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Dettaglio seduta n.131 del 24/03/88 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PETRINI Luigi


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Alberton, Bresso, Bruciamacchie, Carazzoni, Dameri, Nerviani, Picco Sestero e Valeri.
Se i colleghi acconsentono passiamo ad esaminare tutte le deliberazioni che sono state licenziate all'unanimità dalle Commissioni competenti dopodiché riprendiamo gli argomenti in esame secondo l'o.d.g. che è stato fissato dai Presidenti dei Gruppi.


Argomento: Artigianato

Esame proposta di deliberazione n. 728: "Revisione elenchi mestieri artistici, tradizionali e dell'abbigliamento su misura di cui al DPR 23 ottobre 1956, n. 1202 e successive modificazioni"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame della proposta di deliberazione n. 728 di cui al punto 6) all'o.d.g.
Sono stati presentati dall'Assessore alcuni emendamenti, concordati in Commissione e votati dalla Commissione stessa, di cui i colleghi sono già a conoscenza: alla pag. 5 dell'allegato, nella colonna di destra (Proposte di revisione degli elenchi dei mestieri artistici, tradizionali e dell'abbigliamento su misura) all'interno della categoria II - Cuoio, pelli e tappezzerie, sostituire la locuzione "Bulinatori del cuoio" con quella di "Bulinatura del cuoio".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 2 astensioni.
Alla pag. 5 dell'allegato, nella colonna di destra (Proposte di revisione degli elenchi dei mestieri artistici, tradizionali e dell'abbigliamento su misura) all'interno della categoria II - Cuoio, pelli e tappezzerie, sostituire la locuzione "Decoratori del cuoio" con quella di "Decorazione del cuoio".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.
Alla pag. 5 dell'allegato, nella colonna di destra (Proposte di revisione degli elenchi dei mestieri artistici, tradizionali e dell'abbigliamento su misura) sotto la categoria II - Cuoio, pelli e tappezzerie, sostituire la locuzione "Fabbricanti di guanti ed altri accessori su misura o cuciti a mano" con quella di "Fabbricazione di guanti ed altri accessori su misura o cuciti a mano".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 29 Consiglieri presenti.
Alla pag. 6 dell'allegato, nella colonna di destra (Proposte di revisione degli elenchi dei mestieri artistici, tradizionali e dell'abbigliamento su misura) all'interno della categoria IV - Fotografia e riproduzione disegni, sostituire la locuzione "Riproduzione litografie solo mediante l'uso di pietre litografiche" con "Riproduzioni litografiche solo mediante l'uso di pietre litografiche".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 29 Consiglieri presenti.
Alla pag. 7 dell'allegato, nella colonna di destra (Proposte di revisione degli elenchi dei mestieri artistici, tradizionali e dell'abbigliamento su misura) sostituire la locuzione "Lavori di tappezzeria del cuoio" con quella di "Lavori di tappezzeria in cuoio".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 29 Consiglieri presenti.
Invertire nell'allegato la pag. 6 con la pag. 7.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 29 Consiglieri presenti.
Alla pag. 9 dell'allegato, nella colonna di destra (Proposte di revisione degli elenchi dei mestieri artistici, tradizionali e dell'abbigliamento su misura) sotto la categoria VI - Metalli comuni sostituire la locuzione "Fabbricanti sulla base di progetti tecnici, dei modelli nuovi e di complessi meccanici navali ancora non costruiti" con quella di "Fabbricazione, sulla base di progetti tecnici, di modelli di navi e di complessi meccanici navali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 29 Consiglieri presenti.
Alla pag. 9 dell'allegato, nella colonna di destra (Proposte di revisione degli elenchi dei mestieri artistici, tradizionali e dell'abbigliamento su misura) sotto la categoria VI - Metalli comuni sostituire la locuzione "Lavorazione del ferro (manuale)" con quella di "Lavorazione del ferro battuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 29 Consiglieri presenti.
Alla pag. 15 dell'allegato, nella colonna di destra (Proposte di revisione degli elenchi dei mestieri artistici, tradizionali e dell'abbigliamento su misura) sotto la "Categoria XI - Tessitura, ricamo ed affini, sostituire la locuzione "Esecuzione disegni tecnici" con quella di "Esecuzione di disegni tessili".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 29 Consiglieri presenti.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo, così emendato, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 27 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 635: "Definizione dell'ambito territoriale di competenza dell'Istituto Autonomo per le Case Popolari di Biella"


PRESIDENTE

Il punto 7) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 635.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 28 favorevoli (non ha partecipato alla votazione il Consigliere Villa).
La votazione è valida ai sensi del quarto comma dell'art. 50 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento: Tossicodipendenza

Esame proposta di deliberazione n. 755: "Riconoscimento come ente ausiliare, ai sensi della legge 22/12/1975 n. 685 e della L.R. 23/12/1977 n. 62, dell'Associazione 'La Ginestra', per l'attività di riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti svolta presso la sede operativa 'Cascina S. Pietro', Strada Giovanni XXIII n. 80, Valfenera (AT)"


PRESIDENTE

Il punto 11) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 755.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reburdo. Ne ha facoltà.



REBURDO Giuseppe

Su questo argomento desidererei avere qualche delucidazione in più. Mi interesserebbe sapere anche brevemente dall'Assessore che tipo di attività svolge questa istituzione e avere una valutazione nell'ambito della convenzione, in quanto stiamo approvando una deliberazione non di poco conto.



PRESIDENTE

Se l'Assessore Maccari acconsente, si potrebbe considerare questa richiesta come un'interpellanza orale e dare le precisazioni per iscritto.
Se il Consigliere Reburdo acconsente, possiamo porre in votazione questa deliberazione, che è già stata licenziata all'unanimità dalla competente Commissione.
Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 19 voti favorevoli e 9 astensioni.
La votazione è valida ai sensi del quarto comma dell'art. 50 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 758: "USSL n. 26 di Venaria Ampliamento della pianta organica provvisoria finalizzato all'attuazione delle leggi nn. 685/75, 405/75, 180/78 e 194/78 - Parziale autorizzazione"


PRESIDENTE

Il punto 12) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 758.
Questo provvedimento è stato licenziato a maggioranza.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 19 voti favorevoli e 9 astensioni.
La votazione è valida ai sensi del quarto comma dell'art. 50 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 759: "USSL n. 39 di Chivasso Ampliamento della pianta organica provvisoria finalizzato all'attuazione della legge n. 685/75 - Parziale autorizzazione"


PRESIDENTE

Il punto 13) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n.
759.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 20 voti favorevoli e 10 astensioni.
La votazione è valida ai sensi del quarto comma dell'art. 50 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 760: "USSL n. 59 di Dronero Ampliamento della pianta organica provvisoria finalizzato all'attuazione della legge n. 180/78"


PRESIDENTE

Il punto 14) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n.
760.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 21 voti favorevoli e 9 astensioni.
La votazione è valida ai sensi del quarto comma dell'art. 50 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 761: "USSL n. 68 di Asti - Ampliamento della pianta organica provvisoria finalizzato all'attuazione delle leggi nn. 405/75, 685/75, 180/78 e 194/78"


PRESIDENTE

Il punto 15) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n.
761.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 21 voti favorevoli e 9 astensioni.
La votazione è valida ai sensi del quarto comma dell'art. 50 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 762: "USSL n. 71 di Valenza Ampliamento della pianta organica provvisoria finalizzato all'attuazione delle leggi nn. 405/75, 685/75, 180/78 e 194/78 - Parziale autorizzazione"


PRESIDENTE

Il punto 16) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n.
762.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 21 voti favorevoli e 9 astensioni.
La votazione è valida ai sensi del quarto comma dell'art. 50 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 763: "USSL n. 28 di Settimo Torinese Ampliamento della pianta organica provvisoria finalizzato' all'attuazione delle leggi nn. 685/75, 405/75 e 194/78 Parziale autorizzazione"


PRESIDENTE

Il punto 17) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n.
763.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 21 voti favorevoli e 10 astensioni.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 765: "USSL n. 25 di Rivoli - Ampliamento della pianta organica provvisoria finalizzato all'attuazione della legge n. 180/78"


PRESIDENTE

Il punto 18) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n.
765.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 21 voti favorevoli e 10 astensioni.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 655: "Approvazione dello schema di regolamento per l'attuazione da parte degli IACP e dei Comuni degli interventi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata finanziati e localizzati ai sensi delle leggi 5/8/1978, n. 457, 25/3/1982, n. 94 e da ogni altra eventuale legge di finanziamento"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 4) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 655.
Questa deliberazione è già stata discussa in Commissione, l'Assessore tuttavia ritiene di illustrarla. Ne ha facoltà.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'edilizia

Questa deliberazione, che propone al Consiglio l'approvazione del regolamento per l'attuazione degli interventi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata, già all'o.d.g. e già illustrata in Consiglio regionale, è stata licenziata a maggioranza dalla Commissione.
Nella illustrazione di circa venti giorni fa avevo sottolineato in aula quali sono i punti principali di modificazione e di novità rispetto al regolamento di attuazione attualmente in vigore.
A seguito della discussione sono state sollevate delle eccezioni che già erano state fatte presenti in Commissione da parte del collega Chiezzi rispetto alle quali si era convenuto che la Giunta si riservava di presentare eventuali emendamenti. Ho presentato di conseguenza un emendamento sul punto più controverso del regolamento proposto all'approvazione del Consiglio. Altri emendamenti sono stati presentati dal collega Chiezzi.
Essendo stato di nuovo ripreso in considerazione il problema, devo ricordare che il Consiglio, a seguito degli interventi fatti dai Consiglieri Chiezzi e Picco, non aveva ritenuto di rinviare la deliberazione in Commissione e che la Giunta si era impegnata a presentare un emendamento su un punto particolarmente importante del regolamento dovrei quindi dire che, salvo diversa opinione odierna del Consiglio e permanendo delle divergenze, il problema è ormai all'esame del Consiglio.
Mi limito a richiamare in modo sintetico qual è la posizione della Giunta.
La Giunta è favorevole a tutti gli emendamenti di precisazione che sono stati presentati dal collega Chiezzi agli artt. 13, 9 e 10, consegnati alla Presidenza del Consiglio.
La Giunta ha presentato un proprio emendamento sul problema della aggiudicazione dei lavori, per consentire la possibilità di utilizzare anche l'istituto della concessione. Questo emendamento ha un senso molto preciso.
Nella stesura iniziale del testo licenziato dalla Giunta, tenendo conto di un orientamento non solamente nostro ma anche di altre Regioni, si era previsto che a fianco dell'appalto-concorso e della licitazione privata fosse possibile aggiudicare i lavori di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata anche attraverso concessione, ai sensi della legge n. 1137 del 1929.
Sulla base della discussione avvenuta in Commissione, delle preoccupazioni, che credo fondate, in quella sede sollevate e del dibattito già avvenuto in aula, si è ritenuto di presentare un emendamento che tende a limitare la possibilità di ricorso alla concessione, ai sensi della legge del 1929, solamente per i casi di interventi da attuare attraverso programmi coordinati o integrati, che prevedano e contemplino soluzioni organizzative e/o finanziamenti misti, pubblici (edilizia sovvenzionata e agevolata) o pubblici e privati e che per la complessità della realizzazione possano utilmente richiedere il ricorso alla concessione ammesso dalla legge del 1929 (non concessione di servizio o di opere e di gestione di servizi, ma solo concessioni di opere); in questo caso, la realizzazione in concessione di interventi di edilizia residenziale pubblica ricadrebbe comunque all'interno dei controlli e delle verifiche che normalmente vengono fatti dalla Regione e dalle Commissioni tecniche che hanno sede presso gli Istituti Autonomi Case Popolari. Non si tratta cioè di concessione di opere per cui non vi è più possibilità di controllo.
Infatti, con l'esame da parte della Commissione regionale Verifica Programmi del primo quadro tecnico-economico, è assicurata la verifica dell'impostazione generale dell'intervento e dei costi. Successivamente tutti i controlli, normalmente svolti dalla Commissione tecnica che ha sede presso gli Istituti Autonomi Case Popolari e dalla Commissione regionale Verifica Programmi, verranno svolti nei confronti della società o dell'impresa concessionaria. Permangono cioè gli stessi tipi di controllo e di verifica che normalmente la Regione svolge.
Mi rendo conto che ci sono tuttavia delle differenze, nel senso che quando un ente pubblico dà in concessione un'opera poi non influisce sulla direzione lavori; l'attuazione infatti è data al concessionario, ma questa è comunque solo una possibilità che viene data agli enti attuatori.
Propongo infine che l'emendamento venga emendato ulteriormente, per un'ulteriore cautela. Siccome non sono giuridicamente definiti ad oggi i programmi coordinati o integrati di intervento di cui si parla, né da una legge statale né da una normativa regionale, ad evitare aggiramenti dello spirito e della sostanza della norma che viene proposta, suggerisco ancora che si dica "in presenza di programmi coordinati o integrati di intervento", aggiungendo: "definiti nell'ambito dei programmi regionali di localizzazione e dei loro assestamenti"; ciò vuol dire che di fronte a proposte di intervento e a programmi di natura integrata o coordinata, sarà la Regione a dire se lo stesso rientra in questa categoria al momento dell'approvazione dei programmi regionali di localizzazione.
Ritengo che alla fine non possiamo non richiamare che le Regioni che hanno già legiferato in materia di programmi integrati di intervento, anche sulla base e in coerenza con la deliberazione del CER del mese di novembre 1987 che dà indirizzi per i programmi futuri e che ho trasmesso all'attenzione della Commissione consiliare, sono ricorse in modo generalizzato (non come facciamo noi in modo limitato e controllato) all'istituto della concessione: questa è un'esigenza collegata alla realizzazione di interventi complessi con soluzioni organizzative e finanziamenti misti sui quali comunque permangono tutti i momenti di verifica e di controllo che la Regione esercita nei confronti degli interventi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata.
Per questo la Giunta, mentre accoglie gli altri presentati dal collega Chiezzi, ripropone il proprio emendamento modificato nella forma che ho illustrato e secondo la stesura che consegnerò al Presidente del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, relativamente a questo regolamento di attuazione dell'edilizia residenziale in base alla legge n.
457, intervengo per riproporre all'attenzione della Giunta e dei colleghi il problema dell'inopportunità di introdurre in questa fase la possibilità da parte dell'Istituto Autonomo Case Popolari di affidamento dei lavori mediante "Concessione", sia pure nei termini mitigati proposti oggi dall'Assessore Genovese.
Parlare di appalti e di forme di affidamento dei lavori in questo momento politico significa non rifiutarsi, non omettere di riflettere sui temi che in questi mesi vengono trattati a livello nazionale relativi al rapporto tra politica e affari, relativi al fatto che corruzione e concussione paiono da molti anni allignare all'interno del settore delle opere pubbliche, non solo in Piemonte e non solo in Italia. Quindi trattare questo tema vuol dire, limitatamente alla Regione Piemonte, alle nostre responsabilità, non rifiutarsi di verificare il modo con cui uno strumento come quello della concessione può aiutare oggi il buon funzionamento dell'amministrazione pubblica e una corretta gestione del denaro pubblico.
Nel sistema degli appalti ci sono forme di appalto che permettono un forte controllo della gestione del denaro pubblico, che rendono più difficili episodi di corruzione e di concussione e ci sono forme di appalto che per la loro qualità intrinseca permettono con maggiore facilità il verificarsi di questi episodi e permettono con maggiore difficoltà il controllo che questi episodi non si verifichino. Quali sono le caratteristiche di questi strumenti? Nel settore delle opere pubbliche certo alligna corruzione e concussione (ne parlano i giornali, ci sono inchieste in corso, ecc.), ma il sistema degli appalti, escluso quello della concessione, all'interno del quale non è da escludere l'allignarsi di malcostume e di malversazione, ha una caratteristica: tenere formalmente separata la responsabilità politica dalla scelta dell'esecuzione dei lavori; c'è un diaframma in mezzo. Il decisore politico nella forma della licitazione privata non sa chi sarà l'assegnatario dei lavori che vengono così assegnati con una separazione tra responsabilità politica e l'impresa attuativa attraverso un meccanismo non perfetto, per carità, anche lì ne possono succedere di tutti i colori ma almeno c'è questa separazione.
Adesso a me pare che una larga parte delle forze politiche abbia individuato all'interno dell'immensa questione morale nel settore della riforma degli appalti e della gestione del denaro pubblico un punto sul quale non mi sembra di avere trovato voci discordi, cioè quello di tentare in questa riforma del sistema degli appalti la massima separazione delle responsabilità, realizzando una soluzione di continuità tra la responsabilità politica e la gestione amministrativa. Mi pare che tutti abbiano concordato su questo.
Lo strumento della concessione che strumento è? E' lo strumento nell'ambito di quelli conosciuti, in cui la contiguità e la confusione tra responsabilità politica ed attuazione delle opere è massima; è uno strumento nel quale il rapporto fiduciario tra responsabile politico e l'esecutore dell'opera è massimo, nel quale addirittura può non esistere gara e quindi è il responsabile politico che sceglie chi vince l'appalto decide chi lo vince e soprattutto in base a condizioni di fiducia generale.
Contratta con lui i prezzi delle opere, le forme e i tempi con i quali saranno assunte, quindi la contiguità è massima. C'è un rapporto diretto tra responsabile politico e addirittura l'impresa concessionaria: non vi pare uno strumento pericoloso? Non vi pare uno strumento, se proprio si intende usarlo, da normare molto bene? Per verificare, ad esempio, che rapporto hanno i prezzi che vengono spuntati in una concessione con i prezzi di mercato? Negli altri appalti sappiamo che quando un progetto va in gara in sede di mercato perfetto c'è la concorrenza, vince il migliore l'impresa più attrezzata. E' il mercato che dovrebbe garantire l'ottimizzazione dell'uso delle risorse. Poi, come dice il collega Biazzi si ripartiscono i mercati, ma è il mondo delle imprese in questo caso che dà luogo a episodi di malcostume, di cui deve assumersene la responsabilità. Ma in caso di concessione, senza verifica di mercato, voi capite che se il prezzo è giusto o non è giusto diventa largamente discutibile e discrezionale: non c'è più una forma di controllo da questo punto di vista. Quindi quando diciamo "trasparenza", questa trasparenza la si verifica nel capire se nell'affidamento di un'opera pubblica il prezzo pattuito è un prezzo che si confronta con i prezzi di mercato. Questo, se c'è una gara, posso sperare che sia avvenuto, ma se non c'è una gara diventa difficile dimostrarlo.
Questo tema della concessione è stato oggetto, tra l'altro recentissimamente, di un dibattito parlamentare, sul quale tutte le forze politiche hanno espresso molti dubbi. A me pare che oggi la Regione Piemonte debba soprassedere dall'indicarlo come uno dei tipi di affidamento di opere per un fatto molto semplice oltre che per tutte le ragioni che prima ho citato, per il fatto che se proprio si vuole aprire un discorso su questo tipo di affidamento, occorre farlo nell'ambito della riforma generale degli appalti e occorra allora normare molto bene, perché la legge del 1929, che regola la concessione, lo sapete bene dice poco o niente.
Tant'è che la legge n. 80, quella in discussione al Parlamento e che ha creato così tante polemiche, ha fatto seguire un regolamento che è di una complessità eccezionale e non mi pare che acceleri l'affidamento rispetto alle procedure ordinarie.
Evidentemente si è sentito il bisogno nel regime concessorio oltre i 20 miliardi di fissare dei regolamenti, noi qui non abbiamo regolamenti, non abbiamo legiferato. La concessione è quella normata dalla legge del 1929 ma se leggete quel testo dice soltanto: "Si può concedere". Ma si concede come? Con quali controlli? L'Assessore Genovese dice che rimangono tutti i controlli regionali. Io dico che rimangono tutti i controlli regionali formali, ma la sostanza dell'esito di una gara come viene normata in sede di concessione? Che tipo di gara si fa? Quante imprese si invitano? Si pu invitare una sola impresa, se ne invitano due o più ancora? Secondo. Su quale progetto avviene questa concessione? Su un progetto di massima o no? O su nessun progetto? Terzo, la direzione lavori. Come viene effettuata? Da chi? Allora, o normiamo tutti questi aspetti, li esaminiamo con calma, dopo ciascuno si assume le proprie decisioni e responsabilità, oppure detto in questo modo le maglie di questa concessione mi sembrano troppo larghe. La proposta del mio Gruppo è: si stralci per il momento questa possibilità.
Vogliamo esaminare in sede di Commissione il tema degli appalti pubblici? Io sarei molto d'accordo, sarei anche d'accordo a fare un dibattito in Consiglio regionale che giunga a delle proposte concrete sugli appalti.



BONTEMPI Rinaldo

L'art. 30 a me pare inattuato, quello della banca dati, che vogliamo riproporre.



CHIEZZI Giuseppe

Certo, la banca dati degli appalti, che è il classico controllo a posteriori di una situazione di mercato ed è una delle leve potenti di controllo del mercato e della situazione degli appalti.
Allora, perché introdurre la concessione adesso in modo così indeterminato, quando potremmo a ragione veduta discutere le forme di appalto, fare anche qualche proposta per le riforme nazionali e se del caso, ma seriamente verificando bene tutte le condizioni, prendere in considerazione questo sistema di affidamento? Fatto in questo modo mi sembra francamente pericoloso, inopportuno e foriero di ulteriori dubbi sulla correttezza a priori che uno strumento di questo genere consente della gestione del denaro pubblico.



VIGLIONE Aldo



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, ha facoltà di replicare l'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'edilizia

Non ho molte cose da aggiungere, ma alcuni chiarimenti da dare rispetto alle argomentazioni del collega Chiezzi. Comprendo che c'è un'esigenza generale di riflessione sul problema delle forme di aggiudicazione dei lavori e che credo troverà il suo momento di valutazione e di confronto nella revisione della normativa introdotta con la L.R. n. 18.
Mi permetto però di dire che qui il problema è diverso e limitato.
Vorrei che almeno ciò fosse compreso; poi ognuno deciderà come ritiene secondo le proprie valutazioni. Qui non siamo in presenza di una proposta della Giunta di introdurre l'istituto della concessione per le opere pubbliche.
Faccio una premessa. Già oggi gli enti attuatori degli interventi di edilizia residenziale pubblica possono chiedere alla Regione, in deroga al regolamento vigente, di ricorrere a diverse forme di aggiudicazione dei lavori; io non l'ho mai fatto, ma nel passato è stata concessa anche la trattativa privata. Il regolamento infatti non può annullare le norme di legge statale che consentono di aggiudicare i lavori in un certo modo. Lo ripeto: sovente ci troviamo, soprattutto per l'edilizia agevolata e non sovvenzionata, in presenza di richieste di procedere a trattativa privata invece che attraverso la licitazione privata. E la Regione, attraverso la legge vigente, può o no autorizzarla. In questo caso, per l'edilizia sovvenzionata non si propone di prevedere la possibilità "ad libitum" per gli enti attuatori di ricorrere alla concessione.
Infatti diciamo che le forme di aggiudicazione sono: l'appalto-concorso e la licitazione privata. Poi aggiungiamo che là dove la Regione nell'approvare i programmi di localizzazione riconosca alcuni di questi come programmi integrati o coordinati di intervento per la complessità organizzativa, la diversità dei soggetti e la natura dei finanziamenti, i lavori possano essere assegnati in concessione. Se su uno stesso quartiere da recuperare (perché l'ipotesi principale è per il recupero), per rivitalizzare e rendere convenienti gli interventi di recupero occorre prevedere anche interventi di tipo commerciale, negozi, uffici, ecc., che non possono essere finanziati con i fondi dell'edilizia residenziale pubblica, la diversità dei soggetti apportatori di finanziamento non consente, perché sono soggetti diversi, di fare un appalto-concorso unico né una licitazione privata unica.
Bisognerebbe integrare e coordinare, con procedure estremamente complesse e difficoltose, diverse aggiudicazioni di lavori che fanno il privato, la cooperativa e l'impresa che hanno finanziamenti di edilizia agevolata, lo IACP o il Comune destinatari di interventi di edilizia sovvenzionata.
Nel Comune di Alessandria hanno tentato di fare una cosa di questo genere nove anni fa. L'intervento non è ancora riuscito a decollare.
Vorrei dire solo che ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità.
Io, in materia di appalti, non credo affatto che ce ne sia uno più morale dell'altro. Dipende da come vengono svolte le gare. Dalla serietà con cui l'aggiudicazione dei lavori viene fatta. Personalmente ho sempre ritenuto che la trattativa privata possa essere più conveniente se fatta seriamente.
Ed in questo caso i controlli esistono e non stiamo affatto avanzando una proposta di generalizzare la concessione.
In primo luogo, gli interventi su cui la concessione è ammissibile, per questi motivi, li definisce il Consiglio regionale quando approva i programmi. Saremo noi a dire se un programma è integrato e coordinato o non lo è: questa è la prima cautela che viene introdotta. In secondo luogo il progetto sarà valutato dalla Commissione tecnica presso gli IACP e dalla Commissione regionale Verifica Programmi.
Infatti, per la parte di finanziamento pubblico in edilizia sovvenzionata, che può concorrere a formare un programma integrato per cui l'ente attuatore può decidere di aggiudicare i lavori in concessione, il quadro tecnico-economico n. 1 con cui si approva il progetto esecutivo, il computo metrico e il calcolo finanziario con cui si verifica che i prezzi siano all'interno dei massimali consentiti e verificati dalla Regione viene approvato dalla Commissione dello IACP e dalla Commissione regionale Verifica Programmi. Dopodiché l'ente attuatore decide la forma di aggiudicazione dei lavori. Se si tratta di un programma riconosciuto come integrato può decidere, assumendosene la responsabilità, di affidare i lavori in concessione.
Successivamente il quadro economico-tecnico n. 2 viene verificato e approvato dalla Commissione tecnica che ha sede presso gli Istituti Autonomi Case Popolari.
Il quadro economico n. 3 che contempla e comprende le eventuali perizie di variante viene approvato ancora dalla Commissione tecnica provinciale e viene verificato dalla Commissione regionale Verifica Programmi. Il quadro tecnico-economico n. 4 solo dalla Commissione provinciale.
Il quadro tecnico-economico finale viene infine approvato in sede locale dalla Commissione tecnica provinciale e in sede regionale dalla Commissione regionale Verifica Programmi. Dopodiché la Regione nomina ancora il collaudatore.
Non stiamo prevedendo la concessione per opere pubbliche in via generalizzata ma, in alcuni casi limitati, per l'edilizia residenziale pubblica che ha il sistema di controlli e di verifiche che ho illustrato.
Può rimanere un margine di incertezza sulla serietà, che sempre esiste di fronte alla aggiudicazione dei lavori. La concessione in questi casi non ha niente a che vedere con la concessione così come è disciplinata dalla legge n. 80/87; è un istituto previsto dalla legge del 1929, che applicato all'edilizia residenziale pubblica, con queste limitazioni, rientra in una serie di controlli che esistono non in virtù della legge del 1929, ma per la normativa statale-regionale in materia di edilizia residenziale pubblica.



PRESIDENTE

Passiamo ora alla votazione degli emendamenti presentati.
Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: art. 9, primo comma: dopo le parole "piante", "prospetti", "sezioni" aggiungere "in scala 1:50".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: art. 9 aggiungere: "- particolari costruttivi in scala 1:20 e/o 1:10".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: art. 9 aggiungere: "I suddetti elaborati costituiscono la documentazione del progetto esecutivo anche nel caso di affidamento con il sistema dell'appalto concorso".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: art. 10 aggiungere: "dell'avvenuto rilascio della concessione edilizia".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: art. 11, quarto comma: il testo è soppresso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli e 22 contrari.
Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: all'art. 11 sopprimere il paragrafo "c)" e sopprimere il quarto comma.
La parola all'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'edilizia

E' respinto perché l'indicazione di "sopprimere il paragrafo c)" fa parte anche dell'emendamento presentato già prima dalla Giunta che per la seconda parte introduce però una diversa formulazione con l'aggiunta del quarto comma, mentre il Consigliere Chiezzi ne propone la soppressione.
Potrei dire se venisse messo in votazione prima di quello della Giunta che sarebbe accoglibile la prima parte.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli e 24 contrari.
Emendamento presentato dalla Giunta regionale: art. 11, primo comma: è soppressa la lett. c) "Concessione" art. 11, quarto comma: il testo è sostituito con il seguente: "Per l'attuazione di programmi coordinati o integrati di intervento che prevedono soluzioni organizzative e/o finanziamenti misti, pubblici o pubblici e privati definiti nell'ambito dei programmi regionali di localizzazione e dei loro assestamenti, è ammesso l'affidamento dei lavori tramite la concessione di cui alla legge 24/6/1929, n. 1137; ai sensi dell'art. 5 della stessa legge e del DPR n. 616/77 è necessario, in tali casi, il preventivo parere conforme del CROP".
Ha chiesto la parola il Consigliere Ferrara. Ne ha facoltà.



FERRARA Franco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la mia dichiarazione di voto va al di là dell'emendamento, che poi è l'unico momento significativo della deliberazione di cui stiamo parlando e comunque quello che ha determinato qualche contrasto e qualche polemica.
Credo di essere in torto, come chi non partecipa alle riunioni di Commissione, a porre dei problemi quando ormai siamo in aula in sede di votazione. Non sono come il Consigliere Pezzana che rivendica con titolo di merito questo. E' una colpa, tutti abbiamo dei limiti.
Il Partito repubblicano ha fatto alcune riflessioni sul testo e sull'emendamento presentato dalla Giunta. Non è solo di questi giorni la polemica o il confronto in ordine al fatto che, con la concessione, si viene a determinare, come maggior possibilità oggettiva, che la discrezionalità raggiunga livelli non tollerabili; certamente l'istituto della concessione non consente più questa situazione.
Nel dibattito romano il Partito repubblicano ha assunto una posizione contraria all'istituto della concessione. Dobbiamo dire che, in linea di principio, l'inserimento della concessione tout-court ci lascia molto perplessi e lascia perplesso lo stesso Assessore se ha sentito il dovere di chiarire, di emendare e di definire limiti e contorni.
Siamo in presenza di due situazioni pericolose: da una parte ci sono quelli che dicono che questi sono moralismi troppo facili, non è questa la questione morale, quelle che contano sono le norme; devo dire che le norme comunque sono quelle che determinano dei comportamenti; una norma che lasci i comportamenti molti aperti di per sé non è immorale, ma consente dei comportamenti che possono poi scostarsi. Dall'altra parte c'è un altro rischio. Su tutta una serie di vincoli eccessivi che si pongono, il rischio è quello di dire che con tutte queste cose, non si riesce più a fare niente, quindi si deve aprire, togliere i lacci e i lacciuoli di cui tanto si parla perché altrimenti l'Amministrazione non funziona. L'altro rischio è appunto quello di esasperare una situazione per poi dire: "Bisogna rimuovere tutto e passare magari eccessivamente dalla parte opposta".
Voterò questo emendamento perché credo sia un emendamento che si rende conto delle difficoltà e cerca di porre dei limiti. La concessione per essere autorizzata deve essere autorizzata dal CROP, quindi è un limite che si pone a questa apertura. C'è però qualche riserva rispetto a questo istituto.
Siamo convinti, Assessore, della correttezza della sua impostazione siamo convinti che ci sia sincerità e onestà in quello che lei ci ha detto però le norme che facciamo purtroppo valgono per altri, di solito non facciamo norme che valgono per noi. Se fossi io a fare una cosa, sono convinto che farei meglio in trattativa privata che in un qualunque altro sistema. Non ho dubbi, però non avrei nemmeno dubbi a non consentire la trattativa privata a tutti, non perché mi consideri migliori degli altri.
In questa situazione, votiamo questo emendamento raccomandando alla Giunta che, quando ci saranno delle autorizzazioni a questa deroga e quindi a questa richiesta di concessioni, si tratti di programmi integrati importanti, veramente significativi che comportino la concessione e non siano soltanto delle porte o delle finestre per uscire, per essere più liberi. Forse dovremmo però fissare delle norme, da approvarsi da parte del Consiglio regionale, che individuino quando una cosa è importante e quando non è importante.
Sulla base di queste considerazioni e con le riserve che ho espresso il Gruppo repubblicano vota questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Intervengo con lo spirito che il collega Ferrara ha voluto dare al suo intervento in merito a questo emendamento, che è parte centrale del discorso.
Ritengo estremamente delicata in generale la materia che viene trattata, forse anche per il momento particolare. Molto spesso la politica e la funzione amministrativa sono fatte di passaggi che possono avere al centro, in modo più accentuato in determinati momenti, alcuni aspetti rispetto ad altri.
Siamo dinnanzi a fenomeni di distorsioni, chiamiamoli con eufemismi, di spinte nell'uso delle forme di aggiudicazione dei lavori; ne abbiamo esempi quotidiani su "La Stampa"; ci sono spinte di lobby e di organizzazioni particolari nella gestione del denaro pubblico per le opere.
Questo è un fatto che non può sfuggirci, non possiamo far finta di nulla, non possiamo nemmeno dire che il modo migliore è la trattativa privata, ma dobbiamo tener conto della realtà della situazione in cui siamo.
Mi rendo anche conto - e sono d'accordo con le motivazioni dell'Assessore - che un'esigenza di operatività per particolari interventi laddove ci sono dei programmi complessi, fortemente integrati, dove c'è bisogno di una alta funzione di coordinamento anche in rapporto al finanziamento, probabilmente l'affidamento dei lavori mediante appalto concorso e licitazione privata sia forse limitativo e riduttivo.
Il mio intervento vuol essere di accentuazione delle cautele che già l'Assessore ha praticato nel suo intervento. Richiamo un'attenzione estremamente grande a far sì che non siano solo l'affidamento a comportamenti, e non a leggi, la materia di regolazione di questo passaggio importante.
Dobbiamo fare in modo che i comportamenti siano corretti, adeguati e funzionali, ma dobbiamo anche pensare che ci sia un sistema, una griglia normativa tale da poter contenere eventuali comportamenti anomali.
Credo che si debba andare, nella discussione sulla riforma istituzionale che si sta facendo, ad una tendenziale separazione tra la responsabilità della funzione politica e la responsabilità della funzione amministrativa.
In questo senso allora la rete dei controlli e dei meccanismi dei controlli sarà estremamente alta.
La raccomandazione che faccio all'Assessore, per la complessità della materia e la particolarità della situazione, è di far sì che l'orientamento alla concessione sia solo rivolto a percorsi eccezionali, quindi di fatto ad una limitazione forte dell'utilizzo e ad un alto controllo. Se così non fosse, credo che sarebbe estremamente pericoloso allentare le maglie su questo strumento di aggiudicazione dei lavori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Non siamo affatto convinti che le norme siano ininfluenti, pensiamo che le norme sono molto importanti. E' chiaro che c'è il dovere nell'assegnazione dei lavori pubblici di seguire norme rigorose, puntuali che consentano uno svolgimento corretto, che quanto meno favoriscano al massimo la correttezza. Come abbiamo sostenuto in tutte le occasioni di dibattito sulla questione morale, non crediamo tuttavia che siano sufficienti le norme per garantire la correttezza dell'azione amministrativa. Non lo crediamo affatto e tutta la storia lo dimostra. Tra l'altro quando si facevano gli appalti al massimo ribasso si è appurato che si scendeva troppo con danni alla validità delle opere; si è passati alla media delle medie come elemento di garanzia; abbiamo constatato che gli appalti al di là delle regole se li si vogliono truccare, li si truccano.
E' tutta una questione di comportamenti. Lo ribadiamo con forza: la questione morale è soprattutto una questione comportamentale. Le norme sono importanti, devono essere al massimo garantiste della correttezza amministrativa, ma non possiamo affidarci solo alla garanzia delle norme per garantire comportamenti corretti che nessuna norma può assicurare. Il vecchio detto "fatta la legge, trovato l'inganno" conferma una prassi che esiste più che mai.
Le assicurazioni fornite dall'Assessore, molto puntuali, molto serie ci hanno convinti della necessità di adottare lo strumento della concessione in occasioni del tutto eccezionali, soprattutto nei casi del recupero dell'esistente che non procedono perché si è di fronte ad un vero problema di riassetto urbanistico che non procede né nella parte pubblica né nella parte privata, forse anche perché ci sono norme eccessivamente restrittive o norme che non consentono di muoversi di fronte ad una realtà molto diversa, come quella di oggi. Non è più la realtà di un tempo in cui si appaltava la singola opera, ma interventi complessi, come li ha definiti l'Assessore Genovese, che richiedono ampie opere collaterali.
Di fronte a questi casi non prevedere questa forma di elasticità di azione è un errore e prevederla invece appunto in casi speciali, sia giusto e corretto.
Noi ci esprimiamo favorevolmente alla proposta dell'Assessore, convinti che le norme con l'emendamento proposto e con il sub-emendamento della Giunta siano in grado di garantire al massimo la correttezza amministrativa (ovviamente in rapporto alla forma che si sceglie) e che nello stesso tempo sia necessario fornire quella flessibilità che deve consentire di fare i lavori pubblici. Se sentite la gente c'è certamente il giudizio negativo sulla questione morale (ci mancherebbe che non ci fosse!) ma v'è anche l'altro giudizio sulle opere che non vanno avanti, sui freni delle leggi sui lavori pubblici che tardano. Se guardiamo al passato non c'è mai stata tanta necessità di tempo per realizzare un'opera pubblica come oggi avviene di fronte ai privati che camminano molto rapidamente. Dobbiamo porci questo problema, perché c'è una risposta ai cittadini che è anche nello svolgimento delle opere pubbliche. E' inutile che abbiamo degli Istituti Autonomi Case Popolari se poi sono paralizzati.
La risposta alla situazione morale non può essere la paralisi, ma la risposta è un'azione corretta sul piano amministrativo, corretta nella sostanza, con comportamenti seri, indirizzati ad operare, non a creare le condizioni per non poter operare affatto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

In occasione della discussione di questo seppur limitato pezzo, essendo giustamente presente alla sensibilità del Consiglio il legame esistente tra le forme di affidamento dei lavori e la questione morale, che si è posta sempre di più negli anni come grande questione nazionale e locale, sono preoccupato perché, non essendo in una sede di dibattito di tecnici o di liberi pensatori ma in una sede che dovrebbe avere il senso di responsabilità per tentare di svolgere discussioni e portarle a conclusione, gli approcci sono molto diversi.
Non mi sento di poter negare nessuna affermazione, neanche le ultime che diceva il collega Brizio che corrispondono ad un pezzo della realtà.
Ritornando però ad una questione, tra l'altro verissima, dei comportamenti in maniera tale che eludono il problema delle norme e del sistema, la mia preoccupazione deriva da approcci disparati che dimostrano che nonostante a queste cose ci si sia accostati non solo con dibattiti generici e generali ma nel tentativo di fare le leggi (ricordo la legge sulle nomine e la legge n. 18 sulle opere pubbliche), mi pare che la divaricazione per i fatti avvenuti sia forte tra approcci possibili e tipo di intese e conclusioni che poi danno senso all'operare di un'istituzione.
Farò una proposta precisa. I ragionamenti fatti dall'Assessore Genovese, proprio perché sono ragionamenti, aprono spiragli, manifestano opinioni e valutazioni che non sono assolutamente fuori dal mondo. Qui si tratta di un piccolo articolo, ma è un istituto grande, non dominabile ancora, non normato in maniera soddisfacente, per gli esempi che abbiamo; e questo istituto, usato per una cosa limitata, però con queste connessioni meriterebbe che le opinioni dell'Assessore, le nostre o quelle di altri che vogliano impegnarsi, venissero svolte in una sede propria, opportuna per definire che cosa andiamo a fare introducendo questa norma o altre norme.
In questo senso non comprendo le ragioni dell'impuntatura (se non sotto il profilo psicologico che mi trova anche d'accordo) di una persona seria che cerca di darsi un obiettivo introducendo un controllo paracadutato di un istituto e che dice che la serietà garantirà la sua applicazione. A me sembra che questa comprensibile reazione psicologica celi il fatto politico e la pesantezza del fatto politico che stiamo introducendo, su cui è intervenuto già il collega Chiezzi. Non ci sono opinioni conformi, anche all'interno della maggioranza ci sono dei dubbi. Siamo in una fase di revisione, almeno così si dice, dopo gli ultimi fatti delle carceri.
Persino il futuro Governo De Mita avrà al centro queste questioni. Noi qui siamo in una fase particolare, nella fase in cui abbiamo alle spalle tentativi e la vanificazione di questi tentativi. Ricordavo l'art. 30 sulla banca dati, da noi sollecitata, poi presentata in uno stato di impraticabilità sostanziale e tale da essere vanificata; abbiamo la caducazione, per altri versi, programmatoria della legge n. 18.
Quando venne affrontata la legge n. 18 nel testo originario della Giunta veniva proposta l'introduzione dell'istituto della concessione; noi che eravamo in maggioranza, chiedemmo che non fosse introdotta la concessione perché non ci sembrava una tematica sufficientemente approfondita; ci impegnammo a verificare se in seguito si sarebbe potuto esaminarla; non ci sono state offerte queste condizioni e oggi ci troviamo di fronte all'Assessore che, credo in perfetta coerenza, tenta di motivare una scelta.
Tutte queste cose non fatte pesano perché non c'è solo l'edilizia, non ci sono solo i lavori pubblici, c'è tutta la materia che riguarda l'affidamento dei lavori, materia che ritorna all'attenzione perché non è risolta normativamente e perché non risolverà mai tutti i problemi; certo è una condizione su cui si misurano le possibilità di innovazione del sistema (non delle opinioni del club dei liberi discussori) per garantire almeno quelli che, con serietà e trasparenza, vogliono poter operare e distinguersi dagli altri. Questo è il punto.
E' ricca la messe di suggestioni e di opinioni, c'è il rischio di averne tante e belle, ma di non quadrare nulla. Devo dire francamente che questo mi sembra il caso tipico da affrontare con questa angolatura. Quindi non deve passare oggi, non deve passare così. L'atteggiamento dell'opposizione non è mai becero, non è mai inintelligente, però se mettiamo assieme i fatti che ho ricordato ed altri ancora, credo sia legittimo non solo dire no, ma anche chiederci le ragioni di questa forzatura.
In questo magma che sta diventando la pubblica amministrazione stentiamo a capire. Quello che diceva Chiezzi è importante e lo vorrei ribadire. C'è perfino nei documenti della Giunta, che come voi sapete io leggo attentamente, tra l'altro sono anche pochi quindi posso leggerli bene. Nel documento di verifica della Giunta c'era l'elemento della distinzione tra tecnici e politici, uno dei punti cardine dei Partiti. Per noi che abbiamo fatto un convegno è un punto cardine. Chiezzi metteva in rilievo la contraddizione della concessione, almeno per il modo in cui è stata normata, senza averci costruito qualche cosa di robustamente discusso.
Non diamo il segno di una sconfessione dell'Assessore; ieri, in sede di Commissione, abbiamo avuto da parte sua una disponibilità a offrirci un tema di confronto, su cui insistiamo da tempo e che è quello del CUR.
Registriamo positivamente questo fatto, però chiediamo se questo Consiglio non ritenga opportuno affrontare il problema del sistema, una delle questioni più delicate, in occasione del dibattito istituzionale sulle autoriforme e sul progetto trasparenza; chiediamo se non si debba partire di lì per vedere, secondo le urgenze dei vari provvedimenti, di recuperare alimento dalla discussione che ci sarà sulle riforme istituzionali. E' uno degli elementi per recuperare un rapporto di fiducia con i cittadini e insieme di efficienza.
Mi chiedo se questo punto non possa essere, con un atto di coraggio, ma anche di responsabilità da parte dell'Assessore, almeno posposto a questa discussione che probabilmente farà sorgere - mi auguro - una riflessione sull'affidamento dei lavori, revisioni legislative o applicazione di norme già esistenti. La banca dati sugli appalti è uno strumento formidabile, ma non applicato. Lo ritengo formidabile perché è la lettura del reale.
Non a caso quando si verificano fatti di mafia o questioni nazionali vengono riproposti questi strumenti e questa è la Regione che nel 1984 si diede questo strumento. Il fatto che sia inattuato non depone certamente a sensibilità. Dopo pochi giorni che si era insediato il Presidente Beltrami gli scrissi una lettera chiedendogli che fine aveva fatto questo strumento. Beltrami disse: "Verrà attuato".
Se vogliamo dare una base empirica o scientifica al nostro operare, per quello che può valere in politica, credo che le verifiche vadano fatte e la banca dati voleva anche dire questo. Dobbiamo avere delle verifiche.
L'esempio di Alessandria, che citava l'Assessore, è una verifica utile.
Possiamo metterne una serie in piedi. Noi come Gruppo di opposizione siamo serissimamente impegnati a dare la nostra parte di contributo e di idee però riteniamo che lasciare passare questa norma sia una forzatura che lascerebbe, pur con i suoi limiti, pregiudicata la possibilità di riesaminare tutta la partita. Noi la vediamo così perché connettiamo questa questione a tanti altri aspetti.
Vorremmo davvero una risposta positiva, la sottoponiamo ad altre forze politiche. Non intendiamo fare di questo un elemento di piccola vittoria personale contro chicchessia. E' una questione che riguarda tutto il Consiglio, sulla quale chiediamo una riflessione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'edilizia

Credo che le motivazioni della proposta siano state abbondantemente illustrate e che anche da parte di chi non la condivide siano stati compresi la motivazione, i limiti e il contesto in cui la proposta è inserita. Vorrei solamente dire, rispetto a quanto richiamato dal collega Bontempi, che in questo caso il "sistema" è il regolamento: cioè qui si tratta di un regolamento che disciplina e norma tutta l'attuazione degli interventi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e non è quindi esatto sostenere che la concessione è introdotta senza norme: sta dentro il complesso delle norme che ho spiegato prima.
Altra cosa sarebbe se discutessimo in generale se consentire o meno la concessione per le opere pubbliche. L'edilizia residenziale pubblica sovvenzionata ha un quadro di controlli e di verifiche ed in questo quadro regolamentare si inserisce la concessione.
Questo solo per chiarezza, perché io non ho impuntature, bensì un po' di stupore. Ognuno ha le reazioni che crede ed io ho, lo ripeto, un po' di stupore; capisco il discorso generale, ma mi dà fastidio che la proposta specifica venga letta al di fuori del quadro normativo dell'edilizia pubblica o che si tenda a presentarla in un quadro che distorce le intenzioni dei proponenti. Se non fossi intervenuto due o tre volte a chiarire, sembrerebbe quasi che la concessione venga prevista "al buio", al di fuori di ogni sistema e di ogni controllo, mentre non è così. A me danno fastidio queste cose!



(Interruzione del Consigliere Bontempi)



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'edilizia

No, Bontempi. Lo dico in generale. Quando si sposta il discorso sul piano generale (non è avvenuto solo da parte del tuo Gruppo, ma anche in interventi dei colleghi della maggioranza) e si ignorano il significato e il contorno di una proposta, ci si sente nella condizione o di doverla difendere, con il rischio di apparire come uno che difende norme che non ostacolano comunque il dilagare dell'immoralità, o di doverla ritirare. Di qui nasce lo stupore e il fastidio.
Invece un problema generale in ordine all'istituto della concessione esiste e in ordine a questo è previsto un appuntamento di discussione sollecitato dal Gruppo del PCI sui problemi istituzionali e di autoriforma della Regione, all'interno del quale potrà giustamente essere collocato anche l'approfondimento dell'istituto della concessione in genere e delle aggiudicazioni dei lavori in materia di opere pubbliche.
Nel merito della proposta in discussione sono convinto della correttezza, dei limiti, della controllabilità della proposta che la Giunta ha fatto.



BONTEMPI Rinaldo

L'Assessore è stato molto chiaro. C'è la richiesta da parte della maggioranza di un rinvio su un punto che ho sollevato. Chiederei una sospensione su questo punto delicato e la riunione dei Capigruppo.



BRIZIO Gian Paolo

Se la maggioranza deve prendere una posizione si deve riunire. Non possiamo giocare a ribaltino! Chiedo anch'io una sospensione dei lavori.



PRESIDENTE

Convoco i Presidenti dei Gruppi.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11,40 riprende alle ore 12,30)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Chiede la parola l'Assessore Genovese. Ne ha facoltà.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'edilizia

Signor Presidente, colleghi, la Giunta e la maggioranza ritengono di mantenere e sottoporre al Consiglio l'emendamento che è stato proposto e di chiedere l'approvazione del regolamento al Consiglio, anche per una serie di altri motivi che qui non sono stati richiamati; c'è urgenza di disporre di norme regolamentari nuove in ordine ai problemi collegati alla chiusura del piano decennale della casa e ai molti problemi che sono rimasti aperti e a cui si cerca di ovviare e di dare una risposta con norme regolamentari più affinate rispetto a quelle oggi in vigore. Con una semplice ed ulteriore puntualizzazione: cioè, si ritiene che in questo caso l'introduzione della possibilità di aggiudicazione dei lavori, attraverso concessione ai sensi della legge del 1929, sia limitata, definita e inserita in un sistema efficiente e valido di controlli e di verifiche propri dell'edilizia residenziale pubblica che rimangono, ed anche controllabile in quanto rinvia le decisioni specifiche ad atti consiliari successivi; infatti, si prevede che il riconoscimento delle caratteristiche di programma integrato o coordinato debba comunque essere operato all'interno delle deliberazioni consiliari di approvazione dei programmi di localizzazione di edilizia residenziale pubblica.
Restano da definire due aspetti che in qualche misura si possono ricollegare alla valutazione più complessiva da operare in sede di modifica normativa in materia istituzionale.
Non abbiamo ancora disciplinato, mentre altre Regioni lo hanno fatto, i programmi "integrati" di intervento nel settore dell'edilizia residenziale pubblica.
Il tentativo che si era fatto con la legge n. 6, che poi non ha mai potuto essere concretata anche per motivi finanziari, era stato quello di far riferimento a progetti speciali (progetti speciali allora si chiamavano, ma sono la stessa cosa) che avrebbero dovuto essere individuati e avviati in sede di programmi regionali di localizzazione.
Noi abbiamo però, a fronte dell'esperienza fatta e dei nuovi indirizzi espressi dal CER. e speriamo da una nuova normativa statale, l'esigenza di definire a tempi brevi e disciplinare i programmi integrati nel settore dell'edilizia.
Resta anche aperta la possibilità di definire, sulla base della legge del 1929, modalità e criteri per arrivare alla concessione di opere pubbliche.
Ora posso assumere l'impegno politico da parte della Giunta che indipendentemente dagli esiti del confronto sui problemi istituzionali e di autoriforma della Regione, in relazione alla necessità di normare diversamente il settore dell'edilizia per alcuni rilevanti aspetti, in particolare per i programmi integrati e il recupero edilizio, verranno definiti sia la natura dei programmi integrati sia le modalità di ricorso alla concessione attraverso precise norme di legge.
Dovevamo chiudere entro l'anno 1987, come tutte le Regioni italiane per disposizione ministeriale il piano decennale della casa. Oggi abbiamo dei ritardi ancorché la nostra Regione nel settore dell'edilizia agevolata sia al primo posto per l'attuazione in Italia (anche se a noi sembra di andare male) e siamo in una posizione ragionevole nell'attuazione dei programmi di edilizia sovvenzionata, dove siamo al terzo o al quarto posto.
Però abbiamo alcuni problemi aperti di casi di programmi coordinati, in qualche misura programmi integrati anche se non ancora normati, in cui c'è compresenza di intervento pubblico e privato o di diversi finanziamenti pubblici in agevolata o in sovvenzionata, rispetto ai quali dobbiamo dare una risposta.
Siccome ho già ricordato che i soggetti attuatori possono richiederci in deroga l'autorizzazione regionale a procedere anche attraverso il sistema della trattativa privata o attraverso la concessione, cerchiamo in questa sede in modo contenuto e controllabile di dare una prima regolamentazione in materia, sottoponendo le eventuali richieste all'esame preventivo e al parere conforme del CROP, previsto nell'emendamento.
L'impegno che prendiamo nel riproporne l'approvazione a nome della maggioranza e della Giunta è comunque quello di procedere, dopo il dibattito generale e in occasione della revisione delle leggi in materia di edilizia residenziale pubblica, a normare sia i programmi integrati sia i criteri e i metodi per il ricorso, collegato ai programmi integrati e qualora richiesto, al sistema della concessione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Credo di poter esaurire la questione in breve. Per quanto riguarda il merito cerco di dividere il provvedimento specifico, l'oggetto in questione, gli impegni dell'Assessore e l'atteggiamento della maggioranza.
Credo che l'impegno assunto dall'Assessore vada valorizzato per quello che è. E' un impegno formale serio. Mi chiedo se a questo punto non convenga tradurlo nel regolamento come impegno, anche perché le cose dette dall'Assessore confermano l'opportunità, se non addirittura la necessità cogente, di ancorare la norma che permette la concessione all'intervento legislativo sulla natura dei programmi integrati, sui criteri e sulle modalità della concessione.
Mi chiedo se non sia possibile tradurre questo impegno in un'aggiunta al testo, nel senso che si prevede l'istituto, si dice che verrà attuato che verrà attivato successivamente all'assunzione legislativa dei due punti che diceva l'Assessore. A me parrebbe questo un modo per dare sanzione forte all'impegno.
E' chiaro che una soluzione del genere, ancorché non sia quella che avevamo chiesto, rappresenta un passo in avanti che denota intanto la pesantezza del problema e anche la buona volontà.
Permettetemi di fare un discorso in linea generale sulla nebulosità in cui sta il problema delle riforme e delle autoriforme. Vedo brutti presagi.
Voglio annunciare in una sede come quella del Consiglio che non siamo disponibili a farci concedere il giocattolo delle riforme istituzionali come argomento per tenere viva un'attività poco incisiva e poco sensata delle istituzioni.
Abbiamo l'impressione, per le cose che stanno capitando e salvo qualche salutare reazione magari individuale, che ogni problema che viene posto che può essere riconnesso alla funzionalità dell'ente, all'innovazione e revisione legislativa, venga assunto con la tecnica di dire: "Sì, va bene però adesso andiamo avanti così come stanno le cose". I segnali sono vari anche la vicenda del piano dei siti, proprio nel momento in cui l'opposizione per prima manifesta grandissima disponibilità a togliere tutti i pareri che non distinguono le responsabilità, è chiaro che rivendica una funzione di intervento, di controllo, ma anche di titolarità degli atti di alta amministrazione.
Da quello che mi risulta si sta riproducendo la situazione come per il Bormida, quando siamo stati costretti, con il coltello alla gola per gli impegni cogenti, a chiudere la questione del protocollo d'intesa con un testo che era stato preventivamente definito in altra sede. Non mi risulta che si sia mosso molto. Chiediamo lo stato di attuazione delle cose. La questione dei tempi urgenti, che altri soggetti con cui non interloquiamo impongono al Consiglio, deve finire. Se il piano dei siti è di titolarità del Consiglio, occorre anche agli altri soggetti manifestare che, quando il Consiglio regionale sarà stato in grado, nei tempi più celeri possibili, di discuterlo, quello sarà il piano dei siti della Regione. Non prima. Questo è un punto delicato. Non è che il giorno 19 si vada a fare qualche esercizio intellettualistico di ingegneria istituzionale. Questo non interessa al Gruppo comunista. E' nostro interesse ed è comunque una necessità dell'ente, di chi qui lavora, dei cittadini, aprire questa fase con atti, che non sono necessariamente le cose che pensiamo noi. Noi abbiamo delle idee e vogliamo confrontarle con gli altri. Quello a cui stiamo assistendo però è la vanificazione della serietà di questo impegno.
Perché l'impegno sia serio, occorre che tutte le forze politiche si qualifichino per assumere impegni, e impegni sono i comportamenti, non sono le cose che scriviamo per rimandare i comportamenti. Occorre inoltre in questa fase che la Giunta sia all'altezza della questione. Quali armi abbiamo oltre che quelle di lamentarci? Non molte, siamo però dentro il Consiglio, partecipiamo ad una funzione di gestione del Consiglio in relazione a due fattori: 1) la percorribilità del confronto programmatico (ma ne siamo molto delusi) 2) la strada delle istituzioni e possibilità di incidere nel raccordo con le altre forze politiche per cambiare una macchina che fa acqua da tutte le parti.
Se queste cose non avvengono, noi continueremo a comportarci come abbiamo fatto finora. Lo diciamo tranquillamente, senza iattanza. Non abbiamo altre armi.
Voglio anche dire che la vicenda della scelta dei dirigenti, dopo una pesante inattuazione di una parte innovativa della legge, è un altro segno che va contro questa esigenza. Questa è la nostra opinione.
Chiediamo all'Assessore se è in grado di trasformare questo impegno in un emendamento aggiuntivo al regolamento; inoltre poniamo in anticipo la questione del che cosa si fa per i restanti due anni della legislatura, in un versante che riteniamo prioritario, quello delle riforme e delle autoriforme, che necessitano però comportamenti; e se continueremo a vedere comportamenti contrari nelle cose che si faranno, sarà legittimo dedurre che questo è un giro di walzer; i giri di walzer però li facciamo in discoteca, non qui, tra l'altro con poca godibilità personale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'edilizia

E' stato presentato dal Consigliere Chiezzi un ulteriore emendamento all'art. 11 che suonerebbe come aggiuntivo al quarto comma proposto dalla Giunta: "Il ricorso all'affidamento con il sistema della concessione è subordinato all'approvazione del regolamento per i programmi di edilizia integrata e del regolamento per l'affidamento in concessione". E' difficile dire oggi se avremo un regolamento per i programmi di edilizia integrata, credo che dovremo avere una norma di legge all'interno della legge di settore. Non so se si arriverà ad un regolamento per l'affidamento della concessione in generale. Credo che se venisse chiesto alla Giunta un impegno politico definito ci potrebbe essere un accoglimento, ma mi sembra che il fare riferimento a regolamenti che non si saprà se ci saranno o a normative future, all'interno di un regolamento, non sia accoglibile.
Mi sento di assumere l'impegno politico. Ho sempre ritenuto fosse sufficiente, per i rapporti che si sono avuti, una dichiarazione di impegno politico; però se il Consiglio ritiene che l'impegno politico della Giunta proprio perché siamo arrivati ad un deterioramento di fiducia nei rapporti debba essere definito in un ordine del giorno, questo lo lascio alla considerazione anche dei colleghi della Giunta. L'impegno che ho assunto è peraltro un impegno che vale, che è stato fatto pubblicamente e che è a verbale del Consiglio regionale.
Non ritengo però possibile accogliere un ulteriore emendamento che rinvia all'approvazione di successivi atti amministrativi.



BONTEMPI Rinaldo

E' quasi lo stesso testo, sostituendolo però a regolamenti e provvedimenti, perché mi pare che non siamo in grado di determinare in anticipo la natura dell'atto da compiere. E' possibile tradurlo in un ordine del giorno che impegna il Consiglio e la Giunta ad attuare subordinatamente alla emanazione?



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'edilizia

Non credo sia competenza dell'Assessore presentare un ordine del giorno.
Come ho già detto, mi sono assunto un impegno preciso. Se ci sono degli ordini del giorno li valuterà la Giunta.



PRESIDENTE

Da parte dell'Assessore non c'è alcun rifiuto, ma parla di un coinvolgimento delle forze politiche che sono presenti e che si esprimono attraverso il documento.
Pongo pertanto in votazione l'emendamento presentato dalla Giunta regionale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 27 voti favorevoli, 16 contrari e 1 astensione.
Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 15 voti favorevoli, 28 contrari e 3 astensioni.
Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: all'art. 13, il secondo comma è così modificato: "In ogni cantiere dovrà essere esposto un cartello che dovrà contenere oltre a quanto prescritto dai regolamenti edilizi comunali, la seguente dicitura: Programma regionale ai sensi della legge 5/8/1978, n. 457 Delibera del Consiglio regionale n. ..., del ....; Forma di aggiudicazione dell'appalto....; Importo dei lavori a base d'asta....; Data di aggiudicazione.....; Data consegna lavori....; Data ultimazione lavori....".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
Pongo ora in votazione la deliberazione il cui testo, così emendato, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 29 voti favorevoli, 17 contrari e 2 astensioni.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, pongo in votazione l'iscrizione all'o.d.g. dei seguenti argomenti: a) progetto di legge n. 369: "Proroga al 30 aprile 1988 dell'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno 1988 autorizzato con L.R. 18/2/1988, n.
8" b) proposta di deliberazione n. 795: "D.L. dell'1/7/1986 convertito con modifiche in legge n. 488, art. 11 - Interventi per l'edilizia scolastica Criteri di riparto e priorità di intervento per il programma 1988".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata con 42 voti favorevoli, 2 contrari e 1 astensione.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Esame proposta di deliberazione n. 764: "Programma di attuazione dell'art. 5 del D.L. n. 384/87, convertito con modificazioni dalla legge n. 470/87 recante interventi a favore delle imprese danneggiate dalle eccezionali avversità atmosferiche dei mesi di luglio, agosto e settembre 1987"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 764, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore al lavoro

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Consiglio regionale con questa deliberazione intende attivare ed approvare il programma proposto dalla Giunta regionale in data 9 febbraio 1988, proposta di deliberazione licenziata dalla IV Commissione in data 2 marzo 1988 per l'attuazione in Piemonte degli interventi previsti dalla legge n. 470/87 a favore delle imprese industriali, commerciali, artigiane, alberghiere, di servizio turistiche e ricettive nonché di quelle esercenti i servizi di trasporto a fune danneggiate dalle attività atmosferiche che hanno colpito il territorio regionale nei mesi di luglio, agosto e settembre 1987.
Le agevolazioni che la Regione potrà concedere, nei limiti dei fondi che le saranno appositamente trasferiti e assegnati dal Ministero della Protezione Civile, consistono in alcune fattispecie, innanzitutto nella concessione di un contributo in conto capitale, pari al 75% del danno subìto, per la riparazione e la ricostruzione degli stabilimenti, dei locali, delle attrezzature e dei connessi insediamenti strumentali compreso il rinnovo degli arredi. Ai fini della determinazione del danno si computa altresì il valore delle scorte danneggiate al riguardo.
In secondo luogo, le agevolazioni consistono nell'integrazione del contributo di cui al riferimento precedente fino alla misura massima del 25% del danno subito in relazione alle spese necessarie per il miglioramento e l'adeguamento funzionale della stessa azienda.
In terza misura, le agevolazioni consistono nella concessione alle imprese beneficiarie di un contributo, limitatamente alla parte concernente le opere distrutte o le opere danneggiate, pari al 50% delle rate di mutui contratti fino alla data dell'evento che ha causato il danno e scadenti tra la stessa data e quella dell'erogazione della prima quota del contributo di cui ho fatto cenno all'inizio.
Tali provvidenze potranno essere richieste dalle imprese che abbiano avuto impianti o attrezzature danneggiati o distrutti ubicati nei Comuni della Regione indicati dagli artt. 1 e 2 del D.P.C.M, in data 30 dicembre 1987, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 5 gennaio 1988 e successivi aggiornamenti.
Le domande dovranno essere presentate al Presidente della Giunta regionale, per il tramite dei Comuni nei cui territori hanno sede gli impianti o le attrezzature danneggiati, entro 60 giorni dalla data della pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione della deliberazione che andiamo ad approvare.
I criteri, le priorità e le procedure per l'erogazione delle varie agevolazioni sono specificati nella convenzione, come recita la legge n.
470/87.
La descrizione dei danni subiti e i programmi degli interventi necessari per il ripristino o per le riparazioni, con l'indicazione delle relative spese, dovranno risultare da un'apposita perizia giurata. Ne sono esentate le imprese i cui danni non superano l'importo di L. 3 milioni.
La deliberazione è urgente stante la necessità di accelerare le procedure nei confronti di questi interventi che si rifanno alle eccezionali avversità atmosferiche dell'estate scorsa, quindi è opportuno non prolungare l'attesa che è particolarmente viva anche per le determinazioni che il Ministero della Protezione Civile dovrà attivare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biazzi. Ne ha facoltà.



BIAZZI Guido

Io porrò alcune domande alla Giunta in merito a questa delibera e illustrerò contemporaneamente i due emendamenti che abbiamo presentato oltre ovviamente fare alcune considerazioni.
Innanzitutto a me sembra che sarebbe stato opportuno che alla Commissione e al Consiglio fosse fornito almeno un quadro, una stima dei danni, una stima divisa per aree, per tipi di attività (industriale commerciale, turistica, ecc.), per incidenza dei danni all'interno di ogni azienda, se le aziende che sono rimaste bloccate devono essere ricostruite totalmente oppure se devono essere semplicemente effettuati interventi di manutenzione straordinaria e così via. A me sembra che questi siano elementi fondamentali di conoscenza per stabilire i criteri di priorità richiestici da una norma di carattere nazionale.
In Commissione il nostro Gruppo, per non rallentare l'iter della delibera, non si è opposto al suo licenziamento, anche se fu presentata pochi minuti prima. E' passato però un mese e la delibera non è ancora approvata; tanto valeva allora approfondirla nella sede naturale della Commissione. Dal disastro inoltre sono passati ormai sette mesi. Mi pare che a questo punto la situazione dei danni dovrebbe essere conosciuta in ogni particolare e dovrebbero essere fornite al Consiglio le informazioni per prendere le opportune decisioni. E' necessario che la Giunta faccia un quadro della situazione e degli interventi avviati, completati e che si vogliono completare.
Sarebbe opportuno poi conoscere se c'è stata un'ulteriore ripartizione dei fondi, oltre quella immediata per il pronto intervento e, all'interno dei fondi previsti dall'art. 5 della legge nazionale, cioè 160 miliardi per i Comuni compresi nell'elenco A) e 20 miliardi per i Comuni compresi nell'elenco B), che possibilità di accesso hanno le imprese e le aziende del Piemonte. E' vero, per esempio, che c'è stata - è una domanda che pongo al Presidente e agli Assessore competenti - un'ulteriore ripartizione di fondi, per cui sono andati centinaia di miliardi, si dice 400, alla Lombardia e solo 6 al Piemonte? E' vero che alla Provincia di Alessandria sono stati assegnati direttamente dal Ministero 1.500 milioni da prelevare però sui fondi assegnati al Piemonte per il pronto intervento? Cioè cinque volte i fondi per Gattico, di cui abbiamo discusso in Consiglio regionale? Ritornando nello specifico di questa delibera, mi pare che emerga una serie di inadempienze da parte della Giunta regionale. La prima è questa: si è fatto riferimento ad altre delibere del Consiglio regionale innanzitutto vorrei precisare che noi facciamo riferimento a eventi calamitosi solo dell'agosto 1987 e non come aveva esordito l'Assessore del luglio-agosto-settembre 1987. Per noi gli eventi sono solo quelli dell'agosto 1987; questo vuol dire già darsi un criterio di priorità. Nella delibera presa necessariamente in fretta il 9 settembre, a pochi giorni dall'alluvione, è stato inserito un emendamento, firmato da tutti i Gruppi che faceva seguito a un confronto che c'era stato con la Giunta.
Nella premessa stava scritto: impegnata la Giunta regionale a definire tempestivamente le necessarie priorità che intende applicare nell'attuazione degli interventi conseguenti ed a riferirne al Consiglio regionale. Si è voluto cioè adottare subito la prima delibera di delimitazione delle aree, su cui noi ci eravamo astenuti, ma si è voluto impegnare immediatamente la Giunta a darsi dei criteri di priorità degli interventi. Purtroppo non abbiamo visto niente in seguito, a sette mesi dall'alluvione, quando perfino il primo decreto e la legge nazionale impongono alle Regioni di darsi dei criteri e delle priorità. Mi pare perciò che siamo di fronte ad una inadempienza inaccettabile, perch riguarda un'area disastrata che richiede un'azione di governo adeguata da parte della Regione.
L'art. 5, su cui stiamo discutendo, che è stato riscritto integralmente rendendolo molto più semplice rispetto al decreto originario e per quanto riguarda le procedure, ha questa caratteristica: ridare un ruolo alle Regioni e agli enti locali. La Regione Piemonte mi pare che questo ruolo non sia stata in grado di svolgerlo. Infatti l'articolo cui noi facciamo riferimento recita: "Le Regioni determinano i criteri, le priorità, le modalità e le procedure, compresi eventuali contributi aggiuntivi". Occorre dare attuazione a questa norma di carattere nazionale, comprese le garanzie per i livelli di occupazione.
Ebbene, i criteri di priorità noi non li vediamo. Abbiamo pertanto presentato in proposito un emendamento al testo con il quale si cerca di avviare un confronto su questo tema. Dopo il primo capoverso del dispositivo della delibera, noi proponiamo di inserire "con riferimento all'art. 5 la Giunta regionale è autorizzata a concedere contributi sino alla misura massima del 25% dell'entità del danno, in relazione alle spese necessarie per il miglioramento e l'adeguamento funzionale delle aziende situate nei Comuni (la prima priorità che noi abbiamo individuato e che ci sembra oramai acquisita è quella territoriale) di Formazza, Premia, Baceno Crodo e Pallanzeno", i cinque Comuni per i quali ci sono documenti abbondanti che testimoniano la gravità eccezionale dei danni subiti. E' un primo tentativo di mettere ordine nelle priorità degli interventi per quanto riguarda l'attuazione delle provvidenze regionali e delle provvidenze nazionali.
L'art. 5 è stato riscritto, in meglio; non sempre è stato così per l'insieme della legge. Per esempio, l'art. 11/ter, invece, riserva una quota di 100 miliardi praticamente al Comune di Castellammare di Stabia più qualche altro Comune, il che ci sembra incomprensibile. Probabilmente dice Calligaro - ha avuto influenza la corrente del Golfo.
Ma ritornando ai criteri di priorità, ce ne sono alcuni, ad esempio il punto a), che praticamente contengono tutti i possibili interventi. E il punto a) è il primo criterio di priorità, che li comprende tutti. Infatti dice: "riparazione, ricostituzione o ricostruzione degli stabilimenti, dei locali, delle attrezzature nei connessi insediamenti strumentali compresi il rinnovo degli arredi e la ricostituzione delle scorte". Quello che rimane fuori dalle priorità è solo un contributo per l'ammortamento dei mutui contratti prima dell'alluvione, cioè il 50%; più un miglioramento e adeguamento funzionale dell'azienda, punto 2 lett. b), che va ad integrare il punto a). Di fatto cioè non abbiamo delle priorità indicate nel provvedimento della Giunta. Manca del tutto l'indicazione di priorità per aree, che è l'aspetto che più di tutti aveva preoccupato la Commissione, il Consiglio e a noi sembrava che preoccupasse perfino la Giunta. Invece dobbiamo prendere atto che non era una delle preoccupazioni della Giunta che non si è attivata per conoscere l'entità dei danni e la sua suddivisione per aree.
L'altro emendamento si riferisce alle priorità "temporale": si prendono in considerazione gli eventi alluvionali dall'agosto 1987.
Abbiamo coscienza che questi emendamenti non possono supplire alla mancanza di priorità definite dalla Giunta, che è titolare dell'azione e delle proposte ed ha gli strumenti per farlo. Il nostro emendamento dà delle indicazioni necessariamente parziali; nulla vieta che la Giunta possa integrarlo.
Prendiamo l'occasione dell'esame di questa delibera per rilevare e sottoporre all'attenzione del Consiglio altri esempi di non governo della situazione e di inadempienze vere e proprie rispetto al dettato della legge.
L'art. 1, comma terzo, dice: "Le Regioni predispongono un programma di ritorno alla normalità entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge sentiti gli enti locali". A me risulta che questo non sia stato fatto. E' stata fatta una riunione, a cui ho partecipato, il 5 gennaio 1988 in cui si è parlato di tutto; era presente l'Assessore Mignone; non c'è stato un adempimento previsto dalla legge, i tempi del resto erano scaduti prima di Natale. Nei successivi 15 giorni, il Ministro per il Coordinamento e la Protezione Civile, in base a quei programmi, sentite le Regioni, doveva poi assegnare le quote. Io non so quanto è stato assegnato al Piemonte. Ma soprattutto si pone il problema che aveva sollevato il Presidente Beltrami.
Che cos'è questo programma di ritorno alla normalità che è richiesto dal terzo comma dell'art. 5? A mio avviso non può essere l'elenco dei danni e la loro semplice stima, perché questo elenco e questa stima è già chiesta nello stesso articolo! Se si indica anche la necessità di presentare un programma di ritorno alla normalità vuol dire che occorre presentare qualcosa di diverso che non può che essere una proposta organica di governo, che non fa solo un elenco dei danni e la loro stima! Questo purtroppo, non è stato fatto da parte della Giunta. E, badiamo bene, qui si tratta di utilizzare risorse non della Regione, ma di attingere a risorse di carattere nazionale per effettuare interventi che vadano oltre la semplice ricostruzione. E in un momento in cui la Regione praticamente non ha disponibilità finanziarie, il fatto di non essersi preoccupati del recupero di queste risorse in modo coordinato mi pare che non sia un elemento...



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Penso che l'Assessore dimostrerà che l'abbiamo fatto, altrimenti saremmo dei folli.



BIAZZI Guido

Non penso che siate dei folli! Penso che non è stata svolta un'azione adeguata di governo per attingere a quelle fonti di finanziamento. Tant'è vero che non sappiamo nemmeno qual è il quadro dei danni a cui facciamo riferimento con la delibera che andiamo ad esaminare.
Voglio seguire il ragionamento che faceva il Presidente. Abbiamo registrato amaramente che, sempre all'art. 1, c'è un comma che dice "alla Lombardia (e probabilmente è da qui che sono poi arrivati i 400 miliardi) sono assegnati 5 miliardi come anticipo per la formazione di un piano di ricostruzione e di sviluppo"; sarà poi finanziata una legge organica.
Questo comma riguarda non solo la Valtellina, particolarmente colpita, ma anche le Province di Como, Bergamo e Brescia.
Ebbene questo piano di sviluppo è quanto da noi proposto ai primi di settembre; è il problema che abbiamo posto subito alla Giunta. Avevamo anche indicato una via: di coinvolgere nella predisposizione di questo piano di sviluppo delle vallate ossolane la Presidenza del Consiglio. Il fatto di non aver voluto percorrere quella strada ci ha tagliati fuori, a mio modo di vedere, proprio nella fase di predisposizione degli emendamenti e delle correzioni al decreto originario, che ha portato a quelle modifiche che recuperano la programmazione, di cui ha beneficiato fino ad ora solo la Lombardia.
A me sembra, adesso, che non si debbano perdere altri treni; siamo in una fase in cui si va probabilmente a definire la legge organica di intervento. Siccome in tutte le sedi vengono equiparate le zone dell'Ossola, della Val Formazza a quelle della Valtellina, mi pare che abbiamo gli strumenti per cercare di recuperare il tempo perduto. Non mi dilungo sugli altri punti della legge ai quali la Giunta non ha dato ancora risposta. Mi riferisco all'art. 5/quinquies che riguarda l'indennizzo ai proprietari di immobili ad uso di residenza principale; si prevede un acconto che il Ministero darà; ma dopo l'acconto la legge chiede che la Regione, sentiti gli enti locali, emani i criteri per poter arrivare al rimborso complessivo per questi danni. Anche su questo che cosa è stato fatto? Anche qui si tratta di risorse che possono venire alla nostra comunità da parte dello Stato, le risorse sono previste dalla legge. Se non vi attingiamo noi, verranno utilizzate da altri. Ma c'è l'art. 6 "le provvidenze a sostegno della ripresa dell'attività turistico-ricettiva" siamo in una zona in cui il turismo può avere un consistente sviluppo. Per questa parte quali programmi sono stati predisposti da parte della Giunta regionale d'intesa con gli altri enti locali e con le nuove strutture di governo del turismo? C'è infine l'art. 9 che prevede la possibilità di accedere a finanziamenti CEE per progetti integrati. Questo riguarda direttamente la Val Formazza e il resto dell'Ossola; si devono però predisporre programmi integrati di sviluppo, non limitarci alla semplice ricostruzione. Che cosa è stato fatto per quanto riguarda questo versante? A me pare poco.
Non si può dimenticare che ormai con l'ultimo provvedimento, di cui avevamo già avuto notizia in anticipo, il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14/3/1988 a cui sarà opportuno fare riferimento anche in questa delibera, si sono allargati i Comuni inseriti nella lettera a) nella Provincia di Novara, praticamente tutti i Comuni delle vallate ossolane.
Mi spiace che l'Assessore non abbia fatto riferimento a questo provvedimento, perché indica un campo d'azione non di poco conto da parte della Regione Piemonte.
Prima c'era tutta la Val Formazza e tutta la Comunità montana della Valle Ossola, ora si sono aggiunte la Val Vigezzo, la Valle Antrona, la Valle Anzasca, cioè tutto il Comprensorio ossolano che beneficia di tutti i provvedimenti alla pari della Valtellina.
Ecco quindi la possibilità di un'azione di governo adeguata da parte della Regione per attingere a risorse già disponibili, per dare un contributo non solo alla ricostruzione ma anche allo sviluppo di quelle zone.
Si è detto un fiume di parole nel convegno di Stresa, indetto dalla Regione un anno e mezzo fa. Ora che si tratta di mobilitare risorse, non della Regione, mi pare di vedere purtroppo una latitanza da parte del governo regionale.
Spero che, partendo da questa occasione, si recuperi da parte del governo regionale la possibilità di utilizzo di risorse nazionali all'interno di un piano organico di intervento nell'area.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio per la replica.



CERCHIO Giuseppe, Assessore al lavoro

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervengo telegraficamente per rispondere alle osservazioni del collega Biazzi che in parte si riferiscono ad un tema di mia competenza, ma che sono allargate anche all'Assessore Mignone.
Intanto voglio rilevare che non ritengo che siamo in ritardo e non è una difesa d'ufficio. Questa proposta di deliberazione da alcune settimane poteva essere approvata poiché era all'o.d.g. da un paio di sedute del Consiglio regionale, ma la contingenza dei lavori dell'assemblea ci ha portati a rinviarla.
E' stato fatto riferimento alla Regione Lombardia che per i danni subiti è la Regione pilota in questa situazione. La Lombardia ha seguito in proprio tutta la materia e ha presentato una deliberazione in data 19/1/1988; la Regione Piemonte invece, che non aveva attivato in proprio altrettanto percorso, in data 9/2/1988 assumeva la deliberazione di sua competenza, quindi dopo due settimane. La competente Commissione l'ha licenziata in data 4 marzo.
E' stata richiesta la mappa dei danni, devo però dire obiettivamente e realisticamente che non è possibile a questa Giunta e a questa assemblea avere un'indicazione precisa in merito perché sono diversi i soggetti ai quali sono state fatte, in termini disarticolati, le segnalazioni. Questo quadro lo avremo con certezza dopo che saranno arrivate le domande così come indicato nella deliberazione.
Sono stati presentati alcuni emendamenti dai Consiglieri Biazzi Bontempi e Calligaro. A noi pare di poterne cogliere lo spirito.
Circa il primo emendamento, proponiamo una riscrittura che si legge come emendamento aggiuntivo al primo comma del punto 4.1 sulle priorità dell'allegato alla deliberazione: aggiungere alla fine del testo di cui alla lett. a) "opere di miglioramento e di adeguamento funzionale delle aziende situate nei Comuni di Formazza, Premia, Baceno, Crodo e Pallanzeno".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore al pronto intervento

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, cercherò (date le economie dei lavori del Consiglio) di essere breve, anche se non mi nascondo che l'intervento del collega Biazzi meriterebbe un intervento molto articolato perché i quesiti meritano delle risposte, che credo non possano essere relegate ad una discussione di pochi minuti, perché si tratta di entrare nel merito di provvedimenti e nell'esame di quello che è stato l'iter sin qui seguito dalla Regione e dalla Giunta in particolare.
Quindi, se su questi aspetti si ritiene opportuna una informativa più ampia in sede di Commissione ancora prima che in Consiglio, la Giunta è a disposizione per dare il quadro complessivo delle iniziative e dello stato dei lavori a seguito delle alluvioni.
Mi permetto solo di dire che ritengo almeno parzialmente, se non totalmente, ingenerosa l'accusa alla Giunta di non aver seguito con la dovuta solerzia tutto l'iter post-alluvione. Credo che in pochi eventi alluvionali ci sia stata tanta attenzione, solerzia e impegno da parte della Giunta come in questa occasione, ivi compreso il confronto serrato continuo, con le autorità centrali, con i competenti Ministeri per cercare intanto di fare in modo che il Piemonte fosse inserito all'interno di provvedimenti inizialmente previsti soltanto per altre parti del nostro Paese e poi per cercare di strappare, e uso questo termine fra virgolette ma lo uso, quante più risorse era possibile a favore della Regione Piemonte. L'avere già in oggi ottenuto in assegnazione per i pronti interventi 45 miliardi oltre ad altre somme che adesso dirò a poca distanza di tempo dall'evento alluvionale credo sia un titolo che va iscritto al merito, certamente di questo Consiglio in generale, ma della Giunta in particolare. Si tratterebbe di entrare nel dettaglio e non è forse questa l'occasione per farlo con la dovuta tranquillità e serenità. La Giunta è disponibile in qualunque momento a venire in Commissione consiliare per riferire compiutamente sull'insieme delle problematiche connesse all'alluvione di agosto. Però mi permetto di fare alcune precisazioni.
Per quanto riguarda le delimitazioni e il periodo da prendere in considerazione, noi diciamo che il periodo da prendere in considerazione è quello dell'alluvione che è avvenuta nel mese di agosto. Da questo punto di vista nei nostri provvedimenti dobbiamo richiamare anche i mesi di luglio e settembre perché questa è la dizione contenuta all'interno dei provvedimenti legislativi nazionali. E' evidente che i provvedimenti regionali sono relativi ai danni conseguenti all'evento alluvionale del mese di agosto 1987 e in parte l'ultima decade di luglio. Abbiamo fatto riferimento a questo periodo temporale andando a fare una delimitazione che è stata restrittiva rispetto alle segnalazioni che erano pervenute da parte degli enti locali e dei Comuni. Abbiamo provveduto a proporre al Consiglio una delimitazione seria e rigorosa che ritagliasse quei Comuni che avevano subito danni dagli eventi alluvionali che sono stati ricordati.
Per quanto riguarda le opere pubbliche abbiamo subito segnalato, a seguito di accertamenti degli uffici decentrati, danni per 46 miliardi come pronto intervento. Ci sono stati riconosciuti a tutt'oggi 45 miliardi che riteniamo possano essere una entità adeguata per rispondere alle esigenze perché da successive verifiche in alcuni casi abbiamo avuto interventi che richiedono maggiori risorse, ma in altri casi abbiamo minori necessità rispetto a quanto segnalato dagli uffici decentrati. Sono stati assegnati 45 miliardi con tre provvedimenti successivi: uno per 35 miliardi, uno per 6 miliardi e uno per 4 miliardi.
Non siamo soddisfatti del riparto effettuato dal Ministero della Protezione Civile, ai sensi dell'art. 1 della legge n. 470, perch riteniamo questo riparto del tutto inadeguato rispetto alle segnalazioni fatte dalla Regione Piemonte.
Debbo altresì precisare che anche per quanto riguarda l'impegno richiamato all'art. 1 la Regione Piemonte ha acclarato, attraverso contatti con il Ministero, che entro 30 giorni doveva essere segnalato all'interno di quello che veniva definito il ritorno alla normalità, soltanto l'elenco delle opere da noi considerate come opere a carattere definitivo. Siamo stati la prima Regione a trasmettere questa segnalazione che assomma a 137 miliardi, che era un elenco peraltro già portato a conoscenza della II Commissione e degli enti locali, posto che questo è stato il limite con il quale ci siamo confrontati con il Ministero perché è stato rinviato l'impegno relativo alla più generale attività di ricostruzione ad una legge specifica che dovrebbe essere predisposta dal Ministero stesso e poi approvata dal Consiglio dei Ministri.
Non siamo ancora in possesso del relativo provvedimento che nell'ultima seduta del Consiglio dei Ministri è stato approvato, che peraltro abbiamo contestato con telegrammi mandati allo stesso Ministero, nel quale sono previste notevoli risorse assegnate alla Regione Lombardia (per oltre metà per lavori già eseguiti direttamente dal Ministero e relativi alla famosa strada e alle opere collegate allo svuotamento del lago della Val di Pola).
All'interno di questo provvedimento sono anche indicati 6 miliardi a favore della Regione Piemonte, mentre noi avevamo rappresentato le esigenze dei 137 miliardi, come ho già avuto modo di ricordare, nelle quali, tra l'altro, è contenuta una cifra quasi insignificante per il fiume Toce che credo dovrebbe essere più opportunamente impegnata per cercare di redigere anziché per fare delle opere, un piano di interventi serio e rigoroso come qui è stato ricordato.
Per quanto riguarda l'art. 6 relativo al turismo è stata fatta l'assegnazione di 1 miliardo per la Regione Piemonte; il competente Assessore ha già tenuto delle riunioni in loco con la Comunità montana e con i Comuni ed è in fase di redazione, anche a seguito delle segnalazioni rappresentate in loco, il relativo programma di intervento.
Per quanto riguarda l'agricoltura soltanto 15 giorni fa è stato fatto il riparto fra le Regioni degli interventi. Per il Piemonte sono stati assegnati 16 miliardi: metà della cifra è stata assegnata per i privati e metà per le infrastrutture collettive, del tutto inadeguate rispetto, ad esempio, ai 52 miliardi segnalati per danni ad infrastrutture collettive.
Come ha già ricordato il collega Cerchio, per quanto riguarda l'art. 5 per i danni alle aziende il riparto non è ancora stato effettuato dai competenti Ministeri.
Per quanto riguarda i danni agli immobili è un quesito che è stato sollevato.
La legge n. 38 norma questo tipo di intervento nella nostra Regione: oggi abbiamo concluso la fase di raccolta dei dati. In Piemonte abbiamo oltre 217 richieste di danni a fabbricati civili che assommano complessivamente a 5 miliardi e 300 milioni di richieste.
Come è noto stiamo procedendo attraverso gli uffici decentrati a fare degli accertamenti perché vogliamo che su questo vi sia il massimo della trasparenza e della chiarezza.
L'articolo che veniva richiamato dal collega Biazzi riguarda i danni ai fabbricati civili e soltanto per i Comuni della lettera a), a seguito dell'ultimo ampliamento. La circolare esplicativa del 4 gennaio dava tempo ai privati di fare domanda ai Comuni entro 90 giorni. Già da tempo abbiamo chiesto ai Comuni di farci avere dopo il 4 marzo l'elenco delle richieste per verificare come rendere compatibile questa procedura con la procedura della legge n. 38, e anche su questo stiamo andando alla definizione.
Per quanto riguarda l'art. 9 abbiamo fatto una esplicita richiesta al Ministro del Coordinamento delle Politiche Comunitarie, on. La Pergola perché all'interno dei provvedimenti CEE vi sia anche la previsione che riguarda la nostra Regione e al riguardo abbiamo chiesto un incontro per segnalare le nostre esigenze. Credo sia opportuno un incontro che con più tempo consente di entrare nel dettaglio; pertanto siamo disponibili sia a livello di Commissione che a livello di Consiglio.



PRESIDENTE

Assessore, gli emendamenti presentati dal Consigliere Biazzi vengono accolti?



MIGNONE Andrea, Assessore al pronto intervento

Un emendamento non è accolto, ma il senso viene riproposto con una diversa formulazione; per quanto riguarda invece il secondo emendamento vi è il consenso della Giunta.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Biazzi. Ne ha facoltà.



BIAZZI Guido

Vorrei un chiarimento sull'emendamento al primo comma del punto 4.1. Mi si dice: "opere di adeguamento" e si recupera quello che era già indicato.
Il punto c) lo si mette al punto a). C'era già prima, ma non mi formalizzo.
Ritengo però, e l'Assessore Mignone nella risposta mi pare fosse d'accordo, che gli eventi calamitosi sono quelli dell'agosto 1987, come indicato nella deliberazione del 9 settembre 1987. Non riesco a capire perché non lo si dice chiaramente. Lo abbiamo proposto perché non si tratta di tutelare la quaglia, ma di intervenire a favore di qualche centinaio di abitanti della montagna. Si dice: "priorità assoluta per i danni causati dagli eventi calamitosi dell'agosto 1987", in conformità con la deliberazione del Consiglio regionale in data 9 settembre 1987.



CERCHIO Giuseppe, Assessore al lavoro

Il secondo emendamento viene però accolto.



MIGNONE Andrea, Assessore al pronto intervento

Non è modificato il titolo della deliberazione perché c'è il riferimento alla legge n. 470 che ha questa dizione.



BIAZZI Guido

Va bene, è accolto il primo. L'altro è un primo tentativo di ordinare le priorità, cioè lasciamo alla Giunta la facoltà di valutare la possibilità di concedere contributi sino alla misura massima del 25 prevista dalla legge, sull'entità del danno per i cinque Comuni, che tutti abbiamo riconosciuto prioritari.
E' un primo tentativo, con molti limiti, per dare un ordine alle nostre priorità. Questo è accolto? Così modificato non mi dice molto.
L'emendamento riguarda le risorse regionali che la Regione in base alla legge nazionale può mettere a disposizione, salvo le verifiche della Giunta, fino al 100% dei danni in quelle località.



PRESIDENTE

Collega Biazzi, l'emendamento da lei formulato sarebbe ripreso nell'emendamento della Giunta, mentre il suo non sarebbe accolto.



BIAZZI Guido

Non mi sembra ripreso interamente dall'emendamento della Giunta.



PRESIDENTE

Sarebbe accolto il suo emendamento "priorità assoluta per i danni causati dagli eventi calamitosi dell'agosto 1987".



BIAZZI Guido

Sì. Noi però manteniamo l'altro emendamento. Si è perso un quarto d'ora per capirci, ma non interverrò più in seguito.
Per quanto riguarda la mappa dei danni, cui faceva riferimento l'Assessore Cerchio, abbiamo chiesto non solo un elenco asettico dei danni ma un'azione da parte della Giunta regionale di raccolta autonoma di dati su quanto è avvenuto sul nostro territorio, di fare una propria valutazione dei danni come si è sempre fatto, dopo disastri di particolari dimensioni.
Il Presidente Viglione e il Presidente Beltrami ricorderanno che cosa è stato fatto dopo l'alluvione dell'Ossola del 1978; non si sono aspettate le domande dei singoli, dei privati perché la Regione facesse una propria valutazione dell'entità dei danni e sulla base della quale formulare le proposte di intervento nel disastro. La strada proposta di aspettare che arrivino tutte le domande mi pare che sia burocratica e può sfociare nell'inerzia.
Per quanto riguarda invece gli interventi degli Assessori, non ho fatto critiche al loro operato settoriale. Probabilmente, singolarmente hanno cercato di fare quello che era loro consentito (vale per l'Assessore Mignone, può valere per l'Assessore Cerchio, ecc.). La critica di fondo che facciamo è quella di non avere svolto un'azione coordinata di governo e soprattutto per l'applicazione della legge nazionale che richiede un'impostazione organica da parte del governo regionale.
L'Assessore Mignone (lo ringraziamo per averci fornito gli elenchi e le stime dei danni che riguardano il suo settore) ha lavorato per proprio conto; l'Assessore Cerchio pure e così l'Assessore Moretti, ma non c'è stata un'azione complessiva di governo da parte della Giunta.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

L'Assessore Moretti ha convenuto addirittura con il Presidente delle Comunità montane. Moretti dia una risposta, perché continuiamo a sentirci dire delle cose che non sono vere, che non stanno in piedi. Moretti è stato alcuni giorni fa in Val d'Ossola, ha convocato le Comunità montane, ha convenuto con gli enti locali il modo di procedere nei termini più autenticamente democratici. Se non fosse andato bene, doveva richiedere lui su un piano di autorità centrale e forse tu avresti detto che andava bene. Abbi pazienza!



BIAZZI Guido

No, Presidente, non abbiamo mai parlato di decisioni da prendere a Torino. Non faccio nemmeno critiche in questa sede all'azione dei singoli Assessori per quanto di loro competenza. Quello che abbiamo messo in evidenza è l'assenza di un ruolo di governo complessivo della Regione, come è richiesto dalla legge nazionale, da svolgere ovviamente d'intesa con gli enti locali.
Riprendo l'ultima affermazione dell'Assessore Mignone, di "aver avuto questi incontri, di cercare di inserire all'interno delle provvidenze CEE anche le nostre zone"; ma come si va a questo confronto? Perché non si predispongono programmi organici chiesti da noi nel settembre scorso, ed ora dalla legge nazionale? Così si svolge effettivamente un ruolo organico di governo. Questo ci chiede la legge per ognuno dei punti che ho elencato in precedenza, altrimenti non vengono utilizzate tutte le potenzialità offerteci. Occorre attrezzarci per non essere sempre in ritardo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore al turismo

Vorrei dare una risposta al collega Biazzi a proposito di questo miliardo e 50 milioni. C'è stata una riunione con tutte le Comunità montane e i Comuni; il decreto legge fa specifico riferimento all'attività promozionale, devo dire che sono tanti i fondi per l'attività promozionale a favore della Val Formazza. Si è pensato di predisporre, d'intesa con le Comunità montane, una proposta al fine di destinare 500 milioni all'attività di promozione per la Valle Ossola e l'altro mezzo miliardo ai Comuni che rientrano nello specifico del decreto che prevede un intervento a favore di attività per recuperare delle presenze turistiche nel corso di quest'anno e del prossimo.
Non abbiamo ancora preso le decisioni; la proposta deve essere formalizzata con una deliberazione che porterò in Commissione e in Consiglio regionale. Questa è semplicemente una comunicazione che ho ritenuto di dover fare perché chiamato in causa dal Consigliere Biazzi.



PRESIDENTE

E' stato dato un ulteriore chiarimento.
Pongo pertanto in votazione il primo emendamento presentato dai Consiglieri Biazzi, Bontempi e Calligaro, il cui testo recita: dopo il primo capoverso del dispositivo della delibera in oggetto inserire il seguente nuovo paragrafo: "Con riferimento al secondo comma dell'art. 5 del D.L. 19/9/1987 n. 384 convertito con modifiche nella legge n. 470/87, la Giunta regionale è autorizzata a concedere contributi sino alla misura massima del 25 dell'entità del danno, in relazione alle spese necessarie per il miglioramento e l'adeguamento funzionale delle aziende situate nei Comuni di Formazza, Premia, Baceno, Crodo e Pallanzeno".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli, 26 contrari e 2 astensioni.
Pongo in votazione il secondo emendamento presentato dai Consiglieri Biazzi, Bontempi e Calligaro nel testo seguente: al "Programma" allegato alla proposta di deliberazione: al punto 4.1. Criteri di priorità, prima del punto a) del primo paragrafo aggiungere il nuovo punto a): "priorità assoluta per i danni causati dagli eventi calamitosi dell'agosto 1987".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 36 voti favorevoli e 2 astensioni.
Pongo ora in votazione l'emendamento presentato dalla Giunta regionale: al primo comma del punto 4.1, dell'allegato alla deliberazione aggiungere alla fine del testo di cui alla lett. a) "opere di miglioramento e di adeguamento funzionale delle aziende situate nei Comuni di Formazza Premia, Baceno, Crodo e Pallanzeno".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 12 astensioni.
Pongo ancora in votazione il secondo emendamento presentato dalla Giunta regionale: nel dispositivo della deliberazione, dopo le parole "in data 30/12/1987" aggiungere "così come modificato con DPM in data 14/3/1988".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 12 astensioni.
Pongo pertanto in votazione la deliberazione il cui testo, così modificato verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 26 voti favorevoli, 10 contrari e 2 astensioni.
Pongo ora in votazione l'immediata esecutività di tale deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 36 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Esercizi provvisori

Esame progetto di legge n. 369: "Proroga al 30 aprile 1988 dell'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno 1988 autorizzato con L.R. 18/2/1988 n.


PRESIDENTE

8"



PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 369.
La parola al relatore, Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando, relatore

Con il presente disegno di legge la Giunta regionale chiede l'autorizzazione alla proroga dell'esercizio provvisorio del bilancio di previsione per l'anno 1988 fino al 30 aprile.
Tale richiesta è motivata dall'opportunità di poter definire la proposta di bilancio, tenendo conto, se giustificati, dei suggerimenti emersi dalle consultazioni al fine di poter meglio destinare le risorse.
L'esigenza, più pressante in una situazione come l'attuale, è caratterizzata dalla scarsità delle risorse stesse. E' un'esigenza emersa in Commissione e mi sembra che abbia trovato consenzienti tutti i rappresentanti dei Gruppi, anche in considerazione della ristrettezza dei tempi determinata dalle sedute del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Il Gruppo comunista in Commissione si è trovato di fronte alla proposta della Giunta di procedere a due passaggi: all'approvazione del bilancio preventivo e, in una seconda fase, all'approvazione dell'assestamento del bilancio 1987. La Giunta proponeva di avviare successivamente una discussione generale attorno ai problemi delle risorse finanziarie della Regione e di rinviare ad un successivo momento l'approvazione del bilancio vero della Regione Piemonte.
La discussione che oggi possiamo fare riguarda alcuni aspetti del bilancio 1988 che a nostro parere va comunque anticipata. Vorremmo che, al di là dei correttivi che la Giunta riterrà di apportare al bilancio preventivo rispetto alle valutazioni che sono emerse dalle consultazioni al di là delle cifre e delle modifiche che vorrà introdurre, questa valutazione di ordine politico in Consiglio regionale deve prodursi.
Questo discorso lo facciamo in riferimento a quanto è emerso dalla consultazione. Non dimentichiamo che andiamo ad approvare un bilancio, che ha le caratteristiche che conosciamo, in mancanza, ad oggi, di un documento programmatico della Regione.
L'altro giorno ci è stata annunciata la disponibilità da parte della Giunta di informare la I Commissione sulla riscrittura di alcune parti del Piano regionale di sviluppo. Crediamo che questa informazione sia necessaria e indispensabile.
Sul piano della sofferenza del bilancio rispetto all'attività normale della Regione, crediamo che non sia necessario spendere molte parole vorremo però invitare la Giunta e l'Assessore Croso a rispondere alle espressioni che sono contenute nella relazione che l'Assessore stesso ci ha inviato in questi giorni. Mi riferisco alle affermazioni che sono contenute a pag. 3 dove si dice: "L'esiguità delle risorse non ha consentito di attuare appieno una politica di programmazione coerente e commisurata a quelle che tutti riteniamo siano le potenzialità operative dell'ente, anche in relazione ai settori prioritari di intervento, peraltro già individuati nella proposta di Piano regionale di sviluppo". Queste affermazioni ed altre che sono comprese all'interno di questa pagina vorremmo che trovassero una loro rispondenza rispetto alle modifiche che devono essere apportate.
Vogliamo dire che, mentre si chiede l'autorizzazione all'esercizio provvisorio ancora per un mese, è necessario che la Giunta si attrezzi per dare le risposte non solo in termini di politica finanziaria, ma anche in termini di valutazione politica più complessiva sulla manovra che si intende fare per corrispondere alle esigenze che il Piemonte propone.
Non possiamo che confermare, per quanto riguarda l'esercizio provvisorio, le cose dette da Biazzi negli interventi precedenti agli esercizi provvisori che si sono succeduti e ci riserviamo una discussione approfondita al momento della discussione sul bilancio. Abbiamo però voluto annunciare e rappresentare alla Giunta e alle forze di maggioranza questa esigenza che riteniamo ineludibile; senza questo chiarimento la discussione sul bilancio può diventare per noi molto difficile.
Voteremo contro l'esercizio provvisorio, perché riteniamo che queste manovre sarebbe stato possibile apportarle già nel corso di questo mese.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Croso.



CROSO Nereo, Assessore al bilancio

Prendo atto di queste richieste. Credo però che sarebbe stato più opportuno arrivare ad una definizione ed approvazione del bilancio preventivo così come proposto dalla Giunta già in questa sede. L'andamento dei lavori del Consiglio non ci ha permesso di lavorare in Commissione per ridefinire alcuni aspetti prioritari, i quali sono emersi anche dalle consultazioni. Quindi la Giunta ha inteso aderire a questa proroga anche se appare in contraddizione con quanto avevo relazionato nella richiesta di proroga dell'esercizio provvisorio per soli due mesi anziché tre mesi.
Comunque prendiamo atto della richiesta del Gruppo comunista. In sede di Commissione si approfondiranno gli aspetti di carattere finanziario, mentre nel dibattito che avverrà in aula si daranno delle risposte di carattere politico, integrative della relazione che ho inteso allegare al bilancio stesso.



PRESIDENTE

Passiamo dunque all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Edilizia scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 795: "D.L. dell'1/7/1986 convertito con modifiche in legge 9/8/1986 n. 488, art. 11 - Interventi per l'edilizia scolastica - Criteri di riparto e priorità di intervento per il programma 1988"


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare la proposta di deliberazione n. 795.
La parola al relatore, Consigliere Ratti.



RATTI Aldo, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ho sott'occhio la relazione che aveva preparato l'Assessore Alberton, che è impossibilitato come voi sapete ad essere presente, che sintetizzerei in poche parole, anche perch la relazione è stata portata all'attenzione della II Commissione che l'ha approvata a maggioranza.
Avrei preferito intervenire se c'erano delle obiezioni da parte dell'opposizione.
Devo dire che è il terzo anno che la Giunta procede al riparto dei fondi messi a disposizione per l'edilizia scolastica, sia per la scuola dell'obbligo sia per la scuola media superiore.
La relazione, alla quale sono allegati i documenti amministrativi che indicano le cifre di riparto, punta l'attenzione sui criteri seguiti nel fare il riparto. C'è una disponibilità assegnata alla Regione Piemonte di 26 miliardi, cifra assolutamente inadeguata a quelle che sono le esigenze e le aspettative. Questi 26 miliardi, aggiunti a quelli che sono stati erogati gli anni scorsi, portano l'ammontare dell'assegnazione a circa 110 miliardi che vengono assegnati dal Governo alla Regione Piemonte.
L'erogazione è stata fatta tenendo conto della popolazione scolastica delle singole Regioni.
La Giunta regionale ha ritenuto di mantenere il criterio base della ripartizione sugli ambiti provinciali e della popolazione scolastica. I criteri seguiti sono quelli emersi nelle singole consultazioni con gli organismi scolastici, con le Province, con le Amministrazioni comunali tenendo conto che i Comuni hanno competenza nell'edilizia della scuola dell'obbligo, mentre per la scuola media superiore la competenza è affidata alle Province.
Gli stessi criteri che erano stati discussi ed approvati negli anni precedenti, sono stati riproposti e riattuati quest'anno. Il Gruppo DC ritiene che sia stato fatto un lavoro di tutta correttezza. Se teniamo conto che nel 1986 c'era stata un'indagine conoscitiva portata avanti dalla Giunta sulle esigenze dell'edilizia scolastica regionale, con questo terzo piano vengono toccati tutti gli enti che si erano ritenuti bisognosi di interventi edilizi specifici.
La nostra forza politica è d'accordo a ripetere in aula il voto positivo già espresso in Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Le linee del provvedimento le ha già illustrate molto chiaramente il Vicepresidente della II Commissione Ratti. Non ho nulla da aggiungere perché l'illustrazione è stata esemplare per chiarezza.
Come Gruppo ci eravamo invece riservati in Commissione di decidere in merito al nostro voto in aula: il nostro voto è di astensione. Questa deliberazione non è altro che l'ultimo passaggio di una scelta di carattere generale su cui in Consiglio si è discusso ampiamente e su cui abbiamo espresso le nostre riserve. Proprio per quelle riserve sull'impostazione di carattere generale ci asteniamo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 24 voti favorevoli e 10 astensioni.
Pongo ora in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Trattamento economico dei membri del Comitato di controllo

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Modifiche ed integrazioni alle LL.RR. 12/8/1976, n. 42 e 27/5/1980, n. 62 (Disciplina dei gettoni ed indennità per i componenti gli organi di controllo)"


PRESIDENTE

Passiamo infine al punto 19) all'o.d.g. che prevede l'esame della legge rinviata dal Governo relativa a: "'Modifiche ed integrazioni alle LL.RR.
12/8/1976, n. 42 e 27/5/1980, n. 62 (Disciplina dei gettoni ed indennità per i componenti gli organi di controllo)'".
Il provvedimento è stato licenziato all'unanimità dalla competente Commissione.
Passiamo pertanto all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri.
L'art, 5 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14,20)



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