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Dettaglio seduta n.107 del 10/11/87 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 29 gennaio, 5 e 19 febbraio 1987 si intendono approvati.
Nella riunione dei Capigruppo si è convenuto che le interrogazioni e le interpellanze verranno esaminate nella seduta di domani.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Esame progetto di legge n. 308: "Modifiche ed integrazioni alla L.R. 8/9/1986, n. 42 recante 'Norme sull'organizzazione degli uffici della Regione Piemonte'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 308.
La parola al relatore, Consigliere Quaglia.



QUAGLIA Giovanni, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, il disegno di legge "Modifiche ed integrazioni alla L.R. 8/9/1986, n. 42 'Norme sull'organizzazione degli uffici della Regione Piemonte'" nasce dall'esigenza non più procrastinabile di dare completa attuazione ad una legge entrata in vigore ormai un anno fa e la cui mancata definizione rischierebbe di provocare un pericoloso stato di incertezza della struttura regionale, specialmente se si tiene conto di due aspetti fondamentali: l'entrata in vigore del nuovo contratto e l'urgenza di ridefinire la struttura dell'Ente.
Il DPR n. 268/87 che fissa l'accordo nazionale per i dipendenti del comparto Enti locali (e che la Regione si appresta a recepire) per il periodo 1/1/1985 - 31/12/1987 consente con la norma transitoria dell'art.
77 alle Regioni che ancora non abbiano in tutto attuato il precedente accordo di poter espletare i concorsi interni, definiti speciali, secondo quanto già contenuto nel contratto ormai scaduto e di provvedere all'inquadramento nella II qualifica dirigenziale.
E' pertanto inutile sottolineare come, essendo già in scadenza anche il nuovo accordo, sia necessario portare rapidamente a conclusione l'inquadramento alla II qualifica dirigenziale e l'espletamento dei concorsi speciali.
Infatti, se non si concludono rapidamente le due fasi prima enunciate diventerà estremamente problematica la costituzione del massimo livello di dirigenza in Regione, mentre sarebbe vanificata la possibilità di fruire dei concorsi interni per tutto il personale inquadrato nelle qualifiche funzionali dalla II alla VII.
Il disegno di legge proposto non si limita a dare celeri risposte alle aspettative poste dal precedente contratto, ma affronta, anche in modo innovativo ed in sintonia con il nuovo, la metodologia di selezione per la I qualifica funzionale dirigenziale attraverso il corso-concorso pubblico in proposito ricordiamo che in passato la Regione Piemonte aveva già legiferato in materia, per specifici profili professionali, anticipando con pochissime altre Regioni, una procedura di selezione poi prevista dalla legge quadro sul pubblico impiego, dal DPR n. 13/86, relativo all'accordo intercompartimentale, nonché dal nuovo contratto.
Con la L.R. n. 42/86 la Regione ha compiuto un primo sostanziale passo sulla via della riorganizzazione e della completa attuazione della normativa contrattuale già scaduta.
In quella sede si identificavano le strutture apicali dell'Ente e si definivano modalità, procedure e contenuti per gli altri livelli di organizzazione.
Con la stessa legge si individuavano le procedure di accesso alla II qualifica dirigenziale e le modalità di svolgimento dei concorsi speciali.
Ovviamente la concreta attuazione della legge richiedeva una serie di atti amministrativi, il cui contenuto è stato definito da una puntuale e lunga trattativa sindacale che portava ad un protocollo d'intesa fra Amministrazione e OO.SS., per l'individuazione dei profili professionali dalla III alla VIII qualifica funzionale e la definizione dei bandi relativi ai concorsi speciali; tale protocollo era firmato in data 27/2/1987.
Peraltro l'atto amministrativo che individuava i profili professionali e i requisiti d'accesso per i concorsi speciali ha formato oggetto di rilievi da parte della Commissione di controllo, che ha ritenuto di dover chiedere chiarimenti. Ciò purtroppo ha influito anche sui tempi previsti dall'accordo Amministrazione - Sindacati.
Per quanto riguarda la selezione per l'accesso alla II qualifica dirigenziale occorre ricordare che le Commissioni, insediatesi nei mesi scorsi di marzo e aprile, hanno dovuto subire una serie di rallentamenti alla loro attività per motivi non imputabili alle stesse, ma che non hanno comunque consentito di concludere i lavori nei tempi desiderati.
In effetti si deve prendere atto come avvenimenti esterni all'attività delle Commissioni, quali le elezioni anticipate, con la scelta di candidarsi effettuata da Presidenti e componenti di alcune Commissioni, e l'elezione della nuova Giunta, hanno di fatto frenato in modo consistente la procedura concorsuale relativa alla selezione della qualifica dirigenziale apicale.
Si deve peraltro aggiungere che il TAR del Piemonte, pur rigettando la pretesa di alcuni funzionari di essere inquadrati automaticamente nella II qualifica dirigenziale, ha richiamato l'attenzione sulla necessità di dare un adeguato peso ai titoli sottintendendo diversamente un notevole rischio di contenzioso con ulteriori rallentamenti nelle procedure di selezione (cfr. sentenza n. 121/87).
Riscontrato che di fatto il lavoro delle cinque Commissioni non si è concretato in alcun colloquio e che, anzi, per una delle stesse non ha preso avvio alcuna procedura, valutato inoltre che la giurisprudenza costantemente consente la rinnovazione, anche solo per atto amministrativo di procedure concorsuali purché ricorrano motivi d'interesse pubblico l'Amministrazione ha ritenuto di disporre il presente disegno di legge per affrontare in modo tempestivo i problemi ancora irrisolti e già prima evidenziati, convinta di dover comunque superare l'attuale fase per rendere migliore e più rispondente alle esigenze dei cittadini la stessa macchina regionale.
Il ritardo infatti si ripercuote in caduta motivazionale da parte dell'attuale dirigenza, che ha già dovuto subire un notevole danno economico rispetto ai colleghi pari grado di altre Regioni, le quali hanno potuto più celermente applicare l'accordo, utilizzando, nella quasi totalità dei casi, procedure di selezione per soli titoli.
La mancata definizione della qualifica dirigenziale apicale impedisce peraltro di completare il disegno organizzativo dell'Ente, non potendosi dare attuazione ai settori (massimo livello organizzativo dell'Ente) né con la loro articolazione in servizi ed unità operative organiche, né con l'attribuzione delle relative responsabilità funzionali.
Tutto ciò fa correre il rischio di paralizzare ancora per molto tempo la struttura regionale: nelle condizioni attuali infatti non può darsi corso all'attribuzione dei profili professionali a ciascun dipendente e a ricondurne le rispettive funzioni nell'ambito dei settori.
In questa fase è inoltre bloccata di fatto la possibilità di effettuare pubblici concorsi per le professionalità necessarie all'Ente.
In una situazione di tale genere non è chi non veda come la stessa immagine dell'Ente Regione venga compromessa, in un momento storico politico in cui altri elementi - su cui spesso si è dibattuto in questo Consiglio contribuiscono a rendere meno significativo il ruolo dell'Ente nei confronti dell'opinione pubblica e soprattutto dei pubblici amministratori.
Le valutazioni fin qui espresse sono state condivise dalla I Commissione che nel corso di più sedute, ed avendo consultato le OO.SS., ha confermato l'esigenza, già posta dalla Giunta, di imprimere una risolutiva accelerazione per la soluzione delle questioni ancora sul tappeto.
Sempre d'intesa con la Giunta la I Commissione ha apportato alcune modifiche al disegno di legge atte a consentire una più celere soluzione delle questioni attraverso una valutazione attenta della massima struttura dirigenziale di cui la Regione intende dotarsi.
La scelta operata con l'art. 1 è quella del concorso per titoli e valutazione attitudinale e propone altresì di coprire il 100% dei posti di II qualifica dirigenziale rispetto al 90% previsto dalla L.R. n. 42/86, non discostandosi peraltro con tale ultima scelta dal dettato contrattuale.
La scelta di selezionare la dirigenza per titoli e valutazione attitudinale non intacca l'interesse di alcuno, anzi, la disponibilità dei posti è aumentata di 13 unità, né sono previste preclusioni alla partecipazione al concorso nei confronti del personale di ruolo come si evidenzia tra l'altro nell'art. 2. Il comma primo dell'art. 29 della L.R.
n. 42/86 più volte richiamata, così come modificato dall'art. 2 del disegno di legge di cui discutiamo, ribadisce infatti che possono essere ammessi al concorso i dipendenti che per effetto della norma di prima applicazione di cui all'art. 43 della L.R. n. 40/84 sono stati inquadrati nella I qualifica dirigenziale, dunque nulla innovando rispetto a quanto previsto in merito dal precedente art. 29 della L.R. n. 42/86.
Oltre ai titoli già previsti dalla L.R. n. 42/86 la Commissione d'intesa con la Giunta, ha introdotto la valutazione dell'"attitudine allo svolgimento delle funzioni proprie della II qualifica dirigenziale" strumento questo che consentirà all'Amministrazione di affidare le massime responsabilità dirigenziali dell'Ente sulla base non solo dell'anzianità di qualifica, del titolo di studio e soprattutto della funzione di responsabilità a suo tempo formalmente assegnata, ma anche su una valutazione ancorata a precisi elementi di giudizio.
Titoli e valutazione attitudinale, che assegnano rispettivamente fino ad un massimo di 56 e 24 punti per un massimo complessivo di 80 punti rappresentano a parere della Commissione lo strumento più equilibrato per una selezione oculata e celere della II qualifica dirigenziale.
Per quanto riguarda i titoli si sottolinea come la proposta ne limiti la validità al 2/10/1986, data di entrata in vigore della L.R. n. 42/86 proprio al fine di evitare che possano essere prefigurate condizioni di miglior favore per il personale che abbia acquisito maggiori titoli in quest'ultimo periodo. La stessa valutazione dei titoli non cambia rispetto alla precedente L.R. n. 42/86 se non nella parte di punteggio discrezionale che viene abolito. Ai titoli di servizio vengono infatti assegnati gli stessi punteggi previsti dalla L.R. n. 42/86 fino ad un massimo di 28 punti; alla laurea si confermano 8 punti; allo svolgimento di funzioni presso l'Amministrazione regionale vengono attribuiti fino ad un massimo di 20 punti.
Per quanto riguarda la valutazione dell'attitudine si sono individuati quattro elementi di giudizio per i quali sono assegnati 6 punti in caso di valutazione positiva o zero in caso contrario. Si tratta di un meccanismo definito in modo molto puntuale e preciso al fine di evitare possibili impugnative nella sua attuazione.
Ovviamente la scelta operata per la selezione della dirigenza ha fatto sì che in I Commissione venisse proposta una diversa composizione della Commissione giudicatrice. La stessa ora risulta composta dalla Giunta regionale e dal Presidente del Consiglio regionale.
E' la Commissione che esprime la propria valutazione in ordine all'attitudine dei candidati a ricoprire la II qualifica dirigenziale secondo le modalità descritte al diciannovesimo comma dell'art. 29 della L.R. n. 42/86 come sostituito dall'art. 2 del disegno di legge in esame.
In questo senso la Commissione esaminerà i curricula dei candidati e potrà acquisire tutta la documentazione ad essi relativa compresi i fascicoli personali.
Per una maggiore esplicitazione leggo i quattro elementi a cui è ancorata questa valutazione attitudinale: 1) preparazione ed esperienza professionale adeguate al ruolo da ricoprire 2) capacità di autonomia di giudizio e capacità di assunzione di responsabilità adeguate al ruolo da ricoprire 3) effettiva collaborazione e partecipazione al raggiungimento degli obiettivi dell'Ente adeguate al ruolo da ricoprire 4) stima e prestigio goduti all'interno dell'Amministrazione nonch all'esterno della stessa per rapporti d'ufficio adeguati al ruolo da ricoprire.
Ancora in ordine ai titoli va detto che il comma quindicesimo dà un'interpretazione autentica sulla valutazione dei titoli di servizio del personale comandato secondo quanto già espresso dalla volontà del legislatore con il precedente art. 29 della L.R. n. 42/86.
L'art. 3 è di contenuto decisamente innovativo rispetto alla L.R. n.
42/86 in quanto per la selezione alla I qualifica dirigenziale introduce oltre al già previsto e tradizionale concorso pubblico per titoli ed esami il corso-concorso pubblico. Il contenuto di tale articolo offre già concreta attuazione a quanto previsto dal nuovo accordo contrattuale.
Gli artt. 4 e 5 vanno letti nell'ottica di una semplificazione delle procedure e di una conseguente accelerazione delle fasi concorsuali. A tal fine l'Amministrazione propone che per i concorsi speciali ancora da bandire e per i concorsi interni per l'accesso alla V qualifica funzionale i candidati possano presentare una sola domanda. Nel contempo e previa contrattazione sindacale, l'Amministrazione provvederà ad un accorpamento di profili professionali anche al fine di ridurre il numero dei concorsi da espletare.
Alla volontà di accelerare al massimo le procedure concorsuali risponde poi la proposta di modifica delle Commissioni per i concorsi speciali che vengono ridotte nella loro composizione a quattro membri con la presenza di un solo politico.
Va ancora detto che, a seguito del confronto con le OO.SS.
l'Amministrazione ha consentito l'apertura delle graduatorie dei concorsi speciali per i posti che si renderanno disponibili a qualsiasi titolo nella misura del 30%. Infine, anche per rispondere a principi di omogeneità viene precisato che la prova concorsuale per le qualifiche VII e VIII consisterà nella trattazione orale di argomenti inerenti il profilo professionale messo a concorso.
L'art. 6, in coerenza con quanto previsto in precedenza, abroga le norme in contrasto o incompatibili con il presente disegno di legge.
L'art. 7, nel sopprimere la nota all'allegato 3 della L.R. n. 42/86 mette a disposizione del concorso tutti i posti di II qualifica dirigenziale con i rispettivi profili professionali ivi previsti.
L'art. 8 stabilisce che le procedure concorsuali in atto per la copertura dei posti di II qualifica dirigenziale decadono con l'entrata in vigore della presente legge salvaguardando comunque i profili professionali già deliberati. Si sottolinea l'importanza di tale articolo che stabilisce altresì che per i posti di II qualifica dirigenziale, che si renderanno comunque disponibili entro un anno dall'approvazione della graduatoria dei concorsi previsti con il presente disegno di legge, saranno banditi concorsi interni per titoli ed esami per almeno il 75% dei posti stessi.
L'art. 9 chiarisce quale sia la data di presentazione delle domande, di approvazione dei profili professionali eventualmente necessari.
L'art. 10 conferma quali debbano essere i curricula a cui fa riferimento la L.R. n. 26/87.
L'art. 11 conferma invece le procedure concorsuali già attivate per la III e la VI qualifica funzionale, fatte salve la composizione della Commissione secondo quanto previsto dal presente disegno di legge e l'apertura della graduatoria.
L'art. 12, né poteva essere altrimenti alla luce di quanto prima esposto, dichiara l'urgenza del disegno di legge proposto.
In conclusione mi preme sottolineare la grande disponibilità, la notevole attenzione e la reale partecipazione che hanno contraddistinto il lavoro dei Commissari della I Commissione che, in costante raccordo con l'Assessore Carletto che pure sento il dovere di ringraziare, rapportandosi in modo non formale con le OO.SS. hanno recepito l'importanza e l'urgenza del provvedimento il quale, anche se può lasciare qualche elemento di insoddisfazione, rappresenta, ritengo, una risposta apprezzabile all'esigenza di definire celermente un'organizzazione dell'Ente che, dando risposte alle legittime e troppo a lungo disattese esigenze del personale consenta un miglioramento significativo del funzionamento della struttura regionale.
Ringrazio in particolare il Presidente della I Commissione, Consigliere Santoni, per l'equilibrio e la competenza con cui ha presieduto anche in questa occasione la Commissione e il Gruppo comunista che ha dato al nostro lavoro un apporto certamente non secondario.
Consapevole dell'importanza e dell'urgenza del provvedimento a nome della I Commissione lo rassegno alla valutazione e al voto dell'aula raccomandandone l'accoglimento.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Quaglia è aperta la discussione.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Rossa. Ne ha facoltà.



ROSSA Angelo

Come tutti i disegni di legge che presentano diverse sfaccettature per i referenti ai quali si rivolgono, anche questo ha avuto un iter difficoltoso per giungere alla conclusione e al dibattito in aula. Noi comunque diamo un giudizio positivo sia sul modo in cui si è proceduto, sia sull'impegno portato da ciascun Gruppo. Bisogna inoltre riconoscere lo sforzo e l'impegno dell'Assessore Carletto, peraltro sempre portati avanti dal Gruppo socialista anche nell'altra legislatura, quando l'allora Presidente della Giunta Viglione era responsabile anche in materia di personale.
Questo disegno di legge tende finalmente a restituire ordine ad una situazione che presentava un dato di diversificazione molto accentuata. Si può considerare positivo il risultato verso il quale stiamo andando consentirà di assolvere nel giro di poco tempo agli impegni, promuovendo lo svolgimento dei concorsi previsti e dando la possibilità di riconoscimento dei profili professionali, delle responsabilità e delle funzioni che ciascun operatore della Regione ha svolto.
Lo sforzo e l'impegno che i dipendenti della Regione hanno compiuto in questi anni deve giustamente essere legittimato da altrettanto riconoscimento da parte della Regione.
Si è proceduto, seppure attraverso criteri differenti, alla definizione dei livelli di responsabilità per la II qualifica dirigenziale. Su questo punto ci si è soffermati maggiormente per stabilire dei criteri. Il Gruppo socialista ha fatto presente quali dovevano essere, a suo avviso, le linee da seguire rispetto alle proposte di partenza. Ci è parso che l'affidarsi soltanto al criterio dell'anzianità fosse insufficiente a creare le condizioni per una promozione o una selezione dalla quale dovrebbe comunque emergere una classe di funzionari all'altezza dei compiti cui è chiamata.
Così dicasi per il passaggio alla I qualifica dirigenziale di coloro che, promossi o chiamati a svolgere una funzione in tale livello, possono adire al relativo concorso.
Lo stesso discorso vale per i concorsi speciali e la previsione del corso-concorso. Si coglie una novità, che dovrebbe essere acquisita dal prossimo contratto nazionale e che consentirà di poter dare luogo all'espletamento di tutti i concorsi.
Vedo con soddisfazione la conclusione di questo disegno di legge ed esprimo la posizione favorevole del Gruppo socialista perché, finalmente dopo anni sarà possibile sistemare l'organico del personale avviando quei concorsi che da tempo la Regione non promuove.
Nonostante l'iter difficoltoso che caratterizza tutti i provvedimenti riguardanti la messa a punto degli organici di qualsiasi Ente, il testo licenziato stamani dalla Commissione consiliare competente arriva all'attenzione dell'aula con un dato di forza che si esprime attraverso il buon senso ed il contenuto del disegno di legge.
Avendo portato a termine, e con buon esito, il disegno di legge le perplessità, che potevano sorgere in merito al superamento della fase concorsuale impostata alcuni mesi fa, possono considerarsi superate.
Quando abbiamo posto determinati problemi ed avanzato delle osservazioni, lo abbiamo fatto con l'obiettivo di andare incontro alle attese di tutti gli operatori, affinché da questo provvedimento potesse venire una risposta soddisfacente.
Riteniamo quindi che su questo disegno di legge, sul quale abbiamo sciolto ogni dubbio, si possa dare un giudizio positivo.
E' stato compiuto un lavoro ampio sia in sede di Commissione che di incontri con le forze sindacali. Ancora questa mattina abbiamo avuto un incontro con un gruppo di dipendenti inquadrati nell'VIII livello funzionale, proprio perché la nostra deve essere un'azione confortata dal più ampio consenso.
Noi siamo qui per raccogliere tutte le attese e le aspirazioni in un quadro organico che consenta ai dipendenti di operare avendo la consapevolezza di lavorare per un Ente, quale la Regione, con dignità e autonomia e non essere considerati soltanto delle rotelle che fanno parte di un ingranaggio. Occorre dare loro la piena consapevolezza di essere parte essenziale di un processo che insieme alle linee politiche vogliamo portare avanti. Di qui la ragione del nostro voto favorevole al provvedimento in esame.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente, la discussione che oggi si svolge in Consiglio regionale sul disegno di legge presentato dalla Giunta (per sopperire alle responsabilità che la Giunta stessa e la maggioranza hanno, di fronte ad una inapplicata normativa che è stata data da questa maggioranza e questa Giunta in ordine all'attuazione della legge n. 40 del 1984 e della legge n.
42 del 1986) dimostra la difficoltà reale del Gruppo comunista, che pure ha dato un contributo non soltanto in termini di responsabilità, al tentativo di introdurre quelli che noi ritenevamo e riteniamo essere alcuni capisaldi, rispetto ai quali sarebbe necessario avere un minimo di coerenza.
In questi giorni mi sono dilettato ad andare a rileggere i verbali dei dibattiti in cui si è discussa la legge n. 40, di recepimento del contratto del 1984, ed il confronto che si è sviluppato sulla legge n. 42. Tralascio gli emendamenti che il Gruppo comunista aveva presentato in aula sulla legge n. 42, che avevano come unico spirito quello di evitare che si mettesse in moto un meccanismo di demolizione di alcuni elementi positivi e innovativi contenuti nella legge n. 40; prefigurazioni che sostanzialmente venivano in parte demolite con la legge n. 42.
Sulla legge n. 42 abbiamo tentato di introdurre elementi migliorativi tali da consentirci di dare concreta attuazione e applicazione al contratto ormai scaduto nel momento in cui discutevamo di quella legge. Adesso dovremmo dire, aggiornando la nostra discussione, "ad un nuovo contratto che sta per scadere".
Questi richiami per far presente che del tentativo di innovazione scaturito dai dibattiti sulla legge n. 40 prima e sulla legge n. 42 poi con l'approdo del disegno di legge oggi in discussione, rimane ben poco.
Direi che è un'altra cosa; non c'entra più niente con quel tipo di discorso.
In questi ultimi mesi abbiamo parlato di "storia di un fallimento".
L'Assessore si è un po' risentito di questa affermazione. Io sono convinto che non abbiamo per nulla esagerato nel dare questo tipo di giudizio.
Bisogna riconoscere che si registra il fallimento di una volontà politica di introdurre elementi che volta per volta venivano richiamati con l'urgenza, con la necessità di fare presto e di snellire le procedure. Non era possibile salvaguardare i cardini su cui avevamo fondato la legge n.
40, perché c'era la necessità di sbrigarsi: il risultato di questi vari passaggi è oggi sotto gli occhi di tutti.
In questi ultimi mesi, post legge n. 42, dopo aver giocato tutte le carte costituzionalmente possibili per modificare la legge n. 42 nella sua formulazione, non abbiamo mancato di richiamare la Giunta ed il suo Presidente su una serie di questioni che ci indicavano una difficile percorribilità nell'attuazione della stessa. In particolare per quanto riguarda i concorsi per la dirigenza e per le altre qualifiche. Ma anche qui ci è stato risposto che le cose avevano dei tempi, delle difficoltà, ma che comunque si stava procedendo.
Siamo molto preoccupati che il già visto, il già approvato non sia sufficiente a fare cambiare strada alla Giunta. Abbiamo anche presentato un emendamento all'art. 3 del disegno di legge; credo sia questione sulla quale è necessario riflettere.
Questa mattina si è conclusa in Commissione una riunione con la disponibilità dell'Assessore e della Giunta a verificare una ipotesi di modifica ulteriore del testo. Ci riserviamo di sentire questo eventuale emendamento che la Giunta proporrà. Per quanto ci riguarda siamo disponibili a ritirare il nostro emendamento nel momento in cui il lavoro dell'Assessore e della Giunta ci soddisfi.
Con la L.R. n. 40 si definiscono le metodologie per i concorsi della seconda dirigenza. Con la legge n. 42 questi meccanismi si attenuano di molto. Con il primo disegno di legge, presentato dalla Giunta, questi meccanismi si annullano e si sostituiscono - passatemi il termine - con il "nulla". Nel senso che a meccanismi, a criteri di selezione della dirigenza, con il primo testo si introduce sostanzialmente il meccanismo della non selezione. Si prende atto dei titoli dei dipendenti in servizio e, mantenendo questo come unico parametro, si valutano e si scelgono i 126 dirigenti.
Sul primo disegno di legge della Giunta ci battiamo. Ci vuole un po' di fatica a convincere l'Assessore e la Giunta che questa è una proposta incompatibile che fa a pugni con un minimo di giustizia e di serietà. Ma questo non basta. Con il disegno di legge oggi in discussione, visto che si propone un nuovo disegno di legge, vediamo di introdurre altre modifiche sia sulla legge n. 40 sia sulla legge n. 42.
In sostanza cerchiamo di continuare su una strada che, pur tenendo conto delle difficoltà di governo a gestire questa partita (compresi i ritardi con cui si va all'attuazione), ci permetta di fare, per legge quello che nelle normali condizioni dovrebbe essere fatto sul terreno della contrattazione tra l'esecutivo e le OO.SS.
Il Presidente della I Commissione, Santoni, nella relazione che aveva svolto a sostegno del disegno di legge n. 111, poi diventato legge n. 42 aveva giustamente enfatizzato il protocollo d'intesa tra le OO.SS. e la Giunta, che doveva essere letto come parte integrante della legge n. 42 sottolineando come sul disegno di legge e sui successivi atti da compiere si fosse ricomposta l'unità sindacale. E l'Assessore Carletto era anche andato più in là nella replica al dibattito sulla legge n. 42.
"Con le OO.SS. abbiamo definito i concorsi speciali - diceva l'Assessore Carletto con il numero di posti da mettere a concorso e i profili professionali. Abbiamo definito l'accesso alla V qualifica funzionale. Abbiamo definito e sottoscritto l'accordo per l'accesso alla I qualifica dirigenziale. Ci siamo impegnati a realizzare nel giro di un anno il regolamento dei concorsi, che è uno strumento fondamentale per poter operare positivamente all'interno della Regione". E ancora - aggiungeva Carletto - "l'Amministrazione regionale aveva ed ha tutto l'interesse a che le OO.SS. fossero autorevoli e il più rappresentative possibili dei lavoratori della Regione. Noi riteniamo che dialogare con delle OO.SS.
deboli indebolisca il rapporto e il prodotto che ne deriva". Noi crediamo che un'affermazione così impegnativa da parte dell'Assessore debba trovare una corrispondenza negli atti concreti e successivi che in questa Regione si sono determinati, in particolare da parte dell'esecutivo. Stando ai fatti odierni quelle affermazioni dimostrano qualche elemento di contraddizione. Degli impegni assunti non si conosce, ad oggi, né lo stato di elaborazione né le eventuali scadenze con cui la Giunta intende proporli in discussione al Consiglio regionale.
Aggiungo che lo stato dei rapporti con le OO.SS. in questo ultimo periodo e abbiamo avuto tutti modo di verificarlo in settembre, attraverso le prese di posizioni di queste ultime - si è molto affievolito, tanto da mettere in discussione le prese di posizioni che le OO.SS. hanno assunto in ordine al protocollo di intesa a suo tempo firmato.
Detto questo, il Gruppo comunista ha avuto un atteggiamento, sul primo disegno di legge originario della Giunta, tendente ad impedire che la dirigenza non avesse la selezione. Dobbiamo dire che la soluzione prevista quella ultima uscita dalla Commissione, non è una soluzione ottimale. Ma anche noi scontiamo il punto di partenza di questa situazione: il disegno di legge presentato dalla Giunta.
Abbiamo in sostanza operato all'interno di quel disegno di legge per apportare delle modifiche e ci pare che il risultato oggi in discussione sia molto innovativo rispetto alla proposta originaria, anche se un'attenzione più puntuale avrebbe consentito al Consiglio regionale di dare un contributo su basi meno approssimative.
La soluzione trovata sulla seconda dirigenza ci pare in sostanza un compromesso dignitoso, non solo per l'interno della struttura regionale che il vecchio meccanismo (l'originario meccanismo della Giunta) non prevedeva ma anche per l'esterno. Nel momento in cui si parla della seconda dirigenza, e quindi della dirigenza massima dell'Ente Regione, ci si deve preoccupare dei riflessi che questo produce all'interno dell'apparato regionale; crediamo non sia ininfluente avere occhio a come può essere letta la selezione, o la non selezione, anche all'esterno della Regione.
In sostanza l'esecutivo deve sentire il dovere di esprimere una valutazione sul personale dipendente, sul personale con cui funziona questa struttura. Questo discorso vale per tutte le qualifiche, ma crediamo debba valere in primo luogo per la dirigenza.
La soluzione trovata consente di introdurre, anche se in modo ancora modesto, lo spirito della L.R. n. 40. Consentitemi di leggere quello che sosteneva il relatore Valeri, a riguardo di quella legge, per la questione della dirigenza: "Per quanto riguarda la dirigenza e particolarmente il suo secondo livello, l'intento è stato di affermare, pur nella opportuna gradualità alcuni concetti innovativi e di inversione di tendenza rispetto alla fisionomia attuale della funzione dirigente. Ciò principalmente attraverso l'individuazione di norme di accesso coerenti con l'esigenza di assicurare condizioni di apparato meglio rispondenti all'obiettivo di un esercizio adeguato e diffuso delle competenze di programmazione, legislazione ed indirizzo che costituiscono il nerbo di quella definizione di ruolo della Regione di cui si è detto, ma coerenti altresì con le esigenze di responsabilizzazione, autonomia e discrezionalità dei dirigenti in materia tecnica e di organizzazione delle risorse umane e strumentali, per porre in tal modo le premesse di un mutamento del rapporto, oggi tormentato e ambiguo, tra funzione politica e funzione tecnica od amministrativa, anche attraverso la ridefinizione della funzione dirigente in ordine ai contenuti della funzione stessa e alle modalità del suo esercizio, nonché in termini di riconoscibilità interna ed esterna all'Ente e di conseguente imputazione dei corrispondenti risultati e delle corrispondenti responsabilità.
Ciò deve valere sia per la figura del dirigente esperto con funzioni prevalenti di consulenza e assistenza, oltre che di direzione di equipe di lavoro, sia per il dirigente o manager, come ormai viene definita la figura dell'organizzazione di risorse finanziarie e umane proposto alla direzione di una determinata struttura organizzativa".
L'attuale Assessore Carletto, allora Consigliere, nel suo intervento aveva sostenuto: "L'impegno maggiore è stato dato alla dirigenza. Abbiamo discusso delle modalità di accesso al X livello, dei titoli di studio, di un utilizzo ottimale della dirigenza soprattutto nel secondo livello che sarà il pilastro della futura Regione. Abbiamo discusso dell'attribuzione degli incarichi, della loro temporaneità e la scelta di una Regione che vuole avere un livello apicale di grande professionalità in grado di offrire delle risposte che la vita e la società oggi richiedono a un Ente come il nostro".
Faccio grazia di una serie di altri interventi. Mi pare che quelli richiamati diano la dimostrazione dell'assurdo che si è corso in questa Regione, cioè avere delle affermazioni a sostegno di una legge di recepimento del contratto e poi sostanzialmente proporre una metodologia di selezione della dirigenza che di fatto non aveva selezione.
Il disegno di legge n. 308 con le modifiche apportate recepisce solo in minima parte le opinioni, le aspirazioni e le volontà che erano contenute nella legge.
E' per tutte queste ragioni che non possiamo dare il nostro voto positivo al disegno di legge in discussione. Anche se, ripeto, elementi di novità sono pure stati introdotti. Aggiungo che le ragioni per cui non siamo disposti a dare voto positivo derivano tanto più dal procedimento di selezione previsto per la prima dirigenza. Noi abbiamo a questo proposito presentato un emendamento che tende sostanzialmente a riproporre le questioni che devono essere trattate tra la Giunta e le OO.SS.
Abbiamo presentato un ulteriore emendamento all'art. 5 del disegno di legge che introduce un ulteriore elemento di chiarezza, che a nostro parere è necessario. Sostanzialmente le modifiche alla composizione della Commissione giudicatrice per i concorsi speciali. Concordiamo sull'esigenza dello snellimento, concordiamo sul fatto che a questo punto, se scelta deve essere fatta, sia fatta fino in fondo. Non si comprende perché, all'interno di una Commissione così riformulata, debba necessariamente esserci il Presidente della Giunta regionale o suo delegato. Noi proponiamo una soluzione coraggiosa fino in fondo. Sostanzialmente l'emendamento è questo: "dal Presidente della Commissione che verrà individuato, dalla Giunta regionale, tra il personale di seconda qualifica dirigenziale". Con questo spirito crediamo sia possibile accelerare i lavori delle Commissioni di concorso. Avremo modo di illustrare più nel dettaglio gli elementi che attengono ai due emendamenti che abbiamo proposto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, iniziando l'intervento su questo disegno di legge verrebbe da dire "speriamo che sia la volta buona".
E' innegabile che l'elemento temporale ha giocato in questa vicenda, in bene e in male, una parte non indifferente. L'ha ricordato il collega Quaglia nella sua relazione, l'ha ricordato il collega Avondo or ora: se questi concorsi andranno in porto con i meccanismi che la modifica della legge 42 introduce, si adempirà non ad un obbligo di oggi, ma si sanerà tardivamente (quindi di fatto si porrà rimedio per quanto possibile) ad una situazione di inadempienza della Regione che dura almeno da tre anni. E' stato certamente un danno importante per tutti i dipendenti interessati. E' stato un danno anche per l'Amministrazione vedere le proprie strutture ingessate dalla impossibilità di dare attuazione ai meccanismi di mobilità verticale, con una situazione di demotivazione, di stanchezza, di preoccupazione (quando non di rabbia) di gran parte dei propri collaboratori e in particolar modo dei collaboratori di più alta qualifica.
Il problema "tempo" è stato condizionante anche per le scelte che via via sono state fatte. Questo non lo dobbiamo dimenticare e non dobbiamo neppure dimenticare che l'aspirazione, non solo di questo Consiglio, ma di tutta la struttura regionale era certamente di fare una normativa funzionante e dar luogo ai concorsi pur di sbloccare la situazione. I vecchi detti "meglio una cattiva legge che nessuna legge" e "meglio far qualcosa che rimanere immobili" sono stati tenuti presenti dall'Assessore e dal Consiglio che, fino a questa mattina, è stato rappresentato dalla Commissione che ho l'onore di presiedere. Certamente l'Assessore e la Giunta avrebbero potuto fare una scelta diversa da quella di riportare in quest'aula il dibattito su questi argomenti. La legge n. 42 era stata votata, i meccanismi c'erano, bene o male le Commissioni erano state insediate, quantomeno per la II qualifica dirigenziale. Che poi, per motivi vari, siano rimaste inceppate nella loro funzione, era un problema che riguardava le Commissioni. Credo che sia stato un atto di responsabilità e di coraggio, da parte della Giunta e dell'Assessore, farsi carico di una situazione che, malgrado formalmente ineccepibile, era sostanzialmente inaccettabile ed insostenibile. Quindi riporre mano ad una normativa che era stata approvata da questo Consiglio meno di un anno fa e cercare di fronteggiare una situazione che avrebbe portato i tempi (ahimè, ancora un volta protagonisti di questa vicenda) chissà a quando, per vedere la conclusione almeno del primo tassello, inevitabile e ineluttabile, in modo da procedere al resto del mosaico che compone la struttura complessiva della Regione. Bisogna quindi dare atto, al di la del ruolo che ognuno ha in questo Consiglio, del coraggio e del rischio che la Giunta e l'Assessore si sono assunti ripresentando questo argomento.
Detto questo esprimo il giudizio del mio Gruppo sul disegno di legge: è un giudizio positivo sia per la sostanza sia per le premesse che ho ritenuto necessario fare. Positivo anche per gli elementi di merito, non solo di metodo - che sono gli elementi che ho ricordato fin qui - perch noi crediamo che il disegno di legge introduca degli elementi di novità significativi. Certo, quando si siede all'opposizione (io l'ho fatto per parecchi anni, non qui, ma in altre aule) è facile dire "poco coraggio da parte della Giunta", "bisognerebbe fare di più", "bisognerebbe modificare di più". Dopodiché, se il Commissario di Governo approva o non approva, se il meccanismo funziona o non funziona, se una volta espletati i concorsi ci saranno 10 o 100 ricorsi, questo sarà certamente a carico della Giunta e della maggioranza. Ed è giusto che sia così. Non è un appunto che voglio fare ai colleghi dell'opposizione; voglio dire che chi ha responsabilità di governo e chi ha responsabilità di Giunta deve farsi carico non solo dell'ottimale, cioè di quello che sembra il meglio in quel momento per le proprie aspirazioni e per i propri convincimenti, ma deve farsi carico della situazione complessiva e valutare se il meglio che potrebbe essere ritenuto in quel momento è il meglio che può condurre l'intero processo a conclusione. Diversamente rimane un'affermazione di principio che non credo sarebbe apprezzata da chi dovesse aspettare ancora 1-2-3 anni per vedere riconosciuta una situazione che doveva essere riconosciuta almeno 3 anni fa. Per esempio, l'elemento di valutazione che è introdotto per la II qualifica dirigenziale e che rappresenta come punteggio il 30% complessivo è un peso equilibrato e non indifferente. In un paese in cui da anni è invalsa l'abitudine che la carriera si fa purché diventino i capelli bianchi, introdurre in una legge un elemento di selezione che non faccia riferimento soltanto al passare del tempo, ma anche al giudizio che l'Amministrazione dà nei confronti dei propri collaboratori, credo sia, se non rivoluzionario, certamente un elemento di forte e coraggiosa novità.
Fatemi fare una battuta visto che siamo ancora in clima referendario: all'interno della Magistratura, purché non si strozzi la moglie o non si gasi la suocera, quando passano gli anni tutti arrivano a Consiglieri di Cassazione. Credo che con questo inizio di normativa nuova l'Assessore, la Giunta, la maggioranza possano indicare per il futuro una strada diversa.
Questo è importante. Così come è importante la modifica che viene introdotta per quanto attiene alla I qualifica dirigenziale, quella del corso-concorso. Anche in questo caso non più il vecchio esamino, ma un periodo di attività collegata con persone, che in parte faranno parte della Commissione, e che comunque daranno indicazioni precise e serie alla Commissione per una valutazione completa. Che non sia il quiz del giovedì sera o, come dicevo prima, il passare del tempo. Tutto questo per dire che non possiamo cambiare il mondo in 24 ore, cari colleghi. Dobbiamo fare in modo di dare delle indicazioni precise per la strada che vogliamo intraprendere, garantendoci però che la strada su cui andiamo a camminare sia una strada che porta al traguardo e non ci mandi nel fosso alla prima curva. Credo che queste due esigenze siano state rispettate nel disegno di legge e voglio dare atto all'Assessore, ai suoi collaboratori e ai colleghi della I Commissione, di essersi posti chiaramente quali erano i punti di riferimento e di aver cercato, con un lavoro attento, difficile e faticoso che è durato non poco, di arrivare ad un risultato. Il risultato è qui in aula e mi auguro che le mie stesse valutazioni siano fatte dalla maggioranza dei colleghi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la legge che approviamo oggi si riallaccia direttamente alla legge n. 42/86 che avviava una serie di concorsi e di procedure tendenti a dare alla struttura organizzativa della Regione un assetto più definito. Legge n. 42 che non ha potuto essere attuata per situazioni che credo non sia giusto imputare all'Assessore o a qualcuno di specifico. Credo ci siano state delle circostanze obiettive unite alla difficoltà della legge stessa, che hanno determinato questo nuovo disegno di legge della Giunta tendente a dare più rapida attuazione al disegno di organizzazione della Regione stessa. Ci sono alcuni elementi positivi in questa legge che credo debbano essere valutati in modo favorevole. Si sblocca certamente la situazione dei dipendenti. Questa legge è caratterizzata anche da ragioni di urgenza; dopo tanti anni i dipendenti hanno diritto, perché obiettivamente la situazione è tale da garantirne la possibilità, di svolgere la loro carriera e di ottenere le promozioni nell'ambito della struttura regionale, come previsto dai contratti. I ritardi dell'Amministrazione non devono gravare sui dipendenti. Ma al di là di questo motivo di urgenza, a nostro giudizio, si avvia comunque un processo di razionalizzazione della Regione.
C'è un altro elemento positivo rispetto a questa legge: la disponibilità della Giunta ad accogliere alcune rilevanti e significative modifiche alla legge rispetto all'originario disegno presentato. Alcune di queste proposte sono partite dal Gruppo repubblicano, altre provenienti da altre forze politiche, ma possono essere indicate come l'individuazione e l'inserimento, per la prima volta, del principio della valutazione.
E' un fatto parziale, vincolato, ma comunque viene affermato un principio che difficilmente trova concretezza nelle procedure concorsuali degli enti pubblici. Qualcuno dice che non si avrà il coraggio di fare queste valutazioni in modo da modificare la situazione al di fuori delle valutazioni stesse. Mi auguro che questo ampio margine di discrezionalità che viene dato alla Giunta, che raggiunge il 30% del punteggio totale, sia tale da consentire che i migliori possano andare ad occupare le posizioni di responsabilità. Di questo la Regione oggi ha bisogno.
Altro elemento positivo di questa legge è che si è avviato un confronto sulla composizione delle Commissioni di concorso. Il corso-concorso per la I dirigenza consente una valutazione più precisa, più puntuale rispetto alle competenze, alle conoscenze, alla professionalità dei dipendenti. Al di là di questi elementi positivi, che il Gruppo repubblicano ha apprezzato, ci sono alcune situazioni che ci lasciano un po' perplessi.
Bisogna anche dire che la perplessità, rispetto a certe scelte fatte, è figlia di quell'urgenza con la quale abbiamo dovuto affrontare questo disegno di legge. Ha comunque consentito un confronto più preciso, più profondo, più puntuale tra le forze politiche e la Giunta, che tuttavia non possono non essere giudicate, con qualche perplessità, appunto, da parte del Gruppo repubblicano. Se sulla composizione delle Commissioni di concorso si è avviato un confronto, bisogna rilevare che questo non ha portato ancora ad alcun risultato definitivo. Anzi, devo dire che là dove si è cercato di sostituire nelle Commissioni i politici con degli esperti si sono volute inserire situazioni anomale, a mio giudizio anche sul piano istituzionale, che lasciano perplessi sulla volontà reale di muoversi in questa direzione. Perplessità, peraltro, che è stata correttamente manifestata da alcune forze politiche. Evidentemente non tutte valutano nello stesso modo la necessità di trasferire certe responsabilità sulla burocrazia e sugli esperti, togliendole da quelle che sono state per troppo tempo competenze e funzioni svolte dalla classe politica. Perplessità che dovrà essere evidentemente oggetto di ulteriori approfondimenti. Questa perplessità trova conferma nella non modifica di alcune Commissioni, in contrasto con certe affermazioni fatte in Commissione. Praticamente non si modificano quelle con una consistente presenza di forze politiche all'interno della Commissione stessa. Devo dire che su questo punto è aperto un confronto che non attraversa solo le forze politiche, ma gli stessi sindacati hanno su questo argomento valutazioni diverse. Ho capito da tempo che molte volte i documenti si fanno per essere disattesi; per nel documento presentato dalla maggioranza a luglio si diceva che questo impegno sul piano funzionale non potrà non portare anche alla realizzazione di un sistema di rapporti tra il complesso burocratico e il sistema politico "che riconduca ai politici la responsabilità e l'autorevolezza della decisione politica e riconosca ai funzionari, sulla base di un diverso e coerente assetto burocratico, la responsabilità della gestione".
A nostro giudizio questa frase aveva un significato. Forse, nel corso dell'esame della legge, questo significato non si è colto totalmente. Ma come ho già detto quando abbiamo parlato della verifica, questo è uno degli aspetti degli accordi di programma che il Gruppo repubblicano giudica importante.
Quando facciamo il discorso della suddivisione dei ruoli non intendiamo "svuotare" in qualche modo il ruolo, la funzione, l'immagine dei politici.
Anzi, è proprio il contrario. Noi facciamo questo proprio nell'ottica di rivalutare l'immagine che la classe politica deve dare all'opinione pubblica, ai dipendenti della Regione. Credo che questo sforzo di separazione tra i ruoli debba essere portato avanti e che non sia possibile lasciare ad altri questa battaglia. E non può essere lasciata alla sola opposizione. Stiamo vivendo in questi giorni un confronto tra le forze politiche a livello comunale.
Il collega Guasso mi diceva che ho lasciato il cuore al Consiglio comunale: in effetti seguo ancora i lavori del Consiglio comunale.
Sta girando tra le forze politiche del Consiglio comunale un documento del Gruppo consiliare comunista. Io l'ho letto seriamente e non posso negare alcune perplessità, rispetto ad alcune questioni, che in questo documento sono contenute. Comprendo anche la facile accusa di strumentalità da parte di un Partito che non essendo più al governo, ma all'opposizione trova facile proporre modifiche, comportamenti nuovi e scelte diverse. Non mi sono neppure nascosto che ci sono delle responsabilità rispetto alla situazione nella quale oggi ci troviamo e che sono evidentemente da riferire a qualcuno. Però mi pare che si sia trattato di uno sforzo importante che anche le altre forze politiche di maggioranza devono svolgere, perché questi problemi sono decisivi rispetto alle istituzioni.
Una scelta di questo genere, responsabilizzare la struttura democratica, si muove in questa direzione. Quando si concede fiducia ai funzionari credo che si ottenga fiducia e responsabilità.
Noi abbiamo fatto queste valutazioni rispetto a questa legge e devo dire che queste valutazioni non possono non incidere in qualche modo rispetto alla convinzione di questo nostro voto.
Vorrei ricordare un'ultima cosa all'Assessore, che anch'io ringrazio per l'impegno dedicato a questa vicenda. Credo che il problema del personale sia molto più ampio e vada oltre questa legge. Chi ha vissuto la dinamica di questa legge da vicino si è reso conto di quanto sia difficile operare. Di qui il ringraziamento all'Assessore e agli uffici dell'Assessorato al personale. Devo però dire che sono stati presi degli impegni, negli accordi di luglio, che a mio giudizio devono essere portati avanti. Uno di questi impegni, rispetto alla legge n. 42, nasce da un emendamento presentato allora dal Gruppo repubblicano. E' l'emendamento all'art. 18 della legge dove è scritto: "Il Consiglio regionale su proposta della Giunta, da presentarsi entro il 31/12/1986, definirà con regolamento le aree di coordinamento corredate da un organigramma funzionale della struttura dirigenziale". Nel momento in cui si cerca di dare un assetto organico e compiuto alla macchina regionale diventa importante e preliminare procedere all'individuazione dell'organigramma sul quale poi calare le scelte e le competenze personali. Fare il discorso al contrario mi pare metodologicamente sbagliato; sarebbe affrontare il problema in modo non corretto. E' una legge di emergenza che deve essere approvata oggi anche con il consenso del Gruppo repubblicano. Consenso che fin d'ora il Gruppo repubblicano vuole dichiarare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Il collega Santoni, Presidente di Commissione, ha dichiarato nel suo intervento che una cattiva legge è meglio di nessuna legge. E' un'affermazione evidentemente condivisibile da chiunque. Mi sembra però un brutto avvio, soprattutto se si pensa che si arriva oggi all'approvazione del disegno di legge.
Ci siamo arrivati dopo che il Gruppo della Lista Verde Civica all'inizio dell'anno aveva sollevato putiferio in aula, proprio con l'Assessore Carletto, nel corso della risposta ad una mia interrogazione nella quale appunto sollevavo tutti i punti che denotavano il disagio e il malessere del funzionariato di questa Regione, arrivato ormai al limite della pazienza e della sopportazione in una situazione caotica in modo totale.
Da quel momento si è cercato di arrivare ad un cambiamento, ad una proposta di legge che venisse a tutelare ed innovare la situazione legislativa del personale della Regione.
Non esaminerò tutto il disegno di legge. Mi limiterò ad alcuni punti non tanto per lanciare messaggi sia in negativo che in positivo a questa Giunta, quanto per sentire quali sono le opinioni riguardo ad una parte di questo disegno di legge, che trovo estremamente pericolosa e vorrei molto brevemente dichiararne i motivi.
Il punto d), quello che in sostanza sostituisce il colloquio (contro il quale mi ero scagliato all'inizio dell'anno sostenendo che un colloquio così come era impostato poteva dare adito allo stravolgimento del punteggio perché l'interpretazione e la valutazione del medesimo erano totalmente soggettive), viene sì eliminato, ma sostituito con un altro grado di giudizio del valore, non da poco, di 24 punti. Quindi un valore che pu incidere nella valutazione del punteggio totale in modo determinante: 24 punti che si basano "sulla preparazione ed esperienza professionale adeguate al ruolo da ricoprire".
Ci si chiede se questa preparazione ed esperienza professionale siano in qualche modo dimostrabili in base al punto d).
"Capacità di autonomia di giudizio e capacità di assunzione di responsabilità adeguate al ruolo da ricoprire". Questa autonomia di giudizio cosa vuol dire? Parliamoci chiaro: mettersi in contrasto con l'Assessore? Dire che si è contrari ad un progetto presentato da chi politicamente ha poi il dovere di assumersene la responsabilità? Qual è l'autonomia di giudizio che si richiede ad un funzionario? Stando qui ormai da due anni e mezzo, di autonomia di giudizio mi sembra di averne vista tanta compressa e molto poca espressa. E allora se questa autonomia di giudizio viene richiesta espressamente ad un funzionario, questo funzionario si prepari a ricevere sicuramente un arretramento anziché un avanzamento.
"Effettiva collaborazione e partecipazione al raggiungimento degli obiettivi dell'Ente adeguate al ruolo da ricoprire". Questa frase bisogna leggerla quattro volte per capire cosa significa. Io non l'ho capita subito, tant'è che per aiutare questo dibattito la rileggo ancora una volta: "Effettiva collaborazione e partecipazione al raggiungimento degli obiettivi dell'Ente...". C'è forse qualche funzionario che non collabora che non partecipa? Credo che la legislazione sia sufficientemente chiara su questo argomento: se esistesse qualche funzionario che si oppone al raggiungimento degli obiettivi dell'Ente Regione come minimo incorrerebbe in una denuncia pubblica per ostacolo grave al raggiungimento dei fini dell'Ente. Il punteggio che poi viene dato, guarda caso, o è zero o è tutto intero; per cui o il funzionario è perfetto in base a questo giudizio, totalmente soggettivo, oppure ha punteggio zero. Quindi questi 24 punti sono un'arma di ricatto totale. Ma questo, sia ben chiaro, vale per chiunque.
Il punto d) è estremamente qualificante all'interno di questo progetto di legge, perché se l'Assessore Carletto vuole diventare famoso, come in Parlamento c'è il manuale Cencelli che stabilisce i gradi di suddivisione e di lottizzazione, questo disegno di legge potrebbe definirsi il "manuale Carletto". In base a questo manuale ogni funzionario, sapendo bene che targa mettersi dietro, davanti o di fianco, saprà come andare avanti valendosi di capacità, esperienza professionale, autonomia di giudizio. In realtà, anche in base alle dichiarazioni sentite oggi in aula, ho avuto la sensazione che questa legge in fondo sia bene accetta da tutti perché "io mando avanti il mio, tu mandi avanti il tuo e ci mettiamo d'accordo".
Questo è un avvertimento lanciato a tutti i funzionari: poca autonomia di giudizio, poca indipendenza, poca capacità reale e professionale nessuna volontà di sostenere dei progetti in contrasto o in discussione con chi poi dovrà rappresentarli all'esterno e molta obbedienza.
E' quindi un disegno di legge molto pericoloso. Mi sarei aspettato proprio da chi deve difendere i funzionari, cioè dai sindacati un'opposizione molto più dura, molto più forte contro questo stravolgimento della libertà e dell'indipendenza del funzionario. Io non faccio parte della Commissione, leggo i giornali, sento i pareri di qualcuno. Mi è persino giunta un'opinione da parte di un funzionario che mi ha detto: "non se la prenda, passano avanti anche i suoi". Onestamente devo dire che dei miei non ce n'è neanche uno, quindi non potrà mai passare avanti né tornare indietro. Questo non è un discorso interessato. A me spiace molto per i funzionari perché questo disegno di legge non li riqualifica professionalmente, non li rende più autonomi e soprattutto ne mortifica la professionalità.
Se l'Assessore Carletto pensava di diventare famoso come il collega Cencelli in Parlamento ha centrato pienamente l'obiettivo.



PRESIDENTE

Non facciamo accuse. Se si pone già avanti il manuale Cencelli, andiamo alla P2.



PEZZANA Angelo

Questa è un'illazione. Si potrebbe anche andare ad altro, ho parlato esclusivamente del manuale Cencelli. Mi sono limitato a citare quanto ho letto e non credo di essere fuori tema: do sicuramente delle interpretazioni personali. In mezzo a questo balletto tra i colleghi dell'opposizione e i colleghi della maggioranza, dove si viene a dire "non è una buona legge, comunque va bene lo stesso" o "è un progetto avanzato" probabilmente si tende a nascondere un progetto che vuole significare ben altro. Ritengo che il dovere di un Consigliere di estrema minoranza, quale io sono, sia quello di esprimersi in un linguaggio totalmente diverso.
Illustrerò poi i due emendamenti che ho presentato. Per quanto riguarda i curricula ne viene richiesta esplicitamente la pubblicità soltanto per quei funzionari che vincono il concorso. Il fatto mi sembra incredibile perché i curricola hanno un senso se vengono comparati fra tutti i candidati e non soltanto esposti dopo che il funzionario ha vinto il concorso. Mi riservo di illustrarli successivamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Strobbia.



STROBBIA Stefano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, farò un intervento molto breve. Pur scontando un noviziato d'abbrivio personale mi sono reso conto con il primo impatto in Commissione, della portata del provvedimento di legge che oggi arriva in aula. Da tempo si lamenta lo stato di inefficienza dei servizi dell'Ente Regione nell'immagine degli amministratori locali e si riscontra da parte dell'opinione pubblica un non credito nei confronti dell'istituzione.
Qualche anno fa il prof. Levi, insigne studioso di problemi regionali (purtroppo scomparso tragicamente), ricordava come le burocrazie regionali avessero scontato dei ritardi ed il loro grado di produttività fosse pari soltanto in scarsità di produttività, a quello di parte delle burocrazie militari. Ricordo che era solito portare confronti di questo tipo.
In effetti, quando approdai all'esperienza regionale mi resi conto che larga parte delle giustificazioni erano altamente legittimate in un apparato di questo tipo, dove da anni non vengono fatti concorsi, dove abbiamo sentito dire dai rappresentanti sindacali che la mancata applicazione dei contratti ha portato danni economici ai lavoratori della Regione e dove esiste mancanza di riconoscimenti di carattere professionale e di gratificazioni, al di là della semplice gratificazione economica.
Certe società d'avanguardia negli Stati Uniti anziché modificare gli stipendi a volte modificano semplicemente lo status. E' vero che fortunatamente, noi godiamo di una concezione dell'esistenza più latina che anglosassone e abbiamo più piacere di vedere cose concrete, per nell'insieme questa serie di ritardi che in larga misura è rimbalzata nei lavori della Commissione in questi giorni, giustifica e fa capire molte cose che dall'esterno era più difficile capire e forse anche giustificare.
Quindi ben venga questo provvedimento pieno di contraddizioni e pieno di limiti. Certo, come è stato già ricordato dai colleghi intervenuti e con lucidità dal Presidente della Commissione, se è vero che le esigenze erano di fare in fretta, di cercare di contemperare il meccanismo dei rapporti di lavoro da una parte e della legislazione pubblica dall'altra, penso sia stato fatto un passo avanti in termini di democrazia.
Tutto questo ci ha portati a licenziare a maggioranza, in Commissione un provvedimento che ha ottenuto ampio riconoscimento per il modo in cui è stato prodotto, per la larga partecipazione che ha suscitato, per la disponibilità completa e molto efficiente della Giunta e per il lavoro serrato che è stato compiuto. Mi sembra che nel suo insieme il provvedimento vada nella direzione auspicata: miglioramento della efficienza dei servizi, riconoscimento adeguato alle professionalità presenti nella Regione, riapertura dei termini di avanzamento nelle carriere e nei gradi in verticale. Quindi in buona sostanza non è una legge eccellente, ma è una buona legge che possiamo votare.
Rimangono aperte un paio di questioni sulle quali vorrei fare una precisazione.
Mi sembra che il collega Ferrara abbia richiamato un concetto contenuto anche in un emendamento del Gruppo comunista, sulla cosiddetta "formazione delle Commissioni". Se è necessario togliere i politici dalle Commissioni facciamolo, ma togliamo anche i sindacalisti! All'interno della Regione ci sono persone in grado di garantire la conoscenza professionale meglio dei sindacalisti.
L'osservazione fatta dal collega Pezzana ha centrato la questione nei confronti dei criteri di valutazione per la scelta del ruolo dirigenziale.
Questi quattro criteri riempiono la Giunta di responsabilità e danno un taglio nuovo al sistema di individuazione. Esiste un quarto comma, che Pezzana non ha letto, e che cita in sostanza "perché si formi compiutamente il giudizio in graduatoria il funzionario che si accinge a superare queste prove deve godere stima e prestigio all'interno e all'esterno dell'Ente".
Io mi chiedo se ciò da solo non esaurisca tutto il resto. Come potrebbe un funzionario esprimere la propria autonomia, riconoscersi nelle funzioni dell'Ente e nei relativi compiti istituzionali se poi non ha prestigio all'interno ed all'esterno dell'Amministrazione? Bisogna dare atto all'Amministrazione di aver tentato di aggiungere qualcosa agli automatismi. Non so se questi criteri così formulati siano la cosa più felice: mi auguro che almeno siano la cosa più legittima. Chissà che andando avanti di questo passo si riesca ad arrivare a dei miglioramenti anche all'interno di questi criteri, per dare all'Amministrazione gli elementi per selezionare ruoli dirigenziali, permettendo così di rilanciare gli enti che rappresentiamo.
Il Gruppo socialdemocratico è consapevole dei limiti di questa legge e dello sforzo che è stato compiuto. Ha preso atto dell'impegno della Giunta e dei funzionari, del senso di responsabilità offerto dalle organizzazioni sindacali e dai loro rappresentanti ed è convinto di fare un atto positivo senza trionfalismo, dando un voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Il nostro Gruppo si riconosce ampiamente nella relazione del collega Quaglia. Relazione puntuale che ha trattato anche alcuni aspetti storici riguardanti sia l'andamento della discussione che la preparazione del provvedimento stesso.
Riteniamo che ci sia una necessità assoluta di sbloccare rapidamente la situazione del personale con un provvedimento di immediata attuazione che ponga fine ad un ritardo, che come è stato già affermato da più parti ha toccato seriamente gli interessi del personale e ha inciso sulla sua motivazione non certo positivamente per cui occorre prendere atto realisticamente della necessità di dar corso a un provvedimento di emergenza.
Il collega Avondo, partendo da una collocazione di opposizione, ha affermato che si tratta della storia di un fallimento. Dal punto di vista dell'opposizione può essere una interpretazione legittima, noi diamo una valutazione del tutto diversa. Riteniamo che la legge n. 42 avesse allora un significato e abbia ancora in gran parte valore, ma riteniamo anche di dover prendere atto che era stata, per la parte concorsuale, avviata una strada che si è poi rivelata difficilmente percorribile per cui, come ha sostenuto Santoni, si è preso coscienza, con coraggio, della difficoltà di portare avanti un sistema e sulla necessità di proporre una soluzione di tipo diverso e rapida sul problema.
Credo che il provvedimento che oggi approviamo sia di grande importanza per gli effetti che ha e anche per le modalità con cui si presenta. Vorrei ancora ricordare che si è passati da una proposta originaria della Giunta ad un testo definitivo diverso, con l'impegno e la collaborazione di tutti i Gruppi, con un lavoro complessivo di rilievo. Questo non significa che si sia arrivati ad un testo che sconfessa, in qualche modo, la proposta originaria; anzi, la completa rendendola più accetta al complesso del Consiglio, più attenta ad alcune successive valutazioni. La disponibilità dunque dell'Assessore e della Giunta è significativa, l'ha sottolineata in particolare il collega Strobbia nel suo intervento, e indica che c'è una volontà reale ed un impegno per giungere ad un provvedimento in tempi brevissimi.
Nel merito alcune sintetiche valutazioni. Per la II dirigenza si è accolta l'ipotesi di una valutazione della Giunta. Pezzana ha citato il "manuale Carletto", ma Carletto questo manuale l'ha fatto su richiesta della Commissione, perché nella fase iniziale non era previsto alcun punteggio discrezionale. C'è stata una richiesta forte proveniente da più parti affinché la Giunta si assumesse delle responsabilità con una valutazione, che non poteva essere sganciata peraltro da qualsiasi criterio. Una valutazione sganciata da qualsiasi criterio potrebbe incorrere in censure sotto il profilo della legittimità. Occorrerà quindi individuare i dati sui quali fondare la valutazione della Giunta.
I quattro criteri proposti possono essere discussi come tutte le cose ma hanno una loro logica che non intende affatto premiare la mancanza di autonomia di giudizio o comunque ipotizzare valutazioni impossibili. Io ritengo che i quattro aspetti previsti possano essere valutati dalla Giunta, organo politico-esecutivo che deve conoscere la propria dirigenza e che deve quindi essere in grado di dare giudizi.
Nel quadro legislativo attuale si tratta di una proposta che ha una sua completa validità e che si può certamente criticare come tutte, ma che indica la strada sulla quale si vuole marciare e si può marciare.
Per quello che riguarda la I dirigenza è stato introdotto un corso concorso: una via nuova, difficile, ma percorribile.
Circa la composizione delle Commissioni, il Gruppo comunista propone un emendamento sul quale pare giusto al nostro Gruppo collocarsi immediatamente e con chiarezza come abbiamo fatto in Commissione. Non abbiamo difficoltà ad affermare che, pur comprendendo le ragioni dell'emendamento, rimaniamo dell'opinione che nella Commissione debba esserci un responsabile dell'Amministrazione nel senso più completo, della responsabilità politica dell'Amministrazione stessa. Ci pare innanzitutto veramente assurdo lo diceva già il collega Strobbia far sì che mentre è fissata per legge la rappresentanza delle organizzazioni sindacali, manchi poi la rappresentanza del governo regionale. In secondo luogo, mi si consenta questa osservazione, c'è anche una certa contraddizione. Da un lato vogliamo che per la II dirigenza, ed è stata una richiesta puntuale ci sia una pronuncia esplicita della Giunta e dall'altro lato, quando si tratta di avviare i concorsi, l'organo esecutivo, la parte politica dovrebbe diventare ininfluente, non dovrebbe fare valutazioni che dovrebbero competere ai dirigenti.
Pare esserci veramente una contraddizione tra queste due posizioni perché se è vero che c'è la possibilità di valutare anche delle persone estranee io credo che a maggior ragione non si debba lasciare soltanto al funzionario interno, per quanto bravo, una responsabilità di giudizio che diventerebbe assorbente e che per noi, lo diciamo subito e fermamente, non ha nulla a che vedere con la separazione delle responsabilità.
Confermiamo in pieno quanto abbiamo sottoscritto nell'accordo del 29 luglio con assoluta chiarezza. Peraltro quando parliamo di divisione di compiti e di responsabilità non ci riferiamo ad un problema legato ai concorsi o alle scelte concorsuali, perché il tema è più complesso. Si era addirittura proposto di andare all'esterno per i concorsi, con valutazioni tecniche che contrastano con una valutazione tutta interna come sarebbe quella che esclude gli amministratori dalla presenza nelle Commissioni. La divisione delle funzioni è nella divisione delle responsabilità e degli atti che si formano, ma non nella differenziazione dei compiti per l'assunzione di personale che non può essere esclusivamente attribuito al personale stesso, per quanto di grado elevato, già esistente nella struttura. I limiti di una simile procedura mi paiono così ovvi da non richiedere ulteriore notazione.
Rimaniamo quindi nella posizione che abbiamo espresso correttamente in Commissione e siamo dell'idea che la responsabilità politica, laddove necessaria, deve essere assunta in pieno, e nel caso specifico da chi ha questa responsabilità politica.
Si è parlato anche del problema del coordinamento e dei coordinatori.
Noi riteniamo che si debba arrivare rapidamente ad indicazioni in proposito da parte della Giunta, ma riteniamo che la tappa che oggi si conclude positivamente possa costituire elemento utile a consentire di arrivare rapidamente alla risoluzione teorica e pratica di questo problema.
In definitiva il nostro Gruppo prende atto dell'impegno della Giunta e del lavoro compiuto dalla Commissione, ed in essa da tutte le forze di maggioranza e di opposizione che hanno partecipato, il Gruppo comunista in particolare ed il Gruppo MSI-DN. I Gruppi minori di opposizione invece non li abbiamo mai visti di fronte a problemi estremamente importanti che riguardano la struttura del personale, ma li sentiamo ugualmente in aula dare valutazioni, a nostro avviso affrettate e non attente.
Diamo quindi una valutazione positiva del lavoro di Commissione.
Diciamo anche che il nostro Gruppo si è impegnato a fondo per portare a conclusione questo provvedimento e ne auspica l'approvazione, convinto che nella fase che viviamo sia un provvedimento necessario, utile ed estremamente urgente per risolvere in parte i problemi del personale ed avviare a realizzazione tutta quella organizzazione complessiva che è necessaria e che deve essere compiuta da parte dell'Amministrazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, a nome del Gruppo comunista è già intervenuto il Consigliere Avondo e questo mi esime dal fare un lungo intervento. Ma dal dibattito sono emersi taluni spunti che mi hanno fatto pensare di dire la mia su questa questione.
Ogni forza politica di questo Consiglio registra molta difficoltà ad intervenire sulle questioni che riguardano il personale. Siamo tutti consapevoli, almeno quelli che hanno avuto incarichi nel governo o responsabilità nell'opposizione, che è necessaria una riflessione, anche autocritica, su come la classe politica regionale in questi anni non sia stata capace di consolidare, attraverso gli opportuni provvedimenti, la burocrazia idonea a svolgere compiti difficili, inediti in parte, come quelli della Regione.
Se non partiamo da questa "operazione verità" è molto difficile seguirne e valutarne la storia. Intanto rivendichiamo di dover valutare l'operato della Giunta in questi due anni. Questa mattina, nell'incontro che abbiamo avuto con alcuni dipendenti, siamo rimasti colpiti dal forte elemento di protesta e di scoramento presente in alcuni di loro inquadrati nell'ottava qualifica praticamente da quando sono entrati in Regione nonostante siano stati essi un importante architrave, se non tutti in buona parte, nel funzionamento della Regione. Dipendenti che hanno rivendicato l'assurda situazione, che si protrae da anni, di essere dei soggetti che non hanno potuto percorrere le strade tradizionali di un impiego, quelle della carriera e dell'avanzamento.
Non abbiamo difficoltà a riconoscere che i tempi, con i quali si approda a questo provvedimento, rendono questa operazione difficoltosa e anche fastidiosa.
L'atteggiamento dell'opposizione nel 1985 ci aveva sostanzialmente impedito di varare già allora il provvedimento, e questo Viglione lo ricorda. E' stato quell'atteggiamento a provocare il blocco. Noi abbiamo tentato, cambiando la maggioranza, di metterla alla prova. Ha ragione Avondo quando dice "storia di un fallimento" e, pur nelle difficoltà oggettive di un drastico ridimensionamento, parla di alcune iniziali dichiarazioni ed intenzioni dell'Assessore e della Giunta in materia. Alla prova dei fatti si è dimostrata, complessivamente, una bassa capacità della Giunta e della maggioranza rispetto, purtroppo, all'acutezza e alla gravità dei problemi.
Voglio ricordare che noi abbiamo tentato di percorrere delle strade senza fare ostruzionismo. Ritenemmo di non dover bloccare alcun provvedimento, proprio perché avevamo avuto responsabilità di governo in passato; in sede di Commissione portammo in discussione degli elementi innovativi che oggi giustamente vengono riproposti da alcune forze. La famosa prova attitudinale da attivare da parte di una società esterna (da noi proposta per marcare la specializzazione della funzione dirigenziale) ci venne rifiutata obiettando che ciò avrebbe ritardato i tempi. I tempi avendo seguito la strada che voleva la Giunta, sono comunque marciti.
Noi ci siamo mossi preoccupati di porre rimedio ad una situazione che avvertiamo essere di profondo nocumento non solo ai dipendenti, per le loro legittime aspettative, ma più in generale al funzionamento dell'Ente.
Proprio in questa chiave occorre ricominciare con una fase nuova e la maggioranza e la Giunta non hanno dato delle prove. E' una vicenda allucinante. La maggioranza (non chiamerei in causa solo l'Assessore) rispose no alla nostra proposta. E' la stessa maggioranza magari si chiama fuori quando è in aula, esprimendo delle perplessità come ha fatto il Gruppo repubblicano, senza però sostenere la proposta. Non si ebbe il coraggio di sostenerla allora, il tempo è passato. Oggi ci troviamo di fronte al panorama dei concorsi che però non si possono più fare perché non si riesce più a portarli a termine (bella dichiarazione d'impotenza!), ma si arriva con una soluzione che noi abbiamo contrastato, soluzione di mero automatismo: titoli più anzianità uguale passaggio alla II qualifica dirigenziale.
Noi riteniamo tuttora che fosse meglio l'altra forma: non la Commissione di concorso classica. La prova selettiva, addirittura in qualche misura neutra, non è passata e non l'abbiamo più riproposta. Questo è il senso del non ostruzionismo. Credo però che dalla proposta di selezione depoliticizzata e departitizzata al massimo, come era quella che noi proponevamo, alla soluzione degli automatismi ci sia un po' di differenza. In questo senso si è individuata, lo diceva Avondo, come principio di selezione, una quota di atteggiamento discrezionale sulla cui base il governo dovrà valutare. E qui caro Brizio c'è una distinzione da fare, e mi fa specie che tu non l'abbia colta; noi siamo contrari alla parte politica nei concorsi, che ormai sembra essere venuta a consunzione come modello. E' qui il punto delicato e ambiguo. Nei concorsi, che per definizione sono basati su prove che dovrebbero essere oggettive, è necessaria la presenza di "tecnici" e non di "politici". Nel momento in cui arriva la parte politica questa porta degli elementi valutativi che sono strutturalmente in contrasto con la prova di concorso. Ma altra e ben diversa è la situazione, non ottimale, permettetemi di dirlo. Non crederete che io, che sono durissimamente critico verso questa Giunta da due anni sia contento che la Giunta scelga questi funzionari. Preferisco sia un organismo della Regione istituzionalmente responsabile (la Giunta) ad esercitare funzioni e valutazioni di discrezionalità sulla base degli elementi che la sua funzione di governo può attribuirle.
A parte la stima e il prestigio che si presta immediatamente a questi elementi, i parametri sono stati un tentativo, almeno noi l'abbiamo riconosciuto come tale. Noi parlavamo di colloquio della Giunta, che è diverso dal colloquio della Commissione, e sottolineo diverso. Al Partito comunista è sempre stata rimproverata la visione organicistica del mondo una visione per cui se non è tutto previsto dal piano di legge, non esistono elementi e gradi di flessibilità. In omaggio a un principio che ci sembra oggi straordinariamente importante, il principio di responsabilità (come attribuzione a organi esecutivi delle funzioni di scelta), abbiamo compiuto un salto nel buio. Me ne rendo conto. Con questa Giunta noi non abbiamo nulla a che fare, politicamente siamo piuttosto in disaccordo abbiamo intravisto nei comportamenti gestionali di questa Giunta moltissimi elementi di debolezza e di feroce critica. Nonostante ciò diciamo che questo è più moderno, più vicino al reale di quello che potrebbe rappresentare la mera sommatoria dei punti titoli più anzianità. Riteniamo che questi metodi riproposti nel 1987 siano lo spingimento di possibilità evolutive, che comunque per noi non si fermano a questa soluzione. Tant'è vero che la nostra proposta ha avuto le sue tappe, che non sono state comunque seguite con troppa attenzione da parte di questa maggioranza.
Credo che la consapevolezza che non si possa proporre nel 1987 una selezione mera per i punteggi acquisiti sia un'innovazione che va in una direzione corretta e che non ha niente a che fare con la questione delle Commissioni. Sulle Commissioni di concorso noi ribadiamo "fuori il personale politico". Mi pare strano che questa Giunta, pur con tutti i limiti politici che intravedo, non possa essere in grado, con una valutazione obiettiva, di esporsi consapevolmente a scegliere chi più serve la Regione. Mi rendo conto invece che possono esistere dei criteri ben difficili da decodificare.
Per quanto riguarda l'emendamento dei curricula (la stessa proposta l'avevamo fatta con la nostra legge) non avremo difficoltà a votarlo. Lo voteremo, perché ci pare una proposta equa. La conclusione è però sul piano politico. Abbiamo un grande problema di gestione sul quale la questione dei concorsi si è arenata. Cosa vuol dire "di gestione"? Vuol dire che data una norma, si tratta di proseguire secondo una linea che riesca a recuperare nei tempi brevi, il massimo di buon senso, di rigore e nello stesso tempo la capacità di corrispondere alle esigenze diffuse nel personale e di funzionamento dell'Ente. Non posso non registrare, ancora una volta l'espressione di un'opposizione che vuol contare ed incidere, e quella di una maggioranza che non appare affatto compatta. Oggi abbiamo ancora una volta sentito dal Gruppo repubblicano una dichiarazione di dissociazione dalla legge, che poi però si è trasformata in un voto obbligato in stato di necessità di consenso. C'è una funzione dell'opposizione, che è quella di chiedere per ottenere risultati e fatti. Se questa vicenda si trascinerà ancora potrebbe divenire causa di modi profondamente diversi di pensare, di vedere, di intendere la funzione di governo di questo pentapartito all'interno della maggioranza. Allora, proprio per non portare a marcire le situazioni, forse è meglio chiarirle; è meglio non ricorrere troppe volte all'escamotage di una dichiarazione. Credo che le buone ragioni ci siano però - e mi rivolgo al Presidente Beltrami - si deve prendere atto che non si può continuare in una situazione così palesemente discorde. Cito come esempio l'intervista all'Assessore alla sanità, su cui con interrogazione urgente ho chiesto comunicazione, entro domani, in Consiglio. Si pu continuare a giocare a governo e opposizione insieme? Si può sottrarre al Consiglio cose che abbiamo chiesto più volte, tipo la discussione sui problemi della sanità, per ottenere il titolo sul giornale? E' pur vero che la politica tende ad essere questo, ma badate che può provocare le reazioni di chi è stato eletto dal popolo a rappresentare in quest'aula i suoi diritti. Credo che su questo punto politico, sullo stato di logoramento e di divisione crescente, la maggioranza debba segnare un punto rosso di grande pericolo.



PRESIDENTE

La discussione generale è terminata.
La parola all'Assessore Carletto per la replica.



CARLETTO Mario, Assessore al personale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, avrei voluto arrivare in Consiglio regionale a discutere di personale, dopo aver approvato la legge n. 42 (parlo di atti significativi ovviamente), con un disegno di legge che non fosse questo, ma fosse il recepimento del nuovo contratto che scadrà il 31/12/1987.
Ringrazio tutti, maggioranza ed opposizione, chi ha confortato la Giunta e l'Assessore e chi l'ha criticato, chi partendo da lontano ha voluto giustamente fare delle considerazioni sul presente. Credo che questa sia una situazione, e dagli interventi dei colleghi è emerso, del tutto eccezionale rispetto alla quale tutti noi dobbiamo porre mente e della quale dobbiamo essere consapevoli.
Avrei voluto arrivare con il nuovo contratto. E' pressoché pronto infatti gli Assessori al personale delle Regioni hanno definito, per la prima volta, un testo unitario; qualche Regione ha già il disegno di legge presentato in Giunta. Credo sia giusto che anche il Piemonte presenti il suo disegno di legge di recepimento del nuovo contratto senza fare il fanalino di coda.
Purtroppo oggi non siamo qui per parlare di queste cose; oggi siamo qui per parlare di un disegno di legge che abbiamo dovuto presentare in una situazione di grande eccezionalità, per la quale la Giunta non poteva che tentare di porre rimedio.
Mi sento quindi di condividere totalmente la relazione del collega Quaglia, il quale con molta chiarezza e in modo schematico ha definito le cause e tentato di portare all'attenzione del Consiglio i rimedi che oggi si tenta di introdurre ad una situazione che, ripeto, è di grande eccezionalità.
La situazione è nota a tutti: ottenere il recepimento di un contratto ormai scaduto da tempo, non attuato in modo completo, la cui conseguenza è quella di non avere avviato la riorganizzazione della Regione Piemonte cosa assolutamente indilazionabile rispetto alla quale, già quando discutemmo della legge n. 42, tutte le forze politiche e la Giunta hanno condiviso.
Questi sono gli obiettivi che abbiamo avuto di fronte approvando nella passata legislatura la legge n. 40 e approvando in questa legislatura la legge n. 42: porre le condizioni perché questo contratto fosse approvato.
In tempi certo non celeri, perché siamo tra le ultime Regioni che approvano quel contratto; ma dopo un lungo, approfondito, sofferto e difficile dibattito abbiamo concordato su alcuni paletti intorno ai quali costruire la riorganizzazione dell'Ente.
E' in questo senso, Consigliere Avondo, che richiamo ancora l'accordo con le OO.SS.: non per essere velleitario, non per dire che l'accordo con le OO.SS. è un fiore all'occhiello della Giunta o dell'Assessore, ma per ribadire ancora una volta quanto impegno, quali sforzi, quale disponibilità al confronto e quale lavoro sia stato fatto da parte di tutti su questo provvedimento per cercare di avere il massimo del consenso. Parlo ovviamente della legge n. 42. Il massimo del consenso non è facile ottenerlo quando si parla dell'organizzazione dell'Ente. Non è facile ottenerlo perché riguarda 3.000 dipendenti della Regione; non è facile ottenerlo perché intorno a questi problemi ci sono delle differenze e delle differenziazioni di tipo culturale nel tipo di approccio al problema.
Differenze anche su come, pur condividendo gli obiettivi, raggiungere i medesimi.
E' un argomento non facile e lo dimostra il fatto che non sempre quando discutiamo in Consiglio regionale, c'è un'attenzione così profonda come quando si discute di problemi del personale. Questo è positivo e va a merito del Consiglio e credo possa confortare i dipendenti della Regione nel non sentirsi trascurati e abbandonati come probabilmente credono.
Tanto si discute, tanto si approfondisce, tanto si argomenta al punto di arrivare ad interpretare anche aspetti che possono sembrare marginali.
Però (questa è la drammaticità della nostra situazione) il risultato di fondo, cioè ottenere i risultati che ci siamo tutti insieme prefissati con le leggi n. 40 e n. 42, a novembre '87 non è ancora stato raggiunto.
Credo sia giusto che un governo regionale nel fare le proprie valutazioni si faccia anche una parte di autocritica per non aver, forse gestito la questione con sufficiente incisività e con un po' più di coraggio. L'aver accettato questa sfida con le parti politiche e sociali per cercare di ottenere il consenso più ampio ci ha penalizzato dal punto di vista dei tempi e della capacità di arrivare a conclusione su queste questioni. Questa parte di autocritica siamo disposti a farla. La faccio io come Assessore responsabile in questo settore, certo non posso dire che la non attuazione della legge n. 42 sia colpa della Giunta regionale. Una serie di cose sono state fatte. Quindi, Consigliere Avondo, quando si dice che l'accordo con le OO.SS. è stato sbandierato, e per certi versi utilizzato dall'Assessore come un fiore all'occhiello, non credo sia proprio così. E' merito di tutti aver raggiunto l'accordo sui profili professionali dalla II alla VIII qualifica, l'aver bandito i concorsi speciali per la VI qualifica e per la III, l'aver adottato, subito dopo quell'accordo, il provvedimento per l'attribuzione dei profili ai dipendenti dell'VIII qualifica con la conseguenza economica che quella definizione ha comportato. Non credo sia un fiore all'occhiello dell'Assessore, ma è sicuramente merito del lavoro fatto dal governo regionale con le OO.SS. Quindi i lavoratori devono sapere che le OO.SS. si sono molto battute in questi anni per ottenere questi risultati; sono partiti i corsi di aggiornamento per i dipendenti che dovranno fare i concorsi speciali; è stata pagata la produttività con criteri nuovi diversi e forse più attuali, da migliorare ulteriormente. E' un dibattito aperto a livello nazionale, ma la produttività oggi si paga con criteri interessanti; gli accordi economici che attengono al nuovo contratto quello ancora da recepire, sono stati erogati tutti con deliberazione di Giunta. Questo adeguamento economico ormai è andato a regime.
Ritengo che tutte queste acquisizioni, poche o tante, valutate importanti o insignificanti, costruiscano un disegno. Esse sono state realizzate con l'impegno della Giunta, dei funzionari dell'Assessorato al personale, delle OO.SS., del Consiglio regionale, per cercare di dare quanto è possibile ai lavoratori della Regione e per consentire alla Regione di darsi quell'organizzazione che le occorre per migliorare la sua capacità di risposta ai problemi della gente.
La legge n. 42, per quanto attiene ad alcune questioni, non è stata attuata. Le Commissioni sono state insediate nel mese di marzo e, per ragioni che non intendo approfondire (anche perché mi è difficile conoscerle non facendo io stesso parte delle medesime), abbiamo registrato che nel mese di settembre non erano partiti i colloqui previsti dalla legge n. 42 (mi riferisco ovviamente alla II qualifica dirigenziale). La grande preoccupazione che abbiamo avuto, quando abbiamo registrato che i colloqui non erano partiti, è stata la sensazione che gli stessi potevano avviarsi forse l'anno prossimo per concludersi chissà quando.
Signor Presidente e colleghi Consiglieri, non abbiamo proposto una modifica alla legge n. 42 perché ci vogliamo smentire o perché riteniamo che quella legge sia sbagliata. Non abbiamo proposto una modifica alla legge n. 42 perché riteniamo che le soluzioni alternative che qualche Gruppo aveva proposto, in particolare il PCI, non ci avrebbero portato in questa situazione. Noi siamo convinti che affidare ad un Ente esterno la selezione della II qualifica dirigenziale non sia il sistema giusto, non sia il sistema più rapido, ma soprattutto non sia il sistema che, dal punto di vista giuridico, abbia una validità tale da confortarci in questa scelta. Secondo me, la strada da seguire è quella che permette a queste Commissioni di concludere, come era nelle nostre previsioni, il lavoro entro il mese di luglio e quindi poter arrivare alla graduatoria della II qualifica dirigenziale, assegnare ai posti di II qualifica dirigenziale i dirigenti vincitori, costituire i settori e partire con la riorganizzazione dell'Ente. Questo finora non è avvenuto e quindi la Giunta propone oggi la modifica alla legge n. 42. Con quale obiettivo? Con l'obiettivo di accelerare in modo risolutivo, ci auguriamo, il processo di riorganizzazione dell'Ente e di definizione del livello apicale. Non procedendo in modo accelerato e risolutivo rischiamo di arrecare un danno incredibile alla Regione e un danno notevolissimo ai dipendenti stessi. E' questo il senso del nostro disegno di legge sofferto, discusso in Commissione, confrontato con le OO.SS., perché ancora una volta abbiamo voluto arrivare a questo confronto pieni di disponibilità e anche - se mi consentite - di capacità di autocritica. Molti colleghi di maggioranza e di opposizione hanno riconosciuto nei loro interventi, e di questo li ringrazio perché credo sia un segno di simpatia nei confronti della Giunta che siamo arrivati a questo confronto in Commissione e con le OO.SS.
disponibili a capire di più e meglio, se era necessario, i problemi per cercare di risolverli nel modo migliore. Alcune proposte di modifica, anche significative, sono state introdotte in Commissione. Cito quella che mi pare più significativa: l'introduzione del criterio di cui al punto d) nella valutazione della II qualifica dirigenziale, oltre ai titoli di studio e di servizio che, mi sia consentito, non sono solo titoli di "vecchiaia". La valutazione era riferita ai titoli di studio, alle funzioni svolte in Regione e ai titoli di servizio; si trattava quindi di un complesso di titoli (peraltro questo era previsto nella legge n. 42 e non lo abbiamo modificato) che secondo me non definiva una dirigenza lasciatemi passare il termine, "vecchia". Abbiamo comunque voluto aggiungere, accettando la proposta che è venuta in Commissione da forze politiche di maggioranza e di opposizione, questo punto d). E' stata una proposta apprezzata e molto criticata negli interventi svoltisi oggi.
Qualcuno l'ha considerata una soluzione molto positiva, altri una soluzione assolutamente negativa tanto da proporre un emendamento abrogativo.
Non è la panacea di tutti i mali, ma è sicuramente uno spazio di espressione per la Giunta sulle attitudini allo svolgimento di queste funzioni, con un numero di punti 24 che mi pare abbastanza coerente rispetto al totale dei punti, ma che necessariamente si deve incastonare su elementi di valutazione oggettivi. La Giunta non pensa di esprimere questa discrezionalità senza avere dei punti di riferimento. Si sono quindi introdotti questi quattro punti che possono essere interpretati in vario modo, ma che sono frutto di un lavoro serio e approfondito e mettono in evidenza le quattro caratteristiche più significative, proprie di un dirigente apicale di una Regione. Su questi parametri la Giunta si esprimerà rispetto ai singoli candidati.
Credo che non possano avere commento le parole usate dal collega Pezzana mi spiace dirlo - quando ha ritenuto di voler dare un certo tipo di valutazioni. Mi viene da dire che se un funzionario gli ha fatto quella battuta: "ma vedrai che poi passano anche i tuoi", probabilmente è perch quel funzionario, non vedendo il Consigliere Pezzana così assiduo nel seguire i problemi del personale, ha pensato che avesse qualcuno che lo informa e che gli sta a cuore. Immagino che sia così, anche perché questi meccanismi vanno vissuti dal di dentro per acquisire e irrobustire la capacità di conoscerli. Pezzana partecipa poco; come Assessore al personale ho sempre partecipato in Commissione ai lavori che attengono ai miei provvedimenti e non l'ho mai visto.
Devo peraltro dire che in Commissione, in questi due anni e mezzo ed anche nella passata legislatura, di problemi del personale se ne è parlato a lungo e sono meccanismi così complessi ed articolati nei quali bisogna entrare per cogliere a fondo il significato dei commi e delle parole che si scrivono per collegare tutto il sistema legislativo che attiene al personale. C'è sempre da imparare in questo settore. Assieme ai miei funzionari siamo andati in Commissione e ci siamo confrontati su questi argomenti con grande umiltà per cercare di trovare delle soluzioni e per ottenere dei risultati. I risultati stanno nel trovare i meccanismi (che ci pare di aver individuato) sia per la II qualifica dirigenziale che per la I, con l'introduzione del sistema del corso-concorso previsto dal nuovo contratto. Quindi molto interessante per selezionare i futuri dirigenti del I livello.
Tutta la filosofia di questo disegno di legge è incentrata sulla necessità di fare in fretta, chiudere rapidamente questa questione e concludere tutte le procedure concorsuali interne per consentire, ripeto di definire il livello apicale della Regione e la riorganizzazione dell'Ente. In ultimo - fatto assai importante che non ho sentito riprendere in alcun intervento, ma che voglio portare all'attenzione del Consiglio aprire la stagione dei concorsi pubblici per immettere nella Regione quelle professionalità che mancano in termini di quantità e di qualità. Non siamo in grado di far partire i concorsi pubblici se non si esauriscono i concorsi della II qualifica dirigenziale e i concorsi speciali. Questo è l'obiettivo che ci siamo dati e crediamo di poterlo raggiungere con questo disegno di legge. Disegno che non avremmo voluto presentare; avremmo voluto arrivare qui nella condizione di poter guardare avanti. Siamo invece costretti a dover guardare ancora indietro; ci auguriamo che questa sia l'ultima tappa e che i prossimi mesi possano vedere la conclusione di questi meccanismi, in modo da poter partire il prossimo anno con la seconda fase di riorganizzazione.
Per quanto riguarda gli emendamenti che sono stati presentati ritengo di poter dare le risposte man mano che essi si presenteranno nel corso dell'esame dell'articolato.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 31 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 17 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Il Consigliere Pezzana ha presentato il seguente emendamento: si abroghino il punto d) e i punti 18 e 19 dell'art. 2 del disegno di legge regionale "Modifiche ed integrazioni alla L.R. 8/9/1986, n. 42".
Ha la parola il Consigliere Pezzana che illustra l'emendamento.



PEZZANA Angelo

Non voglio ripetere argomentazioni già adottate, però l'Assessore Carletto nel concludere il dibattito non ha risposto alla critica che ho espresso formalmente in questo emendamento abrogativo.
Si è limitato, con una tiritera che ormai in questo Consiglio è stantia, a dire semplicemente: "caro collega Pezzana tu là non c'eri".
Ebbene, questo non lo dicono neanche più i colleghi comunisti. D'accordo che l'Assessore Carletto è democristiano per cui crede nello Spirito Santo ma io che ho una mentalità laica non posso essere dappertutto; quindi pregherei l'Assessore e qualunque altro componente della Giunta, sia esso laico o no, di fare ricorso ad argomentazioni concrete e dire: "questo emendamento è sbagliato per i seguenti motivi" e non richiamarsi ad una presunta assenza, perché essendo io uno non posso dividermi né in tre né in diciotto. Mi si dica dove è sbagliata la mia posizione e non che non c'ero perché è una critica risibile e non seria.
Tornando nel merito dell'emendamento, rilevo che i punti d), 18 e 19 celano una grossa lottizzazione a danno dei funzionari di questa Regione.
Si potrebbe parlare di manuale "Carletto-Cencelli", se questo art. 2 verrà votato nel testo originario.
Pensare che la valutazione che attribuisce un massimo di 24 punti su 80 possa essere giudicata seria è un affronto ed un insulto ai funzionari.
Ritengo serio il mio emendamento abrogativo in quanto elimina elementi inquinanti di lottizzazione che una Giunta seria non dovrebbe contemplare nel proprio modo di lavorare. Il fatto invece che siano stati mantenuti sta a significare che l'atteggiamento di questa Giunta è un altro ed io non posso fare a meno di essere totalmente contrario a questo modo di condurre politicamente e amministrativamente il lavoro della Giunta regionale.
Chiedo quindi che il Consiglio si esprima sulla mia proposta di abrogazione per ridare dignità, autonomia e indipendenza a funzionari che invece, se questi emendamenti non passassero, sarebbero alla mercé di un anomalo esame per stabilire chi gode di stima e prestigio. A chi si andrà mai a chiedere se il funzionario x o y gode di stima e prestigio? Si ricorrerà a Demoscopea piuttosto che a qualche altro istituto di indagine? Non lo so. Vorrei che l'Assessore Carletto mi spiegasse a chi verrà attribuita, e in quale misura, l'autonomia di giudizio. L'enunciazione di queste specificità è estremamente ambigua e di difficile comprensione. Mi rendo conto che questo potrebbe essere un criterio limitato e molto asettico, ma il titolo di studio e l'anzianità sono criteri molto più seri più sobri e più netti per capire se un funzionario ha diritto o meno a passare di categoria. Tutti gli altri sono invece delle arrampicature sugli specchi.
Mi rendo conto che all'Assessore Carletto queste cose facciano comodo come anche possono far comodo ad altre forze. Mi sembrano però criteri tutt'altro che seri e molto inquinanti.
Chiedo pertanto al Consiglio di esprimersi a favore del mio emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Mi dichiaro pienamente favorevole all'emendamento che propone il collega Pezzana in quanto a mio avviso i requisiti di cui alla lettera d) nella fase concreta della loro valutazione, si caratterizzeranno da parte della Commissione che dovrà individuarli per la loro estrema discrezionalità.
In particolare, mi soffermo sul punto 3) laddove si parla di effettiva collaborazione e partecipazione al raggiungimento degli obiettivi dell'Ente. Su questo aspetto mi pare che si fosse già soffermato il Consigliere Pezzana. Io aggiungo semplicemente che collaborare in maniera effettiva e partecipare al raggiungimento degli obiettivi dell'Ente è il requisito base di qualunque impiegato che entri a far parte della pubblica amministrazione in generale e di quella regionale in particolare.
Attribuire quindi dei punti a chi collabora e partecipa al raggiungimento degli obiettivi dell'Ente è assurdo e non concepibile, perché il non collaborare e il non partecipare significa, a mio avviso, ravvisare un comportamento che deve portare a procedimento disciplinare. Attribuire dunque un punteggio a chi fa il suo elementare dovere mi pare sia fuori luogo.
Pertanto, con particolare riferimento a questo elemento di valutazione ribadisco il mio voto favorevole all'emendamento del Consigliere Pezzana.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi sento di condividere quanto ampiamente illustrato dal Consigliere Pezzana. Voterò a favore del suo emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Dichiaro il mio voto favorevole all'emendamento soppressivo presentato dal collega Pezzana. Non condivido "l'ingenua lettura" che ha dato il Consigliere Majorino del punto 3). Sospetto che l'effettiva collaborazione e partecipazione, visto che viene valutata, non può voler dire che è dovuta, ma lascia purtroppo trasparire una sorta di premio di collaborazione. Il premio di collaborazione è un fatto estremamente preoccupante all'interno di un ente pubblico in cui i funzionari devono rispettare i contratti e le normative che riguardano i pubblici dipendenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ritengo di dover intervenire innanzitutto per una doverosa testimonianza. Non si può accusare l'Assessore di essere troppo bianco e poi presentare un emendamento in cui lo si accusa di essere troppo nero. Bisogna decidere quale strada si vuole intraprendere.
Il progetto originario presentato dall'Assessore, così come è stato ricordato dal collega Avondo a titolo di demerito, non conteneva questo elemento di valutazione. L'Assessore, di fronte al dibattito che si è sviluppato in Commissione, ha ricordato che uno dei problemi era proprio quello di non voler apparire colui che, introducendo un elemento di discrezionalità, avoca a sé e alla Giunta qualcosa di discutibile come hanno sostenuto i colleghi Pezzana, Staglianò e Ala.
La valutazione complessiva della Commissione è stata per l'introduzione di un elemento di valutazione. L'alternativa era di accettare l'automatismo: si ricopre una certa posizione, sono passati diversi anni negli anni passati si è acquisito un titolo di studio, si somma il tutto e alla fine si ha il quadro di chi va a ricoprire posizioni apicali in Regione e chi no. C'è però un'altra scelta: insieme a queste valutazioni che sono importanti e rimangono preminenti anche quantitativamente nel punteggio, la Giunta si assume la responsabilità - sottolineo la responsabilità - di dare una valutazione.
Sono d'accordo con Pezzana sui rischi che si possono correre con procedure ambigue, ma preferisco un meccanismo che a chiare lettere dica che la Giunta è responsabile dei giudizi che dà. Se i giudizi che saranno notificati ai singoli interessati, come prevede la legge, e pubblicati, non andranno bene o faranno sospettare che siano stati utilizzati per fini diversi da una valutazione oggettiva del lavoro svolto dai funzionari questo sarà alla luce del sole e la Giunta se ne assumerà pienamente la responsabilità.
Per questo motivo ritengo che la formulazione adottata vada mantenuta ed esprimo il parere contrario del Gruppo liberale all'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Questo era uno dei punti su cui noi avevamo insistito, rispetto alla situazione che è stata presentata, che considero anacronistica, sbagliata punitiva e a priori di potenziali presenze e professionalità che solo l'aggiunta di un elemento selettivo, sia pure di valutazione di assunzione di responsabilità da parte della Giunta, può coprire. In altri termini dico, in particolare ai colleghi Staglianò, Ala e Pezzana, che ci sono tre forme. Abbiamo detto che le Commissioni sono in via di superamento, almeno da parte nostra, perché sebbene strada apparentemente neutrale è in realtà un po' troppo mascherata per le iperpresenze che ci sono.
Altro polo inattuabile per la Giunta, da noi ritenuto invece possibile è una forma di selezione fortemente professionale al punto di demandarla ad organismi esterni.
La terza soluzione è quella di considerare che solo l'accumularsi degli anni e dei titoli formali, al di là di quello che concretamente quell'individuo sa esprimere, sia la soluzione giusta. A nostro avviso però, ci farebbe piombare più all'indietro delle altre.
Si è trovata, invece, la soluzione della Giunta che coniuga gli elementi della chiarezza, della trasparenza, dell'assunzione di responsabilità. Se qualcuno ha seguito il mio intervento prima, ho detto che noi abbiamo valorizzato questo aspetto: noi non ci fidiamo di questa Giunta, riteniamo che ci siano dei pericoli nell'affidare questa decisione alla Giunta. Ma è proprio l'arma politica che io rivendico e spero che anche la Giunta, o gli Assessori, la sentano come elemento stimolatore per fare la scelta più equa possibile.
Proprio perché il principio è giusto, l'unico deterrente nei confronti di operazioni di spartizione e lottizzazione è questa assunzione chiara ed evidente di responsabilità. D'altra parte non è questa la via su cui crescentemente modelli spesso proposti alla nostra imitazione si muovono? Su questo noi siamo convinti, non siamo in difficoltà. Anzi, riteniamo che una lettura un po' inadeguata alla portata dei problemi sia debole.
Noi non ci siamo soffermati sui criteri, sui parametri. Apro qui una parentesi: forse è giusto che alcuni vadano in Commissione e altri ne stiano fuori, così riescono a valutare meglio dall'esterno. Abbiamo anche capito le ragioni dell'Assessore. Noi abbiamo chiesto un colloquio e l'Assessore ci ha risposto che per poter appendere la discrezionalità della Giunta a qualche elemento di fatto doveva necessariamente legarla a parametri e a criteri. Le giuste osservazioni che sono venute addirittura all'interno della maggioranza, se non sbaglio dal collega Strobbia potrebbero permetterci di rivedere questi criteri.
Perché non è possibile scrivere che la scelta e la valutazione della Giunta si esplica basandosi sugli elementi di capacità di direzione preparazione ed esperienza professionale? Mi pare che siano elementi sufficienti: se poi non moltiplichiamo 4 per 6, ma 12 per 2 credo non cambi niente per arrivare a 24.
Con convinzione noi diciamo no all'emendamento soppressivo e sì a questa formulazione. In questo senso mi chiedo se sia possibile, dato che il collega Ala ha proposto un emendamento al punto 18/quater, reintervenire sottoponendo questo problema anche alla maggioranza.
Dobbiamo salvaguardare questo meccanismo. L'Assessore ha accolto taluni suggerimenti provenienti dalla Commissione; ribadisco che su questo punto noi abbiamo insistito per motivazioni che sono di sistema e di principio di innovazione necessario.
Avendo ascoltato le osservazioni di Ala, Pezzana ed altri, chiederei che si riflettesse su questi punti, perché forse non ci siamo soffermati abbastanza. Mi sembra che alcuni siano talmente generici e vaghi da legittimare quello che, secondo me, non c'è dietro. Questo era un tentativo di appendere la valutazione discrezionale a qualche elemento. Mi pare che siano un po' generici; non è possibile essere più netti? A noi interessa che un dirigente abbia la preparazione professionale specifica per la materia in cui dovrà andare ad esercitare le funzioni e che abbia capacità di direzione di combinazione dei fattori umani e strumentali. Certo, poi ci sono quegli elementi che è un po' arduo definire come requisiti per fare uno scatto, che sono la stima e il prestigio. Mi pare comunque una forzatura farli rientrare nella valutazione. Siamo quindi per il mantenimento della valutazione della Giunta e per il punteggio di questa valutazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore al personale

Signor Presidente, l'emendamento presentato dal Consigliere Pezzana non viene accolto dalla Giunta. Non è possibile accoglierlo per le ragioni emerse dal dibattito, che brevemente riassumo, non tanto per giustificare l'introduzione del punto d), quanto per far cogliere all'intero Consiglio regionale il processo sviluppatosi intorno a questo problema.
Il punto d) non è stato introdotto dalla Giunta nel testo iniziale, ma è stato introdotto nei lavori di Commissione. Quindi la Giunta nella sua proposta iniziale non si era riservata alcuna discrezionalità. Come ho detto precedentemente noi ritenevamo che i titoli, così come erano formulati, potessero essere sufficientemente rappresentativi della vita e della storia del dirigente all'interno della Regione e potessero fare sufficiente giustizia rispetto a coloro che hanno le capacità e le professionalità per passare di livello. Questo era il pensiero della Giunta la quale ha proposto un testo per soli titoli.
In Commissione è avvenuto un lungo dibattito e se lei fosse stato presente, collega Pezzana, probabilmente avrebbe potuto contribuire portando degli elementi di discussione che magari potevano farne rimeditare taluni. La Commissione, ovvero le forze di maggioranza e l'unica forza di opposizione presente, il Partito comunista, ha ritenuto indispensabile che ci fossero degli elementi di discrezionalità che la Giunta dovesse esercitare.
La preoccupazione mia, dei miei funzionari e della Giunta, è stata quella di avere degli elementi ai quali ancorare questa discrezionalità.
Non ancorarla ad elementi precisi può far scattare il meccanismo di ricorsi al TAR. ricorsi che possono essere numerosi e pericolosi lasciando per anni un contenzioso aperto in questo settore, cosa assolutamente non utile.
Abbiamo a lungo ragionato e discusso su quali potevano essere i criteri da introdurre. I criteri che abbiamo introdotto sono quattro.
"L'effettiva collaborazione e partecipazione al raggiungimento degli obiettivi dell'Ente", cari colleghi, dobbiamo sapere che non rappresenta il 100% dei casi dei dirigenti della Regione. Sicuramente la Giunta, quando eserciterà la sua discrezionalità su questo punto, saprà valutare le persone, i dirigenti, che dal punto di vista della presenza fisica offrono uno scarsissimo contributo al raggiungimento degli obiettivi. Questo è bene saperlo.
Circa il punto "stima e prestigio" sono due termini che sono stati approfonditi e discussi; è evidente che la discrezionalità che la Giunta vuole esprimere non è solo in positivo, ma anche in negativo. Quindi "stima e prestigio" godute all'interno dell'Amministrazione per rapporti di ufficio mi pare un concetto chiaro e va sottolineato. Sui termini abbiamo discusso in Commissione e la Commissione ha ritenuto di non modificarli per cui chiederei al Consiglio di non modificarli adesso, perché sono anche stati valutati dal punto di vista giuridico. Si tratta di quattro elementi assai delicati, sui quali la Giunta dovrà esprimersi. Apportare delle modifiche anche solo ad un termine può farci correre dei rischi. Rinnovo quindi alle forze politiche ed al Consiglio la richiesta di non modificare se non è ritenuto assolutamente irrinunciabile, questi quattro elementi perché sono stati calibrati anche dal punto di vista giuridico.
Concludo dicendo che nel momento in cui è scritto nel testo che "la valutazione della Commissione sull'attitudine di cui al precedente comma 12, lettera 9), è portata a conoscenza dei candidati con la comunicazione relativa al provvedimento di approvazione della graduatoria", la Giunta si è impegnata a rendere pubblica la valutazione discrezionale che dà, e questo credo sia l'atto più trasparente che si possa fare, per cui è inutile fare altri commenti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Pezzana.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 31 contrari e 12 astensioni.
Il Consigliere Ala ha presentato il seguente emendamento: sopprimere al punto 18 l'ultimo capoverso: "stima e prestigio goduti all'interno dell'Amministrazione, nonché all'esterno dell'Amministrazione per rapporti d'ufficio, adeguati al ruolo da ricoprire".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Ho presentato un emendamento molto più limitato rispetto a quello appena votato, in quanto chiede l'abrogazione di un punto specifico. Chiedo scusa ai colleghi, ma soprattutto ai funzionari regionali dell'impossibilità di aver potuto leggere ed approfondire il testo della legge in quanto ne ho avuto copia nel momento in cui la stessa legge è stata portata all'esame dell'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Noi abbiamo chiesto che venissero modificati i criteri ed è per questo che ci siamo astenuti sull'emendamento Pezzana. L'eliminazione dei termini "stima e prestigio" è facile: si possono liquidare con una battuta. A mio avviso, bisognava scegliere la strada di rivedere tutti i criteri, perch levarne uno solo non serve a niente.
Per questo motivo ci asteniamo anche sull'emendamento proposto dal collega Ala.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Ala.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli, 31 contrari e 12 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 2 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 5 Consiglieri si sono astenuti 13 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Sono stati presentati quattro emendamenti da parte dell'Assessore Carletto: a) i commi 3, 5 e 8 dell'art. 29/bis, così come previsti dall'art. 3 del disegno di legge, sono soppressi.
b) Al comma 9 dell'art. 29/bis, così come previsto dall'art. 3 del disegno di legge, dopo le parole "...modalità di espletamento del corso..." sono aggiunte le seguenti parole "...di formazione e del relativo...".
c) Il comma 4 dell'art. 29/bis, così come previsto dall'art. 3 della presente legge, è sostituito dal seguente: "Il numero dei candidati da ammettere al corso di formazione è determinato secondo i limiti e le modalità previste dal regolamento sui concorsi approvato con deliberazione del Consiglio regionale in data 11/6/1981 n.
164-5269 così come modificato con deliberazione del Consiglio regionale dell'11/3/1982 n. 262-2217".
d) All'art. 29/bis, così come previsto dall'art. 3 del disegno di legge è aggiunto il seguente comma: "Entro 30 giorni dalla data di attuazione dell'art. 29, così come sostituito dall'art. 2 della presente legge, saranno indetti i concorsi per l'accesso alla I qualifica dirigenziale".
La parola all'Assessore Carletto per l'illustrazione.



CARLETTO Mario, Assessore al personale

L'art. 3 è oggetto di attenzione particolare trattandosi della definizione delle procedure di selezione per la I qualifica dirigenziale.
Il primo dei quattro emendamenti che ho presentato è soppressivo dei commi 3, 5 e 8 dell'art. 29/bis, così come previsto dall'art. 3 del disegno di legge. Questo perché le materie che regolamentano i commi 3, 5 e 8 anziché essere definite nel disegno di legge verranno definite nel provvedimento di Giunta, che è previsto dal punto 9) dello stesso art. 3.
Tale punto 9) con emendamento modificativo, il secondo da me presentato viene corretto in tal senso: al comma 9 dell'art. 29/bis, così come previsto dall'art. 3 del disegno di legge, dopo le parole "modalità di espletamento del corso" sono aggiunte le parole "di formazione e del relativo". Si tratta in pratica dell'integrazione del punto 9), che definisce le materie che verranno trattate e sancite con il provvedimento di Giunta, con i punti 3, 5 e 8 che abbiamo soppresso con l'emendamento precedente.
Il terzo emendamento è aggiuntivo ed è stato presentato in quanto sono emerse delle preoccupazioni rispetto ai tempi d'inizio delle procedure per i concorsi della I qualifica dirigenziale. Si dice che non si capisce quando partiranno detti concorsi.
Ho già detto in più occasioni che i concorsi della I qualifica dirigenziale partiranno non appena si saranno concluse le procedure relative alla II qualifica dirigenziale. Per dare maggior forza alla cosa è stato predisposto un emendamento aggiuntivo che recita: "Entro 30 giorni dalla data di attuazione dell'art. 29 così come sostituito dall'art. 2 della presente legge, saranno indetti i concorsi per l'accesso alla I qualifica dirigenziale." Il quarto ed ultimo emendamento è modificativo del comma 4, che definisce il numero dei candidati da ammettere al corso di formazione e quindi alla seconda fase di selezione per la I qualifica dirigenziale. Nel testo attuale si dice "un numero pari al numero di posti messi a concorso aumentati di un terzo". Per venire incontro alle esigenze emerse negli incontri avuti con le OO.SS. e anche con una parte di lavoratori che hanno chiesto di essere ricevuti dalle forze politiche, propongo il seguente emendamento che sostituisce il comma 4: "Il numero dei candidati da ammettere al corso di formazione è determinato secondo i limiti e le modalità previste dal regolamento sui concorsi approvato con deliberazione del Consiglio regionale in data 11/6/1981 n. 164-5269, così come modificato con deliberazione del Consiglio regionale dell'11/3/1982 n. 262-2217".
In sostanza, la percentuale che oggi è del 30%, secondo le deliberazioni di Consiglio che ho citato, diventa del 40% qualora i posti siano di numero superiore a 20, del 50% qualora i posti siano di numero superiore a 10 e fino a 20, aumentati di due volte qualora i posti siano in numero non superiore a 10.
Questo ovviamente non deve far pensare che i profili professionali nella I qualifica dirigenziale diventino 92.



PRESIDENTE

Il Consigliere Bontempi presenta il seguente emendamento: alla L.R. 8/9/1986, n. 42 è aggiunto il seguente articolo: "Art. 29/bis - (Corso-concorso pubblico per l'accesso alla I qualifica dirigenziale).
1. L'accesso alla I qualifica funzionale dirigenziale, di cui all'art.
21 della L.R. 16/8/1984, n. 40, avviene per concorso pubblico, ovvero per corso pubblico per profili professionali.
2. Gli specifici requisiti di accesso per ciascun profilo professionale nonché le modalità di espletamento del corso-concorso, saranno determinati dalla Giunta regionale, entro tre mesi dall'entrata in vigore della presente legge, previa contrattazione con le OO.SS.".
La parola al Consigliere Bontempi che illustra l'emendamento.



BONTEMPI Rinaldo

Credo che il nostro emendamento debba essere posto ai voti prima, in quanto sostituisce l'intero articolo. Si tratta della soluzione che avevamo sostenuto già questa mattina in Commissione. Nonostante gli indubbi miglioramenti apportati dall'Assessore, la sua proposta non corrisponde a quello che noi intendevamo. Demandare cioè ad un momento successivo le modalità di espletamento del corso-concorso e i requisiti di accesso per ciascun profilo professionale.
Questo è in parte presente nel testo della Giunta, però è significativamente limitato da quello che è già scritto nella legge. La nostra soluzione ha validità per una ragione più generale, cioè la difficoltà di poterci trovare di fronte a delle leggi che poi magari vanno cambiate, anche perché l'azione di Giunta e sindacato, cioè la libertà della contrattazione, può corrispondere meglio alle necessità di uno strumento immediatamente agibile. Il corso-concorso determinerà la selezione dei dirigenti di I qualifica. Mi è molto difficile, e credo lo sia per qualsiasi Consigliere regionale, entrare nel merito. E' una materia tipica di governo, che non vogliamo sia attribuita ad una statuizione di cui non conosciamo esattamente portata, limiti e conseguenze. L'obiezione fattami era che per questo atto occorreva una validazione maggiore, per esempio di Consiglio.
Ritengo comunque che il nostro emendamento debba rimanere, mentre ci asterremo sugli emendamenti presentati dalla Giunta.
Per quanto riguarda invece l'intero articolo voteremo contro, perch riteniamo che questa strada si sarebbe potuta percorrere prima. Valutiamo positivamente gli sforzi fatti ancora oggi dalla Giunta, ma questo va contro all'idea di come arrivare a definire l'importantissimo problema della I qualifica dirigenziale, tenendo conto che non può essere trattato troppo diversamente da quello che abbiamo appena deciso per la II dirigenza. La vera preoccupazione che dovremmo avere sarebbe quella di non incentivare una corporativizzazione verticale segmentata dei vari livelli cioè lasciare che ognuno vada per conto proprio. Ognuno ha le proprie esigenze specifiche, però il problema è di mantenere una identità complessiva del personale.
Questa è la ragione del nostro emendamento su cui non attendo particolari repliche da parte dell'Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Intervengo sull'emendamento illustrato dal collega Bontempi per dire che ne condivido lo spirito, cioè che nell'ambito di questo corso-concorso pubblico sia la Giunta regionale, con un successivo suo provvedimento, ad indicare gli specifici requisiti di accesso.
Però ho il fondato timore che qualora si dovesse approvare l'emendamento illustrato dal collega Bontempi, si incorra in una illegittimità dell'articolato, perché il corso-concorso pubblico - se non vado errato - è un istituto che viene introdotto per la prima volta nell'ordinamento regionale, per cui i suoi requisiti essenziali devono necessariamente essere contenuti nella legge. Temo che il Commissariato di Governo possa rilevare che con l'approvazione di questo emendamento vengano dati dei poteri sostanzialmente legislativi alla Giunta, la quale non pu averne. Ricordo che già diversi provvedimenti sono stati respinti allorquando vi erano fissati certi principi. Incorreremmo quindi in un infortunio legislativo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore al personale

Signor Presidente, gli emendamenti da me presentati fanno seguito alle considerazioni emerse in Commissione questa mattina e quindi correggono una situazione in funzione di quelle richieste.
Il Gruppo comunista ritiene di mantenere il suo emendamento, che definisce al punto 1) come si procede alla selezione per la I qualifica dirigenziale, e per il resto rimanda tutto a provvedimento della Giunta.
Per le ragioni di incertezza giuridica che il collega Majorino ha espresso (che costituiscono anche motivo di preoccupazione per la Giunta) e per ragioni di tempo la Giunta ritiene di non poter accogliere l'emendamento presentato dal Gruppo comunista.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Bontempi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 35 contrari e 1 astensione.
Pongo ora in votazione gli emendamenti presentati dall'Assessore Carletto.
Chi è favorevole al primo emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 32 voti favorevoli e 13 astensioni.
Chi è favorevole al secondo emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 31 voti favorevoli e 13 astensioni.
Chi è favorevole al terzo emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 32 voti favorevoli e 12 astensioni.
Chi è favorevole al quarto emendamento e pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli e 12 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 3 nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 34 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 34 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 14 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Il Consigliere Bontempi ha presentato il seguente emendamento: al secondo comma, la prima interlinea è così sostituita: "Dal Presidente della Commissione che verrà individuato, dalla Giunta regionale, tra il personale di seconda qualifica dirigenziale".
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Ho già fatto prima il ragionamento sulla presenza dei politici in Commissione; noi riteniamo che non abbia senso. Altra cosa è la presenza dell'organo esecutivo.
Credo pertanto che sarebbe utile accogliere questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore al personale

Questo è stato un argomento molto dibattuto in Commissione sul quale la Giunta, con questo disegno di legge, ha dato un segnale chiaro di disponibilità ad intraprendere strade nuove nella selezione del personale.
Abbiamo snellito considerevolmente la Commissione che dovrà selezionare i partecipanti ai concorsi speciali. E' stata snellita proprio nel numero di politici (presenti all'interno di queste Commissioni), introducendo la presenza di due tecnici, uno individuato dalla Giunta e uno dal Consiglio poiché la valutazione e la selezione che si effettuano sono attinenti ai dipendenti che operano in Giunta e anche a quelli che operano in Consiglio.
La strada quindi della nomina di due esperti, uno della Giunta, l'altro del Consiglio, non ha alcun significato nascosto.
La presenza del sindacato non è possibile eliminarla dalla Commissione in quanto è prevista dalla legge di contratto.
A questo punto, per un equilibrio all'interno della Commissione, ci sembra giusta la presenza di un componente politico, il Presidente.
Si va in definitiva verso una selezione del personale che rinvigorisce la presenza dei tecnici all'interno delle Commissioni, senza esautorare completamente la classe politica. Pertanto l'emendamento viene respinto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intendo fare una breve dichiarazione di voto rispetto all'emendamento presentato dal Gruppo comunista.
Nel corso del mio intervento in aula, ma soprattutto in sede di Commissione, avevo espresso alcune riserve in ordine alla composizione delle Commissioni, e non soltanto rispetto a quanto, nello specifico, ha detto ora l'Assessore Carletto. Prendo atto che c'è un orientamento della Giunta rispetto a nuovi modi di costituire le Commissioni.
Resto comunque dell'avviso che avevo già espresso nel mio intervento odierno. Il Gruppo repubblicano voterà a favore dell'emendamento comunista.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Bontempi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli, 30 contrari e 1 astensione.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 5 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 34 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 34 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 34 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 34 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 34 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 34 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri.
L'art. 11 è approvato.
Art.12 - Il Consigliere Pezzana ha presentato il seguente emendamento: alla L.R. 8/9/1986, n. 42 è aggiunto il seguente articolo: "Art. 29/ter La Giunta regionale pubblica integralmente tutti i curricula presentati dai candidati ai concorsi previsti dagli artt. 29 e 29/bis della presente legge prima dello svolgimento degli stessi.
La Giunta inoltre pubblica la graduatoria definitiva dei concorsi con tutti i partecipanti ai concorsi stessi e il punteggio attribuito per ciascuna prova o titolo".
La parola al Consigliere Pezzana per l'illustrazione.



PEZZANA Angelo

Le motivazioni in base alle quali chiedo venga introdotto l'art.
29/ter, che prevede la pubblicazione dei curricula, sono a sostegno della trasparenza e della chiarezza che l'Assessore reclamava a propria giustificazione per questo disegno di legge.
L'articolo aggiuntivo da me proposto recita: "La Giunta regionale pubblica integralmente tutti i curricula presentati dai candidati ai concorsi previsti dagli artt. 29 e 29/bis della presente legge prima dello svolgimento degli stessi.
La Giunta inoltre pubblica la graduatoria definitiva dei concorsi con tutti i partecipanti ai concorsi stessi e il punteggio attribuito per ciascuna prova o titolo".
Mi sembra che questa sia una connotazione venendo a mancare la quale nessuna trasparenza sia più possibile.
E' una richiesta dettata semplicemente dal buon senso e da una correttezza che se viene a mancare è l'ennesima dimostrazione che la trasparenza può essere reclamata a voce, ma poi non realizzata concretamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Come avevo già dichiarato prima, noi concordiamo con questo emendamento per cui daremo voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario

Assessore al personale Signor Presidente, per quanto riguarda questo emendamento ricordo che esiste la legge n. 26 del 17/4/1987, che è stata predisposta espressamente per i curricula, che nel testo iniziale della Giunta era stata abrogata perché non era più prevista la presentazione dei curricula. Abbiamo poi reintrodotto la presentazione dei curricula da parte dei candidati e quindi non abbiamo abrogato la legge n. 26 del 17/4/1987, che prevede la pubblicazione dei curricula dei vincitori.
Mi chiedo quindi se avendo il Consiglio regionale poco tempo fa emanato una leggina che prevede la pubblicazione dei curricula dei vincitori adesso sia possibile modificarla. La Giunta per coerenza dice che i curricula dei vincitori, sulla base di quella legge, verranno pubblicati. Non accogliamo l'emendamento non perché siamo contro la pubblicazione, ma perché siamo per la pubblicazione secondo quanto previsto dalla legge n. 26/87.



PEZZANA Angelo

Avete sbagliato prima e continuate a sbagliare.



CARLETTO Mario, Assessore al personale

No, noi riteniamo che lo spirito dei curricula sia di mettere tutti nella condizione di conoscere in base a che cosa è stato selezionato il candidato che ha vinto. Chi ha perso ha interesse di vedere se qualche curriculum è sbagliato. Non credo ci sia interesse da parte della gente di vedere il curriculum di un candidato.



PEZZANA Angelo

E se interessasse ad un Consigliere?



CARLETTO Mario, Assessore al personale

Bisogna valutare se si tratta di atti riservati oppure no.



PEZZANA Angelo

E la trasparenza dove va a finire?



CARLETTO Mario, Assessore al personale

Non è questione di trasparenza. Consigliere Pezzana, la cosa pubblica non è come la mia azienda o la sua, è una cosa un po' diversa. Lei porta dei contributi da aziendalista privato che qui purtroppo però non possono essere accolti, perché ci sono delle leggi che presiedono al nostro lavoro.
Quindi se il curriculum di un candidato è materia riservata non posso farlo vedere; se invece è un documento pubblico potrà consultarlo come Consigliere. Ripeto però che la legge n. 26/87 norma la pubblicazione dei curricula.
Per quanto riguarda il secondo comma dell'emendamento aggiuntivo ritengo non sia necessario inserirlo nella legge, perché è sufficiente che nel momento della pubblicazione della graduatoria sul Bollettino Ufficiale venga inserito questo aspetto. Non è questione che debba essere normata da una legge. Così come sull'art. 3 abbiamo cercato di depurare una serie di questioni che non attengono al procedimento legislativo, ma a quello amministrativo di competenza della Giunta, anche questa è una competenza della Giunta, in particolare del Presidente.
Per queste ragioni la Giunta non accoglie l'emendamento del Consigliere Pezzana.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Pezzana.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 15 voti favorevoli, 30 contrari e 1 astensione.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 12 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri.
L'art. 12 è approvato.
Prima di porre in votazione l'intero disegno di legge chiedo se vi sono delle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Noi intendiamo fare la dichiarazione di voto perché ci eravamo riservati la facoltà del giudizio definitivo in Commissione. L'intervento che ho svolto in chiusura del dibattito generale è da leggersi come premessa al voto finale che noi diamo.
Nel lavoro che abbiamo compiuto, per la prima volta abbiamo trovato in alcuni rappresentanti della maggioranza la sensibilità nel cercare di fare uno scatto in avanti. Che questo non sia stato perfetto è un'altra cosa.
Alcune forze della maggioranza hanno cercato di dialogare. Abbiamo poi avuto una maggioranza divisa su questo problema, che si è ricompattata alla fine. Ma abbiamo trovato ben poco del respiro adeguato a quello che ha dato il Gruppo di opposizione, che rischia di legittimare anche il nostro Gruppo a scegliere una strada diversa.
Non capiamo perché, in altri termini, dobbiamo trovare alcuni interlocutori costanti, con i quali è possibile dialogare e confrontarsi ed altri no.
Questa è la prima ragione, che tra l'altro è emersa anche in aula.
La seconda ragione è che noi ci troviamo di fronte ad una manovra politica complessiva sul personale che non è arrivata ad alcun punto di approdo concreto e significativo.
Per questi motivi la nostra collocazione su questo tema è contraria.
Le dichiarazioni di voto servono per dare dei segnali, ed il nostro è che se il prossimo appuntamento (la legge sulle strutture) verrà vissuto in un certo modo, noi crediamo che la nostra funzione di opposizione ed il nostro voto contrario, in questo caso e con queste motivazioni, possa aver avuto una qualche utilità. Il nostro voto è negativo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,30)



(La seduta ha termine alle ore 19,30)



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