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Dettaglio seduta n.105 del 23/10/87 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Biazzi, Carazzoni, Fassio Ottaviano, Fracchia, Pezzana, Picco, Quaglia Ratti, Turbiglio e Vetrino Nicola.


Argomento: Polizia rurale, urbana e locale

b) Interpretazione della votazione avvenuta il giorno precedente in merito alla legge rinviata dal Governo: "Norme in materia di polizia locale"


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, ieri nella votazione per l'approvazione dell'articolo finanziario della legge sulla polizia locale si è registrata una maggioranza, ma non assoluta. L'interpretazione data l'ho rivista attentamente anche alla luce dei precedenti casi. Nel caso di rinvio di una legge da parte del Governo e di nuova approvazione da parte del Consiglio a maggioranza assoluta dei suoi componenti, la legge viene promulgata salvo che entro 15 giorni dalla comunicazione della nuova approvazione il Governo della Repubblica non abbia promosso una questione di legittimità.
Sostanzialmente, se non modifico la legge, cosa che non è mai avvenuta visto che non ci siamo mai scontrati con il Governo né quando c'era la Giunta di sinistra né attualmente, la questione viene confermata al Consiglio e consegue la promulgazione, salvo che il Governo la impugni alla Corte Costituzionale.
Dico questo per correttezza nei confronti del Consiglio.
Essendo stato modificato l'articolo finanziario noi abbiamo accolto la richiesta del Governo, quindi si viene a cadere nell'ipotesi di accoglimento della richiesta del Governo e non invece di conferma della decisione precedentemente assunta dal Consiglio. Comunque, a parte questa vicenda, ritengo che debba essere data una soluzione positiva alla votazione rimettendo il problema alla Commissione Regolamento perché trovi una linea di condotta che sia più chiara di quanto non possa essere l'interpretazione che do in questo momento. Mi pare che la votazione, per l'interpretazione data, debba ritenersi corretta, visti i precedenti di questo Consiglio.
E' la prima volta che sorge un problema del genere in questo Consiglio.
I funzionari hanno dato questa interpretazione e correttamente l'ho comunicata dovendo il Presidente del Consiglio sciogliere questo nodo.
Ripeto, quando andiamo allo scontro con il Governo, evidentemente c'è la conferma del voto, quindi occorre la maggioranza assoluta; quando invece ci adeguiamo alla normativa del Governo occorre un chiarimento ed è quello che ho fatto.
L'articolo si intende approvato e così l'intero testo di legge che quindi può avere il suo percorso.


Argomento:

b) Interpretazione della votazione avvenuta il giorno precedente in merito alla legge rinviata dal Governo: "Norme in materia di polizia locale"

Argomento:

c) Presentazione progetto di legge


PRESIDENTE

Comunico che è stato presentato il progetto di legge n. 314: "Modifica dell'art. 91 septies della L.R. 5/12/1977, n. 56 (Antenne TV)".


Argomento: Cave e torbiere - Difesa idrogeologica

Interpellanza n. 854 del Consigliere Staglianò inerente agli scavi sulle sponde del fiume Sesia per bonifica agraria


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, la Presidenza del Consiglio aveva lasciato in sospeso la replica all'interpellanza presentata dai Consiglieri Valeri e Staglianò inerente agli scavi sulle sponde del fiume Sesia per bonifica agraria. La risposta era stata data per iscritto, ma il Consigliere Staglianò non ha mai avuto il documento.
Nella Conferenza dei Capigruppo ho pregato di dare copia della risposta (che era stata consegnata al Consigliere Valeri) anche al Consigliere Staglianò.



VALERI Gilberto

Come lei ha ricordato noi avevamo rinviato la replica, ma nel medesimo tempo avevamo rilevato che la risposta aveva riguardato unicamente il versante cave, lasciando del tutto senza risposta i problemi riguardanti lo stato dell'area interessato dalla cava prospiciente il fiume Sesia.
Successivamente con l'Assessore eravamo rimasti intesi che questo vuoto sarebbe stato colmato dando risposta alle questioni che nell'interrogazione del collega Staglianò costituivano la parte preminente.
Se l'Assessore conferma questa intesa, si tratterebbe di integrare quella risposta.



PRESIDENTE

Capisco, Consigliere Valeri, ma non di questo parlavo. La risposta che era stata data a lei non è assorbente di tutto il problema, ma è parziale.
Ho pregato di trasmettere questa parte anche al Consigliere Staglianò.
La parola all'Assessore Cernetti per l'integrazione della risposta.



CERNETTI Elettra, Assessore alla tutela ambientale

Devo dare la risposta dall'inizio visto che il Consigliere Staglian non era presente? Le risposte sono state assemblate perché si intersecano le une con le altre.



PRESIDENTE

Si era deciso di estrapolare dalla risposta generale quella parte a cui non era stata data risposta e di reintrodurre l'argomento perché anche il Consigliere Staglianò era interpellante.
La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

E' tanto vero e corretto il modo di procedere da lei annunciato che successivamente a quella risposta parziale, vi è stato da parte dell'Assessorato competente un sopralluogo al sito interessato e del cui esito si è tuttora in attesa di avere notizia.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore alla tutela ambientale

Avevo terminato la risposta annunciando che la Regione aveva promosso un incontro con il Magistrato per il Po, la Sarpom, i Vigili del fuoco e i funzionari del Servizio cave e torbiere per esaminare la pericolosità o meno dell'oleodotto della Sarpom che si trova nelle vicinanze del fiume.
L'incontro è avvenuto il 24 settembre e, a questo proposito, ho un rapporto stilato dal Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Vercelli.
Non lo leggerò tutto, ma ne riassumo la parte essenziale: "Per quanto di competenza di questo Comando non si rappresentano, allo stato attuale, motivi di preoccupazione per pericoli immediati per la pubblica incolumità non essendo emerse variazioni rilevanti ai fini della sicurezza rispetto alla situazione di cui al fonogramma di questo Comando del 19/6/1986.
Non si ritiene pertanto di dover suggerire l'adozione di particolari provvedimenti urgenti, correlati con la presenza dell'oleodotto, restando ovviamente salvi quelli finalizzati al consolidamento dell'assetto idrogeologico che gli organismi competenti dovessero ritenere eventualmente opportuni.
Si precisa inoltre che la società Sarpom dovrà comunque farsi carico di sottoporre all'esame di questo Comando gli elaborati rappresentativi di variazioni sostanziali, sia sotto l'aspetto della sicurezza e sia rispetto alla situazione preesistente al momento del rilascio del certificato di prevenzione incendi nell'assetto territoriale idrogeologico, eventualmente interessabili l'oleodotto, in caso di ipotizzabili eventi naturali sfavorevoli.
Analogamente dovranno essere sottoposti al preventivo esame i progetti di eventuali opere comunque interessabili l'oleodotto.
Si prende infine atto che la società si impegna a garantire l'effettuazione dei periodici controlli atti a verificare la permanenza delle necessarie condizioni di sicurezza dell'oleodotto stesso, nonché a predisporre la tempestiva intercettazione di quest'ultimo nel caso di piene con allagamenti territoriali interessanti il percorso".
Come ho già detto, il Magistrato per il Po non ha dato su questo risposta scritta, ma ha convenuto che l'oleodotto attualmente non presenta situazioni tali da dover richiedere provvedimenti urgenti.
Passo ora all'integrazione della risposta all'interrogazione n. 899 presentata dal Consigliere Valeri.
Da un'ulteriore indagine e da approfondimento in merito alla realizzazione di prismate lungo il fiume Sesia, in Comune di Vercelli, è risultato che le recenti difese spondali rientrano in un progetto di contenimento del fiume stesso a difesa dei centri rivieraschi. Le prismate non sono quindi in alcuna connessione con cosiddette bonifiche agrarie o cave attivate successivamente.
A titolo di esempio un primo lotto di prismate è stato realizzato a seguito di erosioni sulla sponda sinistra del Sesia in località Tiravacca di Vercelli, verificatesi antecedentemente all'autorizzazione della cava nella stessa località. E' da sottolineare inoltre che estrazione di materiale dall'alveo e ogni intervento a difesa del fiume, quali prismate e difese spondali, sono di esclusiva competenza del Magistrato per il Po.
Rimane all'Amministrazione regionale l'autorizzazione ad operare in zona vincolata, ai sensi della legge n. 431/85, la quale autorizzazione non può entrare nel merito tecnico dell'intervento progettato, ma deve esclusivamente valutare la congruenza delle opere nel contesto ambientale della zona.
Per quanto riguarda il caso particolare di estrazione di materiale dall'alveo, si deve considerare che precedentemente il Magistrato per il Po era tenuto a richiedere il parere delle Commissioni comprensoriali competenti per territorio prima di procedere all'assegnazione di concessioni. Si concorda a questo proposito sulla necessità di istituire nuove Commissioni che possano consentire all'Amministrazione regionale di esprimere una propria valutazione in merito.
Vorrei inoltre aggiungere che, siccome questo era terreno di bonifica l'Assessorato si è fatto carico di sollecitare con lettera il Sindaco e gli organi competenti perché provvedano in modo sollecito alla bonifica del territorio stesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Ribadisco in questa sede, in modo che rimanga agli atti, che il sottoscritto, pur avendo interpellato l'Assessore competente e il Presidente della Giunta il 21 luglio 1987 su un argomento di cui si sono occupati ampiamente gli organi di informazione - e ritengo dovranno continuare ad occuparsene in quanto è in corso un procedimento giudiziario in seguito alla denuncia dei proprietari danneggiati dagli scavi e sostenuta dal Gruppo politico che qui rappresento, cosa su cui sta indagando la Procura della Repubblica di Vercelli - non ha mai ricevuto risposta alle questioni che in maniera puntuale e circostanziata ha sottoposto da quasi tre mesi al governo regionale.
La vicenda è questa. Nel 1985 si autorizza una bonifica agraria sulle sponde del Sesia che si tramuta in scavo prolungato di inerti destinati fra l'altro, alla centrale elettronucleare di Leri-Cavour e al cantiere dell'autostrada Voltri-Sempione. Questa bonifica agraria diventa quindi anche fonte di lucro consistente, con la conseguenza che si erodono progressivamente le difese naturali, le cosiddette "golene" del Sesia esponendo i terreni agricoli adiacenti alla zona di scavo al pericolo di inondazione. Il 21 luglio 1987 il sottoscritto paventava il pericolo prossimo venturo di inondazione; cosa, signor Presidente e colleghi, che si verificò puntualmente con il maltempo del 23 agosto; si è verificato in quella zona un danno di almeno 100 milioni ai terreni agricoli e l'oleodotto della Sarpom fu chiuso perché chi vigilava sull'esercizio di questa delicatissima infrastruttura rimase impressionato dall'acqua che si era accumulata e quindi dal pericolo immanente che l'oleodotto potesse rompersi.
Perché l'oleodotto può rompersi? Perché erodendo le golene naturali del Sesia, che ha un corso torrenziale, e incanalando artificialmente il fiume (l'oleodotto della Sarpom è interrato a 5 metri di profondità, è protetto con il cemento armato e con valvole autobloccanti in caso di rottura) in caso di piena, laddove il Sesia va prendendo un nuovo corso, tutte queste protezioni non ci sono. Dall'integrazione resa dall'Assessore ho appreso che, secondo i Vigili del fuoco, non ci sarebbe pericolo immanente.
Infatti, il pericolo si verifica quando il fiume s'ingrossa, s'incanala scava, quindi scavando può portare alla luce un tubo dell'oleodotto che è stato interrato ad un metro e mezzo circa e non a 5 metri come nell'alveo del fiume.
Abbiamo quindi una zona di bonifica che diventa zona di lucro; si espone ad inondazione, cosa verificatasi una prima volta ed una seconda perché le piogge di dieci giorni fa hanno ripercorso il nuovo tracciato fatto in seguito agli scavi e i terreni adiacenti sono stati allagati nuovamente.
Se questa è l'ossatura della questione, ci sono alcuni particolari molto inquietanti a cui non è stata data risposta ed è la ragione per la quale si è ritenuto opportuno segnalarla all'autorità giudiziaria. In seguito agli esposti ripetuti degli agricoltori intervenne un anno fa il Ministero della Protezione Civile, il quale segnalò alla Presidenza della Giunta l'opportunità di un sopralluogo nella zona "Cascina Bianca", dove si effettuano gli scavi. Il Servizio geologico della Regione Piemonte fece il sopralluogo anziché alla Cascina Bianca, alla Cascina Tiravacca esattamente 6 km, più a valle, un errore un po' marchiano per chi la carta geografica dovrebbe maneggiarla come le proprie tasche.
Si chiedevano quindi nell'interrogazione i motivi di queste sviste e come mai il Presidente della Regione Beltrami scriveva il 24 settembre 1986 che la Regione Piemonte si stava interessando della situazione e affermava che l'Assessorato ai LL.PP. aveva assegnato alla Comunità montana Val Sesia e Val Sessera un finanziamento di un miliardo sul programma 1986 e un miliardo e 150.000.000 milioni in base alla legge n. 99/85 per sistemazione idraulica al Comune di Campertogno.
Il Comune di Campertogno con la Cascina Bianca e il Comune di Vercelli c'entra come il cavolo a merenda. Anche qui si tratta di capire come mai si verificano questi disguidi.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta Regionale

Le darò nome e cognome del funzionario che ha reso questi dati alla Presidenza e lei suggerirà al Consiglio di assumere i provvedimenti del caso. Non posso sapere se geograficamente un'area è vicina o lontana.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Infatti, signor Presidente, vorrei che risultasse chiaro che non c'è nulla di personale o di vessatorio nei confronti di alcuno; si tratta di ricostruire una vicenda che - lei mi darà atto - è molto inquietante.
Questi episodi non si devono ripetere, cosa che invece, se non si mette il dito nella piaga, non sarà possibile.
Gli scavi, o la cosiddetta bonifica agraria che si prolunga in termini che ci paiono singolari, avvengono in una zona che dovrebbe essere protetta, stando alle distanze dell'alveo del fiume, dalla legge Galasso.
Anche su questo ponevo domande ed anche su questo il sottoscritto non ha ricevuto risposta.
C'è un'altra questione che riguarderebbe l'Assessore all'agricoltura il quale dovrebbe fornire una risposta. I proprietari del terreno dove si effettuano gli scavi destinati, con congruo compenso, alla centrale elettronucleare di Leri-Cavour ricevono, sul finire degli anni '80, un finanziamento pubblico regionale per l'impiantamento di pioppeti.
Naturalmente, il vincolo posto dalla Regione Piemonte era quello che i pioppi rimanessero a dimora dodici anni. I dodici anni non sono passati perché i pioppi sono stati asportati e si è ritenuto più redditizio scavare inerti e venderli all'autostrada Voltri-Sempione e al cantiere di Leri Cavour.
Anche su questo verteva la domanda posta alla Giunta. Si intende o meno recuperare questi fondi pubblici, erogati ad una finalità che non è stata rispettata? Come vedete la questione è molto delicata e molto complessa.
Peraltro in questa sede voglio dare atto pubblicamente all'Assessore Cernetti che, pur essendosi insediata nel proprio ufficio da pochissime settimane, ha seguito con grande tempestività la materia, ha già assunto provvedimenti, quelli a cui faceva riferimento poc'anzi a spizzichi e bocconi che in sostanza non fanno che riproporre all'ordine del giorno il problema essenziale che ponevamo alla Giunta.
C'è stata un'inondazione il 23 agosto, ce n'è stata un'altra dieci giorni fa e ci sarà un'inondazione tutte le volte che il Sesia si ingrosserà, così che il Sesia, alle porte di Vercelli, cambierà corso portandosi via all'incirca cento giornate di terra.
L'altro interrogativo è: è possibile che il Magistrato per il Po spenda fior di miliardi per le prismate? Gli uffici regionali informalmente mi hanno detto che grosso modo un metro di prismate viene a costare un milione. Le prismate vengono costruite a difesa di terreni che avevano una propria difesa naturale.
Penso che dovremo deciderci tutti quanti, e per quanto ci riguarda cercheremo di farlo, a scoperchiare finalmente questa "pentola" dei comportamenti del Magistrato per il Po, perché ci sono troppi dati che non tornano. Siamo di fronte ad un caso in cui da una parte si distruggono le difese naturali e dall'altra, con i soldi pubblici, si ricostruiscono difese artificiali nella stessa zona erosa.
Signor Presidente, mi perdonerà se mi sono infervorato, ma mi darà atto che, dopo aver studiato per qualche mese l'argomento, averlo sottoposto all'attenzione di tutti, aver anche sollecitato l'intervento del collega Valeri che risiede a Vercelli, un po' di amarezza posso averla nel vedere che si risponde ad un'interpellanza sollevata dal sottoscritto il giorno in cui, ahimè!, il sottoscritto era piegato in due nel letto per una colica renale. Mi sembra che in questi casi un po' di fair play non guasterebbe e anche un'attenzione maggiore da parte della Presidenza in questo caso non avrebbe guastato. Ciò detto e ricostruiti i termini della questione, penso che il sottoscritto abbia diritto a ricevere risposte circonstanziate a tutti gli interrogativi posti alla Giunta.
Mi dichiaro soddisfatto fin d'ora per i primi passi che l'Assessore Cernetti ha ritenuto di fare con le Amministrazioni locali competenti.
Anche in seguito al sopralluogo effettuato il 24 settembre, mi pare si ribadisca l'esigenza di un ripristino della situazione preesistente. Su tutto il resto che ho richiamato a flash vorrei una risposta.
Vorrei anche capire, signor Presidente, se a norma di Regolamento il sottoscritto deve rifare un'interrogazione o un'interpellanza per avere risposta a questi interrogativi, oppure se da parte del governo regionale i membri direttamente interessati, la Presidenza della Giunta per quanto riguarda il Servizio geologico, l'Assessore all'agricoltura per quanto riguarda i finanziamenti per il pioppeto, il sottoscritto potrà ricevere o meno una risposta. Se devo ripresentare l'interrogazione oggi stesso la protocollerò.



PRESIDENTE

Per ironizzare, riporto quello che ha detto Guasso, con quella simpatia che ha nel suo dire: "Se quel giorno la colica l'avesse avuta Valeri...".
Ha ora la parola il Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Forse l'errore è dell'Assessore Cernetti che ha accorpato ben cinque interrogazioni e tutte di rilievo.
Una mole così ampia di interrogativi ha prodotto una situazione di difficoltà di replica, oltre l'impossibilità, probabilmente, di dare risposte esaurienti. Fermo restando che era intesa di tutti che la risposta dell'Assessore avrebbe dovuto, nei tempi in cui è avvenuta, riguardare unicamente quelle parti delle cinque interrogazioni riguardanti le escavazioni in funzione della costruenda centrale nucleare.
Noi ora, invece, ci troviamo ad avere davanti una risposta la quale per voler essere esaustiva di tutti gli interrogativi posti, risulta essere del tutto insufficiente e inadeguata.
Stando così le cose non abbiamo altra alternativa alla riformulazione per le parti lasciate inevase e prive di risposte adeguate, delle interrogazioni a suo tempo presentate.



PRESIDENTE

C'è la disponibilità dell'Assessore a rispondere ulteriormente. Io non posso intervenire perché spetta al governo, tramite l'Assessore, rilevare come potrà svolgersi l'ulteriore dialogo rispetto a questo problema.
Può darsi che i Capigruppo stabiliscano di svolgere sull'argomento una comunicazione. Il Presidente del Consiglio è garante di questo.


Argomento: Cooperazione

Interrogazione n. 963 dei Consiglieri Amerio, Calligaro, Guasso e Bruciamacchie ed interrogazione n. 1000 del Consigliere Tapparo inerenti alla mancata applicazione della L.R. n. 28/84 sulla cooperazione


PRESIDENTE

Esaminiamo ora congiuntamente le interrogazioni nn. 963 e 1000 presentate rispettivamente dai Consiglieri Amerio, Calligaro, Guasso e Bruciamacchie e dal Consigliere Tapparo.
Risponde ad entrambe l'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore al lavoro

Nel periodo estivo si sono create nell'Assessorato condizioni purtroppo di fuga, se così posso dire, di dipendenti regionali. Talché il Servizio è stato totalmente sguarnito dei due funzionari (VII livello) che erano deputati ad istruire le pratiche della L.R. n. 28/84 sulla cooperazione.
Nel 1987 sono state presentate n. 33 domande, che sono all'attenzione e alla preoccupazione dell'Assessorato e della Giunta. La Giunta si sta attivando per risolvere la carenza di personale che in particolare in questo Servizio ha visto nei mesi estivi la totale assenza dei dipendenti che avevano una competenza ed una professionalità non facilmente sostituibili. L'Assessorato, per ovviare ai quesiti posti dalle interpellanze ed interrogazioni, dal primo di ottobre ha assegnato al Servizio un funzionario (VIII livello) che proviene da un'altra Regione a cui è stato affidato l'incarico di istruire tali pratiche, utilizzando quindi lo strumento che la legge stessa prevede, cioè l'utilizzo di personale degli enti strumentali o altre collaborazioni. Abbiamo inoltre affidato alla Finpiemonte l'incarico di dare un supporto per l'analisi contabile dei bilanci e delle domande delle cooperative in modo da poter recuperare il tempo perduto. E' immaginabile quindi che per la prima metà di novembre una prima tranche di pratiche potrà pervenire al competente Comitato tecnico per giungere quindi alla Commissione.
E' una risposta breve che ho cercato di dare, pur non essendo stata calendarizzata per la giornata di oggi. Quindi questi tempi cercheremo di accelerarli compatibilmente con la situazione reale in cui l'Assessorato si trova.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Amerio.



AMERIO Mario

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, prendo atto della risposta dalla quale si capisce che la macchina regionale si è rimessa in moto e questo è fondamentale perché la situazione che si era determinata era gravissima. Voglio ugualmente sottolineare che è incomprensibile l'affidamento alla Finpiemonte di questo incarico. Lo scorso anno definanziammo la L.R. n. 28/84 di 300-400 milioni che rischiavano di andare a residuo passivo. La legge era uno strumento importante, ma si era rivelata fragile su alcuni punti fondamentali. Quest'anno, dal 31 gennaio ad oggi, blocchiamo 33 domande; 28 domande sono state presentate il 31 gennaio 1987 e non hanno ancora ricevuto alcuna risposta. E' in ballo un miliardo e 700 milioni di investimenti che potrebbero finire a residuo passivo, anche se prendo atto che stiamo lavorando per evitarlo.
Il danno che si produce è rilevante; l'anno passato si definanziò la legge, quest'anno la si tiene bloccata per un anno correndo il rischio di impedire il funzionamento dell'unico strumento che abbiamo di politica attiva insieme alla legge n. 55 sui cantieri di lavoro.
Prendo atto delle dichiarazioni dell'Assessore; ovviamente l'intento comune è quello di evitare che questi stanziamenti vadano a residuo passivo.
E' finalmente aperto l'iter per la modifica e l'aggiornamento della L.R. n. 28/84, ma attenzione che episodi del genere non si ripetano e che gli uffici della Regione non stiano per mesi sguarniti. Ho di fronte a me le lettere dei Presidenti della Lega nazionale delle cooperative e della Confcooperative che rilevano la situazione gravissima che si è venuta a determinare. Facciamo in modo che episodi come questo non si ripetano perché i danni che possono provocare, anche alla credibilità dell'istituto regionale, sono rilevanti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, anch'io prendo atto della dichiarazione dell'Assessore di riattivare la struttura burocratica per la gestione delle domande relative alla L.R. n. 28/84. Vorrei però sottolineare - e mi rivolgerei anche al Presidente della Giunta regionale - che troppe potenzialità, troppi strumenti restano sottoutilizzati. In questo modo si creano forme di disincentivazione e si riduce la propensione di nuove forme di imprenditorialità collettiva ad usufruire di questa norma. Il meccanismo ne è testimone: vi è un certo numero di domande nella prima fase; nella seconda probabilmente il numero si riduce e via via questo meccanismo potrà essere considerato dai cittadini, dai disoccupati, dai lavoratori come uno strumento inagibile, non tanto per il valore dello strumento in sé, ma in quanto non è in grado di essere gestito in tempi adeguati.
Signor Assessore, sollevo delle riserve sul fatto che sia la Finpiemonte ad intervenire nelle istruttorie per le cooperative. Avevamo già detto alcuni anni fa in sede di dibattito che non utilizzavamo questo strumento proprio perché si trattava di una forma di imprenditorialità particolare che meritava un certo tipo di attenzione. Allora avevamo mantenuto all'interno della Regione l'istruttoria delle domande con una struttura burocratica apposita e una Commissione apposita formata da esperti esterni. Se si tratta di una fase di emergenza sono d'accordo con l'Assessore, ma se si tratta di una fase strutturale anticipo che il Gruppo socialista è contrario a che sia la Finpiemonte ad intervenire nelle istruttorie delle domande per le cooperative di disoccupati.



PRESIDENTE

L'Assessore Cerchio chiede la parola per una comunicazione.



CERCHIO Giuseppe,AsSessore al lavoro

Signori Consiglieri, farò una telegrafica informazione per precisare che la collaborazione con la Finpiemonte non inerisce all'istruttoria, ma semplicemente, nella contingenza, alle analisi di bilancio presentate sulle domande delle cooperative. Assicuro i colleghi non solo sul fatto che ci siamo già attivati, pur nella contingenza, ma che abbiamo già alcune risposte da parte di cooperative cui sono state richieste integrazioni di documenti, questo a conferma che l'iter si è attivato.
Approfitto per fare un'altra comunicazione. In data 8/10/1987 si è svolto presso il Ministero del Lavoro un incontro con il Sottosegretario on. Rocelli per esaminare i problemi riguardanti l'occupazione. La riunione è stata convocata in risposta ad esplicita richiesta avanzata dall'Assessorato in sintonia con i pronunciamenti del Consiglio regionale e con il sindacato. L'incontro ha avuto un carattere interlocutorio e preparatorio dell'incontro con il Ministro stesso, che si è dichiarato disponibile a confrontarsi sul territorio regionale piemontese sui problemi delle emergenze: il discorso inerente alle situazioni di crisi con migliaia di lavoratori in CIG che non rientreranno nel ciclo produttivo, il discorso legato alla disoccupazione speciale e soprattutto al pronunciamento del Consiglio regionale perché il periodo della disoccupazione possa essere considerato utile al fine del pensiomamento; il discorso della CIG speciale, degli ultimativi CIPI, il discorso della necessità di adeguare le aziende in liquidazione con quelle in fallimento per poter utilizzare della cassa integrazione. Mi riferisco al caso contingente ed urgente della Montefibre di Ivrea e ad altri casi insistenti sul territorio regionale.
Vi è ancora il discorso di percorso e di attuazione della legge n. 56 oltre ad un'attuazione completa della legge n. 444 sul territorio regionale.
In vista dell'incontro con il Ministro, l'Ufficio regionale del lavoro e la Regione, attraverso i suoi uffici, stanno predisponendo un gruppo operativo per consegnare al Ministro queste memorie.
Il riferimento più contingente è che il Ministro Formica sarà a Torino domani 24 ottobre per presiedere la Commissione regionale per l'impiego.
Si tratta quindi di una prima risposta alle richieste che avevamo formalmente sollecitato nell'incontro dell'8 ottobre. Questo non esaurisce il confronto con le istituzioni, le parti sociali e i Gruppi, che richiederemo anche nella sede istituzionale della Regione. In questo periodo abbiamo anche sollecitato un confronto con i Ministeri delle Partecipazioni Statali e dell'Industria per vertenze di notevoli dimensioni, quali quella dell'Indesit, che necessitano dell'applicazione della legge n. 444 ed interventi in sintonia con la GEPI per i casi di emergenza, quali quelle del Verbano - Cusio - Ossola.
Al Ministro Formica evidenzieremo, con i colleghi del Consiglio regionale, con i rappresentanti della maggioranza e dell'opposizione, tutte le emergenze del territorio piemontese con un'ulteriore richiesta d'incontro con le parti sociali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Amerio.



AMERIO Mario

L'Assessore Cerchio non ha detto che nell'incontro dell'8 ottobre con il Sottosegretario Rocelli, incontro preparato da un precedente incontro di tipo istruttorio con l'Assessore e le organizzazioni sindacali sul problema della Montefibre, non si è sollecitato un incontro successivo con Formica ma sono state date risposte intorno ad alcuni problemi sollevati.
Le risposte del Governo sono state relativamente alla Montefibre i cui lavoratori sono ormai da considerare disoccupati; non è pensabile l'estensione della legge n. 301 anche alle aziende in liquidazione e il recupero dei lavoratori licenziati. Inoltre, gli impegni, precedentemente assunti dal Ministro del Lavoro e dall'ex Presidente del Consiglio Fanfani di prorogare la CIG in scadenza almeno di sei mesi per evitare il licenziamento di 20 mila lavoratori in Piemonte, non esistevano o, se esistevano, riguardavano chi li aveva sottoscritti.
Il sottosegretario Rocelli ci ha detto: "Andate da chi li ha sottoscritti". Inoltre per quel che riguarda la proroga generalizzata della cassa integrazione, per agganciarla alla riforma da qui in avanti, ci è stato detto che nessun impegno in tal senso poteva essere assunto e che il CIPI avrebbe valutato caso per caso.
Il Sottosegretario Rocelli ha richiamato la deliberazione del CIPI del 9 luglio, che prevede la possibilità di avere ulteriori proroghe per la CIG straordinaria, solo nel caso che attraverso un accordo sindacale le imprese siano in grado di dimostrare e motivare le possibilità e i tempi per risolvere i problemi che hanno determinato la crisi e di collocare altrove i lavoratori, di usare, quindi, corsi di formazione professionale e di attivare politiche attive del lavoro. La deliberazione del 9 luglio presuppone l'utilizzo di strumenti di politica attiva del lavoro che in Italia ancora non esistono. Il Sottosegretario Rocelli ha però richiamato quella deliberazione per dire: "Vedete, una risposta è pure venuta, anche se non è quella che volevate".
Abbiamo fatto presente che in Piemonte una sola azienda ha seguito la procedura richiesta dalla deliberazione CIPI del 9 luglio, allegando alla domanda di proroga ulteriore della CIG un piano di rientro di formazione professionale. Il risultato è che quell'unica azienda che ha seguito la prassi stabilita dalla deliberazione del 9 luglio si è vista bocciare la richiesta di proroga di CIG. Le imprese non fanno nemmeno più la domanda di proroga di CIG.
La comunicazione che ci attendevamo questa mattina era questa. Una risposta l'abbiamo avuta, ma non su Montefibre e sulla cassa integrazione in scadenza. Si aggiunge anche un paradosso. C'era l'impegno dell'incontro con il Ministro Formica, ma abbiamo saputo che il Ministro verrà a Torino domani mattina non per incontrare le forze politiche e sociali, i sindacati e la Regione, ma per presiedere la Commissione regionale per l'impiego.
A questo punto, ho qualche dubbio che questa Giunta regionale riesca a garantire prima o poi un incontro con il Ministro Formica sulle questioni aperte. La prima questione è quella che riguarda i 20.000 licenziamenti.
Per quanto riguarda gli impegni e la loro attuazione ce ne corre ancora.
Per questo avevamo presentato un'interrogazione urgentissima per chiedere all'Assessore e alla Giunta quali conclusioni intendessero trarre da questa vicenda al termine degli incontri, degli impegni verbali e dell'istruttoria a Roma, che finora hanno avuto l'unico risultato di farci rispondere no e di aprire la strada ai licenziamenti collettivi.
La comunicazione è del tutto incompleta perché ha omesso la parte più grave della situazione che si è venuta a determinare. Torniamo a chiederne conto all'Assessore regionale. Per quanto riguarda la presenza del Ministro domani, noi ci saremo e faremo la nostra parte, ma all'Assessore e alla Giunta chiediamo conto di un comportamento, a dir poco, assai grave.



PRESIDENTE

I Gruppi sono invitati all'incontro con il Ministro Formica, quindi in quella sede potrete farvi avanti. Amerio ha già anticipato che ci sarà.
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore al lavoro

L'accordo preso nell'incontro dell'8 ottobre, peraltro comunicato dallo stesso Sottosegretario, era che entro il mese di novembre si sarebbe garantita la presenza del Ministro Formica in un confronto a pieno titolo con le istituzioni. Domani il Ministro Formica viene a presiedere la Commissione regionale per l'impiego, al cui interno ci sono rappresentanti del sindacato, degli industriali, dell'API, dei Gruppi consiliari di maggioranza e di opposizione. Quale maggiore occasione per confrontarci e per comunicare con il Ministro Formica? Avremo occasione di segnalare queste cose e di verificare la disponibilità del Ministro. Noi avevamo chiesto che venisse nella sede istituzionale della Regione, però più di tanto non si è potuto ottenere e mi pare che il percorso tenuto dalla Regione sia stato assolutamente positivo.
Non abbiamo licenziato noi i lavoratori della Montefibre, anzi, la Giunta presenterà provocatoriamente un disegno di legge per dire al Parlamento di recuperare questa situazione. Sarà il primo caso in Italia.



PRESIDENTE

L'Assessore ha detto che domani il Ministro viene a presiedere la Commissione per l'impiego nella quale vi è la rappresentanza dell'opposizione e della maggioranza. L'Assessore ha formulato la comunicazione e l'invito a partecipare. Questo sul piano informativo. Per quanto riguarda il merito, invece, ogni forza politica e il governo potranno esprimere le proprie opinioni.
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Sarò telegrafico.
C'è stato un incontro a Roma, il Sottosegretario a nome del Governo ha dato le risposte che il Consigliere Amerio ha illustrato e cioè: i lavoratori della Montefibre si possono ritenere licenziati, della proroga delle CIG come provvedimento generalizzato non se ne parla, si valuterà caso per caso; per quanto riguarda i precedenti impegni dobbiamo chiederli a chi li aveva sottoscritti a nome del Governo. Il che significa, tirando le somme, che in Piemonte si apre la strada ai licenziamenti collettivi di tutti quei lavoratori, e sono migliaia e migliaia, sospesi dalle aziende in CIG.
A fronte di questa posizione, già espressa da un rappresentante del Governo, il Sottosegretario, mi stupisce che la Giunta si presenti in aula minimizzando le risposte, addirittura omettendo di comunicare al Consiglio le risposte che il Governo ha dato. Tutto ciò è di una gravità estrema. Non si tenta uno scatto di reni, non si investe il Consiglio regionale della gravità delle risposte del Governo, del rischio di licenziamenti collettivi e non si chiede all'assemblea regionale di fare un'operazione politica per ribaltare la posizione del Governo. Questo significa che si vuole essere conniventi con la posizione del Governo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Strobbia.



STROBBIA Stefano

Signor Presidente, penso che presentando una comunicazione di questo tipo, tenuto conto anche della storia di questa vicenda e della settorialità che interessa, era inevitabile che ci fosse una reazione come c'è stata.
Da tempo il Consiglio regionale sollecita questi incontri e sarebbe ingeneroso dire che gli Assessori, sia quello di prima che l'attuale, non abbiano sul piano personale attuato tutto ciò che era nelle loro possibilità.
Apprendiamo ora la venuta del Ministro. Dei problemi ne abbiamo parlato molte volte, credo che non sia intenzione di alcuno riportare in questi interventi, velocissimi e superficiali, l'aspetto complesso e drammatico di questa questione.
Mi sembra che l'informazione della Giunta sia diversa da quella pervenuta dal Presidente del Consiglio. Mi sembra di aver colto dalle parole del Presidente del Consiglio che all'incontro indetto con il Ministro del Lavoro ci sia la possibilità per i Gruppi di essere presenti invece l'Assessore ha parlato di incontro tecnico, limitato alla Commissione, nella quale è vero che sono presenti alcuni Consiglieri e i rappresentanti dei loro Gruppi, ma non c'è la rappresentanza specifica, n quella è la sede politica che si auspicava. Mi pare di aver colto dalle parole dell'Assessore che questo è un primo risultato, di cui prendiamo atto con soddisfazione, e poi a novembre si vedrà. Vorrei una precisazione perché sarei interessato alla questione.



PRESIDENTE

Si è ritenuto di dare questa informazione per invitare ad essere presenti Consiglieri di maggioranza e di opposizione nel caso che qualcuno ritenendo che domani il Ministro non fosse presente, avesse deciso di non intervenire in Commissione, perché in quell'incontro con il Ministro si pu stilare un primo bilancio di quello che avverrà a novembre. Questa è la lettera e lo spirito dell'informazione dell'Assessore.
L'Assessore ha però dato una comunicazione, quindi, come Presidente del Consiglio, sulla comunicazione devo dare la parola limitandola sempre a quel minuto che il Regolamento stabilisce.
Chiede la parola il Consigliere Calligaro. Ne ha facoltà.



CALLIGARO Germano

Signor Presidente, in questo Consiglio abbiamo sottoscritto tutti insieme decine di ordini del giorno, vi sono stati decine di incontri con esponenti del Governo, però i risultati sono pressoché nulli e negati, le risposte non hanno tenuto conto dei problemi posti e li lasciano incancrenire. Su questo bisogna purtroppo convenire.
Avevamo chiesto l'estensione della legge n. 301 per la Società Italiana Nylon Montefibre, la risposta è stata: "Sono lavoratori disoccupati a indennità di disoccupazione speciale." Avevamo chiesto le proroghe della cassa integrazione. L'allora Presidente del Consiglio, sen. Fanfani, aveva inviato in data 1 luglio al Presidente della Giunta regionale il seguente telegramma: "Desidero informarla che il CIPI, a seguito di intese tra i Ministri del Lavoro, del Bilancio e del Tesoro, concederà in via amministrativa una ulteriore proroga dei sei mesi del trattamento straordinario di integrazione salariale in favore dei lavoratori delle predette aziende." Alla fine del mese di luglio il CIPI ha deliberato in materia di proroga della cassa integrazione, ma per restringere ulteriormente la normativa, altro che proroga automatica, altro che decreto per la proroga della cassa integrazione.
Non potete dire che siamo ingenerosi nei confronti della Giunta, non abbiamo mai messo in discussione la frenetica attività degli Assessori competenti. Guardiamo però quali sono i risultati! Non abbiamo dubbi che la Giunta si è data da fare, ma ahimè! non ci sono i risultati. Volevamo muoverci unitariamente per ottenere almeno dei risultati parziali, non sogniamo i grandi risultati perché sappiamo che sono difficili da perseguire, almeno pensavamo di ottenere qualche significativo risultato parziale. Ora ci sarà l'incontro con Formica, però quello che noi non possiamo non notare, signor Presidente, è che la Giunta della Regione Piemonte ha scarsissima autorevolezza presso il Governo centrale. Infatti incontrare un Ministro diventa una fatica incredibile; l'ultimo Ministro venuto a Torino è stato il Ministro del Lavoro De Michelis lo scorso anno a dicembre; è trascorso quasi un anno e siamo in una situazione di vera e propria emergenza; malgrado questo il Ministro viene una volta all'anno a Torino, nei vari incontri avvenuti a Roma le risposte sono state sempre rinviate, dicendo non vi rispondiamo oggi, vi risponderemo più avanti, ma quando finalmente rispondono sono risposte negative.
Qui c'è un problema di autorevolezza, di peso politico della Giunta della Regione Piemonte. Ci avete sempre spiegato che con il pentapartito a Roma avreste avuto le porte aperte e una particolare generosità da parte del Governo centrale. Dobbiamo concludere che non avete un pelo di autorevolezza. Quindi il problema non è tanto quello di incontrare i Ministri e di realizzare incontri al massimo livello.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, debbo dire che sono rimasto sconcertato dalla notizia che domani avremo il Ministro Formica a Torino, benché io sia il membro supplente per la minoranza della Commissione regionale per l'impiego. Ormai è sistematico che la Commissione regionale per l'impiego si guardi bene dall'informare, come è doveroso fare, i membri supplenti delle riunioni che si svolgono. Il sottoscritto non ha mai ricevuto una comunicazione da parte del dott. Scolli o da parte dei funzionari addetti.
Sono stato, insieme all'Assessore Cerchio, ai colleghi Nerviani ed Amerio all'incontro romano dell'8 ottobre. Siamo stati ricevuti dal Sottosegretario al lavoro, Rocelli, persona sicuramente sensibile ed attenta, il quale non era assolutamente informato delle novità legislative che il Ministero stava approntando. Questo episodio mi colpì molto. Forse questi piccoli episodi ci aiutano a comprendere qual è il funzionamento della macchina statuale in questo Paese. Quando l'Assessore Cerchio fece riferimento al disegno di legge Formica, reso noto nella mattinata attraverso gli organi di stampa, il Sottosegretario, delegato a seguire questi problemi, non ne sapeva nulla; il funzionario gli passò una fotocopia come per dire "guarda che c'è anche questo": la mano destra non sapeva cosa faceva la sinistra. Anzi, ci fu il commento dell'on. Rocelli: "sarà la via socialista al superamento della CIG".
Sono sconcertato perché - come i colleghi Nerviani ed Amerio ricordano ci si era lasciati con l'impegno di concordare una scaletta sulla data e sul luogo dell'incontro, sulle forme partecipative in occasione della venuta a Torino del Ministro. E' evidente che domani il Ministro Formica verrà senza che si sia fatto nulla, a meno che l'Assessore non abbia agito individualmente saltando la IV Commissione che ci eravamo impegnati di convocare.
Il Ministro Formica ha forse paura di essere accolto a Torino dai disoccupati e dai cassaintegrati per cui viene di nascosto e ce lo fa sapere il giorno prima? E' chiaro che noi pretendiamo che con il Ministro si discuta di problemi precisi, concreti e circostanziati dei lavoratori in disoccupazione speciale della Montefibre e da tutta quell'emergenza lavoro su cui, a parole, il Sottosegretario Rocelli concordava assicurando la sua personale sensibilità e l'impegno politico del Ministro, che aveva sentito telefonicamente seduta stante nell'incontro dell'8 ottobre. Se domani il Ministro viene qui, noi dobbiamo avere la possibilità di concordare direttamente con lui la scaletta degli argomenti; esattamente quello che al palazzaccio romano ci veniva assicurato.
Mi fermo qui, signor Presidente, dicendo che si tratta davvero di un comportamento indegno da parte di un Ministro della Repubblica. La Regione Piemonte è stata messa in un angolo. Dobbiamo tutti quanti avere un'impennata anche di orgoglio oltre che di sensibilità politica e sociale rispetto alla drammatica emergenza di 200.000 disoccupati, di decine di migliaia di cassaintegrati che non hanno alcuna prospettiva; non possiamo accettare insulti ripetuti che vengono perpetrati ai danni della comunità regionale piemontese. Prendo atto di tutte queste cose e ribadisco che domani dobbiamo concordare questi passaggi precisi con il Ministro.
Sicuramente, per quanto ci riguarda, la venuta di domani di Formica non è sostitutiva degli impegni su cui ci siamo già pronunciati.



PRESIDENTE

Su questo fatto anche il Presidente del Consiglio insisterà presso il Ministro Formica.
La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

In primo luogo mi sembra giusto riprendere in termini positivi quanto è stato detto da Calligaro, e cioè che nessun appunto in ordine all'impegno personale di Cerchio possa essere fatto e, quando si parla dell'Assessore Cerchio, si parla ovviamente anche della Giunta. Mi sembra anche obiettivo evitare di parlare di carenza di autorevolezza, se è vero com'è vero che i risultati di questa Giunta in ordine ai confronti con i Ministri del Lavoro non sono diversi dai risultati che si sono avuti con le Giunte precedenti.
La verità che tutti conoscono è che ci sono due poli della questione ugualmente rilevanti. Il primo è dato dalla drammaticità della situazione già segnalata da troppi colleghi, il secondo è che siamo in una fase di processo legislativo a livello nazionale di superamento di meccanismi che ormai mostrano fortemente la corda. Indubbiamente ciò rende più difficile il confronto fra coloro che vivono il dramma e coloro che legislativamente cercano di inquadrarlo e di risolverlo. Ciascuno ovviamente deve fare la sua parte, ma se si vuole procedere correttamente non si possono dimenticare le situazioni obiettive che sul piano legislativo nazionale si impongono alla nostra attenzione. Devo dire, associandomi peraltro ad alcune considerazione fatte dai Consiglieri Staglianò e Calligaro, che l'incontro di domani non deve essere presentato in vesti diverse da quelle che ha. Si tratta di una riunione caratterizzata da una forte valenza tecnica e non la si può investire di significati politici oltre un determinato livello. Va aggiunto tuttavia, e l'Assessore Cerchio ha già ribadito che si tratta di una fase intermedia, che la riunione di domani non deve cancellare l'impegno per una riunione successiva con caratteristiche politiche, durante la quale il Ministro assumerà per intero le responsabilità politiche che intende assumere per i prossimi tempi dicendo magari verità amare, non eludendo incontri previsti per i quali ci si è impegnati.
In questo senso mi sembra che occorra far scemare la tensione relativamente all'incontro di domani. Questo svuotamento di tensione deve tuttavia accompagnarsi, con l'impegno dell'Assessore, peraltro già dichiarato ma che deve essere ribadito, ad una sollecitazione intransigente sul Ministro perché venga a dire le cose che debbono essere dette nelle sedi politiche competenti, così come era stato deciso nelle sedi romane presso le quali ci siamo recati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Credo che la tensione sia necessaria se è in positivo. Del resto negli anni passati si sono ottenuti alcuni obiettivi: l'intervento straordinario della GEPI a Pallanza, la legge n. 444 per recuperare i cassaintegrati nella pubblica amministrazione, il progetto straordinario, tanto vituperato, degli anni 1983/1984 con 950 lavoratori a reddito zero. Quei risultati erano stati ottenuti perché la tensione era alta e finalizzata.
L'importante è che l'incontro di domani, previsto per la ridefinizione della zonizzazione dell'articolazione del Ministero del Lavoro sul territorio, con le sue strutture periferiche, e per lo stato di attuazione della 404, apra un passaggio verso quel tipo d'incontro più ampio, più articolato per trasmettere al Ministro la reale problematicità della nostra disoccupazione. Credo che l'incontro di domani possa essere utile; del resto è un organo quadripartito che potrà far sentire la sua voce anche nella riunione di novembre quando ci sarà un ulteriore incontro con il Ministro, e immagino che qualcuno gliel'abbia già comunicato e lo abbia reso edotto della situazione reale che la Regione Piemonte vive.



PRESIDENTE

Ha così termine l'esame delle interrogazioni e delle interpellanze.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 373 inerente alla situazione del quotidiano "Tuttosport"


PRESIDENTE

E' stato presentato un ordine del giorno, firmato da tutti i Gruppi inerente alla situazione dell'impianto tipografico e dei giornalisti dipendenti di "Tuttosport" che sono in crisi.
Chiede la parola il Consigliere Reburdo. Ne ha facoltà.



REBURDO Giuseppe

Mi pare giusto votare questo ordine del giorno, anche se alcuni di noi devono esprimere una certa critica per il modo con il quale "Tuttosport" si è comportato nella vicenda dello Stadio comunale, sposando la tesi dello Stadio nuovo come se questo comportasse in modo decisionale il rilancio dello sport a Torino.
Vogliamo sottolineare che lo facciamo per solidarietà con le maestranze e non con la linea che "Tuttosport" ha tenuto rispetto ad una vicenda molto discutibile e sicuramente criticabile.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte venuto a conoscenza della intenzione manifestata dalla società editrice di 'Tuttosport' (SES) di spostare in tempi rapidi la stampa di tale quotidiano sportivo torinese fuori dalla nostra regione constatato che tale scelta comporterebbe la perdita del posto di lavoro per circa 100 lavoratori poligrafici e l'ulteriore impoverimento dell'area torinese nel settore della stampa di periodici e quotidiani rilevato che nel lungo periodo tale scelta può ragionevolmente comportare anche il trasferimento della redazione di 'Tuttosport' a Milano consapevole della necessità di progressivo adeguamento tecnologico e organizzativo del quotidiano per stare al passo con la concorrenza (di un quotidiano che però non si trova in crisi di vendita, almeno attualmente) preso atto favorevolmente della posizione del sindacato e del Consiglio di fabbrica che, per non danneggiare le prospettive della testata, limitano le azioni di lotta pur di fronte ad una situazione estremamente critica e che inoltre, il sindacato ed il Consiglio di fabbrica manifestano disponibilità a discutere sui riflessi occupazionali che l'introduzione di innovazioni agli impianti stampa comporterebbe esprime la propria preoccupazione per l'ulteriore menomazione che si sta determinando, ancora una volta, nel settore dei quotidiani a Torino e più in generale dell'informazione (con le non rassicuranti prospettive per RAI e SIPRA) e per i crescenti effetti occupazionali negativi nell'area metropolitana torinese, che vede il fenomeno della disoccupazione d'età elevata, ma non prepensionabile estremamente diffuso e di difficile soluzione con gli attuali strumenti di legislazione del lavoro impegna il Presidente della Giunta, l'Assessore al Lavoro e la Commissione lavoro del Consiglio Regionale a: a) coordinare con il Comune di Torino e la Provincia di Torino iniziative adeguate per cautelarsi che lo spostamento della stampa di 'Tuttosport' da Torino a Milano non possa eventualmente configurarsi come un'operazione di pura speculazione immobiliare b) operare concretamente per creare le condizioni per una adeguata rapida, ed economicamente interessante, possibilità di rilocalizzazione degli impianti di stampa (con le attuali rotative della SERI, cioè la società stampatrice di 'Tuttosport', opportunamente migliorate, o con una nuova roto-offset) in qualche stabilimento industriale dismesso di Torino o della sua area metropolitana, anche attraverso l'attivazione dei meccanismi e dei criteri previsti dall'art. 53 della L.R. n. 56 (convenzione quadro) e in tale contesto avvalersi dell'intervento della Finpiemonte (che peraltro, opera già nel recupero di stabilimenti industriali dismessi) c) prestare ampia e prioritaria attenzione alle esigenze di riqualificazione professionale del personale che la rilocalizzazione degli impianti eventualmente comportasse d) sostenere le eventuali richieste di accesso al credito agevolato e a ogni altra forma di agevolazione prevista da leggi nazionali e regionali in materia di innovazione, consorzi, ecc.
e) farsi promotori di un incontro con i principali imprenditori grafici dell'area torinese, per verificare la fattibilità di una eventuale costituzione di un consorzio stampa grafico che preveda anche la stampa di quotidiani, qualora la SERI non manifestasse interesse alle proposte qui elencate (punti a, b, c, d) oltre all'attenzione da parte della Regione e degli Enti Locali verso una garantita volontà della SERI di impiegare le risorse finanziarie, o significativa parte di esse, attivabili in esito ad una corretta operazione di rilocalizzazione dell'edificio dove attualmente si stampa 'Tuttosport', per lo spostamento delle rotative o per l'acquisizione di una rotativa nuova (comunque le facilitazioni di cui ai punti b, c, d, varrebbero anche nell'ipotesi di costituzione di consorzio senza la partecipazione della SERI)".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 27 Consiglieri presenti.


Argomento: Edilizia scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 668: "Legge 21/3/1984, n. 18 Contributi per limitati interventi di edilizia scolastica. Programma 1987"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 668.
La parola all'Assessore Alberton che illustra il provvedimento.



ALBERTON Ezio, Assessore all'edilizia scolastica

Signor Presidente, in tre incontri in Commissione la Giunta ha fornito la documentazione e ha illustrato le regole che sono state seguite per addivenire a questa deliberazione. Il documento è stato impostato con l'obiettivo di rispettare quanto più possibile lo spirito della precedente legge n. 31 e di ricondurre gli interventi esclusivamente a favore dei piccoli Comuni, quelli che nella legge n. 31 erano distinti tra quelli inferiori ai 1.000 abitanti e quelli compresi tra i 1.000 e i 5.000 abitanti.
Dalla mole notevole delle richieste che erano pervenute all'Assessorato, che ammontavano a circa 11 miliardi e mezzo, abbiamo provveduto a successive riduzioni ricercando la metodologia di intervento più corretta.
Non sono state accolte le richieste relative a Comuni con popolazione superiore ai 5.000 abitanti. Non abbiamo raccolto le richieste per Comuni che avevano già beneficiato negli anni 1985/1986 di precedenti contributi da parte della Regione. Non abbiamo considerato le richieste che apparivano non prioritarie o non finanziabili con questo strumento, quali quelle relative a sistemazioni esterne, tinteggiature, ampliamenti o nuove costruzioni. Infine, abbiamo provveduto a selezionare le richieste rimanenti, riconducendo al capitolo degli interventi urgenti quelle che avevano caratteristiche ammissibili sotto questa forma, e cioè quelle che apparivano necessitate da interventi per motivi di sicurezza o per motivi di igiene.
Questo ha consentito di arrivare ad uno stanziamento che può coprire se rapportato in maniera uniforme agli interventi richiesti, il 57% per ciascuno dei finanziamenti richiesti.
Abbiamo proposto alla Commissione una percentuale uniforme per ciascun intervento perché altrimenti - applicando le metodologie precedenti previste nella legge n. 31 che facevano riferimento ad una distribuzione per territorio provinciale anche in relazione alla popolazione coi volta in ogni singola Provincia - avremmo avuto dei casi di forte sperequazione tra un intervento e l'altro e non essendo in presenza di un intervento estremamente diffuso, ma sufficientemente limitato, questo non ci sembrava giustificato e giustificabile.
Si è posto il problema di intervenire o meno su alcuni casi di complessi scolastici con popolazione scolastica molto ridotta: su invito della Commissione abbiamo eseguito un'ulteriore analisi che ci ha portato a ridurre, sia pure minimamente, i casi su cui intervenire; alla fine abbiamo preferito intervenire ugualmente anche in queste situazioni.
Con il miliardo e mezzo di stanziamento riusciamo ad intervenire su una percentuale del 57% sui contributi richiesti: questa è la proposta che la Giunta rivolge al Consiglio e che è contenuta nella deliberazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sestero. Ne ha facoltà.



SESTERO Maria Grazia

Riteniamo improprio intervenire nel merito di una deliberazione di contributi che mette in diretto rapporto Regione ed Enti locali, ormai sprovvisti di qualsiasi strumento di programmazione territoriale che rappresenti da un lato un punto di verifica e di elaborazione subregionale mentre dall'altro metta in rapporto il settore con capi-intervento della Regione più ampi. Il nodo è la non applicazione della legge n. 18.
Il nostro voto sarà di astensione. Colgo però l'occasione per porre un problema. Siamo di fronte ad una cifra che riguarda limitati interventi anche se è in grado di far fronte alle esigenze. Resta però irrisolto il problema generale dell'edilizia scolastica, problema già grave precedentemente, infatti non sono bastati i 4 mila miliardi stanziati dal Governo alcuni anni fa, di cui l'ultima tranche deve essere ancora spesa.
Quest'anno poi ci siamo trovati di fronte ad un decreto assurdo sulla riduzione del numero di allievi per ogni classe. Noi la condividiamo: è stata però usata come risposta alle agitazioni di fine anno in modo totalmente irresponsabile dal parte del Governo e del Ministero perché ha messo gli Enti locali in difficoltà. E' evidente che la riduzione del numero degli allievi nelle classi deve avere come corrispettivo uno stanziamento finanziario per l'utilizzo di maggiori spazi scolastici.
Un decreto, quindi, irresponsabile, privo di ogni sostegno che lo rendesse applicabile, tant'è vero che non è stato possibile applicarlo se non in alcuni casi, ma secondo una logica che fa ricadere ancora una volta sul sistema delle autonomie tutto il peso della gestione. Le Province prive di mezzi finanziari, si sono trovate a dover riprendere forme di intervento che ritenevamo superate, come l'utilizzo di locali impropri, i doppi turni senza avere possibilità finanziarie, almeno in un arco di tempo accettabile, per dare attuazione dignitosa alla riduzione del numero degli allievi, giusta e necessaria per il funzionamento della scuola, per la sua qualità e anche per ridurre un fenomeno che sta diventando preoccupante quello della selezione scolastica nei primi anni delle scuole superiori.
Mi chiedo se la Regione, in rapporto con le altre Regioni, non debba riprendere con forza una proposta che costringa il Governo centrale a mettere ordine sul terreno dell'edilizia scolastica assumendo impegni e procedure stabili e definitive che diano responsabilità alla Regione nelle sue funzioni di programmazione e che garantiscano, nell'arco di alcuni anni, una soluzione dei problemi dell'edilizia scolastica. Questo provvedimento è una piccola cosa all'interno di un problema che la Giunta dovrebbe impegnarsi a far presente al Governo centrale. Credo che dalla legge n. 412 in poi si sia proceduto in modo scoordinato, discutibile casuale, senza le certezze dell'impegno finanziario, senza le certezze delle procedure e delle responsabilità programmatorie di un ente come la Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Prendo atto che sulla deliberazione che la Giunta ha presentato al Consiglio obiezioni sostanziali non ne esistono, mi sembra che neppure in Commissione vi siano state opposizioni rilevanti e che si sia dato atto all'Assessorato e all'Assessore Alberton di aver proceduto correttamente nel limite ristretto delle disponibilità che poteva utilizzare per questi necessari interventi.
L'intervento della collega Sestero ha spostato l'attenzione su problematiche più vaste, che partono dall'applicazione della legge n. 18 e da una programmazione dell'intervento nel settore delle opere pubbliche della Regione, che deve essere più sistematico e più organico. Su questo possiamo trovarci perfettamente d'accordo. Sono anni che ripetiamo queste cose e ci auguriamo che progressivamente si arrivi al momento in cui siano definitivamente possibili con qualunque Giunta esistente in Regione.
Per quanto riguarda il decreto che riduce il numero degli alunni per classe, da più parti attaccato e approvato in condizioni veramente pressanti dal Governo, posso dire con molta franchezza che responsabilità e coraggio sono mancati al Governo, ma che responsabilità e coraggio sono ugualmente mancati alle opposizioni che non hanno sollevato questi problemi nel momento opportuno e che, per il clima generale e politico del Paese hanno preferito sostenere posizioni di comodo.
Indubbiamente non si possono fare decreti che rispondano alle richieste dei Cobas per l'immediato senza tenere conto delle conseguenze che vengono dopo: su questo non ci sono dubbi sia sul piano della retribuzione degli insegnanti sia sul piano dei carichi degli Enti locali che devono provvedere a fornire le aule per la riduzione ugualmente sconsiderata, in quanto intempestiva, del numero degli alunni per classe. Ma su queste cose collega Sestero, tutti dobbiamo assumerci le nostre responsabilità e l'opposizione, soprattutto quella seria e consistente qual è la vostra, non può ritenere di non avere responsabilità alcuna.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 22 voti favorevoli e 10 astensioni.
L'Assessore, stante l'importanza e l'urgenza della deliberazione, ne chiede l'immediata esecutorietà.
Se non vi sono obiezioni pongo in votazione l'immediata esecutorietà della deliberazione testé votata, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n.
62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 37 voti favorevoli.


Argomento:

Iscrizione argomento all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. il seguente provvedimento: progetto di legge n. 314: "Modifica dell'art. 91 septies della L.R.
5/12/1977, n. 56 (Antenne TV)".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 36 voti favorevoli.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI


Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Esame proposta di deliberazione n. 399: "Adesione della Regione Piemonte alla Fondazione ISI - Istituto per l'Interscambio Scientifico"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 399.
La parola all'Assessore Alberton che illustra il documento.



ALBERTON Ezio, Assessore alla cultura

Signor Presidente, richiamo sinteticamente le motivazioni della proposta, già illustrate in una precedente seduta e sono: la progressiva affermazione del valore di questa associazione e la funzione di promozione degli scambi scientifici che essa ha realizzato nel Piemonte, incentrandosi su quei settori che vedono più presente la ricerca scientifica piemontese e i suoi centri sia pubblici che privati.
L'obiettivo è quindi di dare a questa associazione una maggiore solidità sia istituzionale che di carattere finanziario. Abbiamo cercato di stimolare l'adesione di istituti di credito e abbiamo ottenuto l'adesione formale della Cassa di Risparmio di Torino nonché la garanzia che altri due istituti di credito, il San Paolo e la Banca Nazionale del Lavoro, si corresponsabilizzino attraverso i contributi.
Il modello proposto come struttura organizzativa per questa Fondazione è coerente con quello realizzato in altri tempi per altre istituzioni ed iniziative in cui la prevalenza del ruolo di indirizzo, di contenuto dell'ente sono determinate più dal Comitato scientifico che non dal Consiglio di amministrazione; è coerente inoltre con l'obiettivo di non trasformare la partecipazione finanziaria di questo o di quel soggetto in una proporzionale rappresentanza all'interno degli organi, per non spiazzare altri soggetti o per non portare il numero delle presenze a limiti che si rivelano ingestibili.
E' stata evidenziata in Commissione la richiesta che fosse garantita alla Regione, in virtù anche dello sforzo finanziario sempre fatto e anche per le origini di questa associazione, una maggiore partecipazione, quindi una maggiore presenza. Ho detto che opereremo con il massimo impegno affinché, nel rispetto dell'art. 7 (che prevede la possibilità che il Consiglio di amministrazione stesso opti all'interno suo ulteriori rappresentanti di enti che garantiscano contributi significativi), sia riconosciuto questo ruolo alla Regione Piemonte e quindi sia possibile estendere la partecipazione della Regione stessa nel Consiglio di amministrazione dell'istituto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Credo sia importante e doveroso che rappresenti quello che si dice in gergo "salto di qualità" di un ente pubblico, cioè quello di intervenire per sostenere quei processi di crescita dell'innovazione e di rafforzamento dell'area di ricerca.
Ritengo utile questo intervento perché si favoriscono la promozione e gli scambi scientifici. Voglio però dire al Presidente della Giunta che non c'è una pari intensità di attenzione a tutte le aree di intervento per quanto riguarda i processi innovativi e i processi di rafforzamento dell'apparato di ricerca scientifica di base applicata. Abbiamo uno strumento di "job creation", come la legge n. 28 che, per ragioni contingenti, viene sottoutilizzato, limitato e delegittimato nella sua funzione proprio per alcune carenze burocratiche.
Tra l'altro non credo che la gestione degli Assessorati sia come la gestione di una bottega di un artigiano o di un commerciante. Chi acquista la bottega cambia gli scaffali, cambia tutto. Penso che ci siano dei processi di continuità e in questo senso sono francamente stupito che ci siano diverse graduazioni.
Noi abbiamo quindi una serie di tastiere, alcune di queste vengono lasciate degradare. Cito il progetto Cad-Cam. Non si assumono decisioni specifiche e penso siano da escludere le voci di corridoio nelle quali magari l'Assessore dice di non credere all'iniziativa. Se qualcuno non crede può motivare, si fa un dibattito, ci si misura per vedere che cosa ne viene fuori. Trovo imbarazzante che si propongano nuove iniziative o altre cose, alcune belle e altre molto discutibili, e che tuttavia si lascino in qualche modo incancrenire e deteriorare alcuni strumenti sui quali perlomeno questo Consiglio in tempi passati prese delle decisioni.
Il Gruppo socialista dà l'adesione a queste richieste con riserva per il futuro di verificare se esiste un'attenzione oppure se c'è una posizione precisa esplicitata e motivata sulla quale discutere e raggiungere una sintesi; altrimenti annuncio subito che su queste iniziative cominceremo a fare valutazioni diverse se non vedremo coerenza o chiarezza di obiettivi su una serie di altri strumenti come quelli a cui facevo riferimento poco fa nel campo delle politiche attive del lavoro; ma questo vale anche nel campo dell'innovazione, cito appunto il caso del progetto Cad-Cam.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Reburdo. Ne ha facoltà.



REBURDO Giuseppe

Anch'io vorrei esprimere, però con più forza, perplessità e dubbi sul modo con il quale si sta procedendo su aspetti così importanti e fondamentali per lo sviluppo economico, scientifico e culturale della Regione nel campo della ricerca e della promozione scientifica.
In generale in questo campo regna un gran disordine, non c'è un governo che regoli lo sviluppo e la ricerca tecnologica. La Regione Piemonte contribuisce in qualche modo affrontando settorialmente tematiche di grande interesse e di grande rilievo.
Ieri abbiamo discusso la deliberazione sulla promozione dello sviluppo scientifico e tecnologico del Piemonte, ma dietro a quel titolo si nasconde una specificità, ovvero il progetto Ignitor.
Sarebbe più dignitoso, dal punto di vista politico, soprassedere all'approvazione di questa deliberazione e di quella discussa ieri e rinviare in Commissione questi provvedimenti per riflettere sulle questioni che ha introdotto il collega Tapparo.
Le riviste che trattano problemi della ricerca ci dicono come la materia in Italia sia complessa, contraddittoria e negativa sotto molti aspetti per il disordine che esiste. La Regione dovrebbe tentare di riordinare le proprie questioni per poter affrontare l'argomento in modo non disorganico.
Per il momento mi limito a dire questo, non in termini di scontro politico, ma in termini di ragionamento sul merito, perché abbiamo due deliberazioni esaminate in due Commissioni diverse che riguardano problemi che si intrecciano tra di loro. Sarebbe opportuno assegnare le due deliberazioni ad un'unica Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sestero.



SESTERO Maria Grazia

Il Gruppo comunista è d'accordo sulla trasformazione dell'ISI in Fondazione. Personalmente seguo da anni l'avvio di questa attività, che si può far risalire addirittura al 1982 con tappe successive; ritengo sia uno strumento eccellente per valorizzare risorse di rilievo internazionale e per fare di Torino un punto di passaggio e di confronto di capacità e di conoscenze di altissimo livello.
Questa attività è stata avviata nella scorsa legislatura all'interno di un ampio progetto significativo per la cultura scientifica. Doveva essere uno strumento, assieme ad altri come quelli ricordati dal Consigliere Tapparo, per alzare le risorse scientifiche e per ampliare le loro ricadute tecnologiche; era anche un tentativo per inserire una dialettica diversa una separazione di culture che, secondo uno schema ormai vecchio, ha pesato nelle politiche culturali italiane privilegiando la cultura umanistica rispetto alla cultura scientifica.
Ci pare che le attività svolte in questi anni, che sono state di assoluto rilievo per gli obiettivi che ci si proponeva e che sono stati raggiunti, debbano trovare consolidamento e sviluppo attraverso lo strumento della Fondazione.
Non è però infondato il rilievo del Consigliere Reburdo. In realtà stiamo discutendo di due deliberazioni che riguardano due progetti che hanno delle affinità. Sarebbe utile ed opportuno, tra l'altro, che si avviasse quel famoso dibattito sulle scelte culturali della Giunta e che venissero esplicitati gli assi portanti delle scelte di politica culturale cosa che, a metà della legislatura circa, non è ancora avvenuta.
Noi siamo favorevoli al merito di questo provvedimento, ricordo per che nel momento in cui questa deliberazione è giunta in aula (erano i primi di febbraio) avevamo chiesto un rinvio per esigenze che sono chiaramente indicate in un emendamento che abbiamo predisposto; peraltro questa esigenza noi la sollevammo in Commissione e venne condivisa da rappresentanti di altri Partiti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Villa.



VILLA Antonino

Ritengo che la validità di questa Fondazione debba essere rimarcata e sottolineata. Effettivamente è un cammino che si è iniziato tempo fa e che adesso si racchiude attorno alla Fondazione. Certo, ora si inserisce una sicurezza maggiore, anche con l'emendamento che si vedrà al settimo articolo del regolamento. Penso però che al di sopra di quel che può essere la volontà concorde, alla quale aderiscono tutti, si attivi la possibilità di uno sviluppo sempre maggiore, sempre più impegnato, a livelli alti ancora più alti di quelli già raggiunti. Attorno a queste possibilità mi auguro ci sia l'unanimità dei consensi, proprio perché è una delle pietre fondamentali per la prosecuzione dello sviluppo scientifico che nel nostro Piemonte ha delle radici molto profonde, non soltanto storiche, ma accademiche, universitarie e di scienza.
Nell'annunciare il voto favorevole del Gruppo della Democrazia Cristiana voglio ribadire come sia giusto che il lavoro espresso dall'Assessorato abbia da essere colto nel modo più consentaneo a come è stato impostato e soprattutto con le intenzioni, non certamente di parte con le quali si è aperto da tempo questo discorso, che mi auguro si chiuda all'unanimità per permettere all'attività di questo Istituto una maggiore sicurezza, che deve essere fondata su roccia viva anziché su arena.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Alberton.



ALBERTON Ezio, Assessore alla cultura

Visto che il tema si è allargato vorrei fare qualche considerazione più di fondo. Il Consigliere Reburdo parla di disordine, in realtà credo che dovrebbe riflettere sul fatto che la Regione Piemonte, come tutte le Regioni, non ha titolarità sulla ricerca scientifica: noi cerchiamo di inserirci nello spazio, che ci è riconosciuto, della promozione delle attività culturali e in questo ambito cerchiamo di fare tutto il possibile per privilegiare l'ambito della promozione della ricerca scientifica, con tutto quello che può avere di ambiguo questa definizione. Confesso che mi sembra strano ritrovare in aula obiezioni sul fatto che la Regione non sia presente in maniera organica e significativa su questo fronte, quando - e lo dico non per cercare riconoscimenti, ma per obiettiva analisi della realtà - sono molti i riconoscimenti che ci pervengono dall'esterno sul ruolo, sullo stimolo, sulla presenza che la Regione realizza proprio su questo fronte.
Ieri mi sono allontanato dall'aula per essere presente e testimoniare la solidarietà della Regione all'inaugurazione del secondo anno della scuola diretta a fini speciali: Politecnico di Torino, Politecnico di Brighton e anche in quella sede ufficiale è stato riconosciuto lo sforzo che la Regione Piemonte fa in questa direzione.
Siamo presenti sul fronte della divulgazione, del sostegno alla convegnistica con l'ISI e altri istituti analoghi, sul fronte dell'appronfondimento attraverso seminari e attività più appronfondite di scambio, sul fronte della ricerca. Abbiamo progressivamente definito la funzione di una sede come quella di Villa Gualino esclusivamente su questo fronte e ciò ci viene riconosciuto come un titolo significativo considerando il costo di tale operazione ancora da completare. Abbiamo inoltre definito un apporto finanziario anche nei confronti dell'Istituto elettrotecnico nazionale "Galileo Ferraris" e mi sembra sia davvero difficile raccogliere la critica di disattenzione sulla frontiera ampia della scienza e della tecnologia che caratterizza il nostro Piemonte.
D'altra parte insieme a questa deliberazione la Giunta presenta anche un'altra deliberazione (di questa mi è stato chiesto di parlare successivamente per consentire a qualche Consigliere, in questo momento assente, di poter partecipare al dibattito).
La differenza tra i due strumenti a cui diamo vita, ISI da una parte e quella che abbiamo chiamato associazione per lo sviluppo scientifico e tecnologico dall'altra, è che l'ISI per sua natura si è sempre mossa e intende muoversi su una frontiera più di ricerca teorica o di scambio scientifico a livello teorico, mentre l'altro strumento ha obiettivi e contenuti certamente più applicati.
Chiunque è minimamente esperto, e questo è stato detto in Commissione delle caratteristiche di queste attività di natura scientifica sa che esse sono anche da ritagliarsi sulle specificità delle persone che in esse sono coinvolte: ciò significa che tante volte non è opportuno fondere iniziative che possono avere benissimo anche gestioni distinte, in modo tale che ciascuna delle intelligenze, che noi possiamo sostenere, si riconosca in uno spazio suo proprio. Certo sarebbe stato anche possibile proporre una identificazione di tutti gli obiettivi in un'unica sede, ma sappiamo che questo avrebbe comportato difficoltà operative, credo a tutti comprensibili.
Quindi respingo la richiesta di soprassedere all'avanzamento di queste due deliberazioni.
Vorrei dire al Consigliere Tapparo che se vanno avanti in questo momento due deliberazioni di un certo tipo, questo non significa destinare minor attenzione ad altri settori. Io non so chi riporta voci o affermazioni da me non fatte sul disinteresse riguardo al progetto Cad-Cam non ho maturato in questi mesi pensieri diversi da quelli che avevo mesi fa: sarei davvero un incosciente se allora avessi proposto una deliberazione di investimento per un miliardo, non credendoci. E' certo che quella sede non ha trovato ancora una sua identità, ci sono delle difficoltà di contenuto e di natura istituzionale, ma sono in atto in questo momento verifiche sia con il Politecnico sia con il CSI per riuscire a trovare - e il Consigliere Tapparo sa benissimo che oggi non c'è, come non c'era ieri - una figura che istituzionalmente si responsabilizzi sulla gestione complessiva del CIT che ha finalità di tipo diverso; sono identificabili almeno tre filoni fondamentali: un sostegno alla formazione professionale, un sostegno all'innovazione tecnologica nelle piccole e medie imprese (fenomeno del tutto diverso che richiede strumentazioni operative di carattere diverso) e un filone di ricerca, che è più difficile, in quanto tale, attribuire direttamente alle competenze e responsabilità della Regione.
Oggi non siamo in presenza (ma su questo stiamo lavorando) di un modello istituzionalmente definito che si assuma questa responsabilità.
Sappiamo che ci sono state delle difficoltà non indifferenti nella messa a punto della strumentazione che era stata avviata, perché hardware e software di quel laboratorio hanno conosciuto travagli non indifferenti, e su cui non è oggi facile pronunciarsi con precisione. Sono elementi che acquisiremo, proprio da queste verifiche con CSI e Politecnico, sullo stato esatto dell'arte di questa vicenda; prego il Consigliere Tapparo di credere che non c'è assolutamente l'intenzione di bloccare l'iniziativa e non c'è neppure disinteresse, che sarebbe irresponsabile, stante gli sforzi rilevanti che la Regione ha sviluppato nella direzione e stante la convinzione che la tematica sia di tutto interesse per la Regione dall'anno 1987 agli anni a venire.
Per quanto riguarda la proposta di emendamento all'art. 7 dello Statuto prendo atto con soddisfazione che questo emendamento si colloca all'interno di una adesione sostanziale all'iniziativa proposta dalla Giunta; devo ricordare poi che se la deliberazione, inizialmente proposta della Giunta ha conosciuto un momento di pausa e di rallentamento questo è dovuto a una richiesta specifica dei responsabili dell'ISI: il prof. Regge direttamente aveva raccolto la potenziale adesione di altri enti o soggetti che avevano proposto organizzazioni diverse all'iniziativa; sempre per testimoniare la volontà massima della Regione di ritrovare elementi di supporto significativi a questa associazione, avevo convenuto sull'opportunità di sospendere i lavori per dare la possibilità di compiere fino in fondo tutte le verifiche necessarie. Le verifiche, alla fine, non hanno portato ad elementi concreti positivi. Questo non ha bloccato l'iniziativa di quei soggetti, che erano già stati interessati alla vicenda e che hanno assunto le loro deliberazioni.
Faccio perciò presente anche il fatto che una proposta di modifica dello Statuto in questo momento costringerebbe a un riciclo non indifferente nei confronti degli altri soggetti interessati, dovendo responsabilmente dire, così come dichiarai anche al prof. Regge, che qualsiasi iniziativa che avesse voluto allargare la presenza ad altri soggetti non avrebbe potuto prescindere dal consenso già ottenuto da parte di soggetti già consolidati, pena altrimenti una perdita di credibilità non indifferente da parte della Regione, quindi anche dell'associazione.
Sulla base di queste considerazioni operative e sulla base delle considerazioni che ho espresso nell'introduzione, vorrei riproporre il perché non ritengo opportuno accogliere l'emendamento proposto, che è recuperabile all'interno dell'art. 7, così come oggi è formulato. Pu esserci l'impegno formale da parte della Giunta di operare perché l'art. 7 venga interpretato così come da me proposto e di fare in modo che per la Regione ci sia la possibilità di disporre di un'ulteriore presenza nel Consiglio di amministrazione, che poi dovrà essere definita all'interno delle sedi competenti, all'interno del Consiglio regionale, con quegli opportuni spazi di verifica tra le forze politiche che garantiscano la pluralità delle presenze che si possono concordare. Mi auguro che questa riflessione, che ho già espresso in Commissione, venga accettata in modo che l'operazione che ci interessa e che credo sia estremamente positiva possa procedere con il massimo di celerità.



PRESIDENTE

L'emendamento all'art. 7 dello Statuto non è accolto.
La parola al Consigliere Sestero.



SESTERO Maria Grazia

Non nego il fatto che l'introduzione di questo emendamento determini una revisione dello schema di statuto da parte degli altri enti. Noi l'abbiamo predisposto due giorni fa in Commissione riesaminando e riadottando una norma per omogeneizzare il nostro testo a quello approvato dagli altri due enti. Il problema è stato posto agli inizi di febbraio. In quel periodo si portavano avanti altre verifiche e altre esplorazioni e si sarebbe potuta affrontare anche questa questione.
Credo che un passaggio per questo emendamento negli altri due enti sia cosa fattibile nell'arco di dieci giorni; è una correzione pressoch formale, anche se di sostanza, che non rimette in discussione l'iniziativa.
Ho presentato un emendamento adottando la proposta che l'Assessore Alberton ha fatto in due casi simili, proposta che dal nostro punto di vista non è l'optimum; cioè quella di un voto a maggioranza che condiziona la scelta del rappresentante dell'ente a un accordo, a una verifica, a un confronto e non ad una procedura meccanica per maggioranze esecutive e accorpamenti di partiti. Questo è stato proposto dalla Giunta per il Centro di studi politici pur non avendo quella garanzia di pluralismo di presenze all'interno dei Consigli di amministrazione che noi riteniamo indispensabile; in subordine abbiamo ritenuto, nel caso che abbiamo già votato e in quello che andremo a votare, di accettare questa soluzione. Se tale proposta la Giunta l'ha fatta in due casi simili, ho difficoltà a capire perché in questo caso non debba essere adottato lo stesso meccanismo.
La deliberazione dice che la Fondazione adotterà uno statuto sulla base dello schema allegato che fa parte integrante della stessa. Se ci esprimessimo con questa forma allo stato attuale ci sarebbero tre deliberazioni diverse.
Mi pare che con tre schemi di statuto si blocchi tutto e non si possa procedere alla costituzione della Fondazione anche se ne resta un pezzo che nell'arco di un breve periodo può essere omogeneizzato. Dico ancora, per il confronto che c'è stato in Commissione rispetto a questa esigenza, che si tratta di una questione istituzionale di garanzia, al di là dei tipi di maggioranza che ci possono essere. Porrei la questione in un rapporto diverso. Il pluralismo in questo caso sarà scientifico, perché è evidente che all'interno di un Consiglio di amministrazione di questo genere non prenderanno parte i politici.



PRESIDENTE

Sull'emendamento interviene l'Assessore Alberton.



ALBERTON Ezio, Assessore alla cultura

Presidente e colleghi Consiglieri, mi chiedo se è possibile esplicitare un impegno di questo genere che riguardi la Regione e non veda coinvolti nell'impegno gli altri soggetti. La Regione si impegna a fare in modo che all'interno del Consiglio di amministrazione, seppure in due passi successivi sempre nel rispetto dell'art. 7, ci sia la nomina prima di uno e poi la cooptazione di un altro rappresentante della Regione. Proporrei quindi di trovare uno strumento di impegno, può essere l'ordine del giorno può essere la credibilità (se questa ha ancora un senso) in modo che le nomine che competono alla Regione (che in questo caso sarebbero più di una) siano fatte con il metodo dei due terzi.
Propongo questo metodo perché negli enti che hanno responsabilità ben distinte, la nomina con il metodo dei due terzi potrebbe significare che se non c'è una maggioranza di due terzi, la nomina non si fa, creando qualche problema di natura procedurale. Quindi, o si riapre tutto il discorso nei confronti del Comune e della Provincia altrimenti si trova un modo per impegnare politicamente la Regione ad operare in un certo modo senza rimettere in discussione la stesura formale dello Statuto, tenendo presente anche il problema in cui ci troveremo. Nella Fondazione Firpo abbiamo scelto quella strada perché i rappresentanti di ciascuno degli enti istituzionali sono due, quindi è possibile una discussione anche all'interno di ciascuna sede separatamente, mentre in questo caso vincoleremmo necessariamente le tre istituzioni a procedere con un accordo che, dal punto di vista formale ed istituzionale, non so quanto sia facile consacrare in una bozza statutaria.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Sestero, il cui testo recita: all'art. 7 dello Statuto allegato alla presente deliberazione, al termine del primo comma aggiungere: "Le nomine della Regione Piemonte, della Provincia di Torino e del Comune di Torino devono ottenere la maggioranza dei 2/3 dei presenti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli, 19 contrari e 1 astensione.
Pongo in votazione la deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 22 voti favorevoli e 10 astensioni.



SESTERO Maria Grazia

Signor Presidente, chiedo di intervenire per motivare l'astensione del Gruppo comunista.



PRESIDENTE

La dichiarazione di voto è ammessa per le deliberazioni. E' una questione procedurale. Tuttavia se si tratta di una dichiarazione breve può intervenire.



SESTERO Maria Grazia

Il Gruppo comunista si è astenuto sulla questione istituzionale relativa alla composizione del Consiglio di amministrazione e alle procedure di nomina. Nel merito del progetto c'è la piena adesione del Gruppo comunista e lo seguiremo con attenzione in tutti il suoi sviluppi.


Argomento: Fondi sanitari - Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Esame proposta di deliberazione n. 645: "Programma di investimenti in opere edilizie ed attrezzature sanitarie per l'anno 1987 - Assegnazione alle UU.SS.LL. della regione di quota del F.S.N. 1987 in conto capitale per L. 124.018.000.000 e delle somme ex art. 69 della legge 23/12/1978, n. 833 per L. 44.785.788.000"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 645, di cui al punto 8) all'o.d.g.
La V Commissione ha esaminato compiutamente la deliberazione e l'ha licenziata due settimane fa.
Sulla deliberazione chiede la parola il Consigliere Calligaro. Ne ha facoltà.



CALLIGARO Germano

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, la proposta di ripartizione delle risorse in conto capitale viene portata in Consiglio con un certo ritardo rispetto agli anni passati. Sul contenuto della proposta vogliamo fornire un contributo critico, consapevoli che nelle UU.SS.SS.LL si sono create legittime attese che non devono essere deluse. Al punto cui siamo giunti tali attese devono essere soddisfatte rendendo disponibili le risorse previste al fine di poterle utilizzare tempestivamente e convenientemente. Noi continuiamo ad essere preoccupati perché i tempi che intercorrono tra le decisioni del Consiglio e le effettive disponibilità d'impiego delle risorse ripartite da parte delle UU.SS.SS.LL. sono purtroppo troppo lunghi.
Emergono da tempo - e noi vogliamo riconfermarlo qui - due esigenze di fondo: un chiarimento mediante un apposito documento di piano sui criteri e finalità delle politiche degli investimenti sanitari nella nostra Regione uno sforzo di revisione critica della L.R. n. 2/81 soprattutto per quanto attiene le modalità e le procedure di acquisto di beni e servizi da parte delle nostre UU.SS.SS.LL.
E' nostra convinzione che la politica degli investimenti costituisca un volano fondamentale per la realizzazione o la non realizzazione delle politiche sanitarie che la nostra Regione intende concretizzare in applicazione degli indirizzi programmatici che caratterizzano i nostri Piani socio-sanitari regionali triennali e i singoli pass delle UU.SS.SS.LL.
Un giudizio complessivo sui quadri di distribuzione proposti dall'Assessorato può essere così articolato. Tutti i quadri proposti hanno senza dubbio il pregio della chiarezza e della leggibilità. Tenendo conto però che si tratta di un volano annuale di tutto rispetto, che solo quest'anno mobilita 158-160 miliardi di lire complessivamente fra edilizia ed attrezzatura, ci permettiamo di proporre per il futuro un ulteriore sforzo di utile approfondimento di questi dati. Noi abbiamo abbozzato questo sforzo suddividendo gli investimenti complessivi per i singoli quadranti e per il rispettivo numero di abitanti. Ne derivano alcuni prospetti di qualche interesse. Il primo prospetto, quello sull'edilizia e sulle attrezzature, mette subito in evidenza quattro aspetti.
Il primo. Apparentemente la distribuzione per quadrante appare abbastanza equilibrata in proporzione agli abitanti, salvo che nell'USSL del quadrante uno extra Torino città. Secondo aspetto. In realtà non sembra consono ad un processo di riequilibrio di potenzialità all'interno dei quadranti decongestionare Torino. Terzo aspetto. Se il tentativo di riequilibrio c'è stato, questo sembra favorire il Cuneese, lasciare stabili il Novarese e il Vercellese e penalizzare l'Alessandrino. Quarto aspetto.
In ogni caso non sembra in atto un processo di riequilibrio all'interno del quadrante uno.
Il prospetto sull'edilizia ci induce a queste osservazioni.
Apparentemente in questo settore si potrebbe dire che le attività imprenditoriali siano più vivaci alla periferia della Regione che a Torino.
La seconda osservazione è che non abbiamo ancora potuto approfondire se questa vivacità e propensione imprenditoriale, così differenziata territorialmente, contribuirà o meno a rinforzare la complessiva rete regionale di presidi o, al limite, non creerà nuovi irrecuperabili squilibri.
Terza osservazione. Anche in campo edilizio il processo di scorrimento dal centro alla periferia sembra favorire il Cuneese e penalizzare l'Alessandrino.
Quarto aspetto. Anche nel settore edilizio, nell'ambito del quadrante uno, la media di quadrante risulta largamente inquinata dalla sproporzione di investimenti fra l'USSL 1/23 e le restanti UU.SS.SS.LL. dalla 24 alla 44. Quinto aspetto. In questo quadro ci preoccupa anche la differenza di stanziamenti previsti per le undici UU.SS.SS.LL. che attivano strutture nuove nell'ambito del noto progetto pilota "poliambulatori".
Il prospetto sulle attrezzature fa emergere le seguenti considerazioni.
Rispetto al settore edilizio, il settore attrezzature complessivamente, ad eccezione dei laboratori di analisi, sembra muoversi con una direzione opposta come linea di tendenza; non sembra cioè privilegiare il decongestionamento di Torino rispetto agli altri tre quadranti. E' vero che i due settori si muovono con ritmi di realizzazione assai diversi.
Riteniamo però che questo sconcertante fenomeno richiederebbe da parte dell'Assessorato qualche più approfondito esame di merito e questo soprattutto in occasione dell'esame dei pass delle singole UU.SS.SS.LL. e secondo i seguenti contestuali elementi.
In che misura una struttura muraria in edificazione risponde veramente a esigenze di prestazioni sanitarie realmente eseguibili in loco? Oggi dovremmo essere in possesso di qualche elemento di ragione sufficientemente documentato sui trend di utilizzazione negli anni di reparti e/o servizi ospedalieri di ogni UU.SS.SS.LL.
In che misura procedono in parallelo nel tempo l'attivazione delle strutture edificate e il loro utilizzo con le contestuali dotazioni strumentali e di personale sanitario? Sembra di avvertire in questo duplice e non sempre armonico fenomeno la presenza di una politica dei due tempi: il primo, quello imprenditoriale edilizio, che sembra più caratteristica delle presidenze e dei coordinatori delle UU.SS.SS.LL.; il secondo, quello delle attrezzature che sembra proprio dell'intraprendenza di singoli responsabili di reparti e/o servizi che riescono a trovare un più alto indice di ascolto e gradimento e più possibilità di pressione sui sostenitori del primo tempo. Niente di male se i due tempi si incontrano e lavorano in consonanza, a condizione però che lo facciano nell'ambito di un pass concordato con la Regione nei modi e nei tempi di attuazione secondo gli indirizzi del Piano socio-sanitario regionale, nell'obiettivo di realizzare risultati veramente utili per i propri utenti e anche documentabili; il che non sembra avvenire in ogni circostanza, alla luce di una ragionevole corrispondenza tra costi e benefici.
In Commissione abbiamo sollevato il problema dei laboratori di sanità pubblica. L'Assessore ci ha molto cortesemente fornito una tabella sui finanziamenti erogati e non utilizzati. Solo due laboratori su nove hanno adeguati programmi di qualificazione e di potenziamento. Le UU.SS.SS.LL.
interessate dimostrano una certa sterilità. E' innegabile. Ma nella nostra Regione, negli anni scorsi e anche quest'anno, abbiamo vissuto e viviamo varie emergenze: la nube radioattiva di Chernobyl, la sofisticazione di bevande, il metanolo nel vino, l'inquinamento idrico di sostanze chimiche quali i diserbanti e i pesticidi, la diffusa somministrazione di estrogeni agli animali d'allevamento. In tutti i casi ci siamo trovati in seria difficoltà nonostante l'impegno degli operatori. E' indispensabile e urgente l'ultimazione e la qualificazione della rete dei laboratori di sanità pubblica in termini di realizzazione dei laboratori previsti, di un adeguamento dell'organico di operatori, di una loro qualificazione, di moderne apparecchiature. E' vero: la Regione programma, coordina e finanzia i programmi, ma può e deve sollecitare le UU.SS.SS.LL. mediante un programma regionale di attuazione con tempi e modi definiti di realizzazione degli indirizzi programmatici.
Vogliamo inoltre attirare la vostra attenzione su un tema di attualità e che si collega alle risultanze emerse nel corso della nostra indagine sui servizi di laboratorio. Mi riferisco alla distribuzione di investimenti per attrezzature di laboratorio prevista nel riparto del 1987. Prendo a riferimento il riquadro riepilogativo di pag. 62, da cui abbiamo ricavato un quarto prospetto, quello inerente alle attrezzature di laboratorio.
Questo quadro si presta a considerazioni sconcertanti e preoccupanti. Vi è una palese sperequazione fra i vari quadranti, che premia soprattutto il quadrante 2 e in misura minore le UU.SS.SS.LL. extra Torino città del quadrante 1. Risulta nel complesso piuttosto penalizzata l'USSL 1/23 anche se in misura minore rispetto agli ospedali dei quadranti 3 e 4.
Questo fenomeno può avere questa spiegazione. I servizi assessorili competenti non hanno potuto fare molto di più che proporre l'inventario sommatoria delle richieste delle singole UU.SS.SS.LL. A quanto ne sappiamo in ogni caso negli anni scorsi a Torino non si è fatto molto in materia di investimenti per attrezzature dei laboratori degli ospedali pubblici della città. Nel presente esercizio tale tendenza non conosce una positiva inversione, anzi, tale constatazione risulta tanto più preoccupante se la si valuta opportunamente alla luce del quadro di resa operativa e funzionale dei servizi ospedalieri dei vari quadranti della Regione in rapporto ai servizi di Torino città che abbiamo documentato in Consiglio.
L'USSL 1/23 non sembra essere particolarmente interessata a promuovere la crescita di resa operativa e funzionale dei laboratori ospedalieri di Torino. Infatti, per 5 ospedali su 13, il Maria Vittoria, l'Amedeo di Savoia, il Maria Adelaide, il San Lazzaro, il Mauriziano, non ritiene necessario richiedere investimenti. Alle Molinette vengono assegnati ben 800 milioni dei 1.970 milioni richiesti, ed è da segnalare inoltre l'assegnazione di 250 milioni al laboratorio dell'ex CPA che porta a 594 milioni le assegnazioni di attrezzature al medesimo, a cui sono da aggiungere 300 milioni per interventi edilizi. La segnalazione va messa in relazione contestualmente ai seguenti elementi. Ai laboratori dell'ospedale Maria Adelaide, che è sito nel medesimo quartiere (a meno di 700 metri in linea d'aria dall'ex CPA) non è stato assegnato un soldo. In tutti gli altri capoluoghi di provincia della nostra regione gli ex CPA sono stati disciolti.
A completamento del discorso sui laboratori di analisi è per noi elemento di preoccupazione anche la scarsa attenzione che viene posta dai servizi ospedalieri pubblici al vitale problema delle procedure informatico gestionali.
Ci permettiamo di suggerire all'Assessore un'opportuna attività di stimolo in questo senso accompagnato da un utilizzo di parte del volano di 10 miliardi accantonato.
Riteniamo, infine, doveroso suggerire all'Assessore una particolare attenzione ai problemi dell'ottimale utilizzo degli investimenti in corso o fatti nel recente passato, per grandi attrezzature diagnostico terapeutiche quali: il Tac, gli acceleratori lineari e il litotritore. A quel che ci risulta quest'anno assegniamo a questo tipo di attrezzature 3 miliardi di lire per il Tac del San Giovanni vecchio e dell'ospedale di Novara e per l'acceleratore alle Molinette.
Dai dati forniti dalla Commissione di inchiesta sui laboratori risulta che negli ultimi tre anni sono stati investiti complessivamente oltre 17 miliardi di lire; si tratta quindi di un investimento cospicuo che sarebbe delittuoso non fare rendere al meglio o almeno in proporzione.
Avanziamo quindi la precisa richiesta che l'Assessorato provveda ad emanare specifica normativa con i relativi correttivi degli organici che vincoli le assegnazioni all'impegno della loro tassativa utilizzazione su almeno due turni giornalieri.
A nostro avviso, analoga normativa andrebbe stabilita anche per l'utilizzo delle camere operatorie, soprattutto nei reparti chirurgici, a conduzione universitaria. Queste sono le parti propositive e critiche che il Gruppo comunista intende avanzare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Devecchi.



DEVECCHI Armando

La proposta di riparto del fondo di investimenti proposta dalla Giunta così come è chiaramente specificato nella premessa della deliberazione viene effettuata seguendo le indicazioni del Piano socio-sanitario regionale e della deliberazione che riguarda il Piano triennale degli investimenti approvata il 26/3/1985 quando noi democristiani eravamo all'opposizione; i criteri sono rimasti immutati.
A noi sembra che i criteri adottati rispondano in linea di massima agli indirizzi contenuti nei due documenti. E' vero che è mancata, ciò che è stato ribadito anche in seno alla Commissione, una consultazione di carattere politico presso le due UU.SS.SS.LL. interessate, stante gli avvenimenti che si sono succeduti nel periodo cruciale di quest'anno solare, però non è mancata una consultazione di carattere tecnico, e per quanto ci riguarda riteniamo sia stata quanto meno obiettiva e quindi sia stata attenta alle esigenze delle UU.SS.SS.LL. Le risorse a disposizione per quanto apparentemente siano consistenti, sono forse insufficienti e quindi inadeguate a rispondere a tutte le esigenze che sono state manifestate da parte delle UU.SS.SS.LL. centrali e periferiche.
Ma a noi sembra sostanzialmente che il riparto, così come viene proposto, debba essere approvato perché, non dimentichiamo, che eventuali nuove esigenze, qualora si manifestassero o si siano manifestate in questo ultimo periodo, potranno essere accolte da parte dell'Assessorato e dalla Giunta con i 10 miliardi che vengono lasciati a disposizione per il riequilibrio nel riparto stesso.
E' stato lamentato dal Consigliere Calligaro che sarebbe stato privilegiato il quadrante di Cuneo e danneggiata la provincia di Alessandria. Faccio presente un piccolo particolare. Il Presidente della Commissione è alessandrino, il funzionario responsabile del Servizio è pure alessandrino, quanto meno non possono essere accusati di clientelismo particolare.
E' chiaro che non è questione di generosità, è una questione di correttezza e di rispondere a quelle che sono ritenute esigenze prioritarie. Non credo che ci siano state delle penalizzazioni, tutti gli anni si cerca di apportare dei correttivi che si propongono di riequilibrare l'acquisto delle attrezzature e gli investimenti proposti. Mi pare poi molto opportuno che siano stati posti termini precisi e improrogabili per effettuare la spesa.
Abbiamo tutti sentito lamentare il problema dei residui passivi. La Commissione d'inchiesta ha appurato che troppo spesso e troppo volentieri i fondi assegnati dalla Regione alle varie UU.SS.SS.LL. e ai vari presidi non vengono tempestivamente spesi e quindi i servizi finiscono per essere carenti. Per quanto riguarda le attrezzature, i fondi devono essere spesi improrogabilmente entro il 1988 e per quanto riguarda gli investimenti di carattere edilizio i tempi sono legati strettamente ad altre esigenze che sono indicate in deliberazione. Anch'io lamento il fatto che i laboratori di sanità non possono (non perché non si voglia) essere finanziati in maniera più consistente. Le UU.SS.SS.LL., che sono pronte a rivendicare il loro ruolo per quanto attiene alla costituzione dei laboratori di sanità non sempre si sono mostrate tempestive nell'approvare i progetti e nel renderli esecutivi.
Concludendo questo brevissimo intervento, il gruppo DC ritiene che la deliberazione debba essere approvata senza ulteriori indugi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Ringrazio i colleghi Calligaro e Devecchi che hanno affrontato l'argomento in termini estremamente positivi dando dei contribuiti di cui terrò senz'altro conto. La deliberazione di ripartizione è stata stilata avendo come riferimento il documento programmatico del piano 1984 e 1987 e gli investimenti sono stati diretti verso le opere previste e già iniziate.
Indubbiamente esistono dei problemi ai quali bisogna porre rimedio, per esempio, quello relativo al rapporto tra Regione e UU.SS.SS.LL. Condivido quindi la preoccupazione di Calligaro sui tempi tra l'atto decisionale e la realizzazione delle opere che stanno sempre peggiorando. Probabilmente sarà necessaria una maggiore possibilità di intervento della Regione nei confronti delle UU.SS.SS.LL., che molto spesso vedono il rapporto con l'Ente regionale solo come rapporto ragionieristico di finanziamento e pretendono la totale indipendenza nei rapporti di controllo.
La Regione deve avere la possibilità di controllare. Nei pochi giorni in cui ho svolto la mia attività di Assessore regionale in diverse riunioni o in convegni mi sono state rivolte proteste e colpevolizzazioni di atti di cui la Regione non è responsabile. E' difficile spiegare che la Regione ha fatto la propria parte, ha stanziato i fondi e quindi ha dato la responsabilità dei ritardi alle UU.SS.SS.LL. L'interlocutore spesso non distingue le competenze, accusa il pubblico in generale e se la prende con chi gli è di fronte. Questo vale in particolare nei confronti dell'USSL 1/23 di Torino che ha dei drammatici ritardi su tutto, in particolare per quanto riguarda i laboratori di sanità pubblica.
Mi pare molto centrata l'indicazione del Consigliere Calligaro di emanare specifiche normative che permettano di usare meglio gli investimenti e le attrezzature disponibili; credo che nessuno si permetterebbe di sottoutilizzare le strutture con il conseguente disagio sociale e il ricorso alle strutture private mentre le strutture pubbliche rimangono chiuse per mezza giornata. Non tutte le strutture possono ruotare sui due turni, mattina e pomeriggio, occorre però far sì che tutte le strutture abbiano questa possibilità tecnica e scientifica su questo criterio, perché si corre il rischio di assenza totale. Solo quando avremo i centri di costo, quando sapremo quanto costano i diversi servizi erogati all'interno della struttura ospedaliera, avremo delle dimensioni che permetteranno di razionalizzare di più il sistema o comunque di utilizzare meglio le strutture andando a coprire le carenze e i vuoti esistenti.
Il disegno di legge proposto da Donat Cattin nella prima stesura accennava ai centri di costo, nella seconda stesura non l'ho più letto; pu essere una mia svista, in quanto non ho ancora avuto tempo per esaminarla attentamente. Indubbiamente l'introduzione dei centri di costo nell'amministrazione della sanità è un fatto positivo. Credo che il Consigliere Devecchi abbia vissuto in modo drammatico la vicenda dei laboratori di sanità nella provincia di Alessandria e le sue sottolineature, come quelle del Consigliere Calligaro, sono valide.
Qual è la fotografia di Torino? Torino non ha ancora identificato il terreno su cui far sorgere i laboratori, quindi non si può investire e poi tenere tutto fermo. Grugliasco ha presentato un progetto che non è ancora esecutivo e noi abbiamo già stanziato, nel 1986, 3 miliardi e 300 milioni che sono fermi. Nichelino su un progetto di 7 miliardi ha già approvato il progetto di massima, ma non ha ancora presentato il progetto esecutivo abbiamo finanziato 500 milioni per la progettazione nel 1985 e ha già a disposizione un miliardo per il 1986, un miliardo per il 1987 e 2 miliardi per l'appalto, però sono 2 miliardi fermi. Ivrea non ha ancora presentato né il progetto di massima né il progetto esecutivo. Vercelli non ha ancora presentato alcun progetto, però abbiamo finanziato la progettazione per 200 milioni. Biella ha appaltato tutto il progetto per 12 miliardi, di cui sono già stati finanziati 5 miliardi e 700 milioni, e credo che i lavori possano proseguire nel 1988. Novara non ha ancora presentato il progetto di massima, abbiamo finanziato il progetto per 250 milioni e abbiamo già assegnato per l'effettiva esecuzione (ma questi finanziamenti rimarranno fermi) 950 milioni per il 1987. Omegna ha già un progetto esecutivo all'esame del CROP; comunque potrà appaltare tutta l'opera, prevista in un costo di 9 miliardi 800 milioni, al momento attuale ha 2 miliardi a disposizione. Cuneo non ha ancora presentato né il progetto esecutivo né il progetto di massima; ha finanziato la progettazione per 250 milioni. Asti ha finanziato la progettazione per 250 milioni, però non ha presentato n progetto di massima né progetto esecutivo. Alessandria, che aveva un vecchio progetto di 12 miliardi che ha ritirato, ha finanziato la progettazione, hanno comunque già a disposizione un miliardo e 250 milioni dell'anno 1986 più 300 milioni dell'anno 1985, per un totale di un miliardo e mezzo fermo, per iniziare l'opera.
Questo è il quadro generale dei laboratori di sanità pubblica. I ritardi non sono dovuti a cattiva volontà, ma alle procedure che sono interminabili e che vengono a pesare particolarmente nel settore della sanità.
Divisione e riequilibrio dei quadranti.Mi rendo conto che nei rendiconti finali abbiamo diviso per i quattro quadranti, mentre si ritiene opportuno cogliere l'indicazione data da Calligaro di un'analisi più approfondita all'interno del quadrante n. 1, disaggregando l'USSL 1/23 dal resto del territorio. E' un suggerimento estremamente positivo.
La situazione è questa: il quadrante n. 1 ha una popolazione del 52,82 e ha il 57% dell'art. 69 dei ticket, ha il 45,55% di edilizia e il 50 sulle attrezzature per un totale di finanziamenti, fra edilizia ed attrezzature, del 48,22%. Quindi, se vogliamo usare la parola penalizzazione, paragonando il numero degli abitanti con il totale dei finanziamenti, possiamo dire che grosso modo c'è una penalizzazione del 4 che andrebbe ripartita, in un'analisi più approfondita, all'interno del quadrante stesso.
Novara ha il 19,65% della popolazione e ha un totale di finanziamenti del 21,91%, con il 18,47% sull'art. 69 dei ticket, il 23,35% per l'edilizia e il 20% per le attrezzature. C'è un leggero premio che però non va visto solo in relazione a questi stanziamenti, ma va visto anche in relazione alle necessità generali emergenti e a quanto già attuato negli scorsi anni.
Cuneo ha il 12,25% di popolazione; ha avuto un finanziamento totale del 14,72% con l'8,65% sull'art. 69, il 18,15% sull'edilizia e l'11,49% sulle attrezzature. In queste voci ricade la sistemazione delle infermerie.
Il quadrante n. 4, Asti e Alessandria, ha il 15,28% di popolazione, ha avuto il 15,15% di investimenti; sostanzialmente c'è un equilibrio.
Per quanto riguarda Alessandria tengo a precisare che sono state accolte tutte le richieste dell'USSL. C'è da considerare che nelle altre UU.SS.SS.LL. dell'Alessandrino le strutture sono nuove, quindi hanno minori esigenze.



PRESIDENTE

La discussione è stata esauriente.
Ha chiesto la parola il Consigliere Acotto per dichiarazione di voto.
Ne ha facoltà.



ACOTTO Ezio

Il nostro voto sarà negativo anche per rendere evidente, al di là della deliberazione, alcune questioni emerse dalla discussione in maniera del tutto indiretta. E' vero, come hanno detto l'Assessore e il collega Devecchi, Presidente della Commissione, questa deliberazione si richiama alla logica contenuta all'interno del Piano socio-sanitario 1984/1987 soprattutto per quella parte del Piano che non fu approvata, e precisamente l'allegato relativo al programma pluriennale di spesa; quindi non siamo in presenza di un documento che possa essere assunto dal punto di vista della spesa. La nuova Giunta non ha assunto il documento come punto di riferimento né sul piano formale né sul piano dell'aggancio concreto di questo documento ad un altro provvedimento, che avrebbe addirittura valore di legge, qual è appunto la legge di Piano socio-sanitario.
Che cosa si è fatto del Piano 1984/1987 che va in scadenza al 31/12/1987? Non abbiamo avuto alcuna relazione annuale sullo stato di attuazione, come vorrebbe la legge di piano. Ma c'è di più. Vorrei rendere consapevole il Consiglio regionale della situazione abnorme relativa alla spesa corrente, come abbiamo avuto modo di sottolineare ripetutamente. Si tratta di 3.500 miliardi all'anno di cui il Consiglio da due anni non è più informato.
La Giunta ha risposto alla nostra interpellanza in modo del tutto imbarazzato. Provveda quindi la Giunta a correre ai ripari anche rispetto a giustificazioni che ha cercato di addurre in quella sede.
Oggi discutiamo di 150 miliardi di investimenti e là ci sono 3.500 miliardi circa all'anno di spesa corrente. La sproporzione è del tutto chiara ed evidente. So anch'io che la spesa corrente è in buona parte vincolata da una spesa che si deve ripetere, come quella del personale, ma non c'è dubbio che sull'andamento della spesa corrente e sulle operazioni che si possono fare a questo riguardo, il Consiglio deve poter fare le sue valutazioni, ma non abbiamo alcun input da parte della Giunta in questa direzione, al di là delle questioni sollevate dall'interpellanza.
Non sappiamo nulla anche di un'altra parte, forse modesta ma significativa, che non trova spazio e forse necessariamente non pu trovarlo nella deliberazione che oggi esaminiamo, è la cosiddetta spesa corrente finalizzata che è anche spesa per gli investimenti. Se i colleghi volessero scartabellare le pagine di questo piano degli investimenti per capire che cosa vuol fare la Regione nel campo delle tossicodipendenze, nel campo della legge n. 180, non troverebbero niente. Per forza, perché è un altro settore di intervento e di spesa di cui non abbiamo notizia. Parlo della spesa corrente finalizzata per l'anno 1986 di cui ancora non conosciamo le intenzioni e le decisioni che la Giunta vuole assumere; fermo restando che ci sarà da definire la spesa che riguarda l'anno 1987.Avete un bel da richiamarvi in termini meccanici al Piano socio-sanitario 1984/1987.
Con questi vuoti paurosi il riferimento è del tutto accademico, poiché non c'è alcun rapporto sostanziale tra i due fatti.
Adduciamo quindi ragioni generali al nostro atteggiamento negativo e al nostro voto contrario a questo piano degli investimenti e poi ci sono ragioni di merito più specifiche che sono quelle a cui si è richiamato con forza il collega Calligaro.
Per quanto riguarda i laboratori di sanità pubblica, l'Assessore ha dato un quadro esauriente dello status quo, ma se vogliamo usare un linguaggio forse poco consono alla materia si tratta di stare con il fiato sul collo rispetto ad un'eventuale ignavia dei soggetti periferici; qui si vede se c'è o meno un'azione di governo da parte della Regione in rapporto ai temi sanitari che sono sottesi al problema della prevenzione e quindi al problema dei laboratori di sanità pubblica. E' una situazione drammatica che vorremmo sottolineare con questi elementi di accentuazione e con una serie di circostanze che hanno portato a questo tipo di non governo della sanità pubblica in Regione. La dimostrazione viene anche attraverso il piano degli investimenti, nel momento in cui non riusciamo a registrare un ruolo attivo e uno stare a ridosso di un tema così consistente come quello della prevenzione; ci limitiamo ad una semplice trascrizione degli impegni che le UU.SS.SS.LL. hanno assunto nel settore degli investimenti per fare progetti e laboratori di sanità pubblica.
Per quanto riguarda il rapporto tra l'esplosione della vicenda laboratori di analisi e lo sforzo del tutto sproporzionato che si fa a questo riguardo, gli argomenti addotti dal collega Calligaro sono puntualissimi e puntiformi sul territorio. L'ultimo punto è quello relativo allo squilibrio tra i quadranti che però non ha trovato nella risposta dell'Assessore motivazioni sufficientemente consistenti.
Al di fuori di questi argomenti di merito, rimane una censura alla Giunta dovuta al vuoto di governo e a situazioni che si sono create all'interno delle forze che dirigono la Regione e quindi all'interno del pentapartito regionale. Certo, ci sono spiegazioni, ma queste devono essere tutte ricondotte in termini di responsabilità da chi oggi detiene la leva del governo regionale.
In termini di metodo quest'anno abbiamo un piano degli investimenti che non è stato possibile confrontare ed analizzare con le UU.SS.SS.LL.
riunite, raggruppate nei vari quadranti. C'è stata una contrattazione tra unità sanitaria locale e unità sanitaria locale; l'una unità sanitaria locale non sapeva che cosa capitava nell'altra unità sanitaria locale. Non voglio esasperare questa vicenda, che è stata gestita prevalentemente dagli uffici in vacanza di un governo e addirittura di un Assessore. Questo per è un metodo che non possiamo non censurare e non sottolineare.
Come vedete gli argomenti che stanno alla base del nostro atteggiamento negativo sono ottimi e abbondanti, giustificano quindi il nostro no a questa deliberazione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 24 voti favorevoli, 9 contrari e 2 astensioni.
Signori Consiglieri, stante l'urgenza delle opere ospedaliere contenute in questo provvedimento, l'Assessore chiede di votare l'immediata esecutorietà. Questa deliberazione interessa tutti gli ospedali del Piemonte quindi, in questo caso, l'immediata esecutorietà non ha carattere specifico. Ho valutato a lungo il problema e siccome sono stato per dieci anni Vicepresidente di un ospedale e conosco quali sono i problemi di un ospedale, posso riconoscerne l'importanza.
Pongo pertanto in votazione l'immediata esecutorietà della deliberazione ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale sulla visita a Torino del Ministro Formica


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, desidero fare una breve comunicazione sull'arrivo a Torino del Ministro Formica. Il Ministro sarà qui tra mezzogiorno e mezzo e l'una; i Capigruppo o i loro delegati sono pregati di accedere nella sala del secondo piano, dove lo incontreranno insieme ai membri del governo regionale.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame progetto di legge n. 314: "Modifica dell'art. 91 septies della L.R. 5/12/1977, n. 56 (Antenne TV)"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 314 in merito alle antenne televisive.
La relazione del Consigliere Marchini viene data per letta.
Chiede la parola il Consigliere Guasso. Ne ha facoltà.



GUASSO Nazzareno

Intervengo per dichiarazione di voto e per una considerazione che desidero venga messa a verbale.
La dichiarazione di voto è ovvia. Noi abbiamo votato positivamente per questa ultima deroga perché la questione delle antenne private venga sistemata. La deroga scade definitivamente il 31/12/1987, quindi riconfermo il voto positivo del Gruppo comunista.
Voglio però sollevare un problema di metodo, come ho già detto in Commissione. Questa proposta di modifica della L.R. n. 56/77 è arrivata in Commissione prima dell'assegnazione ufficiale da parte del Consiglio. Già altre volte abbiamo constatato che deliberazioni o disegni di legge arrivano in Commissione prima dell'annuncio ufficiale in aula della presentazione. La II Commissione questa mattina si è riunita in via del tutto eccezionale per esaminare questo progetto di legge, visto che c'è la scadenza del 28 ottobre, e oggi siamo al 23. Voglio rilevare che questo metodo può essere usato solo in via eccezionale e non può diventare una prassi, come è successo recentemente per una legge importante come quella sul personale.



PRESIDENTE

Queste considerazioni del Consigliere Guasso saranno tenute in considerazione; in effetti questo provvedimento è stato esaminato questa mattina alle 9,30 dalla II Commissione, nel momento in cui ne viene dato l'annuncio in aula. Il Consigliere Guasso ha ragione perché questa quasi concomitanza può creare dei problemi. E' una questione che verrà considerata per il futuro e prego gli uffici di adeguarsi.
La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

In aggiunta a quanto ha detto il Consigliere Guasso, vorrei sollecitare la Giunta perché questo problema non venga affrontato in termini burocratici o passivi. Il problema delle radio, delle televisioni e delle antenne riguarda la legislazione nazionale, che però non viene avanti; è preoccupante l'incertezza sull'esistenza futura delle radio private; c'è anche l'esigenza di un regolamento, anche minimo, per dare garanzia là dove le antenne vengono collocate. Sarebbe opportuno che la Giunta avesse un unico punto di riferimento e che non ci fosse uno spezzettamento tra sanità ed urbanistica rispetto a questo problema; la Presidenza della Giunta, in quanto tale, avvalendosi delle competenze urbanistiche e sanitarie dovrebbe essere punto di riferimento per l'associazionismo delle varie emittenti. E' un elemento che andrebbe ulteriormente formalizzato; questo era già stato sottolineato, ma voglio rimarcarlo perché mi pare un aspetto importante.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Convengo su quest'ultima puntualizzazione del collega Reburdo. Devo dire che nei fatti la Presidenza è gia stata elemento di coagulo anche per quest'ultima determinazione che viene affrontata da tutti "obtorto collo" nel senso che non viene data una risposta completa alle domande che insistono su questo problema. In effetti, nel passato prevaleva l'interesse del settore sanitario; questa volta abbiamo cercato di unire le due cose rendendole meno conflittuali nei confronti di una normativa che di per s non è estremamente chiara, però è tale che tarpa le ali della comunicazione quando i Pretori o i Sindaci sono obbligati ad intervenire. E' intenzione della Giunta di proseguire su questo percorso attraverso un coagulo e un raccordo riprodotto dalla Presidenza.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Nomine

NOMINE


PRESIDENTE

In merito al punto 14) all'o.d.g. proclamo i candidati eletti nella seduta consiliare del 22 ottobre 1987.
Commissione tecnica per la tutela del patrimonio speleologico della Regione Piemonte (L.R. n. 69 del 30/5/1980). Nomina di tre rappresentanti con voto limitato a due nominativi. Proclamo eletti i signori Chiara Rota Eugenio Zanella e Aldo Molino.
Commissione tecnica per la tutela del patrimonio speleologico della Regione Piemonte (L.R. n. 69 del 30/5/1980). Nomina di due esperti sentita l'Università degli Studi di Torino. Proclamo eletti i signori Andrea Gobetti e Giovanni Ferraris.
Ente Collegio Universitario "R. Einaudi" (art. 7 Statuto relativo) Consiglio di amministrazione. Nomina di un rappresentante. Proclamo eletto il signor Mario Dolando.
Parco nazionale del Gran Paradiso (art. 83, terzo comma, DPR 24/7/1977 n. 616) - Consiglio di amministrazione. Nomina di un rappresentante (ad integrazione della deliberazione C.R. n. 400 del 5/3/1987). Proclamo eletto il signor Emilio Delmastro.
Commissione tecnica di vigilanza farmaceutica Provincia di Alessandria (art. 15, DPR 15/9/1979). Nomina di un membro in sostituzione del signor Carlo Gilardenghi. Proclamo eletta la signora Emilia Goria.
Comitato Urbanistico Regionale (art. 76, L.R. 6/12/1984, n. 61).
Nomina di un esperto in sostituzione del signor Alberto Todros. Proclamo eletto il signor Raffaele Radicioni.
Consulta regionale per i beni culturali. Nomina di un rappresentante in sostituzione del signor Traniello dimissionario. Proclamo eletto il signor Vincenzo Borasi.
Consulta regionale per i beni culturali (art. 2, L.R. n. 58/78 modificata con legge n. 23/86). Nomina di tre membri designati dall'Università di Torino. Proclamo eletti i signori Giorgio Gullini Giancarlo Bortolami e Adriano Pennacini.
Consulta regionale per i beni culturali (art. 2, L.R. n. 58/78 modificata con legge n. 23/86). Nomina di tre membri designati dall'ANCI con voto limitato a due nominativi. Proclamo eletti i signori Mario Lovelli, Cesare Mussini ed Enzo Ferrero.
Consorzio interventi produttivi del Comprensorio di Ivrea (art. 15 dello Statuto) - Consiglio direttivo. Nomina di tre membri. Proclamo eletti i signori Giorgio Rodda, Giacomo Mascheroni e Livio Besso Cordero.
IPLA - Consiglio di amministrazione. Nomina di un rappresentante in sostituzione del signor Giuseppe Chiezzi dimissionario. Proclamo eletto il signor Alberico Zeppetella.
CSI - Comitato scientifico. Nomina di un rappresentante in sostituzione del signor Pietro Terna dimissionario. Proclamo eletto il signor Roberto Ventimiglia.
CSI - Assemblea. Nomina di un rappresentante in sostituzione del signor Garesio dimissionario. Proclamo eletto il signor Giovanni Franco Bonesso.
Comitato misto paritetico Regione - Autorità militari. Nomina di un rappresentante in sostituzione del signor Nahoum per mancata accettazione.
Proclamo eletta la signora Maria Laura Marchiaro.
Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta - Collegio sindacale. Nomina di un rappresentante in sostituzione del signor Daniele Buffo dimissionario. Proclamo eletto il signor Francesco Dulio.
Comitato tecnico regionale per l'attuazione del DPR n. 915/82 (art.
12, L.R. 2/5/1986, n. 18). Nomina di un componente. Proclamo eletto il signor Gaudenzio Verga.
Comitato tecnico regionale per l'attuazione del DPR n. 915/82. Nomina di un rappresentante in sostituzione del signor Ettore Zauli dimissionario.
Proclamo eletto il signor Gianfranco Brovida.
Commissione tecnica di vigilanza farmaceutica Provincia di Torino.
Nomina di un componente e di una segretaria in sostituzione delle signore Anna Dana Borga e Franca Russo dimissionarie. Proclamo elette la signora Maria Paola Poliani, quale componente, e la signora Sandra Martorana, quale segretaria.
Comitato interministeriale (ex art. 15, legge 21/5/1981, n. 240).
Nomina di un rappresentante regionale in sostituzione del signor Riccardo Sartoris dimissionario. Proclamo eletto il signor Antonio Turbiglio.
Comitato consultivo ICE di Torino. Nomina di un rappresentante regionale in sostituzione del signor Riccardo Sartoris dimissionario.
Proclamo eletto il signor Antonio Turbiglio.
Commissione provinciale per la determinazione del valore agricolo medio dei terreni edificabili - Provincia di Cuneo. Nomina di due esperti in materia urbanistica-edilizia. Proclamo eletti i signori Ugo Burzio e Alessandro Lavagna.
Commissione provinciale per la determinazione del valore agricolo medio dei terreni edificabili - Provincia di Torino. Nomina di due esperti in materia urbanistivca-edilizia. Proclamo eletti i signori Carlo Grignolio e Riccardo Bedrone.
Collegio dei Revisori dei Conti dell'USSL n. 48 di Cossato. Nomina di un membro in sostituzione del signor Ermanno Bodo dimissionario. Proclamo eletto il signor Emilio Raisaro.
Commissione tecnico-consultiva "Programmazione degli interventi per lo sviluppo dell'offerta turistica". Nomina di tre esperti di cui uno in rappresentanza delle minoranze. Proclamo eletti i signori Ermanno Tedeschi Giovanni Baietto e Carlo Bortott.
Pongo in votazione l'immediata esecutorietà della deliberazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 38 voti favorevoli.


Argomento: Viabilità

Comunicazione della Giunta regionale sulla strada di servizio di Chiomonte


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, l'Assessore Mignone chiede la parola per una comunicazione in merito alla strada di servizio di Chiomonte. Ne ha facoltà.



MIGNONE Andrea, Assessore alla viabilità

Per doverosa comunicazione al Consiglio, come appendice al dibattito che abbiamo avuto ieri, ricordo ai colleghi che era pendente il completamento dell'istruttoria presso i nostri uffici per il nuovo progetto presentato dalla SITAF per la strada di servizio di Chiomonte. Avevo preannunciato che si era in conclusione dell'istruttoria; questa mattina il Presidente della Giunta regionale ha provveduto, a seguito della completata istruttoria da parte del Servizio geologico e del Corpo forestale dello Stato, ad emanare un nuovo decreto con il quale si revoca il precedente decreto di sospensione dei lavori e di interruzione del transito e si consente la ripresa dei lavori di consolidamento sulla base del nuovo progetto presentato dalla società SITAF.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Ricordo che c'era l'impegno di esaminare e votare il nostro ordine del giorno sull'elettrodotto Leinì-Piossasco.



PRESIDENTE

Conosco il problema e l'avrei portato alla Conferenza dei Capigruppo che è convocata al termine della seduta.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,45)



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