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Dettaglio seduta n.128 del 17/03/88 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Alberton, Carazzoni, Ferro e Paris.


Argomento: Caccia

Esame disegno di legge n. 352: "Modificazioni alla L.R. 17 ottobre 1979, n. 60 'Norme per la tutela della fauna e la disciplina della caccia' modificata dalla L.R. 18 aprile 1985, n. 38" (seguito)


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, ieri abbiamo discusso l'art. 4 del disegno di legge n. 352 in ordine alle specie cacciabili. L'Assessore a seguito della discussione aveva presentato un emendamento soppressivo e sostitutivo già ampiamente discusso. Inoltre sono stati presentati dei sub-emendamenti e un emendamento aggiuntivo del Consigliere Majorino per quanto riguarda la polizza di responsabilità civile, portandola ad un minimo di 200 milioni per ogni sinistro.
Il Consigliere Rossa ha presentato un sub-emendamento aggiuntivo ed inoltre abbiamo alcuni sub-emendamenti dei Consiglieri Montefalchesi, Ala e Staglianò, sempre all'emendamento principale all'art. 4 inerente le specie cacciabili.
Procederemo secondo lo spirito della riunione dei Presidenti dei Gruppi in cui si è deciso di risolvere i due nodi principali che sono le specie cacciabili e il calendario di caccia.
Procediamo pertanto all'esame dei sub-emendamenti all'emendamento principale.
La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Per quanto riguarda l'aumento dei massimali di assicurazione il testo di legge della Giunta già li aveva introdotti, però c'è stata un'osservazione contraria da parte del Commissario del Governo. Non possiamo quindi fare questo inserimento perché fa riferimento all'art. 8 della legge n. 968, quindi non è accoglibile, non dal punto di vista politico, ma dal punto di vista strettamente giuridico e normativo.



PRESIDENTE

L'avevo già detto al Consigliere Majorino, ma lui riteneva che sostanzialmente noi andassimo a considerare il limite di 80 milioni della legge nazionale come limite minimo aumentabile con legge regionale. L'ho spiegato a Majorino ma lui ritiene valida questa interpretazione. Anche a me pare che portare il limite a 200 milioni sarebbe utile, ma l'obbligatorietà è a 80 milioni.
Siamo ora all'emendamento presentato dai Consiglieri Bruciamacchie e Avondo che è stato illustrato ieri sera, il cui testo recita: l'art. 4 è soppresso e così sostituito: "L'art. 38 della L.R. n. 60/79, modificato dall'art. 25 della L.R. n.
38/85, è abrogato e sostituito dal seguente: 'Art. 38 - Specie cacciabili e periodi di caccia.
E' vietato abbattere o catturare esemplari di qualsiasi specie di mammiferi o uccelli appartenenti alla fauna selvatica italiana.
E' fatta eccezione per le seguenti specie, oggetto di caccia e per i periodi sottospecificati: 1) specie cacciabili dalla terza domenica di settembre alla seconda domenica di dicembre: beccaccino, lepre comune, quaglia, starna 2) specie cacciabili dalla terza domenica di settembre fino al 31 dicembre: fagiano, coniglio selvatico, colino della Virginia, beccaccia allodola, tortora 3) specie cacciabili dalla terza domenica di settembre fino al 31 gennaio: cesena, tordo bottaccio, tordo sassello, pavoncella, germano reale, folaga, gallinella d'acqua, alzavola, marzaiola, colombaccio 4) specie cacciabili dall'1 novembre al 31 gennaio: cinghiale.
Per i mammiferi e gli uccelli appartenenti alla tipica fauna alpina, per una razionale tutela delle popolazioni e al fine di consentire l'equilibrio di tali specie e di mantenere una giusta densità di capi rispetto alle capacità naturali dell'ambiente, le Province effettuano, con il supporto dei soggetti gestori delle zone speciali e dell'Istituto Nazionale di Biologia della Selvaggina, i censimenti quantitativi e qualitativi delle popolazioni e predispongono i possibili piani di prelievo selettivo attenendosi al criterio di prelievo venatorio rapportato alla necessità di conservare o ricreare un corretto equilibrio faunistico ambientale e sottopongono i piani all'approvazione della Giunta regionale, salvo quanto disposto dal successivo art. 10.
Nella zona delle Alpi la caccia alle specie di cui ai commi precedenti è consentita dalla terza domenica di settembre fino alla seconda domenica di dicembre.
L'esercizio venatorio dall'1 al 31 gennaio è consentito esclusivamente da postamento temporaneo.
E' sempre vietato abbattere o catturare: a) i giovani camosci dell'anno e le madri che li accompagnano nonché i camosci di età inferiore ai 18 mesi riconoscibili dalla lunghezza delle corna, normalmente inferiore alla lunghezza delle orecchie; salvo questi ultimi nei comparti alpini ove esiste piano di abbattimento annuale anche selettivo da effettuarsi su tutte le classi di età ed ambo i sessi b) la femmina del fagiano di monte c) i giovani cinghiali dell'anno con manto striato.
L'attività di prelievo venatorio riferita alla starna è sospesa per anni cinque al fine di conservare e ricreare, sulla base di piani tecnico scientifico-ambientali, le condizioni per un nuovo radicamento ed un'ulteriore diffusione delle specie.
Nelle aziende faunistico-venatorie l'esercizio venatorio delle specie di cui al precedente comma è consentito secondo quanto disposto dall'art. 10 della presente legge'".
L'Assessore Moretti ha presentato a sua volta un emendamento su questo punto. Chiedo pertanto ai Consiglieri Bruciamacchie e Avondo se ritengono di loro soddisfazione l'emendamento presentato dalla Giunta in riferimento alle specie cacciabili, quindi se ritirano il loro emendamento.
La parola al Consigliere Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario

Già ieri sera nell'illustrare l'emendamento da noi presentato come Gruppo avevamo sottolineato i criteri con i quali avevamo operato in questa direzione, avevamo evidenziato come la nostra proposta è profondamente innovativa rispetto al testo originario presentato dall'Assessore a nome della Giunta e avevamo anche constatato che la proposta emendativa presentata dall'Assessore accoglie in gran parte le proposte avanzate dal Gruppo comunista, sia nel merito delle specie, sia della protezione totale di alcune di esse.
Si differisce, e questo noi non lo condividiamo molto per la verità per quanto riguarda la fauna alpina che era possibile normare nella forma che noi avevamo proposto nel nostro articolato e comunque, questo dobbiamo affermarlo con molta chiarezza, è un passo in avanti significativo importante, perché ci porta a riflettere su quelle che sono le specie oggi possibile oggetto di caccia e altre specie che invece hanno bisogno di una tutela particolare o altre ancora che non possono essere inserite (non lo sono nell'emendamento che recepisce la nostra proposta) nelle specie cacciabili in quanto appartenenti a un tipo di fauna che è compito dell'ente pubblico in quanto tale cercare di regolamentare con precisi e puntuali piani di abbattimento qualora queste specie si riproducessero in modo eccessivo o arrecassero quegli squilibri e quei danni di cui ieri abbiamo parlato, cosa peraltro già normata da un precedente articolo che saremo chiamati a esaminare.
Quello che per la verità, e lo ribadiamo qui, non convince nell'emendamento Moretti si riferisce all'inclusione o all'esclusione di alcune specie. Noi continuiamo a considerare la nostra proposta più razionale, più scientifica - se mi si permette questo termine - più praticabile e soprattutto riteniamo che ingeneri minori problemi per coloro che intenderanno esercitare l'attività venatoria. I rischi che secondo noi si creano, i non pochi problemi per difficoltà di distinzione di alcune specie, sono rischi molto elevati con grosse questioni che si possono aprire per i singoli cacciatori. Quindi questa è una nostra grossa riserva che manteniamo per quanto riguarda l'emendamento proposto dall'Assessore.
Nonostante questo, proprio perché l'emendamento accoglie spirito e sostanza grandissima della proposta comunista, noi siamo qui con queste riserve a proporre il ritiro dell'emendamento da noi presentato.



PRESIDENTE

Devo dire che in verità l'emendamento che era stato presentato dal Gruppo comunista era di maggiore mia soddisfazione. In ogni caso l'emendamento della Giunta ha accolto quasi interamente l'emendamento comunista.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Reburdo, Montefalchesi Staglianò, Ala e Bresso: al primo comma sopprimere la parola "italiana".
La parola al Consigliere Ala che lo illustra.



ALA Nemesio

Prima di illustrare il nostro emendamento, vorrei riprendere esattamente la dizione dell'emendamento presentato dalla Giunta regionale che dice: "Qualsiasi specie di mammiferi e uccelli appartenenti alla fauna selvatica italiana". Sopprimendo la parola "italiana" è possibile giungere ad un termine onnicomprensivo, cioè la fauna selvatica e quindi di includervi (noi riteniamo sia stata semplicemente una dimenticanza) anche la fauna migratoria o altri tipi di animali che non appartengono in senso stretto alla fauna selvatica italiana. Ciò nel tentativo di cercare di dare un ambito più vasto a questo termine.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Vuoi aprire alla fauna comunitaria.



ALA Nemesio

Meglio, alla fauna dell'intero pianeta. Questo emendamento potrebbe essere formulato in un altro modo e cioè: "appartenente alla fauna selvatica italiana e migratoria", ad esempio.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

E' la dizione della legge quadro.



ALA Nemesio

Lo so che è la dizione della legge quadro che abbiamo tutti quasi imparato a memoria. Abbiamo però, ad esempio, il problema del colino della Virginia. E' un problema che personalmente mi appassiona moltissimo.
E qui vorrei aprire una piccola parentesi, se mi si permette anche a livello dei promotori del referendum, per segnalare amichevolmente un piccolo distinguo. Occorre infatti precisare che il colino della Virginia è specie considerata cacciabile anche da parte dei promotori del referendum.
Non sapendo bene cosa fosse il colino della Virginia, ho cercato di documentarmi attentamente. Ho scoperto che è un animale immigrato, una sorta - se mi si passa il termine - di marocchino, una sorta di "vu cumpra?" della Pianura padana. L'Assessore Cerchio, che è l'Assessore ai movimenti migratori, sorride, spero di trovare solidarietà in lui. Io voglio esprimere la mia solidarietà con gli animali immigrati; dobbiamo uscire da una concezione autarchica della fauna perché gli animali non hanno confini, hanno un loro habitat, ma non hanno confini amministrativi non hanno i Comuni e le Regioni, hanno semmai i loro spazi e i loro territori per la caccia, per l'amore, per la nidificazione.
Il senso dell'emendamento è quindi quello di far sì che non si attribuiscano agli animali passaporto, carta d'identità, carta di credito e altri documenti, perché le nostre norme burocratiche non possono applicarsi agli animali.
Proponiamo pertanto di eliminare il termine "italiana" oppure in subordine di scrivere "fauna selvatica italiana e migratoria".
Si tratta di una perorazione per gli animali immigrati.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Il più delle volte ricorro a ragionamenti scientifici, altrimenti si corre il rischio di commettere degli errori riguardanti la popolazione delle specie. La carta faunistica definisce il colino della Virginia quello che si diceva poc'anzi. Però c'è una sovrappopolazione di questa specie introdotta nel 1927 e la sovrappopolazione parte dal 1960. Il ragionamento fatto attorno alla legge è quello di creare un rapporto di popolazione con l'habitat e per questo motivo abbiamo inserito il colino della Virginia. La "selvaggina italiana" è una dizione riportata, spesse volte, dal testo della legge quadro n. 968, e viene riportata in tutti gli studi fatti da istituti di zoologia, biologia, per una definizione più accurata rispetto alla specie definita "italiana". Sono d'accordo che non ci sia differenza fra gli uccelli; siccome il tutto è impostato in modo tale da capire sia dal punto di vista biologico e sia dal punto di vista scientifico, è opportuno lasciare la dizione "italiana". Non accetto l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per appello nominale l'emendamento illustrato dal Consigliere Ala.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 6 Consiglieri hanno risposto NO 39 Consiglieri.
L'emendamento è respinto.
Sub-emendamento presentato dal Consigliere Rossa: all'art. 4 (così come modificato dall'emendamento sostitutivo della Giunta regionale) aggiungere al primo comma rispettivamente: al punto a) "pernice rossa, quaglia" al punto b) "tortora" al punto c) "cornacchia nera, cornacchia grigia, gazza" al punto d) "passero, storno, donnola, volpe".
E' aggiunto il seguente comma: "Le Province devono effettuare annualmente un censimento della consistenza della popolazione di starne e di pernici rosse vietandone la caccia, anche in aree determinate, in caso di accertata insufficiente presenza della specie".
La parola al Consigliere Rossa per l'illustrazione.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, è con una battuta che incomincio questo brevissimo intervento. Vorrei verificare se la notte ha portato consiglio. Ieri sera ho lasciato quest'aula con la speranza che si fosse potuto riflettere sulla proposta che vorrei nuovamente ripresentare all'attenzione di questa assemblea. E' una proposta da una parte diretta ad arricchire di alcune specie significative il quadro complessivo dell'elenco, dall'altra è diretta ad acquisire nell'elenco delle specie cacciabili alcune che pur non essendo interessanti nell'attività venatoria sono tuttavia importanti per l'agricoltura e per ciò che possono rappresentare a causa della loro espansione.
Rispetto al giudizio che può essere dato sulla valutazione complessiva della proposta di legge per disinnescare il referendum sono ininfluenti. Mi riferisco a specie quali la cornacchia nera o grigia, la gazza, la donnola la volpe e il passero. Poiché non vengono comprese nell'elenco delle specie cacciabili, potrebbe essere compiuto un errore nel momento in cui venissero cacciate da chiunque, soprattutto dagli agricoltori, errore che potrebbe provocare conseguenze non indifferenti in quanto si tratterebbe di un danno arrecato al patrimonio indisponibile dello Stato.
Questa è la ragione per cui chiedo ancora all'Assessore di valutare questa proposta che è accompagnata da un emendamento conclusivo all'art. 4 per quanto riguarda la starna e la pernice rossa: demandare la valutazione dopo gli accertamenti che le Province faranno, sull'opportunità o meno di vietare per uno, due o tre anni la caccia a queste due specie.
E' una proposta che da una parte cerca di recuperare alcuni aspetti che sono importanti per l'universo venatorio e ambientale, quindi è una proposta che ha una ragione ambientalistica, dall'altra completa l'elenco in modo ragionevole, dall'altra ancora è una proposta che dà una delega alle Province affinché alcune specie possano essere protette da un intervento che ne vieti la caccia qualora se ne registrasse l'insufficiente consistenza.
Ritengo pertanto che sarebbe molto ragionevole accogliere questa proposta non solo perché risponde ad interessi di parte, ma perché risponde ad un interesse complessivo che riguarda la tutela e la salvaguardia dell'ambiente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Ho chiesto la parola per fare una dichiarazione di voto in merito all'emendamento aggiuntivo presentato dal Capogruppo socialista.



ROSSA Angelo

Per chiarezza ti dico: qui dentro e fuori di qui.



ALA Nemesio

Voglio fare un intervento molto pacato, cercando di individuare come nella giornata di ieri e in alcune occasioni precedenti si fosse giunti ad una definizione dell'elenco delle specie cacciabili migliorativa, dal nostro punto di vista, rispetto al testo precedente e a quello della legge quadro nazionale.
A questo proposito colgo subito l'occasione per apprezzare le parole molto chiare e precise dette, in merito a questo emendamento e all'emendamento presentato da alcuni colleghi del PCI ieri, da parte dell'Assessore Moretti. Mi pare una serietà e un rigore che vanno immediatamente segnalati.
Apprezzo anche il fatto che sia stato dichiarato che questo emendamento è presentato a titolo personale e non a nome del Partito socialista: questo, per me, è un elemento di rassicurazione, nel senso che mi permette di individuare all'interno del Partito socialista, sia in quest'aula che su scala più generale e nazionale, alcuni punti di riferimento rispetto ai quali è possibile dialogare e parlare sul serio di tutela dell'ambiente.
Ricordo tra l'altro che, per esempio, per quanto riguarda la Regione Lombardia...



ROSSA Angelo

Mi si accusa di essere troppo di parte, fazioso.
Non accetto di essere collocato in questa posizione. Credo di difendere l'ambiente come lo difendi tu.



ALA Nemesio

Abbiamo opinioni diverse in merito a come si difende l'ambiente.



(Proteste del Consigliere Rossa)



ALA Nemesio

Volevo soltanto segnalare un dato già noto, che mi pareva utile pacificamente e serenamente ripresentare: all'interno dei partiti, sia a livello regionale che a livello nazionale, su temi come questo e sui temi più complessivi della tutela dell'ambiente, esistono e si creano posizioni diversificate.
Trovare ulteriore conferma di queste posizioni diversificate non posso dire mi renda più contento o meno contento. Ritengo si tratti di un dato che, per quanto riguarda la mia analisi, era acquisito da tempo.
Ritengo però sia oltremodo errato cercare di reintrodurre in un elenco (a mio avviso già sufficientemente vasto rispetto a quelli che erano gli intendimenti del Comitato promotore del referendum) di specie cacciabili ancora altre specie.
Con questo emendamento si intende reintrodurre i passeri, uccellini che sono grandi come un guscio di noce, che in altre parti di questa legge noi riteniamo non solo più cacciabili, ma neppure commerciabili. Si tenta di reintrodurre una concezione dell'attività venatoria, del rapporto tra noi e gli altri animali, che ritengo assolutamente non accettabile.
Mi auguro che l'aula respinga questo emendamento, che la Giunta riaffermi la posizione sostenuta ieri e che a partire dall'elenco delle specie cacciabili presentato dalla Giunta sia possibile continuare in maniera serena e pacata a produrre una buona legge sull'attività venatoria capace di rispondere alle esigenze della maggioranza della popolazione piemontese.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Sull'emendamento Rossa già ieri ho dato una risposta, cioè di non accogliere emendamenti, ma restare fermo sulla posizione della Giunta.
Però voglio dare una spiegazione ad alcune cose, altrimenti si crea una tale confusione dalla quale rischiamo di non uscire.
Se definiamo alcune specie nocive, queste non possono essere inserite nelle specie cacciabili. Se sono nocive devono essere definite come nocive.
Questo per creare un ragionamento di tipo scientifico rispetto alle specie e quindi le specie che creano problemi sia all'ambiente sia ai coltivi rientrano nell'art. 22. La Giunta non è del parere di accogliere l'emendamento del Consigliere Rossa e per quanto riguarda l'ultima parte dell'emendamento è recepita nell'art. 22 che andremo a discutere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Voglio confermare quanto ho detto ieri e cioè che noi ci atteniamo alle decisioni della Giunta. Diamo quindi il voto favorevole all'emendamento della Giunta e voteremo contro l'emendamento proposto a titolo personale dal collega Rossa. Anche noi rileviamo che la proposta è a titolo personale. Abbiamo pregato Rossa di ritirarla, come correttamente ha fatto il Gruppo comunista, perché, secondo quanto ho detto ieri nel mio intervento, aggiustamenti all'elenco se ne potevano fare, tenendo conto che si vota una legge in determinate condizioni e in queste condizioni la legge nasce. Ci sono dunque dei vincoli e noi riteniamo che i vincoli che la Giunta ci pone siano quelli percorribili ed utili per approvare questa legge.
In questo senso noi ci schieriamo perché ci parrebbe che assumere noi posizioni a titolo personale avrebbe un significato strumentale per cui l'ho già detto e intendo ribadirlo, non abbiamo presentato emendamenti e ci atteniamo alle decisioni della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Signor Presidente, farò una brevissima dichiarazione per appoggiare la dichiarazione di voto contrario fatta dal Consigliere Ala anche a nome di altri colleghi con i quali stiamo facendo questa battaglia.
Voglio rilevare un dato rivolgendomi al Consigliere Rossa e ad altri colleghi, per ribadire le cose che ho detto ieri sera. Ci sono dei modi vecchi come il mondo per approcciarsi a una legge.
Ieri sera abbiamo proposto di affrontare i due nodi principali, abbiamo dato delle disponibilità che evidentemente non presuppongono una accettazione tout-court del testo della Giunta perché altrimenti avremmo detto: "accettiamo il testo della Giunta, punto e basta". Abbiamo manifestato una disponibilità, ma ci sono dei modi vecchi come il mondo per discutere su articoli ed emendamenti di natura restrittiva presentati da alcuni Consiglieri: si può contrapporne altri di natura opposta, che allarghino cioè il numero delle specie in modo tale che le due posizioni si neutralizzino a vicenda. Alla fine la mediazione avviene sul testo originale della Giunta.
Si sappia che il sottoscritto e altri colleghi a questo gioco non ci stanno. Se questa è la strada che alcuni settori del Consiglio regionale ritengono di percorrere noi non ci stiamo, perché noi riteniamo che il testo della Giunta si possa discutere e che alcune osservazioni da noi proposte possano essere accolte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Debbo rilevare che più che la notte al Consigliere Rossa il consiglio l'ha portato qualcun altro. Noi non possiamo che prendere atto di un atteggiamento politico che per quanto depotenziato di valenza generale come si sforzano di fare con giusta preoccupazione anche i rappresentanti della maggioranza, ha un certo rilievo.
Può darsi che il Consigliere Rossa, destituito sul campo per quanto riguarda questa faccenda dei "galloni di Capogruppo", abbia acquisito maggiore libertà e visto che i voti della pernice e della tortora non pu prenderli, cerchi di prendere i voti di quelli che dovrebbero ammazzare le pernici e le tortore.



(Proteste del Consigliere Rossa)



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, per cultura di questa assemblea, dal momento che sto imparando molte cose in questa vicenda, vorrei leggere alcuni cenni riguardo i soggetti contro cui infierisce il Consigliere Rossa.
La pernice rossa, non confonda il nome però, perché mi pare che lui sia affezionatissimo per una assonanza...



ROSSA Angelo

Pensa che per proteggerla io ne ho chiuso per qualche anno la caccia!



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, la prego di conteggiare le interruzioni che mi vengono fatte e di aggiungere al mio tempo quello che mi sta sottraendo il Consigliere Rossa che questa mattina è molto nervoso, pur disponendo di un'ampia platea verso la quale può manifestare apertamente le sue simpatie.
Dicevo che l'animaletto contro cui si sta accanendo l'ex Capogruppo Rossa è un animale di 34 centimetri. In lontananza si confonde facilmente con la starna. Da vicino gli adulti si riconoscono per le zampe ed il becco rossi, collaretto nero che contorna la gola bianca, vertice castano con una lunga striscia bianca sopra l'occhio. I giovani sono molto simili a quelli della starna.
Vediamo quindi come in verità il Consigliere Rossa stia giocando a confondere le acque.
Voce molto diversa, corre però più velocemente della starna, i voli sono meno compatti e per voce ha una nota usuale del maschio che fa: "ciac ciac err". Scusatemi se forse non ho fatto bene il verso, d'altra parte non ho mai impugnato un fucile né alcuna altra arma. Quella che ho descritto è la pernice.
La tortora invece è un animaletto di 27 centimetri, che è più piccola degli altri comuni columbidi. Si riconosce per la forma molto più allungata e per la coda graduata nera, con i bordi bianchi; parti superiori rossastre, con il centro delle piume nere; macchie a strie bianche e nere ai lati del collo; gola e petto rosato tenue. I giovani mancano delle macchie al collo e della tinta vinata. Solitamente si muovono a coppie o in piccoli gruppi. Hanno una voce più delicata e sopita di quella degli altri piccioni. In volo nuziale ha anche una specie di suono aspro.
Come se non bastasse, a questi delicati animaletti che cerchiamo di sottrarre alla mira delle doppiette, si aggiunge addirittura il passero, di cui dopo avergli sparato non so cosa possano raccogliere i cacciatori forse la coda o il becco. Ci troviamo di fronte ad un evidente tentativo del collega Rossa di accreditarsi come benefattore (del tutto legittimamente) di una parte piccola della società (questa mattina qui numerosamente rappresentata) che però con la tutela dell'ambiente, checch ne dica lui, non c'entra nulla.



PRESIDENTE

Pongo in votazione il sub-emendamento presentato dal Consigliere Rossa.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 1 voto favorevole e 38 contrari (non ha partecipato alla votazione il Consigliere Pezzana).
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Montefalchesi, Staglianò, Ala Bresso e Reburdo: al secondo comma, lett. a), sopprimere la parola "beccaccino".
La parola al Consigliere Reburdo per l'illustrazione.



REBURDO Giuseppe

Le nostre non sono proposte fatte a caso, di fronte ad una situazione alquanto precaria della fauna selvatica della nostra regione, precaria per una serie di motivazioni di carattere generale che tutti conosciamo: un ambiente degradato dal punto di vista chimico, dal punto di vista costruttivo e dell'abbandono, un ambiente che richiederebbe un'attenzione particolare soprattutto quando si affrontano problemi di inserimento di autorizzazione alla caccia su specie di uccelli che non sono sottoposti ad una verifica conoscitiva sufficientemente approfondita, stante l'evolversi rapidissimo del degrado ambientale.
Un censimento del patrimonio faunistico non solo dovrebbe essere avviato, ma non potrebbe che essere un fatto dinamico alla luce del degrado rapidissimo dell'ambiente; degrado che per una serie di uccelli e di animali che abbiamo previsto di non poter cacciare è del tutto evidente.
Evidenziamo questa situazione proprio perché (come ha dimostrato l'emendamento precedente del Consigliere Rossa) l'inserimento di nuove specie non può che essere contraddittoria fino al punto che nella stessa proposta di emendamento di ampliamento delle specie cacciabili Rossa ha dovuto inserire la richiesta che le Province facciano dei censimenti. E' del tutto evidente che non si possono introdurre specie nuove cacciabili se prima non si ha un censimento reale della situazione.
Nel caso del beccaccino le mie affermazioni sono evidenziate dal fatto che è a tutti noto che la nidificazione di questo uccello sul nostro territorio non è più esistente, in quanto avviene in aree umide che di fronte alla crisi generale del sistema di difesa ambientale sono in fortissima diminuzione, ciò in connessione anche al problema delle coltivazioni agricole e delle falde acquifere che sono sconvolte sul territorio e quindi creano condizioni impossibili.
Ecco perché proponiamo che per questo uccello si faccia un ragionamento che parta dal presupposto che in questi anni le condizioni ambientali sono cambiate e questo uccello non ha più possibilità di nidificare sul nostro territorio, quindi inevitabilmente è in fase di notevole riduzione e ha bisogno di essere protetto e non cacciato.
E' del tutto evidente che queste cose sarebbe possibile affermarle con più determinazione se sul territorio ci fossero elementi conoscitivi tali da poter continuamente avere una verifica e la possibilità di approfondimento di queste situazioni.
In mancanza di tutto questo, ma nella sicurezza che questo uccello si trova nelle condizioni naturali impossibili di una riproduzione sul nostro territorio, è del tutto evidente che bisognerebbe fare tre operazioni: non cacciarlo, rivedere le condizioni ambientali di degrado in atto per creare condizioni perché una serie di realtà naturali si vadano a ricostituire e infine andare ad una protezione.
Queste sono le motivazioni per le quali proponiamo questo emendamento alla Giunta, in modo che sviluppi una linea interessante e produttiva, da verificare comunque in ulteriori approfondimenti. Sosteniamo questa possibilità e questa considerazione del tutto non forzata, ma verificata alla luce dei fatti e delle situazioni esistenti effettivamente sul territorio.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per appello nominale tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 6 Consiglieri hanno risposto NO 39 Consiglieri.
L'emendamento è respinto.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Reburdo, Staglianò, Ala Montefalchesi e Bresso: al secondo comma, lett. a), sopprimere la parola "starna".
La parola al Consigliere Bresso per l'illustrazione.



BRESSO Mercedes

Non capisco perché di un animale, che è raro al punto da dover esserne interrotta la caccia per tre anni, si decida adesso di inserirlo fra le specie cacciabili nell'ipotesi che in questi tre anni si riesca a ricostituirne un certo numero per poter poi ricominciare a sterminarla. Mi è oscura la logica in base alla quale si inserisce fra le specie cacciabili una specie che è in via di estinzione. Se si ipotizza che si ricostituirà si proporrà in quel momento la modifica della legge, ma non deve essere inserita adesso nelle specie cacciabili. Si dice che ci sono alcune specie che stanno impedendo la sopravvivenza dell'uomo in questo Paese e devo dire che è ben strana questa cosa; forse ce ne sarà qualcuna, ma certo molto poche di quelle inserite in questo elenco mettono in questione la nostra sopravvivenza. Mi pare che il caso sia quasi sempre contrario, siamo noi che mettiamo in questione la loro sopravvivenza. Qui siamo di fronte a un caso in cui l'abbiamo così messa in questione che è quasi scomparsa.
Impediamo la caccia per tre anni. Fra tre anni chi l'ha detto che ce ne saranno a sufficienza? L'Assessore continua a parlare usando una logica di abbondanza o carenza dell'animale in questione; io davvero vorrei qui una risposta dall'Assessore. O c'è questa logica ed è una logica su cui si pu discutere e allora quelli che sono rari, rari sono e devono essere tolti o altrimenti non c'è più logica e davvero allora discutiamo fra quelli che sono più belli, che ci sono più simpatici e andiamo avanti in questo modo.
A questo punto ha ragione Rossa a volerne mettere qualcuno e togliere qualcun altro.
Perché la starna, che è in via di sparizione, deve restare nell'elenco sia pure mantenuta in divieto per tre anni?



PRESIDENTE

L'illustrazione della collega Bresso mi pare molto chiara, pertanto pongo in votazione l'emendamento.



BRESSO Mercedes

Ma come! Non si dà nessuna risposta? Io ho chiesto una risposta!



PRESIDENTE

L'Assessore Moretti ha risposto ieri sera a proposito di questa questione.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Ieri sera sulla starna ho già dato una risposta.



PRESIDENTE

La dia di nuovo oggi.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Devo dire alla collega Bresso che per responsabilità nei confronti della decisione da prendere sulle specie dobbiamo verificare in che tempi si riproduce e che popolazione crea. Abbiamo chiuso la caccia alla starna non perché era in fase di estinzione, ma per tutt'altra ragione. Dal punto di vista scientifico ritengo sia accettabile la nostra proposta. E' chiaro che la starna deve essere inserita fra le specie cacciabili, se si vuol fare uno studio particolare su questo tipo di specie. Se noi non la inseriamo non si fa nessuno studio perché ormai è fra le specie protette e non facciamo più niente. Pertanto, la Giunta, siccome si è espressa con un emendamento definitivo, non accoglie la proposta illustrata dalla collega Bresso.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione per appello nominale l'emendamento test discusso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 7 Consiglieri hanno risposto NO 38 Consiglieri.
L'emendamento è respinto.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Reburdo, Staglianò, Ala, Bresso e Montefalchesi: al secondo comma, lett. b), sopprimere le parole "coniglio selvatico".
La parola al Consigliere Montefalchesi che lo illustra.



MONTEFALCHESI Corrado

Chiediamo l'eliminazione del coniglio selvatico tra le specie cacciabili perché questo animale, come altre specie di conigli, è soggetto particolarmente a malattie infettive quale, ad esempio, la mixomatosi.
Noi intendiamo far rilevare il rischio che lasciandolo inserito tra le specie cacciabili vengano abbattuti e consumati animali infetti con conseguenti rischi per la salute della popolazione.
Noi proponiamo di eliminarlo tra le specie cacciabili e se del caso inserirlo tra le specie sottoposte ad abbattimento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per appello nominale l'emendamento testé illustrato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 7 Consiglieri hanno risposto NO 36 Consiglieri.
L'emendamento è respinto.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Ala, Montefalchesi, Staglian Bresso e Reburdo: al secondo comma, lett. d), è soppressa la parola "beccaccia".
La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una definizione di autorizzazione alla caccia mancando di un quadro definito della situazione faunistica regionale. Si tratta di un problema generale, ma se lo riferiamo a singole specie balza in evidenza e in modo sorprendente il fatto che molte specie si trovano in una situazione di tale precarietà da chiedersi perché esse possano ancora essere soggette all'esercizio dell'attività venatoria.
Ripropongo il discorso che ho fatto prima a proposito del beccaccino.
Abbiamo cercato di documentarci attingendo dalla bibliografia esistente. E' difficile disporre di una bibliografia specialistica, che è molto arretrata nell'approfondimento di questi problemi, in quanto trattasi di un settore nel quale pochi sono gli specialisti interessati.
In queste ricerche abbiamo raccolto parecchie informazioni.
L'informazione della Regione Piemonte è concretizzata in un libro nel quale si parla di ambiente, fauna e caccia e nel quale sono individuate le specie cacciabili. A proposito della beccaccia si recita che è una specie che pare limitata agli ambienti boschivi dei rilievi interni, sia alpini che appenninici. Nel passato la nidificazione della beccaccia è stata segnalata anche in boschi di pianura. Cioè siamo di fronte ad una incertezza evidente per la quale è difficile trovare delle motivazioni sufficienti.
Sull'enciclopedia Motta (di mio nipote), un mezzo quindi di divulgazione popolare, si conferma con note interessanti che "la beccaccia soprannominata la regina dei boschi, è un notissimo uccello che tutti hanno visto appeso agli uncini dei negozi di cacciagione o nelle trattorie dove costituisce, per la squisitezza delle sue carni, un piatto prelibato". Poi si aggiunge: "non altrettanto noti sono però i suoi costumi, cosicché si è aggiunto all'appellativo di regina dei boschi l'attributo di misteriosa per la sua indole selvatica, solitaria, scaltra e sospettosa che rende difficile lo studio dei suoi costumi di vita". Siamo quindi di fronte ad un uccello che è scarsamente conosciuto.
Se andiamo ad esaminare come avviene la riproduzione troviamo un altro elemento interessante: "la femmina, scelta una depressione del terreno, tra la vegetazione cedua dei boschi o fra il muschio o nel fitto della bassa vegetazione...".
E qui sorge un problema generale, perché è sempre più difficile trovare una vegetazione cedua o il muschio nel fitto di una bassa vegetazione perché questi territori si restringono annualmente e questo avviene perch si va a depredare il territorio con interventi selvaggi di cui poi portiamo le conseguenze. I filo-cacciatori dovrebbero interrogarsi sull'aumentata sensibilità verso questo problema e quindi del perché quindi ci sia una contrapposizione sempre maggiore. Ci sono motivazioni che vengono da lontano e io mi chiedo se tutti abbiamo fatto il nostro dovere per evitare che si andasse a depredare il territorio e a distruggerlo! Capiamo, Assessore Moretti, e apprezziamo il suo atteggiamento di disponibilità, ma vorremmo anche avere il conforto che quanto stiamo dicendo non siano dalle castronerie, perché il nostro intento è quello di porre questioni che meriterebbero delle considerazioni non solo di carattere generale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per appello nominale l'emendamento testé illustrato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 7 Consiglieri hanno risposto NO 32 Consiglieri. L'emendamento è respinto.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Staglianò, Montefalchesi, Bresso e Reburdo: al secondo comma, lett. c), sono soppresse le parole "cesena, germano reale, gallinella, d'acqua".
La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Sono desolata di dover ripetere cose già dette ieri.
Il discorso nel caso della cesena si riallaccia a quello del tordo, e cioè al fatto che restano due specie (la cesena e il tordo bottaccio) mentre vengono eliminate tutte le altre specie da quelle cacciabili, in particolare ricordo la tordela che è tutelata sia da legge nazionale che dalla CEE, quando in realtà il cacciatore conferma che in volo è assolutamente impossibile distinguerle. Questo significa di fatto consentire la caccia a tutti quanti ed è per questo che noi riteniamo opportuno che le specie confondibili con specie protette non vengano inserite, altrimenti equivale a inserirle tutte, anche le specie protette.
Il problema vale a maggior ragione nel caso del germano reale che resta l'unica specie cacciabile fra una serie di anatidi le cui femmine sono tutte quasi uguali, moltissimo simili, e, come ieri da cacciatori ci è stato spiegato, non distinguibili.
L'emendamento riguarda tre specie. Non pretendiamo l'eliminazione in questo clima anche della gallinella d'acqua, però riteniamo davvero che o il ragionamento è che stiamo facendo questa discussione per finta, cioè che non esiste nessun margine di seria discussione (e ne terremo conto nel prosieguo dei lavori) oppure, almeno sulla femmina del germano reale che è davvero non distinguibile da tutte le altre e che vanifica ogni tutela di tutte le altre specie, ad esempio, la marzaiola, il discorso andrebbe affrontato. Altrimenti vuol dire che in questa sede non si accetta di discutere su niente e allora noi riprenderemo a quel punto un atteggiamento molto più duro.
Invito seriamente, addirittura adesso si comincia a votare senza ascoltare né fare attenzione, tutti quanti a riflettere su questa questione.



(Commenti dai banchi del centro)



BRESSO Mercedes

State attenti, perché se non ci riflettete e se continuate a comportarvi in questo modo, vi ritroverete a discutere duemila emendamenti perché sta diventando davvero incredibile! Almeno ascoltate! Dico ancora che non ha senso proteggere delle specie e lasciarne dentro una in modo che consenta l'equivoco per tutte quante.



PRESIDENTE

Collega Bresso, le faccio rilevare che a questo problema viene prestata la dovuta attenzione.
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Spero che i colleghi abbiano quanto meno notato, se non apprezzato, il fatto che sui precedenti emendamenti noi presentatori non ci siamo avvalsi della facoltà di intervenire tutti con dichiarazione di voto.
Su questo emendamento invece interveniamo più d'uno, perché non si tratta di un emendamento di routine.
Vogliamo porre delle questioni vere, continuo a dire di buon senso.
Rispetto alla cesena credo che nessuno possa contestare il fatto che la cesena è molto simile, praticamente indistinguibile, alla tordela che è protetta dalla legge nazionale.
Se si vuole allora proteggere una specie, come fa la legge nazionale non si può pensare di introdurne una che di fatto porta a cacciare anche la specie che si vuole proteggere.
Per il germano reale vale lo stesso discorso: la femmina è estremamente simile, anche per dimensioni, ad altre specie quali il codone e il canapiglia.
Ribadisco che non si tratta di emendamenti di routine. Sono questioni alle quali teniamo particolarmente, perché altrimenti si corre il rischio che mentre sulla carta le specie cacciabili sono un certo numero, di fatto diventano molte di più, comprese quelle che tutti quanti diciamo di voler proteggere.
Su questa questione invitiamo caldamente l'assemblea e l'Assessore a fare una riflessione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Cerco sempre di riflettere prima di rispondere ed evitare così di dare risposte approssimative.
Per quanto riguarda la femmina del germano reale concordo con la collega Bresso. Quindi io sarei di questo parere: non il divieto totale perché bisogna lasciarlo fra le specie cacciabili, ma sospendere la caccia per un certo periodo. Nell'emendamento apporterò questa modifica: "sospendere la caccia per due anni".
Sulle altre richieste, mi dispiace, ma devo ritornare alla dichiarazione di ieri; ho già dato delle risposte esaurienti non nell'introduzione, ma nelle conclusioni ho detto molto sulle specie.



PRESIDENTE

L'Assessore ha accolto in parte lo spirito dell'emendamento dei Consiglieri Bresso ed altri, proponendo il seguente emendamento: "è fatto divieto di cacciare la femmina del germano reale per due anni, così come per la starna".



BRIZIO Gian Paolo

L'Assessore ieri ha dichiarato che non avrebbe accettato alcun emendamento a proposito delle specie e noi chiediamo che onori questa dichiarazione. Perché altrimenti nel corso della discussione io propongo altre specie come la quaglia.



PRESIDENTE

Vi prego di non sollevare una questione per la femmina del germano reale. L'Assessore, a nome del governo regionale, ritiene di dovere proporre questo emendamento, accogliendo le preoccupazioni sulla femmina del germano reale e quindi ne vieta la caccia per due anni. Questo emendamento non può generare degli sconvolgimenti rispetto alla legge.
Propongo che questo emendamento venga votato insieme all'emendamento principale.
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Apprezziamo, anche a nome degli altri colleghi, la disponibilità dell'Assessore e dichiariamo di ritirare dall'emendamento la parte che riguarda il germano reale, quindi non ne chiediamo l'abolizione.



ALA Nemesio

Pensiamo che a questo punto si possa sospendere l'appello nominale.



PRESIDENTE

D'accordo.
Pongo quindi in votazione l'emendamento presentato dai Consiglieri Bresso ed altri relativo alla cesena e alla gallinella d'acqua.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 7 voti favorevoli e 32 contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Ala, Montefalchesi, Staglian Bresso e Reburdo: al secondo comma, lett. c), sono soppresse le parole "tordo bottaccio".
La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Non starò a ripetere le argomentazioni già svolte nel caso della cesena e che hanno portato all'accoglimento dell'emendamento sul germano reale. Si tratta di quei casi in cui l'inserimento di una specie nell'elenco di fatto comporta un grosso rischio per tutte le altre specie che sono state invece tolte dall'elenco.
Ci rendiamo conto che in questa situazione appare sempre più difficile che qualcosa possa venire accettato; personalmente chiedo che l'Assessore nel quadro di questa situazione in cui si studiano solo specie cacciabili nel caso che il tordo bottaccio resti specie cacciabile, promuova delle verifiche su tutte le specie simili che non sono cacciabili e che probabilmente verranno cacciate. E logicamente quando avrà dei dati ci riferisca ed eventualmente noi rivaluteremo la questione.



PRESIDENTE

Il Consigliere Bresso ha chiesto all'Assessore se può impegnarsi in uno studio di queste specie e pertanto ha chiesto una dichiarazione da parte dell'Assessore.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Non solo su questa, faremo uno studio particolare su tutte le specie anche per capire realmente il perché si è arrivati a cacciare queste specie. Questa resta non solo come dichiarazione, ma come un impegno da parte della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 7 voti favorevoli e 32 contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Montefalchesi, Reburdo Staglianò, Bresso e Ala: al secondo comma, il punto d) è soppresso.
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Noi proponiamo l'eliminazione dall'elenco delle specie cacciabili di specie quali il fagiano di monte, la pernice bianca e la lepre bianca.
Vorrei sottolineare come queste specie, appartenenti alla fauna alpina siano comparse adesso all'art. 4 all'interno di un testo diverso da quello nel quale comparivano al termine dell'elaborazione del testo in Commissione. Desidero richiamare l'attenzione del Consiglio essenzialmente su questo punto, per portare ad un duplice sviluppo possibile di questo emendamento.
Nella prima ipotesi, noi chiediamo che queste specie vengano escluse dall'elenco delle specie cacciabili, in quanto rare.
Nella seconda ipotesi, proponiamo una migliore definizione dei piani di prelievo cercando di normarli in maniera più simile a quella relativa alle popolazioni di ungulati, così come era previsto nel testo cui si era giunti in Commissione. Mentre qui troviamo una distinzione tra questo tipo di fauna alpina (gli uccelli, esclusa la lepre) e gli ungulati nel testo precedente trovavamo entrambi sottoposti a censimenti e ad un tentativo di razionale tutela, così come è scritto nella pagina successiva: densità prelievo selettivo, censimenti qualitativi e quantitativi.
Ponendo mente a quanto ha dichiarato l'Assessore Moretti in merito al punto precedente, se da un lato continuiamo a chiedere l'abrogazione di queste specie, dall'altro in subordine chiediamo una migliore definizione dei meccanismi ai criteri con i quali si elaborano questi piani di prelievo. Quelli relativi agli ungulati ci sembrano essere più rigorosi ed attenti di quanto lo siano quelli per gli uccelli.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 31 voti contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Staglianò, Reburdo, Ala e Montefalchesi: al secondo comma, lett. d), dopo le parole "zone speciali" aggiungere: "e previa elaborazione e presentazione di uno studio annuale e di un relativo piano che analizzi in dettaglio la situazione ambientale del comparto alpino interessato, degli habitat naturali e della situazione ambientale in atto, nonché della consistenza numerica e qualitativa delle popolazioni delle singole specie oggetto del piano. Tale piano dovrà essere elaborato con la collaborazione di consulenti dell'Università appartenenti al dipartimento di biologia".
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Rimanendo tra le specie cacciabili (fagiano, pernice bianca, lepre bianca e coturnice) appartenenti alla fauna alpina riteniamo che i piani di prelievo predisposti dalle Province debbano essere fatti sulla base dell'elaborazione di uno studio che analizzi, sotto diversi aspetti, la situazione ambientale e la consistenza numerica quantitativa e qualitativa delle popolazioni.
A nostro avviso trattasi di emendamento migliorativo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Signor Presidente, secondo me non è da inserire nella legge. Ci deve essere un impegno da parte della Giunta regionale per quanto riguarda studi sulla specie selvatica. L'Istituto della Selvaggina di Bologna non ci dà mai un contributo così immediato, ma questo non vuol dire che non ci dà un contributo dal punto di vista scientifico. Abbiamo rapporti con l'Istituto di Geologia e con altri Istituti, quindi rispetto anche all'intervento della collega Bresso non è che dobbiamo fare lo studio solo per una particolare specie, ma deve essere fatto uno studio per tutte le specie selvatiche. Ritengo che alla fine noi dovremmo, al di là della proposta che verrà fuori nel corso di questo dibattito, arrivare ad uno studio per tutte le altre specie anche per capire fino in fondo se la nostra legge ha realmente un significato rispetto alla decisione che è stata presa circa le sedici o le ventuno specie. Secondo me, al di là di quello che stiamo affrontando in questi giorni, dobbiamo in una fase successiva impegnarci a fare uno studio particolare su tutta la specie selvatica. Questo non pu essere recepito da una legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Riteniamo positivo l'impegno della Giunta. Vorremmo capire in che cosa si traduce in termini di atti, se cioè successivamente la Giunta presenterà una deliberazione in questo senso. Credo che l'impegno possa essere formalizzato con un ordine del giorno al termine della discussione.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Esatto, perché la deliberazione può essere limitativa invece un ordine del giorno può costituire un riferimento continuo rispetto alla verifica che si può fare successivamente.



MONTEFALCHESI Corrado

L'emendamento è ritirato.



PRESIDENTE

I Consiglieri Majorino e Minervini hanno presentato un emendamento relativo al massimale di assicurazione. Però il Commissario del Governo aveva respinto già una precedente proposta in merito.
Il testo dell'emendamento così recita: dopo l'ultimo comma aggiungere: "Per poter esercitare la caccia nella regione è necessario avere stipulato contratto di assicurazione per responsabilità civile verso terzi per un minimo di L. 200 milioni per ogni sinistro, con il limite minimo di L. 100 milioni per ogni persona danneggiata e di L. 10 milioni per danni ad animali o cose" è abrogato l'art. 37 della L.R. 17 ottobre 1979, n. 60.
La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, lei mi ha ricordato puntualmente che già in altra occasione (nel 1979 allorquando venne varata la legge n. 60) questo emendamento già da me proposto ai fini di modificare il minimo di massimale venne respinto dal Commissario del Governo.
Pur prendendo atto di questo è necessario ribadire che il massimale minimo previsto di 80 milioni è di gran lunga superato e non rimane che auspicare che in sede di legge quadro nazionale (adesso all'attenzione del Parlamento, ma comunque contenuta in un disegno di legge diretto a sostituire la vecchia legge quadro) questo massimale venga aumentato nell'interesse dei cittadini e nello stesso interesse dei cacciatori perché oggi avere un massimale nell'ambito dell'assicurazione obbligatoria di 80 milioni è veramente una cifra irrisoria che non potrà mai risarcire incidenti di una certa gravità possibili nell'esercizio di un'attività pericolosa. Ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

Sarà una proposta che formuleremo al Parlamento. Il massimale di 80 milioni, superato largamente dagli obblighi per la circolazione automobilistica, non può essere lasciato per un'attività che potrebbe destare maggiore pericolo.
La parola al Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando

Sono d'accordo sull'impostazione data dal Presidente. Come suggerimento vorrei raccomandare, essendo d'accordo con il contenuto dell'emendamento del Consigliere Majorino, di valutare se non sia possibile arrivare ugualmente all'adeguamento del massimale non attraverso una formale modifica del massimale stesso, ma introducendolo come adeguamento a sensi della svalutazione sugli indici ISTAT. Si potrebbe sondare questa possibilità con il Commissario del Governo, cioè formalmente rimane invariato il massimale ma viene adeguato sulla base delle tabelle ISTAT di svalutazione. Si arriverebbe quindi allo stesso risultato attraverso un escamotage formale. Credo che debba essere però valutato con il Commissario del Governo.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Con una deliberazione.



SANTONI Fernando

Certo, non con legge, ma con deliberazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Richiamandomi ai colleghi Santoni e Majorino, vorrei sottolineare che anche da parte nostra l'argomento sollevato da Majorino è degno della massima attenzione, tenendo anche conto dei rischi e degli incidenti che la pratica venatoria comporta.
Pregherei quindi la Giunta e gli avvocati che mi hanno preceduto certamente più esperti in questa materia, che è materia diversa da quella della pratica venatoria, di individuare i meccanismi idonei che possono essere, da un lato, il richiamo al Parlamento perché tenga conto di questa nostra richiesta nella sua attività di legiferazione, dall'altro approfondire meglio la strada proposta dal collega Santoni. Perché mi pare che anche questo sia un momento di tutela, al di là delle questioni relative alla tutela della fauna selvatica: la tutela della fauna più o meno domestica che passa sotto il nome di homo sapiens.



PRESIDENTE

L'emendamento è pertanto ritirato.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Ala, Montefalchesi e Staglianò: al secondo comma, lett. a), b), c), d), sostituire le parole "dalla terza domenica" con le parole "dal lunedì successivo alla terza domenica".
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Come può vedere, signor Presidente, siamo arrivati abbastanza rapidamente ad una delle questioni salienti, forse la più importante sotto certi aspetti, dell'intero articolato in relazione, non dimentichiamolo, ai quesiti referendari a cui noi continuiamo ad attenerci.
E' noto ai colleghi che hanno seguito in Commissione e anche nella fase successiva la discussione nel merito del disegno di legge della Giunta che ci siamo soffermati sin dal primo momento su questo argomento che merita una qualche attenzione. Mi riferisco all'interesse prevalente della maggioranza dei cittadini, anzi, della quasi totalità dei cittadini in relazione...



PENASSO Alfredo

Quasi!



STAGLIANO' Gregorio Igor

Il Consigliere Penasso ha sottolineato "quasi", infatti sui 4 milioni e mezzo di abitanti del Piemonte i cacciatori iscritti sono 65/70.000 quindi...



PENASSO Alfredo

Hanno anche qualche amico.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Certo, soprattutto quando si tratta di votare! Intendiamo ricondurre l'interesse prevalente della quasi totalità dei cittadini in rapporto ad una minoranza di essi, che per quanto ci riguarda non abbiamo mai criminalizzato, ad una gerarchia di valori che dovrebbe mettere al primo posto la fruibilità del territorio da parte di tutti senza il rischio di trovarsi una doppietta puntata, magari proprio il giorno in cui insieme ai propri bambini o ai propri amici o alla propria amica si va per funghi nei boschi o a godersi i colori autunnali di questo nostro Piemonte che io, signor Presidente, ho cominciato ad apprezzare, ad amare anche, da non moltissimi anni, ma che mi ha consentito proprio andando in giro nella stagione autunnale di cogliere tante sfumature di colori che nelle mie zone di origine non avevo potuto apprezzare. Le Langhe, il Monferrato, ecc.



PEZZANA Angelo

Signor Presidente, il Capogruppo Brizio parla con il pubblico.



PRESIDENTE

Il Consigliere Brizio non parla mai con il pubblico e oggi improvvisamente...



BRIZIO Gian Paolo

E' davvero la prima volta che parlo con il pubblico.



PEZZANA Angelo

Il comportamento del e con il pubblico dev'essere uguale sempre!



PRESIDENTE

Per favore, colleghi! Ho già detto che il pubblico non deve assentire o dissentire rispetto a quanto avviene in aula.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Rumoreggiano anche. Noi siamo perché venga applicato uniformemente il Regolamento. Magari il prossimo scenario potrà essere diverso da questo.



MARCHINI Sergio

Gli striscioni o le patacche non le possono mettere neanche i Consiglieri.
Mi richiamo a un Consigliere che usa un simbolo che in questa sede è quanto meno di parte.



PRESIDENTE

Prego i Consiglieri di non usare simboli, faremo un regolamento anche per la cravatta.
Consigliere Staglianò, non era rivolto a lei questo richiamo. Prosegua.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Su questo punto occorre essere molto chiari. Come risulta ormai evidente noi attribuiamo un grandissimo significato a questa questione. E' addirittura discriminante per quanto riguarda il prosieguo della nostra battaglia in quest'aula. Invitiamo caldamente tutti i colleghi, tutti quanti, l'Assessore in particolare, a considerare questo nostro punto di vista. E' un punto di vista che penso abbia maggior rilievo per quanto riguarda l'avvio del periodo venatorio, i giorni iniziali, quando statistiche alla mano si verificano la maggior parte di incidenti, la maggior parte dello sterminio della selvaggina, anzi, della fauna selvatica.
Non voglio definire questo tipo di attività sportiva dato il rapporto impari esistente tra la doppietta e un povero volatile, quindi è una gara in cui il perdente è già segnato dal primo momento. Lo sport, solitamente si pratica fra pari: le olimpiadi, per esempio, sono la massima espressione della competizione sportiva. Allora, chi liberamente vuole ricorrere a questa attività lo faccia nei momenti in cui arreca meno danno agli altri salvaguardando l'incolumità fisica della gente.
In questo senso pensiamo che valga in "niente" l'argomento apparentemente populistico e noi con questa proposta finiamo per favorire l"lite dei cacciatori, quelli che possono andare a caccia anche nel corso della settimana.
Dipendesse da me non si andrebbe a caccia nemmeno durante la settimana ma non è l'oggetto della nostra discussione. Quindi proponiamo che il periodo venatorio cominci senza la domenica. Sto pesando le parole, signor Presidente, "cominci" senza la domenica! Questo per affermare il principio della prevalenza di un interesse generale che è inconciliabile (come è stato riconosciuto da alcuni colleghi della maggioranza nel corso del dibattito in Commissione) con l'interesse di una minoranza. In particolare in determinati periodi di tempo, cioè nella parte iniziale dell'apertura della caccia dove la pressione venatoria è maggiore, quindi c'è la liberazione delle doppiette.
Penso che se non vale, come non vale, l'argomento finto populistico che alla domenica sarebbero penalizzati i lavoratori dipendenti (che a noi stanno molto a cuore), la domenica acquisisce forse un valore, simbolico anch'esso, per i fautori della domenica cacciabile per reclutare tutte quelle doppiette "domenicali" che fanno molto gola alle associazioni venatorie perché portano molti soldi oltre che tanti voti, ma che con l'attività venatoria in senso stretto, visti i danni che si arrecano, in particolare alla domenica, poco hanno a che fare.
Ho voluto richiamare, pacatamente, il nostro punto di vista su una questione discriminante dalla quale dipenderà il prosieguo del nostro atteggiamento in aula per quanto riguarda gli articoli successivi, ma anche i precedenti, dal momento che abbiamo acconsentito ad iniziare la discussione partendo dalle questioni nodali.
Dato che questo intervento l'ho fatto anche a nome dei colleghi Montefalchesi, Reburdo, Ala e Bresso, che si sono riconosciuti in questa iniziativa, ascolteremo con molta attenzione e chiederemo a tutti i Gruppi politici di collocarsi politicamente su una questione di principio di grande rilevanza sociale, e ne trarremo le conseguenze.



PRESIDENTE

E' stata avanzata una proposta di breve sospensiva.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

La questione della sospensiva può essere motivata e accolta ed è relativa a come si chiude il testo legislativo. C'è però una questione sollevata nell'intervento di Staglianò che merita attenzione e rispetto: quella sulla domenica e sulla fruizione. Su questo carattere generale il nostro Gruppo ha da dire qualcosa.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Consigliere Bontempi, sulla questione della domenica entreremo nel merito in un altro articolo.
Ci sono due tesi: la proposta iniziale Montefalchesi è quella di non cacciare la domenica. La tesi della Giunta e anche del Gruppo comunista è che la domenica sia un giorno cacciabile. Ora stiamo esaminando il punto relativo all'inizio della stagione venatoria e poiché loro sono contrari alla caccia di domenica chiedono che l'apertura della stagione venatoria non inizi in quella giornata. Questo non vuol dire che non si possa iniziare dal lunedì, ma che si cacci anche alla domenica. La sospensiva è utile per verificare i termini della proposta. Rilevo però che si dovrà intervenire successivamente su questo problema; la Giunta si collocherà su questo punto così come altri Gruppi. La sospensiva quindi è diretta a valutare la proposta relativa all'inizio della stagione venatoria.



PRESIDENTE

Dunque, sulla questione della domenica si può avviare la discussione adesso oppure rinviarla in occasione del successivo articolo, come rilevava l'Assessore.



BONTEMPI Rinaldo

Vorrei intervenire ora dal momento che a questa questione è stata data particolare valenza. La peculiarità di una assemblea elettiva è quella di non solo (anche se poi essenziale) badare a come si chiude un articolo, ma è quella di interloquire e colloquiare con le varie posizioni. Questo è da un lato un gesto di attenzione, ma non diplomatico, e dall'altro anche l'assunzione di responsabilità per quello che ci compete.
Voglio fare un mio ragionamento di come io leggo questa questione della domenica e se permettete (mi ricollego all'intervento generale che ho fatto ieri) dico che noi sosteniamo non solo di essere consapevoli, ma di essere parte attiva per un cambiamento profondo del rapporto d'uso del territorio e dell'ambiente, dell'uomo nelle sue varie esplicazioni tra cui anche l'esercizio venatorio. Quindi abbiamo non solo la consapevolezza, ma siamo parte attiva, ci rendiamo conto che sia necessario per tutti rendersi conto che un appello puro e semplice ad un mondo che non c'è più e ad un rapporto uomo-ambiente che non esiste più in questi termini è sbagliato. Quindi vediamo con molta tranquillità questo elemento evolutivo.
Detto questo però, dato che è una fase di passaggio che non riguarda solo questo problema, ma riguarda molte questioni, che stanno intrigando tutti noi, questa questione della domenica, per l'esercizio venatorio, per quanto ci riguarda è importante non solo per una deduzione che pure è apparsa chiaramente e che è quella della nostra preoccupazione rispetto alle abitudini consolidate e anche ai comportamenti da cui non ci si pu astrarre, se si vuole fare politica in maniera reale. Il problema è che grandi masse, e quando dico grandi masse dico tutti, ma particolarmente quelli che all'interno delle grandi masse hanno il ruolo del lavoro dipendente, in quanto cittadini, non hanno neanche la comodità e la facilità dell'accesso ai luoghi. Non dico che siano cose immutabili, il mondo è sempre mutato, ma oggi a noi pare giusto che interessi meritevoli di tutela e di difesa come quelli delle grandi masse e dei loro comportamenti abituali possano essere ricondotti a nuovi livelli, ma devono anche essere riconosciuti. D'altra parte, la legge che sta uscendo è una legge restrittiva, anzi, avendo alle spalle una legge restrittiva, è una legge ulteriormente restrittiva; risponde però a quel cammino che dicevo tenta un difficile colloquio tra le esigenze di fondo che ricordavo e che riguardano il cittadino che va a piedi, che va in macchina, il cittadino che fruisce del territorio a vari titoli e che riguardano il cittadino che si organizza.
Per me c'è un'altra questione di fondo.
Introduco un concetto molto laico e credo comunque molto moderno, anche se oggi smentito dal modo comune con cui ci si dibatte a volte in maniera stolida, non dico su questo, ma su tante questioni, ed è la questione della tolleranza. Un concetto del genere lo introduceva anche il collega Santoni ieri, ma io credo che sia un valore generale. Esistono certamente fenomeni su cui è giusto schierarsi e fare battaglie di principio, ma poi, almeno per le istituzioni, c'è il compito di garantire nelle fasi di passaggio l'osservanza di questo criterio di tolleranza; per i fenomeni che sono magari minoritari, che possono essere contraddittori rispetto ad altri e riconosco anche valori grandi. Badate che mi acconcio con molto rispetto al ragionamento, non ne sto negando la radice, però l'elemento della tolleranza è uno dei criteri di identificazione di una società evolutiva.
Reminiscenze di un mondo che forse non ha più senso. I giostrai di Piazza Vittorio, certo, davano fastidio, mi pare evidente, comunque sono stati allontanati. E' giusto? E' sempre giusto questo? E' facile oggi impalcare anche ragionamenti fondati sui diritti, anche il silenzio e la quiete sono un diritto. Ho fatto questo esempio, che se vogliamo è irrilevante, per dire come la comunità tenda a non più tollerare e quindi anche a cambiare; e non è un caso - e questo mi preoccupa - che questo avvenga sui fatti minimi, comportamentali, che attraversano gli individui e su cui non può essere chiesta collocazione di fede né di principio agli individui, né sulle giostre né su altro.
Non avviene purtroppo una dislocazione, non da affrontare nei termini della tolleranza, ma di grandi scelte di campo sulle questioni di fondo; e noi lo sappiamo. Perfino le questioni dell'impatto ambientale importantissime e decisive che hanno fatto diventare, per fortuna, una cultura forte quella del rispetto strutturale dell'ambiente, come sono affrontate oggi? Dalle istituzioni e in un modo che, secondo me, non trova altezza sufficiente da parte anche di quelli che credono a queste cose. Si fa l'impatto ambientale dopo che le opere si sono decise? Questo ha un senso? Purtroppo è così. E badate: c'è molta cultura, anche cultura seria che ci crede, ambientalista, che si accontenta della mitigazione degli effetti, perché questo vuol dire anche starci dentro in qualche modo.
Io invece credo che lo scopo nostro, mi rivolgo ai compagni che so seri su questo e a tutti gli altri che possono credere a queste cose, non è solo quello di mitigare gli effetti; è di sapere se un'opera che costa molto in termini di disgregazione ambientale e che per essere mitigata costerebbe chissà quanto, non diventi prioritaria, ma possa essere posposta ad altre che io ritengo tra l'altro assolutamente più necessarie.
Questo per dire che abbiamo grandi questioni su cui una cultura non dell'intolleranza (che qui non c'entra) ma della scelta dovrebbe essere portata a molte e più forti conseguenze. Abbiamo invece la situazione dei comportamenti individuali, e la caccia se mi permettete la faccio rientrare anche per una parte almeno in questa categoria, in cui si prende un punto e si ragiona; certamente il ragionamento avrà una sua validità, ma poi alla fine passa la cultura dell'intolleranza. Noi non possiamo dimenticare, e non vogliamo farlo da comunisti, che le contraddizioni in certe cose quando attraverso i comportamenti individuali sono un valore, non sono un limite. Io penso anche a come, soggettivamente, le grandi partite sono decise anche a svantaggio delle grandi masse; pensiamo alla situazione della montagna, alle cose che ho richiamato molto in sintesi, e poi invece su questa cosa le istituzioni non delineano con coraggio un percorso che faccia giustizia di estremismi o di facili attacchi (il volantino di ieri ne era la dimostrazione). Non è la questione né dei voti, né del collegio sono cose che un po' mi sono estranee, forse malamente perché la politica è anche questo; ma certo è di vedere insieme al ritratto, scusate lo scherzo del beccaccino anche le facce di molta gente che, in questo comportamento ridimensionato su una legge protezionistica, crede giustizia poter ancora praticare questo suo esercizio la domenica. A me pare questo il punto ed è un punto anche di speranza, di ricollocazione per soluzioni che credo siano inevitabili su questo come su altri terreni perfino più avanzati, perch davvero la pressione globale è eccessiva e sull'ambiente si stanno caricando le contraddizioni di un meccanismo di sviluppo, di un sistema che non fa i conti con quello che si sta distruggendo e con la sua autodistruzione. Quindi tutto questo ci sta, ma la cultura della tolleranza è un passaggio ineliminabile; secondo me è un valore e rimane. Quindi per noi la proposta della metà domenica era una proposta che aveva di fronte il segno della compatibilità, ma anche il segno di questa tolleranza sapendo che magari tecnicamente ci sarebbero dei problemi. E' una proposta che potrebbe essere tacciata di salomonismo, dite quello che volete.
Accolgo la sospensione; occorre discuterne, proprio perché accuso ricevuta di questioni forti e importanti; però non vorrei, almeno da parte del mio Gruppo, che non venissero udite anche altre ragioni, che hanno altrettanta dignità, ragione e nobiltà e che tentano quello che nell'azione di governo a mio avviso si deve tentare di compiere. Soprattutto si tratta di tradurre un concetto etico, o se volete un concetto filosofico politico della tolleranza, in un concetto istituzionale che è quello della compatibilità e della garanzia, laddove è possibile, dei diritti di tutti.
C'è chi il coraggio lo ha su grandi scelte e su grandi questioni di principio; penso, con tutti i limiti di una modesta persona che invecchiando qui dentro, forse non invecchia neanche benissimo, di averne molto su queste cose. Ma tutto questo coraggio che abbiamo come persone come classe e come Gruppo non possiamo esercitarlo solo in una emarginazione di comportamenti e di diritti che mi sembrano essere radicati in grandi masse a cui noi guardiamo sempre prima con grande attenzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Condividiamo in larga parte l'intervento del collega Bontempi, perch quello della domenica è problema estremamente importante. Pensare facilmente di eliminare la caccia la domenica mi pare alquanto superficiale.
Accettiamo la proposta dell'Assessore Moretti di andare ad un incontro ad una sospensione perché il tema è rilevante. Anche noi abbiamo riscontrato una disponibilità al confronto da parte dei Gruppi che sostengono accanitamente le posizioni referendarie e quindi non vogliamo eludere questo confronto se è possibile e farne oggetto di valutazioni. Se la domenica è la giornata di svago per tutti, lo è per chi va a passeggio lo è anche per chi la utilizza per andare a caccia, soprattutto le grandi masse, come sosteneva il Consigliere Bontempi. Noi siamo un partito di massa, è vero anche che la grande massa ha firmato il referendum. Le grandi masse si riferiscono ad un partito di popolo come il nostro e noi abbiamo il dovere di interpretarne tutte le esigenze. C'è o non c'è questa compatibilità? Questo è il nocciolo del problema. Questa compatibilità c'è sempre stata. Io non ho mai sentito lamentele da parte dei cittadini che vanno a passeggio e che sosterrebbero che essendoci i cacciatori non è possibile passeggiare. Apriamo la caccia all'ultima domenica di settembre adesso, e non ad agosto come ad un tempo, non nel momento in cui l'esodo è generalizzato. Questo è un elemento da tener presente. Alla terza domenica di settembre non si trascorrono più i grandi week-end all'aperto e non si fanno più le gite familiari con i bambini che invece si fanno nei mesi in cui non è aperta la caccia; anche questo è un discorso da valutare.
Ritengo che la compatibilità esista e mi richiamo anch'io al valore della tolleranza a cui faceva riferimento il Consigliere Bontempi, perch se è valore laico, certamente è valore anche nostro.
Noi ci sentiamo profondamente tolleranti alla ricerca di posizioni che valgano per tutti i cittadini perché dobbiamo gestire il territorio per tutti, compresi i cacciatori: non dobbiamo gestirlo solo a vantaggio di presunti fruitori che poi del territorio hanno un rispetto molto spesso scarso, perché lo scasso ecologico viene assai più dal modo di utilizzare il territorio dei gitanti della domenica. E' uno scasso ecologico al quale lasciamo ampio margine con tranquillità e superficialità e dovrebbe muovere riserve chi si schiera tra coloro che difendono l'ambiente e il territorio.
Difendere l'ambiente e il territorio non è questione di caccia, è questione di educazione. Fintanto, cari amici, che non si tornerà nelle scuole a non accampare sempre solo diritti, ma ad insegnare anche che l'ambiente è di tutti, che quando si tocca il territorio agricolo si tocca qualcosa che produce, questo scosso continuerà.



PEZZANA Angelo

Il Ministero dell'Istruzione lo avete sempre avuto voi.



BRIZIO Gian Paolo

Caro Pezzana, io non ti ho interrotto. Sto facendo un discorso di educazione.



BRESSO Mercedes

Non invertire le parti.



BRIZIO Gian Paolo

Non inverto le parti. Bresso, consentimi! Quando tu dicevi sulla beccaccia tante cose incredibili, per chi le conosce, come d'altronde il Consigliere Reburdo, io non ti ho interrotto. Lasciami esprimere compiutamente il mio pensiero. Il mio pensiero è che il discorso della domenica è da valutare con saggezza. Mi rivolgo ai referendari allo scopo di tentare un dialogo: state attenti a non interpretare soltanto le domande referendarie, perché visto che il Comitato del referendum ha posto una questione sulla domenica, allora il tema deve essere la domenica. Io vi esorto a farvi portatori autentici degli interessi generali, non di quello che è il messaggio del Comitato. Noi cerchiamo di distaccarci dal particolare, ma anche voi dovete distaccarvi perché tutti abbiamo detto: "distacchiamoci dalle vicende pure essendo in un momento complesso". Se venite invece a fare solo i portavoce estremi di posizioni esterne, non nasce quella legge equilibrata che, pur datata da questo momento difficile può nascere, ma nasce una difesa di posizioni esterne e pregiudiziali che non sono nell'interesse generale. Come legislatori dobbiamo insieme puntare all'interesse generale.
Con questo spirito noi andremo all'incontro per cercare una soluzione andremo con spirito di disponibilità, ma anche con la fermezza delle nostre opinioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Ritenevo più opportuno aprire questo discorso, però lo accetto così come è stato adesso introdotto dai colleghi Bontempi e Brizio, in occasione della discussione dell'art. 5.
Ieri in sede di Capigruppo avevo sostenuto che probabilmente in sede politica, e non nell'ambito della procedura che ci impone la sede del Consiglio o della Commissione, sarebbe stato bene vedere l'insieme dei contenuti politici del quarto e del quinto articolo, perché solo in questo modo probabilmente saremmo riusciti a determinare una via d'uscita a questa situazione oppure andare avanti facendo quadrato sulle nostre originarie posizioni.
Sono state introdotte varie categorie, discorsi di tolleranza, di interesse generale, di garanzia dei diritti di tutti. Ci sono dei cultori del diritto, ci sono dei noti avvocati e un principio guida nell'ordinamento giuridico è che i diritti vanno praticati con attenzione a non entrare nella sfera altrui, cioè con il rispetto della sfera giuridica degli altri, ed è la ricerca di questo equilibrio che va fatta valere in questo senso.
Ci troviamo dinnanzi a due aree che dobbiamo cercare in qualche modo di conciliare: in primo luogo, l'esigenza del riposo domenicale, della fruizione del verde per coloro che vivono nelle aree metropolitane. Non so se tutti conoscono la realtà di Corso Taranto o di Mirafiori sud, dove si vive il passaggio dalla fabbrica alla propria casa, dove c'è poco verde, ci sono degli spazi limitati, ma per queste masse che sono concentrate nelle aree urbane è molto importante il rapporto con la natura che la Regione ha cercato di aprire con la politica dei parchi. Non vorrei, colleghi, che fra tre mesi parlando della politica dei parchi giriamo le frittate. Era una politica attenta a rendere fruibile quella collettività, non quella collettività elitaria che può andare a Portofino oppure andare in vacanza nella Foresta Nera, ma soprattutto quella collettività concentrata nelle grandi aree urbane che non ha possibilità di fruire degli spazi di rapporto con il verde e con la natura.
Certo, c'è un problema di educazione, ma questa è responsabilità anche nostra. Tra l'altro anche a livello regionale possiamo fare qualcosa; la VII Commissione ha affidato all'IRES uno studio dello stato dell'arte dei problemi dell'educazione ambientale proprio per riuscire a fare qualcosa ad evitare che, ad esempio, a causa di una perdita di cultura di rapporto con la natura i cittadini non sappiano più nulla delle stagioni e abbiano quindi un rapporto di danno con l'agricoltura, di intervento in forme scorrette.
Da un lato però dobbiamo dare anche a questi cittadini (anche se Brizio mi ha convinto che nessuno di questi gitanti è mai stato impallinato) una sicurezza psicologica; non dobbiamo pensare che questi si debbano muovere in un clima con qualche timore e qualche sospetto.
Dall'altro lato c'è l'esigenza venatoria che è già compressa in una parte terminale dell'anno e che quindi non può essere una finzione; siccome qui non è in discussione l'abolizione della caccia, mi pare nemmeno da parte di coloro che hanno proposto il referendum, evidentemente occorre dargli un'agibilità, non potendo per ragioni costituzionali non rispettare il dettato della stessa Costituzione e cioè che è sancito il diritto ad esercitare la caccia.
E' attorno a questo equilibrio che possiamo cercare in questa sospensiva di far salvo un principio di fruibilità di queste grandi masse del rapporto con la natura rispetto al mantenimento anche di questo altro diritto che è dato e riconosciuto dalla Costituzione. Io non credo che una soluzione "macedonia" possa portare a casa un risultato soddisfacente per tutti; dobbiamo trovare una linea logica, ragionevole, che probabilmente faccia pagare dei prezzi a tutti, che non possiamo misurare con il mercato del quanto ci rende o non ci rende elettoralmente. E' vero che non è così esplicitato ed è vero che io rispetto tutti i sessanta Consiglieri nessuno avrà questa tentazione, ma forse ci sono dei riflessi condizionati dati da questa vita, da questa organizzazione delle elezioni per preferenze, per sistemi di interessi che si muovono e per la capacità di questi interessi di far sentire la loro voce.
Se noi andiamo a questa sospensiva con questo spirito, perché nessuno vuole stravincere, vuole fare il furbo in un incontro, ma semplicemente vuole cercare una soluzione equa, che saldi questi due principi, io credo che abbia un senso, altrimenti ripetiamo il rituale di ieri pomeriggio dove alla fine nella stretta non siamo riusciti a capire se partendo dalle posizioni originarie c'era la volontà di trovare una soluzione e la mediazione ha questo carattere: fa riferimento a una media, non fa riferimento a una posizione rispetto ad un'altra.
Se ha questo senso la sospensiva ben venga, altrimenti non perdiamo tempo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fracchia.



FRACCHIA Mario

Ho ascoltato con attenzione gli interventi dei colleghi Staglian Bontempi, Brizio e Tapparo.
Vorrei intervenire anch'io dal momento che il collega Staglianò ha chiesto una precisa collocazione e motiverò la collocazione del PRI partendo dai presupposti da cui è partito il collega Staglianò.
I fondamenti per cui i proponenti l'emendamento chiedono la non praticabilità della caccia alla domenica sono corporativi proprio dalla parte degli ambientalisti.
Ho provato a fare due conti e visto che si parla di minoranze rilevo che i cacciatori sono 80 mila, ossia 20 mila in più di coloro che hanno firmato la richiesta di referendum e rappresentano il 3% della popolazione avente diritto ai voti in Piemonte.



BRESSO Mercedes

E' il vostro elettorato!



FRACCHIA Mario

Ti ho già detto ieri che io non sono cacciatore.
Ho voluto fare due conti precisi, bisogna parlare di numeri e quindi le minoranze rispettate nei termini dei numeri vanno rispettate anche su questo problema.
Dalla terza domenica di settembre alla seconda di dicembre ci sono tredici domeniche che rappresentano il 25%; se togliamo i mesi in cui non si va a passeggio (novembre, dicembre, gennaio, febbraio e marzo), restano sette mesi, trentuno domeniche; di queste trentuno domeniche ai cacciatori ne restano sette che con metà giornata fanno ventotto ore. Questa considerazione va tenuta in conto proprio nell'ambito del rispetto delle minoranze; poi nei boschi (Tapparo ne ha fatto cenno) c'è una caterva di aree non destinate alla caccia dove si può andare tutte le domeniche a passeggio per depurarsi dall'aria inquinata che si respira a Torino e nelle altre città. Quindi, questo rispetto delle minoranze proprio dai partiti di minoranza che chiedono sempre il rispetto per loro va anche verso queste comunità che in questo momento sono in minoranza.
Il problema della domenica non è così grande visto anche nell'ambito del rispetto di tutti, come l'hanno impostato i Consiglieri Bontempi e Brizio; anch'io mi colloco su questa posizione avendola completata con i dati che ho portato, che possono non interessare, ma servono anche per ampliare le conoscenze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Non ripeto ciò che ha già detto il collega Staglianò che condivido totalmente.
Vorrei chiarire un fatto: mi sembra di aver capito che la sospensiva è stata chiesta dalla Giunta per una discussione all'interno della stessa e della maggioranza, nel senso che noi non ci sentiamo coinvolti in questa sospensiva. Se la Giunta, la maggioranza e alcuni Gruppi ritengono di aver bisogno di una sospensione per valutare la questione e fare delle proposte a noi va bene, ma noi non riteniamo di partecipare a nessuna riunione, il confronto lo facciamo qui. Per noi il confronto è qui, per essere chiari.
Per quanto riguarda la domenica in particolare il collega Bontempi ha fatto riferimento alla tolleranza, alla difesa delle minoranze, che è un tasto al quale sono sensibile, però si dice: "Se eliminiamo la domenica, in particolare ai lavoratori che lavorano durante la settimana, togliamo grosse possibilità di andare a caccia". E' vero. Io però a questa obiezione da operaio quale sono rispondo che in una società che si evolve ci sono anche nuovi regimi di orario; ci sono già oggi e ci saranno in futuro sempre di più a disposizione dei lavoratori periodi di vacanza, di ferie da gestirsi individualmente, quindi da gestirsi anche durante la settimana per andare a caccia. Certo, Mignone, anche per andare a passeggio.
Se facciamo il discorso di difesa delle minoranze, voglio anche portare qui un discorso di difesa delle maggioranze, della stragrande maggioranza della povera gente, dei lavoratori, che aspetta la domenica nel periodo della bella stagione per andare a fruire di un po' di tranquillità. Alla domenica la città di Torino come tutte le grandi metropoli si spopola nei quartieri popolari, perché la gente dopo aver lavorato, dopo aver studiato per una settimana, va a fruire dell'ambiente. Allora io ritengo che un discorso equilibrato debba garantire in particolare nella bella stagione la possibilità a questi cittadini di fruire dell'ambiente naturale con tranquillità e serenità. Io non ritengo che questa questione debba essere affrontata quando ci scapperà il morto. Si dice che non è mai stato impallinato nessuno fino ad ora, però non dobbiamo aspettare che ci scappi il morto per accorgerci che esiste una contraddizione.
La gente deve fruire dell'ambiente con serenità e tranquillità senza sentirsi gli spari intorno, senza temere di essere impallinata; magari finora ciò non è ancora avvenuto e io mi auguro che non avverrà.
Si tratta di stabilire un equilibrio estremamente difficile. Quando noi abbiamo chiesto di aggredire i due punti centrali ieri, evidentemente implicitamente abbiamo avanzato anche una proposta di disponibilità, perch se la nostra proposta era quella di fossilizzarci sulle posizioni iniziali cioè sulla proposta di togliere per tutto il periodo di caccia la domenica ve lo avremmo detto, perché fra persone che si rispettano non ci si prende in giro e non si perde del tempo.
Voglio ancora dire che nel tentativo di trovare una soluzione equilibrata su questo problema si deve tener conto delle affermazioni che Majorino ieri nella sua relazione di minoranza faceva, cioè che a suo avviso la legge quadro nazionale impedisce alle Regioni di intervenire all'interno della giornata, nel senso che impedisce alle Regioni di fare un'operazione di divisione della giornata in mezza giornata in cui si pu cacciare e mezza in cui non è possibile farlo. Va verificata la fondatezza dei ragionamenti portati da Majorino. Io stimo moltissimo, dal punto di vista della professionalità, il collega e sono per tenerne in adeguato conto.
Ultima questione. Collega Brizio, vorrei risponderti a proposito della questione che andrò ad esporre. Io non ti ho interrotto prima, voglio per dirti che sono completamente d'accordo con te che i gitanti della domenica in particolare, che fruiscono dell'ambiente, dei boschi, operano a volte dei disastri: lasciano spesso di tutto sul territorio. E' un problema di educazione. Io accolgo questa sollecitazione, la ribalto intanto alla VII Commissione perché studi qualche iniziativa, però questa argomentazione non può essere usata contro le nostre proposte, nel senso che la questione dell'educazione nelle scuole va posta innanzitutto al Ministro Galloni e al Governo, perché chi stabilisce i programmi scolastici non siamo noi, io Ala, Staglianò o la collega Bresso. Le nostre parti politiche non hanno mai avuto la responsabilità del Ministero della Pubblica Istruzione, quindi la critica deve essere fatta al Ministro Galloni e alla Democrazia Cristiana.
In secondo luogo, agli Assessorati alla pubblica istruzione dei Comuni e della Regione perché non li gestiamo noi!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Ieri qualcuno qui ci ha ricordato che la caccia è un'attività che l'uomo compie dalla notte dei tempi. Dalla notte dei tempi l'uomo compie due attività: la caccia e la raccolta, quindi sono connaturate all'essenza umana. Cito l'aspetto della raccolta perché costituisce l'altra attività tipica dell'uomo che ha rappresentato una sua forma primitiva di sopravvivenza che oggi si è trasformata in un'attività del tempo libero come è la caccia, che non è più in alcun modo un'attività di sopravvivenza nei nostri Paesi, così come l'attività di raccolta, altra attività costituente dell'uomo, non lo è più. E' un'attività che nei boschi, in montagna, nelle campagne, non quelle coltivate, i cittadini e ancora di più i non cittadini, gli abitanti della campagna e della montagna, compiono nel loro tempo libero. Quindi la questione della domenica ha una prima ragione molto rilevante, che vi risparmio perché l'ha già illustrata Staglian che è quella della concentrazione della pressione venatoria nelle giornate di domenica, in particolare nelle prime. Ne ha un'altra legata a quei discorsi di tolleranza, di attività del tempo libero, che invece è legata soprattutto nei mesi di settembre e ottobre, la prima parte di ottobre in particolare, all'attività di raccolta, altra attività ancestrale dell'uomo: la raccolta di funghi, di castagne, ecc. Attività che certo non è in totale contrasto con l'attività venatoria, ma è in consistente e parziale contrasto. Vorrei quindi ricordare che anche l'attività di raccolta regolamentata peraltro dalle nostre leggi regionali, è un'attività che ha una sua dignità, che rappresenta uno degli impieghi del tempo libero della classe lavoratrice, oltre che di tutte le altre classi, e che quindi nel discorso sulla tolleranza reciproca va considerata. E va anche considerata nella logica del trovare una soluzione salomonica; non è grave una soluzione salomonica, Salomone era un grande re. Io che sono una raccoglitrice e non una cacciatrice sono sempre inquieta, evito di andare a cercare funghi nel periodo in cui ci sono anche i cacciatori in circolazione, perché se è vero che il cittadino che fa solo il pic-nic raramente incontra i cacciatori, il cittadino che invece raccoglie i funghi li incontra, perché si inoltra nei boschi e non resta solo ai margini cittadino non inteso come abitante della città, ma cittadino inteso abitante della nazione, l'individuo.
Prima di arrivare a grandi questioni di principio, vorrei dire che anche il rapporto della classe lavoratrice, e delle organizzazioni che la classe lavoratrice si è data per intervenire in queste attività, sta cambiando. Quella cultura evolutiva di cui parlava Bontempi è effettivamente in atto, non è solo un aspetto a cui facciamo cenno in questa assemblea. Per esempio, mi si dice che per soli quattro voti nell'assemblea cittadina dell'Arcicaccia non si è accolta la proposta di trasformazione dell'Arcicaccia in Arcitiro, cioè una consistente modifica dell'attività dell'Arcicaccia. Anche le Acli hanno abolito la loro sezione di caccia che si chiamava Enas Caccia. Non lo sapevo, ne sono lieta. Siamo del tutto d'accordo che sono pochi sintomi di un'evoluzione lenta e difficile, ma che porterà alla fine ad un determinato risultato. Ieri è stato citato S. Francesco tra i difensori degli animali, oggi vorrei fare una citazione di Leonardo Da Vinci: "Giorno verrà in cui uccidere un animale verrà considerato un crimine contro l'uomo". Non solo un santo quindi, ma anche uno scienziato.
Il processo finale di questa evoluzione dovrà andare in questa direzione. Perché le questioni di principio sono vere, il ragionamento sulla tolleranza è importante, per questo stiamo discutendo e non contrapponendoci frontalmente, ma non bisogna dimenticare che oggi il mondo sviluppato in quella logica di assoluta necessità di salvaguardia degli ambienti naturali e in particolare della fauna e della flora selvatica sta addirittura chiedendo ai Paesi del Terzo Mondo la tutela delle più importanti aree ancora boscate, abitate da selvaggina molto più pericolosa di quella che noi consideriamo pericolosa; addirittura proponendo di togliere una parte del debito in cambio della costituzione di grandi riserve nelle zone tropicali. Questo perché la salvezza del mondo è legata all'esistenza di quelle riserve.
Noi chiediamo a sud-americani e africani di non difendersi dai leoni e dalle tigri, mentre siamo qui a tremare di fronte alla salvezza di poche specie considerate pericolose. E' vero che abbiamo completamente cambiato il nostro ambiente, la fauna selvatica sta scomparendo, aiutata in parte e speriamo aiutata meno da questa nuova legge, ma dobbiamo avere presente che quando si parla di tolleranza bisogna affrontare il problema della tolleranza della specie umana, totalmente dominante nei nostri territori nei confronti di tutte le specie viventi che convivono con lei sulla terra.
Noi siamo ben al di là del limite di questa tolleranza, cioè noi non tolleriamo la presenza se non limitatissima e al nostro servizio.
Prossimamente faremo un dibattito sulle riforme istituzionali, ma ora vorrei rilevare che noi abbiamo un Assessorato all'ambiente che sostanzialmente però si occupa di rifiuti, cioè si occupa della gestione degli inquinamenti, se possibile, per ridurli anche se non sempre ci riesce; un Assessorato che si occupa del turismo, tempo libero, caccia e pesca, ma non abbiamo una competenza istituzionale che tuteli l'ambiente inteso come specie viventi, flora e fauna selvatica. Allora io chiedo alla Giunta nel suo complesso, nell'ambito della revisione delle Commissioni e degli Assessorati, di affrontare questo problema. In realtà quando l'Assessore dice: "tengo questa specie dentro perché voglio poter fare degli studi in proposito" per certi versi ha ragione, perché anche se la legge dice cose diverse, lui non ha il compito istituzionale di tutelare la fauna e la flora selvatica, ha il compito istituzionale di tutelare le attività del tempo libero legate a turismo, caccia e pesca, come tutela dei cittadini che pescano e che cacciano, non come tutela della flora e della fauna selvatica. La cultura è cambiata: la legge di fatto tende anche a tutelare la flora e la fauna selvatica, ma sempre in maniera residuale rispetto al compito principale che dovrebbe essere quello. Così è attualmente percepibile da chiunque si domandi di cosa si occupa l'Assessorato all'ambiente: questo Assessorato non si occupa di flora e fauna selvatica perché è competenza dell'Assessorato alla caccia. E questo fa un po' impressione.
Riflettiamo allora sul modo di dare anche un segnale in questo senso ma non deve essere solo un segnale, riflettiamo sul fatto che tutta la nostra strumentazione non è orientata a questa forma di grandissima e specifica tolleranza francescana nei confronti degli altri esseri viventi ma è solo funzionale ai nostri fabbisogni. Se poi qualche specie diminuisce la si toglie e la si reinserisce quando sarà nuovamente abbondante dimostra che tutto ciò è finalizzato davvero soltanto ai nostri fabbisogni.
Dobbiamo quindi affrontare questo problema perché mi pare che questa cultura evolutiva non sia rappresentata, come spesso capita, dalle nostre istituzioni.
Tornando alla domenica ritengo che sia importante dare un segnale di tolleranza, perché sia pure " obtorto collo" qui c'è stata tolleranza, ma non c'è granché tolleranza nei vostri animi nei confronti dei promotori del referendum, quindi vi invito seriamente a riflettere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Signor Presidente, colleghi, sto seguendo questo dibattito con preoccupazione, perché mi sembra che vengano introdotti alcuni concetti alcune parole, che nulla hanno a che vedere con quello di cui dovremmo discutere.
C'è stata una richiesta referendaria sottoscritta da 60.000 cittadini qui si sta discutendo di un articolato di legge che a seconda di come sarà impostato avrà validità oppure no. Trovo molto pericoloso che vengano invece inseriti in questo dibattito concetti che sono fuorvianti o che possono indirizzare verso certi fini, ma che io non condivido.
Parlare di tolleranza credo sia una ciambella di salvataggio lanciata al collega Brizio e al collega Bontempi per permettere loro di nuotare al meglio delle capacità; infatti il collega Brizio sta nuotando benissimo perché ha accolto questo concetto di tolleranza in un dibattito in cui non si dovrebbe parlare di tolleranza nel modo più assoluto, perché qui non si deve tollerare nessuno, come non si deve parlare nemmeno di maggioranza n di minoranza! Quando si fa una legge la si fa per tutti, non per una minoranza o per una maggioranza. Quando si richiede un referendum, si richiede l'opinione di tutti i cittadini di questa regione non per rispettare o meno i diritti di una maggioranza o di una minoranza.
Credo che ci stiamo allontanando pericolosamente da quello che è il discorso che deve essere fatto in questa sede: chi caccia in realtà commette delle stragi. Mi rivolgo anche a questa platea, sorridente e contenta perché il dibattito sta andando tutto in suo senso; festeggiate fin da ora.
Ai primi del secolo è stata scoperta la psicanalisi, cercate di chiedervi quale gusto provate a prendere in mano un fucile e ammazzare un essere inerme che vi vola davanti!



(Commenti provenienti dalle tribune)



PEZZANA Angelo

Pensiamo al tiro al piccione che per decenni è stato visto e giudicato come uno sport! Oggi, per fortuna, c'è il tiro al piattello! Ma pensate ad un essere umano - e mi rivolgo anche alla platea oltre che ai colleghi che di fronte ad un povero piccione che viene sbalzato fuori da una scatola che si apre automaticamente, impugna una doppietta e lo impallina, lo ammazza! Ma lo chiamate sport questo? Credo che questo riveli semplicemente il sadismo che fa parte di tutti noi, me compreso, quindi non sto accusando voi, dico solo che Freud ha inventato 80 anni fa la psicanalisi.
Chiediamoci che bisogno abbiamo di sfogare la nostra aggressività ammazzando degli esseri viventi incapaci di difendersi! Ma andate a caccia di un rinoceronte o, se ce ne sono ancora, di qualche tigre che possa azzannarvi, o di un elefante che possa schiacciarvi con i suoi piedoni! La domenica è un giorno di strage! Voi ammazzate degli esseri viventi! Vorrei dire al collega Tapparo, che secondo me è sempre il più bravo Consigliere a fare del populismo (riesce a superare addirittura il Partito comunista), che gli abitanti di Corso Grosseto la domenica non hanno bisogno di andare ad ammazzare gli uccelli nei boschi. Sa il collega Tapparo dove li trova? Li trova in Via Roma, perché la città di Torino è così provinciale che la domenica tutta la periferia, questi ghetti orribili si riversano su Via Roma e in Via Roma e in tutta la città non si può più andare a passeggiare, altro che nei boschi! Quindi, sono altri coloro che vogliono trascorrere la domenica in modo salutare, rispettando l'ambiente; certo, Brizio ha ragione quando parla delle cartacce, lo dicevo già prima io quando ti ho interrotto e ti chiedo scusa, ma ti dicevo che i Ministeri della Pubblica Istruzione sono vostri da sempre, quindi se voi aveste istruito gli studenti a non buttare via le cartacce, a non mangiare male, la famiglia alla quale ti richiami sempre questa famiglia istruita democristianamente per cinquant'anni, magari non butterebbe più via le cartacce o i bicchieri di carta. Io mi chiedo se il rispetto dell'ambiente da parte dei cacciatori consista nell'andare ad ammazzare degli esseri viventi.
Sono concetti che da quest'aula sono stati elusi, esclusi, ieri e questa mattina. Bisogna invece avere il coraggio di dire che chi va a caccia è una persona in primo luogo irresponsabile e in secondo luogo ha delle aggressività che non sa come svolgere altrimenti. Le vostre mogli perché penso che siate quasi tutti eterosessuali sposati - saranno contentissime di vedervi andar fuori di casa perché almeno sfogherete su qualche povero animale quello che durante la settimana sfogate in casa.
Provate a chiedervi se non ci sono degli strumenti. Viviamo in una realtà dove il progresso produce molte macchine...



(Commenti provenienti dalle tribune)



PEZZANA Angelo

Preciso che eterosessuale non è insulto, anzi, secondo voi dovrebbe essere un complimento.
Dico che non avevo insultato nessuno nel dare dell'eterosessuale a qualcuno, che magari non sa cosa vuol dire.
Chiedo se la Regione potrebbe mettere a disposizione l'Assessorato alla sanità per indicare quali forme esistono per scaricare violenza ed aggressività. Non vi dico nemmeno di andare a leggere Lorenz o altri autori per capire che cosa è l'aggressività. Io però mi chiedo con quale faccia vi guardate allo specchio la mattina dopo avere fatto stragi di animali innocenti, piccoli, che non possono difendersi, che non rappresentano un pericolo per voi. L'unico pericolo per voi è che qualche altro collega vi impallini. Questa è l'unica forma che gli animali ammazzati da voi possono avere come forma non dico di vendetta, ma di soddisfazione postuma.
L'argomento che secondo me deve essere discusso in quest'aula quando si parla di una legge sulla caccia è che non c'entrano le tolleranze, non c'entrano le maggioranze, non c'entrano le minoranze: c'entra la volontà e come si dice sempre in quest'aula con una frase che ormai a me rimbomba nelle orecchie anche quando dormo: "ciascuno si prenda le proprie responsabilità" e ne renderà conto non a quest'aula, ma alla gente che è fuori di quest'aula.
La strage va continuata, va benedetta, va santificata da tutti? Questo è il problema di cui deve discutere quest'aula.
In quanto ai signori cacciatori l'invito era molto serio: chiedete e cercate di sfogare altrimenti la vostra aggressività. La politica potrebbe essere un modo. Io sono convinto che chi fa politica in genere sfoga anche una parte di aggressività nel lanciarsi urli, insulti, metto anche me in mezzo, ma finora non ci siamo ancora ammazzati. Mentre voi con queste doppiette, con queste armi sparate a delle creature indifese e ieri rivolgendomi a Brizio, dicevo che S. Francesco forse ai cristiani qualcosa dovrebbe avere insegnato (non parlo per me, ma per voi) e invece no! Contano i voti. In effetti questa è una storia di voti (l'Arcicaccia l'Aclicaccia), è una misera storia di voti! Questa platea è blandita leccata da quelli che poi dopo diranno: "vi abbiamo difesi in Consiglio abbiamo fatto anche noi la legge che vi andava bene".
Avete già vinto. Oggi impiegatelo magari andando a picchiare qualche cane per la strada o a torturare qualche gatto, perché magari farete anche quello visto che ammazzate degli animali in una maniera così miserevole che forse neanche la psicanalisi riuscirà a guarirvi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando

Cari colleghi, credo che gli ultimi interventi della collega Bresso e del collega Pezzana abbiano centrato la vera questione della domenica e siano emblematici sotto questo profilo, perché il problema non è la pressione venatoria, non è se si disturbano le famiglie che vanno a spasso il problema centrale e di fondo di tutto il dibattito è: caccia sì, caccia no.
I promotori del referendum e i sostenitori in quest'aula dell'abolizione della domenica hanno capito perfettamente che togliere la domenica alla caccia è quasi come dire "aboliamo la caccia".
Il discorso a monte, lo abbiamo ricordato ieri, non è competenza di quest'aula. Allora, al di là dei suggerimenti del collega Pezzana, si tratta di comportamenti che attengono sempre alla sfera individuale e non ad una sfera normativa. Sono scelte individuali, collega Pezzana, io non vado a caccia, così come non ci vai tu, ma il problema è valutare se certi comportamenti che a noi piacciono o non piacciono rientrano nella sfera di quei comportamenti di interesse generale che debbono essere normativamente previsti e vietati. Questo è il nodo di fondo, collega Pezzana, non se la caccia si debba fare: questo attiene alle scelte dei soggetti. Le scelte dei soggetti devono essere regolate laddove si prefigurano comportamenti lesivi di un interesse generale. Quindi la discussione è - ripeto che non è competenza di quest'aula, ma delle aule parlamentari - se il comportamento della caccia rientra o non rientra in questa sfera di comportamenti che devono essere vietati o quanto meno strettamente regolati dalla legge.
Capisco che alcuni sostengono che la caccia deve essere uno di quei comportamenti normativamente vietati. Ci sono tanti strumenti per arrivarci, però dobbiamo anche sapere se siamo disposti tutti a percorrerli, sapendo che il problema non è quello delle famiglie a spasso la domenica, ma un altro.
Tornando al nostro discorso. Noi partiamo dal dettato normativo della legge quadro che prevede la caccia come attività consentita e che deve essere regolata, non vietata, dalla legge regionale.
Dobbiamo vedere se attraverso questo tipo di intervento invece noi non finiamo di fare esattamente il contrario di quello che vogliamo fare, cioè vietare la caccia.
Gli argomenti che ampiamente sono stati discussi a sostegno di questa scelta mi sembrano ampiamente risibili.
Richiamo solo per indice quanto ha detto il collega Fracchia sui tempi.
Stiamo parlando di due mesi l'anno e di un certo numero di ore che il collega Fracchia diligentemente ha contato.
Non sappiamo, o meglio sappiamo che i luoghi di caccia raramente si sovrappongono ai luoghi di passeggio. Potremmo andare avanti così per tutta la giornata e rimarremmo inevitabilmente sulle differenti posizioni perch come dicevo prima il problema vero non è questo.
Sarebbe facile con i colleghi della sinistra, anzi, dell'estrema sinistra, fare le battute polemiche sulla domenica: volete la caccia di nuovo con il corno inglese e le code rosse, quella che può fare solo l"lite? Non è questo il problema, Consigliere Staglianò! Ho detto che se volessi fare della polemica sarebbe sin troppo facile, non è questo il problema, torniamo allora alla realtà e al nodo vero della questione. Il nodo vero è quello che abbiamo già rappresentato. E allora mi sembra che se crediamo a quello che diciamo, il massimo a cui si può arrivare è dire: "anche per quei mesi possono esserci degli interessi confliggenti". Questa legge ne tiene conto. Questa legge divide i tempi e gli spazi in maniera equa e proporzionale ai diversi interessi. Vogliamo metterci un segnalino per memoria, cioè vogliamo dire: "Cacciatori, ricordate, voi potere andare a caccia alla domenica, ma ricordate che fruitori del territorio non siete solo voi e quindi è necessario che abbiate gli accorgimenti, l'attenzione la capacità di non rendervi esclusivi fruitori del territorio per quel periodo, per quei giorni, per quei giorni festivi"? Credo sia possibile scrivere un promemoria nella legge diretto a questo fine e credo che sia di ampio e generalizzato soddisfacimento. Se invece attraverso questo strumento vogliamo arrivare all'obiettivo più generale che è quello di dire: "Siccome di fatto impediamo che la caccia sia svolta nei giorni e nei tempi in cui si svolge, abbiamo raggiunto l'obiettivo generale quindi formalmente la caccia è ammessa, ma sostanzialmente no".
Per quanto ci riguarda, riteniamo che questa sia una strada non percorribile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Ho presentato un emendamento a questo riguardo e quindi chiedo la parola.
Pensavo che questo problema si dovesse discutere all'art. 5, ma vista l'introduzione di questa precondizione desidero intervenire per sottolineare positivamente che sia in atto una riflessione, d'altro canto avvertita anche nel disegno di legge presentato dall'Assessore Moretti sulla questione della caccia alla domenica. Sono state richiamate alcune ragioni, che mi trovano pienamente d'accordo, di comportamento, di tradizione, che sono ragioni culturali, di utilizzo razionale del tempo ragioni presenti che pongono a favore dell'esigenza di riconoscere la domenica come giorno potenziale per l'esercizio dell'attività venatoria.
Dopo tutte le restrizioni che ha subito e che sta subendo, se dovesse anche subire l'eliminazione della domenica, l'attività venatoria sarebbe ridotta al punto di non essere più praticata.
Vale il discorso della gente che lavora, della tanta gente che non ha la possibilità di andare a caccia, ad esempio, al rinoceronte o nei paesi dell'Est o in Scozia. Se dovessimo poi ridurre la caccia ad un'ipotesi di risulta, noi avremmo, nient'altro che per coloro che intendono realizzare questa attività, favorito l'emigrazione del cacciatore e questa emigrazione è già in corso. L'emigrazione del cacciatore a questo punto vuol dire emigrazione di attività economiche, vuol dire portare all'estero delle risorse, della divisa pregiata, quando invece avremmo la possibilità di poter organizzare qui queste attività. Non vorrei poi che in nome dell'esaltazione della difesa estrema dei valori della fauna si perdessero di vista i valori delle persone. Purtroppo ci sono stati nella storia dell'uomo momenti in cui c'erano uomini che amavano gli uccelli e disprezzavano gli altri uomini. Non vorrei che si esagerasse nell'esaltare tutta la fauna selvatica e non, e nello stesso tempo si dimenticasse il ruolo e la funzione dell'uomo. L'amico Sassia, che è uomo molto attento e acuto, giustamente dice che quando c'è tanta pietà per gli animali, ce n'è magari un po' meno per i problemi degli uomini. E' una questione che dev'essere messa sotto la luce giusta, altrimenti da questo punto di vista dovremmo diventare tutti dei vegetariani perché quando mangiamo una fetta di salame dobbiamo pensare che c'è qualcuno che si è adoperato per professione ed anche per disponibilità a farlo.
Per far convivere questi due aspetti occorre raggiungere un punto di equilibrio. Io sono tra coloro che affermano che non si devono sopraffare i valori delle cose che la natura ci offre, però non possiamo nemmeno essere prigionieri e vittime, condizionati dalla natura.
Ho presentato un emendamento il cui spirito è quello di andare incontro alle esigenze di perseverare l'ambiente per le giornate che possono ancora essere utilizzate (le domeniche del mese di settembre), ma di consentire dalle domeniche di ottobre in avanti la ripresa dell'attività venatoria che, vuoi per la riduzione della luce solare, vuoi perché il grosso della caccia è avvenuto, potrebbe non lasciar consentire un'attività venatoria a pieno titolo.
Ritengo che queste due ipotesi possono convivere e rappresentare una soluzione che non è esagerata né da una parte né dall'altra, ma tiene conto delle esigenze, della fruizione di tutti, anche di coloro che esercitano l'attività venatoria che hanno sempre svolto con passione ed inclinazione.



PRESIDENTE

Con l'intervento del Consigliere Rossa si chiude la prima parte dei lavori odierni che riprenderanno alle ore 15.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13,20 riprende alle ore 15)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Proseguiamo con l'esame del sub-emendamento presentato dai Consiglieri Ala, Montefalchesi e Staglianò.
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Intervengo brevemente per riconfortare i colleghi, così cominciamo uno splendido pomeriggio. Buon pomeriggio a tutti! Questo emendamento è chiarissimo ed è molto rilevante perché finalmente affrontiamo direttamente la questione della domenica.
Il problema, in questo articolo, riguarda ovviamente soltanto il primo giorno di caccia. Noi chiediamo che il primo giorno di caccia non sia la domenica, ma il lunedì successivo.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Signor Presidente, sono in attesa di una proposta che arriverà fra poco in Consiglio.



PRESIDENTE

Sono stati presentati alcuni emendamenti firmati dai Consiglieri Villa Tapparo, Fracchia, Bruciamacchie, Santoni e Avondo inerenti la questione delle giornate orarie di caccia di cui daremo lettura dopo.
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, mi pare che il sub-emendamento al secondo comma dell'art. 4 l'abbiamo già illustrato. Chiediamo di metterlo in votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, dichiaro che ritirerò l'emendamento all'art. 5 laddove prevede di chiudere la caccia per le due domeniche di settembre alle ore 13 e riprendere poi con la prima domenica di ottobre interamente.
Ritiro questo emendamento di fronte all'intesa intervenuta che rimanda l'apertura della caccia alla seconda domenica di ottobre. Non condivido questa posizione che ritengo non sia una mediazione equilibrata, ha il carattere di una manifestazione punitiva nei confronti di un'attività che ha titolo e ragione di svolgersi ordinatamente insieme a tutte le altre attività.
Vedo inutile mantenere questo mio emendamento perché c'è questa intesa indotta anche dal fatto che incombe un referendum. Si intrecciano le esigenze di evitare il referendum da una parte e dall'altra gli aspetti che considero penalizzanti nei confronti dell'attività venatoria.
Mi dispiace, lo dico con amarezza, perché mi sembrava possibile realizzare una buona intesa, una legge che ha aspetti positivi, ma che presenta anche punti che non ci trovano consenzienti quali l'apertura della caccia rinviata di tre domeniche e la riduzione drastica delle specie cacciabili.
Ne prendo atto e, poiché questa non è l'ultima spiaggia, occorrerà vedere cosa è possibile fare da parte nostra dopo avere assolto i compiti urgenti legati al referendum perché esiste la necessità di riequilibrare questo problema che è aperto e che interessa tutti i cittadini giacché li rappresentiamo.



PRESIDENTE

L'emendamento del Consigliere Rossa all'art. 5 è pertanto ritirato.
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, siamo ancora all'art. 4 che parla dell'avvio della stagione venatoria, quindi noi proponiamo che tale avvio non avvenga di domenica. Non stiamo votando il calendario venatorio su cui è stato predisposto un emendamento rispetto al quale interverremo dopo.



PRESIDENTE

Ho dato lettura dell'emendamento.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Lei ha dato correttamente lettura. Qui si tratta di capire se la Giunta respinge questo emendamento e quindi di conseguenza l'attività venatoria continuerà.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Ho letto l'emendamento proposto da alcuni colleghi che credo siano sullo stesso piano rispetto all'inizio della caccia. Sarebbe opportuno siccome non sono io il presentatore, anche perché c'è una correttezza nei confronti dell'assemblea e della maggioranza, fare illustrare ad uno dei presentatori le proposte. Così penso che si potrà arrivare a una definizione più chiara rispetto anche a quello che è stato fatto dagli altri proponenti.



PRESIDENTE

Accolgo questa proposta. Allora, non vi è più la discussione sull'emendamento presentato dai Consiglieri Ala, Montefalchesi e Staglian ma l'illustrazione sarà sugli altri emendamenti.



VILLA Antonino

Mi pronuncio su questo emendamento dicendo che non viene accolto in quanto ne abbiamo proposto un altro in cui si dice: "specie cacciabili" sia per la lett. a) che per le lett. b), c) e d); al sesto comma, anzich scrivere "dalla terza domenica", scrivere "dal terzo lunedì".
Questo emendamento è stato firmato dalla maggioranza e dal Gruppo comunista.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Montefalchesi. Ne ha facoltà.



MONTEFALCHESI Corrado

Insieme agli altri colleghi presentatori dell'emendamento riteniamo che debba essere votato il nostro emendamento per una ragione di correttezza nei nostri confronti, perché non si può pensare che soltanto per non accogliere un nostro emendamento si respinga il nostro e lo si sostituisca con uno analogo. E' una questione di correttezza e la pongo in questi termini.
La seconda è una ragione sostanziale, me l'ha fatta notare Ala: se il primo giorno di settembre è un lunedì, far partire la caccia dal terzo lunedì significa che si allunga la caccia di una settimana, perché il terzo lunedì del mese è la settimana antecedente alla terza domenica di settembre.



(Proteste provenienti dai banchi del Gruppo DC)



MONTEFALCHESI Corrado

La questione non è rovesciabile! Provate a dimostrarlo!



(Reiterate proteste dei Consiglieri democristiani)



PRESIDENTE

Procediamo quindi alla votazione dell'emendamento presentato dai Consiglieri Ala, Montefalchesi e Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Varrebbe la pena che si esprimesse ancora l'Assessore.



PRESIDENTE

L'Assessore Moretti ha già spiegato che è stato presentato un nuovo emendamento a seguito di un confronto.
L'Assessore Moretti, che non può essere accusato di evitare il confronto, ha detto che proprio per favorire il dialogo tra le varie forze politiche ha presentato questo emendamento.
Pongo dunque in votazione l'emendamento presentato dai Consiglieri Ala Montefalchesi e Staglianò.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 7 voti favorevoli e 33 contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Montefalchesi, Ala e Staglianò: al secondo comma, alle lett. a) e d), le parole "seconda domenica" sono sostituite con le parole "fino al sabato antecedente alla seconda domenica".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 7 voti favorevoli e 36 contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Villa, Tapparo, Santoni Fracchia, Bruciamacchie e Avondo: al secondo comma, alle lett. a), b), c) e d), sostituire le parole "dalla terza domenica" con le parole "dal terzo lunedì al sesto comma, sostituire le parole "dalla terza domenica" con le parole "dal terzo lunedì".
La parola al Consigliere Villa.



VILLA Antonino

Credo che non si debba perdere molto tempo per illustrare un emendamento che a prima lettura si capisce benissimo cosa vuole dire. E' giusto però sottolineare che non è un emendamento isolato, ma si tratta di un insieme di emendamenti. E' stato per questo che il ragionamento svolto da molti Consiglieri regionali ha voluto puntualizzare questa situazione.
Si tratta di un pacchetto generale; tant'è vero che viene accennato nel comma successivo, e si riprenderà lo stesso argomento con la stessa concezione anche nell'art. 5. Con questa intenzione ci si è trovati concordi a proporre questa dizione (cioè del terzo lunedì).



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare a mano.
E' approvato con 31 voti favorevoli, 2 contrari, 4 astensioni.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Reburdo, Ala, Montefalchesi e Staglianò: l'ultimo comma è soppresso.
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

A noi sembra più opportuno inserire questo comma, che parla dei piani di prelievo per quanto riguarda cervi, caprioli, daini, mufloni e camosci nell'articolo che riguarda i piani di abbattimento.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Già sono soggetti a piani di abbattimento, perché rientrano nelle specie della caccia alpina, quindi ci sono già i piani di abbattimento. E' un tipo di caccia regolamentata diversamente. La caccia di pianura è tutta un'altra cosa. Se vogliamo anche togliere un modo di cacciare che come organizzazione e come caccia è la migliore d'Italia! E' la migliore di tutto l'arco alpino, quindi non accetto l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento testé discusso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 37 contrari.
Sub-emendamento presentato dalla Giunta regionale: all'ultimo comma dell'art. 4 la dizione "nel successivo art. 10" è così modificata: "nell'ultimo comma dell'art. 45 della L.R. n. 38/85 e successive modificazioni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 38 voti favorevoli, 4 contrari e 2 astensioni.
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Signor Presidente, non intervengo tanto sull'articolo quanto per rammentare che c'è ancora da votare un emendamento che la Giunta aveva preannunciato, cioè la moratoria di due o tre anni sulla femmina del germano reale.



PRESIDENTE

L'emendamento preannunciato questa mattina è stato formalizzato: al quarto comma dell'art. 38 della L.R. n. 60/79, dopo le parole "tre anni", sono aggiunte le seguenti parole "e alla femmina del germano reale per un periodo di due anni".
La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, nel quadro di ricerca di una soluzione accettabile noi votiamo, perché proposto dalla Giunta, anche questo emendamento pur se con disappunto perché viene comunque a toccare quel quadro degli uccelli cacciabili che ieri avevamo sostenuto non sarebbe stato modificato.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 35 voti favorevoli, 3 contrari e 1 astensione.
La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, alzavo la mano da un po' di tempo per poter chiarire perché mi astenevo da questa votazione.
Ho parlato all'imperfetto perché non mi è stata data la parola e credo che questa sia una disattenzione della Presidenza, più che comprensibile in questo momento.
Questa mattina nel mio intervento ho espresso una grossa preoccupazione su come stava procedendo questo dibattito. Questa mia preoccupazione sta diventando disagio. Un disagio molto grosso che voglio esprimere al Presidente e ai colleghi, perché io ritengo che oggi, ma abbiamo iniziato ieri e forse andremo avanti ancora, stiamo discutendo di una legge solo per il fatto che un Comitato promotore ha raccolto le cifre sufficienti per poter indire un referendum.
Dato che appartengo ad un Gruppo che ha organizzato la raccolta delle firme per arrivare a un referendum mi sento in dovere di esprimere quanto penso su come sta procedendo l'analisi di questa legge.
Sono profondamente in disaccordo con l'opposizione e lo dico anche se i compagni comunisti faranno l'ennesimo sorriso. Non sono tanto in disaccordo con la Giunta, anche perché capisco benissimo che l'interesse immediato di chi ci governa sia di arrivare ad una legge per fottere il referendum.
Questo è un tipo di azione che qualunque tipo di governo ha sempre fatto soprattutto pensando a Roma e alla Corte Costituzionale. Non credo però che dovrebbe essere un comportamento tollerabile in questo Consiglio da parte dell'opposizione.
Devo dire molto francamente che sono stupito di come stanno andando avanti le cose in questi giorni. Ieri sera quando ci siamo riuniti alla Conferenza dei Capigruppo, l'Assessore Moretti alle ore 20,15 ha detto che non avrebbe accettato nessun emendamento agli artt. 4 e 5, i quali dovevano essere messi in discussione, così come poi è avvenuto su richiesta del Consigliere Montefalchesi, richiesta subito appoggiata dai colleghi Staglianò e Bontempi.
Tutto questo è avvenuto in termini così immediati, così conseguenti così lineari, che mi porta ad avere enormi e molte più gravi preoccupazioni di quante ne avessi questa mattina. Quando all'inizio ho sentito che una parte delle forze ambientaliste in questo Consiglio era disponibile a fare ostruzionismo sul progetto di legge, che non andava incontro a quelle che erano le volontà delle forze politiche presenti in questa Regione che volevano il referendum, ho detto: "finalmente ci sarà un'azione che vedrà l'opposizione unita per fare ostruzionismo", che non è una parolaccia, è una parola che ha tutta la sua dignità politica. Da due giorni vedo il Partito comunista che vota tutti gli articoli di legge e gli emendamenti sempre con la Giunta. Allora, io mi chiedo che tipo di opposizione stia facendo in questo momento il Partito comunista. Dica tranquillamente che è d'accordo con chi vuole la caccia. Non mi sento in questo momento n alleato, né vicino, anzi, mi sento lontanissimo; dato che c'è destra centro e sinistra, non so da che parte andarmi a collocare, ma io non posso oggettivamente pensare che in questo momento il Partito comunista è un partito di opposizione. Ma la mia critica non si ferma al Partito comunista.
Mi chiedo come mai ci sia stato un ritiro di 200 emendamenti subito regalato alla Giunta da parte dei compagni ambientalisti a patto che si discutessero gli artt. 4 e 5. Non ne vedo l'utilità; non ho capito in cambio di che cosa.
Ora si parla delle domeniche di ottobre, invece che delle domeniche di settembre. Come se ammazzare ad ottobre fosse una cosa normalissima e invece a settembre molto grave. Ritirerete altri 800 emendamenti di fronte a questo? Il compagno Ala timidamente, sommessamente, con gusto, con stile, come è nella sua tradizione, chiede che non si voti nemmeno più per appello nominale, che è sufficiente l'alzata di mano. Il PCI ha fatto mancare il numero legale per chiedere lo scrutinio segreto. Caro Bontempi, cosa vuol dire questo? Vuol dire che facendo mancare lo scrutinio segreto tutti i Consiglieri presenti in quest'aula votano secondo quanto indicato dal proprio Capogruppo, come indica il Partito. Ma questa non è una forma di opposizione. Io avrò le mie idee sull'opposizione, certamente votare insieme alla Giunta non mi sembra un modo di fare opposizione.
Di fronte a questo, mi dispiace, ho un mandato anche da parte di coloro che mi hanno eletto. Io qui rappresento quelli che sono contro la caccia contro questo tipo di caccia, che non vogliono una legge che rabbercia malamente per non arrivare al referendum. Quello è il mandato che noi abbiamo avuto, cari compagni Montefalchesi, Staglianò, Ala, Reburdo. Non nomino più Bresso e Adduci perché sono organici al loro Partito.



(Interruzione del Consigliere Bresso e vivace scambio verbale con il Consigliere Pezzana)



PEZZANA Angelo

Se la compagna Bresso mi lascia parlare vorrei proseguire!



BRESSO Mercedes

Certo, ma siccome tu non ascolti mai perché vai via, bisogna interromperti.



PEZZANA Angelo

Sei molto gentile. Devi anche dire che sono assente? E quante volte?



BRESSO Mercedes

Tu in genere vomiti i tuoi insulti e te ne vai!



PEZZANA Angelo

Trovo che il linguaggio della compagna Bresso le appartiene e non voglio neanche sottolinearlo.
Voglio invece richiamare questi Consiglieri che si sentono così punzecchiati da un linguaggio che non è offensivo, ma che esprime delle realtà, alle loro responsabilità: coloro che vi hanno eletto e vi hanno chiesto di difendere in quest'aula il referendum sulla caccia. Ha ragione l'Assessore Moretti, credo che mai Assessore abbia avuto tanti complimenti come in questi due giorni e anch'io non posso fare a meno che unirmi e dire: "Tutto sommato l'Assessore Moretti potrà dire da una parte e dall'altra che ha fatto il meno peggio", ma nessuno ha eletto l'Assessore Moretti perché difendesse il referendum sulla caccia, mentre invece chi ha eletto noi, cari compagni Montefalchesi, Reburdo, Staglianò, Ala, lascio perdere Bresso e Adduci...



STAGLIANO' Gregorio Igor

Ti rispondo dopo Pezzana!



PEZZANA Angelo

Non basta, caro compagno Staglianò, venire con tanti libroni e poi non usarli, perché voi state facendo da ieri un gioco di corridoio, tant'è che nei banchi della Giunta da quando si sta parlando di caccia non ci sono che grandi sorrisi sulle facce e questo lo capisco, hanno anche ragione.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Mi sembra un po' disperato questo intervento!



PEZZANA Angelo

Tu puoi definirlo come vuoi. Dico solo che di fronte ai 60 mila cittadini piemontesi che hanno firmato per andare ad un referendum, in questo momento tolgo la mia presenza da questa responsabilità che non voglio assolutamente addossarmi, dichiarando altresì che sono pronto a riprendermela nel momento in cui voi, che avete le stesse responsabilità che ho io, farete l'ostruzionismo. Ma finora con l'ostruzionismo avete giocato a livello verbale. Mi dispiace, ma a questo gioco non ci sto.
Rientrerò quindi in quest'aula non appena voi rifarete, non dico l'opposizione, ma la difesa del referendum, cosa che voi adesso non state facendo.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Noi abbiamo presentato duemila emendamenti, tu quanti?



MONTEFALCHESI Corrado

Incomincia a lavorare come abbiamo lavorato noi! E dopo puoi venire a dire queste cose! In questo modo tu stai facendo soltanto dello sciacallaggio politico! E adesso puoi anche andartene!



(Il Consigliere Pezzana abbandona l'aula. Commenti dai banchi comunisti)



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, riprendiamo l'esame dell'emendamento predisposto dalla maggioranza.
Come Presidente del Consiglio non posso accogliere l'introduzione di un metodo quale l'ostruzionismo. E' accolto il dialogo, il confronto fino in fondo che può essere faticoso e difficile, ma mai l'ostruzionismo. In qualsiasi Parlamento si può arrivare a scontri anche vivaci, ma mai si potrà applicare il metodo dell'ostruzionismo, perché in questo modo si dovrebbe chiudere il Parlamento e quindi indirizzarsi verso un regime antidemocratico.



BRESSO Mercedes

Si può anche dire che l'ostruzionismo con gli emendamenti degli altri si può fare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario

Già in due precedenti interventi quando abbiamo illustrato gli emendamenti presentati dal Gruppo comunista e in modo particolare quello riferito all'art. 4, avevamo motivato le ragioni di quella proposta di emendamento al disegno di legge n. 352 presentato dall'Assessorato. Avevamo evidenziato come di fatto l'emendamento che poi l'Assessore ha presentato accogliesse gran parte delle proposte che il Gruppo comunista aveva avanzato in Commissione e poi riproposto in Consiglio, sia in termini di quantità che di singole specie, ed anche in termini di specie che vengono protette, mi riferisco alla starna.
Al termine del dibattito sull'art. 4 del disegno di legge presentato ci troviamo di fronte ad una riscrittura totale del testo con un accoglimento in gran parte delle nostre proposte, anche se noi avevamo impostato la parte riferita alla tipica fauna alpina, sia ai mammiferi sia agli uccelli, in modo diverso da quello che l'Assessore ha ritenuto di riproporre nel suo emendamento.
Non vogliamo rifare tutte le considerazioni già fatte, ci preme sottolineare però ancora due aspetti.
In primo luogo, avere lavorato in questo modo ha permesso di raggiungere l'obiettivo importante della riduzione sostanziale delle specie cacciabili in Piemonte. Obiettiamo che in questa riduzione si è proceduto con qualche preoccupante incertezza perché era possibile mantenere qualche specie fra quelle cacciabili ed eliminarne altre. Manteniamo una riserva sui criteri usati per l'indicazione delle specie oggetto di caccia nella nostra regione, tant'è però che l'obiettivo generale che si raggiunge è quello di arrivare a sedici specie cacciabili più gli ungulati riferiti esclusivamente ai piani di abbattimento, in linea con l'indicazione che il Gruppo comunista aveva dato. E' per questo che noi esprimiamo, nonostante queste riserve, e per alcuni punti si tratta di riserve molto profonde e di dissensi molto netti che abbiamo già evidenziato, voto favorevole all'art.
4.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, io ed altri colleghi promotori di questa battaglia di opposizione, firmatari della gran mole di emendamenti che lei ha sul tavolo, voteremo contro l'art. 4 così come modificato, non perché ci sfugga il miglioramento apportato al testo originario del disegno di legge della Giunta, miglioramento che peraltro è frutto della dura battaglia di opposizione che abbiamo condotto in Commissione e in aula, naturalmente non da soli, su singoli punti, ma con la determinazione necessaria per ottenere dei risultati concreti. Risultati concreti che parzialmente recepisco nel nostro punto di vista; non totalmente come avremmo desiderato e come forse era ancora possibile.
Non ci sfuggono i miglioramenti, in particolare sul punto decisivo su cui ci soffermavamo questa mattina e da cui è ripartita la discussione del pomeriggio e cioè impedire l'avvio della stagione venatoria il giorno della domenica, giorno in cui si concentra la maggiore pressione venatoria che è distruttiva e devastante per la fauna selvatica ed anche inconciliabile con il diritto sacrosanto della stragrande maggioranza dei cittadini di fruire della giornata di riposo senza trovarsi una doppietta spianata in campagna o nei boschi. Questa è l'affermazione di un principio fondamentale che rivendichiamo sin d'ora come frutto della determinazione di questa nostra battaglia.
Signor Presidente, la sceneggiata che era messa nel conto (ci chiedevamo in questi due giorni quando fosse l'ora e il minuto in cui sarebbe stata messa in scena, ma era del tutto prevista) non ci preoccupa più di tanto.
D'altra parte, non sfugge a nessuno dei presenti e penso a nessuno degli onesti osservatori dei mezzi di comunicazione di massa che quella sceneggiata è il frutto semplicemente ed esclusivamente della mancanza di ruolo politico in una battaglia che per quanto ci riguarda abbiamo condotto finora e continueremo a condurre fino alla fine nei modi che riteniamo più congrui ad ottenere risultati precisi. Una battaglia che è di merito e di difesa del principio di tutti i cittadini di potersi pronunciare sull'argomento.
Questo atto disperato non ha bisogno di grandi commenti, forse serve a guadagnare un paio di righe o forse più, poco importa, su qualche giornale domani, ma sicuramente il mondo non è fatto solo di giornali e soprattutto gli atti consiliari comprovano che mentre Montefalchesi, Ala, Reburdo Bresso, il sottoscritto, con le associazioni protezionistiche, hanno prodotto emendamenti e proposte significative che cominciano a dare risultati concreti, il suddetto ha prodotto soltanto chiacchiere, fuoco di paglia come al solito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Ho chiesto la parola per dichiarazione di voto in quanto voterò in modo diverso dall'espressione di voto del Gruppo comunista al quale appartengo.
Voterò contro questo emendamento, che poi è l'art. 4. Devo rivendicare che sono stati fatti dei passi avanti che quando la vicenda della caccia è approdata in Commissione erano tutt'altro che scontati, sia sulle specie cacciabili sia sull'impedire che la caccia, almeno nella fase iniziale fosse esercitata la domenica quando si esercita la maggiore pressione venatoria.
Questi risultati, al contrario di qualcun altro che è andato via, li rivendico non per Montefalchesi, Staglianò, Adduci, Bresso, Reburdo ed Ala ma li rivendico come un risultato importante. Non so come andrà a finire questa legge, se si farà e che cosa verrà fuori; ma se verrà fuori una legge il meno peggio possibile (certo la legge che io vorrei vieterebbe decisamente la caccia) questi risultati li rivendico per tutto il movimento ambientalista che si batte per la tutela dell'ambiente e della fauna in questo Paese.
Non mi sfugge, cosa che a qualcun altro che se ne è andato sfugge, che se comunque rispetto alle leggi vigenti in questo Paese, sia quelle nazionali che quelle regionali, un risultato si raggiunge, questo pu diventare un punto di riferimento per molte altre Regioni e può diventare un punto sul quale esercitare da parte di tutto il movimento ambientalista una battaglia. Rivendico quindi i risultati raggiunti in questo articolo.
Non sono soddisfacenti, perché risultati soddisfacenti per me sarebbero state le quattro specie, e quindi voterò contro questo articolo.
Ai fini del verbale di questa seduta, intendo rispondere, e credo che l'assemblea non debba sprecare del tempo su questo, al collega Pezzana che se ne è andato che ritengo il suo comportamento unicamente "sciacallaggio politico" e con chi fa sciacallaggio politico io non dialogo, non mi confronto su nessuna materia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Ho chiesto la parola anch'io per dichiarazione di voto in quanto mi dissocio dalla posizione espressa dal mio Gruppo. Voterò contro questo articolo di cui riconosco l'indubbio miglioramento rispetto alla formulazione precedente della Giunta e colgo l'occasione per scusarmi, non con il Consigliere Pezzana, che gode della mia più totale disistima con cui quindi non ritengo di dovermi scusare, ma con il Consiglio per le mie intemperanze verbali dovute alle continue e ridicole provocazioni a cui ci sottopone dopodiché se ne va e nessuno può mai, come è noto, rispondergli.
Devo dire che la sua mancanza la sentiamo proprio in pochi, non so se qualcuno la sente, ma ho l'impressione che pochi soffrano dell'assenza del Consigliere Pezzana che comunque ci dà poche occasioni di gioire della sua presenza, mentre di gioire della sua assenza ce ne dà parecchie.
Noi siamo convinti che questa nostra battaglia complessa e difficile che per disgrazia nostra e anche del Consiglio è tutt'altro che finita, in realtà malgrado le affermazioni che un Consigliere testé assente ha fatto non va nella direzione di cancellare il referendum. Tutti sappiano benissimo che la legge più adatta a far saltare il referendum era quella di partenza della Giunta per cui la posizione del Consigliere Pezzana che di fatto ci invita a non fare la battaglia contro quella legge è la vera posizione che porterebbe alla cancellazione del referendum. La legge di partenza della Giunta era il rischio più grosso di cancellazione del referendum. Noi non sappiamo cosa capiterà di questa legge: può darsi benissimo che si faccia il referendum anche alla fine di una ottima legge dal vostro punto di vista e di una legge ancora molto carente dal nostro punto di vista.
Noi siamo sereni e tranquilli che la nostra azione è tesa, in un dibattito che è in corso su una legge, ad ottenere il massimo dei miglioramenti possibili. Non ci paiono convincenti e quindi in questo caso non votiamo questo articolo, ma siamo convinti che in nessun modo questa nostra azione che è diretta solo all'ottica del miglioramento della legge inficia i diritti dei promotori del referendum i quali li conservano intatti e decideranno, e noi come parte di quel movimento con loro, che cosa varrà la pena di fare alla fine della legge.
Spero che questo sarà riaffermato da tutti, è stato detto in varie occasioni da molti Consiglieri, qui non c'è alcuna preoccupazione da parte di nessuno di evitare il referendum, credo né da parte del Gruppo comunista, né da parte della maggioranza.
Chi crede di farci paura con queste affermazioni si sbaglia di grosso perché siccome non ha letto né la legge della Giunta, né la proposta nostra recepita dai promotori del referendum, né tutte le altre proposte di emendamenti, non sapendo di cosa parla racconta fole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Chiedo la parola per fare una dichiarazione di carattere personale giacché sul contenuto avevo votato contro. Desidero esprimere la mia astensione sull'art. 4.
Non ho titoli in questo caso da rivendicare come altri che hanno parlato qui poc'anzi perché in definitiva ho visto sfuggire pezzo per pezzo posizioni per le quali io mi ero attestato, impegnato, ne ero convinto e ne sono convinto. Ritengo che anche se queste posizioni non si sono realizzate abbiano la loro dignità in democrazia; queste posizioni non possono essere scambiate per posizioni che si sono informate a battaglie di retroguardia.
Sono sempre convinto che questo Consiglio regionale, risolti alcuni problemi urgenti, dovrà proporsi di affrontare il problema complessivo per riequilibrare la situazione venatoria alla quale ora non arride molto successo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

A questo punto del dibattito è utile esprimere le prime opinioni sullo svolgimento dei lavori, visto che siamo arrivati al primo snodo importante che ha in parte segnato un cambiamento di rapporti all'interno del Consiglio.
Abbiamo fatto bene a dare un segnale di disponibilità, non a un compromesso, ma a comprendere le reciproche posizioni sulla base di un dibattito franco e sereno che probabilmente ha svelenito un clima che avrebbe potuto determinare anche problemi di rapporti più intensi all'interno del Consiglio e anche all'interno di alcuni Gruppi. Confesso francamente che su questa questione, come su alcune altre, ritenevo si potesse aprire un problema di rapporti circa la posizione del sottoscritto all'interno dello stesso Gruppo comunista. Credo quindi che l'avvio di questa discussione nella diversità e nella fermezza di posizioni, ma anche in un tentativo di addivenire a qualche soluzione che da parte nostra non ci soddisfa, ma che ha costituito comunque un segnale importante e interessante, vada sottolineato. Ritengo che dal momento che si sta discutendo di una modificazione della legge sulla caccia, questa discussione nulla abbia a che fare con il problema del referendum, nel senso che se anche questa legge venisse approvata con le modificazioni che sono state e che verranno apportate, rimane in piedi il problema dello svolgimento del referendum, del quale sono profondamente convinto. Se una legge non acquisisce in pieno i quesiti referendari è del tutto evidente anche da un punto di vista giuridico, che essa non potrà che avallare il fatto che comunque misurarsi con il volere dei cittadini sarà inevitabile.
Ecco perché personalmente sono addivenuto non ad una posizione di ostruzionismo, ma ad una posizione che avrebbe voluto valorizzare appieno le potenzialità dei 2.000 emendamenti che abbiamo presentato. La loro valorizzazione avrebbe inevitabilmente portato ad un momento di più lungo faticoso, complesso e stressante confronto. Se questo non è stato fatto fino in fondo e se si è addivenuti a rapporti di maggiore disponibilità credo non pregiudichi nulla, anzi, rafforza la nostra convinzione che si sta discutendo di un problema non per bloccare la richiesta di referendum di 60.000 cittadini, ma per modificare una normativa che anche se in passato presentava aspetti meno negativi rispetto ad altre, poneva questioni di ridimensionamento per situazioni oggettive che si stanno determinando anche sul territorio piemontese.
Ribadisco che voterò contro l'art. 4 per due motivazioni. La prima è che esso non acquisisce integralmente la nostra proposta; la seconda è che nonostante gli sforzi fatti, ritengo manchino i presupposti per individuare il numero delle specie cacciabili. I presupposti sono costituiti dalla conoscenza del territorio, dell'ambiente, delle specie di cui oggi siamo sprovveduti; in assenza di ciò, non si può fare un ragionamento di merito ma squisitamente politico che porta a dire: invece di un certo numero di specie cacciabili potrebbero essercene alcune di meno.
Non intendo cogliere l'atteggiamento provocatorio di chi ha ritenuto di uscire dall'aula, ognuno sceglie la strada della politica che più gli si confà, ma credo opportuno e giusto mettere sul tavolo questa esplicita posizione ritenendo che il referendum comunque deve essere salvaguardato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Presidente, avrei votato a favore dell'art. 4. Sono costretto a differenziarmi, astenendomi semplicemente per prendere la parola.
Intendo qui rimarcare l'azione che il Partito comunista ha compiuto nel sottrarre a "morte certa" numerose specie. Si è trattato di un lavoro intelligente compiuto sia in Commissione sia in aula. Ed è grazie alla forza del Partito comunista, soprattutto, che siamo arrivati a questo risultato. Inoltre, le domeniche di "piombo" di settembre sono state eliminate ed anche questo lo si deve all'azione del mio partito che ha lavorato e sta lavorando proprio nella direzione che indicava il Capogruppo Bontempi. Quindi, con rammarico, sono costretto ad astenermi per la ragione già detta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Intervengo per dichiarare il voto contrario all'art. 4 pur apprezzando alcune significative innovazioni rispetto alla legge n. 60. Spero che prima o poi ci sia il modo e il tempo di ripercorrere come i testi siano stati modificati e come sia stata condotta la battaglia o il confronto in aula e in Commissione, e come questi si siano sviluppati fino a giungere a questo "coagulo" di una ampia maggioranza attorno alle modalità con cui le specie vengono cacciate (censimenti, prelievi selettivi, calcoli e altro).
Questo risultato, dal punto di vista di un sostenitore delle istanze referendarie, non è certamente soddisfacente. E' per questo che un atteggiamento del genere può prestare, e ha prestato, il fianco ad una serie di obiezioni che definirei di tipo massimalistico e fondamentalistico.
D'altra parte, posso anche condividere l'atteggiamento che vuole farsi a tutti i costi garante della lettera delle richieste referendarie. Al contempo, però (richiamo il mio intervento in sede di discussione generale sulla legge), è scoraggiante valutare il tempo e le risorse che questo Consiglio regionale, il sottoscritto e i suoi amici, dedicano ad un tema come questo di fronte alla gravità della situazione ambientale. Ho sempre avuto dentro di me questa obiezione: il senso di una inadeguatezza complessiva di una istanza, quale è quella di questo Consiglio regionale nel riuscire ad affrontare problemi di carattere epocale, che devono riguardare un totale mutamento dei nostri atteggiamenti verso la natura e verso gli altri animali, in una società nella quale alcune tradizioni diventano per noi dei rottami: rottami che ingombrano la capacità di vedere che tutto è cambiato con una rapidità incredibile. E quando noi accettiamo perché è questo il tipo di cultura burocratica nella quale siamo inseriti di trasformare tutto in raccolta di firme, emendamenti, sub-emendamenti minacce di ostruzionismo, riunioni di Capigruppo, altre dichiarazioni di voto, ritiro di emendamenti, appello nominale e altro, tutto ciò dimostra che c'è inadeguatezza da parte di tutti ai nostri compiti e a quelle che sono le istanze di lungo respiro che pongono, dentro quest'aula, i promotori del referendum.
Ho firmato la richiesta di referendum sulla caccia, ritengo di potere insieme ad altri, legittimamente rappresentare coloro che hanno firmato tale richiesta, ma nel momento in cui ponevo la mia firma alla richiesta di referendum abrogativo di alcune norme della legge n. 60, mi rendevo conto che compivo un atto inadeguato, così come compiamo noi oggi un atto inadeguato rispetto alla gravità e alla complessità dei problemi. Al contempo, però, non possiamo sottrarci, né lo voglio fare io, alle responsabilità di una tenacia quotidiana e paziente sui singoli punti e sulle singole questioni, avendo dimostrato tolleranza verso le opinioni diverse, verso quella che è una lenta e difficile crescita culturale augurandoci che questo non sia che un piccolo passo verso la soluzione di un problema enormemente più complesso e che ci accompagnerà a lungo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, certamente non siamo entusiasti, come credo nessuno, della conclusione su questo articolo. Credo che ognuno di noi avesse sue propensioni, avesse immaginato un articolato di un certo tipo, ma oggettivamente riteniamo che questo risultato nella realtà che abbiamo davanti, realtà politica e culturale, sia il risultato migliore che fosse possibile ottenere in questa sede affrontando un argomento così difficile, non per la sua oggettiva entità, ma per tutto quanto sta dietro, tutto quanto si è svolto fuori da quest'aula, un risultato in assoluto non soddisfacente, in relativo il migliore possibile.
Risultato che avrebbe potuto, e mi sia consentito questo appunto essere migliore se avessimo tutti privilegiato le questioni di sostanza alle questioni di immagine, non costringendo quindi la Giunta a bloccarsi sulle scelte già individuate, ma lasciandole un minimo di spazio per poter adeguare e migliorare certe scelte già fatte.
Ognuno si conduce come meglio crede, noi abbiamo fatto una scelta diversa, forse la nostra posizione non è stata così rilevante in questa discussione. Crediamo però sia stata rilevante nell'ottenimento di certi risultati e per noi è prevalente.
Una cosa che è sfuggita nella discussione che si è accentrata sugli aspetti più evidenti è che questo articolo introduce un elemento di cui poco si è parlato e che noi invece riteniamo elemento qualificante di questo articolo: la possibilità, alla luce della realtà che anno per anno muta e si evolve, di poter regolare attraverso il calendario venatorio il quadro complessivo della caccia in Piemonte, per quanto riguarda le specie.
Questo è un argomento che è rimasto un po' in ombra, io credo che invece a conclusione della discussione complessiva sull'art. 4 debba essere evidenziato, perché ci sembra un elemento qualificante, di grande novità un elemento che consente di non congelare a un dettato normativo che pu invecchiare più in fretta di quanto evolva la realtà, di adeguare quindi il dettato normativo alla situazione che anno per anno, momento per momento va a svilupparsi.
Credo quindi sia giusto ricordarlo in questa dichiarazione di voto, che noi riferiamo anche al problema nodale che poi ci troveremo e che abbiamo in parte già affrontato e risolto in un certo modo nell'art. 5, cioè dei giorni che trovavano già nell'art. 4 un loro primo riferimento e un loro primo richiamo.
Anche qui nel contemperamento delle diverse esigenze si è voluto sottolineare un aspetto che tutto sommato era giusto sottolineare, senza arrivare a penalizzazioni di sorta nei confronti di chicchessia; anche la scelta dei giorni nell'ottica dell'ultimo emendamento che insieme ad altri colleghi abbiamo presentato all'attenzione del Consiglio per quanto riguarda l'art. 4 e che trova un suo contraltare anche nell'art. 5 che è il seguito nella sostanza di questo problema, ci sembra che sia una soluzione corretta, ordinata, che consente di sottolineare certe esigenze senza penalizzare il buon diritto dei fruitori dell'attività venatoria.
Per queste motivazioni il nostro Gruppo darà voto favorevole all'art.
4.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intendo rendere una dichiarazione di voto solo per chiarezza e per necessità.
Ci rendiamo conto che l'art. 4, così proposto, è figlio della contingenza cioè del momento in cui questa legge si approva; è inutile negarlo. In un momento di maggior tranquillità e serenità noi saremmo stati per un allargamento di talune specie, lo abbiamo detto chiaramente all'Assessore Moretti ieri, ma l'Assessore ha assunto, proprio per portare in porto la legge, una linea di chiusura e di durezza, alla quale noi come parte della maggioranza ci siamo adeguati con grande senso di responsabilità e avendo presente soprattutto che l'obiettivo è quello di approvare la legge nel modo migliore possibile.
Quindi, anche se c'è stato quel piccolo incidente sulla femmina del germano reale che poi abbiamo superato e anche se è mancato l'allargamento delle specie in relazione alla quaglia, noi abbiamo accettato questa soluzione di compromesso.
Nello stesso tempo abbiamo anche favorevolmente accettato il fatto di vietare la caccia la prima domenica, che è una questione che ci pesa. Per la vediamo nell'operazione complessiva che si ripercuote anche sull'art. 5 cioè che consente di cacciare le prime domeniche, ma di cacciare poi tutta la giornata nelle domeniche successive alla prima, una via di uscita.
In questo quadro noi ci atteggiamo favorevolmente su questo articolo che votiamo, come ho già detto, quale figlio della contingenza, cioè parte di una legge che nasce in questa data e con le note limitazioni.
Il nostro è un voto favorevole che si inquadra anche nell'obiettivo di una rapida approvazione della legge, che speriamo a questo punto possa procedere sollecitamente e si possa quindi concludere essendo questo l'obiettivo che tutti dobbiamo perseguire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Gruppo socialista voterà a favore. Già si era, in apertura dei lavori, intuito facilmente che i nodi centrali sarebbero stati costituiti dalla questione delle specie e della domenica. L'articolato del disegno di legge, è già stato detto da me in avvio dei lavori, poteva costituire soprattutto con gli emendamenti presentati dall'Assessore una base di discussione ragionevole, una impostazione equilibrata, non vorrei fare apparire il prodotto di questo lavoro come una situazione e uno stato di forza maggiore che ci porta ad un risultato di emergenza magari abborracciato. C'è una evoluzione della normativa sulla caccia che credo stia facendo, seppure la produttività del Consiglio dopo 16 ore di lavoro non è esaltante, dei passi avanti per un miglioramento significativo.
Voglio anche riconoscere l'attenzione e la correttezza degli amici che dal versante ambientalista hanno condotto e conducono una battaglia puntigliosa. Ritengo che questo tipo di evoluzione della nostra normativa in materia di caccia possa rappresentare un significativo avanzamento per quella ricerca di un giusto equilibrio tra l'esigenza della comunità del diritto all'ambiente e del diritto venatorio che è sancito dalla Costituzione.
Riteniamo che sul problema della domenica si siano fatti dei mutamenti rispetto all'impianto originario estremamente importanti. Non si poteva pensare ad una cosa radicale e io credo che in queste aule chi pensa di portare a casa il risultato pieno della propria impostazione approccerebbe i problemi in un modo non perfettamente corretto. Credo che sul problema della domenica si sia trovata una soluzione che con sacrifici reciproci pu permettere di sbloccare - e mi rivolgo soprattutto agli amici dell'area ambientalistica - ed accrescere la produttività del Consiglio e poter sostanzialmente risolvere in un tempo ragionevole tutti gli altri aspetti.
In questa dichiarazione già assommo i problemi e le problematiche interne all'art. 4 e all'art. 5 per poi non più ripetere la dichiarazione di voto in termini di economia dei lavori che stiamo conducendo e che abbiamo vissuto con una certa fatica sino ad ora.
Ci sarà il voto favorevole del Gruppo socialista rispetto a questa impostazione sulle specie, con il correttivo sulla femmina del germano reale e con l'impostazione che vede le domeniche articolate nel modo illustrato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

A nome del Gruppo MSI-DN dichiaro il nostro voto favorevole all'art. 4 in quanto, come ha ricordato poc'anzi il collega Tapparo, effettivamente con l'articolato che viene proposto e che è emerso attraverso il dibattito non è stato scalfito il diritto venatorio garantito dalla Costituzione, non è stato scalfito quindi quel diritto di libertà collegato con l'esplicazione di una attività sportiva e con la utilizzazione del tempo libero.
Nel contempo, senza scalfirsi questo principio e questo diritto venatorio, attraverso una sorta di onorevole compromesso, si è venuti incontro ad alcune oggettive e giuste esigenze avanzate dallo schieramento ambientalista.
Esprimiamo voto favorevole, ma come avevamo già sottolineato nella nostra relazione di minoranza lo esprimiamo senza eccessivo entusiasmo anzi, senza entusiasmo perché è emerso palesemente attraverso il dibattito di questo disegno di legge, e segnatamente sulla normativa contenuta nell'art. 4, l'intento di togliere di mezzo l'esercizio di un diritto garantito dallo Statuto della Regione Piemonte; diritto sul referendum nel quale noi crediamo, perché consacra in sé un istituto di democrazia diretta che riteniamo valido e politicamente opportuno e per il quale non solo c'è la previsione nello Statuto della Regione Piemonte, ma c'è addirittura il concetto e la connotazione contenuta nello stesso Statuto (art. 53) laddove si dice: "La Regione deve favorire l'esperimento di questo istituto democratico". Attraverso questo disegno di legge e quindi anche attraverso l'art. 4 che fa parte del disegno di legge in definitiva accettabile, si è però usato un metodo per togliere di mezzo l'esercizio di un diritto.
Sotto questo profilo la nostra adesione a questa normativa c'è, ma è molto sofferta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fracchia.



FRACCHIA Mario

Dichiaro il voto favorevole del Gruppo repubblicano sull'emendamento all'art. 4 presentato dalla Giunta sul quale noi ci siamo subito collocati positivamente. Siamo soddisfatti che anche da parte dei promotori del referendum ci siano motivi di apprezzamento.
Questa piccola apertura ci soddisfa, ma siamo soddisfatti in modo particolare per aver visto la convergenza del Gruppo comunista e del Gruppo missino. Quindi mi pare che con una maggioranza, anche se frutto di un certo compromesso che qualche amarezza può aver lasciato, specialmente sulla questione della domenica, non tanto sulle specie, qualcuno può anche andar via amareggiato, ma nel complesso ci si può ritenere soddisfatti.
Pertanto con queste motivazioni ribadisco il voto favorevole del Gruppo repubblicano.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per appello nominale l'emendamento soppressivo e sostitutivo dell'intero art. 4 presentato dalla Giunta regionale illustrato dall'Assessore Moretti nella seduta del 16 marzo.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 36 Consiglieri hanno risposto NO 5 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'emendamento è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 4 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 36 Consiglieri hanno risposto NO 5 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 Ha chiesto di parlare il Consigliere Montefalchesi. Ne ha facoltà.



MONTEFALCHESI Corrado

Vorrei annunciare il ritiro degli emendamenti all'art. 5 che sono numerati dal n. 1 al n. 86.
Degli altri tre emendamenti da noi presentati, se viene accolto l'emendamento dei Consiglieri Villa ed altri, come presumo, di fatto rimane soltanto il sub-emendamento all'emendamento dei Consiglieri Villa ed altri.



PRESIDENTE

L'emendamento presentato dal Consigliere Rossa all'art. 5, ultimo comma, già precedentemente illustrato è stato ritirato dal proponente.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bontempi, Bruciamacchie e Avondo: l'art. 5 è soppresso e così sostituito: "Art. 5 - L'art. 40 della L.R. n. 60/79, modificato dall'art. 27 della L.R.
n. 38/85, è abrogato e sostituito dal seguente: 'Art. 40 - Giornate e orario di caccia.
Ai sensi dell'art. 14 della legge 27/12/1977 n. 968 la caccia è consentita a scelta tra il lunedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica.
L'esercizio venatorio è in ogni caso vietato in tutto il territorio regionale nei giorni di martedì, venerdì e dopo le ore 12 della domenica.
L'esercizio venatorio giornaliero è consentito da un'ora prima del sorgere del sole fino alle ore 12 ed alle 13 fino al tramonto, conformemente a quanto indicato dal calendario venatorio di cui all'art. 42.
Il cacciatore è tenuto a segnare in modo indelebile sul tesserino regionale la scelta mattutina e pomeridiana dell'attività venatoria.
Tale attività non può superare complessivamente le due giornate alla settimana'".
La parola al Consigliere Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario

Signor Presidente, come lei ha ricordato, insieme ad altri Gruppi della maggioranza abbiamo presentato un emendamento sostitutivo dell'art. 5. E' evidente che ci riconosciamo in esso. Secondo noi è un compromesso a cui si è pervenuti e che risolve in parte alcuni problemi molto difficili e delicati, ma che porta sicuramente al mondo venatorio delle notizie non molto piacevoli in quanto sottopongono gli appassionati dell'attività venatoria a rinunce, perché il divieto dell'attività venatoria fino alla seconda domenica di ottobre comporta che un numero non basso di cittadini che lavorano saranno nell'impossibilità di esercitare l'attività stessa.
Con questo emendamento si fa una scelta di apertura nei confronti della richiesta avanzata da coloro che avevano promosso l'iniziativa referendaria; si accoglie non tutta ma una parte di questa richiesta ed è un atto che viene capito anche dal mondo venatorio, anche se è difficile trovare delle motivazioni veramente robuste e forti per spiegare un provvedimento di questa natura.
Rimaniamo convinti che era possibile percorrere altre strade che per noi erano quelle individuate nell'emendamento che avevamo presentato. Era possibile chiedere al mondo venatorio il sacrificio di una giornata lavorativa, era possibile articolare diversamente l'attività venatoria durante le giornate, era possibile quindi avere una minore pressione venatoria nel territorio regionale per una giornata, quindi 75 mila cacciatori in meno che esercitavano la caccia, dando però la possibilità a questi di agire e di svolgere questo tipo di attività tenendo conto dell'articolazione della società.
Secondo me si rischia di fare leggi che mal si adeguano alla società perché non ne comprendono assolutamente la sua complessità e la sua articolazione.
Siamo inseriti in un'attività lavorativa, lavoratori dipendenti lavoratori autonomi nelle varie forme e non è pensabile che il tempo libero, anche questo tipo di tempo libero contestato, vilipeso da alcuni ma che comunque è impiego di tempo libero da parte di questo nucleo di cittadini, possa essere organizzato in base a norme rigide che passano sopra al vivere normale della società piemontese, quindi anche di coloro che scelgono di impiegare il proprio tempo libero andando a svolgere attività venatoria.
Nel momento in cui ritiriamo il nostro emendamento ci rendiamo conto che ritiriamo una proposta che continuiamo a considerare come quella più capace di cogliere queste esigenze. Questo ci dispiace profondamente e facciamo questo atto di ritiro con molta difficoltà, con lo spirito teso a ricercare una soluzione che non è certo la migliore, ma che permette di sbloccare una situazione difficile che si è determinata in Consiglio regionale che comunque recepisce una parte delle proposte referendarie e che avvia una sperimentazione che proprio perché è sperimentazione abbisognerà di verifiche puntuali negli anni successivi e quindi si apporteranno le eventuali modifiche che l'esperienza stessa ci avrà indicato.
Mi sembra anche che l'aver cancellato la proposta che veniva inizialmente avanzata dell'impossibilità di svolgere attività nei due giorni consecutivi, così come prevista dalla legge n. 60 e quindi aver riportato e recuperato questa norma all'interno dell'emendamento proposto sia un fatto importante che ridà a coloro che svolgono un'attività lavorativa la possibilità nella seconda metà di ottobre di poter esercitare almeno un giorno l'attività venatoria e quindi dare risposta ad una scelta che hanno fatto.
Con tutte queste nostre non direi titubanze, comunque difficoltà dovute a questioni di merito, noi siamo qui per dire che riconfermiamo l'adesione all'articolo che abbiamo firmato e concordato con gli altri Gruppi che il Presidente ricordava e a ritirare il nostro emendamento anche se lo consideriamo ancora una risposta più adeguata.



PRESIDENTE

L'emendamento è pertanto ritirato.
Emendamento presentato dai Consiglieri Villa, Tapparo, Fracchia, Santoni Bruciamacchie, Avondo e Majorino: l'art. 5 è soppresso e sostituito dal seguente: "Art. 5 - L'art. 40 della L.R. n. 60/79 è sostituito dal seguente: 'Art. 40 - Giornate e orario di caccia.
Ai sensi dell'art. 14 della legge 27/12/1977 n. 968, il cacciatore pu esercitare la caccia complessivamente per non più di tre giornate la settimana, a scelta fra il lunedì, mercoledì, giovedì, sabato.
Dalla seconda domenica di ottobre il cacciatore può scegliere, nell'ambito delle tre giornate di caccia consentite alla settimana, anche la domenica.
L'esercizio venatorio è consentito per non più di due giorni consecutivi ed in ogni caso è vietato in tutto il territorio regionale nelle giornate di martedì e venerdì.
Conformemente a quanto indicato dal calendario venatorio di cui all'art.
42, la caccia è consentita da un'ora prima del sorgere del sole fino al tramonto'".
La parola al Consigliere Villa che lo illustra.



VILLA Antonino

Sull'emendamento all'art. 5 ritengo di non dover spendere molte parole.
Siamo soddisfatti che si sia arrivati ad una dizione unica, univoca per cui tutte le attese, le controversie che erano venute alla luce in Commissione con questa dizione, con l'accordo, sono state superate.
Non ho che da compiacermi e notare che in fondo questo articolo non è che la conseguenza dell'art. 4 in quanto ribadisce lo stesso concetto già votato.
Voglio ricordare che ritorna la possibilità della caccia nei due giorni consecutivi, non più di due perché evidentemente ci potrebbe essere anche l'ipotesi di sabato, domenica e lunedì. Per questo si è voluto dettare con precisione per non più di due giorni consecutivi. Il resto ci riporta alla legge e a quanto era stato predisposto dalla Giunta. Ritengo perciò, mi auguro, che oltre al voto positivo della DC, l'emendamento accolga anche il favore di tutti gli altri Gruppi e si possa procedere celermente all'approvazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Farò una breve dichiarazione di voto in quanto la discussione in gran parte su questa questione l'abbiamo fatta.
Intendo rilevare il fatto positivo che su una questione di così grande importanza c'è l'affermazione perlomeno del principio che nelle tre domeniche iniziali non si andrà a caccia. E' l'affermazione di un principio e questo ci ha permesso di ritirare 86 emendamenti. A questa affermazione di principio diamo tutta l'importanza che merita. Voglio dare atto che a questo risultato è stato possibile arrivare, certamente per la nostra iniziativa, ma anche perché il primo Gruppo consiliare che ha in qualche modo manifestato delle aperture su questo terreno è stato il Gruppo comunista, di questo io voglio dare atto. La proposta presentata in Commissione della mezza domenica è stata la prima disponibilità che è venuta...



AVONDO Giampiero

La mezza domenica e le mezze giornate.



MONTEFALCHESI Corrado

Esatto. Proposta poi non accolta, ma è stata la prima disponibilità che è venuta e che ha permesso poi di arrivare a questo risultato.
Tale proposta però non ci soddisfa perché la nostra era e rimane tant'è vero che abbiamo presentato un sub-emendamento, l'abolizione della caccia la domenica per la durata di tutta la stagione venatoria.
Non voteremo quindi questo emendamento e proporremo un emendamento soppressivo al secondo comma, laddove si dice che dalla seconda domenica di ottobre si può andare a caccia anche la domenica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Non intendo riprendere ancora una volta questioni ormai ampiamente sviscerate e discusse, ma è chiaro che tre domeniche non cacciabili sono ben lontane da tutte le domeniche non cacciabili e su questo invito tutti ancora a riflettere, alla ricerca non già di un punto di incontro, perch incontro su questo punto non c'è stato e probabilmente non poteva esserci ma alla ricerca del punto massimo di concessione da parte della maggioranza. Su questo, poi, dovrete rendere conto ai firmatari del referendum che chiedevano una cosa precisa. Su questo, già l'abbiamo detto in Commissione, la richiesta era precisa, non era possibile discuterla in più o in meno. Io personalmente già consideravo quella della caccia autorizzata per sola mezza giornata la domenica una scelta lontana. Se deve essere mezza giornata, sia dall'una del pomeriggio al tramonto.
Il voto contrario è per me un atto dovuto, anche perché questa mezza giornata non ritorna e non rimane nelle altre domeniche dopo le prime tre.
Le prime tre domeniche non sono cacciabili, ma sono poche rispetto al clima di un inverno mite come questo. Scompare la mezza giornata per la rimanente parte della stagione venatoria, ricompare il problema dei due giorni consecutivi sabato e domenica. Non si è tenuto conto, da parte dai propositori di questo emendamento, della questione principale: quale sia l'interesse da privilegiare. Abbiamo sempre sostenuto che sui diversi aspetti della priorità dell'uso della domenica vi era un conflitto nella società che non poteva essere risolto con forme di mediazione. Qualsiasi forma di mediazione su questo punto era e rimane, a mio avviso, da rifiutarsi. Oltre a questo, però, riconosco che il punto di mediazione, con un po' di coraggio da parte vostra, poteva essere collocato un po' più vicino alle richieste dei proponenti del referendum; qui si è dato il minimo e mi auguro si sia dato troppo poco per la valutazione che dovrà dare il TAR. quando qualcun altro, in altre sedi, esaminerà questa questione. Il tentativo di salvare la capra e i cavoli, che sono l'uno una specie non cacciabile l'altro un vegetale, porta a soluzioni che scontentano tutti e che non vanno bene neanche per i tribunali amministrativi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, anch'io voterò contro questo emendamento che non recepisce il punto di vista che abbiamo cercato di evidenziare con tutti gli argomenti a nostra disposizione.
Sono convinto che questa soluzione, per noi assolutamente insoddisfacente, non elimini le ragioni della richiesta referendaria. Di conseguenza, nel registrare lo sforzo politico da parte della maggioranza di rapportarsi dialetticamente sul piano culturale a una questione di principio essenziale, lo ribadiamo, qual è quella di privilegiare la fruibilità del territorio per tutti quanti i cittadini, registriamo con moderata soddisfazione questa apertura culturale che può essere favorevole per l'avvio di quel processo di maturazione delle coscienze su questo versante.
Aveva ragione la collega Bresso quando ieri si soffermava sul fatto che noi, due minoranze, siamo qui asserragliati a discutere e a misurarci su come rapportarci al bene comune: l'ambiente, senza riuscire ancora a varcare i confini di noi stessi (in questo senso è un po' un'autocritica per noi ambientalisti) nel far viaggiare più velocemente nella società civile questa concezione della specie umana che è una specie che deve saper convivere con le altre specie biologiche, quindi avere una dimensione nuova dell'ecosistema complessivo proprio per tutti i danni che registriamo quotidianamente.
Sicuramente a noi non sfugge che se gli uccelli migratori non transitano più volentieri sul Piemonte, ciò avviene non solo per pressione venatoria, ma anche per il grado intollerabile dell'inquinamento ambientale da intendersi come inquinamento atmosferico non meno che appestamento delle campagne dall'uso dissennato di diserbanti e pesticidi.
E' l'insieme di questi fattori che determina l'impoverimento complessivo delle specie che hanno diritto di vivere perché arricchiscono tutti noi.
Allora, signor Presidente, non è una digressione gratuita questa, penso che aver aperto il discorso sulla domenica sia un dato culturalmente importante sotto il profilo politico e istituzionale, a nostro avviso insufficiente non soltanto per le nostre aspettative, ma per annullare le ragioni della richiesta referendaria.
Di conseguenza i promotori del referendum intraprenderanno tutte le iniziative che riterranno opportune per affermare il loro punto di vista nei modi in cui la legge oggi lo consente.
Quindi voterò contro l'emendamento e penso che lo facciano anche quei colleghi che su questa battaglia si sono ritrovati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Anch'io mi dissocio dal voto del mio Gruppo e voterò contro questo emendamento. Naturalmente, apprezzo lo sforzo che è stato fatto. Non ripeterò le considerazioni che peraltro ho già svolto, che mi portavano a ritenere che si dovesse abolire la caccia alla domenica; aggiungo solo una considerazione. Siamo tutti coscienti, anche noi che siamo contro la caccia e che la vorremmo abolita, che è importante la cultura dei cacciatori.
Riteniamo che lo sforzo compiuto, sia economico e sia di rinuncia ad altro utilizzo delle ferie, sarebbe ulteriormente migliorativo del comportamento dei cacciatori se dovesse essere abolita la giornata della domenica dal calendario di caccia. Un po' come se ricevendo un giornale gratis non lo si leggesse, ma dovendo comprarlo in edicola lo si trova più interessante perché c'è stato lo sforzo di comprarlo. Allora anche da questo punto di vista lo sforzo di dover prendere un giorno di ferie seleziona già il cacciatore serio dal cacciatore domenicale (non detto in senso dispregiativo) da quello che lo considera uno sport per migliorare la propria conoscenza sulle specie cacciabili o non cacciabili. Sono convinta che i cacciatori che prendono le ferie per andare a caccia siano cacciatori più seri e migliori di quelli che vanno nei giorni festivi. Sarà una convinzione sbagliata, ma resta una mia convinzione.
Questa è la ragione per cui non voterò questo emendamento pur apprezzando il fatto che vengano tolte le prime tre domeniche, quindi c'è un passo verso quella direzione. Chissà, forse in futuro riusciremo a togliere anche le altre domeniche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, vorrei fare questa osservazione: se fosse possibile votare per divisione voterei a favore dei commi secondo, terzo e quarto e voterei contro il primo comma o chiederei che nel primo comma, laddove si dice che il cacciatore può esercitare la caccia complessivamente per non più di tre giornate la settimana a scelta fra il lunedì, il mercoledì, il giovedì, il sabato, fosse scritto anche la domenica come era scritto nella proposta iniziale del disegno di legge perché in questo primo comma viene escluso.
Rilevo positivamente che dopo il primo comma si riapre tutto il discorso per il quale avevo richiesto che venisse confermata nella legge la possibilità della caccia alla domenica e se si riapre si riapre molto tardi.
Da questo punto di vista mi sia consentito, certo che qui facendo politica occorre mantenere senz'altro le posizioni di principio, ma avere presente anche i momenti della mediazione.
E' importante per le forze politiche il momento della mediazione, che è il momento con il quale si governano le cose, ho sempre pensato che fosse meno importante per chi fa delle battaglie ideali e di principio, come quelli che hanno richiesto il referendum e come quelli che li hanno rappresentati qua dentro. Ho invece visto che in fondo si guarda con il solito metodo alle cose che si possono ottenere: si chiede cento per poi vedere se si può ottenere cinquanta. In questo caso nessuno è diverso da quello che è il metodo portante della contrattazione.
A questo punto invece rivendico dalla parte mia più una battaglia di principio, perché in fondo dal secondo comma in avanti vedo positivamente riaprirsi questa dialettica e questo mi dà la speranza che dopo l'approvazione di questa legge sia possibile da parte di tutti valutare una proposta complessiva che riequilibri la situazione.
Vorrei però mettere in rilievo che qui per me è stata una battaglia di valori, una battaglia di principi, che se è così intesa non può sottostare con troppa facilità a quelle che sono le contrattazioni, che sono dignitosissime ma che sono sempre tese in qualche misura a realizzare delle modifiche di equilibrio che oggi si stanno realizzando a vantaggio di una posizione che mi sembra soverchia di parte e contro una posizione che in definitiva mi sembra non sia mai stata soverchiamente di parte, come quella che si vuol far apparire, configurando la posizione della caccia.
Concludendo esprimo questa posizione: se si può aggiungere anche la domenica approvo l'articolo proposto, se non si può aggiungere per quella parte del primo comma non mi trova consenziente, per l'altra invece dico che è una posizione che vedo positivamente e quindi la approvo.



PRESIDENTE

La sua affermazione di principio è fatta, lei può votarla, ha fatto questa affermazione dicendo che su una parte del testo non è d'accordo.
La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

A questo punto del dibattito, devo dire francamente che non so in quale clima mi sto trovando. Quindi non chiederò la votazione per punti, mi esprimerò integralmente senza artifici politici e senza tatticismi.
Sull'articolo che è stato proposto non so se dare un giudizio positivo in qualche modo diverso da come qui qualcuno ha detto.
Ritengo che ci sia una filosofia e questa filosofia è sostanzialmente mantenuta. Non mi pare che tre domeniche in più o tre domeniche in meno sostanzialmente risolvano la questione che è probabilmente più complessa di una discussione riferita soltanto al problema delle domeniche sì e delle domeniche no. Siamo di fronte ad un tentativo di mediare delle cose che poi sono sostanzialmente non mediabili, perché il principio è che si continua a perseverare in una operazione di caccia: che avvenga tre giorni la settimana (domenica, lunedì o martedì) o che avvenga tre giorni su sette rimane un contributo abbastanza importante al depauperamento della situazione ambientale e faunistica.
Abbiamo ritirato alcuni emendamenti, ma io rimango convinto, e lo ripeto, che il referendum si terrà, e allora è stato inutile ritirare gli emendamenti. Al limite potremmo esaminare con santa pazienza gli emendamenti sostanziali. Non ci potete chiedere ulteriori ritiri, quando la presentazione di tanti emendamenti ci è costata fatica. E' del tutto evidente che io a questo punto voterò contro; è un voto che non so bene come definire, è un voto che esprime una opinione contro la filosofia di chi vota pensando di bloccare il processo referendario. Toglietevelo dalla testa. Io spero, mi auguro che sia così. Se non è così spiegatemelo; certi interventi che sono stati fatti qui non mi hanno dato questa sensazione. La sensazione è che si giochi in funzione di evitare il referendum e non per rivedere le questioni inerenti la caccia.
Come ho già detto questo problema deve essere chiarito; ognuno stia dalla parte che deve stare, però sia ben chiaro che i tentativi che noi abbiamo fatto erano in funzione di dare voce a quei 60 mila cittadini che l'hanno richiesta.



PRESIDENTE

A questo punto l'emendamento presentato dalla Giunta regionale è ritirato.
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Il sub-emendamento da noi presentato a questo punto diventa l'abrogazione del secondo comma dell'emendamento Villa.



PRESIDENTE

Pongo in votazione il sub-emendamento presentato dai Consiglieri Staglian Montefalchesi, Bresso, Ala e Reburdo che prevede l'abrogazione del secondo comma dell'emendamento soppressivo e sostitutivo presentato dai Consiglieri Villa, Tapparo e altri.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 34 contrari.
Pongo ora in votazione per appello nominale l'emendamento presentato dai Consiglieri Villa, Tapparo e altri.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 38 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'emendamento è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 5 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 36 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 5 è approvato.
Passiamo ora, secondo l'accordo, all'esame dell'art. 1.
Il Consigliere Reburdo chiede una breve sospensione della seduta.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17,15 riprende alle ore 17,30)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
ART. 01 - Emendamento presentato dalla Giunta regionale: l'art. 1 della L.R. n. 60/79 è abrogato.
Essendo stati presentati degli emendamenti sulla legge n. 60 occorre distinguere due votazioni: la prima è l'abrogazione perché abbiano a decadere gli emendamenti presentati, la seconda è la sostituzione. Iniziamo con l'atto formale che è l'atto di abrogazione quindi procediamo con l'atto sostanziale che è la sostituzione dell'articolo abrogato.
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Il Gruppo Lista Verde vota contro l'abrogazione perché è un espediente procedurale a norma di Regolamento che impedisce e limita la nostra possibilità di presentare emendamenti, in quanto è finalizzato a far decadere una parte del nostro lavoro preparato come emendamento. Dichiaro che anche il collega Montefalchesi voterà contro.
Non ho grande capacità di cantare, non ho grandi capacità di showman però so suonare. Non ho strumenti musicali con me però c'è una canzone do minore, do minore settima, per la precisione, fa sesta, do minore settima fa sesta, ripetuto per sedici battute, un fa diminuito, un fa sesta, poi ritorna fa diminuito ed ancora fa sesta: è una canzone ritornata di moda nel vecchio titolo si chiamava "Tequila" (tra l'altro ci farebbe bene un po' di tequila), nel nuovo testo il caro Frassica l'ha riportata agli albori ed agli onori della cronaca con: "Io vado al Regolamento, io vado al Regolamento". Caro Presidente, parappaparappapa andiamo al Regolamento, il Regolamento dice questo, permette questo, noi votiamo contro, poi "indietro tutta".



PRESIDENTE

Ormai esiste un linguaggio cosiddetto di Frassica che deve essere interpretato. Si chiama "frassichese".
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, il collega Ala ha messo a fuoco con molta precisione e brillantezza l'intento ostruzionistico nei confronti dell'opposizione evidenziando questo meccanismo che il Regolamento acconsente, che ha l'unico effetto, non dichiarato, ma assolutamente evidente di farci decadere il lavoro che per quanto riguarda questo articolo abbiamo dovuto svolgere finora.
E' del tutto evidente che nel prosieguo della discussione useremo a nostra volta il Regolamento in tutti gli spazi consentiti per difendere quelle proposte qualificanti nel merito dell'articolato che riteniamo di dover tenere ferme con le unghie e con i denti.
La conseguenza di questo ragionamento così schematico e rozzo è di votare contro l'abrogazione.



PRESIDENTE

E' un fatto del tutto formale. Abrogando l'articolo tutti gli emendamenti relativi automaticamente decadono. Non è un intento antiostruzionistico, è un intento per arrivare alla qualità. Gli emendamenti che decadono sarebbero 185.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'emendamento presentato dalla Giunta regionale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 37 Consiglieri hanno risposto NO 6 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'emendamento è approvato.
Sulla parte sostitutiva ha la parola l'Assessore Moretti che è il presentatore.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Nel corso del dibattito effettuato in Commissione si era trovata una intesa per recepire le direttive CEE e ciò a partire dal punto 3), lett.
a), b), c) e d), mentre l'altra parte è integrativa rispetto a quanto si è indicato oggi. Nel corso del dibattito infatti si è indicato che recepisce alcuni indirizzi sia per quanto riguarda la programmazione, sia per quanto riguarda gli equilibri faunistici e del territorio, quindi non è altro che una esplicitazione rispetto agli indirizzi della nuova legge.



PRESIDENTE

Chiedo ai presentatori degli altri emendamenti sulle finalità se intendono illustrarli tutti insieme, dal momento che le finalità rappresentano un concetto generale che non è scindibile.
Esaminiamo pertanto i sub-emendamenti all'emendamento della Giunta regionale presentati dai Consiglieri Ala, Montefalchesi, Staglianò, Reburdo e Bresso: al termine del primo comma aggiungere: "La Regione, riconoscendo la pratica venatoria un elemento di disequilibrio, impoverimento e danneggiamento degli ecosistemi naturali e del patrimonio collettivo, dispone la sua rigorosa limitazione" dopo il primo comma aggiungere: "La Regione ritiene prioritarie la tutela e la salvaguardia delle attività agricole esistenti sul territorio, la sicurezza della popolazione, le esigenze di svago e di fruibilità delle aree montane e non urbanizzate e da queste subordinata l'attività venatoria".
La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

L'art. O1 che sostituisce l'art. 1 della legge n. 60, come giustamente rilevava il Presidente del Consiglio, riguarda il problema delle finalità e le finalità di una legge sono sempre un qualche cosa che dà l'indirizzo generale alla legge stessa, riconoscono quindi anche dei principi prioritari ai quali poi subordinare i successivi articoli.
Mentre ci pare giusto il primo comma, dove si riconosce alla fauna selvatica un ruolo essenziale nella tutela del bene ambiente, noi riteniamo che a questo riconoscimento debbano essere aggiunte altre due ulteriori specificazioni: la prima riguarda il fatto che se si riconosce la fauna selvatica come componente essenziale dell'ambiente naturale dovrebbe essere conseguente e quindi accettabile specificare che a questo punto la pratica venatoria più o meno secondo i punti di vista diventa fattore di disequilibrio, di impoverimento e di danneggiamento degli ecosistemi naturali e del patrimonio collettivo e quindi sostanzialmente limita il ruolo essenziale della fauna e dell'ambiente naturale. La nostra specificazione tende a chiarire ulteriormente i termini dell'affermazione che sono stati fatti con l'emendamento dell'Assessore Moretti.
Regolamentando l'attività venatoria si rischia di interferire sul territorio, non solo sugli aspetti naturali del territorio, ma anche sugli aspetti produttivi del territorio stesso e anche sulla sua fruibilità globale, generale. Consideriamo il fatto che in questa Regione, ma non solo in questa, vi è un processo preoccupante di urbanizzazione che investe non solo le aree metropolitane, ma purtroppo investe anche le realtà più periferiche. E' sufficiente guardarsi attorno e percorrere certe strade di collegamento extra-urbano per capire che un processo di degrado attraverso una urbanizzazione selvaggia caratterizza ormai le attività di larga parte delle nostre Amministrazioni comunali. Io abito verso la zona di Carignano e quando percorro la strada che da Carignano va a Saluzzo noto, a partire dalla Provincia di Cuneo, una distruzione ambientale attraverso un'estensione innaturale delle realtà di quei paesi. Basta vedere Casalgrasso, Polonghera e avanti di questo passo per capire. Casalgrasso è un Comune tipico, dove il processo di urbanizzazione viene a intaccare anche l'ambiente naturale e faunistico, quel degrado e quella distruzione dell'agricoltura in una zona altamente qualificata per cui è del tutto evidente che questo problema deve essere tenuto in particolare conto.
Allora noi riteniamo che debba essere affermata con forza la necessità di tutelare in modo privilegiato le attività agricole che esistono sul territorio e quindi quando queste sono incompatibili con altri esercizi di tempo libero, di sport, ecc., queste hanno la priorità; come riteniamo che la sicurezza della popolazione sia un altro elemento da tenere presente.
Anche qui sicurezza della popolazione vuol dire che se si garantisce priorità alla fruibilità produttiva economica del territorio per attività connaturali tipo l'agricoltura, è del tutto evidente che la popolazione che fruisce di questo territorio deve essere pienamente salvaguardata e quindi va dato ad essa un aspetto di priorità. In questo senso ci pare importante rilevare come proprio il processo di degrado ambientale ed urbano veda protagoniste molte realtà non definite metropoli, quindi si restringono le disponibilità di spazi in montagna, o si concentrano su questi spazi sempre più limitati diverse attività: caccia, tempo libero, agricoltura, svago.
Quindi quale di queste attività deve essere privilegiata quando c'è un concentrarsi su un territorio sempre più ristretto? Devono essere privilegiate quelle che hanno interesse generale. Non escludo che anche la caccia possa avere un interesse generale, ma ci sono altre esigenze che hanno più interesse generale rispetto alla caccia. Quindi si tratta di intervenire per definirle.
Vorremo capire da tutti i Consiglieri regionali qui presenti se possono dare un segnale di considerazione a queste nostre modeste proposte che abbiamo formulato sulla base di un ragionamento che non può essere contestato. Non può essere contestato che un territorio, liberamente fruibile, è sempre più limitato e su esso si concentrano esigenze e richieste diverse; ad esse vanno date delle priorità che noi riteniamo di aver individuato nei nostri emendamenti.



PRESIDENTE

Il Consigliere Reburdo ha illustrato ampiamente l'emendamento sulle finalità.
La parola al Consigliere Staglianò per dichiarazione di voto.



STAGLIANO' Gregorio Igor

E' molto grave, signor Presidente, che su argomenti che riguardano l'impianto generale della legge, le finalità, si faccia da parte di tutti i Gruppi "orecchie da mercante", cioè non ci si collochi! Naturalmente il sottoscritto, a nome del Gruppo, non può non condividere quanto finora è stato detto da Reburdo al riguardo. La nostra opinione è che la pratica venatoria non sia un valore da difendere. E' un'opinione disprezzabile da taluni, non sarebbe male che quando i problemi si pongono venisse data risposta ad essi. Non è un valore positivo, quindi in questo senso ci pare importante che la Regione metta per iscritto...



(Interruzione del Consigliere Valeri)



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, non capisco Valeri su cosa abbia ragione! Quale accordo? L'accordo fra gentiluomini che noi avremmo acconsentito ad affrontare subito le questioni più controverse, magari a mente lucida. Pi lucida di quanto possa essere alla terza, quarta, quinta o alla sesta seduta, di modo che ciascuno sulle questioni più importanti si potesse collocare nel modo più chiaro possibile. Questo è il patto fra gentiluomini!



(Interruzione del Consigliere Fracchia)



STAGLIANO' Gregorio Igor

Infatti, caro Fracchia, se non è qualificante un emendamento che riguarda le finalità della legge, per favore spiegatemi come si fanno le leggi! Io, dopo due anni e mezzo che sono qui dentro, evidentemente non ho capito nulla! Se non è qualificante intervenire sull'articolo che riassume il senso dell'articolato successivo vuol dire che non ho capito! Qui capisco piuttosto che c'è la "fregola" di concludere! Allora noi non abbiamo nessuna fregola! Perché la fregola è ispirata semplicemente dalla volontà di arrivare in tempo utile per impedire il pronunciamento referendario. Siccome noi siamo partiti dal presupposto che si legifera non per "fregare i cittadini" che hanno richiesto il referendum, ma per fare una buona legge, interveniamo sugli emendamenti che riteniamo di particolare rilevanza, e quello delle finalità difficilmente si può dire "insignificante"! Perché con l'artifizio regolamentare che avete adottato che il Presidente ha adottato poc'anzi, sono decaduti 185 nostri emendamenti! Qualcuno della maggioranza suggeriva che di fronte ad un atteggiamento che non può che avere il nostro biasimo avremmo dovuto andarcene! Ma va da sé che questo favore non ve lo facciamo! Noi partiamo dal presupposto che non si tratta di fregare i cittadini ma di fare una buona legge, questi sono i patti fra gentiluomini, Acotto! Di affrontare per prime le questioni che sono di particolare delicatezza di modo che ciascuna forza politica si possa collocare al meglio della lucidità che possiede.
Quindi, signor Presidente, non posso che riaffermare il nostro punto di vista in merito; l'attività venatoria per come è storicamente collocata non in astratto, ma 2000 anni fa o 100 anni aveva un altro valore. Per come è collocata oggi nei processi di antropizzazione crescente del territorio di urbanizzazione selvaggia, l'attività venatoria è un impoverimento delle risorse ambientali complessive. Ecco perché l'emendamento che stiamo discutendo riceverà il nostro voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Il Gruppo comunista voterà contro questi due emendamenti, anche perch riteniamo che se la questione che sta a cuore ai presentatori di questi emendamenti è quella contenuta negli emendamenti stessi credo varrebbe la pena di discutere sul modo con cui si attua poi nel concreto il dispositivo dell'art. 1 della legge di cui discutiamo.
In particolare laddove, con le modifiche che apportiamo alla legge n.
60, primo comma, si spiega che la Regione, in attuazione dell'art. 5 dello Statuto, ritiene l'ambiente naturale bene primario di tutta la comunità riconosce la fauna selvatica come componente essenziale di tale bene e la tutela.
Al punto a) si dice che tra gli scopi della legge c'è quello di attuare un piano programmato di salvaguardia e di recupero dell'equilibrio ambientale faunistico del Piemonte.
E prima ancora di passare ad esaminare gli elementi che abbiamo introdotto sulla base di un emendamento presentato dal nostro Gruppo e che è stato recepito totalmente dall'emendamento dell'Assessore Moretti cioè quello delle direttive CEE, si dice al punto e): "disciplinare compatibilmente alle risorse faunistiche l'attività venatoria, finalizzando l'impegno dei cacciatori e le risorse economiche agli scopi della presente legge".
A me parrebbe che da questo punto di vista sarebbe molto più importante discutere quali possono essere gli strumenti concreti di verifica, di controllo, di esercizio di un controllo reale da parte del Consiglio regionale sulla base poi dell'attuazione concreta di questi disposti che la legge prescrive, perché credo che questa sia poi la questione fondamentale che abbiamo di fronte.
Per queste ragioni e per altre che potrei portare noi voteremo contro questi due emendamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, volevo fare una specie di riflessione e di mozione d'ordine brevissima nel senso di dire che abbiamo lavorato nove sedute di Commissione il più seriamente possibile, anche se l'esito di quel lavoro poi è stato vanificato da una certa impostazione che gli uni incolpano agli altri, ma comunque è un fatto e i fatti contano più delle intenzioni, delle ipotesi o dei desideri.
Abbiamo lavorato seriamente due giornate di Consiglio discutendo, dando tutte le impostazioni che volevamo e così via.
Siamo arrivati ad un punto in cui si capisce che la stanchezza pu anche giocare dei brutti scherzi. Non so se ci sono stati o non ci sono stati patti o non patti tra gentiluomini o non tra gentiluomini. So soltanto che si tratta di portare avanti un discorso senza ritardi lentezze e tentativi di arrivare a delle forme di pressione inaccettabili né per gli uni né per gli altri. Per cui se a questo punto intendiamo lavorare seriamente ancora per il tempo che ci vuole per finire questa legge, il discorso più semplice è quello di consentire che a norma di Regolamento chi presenta degli emendamenti li illustri, li discuta e si voti con un certo ritmo senza che la maggior parte del tempo lo perdiamo per dire se è giusto o non è giusto che l'emendamento si presenti, che l'emendamento si discuta o che l'emendamento si controbatta in qualche modo. Chi ha qualcosa da dire lo dica nei termini strettamente di tempo stabiliti e andiamo avanti su questo tipo di procedura e di lavoro che mi pare sia il più serio dopo tutto lo sforzo e il sacrificio che tutti insieme abbiamo fatto per arrivare a questo punto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione il primo emendamento presentato dai Consiglieri Ala Montefalchesi, Staglianò, Reburdo e Bresso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli e 36 contrari.
Pongo in votazione il secondo emendamento presentato dai Consiglieri Ala Montefalchesi, Staglianò, Reburdo e Bresso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli e 36 contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Adduci, Bresso e Sestero all'emendamento della Giunta regionale: alla fine del punto 1) aggiungere: "al fine di favorire la crescita di una cultura atta a rafforzare e sviluppare una concezione diversa del rapporto uomo-animali e pervenire, gradualmente, alla tutela di tutte le specie viventi, la Regione elabora ogni anno specifici progetti di educazione ambientale diretti in modo particolare alla scuola dell'obbligo".
La parola al Consigliere Adduci che illustra l'emendamento.



ADDUCI Donato

Signor Presidente, nelle finalità della legge si nota qualche incongruenza. Quando si afferma che la Regione, in attuazione dell'art. 5 dello Statuto, ritiene l'ambiente naturale bene primario di tutta la comunità, che riconosce la fauna selvatica come componente essenziale di tale bene e la tutela, la conseguenza logica di tali enunciati dovrebbe essere questa: e ripudia la caccia. Anche perché l'art. 5 dello Statuto dice testualmente: "La Regione nella politica di programmazione adotta le misure necessarie a conservare e a difendere l'ambiente naturale per assicurare alla collettività ed ai singoli condizioni che ne favoriscano lo sviluppo civile e ne salvaguardino la salute".
Mi pare evidente, e ormai dalla discussione è emerso chiaramente, che nessuno può pretendere ragionevolmente di tutelare l'ambiente con le fucilate. Questo dovrebbe essere chiaro. Però ci rendiamo conto che quello della caccia è un problema storico, come è stato già detto.
Allora, tenendo presente quanto detto dal collega Avondo, mi pare che la Regione, affinché sia credibile il primo comma riguardante le finalità della legge, debba individuare, in aggiunta a quelli che ha individuato uno strumento che ritengo fondamentale per invertire la tendenza attualmente in atto, tendenza che continua a considerare la natura come qualcosa di cui tutti possono appropriarsi indistintamente e senza alcuna regolamentazione. Questo non è accettabile. Il nostro emendamento è diretto a far sì che gradualmente si passi da una mentalità di "appropriazione dei beni naturali" ad un'idea di "conservazione della natura". E ciò non pu che avvenire attraverso una lunga e sostanziale opera di educazione.
Credo che l'optimum, in questo percorso, potrebbe essere rappresentato in qualche modo, da quello che diceva la collega Bresso ieri. Sarebbe bello se i figli dei cacciatori di oggi diventassero domani delle persone che recandosi nei boschi senza fucile, osserveranno gli animali, osserveranno le altre specie, le fotograferanno e poi torneranno a casa arricchiti dell'esperienza compiuta e non della "preda" abbattuta. Essendo un educatore non posso rinunciare a questo background, quindi devo sperare.
Questa è la ragione per cui ho, con altri colleghi, presentato tale emendamento che vuol essere uno strumento concreto atto a favorire la crescita di una cultura in grado di rafforzare e sviluppare una concezione diversa del rapporto uomo-altri animali, fino a giungere alla tutela di tutte le specie viventi. La Regione si doti, ad esempio, di uno strumento che consenta di elaborare ogni anno specifici progetti di educazione ambientale diretti in modo particolare alla scuola dell'obbligo. Questo è un principio che non si trova in nessuna delle leggi sulla caccia e, se attuato, può portare ad un'effettiva e reale inversione della tendenza oggi dominante, di uccidere, per sport, gli altri animali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, una brevissima dichiarazione di voto a favore dell'emendamento Adduci senza aggiungere nulla a quanto da lui detto, cioè sottoscrivendo la sua dichiarazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

L'aggiunta del Consigliere Adduci è condivisa. Però non penso di poter inserire nelle finalità una proposta di progetto, di indirizzi per una educazione, addirittura di formazione. Sarebbe utile farla confluire in un ordine del giorno, facendo rientrare alcune disposizioni che toccano sia la parte culturale sia la parte ambiente. Non vorrei creare poi uno strumento, nell'ambito delle finalità, che non crea le possibilità di attuazione delle proposte.
Sono del parere di non accoglierlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Annuncio che voterò a favore dell'emendamento Adduci perché mi pare sia una di quelle cose senza le quali quel processo di rivoluzione culturale di cui abbiamo bisogno non farà molti passi avanti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dai Consiglieri Adduci, Bresso e Sestero testé illustrato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli, 28 contrari e 2 astensioni.
Pertanto la seconda parte dell'emendamento, all'inizio del punto 2) togliere le parole "a tale fine", viene considerato decaduto.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Montefalchesi. Ne ha facoltà.



MONTEFALCHESI Corrado

Mi rivolgo innanzitutto al Presidente del Consiglio e poi ai colleghi.
Voglio fare una proposta. Abbiamo lavorato intensamente due giornate e siamo tutti stanchi. A nome degli altri colleghi propongo di affrontare l'art. 01, di illustrare gli emendamenti allo stesso articolo (prego l'Assessore di fare attenzione ad alcuni che sono importanti, accoglibili e qualificanti) e di terminare con questo articolo sospendendo la seduta.
Sono stati affrontati due nodi centrali della legge sui quali dobbiamo riflettere con pacatezza per poter dare un giudizio e, sulla base di questo giudizio, determinare un atteggiamento rispetto al resto della legge. Credo che questa mia proposta sia fattibile.



PRESIDENTE

La seduta si interrompe se il dialogo fra le parti è proficuo. Questa è la mia opinione, i Capigruppo possono averne un'altra.
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Non ho difficoltà a titolo personale a dire che il sottoscritto ha riflettuto. Dopo aver affrontato i due nodi centrali, la conclusione a cui addivengo è che dei 2 mila emendamenti ne rimangono 100. Non ho nessuna difficoltà a dire che l'approdo può essere quello. Però a quell'approdo chiedo di poterci arrivare dopo avere riflettuto un attimo.



PRESIDENTE

Convoco i Capigruppo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 19,15, riprende alle ore 20)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Ala, Montefalchesi, Staglian Reburdo e Bresso all'emendamento della Giunta regionale: al secondo comma, dopo il punto b), aggiungere il punto b/bis: "Ampliare la parte di territorio regionale in cui è vietata rigorosamente la caccia e potenziare la politica delle aree a riserva naturale, con particolare attenzione per le zone umide, l'arco alpino, i tradizionali punti di transito e sosta della fauna migratoria".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 34 contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Ala, Montefalchesi, Staglian Reburdo e Bresso all'emendamento della Giunta regionale: al secondo comma, dopo il punto b/bis inserire il seguente punto b/ter: "tutelare e proteggere la fauna migratoria nel suo passaggio sul territorio regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 34 contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Ala, Montefalchesi, Staglian Reburdo e Bresso all'emendamento della Giunta regionale: al secondo comma, lett. c), sono soppresse le parole "o ridurre".
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

A noi pare che una delle finalità debba essere di eliminare i fattori di disequilibrio, di degrado dell'ambiente e non ridurli. Per questo motivo proponiamo la soppressione delle parole "o ridurre".



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 34 contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Ala, Montefalchesi, Staglian Reburdo e Bresso all'emendamento della Giunta regionale: al secondo comma, punto d), aggiungere in coda: "con particolare attenzione per le Associazioni ambientaliste e protezioniste".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Ritengo che questo sia estremamente chiaro. La legge nelle sue finalità inserisce quella di individuare come elemento particolare, ai fini della tutela della fauna selvatica, i membri delle Associazioni ambientaliste e protezioniste come interlocutore privilegiato. Questo è già previsto dalla Consulta, è stato un altro articolo che vede insieme sia la presenza delle Associazioni venatorie sia quella delle Associazioni protezioniste. E' chiaro che diventa una dichiarazione di principio, ma tra l'altro mi pare che già la legge n. 60 prevedesse una particolare responsabilizzazione delle Associazioni protezioniste.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 29 contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Ala, Montefalchesi, Staglian Reburdo e Bresso all'emendamento della Giunta regionale: al secondo comma, dopo il punto d), aggiungere: "anche attraverso opera di sensibilizzazione ed informazione, rivolta in particolare ai giovani e alla scuola".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

L'emendamento al punto d) riprende sotto altra formulazione il precedente emendamento presentato dal collega Adduci. Noi ritenevamo più corretto inserirlo a questo punto, cercando nuovamente di creare un rapporto diverso tra l'ambiente e la fauna selvatica, da un lato, e giovani e mondo della scuola, dall'altro. A noi pare di pervenire allo stesso risultato richiesto dal collega Adduci: d'ora in avanti ogni legge che riguarda la disciplina della caccia deve diventare essenzialmente una legge di tutela della fauna selvatica, la pratica venatoria deve considerarsi un'attività di carattere residuale all'interno di un rapporto diverso tra l'uomo e l'ambiente, l'uomo e la fauna. In particolare noi vorremmo attribuire alcune nuove competenze all'Assessorato e qui ci rendiamo noi stessi conto che possono verificarsi problemi di competenza considerato che, in parte, questo lavoro viene adesso svolto dall'Assessorato alla pianificazione territoriale attraverso sue iniziative di divulgazione mostre e riviste, dalla mostra alla Mandria alla rivista "Piemonte Parchi" e vorremmo che venisse meno questa compartimentazione molto burocratica che vede all'Assessorato attribuita una pura funzione di decisione su cosa si caccia e cosa non si caccia e quando si caccia. Invece vorremmo che tra le finalità di questa legge entrassero questi impegni, all'interno di una visione diversa, di una cultura diversa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Non vorrei sembrare ossessivo nel dirvi sempre di no, però l'art. 5 della legge n. 60 recita: "Promozione regionale di cultura faunistica - La Regione, avvalendosi della collaborazione della Scuola, delle Università, di Organizzazioni sociali, di Associazioni agricole, naturalistiche, venatorie, nonché di Associazioni culturali, promuove la conoscenza del patrimonio faunistico e dei modi per la sua tutela".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Vorrei fare due brevi puntualizzazioni: la prima è cosa è stato fatto finora in applicazione di questo art. 5. Io ho detto che ha operato di più un altro Assessorato.
La seconda puntualizzazione è che possiamo addivenire all'inserire questo tema in un ordine del giorno, cercando sul serio dopo una discussione come questa - di sviluppare questo tipo di svolta e di indirizzo culturale. E' un impegno che deve vedere congiunti più Assessorati.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Per quello che mi riguarda è giusta la proposta del Consigliere Ala. Se noi lo recepiamo in un ordine del giorno impegniamo il Consiglio ed anche la Giunta, quindi sono d'accordo su questa proposta.



ALA Nemesio

Ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento è pertanto ritirato.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Ala, Montefalchesi, Staglian Reburdo e Bresso all'emendamento della Giunta regionale: al secondo comma, punto e), dopo le parole "risorse economiche", le parole "agli scopi della presente legge" sono così sostituite: "agli scopi di cui ai punti a), b), c) e d) del presente articolo".
La parola al Consigliere Ala che lo illustra.



ALA Nemesio

Noi intendiamo che le risorse economiche di cui si parla nelle finalità della legge non prevedano più alcuni punti, ad esempio quelli legati ai ripopolamenti e attività di questo genere. Chiediamo cioè che le risorse attivate da questa legge riguardino soltanto specificatamente i punti a) b), c) e d): eliminare e ridurre i fattori di degrado ambientale; fare opera di coinvolgimento e corresponsabilizzazione del maggior numero possibile dei cittadini; dotare il territorio regionale di strutture atte alla protezione delle specie faunistiche autoctone e sviluppare e attuare un piano programmato di salvaguardia e di recupero dell'equilibrio ambientale, e qui noi aggiungiamo "e faunistico", del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Personalmente non sono d'accordo sull'emendamento proposto ancorché fra le finalità della legge vi siano quelle che ricordava il collega Ala e per le quali parte delle risorse ricavate con i proventi dell'attività venatoria ad esse possono anche essere rivolte. Io credo però che non si possa non prevedere che gli introiti derivanti dalle tasse sulla caccia non possano essere utilizzati anche sul tema del ripopolamento; posto che abbiamo detto che le specie cacciabili sono quelle che si possono anche riprodurre in cattività, noi dobbiamo anche prevedere che le risorse introitate con i proventi dei cacciatori siano finalizzate anche all'obiettivo dell'attività venatoria. Peraltro tenendo presente che il Piemonte è già una Regione che ha in tema di tasse per l'attività venatoria importi molto alti e che, ad esempio, pur rimanendo fermi gli importi, con questa legge abbiamo praticamente ridotto del 30% le possibilità venatorie dei cacciatori.
Questo è un elemento che va tenuto presente nel quadro generale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento testé discusso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli e 31 contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Ala, Montefalchesi, Staglian Reburdo e Bresso all'emendamento della Giunta regionale: al secondo comma, dopo il punto e), aggiungere il punto e/bis): "disincentivare, in ogni modo, la pratica venatoria".
La parola al Consigliere Ala che lo illustra.



ALA Nemesio

Cercherò di illustrare il più rapidamente possibile questo emendamento che è molto chiaro: per noi è la finalità della legge. Procediamo pure alla votazione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 29 contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Ala, Montefalchesi, Staglian Reburdo e Bresso all'emendamento della Giunta regionale: al terzo comma, sub punto b), aggiungere in coda: "sia sul territorio regionale che nel contesto più generale dell'ecosistema del pianeta".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Illustrerò brevemente tutti insieme gli emendamenti che abbiamo presentato.
Il terzo comma, sub punto b), dice di tener conto delle specie che possono essere danneggiate da talune modifiche del loro habitat. Da parte nostra si chiede una valutazione positiva, cioè valutare anche il contributo che la presenza di una specie può arrecare nell'equilibrio complessivo di un determinato habitat e di un determinato ecosistema, il danneggiamento dell'habitat provocato da interventi antropici, ma anche il miglioramento di un habitat provocato da una specie presente. Lo stesso emendamento ripropone lo stesso problema con il punto successivo dove si cerca di vedere i contesti sempre in termini generali. Sotto il punto d) si inseriva tra le finalità una rigorosa politica di controllo dell'attività venatoria e di repressione di ogni abuso e mancato rispetto della vigente normativa. Questo punto ritorna in altri articoli della legge n. 60 che ha tutta una parte relativa alle sanzioni, però si dovrebbe valutare la necessità di mettere tra le finalità che si pone la Regione quella di un rigoroso controllo. Ci rendiamo conto che di rigorosi controlli in Italia non ne esistono. Tra gli scopi di cui tener conto tra le finalità della legge c'era uno dei punti dolenti ritornato più volte, che era quello di un'attenta e attiva sorveglianza sull'attività e gli atti compiuti dalle Province, cioè sviluppare un controllo sulla delega.
Vi è poi un quinto comma da aggiungere a questo art. 1 che prevede che per raggiungere le finalità previste dal presente articolo la Regione curerà la loro correlazione con la rimanente legislazione di competenza regionale, particolarmente in materia di ambiente e di pianificazione territoriale. Per noi la caccia non sta bene nell'Assessorato in cui è inserita, cerchiamo di distinguere l'Assessorato dall'Assessore. Abbiamo detto che l'Assessore ci è simpatico e lo ribadiamo però la collocazione e l'isolamento di questa materia dagli altri interventi di competenza di Assessorati quali l'istruzione, la pianificazione territoriale e l'ambiente rimane un punto sul quale molte obiezioni possono essere rivolte. Cerchiamo di recuperare questa correlazione che potrebbe avere il suo massimo punto di coronamento nel famoso piano regionale di sviluppo che attendiamo.
Ringrazio il Presidente di avere permesso l'illustrazione congiunta degli emendamenti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione gli emendamenti testé illustrati.
Chi è favorevole all'emendamento di cui ho già dato lettura è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli e 36 contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglierei Ala, Montefalchesi, Staglian Reburdo e Bresso all'emendamento della Giunta regionale: al terzo comma, sub punto b), aggiungere il punto b/bis: "del contributo che la specie arreca nell'equilibrio dell'ecosistema".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli e 36 contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Ala, Montefalchesi, Staglian Reburdo e Bresso all'emendamento della Giunta regionale: al terzo comma, dopo il punto d), aggiungere il punto d/bis): "della necessità di attuare una rigorosa politica di controllo dell'attività venatoria e di repressione di ogni abuso e mancato rispetto della vigente normativa".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli e 36 contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Ala, Montefalchesi, Staglian Reburdo e Bresso all'emendamento della Giunta regionale: al terzo comma, dopo il punto d), aggiungere il punto d/bis: "della necessità di un'attenta ed attiva sorveglianza sugli atti delle Province al fine di verificare la compatibilità degli interventi da queste disposte con le finalità previste dalla presente legge".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli e 36 contrari.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Ala, Montefalchesi, Staglian Reburdo e Bresso all'emendamento della Giunta regionale: al quinto comma, aggiungere: "Per raggiungere le finalità previste dal presente articolo, la Regione curerà la loro correlazione con la rimanente legislazione di competenza regionale, particolarmente in materia di ambiente e di pianificazione territoriale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli e 36 contrari.
L'emendamento aggiuntivo all'art. 01 a firma dei Consiglieri Bontempi Bruciamacchie e Avondo e gli emendamenti al terzo e quarto comma a firma dei Consiglieri Staglianò, Ala, Montefalchesi, Reburdo e Bresso vengono ritirati dai proponenti.
Esaminiamo ora l'emendamento presentato dalla Giunta regionale: "Art. 01 - L'art. 1 della L.R. n. 60/79 è sostituito dal seguente: 'Art. 1 - Finalità della legge.
La Regione, in attuazione dell'art. 5 dello Statuto, ritiene l'ambiente naturale bene primario di tutta la comunità, riconosce la fauna selvatica come componente essenziale di tale bene e la tutela.
A tal fine la Regione, nell'osservanza dei principi stabiliti dalla legge 27/12/1977 n. 968 ed in applicazione dei decreti del Presidente della Repubblica 15/1/1972 n. 11 e 24/7/1977 n. 616, disciplina l'attività venatoria e persegue in particolare i seguenti scopi: a) attuare un piano programmato di salvaguardia e di recupero dell'equilibrio ambientale faunistico del Piemonte b) dotare il territorio regionale di strutture atte alla protezione e al potenziamento quantitativo e qualitativo delle specie faunistiche autoctone c) eliminare o ridurre i fattori di disequilibrio di degrado ambientale d) coinvolgere e corresponsabilizzare a tali fini il maggior numero di cittadini e) disciplinare, compatibilmente alle risorse faunistiche, l'attività venatoria finalizzando l'impegno dei cacciatori e le risorse economiche agli scopi della presente legge.
A tal fine si tiene conto: a) delle specie minacciate di sparizione b) delle specie che possono essere danneggiate da talune modifiche del loro habitat c) delle specie considerate rare in quanto la loro popolazione è scarsa o la loro ripartizione locale è limitata d) di altre specie che richiedono una particolare attenzione per la specificità del loro habitat.
Per effettuare le valutazioni si tiene conto delle tendenze e delle variazioni dei livelli di popolazione'".
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 36 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri.
L'emendamento è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 01 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 36 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri.
L'art. 01 è approvato.
ART. 02 - A questo punto si fa riferimento all'art. 4 della legge n. 60.
Questa parte a mio giudizio è stata già decisa con le specie.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Staglianò. Ne ha facoltà.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Presidente, gli altri emendamenti sono decaduti, ma questi no. Se esiste l'art. 4 della legge n. 60, quando mai non si possono presentare emendamenti nel momento in cui si modifica la legge n. 60?



PRESIDENTE

Il problema è che con questo torniamo alle specie.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Con animo sereno rispettiamo le regole.



PRESIDENTE

Sostanzialmente gli emendamenti riguardano le specie particolarmente protette. Avevamo già trattato la questione della pernice rossa, della starna, della marzaiola, del germano reale.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, alcune specie le abbiamo trattate, altre no.
Prima abbiamo parlato delle specie cacciabili, qui ci sono delle specie particolarmente protette ed è un'altra cosa.



PRESIDENTE

Specie non cacciabili vuol dire che non sono cacciabili.
Particolarmente protette cosa vuol dire? Che non sono cacciabili.
La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Stiamo parlando dell'art. 4 che elenca le specie particolarmente protette, elencate dalla legge n. 968. Noi proponiamo che ci sia un elenco regionale aggiuntivo alla legge n. 968 che parla di specie particolarmente protette.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

Ogni legge ha un riferimento. Per quanto riguarda la legge sulla caccia abbiamo predisposto la L.R. n. 60 facendo riferimento alla legge quadro.
Non è che noi possiamo decidere di fare diversamente da quanto previsto dalle indicazioni e dagli indirizzi della legge quadro. Fanno parte della fauna selvatica, oggetto della tutela della presente legge i mammiferi, gli uccelli che abbiamo già previsto, dei quali esistono popolazioni viventi stabilmente o temporaneamente in stato di naturale libertà nel territorio nazionale. Sono particolarmente protette le seguenti specie (non possiamo aggiungere a nostra volontà): aquile, gufi reali, cicogne, fenicotteri cigni, lupi, orsi, foche, stambecchi, camosci. La tutela non esiste per la talpa o i ratti. Quelle che non sono aggiunte nell'elenco è chiaro che non sono specie cacciabili, perché sono specie protette. Non è che la Giunta non voglia soddisfare queste richieste, ma è chiaro che quelle elencate sono le specie cacciabili, tutte le altre non sono più cacciabili.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Sono molto stanco e incomincio ad essere molto amareggiato perch possono esserci stati comportamenti non lineari. Quando ho proposto di approvare l'art. 1 e sospendere i lavori ritenevo, e continuo a ritenere che tutte le cose hanno dei loro tempi di maturazione. Sapevo che dopo l'art. 1 ci sono 530 emendamenti.
Non credo che ci sia uno strumento regolamentare per dire che gli emendamenti non sono ammissibili. Se noi riteniamo di inserire tra le specie particolarmente protette altre specie, gli emendamenti devono essere esaminati e il sottoscritto ha manifestato molta flessibilità su questa legge e non sono disponibile a calpestare i regolamenti perché questo significa creare dei precedenti. Per questo rilancio la proposta che poc'anzi ho fatto, ribadendo che possono esserci stati dei comportamenti non lineari, ribadendo però che tutte le cose hanno dei loro tempi di maturazione e che comunque se si ritiene di calpestare i regolamenti nonostante la stanchezza sono disposto a rimanere fin quando resisto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Su questo argomento, pur con la reciproca comprensione che dobbiamo avere data l'ora e la discussione che si è protratta da stamani, mi pare che gli emendamenti che sono stati presentati e su cui ragioniamo siano degli emendamenti presentati ad un articolo della legge n. 60 che non era oggetto di discussione né della proposta referendaria, se non vado errato né del testo originario della Giunta. Ma poiché abbiamo esaminato in queste due giornate degli emendamenti aggiuntivi al disegno di legge della Giunta che è lo strumento legislativo che ha introdotto il dibattito, credo che da questo punto di vista sia possibile formalmente che anche questi emendamenti siano già in discussione. Questo, dal mio punto di vista, credo debba essere riconosciuto. Tuttavia chiedo alla Presidenza di valutare l'ammissibilità di questi emendamenti, perché alcuni cercano di introdurre tra le specie particolarmente protette specie per le quali il Consiglio regionale ha già deciso oggi, esaminando questo provvedimento l'inserimento tra le specie cacciabili.
Per le altre credo rimanga comunque il vincolo - e non è questa violazione del Regolamento - stabilito dalla legge quadro n. 968 all'interno della quale noi dobbiamo legiferare. La legge quadro n. 968 all'art. 2, come già ricordava l'Assessore, elenca in modo puntuale e preciso quali sono le specie particolarmente protette e poiché le elenca in modo puntuale e preciso, è ovvio che per principio a queste non si pu derogare.
Diverso è il ragionamento attorno alle specie cacciabili perch l'articolo della legge quadro n. 968 elenca le specie cacciabili. Inoltre l'art. 11 prevede che le Regioni possano all'interno di questo elenco ridurre il numero delle specie cacciabili. Quindi in questo caso vi è una deroga di legislazione regionale appositamente prevista dalla legge quadro n. 968, cosa che non è indicata per quanto riguarda l'elenco delle specie particolarmente protette. Non si può quindi derogare con legislazione regionale all'elenco puntualmente definito dalle specie particolarmente protette.
Credo che sotto questo profilo la Presidenza del Consiglio regionale debba valutare la non ammissibilità degli emendamenti, non per un fatto di Regolamento, ma perché siamo in contrasto con la legge nazionale.



PRESIDENTE

Il problema non è tanto di esaminare se abbiamo 500 specie protette quanto piuttosto se siano qualificanti gli emendamenti.
Sono due i punti: uno è che le specie le abbiamo definite già con un lungo discorso, l'altro è che le specie particolarmente protette sono previste specificamente dalla legge.
Giunti a questo punto convoco i Capigruppo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 20,45 riprende alle ore 21,25)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Nella riunione dei Capigruppo si è concordato che gli emendamenti hanno ragione di essere collocati successivamente all'art. 5. Esaminando ora l'art. 1 stabiliremo successivamente quando impostare la discussione su quegli emendamenti.
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, sulla base di quanto lei riassumeva, nella Conferenza dei Capigruppo si è convenuto che gli emendamenti che sono sotto la denominazione art. 1/bis fino ad art. 1/sexies-decies compresi sono da leggersi come emendamenti all'art. 5/bis fino a 5/sexies-decies compresi e verranno discussi quando si arriverà a quel punto.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'emendamento predisposto dall'Assessore Moretti all'art. 02, il cui testo recita: l'ultimo comma dell'art. 11 della L.R. n. 60/79 come modificato dall'art. 5 della L.R. n. 38/85, è abrogato e sostituito dal seguente: "Nelle more di adozione dei primi piani territoriali provinciali faunistici, la Giunta provinciale, sentita la Consulta provinciale per la tutela della fauna e la disciplina della caccia, può istituire zone di tipo A, B e C e può autorizzare lo svolgimento di gare dei cani da ferma e da seguito all'interno delle zone di ripopolamento e cattura e, previo consenso dei concessionari, nelle aziende faunistico-venatorie".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 36 voti favorevoli, 3 contrari e 2 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 02.
Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 39 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 02 è approvato.
ART. 1 - Emendamento presentato dai Consiglieri Bontempi, Bruciamacchie e Avondo: all'art. 1, il primo capoverso è così sostituito: "La Giunta provinciale, sulla base di censimenti che accertino la composizione e la consistenza faunistica a livello provinciale o di area vasta dai quali emerga che l'eccessivo moltiplicarsi di determinate specie determina alterazioni dell'equilibrio naturale ed arreca gravi danni alle colture agricole, al patrimonio faunistico, alla piscicoltura o pone gravi problemi di ordine sanitario, sentito l'Istituto Nazionale di Biologia della Selvaggina, può disporre l'abbattimento delle specie di cui all'art.
11 della legge 27/12/1977, n. 968, con mezzi selettivi e da persone nominativamente designate".
La parola al Consigliere Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario

Poiché nell'articolo proposto si dice che la Giunta provinciale sentito l'Istituto Nazionale di Biologia della Selvaggina, può disporre l'abbattimento di specie di cui all'art. 11, in sede di Commissione c'è stato un certo interesse per questo articolo e il quesito posto era sulla base di quali elementi si può disporre l'abbattimento delle specie. Il problema è stato sollevato con molta decisione dal Consigliere Montefalchesi.
Abbiamo ritenuto di presentare (l'avevamo già presentata in Commissione ed era stata accolta nel testo che la stessa aveva esaminato) questa nuova dizione che dice che sulla base di censimenti che accertano la composizione e la consistenza faunistica a livello provinciale o di area vasta dal quale emerga l'eccessivo moltiplicarsi di determinate specie che determina lo squilibrio, si possano fare i piani di abbattimento, cosa che scorre molto bene e di cui l'Assessore si era dichiarato disponibile all'accoglimento.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

La Giunta è favorevole anche perché chiunque può chiedere gli abbattimenti. Sono d'accordo su questo emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
Emendamento presentato dai Consiglieri Ala, Bresso, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'inizio del terzo comma aggiungere: "nel caso di accertata e documentata impossibilità a far fronte agli abbattimenti con il personale di cui al comma precedente, le Province possono presentare alla Giunta regionale per l'approvazione affinché".
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

La nostra preoccupazione, riportata da voci che ci giungono, è che in effetti questi abbattimenti a volte si trasformino in vere e proprie battute di caccia per pochi privilegiati. L'esigenza che poniamo è di fare in modo che gli abbattimenti vengano effettuati con personale pubblico e soltanto dopo documentate e accertate impossibilità ad effettuare gli abbattimenti con personale pubblico, questi abbattimenti sia possibile effettuarli anche con i cacciatori. Questa è la questione che poniamo.
Alcuni Consiglieri hanno presentato un altro emendamento sul quale si pu anche ragionare.



PRESIDENTE

All'emendamento presentato dai Consiglieri Villa, Santoni, Tapparo Fracchia e Bruciamacchie: dopo l'ultimo comma è aggiunto il seguente comma: "Il provvedimento della Giunta provinciale che dispone il controllo della fauna, con allegati gli elenchi nominativi di cui ai commi secondo e terzo, viene immediatamente trasmesso alla Giunta regionale ai fini di una puntuale informazione" è stato presentato un sub-emendamento firmato dai Consiglieri Ala Bresso, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò il cui testo recita: dopo le parole "Giunta provinciale" aggiungere "che documenti l'impossibilità a far fronte agli abbattimenti con il personale di cui al comma precedente".
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

E' bene chiarire per correttezza nei confronti di tutti che su questo articolo ci sono 180 emendamenti che francamente siamo anche disponibili a ritirare. E' inutile fare le facce stravolte, ho capito. Siamo disponibili a ritirarli. Lo annuncio per correttezza, altrimenti rischiamo di trovarci alla fine con degli emendamenti che andavano votati, che non sono stati ritirati; insomma formalmente non saremmo a posto.
Ci sono 4 o 5 emendamenti di contenuto che restano: uno degli emendamenti di contenuto è quello presentato appunto dai colleghi Villa Santoni, Tapparo, Fracchia e Bruciamacchie che non accoglie il contenuto del nostro emendamento. Per questo presentiamo un sub-emendamento all'emendamento proposto dai colleghi. Il senso di questo sub-emendamento è che il provvedimento della Giunta provinciale che dispone il controllo della fauna, che viene inviato alla Regione per informazione, a nostro avviso può contenere la motivazione per la quale nel piano di abbattimento vengono utilizzati i cacciatori. La motivazione è che non hanno abbastanza personale tra gli agenti venatori o tra le guardie giurate volontarie.
Siccome devono essere prioritariamente utilizzati gli agenti venatori e le guardie giurate volontarie, se si ricorre ai cacciatori la Provincia dovrebbe motivare le ragioni per cui si ricorre ai cacciatori. La ragione di questo perché? Perché noi temiamo, a ragione, che i piani di abbattimento spesso vengano fatti anche sulla base delle pressioni dei cacciatori ad andare a sparare. Tant'è vero, colleghi, che chi è attento si sarà accorto, l'altro giorno, che il Consiglio di Stato ha annullato il provvedimento della Provincia sui piani di abbattimento all'interno della Mandria. Ritengo che chiedere alla Provincia di motivare il perché si ricorre ai cacciatori non ponga nessun problema. Non ci sembra di ledere l'autonomia delle Province, quindi non mi pare un emendamento stravolgente.



PRESIDENTE

Essendo stato accolto l'emendamento presentato dai Consiglieri Bontempi, Bruciamacchie e Avondo decadono automaticamente gli emendamenti dal n. 168 al n. 176 a firma dei Consiglieri Ala, Bresso, Reburdo Montefalchesi e Staglianò.
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Scusi, Presidente, sull'art. 1 ci sono 180 emendamenti. Noi li ritiriamo perché non credo che sia un modo serio e corretto di far politica utilizzarli come arma di ricatto.



PRESIDENTE

Gli emendamenti dei Consiglieri Ala, Bresso, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò dal n. 1 al n. 167 vengono ritirati.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente e colleghi, volevo fare solo una considerazione di tipo formale, ma che non mi sembra di secondaria importanza. I due elementi della motivazione e della comunicazione attengono a istituti e finalità completamente diverse. Scusa, Montefalchesi, l'informazione e la motivazione sono istituti completamente diversi che devono essere presi e considerati per il valore che hanno. Secondo me non sono conciliabili. N possiamo prevedere che il provvedimento della Giunta provinciale motivi su questo, quindi rende il provvedimento annullabile per mancanza di motivazione, ma questo attiene al momento giuridico dell'espressione di volontà della Provincia, allora deve diventare un elemento essenziale in un atto amministrativo. La motivazione è essenziale in qualunque atto amministrativo. Nella specie possiamo chiedere che ci sia una specifica motivazione. A questo punto diventa improprio introdurre il meccanismo, che la maggioranza aveva suggerito, della comunicazione immediata che introduce un meccanismo di controllo politico. Ritengo che su questo bisogna, per pulizia di rapporti con la Provincia, ma anche per correttezza di impostazione, che il Consiglio faccia una scelta: o si ritiene che ci debba essere la comunicazione in termini di controllo politico, oppure si ritiene di dover impegnare a pena di nullità, quindi di azione del cittadino nei confronti del TAR. che la delibera debba essere fatta in un certo modo: uno è il requisito della delibera, l'altro è uno strumento di controllo politico o di osservazione politica. Suggerisco ai colleghi di non mettere le due questioni insieme, altrimenti troveremmo poi la Regione, che non è soggetto abilitato a mettere in discussione la delibera provinciale.
Qualora ritenesse la delibera provinciale immotivata, che cosa fa? La impugna? Certamente no. Allora non fa che esercitare il controllo politico al quale fa riferimento l'emendamento della maggioranza; cioè nelle forme che tra rapporti delegante e delegato ci devono essere la Regione farà valere la propria funzione, ma che non deve essere quindi vincolata ad elemento di natura amministrativa, qual è la motivazione. Non siamo partigiani dell'uno o dell'altra soluzione, ci sembra che l'attenzione politica della Giunta, delegante, rispetto alla Provincia, delegato, sia un meccanismo che mette la Regione nelle condizioni di governare bene questo processo; se si ritiene invece di dover far leva sull'elemento della motivazione andiamo ad incidere sul momento decisionale della Provincia e quindi apriamo un tipo di controllo che non è più di ordine politico, ma è soprattutto di ordine giuridico.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore alla caccia

La tesi di Marchini dev'essere tenuta in considerazione, anche come motivazione dal punto di vista di legittimità. Entro nel merito. Non possiamo pensare di parlare di autonomia locale e poi interferire nelle scelte, né si può fare il processo alle intenzioni, seppure possiamo esserne a conoscenza. Nel nostro ruolo e funzione non possiamo accettare la proposta fatta da Montefalchesi.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Montefalchesi ed altri.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 7 voti favorevoli, 30 contrari e 6 astensioni.
Pongo in votazione l'emendamento presentato dai Consiglieri Villa, Santoni Tapparo, Fracchia e Bruciamacchie.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 39 voti favorevoli e 4 astensioni.
Emendamento presentato dai Consiglieri Ala, Bresso, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò: all'art. 1 è soppresso il terzo comma.
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Noi siamo contro la partecipazione dei cacciatori ai piani di abbattimento, quindi proponiamo di sopprimere il comma.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli e 39 contrari.
Emendamento presentato dalla Giunta regionale: il primo comma dell'art. 1: "L'art. 22 della L.R. 17/10/1979, n. 60 modificato dall'art. 15 della L.R. 18/4/1985, n. 38, è così sostituito" è così modificato: "L'art. 22 della L.R. n. 60/79, modificato dall'art. 15 della L.R. n. 38/85 è abrogato e sostituito dal seguente:".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 40 voti favorevoli e 1 astensione.
Comunico che sono stati ritirati gli emendamenti nn. 177, 178, 180, 181 182, 183 e 184.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 1 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 39 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 Ha chiesto la parola il Consigliere Ala. Ne ha facoltà.



ALA Nemesio

Vorrei fare una dichiarazione di voto distensiva. Votiamo a favore dell'art. 2 e anche dell'art. 3, in quanto su questi due articoli la Giunta regionale ha accolto integralmente le richieste referendarie e i due testi sia quello presentato da me e da altri colleghi, sia quello presentato dalla Giunta che su questo punto coincidono. Pertanto vengono ritirati i nostri emendamenti dal n. 1 al n. 19.



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'emendamento presentato dalla Giunta regionale: il primo comma dell'art. 2: "il primo comma dell'art. 23 della L.R.
n. 60/79 modificato dall'art. 16 della L.R. 18/4/1985, n. 38 è così sostituito:" è così modificato: "il primo comma dell'art. 23 della L.R. n.
60/79 modificato dall'art. 16 della L.R. n. 38/85 è abrogato e sostituito dal seguente:".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 2 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 2/bis - Emendamento presentato dal Consigliere Bruciamacchie: dopo il primo comma dell'art. 24 della L.R. n. 60/79 è aggiunto il seguente secondo comma: "E' comunque vietato, eccezion fatta per i luoghi a gestione pubblica sempre preclusi alla caccia e per le Aziende faunistico-venatorie immettere selvaggina sul territorio nel periodo dall'1 aprile alla data di chiusura della caccia".
La parola al Consigliere Bruciamacchie che lo illustra.



BRUCIAMACCHIE Mario

L'emendamento che noi abbiamo presentato coincide perfettamente con l'emendamento che ha presentato l'Assessore. D'altra parte su questo avevamo già avuto un confronto in Commissione, quindi il mio emendamento è ritirato.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione l'emendamento presentato dalla Giunta regionale, il cui testo recita: dopo l'art. 2 è aggiunto il seguente art. 2/bis: dopo il primo comma dell'art. 24 della L.R. n. 60/79, modificato dall'art. 17 della L.R. n. 38/85, è aggiunto il seguente secondo comma: "E' comunque vietato, fatta eccezione per i luoghi a gestione pubblica sempre preclusi alla caccia e per le Aziende faunistico-venatorie immettere selvaggina sul territorio nel periodo dall'1 aprile alla data di chiusura della caccia".
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Per proseguire nel clima distensivo introdotto dal Consigliere Ala annunciamo il voto favorevole anche su questo articolo.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'emendamento presentato dalla Giunta regionale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 2/bis nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri L'art. 2/bis è approvato.
I Consiglieri Ala, Bresso, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò ritirano gli emendamenti dal n. 1 al n. 14.
Gli stessi Consiglieri presentano il seguente emendamento: "ART. 2/ter - I commi primo, secondo e quarto dell'art. 25 della L.R. n.
60/79, modificato dall'art. 18 della L.R. n. 38/85, sono abrogati e sostituiti dal seguente: "su tutto il territorio regionale non sono concesse autorizzazioni a catturare ed utilizzare esemplari di fauna selvatica e di prelevare uova, nidi e piccoli nati, a scopo scientifico per attività di imbalsamazione, o per il completamento di collezioni".
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Chiediamo che gli artt. 2/bis e 2/ter vadano in coda. Pertanto l'emendamento è ritirato.



PRESIDENTE

Tale emendamento è pertanto ritirato.
ART. 3 Vengono ritirati gli emendamenti dal n. 1 al n. 15 presentati dai Consiglieri Ala, Bresso, Reburdo, Montefalchesi e Staglianò.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 3.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
I Capigruppo sono convocati per il 18 marzo alle ore 12.
La prossima seduta consiliare è prevista per il 22 marzo prossimo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 22,20)



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