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Dettaglio seduta n.1 del 17/06/85 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


BENZI GERMANO



BENZI Germano, Presidente provvisorio

La seduta è aperta.
Nella mia qualità di Presidente uscente e Consigliere rieletto assumo ai sensi dell'art. 3, primo comma del Regolamento consiliare, la Presidenza provvisoria della prima adunanza del Consiglio regionale rieletto nella consultazione elettorale del 12 e 13 maggio.
Chiamo a svolgere la funzione di Segretari i Consiglieri Turbiglio e Cernetti, in quanto Consiglieri Segretari più anziani per età fra quelli uscenti e rieletti, ai sensi dell'art. 3, secondo comma del Regolamento e li invito a prendere posto al banco della Presidenza.
In virtù dell'art. 15, penultimo comma della legge 17.2.1980, n. 108 do atto che è stato consegnato, da parte dell'Ufficio centrale regionale l'esemplare del verbale redatto dall'Ufficio stesso ed i relativi allegati e che di tale consegna è stata rilasciata regolare ricevuta.
I verbali stessi sono a disposizione dei Consigliere presso la Segreteria Generale del Consiglio regionale.
Da tale verbale risulta che sono stati proclamati eletti i seguenti Consiglieri regionali. Prego un Consigliere Segretario di voler fare l'appello.



(Si procede all'appello nominale)



BENZI Germano, Presidente provvisorio

Sono presenti 54 Consiglieri regionali eletti e pertanto dichiaro valida le seduta.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Discorso inaugurale del Presidente provvisorio


BENZI Germano, Presidente provvisorio

Signori Consiglieri porgo, innanzitutto, ai neo-Consiglieri, il benvenuto a Palazzo Lascaris.
Inizia oggi la quarta legislatura regionale.
Nell'accomiatarmi vorrei ringraziare i colleghi Consiglieri, in particolare i componenti dell'Ufficio di Presidenza e il personale del Consiglio regionale per la collaborazione prestata e per il lavoro svolto tra il 1980 ed oggi.
Nel contempo, pur non volendo fare un bilancio ed un consuntivo di ci che si è fatto, vorrei esprimere a voce alta alcune riflessioni, sui cinque anni trascorsi, che, penso, tutti possano condividere.
Questi anni, difficili, per il Piemonte, di pesante crisi economica e sociale, hanno riversato, come è logico e giusto, anche sulla nostra assemblea problemi e tensioni che le forze politiche hanno vissuto interpretato, cercato di risolvere in un continuo aperto, anche se talvolta aspro, confronto ricercando soluzioni che era nelle nostre possibilità dare.
L'attività legislativa si è svolta con regolarità, con momenti di particolare intensità ed impegno.
Ad essa hanno dato il contributo della loro sensibilità politica e della loro preparazione tutti i Consiglieri regionali.
La mole del lavoro svolto testimonia anche dell'impegno dei funzionari e dell'intero apparato del Consiglio, dotato, peraltro, di strutture piuttosto esigue.
La nostra istituzione ha confermato, nella passata legislatura, le sue tradizioni di apertura all'incontro, alle idee, ai problemi emergenti dall'intera collettività, di solidarietà con i popoli del Terzo Mondo; di attenzione ed impegno verso l'Europa e il processo di unificazione europea.
Queste positive osservazioni, certo, non vogliono nascondere le difficoltà che in questi anni abbiamo incontrato.
Deve essere tuttavia motivo di conforto il fatto che, tra l'altro abbiamo proposto ed approvato atti di indubbia rilevanza per dare maggiore trasparenza ed efficienza alle attività della nostra istituzione e, quindi tese a rafforzare, ancora di più, il legame fra cittadini e Stato nelle sue varie articolazioni.
Dopo la prima legislatura caratterizzata dalla fase costituente e dallo slancio della formazione degli Statuti, abbiamo avuto una seconda legislatura durante la quale l'esperienza regionalista sembrò decollare soprattutto grazie al completamento avvenuto con la legge 382 e con il D.P.R. 616 delle competenze regionali.
Fu, probabilmente, questo il maggior momento di incisività ed efficacia dell'azione regionale e di più sincero regionalismo da parte delle nostre istituzioni e delle forze politiche.
La terza legislatura regionale ha invece registrato una pausa ed un ritorno a posizioni antiregionaliste, un progressivo ricomparire di un centralismo talvolta esasperato, una certa stanchezza e sfiducia, da parte delle stesse forze regionaliste, nella spinta innovativa che dall'istituzione delle Regioni e dalla piena attuazione del dettato costituzionale poteva derivare all'intero sistema delle autonomie.
Dobbiamo però constatare che, proprio in questi ultimi mesi, alcuni fatti hanno aperto spiragli che fanno sperare in un rilancio delle Regioni e dell'intero sistema delle autonomie. Mi riferisco alla legge nazionale di riforma delle autonomie, che sta procedendo con speditezza al Senato all'indagine conoscitiva svolta dalla Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Il Comitato di coordinamento dei Consigli regionali più volte riunitosi nel corso della passata legislatura ha indicato al termine della sua ultima riunione, svoltasi a Pesaro la settimana scorsa, tra gli obiettivi da perseguire ancora completamente un rapporto privilegiato con le assemblee parlamentari, così come indicato, nel gennaio 1985, al convegno di Roma indetto dalla Commissione parlamentare per le questioni regionali.
In questa occasione, infatti, il Presidente della Commissione ha auspicato a nome della stessa l'opportunità di sviluppare un rapporto continuativo tra Parlamento e assemblee regionali attraverso le necessarie modifiche dei regolamenti parlamentari così da consentire ai Consigli regionali di intervenire sui provvedimenti di comune interesse all'ordine del giorno delle Commissioni di merito e attraverso l'ampliamento dei poteri della Commissione bicamerale per quanto concerne il parere obbligatorio alle Commissioni di merito su tutti gli argomenti di interesse regionale.
L'altro punto qualificante che dovrà caratterizzare i lavori del coordinamento dei Consigli regionali è quello della proposta di modifica degli artt. 117 e 118 della Costituzione per dare organicità alle materie di competenza regionale.
La nostra speranza è quella che la quarta legislatura sia, finalmente quella di assestamento e di consolidamento dell'esperienza regionale nella piena attuazione del disegno istituzionale previsto dalla Costituzione in un'armonica ed organica visione dell'intero sistema delle autonomie ridefinito e ridisegnato una volta per tutte.
Credo che questo possa e debba essere l'augurio che ci rivolgiamo e che indirizziamo anche alla comunità regionale nel momento in cui si apre questa legislatura, nella convinzione che un sistema riformato ed efficiente delle autonomie possa concorrere alla soluzione dei gravi problemi che interessano la nostra Regione e il nastro Paese in questo momento.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Adempimenti di cui all'art. 14 dello Statuto della Regione Piemonte, previa eventuale surroga di Consiglieri


BENZI Germano, Presidente provvisorio

Il punto 1) all'o.d.g. reca: "Adempimenti di cui all'art. 14 dello Statuto della Regione Piemonte, previa eventuale surroga di Consiglieri" Surrogazione del Consigliere regionale Luigi Rivalta con il sig. Primo Ferro Poiché il Consigliere regionale Luigi Rivalta, eletto nella lista n. 1 del PCI sia nella circoscrizione di Torino che in quella di Cuneo, con lettera datata 30/5/1985 ha optato per la circoscrizione di Torino, occorre procedere, ai sensi dell'art. 16 della legge 17/2/1968 n. 108, alla surrogazione del Consigliere stesso. Ai sensi del citato articolo il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che alla stessa lista e circoscrizione segue immediatamente l'ultimo eletto. La stessa norma si osserva anche nel caso di sostituzione del Consigliere proclamato a seguito dell'attribuzione fatta dagli Uffici centrali regionali.
Dal verbale dell'Ufficio centrale circoscrizionale del Tribunale di Cuneo risulta che all'ultimo eletto del PCI nella circoscrizione di Cuneo segue immediatamente il sig. Primo Ferro, al quale deve essere pertanto attribuito il seggio resosi vacante.
Pongo quindi ai voti la proposta che il Consiglio prenda atto che al Consigliere Luigi Rivalta subentra, nella circoscrizione di Cuneo, ai sensi dell'art. 16 della citata legge n. 108, il sig. Primo Ferro.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 54 Consiglieri presenti.
Propongo che la predetta deliberazione relativa alla surrogazione del Consigliere Luigi Rivalta con il sig. Primo Ferro sia dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n.
62. Faccio presente che la predetta proposta deve essere approvata a maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio regionale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La proposta è approvata all'unanimità dei 54 Consiglieri presenti.
Dichiaro pertanto la predetta deliberazione immediatamente eseguibile ed invito il sig. Primo Ferro il quale, con dichiarazione inviata il 13/6/1985, ha accettato la nomina a Consigliere, a prendere posto in aula qualora si trovi nelle vicinanze.



(Il neo-Consigliere Primo Ferro prende posto)



BENZI Germano, Presidente provvisorio

Per quanto attiene alla convalida, l'art. 17 della legge n. 108/68 prevede che "al Consiglio regionale è riservata la convalida dell'elezione dei propri componenti, secondo le norme del suo Regolamento interno" A tal fine l'art. 16 del Regolamento stabilisce che l'esame delle condizioni di ciascuno dei Consiglieri eletti sia effettuato dalla costituenda Giunta delle Elezioni, la quale proporrà successivamente al Consiglio regionale l'adozione dei provvedimenti conseguenti.
Surrogazione del Consigliere regionale Nino Carazzoni con la sig.ra Marta Minervini Calandri Poiché il Consigliere regionale Nino Carazzoni, eletto nella lista dell'MSI-DN sia nella circoscrizione di Torino che in quella di Novara, con lettera datata 1/6/1985 ha optato per la circoscrizione di Novara, occorre procedere,ai sensi dell'art. 16 della legge 17/2/1968 n. 108, alla surrogazione del Consigliere stesso. Ai sensi del citato articolo il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che alla stessa lista e circoscrizione segue immediatamente l'ultimo eletto. La stessa norma si osserva anche nel caso di sostituzione del Consigliere proclamato a seguito dell'attribuzione fatta dagli Uffici centrali regionali.
Dal verbale dell'Ufficio centrale circoscrizionale del Tribunale di Torino risulta che all'ultimo eletto dell'MSI-DN nella circoscrizione di Torino segue immediatamente la sig.ra Marta Minervini Calandri, alla quale deve essere pertanto attribuito il seggio resosi vacante.
Pongo quindi ai voti la proposta che il Consiglio prenda atto che al Consigliere Nino Carazzoni subentra, nella circoscrizione di Torino, ai sensi dell'art. 16 della citata legge n. 108, la sig.ra Marta Minervini Calandri.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 55 Consiglieri presenti.
Propongo che la predetta deliberazione relativa alla surrogazione del Consigliere Nino Carazzoni con la sig.ra Marta Minervini Calandri sia dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62. Faccio presente che la predetta proposta deve essere approvata a maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio regionale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La proposta è approvata all'unanimità dei 55 Consiglieri presenti.
Dichiaro pertanto la predetta deliberazione immediatamente eseguibile ed invito la sig.ra Marta Minervini Calandri la quale, con dichiarazione inviata il 3/6/1985, ha accettato la nomina a Consigliere, a prendere posto in aula qualora si trovi nelle vicinanze.



(Il neo-Consigliere Marta Minervini Calandri prende posto)



BENZI Germano, Presidente provvisorio

Per quanto attiene alla convalida, l'art. 17 della legge n. 108/68 prevede che "al Consiglio regionale è riservata la convalida dell'elezione dei propri componenti, secondo le norme del suo Regolamento interno" A tal fine l'art. 16 del Regolamento stabilisce che l'esame delle condizioni di ciascuno dei Consiglieri eletti sia effettuato dalla costituenda Giunta delle Elezioni, la quale proporrà successivamente al Consiglio regionale l'adozione dei provvedimenti conseguenti.
Surrogazione del Consigliere regionale Marco Bosio con il sig.
Giampiero Avondo.
Poiché il Consigliere regionale Marco Bosio eletto nella lista n. 1 del PCI sia nella circoscrizione di Torino che in quella di Novara, con lettera datata 3/6/1985 ha optato per la circoscrizione di Torino, occorre procedere, ai sensi dell'art. 16 della legge 17/2/1968 n. 108, alla surrogazione del Consigliere stesso. Ai sensi del citato articolo il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che alla stessa lista e circoscrizione segue immediatamente l'ultimo eletto. La stessa norma si osserva anche nel caso di sostituzione del Consigliere proclamato a seguito dell'attribuzione fatta dagli Uffici centrali regionali.
Dal verbale dell'Ufficio centrale circoscrizionale del Tribunale di Novara risulta che all'ultimo eletto del PCI nella circoscrizione di Novara segue immediatamente il sig. Giampiero Avondo, al quale deve essere pertanto attribuito il seggio resosi vacante.
Pongo quindi ai voti la proposta che il Consiglio prenda atto che al Consigliere Marco Bosio subentra, nella circoscrizione di Novara, ai sensi dell'art. 16 della citata legge n. 108, il sig. Giampiero Avondo.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 56 Consiglieri presenti.
Propongo che la predetta deliberazione relativa alla surrogazione del Consigliere Marco Bosio con il sig. Giampiero Avondo sia dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n.
62. Faccio presente che la predetta proposta deve essere approvata a maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio regionale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La proposta è approvata all'unanimità dei 56 Consiglieri presenti.
Dichiaro pertanto la predetta deliberazione immediatamente eseguibile ed invito il sig. Giampiero Avondo il quale, con dichiarazione inviata il 13/6/1985, ha accettato la nomina a Consigliere, a prendere posto in aula qualora si trovi nelle vicinanze.



(Il neo-Consigliere Giampiero Avondo prende posto)



BENZI Germano, Presidente provvisorio

Per quanto attiene alla convalida, l'art. 17 della legge n. 108/68 prevede che "al Consiglio regionale è riservata la convalida dell'elezione dei propri componenti, secondo le norme del suo Regolamento interno" A tal fine l'art. 16 del Regolamento stabilisce che l'esame delle condizioni di ciascuno dei Consiglieri eletti sia effettuato dalla costituenda Giunta delle Elezioni, la quale proporrà successivamente al Consiglio regionale l'adozione dei provvedimenti conseguenti.
Surrogazione del Consigliere regionale Adelaide Aglietta con il sig.
Angelo Pezzana Poiché il Consigliere regionale Adelaide Aglietta eletta nella lista n.
9 - Lista Verde Civica - nella circoscrizione di Torino, con lettera datata 3/6/1985, ha comunicato che essendo la carica di Consigliere regionale incompatibile con quella di membro del Parlamento, dalla stessa rivestita opta per la carica di Deputato. Occorre pertanto procedere, ai sensi dell'art. 16 della legge 17/2/1968 n. 108, alla surrogazione del Consigliere stesso. Ai sensi del citato articolo il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che alla stessa lista e circoscrizione segue immediatamente l'ultimo eletto. La stessa norma si osserva anche nel caso di sostituzione del Consigliere proclamato a seguito dell'attribuzione fatta dagli Uffici centrali regionali.
Dal verbale dell'Ufficio centrale circoscrizionale del Tribunale di Torino risulta che all'ultimo eletto nella lista Verde Civica nella circoscrizione di Torino segue immediatamente il sig. Enzo Tortora, al quale deve essere pertanto attribuito il seggio resosi vacante.Con lettera datata 10/6/85 il sig. Enzo Tortora ha però comunicato la sua decisione di dimettersi e di non accettare la carica di Consigliere regionale. In relazione a quanto sopra occorre attribuire il seggio rimasto vacante al candidato che nella stessa lista e circoscrizione segue il sig. Enzo Tortora.
Dal verbale dell'Ufficio centrale circoscrizionale presso il Tribunale di Torino risulta che all'ultimo eletto nella Lista Verde Civica nella circoscrizione di Torino segue immediatamente il sig. Angelo Pezzana, al quale deve essere pertanto attribuito il seggio resosi vacante.
Pongo quindi ai voti la proposta che il Consiglio prenda atto che al Consigliere Adelaide Aglietta subentra, nella circoscrizione di Torino, ai sensi dell'art. 16 della citata legge n. 108, il sig. Angelo Pezzana. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 57 Consiglieri presenti.
Propongo che la predetta deliberazione relativa alla surrogazione del Consigliere Adelaide Aglietta con il sig. Angelo Pezzana sia dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n.
62. Faccio presente che la predetta proposta deve essere approvata a maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio regionale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La proposta è approvata all'unanimità dei 57 Consiglieri presenti.
Dichiaro pertanto la predetta deliberazione immediatamente eseguibile ed invito il sig. Angelo Pezzana il quale, con dichiarazione inviata il 13/6/1985, ha accettato la nomina a Consigliere, a prendere posto in aula qualora si trovi nelle vicinanze.



(Il neo-Consigliere Angelo Pezzana prende posto)



BENZI Germano, Presidente provvisorio

Per quanto attiene alla convalida, l'art. 17 della legge n. 108/68 prevede che "al Consiglio regionale è riservata la convalida dell'elezione dei propri componenti, secondo le norme del suo Regolamento interno" A tal fine l'art. 16 del Regolamento stabilisce che l'esame delle condizioni di ciascuno dei Consiglieri eletti sia effettuato dalla costituenda Giunta delle Elezioni, la quale proporrà successivamente al Consiglio regionale l'adozione dei provvedimenti conseguenti.



(Entra in aula il Consigliere Gavronski)



BENZI Germano, Presidente provvisorio

Surrogazione del Consigliere regionale Antonio Enrico Morando con la sig.ra Silvana Dameri Todarello



BENZI Germano, Presidente provvisorio

Poiché il Consigliere regionale Antonio Enrico Morando eletto nella lista n. 1 del PCI sia nella circoscrizione di Alessandria, con lettera datata 13/6/85, si è dimesso, occorre procedere, ai sensi dell'art. 16 della legge 17/2/1968 n. 108, alla surrogazione del Consigliere stesso. Ai sensi del citato articolo il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che alla stessa lista e circoscrizione segue immediatamente l'ultimo eletto. La stessa norma si osserva anche nel caso di sostituzione del Consigliere proclamato a seguito dell'attribuzione fatta dagli Uffici centrali regionali.
Dal verbale dell'Ufficio centrale circoscrizionale del Tribunale di Alessandria risulta che all'ultimo eletto del PCI nella circoscrizione di Alessandria segue immediatamente la sig.ra Silvana Dameri Todarello, alla quale deve essere pertanto attribuito il seggio resosi vacante.



BENZI Germano, Presidente provvisorio

Pongo quindi ai voti la proposta che il Consiglio prenda atto che al Consigliere Antonio Enrico Morando subentra, nella circoscrizione di Alessandria, ai sensi dell'art. 16 della citata legge n. 108, la sig.ra Silvana Dameri Todarello.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 59 Consiglieri presenti.



BENZI Germano, Presidente provvisorio

Propongo che la predetta deliberazione relativa alla surrogazione del Consigliere Antonio Enrico Morando con la sig.ra Silvana Dameri Todarello sia dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62. Faccio presente che la predetta proposta deve essere approvata a maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio regionale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La proposta è approvata all'unanimità dei 59 Consiglieri presenti.
Dichiaro pertanto la predetta deliberazione immediatamente eseguibile ed invito la sig.ra Silvana Dameri Todarello la quale, con dichiarazione inviata il 13/6/1985, ha accettato la nomina a Consigliere, a prendere posto in aula qualora si trovi nelle vicinanze.



(Il neo-Consigliere Silvana Dameri Todarello prende posto)



BENZI Germano, Presidente provvisorio

Per quanto attiene alla convalida, l'art. 17 della legge n. 108/68 prevede che "al Consiglio regionale è riservata la convalida dell'elezione dei propri componenti, secondo le norme del suo Regolamento interno" A tal fine l'art. 16 del Regolamento stabilisce che l'esame delle condizioni di ciascuno dei Consiglieri eletti sia effettuato dalla costituenda Giunta delle Elezioni, la quale proporrà successivamente al Consiglio regionale l'adozione dei provvedimenti conseguenti.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Elezione dell'Ufficio di Presidenza, a norma dell'art. 14 dello Statuto della Regione Piemonte e dell'art. 4 del Regolamento del Consiglio regionale


BENZI Germano, Presidente provvisorio

Passiamo ora all'elezione dell'Ufficio di Presidenza, a norma dell'art.
14 dello Statuto della Regione Piemonte e dell'art. 4 del Regolamento del Consiglio regionale.
Do lettura dell'art. 14 dello Statuto: "Il Consiglio, come suo primo atto procede all'elezione dell'Ufficio di Presidenza, composto dal Presidente, due Vicepresidenti e da due a quattro Segretari.
L'Ufficio di Presidenza deve essere composto in modo da assicurare la rappresentanza della minoranza.
L'elezione del Presidente del Consiglio ha luogo a scrutinio segreto ed a maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio. Se nessun candidato ottiene tale maggioranza, si procede ad una votazione di ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti in caso di parità, è eletto il più anziano di età.
All'elezione dei Vicepresidenti e dei Segretari si procede con votazioni separate e ciascun Consigliere vota, a scrutinio segreto, con le modalità stabilite dal Regolamento.
I componenti l'Ufficio di Presidenza restano in carica trenta mesi e sono rieleggibili" A questo punto dichiaro aperta l'eventuale discussione in merito alla nomina dei membri dell'Ufficio, di Presidenza.
Vi comunico che nella riunione informale svoltasi la scorsa settimana alla quale hanno partecipato tutti i Gruppi, si è concordato di dare la possibilità agli stessi di intervenire stabilendo il limite massimo di dieci minuti per ciascun intervento.
Invito pertanto i Consiglieri che vorranno intervenire ad osservare i tempi che ci siamo dati.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Brizio. Ne ha facoltà.



BRIZIO Gian Paolo

Signor Presidente, signori Consiglieri, nel momento di avvio della quarta legislatura regionale sento il dovere di rivolgere, a nome del nostro Gruppo, un saluto non formale alla Presidenza, agli altri costituendi Gruppi consiliari, ai colleghi tutti, tanto riconfermati che ai nuovi. Un saluto anche a quanti non sono tornati su questi banchi, chi per scelta, chi a causa degli avvenimenti elettorali, ma dei quali tutti serbiamo un ricordo non effimero, legato alle loro doti umane, al loro contributo di lavoro e di impegno.
Il nostro Gruppo si presenta con due nuovi Consiglieri e due significativi ritorni: un rinnovamento limitato ma che, seguendo quello ben più consistente del 1980 (quando furono mutati dieci Consiglieri su venti) e successive sostituzioni concrete, un ricambio largo che porta contributi nuovi frutto di esperienze maturate nei diversi campi della vita pubblica e civile a contatto con contributi di più lunga durata e fa del nostro Gruppo un complesso qualificato nel quale un valido Consigliere rappresenta degnamente, la continuità della prima legislatura.
Siamo in una situazione singolare) Tanto è difficile e complessa la situazione del Paese e della nostra Regione tanto appare netta l'indicazione che ci viene dagli elettori con la consultazione del 12 maggio.
In primo luogo va segnalata la precisa risposta all'ipotizzato "sorpasso" nei confronti della DC. La pressione del Partito comunista e la concomitante avanzata della DC rispetto alle consultazioni politiche dell'83 ed europee dell'84 sono evidenti ed attestano come la "questione" del partito di maggioranza relativa non sia problema di secondo piano per l'elettore italiano e non possa essere giudicato superato o marginale come da molte parti si affermava.
Quale partito di consolidata sicurezza democratica capace particolarmente nei momenti difficili, di interpretare gli interessi generali del Paese la DC offre una garanzia che viene ritenuta oggi più che mai fondamentale.
In secondo luogo sul terreno più specificatamente legato alla natura politico-amministrativa della consultazione appare evidente il segnale fortemente negativo per le Giunte di sinistra.
Il ciclo delle Amministrazioni rosse ha toccato dieci anni di vita; un periodo sufficientemente ampio per un giudizio ragionato, per un consuntivo non frettoloso ma puntuale. Avevamo ripetutamente evidenziato da questi banchi la fase di logorio della formula e delle connesse alleanze e agli elettori non è sfuggito il pesante stacco fra le promesse del 1975, fra le aspettative suscitate ed un consuntivo debole specialmente se valutato sull'arco complessivo del periodo interessato: l'arretramento sociale non solo sul terreno economico ma anche nella qualità della vita è stato valutato dai cittadini ed è stato certamente elemento non marginale della loro scelta.
In terzo luogo occorre rilevare che dalla consultazione emerge non soltanto un giudizio in negativo, ma anche una indicazione in positivo perché il complesso delle forze di governo ha segnato un successo rispetto alle politiche '83 e alle europee '84: l'elettore si è dunque espresso per la stabilità del Governo nazionale (come confermato anche dal risultato del referendum) e per una svolta amministrativa nei grandi centri e nelle Regioni governate dalle sinistre.
Nel successo complessivo delle forze del pentapartito si inserisce quello della DC che costituisce, per gli analisti pre-elettorali, la vera sorpresa.
E' stata premiata primariamente la chiarezza della posizione democratico-cristiana in ordine alle scelte post-elettorali: la DC ha chiesto voti per sé ma con il chiaro intento ed il preciso impegno di farne uso nel senso dell'alleanza democratica fra i cinque partiti di governo e per questa ragione il risultato in se stesso è un suo successo indipendentemente dall'affermazione specifica del partito.
Affermazione che peraltro c'è stata ed è anche conseguenza di un ritrovato slancio programmatico sui grandi temi della ripresa economica da un lato e del solidarismo cristiano dall'altro: una linea di fondo ad un tempo moderna e autenticamente e storicamente democristiana.
Nello specifico della situazione regionale piemontese a nessuno pu sfuggire come la maggioranza uscente che constava di 33 Consiglieri abbia visto la sua forza ridotta a 29 unità con la impossibilità tecnica di qualsiasi sopravvivenza.
Le forze del pentapartito al contrario si sono confermate complessivamente stabili (36 Consiglieri contro 37 della precedente legislatura).
Vi sono dunque nell'assemblea le condizioni numeriche necessarie a supportare condizioni di svolta politica maturate da tempo e che ora occorre sollecitamente concretare nell'interesse del Piemonte.
I primi incontri si sono svolti in un clima di generale disponibilità ed apertura con significative ampie convergenze, che lasciano ben sperare in una sollecita favorevole definizione alla quale la DC è, per la sua parte, attivamente impegnata.
Si prospetta quindi per il nostro Partito un ruolo diverso dal passato.
Si sono manifestate infondate, anche in Piemonte, le ipotesi fantasiose di un irreversibile declino della DC che ha invece dimostrato straordinaria vitalità dando corso ad una consistente e continua ripresa dopo il risultato negativo delle politiche del 1983, anche perché, in un momento difficile per il Piemonte, il nostro Partito ha saputo porsi non solo come forza garante delle libertà democratiche, ma anche come forza capace di suscitare aspettative, di stimolare attese, di concorrere a creare le condizioni per l'uscita dalla paralisi e per un nuovo sviluppo fondato sull'uomo.
Abbiamo assolto un ruolo di governo nella prima legislatura caratterizzata dalla fase statutaria e di impianto dell'Ente e posti poi all'opposizione per il decennio successivo, abbiamo accettato allora il nuovo compito, per citare Adriano Bianchi, uno dei protagonisti più apprezzati della vita della nostra Assemblea, "Con tutta serenità con rinnovato senso di fervore operativo, non come una discriminazione" anche se sentivamo che gli elettori non avevano inteso collocarci all'opposizione tanto è vero che la prima Giunta di sinistra nacque certo sull'onda di un risultato elettorale penalizzante per noi, ma anche, occorre pur dirlo, con un atto di trasformismo politico foriero poi di ben più gravi deviazioni.
Né il risultato positivo del 1980 che ci vide tornare in Piemonte primo Partito sul piano dei consensi conseguiti creò le condizioni politiche per una svolta perché si preferì, chiamando altre forze a concorrervi, puntare sulla continuità, peraltro forzata, della formula di sinistra.
Non vi è più possibilità oggi, come abbiamo visto, di inventare in Piemonte altre alchimie, di creare nuovi equilibrismi per suscitare il fantasma del tempo perduto.
Ci predisponiamo ai nuovi compiti senza spirito di rivincita, con serena coscienza, con grande senso di responsabilità e con la consapevolezza della difficoltà dei problemi che sono sul tappeto, della complessità della situazione piemontese in presenza di una caduta economica costituita anche da una fuga delle attività verso l'esterno con un saldo occupazionale negativo di 34.000 unità nel 1984. Abbiamo di fronte un Piemonte che non è più quello del 1975, con un grande cambiamento in atto che deve essere governato e indirizzato verso un nuovo sviluppo.
Sappiamo che ci attende una strada tutta in salita che non ha facili alternative né presenta comode o percorribili scorciatoie ma non difettiamo di impegno e di volontà, perché sappiamo che ogni incertezza è colpevole ogni attesa inutile; crediamo nell'azione e nella fatica e non rinunciamo alla speranza.
Per quel che riguarda l'elezione del Presidente del Consiglio e dell'Ufficio di Presidenza, adempimento per il quale siamo convocati giudichiamo apprezzabile l'intendimento di dare, con l'adozione del numero massimo consentito per i Consiglieri Segretari, la più ampia rappresentatività possibile al consesso e di assicurare in esso la presenza di tutte le forze politiche e democratiche che sono state, in ruoli differenziati, protagoniste della vita civile e politica del nostro Paese e della nostra Regione.
Sappiamo che altri giudica non favorevolmente il rapporto che da tale rappresentanza deriva fra forze di maggioranza e forze di opposizione (peraltro al momento solo presumibili e non determinate) ma a respingere l'obiezione pare sufficiente la considerazione che si tratta di una non evitabile conseguenza di una corretta esigenza e che in definitiva la composizione dell'Ufficio risulta nell'attuale proposta perfettamente identica non nelle persone certo, ma nella rappresentanza puntuale delle forze politiche, a quella uscente, salvo per quel che concerne il possibile ingresso dei Verdi.
Voteremo dunque per il Presidente, il Consigliere Viglione dalla lunga molteplice esperienza, sicuro garante di quella centralità dell'Assemblea in più occasioni con particolare determinazione affermata; voteremo per la Vicepresidenza il collega Giuseppe Cerchio che apre oggi la sua terza legislatura.
Siamo certi che l'Ufficio di Presidenza, nel suo complesso e per l'apporto di tutti i singoli componenti, saprà assicurare in modo alto la funzionalità, l'operatività e soprattutto la corretta libertà di espressione della nostra Assemblea fulcro dell'Istituto Regionale.



BENZI Germano, Presidente provvisorio

Ha chiesto di parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, la prassi instaurata in questa assemblea, fin dall'inizio della sua attività, consente che le elezioni dell'Ufficio di Presidenza siano fatte precedere da brevi dichiarazioni di voto, da svolgersi però entro i limiti funzionali all'adempimento statutario e secondo le modalità prefissate dalla Conferenza dei Presidenti di Gruppo.
Noi ci atterremo scrupolosamente a questa procedura, perci autolimitando le nostre considerazioni allo stesso argomento oggetto della seduta odierna - per l'appunto, l'elezione dell'Ufficio di Presidenza - e rinviando ogni ulteriore valutazione politica al successivo dibattito politico che si svolgerà al momento della formazione del nuovo governo regionale.
Fatte queste premesse, noi anzitutto desideriamo, per atto di dovuta cortesia, rivolgere un cordiale saluto a lei, signor Presidente, ed a tutti i colleghi insieme ai quali, oltre le diverse ed anche contrapposte collocazioni ideologiche, nei prossimi cinque anni dovremo lavorare per il superiore interesse del nostro Piemonte, regione percorsa (e percossa) da tanto difficili e drammatiche situazioni - quella occupazionale ne è l'esempio più eclatante - cui occorrerà fare fronte, al di là ed al di sopra delle differenziazioni politiche e partitiche, con l'impegno, il coraggio, l'intelligenza, la fantasia di tutti.
Questo è l'augurale auspicio che sentiamo di dover rivolgere all'assemblea parlando - anzi, onorandoci di parlare - a nome del MSI-DN cioè della sola forza politica che nelle elezioni del 12 maggio, davanti alla sconfitta comunista ed alle perdite del pentapartito, è stata consistentemente premiata dall'elettorato piemontese - cui va, anche da questa tribuna, il nostro riconoscente ringraziamento - per la presenza combattiva e coerente sempre testimoniata a livello regionale.
Ci riempie dunque di indignazione e di amarezza insieme il fatto che anche ora, ci si ostini a non voler prendere atto di questa realtà, cioè a dire dell'esistenza - comunque la si voglia valutare, gradita o non gradita di una destra cui gli elettori del Piemonte si affidano in sempre crescente numero e che adesso è stata chiamata a rappresentare e ad interpretare, numericamente quarta forza politica in assoluto, davanti ai repubblicani, davanti ai liberali, davanti ai socialdemocratici gli interessi, le attese, le speranze di oltre 165.000 cittadini.
Ecco perché giudichiamo - e nel dire questo ci rivolgiamo soprattutto agli organi di informazione perché, se davvero liberi ed indipendenti vogliano obiettivamente registrare questo nostro giudizio - ingiusta ed assurda la pretesa di continuare a negare la partecipazione del MSI-DN all'Ufficio di Presidenza. Ufficio di Presidenza che, così come prefigurato anche con l'escamotage di un'unica presenza rappresentativa concessa ai tre gruppi minori pur di negarla a noi, non potrà essere e non sarà quel presidio garantista per i diritti di tutti quale lo Statuto prevede, ma soltanto l'espressione di una parte, non importa se cospicua, dell'intero Consiglio regionale, essendosi deciso di costituirlo - e, secondo noi anche di mortificarlo - secondo la logica aberrante dell'"arco costituzionale", che altro non è, poi, che lo spirito della discriminazione contro la destra.
Partecipiamo a questo consesso sin dal 1970: e, da allora, sempre abbiamo dovuto denunciare il fatto che tanta faziosità sia propria solamente di questa Regione: non è così, infatti, al Parlamento europeo dove il MSI-DN è legittimamente presente nell'Ufficio di Presidenza; e non è così al Parlamento italiano, nei cui Uffici di Presidenza alla Camera ed al Senato siedono, altrettanto legittimamente, i rappresentanti missini.
In questo Consiglio regionale, invece, si continuano a tenere in piedi nei nostri confronti anacronistiche e settarie emarginazioni che fanno a pugni con il concetto stesso di una democrazia correttamente intesa. Ma non vogliamo indulgere più di tanto nella protesta: la parte della vittima non ci piace né intendiamo recitarla, anche perché poco ci importa essere discriminati all'interno di quest'aula quando poi discriminati non lo siamo all'esterno, come .dimostrato dai recenti risultati elettorali.
Non possiamo però fare a meno di sottolineare che questa quarta legislatura nasce davvero male: e non soltanto perché si inizia di 17 giorno tradizionalmente nefasto, da "terque, quaterque..." con tutto quel che segue ma soprattutto perché ancora si apre con la consumazione del solito rituale fazioso, che proprio pensavamo; questa volta, dovesse venir superato. Infatti, la situazione politica si è ora modificata ed era per lo meno lecito sperare che i partiti della costituenda nuova maggioranza volessero dare un segnale di novità, rompendo con i vecchi schemi del passato.
Questo segnale, invece - per mancanza di coraggio o per carenza di fantasia- non l'hanno voluto o saputo dare: ed a noi non resta che prenderne atto.
Ma, poiché in politica tutto ha un prezzo, ci ripromettiamo - e questo, è solo un avvertimento, non una minaccia - di far pagare il nostro alla prima favorevole occasione, magari non in questo Consiglio regionale ma in altre assemblee elettive assai vicine (il Consiglio comunale di Torino, tanto per fare un esempio) laddove risicate maggioranze pentapartitiche potrebbero anche considerare utili per la loro sopravvivenza, in talune particolari circostanze, quei voti missini che qui invece - forse troppo sconsideratamente - si sono voluti discriminare.
In conclusione, richiamando tutte le argomentazioni finora esposte, noi ribadiamo il giudizio negativo del MSI-DN sull'Ufficio di Presidenza che si va adesso ad eleggere.
Diciamo perciò con pacatezza - ma molto fermamente - che, - a prescindere dai sentimenti di amicizia personale, di viva stima, di convinto rispetto cresciuto nei lunghi anni di lavoro portato avanti insieme, dai quali siamo legati al Consigliere avv. Aldo Viglione, neo designato Presidente del Consiglio regionale - da questa sua Presidenza non possiamo sentirci né tutelati né garantiti né tanto meno rappresentati.
Aggiungiamo infine, per debito di chiarezza, che, nella elezione del Presidente, i voti disponibili del MSI-DN saranno dati, per una candidatura di bandiera, al suo Capogruppo; mentre nelle successive elezioni per i Vice Segretari e per i Segretari il nostro Gruppo voterà scheda bianca.



BENZI Germano, Presidente provvisorio

La parola al Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, anch'io prima di fare alcune brevi osservazioni sull'argomento all'o.d.g. e cioè l'elezione dell'Ufficio di Presidenza, credo di dover ringraziare l'Ufficio di Presidenza uscente e in particolare il Presidente dott. Germano Benzi, i Vicepresidenti che si sono susseguiti nei cinque anni (Picco, Petrini, Marchiaro) e i colleghi Segretari coi quali per cinque anni ho condiviso problemi, attività e impegni nell'Ufficio di Presidenza stesso.
Un saluto molto cordiale anche ai colleghi che per ragioni diverse non siedono più su questi banchi e ai nuovi colleghi che per la prima volta vi siedono e un saluto particolare ai tre Gruppi di nuova costituzione che nella nostra assemblea sono portatori di problemi distanti, problemi che attengono certamente alla sensibilità politica dei Repubblicani e anche dell'assemblea nel suo complesso la quale nella passata legislatura ha varato alcune leggi di interesse specifico sui temi che riguardano il verde e la difesa del territorio.
Credo che l'Ufficio di Presidenza abbia in questo momento e avrà nei mesi e negli anni a venire un ruolo molto importante perché deve contribuire come rappresentante della nostra assemblea a ricostituire una credibilità che in questi anni è andata appannandosi per due ragioni essenziali.
La prima una perdita di ruolo che, in assoluto, ha avuto l'Ente regionale rispetto alla quale questa assemblea dovrà ragionare. Mi permetto di consigliare soprattutto ai nuovi Consiglieri regionali di farsi consegnare dall'Ufficio di Presidenza il rapporto della Commissione bicamerale che ha studiato nell'ultimo anno i problemi delle Regioni e ha dato alcune indicazioni che devono essere oggetto di riflessione e di approfondimento da parte dei Consiglieri regionali.
La seconda ragione è la perdita di credibilità che è venuta determinandosi per una serie di fatti assai incresciosi che nella trascorsa legislatura questa assemblea ha dovuto registrare. Se questo ruolo è importante e cruciale non è soltanto compito dell'Ufficio di Presidenza recuperarlo, ma sarà anche compito dell'esecutivo che attraverso l'attività gestionale dovrà far rinascere nei cittadini piemontesi credibilità del ruolo della struttura regionale attraverso l'attività del Consiglio, delle Commissioni consiliari ma anche attraverso l'impegno della struttura del Consiglio nel suo complesso, l'attività del personale regionale, il quale deve essere convinto che se la Regione della quale esso fa parte deve recuperare il ruolo credibilità, questo sarà anche possibile grazie ad un suo rinnovato impegno e ad una rinnovata convinzione del valore e della validità dell'ente del quale fa parte.
Credo che occorra anche rivolgersi alle società civili che la Regione cerca e ha cercato di consultare in questi anni attraverso la partecipazione, attraverso una valorizzazione di quegli organi consultivi che sono a latere della Regione, le cosiddette consulte.
La consultazione costante e permanente con la società civile e organizzata dovrà diventare un fatto abituale, anche più organizzato del passato, affinché coloro che partecipano non si sentano delusi, ma abbiano la consapevolezza che il loro contributo è servito a migliorare le situazioni, a migliorare le leggi e i regolamenti. Questo in passato purtroppo non sempre è stato possibile.
I Repubblicani ritengono che nel primo atto di questa assemblea si debba definire il comportamento e l'atteggiamento dell'Ufficio di Presidenza. Alcuni punti dovrebbero essere in questo momento oggetto di dibattito delle forze politiche, sarebbe interessante una valutazione dei risultati elettorali e, per quanto ci riguarda, sarebbe particolarmente interessante nel senso che il nostro Gruppo si presenta a questa assemblea più numeroso, come avevamo auspicato. Ci sono due nuovi Consiglieri repubblicani: Jas Gavronski e Mario Fracchia. Noi crediamo però che in questo momento sia importante esplicitare alcune regole fondamentali del cosiddetto buon governo perché su queste regole si deve fondare la costituzione dell'Ufficio di Presidenza, la costituzione della maggioranza comunque l'avvio di una attività di governo.
Cito semplicemente quattro punti che, tra l'altro, hanno formato oggetto di un manifesto repubblicano e che i repubblicani hanno inviato a tutte le assemblee provinciali e comunali del Piemonte appena costituite quattro punti che rappresentano quattro regole del buon governo.
Il primo punto attiene alla netta separazione che deve intercorrere tra il potere politico e la gestione amministrativa; al potere politico spetta la funzione di indirizzo e di controllo dell'attività amministrativa che deve essere gestita secondo criteri tecnici e di professionalità a cui rispondono ben definite responsabilità. Il livello politico decisionale non può né deve interferire nell'amministrazione corrente.
Il secondo punto attiene alla programmazione e alla ripartizione delle risorse. Entro sei mesi questa Regione deve poter disporre del suo piano regionale di sviluppo accompagnato da uno schema delle disponibilità delle risorse; questo è in ottemperanza della legge che prevede questa scadenza ma è anche una necessità impellente della comunità che aspetta finalmente l'avvio di una serie di iniziative su problemi rimasti latenti che hanno bisogno di una pronta risoluzione.
Il terzo punto è quello che attiene l'indirizzo e il controllo di enti ed organismi strumentali. Queste sono indicazioni che dovranno emergere anche da questa assemblea, ma segnatamente dal programma della Giunta che deve ispirarsi a criteri di efficienza economica ed organizzativa sottoponendo preventivamente gli indirizzi, come abbiamo avuto modo di richiamare permanentemente nel corso dei cinque anni passati, quindi un corretto rapporto tra la I Commissione, la Giunta, il Consiglio e gli enti strumentali, per cui le determinazioni che annualmente le società per azioni regionali e gli altri enti devono assumere vengono assunte con un preventivo indirizzo e un protagonismo da parte del Consiglio.
Il quarto punto attiene alle nomine che sono, tra l'altro, state oggetto di un approfondito dibattito all'interno del Consiglio regionale nella scorsa legislatura che ha portato alla definizione del disegno di legge n. 10/85 che determina in ambito istituzionale la garanzia di merito delle idoneità di coloro che vengono nominati negli enti pubblici e della titolarità non puramente formale e che definisce alcune incompatibilità tra le cariche partitiche e l'accesso alle nomine. Ho letto con attenzione il documento del Partito Comunista e ho osservato con una certa sorpresa che per esempio, tra gli argomenti prioritari nell'avvio di questa attività gestionale non viene nominato il problema delle nomine, che per noi viceversa, è un fatto fondamentale e qualificante per rinnovare i Consigli di gestione.



BONTEMPI Rinaldo

Leggi bene!



VETRINO Bianca

Forse non ho letto bene, ma probabilmente mancava una pagina nel documento che mi è stato dato.
Se queste sono le premesse, noi intendiamo discuterle, approfondirle nell'ambito del Consiglio. Con queste premesse noi siamo disponibili a formare le maggioranze in questa Regione, nel Comune di Torino ed ovunque quindi la presenza dei repubblicani è un fatto necessario.
Sul costituendo Ufficio di Presidenza non credo di dovermi dilungare molto se non per dichiarare la nostra disponibilità a votarne la composizione così come già è stata resa nota a tutti.
Ci sembra giusto che questo Ufficio di Presidenza rappresenti al massimo possibile i Gruppi presenti in questo Consiglio. Questo è per difficile perché una norma statutaria ci vincola sul numero dei componenti.
La rinuncia dei Gruppi ad una rappresentanza proporzionale alla loro forza numerica parte dalla considerazione che lo scopo nell'Ufficio di Presidenza non è quello di riprodurre dei numeri ma delle rappresentanze.
Dunque, questo Ufficio di Presidenza ha la possibilità di rappresentare nella sua massima espressione tutti i Gruppi ed è per questo motivo che noi voteremo a favore della composizione che è stata proposta.



BENZI Germano, Presidente provvisorio

Ha chiesto di parlare il Consigliere Moretti. Ne ha facoltà.



MORETTI Michele

Il Gruppo PSI si presenta rinnovato nel nuovo Consiglio regionale: sono quattro i nuovi Consiglieri: Maccari, Olivieri, Croso e Rossa. Il PSI in quest'ultima campagna elettorale ha operato per il rinnovamento e per dare un'impostazione politica diversa rispetto alle altre forze politiche.
Innanzitutto intende affrontare i problemi dell'occupazione e su questo credo che ci saranno dei confronti al momento della costituzione della maggioranza nella Regione Piemonte. Questi problemi vanno affrontati in termini politici confrontandoci con le forze politiche che hanno riferimento con il Governo nazionale. L'impostazione delle politiche da attuare deve essere globale. Questa verifica è aperta ai contributi che possono venire da altre forze politiche.
Non voglio soffermarmi su questioni che rinviamo al dibattito che si terrà nel momento in cui si insedierà la nuova Giunta regionale, mi soffermo invece sui risultati elettorali. Molti si attendevano che il PSI perdesse voti rispetto alle elezioni europee, invece il PSI ha acquistato posizioni, non solo, ma ha dimostrato che ci sono ancora altre possibilità di crescita nella Regione Piemonte.
Vorrei soffermarmi brevemente sulla riforma delle autonomie locali rispetto alla quale è importante il ruolo del Consiglio regionale.
Riforma delle autonomie locali vuol dire ruolo delle Regioni, delle Province e dei Comuni, non solo per quanto attiene alle leggi, ma anche per tutta la parte che riguardala finanza locale. E' un problema che molte volte l'assemblea regionale ha affrontato con la presentazione di documenti che certamente nella quarta legislatura vedranno momenti di dibattito in Consiglio e di impegno da parte di tutti i Consiglieri regionali al fine di coinvolgere anche il Governo centrale. Il PCI ha elaborato un documento sul ruolo del Consiglio regionale. Noi condividiamo l'impostazione data circa la separatezza dei compiti. La nostra forza politica è stata tra le prime a porre il problema del Consiglio regionale sotto l'aspetto legislativo.
Qualcuno lo definisce centralità del Consiglio: questo è uno dei nodi da sciogliere: maggiore centralità per quanto riguarda i problemi strettamente legati all'aspetto legislativo, oppure maggiore centralità in merito a indirizzi e scelte politiche? Per esempio, nel corso del dibattito sul piano di sviluppo si è parlato di indirizzi generali, c'è stato in quest'aula un dibattito e un confronto molto aperto. Noi siamo d'accordo sul ruolo del Consiglio regionale per quanto attiene l'aspetto legislativo ma diciamo che il problema politico diventerà un confronto continuo. Lo poniamo come verifica anche perché crediamo che questa legislatura deve affrontare il discorso sul nuovo sviluppo. E qui ho delle perplessità personali. Non solo il mio partito, ma anche altre forze politiche lo affronteranno per dare un'impostazione programmatica. Rivolgiamo all'Ufficio di Presidenza uscente un ringraziamento. Dobbiamo dire che il Presidente Benzi ha svolto la sua funzione con correttezza come tutte le forze politiche hanno riconosciuto.
Sul nuovo Ufficio di Presidenza noi non poniamo problemi in termini di maggioranza, ma in termini di presenza di forze politiche presenti in Consiglio regionale. Il PSI propone come candidato alla carica di Presidente del Consiglio regionale il Consigliere Viglione. Il PSI è d'accordo sulla nomina di quattro Segretari che devono garantire la rappresentanza delle forze politiche con riferimento alle forze maggiori e anche alle forze minori dell'arco costituzionale del Consiglio regionale.
Alla domanda di natura politica posta dal Consigliere Carazzoni posso rispondere dicendo che il mio partito non è favorevole ad appoggiare forze non costituzionali.
La candidatura di Viglione rappresenta un riferimento di lunga presenza in questo Consiglio regionale e un riconoscimento di responsabilità ai vertici, incarico che ha svolto con capacità ed equilibrio. Non va inoltre dimenticato il suo passato di antifascista.
La funzione del Presidente del Consiglio regionale è soprattutto quella di tutelare l'attività legislativa. Ci impegneremo perché vengano affrontati in tempi brevi i problemi connessi all'attività legislativa all'insediamento delle Commissioni permanenti e saremo puntuali e disponibili per un confronto con tutte le forze dell'arco costituzionale.



BENZI Germano, Presidente provvisorio

Ha chiesto di parlare il Consigliere Pezzana. Ne ha facoltà.



PEZZANA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, vorrei dire però anche cittadini piemontesi, perché, anche se non presenti in questo momento in quest'aula, è grazie a loro che in Consiglio regionale sono entrate, nella quarta legislatura, nuove forze politiche che li rappresentano con l'obiettivo di sopperire alla mancanza di sensibilità politica e generale che ha contraddistinto gli altri partiti chiamiamoli "storici" Non voglio parlare per gli altri miei colleghi, di Lista Verde e di Democrazia Proletaria, parlo per me stesso e dico che in questo momento io personalmente sto assistendo quasi ad una ripetizione della campagna elettorale perché ciascun intervento ribadisce le ragioni della propria contentezza per i risultati delle elezioni amministrative del 12 maggio e come cittadino, anche perché sono Consigliere da pochi minuti e quindi parlo ancora e soprattutto come cittadino, devo dire che in quest'aula svolazza, non visto da nessuno, un fantasma che è stato però in questi ultimi due anni credo l'unico tramite tra le istituzioni locali, regionali provinciali, comunali (quelle che chiamiamo le istituzioni) e i cittadini: cioè gli scandali che hanno travolto l'Amministrazione pubblica in questa Regione, in questo Comune e sui quali qui evidentemente nessuno trova di buon gusto soffermarsi. Io sono, per tradizione personale, persona di pochissimo buon gusto e ritengo, ma questo non voglia essere una critica personale nei confronti di nessuno, ma alle istituzioni in generale, che sia opportuno e che sia politico riportare in quest'aula quello che è successo in questi ultimi due anni per non far finta di nascondere la testa nella sabbia come fa lo struzzo e poi rialzarla e riscoprire che siamo in ritardo.
Questa è la frase che tutti i partiti, grandi e piccoli, ma diciamo "vecchi" partiti, presenti anche in quest'aula, affermano. Essi muovono dicendo "siamo in ritardo, dobbiamo aggiornarci" Io non credo che le forze nuove presenti in quest'aula siano forze di aggiornamento e che debbano costringere le forze più grandi, più solide, ad aggiornarsi.
Noi siamo portatori sicuramente di esigenze che non possono essere state, come non lo sono state, soddisfatte da quei partiti che hanno dimostrato ormai la loro incapacità a rispondere alle esigenze della gente.
Questo lo dico con molta umiltà, anche perché siamo un eletto per ogni nuovo Gruppo, quindi non possiamo sicuramente vantarci di rappresentare grandi masse. Non ce ne sono alle nostre spalle. Detto questo, non voglio cadere nell'errore, magari veniale, ma commesso dai miei colleghi, di riproporre in questa sede argomenti di campagna elettorale; entro invece nel vivo dell'argomento. Chi mi conosce e quindi sa della mia posizione di radicale, non si stupirà di quanto affermo. Io voglio dichiarare in questo momento la mia solidarietà al MSI perché ritengo che una democrazia vera solida, che non abbia timore di discutere nel campo delle idee, non deve emarginare nessun Gruppo, nessun eletto che è l'espressione della volontà dei cittadini.
Questo lo dico proprio considerando, l'estrema lontananza personale dalle idee che esprimo e che mi separa da quel Gruppo; lontananza, direi addirittura linguistica riguardo a certe battute fatte prima dal collega Carazzoni, ma ciò non toglie che ritengo profondamente antidemocratico voler considerare qualche Gruppo, qualche espressione politica, come portatore di una peste che non deve contaminarci. La democrazia si difende discutendo, si difende sconfiggendo le idee che noi riteniamo nostre avversarie.
Per quanto riguarda l'Ufficio di Presidenza, nelle riunioni che abbiamo fatto, ho sostenuto che è sbagliato limitare a sette il numero dei componenti, anche perché non sappiamo quante saranno le presenze alle prossime elezioni amministrative. L'Ufficio di Presidenza ha un aspetto tecnico organizzativo che deve rappresentare tutti, maggioranza e minoranza.
Dirò delle cose strettamente legate al mio Gruppo, anche se poi sarà un po' ironico pensare ad un Gruppo formato da una persona sola, ma la Lista Verde Civica, la Lista Verde e Democrazia Proletaria, in questo momento soltanto esclusivamente per motivi organizzativi tecnici di presenza nell'Ufficio di Presidenza, si propongono come Gruppo costituito e la nostra proposta è che essi abbiano un rappresentante che lavori alternativamente nell'Ufficio di Presidenza per un terzo della durata della legislatura, cioè un terzo dei cinque anni.
Chiedo scusa se ho affrontato forse qualche argomento non pertinente in quanto è la prima volta che entro a far parte di un Consiglio regionale.
In campagna elettorale (e qui mi contraddico) noi abbiamo detto che saremmo stati i portavoce di quanto sarebbe accaduto all'interno delle istituzioni.
Questo è il compito che ci siamo assunti e che col mio lavoro in questo Consiglio regionale dovrò mantenere, soprattutto per quanto riguarda tutti gli aspetti di politica generale.



BENZI Germano, Presidente provvisorio

Ha chiesto di parlare il Consigliere Mignone. Ne ha facoltà.



MIGNONE Andrea

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Gruppo socialdemocratico non entrerà in questa seduta nel merito delle analisi del voto e delle prospettive di governo della Regione Piemonte, ritenendo più opportuno rinviare questa discussione al momento in cui, formate le volontà per dare un nuovo governo alla Regione Piemonte, saranno individuati anche i contenuti da dare all'azione regionale.
Il Gruppo socialdemocratico intanto ringrazia l'Ufficio di Presidenza uscente ed in particolare l'amico e compagno dott. Germano Benzi,.che con grande saggezza, lungimiranza ed equilibrio, ha governato i cinque anni che ci hanno preceduto, cinque anni non facili sia per le condizioni esterne al Consiglio regionale, sia per le situazioni interne proprie di questa istituzione regionale.
Ci limiteremo quindi ad alcune poche indicazioni rispetto all'argomento che oggi è in discussione, la costituzione dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, e ad alcune indicazioni di quelle che dovranno essere le direttrici lungo le quali dovrà muoversi il Consiglio regionale stesso nei prossimi cinque anni.
Crediamo in primo luogo che il Consiglio regionale debba recuperare un rapporto con l'esterno. Il complesso sistema dell'interdipendenza è una sorta di sindrome da lamentele hanno reso più difficile l'operare all'interno del Consiglio regionale. Ci è parso talora che la nostra istituzione si sia ripiegata su se stessa andando a cercare elementi di autoreferenzialità, anziché trovare momenti di presenza e di esternalità.
Il nuovo Consiglio regionale dovrà saper creare un rapporto con l'esterno.
E' stata provocata una sorta di frattura e di divisione tra la comunità e questo Consiglio che non sempre è stato in grado di farsi capire dalla collettività piemontese nel momento delle scelte più qualificanti e più controverse. Il secondo elemento di riflessione che dovrà porsi il nuovo Ufficio di Presidenza è quello del funzionamento del Consiglio. Ci troviamo di fronte ad una società sempre più "particolarizzata", sempre più percorsa da nuovi fermenti, da nuove istanze, da nuovi bisogni, quindi credo che dobbiamo trovare un diverso modo di funzionamento delle istituzioni consiliari nel rapporto con l'esterno per evitare che il bilancio fra ci che entra, la domanda, e ciò che esce, la decisione, non sia come negli ultimi anni un bilancio negativo. Questo è possibile non soltanto cercando di ridurre tutto al politico, non si tratta di privilegiare la politica sul sociale, perché di questo passo non saremmo mai in grado di dare risposte alle nuove domande; non si tratta di un problema di attivazione politica che veda soltanto un male nell'apatia, ma di un problema di comunicazione politica. Dovremmo anche studiare accorgimenti e modifiche al funzionamento del Consiglio e delle Commissioni, tali da essere più puntuali, più precisi, più attenti alle esigenze che provengono dal sociale.
Voglio ancora brevemente soffermarmi sul tema dell'elezione dell'Ufficio di Presidenza per dire che esso deve essere rappresentativo delle forze politiche presenti in Consiglio. Certa qui vi è uno scontro fra un principio che deve essere riconosciuto ed affermato da tutti e l'esigenza numerica come lo Statuto regionale prescrive. Certamente lo Statuto nel momento in cui veniva approvato non ha tenuto conto dei futuri sviluppi rispetto all'articolazione dei Gruppi consiliari. Quindi giustamente, è stata posta la questione di un diverso meccanismo attraverso il quale garantire comunque la rappresentatività a tutti i Gruppi consiliari.
Il collega Carazzoni ha posto una questione che non deve né essere sottovalutata, né messa in disparte in modo frettoloso. E' un elemento di discussione che non può ancora in questo momento trovare soluzione, ma che certamente dovrà trovare un momento di attenzione e di riflessione da parte delle forze politiche.
Anche il Gruppo socialdemocratico esprime il suo assenso sulla persona del collega Consigliere Aldo Viglione, auspicando che su questa indicazione vi sia la più larga convergenza possibile dei Gruppi consiliari presenti in quest'aula.



BENZI Germano, Presidente provvisorio

Ha chiesto di parlare il Consigliere Tridente. Ne ha facoltà.



TRIDENTE Alberto

Presidente e colleghi, sono una matricola, quindi sconter l'apprendistato. Come rappresentante del Gruppo DP vorrei dire in modo molto stringato quanto pensiamo circa i primi adempimenti che vengono proposti all'assemblea. In primo luogo per l'Ufficio di Presidenza noi intendiamo votare la signora Bresso, ritenendo di indicare in questa persona non solamente una convinta antinucleare, ma anche una donna della sinistra che rappresenta una garanzia e un valore non solamente simbolico e di bandiera.
Vogliamo al contempo ribadire la nostra pregiudiziale verso forze politiche che rappresentano per noi un invalicabile punto di discriminazione rispetto al passato, ideologie pratiche non del tutto abbandonate, che contrastano con la Costituzione italiana basata sulla resistenza antifascista e popolare. Quindi nel ribadire la nostra avversità a scelte che la maggioranza ha annunciato rispetto alla nomina del Consigliere Segretario, dichiaro di aderire alle posizioni dei Gruppi antinucleari e a questo proposito quindi valgono le precedenti dichiarazioni e le proposte che qui sono state formulate.
Rispetto ai problemi politici che abbiamo di fronte, voglio ricordare che le nostre priorità sono priorità che daranno il senso del lavoro di questa assemblea e di questo governo regionale. E una di queste è il lavoro, del quale molti parlano con scarsa e non coerente applicazione. E' la prima priorità. Una drammatica pestilenza si è abbattuta su questa Regione, non voluta dal destino cinico e baro, ma da scelte politiche economiche precedenti che ancora oggi producono effetti perversi e negativi sull'intero tessuto economico e sociale di questa Regione, cioè a diffusa disoccupazione. Verrà misurata e verrà valutata la capacità della linea politica e della strategia della Regione, se saprà portare frutti consistenti e significativi, capaci di dare senso alla società civile. Una società civile non è tale se non garantisce ai propri membri il diritto al lavoro, richiedendo loro ciò che sono capaci di offrire, non rifiutando ci che decine di migliaia di giovani inutilmente offrono al fine di essere introdotti nella società civile con il pieno titolo di membri attivi.
Su questo terreno si misureranno i programmi e le premesse programmatiche di quella che ormai sembra essere delineata come maggioranza. Maggioranza che questa mattina in occasione di un tentativo di definizione unanime dell'Ufficio di Presidenza ha cambiato stile, imponendo con la forza dei numeri, sin da questa prima apertura di attività consiliare, uno stile che contrasta non solamente con la precedente esperienza, ma che contrasta anche con le stesse dichiarazioni qui rese e formulate questa mattina.
Ringrazio degli auguri che sono stati formulati ai nuovi Consiglieri e vorrei che questi auguri non fossero solamente formali, ma fossero sostanziali atteggiamenti di augurio, che questa mattina non ho riscontrato.
La legittimità politica di una società democratica si rivela nei comportamenti risolutivi dei problemi. La legittimità politica, sociale e democratica, la società piemontese l'avrà con il lavoro, con la qualità della vita, di cui l'ambiente è un pezzo importante e decisivo. Non il potere per il potere, non le lottizzazioni, ma ciò che darà senso, ciò che farà davvero partecipare nella pienezza dei diritti, quello del lavoro in primo luogo.
I cittadini che hanno votato questa maggioranza - si è detto - hanno voluto indicare un'inversione di tendenza. Sappiamo bene che è possibile modificare una linea di tendenza diminuendo il livello di partecipazione demotivando la partecipazione. Disoccupazione e marginalità non sono maturazione e pienezza democratica, ecco perché, noi diciamo che il ripristino delle condizioni ideali potrebbe offrire maggiori possibilità di partecipazione e quindi maggiore e più consapevole azione politica da parte delle maggioranze che si vanno proponendo.
La seconda priorità riguarda la qualità della vita e dell'ambiente - lo dissi più volte in campagna elettorale e voglio qui ripeterlo - non credo che sia un buon approccio mantenere la scelta nucleare di Trino Vercellese da parte della nuova maggioranza. E' una scelta errata che paragona i piemontesi ai cittadini della zona indiana di Bophal. Se i parametri di sicurezza non vanno bene per i cittadini americani, non si capisce per quale ragione i medesimi parametri vadano bene per i piemontesi, salvo che i piemontesi siano considerati cittadini di II, III o IV classe, così come sembrano essere considerati dalle multinazionali americane che vanno ad impiantare gli stabilimenti nei Paesi del Terzo Mondo.
La terza priorità riguarda i servizi. Noi diciamo che i servizi decadono perché ne esce la clientela esigente. Non è una conseguenza dovuta alla burocratizzazione e agli effetti perversi della lottizzazione. Se una U.S.S.L. avesse in cura Agnelli probabilmente sarebbe migliore delle altre.
E così in tutti gli altri servizi dove l'alternativa è di pagare decine di migliaia di lire per uscirne. La qualità dei servizi migliorerebbe se altra clientela, con più diritti e con più voce di quelli che formalmente vengono riconosciuti, ne usufruisse.
Ho delineato sinteticamente alcune ragioni di priorità politica. Vista l'alba dell'inizio dell'attività consiliare, non sembra dare garanzie di miglioramento nel corso della giornata. Vedremo i fatti. Le cose che diciamo non sono utopiche, sono alla portata delle persone, sono alla portata dell'azione politica, sono alla portata di quest'assemblea e del governo che esprimerà.
Questa combinazione politica di maggioranza, tuttavia, non presenta delle premesse accettabili, quindi la nostra dichiarazione, come quella precedente alle elezioni, è ancora che la ricostituzione di una Giunta di sinistra, con programmi di sinistra, vicini ai bisogni della povera gente potrebbe essere la scelta migliore.
Non saremo né ipocriti né reticenti nel criticare, nel denunciare le cose che non vanno. Saremo disponibili ad operare non in chiave protestataria, ma in chiave propositiva e costruttiva affinché le priorità che la società piemontese chiede al Governo locale siano di continuo assillo e preoccupazione. Sul terreno dell'occupazione, del miglioramento di servizi, della tutela dell'ambiente, della difesa del Piemonte pu essere misurata la valenza e la credibilità politica del Governo che da questa assemblea uscirà.



BENZI Germano, Presidente provvisorio

Ha chiesto di parlare il Consigliere Ala. Ne ha facoltà.



ALA Nemesio

Caro Presidente, cari colleghi, anch'io, come il Consigliere Tridente sono una matricola e mi scuso, fin d'ora se non saprò rispettare le regole che governano il funzionamento di questa assemblea, regole che i "Verdi" non conoscono in quanto approdano per la prima volta e non solo qui, alle assemblee elettive, ma che forse detto francamente non aspirano neanche a conoscerle nei dettagli.
Abbiamo dichiarato, durante la nostra campagna elettorale, che avremmo cercato di mantenere una nostra diversità, cercando di non farci completamente risucchiare da alcune regole del gioco delle assemblee che francamente ci sconcertano.
La nostra presenza, qui e in molte assemblee regionali, provinciali e comunali, nasce dall'urgenza avvertita dalla popolazione di tutelare i beni ambientali.
Per quanto riguarda il Piemonte nasce sopratutto dalla scelta compiuta da questa assemblea, che non condividiamo né nel merito né nel metodo, di procedere all'installazione di una seconda centrale nucleare nel Comune di Trino Vercellese. Spero che i colleghi leggeranno con attenzione, come ho fatto io e come hanno fatto altri rappresentanti dei movimenti anti nucleari che con me sono entrati nel Consiglio regionale, il documento che è stato fornito dal Comitato di controllo popolare sulle scelte energetiche, documento che, riprendendo i temi da tempo sostenuti dal movimento anti-nucleare italiano in merito alla illogicità e assurdità della scelta nucleare, presenta nuovi dati e nuove argomentazioni sul costo dell'energia nucleare.
Sin dall'inizio della quarta legislatura sentiamo il dovere di riproporre prioritariamente all'attenzione degli amministratori e dell'opinione pubblica la questione della centrale nucleare.
Il voto del 4 gennaio ha rappresentato una frattura nel tessuto democratico della Regione, non tanto per la scelta in sé, che d'altro canto rientrava nelle competenze della Regione, quanto per il metodo perché si è venuti meno a quanto stabilito dalla legge ed è mancata una reale consultazione delle popolazioni interessate.
Ricordo che i Comuni interessati hanno presentato ben quattrordici ricorsi al TAR del Piemonte, mentre l'assemblea regionale, invece, si è ritenuta soddisfatta del parere del Consiglio comunale di Trino Vercellese.
Il problema non è affatto chiuso. Questa assemblea dovrà nuovamente riprendere questa questione, e noi ci auguriamo che i futuri pronunciamenti siano diversi.
Prendiamo inoltre atto con soddisfazione della crescente presenza delle forze anti-nucleari in questo Consiglio. Tenuto conto che l'art. 98 del Regolamento del Consiglio attribuisce all'Ufficio di Presidenza la responsabilità della completezza e dell'obiettività dell'informazione nei confronti della comunità regionale, riteniamo necessaria, come già hanno affermato i Consiglieri Pezzana e Tridente, la presenza tra i Segretari dell'Ufficio di Presidenza di un esponente dei movimenti anti-nucleari presenza che purtroppo non può essere delegata a nessuno dei partiti tradizionali presenti nell'Ufficio di Presidenza uscente, dato che ogni partito, sia pure con significative e quanto mai apprezzabili defezioni, al momento del voto si è pronunciato a favore della scelta nucleare.
La presenza nell'Ufficio di Presidenza avverrà con un meccanismo di rotazione con i Consiglieri della Lista Verde Civica e di Democrazia Proletaria. Al meccanismo della rotazione i movimenti "Verdi" tengono moltissimo proprio per non essere costretti a vivere all'interno delle assemblee per quindici-venti anni, per tre o quattro legislature, per non essere intossicati dalla politica e, oserei dire, anche dal fumo che è presente in quest'aula.
Alcuni aspetti significativi ci dividono da queste altre forze politiche, ma ci unifica profondamente l'attenzione ai temi ecologico ambientali e pacifisti e ci accomuna l'opposizione contro la scelta nucleare.
Uno degli aspetti che ci divide è già stato messo in evidenza ed è il nostro diverso atteggiamento rispetto alla richiesta presentata dal Movimento Sociale Italiano.
Personalmente condivido molto di più l'impostazione data da Tridente pur ammettendo che, all'interno del movimento "Verde" sul piano nazionale esistono posizioni diverse. Quella che esprimo è la mia posizione personale. Riteniamo di non poter votare, quale Presidente del Consiglio la candidatura del Consigliere Viglione in quanto ricordiamo che, nella veste di Presidente della precedente Giunta regionale, ha chiamato all'esterno di Palazzo Lascaris la polizia per mantenere l'ordine proprio il 4 gennaio, giorno della scelta della centrale nucleare.
Condividiamo invece la proposta avanzata dal Consigliere Tridente e voteremo in favore del Consigliere Mercedes Bresso che ha sottoscritto un significativo documento di appoggio al documento del Comitato popolare di controllo sulle scelte energetiche.
La signora Vetrino ha detto alcune cose significative, quindi crediamo sia possibile trovare sui temi ambientali ed ecologici delle convergenze che passino al di là e al di sopra dei partiti.



BENZI Germano, Presidente provvisorio

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bosio. Ne ha facoltà.



BOSIO Marco

Signor Presidente, Colleghi Consiglieri, voglio anzitutto esprimere a nome del Gruppo comunista il ringraziamento al Presidente e all'Ufficio di Presidenza uscente ed il saluto al nuovo Consiglio regionale.
Il Gruppo comunista è consapevole di presentarsi alla quarta legislatura in una situazione politica mutata. Abbiamo assunto con piena consapevolezza il giudizio critico emerso dal voto verso di noi, verso la Giunta di sinistra e i ritardi di adeguamento alla fase nuova e ai bisogni nuovi che sono maturati in questi tempi. Così come abbiamo colto come in questa fase si assommino anche acutezze e lacerazioni derivanti da uno scontro politico e sociale sempre più acuto.
Noi avevamo avvertito da tempo l'esigenza di una svolta nel governo stesso della Regione e nella ridefinizione di politiche adeguate.
Avevamo maturato il convincimento della necessità di passare da una fase in cui pareva a noi essenziale,(e così abbiamo agito), riequilibrare e risanare le maggiori contraddizioni e distorsioni create e venutesi creando da una situazione e da una condizione comunque di sviluppo e, in quella fase, noi e le forze di sinistra e democratiche, riteniamo di avere bene operato;e di passare ad una fase nuova nella quale occorreva ed occorre sempre di più porsi e farsi promotori e regolatori di processi di trasformazione, di ristrutturazioni gigantesche dell'economia, della struttura produttiva, della società e delle stesse pubbliche istituzioni di mutamenti profondi sul piano culturale come sul piano delle domande sociali.
Consideriamo, dunque, il voto un'esigenza per noi, per l'intera sinistra e per le forze di progresso, di un'accelerazione della svolta necessaria per garantire un più adeguato governo democratico dei processi in corso e che corrisponda alle esigenze vere e reali del futuro.
E' evidente, a nostro giudizio, che il risultato elettorale, mentre ha espresso ed esprime una critica reale al modello di governo sperimentato dalle Giunte di sinistra in questi ultimi tempi, non ha premiato, non premia e non legittima minimamente un'alternativa di governo per la Regione incentrata nella DC.
Non pare a noi che la DC abbia definito una proposta politica e programmatica e un lavoro più credibile ed adeguato a far fronte alle nuove realtà. E non pare a noi e neanche dalle consultazioni elettorali che la DC sia uscita vincente da queste elezioni. Certo, non ci nascondiamo che i giochi appaiono fatti. Le ragioni sono molte. Vogliamo richiamare gli elementi che consideriamo reali del confronto politico e delle prospettive di governo del Piemonte intero. E lo proponiamo all'attenzione delle forze che con noi hanno condiviso l'esperienza di questi dieci anni e alle altre forze democratiche e progressiste. Infatti, quali che siano gli esiti di governo della Regione in questo Consiglio, esiste e continuerà ad esistere una maggioranza le cui opzioni siano riconducibili ad una visione progressista e rinnovatrice della società piemontese ed è su questo che noi lavoreremo, costruiremo e faremo leva.
Richiamo solo di passaggio, d'altra parte lo abbiamo già da tempo fornito alle altre forze politiche e alla stampa che non se n'è curata quelle che consideriamo esigenze fondamentali di governo, d'intesa, di ruolo in questo Consiglio regionale.
Anzitutto difendere in una situazione di crescenti disuguaglianze, di frammentazioni sociali, lo stato sociale, la sua concezione, la sua funzione, la sua riqualificazione e l'individuazione di nuove assolute e necessarie priorità.
In secondo luogo l'esigenza di garantire un governo dei processi di trasformazione che deve vedere le autonomie locali e l'istituto regionale come altrettanti sedi qualificate ed autorevoli di intervento legittimo e autonomo non umiliate e sottomesse dalle logiche e dalle forze del libero mercato. Altroché, se mi è consentito di richiamarlo, libero mercato e solidarismo sociale, che veniva richiamato dall'intervento del Capogruppo democristiano. Si propone qui la licenza di colpire i più deboli, così come sta avvenendo, di colpire le grandi masse popolari e poi, caso mai, di mettergli qualche cerotto! In terzo luogo la necessità e l'urgenza di rilanciare l'istituto regionale, di andare ad un nuovo regionalismo, fortemente ancorato al rilancio della programmazione come metodo di governo nazionale e regionale e l'esigenza di riconsolidare e difendere l'autonomia, la trasparenza e la piena corretta funzionalità democratica dell'istituzione.
In Piemonte sono aperti i terreni di confronto, di sperimentazione e di grande cambiamento, capaci ancora una volta - come molte volte lo richiamiamo e citiamo - di essere segni generali nel Paese per il Paese.
Così come è aperto un nuovo dinamismo sociale, economico,e culturale così pure è tutta aperta, nei rapporti tra grandi concentrazioni economiche e finanziarie e istituzioni e società la crisi più generale del compromesso tra regioni del grande capitalismo ed esigenze della democrazia. Per questo attribuiamo grande importanza alla pienezza delle funzioni democratiche della Regione. Da qui, tra l'altro, almeno in questo primo momento e in questa prima seduta, la necessità di dire con precisione la nostra opinione e il nostro giudizio sull'Ufficio di Presidenza e sulla sua nomina così come è stato proposto.
Oggi si elegge l'Ufficio di Presidenza ed è questo un momento istituzionale certamente importante ed anche un passaggio politicamente delicato. Non ce lo siamo nascosto e non ce lo nascondiamo.
Avrebbe dovuto e potuto essere un'occasione buona, positiva per dare avvio a un sistema dei rapporti istituzionali corretto, equilibrato, tra l'altro rispettoso del peso delle forze, della loro rappresentatività e anche del principio, garantito dallo Statuto, di un rapporto aperto tra maggioranza, sia pure ipotetica, e minoranza.
Soprattutto avremmo noi voluto arrivare a tale risultato. E nei giorni e nelle settimane scorse noi abbiamo operato per raggiungere un risultato di intesa unitaria, intanto per il senso che noi diamo alla istituzione e al suo vertice. Per noi, davvero, il Presidente del Consiglio regionale è e dovrebbe essere il presidente di tutti. E poi, per la qualità, la forza della proposta formulata, quella cioè del Collega Viglione, un uomo, al quale noi vogliamo riesprimere la nostra stima personale. Egli ha rappresentato in particolare per noi un legame estremamente fecondo nei rapporti politici, nella esperienza realizzata negli anni passati e nelle precedenti legislature.
Ma la ipotetica o costituenda maggioranza ha reso impossibile tutto ciò: anziché cercare un accordo con il PCI e le altre forze che presumibilmente si collocheranno alla opposizione, come sarebbe stata buona cosa fare e come sempre si è fatto nel passato (non vorrei richiamare le altre legislature) per la costituzione degli uffici di presidenza, anzich cercare questo accordo, anziché ripercorrere quel metodo di confronto tra le forze consiliari, ebbene, la maggioranza futura ha ritenuto bene di imporre ostinatamente la decisione assunta nel corso della riunione del 7 giugno scorso, di delimitare all'interno dell'Ufficio di Presidenza prima i posti per i cinque Partiti che fanno parte di questa ipotetica futura maggioranza e poi di dare alla ipotetica minoranza esattamente quello che nessuno ad essa può togliere in nessun modo, visti lo Statuto, il Regolamento e il meccanismo del voto limitato. Dunque, non c'è né scambio né regalo, né equilibrio di nessun tipo e di nessuna natura.
E' pur vero - bisogna ammetterlo - che, nel momento in cui questa ipotetica maggioranza pentapartitica si è accorta, di fronte alle critiche che sono nate, di questo atto di arroganza, che non ha precedenti nel nostro Consiglio, si è messo in moto un tentativo abbastanza ipocrita di motivare diversamente la scelta reale fatta. E abbiamo sentito nelle dichiarazioni che mi hanno preceduto i tentativi e anche il peso di questa ipocrisia. Tale tentativo non solo non convince noi, ma non convince proprio nessuno.
"La Stampa" dell'8 e del 13 giugno riprendeva a caldo e dal vero le decisioni delle delegazioni del pentapartito e si è diffusa ad illustrare le grandi e le piccole alchimie, sul delicato gioco dei pesi e dei numeri per l'ufficio di Presidenza e come tutto questo per il pentapartito fosse collegato fortemente con la vera, nodale questione della maggioranza e dell'esecutivo. Il numero cinque non è una coincidenza, siamo quasi certi di trovarci cinque a due; come viene proposto nella stessa discussione che avremo per quanto riguarda le Commissioni. Dunque, si abbia il buon gusto di non girare più attorno alla questione, di non cercare di illudere se stessi, ma di dire le cose come sono. Sarà una logica certamente arrogante e in questo modo noi la etichettiamo, sarà una spartizione vera e propria ma almeno sarà, ed è la verità, e in questo modo venga detta! E la verità da questo punto di vista aiuta per esempio, a capire che ciò che viene oggi fatto ed imposto è non solo dovuto ad una vocazione (a metterla giù un po' a muso duro) nei confronti dell'opposizione, almeno quella che fino ad oggi chiamiamo ipotetica, ma, forse e soprattutto, è dovuto al sistema delle diffidenze che sembra caratterizzare in questa legislatura l'avvio del rapporto tra le forze del pentapartito. Per tale sistema è ovvio che ogni rinuncia oggi viene vista dagli altri come un rischio di credito per il domani.
E allora, meglio scaricare i problemi sulle minoranze, evitando persino di fare degli accordi sulle cose, quando su quelle cose altri Partiti come il nostro lavoravano, avrebbero voluto lavorare, realizzare e consolidare una decisione e una scelta comune. Il sistema delle diffidenze è un brutto inizio dunque, è anche il segno di una profonda debolezza e renderà difficile affrontare con lo slancio e l'autorevolezza necessari l'impegnativo compito del governo della Regione e delle sue grandi emergenze.
Per questo, con estremo rammarico, sul voto per il Consigliere Viglione proposto noi ci asterremo. Voglio richiamare ancora una volta il rammarico con il quale noi andremo a questa decisione per la stima e il riconoscimento che abbiamo e vogliamo esprimere al collega e compagno Viglione. Ma mi sia consentito di richiamare due piccole notazioni. La proposta è stata formulata in prima battuta dalla DC. Riteniamo che sia già stato messo il cappello anche sul Presidente. Già nelle valutazioni del voto la DC aveva messo il cappello su tutto per buona pace dei suoi alleati. Nessun contenuto programmatico, ma molta arroganza! Senza aver vinto la DC vince e si sente vincente. Questo perché le è concesso a piene mani, certamente non da noi. Ci asterremo dunque sulla nomina del Presidente. Voglio esprimere un ringraziamento per la dichiarazione di voto che il compagno Tridente ha avanzato per la compagna Bresso, la compagna indipendente del Gruppo comunista, ma le ragioni che ho espresso di carattere politico non ci faranno mutare l'atteggiamento di astensione rispetto alla nomina del Presidente. Per quanto riguarda la Vicepresidenza noi confermiamo il voto alla compagna Laura Marchiaro e per quanto riguarda l'elezione dei Segretari il nostro nome è quello della compagna Maria Grazia Sestero. Ma subordiniamo questa scelta all'elezione del nome che verrà espresso dalle tre forze che possono essere richiamate con il denominatore ambientalista.
Questa è la posizione del Gruppo comunista per quanto riguarda l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.



BENZI Germano, Presidente provvisorio

Ha chiesto di parlare il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi consenta in primo luogo di rivolgere a lei ed ai collaboratori che l'hanno affiancata nel corso della terza legislatura, nella tornata dei primi trenta mesi e nella seconda parte della tornata, un ringraziamento per il lavoro, la collaborazione, la sensibilità che lei ed i suoi collaboratori hanno dimostrato ai temi istituzionali, alle esigenze del Consiglio, ai problemi della società.
Quella di oggi è una seduta statutaria, ha un o.d.g. fissato dallo Statuto e da un incombente che non attiene alla Regione ma che attiene al livello nazionale.
Era sembrato, al sottoscritto, che parla a nome dei colleghi Turbiglio e Santoni, di dovere predisporre le proprie argomentazioni, seppure in scaletta, nella propria memoria, nella propria intelligenza, sulla materia dell'o.d.g.
Devo dire che si è ritenuto di andare oltre il segno, oltre l'argomento e se alcune considerazioni fuori dell'argomento, fuori del tema, fuori del segno sono comprensibili, giustificate ed apprezzabili, altre sono chiaramente strumentali, provocatorie, fuori luogo e richiederanno, da parte del sottoscritto, che è l'ultimo Consigliere che interviene all'interno dei partiti che stanno lavorando per la costituzione di una maggioranza di governo, risposte adeguate.
Signor Presidente, noi ponevamo al centro di questa giornata non i temi politici, ma i temi istituzionali. Allora sarebbe stato molto semplice ed esauriente per noi dichiarare con grande semplicità che riteniamo che la caratteristica che dovrà segnare la quarta legislatura sarà la riconduzione della Regione ai suoi compiti costituzionali e quindi istituzionali.
Ritornare a considerare la Regione come un ente legislativo, come un ente di programmazione, come un ente di coordinamento.
Legislazione, coordinamento e programmazione significa soprattutto Consiglio. Quindi, in questa giornata, il dare questo indirizzo non soltanto come Gruppo consiliare, ma anche come Gruppo consiliare che si avvia ad essere componente di una maggioranza, poteva essere un segnale significativo ed esauriente di quello che è il tipo di strategia e di opzione che i liberali hanno fatto sulla quarta legislatura regionale.
Ci sembrava questo un argomento esauriente ed esaustivo di tutti i problemi che si dovevano porre in questa sede. Sono invece emersi, signor Presidente, altre considerazioni, alcune di segno particolaristico, altre di natura politica.
Parlerei un momento dei segni di natura particolaristica. Quella di oggi è una grande giornata perché segna un momento significativo della democrazia, quella più bella, quella del rinnovamento. Si compie oggi il periodo del confronto che le forze politiche e i candidati hanno avuto con la società, il tempo con cui hanno rinnovato la delega, quindi gli argomenti e la rappresentanza con cui sono chiamati a governare questa regione. I segni del rinnovamento ci sono e sono nelle persone; qualcuno di noi ha soltanto cambiato cravatta, qualche Gruppo ha cambiato fortemente la propria rappresentanza. Noi abbiamo chiamato la nostra rappresentanza in modo che riteniamo significativo e autorevole, abbiamo nel nostro Gruppo il Vice Sindaco uscente della città di Torino e ciò basti come argomento.
Certamente ognuno di noi si è arricchito nelle idee, ma quest'assemblea si è arricchita di alcune componenti specifiche, di una forza politica di sinistra che io non ascriverei di diritto al "gruppo ambientalista" La forza che si rifà al collega Tridente a livello nazionale ha una ragion d'essere che poco e non solo ha a che fare con l'ambiente. E' una forza politica, guarda caso, che rispetto ai problemi della società dà delle risposte precise, ma molto diverse da quelle che dava in quest'aula per esempio, il compagno Montefalchesi. Quindi una novità precisa esiste un segnale specifico a sinistra che è diverso da quello che c'era nel passato Consiglio regionale. Poi ci sono i segnali nuovi che sono quelli rappresentati dai due Gruppi che si rifanno ai problemi dell'ambiente.
Penso che a questi noi dobbiamo dare il benvenuto.
Un benvenuto un po' interessato,però perché è bene che la nostra assemblea possa avvalersi delle opinioni, anche più radicali (il termine non è assolutamente da etichetta, ma di metodo), rispetto a problemi delicati come quelli dell'ambiente e della qualità della vita. Quindi siamo certi che quanto faremo sarà fatto meglio di quanto non l'avremmo potuto fare senza la presenza di questi nuovi colleghi.
Devo però dire che, rispetto alle cose che sono state dette dai colleghi, la Regione in questo settore ha fatto quanto di meglio si poteva fare. Quindi è un patrimonio che rivendichiamo, è una ricchezza culturale di immaginazione politica e operativa della quale siamo depositari, non come persone ma come Consiglio, all'interno del quale la loro presenza renderà ancora più facile e in qualche misura più pregnante il loro operare, che non va disconosciuto. E' egoistico il benvenuto, anche perch finalmente è caduto un velo, cari amici.
Poiché la politica è confronto, è dialogo, ma è anche scontro, quando andremo ad alcuni dibattiti finalmente ci scontreremo e ci confronteremo quindi dialogheremo con dei colleghi rappresentanti di forze politiche, che tali sono e tali si sono dimostrate, senza più gli alibi e gli scenari di paravento di componenti meramente culturali, non tendenti all'affermazione di una proposta politica, ma sorti per sensibilizzare le istituzioni.
Vedi, caro collega "Verde", tu fai parte delle istituzioni in questo momento, rappresenti la collettività piemontese e hai il dovere di farti carico dei suoi problemi.
Questo elemento di chiarezza e di contributo mi sembra molto positivo.
Veniamo alle dichiarazioni di voto, se così le vogliamo chiamare.
Evidentemente il nostro Gruppo darà un voto convinto e anche compiaciuto (per quello che sa di personale questo termine) al collega avv. Viglione.
Con Viglione, come è giusto che sia in politica, ci siamo confrontati abbiamo dialogato, ci siamo anche scontrati, sempre in modo leale, qualche volta anche in modo duro, perché la politica dev'essere uno scontro leale e qualche volta è anche uno scontro duro. Ma proprio dalla durezza dei comportamenti e dalla lealtà con cui Viglione ha difeso le sue ragioni anche quando non erano da noi condivise, abbiamo tratto l'apprezzamento e il convincimento che saprà far tornare, se possibile,- nel Consiglio, la centralità di ruolo che nella passata legislatura per delle ragioni di ordine di alchimie politiche probabilmente non aveva più.
Apprezziamo il Presidente Benzi, ne abbiamo apprezzato il lavoro, per ne riconosciamo i limiti politici e anche istituzionali all'interno dei quali ha potuto lavorare. Ci auguriamo quindi che il clima politico diverso, un approccio istituzionale diverso, diano la possibilità a Viglione che ne ha le capacità e i numeri, di recuperare al massimo la centralità del Consiglio con tutto quello che comporta.
Per l'Ufficio di Presidenza, designeremo come Segretario, il collega che già svolge questo ruolo, l'ing. Turbiglio, e anticipiamo che questa designazione potrebbe fra qualche settimana 'vedere una rotazione degli incarichi in relazione alla chiusura delle vicende inerenti il Governo della Regione.
Veniamo quindi ai giudizi di ordine politica-istituzionale, molto duri molto settari e, qualche volta, non suffragati da sufficiente memoria, che sono stati espressi dal rappresentante del PCI.
Caro collega, la memoria tua e dei tuoi colleghi avrebbe dovuto farti ricordare che nel '75, che, come tu sai, è una grande annata per le Giunte "d.o.c." del Piemonte, le Giunte rosse, di sinistra, rosso cupo, i liberali nell'Ufficio di Presidenza non c'erano.
Ricordiamo tra l'altro che era un anno particolare.
Voglio dire che quel certo criterio usato nel '75 qualche controindicazione aveva portato, infatti, un Gruppo consiliare di non rilevante importanza in questa Regione, non solo dal punto di vista elettorale ma anche della storia e delle tradizioni, non era presente nel consesso presidenziale. Non mi risulta che allora, da parte del collega Zanone e del collega Rossotto, fossero stati sollevati alti lai per questo.
Verrei alle conclusioni sull'Ufficio di Presidenza anche perché i giudizi che sono stati espressi ricadono su coloro che gli incarichi dell'Ufficio di Presidenza andranno ad assumere.
L'Ufficio di Presidenza, che la maggioranza in pectore va costituendo si è preoccupato di dare il massimo di rappresentatività. Almeno su questo ragionamento e obiettivo prego i tre Gruppi appena entrati, di valutare se la nostra proposta non fosse l'unica in grado di garantirli. Badate bene che l'Ufficio di Presidenza proposto vede, per esempio, una forza politica che qui è stata qualificata "di arroganza", la DC, avere un solo membro nell'Ufficio di Presidenza.Questo vuol dire che cosa? Che il rapporto tre a quattro, cari colleghi, avrebbe significato, nell'accettazione della vostra proposta, di un rappresentante a rotazione per ognuno dei tre Gruppi minori e di una presenza di due comunisti.
Per carità, si può dire tutto in queste sedi, bisogna stare però molto attenti ad utilizzare gli aggettivi.
La richiesta non era di avere un rapporto più corretto tra maggioranza e opposizione, ma era tendente ad avere due comunisti nell'Ufficio di Presidenza, un democristiano, un repubblicano, un liberale, un socialdemocratico e un rappresentante dei piccoli Gruppi a rotazione, come mi sembra giusto.
Chiedo ai colleghi che hanno mantenuto un minimo di stacco rispetto a questa polemica nominalistica, tra rispetto della maggioranza e rappresentanza, se tra queste due soluzioni e l'altra da noi suggerita, che vede una presenza di tutte le forze politiche nell'Ufficio di Presidenza attraverso lo strumento della rotazione per i tre piccoli partiti, non sia più funzionale rispetto a un processo e a un momento che certamente è di interrogativo su come fare crescere e modificare, se del caso, l'Ufficio di Presidenza.
Bisogna essere molto attenti prima di pronunciarsi in questa sede a favore di un Ufficio di Presidenza rappresentativo di tutte le forze politiche. E' un problema che si deve porre. Il nostro Gruppo farà le sue valutazioni dopo aver riflettuto sugli elementi a favore e sugli elementi contrari. Non lo introduciamo qui come argomento, di comodo. L'ha detto giustamente qualcuno di parte comunista: non è corretto eludere il problema di non rispetto del principio della proporzionalità tra maggioranza e opposizione trasferendolo a una soluzione successiva. Ci pronunceremo allora.
La soluzione che noi suggeriamo potrà essere criticabile, potrà non essere accettata, ma certamente non può subire il giudizio di arroganza che gli è stato attribuito dall'esponente comunista.
Il PCI ha ritenuto di decidere della legittimazione della DC a governare questa Regione ma devo dire al PCI che la legittimazione a governare questa Regione sarà del pentapartito, non della DC. Vedete, cari amici - e mi riferisco ai piccoli Gruppi - appena venuti in questa sede, si cerca di fare il giochetto dei due poli di riferimento e di annullare il resto delle componenti.
Se non è arroganza questa mi chiedo che cos'è! E' un giochetto molto facile: nel momento in cui si esponenzia molto il ruolo di una componente della maggioranza, evidentemente si esponenzia il proprio. Allora noi diciamo, amici del PCI, che se una proposta politica di maggioranza verrà posta qui, sarà una proposta politica di pentapartito all'interno del quale, rispetto ai diversi livelli e alle diverse forze in rappresentanza del ruolo che è loro stato demandato dall'elettorato e degli accordi interni di partito, ogni forza avrà il ruolo che l'accordo dei partiti e soprattutto il mandato elettorale hanno conferito.
Noi non ci scandalizziamo, riteniamo normale, giusto, necessario e democraticamente corretto che la DC abbia la responsabilità di uno dei vertici più significativi dell'area torinese e piemontese. Quindi nessuna arroganza da parte della DC, nessuna legittimazione della DC a governare ma legittimazione del pentapartito a governare.
Cari amici della sinistra, che il pentapartito sia legittimato a governare questo Paese è stato dimostrato il 12 maggio, è stato dimostrato il 9 giugno. Quindi ci sembra opportuno incominciare a lavorare intorno a una proposta che è un quadro politico generale estremamente verificato. Ci rendiamo conto che all'interno di questo quadro politico verificato si devono collocare contenuti, proposte, risposte alle esigenze della gente e ai problemi della società.
E' un lavoro che cercheremo di fare con serietà e con impegno che contraddistinguono le forze politiche che a questa formula si richiamano.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Pregiudiziale presentata dal Consigliere Bontempi


BENZI Germano, Presidente provvisorio

Dovremmo ora procedere all'elezione del Presidente del Consiglio, ma mi è pervenuto da parte del collega Bontempi un documento su una questione pregiudiziale, il cui testo recita: "Il sottoscritto Consigliere regionale Rinaldo Bontempi, chiede all'on. Presidenza che venga posta al Consiglio la seguente questione pregiudiziale ai sensi dell'art. 61, seconda parte: 'Essere inammissibile, ai sensi del combinato disposto dell'art. 14 dello Statuto e dell'art. 4 del Regolamento, che, di fronte alla previsione del meccanismo di voto limitato a due per i Segretari (meccanismo chiaramente rivolto a garantire la pienezza del diritto di scelta delle minoranze) il voto della maggioranza venga usato per scegliere all'interno dei posti riservati alla minoranza'" Su questo documento è aperta la discussione. Può intervenire un Consigliere per ogni Gruppo. La parola al Consigliere Bontempi per illustrare tale questione pregiudiziale.



BONTEMPI Rinaldo

Grazie, signor Presidente, per avere applicato correttamente la seconda parte dell'art. 61.
L'art. 14 dello Statuto prevede che nell'Ufficio di Presidenza venga garantita la presenza della minoranza. All'art. 4 del Regolamento del Consiglio; che possiamo intendere come momento attuativo della norma statutaria, non viene prevista esplicitamente nessuna garanzia per la presenza della minoranza, vale a dire nella declaratoria per le elezioni dei Vicepresidenti e dei Segretari viene solo richiamato il principio del voto limitato, ma non viene detto che nell'elezione dei Vicepresidenti e dei Segretari occorre che uno sia della minoranza.
Questo mi porta a dedurre che la presenza della minoranza è in realtà garantita dall'interpretazione del combinato disposto dei due articoli.
Possiamo fare la prova al contrario. Se avessimo una maggioranza diversa ad esempio di 44 contro 16, è del tutto evidente che il principio del voto limitato, interpretato secondo me in maniera scorretta, vale a dire con un voto che vada anche a scegliere all'interno della parte riservata alla minoranza, porterebbe a far sì che potremmo non avere un Vicepresidente di minoranza e la stessa cosa la si rileva molto chiaramente qualora la composizione del numero dei Segretari fosse diversa. Nel caso volessimo in realtà due Segretari solamente e quindi si applicherebbe il disposto per cui si ha un voto solo a disposizione, non entrando in gioco il principio dei due voti, ma con una maggioranza più ampia, anche qui potremmo rischiare di avere la non presenza della minoranza. E' chiaro che quando c'è l'accordo questo viene superato. Però pongo una questione di interpretazione di questa norma. Peraltro ci sono sentenze del Consiglio di Stato applicate in altri casi. Ad esempio ci sono elezioni delle Comunità montane che sono del tutto coerenti con questo principio; un principio che potrebbe verificarsi in assenza di tale garanzia e solo ex post essere rimosso, con le conseguenze che tutti intravediamo.
Pertanto, chiediamo che sul piano dell'applicazione formale delle norme e rivendicando questo tipo di interpretazione che mi pare per altro quello che una prassi politica precedente ha applicato, ma che ora viene messo in discussione, anche in conseguenza di una questione che ho posto nella riunione dei Capigruppo in cui mi è stato risposto non in maniera chiara ma conoscendo un pochino i meccanismi abbastanza intuibili, io chiedo che ci si pronunci e comunque che venga posta ai voti la questione pregiudiziale che il Presidente ha testé letto.



BENZI Germano, Presidente provvisorio

Ha chiesto di parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, credo che la questione sollevata dal collega Bontempi, con la consueta acutezza, sia interessante e meriti di essere sviscerata più a fondo. Questa considerazione comporta necessariamente che sia fatta al più presto una revisione del Regolamento del Consiglio regionale che, per tante e tante situazioni, come anche stamattina abbiamo avuto modo di verificare, si è rivelato ormai superato dai tempi e carente in molte parti. Ma, nonostante l'interesse della questione, sembra a me che sia una proposta improponibile. Siamo, non dimentichiamolo, in fase di dichiarazioni di voto. Lei stesso, signor Presidente, dopo aver annunciato che.si passava all'elezione dell'Ufficio di Presidenza, ha detto di lasciare spazio alle dichiarazioni di voto dei Gruppi. Mi domando come è possibile sollevare una questione pregiudiziale allorquando si sono già ultimate le dichiarazioni di voto. Questo è il problema.
Francamente intervengo per cercare di dare un contributo alla discussione dicendo che peraltro alla discussione stessa siamo ben poco interessati, visto come sono andate le cose. Tant'è vero che il Gruppo del MSI si asterrà se si dovesse passare al voto di questa pregiudiziale; ma mi sembra che non sia accettabile l'interpretazione che ha dato il collega Bontempi.



BENZI Germano, Presidente provvisorio

Ha chiesto di parlare il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, solo per spirito formalistico richiamo le considerazioni del collega Carazzoni in ordine alla proponibilità dell'eccezione.
Sul piano dell'opportunità che si sciolga questo nodo e quindi per giustificare il nostro voto contrario se si passerà alla votazione, mi pare debba essere considerata una situazione particolare di non secondario interesse. Noi siamo in una fase rispetto alla quale l'esistenza di una maggioranza e di un minoranza non è né certa, né necessaria, né sicura.
Quindi, andrei molto cauto ad introdurre, attraverso un'interpretazione autentica, che sarebbe l'approvazione della proposta o comunque di una qualunque articolazione della proposta del collega, un metodo di votazione in una fase in cui quello che avviene oggi può ripetersi, con una maggioranza in fieri, o in altra situazione neppure in fieri, con il risultato che non si potrebbe ottemperare all'obbligo statutario della nomina del Presidente (o della nomina dei nostri rappresentanti delegati a Roma) qualora non ci fosse un accordo politico di maggioranza .a monte rispetto alla riunione di nuova legislatura. Questo mi sembra un precedente dal punto di vista dei rapporti tra Giunta e Consiglio estremamente pericoloso, nel senso che sembrerebbe che comunque si debba formulare un'ipotesi maggioranza-minoranza di natura politica prima di dare corso ai lavori di primo impatto della nuova legislatura.
Devo dire, anche a nome dei colleghi, che comunque non intendiamo determinarci nel voto in modo da influire in alcun modo sulla sfera che è risultata essere di competenza dell'opposizione. Quindi, non ci sarà nessuna nostra indicazione di voto su un secondo Vicepresidente né, ci sarà una nostra indicazione su un quarto Segretario. Questo problema per il nostro Gruppo non si pone nei fatti. Formalmente mi sembra rischioso porre questo precedente che vincoli il lavoro del Consiglio alla precostituzione di una maggioranza politica.



BENZI Germano, Presidente provvisorio

Ha chiesto di parlare il Consigliere Brizio. Ne ha facoltà.



BRIZIO Gian Paolo

Mi associo al collega Carazzoni sugli aspetti formali.
L'ordine del giorno non è assolutamente proponibile perché siamo in sede di dichiarazione di voto.
L'art. 62, secondo comma, del Regolamento recita chiaramente che dopo le dichiarazioni di voto che precedono una votazione non è ammesso nessun altro intervento.



BENZI Germano, Presidente provvisorio

L'art. 61 parla di discussione.



BRIZIO Gian Paolo

Mi stupisce che lei parli di discussione quando noi abbiamo fatto dichiarazioni di voto. Comunque la questione è formale.
Noi invitiamo il Presidente a valutare ancora la correttezza formale dell'accoglimento. Qualora il Presidente ritenga di accoglierla respingiamo la questione pregiudiziale. La respingiamo nella sostanza perché il combinato disposto, cui faceva cenno il collega Bontempi, ha un vincolo anche e soprattutto nel meccanismo di votazione. Il meccanismo di votazione è segreto. E' chiaro che il Regolamento deve farsi anche carico della segretezza del voto, quindi non può assolutamente affermare che due Segretari devono essere di maggioranza e due devono essere di opposizione ed infatti non lo sostiene affatto. Stabilisce un meccanismo che in qualche modo offre delle garanzie con la limitazione del voto. Ci sono moltissime UU.SS.SS.LL. nelle quali si è proceduto con un sistema analogo e non mi risulta che la Giunta regionale abbia inficiato i provvedimenti di nomina dei Consigli, né mi risulta che sia mai stata assunta una posizione contraria.
La sostanza è quella che ha sostenuto Marchini: il PCI cerca di ottenere due membri nell'Ufficio di Presidenza quando noi ci siamo accontentati di un solo membro anche quando eravamo all'opposizione per dare spazio a tutte le forze politiche secondo una logica che anche oggi si porta avanti. Quando si scelgono le vie formalistiche si incontrano vantaggi e inconvenienti.
E' una via formalistica che respingiamo perché nella sostanza il meccanismo elettorale è pienamente rispettato perché se votassimo tre Consiglieri ci si annullerebbe la scheda.



BENZI Germano, Presidente provvisorio

La parola ancora al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Sono poco convinto delle pseudoargomentazioni di alcuni e delle argomentazioni di altri, per cui è giusto che la questione pregiudiziale venga posta, ai voti. Farà, tra l'altro, un caso per il nostro Consiglio.



BENZI Germano, Presidente provvisorio

Se non ci sono altri interventi, pongo in votazione la pregiudiziale proposta dal Consigliere Bontempi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinta con il seguente esito: presenti e votanti 60 favorevoli 21 Consiglieri contrari 36 Consiglieri astenuti 3 Consiglieri


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Elezione del Presidente del Consiglio regionale


BENZI Germano, Presidente provvisorio

Procediamo ora all'elezione del Presidente del Consiglio. Ricordo che la votazione deve avvenire a scrutinio segreto e che risulta-eletto Presidente il Consigliere che ha riportato la maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



BENZI Germano, Presidente provvisorio

Comunico l'esito della votazione: presenti n. 60 votanti n. 60 hanno ottenuto voti: Viglione Aldo n. 35 Carazzoni Nino n. 3 Bresso Mercedes n. 3 Schede bianche n. 19 Proclamo quindi eletto Presidente del Consiglio il Consigliere Aldo Viglione.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Elezione dei Vicepresidenti del Consiglio regionale


BENZI Germano, Presidente provvisorio

Non essendovi interventi procediamo all'elezione dei due Vicepresidenti.
Ricordo che ai sensi del settimo comma dell'art. 4 del Regolamento ciascun Consigliere può votare un solo nome.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



BENZI Germano, Presidente provvisorio

Comunico l'esito della votazione: presenti n. 60 votanti n. 60 hanno ottenuto voti: Cerchio Giuseppe n. 34 Marchiaro M. Laura n. 19 Benzi Germano n. 2 Schede bianche n. 5 Proclamo eletti Vicepresidenti del Consiglio i Consiglieri Giuseppe Cerchio e M. Laura Marchiaro.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Elezione dei Consiglieri Segretari del Consiglio regionale


BENZI Germano, Presidente provvisorio

Procediamo ora alla votazione dei Consiglieri Segretari del Consiglio regionale.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, ci vuole una deliberazione per determinare il numero dei Consiglieri Segretari da votare.



BRIZIO Gian Paolo

Dobbiamo nominare quattro Consiglieri Segretari.



BENZI Germano, Presidente provvisorio

L'osservazione del Consigliere Carazzoni è giustissima. La proposta fatta dal collega Brizio è di nominare quattro Consiglieri Segretari come prevede lo Statuto.
Chiede ancora di parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Visto che la proposta è stata ora formulata, dobbiamo dire che ci pare sia argomentata surrettiziamente con il desiderio di allargare la rappresentanza nell'Ufficio di Presidenza. Ma questa motivazione, in realtà e nella più benevola delle ipotesi, la potremmo definire parzialmente ipocrita e questo perché mentre da un lato si accentua l'esigenza di dare maggiore rappresentatività all'interno dell'Ufficio di Presidenza dall'altro si viene ad escludere il MSI che ha la stessa consistenza numerica dei Gruppi liberale, repubblicano e socialdemocratico. Dobbiamo allora ritenere che questa tesi ora avanzata sia del tutto strumentale, non sia determinata da necessità oggettive e soprattutto sia ancor più confermante la volontà discriminatoria nei confronti della Destra Nazionale.
Per questo motivo il Gruppo MSI voterà contro la proposta di nominare quattro Consiglieri Segretari.



BENZI Germano, Presidente provvisorio

Se non vi sono altri interventi, pongo in votazione la proposta fatta dal collega Brizio di portare a quattro il numero dei Consiglieri Segretari.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La proposta è approvata con il seguente esito: presenti n. 60 votanti n. 60 favorevoli n. 55 Consiglieri contrari n. 3 Consiglieri astenuti n. 2 Consiglieri.
Procediamo pertanto alla nomina dei quattro Consiglieri Segretari. Ricordo che ai sensi dell'ottavo comma dell'art. 4 del Regolamento ciascun Consigliere può votare non più di due nomi se i Segretari da eleggere sono quattro.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



BENZI Germano, Presidente provvisorio

Comunico l'esito della votazione: presenti n. 60 votanti n. 60 hanno ottenuto voti: Turbiglio Antonio n. 24 Fracchia Mario n. 24 Mignone Andrea n. 24 Ala Nemesio n. 21 Sestero M. Grazia n. 20 schede bianche n. 3 Proclamo eletti Segretari i Consiglieri Antonio Turbiglio, Mario Fracchia Andrea Mignone e Nemesio Ala.
L'art. 4, ultimo comma del Regolamento, prevede che "dopo la proclamazione dei risultati dell'elezione dell'intero Ufficio di Presidenza, questo si insedia e procede ai successivi adempimenti del Consiglio" Invito pertanto l'Ufficio di Presidenza a.prendere posto al banco della Presidenza stessa.



(L'Ufficio di Presidenza prende posto)



VIGLIONE Aldo


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Discorso di insediamento del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Cari colleghi, un ringraziamento per il voto ed un augurio a voi tutti.
Sento grande la responsabilità che voi mi avete attribuito e la fiducia che voi mi avete dimostrato. E' un peso grande di cui sono perfettamente consapevole.
Noi viviamo un momento di profonda trasformazione socio-economica quale forse non si è mai registrata nel nostro Paese e nella nostra Regione.
Occorre quindi dare risposte adeguate, coraggiose, che anticipino e governino il nostro futuro ed il cambiamento. D'altronde la situazione è tale per cui occorre una larga unità delle forze democratiche, pur nella diversità dei ruoli di una vita profondamente democratica. Per questo noi ci ispiriamo a valori fondamentali nati dalla Resistenza, che significa fermezza, onestà, intrepido fervore e coraggio.
Nulla di tutto questo però può riferirsi a termini superati come assemblearismo, larghe intese, comitati unitari che hanno fatto il loro tempo. Ma di fronte a questo nuovo quadro regionale e nazionale noi dobbiamo oggi porre con forza la centralità del Consiglio regionale o meglio del Parlamento subalpino, la possibilità di un dialogo, di un confronto costante, il rifiuto di ogni arroganza, la pienezza di ogni espressione politica, di cui dobbiamo essere garanti.
Nè si può tacere che la centralità del Consiglio regionale in ogni sua parte politica assomma tutte le aspirazioni della nostra società, le fa proprie, le porta innanzi con una continuità di rapporti che all'interno di quest'aula trovano sbocco e conclusione.
Il Parlamento subalpino assume pertanto la sua centralità nel valore e nella portata di questo percorso, che non può essere al di fuori di esso ma favorisce e determina quella lunga marcia attraverso le istituzioni marcia riformatrice, libera e democratica senza la quale nessuna concreta possibilità di successo può esistere.
Ripeto, sento il peso di questa responsabilità in un momento in cui l'attacco alle autonomie locali si fa più forte, se non devastante, e la ripresa appare lunga e faticosa.
Non vi è ignoto che sempre con maggiore frequenza si tentano riappropriazioni di funzioni e competenze, spesso attraverso limitazioni interpretazioni, decreti, leggine tali da riportare nell'alveo centrale ci che era acquisito al quadro istituzionale periferico.
Son lontani i tempi dello slancio costruttivo, dello Statuto prima della partecipazione, della Legge 382, del DPR 616. Ma in noi non sono mai venute meno la volontà di operare, la capacità di affrontare i problemi, la volontà di ripresa.
Sono consapevole, altresì, che occorre percorrere strade nuove, conscio che quanto abbiamo fatto non è più sufficiente a dare risposte adeguate ai bisogni di questa società così profondamente diversa dal lontano 1970.
Da soli, però, non ce la faremo mai. Occorre un largo schieramento occorre esprimere appieno le potenzialità umane esistenti, pubbliche e private, in un raccordo generale che salvaguardi l'autonomia di ciascuno ma nel contempo l'indirizzi e la canalizzi in un unico grande disegno che è quello di costruire il futuro della nostra Regione, anticipando gli avvenimenti e non'subendoli. Questa è la centralità del Consiglio regionale, signori Consiglieri, questa è la centralità del Consiglio sì come noi la intendiamo, l'istituzione entro la quale si fondano queste volontà e queste forze in una corretta armonia. E facciamo richiamo alle forze sindacali, sociali, imprenditoriali affinché con noi ed accanto a noi ci aiutino in questo compito.
E nessuno pensi a nostre debolezze, a ritorni, a compiacenze. Non l'abbiamo mai fatto prima d'ora né lo faremo mai.
Questo è il compito, signori Consiglieri, che voi certamente ci avete affidato con il vostro voto. E questo è e rimane anche il nostro impegno.
Signori Consiglieri, vi è un importante adempimento, l'elezione dei tre delegati della Regione Piemonte per l'elezione del Presidente della Repubblica. Per garantire una equa ripartizione sulla base nazionale sono intervenuti a questo riguardo degli accordi. Sospenderei per qualche minuto la seduta per verificare questo aspetto e per stabilire lo svolgimento dell'elezione.



(La seduta, sospesa alle ore 14,25, riprende alle ore 14,40)


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Elezione di tre delegati della Regione Piemonte per l'elezione del Presidente della Repubblica


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Il punto 2) all'odg reca: "Elezione di tre delegati della Regione Piemonte per l'elezione del Presidente della Repubblica" Ricordo, tra l'altro, le norme che regolano tale elezione ed in particolare l'art. 83, secondo comma, della Costituzione, laddove stabilisce che "All'elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze", nonché l'art. 17, lett. d) dello Statuto della Regione Piemonte, approvato con legge 22/5/1971, n. 338, il quale recita: "Il Consiglio ... d) elegge nel proprio seno tre delegati:della Regione ai quali spetta di partecipare, ai sensi dell'art. 83 della Costituzione all'elezione del Presidente della Repubblica. Per l'elezione dei delegati ciascun Consigliere vota non più di due nomi" In relazione al combinato disposto delle ricordate norme i tre delegati debbono quindi rivestire la qualifica di Consigliere regionale, uno di essi deve essere espressione delle minoranze consiliari, e a tal fine lo Statuto stabilisce che ciascun Consigliere voti non più di due nomi.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Vetrino. Ne ha facoltà.



VETRINO Bianca

L'importante adempimento che abbiamo di fronte è previsto dallo Statuto regionale all'art. 17.
Vi sono delle indicazioni che ci provengono dal livello nazionale,che devono rispondere appunto al quadro nazionale già definito.
I nomi sono già noti, essi rappresentano tre schieramenti politici: lo schieramento del PCI, quello della DC e il rappresentante che pu raccogliere in questo caso i voti dei Gruppi laici, dei socialisti, dei socialdemocratici, dei repubblicani e dei liberali.
Credo si possa procedere in questo senso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, i 58 seggi spettanti ai delegati regionali nell'assemblea dei grandi elettori che voteranno per il Presidente della Repubblica sono già stati suddivisi tra i Partiti con un accordo di carattere nazionale che, per la verità, viene a togliere alle Regioni ogni potere autonomo e libero di scelta.
Non può non stupire, ecco la nostra prima considerazione, il fatto che questo accordo venga ad essere passato sotto silenzio innanzitutto da coloro che sono stati,.e probabilmente lo saranno, anche nel vicino futuro i più accaniti, a parole, difensori delle autonomie locali.
La seconda riflessione che vogliamo introdurre per spirito dichiaratamente polemico, visto quanto qui è accaduto nell'elezione dell'Ufficio di Presidenza,' riguarda il fatto che quell'accordo di carattere nazionale, cui accennavamo poc'anzi, è stato correttamente esteso anche al MSI. Preghiamo in particolare il collega Tridente di prendere nota che in quell'accordo anche Democrazia Proletaria si è mostrata molto meno intransigente e molto meno settaria di quanto non abbia attestato lui con le sue parole nel suo intervento di prima.



TRIDENTE Alberto

Un cedimento a livello nazionale.



CARAZZONI Nino

Un cedimento a livello nazionale, ne prendiamo atto.
Al MSI - dicevamo - al quale sono stati riconosciuti diritti pari a tutte le altre forze politiche per esprimere tre suoi delegati regionali segno evidente questo, che vi sono poi altre realtà, più aperte e per fortuna più diverse da quella piemontese, dove faziosità e antistoriche discriminazioni sono state ormai messe al bando.
Per quanto riguarda la posizione che il Gruppo della Destra Nazionale verrà ad assumere nell'imminente votazione dobbiamo dichiarare,per quanto superfluo questo possa apparire, che al di là della intesa intervenuta al centro, noi saremo costretti a votare scheda bianca, perché non possiamo ovviamente sentirci rappresentati dai due delegati della maggioranza pentapartitica, né tanto meno dal delegato dell'opposizione comunista.
Infine, per la solenne e speriamo rapida elezione del Capo dello Stato ci sia consentito esprimere un auspicio: che il Presidente della Repubblica, oltre che essere un modello di probità e di integrità, possa e sappia veramente diventare il Presidente di tutti gli italiani, cioè il simbolo dell'unità nazionale, esattamente come altri avevano promesso di fare, contraddicendosi poi con il loro comportamento successivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Mi limito semplicemente alla indicazione del nome che il Gruppo del PCI esprime e sottopone ad altre forze politiche nel presupposto di una intesa che ha qui lunghe ragioni. Può anche essere criticato sul principio dell'autonomia. Il coordinamento tra autonomia e opportunità di far convergere in una votazione unitaria come quella del Presidente della Repubblica dei momenti di raccordo tra parlamentari e autonomie regionali ci pare una questione reale.
Quindi il nostro nome è quello del Consigliere compagno Luigi Rivalta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Anch'io mi limito ad indicare il nostro nome che è quello del Consigliere, sig.ra Luigina Fassio Ottaviano. Desidero unicamente osservare che l'accordo nazionale ha all'origine soprattutto la volontà di far sì che anche i Partiti minori o meno rappresentati sotto il profilo numerico abbiano un proprio spazio nell'indicazione dei Consiglieri regionali che si recheranno a Roma per l'elezione del Presidente della Repubblica. E' un accordo che ha una sua ragion d'essere, che può apparire limitativo delle autonomie, ma in questo caso è una precisa conseguenza di una decisione che sta a monte, nella sostanza condivisibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Noi siamo onorati di poter indicare il nominativo del collega Turbiglio. Un incidente di percorso della trattativa nazionale rende giustizia ai liberali piemontesi, perché se si fosse andati nel primo orientamento ci sarebbe stato un candidato di altra forza politica.
Se un liberale deve rappresentare il livello regionale del nostro Partito è bene che sia un piemontese.
Non mi scandalizzo dell'accordo nazionale, anzi, lo ritengo l'unico metodo perseguibile per ottenere una rappresentanza di tutte le forze politiche che si esprimono a livello regionale nella sede nella quale stiamo disputando.
Devo peraltro rimarcare come questo comporti lo svuotamento del senso della previsione costituzionale la quale, attribuendo una competenza regionale, evidentemente tendeva a far crescere una specificità della rappresentanza delle Regioni rispetto alla rappresentanza del Parlamento.
Così facendo, invece, andiamo ad ingrassare od ingrossare le delegazioni dei partiti.
I rappresentanti delle Regioni sono rappresentanti di qualcosa di diverso che c'è nel Paese rispetto al Parlamento. Si capisce poco il senso della presenza della voce regionale. Peraltro queste lamentazioni sono di tipo costruttivo.
Auguro al futuro Presidente della Repubblica di non dare occasione per un approfondimento nell'ambito di questa legislatura di questo problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moretti.



MORETTI Michele

Il Gruppo socialista raccoglie la proposta fatta dalle forze laiche e pertanto indica nella persona del Consigliere Turbiglio il rappresentante della Regione Piemonte per la elezione del Capo dello Stato.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi, possiamo passare alla votazione a scrutinio segreto.
Si proceda alla distribuzione delle schede.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti n. 59 votanti n. 57 hanno riportato voti: Fassio Ottaviano Luigia n. 18 Turbiglio Antonio n. 16 Rivalta Luigi n. 19 schede bianche n. 4 non hanno partecipato alla votazione n. 2 Proclamo quindi eletti delegati della Regione Piemonte per l'elezione del Presidente della Repubblica i Consiglieri Luigia Fassio Ottaviano, Antonio Turbiglio e Luigi Rivalta, quest'ultimo in rappresentanza delle minoranze.
Propongo che tale deliberazione, per specifiche ragioni d'urgenza che ne rendono indilazionabile l'esecuzione, sia dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/53, n. 62 e pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 57 voti favorevoli.
Il Consiglio sarà convocato a domicilio a termini di Statuto e di Regolamento.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 15)



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