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Dettaglio seduta n.12 del 10/10/85 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento: Trasporti su ferro

Comunicazione della Giunta regionale sull'incontro avuto con il Ministro Signorile sui tagli alle linee ferroviarie in Piemonte


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
La parola all'Assessore Cerutti per una comunicazione in ordine all'incontro avuto ieri a Roma col Ministro dei trasporti, on. Signorile in merito al taglio dei "rami secchi" delle ferrovie.
La parola all'Assessore Cerutti.
CERUTTI, Assessore ai trasporti Colleghi, ritengo doveroso informarvi della situazione in atto in campo nazionale e per quanto riguarda il territorio della nostra Regione circa la proposta del Ministro dei trasporti di tagliare i famosi "rami secchi" delle ferrovie, cioè quelle linee ferroviarie che economicamente non rispettano i parametri della normativa CEE, da un lato, e da quanto previsto nelle nostre leggi finanziarie dall'altro.
Nell'incontro di ieri ci è stata data la prima informazione ufficiale al riguardo. Parecchi giornali avevano già anticipato alcuni dati e devo dire che erano peraltro esatti rispetto a quanto ieri ci è stato comunicato, ma ritengo sia comunque doveroso da parte mia informare correttamente il Consiglio di questo.
La proposta di tagli che il Ministro intende operare o intendeva operare sul territorio piemontese era di 503,7 chilometri e riferita alle seguenti linee: Pinerolo-Torre Pellice : 17 Km Biella-Santhià : 26,7 Km Cantalupo-Bra-Cavallermaggiore : 90 Km Biella-Novara : 50,8 Km Asti-Casale : 45 Km Savigliano-Saluzzo : 14,9 Km Susa-Bussoleno : 7,5 km Varallo-Romagnano-Vignale : 60,8 km Chivasso-Asti : 51,3 Km Bastla-Bivio Mondovì : 11,9 Km Ceva-Ormea : 35,4 Km Trofarello-Chieri : 8,6 Km Airasca-Saluzzo-Cuneo : 63,8 Km Asti-Castagnole Lanze : 20 Km.
Gli uffici tecnici del compartimento delle Ferrovie dello Stato a latere di questo piano hanno elaborato i risparmi economici ottenibili che sarebbero pari a 82 miliardi annui, che è il disavanzo che su queste linee annualmente le Ferrovie dello Stato sono chiamate a ripianare.
Ho chiesto a nome del Presidente della Giunta un incontro privato con il Ministro per esaminare più da vicino la situazione dei tagli, anche perché non vorremmo pagare il fatto che Cavour era piemontese e che su 1600 chilometri di tagli sull'intera rete nazionale un terzo venisse effettuato nella nostra Regione.
Il Ministro mi accordava un'ora di tempo per esaminare questa problematica e al termine del colloquio ha accettato una modifica rispetto a quanto era stato previsto.
Si è entrati nel merito non solo per l'aspetto economico, ma per l'importanza che territorialmente alcuni centri hanno e che rimarrebbero con questi tagli, completamente isolati (Biella; l'area sud del Piemonte: Asti- Casale; l'area di Saluzzo: Airasca-Saluzzo, Busca, Madonna dell'Olmo e ancora Bra e Alba).
La modifica contempla le seguenti linee che sono state reinserite d'ufficio: Biella- Santhià per: 26,7 Km Cantalupa - Bra - Cavallermaggiore per: 90 km Biella-Novara per 80,8 Km Airasca - Saluzzo Cuneo per 63,8 Km In ultimo la linea Asti-Castagnole Lanze che presentava elementi giustificativi di carattere tecnico, in quanto stiamo operando un massiccio intervento di sistemazione ferroviaria con un investimento di 30 miliardi.
Sono stati recuperati sostanzialmente 250 chilometri sui 500 chilometri iniziali.
Rimangono ancora scoperte delle linee importanti sulle quali io mi permetto di darvi alcuni dati: la linea Asti-Casale è passiva per 11 miliardi e 127 milioni: non ha passeggeri la linea Asti-Chivasso è passiva per 7 miliardi circa.
Non è che l'Assessore abbia accettato che questi tagli venissero operati. L'Assessore ha detto al Ministro che, secondo la propria visione di carattere generale, non potevano essere accolti; l'Assessore ne avrebbe comunque fatto oggetto di relazione alla II Commissione, eventualmente anche al Consiglio regionale, e che il Consiglio avrebbe comunque mandato al Ministro le proprie osservazioni su questi tagli, sebbene non venga richiesto il parere regionale.
Questi tagli significano che queste linee ferroviarie verranno mantenute da parte delle Ferrovie solo per il trasporto merci e non più per servizio passeggeri.
I collegamenti ferroviari saranno sostituiti da servizi di autobus.
Circa questo passaggio il Ministro si è impegnato ad esaminare due proposte: o attuando collegamenti sostitutivi svolti direttamente dalle Ferrovie dello Stato oppure assegnando direttamente alle Regioni che dovranno disporre di una cifra necessaria per consentire questi collegamenti in modo da non penalizzare le zone interessate dai tagli.
Non è solamente in Piemonte, per la verità, che diventa difficile sostenere collegamenti con dei costi pari a 104 milioni per cittadino trasportato su alcune linee d'Italia, ma proprio perché sono situazioni che ci sembrano veramente insostenibili.
L'occasione di questo colloquio con il Ministro ci ha consentito anche di sottoporre il problema delle ferrovie in concessione.
Il Ministro si è impegnato ufficialmente a finanziare la linea Torino Ciriè - Lanzo e pertanto ha assicurato il suo finanziamento, non so se integrale, ma sicuramente sostanziale, nel prossimo FIO. Questo pacchetto è di assoluta competenza delle Ferrovie, perché è finanziato direttamente sui fondi assegnati alle Ferrovie dello Stato.
Possiamo contare perciò su questo finanziamento e all'assegnazione dei fondi che dovrebbe avvenire alla fine di ottobre. Con l'approvazione della legge finanziaria questa volta sono previsti dei fondi da assegnare agli aeroporti.
Insieme alla collega Vetrino ho partecipato all'ultima assemblea SAGAT.
Ho illustrato al Ministro, perché l'occasione me lo consentiva, il grande sforzo che SAGAT, Comune di Torino e Regione stanno compiendo per adeguare il proprio aeroporto alle necessità reali di' traffico, con una spesa che si aggira attorno ai 46 miliardi di investimenti.
Anche in questo caso il Ministro si è impegnato ad assumere sul proprio bilancio, se la legge finanziaria non presenterà dei tagli nel settore delle strutture aeroportuali, un finanziamento pari al 50% sulla somma che noi, come struttura regionale, comunale, aziendale e societaria, saremmo costretti comunque ad assicurare.
Ho voluto dare queste informazioni al Consiglio perché mi giungono sollecitazioni da tutte le parti, non solo dal Biellese - che sono già sul sentiero di guerra - ma anche da alcune parti del Cuneese e da altre zone che si sentono penalizzate da questo piano.
Non aggiungo più nulla e rinvio il tutto a mercoledì, giorno in cui produrrò alla II Commissione un'ampia documentazione in merito, compresa la relazione che il Signor Ministro ha presentato alla Commissione trasporti del Senato contenente in un certo senso le indicazioni e i parametri adottati dai tecnici delle Ferrovie per definire questi tagli sull'intera rete nazionale.



PRESIDENTE

Sulla comunicazione dell'Assessore Cerutti è aperta la discussione.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Cerchio. Ne ha facoltà.
CERCHIO Cercherò di stare nei tempi stabiliti.
Ringrazio intanto l'Assessore Cerutti per questa comunicazione che mette, si fa per dire, "chiarezza", ma la chiarezza in realtà è ancora confusa, su una vicenda che nelle scorse settimane ha avuto una pubblicistica non indifferente a seguito di informazioni di stampa e cioè il piano di tagli che il Ministero competente annunciava e del quale prevedeva la prossima applicazione. A volte giustificate, altre volte non giustificate, si sono sollevate la preoccupazione e la protesta delle varie comunità del Piemonte. Categorie di utenti sono insorte acciocché questi tagli non venissero pesantemente a cadere senza un minimo di partecipazione e di confronto là dove si potesse verificarne la opportunità effettiva tenuto conto che, mi è parso di capire dalla comunicazione dell'Assessore le motivazioni espresse a livello ministeriale sono di natura finanziaria legate a grosse passività di alcune linee.
Non sempre però questi interventi vengono legati alla necessità di essere produttivi, comunque in alcune aree particolarmente disagiate, a nostro modo di vedere, in una qualche misura anche delle passività possono essere sopportate laddove il servizio è comunque fatto importante come servizio sociale e quindi come risposta alla necessità e al bisogno della utenza.
Lo stimolo di ciascuno di noi è certamente non poco, a portare un discorso legato alla propria esperienza, all'area dove opera in misura più presente, ma non posso non ricordare - e chiedo scusa alla Presidenza e all'Assessore sé lo richiamerò telegraficamente - un problema che non da oggi viene affrontato in questa assemblea e non da oggi viene affrontato in tante realtà periferiche dell'area metropolitana sud, là dove esiste una situazione di particolare disagio sia in ordine alle comunicazioni su gomma (mezzo pubblico e privati) che a quelle ferroviarie.
Mi riferisco all'area del Chierese, quindi, mi consenta: non un riferimento campanilistico, ma particolarmente sentito e vivace che ha avuto echi non indifferenti almeno in questi ultimi dieci anni relativamente alla ipotesi di taglio della linea Trofarello-Chieri in un'area, quella del Chierese, che presenta molti aspetti negativi per quanto riguarda i trasporti e le comunicazioni.
Intanto, ricordo un problema ormai noto a questa assemblea.
Nel 1975 è decollato il pedaggio "capestro" sulla tangenziale di Torino al casello di Santhena-Cambiano che fa pagare alla utenza del Chierese dell'Astigiano e dell'Albese, la penetrazione nell'area metropolitana torinese, unico caso o uno dei pochissimi casi in Italia in cui per entrare nella vicina metropoli occorre pagare (nato nel 1975 e mai più tolto) per una macchina di media cilindrata un pedaggio di 1400 lire al passaggio su una tangenziale creata proprio per favorire la penetrazione veloce dei lavoratori pendolari o di tutti coloro che comunque usano il mezzo automobilistico per recarsi nell'area torinese.
E' una arteria che viene sottoutilizzata, giacché questa possibilità viene negata da un prezzo, almeno di passaggio andata e ritorno, di 2800 lire. Questa tangenziale quindi non svolge la funzione per la quale è stata creata e tutta questa utenza, che non è solo dell'area del Chierese, ma dell'Astigiano e dell'Albese, viene ad essere pesantemente penalizzata.
Questi utenti pagano il mancato incasso di altri caselli che nel frattempo dal 1975 in poi sono stati eliminati: quindi si accollano gli oneri dei mancati incassi di tutto il perimetro dell'area che circonda il Comune di Torino.
Il secondo aspetto negativo che pesa sui trasporti e sulle comunicazioni di questa area è la ex-filovia Chieri - Pino - Reaglie Torino, oggi gestita dai Trasporti Torinesi, che è uno dei trasporti su gomma più cari del Piemonte, giustamente perché deve superare l'altura di Pino.
Il terzo aspetto è che l'unica forma di collegamento esistente è quella per ferrovia, da tempo oggetto di attenzioni e che oggi viene inserita tra quelle nove linee che verrebbero eliminate e che avrebbe potuto servire attraverso treni navetta (proposta già avanzata da tempo), per collegare Chieri con Trofarello almeno per la coincidenza coi treni per Torino e che oggi, perché non valorizzata, rischia la cancellazione.
Sollecito attenzione particolare da parte della Giunta e dell'Assessorato a questo problema, proprio perché le tre forme di collegamento registrano tutte aspetti estremamente negativi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Guasso. Ne ha facoltà.
GUASSO Prenderò atto di due cose e farò una considerazione.
La prima cosa di cui prendo atto è questa: finalmente è finita o secondo le dichiarazioni dell'Assessore, dovrebbe essere finita la girandola sulle notizie dei tagli di linee FF.SS. una girandola importante per il Piemonte perché noi sembriamo la Regione più penalizzata d'Italia assieme alla Sicilia, secondo almeno le ultime proposte prima delle modifiche da parte del Ministero. Cioè ci parrebbe che ci fosse una intenzione di aggiungere ai problemi della crisi, che già travaglia la nostra Regione, altri elementi di aggravamento dello stato sociale.
Io non sono per difendere il tutto, è chiarissimo che andremo a discutere, però bisogna anche avere occhio a esigenze e a problemi che ci consentano di rispondere fino in fondo alle necessità della popolazione.
La seconda cosa di cui voglio prendere atto è lo sforzo compiuto dall'Assessore per ridurre i tagli.
L'Assessore è andato a una trattativa e ha portato a casa 250 chilometri su oltre 500 proposti di essere tagliati, di cui alcuni inconcepibili. Non si capiva infatti perché la città di Biella dovesse essere totalmente isolata dal mondo. Sono d'accordo che in materia di trasporti si debba considerare il rapporto tra costi e ricavi e questa è la linea che in questi anni si è affermata, ma non può essere fatto un ragionamento esclusivamente tecnico di ragioneria finanziaria, soltanto sul terreno dei costi e dei ricavi, altrimenti credo che il biglietto del tram a Torino dovrebbe costare 1500 lire. I trasporti, soprattutto quelli effettuati dalle FF.SS., per alcune zone sono un servizio sociale, è una parte della qualità della vita per intere aree.
Non voglio qui fare distinzioni, ma certe proposte davvero isolerebbero diverse zone: Torre Pellice, Ceva, Ormea, Susa in rapporto a Bussoleno.
Sono fatti che esprimono solo una ingegneria finanziaria di rapporto tra costi e ricavi, senza guardare alle situazioni sociali e all'interesse sociale della presenza della ferrovia. Siamo quindi d'accordo di affrontare il discorso in Commissione di dare al Ministero un parere perché noi possiamo solo fare questo.
La legge che verrà mandata in Parlamento sarà lì discussa. Le proposte del Ministro Signorile lasciano aperti problemi gravi che non possono essere accettati dalla nostra Regione.
Giungo ora alla considerazione. Io voglio qui ricordare che da anni si parla di potenziamento del nostro sistema ferroviario. Quando ho avuto la fortuna di fare l'esperienza parlamentare, nella X Commissione trasporti già si parlava di grande potenziamento del sistema ferroviario, partendo dal fatto che noi abbiamo il più vecchio sistema ferroviario d'Europa, sia nelle strutture che nei mezzi, per cui tutti hanno blaterato in questi anni di un cambiamento radicale nella scelta dello sviluppo del sistema ferroviario. Qualche battaglia è stata vinta nel passato, ad esempio il piano integrativo per le ferrovie, che ha scadenza quest'anno e bisognerà controllare quale punto è stato raggiunto in Piemonte, prevedeva infatti 350 miliardi di investimento per la nostra Regione; ad esempio ancora l'autonomia all'Azienda FF.SS.; ma alla fine poi quando si arriva all'osso come si suol dire, si batton sempre le vecchie strade: aumenti tariffari tagli di linee, restrizione della rete FF.SS, e privilegio di alcune linee centrali.
II nodo dello sviluppo del cambiamento di questo sistema ferroviario il più vecchio d'Europa nelle strutture e nei mezzi, non viene risolto, n con l'aumento tariffario, né con i tagli delle linee che possono consentire un minimo di risparmio, ma questa questione va affrontata sul terreno di una concezione dello sviluppo, di una priorità allo sviluppo del trasporto su ferro che finora non è ancora prevalsa. La Regione Piemonte sul terreno dei trasporti ha cercato di dare una risposta e di essere all'altezza il più possibile dei tempi; la risposta che ci viene ancora adesso dal Ministro Signorile non pare essere tale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.
CARAZZONI Signor Presidente, ringrazio anch'io l'Assessore per la tempestività della sua comunicazione, peraltro pregandolo di fare seguire anche una documentazione scritta ai singoli Gruppi, in quanto che, pur essendo abbastanza celere nel prendere appunti, non mi è riuscito di segnare forse completamente l'elenco delle linee ferroviarie che, secondo la prima proposta, avrebbero dovuto essere soppresse.
In merito io voglio fare soltanto due brevi considerazioni.
La prima è che resta aperto il problema che, perseguendosi il dovuto risanamento e potenziamento dell'Azienda FF.SS., unica strada da seguire sia quella del taglio dei cosiddetti "rami secchi". Già stamane ne abbiamo sentito parlare in un altro dibattito.
Francamente a me non sembra che sia questa la via migliore da seguire.
Soprattutto perché, al di là di tante altre considerazioni, resto perplesso in ordine al potenziamento dei collegamenti sostitutivi su gomma, che non soltanto potrebbero rispondere a sollecitazioni d'ordine privatistico tutte discutibili, ma resta poi da vedere se sarebbero veramente attuati.
Ossia, operando dei tagli alle ferrovie, cosiddette dei "rami secchi", si otterrebbe soltanto il risultato di condannare all'isolamento comunità paesi, città, che non avrebbero altro sistema per tenere le comunicazioni con il resto della società civile.
Ma a prescindere da questa considerazione, che comporterebbe un discorso molto più vasto e molto più approfondito, non posso non notare che il Piemonte viene ad essere, o sarebbe dovuto essere, pesantemente penalizzato, secondo il primitivo disegno del Ministro Signorile, con il taglio addirittura di 503,7 chilometri di strada ferrata su un totale di 1600 tagliati in tutta Italia. E, questo giustamente e argutamente, è stato fatto osservare: non è che il Piemonte debba pagare lo scotto dell'essere patria di Cavour, perché ciò mi sembra una cosa veramente eccessiva! Esprimo dunque perplessità in ordine a questo piano, pur accogliendo le modifiche che sarebbero state introdotte e che ritengo debbano suscitare in tutti i piemontesi larga soddisfazione. L'avere stralciato dai tagli la Biella-Santhià e la Biella-Novara è indubbiamente un risultato positivo soprattutto perché, come diceva poc'anzi il collega Guasso, non si riusciva a capire per quale ragione mai una città importante come Biella, centro di industrie, di commerci, di fiorenti attività, dovesse essere esclusa da qualunque collegamento ferroviario.
La mia perplessità però nasce da questo fatto e cioè che tutto questo è stato ottenuto dall'Assessore Cerutti nel corso di un colloquio di un'ora così ci è stato detto, con il Ministro Signorile. Ed è proprio qui, caro Assessore, non è un appunto rivolto a lei, ma rivolto alla impostazione della politica ferroviaria in Italia, che io debbo stupirmi o forse anche indignarmi: ma come!! il Ministro viene in Commissione, presenta un piano devo pensare - studiato e accuratamente approfondito, dopodiché è sufficiente un colloquio, un colloquio di un'ora, mezz'ora o tre quarti d'ora, per introdurre sostanziali modifiche? CERUTTI, Assessore ai trasporti Vorrei fare un inciso: eravamo l'unica Regione che aveva un piano regionale dei trasporti e l'unica che poteva contare sul piano di sviluppo approvato, perciò la definizione e il sostegno di alcune aree sono venuti perché avevamo dei dati sui quali confrontarci.
CARAZZONI Devo comunque dichiararmi stupito per il fatto che una politica così importante e così grave anche da certi punti di vista quale quella dei tagli alle ferrovie improduttive venga ad essere decisa, in sede governativa centrale, con tanta leggerezza e con tanta superficialità, per cui è sufficiente un colloquio "tete a tete" di un'ora per far modificare opinione al Ministro.
Se si sta su questo piano, evidentemente si debbono trarre auspici non sereni per quello che sarà la politica futura delle Ferrovie dello Stato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Dirò anch'io che con la riunione che c'è stata ieri, come ci ha comunicato l'Assessore Cerutti, il problema dei tagli e della riduzione di alcune linee ferroviarie è stato ufficializzato.
Finora se n'è parlato, sono state presentate addirittura delle interrogazioni con preoccupazione relativamente anche a linee che non erano in discussione.
Dalla dichiarazione dell'Assessore abbiamo avuto il quadro della situazione.
Esprimo, come hanno fatto altri colleghi, viva preoccupazione sulle decisioni assunte, ma - se mi è consentito - esprimo una preoccupazione di carattere generale, un dissenso sul metodo che è stato seguito e una opposizione per il taglio della linea Asti-Casale, taglio che, al di là dei dati che sono stati forniti, è molto preoccupante.
Nel momento in cui si sta cercando di compiere ogni sforzo per rilanciare la nostra comunità e la nostra Regione, ci troviamo invece di fronte a questo intervento che, anche se può avere per qualche aspetto delle motivate giustificazioni, mortifica lo sforzo che è stato fatto.
D'altro canto - l'ha detto poc'anzi l'Assessore - il Piemonte è l'unica Regione che possiede un piano regionale dei trasporti, quindi il Piemonte facendosi carico dei problemi dei trasporti deve essere disponibile e farsi carico anche dei problemi che riguardano le ferrovie.
E qui entro nella questione del metodo. Di questo problema si è tanto parlato però mai nessuno è stato ufficialmente messo a conoscenza delle proposte.
E' vero che l'azienda ferroviaria una proposta la deve fare, però mi sarebbe parso più corretto che la proposta fosse stata fatta alla Regione la quale con il suo piano dei trasporti avrebbe potuto farsi carico dei problemi, come in fondo si è fatta carico di questi e di altri problemi anche di quelli impopolari nei confronti della gente.
La terza questione riguarda l'opposizione che qui voglio esprimere e penso di trovare d'accordo anche i colleghi della zona dalla quale provengo in quanto mi sembra che un ulteriore intervento in una zona come il Casalese, già colpita per tante ragioni, sia una penalizzazione inaccettabile contro la quale con ogni sforzo si deve lottare.
Un discorso tra l'Azienda a livello centrale e la Regione consentirebbe di coinvolgere gli Enti locali, la gente, non lasciandoli nell'attesa e nella preoccupazione delle decisioni che saranno prese e degli interventi che saranno o non saranno assunti, in base a pressioni, a convinzioni e così via dicendo, ma realizzando scelte motivate.
Con questo non voglio ignorare il ruolo che ha avuto l'Assessore Cerutti, anzi, desidero ringraziarlo perché, di fronte alla proposta di tagliare 503,7 chilometri in Piemonte, ha ottenuto una riduzione della metà.
Condivido anch'io le perplessità che sono state espresse dal collega Carazzoni perché ci sono degli aspetti che hanno ancora bisogno di discussioni approfondite.
Cominciamo però a registrare che questo risultato è stato ottenuto sulla base di quel retroterra che ci sorregge che è appunto il piano generale dei trasporti.
Concludo, Signor Presidente, dicendo: facciamoci carico di questo problema, assumiamo una posizione chiara, esprimiamo al Ministro Signorile la nostra preoccupazione.
Se non c'è stata una impostazione di partenza giusta, ossia una valutazione del problema dalla parte dei piemontesi, si rimedi per salvaguardare i collegamenti fondamentali, soprattutto nel momento in cui si fa il massimo sforzo per rilanciare la comunità piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Signora Fassio.
FASSIO Credo che i miei colleghi abbiano già esposto abbastanza bene il valore e la funzione del lavoro fatto dall'Assessore a Roma per il quale lo ringraziamo. Però noi siamo dei Consiglieri regionali e abbiamo il dovere di capire e di interpretare le esigenze della nostra Regione. Io sono di Asti e valuto i problemi di quella zona: Moncalvo fa parte dell'U.S.L. di Casale, l'acquedotto del Monferrato collega molti paesi; Chivasso è importante per i mercati. L'unico collegamento di Asti sarebbe con Torino e con Alessandria-Roma ma questo è ovvio, in quanto per forza occorre passare da Asti, chissà, forse anche questa linea magari non sarà attivata.
Quando si pensa di isolare una provincia, che sarà piccola, sarà la cenerentola del Piemonte, è sempre quella la più dimenticata, io non posso esimermi dal protestare (logicamente non con l'Assessore) per evidenziare la mia protesta affinché giunga a chi di dovere, perché non si può isolare una provincia dal resto del mondo.
CERUTTI, Assessore ai trasporti Anche al Ministro Goria.
FASSIO Certamente, la farò arrivare anche al Ministro Goria. Questo l'avevo già pensato e lo faremo come Amministrazione provinciale perché io faccio parte anche dell'Amministrazione provinciale.
Era mio dovere però dire in questa sede, quale rappresentante della provincia astigiana, che non è possibile isolare una città (sebbene vi sia quel naturale collegamento con Torino ed Alessandria) e quindi privarla dei rapporti economici che questa ha con Casale e con Chivasso ad esempio per quanto riguarda il mercato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.
NERVIANI Io credo che quando ci sono i riti, e sono riti di comunità, tutti i membri abbiano diritto di parteciparvi. Mi pare che in questa sede si stia svolgendo il rito della difesa del proprio territorio e da questo non posso estraniarmi.
La prima considerazione che vorrei fare è questa: l'Assessore Cerutti ha svolto positivamente il tempestivo intervento presso la sede competente per recuperare parzialmente quello che si intendeva togliere.
In secondo luogo, viene qualche dubbio, tuttavia, lo ha anche manifestato Carazzoni, in ordine alle decisioni del Ministro che variano nell'arco di un'ora sulla scorta di fondate osservazioni del nostro rappresentante di Giunta.
La terza considerazione è che purtroppo in Commissione quando noi dovremo esprimere un parere lo espriméremo con tutta possibilità soltanto sui 250 dei 500 chilometri che dovrebbero essere tolti alla Regione Piemonte.
La quarta considerazione è per sottolineare la mia opposizione in ordine alla soppressione della linea Varallo - Sesia - Romagnano - Vignale.
L'ultima considerazione è la più seria ed è questa: mi pare non si possa prendere posizioni sulla scorta di elementi non sufficientemente conosciuti, perché quando l'Assessore Cerutti fa dei riferimenti a costi altissimi, noi non possiamo non tenerne conto: o si reimposta tutta la nostra iniziativa finanziaria o si reimposta il discorso sul piano generale dei trasporti e si fanno quindi discorsi molto più ampi di quelli che sono stati fatti qui, o si sta nel concreto e nel contingente e allora bisogna prendere i dati che sono a nostra disposizione. Se è vero che un viaggiatore costa in alcune tratte quello che è stato indicato qui, è nostro dovere come amministratori regionali prendere seriamente in considerazione anche gli aspetti che potrebbero non farci piacere.
Ritengo quindi che la riflessione in Commissione debba partire non tanto dalla necessità di assolvere un dovere rituale, non tanto da posizioni di natura provinciale, ma dalle considerazioni che noi dobbiamo fare sulla scorta di un piano generale e della obiettività che dev'essere propria a chiunque amministra il bene pubblico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Di tanto in tanto si torna a parlare del problema dei rami secchi. Mi sembra del tutto fuori luogo in questa sede, senza elementi di valutazione oggettivi, esercitarci in interpretazioni più o meno semantiche su questa vicenda.
A me sembra che quello che il Consiglio regionale deve dichiarare è la propria disponibilità a concorrere con gli enti preposti all'applicazione di un principio che deve vederci consenzienti: la riduzione delle diseconomie nel nostro Paese, considerando che le diseconomie non sono soltanto minori introiti, ma minori servizi prestati.
Mi pare che se usciamo da questa affermazione di disponibilità a un sereno lavoro con le autorità preposte a queste decisioni, evidentemente rischiamo di caricarci di competenze e di responsabilità che sono di altri livelli istituzionali. La Provincia l'hanno fatta per alcune cose.
Il termine "provincialismo" è stato coniato per alcuni atteggiamenti.
Il termine "campanilismo" è stato coniato per tacciare alcuni tipi di comportamenti; il campanile è una cosa diversa dal Palazzo Lascaris. Quindi evitiamo che in Consiglio regionale immediatamente ci si pronunci su delle argomentazioni di tipo campanilistico o provinciale magari motivato.
Il nostro Gruppo dichiara la propria disponibilità ad affrontare con serenità, ma con rigore questa materia quando verrà portata nella sede competente della Commissione, chiedendo alla Giunta di dare un massimo di informazione ed estesa, per quanto possibile, nel modo più comprensibile.
Una cosa è certa: che questa operazione di ricondurre questo Paese a un limite accettabile di serietà e di correttezza amministrativa e finanziaria bisognerà pur avviarla.
Un processo che, per qualche verso, sarà anche abbastanza doloroso.
Anche tagliare le unghie che non servono più perché, almeno per gli uomini oltre un certo livello non hanno alcuna funzione neanche estetica, è comunque un perdere qualcosa di noi che ci disturba.
Quindi, anche il taglio dei rami secchi delle ferrovie che fanno magari folclore certamente qualche tipo di problema lo creerà, qualche casellante cambierà lavoro, ma se rischiamo di farci carico come assemblea rappresentativa di cinque milioni di cittadini dei problemi così snocciolati e spezzettati, veniamo meno alla funzione di programmazione e di direzione dei processi sul territorio della nostra Regione.
Mi riservo quindi di fare le valutazioni nello specifico, caso per caso, quando al nostro Gruppo sarà richiesto nelle sedi competenti di dare una valutazione analitica.
Per intanto mi sembra che lo sforzo che sta facendo il Governo nazionale nell'avviare una politica di risanamento del sistema finanziario del nostro Paese debba avere l'apprezzamento, non solo della nostra forza politica, ma certamente di tutto il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.
BRIZIO Sul problema dei tagli ci esprimeremo in II Commissione quando questi verranno esaminati analiticamente, avendo presente che la difesa dei collegamenti di talune realtà è un fatto comunque che deve essere tenuto presente anche se il problema dell'economicità è fondamentale.
Credo che un giudizio meramente di economicità non possa reggere e debbano essere tenute presenti anche le necessità di collegare delle aree che non possono essere trascurate da una politica dei trasporti.
Prendo la parola soprattutto per sottolineare un aspetto positivo, cioè quello che secondo le assicurazioni forniteci dall'Assessore sarà finanziato col FIO l'ammodernamento di una delle due ferrovie concesse dell'area torinese e che è particolarmente importante (la Torino-Ceres) per il collegamento con l'aeroporto di Caselle.
E' un elemento positivo che io sottolineo perché ci siamo limitati a parlare soltanto degli aspetti negativi. In proposito è stato predisposto un progetto, vi è stata una richiesta di finanziamenti al FIO trasporti: se verrà concesso sarà un fatto positivo per lo sviluppo dell'area torinese e per il Piemonte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerutti per alcuni dati tecnici richiesti.
CERUTTI, Assessore ai trasporti Con la riserva comunque di fornire tutti i dati in Commissione, lascio alla meditazione dei colleghi questi due dati: su 8323 chilometri, quelli inseriti nel piano, cioè quelli considerati commercialmente validi, viene trasportato il 93% del traffico nazionale sia di merci, sia di passeggeri sugli altri 8050 chilometri il restante 7%.



PRESIDENTE

L'ulteriore approfondimento avverrà in II Commissione dove l'Assessore Cerutti potrà meglio puntualizzare la situazione. Il Consiglio potrà così agire in ordine al problema del taglio, dei rami secchi: problema che si trascina da trent'anni.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Comprensori

Esame deliberazione relativa all'istituzione di un Comitato consultivo di cui all'art. 3 della L.R. 30 aprile 1985, n. 57: "Norme per il riordino dei compiti attribuiti ai Comitati Comprensoriali e criteri per la riorganizzazione delle materie di competenza regionale. Disciplina transitoria degli organi dei Comitati Comprensoriali"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 6) dell'O.d.G, che prevede l'esame della deliberazione relativa all'istituzione di un Comitato consultivo di cui all'art. 3 della L.R. 30 aprile 1985, n. 57: "Norme per il riordino dei compiti attribuiti ai Comitati Comprensoriali e criteri per la riorganizzazione delle materie di competenza regionale. Disciplina transitoria degli organi dei Comitati Comprensoriali".
La parola al Consigliere Carazzoni.
CARAZZONI Signor Presidente, faccio notare innanzitutto che la deliberazione non è stata portata a conoscenza dei Consiglieri. Io ne conosco il testo, ma non ne ho ricevuto copia.
Devo dire che noi restiamo molto perplessi in ordine alla proposta inviata al Consiglio che mira a determinare criteri di istituzione del Comitato previsto dalla L.R. 57/85 per il riordino dei compiti già attribuiti ai Comprensori.
Che questo sia un Comitato di rilevante importanza politica non ci pare meriti molte parole. Per rendersene conto, d'altra parte, potrebbe essere sufficiente andare a rileggere l'art. 2 della citata normativa, con cui appunto viene affidato al Comitato il compito di individuare quali debbano essere le funzioni conservate alle Regione, quali debbano essere invece le funzioni delegate alle Province e quali infine le funzioni delle Comunità montane e dei Comuni; nonché di provvedere alla ridestinazione delle strutture già in uso ai Comitati Comprensoriali.
Dunque, è normale e legittimo che, proprio considerando queste incombenze del Comitato, desiderino farne parte tutte le forze politiche in modo che sia garantita una rappresentanza generale.
Si osserva però, e noi non neghiamo che l'osservazione abbia una sua qualche consistenza, che scegliendo questa soluzione si arriverebbe ad un Comitato rappresentativo certo, ma al tempo stesso pletorico e, quindi, di scarsa incisività operativa. Ed ecco allora la proposta già formulata in sede dell'ultima riunione dei Presidenti dei Gruppi e che ora viene ripresa nella proposta di deliberazione: limitare la partecipazione, oltre ai sei rappresentanti delle Province, dei Comuni, delle Comunità Montane, soltanto ad altri sei rappresentanti della Regione, tre dei quali designati dalla Giunta regionale e tre dal Consiglio regionale.
E per dare copertura istituzionale, diciamo così, alla rappresentanza dell'assemblea, si dice siano indicati il Presidente del Consiglio, il Presidente ed il Vicepresidente della VIII Commissione. Apparentemente questa ipotesi sembrerebbe dare la quadratura del cerchio, però non è così e noi eccepiamo.
Infatti, e lo abbiamo già detto in sede di Conferenza dei Capigruppo non è difficile ipotizzare che, con la trovata della copertura istituzionale, il Comitato verrebbe ad essere costituito in pratica solo da esponenti del pentapartito e della opposizione comunista, di fatto escludendo la destra che sarebbe infatti presente soltanto per interposta persona, cioè attraverso la figura, istituzionale sì questa, del Presidente del Consiglio.
Avremo modo di verificare nel concreto, cioè allorquando verranno comunicati i nominativi dei componenti il Comitato, l'attendibilità di questa tesi.
Per il momento nulla ci induce a considerare superate le riserve che abbiamo manifestato in sede di Conferenza dei Capigruppo e rinnovato attraverso il collega Majorino in sede di VIII Commissione; e, pertanto, il Gruppo del MSI-DN darà un voto di astensione sulla deliberazione che indica la consistenza numerica del Comitato, facendo presente, ed è l'ultima considerazione, che se si accetteranno i numeri proposti si andrà a costituire un Comitato che certo sarà probabilmente decisionista ed efficientista, ma che non rispetterà assolutamente il pluralismo di quest'assemblea per la esclusione di una sua non trascurabile e non sottovalutabile parte politica.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi pongo in votazione tale deliberazione.
Ve ne dò lettura: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale 30 aprile 1985, n. 57 relativa a: 'Norme per il riordino dei compiti attribuiti ai Comitati Comprensoriali e criteri per la riorganizzazione delle materie di competenza regionale. Disciplina transitoria degli organi dei Comitati Comprensoriali' la quale prevede all'art. 3 che al fine di promuovere e coordinare gli adempimenti previsti dalla legge stessa il Consiglio regionale istituisca con propria deliberazione un Comitato consultivo composto da rappresentanti della Giunta e del Consiglio regionale e dai rappresentanti delle Province, dei Comuni e delle Comunità montane delegati dalle rispettive associazioni regionali premesso che l'avvicinarsi della scadenza del 31 dicembre 1985 prevista dalla legge come termine finale di esercizio delle funzioni da parte degli organi dei Comitati Comprensoriali - impone l'immediato avvio dei lavori del predetto Comitato d e l i b e r a che il Comitato consultivo previsto dall'art. 3 della legge regionale 30 aprile 1985, n. 57 sia composto nel modo seguente: per il Consiglio regionale (3 membri) Presidente del Consiglio Presidente e Vicepresidente dell'VIII Commissione permanente per la Giunta regionale 3 componenti della Giunta designati dal Presidente per l'URPP, l'ANCI e l'UNCEM regionali 2 componenti ciascuno designati dai rispettivi Presidenti Il Comitato sarà presieduto dal Presidente del Consiglio regionale." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 31 voti favorevoli e 5 astensioni.
Pongo inoltre ai voti l'immediata esecutività, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62 della deliberazione suddetta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 34 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Problemi energetici

Esame ordine del giorno conclusivo sulle centrali nucleari


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno conclusivo del dibattito sulle dichiarazioni del Presidente dell'Enel, ing. Corbellini, circa l'installazione di una seconda centrale nucleare in Piemonte.
E' stato redatto un ordine del giorno che è riassuntivo di quelli già discussi. Si era detto che non si sarebbe più aperta la discussione. Tutti conoscono questo ordine del giorno perché è stato elaborato da parecchi giorni.
MAJORINO Noi non disponiamo del testo scritto.
ALA Chiedo la parola per fare dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola, vorrei ricordare - per una questione di principio - che i Presidenti dei Gruppi, discutendo dell'ordine dei lavori hanno deciso che dopo il dibattito avvenuto giovedì scorso, oggi si sarebbe soltanto più votato il documento riassuntivo. Se qualcuno intende violare questa decisione io non lo permetto. Chi verrà al mio posto potrà agire anche diversamente perché i Capigruppo hanno una loro dignità nel decidere dell'ordine dei lavori.
PEZZANA Chiedo la parola.



PRESIDENTE

Ne ha facoltà.
PEZZANA Trattandosi di un ordine del giorno unificato e non di quello di cui eravamo a conoscenza nella Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, chiedo formalmente di motivarne la votazione.



PRESIDENTE

I Presidenti dei Gruppi avevano deciso che si sarebbe votato l'ordine del giorno senza ulteriori dichiarazioni.
BRESSO I Capigruppo possono impedire di fare dichiarazioni di voto?



PRESIDENTE

Sospendo la seduta e convoco i Capigruppo.



(La seduta, sospesa alle ore 17.0 riprende alle ore 17.0)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Signori Consiglieri, siccome gli ordini del giorno sono stati fusi ed alcuni Gruppi non hanno partecipato alla stesura di quello definitivo o non l'hanno sottoscritto, i Presidenti dei Gruppi hanno deciso che questi Gruppi potranno prendere la parola per dichiarazione di voto.
Cominciamo dal Consigliere Carazzoni.



PRESIDENTE

CARAZZONI



PRESIDENTE

Signor Presidente, non era nostra intenzione, né è nostra intenzione lo riconfermiamo, violare gli accordi presi nella Conferenza dei Presidenti dei Gruppi; volevamo e vogliamo soltanto chiarire questo: che è stato presentato un ordine del giorno a firma dei Capigruppo della maggioranza e del Consigliere Valeri del PCI, noi non siamo stati invitati a sottoscrivere questo documento, però lo approviamo, anche non avendolo firmato, perché troviamo in esso riflesse gran parte delle argomentazioni che da sempre il Gruppo MSI-DN sostiene e che in particolare ha portato avanti nella scorsa riunione, in sede di dibattito, il collega Majorino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.
PEZZANA Io non parteciperò alla votazione perché questo ordine del giorno firmato dal pentapartito e dal PCI, rivela la sostanziale profonda ambiguità delle forze che lo hanno firmato.
Ora io mi chiedo con quale coraggio il pentapartito parla contro una nuova centrale nucleare; con quale coraggio il PCI parla e sottoscrive un ordine del giorno contro una nuova centrale nucleare, quando entrambe le forze sono filonucleari. Il PCI l'ha dimostrato nella passata legislatura con Trino Vercellese.
Il pentapartito chiaramente con le dichiarazioni di sempre si riconferma filonucleare.
Allora cari colleghi, Presidente e Consiglieri, se il nucleare è bello allora è bella un'altra centrale e sono belle tantissime altre centrali, ma se il nucleare è brutto vorrei capire da voi che avete firmato questo ordine del giorno come la mettete, non dico con la coerenza, ma con la pulizia di guardarsi allo specchio e chiedersi se si predica in un modo e si razzola in un altro.
Ora io non partecipo, e lo sottolineo, alla votazione di questo ordine del giorno firmato da forze politiche che dicono una cosa e poi ne fanno un'altra.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Stagliano'.
STAGLIANO' Io voterò contro perché non contiene quello che abbiamo richiesto sollecitando la discussione, con il documento firmato dai colleghi Bresso Reburdo, Ala ed altri.
A mio giudizio è già troppa una centrale nucleare, due sono insopportabili, e c'è una contraddizione assolutamente evidente a chi vuole vederla nel ragionamento che ci viene proposto con questo ordine del giorno, secondo il quale due centrali sono pericolose ma chissà perché una non dovrebbe esserlo.
Io non voglio dilungarmi, altri magari argomenteranno ulteriormente su questo, riaffermo quindi che il mio voto sarà contrario non tanto per una ragione di schieramento, come diceva poc'anzi Pezzana, ma anche per la contraddittorietà intrinseca di comportamento politico che non fa, a mio giudizio, onore all'Assemblea regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Ala.
Ne ha facoltà.
ALA Molte cose sono già state dette; in particolare, le posizioni dei Consiglieri Pezzana e Staglianò' sono molto simili, sia pure con alcune sfumature, alla posizione della Lista Verde su questo argomento specifico.
Vorrei comunque segnalare un'affermazione apprezzabile contenuta nell'ordine del giorno, laddove si riconosce "pure in mancanza dell'intesa formale dei Comuni interessati, per quanto riguarda le procedure previste dalla Legge 393.:, eccetera". Questo inciso è apprezzabile e bisogna darne atto alle forze politiche che hanno sottoscritto questo ordine del giorno è il riconoscimento di una "trascuratezza" cioè di non avere tenuto conto delle procedure previste.
Il mio voto sarà di astensione. Devo infatti riconoscere che, in ogni caso e sia pure attraverso le contraddizioni già segnalate, se non altro si afferma che forse troppe centrali nucleari fanno male. Anch'io penso che tutte le centrali nucleari fanno male, però ritengo sia difficile opporsi ad un ordine del giorno che, se non altro, pone un freno al proliferare delle centrali nucleari in Piemonte.
Invito inoltre il Presidente del Consiglio Viglione a passare poi subito all'esame della nostra richiesta di ordine del giorno, relativa alla proliferazione di materiale nucleare in Piemonte nella zona di Saluggia.
Il Consiglio regionale deve rendersi conto che non c'è solo Trino Pol e Po2, ci sono altre zone nuclearizzate già esistenti nella nostra Regione.
Per quanto riguarda un'altra affermazione che si trova nell'ordine del giorno: "ricordando l'apporto delle forze politiche presenti in Consiglio regionale comprese quelle di opposizione alla scelta nucleare" ritengo si tratti d'una affermazione un po' eccessiva. Se le forze di opposizione alla scelta nucleare hanno svolto un ruolo, questo è stato un ruolo di estrema marginalità e sono state rarissimamente consultate nell'insieme di tutte le procedure che hanno portato alla scelta della zona Po1.
Mi chiedo inoltre, dato che vi si afferma che la centrale nucleare in Po2 è troppo è che è mancata l'intesa formale dei Comuni interessati, che cosa si aspetti a rimediare e a ridiscutere la scelta del 4 gennaio. Su questo tema, si sarebbe dovuti essere più espliciti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.
REBURDO Mi asterrò anch'io su questo ordine del giorno, sostanzialmente condividendo le dichiarazioni del Consigliere Ala, anche se andrebbe ancora ulteriormente sottolineato che dentro questo ordine del giorno ci sta una contraddizione palese e troppo evidente, nel senso che da un lato si sostiene l'esigenza della centrale nucleare di Trino e dall'altro si mettono in evidenza, alcune difficoltà, che noi avevamo a suo tempo denunciato, circa la fase di preparazione e di avvio dei lavori della centrale di Trino. Difficoltà come il problema delle falde acquifere e quello dell'abbassamento del Po indicano come, accanto alla mancata intesa formale dei Comuni interessati e ai problemi incontrati nella istruttoria della decisione e anche nel coinvolgimento degli Atenei torinesi, occorre aggiungere il fatto sempre più evidente che l'Enel gioca da un lato un ruolo negativo per quanto riguarda la preparazione e l'avvio dei lavori di Trina e dall'altro intorbidisce le acque buttando di volta in volta, anche attraverso il suo Presidente, notizie che vengono contemporaneamente affermate e poi immediatamente smentite.
Un ordine del giorno di questo tipo, come diceva giustamente il collega Ala, denota che, da parte delle forze che l'hanno sottoscritto, si incomincia a prendere atto che ci sono delle contraddizioni sempre più evidenti.
Noi auspicheremmo che nell'ambito di queste contraddizioni si andasse ad ulteriori verifiche sulla procedura che sta portando avanti l'Enel per arrivare, se si andrà alle verifiche corrette ed approfondite, alla revoca di quella decisione, perché gli elementi che avevano suffragato e sostenuto la decisione della maggioranza del Consiglio vengono di fatto, giorno per giorno, a cadere proprio per le incongruenze e le contraddizioni che stanno dentro a questa decisione.
Nella sostanza, non ci si può non astenere di fronte a un ordine del giorno di questo tipo perché è ancora impregnato di filosofia nuclearista anche se qualche interrogativo, sia pure embrionale, vi è stato inserito.
Proprio per marcare e per incoraggiare le forze che hanno sottoscritto questo ad arrivare alla decisione di revoca, credo sia giusto sottolineare queste contraddizioni e via via sperare che il processo di ripensamento abbia a compiersi prima del fatale avvio dei lavori della centrale a Trino Vercellese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Signora Bresso.
BRESSO Mi asterrò anch'io su questo ordine del giorno, perché mi pare inaccettabile - data la mia posizione di decisa contrarietà all'installazione della prima centrale nucleare - il punto in cui di fatto attraverso sia pure la decisa opposizione a nuove future installazioni di centrali nucleari, si riafferma la decisione di installare la prima a Trino. Io ritengo comunque che il dibattito non possa essere chiuso in questo modo e cioè prendo atto del fatto che il principio di non contraddizione dovrebbe portare questo Consiglio a riflettere sulla propria decisione precedente: sono d'accordo con chi ha detto che se la seconda centrale nucleare è male, se ne deduce che anche la prima centrale nucleare bene non era e anzi probabilmente male era.
Vorrei rilevare anche che dalle informazioni che a poco a poco emergono sul come va avanti la questione di Trino, di fatto se in questo Consiglio esistesse una procedura di valutazione di impatto ambientale noi dovremmo ritirare l'autorizzazione perché le caratterizzazioni fornite dall'Enel, in base alle quali questo Consiglio ha deciso la localizzazione, si sono rilevate completamente erronee, tutte le variabili "Iside dipendent" dichiarate dall'Enel erano false e quindi a questo punto mi riservo insieme ad altri colleghi di presentare prossimamente una richiesta di riapertura dell'istruttoria e, dal nostro punto di vista, poi si vedrà nella discussione, di revoca dell'autorizzazione precedente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Quale firmatario del documento non posso che respingere alcune valutazioni da parte degli amici che sono intervenuti, valutazioni che attengono a un approccio al problema che non ho difficoltà a qualificare anche se mi spiace, semplicistico e grossolano, qualche volta fuorviante e qualche volta in mala fede.
Mi sembra in mala fede dire che l'Enel ha trasmesso documenti falsi perché tra falsità ed errore c'è una differenza fondamentale, allora io non ho difficoltà a pensare che l'Enel possa aver trasmesso dei dati sbagliati sono convinto che l'Enel non ha trasmesso dati falsi.
Un parlamentare ha il dovere di essere anche molto attento al senso proprio delle parole.
Mi sembra grossolano voler ridurre il dibattito sulla seconda centrale rispetto alla prima a un fatto di dire che posto che la prima centrale non creava pregiudizio, non si capisce che pregiudizio ne possano determinare due. Non è così. I firmatari del presente ordine del giorno, o quanto meno il sottoscritto, è sempre stato consapevole che la realizzazione di una centrale nucleare ha degli impatti negativi sul territorio e su alcune realtà socio-economiche. Queste cose non le abbiamo mai negate e mai disconosciute. Una centrale nucleare determina certamente degli inconvenienti di ordine negativo sul territorio e sul tessuto socio economico.
Non abbiamo detto che una centrale non determina alcun tipo di inconveniente.
Riteniamo quindi che il Piemonte abbia pagato rispetto al prezzo che il Paese deve pagare per la sua modernizzazione un prezzo sufficiente, voi direte addirittura eccessivo, secondo noi sufficiente. Noi riteniamo che il territorio piemontese non ne possa pagare altri. Questo è il senso del nostro documento.
Semplicistico, consentimi caro Pezzana, perché noi non sappiamo se la centrale è buona o cattiva, ci sono delle cose che sfuggono a dei giudizi così semplicistici.
L'assunzione di bevande buone, per esempio, non è mai stata considerata né un peccato né un qualche cosa che possa essere pregiudizievole per il fegato o per la milza. L'assunzione smodata di bevande buone, tipo i vini D.O.C., evidentemente è da considerarsi contro la milza e contro il fegato se andiamo sul faceto.
Farò qualche considerazione che probabilmente vale anche come una qualche illustrazione del documento, perché noi abbiamo ritenuto di dover riportare alcuni passaggi della vicenda nucleare e anche quelli, e ci è stato dato atto, discutibili e opinabili.
Proprio perché in quei passaggi che abbiamo illustrato è emerso come questa Regione abbia saputo governare la scelta nucleare e quindi si attrezza per essere nelle condizioni di discutere e di opporsi in termini politici seri a una iniziativa del Parlamento e del Governo in senso difforme alla nostra volontà politica; per questo abbiamo voluto rimarcare anche degli atti politici significativi come quello della deliberazione senza l'assenso dei Comuni, deliberazione che è stato un atto politicamente molto significativo. Come tutti i fatti significativi evidentemente vengono giudicati in modo positivo e in modo negativo, ma il Governo nazionale e il Parlamento, che sanno di avere a che fare con una Regione che ha assunto questo tipo di responsabilità politica, sanno anche che hanno a che fare con una Regione che rispetto a un progetto, a una prospettiva di ordine diverso si mobiliterà con la stessa fermezza e con la stessa determinazione politica usata nell'altra occasione.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione tale ordine del giorno. Ve ne dò lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte CONSIDERATO che il Piano Energetico Nazionale, approvato dal Parlamento nell'ottobre 1981 e ratificato dal CIPE nel dicembre 1981, prevede all'Appendice A, punto 4, le opzioni per l'insediamento di centrali termoelettriche a carbone e nucleari, indicando per la Regione Piemonte: 'una centrale nucleare con due unità standard (2000 MWe) in una delle due aree già individuate lungo il corso del Po, mentre al punto 5 richiede che entro il 1991 siano indicate le aree idonee all'insediamento di centrali elettronucleari per complessivi 6000 MWe (due nel Nord Italia e una nel Sud)



TENUTO CONTO

che soltanto la Regione Piemonte ha responsabilmente portato a compimento le procedure previste dalla legge 393/75 per la scelta del sito idoneo all'installazione nucleare, rispettando i termini, assumendo l'8/6/1982 la deliberazione circa 'le aree suscettibili', pur in mancanza dell'intesa formale dei Comuni interessati, nonché il 4/1/1985 la deliberazione circa il 'sito idoneo' RICORDANDO che, pur tra notevoli difficoltà, la Regione ha proceduto nell'istruttoria di competenza collaborando con gli Enti di Stato avvalendosi degli Atenei, coinvolgendo gli Enti locali, attivando studi integrativi ecc, con l'apporto di tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale, comprese quelle di opposizione alla scelta nucleare RICORDANDO inoltre che già in altre occasioni, in riferimento a dichiarazioni su possibili raddoppi di centrali nucleari in Piemonte, la Giunta regionale e le forze politiche avevano assunto una ferma posizione contraria a tali ipotesi



AVENDO APPRESO

dal resoconto sommario della seduta della Commissione industria del Senato (24/9/85) che, nel corso della audizione relativa all'Indagine conoscitiva sull'aggiornamento del Piano Energetico Nazionale, il Presidente dell'Enel '..., precisa che un raddoppio della Centrale di Trino NON è ipotizzabile, anche per i problemi connessi alla disponibilità di acqua; si può invece pensare alla localizzazione di una seconda centrale in Piemonte nell'area nota come Po2' SENTITA la comunicazione della Giunta CONSAPEVOLE della propria responsabilità nei confronti della collettività regionale e impegnato a rispondere a tale responsabilità con la stessa determinazione con la quale ha proceduto ed approvare le citate deliberazioni assunte RIAFFERMA la propria decisa opposizione a qualsiasi ipotesi di aumento della potenza elettroproduttiva di fonte nucleare, oltre a quella installata e di nuova costruzione espressamente prevista in Piemonte dal vigente PEN



DA' MANDATO

al Presidente del Consiglio regionale di inviare il presente ordine del giorno ai competenti organi del Governo e del Parlamento, e al Presidente della Giunta regionale di intraprendere tutte le iniziative ed i contatti ai livelli di competenza utili ad illustrare il significato e le finalità del presente atto.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 33 voti favorevoli, 1 contrario, 4 astensioni e 1 non partecipa alla votazione.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Abbiamo così esaurito i punti all'ordine del giorno, tranne il punto 2): "Interrogazioni e Interpellanze" per assenza dell'Assessore.
Per quanto riguarda le interrogazioni e le interpellanze, il Regolamento stabilisce che al Consigliere interrogante assente verrà data risposta scritta, mentre non prevede alcuna sanzione nei confronti dell'Assessore assente.
Sono quindici anni che rileviamo questa ingiustizia, ma non abbiamo ancora definito una modifica al Regolamento.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno sulla Fiat


PRESIDENTE

Devo dare lettura di alcuni ordini del giorno e di documenti che mi sono pervenuti.
Il primo è il documento conclusivo del dibattito sulla mozione presentata dal PCI relativa alla situazione Fiat. La parola all'Assessore Genovese.
GENOVESE, Assessore al lavoro L'ipotesi principale su cui si è ragionato è di rinviare alla Commissione l'approfondimento dei problemi che qui sono stati dibattuti. Io mi auguro che da tale approfondimento possano emergere punti di convergenza unitaria; ma anche, se esistono, eventuali punti di divergenza.
A me pare che questo ordine del giorno sia accettabile perché non è impegnativo comunque nel merito delle indicazioni e di proposte concrete che dovranno poi essere assunte dal Consiglio regionale.
Metodologicamente si,tratta solamente di assegnare alla Commissione il compito di approfondire alcuni punti che sono stati al centro del dibattito in aula e ciò lascia impregiudicato il prosieguo del confronto e l'individuazione delle proposte da parte del Consiglio regionale.
In questo senso a me pare che l'ordine del giorno sia accettabile. Nel merito dei singoli punti ritengo che vi sia la necessità di un ulteriore confronto tra i Gruppi per cercare di addivenire a punti di incontro che sarebbero significativi e darebbero maggior forza al Consiglio regionale e alla Giunta sia verso le forze produttive per alcuni temi sia verso il Governo e il Parlamento per altri aspetti.
Non si intende in questo modo forzare la volontà di nessun Gruppo bensì trovare uno sbocco che consenta una prosecuzione di approfondimento e l'individuazione di linee che ci auguriamo comuni ma che potrebbero, in ipotesi, non risultare tali. In ogni caso la proposta di ordine del giorno non vincola al momento né i singoli Gruppi né la Giunta per quanto attiene al merito dei problemi che abbiamo dibattuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Io sono completamente contrario all'accoglimento di questo ordine del giorno.
Rispetto ai problemi metodologici: in un dibattito in aula, nella curia massima del Consiglio quindi, dove di fronte all'opinione pubblica le forze politiche assumono le proprie responsabilità e le proprie determinazioni si offre un'ipotesi di rinvio in Commissione solo ad effetti ordinatori. Io posso immaginare che alla fine di un dibattito alla Commissione venga dato mandato, sulla base di quanto detto in aula, di raccogliere un documento sul quale le forze politiche pensano ci sia non tanto un consenso, ma una sufficiente analisi dei problemi. E' difficile fare un documento conclusivo di un dibattito in cinque minuti; è probabile che questo debba essere fatto in Commissione.
Ma non si tratta di andare a trattare e approfondire alcunché in Commissione. Dissi ai miei colleghi Presidenti dei Gruppi, questo per dire all'onorevole Presidente della Commissione, che non ero assolutamente contrario che se ne occupasse la Commissione, ma conché non ci fosse il dibattito in aula. Tra le ipotesi che io avevo ventilato c'era quella che letta ed illustrata la documentazione comunista, sentita la prima risposta della Giunta, si proseguisse in Commissione per l'approfondimento dei temi dopodiché si sarebbe venuti in Consiglio per le valutazioni politiche.
I colleghi Capigruppo hanno ritenuto di fare il dibattito.
Il dibattito lo abbiamo fatto e ora si conclude.
Allora si va in Commissione soltanto per redigere il documento che deve essere portato in votazione in questa sede, documento che per la complessità dei temi dev'essere articolato, scritto nel modo opportuno, non eludere alcuni problemi specifici, ma che certamente non può sopportare a questo punto un approfondimento di discussione politica e di analisi di merito e di verifica dei problemi.
Questo, a mio modo di vedere, sarebbe un precedente estremamente pericoloso anche perché non mi risulta che ci siano precedenti, o non li ricordo, con cui il ritorno, anzi l'andata in Commissione sia stata formalizzata con un voto del Consiglio come avviene in questo caso.
C'è sempre stato un accordo tra i Gruppi di andare in Commissione a trattare il problema. Qui invece c'è un mandato alla Commissione, ed è per questo che io desidero essere molto rigoroso su questo.
Siccome il Consiglio dà un mandato alla Commissione, cosa del tutto impropria e formalmente nuova, io desidero che alla Commissione venga dato un mandato molto semplice: vista la relazione, visti gli atti consiliari venga predisposto un documento che raccolga i testimoni, l'apporto delle diverse forze politiche e le valutazioni, tali da poter essere oggetto di una votazione in aula e per quanto possibile raccogliere il massimo dei consensi.
Mi rendo conto che all'avvio di una legislatura, soprattutto con un cambio' di maggioranza, la Commissione tende a essere considerata una sede di dibattito politico, ma non è così! E la mia parte politica si oppone qualunque valutazione facciano anche i colleghi di maggioranza, di lasciar crescere le Commissioni come sede di confronto politico; non è così! Quando decideremo di farlo lo diremo nel Regolamento.
Le Commissioni nella loro autonomia decideranno di valersi degli articoli del Regolamento che danno loro alcune competenze, ma il Consiglio non può trasferire alle Commissioni un dibattito politico di questa natura neanche in termini di mero approfondimento.
Esprimo quindi il mio voto negativo e mi riservo di fare una mozione d'ordine con la quale chiedo la chiusura della discussione in aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.
BONTEMPI Vorrei capire a questo punto che interlocutori abbiamo (e credo anche gli altri Gruppi della maggioranza) perché abbiamo avuto una posizione della Giunta del tutto concordante con la sostanza dei problemi, con lo spirito della discussione. Forse non sarebbe male sentire cosa ne pensano gli altri perché non è un ragionamento da poco quello che si deve fare su questo ordine del giorno. Comunque, visto che nessuno ha chiesto la parola parlo io riservandomi di intervenire in seguito.
La storia della mozione sulla Fiat parte da quando, dopo iterate richieste da parte del nostro Gruppo, ci siamo trovati (almeno nella sede dei Gruppi politici, non della Giunta, lo devo dire perché la Giunta ha sempre mostrato disponibilità ad affrontare il problema) di fronte a diverse posizioni della maggioranza, che sono pure cambiate, una delle quali in sostanza diceva che la materia era talmente importante da dover essere approfondita preventivamente in Commissione. E' poi passata una linea diversa, mi pare rispettosa dello Statuto e del Regolamento, cioè quella di arrivare alla discussione in aula. Ci sono anche state delle variabili, quale quella di una discussione finta, cioè di non parlarne affatto. E' chiaro che poi si deducono delle conseguenze politiche da certi atteggiamenti, comunque questo lasciamolo perdere per il momento. Dico solo che quando si è arrivati a stabilire che si sarebbe svolta la discussione si sono presentate due strade: 1) chiudere il dibattito con la votazione o della mozione o dell'ordine del giorno, come noi auspicheremmo, unitario di merito. Ci si può obiettare che al termine di una giornata questo non è facile, d'accordo, noi non abbiamo nessuna difficoltà a dire che la prossima seduta le forze politiche potranno incontrarsi non in sede di Commissione, o meglio, noi abbiamo 1a mozione, altre forze politiche avanzino altre proposte e se possibile si raggiungerà un'intesa su un ordine del giorno di, merito, altrimenti si andrà a votazioni separate 2) una strada che è stata indicata in molti interventi stamattina, e che noi accettiamo anche, è quella di uscire dall'aula con un ordine del giorno che stabilisce che andare in Commissione non vuol dire affossare la conclusione né disperderla nel tempo, ma indica tempi certi.
Si è anche detto che i punti isolati su cui ragionare in Commissione sono quelli contenuti nel nostro ordine del giorno.
A questo punto sono per chiedere coerenza e non uno zig-zag continuo, e torno alla mia domanda iniziale: che interlocutori abbiamo? Non voglio fare le cose più grosse di quello che sono, ma di una Giunta che prende una responsabile posizione, c'è la smentita secca recisa con argomenti di tipo metodologico abbastanza campati sulle sabbie mobili o in palude da parte di un Gruppo di maggioranza.
Al di là di questo però, a noi interessa avere un interlocutore che non proceda a zig-zag, altrimenti alla fine ne traiamo una sola deduzione: che essendo difficoltose le conclusioni sulla vicenda Fiat, oltre lo spesso merito dei problemi, ci sia un allontanamento di assunzioni di responsabilità da parte di forze che invece discutendo hanno cercato di dare un contributo ed è questo il punto che in questo momento diventa politico. E io lo vorrei sollecitare a questa assemblea, perché dall'inizio dell'opera si capisce se la musica funziona o meno. Devo dire che questo zigzagare, senza rimestarci più di tanto perché non è questa la nostra intenzione, è molto pericoloso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.
FERRARA Signor Presidente, devo dare atto al collega Bontempi di avere correttamente riassunto l'iter di questa mozione del PCI. Effettivamente c'erano state diverse proposte per affrontare questo dibattito e alla fine s'era deciso che questo si sarebbe svolto ma non concluso in aula, che si sarebbe concluso con la predisposizione di un documento unitario o non unitario in Commissione. Documento che poi sarebbe stato riportato in aula per il voto.
Io credo che la richiesta di rinvio in Commissione per elaborare un documento, che prevedrà certamente la valutazione di tutta una serie di strumenti importanti come quelli che avevamo indicato oggi nel dibattito necessita per forza un approfondimento ed un confronto, quindi la proposta che mi pareva fosse emersa quasi unanime dal dibattito, accettata dalla Giunta, credo sia una proposta corretta ed in questa linea ancora mi ritrovo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moretti.
MORETTI Non voglio riportarmi alla discussione fatta in aula già nel marzo del 1985 su questo problema, ma devo dire che la posizione assunta dal mio Gruppo per quello che riguarda la questione Fiat è stata molto chiara, e cioè avere una garanzia circa la situazione attuale dei cassaintegrati e l'investimento pubblico relativo alla ristrutturazione. Gli interventi dei miei compagni di partito, a partire dal compagno Tapparo, sono stati concordati in sede di Gruppo, per cui l'intervento di Tapparo è stato concordato e attraverso il quale abbiamo dichiarato la nostra posizione.
La proposta del PCI di un dibattito in Consiglio la condividiamo anche per quanto riguarda le linee e gli indirizzi perché si tratta di un problema politico che deve trovare conclusione in un documento finale.
Concordo con la posizione del Capogruppo comunista di rinviare in Commissione l'ulteriore approfondimento della questione anche perché, al di là delle posizioni politiche di ogni Gruppo, l'assemblea possa assumere una posizione unitaria, pur nella sua diversità, sul problema che viene rivolto al Governo centrale.
Le linee indicate dal collega Bontempi possono essere condivise anche dal punto di vista politico circa la conclusione del dibattito.
Il Gruppo è favorevole a decidere questa sera sulla posizione dichiarata dall'Assessore Genovese e procedere con la discussione in Commissione per giungere definitivamente in Consiglio regionale con una conclusione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.
BRIZIO Fin dall'inizio avevamo concordato che dopo il dibattito ci saremmo ritrovati su questo tema in IV Commissione, quindi noi manteniamo questa indicazione.
Si è ritenuto successivamente di predisporre un ordine del giorno per il passaggio in Commissione e per la verità, e qui devo concordare con il collega Marchini, si tratta di una assoluta novità nella storia comportamentale di questo Consiglio.
Non è stato mai predisposto un ordine del giorno per rinviare in Commissione un argomento, i dibattiti si sono conclusi semplicemente con un accordo tra i Gruppi. Tuttavia si è predisposto un documento, noi eravamo anche sulla linea di firmarlo, non l'abbiamo firmato perché abbiamo visto emergere in un Gruppo della maggioranza una valutazione non favorevole soprattutto circa la parte dispositiva, che fornisce indicazioni che potrebbero essere oggetto di una discussione e di un approfondimento.
Nel merito se si esclude il punto a) dell'ordine del giorno, sul quale c'è stata una generale convergenza, le posizioni sono apparse articolate e saranno articolate anche in Commissione.
Ora è chiaro che avendo la Giunta dato il proprio assenso noi daremo il nostro e voteremo questo documento.Crediamo peraltro che il punto b) dovrebbe essere rivisto nella sostanza perché la sollecitazione al Governo affinché "ridefinisca le linee di un'adeguata politica industriale" presenta due termini che non riteniamo accettabili e cioè "ridefinisca" e "adeguata politica industriale", quasi che quella di oggi non fosse adeguata; viene dato un giudizio di merito sul quale noi non possiamo convenire.
Apportando la seguente correzione al punto b) "sollecitazione al Governo affinché definisca le linee di una politica in materia", noi possiamo votare a favore dell'ordine del giorno. Questo avviene in via del tutto eccezionale per non rompere il clima di un dibattito importante, ma anche con la preoccupazione di non creare un precedente, perché sui rinvii in Commissione (e in proposito Marchini ha ragione) non siamo mai passati attraverso ordini del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.
CARAZZONI Signor Presidente, anzitutto una questione preliminare: noi diciamo con fermezza di non essere più disponibili a discutere su documenti di cui non abbiamo il testo a nostre mani. Questo deve valere per tutta la legislatura, lo facciamo presente ora che siamo all'inizio, all'avvio dei nostri lavori, perché non è possibile sentire formulare delle proposte di emendamento, come abbiamo sentito poco fa dal collega Brizio, circa testi di cui ignoriamo tutto. Quindi la prego vivamente a nome del Gruppo che d'ora in poi ci siano dati i testi scritti degli argomenti sui quali dobbiamo intervenire.
Nel merito della questione. Noi stamattina attraverso l'intervento della collega Minervini abbiamo chiesto il ritorno in Commissione per un ulteriore approfondimento dei molti problemi posti dalla mozione comunista.
Abbiamo poi ascoltato al termine di questo lungo dibattito, con un certo sconcerto e con una indubbia perplessità, l'emergere della posizione a nostro avviso sostanzialmente corretta, dell'esecutivo che si dichiara disponibile a questo ritorno per un approfondimento ulteriore in sede di Commissione e l'emergere della posizione di un Gruppo di maggioranza sostanzialmente diversa.
A questo punto noi non ci pronunciamo nel merito; sono questioni che devono essere risolte innanzitutto nell'ambito della maggioranza. Si metta d'accordo, questa strana maggioranza, che sostiene una tesi con l'esecutivo e un'altra ne sostiene attraverso una sua componente.
Dobbiamo dire però che preferiremmo il ritorno in Commissione, perch ci è sembrata corretta la posizione dell'Assessore Genovese il quale ha detto che, oltretutto indicando per titoli gli argomenti che devono essere discussi in sede di Commissione, non si viene a vincolare nessun Gruppo a posizioni predeterminate ma si lascia libero sfogo alla dialettica delle parti politiche. Altrimenti, e anche questo va detto per onestà intellettuale, ci sembra che sia chiarissimo il dilemma posto dal Capogruppo comunista, che adesso è caduto perché Bontempi ha ritirato questa sua seconda proposta, ma o il dibattito finisce con la presentazione di un documento o di più documenti e quindi si vota sulla mozione comunista e eventualmente su altre mozioni contrapposte o si arriva alla votazione di un documento concordato; oppure, non c'è niente da fare, si accetta la tesi del rinvio. Tesi che sarà forse, noi non abbiamo elementi sufficienti per poterci esprimere al momento, poco regolamentare, può darsi che Marchini abbia anche ragione da questo punto di vista, ma comunque questa era una decisione unanime che era stata presa dall'assemblea e quando una decisione è presa verso un obiettivo di migliore funzionamento della istituzione, di un maggior approfondimento dei problemi da discutere, ci sembra che non si possa respingere così, con uno specioso pretesto regolamentare.
Noi siamo dunque per il ritorno in Commissione dove faremo valere il nostro punto di vista in ordine alle questioni che verranno discusse.



PRESIDENTE

Devo dire al Consigliere Carazzoni che di tutti gli ordini del giorno che mi giungono io dò lettura. Nel caso in cui lei volesse disporre del testo scritto, è possibile farlo immediatamente, ma distribuire ogni documento a 60 persone diventa problematico. Forse sarebbe più ragionevole consegnarli ai soli Capigruppo. D'accordo.
Pongo in votazione tale ordine del giorno. Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte al termine della seduta del 10 ottobre 1985 IN CONSIDERAZIONE dell'ampio dibattito svoltosi sulla mozione Fiat presentata dal Gruppo comunista



CONSIDERATO ALTRESI'

l'importanza e le rilevanti implicazioni della materia posta.in discussione ASSEGNA d'intesa col Gruppo proponente, alla IV Commissione il compito di produrre i necessari approfondimenti e di istruire sollecitamente un dispositivo da portare in aula per il voto in una prossima seduta nell'intento di ricercare la massima convergenza nel Consiglio regionale su un tema di così rilevante importanza per tutta la Regione INDICA alla IV Commissione i seguenti temi, che devono essere oggetto dell'approfondimento di cui sopra a) verifica CIPI sulla coerenza fra L. 675/77 e risultanze occupazionali del processo di ristrutturazione Fiat, anche alla luce della delibera del Consiglio regionale del marzo 1985 b) sollecitazione al Governo affinché definisca :le linee di politica industriale e in questo quadro individuazione del ruolo della Regione c) Agenzia Regionale del lavoro in Piemonte: obiettivi, competenze attribuzioni e funzione, da sottoporre al Governo, sollecitandone l'istituzione." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 38 voti favorevoli, 1 contrario e 1 non partecipa alla votazione.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno sulla crisi occupazionale


PRESIDENTE

E' stato presentato un altro ordine del giorno sulla crisi occupazionale firmato dai Consiglieri Brizio, Bontempi, Rossa, Mignone Staglianò, Marchini e Ala.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Ferrara per dichiarazione di voto.
Ne ha facoltà.
FERRARA L'ordine del giorno che è stato presentato affronta un problema di gravissima rilevanza sociale e non porta la firma del PRI. Ciò è avvenuto innanzitutto per un problema di metodo.
Nella Conferenza dei Presidenti dei Gruppi si è concordato che prossimamente si svolgerà una discussione complessiva sulla legge finanziaria e ciò avverrà, dietro espressa richiesta del Capogruppo comunista, prima che questa legge giunga a termine, in modo che il Consiglio regionale del Piemonte possa indirizzare le proprie valutazioni al Parlamento affinché questo possa tenerne conto, se lo riterrà.
In questo caso invece noi individuiamo un unico punto della legge finanziaria e su quello specifico punto chiediamo dei provvedimenti.
Dicevo prima che ci rendiamo perfettamente conto della gravità del problema, però poiché ci siamo impegnati a fare un discorso complessivo, ed è giusto farlo perché forse potrebbero essere presi in considerazione altri elementi, a noi sembrava più opportuno non procedere oggi su questo punto.
La legge finanziaria all'art. 1 fissa il limite del disavanzo dello Stato per l'anno 1986, dopodiché espo-ne tutti gli elementi che dovrebbero servire al raggiungimento di quel disavanzo; qui noi altri, senza porre nessun altro problema, ci limitiamo soltanto a correggerne uno ed io ritengo che questo non sia il modo più giusto, a meno che ciò non voglia dire che questo Consiglio regionale propone lo sfondamento di quel disavanzo previsto.
Credo allora che diventi un problema di finanza pubblica complessiva di disavanzo pubblico complessivo; mi chiedo pertanto se altri elementi non potrebbero essere tutelati, da questo Consiglio regionale.
Ci sono dei problemi credo ancor più gravi e rilevanti, quello ad esempio dei disoccupati, i quali non godono neppure del beneficio, mi rendo conto quanto precario e antipatico, della Cassa Integrazione; c'è il problema dei pensionati con le pensioni minime.
Uno sfondamento del disavanzo previsto è certamente a danno di queste categorie meno protette e meno tutelate.
Ho sentito dire questa mattina che bisognava fare subito questo ordine del giorno perché forse c'erano dei cassaintegrati in aula. Credo che questo modo di procedere non sia corretto ed è per questo motivo che non c'è la firma del PRI su questo documento, anche se il PRI, rendendosi assolutamente conto della gravità di questo problema, voterà a favore di questo ordine.del giorno.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale ordine del giorno. Ve ne dò lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte DI FRONTE alla gravità della crisi occupazionale che attraversa la nostra Regione, confermata anche dalle ultime rivelazioni RILEVATA la permanenza di CIGS ordinaria e straordinaria (oltre 70000 lavoratori a zero ore) VISTO i contenuti della legge finanziaria 1986 che introduce la detrazione per oneri previdenziali (8,65%) sulle somme erogate per la CIGS CONSTATATO che attuando tale misura i redditi familiari dei lavoratori che usufruiscono dell'istituto della CIGS diventano insufficienti a garantire la già precaria sopravvivenza di intere fasce di lavoratori, determinando quindi un aggravamento ulteriore delle tensioni sociali oggi esistenti nella nostra Regione PREOCCUPATO per i gravi ritardi nella erogazione della Cassa Integrazione soprattutto ai lavoratori delle piccole e medie imprese INVITA il Governo e il Parlamento (Senato e Camera) ad attuare i provvedimenti necessari per far sì che si elimini la detrazione dell'8,65% in modo che per il 1986 sia mantenuta la copertura salariale prevista dalla legge sulla CIGS e per garantire la tempestiva erogazione IMPEGNA la Presidenza del Consiglio regionale a trasmettere il presente ordine del giorno alle Presidenze del Senato e della Camera, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ed ai Gruppi parlamentari." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 34 voti favorevoli e 1 non partecipa alla votazione.


Argomento: Problemi energetici

Richiesta di iscrizione di una comunicazione urgente della Giunta regionale sulle informazioni relative all'arrivo del corpo del reattore nucleare della Centrale elettronucleare del Garigliano, presso gli stabilimenti della Sorin di Saluggia


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la richiesta di iscrizione all'ordine del giorno di una comunicazione da parte della Giunta circa la proliferazione di materiale nucleare nella zona di Saluggia. Evidentemente spetta alla Giunta e ai Presidenti dei Gruppi di decidere se si potrà introdurre o meno questo argomento all'ordine del giorno.
La parola al Presidente della Giunta.
BELTRAMI, Presidente della Giunta regionale A parte la complessità del contenuto di questa richiesta di iscrizione all'ordine del giorno, ritengo che ricorrano per la stessa le identiche condizioni che si sono verificate per l'ordine del giorno relativo alle dichiarazioni dell'ing. Corbellini circa l'installazione di una seconda centrale nucleare in Piemonte, pertanto si demandi alla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi la iscrizione di questo argomento all'ordine del giorno della seduta successiva, anche perché la materia non è decisamente affrontabile questa sera. Se la dovessimo affrontare ora io non ho riserve mentali sull'argomento e daremo delle non risposte, perché il documento accenna a fatti di cui al momento, almeno chi parla e penso la Giunta, nel suo complesso, non ha avuto notizie utili attraverso le quali dare ogni migliore informazione al Consiglio regionale.
La stessa procedura è vero che consente ad un certo numero di Consiglieri di poter chiedere la iscrizione di questi ed altri argomenti all'ordine del giorno, però la iscrizione è condizionata dalla votazione con l'espressione della maggioranza dei Consiglieri in carica al Consiglio regionale.
Quindi direi che realisticamente ci avventureremmo in un confronto senza profitto, per cui usando lo stesso senso realistico, e per compiutezza di risposta, suggerirei ai proponenti di seguire la strada che abbiamo seguito l'altra volta, altrimenti non siamo nella condizione di poter rispondere. Diciamo che non possiamo farlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.
STAGLIANO' Penso di poter interpretare il parere degli altri firmatari dicendo che la proposta del Presidente della Giunta può essere accolta con l'impegno che su questa materia ci sia una discussione ampia come la questione merita.
Signor Presidente, vorrei dire che c'è un'altra priorità che ritengo di dover segnalare e che lei sicuramente riprenderà prima di concludere i lavori: riguarda la discussione in merito ad un ordine del giorno sul Medio Oriente da me presentato nei giorni scorsi.



PRESIDENTE

L'esame di questa richiesta di iscrizione all'ordine del giorno viene dunque demandato alla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi.


Argomento: Questioni internazionali

Ordine del giorno inerente i problemi del Medio Oriente (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo ora a un ordine del giorno che era stato rinviato relativo ai problemi del Medio Oriente.
I Capigruppo non avevano ritenuto in quel momento di collocarlo nell'ordine del giorno perché vi erano delle situazioni ancora presenti nel Mediterraneo.
Io non posso che rimettermi alla decisione dei Presidenti dei Gruppi se questo ordine del giorno possa essere esaminato stasera oppure nel corso della prossima seduta.
Chiederei comunque alla cortesia del proponente, data l'ora, di voler accogliere la proposta di rinviare l'esame di questo argomento, poich necessita di un dibattito che sia adeguato.
La parola al Consigliere Staglianò.



PRESIDENTE

STAGLIANO'



PRESIDENTE

Accolgo questa proposta.
Mi rammarico soltanto, Signor Presidente, che si sia persa una buona occasione, in un momento molto drammatico, per discutere della questione delle tensioni in Medio Oriente; c'è infatti grandissima attenzione nell'opinione pubblica, anche locale, verso questo problema.
L'impegno è che comunque non si lasci cadere l'argomento.



PRESIDENTE

Il Consiglio non si terrà la prossima settimana poiché sono indetti dei convegni che riguardano specificamente il problema degli Enti locali.
I Presidenti dei Gruppi sono convocati lunedì 21 ottobre.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.15)



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