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Dettaglio seduta n.124 del 26/02/88 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Adduci, Bergoglio, Biazzi, Bresso, Carazzoni, Croso, Fassio, Genovese Paris, Pezzana e Reburdo.


Argomento: Enti strumentali - Commercio

Proseguimento dibattito sulla Promark S.p.A. e votazione relativi ordini del giorno


PRESIDENTE

Proseguiamo il dibattito sulla Promark S.p.A.
La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, qualcuno poc'anzi mi invitava a richiamarmi all'intervento di ieri, riportato questa mattina sulla stampa. E' chiaro che a questo punto il mio intervento perde l'effetto della "diretta" perché è già stato letto. L'articolista Benedetto non poteva prevedere che venisse sospesa la riunione e ripresa questa mattina.
Egli ha dato l'intervento di coloro che sono intervenuti. Per il nostro Gruppo è intervenuto in primo luogo il collega Tapparo, mentre io avevo annunciato che sarei intervenuto verso la fine della serata. La cosa non è avvenuta, però non credo che sia un motivo di sorpresa. La storia è piena di questi contrattempi, i grandi avvenimenti sono sempre stati annunciati prima che accadessero. E poi c'è la capacità dei giornalisti di sapere interpretare quella che in definitiva mi pare sia la conclusione alla quale questa assemblea sta arrivando. E' un merito di chi sa fare il proprio mestiere, cogliere gli aspetti essenziali...



(Interruzioni)



ROSSA Angelo

E' la capacità di lettura che hanno i grandi giornalisti, attraverso i quali ruota tutta la vita politica. Non a caso sono stati definiti il quarto potere! Oggi nella graduatoria potrebbero acquistare qualche punteggio in più, in una società fondata sempre di più sull'immagine e sull'informazione. Cercherò comunque di sintetizzare l'intervento, perch in ogni caso la lettura dell'intervento stesso porta ad una conclusione positiva che mi sento di dare.
Vorrei cominciare proprio facendo una riflessione positiva sulle prospettive che si stanno delineando per il rilancio della Promark. Una valutazione positiva dentro una visione responsabile e prudente naturalmente, che fonda la sua motivazione nella fiducia che vi è e vi sarà questa capacità politica. E' stato osservato che molto sarebbe dipeso dalla capacità politica di questa Giunta e questa maggioranza. Ho fiducia che questa capacità politica ci sarà, sarà più forte, come mi pare di cogliere anche da parte dell'assemblea; quindi una consapevolezza, una capacità politica che viene espressa dal Consiglio regionale intorno a questo problema. Anche se ciascuno degli interventi che ci sono stati è partito dalle rispettive posizioni, pochi sono partiti dalla posizione negativa da cui non poteva che discendere un risultato negativo. La maggior parte degli interventi, pur mettendo sotto la lampada della critica tutto il cammino della Promark, hanno tuttavia tenuto aperta una prospettiva nella quale la Promark, se opportunamente riveduta, rilanciata, riattrezzata, pu svolgere, anzi, è chiamata a svolgere una grossa funzione.
La mia riflessione parte da qui per dire che c'è stata un'intera giornata (quella di ieri) in cui la Promark è riuscita a promuovere questo dibattito in Consiglio regionale, che è un'assemblea importante, che ha dedicato un impegno specifico seppure più volte rinviato, ma finalmente acquisito. Questo va messo sotto il segno positivo di una grossa riflessione dalla quale far venire fuori delle soluzioni positive, in più favorite da un dibattito sostenuto, introdotto da una piattaforma, da una relazione politica e programmatica che ha fatto l'Assessore Turbiglio anche con una varietà di ipotesi.
Ha fatto bene l'Assessore Turbiglio ad aprire il dibattito in Consiglio con questa relazione, che a prima vista sembrava una relazione cruda ed impietosa, una relazione che non concedeva niente all'enfasi, persino al di sotto di quelli che potevano essere alcuni riconoscimenti espressi al lavoro e all'attività di questi dieci anni della Promark. Devo dire all'Assessore Turbiglio che fino a ieri avevo alcune perplessità circa l'impostazione, circa la direttrice di marcia su cui impostare ed avviare il dibattito, perché non avevo ben chiaro l'approdo della Promark di fronte alle ipotesi prevalentemente pessimistiche che erano presenti in questa relazione che ha riesaminato dall'inizio (e credo lo abbia fatto bene) il cammino della Promark, mettendo in luce tutti gli aspetti non positivi rispetto agli aspetti positivi che pure abbiamo. Però credo abbia fatto bene perché in questo modo ha fatto sì che questa assemblea avvertisse il segno della svolta oltre la quale non ci sono ancora possibilità di continuazione.
Questa assemblea ieri ha avvertito interamente il senso della svolta come così ha assunto il problema della Promark al centro del dibattito di ieri, talché mi è consentito di trarre la conclusione che questo tipo di partenza è uguale a quella di chi, per saltare un ostacolo, prende la rincorsa e riesce in qualche misura a compiere quel balzo che gli consente di superare l'ostacolo stesso. Queste sono le cose che in sintesi poi sono state colte dall'intervento del collega Tapparo. Questa linea sta nell'indirizzo della politica socialista.
Ricorderò che sin dalla fine dell'autunno del 1985 si sono riuniti il Gruppo socialista ed il PSI per compiere un esame su tutta la politica degli enti strumentali e per la Promark sostenevamo appunto la tesi che era necessaria una grossa revisione. Era però necessario che venissero ridisegnati spazi, venisse corrisposta una maggiore attrezzatura capace di poter assolvere ai compiti per cui essa era nata. Poi alla fine non ha molta importanza l'atto di nascita, non ha molta importanza se qualcosa nasce ex novo, se nasce completamente inventato intuendo che vi sono delle esigenze o se nasce sulle ceneri di qualcosa d'altro, come qui è stato rilevato che la Promark è nata sulle ceneri del Samia. Non ha molta importanza. Ciò che importa è quello che si riesce a fare, anzi, voglio quasi tentare un azzardo dicendo che molte delle cose nate che hanno avuto grande espansione sono in genere nate sulle ceneri di altre cose ancora.
Uno degli esempi più clamorosi è l'IRI che nasce per il salvataggio di altre aziende e diventa una delle parti importanti dell'economia pubblica a partecipazione statale di questo Paese. Nasce per salvare le aziende e le modifica riuscendo a realizzare qualche cosa di importante.
La fase attuale sta dando, parlando di economia, una forte accelerazione alla politica degli interscambi, alla politica dell'informazione, alla politica del marketing.
Concordo che o si è attrezzati in questa direzione oppure si è votati all'insuccesso, si è votati alla sconfitta. Penso che sia necessario operare un rilancio e mi sembra che la proposta contenuta anche nell'ordine del giorno che abbiamo presentato, che consente nel giro di due mesi alla Giunta e agli organismi del Consiglio di poter avere una idea più precisa delle proposte da fare, sia una scelta molto responsabile perché può dare la possibilità di mettere a punto una proposta complessiva capace di poter operare questo cambiamento.
La fase nella quale stiamo è la fase dell'espansione, della nascita dei centri fieristici, dal centro internazionale che si vuole realizzare a Torino (parleremo più avanti del problema della struttura Lingotto) ai centri di dimensione interregionale che si stanno costituendo a Cuneo, ad Alessandria o ad altri centri importanti come Novara e altri della nostra Regione. Rilancio vuol dire valorizzare il lavoro piemontese, vuol dire valorizzare un lavoro che è legato profondamente alla professionalità, alle capacità il lavoro piemontese non solo nel nostro Paese, ma in Europa e nel mondo. Parlando di rilancio, per limitarci a fare delle esposizioni di carattere regionale, non c'è bisogno di avere organismi operativi, enti strumentali di alta professionalità, di capacità sperimentata; c'è bisogno invece di avere questo tipo di professionalità e questo tipo di capacità per realizzare un discorso che abbia una valenza di carattere internazionale.
Per fare ciò occorre grande capacità progettuale. Può essere che noi non abbiamo questa capacità progettuale, che non l'abbia la Promark e della quale occorre prendere consapevolezza, prendere coscienza. E' la condizione per poter superare oggi i limiti e i ritardi. E su questo terreno la mano pubblica, quindi la nostra parte, deve sicuramente superare molti ritardi rispetto alla stessa iniziativa privata. Quindi sul terreno dell'immagine dell'iniziativa pubblica, anche e soprattutto a livello internazionale, si muovono grandi gruppi privati. C'è un'attenzione nuova e ci sono delle proposte. Ecco quindi la consapevolezza che dobbiamo avere; sul tavolo non possono esserci soltanto le proposte di quelli che avvertono che i tempi nuovi aprono nuovi spazi e nuovi orizzonti. Sul tavolo ci debbono essere anche le proposte della mano pubblica e sovente queste proposte non ci sono. Ecco la critica, ma non ci sono per i limiti che, forse, appunto attengono al nostro modo di essere, che vanno ben al di là delle formule di carattere politico, perché le proposte mancano da parecchio tempo e ne avvertiamo la carenza. Vedo che in questi confronti tra il pubblico, tra la mano pubblica ed il privato, troppo sovente la mano pubblica senza distinzione di etichetta politica perde parecchi appuntamenti. Credo che questo dibattito debba servirci a capire che ci sono degli appuntamenti che non possono essere perduti, a cogliere il significato dei grandi cambiamenti che stiamo vivendo, che stiamo attraversando.
Il centro del potere si sta spostando sempre di più, certo, dalla fabbrica al mercato. Le fabbriche si riducono e al loro posto intervengono dei mezzi meccanici che sostituiscono la mano d'opera. C'è una attenzione nuova: si rilancia un settore che viene definito il settore terziario l'avanzato, il quaternario. E' un settore sempre più appetibile, anche per i grandi gruppi e i grandi interessi privati. Ma a maggior ragione, appunto per dare un'altra risposta a chi si poneva la domanda circa il rapporto pubblico-privato, io sono convinto che il pubblico, la mano pubblica deve essere presente, essere impegnata in questo settore, partendo dal principio che ciascuno nell'economia mista che abbiamo inteso costruire in questo Paese svolgerà il suo ruolo e la sua funzione, ma dentro ad un rapporto che consenta alla mano pubblica, all'esercizio pubblico di esercitare il proprio controllo e i propri indirizzi e la propria influenza.
Penso che questa considerazione potrebbe essere paragonata alla lotta per una più giusta giustizia fiscale, poiché se nelle fabbriche la classe operaia si riduce sempre di più e si riduce anche come momento di contrattazione per la redistribuzione delle ricchezze che vengono prodotte è chiaro che i profitti di queste ricchezze dovranno essere recuperati da altre parti. Quindi, facendo il paragone con il fisco, credo si debba fare lo stesso paragone per quel che riguarda tutta l'organizzazione del terziario e mettere in primo piano la parte pubblica. Allora in una società avanzata dove bisogna sapere porgere il prodotto, farlo conoscere, in cui bisogna prevedere le tendenze del mercato, è chiaro che noi non possiamo rimanerne fuori. Stare fuori da queste cose significa essere incapaci di incidere sulle scelte dello sviluppo economico.
Questo deve essere il ruolo del pubblico, un ruolo insostituibile e non di chi manifesta le proprie insufficienze facendo un cattivo servizio al privato. Un ruolo, naturalmente, che non può e non deve essere di sostituzione totalizzante, come abbiamo visto essere una iattura là dove si è determinato. Un ruolo che sa dosare la partecipazione e la realizzazione degli indirizzi, la programmazione, la capacità di essere presenti sulle scelte da compiere. Queste sono le linee che vanno avanti nella formazione dei centri fieristici, dove vengono coinvolti, accanto al pubblico, anche gli operatori privati. Gli stessi operatori privati, quando manchiamo a questi appuntamenti, ce lo rilevano: ma il pubblico cosa fa? Voi cosa proponete? Ecco la domanda. La nostra è una risposta estremamente precisa: si fa carico di tutti i problemi della collettività nel rispetto delle funzioni che ciascuno svolge. E siamo presenti. Ecco la risposta che dobbiamo dare ai grandi operatori industriali e a quelli del mercato, che il pubblico c'è e ci deve essere anche questa Regione. Ecco la ragione per cui la Promark deve essere rilanciata, ricostruita, sostenendo lo sforzo compiuto, dando ad essa la più alta professionalità e con nuovi spazi da realizzare. Questo è il messaggio con il quale noi presentiamo l'impegno pubblico.
Credo che questo se lo domandino anche gli enti locali. Se andiamo a vedere dal punto di vista del marketing, dell'immagine e dei rapporti che si sviluppano annualmente in Europa e nel mondo, abbiamo una serie di manifestazioni che hanno bisogno di essere coordinate, perché sovente non hanno centri a cui riferirsi, per cui devono farsi strada da sole.
L'istituto del commercio estero può svolgere la sua funzione, certo, ma c'è bisogno di qualche cosa che deve essere dato sia dalla Regione che dai suoi enti operativi. Credo che questo sia il modo per valorizzare il lavoro piemontese nel mondo e per farlo conoscere; questo sistema porta un grosso sostegno all'economia. Io mi rifaccio sempre all'attività che svolgono gli orafi valenzani che hanno una dimensione mondiale. Ci sono qui dei colleghi che conoscono bene questo tipo di attività specializzata che esiste nella nostra regione, attività conosciuta a livello mondiale. Sovente ci si rivolge all'ente pubblico per dire "troppe volte dobbiamo fare fuoco con la nostra legna". Allora occorre fare qualcosa in più per l'economia. Attorno a queste iniziative girano l'occupazione, il lavoro, girano i miliardi e gira pure la ricchezza della regione Piemonte; gli orafi di Valenza non hanno la potenza e la dimensione che può avere il gruppo Fiat, tuttavia nella loro piccola dimensione, operando con i mezzi che sovente sono inadeguati, toccano i mercati più lontani del nostro pianeta.
Ho citato questo esempio, ma avrei potuto portare l'esempio dei vini delle auto, per dire che questa regione è conosciuta nel mondo e potrebbe sicuramente allargare gli spazi del proprio mercato. Ho voluto fare questo esempio per dire che c'è bisogno, in una società che avanza verso l'immagine, l'informazione e la conoscenza, di offrire delle strutture capaci.
In questo quadro assegno alla Promark una grossa funzione; una funzione che in parte si è cercato di svolgere, pur con dei limiti. Per questo occorre uscire dalle ambiguità. Mi pare che la relazione dell'Assessore Turbiglio, seppure impietosa e carica di crudezza nel mettere a fuoco tutta la questione, abbia dato luogo ad un dibattito che ha consentito di poter trarre delle conclusioni positive. Non sono positive soltanto perch bisogna salvare sempre tutto e tutti, ma sono positive perché in questo modo noi prepariamo il terreno per quel rilancio che si collega direttamente all'economia piemontese. Se riusciremo a rendere operativo questo rilancio avremo accreditato ulteriormente, nei confronti di tutti il ruolo e la funzione che la mano pubblica deve avere come risposta alle molte domande che non solo ci vengono dal pubblico, ma anche dal privato di essere all'altezza del compito che ci aspetta e di far sì che il pubblico svolga fino in fondo la sua funzione.
Questa è la valutazione del Gruppo socialista. Personalmente ho anticipato che mi porta a trarre conclusioni positive.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, esprimo in primo luogo rammarico per il fatto che non si sia potuto concludere il dibattito nella giornata di ieri, non per il tempo che ci prende nella giornata odierna, ma perché un dibattito e un confronto crescono e maturano. Quello di ieri è cresciuto e maturato molto, propone stimoli, riflessioni che creano un clima rispetto al quale le risposte e il modo di atteggiarsi dev'essere tempestivo e temporalmente raccordato, altrimenti sembra una rilettura e una spigolatura qua e là tanto per riempire il nostro tempo.
Le conclusioni del dibattito di ieri avrebbero reso più comprensibile alcune cose che vado a dire, perché sarebbero rimaste meglio nella intelligenza di noi tutti le cose che erano avvenute. Ritengo che ieri siano avvenute delle cose molto significative che fanno onore a questo Consiglio regionale. Chiedo alla Giunta di riflettere su quanto è avvenuto ieri in Consiglio regionale. Considero che sia stata una delle giornate più significative di questa legislatura per grande prova di responsabilità e di misura che ha dato la Giunta, per l'umiltà con cui si è proposta al dibattito, ma anche per la capacità che ha avuto, soprattutto il maggior Gruppo di opposizione, di non lasciarsi tentare (eppure c'erano le tentazioni) ad una concorrenza al ribasso. E il Partito comunista ha puntato alto in questo dibattito. Ha puntato alto riproponendo i problemi della programmazione, ponendo i problemi di natura istituzionale, ponendo i problemi politici.
Questa è una lezione che ci viene dall'opposizione e sulla quale la maggioranza deve molto riflettere, perché è indubbio che se il Consiglio riacquista la capacità di confrontarsi in modo alto con la Giunta mette la Giunta nella condizione necessaria di proporsi in termini adeguati. Quando invece questi dibattiti vengono avviati su elementi di bassa cucina, si rischia che la Giunta tenda a misurarsi su elementi di bassa cucina, ma soprattutto che si venda anche all'esterno un'immagine dell'istituzione regionale come un luogo dove discutere di bassa cucina. E la questione sulla quale ragioniamo non è di bassa cucina, è una questione di grandissima importanza.
L'approccio che il Consiglio nel suo complesso ha dato a questo dibattito è per la maggioranza e per la Giunta un debito forte al quale bisognerà rispondere in modo adeguato in termini di Giunta e in termini di maggioranza per le responsabilità diverse che abbiamo.
Due parole sulla comunicazione della Giunta.
Il nostro Gruppo esprime forte apprezzamento e richiama il termine comunicazione: si tratta di una comunicazione, non di una relazione. Con questo vorrei in qualche misura fare la nostra valutazione sugli elementi che hanno raccolto l'interesse del collega Bruciamacchie, il quale ha considerato in questa una relazione. Comunicazione: noi la chiamiamo così.
Il collega Bruciamacchie la chiamava relazione; letta dall'esterno è un po' elusiva rispetto ad impegni che si riteneva che qui si dovessero assumere.
Oggettivamente la lettura è giusta: l'interpretazione è sbagliata, a mio modo di vedere.
L'Assessore Turbiglio ha presentato una comunicazione: quando si comunica si rappresenta, non si riferisce. Quando si fa una relazione si riferisce quello che si è fatto; quando si comunica, si comunica lo stato dell'arte. L'Assessore Turbiglio ha presentato una relazione aperta con lo scopo dichiarato di aprire un dibattito e di cogliere elementi sui quali riflettere e sui quali tornare in quest'aula con elementi di tipo propositivo. Anche l'apparente contraddizione che il collega Bruciamacchie ha ritenuto di cogliere, fra una parte della comunicazione da ascriversi a responsabilità globale e quella a responsabilità invece personale dell'Assessore, è in questa logica: l'Assessore non impegna la Giunta su un ragionamento, dà un proprio contributo di riflessione aperta e quindi non impegnativa in termini politici per la Giunta su come questa questione si può prospettare su alcuni scenari che si sono aperti. Il fatto poi che si guardi questa materia in una qualche misura con distacco, con estraneità mi sembra il modo più corretto per atteggiarsi rispetto a questo problema.
Ho l'impressione che su questo l'Assessore Turbiglio abbia applicato una vecchia regola che nella pubblica amministrazione non si applica a sufficienza: quella del consuntivo zero. Consuntivo zero vuol dire che si fa il bilancio preventivo senza leggere il consuntivo precedente, quindi senza farsi condizionare dalle scelte precedenti. Nella logica dell'Assessore Turbiglio, mi pare di capire, la situazione Promark è una situazione rispetto alla quale c'è la disponibilità totale a rivedere ripensare e riconsiderare. E' in questa misura che una comunicazione non può avere che forti elementi di estraneità rispetto alle posizioni che la Giunta riterrà di assumere, perché saranno un fatto successivo.
Il collega Bruciamacchie mi scuserà questa polemica che vuole essere garbata. Ma questo è non un modo caratteriale di porsi rispetto al problema, è una scelta politica, il problema Promark è un qualcosa che non sappiamo se è vivo, vitale o no da porre sul tavolo operatorio e rispetto al quale usare gli strumenti dell'analisi e poi della responsabilità delle decisioni conseguenti. Non è una questione sulla quale si possano coltivare e portare qui ipotesi e convinzioni, perché queste ipotesi e queste convinzioni sarebbero viziate fortemente dalla improvvisazione o dalla partigianilità delle posizioni.
E che sia così, che le idee non ci sono è dimostrato per esempio dal fatto che qui sono venute fuori, e considerate compatibili, due concezioni del ruolo di Promark che sono antitetiche: quella del coordinamento espressa da qualcuno che ha avuto naturalmente l'assenso di larga parte del Consiglio e quella espressa dal collega Tapparo, il quale parla invece di una funzione specifica di Promark tendente a sostenere i settori deboli in situazioni di emergenza. Anche l'ipotesi del collega Tapparo ha visto l'assenso di solidarietà e di simpatia di molti colleghi.
Tra le due posizioni c'è un'assoluta incompatibilità. Su questo ragioneremo e sicuramente la Giunta rifletterà. Una funzione di coordinamento evidentemente non si concretizza nella capacità di leggere quello che fanno gli altri e rispetto a quello che fanno gli altri dare i propri indirizzi. Ritenere invece di dover svolgere un'azione a sostegno di settori deboli, o in situazioni di debolezza, evidentemente vuol dire avere un proprio budget finanziario e di risorse e una propria capacità programmatoria di pensare che la Regione si debba muovere per privilegiare la promozione di alcuni settori e di alcune situazioni di disagio. Sono due ipotesi che sono assolutamente inconciliabili e quindi non si pu scrivere: a, b, c. Si possono immaginare, come ha fatto correttamente l'Assessore Turbiglio, degli scenari diversi che però sono l'un l'altro alternativi. Non si può di nuovo mettere in questa questione tutto e comunque tutto: si dovrà scegliere.
Mi spiace che non ci sia il collega Tapparo, ma mi sembra abbastanza fuori luogo, come direbbe Zanone "da '68 di ritorno" la polemica su accenti neoliberisti della relazione.
In primo luogo la Thatcher lasciamola giudicare dagli inglesi e ho l'impressione che gli inglesi con la Thatcher vadano abbastanza d'accordo e siano abbastanza soddisfatti. Così almeno dice la democrazia: siccome in democrazia sono i voti che giudicano, fin quando la Thatcher riuscirà a prendere più voti e a durare più di Churchill vuol dire che evidentemente in quel paese fanno le cose in modo migliore. Noi non siamo dei thatcheriani; i liberali italiani non ritengono che il liberismo sia il thatcherismo: probabilmente noi siamo più vicini ai modelli tedeschi che tendono alla razionalità e non al pregiudizio.
Ma se si introducono gli elementi thatcheriani per mettere in dubbio l'elemento cruciale della vicenda Promark, caro Tapparo (e mi spiace che il collega non ci sia, ma andrà sicuramente a leggersi gli atti), bisogna che ci chiariamo le idee.
Noi possiamo anche immaginare in via teorica che la Regione debba investire risorse affinché una struttura efficiente tuteli interessi deboli in situazioni di emergenza. Ma una cosa è l'uso di risorse finalizzate all'obiettivo, un'altra cosa è l'uso delle risorse per pagare le diseconomie strutturali e di gestione della società. Allora, qualunque tipo di azienda, soprattutto se una S.p.A., deve avere efficienza e capacità di far quadrare i conti. Se poi la committenza pubblica ritiene che questo ente debba fare un'operazione che non ha ritorno economico, questa operazione deve però essere fatta a costi competitivi rispetto alla capacità che avrebbe qualunque altro soggetto sul mercato di dare lo stesso risultato.
Diceva un Assessore, del quale non faccio il nome, che non si affida a Promark perché i costi di Promark su un certo settore sarebbero di dieci a uno. Ecco, cosa c'entra il neoliberismo? Ad un Assessore regionale non si affida Promark, si affida a una società privata perché lo stesso prodotto costa dieci contro uno. Quindi, qui veramente è liberismo di ritorno.
Questo è un problema, consentitemi, che risale a Pitagora o ancora più indietro. Siamo veramente ad elementi minimali e su questo dovremmo avere le idee chiare. Non mi scandalizzo - la Giunta porterà le sue proposte - se si fanno delle scelte politiche con cui si investono le risorse, con cui una struttura efficiente investe risorse senza ritorno immediato o magari anche senza ritorno: queste sono scelte politiche. Ma questo non deve far confondere la non economicità dell'impresa rispetto alla non economicità dell'operazione. Sono piani totalmente diversi che vanno rifiutati. Sul piano della promozione dobbiamo prendere atto che il mondo che fa scuola è anglosassone, non sono certamente le culture del Terzo Mondo o altri modelli - senza entrare negli atteggiamenti provocatori del Consigliere Pezzana che si chiedeva se i manager dovessero essere scelti nella scuola polacca o danubiana - probabilmente i manager di questo tipo sono di scuola anglosassone.
Ho introdotto questi argomenti non per approfondire la polemica, ma per far comprendere come questa questione non sia assolutamente né pacifica n facile da affrontare e da risolvere, perché il problema che abbiamo di fronte, a nostro modo di vedere, e i colleghi del Gruppo comunista sono tra quelli che l'hanno colto meglio, è in primo luogo un problema istituzionale. La questione nuova e in una qualche misura traumatizzante che è emersa non è tanto questa o quella consulenza consentitemi - ma è quella che una istituzione (la nostra) la prima volta che prova ad interpretare sul campo il significato della parola "strumentale" si rende conto che non lo conosce, perché quando prova a capire come deve leggere le attività in termini finanziari, di programma e di responsabilità dell'ente strumentale, scopre che questo non è uno strumento governabile, docile e all'interno di un sistema di governo regionale, ma è del tutto strano indipendente, inattaccabile ed impermeabile. Se si sceglie la strada della S.p.A. in primo luogo si prende atto che questa è una impresa e come tale deve produrre reddito, ma si sceglie l'autonomia funzionale del soggetto e rispetto a quello, è evidente che il primo problema che si pone è quello di ripensare gli enti strumentali nella loro completezza, considerarne la loro attualità. Ha ancora senso che esistano degli enti, società o altre cose per svolgere compiti e funzioni che non possono essere svolti nella società da altri soggetti che sono presenti nella società, pubblici o privati che siano, con cui la Regione decide di investire rispetto a quei settori rispetto a certi obiettivi alcune risorse? Questo è il primo interrogativo che ci dobbiamo porre.
Il secondo interrogativo è capire se ha senso che gli enti strumentali continuino ad essere questa specie di schermo, con questi specchi che riflettono se stessi, quando dall'altra parte c'è una cosa completamente diversa: sono gli specchi che ci sono nelle aule della polizia giudiziaria.
In VII Commissione l'altro giorno è stata sollevata dagli amici della sinistra, giustamente, una questione che metodologicamente è sbagliata.
L'Assessore ci deve dire perché il piano dei siti viene predisposto dalla Fiat Engineering posto che l'incarico è stato dato all'IPLA. Se un ente strumentale è pensato per svolgere una funzione deve avere al proprio interno le capacità tecniche e manageriali per rispondere alla funzione in ordine alla quale la Regione l'ha costituito e in una qualche misura gli consente di vivere. Ma se questo ente strumentale non fa altro che fare la cresta perché di questo si tratta - cresta nel senso buono del termine perché è evidente che l'incarico dato all'IPLA sarà stato girato alla Fiat Engineering e probabilmente le due cifre non coincidono e se coincidono non si capisce che funzione abbia l'IPLA. Se sono diverse o l'IPLA ha rimesso dei soldi che un giorno o l'altro la Regione gli dovrà dare perché siamo in una operazione antieconomica, oppure ci ha guadagnato e mi sembra paradossale che l'IPLA guadagni a carico della Regione per svolgere una funzione della Regione.
Su questo ci sono degli aspetti funzionali, ma ci sono degli aspetti istituzionali di rapporto stretto. Le maglie strette del Codice Civile sono quelle che ci erano state illustrate dal consulente della Promark, a meno che su questo si voglia andare fino in fondo e chiedere alla Magistratura di sostenere che quando sia presente il socio pubblico in una certa quota di partecipazione o di maggioranza assoluta debba prevalere rispetto ai principi previsti dal Codice Civile un altro tipo di esigenza, cioè che gli obiettivi e le esigenze di trasparenza rispetto ai processi che coinvolgono il soggetto pubblico non debbano prevalere su quelli di segretezza che attengono all'aspetto funzionale della società. Ma su questo bisognerà fare giurisprudenza: fin quando non si pronunceranno su questo le sezioni unite della Corte di Cassazione, continueranno ad esserci i vincoli e gli strumenti. E gli strumenti di intervento nella società da parte del socio sono brutti: in riferimento al Collegio sindacale è la richiesta di assemblea straordinaria. Sono strumenti di ordine tecnico che non hanno niente di politico. Io faccio male l'avvocato, ma anche se lo facessi meglio rifiuterei di utilizzare gli strumenti della legge per fare la politica: la politica è un qualche cosa che sta prima della norma giuridica, che normalmente è la conseguenza degli obiettivi politici che si vogliono realizzare. Devo dire che anche su questo alcuni Gruppi di opposizione, segnatamente quello comunista, si sono resi conto che bisogna fare uno sforzo di fantasia, ma che ha a monte un disegno politico che va definito. Provocatoriamente si diceva: "Non nominiamo più nessuno nei Consigli di amministrazione: facciamo degli statuti che prevedano che il socio Regione è rappresentato in Consiglio di amministrazione dall'Assessore"; praticabile o no dal punto di vista formale non lo so, ma certo questo renderebbe la Giunta responsabile in questa sede degli atti dell'ente strumentale. Se questo tipo di obiettivo non si riesce a perseguire con qualche metodo è evidente che il problema istituzionale rimane aperto e quindi gli enti strumentali restano del tutto indifferenti rispetto agli input politici che devono essere messi dalla Giunta soprattutto non può essere chiamato a rendere conto di come risponde lo stesso input.
E' per questo che l'ordine del giorno presentato dalla maggioranza su questo pone il problema; lo accenna, non può essere eluso e deve rimanere nella storia di questo Consiglio che la vicenda Promark è stata anche e soprattutto un'occasione per prendere atto che soprattutto l'istituto della S.p.A. male si configura rispetto a una concezione strumentale di un ente e che, comunque, questo rapporto strumentale tra la Regione e gli enti esterni non si è realizzato, ma va costruito nella misura in cui si ritenga che questo tipo di realtà debba ancora essere perseguito.
Poi sono emerse delle questioni, consentitemi, di bassa cucina. Noi abbiamo ritenuto che queste vicende debbano trovare un minimo di giustificazione e di risposta da parte della società interessata. Quindi senza nessun elemento e voglia di inquisire, né soprattutto di arrogarci ruoli e funzioni che non abbiamo, noi immaginiamo che in termini di pura cortesia di rapporti - e questo lo sottolineo è opportuno che queste questioni vengano dialetticamente affrontate dal Consiglio in una sede che è quella della Commissione, ma che probabilmente non è da considerarsi nel senso istituzionale del termine, ma nel senso di miniatura del Consiglio regionale immaginando che a quella Commissione parteciperanno sicuramente non soltanto i membri della Commissione, ma quelli che rispetto a questa questione abbiano particolare interesse a conoscere e a capire.
L'altro aspetto che la questione Promark pone è quello che rimane di stretta competenza della Giunta: ritornare in quest'aula a tempi brevi dopo avere raccolto gli elementi che dal dibattito sono emersi, avere approfondito le proprie valutazioni, avere fatto le opportune verifiche nella società civile, perché siamo in un sistema pluralista, e venire in quest'aula a porre un programma globale e compiuto rispetto a questa tematica.
Ho l'impressione che la Giunta avrà un compito difficile ma anche molto affascinante, perché richiede una capacità non ripetitiva di porsi rispetto a questi problemi, interpretando in modo realistico ed attuale il principio della programmazione. Realistico perché il principio della funzione della programmazione regionale all'interno della programmazione nazionale prevista dal DPR n. 616 non è decollato; attuale nel rendersi conto che in questo momento rispetto a processi che nella società hanno tempi brevi anche se maturazioni lunghe, le esigenze attuali che sembrano esplodere non nascono dal contingente, ma hanno radici lontane che è colpa nostra se non siamo riusciti a capire. L'esigenza della riconversione del grande sistema industriale torinese non è nata in sei mesi, aveva radici lontane che per ragioni ovvie qualcuno ha cercato di rendere meno percepibili possibili proprio per evitare che nascessero rispetto a questo processo delle resistenze, buttando poi sul campo tutte le proprie capacità di pressione quando ha ritenuto che il processo dovesse esplodere. Ma non è esploso il processo della riconversione industriale e della modernizzazione del processo. Così come l'esigenza nuova, che è una realtà che si è razionalizzata nel sistema, deve anche essere trasformata nell'immagine e nella sua capacità di proporsi, non è un'esigenza che nasce oggi o che nasce da qualche conversazione di caffè tra qualche Sindaco e tra qualche manager, magari non americano; ha radici lontane ed emerge com'è tipico nella società civile in tempi apparentemente e comunque drammaticamente stretti.
Ho l'impressione che la Giunta abbia tutti gli strumenti per collocarsi in questo processo, perché ha comunque due strumenti legislativi che la obbligano a svolgere la propria parte. Al centro di questo si pone la politica dei centri fieristici. Su questo non andrò lontano, ma devo dire all'amico Rossa che i centri fieristici non si fanno per allestire le fiere dei prodotti locali, i centri fieristici moderni sono concepiti per essere la sede di seminari in ordine a questioni specifiche. Per esempio, non bisognerebbe scandalizzarsi se nel ridisegno della mappa dei grandi appuntamenti, il Salone dell'Automobile - lo dico provocatoriamente venisse collocato a Ginevra, città che notoriamente non produce automobili perché come diceva qualcuno ieri non è l'occasione per andare a fare la merenda.



ROSSA Angelo

Ma già a Milano sì.



MARCHINI Sergio

A Milano qualche automobilina la fanno. A Ginevra non sanno cosa sia fare le automobili. Quindi, attenzione, il momento fieristico è indubbiamente un momento di valorizzazione dell'esistente, ma è soprattutto un momento di preparazione del futuro. E' evidente che è il momento fieristico non un momento che si misura e si consuma all'interno dei giorni previsti dalla manifestazione. E' in questa misura che il centro fieristico probabilmente diventerà l'asse portante del sistema promozionale, perché la continuità dei rapporti che si hanno con quel tipo di realtà economico culturale, che sottende all'oggetto della manifestazione ospitata nel centro fieristico dove si creano i canali per il trasferimento all'esterno della conoscenza del prodotto e per acquisire dall'esterno le conoscenze di tipo culturale e tecnologico, è un momento di dare e avere tra i diversi momenti del sistema produttivo e non solo del sistema produttivo. Con questo non voglio aprire una questione che certamente va al di là delle mie conoscenze e delle mie capacità, ma vorrei giustificare la nostra opinione che la questione Promark è a valle delle decisioni sui centri fieristici.
Si pone all'interno di un mosaico che ha un punto pregiudiziale o preliminare (per non creare problemi ai colleghi avvocati su quale dei due termini scegliere) rispetto al quale la realtà Promak si dovrà collocare dovremo collocarla nel modo migliore ed intelligente, ma immaginando che questo è il problema che ci pone la società civile. La creazione di un sistema europeo, se non mondiale, di centri fieristici all'interno del quale la Regione Piemonte dovrà trovare un proprio spazio; ovviamente immaginando che questi spazi vengono gestiti sul territorio nel modo più congruo e più idoneo.
Assessore Turbiglio, questo è l'obiettivo che ha la politica della promozione e del momento espositivo nella nostra Regione ed è questo l'obiettivo che si gioca in questa legislatura. Sul giornale c'è stata l'anticipazione del mio intervento; sono lieto che sia avvenuta, perch probabilmente se non fosse avvenuta prudenza anche comportamentale o esigenza di tempo mi avrebbero suggerito di non andare fino in fondo a questo discorso.
E' evidente che se immaginiamo che al centro di tutto il processo di rivisitazione degli strumenti di promozione e di esposizione ci siano i centri fieristici non possiamo nasconderci che la Regione non può più non essere presente laddove si ritiene, magari impropriamente, che si debba decidere come, quando e dove si fa il centro fieristico piemontese per eccellenza. Ho l'impressione che la Regione su questa questione debba entrare a piedi giunti, non escludendo che l'azione debba essere concertata con il Comune di Torino e con la Provincia, ma avendo il senso gerarchico dei ruoli, se non gerarchico quanto meno diverso. La preoccupazione che ho sentito ieri da qualche collega "di nuovo insieme", no, non si sarà insieme, insieme si sta in condizioni di eguaglianza. Si starà in una stessa cosa in una funzione diversa. Qui non stiamo insieme con la Giunta siamo nello stesso contenitore, ma la Giunta ha il suo ruolo e noi abbiamo il nostro. In questo contenitore ci sono quaranta o quarantacinque amici che non stanno insieme, stanno nello stesso posto. Certo, nel centro fieristico ci staranno il Comune di Torino, la Regione Piemonte, la Provincia, i privati, ma non staranno insieme, ognuno farà la propria parte. Quindi dobbiamo entrarci a piedi giunti, perché anche qui la forza delle cose, delle idee, degli interessi - ognuno dia l'interpretazione che crede - ha fatto fare su queste decisioni molti passi in avanti, non so se sono troppi rispetto all'esigenza di capire quale ruolo debba avere la Regione, o troppo pochi rispetto all'esigenza della società di avere un centro fieristico. Troppo o troppo poco è un termine relativo, va definito in ordine al parametro che si usa per interpretarlo.
Anticipiamo la nostra considerazione sulla questione posta tempestivamente dal Gruppo comunista in ordine al ruolo della Regione Piemonte sul Lingotto. Certo, bisognerà recuperare sulla materia della promozione e dei processi espositivi la capacità di fare rientrare i ruoli propri, che non sono più di natura promozionale, ma di presenza propria della Regione, da sola o "insieme con", che sono cose diverse, all'interno di un disegno programmatorio, ma sapendo che i passi sono stati fatti e i passi che ci aspettano sono passi di presenza di governo, rispetto ai quali il ruolo della Regione è del tutto impregiudicato. La funzione della quale decidiamo oggi è la funzione portante dell'ipotesi Lingotto e quindi compete a questa assemblea, valutate le considerazioni delle Giunte verificare se questa ipotesi è praticabile o no. Oserei dire che da questa decisione si capirà anche se è procedibile l'operazione Lingotto o non è procedibile. La verifica in termini strutturali (questo non è stato riportato su "La Stampa"), cioè del contenitore, è diversa da quella in termini societari, cioè di rapporti che ci sono tra i soci, non la maggioranza di uno o la maggioranza dell'altro.
La verifica della struttura, la verifica dell'assetto societario, che a mio modo di vedere la Giunta dovrà di nuovo fare, sono stanzialmente la carta di viaggio del Lingotto. Senza questa carta di viaggio il Lingotto dovrà essere ripensato dalla Città di Torino per il 70% della sua destinazione e quindi per il 70% della sua giustificazione.
Immaginiamo quindi che la Giunta accoglierà l'invito che gli viene rivolto, qualora il documento presentato dalla maggioranza ottenga sufficienti consensi, a tornare in questa sede con una proposta che ponga la Promark all'interno del problema globalmente immaginato, ma rispetto alla quale a mio modo di vedere, al di là della compatibilità con gli altri soggetti che fanno promozione, al di là della individuazione del ruolo, che è un nodo politico sul quale la Giunta, la maggioranza in primo luogo e il Consiglio si devono misurare. Ripeto, non è possibile immaginare che la nostra sia una funzione di sostegno a settori deboli e dall'altra parte si abbia la spocchia di immaginare che si ha funzioni di coordinamento. Sono cose completamente diverse.
Questo scenario che ci deve descrivere non potrà eludere il problema centrale: quando, come, con chi e con quali obiettivi si avvia la politica dei centri fieristici. Questo è il contributo che il nostro Gruppo dà alla discussione e ribadisce l'apprezzamento. Non si tratta di dare pagelle, ma quando emergono in Consiglio fatti così significativi al nostro Gruppo preme sottolinearlo, non in termini di piaggeria, ma perché da questo nasca la consapevolezza che questo Consiglio regionale in questa legislatura possa e quindi debba ancora fare molto.



PRESIDENTE

La discussione generale è terminata.
Ha ora la parola l'Assessore Turbiglio per la replica.



TURBIGLIO Antonio, Assessore al commercio

Il regolamento in questo Consiglio prevede che alla fine di un dibattito la Giunta abbia l'ultima parola, quindi si dà la voce all'Assessore per la cosiddetta replica. In questo caso rinuncerei anche a questa replica in quanto ritengo che i lavori che devono essere portati avanti ancora in mattinata, l'importanza delle questioni che sono all'ordine del giorno debbono limitare al massimo il mio intervento per l'utilità dei lavori di questo Consiglio.
Penso sia mio dovere ringraziare tutti i colleghi che sono intervenuti in questo dibattito, dibattito che ha assunto decisamente un tono più alto del normale, oserei dire. Questo è stato rilevato poco fa anche dal Capogruppo del PLI.
Il Capogruppo Rossa ha detto che la relazione, o meglio, la comunicazione presentata dall'Assessore forse ha avuto una determinazione anche per il modo con cui si è dibattuto il problema Promark. Ho cercato nella comunicazione di essere possibilmente preciso e conseguente. Forse mi sono anche lasciato portare da una certa deformazione professionale nell'esporre i conteggi, il lavoro, la situazione e la radiografia della Promark partendo dal 1976. Non sono entrato in critiche particolari e ho voluto fare pochi commenti; ho soprattutto rilevato che secondo me la Promark era nata senza un approfondimento di possibilità, senza un approfondimento di analisi su quello che è invece obbligatorio che non deve essere sottovalutato quando viene creato un nuovo ente.
Inizialmente la dotazione finanziaria era insufficiente e gli indirizzi avevano un carattere di tale vastità ed ambizione da vanificare le possibilità di essere recepiti dalla società.
Ho anche detto che questa non è una scusante totale per quanto è avvenuto e non è un motivo per dire che le cose devono continuare così. Mi pare che dal dibattito sia emerso proprio che le cose non possono e non devono continuare così.
Il Consigliere Rossa ha detto che la mia comunicazione forse ha proprio dato adito a discutere a fondo sulla Promark e che ha evidenziato la necessità di una svolta immediata. Neanche per tempi brevi si pu continuare con l'attuale Promark.
C'è una conclusione di questo dibattito che in parte già la conosciamo perché è stata pubblicata dai giornali. Ci sono ordini del giorno diversi tra di loro, ma tutti indirizzati non a seppellire questo ente, ma a riclassificarlo per ridargli una dignità che possa essere significativa per la presenza pubblica in questo settore.
Qui non è il caso di parlare di neoliberismo dell'Assessore, della Thatcher o di altre cose. La presenza del pubblico in questa società mista per quello che deve fare, è certamente necessaria, ma bisogna vedere come vogliamo posizionarla, come deve essere impostata. Giustamente diceva il Consigliere Marchini: "O parliamo di promozione o parliamo di gestione o parliamo di altre cose", certo, dobbiamo avere le idee molto chiare perch se dobbiamo agire con dei contributi dobbiamo averne le possibilità altrimenti possiamo fare solo delle promesse e fare delle grosse dichiarazioni per poi non raggiungere alcun risultato. Se dobbiamo parlare di uffici e di servizi, se dobbiamo parlare di aiuti ai settori deboli questo è ancora un'altra cosa.
Sono convinto che nell'ordine del giorno della maggioranza che dà incarico alla Giunta di riesaminare il tutto, che manda gli atti alla società perché su questi atti la società dia una sua risposta entro 60 giorni, ci sia la posizione al momento migliore e debba essere accettata da questa Giunta.
Il dibattito ha volato molto alto - ha detto il Consigliere Marchini e ha toccato dei punti molto importanti, però forse non è sceso nei dettagli e nelle cose come io avevo chiesto nella comunicazione. Io avevo avuto anche il coraggio di fare delle proposte, naturalmente pensando che non soltanto su queste proposte si poteva avviare un discorso concreto, un discorso realistico sulla Promark. Se noi continuiamo a parlare così vagamente di indirizzi, di supporto da dare alla società, di richieste da fare ai privati, di proposte da portare avanti, forse non portiamo a casa niente o portiamo a casa ben poco.
I fatti sono quelli che sono, la Promark è quella che è, i risultati e l'attività è stata criticata un po' da tutti; ho verificato anche quanto di buono è stato fatto e di quanto anche è stato migliorato con gli anni.
L'ultima decisione poi della Promark di affidare ad una società di revisione i suoi bilanci e la sua attività mi pare sia estremamente importante. Anche questo ritengo sia un passo avanti e un passo che dovrebbe dare inoltre risposta a certe domande che sono pervenute dal Consigliere Pezzana e da altri su difficoltà di interpretazione delle stesse voci di bilancio e di cifre che non corrispondono. Ecco perché ho pensato di rivolgermi a questo Consiglio con una comunicazione per richiedere una risposta concreta di questo Consiglio.
Il Consigliere Bruciamacchie ha criticato questa posizione. Sono convinto di aver fatto bene. Ho un grande rispetto che in tutte le mie posizioni ho sempre dimostrato sia in questo Assessorato che in quello precedente, per quello che rappresenta il Consiglio e per il rapporto tra Giunta e Consiglio. Ho pensato di fare una comunicazione in quanto il problema è estremamente importante, ho offerto delle ipotesi, ho chiesto che fossero analizzate. Ringrazio il collega Tapparo perché le ha definite molto intelligenti e concrete, rilevando delle cose che potevano essere riviste e corrette.
Vorrei dire al Capogruppo comunista, il quale ha iniziato ieri il suo intervento lamentandosi della disattenzione che c'era in Consiglio quasi a spingerlo a rinunciare a prendere la parola, che il fatto forse è conseguenza di certi modi di condurre la discussione in questo Consiglio.
Spesso si esagera nel lasciare da parte le cose concrete e quando da qualche parte si prende la parola la disattenzione aumenta perché a priori si sa che arriveranno le solite accuse alla Giunta che si sentirà dire che questa Giunta non vale niente portando anche degli esempi; come quello riportato da Roma ad opera di elementi barbuti e grossi i quali dicono che a Torino la Giunta non fa niente, non è capace di fare niente, ma va bene così in quanto a casa i voti li portiamo comunque! Forse queste cose non sono argomenti da Consiglio, caro Bontempi, e la disattenzione di questo Consiglio è motivata. Non si può sempre e comunque parlare dell'inazione della Giunta, la disattenzione è anche originata da questo modo di comportamento perché...



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

La barba è cresciuta a causa dell'inefficienza della Giunta? E' questo che vuoi dire?



TURBIGLIO Antonio, Assessore al commercio

No! Vorrei dire che non è soltanto questo il fatto. Ho chiesto al Consiglio aiuti di idee, di proposte e mi lamento perché non ne ho sentite purtroppo, molte. Ho sentito che la Promark deve continuare a vivere, salvo Pezzana che ha detto: "Caro Turbiglio, è un cadavere, è da seppellire", ma da parte degli altri ho sentito che la Promark ha ancora degli spazi e dev'essere portata avanti. In fondo era quello che ho detto nella mia comunicazione. Ho sentito dire che bisogna riqualificarla, che bisogna rivedere la sua funzione, ho sentito dire molte cose, però delle proposte concrete, di cosa fare di questa Società non ne ho sentite molte.
Il Consigliere Ferrara parla di cambiare il Consiglio di amministrazione, se ho capito bene, di rivedere tutto il management, altri hanno proposto di riconsiderare quale deve essere la posizione di un ente di questo genere.



(Interruzione del Consigliere Bontempi)



TURBIGLIO Antonio, Assessore al commercio

No, Bontempi, io mi lamento soltanto che proposte concrete non ne ho recepite, forse ci sono state, io non le ho recepite. Ho tentato di portare in questa discussione delle proposte. Ho detto che per me la Promark potrebbe essere una, due, tre, quattro cose, che sono molto diverse da quella che è adesso! Ecco ho fatto un tentativo, sarà sbagliato o non sufficientemente ponderato, tutto quello che volete, però questo coraggio l'ho avuto per dire: cosa ne facciamo di questa Promark? Riteniamo tutti che così com'è non va bene, vogliamo modificarla, come vogliamo modificarla? Soltanto mettere degli indirizzi e dare degli input mi pare troppo poco perché in effetti la Società è quella che è. Ho ricordato che è nata con 170 milioni! Se questa ora è una macchina o meglio una bicicletta che si deve arrampicare zigzagando per raggiungere il traguardo, di questo dobbiamo tenerne conto! Se non ha i mezzi e non è strutturata per agire sugli indirizzi che le diamo, al traguardo come ci arriva? Allora che cosa vogliamo fare, come dobbiamo modificare la Promark? O riduciamo gli indirizzi o gli indirizzi riguardano un po' di tutto e sono di un'ambiziosità esagerata. Per me gli indirizzi sono validi, li ho riletti qui; sono riproponibili, però devo tener conto che gli indirizzi devono considerare le possibilità di questa macchina, non possiamo caricare oltre la sua portata.
La comunicazione della Giunta era completamente aperta nel rispetto di tutto quello che poteva venir fuori da questa discussione. La discussione è stata validissima; cercherò, naturalmente, di tenerne conto anche andando a ricercare quello che non è stato detto esplicitamente, ma che voleva avere un significato.
Ringrazio il Consigliere Bontempi se nelle dichiarazioni di voto mi vorrà dire qualcosa di più. Soltanto tutti insieme e con la cognizione e la certezza di quello che vogliamo fare si potrà valutare il possibile soltanto in questo caso ritengo che possiamo portare avanti un discorso valido.
La Giunta e l'Assessorato hanno dimostrato qual è l'importanza economica della Promark. La Promark, nata nel 1976, soltanto nel 1984 ha avuto gli indirizzi (sono passati otto anni e non c'erano queste Giunte) qualcuno ha chiesto di accelerare tutte le operazioni che riguardano la legge n. 32. Ha ragione il Consigliere Bruciamacchie, su questo stiamo lavorando, ma la legge n. 32 è della fine del 1987, siamo a febbraio 1988 se gli indirizzi alla Promark sono arrivati otto anni dopo, vorrete dare qualche mese a questa Giunta per proporre i progetti sulla legge n. 32.
Vogliamo essere onesti se ci mettiamo nella situazione di dire "bisogna fare queste cose" e farle, ma nei tempi possibili. Naturalmente se mi si chiede di fare delle cose in 60 giorni quando altri hanno impiegato otto anni per farle, rispondo che farò il possibile e comunicherò i risultati e le operazioni a mano a mano che verranno in chiaro.
Mio caro Bontempi, la cultura delle Giunte di sinistra è stata quella di tirarsi su le maniche, che ha fatto anche scattare l'espressione del collega Ferrara, ma tirarsi su le maniche delle volte può portare a strappare i bottoni e restare senza camicia! Le maniche ce le tiriamo su tutti per lavorare, però io contesto che il lavoro possa essere solo fatto tirandosi su le maniche! Se la Promark è nata tirandosi su le maniche ebbene io la contesto, contesto come è nata, contesto che ci sia una società per azioni che ha il 91% di partecipazione pubblica, contesto che sia venuta fuori così all'improvviso sulla cenere del Samia, dico che non è stata né pensata né progettata come azienda! Noi adesso dobbiamo riqualificarla, pertanto dobbiamo ripensare come farla rinascere! Se la Promark rinasce solo per il fatto di tirarsi su le maniche allora diciamo come ha detto il Capogruppo comunista, che si ha l'impressione che non ci siano le volontà per una nuova Promark, per cui tra qualche mese riaffronteremo il problema e si dirà che è meglio chiudere tutto. Questo non è nell'intenzione della Giunta e tanto meno dell'Assessore; lo ripeto oggi! L'intenzione non è quella di chiudere e di sotterrare l'importanza del pubblico e del rapporto tra pubblico e privato, però dobbiamo anche ricordare che la situazione degli anni scorsi su questo discorso non è più lo stesso! Il rapporto tra pubblico e privato che faceva dire a Novelli "non preoccupatevi adesso, mi e l'avocat bituma tut a post" non c'è più. Non ci sono più questi tempi! Le cose sono molto cambiate! Il pubblico e il privato sono disponibili per convivere ed operare, ma è logico che il privato oggi vanta altre prerogative, altri rispetti, dimostrando che attraverso certe operazioni il privato riesce ad arrivare dove il pubblico non riesce. Noi dobbiamo avere questa capacità politica di tener conto di un discorso di questo genere se vogliamo riformare e rilanciare le strutture che hanno bisogno di pubblico e di privato, dobbiamo per rilanciarle possibilmente nel momento e nei modi in cui il discorso è accettabile da tutti. Sono convinto che qualche anno fa i discorsi si potevano fare in un altro modo e con molta più semplicità e facilità. Oggi i tempi sono diversi. Se vogliamo tenere conto di tutti questi problemi mettiamoci pure al lavoro.
Ringrazio il Consiglio, ringrazio tutti i colleghi che sono intervenuti per l'apporto che hanno dato a questo problema e naturalmente ci ritroveremo, a seconda di come gli ordini verranno approvati, tra poco a riparlare di Promark e spero che in quel momento ci siano cose concrete e fattibili per poter dire che la Promark è ripartita.



PRESIDENTE

Sono stati presentati tre ordini del giorno: uno del Consigliere Pezzana, il quale non è presente, ma ha comunque chiesto di porlo in votazione; uno del Gruppo comunista; uno della maggioranza.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Gli ordini del giorno non sono così lontani tra di loro, ma non sono neanche identici. Noi poniamo un termine, che tra l'altro è forse più lungo di quello posto dalla maggioranza, di una verifica sia delle condizioni conoscitive, che non abbiamo avuto per le note ragioni che non ripeto, sia per le proposte e le condizioni operative interne e politiche, quindi anche da parte dell'ente originario, per un rilancio credibile della società.
Poniamo quindi in evidenza la questione della eventualità dello scioglimento come punto di chiarezza rispetto alla quale, per la dichiarazione che ho fatto ieri e che ripeto interamente, noi riteniamo ahimè, non esistere; saremo contenti, l'ho detto ieri, di ricrederci, ma ci pare che ci sia ancora molta confusione su come stanno davvero le cose sia organizzativamente, sia gestionalmente, sia operativamente nella società.
Sia perché, con buona pace dell'Assessore Turbiglio, noi riteniamo le proposte fatte dalla Giunta e dall'Assessore nella sua comunicazione al di là di essere delle proposte concrete; concrete nel senso che possano diventare con qualche probabilità realtà.
Quindi noi manterremo il nostro ordine del giorno a questa sua identità, che è diversa da quella della maggioranza, anche se devo dire che nell'ordine del giorno della maggioranza non vedo uno sfuggire al problema.
Per cui ci asterremo sull'ordine del giorno della maggioranza. Non parteciperemo invece al voto sull'ordine del giorno del collega Pezzana per le note ragioni: si sta in aula, come gli altri, non si possono "buttare gli ordini del giorno", come dice Staglianò.
Colgo l'occasione solo per una breve replica all'Assessore Turbiglio.
Intanto mi pare difficile dire che il nostro Gruppo non ha fatto proposte: l'intervento del collega Bruciamacchie è stato un intervento molto concreto di proposte ed era l'intervento del Gruppo. Se l'Assessore poi ritiene che non c'entrino niente con la concretezza delle cose, il sistema e le questioni di sistema che io pongo, devo dire che probabilmente non ci intenderemo. Ritengo comunque che sia una delle cause profonde della vostra difficoltà e anche della vostra insensibilità. L'Assessore viene ad accusare il nostro Gruppo di avere posto delle questioni che c'entrano moltissimo con qualsiasi cosa si faccia o non si faccia! L'eterodirezione quindi la non autonomia, il fatto che per riuscire a realizzare delle cose occorre anche realizzare le condizioni di omogeneità e di operatività è tutto sommato un approccio al pubblico. Io invece convengo sull'ultima parte: il privato è più attrezzato, questo è vero. Ma proprio per questo ha ben altre attrezzature del pubblico, attrezzatura anche culturale, se mi permette, Assessore Turbiglio. Allora visto che lei ritiene che la disattenzione la provochi chi parla di queste cose, io le dico che magari qualcuno come lei è disattento, qualcuno ritiene di non dovere dare conto di queste questioni di sistema. Devo dire per la verità che non mi è parso di cogliere la stessa disattenzione da parte di altri Capigruppo, ma lo dico amichevolmente. Assessore, tenga conto che il concreto non è "facciamo una proposta e questa andrà avanti". E' dimostrato che se non c'è un sufficiente funzionamento della Giunta, una coesione della maggioranza e su questo l'abbiamo pur visto, se non ci sono anche condizioni di capacità di rapporto con il difficile privato che ci troviamo di fronte, non basta enucleare qualche idea. Sulla costruzione e strutturazione poi di queste proposte avrei molto da dire. Noi non abbiamo infierito più di tanto.
Ho visto un pregio, in una relazione peraltro molto diversa da quella che ci aspettavamo, però è una comunicazione: il pregio era quello, tutto sommato, di dire come riusciamo a salvare un carrozzone. Questo era il pregio. Non le proposte, perché non è questo il punto. La questione non è tanto nella delimitazione di questi compiti: è nella capacità di far corrispondere una struttura ai suoi scopi. Comunque, detto questo, ne riparleremo; avremo occasione di riparlarne con opinioni diverse sul sale della democrazia. Inviterei solo l'Assessore Turbiglio a non trascurare la rilevanza e il peso che hanno certe riflessioni di sistema, e anche la possibilità di far valere le decisioni, soprattutto, rispetto alle cose concrete.
Noi quindi voteremo il nostro ordine del giorno, ci asterremo sull'ordine del giorno della maggioranza e non parteciperemo al voto dell'ordine del giorno del collega Pezzana.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, vorrei fare una breve dichiarazione in merito ai tre ordini del giorno che sono stati presentati anche per chiarire certe cose che dalla stampa non appaiono: pare quasi che il Partito repubblicano sia l'unico a non essere intervenuto ieri in questo dibattito. Appare soltanto che il Partito repubblicano, rispetto a non so cosa, ha fatto marcia indietro o ha addirittura rinunciato. In realtà il PRI, vorrei chiarirlo, non ha fatto marcia indietro di un centimetro rispetto a quello che ritiene su questo ente. Ha detto ieri delle cose molto chiare, riprese nell'ordine del giorno che la maggioranza presenta ordine del giorno che parla di "considerati i problemi importanti, gravi e delicati", di rapporti istituzionali tra la Regione e gli enti strumentali che, a mio giudizio, devono essere chiariti, o meglio, chiariti e definiti.
Non riteniamo che il discorso possa essere liquidato; non sono capace a valutare quale sia la posizione giusta, ma soltanto in termini giuridici.
Questo non va bene, perché se un fatto si liquida soltanto in termini giuridici, allora bisogna riconsiderare l'impostazione che sta monte.
Diciamo che nel dibattito di ieri abbiamo posto i problemi del ruolo del rapporto tra pubblici e privati e della programmazione. Il PRI riafferma di credere alla programmazione - l'ha detto ieri - e la Promark è certamente una delle cartine di tornasole della capacità di svolgere un ruolo di programmazione; svolgere un ruolo di programmazione che deve trovare contenuti concreti nel suo progredire attraverso l'azione amministrativa di tutti i giorni.
L'ordine del giorno della maggioranza impegna, infine, il Consiglio e la Giunta sotto certi aspetti fissando dei termini stretti, e cioè impegna la Giunta ad elaborare un qualche cosa entro 60 giorni e comunque (e non è senza significato) entro il termine per l'approvazione del bilancio, che è una scadenza importante per l'azionista, un termine ristretto. Ma deve essere così, perché la scadenza è importante ed è l'approvazione del bilancio della società e si invita il Presidente a partecipare ad un incontro con il Consiglio, seppur riunito all'interno della Commissione competente, per chiarire certe cose che, a mio giudizio, non sono di bassa cucina, ma sono l'essenza stessa dell'essere pubblico amministratore. Non credo che il ruolo di un pubblico amministratore, di un legislatore, sia quello di fare delle leggi e poi non verificarne la correttezza, la giustezza, l'applicazione. Io credo che sia un ruolo non di bassa cucina ma di alta cucina, un ruolo importante per l'amministratore, seguire e capire come le cose fissate con legge dal legislatore hanno poi concreta attuazione nelle cose.
Ieri il Consigliere Brizio ha evidenziato il ruolo molto positivo delle nuove iniziative che sono state assunte in questi giorni all'interno del Consiglio di amministrazione della Promark, rivendicando a sé due aspetti: il primo è in merito agli amministratori della DC e il secondo è il fatto che forse solo lui riusciva ad apprezzare il significato della revisione perché era l'unico che la capiva.
Vorrei dire a Brizio con molta umiltà che forse se oggi c'è qualcosa di nuovo, è anche per un qualche cosa che c'è stato in queste settimane e in questi mesi. Se mi permetti, collega Brizio, cerco anch'io di capire qualcosa di questi problemi.
Rispetto a questo dico che non c'è stato nessun passo indietro, il discorso non si è chiuso, anzi, si sono fissate delle scadenze con questo ordine del giorno e quindi dovremo presto parlarne compiutamente.
Certamente noi non possiamo votare contro l'ordine del giorno del PCI che è molto simile a quello presentato dalla maggioranza. Ha un aspetto che, secondo me, ci lascia perplessi: già prefigura un'ipotesi di chiusura che io peraltro non escludo, mentre invece già prefigurava un'indicazione preventiva che noi non vogliamo ancora dire. Quindi anche su questo ordine del giorno il Gruppo repubblicano si asterrà.
L'ordine del giorno del Consigliere Pezzana è molto strano. Sono contrario a questo ordine del giorno, perché in modo molto semplicistico risolve il problema. Onestamente devo dire che è vero che lui è citato dalla stampa. Noi siamo contrari a questo ordine del giorno perché non lo condividiamo e anche perché riteniamo che chi affronta o propone qualche cosa poi debba difenderlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

La mia sarà una dichiarazione di voto brevissima. Noi voteremo contro l'ordine del giorno del Consigliere Pezzana perché propone una soluzione che non consideriamo assolutamente positiva. Per il resto siamo abituati a votare ordini del giorno o giudicare sue prese di posizioni in totale sua assenza. Il Consigliere Pezzana è presente molto all'esterno, ha molto credito e molta capacità di uscire sui giornali, ma qui non lo vediamo quasi mai, se non per posizioni di protagonismo. Per cui il nostro voto contrario in questa occasione corrisponde.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Chissà perché!



BRIZIO Gian Paolo

Questo non lo so, collega Staglianò. Non do giudizi, ma esprimo il voto contrario del nostro Gruppo.
Sull'ordine del giorno comunista, la posizione espressa dal collega Ferrara è la posizione del Gruppo DC e dell'intera maggioranza che ritiene l'ordine del giorno comunista assai simile a quello della maggioranza, ma differisce sia nella parte di quei controlli amministrativi, in ordine ai quali noi abbiamo delle opinioni diverse, e fissa dei termini troppo ampi.
L'ordine del giorno della maggioranza ci pare molto serio, intanto affronta il problema della continuità della Promark: nel quadro della politica fieristica regionale punta soprattutto ad avere prima dell'assemblea che approvi il bilancio al 31/12/1987 un giudizio, una valutazione che comunque dovrà fare il Consiglio regionale. Probabilmente penso anch'io - e l'ha affermato lo stesso Assessore Turbiglio - che i 60 giorni siano pochi per una svolta e per un chiarimento definitivi sulla possibilità di lavoro della Promark, comunque se saranno pochi per qualcosa di definitivo potranno essere comunque utili per portare sul tappeto la soluzione del problema o comunque un indirizzo per la soluzione del problema, che potrà successivamente essere concretizzato.
L'importanza è che si veda in modo alto il ruolo che la Promark pu giocare - se lo può giocare - nella politica fieristica della Regione Piemonte.
Il Consigliere Ferrara ha voluto nella sua dichiarazione di voto citare il mio intervento. Per la verità io ho detto due cose diverse: ho rimarcato l'importanza dei provvedimenti assunti dal Consiglio di amministrazione all'unanimità e su proposta dei nostri rappresentanti perché li considero oggettivamente importanti. Il ricorso ad una certificazione di bilancio che noi dovremo chiedere per tutte le S.p.A. ed il ricorso ad una società di organizzazione per esaminare la struttura interna, società primaria professionalmente da tutti conosciuta, va considerato come fatto molto importante e molto serio. I risultati li vedremo successivamente. Quando ho parlato degli auditor e della mia esperienza non era in collegamento a questa parte del discorso, ma era in connessione alla non volontà da parte nostra di scendere su un terreno di esame del passato particolareggiato e proprio di revisori, compito che non ci compete. Dicevo che non volevo fare l'auditor anche se ho affermato che credo di essere tra i pochi che ha avuto questa esperienza di lavoro. Se non sono l'unico, saremo certamente pochi ad averla avuta. Quindi facevo riferimento ad una mia esperienza di lavoro che mi titolava a considerare divertente esplicare questa attività molto interessante che però non è il lavoro del Consiglio regionale. Lo ribadisco, in questa sede facciamo politica, come Consiglio regionale diamo indirizzi importanti all'esecutivo al quale compete quel rapporto fondamentale con gli enti strumentali che è il rapporto vero tra azionista e società.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

A nome del Gruppo MSI-DN dichiaro, con la precisazione che farò tra poco, che voteremo a favore dell'ordine del giorno del collega Pezzana.
Esattamente da parte di diversi colleghi, Staglianò in particolare, si è sottolineato questo metodo non certo condivisibile di proporre ordini del giorno e poi scomparire o non essere presenti a difenderli, a sostenerli e lasciarli vaganti. Fatta questa precisazione nei confronti di chi come il Consigliere Pezzana è stato firmatario e proponente, noi chiediamo alla Presidenza di considerarlo anche come sottoscritto da noi (non lo sottoscriviamo perché ovviamente occorrerebbe l'assenso del firmatario) però invitiamo la Presidenza e i colleghi a considerarlo come firmato anche da noi. Quindi ci collocheremo nel senso di votarlo.
Voi siete ottimisti perché sperate ancora in un esito positivo della verifica amministrativa tecnica o gestionale, quindi positivi a favore della prosecuzione della società. Io e la collega Minervini siamo molto scettici che una verifica della condizione amministrativa tecnica e gestionale possa dare un esito positivo, anche in considerazione di quel segreto d'ufficio sul quale ieri ho svolto considerazioni e sul quale pare che la Promark intenda persistere.
Fatta questa breve premessa, riteniamo che possa esserci il momento di una cessazione immediata sempreché vi sia il presupposto (come si legge nell'ordine del giorno del Consigliere Pezzana) di una vera e reale sistemazione del personale oggi in servizio. Questo è un presupposto non rinunciabile della richiesta che formuliamo, che peraltro riteniamo di dover e poter formulare, ma proprio sul supporto di non contestabili circostanze che si leggono nella parte introduttiva della relazione dell'Assessore Turbiglio. Quando ci ricorda fatti reali come le difficoltà iniziali ereditate dal disciolto Samia, le difficoltà successive collegate a problemi finanziari, le difficoltà ultime in una situazione di operosità confusa e conflittuale e quando poi ci ricorda che sono dodici i motivi per cui la Promark non ha potuto attuare gli indirizzi che erano stati imposti deliberati dal Consiglio regionale nel 1984, in questa situazione noi non ci sentiamo di essere ottimisti e di poter dare credito ancora ed ulteriormente, tanto più che proposte realmente dettagliate e concrete non ne sono venute dall'Assessore, il quale ha detto di proseguire perché si dovrà arrivare alla nascita o rinascita (non ho capito bene, ma i termini sono quasi sinonimi) e se poi si considera che il Capogruppo socialista Rossa ha parlato di necessità di rilancio, di revisione, di ricostruzione a questo punto se ci sono queste espresse esigenze, noi riteniamo che si debba partire dall'anno zero. Queste sono le ragioni del nostro assenso all'ordine del giorno presentato dal collega Pezzana.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, non dirò ancora una volta che non parteciperò al voto per l'immorale comportamento politico del collega Pezzana che si reitera in assenza di un'iniziativa puntuale da parte della Presidenza del Consiglio. Mi domando se non debba essere applicato o rivisitato il Regolamento consiliare laddove assimila gli ordini del giorno alle interrogazioni ed interpellanze e quindi alla possibilità di decadenza di atti proposti in assenza del presentatore medesimo. Penso che non sia accettabile che in questa sede si continui a discutere con chi non c'è. E' uno svuotamento di questa assemblea, delle prerogative di ciascuno di noi e di tutti quanti noi messi insieme. D'altra parte il collega Pezzana non ha bisogno di farsi votare qui i propri documenti, perché sono ampiamente sponsorizzati all'esterno. Per cui ritengo che l'istituzione non debba accettare questa pratica che è di svilimento dell'istituzione stessa. Se ai colleghi della maggioranza va bene, continuate così, viceversa avete soltanto da alzarvi ed uscire dall'aula quando il Presidente, se non pu fare altro, dovrà mettere ai voti, stante il Regolamento attuale, un documento di questo genere: presentato e poi la dipartita del presentatore.
Benissimo, avete da alzarvi ed uscire se volete difendere la dignità di questa istituzione. Su questo non aggiungo altro. Mi fa piacere che altri Gruppi comincino a ragionare sul problema e comincino a trarne qualche conseguenza. E' del tutto superfluo che il sottoscritto aggiunga come dietro a questo ordine del giorno presentato ieri ci sia (nemmeno tanto nascosta) la lunga mano di corso Marconi. Riteniamo che problemi di questa natura debbano essere affrontati vedendo chiaro dentro una gestione che ha sollevato più di un interrogativo.
Il disegno che intravediamo in tutta questa grande querelle è di chiudere con la politica degli enti strumentali, che vanno giustamente riconsiderati come anche il Consigliere Marchini questa mattina con ragionamenti interessanti sosteneva, ma che comunque non possono essere chiusi attraverso queste incursioni costanti, guerre per procura che qualche ascaro qui dentro va portando avanti.
Signor Presidente, noi abbiamo bisogno di vedere chiaro dentro la vicenda e mi pare che l'ordine del giorno della maggioranza, se si pone il problema di tentare un approfondimento sugli aspetti gestionali, non dica chiaramente in quale direzione politica ci si intenda muovere per il futuro: tutto è aperto. Però si intravede già la direzione di marcia stante l'esperienza pratica di cose già avvenute, come il continuare a mettere, signor Presidente, benzina dentro la macchina altrui, di avere un rapporto subordinato con altri soggetti. E' inutile che rifacciamo sempre i soliti nomi, perché sono sempre gli stessi. Allora da questo punto di vista non possiamo non rigettare fermissimamente questa politica per cui ormai ci sono macchine, apparentemente miste, che viaggiano pressoché esclusivamente con il denaro pubblico, in cui il pubblico non riesce ad esercitare alcun indirizzo né programmatorio né altro.
Pertanto, siccome su questo problema decisivo non si intravede chiaramente la scelta, che pure è nei fatti di questa maggioranza, il sottoscritto voterà contro a questo ordine del giorno, pur condividendo quella parte dell'ordine del giorno che si sofferma sugli aspetti gestionali, quindi la richiesta di un ulteriore approfondimento con la Presidenza della Promark o comunque con i membri eletti dalla Regione in merito a quanto in questi anni è stato fatto. Dibattito che va riportato giustamente, come in quell'ordine del giorno si dice, nell'ambito della Commissione competente per poter su quella base ricostruire una nostra visione di insieme e su quello poter poi assumere tutte le decisioni conseguenti.
Questa esigenza ci pare che sia più chiaramente riaffermata nell'ordine del giorno del Gruppo comunista che il sottoscritto voterà. Io non ho presentato alcun documento, perché mi pareva superfluo condividendo impostazioni che al riguardo sono state esplicitate. Naturalmente, come abbiamo già detto, ci riserviamo, al termine di questo percorso, di avanzare nostre proposte avendone qualcuna da fare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Volevo solo fare una raccomandazione. Non pretendo che sia inserita nell'ordine del giorno che presumibilmente passerà. Ne parlavo prima con il collega Ferrara. La raccomandazione nostra è che si investa nella pienezza il Consiglio di amministrazione eletto di questa fase. E' chiaro Marchini? Dato che ci sono dei poteri al Presidente, tali che il Consiglio di amministrazione possa essere riunito... dobbiamo segnalare la straordinarietà della situazione, tra l'altro ben motivata dal tempo ristretto, con una piena corresponsabilità e informazione di tutto il Consiglio di amministrazione. Credo che il Presidente abbia tutto l'interesse di fare ciò, però lo dico alla maggioranza perché questo sia uno dei punti per far scaturire un cambiamento e per un'alternativa credibile. La mia impressione è che all'interno di quel Consiglio di amministrazione ci sia da distinguere fra chi invece vuole che continui il vecchio stato di cose. Se è così noi dichiareremo chiusa la partita per quanto ci riguarda, ma forse non solo noi; se invece liberiamo delle forze magari, ripeto, riprende vitalità su cui appendere qualche prospettiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, volevo dare assicurazione al collega Bontempi che questo è lo spirito del documento. Solo per questioni veramente formali, di dignità del documento, abbiamo rinunciato ad inserire l'apertura in questa fase di confronto al Consiglio di amministrazione, perché sembrava improprio e irriguardoso nei confronti del Presidente, ma il senso era quello e addirittura stava per essere scritto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 446 presentato dal Consigliere Pezzana, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte ascoltata la relazione della Giunta regionale sulla situazione della Promark S.p.A.
constatato il fallimento complessivo dell'attività svolta fino ad oggi e la mancanza di prospettive concrete sia di sviluppo che di continuazione delle attività stesse, così come evidenziato nella stessa relazione della Giunta regionale i m p e g n a la Giunta regionale a preparare e sottoporre al Consiglio regionale un progetto di cessazione delle attività, di liquidazione del patrimonio societario e di sistemazione del personale oggi in servizio presso la società, entro 30 giorni dall'approvazione del presente ordine del giorno.
Dopo l'approvazione del progetto da parte del Consiglio regionale la Giunta sottoporrà ai soci della Promark S.p.A. il progetto stesso".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 2 voti favorevoli e 24 voti contrari (non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri).
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 448 presentato dal Gruppo PCI, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte visto l'esito del dibattito sulla Promark e i numerosi, gravi e concreti elementi di preoccupazione sullo stato di detta società emersi dai vari interventi considerata la indisponibilità di ogni elemento amministrativo e gestionale necessario a consentire una compiuta valutazione del quadro dei problemi sottolineata l'esigenza di accertare sollecitamente la sussistenza o meno delle condizioni per il mantenimento in vita della Promark impegna la Giunta a condurre una verifica della conduzione amministrativa, tecnica e gestionale della Promark S.p.A. e della corrispondenza delle sue condizioni di funzionalità agli scopi originari che motivarono a suo tempo l'acquisizione del pacchetto azionario di maggioranza da parte della Regione, informandone periodicamente la competente Commissione consiliare e relazionando al Consiglio, affinché possa assumere le eventuali necessarie deliberazioni, entro e non oltre il 30 giugno 1988".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 12 voti favorevoli, 2 contrari e 26 astensioni.
Pongo infine in votazione l'ordine del giorno n. 447 presentato dalla maggioranza, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte sentita la comunicazione svolta a nome della Giunta regionale dall'Assessore Antonio Turbiglio considerati gli interventi e gli elementi emersi dal dibattito esprime apprezzamento per la organicità ed incisività della comunicazione della Giunta regionale considerati i problemi importanti, gravi e delicati evidenziati dalla comunicazione della Giunta regionale e dagli interventi svolti nel corso del dibattito sul piano istituzionale in termini di rapporto Regione - enti strumentali, sul piano politico e di programma, in termini di attualità del ruolo e della struttura della S.p.A. Promark e sul piano della gestione della stessa società esprime il convincimento che si debba aprire nelle sedi e nelle forme più opportune e diverse un approfondito dibattito in ordine all'attualità del ruolo e della identità degli enti strumentali, complessivamente considerati e comunque alla definizione e alla puntualizzazione delle modalità attuative del rapporto tra gli stessi enti e il Consiglio regionale, le Commissioni e la Giunta regionale impegna la Giunta ad elaborare ed esporre al Consiglio, sulla base degli elementi portati dalla comunicazione, dei contributi, degli elementi e delle sollecitazioni conseguenti al dibattito consiliare, nel termine di 60 giorni, e comunque prima dell'approvazione in assemblea del bilancio al 31/12/1987, una prima ipotesi di riconsiderazione e ridefinizione del ruolo della S.p.A. Promark e della sua struttura, all'interno di una prospettiva politica e programmatica che punti all'attuazione delle indicazioni legislative in materia di promozione ed in particolare di attuazione della legge sui centri fieristici invita il Presidente del Consiglio regionale ad inviare copia della comunicazione della Giunta e degli atti consiliari della seduta odierna al Presidente della S.p.A. Promark, invitando nel contempo lo stesso a voler riferire in sede di IV Commissione in ordine alle questioni sollevate segnatamente per gli aspetti gestionali e strutturali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 26 voti favorevoli, 3 contrari e 12 astensioni.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 767: "Esame relazione Giunta delle Elezioni sulla causa di ineleggibilità sopravvenuta nei confronti del Consigliere Vera Fernando (art. 6, legge 23/4/1981, n. 154 in relazione all'art. 2, n. 10 della stessa legge); provvedimenti conseguenti ai sensi dell'art. 16 del Regolamento"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 13) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 767.
La parola al relatore, Presidente della Giunta delle Elezioni Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, con sentenza datata 20 novembre 1987, notificata al Presidente del Consiglio regionale del Piemonte il 30 novembre 1987, la Corte d'Appello di Torino, in riforma della sentenza del Tribunale di Torino, dichiarava la ineleggibilità del Consigliere signor Stefano Strobbia. Detta sentenza, pronunciata in grado di appello, era a tutti gli effetti esecutiva pur nella pendenza del ricorso per cassazione proposto dal Consigliere Strobbia.
Conseguentemente il Consiglio regionale del Piemonte prendeva atto di quanto sopra e con propria deliberazione n. 656 - C.R. 15140 del 3 dicembre 1987 (approvata dalla Commissione di Controllo sugli Atti della Regione Piemonte il 17 dicembre 1987) procedeva alla surroga del Consigliere Strobbia con il signor Fernando Vera, secondo le risultanze del verbale della Commissione Circoscrizionale Elettorale, rinviando la convalida della elezione del signor Vera all'esito dell'accertamento da parte della Giunta delle elezioni, ai sensi dell'art. 16 del Regolamento del Consiglio regionale, in ordine alla sussistenza di condizioni di ineleggibilità o di incompatibilità in capo al neo-Consigliere.
L'avv. Giuseppe Bara, prima con lettera e quindi con trasmissione di copia del ricorso presentato al Tribunale di Torino, segnalava al Presidente del Consiglio regionale come, a suo parere, il signor Fernando Vera si trovasse in condizione di ineleggibilità, ai sensi dell'art. 2 nn.
10 e 11 della legge 23/4/1981, n. 154, in quanto alla data di convocazione dei Comizi Elettorali e a quella della presentazione delle liste dei candidati ricopriva la carica di Presidente della Promark S.p.A., società di cui la Regione Piemonte deteneva la maggioranza del capitale azionario e comunque ente dipendente della Regione Piemonte.
A richiesta del Presidente della Giunta delle Elezioni, il signor Fernando Vera comunicava di rimettersi al giudizio della Giunta stessa in ordine alla sussistenza o meno di cause di ineleggibilità o di incompatibilità, confermando altresì di ricoprire dal dicembre 1980 la carica di Presidente della Promark S.p.A., società di cui la Regione era azionista fino al 15 marzo 1985 per una quota pari al 48,20% del capitale azionario, dal 15 marzo al 18 luglio 1985 (cioè il periodo della presentazione della convocazione comizi elettorali e della presentazione delle liste) per una quota pari al 30,50% e dal 18 luglio 1985 per una quota pari al 56,83%.
La Giunta per le Elezioni ha preso in esame tale situazione e, dopo ampio dibattito, ha ritenuto a maggioranza non sussistere condizioni di ineleggibilità originaria, in quanto la maggioranza dei componenti della Giunta delle Elezioni ha ritenuto che, per quanto riguarda la partecipazione azionaria, al momento delle elezioni la Regione non aveva la maggioranza assoluta del capitale azionario, ma aveva una quota pari al 30,50%, quindi non si ricadeva nella previsione di cui al n. 10 dell'art.
2 della legge del 1981.
Ha ritenuto altresì che la S.p.A. Promark e per la sua qualità di società per azioni e per i rapporti intercorrenti tra la S.p.A. stessa e la Regione non potesse essere catalogato come ente dipendente dalla Regione e quindi non ricadere nella previsione di cui al n. 11 dello stesso art. 2 della legge del 1981.
Successivamente la Giunta delle Elezioni ha ritenuto essersi verificata una condizione di ineleggibilità sopravvenuta, vale a dire da quando nel luglio 1987 la Regione ha acquisito la maggioranza assoluta delle quote della Promark S.p.A. e quindi si è verificato il caso previsto dal n. 10 dell'art. 2 della legge del 1981.
In questi casi il Regolamento prevede che il caso sia trattato al pari di una incompatibilità e quindi se il Consiglio regionale approverà e farà propria la proposta della Giunta delle Elezioni, tale situazione dovrà essere contestata dal Presidente del Consiglio al Consigliere interessato il quale entro 10 giorni dalla contestazione dovrà sciogliere la sua situazione di ineleggibilità sopravvenuta che, come ricordavo, è una situazione di incompatibilità nella sostanza. Quindi la Giunta per le Elezioni con una seconda votazione, questa volta all'unanimità, ha ritenuto sussistente certamente una condizione di ineleggibilità sopravvenuta, e quindi propone al Consiglio regionale di confermare questa sua decisione e di procedere a sensi di Regolamento.



PRESIDENTE

Udita la relazione del Presidente della Giunta delle Elezioni, si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 favorevoli 40 Consiglieri contrari 3 Consiglieri.
Il Consiglio approva le conclusioni cui è pervenuta la Giunta delle Elezioni e in particolare prende atto che la stessa ha ritenuto che il Consigliere Vera Fernando fosse eleggibile all'atto della presentazione delle liste elettorali, ma attualmente versi in condizioni di ineleggibilità sopravvenuta.


Argomento: Nomine

Esame proposta di deliberazione n. 768: "Interporto di Torino SITO S.p.A. Collegio sindacale - Nomina di un Sindaco supplente in sostituzione del signor Maffeo Dario dimissionario. Revoca della precedente deliberazione del 22/12/1987, n. 690, per correzione di errore"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 768, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'immediata esecutorietà della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.


Argomento: Nomine

NOMINE


PRESIDENTE

In merito al punto 14) all'o.d.g. si distribuiscano le schede per le seguenti Nomine.
Consiglio nazionale per l'ambiente (art. 12 della legge 8/7/1986, n.
349). Nomina di un rappresentante della Regione in sostituzione dell'Assessore Eugenio Maccari dimissionario.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletta la signora Elettra Cernetti.
Comitato di controllo sugli atti degli Enti locali - Sezione decentrata di Novara. Nomina di un membro supplente in sostituzione del signor Scacchi Pierangelo dimissionario.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Michele Caldarera.
Comitato di controllo sugli atti degli Enti locali - Sezione decentrata di Verbania. Nomina di un membro effettivo in sostituzione del signor Vittorio Buzio dimissionario.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Cesare Negri.
Politecnico di Torino (legge 30/11/1973, n. 766) - Consiglio di amministrazione. Nomina di un rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletta la signora Anna Cerutti.
Università degli Studi di Torino (legge 30/11/1973, n. 766) Consiglio di amministrazione. Nomina di un rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Giuseppe Deorsola.
Collegio dei Revisori dei Conti dell'USSL n. 50 di Gattinara. Nomina di un membro in sostituzione del signor Oreste Lavaselli dimissionario.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Pier Franco Ubertino.
Collegio dei Revisori dei Conti dell'USSL n. 53 di Arona. Nomina di un membro in sostituzione del signor Alfredo Lodari dimissionario.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Angelo Brustia.
Collegio dei Revisori dei Conti dell'USSL n. 54 di Borgomanero.
Nomina di un membro in sostituzione del signor Francesco Dulio dimissionario.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Alberto Negri.
Collegio dei Revisori dei Conti dell'USSL n. 62 di Fossano. Nomina di un membro in sostituzione del signor Battista Fagnola dimissionario.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Herri Fenoglio.
Collegio dei Revisori dei Conti dell'USSL n. 67 di Ceva. Nomina di un membro in sostituzione del signor Luciano Boasso dimissionario.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Giancarlo Meriggio.
Collegio dei Revisori dei Conti dell'USSL n. 70 di Alessandria.
Nomina di un membro in sostituzione del signor Egidio Rangone dimissionario.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Gennaro Cesario.
Istituto Zooprofilattico Sperimentale per il Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta - Consiglio di amministrazione. Nomina di un rappresentante in sostituzione del signor Onorato Petrini dimissionario.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Mario Buri.
Osservatorio di Genetica Animale - Collegio sindacale. Nomina di un membro effettivo in sostituzione del signor Claudio Baldi dimissionario.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Bartolomeo Bovetti.
Consiglio Regionale di Sanità ed assistenza (art. 3, L.R. 4/7/1984 modificata dall'art. 1, L.R. n. 20/85). Nomina di sei membri in sostituzione dei signori Rosso, Pettinati, Oberto, Brean, Carnevali e Donadio.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Renzo Lucchiari, Adriano Ramello, Domenico Moniaci, Francesco Pugliese, Umberto Bosio e Camillo Rosso.
Pongo in votazione l'immediata esecutorietà della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 31 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
Interporto di Torino SITO S.p.A. - Collegio sindacale. Nomina di un Sindaco supplente in sostituzione del signor Dario Maffeo dimissionario.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Enzo Martino.


Argomento: Turismo: argomenti non sopra specificati

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Ordinamento e piante organiche delle aziende di promozione turistica"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 8) all'o.d.g. che prevede l'esame della legge rinviata dal Governo relativa a: "Ordinamento e piante organiche delle aziende di promozione turistica".
La relazione viene data per letta.
La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Si tratta di una riconferma per parte nostra di un voto negativo a questa legge che è la conseguenza dell'atteggiamento che abbiamo mantenuto sulla legge originaria di istituzione delle APT che ho già avuto modo l'altra volta di dire, in coerenza rispetto a quel tipo di impostazione. Va detto che la legge oggi in approvazione è la riconferma della legge precedente, fatta salva l'acquisizione delle osservazioni del Commissario di Governo che aveva richiamato. Per parte nostra comunque riconfermiamo il voto negativo.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 2 approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Organizzazione turistica

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Disciplina delle attività di organizzazione ed intermediazione di viaggi e turismo"


PRESIDENTE

Il punto 9) all'o.d.g. prevede l'esame della legge rinviata dal Governo relativa a: "Disciplina delle attività di organizzazione ed intermediazione di viaggi e turismo".
Tale provvedimento è stato licenziato all'unanimità dalla Commissione competente.
La relazione viene data per letta.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Avondo. Ne ha facoltà.



AVONDO Giampiero

Vi sono due emendamenti che il collega Biazzi ha presentato in rapporto a questa legge che il nostro Gruppo aveva approvato, che riconferma di approvare e che riguardano due questioni specifiche.
Una riguarda i tempi, nella fase transitoria di attuazione di questa legge, previsti nella modifica della legge in sei mesi. Il collega Biazzi propone di portarla a nove mesi in attesa della costituzione delle Commissioni provinciali che dovranno poi attivare questo tipo di norma.
Un secondo emendamento riguarda la classificazione delle varie agenzie di viaggio e come salvaguardare sostanzialmente le agenzie di viaggio esistenti di categoria b).
Non avendo ricevuto gli emendamenti dichiaro il mio imbarazzo nel senso che devo parlare a nome di un collega che non è presente.
In via preventiva so già che la Giunta respingerà gli emendamenti quindi da questo punto di vista mi corre solo l'obbligo di segnalare al Consiglio quali erano le motivazioni che avevano portato il collega Biazzi a presentare questi due emendamenti.
Il secondo problema si riferiva alla preoccupazione di salvaguardare le agenzie di viaggio di categoria b) rispetto all'entrata a regime della norma che definiamo con la legge che ci apprestiamo a votare. Queste erano le due questioni che il collega Biazzi ha proposto. Chiediamo una valutazione da parte della Giunta. Naturalmente noi riconfermiamo il voto favorevole alla legge.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore al turismo

La richiesta del collega Avondo circa l'insediamento della Commissione concorda sui nove mesi per dare tempo alle Province di riordinare l'assetto funzionale del servizio agenzia viaggi.
Per salvaguardare le categorie delle agenzie occorre promuovere un corso formativo quando predisporremo la legge. Quando si approvano leggi non si promuove chi è in possesso del titolo di scuola media inferiore alla scuola media superiore. Quindi questo è il vero problema, non è una questione politica, pertanto prego il collega Avondo di ritirare l'emendamento.
La Giunta è favorevole alla proposta dei nove mesi e non è favorevole a promuovere a categoria superiore le agenzie in sede di una nuova normativa.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Emendamento presentato dal Consigliere Biazzi: all'ultimo comma, la dizione "non oltre sei mesi dall'entrata in vigore" è sostituita da "non oltre nove mesi dall'entrata in vigore".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 20 nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'art. 20 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame mozione n. 418 presentata dal Gruppo PCI sulla trasformazione urbanistica dell'area "Lingotto"


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, vi sono ancora diversi provvedimenti da esaminare: la mozione relativa al Lingotto, quella relativa alla politica energetica due proposte di deliberazione attinenti alla sanità e alcuni progetti di legge. Dobbiamo stabilire se riportare tali argomenti alla seduta della prossima settimana oppure se proseguire i lavori. Spetta ai Gruppi decidere, però ritengo sia più opportuno rinviare alla prossima settimana l'esame di questi argomenti.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, abbiamo due buone ragioni per chiedere che venga avviato il dibattito sul Lingotto: primo, perché la prossima settimana ci troveremmo di nuovo nella situazione di non finire l'esame dell'o.d.g.
odierno basato su tre argomenti centrali; la seconda ragione è che c'è una stretta attualità dell'argomento Lingotto ed è pertanto essenziale che vi corrisponda la nostra tempestività.
Ieri è stato preso l'impegno di proseguire fino all'esaurimento, anche se non si può esaurire tutto. Non siamo per cose irrealistiche, certo per occorre non finire solo con la coda della Promark; era già finita ieri dopo le notizie della stampa al di là dei fatti d'aula! Allora oggi non faremmo il Lingotto per la coda di una cosa che era già finita ieri. Questo è impossibile. Chiedo al Presidente di proseguire. Noi vorremmo illustrare la nostra posizione, sentire la collocazione degli altri Gruppi e poi vedremo se ci saranno le condizioni per chiudere questo argomento. Un voto al nostro ordine del giorno potrebbe permettere di chiudere rapidamente.



PRESIDENTE

D'accordo.
Passiamo pertanto all'illustrazione del documento sul Lingotto presentato dal Gruppo comunista. Si aprirà quindi il dibattito e poi si valuterà se rinviare o meno.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione della mozione.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, verso la metà del mese di dicembre dell'anno scorso il Consiglio regionale discusse un ordine del giorno presentato dal nostro Gruppo con il quale si invitava la Giunta ad assumere la procedura di annullamento di un provvedimento emanato dal Comune di Torino riguardante l'autorizzazione a costruire una tettoia all'interno del complesso del Lingotto.
Tale ordine del giorno venne respinto dalla maggioranza. Ora, fatti nuovi di cui siamo venuti a conoscenza questa mattina ci inducono a riproporre negli stessi termini l'attivazione da parte del Presidente della Giunta regionale di tale provvedimento in quanto rileviamo e continuiamo a sottoporre molto pacatamente ma con molta preoccupazione ai colleghi Consiglieri di maggioranza e di minoranza il fatto che l'intervento, che avemmo richiesto tempestivo della Regione Piemonte per ripristinare quello che a noi pareva una legalità violata, si impone di nuovo alla nostra attenzione dall'avvio dell'indagine della Magistratura sui fatti medesimi.
Questo intervento tempestivo non c'è stato e noi per quale motivo lo riproponiamo? Per il motivo che non c'è nessuna persona ragionevole che possa sostenere che l'autorizzazione di fronte alla quale ci troviamo sia l'autorizzazione di una tettoia. Non si può sostenere in alcun modo che sia temporanea (di questo ne ha dato atto l'Assessore Genovese), non si pu sostenere che fosse autorizzabile ma semmai concedibile. A metà dicembre dello scorso anno abbiamo assistito a quella che, permettete, è la solita scena di maggioranza, il solito ruolo di una maggioranza che di fronte a contestazioni dell'opposizione invece di ragionare con la logica dei fatti guardando in faccia la realtà delle cose, si è chiusa a riccio in un atteggiamento di pura difesa di schieramento, di pura difesa di schieramenti di maggioranza in altre istituzioni (nel Comune di Torino) respingendo la logica dei fatti ed assumendo un atteggiamento, badate bene che è stato di diniego di un provvedimento da noi richiesto di annullamento dell'autorizzazione, ma fatto in termini (che avevamo anche criticato) neppure netti. La maggioranza ha negato le affermazioni dell'opposizione poi le ha valutate, qualche cosa ha negato, qualche altra cosa ha neghigghiato, ha rimandato, si è cautelata dietro ad oggi sulla base di cosa conosciamo e poi si vedrà. Traspariva chiaramente che dubbi all'interno della maggioranza ne esistevano, anche nella votazione: un Consigliere di maggioranza si è assunto la responsabilità di far capire che non tutto era così chiaro, un collega della Democrazia Cristiana, il Consigliere Bergoglio...



BRIZIO Gian Paolo

Oooh, la collega Bergoglio?



CHIEZZI Giuseppe

Ma come, Capogruppo Brizio, lei dice "oooh la collega Bergoglio?". Non devo ritenere la collega Bergoglio degna della stessa attenzione di tutti gli altri Consiglieri regionali?



BRIZIO Gian Paolo

Non è esperta in urbanistica.



CHIEZZI Giuseppe

Ma un Consigliere regionale non dev'essere un esperto urbanistico, deve essere un uomo politico che sa leggere e scrivere e dà dei giudizi politici sulle vicende. Io non mi sogno assolutamente di dare un giudizio sugli interventi della collega Bergoglio; mi stupisce che lo dia il suo Capogruppo, ma comunque se ne assumerà lui la responsabilità di fronte al suo Gruppo e di fronte alla collega Bergoglio.



BRIZIO Gian Paolo

Me ne assumo la totale responsabilità.



CHIEZZI Giuseppe

Allora, questa difesa di maggioranza che io ho giudicato allora miope secondo me non può essere riproposta per una seconda volta in questa circostanza. Non è un voto di maggioranza, colleghi, che può trasformare in una tettoia qualcosa che tettoia non è; non bastano i voti, non bastano i numeri. La forza delle cose è lì, non la si smuove, non la si cambia con un voto di maggioranza. Forse c'era una qualche subordinazione, soggiacenza di fronte a questo colosso Fiat che con pressioni sul giornale ventilava la possibilità di non mantenere il Salone dell'Automobile a Torino? Può darsi.
Certo che questo strapotere della Fiat si evidenzia in tante cose, anche piccole, a volte sono anche le piccole cose che danno il tono di una situazione. Io non so se i colleghi sono al corrente che la Fiat ha addirittura iniziato i lavori prima di avere l'autorizzazione. E' un mezzuccio, se volete, ma è indice di un clima: noi dobbiamo dimostrare come istituzione che governiamo e che la Fiat non può fare quello che vuole; non può iniziare i lavori anzitempo e proprio in base alla denuncia che abbiamo fatto come opposizione, abbiamo attivato il controllo del Comune di Torino che ha verificato l'inizio dei lavori prima dell'autorizzazione e il Comune di Torino è stato obbligato a dare un'ammenda alla società Fiat. Ammenda che poi ha applicato in misura minima (500.000 lire); se ha deciso così va bene, però abbiamo verificato.



MARCHINI Sergio

Magari anche rateizzate.



CHIEZZI Giuseppe

Sì, magari anche rateizzate. Questi sono dei mezzucci.
Ora, perché risolviamo il problema? Perché la maggioranza non ha ascoltato né al Comune di Torino né in Consiglio regionale le proposte dell'opposizione e adesso cosa è successo? E' successo che la Magistratura indaga. Devo subito dire che questo fatto non ci soddisfa, non ci rende soddisfatti, non ci fa felici: "Oh, finalmente è intervenuta la Magistratura!". No, colleghi! Noi diciamo: "Oh, purtroppo è intervenuta la Magistratura!". E dove è intervenuta? Dove il potere politico che poteva intervenire, e noi abbiamo proposto dovesse intervenire, non è intervenuto e non ha fatto la propria parte. Sembra difficile, con tutte le esperienze che purtroppo abbiamo avuto nella Regione Piemonte e nella città di Torino sostenere che anche in questa vicenda la Magistratura si è ammalata di protagonismo, che la Magistratura ha invaso terreni amministrativi che sono di competenza di un altro livello istituzionale, che ha calpestato le istituzioni, che è invadente. No, mi sembra che un'autocritica la dobbiamo fare: la Magistratura è intervenuta perché il potere politico non è intervenuto a fare chiarezza estrema.
Noi avevamo chiesto chiarezza alla Giunta che aveva promesso di chiedere al Comune di Torino una certificazione urbanistica. La Giunta che aveva promesso di dire al Comune di Torino che comunque l'autorizzazione non era temporanea e bisognava integrare l'autorizzazione dal punto di vista della temporaneità. Allora, cosa è successo? E' successo che anche in Consiglio regionale non sono stati portati questi elementi. Elementi che il Sindaco di Torino ha fornito alla Giunta regionale, all'Assessore. Noi stiamo cercando di superare una mancanza di coordinamento.



BONTEMPI Rinaldo

Chiedo scusa al mio compagno Chiezzi, ma vorrei fare una considerazione in merito alla possibilità o meno di svolgimento del dibattito. Noi avevamo detto che volevamo svolgere il dibattito e ci è stato detto di sì, poi si è liquefatta la presenza in aula. Non è che noi brilliamo tantissimo comunque ci siamo. Io vedo però un vuoto incredibile.
Chiedo alla Presidenza e chiedo ai Gruppi se garantiscono lo svolgimento del dibattito, altrimenti, senza nemmeno arrabbiarci tanto Chiezzi sospende il suo intervento.



CHIEZZI Giuseppe

Sì, io però ricomincio dall'inizio, non dall'ultima parola.



BONTEMPI Rinaldo

Stai tranquillo, il giorno dopo è sempre il giorno dopo.



PRESIDENTE

I Capigruppo sono in numero di otto.



BONTEMPI Rinaldo

Noi diamo molta importanza a questo dibattito.



BRIZIO Gian Paolo

Noi Capigruppo ci siamo.



BONTEMPI Rinaldo

Collega Brizio, il dibattito fra Capigruppo lo facciamo nella sede della Conferenza dei Capigruppo, questo è il Consiglio. O c'è il segno che ha senso il dibattito, altrimenti lo si rimanda a giovedì prossimo.



PRESIDENTE

Se consentite, io avevo formulato questa proposta, però ora la discussione è iniziata con Chiezzi, terminiamo almeno l'illustrazione.



BONTEMPI Rinaldo

Io pensavo che qui si stesse per finire il Consiglio, invece non è così! Ho visto un Capogruppo andarsene con il suo bel cappotto e gli altri non ci sono. Do atto ai Capigruppo di essere presenti, permettete però che si sviluppi un dibattito normale. Se questo oggi non si può fare, lo faremo giovedì. Ci siamo sbagliati nel chiedere di svolgerlo adesso.



BRIZIO Gian Paolo

Avendo scelto di proseguire nella seduta è evidente che a quest'ora ci saranno alcuni Consiglieri al bar, per cui accettiamo di fare il dibattito tenendo conto della nostra qualificazione in aula. Posso capire la posizione del Gruppo comunista. Che non sia sufficiente la presenza in aula è una valutazione legittima. E' evidente però che avendo prolungato lo svolgimento della seduta dalle 13 alle 14, come sempre in questi casi, vi è una fase di minor presenza. Se i Consiglieri comunisti intendono rimanere e proseguire nel dibattito, inviterò i miei colleghi a rientrare in aula, e lo faccio molto volentieri. Se invece si vuol scegliere l'altra via, voglio che si tenga presente l'oggettiva situazione nella quale operiamo e non una volontà da parte nostra di non prestare attenzione al dibattito.



PRESIDENTE

La mia proposta infatti era che dopo un giorno e mezzo di dibattito fosse inopportuno iniziare un argomento così importante che richiede almeno tre ore di discussione. Il rinvio del dibattito al primo punto dell'o.d.g.
della seduta di giovedì prossimo mi pare più proprio, considerata anche la tensione in aula dopo una mattinata di discussione e in un'ora in cui evidentemente c'è già stanchezza.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Visto che mi pare che si consenta al rinvio, consento anch'io. Faccio semplicemente questa osservazione: forse il tipo di intervento che stavo svolgendo, rivolgendosi molto ai Consiglieri regionali, più che agli schieramenti politici, fatto in assenza di numerosi colleghi, fosse un discorso che lasciava il tempo che trovava. Se fosse un discorso solo di schieramento la presenza dei Capigruppo sarebbe sufficiente, ma mi rivolgo molto preoccupato ai Consiglieri regionali nella loro responsabilità.
Acconsento quindi, in assenza dei Consiglieri, di rimandare il discorso ripromettendomi di richiamare in termini molto succinti la parte iniziale del discorso e non più con questa lunghezza di esposizione.



PRESIDENTE

Il dibattito è pertanto rinviato alla prossima seduta.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,20)



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