempre più convinti della necessità che la materia degli anziani non autosufficienti diventi una spesa che ha una valenza sanitaria, perché se non si va decisamente in questa direzione non c'è la condizione per realizzare, sia in termini di qualità dell'assistenza e sia anche in termini di costi per gli utenti, delle condizioni che siano realmente eque.
Io mi chiedo perché un anziano non autosufficiente che ha pagato probabilmente durante tutta la sua vita i contributi per l'assistenza sanitaria, quando diventa anziano non autosufficiente e quindi malato non deve più essere malato e deve passare sul capitolo assistenziale. Non è una questione solo del Piemonte, ma è nazionale! Se non vogliamo fare semplicemente i notai anche in questo campo, dobbiamo riflettere perch altrimenti non risolviamo il problema di tante famiglie. Ci sono costi che se rimangono sul capitolo socio-assistenziale saranno sempre inauditi per quanto riguarda le risorse. Naturalmente gli interessi in questo senso ci sono e io credo che su questo si debba determinare il confronto complessivo che noi richiedevamo questa mattina. Su questa partita ripeto che è davvero necessario un dibattito tra le forze politiche, perché non vorremmo scoprire poi che le discussioni si fanno in altre sedi, che pure sono giuste e necessarie, a ciò deputate, ma esterne, che sono quelle delle associazioni che si occupano di questa problematica. Il Consiglio non pu essere deprivato di un confronto politico su questo tema.
E' compito di tutte le forze politiche, non solo della maggioranza; per quanto ci riguarda assicuriamo il nostro sforzo.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1171 dei Consiglieri Ferro, Amerio e Acotto inerente l'Associazione Agricarni Cuneo


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione n. 1171 dei Consiglieri Ferro, Amerio e Acotto.
Risponde l'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

L'Associazione dei produttori agricoli denominata "Agricarni Cuneo" ha presentato in data 27/8/1987 domanda di riconoscimento alla Regione Piemonte, Assessorato all'agricoltura, ai sensi del Regolamento CEE n.
1360/78 della legge regionale 22 aprile 1980 n. 27.
L'associazione richiedeva il riconoscimento per le seguenti produzioni: bovini vivi o macellati.
Successivamente alla domanda si procedeva all'istruttoria della pratica di riconoscimento con la raccolta della documentazione integrativa, il sopralluogo del funzionario incaricato presso l'associazione e la convocazione per il previsto parere del comitato regionale delle associazioni dei produttori agricoli riconosciute ai sensi della citata legge n. 27/80.
Il comitato, sentito in data 2/2 e 12/2/88, ha espresso parere sfavorevole al riconoscimento della Agricarni Cuneo.
La Giunta regionale infine, con deliberazione del 3/5/1988, ha provveduto alla reiezione della richiesta di riconoscimento della citata associazione con la seguente motivazione: "poiché non esistono i requisiti voluti dalla legge in quanto a soci e in quanto a volume di prodotto immesso nel mercato relativamente al triennio 1984/85/86. In particolare non è stata riconosciuta la produzione indicata dai soci - n. 6800,17 UBA che avendo incrementi ponderali solo in un anno dei 3 considerati non consente di attribuirvi una produzione continuativa e certa, e ciò non per eventi esterni alla volontà dell'imprenditore (eventi sanitari e metereologici), ma per autonoma scelta dell'allevatore.
Ciò premesso il volume di prodotto considerato risulta essere di UBA 15060, al di sotto delle prescritte UBA 16767".
L'Assessorato, ai fini dell'applicazione degli interventi del piano carne e su precisa indicazione della circolare AIMA, ha dato all'Agricarni Cuneo la possibilità di operare come associazione in via di riconoscimento in attesa della definizione della medesima.
Con l'esito negativo dell'istanza a seguito della citata delibera della Giunta regionale, tale operatività automaticamente decade.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Io prendo atto del fatto che l'Assessorato ha respinto la richiesta della Agricarni di essere considerata ai sensi della legge 27/80 come associazione di produttori riconosciuta.
Prendo anche atto delle motivazioni dietro questo linguaggio molto ovattato, con cui si dichiara che non per ragioni sanitarie e metereologiche in due anni questi produttori non hanno raggiunto il numero sufficiente di UBA. Devo sottolineare che una parte di questi produttori sono commercianti che acquistano vitelli all'estero che poi ingrassano.
Alcuni di questi hanno pendenze penali per le vicende relative agli estrogeni; c'è una recente sentenza del Tribunale di Cuneo che noi consideriamo importante perché finalmente attorno alla questione degli estrogeni la Magistratura si muove con decisione, così come si è mosso con decisione il Servizio veterinario regionale.
Prendiamo atto quindi del fatto che l'Assessorato per il momento non riconosce questa situazione. Avrei voluto dire "prendiamo atto con soddisfazione", ma non posso dichiararlo perché comunque questa associazione viene considerata come un'associazione in via di riconoscimento, se costoro raggiungono le 16.000 UBA richieste, adesso sono a 15000 e rotti.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

La pratica è chiusa definitivamente.



FERRO Primo

Sì, però loro possono fare un'altra richiesta.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Possono presentare un'altra domanda con i requisiti di legge.



FERRO Primo

Però si dice "vi lasciamo operare come associazione in via di riconoscimento".



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

No, non operano nemmeno più in via di riconoscimento.



FERRO Primo

Allora non ho capito io.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Hanno solo operato per 6 mesi nell'attesa del riconoscimento.



FERRO Primo

Evidentemente non avevo capito bene. Prendo quindi atto della risposta datami dall'Assessore e spero che la questione dell'Agricarni non debba tornare in Consiglio perché sarebbe estremamente spiacevole dover discutere in questa sede di commercianti che a un certo punto vogliono essere riconosciuti come produttori e che per ottenere ciò forzano determinate situazioni allo scopo di perseguire politiche che sappiamo quali sono e che oggi hanno altre sedi in cui si discute, cioè la Magistratura.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1084 dei Consiglieri Bontempi, Calligaro e Dameri inerente l'appello lanciato dal SER.MIG. ed interrogazione n. 1152 del Consigliere Pezzana inerente il razzismo


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare congiuntamente le interrogazioni n. 1084 e n.
1152, cui risponde l'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore all'emigrazione

I problemi emersi dalle interrogazioni, rappresentano un esempio dei tanti che quotidianamente si rilevano nella realtà, non solo regionale, ma nazionale.
Il percepimento degli stessi è sentito da tutti coloro che attivamente operano nel settore dell'emigrazione e dell'immigrazione tanto che nel Convegno interregionale che si terrà a Bari nel prossimo mese di giugno si tratterà, da parte di una apposita Commissione all'uopo creata, che ha già avviato propri programmi di attività, la materia dell'emarginazione e del razzismo e ciò si concretizzerà con la realizzazione di una mostra fruendo del materiale messo a disposizione da numerose Regioni fra cui il Piemonte.
Le due interrogazioni in esame colgono due aspetti particolari relativi alla presenza dei lavoratori stranieri nella nostra Regione e il verificarsi di situazioni di particolare precarietà esistenziale è particolarmente acuito dalle condizioni climatiche delle stagioni fredde il che comporta la necessità di considerare, da parte dei competenti uffici assistenziali degli enti locali, le dimensioni reali del fenomeno man mano che questo si evidenzia in seno alle comunità di cui trattasi.
Delle situazioni di cui sopra è già stata fatta menzione nel corso della riunione di insediamento della nuova Consulta regionale dell'Emigrazione e dell'Immigrazione, a seguito della legge 1/87 sui movimenti migratori, alla quale hanno partecipato anche rappresentanti delle maggiori comunità di immigrati in Piemonte; alla Consulta spetterà l'esame delle problematiche di carattere generale di cui sopra per individuare possibili linee di intervento.
Da parte nostra, come Assessorato al lavoro, abbiamo già preso conoscenza e coscienza dei casi che sono stati descritti nelle due interrogazioni; bisogna peraltro (non è un alibi, ma una constatazione) tenere presente che le possibilità dirette di interventi dell'Assessorato regionale al lavoro sono, unitamente a quelle della Regione in genere assai limitate. Ciò accade poiché l'assistenza che si auspica nelle interrogazioni fa capo ai Comuni in quanto rientra nella materia socio assistenziale.
Per ciò che riguarda invece il lamentato atteggiamento razzistico, che pare si verifichi nei confronti di alcune comunità di immigrati, si pu dire che, in certi casi, lo stesso è da imputarsi ad un certo comportamento che fa parte del costume che, se non si è evoluto con la cultura e con il sentimento, è ben difficile che la Regione possa, nell'ambito delle sue competenze, porvi un immediato e radicale cambio di indirizzo.
In ogni caso intendiamo occuparci della situazione al fine di evitare che il malcostume di pochi possa essere considerato un atteggiamento comune alla gente del Piemonte.
E' innegabile che molto spesso le cause di disagio esistenti, non solo per gli immigrati, ma anche per i vecchi residenti piemontesi, si accentuano quanto intervengono fattori di crisi, così com'è quasi scontato che vi siano, all'atto dell'inserimento degli immigrati extracomunitari nel tessuto economico e sociale (è un fenomeno che sta crescendo in questi ultimi tempi, la nostra società sta diventando multirazziale e multireligiosa), creando frizioni con le realtà peraltro già da tempo consolidate.
In ordine agli specifici fatti segnalati nei mesi scorsi, l'Assessorato al lavoro ha, per quanto significa anche una testimonianza personale partecipato ad alcune riunioni a partire da un incontro con la comunità marocchina, che è presente in termini organizzati in Torino e Piemonte nella loro sede, anche per realizzare insieme l'esame di alcune iniziative che possono essere attivate. La stessa messa a disposizione, se pure in termini precari, di una sede per le loro riunioni nella struttura regionale è un primo significato. Come è un primo significato anche il fatto che lo stesso Assessorato all'assistenza ha predisposto nello specifico un contributo iniziale di 50 milioni nei confronti del SER.MIG. affinché la struttura dell'ex Arsenale, soprattutto nella stagione invernale, possa garantire una prima condizione di assistenza e di spazi per la sopravvivenza.
Questo intervento, che intanto risponde ad un progetto avviato in sintonia con l'Amministrazione comunale di Torino per quel che riguarda la prima accoglienza, è la risposta in termini strutturali, utilizzando la legge regionale n. 44 (Valorizzazione del volontariato). Questa prima risposta non potrà non essere continuata, pur nei limiti delle nostre capacità. E' un problema che dev'essere al centro della nostra attenzione soprattutto perché quello dei lavoratori stranieri o "dei clandestini" extracomunitari è un problema che non può essere solo risolto attraverso la legge con proroghe successive, ma anche affrontato con un ragionamento ulteriormente integrato con la partecipazione degli enti locali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Chiedo innanzitutto all'Assessore di poter avere copia della risposta.
Desidero fare alcune osservazioni alle affermazioni fatte dall'Assessore che mi sembra andrebbero leggermente corrette o incanalate in senso positivo.
L'Assessore ha detto che ci stiamo avviando verso una società multirazziale, multireligiosa, secondo me questo è un dato positivo e non negativo. E' un accrescimento civile, culturale che non può che portare del bene. L'importante è che questo cambiamento avvenga in condizioni sociali pronte a recepirlo; cosa che mi pare non avvenga oggi, perché queste masse di immigrati, che siano più o meno stati registrati o ancora clandestini provocano forme di razzismo perché li vediamo per le strade che vendono posati su stracci in terra oggetti di dubbia provenienza o che comunque costituiscono un mercato clandestino (i famosi "vu cumprà"). La reazione della gente di fronte a questa forma di presenza non inserita nelle strutture sociali è "perché non li mandano via? Ci danno fastidio!".
L'Assessore ha detto che è un fenomeno che potrà presentare dei problemi seri tra non molto, perché finora questa immigrazione non è stata controllata. Non credo che si debba accettare un'immigrazione non controllata, perché non si favorisce chi proviene dal Terzo Mondo facendogli fare da noi una vita di fame e sovente di stenti, addirittura ogni tanto perire di una morte violenta (lo si legge nei giornali). Il problema è di controllare l'immigrazione e capire fino a che punto la Regione può intervenire; credo che la Regione abbia gli strumenti per intervenire, se non in modo legislativo quanto meno a livello di consulenza rispetto a questo fenomeno che va comunque controllato, e garantire a chi decide di lasciare il proprio Paese per venire nella nostra Regione una vita che non sia quella che in realtà trovano quando vengono qui.
Non è sufficiente per affrontare seriamente il problema, stanziare somme ad enti puramente assistenziali, ma bisogna avere la capacità di guardare a cosa potrà essere Torino fra 10 anni con questo tipo di immigrazione. Cito l'esempio di Bruxelles, città di 1 milione di abitanti come Torino, che ha 300 mila immigrati. Si porranno problemi grossi tra non molto; allora una amministrazione che abbia la capacità di previsione su ciò che potrà rappresentare l'immigrazione deve affrontare subito il problema.
Non mi sembra che dalla risposta dell'Assessore risulti questa impostazione, se non il livello iniziale di assistenza. Sulla base del lavoro della Consulta e delle informazioni che già possiede la Regione e sulla base del Convegno che si terrà a Bari, chiedo un'informazione che accompagni questa risposta, al fine di capire come intende muoversi l'Assessorato su un problema che per adesso viene affrontato ancora in termini contenuti, ma sicuramente l'Italia non è poi così diversa dalla Francia. Un fenomeno come il Fronte di Le Pen è stato possibile perché non si è capito prima che il problema dell'immigrazione doveva essere contenuto e soprattutto incanalato nell'istituto sociale.
Gradirei quindi che insieme alla risposta scritta ci fossero anche delle previsioni di comportamento da parte dell'Assessorato al lavoro.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione n. 716 dei Consiglieri Ferro e Acotto inerente il piano di riconversione delle infermerie presentato dalla USSL di Saluzzo


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 716 presentata dai Consiglieri Ferro e Acotto. Risponde l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Il piano di riconversione delle quattro II.PP.A.B. - infermerie dell'USSL di Saluzzo, approvato dalla Giunta regionale con deliberazione 31/3/87 n. 179-12208, prevede che le strutture ubicate a Sanfront e Barge trasformino la propria attività sanitaria in attività socio-assistenziale rivolta a persone non autosufficienti, secondo il modello operativo e le linee di indirizzo regionali che normano la "Casa protetta". Per le altre due strutture, ubicate a Revello e a Bagnolo, il piano dell'USSL prevede la trasformazione dell'attività gestita dall'IPAB secondo il modello socio assistenziale della casa protetta per 40 posti in ciascuna delle due sedi e la gestione diretta da parte dell'USSL con messa a disposizione dei locali necessari da parte dell'II.PP.AB. di una sezione di cure intermedie a valenza riabilitativa in ambedue le strutture secondo le indicazioni contenute nella legge nazionale 595/85.
L'ipotesi avanzata dall'USSL 63 e approvata dalla Giunta regionale prevede la graduale attivazione dei posti sanitari di cui sopra che comunque non devono superare i 90 posti letto a Revello e 50 posti letto a Bagnolo.
Detti posti, come si è detto, saranno gestiti dall'Ospedale di Saluzzo e, lungi dal penalizzare l'attività dello stesso, potranno consentirne un migliore funzionamento soprattutto per quanto concerne il momento del passaggio dalla fase acuta alle cure intermedie prima delle dimissioni.
Si sottolinea che la quantificazione del fabbisogno di posti sanitari deriva e risente di una situazione "storica" in base alla quale nell'USSL 63 esisteva la più alta concentrazione di posti letto convenzionati con le II.PP.A.B. infermerie e che il processo di riconversione complessivo di dette strutture, sui due filoni sanitario e socio-assistenziale, porterà inevitabilmente ad un ridimensionamento del filone sanitario.
In quanto alla preoccupazione espressa dagli interroganti circa la tenuta penalizzazione dei servizi distrettuali creata dal piano di riconversione, si ritiene che questo problema non abbia ragione di essere in quanto, se l'obiettivo prioritario era quello di superare una situazione impropria sia dal punto di vista giuridico che da quello assistenziale, ne deriva che la riconversione delle attività non può che tenere conto dell'ubicazione delle strutture, fermo restando che nelle stesse possono essere svolte tutte le attività sanitarie che l'USSL ritiene opportuno sulla base delle proprie determinazioni programmatiche e dei rapporti che intercorrono fra USSL e IPAB.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi limito a prendere atto della risposta che considero insoddisfacente e della quale gradirei avere copia scritta.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1253 dei Consiglieri Adduci, Bontempi, Calligaro, Sestero e Staglianò inerente la Società SAIAG di Ciriè


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1253 presentata dai Consiglieri Adduci, Bontempi, Calligaro, Sestero e Staglianò, cui risponde l'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore al lavoro

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, nella prima decade dello scorso mese di marzo si sono svolti alcuni incontri presso il nostro Assessorato con i rappresentanti dell'azienda e le OO.SS. territoriali.
L'azienda aveva manifestato l'intenzione di licenziare i 113 lavoratori in CIGS in quanto il CIPI non aveva approvato la prosecuzione della stessa.
L'azienda, che si trova ancora in una fase di riorganizzazione e ristrutturazione, ha già avviato (fin dal 1986) gli investimenti necessari per il suo sviluppo.
Il mancato riconoscimento della CIGS, oltre ad acutizzare i rapporti sindacali, creava problemi di natura economico - finanziaria, in quanto la società aveva provveduto ad anticipare, per il periodo di CIGS al momento non concesso, le spettanze dei lavoratori che ammontano a circa 1 miliardo e 700 milioni, cifra che verrebbe raddoppiata qualora se ne dovesse aggiungere l'aspetto contributivo.
Concordemente con le parti sociali interessate si provvedeva a sollecitare un urgente incontro presso il Ministero del Lavoro al fine di esaminare questa situazione ed evitare i licenziamenti.
Dopo diversi interventi e sollecitazioni venivano convocati al Ministero del Lavoro, unitamente alle parti sociali interessate, per il giorno 31 marzo.
In quella sede, dopo approfondita discussione e trattativa, si raggiungeva, con l'ausilio del Ministero del Lavoro, un accordo che si pu così sintetizzare: impegno dell'azienda a ripresentare la richiesta di CIGS per ristrutturazione e in conseguenza impegno del Ministero del Lavoro per un rapido iter procedurale della concessione della CIGS astensione dell'azienda dall'attivazione della procedura di licenziamento collettivo individuazione degli strumenti di legge per il superamento dell'attuale eccedenza di personale quali: a) blocco del turnover b) corsi di riqualificazione c) pensionamenti anticipati d) dimissioni incentivate e) articolazione dell'orario di lavoro su quattro squadre ed introduzione del terzo turno di lavoro per le donne.
Ad attuazione dell'accordo, ad oggi, l'azienda ha provveduto a presentare la prevista domanda di CIGS, ad introdurre la quarta squadra di lavoro e a riammettere in produzione 17 lavoratori.
Esprimo in conclusione una considerazione positiva per questa vicenda che aveva preoccupato in misura non indifferente la situazione occupazionale della zona di Ciriè; sono anche in grado di consegnare agli interroganti, se è di loro interesse, il verbale dell'accordo raggiunto il 31 marzo presso il Ministero del Lavoro che sostanzialmente ripercorre quanto ho detto nella risposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Ringrazio l'Assessore per la risposta data. In effetti ad oggi dobbiamo prendere atto del fatto che il 3 maggio davanti al Pretore del lavoro di Ciriè, dott. Prunas, il direttore del personale del Gruppo SAIAG, dott.
Ferrero, ha sottoscritto l'impegno dell'azienda a reintegrare i cassaintegrati che mesi addietro avevano intentato una vertenza legale, che di fronte a questi fatti evidentemente è stata poi ritirata, sotto forma di denuncia.
Siamo soddisfatti di quanto è accaduto e dobbiamo notare che grazie all'impegno del Comitato dei cassaintegrati che ha saputo condurre una lotta senza fine, coinvolgendo la Regione, come l'Assessore ha detto presentando una denuncia specifica, questi lavoratori sono stati riassunti il che ovviamente ci riempie di gioia e ci fa constatare che qualche volta risultati concreti si riescono anche ad ottenere in questo settore. Quindi siamo più che soddisfatti dell'esito finale di questa vicenda.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1257 dei Consiglieri Montefalchesi, Calligaro e Adduci inerente l'azienda Decait di Borgaro


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1257 presentata dai Consiglieri Montefalchesi, Calligaro e Adduci.
Risponde l'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore al lavoro

La società Decait di Borgaro Torinese - nei confronti della quale non do ancora una risposta positiva come per il precedente caso della Saiag, ma che nelle prossime settimane può prevedere uno sbocco sostanzialmente positivo - a far tempo dal 25 giugno 1987 fu messa in liquidazione con il conseguente licenziamento delle maestranze.
Lo stabilimento fu quindi acquistato dalla società Sogerco, con sede amministrativa in Venaria, che ne mantiene le finalità consistenti nel preconfezionamento di pasti per le mense.
L'azione congiunta delle OO.SS. e dell'Assessorato è sfociata nell'accordo firmato il 12/11/1987 presso il Ministero del Lavoro dall'allora Sottosegretario Roccelli, dalle OO.SS., dal dr. Privitera della Decait, dai funzionari per la Regione, Vittadello e per il Ministero Moscelli. Tale accordo per ottenere il rinnovo della CIGS si fonda sul presupposto di recupero occupazionale totale o parziale, mediante la mobilità interaziendale anche con l'impegno della Regione Piemonte.
La CIGS avrebbe garantito il salario, l'assunzione con passaggio diretto e l'eventuale prepensionamento dei lavoratori.
Nella seduta del 24 marzo 1988, il CIPI deliberò la concessione della CIGS ai lavoratori Decait soltanto fino al 23 marzo 1988.
A detto accordo seguì un nuovo incontro in Regione (OO.SS., Decait Regione) durante il quale i rappresentanti della Decait si limitarono ad informare i presenti che è dovere dell'azienda dar corso ai licenziamenti individuali e chiedere la disoccupazione speciale.
Per il costante impegno del mio Assessorato, con lettera 1 aprile 1988 chiesi all'amministratore unico della Sogerco un iniziale contatto telefonico per fissargli un incontro in Regione, in quanto proprio la Sogerco è l'acquirente dello stabilimento ex Decait.
Dalle telefonate sono emerse le intenzioni della Sogerco-Socama nei confronti dei lavoratori Decait, connesse però al successo degli appalti in corso.
Mi riferisco in particolare ad un appalto che il 29 maggio dovrebbe vedere l'apertura delle buste e quindi la conseguente assegnazione, si augura la Decait, e possiamo augurarlo noi come occasione per un riassorbimento di parte di mano d'opera ex Decait; inoltre alla fine del 1988 scadrà la convenzione per le mense Fiat attualmente gestite dalla Decait.
Siamo quindi in fase di trattative e di verifica degli sviluppi degli appalti che la Decait ha in corso di scadenza.
Nel frattempo la stessa Decait presentava nelle scorse settimane alcune domande di contratti di formazione - lavoro alla Commissione regionale per l'impiego e avendo a mente il Vicepresidente di tale Commissione, che è chi vi parla, in qualità di Assessore al lavoro che c'era questa vicenda aperta che ci aveva impegnati in trattative ed incontri al Ministero e con le organizzazioni sindacali in sede regionale, ho sostenuto la tesi di sospendere l'approvazione di questi contratti di formazione nell'ipotesi di una trattativa volta al recupero di ex dipendenti Decait in luogo delle assunzioni da contratti di formazione lavoro. E proprio la vicenda legata agli appalti faceva sì che il giorno 10 maggio u.s. l'Amministratore della Sogerco comunicava alla Regione di avere fatto formale rinuncia all'assunzione di giovani con contratto di formazione, ma nel contempo si dimostrava disponibile ad un incontro successivo con la Regione una volta espletati alcuni appalti, il primo dei quali - lo ripeto dovrebbe esserlo il 29 maggio, lasciando aperto un spiraglio nei confronti dei lavoratori Decait sempreché gli appalti abbiano un seguito positivo.
Si tratta di un percorso piuttosto articolato che contempla l'impegno di ritrovarci agli appuntamenti successivi per verificare se la possibilità di riassorbimento di quota parte degli ex dipendenti Decait possa giungere a completamento, anche nel perfezionamento degli appalti cui ho fatto riferimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Vorrei ripercorrere brevemente gli antefatti: la Decait è un'azienda che produceva precotti per mense, che impegnava 80 lavoratori, quasi tutte donne, licenziati a seguito del fallimento avvenuto lo scorso anno.
Il 12 novembre 1987 intervenne l'accordo cui faceva riferimento l'Assessore, al Ministero del Lavoro tra Decait e Organizzazioni Sindacali con il quale la Decait si impegnava a revocare i licenziamenti e a richiedere la cassa integrazione in quanto esistevano i presupposti per un recupero parziale o totale dei lavoratori. Questi presupposti si fondavano sul fatto che lo stabilimento ex Decait era stato acquistato dalla Sogerco (anch'essa azienda che produce precotti per mense) la quale, tramite il direttore di allora, si era impegnata verbalmente nei confronti dell'Assessorato al lavoro ad attingere dai lavoratori ex Decait nel momento in cui veniva riavviata l'attività produttiva in questo stabilimento.
Il 24 marzo il CIPI sospese la cassa integrazione ai lavoratori ex Decait a far data dal 23 marzo e i lavoratori furono licenziati. Intanto la Sogerco si apprestava ad avviare l'attività produttiva nello stabilimento ex Decait, ma anziché attingere dai lavoratori licenziati richiese alla Commissione Regionale per l'Impiego di assumere ventidue giovani con contratto di formazione lavoro. Il progetto venne approvato dalla Commissione Regionale per l'Impiego.
Il comportamento della Sogerco è censurabile e condannabile anche perché vi erano degli impegni, in parte scritti e in parte verbali.
Prendo atto della volontà dell'Assessore di proseguire nella ricerca di una soluzione positiva, però questa vicenda mette in luce una questione più generale e cioè una grave insufficienza della Regione.
A me risulta, come ho appreso da componenti del Comitato ristretto della CRI che valuta i progetti, che la CRI ha espresso parere positivo sul progetto per l'assunzione di ventidue giovani con contratto di formazione lavoro senza essere a conoscenza degli antefatti di questa vicenda e cioè che c'era un impegno della Sogerco, che c'erano ottanta lavoratori in ballo che dovevano rientrare nell'azienda con il riavvio dell'attività produttiva di questo stabilimento.
Perché la Regione (l'Assessore al lavoro è Vicepresidente della CRI) non ha bloccato il progetto dei 22 contratti di formazione lavoro alla CRI condizionandole l'approvazione all'assunzione di parte dei lavoratori ex Decait? Credo che non vi sia stata e non vi sia una particolare volontà da parte dell'Assessore regionale di favorire la Sogerco. Credo invece che ci sia una cosa più grave alla quale va data soluzione al più presto: non vi è collegamento alcuno tra la Commissione Regionale per l'Impiego che valuta i progetti per i contratti di formazione lavoro e l'Assessorato che gestisce le vertenze, con la conseguenza che la Commissione Regionale per l'Impiego può anche esaminare progetti di assunzione con contratti di formazione lavoro da parte di aziende come la Sogerco che aveva assunto degli impegni nei confronti dei lavoratori ora licenziati. In mancanza di un collegamento di questo genere può avvenire addirittura che la CRI approvi contratti di formazione lavoro a favore di aziende che hanno anche licenziato lavoratori in precedenza. Mi risulta che all'informazione sugli antefatti di questa vicenda la CRI sia arrivata soltanto nel momento in cui il sottoscritto insieme al collega Calligaro ha scritto una lettera alla CRI stessa.
Prendiamo atto dell'impegno a proseguire nella ricerca di una soluzione positiva e inoltre che una volta che la CRI ha conosciuto questi antefatti c'è stata la richiesta di sospensiva per altri contratti di formazione lavoro presentati dalla Sogerco ora ritirata.
Chiedo all'Assessore di operare perché ci sia un maggiore e più puntuale collegamento tra la Commissione Regionale per l'Impiego e l'Assessorato che gestisce le vertenze in modo tale che non avvengano casi come questo o casi più gravi di aziende che assumono l'impegno di farsi carico di lavoratori che sono in cassa integrazione o licenziati e poi non rispettano questi impegni assumendo con contratto di formazione lavoro o addirittura di aziende che precedentemente licenziano e poi fanno richiesta di contratti di formazione lavoro.
E' un problema sindacale e visto che non siamo sindacalisti, ma amministratori della Regione, è bene che questo problema se lo ponga prima di tutto la Regione.


Argomento: Varie

Saluto alla delegazione del Consiglio regionale della Basilicata


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, è oggi in visita al Piemonte una delegazione del Consiglio regionale della Basilicata.
E' una visita alle nostre strutture, al nostro modo di lavorare, a quanto noi abbiamo saputo negli anni creare e può essere un motivo di interesse reciproco conoscere le vicende che hanno accompagnato le Regioni dal 1970 in poi.
In questo Consiglio sono presenti due Consiglieri regionali nati in Basilicata: Donato Adduci e Michele Moretti, due rappresentanti illustri della vostra terra che in questo Consiglio hanno sempre rappresentato degnamente i loro elettori.
Dalla sua nascita il Consiglio regionale del Piemonte ha sempre sostenuto la validità del rapporto nord-sud e il concetto del costante collegamento, del riequilibrio territoriale, degli investimenti che devono essere pari nei rapporti nord-sud. Oggi il Consiglio regionale del Piemonte sostiene fortemente il principio che si è dato il Parlamento e il Governo che è quello della ripresa in modo più efficace della questione meridionale.
Vi salutiamo, vi ringraziamo della visita e mettiamo a vostra disposizione le nostre strutture affinché possiamo scambiarci l'esperienza di quasi vent'anni di vita regionale.



(Applausi da tutti i Consiglieri)


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interpellanza n. 1159 del Consigliere Ala e interrogazione n. 1112 del Consigliere Dameri inerenti l'Eternit di Casale Monferrato


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 1159 presentata dal Consigliere Ala e all'interrogazione n. 1112 presentata dal Consigliere Dameri.
Risponde l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Tenuto conto dei risultati sinora emersi dallo studio epidemiologico di mortalità sui lavoratori della ditta Eternit di Casale che si riferiscono solo ed esclusivamente agli operai della ditta, non è possibile dare una valutazione complessiva. Infatti i dati dello studio mentre documentano un numero di morti osservati per tumori e malattie non tumorali dell'apparato respiratorio superiore a quanto atteso, non forniscono ancora il numero preciso di morti per tumore che sono da attribuire all'utilizzo di amianto nella ditta in oggetto.
A seguito di una riunione tecnica tra i ricercatori dell'USSL e dell'Università e di funzionari del competente servizio dell'Assessorato regionale, si è definito un programma di lavoro che realizzi a tempi brevi l'ampliamento dello studio con la valutazione dei dati sulla mortalità degli impiegati e dei coniugi dei lavoratori, revisionando il materiale clinico relativo ai soggetti che secondo il certificato di morte risultano deceduti per tumore maligno della pleura e infine valutando la fattibilità di uno studio epidemiologico sui tumori polmonari pleurici per misurare l'impatto che l'esposizione lavorativa ed extralavorativa ha avuto nella popolazione di Casale e dei Comuni limitrofi.
Solo quando tale studio sarà completamente realizzato, sarà possibile dare una valutazione globale dei risultati dell'indagine.
L'USSL n. 76 ha finora utilizzato solo 60 milioni dei 200 assegnati per l'indagine. Dispone quindi delle risorse finanziarie per proseguire l'indagine secondo il programma sopra richiamato. Quando segnalerà che le risorse sono esaurite, l'Assessorato provvederà ad assegnare altri fondi per la conclusione del programma di ricerca.
In collaborazione con il Ministero della Sanità e l'Istituto Superiore di Sanità, è già da tempo avviata un'indagine nella zona di Balangero.
Tale intervento verte in modo prioritario sulla quantificazione del rischio di amianto e su una prima valutazione epidemiologica dei dati di mortalità dei Comuni interessati dalla attività dell'amiantifera (Balangero, Corio eccetera).
L'Istituto Superiore di Sanità sta elaborando i dati raccolti e nel contempo sta analizzando i campioni di aria prelevati dal Laboratorio di Sanità pubblica dell'USSL n. 24 nello scorso mese di ottobre, per la quantificazione delle fibre di amianto presente.
Il Laboratorio dell'USSL n. 24 in accordo con la l'USSL n. 66 ha provveduto ad effettuare un'indagine ambientale all'interno degli ambienti di lavoro della ditta Ferodo di Mondovì. Tale intervento necessita per la sua totale realizzazione di alcuni mesi di lavoro, a seguito del quale si verificherà la possibilità di attivare ulteriori programmi e studi anche di tipo epidemiologico valutativo.
A tutt'oggi non sono stati finanziati altri progetti in materia di amianto in quanto le altre Unità Sanitarie non hanno avanzato richieste in tal senso.
Questo Assessorato ha già provveduto a pubblicare materiale informativo sul rischio di amianto, sono state infatti già diffusi a tutti gli operatori delle UU.SS.SS.LL., delle associazioni imprenditoriali e delle OO.SS., tre manuali operativi: il primo sul rischio di amianto oggi, il secondo sul mesotelioma maligno, il terzo su "Amianto: piano di prevenzione per i lavoratori delle Officine Grandi ricambi delle Ferrovie dello Stato".
Inoltre è attualmente in fase di stampa un manuale sul rischio di amianto negli edifici pubblici.
I competenti Servizi dell'Assessorato stanno altresì verificando la possibilità di avviare altri momenti di informazione specifica per il rischio di amianto.
I primi risultati dell'indagine sono stati trasmessi al Ministero della Sanità, all'Istituto Superiore di Sanità e alle Regioni Campania, Emilia e Sicilia, nel cui territorio sono insediate aziende che utilizzano cicli di lavoro simili a quello dell'Eternit.
La Giunta regionale sta valutando la possibilità di avviare, nei modi e nelle forme più idonee, iniziative a sostegno dei procedimenti giudiziari nonché degli eventuali risarcimenti dei danni ambientali e sanitari.
Per quanto attiene alla riduzione dell'utilizzo di amianto sia in regione, sia nell'intero territorio nazionale, il Ministero della Sanità ha costituito un apposito gruppo di lavoro nazionale che deve predisporre tutta la documentazione atta a potere individuare gli strumenti legislativi e amministrativi per arrivare a ridurre e/o eliminare il rischio di utilizzo di amianto.
La Regione Piemonte è rappresentata in tale gruppo nazionale dal dottor Costa, medico epidemiologo dell'USSL n. 1, dal dottor Lauria, chimico del laboratorio dell'USSL n. 24 e dal signor Acquafresca, funzionario dell'Assessorato alla sanità.
Sarà mia premura informare tempestivamente il Consiglio sugli studi realizzati e sulle disposizioni che verranno assunte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dameri.



DAMERI Silvana

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, debbo innanzitutto rilevare che da quando abbiamo presentato la nostra interrogazione il 18/12/87 (quella del collega Ala è del 4/1/1988) la discussione attorno al caso Eternit è andata molto avanti rispetto a quelli che erano i punti allora alla nostra attenzione, addirittura noi non avevamo a quel momento conoscenza della prima relazione della Commissione, della quale infatti chiedevamo notizie.
I fatti che si sono succeduti in questi mesi però ci portano a dare una valutazione diversa da quella dell'Assessore, improntata su un tono rassicurante. E' sufficiente leggere la presentazione della relazione fatta dal professor Terracini, esperto di epidemiologia dei tumori dell'Università di Torino, per ritrovare già nella prima pagina di questa relazione, la seguente frase: "la relazione - sul caso Eternit - documenta una drammatica epidemia di morti per tumori e malattie non tumorali dell'apparato respiratorio di dimensioni paragonabili in Piemonte a poche altre esperienze note, tra cui quella dell'IPCA di Ciriè. L'eccesso di morti per queste cause tra i dipendenti dell'azienda è intorno a 180 (...)".
Le cose che sono poi venute alla luce successivamente per iniziativa dei familiari dei lavoratori della Eternit e delle OO.SS. hanno dato un quadro complessivo di questa situazione estremamente preoccupante. Ancora questa mattina sul quotidiano "La Stampa" nella cronaca di Alessandria si legge che fra i grandi invalidi la presenza dei lavoratori dell'Eternit è assolutamente rilevante, maggioritaria. Io sono preoccupata della sottovalutazione del problema da parte dell'Assessore perché la ricerca che ha consentito di portare alla luce dati estremamente gravi, preoccupanti, è proprio partita da una iniziativa finanziata dalla Regione nel 1982 per individuare zone particolarmente esposte a gravi rischi per quanto riguarda la salute. Siccome non si trattava di una scelta burocratica di routine, ma di una scelta con una valenza di segno politico molto forte, relativamente alle questioni che riguardano gli ambienti di lavoro, per fare un'opera di prevenzione, mi è sembrata davvero incomprensibile l'assenza della Regione ma non nei confronti della ricerca come l'Assessore ha riconfermato stamattina, continua e si vuole ampliare, io spero per rispondere in modo complessivo alle questioni che il prof. Terracini proponeva, cioè la revisione del materiale clinico sui soggetti che secondo il certificato di morte risultando deceduti per tumore maligno alla pleura (impiegati coniugi dei lavoratori), così come lo studio di fattibilità per una ricerca epidemiologica sui tumori polmonari e pleurici. L'Assessore ha detto che questo in qualche modo sta andando avanti e si sta facendo, ma la cosa che io credo sia assolutamente grave è la riduzione dell'attenzione soltanto a livello della città di Casale di una problematica che invece deve avere un'attenzione come minimo di carattere regionale.
Alla luce degli studi e degli elementi che sono emersi da questa ricerca non si può non dire che è dimostrato che l'amianto uccide. E' un elemento che emerge con un'evidenza grandissima da questa esperienza.
Allora credo che non sia possibile limitarsi a proseguire una ricerca, ma che sia necessario avvertire l'emergenza e la drammaticità di questa problematica, cercando di avviare un'indagine effettiva e realmente capace di arrivare in tutte le realtà produttive e le situazioni del Piemonte che hanno utilizzato amianto. Lei ha parlato di Balangero e della Ferodo di Mondovì, però questo avviene sulla base di singole segnalazioni, di questioni che sorgono localmente oppure c'è una individuazione fatta con l'Assessore al lavoro, che dovrebbe interessarsi della questione della produzione e dell'impiego dell'amianto.
E' una questione di grandissimo rilievo che non può rimanere, questo è un dato politico che mi sembra assolutamente rilevante, circoscritto a situazioni locali. Siamo in presenza di parole estremamente precise e nette, pronunciate da tecnici di indubbio valore che non si prestano a drammatizzare situazioni che non siano drammatiche come in effetti è l'utilizzo dell'amianto così come si è manifestato all'Eternit di Casale.
Ebbene io credo che sia necessario un momento di riflessione e di impegno politico forte da parte della Regione. Noi dobbiamo plaudire a quanto è stato fatto in questi mesi da parte dei familiari, delle OO.SS. e di tutti coloro che si sono mossi su questo terreno, tuttavia credo non sia possibile che rimanga circoscritto a livello casalese. Deve essere una questione assunta a livello politico dalla Regione e attraverso un'iniziativa tesa a fare emergere tutte le situazioni a livello regionale è escluso un successivo momento di dibattito o in Consiglio o con un'iniziativa ad hoc per mettere sotto il fuoco dei riflettori e dell'attenzione questo tipo di problema. Altrimenti rischiamo di saltare in modo schizofrenico dai discorsi generali sui problemi della tutela dell'ambiente e dell'ambiente del lavoro in particolare, sui quali siamo tutti d'accordo, e quando ci troviamo di fronte a casi estremamente gravi come questo, dobbiamo invece essere in grado di attivare una capacità di incidere le condizioni. Probabilmente ritardi su questo terreno ci sono in termini più generali, però a questo punto non è più possibile pensare che siano giustificati.
Intanto stigmatizziamo il ritardo con cui ci è stata data la risposta e con cui questa questione è venuta all'attenzione del Consiglio per le ragioni molto evidenti che questa problematica contiene, e chiediamo che oltre a finanziare e mandare avanti in modo estremamente sistematico il completamento della ricerca debba essere data un'informazione realmente puntuale a tutti i soggetti che si sono interessati e attivati su questa vicenda, e che si proceda, attraverso un'indagine conoscitiva, su tutte le realtà produttive dove viene utilizzato l'amianto. A questo punto verificato il dato che l'utilizzo dell'amianto uccide, sarebbe colpevole da parte nostra se non si attivasse un'iniziativa in tutte le realtà in cui l'amianto viene utilizzato.
L'Eternit ha concluso la sua attività produttiva lasciandoci questo terribile carico di morti, di invalidi e di dolore e non si può consentire che su questo si ripetano altre situazioni del genere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, colleghi, l'interrogazione che avevo presentato all'inizio di gennaio, diversamente da quella dei colleghi del partito comunista, teneva già conto dei risultati dell'indagine. Tra l'altro ricordo che questi risultati erano stati da me richiesti all'Assessorato più volte e sollecitati. Solo il giorno prima di Natale ero riuscito ad avere questa copia, attraverso i medici e i ricercatori di Casale. Quando ho presentato l'interrogazione non mi pare di aver letto, in quell'occasione, la lettera di accompagnamento del prof. Terracini.
Questa lettera ritengo che non sia stata sufficientemente valutata dall'Assessorato, perché quando l'Assessore Maccari inaugura la sua risposta dicendo "non è possibile dare una valutazione complessiva, i dati non forniscono ancora il numero preciso dei morti, ecc." può solo voler dire che i dati non ci forniscono il numero totale dei morti perché ce ne sono ancora altri. Solo in questo modo è possibile interpretare questa risposta. Ma la lettera del prof. Terracini che accompagna il rapporto, pur nel linguaggio asettico e scientifico usato dai ricercatori, che apprezzo perché chi fa queste ricerche non deve farsi prendere dall'emotività ma usare soltanto rigorosi metodi statistici, dice ben altro. La lettera di Terracini, in sole dieci righe, dà una valutazione di questi dati, al di fuori del rapporto vero e proprio, e sostanzialmente afferma: "i dati in nostro possesso sono tali da paragonare questa vicenda a quella dell'IPCA".
Quando si fanno paragoni di questo genere, con l'IPCA o altre fabbriche simili, non abbiamo bisogno di assumere alcun altro dato.
Soprattutto si pongono al Consiglio regionale ed alla Giunta le responsabilità morali e civili, prima che politiche, rispetto a vicende in cui è dimostrato, in modo incontrovertibile, la distruzione di valori e beni non quantificabili, quali la salute e la vita umana.
Ho abitato per dieci anni a Casale Monferrato e so che questa situazione è nota da tempo. Nella vicenda regionale di questa prima metà della legislatura, ritengo di aver prodotto sulla vicenda amianto un elevato numero di interrogazioni, per sottolineare come questa vicenda sia a mio parere cruciale nella situazione piemontese e come, viceversa, ad essa si dedichi scarsa attenzione. L'amianto è un killer invisibile impalpabile. La vicenda dell'amianto continua ad interessare soltanto quelli che lo respirano: gli abitanti di Corio e Balangero, Mondovì, i familiari ed i lavoratori dell'Eternit di Casale.
Mi pare che la Giunta abbia scelto, attraverso un finanziamento, di fare degli studi e pubblicare qualche libro. Null'altro. Quello che risulta dalle ricerche, quello che su questi libri verrà pubblicato, non interessa.
Rispetto alla situazione casalese l'unico elemento di solidarietà nei confronti dei lavoratori dell'Eternit è rappresentato dal sindacato e dall'amministrazione comunale. Però, negli altri casi non c'è neppure questo. Nella mia interrogazione chiedevo la costituzione di parte civile della Regione, non mi è stata data né risposta positiva né risposta negativa, semplicemente non mi è stata data risposta. Anche qui, non interessa. Però ritengo che si tratti di un intervento concreto e rigoroso così come è avvenuto in altri casi, se è possibile il paragone.
Riguardo sempre a Casale, la costituzione di parte civile nella vicenda dell'inquinamento dell'acqua potabile riguardava una vicenda con danni in gran parte economici; mentre in questa vicenda i danni (e mi scuso per questo termine burocratico) sono di ben altra entità. E chiedo mi venga data risposta su questo punto.
Nello stesso tempo avevo posto altre questioni sull'amianto, di notevole importanza, relative a Balangero. A settembre dell'anno scorso tornando dal congresso nazionale dell'Assocave tenutosi a Senigallia, avevo appreso che l'amiantifera di Balangero proponeva altri 25 anni di lavori ho chiesto "cosa ne facciamo? ci riguarda o non ci riguarda?". Non ho mai ottenuto risposta. Così pure, finora, rimane in sospeso la questione della discarica di 23 milioni di metri cubi (richiesta sempre dall'amiantifera di Balangero). Una vera montagna. Pari ai rifiuti che, si veda il piano di smaltimento dei rifiuti, vengono più o meno prodotti in 10 anni in tutta la regione.
In questa risposta non si dice nulla sull'immediata riduzione dell'utilizzo di amianto nella nostra regione e sulla necessità di un'iniziativa forte a livello nazionale e internazionale. Quando si hanno certi dati, le decisioni si impongono. Ma la Regione non ha pubblicizzato in alcun modo questi dati, a pubblicizzarli hanno dovuto provvedere i medici di Casale. Ho fatto pure un'interrogazione su un loro appello firmato da 110 medici dell'USSL 76, che nella Regione è caduto come in un vuoto pneumatico. Niente è stato detto su questo; pochissimo è stato detto sul finanziamento e sull'avvio di analoghi progetti di ricerca in altre località e aziende piemontesi. Del resto la Regione possiede tutti i dati io stesso ho allegato la cartina dello studio citato dall'Assessore Maccari dove si afferma che esistono 43 aziende in Piemonte inserite nel ciclo dell'amianto. I dati del prof. Rubino, per quanto riferiti al '79 e non più aggiornati, parlano dell'incidenza dell'amianto in Piemonte, una regione che da sola rappresenta 1/3 circa, sia per numero di lavoratori, sia per giro di affari, dell'amianto in Italia. E citavo pure il fatto che l'amiantifera di Balangero rimane l'unica miniera, nel settore, in tutta l'Europa occidentale.
Dell'informazione nei confronti della popolazione piemontese, degli addetti del settore, degli operatori sanitari e delle organizzazioni sindacali, anche in questo caso risposta non è stata data, se si esclude la vicenda che riguarda i lavoratori delle officine delle Ferrovie dello Stato, che è un'altra vicenda antica nel tempo quasi quanto quella di Casale.
Per concludere: il giudizio sulla risposta dell'Assessore e della Giunta non può che essere profondamente negativo, perché sono necessari atti concreti, iniziative. Ma iniziative che non possono essere "finanziare lo studio a Casale": questo è un atto dovuto, un atto che rientra nell'ordinaria amministrazione. Una volta che si è in possesso di determinati dati, l'ordinaria amministrazione non è più possibile.
Quindi, ripeto, costituzione di parte civile come atto minimo rispetto alla vicenda di Casale; monitoraggio su tutta la situazione piemontese e iniziativa forte, con proposte legislative a livello nazionale, con il coinvolgimento dei parlamentari piemontesi e del Consiglio regionale, per l'abolizione dell'uso dell'amianto in tutte le lavorazioni; iniziative straordinarie per la tutela della salute delle popolazioni. La vicenda di Corio e Balangero, basta andare a vedere come sono sistemate le scorie e i riporti delle lavorazioni, è una situazione in atto; così come in atto stava per tornare ad essere la situazione dell'Eternit di Casale.
Ricordiamo tutti un anno e mezzo fa, circa, la richiesta di riaprire queste lavorazioni, che è stata bloccata dall'amministrazione comunale. Il problema è di colossali dimensioni e non si può cercare di farvi fronte in modo burocratico e con l'ordinaria amministrazione.


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni ed interpellanze


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta: all'interrogazione n. 929 del Consigliere Ala inerente l'acquedotto delle Valli di Lanzo all'interpellanza n. 1038 del Consigliere Ala inerente gli inerti per la centrale nucleare all'interpellanza n. 1095 del Consigliere Bergoglio inerente l'incarico affidato alla IPLA di predisporre il Catasto Regionale Rifiuti.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 3) dell'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Alberton, Bergoglio, Bosio, Carazzoni, Fassio, Mignone, Ratti, Staglianò e Turbiglio.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali - Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 371: "Autorizzazione all'acquisto dell'immobile e delle collezioni in vivo del Giardino Botanico sperimentale REA di San Bernardino di Trana (Torino)"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del progetto di legge n. 371, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Santoni, che ha pertanto la parola.



SANTONI Fernando, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, con il presente progetto di legge si autorizza la Regione Piemonte all'acquisto del Giardino Botanico sperimentale REA.
Il Giardino REA (dedicato a Giovanni Francesco Re insigne botanico del primo Ottocento) è situato in Val Sangone, nel territorio di San Bernardino di Trana ed è stato realizzato da Giuseppe Giovanni Bellia a partire dal 1961.
Il Giardino REA è da considerarsi di grandissimo interesse scientifico e naturalistico, ma versa oggi in gravi difficoltà di ordine economico che non possono essere superate dall'attuale gestione private; da qui la necessità impellente di intervento della Regione Piemonte per salvare un patrimonio scientifico e didattico quasi unico nel suo genere e per affiancarlo alle collezioni del Museo Regionale di Scienze Naturali.
L'acquisizione di tale bene da parte della Regione Piemonte consentirà non solo la conservazione di quanto fin qui raccolto, ma anche l'incentivazione dell'attività di ricerca e di scambio con altri giardini botanici di tutto il mondo.
Si garantirà inoltre alla collettività regionale sia un'esposizione permanente, anche a fini didattici di grandissimo interesse, nonché la conservazione di piante rare e critiche del Piemonte e dell'Italia in generale.
Il Giardino botanico REA insiste su una superficie di 10.000 mq e consta di fabbricati con relativi rustici, delle serre, della collezione delle piante in vivo nonché dell'erbario.
La collezione delle piante in vivo è ricca di circa 4.600 specie, con più esemplari per specie, sia della flora piemontese e italiana in genere sia di quella europea oltre ad esemplari di ambienti tropicali e sub tropicali.
L'erbario è composto da circa 15.500 esemplari preparati, determinati e sistemati secondo la moderna impostazione sistematica. Tali esemplari di exicata provengono dalle raccolte effettuate dal Giardino REA sia nelle valli alpine, sia in altri ambienti del territorio nazionale. Inoltre, una certa parte di tali exicata proviene da flore europee ed extraeuropee in cambio.
La valutazione di tale patrimonio - come è stato riferito alla Commissione dal Direttore del Museo Regionale di Scienze Naturali - è stata operata, per il terreno e gli immobili, dal Servizio tecnico dell'Assessorato al patrimonio con una stima degli stessi in complessive lire 160.970.000 (di cui lire 34.570.000 per i terreni e lire 126.400.000 per i fabbricati).
La valutazione delle collezioni è stata invece operata dal Museo Regionale di Scienze Naturali ed indicata in 70-80 milioni per l'erbario e 100-110 milioni per la collezione in vivo.
A seguito di detta valutazione nonché di adeguata trattativa con l'attuale proprietà, si è fissato il prezzo d'acquisto in lire 285.000.000 al netto degli oneri fiscali. Come si può facilmente constatare è un prezzo inferiore alla somma aritmetica delle tre valutazioni che sono state operate.
La gestione futura del Giardino botanico sperimentale REA sarà affidata per la parte scientifica al Museo Regionale di Scienze Naturali che vi farà fronte con fondi di bilancio sui capitoli di competenza del Museo stesso mentre la gestione operativa sarà affidata alla Comunità Montana Val Sangone.
La Comunità Montana ha già dato la propria disponibilità di massima, ma certamente non sarà in grado di fare fronte ai conseguenti oneri da sola per cui dovranno essere assegnati i fondi per tale gestione che in via presuntiva sono stati indicati in lire 100 milioni annui.
Alle spese di gestione del Giardino ha dato disponibilità a contribuire nella misura indicativa di lire 40 milioni annui anche la Provincia di Torino.
Dopo l'acquisizione da parte della Regione sarà quindi necessario regolamentare, con distinti atti convenzionali con gli altri enti interessati, le modalità e gli oneri della gestione medesima.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Santoni è aperta la discussione.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, quando abbiamo esaminato in Commissione questo progetto di legge sono state fornite dal Direttore del Museo Regionale di Scienze Naturali alcune informazioni in ordine alla consistenza degli acquisti che venivano effettuati per quanto riguardava l'erbario e le piante.
In quella stessa sede avevamo richiesto che analoghe informazioni fossero fornite per consentire una valutazione economica del corrispettivo riconosciuto al valore dei fabbricati che con questa legge la Regione si accinge ad acquistare.
Ci era stata fornita assicurazione che queste informazioni pur non essendo disponibili immediatamente sarebbero state rese note in aula.
Fidando di questo impegno, abbiamo consentito che questo provvedimento giungesse in aula, perché siamo d'accordo sull'autorizzazione all'acquisto di questo immobile, però vorremmo farlo conoscendo tutti i dati di fatto.
Ora vedo che questo impegno non è stato mantenuto. Noi siamo sempre in assenza di quei dati parametrici tali da consentirci di esprimere una valutazione precisa anche nel merito del valore riconosciuto ai fabbricati.
Si pone quindi la questione di come procedere.
Occorrerebbe procedere all'approvazione previa l'informazione richiesta, perché se così non è, i rapporti in Commissione potrebbero mutare nel senso che se in Commissione si "liberano" determinati progetti di legge conché vengano fornite certe informazioni e poi questo non succede, vorrà dire che la prossima volta in Commissione ci comporteremo in modo diverso. Non vorrei che questo provocasse un aggravio del lavoro in Commissione.
Prima di all'approvazione di questo progetto di legge, chiedo che vengano forniti i dati che avevamo richiesto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Non ho partecipato agli ultimi momenti di questa questione, perch quando il fatto da naturalistico è diventato patrimoniale è subentrato l'Assessore Croso.
Non sono quindi in condizione adesso di produrre queste informazioni perché non sapevo tra l'altro che in Commissione era stata fatta questa richiesta, che mi sembra abbastanza pregiudiziale, da parte del Gruppo comunista.
Siccome la richiesta del Consigliere Chiezzi non è una cosa dell'altro mondo, nel senso che basta richiedere la perizia attraverso la quale il nostro Ufficio regionale ha determinato questa cifra, chiedo una breve sospensione dell'esame di questo progetto di legge, in modo da far avere la documentazione richiesta al collega. Penso che prima di questa sera il provvedimento possa essere approvato dopo questa ulteriore acquisizione di dati che mi sembra giusta e quindi può essere messa all'attenzione di tutti i Consiglieri regionali.



PRESIDENTE

D'accordo, sospendo pertanto l'ulteriore corso di questo progetto di legge in attesa che giunga la documentazione richiesta, dopodich procederemo all'esame dell'articolato.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame progetto di legge n. 366: "Norme relative alla proroga dei termini di validità del piano socio-sanitario della Regione Piemonte per il triennio 1985/1987"


PRESIDENTE

Passiamo quindi all'esame del progetto di legge n. 366 di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Olivieri, che ne è relatore.



OLIVIERI Aldo, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, oggi facciamo una ripetizione: se repetita juvant, perseverare è diabolico, perché l'argomento se non vado errato lo trattammo tre sedute or sono, ma la legge non fu votata perch mancò il numero legale. Comunque, poiché non sono Paganini, mi posso nuovamente esibire sulla materia.
Credo che questo atto non sia necessario, ma comunque utile perché come ebbi già a dire l'altra volta è estremamente importante che il nuovo piano socio-sanitario regionale sia in accordo con quanto si sta stabilendo a Roma a livello di Ministero.
Esiste già, in bozza, un atto che fissa la percentuale del personale sia sanitario sia parasanitario e gli indici di occupazione delle varie divisioni. Questo atto è estremamente importante perché mette finalmente ordine in una materia che è sempre stata piuttosto "vacante" a livello nazionale e che ha creato disparità di fatto fra le varie Regioni. Questo elemento è alla radice di quel fenomeno assai grave che è rappresentato dalla suddivisione del fondo sanitario nazionale sulla base della spesa storica e non rispetto alle reali esigenze dei servizi sanitari in particolare di quelli ospedalieri.
Lo stesso discorso vale anche per i servizi del territorio, peraltro estremamente più difficili da quantificare poiché i parametri classici rispetto all'occupazione dei posti letto, al numero dei ricoverati e così via non valgono. Si tratta di valutazioni molto più difficili che nella realtà dei fatti non sono parametrabili se non con una approssimazione più o meno vicina alla realtà delle cose.
L'altro aspetto importante è quello del piano nazionale, per tanti anni atteso e che poi esitò in una proposta dell'allora Ministro Degan. Era una proposta molto bella sul piano aulico, sul piano romantico, l'ultimo punto infatti parlava di "sanità amica", però questo piano aveva un difetto: non ne vedeva assolutamente la copertura finanziaria dei vari capitoli, per cui sarebbe rimasto un elemento di frustrazione per chi opera nella sanità perché era possibile fare tutti i programmi immaginabili sulla base del piano nazionale che però avrebbero visto inesorabilmente tagliata alla radice la possibilità di mettersi in atto.
Fortunatamente il continuismo del Governo rispetto alla gestione del Ministero della Sanità permette - è anche nella mentalità del Ministro una riduzione di piano forse più scheletrica e schematica, ma che abbia questi due elementi fondamentali: da un lato la proposta organizzatoria e dall'altro la copertura finanziaria. Se manca questa contestualità di elementi non si può fare sanità, soprattutto non si può fare sanità moderna.
E' assolutamente necessario andare alla stesura del nuovo piano tenendo conto di questi due elementi, per lo meno del primo che è quello della parametrazione esatta delle strutture ospedaliere che sono in realtà la parte più pesante dal punto di vista dell'impegno finanziario, mentre la parte del territorio è estremamente più articolata: da un lato è vincolata da una serie di spese obbligatorie che non sono neanche legate alle iniziative delle Regioni, bensì a statuizioni governative, dall'altro permette maggiore flessibilità rispetto alle opzioni su questo o quel servizio.
Il rinvio si rende utile e necessario per garantire la liceità degli atti in modo che il piano che è scaduto il 31 dicembre 1987 abbia validità fino al 31 dicembre 1988. Quel piano era stato votato all'unanimità, dopo un lavoro abbastanza cospicuo, pur registrando un difetto di fondo non tanto nel piano quanto nell'organizzazione complessiva del sistema sanitario per cui in realtà le UU.SS.SS.LL. avendo una spiccata autonomia rispetto alle possibilità di intervento della Regione sono portate ad interpretare il piano attualmente in vigore e se non cambieranno le cose saranno portate ad interpretare tutti i piani successivi rispetto alle tradizioni o alle peculiarità di area, quindi non garantendo un movimento unitario rispetto alla tendenza del piano di "orizzontalizzare" l'intervento sanitario in Piemonte che è forse un pregio, ma anche un difetto perché la storia, la tradizione e la consistenza socio-economica di ogni area territoriale implicano differenziazioni che sono destinate, anche se correggibili, a durare per molto tempo.
Questo atto è dovuto e garantisce sulla liceità degli atti successivi.
Infatti, non a caso fu la stessa opposizione che chiese in Commissione che questo atto venisse portato in Consiglio.
Penso che tutti dovremmo votare questa legge per garantire il funzionamento della macchina sanitaria che è molto complessa, anfrattuosa e assai sensibile ad eventuali insulti esterni che già esistono.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Piano socio-sanitario regionale 1985-1987 è scaduto alla fine dello scorso anno e noi ripetutamente abbiamo chiesto di conoscerne lo stato di attuazione. Ci si predispone a formulare un nuovo Piano socio-sanitario regionale per gli anni 1989-1991 senza fare un bilancio del precedente piano.
Lo stato di attuazione non è conosciuto nonostante che gruppi di consulenti stiano lavorando da tempo - questo è per noi un punto pregiudiziale - a fare un bilancio dello stato di attuazione del precedente piano. Non si conoscono neppure gli indirizzi generali cui ispirare il Piano 1989-1991 (terzo piano regionale).
Gruppi di esperti stanno predisponendo una bozza, ma quali sono stati gli indirizzi forniti a questi esperti affinché vi sia una traccia politica di ciò che la Giunta vuole che sia il piano per i prossimi anni? Si procede alla rinfusa, con troppa approssimazione e a metà maggio arriva la "leggina" di proroga del piano scaduto. Mesi addietro si parlò di elementi di aggiornamento e poi questi elementi non si vedono, pare siano stati ritirati.
Noi avevamo ripetutamente chiesto un dibattito generale sulla sanità e questa era un'occasione eccellente per farlo. Ci si presenta invece alla chetichella con una leggina di proroga; noi continuiamo ad ignorare il bilancio del passato piano e ad ignorare gli indirizzi che guidano la bozza che si sta predisponendo del terzo piano regionale. Queste cose non sono giunte in Consiglio e neppure in V Commissione.
In Commissione tutti i Commissari avevano chiesto con forza di conoscere lo stato di attuazione del precedente piano e le politiche di indirizzo che sono state fornite agli esperti per predisporre il nuovo piano. Tra l'altro, la V Commissione ha denunciato una mancanza di informazioni: la collega Bergoglio ha sostenuto che i vari gruppi di lavoro costituiti per studiare il nuovo Piano socio-sanitario non hanno mai provveduto ad informare la Commissione del lavoro che stanno svolgendo. Ci è considerato inammissibile dalla collega Bergoglio, così come lo è il fatto che in Consiglio regionale non si sia mai affrontato un dibattito serio sulla sanità disperdendosi molto spesso su argomenti assai meno urgenti e si parla di continui slittamenti della data nella quale dovrebbe svolgersi questo dibattito generale sulla sanità.
Siamo ad un atto di estrema importanza politica che la Giunta considera meramente tecnico. Non esiste una bozza del nuovo piano, si proroga con cinque mesi e più di distanza il vecchio piano. E' una situazione inaccettabile soprattutto perché la complessa macchina della sanità vive varie emergenze.
Si è teorizzato il pragmatismo esaltato che bisognava tagliare lacci e lacciuoli, quelli della programmazione naturalmente, ma nonostante questo "sano" pragmatismo la situazione della complessa macchina della sanità è di vera e propria emergenza. Si può dire che la sanità non è governata mentre esplodono emergenze sociali e sanitarie (ambiente, anziani, giovani). La macchina assessorile è completamente dissestata e richiedeva impegni straordinari che non sono mai stati assunti dallo scandalo dei Laboratori privati ad oggi: il Servizio ispettivo regionale non funziona, i Capiservizio falcidiati dagli scandali, situazioni di dissesto e di paralisi ripetutamente sostenute dallo stesso Assessore che tra l'altro non può dimenticare di essere l'Assessore alla sanità. Non esiste un sistema informativo degno di questo nome. Nella relazione della Commissione di inchiesta sui Laboratori privati si dice eufemisticamente "la sanità non conosce se stessa", non si conoscono i dati essenziali della situazione sanitaria nella nostra Regione! Gli organici sono largamente scoperti, si è impiegato un anno per ricostituire il Co.Re.S.A.; i problemi del riparto del fondo sanitario mettono chiaramente in discussione squilibri crescenti nella spesa sanitaria, squilibri non giustificati (ne parleremo in occasione della discussione sul riparto del fondo sanitario regionale) numerose leggi giacciono nei cassetti; esplode l'emergenza ambiente e a fronte di ciò ritarda la realizzazione di una rete di Laboratori di sanità pubblica, anzi, in Commissione da circa un anno sono fermi una proposta di legge del nostro Gruppo e una della maggioranza che non vengono licenziate perché vi sono contrasti all'interno della maggioranza.
In una situazione di questo genere non è accettabile che si arrivi alla chetichella con la pretesa che una leggina di poche righe proroghi il piano senza informare adeguatamente il Consiglio e la stessa Commissione consiliare dello stato di attuazione del precedente piano e degli indirizzi in base ai quali si pensa di formulare il nuovo piano socio-sanitario.
Questo ci consente di dire che siamo allo "sgoverno" della sanità in Piemonte mentre esplodono varie emergenze di carattere sociale e sanitario.
E' una situazione insostenibile! Prima la Giunta prende atto di questa situazione, meglio è per la comunità piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Devecchi.



DEVECCHI Armando

E' noto che il Piano socio-sanitario scaduto il 31 dicembre 1987 non ha avuto il voto favorevole del nostro Gruppo, quindi sarebbe estremamente facile in questa sede riandare ai motivi, alle incertezze e alle carenze che abbiamo riscontrato nell'attuazione del piano.
Tuttavia oggi siamo di fronte ad una carenza di carattere legislativo quindi daremo voto favorevole all'approvazione della proroga della scadenza dei termini pur mantenendo le riserve che abbiamo sollevato precedentemente nei confronti del piano stesso.
Ci auguriamo che il nuovo piano socio-sanitario, per il quale si vede la necessità ma non l'estrema urgenza di realizzazione quando eventualmente fosse il frutto di non meditate scelte, possa approdare in quest'aula dopo che avrà acquisito tutti gli elementi necessari per poter mettere il Consiglio regionale nelle condizioni di approvarlo con serena coscienza.
Il voto del nostro Gruppo alla proroga del piano fino al 31 dicembre 1988 è favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Minervini.



MINERVINI Marta

Anche il nostro Gruppo non aveva votato favorevolmente l'ultimo piano socio-sanitario e sono stata perplessa in Commissione a dare voto favorevole alla proroga. Daremo un'approvazione che voglio chiamare tecnica, questo perché vivendo io molto nelle UU.SS.SS.LL. so che in fondo il piano socio-sanitario serve, per quello che la sanità funziona e quindi non se ne può fare a meno. Noi siamo attenti e vogliamo andare incontro alle necessità dei cittadini, non certamente a quelle del governo regionale che dovrebbe funzionare di più, per non dire tanto di più, per cui daremo questa approvazione tecnica.
Chiedo però anch'io, come ha fatto il collega Calligaro, che ci si dica a che punto è l'attuazione del piano socio-sanitario che andiamo a prorogare. Non ci sembra possibile che i Consiglieri regionali, in particolare i membri della V Commissione, ma voglio dire tutto il Consiglio regionale non conosca lo stato di attuazione di un piano socio-sanitario così importante che è già scaduto da 5 mesi. Non riusciamo ancora a capire come mai e perché questa deroga arrivi con 5 mesi di ritardo. Se fosse arrivata nel mese di febbraio forse avremmo fatto un altro ragionamento.
Chiediamo anche noi che si faccia un dibattito generale sulla sanità in questo Consiglio, ma credo di poter dire fin da ora al collega Calligaro che questo dibattito andrà alle calende greche perché sarà molto difficile da affrontare, non da parte nostra, ma da parte del governo regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reburdo. Ne ha facoltà.



REBURDO Giuseppe

Io mi permetto di insistere sulla richiesta di avere una dettagliata informazione sullo stato di applicazione del piano, anche rispetto ai cosiddetti "PAS" delle UU.SS.SS.LL., nel senso che a me risulta che in molte situazioni il problema dei PAS sia stato affrontato senza una sufficiente verifica nella loro coerenza con le indicazioni del piano regionale. Manca una verifica dettagliata e puntuale dello stato di applicazione dei PAS, per cui ci sono alcune UU.SS.SS.LL. dove per esempio da anni esistono due strutture ospedaliere che avrebbero dovuto essere progressivamente superate con la progettualità contenuta nei PAS, ma dopo anni di indicazioni di questo tipo permangono situazioni veramente incredibili. Cito qui la vergognosa situazione della USSL di Carmagnola dove lo stato di dequalificazione della struttura ospedaliera l'inefficienza e la non coerenza di applicazione né delle indicazioni del piano regionale né tanto meno del PAS, ha creato una situazione per la quale sono scoppiati problemi drammatici di campanilismo e di scontro nel senso che senza un sufficiente potenziamento dell'ospedale alternativo che avrebbe dovuto essere quello di Carmagnola, la non sostituzione dei servizi della struttura ospedaliera di Carignano che avrebbe dovuto essere superata ha creato una impasse, una situazione che ha dell'incredibile probabilmente esistono altre situazioni di questo tipo.
Lo voglio rilevare perché la presa d'atto della proroga di un piano senza avere a tempi ravvicinati uno specifico esplicito impegno della Giunta su queste questioni, è una cosa che per molti aspetti è inaccettabile.
Io ho segnalato un caso, ma ne potrei segnalare altri proprio per dimostrare come si stia andando volutamente verso uno sfascio anche per l'inefficienza delle gestioni politiche a livello di UU.SS.SS.LL., ma anche di incapacità della Regione di governare almeno l'applicazione di un piano.
La verifica dei PAS avrebbe dovuto essere la sostanza dell'intervento programmatorio della Regione nel campo della ristrutturazione riconversione e adeguamento dei servizi, ospedalieri e no, sul territorio.
Diventa difficile quindi accettare l'impostazione del relatore circa le motivazioni della proroga, se esse non sono suffragate da una richiesta di impegni molto precisi e puntuali con delle scadenze. Vorrei capire anche quando è possibile avere queste informazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, io mi permetto di fare una breve osservazione sulla questione specifica del piano. A me sembra che si ponga qui una questione istituzionale di cui forse sarebbe bene che il Consiglio attraverso la sua massima rappresentanza si rendesse conto. Noi ci esprimiamo normalmente lo dice lo Statuto attraverso la predisposizione di piani, che non sono nient'altro che la dichiarazione di ciò che si intende fare attraverso una verifica del passato e dello stato delle cose; sono gli indirizzi per l'azione di governo.
Questa inadempienza sta diventando un fatto istituzionale, ma non mi rivolgo tanto alla Giunta perché Calligaro ha già espresso i giudizi che sono critici su questo ritardo. Voglio indicare qui una gravissima preoccupazione del nostro Gruppo perché la Giunta è poco stimolata, se non da qualcuno dell'opposizione, a fare i piani. Vi sono addirittura Gruppi che non prendono la parola sul piano socio-sanitario. Non dimentichiamo che percentualmente la spesa è di gran lunga la più rilevante e che il giudizio sulla Regione è condizionato molto da come governa il settore della sanità.
Io faccio solo registrare, signor Presidente, non chiedo neanche risposte, che sconfiniamo qui in una questione istituzionale: il fatto che non si predispongano né si arrivi a discussioni di indirizzi e di azioni di governo in materia di sanità o di altri argomenti, richiama una forte responsabilità anche delle altre forze politiche.
E' possibile, in altri termini, che la opposizione sfavorita dai numeri, oltre che dal clima o dall'atteggiamento, pone la questione che l'atteggiamento medio che emerge negli altri è disattenzione oppure "lo fanno perché sono all'opposizione". C'è o no una questione istituzionale? Secondo me c'è e tutta intera; sono gravissime le responsabilità in questo senso, credo sia giusto da parte nostra indicare le responsabilità della Giunta, ripeto però che la Giunta, specialmente per le questioni di adempimento istituzionale, ha necessità di avere un Parlamento, forze politiche, che comunque al di là del merito della loro collocazione, quindi che cosa vogliono fare nei piani, ritengano di stimolarla a predisporre i piani statutariamente e legislativamente previsti e devo dire anche sul piano del buon senso del governo necessari.
Pongo una questione al Consiglio, chi la vuol sentire la senta! Davvero il discorso delle riforme istituzionali, questa fase tentata, non so che segno abbia. Il settore della sanità è cruciale, comporta la maggior parte della spesa regionale, ma perdura uno stato di enorme assenza sul piano dell'indirizzo e della definizione di cosa si vuol fare: per le UU.SS.SS.LL. e per il concreto operare. Questo Consiglio però, mi dispiace dirlo, è una polemica aperta anche nei confronti di altri Gruppi, certo non aiuta la Giunta nella sua funzione di stimolo, non l'aiuta perché c'è il rischio di essere classificati come l'opposizione che si lamenta, mentre noi ci lamentiamo sì in quanto opposizione, ma anche perché crediamo di dover essere tenuti noi come gli altri al rispetto di alcune regole istituzionali.
Io mi chiedo insomma se si può passare così tranquillamente la proroga mi auguro che qualcosa venga detto dall'Assessore in merito ai tempi e ai modi. Certo è che su una questione di questo genere l'intervento del nostro Gruppo è per richiamare nella dialettica di Consiglio precisi incombenti a cui non si possono sottrarre neanche gli altri Gruppi. Non basta rispondere, mi permetta il collega Devecchi, che visto che un piano c'è che è meglio farlo bene che farlo comunque, può anche aspettare.
Il piano è un compito, è un dovere e c'è una sanzione politica tipica che va dalla sfiducia per chi non ha fiducia politica, che può essere per nello stimolo e nella verifica da parte dei Gruppi che hanno la responsabilità del fatto che non si può attendere perché procedere nella speranza di fare bene il piano, si potrebbe tranquillamente - siamo già ai tempi massimi - passare questa legislatura senza aver capito che cosa si vuole che succeda.
Esprimo la mia opinione molto responsabilmente, disponibile anche a ricevere le "bucce d'arancia" sulla testa da coloro che dissentono dalla mia opinione: sono molto preoccupato dall'assoluto "understatement" con cui il Consiglio affronta queste questioni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari per la replica.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Ha già accennato il Consigliere Olivieri le motivazioni per cui si va alla proroga che possono essere divise in due categorie: una di merito, per evitare un vuoto di continuità tra il vecchio piano e il nuovo in corso di elaborazione; l'esigenza di disporre di un quadro di riferimento che dia la possibilità di governare le scelte in indirizzo e operativo a livello territoriale regionale e a livello locale che si traducono poi nell'attuazione e nella verifica di un sistema di vincoli.
La seconda è di ordine giuridico: la legge di approvazione del piano precedente non contiene alcuna clausola di ultra-attività del piano stesso.
Ricordo che la legge nazionale n. 595 detta le norme di programmazione sanitaria per il piano nazionale. L'art. 1, IV comma, stabilisce che: "in caso di mancata adozione del piano sanitario nazionale per il periodo successivo a quello del piano in vigore, conservano la propria validità l'ultimo piano approvato dal Parlamento e le relative disposizioni precettive". Indubbiamente oggi questa dizione è vuota perché siamo in assenza di piano nazionale, c'è comunque questa previsione per cui in caso di non approvazione del piano nei tempi previsti dalle scadenze del piano precedente, questo continua a vigere.
D'altronde, poiché noi siamo giunti al terzo piano, è difficile pensare che un piano nuovo possa stravolgere quelli precedenti. Quindi il mito dell'attesa del piano ritengo debba essere ridimensionato visto che andiamo dal settimo al nono anno di programmazione. Si tratta di verificare attentamente i piani precedenti; come tutti i Consiglieri sanno, meccanismi di verifica dei piani precedenti non esistono, molto spesso si fanno piani senza conoscere bene quello che è avvenuto, purtroppo non abbiamo strumenti di verifica che stiamo con mille difficoltà cercando di mettere in piedi.
Vale di più la verifica e il controllo delle attività svolte dalle UU.SS.SS.LL. sulla base delle linee generali scelte dalla Regione.
Lo stato attuale di elaborazione del III Piano vede la predisposizione di documenti e contributi che sono ancora propedeutici e preliminari di carattere generale, bozze di indirizzi operativi, indicazioni di procedure e di vincoli su alcune tematiche settoriali, in modo particolare su alcune che vengono affrontate in termini più consistenti, forse anche per un cambiamento di linea nazionale e non solo per chi governa la Regione ora come nel sistema riabilitativo, a cura dei componenti il gruppo di lavoro che è stato istituito. Ci sono consulenti esterni che sono funzionari di Unità sanitaria e funzionari regionali.
Indubbiamente c'è stata una difficoltà operativa in questi due anni dovuta allo sconquasso che ha avuto la sanità sul piano operativo, in modo particolare sul piano regionale. Non dimentichiamo che lo sconquasso si è avuto anche a livello di Unità sanitarie locali, per cui all'interno della Regione abbiamo spesso dovuto usare consulenti del Piano anche per attività quasi normali, per carenze di organico, per tutte le cose che conoscete e che non dipendono solo da chi ha assunto da sei mesi la guida di questo Assessorato.
Senza andare a cercare delle scuse, perché non credo che sia il caso le ragioni principali per cui non è stato possibile definire il piano possono essere indicate in alcuni elementi: la continua e persistente assenza di quadro di riferimento nazionale (mancanza del Piano sanitario nazionale previsto dalla L. 595); la necessità di fare un'accurata analisi e delle riflessioni attente per un corretto recupero e inserimento nella politica di piano regionale di alcune iniziative a carattere nazionale previste dalla legge finanziaria che sono di grande rilievo strategico particolarmente quelle che hanno un grosso impatto attuativo previste dall'art. 20. Ciascuno di noi ha vissuto l'avventura della legge finanziaria per tanti mesi, quando non si sapeva bene quale fosse la norma che era stata bocciata o decretata la settimana precedente. C'è stata quindi l'impossibilità dall'agosto '86 di avere un quadro di riferimento preciso che è venuto solo con l'approvazione della legge finanziaria 45 giorni fa.
L'art. 20 è relativo al programma pluriennale di investimenti, il famoso fondo decennale di 30.000 miliardi che vanno dalla materia edilizia che investe la rete ospedaliera, agli ambulatori territoriali, ai laboratori di sanità pubblica. Ricordo al collega Calligaro che sui laboratori di sanità pubblica non c'è una dimenticanza regionale, l'abbiamo già verificata, non ricordo se in Commissione o in Consiglio. C'è una serie di miliardi già stanziati per interventi che non riescono a trovare la realizzazione nelle UU.SS.SS.LL.. Noi siamo intervenuti, bisognerebbe per avere un grande potere di verifica e di controllo. Uso un termine abusato: bisognerebbe stare "con il fiato sul collo" nella realizzazione di questi interventi con poteri reali di controllo e di verifica e di premio di penalizzazione, perché di tutti i ritardi che avvengono a livello di USSL viene accusata la Regione. Se non partono i laboratori di sanità pubblica è colpa della Regione, ma sono le UU.SS.SS.LL. che pur non avendo ancora elaborato il progetto richiedono il finanziamento per l'opera ed io ricevo interrogazioni consiliari perché la colpa diventa della Regione. Io credo che la Regione, giustamente, debba accollarsi responsabilità di guida, ma contemporaneamente anche avere la possibilità di guidare in modo estremamente solido e con poteri la sanità regionale. L'Assessorato non ha un sufficiente assetto organizzativo, è quello che aveva prima della riforma; quindi mi assumo solo la parte delle colpe che può avere l'Assessore degli ultimi otto mesi.



BONTEMPI Rinaldo

Non stiamo accusando lei! Già l'altra volta ne discutevamo: viste le denunce che si ripetono dello stato dei fatti, probabilmente ampiamente vere, noi chiediamo da dove si inizia per porvi rimedio. Noi crediamo che dal Governo regionale debba venire un input! Forse continuiamo a non capirci: la sanità è un problema grosso! E' chiaro che in otto mesi non si può risolvere tutto, però chiediamo che qualcosa venga proposto e magari esaminato e discusso.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Ci sono dei tentativi disperati che vanno anche al di fuori della sanità. Quando un Assessore alla sanità cerca di spostare una persona nel proprio Assessorato, senza cambiarlo di posto, di scrivania, di competenza di possibilità di carriera, ma non vi riesce, ha delle difficoltà immense! Per quanto riguarda ad esempio il Servizio ispettivo non riesco a trovare persone disponibili a venire e neanche possibilità di comando da parte delle UU.SS.SS.LL. perché queste sono nelle nostre condizioni: estrema povertà e depauperamento nei quadri dirigenti. Si sta vivendo, nell'area metropolitana in modo particolare, il dramma dei quadri dirigenti. Non c'è quindi possibilità di proporre soluzioni da parte di chi regge il sistema della sanità.
Ci sono questioni emergenti che dovranno trovare soluzione nel piano nuovo e la Giunta già da un paio di mesi sta elaborando un programma di intervento per la sanità nella seconda parte della legislatura. La documentazione è stata consegnata ad ogni Consigliere e costituisce la base del dibattito sulla sanità per il quale la Giunta ha già dichiarato la propria disponibilità da tre mesi, però la calendarizzazione dei lavori del Consiglio non è competenza della Giunta, bensì dei Capigruppo.
Le questioni emergenti possono essere schematizzate nella necessità di potenziamento e di qualificazione degli ospedali della rete regionale che sono sede di DEA; nell'eventuale previsione ex novo in rete di alcune specialità più carenti (urologia, unità spinale, diabetologia e gastroenterologia digestiva) oppure di contenuto innovativo, ad esempio il litotritore.
Un'altra questione emergente che dovrà caratterizzare l'indirizzo del piano ed essere oggetto di una specifica attenzione è quella che riguarda le problematiche della riabilitazione con sistema integrato ai vari livelli sia funzionale sia territoriale con la gestione di tematiche di particolare rilevanza sanitaria. Sono già state toccate questa mattina in risposta ad un'interrogazione quelle relative agli anziani, in particolare a quelli non autosufficienti.
Bisogna pervenire, nel nuovo piano, ad una più accentuata responsabilizzazione delle UU.SS.SS.LL. sul fronte della gestione dei servizi sovrazonali previsti in rete nonché in veste anche di ordinatori di spesa per i propri utenti che accedono alle prestazioni fornite dai presidi privati convenzionati ubicati in altre UU.SS.SS.LL.
E' necessaria una maggiore attenzione al settore dell'igiene pubblica e quindi la tempestiva approvazione della legge di organizzazione dei laboratori.
Occorre inoltre definire indirizzi procedurali finalizzati a premiare in termini di erogazione di risorse differenziate le gestioni delle UU.SS.SS.LL. più efficienti. Questo però non dipende solo da noi, è un problema di legge di riparto nazionale, perché diventa estremamente difficile - uso un eufemismo, perché in realtà è impossibile - quando le UU.SS.SS.LL. sanno che viene pagato tutto a consuntivo a pie' di lista innescare dei meccanismi di premio o di punizione. Questo si può fare sulla base di un budget iniziale al quale l'USSL sia costretta ad attenersi e quindi assumere un comportamento durante l'anno condizionato alla cifra preventiva che ha a disposizione.
Maggiore attenzione la stiamo già prestando alla formazione di base e alla riqualificazione del personale del Servizio Sanitario Nazionale, con particolare riferimento al gravissimo fenomeno del fabbisogno inevaso del personale infermieristico, non dimenticando che un altro gravissimo fenomeno ignorato è la mancanza di quadri apicali sufficientemente preparati per dirigere le UU.SS.SS.LL. e questo dobbiamo porcelo in termini estremamente urgenti.
Un'altra questione è la qualificazione del sistema informativo con la definizione di altri strumenti complementari, ad esempio il sistema di contabilità per centri di costo. Come è noto non si conoscono i costi delle prestazioni, con il sistema degli indicatori, ma per fare questo occorre predisporre non solo il sistema informativo di raccolta, ma preparare anche una classe dirigente delle UU.SS.SS.LL. che abbia il coraggio e la volontà di adeguarsi a questo nuovo metodo di gestire la sanità. Ciò non è semplice perché non coinvolge solo la volontà politica di una Giunta o di un Consiglio regionale, ma mille altre strutture e persone che devono portare avanti con le loro gambe il settore.
Infine, maggiore attenzione sarà rivolta a quei filoni di grande rilevanza sociale che sono oggi i fenomeni delle tossicodipendenze dell'AIDS e della psichiatria.
La lista potrebbe essere notevolmente più lunga, ma ho voluto focalizzare soltanto le questioni più cruciali.
Sarà opportuno elaborare e verificare ulteriormente queste linee, oltre che nella sede competente della Commissione consiliare alla quale saranno consegnati i primi elaborati a titolo di informazione, in occasione del dibattito in aula già previsto, che dovrebbe svolgersi nel giro di quindici o venti giorni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Acotto per dichiarazione di voto.
Ne ha facoltà.



ACOTTO Ezio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'intervento del Capogruppo Bontempi ha posto una questione di notevole spessore istituzionale che il Consiglio è chiamato ad affrontare.
Non intervengo su questo aspetto e nella dichiarazione di voto faccio pieno tesoro delle considerazioni svolte dal collega Calligaro e dal collega Reburdo, il quale ha parlato della mancanza di programmazione e degli effetti negativi che questo mancato processo ha sulle UU.SS.SS.LL.
in particolare su alcune di queste.
In questa dichiarazione di voto mi limito a riassumere, ovviamente valutando le cose che ha detto l'Assessore nella replica, le ragioni che poniamo alla base del nostro giudizio negativo nei confronti non tanto della legge in sé, ma di ciò che la legge presuppone ed implica per quanto riguarda l'attività e il governo del settore a livello regionale.
Siamo in presenza di una proroga del Piano socio-sanitario senza alcun documento - lo ricordava il collega Calligaro circa lo stato di attuazione di questo piano.
La legge 59 relativa al Piano socio-sanitario che adesso proroghiamo prevede l'istituto della verifica dello stato di attuazione del Piano medesimo.
Questa è una delle prime inadempienze specifiche di merito, se vogliamo riferirci alle cose che era possibile fare e che non sono state fatte.
Abbiamo avuto ripetute occasioni di fare rimarcare le inadempienze che sono tante in merito all'attuazione della legge 59 di Piano socio sanitario.
Questa inadempienza l'abbiamo segnalata, ma la Giunta non è corsa ai ripari neppure in occasione di questo provvedimento legislativo. C'era il tempo di fare questa operazione, non certo burocratica, che avrebbe obbligato ad una ripresa di attenzione sul tema della programmazione e di una gestione per obiettivi della materia sanitaria nella nostra Regione. La Giunta poteva correre ai ripari e consegnarci materiale di valutazione perché effetti e risultati la legge del Piano socio-sanitario che stiamo prorogando pure ne ha avuti ed è possibile riscontrarli nella realtà piemontese, anche se la disattenzione, la non presenza sul metodo della programmazione ha creato, anche dal punto di vista degli atteggiamenti concreti a livello di UU.SS.SS.LL., una situazione di ignavia, di rifiuto a considerare in modo serio ciò che la Regione aveva rappresentato per il passato, quando trattava in maniera seria il tema della programmazione.
Ha detto il collega Calligaro ed è stato poi ripreso in chiave istituzionale dal nostro Capogruppo Bontempi, che siamo in presenza di un vuoto assoluto ma solo per quanto riguarda gli indirizzi, gli orientamenti della Giunta regionale rispetto al Piano che si andrà a predisporre, ma anche rispetto alla gestione e al governo complessivo del settore socio sanitario.
Da questo punto di vista vorrei esprimere dei giudizi politici.
Caro Assessore, non abbiamo chiesto di fare il compitino, chiamato in altri termini la relazione dell'Assessore in preparazione del dibattito sulla sanità, ma ahimè non può dire che il materiale messo a disposizione sia utile al dibattito del Consiglio regionale sulla questione sanità nella Regione Piemonte. E' materiale molto interessante per capire che cosa hanno proposto i singoli servizi dell'Assessorato alla sanità sul programma di lavoro per i prossimi mesi e per i prossimi anni di fine legislatura, ma è un programma operativo di ciascun settore da quello delle tossicodipendenze a quello della medicina integrativa; si tratta cioè di alcuni momenti di innovazione riorganizzativa per quanto riguarda i servizi presso le UU.SS.SS.LL. Questo è il materiale che abbiamo a disposizione, Assessore! Noi chiediamo alla Giunta regionale che ci dica attraverso la relazione dell'Assessore come intende muoversi rispetto alla situazione oggi esistente nella sanità a livello della nostra Regione, le scelte che intende compiere, il giudizio che esprime. Altrimenti, caro Assessore, il quadro presentato oggi non è altro che un quadro di dichiarazioni continue e ripetute di impotenza che dovrebbero obbligare a trarre alcune conclusioni.
Non voglio soggettivare da questo punto di vista il giudizio, ma la domanda si impone qui e la si avverte anche all'esterno: questa Giunta vuole governare o non vuole governare la sanità piemontese? L'Assessore Maccari vuole fare l'Assessore alla sanità oppure non lo vuole fare? Questi sono interrogativi che io trasferisco in questa sede, ma che si sentono nell'aria, sol che si faccia qualche giro per le UU.SS.SS.LL., sol che si parli con qualche amministratore delle UU.SS.SS.LL. piemontesi.
Questi interrogativi traduciamoli in termini che banalizzano la questione: il giudizio della Giunta regionale sulla sanità piemontese e che cosa intende fare a fronte di questa situazione, questi sono gli elementi della relazione da porre a base del dibattito del Consiglio regionale. E' un fatto di cui è investito tutto il governo regionale e, in primis l'Assessore competente.
Non vorrei dare l'impressione che la questione sia personalizzata, ma il nostro Capogruppo ha posto una questione al Consiglio e alla Giunta regionale che ha un rilievo di questa natura.
Nel merito posso aggiungere che manca il Piano socio-sanitario nazionale, ed è una delle vicende più incredibili, rocambolesche, se vogliamo così dire, della storia sanitaria post-riforma nel nostro Paese con il succedersi di documenti più o meno ufficiali di questo o quel Ministro che nei vari periodi, assai brevi, sono transitati attraverso il settore della sanità. Questa situazione c'era anche nel 1979-1980 e se avessimo ragionato su quella base non avremo prodotto il primo piano socio sanitario della Regione Piemonte e il suo aggiornamento con la legge n. 59 di cui oggi discutiamo la proroga di un anno. L'alibi della mancanza del piano socio-sanitario nazionale che non ha la prova dell'esperienza di questa Regione non regge, perché gli sforzi fatti nel campo della programmazione socio-sanitaria, fossero anche velleitari e spinti in avanti senza punti di riferimento certi, dovrebbero indurre a un ragionamento serio per quanto riguarda le decisioni che si devono assumere nel settore in modo da non decidere oggi il contrario di ciò che si deciderà domani. La programmazione, in parole molto povere, è il tentativo di mettere un problema in ordine all'altro e di impedire che le decisioni che si assumono in un certo tempo siano del tutto incoerenti con quelle che si assumeranno per il futuro. Almeno abbiamo detto alle UU.SS.SS.LL. quali sono i servizi esistenti nei singoli settori ospedalieri, anche se naturalmente non sono risolti tutti i problemi, quali potenziare l'attività. A volte non cogliamo l'importanza di questo lavoro perché sembra troppo legato alla prosopopea dei piani, della programmazione: l'incidenza pratica e concreta c'è e ne cogliamo l'evidenza nel momento in cui ci approcciamo alle singole realtà.
Manca il piano socio-sanitario nazionale, ma si può e si poteva agire andando oltre gli sforzi fatti a livello regionale nel vuoto legislativo in materia che esisteva prima. Infatti nell'ottobre 1985 è entrata in vigore la legge statale n. 595 che detta le prime norme per la programmazione sanitaria nazionale e regionale. Rilegga quella legge, caro Assessore, e vedrà che offre strumenti utili per arrivare ad un aggiornamento del piano socio-sanitario regionale, della legge n. 59 che oggi proroghiamo, in ordine a questioni che hanno un'importanza notevole, rispetto alle quali era necessario preparare la comunità regionale. L'Assessore ha ricordato l'ultimo provvedimento: le misure urgenti per quanto riguarda il personale e la disorganizzazione ospedaliera, ma non è che la traduzione in legge del Decreto n. 27. Ha fatto riferimento agli standards come elemento adottivo di questo decreto, che dovrà essere attuato anche con forza nella direzione dell'applicazione di alcuni parametri rigidi. Non possiamo però essere sorpresi che ci sia una reazione acuta da parte delle realtà locali piemontesi nell'attuazione di questi decreti perché in questi anni intanto non li abbiamo preparati e poi abbiamo dato loro l'impressione che la programmazione fosse una filosofia ormai abbandonata da questo tipo di Regione che non servisse più assolutamente a niente e che c'era invece un'altra logica che sovrintendeva al governo di questo settore.
Non ci nascondiamo che potranno esserci da questo punto di vista reazioni anche molto problematiche, ma c'era la possibilità di affrontare la questione, attuando la legge dello Stato n. 595, che avrebbe potuto consentire di realizzare una proposta che abbiamo sostenuto in diverse occasioni e che poi abbiamo formalizzato nel documento per il piano di sviluppo della Regione: la proposta dei 5 mila posti letto da ritagliare dentro la rete ospedaliera regionale soprattutto per gli anziani cronici.
Questa proposta è percorribile, ci sono gli strumenti legislativi per fare un'operazione di questo tipo, lo prevede la legge n. 595 che dice che almeno un posto letto per ogni mille abitanti deve essere riservato alla cosiddetta riabilitazione intesa in senso lato. Operazioni di questo tipo non sono state assolutamente tentate.



OLIVIERI Aldo

Avete sempre fatto la guerra contro la geriatria!



ACOTTO Ezio

Non si tratta di fare la guerra o non la guerra contro la geriatria occorre indicare operazioni che non sono generiche, ma possibili realizzabili, già attuabili, come l'aggiornamento della legge n. 59.
Alcune cose in più già oggi l'Assessore poteva dire per quanto riguarda le intenzioni della Giunta sulla grossa occasione, così l'Assessore l'ha chiamata, offertaci dalla legge finanziaria di quest'anno che per quanto riguarda la nostra Regione, facendo un ragionamento molto a spanne significa 250 miliardi per dieci anni di investimenti nel settore sanitario. I conti sarà necessario farli in maniera più precisa, ma quali sono gli indirizzi e gli orientamenti? Dov'è la relazione, non il compitino, dell'Assessore da porre alla base di un dibattito generale sulla sanità, che indica gli indirizzi e le scelte a fronte di una determinata disponibilità di risorse? C'è la necessità di indirizzare queste risorse in un senso piuttosto che in un altro. Mentre affrontiamo la proroga del piano socio-sanitario un minimo di ragionamento a questo riguardo sarebbe stato del tutto importante e per niente fuori luogo farlo. In apparenza stiamo facendo un'operazione puramente tecnica, il Presidente della V Commissione l'ha presentata così nell'intervento di questa mattina, ma in effetti questa operazione ha gli antefatti e le implicanze che ho descritto.
Queste sono le motivazioni che poniamo alla base del nostro voto negativo rispetto al vuoto di governo che esiste su questo settore di cui è testimonianza soltanto indiretta la proroga alla legge n. 59 che oggi il Consiglio sta esaminando.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 26 Consiglieri si sono astenuti 13 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Nomine

NOMINE


PRESIDENTE

In merito al punto 18) all'o.d.g., proclamo i candidati eletti nella seduta consiliare del 5 maggio 1988.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Torino A.C.A.I.
Consiglio di Amministrazione. Nomina di 2 componenti. Proclamo eletti i Signori Adolfo Castagna e Pier Vittorio Vietti.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Torino A.C.A.I.
Collegio Sindacale. Nomina del Presidente. Proclamo eletto il Signor Maurizio Puddu.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Torino CO.GART.
Consiglio di Amministrazione. Nomina di 2 componenti. Proclamo eletti i Signori Angelo Gervasi e Francesco Bonsignore.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Torino CO.GART.
Collegio Sindacale. Nomina del Presidente. Proclamo eletto il Signor Luigi Passoni.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Torino UNIONE Consiglio di Amministrazione. Nomina di 2 componenti. Proclamo eletti i Signori Angelo Montaldi e Michele Minardi.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Torino UNIONE Collegio Sindacale. Nomina del Presidente. Proclamo eletto il Signor Franco Canavesio.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Torino IVREA CO.GART. - Consiglio di Amministrazione. Nomina di 2 componenti. Proclamo elette le Signore Laura Cassutti e Bruna Galletti.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Torino IVREA CO.GART. - Collegio Sindacale. Nomina del Presidente. Proclamo eletto il Signor Gianni Celleghin.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Torino CIRIE' CAR-G.
Consiglio di Amministrazione. Nomina di 2 componenti. Proclamo eletti i Signori Giovanni Berruto e Roberto Leone.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Torino CIRIE' CAR-G.
Collegio Sindacale. Nomina del Presidente. Proclamo eletto il Signor Ezio Regaldo.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Torino SUSA CO.GARV.
Consiglio di Amministrazione. Nomina di 2 componenti. Proclamo eletti i Signori Pier Guido Rota e Giovanni Micheletti.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Torino PINEROLO Consiglio di Amministrazione. Nomina di 2 componenti. Proclamo eletti i Signori Pier Luciano Paolini e Mauro Prot.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Torino PINEROLO Collegio Sindacale. Nomina del Presidente. Proclamo eletto il Signor Enrico Alifredi.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Torino CHIVASSO Consiglio di Amministrazione. Nomina di 2 componenti. Proclamo eletti i Signori Luigi Timossi e Armando Astegiano.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Torino FAVRIA CANAVESE - Consiglio di Amministrazione. Nomina di 2 componenti. Proclamo eletti i Signori Armando Mussatto ed Ernesto Laguzzi.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Torino FAVRIA CANAVESE - Collegio Sindacale. Nomina del Presidente. Proclamo eletto il Signor Lorenzo Fanteguzzi.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Torino SUSA A.C.A.I.
Consiglio di Amministrazione. Nomina di 2 componenti. Proclamo eletti i Signori Romano Perino e Piermario Rosso.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Torino SUSA A.C.A.I.
Collegio Sindacale. Nomina del Presidente. Proclamo eletta la Signora Anna Maria Zorzi.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Torino LUSERNA SAN GIOVANNI - Consiglio di Amministrazione. Nomina di 2 componenti. Proclamo eletti i Signori Mauro Bainotti e Ferdinando Girardon.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Torino LUSERNA SAN GIOVANNI - Collegio Sindacale. Nomina del Presidente. Proclamo eletto il Signor Giuseppe Cresto.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Vercelli BIELLA C.A.S.A. - Consiglio di Amministrazione. Nomina di 2 componenti. Proclamo eletti i Signori Massimo Foscale ed Ermes Tonella.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Vercelli BIELLA C.A.S.A. - Collegio Sindacale. Nomina del Presidente. Proclamo eletto il Signor Ugo Mosca.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Vercelli BIELLA COFINART - Consiglio di Amministrazione. Nomina di 2 componenti. Proclamo eletti i Signori Manuela Gromo e Mario Furia.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Vercelli BIELLA COFINART - Collegio Sindacale. Nomina del Presidente. Proclamo eletto il Signor Enrico Ceccarelli.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Vercelli UNIONE Consiglio di Amministrazione. Nomina di 2 componenti. Proclamo eletti i Signori Giuseppe Misia e Giuseppe Vercellone.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Vercelli UNIONE Collegio Sindacale. Nomina del Presidente. Proclamo eletto il Signor Marco Ciocca.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Vercelli CO.GART Consiglio di Amministrazione. Nomina di 2 componenti. Proclamo eletti i Signori Giovanni Ferraris e Luciano Zucco.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Vercelli CO.GART Collegio Sindacale. Nomina del Presidente. Proclamo eletto il Signor Vincenzo Sala.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Cuneo C.G.I.A.
Consiglio di Amministrazione. Nomina di 2 componenti. Proclamo eletti i Signori Giacomo Tomatis e Giacomo Ferri.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Cuneo C.G.I.A.
Collegio Sindacale. Nomina del Presidente. Proclamo eletto il Signor Vincenzo Taricco.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Alessandria CASALE MONFERRATO - Consiglio di Amministrazione. Nomina di 2 componenti.
Proclamo eletti i Signori Dino Farello e Valerio Scarrone.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Alessandria CASALE MONFERRATO - Collegio Sindacale. Nomina del Presidente. Proclamo eletto il Signor Severino Scagliotti.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Alessandria TORTONA Consiglio di Amministrazione. Nomina di 2 componenti. Proclamo eletti i Signori Gianfranco Gaviglio e Clemente Baiardi.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Alessandria TORTONA Collegio Sindacale. Nomina del Presidente. Proclamo eletto il Signor Vittorio Sala.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Alessandria COMPRENSORIO ALESSANDRINO - Consiglio di Amministrazione. Nomina di 2 componenti. Proclamo eletti i Signori Francesco Arpino e Renzo Isbiglio.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Alessandria COMPRENSORIO ALESSANDRINO - Collegio Sindacale. Nomina del Presidente.
Proclamo eletto il Signor Mauro Parassole.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Alessandria UNIONE Consiglio di Amministrazione. Nomina di 2 componenti. Proclamo eletti i Signori Carluccio Bianchi e Marina Nicola.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Alessandria UNIONE Collegio Sindacale. Nomina del Presidente. Proclamo eletto il Signor Roberto Barberis.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Novara COGARN Consiglio di Amministrazione. Nomina di 2 componenti. Proclamo eletti i Signori Guido Bosetto e Viviana Bosotti.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Novara COGARN Collegio Sindacale. Nomina del Presidente. Proclamo eletto il Signor Francesco Dulio.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Asti CO.GART Consiglio di Amministrazione. Nomina di 2 componenti. Proclamo eletti i Signori Andreino Drago e Angelo Aizzi.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Asti CO.GART Collegio Sindacale. Nomina del Presidente. Proclamo eletto il Signor Mario Olessina.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Torino C.A.S.A.
Consiglio di Amministrazione. Nomina di 2 componenti. Proclamo eletti i Signori Aldo Rapelli e Paolo Mignone.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Torino C.A.S.A.
Collegio Sindacale. Nomina del Presidente. Proclamo eletto il Signor Roberto Manni.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Novara - Consiglio di Amministrazione. Nomina di 2 componenti. Proclamo eletti i Signori Paolo Ariola e Giuseppino Castaldi.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Novara - Collegio Sindacale. Nomina del Presidente. Proclamo eletto il Signor Angelo Gaviani.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Asti - Consiglio di Amministrazione. Nomina di 2 componenti. Proclamo eletti i Signori Livio Bonino e Francesco Chiesa.
Cooperative artigiane di garanzia - Provincia di Asti - Collegio Sindacale. Nomina del Presidente. Proclamo eletto il Signor Andrea Giusti.



PRESIDENTE

CONSUSA S.p.A. - Consiglio di Amministrazione. Nomina di 3 rappresentanti. Proclamo eletti i Signori Oreste Giuglar, Benito Salerno e Tullio Monti.



PRESIDENTE

Collegio dei Revisori dei Conti dell'USSL n. 46 di Santhià. Nomina di un membro in sostituzione del Signor Vincenzo Sala dimissionario. Proclamo eletto il Signor Ermanno Bodo.



PRESIDENTE

CONSUSA S.p.A. - Collegio Sindacale. Nomina di un sindaco supplente.
Proclamo eletto il Signor Maurizio Puddu.



PRESIDENTE

S.T.E.F. - Consiglio di Amministrazione. Nomina di 1 rappresentante in sostituzione del Signor Rolando dimissionario. Proclamo eletto il Signor Maurizio Rainero.



PRESIDENTE

Commissione Tecnica di vigilanza farmaceutica - Provincia di Vercelli. Sostituzione del Signor Ruffino dimissionario. Proclamo eletto il Signor Blem Risi.



PRESIDENTE

Consulta Regionale per la tutela della fauna e la disciplina della caccia. Sostituzione del Signor Bassignana dimissionario (esperto in problemi agricoli-forestali). Proclamo eletto il Signor Giovanni Rolle.



PRESIDENTE

Comitato di Controllo sugli atti degli enti locali - Sezione decentrata di Casale. Sostituzione del Signor Domenico Priora membro supplente dimissionario. Proclamo eletto il Signor Mario Federico.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, comunico che alle ore 14,30 si procederà all'insediamento delle nuove Commissioni consiliari attraverso l'elezione dei Presidenti e dei Vicepresidenti che sono stati designati dai Presidenti dei Gruppi così come prescrive il Regolamento.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13 riprende alle ore 15,50)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Nuova composizione Commissioni consiliari


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che sono state insediate le nuove Commissioni consiliari che hanno provveduto alla nomina dei Presidenti e dei Vicepresidenti. Le nuove Commissioni sono così costituite: I COMMISSIONE



SANTONI DE SIO Fernando (PLI)

Presidente MARTINETTI Bartolomeo (DC) Vicepresidente AVONDO Giampiero (PCI) BARA Giuseppe (PSI) BOSIO Marco (PCI) BRESSO Mercedes (PCI)



BRIZIO FALLETTI Gianpaolo (DC)

CHIEZZI Giuseppe (PCI) DEVECCHI Armando (DC) FERRARA Franco (PRI)



GALLARINI Pier Luigi (PSDI)

GENOVESE Piero (DC) MACCARI Eugenio (PSI) II COMMISSIONE BIAZZI Guido (PCI) Presidente RATTI Aldo (DC) Vicepresidente ALA Nemesio (Lista Verde) BARA Giuseppe (PSI) BONINO Guido (DC) BONTEMPI Rinaldo (PCI) CARLETTO Mario (DC) CHIEZZI Giuseppe (PCI) CROSO Nereo (PSI) FRACCHIA Mario (PRI) GUASSO Nazzareno (PCI) MARCHINI Sergio (PLI) MAJORINO Gaetano (MSI-DN) MONTEFALCHESI Corrado (PCI) PICCO Giovanni (DC) REBURDO Giuseppe (PCI) III Commissione PENASSO Alfredo (DC) Presidente FERRO Primo (PCI) Vicepresidente ACOTTO Ezio (PCI) AMERIO Mario (PCI) FRACCHIA Mario (PRI) MIGNONE Andrea (PSDI) OLIVIERI Aldo (PSI) PARIS Mario (DC) ROSSA Angelo (PSI) VILLA Antonino (DC) IV COMMISSIONE FERRARA Franco (PRI) Presidente BRUCIAMACCHIE Mario (PCI) Vicepresidente AMERIO Mario (PCI) BONINO Guido (DC)



BRIZIO FALLETTI Gianpaolo (DC)

CALLIGARO Germano (PCI) GUASSO Nazzareno (PCI)



MINERVINI CALANDRI Marta (MSI-DN)

MONTEFALCHESI Corrado (PCI) MORETTI Michele (PSI) PENASSO Alfredo (DC) STAGLIANO' Igor (DP) TAPPARO Giancarlo (PSI) V COMMISSIONE



BERGOGLIO CORDARO Emilia (DC)

Presidente ACOTTO Ezio (PCI) Vicepresidente CALLIGARO Germano (PCI) CERNETTI Elettra (PSI) DAMERI Silvana (PCI) DEVECCHI Armando (DC)



GALLARINI Pier Luigi (PSDI)

MARTINETTI Bartolomeo (DC)



MINERVINI CALANDRI Marta (MSI-DN)

OLIVIERI Aldo (PSI) RATTI Aldo (DC)



SESTERO Maria Grazia (PCI)

VETRINO Bianca (PRI) VI COMMISSIONE VILLA Antonino (DC) Presidente ROSSA Angelo (PSI) Vicepresidente ADDUCI Donato (PCI) AVONDO Giampiero (PCI)



BERGOGLIO CORDARO Emilia (DC)

BIAZZI Guido (PCI) CARAZZONI Nino (MSI-DN) CERCHIO Giuseppe (DC) MACCARI Eugenio (PSI) NERVIANI Enrico (DC)



FASSIO OTTAVIANO Luigia (DC)



SANTONI DE SIO Fernando (PLI)



SESTERO Maria Grazia (PCI)

VETRINO Bianca (PRI) VII COMMISSIONE TAPPARO Giancarlo (PSI) Presidente PICCO Giovanni (DC) Vicepresidente ALA Nemesio (Lista Verde) ADDUCI Donato (PCI) BRESSO Mercedes (PCI) BRUCIAMACCHIE Mario (PCI) FERRO Primo (PCI) LOMBARDI Emilio (DC) MARCHINI Sergio (PLI) MIGNONE Andrea (PSDI) MORETTI Michele (PSI) PARIS Mario (DC) PETRINI Luigi (DC) REBURDO Giuseppe (PCI) STAGLIANO' Igor (DP) VALERI Gilberto (PCI) VIII COMMISSIONE VALERI Gilberto (PCI) Presidente



FASSIO OTTAVIANO Luigia (DC)

Vicepresidente ALBERTON Ezio (DC) BONTEMPI Rinaldo (PCI) CERNETTI Elettra (PSI) CROSO Nereo (PSI) DAMERI Silvana (PCI) MAJORINO Gaetano (MSI-DN) NERVIANI Enrico (DC) PETRINI Luigi (DC) Alle nuove Commissioni così insediate auguriamo buon lavoro; potranno riprendere la loro attività a partire da domani.


Argomento: Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati - Formazione professionale - Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 790: "Revisione del programma annuale dei corsi di Formazione Professionale normali, speciali e per invalidi civili - Anno formativo 1987/88 approvato con DCR del 3 luglio 1987, n. 579 10354"


PRESIDENTE

In attesa di chiarire il punto 4) all'o.d.g. relativo al Giardino botanico REA, passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 790 di cui al punto 6) all'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione il testo di tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 19 voti favorevoli e 10 contrari.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deiberazione n. 584: "USSL n. 34 di Orbassano Diniego di autorizzazione all'ampliamento della pianta organica provvisoria mediante l'istituzione di n. 2 posti di psicologo collaboratore, da assegnare al servizio di tutela della salute mentale"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 7) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 584.
La parola al Presidente della V Commissione, Consigliere Devecchi.



DEVECCHI Armando

L'ufficio che ha fatto l'istruttoria ha detto che i posti di psicologo vengono assegnati alle UU.SS.SS.LL. in base alla popolazione e poiché la richiesta dell'USSL di Orbassano supera lo standard che è stato adottato per tutte le altre UU.SS.SS.LL. sulla stessa è stato espresso diniego.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 25 voti favorevoli, 11 contrari e 1 astensione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Sull'ordine dei lavori e in particolare sulla partecipazione odierna dei Consiglieri ad un incontro con una delegazione dei Sindaci della Valle Bormida nella Sala dei Cento


PRESIDENTE

Comunico che una delegazione dei Sindaci della Valle Bormida ha chiesto un incontro con i Gruppi consiliari. Propongo che i vari esperti dei Gruppi incontrino i rappresentanti della Valle Bormida nella Sala dei Cento in modo che il Consiglio possa proseguire i lavori.



BONTEMPI Rinaldo

Scusi Presidente, non abbiamo niente in contrario all'incontro con la delegazione, voglio però far presente che noi abbiamo proposto un'interpellanza urgentissima su questo tema, quindi la discussione sulle decisioni assunte dovrebbe avere il suo sviluppo in seguito a questa riunione. C'è un atto molto importante che è stato assunto per cui credo che non basti parlare con gli interlocutori, occorre sapere qui quello che succede.



PRESIDENTE

Appena ho ricevuto nella giornata di ieri l'ordine del giorno e l'interpellanza presentati, li ho inviati a tutti i Gruppi. Non spetta per a me stravolgere l'ordine dei lavori, bensì ai Capigruppo. Proponevo interlocutoriamente una riunione nella Sala dei Cento. Ritengo che dopo la discussione si possa fare, ma sono i Gruppi a decidere in merito. Abbiamo stabilito che i lavori del Consiglio non si interrompano e che l'ordine dei lavori prosegua secondo lo schema previsto, diversamente non si affronterebbe né questo né gli altri punti iscritti all'o.d.g. Ho dato comunicazione di ciò che è avvenuto, delle interpellanze e degli ordini del giorno presentati, li ho inviati direttamente alla Giunta e ai Capigruppo tutti ne sono a conoscenza, io non posso fare altro.
La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Noi non ci rifiutiamo mai di partecipare ad un incontro durante i lavori se la Presidenza ci fa presente che ne esiste la necessità, ma pensiamo che i lavori del Consiglio debbano proseguire nell'iter fissato dai Capigruppo e non possano essere sconvolti da alcun fatto esterno. A noi questa riunione di oggi giunge del tutto imprevista, non anticipata da nulla. Vorrei sapere chi l'ha fissata, chi ha detto che oggi ci si doveva trovare su questo tema. Diventa un andazzo: chiunque intenda venire in Consiglio regionale ci fa discutere su quello che vuole! Come Gruppo DC siamo disponibili ad incontrare, come sempre, tutti coloro che ci vogliono parlare, però dev'essere garantito il proseguimento dei lavori, dev'esserci la disponibilità della Giunta a parteciparvi.
Riteniamo che la visita di chi vuol manifestare al giovedì non sia conforme all'andamento istituzionale e neanche a quel principio di riforma istituzionale, di rilancio dell'istituto regionale che tanto perseguiamo.
La nostra è un'assemblea legislativa e non un'assemblea che può fare di tutto in tutti i momenti; un'assemblea deve poter programmare i suoi lavori correttamente.
Ribadisco che siamo sempre disponibili a partecipare purché ci sia il numero sufficiente affinché i lavori possano proseguire; perché non possiamo discutere interrogazioni il mattino e assistere a manifestazioni il pomeriggio: non faremmo il lavoro che ci compete.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario

Vorrei far presente al Consiglio che il tema che sta alla base dell'incontro richiesto e motivo della nostra interpellanza urgente riguarda atti di governo di estrema importanza. Non è oggi molto chiaro per chi ha potuto leggere l'interpellanza, l'incontro con una delegazione di questa valle e sappiamo l'importanza che ha avuto anche nei nostri lavori per conoscere determinati fatti. Siamo in presenza di pareri e di atti che riguardano l'utilizzo di 27 miliardi in quest'area. Sono le prime risorse stanziate e mi sembra quindi normale che queste argomentazioni vengano portate all'interno dell'assemblea in quanto tale. Se vuol essere un incontro che precede il Consiglio stesso, che si svolge in un'altra sala, facciamolo pure, ma ciò non deve significare assolutamente che questo argomento, proprio per il carattere d'urgenza che ha, non debba trovare posto all'interno dei lavori del Consiglio regionale già oggi, perché la prossima settimana probabilmente è già tardi! A quel punto le decisioni prese (bisogna verificare da chi) sarebbero irreversibili. Questo sarebbe veramente un grosso guaio!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Ho verificato anche tra il pubblico, in termini di correttezza di comportamento, che qualunque decisione presa dai Capigruppo in ordine a come atteggiarci presuppone che si sappia se è un'iniziativa che si avvia in questo momento, se c'è stata una prenotazione e se presso la Giunta o presso il Consiglio. Al fine delle valutazioni dei Gruppi occorre sapere come, quando e da dove è partita questa iniziativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, questa delegazione è venuta qui a rappresentare delle ragioni data l'eccezionalità del problema e credo debba essere ricevuta come abbiamo sempre fatto nei confronti delle varie delegazioni qui pervenute; presteremo tutta l'attenzione necessaria. Dopo che avremo verificato le attese e i problemi, valuteremo la rilevanza e tempi che siano tali da consentire che questi problemi vengano a trovare delle risposte. Propongo quindi di affidare, successivamente all'incontro, la valutazione che i Capigruppo faranno sui termini della questione.



PRESIDENTE

Secondo i principi che ci siamo dati, quando gli incontri hanno tale rilevanza possono essere svolti nella Sala dei Cento. Ho provveduto a far fare altre copie del documento sul quale dovrebbe essere data una risposta.
Se andiamo ad un incontro nella Sala dei Cento tutto questo può essere chiarito con tranquillità, davanti agli interlocutori qui presenti.
L'Assessore è disponibile all'incontro che ha il carattere che i Capigruppo hanno sempre voluto dare agli incontri svolti durante i lavori del Consiglio.
L'Assessore Cernetti può ricevere la delegazione unitamente ai Gruppi ai quali ho fatto distribuire tutta la documentazione che mi è stata rimessa. Non violiamo un principio, perché si creerebbe un precedente.
Pertanto propongo questa mediazione, atteso che l'Assessore è già pronto per partecipare all'incontro.
Questa soluzione è sempre stata data dai Capigruppo.



MARCHINI Sergio

Scusi Presidente, pongo una questione. Ho il diritto quale Consigliere regionale di sapere se questi ospiti graditi e ben accetti sono venuti qui senza prima aver valutato, verificato, telefonato. Io ho il diritto di sapere se questi nostri ospiti sono qui per caso oppure a seguito di un minimo di preventivo accordo e se questo c'è stato con la Giunta o con il Consiglio! Ho diritto ad avere questa risposta, Presidente! Qualcuno me la dia!



PRESIDENTE

E' suo diritto sapere se è stato concordato un incontro. In genere, non giungono a noi richieste dirette. Ripeto che nel corso dei lavori del Consiglio non è possibile sospendere e questa è la risposta che è stata indicata dai Capigruppo. Se però il problema è urgente, la Sala dei Cento può essere utilizzata per un incontro.
Questo è tutto quello che le posso dire.
La parola al Presidente della Giunta.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Intervengo per fare una puntualizzazione.
Nei giorni scorsi era stato richiesto da amministratori di Comuni coinvolti dalla vicenda Valle Bormida di essere ricevuti, ma semplicemente a titolo di amministratori che chiedono al Presidente o alla Giunta di essere ricevuti.
Non sono assolutamente notiziato di questa vicenda, l'ho saputo da chi questa mattina aveva subodorato questo incontro.
Richieste ufficiali alla Giunta non ne sono pervenute assolutamente.



PRESIDENTE

Ho già detto che la riunione, secondo lo spirito degli accordi dei Capigruppo, si svolge alla Sala dei Cento.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, apprendo adesso che la rappresentanza della Valle Bormida è composta di diverse decine di persone. A questo punto bisognerà vedere il da farsi, il fatto è così rilevante che non può essere ignorato.



BRIZIO Gian Paolo

Signor Presidente, ho già detto che siamo disposti a partecipare all'incontro a condizione che i lavori del Consiglio proseguano.



PRESIDENTE

A mio parere l'incontro può avvenire ed è più proficuo che avvenga nella Sala dei Cento, l'Assessore competente è disponibile a dialogare così pure le forze politiche, pertanto i lavori del Consiglio proseguono.
Chiunque desideri avere il documento presentato ieri sera può ritirarlo alla Presidenza.



MARCHINI Sergio

Questa non è materia dell'incontro, Presidente. L'interpellanza del Gruppo comunista verrà iscritta all'o.d.g. quando lo decideranno i Capigruppo!



PRESIDENTE

Sospendo i lavori e invito i signori che rappresentano la Valle Bormida a recarsi nella Sala dei Cento.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16,20 riprende alle ore 17,10)


Argomento:

Esame proposta di deliberazione n. 787: "Modalità e criteri di organizzazione del servizio mensa per il personale regionale ex art. 48 L.R. 16 agosto 1984, n. 40"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Passiamo al punto 8) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 787.
E' stato presentato il seguente emendamento da parte dei Consiglieri Marchini e Santoni: all'art. 1, ultimo comma, dopo la parola "buoni" è abrogata la parola "pasto" dopo la parola "somministrazione" le parole "di alimenti e bevande" sono sostituite con le parole "del pasto".
Non essendovi richieste di parola, lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 28 Consiglieri presenti.
Pongo infine in votazione la deliberazione così modificata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 23 voti favorevoli e 5 astensioni.
Comunico che la deliberazione è valida ai sensi del quarto comma dell'art. 50 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 486 sulla 61a Adunata Nazionale degli alpini


PRESIDENTE

E' stato presentato un ordine del giorno che formula espressione di benvenuto ed augurio agli alpini che si raduneranno fra breve a Torino.
Il testo di tale ordine del giorno recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte nell'imminenza della 61a Adunata Nazionale degli Alpini, ricordando le altissime testimonianze di amore per il Paese, di sacrificio, di intensa umanità che hanno segnato tutta la storia del Corpo degli Alpini, alla quale, fra l'altro, il Piemonte ha dato fondamentale contributo richiamato lo spirito di pace che anima tutta la nostra Carta Costituzionale ricordato l'esemplare impegno che gli Alpini d'Italia, in servizio e in congedo, hanno assicurato in mille circostanze a popolazioni in difficoltà e per la tutela del nostro territorio formula espressioni di benvenuto e di augurio perché la presenza delle 'penne nere' a Torino sia occasione per una riconferma forte dei valori di fraternità, di pace, di solidarietà fra i popoli e di disponibilità generosa al servizio della gente della nostra comunità nazionale".
Non essendovi richieste di parola lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 28 Consiglieri presenti.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 487 sul Regolamento CEE 219/84


PRESIDENTE

E' stato presentato inoltre un ordine del giorno inerente il Regolamento CEE 219/84 di cui do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte udita la dettagliata relazione dell'Assessore all'industria Giuseppe Cerchio sull'applicazione del Regolamento CEE 219/84 che istituisce un'azione comunitaria per contribuire allo sviluppo di nuove attività economiche in talune zone colpite dalla ristrutturazione dell'industria tessile e dell'abbigliamento preso atto che il Programma Speciale per la Provincia di Vercelli - area interessata dal suddetto Regolamento Comunitario e individuata con D.M. del 16 maggio 1986 - è stato approvato dalla Comunità Europea soltanto nell'autunno scorso e che tale programma si è pertanto avviato soltanto a partire dalla fine del 1987 e l'inizio del 1988 preso altresì atto che il Regolamento CEE 219/84 ha durata quinquennale e cessa ogni operatività entro il 31/3/1989 constatato che tale ravvicinata scadenza non consente l'attivazione delle azioni e dei progetti che compongono il Programma Speciale per la Provincia di Vercelli, i quali per svilupparsi con una certa armonia richiedono un lasso di tempo ben più ampio di quello a disposizione verificato inoltre che, non essendo stati utilizzati notevoli stanziamenti a suo tempo destinati alla gestione nazionale e indirizzati a favorire gli investimenti diretti delle aziende, tali somme sono state ripartite alle varie Regioni interessate che devono impiegarle in nuovi progetti e che per quanto riguarda la Provincia di Vercelli, si sta predisponendo un apposito Progetto per il recupero di siti industriali degradati, che la Giunta regionale proporrà all'approvazione del Consiglio tenuto conto in particolare che, per quanto attiene al suddetto Progetto le procedure di predisposizione, approvazione ed esecuzione lavori sono alquanto complesse e richiedono tempi che ben difficilmente possono essere compatibili con la citata scadenza del 31/3/1989 di operatività del Regolamento 219/84 il Consiglio regionale unanime sottolinea la necessità che venga accordata una proroga di almeno un biennio dei termini di scadenza del Regolamento CEE 219/84 in modo da consentire il completo ed armonico espletamento dei Programmi regionali invita il Governo ed i Parlamentari Europei a voler assumere tutte le iniziative opportune nei confronti degli organici politici e amministrativi della Comunità Europea affinché si addivenga, in tempi brevi, alla proroga di un biennio dell'operatività del Regolamento CEE 219/84 dà mandato alla Giunta regionale a intraprendere le opportune iniziative, anche di concerto con le altre Regioni interessate, affinché venga acquisita una positiva decisione comunitaria sulle problematiche esposte nel presente ordine del giorno".
Non essendovi richieste di parola lo pongo in votazione per alzata di mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 793: "L.R. n. 56/77 e successive modificazioni ed integrazioni, art. 36, secondo comma. Comuni obbligati alla redazione del programma pluriennale di attuazione: quinto aggiornamento dell'elenco approvato con DCR 27/1/1983, n. 384-875"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 9) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 793.
Non essendovi richieste di parola pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 29 Consiglieri presenti.
Comunico che la votazione è valida ai sensi del quarto comma dell'art. 50 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame proposta di deliberazione n. 794: "Classificazione e ripartizione del territorio regionale fra montagna, collina depressa, collina e pianura"


PRESIDENTE

Il punto 13) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 794.
Non essendovi richieste di parola pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 23 voti favorevoli e 4 astensioni.
Comunico che la votazione è valida ai sensi del quarto comma dell'art. 50 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento: Cultura: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 791: "Adesione in qualità di socio fondatore all'Associazione per il Salone del Libro"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 791, di cui al punto 14) all'o.d.g.
La parola alla Vicepresidente Bianca Vetrino che interviene in veste di Consigliere.



VETRINO Bianca

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Consiglio è a ranghi ridotti ma sufficienti per poter prendere conoscenza di una deliberazione che può apparire un atto formale, ma che ritengo possa avere invece un significato rilevante per la nostra comunità. Un significato sul quale vorrei soffermarmi ripercorrendo le tappe che hanno portato alla prima edizione del Salone del Libro sino all'odierno confronto nell'aula del Consiglio regionale che impone, per quanto mi riguarda, l'assunzione di alcune personali determinazioni. Anche per questo svolgo un intervento dai banchi del Gruppo repubblicano, come membro di questo Consiglio, e dando risposta a domande pervenute dai banchi dell'opposizione in recenti interventi che non avevano avuto risposta perché il metodo dell'interrogazione non consente alla Giunta di replicare e dunque il Presidente non poté in quell'occasione rispondere in merito alla collocazione del Consigliere Pezzana e della sottoscritta nell'ambito del Consiglio di amministrazione dell'Associazione del Libro. Sono pertanto costretta ad obbligare il Consiglio a prestare attenzione.
Negli ultimi mesi della scorsa legislatura - quando avevo altre responsabilità e svolgevo un'attività politica assai più ridotta dell'attuale -, insieme ad alcuni amici e collaboratori, iniziai una riflessione sul rapporto tra politica e cultura e sul ruolo delle istituzioni nei confronti della cultura.
Rispetto alla politica culturale eravamo giunti ad individuare un problema centrale che peraltro investe tutti i settori dell'impegno civile: l'invadenza organizzata dei partiti in sfere e ruoli impropri rispetto al ruolo che i partiti dovrebbero avere e oggi non hanno. La spasmodica ricerca di consensi, una lotta politica esasperata, hanno avuto influssi nefasti anche nella sfera culturale, forse la meno protetta, la più esposta ad incursioni strumentali e poco affini alle questioni culturali.
Questa riflessione, che ritengo molti condividono formalmente anche se poi la pratica negli atti quotidiani qualche volta la smentisce, ha rappresentato per noi un punto fermo da perseguire e porre come condizione essenziale, tanto più nei confronti e nel rapporto con la cultura.
Per altro verso, analizzando l'approccio istituzionale alla politica culturale, iniziando dall'analisi dei bilanci, era emersa una piena discordanza tra gli impegni assunti - che rispecchiano una concezione ove tutto è considerato cultura - e alcuni comparti che costituiscono da sempre la politica culturale per un ente pubblico. Comparti tradizionali sono, ad esempio, i musei e le biblioteche. Questa discordanza si è principalmente registrata con il varo della cosiddetta politica dell'effimero, che tuttora trova molti consensi istituzionali. L'effimero è costituito da iniziative sovente interessanti, gradevoli e "di massa", ma - come da definizione destinate a non durare nel tempo, ovvero a non incidere sulle condizioni strutturali tradizionali della cultura. Oggi, è vero, anche per i musei e per le biblioteche vi è un interesse nuovo nell'affrontare i problemi.
Tuttavia la parte tradizionale della cultura deve fare i conti, nei bilanci, con la sfera dell'effimero, a suo modo consolidata.
Da questa analisi, che ho riassunto brevemente, condotta soprattutto dai giovani della Federazione Giovanile Repubblicana che, come tutti i giovani, sono persone più aperte e disponibili a pensare con fantasia e senza remore ai problemi, abbiamo promosso la ricerca di iniziative volte a sollecitare una maggiore attenzione sui comparti tradizionali della cultura.
L'Italia è nella CEE il fanalino di coda nei dati sulla lettura. Gli italiani leggono pochissimo. Questo fenomeno, che ha ragioni ataviche produce degli scompensi notevolissimi. Un Paese che legge poco è un Paese dove vi è poca cultura generale. Poca cultura generale significa conseguentemente anche una povertà professionale, significa una scarsa conoscenza dei propri diritti e doveri, significa una società tecnologicamente avanzata, ma con un basso livello di civiltà e quindi aperta a ridottissime leadership a fronte di una maggioranza di popolazione intellettualmente disarmata rispetto ai non pochi nuovi problemi di una società occidentale avanzata. Il problema della lettura si configura quindi non come uno dei tanti problemi, ma quale questione centrale da affrontare assumendo la lettura come "emergenza culturale" del sistema Italia.
Peraltro non si può imputare esclusivamente al mondo della scuola un problema assai più complesso. Né il luogo comune sulla concorrenza della televisione è sufficiente per liquidare la questione. Dalle indagini svolte è risultato che la principale motivazione della non-lettura è dovuta alla mancanza di tempo. Una motivazione che è un alibi, un alibi che rappresenta la complessità dei problemi da affrontare, che riguardano tanto la sfera pubblica quanto gli operatori privati del settore.
Il Salone del Libro è nato in questa prospettiva e con queste motivazioni. Il Salone rappresenta un momento promozionale per il settore.
L'iniziativa si caratterizza per due aspetti.
Per le istituzioni pubbliche ad ogni livello il Salone si pone come una positiva provocazione affinché la questione lettura venga considerata nella giusta dimensione e, in particolare, con un approccio innovativo. Per comprendere quanto questa politica sia stata sottovalutata basta pensare che l'Italia era ormai l'unico Paese europeo che mancava di una esposizione dei prodotti editoriali mentre, è noto, ormai tutti i settori produttivi hanno consolidati appuntamenti promozionali.
Per gli operatori privati (editori, librai, distribuzione, ecc.) si poneva e si pone il problema di un approccio al libro in termini di prodotto e di mercato, pur salvaguardando le specificità del prodotto. Un prodotto che il Salone pone come ulteriore provocazione, in termini di svecchiamento dell'immagine e secondo logiche di consumo, alla stregua di tanti altri prodotti sul mercato.
Desidero sottolineare che il Salone è solo una parte delle possibili iniziative da assumere in questa direzione. Una parte importante perch rappresenta la "testa d'ariete", lo strumento con il quale abbiamo voluto inaugurare e strutturare questa provocazione. Non è infatti un Salone che può cambiare gusti, costumi, politiche editoriali. Il Salone è nato come un contenitore dimostrativo da organizzare secondo la logica che ho descritto e con queste precise finalità.
Spero che questa breve descrizione dei caratteri e delle finalità sia sufficiente a comunicare l'intento politico di fondo e quindi ad aprire ulteriori energie, idee e creatività sull'argomento.
E' naturale che su questa iniziativa si siano connessi altri motivi positivi. Per esempio, l'orgoglio cittadino e regionale di ospitare una manifestazione così significativa. Orgoglio, devo dire, che si è manifestato solo dopo la polemica campanilistica con Milano, che è servita come veicolo pubblicitario per il Salone in tutta la prima fase. Questo episodio ha anche confermato un complesso duro a morire e cioè la paura, il timore, l'eccessiva prudenza dei piemontesi, siano essi operatori privati o rappresentanti istituzionali, nel tradurre le idee - che nascono creativamente sempre a Torino e in Piemonte - concretamente nella propria realtà. Forse oggi questa situazione sta cambiando, c'è una maggiore consapevolezza dei propri mezzi e delle proprie possibilità. C'è un maggiore protagonismo e voglia di cambiare. Si riduce insomma "l'area del mugugno", la voglia di antagonismo che, con il fatto che la Fiat è molto presente a Torino, cancellerebbe ogni iniziativa riducendola a monopolio.
Saranno fatti, ma sono diventati soprattutto luoghi comuni, alibi per il non-rischio, feticci inesistenti che ripiegano la città e la regione su se stesse nell'inattività e nel rancore.
Maturate queste idee e propositi si poneva il problema di trasformare il Salone del Libro in un'iniziativa concreta, rispettando e salvaguardando le condizioni quadro che ci eravamo posti e che ho descritto. Come distinguere politica e cultura evitando di rientrare in un mortificante gioco tra le parti, con rivalità politiche che avrebbero subissato ogni intento? Come far emergere una priorità di politica culturale? Come provocare il settore pubblico e privato affinché si attivassero con piene responsabilità? Da queste domande è nata l'iniziativa, assunta come privati cittadini per chiedere consiglio ad un operatore del settore sensibile alle tematiche di pubblico interesse, il collega Pezzana. Alla fine del 1986 Andrea Montanari scriveva a Pezzana proponendo l'idea del Salone, descrivendo le finalità e le possibili iniziative (concorsi, convegni, mostre, rapporti con gli esercizi commerciali) rivolte ad una promozione fortemente innovativa del prodotto libro.
Mi è stato anche chiesto: perché vi siete rivolti ad un membro dell'opposizione? Ecco, la risposta è nella domanda stessa. E cioè la cultura, quella con la C maiuscola, di priorità istituzionale, non pu nascere secondo la divisione partitica. Questa era la risposta alla soffocante presenza delle strutture di partito.
Sull'iniziativa è nato un immediato consenso. Ricordo in prima persona l'incontro con il dott. Bertolotti, Presidente di Torino Esposizioni, che dette immediatamente ampio credito al progetto e successivamente l'attuale Presidente dell'Associazione, dott. Accornero, che Pezzana conosceva e ha contattato. E, ancora, la disponibilità dell'Unione Industriale con il Presidente Pichetto e il Vicepresidente Merlini. Con il passare delle settimane i promotori sono entusiasticamente aumentati, con la partecipazione di operatori, intellettuali, editori.
La mia presenza operativa in questo contesto è stata naturalmente molto modesta perché le responsabilità regionali, cioè le mie responsabilità pubbliche, rappresentano la priorità assoluta sugli impegni di carattere privato, per quanto essi siano affascinanti e coinvolgenti. A questo proposito sugli organi di stampa c'è stata un po' di confusione in quanto il Salone del Libro mi è stato attribuito erroneamente quale Vicepresidente della Regione, anziché in veste privata, quantunque in ogni occasione pubblica abbia sempre specificato questa mia condizione.
La partecipazione, che oggi viene formalizzata, della Regione all'Associazione per il Salone del Libro si presenta quindi come un momento importante perché la massima istituzione piemontese raccoglie attivamente la sfida del Salone, cioè di promuovere una politica a favore del libro e della lettura. Un'iniziativa di carattere non solo regionale, ma nazionale.
La partecipazione della Regione Piemonte all'Associazione mi impone proprio per rispettare pienamente le regole sul rapporto tra cultura e politica di cui ho parlato all'inizio, l'assunzione responsabile di un comportamento conseguente. Ritenendo infatti che la Regione debba nominare in piena libertà e senza condizionamenti un proprio rappresentante all'interno del Consiglio direttivo dell'Associazione ho deciso di rassegnare le dimissioni da Vicepresidente dell'Associazione per il Salone del Libro e credo che anche il collega Pezzana mi seguirà in questo momento di deontologia. Naturalmente è una decisione personale - non voglio influenzare il collega Pezzana - di opportunità etica e politica, non richiesta da leggi o norme, ma è noto che un cittadino eletto nelle istituzioni ha doveri diversi rispetto agli altri cittadini proprio per il suo ruolo.
In questo modo spero di poter concretamente dimostrare che, come dicevo all'inizio di questo intervento, può esistere un diverso rapporto tra cultura e politica che favorisca innanzitutto la società. Ritengo inoltre che la Regione, che intende dare un sostanzioso contributo all'Associazione, soprattutto rispetto alle note condizioni di bilancio debba speditamente attivarsi in questa sua nuova e qualificata presenza. La Regione non è infatti un'azienda o uno sponsor, ma una presenza istituzionale, patrocinando il Salone, garantendo i cittadini con il suo coinvolgimento della "genuinità" dell'Associazione, così come deve avvenire per il Comune e per la Provincia di Torino. Quindi la Regione ha il dovere con il Comune e la Provincia, di esercitare un controllo e partecipare ai diversi momenti decisionali e promozionali, siano essi conferenze stampa o altro.
Il Salone del Libro, cari colleghi, è nato dalla creatività e dalla fantasia dei giovani. Questo forse è il segnale più confortante che possiamo raccogliere, anche come stimolo. Perché ciò significa che questa è una società che, pur tra mille problemi, sa guardare al futuro avendo fiducia nelle nuove generazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sestero.



SESTERO Maria Grazia

Io avrei preferito, signor Presidente, sentire se il collega Pezzana risponde all'impegno che a nome dello stesso Consigliere Pezzana la vicepresidente Vetrino ha annunciato.



VETRINO Bianca

Io ho detto che auspico che il Consigliere Pezzana faccia altrettanto.



SESTERO Maria Grazia

Prendiamo atto delle dimissioni dalla vicepresidenza del Salone del libro da parte del Consigliere Vetrino, però ha citato anche analoga intenzione di Pezzana.



VETRINO Bianca

No, semplicemente un auspicio.



SESTERO Maria Grazia

Pezzana oggi non è presente, quindi non si può sapere se risponde all'auspicio oppure no.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Il Vicepresidente Vetrino ha lanciato un messaggio.



SESTERO Maria Grazia

Al di là di questo chiarimento, desidero svolgere il mio intervento.
Noi non avremmo avuto alcuna difficoltà ad approvare l'adesione della Regione Piemonte a questa manifestazione ritenendola una manifestazione sicuramente significativa, che fortunatamente è rimasta a Torino e che pu avere qualche effetto di stimolo all'uso, al consumo del libro in una realtà, non solo quella torinese, dove il libro è poco consumato.
Non avremmo sollevato neanche problemi in ordine ad alcune duplicità di ruoli. Prendiamo atto della correttezza del Vicepresidente Vetrino che ritiene di sciogliere questa duplicità di ruoli dando le dimissioni come vicepresidente del salone del libro, però devo dire che il tipo di intervento che la Consigliera Vetrino ha fatto è sconvolgente.
E' sconvolgente, colleghi Consiglieri! Io voglio sapere se i presenti Consiglieri regionali, che sono stati eletti in raggruppamenti di partito, peraltro previsti dalla Costituzione devono a un certo punto vergognarsi di essere iscritti a dei partiti e far parte di gruppi politici. Voglio capire perché Pezzana non è eletto in un partito e la scelta di Pezzana per organizzare il salone del libro viene motivata contro i partiti; nell'intervento della Vicepresidente Vetrino si sottolinea a più riprese che questa è faccenda di privati cittadini, in opposizione all'invadenza culturale dei partiti. Io mi chiedo per quale assurdo ragionamento si sia portata in aula una questione di questo genere in modo improprio rispetto all'argomento che trattiamo, con una velleità polemica immotivata, in qualche modo offensiva per un Consiglio che sta deliberando di aderire ad una associazione da cui conseguirà un impegno per i dati forniti, di 400 milioni di investimento per le 5 giornate del Salone del libro.
In questa polemica è stato messo dentro tutto: l'effimero, le Giunte di sinistra, le politiche culturali. Queste argomentazioni però non giustificano diversificandola, questa iniziativa; iniziativa che vede al suo interno numerosi privati. Io avevo chiesto i dati della partecipazione alle spese visto che si tratta di una cifra di 4 miliardi e mezzo, non avrei fatto rilievi neanche sulla distribuzione delle spese perché in fondo le aziende interessate e soggetti come la Cassa di risparmio di Torino e l'Istituto Bancario San Paolo, si accollano su questa cifra complessiva 2 miliardi e 400 milioni, è giusto quindi che ci sia equilibrio nel senso che la Regione contribuisca con una quota equa, se si può dire così all'interno di una manifestazione che vede come protagonisti tanti privati.
Credo sia giusto che la Regione ci sia, però mi pare discutibile che qui si forzi la questione dicendo che i privati sanno fare iniziativa culturale in opposizione ai partiti e alle istituzioni. Allora quando i privati vogliono fare questo, lo devono fare tutto! Non ci chiedete in nome di questo valore alternativo alle istituzioni a scelte di politica culturale di approvare una spesa di 400 milioni! Spesa che ha significato, l'ha detto il Presidente nella discussione sul bilancio, riduzioni pesanti nelle spese della cultura ordinaria della Regione, ma non, collega Vetrino sull'effimero! Si tratta di 800 milioni che il Teatro Regio non vedrà! Il Teatro Regio, che effimero proprio non è, tutto sommato, e che magari io mi auguro avrà, perché non si potrà azzerare il contributo della Regione per il Regio, andrà avanti con le anticipazioni di spese che il Regio dovrà sostenere dovendo ricorrere alle banche.
E' stata fatta la scelta di stanziare 400 milioni per il Salone del Libro, sacrificando il bilancio ordinario per la cultura della Regione; io non polemizzo neanche su questo: è stata una scelta. Però non si venga a presentare in Consiglio questa iniziativa come un campione dell'iniziativa privata in opposizione a tutto quanto hanno saputo fare le istituzioni e in opposizione alla stessa legittimità dei partiti di intervenire con scelte orientamenti e politiche culturali in quanto tali nel momento in cui sono dentro alle istituzioni. La polemica dell'effimero, Bianca Vetrino, è facile, io non la voglio riprendere perché sia fatta giustizia. Si tratta di vedere se è più effimera una manifestazione, prendo a caso cinematografica, tanto per non eludere il problema la rassegna dei film cinesi, o se non è più effimero dare, a colpi di 4 o 6 milioni, soldi a mezzo mondo, perché questa è la politica che state facendo: non un progetto, non un'iniziativa, non un'idea, non un programma, ma miliardi di contributi che si distribuiscono! Non era il caso di aprire questa questione perché, Bianca Vetrino, se guardi cosa fa la Giunta di cui sei vicepresidente di effimero di questa qualità ce n'è a iosa. Forse era meglio non sollevare questa questione perché volendo essere cattivi si può anche dire che questa cifra su 5 giorni di manifestazione, che non avrei discusso, non so se valeva la pena toglierla da tante altre parti.
Io ho fatto queste osservazioni perché trovo inaccettabile che si parli di soffocante presenza dei partiti e che si esalti quella delle forze private. Si è parlato di privati cittadini, ma quali privati cittadini Vicepresidente? Giuseppe Pichetto, presidente dell'Unione Industriale Giovanni Merlini, vicepresidente dell'Unione Industriale; Accornero e Romilda Bollati sappiamo chi sono. Ebbene, privati cittadini fino a un certo punto! Qui stiamo spostando l'iniziativa culturale dal terreno pubblico a quello dei grandi potentati economici che hanno soldi e stanno facendo molta iniziativa culturale, che io non disprezzo e non ritengo illegittima, badate però che la stanno facendo a danno delle istituzioni pubbliche. La necessità dell'apparato industriale di legittimarsi sul piano culturale e dell'informazione vuol dire controllo - uso un vecchio brutto termine - ideologico, attraverso il controllo dei media. Di fronte a questa situazione le istituzioni rappresentano i cittadini sì davvero, le istituzioni rappresentano la garanzia che tutti i cittadini siano uguali anche di fronte agli avvenimenti culturali. In questa situazione, le istituzioni, questa Giunta, non sanno contrapporre uno straccio di politica culturale, perché certamente né Pichetto, la Fiat o la Fondazione Agnelli si preoccupano dei divari culturali e di quella generale debolezza culturale che la nostra popolazione registra. Certamente non si preoccupano dell'emarginazione culturale: questo è un compito precipuo delle istituzioni pubbliche! Questa "forte" iniziativa ci ha tra l'altro sottratto 400 miserabili milioni all'attività ordinaria: non si dica che questo è il meglio! Non si dica che questa è per la prima volta nella storia delle istituzioni piemontesi la dimostrazione di come i privati cittadini possono fare cultura.
Io ritengo sbagliata questa polemica.
E' un avvenimento importante, in gran parte commerciale lo sappiamo, ma può avere degli effetti perché comunque curiosità anche come fenomeno di massa la produrrà: molta gente circolerà, anche chi non si è mai avvicinato a un libro. Quindi è una manifestazione importante ed è importante che si sia fatta a Torino per le polemiche che ci sono state, per la smania di altri di sottrarre qualsiasi cosa. Sono lieta che si siano così profondamente impegnati gli imprenditori per realizzare questa manifestazione; ritengo giusto che la Regione partecipi dando 400 milioni alla sua realizzazione, ritengo giusto che l'equilibrio fra i privati e i pubblici sia di questo tipo, su cui non ho niente da dire; ritengo per assolutamente insensate le motivazioni che sono state date per questo.
Valuteremo il voto da dare a questa delibera, ritengo comunque di poter anticipare che potremo votarla positivamente.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Questa delibera stanzia un contributo di soli due milioni.



SESTERO Maria Grazia

Ma per favore, Beltrami!



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

L'ho detto a mo' di battuta.



SESTERO Maria Grazia

Sono sì due milioni, ma qui stiamo parlando del Salone del Libro, non sto parlando dei due milioni, non discuto neanche dei 400 che la Giunta avrà deliberato o che delibererà, non è questo il problema, è che mi pare una forzatura che mi indispone.
Un Consigliere, membro di un partito, eletto nella lista di un partito si indispone che si faccia questa polemica offensiva verso le istituzioni e le persone che sono Consiglieri e che si attribuisca a un Consigliere eletto in una lista politica, facente parte di un partito, questa come l'invenzione del momento! Non era necessario dare tutte queste motivazioni vedremo come rispondere.
Un'ultima cosa: sarà perché i partiti e i Consiglieri sono poca cosa ma un programma di questa manifestazione, i Consiglieri potrebbero averlo? Non abbiamo ancora visto nulla.
Si spendono 150 milioni, su cui non discuto, per la serata inaugurale al Teatro Regio, questi pezzenti di Consiglieri potranno partecipare a questa serata? Ci sono 60 milioni di cocktail e serate dedicate, potremo una volta anche noi, tapini di questi miserabili partiti, bere un cocktail in uno di questi incontri? Spero che prima del 15, giorno dell'inaugurazione, i Consiglieri e gli Assessori ricevano almeno il programma della manifestazione e se ci invitate, non verremo tutti, ma umilmente cercheremo di essere presenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Villa.



VILLA Antonino

Siamo chiamati a deliberare (è stato un passaggio del Presidente) per riportarci allo stretto compito che abbiamo in questo momento.
Indubbiamente l'intervento del Consigliere Sestero ha puntualizzato alcune situazioni che potevano a buon diritto essere considerate, ma credo che debbano essere attenuate le tonalità dell'intervento che è stato fatto. Al di là della contrapposizione tra privato e pubblico, abbiamo visto che nell'insieme c'era un'accettazione del dato di fondo: il merito dell'iniziativa. Noi crediamo a questa iniziativa che è stata illustrata dall'intervento iniziale in modo entusiastico, perché investita di operatività, di fantasia e di collaborazione con parecchia gente nel costruire qualcosa di nuovo in Piemonte. Credo tuttavia che debba essere considerata con attenzione la difesa della parte pubblica, fatta in modo puntuale e vivace da parte del Consigliere Sestero.
C'è una convergenza di privato e di pubblico che nessuno contrasta anzi, più si procede e più si considera attuabile e auspicabile. C'è stato lo scatto della fantasia. E' stata proposta una iniziativa che pu indubbiamente essere utile al Piemonte. Ci auguriamo che questo costituisca il seme e che questo seme si sviluppi in proiezioni future. Quindi questo intervento di pubblico e privato viene accettato ed è producente.
L'iniziativa sicuramente è producente e il Piemonte ne ricaverà n'immagine esterna che servirà a sottolineare le attese di tutta quanta la popolazione: è un intervento culturale.
Non entro nella polemica dell'effimero o meno, però è da riconoscersi che questo finanziamento di 400 milioni è certo giustificato. E auspichiamo una proiezione futura: un intervento quindi non soltanto bloccato ad un'iniziativa che debba essere estemporanea per un anno o due, ma che abbia veramente radici profonde, perché nella Regione c'è questo humus culturale.
Un aspetto culturale che è sottolineato dalla presenza delle case editrici e di coloro che sono interessati dal libro, dalla storia letteraria e da quella vera, anche dalla cronaca. Capisco l'ansito di Sestero quando accenna alle esigenze di una crescita culturale generalizzata. Certo questo è quanto si vuole da parte di tutti. Ci sono tuttavia dei momenti in cui una determinata situazione serve come fuoco per accendere sviluppi benefici nell'avvenire.
Consideriamo questo aspetto. Così credo la delibera possa essere votata. Non soltanto la delibera dell'appartenenza all'associazione con l'intervento per la Regione di 2 milioni, ma soprattutto quella che interessa l'iniziativa nel suo insieme, che accomuna pubblico e privato con le prospettive che si sono augurate coloro che hanno dato l'avvio a questa attività. Auguriamoci che l'attività prosegua e che l'approvazione di questa deliberazione sia il primo passo verso qualcosa di consistente e che permanga nel tempo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente e colleghi, vorrei dire due parole in ordine alla deliberazione importante e significativa che la Giunta oggi ci propone.
Vorrei anche intervenire sulla polemica che si è innescata rispetto a questa delibera circa il rapporto tra pubblico e privato nell'ambito della cultura. Non credo proprio (se ho inteso bene) che ci fosse nell'intervento del Consigliere Vetrino un atteggiamento contrario alle istituzioni e ai partiti in quanto parti essenziali delle istituzioni, ma si limitava a prendere atto che molte volte la cultura, nelle sue diverse espressioni, è stata oggetto di ricerca di consensi. E' stata molte volte la politica oggetto di polemica tra i partiti e di lotta tra i partiti, questo a discapito delle scelte culturali stesse. Quando siamo in presenza di iniziative culturali di parte pubblica o dove la parte pubblica svolge un ruolo importante, vediamo che questo si manifesta, è un aspetto patologico del sistema, però si determinano delle tensioni che vanno ad investire dei rapporti che cultura non sono, bensì lotta politica.
Nella sua breve cronistoria dei fatti, si deve dare atto al Vicepresidente Vetrino di aver chiarito e puntualizzato come è nata questa iniziativa. E' nata da privati cittadini che hanno coinvolto in seguito altre persone. Un'iniziativa nata da privati cittadini in quanto tali e mi ha fatto piacere che la collega Vetrino abbia ricordato che è nata dal movimento giovanile del partito repubblicano che aveva pensato qualcosa di questo genere e ha cercato di dare gambe a questa immaginazione. Solo in questo senso, quindi, dev'essere inteso il discorso, non certamente come polemica nei confronti dei partiti, che un partito come quello repubblicano non può e non vuole fare. Privati cittadini si sono mossi per raggiungere certi obiettivi che hanno grossa rilevanza sul piano culturale ed hanno coinvolto soggetti privati e istituzioni pubbliche dando alla città di Torino e alla Regione Piemonte un concreto strumento di politica culturale di grande importanza che qualificherà la nostra regione.
Sul problema dell'effimero condivido quanto ha detto l'amica Vetrino.
Credo che l'effimero sia effimero sempre, sia che venga da una parte sia che venga dall'altra.
Ritengo che il Gruppo repubblicano sia stato sempre coerente rispetto a questa impostazione, non soltanto sul piano culturale, ma anche in diversi altri campi, nel criticare la dispersione di risorse regionali in modo scoordinato ed a pioggia. Quindi un'iniziativa di questo genere non trova il consenso del partito repubblicano e siamo d'accordo che occorra limitare queste iniziative.
Per quanto riguarda la spesa di 400 milioni, devo dire che noi siamo solitamente attenti ai problemi del bilancio, però qui si tratta di 400 milioni spesi in un'iniziativa che avrà certamente una grossa risonanza nazionale; un'iniziativa che porterà la nostra città e la regione al centro del dibattito culturale nelle prossime settimane; un'iniziativa che riqualificherà la presenza della città e della regione in questo settore si tratta quindi, in questo caso, di soldi spesi bene. Sono spesi bene e la Regione deve appropriarsi o comunque deve partecipare attivamente, da vicino, a questa iniziativa, perché è un'iniziativa che non può e non deve avere aspetti affaristici; non può e non deve essere un fatto privatistico di qualcuno, bensì un momento forte della collettività, che comprenda sia le istituzione pubbliche che i privati.
Credo che il senso delle istituzioni, che molte volte manca, il Vicepresidente l'abbia dato nel suo intervento. Nel momento in cui si dà attuazione e concretezza ad un'iniziativa nella quale l'ente pubblico entra, al di là delle facili demagogie di qualcuno dei politici che sono attaccati alle poltrone, dei politici che occupano il potere e non vogliono abbandonarlo, la collega Vetrino ha dato un esempio di come si deve stare e come ci si deve comportare.
Esprimo il grande apprezzamento del partito repubblicano per il fatto che, attraverso la cronistoria che ha fatto l'amica Vetrino, sono state ripristinate certe verità: da quando è nata l'associazione del libro questa iniziativa è cresciuta al di là di personalismi, da parte del Vicepresidente, di strumentalizzazioni di sorta, oserei dire con un riserbo eccessivo a volte, e oggi con un'uscita per lasciare la Regione libera delle sue scelte.
Credo di dover esprimere con molta serenità, e non per partigianeria o per amicizia, il vivo apprezzamento per questa iniziativa che qualifica un impegno politico.
Nel momento in cui la Regione Piemonte partecipa a questa associazione credo debba porsi in modo molto concreto e forte l'impegno perché questa iniziativa, di cui faranno parte la Regione, il Comune e la Provincia rimanga alle finalità, che sono essenzialmente culturali e basta, e non si trasformi, attraverso l'impegno di altre persone, enti ed associazioni, in un'iniziativa che di cultura ha soltanto l'etichetta e nasconde invece interessi di altra natura.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ho l'impressione che andiamo a consumare con difficoltà la conclusione di questa seduta.
Poiché la collega Vetrino ha parlato a titolo personale di Consigliere ritengo che la Giunta debba comunque dare una risposta, sebbene sia difficile dare una risposta articolata a quest'ora su un argomento di grossa rilevanza.
Se da un lato ho apprezzato lo sforzo della collega Vetrino nel collocarsi entro certi spazi di questa organizzazione o di sottrarsi addirittura invitando altri a seguirla, per altri aspetti non posso non rilevare che l'intervento della collega Sestero ha fatto talune sottolineature che condivido appieno e sul ruolo del privato e del pubblico e sul ruolo della presenza dell'istituzione. Il discorso ci porterebbe in là.
Quando ho interrotto la collega Sestero accennando al costo dei due milioni, non volevo tentare di immiserire l'intervento o complessivamente l'argomento che veniva trattato. Piuttosto, volevo tentare di richiamare che questa sera siamo chiamati semplicemente a dare l'adesione proprio perché attraverso questa adesione noi pensiamo di poter effettuare un recupero. Si stabilisce quanto meno la presenza dell'ente pubblico che diversamente non era rappresentato, perché i due colleghi pur fruendo anche nella scala gerarchica dell'organizzazione, di qualche potere di rappresentanza lo erano solo a titolo personale.
Se è vero che la Regione esborsa del denaro per collocarsi giustamente entro questa iniziativa, non vado neppure a raccogliere quei momenti nei quali sembrava che scappasse verso Milano (come verso Milano sono scappate altre cose) perché immiseriremmo anche la scelta che è stata compiuta. Non va però neppure trascurato questo aspetto, che magari può anche essere stato usato da altri per solleticare tanti a mettersi attorno al tavolo per tentare di dare vita a una tale iniziativa. Rimane sempre l'altro momento di fondo, ossia capire che, intanto, gli interventi non devono nascere come manifestazioni episodiche, allo sbando, della sensibilità che possono avere i singoli amministratori, qualsiasi ruolo possano giocare nella materia, ma quanto meno devono essere filtrati attraverso una visione d'assieme delle proposte e delle iniziative che intervengono in una comunità. Inoltre non è da disistimare il ruolo dei partiti o del pubblico all'interno di queste manifestazioni. Devo dire che la Regione, l'ente pubblico, è stato presente in Piemonte allorquando c'era il vuoto e l'assenza totale, magari anche per mancanza di sollecitazioni del privato, per un ritardo nel diventare sensibile su questo argomento. L'aspetto fiscale ha anche giocato, è stata una mossa intelligente dello Stato scoprire questo percorso e mi parrebbe che non sia elemento trascurabile. Sollecitare l'attenzione della gente attorno ai grossi temi della cultura, la riscoperta degli scrigni magici della preziosità culturale e artistica del Piemonte, dei suoi valori ambientali, sono stati raggiunti proprio attraverso gli enti pubblici e mi pare che questa sottolineatura vada fatta. Entrare nell'iniziativa per spartire la torta è un discorso che non ha animato né i privati che sono entrati né anima la Regione in questo momento. Noi pensiamo che la nostra presenza sia giusta e questa deliberazione è un atto che responsabilmente viene assunto nei confronti della comunità.
Come sfogo devo dire che talvolta viene elogiato, esaltato l'intervento che l'iniziativa privata riesce a svolgere in questo campo e viene taciuto il grosso ruolo svolto dall'ente pubblico. Cito "La Repubblica" di qualche tempo fa che, nella sua pubblicazione "Il Venerdì" (l'opuscolo che accompagna il giornale tutti i venerdì) propone una serie di interventi interessanti per la comunità del Piemonte, ma quando tocca il Castello di Rivoli non menziona la Regione Piemonte che ha profuso sul Castello di Rivoli non poche risorse finanziarie e non poca intelligenza, mantenendo una iniziativa che mi pare oggi sia elemento trainante di questo settore all'interno della comunità nazionale. Tentare di proporre o di sottolineare questo discorso, vorrebbe dire anche sfilacciarlo, ma mi parrebbe di non trascurare questo modo di essere della comunità.
Per quanto riguarda il Teatro Regio e gli altri vuoti, le altre disattenzioni, devo dire che non rimarranno tali. Si tratterà di fare tesoro del dibattito di oggi, ma al momento la Giunta ritiene, non minimizzando le cose ma dando alle stesse la loro vera portata, di chiedere alla cortesia dei colleghi di approvare questa deliberazione che comporta semplicemente l'adesione all'associazione per il Salone del Libro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Sestero.
Ne ha facoltà.



SESTERO Maria Grazia

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ci sono alcune cose che mi dispiacciono, se può essere questo uno stato d'animo diverso.
Continua a dispiacermi che Angelo Pezzana, segretario del Partito radicale, eletto in questo Consiglio, vicepresidente del Salone del Libro non abbia partecipato a questo dibattito, per dire se intendeva seguire o meno l'esempio della collega Vetrino nel distinguere, anche se tardivamente, i ruoli.
Mi spiacciono anche altre cose e se continuassimo a discutere sul Salone del Libro potrebbero emergere alcuni elementi che finirebbero poco alla volta per minare la nostra volontà di esprimere un voto favorevole.
Nella prima battuta questo Salone era opera dei privati, cittadini privati, anche i Consiglieri regionali fuori di qui sono privati cittadini certamente Accornero è un privato cittadino e così via. Nel secondo intervento del Gruppo repubblicano però è stata rivendicata la paternità di un Partito: il collega Ferrara ha detto che l'iniziativa è nata dai giovani repubblicani.



FERRARA Franco

E' vero.



SESTERO Maria Grazia

Facciamo finta di non averlo sentito, perché votare all'unanimità un'iniziativa repubblicana, così rivendicata, e radicale, è certamente imbarazzante, comincia quindi a creare disagio questa deliberazione. Nel dibattito istituzionale si è parlato di collegialità della Giunta e allora non si può oggi chiedere di votare un'iniziativa che si dichiara essere repubblicana e radicale. Si cerca di evitarlo. Si tratta di una deliberazione di Giunta, che deve essere approvata dal Consiglio (probabilmente all'unanimità) al di là delle collocazioni partitiche. Se dice sì e plaude a una grande iniziativa, non solo sono a disagio, ma mi viene quasi da ridere, perché siamo riusciti a trascinare questa vicenda su un terreno che è un po' comico. Alcune cose le sappiamo, avevamo fatto finta di ignorarle, sappiamo ad esempio che per tanto tempo la Regione ha partecipato alle trattative rischiando di firmare a presentazione dei rendiconti avvenuta e giustamente si è entrati delimitando la cifra, questo lo riconosciamo. E' stata fatta un'operazione giusta signor Presidente, io ho apprezzato quello che lei ha detto, che si trattava di collocare la Regione con le sue responsabilità nell'iniziativa con una delimitazione di spesa e che la Giunta regionale non fosse trascinata a rimorchio di qualcuno che stava confezionando questa iniziativa e che avrebbe potuto presentare dei pie' di lista da pagare. La vicenda, dunque, è stata condotta bene, però non bisogna tirare troppo la corda. Siamo tutti consapevoli che l'iniziativa è buona, non vorremmo però dopo aver dato il nostro voto trovarci domani o dopodomani con qualche intervista che rivendichi al PRI e al PR il merito dell'iniziativa. Non vorremmo trovarci in queste condizioni, quindi siamo in tempo, cerchiamo di non rilasciare dichiarazioni pubbliche, perché qualcuno qui non presente qualcosa l'ha già fatto, altri che sono direttamente interessati hanno un altro stile e quindi non penso che facciano queste cose. Chiediamo però di evitare che sia stata una sfida di questi Partiti, per le cose dette da alcuni illuminati privati (Accornero), a produrre il primo evento significativo di Torino, con tutto il rispetto per Torino e la sua centralità nella Regione.
Chiudo dichiarando che nonostante queste miserie votiamo a favore della deliberazione perché in sé la cifra è equa e ha fatto bene la Regione a scegliere di starci, è riuscita a negare un ruolo che sembrava richiesto di puro finanziatore dell'iniziativa. I privati mettono tanti soldi, è un grande evento commerciale e ci auguriamo che produca anche effetti culturali.
Per tutti questi motivi, dimenticando il dibattito e sperando di non leggere i verbali (alcune cose che sapevamo faccio finta di non ricordarle), il Gruppo comunista dà voto favorevole alla deliberazione.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola per dichiarazione di voto, pongo in votazione la deliberazione testé discussa, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 27 Consiglieri presenti.
Comunico che la votazione è valida ai sensi del quarto comma dell'art. 50 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo non vengono computati per fissare il numero legale.
Pongo in votazione l'immediata esecutività ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953 n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali - Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 371: "Autorizzazione all'acquisto dell'immobile e delle collezioni in vivo del Giardino Botanico sperimentale REA di San Bernardino di Trana (Torino)" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del progetto di legge n. 371 che è stato discusso questa mattina.
Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 796: "Proposta al Consiglio regionale di integrazione al regolamento sull'utilizzo del parco autoveicoli di proprietà regionale"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 796 di cui al punto 15) all'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 27 Consiglieri presenti.
Comunico che la votazione è valida ai sensi del quarto comma dell'art. 50 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame proposta di deliberazione n. 836: "Recepimento intesa tra Regione Piemonte - ANCI Sanità Regione Piemonte e organizzazioni sindacali su uniformità applicativa dell'istituto incentivazione della produttività di cui agli articoli dal 56 al 73 e dal 101 al 108 del DPR 20/5/1987, n. 270"


PRESIDENTE

Il punto 16) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 836.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 23 voti favorevoli e 4 astensioni.
Comunico che la votazione è valida ai sensi del quarto comma dell'art. 50 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 420 presentato dai Consiglieri Staglian Dameri, Gallarini, Rossa, Minervini, Reburdo e Brizio sulla repressione in Cisgiordania e a Gaza


PRESIDENTE

Esaminiamo infine l'ordine del giorno n. 420 presentato dai Consiglieri Staglianò, Dameri, Gallarini, Rossa, Minervini, Reburdo e Brizio, di cui al punto 11) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Intendo precisare che in merito a questo ordine del giorno il Gruppo MSI si asterrà pur avendolo sottoscritto perché nella fretta della lettura ci è sfuggito un passo che non possiamo assolutamente condividere, cioè quello che pone sullo stesso piano dei Governi l'organizzazione di Arafat.
Per quell'inciso che ci era sfuggito la nostra firma è da considerarsi come non apposta e il nostro voto sarà di astensione.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'ordine del giorno il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso da alcuni mesi in Cisgiordania e a Gaza (territori occupati da Israele 20 anni or sono) è in atto nei confronti dei Palestinesi una repressione che ha prodotto decine di morti, centinaia di feriti, processi a ragazzi ed espulsioni le forze democratiche si levano da ogni parte del mondo in difesa di principi universali quali: la democrazia, il rispetto di fondamentali diritti umani e civili, le garanzie giuridiche, il diritto a vivere nella propria terra e a veder riconosciuta una completa autodeterminazione tutte queste richieste si accompagnano al riconoscimento della sovranità dello Stato di Israele, all'interno dei territori assegnati dall'ONU nel 1947 voci importanti di uomini di cultura, del mondo politico, assieme a migliaia di cittadini, si sono levate in Israele stesso per esprimere protesta sulle scelte del proprio Governo, per adottare una politica che produca confronto e giuste soluzioni ricordato che l'ONU ha espresso una ferma condanna per l'intervento dell'esercito israeliano nei territori arabi occupati, definendo Israele 'potenza occupante' fa propria la condanna del comportamento del Governo israeliano, espressa in tutto il mondo e segnatamente dalle forze politiche, culturali e sociali piemontesi ed in particolare delle deportazioni avviate dal Governo israeliano chiede con forza che il Governo italiano, proseguendo nella positiva azione diplomatica ispirata alla ricerca della pace nei tormentati territori del Medio Oriente, si adoperi attivamente per una Conferenza Internazionale, con la partecipazione di tutte le parti interessate, compresa l'OLP, che garantisca uno Stato autonomo per il popolo Palestinese e la sicurezza per Israele: il Governo italiano promuova, altresì, presso le autorità israeliane ogni iniziativa affinché vengano rimosse le cause immediate dell'attuale spargimento di sangue dovuto al pesante ed immotivato intervento dell'esercito si ponga termine ad una politica di repressione a Gaza e in Cisgiordania si operi per creare le condizioni per un ritiro immediato di Israele dai territori occupati cessino le deportazioni di Palestinesi e vengano revocate quelle già attuate invia il presente ordine del giorno alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e alla Presidenza della Camera e del Senato della Repubblica".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 30 voti favorevoli e 1 astensione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sestero. Ne ha facoltà.



SESTERO Maria Grazia

Non so se è regolamentare, però vorrei approfittare di questo voto sull'ordine del giorno relativo alla repressione in Cisgiordania e a Gaza per ricordare che qualche mese fa avevamo assunto l'impegno come Consiglio regionale per un intervento di soccorso in favore dei Palestinesi. C'è il problema urgente di aiuti materiali per tale popolazione. In altre Amministrazioni si è proceduto con un atto di solidarietà individuale di tutti i Consiglieri attraverso il versamento di 10.000 lire che potrà servire per inviare un carico di farina o altro genere alimentare.
Se i colleghi sono d'accordo potremo provvedere in merito.



PRESIDENTE

D'accordo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,30)



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