Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.129 del 22/03/88 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) dell'o.d.g. "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Carazzoni, Cernetti, Turbiglio, Valeri e Vetrino.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge

Argomento:

c) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute dell'1 e 8 marzo 1988 - in attuazione dell'art. 7, secondo comma della L.R. 6/11/1978, n. 65 - in materia di consulenza ed incarichi, è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento: Caccia

Esame disegno di legge n. 352: "Modificazioni alla L.R. 17 ottobre 1979, n. 60 'Norme per la tutela della fauna e la disciplina della caccia' modificata dalla L.R. 18 aprile 1985, n. 38" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame dell'articolato del disegno di legge n. 352.
ART. 1/ter - Sono stati presentati 539 emendamenti relativi alle specie particolarmente protette.
I Consiglieri intendono illustrare il complesso degli emendamenti oppure li vogliono illustrare uno per uno? La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Ci rendiamo conto che sarebbe davvero lungo illustrare tutti gli emendamenti uno per uno. Illustro quindi le ragioni generali, ma chiedo che l'Assessore per ogni emendamento dica se lo accetta o no. Ci sono 19 specie cacciabili; è augurabile che fra quelle non cacciabili ne esistano alcune in più di quelle già indicate dalla legge che meritano particolare protezione. Amiamo molto tutte queste bestiole, per questo le abbiamo citate tutte. Ci farebbe piacere poterne inserire un certo numero fra quelle specialmente protette che hanno una tutela particolare in termini di sanzioni. Probabilmente molte di queste passano di rado nei cieli piemontesi, quindi la cosa può avere meno rilevanza; altre invece passano e sarebbe bene che fossero inserite fra quelle particolarmente protette.
La nostra proposta, per accelerare i lavori, è che vengano lette una per una e ci venga detto se può o non può essere inserita. Ad esempio la pernice rossa, su cui c'è stata discussione la settimana scorsa, è una specie esistente in scarsa quantità, tant'è vero che è stata tolta dalle specie cacciabili, merita dunque particolare attenzione, perciò andrebbe inserita fra le specie protette.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Desidero dire alla collega Bresso che esiste un elenco di specie cacciabili ed un elenco di specie non cacciabili. La legge quadro stabilisce le specie protette, ma non contempla quelle che non sono nemmeno presenti sul territorio piemontese. Questa non vuol essere una posizione della Giunta nei confronti della proposta avanzata dalla collega Bresso. Ma per ragionamento viene spontaneo dire che, siccome le specie non cacciabili non sono elencate fra quelle cacciabili, nessuno le può cacciare. Quando si predisporrà il calendario si terrà solo conto delle specie cacciabili.
Ribadisco quindi che la mia non vuole essere una posizione negativa della Giunta, ma per ragionamento viene da accettare la proposta che vede elencate solo specie non cacciabili.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Poiché l'Assessore ritiene di non doversi misurare con questa proposta (che poteva essere intesa nel senso di selezionare, fra quelle che abbiamo proposto, le specie meritevoli di particolare tutela), di conseguenza senza animosità alcuna, chiediamo che gli emendamenti vengano posti ai voti uno per uno.



BRESSO Mercedes

Vorrei fare una domanda.
Mi rendo conto che molte delle specie indicate passano raramente nei cieli o sul terreno piemontese, però alcune di esse, tipo la pernice rossa la starna, la marzaiola, il codone e il germano reale, sono tutte specie che passano abbondantemente nei cieli e sul territorio piemontese.
Possibile che nessuna di queste specie, in rischio di estinzione, sia ritenuta dall'Assessore meritevole di essere inserita fra le specie particolarmente protette?



PRESIDENTE

Non potreste fare voi, signori Consiglieri, una scelta di quelle particolarmente meritevoli?



STAGLIANO' Gregorio Igor

La scelta l'abbiamo fatta presentando l'elenco. Dev'essere l'Assessore che, man mano che si presenta il punto, ci dice: "sì" o "no".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Intervengo sul modo di procedere. Di fronte alle motivazioni apportate dall'Assessore (cioè che il non accoglimento di tutti questi emendamenti dipende dal fatto che la fattispecie "specie protette" ha già una sua individuazione contemplata nella normazione della legge), chiedo ai presentatori degli emendamenti se sono d'accordo ad iniziare con la votazione emblematica della prima di queste specie, e se la motivazione è identica credo che ci sarebbero delle buone ragioni per non fare cinquecento alzate di mano. Tutto questo ci eviterebbe davvero un lavoro inutile e ripetitivo che non credo possa avere molto senso: un conto è imboccare la strada di non dialogare perché si è su punti di vista e su obiettivi diversi, ma non mi sembra questo il caso. Infatti, non abbiamo elementi per smentire quanto diceva l'Assessore, in quanto queste categorie sono già state elencate e la manovra che ci ha proposto l'Assessore, anche se non la riteniamo condivisibile sul piano dei principi, la riteniamo per legislativamente approvabile.
A questo punto: dal momento che vengono elencate tutte le specie possibili; dal momento che non se ne sceglie alcuna da parte dei presentatori, come suggeriva invece il Presidente Viglione; dal momento che sulla fattispecie c'è una risposta ostativa ad inserirne anche solo una credo che varrebbe davvero la pena di fare un voto e di andare oltre.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Secondo me è inutile elencare tutte le specie perché, tanto per fare un esempio, quando si parla di fenicotteri si parla di tutti gli appartenenti ai fenicotteri. Mentre invece sono dell'idea che quando si parla dell'airone si debba tener conto dell'airone rosso, dell'airone cenerino e dell'airone bianco.



PRESIDENTE

Come gesto simbolico alle proposte che sono state formulate dai colleghi, l'Assessore propone di accogliere tre specie che, pur essendo già elencate tra le specie non cacciabili, debbono essere particolarmente protette: l'airone rosso, l'airone cenerino e l'airone bianco.
La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

E' necessario fare una certa chiarezza di ordine generale. Ancora una volta desidero ribadire con molta chiarezza e determinazione ed anche per dare un taglio politico al nostro atteggiamento, che noi stiamo discutendo di una legge sulla caccia. Non stiamo discutendo, per quanto ci riguarda di una legge che ha la funzione di bloccare il referendum.
Noi riteniamo che qualunque tipo di legge che non recepisca in pieno le richieste dei presentatori del referendum non possa andare bene, per cui rivendichiamo l'esigenza che il referendum si tenga. Vogliamo essere estremamente chiari nel dire che non ci prestiamo al gioco di chi pensa di poter ottenere dei risultati perché il referendum non si effettui.
Noi riteniamo che ci debba essere una legge - fatela questa legge! per questa legge non deve pregiudicare il referendum, quindi noi useremo tutti i mezzi legali possibili perché il referendum si tenga; quindi non ci debbono essere equivoci di sorta e neanche facili strumentalizzazioni su questa questione. Lo vogliamo ribadire proprio perché la cosa sia chiara esplicita e lo ridiremo ancora perché questa è la nostra posizione.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, questo è già stato detto dieci volte, che cosa dobbiamo ancora dire? Lo dice il Presidente del Consiglio: questa legge non è diretta secondo lo spirito di quelli che hanno promosso il referendum diretta a cancellare il referendum, perché essi tenteranno in ogni modo di far fare il referendum, con le armi legali che hanno. E' detto bene? A questo punto non mi resta che dire ai presentatori che se volevano un simbolo da parte dell'Assessore, questo è stato dato: se il simbolo non basta e dunque intendono votare i 539 emendamenti si proceda alla votazione. Però diventa questione di ore, non questione di sostanza.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Montefalchesi. Ne ha facoltà.



MONTEFALCHESI Corrado

Non credo sia necessario illustrare ogni emendamento. Poco fa è intervenuta la collega Bresso e ha svolto un'illustrazione complessiva degli emendamenti. Raccomandiamo in particolare all'Assessore i primi emendamenti che sono quelli relativi alla fauna regionale. Dal momento che si è deciso che la pernice rossa sia inserita fra le specie non cacciabili sarebbe anche opportuno che questa, come altre specie, venisse inserita fra quelle particolarmente protette.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, legga l'elenco dopodiché l'Assessore ci dirà, specie per specie, se è disposto ad inserirla o meno.



PRESIDENTE

Stabilire il metodo da seguire è molto importante.
Leggo ora, una per una, le specie particolarmente protette e l'Assessore dirà se è d'accordo o meno.



(Il Presidente procede ora alla lettura dei 539 emendamenti presentati e l'Assessore di volta in volta si pronuncia positivamente o negativamente in merito. Il testo di tali emendamenti non risulta dal resoconto stenografico, ma è archiviato nel fascicolo del disegno di legge. Sono comunque riportati qui di seguito gli interventi che durante la lettura degli emendamenti sono stati svolti)



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

La pernice rossa è già inserita tra le specie non cacciabili. Abbiamo già discusso ed abbiamo anche spiegato i motivi per cui non riteniamo di inserirla tra le specie particolarmente protette.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Mi pareva importante tutelare la serie dei picchi perché sono animali insettivori. Nella scorsa seduta vi è stata una discussione ampia sul problema del rapporto tra fauna selvatica e agricoltura. Tra l'altro i picchi sono diventati rarissimi; ve ne sarete accorti anche voi! Data la loro caratteristica di animali insettivori ci parrebbe particolarmente meritevole la loro tutela.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Peroriamo in difesa della nitticora per la sua rarità nel contesto nazionale della pianura padana che fa sì che il Piemonte debba considerarsi quella regione che soprattutto deve preoccuparsi della tutela di questo animale, per tutto il territorio nazionale.



(Terminata la lettura dei 539 emendamenti, il Presidente procede ora alla votazione degli stessi)



PRESIDENTE

Ho letto tutte le specie, tra cui quelle che sono state accolte.
Pongo ora in votazione l'emendamento in cui sono raggruppate le venticinque specie accolte dalla Giunta regionale e qui di seguito elencate: "Airone rosso, airone cenerino, airone bianco maggiore, airone guardabuoi, nitticora, sterna scura, piro-piro culbianco, picchio tridattilo, picchio rosso minore, picchio dorsobianco, picchio rosso mezzano, picchio rosso di Siria, picchio rosso maggiore, picchio cenerino martin pescatore, rampichino, cannareccione, nottola, nottola di Leisler nottola gigante, pipistrello nano, pipistrello nathusi, pipistrello albolimbato, pipistrello di Savi, pipistrello cenerino".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 32 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione un Consigliere).
Ha chiesto di parlare il Consigliere Pezzana per illustrare le ragioni della sua non partecipazione al voto. Ne ha facoltà.



PEZZANA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri e soprattutto egregi Consiglieri cosiddetti ambientalisti. Mi sarebbe troppo facile intervenire dicendo che avevo previsto quanto è accaduto in quest'aula in merito al dibattito sul disegno di legge della Giunta regionale che aveva, come ha e io ritengo deve avere - e come si evince da quest'aula, un unico scopo: evitare il referendum.
L'ultimo intervento che ho svolto in quest'aula conteneva precise affermazioni su chi è responsabile dell'ennesimo scippo di una consultazione popolare sulla caccia e solo in seguito mi sono accorto di aver partecipato anch'io (devo dire inconsapevolmente perché all'inizio di questa discussione mi sono fidato di chi mi proponeva una certa azione politica) al gioco di squadra che si stava in realtà disegnando. La cronistoria di quanto è accaduto, durante il resto della giornata, mi dà ragione praticamente su tutto. Tranne su un punto: non credevo che da parte del collega Montefalchesi si arrivasse così in fretta alla svendita totale del tentativo di ostruzionismo; verso la tarda serata c'è stata finalmente la piena dichiarazione di disponibilità da parte dei cosiddetti ambientalisti, che prima si sono lasciati sfuggire che tutti i 2000 emendamenti potevano essere ritirati, indicando così chiaramente quali erano le loro non intenzioni di fare la battaglia dura e pura. In cambio cosa hanno ottenuto? Alcuni emendamenti di contenuto; c'è stata anche la reazione dura, come il collega Staglianò usa definire le sue dichiarazioni che è servita, in sostanza, ad allungare di qualche ora il dibattito con un paio di riunioni di Capigruppo e nient'altro. Il collega Montefalchesi, di nuovo, alle 21,30 ripete la disponibilità di ritirare gli emendamenti a colpi di centinaia. Vorrei però riprendere il discorso da un poco prima del dibattito ultimo in Consiglio, anche alla luce degli interventi che si sono svolti in quest'aula e fuori di quest'aula, e rinnovare la difesa del referendum, non certo come fa il collega Reburdo quando dice: "Perché resti agli atti e possa essere dimostrato all'esterno di quest'aula che si difenderà il referendum a tutti i costi". Anzi, il collega Reburdo citava pochi minuti fa: "Useremo tutti i mezzi legali". Ora io gli vorrei ricordare che questo non è un tribunale; la possibilità di usare i mezzi legali in questo Consiglio c'era, ma non è stata utilizzata.
La difesa del referendum è l'unico compito che come Lista Verde Civica e come Radicale mi ero assunto e personalmente sento il dovere di portare avanti questa difesa nei confronti dei firmatari del referendum. Quindi, un obbligo costituzionale, ma anche un obbligo morale. La legge regionale prevede che non si proceda al referendum se si giunge, prima della votazione, all'abrogazione delle norme sottoposte a referendum; ma si tratterebbe della abrogazione di tutti gli articoli della legge, che noi chiedevamo di sottoporre all'elettorato per un giudizio, cosa che questa legge non fa. Nel merito di questa legge, che voi state approvando, non voglio più entrare. Le modifiche apportate alla legge regionale sull'esercizio venatorio non vanno assolutamente nella direzione dei promotori del referendum.
Inoltre vi è anche una motivazione politica, che secondo me è fondamentale: in Italia non si è mai riusciti a votare sulla caccia. Questo perché la Corporazione dei cacciatori, dei fabbricanti di armi, dei rivenditori di armi lo ha sempre impedito usando, proprio perché è minoranza e non maggioranza, l'arma del ricatto elettorale ed economico.
Sarebbe una vittoria per tutti riuscire ad andare ad un referendum sulla caccia, e sarebbe una vittoria nazionale, non solo regionale, non solo piemontese.
Sarebbe una vittoria della democrazia più che una vittoria degli animalisti. A questo proposito ho già detto, ma voglio sottolinearlo, che certe affermazioni fatte in Consiglio, tendenti a giustificare il tentativo di impedire il referendum sulla caccia, non mi hanno convinto. Mi riferisco soprattutto al Consigliere liberale Santoni. Usare argomenti come la tolleranza, la difesa della minoranza non va nella direzione di chi vuole fare una legge che vada incontro a quelle che sono le volontà dei firmatari di un referendum. Un richiamo agli intenti o alle buone intenzioni non mi sembra un'argomentazione liberale nel momento in cui si deve rispettare il Codice. E non è nemmeno la volontà di limitare o cancellare drasticamente la caccia, cosa che comunque io sottoscriverei, ma è il significato di questa iniziativa politica. Forse il collega Santoni pensa di essersi messo la coscienza a posto; lui ha dichiarato anche di non essere cacciatore, di essere decisamente contrario allo sterminio per caccia, però in base alle argomentazioni che ha dato ne ha difeso la validità. Io invece, che sono contro la caccia, sono per una drastica limitazione della caccia e non assolutamente per abolirla come invece vorrei.
La polemica quindi non è sulle questioni di contorno. Questa discussione, che si fa ormai da giorni, sta quasi per finire, come ha giustamente dichiarato nella riunione della settimana scorsa il Comitato promotore quando ha detto che la legge ormai è approvata, è solo questione di chiacchiere in aula. Intendiamoci: chiacchiere di carattere legislativo ma la legge è sostanzialmente approvata e come sta andando avanti oggi lo dimostra. Il vero problema sta nel rispetto delle richieste popolari, nel coraggio di affrontare una consultazione popolare, vista in partenza da parte delle forze politiche come perdente.
Se i cacciatori in Italia fossero un decimo di quanto sono, un referendum sulla caccia si sarebbe già svolto, non per interesse specifico dei Partiti, ma per un calcolo semplicemente elettorale. Chi ha vinto questa battaglia sulla caccia (non voglio fare un discorso che si poteva fare alla fine, ma sono convinto che si possa fare proprio in questo momento) non sono solo i cacciatori e neanche la maggioranza di pentapartito. Il vero vincitore di questa battaglia - questo lo devo riconoscere al collega Bontempi - è il Partito comunista italiano che ha dimostrato ancora una volta un'abilità che gli riconosco nello stare con tutti e contro tutti, sempre e comunque. Il collega dice: "Perché è un grande Partito". Sarà forse per quello: sta con i cacciatori, scavalca addirittura la Giunta con il tentativo, fatto dal collega Bruciamacchie, di aumentare le specie cacciabili. Sapeva che non passava, ma voleva fare bella figura con l'Arcicaccia, e con gli elettori comunisti l'ha fatta. E sta anche con coloro che la caccia non la vogliono. A questo Partito va tutto il merito di essere riuscito ad evitare l'ostruzionismo, permettendo così la piena applicazione del Regolamento ed evitando una legge truffa.
Anche questo "merito" è del Partito comunista, è di Rinaldo Bontempi che svolge molto egregiamente, dal suo punto di vista, il suo ruolo di Capogruppo. Ha orchestrato molto bene i suoi dipendenti, si chiamano i dipendenti di sinistra, con il rincalzo di DP e di Nemesio Ala. Mi dispiace criticare Ala perché lo stimo.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, su cosa sta intervenendo? Il Presidente deve essere garante delle regole!



PEZZANA Angelo

Io giustifico perché non voto. Igor, già ieri sera i tuoi hanno cercato di impedire un dibattito, cerca di non togliermi più la parola.
Mi dispiace esprimere queste critiche nei confronti di Nemesio Ala perché è collega che stimo, ma che vedo totalmente appiattito anche in questa votazione della legge sulla caccia e che, secondo me, non rispetta le volontà di coloro che lo hanno eletto.
La legge quindi che tutti voi vi apprestate a votare e che voterete è una legge che truffa il diritto di sessantamila cittadini che vogliono andare al referendum. E' una brutta legge anche per gli animalisti, e su questo credo che almeno il Comitato si sia espresso molto chiaramente anche con un comunicato che, ahimè purtroppo, accomuna tutti. Quindi anche io come il collega Reburdo, a futura memoria vorrei non essere incluso fra i dipendenti più o meno stipendiati da parte del Partito comunista. Si erano già espressi il 16 marzo con il ritiro da parte del collega Montefalchesi lo dico perché rimanga agli atti - dei primi 250 emendamenti. Emendamenti che sono stati ritirati subito per fare capire che l'ostruzionismo era uno scherzo, non era una vera volontà politica, ribadendo quindi che l'unico obiettivo era quello di salvare il referendum, dichiarando però di rendere noto il comportamento di tutti i Consiglieri in aula soprattutto quelli che si autodefiniscono ecologisti e protezionisti ed è quello che io sto facendo in questo momento.
Vorrei sottolineare come correttamente il Comitato non aveva mai dato mandato a nessuno di esprimere la volontà dei richiedenti il referendum.
Noi in questo momento stiamo semplicemente - potrei parlare al singolare perché forse sarebbe più giusto - tenendo fede al mandato che abbiamo ricevuto. Ma ancora più grave è il comportamento assunto dai dipendenti di sinistra Reburdo, Bresso e Montefalchesi, del duro Staglianò - non è un'offesa, dipende da come si svolge la propria dipendenza - che, dopo avere sostenuto e strombazzato ai quattro venti l'intenzione di difendere ad oltranza il referendum, hanno letteralmente venduto l'unica possibilità rimasta di arrivare al referendum, che è quella dell'applicazione rigorosa...



STAGLIANO' Gregorio Igor

Per fortuna che ci sei tu!



PEZZANA Angelo

Infatti vedremo i risultati con i tuoi metodi...



STAGLIANO' Gregorio Igor

Fatti furbo!



PEZZANA Angelo

...che sono quelli dell'applicazione rigorosa del Regolamento consiliare Questa è melina che a voi potrà servire in campagna elettorale la realtà è che questa legge passa e che il Comitato promotore del referendum l'ha giudicata una cattiva legge e vi ha quasi processati venerdì sera alla riunione.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Infatti, noi difenderemo il referendum parlamentare, invece tu fai il furbo!



PEZZANA Angelo

Benissimo. Tu potevi difenderlo e impedire qui che passasse la legge e invece siete qui a discutere e a fare melina.
Chiedo se posso terminare perché ho finito.



PRESIDENTE

Per favore, non offendete!



BRIZIO Gian Paolo

Non c'è mai, poi viene qui a fare le prediche!



PEZZANA Angelo

Brizio, io le prediche le lascio al tuo lessico. Io faccio politica, le prediche le farai tu che sei abituato.
Quindi, prima rinuncia al voto uninominale. Mi rendo conto che, come diceva giustamente "La Stampa", io mi sento totalmente isolato, ma avevo poche scelte in questo Consiglio: o accodarmi al pentapartito o accodarmi al PCI. Dato che non è mia abitudine essere dipendente non ho scelto n l'una né l'altra strada. Quindi, chiedo che si abbia rispetto per una posizione che io esprimo in questo momento dove faccio semplicemente il mio dovere di Consigliere regionale.



(Interruzione del Consigliere Staglianò)



PEZZANA Angelo

Staglianò, qui non siamo in un corteo, quindi evita.
Prima la rinuncia al voto uninominale, poi l'impossibilità a votare a scrutinio segreto; credo che qui il PCI debba un grande ringraziamento al collega Adduci che, per senso di dovere, non ha dato la nona firma, quando invece lo scrutinio segreto avrebbe potuto far arrivare il referendum in quest'aula, non in Tribunale! Ma è qui, colleghi pseudoambientalisti, che andava fatto il nostro lavoro, perché noi non siamo dei Giudici, siamo dei Consiglieri regionali. Questo non è stato fatto perché appunto il nono Consigliere, che avrebbe permesso il voto a scrutinio segreto, non ha firmato.



PRESIDENTE

Consigliere Pezzana, la invito a concludere il suo intervento perch sono trascorsi i tempi previsti dal Regolamento.



PEZZANA Angelo

Signor Presidente, ricordo interventi di altri Consiglieri durati ben tre quarti d'ora, quindi chiedo di poter esprimere appieno la mia posizione anche quando c'è il limite dei cinque minuti. Mi avvio comunque alla conclusione.
La storia è questa: un gioco di controllo - diretto o indiretto: io direi direttissimo - da parte del PCI dei cosiddetti ambientalisti. In cambio: non lo so. Lo vedremo forse più avanti. E voglio credere a quanto ha affermato un esponente della Lega Ambiente (Lega, tra l'altro vicinissima al PCI) che, durante la riunione di venerdì sera presso il Comitato, tentando di giustificare forse il comportamento dei colleghi Ala Staglianò, Reburdo, Bresso e Montefalchesi ha detto testualmente: "La non volontà di rovinare i rapporti con gli altri Consiglieri in aula". Mi chiedo se questo debba essere il compito di un Consigliere regionale che viene eletto con un mandato da parte di un gruppo di elettori. Il nostro compito è quello di non rovinare il rapporto con gli altri Consiglieri nel momento in cui, invece, si dovrebbe fare politica? Voglio solo aggiungere che durante la riunione del Comitato, peraltro molto istruttiva, è stata fatta notare la totale assenza dei non cacciatori, adducendo poi che la presenza dei cacciatori in quest'aula avrebbe intimorito e creato debolezza nei cosiddetti Consiglieri ambientalisti. Credo semmai che sia vero il contrario perché di fronte ad una platea ostile, si dovrebbe essere rinvigoriti a parlare e a fare delle affermazioni. Torino purtroppo soffre della presenza di un solo quotidiano ma su certi argomenti abbiamo la "Pravda" e "Le Izvestija" ovverosia "l'Unità" e "il Manifesto" che contribuiscono ad informare su quanto avviene in Consiglio regionale. Questi due quotidiani, che abitualmente hanno qui un corrispondente, per quanto riguarda la caccia non hanno aperto bocca né scritto mezza riga. Al Comitato per la difesa del referendum si sono chiesti con stupore e con amarezza come mai. Credo invece che si debba essere meno ingenui e più rispettosi del vero per dire che anche in questo momento - e ne va lode al collega Bontempi che ha giocato molto bene questa battaglia "il Manifesto" e "l'Unità" su questo argomento hanno calato la tenda.
Annuncio quindi che per questi motivi assisterò ai lavori, anche per non essere accusato di assenteismo; rimarrò presente per le votazioni di tutti gli articoli della legge, sui quali tutto ormai è scontato, ma non parteciperò al voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Volevo suggerire che a fianco del nome italiano delle specie particolarmente protette e anche di quelle cacciabili si scrivesse il nome latino.



PRESIDENTE

Sarà poi stabilito in sede di coordinamento, perché non sempre a fianco del nome italiano c'è quello latino. Capisco questa esigenza culturale però non sempre può essere soddisfatta.
Pongo in votazione i rimanenti 514 emendamenti sulle specie particolarmente protette non accolti dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono respinti con 6 voti favorevoli e 38 contrari (non ha partecipato alla votazione un Consigliere).
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 1/ter così modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 41 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 1/ter è approvato.
ART. 5/ter - Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo Montefalchesi e Staglianò: all'art. 5 della L.R. n. 60/70, modificata dalla L.R. 38/85, dopo la parola "naturalistiche" abrogare la parola "venatorie".
Un'osservazione: questi emendamenti sono riferiti alla L.R. 60, non al disegno di legge della Giunta. La legge 60 non è in discussione.
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Su questo siamo già intervenuti giovedì sera. Il titolo del disegno di legge n. 352 recita: "Modificazioni della L.R. n. 60". Intervenendo nelle modificazioni della L.R. n. 60 abbiamo tutto il diritto di poter modificare gli articoli non toccati dal disegno di legge come peraltro è già avvenuto in altre circostanze.



PRESIDENTE

Il problema è vostro. Intendete illustrarli nell'insieme o uno per volta?



STAGLIANO' Gregorio Igor

A seconda delle questioni, quelle più rilevanti intendiamo illustrarle una per una.



PRESIDENTE

L'emendamento in esame comunque è chiaro, quindi lo si può votare.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 37 contrari.
ART. 5/quater - Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 6, comma primo, della L.R. n. 60/79, modificata con L.R. 38/85 punto 1), sono abrogate le parole "i Comprensori".
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

L'emendamento in questione si riferisce all'art. 6 della L.R. n. 60 che ha per titolo: "Il piano regionale faunistico". E' evidente che se nel costituire questo piano faunistico si comprendono i Comprensori, che sono stati cancellati come struttura istituzionale, è un controsenso.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Nell'articolato cercheremo di togliere i riferimenti ai Comprensori comunque tali riferimenti non sono relativi ai Comprensori che sono stati soppressi.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 6, comma primo, della L.R. 60/79, modificata con L.R. 38/85 punto 2), le parole "sentita la" sono sostituite dalle parole "previo parere favorevole della".
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Riteniamo che gli indirizzi che la Giunta delibera in attuazione del Piano faunistico regionale debbano avere il parere vincolante della Consulta regionale per la tutela della fauna e la disciplina della caccia.
Per questo chiediamo di sostituire le parole "sentita la" con le parole "previo parere favorevole della" Consulta.



PRESIDENTE

La Giunta non accoglie l'emendamento.
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli e 31 contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 6, comma primo, della L.R. 60/79, modificata con L.R. 38/85 punto 4), sono abrogate le parole "sentiti i Comprensori".
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Ritengo che in tutta la legge si possa fare una ripulitura di questa dizione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 6, comma primo, della L.R. 60/79, modificata con L.R. 38/85 punto 4), lett. c), sostituire la parola "selvaggina" con le parole "fauna selvatica".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

L'emendamento proposto a questo punto, viene proposto anche altre volte nello stesso testo di legge. Il termine "selvaggina" compare più volte nella legge mentre altre volte compare il termine "fauna selvatica".
Cerchiamo di esaminare la questione dal punto di vista filologico, facendo le persone colte dopo che si è parlato di latino. E cerchiamo di capire come, dal punto di vista dei sostenitori dell'abolizione della caccia, si vada a perdere.
Secondo me, si perde trattando quello che si può, quanto si può, come si può, con l'intelligenza che si ha ed anche con un po' di garbo. Già nel mio intervento precedente avevo detto della necessità di tutelare sia la fauna selvatica sia la fauna domestica, che sta peggio ancora. Torniamo alla fauna selvatica che è un termine più decente, pieno di garbo, di stile e di rispetto verso gli animali di quanto sia il termine "selvaggina" che è un termine da Assessorato al commercio (non da Assessorato alla caccia), di un tanto al chilo, comprato e venduto a peso. Sa di macelleria e non di una legge che si sostiene avere a che fare con la tutela e il rispetto degli animali.
Noi peroriamo questo termine, anche se riteniamo che chi ha tutta la voglia di ammazzare gli animali, li ammazzi lo stesso comunque vengano definiti da una legge che è pur sempre una procedura burocratica e che si occupa soprattutto dell'ammazzamento degli animali. Consideriamo però come queste piccolissime questioni, per quanto riguarda i risultati pratici possano invece essere grandi ed importanti questioni rispetto alla maturazione di una coscienza di rispetto dell'ambiente e della popolazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Siccome nel testo della legge questo termine è riportato in molti articoli, per opportunità, la Giunta non ritiene di accogliere l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli, 25 contrari e 5 astenuti.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 6, comma primo, della L.R. 60/79, modificata con L.R. 38/85 punto 4), lett. d), sostituire le parole "di selvaggina" con le parole "di fauna selvatica".
La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Non essendo stato accettato l'emendamento precedente, noi li illustreremo tutti sino alla fine.
Come già diceva il collega Ala ci rendiamo conto che in questo contesto specifico, di animali da uccidere in effetti si tratta; quindi per certi versi, come dicono alcuni cacciatori sul retro, va proprio conservato il termine selvaggina perché sia ben chiaro che si tratta di produzione di animali da cacciare e da uccidere e non di fauna selvatica. Inoltre essendo centri di produzione, la fauna selvatica non si produce. Ci malgrado, proprio perché siamo contrari e poi proporremo anche l'eliminazione di tutti questi centri di produzione di bestie a cui tirare riteniamo che sarebbe opportuno chiamarla fauna selvatica. Sappiamo benissimo che essendo stata prodotta, selvatica non sarà più! Ma dal momento che deve morire da fauna selvatica, almeno come tale sia denominata!



PRESIDENTE

Si richiede la votazione per appello nominale.
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 6 Consiglieri hanno risposto NO 28 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'emendamento è respinto.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 6, comma primo, della L.R. 60/79, modificata con L.R. 38/85 punto 5), sostituire la parola "selvaggina" con le parole "fauna selvatica".
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Faccio una proposta all'Assessore. Noi non comprendiamo le ragioni di questa contrarietà a sostituire il termine "selvaggina", che è un termine prettamente venatorio, con il termine "fauna selvatica", che si addice molto di più ad una legge che pretende anche di essere di tutela della fauna. Per evitare i problemi palesati dall'Assessore (ovvero che in un articolo questo termine venga eliminato e in un altro no) propongo di predisporre, alla fine della legge, una norma transitoria in cui si afferma che in tutta la legge la parola "selvaggina" viene sostituita dalle parole "fauna selvatica". In questo modo si eviterebbero non solo i problemi palesati dall'Assessore, ma si farebbe anche piazza pulita di questi emendamenti che sono ricorrenti, e che sono molti!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Abbiamo discusso molto sulla terminologia e sull'impostazione della legge. La L.R. 60 riporta termini quali "produzione di selvaggina" e altri riferimenti del genere. E' discutibile il fatto se noi siamo difensori della fauna o meno; la Giunta è del parere di non sostituire la parola "selvaggina" con le parole "fauna selvatica". Ribadisco pertanto che questi emendamenti non vengono accolti dalla Giunta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento testé discusso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli, 24 contrari e 9 astenuti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 5/quater nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 5/quater è approvato.
ART 5/quinquies Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 8 della L.R. 60/79, modificata dalla L.R. 38/85, ultimo comma sono abrogate le parole "o revocare".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

L'art. 8 della L.R. 60 istituisce le oasi di protezione. In mezzo a tutta questa attività burocratica, in cui gli animali scompaiono dietro le carte bollate, l'unico modo con il quale i cacciatori difendono se stessi è attraverso la produzione di una legislazione sempre più complessa che cerca di occultare la progressiva scomparsa degli animali. Rispetto alle Province, che sappiamo tutti essere particolarmente amanti della tutela dell'ambiente, in questo articolo si dice "possono istituire o revocare oasi di protezione". Noi, nel nostro amore per la natura, lasciamo che le Province istituiscano queste oasi. Però vorremmo che non le revocassero almeno in quella parte che recita "nelle more di adozione dei primi piani territoriali provinciali faunistici". Che le oasi di protezione istituite restino tali e non vengano revocate.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento testé illustrato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli, 30 contrari e 1 astenuto.
ART. 5/sexties - Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 9 della L.R. 60/79, modificata dalla L.R. 38/85, comma primo prima linea, dopo le parole "la sosta della" la parola "selvaggina" è sostituita dalle parole "fauna selvatica".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Desidero illustrare l'emendamento. Parlavo di filologia nel mio intervento precedente. Ora, nell'art. 9 si parla di selvaggina migratoria qui si parla di rifugi faunistici. Nello sforzo di capire quando nella legge compare il termine "selvaggina" e quando compare il termine "fauna selvatica" avevo due ipotesi. La prima era: le leggi si fanno in questo modo caotico e allora qualche volta compare un termine e qualche volta ne compare un altro. Sfido chiunque a ricostruirmi nella L.R. 60 dove passa la discriminante tra usare il termine "fauna selvatica" e usare il termine "selvaggina". Non c'è. Perché la L.R. 60 è il risultato di una sedimentazione di vari testi in cui qualche volta compare un termine e qualche volta ne compare un altro; ad esempio, il termine "fauna selvatica" compare con maggiore frequenza nella legge quadro nazionale e con maggiore pertinenza.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

La legge quadro riporta sempre "selvaggina". Leggi l'art. 6 della legge n. 968 così vedi cosa dice.



ALA Nemesio

Allora chiamiamoli "rifugi della selvaggina". Nella mia seconda ipotesi, possiamo calcolare che si usi il termine selvaggina in quanto sono animali oggetto di caccia. Nella legge non compare così. Questo, comunque è un regalo simbolico dato alla nostra controparte. Se si vuole che gli animali si dividano in "selvaggina" e "fauna selvatica" si vuole inserire un concetto meglio definibile ricorrendo alla teoria degli insiemi. Però se usiamo la teoria degli insiemi, la fauna selvatica è tutta! Non possiamo pensare che il termine selvaggina denoti un certo tipo di animali e il termine fauna selvatica ne denoti altri. Gli animali possiamo dividerli in domestici e selvatici, ma non in selvaggina e fauna. Perché se consideriamo il concetto di selvaggina (come dici tu Assessore) un termine burocratico che utilizziamo per indicare le specie quando decidiamo quali sono ammazzabili, allora se trasformiamo una specie cacciabile in una non più cacciabile, la trasformiamo da selvaggina in fauna selvatica.
Quindi la femmina del germano reale è fauna selvatica, il maschio è selvaggina. La starna per l'88/'89/'90 è fauna selvatica, dal '91 potrà diventare selvaggina. Se è così possiamo parlare di paranoia applicata al vocabolario della lingua italiana. Però, qui siamo ai rifugi faunistici dove (se Dio vuole) approdano e si fermano tutte le specie migratorie, sia quelle cacciabili che quelle non cacciabili. Allora in un punto del genere o usiamo l'insieme più generale, il concetto di fauna selvatica, oppure se proprio volete prevedere l'esistenza di animali particolarmente disgraziati (quelli cacciabili) compaia in un articolo come questo il termine "fauna selvatica e selvaggina" che divide in due categorie gli animali.
Favorire la sosta della selvaggina e della fauna selvatica. Se accettiamo che non esiste più il concetto di animale come concetto unitario, ma esistono gli animali divisi in due categorie, o mettiamo un cartello con divieto di sosta per le specie non cacciabili (possiamo anche farlo, visto che una delle cose maggiori che produce la legge sulla caccia sono le tabelle, ce ne sono ben 3.284.714.000 in Piemonte relative a diversi comparti) oppure utilizziamo il termine "fauna selvatica" o i termini associati "selvaggina e fauna selvatica".



PRESIDENTE

E' stata richiesta la votazione per appello nominale.
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 votanti 38 hanno risposto SI 6 Consiglieri hanno risposto NO 31 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'emendamento è respinto.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 9 della L.R. 60/79, modificata dalla L.R. 38/85, comma primo seconda linea, dopo le parole "l'irradiamento della" la parola "selvaggina" è sostituita dalle parole "fauna selvatica".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bresso. Ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sono desolata ma dovrò ancora intervenire.
Questa testardaggine nel volerla continuare a chiamare selvaggina anche quando l'esame del testo, proprio per come è scritto, farebbe preferire il termine generale (cioè l'insieme, non il sottoinsieme) fa sorgere il sospetto che l'unico ruolo della fauna selvatica, diverso da quello della selvaggina, che è già quella cacciabile, sia quello di riprodursi tranquilla in modo da entrare successivamente fra le specie cacciabili; per questo viene chiamata pervicacemente selvaggina, anche quando è tutelata e quindi dovrebbe essere chiamata fauna selvatica.
Davvero non comprendiamo il perché di questo intestardimento, a meno che questa non sia la spiegazione che in realtà ogni esemplare della fauna selvatica è in attesa di entrare a far parte della selvaggina. Ci sembra l'unica ragionevole spiegazione di un intestardimento di questo genere.
Quindi ogni volta saremo costretti, anche se rapidamente, a riproporre la questione; ciò nostro malgrado perché avremmo voluto risolverla, una volta per tutte, con maggiore dignità linguistica.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Non si tratta di dignità linguistica, si tratta di terminologia che va usata secondo il caso a cui si riferisce.
La legge è da interpretare, non è da porsi come problema filologico quindi l'interpretazione è più chiara così.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 4 voti favorevoli, 30 contrari e 3 astensioni.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 9 della L.R. 60/79, modificata dalla L.R. 38/85, comma primo terza linea, dopo le parole "la salvaguardia della" la parola "selvaggina" è sostituita dalle parole "fauna selvatica".
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, noi siamo molto rammaricati dal dover insistere su questa cosa, perché ci pare uno di quei problemi risolvibili con un atto di sensibilità che è culturale, non è né politico né istituzionale.
Il ragionamento dell'Assessore non regge. Può darsi che per coerenza avendo detto no una volta, l'Assessore ci ripeterà fino alla fine no; e noi, per coerenza, saremo costretti a ribadire il nostro punto di vista.
Però, signor Presidente e Assessore, stiamo parlando dell'art. 9 che parla di "rifugi faunistici".
Questo emendamento è riferito alla salvaguardia della selvaggina durante l'esercizio venatorio. Il che presuppone che durante l'esercizio venatorio qualche uccello, qualche specie cacciabile possa trovare in quel rifugio l'opportunità di non essere selvaggina e di continuare ad essere un animale che cammina e che vola.
Il fatto di non volersi intendere dipende dal diverso tipo di approccio culturale. Capisco, signor Presidente, che l'altro giorno si parlava della caccia come sport, qui la sorte di questi poveri animaletti è segnata.
Allora tanto vale dirglielo subito che sotto il profilo culturale non regge la sua argomentazione, Assessore, perché in particolare a questo punto, ma è riproponibile in gran parte dell'articolato, si parla di salvaguardia della selvaggina durante l'esercizio venatorio. Il che vuol dire che la selvaggina, cioè quella che noi chiamiamo fauna selvatica, deve poter avere un posto dove rifugiarsi per sfuggire alle schioppettate. E' così o no? Penso che sarebbe un atto di sensibilità culturale distendere un minimo gli animi su questa faccenda, perché non è una questione politica, né tanto meno istituzionale. Riguarda semplicemente come l'uomo concepisce gli altri esseri viventi. Qui ci sono degli esseri viventi che sono predestinati a morire e allora noi, con tutta la parzialità del nostro punto di vista vogliamo continuare a riproporre questa questione. Che magari non piace tanto al collega Rossa, tanto meno piace ai cacciatori che assistono ai nostri lavori, però questa è la natura del problema. Quindi io invito di nuovo l'Assessore a voler riconsiderare questo elemento, per evitarci di dover riproporre la questione, tutte le volte, come siamo orientati a fare.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 29 contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 9 della L.R. 60/79, modificata dalla L.R. 38/85, ultimo comma sono abrogate le parole "e non superiore a ettari 300".
La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Noi avevamo proposto di togliere anche il limite inferiore. Ci rendiamo conto che invece può essere utile avere un rifugio inferiore a 150 ettari.
Nello stesso modo non si capisce perché non possa essere superiore a 300 ettari. Se un'area è omogenea ed è superiore a 300 ettari non si capisce perché un pezzo debba stare fuori.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Nella L.R. 60 abbiamo stabilito i limiti di 150 e di 300 ettari. Ho già detto che dovremo verificare, con il piano faunistico che predisporremo, anche la individuazione di queste oasi. In quel momento potremo verificare se occorre ridurre o se occorre aumentare; non si pu fare una proposta a numero.
L'impegno della Giunta è che quando si andrà a predisporre il piano si verificheranno anche gli ettari riferiti alle oasi di rifugio. Questo vale per le aziende faunistiche e per molte altre cose che possono essere ampliate; attualmente, stando alla scelta fatta dalla legge, non è possibile operare questa riduzione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 24 contrari.
ART. 5/septies - Emendamenti presentati dai Consiglieri Bresso, Ala Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 10 della L.R. 60/79, modificata dalla L.R. 38/85, comma primo prima linea, la parola "selvaggina" è sostituita dalle parole "fauna selvatica" all'art. 10 della L.R. 60/79, modificata dalla L.R. 38/85, comma primo seconda linea, la parola "selvaggina" è sostituita dalle parole "fauna selvatica" all'art. 10 della L.R. 60/79, modificata dalla L.R. 38/85, comma primo terza linea, la parola "selvaggina" è sostituita dalle parole "fauna selvatica" all'art. 10 della L.R. 60/79, modificata dalla L.R. 38/85, comma primo quarta linea, la parola "selvaggina" è sostituita dalle parole "fauna selvatica" all'art. 10 della L.R. 60/79, modificata dalla L.R. 38/85, comma quinto la parola "selvaggina" è sostituita dalle parole "fauna selvatica".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Mi chiedono di illustrarli tutti assieme. Continuo a non capire quando si usa il termine "fauna selvatica" e quando il termine "selvaggina". Se quella dell'articolo precedente era "selvaggina" non si capisce perch quella di questo articolo debba essere "selvaggina", perché qui concettualmente si fa riferimento a specie di animali che si trovano a vivere un destino probabilmente diverso perché i legislatori così hanno deciso. Questi sono piccoli sensi di vertigine, in conseguenza dei quali non si capisce più bene perché queste siano fauna da macello, visto che questo sarebbe un termine più corretto. Arriviamo ad un ulteriore problema filologico (scusate se insisto sulla filologia, ma da qualche parte dobbiamo ben pensare che esista una scienza che cerca di spiegare quale sia il significato delle parole). E' una selvaggina di prima qualità. Dobbiamo trovare un sistema per differenziarla dalla selvaggina potenziale che era quella a cui si riferiva l'articolo precedente. Il Consiglio ha invece deciso di usare una parte per il tutto. Sono tutti animali ammazzabili.
Continuiamo a chiamarli soltanto selvaggina? Secondo me è necessario (non è previsto nel nostro emendamento, ma può essere un utile suggerimento) trovare un termine che dica che questa è selvaggina ad hoc, selvaggina timbrata con tanto di etichetta e di annata, per essere buttata e poi uccisa. Man mano ci inoltriamo in quella che potrebbe apparire unicamente una questione di "lana caprina" (per fare riferimento ad un animale domestico); scopriamo invece come si tratti di questione che attenga profondamente alla nostra cultura ed ai nostri modelli culturali ed al rapporto tra noi e gli altri animali. La legge su questa vicenda è concettualmente intricata ed è piena di contraddizioni. Mi stupisce che ad una questione del genere non si presti nessuna attenzione e si continui soltanto nel distinguere tra ciò che possiamo ammazzare e ciò che non possiamo ammazzare. Pare che questo sia il punto di caduta più basso di una legge che, nelle intenzioni dei promotori e di chi la sta votando dovrebbe essere una legge di tutela e protezione. Ma poi, quando andiamo a leggerla pezzo per pezzo, segmento per segmento, vi scopriamo continue cadute, che ci indicano soltanto che l'interesse prevalente consiste nella definizione di cosa possiamo ammazzare.



PRESIDENTE

Lei li ha illustrati tutti perché sono uguali, cioè questo gruppo non si differenzia?



ALA Nemesio

Signor Presidente, cerco di essere corretto. Tutte le cinque volte che compare il termine "selvaggina" in questo articolo, compare nella stessa identica accezione, che è diversa dall'articolo precedente. Trattandosi della stessa accezione, in questo caso gli emendamenti possono essere illustrati insieme. Chiedo scusa se continuo a fare il professore.



PRESIDENTE

Siccome li ha illustrati insieme, possiamo procedere al voto.
Pongo in votazioni tali emendamenti.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono respinti con 5 voti favorevoli e 29 contrari.
ART. 5/octies - Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: al comma primo della L.R. 60/79, modificata dall'art. 7 della L.R. 38/85 dopo le parole "produzioni di" sostituire la parola "selvaggina" con le parole "fauna selvatica".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

L'emendamento è come il precedente. Mi limiterò ad individuare a quale delle varie categorie possibili si riferisce il termine "selvaggina".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli, 25 contrari e 6 astensioni.
ART. 5/octies bis - Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: dopo l'art. 14 della L.R. 60/79 è aggiunto il seguente art. 14 bis: "La Giunta regionale, d'intesa con le Province, effettua annualmente studi e ricerche in particolare sulla fauna alpina anche ai fini dell'applicazione del punto d) del secondo comma e dell'ultimo comma del successivo art. 38.
Gli studi e le ricerche di cui al precedente comma avranno per oggetto: l'analisi dei diversi fattori ambientali quali l'aspetto biologico ed ecosistemico l'analisi della consistenza e della qualità degli habitat naturali l'analisi qualitativa e quantitativa su numero e qualità di esemplari delle specie esistenti".
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Richiamo l'attenzione dei colleghi su questo articolo aggiuntivo con il quale proponiamo che la Regione, d'intesa con le Province, effettui degli studi per verificare la consistenza quantitativa e qualitativa della fauna con particolare riferimento alla fauna alpina. Infatti, così per come è stato formulato ed approvato l'art. 38, la fauna alpina è cacciabile sulla base di piani di prelievo selettivo.
Per quanto riguarda gli ungulati vi è stato un peggioramento rispetto alla precedente normativa della L.R. 60 in quanto gli stessi erano soltanto soggetti a piani di abbattimento, mentre oggi con questa formulazione sono cacciabili e soggetti a piani di prelievo selettivo.
Noi sosteniamo che non sia possibile formulare piani di prelievo selettivo se prima non si conosce la quantità e la qualità della fauna e se non si compiono studi sull'habitat e su tutte le condizioni all'interno delle quali la fauna è collocata.
Noi riteniamo che le Province e la Regione debbano portare avanti insieme questi studi, che devono essere propedeutici all'effettuazione di eventuali piani di prelievo: se non si conosce la consistenza della fauna non si capisce su che cosa vengano effettuati gli stessi piani di prelievo.
Se non - ancora una volta - sulle esigenze dei cacciatori di andare a sparare! Ma questa è una logica che non ci sentiamo di condividere e crediamo che non sia condivisa nemmeno dal Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Ho già detto l'altra volta che gli ungulati sono soggetti a piani di abbattimento e a piani selettivi. Ho anche aggiunto che sarebbe opportuno visitare i comparti per rendersi conto di come avviene questa selettività.
Per quanto riguarda i comparti, i piani sono fatti in maniera molto severa. L'Università è incaricata di redigere i piani di studio e di ricerca, quindi la nostra formulazione non è peggiorativa, tant'è che all'art. 4 prevede che per "una razionale tutela della popolazione degli ungulati, al fine di consentire l'equilibrio delle popolazioni di tali specie e mantenere una giusta densità di capi rispetto alle capacità naturali dell'ambiente, i piani di prelievo e selettivi si basano su censimenti qualitativi e quantitativi". Secondo voi, questa norma è diventata più permissiva? Semmai è diventata molto più restrittiva, perch stabilisce che si deve condurre uno studio rispetto alla quantità e alla qualità. Non è vero che ciò non è stato ripreso nella legge che viene proposta in Consiglio! Non è mia abitudine rinviare le cose. Però quando si fanno gli studi di ricerca non è che questi si facciano occasionalmente, oggi uno e domani un altro. Abbiamo un "piano ungulati" dove sono state individuate tutte le specie ed esiste una carta faunistica già pronta: quindi, sono questi i riferimenti per quanto riguarda le specie sul territorio. Poi, quando i comparti d'intesa con le Province faranno questo censimento, vi sarà una seconda ricerca circa la quantità; allora si terrà conto di questa riduzione. Questa riduzione non può essere fatta automaticamente, cioè non possiamo dire che dobbiamo ridurre il piano selettivo, perché tale piano va prima verificato sulla base della realtà delle specie presenti.
La Giunta non è favorevole ad accogliere questo emendamento anche per l'impegno successivo in studi e ricerche che verrà recuperato in una impostazione molto più complessiva rispetto alla fauna sul territorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Voterò a favore di questo emendamento. Ritiro invece la mia dichiarazione perché voleva essere una precisazione e una richiesta di ulteriori approfondimenti rispetto a questi studi, ma non essendo stata recepita ovviamente non ha più senso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Voterò a favore di un emendamento che ho sottoscritto con una certa difficoltà. Presenta comunque un aspetto positivo, quello di essere stato respinto.
Diventa sempre più difficile l'inoltrarmi in una legge nella quale la burocrazia, applicata alla vita degli animali, viene applicata al fine di trovare tutti i mezzi possibili per rendere cacciabili gli animali stessi.
Mi rendo conto che i piani di prelievo selettivo e tutti i meccanismi di censimento sono meccanismi con i quali in questa legge si cerca di trovare dei sistemi per rendere possibile abbattere qualche animale in più.
Questa è l'unica cosa che sta a giustificare questo studio. Io ho sempre pensato che si studiassero gli animali e gli habitat faunistici perché è importante studiarli. Mi interessa francamente molto di meno compiere degli studi di questo genere finalizzati (perché poi è questo l'obiettivo di tutta questa vicenda) a stabilire quanti animali possiamo massacrare ogni anno, da che giorno a che giorno, in quale comparto, in quale altro; quanti anni hanno, se sono maschi o se sono femmine. Queste sono le motivazioni che stanno alla base della mia difficoltà a sottoscrivere un simile emendamento perché comporta l'entrare in una logica che è di perversione.
Però mi dicevo: "Almeno si tenga conto che esistono delle specie minacciate, per cui noi nella nostra infinita bontà d'animo ne uccidiamo soltanto quel numero sufficiente perché non crescano troppo, perché questo è considerato disdicevole, che non si estinguano, altrimenti che gusto c'è se non possiamo poi più ammazzarli il prossimo anno?" E' una questione puramente utilitaristica ed egoistica da parte dell'uomo, nella sottospecie cacciatore. Io credevo che però questi studi li facessimo e li volessimo fare bene, con tutte le attenzioni possibili. Scopro, non so se con giubilo o con tristezza, che questi studi comunque si faranno in un altro articolo in base a qualcos'altro e che per il momento non mi è dato capire come verranno fatti. Sotto certi aspetti, questo non è il problema principale della mia esistenza, però accorgiamoci che stiamo sprofondando in una vertigine, all'interno della quale si studia l'ambiente naturale solo per capire quanti animali possiamo poi uccidere. Questo è un fatto assolutamente incredibile e inconcepibile per un Paese che dovrebbe avere un'altra concezione della tutela dell'ambiente.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento testé discusso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 29 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
ART. 5/nonies - Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 15 della L.R. 60/79, modificata dalla L.R. 38/85, comma secondo alla lett. i), dopo le parole "inferiori a 5", si aggiungano le parole "detti rappresentanti non dovranno essere incorsi in sanzioni amministrative e/o penali relative alla loro attività venatoria nei cinque anni precedenti; in caso contrario decadranno immediatamente dalla nomina".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

L'art. 15 è quello relativo alla Consulta regionale per la tutela della fauna e la disciplina della caccia. Vi abbiamo già fatto grazia di un emendamento che era quello di escludere il termine "tutela della fauna" perché questa espressione era perfettamente irrilevante nel contesto.
Perché in una Consulta del genere sia possibile tutelare la fauna dovrebbe quanto meno, esservi un minimo di equilibrio tra le parti, nel senso che questa è una sede di trattativa. Consideriamola una sede di trattativa del sindacato animali e come tale vediamo quanti stanno da una parte e quanti dall'altra. Io direi allora che è vergognoso il modo con cui è attualmente congegnato l'articolo relativo alla Consulta perché questo articolo presenta un enorme squilibrio tra i rappresentanti raccolti sotto varie etichette cappelli berretti e distintivi, che entrano comunque a garanzia delle concezioni delle associazioni venatorie e quanti invece vi entrano come portatori delle esigenze che secondo noi sono quelle della maggioranza della popolazione, quelle della protezione e della tutela della fauna selvatica. Qui, tra l'altro, incontriamo nuovamente fauna selvatica anzich selvaggina. Potremmo allora chiamarla, giocando alla rovescia, "tutela della selvaggina" anziché "tutela della fauna".
Mi limito ad illustrare il primo emendamento perché gli altri verranno illustrati e votati separatamente. Insieme ai colleghi Staglianò e Montefalchesi chiedo l'appello nominale.
Secondo comma, lettera i), dopo le parole "non dovranno essere comunque inferiori a 5" noi aggiungiamo un primo emendamento che recita: "detti rappresentanti (si parla dei rappresentanti delle associazioni venatorie) non dovranno essere incorsi in sanzioni amministrative e/o penali relative alla loro attività venatoria nei 5 anni precedenti". E' una minima norma di tutela che le associazioni venatorie potrebbero addirittura decidere autonomamente, ma visto che non ci risulta l'abbiano fatto, chiediamo venga posta come norma nella legge. Successivamente, dopo il voto, passeremo a illustrare gli altri emendamenti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Sotto il profilo giuridico ritengo che non sia possibile riportare in una legge questa cosa che io tra l'altro condivido. Stiamo predisponendo alcuni regolamenti per quanto riguarda le consulte, ad esempio quello della zona Alpi, ma ne prepareremo anche altri. Dal momento che la Consulta non può essere semplicemente individuata in un articolato senza stabilirne anche ruolo e funzione, è opportuno, anche per creare un rapporto continuativo e non saltuario, stabilire un regolamento per quanto riguarda l'attività che deve svolgere la Consulta nel corso dell'anno. Qualche tempo fa ci sono state molte osservazioni. Però l'insediamento della Consulta è avvenuto dopo le decisioni della Commissione e l'iter della legge, per quanto riguarda le nomine, non ha consentito di abbreviare i tempi di insediamento della Consulta.
Pertanto nei regolamenti si possono riportare questi aspetti, ma non nella legge, perché - lo dico non per conoscenza della materia, ma per esperienza acquisita - si deve stare accorti a non riportare normative che possano creare problemi rispetto alle decisioni che si possono prendere.
Quindi questa proposta non è accoglibile nel testo della legge, ma è accoglibile nel regolamento che andremo a predisporre per l'attività che deve svolgere la Consulta. La Consulta deve essere un momento di consultazione non occasionale, ma permanente per quanto riguarda la legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

Una dichiarazione di voto per precisare i comportamenti dei vari Gruppi. Credo che questa dichiarazione sia tirata per i capelli da quanto ha detto poco fa il Consigliere Ala circa quelli che sono amici degli animali e quelli che invece non lo sono.
Mi pare giusto sottolineare che non si può porre la questione in questo modo perché non è assolutamente vero che chi vota per fare una legge positiva e utile - almeno riteniamo che così debba essere - per regolamentare la caccia, che è un'attività lecita prevista nel nostro ordinamento giuridico, sia uno che è contro gli animali. Anziché fare questi ragionamenti di falso ambientalismo o di falsa difesa o amicizia con la natura, sarebbe meglio che i ragionamenti venissero fatti con il rispetto delle opinioni altrui e senza dividere i buoni dai cattivi. Per cui continuerò a votare a favore di questa proposta di legge secondo le indicazioni della Giunta, così come fanno molti miei colleghi, senza per questo sentirmi nemica degli animali.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione dell'emendamento per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 votanti 36 hanno risposto SI 7 Consiglieri hanno risposto NO 29 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'emendamento è respinto.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 15 della L.R. 60/79, modificata dalla L.R. 38/85, comma secondo la lett. m) è abrogata e sostituita dalla seguente: "m) un numero di rappresentanti delle associazioni naturalistiche e protezionistiche, operanti sul territorio regionale, pari al numero dei rappresentanti delle associazioni venatorie".
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

L'Assessore ha appena spiegato la questione delle sanzioni amministrative. La questione che i rappresentanti che sono in questa Consulta non devono essere incorsi in sanzioni amministrative nell'esercizio dell'attività venatoria, potrà essere normata nel regolamento della Consulta. C'è però un fatto. Leggendo l'art. 15 risulta evidente lo squilibrio fra i rappresentanti delle associazioni venatorie e i rappresentanti delle associazioni naturalistiche e protezionistiche. Se questa è una legge non soltanto per la caccia, ma anche per la protezione della fauna, penso che tale questione debba essere riequilibrata come è citato nell'emendamento. Cosa che peraltro non è normabile con il regolamento della Consulta. Su questo credo che l'Assessore possa convenire.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Abbiamo inserito nella Consulta le associazioni riconosciute. Tutte le leggi quadro, quando si parla o di Commissione o di Consulta, fanno riferimento a quelle riconosciute. Nella Consulta ci sono tutte le rappresentanze; se poi queste, in termini di numero, devono essere di più o di meno questo è un altro discorso. In sede di Consulta verificheremo le varie situazioni, poi potremo equilibrare la situazione interna rispetto alle associazioni ambientaliste. Sarei del parere di non ritoccare il testo perché, a questo punto, stiamo emendando tutto il testo della L.R. 60.
Quindi, questa richiesta non è accoglibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Sono sconcertato per questa risposta, perché noi stiamo modificando la L.R. 60. Avete ripetuto fino alla noia che volete fare una buona legge, vi prendiamo in parola, e formuliamo delle proposte che possano consentire di avere una legge meno squilibrata di quella che finora c'è stata con la compresenza di punti di vista contrapposti, per cui non regge in piedi questa argomentazione.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Sto leggendo un decreto del Ministero dell'Ambiente da cui risulta un elenco di associazioni riconosciute. E' un problema da sottoporre alla Commissione nomine, successivamente la proposta potrà venire in Consiglio.
Stabilire ora il numero dei vari rappresentanti senza avere una precisa situazione è prematuro. Quindi non è per mancanza di volontà da parte della Giunta, ma è solo per quel minimo di verifica che la Giunta deve pur fare per inserire tutte queste associazioni.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Se è così, signor Presidente, si può sospendere la discussione su questo articolo, riprenderlo domani e la Giunta fa tutte le verifiche che ritiene opportune. Ma qui siamo in presenza, Assessore, di un elenco che è stato pubblicato dal Ministero.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Staglianò, bisogna leggere che cosa dice il testo. Queste sono associazioni individuate, ora bisogna verificare se sono anche riconosciute, perché la legge sulla caccia parla di associazioni riconosciute. Si tratta di rendersi conto se sono ammissibili o no. Sono valutazioni che la Commissione e la Giunta devono fare. Non siamo contrari intendiamoci.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Mi consenta, Assessore. Noi qui stiamo definendo i criteri di formazione della Consulta. Si avanza la proposta di un criterio ben preciso, cioè che i rappresentanti delle associazioni naturalistiche e protezionistiche operanti sul territorio regionale siano presenti nella Consulta in numero pari ai rappresentanti delle associazioni venatorie. Noi non stiamo individuando in questo momento quali sono le associazioni da inserire nella Consulta. Stiamo affermando un criterio perché l'articolo della legge in questione parla di criteri di formazione della Consulta quindi la Giunta avrà tutto il modo e il tempo per verificare nel merito.
Ma nel momento in cui noi discutiamo di come la Consulta deve essere composta è nostra opinione che non bisogna favorire oltre misura un punto di vista che noi peraltro non condividiamo.
Equilibrio vorrebbe, oltre che buon senso, che i punti di vista contrapposti in una Consulta, che appunto è pluralisticamente rappresentata, siano adeguatamente tutelati. E' di questo che stiamo discutendo. Da qui lo sconcerto, perché noi non stiamo elencando quali sono le associazioni protezionistiche e naturalistiche che devono stare nella Consulta. Questo è un atto che compete in via preliminare alla Commissione nomine e in via definitiva al Consiglio quando deve rinnovare la Consulta regionale per la caccia. Ma noi ora stiamo parlando dei criteri di formazione della Consulta. E a noi pare che il criterio paritario fra associazioni venatorie e associazioni protezionistiche sia il minimo da pretendere. Se c'è un problema di approfondimento, si può sospendere e riprendere questo punto non appena la Giunta ha fatto la verifica, però nel momento in cui noi legiferiamo, interveniamo sulla L.R. 60: questo ci pare un punto irrinunciabile.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

Ci sono dichiarazioni di voto?



STAGLIANO' Gregorio Igor

Su questo non sarebbe male che i Gruppi si pronunciassero.



PRESIDENTE

Consigliere, lei non è titolare del diritto di dire ai Gruppi che cosa devono fare.



STAGLIANO' Gregorio Igor

E' una richiesta politica.



PRESIDENTE

Lei deve pensare a lei, i Gruppi politici penseranno che cosa devono fare. Che lei vada a dire ai Gruppi che cosa devono fare è una cosa che non le permetto, non lo faccio nemmeno io!



STAGLIANO' Gregorio Igor

Ma, signor Presidente, è legittimo o no fare una tale richiesta? E' un pronunciamento politico.



PRESIDENTE

Il pronunciamento lo faccia lei.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Voglio fare due considerazioni su questo articolo.
Come è noto noi abbiamo una posizione che fa una grandissima fatica ad andare avanti, ma che è comunque di revisione della struttura delle Consulte e degli organismi consultivi.
Non la enuncio per mettere davanti un problema maggiore a questo, per devo dire che a noi non soddisfa solamente aggredire il problema sotto il versante delle presenze delle rappresentanze.
Come è noto - e lo abbiamo scritto nel nostro documento e spero che arriveremo al punto degli impegni sulle autoriforme - noi abbiamo un'opinione su tutte le Consulte e gli organismi consultivi. La nostra opinione, confortata a parole da altre opinioni, è fondata su una revisione radicale di tutti gli strumenti di concertazione e consociativismo sull'attività di governo.
Avendo questa opinione, devo dire con molta franchezza che non mi ritrovo in un mero dibattito di facciata, anche se potrei essere del tutto d'accordo sul numero paritario. Ma cosa vuol dire? Compiti, funzioni, presenza dell'Assessore, presenza di più soggetti a diversa legittimazione e titolo in questa Consulta: a me pare questo il problema.
Arriveremo sì o no a questo Consiglio sulle riforme istituzionali? Verranno assunti sì o no degli impegni per affrontare questo problema alla radice di sistema? Abbiamo miriadi di consulte in tutti i campi, alcune richiamate da leggi nazionali (quindi non sono invenzioni solo nostre), che pongono in evidenza un nodo: quello della responsabilità. Siccome questo elemento sta sparendo, noi faremo una denuncia circostanziata dei casi.
Stiamo infatti registrando puntualmente casi di Assessori che si collocano comodamente all'opposizione della loro stessa Giunta. A nostro avviso questo è uno dei modi più perversi per l'ottemperanza del criterio di responsabilità per la chiarezza e la visibilità dei comportamenti. E' un modo per mettere fuori gioco qualsiasi ruolo dell'opposizione.
Richiamo tra parentesi che questo sarà oggetto di una nostra specifica iniziativa con i nomi degli Assessori e la casistica in cui stanno preferendo, magari attraverso qualche leva di comodo, fare l'opposizione agli Assessori responsabili all'interno dello stesso circuito, perimetro o steccato non solo della maggioranza (che sarebbe ancora più comprensibile) ma della Giunta, quindi dell'organo responsabile di governo.
Ho richiamato questo tema per far capire che la nostra posizione è che sulle Consulte e sugli organismi consultivi dobbiamo intervenire in maniera tale - non c'è una ricetta! - da chiarire gli elementi di responsabilità e di ruolo che svolgono i vari soggetti. In questo senso dico anche ai compagni e agli amici ambientalisti che a me sembra prioritario questo ragionamento, rispetto alla stessa questione dei numeri. Quindi la posizione del nostro Gruppo è quella di esaminare questa questione nell'ambito degli impegni, che spero non saremo solo noi a voler sottoscrivere, di revisione degli strumenti consultivi o meglio dei più importanti strumenti consultivi, dato che non sono tutti così importanti.
Ma questo lo è certamente, quindi, è giusto puntarvi l'attenzione e non è un modo di comodo per sfuggire al problema. Devo anche dire francamente che se ad esempio oggi vi fosse stata, negli stessi comportamenti della maggioranza e della Giunta, una capacità di individuare i nodi, non avremmo avuto difficoltà e su questo, depurato di tutte le questioni non esistenti di facciata e finte, ci sarebbe stato modo non di rinviare, ma di vedere già oggi la sperimentazione di una revisione strutturale di questa Consulta. Se però non ci sono date le condizioni, permettete che esprimiamo dal nostro punto di vista una opinione precisa tendente a non mistificare o meglio a non confondere il peso dei problemi e a dire che su questa questione a noi va benissimo che ci siano più rappresentanti di associazioni naturalistiche, ma vorrei esattamente capire i compiti distinti dei vari soggetti che come sapete sono tanti. Tanto per fare memoria storica chi ha dovuto nominare la Consulta sa che è molto più faticoso riuscire a costruire una nomina di questo tipo prima ancora che scriverla. Allora un sistema che riesce ad inventare escamotage legislativi e di scrittura di organismi (la cui struttura e utilità sui principi della responsabilità è dubbia) e che costringe ad un lavoro assolutamente antieconomico e defatigante per la costruzione concreta di questi organismi, forse dovrebbe pensare accuratamente a se stesso. Non so se altri lo faranno, ma noi ci collochiamo su questo emendamento con il seguente avvertimento: dato che il problema sollevato è degno di menzione se sarà collocato come ho detto, noi lo affronteremo senza alcun timore, ma solo in quella collocazione. Credo che valga anche la pena di riflettere su che cosa intendiamo spendere profittevolmente il nostro tempo, cioè se intendiamo discutere su alcuni punti rilevanti che ci permettono di chiudere quasi subito le cose, oppure prolungarci in un dibattito che rende estraneo più di metà del Consiglio e che è difficile da seguire. Questo ci teniamo a dirlo a tutti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

La Consulta è stata insediata a fine novembre ed è stata convocata ai primi di dicembre, quindi non abbiamo avuto la possibilità di incominciare una discussione più ampia circa i compiti della Consulta stessa.
Comunque non si può inserire in una legge il fatto che devono essere esclusi i membri della Consulta che hanno riportato sanzioni. Credo che in un regolamento debba essere inserito non solo il ruolo che deve svolgere il membro della Consulta, ma anche la individuazione e i compiti della Consulta stessa. Non esiste solo la Consulta della caccia, ce ne sono altre, quindi deve essere fatta una revisione totale e sulla base della revisione si potrà tenere conto di alcune proposte che sono emerse in questo dibattito.
Per questo ho dato una risposta precedente in modo da non respingere l'emendamento, ma da tenerne conto nel momento in cui si andrà a revisionare il tutto. Prego i proponenti di verbalizzare che comunque la Giunta si farà carico di individuare altre rappresentanze dei protezionisti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Ci pare che ci siano due livelli diversi tra l'emendamento precedente che può trovare spazio all'interno di un regolamento, e questo, che invece non può non trovare spazio che all'interno di una norma legislativa perch si tratta di numeri.
Posso anche comprendere sia le obiezioni dell'Assessore sia quelle del Capogruppo comunista. Posso comprenderle ma non condividerle. Certo che prima o poi bisognerà rivedere e ripensare a tutte le consulte. Quasi ci si dice che noi siamo portatori di una istanza corporativa. Se può essere considerata una istanza corporativa è proprio perché questa Consulta è sprofondata dentro una legge che è all'insegna delle corporazioni. E, in un legge all'insegna delle corporazioni, che anche la corporazione di chi perde abbia almeno in un caso un numero pari rispetto all'altro gruppo rappresenta un elemento minimo che non interviene minimamente all'interno di come dovranno essere le consulte, di come dovrà essere questa Consulta.
Siamo disposti a discutere di come debba essere strutturata la Consulta e di come possa essere rivisto tutto l'insieme, però se voi ci dite che tra breve ritornerete a trattare la legge sulla caccia, io non ci credo. Dopo questa esperienza credo che la materia caccia non ritornerà più in discussione in quest'aula per tutta la legislatura. E già per parlarne adesso c'è voluta una richiesta di referendum, e gli unici articoli che si sono andati a toccare da parte dei presentatori della legge sono stati gli articoli connessi con il referendum e tutto il resto andava bene. La Consulta andava bene, se noi non sollevavamo il problema. L'abbiamo sollevato in maniera certamente marginale, ma sugli aspetti più appariscenti e macroscopici della questione, noi l'emendamento lo manteniamo. Se si tratta di emendamento limitativo e se non è all'altezza dei problemi possiamo anche condividere. Però, si tratta soltanto di rivedere la composizione della lett. m) all'interno di una Consulta che credo, debba essere ospitata nella Sala dei Cento tanto è pletorica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, sono d'accordo con quanto ha detto l'Assessore Moretti in ordine al problema della Consulta.
Condivido le posizioni che l'Assessore Moretti ha espresso. Non c'è una posizione pregiudiziale. D'altro canto sono anch'io d'accordo che non si possono anche a questo livello dividere artificiosamente le posizioni di chi sembrerebbe più per una parte rispetto all'altra. Ritengo che debba essere invece affrontato - e sono d'accordo con quanto diceva poc'anzi il Consigliere Bontempi - con una riflessione più generale intorno ai problemi delle consulte, andare cioè a una loro verifica sia di equilibrio, di funzione e di rappresentanze accertando le reali rappresentanze.
Ritengo che l'emendamento che viene proposto sia inaccettabile dal punto di vista della forma. Ho fiducia invece che dopo le decisioni, dopo l'approvazione dell'articolato, superato il momento delle difficoltà o dello stato di necessità, si ponga invece mano nuovamente alla L.R. n. 60 per andare insieme alla valutazione delle funzioni previste per la Consulta regionale della caccia e anche di altre riflessioni che dovranno essere compiute.
Da parte mia cercherò di lavorare in questa direzione perché del problema della caccia non se ne parli soltanto in questo momento e sotto lo stato di necessità (come quello che abbiamo per la presenza della richiesta di referendum) ma se ne parli in un momento più sereno in cui si possano vedere i problemi come si presentano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Noi insistiamo perché vorremmo che si cogliesse l'importanza della questione. Non si può intitolare una legge "Tutela della fauna" quando nelle Consulte i rappresentanti delle associazioni venatorie sono in numero maggiore a quelli delle associazioni naturalistiche e coloro che vengono nominati dall'ANCI, dall'UNCEM e così via sono di nuovo dei cacciatori! In Consulte in cui il rapporto è di 12-15 rappresentanti, che sono nei fatti cacciatori nominati da organismi diversi, solo 5 sono rappresentanti delle associazioni naturalistiche.
Questo non è un modo per applicare una legge che oltre a normare la caccia vuole essere anche di tutela della fauna. Non è così.
Certo, ci saranno coloro che ci spiegheranno che i cacciatori tutelano anche la fauna, però a questa battuta io non ci sto.
Può darsi che il percorso proposto da Bontempi porti a dei risultati io però manifesto tutto il mio scetticismo perché oggi si sta facendo muro contro una richiesta sacrosanta, cioè che il numero dei rappresentanti delle associazioni protezionistiche deve essere pari al numero dei rappresentanti delle associazioni venatorie. Su questo oggi si fa muro quindi non credo che fra un mese o due si andrà a cambiare la struttura delle Consulte! Su questo punto continueremo ad insistere come continueremo ad insistere sugli emendamenti che seguiranno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Penso che la questione istituzionale sollevata dal collega Bontempi sia meritevole di grandissima attenzione. D'altra parte è dal primo giorno che siamo entrati in quest'aula che abbiamo teso (forse non sempre con successo) a rigettare logiche consociative, a differenziare nettissimamente le responsabilità di chi governa da chi, dall'opposizione, deve controllare e nello stesso tempo avanzare proposte. Di conseguenza, nel momento in cui si vorrà mettere mano ad un riordino istituzionale dell'intera materia, si avrà senza alcun dubbio l'assenso di Democrazia Proletaria a riaffermare una filosofia che ponga fine ai guasti profondissimi che si sono consumati negli anni passati proprio grazie alle logiche consociative.
Signor Presidente, lei mi darà atto che anche in questa vicenda è stata ferma la nostra determinazione a rigettare qualsiasi proposta che potesse minimamente andare in questa direzione.
Detto questo, cioè della rilevanza istituzionale della questione sollevata dal collega Bontempi, non è pertinente porre la soluzione al problema medesimo nei termini in cui l'abbiamo sentito.
Ci troviamo di fronte all'ennesimo tentativo (non è la prima volta che si verifica in questa legislatura da quando il sottoscritto è su questo banco) di spostare i problemi ad un altro momento. Non richiamo esempi di leggi precedentemente votate con l'impegno a ritornarci sopra. A chi non vuole intenderlo è inutile provare a ripeterglielo, ma a chi vuole intenderlo è chiarissimo che non stiamo legiferando - e lo abbiamo rifiutato sin dal primo momento sotto stato di necessità.
Questo riguarda il collega Rossa, riguarda quelli che come lui hanno assunto un punto di vista parziale, ma non riguarda né il sottoscritto n deve riguardare questa assemblea, perché è un'assemblea costituita non per scippare i diritti costituzionalmente garantiti dei cittadini che chiedono di pronunciarsi direttamente su un problema, ma è costituita per legiferare. Il Capogruppo della maggioranza, Brizio, lo ha dichiarato ai giornali: "Noi vogliamo fare una buona legge". Perfetto!.... Angelo Pezzana, se ti dà fastidio il tono puoi sempre andartene.



PEZZANA Angelo

Mi dà fastidio il volume!



STAGLIANO' Gregorio Igor

Puoi andare via, puoi andare da dove sei venuto dato che il tuo contributo in questa sede non è che sia granché significativo.



(Interruzioni dei Consiglieri Pezzana e Brizio)



PRESIDENTE

Per favore, colleghi!



STAGLIANO' Gregorio Igor

Presidente, io parlo come le convinzioni mi portano a parlare e pu succedere a volte di usare un tono che può dare fastidio ad altri. Questo però fa parte del gioco.
Vorrei tornare al merito della questione perché rifiutiamo (ne stiamo dando prova) l'affermazione che bisogna legiferare sotto stato di necessità. Noi legiferiamo, stiamo mettendo mano ad una materia su cui è del tutto legittimo, anzi, è doveroso che ciascuno si collochi secondo il proprio punto di vista, e il nostro punto di vista nel merito ci pare difficilmente contestabile tant'è che non viene contestato, viene spostato ad un altro tavolo e ad un altro momento. La questione non contestabile è semplicissima: in una Consulta che deve fare quello che la legge prevede è tollerabile che ci sia una prevalenza costituzionale (che si può anche determinare incidentalmente) di una componente sull'altra? Il collega Montefalchesi richiamava poc'anzi qual è la situazione di fatto e anche di diritto, ci sono due pesi e due misure, mentre per le associazioni venatorie si dice che non devono essere inferiori a cinque.
Signor Presidente, io sto nel tema contrariamente ad altri sproloqui che sono stati fatti fuori dal tema, quindi stando nel tema rilevo che c'è una disparità di diritto e di fatto. La disparità di diritto è laddove si dice che le associazioni venatorie devono essere comunque non inferiori a cinque, quindi significa da cinque in su, mentre invece per le associazioni protezionistiche si dice che devono essere cinque; questo dice la lettera della legge, quindi c'è una disparità di diritto e di fatto. Il collega Montefalchesi si soffermava sulla disparità di fatto e cioè organismi istituzionali che dovrebbero essere rappresentativi dell'intera comunità delegano la propria rappresentanza ai rappresentanti dei cacciatori. Fra l'altro, signor Presidente, commettendo delle gravissime scorrettezze istituzionali, che noi non mancheremo di rilevare e di far rilevare nelle sedi opportune, quali quelle commesse dalle Comunità montane che addirittura ricorrono contro il quesito referendario firmato dai cittadini per cui usano il denaro pubblico, e di questo dovranno rendere conto per conculcare un diritto protetto. Questa è la situazione. Per ora, e fino a quando le Consulte ci saranno, assumetevi la responsabilità di dire che in una Consulta esistente un punto di vista deve prevalere sull'altro. Questa è la sfida, questo è il punto per noi qualificante su cui ringrazio i colleghi degli altri Gruppi che hanno voluto prendere la parola perché così tutto risulta più chiaro. Se magari qualcun altro avesse voglia di aggiungere qualcosa, forse non sarebbe male e non soltanto per gli atti prossimi venturi.



PRESIDENTE

Vorrei fare una proposta. C'è stato un passaggio nell'intervento del collega Bontempi che dovrebbe trovare un momento di riflessione, forse questo passaggio potrebbe permettere lo sblocco di talune situazioni.
Chiedo ai Capigruppo se ritengono di cogliere questo passaggio, per cui propongo una brevissima riunione dei Capigruppo per analizzare questo passaggio. Bontempi ha detto che ci sono dei punti che hanno la caratteristica di essere degli emendamenti che non hanno sostanza vera e propria, mentre invece ci sono dei punti qualificanti che hanno una sostanza.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Credo che la raccomandazione del Presidente vada colta nel suo significato. Quando un problema viene posto non lo si può eludere altrimenti eludere il problema significa dare un tipo di risposta al problema. Quindi, se esistono delle forme che possano rappresentare l'attenzione del Consiglio e delle forze politiche a questo problema, senza dover rimettere in discussione l'obiettivo che la Giunta si pone di definire questo in un momento successivo, il nostro Gruppo è disponibile.
Ripeto, sono d'accordo se la ricerca di una strada è di tipo orientativo e non mette in discussione l'obiettivo della Giunta che ritiene che questo debba essere definito in un momento successivo, però una presa di posizione politica su questa questione probabilmente va assunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Il nostro Gruppo è un po' deluso dall'andamento dei lavori di oggi.



BRESSO Mercedes

Anche noi!



BRIZIO Gian Paolo

Bresso, abbi pazienza! Siamo stati fino adesso silenziosi, adesso possiamo anche avere il diritto di parlare! Siamo delusi dell'andamento dei lavori di oggi, perché quando la settimana scorsa abbiamo accettato la vostra proposta di non procedere, di rinviare perché avevate bisogno di consultarvi, ci attendevamo evidentemente, non un arrivo in aula tout-court, ma un arrivo, secondo lo spirito della sospensione, cioè con alcuni punti qualificanti sui quali confrontarci e la volontà di abbandonare tutto il complesso delle posizioni strumentali. Questo tanto per chiamare le cose con il loro nome.
Invece siamo partiti oggi con un'azione tutta strumentale sugli animali che ci ha fatto perdere delle ore e non siamo riusciti a captare nella sostanza quei due o tre punti (concordo con quanto ha detto Bontempi) che poi sono quelli su cui si potrebbe anche discutere, se si vuol discutere per poi rinunciare davvero, anche in questa seconda fase dei lavori a un'azione, che di fatto con toni più o meno accesi, più spiccati o meno, è nella sostanza un'azione ritardataria e ostruzionistica.
Se c'è la volontà di affrontare o col rinvio su questo punto o con una chiara indicazione di quelli che sono i nodi che devono essere sciolti o sui quali si ritiene ci si debba in qualche modo pronunciare noi certamente siamo disponibili e credo che disponibile sia la Giunta. Se invece si deve andare avanti su un'azione di stillicidio costante, sapendo già che dopo questo ci sono gli altri emendamenti ove si sostiene che i rappresentanti dei Comuni non devono essere i cacciatori, quasi che i cacciatori siano da buttar fuori, allora davvero dobbiamo prendere atto che non v'è la volontà di procedere correttamente. O abbiamo il coraggio di affrontare la cosa di petto e vedere che cosa si può fare per uscire dallo stallo, e ci sta bene o invece è tutto uno stillicidio di botte in avanti, di colpi indietro, ma tutti nella stessa direzione, evidentemente procederemmo su una strada che però non è costruttiva, non è quella col cui spirito noi abbiamo accettato il rinvio del Consiglio. Lo dico con molta franchezza: finora siamo stati silenti qui al nostro posto, siamo disposti a rimanere, ma abbiamo accettato la vostra richiesta di rinvio con uno spirito che oggi non trova secondo noi la risposta adeguata. Se v'è, ripeto, la volontà di affrontare i due o tre nodi rimasti e di chiudere anche questo lavoro defatigante e che non interessa se non pochi, siamo d'accordo. Se invece anche questa è una mossa per giocare solo una carta e poi averne 150 ancora da giocare allora giochiamo tutti le nostre carte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Ho dichiarato che la Giunta non è contraria a verificare la situazione della Consulta. Inoltre condivido quanto diceva Bontempi: che occorre anche esaminare tutto il quadro delle Consulte. Ci potremmo anche trovare di fronte ad altre Consulte in cui è necessaria la presenza di altri ambientalisti. Quindi accetto la proposta di verificare insieme, ma con l'impegno che comunque si devono trovare degli intenti per procedere cercando quindi di concludere l'esame di questa legge.
Voglio ricordare che il decreto legge individua delle associazioni ambientalistiche rispetto ad una legge specifica, la n. 349. Ci troviamo di fronte alla L.R. n. 60 che già allora ci ha portato a fare delle scelte quindi se dobbiamo rivederla dateci la possibilità di verificare non solo la situazione attuale della Consulta, ma di tutte le Consulte per poterle riequilibrare. Questo è un discorso di natura politica che va tenuto in considerazione rispetto al problema che non è solo quello di discutere come inserire gli ambientalisti oggi, ma riguarda anche tutte le leggi che ci interessano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Rispetto alle cose dette dal Capogruppo della DC voglio fare una precisazione: se noi avessimo ritenuto che facendo ostruzionismo sarebbe stato possibile evitare l'approvazione di una legge, lo avremmo fatto. Gli emendamenti li avevamo presentati nella convinzione che fosse possibile reggere una battaglia ostruzionistica per impedire l'approvazione di qualsiasi modifica alla L.R. 60. Ci siamo resi conto, anche per una serie di ragioni tecniche ivi compresi alcuni abili ritrovamenti del Presidente Viglione, che la cosa non sarebbe stata possibile.
Il nostro ragionamento sull'ostruzionismo è di tipo tecnico. Abbiamo deciso di non fare ostruzionismo perché non era tecnicamente sostenibile in quanto esiste la possibilità tecnica di cambiare l'articolo della legge il che avrebbe fatto decadere tutti i nostri emendamenti. Siccome stupidi non siamo, ce ne siamo accorti e così abbiamo deciso di intraprendere un'altra strada. Preciso quindi che non è affatto la posizione contraria all'ostruzionismo, tecnicamente abbiamo capito che non ci sarebbe servito arrivare fino al momento dell'indizione obbligatoria del referendum e al momento della tenuta del referendum, perché la legge può sempre essere cambiata fino al momento in cui viene tenuto il referendum. Questa è l'unica ragione per cui abbiamo rinunciato alla battaglia ostruzionistica.
In realtà è evidente che il nostro obiettivo era e continua ad essere quello di tenere il referendum. Se Pezzana non è d'accordo sulla strategia non ha nessuna importanza! Appurato questo, vorrei però chiarire la ragione per cui siamo qui: potevamo anche non partecipare per nulla alla discussione di questa legge.
Abbiamo deciso di continuare questa defatigante illustrazione degli emendamenti, perché riteniamo, comunque, che se da questo Consiglio esce una modifica qualsiasi della L.R. 60 sia meglio se la modifica è più protezionistica che meno protezionistica per l'immagine e la dignità di questo Consiglio. E' una posizione nostra (anche se Pezzana non la condivide pur essendo un anticaccia) che può essere giusta o sbagliata.
Su questa base abbiamo mantenuto tutti gli emendamenti, non decaduti che a nostro avviso rappresentavano esigenze vere. Ciò non toglie che gli emendamenti siano stati pensati così come era stato pensato il referendum c'erano un mucchio di cose che i promotori del referendum avrebbero voluto mettere, ma non hanno potuto farlo perché non erano configurabili in termini di abrogazione, lo stesso vale per gli emendamenti e per le proposte. Abbiamo tenuto in vita gli emendamenti che ci pareva rappresentassero esigenze ragionevoli. Ci aspettavamo che, rispetto alle vostre esigenze di andare in fretta, ci fosse una posizione della Giunta che, sui famosi 400 emendamenti sulle specie particolarmente protette dicesse quali riteneva da parte sua accoglibili. Speravamo che in una logica vera di discussione su come migliorare in senso protezionistico, ci fosse un'operazione di governo. Il problema è che di fronte ad una serie di emendamenti, che pongono tutti problemi reali (che in buona parte non condividete, ma qualcuno lo condividete) noi non siamo riusciti a capire, e continuiamo a non capire, qual è la posizione della Giunta. Perché ci si dice no sui 400 emendamenti, ma quando costringiamo a leggerli tutti risulta che 15 erano seri e aveva senso accoglierli? A questo punto dobbiamo fare la defatigante attività di andare a vedere ogni volta le cose. Quindi manca un'attività di governo che dica che cosa la Giunta ritiene di poter accogliere, poi noi potremo decidere o no se dare battaglia sugli altri. Questi emendamenti vanno a pacchetti e ognuno di questi pacchetti rappresenta un problema serio che noi poniamo. Ad esempio consideriamo molto grave che la questione "fauna selvatica" sia stata trattata con profondo disprezzo delle ragioni per cui ritenevamo che fosse meglio parlare di "fauna selvatica" piuttosto che di "selvaggina". Secondo noi, per fare una legge migliore, questa modifica era accoglibile nella maggior parte degli emendamenti; si è detto "no" anche a quelli che a nostro avviso erano ragionevoli e così noi li abbiamo illustrati tutti, ma non eravamo affatto partiti da una ipotesi di comportamento ostruzionistico sulle cose che riteniamo ragionevoli e che possono migliorare o, se volete rendere meno peggio la legge. Ribadisco che quello che non capiamo è come la Giunta intende governare questa questione visto che vengono fatte continuamente affermazioni di volontà di tutelare maggiormente l'ambiente e di cambiare cultura, ma poi i sintomi di questi cambiamenti non emergono se non tirati per i capelli. Se il problema è che per ogni questione seria dobbiamo riproporla 40 volte prima che sia seriamente discussa, alla fin fine dovremo proprio fare così. Resta il fatto che prima o poi prenderemo atto della impossibilità di discutere anche sulle questioni serie.



PRESIDENTE

Convoco i Capigruppo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18,10 riprende alle ore 19,25)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
A seguito della riunione dei Presidenti dei Gruppi e successivamente dei rappresentanti dei Gruppi sono stati formulati due emendamenti.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bontempi e Bruciamacchie: il punto m) è sostituito dal seguente: "m) rappresentanti delle associazioni naturalistiche e protezionistiche operanti in Regione in numero comunque non inferiore a cinque".
Emendamento presentato dai Consiglieri Villa, Santoni e Bruciamacchie: i punti i), l), m) dell'art. 15 sono sostituiti dai seguenti: "i) sette rappresentanti delle associazioni venatorie riconosciute maggiormente rappresentative a livello regionale l) sette rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative a livello regionale m) sette rappresentanti delle associazioni naturalistiche e protezionistiche operanti nella Regione".
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossa. Ne ha facoltà.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, come vede io non ho partecipato alla riunione dei Presidenti dei Gruppi perché non mi ritengo in questa vicenda Presidente di Gruppo. Ho scelto di avere la libertà di esprimere le posizioni nelle quali credo. Non ho niente in contrario, anzi rilevo positivamente che è stato raggiunto questo accordo che rappresenta un equilibrio che doveva comunque essere ricercato. Tuttavia, però non parteciperò alla votazione di questo emendamento perché ritengo che questo emendamento introduca una procedura che non abbiamo discusso in partenza: un conto era discutere tutta la legge 60, un altro era invece quello di concentrare la nostra attenzione sui punti oggetto di referendum. Se avessimo deciso di discutere tutta la legge 60 a questo punto avremmo cercato di introdurre anche emendamenti che potevano essere migliorativi dal punto di vista dell'esercizio di questa attività e regolamentativi.
Mi sembra che fino ad un certo punto non è stata seguita questa linea.
Se da questo momento si segue questa linea vuol dire che abbiamo ancora tempo di trovare il modo di presentare degli emendamenti migliorativi alla legge 60, ma mi pare che ci porterebbe molto più in là.
E' una posizione che nel mio intervento precedente avevo ritenuto valida, che poteva essere considerata - come d'altro canto aveva detto l'Assessore - subito dopo in una situazione in cui a bocce ferme, come si dice, si potevano affrontare questi problemi.
Poiché si è ritenuto di affrontarli adesso, modificando o correggendo le regole del gioco, mentre il gioco è in corso, io ne prendo atto però non intendo partecipare alla votazione di questo emendamento. Mi sta bene il contenuto perché era il contenuto che avremmo realizzato dopo, ma non mi sta bene il modo in cui si sono modificate queste regole.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dai Consiglieri Villa, Santoni e Bruciamacchie, che è la sintesi degli emendamenti precedenti e del dialogo che era scaturito in Consiglio.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 15 della L.R. 60/79 e sue modificazioni, alla lett. m), dopo le parole "naturalistiche e protezionistiche", aggiungere le parole "elencate dal decreto del Ministro dell'Ambiente del 21 febbraio 1987".
La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Desidero che nei verbali risulti che l'Assessore si impegna a fare riferimento al decreto del Ministero dell'ambiente, poi noi verificheremo.
Se questo riferimento non ci sarà noi riproporremo la questione. Vorremmo però sentirlo dire dall'Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Nell'emendamento sono riportate le associazioni che operano sul territorio al fine di individuare le realtà presenti, perché teniamo presente che molte sono solo sigle. Per fare questa verifica innanzitutto ci rifaremo alle associazioni riconosciute con decreti. Questo controllo non lo fa solo l'Assessore, ma anche la Commissione Nomine che vaglia tutte le proposte. Quindi se alla Commissione giungeranno 20 proposte, la Commissione le vaglierà tutte e 20 e di queste ne sceglierà 7 che sono quelle riconosciute.



PRESIDENTE

L'emendamento viene ritirato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 15 della L.R. 60/79, modificato dalla L.R. 38/85, comma secondo il punto "o" è soppresso.
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, la ragione per la quale chiediamo la soppressione di questo organismo dalla Consulta è molto semplice. Chiedo di essere smentito, se necessario.
A noi risulta che questa associazione abbia una scarsa consistenza in Italia, verrebbe da dire quasi nulla nel senso che il rappresentante pressoché unico della associazione medesima è il signor Piodi. Non sappiamo quali siano le benemerenze del signor Piodi ad essere presente nella Consulta, forse ce n'è una sola: di aver dato alla Regione i trofei di caccia che sono depositati presso il Parco regionale "La Mandria". E' una donazione che pare sia stata stimata in un miliardo di lire. Mi pare per eccessivo che, oltre alla cascina (anzi alla casa messa a disposizione dalla Regione presso "La Mandria" come contropartita alla sua donazione, ma su questo non entro nel merito) gli si riservi addirittura un posto nella Consulta regionale per la caccia.
La ragione per la quale chiedevo la soppressione è sinteticamente questa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bruciamacchie.



PRESIDENTE

BRUCIAMACCHIE



PRESIDENTE

Sono dell'idea che all'interno della Consulta regionale sia mantenuta la presenza in questione. Mi domando però che significato ha mantenere lo stesso tipo di presenza in tutte le Consulte provinciali. Al di là delle raccomandazioni che esistono a livello europeo sul fatto che questa associazione sia presente ovunque, credo però che se può essere mantenuta per un contributo a livello regionale, credo anche che in una articolazione per sei diventi decisamente più difficile giustificarne la presenza. Valuti l'Assessore; forse dalle Consulte provinciali questa presenza potrebbe essere anche tolta.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Se il riferimento è alla persona secondo me è sbagliato, perché non è così. Se invece si tiene conto di quella che è la funzione della Commissione, questa è un'altra cosa. Fa parte della Commissione dell'ONU e non è solo il signor Piodi a livello regionale, in quanto ci sono altri rappresentanti in altre Province, ad eccezione di Vercelli. In altre Province vi è una rappresentanza nominata dal Comitato, non certo da Piodi.
Quanto diceva il Consigliere Bontempi a proposito della revisione non deve essere posto in questi termini, perché prima si deve verificare fino in fondo la funzione che ha svolto questa presenza nell'ambito della Consulta, dopodiché ci si potrà rendere conto se realmente occorre questa presenza a tale livello. Non si può discriminare subito su una presenza che esiste già da qualche anno.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 25 voti contrari e 3 astensioni (non ha partecipato alla votazione un Consigliere).
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 15 della L.R. 60/79, modificata dalla L.R. 38/85, dopo il quinto comma è aggiunto il comma: "I componenti di cui alle lett. c), d), e), f), g), h), l), n) non possono essere titolari di licenza di caccia, pena la decadenza immediata dalla nomina".
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Si tratta dei rappresentanti dell'UNCEM, dell'ANCI e via dicendo.
Questo emendamento si inserisce all'interno di una logica che noi abbiamo tentato di portare avanti. Devo riconoscere che ad alcuni risultati siamo pervenuti tutti insieme, ad esempio sulla necessità di riequilibrare all'interno delle Consulte una situazione assolutamente intollerabile determinata da uno squilibrio assurdo tra una parte e l'altra. E' proprio all'interno di questa logica che si inserisce il nostro emendamento affinché, una volta stabilita la pariteticità tra associazioni protezionistiche, cacciatori e associazioni agricole, gli altri membri non debbano essere palesemente partigiani rispetto a una delle associazioni che stanno all'interno della consulta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 31 voti contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 15 della L.R. 60/79, modificata dalla L.R. 38/85, dopo il quinto comma è aggiunto il seguente comma: "I componenti di cui alle lett. c), d), e), f), g), h), l), m), n), o) non possono essere titolari di licenza di caccia, pena la decadenza immediata dalla nomina".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 31 voti contrari.
Procediamo pertanto alla votazione per appello nominale dell'art. 5/nonies così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 34 Consiglieri hanno risposto NO 6 Consiglieri.
L'art. 5/nonies è approvato.
ART. 5/decies - Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: al comma secondo dell'art. 16 della L.R. 60/79, modificata dall'art.
9/bis della L.R. 38/85, è soppressa la lettera h).
La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Non può essere soppresso dopo che vi è stata l'approvazione da parte del Consiglio regionale e dopo che la Commissione ha compiuto gli accertamenti. Ciò significherebbe che nella revisione che faremo certe cose non saranno più tenute in considerazione.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

BRUCIAMACCHIE



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Anche con la soppressione che noi proponiamo gli si riconosce ugualmente un ruolo grande a livello regionale.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

E' un difensore delle cose che non vanno. Questa è una situazione che va corretta in termini seri.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

BRUCIAMACCHIE



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Noi vorremmo sopprimere questo punto.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Si dovrebbe proporre, per quanto riguarda i rappresentanti del CIC, un prelievo selettivo. Essendo già stato prelevato per la Consulta regionale lasciamo stare quello della Provincia, perché poi questo "povero Cristo" deve girare come una trottola.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 16 voti favorevoli e 23 voti contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Villa, Bruciamacchie, Santoni e Fracchia: i punti l), m), n) dell'art. 16 sono sostituiti dai seguenti: "l) sette rappresentanti delle associazioni venatorie riconosciute maggiormente rappresentative a livello regionale m) sette rappresentanti delle Organizzazioni Professionali Agricole maggiormente rappresentative a livello regionale n) sette rappresentanti delle associazioni naturalistiche e protezionistiche operanti nella Regione".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: al comma secondo dell'art. 16, della L.R. 60/79, modificata dalla L.R.
38/85, è soppressa la lettera l).
Tale emendamento viene ritirato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: al comma secondo dell'art. 16, della L.R. 60/79, modificata dalla L.R.
38/85, la lettera n) è sostituita dalla seguente: "n) i rappresentanti delle associazioni naturalistiche e protezionistiche operanti nella Provincia; detti rappresentanti non dovranno essere in numero inferiore a quelli delle associazioni venatorie".
Tale emendamento viene ritirato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 16 della L.R. 60/79 e sue modificazioni alla lettera n), dopo le parole "naturalistiche e protezionistiche" aggiungere le parole "elencate dal Decreto Ministro dell'Ambiente del 21 febbraio 1987".
Tale emendamento viene ritirato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: al comma secondo dell'art. 16 della L.R. 60/79, modificata dall'art.
9/bis della L.R. 38/85, è soppressa la lettera p).
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 26 voti contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: al comma secondo dell'art. 16 della L.R. 60/79, modificata dall'art.
9/bis della L.R. 38/85, si aggiunge il seguente comma: "I componenti di cui alle lett. l) e p) non dovranno aver subito sanzioni amministrative o penali per fatti relativi alla loro attività venatoria negli ultimi 5 anni, pena la decadenza immediata dall'ufficio".
La parola al Consigliere Montefalchesi per l'illustrazione.



MONTEFALCHESI Corrado

Con questo emendamento proponiamo che i rappresentanti delle associazioni venatorie e il rappresentante delle guardie giurate volontarie delle associazioni venatorie per far parte della Consulta non debbano aver subito sanzioni penali per fatti relativi all'attività venatoria negli ultimi 5 anni. L'Assessore ci aveva risposto che queste questioni per quanto riguarda la Consulta regionale sarebbero state normate nel regolamento. Vorremmo capire se la stessa cosa vale anche per la Consulta provinciale in questo caso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Quanto richiesto con l'emendamento in questione è esteso anche alla Consulta provinciale. Vale per l'una e per l'altra, cioè nel regolamento noi richiameremo sia la Consulta regionale che quella provinciale.
In sede di regolamento porremo questa condizione che varrà sia per i membri della Consulta regionale sia per quelli della Consulta provinciale.



MONTEFALCHESI Corrado

Ritiriamo quindi l'emendamento.



PRESIDENTE

Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: dopo il comma secondo dell'art. 16 della L.R. 60/79, modificata dall'art.
9/bis della L.R. 38/85, si aggiunge il seguente comma: "I componenti di cui alle lett. b), c), d), e), f), g), h), i), l), m), n) o), p) non dovranno essere titolari di licenze di caccia in corso di validità durante il loro mandato, pena il decadimento immediato dal loro ufficio".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 29 contrari.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 5/decies così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 35 Consiglieri hanno risposto NO 5 Consiglieri.
L'art. 5/decies è approvato.
ART. 5/undecies - Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 17 della L.R. 60/79, così come modificata dall'art. 10 della L.R. 38/85, al secondo comma sono soppresse le seguenti parole: "ai Comitati di gestione delle zone faunistiche omogenee di gestione sociale o".
La parola al Consigliere Ala per l'illustrazione.



ALA Nemesio

Vorrei illustrarlo cercando di ricordare non più certe cose che capitano ai professori, ma certe cose che capitano agli studenti quando vengono loro fatte domande a cui non sanno rispondere. A noi pare opportuno che il Consiglio provinciale autorizzi la Giunta provinciale a stipulare convenzioni per l'affidamento in gestione delle oasi di protezione e dei rifugi faunistici e delle zone di ripopolamento, soltanto a comitati di gestione ai quali partecipino in forma paritaria i rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole e delle associazioni venatorie, delle associazioni naturalistiche e protezionistiche, eccetera. Solo quando vi siano comitati di gestione con questa presenza paritaria, identica a quella che testé è stata ottenuta in merito alle Consulte. E' opportuno evitare invece quei tipi di comitati di gestione in cui non siano presenti queste forme paritarie o, detto a rovescio, in cui siano presenti soltanto le associazioni venatorie o emanazioni delle associazioni venatorie. Quindi far sì che sia sempre presente una gestione paritaria di tutte queste cose burocratiche, rispetto alle quali - a quest'ora - ritengo sia permessa la confusione. Fino a qualche giorno fa, io pensavo che il territorio e la fauna fossero non dico delle essenze in termine tomistico, ma almeno dei soggetti esistenti. Invece ho scoperto trattarsi unicamente di burocrazia che sta negli scaffali e negli archivi e agli atti. Comunque, se burocratica ha da essere, cerchiamo almeno sia pariteticamente burocratica.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli e 25 contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 17 della L.R. 60/79, così come modificata dall'art. 10 della L.R. 38/85, al secondo comma sono soppresse le parole "delle associazioni venatorie".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli e 28 contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 17 della L.R. 60/79, così come modificata dall'art. 10 della L.R. 38/85, al secondo comma dopo le parole "naturalistiche e protezionistiche nazionalmente riconosciute" aggiungere le parole "dal Decreto Ministro dell'Ambiente del 21 febbraio 1987".
Tale emendamento viene ritirato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 17 della L.R. 60/79, così come modificata dall'art. 10 della L.R. 38/85, il terzo comma è soppresso e sostituito con il seguente: "Tali convenzioni possono essere anche stipulate con singole associazioni naturalistiche o organizzazioni professionali agricole".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Questo emendamento prevede la stipula di convenzioni anche soltanto con le associazioni naturalistiche o le associazioni professionali agricole.
Darsi cioè il caso in cui non vi sia una forma paritetica, ma siano presenti soltanto associazioni professionali agricole o associazioni naturalistiche e protezionistiche.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

La Giunta non è favorevole ad accogliere questo emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli e 28 contrari.
ART. 5/duodecies - Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 18 della L.R. 60/79 e sue modificazioni, al punto quinto del primo comma, dopo le parole "protezionistiche riconosciute" aggiungere le parole "dal Decreto Ministro Ambiente del 21 febbraio 1987".
Tale emendamento viene ritirato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 18 della L.R. 60/79 e sue modificazioni, dopo il primo comma aggiungere il seguente comma: "i rappresentanti di cui sopra non devono essere titolari di licenza di caccia in corso di validità pena il decadimento immediato dal pubblico ufficio".
Tale emendamento viene ritirato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 18 della L.R. 60/79 e sue modificazioni, dopo il primo comma aggiungere il seguente comma: "i rappresentanti di cui sopra non devono aver subito sanzioni amministrative o penali relative alla loro attività venatoria, negli ultimi cinque anni, pena il decadimento immediato dal pubblico ufficio".
La parola al Consigliere Ala per l'illustrazione.



ALA Nemesio

Torniamo, anche nell'affrontare il punto della gestione sociale delle zone faunistiche omogenee, ad una serie di emendamenti che ricalcano quelli presentati per gli articoli precedenti. Tenendo presente le votazioni sugli articoli precedenti e le dichiarazioni dell'Assessore per quanto riguarda la titolarità del tesserino di caccia ecc., ovviamente questo emendamento viene ritirato. Chiederei un attimo l'attenzione del Consiglio (anche se sono le ore 20,05) al fine di valutare l'opportunità, anche all'interno della gestione delle zone faunistiche omogenee, di prevedere la pariteticità tra i rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole territorialmente interessate, i rappresentanti delle associazioni venatorie nazionali e i rappresentanti delle associazioni naturalistiche e protezionistiche, tenendo conto che la legge 60 riproduce sempre un meccanismo rispetto al quale noi abbiamo, in altri contesti, positivamente modificato i rapporti numerici. Da una parte c'è la disponibilità a ritirare quell'insieme di emendamenti che riguardano il tesserino; rispetto alle Consulte, invece, un invito a riaccogliere questa pariteticità fra tre tipi di presenze: venatorie, agricole e protezionistiche.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Comprendo la richiesta degli ambientalisti. Dico loro però che si tratta di affrontare, anche in termini di spesa, molti problemi. In termini proporzionali si può accettare la proposta, in termini di pariteticità la questione è diversa. Si tratta di gestione di zone faunistiche che sono diverse dalle oasi. Quindi la proposta della Giunta è di portare i rappresentanti da 3 a 5. Il concetto paritario non regge più perché non siamo di fronte ad una Consulta, ma si tratta di una gestione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Sono d'accordo con quanto diceva l'Assessore perché sono due questioni distinte: una è la Consulta e l'altro è un momento della gestione operativa, quindi è chiaro che bisogna riconoscere l'organizzazione, la responsabilità di chi gestisce e ha l'onere di assumere tutte le spese.
Sono d'accordo che non può esserci una rappresentanza paritaria.
Prendo l'occasione per suggerire un emendamento aggiuntivo all'art. 18: "Nelle more di adozione del regolamento tipo regionale, le Amministrazioni provinciali possono istituire in via sperimentale zone faunistiche omogenee di gestione sociale, sulla base di regolamenti provvisori provinciali conformemente ai principi stabiliti dal presente articolo".
Questa proposta aggiuntiva consente forse nel giro di breve tempo, di mettere mano a tutta la legge 60 per adeguarla in quei punti che sono stati ignorati, seppure oggetto di emendamenti, dal dibattito. Credo che la caccia andrà rinnovandosi nella misura in cui si riuscirà a realizzare un rapporto stretto cacciatori - ambiente agricolo, quindi ambientalista.
Andare verso le aziende di gestione faunistiche o le zone faunistiche omogenee di gestione sociale deve essere l'obiettivo che consente di valorizzare un'attività che nobile lo è sempre stata pur avendo dei momenti di caduta, ma che può essere rilanciata appunto in un rapporto stretto.
Poiché è difficoltoso procedere nella realizzazione di zone omogenee di gestione sociale mi permetto proporre questo inserimento che può essere un contributo ad un discorso di recupero complessivo di tutto l'universo ambientale nel quale debbono operare in perfetto equilibrio le varie componenti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

E' una materia molto complicata. Per questo è necessario giungere alla definizione delle zone faunistiche, altrimenti si corre il rischio di inventarci le cose. Quando si sostiene la necessità di una legge che risponda anche ai problemi legati alla fauna e all'equilibrio, si dovrà pur attendere la definizione del piano faunistico!



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Rossa.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 1 voto favorevole, 27 contrari e 4 astensioni.
L'emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo Montefalchesi e Staglianò è ritirato.
Emendamento presentato dal Consigliere Montefalchesi: l'art. 18 della L.R. 60/79 e successive modificazioni è così modificato: al primo comma, quarta interlinea, sostituire il n. 11 con il n. 5 al primo comma, quinta interlinea, sostituire il n. 3 con il n. 5.
Tale emendamento viene ritirato.
Emendamento presentato dalla Giunta regionale: all'art. 18 della L.R. 60/79 modificata dall'art. 11 della L.R. 38/85 al primo comma, quinta linea, il n. 3 è sostituito con il n. 5.
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi e favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: al comma sesto dell'art. 18 della L.R. 60/79, modificata dall'art. 11 della L.R. 38/85, alla prima interlinea, dopo le parole "produzione di" si sostituiscono le parole "selvaggina" con le parole "fauna selvatica".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 27 voti contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: al comma sesto dell'art. 18 della L.R. 60/79, modificata dall'art. 11 della L.R. 38/85, alla prima interlinea, dopo le parole "libertà della" si sostituisce la parola "selvaggina" con le parole "fauna selvatica".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 27 voti contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: al comma sesto dell'art. 18 della L.R. 60/79, modificata dall'art. 11 della L.R. 38/85, alla seconda interlinea, sostituire la parola "selvaggina" con le parole "fauna selvatica".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 27 voti contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: al comma sesto dell'art. 18 della L.R. 60/79, modificata dall'art. 11 della L.R. 38/85, alla terza interlinea, dopo le parole "venatorio comunque" si abroga la parola "non".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 27 voti contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: al comma sesto dell'art. 18 della L.R. 60/79, modificata dall'art. 11 della L.R. 38/85, alla quinta interlinea, le parole "comunque non superiore a tre" sono sostituite con le parole "comunque non inferiore a tre".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 27 voti contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: al comma settimo dell'art. 18 della L.R. 60/79, modificata dall'art. 11 della L.R. 38/85, la parola "selvaggina" è sostituita con le parole "fauna selvatica".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 27 voti contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: il comma ottavo dell'art. 18 della L.R. 60/79, modificata dall'art. 11 della L.R. 38/85, è così sostituito: "Le quote annue di partecipazione da versarsi alla Provincia vengono da questa trattenute per intero al fine di provvedere a spese di vigilanza".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Per venire incontro a queste dicerie, secondo le quali noi non saremmo attenti al problema delle Province, noi proponiamo che l'intera quota annua che viene data alle Province, venga interamente trattenuta dalle Province e che queste la destinino però unicamente a spese di vigilanza senza alcuna forma di promozione della fauna selvatica. Cosicché la vigilanza possa incominciare a diventare una cosa seria.



PRESIDENTE

Questo emendamento non è accolto in quanto il problema è già esaminato in altri regolamenti, quindi c'è già un indirizzo e sarebbe una ripetizione.



ALA Nemesio

Non è che sarebbe una ripetizione, ma è il fatto che qui una buona parte di questa cifra serve per altro. Non vorremmo che servisse per altro.
Certo, potremmo dire che potrebbe servire per altre cose ancora. Ma non potendo affrontare il problema in questi termini vogliamo limitare gli interventi all'unica cosa che è prevista da questo articolo e che condividiamo. I ripopolamenti si facciano con altri denari.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 28 voti contrari.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 5/duodecies così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri.
L'art. 5/duodecies è approvato.
ART. 5/terdecies - Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: l'art. 12 della L.R. 38/85, posto dopo l'art. 18 della L.R. 60/79, è soppresso.
Tale emendamento viene ritirato.
ART. 5/quaterdecies - Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: al comma primo dell'art. 19 della L.R. 60/79, modificata dall'art. 13 della L.R. 38/85, la parola "selvaggina" è sostituita dalle parole "fauna selvatica".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 28 voti contrari.
ART. 5/quinquies decies - Emendamenti presentati dai Consiglieri Bresso Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: al comma primo dell'art. 21 della L.R. 60/79, la parola "selvaggina" è sostituita con le parole "fauna selvatica" al comma secondo dell'art. 21 della L.R. 60/79, la parola "selvaggina" è sostituita con le parole "fauna selvatica".
Tali emendamenti sono ritirati.
ART. 5/sexties decies - Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: il comma primo dell'art. 26 della L.R. 60/79, modificata dall'art. 18/bis della L.R. 38/85, è abrogato e sostituito con il seguente: "Per ragioni di ordine bio-genetico è vietata su tutto il territorio regionale l'introduzione dall'estero di selvaggina viva".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

L'art. 26 è relativo all'introduzione di selvaggina dall'estero ovviamente si tratta di fauna selvatica, ma questo problema possiamo lasciarlo ora in secondo piano. Non è il caso di ripercorrere la storia dei cosiddetti ripopolamenti con fauna selvatica importata dall'estero dove si intende il termine "estero" non tanto in un'accezione burocratica di confini, quanto piuttosto nella più corretta accezione di fauna selvatica proveniente da habitat, da contesti ambientali diversi da quello che caratterizza nelle sue diversità la nostra Regione.
E' chiaro che anche fauna selvatica importata da altre Regioni italiane, molto diverse dalla nostra per caratteristiche climatiche ed ambientali, comporta gli stessi problemi. Sotto certi aspetti, la fauna importata da altri contesti alpini (anche se burocraticamente potrebbe essere considerata "estera") potrebbe essere molto più vicina di certa fauna importata da altre Regioni italiane. Questo ragionamento è difficile da introdurre in questo articolo. Però noi vorremmo cominciare ad introdurre la consapevolezza che, negli anni passati, l'importazione scriteriata di fauna selvatica proveniente da vari Paesi (soprattutto dall'Est europeo) ha comportato rischi e peggioramenti oggettivi della situazione faunistica della nostra regione.
Occorre non solo considerare che in questo modo abbiamo degli animali che corrono sul territorio per essere cacciati. Dobbiamo invece mettere in primo piano gli aspetti di tutela della fauna e delle sue caratteristiche.
Da parte nostra c'è una richiesta precisa di vietare l'importazione di fauna selvatica sotto specie di selvaggina perché chiaramente questa è carne da macello. Piuttosto la si importi congelata dall'Argentina, dalla Romania, dall'Ungheria, ma non la si importi viva per poi ammazzarla un po' di tempo dopo e soprattutto per inquinare (se mi si passa il termine) certi equilibri che invece devono evolversi e possono evolversi solamente con altri ritmi e con altri tempi.



PRESIDENTE

Dal punto di vista generale dei rapporti la competenza di importazioni non spetta alla Regione. In tutti i casi in cui si è accennato nelle nostre leggi ad importazione ed esportazione si è sempre trattato di rapporti regolati esclusivamente dagli organi statali.
La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

L'emendamento ha probabilmente un suo fondamento, simile ai tanti altri esposti in precedenza. Mi hanno colpito, per esempio, le argomentazioni a sostegno del cambiamento della dizione da "selvaggina" in "fauna selvatica", per rispetto delle sensibilità degli animali, suppongo.
Indubbiamente ci saranno ragioni valide. Io però sono contrario per due ragioni essenziali: la prima è che lo sappiamo tutti, da diversi mesi c'è una notevole apertura a livello internazionale; il chiudere l'importazione di selvaggina può contrastare una tendenza che invece è opportuno sostenere a livello mondiale. La seconda ragione è molto più semplice e mi tocca da vicino: abito vicino al confine dove la selvaggina di montagna, che non sa leggere, varca liberamente i confini!



ALA Nemesio

Non è che abbiamo vietato alla selvaggina di spostarsi da sola!



MONTEFALCHESI Corrado

Questo è un discorso serio e non va banalizzato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Ho apprezzato che il Consigliere Biazzi abbia detto che avrebbe preferito, per rispetto agli animali, la dizione "fauna selvatica" alla dizione "selvaggina".
Per quanto riguarda il resto, devo dire che c'è una legge, già approvata dal Commissario del Governo, che vieta l'introduzione dall'estero nel territorio regionale di selvaggina estranea alla fauna indigena. Se è vietato quello certamente possiamo vietare in generale l'introduzione di selvaggina o meglio di fauna selvatica. Il fatto della competenza non è in questione. Noi riteniamo che l'introduzione di animali, sia pure simili a quelli esistenti nel territorio regionale, ma non abituati a vivere nei nostri climi e nei nostri territori, possa non essere, per ragioni di ordine biogenetico, un fatto positivo. Non dimentichiamo anche che comunque non ci sarebbe da questo punto di vista nulla di grave perché favorirebbe ahimè, una turpe attività italiota, ma comunque almeno un'attività che non va a toccare la bilancia dei pagamenti e cioè il fatto che la selvaggina se deve essere immessa sul territorio regionale sia altresì allevata sul territorio regionale, quindi sia del tutto autoctona. E' sempre difficile stabilire se è estranea o meno, il concetto di estranea è complesso da definire; quindi potrebbe valere la pena di dire che è vietata l'introduzione dall'estero in genere della fauna selvatica viva. Non è vietato, non danneggia niente e nessuno, favorisce le attività di allevamento nazionali, rassicura sul patrimonio biogenetico della fauna selvatica, detta qui sempre selvaggina.
Volevo far rilevare che la nostra formulazione interviene anche su una serie di questioni marginali rispetto alla caccia, ma non marginali rispetto ad una battaglia di difesa della dignità degli animali, che è quella degli animali destinati ai giardini zoologici, ai circhi equestri spettacoli viaggianti e altre varie utilizzazioni. Ci rendiamo conto che la nostra formulazione nella sua interezza può non incontrare l'approvazione di tutto il Consiglio; forse però varrebbe la pena riflettere sul fatto che vietare l'importazione di animali destinati ai giardini zoologici e agli zoo safari non sarebbe proprio una cattiva idea. Pazienza per quelle specie tradizionalmente destinate all'allevamento e al commercio (pappagallini e altri). Certo anche per quelle non ci fa piacere, ma almeno risparmiamo quelle destinate ai giardini zoologici, dei quali si è decisa l'abolizione proprio a Torino. C'è stato un lungo dibattito nella comunità scientifica e naturalistica su questo problema.
Comunque volevo far rilevare che c'era anche questa questione, che non è marginale e su cui varrebbe la pena fare una riflessione; il nostro emendamento introduce anche questo aspetto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Noi voteremo contro questa proposta di emendamento oltre che per le ragioni molto opportune che ha illustrato il collega Biazzi, anche perch noi riteniamo che invece...



STAGLIANO' Gregorio Igor

Non si prendono sul serio gli argomenti altrui.



BRESSO Mercedes

Non vogliamo mettere il passaporto agli animali!



MIGNONE Andrea

Speriamo, perché altrimenti nel Comecon come facciamo ad andarci?



STAGLIANO' Gregorio Igor

Non bisogna banalizzare i problemi!



MIGNONE Andrea

Io credo che intanto non possiamo con legge regionale vietare una cosa che è consentita dalla Legge 968, la quale prevede in un apposito articolo la possibilità di introduzione dall'estero di selvaggina per scopi di ripopolamento e di rinsanguamento. Credo che su questo elemento ci dovrebbe essere una più attenta valutazione da parte del Consiglio regionale.
Voglio solo dire che certo l'obiettivo dell'avere specie autoctone allevate in Piemonte è un obiettivo da perseguire, ma che non per questo si deve vietare l'introduzione di selvaggina dall'estero.
Per quanto riguarda l'elemento della bilancia dei pagamenti, certo è un elemento che può essere preso in considerazione; andrebbe però preso in considerazione diciamo in ordine generale, ad esempio avendo presente come il ridurre la caccia in Piemonte incentivi molto andare a caccia all'estero e già andare a vedere quanto costa sulla bilancia dei pagamenti l'esercizio venatorio all'estero e in particolare nei Paesi dell'Est.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento testé discusso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 26 voti contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: al comma primo dell'art. 26 della L.R. 60/79, modificata dall'art. 18/bis della L.R. 38/85, la parola "selvaggina" è modificata con le parole "fauna selvatica".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 26 voti contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: al comma primo dell'art. 26 della L.R. 60/79, modificata dall'art.
18/bis della L.R. 38/85, sono abrogate le parole "ripopolamento o di".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Questo emendamento riguardante il primo comma, rispetto al problema che abbiamo finora affrontato, si presenta come un emendamento con una portata riduttiva, per così dire presentato in seconda battuta, termine che tra l'altro ben si adatta parlando di attività venatoria. Vi si chiede, vi si propone di limitare l'introduzione dall'estero di selvaggina viva al solo scopo di rinsanguamento evitando lo scopo del ripopolamento. Essendo i ripopolamenti quella cosa che sappiamo, in merito alla quale profonde e notevoli obiezioni possono essere espresse, noi preghiamo di limitare l'introduzione dall'estero di selvaggina viva solo a scopo di rinsanguamento. Un termine che ci sembra un po' da eugenetica tra le due guerre, ma comunque manteniamolo, visto che è scritto qui.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 28 voti contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: il comma secondo dell'art. 26 della L.R. 60/79, modificata dall'art.
18/bis della L.R. 38/85, è abrogato e sostituito con il seguente: "E' vietato introdurre dall'estero nel territorio regionale selvaggina estranea alla fauna indigena".
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, mi rendo conto che l'ora tarda induca a tagliare con l'accetta ed eccita la fantasia, però ho sentito degli argomenti che non stanno davvero in piedi al riguardo. E' stato detto che noi non possiamo far questo, non possiamo far quello, dopodiché l'articolo 26 prevede già la possibilità o meno di introdurre, non dice "deve", ma "può" introdurre, quindi se può, vuol dire che può anche derogare. Nello stesso tempo l'art. 13 della legge quadro nazionale dice esattamente le stesse parole che noi proponiamo; il secondo comma recita così: "E' vietato introdurre nel territorio nazionale selvaggina estranea alla fauna indigena". Esattamente quello che noi proponiamo!



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Bisogna essere più attenti e leggere tutto, c'è scritto anche "salvo".



STAGLIANO' Gregorio Igor

Sì, infatti noi proponiamo...



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Leggilo tutto!



STAGLIANO' Gregorio Igor

D'accordo: "...salvo che si tratti di animali destinati ai giardini zoologici o a circhi equestri e spettacoli viaggianti, o di specie tradizionalmente destinate all'allevamento e al commercio per fini ornamentali e amatoriali".
Siccome noi stiamo parlando di ripopolamento e di rinsanguamento, non ci pare che rientri nella fattispecie di cui discutiamo.
Io mi sto riferendo ad argomenti che sono stati usati, che non stanno in piedi. E' stato addirittura tirato fuori il passaporto per far viaggiare i volatili. Non si tratta di questo. Quindi si possono respingere - come state facendo a valanga - le nostre proposte, però con argomenti un po' più seri di quelli che sono stati usati al riguardo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 28 contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: dopo il comma secondo dell'art. 26 della L.R. 60/79, modificata dall'art.
18/bis della L.R. 38/85, è aggiunto il seguente comma: "E' vietato introdurre dall'estero nel territorio regionale animali destinati a giardini zoologici".
La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Questi emendamenti sono la spezzettatura del mezzo articolo di cui abbiamo proposto l'abolizione integrale. Possiamo considerarli già illustrati e chiederemmo di considerare la frase: "è vietato introdurre dall'estero nel territorio regionale animali destinati a giardini zoologici e agli zoo safari" per le ragioni che già dicevamo in quanto c'è stato un lungo dibattito nella comunità regionale dove si è arrivati a chiudere il giardino zoologico di Torino, perché i giardini zoologici non sono un fatto educativo.



PRESIDENTE

Il problema è se la Regione ha la competenza specifica per determinare la chiusura.
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 26 contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: dopo il comma secondo dell'art. 26 della L.R. 60/79, modificata dall'art.
18/bis della L.R. 38/85, è aggiunto il seguente comma quarto: "E' vietato introdurre dall'estero nel territorio regionale animali destinati ai circhi equestri".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 26 contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: dopo il comma secondo dell'art. 26 della L.R. 60/79, modificata dall'art.
18/bis della L.R. 38/85, è aggiunto il seguente comma quinto: "E' vietato introdurre dall'estero nel territorio regionale animali destinati agli spettacoli viaggianti".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 26 contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: dopo il comma secondo dell'art. 26 della L.R. 60/79, modificata dall'art.
18/bis della L.R. 38/85, è aggiunto il seguente comma sesto: "E' vietato introdurre dall'estero nel territorio regionale animali di specie destinate all'allevamento per fini ornamentali".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 26 contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: dopo il comma secondo dell'art. 26 della L.R. 60/79, modificata dall'art.
18/bis della L.R. 38/85, è aggiunto il seguente comma settimo: "E' vietato introdurre dall'estero nel territorio regionale animali di specie destinate al commercio per fini amatoriali".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 26 contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: dopo il comma secondo dell'art. 26 della L.R. 60/79, modificata dall'art.
18/bis della L.R. 38/85, è aggiunto il seguente comma ottavo: "E' vietato introdurre dall'estero nel territorio regionale animali destinati agli zoosafari".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole e pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 26 contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: dopo il comma secondo dell'art. 26 della L.R. 60/79, modificata dall'art.
18/bis della L.R. 38/85, è aggiunto il seguente comma nono: "E' vietato introdurre dall'estero nel territorio regionale animali destinati all'esposizione ed allo spettacolo in pubblico".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 30 voti contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: dopo il comma secondo dell'art. 26 della L.R. 60/79, modificata dall'art.
18/bis della L.R. 38/85, è aggiunto il seguente comma decimo: "E' vietato introdurre dall'estero nel territorio regionale animali non appartenenti alla fauna piemontese".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 26 voti contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: al comma terzo dell'art. 26 della L.R. 60/79, modificata dall'art. 18/bis della L.R. 38/85, sono abrogate le parole "per le attività di cui al primo comma".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 28 contrari.
ART. 5/septies decies - Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: il comma secondo dell'art. 27 della L.R. 60/79, modificata dall'art. 19 della L.R. 38/85, è soppresso.
Tale emendamento è ritirato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: al primo comma dell'art. 27 della L.R. 60/79, modificata dalla L.R.
38/85, sopprimere le parole "ripopolamento o".
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Noi siamo contrari ai ripopolamenti che è un'attività assurda, secondo cui si alleva della selvaggina come i polli in batteria e poi la si lancia per andare a sparare. Per questo proponiamo la soppressione delle parole "ripopolamento o" dall'art. 27.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 26 contrari.
ART. 5/octies decies - Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 34 della L.R. 60/79 e sue modificazioni, alla lett. a) del primo comma, dopo le parole "attraverso colloquio" aggiungere le parole "e prova scritta".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 28 voti contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 34 della L.R. 60/79 e sue modificazioni aggiungere dopo l'ultimo comma "le prove d'esame sono pubbliche".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Le prove d'esame pubbliche devono essere una garanzia per tutti in quanto con il superamento di quest'esame si concede il diritto di prendere in mano un fucile carico. E la collettività nazionale ha il diritto di avere delle garanzie sulla trasparenza e pubblicità delle sedi e dei momenti nei quali queste autorizzazioni vengono date. Questo accade già in altre Regioni. Non mi pare che questa sia una richiesta da "ambientalisti" verso coloro che ambientalisti non sono. Questo dovrebbe essere un principio della pubblica amministrazione, da valere come criterio generale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Invito l'Assessore a riflettere un attimo e ad accogliere questo emendamento, che mi pare molto importante. I cacciatori già hanno numerosi privilegi: possono invadere impunemente i terreni altrui, possono sparare contro animali, ovviamente inermi, che appartengono ad un patrimonio collettivo.
Qui si tratta di vedere con quale strumento debba esercitarsi questo tipo di attività. Intanto non è paragonabile, contrariamente a quanto si faceva notare dalla Presidenza, questo tipo di esame a quello della patente. Mi pare evidente che sia impossibile garantire la pubblicità della guida mentre uno guida, a meno che i pedoni non siano lì pronti ad osservare l'allievo lungo un percorso obbligatorio contornato dai pedoni stessi che applaudono; il che sarebbe anche bello.
In effetti l'esame dell'aspirante cacciatore si svolge davanti ad una Commissione composta da più persone, mi si dice prevalentemente cacciatori e pertanto è bene che i comuni cittadini, i quali possono giustamente temere anche per la loro incolumità, possano essere ammessi ad assistere all'esame stesso.
Si chiede qui semplicemente che questo esame sia paragonato a tutti gli esami che avvengono in Italia, nelle scuole di ogni ordine e grado e ne sia pertanto garantita la pubblicità.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 5/octies decies così modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 5/octies decies è approvato.
ART. 6 - Emendamento presentato dalla Giunta regionale: l'art. 6 è soppresso e sostituito dal seguente: "L'art. 41 della L.R. 60/79, modificata dall'art. 27 della L.R. n. 38/85 è abrogato e sostituito dal seguente: Articolo 41 - Carniere giornaliero e stagionale La Giunta regionale, sentite le Amministrazioni provinciali e la Consulta regionale per la tutela della fauna e la disciplina della caccia definisce, ai sensi dell'art. 38, per ogni stagione venatoria, sulla base delle condizioni faunistiche, ambientali, stagionali o climatiche nell'ambito del calendario venatorio di cui all'art. 42 l'elenco delle specie cacciabili.
Per ogni giornata di caccia al cacciatore è consentito il seguente abbattimento massimo: 2 capi di selvaggina stanziale di cui una sola lepre, otto capi delle specie migratorie di cui quattro tra palmipedi e trampolieri, tra i quali ultimi non più di due beccacce.
Durante l'intera stagione venatoria ogni cacciatore può abbattere complessivamente un numero di capi di selvaggina stanziale pari a 30 punti così computati: a) ungulati: 15 punti con il limite di un capo annuale, ad eccezione del cinghiale: 5 punti con il limite di due capi b) coturnice, lepre bianca, pernice bianca e gallo forcello: 10 punti per ciascun capo con un limite di due capi annuali per specie c) lepre comune: 4 punti per ciascun capo con un limite di cinque capi annuali d) starna: 5 punti per ciascun capo con un limite di cinque capi annuali e) colino della Virginia: mezzo punto per ciascun capo con un limite di 10 capi annuali f) coniglio selvatico e fagiano: nessun punto con un limite di 30 capi annuali per specie.
Fermo restando il limite di 30 punti, le Province possono stabilire per ogni stagione venatoria, nell'ambito della definizione del calendario per la zona delle Alpi, il punteggio e il limite dei capi per quanto riguarda: cinghiale, coturnice, lepre bianca, pernice bianca, gallo forcello e starna.
Durante l'intera stagione venatoria ogni cacciatore può inoltre abbattere complessivamente un numero di capi di specie migratorie o di specie non comprese tra quelle elencate nel terzo comma, non superiore a 90 di cui non più di 15 trampolieri e 30 palmipedi".
La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

L'emendamento ha tenuto conto della riduzione delle specie cacciabili.
Quindi si fa riferimento solo alle specie cacciabili perché precedentemente la proposta teneva conto di più specie.
Partendo dal punto a): ungulati: con il limite di un capo annuale ad eccezione del cinghiale, cinque punti con il limite di due capi coturnice, lepre bianca, pernice bianca e gallo forcello: dieci punti ciascuno, ciascun capo con limite di due capi annuali per specie lepre comune: quattro punti, per ciascun capo con un limite di cinque capi annuali starna: cinque punti per ciascun capo, con un limite di cinque capi annuali (come sapete c'è una sospensione di tre anni, quindi la starna non viene cacciata) colino della Virginia: mezzo punto per ciascun capo, con un limite di dieci capi coniglio selvatico e fagiano: nessun punto, con un limite di trenta capi annuali per specie.
Fermo restando i limiti di trenta punti le Province possono stabilire per ogni stagione venatoria nell'ambito della definizione del calendario per la zona delle Alpi, il punteggio e il limite dei capi per quanto riguarda: cinghiale, coturnice, lepre bianca, pernice bianca, gallo forcello e starna.
E' chiaro che la Provincia anche sulla base dei piani stabilirà il numero dei punteggi rispetto alle specie cacciabili che sono inserite fra queste specie. Durante l'intera stagione venatoria ogni cacciatore pu inoltre abbattere complessivamente un numero di capi e di specie migratorie e di specie non comprese tra quelle elencate nel terzo comma, non superiori a novanta di cui non più di quindici trampolieri e trenta palmipedi.
La riduzione delle specie è ridotta in particolare per l'ultima parte: noi diciamo novanta rispetto a cento. Qualcuno ha dato l'interpretazione che siano solo dieci specie, ma quando si parla di carniere si parla di specie cacciabili che ogni singolo cacciatore può cacciare. Se i cacciatori sono 70 mila e se la riduzione è dieci specie per ogni cacciatore, il totale delle specie risparmiate è 700 mila. Se è accettato il discorso delle specie cacciabili è chiaro che non si può entrare nel merito delle specie che poi costituiscono punteggio. Siccome dobbiamo stabilire un carniere, viene stabilito sulla base del numero dei capi e naturalmente si attribuisce un punteggio.
La proposta precedente è stata rivista sulla base di quanto è emerso in sede di dibattito consiliare.
Su questo non ho altro da dire. L'ho letto appositamente, perch diventa molto difficile interpretare che cosa vuol dire punteggio e cosa vuol dire capi cacciabili. Pertanto propongo la votazione dell'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Faccio una serie di osservazioni. Per quanto riguarda i punteggi, una rapida occhiata all'emendamento proposto dalla Giunta e alla situazione precedente dimostra che, tranne che per la lepre, non è successo niente nel senso che sono stati semplicemente dimezzati i punti globali consentiti ai cacciatori e dimezzati i punteggi per ogni specie cacciabile. Il che porta allo stesso risultato: se dimezzo da 60 a 30 e poi invece di 30 punti una specie vale 15 e quella che vale 10 diventa 5, non cambia assolutamente niente; queste elementari operazioni di aritmetica si riescono ancora a fare. L'unica differenza mi pare sia quella per la lepre oltre al fatto che viene diminuito il punteggio del cinghiale: la lepre è più protetta e il cinghiale è meno protetto. Queste sono le due differenze davvero irrilevanti, mentre ci sembrerebbe molto più importante tutelare la lepre bianca e la pernice bianca, che sono specie rarissime che si possono tutelare in termini di punteggio, o meglio ancora, piuttosto che parlare di punteggio parliamo di numero di capi annuali per specie, da due scendere almeno ad una. Queste tra l'altro non dovrebbero essere fra le specie cacciabili perché sono specie scomparse. E quelle poche le lasciamo ancora fra le specie cacciabili! Il secondo punto fondamentale è quello delle Province, cioè le Province possono stabilire il calendario e, nell'ambito del calendario, il punteggio e il limite dei capi per quanto riguarda la zona Alpi. Tranne che per il caso del cinghiale possono farlo per tutte quelle specie in imminente pericolo, o forse in alcuni casi, addirittura già scomparse, come la starna.
In tutti questi casi sembrerebbe - e chiedo conferma - che le Province possono addirittura aumentare il numero di capi cacciabili e diminuire anche il punteggio, cioè di fatto renderli più cacciabili. Viene detto che: "Fermo restando il limite di 30 punti, le Province possono stabilire per ogni stagione venatoria, nell'ambito della definizione del calendario per la zona Alpi, il punteggio e il limite dei capi per quanto riguarda il cinghiale, la coturnice, la lepre bianca, la pernice bianca, il gallo forcello e la starna". Ciò se in italiano vuol dire qualcosa significa che possono aumentare o diminuire. Allora deve essere chiarito che possono diminuire e non aumentare. In quell'ambito la pernice bianca invece di 10 punti ne vale 5. Vorremmo che fosse chiarito che almeno per queste specie particolarmente in pericolo non è possibile ridurre il punteggio attribuito.
Comunque concordo anche sul fatto che questo meccanismo di punteggi alla fine non è rilevantissimo. Mentre invece quello che è rilevantissimo è stabilire che un cacciatore può abbattere un numero di capi non superiore a 90, di cui non più di 15 trampolieri e 30 palmipedi. Siamo di fronte alle specie migratorie, cioè a quelle per cui tradizionalmente l'Italia è considerata terra di sterminio; nel nostro Paese è uno dei casi più gravi di infamia lo sterminio delle specie migratorie e scopriamo che proprio le specie migratorie non valgono niente; si può arrivare a cacciarne 90 di cui 15 trampolieri e 30 palmipedi. Novanta per ognuno dei 70 mila cacciatori è proprio una quantità sterminata, nel senso che questo è un limite che dice: "Prendete tutti quelli che volete". Questa sembra la tradizionale ospitalità italiana che si applica a tutti tranne alla fauna selvatica.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Questo l'abbiamo fatto d'intesa con l'Università rispetto alla situazione attuale, non l'ha fatto l'ufficio. Se noi siamo arrivati alla riduzione è perché ci siamo accorti che si poteva ridurre, anzi, devo dire il contrario: l'Università ci ha dato il limite di 100 specie che si potevano cacciare.
Ci sono a volte degli apprezzamenti che non sono accettabili in sede di Consiglio, bisogna parlare anche con le persone per rendersi conto della conoscenza del problema, altrimenti ognuno di noi fa degli apprezzamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri siamo arrivati ad un punto cruciale della legge.
Dobbiamo ricordare che tutta la nostra operazione (almeno la nostra non so quella degli altri) è portata a ridurre l'attività venatoria sul territorio regionale. Questo punto lo diamo per scontato o no? Con questo emendamento presentato dall'Assessore Moretti non viene dato per scontato questo punto. Una volta deciso che la caccia non la possiamo abolire in quest'aula, possiamo però - parlando di specie cacciabili - mirare ad una riduzione della pressione venatoria sul territorio regionale.
Sulle specie cacciabili cercheremo, a mente più lucida e tranquilla, di vedere che cosa è successo. O manteniamo il criterio che si tratta di ridurre la pressione venatoria sul territorio regionale attraverso questo articolo, oppure si viene meno ad uno degli obiettivi che era stato dichiarato anche dalle altre forze politiche in sede di discussione di questa legge.
Il modo per ridurre l'attività venatoria sulla nostra Regione, rispetto ai contenuti di questo articolo, è molto chiaro. Il numero di capi cacciabili deve essere drasticamente ridotto: primo, per le specie che sono rimaste cacciabili (questo va detto a chiare lettere); secondo, deve essere attentamente valutato il fatto che soprattutto (ultima parte dell'emendamento proposto dall'Assessore) per le specie per le quali non si danno punteggi è stata operata una limitatissima riduzione delle specie cacciabili, riducendole soltanto di dieci. Di fatto, si autorizza surrettiziamente che per le poche specie di questo tipo, fuori dall'elenco rimaste cacciabili, addirittura se ne possono cacciare di più. Se, infatti ad una riduzione di specie cacciabili non si accompagna una corrispettiva riduzione del numero dei capi, finisce che noi abbiamo novanta capi da abbattere all'interno di un numero di specie che grosso modo è ridotto alla metà, rispetto a quello contemplato dalla legge n. 60. Invece, con questo articolo, abbiamo la possibilità di dare un segno preciso della volontà di limitare l'attività venatoria. Sei milioni e mezzo di capi di fauna migratoria non è assolutamente ammissibile che siano ancora cacciabili. Se ci introduciamo nel contesto nel quale stiamo discutendo, che è il contesto di una richiesta referendaria che richiedeva che tutte queste novanta specie non fossero cacciabili, ci troviamo tra una proposta referendaria che diceva "zero" e una proposta della Giunta che dice "6 milioni e mezzo di capi". Riflettiamo sulla distanza tra zero e 6 milioni e mezzo rispetto a 7 milioni. Noi chiedevamo una riduzione da 7 milioni di capi a zero attraverso il referendum. Ci viene data una riduzione di mezzo milione di capi in tutto.
Ragioniamo in termini biecamente di numeri, che è un modo assolutamente inammissibile di ragionare visto che stiamo parlando di animali, di esseri viventi, di cose che con lo sport non hanno niente a che fare. Noi, con un articolo formulato in questo modo, sostanzialmente manteniamo inalterata la pressione venatoria, identica all'attuale sia pure in presenza di un numero di specie ridotto. Quindi, sulle specie che rimangono, noi aumentiamo la pressione e per di più questo in un contesto in cui l'istanza referendaria permetteva, nel contesto di tutta l'attività venatoria annuale, ad ogni cacciatore di uccidere in un anno due cinghiali, cinque lepri, dieci colini della Virginia e trenta fagiani. Questo era ciò che chiedevano i sottoscrittori del referendum.
Nell'emendamento proposto dalla Giunta pare che ci siano piccoli aggiustamenti, ma che assolutamente si sia smarrita per strada quella che era l'istanza referendaria e quella che era l'unica ipotesi seria di lavoro: una precisa ed anche pubblica accettazione da parte di questo Consiglio regionale di una drastica riduzione della caccia che per noi vuol dire la metà di tutto. L'unico emendamento accettabile, al di là di tutti gli emendamenti che abbiamo presentato caso per caso, è che tutto sia esattamente la metà. La pressione venatoria deve essere come minimo la metà, e questa metà è ancora lontana da ciò che veniva richiesto dall'istanza referendaria.
E' rimasto un numero più elevato di specie cacciabili, ma deve essere ben chiaro che l'attività venatoria deve diventare nella nostra Regione un'attività residuale, che deve essere boicottata dalla pubblica amministrazione e deve essere a malapena tollerata. Ripeto, deve essere un'attività residuale e non è pensabile che questo si risolva riducendo di dieci il numero dei capi cacciabili.
Inoltre è chiaro il fatto che non è accettabile che dopo una normativa del genere per le Province sia possibile liberalizzarla ancora di più.
Questo deve essere scritto in modo chiaro. Le Province possono solo operare per un ulteriore aumento dei punteggi attribuiti ai singoli capi e possono solo operare per una riduzione del numero dei capi cacciabili per ogni singola specie. Deve essere detto in modo chiaro che le Province possono solo intervenire in termini restrittivi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, affido a lei e ai colleghi che hanno voglia di sintonizzarsi su questa lunghezza d'onda una raccomandazione, una richiesta e cioè se un punto così importante, almeno per noi, ma oggettivamente per tutti, possa essere affrontato a quest'ora del giorno dopo sette ore ininterrotte...



BONINO Guido

Si può a qualsiasi ora!



STAGLIANO' Gregorio Igor

Il collega Bonino è molto agguerrito. Io mi rivolgevo anche a lui e mi rivolgo a lei, signor Presidente, in considerazione anche della riunione dei Capigruppo nella quale abbiamo manifestato il nostro punto di vista, le nostre esigenze anche in relazione a un punto di vista ben preciso. Nel merito dell'emendamento della Giunta per il momento non vado oltre quanto opportunamente e in maniera molto puntuale hanno detto già i colleghi Ala e Bresso. Intervenivo semplicemente per richiamare la sua attenzione sulla opportunità o meno di sospendere questo punto della discussione, a meno che il collega Bonino voglia fare la mezzanotte, anche l'una o le due; quindi proponevo di affrontare questo punto a mente più tranquilla e serena magari dopo aver dato la possibilità all'Assessore di riflettere sul punto di vista che ci siamo sforzati di portare finora.
Affido a lei queste considerazioni, se poi si ritiene invece di voler fare il forcing finale noi siamo pronti, signor Presidente. Forse un forcing finale su questa questione non fa bene all'equilibrio e alla coerenza generale della legge su questo punto, perché quello che noi stiamo cercando di evidenziare è la correlazione che ci pare indispensabile fra quanto si afferma qui e quanto si è affermato nell'articolo relativo alle specie cacciabili, per tutte le ragioni dette e magari per qualcun'altra che se occorre ripeteremo.



PRESIDENTE

Non spetta a me determinare la sospensione dei lavori, bensì ai Presidenti dei Gruppi. Non vedo in questo senso indicazioni dai Capigruppo del Consiglio regionale.



BRIZIO Gian Paolo

Noi siamo per chiudere questo argomento, per andare avanti. Siamo per discutere nel merito.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Non vorrei apparire come quello che tratta la merce, perché mi diventa molto difficile. Ho detto che lo studio è stato fatto in modo tale da avere una situazione rispetto alla popolazione delle specie. Quanto sto per aggiungere non è a difesa dei cacciatori, perché chi ha conosciuto il problema nel corso degli anni si è potuto rendere conto delle situazioni: i cacciatori difficilmente raggiungono le 90 specie, non so che percentuale ci può essere, quindi sarei del parere di raccogliere la proposta di ridurre ancora le specie. Io però non faccio mercanzia su questi temi, ho svolto questo ruolo partendo da dati scientifici, dagli studi e dagli approfondimenti che sono stati fatti da parte dell'Università.
Pertanto la Giunta propone la riduzione del numero di capi di specie migratorie da 90 a 80.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Ognuno valuterà la proposta appena fatta dall'Assessore Moretti a nome della Giunta. Io voglio dire che per il rispetto del lavoro e delle ore che abbiamo passato qua dentro, credo che non si possa fare una legge (il giudizio poi alla fine ognuno lo darà) per poi vanificare tutto con il carniere. La proposta dell'articolo l'ho letta e la leggo in questo senso: prima rispetto alla selvaggina stanziale c'era un tetto massimo di 60 punti, oggi di 30 punti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Sono i capi cacciabili.



MONTEFALCHESI Corrado

Sì sono i capi cacciabili. Allora per arrivare a un tetto massimo di 60 punti, prima un cacciatore che cacciava un ungulato del tetto massimo assorbiva la metà, oggi assorbe ancora la metà del tetto massimo dei punti con un ungulato; con il cinghiale prima assorbiva un quarto dei punti adesso assorbe un quinto dei punti. Della fauna alpina (coturnice, lepre bianca, pernice bianca, gallo forcello) prima assorbiva un terzo del tetto massimo dei punti, adesso assorbe un terzo del tetto massimo dei punti per ogni specie cacciata.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Sono state ridotte le specie cacciabili.



MONTEFALCHESI Corrado

E' vero sono state ridotte le specie cacciabili da 3 a 2. Questo è un passo in avanti.
Per la lepre comune invece c'è una maggiore tutela, perché prima assorbiva un dodicesimo dei punti, adesso assorbe un settimo dei punti. La starna prima assorbiva un sesto dei punti, adesso assorbe un sesto dei punti e così per il colino della Virginia.
Nella sostanza, rispetto alla selvaggina stanziale: non è cambiato praticamente nulla. Fermiamoci un attimo alla selvaggina stanziale, non essendo cambiato praticamente nulla rispetto alla quantità complessiva dei capi che il cacciatore poteva cacciare, che cosa significa? Significa che riducendo come è stato fatto all'articolo 38 il numero delle specie cacciabili avviene una fortissima pressione venatoria su quelle rimaste.
Questa è la questione.



MIGNONE Andrea

Allora, non bisognava ridurre le specie cacciabili. Corrado, parlavamo di questo a Cengio.



MONTEFALCHESI Corrado

Andrea, io ti do la risposta che ti ho dato a Cengio. La soluzione ce l'ho anch'io ed è un'altra: è quella di ridurre drasticamente il carniere.
Ho voluto evidenziare questa cosa perché il rischio è che si sottopongano ad una pressione venatoria fortissima le specie della selvaggina stanziale rimaste. E' un problema di cui noi ci facciamo carico, ma del quale tutti dovrebbero farsi carico, perché altrimenti da qui a due anni dovremo andare a tutelare le specie della selvaggina stanziale (che abbiamo lasciato cacciabile), perché sono in via di estinzione.
Rilevo invece che sull'ultimo punto per quanto riguarda le specie migratorie c'è un miglioramento, ma insufficiente perché non tocca la selvaggina stanziale, quindi invito la Giunta a riflettere su questo e per quanto riguarda le specie migratorie valutare una opportuna riduzione dei palmipedi.



PRESIDENTE

Procediamo all'esame dei sub-emendamenti presentati all'emendamento della Giunta regionale.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo Montefalchesi e Staglianò: al terzo comma le parole "30 punti" sono abrogate e sostituite con "15 punti".
Tale sub-emendamento viene ritirato.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo Montefalchesi e Staglianò: al terzo comma, lett. a) le parole "15 punti" sono abrogate e sostituite con le parole "30 punti".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Il primo sub-emendamento che proponiamo all'emendamento proposto dalla Giunta recita: "ungulati, 30 punti con il limite di 1 capo annuale, anzich 15 punti". Avevamo chiesto che gli ungulati, ad eccezione del cinghiale non fossero tra le specie cacciabili. La proposta in merito che facciamo è la seguente: chi abbatte, uccide, massacra, fa fuori e sinonimi del genere un camoscio, per quell'anno ha chiuso la propria attività venatoria.
Quindi, un camoscio è uguale al carniere annuo. Trenta punti il carniere trenta punti il camoscio.



PRESIDENTE

Pongo in votazione il sub-emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 28 contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo Montefalchesi e Staglianò: al terzo comma, lett. a) le parole "5 punti" sono abrogate e sostituite dalle parole "15 punti".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Si tratta del cinghiale: quindici punti, con limite di due capi.
Con tutti questi emendamenti, noi miriamo a ridurre del 50% il carniere e lo faremo pezzo per pezzo, specie per specie.



PRESIDENTE

Il cinghiale viene posto a quindici punti. Io però osservo che il cinghiale è una specie ormai largamente allevabile, perché voi sapete che non c'è più il cinghiale vero, ma è un incrocio.



ALA Nemesio

Sì. E' il risultato scriteriato dei ripopolamenti scriteriati con la selvaggina importata dall'estero.



PRESIDENTE

Abbiamo gli allevamenti in provincia di Cuneo.
Pongo in votazione il sub-emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 28 contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo Montefalchesi e Staglianò: al terzo comma, lett. b) le parole "10 punti" sono abrogate e sostituite dalle parole "20 punti".
Mi chiedo chi prenderà mai una lepre bianca o una pernice bianca. Non esistono.
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

A maggior ragione, in quanto di lepri bianche e pernici bianche in pratica non ne esistono quasi più, il punteggio andrebbe aumentato al fine di tutelare maggiormente queste specie, che è vero che si possono abbattere su piani di prelievo selettivo, però è anche vero che nel carniere un segnale rispetto alla precedente formulazione della legge 60 andrebbe dato.
Per questo proponiamo di portare il punteggio da dieci a venti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Vorrei fare rilevare che c'è un emendamento successivo che potrebbe anche essere accolto in alternativa, perché forse è ancora più rilevante.
Visto che si tratta dello stesso punto, forse vale la pena illustrarlo congiuntamente. Per cui, se non si vuole intervenire sul punteggio si accolga, almeno per queste specie, di ridurne la caccia ad un solo capo anche se sarebbe meglio eliminarla in quanto sono specie praticamente estinte. Non capisco perché si possa avere un solo capo per gli ungulati e non vi possa essere un solo capo per queste specie. Non c'è nessuna ragione impediente.



PRESIDENTE

Pongo in votazione il sub-emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 27 contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo Montefalchesi e Staglianò: al terzo comma, lett. b) le parole "due capi annuali per specie" sono abrogate e sostituite con le parole "un capo annuale per specie".
Pongo in votazione il sub-emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 26 contrari.
Sub-emendamento dei Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: al terzo comma, lett. c) le parole "4 punti" sono abrogate e sostituite dalle parole "10 punti".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, illustro il sub-emendamento, tenendo conto di quanto in precedenza detto dalla collega Bresso.
Come ho già detto tempo fa, mi pare che all'interno di questo articolo si stiano vanificando quei pochi buoni propositi che a noi pareva circolassero all'interno del Consiglio regionale. Si sta votando e respingendo, emendamento dopo emendamento, tutti gli emendamenti da noi presentati. A questo punto ci viene da dire, su questo articolo, troppo pochi: era l'articolo ideale per i duemila emendamenti di merito. Il colino della Virginia, che è l'animale più derelitto del creato, è stato declassato a mezzo punto ed è quasi paragonabile ad un oggetto dato in omaggio con la raccolta punti dei prodotti del "Mulino Bianco", che con 4 prodotti regala una ciotola con un colino della Virginia già spennato surgelato e pronto per essere mangiato. Tolto il colino della Virginia cerchiamo di capire come, con questo articolo, sta andando a fondo ogni buon proposito di fare una seria legge sulla tutela della fauna e la disciplina della caccia. Si sta approvando a pezzetti una pressione venatoria simile a quella esistente. Non riusciamo ad essere convinti - e lo stesso Presidente del Consiglio lo ha sussurrato poco fa - che la riduzione proposta sia una concreta riduzione della pressione venatoria soltanto perché, bontà loro, alcuni cacciatori portano gli occhiali e quindi non riescono a far fuori 100 capi già adesso. Un Consiglio regionale non può fare affidamento sull'imperizia dei cacciatori per la tutela della fauna. Deve affidare questa tutela ad una legge seria che limiti drasticamente questo prelievo. La lepre è animale più comune e quindi all'interno di una filosofia, non sempre condivisibile di tutela delle specie meno numerose sul territorio regionale e per questo più meritevoli di attenzione, troviamo il meccanismo dei diversi punteggi. Questo si traduce, nel pensiero dei cacciatori in un modello mitico: da un lato, c'è l'animale plebeo, dall'altro ci sono gli animali mitici, come il camoscio il gallo forcello e la pernice rossa. Quest'ultima è diventata così mitologica da essere ormai un mostro di Lochness che si trova soltanto in qualche lago della Scozia.
Noi manteniamo questo criterio dei punteggi, ma vi invitiamo nuovamente a riflettere sul fatto che così stanno crollando il vostro impianto e la vostra filosofia della legge che fin qui avete sostenuto.
Sconcertati vediamo l'abbandono quasi totale di una delle forze politiche presenti nell'aula regionale che aveva fatto sua l'ipotesi di una buona rigorosa e seria presenza e gestione di questa legge.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale sub-emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 24 contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo Montefalchesi e Staglianò: al terzo comma, lett. c) le parole "cinque capi annuali" sono abrogate e sostituite dalle parole "due capi annuali".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Questo articolo è quello con il quale si sta cercando di mandare a fondo qualsiasi ipotesi di miglioramento della legge. Vediamo come questo andare a fondo avvenga con una certa lentezza e con la possibilità magari ad un certo punto, di accorgersene e di predisporre qualche salvagente. Noi vi offriamo questo salvagente (più che un salvagente è un salva lepri): anziché 5, solo due capi annuali di lepri e leprotti per ogni cacciatore della nostra regione. Sarebbero 140 mila all'anno anziché 350 mila.



PRESIDENTE

Pongo in votazione il sub-emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 30 contrari.
Sub-emendamento presentato dal Consigliere Rossa: al terzo comma, punto d) dopo la parola "starna" aggiungere le parole "e pernice rossa".
Tale sub-emendamento viene ritirato.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo Montefalchesi e Staglianò: al quarto comma, lett. d) le parole "5 punti" sono abrogate e sostituite con le parole "15 punti".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, in questo emendamento tocchiamo un'altra questione delicata ed importante. A questo proposito, dobbiamo ricordarci quanto è stato detto la scorsa settimana in quest'aula: sulla starna c'è stata una specie di dichiarazione unanime. La starna non c'è più, bisogna fare una moratoria e vietarne la caccia per tre anni. Dopo aver detto tutto questo (d'accordo che qui stiamo ragionando in termini di mercato dei calciatori all'Hotel Gallia di Milano), non possiamo attribuire alla starna lo stesso punteggio del cinghiale. Di cinghiali la regione è piena mentre invece di starne non ce ne sono più. Non possiamo assolutamente pensare che la starna sia valutata meno delle specie della fauna alpina come la coturnice e la pernice bianca quando in un articolo precedente, proprio rispetto alla starna, abbiamo preso misure ancora più restrittive. La questione è di trarre le conseguenze da quanto abbiamo deciso in un altro articolo, è questione di coerenza legislativa all'interno della burocrazia, per quanto qui la burocrazia abbia una delle sue forme di degradazione, simili a quelle alle quali si giunge molto spesso. Stiamo burocratizzando degli esseri viventi, però all'interno di questo dovrebbe esserci una razionalità nell'irrazionalità complessiva della burocrazia. Vi prego soltanto di recuperarla, assegnando alla starna un punteggio che rispecchi la sua rarità. Rendiamola animale mitico come abbiamo deciso di fare per i camosci e cerchiamo almeno di riprodurre in questo articolo una tutela che questa stessa aula pochi giorni fa ha deciso di introdurre in un altro articolo.



PRESIDENTE

L'Assessore dice che la caccia alla starna è vietata per tre anni quindi non fa neanche punteggio.



ALA Nemesio

Lo so, però perché vale così poco? Non ho detto di abrogarla dal carniere, ho detto di attribuirle più punti.



PRESIDENTE

Pongo il votazione il sub-emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli e 30 contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo Montefalchesi e Staglianò: al terzo comma, lett. d) le parole "cinque capi annuali" sono abrogate e sostituite con le parole "due capi annuali".
Pongo in votazione il sub-emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 29 contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo Montefalchesi e Staglianò: al terzo comma, punto e) le parole "mezzo punto" sono abrogate e sostituite dalle parole "cinque punti".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Ho deciso di votare una parte della mia attività politica alla tutela del colino della Virginia, animale disprezzato da tutti! Vorrei fare una perorazione per il colino della Virginia, animale disprezzato da tutti, che dopo essere stato "immigrato", noi consideriamo straniero. Qui stiamo verificando la nostra incapacità di tollerare gli stranieri. Noi abbiamo affermato di essere contrari all'importazione di fauna selvatica dall'estero per i ripopolamenti, abbiamo cercato di introdurre questo elemento proprio per impedire che si riproducessero incresciose situazioni come quella del colino della Virginia, questa sorta di "marocchino" che ormai non desideriamo più, che vogliamo sterminare e togliere dalla nostra fauna dopo che ve l'abbiamo inserito. Adesso non lo rispettiamo più e lo consideriamo brutto. Yankee go home. Ecco riaffiorare all'interno di una certa parte della cultura della nostra regione, questo odio antiamericano che si unisce all'odio per gli stranieri. Quindi il colino della Virginia non deve valere mezzo punto, non deve valere 10 o 15 punti, ma deve valere 30 punti. Ciò è impossibile, quindi chiediamo 5 punti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Signor Presidente, al di là delle cose dette dal collega Ala, vorrei capire qual è la logica che porta a trattare questo reietto, questo animale che tutti vogliono uccidere, nel modo con cui viene trattato. Le fattezze di questo esemplare si trovano ben descritte nel testo "Regione Piemonte Ambiente, fauna e caccia" edito dalla Regione nell'anno 1981. Il colino della Virginia è di origine nord-americana, un fasianide, introdotto in varie parti d'Europa (quindi anche in Italia) a scopo venatorio.
Introdotto, per essere cacciato! La specie pare essersi bene ambientata in alcune zone del Piemonte, quindi c'è, non è inesistente come è stato detto e vive in particolare lungo le rive del Ticino novarese, nel Biellese e sulle colline astigiane.
La domanda è questa, Assessore: siccome il colino è stato importato soltanto per essere cacciato mi chiedo perché valga soltanto O,5 punti cosa è accaduto al palato dei cacciatori per giungere a disprezzare in questo modo il povero colino della Virginia all'uopo qui deportato?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Parrebbe una cosa strana dover intervenire su un problema come questo.
Però, come è stato detto in precedenza sugli emendamenti che abbiamo presentato a questo articolo, noi siamo di fronte al tentativo di reintrodurre cose che pareva fossero state gentilmente concesse nei giorni passati.
Non riteniamo che questo tentativo debba essere considerato un errore perché era già compreso nella strategia di chi ha votato sino ad ora la legge. Perché dico questo? Perché circolava nei corridoi la voce che sugli articoli 4 o 5 si poteva arrivare a degli accomodamenti. Tanto in qualche modo, successivamente, si sarebbe arrivati a recuperare alcune cose perse per strada. Se i cacciatori che sono presenti nelle tribune, e anche quelli che se ne sono andati, potessero parlare, non potrebbero che confermare questo tentativo che in qualche modo sta sortendo determinati effetti.
A questo punto del dibattito ritengo che si debba rivalutare il nostro atteggiamento nei confronti non di una disponibilità, ma di una comprensione rispetto al fatto che, comunque la legge fosse stata approvata, noi ritenevamo - e lo ripetiamo che si dovesse andare al referendum e che quindi l'approvazione di una legge, anche modificata, non avrebbe intaccato la realtà del referendum. Se questa è la situazione io ritengo che a questo punto o si riflette un istante sui contenuti che vengono ad essere dati a questo articolo o diversamente credo che si debba cercare di individuare la strada da percorrere. Quindi chiedo che si faccia lo sforzo di una riflessione, chiudendo qui il dibattito su questo articolo e riprendendolo domani mattina con più tranquillità. Vorrei capire se corrisponde al vero questa situazione, io sto verificando nel concreto il tentativo di far passare dalla finestra quello che, sia pure in modo largamente insufficiente, era uscito dalla porta. Siccome questo non lo possiamo accettare e noi abbiamo ancora degli emendamenti sui quali intendiamo misurarci, a questo punto noi chiediamo, per un atto di disponibilità e di riflessione, che si soprassieda all'approvazione di questo articolo per andare a domattina. Diversamente noi chiediamo 10 minuti di sospensione per verificare il nostro comportamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione il sub-emendamento, che peraltro è stato ampiamente illustrato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 33 contrari.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 22,25 riprende alle ore 22,40)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Continuiamo l'esame dei sub-emendamenti all'emendamento della Giunta regionale.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo Montefalchesi e Staglianò: al comma terzo, lett. e) le parole "10 capi annuali" sono abrogate e sostituite dalle parole "5 capi annuali".
Pongo in votazione il sub-emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 32 contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo Montefalchesi e Staglianò: al comma terzo, lett. f) le parole "nessun punto" sono abrogate e sostituite dalle parole "2 punti".
Pongo in votazione il sub-emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 31 contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo Montefalchesi e Staglianò: al comma terzo, punto f) le parole "30 capi annuali" sono abrogate e sostituite dalle parole "15 capi annuali".
Pongo in votazione il sub-emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 31 contrari.
Sub-emendamento presentato dal Consigliere Montefalchesi: il quarto comma è soppresso.
La parola al Consigliere Montefalchesi per l'illustrazione.



MONTEFALCHESI Corrado

Noi riteniamo che le Province debbano restare rigidamente all'interno del carniere così come è prestabilito senza possibilità di deroga alcuna.
Per questo proponiamo di sopprimere il comma.



PRESIDENTE

L'Assessore aveva già risposto a proposito di questo punto.
Pongo in votazione il sub-emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 31 contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo Montefalchesi e Staglianò: al comma quarto, la cifra "90" è sostituita dalla cifra "40" (e le altre cifre con "10" e "10").
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

L'emendamento precedente è sostituito da quello che abbiamo appena presentato. E' un emendamento all'ultimo comma. E' il frutto della veloce riunione che abbiamo fatto. Vogliamo fare un estremo tentativo, sperando nella disponibilità e ragionevolezza del Consiglio regionale ad accogliere la nostra proposta, perché la nostra preoccupazione è che a fronte delle riduzioni delle specie cacciabili si rischia di determinare una fortissima pressione sulle specie che rimangono cacciabili provocando grossi problemi di equilibrio. Per questo motivo abbiamo presentato l'emendamento che propone di sostituire il numero di "90 specie migratorie cacciabili" con "40, 50, 60 o 70". Questi sono i quattro livelli che proponiamo e ci auguriamo che almeno a uno di questi livelli il Consiglio regionale accolga questo emendamento. Almeno a 70 che è il numero massimo delle specie migratorie cacciabili durante l'intera stagione venatoria.



PRESIDENTE

Pongo in votazione il sub-emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli e 28 contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo Montefalchesi e Staglianò: al comma quarto, la cifra "90" è sostituita dalla cifra "50" (e le altre cifre con "10" e "15").
Pongo in votazione il sub-emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 28 contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo Montefalchesi e Staglianò: al comma quarto la cifra "90" è sostituita dalla cifra "60" (e le altre cifre con "12" e "18").
Pongo in votazione il sub-emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 28 contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo Montefalchesi e Staglianò: al comma quarto la cifra "90" è sostituita dalla cifra "70" (e le altre cifre con "15" e "20").
L'Assessore Moretti propone il seguente sub-emendamento al sub-emendamento: la cifra "20" viene sostituita con la cifra "30".
La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Voglio esprimere la mia gioia perché 30 specie non reciteranno più "settembre andiamo è tempo di morire", almeno quelle.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione il sub-emendamento presentato dall'Assessore Moretti.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo Montefalchesi e Staglianò: al quinto e ultimo comma le parole "non superiore a 90 di cui non più di 15 trampolieri e 30 palmipedi" sono abrogate e sostituite dalle parole "non superiore a 10 di cui 5 trampolieri e 5 palmipedi".
Tale sub-emendamento viene ritirato.
Pongo ora in votazione l'emendamento presentato dalla Giunta regionale così modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
Pertanto si considerano decaduti gli emendamenti dei Consiglieri Bresso Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò dal n. 1 al n. 74, il cui testo è archiviato nel fascicolo del progetto di legge in questione.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 6 nel testo così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo Montefalchesi e Staglianò: L'art. 7 è soppresso.
Emendamento presentato dalla Giunta regionale: al comma secondo dell'art. 42 della L.R. 60/79 le parole "informa sui" sono sostituite dalle seguenti parole "riguarda i".
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

La logica dell'emendamento della Giunta di sostituire le parole "il calendario venatorio informa sui" seguenti oggetti, con le parole "riguarda i" seguenti oggetti è in una logica del disegno della Giunta. Disegno di legge della Giunta che rinviava sia per le specie cacciabili, sia per le giornate di caccia al calendario venatorio.
Caduta quella logica, a me sembra che debba rimanere il vecchio testo della legge 60 e cioè "il calendario venatorio informa sui seguenti oggetti: specie cacciabili, giornate di caccia ...", che sono già normate nella legge se verrà approvata.
A nostro avviso quindi deve essere ripristinato il vecchio testo abrogando l'articolo.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

La Giunta non accoglie l'emendamento del Consigliere Montefalchesi.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala Reburdo, Montefalchesi e Staglianò.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 34 voti contrari.
Pongo in votazione l'emendamento presentato dalla Giunta regionale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli e 6 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 7, così modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Emendamento presentato dalla Giunta regionale: il comma primo dell'art. 8 "All'art. 45 della L.R. 60/79, modificata dall'art. 28 della L.R. 18/4/85 n. 38, la lett. f) è così sostituita: 'è così modificato: "all'art. 45 della L.R. 60/79, modificata dall'art. 28 della L.R. 38/85 la lett. f) è abrogata e sostituita dalla seguente:"'".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli e 6 astensioni.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: dopo il comma primo dell'art. 45 della L.R. 60/79, modificata dall'art.
28 della L.R. 38/85, si aggiunge il seguente comma: "Considerato il chiaro messaggio diseducativo che proviene dalla caccia con il suo carico di sangue, violenza e disparità di mezzi tra la vittima ed il suo carnefice, messaggio al quale il legislatore ritiene debbano essere sottratti i giovani, si vieta qualsiasi forma di esercizio della caccia come descritto dall'art. 21, in presenza di minorenni".
La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Quando, dopo l'articolo che parlava del carniere, chiedevamo una sospensione era perché ci rendevamo conto che esistono ancora alcuni emendamenti non di grandissima rilevanza pratica, ma che tendono ad affrontare il problema dal punto di vista educativo, etico e morale in una società dove l'uso della violenza è sostanzialmente organizzato. Lo stesso sistema educativo della radio-televisione incentiva il modello del "Rambo" che deve vincere contro gli uomini e contro la natura. E' un modello che purtroppo si è affermato in chi gestisce le forme di informazione e anche di formazione stessa.
Anche se siamo in un Paese dove le edicole sono piene di riviste che aiutano a migliorare le nostre condizioni di autodifesa, sarebbe bene che la Presidenza del Consiglio regionale facesse una esposizione di tutte le riviste che incentivano l'uso delle armi e della violenza. Questo servirebbe ad avere un quadro di cosa sta succedendo nella pubblicistica del nostro Paese. Tra l'altro, abbiamo un Ministro piemontese, Zanone, che si vanta di aver guidato per un'ora l'aereo "Tornado". Pensate, un Ministro della Repubblica che si vanta di avere guidato per un'ora un aereo di morte, un aereo che porta testate atomiche, che vola a migliaia di chilometri di distanza, un aereo che costa più di 70 miliardi e che per il suo elevato costo contribuisce ad affamare e ad ammazzare milioni di bambini nel mondo. Questo è un Ministro della Repubblica Italiana. Non dico questo per spirito polemico; però quello che ne deduco è che se nelle alte sfere dello Stato esistono queste ambizioni rambesche, petto in avanti alla guida della nostra flotta (che a mala pena entra nel Golfo Persico!) allora davvero è questa l'idea con la quale nel nostro Paese si educa alla non violenza, alla comprensione reciproca, alla necessità di superare una posizione di imposizione della forza nei confronti degli altri! Così anche la caccia - nel suo piccolo ben si intende - contribuisce in modo determinante alla formazione di una certa cultura nella fascia giovanile.
In un Paese dove esiste ancora il tiro al piccione, è del tutto evidente che l'uso delle armi è un uso fortemente diseducativo.
Per questo riteniamo che una restrizione dell'esercizio della caccia per quanto riguarda l'area più prettamente giovanile, contribuisca ad evitare che la cultura della forza e della violenza passi anche nella coscienza dei giovani.
Questo emendamento, come tutti quelli che seguiranno, non è buttato lì tanto per creare ulteriori problemi, ma è una provocazione voluta affinch il Consiglio regionale si adoperi per evitare che l'idea della forza passi nella coscienza popolare.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 32 voti contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 45 della L.R. 60/79 e successive modificazioni, la lett. f) è abrogata e sostituita dalla seguente: "f) su terreni in tutto o in parte coperti da neve, ad eccezione della volpe".
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Vorrei sottolineare che questo emendamento riprende integralmente il punto della proposta di legge presentata dal Presidente Viglione e dal Vicepresidente Petrini per quanto riguarda i luoghi in cui è vietata la caccia (art. 45). Ci sembra troppo permissiva la formulazione della Giunta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 32 contrari.
In seguito all'accoglimento dell'emendamento della Giunta regionale si considerano pertanto decaduti gli emendamenti dei Consiglieri Bresso, Ala Reburdo, Montefalchesi e Staglianò dal n. 1 al n. 53, il cui testo è archiviato nel fascicolo del progetto di legge in questione.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 8, così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 6 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
ART. 8/bis - Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo Montefalchesi e Staglianò: all'art. 46 della L.R. 60/79, modificata dalla L.R. 38/85, al comma primo la parola "selvaggina" è sostituita con le parole "fauna selvatica".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli e 33 voti contrari.
ART. 8/ter - Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo Montefalchesi e Staglianò: al comma primo dell'art. 47 della L.R. 60/79, modificata dall'art. 30 della L.R. 38/85, alla lett. b), seconda linea, la parola "eccettuate" è sostituita con la parola "comprese".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Illustro brevemente questo emendamento solo per richiamare l'attenzione su cosa stiamo votando. E' l'art. 47 relativo al divieto di porto e di uso di armi da sparo in luoghi determinati.
L'emendamento propone che il divieto di porto ed uso di armi da sparo in luoghi determinati comprenda anche le strade poderali e interpoderali e non soltanto le strade carrozzabili. In questo modo pensiamo di garantire meglio un'esigenza che abbiamo sempre sostenuto, cioè la fruibilità del territorio da parte degli altri soggetti, dei cittadini e in questo caso degli agricoltori e delle persone che lavorano in campagna e usano normalmente queste strade. Ci pare quindi che anche a questo tipo di strade (che nella pianura sono ampie e numerose e che servono ai cacciatori) sia esteso un divieto, che non riusciamo a comprendere come non sia già previsto dall'art. 47 della legge n. 60.
Il testo verrebbe ad essere il seguente: "vie di comunicazione ferroviarie e strade carrozzabili comprese quelle poderali e interpoderali".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 30 contrari.
Emendamenti presentati dai Consiglieri Bresso, Ala, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: dopo il comma primo dell'art. 47 della L.R. 60/79, modificata dall'art.
30 della L.R. 38/85, si aggiunge il seguente comma: "In considerazione dell'estrema offesa e provocazione che l'ostentazione di armi da sparo può arrecare ai sentimenti etici e religiosi dei cittadini, è vietato portare armi da sparo non completamente occultate, e quindi visibili in toto o in parte, anche se in posizione di sicurezza, a bordo di veicoli di qualunque genere" dopo il comma primo dell'art. 47 della L.R. 60/79, modificata dall'art.
30 della L.R. 38/85, si aggiunge il seguente comma: "In considerazione dell'estrema offesa e provocazione che l'ostentazione di armi da sparo può arrecare ai sentimenti etici e religiosi dei cittadini, è vietato portare armi da sparo non completamente occultate, e quindi visibili in toto o in parte, anche se in posizione di sicurezza nel raggio di 150 metri dai siti di cui alle 4 linee della lett. b) del comma precedente" dopo il comma primo dell'art. 47 della L.R. 60/79, modificata dall'art.
30 della L.R. 38/85, si aggiunge il seguente comma: "In considerazione dell'estrema offesa e provocazione che l'ostentazione di armi da sparo può arrecare ai sentimenti etici e religiosi dei cittadini, è vietato portare armi da sparo non completamente occultate, e quindi visibili in toto od in parte, anche se in posizione di sicurezza entro 1000 metri dalle scuole di ogni ordine e grado" dopo il comma primo dell'art. 47 della L.R. 60/79, modificata dall'art.
30 della L.R. 38/85, si aggiunge il seguente comma: "In considerazione dell'estrema offesa e provocazione che l'ostentazione di armi da sparo può arrecare ai sentimenti etici e religiosi dei cittadini, è vietato portare armi da sparo non completamente occultate, e quindi visibili in toto od in parte, anche se in posizione di sicurezza all'interno dei centri abitati".
La parola al Consigliere Reburdo per l'illustrazione congiunta dei quattro emendamenti.



REBURDO Giuseppe

La caccia non solo contribuisce a distruggere l'ambiente, la natura e gli animali, ma è anche un'occupazione diseducativa. Non si può parlare di tempo libero: occupare del tempo libero vuol dire occuparlo in mente sana e in corpo sano. Non credo che l'obiettivo "mente sana" lo si possa raggiungere andando a caccia, perché parto dalla constatazione che chi va a caccia pensa di poter prevaricare su qualcosa che ritiene inferiore a se stesso. Quindi io mi rifiuto di chiamarlo "tempo libero". Fa parte di una scelta, di un ideale. Psicologicamente ed eticamente, è un preoccupante elemento di sfera di violenza. Oltre che con i Tornado e gli F 16, di cui il nostro bene amato Ministro piemontese è fortemente partecipe, la caccia la si esercita anche nelle armerie dove esistono esposizioni dettagliate e sopraffini di sistemi d'arma piuttosto complicati. Già su questo bisognerebbe fare dei ragionamenti.
Chi va a caccia vuole farsi vedere, spende dei soldi per le attrezzature, per mettersi a tracolla ogni sorta di aggeggio ed ostenta questa sua capacità. Noi riteniamo invece che anche il trasporto delle armi su macchina non debba essere messo in evidenza.
Un altro elemento che ci sta a cuore è la necessità di definire le distanze di sicurezza.
Dal momento che chi va a caccia non compie una bella azione, perlomeno usi l'accortezza di non mettere in mostra questo strumento di morte che si chiama fucile. E se ne ricordi soprattutto in prossimità delle scuole! Forse in questo Consiglio regionale non c'è il clima adatto per parlare di queste cose. Diversamente da quanto avviene nel Consiglio comunale di Torino dove sui problemi veri e sulla questione della pace c'è ben altra sensibilità e ben altra attenzione. Voglio ribadire che al Consiglio comunale di Torino c'è davvero ben altra sensibilità e attenzione su queste questioni. Questa è una cosa seria.



SANTONI Fernando

Ti do un consiglio: va' al Consiglio comunale di Torino.



REBURDO Giuseppe

Lo farò.
Questi emendamenti non sono inutili: sono un tentativo (modesto, molto superficiale, molto ingenuo se volete, molto utopistico se volete ancora) che noi abbiamo fatto per portare all'attenzione del Consiglio regionale il problema della violenza che questa società, con tutti gli strumenti che si dà, è in grado di portare come elemento guida nella educazione e nell'orientamento. Quindi, anche la caccia per la parte che gli compete piccola o grande che essa sia, un contributo lo dà in questa opera di diseducazione. Sicuramente di educazione ad una violenza e ad una sopraffazione, che invece dovrebbe essere superata con strumenti anche legislativi adeguati, come quello per esempio di vietare la caccia: piccolo, ma importante contributo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione i quattro emendamenti testé illustrati.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono respinti con 6 voti favorevoli e 31 contrari.
ART. 8/quater - Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala Montefalchesi, Staglianò e Reburdo: il comma sesto dell'art. 48 della L.R. 60/79, modificata dall'art. 31 della L.R. 38/85 è abrogato.
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 31 contrari.
ART. 8/quinquies - Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala Montefalchesi, Staglianò e Reburdo: al comma primo dell'art. 49 della L.R. 60/79, modificata dall'art. 32 della L.R. 38/85, le parole "6 cani" sono sostituite con le parole "4 cani".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 31 voti contrari.
ART. 8/sexties - Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala Montefalchesi, Staglianò e Reburdo: al comma quarto dell'art. 50 della L.R. 60/79 le parole "200 metri" sono sostituite con le parole "1000 metri".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 31 contrari.
ART. 8/septies - Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala Montefalchesi , Staglianò e Reburdo: all'art. 52 della L.R. 60/79, al comma primo, sono abrogate le parole "venatorie e".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 31 contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Montefalchesi Staglianò e Reburdo: all'art. 52 della L.R. 60/79 e sue modificazioni, al primo comma dopo le parole "protezionistiche nazionali riconosciute" aggiungere le parole "dal Decreto del Ministro dell'Ambiente del 21 febbraio 1987".
Tale emendamento viene ritirato.
ART. 8/octies - Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala Montefalchesi, Staglianò e Reburdo: all'art. 53 della L.R. 60/79 e sue modificazioni, al comma secondo dopo le parole "polizia giudiziaria" aggiungere le parole "ai sensi dell'art. 13 della legge n. 689/81".
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

La legge a cui facciamo riferimento è la legge che ha abrogato la precedente normativa. Chiedo che questo riferimento compaia nell'articolo in questione, perché la vigilanza venatoria deve riferirsi a quanto prescritto in questa legge e questo nell'articolo non compare.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 31 contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Montefalchesi Staglianò e Reburdo: al comma quarto dell'art. 53 della L.R. 60/79, modificata dall'art.
33/bis della L.R. 38/85, dopo le parole "si trovi" sostituire la parola "selvaggina" con le parole "fauna selvatica".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 31 voti contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Montefalchesi Staglianò e Reburdo: all'art. 53 della L.R. 60/79 e sue modificazioni, al comma settimo dopo le parole "redigono verbale" abrogare le parole "di riferimento" e sostituirle con la dizione "ai sensi degli artt. 13, 14 e seguenti della legge n. 689/81".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 28 contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Montefalchesi Staglianò e Reburdo: all'art. 53 della L.R. 60/79 e sue modificazioni, all'ultimo comma sono abrogate le parole "salvo che per particolari motivi e previa autorizzazione dell'organo dal quale dipendono".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 29 contrari.
Emendamento presentato dalla Giunta regionale: dopo l'art. 8 è aggiunto il seguente art. 8/bis: "Al comma secondo dell'art. 53 della L.R. 60/79, modificata dall'art.
33/bis della L.R. 38/85, le parole "90 giorni" sono abrogate e sostituite dalle seguenti "30 giorni".
La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Esiste una circolare del Ministero degli Interni che indica la riduzione dei tempi a 30 giorni.



ALA Nemesio

Queste informazioni relative al passaggio dai 90 ai 30 giorni possiamo anche ammettere che trovino fondamento in questa documentazione. Rimane comunque il fatto che si tratta di un eccessivo favore fatto ai cacciatori che non rispettano le leggi e i regolamenti. Ridurre il termine da 90 a 30 giorni per la notifica da parte delle Province a coloro che hanno violato la legge fa sì che, nella sostanza, le infrazioni alla presente legge finiranno per non essere più notificate e quindi neppure pagate le sanzioni.
Si ottiene così, con un apparente banale provvedimento burocratico amministrativo, una sorta di regalo indebito ai cacciatori che infrangano la legge e che per questi motivi vengano multati. Allora o vi è un modo per recuperare la possibilità di sanzionare i cacciatori, oppure questo è un regalo, per quanto vi siano tutte le circolari ministeriali che lo permettano e lo prevedano.



PRESIDENTE

Per altro verso, dal momento che la burocrazia dovrebbe essere sveltita, il dire "chi viola va colpito subito" è un modo di procedere più veloce.
Pongo in votazione l'emendamento ora discusso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli e 5 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 8/octies, così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 6 Consiglieri.
L'art. 8/octies è approvato.
ART. 8/nonies - Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala Montefalchesi, Staglianò e Reburdo: al comma primo dell'art. 54 della L.R. 60/79, modificata dall'art. 34 della L.R. 38/85, sono abrogate le parole "dalle Organizzazioni venatorie o".
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

L'art. 54 tratta dei corsi di preparazione e aggiornamento per agenti di vigilanza. A noi sembra che le organizzazioni venatorie non siano le più indicate a promuovere questi corsi; per questo ne proponiamo l'abrogazione.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Quando parlate di parità dovete tener conto che anche le organizzazioni venatorie sono alla pari con le organizzazioni protezionistiche. Non accetto l'emendamento.



ALA Nemesio

In riferimento alla corretta puntualizzazione da parte dell'Assessore vorrei ricordare che questo emendamento è stato presentato prima della discussione di oggi. La discussione di oggi ha portato a questo principio della pariteticità. Quindi, noi lo riformuliamo in altri termini: "è subordinato alla frequenza di corsi di qualificazione ed aggiornamento organizzati dalle Province". Riteniamo pertanto corretto escludere anche le associazioni protezionistiche. Questo criterio lo accettiamo, diamo tutto alle Province, compresa la Provincia di Alessandria.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reburdo. Ne ha facoltà.



REBURDO Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervengo per dichiarazione di voto.
Partendo dal presupposto che è difficile credere che i cacciatori autogestiscano dei corsi oggettivi, la proposta che siano le Province a fare questi corsi avrebbe potuto consentire di stare un tantino più tranquilli. Ammetto di dire questo un po' ottimisticamente, perch conoscendo le Province complessivamente posso dire che c'è anche qualche eccezione sulla gestione della caccia.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Non si possono dare le deleghe a metà. Se la Provincia è delegata per quanto riguarda la materia, non si può dire che un pezzo va bene e un altro pezzo non va bene.



REBURDO Giuseppe

Di fronte alle osservazioni giuste che sono state fatte al nostro emendamento, noi proponiamo una soluzione mediana a questa impostazione: quella che a gestire i corsi siano le Province. Di fronte a questo rifiuto siamo obbligati a mantenere il nostro emendamento invitando l'Assessore semmai, ad approfondire la questione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

La risposta è sempre negativa e ora spiego il perché. Durante il dibattito si è parlato anche del ruolo che devono svolgere i cacciatori rispetto al territorio. Se non si predispongono dei corsi per prendere non solo conoscenza della legge, ma anche delle specie cacciabili che noi oggi abbiamo approvato, mi chiedo: se non sono le organizzazioni venatorie da una parte, e se non sono, per il ruolo che svolgono, i protezionisti dall'altra parte, chi è poi che organizza i corsi? Basta solo la Provincia? Credo che bisogna coinvolgerli direttamente ed avere così una legge che permetta di creare degli equilibri rispetto alla situazione che ognuno di noi vuol creare sul territorio rispetto alla fauna e così via. Praticamente le due organizzazioni possono organizzare dei corsi di formazione.



PRESIDENTE

L'emendamento viene ritirato e ripresentato nel seguente testo: al comma primo dell'art. 54 della L.R. 60/79, modificata dall'art. 34 della L.R. 38/85, sono abrogate le parole "dalle Organizzazioni venatorie o dalle associazioni protezionistiche riconosciute".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 30 contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Montefalchesi Staglianò e Reburdo: all'art. 54 della L.R. 60/79 e sue modificazioni, dopo le parole "protezionistiche e riconosciute" aggiungere le parole "dal Decreto del Ministro per l'Ambiente del 21 febbraio 1987".
Tale emendamento viene ritirato.
ART. 8/undecies - I Consiglieri Bresso, Ala, Montefalchesi, Staglianò e Reburdo presentano n. 527 emendamenti, tutti richiedenti il massimo di sanzione amministrativa per specie dichiarate particolarmente protette. Il testo di tali emendamenti è archiviato nel fascicolo del progetto di legge in questione.
Poiché all'art. 2 erano state riconosciute 25 specie particolarmente protette dichiaro la non ammissibilità dei 502 emendamenti riguardanti le altre specie.
La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

L'art. 16 della legge n. 689 non consente l'ammissibilità di questi emendamenti poiché le specie di cui essi trattano non rientrano in questo articolo. Quindi è inutile proporre un emendamento di questo tipo, perch la sua richiesta rientra già nella tabella delle specie protette, pertanto chi caccia è già soggetto naturalmente all'applicazione della sanzione prevista dalla legge n. 60 e dalla legge quadro.



PRESIDENTE

Essendo già prevista, per le specie particolarmente protette, la sanzione stabilita in precedenza dalla legge nazionale non si può stabilire sempre una sola cifra di massimo. Quindi non si accoglie questo principio ma si deve accogliere il principio che ci sia: "da" "a". La legge nazionale dice questo rispetto alle specie particolarmente protette. Già hanno fatto osservazioni rinviando più leggi rispetto a questo problema.
Non è che non ci sia la sanzione, ma è determinata dalla legge nazionale.
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

La cosa mi pare da un lato chiara e dall'altro non chiara. E' chiara nel modo in cui l'hanno spiegata il Presidente e l'Assessore Moretti. Diamo atto di questa chiarezza mentre scocca la mezzanotte, santa o non santa che sia. Gli animali la notte santa non ce l'hanno, la Pasqua è vicina.
Quello che rimane chiaro è che i cacciatori non li frega nessuno se commettono delle irregolarità. In altri termini, quello che noi volevamo è previsto dal punto d) dell'art. 55 della legge n. 60.



PRESIDENTE

Le sanzioni per la caccia non è che siano lievi. Io stesso ho insistito perché fossero elevate. Un giorno ho incontrato una persona che mi ha detto: "Per 5 mila lire vanno a cacciare lo stesso".



ALA Nemesio

Con quello che costa la carne, per di più estrogenata, è chiaro che uno con 5 mila lire di multa va a cacciare le lepri.



PRESIDENTE

Non è che in questa legge la sanzione non ci sia.
Pongo in votazione i 25 emendamenti.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono respinti con 6 voti favorevoli e 29 contrari.
ART. 8/duodecies - Emendamenti presentati dai Consiglieri Bresso, Ala Montefalchesi, Staglianò e Reburdo: all'art. 63 della L.R. 60/79 e successive modificazioni, al comma primo, quinta interlinea, sostituire il numero "11" con il numero "5" all'art. 63 della L.R. 60/79 e successive modificazioni, al comma primo, sesta interlinea, sostituire il numero "3" con il numero "5".
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

L'art. 63 riguarda la gestione dei comparti alpini. Abbiamo presentato alcuni emendamenti. Nel primo proponiamo ciò che abbiamo già proposto in altri articoli, cioè un riequilibrio delle presenze tra rappresentanti delle associazioni venatorie, che nella gestione dei comparti alpini sono indicati in n. 11, e i rappresentanti delle associazioni naturalistiche indicati in n. 3.
La soluzione dell'Assessore non ci soddisfa. Naturalmente chiediamo di votare gli emendamenti come proposti, uno sulla riduzione da 11 a 5 e l'altro sull'ampliamento da 3 a 5.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Abbiamo già fatto una proposta per le autogestite, di portare i rappresentanti delle associazioni naturalistiche da 3 a 5; altrettanto proponiamo come Giunta di elevare il punteggio delle associazioni naturalistiche da 3 a 5 per quanto riguarda i comparti alpini, mentre quelli delle associazioni venatorie sono 11. Siccome si tratta di gestione di attività e di piani è molto equilibrato.



MONTEFALCHESI Corrado

Io propongo al Presidente di scindere l'emendamento perché di fatto abbiamo due emendamenti. Il primo se ho capito bene l'Assessore non lo accoglie, il secondo sì.



PRESIDENTE

Pongo in votazione il primo emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 30 contrari.
Pongo in votazione il secondo emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Montefalchesi Staglianò e Reburdo: all'art. 63 della L.R. 60/79 e sue modificazioni, alla sesta interlinea del primo comma, dopo le parole "nazionali riconosciute" aggiungere "dal Decreto del Ministro dell'Ambiente del 21 febbraio 1987".
Tale emendamento viene ritirato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Montefalchesi Staglianò e Reburdo: all'art. 63 della L.R. 60/79 e successive modificazioni, dopo il primo comma aggiungere "i rappresentanti di cui al comma precedente, interlinea primo, terzo, quarto, sesto e settimo, non devono essere titolari di licenza di caccia in corso di validità, pena la decadenza immediata dalla carica".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 30 contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Montefalchesi Staglianò e Reburdo: all'art. 63 della L.R. 60/79 e successive modificazioni, dopo il primo comma aggiungere "i rappresentanti di cui al primo comma non devono aver subito sanzioni amministrative o penali relative alla loro attività venatoria, negli ultimi 5 anni, pena la decadenza immediata dalla carica".
Tale emendamento è ritirato dal Consigliere Bresso.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 8/duodecies.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 6 Consiglieri.
L'art. 8/duodecies è approvato.
ART. 9 - Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala, Montefalchesi Staglianò e Reburdo: l'art. 67 della L.R. 60/79 è abrogato e così sostituito: "L'esercizio venatorio nel territorio della zona delle Alpi è consentito per non più di due giornate alla settimana fisse: mercoledì e sabato".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Abbiamo già discusso 10 volte di questo emendamento, ha ragione il Capogruppo DC Brizio, ma proviamo ancora una volta a tornare sulla partita della domenica e vedere che almeno (è un emendamento riduttivo) nella zona Alpi la caccia sia consentita soltanto, per tutto il periodo della stagione venatoria, da mercoledì a sabato e non mercoledì, sabato e domenica, questo perché i camosci non vengano confusi con gli alpinisti e quindi gli alpinisti non vengano "sparati" come i camosci.
La domenica in montagna vuole anche dire la fruizione degli alpinisti.



BONTEMPI Rinaldo

E' il contrario.



FRACCHIA Mario

La zona Alpi non è tutta montagna, è anche pianura.



ALA Nemesio

Lo so. E anche la Provincia di Alessandria, con grave scorno dei cacciatori alessandrini. Il Piemonte è una regione che ha burocraticamente trasformato l'Appennino in Alpi.



MIGNONE Andrea

Dovresti essere contento.



ALA Nemesio

Certo siamo contenti, però adesso vietiamoci la caccia alla domenica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Dato che la caccia in montagna è soggetta a norme particolari naturali quindi è ancora più penalizzata, credo che vada considerato il fatto che deve essere ristabilito un equilibrio rispetto a un criterio di generalità di trattamento, tenendo conto che in zone come la pianura la neve arriva molto più tardi. Siamo invece d'accordo sulla classificazione abnorme di certe zone, infatti su quello non si porrà il problema. Però nella zona Alpi rischiamo di trovarci in realtà (quali i comparti alpini che sono assimilabili a forme consortili autogestite di esercizio della caccia, e quindi con elementi di garanzia e di tutela maggiore, che praticano un'attività) nelle quali viene impedita l'attività venatoria. Io per vorrei fare la seguente considerazione. Se per l'altro caso abbiamo operato una riduzione di 3 domeniche dell'attività (è un segnale che, pur controllandolo e limitando l'esercizio venatorio, consente comunque l'attività) qui lo impediamo o rischiamo di impedirlo. Questo è il punto.
Non può essere passata sotto silenzio questa cosa e credo che ad esempio andrebbe chiesta, non all'emendamento, ma ai compagni e a chi ha sostenuto questa battaglia, ragionevolezza su questo punto. Perché se non ci fossero ostative questioni, di cui Moretti diceva, all'esercizio e al controllo, io sarei per proporre che ci sia almeno un mese di esercizio venatorio altrimenti in queste zone non ce l'hanno per niente.



BRESSO Mercedes

Il Piemonte non è mica il Canada dove inizia a nevicare ad ottobre.



BONTEMPI Rinaldo

Non sarà il Canada, ma ad esempio in Valle di Susa e in Val Chisone nelle vere zone Alpi, devo dire che il problema è questo.



BRESSO Mercedes

Inizia a nevicare ormai dopo Natale.



BONTEMPI Rinaldo

Questo è a seconda di dove vai. A 1800/1900 metri d'altitudine nevica anche prima.



BRESSO Mercedes

Io sovente vado nella zona Alpi e solitamente fino alla fine di ottobre non nevica mai.



BONTEMPI Rinaldo

Ma scusate, è irragionevole proporre questa questione? E' ragionevole porla anche sul versante di una limitazione in maniera che si ottenga lo stesso risultato di principio e di riduzione, però comparato alle diverse situazioni naturali: questo è il punto. In un caso tre domeniche e nell'altra una: questo mi parrebbe logico, per mantenere il principio.



MONTEFALCHESI Corrado

Questa è una pressione sulla fauna alpina.



BONTEMPI Rinaldo

Corrado, credimi, in quelle zone l'esercizio è a numero chiuso. Nei comparti alpini si tratta di cacciatori che appartengono già a questi consorzi, tra l'altro sono suddivisioni e selezioni fatte al loro interno è davvero un tipo di caccia che a me è stata spiegata come una di quelle a cui dovremmo guardare perché contiene in sé elementi di autotutela e di gestione. Allora, togliamogli una domenica, diamogli questo segnale altrimenti in una buona annata di innevamento forte, questi non cacciano quasi niente! Voglio ancora sottolineare questo: nelle zone delle Comunità montane i cacciatori sono tutti abitanti delle stesse. E nelle Comunità montane di questioni con il resto del Piemonte ne hanno già abbastanza quindi non aggiungiamone altre ancora!



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Il discorso fatto dal collega Bontempi regge...



MIGNONE Andrea

Credo che da chi predica tolleranza, questa debba essere data. Siamo stati qui tutto il giorno a sentire giuste e ragionevoli opinioni rappresentate da molti presentatori di emendamenti, abbiamo ascoltato apprezzato, giudicato e credo con altrettanta attenzione e pazienza si debbano ascoltare opinioni e richieste di chiarimento che vengono da parte diversa. Effettivamente la questione posta in ordine al calendario faunistico della zona delle Alpi deve essere apprezzata dato che è stata posta in modo serio e concreto, adducendo delle ragioni a favore della caccia nelle zone faunistiche delle Alpi alla domenica, che meritano di essere valutate data la natura del terreno nel quale si svolge questo tipo particolare di caccia, considerando altresì le ulteriori limitazioni che hanno i cacciatori che operano all'interno della zona faunistica delle Alpi. Vi sono per questa zona limitazioni di giornate, di carniere, di specie molto più selettive rispetto alla zona faunistica di pianura. Quindi credo che, all'interno del discorso di attività venatoria equilibrata che evita un'eccessiva concentrazione sulle specie nelle giornate, il ragionamento sulla domenica deve essere apprezzato per il suo giusto peso.
Allora se non si vuole, per uniformità con il restante calendario e per segnare un principio, non consentire anche nella zona faunistica delle Alpi la caccia alla terza domenica di settembre, si può accedere alla proposta che non sia quella che vale per la zona di pianura, cioè a partire dalla seconda domenica di ottobre, ma con esclusione della terza di settembre quindi prima domenica di caccia, dalle altre in avanti nella zona faunistica delle Alpi si possa andare a caccia anche alla domenica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Intervengo per potermi pronunciare rispetto ad accordi che credevo fossero stati presi in generale sulla caccia alla domenica. E questo emendamento appartiene alla cultura del discorso generale sul problema della domenica; e a questa cultura appartiene l'accordo delle tre domeniche non di caccia. Questo emendamento viene ritirato.



PRESIDENTE

Emendamento presentato dalla Giunta Regionale: l'art. 9 è soppresso e sostituito dal seguente: "Articolo 9 L'art. 67 della L.R. 60/79 è abrogato e sostituito dal seguente: Art. 67 - Giornate di caccia L'esercizio venatorio nel territorio della zona delle Alpi è consentito per non più di 2 giornate la settimana fisse o a scelta fra il mercoledì, il sabato e la domenica, purché in giorni non consecutivi. E' comunque vietato esercitare la caccia nel giorno di domenica dopo le ore 13".
Tale emendamento viene ritirato e ripresentato nel seguente testo: l'art. 9 è soppresso e sostituito dal seguente: "Articolo 9 L'art. 67 della L.R. 60/79 è abrogato e sostituito dal seguente: Articolo 67 - Giornate di caccia L'esercizio venatorio nel territorio della zona Alpi è consentito dal terzo mercoledì di settembre al primo sabato di ottobre nei giorni di mercoledì e di sabato; dal primo mercoledì di ottobre è consentito per non più di due giornate la settimana a scelta fra il mercoledì, il sabato e la domenica".
La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Questo emendamento si uniforma rispetto a quello che era stato già fatto per le zone di pianura. Al di là del fatto che è giusto anche far rilevare che la caccia in montagna è una caccia molto più ridotta rispetto a quella della pianura, è vero che basta la prima nevicata per chiudere la caccia e quindi il fatto di uniformare è per una ragione di controllo e di vigilanza. Però non è che sostengo l'emendamento: se ci sono delle proposte che possono soddisfare anche quello che è stato detto per quanto riguarda l'attività venatoria tenendo conto poi che è una caccia molto controllata io continuo a ripetere questa cosa: la caccia in montagna non ha problemi di pressione, le specie sono ridottissime, ci sono i piani di abbattimento quindi è tutta un'attività che è molto ridotta.
Ho predisposto l'emendamento per uniformare.



MONTEFALCHESI Corrado

Era corretto dirlo allora.



BONTEMPI Rinaldo

Molte cose vengono al momento in cui vengono. E' venuto adesso, io neanche pensavo più che venisse. Abbi pazienza!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

A me sembra che si sia riaperto un discorso che è fondato essenzialmente sul buon senso, sulla valutazione della diversità che c'è tra la caccia in pianura e quella in montagna.



(Interruzioni dei Consiglieri Bresso e Staglianò)



GUASSO Nazzareno

Siete degli antidemocratici. Bontempi ha posto una questione, giusta o sbagliata che fosse ha comunque il diritto e il dovere di porla, come l'avete posta voi e noi vi abbiamo ascoltato come facciamo sempre.



ROSSA Angelo

In effetti è stato un intervento che ha riaperto un'ulteriore riflessione e mi sia consentito dirlo: la posizione che ho sostenuto rispetto alla chiusura della caccia alla domenica mi ha incoraggiato a intervenire perché la differenza tra la caccia in montagna e in pianura è tale che mi sembra doveroso da parte di questa assemblea nel momento in cui decide di prendere una decisione che sia ragionevole. Allora occorrerà prima di prendere delle decisioni pensarci bene.
Mi sembra che l'intervento dell'Assessore Moretti, che ha lasciato aperto questo problema, sia meritevole di una valutazione e costituisca una base di partenza positiva per trarre qualche conclusione.
Auspicherei che in montagna almeno si potesse realizzare la caccia anche la domenica. Tuttavia, se proprio si ritiene di dare un segnale, lo si dia nei termini di una sensibilità, di una testimonianza e di un'attenzione che c'è rispetto al mondo ambientalista. Ma non si vada oltre, anche perché andare oltre significherebbe davvero penalizzare un'attività che è abbastanza controllata, che è definita come è stato messo in evidenza dagli interventi che mi hanno preceduto e che non soffre della pressione venatoria, che ha un rapporto numerico tra cacciatori e consistenza faunistica e consente di poter realizzare un qualche cosa di ragionevole, anche per evitare che ci sia una fortissima penalizzazione rispetto addirittura alle altre zone.
Per cui non solo sono favorevole a una rivalutazione di tutto il problema, ma dico anche all'Assessore Moretti che se si potesse dare un segnale soltanto di testimonianza per una domenica, dopo di che riprendere il discorso, mi pare che si farebbe un'opera positiva che potrebbe rappresentare una risposta equilibrata da parte di questa assemblea a tutta una tesi che c'è e che diversamente risulterebbe penalizzata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il mio intervento era principalmente rivolto, nel tono e nella sostanza, a chi ha fatto questa battaglia e ha dato il suo contributo in questo Consiglio. Questo è un riconoscimento che va fatto a chi ha portato avanti questa battaglia anche se ci sono state delle asprezze, come l'ultima tra di noi. Ma questo contributo va riconosciuto anche agli altri colleghi, anche se è una maggioranza che critichiamo duramente su tanti aspetti. Con il mio intervento mi ero rivolto principalmente ai miei compagni e anche ad altri colleghi, con cui ci legano molte cose, per proporre una questione che a me sembrava e sembra tuttora di tutta ragionevolezza.
La percorribilità dei tentativi di ragionare su una questione che a me pare di equità è rivolta in particolare a quella particolare forma di caccia che è esercitata nei comparti alpini con quelle caratteristiche che dicevo prima. Se le questioni di equità però vengono lette attraverso una prevenzione ed un pregiudizio, devo dire che noi abbiamo cercato (parlo a nome del mio Gruppo, non posso parlare a nome di altri) di tenere una linea coerente, una linea maestra per stare dentro la tattica e la dialettica di Consiglio parlamentare. Devo anche dire che continuo ad essere convinto di quello che ho sostenuto: continuo ad esserne convinto per ragioni che mi sembrano perfino evidenti e che stanno perfettamente dentro la traiettoria che questa legge alla fine rappresenterà un traguardo di grandissimo rilievo sul piano dello sforzo concreto che hanno compiuto le forze politiche qui, ma in genere nel nostro Paese, traguardo conquistato anche grazie ad una lotta a mio avviso intelligente. Oggi Pezzana ha dato le patenti e i voti: domani risponderemo. Certo che c'è stato anche questo sforzo, questa intuizione di una parte che rappresenta in altri campi valori forti e che anche su questo ha cercato di dare il suo contributo.
Non ho tema di dare questi riconoscimenti. Non mi fa neanche leva la profonda amarezza nel momento in cui ho preso la parola per risollevare la questione di sentire aggettivi come quelli che ho sentito da Ala o altre cose, ma ripeto: io faccio politica, rispondo a nome di un Partito, non mi posso permettere certi lussi.
A questo punto l'elemento di mediazione, rispetto ad una proposta che continuo a ritenere valida, resta la proposta dell'Assessore Moretti.
Non abbiamo difficoltà a riconoscerlo anche perché, forse, vale più dare una dimostrazione concreta - pur essendo convinti di avere ragione che una parte essenziale delle politiche ambientali: e questa dimostrazione concreta è la costruzione di rapporti tra la gente che tende a capirsi e tende anche a capire gli altri.
In questo senso non voglio esercitare forzature a quest'ora. Non credo di potermi permettere il lusso politico di essere frainteso, né - per dirla ancora più duramente - che venga usata la cosa. Ritengo ragionevole la proposta dell'Assessore Moretti a cui, se permettete, ho dato un contributo. Su queste cose ho davanti non il beccaccino, ma i volti di chi pratica queste cose. Mi pareva dunque logico tentare una differenziazione.
Se non ci sta per tante ragioni, non attuiamola. Ma il problema non è che sia rimosso con questo, il problema continua ad esistere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Devo dare atto al collega Bontempi dell'impegno suo e di tutto il Gruppo per quanto riguarda il dibattito ed anche delle indicazioni che sono emerse e alle quali hanno contribuito e collaborato anche altri Gruppi.
E' vero che l'esercizio della caccia è più penalizzato in montagna. E' vero, perché nella concezione di una caccia diversa e più equilibrata, mi sia consentito dire che il cacciatore che vive in montagna ha anche la figura dell'ecologo. Ho avuto occasione di colloquiare con molti cacciatori della montagna e devo dire che hanno tutto un altro modo di fare e un altro modo di pensare su come equilibrare l'ambiente e la sua fauna che, il più delle volte, sono soggetti a distruzione non tanto da parte dei cacciatori, ma di altri. Per questi motivi molti colleghi hanno giustamente sostenuto che non bisognava penalizzare questi cacciatori più degli altri, proprio per il modo in cui essi esprimono l'attività venatoria.
Ripropongo gli emendamenti inerenti l'apertura alla terza domenica di ottobre e l'individuazione delle giornate di caccia.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli e 5 contrari.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 9.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 5 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Emendamento presentato dal Consigliere Ala: in coda all'emendamento soppressivo e sostitutivo a firma dell'Assessore Moretti sono aggiunte le seguenti parole "entro 90 giorni dall'accertamento".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Emendamento presentato dalla Giunta regionale: l'art. 10 è soppresso e sostituito dal seguente: "Articolo 10 l'ultimo comma dell'art. 45 della L.R. 38/85, modificativo dell'art. 72 della L.R. 60/79 è abrogato e sostituito dal seguente: 'nell'ambito delle Aziende faunistico venatorie, l'esercizio venatorio è consentito secondo i piani annuali di abbattimento - proposti dai singoli concessionari ed approvati dalla Giunta Regionale - elaborati sulla base della consistenza faunistica di fine stagione venatoria e delle immissioni stagionali di selvaggina a scopo di ripopolamento per le finalità naturalistiche e faunistiche in conformità degli atti di concessione'.
Dopo l'ultimo comma dell'art. 45 della L.R. 38/85 modificativo dell'art.
72 della L.R. n. 60/79 sono aggiunti i seguenti commi: 'salvo quanto disposto al comma precedente anche nelle Aziende faunistico venatorie per le specie non comprese tra quelle oggetto di incentivazione faunistica specificate nei singoli provvedimenti di concessione e riportate nei piani annuali di abbattimento, si applicano i limiti di carniere di cui all'art. 41.
Nelle Aziende faunistico venatorie i danni provocati alle colture agricole dall'attività venatoria e dalla selvaggina, compresa nei piani di abbattimento, devono essere risarciti dal concessionario'".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli e 6 astensioni.
Dichiaro pertanto decaduti gli emendamenti presentati dai Consiglieri Bresso, Ala, Montefalchesi, Staglianò e Reburdo dal n. 1 al n. 72, il cui testo è archiviato nel fascicolo di tale progetto di legge.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 10.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Emendamento presentato dalla Giunta regionale: all'art. 11 le parole "al sesto comma del sostituito art. 38" sono così modificate "settimo comma dell'art. 38".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 32 voti favorevoli e 6 astensioni.
Dichiaro pertanto decaduti gli emendamenti dei Consiglieri Bresso, Ala Montefalchesi, Staglianò e Reburdo dal n. 1 al n. 47, il cui testo è archiviato nel fascicolo di tale progetto di legge.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 11.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 11 è approvato.
ART. 11/bis - Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Ala Montefalchesi, Staglianò e Reburdo: dopo l'art. 81 della L.R. 60/79 è aggiunto l'art. 82: "In considerazione dei problemi ambientali del Piemonte e in attesa di un piano faunistico regionale, l'esercizio della caccia è sospeso per tre anni".
La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Per come si sta concludendo questa vicenda non riteniamo opportuno al momento proseguire in questa questione. Rimandiamo tutto alle dichiarazioni di voto. Ritiriamo l'emendamento, perché così ci fa comodo.



PRESIDENTE

L'emendamento viene ritirato.
ART. 12 - Emendamento presentato dalla Giunta regionale: "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 45, sesto comma dello Statuto ed entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Faccio una dichiarazione di voto sull'articolo per sostenere che a mio parere questa legge può essere pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte come una normale legge della nostra Regione. L'Assessore ha esordito quando ha presentato la sua proposta di legge, quella sulla quale era stata richiesta l'urgenza, sostenendo che non vi era una relazione tra l'approvazione di questa legge e la richiesta di referendum avanzata da 60.000 cittadini. Pur non assolutamente condividendo né allora né adesso questa impostazione, perché altrimenti non saremmo qui all'una di notte se così non fosse, cerchiamo comunque di recuperare e di far finta di credere a questa dichiarazione. E sosteniamo che poiché la caccia si apre il terzo lunedì di settembre ed i ripopolamenti si chiudono il 1 aprile, e che comunque non è pensabile farli adesso, non c'è nessuna urgenza visto che siamo all'inizio della primavera e in un periodo non cacciabile, che era e rimane non cacciabile, visto che la legislazione regionale non prevede alcuna forma di caccia in primavera. Quindi urgenza non ce n'è e ripeto la mia dichiarazione di voto contraria a questo articolo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Staglianò. Ne ha facoltà.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Sarò breve perché non ho voglia di perdere altro tempo.



BRIZIO Gian Paolo

Di far perdere tempo.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Su quanto tempo abbiamo perso qui dentro penso che dovrà pronunciarsi anche il TAR a cui allegheremo gli atti della discussione di modo che risultino chiari gli intenti del legislatore oltre alla lettera di quanto il legislatore ha messo nero su bianco.
Io voglio dire proprio a beneficio dei giudici del TAR. quando dovranno pronunciarsi in merito all'annullamento o meno delle ragioni del referendum (cosa che noi ovviamente non vediamo), che questa dichiarazione di urgenza è a riprova della volontà di impedire che venga indetto il referendum e quindi di conseguenza possa effettuarsi la consultazione popolare.
Nel merito mi pare che il collega Ala poc'anzi abbia detto quanto era opportuno dire. Personalmente volevo semplicemente rendere esplicito perché rimanga agli atti - come, dal nostro punto di vista, non esistano ragioni di urgenza se non una ragione politica: quella di tappare la bocca ai cittadini piemontesi su questo argomento, cosa che difficilmente riuscirete a fare.



PRESIDENTE

A questo proposito, desidero dire - per correttezza istituzionale che la legge che era stata presentata a firma Montefalchesi ed altri prevedeva anch'essa la dichiarazione di urgenza.
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Faccio una dichiarazione di voto telegrafica. Poi se abbiamo perso tempo o no, lo giudicheranno anche i cittadini. Io non credo che abbiamo perso tempo. Condivido le motivazioni portate da Ala e Staglianò e anch'io voterò contro la dichiarazione d'urgenza. Voglio solo chiarire che la dichiarazione d'urgenza posta alla proposta di legge presentata dal sottoscritto e da altri colleghi era posta in un contesto di una proposta di legge che recepiva integralmente il quesito referendario. Solo per questa ragione era stata posta la dichiarazione di urgenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Minervini.



MINERVINI Marta

Nemmeno noi del Gruppo MSI vediamo la necessità dell'urgenza per questa legge. Già nella relazione di minoranza abbiamo dichiarato che siamo favorevoli alla caccia, naturalmente con le sue limitazioni. Lo dimostra il fatto che noi siamo ancora qui data l'ora a cui siamo giunti, però non capiamo perché si debba votare l'urgenza dato che la caccia si apre a settembre, ragion per cui voteremo contro questo articolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Anch'io sono contrario alla dichiarazione d'urgenza.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 12.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri.
L'art. 12 è approvato.
Ha così termine l'esame dell'articolato. Prima di passare alle dichiarazioni di voto sull'intero testo della legge, ha chiesto la parola il Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Chiedo che vengano spostate a domani mattina le dichiarazioni di voto e l'approvazione generale della legge.



PRESIDENTE

Sentiamo cosa ne pensano i Gruppi, io sarei dell'idea che le dichiarazioni di voto si svolgessero ora.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Su questo punto delle dichiarazioni di voto, che concludono un iter della legge, noi saremmo disposti e interessati, per molte ragioni, a svolgerle. Anche perché siamo il Gruppo degli irriducibili che è rimasto qui e voleva con queste dare compiutezza allo sforzo in aula e al lavoro legislativo. Mi rendo conto però che c'è un'anomalia che può essere vista da due parti. L'anomalia è data dal fatto che, nel delicato rapporto tra le diverse valenze che si vogliono dare a questa legge, al voto all'espressione di voto, ai rapporti con i vari pezzi di società che intendiamo rappresentare, c'è stata oggi una dichiarazione di voto anticipata sulla quale non sarebbe male, almeno per alcuni, garantire il diritto a collocarsi adeguatamente.
Sulla questione delle dichiarazioni di voto sarebbe del tutto logico concluderle ora. Se però i rappresentanti dei Gruppi o altre forze ritengono di dovere fare una valutazione ulteriore domattina, in quanto adesso non è concretamente possibile, credo che possiamo convenirne e invitiamo anche gli altri Gruppi a riflettere. Il Presidente in questo senso ha agito più che correttamente. La Presidenza naturalmente ha un suo potere; per parte nostra, avendo sentito queste espressioni concrete da parte di alcuni Gruppi, non riteniamo si debba strozzare la possibilità di fare l'ultimo pezzo di dibattito contenuto nei limiti che il Regolamento pone. D'altro canto forse merita ritrovarci domani mattina per avere la possibilità di utilizzare più spazio per le risposte a chiusura dell'iter legislativo.
Io per primo ritenevo possibile chiudere adesso, la mia disponibilità si basava però sulla consensualità. Quindi se accordo non c'è il fare le dichiarazioni adesso lo considero una forzatura eccessiva; se invece accordo ci fosse stato sarei stato ben d'accordo con il Presidente.



PRESIDENTE

Formulo questa proposta: domani la seduta è fissata. Si ritenga chiusa la discussione sull'articolato, con preclusione in modo assoluto di ulteriore presentazione di qualsiasi documento od emendamento che riguardi la legge. Si dia inizio alle dichiarazioni di voto con qualche Gruppo che intende farlo. La prosecuzione delle dichiarazioni di voto è rimandata a domani.
Ha chiesto la parola il Consigliere Brizio non per dichiarazione di voto, ma sulla procedura. Ha facoltà di intervenire.



BRIZIO Gian Paolo

Signor Presidente, ritengo che abbiamo fatto un grosso sforzo e si poteva concludere questa sera. Il nostro Gruppo è presente con 17 Consiglieri su 19. E' assente solo l'Assessore Alberton per motivi ben noti ed un altro Consigliere. Siamo presenti e compattissimi per rendere possibile la chiusura di questo dibattito e la votazione della legge. Tra l'altro abbiamo anche sentito le affermazioni del Consigliere Bontempi.
Anche noi non vogliamo fare forzature. E' chiaro che però dobbiamo tenere conto dell'ora a cui ci troviamo. La seduta di domani non potrà cominciare prima delle ore 11. E' chiaro che questo comporta la convocazione del Consiglio per giovedì per poter discutere tutti i provvedimenti che sono urgenti. Se avessimo potuto chiudere questa sera, si poteva anche saltare la seduta di domani e andare a giovedì. Però non essendoci questa disponibilità di tutti, noi ci affianchiamo alla proposta di Bontempi di andare domani mattina alle ore 11 per le dichiarazioni di voto e il voto definitivo della legge. Lasciamo comunque a lei la determinazione finale.



PRESIDENTE

Io chiedevo soltanto che si desse inizio ad una dichiarazione di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Santoni. Ne ha facoltà.



SANTONI Fernando

Signor Presidente, chiedo scusa se a quest'ora rubo ancora un minuto all'attenzione dei colleghi, ma credo che in politica come in altri settori delle attività della vita bisogna dire quello che si pensa e sottolineare anche certi fatti.
Se i colleghi Staglianò e Brizio mi consentono, io comprendo come in condizioni normali il pensare di fare delle dichiarazioni di voto anche di un certo impegno su una legge complessa come è questa alle ore una e dodici minuti sarebbe certamente cosa anomala.
Voglio ricordare a coloro che di questo fatto si lamentano che siamo arrivati a quest'ora tra frizzi, lazzi e amenità perché la metà almeno del tempo impegnato oggi l'abbiamo impegnato ad ascoltare, ed abbiamo ascoltato con attenzione, alcune dotte disquisizioni: in particolare quelle del collega Reburdo sulle attività del Ministro della Difesa o su dove si deve portare il fucile quando si va a caccia.
Abbiamo subìto, abbiamo ascoltato cari colleghi, non vi abbiamo interrotto e vi abbiamo dato tutto lo spazio che ritenevate di occupare con temi attinenti e non attinenti a questa legge. Pazientemente abbiamo ascoltato tutto per ben tre sedute. Allora, cari colleghi, venirci a dire che poi per questo tipo di scelta e di comportamento non si devono fare le dichiarazioni di voto all'una perché non è serio, io vi dico: cari colleghi, la strada l'avete scelta voi, non l'abbiamo scelta noi! Questo va sottolineato e desidero che resti agli atti di questo Consiglio per moralità del dibattito. Dopodiché la saggezza del Presidente Viglione mi trova sempre consenziente e non ho difficoltà ad aderire alla sua richiesta.



PRESIDENTE

La mia richiesta era quella di dare inizio alle dichiarazioni di voto.
Dopodiché, preso atto che è tardi si va a domani mattina. Ultimate le dichiarazioni di voto si passa alla votazione dell'articolato nel suo complesso. Non vi è più altra procedura.
Ha chiesto la parola il Consigliere Fracchia per rendere la prima dichiarazione di voto. Ha facoltà di intervenire.



FRACCHIA Mario

Signor Presidente, non ho grandi capacità oratorie e quindi cercherò di fare molto in fretta.
Prima di fare la dichiarazione di voto vorrei scusarmi con tutti i cacciatori, anche se in questo momento non sono più presenti; lo faccio ancora più volentieri proprio perché non sono presenti e perché non si pensi alla strumentalizzazione. Chiedo scusa per le parole indecenti ed offensive che ieri da questo Consiglio sono state rivolte loro. Ho davanti a me la dichiarazione resa dal collega Pezzana, l'ho riletta molto bene e mi pare che certi linguaggi rivolti a persone che non possono rispondere (in quest'aula non ne avevano la facoltà, ma potranno poi farlo tramite i loro organi di informazione) sia peggio che impallinare uccelli che non hanno possibilità di difendersi. L'impallinamento è stato fatto dal collega Pezzana ai cacciatori presenti in quest'aula dando dei titoli che non è il caso di rileggere perché penso li ricorderete molto bene. Mi ha fatto impressione quando dice: "Io mi chiedo con quale faccia vi guardate allo specchio la mattina dopo aver fatto strage di animali innocenti". Questa era la meno offensiva.
Questa era la premessa del mio intervento e, credetemi, non sa di strumentalizzazione perché non sono presenti cacciatori quindi è molto più facile dirlo quando non c'è nessuno.
Vorrei toccare ora i due punti più qualificanti e sofferti perch l'emendamento precedente del collega Ala, cercando di reinserire il discorso di togliere la domenica nella zona Alpi, ha fatto scatenare una bagarre, ma la vera sostanza, la vera filosofia di questa legge, che ha fatto un passo avanti rompendo tradizioni di centinaia di anni del non andare a caccia alla domenica nel primo giorno di apertura, è un fatto culturale immenso. E' costato una grossa sofferenza per noi accettare questa mediazione perché è vero che siamo favorevoli alla caccia controllata con tutti i crismi, però è altrettanto vero che il vostro successo del non concedere di andare a caccia nelle prime tre domeniche della campagna venatoria significa un cambio di tradizioni. Forse qui non siete molto a contatto con i cacciatori e non vi potete rendere conto. In città ci sono molti cacciatori, ma sono più sparpagliati; ma noi che viviamo in cittadine o in paesi della provincia di Cuneo posso dire che il problema della non caccia non è sentito come in città, mentre invece sì che è un fatto traumatico non poter andare a caccia la prima domenica.
Questo è stato uno dei fatti più sofferti e di questo dobbiamo prendere atto. Sarà un fatto di nuova cultura; può darsi che fra tre anni si tolgano tutte le domeniche e che i cacciatori si abituino e magari allora diranno che è meglio ancora non andare a caccia alla domenica.
Ma pensate all'attesa del cacciatore! Chiaramente sto parlando della stragrande maggioranza dei cacciatori, quelli seri che la caccia la fanno per hobby e non per fare stragi. Pensiamo ad un cacciatore che svolga l'attività di artigiano e che non possa abbandonare la sua azienda durante la settimana o ad un commesso di qualche piccolo negozio oppure ad un negoziante che ha solo la domenica libera, pensate quale sacrificio gli imponiamo.
Basti pensare all'accoglimento della domenica come giorno vietato alla caccia; alla limitazione delle specie, per non parlare poi del carniere. I conteggi teorici potranno darvi tutte le ragioni ma se voi a fine stagione parlerete con un cacciatore e se questo vi dirà che avrà preso due lepri e due fagiani potrà già farsi inquadrare nell'albo d'onore. Quindi colleghi, non c'è da farsi spaventare dai numeri, cioè dei settanta volatili che abbiamo accettato, perché come ha detto il Presidente Viglione, non ci sono. E' chiaro che se si va in riserva dove li buttano al mattino se ne possono uccidere anche ottanta al giorno. Ma, permettetemi quella non è più caccia, è abbattimento! Come può fare il macellaio quando uccide i conigli.
Questi punti molto qualificanti mi pare possano anche lasciare abbastanza soddisfatto il Gruppo che ha promosso il referendum. Certamente non ha ottenuto tutto, ma penso che abbia ottenuto molto di più di quello che sperava. Noi forse abbiamo capito più ragioni di quelle che in partenza non avevamo capito.
Per non tediare ulteriormente dichiaro il voto favorevole del Gruppo PRI e mi congratulo in modo particolare con il Presidente per come ha condotto la seduta e con l'Assessore Moretti che è stato molto bravo nelle risposte e nella conduzione della legge.



PRESIDENTE

I lavori riprenderanno alle ore 11.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 1,20 del 23 marzo 1988)



< torna indietro