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Dettaglio seduta n.195 del 08/06/89 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROSSA


Argomento:

Approvazioni verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute" comunico che i verbali delle sedute consiliari del 9, 16, 17, 22 23 e 24 marzo; 13, 14, 19, 27, 28 e 29 aprile; 5 e 12 maggio 1988 verranno posti in votazione nella prossima seduta consiliare.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Sull'ordine dei lavori ed interrogazione n. 1710 relativa alla ditta Pogliola di Vercelli


PRESIDENTE

Informo i Consiglieri che i Capigruppo hanno stabilito di esaminare nella giornata di oggi i tragici avvenimenti avvenuti in Cina e il drammatico evento al carcere delle Vallette. Su tali argomenti sono stati presentati degli ordini del giorno. Dopo la discussione delle interrogazioni, seguirà una breve commemorazione da parte del Presidente del Consiglio sul tragico evento accaduto al carcere delle Vallette; si procederà quindi alla discussione degli ordini del giorno sulla viabilità della Valle di Susa, all'esame dei progetti di legge n. 484, n. 1029, n.
466, n. 1126.
Durante la sospensione della seduta in un'ulteriore riunione dei Capigruppo si potrebbe verificare la possibilità di realizzare un ordine del giorno unitario sulle vicende in Cina di cui si discuterà verso le ore 17. Vi è inoltre la proposta di rinviare al primo punto all'o.d.g. della prossima seduta il proseguimento dell'esame del progetto di legge n. 336 e al secondo punto, l'esame del progetto di legge relativo al rendiconto generale per l'esercizio finanziario 1988.
La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori testé comunicato per protestare vivamente.
Non ho capito se gli ordini del giorno iscritti al terzo punto dell'o.d.g. sono stati mantenuti o se invece sono stati cassati.



PRESIDENTE

Sono stati rinviati.



VALERI Gilberto

A maggior ragione desidero far presente a lei, Presidente, e ai Capigruppo che a Vercelli, ai primi di marzo, si è verificato lo stesso fenomeno della nube di Orbassano. Per due giorni consecutivi questa nube ha appestato la città, con svenimenti e malesseri anche in alcuni posti di lavoro. Su questo fenomeno è stata presentata un'interpellanza che non ha ancora avuto risposta.
Nei giorni scorsi i giornali hanno dato notizia che la nube si è ripetuta, ma anche in questo caso le sollecitazioni alla Presidenza della Giunta non hanno ottenuto soddisfazione. Ed è solo un esempio.
Gli ordini del giorno, di cui lei ha comunicato il rinvio, riguardano problemi di estrema rilevanza per intere aree del Vercellese e del Novarese. La domanda che le formulo, signor Presidente, è se in questo Consiglio regionale i problemi non interessanti l'area torinese hanno una qualche rilevanza. Non è più tollerabile, per i Consiglieri provenienti da aree fuori Torino, vedere i problemi delle zone periferiche con attinenza regionale, sinteticamente posposti e rinviati. Rinviando per mesi la discussione di questi problemi si finisce per vanificare la stessa iniziativa dei Consiglieri. Perciò protesto nel modo più vigoroso e le chiedo, Presidente, una risposta, anche perché la mia non vuole essere una protesta fine a se stessa. Mi riservo di valutare la futura programmazione dei lavori, regolando di conseguenza il mio comportamento.



PRESIDENTE

Consigliere Valeri, i Capigruppo avevano ben presente l'importanza degli ordini del giorno rinviati alla prossima seduta. Provengo anch'io da altra parte della Regione; posso assicurarle che non era intenzione dei Capigruppo far passare in secondo piano le questioni di estrema preoccupazione che lei ha lamentato, per il solo fatto che appartengono alla periferia della Regione. I Capigruppo hanno dovuto ridefinire alcune questioni per poter far fronte nel corso della giornata alle vicende nuove intervenute, ovviamente non prevedibili nella riunione precedente.
Per gli ordini del giorno di cui lamenta il rinvio, abbia la bontà di attendere qualche giorno: troveranno le risposte che lei aspetta.
L'Assessore Maccari risponde pertanto all'interrogazione n. 1710 presentata dal Consigliere Valeri relativa alla nube tossica a Vercelli.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Dai dati analitici in possesso dell'USSL e trasmessi a questo Assessorato, non risulta che l'inquinamento dell'impianto di depurazione sia da ricondurre alla ditta Pogliola, le cui acque di scarico sono state oggetto di analisi. Queste sono risultate conformi alla tabella a) della 319.
Il fenomeno, più in generale, potrebbe riguardare quelle ditte che scaricano nelle acque superficiali. In relazione a ciò, al fine di conoscere tutti gli elementi di giudizio utili alla formulazione di una risposta esauriente, il Servizio di igiene pubblica dell'USSL di Vercelli è stato sollecitato ad effettuare un'ulteriore indagine, tenendo conto di tutte le ditte operanti in loco e delle relative attività produttive.
Successivamente abbiamo sollecitato nuovamente l'USSL di Vercelli affinché ci inviasse i nuovi dati ed elementi raccolti. Non credo che il problema vada posto in termini secondo i quali l'area torinese trascurerebbe la restante parte della provincia, ma nella responsabilità di ciascuno nel rispondere nei tempi dovuti alle richieste poste. Se la Provincia (intesa in termini territoriali assai ampi) ci risponderà in tempi brevi riporteremo le risposte in aula, ma non abbiamo alcun mezzo di coercizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Riconfermo la protesta che prima ho presentato.
Prendo atto dei brevi cenni che ha fatto ora l'Assessore Maccari, ma constato che non è stata data risposta ai problemi da noi sollevati ed invito l'Assessore Maccari a diffidare l'USSL dal fornire alla Regione notizie non veritiere.
Mi spiego: sui giornali è stato ripetutamente dichiarato dal direttore del laboratorio di sanità pubblica che n' la USSL n' il Comune di Vercelli n' il Servizio di igiene pubblica hanno chiesto al Laboratorio di sanità pubblica, quale unica struttura pubblica di analisi dei fattori ambientali di compiere qualsivoglia indagini sui fatti denunciati nella mia interrogazione.
L'USSL finora ha taciuto totalmente. Il Comune di Vercelli, invece, ha parlato di analisi fatte compiere personalmente da un Assessore altrove non si sa dove e non si sa con quale esito.
E' vero che la Regione non ha poteri coercitivi nei confronti della USSL. ma credo che un impegno fermo da parte dell'Assessorato, un richiamo fermo nei confronti della USSL. possano sortire risultati, per far sì almeno, che le strutture pubbliche siano tenute a dare risposte, se non certe quanto meno documentate. Ossia a fare ciò che finora, a più di tre mesi di distanza, non è ancora avvenuto, al punto da affermare, come ha fatto il Comune, che la nube tossica che ha investito per due volte Vercelli è stata provocata dal depuratore delle acque della città. Si immagini a quale punto di sgoverno si è giunti in questa materia! E dato che la nube tossica che ha colpito Vercelli è sicuramente altrettanto nociva e pone problemi altrettanto rilevanti di quelli sollevati dalla nube di Orbassano - di cui questa è la seconda o la terza volta che discutiamo si capirà la ragione della protesta che ho prima formulato.


Argomento: Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati - Formazione professionale

Interrogazione n. 1651 dei Consiglieri Dameri, Montefalchesi, Calligaro Amerio e Sestero sui corsi di formazione regionale per handicappati (svolta parzialmente nella seduta del 25 maggio)


PRESIDENTE

Do la parola all'Assessore Cerchio per completare la risposta all'interrogazione n. 1651 presentata nella seduta della scorsa settimana a cui aveva già risposto, per la parte di sua competenza, l'Assessore Nerviani.



CERCHIO Giuseppe, Assessore al lavoro

Come eravamo rimasti intesi svolgo la parte di risposta di competenza dell'Assessorato in ordine all'interrogazione citata dal Presidente.
Il collocamento al lavoro di soggetti portatori di handicap (in modo particolare psichico), sconta innanzitutto la mancanza di una normativa di regolamentazione e/o di una politica di incentivazione a livello nazionale.
Proprio in riferimento a questa prima considerazione, quanto previsto dal comma d), art. 5, legge n. 56/87 in tema di mercato del lavoro, in termini di predisposizione di programmi di intervento e dall'art. 17 della stessa legge in termini di convenzioni, rischia di rimanere una generica raccomandazione alla buona volontà delle parti sociali presenti in Commissione regionale per l'impiego.
Buona volontà, o meglio confronto produttivo, che nel corso di questi ultimi due anni ha però portato a buoni risultati, soprattutto se confrontati con la difficoltà nella finalizzazione dei corsi di formazione professionale che, come voi sapete, hanno messo sul territorio poche unità (due o tre su 650).
Sono stati infatti oltre 100 i lavoratori portatori di handicap che sono stati avviati ai sensi dell'accordo Organizzazione sindacale ed Unione Industriale di Torino, assunto dalla Commissione regionale per l'impiego ai sensi dell'art. 25 della legge n. 56/86.
Tale accordo prevede la deroga della normativa sul collocamento (in pratica l'assunzione nominativa) sia per i disoccupati iscritti da oltre dodici mesi, sia per i lavoratori svantaggiati iscritti agli elenchi della legge n. 482/68.
Significativamente tale facoltà è stata estesa anche alle imprese che avrebbero potuto beneficiare (legge n. 79/83) della sospensione al ricorso al collocamento obbligatorio.
I lavoratori assunti in vista di tale accordo sono stati infine considerati nelle percentuali d'obbligo di cui all'art. 11, legge n.
482/68.
L'accordo Confindustria-Sindacati siglato nel mese di dicembre 1988 e recepito dalla Commissione regionale per l'impiego del Piemonte nel mese di marzo 1989 prevede una formula più vaga per l'avvio dei lavoratori portatori di handicap.
Pur tuttavia nella discussione della delibera della Commissione regionale per l'impiego e soprattutto nel confronto tra le parti sociali per l'attuazione dell'accordo, in queste settimane sta emergendo l'orientamento a ripetere l'esperienza dell'accordo 1988.
In pratica, concedendo una maggiore flessibilità alle imprese, si sta concretamente operando su una fascia svantaggiata del mercato del lavoro.
Rimangono ancora aperti grossi problemi di equità e di quantità negli avviamenti che riteniamo dovrebbero essere affrontati con la ricordata normativa nazionale di sostegno. Rimane il fatto che utilizzando per la prima volta, in modo riteniamo coraggioso ed intelligente, la normativa di riforma nella nostra Regione, si sta operando con una peculiarità che non trova riscontri in altre parti del Paese anche nei confronti delle categorie oggetto dell'interrogazione.
E' stato affrontato anche il problema dell'armonizzazione fra orientamento professionale e politiche del lavoro, almeno di quella parte di competenza della Commissione regionale per l'impiego richiamata nell'interrogazione dei colleghi. Questo attraverso un confronto con l'Assessorato alla formazione professionale che potrebbe essere agevolato nella sua articolazione da formule organizzative e di attività come quelle ricordate dal collega Nerviani nella sua risposta all'interrogazione.
Per completezza di risposta ricordo inoltre che nelle recentissime delibere della Commissione regionale per l'impiego che fissano le direttive per la predisposizione dei cantieri di lavoro, assunte poche settimane or sono, è stato raccomandato l'avviamento al lavoro di portatori di handicap in ispecie psichico ("compatibilmente con le attitudini degli stessi e con le esigenze di funzionalità del cantiere").
Interventi particolari di informazione, di orientamento e soprattutto di incentivo alle imprese per l'assunzione di soggetti portatori di handicap, sono infine contenuti in due disegni di legge della Giunta, da molti mesi in discussione nella competente Commissione consiliare: il primo riguarda l'istituzione dei CILO (Centri di Iniziativa Locale per l'Occupazione) che una volta normato immetterà sul territorio strutturalmente, con interventi finanziari della Regione, l'opportunità di creare presidi in modo coordinato e non episodico; intervento positivo che in questi ultimi anni o semestri abbiamo visto decollare in alcune aree del territorio regionale.
Il secondo disegno di legge, anch'esso attualmente in discussione presso la competente IV Commissione, si riferisce all'istituzione di un fondo straordinario per l'occupazione, fondo che prevede interventi a favore del sistema delle imprese che assumano alcune delle categorie più deboli del mercato del lavoro - quindi anche soggetti portatori di handicap - oltre la quota prevista dalla legge. Tale disegno di legge prevede in sostanza che le imprese che vanno al di là della percentuale d'assunzione prevista dalla legge n. 482 ricevano incentivi.
L'occasione di questa risposta ci permette (penso di interpretare anche il pensiero degli interroganti, ma intanto, per quanto mi riguarda, riporto il pensiero dell'esecutivo) di sollecitare la Presidenza del Consiglio regionale a far sì che in sede di IV Commissione i due giacenti disegni di legge, che rappresenterebbero un "coraggioso contributo" pur nella pochezza della titolarità dell'istituzione regionale su questo campo in carenza di interventi e normative nazionali, vengano presto esaminati, in modo da dare un ulteriore contributo all'inserimento dei portatori di handicap (nel 1988 ne sono stati inseriti 100), attraverso la Commissione regionale per l'impiego. Ribadisco quindi l'invito alla Presidenza a sollecitare l'iter dei due disegni di legge giacenti in IV Commissione, in modo che nell'arco di poche settimane possano essere esaminati ed approvati dal Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Accolgo l'invito rivolto alla Presidenza a sollecitare la IV Commissione a concludere l'esame dei due disegni di legge di cui ha parlato l'Assessore.
Ha ora la parola per la replica il Consigliere Sestero.



SESTERO Maria Grazia

Ringrazio l'Assessore per la risposta, che completa il ragionamento avviato la settimana scorsa. L'inserimento in attività lavorative dei portatori di handicap è problema, fortunatamente, di dimensione limitata ma con riferimenti legislativi incompleti; in ogni caso, comunque, non è problema risolvibile semplicemente applicando leggi, anche se l'incompletezza delle disposizioni legislative esige un grande sforzo.
Si tratta di mettere in pista iniziative che non siano solo affermazioni di principio, ma concrete, in accordo con le imprese attraverso i progetti della Commissione per l'impiego. Ritengo importante si dia una risposta quantitativamente magari non così significativa, ma che rappresenterebbe un percorso di speranza per famiglie con problemi di questo genere.
Siamo di fronte a una questione che una forte promozionalità del ruolo della Regione può risolvere, ma che nel contempo è d'urgenza temporale molto alta. Pensiamo soprattutto a ragazze e ragazzi ai quali dopo l'esperienza della formazione professionale, attraverso la quale hanno avviato un cammino di piena integrazione nella società, viene proposto o il ritorno all'assistenza o l'abbandono. I casi, quantitativamente, non sono molti, ma a fronte delle aspettative maturate e createsi anche attraverso questa esperienza di integrazione, dobbiamo risposte in tempi molto rapidi.
Proprio perché è importante ed essenziale che la Regione si impegni per portare a conclusione progetti concreti in tempo rapido, accogliamo positivamente l'impegno dichiarato dall'Assessore; gradiremmo essere tempestivamente informati su quando, come e in che modo questo impegno produce risultati.
Siamo in attesa, pertanto, di risposte fattuali e concrete.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interpellanza n. 1798 del Consigliere Ala ed interrogazione n. 1831 del Consigliere Staglianò inerenti i problemi delle persone prive di vista


PRESIDENTE

Vengono ora esaminate un'interpellanza e un'interrogazione relative ai "non-vedenti".
La parola all'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore alla formazione professionale

Rispondo congiuntamente all'interpellanza n. 1798 del Consigliere Ala e alla recentissima interrogazione che il Consigliere Staglianò ha presentato sullo stesso argomento. Quest'ultima non risulta dall'elenco delle interrogazioni cui la Giunta è disponibile quest'oggi a rispondere in quanto formalmente non risulta ancora ricevuta dal mio Assessorato. Il carteggio con un'associazione che raccoglie persone prive della vista si stava facendo troppo consistente e rischiava di proporre problematiche più grandi di quanto obiettivamente esse non siano.
Questo Assessorato ha provveduto ad inserire stabilmente nel piano consolidato delle attività di formazione professionale due corsi per centralinisti ciechi, svolti al Centro di formazione "M. Enrico" e dal 1982 presso il Centro "Caduti per la Libertà"; ambedue i centri sono gestiti dal Comune di Torino.
Per quanto attiene all'attività di formazione professionale la Regione copre in termini ampiamente sufficienti le richieste che provengono dai non vedenti.
Tuttavia tale formazione professionale, specificatamente rivolta alla categoria dei non vedenti, necessita di processi sistematici di qualificazione e in questa direzione l'Assessorato ha concordato con il Comune di Torino di riqualificare i tradizionali corsi per centralinisti inserendo elementi di informatica e attivando un nuovo corso per operatori su sistemi informativi. Questo corso è ancora presente nel piano. Nel contempo si è provveduto ad apposito stanziamento per l'acquisto delle necessarie attrezzature informatiche.
So che l'Assessorato al lavoro sta provvedendo per accelerare, come richiesto, l'ammodernamento dei centralini. Questa è una problematica a parte. Si tratta di dotare i centralini a disposizione dei ciechi di strumentazioni che consentano appunto l'utilizzo degli stessi da parte di persone non vedenti.
Complessivamente ritengo che la Regione fornisca sufficienti servizi di orientamento e di formazione e doti le scuole di mezzi sufficientemente apprezzati. D'altra parte, sulla qualità dei corsi le stesse organizzazioni dei non vedenti, compresa quella che è in maggiore contenzioso con la Regione, si ritengono "abbastanza soddisfatte", queste sono le parole usate in una recente lettera inviata dall'Associazione Nazionale Privi della Vista all'Assessorato.
Un contenzioso è invece aperto da tempo sulla nomina delle commissioni di esame. Vorrei distinguere: vi sono commissioni di esame terminali dei corsi di formazione professionale e vi sono commissioni per l'abilitazione professionale dei ciechi all'uso dei centralini.
I corsi di formazione professionale dipendono da noi per la convenzione esistente con il Comune di Torino e gli esami di abilitazione sono organizzati dall'Ufficio del Lavoro. La Regione nomina un esperto in scrittura Braille. Pertanto i discorsi vanno divisi. Io per ora mi riferisco ai corsi professionali che dipendono da noi tramite il Comune di Torino.
Le Commissioni stesse sono formate (mi riferisco ai corsi professionali della Regione Piemonte) dagli uffici per delega presidenziale.
Sulla serietà delle operazioni che sono state condotte per giungere a tali nomine non ho ragione di dubitare e intendo continuare a dare credito agli uffici, a meno di seria documentata dimostrazione contraria. Non si tratta di insabbiare, come è stato scritto impropriamente e un po' offensivamente, ma di dare credito, che sono certo essere meritato e che non può essere smantellato da tanto pesanti quanto generiche accuse di parte.
Le modalità di costituzione della Commissione di esame dei suddetti corsi tiene conto, con le opportune interpretazioni e gli opportuni adattamenti, considerata l'assoluta specificità degli esaminandi, di quanto previsto dall'art. 25 della legge n. 8. Tale legge prevede la formazione delle commissioni di esame immaginando che i soggetti non abbiano caratteristiche diverse (in questo caso si tratta di categoria con problematiche del tutto specifiche) nella quale legge si parla di: "Prove finali e attestati di qualifica Commissioni esaminatrici" in cui si prevedono le figure degli esperti aventi diritto.
La Regione che provvede alle nomine deve individuare, oltre al Presidente di Commissione, anche l'esperto che nei corsi ordinari viene nominato su individuazione delle organizzazioni dei datori di lavoro.
Vorrei fosse chiaro che noi nominiamo un Presidente (che al limite non deve essere necessariamente un esperto; è un rappresentante della Regione che garantisce il corretto funzionamento degli esami) e un esperto. Per correttezza occorre dire che questo esperto è nominato dalla Regione in forza di un'interpretazione della legge che è stata data costantemente negli anni, in considerazione del fatto che normalmente sono gli enti pubblici che, grazie alle norme relative al collocamento obbligatorio assorbono i qualificati dei corsi, perché, per il vero, l'esperto dovrebbe essere nominato su individuazione delle organizzazioni dei datori di lavoro. Credo sia facile comprendere che l'organizzazione dei datori di lavoro dei centralinisti ciechi è difficilmente individuabile. Illustro più dettagliatamente questo concetto perché non vi siano equivoci.
La Regione per questi corsi nomina il presidente, che ripeto non deve essere un esperto, non deve essere un non vedente - questa deve essere una sua espressione di autorità all'interno delle commissioni - e nomina un esperto. Neppure questa persona avrebbe compito specifico di individuare essa stessa, perché la legge prevede che sia nominato un esperto su indicazione delle organizzazioni dei datori di lavoro, cioè esattamente un'organizzazione diversa da quella che raccoglie i non vedenti. La Regione in sostanza indica l'esperto immaginandosi rappresentante dei datori di lavoro dei centralinisti non vedenti. Si può scegliere un'altra via, ma da dieci anni a questa parte questa è stata la via più semplice; dovremmo avere indicazioni da tutti i datori di lavoro privati, da tutti i datori di lavoro pubblici e così via.
In ogni caso un esperto viene nominato dalla Regione.
Per l'individuazione dell'esperto, la Regione si è costantemente rapportata, con una sola interruzione negli anni, con l'Associazione di categoria legalmente riconosciuta più rappresentativa a livello regionale e nazionale. Tale Associazione risulta essere l'Unione Italiana Ciechi.
I dati in nostro possesso sono (probabilmente per difetto, ma li do con la necessaria prudenza) del tutto a favore di questa organizzazione, che organizza più del 95% dei non vedenti, con oltre 4.000 iscritti in Piemonte e con la disponibilità costantemente dimostrata a dare prova della consistenza della propria realtà.
Il riferimento a questa Associazione per avere a disposizione un esperto non è obbligatorio e se ne può prescindere, a mio avviso, avendo la Regione pieni diritti di individuare esperti secondo meccanismi diversi.
Va comunque ricordato che nel decreto di scioglimento dell'Unione Italiana Ciechi del dicembre 1978, nel quale, pur delegando le materie conferite in precedenza alla stessa Unione Italiana Ciechi ai Comuni, in relazione al DPR n. 616/77, all'art. 2 si riconoscono "i compiti associativi nonché quelli di rappresentanza e tutela dei minorati della vista previsti dalle norme vigenti e dalle norme statutarie". In sostanza vi è un indirizzo privilegiante per l'Unione Italiana Ciechi.
Oltre a ciò l'Unione Italiana Ciechi risulta essere rappresentata su tutto il territorio regionale con articolazioni provinciali e con un alto numero di associati, come ho già detto.
Altre organizzazioni, e tra questa l'Associazione Nazionale Privi della Vista, pur essendo state regolarmente costituite in enti morali, risultano essere poco presenti a livello regionale e l'Associazione Nazionale Privi della Vista è formalmente costituita solo in provincia di Torino, oltre ad essere in termini numerici sproporzionatamente meno consistente dell'Unione Italiana Ciechi. Il rapporto è davvero improponibile, se non è dell'1:100 certamente a questo valore si avvicina.
Va notato che da tutte le comunicazioni che ho avuto dall'Associazione Nazionale Privi della Vista appare evidente che si tratta di organizzazione provinciale di Torino. Quindi si tratta, per quanto mi è stato documentariamente dato da valutare, di una Associazione che ha valenza provinciale.
Anche quest'anno per la nomina del rappresentante in questione si è provveduto, da parte degli uffici con i criteri suddetti per delega presidenziale, senza alcuna interferenza (che non mi sembrava il caso di attivare).
Si può cambiare, con decisione discrezionale, che può prescindere dalle organizzazioni per puntare ad una autonoma individuazione e valutazione di esperti. Lascio all'intelligenza degli interroganti comprendere fino in fondo cosa significa questa dichiarazione, in buona sostanza che al di là della formalità della richiesta per iscritto del nominativo dell'esperto vi è un ampio margine discrezionale dell'Assessorato per trovare l'esperto nelle persone che esso ritiene più autorevole.
Per quanto attiene infine all'attività del Centro di documentazione si precisa che la gestione dello stesso è affidata al Comune di Torino. E' vero, vi sono problemi per questo Centro e, proprio per verificare e qualificare l'intervento del Centro, su proposta degli Assessorati all'assistenza e all'istruzione, si è costituito un comitato tecnico all'interno del quale sono rappresentate la Regione, la Provincia di Torino e l'Unione Italiana Ciechi e che dovrebbe operare in stretto collegamento con il Comune di Torino.
Vi sono state numerose riunioni. Il 10 maggio abbiamo avuto la segnalazione di una difficoltà di rapporti con il Comune di Torino che non pare fornisca le informazioni necessarie, per cui i tecnici hanno restituito temporaneamente agli Assessorati competenti il mandato perché si risolvano politicamente le questioni che sono aperte. Infatti stiamo cercando di avviare un contatto perché, se ci sono delle difficoltà, queste siano superate.
Rispetto alla difficoltà relativa alla carenza di testi in Braille e di personale presso il suddetto centro si precisa che da parte di questo Assessorato si è già provveduto attraverso un contributo di 25 milioni.
Altrettanto è stato fatto dall'Assessorato all'assistenza. Non ci è mai stato indicato con precisione un fenomeno di carenza e di insolvenza. Dico anche con molta franchezza che non c'è alcuna indisponibilità ad intervenire più consistentemente, compatibilmente con le nostre realtà finanziarie. Non c'è nessun atteggiamento preclusivo e sappiamo che un impegno in questo senso è soltanto positivo.
Infine, per quanto attiene l'istituzione di corsi di formazione per masso-fisioterapisti, tale materia è di competenza del settore Formazione Professionale che fa capo all'Assessorato alla sanità.
Per quanto ci risulta (ma queste sono informazioni non assolutamente certe) i privi della vista si orientano decisamente verso l'attività di centralinista, per le ragioni facilmente immaginabili, ma anche perch l'assorbimento da parte delle imprese e degli enti pubblici è molto forte e la disoccupazione fortunatamente in questo settore credo sia nulla o comunque molto limitata.
Non esiste (e lo voglio dire a tutti perché troppe parole sono state fatte) alcuna indisponibilità verso alcuno e tanto meno esistono volontà insabbiatrici di non so bene che cosa. Voglio ricordare tuttavia che i rapporti positivi si costituiscono sul rispetto reciproco, che obiettivamente manca, almeno da una parte, quando toni e parole ledono immotivatamente la dignità delle persone sia dell'Assessore sia degli uffici. Nessuno è entrato, come è stato scritto, nell'illecito; se così è accaduto lo si denunci, non abbiamo timore di nulla; nessuno ha voluto insabbiare alcunché, abbiamo fatto le cose alla luce del sole con dei criteri che sono quelli che ho esposto ora.
Concludo, passando alla commissione di abilitazione, quella che dipende dall'Ufficio del Lavoro. Qui un membro è designato dalla Regione che è un esperto in scrittura Braille. Questo esperto è stato nominato dal compianto collega Alberton nel 1986 nella persona di Giovanni Freccero, laureato in filosofia, esperto in scrittura Braille, che ha la nostra fiducia e che pu essere attaccato soltanto con prove documentate. Noi abbiamo dato fiducia a questo nominato e dobbiamo mantenerla fino a prova contraria. E questo lo dico con molta forza, perché non è giusto che le persone siano attaccate senza prove. Se poi uno è arrivato in ritardo una volta di un'ora non credo che sia motivo per essere attaccato in termini inopportuni.
Le informazioni che ho avuto stamattina in Assessorato mi dicono che la nomina è quinquennale, quindi dovrebbe completarsi nel 1991. Evidentemente nel percorso non intendo cambiare nessuno, a meno che non ci siano serie ragioni per cambiare. Non mi pare di averne individuate al momento. Questo dico a chiarezza e a sgombro di infiniti equivoci che si sono in questi tempi manifestati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Ringrazio l'Assessore Nerviani per l'articolazione della risposta e la tempestività della stessa e mi scuso per le intemperanze, che però ritengo giustificate, e colgo l'occasione per chiedere al Presidente che le interrogazioni dei Gruppi minori si possano svolgere con sufficiente tranquillità in aula.
Condivido alcuni assunti di fondo richiamati dall'Assessore. Se le affermazioni e le accuse mosse sono documentate, mi auguro che queste trovino anche in altre sedi il modo di manifestarsi.
Con l'interpellanza urgente sollecitavo l'Assessore a rispondere a quesiti che erano stati posti ai Gruppi consiliari da parte dell'Associazione Nazionale Privi di Vista, tenendo conto che le cose che venivano presentate in quelle lettere erano gravi ed era necessaria, in ogni caso, una puntualizzazione da parte dell'Assessorato, in particolare in merito alla rappresentatività delle associazioni dei ciechi. C'è una frizione tra le associazioni e questo argomento, che tra l'altro è doloroso all'interno di questa categoria, rappresenta un problema sia per le istituzioni che per tutti coloro che intendano contribuire a risolvere la situazione di oggettivo disagio di questa categoria.
Spero di trovare concorde l'Assessore sul fatto che il problema della rappresentatività, delle associazioni e delle tensioni che questo ingenera nella categoria, debba trovare una soluzione che non sia quella di dire: questi hanno ragione quelli hanno torto, ma debba trovare tutti concordi in una soluzione politica. L'Assessore ha accennato alla situazione del Centro di documentazione e quando l'Assessore dice: "I nostri tecnici ci hanno rimesso il mandato", mi pare dica con chiarezza che il rapporto tra il Comune di Torino e il Centro di documentazione comunque non funziona.
Quindi, al di là di chi pone questa questione sul tavolo dei responsabili politici, la questione esiste ed è corretto cercare di risolverla, anche se chi pone questo problema sia una minoranza.
Vorrei in futuro, senza dover presentare una ulteriore interrogazione che l'Assessore fornisca al Consiglio, almeno al sottoscritto interrogante i chiarimenti su come questa vicenda vada sviluppandosi, perché è intollerabile che una categoria che presenta oggettivi problemi possa essere trattata in maniera così distratta da parte del Comune di Torino.
Il problema con il Comune di Torino non è risolto, è tutto aperto. I problemi sollevati rimangono. Il problema della rappresentatività delle diverse associazioni va trattato a partire dai problemi sollevati e non semplicemente dicendo: "Questi sono più grandi e quelli sono più piccoli".
Rimane il problema dei corsi di formazione per masso-fisioterapisti, pur condividendo quanto detto dall'Assessore rispetto al mercato del lavoro per i due tipi di specializzazione, e quella dei corsi per centralinisti occorre, però, tener conto di desideri soggettivi dei privi della vista.
Non si dovrebbe costringere una categoria come questa ad un unico sbocco professionale per chi è già in una condizione che riduce oggettivamente e obiettivamente il numero delle possibilità occupazionali.
Sulla modalità di costituzione delle commissioni di esame, che è uno dei nodi delle richieste avanzate e dove si traduce nei fatti il criterio della rappresentatività, ritengo le precisazioni dell'Assessore rilevanti dal punto di vista giuridico.
Invito a considerare come aspetto politico più rilevante il superamento possibile dei contrasti, delle difficoltà e delle lacerazioni, tenendo conto dell'importanza del consenso e del riconoscimento da parte di tutti della serietà delle nomine effettuate. Tengo anche conto della proposta avanzata dall'Assessore, quando afferma che la Regione può anche scegliere per conto suo, prescindendo da un rapporto con qualsiasi associazione.
Questa scelta politica non sembra migliore rispetto a quella finora adottata.
Non so se sarà possibile in futuro mettere attorno a un tavolo tutte le parti per giungere a scelte collettive maggiormente condivise dalle associazioni. Mi permetto di suggerire all'Assessore questa strada per tentare una ricomposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò, presentatore dell'interrogazione n.
1831 sullo stesso argomento.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Soltanto pochi secondi per ringraziare anch'io l'Assessore Nerviani per la risposta tempestiva che è stata data all'interrogazione del Consigliere Ala, il quale avendola presentata prima di me sullo stesso argomento, era giusto ed opportuno che intervenisse in modo più ampio. Peraltro condivido pienamente anche i rilievi conclusivi che lui faceva.
Chiedo formalmente all'Assessore copia scritta della sua risposta che mi è parsa molto articolata e completa di diffuse considerazioni a braccio.
Purtroppo ad argomenti di questo genere, al di là che siano sollevati da poche o tante persone associate, c'è da rammaricarsi che si dedichi così distratta attenzione.
Anch'io auspico come il Consigliere Ala che sia data risposta a quelle questioni molte concrete sollevate e che riguardano in particolare, da quanto ho potuto rendermi conto, le inadempienze del Comune di Torino per fatti molto precisi. Peraltro nell'interrogazione, richiamando esigenze manifestate dalle associazioni in questione, sollevavo la possibilità di usufruire del servizio "buono taxi" che riguarda sempre il Comune di Torino.
Auspico vivamente che l'Assessore Nerviani stia dietro all'Amministrazione comunale torinese perché venga data risposta ampia e soddisfacente a esigenze che riguardano una categoria di nostri concittadini che davvero hanno molto bisogno della nostra attenzione e solidarietà.


Argomento: Edilizia scolastica

Interrogazione n. 1556 dei Consiglieri Adduci, Dameri, Sestero, Bontempi Montefalchesi e Calligaro inerente le barriere architettoniche nella scuola


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1556.
Risponde l'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore all'istruzione

L'interrogazione è assai datata; mi sembrava, infatti, che la rilevanza politica complessiva che assume e la mancanza di termini precisi cui fare riferimento permettesse una risposta meno urgente.
In relazione all'interrogazione si assicura che da parte della Regione Piemonte e dell'Assessorato competente si intende porre molta attenzione al problema del superamento delle barriere architettoniche attraverso iniziative concrete, delle quali parlerò brevemente, ed anche attraverso la diffusione della cultura del rispetto delle persone in difficoltà, nella fattispecie dei portatori di handicap, all'interno delle scuole. Già l'anno scorso l'Assessorato all'istruzione, d'intesa con il Politecnico, aveva organizzato un corso di perfezionamento in "Progettazione e barriere architettoniche" (progettazione finalizzata al superamento delle barriere architettoniche). L'obiettivo di tale iniziativa è stato quello di approfondire le conoscenze per la soluzione dei problemi progettuali collegati alla presenza delle barriere architettoniche, soprattutto nella scuola.
Nello specifico venivano esaminati gli aspetti normativi e legislativi delle leggi statali e di esperienze estere e quelli connessi ai problemi tecnici riguardanti soprattutto l'edilizia di uso collettivo quali scuole spettacolo, lavoro, commercio. Il finanziamento è nostra intenzione erogarlo anche per il corrente anno, al fine di mantenere la tradizione avviata, che mi sembra molto positiva.
In questo senso, le iniziative sono state diverse: ultima quella del Provveditorato agli Studi di Torino della fine dell'anno scorso; è nostra intenzione dare l'appoggio più consistente possibile.
Per quanto attiene agli interventi concreti dobbiamo dire, prima di tutto, che la legge prevede che tutte le nuove strutture debbano essere adeguate alla norma, e quindi tutti gli interventi effettuati ai sensi della legge n. 390 devono portare a superare i problemi che affliggono i portatori di handicap nelle scuole.
Per quanto riguarda i contributi regionali per l'anno in corso è stata fatta esplicita richiesta ai Comuni di provvedere, con i finanziamenti ottenuti, all'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici scolastici, secondo quanto previsto dall'art. 32 della legge finanziaria del 1987.
Nelle disponibilità finanziarie per l'edilizia scolastica dell'anno 1989 verrà riservata una quota parte del finanziamento da destinare allo scopo. Questo per quanto riguarda gli edifici esistenti; per gli altri di nuova realizzazione, il problema non dovrebbe sussistere.
L'unica cosa sicura al riguardo, per quanto attiene la Regione, è che noi interverremo attraverso la quota parte destinata al cosiddetto pronto intervento, prestando privilegiata attenzione all'abbattimento delle barriere architettoniche. Vi sono circa due miliardi da investire nel settore del pronto intervento per gli edifici scolastici; ho già dato disposizione agli uffici perché tra i criteri da seguire nell'erogazione delle somme si privilegino gli interventi per il superamento delle barriere architettoniche. Questa è una volontà precisa, un indirizzo politico che si traduce, anche se in modo non particolarmente consistente, in stanziamenti di bilancio.
V'è la costante sollecitazione agli enti locali, affinché prescindendo dal finanziamento regionale, pongano attenzione privilegiata al problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sestero.



SESTERO Maria Grazia

Signor Presidente, pur apprezzando l'impegno dell'Assessore Nerviani chiedevamo una risposta dell'intera Giunta regionale; la questione in oggetto, infatti, sebbene qui richiamata solo in merito alle scuole superiori, è questione di competenza di altri Assessori, in particolare dell'Assessore Croso. Dato che è problema che non affrontiamo per la prima volta e che sta marcendo per inadempienze della Giunta regionale, pur apprezzando le informazioni dell'Assessore Nerviani, riteniamo non sia stata prestata la necessaria attenzione e il dovuto rilievo all'interrogazione presentata.
Il 31 luglio 1987 il Consiglio regionale approvò un ordine del giorno relativo alla questione in oggetto. L'Assessore Nerviani ha richiamato tutte le disposizioni di legge che ormai rendono vincolante l'eliminazione delle barriere architettoniche. Nel febbraio 1988 è stata presentata un'interrogazione a firma di più Gruppi per sapere come fosse stato applicato quell'ordine del giorno che impegnava la Giunta. E' passato molto tempo, non ci risulta che impegni concreti per dare attuazione alle leggi in termini di eliminazione delle barriere architettoniche siano stati assunti dalla Giunta. Ci risulta, invece, che 500 milioni messi a bilancio nell'anno 1988 destinati a questa finalità non siano stati spesi. Non è l'unico caso in cui il bilancio è stato modificato a seguito di un emendamento presentato dal nostro Gruppo, ma pur avendo i soldi questa Giunta non li spende: con 500 milioni si poteva perlomeno dare avvio a un programma di eliminazione delle barriere architettoniche.
Siamo di fronte a una questione di rilievo e gravità non indifferente.
Non eliminare le barriere architettoniche significa rendere inagibile la città, gli uffici, i servizi e anche l'edilizia privata per numerose persone, e questo sostanzialmente per inadempienze delle amministrazioni.
Non vorrei entrare nel merito del problema in questa occasione, chiedo però, signor Presidente, che dopo aver raggruppato le interrogazioni presentate nel corso degli anni - partendo dall'ordine del giorno del 1987 nella prossima seduta del Consiglio si affronti con la necessaria completezza l'argomento.
Ieri l'Associazione per l'abbattimento delle barriere architettoniche ha presentato alle forze politiche una sua proposta di legge, ma i Gruppi di maggioranza e la Giunta erano assenti; non è stato un buon segnale per chi continua a battersi per un diritto ineliminabile della sua vita: poter avere agibile la città è una condizione di sopravvivenza.
Il problema è urgente e non più procrastinabile; chiedo che nella prossima seduta si affronti ampiamente l'argomento, in modo che l'Assessore Croso ci possa dire cosa si è fatto e cosa si intende fare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Croso.



CROSO Nereo, Assessore al bilancio

Raccolgo l'invito. Le osservazioni del Consigliere Sestero in parte sono condivisibili. Stiamo lavorando per portare a compimento serie di richieste contenute nell'ordine del giorno votato dal Consiglio regionale.
Per quanto riguarda le competenze specifiche dei nostri fabbricati, un 'equipe di tecnici sta predisponendo i relativi progetti (il noto incarico dato alla STEF); per quanto riguarda gli altri aspetti è stata sottoposta all'attenzione della Giunta una serie di iniziative, sulle quali mi impegno nel prossimo Consiglio a dare più completa informazione (compresa l'iniziativa di un importante convegno a livello nazionale organizzato dall'ANCI, che vede impegnata anche la Regione Piemonte in una serie di incontri preparatori).


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 1707, interrogazione n. 1771 del Consigliere Staglian interrogazione n. 1787 dei Consiglieri Adduci, Bontempi e Bresso ed interrogazione n. 1814 dei Consiglieri Adduci, Bontempi e Chiezzi inerenti lo smaltimento dei rifiuti della Motonave Zanoobia - Nube tossica di Orbassano


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 1707 e delle interrogazioni nn. 1771, 1787 e 1814 inerenti la nube tossica di Orbassano.
La parola al Consigliere Staglianò per l'illustrazione dell'interpellanza n. 1707.



STAGLIANO' Gregorio Igor

In merito all'interpellanza n. 1707, a norma di Regolamento e a beneficio di tutti i colleghi e di chi ci ascolta, vorrei riassumerne brevemente le domande contenute, in modo che da parte dell'Assessore ci possa essere una risposta puntuale. Sull'argomento non bisogna sollevare nuvole e polveroni, ma avere la pazienza di ricostruire per quanto possibile la dinamica di una vicenda abbastanza inquietante.
Signor Presidente, le chiedo di potermi avvalere del Regolamento.



PRESIDENTE

Ne ha tutti i diritti.



STAGLIANO' Gregorio Igor

La mia non sarà un'illustrazione dell'interpellanza, ma un richiamo a domande a nostro avviso abbastanza stringenti, in modo che l'Assessore - se vorrà - ci possa rispondere puntualmente.
Rinuncio all'ampio ragionamento che l'argomento meriterebbe: non mi riferirò a tutte le interrogazioni ed interpellanze presentate dal sottoscritto e da altri colleghi, ma soltanto alla n. 1707 (che, peraltro ne richiama esplicitamente altre).
Le questioni sulle quali chiedo l'attenzione dell'Assessore sono le seguenti: l'esito e i dati dei prelievi effettuati dall'USSL n. 34 in seguito agli incidenti avvenuti tra il 4 gennaio e il 10 marzo 1989 i tipi di sostanze (è punto importante per capire quanto sta avvenendo) per le quali è stato predisposto il monitoraggio allestito presso la Servizi Industriali le motivazioni alla base del rifiuto della Servizi Industriali di smaltire parte dei bidoni della Zanoobia (si è parlato di 1.500 bidoni restituiti al mittente), la conseguente nuova destinazione degli stessi e la quantità di rifiuti non smaltita) la causa dell'intossicazione patita dai lavoratori dello scalo ferroviario di Orbassano persistita fino agli inizi del mese scorso quali controlli sono stati effettuati (richiamo l'attenzione dell'Assessore perché sull'argomento, insieme con il collega Ala, ho proposto una deliberazione consiliare per l'istituzione di una Commissione d'inchiesta) dalle autorità competenti in seguito all'esposto degli operatori sanitari di Beinasco del 2 ottobre 1987, con il quale gli stessi denunciavano i sintomi che si sono verificati e ripetuti, fino a poche settimana fa, a carico di propri concittadini. Gli operatori sanitari di Beinasco avevano provveduto ad informare del problema il Sindaco, tutti i rappresentanti dell'USSL n. 34 nonché gli Assessorati competenti quali provvedimenti disciplinari intendono assumere gli Assessorati competenti per eventuali inadempienze che a noi pare di riscontrare con molta precisione cosa intende fare l'Assessore per la rilocalizzazione della Servizi Industriali in sito idoneo, lontano da centri abitati.
Chiedo scusa ai colleghi per aver utilizzato qualche minuto in più del consentito per ripuntualizzare passaggi, a nostro avviso, essenziali per capire se l'Assessore intende al riguardo fare quanto in nostro potere per risolvere un drammatico problema che interessa moltissimi cittadini e che ha guadagnato le prime pagine della cronaca locale e nazionale.
Mi auguro che l'Assessore voglia, come puntualmente abbiamo formulato le domande, puntualmente rispondere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Signor Presidente, vorrei renderle noto che era stato deciso che all'interrogazione rispondessero sia l'Assessore all'ambiente sia l'Assessore alla sanità. I chiarimenti relativi alle analisi effettuate sul territorio (di cui chiede il Consigliere Staglianò) fanno parte della risposta che doveva dare l'Assessore Maccari, che non è presente. So che ha lasciato una relazione che pregherei di leggere prima della mia parte complementare e minimale rispetto alla risposta, più ponderosa, di competenza del settore sanità.



PRESIDENTE

Ho provveduto ad avvisare il Presidente Beltrami della richiesta.
L'Assessore Maccari era disponibile a rispondere, ma il ritardo nell'inizio dei nostri lavori non glielo ha consentito. L'Assessore ha dovuto assentarsi per un impegno istituzionale: la visita di una delegazione svizzera al CTO ha reso necessaria la sua presenza. Ci ha per lasciato la documentazione, ed ora interverrà in sua vece il Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, i colleghi prenderanno quanto meno atto che, sollecitati dal collega Staglianò e da altri ad intervenire su questo argomento nella giornata di oggi, non ci siamo sottratti dall'impegno.
Il collega Maccari, è stato convocato al CTO per problemi di rilevanza e di urgenza, purtroppo sui singoli argomenti viviamo in stato di guerra continua, sta a me sostituirlo fisicamente, anche se mi auguro un suo celere rientro per rispondere a eventuali domande dei Consiglieri.
Vengo al merito della risposta dell'Assessore.
In merito all'inquinamento atmosferico allo scalo ferroviario di Orbassano, l'Assessorato regionale alla sanità, nel rispetto di ruoli e di competenze istituzionali diverse, ha innanzitutto cercato di promuovere il collegamento tra gli interventi di tutti i soggetti interessati.
Al di là delle indagini giudiziarie che da tempo risultano essere in atto anche attraverso gli apporti tecnici di personale del Servizio Sanitario Nazionale e rispetto alle quali viene ovviamente salvaguardato il segreto istruttorio, è stato comunque ritenuto indispensabile l'intervento delle Amministrazioni pubbliche a diverso titolo competenti e sono state peraltro concordate, nelle scorse settimane, iniziative tese a dare la massima ampiezza e completezza al monitoraggio che aveva avuto inizio al primo manifestarsi del fenomeno di inquinamento, cioè l'8 marzo scorso.
In particolare, dal 16 maggio scorso, su disposizioni impartite dall'Assessorato, ha avuto inizio una operazione di monitoraggio presso lo scalo di Orbassano e zone limitrofe, estesa alle ore notturne ed ai giorni prefestivi e festivi, attraverso la turnazione di tecnici del laboratorio di Sanità Pubblica di Grugliasco e del Servizio Igiene Pubblica di Orbassano e di Chivasso.
Un ulteriore screening delle aziende della zona determinate in base ai cicli di lavorazione in atto, era stato concordato tra il Servizio Igiene e Sicurezza del Lavoro di Torino ed il Servizio Igiene Pubblica di Orbassano e si era aggiunto ai programmi di controlli già convenuti tra l'USSL di Orbassano e il Laboratorio di Sanità Pubblica di Grugliasco.
Alle attività stabilite è stata assicurata piena disponibilità di collaborazione da parte dei Carabinieri e della Polizia ferroviaria.
L'analisi dei primi risultati degli interventi effettuati dal 16 al 24 maggio scorso ha prodotto una relazione del Servizio di Igiene Pubblica di Orbassano nella quale viene tra l'altro riferito che i sopralluoghi effettuati in zona nell'arco di tutto il mese di maggio indicano nella "Servizi Industriali" di Orbassano la probabile origine delle esalazioni.
Dalla stessa relazione emerge in particolare che fonte di emissioni in atmosfera sono le vasche di ossigenazione e miscelazione del processo biologico e il processo di emulsione oli.
In base a tali considerazioni il Comune di Orbassano, per competenza istituzionale, ha diffidato la ditta Servizi Industriali, su suggerimento del Servizio Igiene Pubblica della USSL 34, ad ottemperare ad alcune precise prescrizioni.
Dalle prime ore del giorno 19 maggio non si sono più riscontrati riferisce l'USSL 34 - nuovi episodi di inquinamento atmosferico presso lo scalo F.S. di Orbassano.
I dati raccolti consentono altresì alcune ulteriori considerazioni.
Intanto si può affermare che le analisi eseguite dalla sezione chimica del L.S.P. di Grugliasco hanno rilevato una presenza di sostanze estranee alla composizione naturale dell'aria non tuttavia presenti in concentrazioni tossiche.
Fra le sostanze identificate sono stati reperiti mercaptani (si tratta di composti solforati) in concentrazioni non tossiche ma tali da dare spiegazione del fenomeno olfattivo sgradevole e talora nauseabondo.
L'esame dei referti relativi ai ferrovieri presentatisi presso l'Ospedale S. Luigi di Orbassano ha evidenziato solo in una parte di essi la presenza di segni obiettivi, consistenti in fenomeni irritativi delle mucose transitori e di modica entità.
Anche per i dipendenti ATM e della Ditta Gorle recatisi presso il Pronto Soccorso degli Ospedali Molinette (in numero di 38, tra meccanici verniciatori, addetto alla pulizia, manovratore e autista) e Mauriziano di Torino (in numero di 22), le relazioni cliniche e i referti non evidenziano situazioni cliniche di particolare rilevanza. Così pure, ricerche tossicologiche eseguite su alcuni soggetti hanno dato risultati negativi.
In particolare, in data 18 maggio u.s., presso il DEA, dell'Ospedale Molinette sono stati effettuati rilievi tossicologici e chimico laboratoristici su 38 soggetti, di cui 32 dipendenti dell'ATM e 6 della Società Gorle Appalti di Orbassano. La sintomatologia, in ordine a questi casi, è stata così descritta dal primario del Servizio Universitario di Anestesia e Rianimazione, prof. Roberto Pattono: "... una sintomatologia variabile dal bruciore alle congiuntive, senso di pirosi, gastralgia nausea, vomito, lipotimia e senso di confusione. Sono stati rilevati i valori pressori, mediamente normali (solo due pazienti lievemente ipertesi); auscoltariamente al torace non si sono ascoltati rumori patologici. Sono stati effettuati a tutti prelievi per esami ematologici (emocromo, enzimi epatici, carbossiemoglobinemia e metaemoglobinemia) e di urine (ricerca di metaboliti e di sostanze tossiche)..." che sono risultate nella norma.
La valutazione chimica dell'inquinamento atmosferico risulta, sulla base di comunicazione scritta del Servizio Igiene pubblica dell'USSL di Orbassano avvenuta in data 5 di questo mese, dalla relazione del Laboratorio di Sanità pubblica di Grugliasco: essa ha evidenziato un superamento del livello di soglia olfattiva dei mercaptani. Sarà proseguita la sorveglianza, effettuando in particolare altri campioni d'aria in zona allo scopo di delineare una più precisa mappa degli elementi inquinanti e proseguendo l'analisi dei cicli lavorativi della ditta Servizi industriali allo scopo di individuare eventuali altri opportuni provvedimenti secondo competenze.
Fin qui la relazione dell'Assessore Maccari, alla quale ne è allegata un'altra, relativa alla valutazione chimica dell'inquinamento atmosferico a disposizione di chi fosse interessato. E', di fatto, una relazione con pregnanti indicazioni di carattere tecnico.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Mio compito, completare la relazione dell'Assessore Maccari dal punto di vista ambientale.
La presenza più o meno regolare di odori sgradevoli nella zona di Orbassano, Beinasco, con punte di persistenza più o meno lunghe, è nota da diversi anni.
Ultimamente, l'aggravarsi della persistenza degli odori e l'esasperazione della popolazione esposta hanno creato la situazione oggi nota come "la nube tossica di Orbassano".
L'inquinamento lamentato nell'area presenta alcune caratteristiche che lo rendono di qualificazione e quantificazione particolarmente incerta e complessa.
Infatti, le immissioni che interessano la zona oltre ad una matrice idrocarburica evidenziano talora la presenza di sostanze (idrocarburi alogenati e solforati) caratterizzate da una soglia olfattiva particolarmente bassa, il superamento della quale anche a concentrazioni esigue, è sufficiente a generare nei soggetti saltuariamente esposti sensazioni di ripulsa e di disgusto.
Tali immissioni sono caratterizzate oltre che da basse concentrazioni anche da discontinuità e, in generale, da breve durata oltre che da una considerevole variabilità dei componenti.
In altri termini, il fenomeno riassume le massime difficoltà tecnico analitiche che si possono ipotizzare in un evento di inquinamento: molteplicità di prodotti, variabilità degli stessi, bassa soglia olfattiva e quindi individuazione organolettica dell'evento anche a concentrazione di bassissimi ppb, saltuarietà e imprevedibilità del fenomeno, mancanza di dati meteoclimatici al contorno.
Non è quindi motivo di stupore se la maggior parte delle indagini sino ad ora effettuate abbiano sortito effetti modesti sia per la discontinuità con cui sono state svolte sia per la tipologia dei prodotti ricercati non mirata a prodotti a bassa soglia olfattiva.
L'ultima indagine, svolta dai tecnici del Laboratorio di Sanità Pubblica di Grugliasco e delle USSL di zona dal 16 maggio al 24 maggio hanno permesso di identificare e di quantificare inquinanti che, seppur non in concentrazioni non tossiche - come risulta dalla relazione dell'Assessore alla sanità - sono sicuramente causa degli odori sgradevoli e disgustosi avvertiti nella zona.
Sappiamo tutti che la "nube tossica di Orbassano" non è tossica.
Il controllo sopra descritto ha richiesto la presenza continuativa dei tecnici, occupati a tempo pieno per il problema in esame. L'esiguità degli organici dei Laboratori di Sanità Pubblica, soprattutto per la parte di controllo dell'inquinamento atmosferico, rende indispensabile dotarsi ora di strumentazioni che permettano di tener sotto controllo con continuità la zona senza richiedere un così gravoso impegno del personale addetto L'acquisto di tale strumentazione è stata da noi richiesta all'Assessorato alla sanità dettagliando tutti gli elementi tecnici che devono comporre le postazioni di misura. Ritengo di dover estendere la richiesta di questa apparecchiatura mobile, che meccanicamente provvede al monitoraggio dell'aria, anche per quanto riguarda Leinì relativamente all'esalazioni dell'Ecolinea, come promesso all'incontro avuto questa mattina con il Sindaco e con una rappresentanza del Comitato spontaneo di Leinì. Anche la zona di Leinì è a rischio, da fare sotto monitoraggio continuo. E' inutile che noi ci affidiamo alle UU.SS.SS.LL., che non sono in grado di operare controlli con la continuità necessaria ed indispensabile in queste zone.
L'indagine effettuata dai tecnici del Laboratorio di Sanità Pubblica di Grugliasco e delle UU.SS.SS.LL. ha portato il responsabile del Servizio Igiene pubblica dell'USSL n. 34 a concludere che verosimilmente la fonte delle esalazioni maleodoranti vada ricercata nelle emissioni conseguenti alle lavorazioni della ditta Servizi Industriali di Orbassano. Dalle verifiche effettuate all'interno dello stabilimento è emerso altresì che le vasche di ossigenazione e miscelazione del processo biologico e il processo di emulsione olii sono fonte di emissioni in atmosfera.
Tali emissioni sono oggi parzialmente captate ed abbattute. Il trattamento dei rifiuti industriali, in aziende come la Servizi Industriali, per la grande variabilità di sostanze da trattare richiede l'adozione di tecnologie, oggi disponibili, in grado di garantire la completa captazione degli inquinanti rilasciati ed il loro trattamento con sistemi di permettano, anche in condizioni molto variabili di generazione degli inquinanti, di avere emissioni inodori e contenenti i più bassi livelli di inquinanti possibili.
Sulla base di quanto prescritto dal DPR n. 203/88 anche la Servizi Industriali, come tutti gli stabilimenti con emissioni in atmosfera, dovrà presentare entro il 1 luglio prossimo la propria domanda di autorizzazione nonché il progetto per l'adeguamento delle emissioni in atmosfera.
Sarà compito degli uffici competenti dell'Assessorato all'ambiente valutare con la massima urgenza e attenzione il progetto che la società presenterà, formalizzando nel più breve tempo possibile le prescrizioni tecniche che dovranno essere seguite per garantire la continuazione dei cicli svolti presso la Servizi Industriali in condizioni di massima tranquillità dal punto di vista ambientale e della salute pubblica.
Per quanto concerne l'interrogazione urgentissima n. 1814 del 26/5/1989, dato e non concesso che sussista incompatibilità tra l'attività del prof. Versino e la di lui appartenenza al Comitato Tecnico Provinciale incompatibilità presunta ma non verificata - non si ritiene che la questione sia di pertinenza della Regione Piemonte, che non ha espresso n la composizione né la nomina del detto Comitato Tecnico Provinciale.
Per l'azienda Servizi Industriali, così come per l'Interchim e l'Ecolinea di Leinì, cui precedentemente ho accennato, si presenta il problema della ricollocazione. E' certo che non possiamo permettere che le popolazioni abitanti attorno a queste aziende corrano rischi per la propria salute; la ricollocazione si pone come problema immediato.
Come espresso nell'incontro di poc'anzi non è la Regione a dover scegliere il sito di ricollocazione di queste aziende; sono le aziende stesse a dover presentare, contemporaneamente, progetto e sito di ricollocazione, e sarà compito degli organi regionali, prendere in sollecito esame il tutto per garantire alle popolazioni la salvaguardia della loro salute.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Prendo la parola in replica alla risposta in due tempi - anzi, a due voci - che mi attendevo. Mi perdoneranno il Presidente Beltrami e l'Assessore Cernetti se dico subito di essere assolutamente insoddisfatto per la risposta ricevuta, in particolare per quanto riguarda quella dell'Assessore Maccari doppiato dal Presidente Beltrami.
Prendiamo atto, signor Presidente, che l'entità dei danni patiti dai ferrovieri, dai cittadini di Beinasco e di Orbassano e dai tranvieri del deposito del Gerbido sono stati di entità lieve. Ci pare un tantino minimizzante, ma non entriamo nel merito delle questioni tecniche che portano la Giunta regionale alle conclusioni che abbiamo appena sentito.
Però, signor Presidente, molto spesso i rapporti in quest'aula si tendono, non ci si capisce e in ogni caso si finisce per non fare un buon lavoro. Perché, colleghi Consiglieri, ho voluto richiamare puntualmente una per una e con pignoleria (forse eccessiva per qualcuno, ma motivata anche dai rimpalli di voce e di responsabilità che abbiamo sentito poc'anzi) le questioni che intendevamo sollevare? Perché si facesse il conto, alla fine, delle questioni a cui si è risposto e di quelle cui non si è risposto. Per quanto riguarda la risposta dell'Assessore Maccari doppiato dal Presidente Beltrami - mi domando: quando si potrà sapere quali controlli sono stati effettuati dall'USSL n. 34 diretta dal dr. De Ruggero in seguito all'esposto dei medici di Beinasco del 2 ottobre 1987? Quando si potrà avere risposta, visto che le interpellanze urgentissime non servono a nulla? Quando si potrà sapere quali sostanze vengono monitorate, visto che l'Assessore Cernetti opportunamente sottolineava che quelle finora ricercate sono a bassa captazione olfattiva e quindi non necessariamente quella a più alta tossicità, visto che una sostanza può puzzare senza procurare eccessivi danni ed un'altra può non puzzare, ma causare danni maggiori? Quando si potrà sapere qualcosa in merito da parte dell'Assessore Maccari, possibilmente non doppiato da alcuno? Per quanto riguarda i dati emersi dai prelievi, ci limitiamo a sottolineare che in un primo momento si incrociano le braccia - in particolare per l'USSL n. 34 ma anche per l'USSL n. 24 poi ci si trincera dietro il segreto istruttorio.
Il Presidente Beltrami comprenderà perché non posso dichiararmi soddisfatto. Di alcune affermazioni e conclusioni circa le conseguenze sulla salute dei cittadini, che a noi paiono eccessivamente tranquillizzanti non si può far altro che prenderne atto. Ma vi sono fatti circostanziati che riguardano responsabilità istituzionali assegnate anche alla Regione Piemonte: l'Assessorato diretto da Maccari ha compiti di vigilanza su quanto combinano le UU.SS.SS.LL.; nel nostro caso abbiamo una USSL inadempiente e negligente, per non dire di peggio! Quando si potranno avere risposte? Siccome non ci fidiamo, come ho già detto, abbiamo provveduto a presentare, insieme al Consigliere Ala, una proposta di Commissione d'inchiesta. Visto che presentare delle interpellanze è inutile, come peraltro già sapevamo, in particolare per quanto riguarda alcuni Assessorati, vogliamo che sia il Consiglio regionale, direttamente ad affondare le mani in fatti inquietanti: non si può dire che l'USSL n. 34 non fosse informata sul pericolo in corso.
Penso di essere stato sufficientemente chiaro sui motivi della nostra insoddisfazione e sul rammarico per la sordità dell'Assessore Maccari.
Passo alla seconda parte, trattata dall'Assessore Cernetti. Anche qui non posso far altro che prendere atto di alcune affermazioni, che mi paiono oneste nella loro linearità di ragionamento, laddove si denuncia l'esiguità di personale e apparecchiature argomenti oggetto di un'interrogazione e di un'interpellanza cui non è stata data risposta (il 4 maggio ne è pervenuta una parzialissima, anzi finta, dall'Assessore Maccari, relativamente ad una interrogazione presentata congiuntamente con il Consigliere Adduci ed altri). Mi si permetterà una battuta: i 12 miliardi che dovrebbero servire per potenziare i Laboratori di Sanità Pubblica, sono come i carri armati di Mussolini (mi perdonino i colleghi del MSI) circolavano sempre gli stessi ma sembravano tanti. Ci domandiamo cosa si aspetti a praticare questi investimenti visto che il 4 maggio scorso l'Assessore Maccari disse che sarebbe stata attivata in quei giorni la domanda di usufruire di finanziamenti ad una legge del 1986, cioè di tre anni prima. Devo prendere atto dell'onestà con cui l'Assessore Cernetti, rispetto a questo punto risponde testualmente: "per quanto riguarda apparecchiature e personale non siamo in grado di fare il nostro lavoro".
Peraltro, si era premurato a sottolineare tali inadeguatezze lo stesso Prefetto di Torino, il quale ha ritenuto di dover "tirare le orecchie" qualcuno così ha detto, a ragione - alla Giunta regionale circa compiti che dovrebbero essere svolti per dovere istituzionale e che invece non vengono svolti.
Prendo atto delle affermazioni dell'Assessore, che ancor più motivano nel richiedere quegli approfondimenti ulteriori richiamati in precedenza l'Assessore Cernetti mi consentirà però di dirle, con la consueta franchezza che ispira i nostri rapporti in quest'aula, che la sua risposta è reticente su due punti sostanziali dell'interpellanza urgentissima n.
1707. Io chiedevo perché la Servizi Industriali ha rifiutato 1.500 bidoni della Motonave Zanoobia e, in secondo luogo, la conseguente destinazione degli stessi. Dove sono andati a finire? Si tratta di domande precise; non era per pignoleria che le domande sono state ripercorse puntualmente, una per una. Rinnovo l'esigenza di ottenere una risposta in aula, di informazione per tutti i Consiglieri ovviamente, quelli interessati al problema, anche se non sono tantissimi.
In ultimo, la rilocalizzazione. (La Zanoobia riguarda il passato, ma l'accaduto è di grande rilievo ed è per questo che chiedo di conoscere la fine dei noti 1.500 bidoni). Devo dar atto all'Assessore Cernetti che su questo punto la sua posizione è impeccabile: non è la Regione Piemonte a dover individuare i siti di rilocalizzazione di aziende private.
Comportamento istituzionale corretto. Il punto, però, qual è, Assessore Cernetti? E su questo deve rispondere, altrimenti ci si può anche trincerare dietro un'impeccabile posizione istituzionale e sfuggire alla sostanza, ma qui, "nessuno è fesso". La Servizi Industriali è un'azienda che fa porcherie che di tanto in tanto vengono fuori; situata in mezzo a delle case, è ubicata nei pressi di un ospedale pubblico (se fosse privato sarebbe la stessa cosa) che cura le malattie polmonari, e che quindi si trova a 500 metri da vasche a cielo aperto che ribollono di veleni vari.
Nel momento in cui si prende atto che aziende pericolosissime sono localizzate in luoghi inidonei, la Regione Piemonte e la Provincia di Torino cosa devono fare? Non violare le norme, buon senso o la correttezza politica istituzionale, obbligando un'azienda a spostarsi da un determinato luogo: semplicemente deve dire all'azienda che non può lavorare in quel luogo, che l'autorizzazione provvisoria, della validità di 6 mesi, non verrà rinnovata. Non si fa così, Assessore Cernetti, se si vogliono davvero risolvere i problemi? Certi imprenditori, che lavorano in campo strategico per quanto riguarda la convivenza civile e la salubrità del poco ambiente che ci rimane, devono essere messi di fronte alle proprie responsabilità: tocca a loro cercare un luogo idoneo e avanzare proposte. Ma istituzioni che rinunciano a fare pressioni in questo senso, sono istituzioni asservite a imprenditori-pirati, che lucrano sulla salute della gente: le istituzioni democratiche non possono tollerarlo.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Evita di ricevere un'altra querela per diffamazione... Il mio atteggiamento nei confronti dei privati è talmente noto che non è nemmeno sfiorato dalle tue illazioni.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Se lei avesse seguito con attenzione quanto andavo dicendo, avrebbe afferrato che le ho dato atto di un atteggiamento istituzionale impeccabile; lei, però, non deve sfuggire dalla sostanza del problema. A parte il fatto che a tutt'oggi non mi è stata notificata alcuna querela; se questo dovesse succedere ne prenderei atto. In ogni caso ho sollecitato l'invio alla Procura di tutto quanto necessario al riguardo; peraltro informo l'Assessore Cernetti - visto che siamo in argomento "Servizi Industriali" - che siamo stati noi a presentare un esposto-denuncia alla Magistratura di Torino! Un esposto-denuncia dal quale emergono responsabilità precise di enti pubblici e strutture pubbliche. La pregherei, Assessore, di non essere troppo reattiva su passaggi che peraltro non la riguardano direttamente e, invece, di guardare alla sostanza del problema. Per quanto riguarda la rilocalizzazione, preso atto dei vari problemi (insufficienze e così via) una strada istituzionale corretta non è certo quella intrapresa dall'Assessore Cernetti - quindi dando adito più che a illazioni che si impegoli in indicazioni di vari siti. L'Assessore metta la Servizi Industriali con le spalle al muro dicendole che in quel luogo non può stare e che deve presentare progetti di rilocalizzazione. Ma la verità è che in assenza di un piano dei siti di smaltimento, e viste le leggerezze "combinate" dall'Assessorato (su cui il TAR è dovuto intervenire), gli imprenditori privati e la Servizi Industriali in particolare, chiedono a noi quali sono i siti potenzialmente idonei. Questo volevo dire, Assessore Cernetti, signor Presidente Beltrami e colleghi.
Per tutte queste ragioni non posso dichiararmi soddisfatto della risposta della Giunta. Invito pertanto per l'ennesima volta gli Assessori Cernetti e Maccari a dare risposta alle mie domande; quando la corda tirata più volte, si spezzerà non bisognerà meravigliarsene. Su questo particolare argomento, la corda di fiducia che lega i cittadini alle istituzioni si è ampiamente logorata, e in più punti è già spezzata. Questo perché nei rimpalli di responsabilità, competenze e formalismi - anche giusti - si sfugge alla sostanza delle questioni.
Signor Presidente, spero si possa ritornare sull'argomento e non sia necessario ripresentare interrogazioni urgentissime: auspicherei motu proprio una risposta della Giunta sui punti inevasi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Signor Presidente, come ebbe a rilevare qualche mese fa Indro Montanelli, richiamandosi ad un noto romanzo giallo di Agatha Christie "Una coincidenza è una coincidenza, due coincidenze sono due coincidenze, tre coincidenze incominciano a dare adito a qualche sospetto".
Posso capire che la Giunta abbia glissato sulla richiesta dei Consiglieri Ala e Staglianò di procedere all'istituzione di una Commissione d'inchiesta sull'USSL n. 34, posso comprendere che la Giunta abbia glissato sulla nostra richiesta di avviare una Commissione d'inchiesta con il compito di verificare e valutare l'operato della Giunta provinciale di Torino nel rilasciare le autorizzazioni agli impianti di trattamento e smaltimento di rifiuti, non posso però comprendere come abbia fatto la Giunta a glissare su quanto scritto nella relazione predisposta dall'USSL n. 34, che è stata puntigliosamente letta dal Presidente Beltrami, di cui era a conoscenza anche l'Assessore Maccari, che è stata puntualmente ripresa dall'Assessore Cernetti.
Avete letto integralmente la relazione, tranne due righe: "Alla luce di quanto sopra, si è richiesto all'Assessorato provinciale all'ecologia di riesaminare la pratica autorizzativa relativa alla Servizi Industriali".
Perché non avete letto questa frase? E' contenuta nella relazione da voi citata.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Io ho letto tutto.



ADDUCI Donato

E' in mio possesso la relazione firmata dal dr. Nicola De Ruggiero che ha per oggetto: "Inquinamento atmosferico zona scalo F.S. Orbassano". Le cose dette dal Presidente Beltrami e dall'Assessore Cernetti coincidono quindi, si tratta della stessa relazione dell'USSL di Orbassano, che invita la Provincia a riesaminare la pratica autorizzativa. Non mi pare un'omissione di poco conto.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Ho letto fedelmente quello che mi è stato passato. Forse si trattava di tutt'altra cosa.



ADDUCI Donato

Lei ha letto delle frasi riprese testualmente dalla relazione dell'USSL n. 34.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Ho letto fedelmente la relazione di Maccari, che, evidentemente, si è rifatta parzialmente a quanto lei sta dicendo.



ADDUCI Donato

Perciò ricordavo "una coincidenza è una coincidenza...!"



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Quanto sostenuto dal Consigliere Adduci non è contenuto nella relazione né di Maccari né nella mia. Comunque, suona nel seguente modo (vale anche come risposta al Consigliere Staglianò): "....è richiesto all'Assessorato provinciale all'ecologia di riesaminare la pratica autorizzativa relativa alla Servizi Industriali". Come diceva il Consigliere Staglianò, è vero che soprattutto a seguito di inadempienze consistenti si può imporre sia la sospensione sia il non rinnovo dell'autorizzazione. Però è anche vero - non lo dico per un rimpallo - che sono competenze della Provincia, n l'Assessorato alla tutela ambientale può farsi carico di tutti i compiti della Provincia, umanamente non è possibile.



ADDUCI Donato

E' esattamente ciò che ho detto, Assessore. Siccome lei, però, sostiene che mentre ascolta noi può parlare con altre tre persone contemporaneamente...



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Devo documentarmi per poter dare risposte.



ADDUCI Donato

Ho detto "all'Assessorato provinciale", non regionale. I suoi collaboratori e il Consigliere Bara ogni tanto chiacchierano con lei mentre si discute, e quindi può darsi che le sia sfuggito qualcosa.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Perché queste cose non le chiedete all'Assessorato provinciale? Avete Consiglieri anche in Provincia. Perché viene richiesto alla Regione?



ADDUCI Donato

Vorrei che questo punto fosse chiaro. La Provincia esercita una materia subdelegata, cioè delegata alla Provincia dalla Regione. Quindi correttamente, ci rivolgiamo all'Assessorato regionale perché controlli ogni tanto, come funziona la delega che altri esercitano. Prendiamo atto di questo equivoco, speriamo sia chiarito e che d'ora in poi non ci venga più detto che dobbiamo rivolgerci ad altri. L'omissione mi sembra molto singolare, perché chiama in causa il meccanismo fondamentale del rilascio delle autorizzazioni. In questo Consiglio regionale abbiamo già avuto modo di documentare più volte che le autorizzazioni rilasciate o rinnovate dalla Provincia di Torino contengono vizi rilevanti: esse riguardano la Interchim di Ciriè, la Barricalla di Collegno, la Ferrara Metalli di Robassomero l'Ecolinea di Leinì.
Chiedo venga istituita una Commissione d'inchiesta, affinché l'operato della Provincia sia verificato.
Per quanto riguarda le altre problematiche sollevate, siamo ancora in attesa di risposte sui quesiti, formulati a suo tempo, relativi allo smaltimento dei rifiuti tossici della Zanoobia. Vi sono fusti che non si sa bene dove siano spariti ed altri che non si sa dove siano stati stoccati. Nessuna indicazione ci è stata fornita.
Ricordo un titolo de "La Stampa" di due mesi fa, non so se involontariamente ironico, oppure previdente: "Zanoobia, ultimo bidone".
Che fosse un bidone eravamo tutti convinti, che fosse l'ultimo avevamo qualche dubbio, più che fondato. La vicenda della nube tossica lo dimostra.
A questo proposito, nella relazione si evidenzia la presenza nell'aria di numerose sostanze organiche in concentrazioni non tossiche e non tali da giustificare gli obiettivi riscontri di disturbi alla faringe e congiuntivitali registrati a carico degli operatori F.S. Inoltre, si aggiunge: "i valori sono peraltro spia di inquinamento atmosferico diffuso nella zona". Mi chiedo come mai tanta gente sia finita all'ospedale. Non vorrei trovarmi nella condizione di Don Ferrante quando parlava delle peste: nonostante le premesse con cui ne parlava, morì di peste. Se cittadini e lavoratori si sono sentiti male, una qualche origine quel malore deve pure averla avuta; sarebbe bene rivedere il modo con cui avvengono le rilevazioni.
D'altra parte, sempre da questa relazione, apprendiamo un fatto già noto. "Dall'analisi di tali lavorazioni è emerso che le vasche di ossigenazione e miscelazione del processo biologico e il processo di emulsione oli sono fonte di emissione in atmosfera". Mi permetto di ricordare che in data 14 marzo, quindi due mesi prima della relazione dell'USSL. con l'interrogazione n. 1716 indicavamo proprio nell'impianto di lavorazione degli olii della Servizi Industriali l'origine probabile degli odori nauseabondi. Dicevamo: "Considerato che presso la Servizi Industriali, ubicata nei dintorni, vi sono i seguenti impianti: impianto chimico-fisico, impianto biologico, vasche di omogeneizzazione, impianto di trattamento degli olii; ricordato che l'impianto di trattamento degli olii funziona mediante riscaldamento dell'olio, separazione fisica dello stesso mediante centrifugazione" chiedevamo di verificare il corretto funzionamento degli impianti stessi. Ma voi avete ignorato tranquillamente le nostre preoccupazioni, per concludere dopo tre mesi "che probabilmente la puzza aveva origine da quegli impianti".
Avete glissato anche sulla questione del prof. Versino, che a me non pare irrilevante. Per carità, qui non è in discussione la legittimità di un comportamento, è in discussione il modo di comportarsi in certe situazioni.
Volevamo sapere se risponde a verità che il prof. Versino, membro del Comitato tecnico provinciale, organo di cui come è noto la Provincia si avvale nell'autorizzare l'attività delle aziende di smaltimento rifiuti, è anche consulente della Servizi Industriali. Ci avete risposto che non lo sapete bene e anche se fosse consulente, ciò sarebbe legittimo. Ma dal punto di vista della trasparenza delle operazioni, è compatibile? Se il prof. Versino ricopre queste due cariche allo stesso tempo, per noi vi è un'incompatibilità quanto meno morale.
Concordo con il Consigliere Staglianò dicendo che non possiamo considerare chiusa la vicenda. Riprendete in considerazione tutte le interrogazioni da noi presentate e cercate di rispondere in modo puntuale alle domande che in esse sono state poste: si potrà così ricostruire tutta la vicenda ed avere gli strumenti per un qualche intervento concreto e sostanziale.
Per quanto riguarda il problema della rilocalizzazione non vedo come si possa addebitare alle singole e varie aziende la necessità di fornire delle indicazioni di rilocalizzazione: loro non sono in grado di farlo.
Credo che una materia come questa debba necessariamente essere governata dalla Regione Piemonte. Non possiamo lasciare alle singole aziende il compito di indicare i siti, anche perché sicuramente tali indicazioni, ove venissero, incontrerebbero le giuste resistenze delle comunità locali, in quanto non potrebbero che essere casuali, sporadiche, non documentate e scientificamente scorrette. Credo, invece, che la Regione debba finalmente assumere in pieno il governo di questa delicata materia che tanti danni causa all'ambiente e alla salute della gente.
Si tratta, Assessore, di predisporre un piano di rilocalizzazione delle industrie insalubri, un piano regionale all'interno del quale i singoli operatori abbiano poi la possibilità di collocarsi. In assenza di questo piano, le eventuali proposte provenienti andrebbero a ricadere su ambiti territoriali disomogenei, con altri problemi, e le vicende a cui assistiamo ormai da anni continuerebbero all'infinito. O si va verso il governo democratico della materia, concordato con le popolazioni, scientifico ricco di indicazioni puntuali, oppure la situazione è destinata a peggiorare. Ci meravigliamo se i cittadini vengono in Regione a protestare come è successo questa mattina con i cittadini di Leinì. Perch meravigliarci? Il dramma che quei cittadini vivono ogni giorno non è di poco conto: c'è gente che vive ad una distanza di 2/3 mt dalle emulsioni della Ecolinea, i balconi di alcune case si affacciano sui bidoni dell'Ecolinea. Ecco perché questa gente è esasperata.
Abbiamo avuto un incontro con il prefetto che, giustamente, ha ricordato che potrebbe sorgere qualche problema di ordine pubblico. Il prefetto, con una lettera, vi ha tirato le orecchie, e ha fatto bene; voi avete ignorato anche quella lettera.
Per quanto riguarda, infine, la nube tossica, consegno al Presidente del Consiglio una petizione, firmata da 6.000 cittadini di Orbassano. Essi chiedono "che venga fermata immediatamente la lavorazione alla Servizi Industriali", poiché li si producono odori nauseabondi; "chiedono di trasferire le aziende a rischio in siti più idonei", ed è inutile rispondere loro deve essere l'azienda a produrre la domanda; "chiedono di dare priorità alle aziende della zona 34 per l'adeguamento alle norme prescritte per le immissioni in atmosfera e gli scarichi nel territorio" si riferiscono evidentemente della legge n. 203.
Assessore, sarò facile profeta nel dire ora, a distanza di un mese dalla scadenza dei termini della legge n. 203, che la Regione si troverà in difficoltà estreme nell'esaminare tutta la documentazione che sarà pervenuta. Voglio ricordarle che la Regione, nel rinnovare le autorizzazioni delle immissioni, deve tener conto dello stato d'inquinamento atmosferico esistente, e noi ci opporremo a qualsiasi autorizzazione che verrà data o rinnovata senza tener conto della qualità esistente dell'aria.
Noi in occasione dell'approvazione del bilancio presentammo un emendamento diretto proprio a questo fine: avevamo chiesto che venissero potenziati gli uffici regionali e venissero potenziate o acquisite ex novo le strumentazioni atte a far fronte a questa evenienza; quell'emendamento fu respinto. Consegno questa petizione e mi auguro che venga tenuta nella dovuta e necessaria considerazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

La risposta a queste comunicazioni tende a diventare una sorta di monologo. Tutti gli interventi che mi hanno preceduto finiscono per essere interventi dello stesso tenore.
Non c'è però limite alle critiche su un operato che non riguarda le cose fatte o non fatte l'ultima settimana o gli ultimi 15 giorni, ma riguarda le cose fatte o non fatte negli ultimi anni. Si è detto con chiarezza che gli esposti da parte dei medici di Beinasco sono del 1986 che le autorizzazioni sono del 1983; che la vicenda dello smaltimento dei fusti della Zanoobia, sulla quale oltre alle interrogazioni esiste anche un ordine del giorno votato dal Consiglio regionale in merito ai vincoli e alle clausole che impegnavano la Giunta e Assessorati risale ai mesi di settembre e ottobre dell'anno scorso; che la mancata dotazione della strumentazione dei laboratori discende dagli impegni assunti nelle passate legislature, per cui annaspiamo nelle cose non fatte e nelle cose non viste. C'è voluta la gente ricoverata negli ospedali, e non è bastata perché nulla sta avvenendo.
Dietro alla nube di Orbassano (che riguarda Regione, Provincia, USSL e Comuni) sta semplicemente una inesistenza del Governo.
Distinguendomi dal collega Staglianò e dall'Assessore Cernetti, ritengo che l'individuazione del sito dove localizzare la Servizi Industriali sia vero e proprio atto di competenza regionale. Altrimenti, il DPR n. 915 art. 6 lettere a) e b), non riesco a capire cosa ci stia a fare.
L'individuazione dei siti è un atto di competenza pianificatoria regionale.
Piano o non piano, spetta comunque alla Regione. Addebitare alle aziende la responsabilità di individuare i siti è nient'altro che un altro degli atti di non governo di questa Regione sulla materia. Questa interpretazione, tra l'altro, è difforme da quella data quando si parlò dell'annullamento da parte del TAR del piano per l'organizzazione dei servizi di smaltimento, ai sensi della legge n. 441. Allora si disse che si doveva evitare che toccasse ai privati, ai singoli soggetti, di individuare i siti costringendo la Regione, in carenza di piano, bocciato per la cattiveria degli ambientalisti e di qualche comune irresponsabile (così sempre si disse) a mandare in conferenza e ad accettare indicazioni di impianti e di siti a prescindere dal piano. Ricordiamo che il piano è un obbligo di legge: era un obbligo di legge dal lontano 1984 o 1985, già affermato, se vogliamo, dalla legge n. 31/79 da cui discese un piano che tutti conosciamo bene del mese di dicembre 1983, e poi dal DPR n. 915 e in ultimo dalla legge n. 441 (questo per dire delle competenze regionali).
Vi è poi una competenza regionale che la Regione sempre sta eludendo rispetto non solo all'azienda Servizi Industriali, ma a tutte le competenze delegate alle Province, con il voto contrario della Lista Verde, e relative alle autorizzazioni. Su questo, abbiamo due atti di cui tener conto: 1) l'art. 7 della legge regionale n. 18 che dove parla di deleghe dice: "La Giunta regionale in caso di inerzia nell'esercizio delle funzioni delegate invita gli enti delegati a provvedere entro 90 giorni, decorso in quale provvede direttamente al compimento del singolo atto" 2) la relazione sull'attuazione delle funzioni delegate che le Province annualmente devono presentare. Su questo già il primo anno (era ancora Assessore il collega Maccari) presentai una interrogazione sulla valutazione degli uffici in merito alle relazioni relative al primo anno di queste funzioni delegate. Non ho più presentato la medesima interrogazione per i due anni successivi, perché non mi venne mai data risposta neanche alla prima, cosicché sono ancora in attesa di avere la valutazione degli uffici e dell'Assessore sulle funzioni delegate per l'anno 1986! E' inutile che ripeta per l'ennesima volta che da parte degli Assessorati all'ambiente e alla sanità c'è ormai una totale elusione degli impegni statutari, nel rispondere alle interrogazioni da parte dei Gruppi, o almeno dai Gruppi piccoli.
Quindi, l'art. 7 della legge regionale n. 18 non esime assolutamente la Giunta regionale dai propri obblighi rispetto alle funzioni delegate, a maggior ragione dopo un'altra serie di vicende, quali le sentenze del TAR in merito alla discarica di Nichelino, già da me richiamate, che rendono in maniera estremamente preoccupante e problematica sotto il profilo della legittimità i comportamenti delle Province a far data dal 31/12/1986 (tutto il quadro diventa molto problematico). Ed inoltre, qualcosa dovrà dirsi dalla Regione rispetto al famoso adeguamento degli impianti che il DPR n.
915 prevedeva fosse realizzato molto tempo addietro. Invece, attraverso successive proroghe, questo termine si sta vanificando e addirittura sempre più confondendo anche dal punto di vista giuridico normativo, con interpretazioni difformi dal punto di vista della giurisprudenza. Per queste vicende vengono totalmente e continuamente eluse e sono vicende di tipica competenza regionale. Così come lo è anche - piaccia o non piaccia quella relativa al professor Versino: il seguire le vicende delegate è previsto dall'art. 7 della legge regionale n. 18. Il caso del professor Versino si unisce a quell'altro caso, sempre eluso dalla Giunta regionale del professor Bortolami, richiamato più volte in quest'aula rispetto alla presenza su più tavoli di una serie di esponenti del mondo scientifico ed accademico torinese. Quando tutte queste cose si dipanano e si mettono insieme (non posso che ritornare al punto di partenza), emerge la totale mancanza di un governo. Certo, ci sono i bidoni, ma c'è anche lo scarica barile continuo insieme, e quello della Zanoobia rimane, piaccia o non piaccia, il vero punto di crisi di tutta la vicenda. La Zanoobia era, in ogni suo aspetto, una attività pubblica, che poteva svolgersi sotto il controllo degli enti pubblici e dei cittadini. Ma il modo in cui è giunta al suo termine, il fare le cose di notte e di nascosto, cercando di essere visti il meno possibile, il modo furtivo con cui si è svolta tutta la vicenda, il modo con cui continuamente la Regione ha detto di non entrarci sono il segno evidente di una crisi generale.


Argomento: Varie

Commemorazione delle vittime dell'incendio del carcere delle Vallette


PRESIDENTE

Prima di sospendere i lavori per la consueta pausa di pranzo, desidero esprimere il cordoglio del Consiglio regionale per le vittime della tragedia avvenuta nella notte tra sabato e domenica al Carcere delle Vallette, in seguito all'incendio di materiale plastico.
Sono morte soffocate dieci persone: due vigilatrici e otto detenute.
Voglio esprimere il dolore della comunità piemontese, di tutta la nostra assemblea, per la perdita di queste giovani vite umane troncate in circostanze assai tragiche. Le otto detenute stavano scontando il loro debito con la società, le due vigilatrici sono morte mentre svolgevano il loro lavoro, sono cadute con l'altruismo di chi ha cercato di dare una mano, ma non ce l'ha fatta di fronte alla immediatezza della tragedia hanno cercato di aprire le porte delle celle, ma i gas sono stati così immediati e letali da non consentire loro di aprire una via d'uscita. Ho letto con commozione e in un certo senso con sollievo, sebbene so che non potremo fare di più, che la Camera dei Deputati ha proposto per le due vigilatrici perite nella tragedia la concessione della medaglia d'oro al valore civile alla memoria. Credo che il Consiglio regionale del Piemonte possa dichiararsi d'accordo con questa iniziativa che non va più in là certamente, ma almeno riconosce il sacrificio compiuto da queste due giovani donne.
Abbiamo, fin da domenica, espresso il nostro cordoglio e la nostra solidarietà. Insieme con il Presidente Beltrami abbiamo manifestato ieri il nostro immenso dolore. Confesso che siamo stati profondamente colpiti nel vedere dieci bare di giovani donne, guidate da quelle delle due vigilatrici: i corpi avevano i volti anneriti dal fumo, ma tuttavia, nella freddezza della morte, erano sorridenti come sono sorridenti i giovani senza i segni di quella che è stata sicuramente una morte tremenda. Ne siamo stati profondamente colpiti, avremmo dovuto partecipare questa mattina ai funerali delle due vigilatrici, ma gli impegni che abbiamo non ce lo hanno consentito; come Regione ritengo che abbiamo fatto la nostra parte nel far sapere che siamo vicini a chi ha sofferto e soffre per questa tragedia.
Questa sciagura ci sgomenta e ci angoscia profondamente; carceri costruiti con criteri moderni di alta sicurezza devono garantire con altrettanta razionalità l'incolumità fisica dei detenuti e di chi vi lavora, anche di fronte a situazioni di improvvisa emergenza.
Ricordo che con il caro Presidente Viglione incontrammo il direttore del carcere, certo era difficile prevedere che potesse accadere una cosa del genere. Di fronte alla tragedia così come si è configurata occorre compiere un'ulteriore riflessione. Spetta naturalmente alla Magistratura stabilire le cause e le concause della terribile vicenda e la linea di separazione tra fatalità ed eventuali responsabilità. Quanto a noi preme precisare è che la direzione e la gestione di questa casa circondariale sono all'avanguardia. I rapporti intercorsi sono stati molto stretti, e dovranno continuare. Recentemente il Coro polifonico della RAI di Torino ha eseguito un concerto in questo carcere all'avanguardia, in Italia, nel perseguimento dell'obiettivo più avanzato previsto dalla riforma penitenziaria, cioè quello del recupero dei detenuti attraverso il lavoro lo studio e per l'applicazione, laddove consentita, dell'istituto della semilibertà (concessa ieri a molti giovani detenuti proprio per rivolgere l'estremo saluto alle vittime). Nel contrasto stridente tra la gestione democratica del carcere, pur nei limiti di un regolamento molto rigido, e la tragedia avvenuta, rileviamo le componenti di assurdità e di iniquità di questa tragedia.
Riteniamo sia doppiamente doloroso il fatto che eventi luttuosi colpiscano chi già vive nella sofferenza, separato dalla famiglia e dalla società civile, e chi è lì perché ha scelto di compiere un lavoro che in un certo senso è una missione. Non possiamo che porgere l'estremo saluto e ricordare le vittime, tutte innocenti, di questo tragico incendio ed esprimere le più sentite condoglianze ai famigliari così duramente colpiti da una separazione senza ritorno, ai quali manifestiamo la nostra solidarietà.
Penso varrà anche l'occasione di compiere doverose riflessioni su quanto ancora, insieme alle altre istituzioni, possiamo fare perch nell'amministrazione della giustizia, nella realizzazione di quanto previsto dalla giustizia, la gente non debba trovarsi nella situazione nella quale si sono venute a trovare quelle dieci ragazze - otto perch recluse e due perché lì a svolgere il loro dovere - di perdere la vita tragicamente.
E' con questi sentimenti che mi permetto di invitare l'assemblea ad osservare un minuto di raccoglimento.



(I presenti, in piedi osservano un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Informo i Capigruppo che alle ore 14,30 è convocata la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi per la stesura dell'ordine del giorno unitario relativo agli eventi accaduti in Cina.
La seduta sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13,25 riprende alle ore 15,25)


Argomento: Viabilità

Esame ordini del giorno sulla viabilità in Valle Susa


PRESIDENTE

La seduta riprende.
In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Esame ordini del giorno sulla viabilità in Valle Susa", ha chiesto di parlare il Consigliere Guasso. Ne ha facoltà.



GUASSO Nazzareno

Signor Presidente, credo che anche gli altri Gruppi presentatori di ordini del giorno erano interessati a chiudere la prima parte della discussione, iniziata circa venti giorni fa, sui problemi dell'autostrada in Valle Susa, però anche oggi non vedo l'Assessore Mignone. Vista la bozza di proposta di ordine del giorno su cui occorre lavorare, la presenza dell'Assessore è indispensabile. Ciascun Gruppo potrebbe votare il proprio ordine del giorno però mi pare un procedimento abnorme.
Ho chiesto la parola non solo per segnalare l'assenza dell'Assessore Mignone, ma anche perché negli ultimi due tre giorni sono accaduti fatti nuovi, riguardanti i problemi connessi alla costruzione dell'autostrada nel tratto Rivoli-Susa; fatti nuovi rappresentati dalla trasformazione in legge, con relative modifiche, del decreto Carraro sul Mundial. Tra le modifiche apportate si inseriscono opere di grande viabilità connesse al progetto più generale di investimenti per il Mundial. Non si parla esplicitamente del tratto Rivoli-Susa, ma in un emendamento specifico all'art. 4, si concedono finanziamenti all'ANAS affinché, a sua volta, li metta a disposizione di interventi di natura autostradale connessi ai progetti più generali delle aree interessate al Mundial. I giornali hanno pubblicato cifre diverse; l'altra settimana si era parlato di circa 500 miliardi, i giornali di oggi parlano di 380 miliardi. In sostanza, nella conversione in legge del decreto Mundial è definito un impegno dell'ANAS a stanziare "x" miliardi per opere viarie di grande viabilità tra cui, in particolare, il tratto Avigliana Rivoli.
E' novità assoluta: principalmente perché vi sono i finanziamenti, o almeno una parte. E' probabile che con i 380 miliardi si possa fare qualcosa di più del tratto Avigliana Rivoli, considerando che il tratto di Avigliana venne già finanziato dall'ANAS. Questa è la prima novità. E' vera? Non è vera? Lo deve dire l'Assessore.
Seconda questione. Il decreto Carraro - o la nuova legge sul Mundial stabilisce normative diverse di procedura dei lavori, nonché gli organismi decisori. E' ancora della Conferenza dei servizi l'autorità in assoluto di dare il parere sui progetti per opere di questa natura? Inoltre (ci pu interessare meno, ma è sempre elemento di controllo e di vigilanza): il decreto trasformato in legge stabilisce per le varie opere trattativa privata. Era lo stesso anche prima. Anche queste sono a trattativa privata? Ci sono delle modalità? Quali? I tempi: le opere devono essere realizzate entro il 1990 oppure no? Non sono un appassionato delle battaglie sugli appalti, ciascuno svolga il proprio compito, ma questa mattina leggendo i giornali non ho capito cosa sia successo. Ci sono fatti nuovi, che vanno oltre l'ordine del giorno.
Chiedo che il Vicepresidente Vetrino convochi con urgenza - al più tardi lunedì della prossima settimana - la Conferenza sulla Valle Susa pensavo persino di richiedere una convocazione urgente della II Commissione, ma esiste la Conferenza della Valle Susa, strumento che, nel bene o nel male, ha iniziato a funzionare e che registra la presenza degli enti locali interessati, vorremmo capire com'è configurato il progetto.
(Ricordiamoci che si tratta di progetti esecutivi). Con quali modifiche? Con quale rapporto con questioni di valutazione e studio di impatto ambientale? Con quali tempi? Siamo ad una stretta importantissima. Chiedo al Vicepresidente Vetrino (che insieme ai Presidenti della II e della VII Commissione è titolare della Presidenza della Conferenza della Valle di Susa) di convocare con urgenza la Conferenza. Confidiamo nella presenza dell'Assessore Mignone per capire come ci si sta muovendo.
Mi rammarico che non si possa concludere oggi questo punto all'o.d.g.
in ogni caso tale conclusione necessita di questo passaggio di merito.
Diversamente potremmo aprire una discussione che non tiene conto delle novità conseguenti alla trasformazione in legge del decreto Mundial del Ministro Carraro.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta, Vetrino.



VETRINO Bianca, Vicepresidente della Giunta regionale

Le informazioni in mio possesso sono le stesse riferite dal Consigliere Guasso. Non so perché l'Assessore Mignone sia assente; ritengo importante porre il problema nella sede più opportuna, compatibilmente con la disponibilità dell'Assessore stesso, che a sua volta può aver acquisito in sede ministeriale elementi più certi e più diretti di quelli a noi pervenuti attraverso la stampa.
C'è piena disponibilità a convocare nel più breve tempo possibile la Conferenza in quanto la stessa doveva essere convocata a seguito del sopralluogo effettuato. Le novità sono importanti, però pongono problemi di ordine operativo rispetto ai quali occorre collocarci e definire la nostra posizione. Per quanto mi riguarda, mi impegno per la predisposizione di tale riunione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paris.



PARIS Mario

Intervengo brevemente per dire che sono d'accordo con la richiesta avanzata dal collega Guasso, ma aggiungo una precisazione: che comunicazioni chiare, puntuali e possibilmente scritte o documentate dell'Assessore alla viabilità devono precedere la riunione della Conferenza; altrimenti, si corre il rischio di ritrovarci - due volte - in Conferenza a discutere argomenti che non conosciamo ancora.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guasso.



GUASSO Nazzareno

La nostra preoccupazione sui tempi è dovuta dal fatto che dai giornali pare si chieda alla società concessionaria e costruttrice di presentare subito un progetto esecutivo. Di che progetto si tratta? Di quello vecchio o di quello aggiornato? I tempi sono strettissimi.



PRESIDENTE

Il Vicepresidente promuoverà l'incontro richiesto. Rispetto alla richiesta del collega Paris di discutere le comunicazioni prima della Conferenza, per il momento non so quando avrà luogo. Nel dichiarare l'accoglimento della proposta, potremmo chiedere all'Assessore Mignone di presentarsi al Consiglio del 22 giugno con una comunicazione scritta che dia inizio alla discussione (comunicazione che seguirà il dibattito sulla legge n. 27, che, comunque, dovrà tenersi in quella sede.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bara. Ne ha facoltà.



BARA Giuseppe

Credo sia opportuno avere prima la relazione scritta, di modo che la si possa studiare; è inutile andare alla Conferenza senza conoscere il contenuto della relazione. Mi associo al collega Paris: prima dobbiamo avere dall'Assessore Mignone, o da chi per esso, una relazione scritta.
Altrimenti, cosa ci riuniamo a fare? A fare propaganda elettorale?! Questa è la verità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Guasso. Ne ha facoltà.



GUASSO Nazzareno

Non sono problemi di questa natura.
Ritengo che l'Assessore Mignone, in possesso del disegno di legge trasformato in legge fornitoci questa mattina (non ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale; la pubblicazione avverrà domani o dopodomani), sia già in grado di informarci sui tempi dell'operazione; dopodiché discuteremo come muoverci. Se i tempi sono strettissimi, nel giro di 48 ore la SITAF (per chiamare per nome i protagonisti) presenterà un progetto esecutivo su cui si dovrà operare.
Ecco perché sono per convocare immediatamente una riunione della Conferenza della Valle Susa per avere, da parte dell'Assessore Mignone e della Vicepresidente, la massima informazione sulla tempistica e sul da farsi: su chi andrà alla Conferenza dei servizi, su cosa si deciderà e sul confronto con il progetto della società concessionaria, considerato che progetti esecutivi ce ne sono; ad esempio, sul nostro studio di impatto ambientale la collega Vetrino aveva fatto alcune osservazioni relative proprio al tratto da Avigliana a Rivoli. Non vorrei si perdesse il treno e ci si trovasse, domani, di fronte al fatto per cui, per non perdere i soldi, occorre agire in fretta. Sapete che sono per fare presto ma bene. Se il 22 giugno, con il tempo necessario a disposizione, l'Assessore Mignone d'accordo con la Vicepresidente ci porterà una comunicazione in aula con la quale sia possibile rimettere insieme il mosaico, capiremo cosa stiamo a fare qui noi. E' questa la mia preoccupazione, collega Bara.



PRESIDENTE

La questione è chiarita. Mi pare non ci sia alternativa. Alla Conferenza parteciperanno sia il Vicepresidente Vetrino che l'Assessore Mignone, che daranno il massimo delle informazioni ai componenti la Conferenza. Nel frattempo, l'Assessore Mignone - se sarà in grado di farlo prima tanto meglio potrebbe far pervenire la comunicazione che leggerà il giorno 22 giugno (ma non vorrei fare previsioni in assenza dell'Assessore Mignone).
Il passaggio essenziale ed importante è l'incontro della Conferenza dei servizi; dopodiché, l'impegno dell'Assessore Mignone e della Vicepresidente Vetrino a presentare al Consiglio del 22 giugno una comunicazione, dalla quale potrà partire la discussione che completerà il dibattito sull'argomento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 3) dell'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Bruciamacchie, Dameri, Dardanello, Gallarini, Mignone e Pezzana.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge

Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

d) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge non vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

d) Mancata apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

e) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 23 e 30 maggio 1989 - in attuazione dell'art. 9 della L.R. n.
6/88 - in materia di consulenze ed incarichi, è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame progetto di legge n. 484: "Disposizioni urgenti per la disciplina dello smaltimento dei rifiuti"


PRESIDENTE

Il punto 7) dell'o.d.g. prevede l'esame del progetto di legge n. 484.
Relatore è il Consigliere Bara che ha pertanto la parola.



BARA Giuseppe, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mentre da parte di numerosi Comuni piemontesi viene sollecitata l'adozione di provvedimenti atti a fronteggiare la situazione di emergenza dovuta all'accumulo dei rifiuti urbani e più pressanti si fanno le richieste contro l'ammasso dei rifiuti ospedalieri, destinati all'eliminazione, cresce l'esigenza di arginare una situazione che rischia di diventare ingovernabile, in materia di smaltimento, anche a causa della prossima saturazione degli impianti esistenti in Piemonte dovuta all'importazione di rifiuti da altre Regioni e per la non razionale distribuzione dello smaltimento nelle varie parti del territorio regionale.
A ciò si aggiunga che, mentre non sempre tale situazione può essere affrontata con le ordinanze contingibili ed urgenti, di portata circoscritta e di valenza limitata, ad aggravare l'emergenza è intervenuta la recente sentenza del TAR Piemonte che ha annullato il Piano di smaltimento approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. 832-7331 del 24/5/1988, togliendo un punto fermo alla certezza del disporre e dell'agire da parte della Regione.
Tutto questo ha indotto la Giunta a presentare il presente disegno di legge che si concreta innanzitutto, nel divieto di importare i rifiuti urbani ed ospedalieri da altre Regioni, nel divieto di stoccare in Piemonte i rifiuti ospedalieri sempre di provenienza extra-regionale e nella previsione che, in materia di rifiuti urbani, la Giunta regionale possa impartire, per il tempo occorrente ad adeguare la legislazione regionale alla nuova normativa statale, disposizioni che ottengano la migliore razionalizzazione territoriale dell'organizzazione dei servizi di smaltimento, sulla base della legislazione regionale vigente ed utilizzabile.
Il presente disegno di legge, in prima stesura, è stato rinviato in Commissione dall'aula consiliare nella seduta del 4/5/1989, causa l'intervenuto annullamento del Piano regionale da parte del TAR Piemonte di cui si è detto prima. E' tornato, quindi, in Commissione per gli opportuni emendamenti del testo, che sono stati recepiti.
Scendendo alla casistica delle disposizioni, con l'art. 1 si vieta lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani ed assimilati nonché dei rifiuti ospedalieri assimilabili agli urbani provenienti da altre Regioni negli impianti pubblici (ed in quelli privati a suo tempo autorizzati) operanti nella Regione, in coerenza con i principi della legislazione nazionale che contempla i Comuni ed i Consorzi di Comuni quali unici soggetti territoriali titolari dello smaltimento, oltre alle USSL.
Con l'art. 2 viene posto il divieto allo stoccaggio provvisorio dei rifiuti ospedalieri e di quelli delle strutture sanitarie di altre regioni al fine di evitarne l'accumulo in Piemonte, che è regione di frontiera per l'esportazione dei rifiuti.
Con l'art. 3 si autorizza la Giunta regionale, per il tempo necessario ad adeguare la legislazione regionale alla nuova normativa statale, ad impartire disposizioni, in materia di rifiuti solidi urbani, per ottenere la migliore razionalizzazione territoriale dell'organizzazione dei servizi di smaltimento, senza dover ricorrere ogni volta che occorre all'emanazione di ordinanze contingibili ed urgenti e sulla base della legislazione regionale vigente, purché utilizzabile.
L'art. 4 contiene le sanzioni ai divieti, cioè agli artt. 1 e 2 graduate secondo la gravità dell'infrazione. Le violazioni alla legge regionale dovranno essere accertate dalle Province, che provvederanno anche alla relativa sanzione e ciò sulla base della legge regionale di delega in materia di rifiuti.
L'art. 5, l'ultimo, contiene la clausola dell'urgenza, motivata dalla situazione di vera emergenza sopra esposta.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Bara è aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ferro. Ne ha facoltà.



FERRO Primo

In questo disegno di legge vi sono dei riferimenti che attengono al Piano regionale di organizzazione dei servizi di smaltimento, e per meglio collocarci nella discussione chiediamo all'Assessore un chiarimento.
Sappiamo che il Piano è stato sospeso dal TAR e si presume vi sia un ricorso al Consiglio di Stato. Vorremmo sapere dall'Assessore se il ricorso è già stato presentato e se lo stesso riguarda ogni determinazione assunta dal TAR o solo alcuni parti, cioè se esiste una subordinata nel ricorso per cui si chiede di far vivere la restante parte del Piano di smaltimento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

L'avvocato incaricato sta presentando il ricorso, concordato con l'Assessorato, che riguarda la sospensiva della sentenza del TAR.



FERRO Primo

C'è una subordinata nella richiesta di ricorso?



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

No, non credo. In verità, non mi sono occupata parola per parola di questo ricorso; nel merito sono entrati gli uffici legali della Regione con l'avvocato che la Regione ha nominato per la difesa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, brevemente vorrei ricordare le vicissitudini di questo disegno di legge, che nella relazione letta dal Consigliere Bara non sono state ricordate a sufficienza.
A proposito di questo provvedimento, che aveva avuto il voto favorevole della Lista Verde nella prima stesura uscita dalla Commissione, prima si sono fatti passi in una direzione e poi, in maniera alquanto precipitosa si è incominciato ad indietreggiare. Passi indietro avvenuti anche grazie al rinvio in Commissione del provvedimento, già iscritto all'o.d.g. dei lavori dell'aula. Il rinvio in Commissione, motivato dalla necessità di modificare la parte del testo di legge che faceva riferimento al Piano regionale per l'organizzazione dei servizi di smaltimento, è stato, in verità, ben altra cosa. Il rinvio in Commissione è stato accompagnato da alcuni emendamenti presentati dalla Giunta regionale che non solo hanno ripristinato il testo precedentemente presentato e licenziato dalla Giunta ma modificato lo stesso testo che la Giunta regionale aveva licenziato in partenza.
La presentazione di un altro emendamento a firma della Giunta, durante la discussione di oggi, è un ulteriore passo per modificare il testo di questo disegno di legge, che arriva alla votazione dell'aula con posizioni più arretrate e più timide di quelle iniziali.
Cerchiamo di ricordare quanto è scomparso.
Con il ritorno in Commissione non è scomparso soltanto il riferimento al Piano regionale per l'organizzazione dei servizi di smaltimento, ma anche l'intero riferimento al problema dello smaltimento dei rifiuti speciali, ovvero dei rifiuti industriali, ivi compresi quelli tossici e nocivi. Un provvedimento legislativo che riguardava l'intera fattispecie dei rifiuti, così come organizzato dal DPR n. 915, ha finito per essere un provvedimento che non riguarda più i rifiuti di origine industriale e le attività di trattamento e di smaltimento dei medesimi.
E' anche scomparso il riferimento, per quanto riguarda i rifiuti speciali ospedalieri non assimilabili agli urbani, relativo allo smaltimento finale di questo tipo di rifiuti. E' rimasta soltanto la parte relativa allo stoccaggio provvisorio di questo tipo di rifiuti, per cui è reso possibile lo smaltimento finale di rifiuti ospedalieri provenienti da altre regioni, ma non lo stoccaggio dei medesimi. Anche questo è un passo indietro rispetto alla visione, che mi trovava concorde, dell'autarchia (così si era detto parlando del Piano regionale per l'organizzazione dei servizi di smaltimento) dello smaltimento. Il disegno di legge sostanzialmente finisce per riguardare quasi esclusivamente il problema dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
Sul problema dei rifiuti solidi urbani (sull'emendamento interverrò a parte) il testo di legge afferma una cosa importante, tra l'altro in contraddizione con l'atteggiamento della Giunta regionale (quando non ha voluto difendere questa parte del Piano regionale distinguendo tra le parti su cui c'era grosso consenso della comunità piemontese, ed anche una sostanziale legittimità, e quelle altre parti di piano che, invece, non stavano in piedi dal punto di vista della legittimità.
Il problema delle discariche di prima categoria e la limitazione allo smaltimento dei soli rifiuti piemontesi va certamente bene. Quindi, il primo articolo è importante anche perché l'attuale capacità di smaltimento dei diversi impianti della Regione è tale che, piaccia o non piaccia, in questo momento il Piemonte è una regione importatrice di rifiuti solidi urbani.
Ricordo però che questa vicenda può avere sbocco serio solo se la Giunta regionale è capace di intervenire anche ad altro livello, quello della inammissibile presenza sul territorio regionale di una enorme quantità di attività di smaltimento dei rifiuti solidi urbani gestita da ditte private in regime di oligopolio e di spartizione del mercato piemontese. Questo avviene con grave responsabilità degli enti pubblici per la mancata istituzione dei Consorzi dei Comuni e della scelta dello smaltimento tramite Consorzi ed attività di questo genere. Per cui su alcune zone del Piemonte (Benevagienna, Salmour, Ghemme e Roasio) ricade una quantità di rifiuti solidi urbani che va ben oltre i bacini d'utenza che possono considerarsi sottesi attorno a queste comunità locali.
Parlerò ora brevemente, dell'emendamento che prevede di fare salvi i contratti in corso.
Facendo salvi i contratti in corso, e non precisandone la durata, si dilaziona nuovamente nel tempo questa scelta.
All'art. 2 ritorniamo sullo stoccaggio provvisorio dei rifiuti ospedalieri. Anche qui viene preso in esame uno dei problemi ambientali e sanitari tra i più rilevanti della nostra regione, ovvero la crescita a dismisura dell'attività di stoccaggio provvisorio dei rifiuti ospedalieri.
Su tale stoccaggio, a mio avviso è necessaria (lo dissi già in occasione della presentazione del Piano) un'attività di governo molto più attenta e non affidata unicamente alle Amministrazioni provinciali o alle UU.SS.SS.LL.: c'è bisogno di un Piano specifico (l'ho detto oltre un anno fa) sul problema degli ospedalieri.
Per il resto non posso che rilevare con rammarico ogni scomparsa relativa al problema dei rifiuti industriali e dello spostamento, tra le diverse regioni, dei rifiuti di origine industriale.
Termino ribadendo che il progetto di legge giunge estremamente ridotto nella sua valenza e nella sua importanza rispetto al testo uscito dalla Giunta regionale e dalla Commissione consiliare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Non intendo dilungarmi più di tanto sul disegno di legge presentato dalla Giunta, anche perché condivido molte cose dette dal Consigliere Ala che ritengo inutile ripetere.
Credo sia necessario un ragionamento politico.
Questo disegno di legge è il tentativo di affrontare l'emergenza determinata dal fatto che il Piemonte (si presume sui rifiuti urbani, ma probabilmente anche sui rifiuti industriali anche se il testo si limita ha ragione il Consigliere Ala - ad affrontare gli urbani) si appresta a diventare territorio di importazione dei rifiuti. Per quali ragioni? Le ragioni possono essere molte, ma quella fondamentale consiste nel fatto che le altre Regioni si sono date dei piani di organizzazione dello smaltimento dei rifiuti. La Lombardia, per esempio, da tempo ha normative assai severe; una realtà come quella piemontese, contrassegnata dalle vicissitudini e vicende conosciute nel corso di questi anni ed in particolare degli ultimi mesi, in situazione di assoluto non governo della materia, finisce col diventare mercato d'importazione.
Si sta cercando di mettervi una pezza attraverso questo disegno di legge, contro il quale non faremo barricate anche se gli stessi estensori del provvedimento nutrono perplessità sulla sua legittimità. A questo punto ci si deve chiedere dove va a parare un disegno di legge di questo genere. Vuole essere una forzatura? Può darsi. Vuole essere, invece, un tentativo di dare una qualche verniciata dopo i tanti disastri nel settore registrati nell'ultimo periodo? Lascio il giudizio agli altri colleghi.
Condivido quanto detto dal collega Ala, e quindi non sto a soffermarmi sul fatto che siamo di fronte ad un arretramento rispetto alla proposta originaria: la vera emergenza del Piemonte è quella derivante dai rifiuti industriali. Questa mattina abbiamo affrontato alcuni di questi problemi nel dibattito sulla questione della nube di Orbassano. Non solo, si introduce un emendamento attraverso il quale si stabilisce che "si interrompono i contratti entro trenta giorni". Non so se il potere legislativo di una Regione possa arrivare fino al punto di decidere che entro 30 giorni certi contratti debbano essere esauriti.



BARA Giuseppe

Ti stai sbagliando, collega: i contratti devono essere annunciati portati a conoscenza, e non portati a termine.



FERRO Primo

Hai ragione, chiedo scusa, l'emendamento recita: "E' fatto divieto di smaltire i rifiuti urbani, speciali (omissis), provenienti da altre Regioni, fatti salvi i contratti in corso che devono essere portati a conoscenza entro 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge". E' una proposta di legge che nasce comunque con dubbi di illegittimità. In questa proposta di legge c'è però un aspetto politico che a noi preoccupa ed è all'art. 3.
E' stato preannunciato ricorso al Consiglio di Stato contro la sospensione del Piano di smaltimento; ricorso che, stando all'Assessore tenderebbe a riattivare l'intero piano. Credo che la Giunta avrebbe fatto meglio, per avere qualche probabilità di spuntarla, a cercare di riattivare quelle parti di Piano che interessano di più in questa fase. Intanto però, il ricorso non è stato ancora presentato; lo si sta preparando e non si sa come andrà a finire.
All'art. 3 c'è il tentativo di introdurre un Piano surrettizio; si dice infatti che "Fino all'aggiornamento delle norme integrative e di attuazione delle leggi statali sullo smaltimento dei rifiuti e relative procedure di controllo, la Giunta regionale è autorizzata a impartire disposizioni ai soggetti che gestiscono impianti di smaltimento (omissis)". Ciò vuol dire impartire disposizioni sulla base di una pur minima visione organica della politica di smaltimento che dovrebbe introdurre un piano che non passerà al vaglio del Consiglio.
C'è poi un altro aspetto da considerare - che presumo si traducano in un minimo di organizzazione dei bacini: non vedo quali possano essere altrimenti. Bisogna tener conto della valenza di queste disposizioni perché qualora non venissero rispettate non sono state previste delle sanzioni: ci si trova di fronte a un disegno di legge che cerca di affrontare l'emergenza con tono assai minore rispetto alle dimensioni reali della stessa, perché cerca di affrontarla attraverso metodi la cui legittimità, quanto meno per ammissione degli estensori, è dubbia. Dal momento in cui si impartiscono delle disposizioni, si introduce surrettiziamente anche un piano provvisorio di smaltimento, che viene per appiccicato come un francobollo, perché chi non lo rispetta non è suscettibile di sanzioni: mi chiedo, alla fine, quale spessore e quale valenza possa avere un simile disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e colleghi, vorrei fare alcune osservazioni su un problema di carattere generale posto dalla legge in discussione. Il problema è il seguente: a mio parere, alcuni dei principi contenuti contrastano chiaramente con altri stabiliti dalla Costituzione. Per pura memoria rileggo l'art. 117 della Costituzione che recita: "La Regione emana per le seguenti materie norme legislative nei limiti dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi dello Stato, sempreché le norme stesse non siano in contrasto con l'interesse nazionale e con quello di altre Regioni". In altri termini la Regione può stabilire norme, che non devono contrastare con l'interesse di altre Regioni.
All'art. 120, secondo comma, la Costituzione recita: "La Regione non può adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione delle persone e delle cose fra le Regioni".
La legge che propone la Giunta, invece, all'art. 1 parla in modo chiaro di divieto di smaltire nella nostra regione una merce, una "cosa" (cioè dei rifiuti), se provenienti da altre Regioni; lo stesso concetto viene riproposto all'art. 2 laddove si dice che non si può effettuare lo stoccaggio provvisorio di rifiuti prodotti da strutture sanitarie pubbliche e private provenienti da altre regioni.
Sono preoccupato che a fronte di un problema pur grave si giunga a stabilire con una legge valida su tutto il territorio (quindi una legge che ha dei principi "erga omnes" verso tutto il territorio e non mirata alla gestione di una singola struttura regionale nella quale secondo me è legittimo che in base a un programma di utilizzo ci siano vincoli legati ai programmi) che nella Regione Piemonte non possono più circolare e stoccarsi delle cose provenienti da altre Regioni. Lo ritengo, dal punto di vista della legittimità costituzionale, contraddittorio.
Rimane un problema politico. Siamo a pochi anni dalla scadenza del 1993 quando le barriere tra gli Stati, che ostacolano la libera circolazione di persone, merci, beni e servizi, cadranno. Bene, noi proponiamo, invece, un provvedimento in cui queste stesse barriere, mai esistite tra le regioni di uno stesso Paese, sono elevate nei confronti di cose che circolano per adesso liberamente nel nostro Paese. A mio avviso, i principi di questa legge sono chiaramente incostituzionali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bara.



BARA Giuseppe

Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione il Consigliere Chiezzi.
Ritengo, però, che nel rifarsi alla Costituzione bisognerebbe leggere visto che ci troviamo in un caso di emergenza, non soltanto l'articolo che rinvia alla Regione il dover legiferare in materia, ma anche altri articoli.
Ad esempio, l'art. 2 della Costituzione recita: "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale". E' risaputo che il diritto alla salute è inviolabile: se dovessimo invadere il Piemonte con rifiuti di altre Regioni mi pare dovere costituzionale legiferare per evitare che ci avvenga.
L'art. 16 recita: "Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza".
L'art. 41 recita: "L'iniziativa economica privata è libera. Non pu svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali".
Se effettivamente dobbiamo salvaguardare la salute dei cittadini piemontesi dobbiamo far sì che si possa evitare che altre Regioni scarichino in Piemonte i loro rifiuti dato che il TAR ha bloccato la legge regionale. Quindi, a mio avviso, non c'è alcuna anticostituzionalità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Non entro nelle diatribe di costituzionalità fra i colleghi Chiezzi e Bara. Mi pare evidente che non stiamo discutendo dell'incolumità dei cittadini piemontesi; altrimenti si potrebbe sospettare che vengano autorizzate discariche di rifiuti urbani o speciali in deroga alle regole di tutela della salute pubblica. Mi pare evidente che questa norma non dice che altre Regioni possono scaricare a caso sul territorio piemontese, ma che Comuni o soggetti di altre Regioni non possono avere contratti di scarico in discariche pubbliche (quindi in discariche regolarmente autorizzate che, almeno in teoria, non dovrebbero creare problemi per la salute dei cittadini).
E' evidente che il punto non riguarda la tutela della salute, ma la tutela della capacità di assorbire rifiuti da parte dei nostri "buchi" buchi in numero minimo, poiché non siamo riusciti ad avere una quantità adeguata di strutture di smaltimento pubbliche o private.
Resta il fatto, che legittimamente potrebbe essere obiettato, che come altri possono venire da noi, noi possiamo andare da altri: il problema sta nella capacità complessiva del Paese.
Secondo me la questione non è questa; è evidente che le condizioni sono gravi in tutto il Paese e che nessuno vuole accogliere rifiuti di altri: in Piemonte non si vogliono accogliere rifiuti lombardi, in Lombardia non vogliono i rifiuti emiliani, ecc., e piccoli paesi non vogliono quelli di altri paesi. Sulla base di questa logica stanno avvenendo terribili guerre per i rifiuti: ricordo, ad esempio, la vicenda milanese con i Comuni dell'hinterland e le vicende fra Torino e i Comuni della cintura. La Giunta si è trovata a dover imporre ad alcuni Comuni provvisti di discarica l'accettazione dei rifiuti di altri Comuni in condizioni di emergenza: abbiamo visto in quelle occasioni quanto queste vicende scivolino nella meschinità.
Il punto è - e resta - che la Giunta in quattro anni non è riuscita non solo a risolvere il problema dei rifiuti in Piemonte (neanche di quelli urbani che compete all'apparato pubblico, nel suo insieme, smaltire), ma nemmeno ad iniziarne il processo, tant'è vero che siamo senza Piano di smaltimento (che è stato bocciato) e senza alcun avvio concreto di una politica nel campo. A fronte di tale situazione si propone una legge dalla costituzionalità così dubbia che la ragione primaria per cui era stata pensata (impedire lo spostamento di rifiuti industriali da una regione all'altra) è stata soppressa, perché assolutamente improponibile; allora la si è mantenuta per quelli urbani "sperando in bene".
Ciò è penosissimo e grave. Il punto è, e resta, che allo smaltimento dei rifiuti urbani bisogna provvedere non con equivoci metodi di smaltimento in discariche private, ma con strutture pubbliche, le quali anche senza una legge che imponga di non accettare rifiuti da altre regioni potrebbero benissimo non farlo autonomamente. Se avessimo tante discariche o impianti di smaltimento, compresa la raccolta differenziata ecc., come quella della AMRR (ma non è di questo che discutiamo), non ci sarebbe la necessità di una legge come quella in discussione. Il punto è che se si continua a normare in modo da lasciare il più ampio spazio possibile all'iniziativa privata la gestione concreta della partita rifiuti è cosa pazzesca; ci troviamo poi a dover fare una grida spagnola totalmente inutile nel tentativo di impedire che l'iniziativa privata faccia quanto è legittimata a fare, cioè a prendere quanti più rifiuti può: più rapidamente una discarica viene riempita e più rapidamente l'investimento è reso redditizio. Dobbiamo avere strutture pubbliche, che gestiscano gli impianti, compresa la capacità di smaltimento in discarica, con criteri pubblici e non privatistici, secondo i quali prima si riempiono le discariche e prima si guadagna. E' questa la logica che ci continuate a proporre come giusta; ma allora di gestione delle discariche non abbiamo il diritto di dire nulla: si piglino tutti i rifiuti che vogliono, e se da tutta l'Italia e da tutto il mondo ce li prendiamo, vorrà dire che sul piano dell'impresa privata avremo trovato una nuova attività per il Piemonte, quella della discarica per rifiuti. E' un'attività come un'altra non è un'attività industriale? E' poi c'è il business ecologico, quindi è proprio quella cosa lì che dobbiamo fare! Personalmente trovo queste cose sono inaudite; voterò contro non perch pensi che il Piemonte debba diventare la discarica pubblica per tutta l'Italia, ma perché penso che occorra avviare una pianificazione seria, di strutture pubbliche serie che si occupino della questione dei rifiuti. A quel punto non ci sarà alcun bisogno di dare disposizioni ridicole quali quelle in discussione.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Emendamento presentato dalla Giunta regionale: al termine dell'articolo dopo le parole "da altre regioni" aggiungere le seguenti parole "fatti salvi i contratti in corso che saranno portati a conoscenza della Giunta regionale entro 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge".
Ha chiesto la parola il Consigliere Ferro. Ne ha facoltà.



FERRO Primo

Il compianto Aldo Viglione parlava spesso di Parlamento subalpino.
Nobilitati dal fatto di essere in un Parlamento subalpino Parlamento ovviamente, con una sua dignità - e visto lo svolgersi di un minimo di dibattito, in virtù degli interventi del Gruppo comunista e in virt dell'intervento del Consigliere Ala, presumo che l'Assessore si degni di darci un minimo di risposta; diversamente, non riusciamo a capire la ragione per cui interveniamo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non penso ci sia molto da dire, anche perché si ritorna sempre su questioni dibattute e ridibattute.
Comunque, mi paiono chiare alcune cose. Questa legge è stata dichiarata più "timida" di quella precedentemente presentata. Ci sia però l'onestà intellettuale di capire che a forza di ricevere bacchettate sulle dita da chi ritiene che le leggi regionali in fatto di ambiente ledano interessi privati - non so se mi spiego necessariamente, nell'interesse del Piemonte occorre tenere un atteggiamento per cui queste leggi (non certo nella drasticità in cui l'Assessore sarebbe portato a presentarle) possano in qualche modo passare. Come sempre io sostengo, spesso bisogna scegliere non tra il meglio, ma tra il meno peggio. E' urgente che si smetta l'importazione di rifiuti da altre regioni per non riempire la cubatura ormai relativamente scarsa delle discariche, che serve a garantire lo smaltimento dei rifiuti della regione Piemonte, proprio per non doverci ridurre a sversare i rifiuti sulle strade e sulle piazze, come in questi giorni è avvenuto a Milano. Mi sembra che questa legge, per quanto meschina e ridicola - a detta di qualcuno - cerchi di evitare uno stato di emergenza assoluta.
Vi sono principi e indirizzi validi, ai quali continueremo a fare riferimento: uno di questi principi è quello che affida all'ente pubblico lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Ci stiamo attivando; ma una qualsiasi azione nei confronti dei Comuni affinché si attivassero (altrimenti interveniva il potere sostitutivo della Regione) è stata bloccata perché il nostro Piano di smaltimento è stato annullato. Siamo in attesa di una sospensiva che ci permetta quanto meno di incidere sui Consorzi pubblici, affinché questi si attivino a dare allo smaltimento dei rifiuti urbani uno sbocco pubblico, che ci eviti le molte volte sono pesanti, pesantissime condizioni - per non dire di peggio - che ci vengono imposte dalle ditte private, che se se non esclusive detentrici, sono di certo le detentrici di larga parte di quello che è, oggi, lo smaltimento dei rifiuti.
Mi pare siano state fatte affermazioni contraddittorie. Da un lato, si è detto: "ci va anche bene questo stop all'importazione dei rifiuti perch il Piemonte non deve diventare la discarica di tutte quante le regioni circostanti e non circostanti", dall'altro, si dice: "è stato tolto l'articolo che riguardava i rifiuti industriali". Ma questo è contraddittorio: non potevamo "castrarci" proponendo l'autarchia per quanto riguarda i rifiuti industriali, quando ne esportiamo assai più di quanti ne importiamo.
L'articolo è stato soppresso per sospetto di incostituzionalità Consigliere Chiezzi, in quanto l'impresa privata è libera.
Concludo dicendo che il disegno di legge, per quanto timido, viene incontro a necessità immediatamente future del Piemonte, garantendoci quanto meno che la cubatura per i rifiuti solidi urbani presente in Piemonte rimanga a servizio e a disposizione della popolazione del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Vorrei invitare la Giunta regionale, rispetto all'emendamento da essa presentato, a chiarire la data dalla quale si intendono i contratti in corso. Nel punto dove recita "Fatti salvi i contratti in corso" ritengo non sia ben chiaro, perché i contratti in corso non devono ritenersi quelli entro i 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, ma quelli in corso ad una data anteriore ad oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Su questo argomento delicatissimo mi pare si debba integrare l'emendamento della Giunta precisando che i contratti devono essere di data certa, e regolarmente registrati entro il 31 maggio 1989.



PRESIDENTE

L'emendamento proposto dal Consigliere Picco è così formulato: sopprimere le parole "in corso" ed aggiungere "di data certa e regolarmente registrati entro il 31/5/1989".
La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Questo emendamento all'emendamento è accettato.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'emendamento presentato dai Consiglieri Picco e Bara.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli e 14 astenuti.
Pongo pertanto in votazione per alzata di mano l'emendamento presentato dalla Giunta.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 14 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 1 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 43 hanno risposto SI 30 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 12 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 43 hanno risposto SI 30 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 12 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 43 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 43 hanno risposto SI 29 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 43 hanno risposto SI 29 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 5 è approvato.
Prima di porre in votazione l'intero testo della legge, passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Valeri. Ne ha facoltà.



VALERI Gilberto

Signor Presidente, il nostro Gruppo ha cercato di confrontarsi seriamente con i contenuti del disegno di legge presentato dalla Giunta.
Per la verità con gli argomenti portati nella discussione dai tre interventi del nostro Gruppo, la maggioranza non si è seriamente confrontata e neppure gli emendamenti adesso introdotti mutano la sostanza del provvedimento proposto.
In particolare gli interventi dei colleghi Ferro e Chiezzi, hanno evidenziato seri dubbi di legittimità del provvedimento.
L'art. 120 della Costituzione, richiamato da Chiezzi, configura abbastanza inequivocabilmente il più serio di questi dubbi, in quanto non pare proprio interpretabile diversamente il divieto alle Regioni di adottare provvedimenti che in qualche ostacolino la libera circolazione delle persone e delle cose.
Se mi si consente una battuta direi che questo principio, in tempi di liberismo ancora imperante, dovrebbe essere rivendicato e difeso anche dalla Giunta e dalla maggioranza. Evidentemente, però, la coperta la si tira di volta in volta dalla parte che più conviene. In questa circostanza i principi del libero scambio e del libero mercato si è deciso di accantonarli.
L'intervento di Ferro, invece, metteva in evidenza i versanti più diretti di normativa legislativa nazionale e di competenza regionale, che avrebbero più opportunamente e legittimamente potuto affrontare il problema. Ma nemmeno alla programmazione dello smaltimento dei rifiuti è stata riservata sorte migliore, al punto che la Giunta pare ormai orientata a considerare anche questo un capitolo chiuso.
Il piano è stato, da alcuni mesi ormai, respinto dal TAR. l'Assessore era venuta in quest'aula a perorare con tono veemente il ricorso contro l'annullamento sentenziato dal TAR. A tutt'oggi, però, trascorse ormai parecchie settimane, il ricorso è lungi dall'essere presentato in quanto evidentemente, è alquanto difficile da argomentare. Si sta così profilando ciò che noi avevamo paventato nel dibattito: l'adagiarsi compiaciuto della Giunta a procedere in assenza di qualsiasi strumento di programmazione e di regolazione. Non importa se ciò ha come conseguenza la perdita di una trentina di miliardi da parte della nostra Regione, per non aver ottemperato ai vincoli posti dalla legge n. 441.



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Su 19 Regioni, nessuna ha ricevuto un soldo - nemmeno l'Emilia Romagna.
A prova di ciò, ci daranno notizie nei prossimi giorni, addirittura con una sorta di graduatoria.



FERRO Primo

Su cosa, se sono tutte le Regioni finanziate e tre bocciate? C'è la deliberazione pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 26 maggio.



VALERI Gilberto

Questo della perdita di finanziamento è un aspetto. Ciò su cui richiamavo l'attenzione è l'abbandono dell'idea di un governo programmato di tutta questa delicata materia.



FERRO Primo

La Regione Piemonte ha 600 milioni sul piano delle bonifiche, così come pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 26 maggio.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Ma con 600 milioni la Regione Piemonte non fa neppure il progetto!



FERRO Primo

Questo lo so; vi ho soltanto dato le informazioni che voi non date.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Ma dimmi, allora, che cos'hanno le altre Regioni, visto che hai la Gazzetta Ufficiale? Sono disposto a correggermi, se ho sbagliato; ma tu mi devi dire che cosa hanno le altre Regioni!



CERNETTI Elettra, Assessore all'ambiente

Consigliere Ferro, non stai parlando del piano di smaltimento, ma del piano delle bonifiche, che è tutt'altra cosa. Sono stati presentati otto piani per le bonifiche: nessuno è stato approvato. Il Governo ha assegnato al Piemonte 690 milioni (di questo ne discuteremo in Giunta) per delegare (anche il Governo sostiene che non è possibile che questo lavoro venga svolto all'interno delle strutture regionali) all'esterno la redazione del piano per le bonifiche. Alla Regione Piemonte sono stati assegnati 690 milioni in relazione ad un piano, così denigrato (mi ricordo le tue parole Ferro e anche la mia riposta) che ci serve di preparazione. In queste schede si ripetono pressoché tali e quali gli stessi criteri che la Regione si era data per redigere il piano, in un lavoro interno all'Assessorato (con grande sforzo, visto che il Ministero riconosce che gli Assessorati, con le strutture attuali "non sono in grado di" e ci dà i soldi per pagare un progetto fatto all'esterno) che sono poi quelli adottati dal Ministero, con qualche leggera integrazione. Questo lavoro di preparazione l'abbiamo svolto al 90% per la prima fase, che riguarda la presentazione delle schede che va fatta entro il 24 giugno; per le bonifiche urgenti, invece, i progetti vanno presentati entro il 24 agosto e il piano complessivo entro novembre. Ma questa è tutt'altra cosa rispetto al piano di smaltimento.



VALERI Gilberto

Se riesco riprendo dal punto in cui sono stato interrotto. Desidero ribadire che la dichiarazione fatta dall'Assessore Cernetti in quest'aula al momento della presa d'atto dell'annullamento del piano, ha confermato che l'assenza di un piano comporta, presumibilmente, la perdita di 27 miliardi. Dato che, a tutt'oggi, non risulta che le norme nazionali siano mutate e l'obbligo al piano sia venuto meno, è ovvio che la prevista perdita di risorse statali è destinata a diventare effettiva. L'assenza di un piano è grave anche per le ragioni afferenti, i motivati dubbi di legittimità avanzati dal collega Chiezzi. Il piano, infatti, programmando e normando la strumentazione pubblica di smaltimento dei rifiuti, avrebbe consentito di introdurre in modo corretto e motivato le eventuali limitazioni verso l'esterno. Leggendo la proposta in discussione, invece l'impressione che si ricava, non smentita dalla replica dell'Assessore, è che la Giunta intenda crearsi le condizioni per agire in regime di totale discrezionalità, rinunciando alla stessa ripresentazione di un nuovo "piano" dopo il blocco del precedente da parte del TAR.
Al riguardo è sintomatico anche il fatto che, a molte settimane di distanza dalla sentenza, non si sappia nulla del preannunciato ricorso.
Siamo, insomma, alla codificazione del "far da sé" della Giunta, con esiti che rischiano di creare ulteriori scompensi all'interno della gestione di una materia già di per sé complessa e difficile. Basta pensare nel caso altre Regioni adottassero provvedimenti analoghi a questo, ai problemi che si creerebbero per lo smaltimento dei rifiuti ospedalieri che oggi una parte delle UU.SS.SS.LL. piemontesi effettuano presso l'inceneritore di Parma. E' evidente, infatti, che se si innesca un processo di autarchia regionale è fuori di dubbio che il rischio conseguente è di provocare reazioni a catena.
Per questa somma di ragioni, dichiariamo la nostra astensione sul provvedimento, in quanto non vogliamo essere in alcun modo coinvolti in una simile spirale di crescente sgoverno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Il voto della Lista Verde sui vari articoli della legge è stato diversificato. Per quanto riguarda l'art. 1 il voto è stato favorevole proprio perché, come già si disse un anno fa, sui rifiuti solidi urbani il problema della capacità delle singole Regioni di smaltire i propri rifiuti non può che essere considerato uno dei punti cruciali. Il problema non è risolvibile, a mio avviso, diversamente, e questo deve essere il punto di partenza per quanto riguarda qualsiasi pianificazione a livello nazionale e regionale dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani. L'avevo collegato al problema cruciale, nella nostra Regione, della presenza di un'attività privata di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, che è il vero e principale ostacolo al raggiungimento di questo obiettivo.
Vorrei ora richiamare l'attenzione del collega Chiezzi sul punto che andrò a esporre, in quanto è rispetto a questo che mi diversifico dall'atteggiamento tenuto dal Gruppo comunista, il quale ritiene che questa legge abbia caratteri di illegittimità e incostituzionalità. Io non ho mai considerato i rifiuti solidi urbani delle merci. A mio avviso, essi rappresentano un problema sanitario ed ambientale che per legge dev'essere risolto dai Comuni e dai consorzi di Comuni. E' un problema di politica sanitaria che non deve perciò essere assimilato a quello della libera circolazione delle merci. Ritengo questo un approccio estremamente complicato e non so se legittimo dal punto di vista costituzionale, per quel che riguarda il modo di risolvere la questione. Nel sistema in cui viviamo troppi oggetti vengono trasformati in merci, ivi compresi gli organi da trapiantare e quant'altro. Però talune cose non sono risolvibili nell'emergenza ambientale che viviamo, facendo riferimento a meccanismi mercantili.



BRESSO Mercedes

E' assolutamente quanto diciamo anche noi. L'unico problema è che non puoi sopperire con la grida spagnola ad un intervento mai fatto.



ALA Nemesio

Io stavo parlando di un approccio filosofico culturale: i rifiuti solidi urbani non sono una merce, ma costituiscono un problema di politica sanitaria. Occorre chiarire questo concetto innanzitutto in termini politico-culturali.
Per quanto riguarda i rifiuti solidi urbani, ritengo che il Piemonte abbia la capacità di smaltire questo tipo di rifiuti: probabilmente male con molte lacune e con molte deroghe alle norme previste dalle disposizioni e da quello che sarebbe un corretto smaltimento, comunque ha pur sempre una capacità di smaltimento. Ci sono alcune comunità locali che di fronte all'incapacità di governo, soprattutto delle amministrazioni locali, e a scelte di varie amministrazioni, sia regionale a suo tempo che provinciale adesso, si trovano riversati addosso rifiuti di bacini di utenza e comprensori ben più vasti di quanto sarebbe corretto in un'equa ripartizione dell'inquinamento. Non riesco a trovare, dal punto di vista di un rapporto tra democrazia e smaltimento dei rifiuti (che ho già sollevato altre volte come un altro problema cruciale in termini di democrazia), che una ripartizione uguale per tutti dei livelli di inquinamento. Non è una buona soluzione, ma è una soluzione più democratica rispetto a quella di portare tutto a Ghemme o in Nigeria.
Sui rifiuti ospedalieri questa legge è ancora ben lontana dal tenere conto dell'emergenza regionale, dal tenere conto che i rifiuti ospedalieri piemontesi sono andati a Lentini, in provincia di Siracusa, e probabilmente in altre zone del sud. Questo non è eticamente lecito, se noi vogliamo affrontare un problema di emergenza ambientale in termini di solidarietà tra i diversi abitanti di questo pianeta e non in termini mercantili.
Magari è redditizio portare i rifiuti a Lentini, magari rende anche in termini di consenso politico, però non è assolutamente accettabile.
Ritengo che un provvedimento difficile da gestire politicamente è quello di dire che i nostri rifiuti li teniamo qui (almeno i rifiuti urbani e ospedalieri). A mio avviso, però, non ci sono altre soluzioni possibili fermo restando che al di là di queste scelte la politica complessiva regionale, e le sue scelte di piano non mi trovano consenziente. Ma questa impostazione, quand'anche fosse un'impostazione di principio, è invece condivisibile e mi auguro sia possibile superare gli ostacoli veri, cioè costringere - lo sottolineo - i Comuni a fare i consorzi, perché questa situazione non è gestibile con criteri liberistici, in cui ognuno porta i rifiuti dove vuole: c'è chi compra, chi vende e tutto circola liberamente.
I problemi sono di altra natura, questa materia esce (almeno quella degli urbani e degli ospedalieri) dal campo della possibilità del libero mercato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Vorrei precisare la ragione del mio voto contrario. Secondo me, il collega Ala sbaglia quando dice che questa legge prevede che ognuno smaltisca i propri rifiuti. Non dice affatto che il Piemonte si fa carico dei propri rifiuti, dice che il Piemonte rifiuta eventualmente di farsi carico dei rifiuti altrui, che non è la stessa cosa. L'Assessore ha appena detto che i rifiuti industriali piemontesi continuano ad essere esportati quindi, il Piemonte, non si fa carico dei propri, però difende con notevole rudezza la propria capacità di smaltimento (che peraltro non c'è: ogni giorno scoppia il dramma di nuove località che non sanno dove smaltire i rifiuti).
La ragione per cui sono contraria al provvedimento è che si tratta di un tentativo non legittimo, che verrà bocciato; è un escamotage che si adotta ben sapendo che non si è fatta alcuna politica finalizzata ad un'adeguata capacità di smaltimento, in Piemonte, per i rifiuti piemontesi e ad avere strutture tali da non accettare i rifiuti di altre Regioni. Una struttura consortile o municipalizzata automaticamente non fa contratti se non con i Comuni del Consorzio che ad essa fanno riferimento o dell'area che un piano di smaltimento dei rifiuti le conferisce come area di smaltimento. Questo è il modo corretto di affrontare la questione dello smaltimento dei rifiuti. Questo è il modo che pervicacemente non si è voluto perseguire, perseguendo uno strano miscuglio di politica in cui manca il pezzo pubblico, la responsabilità pubblica. Poi, al momento in cui tutto è completamente ingovernabile, in cui il piano non c'è più, in cui manca una definizione dei bacini e una definizione delle iniziative da assumere affinché i bacini non siano soltanto cose scritte su carta, ma capacità di smaltimento pubblico, si fa una norma che in qualche modo cerchi di tutelare una capacità di smaltimento che essendo in buona parte privata è soggetta alle norme generali condannabili in parte - che regolano il funzionamento dell'iniziativa privata. Il tutto nella logica di una gestione della politica ambientale che è solo dichiaratoria e mai risolutoria dei problemi: si fanno dichiarazioni su cosa dovrebbe avvenire ma non si fa nulla perché ciò avvenga in termini corretti.
Mi rifiuto di approvare una politica che non può portare ad alcuna soluzione, neanche nei modestissimi termini indicati da questa legge. Non è vero che i fatti andranno come la legge dice: raccontiamo che stiamo facendo cose che non stiamo facendo affatto. La politica dei rifiuti, anche urbani, in Piemonte è totalmente non governata (per non parlare dei rifiuti industriali, di cui non abbiamo mai più discusso). Si ammette che siamo pieni di rifiuti, che escono dalla regione, che non c'è alcuna capacità di smaltimento, ma non è più stato detto nulla. E' cosa inaudita.
Personalmente, non voterò più alcun provvedimento fino a quando l'Assessorato non ripresenterà un piano serio, in cui ci sia non solo un disegno, ma il modo per perseguirlo, in modo concreto e le conseguenti politiche. Altrimenti ci prendiamo in giro.
Il collega Ala, secondo me sbaglia. Concordo sulle dichiarazioni senza alcuna possibilità di realizzarsi; anch'io condivido che ognuno debba provvedere a smaltire i rifiuti in casa propria, compreso il farsi carico di rintracciare capacità di smaltimento.
Il problema è reale ed è per questo che va gestito con strutture pubbliche: si costituisca il Consorzio dei Comuni e lo si obbliga a trovare i luoghi di smaltimento, altrimenti si esercitano i poteri sostitutivi.
Solo così si ha capacità di smaltimento da gestire per i propri rifiuti; è inutile dire a un privato: "tu non devi accettare i rifiuti da un altro".
Per esempio, il Comune di Morano Po non sa più dove smaltire i rifiuti.
Essendo vicino al confine lombardo, può darsi possa trovare una soluzione in Lombardia. trovare una soluzione non ci sarebbe niente di male se esistessero dei consorzi fra Comuni che stanno al di qua e al di là del confine regionale: il confine regionale non è un confine di Stato. Il problema vero è che ci sia una capacità di smaltimento in ogni area della regione e del territorio nazionale, e che il criterio adottato non sia quello di far girare i rifiuti; criterio che deve essere gestito da chi i rifiuti li smaltisce, dalla struttura. Continuo a pensare che sia illegittimo che questo venga detto in una legge, che non serva a niente, ed inoltre che sia un modo per nascondere l'incapacità a realizzare la politica del non fare circolare i rifiuti. Questa è la ragione per cui continuo a mantenere il mio voto contrario.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione dell'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 votanti 44 hanno risposto SI 29 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 14 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 1029: "Autorizzazione allo IACP della Provincia di Torino per il trasferimento in proprietà di n. 2.600 alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata agli assegnatari richiedenti" (rinvio)


PRESIDENTE

Il punto 8) dell'o.d.g. reca: "Esame proposta di deliberazione n.
1029".
Vorrei conoscere l'orientamento dell'Assessore Genovese. Forse questo argomento lo si potrebbe rinviare alla prossima seduta di Consiglio.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'edilizia residenziale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la discussione e le valutazioni su questa deliberazione sono state lunghe, difficili e controverse. La determinazione e la proposta conseguente della Giunta era e rimane in accoglimento di indirizzi espressi dal Consiglio regionale, anche specificamente, su parte del patrimonio per cui si richiede l'autorizzazione alla vendita da parte dell'Istituto Autonomo Case Popolari di Torino che quindi deve restare ferma per quanto riguarda la Giunta e credo anche per la maggioranza che ha licenziato il provvedimento.
E' stato richiesto un ulteriore approfondimento rispetto alla definizione del numero massimo degli alloggi cedibili rispetto al patrimonio amministrato dallo IACP di Torino: credo, che pur essendo spiacevole da parte mia ammettere che l'interpretazione delle norme di legge data dall'Assessorato e anche da me possa essere discutibile, di dover dire che peraltro la normativa non è chiara. Gli interessati sono da lungo tempo in attesa di questa deliberazione che dalla Giunta è stata assunta nel mese di novembre dello scorso anno, ma ritengo che tuttavia sia opportuno richiedere al Consiglio una breve dilazione, sino alla prossima seduta per consentire all'Assessorato di sottoporre alla Giunta l'eventualità di una rideterminazione dell'ammontare del patrimonio cedibile da parte dello IACP di Torino, fermo restando comunque che al di là di questa verifica, la Giunta riproporrà, essendo stato licenziato, al prossimo Consiglio o questo o un provvedimento rivisto affinché venga messo in votazione.



PRESIDENTE

Se non vi sono osservazioni sulla richiesta avanzata dall'Assessore Genovese, si intende che tale proposta di deliberazione è rinviata alla prossima riunione consiliare.


Argomento: Questioni internazionali

Iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno sulla situazione in Cina


PRESIDENTE

Stamani, nella Conferenza dei Capigruppo, abbiamo assunto l'impegno di discutere l'ordine del giorno relativo alla Cina, documento che desidererei iscrivere all'o.d.g. Poiché abbiamo ancora un adempimento da assolvere relativo al progetto di legge n. 466,e poiché entro le ore 18 alcuni colleghi devono lasciare il Consiglio per impegni assunti, desidero sapere dalla collega Bergoglio se il punto 9) all'o.d.g. comporta una lunga discussione.



BERGOGLIO Emilia

Non sono in grado, signor Presidente, di prevedere se questo provvedimento richiederà una lunga discussione. Da parte del mio Gruppo la discussione non sarà lunga perché abbiamo discusso della questione in sei Commissioni, dove abbiamo espresso le nostre valutazioni. Non so se altri colleghi hanno questioni da porre. Per quanto mi riguarda, sono disponibile a dare per letta la relazione per accelerare al massimo i tempi. Se dovesse invece richiedere una discussione più lunga, posto che ritengo prevalente l'urgenza dell'ordine del giorno sulla Cina, per la sua attualità, non ho difficoltà preconcette a un eventuale rinvio della discussione sul progetto di legge, ricordando però che sono già parecchie settimane che questo argomento è iscritto all'o.d.g. e chiedendo quindi che qualora si dovesse ritenere opportuno il rinvio esso venga posto ai primissimi punti all'o.d.g. della prossima seduta.



PRESIDENTE

Se la questione è in questi termini, dopo aver iscritto l'ordine del giorno sulla situazione in Cina potremmo proseguire velocemente la discussione sulla questione del diabete mellito.
Chi è favorevole all'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno relativo alla Cina è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame progetto di legge n. 466: "Predisposizione della rete dei servizi per la prevenzione e la cura del diabete mellito nella regione Piemonte in attuazione della legge 16/3/1987, n. 115"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame del progetto di legge n. 466, di cui al punto 9) dell'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Emilia Bergoglio che ha pertanto la parola.



BERGOGLIO Emilia, relatore

Come ho preannunciato, signor Presidente, ritengo che per accelerare i lavori sia opportuno dare per letta la relazione, peraltro trasmessa ai Consiglieri a suo tempo.
Mi limito a raccomandare l'approvazione del provvedimento, lungamente discusso nelle varie sedi e richiesto dagli interessati per ovvie ragioni.
Si tratta di un adempimento conseguente ad una legge nazionale che stabilisce precise normative di riferimento per questa particolare categoria di ammalati. Noi riteniamo di avere fatto un buono ed equo lavoro, che ha cercato di tener conto delle esigenze di tutti e che ha raccolto tutti i suggerimenti che gli interessati hanno voluto esprimere (mi riferisco alle associazioni rappresentative degli utenti, ma anche le categorie professionali mediche sono interessate: in questo caso abbiamo sentito con particolare interesse le esigenze dell'utenza), la quale hanno espresso il proprio consenso al provvedimento, così come veniva articolato.
Ad una serie di punti ancora aperti, di fatto rinviati all'applicazione del Piano socio-sanitario, e relativi alla collocazione di alcuni servizi attualmente non possiamo dare risposta, dato che non sappiamo come si ripartiranno sul territorio.
Ovviamente, non siamo in totale assenza di servizi, quando si definiranno le localizzazioni si dovrà tener conto di quanto già esiste, là dove esiste in maniera equa, organica e razionale.



PRESIDENTE

Sulla relazione della collega Bergoglio è aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Acotto. Ne ha facoltà.



ACOTTO Ezio

Riteniamo di dover fare, come premessa, un breve ragionamento su questo provvedimento, che ha un suo rilievo.
Riteniamo utile un adeguamento dei servizi ai vari livelli: di distretto di base (medicina di base), poliambulatoriale o ambulatoriale e ospedaliero. Riteniamo utile un potenziamento e un adeguamento dei servizi afferenti la patologia del diabete: è giusto che si intervenga in questo settore e condividiamo le indicazioni sull'organizzazione di questi servizi, quali modalità d'intervento, tipo di prestazione previsto, misure di coordinamento tra prestazioni ai vari livelli.
Sottolineare in questa maniera la positività del provvedimento esaurisce, nell'ambito di un ragionamento - ahimè - assai breve, una materia che meritava più ampia trattazione. Al di là di tutto ci l'importanza della materia non viene sminuita, stante termini anche, in termini quantitativi, la rilevanza del fenomeno che tentiamo di affrontare con questo provvedimento.
La positività di questi rilievi si accompagna ad alcune riserve sul provvedimento, malgrado il lavoro compiuto a suo tempo in Commissione nel rapporto consultivo con i soggetti interessati, in primo luogo con le Associazione che rappresentano il mondo dei diabetici oltreché con i qualificatissimi operatori sanitari nel campo della diabetologia.
La prima riserva concerne un aspetto poco relativo alle vicende che riguardano singolarmente i cittadini interessati, loro malgrado, da questo tipo di affezione, ma molto importante dal punto di vista del funzionamento della nostra istituzione e dal punto di vista delle modalità con cui la nostra istituzione intende intervenire, nel campo della sanità, in questo settore specifico Siamo in presenza di una tipica materia di programmazione sanitaria anche la legge nazionale, che pure è legge settoriale e che si occupa in maniera specifica di questo argomento, facendo riferimento al ruolo delle Regioni prevede che esse intervengano attraverso i Piani sanitari regionali, pur lasciando aperta la strada - giacché la situazione dei Piani sanitari regionali è molto diversificata a livello nazionale - alle Regioni di altri provvedimenti.
Il Piano socio-sanitario è scaduto; non essendo in presenza di nuove proposte per il prossimo piano, non vorremmo che azioni legislative del tipo di quella che oggi stiamo esaminando fossero una sorta di surroga dell'indispensabile azione complessiva di programmazione socio-sanitaria in questo e in tutti gli altri settori. Da questo punto di vista c'è una perplessità di metodo, che non è secondario giacché al punto in cui siamo e nei tempi attuali non abbiamo assolutamente cognizione di come andrà avanti la vicenda della programmazione sanitaria nella Regione Piemonte.
L'Assessore nella sua replica potrà, forse, fornirci il delinearsi di una prospettiva circa gli impegni per la predisposizione del Piano sanitario regionale: dobbiamo però registrare che finora ogni scadenze ogni indicazione non ha avuto il conforto di una corrispondenza di atti compiuti dalla Giunta regionale. Ripeto: su questo punto è importante una risposta, pur rimanendo elemento di riserva il fatto che non si sia deciso di operare attraverso il Piano sanitario regionale, ma attraverso una legge specifica.
Un'altra riserva consiste nel fatto che questa legge, che reca il titolo "Predisposizione della rete dei servizi per la prevenzione e la cura del diabete", come ricordava la collega Bergoglio, si ferma un passo prima della predisposizione della rete vera e propria. Relativamente ai criteri stabiliti sul delicato punto relativo ai reparti e ai servizi ospedalieri e quindi alle ovvie conseguenze che ne derivano dal punto di vista delle responsabilità (mi riferisco al tema dei primariati), la legge rinvia a provvedimenti successivi che non sono molto chiari: non si sa né quando saranno assunti né come sarà possibile assumerli né chi li assumerà. Da questo punto di vista l'emendamento presentato dall'Assessore, nel suo significato correttivo rispetto ai termini precedenti, è da accogliere positivamente, ma, ahimè, lascia ancora molto indefinita la predisposizione della rete dei servizi ospedalieri in questo campo e in questo settore.
Cosa significa, Assessore, dire nella legge che ci sarà "un reparto ospedaliero dotato di posti-letto per la decenza a ciclo continuo, ecc.
almeno uno per Provincia?". Non voglio sembrarle paradossale, Assessore, ma "almeno uno per Provincia" significa stabilire un tetto minimo, ma non si ha alcun riferimento al tetto massimo. Non penso si arriverà al paradosso di moltiplicare in maniera infinita questo tipo di servizi, ma, ahimè, la previsione legislativa stabilendo il tetto minimo, lascia a chi quella massima? alla Giunta: non si capisce, dal punto di vista legislativo, chi dovrà attuare le relative azioni attuative del provvedimento, assai indefinito dal punto di vista delle previsioni. E questo pur valutando che la dizione precedente prevedeva reparti soltanto in ciascun capoluogo di Provincia; valutando quindi positivamente l'essere andati al superamento di una definizione incongruente rispetto alle esigenze e le necessità. Il suggerimento, ovvio in questi casi, è di adottare criteri che tengano conto di elementi e parametri il più possibile oggettivi, oltreché della distribuzione, già attuata, delle professionalità all'interno del sistema sanitario regionale (mi riferisco ai bacini di utenza, ecc.). L'aver voluto lasciare aperta qualsiasi possibile previsione, solleva una seconda riserva che, sommata alla prima di natura metodologica (si è scelta la forma della legge settoriale e non quella del Piano socio-sanitario) fa sì che noi pur giudicando utile un intervento nel settore, manteniamo un atteggiamento in termini politici e in termini di voto di astensione sul provvedimento. Ciò pur dispiacendocene perché riteniamo molto importante che si arrivi a un adeguamento e potenziamento dei servizi relativi a questa importante patologia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Olivieri.



OLIVIERI Aldo

Mi stupiscono un po' certe opposizioni a questo dispositivo di legge che, tutto sommato, tende a dare dignità ed anche una certa sfera di autonomia alla diagnostica e alla terapia di un grosso malanno sociale. Il problema non sta tanto nella mancanza di un piano: molte volte quello che conta è avere degli obiettivi, e se poi riusciamo a raggiungerli per sovvenzioni successive, dimostriamo di essere più moderni degli antiquati piani di qualche anno fa; perlomeno, cerchiamo di risolvere i problemi. E che il diabete sia una malattia sociale e una malattia grave, credo ne siano tutti convinti; bene o male, se non nella propria famiglia, in quella di un vicino o di un amico, esiste un diabetico. Non vorrei essere cattivo, ma dire che il diabete sia così ben curato e seguito nella vita dei pazienti (che pazienti sono e non sono, per un lungo arco della loro vita) non è così reale! La mia impressione, in tutto questo annoso e travagliato dibattito a vario livello, è che in realtà, come spesse volte succede, emergano critiche in parte anche giustificate, ma che per certi aspetti possono estraniare parte dell'attenzione della medicina generale e quindi limitare alcuni campi in modo forse non perfettamente congruo. Il problema non sta nello scegliere la soluzione ottima - l'ottimo non esiste in assoluto ma la soluzione migliore possibile. Credo che questo dispositivo legislativo in realtà sia stato osteggiato, e fonte di prolungato dibattito, non tanto per semantica culturale vera e propria, ma perché finisce per mettere in campo questioni che con la cultura medica hanno poco a che vedere (compartecipazioni o marchingegni di questo tipo).
Bisogna avere il coraggio di rompere certe inerzie legate non ad aspetti puramente etici, ma a cose di ogni giorno, anche legittime; personalmente sarò l'ultimo a scagliare una prima pietra, però indubbiamente occorre migliorare l'assistenza e l'attenzione ad una malattia che è grosso problema sociale e che purtroppo nel suo lungo decorso manifesta conseguenze di vario tipo che inesorabilmente portano alla morte o accorciano la vita dell'individuo. In questo senso, credo che la legge debba essere considerata uno sforzo per andare incontro ai bisogni di quella che definiamo con brutto termine "un'utenza", che ogni giorno soffre e ha grossi problemi da risolvere.
Credo si possa votare tutti e a cuor leggero questa legge come un elemento assolutamente positivo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari per la replica.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Non intendo iniziare un dibattito che sulla tematica generale della legge credo ci vedrebbe tutti d'accordo.
La legge non vuole essere la surroga del piano, che dovrebbe essere pronto fra venti giorni: dopo le consultazioni a livello provinciale con le UU.SS.SS.LL. per la parte ospedaliera, si potrà procedere, nel mese di luglio in termini abbastanza veloci. Non è una surroga; in una sua parte quella relativa agli standard, viene rimandata al piano e non sostituisce quindi, alcun atto di piano. Le parole "almeno uno per provincia" non vogliono determinare una soglia senza limite superiore, ma l'identificazione sarà attuata in sede di piano.
La stesura iniziale proposta, estremamente più chiara, identifica chiaramente la sede con nome e cognome; nella seconda abbiamo proposto la formula "uno ogni 600 mila abitanti o almeno uno per provincia", il che avrebbe determinato nelle province un servizio autonomo garantito, e nella provincia di Torino, con un paio di milioni circa di abitanti, avrebbe determinato la possibilità di avere un istituto autonomo ospedaliero quello universitario, ed altri uno o due in più in ambito di territorio provinciale. Sede di queste identificazioni sarà la sede di piano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Acotto per dichiarazione di voto.



ACOTTO Ezio

In merito al Piano socio-sanitario abbiamo appreso che l'Assessore, da noi sollecitato a dare informazioni, ha in programma consultazioni a livello provinciale. Sarebbe opportuno essere più precisi, anche per evitare una discussione procedurale molto delicata: titolare delle consultazioni è titolare la Commissione competente; se l'Assessore incontra le Province si rimane alla sfera di competenza della Giunta ma per le consultazioni la Commissione ha bisogno di un testo, che per ora non c'è.
Se c'è qualche testo in giro per le Province sarebbe utile averlo a disposizione.
Per quanto riguarda la risposta dell'Assessore sulla seconda delle riserve che abbiamo sollevato circa l'indeterminatezza assoluta di questa legge in ordine alla rete dei servizi autonomi, il collega Olivieri non ha ritenuto di fare commento alcuno; però è un handicap notevole il fatto che la legge esca con giusta ambizione di determinare la rete dei servizi, ma che poi arrivata al punto lasci tutto nell'indeterminatezza e rinvii al piano. Poi nel caso in cui il piano non ci sia, qualcuno interverrà per attuare un disposto normativo talmente indeterminato da lasciare la possibilità di assumere le decisioni più varie.
Anche se mal volentieri, mantenendo questo tipo di riserva, ci vediamo costretti a non approvare il provvedimento ribadendo il nostro voto di astensione.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 hanno risposto SI 29 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 hanno risposto SI 29 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
In merito all'art. 3 ha chiesto di parlare il collega Genovese, in qualità di Consigliere. Ne ha facoltà.



GENOVESE Piero Arturo

Mi rendo conto che un intervento da Consigliere non è consueto e ciò mi crea un certo imbarazzo; essendo purtroppo affetto da patologia diabetica se l'art. 3 rimane nella forma attuale in questa forma non credo di poterlo approvare, in quanto vengono individuate le unità operative ospedaliere autonome di diabetologia solo presso gli ospedali generali sedi di DEA di II livello.
Gli ospedali generali sedi di DEA di II livello si caratterizzano rispetto ai DEA di I livello, solo per la presenza della neurochirurgia e questo non c'entra molto con l'individuazione di una rete di servizi di diabetologia. Si dà il caso che sul territorio esistono dei servizi di diabetologia altamente specializzati presso ospedali che non sedi di DEA di II livello.
Con questa previsione normativa, anche se è vero che in prospettiva sparirà con il nuovo Piano socio-sanitario la distinzione tra DEA di I e II livello, c'è il rischio, in questa fase transitoria in cui ragioniamo con riferimento all'attuale e vigente Piano socio-sanitario, di vedere attribuire a certe sedi ospedaliere servizi di diabetologia cancellando quelli che funzionano in modo autonomo ed egregio presso altre sedi ospedaliere. Se rimane la dizione "DEA di II livello", mal volentieri voterò contro l'art. 3.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

Desidero precisare che la Commissione, in sede di consultazione, ha interpellato ogni associazione di diabetici esistente nella regione Piemonte, le quali hanno espresso le loro valutazioni e i loro punti di vista, ma non sono state sollevate osservazioni tipo quella che il collega Genovese ha testé posto. A me personalmente non è mai stata posta dal collega Genovese tale questione se non negli ultimi minuti.
Abbiamo lungamente dibattuto la questione in sede di Commissione valutando complessivamente che comunque il problema avrebbe dovuto in ogni caso essere rivisto in sede di definizione dei "famosi" DEA di I e II livello Non è del tutto esatto dire che la differenza tra DEA di I e II livello è soltanto per l'esistenza di un reparto in più; in realtà è una dimensione diversa del complesso ospedaliero.
Non voglio fare alcuna forzatura nei confronti della posizione assunta dal collega Genovese, desidero però sottolineare che la questione è stata esaminata e accettata.
Occorre stare molto attenti su provvedimenti di questo genere, che coinvolgono interesse personali di reparti e medici, dal momento in cui si fanno certe scelte scarsamente giustificate dal punto di vista dell'impostazione complessiva, dicendo di voler tutelare una parte, mentre in realtà si tutelano interessi di singoli che il Consiglio regionale non ritengo debba prendere in considerazione.



(Interruzione del Consigliere Reburdo)



BERGOGLIO Emilia

Non singoli pazienti. Il fatto di lasciare un riferimento di tipo generale corretto che sia dal punto di vista strutturale lasciandone la disposizione alla successiva definizione di piano, evita il rischio che si prefigurino dei reparti piuttosto che altri nel momento in cui è ancora tutto da discutere e definire. Collega Reburdo, mi pare questa una posizione molto corretta; sarebbe grave il contrario, cioè che noi emanassimo una legge che predisponesse e prefigurasse situazioni in un modo piuttosto che in un altro. Questo e quanto non abbiamo voluto fare; ci siamo invece attivati per un provvedimento che dal punto di vista dell'impostazione di principio rispondesse ad una logica-tecnica di garanzia di servizi e nient'altro.



(Interruzione del Consigliere Reburdo)



BERGOGLIO Emilia

Abbiamo interpellato tutte le associazioni dei diabetici esistenti sul territorio regionale, in tutte le UU.SS.SS.LL., in tutte le realtà periferiche e in tutta la realtà regionale proprio perché ritenevamo che fossero i primi destinatari di queste norme a dover essere i primi a dare il loro parere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Genovese.



GENOVESE Piero Arturo

E' questione antipatica, che sembra quasi sconfinare in questione personale, mentre non lo è. Personalmente mi sono rivolto all'Assessore competente; non vengo alle consultazioni in Commissione, perché Come Assessore devo seguire altre materie. Mi sono limitato quindi a fare le mie osservazioni nelle sedi in cui potevo e ovviamente sono libero di farle nella sede del Consiglio regionale a cui appartengo. Se il problema è stato valutato e scartato, qualcuno lo avrà pur sollevato. Ma, al di là delle consultazioni, ho posto un problema. Secondo me con questa norma si va a prefigurare una rete di servizi - questo sì - ma se si lascia il riferimento agli ospedali sede di DEA - come saranno in futuro tutti con il nuovo Piano socio-sanitario - la scelta di rete la farà a suo tempo la Regione; invece, in questo modo, è certo che la prefigurazione è totale: presso i DEA di secondo livello nelle province dove ce ne sarà uno. E io dico, conoscendo una parte del territorio regionale, che ci sono parti di territorio regionale dove questo vorrà dire il non riconoscimento di autonomia ai pochi servizi che funzionano e che sono riferimento per chi soffre di questa patologia.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Acotto. Ne ha facoltà.



ACOTTO Ezio

La discussione è assai interessante; tralascio altre considerazioni circa la vivace dialettica sviluppatasi tra il Presidente della Commissione e il collega Genovese. D'altra parte, il problema che il collega Genovese pone, al di là delle questioni territoriali, dal punto di vista degli elementi di merito è molto importante. Collega Genovese, il problema di Casale è importante dal punto di vista della natura, della qualità, dell'apporto che dà attualmente per questo tipo di grossa patologia sociale.
Però, colleghi, c'è un equivoco. Occorre che qualcuno ci spieghi altrimenti si rischia di giocare sui termini e sulle parole una commedia del tutto indefinita. La definizione attuale - non quella originaria - di almeno un centro ospedaliero per provincia, in linea teorica, astratta e un po' paradossale che potrebbe portare a far sì che nella provincia di Alessandria ce ne siano almeno dieci. Il criterio è opinabile per la sua indeterminatezza. Se il collega Genovese - non ho atteggiamento polemici nei suoi confronti - ritiene che la propria e diversa interpretazione sia quella efficace e corrispondente ad elementi di diritto (trattandosi di una legge) più propri, saremo lieti di valutare sulla base di quali deduzioni egli ricava il fatto che, ad esempio, in provincia di Alessandria questa legge preveda un unico presidio. Questo per fare esempi concreti e non "girare" attorno alle questioni. Se il criterio fosse questo riprecipiteremmo nella definizione precedente, che prevedeva che in ciascun capoluogo di provincia possono esserci servizi ospedalieri di diabetologia presso i DEA di secondo livello e, comunque, in ogni capoluogo di provincia. Quella era è la definizione precedente. La modifica nei DEA di secondo livello e comunque almeno uno per provincia estende, secondo noi senza alcun criterio, la possibilità di moltiplicare i Servizi in maniera assolutamente ingiustificata. Invece di "Servizi" vogliamo dire "primariati"?. Diciamo primariati. La materia "incandescente" alla base di questi ragionamenti è quella, al di là della preoccupazione principale per i malati e la patologia.
Il rischio, in questa definizione generica, è di dilatare senza criteri; e non penso che si possa dire di noi che siamo "i vetero che ragionano col gostland" collega Olivieri se pensiamo a qualche minimo criterio. Basta dire "adottiamo qualche criterio" e subito si è subissati da "ecco la vecchia programmazione, i vecchi piani": tutta roba da lasciare tra le vecchie ciabatte, da buttare via? No, io penso che qualche criterio debba essere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

L'argomento sollevato dall'amico Piero Genovese è importante e mette in chiaro quegli aspetti che in materia sanitaria cerchiamo di non vedere l'esistenza concreta dei malati, oltre alla burocrazia delle leggi e delle strutture sanitarie. Problema che modestamente ho cercato più volte di richiamare in merito ad altre leggi e provvedimenti in materia per quanto fosse sempre difficile. Proprio oggi durante la riunione del Consiglio ho avuto modo di leggere un articolo di Furio Colombo, quanto mai interessante, apparso su "La Stampa" di oggi, sul funzionamento degli ospedali in America. Articolo che consiglio a tutti di leggere per notare il contrasto tra pianificazione e tecnologia da un lato, ed esigenze bisogni dei malati e la sofferenza, dall'altro.
Desidero soltanto portare la mia solidarietà e il mio voto a favore della tesi e dei richiami, che non sono unicamente personali, ma hanno certamente una grande valenza culturale, sollevati dal collega Genovese: richiami che mettono in chiaro che ai malati non si tratta soltanto di dire: "questi vanno qui, quelli vanno lì", come se i malati fossero pacchi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Olivieri.



OLIVIERI Aldo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, devo riprendere il mio precedente intervento, in cui con velate parole mi sono riferito a certi equilibri, a certe tradizioni o baronie (pardon, ho già parlato troppo!).
Allora, voglio lavarmi la bocca una volta ogni tanto, cosa che mi dà soddisfazione: il discorso diventa finemente politico. E' di oggi un dibattito trasversale sul perché e sul per come si debba più o meno parzialmente depoliticizzare la sanità italiana. Non so se questo sia un bene o un male; non sono in grado di esprimere un giudizio. Dobbiamo per dire una cosa: in questa Regione abbiamo super politicizzato la sanità piemontese; e, passi la Giunta, passi il Consiglio, passino le passate gestioni, ma l'esecrato Co.Re.S.A. invece di essere cassa armonica ove si contemperano e si elaborano progetti con equilibrio e sensibilità per quei malati cui faceva cenno il Consigliere Ala, è diventato cassa di risonanza di corporazioni e di interessi legittimi, meno legittimi, retrivi, avanzati o qualsivoglia dire. Quando ero Assessore alla sanità l'ho sempre ignorato schivandolo al massimo, perché sapevo che si sarebbe trattato di elemento di disordine, di rottura e di freno. Chiedo al Consiglio che elimini il Co.Re.S.A. in quanto non è organo che risponda ad assunti di tipo democratico; è organo assolutamente corporativo, sorto da un'elaborazione non concettuale e culturale, ma di difesa parcellare di interessi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Olivetti.



OLIVETTI Michele

Signor Presidente, questa legge che è giunta con fatica alla sua ultima formulazione, non consente ulteriori rinvii, e siccome è stata richiesta una ulteriore correzione, ritengo di dovermi far carico delle preoccupazioni dei pazienti, che come medico colgo in modo del tutto particolare.
Il problema del contendere è di distinguere fra unità operative ospedaliere non autonome e unità operative ospedaliere autonome. Questa distinzione, nella prospettiva del paziente, non modifica nulla.
Io vengo da un'esperienza fatta a Pinerolo dove, per motivi diversi l'unità ospedaliera non autonoma di diabetologia per essere affidata a persone particolarmente impegnate e soprattutto coinvolte direttamente con l'Associazione dei diabetici ha creato un servizio di tutto rispetto e di grande accettazione da parte dell'utenza.
Ora il problema di riconoscere una sezione come autonoma o non autonoma non significa impedire che anche nell'ospedale di Casale ci sia una sezione operativo ospedaliera di diabetologia non autonoma, in quanto aggregata alla divisione di medicina o alla divisione di endocrinologia, ove esistente, la quale per altro non perderà nulla di tutta la sua strutturazione.
Il fatto di dire che le sezioni autonome abbiano essere almeno una per provincia e collocate in una certa struttura, cioè il DEA di "secondo livello" dipende dal fatto che a questo livello ha significato automatizzare anche per la diabetologia il servizio. Questo in quanto quello è il livello dove tutti i servizi sono portati agli estremi limiti della specializzazione. Mentre negli altri - "primo livello" questo non è realizzabile. Mi pare ci sia una logica in questa impostazione.
Quello che posso dire in coscienza, non solo come Consigliere regionale, ma anche come medico all'amico Genovese è che questa distinzione investe più i problemi della categoria medica che non quelli dei pazienti diabetici (i quali vengono comunque sempre prima degli interessi di qualsiasi categoria).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Vorrei sapere qual è l'interpretazione autentica dell'Assessore su questo dibattito; dato che è stata chiamata in causa la gestione di questa legge, un parere dell'Assessore ci permetterebbe di collocarci in modo più organico.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Condivido le cose dette dal Consigliere Olivieri. Spesso escono dall'Assessorato alla sanità progetti molto chiari che nell'iter (visti da parte dell'Assessore) vengono in alcune parti annacquati o rinviati; è successo altre volte, è successo per questa legge. Con questo provvedimento si erano identificati nove centri regionali, diffusi in tutte le province e tenendo conto che il territorio provinciale di Torino ha circa 2 milioni di abitanti, con il nome del presidio ospedaliero cui si riferiscono.
Nell'iter del Co.Re.S.A. condivido le cose dette da Oliveri sul Co.Re.S.A.
questo è stato cancellato: si è andati a discussioni generiche, a difesa non si sa bene di quale tipo di paziente. Il paziente a parole, lo difendiamo tutti, ma spesso nei comportamenti possono avvenire cose diverse; credo che il paziente sia meglio difeso con delle chiarificazioni con nome e cognome del presidio ospedaliero cui riferirsi che da indicazioni generiche.
Seconda considerazione. In questa indicazione generale, forse non si sono valutate a sufficienza le attività svolte da centri. Il centro di Casale è uno dei più grossi del Piemonte con 4.000 utenti ed ha una valida tradizione. Il centro di Casale rimarrà com'è attualmente, una unità non autonoma; rimarranno servizi e attività abituali, aggregati a medicina, con day-hospital, ecc. Probabilmente non si è voluto valutare nella globalità.
Mi pare che una indicazione corretta possa essere in questi termini: "ospedali sedi di DEA di secondo livello (uno per provincia)". in questo tenendo conto che probabilmente nel nuovo piano le dizioni potranno subire variazioni, ma credo che l'attenzione maggiore debba sempre essere rivolta al servizio offerto al paziente. In questo quadro, i pazienti di Casale rimangono salvaguardati nella loro possibilità di essere assistiti in futuro in modo tale e quale ad oggi. Indubbiamente agli operatori di Casale non viene riconosciuto il lavoro svolto, che poteva presupporre le basi di un riconoscimento maggiore nei confronti di altre zone, prive di qualsiasi tipo di attività nel settore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

L'Assessore sostiene che la Giunta ha formulato anche un'indicazione puntuale della struttura: questo aspetto non poteva essere ripristinato in un dibattito in Commissione, con degli emendamenti, onde concretizzare l'individuazione delle strutture in modo più puntuale, meno generico? Ci permetterebbe un momento di riflessione e la discussione potrebbe riprendere, con una proposta più puntuale alla prossima seduta consiliare.
Parlo da estraneo ai lavori della Commissione: non vorrei intromettermi imprudentemente in questo dibattito.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Non c'è alcuna intromissione particolare; ho solo voluto fare la storia dell' iter di questa legge: ne fatto la storia e l'ho fotografata; potremmo fare la storia di altri documenti, come quello sulle linee di programma nel quale è stata cancellata, in Consiglio, un'intera pagina di indicazioni puntuali. Con ciò non si drammatizza nulla; si rinvia di alcuni mesi, cosa che si poteva decidere alcuni mesi prima fa. In ogni caso, sul documento approvato in Consiglio regionale c'è l'unanimità della maggioranza, quindi non ci sono problemi particolari. Non è che non si faccia alcuna scelta: la stessa sarà indicata negli standard di piano.



PRESIDENTE

La parola alla collega Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

Vorrei ricordare all'aula la procedura che seguiamo per questi provvedimenti, in modo che il Consigliere Reburdo, che ha posto giustamente un quesito di natura tecnica, sia assicurato; diversamente rischiamo confusioni metodologiche e procedurali.
I provvedimenti assunti dal Consiglio regionale in materia di sanità sono sottoposti alla seguente procedura: l'Assessorato predispone una bozza tecnica che viene inviata al Co.Re.Sa. che a sua volta la esamina e dà il proprio parere, apportando eventuali correzioni. Il provvedimento viene trasmesso alla Giunta che lo approva, viene quindi trasmesso al Consiglio che lo assegna alla Commissione competente, dove viene discusso con l'ausilio di consultazioni; ritorna infine in Consiglio, che lo discute e lo vota. Questo è quanto in memoria storica delle procedure.



PRESIDENTE

Vorrei esprimere un rammarico. L'Assessore ha detto che tra tutti i centri quello di Casale svolge grande funzione. Il rammarico è che per qualche responsabilità non ben chiara, il centro non ha potuto e non pu avere il dovuto riconoscimento.



REBURDO Giuseppe

Non so se la proposta, che farò possa essere accettata. Vista l'oggettiva e diffusa incertezza (che può essere espressa nei vari modi nel voto) una sospensione della discussione e il ritorno in Commissione per un breve esame di questo specifico problema, è sostenibile o meno? Anche il Presidente del Consiglio ha espresso il proprio rammarico. Cosa comporta ritornare in Commissione per verificare questo problema specifico?



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Non è un'ipotesi perseguibile. Le correzioni potranno essere discusse in sede di piano (tenuto conto che a Casale non si toglie nulla di quanto c'è, e che rimane.



PRESIDENTE

Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale dell'art. 3.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 31 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 9 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Emendamento presentato dall'Assessore Maccari: al punto x, tra la quarta e la quinta riga la frase "in ciascun capoluogo di provincia" risulta così modificata "almeno uno per provincia".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 9 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 5 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 31 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 9 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 30 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 9 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno sulla situazione in Cina


PRESIDENTE

E' stato presentato un ordine del giorno firmato da tutti i Gruppi inerente i recenti fatti verificatisi in Cina.
Nella Conferenza dei Capigruppo si era previsto di iniziare la discussione ad un'ora che potesse consentire un dibattito più ampio di quello che probabilmente riusciremo a fare quest'ora. Poiché gli argomenti precedenti hanno richiesto più tempo di quello previsto, propongo pertanto di approvare l'ordine del giorno senza aprire il dibattito.
La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

In effetti avevamo concordato di iniziare la discussione su questo ordine del giorno alle ore 17, purtroppo però l'argomento precedente ha richiesto più tempo di quanto avevamo immaginato. Inoltre sappiamo che alcuni colleghi avevano altri impegni per le ore 18. Sono le 18,30, se dovessimo iniziare ora l'esame di questo ordine del giorno finiremmo alle 19,30 con un'ora e mezza di ritardo rispetto alle previsioni.
Il Gruppo DC è disponibile a votare subito l'ordine del giorno perché è importante che il Consiglio regionale assuma una posizione immediata.
Lasciando alla Conferenza dei Capigruppo e al Presidente la definizione dei tempi e dei modi di discussione, è tuttavia importante che sulla vicenda si sviluppi un dibattito per consentire ai vari Gruppi di fare qualche riflessione politica e storica in ordine alla vicenda cinese, che è cinese, ma che riguarda in generale la difesa della libertà e della democrazia nel mondo. Chiedo pertanto alla Conferenza dei Capigruppo di calendarizzare in una prossima seduta tale dibattito.



PRESIDENTE

All'intervento del Capogruppo della DC si associano i colleghi Santoni e Tapparo.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non voglio dare lezioni a nessuno, perché penso che ciascuno di noi sia responsabile, quanto meno sul piano politico, dei gesti che in momenti come questi vanno compiuti, per ancor quando sia vero che io non debba dare lezioni a nessuno, non posso non fare rilevare come la tensione morale che sembrava aleggiare nel Consiglio e nelle parole degli estensori dell'ordine del giorno unitario e dei vari ordini del giorno proposti, alla fine si trovi di fronte alle "necessità di famiglia" o comunque della "patria politica" e delle piccole cose locali. Tant'è vero che il Presidente del Gruppo DC ha parlato della Cina per dire: "Ancor quando si tratti della Cina", come a significare che la Cina è molto lontana...



CARLETTO Mario

Non fare il furbo!



MASARACCHIO Antonino

Non sono furbo e ho premesso che non voglio dare lezioni a nessuno.



CARLETTO Mario

Guarda il passato!



MASARACCHIO Antonino

...Il passato ci dà ragione perché la "scelta occidentale" noi l'abbiamo fatta nel passato proprio nei confronti di tutto ciò che oggi sta accadendo in Cina e nel mondo comunista... Rilevato questo, dico, con gravità di pensiero politico, che la proposta fatta di un dibattito ampio e aperto, dove si verificheranno le intenzioni vere e reali dei vari Gruppi sulle questioni che oggi sconvolgono il mondo comunista, è pienamente accettata dal Movimento Sociale Italiano. In quella sede, con i furbi tutto sarà approfondito fin nelle ossa anche a costo, metaforicamente parlando di far scorrere fiumi di sangue in questo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Mi auguro di no.



MASARACCHIO Antonino

Metaforicamente parlando. So commisurare il pensiero che le mie parole vogliono esprimere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Sperando che il sangue non cominci a scorrere subito, bench metaforicamente, voglio manifestarle, signor Presidente, tutta la mia amarezza per come la vicenda ha preso la piega. Avevamo preso degli impegni nella riunione dei Capigruppo. Il Presidente del Gruppo democristiano è stato gentile con lei e anch'io voglio esserlo, ma fino ad un certo punto nel senso che al termine della discussione precedente erano le ore 17,15 e a quel punto, signor Presidente, bisognava fermarsi, rispettare gli impegni, dedicare ad un problema di questo genere almeno quell'ora che tutti riconoscevamo essere il minimo indispensabile per non ridurre, come si sta prospettando, l'approvazione di un ordine del giorno a cui noi attribuiamo grande importanza, come lei stesso sottolineava presentandolo a uno dei tanti ordini del giorno approvati con la valigia in mano per rivederci fra quindici giorni. Routine e nient'altro che routine smentendo spirito, lettera, parola di impegni, proposte, richieste. Lo dico con amarezza perché nella riunione dei Capigruppo il collega Ala ed io avevamo fatto presente che avevamo preso degli impegni in merito ad una vicenda altrettanto tragica, benché annegata in questo sconvolgimento enorme che è avvenuto in Cina in questi giorni, mi riferisco al rogo in cui sono morte le detenute del Carcere delle Vallette.
Avevamo preso degli impegni con le detenute delle Vallette per un incontro alle ore 18. Ed è per questo che avevamo chiesto ripetutamente che ci venisse offerta la possibilità di motivare, perché c'è la nostra firma in questo ordine del giorno e per qualcuno più tormentata che per altri quindi per questo maggiormente significativa, se le cose si vogliono fare sul serio. Dopodiché le detenute e i loro familiari li stiamo facendo aspettare. Voi direte che non scappano. Certo, loro non scappano, però non è serio. Da qui deriva l'amarezza e il dissenso per voler affrontare sbrigativamente la questione.
Mi pare solo apparentemente di buon senso la proposta del capogruppo Carletto di rinviare il dibattito alla prossima volta. Ci saranno tante altre prossime volte. E' svilire l'importanza di un atto che vogliamo compiere per cercare di aiutare quelle migliaia di giovani che sono stati trucidati dai cingoli del regime cinese.



PRESIDENTE

Collega Staglianò, non si intende per nessun motivo togliere nulla all'importanza dell'argomento; probabilmente, se avessimo iniziato la discussione alle 17,20, con tutte le buone intenzioni dei Capigruppo, non avremmo ugualmente potuto dedicare quell'attenzione che merita una vicenda come quella che si sta consumando in questi giorni in Cina. Anche se non volevamo questo le cose sono andate favorendo una soluzione che consentirà al Consiglio regionale di prendere posizioni e di manifestare la sensibilità. Mi farò carico di questo con i Presidenti dei Gruppi. Fin dalla prossima riunione del Consiglio, esauriti i punti iscritti all'o.d.g.
sarà possibile dedicare una giornata a questa discussione. Potremmo fissare due sedute consecutive.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Nelson Mandela morirà in carcere e qui non se ne parlerà più, l'impegno di discuterne è stato preso tre anni fa.



PRESIDENTE

Colleghi, distinguiamo i problemi umani, importanti, da quelli umani che sono più grandi, più importanti come quello di cui stiamo discutendo.
Nulla era diretto a togliere importanza a questo dibattito. Mi dispiace che alcuni Consiglieri non abbiano potuto adempiere puntualmente all'incontro che era concordato, però, anche se c'è stato un po' di ritardo, avranno modo di realizzare l'incontro con le detenute del Carcere delle Vallette e vi auguro che sia il più proficuo possibile.
Potremmo concludere la giornata di oggi con l'approvazione di questo ordine del giorno assumendo l'impegno di discutere sui fatti della Cina nella prossima seduta o nelle successive riunioni, al termine degli argomenti che sono in calendario. Sarà così possibile aprire un confronto politico su questioni che toccano il popolo cinese ma anche tutti noi perché riguardano i rapporti tra il potere e i cittadini, la democrazia e la libertà.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Sestero. Ne ha facoltà.



SESTERO Maria Grazia

Riteniamo che questa importante questione debba avere tutta l'attenzione del Consiglio. Non può ridursi nella affrettata liquidazione di un ordine del giorno sottoscritto da tutti i Gruppi. Siamo disponibili ad affrontare anche ora un pronunciamento sull'ordine del giorno. La questione e di un rilievo tale che non può immeschinirsi in alcune opportunità assolutamente contingenti.



PRESIDENTE

Ringrazio la disponibilità da parte del Gruppo comunista ad affrontare questo dibattito, tuttavia chiedo di cogliere l'intenzione che hanno dimostrato i Gruppi di approvare ora l'ordine del giorno e di rinviare la discussione alla prossima riunione, intenzione che io condivido pienamente.
L'apertura di questo dibattito ora, al termine di una giornata che ci ha già visti impegnati su altri argomenti, mi pare riduca la portata che questo problema merita. Quindi i punti che non sono stati discussi oggi si intendono iscritti all'o.d.g. della prossima seduta consiliare. Propongo di dedicare la giornata di venerdì prossimo al dibattito sulla questione della Cina.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente l'importanza di questo dibattito è sottolineata da tutti. Richiedo che questa discussione venga collocata in un momento particolare della vita del Consiglio. Se incominciamo a dire che nelle giornate di giovedì e venerdì faremo tutto, temo che alla fine ci troveremo nella situazione di questa sera quando molti Consiglieri se ne sono già andati e questo dibattito perderebbe di peso e di dignità.
Chiedo che la discussione sia collocata nella giornata di giovedì.
Venerdì mattina il Consiglio procederà in ordine agli adempimenti e alle discussioni che sono in corso.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta

Ho un'altra angolazione, sono uomo di parte, appartengo ad una coalizione che è largamente espressa e sostenuta in questo Consiglio regionale.
Devo sottolineare talune esigenze, come ho fatto questa mattina alla conferenza dei Presidenti. L'ho fatto nella forma totalmente disponibile perché prevalessero queste ragioni davanti al progredire delle approvazioni di documenti che sono essenziali per la vita della Regione. Ho citato il rendiconto finanziario che è condizione per poter far decollare l'assestamento e quindi approfondire ogni altro elemento conoscitivo per successivi adempimenti. Siamo all'ultimo anno che precede la conclusione della legislatura e dovremo tentare di proporre un bilancio in termini utili. Se non superiamo questi adempimenti, non ce la faremo. Questa mattina ho accettato a nome della Giunta, di porre l'esame del progetto di legge n. 336 dopo questi altri problemi, non senza però avvertire che esistono ormai migliaia di pratiche alle quali siamo impossibilitati di dare una risposta, e quindi frustriamo anche le attese dei cittadini.
Questa non è contrapposizione ai principi e alle sottolineature che ha fatto il Consigliere Tapparo. Nulla vieta che si convochi il Consiglio il giorno 22 mantenendo gli impegni che abbiamo assunto solennemente questa mattina, e che hanno determinato la Giunta ad accedere alle richieste di taluni Gruppi perché prevalessero queste ragioni che sono state sottolineate e richiamate questa sera. Nulla vieta di trasferire e trattare questo problema il venerdì 23, con uguale conferimento di elevatezza di intenzioni, di proposte e di interventi, assicurando i Gruppi consiliari di una larghissima partecipazione. Lo lascio alla riflessione.
Sto sottraendo tempo agli impegni che sono stati qui richiamati.
Abbiamo poco tempo davanti a noi, abbiamo degli adempimenti che dobbiamo assolvere, ci sono deliberazioni che trattano conferimenti agli enti ospedalieri e alle UU.SS.SS.LL. di somme rilevanti; qualora questi adempimenti non trovassero scioglimento di iniziativa e di applicazione saremmo criticati. Ci si mette involontariamente nella condizione di non poter dare delle risposte complete a problemi che sono sviscerati da tempo.
La legge sull'assetto del territorio, è proposta dalla Giunta da almeno tre anni.
Chiedo alla riflessione dei colleghi, oserei dire anche alla cortesia stante la delicatezza delle cose che sono trattate, di voler considerare questa particolare esigenza di Governo, che non è espressione di una formula, ma che è di espressione totale della Regione Piemonte, coinvolge tutti. Potremmo come Governo essere tacciati di momenti negativi, ma alla fine chi ci va di mezzo è l'istituzione, quindi penso che coscienziosamente queste parole le debba avvertire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Signor Presidente, tento di fare una proposta che spero possa essere accolta. Questa mattina abbiamo perso un'ora e mezza per cercare di risparmiare tempo (spesso ci avvitiamo e riusciamo a perdere più tempo rispetto a quello che spenderemmo se trattassimo subito l'argomento che ci eravamo prefissati di trattare). Questo purtroppo è un paradosso che si sta verificando alla Conferenza dei Presidenti, qui e in più occasioni.
Capisco l'esigenza della Giunta e il Presidente l'ha richiamata.
Peraltro c'è un impegno dei Presidenti dei Gruppi su questo fronte. Capisco anche la preoccupazione del Consigliere Tapparo il quale rileva che un dibattito così importante non viene fatto questa sera, pur nella tragedia che stiamo vivendo, non viene fatto perché sono le ore 19 e perché è un dibattito che ha bisogno di avere quella solennità e quella dignità che è giusto che abbia.
La prossima settimana non verrà convocato il Consiglio, ma sarà convocato la settimana successiva nei giorni 22 e 23. Sono d'accordo che domani non si tenga la Conferenza dei Presidenti, perché l'ordine dei lavori era già stato stabilito. Propongo che nell'o.d.g. di giovedì 22 giugno venga iscritto al primo punto il progetto di legge n. 336, quindi secondo gli impegni assunti non si discuteranno le interrogazioni e interpellanze, e subito dopo il dibattito sulla Cina e di seguito gli altri argomenti. In questo modo il dibattito sulla Cina viene inserito tra altri argomenti, quindi non si corre il rischio di aprire una discussione in una sala non sempre attenta e con delle presenze non complete.
Mi sembra che questa proposta possa contemperare le esigenze della Giunta, e le preoccupazioni del Consigliere Tapparo. D'altra parte, visto che la settimana prossima il Consiglio non sarà convocato, il recupero di venerdì 23 sarebbe opportuno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bosio.



BOSIO Marco

Signor Presidente, ha già detto la collega Sestero che noi siamo disponibili ad affrontare questa discussione seria e corposa quanto la tragedia dei fatti cinesi impone a tutti.
Ci rendiamo conto che in questo momento pochi sono i Consiglieri presenti e in questo senso siamo d'accordo di fissare una sede di discussione reale, piena, compiuta per la gravità e le implicazioni delle questioni. Nello stesso tempo però non abbiamo nessuna intenzione di lasciare che si facciano strumentalizzazioni che siano speculazioni di ordine politico e filosofico, dunque, diciamo con precisione che voteremo l'ordine del giorno dopo la discussione politica.
Un atto politico è già stato compiuto interamente nel momento in cui i Gruppi, attraverso i Capigruppo, hanno concordato il testo dell'o.d.g. Non ci sentiamo minimamente sotto il tiro dei condor o degli avvoltoi quindi non accettiamo meccanismi di strumentalizzazione a nessun titolo, quindi vogliamo affrontare uno e due giorni di discussione piena sui valori, sui fatti. Consentitemi di dire, tra l'altro, che i comunisti non hanno aspettato oggi, 8 giugno, a parlare. Il documento che abbiamo sottoscritto lo voteremo dopo la discussione che si terrà il 22 o il 23 giugno, ma siamo disponibili a incominciarla anche adesso.



PRESIDENTE

Mi sembra una interpretazione che non aiuta. Si è lavorato per realizzare un ordine del giorno unitario. E' un onore per tutti l'aver concorso a fare uno sforzo per realizzarlo, cerchiamo allora di onorare questo impegno e questa disponibilità.
La parola al Presidente della Giunta regionale.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

La comune preoccupazione è quella di evitare che i momenti di conflittualità siano assorbenti dei giusti titoli di riconoscimento che dobbiamo affidare ad altre tensioni e ad altri valori quali quelli che sono contenuti negli ordini del giorno e nei richiami che sono stati proposti autorevolmente dai Presidenti di Gruppo.
Per tentare di ritrovare spazi entro i quali far ricascare questi richiami, richiamandoli autorevolmente la Giunta è disponibile, non senza modificare le sottolineature di urgenza che ho svolto poco fa, a convenire sulla convocazione del Consiglio regionale il 22 e il 23 giugno, perch possano essere trattati argomenti che hanno delle esigenze non rinviabili quali il rendiconto, la deliberazione che affida oltre 40 miliardi alle UU.SS.SS.LL. ed altri arrangiamenti per il personale che sono dovuti.
Proporrei addirittura - è un gesto di buona volontà di trasferire al 29 giugno il dibattito sulla L.R. n. 27, consentendo il più ampio spazio di intervento su argomenti che questa sera sono stati riconosciuti essenziali e vitali da parte dell'aula. Penso che alla Giunta non si possa chiedere di più. Viene dichiarata la sua totale disponibilità per dare una risposta positiva a questi problemi.



PRESIDENTE

Con questa dichiarazione il Presidente della Giunta facilita l'ipotesi che consentirà il 22 e 23 giugno, esauriti gli argomenti importanti che riguardano la vita della Regione, di passare alla discussione sulla questione cinese, rinviando al 29 giugno l'esame della L.R. n. 27.
La parola al Consigliere Minervini.



PRESIDENTE

MINERVINI



PRESIDENTE

Signor Presidente, colleghi, il documento unanime concordato nella Conferenza dei Capigruppo, da parte di ogni Gruppo richiede una valutazione. Noi vogliamo esprimerla per giustificare la nostra firma.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Il documento presentato è unitario, quindi la sua presentazione ha un significato rilevante. C'è stato un inconveniente sui tempi che ha impedito di svolgere il dibattito, pertanto saremmo d'accordo di discutere l'ordine del giorno durante la prossima seduta arrivando alla conclusione con un voto unanime.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva la proposta del Consigliere Carletto.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,15)



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