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Dettaglio seduta n.110 del 26/11/87 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni e interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 917 presentata dai Consiglieri Chiezzi Calligaro, Guasso, Bruciamacchie e Amerio.
Risponde l'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore alle cave

La deliberazione, citata nell'interrogazione, autorizza la ditta Italcave ad ampliare una cava già attiva e giunta ad esaurimento sull'area e alle condizioni a suo tempo prescritte.
In merito al punto 1) dell'interrogazione risulta agli atti del Servizio Cave un impegno ufficiale della stessa ditta a non fornire materiale per il cantiere di Leri-Cavour. In caso contrario l'inottemperanza all'impegno che la ditta si è imposto potrebbe costituire motivo di revoca dell'autorizzazione stessa.
Per quanto riguarda i controlli, occorre sottolineare che non è compito specifico né facoltà dell'Assessorato competente predisporre controlli finalizzati all'uso e all'impiego del materiale. Ad ogni buon conto il Servizio Cave come unico mezzo di verifica sulle forniture di materiale della ditta in oggetto, sta esaminando le dichiarazioni bimestrali ENEL dei fornitori del cantiere Leri-Cavour. Comunque è senz'altro dovere dell'Assessorato verificare periodicamente che i lavori di coltivazione vengano eseguiti conformemente al progetto approvato e in questo senso gli uffici competenti operano, come hanno sempre operato, al fine di mantenere un periodico controllo, attuando anche appositi rilievi topografici e batimetrici, qualora le verifiche di "routine" possano indurre a sospettare infrazioni alle norme.
Da un recente sopralluogo non si sono rilevate difformità rispetto al progetto di coltivazione approvato e per quanto riguarda il recupero delle aree di cava ormai esaurite si è già provveduto a meglio definire alcuni interventi senz'altro più consoni alla destinazione dell'area ai sensi della deliberazione del Consiglio regionale approvata in data 22/3/1985.
L'attività di cava, nel caso specifico, non è ritenuta incompatibile con la destinazione d'uso dell'area a pre-parco, secondo un parere esplicitamente richiesto al competente Assessorato alla pianificazione del territorio - Servizio parchi, espresso con nota n. 3678 dell'1/7/1987.
Infatti per le aree vincolate ai sensi della L.R. n. 43/1975, la L.R. n.
69/1978 prevede il parere o dell'Ente parco, qualora questo sia già costituito, o dell'Assessorato regionale competente.
Nel caso in esame il Servizio parchi, oltre ad esprimere parere favorevole alla continuazione dell'attività estrattiva, ha indicato che i lavori di coltivazione siano condotti secondo un progetto che consenta la realizzazione di una zona umida.
Infine per chiarire meglio la frase riportata al punto 1.1.4 dell'allegato A in cui si afferma che il materiale estratto deve essere utilizzato esclusivamente per gli usuali fabbisogni del mercato locale occorre precisare che la ditta Italcave opera nella zona da diversi anni ancora prima dell'inizio del cantiere di Leri-Cavour.
La ditta, quindi, soddisfa alle esigenze di un mercato locale che è esterno all'insediamento di Trino 2 e che rischia di giungere ad esaurimento anche con rilevanti conseguenze occupazionali, non solo nell'ambito estrattivo, ma anche nel settore dell'indotto ed in quei settori economici che trovano nell'attività di cava le forniture di materie prime ad esse indispensabili.
D'altra parte, come già segnalato in altre occasioni, non pare giusto che per impedire la realizzazione di Trino 2 si debbano penalizzare attività od iniziative esterne, confondendo in tal modo l'effetto con la causa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il Gruppo consiliare comunista ha presentato un'interrogazione che si inserisce nel filone della massima attenzione da prestare ai problemi inerenti il Parco fluviale del Po. La cava in discussione si inserisce all'interno della zona di pre-parco, quindi ci è sembrato giusto verificare i motivi per cui una cava già in esaurimento sia stata ulteriormente estesa.
Durante i lavori della scorsa seduta del Consiglio regionale, altre due aree inserite nella zona pre-parco sono state eliminate con provvedimenti della Giunta; i forti ritardi con i quali si muove il governo regionale nell'attrezzare l'asta del Po con piani di area e leggi istitutive del parco, sono elementi che destano in noi grande preoccupazione.
L'Assessore ha riferito che ci sono stati contatti tra i vari Servizi: questo ci fa piacere, perché altre volte, purtroppo, si sono verificate incongruenze. La dichiarazione di non incompatibilità di un'attività di una cava sita in una zona di pre-parco può far nascere qualche incertezza in chi ascolta, soprattutto se non può partecipare ad atti di governo.
Prendiamo atto comunque che il contatto c'è stato e invitiamo gli Assessori competenti a mantenerlo.
Un'altra considerazione sulla deliberazione era volta ad individuare se in qualche modo si volessero imporre due condizioni che in realtà il governo regionale non era in grado di controllare.
La prima si riferisce alla dichiarazione di non utilizzo del materiale di cava per Trino 2. Non ci preoccupa tanto l'utilizzo in sé del materiale quanto l'imposizione alle ditte di divieti difficilmente controllabili (pensiamo, ad esempio, alle triangolazioni). Preferiremmo quindi azioni di governo più incisive.
La seconda condizione riguarda gli usuali fabbisogni.
Mi sembra velleitario che la Regione Piemonte vincoli l'attività di una ditta all'usuale fabbisogno, perché questo è difficilmente definibile.
Inoltre una ditta che produce beni sul territorio nazionale ha il diritto di venderli dove e come ritiene, senza limitazioni alla propria attività.
Anziché porre vincoli e divieti ridondanti di difficile attuazione sollecito l'Assessore ad individuare, nelle sue deliberazioni, le reali possibilità e competenze regionali di azioni di governo, altrimenti l'azione concreta di governo rimane sminuita nei confronti della realtà economica e sociale. Imporre il concetto di "usuale fabbisogno del mercato locale" mi sembra un'indicazione improponibile per un'attività economica.
Ringrazio comunque l'Assessore per la risposta che mi soddisfa abbastanza.


Argomento: Informazione

Interrogazione n. 763 del Consigliere Rossa inerente l'ANSA


PRESIDENTE

Viene ora esaminata l'interrogazione n. 763 presentata dal Consigliere Rossa, cui risponde il Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Rispondo con qualche ritardo all'interrogazione presentata alcuni mesi or sono dal Consigliere Rossa circa la ventilata realizzazione da parte dell'agenzia ANSA di una apposita "rete" regionale piemontese. Tale ritardo è stato tuttavia giustificato dall'intensa serie di contatti intercorsi in questo periodo tra la Giunta e la Direzione nazionale della stessa agenzia al fine di giungere ad una positiva soluzione del problema, che assicuri nella nostra regione la nascita di questo importante strumento informativo.
In questi giorni ho avuto formale conferma - con una lettera del Presidente dell'ANSA, Giovannini, che è stata inviata anche al Presidente del Consiglio regionale per le decisioni eventuali dell'assemblea piemontese - che l'ANSA inizierà il suo nuovo servizio quotidiano di informazione regionale in Piemonte a partire dal gennaio prossimo.
Colgo l'occasione dell'interrogazione, di cui ringrazio il Consigliere Rossa per lo spunto offerto di ulteriore stimolo al lavoro paziente e delicato di contatto che abbiamo svolto da tempo a questo riguardo, per esprimere la soddisfazione della Giunta per l'arricchimento del quadro d'informazione locale. Purtroppo siamo da tempo abituati a sottolineare situazioni di difficoltà, di crisi, di chiusura dei mezzi d'informazione della nostra Regione, giudichiamo pertanto particolarmente felice la nascita di questa "rete" regionale che contribuirà indubbiamente a vivificare il tessuto informativo piemontese, oltre a costituire un qualificato e autonomo strumento di comunicazione locale.
Nel corso delle lunghe trattative intercorse con l'ANSA, la Giunta ha avuto modo di valutare positivamente esperienze già realizzate dall'agenzia stessa in altre Regioni italiane. Ovunque la rete regionale ANSA ha svolto un lavoro estremamente qualificato, di ottimo valore informativo e soprattutto di grande utilità oltreché per enti pubblici, organismi amministrativi e sociali, operatori economici, anche per gli organi locali di informazione scritta e audiovisiva. Non abbiamo dubbi che anche in Piemonte si registrerà un efficace inserimento di questo nuovo strumento nel contesto dell'informazione regionale, con particolare riferimento ai giornali periodici locali e alle radio e televisioni piemontesi. Non a caso, la nascita della rete regionale ANSA era già stata prevista nella fase di elaborazione e discussione del previsto progetto di legge sull'informazione locale, che giace in Commissione da circa un anno e che sarà il caso di riesumare e definire, con l'impegno di tutti i Gruppi politici consiliari: in tale occasione era apparso sostanzialmente unanime l'impegno per la realizzazione e l'utilizzo della nuova iniziativa.
Sulla base di tutte le considerazioni fin qui esposte, mentre ribadisco all'interrogante Consigliere Rossa l'imminente nascita della rete piemontese dell'ANSA, sottolineo che l'impegno della Giunta per favorire il nuovo servizio informativo sta concretizzandosi in un'apposita convenzione con l'agenzia, per l'utilizzo dell'ANSA regionale a livello di singoli Assessorati e servizi più direttamente interessati; analoga iniziativa presumo vorrà assumere il Consiglio per quanto attiene i propri organi interni.
Nell'ambito di tale convenzione, la Giunta naturalmente sta assumendo posizioni che assicurino le caratteristiche di completezza e professionalità della nuova iniziativa, in modo da poter disporre in futuro di una fonte tempestiva e corretta di informazione, per una diffusione capillare delle notizie stesse sull'attività regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, desidero innanzitutto ringraziare il Presidente della Giunta Beltrami per le informazioni fornite in risposta alla mia interrogazione. Credo di poter esprimere oltre alla mia soddisfazione quella di tutta la categoria dei giornalisti; in questo caso l'informazione va ben al di là del lavoro degli operatori del settore per conoscere gli avvenimenti sia a livello regionale sia di più ampio respiro.
L'interrogazione era stata concordata con alcuni giornalisti perché si avvertiva la mancanza di una rete di collegamento d'informazione a livello regionale che funziona invece molto bene in altre zone, come ha ricordato il Presidente Beltrami. Si avvertiva la necessità di uno strumento capace di consentire l'accesso immediato dell'informazione e quindi al lavoro dei mezzi d'informazione di livello nazionale sia per quanto riguarda la stampa periodica sia per le moltissime prestazioni televisive e radiofoniche.
Auspico che dal prossimo mese di gennaio si possa realizzare anche in Piemonte questo nuovo strumento che consentirà di disporre delle informazioni diramate dalla rete dell'ANSA a livello nazionale. Mi auguro altresì che possa riprendere il cammino la nuova proposta di legge riguardante tutti i canali d'informazione. Occorre disincagliarla dai meandri in cui si trova: si tratta di uno strumento importante al quale guardano con fiducia gli operatori del settore. Dovremmo dedicare maggiore attenzione al mondo dell'informazione, molla importante per procedere verso più alti livelli di sviluppo culturale e sociale cui tutti dedichiamo il nostro impegno.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 972 dei Consiglieri Ala, Montefalchesi e Reburdo: "Consegna, da parte del Consigliere Rossa, di un gagliardetto della Regione Piemonte ad equipaggi di navi in partenza per il Golfo Persico" interrogazione n. 1015 del Consigliere Rossa: "Consegna dello stemma della Regione Piemonte alla nave 'Vesuvio' in partenza per il Golfo Persico"


PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta regionale, Beltrami, risponderà contestualmente all'interpellanza n. 972 e all'interrogazione n. 1015.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

La mia è una risposta resa con serenità pensando che l'aula, fra l'altro non molto frequentata, non abbia a stabilire momenti di speculazione attorno ad un gesto che non so se giudicare patriottico o meno, ma che il Consigliere Rossa, nella sua totale autonomia, ha inteso rendere ai marinai in partenza per il Golfo Persico.
L'episodio citato nelle due richieste di chiarimenti riguarda una visita del Consigliere regionale Angelo Rossa alla nave "Vesuvio" della Marina Militare Italiana.
La visita si è svolta il 2 ottobre scorso nell'ambito di una vasta presenza organizzata dall'Associazione Marinai d'Italia (Sezioni di Alessandria, Mondovì, Tronzano Vercellese e Venaria Reale).
Si è trattato di un momento di solidarietà nell'ambito delle più complessive linee di "apertura" del mondo militare e di collaborazione con le istituzioni civili.
In quella occasione risulta che le navi della Marina abbiano compiuto una breve esercitazione in mare aperto, mentre ai civili venivano illustrate le moderne attrezzature del nostro naviglio e lo stato di preparazione del personale, anzitutto dei giovani di leva.
Al termine delle manovre, nel corso di uno scambio di saluti e di una breve cerimonia a ricordo dei marinai caduti, il Consigliere Rossa ha consegnato al Comandante della "Vesuvio" un piccolo gagliardetto con lo stemma della Regione Piemonte: un gesto di augurio e di cortesia, al di fuori di ogni formalità. In proposito va sottolineato che il materiale di rappresentanza della Regione (stemmi, targhe o altro se disponibile) viene assegnato, su richiesta, anche ai Consiglieri o Assessori, così come si utilizza in occasione di cerimonie o premiazioni. La Giunta non deve definire particolari procedure o autorizzazioni per la consegna, nella fattispecie lasciando al responsabile senso istituzionale dell'amministratore ogni decisione in merito. In questo caso riterrei del tutto forzato ogni discorso polemico nell'accostare la cortesia del collega Rossa alle decisioni del Parlamento sulla missione delle nostre navi nel Golfo Persico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Desidero esternare la mia sorpresa di fronte all'interpellanza presentata, alla quale ho risposto con una mia interrogazione per esprimere valutazioni analoghe a quelle espresse da parte del Presidente della Giunta. Esprimo da un lato la mia amarezza per le intenzioni degli interpellanti che hanno provocato questa discussione; dall'altro sono contento della richiesta di precisazioni che mi consente di confermare le mie profonde convinzioni non solo intorno alle scelte compiute successivamente a quella visita da parte del Governo, ma anche per il fatto che occorre rinsaldare sempre di più i rapporti fra società civile e Forze Armate e, in questo caso, la Marina Militare. L'Associazione Marinai d'Italia aveva invitato vari rappresentanti di Enti locali ad una visita guidata durante la quale viene compiuta un'esercitazione allo scopo di realizzare un momento di comunanza tra cittadini, rappresentanze degli Enti locali e le Forze Armate.
Ritengo si sia trattato di un atto di solidarietà estremamente importante che veniva in quel caso a coincidere con l'attesa di un'imminente decisione del Parlamento. Come sempre accade in queste circostanze, viene il momento dei saluti, dei ringraziamenti, dei riconoscimenti reciproci. In quell'occasione, pur non avendo previsto che al termine della visita ci sarebbe stato uno scambio di saluti, ho consegnato al Comandante della "Vesuvio", venuto sulla plancia per i ringraziamenti di rito, uno stemma della Regione Piemonte che avevo in macchina per un caso fortuito. Nella mia autonomia, sono convinto di avere fatto un'opera adeguata in rappresentanza della Regione insieme agli altri rappresentanti di Enti locali presenti; siccome si è parlato anche della missione di pace nel Golfo Persico, abbiamo fatto i nostri auguri affinch le cose davvero possano svolgersi con l'impegno tipico della nostra gente.
Ad onore di questo Consiglio regionale, informo che il Vicecomandante della "Vesuvio" è un piemontese di Acqui Terme: gli abbiamo quindi recato una solidarietà non soltanto di carattere nazionale, ma anche particolare.
Si tratta di un comandante delle nostre terre e fa onore, insieme a tutta la Marina Militare, al nostro Paese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Per serietà non inizio con una risata il mio intervento, credo però sia necessario fare alcune valutazioni. Insieme ai colleghi Ala e Montefalchesi ho presentato questa interpellanza alla luce di alcuni elementi da un lato preoccupanti, dall'altro piuttosto espressivi di un certo malintendere il ruolo delle istituzioni e dei rappresentanti delle istituzioni del nostro Paese. Il Consigliere Rossa potrebbe definirsi come l'ultimo dei guerrafondai italiani, visto che la missione nel Golfo è stata completamente dimenticata dal Governo e il Parlamento ha deciso di non approvare il rifinanziamento della cosiddetta "missione sperpera soldi"; a questo proposito occorre precisare che tale missione ha mangiato dal bilancio dello Stato fondi non propri fino al punto che il Governo italiano ha dovuto stornare 800 milioni dal Fondo per gli obiettori di coscienza per finanziare la missione di pace nel Golfo Persico.
Emblematicamente, quindi, abbiamo una missione di piemontesi nel Golfo Persico, come ha sottolineato il Consigliere Rossa, non credo però che questo faccia molto onore al Piemonte, ritengo invece che la nostra Regione si qualifichi per altri aspetti. Si tratta comunque di un problema preoccupante, sul quale richiamo l'attenzione del garante del Consiglio regionale: ogni Consigliere regionale può partecipare, sulla base di quanto ha affermato il Consigliere Rossa, ad iniziative o manifestazioni di qualunque genere e nell'ambito di queste portare i doni della Regione consistenti, ad esempio, in quel meraviglioso stemma o in gagliardetti targhe e cose simili. Ritengo preoccupante accettare il fatto che questi fenomeni avvengano, signor Presidente del Consiglio; a questo punto a nome anche dei Consiglieri Ala e Montefalchesi potrei chiedere almeno cento gagliardetti e cinquanta targhe per ciascuno di noi visto che questo è all'incirca il numero delle manifestazioni e degli incontri cui partecipiamo quali aderenti al movimento pacifista, ambientalista e anti nucleare italiano ed internazionale, per portarvi in questo modo la voce della Regione Piemonte, la sua rappresentanza, il suo saluto all'interno di posizioni che rappresentano ormai una realtà.
Mi ritengo del tutto insoddisfatto della risposta del Presidente Beltrami, non perché abbia descritto i fatti - che d'altronde non si possono confutare - ritengo però che alcune considerazioni di ordine politico in merito ai rapporti interni del Consiglio era doveroso farle.
Ognuno di noi rappresenta, bene o male, piccoli o grandi spezzoni di società (associazioni, gruppi culturali o sportivi) e sarebbe strano che venisse consolidata la prassi inaugurata dal Consigliere Rossa. Prassi discutibile e preoccupante che se venisse accettata dimostrerebbe ulteriormente che la caduta delle istituzioni verso il basso è così rapida da far sì che segnali come questo non vengano colti per imporre uno stop e dimostrare che determinate regole vanno mantenute.
L'on. Goria si è spaventato dell'assenza dei parlamentari dal consesso del Parlamento; avrebbe però dovuto chiedersi quali fossero le scelte che incentivavano la presenza o meno dei parlamentari. Molte volte succede la stessa cosa anche in Consiglio regionale. Le garanzie nel rapporto tra istituzioni e società sono date da regole che debbono essere mantenute, ma se si cambiano le regole del gioco, al termine del mio intervento formalizzerò, insieme ai colleghi Ala e Montefalchesi, la richiesta di cento gagliardetti e cinquanta targhe da assegnare ad ogni Consigliere regionale affinché li possa usare nel nome e per conto della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Desidero ricordare che con legge regionale l'insegna del Piemonte è stata tradotta in patrimonio di tutto il Consiglio. Non voglio comunque discutere se sia bene che il piccolo gagliardetto possa essere portato anche tra i marinai d'Italia, perché ciò attiene alla responsabilità di ciascuno.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione n. 975 dei Consiglieri Sestero e Ferro: "Utilizzazione dei fondi per il diritto allo studio nel Comune di Sommariva Bosco"


PRESIDENTE

L'Assessore Alberton risponde all'interrogazione n. 975 presentata dai Consiglieri Sestero e Ferro.



ALBERTON Ezio, Assessore all'istruzione

Il Comune di Sommariva del Bosco, adempiendo agli obblighi di legge, in data 29/1/1987 inviava a questi uffici il rendiconto delle somme ricevute per lo svolgimento delle funzioni di assistenza scolastica per l'anno finanziario 1986.
Dal rendiconto, redatto su moduli da noi appositamente predisposti risulta che i fondi ricevuti per la didattica per la scuola elementare (L.
1.498.500) e per la scuola media (L. 8.070.000) sono stati direttamente utilizzati dal Comune per le voci da noi indicate: acquisto sussidi didattici, acquisto libri di testo per la scuola media, visite di istruzione, nella misura di L. 2.221.000 per le elementari e di L.
12.643.000 per la media.
In data 19/10/1987 è stato richiesto al Comune (nella persona del Segretario comunale, contattato telefonicamente vista l'urgenza) un elenco dettagliato e analitico delle spese sostenute per tale anno finanziario.
In data 22/10/1987, con lett. prot. 6992, il Comune ha inviato un rendiconto sul quale ha evidenziato tutte le spese sostenute, comprese quelle per l'assistenza scolastica.
Contrariamente a quanto indicato nei moduli di rendiconto, le spese sostenute risultano essere di L. 13.069.062 per la scuola elementare e di L. 10.590.994 per la scuola media.
Il Sindaco giustifica, altresì, la mancata erogazione di contributi per l'acquisto di libri di testo per le scuole medie, dovuta alla "sufficienza dei redditi dichiarati", anche se poi dal dettaglio di spesa risulta la somma di L. 1.337.994 quale rimborso libri.
Si ricorda, comunque, che la L.R. n. 49/85, per quanto riguarda i libri di testo delle scuole medie, non prevede specifiche forme di intervento non vigendo, al contrario delle scuole elementari, il principio della gratuità.
Infatti il Comune e/o la scuola, verificate le singole situazioni di necessità, possono anche decidere forme di intervento escludenti i libri di testo.
A tal proposito si sottolinea come la L.R. n. 49/85 non preveda specifici vincoli di destinazione per le somme assegnate per la didattica.
E' infatti compito del Comune stabilire, sentiti gli organi collegiali delle scuole, gli ordini di priorità e le modalità di ripartizione, fermo restando il loro utilizzo nell'ambito dell'assistenza scolastica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sestero.



SESTERO Maria Grazia

Ringrazio l'Assessore per la risposta precisa e ricca di dettagli della quale chiedo di avere copia scritta.
L'Assessore Alberton ha richiamato la normativa che, al di là della verifica sulla rendicontazione, per questo settore lascia libertà all'ente locale sulle forme di destinazione.
Abbiamo sollevato la questione per conoscere i dati che risultavano alla Regione, cioè una verifica della spesa; abbiamo quindi sollevato un caso specifico, ma consapevoli che si tratta di un problema piuttosto diffuso.
Relativamente alla destinazione didattica, gli spazi di libertà riservati all'ente locale e i rapporti fra ente locale e scuola, lasciano spesso margini di difficoltà di comprensione, da parte dell'utente, su come vengono destinati i fondi.
Gli organi collegiali non sempre sono in grado di fornire informazioni sufficienti e spesso il Comune su queste cifre si muove con troppa disinvoltura.
Nel caso specifico, ci risultava un comportamento scorretto dell'Amministrazione comunale che, avocando a sé l'utilizzo delle risorse non informava il possibile utente di un determinato servizio sui motivi per cui quel servizio non veniva erogato. I termini della questione debbono quindi trasferirsi sul piano dei rapporti con l'ente locale.
Esiste però il problema più generale delle forme d'intervento per il diritto allo studio; mentre altre voci sono più controllabili e, in qualche misura, più vincolate, le condizioni sociali ed economiche delle famiglie alcune volte di assoluta emergenza, rischiano di far aumentare sempre più le domande e non sempre la previsione contenuta nell'erogazione della Regione corrisponde ad un servizio reale ed effettivo.
Non vado al di là di una breve sottolineatura sull'inadeguatezza di questa forma di diritto allo studio. Avremo occasione di riaffrontare la situazione. Si tratta di un problema che, al di là del caso specifico di Sommariva Bosco, è presente in varie realtà: il problema si avverte dall'insoddisfazione che, sempre più spesso, i cittadini esprimono rispetto a determinate esigenze cui il servizio non risponde in modo adeguato.
Mi auguro che, in sede di Commissione o nel momento in cui si affronterà il problema, si verifichi se non ci siano vincoli più precisi da introdurre e se non si debbano prevedere forme che garantiscano meglio il rapporto diretto con l'utente che esprime un determinato bisogno.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale - Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Interrogazione n. 837 del Consigliere Pezzana: "Deliberazione n. 48-14105 del 23/6/1987. Riconoscimento mansioni di VIII livello"


PRESIDENTE

Viene ora esaminata l'interrogazione n. 837, cui risponde l'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore al personale

In risposta all'interrogazione urgente formulata dal Consigliere Pezzana, concernente la deliberazione della Giunta regionale del 23/6/1987 relativa all'attribuzione (ex art. 57) di funzioni superiori alla dipendente Alessandra Pont, si comunica quanto segue.
Come è evidenziato nel provvedimento della Giunta regionale la dipendente signora Pont Alessandra, in servizio presso il Consiglio regionale - Servizio Partecipazione - inquadrata nella VII qualifica, ha proposto ricorso al TAR del Piemonte per l'annullamento del silenzioso rifiuto formatosi sulla diffida stragiudiziale con cui la dipendente ha chiesto il conferimento di funzioni superiori, l'accertamento dello svolgimento delle stesse, nonché la condanna dell'Amministrazione regionale a corrisponderle le differenze retributive dall'1/12/1981.
Con la sentenza n. 29 del 17/12/1986 il TAR del Piemonte, senza entrare nel merito della richiesta, ha dichiarato l'illegittimità del silenzio e per l'effetto, l'obbligo all'Amministrazione regionale di provvedere esplicitamente sull'istanza della ricorrente.
In tale situazione la Giunta regionale ha ritenuto di attribuire alla signora Pont l'indennità di funzione attraverso l'applicazione dei disposti di cui all'art. 57 stesso.
La Giunta regionale ha ritenuto necessario assumere il provvedimento in questione sulla base dei seguenti elementi: 1) la situazione organizzativa del Servizio Partecipazione cui è assegnata la dipendente e il fatto che in tale Servizio, che svolge funzioni di particolare rilievo e importanza per il Consiglio regionale sia vacante il posto di responsabile e non sussistano dipendenti inquadrati nella I qualifica dirigenziale o nell'VIII qualifica 2) la nota del Presidente del Consiglio con cui è stata rappresentata la necessità di garantire la massima funzionalità del Servizio 3) la deliberazione del 14/5/1987 con cui l'Ufficio di Presidenza del Consiglio ha proposto alla Giunta che il posto di VIII qualifica vacante presso tale Servizio, venga ricoperto mediante il conferimento delle funzioni superiori alla signora Pont.
La deliberazione in esame è chiara nell'indicare come le funzioni che si intendono affidare alla signora Pont siano quelle proprie dell'VIII qualifica funzionale relativa al posto vacante dalla dotazione organica formalmente attribuita al Servizio Partecipazione del Consiglio regionale.
A maggior chiarimento si specifica come tali compiti, individuati nella deliberazione n. 336 del 14/5/1987 dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio di cui si è detto nella deliberazione in esame - consistono nell'istruttoria, la predisposizione e la formazione di atti e provvedimenti connessi all'attività del Servizio e svolti con autonoma responsabilità professionale, nonché nella cura dei rapporti esterni con i numerosi enti o organismi che vengono in contatto con il Servizio in relazione alle sue specifiche competenze.
L'attività, caratterizzata da difficoltà di decisione, di autonomia e di iniziativa e comportante la piena responsabilità dell'attività direttamente svolta e delle istruzioni impartite, comporta altresì l'assunzione di compiti di indirizzo dell'attività degli addetti al Servizio in questione.
Quanto al terzo punto dell'interrogazione si fa presente come, ai fini dell'applicazione dei disposti di cui all'art. 57 della L.R. n. 22 del 1974, non sia più necessario il parere della Commissione consultiva per il personale, essendo questa Commissione abrogata fin dal 1979 e più precisamente dall'art. 25 della L.R. n. 74 del 1979.
In merito infine al quarto punto dell'interrogazione cui si risponde si precisa: che il numero dei dipendenti che hanno inoltrato istanza alla data di fine settembre per il riconoscimento di mansioni superiori è pari a 216 unità; che attualmente sono in atto solo 30 casi di attribuzione di funzioni superiori in virtù dello specifico provvedimento della Giunta regionale richiesto dall'art. 57 della L.R. n. 22. In tutti questi casi l'Amministrazione regionale ha adottato il relativo provvedimento verificando ogni singola posizione di lavoro, nonché la sussistenza di un posto disponibile corrispondente alla qualifica attribuita nell'organico del Servizio di appartenenza del dipendente interessato.
Inoltre, in applicazione di quanto disposto dal citato art. 57, si è sempre provveduto all'attribuzione di un incarico superiore di un solo livello rispetto a quello posseduto dal dipendente, nonché alla verifica del possesso da parte del dipendente stesso dei requisiti professionali per l'espletamento delle funzioni proprie del livello affidato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Ringrazio l'Assessore per la risposta e, prima di entrare nel merito degli argomenti, desidero sgombrare il campo da un'immagine di coinvolgimento personale di un Consigliere nei confronti di una dipendente regionale. Si tratta di una doverosa precisazione nei confronti della signora Pont e degli altri dipendenti: non vi sono assolutamente motivi personali. Mi sono semplicemente chiesto - pur stimando la signora Pont e il suo lavoro - in qualità di Consigliere regionale, in base a quali criteri venissero effettuate certe nomine e certi passaggi.
Non credo che il Servizio Partecipazione, che si occupa di organizzare convegni, con mansioni di segreteria che non mi risulta comportino poteri decisionali, necessiti di un responsabile inquadrato nell'VIII qualifica.
Si tratta di lavori di segreteria che non comportano impegni di responsabilità né di approfondimento tematico giuridico, mansioni che sono invece richieste agli impiegati inquadrati nell'VIII qualifica.
L'Assessore Carletto ha comunicato che sono stati 216 i dipendenti che negli ultimi dieci anni hanno inoltrato domanda di riconoscimento delle mansioni superiori e che 30 lo hanno ottenuto.
Secondo me questo è un precedente molto pericoloso e spero che l'Assessore non mi dia del maleducato quando esprimo opinioni differenti dalle sue.
Spero di non uscire dalla buona educazione se esprimo forti dubbi che queste, chiamiamole promozioni, questi passaggi di qualifica, abbiano un riferimento specifico nel regolamento, quando determinate mansioni, che non comportano l'inquadramento all'VIII qualifica, vengono in realtà investite positivamente oggi dall'Assessore Carletto, domani magari da un altro Assessore o da un'altra Giunta: il rispetto della legge è l'unica garanzia per i cittadini che le cose vengono fatte secondo criteri di giustizia.
Non ritengo che il Servizio Partecipazione sia un'unità operativa; non credo che questo lavoro sia paragonabile ad altri, svolti da dipendenti di VIII qualifica, che comportano ben altre mansioni. Ritengo quindi che sia impropria l'attribuzione dell'VIII qualifica: ciò non riferito all'effettiva persona che svolge il lavoro, nel caso specifico la signora Pont, ma in quanto criterio generale per i passaggi di qualifiche.
Esaminerò bene se le motivazioni con cui 30 persone hanno ottenuto il riconoscimento delle mansioni superiori siano logiche, se sono analoghe a quelle attribuite e giustificate dalla signora Pont (credo che non lo siano), e mi riservo eventuali future azioni.
In ogni caso, non posso dirmi né soddisfatto né insoddisfatto perché le motivazioni che l'Assessore ha fornito sono quelle in base alle quali ho predisposto l'interrogazione. Non ritengo che i criteri adottati dall'Assessorato siano accettabili nel sistema normativo vigente.
Dopo aver analizzato con approfondito tempo l'intera questione valuterò la possibilità di assumere un'ulteriore presa di posizione e in quale modo.


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni


PRESIDENTE

Comunico che alle interrogazioni n. 908 e n. 922 presentate dal Consigliere Ala è stata inviata risposta scritta da parte dell'Assessore Cernetti.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che sono in congedo i Consiglieri Adduci Amerio, Bosio, Calligaro, Carazzoni, Cerchio, Croso, Dameri, Mignone Nerviani, Staglianò e Strobbia.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge

Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

d) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge non vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento:

d) Mancata apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

e) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nella seduta del 9 novembre 1987 - in attuazione dell'art. 7, secondo comma della L.R. 6/11/1978, n. 65 - in materia di consulenze ed incarichi, è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Comunicazione del Presidente della Giunta regionale in merito all'incontro avvenuto con il Magistrato del Po


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni della Giunta regionale", comunico che per quanto riguarda la relazione sul Magistrato del Po è pervenuto un telegramma con il quale il Magistrato chiede di incontrarsi con i Capigruppo, il Presidente del Consiglio e il Presidente della Giunta. I Capigruppo hanno ritenuto che l'incontro dovesse avvenire con la Giunta e trasposto in un documento al Consiglio; successivamente se tale documento fosse ancora ritenuto insoddisfacente le Commissioni competenti affronteranno il problema direttamente con il Magistrato del Po.
La seconda comunicazione della Giunta verterà sull'inquinamento del fiume Bormida. Su questo problema sono state presentate varie interrogazioni e interpellanze; il Consigliere Pezzana ha presentato una proposta di ordine del giorno che ho fatto distribuire a tutti i Consiglieri.
Sulle dichiarazioni dell'Assessore Maccari sulla paralisi della sanità piemontese, oggetto della terza comunicazione della Giunta, sono state presentate interpellanze urgenti da parte del Consigliere Ala, dei Consiglieri Bontempi, Calligaro e Dameri, e dei Consiglieri Majorino e Minervini.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, per quanto riguarda il Magistrato del Po è stato convenuto nella riunione dei Capigruppo che la comunicazione sarebbe intervenuta nella prossima seduta del 3 dicembre. E' stata predisposta una memoria che in giornata verrà trasmessa al Presidente del Consiglio e ai Capigruppo.
La Giunta ha delegato alla collega Cernetti la comunicazione relativa al fiume Bormida, mentre per quanto riguarda le dichiarazioni dell'Assessore Maccari svolgerò io la comunicazione.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Comunicazione dell'Assessore Cernetti sull'inquinamento del fiume Bormida


PRESIDENTE

Ha pertanto la parola l'Assessore Cernetti per relazionare sull'inquinamento del fiume Bormida.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Signor Presidente e colleghi, non è mia intenzione ripercorrere qui la lunga storia dell'inquinamento della Valle Bormida, a tutti nota, ma dare alcune informazioni al Consiglio.
In data 23 giugno 1987 la Giunta regionale deliberò di richiedere al Ministero per l'Ambiente di dichiarare "area ad elevato rischio di crisi ambientale" la Valle Bormida. In occasione del mio ultimo incontro a Roma l'11 novembre scorso con il Ministro Ruffolo ho sollecitato vivacemente il provvedimento relativo. Questa mattina sono riuscita ad avere copia del provvedimento firmato dal Ministro, che del resto era già stato approvato dalla Regione Piemonte e dalla Regione Liguria. Tale provvedimento dovrà completare l'iter amministrativo ed essere approvato dal Consiglio dei Ministri.
Da parte mia, d'intesa con l'Assessore alla sanità, ho richiesto di conoscere gli ultimi elementi a disposizione delle UU.SS.SS.LL. piemontesi interessate e attraverso la Regione Liguria stiamo operando per aggiornare la situazione relativa all'ACNA. A tutt'oggi non siamo ancora riusciti ad ottenere, né come Assessorato della Regione Piemonte e, sembra inconcepibile, neanche come Assessorato della Regione Liguria, i dati dell'USSL di Savona relativi all'ACNA di Cengio.
Nel frattempo ho invitato i componenti della competente Commissione ad effettuare un sopralluogo insieme ai funzionari dell'Assessorato presso l'ACNA di Cengio, dove sarà possibile acquisire ogni ulteriore elemento di giudizio; tale sopralluogo avverrà lunedì prossimo.
Giovedì 19 novembre u.s. mi sono recata a Genova per incontrare l'Assessore all'ambiente della Regione Liguria e insieme abbiamo concordato un protocollo d'intesa tra le due Regioni, mirato soprattutto ai problemi della Valle Bormida, per sollecitare il Ministro dell'Ambiente a dichiarare tale zona ad alto rischio ambientale e per definire comuni orientamenti di elaborazione del piano di risanamento e gli interventi necessari per attuarlo. E' stato a questo scopo costituito un gruppo di lavoro che comincerà ad attivarsi in attesa della Commissione, conseguenza necessaria del decreto del Ministro.
In attesa che questa Commissione di nomina ministeriale venga costituita, abbiamo ritenuto opportuno istituire un gruppo di lavoro composto da tre funzionari della Regione Piemonte e da tre funzionari della Liguria, rispettivamente responsabili dei Servizi inerenti lo smaltimento dei rifiuti solidi, l'uso e il risanamento delle acque, le emissioni atmosferiche.
Il protocollo d'intesa è stato approvato dalla Giunta martedì scorso la stessa deliberazione verrà approvata oggi dalla Giunta regionale della Liguria. Il compito specifico di questo gruppo di lavoro è fare il punto della situazione (dati specifici ed eventuali assemblaggi dei dati stessi) concordare metodiche analisi e soprattutto fare da trait d'union tra il Ministero e le società che predisporranno - una da parte della Liguria l'altra della Regione Piemonte - il piano di bonifica.
Inoltre, avverrà un incontro tra i funzionari dell'Assessorato della Regione Piemonte e della Regione Liguria, costituenti il gruppo di lavoro con il Direttore generale del Ministero dell'Ambiente per concordare, sulla scorta del decreto del Ministro Ruffolo, l'attuazione del progetto stesso.



PRESIDENTE

Sulla comunicazione dell'Assessore Cernetti è aperta la discussione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Fracchia. Ne ha facoltà.



FRACCHIA Mario

In quanto detto dall'Assessore non ho trovato alcuna risposta alle nostre richieste. E' stata fatta semplicemente la cronistoria dei fatti avvenuti in relazione all'applicazione dell'ormai famoso decreto ministeriale che dichiarerebbe la Valle Bormida zona di elevato rischio ambientale.
Le interrogazioni presentate però ponevano domande ben precise: nella risposta dell'Assessore non si fa il minimo accenno alla situazione, anche in termini di ordine pubblico, di questi giorni in Valle Bormida. Quasi tutti i Comuni hanno predisposto delle deliberazioni, approvate all'unanimità nel corso di Consigli comunali anche aperti, nelle quali si chiedono dettagliate precisazioni e la chiusura temporanea - in attesa di accertare se davvero non si possa fare altro - dello stabilimento ACNA.
Domenica scorsa si è svolta una manifestazione davanti allo stabilimento di Cengio, nel corso della quale (che può considerarsi non molto riuscita secondo le aspettative degli organizzatori) c'è stato un faccia a faccia tra i sindacati dello stabilimento, che difendono a forza l'occupazione, gli ambientalisti e gli abitanti della Valle Bormida che giustamente rivendicano di vivere in una zona sana, salubre e pulita, dopo anni e anni di inquinamento. Su queste problematiche non è stato detto niente.
Auspichiamo che vada in porto la legge che riconosca la Valle Bormida quale area ad alto rischio ambientale; i problemi però sono molto più gravi. Lo stabilimento è sito in provincia di Savona, quindi in un'altra Regione, per cui capisco le resistenze a rispondere all'Assessore Cernetti da parte del collega ligure su questi problemi: la Valle Bormida ligure è pochissimo inquinata - forse solo l'aria è un po' inquinata - le acque invece, iniziano ad essere inquinate sul confine tra le province di Savona e di Cuneo. Il vero inquinamento inizia in provincia di Cuneo, ma le sostanze inquinanti sono prodotte da un'azienda sita in provincia di Savona.
Con i colleghi Ala e Ferro ed alcuni funzionari ho partecipato ad un incontro a Cengio con la Commissione della Regione Liguria che si occupa dell'ambiente, dal quale però siamo usciti piuttosto demoralizzati: pensavamo si potesse arrivare ad una soluzione che invece non c'è stata.
Era stata presentata un'interrogazione secondo la quale sembrava che 2 mila fusti fossero interrati dentro lo stabilimento: in realtà non era vero infatti secondo gli stessi amministratori locali pare ce ne fossero forse cinque, risalenti a vent'anni fa. Gli stessi rappresentanti del Consiglio di fabbrica, attenti a queste cose, hanno dichiarato che se davvero fosse successo un fatto simile, sarebbero stati i primi a denunciarlo e a non permettere che succedesse. Con il collega Ferro ed altri rappresentanti del Cuneese (l'on. Soave ed altri Consiglieri provinciali cuneesi) abbiamo partecipato a Cortemilia ad un Consiglio comunale aperto in cui è stata approvata una deliberazione che è pervenuta in copia all'Assessorato della nostra Regione. Al Consiglio comunale, al quale hanno partecipato molti Comuni della Valle Bormida, erano presenti circa 500 persone. La situazione, anche sotto il profilo dell'ordine pubblico, è molto pesante.
Gli stessi sacerdoti presenti incitavano alla disobbedienza civile - a non pagare le tasse - e a fare una marcia su Cengio. In quanto anticipato dall'Assessore non è stato detto nulla relativamente a ciò che sta accadendo.
A mio parere occorre sì salvare l'ambiente, ma anche l'occupazione. La Provincia di Savona è interessata poiché i due terzi dei dipendenti dell'ACNA sono liguri, ma non bisogna dimenticare che 300 dipendenti oltre l'indotto che ancora non sono riuscito a quantificare - sono piemontesi abitanti nella provincia di Cuneo (questo risulta dai dati forniti dall'ACNA).
Il problema dell'occupazione è certamente rilevante; la salvaguardia dell'ambiente è più importante, ma bisogna trovare una soluzione. Non penso che la legge, riconoscendo tale area di particolare rischio ambientale risolva tutto: noi dobbiamo cercare di salvare l'ambiente e l'occupazione.
Mi riservo di fare ulteriori precisazioni qualora l'Assessore riterrà di intervenire ancora.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Credo si possa apprezzare la comunicazione dell'Assessore Cernetti così come la solerzia dei suoi incontri, sia con il Ministro Ruffolo sia con l'Assessore regionale della Liguria. Importanti sono gli incontri, i gruppi di lavoro ed importante è anche la ricerca dei dati che detto gruppo e l'Assessore si prefiggono. Ritengo però che il modo con cui in questo periodo la Giunta si è mossa e quello con cui l'Assessore ha cercato di promuovere qualche iniziativa, anche se apprezzabile, sia sotto tono.
Questo non solo rispetto ai problemi evidenziati nella nostra mozione, ma anche rispetto alle iniziative di protesta che le popolazioni della zona da Acqui a Saliceto, vanno ad assumere, come lo stesso collega Fracchia ricordava poco fa.
Noi organizziamo gruppi di lavoro sull'inquinamento delle acque e dell'aria e sui rifiuti dell'ACNA, ma i Comuni della zona, specialmente nel versante cuneese, chiedono la chiusura cautelativa dello stabilimento. Ho constatato che la richiesta di cui si rende interprete un ordine del giorno presentato dalla Lista Verde Civica e presentata dai Comuni di Cortemilia e di Camerana, si può condividere, forse è anche un po' incauta dati i problemi ricordati poco fa dal collega repubblicano, ma al di là delle varie interpretazioni dà il segno del grado di drammaticità che ha assunto il problema nella valle.
I dati sull'inquinamento, che vogliamo rilevare con i gruppi di lavoro anche se con molta approssimazione, sono conosciuti dalla popolazione locale: non sono mancati infatti convegni, non solo in provincia di Cuneo Asti e Alessandria, ma anche sul versante ligure. Secondo il Centro Tumori dell'Università di Genova, ad esempio, in Valle Bormida la percentuale dei morti per cancro è tre volte superiore alla media nazionale e che, per quanto riguarda il tumore al seno delle donne, si eleva di nove volte.
Prima di presentare la nostra mozione, abbiamo cercato di capire se era proprio necessaria, se era possibile farne a meno e se intervenendo con un'interrogazione potevamo segnare comunque una nostra presenza politica: questo perché riteniamo che la mozione non sia uno strumento da spendere solo per segnare una presenza. La mozione è per noi uno strumento che va usato solo quando lo spessore dei problemi che si vanno ad affrontare è tale da richiedere un pronunciamento di indirizzo del Consiglio. Un pronunciamento che, in molti casi, rafforza l'iniziativa della Giunta indicandone i terreni di lavoro e di intervento, introducendo dei momenti di stimolo e di controllo. Per scegliere quindi se presentare una mozione o un'interrogazione abbiamo dovuto documentarci; le documentazioni sono state tali e tante al punto che mi è difficile capire quale sia il bisogno avvertito dalla Giunta per ulteriori approfondimenti. Il problema sta nello scegliere e decidere cose che siano all'altezza dell'insieme delle questioni poste dalle popolazioni e dagli Enti locali della zona. Scegliere non significa accettare le implicite richieste di chiusure cautelative significa dare risposte credibili, all'altezza dei problemi posti e non semplici misure di temporeggiamento.
Relativamente alle questioni inerenti l'inquinamento atmosferico l'USSL interessata nell'aprile 1987 ha effettuato dei prelievi a Monesiglio e a Saliceto da cui è risultato che l'anidride solforosa è presente con valori quattro o cinque volte superiori a quelli stabiliti dalla legge.
La stessa Regione Liguria, nella relazione per la dichiarazione di aree ad elevato rischio di crisi ambientale che risale al giugno 1987, evidenzia per i Comuni di Cengio e di Cairo Montenotte, per quanto riguarda l'emissione di anidride solforosa, valori di emissione che vanno da 15, 50 a 150 tonnellate per chilometro quadrato. Tanto per avere un ordine di grandezza, la media delle province agricole d'Italia è di 2,5 tonnellate l'anno per chilometro quadrato; le punte più alte le troviamo a Torino Milano e Napoli con 30 tonnellate l'anno per chilometro quadrato.
I valori relativi alla zona in questione - ripeto - sono di 15-50-150 tonnellate per chilometro quadrato: non so cosa si debba ancora ricercare sull'inquinamento atmosferico! Sull'inquinamento idrico sarebbe facile rimandare alla relazione del giugno 1987. Credo però che l'Assessore conosca il nodo che oggi si pone.
Penso che su questo punto si sia documentato, saprà quindi che l'ACNA rilascia le acque secondo quanto prescritto nella tabella A) della legge Merli, ma anche che quando cambia il mix produttivo ha seri problemi a rispettare la tabella. L'Assessore saprà anche che l'Ansaldo è impegnata all'interno dell'azienda sulle tecnologie di depurazione per verificare la possibilità di rimuovere questi problemi. Penso sia da sottolineare il passo della relazione dove si documentano i motivi alla base della dichiarazione di area ad elevato rischio e dove si dice, a pag. 16, che leggo testualmente - "sono infatti presenti nel fiume sostanze organiche di sintesi, spesso cancerogene, che non essendo contemplate tra i parametri della legge Merli non vengono abitualmente rilevate, ma la cui presenza è un fatto molto grave e caratteristico di inquinamento del fiume". Cosa bisogna ancora approfondire? Lo stesso discorso può valere per l'inquinamento da rifiuti. Su questo punto è sorto il problema, sollevato dalle associazioni ambientaliste dell'interramento di fusti di prodotti chimici all'interno dello stabilimento. L'azienda si è dichiarata disponibile, almeno a parole, a cooperare nelle indagini che la Regione e la Provincia di Savona intenderanno compiere.
Credo sia necessario spostare l'asse della discussione; ma dobbiamo insistere affinché il Governo inserisca la Valle Bormida tra le valli ad elevato rischio. Mi pare che la prima notizia confortante che da questo punto di vista riceviamo riguarda la firma di una deliberazione del Ministro Ruffolo che dovrà però seguire le procedure previste all'art. 7 della legge istitutiva del Ministero dell'Ambiente.
Si tratta di una valle ad elevato rischio non solo perché esiste l'ACNA, ma anche perché, secondo qualche studio, qualora non ci fosse più l'ACNA o se le emissioni dell'ACNA fossero corrette, il deposito di veleni nel fiume è tale che per pulirlo, senza la presenza di un intervento straordinario, occorrerebbero 90 anni, in quanto ci sono diverse migliaia di tonnellate di veleni che si sono ormai depositati. E' necessario quindi un piano di bonifica del fiume che riesamini le concessioni rilasciate prima alla FALK e oggi all'ENEL sulle derivazioni del Bormida di Spigno e restituisca quindi al Bormida della provincia di Cuneo non tutta l'acqua ma quel fabbisogno minimo idrico che si ritiene essenziale. Ribadisco pertanto la necessità di riesaminare la concessione rilasciata all'ENEL.
A questo punto c'è da chiedersi se la presenza dello stabilimento dell'ACNA a Cengio è compatibile con gli sforzi di bonifica che devono essere fatti. Il problema vero, quindi, non è quello di approfondire la documentazione sui rilasci idrici ed atmosferici dell'ACNA: entro la metà del 1988 mi risulta che dovrebbe essere avviato, all'interno dello stabilimento ACNA, un inceneritore che dovrebbe abbattere - stando almeno a certe dichiarazioni - dell'80% l'anidride solforosa.
Sull'inquinamento idrico mi sono già soffermato.
Attualmente non ci sono dubbi: l'ACNA così com'è organizzata è incompatibile con le esigenze di bonifica della valle, non ci sono neppure degli studi sui rilasci per documentare questo. Il problema però è di sapere se entro un tempo ragionevolmente prefissato esistano le condizioni facendo ricorso alle tecnologie di depurazione sia atmosferiche sia idriche - affinché l'ACNA diventi compatibile o se invece nella impossibilità di arrivare a questo approdo non si debba chiedere l'abolizione di alcune delle sette produzioni su cui l'ACNA si è ristrutturata. Per decidere questo non possiamo affidarci ai pareri o alle promesse dell'ACNA o dell'Ansaldo; è un punto su cui abbiamo bisogno di un parere tecnico che non può che essere fornito da un gruppo di lavoro formato dal Politecnico e dall'Università di Torino, questo è il punto principale della nostra mozione. Occorre quindi la ricerca di un'intesa con la Regione Liguria per muoversi in tal senso.
Ci sono poi altri aspetti collaterali, ma non secondari, che necessitano di essere sottolineati. Mi auguro che il Governo accolga la deliberazione del Ministro Ruffolo ed individui la Valle Bormida come area ad elevato rischio di crisi ambientale. In altre realtà, per esempio il Lambro, le procedure adottate sono state molto più snelle. Conosciamo le pressioni che sul versante piemontese vengono fatte in tal senso e dobbiamo anche darne atto all'Assessore Cernetti, ma conosciamo anche il Ministro Ruffolo e le pressioni che in Liguria vengono fatte da alcune forze politiche in senso apposto. Io comunque sono tenuto a considerare per buone le assicurazioni dell'Assessore Cernetti, così come sono tenuto a tenere per buone quelle dell'Assessore all'ambiente della Liguria, il quale a Cengio ha sostenuto che la sua Regione - qualunque sia il risvolto della questione, qualunque sia la decisione del Governo - intende procedere considerando la valle ad elevato rischio qualora non ci fosse il riconoscimento da parte del Governo.
Noi siamo del parere che su tali argomenti non occorre indugiare. I termini delle questioni poste dalle comunità locali sono tali per cui le due Regioni devono dare, con o senza il decreto del Governo, dei segnali che si sta agendo sul serio, in quanto il piano che si dovrà predisporre qualora venga emanato il decreto - dovrà essere realizzato d'intesa con le Regioni e a noi pare quindi che ci si debba muovere subito nell'individuazione degli obiettivi per gli interventi di risanamento anche perché questo è un terreno che metterà alla prova le dichiarazioni della Giunta ligure e consentirà di verificare fino a che punto si intende arrivare.
Nella nostra mozione proponiamo questa strada e la indichiamo in modo aperto al contributo che può venire da altri Gruppi politici che in tal senso sollecitiamo. Dobbiamo pertanto spostare l'asse della discussione su questi aspetti, cercando di giungere ad una posizione unitaria dove nessuno si consideri un aggregato e dove nessuno possa rivendicare delle primogeniture.
La Regione deve uscire all'esterno con una posizione chiara che rifiuta ogni atteggiamento di rinuncia o di temporeggiamento, una posizione chiara che comunque dia segni di correttezza e di credibilità. Le ragioni per cui chiediamo questo sono tante, ma una in particolare sovrasta tutte le altre: noi abbiamo bisogno di uscire da quest'aula evitando di essere tra le istituzioni vinte che non sanno scegliere o non sanno decidere; i fatti di Massa Carrara devono insegnarci qualche cosa, infatti in questa città non si sono governati certi processi, portando altri a decidere ed oggi rimangono le lacerazioni da recuperare. In Valle Bormida si è aperto lo stesso percorso, ma si è ancora in tempo, come Regione, per evitare di trovarci domani tra i vinti con problemi aggravati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, ritengo un fatto estremamente positivo la proposta del Ministro Ruffolo di arrivare ad una decretazione per riconoscere la Valle Bormida area ad elevato rischio ambientale. Ci troviamo di fronte ad uno dei primissimi casi di utilizzo della legge n.
349, pertanto ritengo che occorra operare d'intesa con il Governo per realizzare l'intervento previsto. Si tratta di un intervento molto articolato che dovrà trovare un'adeguata partecipazione e una sostanziale trasparenza; non possiamo schermare un processo che si rivolge alla bonifica e al risanamento di quella valle, ma non possiamo nemmeno colleghi Consiglieri, pensare che l'operazione sia di bonifica e basta. Si tratta di un'operazione ad ampio respiro che pone la prevenzione come fatto centrale. Non credo, tra l'altro, che il problema stia unicamente nell'ACNA per quanto riguarda gli equilibri ecologici del bacino della valle. Ritengo importante e utile fare un ulteriore approfondimento: il gruppo di lavoro cui accennava l'Assessore Cernetti è una proposta valida, ma poich probabilmente l'iter della proposta Ruffolo non potrà essere brevissimo questo gruppo di lavoro dovrà supportarsi anche con risorse esterne capaci già in questa fase, di accrescere le conoscenze di tutti i fenomeni collegati all'equilibrio ambientale. Il rapporto con la Regione Liguria è essenziale: occorre "snidare" le UU.SS.SS.LL. del versante appenninico ligure affinché possano collaborare apertamente all'esigenza d'informazione che arriva e arriverà da più parti. Dobbiamo sottolineare che l'ACNA è un'industria chimica particolare, forse unica nel suo genere, con specificità produttive, di tecnologia di processo e di prodotto particolari, uniche e quindi estremamente complesse e poco conosciute all'esterno. Mi pare che la stessa deliberazione del Ministro Ruffolo riconosca la legge Merli insufficiente a poter intervenire sui tipi di produzione e di rilasci come quello dell'ACNA. Le tabelle della legge Merli, se anche venissero rispettate, appaiono insufficienti per poter comprendere la complessità delle produzioni, delle tecnologie di processo e dei prodotti impiegati all'ACNA. Vi è inoltre un problema grave (se non decisivo, comunque rilevante) che è dato dalla portata del fiume, che va visto in rapporto con l'ENEL e che può costituire, soprattutto nella prima fase di bonifica, un elemento essenziale (è il problema di una portata del fiume adeguata).
E' chiaro che dobbiamo partire dal presupposto che ci sia nei vari soggetti in campo apertura e sensibilità. Lunedì faremo a Cengio un sopralluogo che spero non sia "rituale", ma di reale presa di conoscenza sul campo da parte degli amministratori. Vorrei ricordare qui - anche all'Assessore Cernetti - che sin dal lontano 1984 la Regione Piemonte si è resa disponibile, con una fidejussione di 13 miliardi, affinché la Montedison potesse attingere ai fondi BEI per poter costruire un sistema di condotte che portasse le acque sul depuratore di Savona. L'azienda, come sappiamo, ha preso altre decisioni; sappiamo anche delle resistenze in provincia di Savona a tale progetto. Vogliamo solo sottolineare come da parte della Regione non ci sia stato assenteismo, ma segni precisi di volontà per affrontare il problema, guardando con attenzione al rapporto tra ambiente ed occupazione.
Credo si sia giunti al punto in cui questo rapporto non pu evidentemente, essere una maschera o una cortina per nascondere operazioni e atti o per continuare comportamenti incompatibili con l'ormai critico degrado ambientale di quell'area.
Da parte della Regione Piemonte sono necessari quindi un livello d'intervento e una volontà adeguata, in tempi ragionevolmente brevi, a dare una risoluzione per mettere il punto finale a questa vicenda che si trascina ormai da troppo tempo.
I maliziosi sostengono che probabilmente il fatto che l'ACNA sia amministrativamente in Liguria, ma sullo spartiacque piemontese, creerà la contraddizione "occupazione di là, problemi ambientali di qua" che diventerà un nodo colossale. Su questo punto si giocherà la credibilità del sistema regionale: dovrà trovarsi, tra due Regioni che ritengo abbiano sempre dato segno di correttezza, un rapporto costruttivo ed aperto che non badi ad interessi di bottega, a piccoli municipalismi e particolarismi, ma sappia affrontare con grande respiro e con tempi rapidi questo problema. E se troviamo negli altri soggetti in campo, dalla Montedison all'ENEL. alle altre articolazioni presenti in questa vicenda, un'attenzione adeguata sono convinto e fiducioso che si possa fare un percorso positivo che soddisfi le varie esigenze delle popolazioni locali. Se qualcosa invece non funziona, se qualcuno pensa di non essere toccato dalla vicenda, credo che le comunità abbiano tutto il diritto di far sentire la loro voce. Non si può giocare allo scaricabarile e caricare quindi sulla comunità costi tremendi che tutti sappiamo perpetuarsi da decenni. L'iniziativa che sta seguendo l'Assessore Cernetti potrà trovare, innanzitutto da parte del Gruppo consiliare del PSI, la massima attenzione e il massimo sostegno.
Alcuni Consiglieri del nostro Gruppo saranno presenti al sopralluogo di lunedì: impegniamo l'Assessore a una forte iniziativa che tenga conto non solo della qualità dell'iniziativa stessa, ma anche dei tempi di tale intervento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Ho seguito gli interventi che mi hanno preceduto al fine di vedere se il dibattito sull'ACNA, iniziato - direi anch'io come il collega Fracchia piuttosto male, può invece ritrovare un ruolo e il senso della presenza regionale. Mi ricollego alle ultime cose dette dal collega Tapparo: è sufficiente, forse, che la Regione faccia sentire la sua presenza e si ponga come serio interlocutore degli Enti locali e come garante, da un lato, della correttezza delle rilevazioni del monitoraggio ambientale e dall'altro lato, come garante e sostenitore delle corrette e significative richieste delle Amministrazioni locali. I pericoli sono, se di pericoli si può parlare, quelli che già ricordava il Consigliere Fracchia: questa situazione che dura da vent'anni - parlo solo dell'ultimo periodo, senza andare all'immediato dopoguerra o, addirittura, prima della guerra - è tale da configurarsi sempre di più come una vera messa in stato di accusa di tutte le pubbliche amministrazioni. Questa, forse, è l'ultima occasione in cui una forma di protesta popolare, un insieme di richieste per una migliore qualità della vita può essere risolta all'interno anche delle pubbliche amministrazioni; non si devono avere gli Enti locali come controparte.
Non si può che rimanere scandalizzati da dichiarazioni ed atteggiamenti quali quelli che si sono visti nell'incontro del 9 novembre al Comune di Cengio. L'atteggiamento reticente, minimizzatore, pieno di fastidio perch si continua a parlare di certe problematiche, tenuto dal Presidente della Provincia di Savona e dal personale delle UU.SS.SS.LL., è una cosa che grida vendetta, che non può essere tollerata né dai cittadini né dai Comuni piemontesi, che infatti non la tollerano, e non deve essere tollerata neanche dalla Regione Piemonte. Chiaramente, se si bussa all'USSL di Savona e si chiedono i dati su quanto sta succedendo all'ACNA, si scoprirà che non esiste assolutamente nulla di strano: tutto va bene, tutto può essere rinviato. La Regione, a questo punto, deve mettere in stato d'accusa queste UU.SS.SS.LL. e la stessa Amministrazione provinciale di Savona. Deve mettere in atto un'attività di legittima suspicione: non si può più delegare a questi enti alcun tipo di controllo sull'ACNA e sulle modalità con cui viene trattato l'ambiente in quel territorio.
Come diceva il collega Ferro, non è necessaria un'ulteriore acquisizione di dati rispetto alla situazione ambientale della Valle Bormida; la cosa minima che può fare la Regione è raccogliere tutti i dati esistenti e porli seriamente, in maniera documentata, a disposizione del Ministero, delle comunità locali, della Commissione regionale, degli organi di stampa. Dati ce ne sono in abbondanza; l'unico problema è, in alcuni casi, quello di una loro correlazione ed omogeneità, ma dal registro dei tumori agli esami dell'USSL di Ceva e di Asti sono disponibili molti dati significativi.
Un dato di fatto acquisito è che non paiono esistere possibilità realistiche di riconversione dell'azienda; in effetti si continua a non parlare di quali siano esattamente le lavorazioni condotte nello stabilimento. L'Assessorato dovrebbe fare una ricerca in questo senso: ad esempio, catalogare esattamente i dati sulle sostanze impiegate in tutto il ciclo produttivo, verificare cosa si elabora e si sviluppa all'interno del ciclo di produzione e fornire queste informazioni alla comunità piemontese tenendo presente che la legge istitutiva del Ministero dell'Ambiente parla ormai di libero accesso a tutti i dati in materia ambientale. L'Assessorato dovrebbe verificare se e come - in altre nazioni d'Europa, anche solo limitandosi all'Europa occidentale queste lavorazioni vengono ancora compiute, se tutte, se in parte, e con quali condizioni e precauzioni: sicuramente fornirebbe un altro servizio utile alla comunità piemontese e si scoprirebbe, molto probabilmente, come già tutti sanno, che gran parte delle lavorazioni attualmente svolte a Cengio sono ormai un'esclusiva dell'ACNA a livello mondiale. Continuano quindi lavorazioni che più nessuno, in nessun'altra zona, è disposto a fare o ad autorizzare e che nessun pubblico potere o autorità è disposto a tollerare ancora.
Vorrei che la Regione facesse proprio uno degli impegni assunti dalla Direzione dell'ACNA il 9 novembre a Cengio, nell'incontro già richiamato: la messa a disposizione dei dati contenuti negli archivi relativi alle quantità di rifiuti inquinanti si traduca in un documento pubblico che la Giunta regionale si farà carico di distribuire. Può trattarsi di un documento voluminoso, direi però che è importante aprire uno squarcio sui rifiuti solidi tossici e nocivi, parte importante del problema dell'inquinamento. La Direzione dell'ACNA ci ha detto che questo registro esiste a far data dall'entrata in vigore del DPR n. 915 (marzo 1983): sono infatti tuttora senza risposta le vicende legate all'interramento dei bidoni all'interno dell'area dello stabilimento nonché quelle relative ai rapporti tra l'ACNA e la Ecosystem di Pontestura. Credo che nessun collega abbia bisogno di ricordare le vicende che hanno interessato l'Ecosystem di Pontestura. Non è inoltre mai stato chiarito quanto sia il materiale stoccato provvisoriamente all'interno dell'azienda: soprattutto, non è assolutamente chiaro quali siano state le conseguenze di questa attività negli anni passati. Secondo me, il minimo che si doveva fare (fatto troppo tardi su pressione dell'opinione pubblica) era impermeabilizzare i lagoons esistenti nello stabilimento: dobbiamo tenere conto che l'impermeabilizzazione è arrivata da poco, mentre i lagoons esistono potremmo dire - da generazioni. Rispetto a questo non credo ci siano grossi studi, forse gli unici studi da fare dovrebbero essere quelli mirati all'acquisizione di nuovi elementi su cosa, come e perché sono stati condotti solo ora certi lavori da parte della Direzione aziendale.
Si apre poi un problema più vasto che deve vedere la Regione, le forze politiche, il Parlamento e il Governo all'altezza della situazione, quello che potremmo dire della "cassa integrazione per motivi ambientali" (problema già sollevato dal Consigliere Ferro). La Farmoplant di Massa Carrara ha aperto questo problema: quello dell'ACNA di Cengio sarà probabilmente il primo caso che riguarderà la Regione Piemonte. La soluzione della questione richiede comunanza di intenti tra i responsabili dei settori sanità ed ambiente, tra quello industriale e quello del lavoro e sindacale, ed anche una capacità non dico profetica, ma storica di grande respiro: occorre proiettarsi nel futuro per capire che questo problema non è una bega, come intitola la copertina de "L'Espresso", tra "rossi" e "verdi" e non può essere risolta a botte tra ambientalisti e sindacato anche se tra il sindacato di Cengio e le mie posizioni personali esiste un'enorme distanza. La questione potrà risolversi solo con una crescita collettiva, capace di individuare le vere priorità della popolazione tutta contro ogni forma di corporativismo.
Alex Langer, Consigliere in Trentino - anzi in sud Tirolo - ha dichiarato che il movimento ambientalista deve adottare i lavoratori della Farmoplant: si tratta di un modo, sotto certi aspetti, originale di porre il problema, difficile da tradurre in pratica. A mio parere, valori quali l'ambiente, la salute della popolazione e dei bambini - i dati riportati da Ferro sono inconfutabili - devono, se davvero il nostro è un Paese moderno e civile, essere prioritari rispetto al posto di lavoro di 800 persone. Non intendo con questo dire che il posto di lavoro per 800 persone non sia rilevante; anzi, le vicende torinesi (cassa integrazione e disoccupazione) hanno messo in luce quali tremendi risvolti anche a livello di vita personale, di quotidianità di rapporti all'interno della coppia o di identità personale, siano messi in movimento dalla disoccupazione e dalla cassa integrazione, al di là delle pure questioni monetarie che sono ampiamente secondarie in questa vicenda collettiva ed anche al di là dei piccoli movimenti ambientalisti, che su questo devono, a loro volta, essere all'altezza di compiti veri e propri di governo. Solo con una forte unione tra le popolazioni locali, gli enti pubblici e i cittadini, quindi con una capacità dei cittadini di sentirsi - e questo sarà uno sforzo arduo rappresentati da queste istituzioni, soprattutto dalle UU.SS.SS.LL. (quella di Savona, per esempio), si può trovare una via d'uscita. Nel caso contrario gli ambientalisti saranno soli da una parte, mentre i sindacati e gli operai saranno soli dall'altra e ugualmente saranno soli i cittadini, i Sindaci e i Consiglieri comunali che nella zona si trovano a dover risolvere ed affrontare un problema di tremenda gravità.
L'inizio del dibattito è stato deludente, proprio perché, purtroppo, la Regione, la Giunta, il Consiglio tutto, non devono tanto preoccuparsi di un gruppo di lavoro, del coordinamento di tre funzionari con altri tre funzionari, quanto preoccuparsi di una sfida che riguarda almeno due generazioni (interesserà i prossimi 50 anni) per quel che concerne il rapporto tra progresso e sviluppo (così come si è realizzato concretamente nel nostro Paese e nella civiltà occidentale o per meglio dire nella civiltà planetaria sempre più omologata) e i problemi della tutela e della salvaguardia dell'ambiente, quindi delle possibilità di sopravvivenza non solo della nostra razza, ma di tutti gli animali che popolano il pianeta.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

La storia dell'inquinamento dell'ACNA di Cengio è ormai quasi centenaria, non intendo ovviamente ripercorrerla qui, anche per non ripetere e fare affermazioni che i colleghi in precedenza hanno espresso.
Vorrei però ricordare, proprio per dimostrare quanto potere hanno certe proprietà rispetto ad altre, come nel 1936 seicento contadini denunciarono l'ACNA, la citarono in giudizio e il Tribunale, con una sentenza che fece storia, dichiarò che la causa era perduta "perché gli scarichi dell'ACNA leggo testualmente - contenevano sostanze fertilizzanti".
Questa sentenza diventò una pietra miliare di questa storia e fu riutilizzata anche in seguito.
Leggere oggi questa sentenza, con le conoscenze in più che noi abbiamo su cosa significa l'ambiente e la sua difesa, può sembrare voler ironizzare, invece il dramma è che quando la proprietà di un'azienda è per esempio la Montedison, i vari poteri che dovrebbero essere preposti alla tutela dei cittadini fanno marcia indietro addirittura con dichiarazioni di questo genere.
Il 16 settembre avevo presentato un'interrogazione all'Assessore perch ero preoccupato delle notizie lette sui giornali riguardo alla scomparsa di tutti quei fusti contenenti sostanze nocive; nell'interrogazione domandavo inoltre dove l'ACNA depositasse i fusti precedentemente, quindi non soltanto quelli scomparsi. L'ACNA non ha mai confermato il ritrovamento di questi fusti, ha detto soltanto che lo stabilimento è così grande che da qualche parte dovevano esserci.
Queste dichiarazioni sono talmente strabilianti e malgrado questo - mi riferisco sempre al precedente Governo - il Ministro all'Ecologia e all'Ambiente di allora, l'on. Zanone, che pur aveva preparato un piano triennale di interventi straordinari per le aree dichiarate di alto rischio, non aveva incluso la Valle Bormida in questo piano. Poi c'è stata la crisi di governo e la Commissione allestita dal Ministro Zanone non ha concluso i suoi lavori e non è stata rinnovata a fine legislatura.
A questo punto mi chiedo se dagli incontri che l'Assessore Cernetti ha avuto con il Ministro Ruffolo (il nuovo Ministro dell'Ambiente) ha avuto notizie di questa Commissione, se la Valle Bormida può essere o potrà essere inserita in queste aree dai membri della Commissione e, soprattutto se questo iter legislativo avrà una lunghezza tale da aspettarci una prossima caduta di governo o qualche altro rinvio. Mi pare sia stato importante l'incontro che l'Assessore ha avuto con il Ministro, però vorrei che su questo fossimo informati in maniera più approfondita e non soltanto limitarci a sapere che la pratica è stata avviata.
Domenica scorsa si è svolta un'importante manifestazione a Cengio organizzata sia dalle forze ambientaliste sia dai Sindaci. E' stata una manifestazione molto vibrata, una protesta molto dura che ha coinvolto tutti i Consigli comunali della zona, i quali hanno approvato documenti nei quali sostanzialmente si chiede la chiusura cautelativa della fabbrica e la messa in cassa integrazione dei 600 operai, di cui 400 piemontesi (con l'indotto però si arriva a circa 1.000).
Non vorrei ripetere quanto ha detto molto bene il collega Ala prima c'è il nuovo problema della cassa integrazione per motivi ambientali quindi con una grossa motivazione collettiva che riguarda tutti. Si tratta non soltanto di un problema di lavoro, ma di salute degli stessi operai che saranno messi in cassa integrazione.
I Consigli comunali chiedono l'intervento della Protezione civile perché è una situazione non più ad alto rischio, ma di inquinamento operante in maniera totale - nonché una legge speciale per la Valle Bormida con interventi straordinari sia nazionali che regionali per sostenere l'economia locale che è gravemente compromessa da questa situazione come ognuno può immaginare stante l'inquinamento delle falde acquifere.
Faccio notare all'Assessore Cernetti, anche se sono informazioni che quasi sicuramente possiede già, che il Sindaco di Camerana, signor Giacchino, ha lavorato 18 anni all'ACNA e pertanto conosce molto bene l'azienda. Cito questo Sindaco soprattutto perché lunedì ci sarà una delegazione regionale che parteciperà all'incontro, che peraltro è il secondo, il primo a quanto mi si dice, io non ero presente, si concluse con un nulla di fatto. Non so se questo incontro avrà un significato, ne dubito perché non credo che tra le qualifiche richieste ad un Consigliere regionale debbano essere comprese anche le conoscenze di tipo scientifico credo invece sia molto utile la presenza di chi queste conoscenze le ha perché il nostro compito è quello di fare politica, noi siamo dei rappresentanti politici in questo Consiglio che deve varare delle leggi, ma non ritengo siamo profondi conoscitori di tutti gli argomenti di cui parliamo, per questo ci avalliamo di esperti che ci forniscono le giuste indicazioni. Non credo che un incontro tra l'ACNA e una delegazione di soli Consiglieri regionali possa risolvere più di tanto, malgrado le buone intenzioni, pertanto ho scritto una lettera, che ho consegnato questa mattina al Presidente Viglione, al Presidente Beltrami e all'Assessore Cernetti, nella quale chiedo espressamente che a questa delegazione potessero far parte sia persone indicate dalle forze ambientaliste sia da un gruppo di Sindaci, tra i quali mi permetto di segnalare il Sindaco Giacchino, che avendo lavorato 18 anni all'ACNA la conosce bene, quindi è al corrente di ciò che avviene in quell'azienda.
Per quanto riguarda questo specifico problema ho presentato un ordine del giorno che mi auguro venga discusso o comunque fatto proprio nella misura in cui lo riterranno opportuno gli altri Capigruppo, per approvare un'impegnativa decisa da parte del Consiglio che sia anche propositiva per la Regione, in quanto la richiesta di chiudere - sia pure con una soluzione temporale - lo stabilimento, secondo me è un passo sostanziale che pu veramente contrapporsi ad una situazione che, considerando il lungo tempo trascorso, sta diventando un'istituzione che fa cadere le braccia se si analizzano i poteri inesistenti dimostrati da parte dei cittadini dell'Amministrazione locale e anche da parte della Regione che finora non è riuscita a risolvere molto.
Mi auguro che questo ordine del giorno - che mi riservo di illustrare più approfonditamente dopo - possa dare un contributo anche se sicuramente non è inferiore alle altre richieste che ho formulato, soprattutto quella relativa all'incontro di lunedì, perché io non credo che i Consiglieri regionali, stante le informazioni che possiamo avere su dati così specifici, possano assolvere da soli il compito così importante che viene loro attribuito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Il dibattito sulla mozione presentata comporta da parte di tutti i Gruppi un pronunciamento sia sui percorsi annunciati dall'Assessore sia su quelli di iniziativa più propriamente consiliari che potrebbero scaturire a seguito dei sopralluoghi già effettuati e di quelli previsti per il prossimo lunedì.
Credevo che l'esistenza di una "Seveso piemontese" fosse nota in varie sedi, già negli anni '70. Le Regioni, istituite con compiti e ruoli specifici, non sono riuscite in questi 15 anni a collocarsi con posizioni e atteggiamenti sostanzialmente più incisivi rispetto a quanto in altre sedi a livello di Amministrazioni provinciali e comunali, si fece sin da quegli anni. Non solo le sentenze della Magistratura, ma una serie di pronunciamenti ed atti delle Amministrazioni provinciali di quegli anni sono significativi della volontà di perseguire efficaci risultati.
Vorrei che l'Assessore e la Giunta prendessero coscienza della loro incapacità congenita di collocarsi rispetto a questa problematica nonch dell'esigenza ricordata in parallelo molto opportunamente dal Consigliere Ferro: nella misura in cui non vi sono risposte istituzionali a determinati problemi, ci si avvia su una china di risoluzioni fatalistiche andando eventualmente al diretto pronunciamento referendario. Non vedo come una situazione del genere possa costituire una prospettiva lontana. Ha ragione il collega Ferro quando dice: "stiamo attenti, nella misura in cui alcune questioni non vengono prese in sufficiente coscienza e capacità di gestione, la loro non soluzione - sappiamo benissimo che lo strumento referendario non è assolutamente una soluzione, anzi, molte volte pu essere un differimento ulteriore delle soluzioni - di fatto pone condizioni così drastiche e traumatiche da porre le istituzioni, a qualsiasi livello nell'incapacità di trovare soluzioni corrispondentemente politiche al pronunciamento del popolo".
Dobbiamo dare atto all'iniziativa dell'Assessore delle sollecitazioni positive fatte sul Ministero per un pronunciamento autorevole da parte del Ministro. Autorevole - direi - a tutti gli effetti, anche se su alcune individuazioni di strumenti mantiene un prudente atteggiamento di verifica che, ovviamente, s'impone per un documento che si tradurrà in un pronunciamento esecutivo; non dimentichiamo, quindi, la delicatezza dell'argomento.
Mi pare, però, di poter sottolineare come finalmente si prenda coscienza, da parte di una fonte autorevole, dell'esigenza di effettuare un'articolazione e una suddivisione del territorio interessato a questi fenomeni, in modo da rendere possibile, come si dice nel documento, un inventario delle iniziative, degli investimenti e degli interventi già previsti e in parte avviati sia pure con risultati non sempre pari a quelli attesi.
Questo è un dato importante che consentirebbe - sottolineo questo aspetto - un coinvolgimento delle capacità di utilizzazione delle risorse regionali in modo più articolato e una distribuzione di responsabilità non caricabili sulle spalle di un funzionario come una croce, oppure uno scarico di responsabilità senza poi fornire loro la possibilità di gestire gli accertamenti stessi. Il coinvolgimento per aree di settori, fatto con un certo approfondimento, eventualmente verificabile via via che l'accertamento viene portato a compimento, penso che consentirebbe valutazioni più giuste ed equiparate che non giudizi sommari sulla generalità delle situazioni che investono - da monte a valle - una serie di fenomeni e di agenti produttivi necessariamente inquinanti o per lo meno impattanti sull'ambiente in modo molto differenziato.
Se l'Assessore è d'accordo, proporrei questa metodologia di suddivisione territoriale, con monitoraggi e riferimenti tempestivi alle Commissioni consiliari o al Consiglio. Se non ci poniamo questo obiettivo ho l'impressione che la nostra credibilità operativa su questo versante non sia assolutamente diversa da pronunciamenti già effettuati oppure da sopralluoghi che - come ricordava giustamente Pezzana rischiano risvolti del tutto e solo esclusivamente demagogici.
Una situazione di questo tipo potrebbe paventare, con un provvedimento del Governo, iniziative molto gravi; se la zona venisse dichiarata inquinata e se vi fossero condizioni di disinquinamento, con senso di responsabilità ritengo di dover ricordare ai colleghi quanto successo a Seveso. La situazione comporterebbe, da parte della Regione, la gestione di un'operazione di recupero che potrebbe implicare, nei confronti delle popolazioni, conseguenze molto gravi.
Occorre che il monitoraggio venga parzializzato per avere la consapevolezza di ciò che è successo. Quindi, le rilevazioni dei campioni d'inquinamento devono essere estese anche agli strati sottostanti l'humus alle acque sotterranee e via dicendo, con generalizzazioni, però, che non siano a campione, in modo da non determinare con un certo risultato "A" un'ingiusta e sperequata valutazione per quanto attiene alla totalità del bacino e alle eventuali decisioni assunte.
Il monitoraggio settorializzato, riferito settimanalmente - se mi consente l'Assessore - alla Commissione consiliare, permetterebbe di gestire con credibilità l'operazione di rilevazione dello stato d'inquinamento e di offrire - anche rispetto agli strumenti che il Governo andrà a definire - una significativa presenza regionale ed anche eventuali inversioni di tendenza, dato che qualche ritardo, su questo tipo di presenza, c'è stato anche in passato.
Un ulteriore segno di credibilità può essere dato dalla gestione del problema delle risorse. Non può essere dimenticato il problema degli stanziamenti della Regione. E' necessario uno stanziamento significativo per andare incontro a problemi di grande rilevanza, nella misura in cui la gestione degli accertamenti e delle conseguenze derivanti dall'interpretazione degli stessi potrebbe comportare dei problemi. E' opportuno innescare dei gruppi di lavoro di specialisti che non siano unici, ma differenziati, che ci siano dei confronti e che non esista l'impossibilità da parte della Regione di spendere quanto necessario affinché i controlli incrociati siano supportati, qualora di competenza regionale, dalle risorse necessarie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, ringrazio l'assemblea che mi consente, sia pur brevemente, di ritornare sul problema del Bormida sul quale a nome del Gruppo socialista è già intervenuto il collega e compagno Tapparo.
Tuttavia ho avvertito l'esigenza di fare un intervento di marca territoriale, perché direttamente ho conosciuto e vissuto questa vicenda partecipando a tutte le iniziative e condividendo anche tutte le preoccupazioni della popolazione della Valle Bormida, che ha sopportato per decenni le conseguenze di un inquinamento che è andato sempre più accentuandosi.
Il dibattito odierno rappresenta una presa di coscienza in corso nella Regione e in tutto il Paese; dico questo perché il Ministro Ruffolo ha presentato in Parlamento proposte sul problema dell'ambiente, proposte che stanno assumendo un impegno mai assunto prima nel nostro Paese e possono rappresentare un significativo momento di svolta per tutti (Regioni, Enti locali, l'intero Paese) nella direzione del recupero dell'ambiente e soprattutto nel recupero di un fiume, il Bormida, che forse è tra i più inquinati d'Italia.
E' un problema che presenta aspetti fortemente contrastanti poiché da un parte c'è un inquinamento dilagante e dall'altra una grande azienda (l'ACNA di Cengio) dapprima occupante centinaia e centinaia di persone che è andata gradualmente riducendo l'organico.
Sono in corso, in queste settimane, manifestazioni, contatti ed iniziative alle quali la Regione può cominciare a prestare una particolare attenzione e rinnovare anche una maggiore solidarietà. Il problema non si pone in termini di chiusura dell'azienda - in genere noi siamo per lo sviluppo economico e industriale, non pensiamo ad un capovolgimento della situazione - però siamo per mantenere fermi alcuni principi che riguardano un modo di produrre che sia compatibile con l'ambiente.
E' necessario affrontare questo problema attraverso un tavolo di trattative, attraverso un incontro con i dirigenti dell'ACNA ed anche attraverso una serie di interventi sul tipo di produzione o eventuali prospettive di riconversione della stessa. In ogni caso il problema deve essere diretto ad evitare che dall'industria di Cengio continuino a svilupparsi correnti di inquinamento tali da mettere in grave stato di pericolo e di preoccupazione tutta la Valle Bormida.
Da parte nostra, come Gruppo socialista, desidero anticipare che presenteremo una proposta sulla quale stiamo lavorando anche a livello nazionale, nominata "Risanamento Po 2000". All'interno di questa proposta si fa un discorso riguardante tutta l'area della pianura Padana che ha come obiettivo il risanamento dell'intera asta fluviale del Po, dal Monviso al mare Adriatico. Non mi soffermo ad illustrare nei dettagli questa proposta perché avrò modo di farlo successivamente, ma è chiaro che a questo punto il discorso del recupero dell'intero ambiente padano si lega, in modo particolare, ai fiumi Bormida e Tanaro.
La prima fase riguarda il modo di affrontare il problema e la definizione di nuovi rapporti con le aziende, in modo particolare con l'ACNA di Cengio e con gli Enti locali. Nella fase successiva si tratta di dare vita a forme consortili più volte tentate, ma non ancora realizzate e pertanto in grado di funzionare come ha funzionato il Consorzio per la bonifica dello Scrivia. Su questo modello si può dar vita al Consorzio di bonifica per il Bormida che può invertire questa tendenza. Questi due momenti sono legati ad un progetto più ampio e senz'altro la Regione si assumerà l'impegno di aderire a questa iniziativa per cominciare in questa direzione una nuova politica. Politica sulla quale il Ministro Ruffolo sta impegnando l'intero Governo e sulla quale credo possa impegnarsi anche la Regione realizzando iniziative tali da consentire da una parte il recupero dell'ambiente inquinato e dall'altra l'apertura di una nuova prospettiva di sviluppo economico ed occupazionale in un settore che sappiamo essere in grado di contribuire alla realizzazione di una nuova qualità della vita.



PRESIDENTE

Ricordo che su questo argomento sono stati presentati una mozione del Gruppo comunista datata 13/11/1987 e un ordine del giorno del Consigliere Pezzana presentato nel corso della seduta odierna.
Formulo pertanto una proposta di lavoro: la prima parte della seduta si concluderà con la replica dell'Assessore, mentre nel pomeriggio gli esperti dei singoli Gruppi provvederanno a comporre la mozione cercando di giungere ad un documento unitario; in caso contrario la mozione verrà messa ai voti.
Ha ora la parola il Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, il Gruppo socialista propone al Consiglio - alla luce della visita all'ACNA di Cengio di lunedì prossimo e della riunione di martedì della VII Commissione - di rinviare a dopo la visita, quindi nella sede della Commissione, una verifica della possibilità di unificare i vari documenti per portarli all'approvazione del Consiglio di giovedì prossimo.
Credo che la visita di lunedì non sarà un fatto formale, ci potrà arricchire di elementi, se non decisivi certamente importanti; martedì in Commissione potremo elaborare l'ordine del giorno che già è stato predisposto per quella seduta e giovedì approvare l'eventuale documento di sintesi che si determinerà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, per il tipo di problema e la sua lunga storia, a noi pare che il senso di maggiore utilità possibile sia quello di fare un sopralluogo anche sulla base di una posizione assunta dal Consiglio regionale. In altri termini, noi riteniamo che la situazione sia giunta ad una gravità eccezionale per il protrarsi dei tempi e per la non soluzione presa dai soggetti che avrebbero potuto farlo, per cui è molto più utile arrivare a quel sopralluogo avendo definito una posizione.
Pertanto invito la maggioranza, i Gruppi e soprattutto la Giunta nelle sue repliche a collocarsi sulle nostre proposte e sull'altro ordine del giorno presentato, affinché si arrivi a definire una posizione. Mi ha francamente sorpreso che in questo dibattito la maggioranza non abbia assunto una posizione.
Mi auguro sia possibile addivenire ad una posizione prima di lunedì perché così non era apparso nell'introduzione e nella replica della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Come presentatore di un ordine del giorno - anche se capisco le ragioni che hanno motivato l'intervento del collega Tapparo - ritengo anch'io che la posizione regionale sarebbe molto più forte se oggi da quest'aula uscisse un'indicazione chiara su questo problema.
Concordo, quindi, con il collega Bontempi a discuterne oggi e giungere ad un documento unitario. Invito i colleghi della maggioranza a non perdere tre ore a stilare un documento, ma semmai a ritrovarci in un gruppo ristretto e discutere della mozione e dell'ordine del giorno per valutare cosa si può modificare. Quindi il problema non è di documenti contrapposti quanto di posizione che il Consiglio regionale deve assumere.



PRESIDENTE

La mia proposta era che, se possibile nell'intervallo o comunque alla ripresa dei lavori, gli esperti indicati dai Gruppi procedessero a un'ipotesi comunitaria, tanto più che ormai si è giunti ad indirizzi abbastanza comuni delle autonomie locali. Pertanto ritengo si possa trovare un terreno comune.
La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, poiché i Gruppi proponenti la mozione e l'ordine del giorno ritengono che sia più utile arrivare all'incontro di lunedì con un documento uniforme, noi non abbiamo certo difficoltà a fornire il nostro contributo per la predisposizione di un documento sul quale ci possa essere la larga intesa di tutti, ma naturalmente dopo aver udito la replica dell'Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cernetti per la replica.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Prima di tutto mi sento in dovere di ringraziare tutti i Consiglieri che sono intervenuti, che hanno dato a mio avviso un validissimo apporto non tanto al dibattito in sé, quanto alla fattività di un'operazione che concordo dovrà essere decisa, efficace ed avere tempi estremamente brevi.
Per quanto mi riguarda sarà valutata la proposta fatta dal Consigliere Pezzana circa la composizione della delegazione che effettuerà il sopralluogo a Cengio. Sarà valutato attentamente il documento presentato dal PCI che dà un apporto davvero consistente; moltissimi dei punti proposti nel documento comunista possono essere accolti in un ordine del giorno unitario di tutto il Consiglio.
Non si può che essere sensibili alle giuste esigenze della popolazione esigenze di migliore qualità della vita e di salute: esigenze che si sono esternate con le manifestazioni che tutti quanti conosciamo dall'astensione dal voto sul referendum alle prospettive di dimissioni fatte dai Sindaci al Prefetto. Queste situazioni hanno fatto sì che cercassimo di attivarci come Assessorato nei pur brevi tempi concessi.
Molti hanno ricordato che l'inquinamento della Valle Bormida dura da vent'anni: vorrei ricordare che sono Assessore da tre mesi e che tutta l'attività possibile è stata svolta. Inoltre, non ho sottolineato nei miei precedenti interventi, ma le ho fatte trasparire nelle righe di una comunicazione volutamente breve, le difficoltà che si incontrano ad agire.
Come giustamente il Presidente della VII Commissione ha detto e dobbiamo tenerne conto - il fatto che l'ACNA di Cengio dia lavoro ai liguri, ma produca inquinamento che giunge in Piemonte, ha indubbiamente peso nella risoluzione di questa vicenda, anche se non possiamo ragionare in termini egoistici come fanno alcuni. Siamo quindi costretti a rincorrere la Liguria, a costringerla a determinati provvedimenti; infatti, mentre la deliberazione di formazione di un gruppo di lavoro è già stata assunta dalla Regione Piemonte martedì scorso, la Regione Liguria delibererà soltanto oggi. Tutto l'iter è stato messo in moto dalla Regione Piemonte in una faticosissima rincorsa, tant'è vero che per la seconda volta ha dovuto essere l'Assessore del Piemonte ad andare a Genova per poter avere l'onore di parlare con l'Assessore della Liguria, fra l'altro, dopo circa un'ora di attesa. Queste sono le difficoltà tra le quali ci muoviamo.
Detto questo, proprio per dare risposte all'altezza della situazione abbiamo assoluto bisogno di uno studio approfondito dei dati; questo non tanto per rispondere alle interrogazioni, quanto per dare risposte alle popolazioni, per proporre giuste soluzioni in merito e per attuare tutti i provvedimenti con estremo equilibrio. I dati oggi in nostro possesso sono solo quelli relativi al censimento dei corpi idrici (1981/1982) in base ai quali è stato chiesto al Ministero il riconoscimento della Valle Bormida come zona ad elevato rischio di crisi ambientale.
Valuteremo (ma penso possa essere accettata la proposta del Vicepresidente della VII Commissione) la possibilità di un monitoraggio parzializzato, che divida cioè tutta l'area in zone. Si possono anche qui comprendere le difficoltà cui andiamo incontro come Regione più interessata: su 1.554 km di zona inquinata, ben 1.100 sono compresi nel territorio della Regione Piemonte e su 69 Comuni ben 51 sono piemontesi.
Detto questo, abbiamo però bisogno di un approfondimento dei dati per trovare soluzioni di giusto equilibrio tra ambiente, salute dei cittadini ed occupazione.
Sottolineo - e su questo mi riservo azioni drastiche nei confronti della Regione Liguria - che esiste una sorta di black-out relativo alla conoscenza dei dati in questione; mi trovo, oggi come oggi, da una parte con dati risalenti al 1981, con voci di dati non ufficiali, e dall'altra parte con il Consiglio di fabbrica dell'ACNA e la FALK che inviano telegrammi in cui si dice quanto a carico dell'ACNA è stato attuato. Cito una parte del telegramma: si parla di un depuratore biologico che scarica i reflui in tabella "A" come previsto dalla legge Merli sotto il controllo degli enti preposti; degli accordi stipulati con l'azienda per la metanizzazione delle centrali termoelettriche; delle operazioni in cui si usa l'olio combustibile; della costruzione del REP di concentrazione di reflui per la produzione di prodotti per l'industria del vetro; del completamento degli sbarramenti lungo la zona perimetrale della fabbrica della messa a punto di 103 camini; nonché l'assicurazione, attraverso i dati in loro possesso, che ormai questi scarichi sono addirittura molto al di sotto dei limiti consentiti dalla legge.
Prima di assumere decisioni che devono essere equilibrate, tutta la questione merita un approfondimento. Stiamo raccogliendo tutti i dati, per quanto poco significativi, che dovrebbero essere in possesso delle UU.SS.SS.LL. piemontesi e di Savona. Come giustamente ha suggerito il Consigliere Ala, visto che non siamo riusciti ad ottenere nulla attraverso le vie normali, cercheremo di mettere sotto accusa quelle UU.SS.SS.LL. che praticano boicottaggi sui dati (mi riferisco soprattutto all'USSL di Savona, ma anche quelle del Piemonte non sono sollecite).
Questi dati sono necessari per rilevare l'entità dell'inquinamento, per rilevare chi inquina e quindi stendere un piano di bonifica.
In particolare la Giunta si propone un censimento degli inquinamenti idrici e atmosferici, una rilevazione delle unità produttive potenzialmente inquinanti (non solo dell'ACNA) e uno studio di compatibilità della produzione di tecnologia e le salvaguardie adottate. Si tratta quindi di definire la redazione di un piano interregionale di risanamento idrico della valle, compresa l'eventuale bonifica (che ormai non è certo più molto eventuale, ma necessaria) del letto del fiume Bormida; la definizione di norme specifiche per impedire l'immissione nel corso dell'acqua e dell'aria di sostanze inquinanti, anche se non previste dalle tabelle della legge Merli; l'indicazione della portata minima del fiume necessaria per i fabbisogni idrici umani, agricoli ed ecologici della valle, richiedendo la revisione delle attuali concessioni governative all'ENEL. al fine di incrementare la portata media del fiume Bormida.
Si procederà, in contemporanea, al piano di bonifica della zona all'organizzazione di un gruppo di lavoro che si traduca in una presenza tecnica regionale all'interno della Commissione che sarà attivata e coordinata dal Ministro. Questo gruppo di lavoro andrà ad individuare obiettivi specifici e farà da "trait d'union" tra la Commissione ministeriale - della quale farà parte un nucleo di funzionari in quanto il Ministero si attiva d'intesa con le Regioni - e il Ministro stesso. Di conseguenza le due Regioni dovranno avvalersi di società esterne di esperti per stendere propri piani di bonifica. Pertanto necessiteranno dei fondi; a tal fine ho già messo le mani avanti all'interno della Giunta, per quanto riguarda la suddivisione del capitolo di bilancio relativo alle consulenze.
Vorrei dire inoltre che si stanno delineando due parti ben precise sembrano quasi parte e controparte, tra Regione Liguria, con interessi soprattutto di occupazione, e Regione Piemonte che ha invece problemi essenzialmente di inquinamento. Questa situazione di parti contrapposte si va configurando anche tra i lavoratori, in particolare dell'ACNA di Cengio la popolazione e gli amministratori dei Comuni e della Regione Piemonte.
Come diceva il Consigliere Ala, potremmo tradurre questo caso in un'occasione storica di crescita di coscienza ambientale, essendo comuni gli interessi dei lavoratori e della popolazione nonché dei rappresentanti della Regione Liguria e della Regione Piemonte. Tale coscienza dovrà essere sviluppata per tutelare gli interessi di tutti ed eventualmente, come mi auguro, portare alla cassa integrazione se talune fabbriche dovranno chiudere per problemi ambientali.
Assicuro un'attivazione che contemplerà, in tempi brevi, rapporti continui con la popolazione e con il Consiglio, in particolare con la Commissione che dovrà svolgere il lavoro effettivo potendo così portare un validissimo contributo all'interno della Commissione di nomina ministeriale, nella quale ritengo che la Regione Piemonte debba avere una parte importante, proprio per il suo ruolo istituzionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fracchia.



FRACCHIA Mario

Si è parlato della mozione e dell'ordine del giorno, ma non è stata data risposta alla mia interrogazione del 10 ottobre 1986 con la quale ponevo problemi la cui risoluzione ci avrebbe fornito i dati che oggi chiediamo. L'USSL doveva preparere un progetto, già deliberato dalla Giunta nel 1983, con uno stanziamento di 160 milioni. Il Sindaco, più volte citato, faceva parte dell'USSL di Ceva, che comunque non si era affatto attivata per attuare questo progetto che consisteva nella costituzione di un gruppo di studio che si occupasse di questi problemi.
L'Assessore oggi è stato molto più preciso e mi scuso se nella prima parte dell'intervento sono stato un po' violento, ma ho avuto l'impressione che la risposta fosse burocratica e che la Giunta non fosse sensibile a questi problemi. Parlo sempre in modo chiaro, quindi non ho paura di ripetermi. Sono più combattivo di altri su questo problema in quanto sono nato in quella zona e vi ho vissuto fino a vent'anni.
Concordo con la prima parte della risposta, anche se - ripeto la risposta alla mia interrogazione avrebbe risolto alcuni problemi, saremmo già in possesso dei dati di rilevazione e quindi molto più avanti in queste iniziative.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, come è stato concordato la prima parte della seduta si conclude a questo punto. Alle ore 15 riprenderemo i lavori con la seconda comunicazione della Giunta, nel frattempo gli esperti di ogni Gruppo valuteranno la possibilità di stilare un documento comune sulla base delle mozioni e degli ordini del giorno che sono stati presentati.
In seguito verranno esaminate due leggi e le nomine.
Alle 14,30 i Presidenti dei Gruppi designeranno i rappresentanti per incontrare una rappresentanza del quotidiano "Tuttosport" che, come sapete ha in corso una vertenza.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12,50 riprende alle ore 15)



PETRINI LUIGI


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Sanita': argomenti non sopra specificati

Comunicazione della Giunta regionale in merito alle dichiarazioni attribuite all'Assessore regionale alla sanità Eugenio Maccari sulla paralisi della sanità piemontese e votazione ordine del giorno n. 394


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

La seduta riprende.
Il Presidente della Giunta, Beltrami, relazionerà in merito alle dichiarazioni dell'Assessore alla sanità, Maccari, sulla paralisi della sanità piemontese.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intendo proporre una comunicazione della Giunta regionale su una lettera che l'Assessore Maccari, delegato al settore della sanità, ha rivolto a me, ai colleghi Assessori e al Segretario regionale del suo Partito in data 6 novembre proponendoci alcune riflessioni.
Ho ritenuto utile, penso nell'economia dei lavori del Consiglio, ed essendo state presentate su questo fatto delle interpellanze urgenti in data 9 novembre ed altre successivamente, di collocare la risposta nell'ambito delle comunicazioni così che attraverso una più ampia articolazione degli approfondimenti la riflessione fuoriuscisse dal rituale confronto per offrire sollecitazioni e momenti di collaborazione su un'area che per dimensione finanziaria (la sanità assorbe oltre la metà del bilancio regionale), estensione di territorio (l'intera Regione), dei fruitori (oltre 4 milioni di abitanti) e di operatori (45.000 addetti nelle UU.SS.SS.LL.), per la tragicità di alcune situazioni e talvolta per essere al centro di sospetti ovvero di indagini di ogni tipo, propone con delicatezza, ma con robustezza di esigenze la più forte, razionale, umana attenzione, il consolidamento delle espressioni di sinergie per rimediare e guarire non solo gli ammalati, attuare con intensità di cura il perfezionamento di un processo riformativo.
La non celebrazione della seduta ordinaria del Consiglio regionale della scorsa settimana, mi consente solo oggi di parlare su questo argomento, secondo l'impegno da me assunto nella seduta del 12/11/1987.
La lettera del collega Maccari non potrà di certo aprire oggi in questa sede il dibattito sulla sanità, anche se la complessità degli argomenti anche senza ricercarne il dibattito, crea di per sé il confronto, sollecita le forze politiche a censurare o a convenire, di certo a suggerire atteggiamenti, indirizzi, collaborazioni per fare riaffiorare il meglio delle tensioni pulite - e io affermo con estrema convinzione che sono molte in questa Regione nella quale elevato è il richiamo ai valori della solidarietà verso la gente riferiti a volte ad animazione di ordine religioso, a volte a semplice sensibilità umana - il riaffiorare, dunque di tensioni rivolte a molti obiettivi.
Di certo uno è quello di dimostrare, proprio mentre sta nascendo una più articolata organizzazione nella più grande USSL del Piemonte (la 1/23) che vi sono in larghissima maggioranza uomini e donne estremamente puliti che intendono servire la gente ed in particolare coloro che la malattia rende più fragili e privi di penetrante forza contrattuale nei confronti del sistema.
Un altro obiettivo, e non vado oltre, dovrebbe essere quello di riportare a livello di ordinato equilibrio la struttura, oggi assai decapitata nei quadri dirigenti; riorganizzare i servizi con o senza riforma della riforma; migliorare le prestazioni utilizzando le molte potenzialità, le non trascurabili intelligenze e le non poche intuizioni.
Vorrei collocare, non di certo per giustificare o coprire l'iniziativa la lettera dell'Assessore entro quanto ho testé detto.
Poi è ovvio che il problema così complesso suggerisce più ampie discussioni, al di fuori di quelle che per regolamento accompagnano le comunicazioni della Giunta.
Avevo dichiarato la disponibilità della Giunta regionale a trattare il problema dell'assistenza psichiatrica, oggi è possibile ipotizzare, con segni più ampi, un dibattito che investa quel settore e più globalmente l'area della sanità.
Per quanto riguarda la lettera, nel quadro della collegialità di governo (tema non di oggi che è stato rivendicato da tutte le gestioni che sono intervenute dal nascere delle Regioni ad oggi e sul quale sto spendendo tempo ed energie), la lettera di un Assessore talvolta di sfogo talvolta di rilevamento di disfunzioni, quasi sempre propositiva, è fatto di ogni giorno. Il problema viene poi discusso in Giunta per capirne di più e soprattutto per tentare l'attivazione di risposte positive.
I destinatari della lettera richiamano l'ambito della Giunta regionale.
L'Assessore ha ritenuto di inviarla anche al Segretario regionale del suo Partito. Qui si esce dal governo, ma senza calcoli o riserve riterrei proprio con serenità che un certo tipo di disperazione ha ricercato l'approccio là dove qualcuno aveva chiesto all'Assessore il sacrificio di caricarsi di un impegno difficile, proprio nel momento nel quale dopo due anni di travagliate esperienze, Maccari stava registrando un'avanzata di maturazione - non parlo di successo - in un altro Assessorato che aveva registrato un'imprevedibile devastante esplosione solo nel 1985, quello dell'ecologia, dopo avere covato e maturato, caricato i passaggi in un vastissimo precedente arco temporale, sotto le ceneri della trascuratezza di pensabili omertà di calcolo, comunque di lunghi silenzi.
Questa lettera però è stata vista dai giornali, attraverso quelle vie e quei canali che i giornalisti intuitivi e sensibili riescono sempre a percorrere.
E' quindi opportuno che se ne parli, mettendo in positivo il confronto per costruire e non per affossare gli aspetti segnalati, soprattutto non affossando le persone.
E' detto in una delle interpellanze che l'Assessore non è nuovo a queste imprese in quanto già all'inizio del mandato, a fronte delle difficoltà di un impatto con la macchina regionale, aveva rilevato gessi blocchi e difficoltà.
L'avevano rilevato anche altri e l'hanno evidenziato con lui; lui forse con più marcatura, ma per quanto è stato possibile tutti hanno operato per avviare a snellezza la velocità del sistema.
L'Assessore Maccari, richiamandosi dunque alle precedenti note, per la verità talune erano anche appartenute al suo predecessore Olivieri con estrema franchezza, non disgiunta da evidente sofferenza, avverte testualmente nella sua lettera che: "l'Assessorato alla sanità è oggi in condizioni talmente disastrate, per cui diventa impossibile proseguire se non si trova la volontà collettiva di Giunta di affrontare e risolvere i nodi che oggi non consentono di attuare il governo della sanità. In linea di massima sono problemi e disfunzioni che colpiscono tutti gli Assessorati, ma alla sanità sono esasperati sia per la complessità della materia sia per l'urgenza degli interventi sia per il difficile momento che sta attraversando la sanità torinese e piemontese in relazione ai vari interventi della Magistratura".
Continua la lettera: "Ma ne approfitto intanto per assicurarvi che il livello di servizi sanitari erogati in Piemonte non è inferiore alla media nazionale, anzi è senza dubbio nella fascia medio-superiore del Paese: è da rifiutarsi l'immagine, che viene costantemente venduta dai giornali e dagli interventi dei Magistrati, di sfascio generale su cui camperebbero solo varie associazioni a delinquere.
E' offensivo e umiliante per tutti coloro che lavorano seriamente ed onestamente in tutta la sanità piemontese. Come in tutti i settori della vita civile organizzata, ci sono disfunzioni, storture da correggere miglioramenti da eseguire, fatti negativi da colpire; ma non si spara con la mitraglietta nel gruppo. Qualcuno sul terreno rimane senz'altro, ma non è detto che sia 'giustizia' l'averlo colpito in questo modo. Anche la polizia cilena spara sui gruppi: nessuno condivide il metodo. Purtroppo la comunicazione giudiziaria da strumento di difesa è diventata nella prassi della considerazione di tutti arma di offesa. Mi ritrovo un Assessorato con Capi servizio falcidiati dalla Magistratura, con funzionari ed impiegati (comprese mansioni esecutive tipo dattilografo) destinatari di comunicazione giudiziaria; mi ritrovo il personale che lavora con la psicosi della comunicazione giudiziaria. Gli atti vengono espletati, anche i più semplici, sempre con un interrogativo: cosa può pensarne il giudice? Mi rendo conto che questa atmosfera pesante, il timore di manette facili, la paura di ricevere comunicazioni giudiziarie, non sia un problema esclusivo del mio Assessorato, ma valga per tutta l'area torinese e non solo nel settore della pubblica amministrazione, così facile ad essere vilipesa.
Ma indubbiamente questa atmosfera peggiora la vita dell'Assessorato.
L'aspirazione di molti è di essere trasferiti ad altro Assessorato, è difficile all'interno della Regione reperire persone che vogliano 'correre il rischio' di venire a lavorare nella sanità. E tutto questo peggiora e drammatizza la vita in un Assessorato che manca di Capi servizio, manca di figure professionali, manca di personale esecutivo.
L'Assessorato governa la salute di 4 milioni e mezzo di piemontesi e ha appena due medici laureati di fresco in organico. Governa, programma e decide l'edilizia ospedaliera di tutta la Regione e non ha un solo ingegnere in organico. L'Assessorato affida miliardi di lire per l'informatica ad un ente strumentale e non ha la possibilità né di avere all'interno personale qualificato né di avvalersi di consulenze esterne per la verifica della validità dell'impostazione, per l'analisi dei costi benefici, per l'utilizzo dei dati.
L'Assessorato ha compiti ispettivi per legge nazionale ed il relativo servizio è stato approvato con legge regionale nel 1986. Si è fatta una ricerca di personale all'interno della Regione, ma nessuno ha voluto venire. Allora nel 1987 abbiamo 'obbligato', con comando per sei mesi quattro persone: un laureato che si occupa di archivio di piani regolatori un geometra che si occupa di cemento armato ad Asti, un dipendente esecutivo di Cuneo e un diplomato di un servizio interno alla sanità. Il tutto scade a fine anno. A parte il fatto che non ha senso 'comandare' per sei mesi quando ne sono necessari almeno quattro-cinque per imparare; devo ricordare che a gennaio il comando di queste persone finisce: sarò quindi ad organico zero".
Continua ancora l'Assessore: "sono già stati fatti due Piani socio sanitari ed oggi ci avviamo al terzo Piano 1987-1990, ma manca un settore di verifica e di controllo. Le UU.SS.SS.LL. tendono già per natura a considerare la Regione erogatrice di finanziamento e basta: ma non è così.
La Regione ha responsabilità dirette, deve verificare e controllare.
Solo nel decennio precedente si poteva pensare che era sufficiente 'programmare'. E per un servizio ispettivo valido ed efficiente non si pu catturare qua e là nell'ente qualcuno più o meno preparato, da obbligare con comando: bisogna creare un'èquipe di apicali capaci e preparati. E' vero che all'interno dell'Ente non pare esistere la possibilità di fare un gruppo ispettivo, allora dobbiamo provvedere con misure eccezionali.
Vale la pena ricordare che l'Assessorato regionale alla sanità ha compiti di programmazione, indirizzo e coordinamento nonché di controllo e verifica di tutta l'attività svolta dalle UU.SS.SS.LL. piemontesi.
Va ricordato che la gestione finanziaria della sanità in Piemonte prevede una spesa annua di circa 3.500 miliardi per la parte corrente e di circa 300 miliardi per investimenti. Inoltre l'attività regionale si esplica nei confronti di oltre 43.000 dipendenti delle UU.SS.SS.LL. ai quali va aggiunto tutto il personale sanitario convenzionato: medici generici (n. 5.000), specialisti, nonché le strutture private convenzionate".
L'Assessore avverte che a fronte della grande mole di adempimenti e di responsabilità che gravano sull'Assessorato ed alla gestione, come ho detto, di un budget di 3.500 miliardi sui 5.400 circa dell'intero bilancio regionale, la situazione del personale in esso operante è gravemente deficitaria sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. In questo caso l'Assessore si rifà ad alcuni dati di presenze analizzandoli e ricorda che la situazione è pressoché la stessa esistente negli anni 1978-1979 prima della riforma sanitaria del 1980 che ha assegnato numerosissimi compiti alla Regione. Dal 1981 ad oggi sono stati infatti assunti in ruolo solo quattro veterinari e tre laureati per il servizio epidemiologico.
Approfondisce, ancora la lettera dell'Assessore, il problema del personale, comparandolo con altre presenze distribuite negli altri Assessorati e dice: "non chiedo 200 nuovi dipendenti, ma 20-25 persone qualificate che mi aiutino a mandare avanti la macchina della sanità".
"E' da tener conto - testualmente recita la lettera dell'Assessore che la Regione nel settore sanità ha responsabilità dirette, mentre in linea di massima negli altri settori ha rapporti con altri enti responsabili (Comuni, Province, ecc.). Le responsabilità delle disfunzioni delle UU.SS.SS.LL. ricadono direttamente sulla Regione, le disfunzioni dei Comuni non coinvolgono il nostro Ente.
La Regione, ad esempio, è titolare e responsabile della gestione dei ruoli: sia sufficiente pensare che in detto servizio le Regioni del nord (Veneto, Lombardia, Emilia) hanno mediamente 45-50 persone di cui 4-5 dirigenti. Ebbene, noi ne abbiamo 15 ed abbiamo la responsabilità diretta di ruoli dei 45.000 dipendenti della sanità piemontese.
E con questa forza di organico dovremo provvedere alla revisione delle piante organiche di 53 UU.SS.SS.LL. e alla verifica dei ruoli di 45.000 persone. Il finanziamento delle UU.SS.SS.LL. è totale da parte della Regione: ne deriva una responsabilità di controllo.
E così la Regione è responsabile del convenzionamento dei medici di base, dei medici specialisti, dei laboratori di analisi e delle case di cura private. Da oggi il servizio che ha queste competenze non ha un Capo servizio dirigente e dispone di personale nettamente insufficiente per il lavoro quotidiano e per dare il via all'applicazione delle leggi regionali sui laboratori e sulle case di cura. E' appena il caso di ricordare che anche in queste situazioni esistono pesi e misure diversi: se il sistema giudiziario non riesce a svolgere i processi si autogiustifica per mancanza di personale; se noi non riusciamo a svolgere i nostri compiti per mancanza di personale, non valgono giustificazioni, ma scattano i reati di omissione o di interesse privato in atti di ufficio".
Chiudendo l'Assessore ricorda l'esigenza di perfezionare il Servizio Legale e quello Legislativo della Regione e sollecita provvedimenti ed iniziative per superare questa fase di estrema difficoltà, i problemi che esistono e le difficoltà nate oggi, ma soprattutto le difficoltà che in larga parte preesistevano.
Si può dire di tutto - ho terminato il richiamo alla lettera dell'Assessore Maccari - si può parlare anche con pesantezza di recidività nella protesta scritta, ma nessuno può impedire di sottolineare che questa lettera traspira schiettezza, retta intenzione, personale sofferenza e, di certo, una buona volontà.
Accompagna e segue il tormentato cammino della sanità, di una sanità decisamente ammalata, ma si accompagna parimenti al tormentato cammino delle Regioni dodici anni dopo la legge n. 392/75 e il DPR n. 616/77.
Così come hanno denunciato le Regioni ieri l'altro al Convegno di Venezia.
Denunciare qualcosa che non funziona non significa - e la richiesta di solidarietà rivolta dall'Assessore Maccari alla Giunta ne è evidente espressione - voler gettare la spugna o scaricare la responsabilità sul passato, sul presente o, comunque, su altri. Anzi, è il volere assumere le proprie responsabilità per affondare il bisturi entro il malessere di un'area, per risanare, per ricreare condizioni di vivibilità.
Dobbiamo chiedere allo Stato non tanto di fare nuove riforme, quanto di semplificare la legislazione, di darci il Piano Sanitario Nazionale, otto anni dopo la legge di riforma, e semmai a quindici anni dai decreti delegati, la legge quadro sull'assistenza, ma anche noi - Regione - dovremo serenamente tentare di rendere più semplici le nostre cose, facendo funzionare le strutture, correggendoci per il portato dell'esperienza fatta; ridistinguendo anche i ruoli del nostro Parlamento e del nostro Governo, dando alle Commissioni larghi spazi di approfondimento, di ricerca, di indirizzi, di sollecitazioni, ma dispensandole dall'erogare giudizi tecnici, scelte che appartengo all'esecutivo, anche sul piano delle responsabilità.
La lettera di Maccari può dunque anche essere valutata non positivamente, ma questo appartiene al libero giuoco delle contrapposizioni; di certo ha riaperto un discorso ineludibile, che è nell'aria, è nel Paese, è in questa città e nel Piemonte e non solo da oggi.
Molte sono state le voci che si sono fatte sentire su questo argomento e vorrei dire che non lo hanno fatto da posizioni preconcette se è vero che, ad esempio, la CGIL-Funzione pubblica, esecutivo Regione Piemonte l'ha valutata positivamente, magari vedendo il problema attraverso un raccordo con la legge sul personale regionale, piuttosto che rispetto alla complessità dell'area sanitaria; ha però dimostrato e dichiarato che questo è un problema da approfondire e che è disponibile a farlo.
Io sono convinto che ciò è necessario e vorrei proprio auspicare che quanto farà seguito alla mia comunicazione serva non tanto ad esprimere valutazioni comportamentali, quanto a costruire o ricostruire assieme condizioni di maggiore vivibilità del complesso pianeta Sanità.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Sulla comunicazione della Giunta è aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ala. Ne ha facoltà.



ALA Nemesio

Signor Presidente, ricordo solo brevemente che, fino dal lunedì immediatamente successivo alla lettura su "La Stampa" della notizia di questa lettera, avevo provveduto ad avviare un'interpellanza urgente ritenendo che un avvenimento del genere richiedesse sia una discussione in Consiglio sia alcuni reali e solleciti provvedimenti.
Il primo punto era e rimane, a mio parere, considerate soprattutto le possibilità di un Consigliere di minoranza, con deboli strumenti di conoscenza della macchina regionale, quello di acquisire elementi atti a valutare attentamente quanto corrisponda al vero nella situazione denunciata dall'Assessore. Non sono infatti in possesso di strumenti e di elementi tali per poter verificare - e spero questo dibattito me ne offra l'occasione - in una certa ragionevole misura, il grado di attendibilità della gravità dei problemi descritti dall'Assessore, anche se in senso generale non ho difficoltà a credere che la situazione da lui descritta sia quella reale.
Cominciare ora questo intervento mi crea un'altra serie di problemi e un effetto di straniamento, in quanto vorrei sapere cosa ho già detto in questo dibattito. Ho infatti appreso che questo dibattito si è gia tenuto riporto quanto riferito dal "Gazzettino del Piemonte" non più di un'ora fa e sono già state rese le comunicazioni e le interpretazioni del dibattito da parte dell'Assessore Maccari. Questo fa sì che questo dibattito è svolto in una sede impropria (e la sede impropria sarebbe quella del Consiglio regionale): la stampa, così come ha dato notizia della lettera, così adesso ha già dato notizia dell'avvenuto dibattito e delle sue conclusioni. Se oltre alla lettera di Maccari, di cui abbiamo appreso il contenuto con 15 giorni di ritardo, ora ci fate anche sapere, per favore, qual è stato il comunicato stampa diramato - suppongo - dall'Ufficio Stampa della Giunta penso si possa superare l'incidente e andare oltre, e così so anche quanto hanno detto i Consiglieri di opposizione, io compreso.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Consigliere Ala, lei è spiritoso, però io non ho dato ad alcuno, anche se me l'hanno richiesta questa mattina, copia di quel che ho detto e non abbiamo rilasciato alcun comunicato. Continui pure, perché la cosa mi fa piacere.



ALA Nemesio

In questo caso il problema è di credibilità di tutta l'istituzione e quindi bisogna verificare e smentire le cose dette, perché non può un servizio pubblico quale la RAI regionale dare notizia ai cittadini piemontesi di cosa dicono gli Assessori quando questo non è ancora avvenuto. Lo dico per un minimo di dignità nostra e di tutti i cittadini.
Ritiro le insinuazioni precedenti, in quanto non ho motivo di dubitare di quanto ha detto il Presidente Beltrami.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Nessuno ha consegnato comunicati al Gazzettino. Probabilmente i giornalisti avranno letto l'o.d.g. dei lavori e quindi saputo che si sarebbe aperto il dibattito su questo argomento. Niente di male quindi se hanno detto ciò che sarebbe avvenuto.



ALA Nemesio

Allora questi giornalisti licenziamoli; se è vero che la RAI è innanzitutto un servizio pubblico, li licenzi.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Io sono per una RAI tutta privata.



REBURDO Giuseppe

Però è stato detto che l'Assessore Maccari ha firmato.



REBURDO Giuseppe

MACCARI, Assessore alla sanità



REBURDO Giuseppe

No, collega Reburdo, non sono uno che ha problemi a firmare cosa pensa e se l'avessi fatto non avrei problemi a dire che ho rilasciato un comunicato, ma la cosa non corrisponde al vero.



ALA Nemesio

Gentile Assessore, il problema non è su cosa lei hai detto, scritto o sostenuto, nel senso che se un Assessore rilascia un comunicato stampa è liberissimo di farlo tutte le volte che lo ritiene opportuno. Questo, del resto, è un diritto costituzionale dei singoli cittadini. Il problema è che l'effetto di straniamento scaturisce quando uno sente una notizia stampa che parla di un dibattito in Consiglio e di dichiarazioni già avvenute quando questo non è vero, ed è ben diverso. Il problema è di professionalità - anch'io sono iscritto all'Albo dei giornalisti - e credo che un minimo di serietà del servizio pubblico radiotelevisivo comporti l'obbligo di trasmettere notizie di fatti avvenuti e non lasciarsi andare in questo modo ad improbabili anticipazioni.



REBURDO Giuseppe

Io l'ho sentito personalmente.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

L'ha sentito personalmente? E che cosa ha detto?



REBURDO Giuseppe

Ha detto sostanzialmente che c'è stato il dibattito ed anche una richiesta del testo scritto.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Parrebbe che non sia stato fatto il punto della situazione ed è stato detto semplicemente che si è svolto il dibattito...



REBURDO Giuseppe

No, l'Assessore Maccari ha affermato che...



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Ha affermato che qualcuno è intervenuto e nient'altro. Vuol farci dire cose che non abbiamo neppur pensato!



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Chiariremo a suo tempo questo fatto.



ALA Nemesio

E' un problema che investe i rapporti tra il Consiglio e l'Ente radiotelevisivo; questo è il nodo della questione che, quindi, non mette in discussione il comportamento della Giunta o di un singolo Assessore, bensì quello di un servizio pubblico di informazione. Chi riporta cose non dette non è il Consiglio o il sottoscritto, ma il servizio pubblico radiotelevisivo.
Ritengo che per chiarire questo problema dovrà intervenire l'Ufficio di Presidenza, piuttosto che la Giunta, in quanto garante di una corretta informazione di tutto ciò che avviene in Consiglio regionale rispetto al mondo esterno e alla collettività regionale. Con questo chiudo l'incidente ritornando al tema della comunicazione, anche se il tempo a mia disposizione è ormai scaduto.
Mi auguravo che il dibattito e le comunicazioni potessero contribuire ad acquisire maggiori elementi rispetto al reale funzionamento dell'Assessorato alla sanità; la situazione che si evince dall'articolo de "La Stampa" - riportante stralci della lettera - e l'intervento del Presidente della Giunta regionale, ci permette di capire che lo stato dei fatti è quello descritto. Occorre ora non ridurre il tutto ad una serie di dibattiti rituali unicamente tramite una comunicazione che non affronta mi rifaccio a quanto detto dal Presidente - il problema della ingarbugliata situazione del personale, che invece può avere un risvolto immediato, in quanto su questo specifico punto l'Assessore Maccari si è espresso con precisione.
Nella comunicazione del Presidente non ho riscontrato soluzioni immediate e rapide. Nel suo intervento l'Assessore Maccari invece ha tralasciato di considerare gli oggettivi avvenimenti che hanno portato l'Assessorato alla sanità alla condizione che è stata definita di "paura".
Le comunicazioni giudiziarie sono legate a condizioni reali e a deviazioni da parte di funzionari e di strutture del servizio. La Regione, i cittadini, i malati soprattutto - definiti giustamente dal Presidente l'elemento più fragile e debole della nostra società - hanno bisogno di altro; vorrei, per queste ragioni, che si procedesse all'indicazione di quali possano essere le vie d'uscita da questa difficile situazione, per non finire con il limitarsi ad un semplice sfogo su di un giornale o ad un mero momento di dialettica interna alla Giunta, su chi conta di più o di meno tra i singoli Assessorati.
Ritengo che questa lettera non debba tradursi in un dibattito all'interno della Giunta su problemi marginali o sul discutere su quanti miliardi debbano essere attribuiti ad un Assessorato piuttosto che ad un altro; il settore sanità, invece, dovrebbe essere considerato prioritario dalla nostra Regione. Se si vuole avere, come Regione, una credibilità rispetto all'esterno e all'opinione pubblica, allora il funzionamento di questo servizio e la sua "trasparenza" - parola molto di moda in Unione Sovietica e che sarebbe il caso andasse di moda anche in Italia dovrebbero diventare elementi decisivi in una macchina amministrativa e burocratica qual è, onestamente parlando, un Assessorato. La trasparenza sarà il funzionamento efficiente di questa macchina, quindi anche il personale dovrà essere più motivato; l'Assessore Maccari, infatti, si è pronunciato proprio sui comandati semestrali che, per ovvi motivi, non hanno motivazioni né tanto meno la necessaria esperienza e competenza.
Penso che motivazione, competenza ed efficienza siano possibili soltanto attraverso un impegno serio della Giunta, del Consiglio e della Commissione, tendente a rimuovere e a chiudere, nel modo migliore, le vicende passate, collaborando con disponibilità con la Magistratura e con l'autorità giudiziaria ed emanando - questo non si è ancora visto - una serie di leggi e provvedimenti amministrativi. Questo l'Assessore Maccari lo ha chiesto esplicitamente - ma non l'ho ritrovato nelle dichiarazioni del Presidente - al punto da rassegnare le dimissioni se detto impegno non venisse mantenuto. Ora dovrei essere felice delle dimissioni dell'Assessore, dimissioni che io stesso ho richiesto quando occupava un altro Assessorato. In realtà, non sono certo soddisfatto in quanto non sono queste le posizioni da assumere nei confronti di una situazione così grave.
Gradirei che si appurassero, in maniera rigorosa e dettagliata, i motivi le cause e i fatti che hanno portato alla crisi l'Assessorato alla sanità vorrei inoltre considerare quali siano gli impegni che tutti intendiamo affrontare (Assessori, Giunta e anche forze di opposizione) in vista di un accordo chiaro e leale. Per non dover tornare, come solitamente avviene, a parlare di crisi del settore sanità o di altri settori tra pochi mesi.
Risolvere problemi, in una sorta di catartica discussione collettiva, con qualche ordine del giorno, non è la soluzione migliore.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, mi rendo conto quanto sia difficile trovare argomentazioni nuove per intervenire su un argomento come quello della sanità. Perfino il collega Ala, che abitualmente è riconoscibile per le sue affermazioni concise, per non essere prolisso, per dire in poco tempo quello che pensa (almeno qui in aula), oggi invece ha sbrodolato, a parte la polemica sulla RAI, che se non altro ci ha fatto sapere il pensiero del Presidente Viglione, il quale vorrebbe una RAI privatizzata - mi sembra sia un'affermazione da sottolineare - ma oltre a questo nulla di nuovo è emerso nel corso del dibattito.



BRIZIO Gian Paolo

Purché non sia Berlusconi.



PEZZANA Angelo

La definizione di privato include il libero mercato, quindi in una visione di libero mercato non esiste Berlusconi, esiste la concorrenza. Noi non siamo in una situazione di libero mercato, esiste il monopolio privato e il monopolio pubblico. Penso che il Presidente Viglione intendesse un libero mercato, non un monopolio privato.



PRESIDENTE

Per le televisioni, non per una sola televisione, più informazione c'è meglio è.



PEZZANA Angelo

La comunicazione sulla sanità ci giunge dal Presidente Beltrami che su questo argomento è una persona che se ne intende; nessuno quindi pu contestargli la sua esperienza e lo dimostra il fatto che ha letto quasi integralmente la lettera che era già apparsa in forma ridotta, ma sufficientemente esaustiva, su "La Stampa" del 7 novembre. L'Assessore Maccari in questa denuncia ha evidenziato aspetti a noi tutti noti e che egli stesso ha verificato personalmente quando assunse l'Assessorato alla sanità. Ha rilasciato dichiarazioni che siamo abituati a leggere su tutti i giornali e che sostanzialmente non dicono nulla di nuovo, perché nel momento in cui veniva fatta la denuncia di una realtà disastrata, non solo di un Assessorato, ma di una situazione generale, che risponde al nome di sanità, prima di fare il passo successivo si tirava indietro. Occorrerebbe avere il coraggio di ripetere fino alla nausea che la riforma sanitaria è stata varata per portare 50.000 miliardi ai Partiti allo scopo di finanziarli. Quindi non si può presumere che la sanità in una Regione come il Piemonte (lo stesso discorso vale però anche per le altre Regioni) sia una realtà che funzioni. Io ho rimproverato molte volte l'Assessore Maccari, quando era Assessore all'ecologia, non per mancanza di coraggio bensì di volontà di decisione.
La sua uscita sui giornali mi trova consenziente, perché ritengo che i mezzi di informazione vadano usati anche per accelerare i tempi di discussione a livello burocratico e politico. Ha, quindi, fatto benissimo a rilasciare tali notizie ai giornalisti, secondo me avrebbe dovuto approfondire di più l'argomento fornendo nomi, cognomi e cifre e non rimanere a dichiarazioni generiche. Se un Assessorato è allo sfascio e conta soltanto due laureati, ci sarà qualche cosa che non funziona nella legge sul personale. La situazione è drammatica, ma ci deve essere un'origine, non credo che uno sfascio si instauri all'improvviso. A questo punto allora l'Assessore Maccari avrebbe dovuto fare un passo in più affermando di aver ereditato un Assessorato che non è disastrato da pochi mesi o da pochi anni, ma che è la diretta conseguenza della riforma sanitaria. L'Assessore Maccari appartiene ad un Partito che è rimasto per troppi anni "fanalino di coda" soffocato anche da una presenza massiccia della sinistra, non ha saputo evidentemente, dal 1985 in poi, ricrearsi un'immagine e una presenza politica tale da poter affermare la sua opinione indipendentemente e autonomamente su tanti argomenti, uno dei quali la sanità.
Non entro nel merito della psichiatria perché avremo occasione di parlarne il 17 dicembre proprio in quest'aula. Per quanto riguarda la sanità in generale l'Assessore Maccari dovrebbe chiedersi qual è la politica del Partito socialista, in quanto pur facendo parte della Giunta di pentapartito è comunque un Assessore socialista, perché in questi anni io non ho ancora capito la posizione di tale Partito. Non ci si trova alla testa di un Assessorato che dispone, organizza e amministra il 60-65% delle finanze della Regione Piemonte trovandosi di fronte ad una situazione che è, come l'ha descritta l'Assessore Maccari, di sfascio totale per poi dire: "o qui cambia tutto oppure me ne vado". Ma chi è che deve cambiare tutto? Il Presidente Beltrami e la Giunta, non certo l'opposizione, la quale semmai potrà rispondere per gli anni in cui è rimasta responsabile di questo sfascio, che ha avuto inizio nel 1985, ma anche qui con tanto di nomi e cognomi, però il Partito socialista si è ben guardato dal voler rendere noti gli scheletri nascosti in qualche armadio! Che senso ha denunciare uno sfascio quando poi non si ha il coraggio di dire chi è il diretto o i diretti responsabili o meglio i Partiti responsabili della mancata realizzazione delle riforme? Accetto denunce, ma sembrano monche quando manca la volontà precisa di indicare in che modo uscirne. Credo che si debba dare credito ancora una volta all'Assessore Maccari, in quanto non si può cambiare una situazione nel giro di pochi mesi. Quindi non chieder né lancerò anatemi nei suoi confronti e nei confronti della sua gestione gli auguro però di saper trovare, al più presto possibile, la volontà politica necessaria per affondare il coltello dove è il caso di affondarlo tagliare certi rami, non dico secchi, ma putridi (se ce ne sono e penso che ce ne siano molti) e avere il coraggio di proporci un piano di ristrutturazione dell'Assessorato alla sanità. In mancanza di questo di che cosa discutiamo? Delle buone intenzioni, della buona fede? Ma questa è sempre data per scontata. Chiedo a questa Giunta e al suo Presidente di mettere in grado i Consiglieri regionali di poter discutere su qualche cosa di concreto e non su delle buone fedi o presunte tali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, nel corso della seduta dell'11 novembre avevamo chiesto che venissero rese delle comunicazioni da parte del Presidente Beltrami sulla lettera che il quotidiano "La Stampa" aveva pubblicato il 7 novembre. Tale richiesta era stata formulata dal nostro Gruppo, oltre che dai colleghi Ala e Bontempi. Il Presidente ci disse in allora che non era in grado di rendere subito una comunicazione in quanto c'era l'impossibilità fisica di raccogliere tutti gli elementi utili, anche in chiave di approfondimento, della lettera dell'Assessore.
Dopo tali dichiarazioni del Presidente - che si riservava di svolgere oggi la comunicazione - avevo rilevato e lo avevano fatto anche i colleghi Ala e Bontempi - e sul versante della maggioranza in maniera altrettanto incisiva il collega Marchini - che quanto meno avrebbe dovuto essere consegnato ai Gruppi consiliari, anzi a tutti i Consiglieri, il testo integrale di quelle sei cartelle di cui avevamo avuto notizia attraverso il quotidiano "La Stampa", il quale pubblicava peraltro un sintetico riassunto. Questa lettera nel suo testo integrale non ci è stata consegnata e oggi la comunicazione del Presidente Beltrami per i suoi tre quarti è consistita in un breve riassunto di quella lettera, anzi nella lettura dei passi salienti, che per la verità già conoscevamo, perché mentre il Presidente Beltrami parlava io seguivo la sua comunicazione attraverso l'articolo comparso su "La Stampa" il 7 novembre e ho notato che non ci ha detto nulla di più rispetto a quanto già sapevamo. Quindi tre quarti della comunicazione non hanno portato il Consiglio a conoscenza del come e perch la lettera era stata indirizzata e presentata dall'Assessore Maccari alla Giunta.
La parte conclusiva della comunicazione è consistita, in buona sostanza, in una fiduciosa difesa di quanto è andato esponendo in questa sua ormai storica lettera l'Assessore Maccari. Mi consenta di dire, signor Presidente, che siamo al punto di partenza: siamo solo in grado di commentare la sua comunicazione, che riprende alcuni passi di una lettera dell'Assessore Maccari, inviata agli "interna corpo" della Giunta. Si tratta sostanzialmente di una lettera di sfogo: contiene le consuete lamentele - come ricordava Pezzana - sulla dissestata situazione della sanità in Piemonte, mette il dito sulla piaga del personale che cerca di essere trasferito altrove, ricorda che mancano i tecnici e che ci sono carenze, quindi, di personale e di strutture. Lei, Presidente Beltrami, ci ha inoltre ricordato come in questo contesto si inserisca anche una carenza dello Stato che, dopo parecchi anni, non ha ancora formulato il Piano Sanitario Nazionale e che manca inoltre la legge quadro sull'assistenza.
In un passo della sempre misteriosa lettera dell'Assessore Maccari - si consideri che non abbiamo ancora avuto il piacere di conoscere il testo integrale - si diceva che bisogna sfondare una selva di leggi che rallentano qualsiasi processo innovativo, riferendosi, mi pare all'abrogazione di leggi o di regolamenti regionali. Sarebbe stato interessante conoscere questo appunto su un pacchetto di proposte abrogative e, nel contempo, su un pacchetto di proposte innovative: ci rendiamo comunque conto che il tempo intercorso fra la lettera di lamento dell'Assessore ed oggi è stato un lasso molto breve. In ogni caso qualche elemento sulle linee essenziali della lettera doveva esserci comunicato anche perché non vi è stata una richiesta in tal senso solo da parte dell'opposizione, ma anche il Consigliere Marchini - come sempre preciso e puntuale e in molti casi estremamente obiettivo - dai banchi della maggioranza aveva riferito al Consiglio che il dibattito odierno non avrebbe dovuto concludersi con il solito ordine del giorno che segnala deplora, stigmatizza ed auspica, bensì con delle proposte. Egli Consigliere di maggioranza, chiedeva inoltre, alla fine del suo intervento dell'11 novembre 1987, che la Giunta si collocasse con un quid di propositivo e di innovativo a fronte di quanto lamentato dall'Assessore Maccari nella sua lettera-comunicazione.
Giudico la comunicazione del Presidente Beltrami molto deludente: non ha portato nulla di nuovo ed è consistita - come ho già ricordato - in una semplice difesa di fiducia delle dichiarazioni dell'Assessore, che peraltro si sono tradotte in mere lamentele e in meri richiami alla situazione dissestata della sanità. Nel concludere la sua lettera l'Assessore dice: "o si provvede oppure io in questo posto non ci sto più". Chiediamo allora all'Assessore di trarre le conseguenze, di comunicarci come e perché la Giunta non ha saputo riparare in pochi giorni al dissesto, o anche solo indicarci i lineamenti essenziali di quanto si debba o si possa fare per uscire da questa situazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Considero che la risposta del Presidente della Giunta, minimizzatrice del problema, non tolga assolutamente nulla all'anomalia e alla stranezza di quanto accaduto; anzi, credo aggiunga al giudizio che anticipammo all'indomani della comparsa della lettera - che pur si basa su una serie di questioni presenti a tutti, che potremo riassumere nelle gravi difficoltà o nello sfascio della sanità - molto fumo, al fine di non fare assolutamente nulla. Abbiamo assistito - la risposta del Presidente ce ne dà conferma ad una sceneggiata in due atti. Tutto è partito da una lettera arrivata alla conoscenza dell'opinione pubblica, non so se tramite giornalisti intuitivi o divinatori - oggi pomeriggio sembra sia intervenuta questa categoria - o più semplicemente perché l'obiettivo era esattamente di lanciare un allarme all'opinione pubblica e segnalare la presenza politica dell'Assessore su questi problemi. Se così fosse stato - dirò anche perché siamo stati molto critici nei confronti dei contenuti e delle modalità di questa uscita - il Presidente Beltrami non avrebbe dovuto rispondere così come ha fatto. La lettera poneva gravi e urgenti problemi ed era legittimo attendersi oggi qualche segnale di un primo concreto intervento operativo e legislativo da parte della Giunta. Se non fossimo di fronte a quello che temo essere il secondo atto di una sceneggiata e di un gioco di parti, oggi avremmo avuto non una ricognizione narrativa dei fatti da parte del Presidente, bensì di fronte alle accuse e alle denunce dell'Assessore la manifestazione di alcune prime proposte per porvi rimedio. Temo che qualcuno in quest'aula anche sui banchi dell'opposizione, sia affetto dalla cosiddetta "torcicollite". Quando si è affetti da torcicollo si guarda molto indietro e non si vede più quello che sta succedendo; oggi in questo dibattito si è discusso su una lettera dell'Assessore denunciante fatti gravi e problemi certamente esistenti e reali al di là di qualche giudizio di merito. Un Presidente che ascrive questa lettera alla categoria della volontà di operare "le buone intenzioni" - può darsi sia così - non dice nulla su quello che la Giunta, che è l'organo di governo responsabile, intende fare non fosse altro come primi essenziali concreti segnali da parte della Giunta di voler reagire esercitando una funzione di governo alla situazione molto difficile di sfascio che abbiamo davanti.
Tutto ciò non è di poco conto, perché è la chiave di tutto il ragionamento. Ci siamo inalberati forse perché l'Assessore Maccari denunciava cose sbagliate? Non è vero, l'Assessore Maccari ha denunciato una serie di cose giuste. Tuttavia riteniamo, nel metodo e nelle modalità che si seguono e nel percorso concreto che si andrà ad attuare, che ciò che non sfugge alla verifica dei fatti sia poi la riprova in realtà non solo delle intenzioni, ma anche delle capacità di risolvere o almeno di tentare di risolvere questi problemi.
Non posso dimenticare, caro Presidente e caro Assessore Beltrami, che il 19 marzo 1987 il nostro Gruppo presentò un'interpellanza urgente - viste le vicende giudiziarie - al secondo punto della quale si chiedevano segnalandoli come aspetti di massima urgenza, "decisioni urgenti di governo, tese a garantire la funzionalità gravemente compromessa dell'Assessorato regionale alla sanità". L'opposizione, quindi, si faceva carico, nel suo lavoro di stimolo di proposte, di sollecitare alla Giunta l'assunzione di prime decisioni almeno su questa materia. Questo accadeva il 19 marzo e non è ancora stata data risposta. Potete quindi capire che la sceneggiata rischia di avere nella coda un trucco che, guarda caso, si scarica sul Consiglio, in particolare su chi almeno su questo circoscritto problema - noi abbiamo presentato 48 interrogazioni sul problema della sanità, le ho qui tutte - tendeva a chiedere alla Giunta di assumere delle decisioni urgenti e necessarie per ovviare ad un male denunciato mesi dopo dall'Assessore Maccari.
Questa lettera in qualche misura, al di là delle valutazioni di merito voleva essere un grido d'allarme, però benevolmente è stato interpretato da qualcuno come la precostituzione di un'attenzione politica sulla questione della sanità, che ha molta torcicollite e poca chiarezza di visuale. Si sarebbe comunque potuto mandare una lettera in risposta al Gruppo comunista dicendo sostanzialmente: "non rispondo alla tua interpellanza, ma ti dico che la penso anch'io più o meno come te". Questo non è avvenuto! Allora capite che il timore o forse il troppo sospetto su elementi che abbiamo - tra l'altro in uno scarsamente sospettoso come me, noto anzi per gli eccessi di fiducia che ripone nella gente - della sceneggiata scaturisce perché questa si conclude sul duro terreno del non vedere che nessun fatto si produce. Siamo in una fase che sta diventando di pericoloso costume - e che noi additeremo sempre - nella quale alcune forze strutturalmente stanno bene dentro questo schema della massima confusione possibile. Noi crediamo di interpretare l'altro pezzo della mela e ci auguriamo di non essere soli in questo Consiglio, ed è quello che corrisponde alla voglia che la politica sia una cosa seria, che ci sia un tentativo, sicuramente faticoso, di cambiare e di innovare per produrre fatti e dare risposte concrete e non per garantire un grande teatro di bolle di sapone. E' una concezione che viene dal nostro radicamento sociale, dalla nostra storia e credo sia la storia dei partiti di massa nel nostro Paese che vanno rinnovati, ma che non vanno svenduti all'altare del teatro politico.
Per questo chi governa ha anche la facoltà di denunciare le cose che non vanno, ma ha soprattutto un onere: quello di cercare di partire da queste denunce, assumendosi le responsabilità che gli sono proprie indicare le proposte e le strade possibili per ovviare alle situazioni.
Questo è importante affinché si diradi il forte polverone che si è fatto.
Nelle affermazioni dell'Assessore Maccari c'erano delle cose che non ho potuto capire, se non semanticamente - dico semanticamente perch contengono segni contraddittori - e su alcuni di questi punti possiamo largamente convenire, e sono quelli, come ricordava anche il Consigliere Ala, relativi ad una larga disponibilità sulle revisioni legislative, sulle azioni amministrative necessarie e sui provvedimenti; quando invece si usano parole quali lacci, lacciuoli, vincoli, programmazione, tutte queste cose ci paiono componenti di una grande macedonia, tra l'atro sgradevole.
Lo stesso Presidente della Giunta, l'unica considerazione che ha fatto sul flebile richiamo alla concretezza, o che si è sentito in grado di dover fare, con la sua calma olimpica è però una calma che sta portando la Regione su una brutta strada (noi la vediamo molto male), resta comunque olimpica, meno male per te, almeno ti salvi il fegato - è che occorre un Piano socio-sanitario nazionale e a me pare sia altra cosa sostenere che ci sono lacci e lacciuoli burocratici. Può essere una legislazione farraginosa, ma non è la stessa cosa unire a questo una programmazione, che non a caso penso sia stata per voi, Giunta di pentapartito, come un laccio o un lacciuolo, perché avete deciso tranquillamente di non farla più.
E' difficile, quindi, che una Giunta dopo due anni e mezzo possa dire che la programmazione la impaccia, quando la decisione, non ufficialmente presa, ma nei fatti praticata, è di seppellirla se è possibile sotto terra.
A me sembra che il problema sia quello di rilanciare una funzione reale della programmazione. Perché non rivedere anche la struttura dei piani che non è detto debbano prevedere tutto ed avere i tempi che hanno adesso? Il lanciare a ventaglio una mitragliata di parole contro tutto mettendoci dentro cose giuste e cose, secondo me, assolutamente sbagliate è uno dei punti chiave, anche perché la Regione non pensa di ricaricarsi di quelle funzioni di programmazione che voi nei fatti state dimostrando di abbandonare senza grande dolore.
Non si può denunciare l'altro punto, quello dei rapporti con il Consiglio, al di là del fatto pur significativo che noi chiedevamo una risposta che non ci è stata data, però almeno su un problema abbiamo mostrato sollecitudine ed attenzione, sapendo che ci troviamo in una reale condizione di grande difficoltà.
Qualcuno dice che è colpa della riforma sanitaria, ma noi riteniamo ci fossero dei difetti strutturali in quella riforma, ed è stata colpa di tutte quelle forze - ed ha ragione il Consigliere Pezzana, sono d'accordo con lui, che bisognerebbe tirare fuori i nomi e i cognomi di quelli che hanno ritenuto di sabotare sistematicamente la riforma che pur in presenza dei difetti congeniti della riforma (vi è stato un grande apporto di ostacolamento e di svuotamento della riforma) non volevano mettersi al passo con un tentativo di innovazione.
Per capire dove stiamo è necessario arrivare al dunque e sostenere un dibattito attraverso un confronto molto aperto e noi ne siamo interessati.
Siamo interessati perché non ci scuote più di tanto - l'abbiamo sempre detto - il riconoscere che nell'azione di governo si possono essere commessi degli errori, ma noi diciamo che abbiamo speso grandi risorse di impegno, di intelligenza e di capacità riconosciuta dovunque si vada negli anni passati attraverso l'azione di governo della sanità. Forse la nostra colpa è stata di avere denunciato troppo poco i vincoli nazionali e quelli dei potentati che impedivano la piena attuazione della riforma, ma abbiamo fatto la nostra parte. Chiediamo quindi anche a questa Giunta di fare la sua parte, non assumendosi certo le responsabilità su cose che non le competono e non chiedendo le dimissioni dell'Assessore Maccari. Eugenio Maccari è un po' adombrato, anche se questa non è proprio una sceneggiata e qualche riscontro al Presidente Beltrami dovremo chiederlo, però è certo un fatto: anche a lui va dato credito di qualche tempo in più, su questo sono d'accordo, ma noi volevamo segnalare che un inizio di questo genere ignora la possibilità, da parte del Consiglio, di dibattere e di avere un confronto che ci permetta di misurare almeno gli obiettivi e gli strumenti.
Tutto ciò ha un senso solo se da parte del Consiglio si coglie l'occasione di una bella sparata, con titoli a quattro o a cinque colonne, sui giornali, che io ammetto; a chiunque fa della politica queste cose interessano, specialmente in una situazione in cui la stampa non esalta le gesta dei grandi protagonisti della Regione. Credo che questo sia un nostro diritto, addirittura un nostro dovere da sanzionare per i grandi limiti di approccio che io ho sempre cercato di rappresentare.
Mi permetto, chiudendo l'intervento, di ricordare al Presidente Beltrami, intervenuto precedentemente in modo soave e olimpico senza per annunciare niente di nuovo, che noi ci troviamo ancora una volta di fronte ad un caso di recidività espressa nuovamente dall'Assessore Maccari, il quale, dopo due o tre mesi dalla sua funzione di Assessore all'ambiente presentò un'analoga denuncia sui problemi dell'urbanistica (non mi ricordo con precisione l'argomento), anche in quel caso esistevano lacci e lacciuoli della burocrazia. Devo dire che l'Assessore Maccari, pur ricoprendo per due anni la carica di Assessore all'ambiente, non ha presentato proposte mirate a cambiare le cose, non dico soluzioni, in quanto queste non dipendono dall'Assessore e non esiste l'onnipotenza assessorile. Capite che a questo punto può esserci un altro rimpasto quindi un terzo Assessorato, noi volevamo impedire che succedesse nuovamente questo.
La conclusione che traggo, al di là dell'ironia che ho fatto per sdrammatizzare la situazione, è che a forza di parole e di denunce - in questo caso per molte parti anche giuste, siamo ormai a due anni e mezzo dall'inizio della legislatura - non potrete più, con qualcuno che vi dà sempre la sponda, attribuire ogni responsabilità di governo alle Giunte precedenti, ormai sarete chiamati a rispondere delle vostre azioni: dovete rendervene conto! L'inerzia operativa in questi settori, denunciati proprio dall'Assessore Maccari - prima Assessore all'urbanistica e all'ambiente oggi alla sanità, con il credito di pochi mesi, concessi anche da me, ma con un brutto inizio contrassegnato da questa denuncia - rischia di diventare pesante. Rischia di non essere solo più un fatto denunciato da un'opposizione, che si dice abbia interesse a fare opposizione, perché tra la gente comincia a serpeggiare la mancanza di fiducia in questa istituzione: nascono quindi l'indifferenza e il distacco che nell'immediato possono perfino essere visti con favore, da parte di qualcuno senz'altro perché vuol dire poter procedere comunque vadano le cose. Gli sfasci e i guai rischiano però di essere terribili e tali da non poter più essere ripresi.
Noi auspichiamo un impegno della Giunta a presentare entro data certa alcune concrete proposte legislative o amministrative sui problemi sollevati dall'Assessore Maccari per quanto è di nostra competenza sia nei confronti dello Stato sia nei confronti delle UU.SS.SS.LL., affinché si possa intervenire fattivamente sui guai denunciati. Se non si riscontrerà questo impegno dovremo nuovamente ricorrere ad una mozione; dovete rendervi conto che su tanti temi di governo ormai si passa il tempo a discutere le mozioni delle opposizioni e le soluzioni delle opposizioni. Non si tratta di una delle soluzioni preferibili e non solo perché poi fa gioco a qualcuno dire: "governate!", ma perché noi abbiamo, rispetto ad altri, il senso preoccupato di uno sfascio che non ci torna assolutamente utile e credo che non torni utile a nessuno. Chi governa dovrebbe assumersi le proprie responsabilità, il nostro compito è di contribuire con la critica con lo scontro, con la nostra adesione affinché si raggiungano delle proposte giuste.
Offriteci questa occasione, dico questo non per appello o per orazione altrimenti dovremo riprendere la questione ormai lasciata cadere, non delle dimissioni di Maccari, bensì di una sfiducia alla Giunta e delle dimissioni dello stesso Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

I problemi della sanità noi li abbiamo conosciuti attraverso gli scarsissimi mezzi di informazione presenti oggi in Regione: si tratta inevitabilmente di un'informazione di parte. Diventa, quindi istituzionalmente difficile entrare nel merito di un dibattito che non è supportato da relazioni, proposte e programmi concreti verificabili alla luce delle operatività legislativa e gestionale. Noi abbiamo la sensazione che ormai è difficile - come è stato detto già da parte di qualcuno che si sente tuttologo - dire cose nuove; ed è chiaramente verificabile come ci sia uno stato di malessere profondo tra i cittadini che debbono usufruire non solo dei servizi pubblici, ma anche delle strutture sanitarie private.
E' un disagio che vede una crescente spersonalizzazione dei cittadini che debbono ricorrere al Servizio Sanitario Nazionale. Sarebbe sufficiente salvo che i Consiglieri regionali od altri raccomandati possano avere invece canali privilegiati nell'usufruire delle strutture pubbliche, come largamente avviene per il quadro politico amministrativo - percorrere il normale iter di un comune cittadino che si serve delle strutture pubbliche a partire dai servizi di base sino ai servizi specializzati, per capire che esiste un marchingegno istituzionale, ma direi ancora più gestionale, che nella sostanza distrugge qualunque possibilità di essere uomo all'interno delle fruibilità di questi servizi fino a portare il cittadino al clientelismo, cioè a cercare una raccomandazione oppure a passare attraverso le visite private che permettono in molti casi di usufruire, con l'urgenza necessaria, anche degli stessi servizi pubblici e tutti questi episodi sono già stati denunciati. Pertanto non mi sono per nulla ritrovato nelle affermazioni, pubblicate sui giornali, dell'Assessore Maccari che ancora una volta individua più negli aspetti istituzionali, gestionali amministrativi la difficoltà del settore della sanità e ancora una volta non tiene conto della situazione reale che noi viviamo all'interno di questo settore. Dobbiamo ricordarci che nei servizi pubblici, all'interno dei quali esiste del personale che sta cercando di mantenere in piedi un minimo di efficienza e di operatività con grandi sacrifici, operano anche settori che tendono invece a bloccare e paralizzare la situazione in favore non di alternative private che nella sostanza non esistono, in quanto sappiamo che queste ultime dal punto di vista dell'alta specializzazione usufruiscono in modo diretto o indiretto delle strutture pubbliche, bensì di un'operazione che è difficilmente comprensibile, se non individuabile nell'obiettivo dello sfascio generale, che si vuole in qualche modo legalizzare e dimostrare anche all'interno di strutture che sono estremamente delicate perché riguardano il problema della salute dei cittadini e non altri aspetti di intervento. La situazione delle strutture pubbliche è preoccupante, è di minor sensibilizzazione specialmente nel settore paramedico e amministrativo. Molte volte c'è un evidente processo di spersonalizzazione e di demotivazione dovuto a cause in parte oggettive (ad esempio, contratti che non vengono determinati in modo chiaro sindacati che operano in modo confusionario senza avere idee sufficientemente precise) che determina un malessere profondo. La realtà Assessore Maccari e Presidente della Giunta, oltre ai mezzi, agli investimenti e ai cambiamenti istituzionali, necessita di garanzie per i cittadini che non ne hanno da questo punto di vista.
Torno a ripetere che se chiunque di noi usufruisse dei normali procedimenti seguiti dai comuni cittadini si renderebbe conto del complesso delle difficoltà. Vorrei capire - la presento come esigenza - come una potenzialità che poteva essere quella della legge che abbiamo varato sul volontariato nei servizi sanitari e socio-assistenziali, abbia operato o meno. A livello politico-istituzionale e anche di interessi esistenti all'interno della sanità non si è lasciato proseguire in modo efficace il processo di presenza del volontariato, che probabilmente ha cercato di ottenere ancora una volta interventi di carattere finanziario piuttosto che di operatività e di progettualità concrete e stimolanti delle strutture pubbliche dove forse avrebbe potuto giocare un ruolo.
Non ritengo che il livello del dibattito possa essere impostato dalle strutture dei partiti in quanto in qualunque istituzione c'è il disinteresse del livello politico; non è accettabile che delle amministrazioni comunali siano assenti rispetto alla situazione della sanità dal punto di vista politico. Manca l'interesse, la presenza del livello istituzionale anche periferico all'interno di questa situazione. E' un problema che deve essere affrontato con un cambiamento di carattere culturale, con un'etica nuova, non con dei cambiamenti né istituzionali n di ulteriori stanziamenti di carattere economico. C'è in questo senso un declassamento culturale e anche etico all'interno delle strutture: soltanto una proposta progettuale e forte di una istituzione come la Regione pu invertire il processo di decadimento delle istituzioni di cui il Consiglio regionale è uno dei responsabili proprio per la mancanza di orientamento di progettualità e di idee forza attorno alle quali chiamare la comunità regionale. Nel campo della sanità e dell'assistenza questo intervento di carattere prioritario è mancato. Questa Giunta e questa maggioranza dovrebbero proporre delle idee forza attorno alle quali la comunità possa trovare lo slancio indispensabile per superare situazioni che non sono tanto istituzionali, burocratiche o amministrative, quanto piuttosto negli orientamenti che il potere politico è o non è in grado di dare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, vorrei prima di tutto esprimere al collega Maccari la piena comprensione del Gruppo socialista al quale egli appartiene. In ordine alla denuncia che egli ha presentato malgrado ci abbia colti di sorpresa per gli aspetti sottolineati, non possiamo non condividere queste preoccupazioni. Il Presidente Beltrami nell'introdurre la comunicazione non ha per nulla minimizzato la pesantezza della situazione sulla quale stiamo discutendo.
Al di là delle interrogazioni che la denuncia ha suscitato come prima risposta da parte delle opposizioni - anche se con il passare del tempo quel dato di riflessione si è sviluppato in un'ampia e responsabile discussione - e al di là delle necessarie interpretazioni su questo e su quel punto, dal dibattito è emersa la consapevolezza che siamo in una situazione difficile. Il "pianeta sanità" presenta problemi gravi dei quali dobbiamo farci carico. Era quindi doveroso che se ne discutesse. Condivido inoltre quanto ha affermato il Capogruppo del PCI, collega Bontempi, cioè che questa discussione deve concludersi, al di là degli ordini del giorno presentati, assumendo impegni e scadenze rispetto a proposte concrete.
Il dato di fondo che emerge sia dalla denuncia dell'Assessore Maccari sia dalla ricomposizione che il Presidente ha fatto introducendo la discussione, è quello di non fermarsi alle constatazioni, ma nel valutare cosa occorre fare. D'altro canto non è la prima volta che parliamo del "pianeta sanità" e non è la prima volta che prendiamo coscienza di una serie di problemi illustrati non solo da Maccari, ma anche dal collega Olivieri. La sanità ha dovuto fronteggiare, sull'onda di tanti momenti difficili, un'attenzione particolare dell'esterno, con conseguenze tutt'altro che di poco conto sul quadro attivo; incongruenze, anomalie momenti devianti, possono aver suscitato l'attenzione della Magistratura ma sicuramente hanno obbligatoriamente portato a dei cambiamenti e quindi ad una maggiore funzionalità di tutto il complesso della sanità stessa. Se vogliamo che le cose funzionino deve venire il momento in cui si volta pagina. La Giunta ha intenzione di dare risposte alle domande poste; noi non siamo tra coloro che dopo aver lavorato per la riforma operano per affossarla. Riteniamo che la riforma sanitaria abbia dato buoni risultati e che siano trascorsi gli anni sufficienti per verificare eventuali carenze che devono essere colmate.
Riteniamo altresì che l'alternativa all'attuale situazione difficile non sia "meno Stato e più iniziativa privata", ma si traduca in un dovere ben preciso che lo Stato sociale - che vogliamo difendere - le Regioni e gli Enti locali, devono assolvere nel quadro di un discorso complessivo in cui ciascuno deve svolgere la propria funzione. Il momento pubblico deve garantire l'assistenza e il rapporto tra istituzione e cittadino.
All'interno di questo quadro vi saranno poi le varie istituzioni pubbliche da una parte e private dall'altra. L'obiettivo è di far sì che il cittadino non si trovi da solo.
Nonostante il nostro contributo, troppo sovente ci capita di constatare che la struttura e la burocrazia, indipendente dalla volontà degli operatori o degli amministratori, rende tutto difficile; sovente l'utenza si rivolge con più facilità, per le cure specialistiche, alle strutture private piuttosto che alle strutture pubbliche. Noi dobbiamo far sì che tutti possano lavorare su un piano di parità e nessuno possa approfittare di inerzie più facilmente nella struttura pubblica che in quella privata inerzie delle quali quest'ultima trae profitto.
Desideriamo riconoscere il ruolo della struttura privata, ma deve essere altrettanto riconosciuto il ruolo di quella pubblica. Se un'analisi o una visita specialistica deve svolgersi in otto giorni, non possono trascorrere tre mesi: verifichiamo i motivi per cui trascorre un periodo così lungo.
Queste sono distorsioni macroscopiche; il confronto fra struttura pubblica e privata deve avvenire sul piano della capacità di realizzare, in tempi il più possibile ragionevoli, le prestazioni di cui il cittadino ha bisogno. Guai se poi per qualche ragione ci facessimo prendere dalla tentazione, poiché noi siamo collocati su un gradino più in alto del comune cittadino, di trascurare i momenti di distacco: significherebbe che ci stiamo dimenticando di queste cose.
E' possibile che la nostra sia una legislazione troppo complicata molti problemi dovranno essere semplificati e mi pare che stiamo andando in questa direzione. A Torino, per esempio, si sta definendo anziché una sola USSL macroscopica ed enorme, UU.SS.SS.LL. di dimensioni più realistiche.
Questo elemento faciliterà il governo delle UU.SS.SS.LL. e il rapporto con i cittadini. Non c'è dubbio che la sanità abbia scontato una serie di conseguenze derivanti dalla guerra attuata su vari fronti contro questo settore (i motivi sono vari: a volte anche di conservazione di privilegi).
Dobbiamo far conoscere la volontà politica, da una parte a coloro che ci hanno contestato per interessi di parte e dall'altra a coloro che hanno mostrato un'insufficiente valutazione del ruolo che gli operatori e gli amministratori svolgono sovente in situazioni difficili, nelle quali quindi si può anche sbagliare. Chi sbaglia in malafede deve essere denunciato alla Magistratura, tenendo comunque conto che esistono grandi difficoltà in momenti di trasformazione come quelli che stiamo attraversando. Passo dopo passo non si ha mai la certezza di andare nella direzione voluta e si lavora quindi, come dice Maccari, con il rischio, in ogni momento, della comunicazione giudiziaria. Ho detto che esistono quelli che hanno lavorato in malafede ed è giusto che paghino, però esiste anche chi vuole lavorare bene, purtroppo però, come in un cantiere, talvolta ci si trova a lavorare su una tavola posta in bilico, per cui non si sa mai se si riesce a restare in piedi oppure no.
E' chiaro però che se manca il personale, Assessore Maccari, Presidente e colleghi, bisogna verificare gli organici. Capisco l'Assessore Maccari avendo vissuto l'esperienza di Presidente di Provincia e a questo proposito devo dire che io ho sempre paragonato il Presidente della Provincia a quello degli Stati Uniti.



(Esclamazioni e commenti di stupore dai banchi di sinistra)



ROSSA Angelo

Il potere che ha il Presidente della Provincia è diverso dal nostro.



PRESIDENTE

Consigliere Rossa, la prego di concludere perché fuori c'è la nebbia.



ROSSA Angelo

No, piove. Quella di prima era una battuta. Stavo dicendo che l'Assessore Maccari viene da un'esperienza diversa e quindi si trova di fronte a difficoltà complesse. La Regione ha un'esperienza molto più giovane dei 125 anni che sono alle spalle della Provincia ed è chiaro che esistono difficoltà che devono essere affrontate. Sono d'accordo che se ne discuta in una prossima riunione, purché si arrivi con proposte che rispondano alla necessità di comporre un quadro attivo, dirigente e operativo; proposte che consentano alla Regione di chiedere al Ministero e allo Stato di costruire un tipo nuovo di assistenza, che alzi il tono e risponda ad una serie di istanze. Un'assistenza che garantisca il cittadino ed esalti l'operatore, perché abbiamo troppi lavoratori demotivati che non hanno mai trovato un momento di valorizzazione e che vengono troppo facilmente confusi con coloro che hanno pensato che in questa situazione si potessero trarre impunemente dei profitti. Non è così. Lo sciopero generale di ieri ha visto un grande movimento vitale che ha dimostrato che il Paese vuole affrontare le questioni per risolverle. Sicuramente ci saranno dei confronti tra chi le propone in un modo e chi vuole difenderle in un altro ma non è lo sfascio verso il quale si andrebbe se non si facesse nulla.
E' il momento di girare pagina, di rilanciare il ruolo dello Stato sociale, garante di tutte le pluralità; occorre altresì sollecitare il Ministero a dare una risposta che sia in grado di cogliere i problemi del pianeta sanità.
Ci sono anche altri problemi che la maggioranza ha il dovere di affrontare, sia che riguardino i piani paesistici sia che riguardino l'urbanistica: è necessario un aggiornamento dei settori che hanno bisogno di essere adeguati.
Questa è la politica che noi socialisti abbiamo sempre cercato di attuare: quella di far emergere le cose fatte con il buon senso e di non avere la paura di denunciare, come ha fatto l'assessore Maccari, alcune storture che non avevano e non hanno alcun secondo fine rispetto al passato, bensì si inseriscono in settori difficili, in questo caso quello della sanità.
La discussione odierna ha dimostrato che c'è, al di là della maggioranza e dell'opposizione, questo senso di responsabilità; però è chiaro che non possiamo fermarci soltanto ad una semplice constatazione perché avremmo aggiunto soltanto ulteriori elementi di appesantimento ad una situazione già difficile. Dobbiamo assumere alcuni impegni allo scopo di riorganizzare e ristrutturare l'assistenza sanitaria. Alcune iniziative sono già state avviate, ricordo infatti che dall'1/1/1988 le dieci UU.SS.SS.LL. di Torino entreranno in funzione. Deve esserci la convinzione che si lavora per qualcosa di grande e quando si lavora nella sanità questo si può dire, perché la salute di tutti i cittadini e di ciascuno di noi è il bene più prezioso che abbiamo. Questo è un incoraggiamento per andare in un futuro non lontano ad affrontare i problemi esistenti.
La Giunta dovrà presentare delle proposte e visto che abbiamo molto a cuore questi problemi sono convinto che tali proposte troveranno un'attenzione adeguata in questa assemblea.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

Discutere a distanza di qualche settimana su un problema sollevato formalmente dalla lettera dell'Assessore Maccari, pubblicata in parte su "La Stampa", non può essere solo un'occasione per individuare se questa sia la forma migliore, peggiore o più corretta per far conoscere all'opinione pubblica il disagio reale che esiste nel settore della sanità.
Vorrei esordire facendo una battuta, se vogliamo di spirito, ma che vuole essere più che altro un gesto di solidarietà nei confronti dell'Assessore Maccari rispetto al settore nel quale si è trovato catapultato, e cioè parafrasando il fumetto di Nick Carter che termina sempre dicendo: "e l'ultimo chiuda la porta". Penso che in questo momento Maccari si senta nell'ingrato ruolo di colui che ha il compito di chiudere la porta e poi di andare a vedere quali problemi sono rimasti al di là della porta. Tuttavia, il vero problema è che noi siamo di fronte ad un fatto, magari fondato su ragioni reali, per cui nel settore della sanità, a tutti i livelli, sia degli operatori sanitari veri e propri sia degli operatori amministrativi e politici, si è ingenerato un clima di tale paura e preoccupazione per cui tutto ciò che è discrezionale e che richiede una decisione, in qualche modo personale, diventa rischio di reato. Non solo mi stupisco che il personale operante in questo settore tenda a scaricare ai livelli superiori la decisione finale di un qualsiasi gesto, ma mi stupisco ancor meno che le persone non ancora sotto inchiesta operanti in questo settore cerchino di assumersi il minor numero possibile di decisioni.
Talvolta si ha l'impressione che per il solo fatto di esistere si è potenzialmente commettitori di reati. Questo lo dico senza voler minimamente essere irriverente nei confronti delle inchieste e delle indagini in corso, anzi, vorrei che queste inchieste e queste indagini andassero avanti con molta celerità e con molta chiarezza approfondendo tutti i punti della questione, definendo però le questioni. Questo clima di incertezza, di difficoltà, di sospetto certamente non favorisce il coraggio alla ripresa, a presentare nuovi provvedimenti, nuovo fiato e nuove iniziative. Un Assessore che si trova in una situazione di questo tipo come primo impatto deve esporre in sintesi le condizioni di oggettiva difficoltà che ha riscontrato nell'assumere un nuovo Assessorato, del quale peraltro lui stesso si è dichiarato più volte non essere un competente sul piano tecnico. Le competenze sul piano tecnico devono dunque essere riscontrate dai funzionari preposti. A questo proposito la situazione dell'Assessorato è stata sufficientemente illustrata nella lettera riportata in quest'aula.
Credo che questo gesto e questa posizione non sia sufficiente e non sarebbe neppure utile un dibattito che si limitasse a constatare che la situazione di difficoltà che l'Assessore Maccari ha messo in evidenza è reale. Il problema è di andare oltre, di fare il salto di qualità per far uscire il "pianeta sanità" da una fase di disagio di fronte a carenze e a situazioni anche abusive, che vengono spesso evidenziate più di quelle che in qualche modo funzionano.
Non c'è dubbio che risultati positivi in questo campo si sono verificati in questi anni. C'è stato uno sforzo di razionalizzazione ed è stato constatato a livello di organizzazione del sistema che era in alcuni casi molto diversificato e poco presente sul territorio in termini di servizi. Negli anni precedenti c'è stato il tentativo di introdurre dei concetti di programmazione, di orientamento, di definizione dei termini di spesa, di rapporto costi-benefici al quale anche noi, in posizioni diverse abbiamo partecipato, naturalmente nel tentativo di costruire un sistema e non di sfasciarlo. Aspettare che il tempo scorra per poi dire, dopo che sono passati degli anni, che era possibile correggere determinati grossolani errori non è mai stato il nostro atteggiamento. Non lo era quando eravamo all'opposizione e non lo è oggi che siamo in posizione diversa. Il cercare di migliorare il sistema sanitario ci ha sempre animati e continuerà ad animarci; ma non possiamo nascondere le difficoltà che ci sono sul piano legislativo e sul piano operativo e gestionale.
Su queste difficoltà il Consigliere Pezzana ha posto in quest'aula un interrogativo che ritengo meriti attenzione e non possa essere liquidato come un tentativo di fare della "dietrologia" o di attribuire le cause di tutti i mali a quelli che sono venuti prima, che peraltro non possono neanche dimenticare di avere avuto quelle responsabilità e di essere quindi compartecipi e concausa della situazione che oggi si registra, non facile e non positiva. La logica fondata su un sistema tutto pubblico, garante di tutto, che deve intervenire in ogni circostanza della vita sanitaria, dalla prevenzione alla malattia, deve essere rivista nella sua impostazione concettuale. Il rischio vero - e l'ho gia detto in altre occasioni - è che con il voler garantire l'aspirina a tutti si finisca per garantire soltanto più l'aspirina. Dobbiamo invece costruire un sistema di sicurezza sanitaria e sociale che dia, a chi realmente è malato e a chi è veramente bisognoso la possibilità di utilizzare queste cure e questi servizi. Occorre fare quindi un discorso di prevenzione serio sul possibile e non sulle fantasie di prevenire il tutto subito pensando che la malattia in questo modo possa essere cancellata dalla nostra Regione. Io vorrei che tutti insieme facessimo lo sforzo di ridefinire dei rapporti corretti.
Mi auguro, lo chiedo formalmente all'Assessore, ma in particolare alla Giunta nel suo complesso, che quando la Commissione di indagine conoscitiva avrà esaurito il suo compito e avrà fornito al Consiglio la sua relazione definitiva ci sia la possibilità di fare un confronto serio su provvedimenti precisi, su indicazioni chiare sulle quali poter dare risposte che siano diverse, che siano dei segnali di inversione di tendenza rispetto al clima di incertezza e di difficoltà che stiamo vivendo.
Il discorso delle convenzioni non può essere lasciato nel vago, nel generico, perché crea un disagio enorme ai cittadini, soprattutto a quelli malati e agli operatori dei servizi, siano essi del servizio pubblico o del servizio privato; crea solo trattamenti differenziati a seconda di chi applica il provvedimento o a seconda di chi appone un timbro. A questo punto occorre chiarire i rapporti, avere dei tariffari precisi e stabilire quali sono le regole del gioco e farle rispettare. Non è pensabile che si possa migliorare o modificare il servizio o il settore se non si fissano delle regole e se per paura di sporcarsi le mani non si mettono più sul tavolo questi problemi per discuterli. E' un discorso che abbiamo sentito molte volte e mi pare sia giusto e legittimo riproporlo in questa sede.
Se la lettera dell'Assessore Maccari ha la volontà, lo scopo l'intendimento di mettere sul tappeto questi problemi, per definire le regole del gioco, noi siamo disposti a discutere e siamo solidali con lui nel porre con forza questo problema.
Il Consigliere Rossa ha ricordato la trasformazione radicale del sistema dell'USSL 1/23, che rappresenta il vero grosso bubbone che sta esplodendo sotto tutti i punti di vista, sotto quello della congruità della gestione, sia per quanto riguarda le regole amministrative burocratiche sia per quanto riguarda la legittimità di alcuni provvedimenti, ma sia anche per quanto riguarda - questo è un aspetto che ci preoccupa e ci occupa particolarmente - la gestione del servizio e il tipo di servizio offerto alla popolazione torinese.
Non esprimo in questa sede aulici discorsi di solidarietà alla persona ammalata bisognosa di cure, che pure sono facili, toccanti e tutto sommato fanno gioco. Dico invece che se noi non siamo in grado di mettere mano sulla trasformazione di un sistema nato male - perché l'USSL di Torino è nata male - allora cerchiamo di farla crescere meglio, perché se questo non sarà raggiunto credo che nessun obiettivo reale di miglioramento del servizio e di controllo serio sulla gestione e sulla correttezza della gestione sarà possibile.
Non voglio introdurre il discorso dell'occupazione da parte dei partiti, degli spazi che possono essere occupati da altri; non voglio indulgere al facile gioco per cui chi si occupa di politica debba necessariamente essere uno che ha qualche interesse diverso da quello che è l'interesse reale della gente, perché quando ci si occupa di un qualsiasi problema di carattere generale si fa politica anche in altro modo e qualche volta non è certamente il modo migliore.
Credo però che se vogliamo realmente uscire della fase dello scambio di informazioni tra Giunta, Presidente e altri componenti, se vogliamo evitare di presentare ai cittadini la situazione grave esistente nella sanità, è necessario, lo dico dai banchi della maggioranza con profonda convinzione che comunque questo debba essere realizzato con il concorso e con l'impegno di tutti. Il Consiglio ha il coraggio di assumere iniziative; alla Giunta auguro di avere il coraggio di affrontare con fermezza i problemi della sanità; al Capogruppo del Partito comunista dico che ho apprezzato la parte finale del suo intervento e vorrei che a questo facessero seguito atti concreti.
L'atteggiamento della Democrazia Cristiana e in particolare del Gruppo consiliare della Democrazia Cristiana nel passato su questi temi non è mai stato di muro contro muro o del giocare allo sfascio: ci siamo seduti più volte al tavolo cercando di presentare proposte concrete utili a risolvere comunque i problemi della gente. C'è la disponibilità, che oggi il collega Bontempi ha evidenziato, di un'assunzione di responsabilità da parte di uno dei Partiti di minoranza in questo Consiglio, certamente il maggiore dal punto di vista numerico, pertanto credo che sia corretto prenderne atto anche perché non penso che nessuno di noi, pur manifestando insoddisfazione per quella che è la situazione reale del settore, possa sentirsi la coscienza scaricata soltanto con un atteggiamento di pura e sterile critica.
Non entro nel merito delle cose che sono state indicate nella relazione del Presidente della Giunta o nella lettera dell'Assessore Maccari; credo che questo segnale di voler mettere il dito sulla piaga, di voler evidenziare i problemi, sia un momento conoscitivo. Chiedo però che a questo momento conoscitivo faccia seguito una proposta concreta complessiva che ci consenta di discutere sui contenuti per passare dalla fase delle enunciazioni a quella delle realizzazioni.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, il dibattito sulla comunicazione del Presidente della Giunta ha così termine.
Resta ancora aperto il problema della comunicazione precedente, cioè della mozione del Gruppo comunista e dell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Pezzana.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Abbiamo consegnato un ordine del giorno conclusivo del dibattito sulla sanità con il quale chiediamo l'impegno alla Giunta a presentare le prime proposte amministrative e/o legislative per affrontare i problemi oggi denunciati. Il documento è stato scritto dal Consigliere Majorino e noi vi abbiamo aderito volentieri perché è a senso del nostro richiamo.



PRESIDENTE

Vorrei precisare che si è sempre inteso - salvo che in precedenza siano stati attivati documenti, come è avvenuto per il dibattito sul Bormida con una serie di mozioni, di interpellanze e di ordini del giorno - che alle comunicazioni della Giunta, secondo il Regolamento, conseguono delle possibili dichiarazioni da parte dei Consiglieri. Noi non possiamo avviare oggi, a seguito delle comunicazioni della Giunta, la discussione di un ordine del giorno, perché saranno i Capigruppo che stabiliranno le modalità. Nel caso del dibattito sul Bormida vi era la mozione presentata dal Gruppo comunista, poi successivamente nel corso della seduta è stato presentato un ordine del giorno sulla medesima questione da parte del Consigliere Pezzana. Al termine della discussione è stata raggiunta l'intesa di redigere un testo unitario.
Sulla questione sanità invece è stata resa una comunicazione; io non ho alcuna avversione a porre in discussione l'ordine del giorno, però se ad ogni comunicazione della Giunta introduciamo un ordine del giorno successivo alla comunicazione evidentemente stravolgiamo l'ordine dei lavori che i Capigruppo avevano prefissato. E' un mezzo di introduzione parlamentare consentito solo qualora i Capigruppo lo iscrivano all'o.d.g.
La comunicazione della Giunta prevede che vi possano essere brevi interventi dei Consiglieri, salvo che si stabilisca di riunire per un dibattito più modelli di presentazione, siano essi mozioni, interpellanze oppure ordini del giorno.
La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

A me pare, signor Presidente, che la sua interpretazione non solo sia restrittiva, ma addirittura contraria al Regolamento vigente. A parte i precedenti che pure ci sono stati in questa materia, l'art. 90 del Regolamento recita: "Gli ordini del giorno possono essere altresì presentati in occasione di dibattiti in Consiglio su comunicazioni della Giunta" e questa è proprio un'occasione. A seguito della comunicazione della Giunta poteva anche non aprirsi il dibattito, ma dal momento che si è aperto chi lo ritiene può presentare un ordine del giorno.



PRESIDENTE

Le comunicazioni della Giunta sono disciplinate dall'art. 47 altrimenti potrebbe succedere che ogni qualvolta la Giunta svolge una comunicazione viene presentato un ordine del giorno. Lo so che si tratta di un'interpretazione restrittiva, ma è compito dei Capigruppo stabilire l'ordine dei lavori. Non voglio imporre la mia tesi, però se si introduce questo argomento sappia, chiunque sia a governare, che il giorno in cui la Giunta chiederà di fare una comunicazione potranno scaturire cento ordini del giorno e questo non ha senso.



BONTEMPI Rinaldo

A mio parere la lettura del Regolamento da parte del collega Majorino è chiara. Inoltre c'è un'altra questione: erano state presentate due interpellanze o interrogazioni, una da parte nostra, l'altra del Gruppo Verde, ma nel momento in cui la Giunta si assume la responsabilità di affrontare l'argomento, non per vie di interpellanza o interrogazione - lei sa che un'interpellanza potrebbe essere seduta stante trasformata in mozione ed essere posta ai voti - svolgendo una comunicazione, questa in qualche modo si deve concludere. La Giunta dovrebbe impegnarsi, entro un tempo determinato, a presentare un suo documento; in questo modo non avremmo avuto la necessità di presentare un ordine del giorno.
La situazione è assurda: si è discusso per tre ore di una questione, la cui chiusura è molto importante perché all'interpretazione autentica di questo dibattito ci si deve comunque arrivare.
Se non vi sono comunicazioni verbali della Giunta da cui emerge l'impegno a fare quanto sostanzialmente viene chiesto nell'ordine del giorno, credo che da parte del Consiglio debba essere assunta una decisione; in caso contrario, davvero, le comunicazioni sono lasciate nell'aria!



PRESIDENTE

Rimango della mia opinione anche se sono state espresse da parte del Consigliere Bontempi sottili distinzioni tra richiesta verbale e richiesta scritta. Se manca il documento da porre in votazione (che invece c'è per quanto riguarda il Bormida) che i Capigruppo hanno deciso venga portato all'attenzione del Consiglio e si apre un dibattito ai sensi dell'art. 90 sulle comunicazioni del Presidente della Giunta, possono essere introdotti ordini del giorno che saranno però esaminati dai Capigruppo, i quali stabiliranno il giorno in cui il Consiglio dovrà affrontarli.
Si tratta di questioni dubbie: se si introduce un principio abbastanza anomalo, per cui chiunque è in grado di presentare un ordine del giorno a seguito di una comunicazione del Presidente della Giunta su un argomento qualsiasi, si aprirebbe un processo diverso da quello delle comunicazioni della Giunta. Se invece c'è un dibattito, questo si preannuncia con dei documenti; sicuramente la Commissione Regolamento dovrà affrontare molti problemi procedurali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, lei dice che non vuole che si instauri la prassi di poter presentare ordini del giorno ogni qualvolta il Presidente della Giunta o un Assessore faccia delle comunicazioni anche su questioni eventualmente marginali, ma la norma del Regolamento che ho richiamato consente la presentazione di ordini del giorno in occasione di dibattiti in Consiglio su comunicazioni della Giunta.
Quindi, in occasione di qualsiasi dibattito - e qui c'è stato scaturito da una comunicazione della Giunta (in futuro potremo abrogarla, attualmente però esiste questa norma) può essere presentato un ordine del giorno che deve essere messo ai voti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Esiste una prassi consolidata: la presentazione e l'approvazione di ordini del giorno a seguito di comunicazioni della Giunta è avvenuta sempre solo con il consenso generale di tutti i Gruppi.
A questo punto, presentare un documento non previsto pone a mio avviso una questione regolamentare; noi concordiamo con la posizione del Presidente del Consiglio. Naturalmente sotto il profilo sostanziale nulla ci impedisce di esprimerci nel merito; occorrerebbe però una valutazione di tutti i Gruppi, una sospensione dei lavori, l'avvio di una procedura complessa e defatigante.
L'impostazione del Presidente mi pare corretta: si sono approvati ordini del giorno a seguito di comunicazioni della Giunta anche senza la presentazione di documenti, ma solo con il consenso e una valutazione concordata di tutti i Gruppi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

L'unico mezzo che abbiamo per poter interloquire secondo lo schema d'assemblea è quella di chiudere - dal nostro punto di vista - su qualcosa.
Non entriamo nel merito della questione, non diamo valutazioni, ci limitiamo solo a chiedere che vengano portate prime proposte legislative o amministrative, in modo che si cominci a discutere in concreto; oggi è difficile, anche nel merito, sfuggire a una chiusura.
Secondo me, questo è il punto: si vuole sfuggire.
Noi non potevamo sapere quanto avrebbe detto il Presidente, l'unico documento in possesso era la nostra interpellanza.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

La vostra interpellanza chiedeva semplicemente di rendere pubblica la lettera e di svolgere una comunicazione.



BONTEMPI Rinaldo

Sì, ma visto che lei ha compiuto una ricognizione dei fatti, noi chiediamo che la prossima volta si discuta di questo.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

A norma di Regolamento la Giunta ha titolo a parlare; mi sono trattenuto dal rispondere per puntualizzare certi aspetti perché, da parte della Presidenza del Consiglio, con la solita correttezza, mi è stato sollecitato di non replicare. Io avrei decisamente replicato per puntualizzare ed integrare quella dichiarazione che non era asettica, ma rispondeva totalmente alla vostra interpellanza.



PRESIDENTE

Do lettura dell'ordine del giorno, così probabilmente si risolve tutto.
Questa volta l'ordine del giorno verrà messo ai voti, ma in futuro la Commissione Regolamento dovrà modificare questa norma. Se dovesse sempre essere applicata questa procedura, si arriverebbe ad una paralisi.
Il documento recita: "Il Consiglio Regionale del Piemonte sentite le odierne comunicazioni del Presidente della Giunta il quale ha fatto propria la denuncia e le considerazioni dell'Assessore alla sanità contenute nella 'lettera' del 7 novembre 1987 i m p e g n a la Giunta a predisporre, formulare e presentare - entro il 21 dicembre 1987 le prime proposte di deliberazione e/o di legge che ritenga idonee a rimuovere le situazioni di disfunzionamento del Servizio Sanitario Regionale come sovradenunziate nel documento dell'Assessore Maccari".
Mi pare che il tenore del documento non possa dare luogo ad un dibattito che è già avvenuto. Posso solo chiedere alla Giunta se accoglie o meno tale ordine del giorno.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Non possiamo accettare l'ordine del giorno, ma vorrei farlo con una motivazione per non dare luogo ad un recupero delle discussioni o ad un'altra dichiarazione di voto sullo stesso ordine del giorno.
La Giunta non accoglie questo tipo di documento, ma può accogliere le sollecitazioni, perché anche lavorando da stacanovisti - per usare un termine forse calzante al tipo di proposte - sarà decisamente impossibile arrivare, al 21 dicembre 1987, con delle decisioni concrete; non ritengo pertanto opportuno proporre un impegno del genere.
Rilevo inoltre che ci sono due interpellanze urgenti presentate dalla Lista Verde e dal Gruppo comunista. Nell'interpellanza comunista si rimarcava la "metodologia impropria cui era ricorso l'Assessore Maccari nel proporre una clamorosa denuncia"; si rilevava altresì "la sospetta genericità di alcune critiche e il fondamento di verità di altre carenze (peraltro puntualmente e reiteratamente denunciate e proposte alla discussione consiliare dal Gruppo comunista, purtroppo senza risposta da parte dell'Assessore e della maggioranza)" per interpellare urgentemente il Presidente della Giunta per chiedergli, vista la gravità delle dichiarazioni dell'Assessore Maccari, che già nelle sedute consiliari previste per il 10-11 novembre, venga presentata dalla Giunta una dettagliata comunicazione in merito. Cosa che ho fatto, perché rendendo di pubblica ragione la parte non pubblicata dai giornali ritenevo di esaurire il discorso. Se la Giunta non ha assunto responsabilità e quindi non ha voluto stabilire decisamente taluni passaggi per porre rimedio alle situazioni denunciate dall'Assessore, evidentemente - non avendo potuto integrare, alla luce della maturazione del dibattito, il mio precedente intervento di comunicazione - dico che la Giunta è disponibile ad assumersi ogni tipo di iniziativa, non improvvisata, ma maturata attraverso una fotografia ancora più ampia di quella che, con uno sfogo dell'Assessore Maccari, è stata presentata e non ha difficoltà ad affrontare giorno su giorno, ora su ora, non pochi impegni per dare delle risposte. Talune di queste risposte noi le stiamo già dando: ad esempio, la forzatura da parte nostra sul sistema per dare luogo, dall'1/1/1988, al passaggio dalla fase di enunciazione, o propositiva, della legge alla concreta operatività delle dieci UU.SS.SS.LL. di Torino. Si tratta di un'importante riforma del sistema che investe l'area più complessa, non dico la più chiacchierata, ma certamente la più tormentata del sistema. Posso assicurare che avendo analizzato a fondo il problema con il Commissario dell'USL 1/23 e con i tecnici addetti dall'una e dell'altra parte del sistema sanitario, ci siamo accorti che una grossa forzatura, imprimendo una velocità fuori da quella ricorrente, consentirà di dare vita dall'1/1/1988 a questo tipo di iniziativa.
Come Giunta siamo chiamati oggi a dare un altro tipo di risposta attorno a problemi che attengono le interpretazioni di talune norme che riguardano le convenzioni, l'esercizio delle stesse e il regime autorizzativo; è un atto che comporterà da parte della Regione l'assunzione di responsabilità non trascurabili e per quanto attiene i singoli amministratori della Giunta anche delle responsabilità che possono essere domani oggetto di penetrazione, di attenzione e quant'altro possa esserci sul tappeto.
Il fatto che abbiamo tentato di imprimere una certa velocità in alcuni processi istruttori delle pratiche, la presentazione e l'approvazione del Consiglio di una legge relativa al Co.Re.S.A. mi pare sia già di per sé il superamento di un sistema, che però potrà essere superato soltanto quando riusciremo ad imprimere una certa accelerazione da parte nostra nelle attenzioni e soprattutto nel riscoprire gli spazi dell'operatività.
Allorquando, finalmente tutti insieme ci accorgeremo che la sanità sta vivendo forse il momento più drammatico della sua esistenza dall'indomani della riforma ad oggi e necessita di un riversarsi di attenzioni totali da parte della Regione, quindi di un trasferimento di personale e di presenze all'interno del settore, tuttavia non si può intervenire su questi problemi con una proposta di lavoro maturata con provvedimenti, atti deliberativi o leggi annunciate entro il 21 dicembre. Se questo ordine del giorno, che coerentemente alle denunce dell'Assessore, propone da parte della Giunta un approfondimento delle stesse e una proposta al Consiglio di iniziative atte e superare in tempi brevi tali problemi, penso che vi possiamo accedere con tutta tranquillità.
Noi proponiamo l'impegno di dare delle risposte ai singoli problemi anche perché è stato lungamente, ampiamente e totalmente dimostrato in quest'aula che tra il momento nel quale è matura l'iniziativa propositiva e il momento nel quale viene tradotta in provvedimento, passa non poco tempo possiamo prendere come esempio la legge sui laboratori che ha avuto un iter decisamente tormentato.
Non ci metto nessun calore umano in questo tipo di risposta, come non l'ho messo quando ho svolto la comunicazione, questo però non appaia Consigliere Bontempi, momento di trascuratezza o eccesso di calma olimpica davanti alle tempeste che ognuno di noi ha su questi problemi, perché ogni decisione che la Giunta matura, sceglie e determina all'interno del collegio, evidentemente comporta anche rischi di ogni tipo. Noi abbiamo intenzione - ci è stato sollecitato anche da altre parti del Consiglio - di affrontare questi rischi, decidere, far maturare le cose e vogliamo tentare di trasferire, dal momento nel quale nasce la denuncia al momento della risoluzione dei problemi, un grosso impegno. Questo impegno è maturato e rafforzato oggi anche dagli interventi del Consiglio regionale, senza porre termini, ma con l'impegno che i governi di Regione e Comune se ne faranno carico.
Noi riteniamo di dovere, davanti alla comunità piemontese e ai suoi rappresentanti, non solo riflettere, ma convenire sul fatto che così come siamo andati avanti sino ad oggi non è più possibile proseguire, e che bisogna fare un salto di qualità, ma questo può essere fatto dalla Giunta in maturazione di un raccordo con il Consiglio regionale; su questo c'è il nostro totale impegno e soprattutto la vostra volontà di realizzarlo. Non mi sento di assumere altre responsabilità e direi che sarebbe decisamente antipatico misurarci con la forza dei numeri su questo argomento.
La cosa è tanto delicata, Consigliere Bontempi, perché ha investito tutti i settori, non ci sono mai settori premiati su questo argomento, il pianto e la gioia è comune a tutte le aree, però alla fine si riversa interamente su chi fa politica, su chi è impegnato; dico questo perché ci sono molti ormai che sono abituati a sparare nel mucchio.
Sotto questo aspetto il senso di responsabilità e di equilibrio mi porta magari a dire cose con estrema serenità, ma le dico anche con grande sofferenza; noi vogliamo superare queste fasi, lo vogliamo fare ponderando i problemi, approfondendoli, elaborandoli e soprattutto pensando che sono atti dovuti alla comunità. Se le forze politiche volessero concordare tra di loro un ordine del giorno che ritenga impegnata la Giunta da questa angolazione, per quanto attiene la nostra disponibilità c'è la totale buona volontà di aderirvi.



PRESIDENTE

Consigliere Bontempi, abbiamo detto che il problema non costituisce principio.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Chiedo delucidazioni, perché vorremmo capirci qualcosa in quest'aula (questo è il primo articolo del Regolamento, non scritto, ma fondante).
Noi abbiamo presentato un ordine del giorno cercando di trarre delle conclusioni, tra l'altro non esclusivamente dell'opposizione visti gli interventi che ci sono stati, per arrivare finalmente alla denuncia, alle varie opinioni sull'utilità e l'opportunità della denuncia ed infine al merito delle possibili azioni da compiere. Dato che la questione è scaturita nelle interpellanze, ma anche in molti interventi, in modo critico nei confronti di un episodio che non a caso è successo un mese fa prima pubblicato sui giornali ed approdato in Consiglio un mese dopo rappresenta uno dei nodi salienti del rapporto Giunta-Consiglio. E' giusto che il Consiglio chieda alla Giunta atti concreti; noi abbiamo presentato delle richieste, le date saranno velleitarie perché il 21 dicembre è molto vicino, ma vorrei ricordare che dalla presentazione della denuncia è già trascorso un mese. Non pretendo di esercitare un mestiere che non sono in grado di fare, ma posso politicamente stimolare chi governa. Noi vorremmo arrivare ai voti, perché è un modo per chiarire che cosa si vuole davvero fare, ma se chi governa, di fronte ad un ordine del giorno, non vuole arrivare alla votazione, dovrebbe riunirsi e presentare al Consiglio le possibili soluzioni.
Inoltre, non accettiamo che questo dibattito abbia termine con un nulla di fatto; senz'altro verranno presi dei provvedimenti per risolvere i problemi, ma il Consiglio sarà nuovamente escluso da qualsiasi circuito di confronto e di verifica. Per evitare questo non è sufficiente un ordine del giorno così come è stato stilato, è troppo limitativo parlare di leggi e provvedimenti amministrativi, c'è bisogno per esempio di proporre un dibattito sulle intenzioni o sulle azioni messe in essere finora che non sono ancora sbocciate. Valuteremo l'operato nel momento in cui verrà stilato un documento, però questo stimolo è assolutamente necessario.
Terminare oggi il dibattito con nulla di concreto, non è solo non adempiere al Regolamento, ma è sfuggire ad un confronto che è stato comunque stringente sul tema. Come arrivare ad atti concreti è compito della Giunta, certo non fra un anno perché allora la legislatura avrà termine. Il modo di rispondere alle iniziative parlamentari non è con il no, altrimenti noi chiederemo che venga messo in votazione l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, vorrei far rilevare che nell'ordine del giorno si chiedono le prime determinazioni amministrative legislative e non un intero pacchetto che risolva tutto il disfunzionamento evidenziato dall'Assessore alla sanità. A me pare che il termine sia abbastanza limitato, per quanto mi riguarda sentiamo pure la proposta di un altro congruo tempo; su questo non ci formalizziamo, ma ritengo che un impegno sulle prime determinazioni debba essere assunto, anche perché - mi consenta, Presidente Beltrami - nella sua comunicazione ha testualmente riferito che dobbiamo effettivamente rendere più semplici le nostre leggi e questo significa fare qualche cosa di propositivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Dalla dichiarazione del Presidente ho percepito come al termine del dibattito la Giunta non si sente in mora su un tema così complesso, così difficile, motivato anche da interventi esterni: è un argomento certamente da affrontare, ma non richiede scadenze immediate. Come Gruppo abbiamo chiesto un dibattito su tutta la tematica nel prossimo periodo, credo che le indicazioni di indirizzo generale e la richiesta che è emersa anche dai nostri interventi possano essere sufficienti a dare un sbocco positivo alla comunicazione, senza peraltro arrivare alla votazione di un ordine del giorno che richiederebbe il consenso generale nel fissare i termini di una questione che è di governo. Il governo è impegnato su questo terreno, ne abbiamo avuto conferma dalle dichiarazioni del Presidente: non si sente e non intende essere messo in mora, né noi, come Gruppo di maggioranza abbiamo ragione di farlo su un tema così complesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Credo che non sia intenzione di nessuno mettere in mora la Giunta l'Assessore o la maggioranza intorno ad un problema di questo tipo, sul quale, anche se non ci sono state conclusioni complessive da parte del Presidente, abbiamo tuttavia ascoltato alcune dichiarazioni di impegno. Ho fatto eco alle dichiarazioni dell'Assessore Maccari le quali richiedono, in una successiva riunione, di affrontare in termini propositivi delle soluzioni.
Ribadisco questa disponibilità e non intravedo nemmeno le contraddizioni che emergevano tra la dichiarazione di volontà politica espressa dal Presidente della Giunta, e una ragionevole assunzione di impegni rispetto a quelle scadenze realizzabili in tempi accettabili. Se mi si dice che ci sono dei provvedimenti che si possono affrontare entro tre mesi, io desidero sapere se tali impegni verranno assunti entro tre mesi.
Pertanto, nella dichiarazione della Giunta non riscontro delle contraddizioni in quanto c'è una volontà politica. Non riscontro neppure contraddizioni nello stilare un breve ordine del giorno, nel quale si specifica che entro tre mesi si potranno attuare determinati provvedimenti.



(Commenti dai banchi di sinistra)



ROSSA Angelo

La denuncia sollevata dall'Assessore Maccari faceva leva su fatti specifici, non credo lo abbia fatto soltanto per far sapere che lui è il nuovo Assessore alla sanità.
Il nostro compito è di valutare gli impegni e non credo che questo sia fuori dalla norma.



PRESIDENTE

Se vogliamo che la comunicazione abbia un finale positivo, a mio giudizio, giungere ad un voto potrebbe anche essere errato, perché il voto cancella la possibilità di avere una prospettiva. Se invece noi decidessimo di definire insieme un ordine del giorno che non costituisca alcuna trappola, ma sia un contributo alla crescita della sanità, potremmo rinviare la questione ai Capigruppo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Santoni. Ne ha facoltà.



SANTONI Fernando

Presidente e colleghi Consiglieri, il nostro Gruppo è contrario all'ordine del giorno che è stato presentato, non tanto per il contenuto specifico che pone un termine certamente troppo ristretto, ma proprio per la concezione che abbiamo del rapporto che deve esistere tra Consiglio e Giunta. Noi riteniamo che sia giusta l'indicazione di operatività che il Consiglio dà alla Giunta, ma soprattutto è giusto che la dia laddove si chiede alla Giunta di esercitare un potere che le è proprio, un potere esclusivo, quindi di intervenire su atti specifici presso altri enti o di mantenere determinati rapporti; compiti che sono certamente specifici della Giunta che rappresenta la Regione. Quando invece si invita la Giunta a presentare disegni di leggi o provvedimenti amministrativi che sono sì di sua competenza e che rientrano nelle sue facoltà e nella sue potestà, ma che rientrano anche nelle facoltà e nelle potestà del Consiglio, ciò assume un significato particolare. L'indicazione e lo stimolo alla Giunta ad esercitare una sua facoltà, che ripeto non è esclusiva, ma è anche del Consiglio, assume un significato diverso che, come ricordava Brizio, è di messa in mora della Giunta attraverso l'indicazione e l'obbligazione che nasce dal voto del Consiglio ad esercitare una sua facoltà e una sua potestà che non è esclusiva. Tale interpretazione di questo ordine del giorno non la condividiamo; noi siamo convinti che la Giunta dovrà e potrà assumere i provvedimenti che riterrà necessari in materia, e lo farà nei tempi che riterrà opportuni, ma il fatto di votare un ordine del giorno da parte del Consiglio nel quale si chiede che la Giunta addirittura entro un preciso termine esplichi la sua facoltà propositiva al Consiglio, ci sembra un fatto di carattere non operativo, ma politico che assume una valenza di censura all'operato della Giunta che noi non accettiamo. Ognuno è padrone di esprimere la propria opinione, la nostra è questa: noi non riteniamo di dover esprimere questa censura velata alla Giunta, questa messa in mora come ha detto il collega Brizio. Se poi i Gruppi del Consiglio riterranno trascorsi inutilmente i pur sufficienti tempi per presentare i provvedimenti potranno presentare delle loro proposte legislative; in questo caso vi saranno sì delle messe in mora della Giunta quando su argomenti importanti e che necessitano di un intervento specifico particolare ed attento la Giunta stessa non ha presentato proprie proposte che invece vengono dal Consiglio.
Questo assumerà una valenza politica e il Consiglio, ma non solo il Consiglio, dovranno esprimere un giudizio.
Non riteniamo di poter accettare questo ordine del giorno proprio per il significato politico specifico che va ad assumere, infatti non si tratta di una potestà esclusiva della Giunta, ma anche dei singoli Consiglieri e del Consiglio tutto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossa. Ne ha facoltà.



ROSSA Angelo

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, prendo ancora la parola perché non vorrei lasciare qualche ombra di dubbio sulla mia dichiarazione precedente. Si è parlato di un ordine del giorno che potrebbe in qualche misura assumere il significato di una censura, io sono ben lontano dal pensare di adombrare anche pallidamente una responsabilità dell'Assessore Maccari al quale ho manifestato tutto il sostegno del Gruppo socialista.
Negli interventi precedenti non ho riscontrato contraddizione tra quanto espresso dalla Giunta e la conclusione emersa dal dibattito svolto oggi in quest'aula, in un ordine del giorno, nel quale si dicesse: "Il Consiglio regionale, a conclusione di tale dibattito, esprime l'esigenza che entro tempi ragionevoli sia dato luogo a". Non mi pare che il documento dica: "raccomanda o dà mandato", quindi non emergono elementi di contraddizione.
Qualora dovesse assumere un significato di questo tipo non ritengo che si debba insistere fino ad una rottura, mi pare invece un elemento che dimostri davvero la buona volontà da parte di tutti per arrivare alla conclusione, cioè dare mandato all'esecutivo, entro dei termini stabiliti di proporre delle iniziative. Non dico che le possiamo fare domani, ma dobbiamo ragionevolmente avere un quadro di riferimento fuori da ogni aspetto che possa in qualche misura suonare come censura, che assolutamente non è nelle mie intenzioni, rispetto al collega Maccari, e non credo sia neppure nelle intenzioni della maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Il Gruppo comunista ovviamente voterà il proprio ordine del giorno.
Colgo l'occasione della dichiarazione di voto per registrare che attraverso le argomentazioni sulla impreparazione di tipo politico, la maggioranza e la Giunta sfuggono alle intenzioni che si erano proposte.
Nello stilare il nostro documento non c'era l'intenzione di messa in mora ma può emergere ed è quello che esattamente pensiamo di questa Giunta spetta però alla maggioranza decidere. Come giustamente ha detto il Consigliere Rossa, si poteva affrontare il problema senza rifugiarsi dietro il potere dell'iniziativa: c'erano varie alternative per presentare l'ordine del giorno, come ad esempio porlo ai voti, e questo ci avrebbe trovati consenzienti, in quanto sarebbe stato un segnale di buona volontà ma questo non è avvenuto. E' clamoroso che veniamo rimproverati per aver chiesto qualche conclusione intelleggibile e qualche speranza di un confronto su una questione che è stata aperta dalla Giunta all'interno della Giunta stessa. Voi potete, quindi, rifugiarvi dove volete, ma la conclusione che emerge è proprio l'assenza di buona volontà e di manifestazione di un percorso tracciato per arrivare ad un confronto di proposte, siano esse leggi, documenti o dibattiti. Le possibilità per arrivare a proposte concrete sono molte, ma temo che o non le si voglia attuare, oppure si sia impreparati altrimenti lo si dichiarerebbe attraverso un voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Noi voteremo contro questo ordine del giorno riconoscendoci nelle dichiarazioni fatte dal collega Santoni.
Comunque sia, l'ordine del giorno assume un significato di censura, di messa in mora della Giunta dopo che quest'ultima ha denunciato una situazione di dissesto, che ha risvolti anche politici. Non mi pare vi sia stato, nelle dichiarazioni della Giunta che d'altra parte ha parlato con grande apertura, un tentativo di fuga; è stata denunciata una situazione oggettivamente difficile. La Giunta ha sicuramente un suo programma ed una sua iniziativa per il risanamento e il potenziamento della sanità in Piemonte e sarà certamente avviata. Misureremo questa iniziativa sulle proposte precise che saranno avanzate e naturalmente rivendichiamo al Consiglio la capacità di avanzare proposte, per quanto ci compete, sotto il profilo legislativo. Il far seguire sempre a comunicazioni della Giunta per quanto importanti siano, ordini del giorno improvvisati, non ci piace e non ci convince. Non è questione di preparazione o di impreparazione quanto richiesto dai comunisti, è a nostro avviso l'indicazione di impegni generici che la Giunta non può assumere in un momento in cui è impegnata ad affrontare una situazione che tutti giudichiamo avere carattere di emergenza da molto tempo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Naturalmente voteremo l'ordine del giorno di cui siamo stati cofirmatari; farò solo alcune considerazioni in aggiunta a quanto è scritto nell'ordine del giorno che si commenta da sé. Stupisce che la Giunta non aderisca al contenuto dell'ordine del giorno quando sia l'Assessore Maccari, nel suo noto documento, sia il Presidente della Giunta, espongono la necessità di sfrondare una serie di leggi che rallentano qualsiasi processo innovativo e di avere il coraggio politico di abrogare quanto non funziona e rendere più semplici le nostre leggi e quindi in termini reali operare in modo propositivo sul piano sia legislativo sia amministrativo.
Nell'ordine del giorno si chiedevano prime determinazioni per porre riparo al dissesto denunciato. Sotto questo profilo meraviglia che la Giunta non aderisca a questo ordine del giorno, fatto salvo il termine temporale che eravamo disponibili a rendere più congruo e realistico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Olivieri.



OLIVIERI Aldo

Io voterò contro l'ordine del giorno presentato poiché in realtà oggi non si è parlato che di "pannicelli caldi". La situazione di disagio della sanità è molto più profonda e risiede (so che molti hanno partecipato al Convegno di Venezia e dovrebbero averne parlato) in una carenza di precisazioni legislative nazionali nelle leggi regionali per cui la sanità è quasi un corpo estraneo alla Regione, dal punto di vista legislativo. La sanità non è competitiva a livello regionale, per quanto concerne la legislazione, in quanto chiaramente la mancanza di ruoli sanitari, la mancanza di un'organizzazione, che nasce - ripeto - dalla carenza di leggi statali, pone grossissime difficoltà, per cui qualsiasi rimedio in atto oggi, domani o dopodomani, in realtà è soltanto un rappezzo e come tale mostrerà sempre il filo, la trama. Voterò quindi contro questo ordine del giorno che ritengo fondamentalmente strumentale.
Inoltre vorrei richiamare la responsabilità del Consiglio, la cui inerzia e lentezza nel procedere rispetto all'attuazione di determinati dispositivi è stata in gran parte la causa di alcune situazioni verificatesi nel tempo. Se alla carenza di base delle leggi statuali si aggiunge l'inerzia del Consiglio, credo che qualsiasi rimedio si ponga in atto non possa trovare soluzioni in tempi ragionevoli.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di parola, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 394 testé discusso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 14 voti favorevoli e 28 contrari.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Esame ordine del giorno n. 395 relativo all'inquinamento del fiume Bormida


PRESIDENTE

Pongo ora in votazione l'ordine del giorno relativo all'inquinamento del fiume Bormida, sottoscritto da tutti i Gruppi, che recita: "Il Consiglio regionale premesso che il grave degrado ambientale della Valle Bormida, oltre ad aver prodotto una situazione di elevati rischi per gli abitanti della zona a causa di rilasci di sostanze altamente tossiche nell'acqua e nell'aria, ha concorso ad aggravare pesantemente il deterioramento socio-economico nell'Alta Valle e a produrre gravi e insormontabili ostacoli a ogni possibilità di sviluppo e di ottimizzazione dell'utilizzo delle risorse dell'intera Valle sottolineato che l'inquinamento del fiume Bormida è prevalentemente causato dal rilascio di sostanze altamente tossiche nel corpo idrico da parte dello stabilimento ACNA di Cengio ed è aggravato dalla riduzione per 3/4 della portata naturale del Bormida all'altezza del Comune di Millesimo sottolineato altresì che l'attuale situazione di degrado ambientale lungo tutta la Valle è da considerarsi irreversibile in assenza di interventi straordinari di bonifica e che comunque tali interventi, per ottenere significativi risultati, devono rimuovere le cause di inquinamento dell'acqua e dell'aria e devono ripristinare una portata dell'acqua del fiume nelle Province di Cuneo, Asti e Alessandria conseguenti al fabbisogno idrico delle zone interessate preso atto degli investimenti compiuti e preventivati dalla 'ACNA Chimica organica S.p.A.' per rimuovere alcune delle cause dell'inquinamento idrico e atmosferico visto il testo della proposta di deliberazione del Ministro dell'Ambiente al Consiglio dei Ministri per la dichiarazione della Valle Bormida come area ad alto rischio ambientale, ai sensi dell'art. 7 della legge n.
349/86 c h i e d e al Governo di deliberare urgentemente, come richiesto dalle due Regioni interessate, la Valle Bormida come area ad elevato rischio ambientale, ai sensi dell'art. 7 della legge n. 349/86 come richiesto dal Ministro dell'Ambiente al Ministro della Protezione Civile di intervenire presso lo stabilimento ACNA di Cengio per esaminare l'esatta quantità di rifiuti tossici, nocivi o di altra natura ivi stoccati, se vi sia stato inquinamento del suolo e della falda e di procedere alla rimozione dei rifiuti stessi e agli interventi di bonifica necessari qualora entro 180 giorni dall'approvazione del presente ordine del giorno il Consiglio dei Ministri non abbia provveduto a deliberare l'area del Bormida ad elevato rischio ambientale e, d'intesa con le Regioni interessate, non abbia individuato gli obiettivi e gli interventi di risanamento provvedendo alle necessarie risorse finanziarie i m p e g n a la Giunta regionale a chiedere al Prefetto e al Sindaco di Cengio, per quanto di competenza, di promuovere le azioni necessarie per addivenire alla sospensioni delle lavorazioni inquinanti nello stabilimento ACNA.
Il Consiglio regionale considerato che in materia di salvaguardia ambientale, di salubrità dell'igiene e della sicurezza degli ambienti di vita e di lavoro, in materia di controlli sulla produzione, detenzione, commercio e impiego di sostanze pericolose, in materia di pianificazione territoriale, di uso delle acque e di bonifica degli inquinamenti, le Regioni hanno competenze ben definite in base al DPR n. 616/77 e dalle successive leggi di settore impegna la Giunta 1) a promuovere con la Regione Liguria un'intesa per avviare tra gli Enti locali interessati un Consorzio per il risanamento dell'intera valle 2) a definire, d'intesa con la Regione Liguria, anche come iniziative collaterali o inseribili nel piano di cui all'art. 7 della legge n. 349/86 le linee essenziali del risanamento fondato sui seguenti interventi: a) realizzazione sull'intera area ligure e piemontese di un censimento dell'inquinamento idrico ed atmosferico b) individuazione, sulla base delle produzioni e delle tecnologie adottate, degli stabilimenti industriali inquinanti sull'intero corso del Bormida e, per quanto riguarda l'ACNA, anche avvalendosi di istituti pubblici di ricerca, definizione di uno studio per valutare la compatibilità o meno delle sue produzioni e delle tecnologie di disinquinamento adottabili, con i piani di recupero ambientale c) redazione del Piano interregionale di risanamento idrico del fiume Bormida come componente stralcio del Piano regionale di risanamento delle acque di cui al punto a) dell'art. 4 della legge n. 319/76 d) definizione, anche avvalendosi di istituti pubblici di ricerca, di studi di fattibilità sul tratto piemontese del Bormida, per la realizzazione di un risanamento del fiume che preveda l'esportazione delle sostanze venefiche depositatesi nel letto del fiume e) definizione, anche avvalendosi di competenze delle Regioni previste dall'art. 4 della legge n. 319/76, di normative particolari per evitare l'immissione nel fiume di sostanze venefiche non previste dalle tabelle delle vigenti leggi f) definizione delle esigenze di portata del fiume sulla base del fabbisogno idrico della vallata e richiesta al Governo di revisione delle attuali concessioni governative all'ENEL in modo da incrementare la portata del Bormida nel suo corso nel sud Piemonte g) ad attuare tutte le iniziative necessarie per favorire, nella zona savonese e cuneese della valle, lo sviluppo di attività industriali in modo da ridurre i vincoli occupazionali.
Sulle iniziative richiamate il Consiglio regionale impegna la Giunta a riferire dettagliatamente entro 90 giorni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 396 relativo alla situazione del quotidiano "Tuttosport"


PRESIDENTE

Pongo inoltre in votazione l'ordine del giorno n. 396 relativo alla situazione del quotidiano "Tuttosport", il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte constatato l'importanza di mantenere la stampa del quotidiano 'Tuttosport' nell'area torinese, non solo per ragioni occupazionali ricordato l'ordine del giorno approvato nel Consiglio regionale del 23 ottobre scorso prende atto dell'iniziativa sviluppata dal Presidente della Giunta regionale, dal Presidente della Provincia di Torino e dal Sindaco di Torino, in merito al paventato trasferimento da Torino della stampa del quotidiano sportivo rilevato come essenziale l'ottenere della Società Editrice di 'Tuttosport' l'impegno a rinviare, per un periodo adeguato di tempo, la data dell'ipotizzata chiusura della tipografia a Torino i m p e g n a il Presidente della Giunta, l'Assessore al lavoro e la Commissione lavoro del Consiglio regionale a: continuare ad esprimere in modo adeguato una precisa volontà politica tesa ad impedire che l'ipotizzato trasferimento della stampa di 'Tuttosport' da Torino possa configurarsi anche come una speculazione immobiliare mantenere una gestione della vicenda politicamente forte e di costante presenza, con un elevato coordinamento tra Regione, Provincia e Comune e con l'integrazione dell'azione politica con una concreta iniziativa operativa, capace di prospettare realisticamente alla potenziale imprenditorialità interessata alla costituzione di un centro stampa, quali possono essere gli strumenti agibili di politica industriale, finanziaria del lavoro, ecc., utilizzabili affiancare all'iniziativa della Giunta l'operatività della IV Commissione lavoro del Consiglio regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.


Argomento: Organizzazione turistica

Esame progetto di legge n. 300: "Ordinamento e piante organiche delle Aziende di promozione turistica"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 5) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 300.
Relatore è il Consigliere Rossa che ha pertanto la parola.



ROSSA Angelo, relatore

Signor Presidente, nel fare propria la relazione che accompagna il disegno di legge n. 300: "Ordinamento e piante organiche delle Aziende di promozione turistica", in considerazione del suo carattere tecnico, la VI Omissione in sede di esame ha portato specificazione all'art. 3: "modifiche e piante organiche" e al prospetto allegato all'articolato: "nota esplicativa", licenziandolo a maggioranza.
Si è acquisito inoltre il parere consultivo della I Commissione espresso anch'esso a maggioranza e quindi la Commissione raccomanda al Consiglio l'approvazione di tale provvedimento.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Rossa è aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Avondo. Ne ha facoltà.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente, il nostro intervento ha anche il valore di dichiarazione di voto per motivare le ragioni che porteranno il Gruppo comunista a votare contro questo disegno di legge.
La prima ragione riguarda la coerenza del nostro Gruppo con la posizione tenuta sulla L.R. 5/3/1987 n. 12. Come i colleghi ricorderanno il Gruppo comunista sulle istituende Aziende di promozione turistica ed in particolare sul numero di Aziende che si andavano ad istituire in Piemonte ebbe modo di motivare le ragioni che ci portavano a non condividere la scelta compiuta da parte della Giunta. Sui problemi di gestione e di disponibilità di risorse che quella scelta avrebbe determinato sul futuro dell'attuazione concreta di quella legge, questo disegno di legge rappresenta un primo passo significativo e negativo. Essendo questo disegno di legge conseguenza di quella scelta è chiaro che noi non possiamo dare oggi un voto diverso rispetto a quello che abbiamo sostenuto nella discussione e nel voto complessivo sulla legge in questione.
Credo sarebbe sbagliato oggi se il Consiglio regionale su questo disegno di legge non si facesse carico di avere presente una serie di effetti che iniziano a prodursi sul tipo di scelta che a suo tempo fu compiuta. Malgrado l'aumento del personale che sarà destinato al funzionamento delle Aziende di promozione turistica e malgrado l'aumento significativo di risorse proposte - sono preventivate per l'attività di queste nuove Aziende (14 Aziende su 20) le unità di personale che vengono assegnate sulla base del disegno di legge in discussione questa sera - noi non abbiamo difficoltà a dire che sono sotto il limite di funzionamento reale. Nel senso che, in queste 14 Aziende, le unità di personale assegnate variano da 3 a 4 e in ben 8 di queste Aziende l'organico previsto è di 3 persone. Crediamo che 3 persone, per tutti i giorni lavorativi dell'anno siano lo stretto necessario per il mantenimento di uno sportello aperto e per il funzionamento del servizio telefonico; se facessimo un rapido calcolo sugli annessi e i connessi, comprese le ferie, spettanti ai lavoratori, ci renderemmo subito conto che in questa realtà ci troveremmo con una persona che mantiene aperto l'ufficio e risponde al telefono.
Se esaminiamo le qualifiche funzionali previste in queste 14 APT e in particolare riflettiamo sul massimo livello apicale previsto all'interno di queste Aziende, ci rendiamo conto che anche questo è un elemento che non garantisce il compito e il ruolo che queste APT dovrebbero svolgere e che la legge regionale approvata il marzo scorso voleva affidare loro.
Richiamo un ulteriore elemento di distinguo che l'Assessore Moretti aveva portato nella interlocuzione che ebbe con noi nell'ambito della discussione sulla legge, cioè il fatto che le Aziende dei territori che hanno una vocazione turistica spiccata dovevano contribuire in modo consistente alla messa in moto di un meccanismo che portasse anche le altre realtà del Piemonte a condizioni di rilancio.
Dall'esame che abbiamo cercato di fare - anche se brevemente - il modo con cui concretamente questa questione viene a calarsi nella realtà del personale a disposizione e delle risorse assegnate contrasta con il tipo di impostazione e di valutazione che a suo tempo era stato dato. In sostanza nelle Aziende che più avrebbero bisogno - proprio perché non hanno una struttura consolidata alle spalle o un'esperienza e hanno esigenza della più alta possibile valorizzazione delle loro risorse - noi avremo una struttura non adeguata che non sarà in grado di determinare questa ripresa e questa attività.
Vorrei ancora ricordare che dall'esame fatto sui bilanci assestati di otto mesi delle vecchie Aziende Autonome di Cura e Soggiorno e degli Enti Provinciali per il Turismo, è emerso che il 90-95% delle risorse era già stato utilizzato per il funzionamento delle strutture. Se dovessimo considerare in aggiunta al discorso fatto anche questo tipo di valutazione emergerebbe un dato di preoccupazione, perché la Giunta e la maggioranza avrebbero dovuto fare una valutazione più generale nel momento in cui approvavano questo disegno di legge.
L'operazione che qui si compie non corrisponde alle esigenze che con questa nuova struttura il Piemonte voleva darsi, cioè quello di un rilancio della promozione e della fruizione del turismo in Piemonte, ma rischia di penalizzare fortemente anche quelle aree di vocazione turistica, nel senso che risorse e personale sottratte da quelle Aziende per essere impiegate in altre rischiano di far pagare un prezzo alto al turismo piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Villa.



VILLA Antonino

Le osservazioni del Consigliere Avondo sono comprensibili; d'altra parte non sono che la derivazione del discorso fatto quando abbiamo operato su questa legge. Sono comprensibili forse in campo operativo, però credo che stando così le cose, con la legge cioè che è stata varata e con quella della riorganizzazione dei servizi turistici in Piemonte, non si possa fare a meno di approvare questa operazione: calare nella realtà della legge che esiste l'applicazione anche per quanto riguarda il personale.
Certamente tutti comprendiamo quante difficoltà ci possano essere nell'agire con un numero così ridotto di persone e spero che tutto ci possa sfociare nel solito auspicio che ci sia una maggiore possibilità di risorse e ci sia un'apertura a nuovi posti di lavoro. Oltretutto, tutti abbiamo ben presente quanto prevedeva l'operazione turismo nel campo dell'occupazione e quali prospettive potevano esserci di espansione economica e sociale nella nostra terra. Ora, proprio su questa strada credo si cominci a camminare. Lo dicevamo per l'altra legge che stava iniziando il suo cammino. Questa, d'altra parte, non è che una conseguenza operativa, per cui il Gruppo democristiano voterà a favore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando

Signor Presidente e colleghi, cercherò di riassumere in questo intervento anche la dichiarazione di voto del Gruppo liberale. Il nostro Gruppo ritiene che l'approvazione di questa legge sia un passaggio necessario per la messa a regime dei nuovi organismi delle APT, dando loro la certezza del quadro di riferimento per quanto riguarda il relativo personale. E' evidente che nella situazione in cui ci troviamo qualunque legge approvata su questa materia avrebbe dovuto scontare la necessità di prendere atto della situazione esistente per quanto riguarda il personale trasferito dai precedenti enti a questo nuovo ente e quindi incasellarla nell'organico delle varie APT. Soprattutto laddove ci sono situazioni di organico molto ristretto - ed è la situazione in cui si trova la maggior parte delle Aziende - questo può provocare delle apparenti incongruenze situazioni o scelte che non appaiono ottimali, ma che derivano della necessità di prendere atto della situazione e di inquadrarla secondo la realtà.
Rileviamo con apprezzamento, al di là di queste considerazioni che scontano la necessità di prendere atto della situazione reale del personale, alcune indicazioni specifiche che la legge propone. Prendo ad esempio l'art. 3, laddove pone limiti e vincoli per quanto riguarda la qualifica del personale all'interno delle APT, ma consente parimenti aggiustamenti all'interno delle stesse APT per organizzare e qualificare il personale nella maniera più funzionale al perseguimento delle finalità dell'Ente stesso. Così come apprezziamo, sempre nell'art. 3, la parte relativa all'inquadramento e alla copertura dei posti vacanti.
Vi è quindi un riferimento normativo certo che noi riteniamo apprezzabile e corretto.
In conclusione, la discussione su questa legge (avvenuta anche in Commissione in maniera approfondita) ci riporta al solito problema già ricordato dal collega Avondo e già verificatosi quando abbiamo affrontato il problema dei bilanci delle APT per l'anno in corso. Vi sono alcune zone a minore tradizione turistica, che si trovano in condizioni di limitatezza operativa dati i minori fondi assegnati e conseguentemente per il limitato personale assegnato. Anche l'Assessore in Commissione ha convenuto su questo punto. Dovremo verificare, in un primo periodo di attuazione, il funzionamento di questi enti, entro un termine sufficientemente ampio, in modo tale da avere la possibilità di fare valutazioni meditate alla luce dell'esperienza che verrà fatta, con un quadro complessivo dell'attività di questi enti. Alla fine del periodo, per così dire, di rodaggio si potrà attuare un assetto funzionale e confacente alle esigenze turistiche della Regione e alle esigenze di operatività degli enti stessi.
Riteniamo che questa sia un'esigenza importante; la richiamo in questa sede proprio per consentire una verifica complessiva dell'impianto. In quest'ottica e per le considerazioni che ho svolto, la legge in discussione può e deve essere approvata dal Consiglio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti per la replica.



MORETTI Michele, Assessore al turismo

Per quanto riguarda la legge non entro nel merito anche perché vi è continuità con la legge n. 12 approvata nel marzo di quest'anno. Concordo con la posizione lineare del collega Avondo: giustamente, quando si trattava di ridurre l'organico delle Aziende la legge non era diversa da questa.
La scelta di estendere su tutto il territorio la costituzione delle Aziende di Promozione Turistica è stata una ragione di carattere economico e sociale: in economia le aree forti tirano le aree deboli. Com'è possibile tentare di sopperire alle varie carenze delle cosiddette aree deboli? Secondo me è possibile attraverso la costituzione del Comitato delle Aziende di Promozione Turistica, con il quale si amplia il discorso di programmazione della promozione e quindi si individuano eventuali carenze in determinate Aziende e verrà dato un supporto di tipo tecnico oltre che di personale. E' chiaro però che dobbiamo rivedere - l'ho già detto sia in Commissione che in Consiglio - non solo tutta la struttura organizzativa delle Aziende, ma i risultati delle stesse per verificare se si è creato un interesse di tipo economico e turistico. Questo è uno degli impegni della Giunta; ci troviamo di fronte ad una prima esperienza di riforma di settore: vi sono quindi molti problemi che non si possono risolvere con la bacchetta magica. Per questi motivi, penso che ritorneremo sull'argomento non a tempi brevi, comunque entro il 1989, per verificare dove si è avuta una presenza maggiore rispetto a quella prevista dalla legge.
Accetto le osservazioni fatte, ma devo dire che la collaborazione dei colleghi Consiglieri in Commissione è stata tale da apportare alla legge modifiche che hanno tenuto conto non solo del numero degli organici, ma anche della funzionalità delle stesse Aziende di Promozione Turistica.
Informerò la Commissione Nomine non appena perverranno tutte le designazioni per insediare le assemblee nelle varie Aziende di Promozione Turistica.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, propongo di iscrivere all'o.d.g. il progetto di legge n. 313: "Modifiche alla L.R. 30/8/1984, n. 47 'Texilia - Istituto per la tradizione e la tecnologia tessile S.p.A.'".
Ha chiesto di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Abbiamo riscontrato una totale incomprensione nei confronti della nostra iniziativa, pertanto non vediamo perché, sempre a chiusura di seduta, dobbiamo dare la nostra approvazione. Il 3 dicembre è prevista una seduta di Consiglio nella quale sarà possibile esaminare questo argomento.
Noi non siamo d'accordo nel dare questa corsia privilegiata; non abbandoniamo l'aula, ma voteremo contro.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione la richiesta di iscrivere all'o.d.g. l'esame del progetto di legge n. 313.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio non approva con 28 voti favorevoli e 10 contrari, in quanto ai sensi dell'art. 49 del Regolamento consiliare le proposte di iscrizione devono essere approvate dalla maggioranza dei Consiglieri assegnati.


Argomento: Nomine

Esame progetto di legge n. 269: "Istituzione della Commissione regionale per i problemi della raccolta, conservazione, distribuzione ed utilizzo del sangue umano"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto al punto 6) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 269.
La parola al relatore, Consigliere Olivieri.



OLIVIERI Aldo, relatore

L'istituzione di questa Commissione è un atto dovuto in quanto similmente ad altre Regioni, colma una lacuna della Regione che aveva istituito delle Commissioni consultive attraverso deliberazioni di Giunta per quanto atteneva la stesura dei piani regionali. Rimangono però alcuni compiti che devono essere demandati con legge alla Commissione istituita e riguardano soprattutto i problemi finanziari concernenti i tariffari del sangue conservato.
Ritengo che questa legge sia urgente in quanto da un lato diventa propedeutica rispetto al "Piano Sangue", che è già in avanzata consultazione nella V Commissione, dall'altro rispecchia la situazione ormai critica delle due istituzioni collaterali a servizio nazionale l'Avis e la Banca del Sangue, che rappresentano il 6O% del lavoro nel campo immunotrasfusionale a livello piemontese. Non possiamo altresì dimenticare il fatto che la materia in questi ultimi anni si è resa estremamente complessa. Da un lato per l'avvento di nuove tecniche, dall'altro per un diverso orientamento nell'uso dei derivati del sangue, che ormai ammontano all'85% del sangue raccolto nella nostra Regione, per quanto riguarda eventi di estrema rilevanza, quali l'AIDS e l'Epatite A e B. Mettere ordine in questa materia e istituzionalizzare questa Commissione è il primo atto necessario; di conseguenza seguirà il "Piano Sangue".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Anticipo la presentazione di un emendamento a cui subordiniamo la votazione positiva sulla legge; invito pertanto i colleghi che si dimostrano sensibili verso questo problema a votare favorevolmente.
Su questo problema è stata prevista un'ennesima Commissione regionale (quando dovremmo toglierle, ma non voglio cancellare addirittura un articolo) presieduta dall'Assessore la quale ha compiti di studio consulenza ed espressione di pareri. Se vogliamo mantenere la Commissione nell'ambito di un organismo tecnico-consultivo è necessario sia composta da tecnici, interni od esterni, senza la presenza politica dell'Assessore.
Invito caldamente a porre mente a questa nostra osservazione che non è di poco conto. E' una posizione che abbiamo assunto precedentemente tendente a distinguere le responsabilità dei politici dalle istanze tecnico consultive. In questo caso non è più accettabile che un Assessore la presieda.
La soluzione per far fronte a questo problema e per mantenere un legame dato che è prevista la presenza di un funzionario regionale addetto al settore che potrebbe ricoprire la carica di Presidente - è secondo noi quella che non sia l'Assessore a presiedere tale Commissione visto che si tratta di studi, consulenze e pareri tecnici-scientifici già di competenza delle Commissioni provinciali. L'Assessore deve essere libero di decidere: non dobbiamo ricorrere a queste forme confuse di corresponsabilità tra momento tecnico e momento politico.
Tale emendamento è stato presentato, a nome del Gruppo comunista, dal Consigliere Acotto.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Emendamento presentato dal Consigliere Avondo: al secondo comma, sopprimere "Assessore regionale alla sanità o suo delegato" e sostituire con "da un funzionario regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 38 voti favorevoli e 1 contrario.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 1 nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 35 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 35 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 35 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 35 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere.
L'art. 4 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 34 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento:

NOMINE


PRESIDENTE

Passiamo al punto 7) all'o.d.g.: "Nomine".
Si provveda alla distribuzione delle liste e delle schede.
Procediamo alla votazione a scrutinio segreto: Parco naturale del Gran Paradiso (art. 83, terzo comma, DPR 24/7/1977 n. 616) - Consiglio di amministrazione. Nomina di un rappresentante in sostituzione del signor Cossavella.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Consiglio Sanitario Nazionale (art. 8, legge 23/12/1978, n. 833).
Nomina di un rappresentante regionale.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Collegio dei revisori dei conti dell'USSL n. 10 di Torino. Nomina di un membro in sostituzione del signor Giacinto Ronco dimissionario.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Collegio dei revisori dei conti dell'USSL n. 46 di Santhià. Nomina di un membro in sostituzione del signor Mario Suman dimissionario.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Collegio dei revisori dei conti dell'USSL n. 47 di Biella. Nomina di un membro in sostituzione del signor Aldo Vené dimissionario.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Collegio dei revisori dei conti dell'USSL n. 48 di Cossato. Nomina di un membro in sostituzione del signor Ermanno Bodo.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Collegio dei revisori dei conti dell'USSL n. 53 di Arona. Nomina di un membro in sostituzione del signor Lodari.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Collegio dei revisori dei conti dell'USSL n. 51 di Novara. Nomina di un membro in sostituzione del signor Guido Bosetto dimissionario.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Collegio dei revisori dei conti dell'USSL n. 75 di Acqui Terme.
Nomina di un membro in sostituzione del signor Vittorio Incaminato dimissionario.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Accademia Albertina Belle Arti - Consiglio di amministrazione. Nomina di un membro in sostituzione del signor Carlo Carducci deceduto.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comitato paritetico per i beni culturali. Nomina di un membro in sostituzione del signor Carlo Carducci deceduto.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comitato regionale contro l'inquinamento atmosferico per il Piemonte (CRIAP). Nomina di due esperti in sostituzione dei signori Luigi Colombo (esperto meteorologo) e Lodovico Isalberti (esperto in tossicologia).



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Interporto di Torino SITO S.p.A. (L.R. 18/3/1982, n. 8) Collegio sindacale. Nomina di un Sindaco effettivo in sostituzione del signor Daniele Ciravegna dimissionario.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La proclamazione degli eletti avverrà nel corso della prossima seduta consiliare.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19)



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