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Dettaglio seduta n.93 del 29/03/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



(I lavori iniziano alle ore 14.31 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Incarichi e consulenze esterne

Interrogazione a risposta immediata n. 466 presentata dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Procedura negoziata per l'affidamento del servizio di accoglienza ed informazione all'utenza presso immobili regionali"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
466, presentata dal Consigliere Buquicchio.
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Illustro brevemente l'interrogazione, anche se non c'è molto da dire da parte mia, se non ricevere una risposta auspicabile e soddisfacente da parte della Giunta.
un'interrogazione che nasce relativamente all'esigenza di conoscere qualcosa di più sulle procedure negoziate per l'affidamento del servizio di accoglienza e informazione presso gli immobili regionali.
La Regione ha effettuato questa procedura, protocollata al n.
0992412449.
Rileviamo che questa procedura, che fa riferimento all'ex articolo 125 comma 1, lettera b) della legge n. 163 del 2006 per l'affidamento del servizio di accoglienza e informazione, si è conclusa in data 28/02/2011.
A noi risulta, Assessore, che ci siano dei vulnus procedurali.
Riteniamo che questa procedura negoziata possa essere affetta da molteplici irregolarità che riguardano l'aspetto procedurale, per cui chiediamo di risponderci ad un'unica domanda articolabile nelle seguenti tre parti.
Ci illustri quali sono stati i criteri che l'Amministrazione ha ritenuto di utilizzare per la procedura negoziata.
Le ragioni che hanno indotto l'Ente a disporre l'esecuzione in via d'urgenza.
Come mai si è scelto di aprire le offerte in seduta riservata.
Ricordo che ho chiesto un accesso agli atti, di poter avere e prendere visione di tutta la corrispondenza protocollata inerente la procedura in questione.
Al momento, è passata quasi una settimana, non ho avuto ancora risposta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore alle risorse umane e patrimonio

Mi spiace che il Consigliere non abbia ancora ricevuto la parte della documentazione richiesta, chiederò agli Uffici di procedere in maniera più spedita.
La procedura di cui trattasi è un affidamento di servizio a cottimo fiduciario, ai sensi dell'articolo 125, comma 1, lettera b) del decreto legislativo 163/2006 ed è stata indetta con determinazione dirigenziale n.
48 del 9 febbraio 2011.
Con note datate 10 febbraio 2011 sono stati interpellati cinque operatori economici operanti nel settore; di questi due - la Società consortile Diamante e la Società cooperativa REAR - hanno fatto pervenire la propria offerta entro il termine stabilito. Scaduto tale termine, in data 24 febbraio 2011, un'apposita Commissione, presieduta dal Dirigente del competente Settore e composta da altri tre funzionari regionali, ha esaminato le offerte pervenute, individuando, nella società Diamante l'affidataria del servizio, avendo proposto il prezzo più basso, pari a 160.300,00 euro oltre IVA. Con determinazione dirigenziale n. 144 del 28 febbraio 2011 è stato disposto l'affidamento del servizio a tale ditta e nel contempo, la sua esecuzione anticipata nelle more della stipulazione del contratto, ai sensi dell'articolo 11, comma 9, del decreto legislativo n. 163 del 2006.
Per l'individuazione delle ditte da interpellare si è proceduto in conformità all'articolo 125, comma 11, del decreto legislativo 163/2006 il quale stabilisce che: "Per servizi o forniture di importo pari o superiore a venti mila euro (fino alla cosiddetta soglia comunitaria pari a 193.000 euro), l'affidamento mediante cottimo fiduciario avviene nel rispetto dei principi di trasparenza, rotazione parità di trattamento, previa consultazione di almeno cinque operatori economici, se sussistono in tale numero soggetti idonei, individuati sulla base di indagini di mercato ovvero, tramite elenchi di operatori economici predisposti dalla stazione appaltante".
Nel concreto, il Settore competente ha invitato alla procedura gli operatori che già prestano servizi analoghi per l'Amministrazione regionale, in conformità al consolidato orientamento giurisprudenziale che riconosce in capo ai medesimi l'interesse legittimo ad essere interpellati.
Inoltre, per integrare il numero delle ditte e fino a quello prescritto dalla norma, sono stati interpellati ulteriori operatori, individuati mediante un'indagine di mercato che, come più volte chiarito dalla giurisprudenza amministrativa, va tenuta distinta dalla gara, seppure informale, e si connota con la necessaria sommarietà e informalità.
L'apertura delle offerte non è stata fatta in seduta pubblica perch nessuna norma prescrive questa formalità nel caso del cottimo fiduciario ed è prassi solitamente seguita dagli uffici regionali non adattarla, per evidenti ragioni di agilità e non gravosità del procedimento, insite nello stesso istituto del cottimo fiduciario, predisposto dal legislatore proprio al fine di mettere a disposizione delle stazioni appaltanti un modulo procedimentale semplificato nei casi in cui, per il modesto valore del contratto, risulterebbero eccessivamente gravose le procedure ordinarie.
Il procedimento, a mente dell'articolo 125 comma 14 del decreto legislativo sopraccitato, è disciplinato dal regolamento di esecuzione del medesimo decreto; tuttavia, nel periodo transitorio antecedente l'entrate in vigore di tale regolamento, entro il quale ricade la fattispecie in argomento, trova applicazione il DPR 384/ 2001, come previsto dall'articolo 253, comma 22, lettera b) del decreto legislativo 163/2006 Quest'ultimo regolamento, all'articolo 6, stabilisce: "L'esame e la scelta dei preventivi vengano effettuati dal responsabile del servizio che provvede a sottoscrivere il contratto o la lettera di ordinanza" delineando un passaggio procedimentale estremamente concentrato e semplificato, in cui è evidentemente assente la seduta pubblica. D'altra parte, lo stesso articolo 125 del decreto legislativo 163/2006, al comma 11, parla di "consultazione di almeno cinque operatori economici", non di gara; ciò, come fa notare il TAR della Puglia, "significa che le modalità di acquisizione delle offerte (ma sarebbe forse più opportuno definirli preventivi), sono infinitamente più agili rispetto a quanto è previsto per le procedure aperte e ristrette sia sopra soglia che sotto soglia. In effetti, il verbo consultare richiama alla mente modalità informali di acquisizione delle offerte, senza che ciò voglia significare che il funzionario responsabile del procedimento può arbitrariamente scegliere l'appaltatore".
In altri termini, l'Amministrazione avrebbe potuto benissimo non ricorre ad una gara; la scelta discrezionale di farlo è già di per se volta ad assicurare maggiore trasparenza al procedimento, andando ben oltre i requisiti minimi posti dal legislatore. Non si può pretendere, però, che tale scelta si spenga fino all'adozione dettagliata di tutte le regole che governano procedure assai più complesse, come quella aperta, giacch altrimenti tanto varrebbe adottare direttamente una di queste, avendo rinunciato del tutto alle semplificazioni consentite dalla procedura in economia.
L'esigenza di celerità e, quindi, di semplificazione del procedimento era, inoltre, particolarmente sentita nel caso di specie, se si tiene presente l'urgenza di addivenire all'avvio del servizio entro il 1° marzo 2011, espressamente evidenziata nella determinazione dirigenziale n. 48 del 9 febbraio 2011.
Tale urgenza spiega anche la decisione di avvalersi del disposto dell'articolo 11, comma 9, del decreto legislativo 163/2006, che consente l'esecuzione anticipata del servizio nelle more della strutturazione del contratto, la quale, ai sensi del comma 10 dello stesso articolo, pu avvenire solo dopo che sono trascorsi almeno 35 giorni dalla comunicazione dell'aggiudicazione definitiva di tutti i concorrenti.
I motivi che hanno indotto a disporre l'esecuzione anticipata sono chiaramente esposti nella determinazione dirigenziale n. 144 del 28 febbraio 2011, dove si legge che "la mancata esecuzione immediata pu determinare un grave nocumento all'interesse pubblico in quanto presso le sedi regionali, venendo a mancare il personale che sorveglia gli accessi agli stabili, non sarebbe garantita sia la sicurezza, così come definito nella normativa vigente, sia la dovuta assistenza al pubblico".
Aggiungerei - lascerò comunque a disposizione il testo della risposta che il procedimento provvisorio avviato riguardava alcuni mesi di congiungimento di questo tipo di servizio, perché in raccordo con l'Assessorato al lavoro e formazione professionale e con il tavolo di concertazione delle organizzazioni sindacali regionali interne all'ente si sta procedendo ad una modalità diversa per quanto riguarda la copertura dei posti delle portinerie, attingendo dal personale iscritto nelle liste di mobilità e riconoscendo agli stessi, laddove è possibile, un'integrazione delle ore.
Su questa procedura avviata (ci sono stati quindi dei tavoli, oltre che l'accordo sottoscritto) era stata riscontrata una vacatio di alcuni mesi per cui si è proceduto con questa determina.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 471 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Esuberi ILTE SpA di Moncalieri (TO)"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 471, presentata dalla Consigliera Artesio, che interviene per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Da quando abbiamo depositato la nostra interrogazione ad oggi lo scenario è mutato, per cui articolerò di nuovo il quesito sul recente scenario.
Abbiamo letto che è stato raggiunto un accordo - non possiamo che esprimere un parere favorevole in tal senso - secondo il quale è stata scongiurata la cessione del reparto Legatoria e Confezione; tale accordo comporta, però, un dato incerto che, ancorché condiviso dall'accordo sottoscritto con i sindacati e dall'adesione al referendum, che però ha visto un'alta percentuale di astensione, lascia ancora dei punti oscuri.
I punti oscuri riguardano le garanzie occupazionali per i lavoratori della ILTE; infatti, anche se è previsto l'accompagnamento alla pensione per quelle decine di lavoratori che si trovano nelle condizioni tali da poter raggiungere con l'accompagnamento il periodo pensionabile, pare che così recitano i titoli dei giornali, che sono la fonte di informazione alla quale ci siamo riferiti - entro il 2013 dall'azienda saranno dismessi ulteriori lavoratori (il titolo de La Stampa recita: "Entro il 2013 via dall'azienda 250 operai").
su questa progressiva dismissione di forza lavoro che interroghiamo oggi l'Amministrazione regionale, la quale si è resa garante, all'interno del tavolo di conciliazione, di un impegno specifico volto alla ricollocazione di tali lavoratori, anche attraverso la predisposizione di una sede di relazione alla quale siederanno non soltanto gli enti pubblici il sindacato e la ILTE, ma gli altri attori del settore grafico piemontese per iniziare un discorso di relazioni-partenariati-cessioni che entro un tempo certo - ci auguriamo entro il tempo previsto per le ulteriori dimissioni - possa tentare delle iniziative di cooperazione che consentano di mantenere l'occupazione.
In questo quadro, che ancorché concluso con un accordo sindacale è ancora incerto per il futuro occupazionale, chiediamo alla Regione quali saranno le caratteristiche del proprio impegno e anche un minimo di previsione sulla praticabilità di una soluzione positiva per la tutela dei posti di lavoro.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Porchietto.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Stravolgerò anch'io la risposta - ne fornirò comunque copia - partendo dall'ultimo passaggio, che è l'estratto del verbale di esame congiunto alla richiesta di cassa integrazione straordinaria che riporta fedelmente quelli che sono gli impegni della Regione Piemonte sul tavolo ILTE, per poi tornare sul passaggio precedente.
La Regione Piemonte ha dichiarato presso l'Assessorato al lavoro in data 25 marzo 2011 "che i percorsi di aggregazione - così recita l'estratto del verbale - fra le imprese del settore grafico siano gli strumenti più idonei per affrontare le difficoltà della ILTE e delle altre aziende del settore grafico piemontese. Pertanto, viene confermato l'impegno della Regione nella ricerca di tutti gli strumenti e di tutte le azioni che favorendo l'aggregazione fra imprese del settore, possano in prospettiva aiutare ad affrontare e gestire le attuali difficoltà del settore grafico favorendone il rilancio".
Questo è l'impegno assunto dalla Regione Piemonte, sancito dalle parti in data 25 marzo - quindi quattro giorni or sono - non solo per quanto riguarda la tematica specifica della ILTE, ma per tutta la materia relativa al settore grafico. In quel frangente era presente sia l'Assessorato al lavoro, che l'Assessore Giordano (con la rappresentanza del dottor Romano) ovvero le componenti facenti parte del lavoro, della formazione professionale e dell'industria.
Facendo invece un passo indietro in funzione di quelle che erano le richieste dell'interpellanza, che ritengo altrettanto importanti, anche se in parte, superate, ripercorro un attimo quelle che sono state le tappe, in modo più celere sulla prima parte, mentre mi soffermerò maggiormente su quelli che sono stati gli impegni assunti grazie al grosso lavoro svolto dalla Regione Piemonte per ricompattare il tavolo che ad un certo punto si era arenato e aveva visto l'interruzione delle trattative e, quindi, anche dell'attività della ILTE di Moncalieri, con tutta una serie di disagi anche per quanto riguardava le aziende dell'area industriale circostante che non potevano più accedere agli stabilimenti di competenza.
L'Unione Industriale in data 28 gennaio 2011 ha aperto un tavolo di trattativa sulla crisi della ILTE e sembrava che non ci fossero segnali positivi di risoluzione. Pertanto, la Regione, accogliendo l'istanza delle organizzazioni sindacali, in data 1 marzo 2011 (tre giorni dopo), convocava un tavolo per verificare la situazione in atto.
Le organizzazioni sindacali in quell'occasione avevano espresso la loro preoccupazione riguardante soprattutto gli ulteriori 150 lavoratori che erano stati dichiarati in esubero rispetto ai 100 considerati esuberi strutturali già nel 2010.
L'altro motivo di preoccupazione era costituito, in particolare dall'ulteriore centinaio di esuberi che si sarebbero potuti verificare se l'ipotesi della terziarizzazione della legatoria si fosse verificata. Tra le altre cose, l'azienda, per ridurre i costi, aveva già chiesto di rivedere gli orari di lavoro e la contrattazione di secondo livello. Le organizzazioni sindacali, anche se con grandissima difficoltà, sarebbero state disposte a discutere su queste richieste, ma il maggior timore delle organizzazioni sindacali (e non solo) riguardava in realtà le prospettive industriali e quindi il fatturato dell'azienda, perché la concentrazione che si poteva prospettare dell'attività solo su Pagine Bianche e su Pagine Gialle, stante la difficoltà del settore, preoccupava chiaramente anche la Regione Piemonte.
L'incontro che si è tenuto in data 1° marzo ha dato l'opportunità di richiamare l'attenzione su tutta la crisi del settore grafico - aspetto di cui la Regione ne prendeva atto formalmente in quel frangente - e soprattutto sul fatto che per poter sopravvivere si riteneva, da parte delle organizzazioni sindacali, che le aziende del settore avessero bisogno di un'aggregazione. Si chiedeva alla Regione, quindi, di farsi parte attiva su questa tematica.
La Regione Piemonte in quell'occasione si era impegnata su due fronti: sia a far ripartire la contrattazione con l'azienda per trovare una soluzione che portasse perlomeno ad un accordo sugli ammortizzatori sociali, sia ad incontrare la proprietà ILTE per avere il quadro della situazione.
Abbiamo fatto una forte attività di mediazione, che riteniamo sia stata determinante per superare lo scollamento tra lavoratori, RSU e organizzazioni sindacali e azienda.
Questa attività di mediazione, tra l'altro, ad un certo punto ha interrotto le manifestazioni che avevano appunto impedito l'accesso allo stabilimento anche al management aziendale.
stata realizzata una sottoscrizione dell'accordo che, partendo dalle premesse dell'azienda che l'acquisizione della Rotosud ha consentito la stipula di un contratto decennale con il Gruppo editoriale l'Espresso e, a questo punto, con l'azienda che si impegnava a non terziarizzare l'attività di legatoria; in qualche modo si prospettava, quindi, una soluzione diversa rispetto ai potenziali 100 esuberi sulla legatoria.
Questo accordo ha definito le seguenti intese: una diversa organizzazione del lavoro tesa a recuperare efficienza rispetto agli obiettivi di competitività che l'azienda si è data; interventi sugli assetti retributivi e sui trattamenti aziendali che prorogheranno al 31 dicembre 2013 gli interventi già previsti dall'accordo sindacale di un anno fa (del 27 febbraio 2010); schemi di orario solidaristici per limitare gli effetti sociali del piano aziendale e per consentire ad un maggior numero di lavoratori di evitare lunghi periodi di assenza dal lavoro, chiaramente con perdita di competenza ma anche con perdita di retribuzione; piano di gestione degli esuberi strutturali che risultano essere 254 unità, ma per i quali c'è un piano di gestione concordato con le organizzazioni sindacali l'utilizzo della cassa in deroga straordinaria per crisi aziendale, che per le aziende grafiche - ricordo - può durare 24 mesi, al fine di consentire l'accompagnamento al pensionamento anticipato dei lavoratori (ILTE ha fatto la richiesta di questo tipo di cassa integrazione per crisi aziendale dal 28 marzo 2011 al 27 marzo 2013); blocco del turn-over; mobilità interna mobilità infra-gruppo; part-time; outplacement con oneri a carico dell'azienda; mobilità allo scopo di favorire una più semplice ricollocazione dei dipendenti all'esterno dell'azienda, fondata su requisiti di non opposizione al licenziamento.
Tutto questo chiaramente è sancito - come dicevo prima in premessa dal verbale di esame congiunto, propedeutico alla richiesta della cassa integrazione straordinaria, in cui il 25 marzo 2011 anche la Regione Piemonte ha preso un impegno specifico per il settore grafico e chiaramente per la ILTE.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interrogazione a risposta immediata n. 474 presentata dal Consigliere Biolé, inerente a "Incresciosa situazione alla Fondazione Teatro regionale alessandrino"


PRESIDENTE

Passiamo ora alla trattazione dell'interrogazione a risposta immediata n. 474, presentata il 28 marzo 2011 dal Consigliere Biolé, che ha la parola per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
L'interrogazione è stata presentata perché la situazione ci sta sembrando davvero incresciosa. Segnaliamo tre aspetti.
Il primo è quello che riguarda il problema che si è venuto a creare a causa dell'inquinamento da polverino di amianto, che ha creato di conseguenza tutte le altre situazioni, ovviamente con responsabilità della ditta che ha realizzato la manutenzione.
Il secondo è la questione occupazione, già non così rosea e venuta aggravandosi grazie a questo tipo di problematica.
La terza riguarda la responsabilità della Regione nei confronti della Fondazione del Teatro, in quanto ci risulta esserci problematiche legate al versamento della quota associativa e anche relativamente all'eventuale costituzione di parte civile, in qualità di ente interessato anche ai problemi derivati da questo che chiameremo "incidente".



PRESIDENTE

Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Coppola.



COPPOLA Michele, Assessore alla cultura

Grazie, Presidente.
Inizio intanto leggendo due righe arrivate dall'Assessore Ferrero: "In accordo con la Direzione dell'ASL di Alessandria, la sottoscrivente ritiene che la valutazione di procedere legalmente nei confronti di eventuali responsabilità sui fatti descritti dall'interrogante e di una conseguente opportunità di costituirsi quindi parte civile ad oggi risulta prematura.
Essa infatti potrà avere un senso soltanto al termine delle indagini e qualora la Procura decidesse di disporre un rinvio a giudizio".
Qualche giorno fa, esattamente giovedì 24 marzo, si è tenuta l'ultima Assemblea dei soci alla quale ho deciso di partecipare personalmente proprio perché in realtà io stesso avevo desiderio di sentire personalmente gli altri soci e quindi di essere direttamente aggiornato ed informato sulla situazione reale nella quale si trova il Teatro regionale alessandrino. Ho trovato una situazione, descrittami dal Presidente del Teatro e dal Sindaco della Città, molto confortante. In merito alla bonifica in atto, infatti, loro hanno manifestato una serenità nelle operazioni che sono in corso e hanno ribadito agli altri soci, tra l'altro la ferma volontà e anche la concreta possibilità di riaprire il Teatro regionale alessandrino già dalla prossima stagione, quindi nell'autunno di quest'anno.
Inoltre, mentre raccontavano di questa ferma volontà e di tale concreta opportunità, dicevano anche che i risultati legati agli spettacoli che stanno programmando sono molto positivi e quindi le ragioni ancor più forti di lavorare senza esitazione nel ripristino della condizione ideale del "contenitore" del Teatro regionale credo debbano essere in questo senso sottoscritte. Relativamente alle risorse, il Comune si è portato in ogni caso avanti, stanziando a bilancio due milioni di euro relativi ai lavori per il ripristino complessivo e ottimale del Teatro regionale alessandrino anche se in realtà sta emergendo la possibilità di far sì che a farsi carico della riqualificazione e della messa a norma della struttura sia l'azienda responsabile dei lavori e quindi quella che oggi è sotto verifica per i lavori eseguiti non correttamente.
Sebbene ancora non sia stato redatto un progetto definitivo, gli interventi dovrebbero prevedere, secondo la nota che mi hanno preparato gli Uffici, una chiusura totale del vecchio impianto di riscaldamento, perché è quello dal quale si corre maggiormente il rischio di ulteriore uscita di particelle di amianto e la sostituzione dei tendaggi, che credo sia assolutamente irrinunciabile; è invece in atto una verifica sul recupero delle poltrone, che ritengono essere ancora recuperabili e quindi non definitivamente da sostituire.
Mi sembra corretto riportare - visto che se ne fa un riferimento in premessa - un'informazione relativa alla quota di partecipazione della Regione Piemonte per il 2010, come contribuzione verso il Teatro regionale alessandrino. La quota che manca relativamente all'anno 2010 è il saldo che sarà erogato da Finpiemonte non appena avrà esito l'approvazione del bilancio consuntivo dell'anno 2010; successivamente all'approvazione prevista presumibilmente per il mese di aprile 2011, la Regione effettuerà quindi il saldo per l'anno 2010.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 470 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Disponibilità della Regione ad ospitare siti per centrali nucleari"


PRESIDENTE

Trattiamo ora l'interrogazione a risposta n. 470, presentata dalla Consigliera Cerutt, che ha la parola per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Noi abbiamo presentato questa interrogazione su un tema che, per la verità, è già stato dibattuto in Consiglio regionale e ha già avuto modo di essere sviluppato. Tuttavia, riteniamo che certe dichiarazioni giornalistiche fatte da alcuni rappresentanti della Giunta o dal Presidente Cota (oggi) debbano essere ulteriormente chiarite.
Vi è stata una manifestazione cui è seguito l'incontro dei dimostranti (posizione antinucleare) da parte di una rappresentanza del Consiglio regionale e abbiamo avuto modo di avere già un primo confronto con l'Assessore Giordano, che risponderà a questa interrogazione.
Riteniamo importante che si chiarisca precisamente quali sono le posizioni, perché continuiamo a leggere delle dichiarazioni giornalistiche che sembrano, anche da parte di questa Giunta, aver rivisto certe collocazioni a fronte della tragedia giapponese, ma in realtà probabilmente così non è.
Se mi rifaccio a quello che è stato detto oggi dal Presidente Cota, la moratoria di un anno viene condivisa. Tuttavia, a questo punto, rispetto allo sviluppo della discussione nazionale, la centralità delle decisioni è alle Regioni.
Inoltre, leggo che il Presidente Cota dice che il sito Piemonte Trino non risulterebbe essere idoneo perché, dal punto di vista tecnico, non avrebbe i parametri adatti, sebbene non sia ancora chiaro quali siano i parametri appropriati per questi siti.
In realtà, bisogna chiarire che la posizione di questa Giunta - non ritorno però sul nucleare - è una posizione attendista nei confronti della definizione dei parametri e quindi non c'è nessuna retromarcia o, comunque c'è praticamente un'intenzione di andare avanti sul nucleare, altrimenti si dica qui che, come Regione, ci si esprime formalmente rispetto al Governo con un parere negativo in ordine a qualsiasi ipotesi di nucleare in Piemonte, come hanno già fatto altre Regioni. Questo, chiaramente, è quello che noi chiediamo.
Non sto a ripetere il fatto che il Piemonte, in una logica del partito della Lega, ha già dato (conosciamo il tema delle scorie); tuttavia, in questo senso, noi riteniamo che il Piemonte si debba esprimere chiaramente.
Il fatto che invece si dica che il Piemonte non ha siti idonei, in questo momento è un'affermazione ambigua, forse amica di una sensibilità che si sta diffondendo adesso, proprio a fronte di quello che è capitato in Giappone.
In realtà, non si è assolutamente in sintonia con un sentire comune ormai ben diffuso, del fronte antinuclearista.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Giordano per la risposta.



GIORDANO Massimo, Assessore all'energia

Grazie, Presidente. Un saluto ai colleghi.
Ringrazio la collega per averci dato la possibilità di dire qualcosa in più alla luce dei fatti nuovi, anche se in relazione ad un tema sul quale più volte siamo tornati in quest'aula.
Credo che la collega sbagli a cercare contraddizioni nella nostra posizione. La nostra posizione è sempre stata lineare: non contrarietà nessun pregiudizio, prudenza ovviamente, ma anche apertura a discutere.
Avvengono questi tragici fatti, dei quali ovviamente ci rammarichiamo e nei confronti dei quali l'Aula ha espresso una posizione di solidarietà molto forte. Oggi vi sono le dichiarazioni del nostro Governatore su la Repubblica, il quale, di fronte alla decisione del Governo di sospendere per un anno il tema, dice di essere d'accordo e quindi, alla luce della presa di posizione del Governo, afferma: "Noi riteniamo che questa impostazione sia adeguata". Raccontato così, che mi sembra un racconto vicino alla realtà, faccio fatica a valutare il nostro comportamento con spirito molto critico e a considerarlo come contraddittorio.
Sul tema dei siti idonei, rispondo leggendo questa brevissima nota che mi hanno preparato gli uffici: "Il complesso e articolato iter procedurale previsto dal decreto legislativo n. 31/2010, così come modificato dal decreto 'correttivo' dello stesso, non ha ancora compiuto i primi indispensabili passi, ai fini di avviare il processo di individuazione dei possibili siti per la localizzazione di impianti di produzione elettrica da fonte nucleare, nonché il sito del deposito delle scorie e del parco tecnologico. Infatti, non è ancora stato predisposto il documento programmatico 'Strategia sul nucleare' unitamente al documento contenente i criteri per l'individuazione delle aree idonee ad ospitare i citati siti entrambi da sottoporre a procedura di Valutazione Ambientale Strategica (comprensiva della consultazione delle Regioni) preliminarmente alla loro approvazione".
In sostanza, non essendoci i parametri, noi non siamo neanche nelle condizioni di valutare se sul nostro territorio ci saranno posizioni adeguate o non adeguate.
Nell'interrogazione è stato fatto un richiamo alla sentenza della Corte Costituzionale. Si tratta di una sentenza che non è in grado di portare argomenti idonei a cambiare una posizione, semmai rinforza la posizione delle Regioni, poiché rende centrale la posizione interessata ad ospitare il sito oppure che si vede individuata da un piano nazionale. Non basta più che la Conferenza delle Regioni sia d'accordo, ma è necessario che la Regione direttamente interessata lo sia, e direi che questo è a maggior tutela di tutti, soprattutto della centralità delle istituzioni che poi dovranno monitorare, giudicare, criticare e valutare.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione a risposta immediata n. 467 presentata dal Consigliere Muliere, inerente a "Danni alluvionali provocati dalle calamità del mese di marzo"

Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione a risposta immediata n. 464 presentata della Consigliera Motta, inerente a "Ristoro dei danni verificatisi nell'Astigiano a seguito degli eccezionali eventi atmosferici del 15, 16 e 17 marzo 2011"


PRESIDENTE

Esaminiamo due interrogazioni a risposta immediata dallo stesso oggetto, per le quali la Giunta ha predisposto una risposta comune. Si tratta dell'interrogazione n. 467 presentata dal Consigliere Muliere e dell'interrogazione n. 464 presentata dalla Consigliera Motta, entrambe riguardanti i danni alluvionali provocati dalle calamità del mese di marzo.
La parola al Consigliere Muliere per l'illustrazione.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Il tema, naturalmente, è lo stesso: è un tema estremamente importante perché riguarda le piogge che ci sono state nei giorni 15, 16 e 17 marzo che hanno creato problemi molto seri su tutto il territorio piemontese soprattutto in alcune province. In particolar modo, per quanto mi riguarda ho visto la situazione nella provincia di Alessandria, dove ci sono stati 15 milioni di danni e c'è una condizione estremamente preoccupante: molte strade provinciali sono interrotte (la viabilità ne ha risentito parecchio) e c'è bisogno di un intervento. C'è una pressione molto forte da parte dei Sindaci nei confronti della Provincia; la Provincia si è attivata verso la Regione e ci sono stati dei contatti con l'Assessore competente, Ugo Cavallera, ma finora mi pare che non ci siano state grandi risposte.
Nell'interrogazione richiamo e faccio riferimento al decreto "milleproroghe", un decreto che, da questo punto di vista, risulta essere una beffa per quanto riguarda le Regioni che vengono coinvolte da calamità naturali. Come voi sapete, tale decreto in pratica, dice che la Regione che ha subito dei danni di vario tipo, se ha la disponibilità finanziaria, pu affrontare questi danni e, se non ha la disponibilità finanziaria nel bilancio, deve in qualche modo coprire gli oneri conseguenti aumentando i tributi, le aliquote o aumentando, fino a un massimo di cinque centesimi per litro, le tasse sulla benzina.
Ecco, questa è la situazione e allora noi vorremmo sapere come la Giunta intende affrontarla, che risposte dà ai territori della nostra regione: alla provincia di Alessandria, alla provincia di Asti, alla provincia di Torino.
Cosa si intende fare? Intendete dare una risposta aumentando i tributi, le aliquote o quant'altro, oppure lavorate per trovare le disponibilità nel bilancio attuale? Dateci una risposta, perché la situazione è davvero molto pesante e poiché questa regione, purtroppo, è molto spesso in difficoltà, da questo punto di vista, ritengo che la questione vada affrontata in termini generali, perché oggi una risposta c'è, relativamente ai danni causati dalle piogge del 15, 16 e 17 marzo, ma ci potremmo trovare altre volte in questa situazione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Motta.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Ho utilizzato la formula della risposta immediata, perché ritengo sia la più efficace; non consente la firma sull'interrogazione da parte di altri colleghi, ma credo di poter parlare anche a nome della collega Rosanna Valle, perché la problematicità che sta affrontando la nostra provincia non ha colore politico e ci vede uniti su questo fronte.
La Provincia di Asti, a seguito degli eventi calamitosi del 15, 16 e 17 marzo scorso, ha dichiarato lo stato di emergenza della nostra provincia con un documento ufficiale datato 21 marzo, inviando una lettera ufficiale alla Direzione regionale Opere Pubbliche, dove si elencavano i danni complessivi (12 milioni di euro).
Ritengo di poter affermare che la nostra è stata la provincia più colpita da quest'evento calamitoso e che i Sindaci stanno aspettando una risposta. È stata convocata un'audizione - non conosco ancora la data, ma credo che sarà formalizzata per lunedì prossimo, in Commissione - per sentire la loro voce, ma, al di là di questo, il territorio aspetta una risposta dalla Regione e in tempi molto rapidi.
Sono sicura che gli Assessorati competenti stanno lavorando in questa direzione; è importante dare più informazioni possibili ai territori affinché non ci siano azioni come quelle che abbiamo visto in questi giorni.
Ho ricevuto una lettera - credo ne abbiate conoscenza anche voi - del Comune di Bubbio, il quale comunica che intende rinunciare alla candidatura UNESCO, finché la questione della frana e della strada non sarà risolta.
Al fine di non assistere ad azioni eclatanti da parte dei nostri amministratori locali, è opportuno dare celermente delle risposte. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Rispondo in raccordo con il Vicepresidente Cavallera e l'Assessore Ravello, che arriverà più tardi, poiché ha una serie di incontri sul territorio per la verifica dello stato degli eventi alluvionali.
Allego alla risposta, che farò pervenire ai Consiglieri, una sintesi rispetto ai due eventi, con tutti i dati riguardanti soprattutto le piogge e l'analisi idrometrica, perché il sunto delle interrogazioni lo conosciamo (anch'io, come la Consigliera, provengo da una provincia che in questi due giorni ha subito danni non indifferenti).
Le precipitazioni avvenute si stanno rilevando di un impatto assai grave, soprattutto nelle aree collinari delle provincia di Torino, Asti Cuneo e Alessandria.
Si registrano danni consistenti nelle predette zone, in particolare per movimenti di versante come frane, smottamenti e assestamenti, che interessano la rete viaria di ogni ordine, anche con il coinvolgimento di insediamenti edificati o di singoli edifici, collocati spesso in siti inadatti.
I Settori decentrati delle Opere Pubbliche delle province interessate in sintonia con i Settori territoriali geologici di Torino ed Alessandria stanno svolgendo gli accertamenti di rito, che potranno terminare in una decina di giorni, precisando tuttavia che alcuni effetti dell'evento si potranno manifestare anche nei mesi successivi.
Gli accertamenti in corso stanno confermando di massima la previsione degli oneri conseguenti ai ripristini e alla messa in sicurezza del territorio colpito, avanzata il 21 marzo u.s., quantificati, dalla stima proveniente dai territori, in 80 milioni di euro, per quanto riguarda il complesso di tutti i lavori, comprensivi d'interventi di somma urgenza circa il 20%, pari a circa 16 milioni di euro - opere a carattere definitivo e ristoro dei danni a privati.
Un dato ragionevolmente attendibile sarà disponibile in una decina di giorni circa.
Occorre ricordare, ma credo che tutti l'abbiano ben presente, che le risorse abitualmente collocate sul capitolo della legge regionale 38/78 legge - com'è noto - destinata all'attivazione dei ripristini conseguenti alle calamità naturali, quest'anno sono deficitarie rispetto alla media degli ultimi anni, anche per la necessità di recuperare le somme già programmate e i cui impegni sono stati successivamente ridotti in modo significativo, creando debiti da onorare senza copertura finanziaria.
Si rileva, tuttavia, che la norma citata nelle due interrogazioni si riferisce ai soli eventi in relazione ai quali il Consiglio dei Ministri deliberi lo stato di emergenza, pertanto non si applica in caso di esclusiva deliberazione da parte della Regione.
Inoltre, l'aumento dei tributi, delle addizionali, delle aliquote o delle maggiorazioni di aliquote attribuite alla Regione, oppure dell'imposta regionale di cui all'articolo 17 del D.lgs. n. 398/2011, sono una facoltà esperibile dal Presidente della Giunta regionale, in caso di assenza di risorse all'interno del bilancio regionale.
Su questa partita, che è la copertura, stiamo facendo una serie di valutazioni con gli Assessori competenti, una delle quali parte anche dal dibattito che è stato presentato in sede di Conferenza delle Regioni ricordo a tutti che, prima degli eventi di marzo, quello della regione Marche è stato il primo evento calamitoso che prevedrebbe la "copertura" rispetto all'applicazione del decreto "milleproroghe".
Al tavolo della Conferenza delle Regioni, cui ha partecipato anche il Presidente Cota, la Regione Marche ha chiesto un tavolo urgente con il Ministro Tremonti e il Ministro Fitto, in merito all'applicabilità di questo articolo del "milleproroghe". Questo, al di là delle considerazioni politiche, sulle quali non mi voglio dilungare, anche per una questione di applicabilità, nel senso che l'una tantum prevede che questo meccanismo possa essere attuato, ma se - come in questo caso - pur di fronte ad eventi di natura importante, sotto il punto di vista idrometrico, hanno portato a queste conseguenze, e siamo al mese di marzo-aprile, è difficile capire sulla programmazione di tutto il 2011 della nostra regione, come per tutte le altre regioni, quali sono le risorse che si potranno attivare.
Quindi, nella piena consapevolezza che una risposta alle Amministrazioni e ai territori sarà data, anche con le disponibilità finanziarie che la Regione metterà in campo, la valutazione che stiamo facendo, parallelamente a quella della quantificazione esatta dei danni, in generale, e poi della necessità delle risorse per il primo intervento, è anche l'applicabilità di quanto previsto dal decreto "milleproroghe" oppure se a tempi stretti, visto che questa settimana potrebbe già esserci l'incontro con i Ministri Fitto e Tremonti, vi è la possibilità di modifica rispetto al decreto "milleproroghe" che la Regione Piemonte, con la Regione Marche e altre Regioni, hanno già presentato al Ministro.
Credo, e di questo sia io che i colleghi Cavallera e Ravello siamo informati dall'audizione che ci sarà in Commissione, che questo tema possa essere ripreso in quella sede con gli aggiornamenti che stiamo facendo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 465 presentata dal Consigliere Reschigna, inerente a "Disservizi ferroviari in occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dell'Unità d'Italia"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 465 presentata dal Consigliere Reschigna.
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Ci è stato segnalato che, in occasione degli eventi del 16 e 17 marzo numerosi sono stati i disservizi ferroviari che hanno impedito il corretto funzionamento dei servizi: stazioni chiuse, convogli strapieni, convogli le cui porte non riuscivano neanche ad essere chiuse, quindi garantendo la sicurezza.
Eppure era prevedibile che in quella circostanza ci sarebbe stato un afflusso verso Torino da parte di un numero consistente di persone. E credo che sia stata l'ennesima dimostrazione del livello con cui Trenitalia tiene al trasporto locale ferroviario all'interno della nostra regione.
Al di là di una richiesta di verifica rispetto al funzionamento del servizio in quelle giornate, l'interrogazione ha anche un altro senso.
Siccome nelle prossime settimane e nei prossimi mesi sulla città di Torino si svolgeranno numerose manifestazioni di grandissimo rilievo, non ultima l'adunata nazionale di molte forze armate - l'8 maggio in particolare quella degli alpini, che è un'adunata che raccoglie persone provenienti da tutta Italia - auspichiamo che ci sia una particolare attenzione da parte della Giunta regionale e un rafforzamento del trasporto ferroviario verso la città di Torino, perché questo potrebbe consentire, se opportunamente diffuso e promosso, anche un uso più limitato del trasporto privato in quelle giornate.
Voglio anche ricordare che per tutto quest'anno nella città di Torino sono previsti eventi culturali di grandissimo livello che stanno già richiamando un numero consistente di persone. Sotto questo aspetto, ritengo opportuno che ci sia una particolare attenzione da parte dell'Amministrazione regionale in raccordo con Trenitalia, affinché sia garantito un livello qualitativo di servizio soddisfacente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bonino.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Intanto ringrazio il Presidente Reschigna, perché è opportuno anche potere segnalare quali sono le iniziative della Giunta rispetto al potenziamento dei servizi in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia.
Partirei da una breve considerazione su quanto è avvenuto nelle giornate del 16 e 17 marzo, che risulta da un monitoraggio che abbiamo condotto su quanto accaduto in quelle date.
Come voi sapete, in generale sulla città di Torino vi sono stati numerosi problemi non riferibili soltanto al sistema di trasporto ferroviario, ma anche nella gestione degli altri servizi erogati da GTT quali la metropolitana e quant'altro. Le biglietterie erano insufficienti la metropolitana, entrata in servizio da poco nella nuova tratta, era stracolma; code incredibili per riuscire a salire sui convogli; le difficoltà, in mancanza di un'attenta programmazione e pianificazione anche da parte della Città di Torino, a reperire i biglietti a fronte della chiusura degli esercizi commerciali, che normalmente funzionano da rivendita.
Quindi, una situazione nel complesso che non è stata all'altezza di un flusso che forse non si immaginava, pur considerandolo superiore a quello degli altri giorni di normale attività nella città, potesse raggiungere certe soglie e certe aspettative.
Certamente, in parte, vi è stata anche una sottovalutazione del complesso del sistema del trasporto pubblico, in ordine proprio all'affluenza in quelle due giornate sul nostro territorio. Questo, dal punto di vista delle verifiche puntuali - ci tengo a dirlo - si è tradotto nel riscontro che a Torino tre treni hanno subito dei ritardi.
Questa è una verifica che abbiamo voluto fare per capire se si trattava davvero di un disastro complessivo o se si trattava invece di una situazione che, indubbiamente, non avrebbe dovuto verificarsi, ma che tutto sommato, poteva essere considerata fisiologica nell'ambito del funzionamento complessivo del servizio. Riteniamo che questa sia la fattispecie da considerare.
Per quanto riguarda l'attività della Regione, attualmente la Regione in collaborazione con Trenitalia, sta predisponendo l'inserimento di circa 25 treni speciali in occasione dell'ottantaquattresima adunata nazionale degli alpini, che sarà ospitata in città tra il 6, il 7 e l'8 maggio.
Questo accordo è già stato raggiunto.
Sono inoltre previsti treni speciali che sono stati attivati su richiesta di diversi soggetti; cito alcuni di questi esempi concordati con la Città di Chambery, Savigliano, Saluzzo, oltre alle richieste fatte dalla Comunità Montana Val di Susa e Val Sangone e dall'Arma dei Carabinieri.
Inoltre, abbiamo anche avanzato a Trenitalia la richiesta di predisporre un programma dettagliato che facesse riferimento all'attivazione e al potenziamento dei servizi - proposta che sarà valutata dalla nostra struttura regionale - in relazione ai vari eventi, in maniera da verificare quali sono le programmazioni di Trenitalia.
A ciò aggiungo che la Regione ha chiesto ed ottenuto da Trenitalia che alcuni di questi interventi siano attuati in co-marketing insieme a Trenitalia, quindi il costo maggiorato di questi servizi supplementari verrà condiviso con Trenitalia, che sarà sponsor dell'anniversario dei 150 anni sul nostro territorio. Quindi, siamo anche convinti di avere attivato una serie di procedure con Trenitalia che ci consentiranno di averla come partner nelle iniziative che riterremo particolarmente meritorie e che condivideremo nell'ambito di una programmazione complessiva che oggi riguarda l'anniversario dei 150 anni, ma che potrà essere applicata come schema anche ad altre iniziative sostenute dalla Giunta.


Argomento: Parchi e riserve

Interrogazione a risposta immediata n. 473 presentata dal Consigliere Bono inerente a "Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino "


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 473 presentata dal Consigliere Bono.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'interrogazione nasce da una lettera che immagino che tutti i Gruppi consiliari e anche l'Assessorato competente abbiano ricevuto in data 4 marzo, che sollevava delle preoccupazioni nate dall'analisi del bilancio preventivo per il 2011, che prevedono un deficit per quanto riguarda lo stanziamento annuale per la gestione del Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino di circa 70 mila euro; quindi, 40 mila euro per le spese correnti, a fronte di una richiesta di 110 mila euro valutata non su costi storici, quindi non su quanto si era speso negli anni precedenti, ma su quelli che sono i bisogni minimi per far funzionare questa area protetta. Si tratta di operai a tempo indeterminato, che mantengono il bosco, di una segreteria storica e, infine, del personale a custodia della foresteria denominata "Cascina Guglielmina".
Il Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino è sicuramente un gioiello dal punto di vista della preservazione di un patrimonio storico culturale, ancorché paesaggistico e territoriale, in quanto sappiamo che è una proprietà collettiva indivisa, quindi gestita con uno statuto che ricalca i regolamenti di origine medievale, quindi pluricentenari.
Per questo i terreni vengono tramandati di generazione in generazione per via maschile, perché ovviamente la società medievale era una società patriarcale, e viene mantenuto, in questa che è una forma collettiva di gestione, in cui c'è anche la partecipazione dei cittadini che intervengono a mantenere il bosco e ad ottenerne il minimo ricavo, anche economico, ma in modo che la gestione stessa del bosco, quindi il taglio del bosco, sia sostenibile. Perderlo sarebbe sicuramente molto grave per diversi aspetti anche storico-culturale, non solo ambientale.
Nella lettera si evidenziava, da parte del primo firmatario l'amministratore Bruno Ferrarotti, preoccupazioni tali da far sì che, nel prossimo Consiglio dei soci - loro lo chiamano Consiglio dei Capi di lista sarà proposta la definitiva uscita del Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino dal sistema delle aree protette regionali. Se dalla Giunta non verranno segnali di disponibilità di prendere in considerazioni le problematiche citate nella lettera, preventivamente pongono questa condizione.
Da qui l'interrogazione, per avere una presa in carico della questione magari una risposta definitiva, non dico oggi, ricordando l'importanza dello stesso e il fatto che abbiamo appena approvato un disegno di legge il n. 133, che proroga all'articolo 2 la destinazione a Parco Naturale del Bosco delle Sorti della Partecipanza il 1° dicembre 2012. Da un lato abbiamo prorogato nelle more dell'approvazione della riforma della legge quadro delle aree protette, dall'altra il Bosco delle Sorti della Partecipanza pensa di uscire dalle aree protette.
Penso sia un segnale molto forte, ma un segnale preterminale. Nel momento in cui non c'è assolutamente nessun'altra possibilità, l'unica strada percorribile è uscire dalle aree protette stesse. Proprio per questo, interroghiamo la Giunta e speriamo di avere una risposta.
Chiudo il mio intervento ricordando che il testo unico sulle aree protette (il 19/2009) stabilisce che la Regione deve garantire la tutela la valorizzazione, le caratteristiche naturali, ambientali e paesaggistiche e la promozione alla gestione di un'iniziativa necessaria utile a consentire la fruizioni del Bosco delle Sorti a fini ricreativi, didattici scientifici e culturali.
La materia è complessa e va sicuramente garantito il minimo per il sostentamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Rispondo con la nota predisposta dall'Assessore Casoni, che oggi non poteva essere presente.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti elementi di risposta. Si deve innanzi tutto sottolineare che il "Parco del Bosco della Partecipanza di Trino", a differenza delle Aree protette regionali che sono gestite da enti strumentali della Regione, è affidato dalla legge istitutiva alla "Cumulativa amministrazione del Bosco delle Sorti della Partecipanza", soggetto giuridico di diritto privato che gestisce da secoli l'area in questione: non esiste pertanto un soggetto pubblico, ma è la stessa "Cumulativa" che gestisce i beni in forma di "proprietà collettiva indivisa" secondo le consuetudini storiche previste dagli Statuti costitutivi della stessa.
Proprio per la specificità e l'unicità di questo soggetto, che svolge un importante compito di tutela sia del territorio, sia degli aspetti storici, la Regione eroga annualmente fondi per la gestione corrente, per investimenti e per il personale, come indicato nel prospetto allegato per il periodo 2005-2010.
Per quanto riguarda il 2011, è noto che il bilancio regionale ha visto significative riduzioni degli stanziamenti rispetto alle precedenti annualità, che ovviamente hanno interessato anche il capitolo di spesa riguardante il budget per l'assegnazione ordinaria ai Parchi. Al fine di evitare di far riferimento alla spesa storica per determinare l'ammontare spettante a ciascun ente, si sono analizzate le singole situazioni anche attraverso incontri bilaterali con ciascun soggetto gestore delle aree protette, tenendo conto anche dei rispettivi avanzi di amministrazione e delle risorse proprie.
Al termine di tale valutazione istruttoria, la Partecipanza risultava avere un avanzo libero di amministrazione di 25.000,00 euro ed una spesa media annuale nel triennio 2008-2010 di circa 66.000,00 euro. Per tale motivo la previsione dell'assegnazione del 2011 è stata quantificata in 40.000,00 euro per una disponibilità totale a bilancio della Cumulativa di 65.000,00 euro.
Per quanto riguarda il personale, sarà confermata nel 2011 l'assegnazione vincolata per assicurare la copertura dei dipendenti di ruolo pari a circa 150.000,00 euro. Inoltre la Cumulativa beneficerà anche quest'anno, unico tra i 29 Enti, di una specifica assegnazione corrispondente al costo di due dipendenti di categoria C, sulla base del fatto che da molti anni non si sono più autorizzati i turn-over del personale di ruolo cessato dal servizio, stante la condizione giuridica di soggetto di diritto privato.
Nel caso in cui vi siano ulteriori disponibilità di risorse stanziate con l'Assestamento di bilancio, si valuteranno i fabbisogni più importanti del Sistema parchi e la rilevanza delle iniziative, privilegiando assegnazioni relative alla messa in sicurezza dei beni immobili, delle aree boscate fruite, nonché ai cofinanziamenti di progetti comunitari.
In conclusione, le assegnazioni previste per il 2011 alla Partecipanza rappresentano, al pari delle assegnazioni ad agli altri soggetti gestori un fondo sufficiente a garantire le attività ordinarie essenziali, pur essendo inferiori rispetto all'ammontare teorico necessario a garantire l'erogazione ottimale dei servizi.
Nella nota scritta è annessa la tabella con le assegnazioni.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Quaglia.


Argomento: Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 472 presentata dal Consigliere Molinari, inerente a "Situazione sottosuolo della costruendo piscina del Geirino in Ovada"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ultima interrogazione a risposta immediata, la n. 472.
La parola al Vicepresidente Molinari, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



MOLINARI Riccardo

Grazie, Presidente.
L'interrogazione nasce per una serie di motivi. Prima di tutto la volontà di sottoporre all'attenzione del Consiglio e della Giunta quanto sta avvenendo nel Comune di Ovada. Secondo, sapere quali sono le intenzioni della Giunta, se la Giunta regionale è già intervenuta, se e come sta seguendo la situazione.
Dall'esposizione dei fatti enuncerò anche il perché dell'urgenza quindi dell'utilizzo alla risposta immediata.
Il Comune di Ovada ha identificato nell'area della località Geirino un sito per la realizzazione di una piscina e di alcuni impianti sportivi a supporto della piscina. Quest'area negli anni '70 e '80 era stata il sito di una discarica. Discarica che, prima di vedere la realizzazione di un impianto sportivo, doveva essere bonificata. Il Comune di Ovada, in sede di dibattito in Consiglio Comunale, ha garantito che questo tipo di analisi era già stata effettuata e che l'area non presentava alcun rischio.
Per fare questo tipo di analisi, per i carotaggi, per valutare quale fosse lo stato di quel sito e se fosse idoneo alla realizzazione dell'impianto sportivo, il Comune di Ovada si è rivolto ad uno studio geologico privato, con una consulenza rilevante vicino ai 40 mila euro, e ha portato in Comune e ai Consiglieri dati assolutamente rassicuranti.
Una volta iniziati i lavori - da qui nasce l'urgenza - nelle settimane scorse, sono stati rinvenuti, all'interno degli scavi della piscina all'interno degli scavi in cui si sta realizzando la struttura, una serie di rifiuti di diverso genere, di cui ancora non è chiara la consistenza.
Rifiuti che sono evidenti. Diversi cittadini di Ovada hanno potuto vederli con i propri occhi, rifiuti di cui hanno parlato anche i giornali.
Una situazione tale che ha portato il 21 marzo alcuni Consiglieri comunali di Ovada a scrivere un esposto alla Procura della Repubblica di Alessandria affinché si indaghi sul tema. La critica emerge dal fatto che una volta rinvenuti i rifiuti - che lì non dovevano esserci perché l'area doveva essere bonificata - i lavori non sono stati interrotti; i rifiuti sono stati accatastati in loco e non sono ancora stati rimossi, e non è ancora stata data alcuna risposta ai Consiglieri comunali che hanno denunciato il fatto. E i lavori stanno continuando.
Ovviamente, non abbiamo gli elementi per sapere di che tipo di rifiuti si tratti. Nessuno vuole lanciare critiche e dubbi ma, a rigore di logica e pensando a come funzionavano le discariche tra gli anni '70 e '80, è anche legittimo pensare che in quel sito possano anche essere finiti rifiuti pericolosi per la salute dei cittadini.
In difesa della tutela dei cittadini la prima cosa che il Comune avrebbe dovuto fare era sospendere i lavori nell'attesa di accertamenti.
Proprio per questo, chiedo se la Giunta sia già intervenuta e se abbia intenzione di sottoporre la questione all'ARPA, soprattutto in un momento in cui il tema del diritto alla salute a Ovada è molto discusso: proprio la settimana scorsa, nella giornata di sabato, si è svolta una manifestazione a cui hanno partecipato centinaia di cittadini in difesa del presidio sanitario locale. È giusto; stiamo attenti, però, a vedere la pagliuzza nell'occhio altrui e a non vedere la trave nel proprio. Perché se fosse attestato che il Consiglio comunale di Ovada ha autorizzato a costruire un centro sportivo - che sarà frequentato dagli stessi cittadini e dai loro figli che sono andati a manifestare per la salute - all'interno di una ex discarica non bonificata, credo che forse un danno alla salute sia già stato fatto e bisogna porvi rimedio. Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente In riferimento all'interrogazione in oggetto, si forniscono i seguenti elementi di risposta.
Dagli atti d'ufficio, nel Comune di Ovada - località Geirino - risulta localizzata una discarica per rifiuti solidi urbani autorizzata secondo le disposizioni antecedenti il DPR 915/82. La stessa discarica risulta esaurita fin dalla fine degli anni Settanta.
L'area all'interno della quale presumibilmente risulta compreso integralmente e/o in parte il sito dell'ex discarica è stata data in concessione dal Comune di Ovada alla Cooperativa "Servizi Sportivi SCD" per la realizzazione di un centro sportivo.
Ancorché il Comune abbia provveduto ad autorizzare il progetto per la costruzione di una piscina, sulla base di specifica verifica di idoneità del sito sotto il profilo geologico, idrogeologico e igienico-sanitario durante i lavori di scavo effettuati per la costruzione del centro polisportivo sono stati rinvenuti rifiuti riconducibili all'ex discarica.
Le analisi chimiche effettuate su incarico della stessa cooperativa hanno infatti evidenziato che si tratta di rifiuti solidi urbani non pericolosi costituiti prevalentemente da materiale plastico, ceramica e laterizi.
In data 16 marzo 2011 la suddetta cooperativa ha notificato ai soggetti interessati (ARPA, Provincia di Alessandria, Azienda Sanitaria Locale Comune di Ovada, Regione Piemonte, Prefettura di Alessandria) che ai sensi del decreto legislativo 152/06, articoli 242 e 304, procederà alle operazioni di rimozione e smaltimento dei rifiuti conferendo i medesimi presso la discarica autorizzata.
Il coinvolgimento dell'autorità preposta al controllo ambientale, come sopra riferito, produrrà le necessarie verifiche e le eventuali prescrizioni per il recupero ambientale delle aree interessate dalla presenza dei rifiuti.
La prevista rimozione degli stessi e il loro corretto smaltimento potrà infine ripristinare le condizioni indispensabili per una diversa destinazione d'uso delle aree.
Competeva al Comune accertare l'eventuale incompatibilità del sito ad ospitare il progettato centro polisportivo e competerà al Comune di Ovada effettuare le verifiche degli interventi che si renderanno necessari per la rimozione dei rifiuti e la successiva realizzazione del centro polisportivo.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.43 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.44)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeleri, Botta Marco, Bresso Cantore, Costa Raffaele, Cota, Giordano, Goffi, Leo, Motta Massimiliano e Toselli.
Il numero legale è 25.



PRESIDENTE

b) Gara di solidarietà per il Giappone



PRESIDENTE

Comunico che è pervenuta alla Presidenza notizia che è in corso una gara di solidarietà organizzata dal Sermig - Arsenale della Pace, in collaborazione con il quotidiano Cronaca qui.
L'operazione si chiama "Insieme a fianco del Giappone. Operazione speranza: aiuta i bambini del Giappone dopo il tragico tsunami".
Il Sermig di Ernesto Olivero, diretto da Beppe Fossati, davanti al Presidente Napolitano ha lanciato una grande gara di solidarietà: tutti uniti, senza divisioni, per i bimbi giapponesi.
Sulla scorta di quanto avvenuto in passato, da domani sarà disponibile al banco della Presidenza, per coloro che intendessero rinunciare al gettone di presenza della seduta di domani, la possibilità di aderire com'è avvenuto ad esempio con l'operazione "Sacchi a pelo". Il Consiglio regionale, com'è accaduto in quell'occasione, si farà carico della trattenuta al singolo Consigliere e di procedere alla donazione.
Faremo comunque pervenire ad ogni Consigliere una nota via e-mail nel pomeriggio di oggi.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Questione pregiudiziale sollevata dalla Consigliera Artesio


PRESIDENTE

Dovremmo cominciare i nostri lavori con il proseguimento dell'esame del disegno di legge n. 85 "Promozione di interventi a favore di territori interessati dalla realizzazione di grandi infrastrutture. Cantieri Sviluppo - Territorio", di cui al punto 4) all'o.d.g.
La trattazione del suddetto provvedimento era iniziata nella seduta antimeridiana del 15 marzo, con lo svolgimento delle relazioni introduttive, cui ha seguito la discussione generale e l'intervento dell'Assessore competente.
Nella seduta del 22 marzo si è proseguito con l'esame dell'articolo 1 e degli emendamenti ad esso riferiti (è stata illustrata una serie significativa di emendamenti all'articolo 1).
Nella seduta pomeridiana del 22 marzo si è proseguito con l'esame dell'articolo 1 e degli emendamenti ad esso riferiti. Nello specifico all'articolo 1 sono stati illustrati gli emendamenti rubricati dal n. 23) al 47) (passando da numeri diversi) e sono stati votati per appello nominale gli emendamenti rubricati n. 6) e 7).
La votazione dell'emendamento rubricato n. 8) era stata dichiarata non valida, per mancanza del numero legale.
Nel frattempo, comunico che sono stati presentati ulteriori 170 emendamenti; pertanto, la parte residuale, al netto della votazione sull'emendamento n. 8) che vedremo tra poco, è di 343 emendamenti complessivi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Chiederei, se possibile, la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Certo.
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Ho trasmesso ieri, ancorché non fosse necessario perché pongo una questione ai sensi dell'articolo 71 del Regolamento interno del Consiglio regionale, una questione pregiudiziale. Volevo sapere se devo porla prima o dopo la votazione.



PRESIDENTE

stata sollevata una questione pregiudiziale a norma dell'articolo 71 comma 1 del Regolamento interno del Consiglio regionale, da parte della Consigliera Artesio.
Ricordo che ai sensi del Regolamento la questione pregiudiziale deve essere posta prima che inizi la discussione dell'argomento, a meno che non siano intervenuti nuovi elementi.
Se li vuole brevemente esplicitare, ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Nel corso della settimana, quindi nel periodo intercorso tra la discussione del disegno di legge n. 85 e la seduta odierna, nella quale prosegue la discussione sul suddetto disegno di legge, sono stati riportati dagli organi di informazione le dichiarazioni dell'Onorevole Stefano Esposito rispetto alle modalità con le quali ci si troverà in Val di Susa nelle condizioni di realizzazione dell'opera - a dire dell'Onorevole Esposito - e a come, secondo questo rappresentante del Parlamento, sarebbe necessario vincere le resistenze della popolazione locale anche attraverso la gestione militare.
Poiché nel corso della nostra discussione i soggetti politici che hanno presentato il disegno di legge - vale a dire la Giunta regionale - e i Gruppi consiliari che in Commissione ne hanno condiviso i contenuti e in quest'aula caldeggiato l'approvazione, fanno riferimento alla necessità del coinvolgimento strutturale della popolazione rispetto alla realizzazione dell'opera, sono francamente sconcertata del fatto che da un lato si ammanti un'iniziativa legislativa con l'idea della condivisione e della partecipazione, e dall'altro esponenti delle stesse forze politiche che vogliono sostenere questi principi in sede legislativa rilasciano poi dichiarazioni quali quelle della gestione militare, che non paiono consoni con il suddetto coinvolgimento strutturale della popolazione.
Riterrei quindi opportuno sospendere la discussione del disegno di legge n. 85 fintanto che quest'Aula non si pronunci nel senso di convenire sulle posizione dell'Onorevole Esposito, quindi il disegno di legge non ha alcun senso, o, viceversa, di censurarle, e chi riterrà di condividere il disegno di legge - non noi - potrà procedere nella discussione.



PRESIDENTE

La Consigliera Artesio pone, a norma dell'articolo 71 comma 1 del Regolamento, una questione pregiudiziale e sospensiva alla trattazione del disegno di legge n. 85 perché sono subentrati fatti nuovi (a suo dire) relativamente alla presa di posizione, che ha brevemente riassunto - e per questo la ringrazio - dell'onorevole Esposito.
Ha chiesto la parola per un intervento in senso contrario il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche la Consigliera Artesio, ma non ritengo che la maggioranza debba concedere questa dilazione. Mi spiego molto chiaramente: ho tutto il rispetto di questa terra per qualsiasi parlamentare e soprattutto per il deputato del PD Esposito; è chiaro che si tratta di una sua dichiarazione, nel merito della quale non entro assolutamente, come mia abitudine; però non penso che questo possa impedire la continuazione di un dibattito su un disegno di legge così importante.
Se proprio devo - e me lo conceda, Consigliera Artesio, perché glielo dico davvero con il sorriso - suggerisco che discutiate di questo mentre discutete anche sulle Circoscrizioni di Torino e sulle eventuali Presidenze o meno: magari vi trovate con il parlamentare Esposito e ne discutete assieme e non certo in questa sede. Grazie.



(Commenti della Consigliera Artesio)



CAROSSA Mario

Consigliera, glielo dico con il sorriso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola, per un intervento a favore, il Consigliere Bono ne ha facoltà.



BONO Davide

Ovviamente intervengo a favore in quanto anch'io ho letto nei giorni scorsi le Ansa e le notizie stampa del signor Esposito.
Ovviamente siamo già abbastanza abituati a queste esternazioni, ma sono rimasto basito anch'io: non tanto per le esternazioni in sé - ripeto che ormai ci siamo abituati e sinceramente non le prendo neanche molto in considerazione - ma per il fatto che si inseriscono in un solco totalmente opposto a quanto si sta facendo qui in Regione. Per non far perder tempo agli Uffici, ai collaboratori, ai Consiglieri regionali e per far sì che altri disegni di legge, magari più urgenti - come il collegato alla finanziaria, la legge sui Parchi o altre - possano andare avanti e abbiano un iter più tranquillo, anch'io sono dell'idea di chiedere una sospensiva dell'analisi del disegno di legge n. 85; almeno finché non ci pronunciamo con una mozione o con un ordine del giorno in una condanna e in una dissociazione da quanto segnalato non solo dal signor Esposito ma anche, se non sbaglio, da alcuni rappresentanti del Popolo della Libertà.
Penso quindi che la questione sia delicata: non vorrei - lo ripeto solo per amore dell'impegno che qui stiamo mettendo - che questa legge veda poi minate le sue stesse basi da un iter più rapido e più "marziale" - diciamo così - per via di un input centrale. Noi siamo qui a discutere - forse un po' tardivamente, ma il ravvedimento operoso si concede fino all'ultimo momento - di partecipazione e discussione con i territori e poi magari da Roma abbiamo invece una decisione verso una militarizzazione del territorio.
Presidente Cattaneo, penso che in questo momento sia proprio d'uopo almeno un pronunciamento dell'Aula, da parte di tutti gli schieramenti, per prendere come minimo le distanze da alcune iniziative e un impegno verso Roma perché sia assolutamente contraria a qualunque opera o tentativo di militarizzazione della Valle, visto che ci stiamo accingendo a prendere un impegno legislativo con questo disegno di legge. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

stata richiesta la votazione per appello nominale.
Procediamo dunque alla votazione della questione pregiudiziale proposta della Consigliera Artesio, avanzata a norma dell'articolo 71 comma 1 del Regolamento, che chiede di sospendere la trattazione del disegno di legge n. 85 per affrontare la problematica testé rappresentata dalla stessa collega.
Do atto che il numero legale è salito a 26.
Indìco la votazione palese sulla questione pregiudiziale sollevata dalla Consigliera Artesio.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Opere pubbliche

Proseguimento esame disegno di legge n. 85, inerente a "Promozione di interventi a favore dei territori interessati dalla realizzazione di grandi infrastrutture. Cantieri - Sviluppo - Territorio"


PRESIDENTE

Procediamo con il proseguimento dell'esame del disegno di legge n. 85 di cui al punto 4) all'o.d.g.
Chiedo ai Consiglieri di rimanere al proprio posto poiché abbiamo una serie ripetuta e significativa di votazioni di emendamenti relativi all'articolo 1, illustrati nella seduta pomeridiana del 22 marzo scorso.
Il numero legale è 26, anzi 27; è come la pizza, continua a lievitare: siamo partiti da 25 ed ora è 27...
Iniziamo dunque dall'emendamento rubricato n. 8, sul quale era mancato il numero legale.
Emendamento rubricato n. 8) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "lo strumento" vanno sostituiti con i termini "il metodo" Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 4 Consiglieri hanno votato NO 34 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 9) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "lo strumento" vanno sostituiti con i termini "la pratica" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 10) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "lo strumento" vanno sostituiti con i termini "il modo" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 11) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "lo strumento" vanno sostituiti con i termini "la metodologia" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 dopo la parola "concertazione" viene aggiunta la parola "partecipazione" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 12) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "le forme" vanno sostituiti con i termini "le strutture" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 13). presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "le forme" vanno sostituiti con i termini "le figure".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 14) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "di consultazione" vanno sostituiti con i termini "di consiglio" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 102) presentato dai Consiglieri Artesio Buquicchio, Bono: All'art. 1 (Finalità) - dopo "...consultazione ..." aggiungere "...di cui all'art. 2, comma 2 e comma 4; all'art. 86 dello Statuto della Regione Piemonte all'art. 5, comma 6" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 102), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 15) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "dei territori" vanno sostituiti con i termini "delle zone" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 16) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "dei territori" vanno sostituiti con i termini "delle aree" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 17) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "dei territori interessati" vanno sostituiti con i termini "delle popolazioni interessate" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 18) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "dalla realizzazione" vanno sostituiti con i termini "dall'attuazione" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 19 presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "dalla realizzazione" vanno sostituiti con i termini "dall'effettuazione" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 19), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 20) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "di grandi infrastrutture" vanno sostituiti con i termini "di grandi impianti" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 20), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 21) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "di grandi infrastrutture" vanno sostituiti con i termini "di grandi installazioni" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 21), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 22) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "di grandi infrastrutture" vanno sostituiti con i termini "di grandi opere" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 22), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 23) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "la finalità" vanno sostituiti con i termini "lo scopo" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 23), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 24) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "la finalità" vanno sostituiti con i termini "l'obiettivo" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 24), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 25) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "la finalità" vanno sostituiti con i termini "l'intenzione" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 25), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 26) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "la finalità" vanno sostituiti con i termini "il proposito" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 26), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 27) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "la finalità" vanno sostituiti con i termini "il progetto" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 27), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 va sostituita la parola "limitarne" con le parole "ridurre al minimo tecnicamente possibile" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 29) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "gli impatti" vanno sostituiti con i termini "le influenze" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 29), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 30) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "gli impatti" vanno sostituiti con i termini "gli influssi" e Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 30), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 31) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "gli impatti" vanno sostituiti con i termini "gli effetti" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 31), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 103) presentato dai Consiglieri Artesio Buquicchio, Bono: All'art. 1 dopo "...impatti..." abrogare "...renderla vantaggiosa" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 103), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 32) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "renderla vantaggiosa" vanno sostituiti con i termini "renderla conveniente" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 32), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 33) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "renderla vantaggiosa" vanno sostituiti con i termini "renderla proficua" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 33), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 3) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 dopo le parole "collettività territoriali" vanno aggiunte le parole "e la salvaguardia dei beni comuni" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 104) presentato dai Consiglieri Artesio Buquicchio, Bono: All'art. 1 dopo "...territoriali..." abrogare "...da operando...al punto" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 104), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 34) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "operando, altresì" vanno sostituiti con i termini "procedendo, altresì" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 34), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 35) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "operando, altresì" vanno sostituiti con i termini "proseguendo, altresì" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 35), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 36) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "operando, altresì" vanno sostituiti con i termini "attivandosi, altresì" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 36), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 37) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "operando, altresì" vanno sostituiti con i termini "impegnandosi, altresì" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 37), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 38) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "per armonizzare" vanno sostituiti con i termini "per equilibrare" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 38), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 39) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "per armonizzare" vanno sostituiti con i termini "per bilanciare" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 39), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 40) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "per armonizzare" vanno sostituiti con i termini "per coordinare" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 40), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 41) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "per armonizzare" vanno sostituiti con i termini "per integrare".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 41), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 42) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "le opere" vanno sostituiti con i termini "le azioni" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 42), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 43) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "le opere" vanno sostituiti con i termini "le iniziative" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 43), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 44) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "le opere" vanno sostituiti con i termini "le attività".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 44), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 4) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 vanno eliminate le parole "e compensazione" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 45) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "del progetto" vanno sostituiti con i termini "del piano di lavoro" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 45), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 46) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "del progetto" vanno sostituiti con i termini "del programma dei lavori" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 46), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 47) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 i termini "di accompagnamento" vanno sostituiti con i termini "di completamento" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 47), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 5) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1, comma 1 al termine vanno aggiunte le parole "fermo restando la possibilità di una opzione zero, in caso di constatazione di un'analisi costi-benefici non positiva" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Cominciamo la trattazione degli emendamenti relativi all'articolo 2.
Emendamento rubricato n. 161) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Artesio, Buquicchio: l'art. 2 è abrogato.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Il primo emendamento, fra i tanti presentati all'articolo 2, è abrogativo: si chiede, in pratica, di eliminare l'articolo in toto, che darebbe delle definizioni e un ambito di applicazione.
Visto che il disegno di legge dovrebbe rappresentare comunque un nuovo strumento e dettare un iter di partecipazione da parte dei cittadini a quelle che sono le cosiddette opere strategiche per la Regione Piemonte e di utilità collettiva, il fatto di andare a restringere il campo e l'ambito di applicazione di detta legge agli elenchi predisposti ai sensi della legge n. 443/2001 (la famigerata legge obiettivo) e gli interventi inseriti nelle intese Stato-Regione, mi sembra riduttivo.
Tra l'altro, nei commi 2 e 3 si restringe ulteriormente la prima attuazione, facendo intuire, ovviamente, qual è il disegno - scusatemi il gioco di parole - che sta dietro al disegno di legge, ovvero l'applicazione immediata e urgente, quasi emergenziale, a due interventi: mi riferisco alla galleria geognostica Maddalena di Chiomonte e a tutto il collegamento Torino-Lione Alta Velocità - Alta Capacità.
Ribadisco il senso di un emendamento abrogativo nel complesso dell'articolo: se questa dev'essere una legge dalle magnifiche sorti progressive per la Regione Piemonte e per la partecipazione dei cittadini alle istanze che sono realmente di pubblica utilità per migliorare la vita il benessere, le condizioni di lavoro e le ricadute sul territorio, non si può andare a circoscriverla solo alle grandi opere inserite nella legge obiettivo, ovvero quelle considerate prioritarie nel 2001 dal Governo Berlusconi (ma immagino ancora oggi), e ancora di più andarle a circoscrivere solo al tunnel geognostico della Maddalena e al collegamento Nuova Torino Lione in totale.
Allarghiamo l'orizzonte: se riteniamo che sia una legge utile e che debba servire veramente ai cittadini, apriamola a tutte le grandi e medie opere presenti in Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Passiamo, quindi, all'esame del secondo articolo. Questo emendamento com'è stato accennato dal mio Capogruppo, andrebbe nella direzione di abrogare l'intero articolo 2 e le ragioni che sono state delineate mi pare che siano piuttosto condivisibili.
Una legge per la quale si sono spese ingenti risorse (anche intellettuali), per cui è ritenuta importante sia dalla maggioranza che dall'opposizione regionale, dovrebbe avere quantomeno una visione più ampia. Dall'impostazione di questo articolo, invece, si desume quanto possa essere dedicata espressamente ad un certo tipo di problematica, anche per quanto riguarda i riferimenti alle normative nazionali. Perché limitare una legge così tanto voluta e così tanto importante per il Governo attuale della Regione, soprattutto in un'ottica di allargamento di quelli che possono essere i confronti e gli eventuali consensi (molto pochi, in realtà) con chi queste opere le subisce e le ha subite in senso progettuale fino adesso? Il fatto di limitare questo tipo di intervento non ci sembra che rientri in un'ottica lungimirante. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Effettivamente, entrando nella discussine dell'articolo 2 andiamo al cuore del disegno di legge, ovvero all'unica ragione per cui si è predisposto questo disegno di legge, che nulla di concreto definisce negli altri articoli se non, appunto, quanto individuato all'articolo 2, vale a dire la prima attuazione al nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione.
Poiché era stato ripetutamente chiesto in Commissione di abrogare questo articolo e di discutere sui principi generali, ma appunto l'Amministrazione regionale non lo ha ritenuto utile, essendo questo l'unico obiettivo, cerchiamo di entrare nel merito della filosofia che ha ispirato gli estensori di questo disegno di legge. E per abbellire il testo del disegno legislativo si fanno riferimenti normativi di carattere generale. In modo particolare si fa riferimento alla legge 21 dicembre 2001, n. 443; quella legge, cioè, che definisce le infrastrutture e gli insediamenti produttivi strategici e gli altri interventi per il rilancio delle attività produttive. Ma lo si fa in maniera assolutamente parziale.
Dunque, se il riferimento legislativo ci deve essere, che sia almeno completo.
E il riferimento legislativo completo al comma 1 dell'articolo 1 della legge n. 443 recita testualmente: "Il Governo, nel rispetto delle attribuzioni costituzionali delle Regioni, individua le infrastrutture pubbliche e private, gli insediamenti produttivi strategici e di preminente interesse nazionale da realizzare per la modernizzazione e lo sviluppo del Paese. L'individuazione è operata sentita la Conferenza unificata".
Nell'articolato di proposta della Giunta non si fa alcun riferimento alla Conferenza unificata, bensì generici riferimenti alle intese Stato Regione. Quindi non c'è nemmeno la coerenza interna al testo legislativo ed è per ciò che interveniamo con questi emendamenti, nella fiducia che la Giunta possa abrogare l'intero articolo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Artesio.
Emendamento rubricato n. 162) presentato dai Consiglieri Bono, Biol Artesio, Buquicchio: L'art. 2 comma 1 è abrogato La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Com'è stato anticipato dalla collega Artesio, questo emendamento vuole abrogare il comma 1 dell'articolo 2, ovvero chiede di eliminare la parte che riguarda, fondamentalmente, gli interventi rientranti nella legge n.
443 del 2001 e quindi la delega al Governo in materia di infrastrutture insediamenti produttivi strategici e altri interventi per il rilancio delle attività produttive. Ovviamente ci sono tutta una serie di paletti che comprendono anche il coinvolgimento delle Regioni nella Conferenza Stato Regioni - ci mancherebbe! - ed è fondamentale che le Regioni a loro volta aprano, in una valutazione di utilità collettiva e strategica, agli Enti Locali e ai cittadini stessi, nell'ottica di una maggiore partecipazione.
Qualcuno dice stranamente, ma io direi invece l'esatto opposto, che a volte ci troviamo in una situazione contraddittoria tra un livello centrale e un livello locale, in cui a livello centrale vengono decisi degli investimenti e delle spese per quelli che vengono chiamati infrastrutture e insediamenti strategici e a livello locale ci si trova poi costretti a subire le ricadute, sia nel momento della progettazione, sia in quello della costruzione, sia in quello del mantenimento della struttura.
Spesso - nonostante vorremmo andare verso uno Stato in senso federale si trova difficoltà ad operare questo ascolto dei territori e delle istanze dei cittadini in un livello pratico e non solo teorico ed astratto come quello del piano legislativo. Le leggi, infatti, una volta approvate devono avere anche un'attuazione: non possono ovviamente rimanere carta inchiostrata e depositata in qualche cassetto polveroso. È questa stessa legge che va in contrasto, in contraddizione con un iter che, pur tardivamente - e ribadisco tardivamente -, la Regione Piemonte vorrebbe mettere in campo, scimmiottando - se mi è permesso il termine - il Débat Public e la Démarche Grand Chantier francesi.
Proprio per questo dunque chiediamo di abrogare tutto l'articolo o, in ogni caso, il primo comma che riguarda proprio questo riferimento alla legge nazionale.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto comprensivo di Garessio, Bagnasco ed Ormea (CN)


PRESIDENTE

Prima di proseguire il dibattito desidero salutare, a nome dell'Assemblea, le ragazze e i ragazzi dell'Istituto comprensivo di Garessio, Bagnasco ed Ormea, accompagnati dai loro insegnanti a seguire i nostri lavori: benvenuti a Palazzo Lascaris e buona permanenza.


Argomento: Opere pubbliche

Proseguimento esame disegno di legge n. 85 inerente a "Promozione di interventi a favore dei territori interessati dalla realizzazione di grandi infrastrutture. Cantieri - Sviluppo - Territorio" (seguito)


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé, ancora sull'emendamento rubricato n.
162).



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Ovviamente ribadisco quanto già detto: in questo caso l'emendamento andrebbe ad abrogare il primo comma, che definisce quali sono le grandi infrastrutture cui la legge si riferisce. In realtà credo ci sia un po' un errore di tempistica: siamo in presenza infatti di queste volontà di confronto - che tra l'altro, secondo noi, nel disegno di legge n. 85 che stiamo trattando vanno nella direzione sbagliata, cioè non nel senso di consultazioni ma più che altro di mitigazioni e contentini che vengono versati al territorio - ma la legge quadro Obiettivo nazionale nasceva senza questo tipo di strumenti e senza la volontà di attuarli.
Ad un certo punto noi andremmo ad approvare una legge - e in particolare questo tipo di articolo, che fa espresso riferimento alla legge 443 - che inserisce degli elementi aggiuntivi non condivisibili; almeno questa è la nostra posizione e già in passato e nelle scorse sedute abbiamo cercato di dare una certa motivazione e sicuramente ci premureremo di continuare a farlo. Si tratta di strumenti che vengono inseriti in riferimento ad una legge generale che però non li prevedeva. Da tale punto di vista, riteniamo che questo possa essere un controsenso e quindi chiediamo l'abrogazione del primo comma di questo articolo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Insistiamo nel prendere in considerazione la contraddittorietà interna della stesura dei tre commi dell'articolo 2.
Com'è stato già detto in sede di discussione, non soltanto abbiamo un provvedimento legislativo che in modo assolutamente rarefatto si ispira evocandola - ad una proposta di legge operativa del sistema francese, in assenza totale di un'analoga legislazione nazionale; ma, quando si fa riferimento alla legislazione nazionale, si fa riferimento ad una legislazione incompiuta: ricordiamo infatti che esattamente la legge 21 dicembre 2001 n. 443 impegnava il Governo - delegandolo - ad adottare successivi provvedimenti, in forma di uno o più decreti legislativi, volti a definire un quadro normativo, a tal fine riformando sia le procedure legate ai requisiti di impatto ambientale, sia l'autorizzazione integrata ambientale. Da questo punto di vista, ricordo come nel frattempo il Paese Italia abbia sottoscritto con i Ministri degli altri Paesi dell'Unione Europea esattamente un accordo con il quale si impegnava ad introdurre nella realizzazione delle opere pubbliche, un'ulteriore certificazione di riduzione degli impatti ambientali chiamata VIS: Valutazione degli Impatti sulla Salute.
Con grande stupore, quindi, ho assistito la settimana scorsa ad un voto di quest'Aula consiliare che - volendo imitare la Francia, richiamando la normativa europea ed aspettando quella nazionale - invece di introdurre nelle nostre opere la valutazione di impatto sulla salute, rifiutava di consentire a quest'Aula di audire i rappresentanti della Commissione Sanità della Comunità montana.



PRESIDENTE

Grazie, collega Artesio.
Emendamento rubricato n. 49) presentato dal Consigliere Bono, Biolè: All'art. 2, comma 1 i termini "grandi infrastrutture" vanno sostituiti con i termini "grandi progettualità".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sicuramente il tema toccato dalla collega Artesio è fondamentale ed importante. Ancora a monte ci sarebbe la domanda che noi abbiamo provato a porre, anche come interrogazione all'Assessore Bonino, per capire appunto se la nuova linea Torino-Lione - così si chiama adesso: più che TAV, NLTL sia o meno all'interno della legge obiettivo. Si leggeva infatti nella relazione sullo stato di attuazione del Programma Infrastrutture Strategiche presentata al CIPE nella seduta del 6 maggio 2009 che, sulla base delle azioni effettuate, il costo totale delle opere approvate era pari a circa 116 miliardi di euro, al netto del nuovo collegamento internazionale Torino-Lione, opera stralciata dal perimetro.
Avevamo appunto fatto questa richiesta e, nonostante una risposta affermativa, continuiamo a non trovare la parte del documento - ma saremo sicuramente noi che abbiamo difficoltà di lettura - riguardante la presenza dell'Alta Velocità, o nuova linea Torino-Lione - all'interno della legge obiettivo; d'altra parte potrebbe rientrare invece, come detto, nelle opere strategiche decise tra Stato e territori (come recita la fine del comma 1 "in sede di intesa Stato-Regioni").
Allora, sempre in un'ottica di ampliare e di rendere quindi più operativo questo disegno di legge che sicuramente l'Aula - magari con un po' di settimane - riuscirà comunque ad approvare, bilancio permettendo intendiamo sostituire le parole "grandi infrastrutture" con le parole "grandi progettualità".
Infatti non possiamo pensare che abbiano bisogno di questo iter di partecipazione dei territori solo le grandi infrastrutture. Tra l'altro chiediamo all'Assessore Bonino quali sono le grandi infrastrutture; se sono solo le linee ad Alta Velocità o se sono anche le linee ferroviarie per i pendolari, se sono le autostrade così come la pedemontana, oppure il retroporto che si vuole costruire tra Tortona ed Alessandria, sempre per rendere il Piemonte quel corridoio di transito, con la piattaforma logistico-operativa che piace molto ai politici.
Quindi, usando una parola di più ampio respiro, come progettualità, si va a capire che le progettualità possono essere non solo le infrastrutture che servono per trasportare merci, ma qualcosa che siano progetti con un significato più ampio e che possono essere di utilità collettiva.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
L'emendamento chiede di sostituire questi termini nell'ottica che è già stata impostata da chi mi ha preceduto come intervento.
Riteniamo che all'interno del nuovo termine suggerito sia più facile comprendersi anche da un punto di vista politico. È chiaro che l'infrastruttura può presentare determinate caratteristiche e pu rappresentare un impatto che c'è comunque ed è comunque valutabile, anche se qualcuno talune volte vorrebbe mettere la testa sotto la sabbia, perch credo che l'impatto sia sempre onestamente valutabile. La progettualità invece comprende tutti i fattori che concorrono ad una determinato tipo di obiettivo.
Dal nostro punto di vista può avere un'accezione sia spaziale, ossia una progettualità che può comprendere i vari territori che possono essere più o meno interessati dall'opera - opera intesa in senso generale, quindi tutto quello che concerne l'intorno di questo tipo di opera - sia da un punto di vista temporale.
La progettualità suggerisce, come definizione, che vi sia un iter temporale che parte da un'esigenza alla quale si propone un'idea di soluzione e che, tramite il lavoro di quelli che possono essere tecnici o un'équipe specifica o comunque suggerimenti - come nel caso di questa legge da territori che esulano dai confini nazionali, può giungere a quello che è un progetto globale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Emendamento rubricato n. 50) presentato dai Consiglieri Bono, Biolè: All'art. 2, comma 1 i termini "gli interventi" vanno sostituiti con i termini "le azioni".
Emendamento rubricato n. 51) presentato dai Consiglieri Bono, Biolè: All'art. 2, comma 1 i termini "gli interventi" vanno sostituiti con i termini "le operazioni".
Emendamento rubricato n. 52) presentato dai Consiglieri Bono, Biolè: All'art. 2, comma 1 i termini "gli interventi" vanno sostituiti con i termini "i provvedimenti".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Mi riallaccio al discorso precedente, in cui si è sottolineato come il Governo italiano - quindi dal 2001 al 2006 e dal 2006 ad oggi - è stato inadempiente per quanto riguarda la proposizione di quei decreti legislativi, prima citati, di attuazione della legge obiettivo.
In particolare modo, mi riferisco al recepimento di alcune direttive europee che riguardano la cosiddetta VIS che ha citato precedentemente la collega, ovvero la valutazione di impatto sulla salute.
un concetto che l'Europa ormai ha chiarito e sancito nel 2001 con la Direttiva 42, che chiede che venga recepita da tutti gli Stati membri dell'Unione Europea e che venga inserito all'interno della valutazione ambientale strategica di aria vasta.
In seguito, con la Direttiva europea 35 del 2003, si garantisce la partecipazione del pubblico nei processi decisionali in campo di impatto ambientale e quindi di ritorno sulla salute, perché i due aspetti non sono slegati, quindi opera impatto sul territorio, impatto sulla salute. Ed a questo potremmo legare anche il discorso dell'economia, perché ovviamente sia il danno sull'ambiente sia il danno sulla salute hanno un loro ritorno e collegamento netto economico, tanto che potremmo disegnare quasi un ciclo tra tutti i vari comparti toccati da qualunque attività antropica.
Tra l'altro, con la Direttiva 35/2003, si garantisce anche giustizia nei confronti di chi subisce un danno ambientale. Quindi, risulta chiarissimo come noi dobbiamo ancora recepire questa prescrizione europea e far sì che anche gli amministratori e chi decide a livello centrale, a livello regionale o di una Conferenza di servizi a livello provinciale deve sapere che è giustamente chiamato a rispondere delle decisioni e degli atti che assume e di quello che ne consegue.
Il Sindaco è la massima autorità, nel momento in cui parliamo di assemblee legislative che con delle leggi fanno sì che vengano fatti degli interventi piuttosto che altri che hanno un ritorno addirittura nazionale e non solo locale, perché viviamo in un sistema ecologico nel senso di ambiente, in cui tutti i parametri si influenzano vicendevolmente. Non solo l'aria, perché sappiamo che le masse di aria si diffondono in tutta l'Europa, ma anche acqua, territorio e quant'altro.
Continuo successivamente il discorso sulla VIS.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Per ribadire e per terminare il concetto che stavo impostando sull'emendamento precedente.
La progettualità è un'altra cosa rispetto all'infrastruttura.
Per questo suggeriamo, perché abbiamo capito e sappiamo che l'ottica di questa legge che stiamo trattando era proprio quella di progettare, pur tardivamente, insieme a chi ne subirà le conseguenze soprattutto purtroppo negative, quello che deve essere l'iter per l'eventuale partenza e realizzazione dell'opera, che noi speriamo non si realizzi mai. Anche questo è importante definirlo all'interno di quello che è l'articolato della legge.
La progettualità presuppone comunque già un confronto; la progettualità presuppone che tante discipline possano mettere insieme le proprie competenze per riuscire a trovare una quadra all'interno di quello che pu essere un obiettivo per un territorio.
Già nelle sedute passate abbiamo detto che impatterebbe su un territorio specifico, ma avrebbe ricadute su un territorio molto più vasto tant'è che - e dovrebbe essere così - tutti i cittadini della nostra regione dovrebbero essere messi in condizione di poter vedere, valutare ed eventualmente criticare e dire la propria opinione su quella che è un'opera che sarebbe importante e impattante.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Emendamento rubricato n. 163) presentato dai Consiglieri Bono, Biolè Artesio, Buquicchio: L'art. 2 comma 2 è abrogato.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

L'emendamento n. 163) abroga il comma 2 dell'articolo 2.
Su questa prima parte di emendamenti all'articolo 2, ritorno sull'incongruità di presentare una grande infrastruttura che dovrebbe essere - esce, poi rientra, poi riesce - nella legge obiettivo, quindi con una corsia preliminare, a livello nazionale.
A livello regionale, invece, viene presentata una legge che vorrebbe come ho detto prima, a maggio o a giugno far partire il cantiere per il tunnel geognostico della Maddalena di Chiomonte. Capiamo, quindi, la fretta e la furia con cui l'Assessore Bonino sta cercando - perché ha le deleghe all'urbanistica e ai trasporti - di avere una pezza giustificativa davanti all'Europa che, altrimenti, immagino, non tanto o non solo ci condannerebbe, ma non ci darebbe quella fetta molto stimolante e interessante per le aziende italiane, per quelle sane, per quelle meno sane e per quelle infiltrate da mafia, dalla camorra e n'drangheta, che vogliono lavorare fortissimamente e vogliono spartirsi questa fetta.
Settecento milioni di euro che rappresentano la prima tranche di una serie di investimenti o, meglio, di una serie di stanziamenti che l'Unione Europea ci darebbe, per realizzare questo corridoio di transito, a patto che - questa è la democratica Europa che ci fa sbiancare in confronto - ci sia la condivisione dei territori attraversati.
Si dice che in Francia non c'è assolutamente opposizione, ma non è vero e anche l'Assessore Bonino lo ha ricordato. Una delegazione del Movimento 5 Stelle e di comitati No TAV è andata in Francia a sentire l'architetto Virano, a parlare con i sindacati, le aziende e la politica locale dal lato francese, ma anche lì c'è un'opposizione. Probabilmente un'opposizione meno organizzata in termini di visibilità e di numeri, ma consideriamo anche la differenza di popolazione, quindi geografica e contestuale. La Val di Susa è molto abitata, mentre la parte omologa francese è poco abitata.
Anche lì c'è un'opposizione ovviamente costruttiva, nel senso di opzione "zero", ma di valutazione delle ricadute e degli impatti, quindi l'Europa senza se e senza ma, se non c'è il consenso delle popolazioni interessate non ci darà i soldi, quindi questa è solo una pezza giustificativa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

L'emendamento in oggetto andrebbe ad abrogare il secondo comma.
Dal secondo comma dell'articolo 2, leggiamo che viene richiesta o si stabilisce che ci sarà una deliberazione della Giunta per quanto riguarda l'elenco, l'individuazione, l'esposizione, la scelta dei progetti che devono ricadere all'interno dell'ambito della legge obiettivo cui applicare le procedure che abbiamo iniziato, a partire dall'esposizione sugli emendamenti all'articolo 1, a contestare perché ci sembrano non tardive e ripeto per l'ennesima volta, poco rispondenti alle vere esigenze.
Da qui nasce la possibilità e la volontà da parte nostra di eliminare questo comma. Sottolineo ancora quanto sia poco comprensibile questo scarso tempismo, cioè la volontà di risolvere una problematica, senza affrontare il tema che la fa nascere. La problematica, per qualcuno, è il sollevamento popolare e territoriale rispetto a quest'opera. In realtà, non si considera fino in fondo che tutto questo nasce dall'inutilità dell'opera stessa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

L'attenzione alla costruzione dell'articolo 2 è particolarmente necessaria nel momento in cui stiamo procedendo ad esaminare un disegno di legge della Giunta che, da un lato, ricerca una grande condivisione dell'Assemblea consiliare (dal punto di vista del mandato ricevuto in Commissione e da alcuni Gruppi di opposizione, il PD in particolare, sembra averlo ricevuto); dall'altro lato, però, si riserva margini di autonoma determinazione, che vanno ben al di là del coinvolgimento invocato nei confronti del Consiglio regionale.
Infatti, così come la legge nazionale rimanda al Governo attraverso il decreto di procedere in autonoma determinazione di applicazione, così questa legge avrebbe la pretesa di delegare alla Giunta regionale l'elenco degli ambiti degli interventi sui quali applicare la metodica individuata con il disegno di legge n. 85. Il che è una bella espropriazione della funzione del Consiglio regionale rispetto al coinvolgimento richiesto per l'approvazione del disegno di legge.
Nasce spontanea una domanda relativamente alla contraddizione che fa effettivamente, cadere l'attenzione di tutti noi sul vero obiettivo di questo disegno di legge. Se per tutto il resto si vuole rinviare ad una deliberazione della Giunta, perché nel comma 3 dell'articolo si fa riferimento, esplicitamente, alla sede di prima attuazione? È evidente che questo è il vero obiettivo del disegno di legge che "sotto il vestito niente", o meglio sotto il disegno di legge, nulla: né azioni di accompagnamento, né diversa democrazia partecipativa, solo la scelta della realizzazione della Torino-Lione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 48) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: all'articolo 2 comma 1 vanno eliminate le parole "ai sensi della legge 21 dicembre 2001, n. 443".
Emendamento rubricato n. 101) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: all'articolo 2, dopo le parole "...443" aggiungere le parole "...di cui ai pronunciamenti della Conferenza Unificata (art. 8 decreto legislativo 28 agosto 1997 n. 281".
Emendamento rubricato n. 53) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: all'articolo 2, comma 1 le parole "inseriti nelle" sono sostituite dalle parole "inclusi nelle".
Emendamento rubricato n. 54) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: all'articolo 2, comma 1 le parole "inseriti nelle" vanno sostituite con le parole "compresi nelle".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Vorrei sottolineare anch'io come sembra stridente il contrasto della lettura del comma 2 con le intenzioni precipue del disegno di legge. Quando si legge che la Giunta regionale, con apposita deliberazione, individua nell'ambito degli interventi di cui al comma 1 - cioè di cui alla legge obiettivo - ad interventi in siti intesa Stato-Regione, i progetti a cui applicare le procedure della presente legge.
Ciò vuol dire che la Giunta regionale, neanche il Consiglio, neanche gli Enti locali, neanche sentiti con un parere, né tanto meno i cittadini come li chiamo io, sono "carne da voto", servono solo una volta ogni cinque anni - possono decidere se il loro territorio, o l'opera che interessa il loro territorio, abbia il rango di grande infrastruttura, quindi debba o possa essere sottoposta a quello che ne discende da questo disegno di legge una volta e qualora sia approvato. È una contraddizione in termini.
Pertanto, la Giunta dovrebbe emendare questa parte, quantomeno per offrire la possibilità al Consiglio regionale di poter intervenire.
vero che la Giunta ha pieno potere esecutivo, però i Consiglieri regionali rappresentano l'aspetto multiforme e variegato di tutte le Province e di tutti (o quasi) i territori piemontesi. In questo caso, si chiede di modificare questo dato e di inserire, comunque, la partecipazione degli Enti locali (le Province, ma forse anche i Comuni o le unioni di Comuni, quindi le Comunità montane, collinari o quant'altro), interessati da grandi infrastrutture ricomprese nella legge obiettivo o nelle intese Stato-Regione, per decidere se farli entrare o meno in questo iter, oppure se agevolarli con questo strumento.
Resto dell'idea che tutte le grandi e medie infrastrutture e progettualità dovrebbero poter adire a questo strumento, posto che realmente diventi operativo e abbia delle ricadute positive (non penso tanto economiche, perché da quel punto di vista proprio non condivido le magnifiche ricadute di questo disegno di legge, anche perché il nostro concetto di benessere e di economia è fortemente diverso dal mio). Per almeno da un punto di vista della partecipazione, dovrebbe segnare un quid in più rispetto al poliziotti in tenuta antisommossa con manganello alzato che abbiamo già visto a Venaus nel 2005. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Dalla discussione degli emendamenti emergono degli spunti sui quali sarebbe interessante potere intervenire.
Sicuramente, ci siamo un po' abituati al fatto che molte volte l'Esecutivo, con deliberazioni o con scelte assunte direttamente nelle sedute di Giunta, offra meno spazio di quanto sarebbe opportuno, se non poi, offrendolo, ma in modo non spontaneo, bensì su richiesta o su sollecitazione di colleghi di altri Gruppi, al ruolo consiliare e di Commissione. È difficile stupirsi se poi il ruolo di consultazione non viene offerto anche a livello di partecipazione territoriale, sia dei singoli cittadini, di associazioni o di Comitati, sia di rappresentanti di enti minori rispetto alla Regione Piemonte.
La contraddizione suggerita, in effetti, è evidente, nel comma 2 di questo articolo, che va a stridere un po' con quella che pare essere almeno di facciata, la volontà di confronto e di scelta più partecipata possibile, nell'ottica della quale, almeno a detta dei proponenti, dovrebbe rientrare questa proposta di legge.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Emendamento rubricato n. 100) presentato dai Consiglieri Artesio Buquicchio, Bono, Biolè: All'Art. 2 comma 2 sostituire "...la Giunta Regionale..." con "...il Consiglio regionale" La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo emendamento, di cui sono cofirmatario, rappresenta un'integrazione all'emendamento che avevo precedentemente presentato. In questo caso, vogliamo sostituire le parole "la Giunta regionale" con le parole "il Consiglio regionale", proprio perché stiamo andando verso uno spostamento di quelle che sono le competenze del Consiglio regionale mettendole tutto in capo alla Giunta, un po' paura - forse, immagino della "palude" che può essere rappresentata dai lavori del Consiglio regionale.
Ribadisco che si tratta di un atteggiamento che politicamente non pu trovare adito in un disegno di legge, che deve essere ovviamente "confezionato", discusso, emendato e votato, secondo tutti i crismi anche della separazione dei poteri che sono alla base della nostra democrazia. Il fatto di dire che tutto il disegno di legge viene rimandato a decisioni che verranno prese autonomamente della Giunta, va a svuotare soltanto il senso di tutto il disegno di legge, ma anche il ruolo del Consiglio regionale (peraltro, vediamo che tutte le Assemblee, anno dopo anno, sono svuotate sempre di più del loro significato, sia quelle legislative che ancora di più quelle comunali e provinciali).
Come ho detto, viene svuotato anche il significato delle legge, perch sembra che con questa legge - è un'interpretazione nostra, ovviamente - si voglia porre una "pezza" per coprire una giustificazione davanti all'Europa, nel senso di dire: "Noi, comunque, il consenso lo stiamo cercando", sia pure in maniera tardiva. Quindi non vi preoccupate, potete mandarci la prima tranche di 700 milioni di euro per le cooperative rosse o non rosse o comunque altre aziende che sono interessate sul territorio dalle ricadute".
Resta il fatto che si svuota di senso perché non vi partecipano più i cittadini. Se il disegno di legge è viziato già all'origine da questo errore formale, per cui è la Giunta a decidere dove applicarli - e quindi vediamo elencati, stranamente e magicamente, il tunnel geognostico della Maddalena di Chiomonte, un'opera propedeutica e necessaria per avviare qualunque discorso progettuale o cantieristico sulla linea ad Alta Velocità capiamo che si viene a perdere il senso di questo disegno di legge, che fa sì che si introduca un qualcosa di nuovo nell'ordinamento regionale (anche se ovviamente andrebbe poi introdotto nell'ordinamento nazionale previa verifica del corretto utilizzo e dell'utilità) e non semplicemente limitando le decisioni che la Giunta può prendere in modo autonomo. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
L'emendamento definisce meglio quello che era il discorso precedente.
Purtroppo ci stiamo accorgendo, a livello regionale, di questa volontà di voler esautorare il Consiglio da quelli che possono essere i processi di indirizzo. A pensarci bene, crediamo che questo tipo di azione o tattica se così si può chiamare, sia mediata da comportamenti che sono al di sopra delle nostre decisioni, quindi anche a livello nazionale. Quante volte ci accorgiamo che anche un'Aula legislativa importante come quella parlamentare viene sminuita nel suo ruolo e, di conseguenza, avvertiamo un parallelismo tra le volontà a livello centrale e quelle a livello regionale? Rientra proprio in quest'ottica, quindi, l'eventuale sostituzione di definizione dell'ente che può decidere (o comunque deliberare dopo attente consultazioni e discussioni) quali possono essere i progetti (qua si ritorna alla definizione di progetto, quindi non opera e non infrastruttura) a cui questa legge si riferisce.
Ritengo debba essere anche un campanello d'allarme la volontà, che si legge non troppo dietro le righe, di esautorare alcuni organi importanti, a scapito di altri.
Grazie.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 55) presentato dal Consigliere Bono: all'articolo 2, comma 2, i termini "Con apposita" vanno sostituiti con i termini "Con adatta".
Emendamento rubricato n. 56) presentato dal Consigliere Bono: all'articolo 2, comma 2, i termini "Con apposita" vanno sostituiti con i termini "Con appropriata".
Emendamento rubricato n. 57) presentato dal Consigliere Bono: all'articolo 2, comma 2, i termini "Con apposita" vanno sostituiti con i termini "Con opportuna".
Emendamento rubricato n. 58) presentato dal Consigliere Bono: all'articolo 2, comma 2, i termini "Con apposita" vanno sostituiti con i termini "Con confacente".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione congiunta degli emendamenti.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Con questi emendamenti colgo l'occasione per addentrarmi nella questione della valutazione dell'impatto sulla salute: un tema che, non come medico, ma come cittadino, come Consigliere regionale o attivista m'interessa fortemente.
Come ho detto, con la Direttiva europea n. 35/2003 si garantisce la partecipazione del pubblico nei processi decisionali in campo ambientale così come la Convenzione di Aarhus garantisce l'accesso ai dati e l'informazione relativamente alle opere che hanno un grande impatto sul territorio e un temuto danno ambientale, oltre a garantire il principio di precauzione, che dovrebbe essere principio fondante, non solo di un medico ma di chiunque amministri o legiferi in qualunque paese del mondo.
La Direttiva europea n. 35 garantisce anche giustizia nei confronti di chi subisce un danno ambientale. È importante capire cosa significa questo nel senso che, sempre nel rispetto del concetto di "fondamentale, fondante e precauzione" è meglio prevenire che andare a cercare il colpevole, fare il processo e garantire giustizia.
Sappiamo benissimo - lo sanno tutti, è nelle cronache di tutti i giorni che si sta cercando di migliorare - io mi limito solo a sorridere - e riformare il sistema della giustizia penale, ma anche civile, in Italia con l'intervento della mediazione, o conciliazione, obbligatoria per i processi civili.
Sappiamo che l'Unione Europea ci sta multando, anno dopo anno, per il mancato rispetto di quello che è un diritto fondamentale dei cittadini europei: una durata ragionevole del proprio processo, oltre ad avere il diritto al processo.
La prescrizione breve - questo è un giudizio personale, ma penso che possa essere condiviso da chiunque, quando ci si toglie la giacchetta del movimento o partito politico di appartenenza - non significa la risoluzione dei problemi della giustizia: significa insabbiare la giustizia, che è già abbastanza insabbiata. Sappiamo che circa il 90% dei processi va in prescrizione, mentre quelli che hanno luogo hanno delle sentenze così piccole da non comportare la detenzione carceraria.
Per non esulare dal discorso, mi chiedo come faccia un cittadino a farsi garantire giustizia, di fronte ad un'Amministrazione, ad una Regione o ad uno Stato, che inserisce in legge obiettivo un intervento.
Questa è la domanda che ci dobbiamo porre.
Anche se recepissimo la Direttiva europea n. 35/2003, dovremmo capire come fare a tutelare veramente i cittadini.
Stamattina abbiamo parlato del Difensore Civico: dobbiamo trovare le strade affinché le Amministrazioni ascoltino, a monte, i cittadini, i territori e valutino veramente in un'ottica, sì strategica - Assessore Bonino - ma per il futuro a lungo termine e non solo per i finanziamenti dell'Europa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Uno degli argomenti più importanti riguardo all'impatto ambientale è di tipo sanitario.
Si è già accennato al fatto che, in un modo - a parer mio - sostenuto e presuntuoso, anche nella passata seduta si è ritenuto di non fermare la discussione del disegno di legge per ascoltare e valutare i risultati di chi la materia sanitaria la tratta, la mastica, e quindi avrebbe potuto dare ottime e utili indicazioni.
Ma oggi non dobbiamo discutere di quella volontà; era solo un commento su quanto è accaduto la settimana scorsa.
I risultati dello studio VIA, presentato specificatamente in questo ambito qualche anno fa - non è un fatto molto recente - dicevano che i cantieri danneggiano la salute degli abitanti della valle. Si calcolava un incremento del 10% dell'incidenza di malattie respiratorie e cardiovascolari, a causa delle famigerate polveri sottili prodotte da una cantierizzazione così grande ed impattante.
In base alle statistiche che sono state attualizzate, corrispondono a 20 decessi in più all'anno.
Quando è stata effettuata questa valutazione, a metà anni '90, le polveri PM10 non erano neanche rilevate dai laboratori; poi, si sono poste all'attenzione e, in seguito, sono state aggiunte anche quelle ultrasottili: PM5 e PM2,5.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Richiesta d'inversione punto 4) all'o.d.g. (disegno di legge n. 85), con il punto 5) all'o.d.g. (proposta di deliberazione n. 103) sollevata dal Consigliere Pedrale


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
evidente che in questa seduta di Consiglio regionale c'è, come nella passata seduta in cui si è discusso del disegno di legge n. 85, presentato dalla Giunta regionale, un atteggiamento legittimo, da parte di due Gruppi dell'opposizione, ma chiaramente di tipo ostruzionistico.
Anche per l'efficacia e l'efficienza dei lavori dell'aula, ritengo opportuno soprassedere almeno per oggi, in modo da esaminare la situazione nella Conferenza dei Capigruppo ed assumere le eventuali decisioni.
Suggerisco, pertanto, di sospendere la discussione del disegno di legge n. 85.



PRESIDENTE

Il Presidente del Gruppo del Popolo della Libertà pone all'attenzione dell'Aula la proposta di sospendere la trattazione del disegno di legge n.
85, "Promozione di interventi a favore di territori interessati dalla realizzazione di grandi infrastrutture. Cantieri - Sviluppo - Territorio".
Chiedo al Consigliere Pedrale se intende proporre di passare ad altro argomento, anche perché il Consiglio è convocato fino alle ore 19.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
evidente che questo disegno di legge incontra una difficoltà nella discussione in Consiglio regionale, peraltro abbastanza prevedibile.
Quello che mi stupisce - lo dico francamente - è l'atteggiamento della maggioranza e della Giunta, che, su un provvedimento di questo tipo, alle 17.15 del pomeriggio chiede di soprassedere e passare ad altro provvedimento, in attesa di un confronto che non so cosa possa portare o determinare; una maggioranza e una Giunta che avrebbero a cuore un provvedimento di siffatta importanza.
Mi sarei aspettato che aveste chiesto le sedute serali, su questo disegno di legge, cioè che aveste chiesto, nella Conferenza dei Capigruppo e nelle discussioni in aula, un'intensificazione dell'attività del Consiglio! Sotto questo aspetto, la richiesta del Consigliere Pedrale mi pare faccia un po' il paio con una difficoltà complessiva, o con ritardi che sia a livello nazionale sia a livello regionale, rileviamo quando parliamo di questo tipo di provvedimenti.
Non è ancora stato convocato il tavolo nazionale.
Ieri il Ministro Matteoli era a Torino per un'importante commemorazione di un illustre personaggio politico scomparso; quello stesso Ministro che aveva dichiarato che sarebbe venuto a Torino una volta al mese ad incontrare le realtà locali per cercare di affrontare e di smussare i termini del problema.
Noi, Presidente, ci opponiamo alla richiesta del Consigliere Pedrale: per quello che vale la nostra posizione e perché ci sembra che continuare a chiedere di sospendere sedute del Consiglio regionale dimostri quanta poca passione, quanto poco interesse e quanta poca convinzione ci sono all'interno della maggioranza nel portare avanti gli obiettivi - ammesso che abbia degli obiettivi - innanzitutto sulle priorità da definire all'interno del calendario del Consiglio. Che poi questo avvenga alle 17.20 mi dà tanto la sensazione che sia in relazione ad una difficoltà nell'immaginare che fra qualche decina di minuti, o qualche quarto d'ora la maggioranza non abbia più le condizioni per garantire il numero legale.
La convocazione prevede che il Consiglio regionale duri sino alle ore 19; normalmente, nel passato, queste richieste arrivavano dai Gruppi di opposizione, mai dai Gruppi di maggioranza: ho visto sempre il mio Presidente di Gruppo, nella precedente legislatura, chiedere alla maggioranza convinzione e impegno rispetto agli obiettivi che ci si poneva convinzione ed impegno che ancora oggi, con questa richiesta del Consigliere Pedrale, non rileviamo.
Chiudo il mio intervento, ma voglio dire: guardate che si ha la sensazione che questa maggioranza stia vivendo una dimensione di affaticamento nella conduzione della propria attività politica, che normalmente è legittimo che una maggioranza incontri alla fine di una legislatura: negli ultimi mesi, non all'inizio di una legislatura regionale. Mi dispiace togliere il copyright ad un illustre collega di questo Consiglio regionale, ma devo solo augurarvi "buon lavoro".



PRESIDENTE

Il Consigliere Pedrale ha fatto una proposta precisa, a norma dell'articolo 58 comma 6: chiede l'inversione dei punti all'o.d.g.
sospendendo la trattazione del disegno di legge n. 85, per passare alla trattazione della proposta di deliberazione n. 103, "Programma pluriennale per la promozione delle attività sportive e fisico-motorio e per l'impiantistica sportiva degli anni 2011-2013".
Il Consigliere Reschigna, a norma dello stesso articolo comma 7, ha espresso opposizione a tale proposta. Pertanto la Presidenza deve procedere mettendo in votazione la proposta del collega Pedrale: se verrà accolta il Consiglio regionale tratterà la proposta di deliberazione n. 103, se invece sarà respinta continuerà il procedimento d'esame del disegno di legge n.
85. I Consiglieri possono intervenire dopo perché su questo punto non sono ammessi interventi.



(Commenti e richieste di chiarimenti in Aula)



PRESIDENTE

No, ovviamente non c'è dichiarazione di voto: c'è una proposta che si intende intervento a favore. Si può richiedere, se qualcuno lo ritiene, il voto per appello nominale: per questo occorre sempre la richiesta di tre Consiglieri o di un Presidente di Gruppo.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Allora, ripeto.
Il Consigliere Pedrale, a norma dell'articolo 58 comma 6 del Regolamento, propone di interrompere il proseguimento del disegno di legge n. 85 e di passare ad altro argomento, nella fattispecie la proposta di deliberazione n. 103, "Programma pluriennale per la promozione delle attività sportive e fisico-motorie e per l'impiantistica sportiva degli anni 2011-2013", che è il punto all'ordine del giorno della seduta di oggi immediatamente successivo al disegno di legge n. 85. Tale intervento di proposta è inteso come intervento a favore; il Presidente del Gruppo del Partito Democratico Aldo Reschigna, a norma dell'articolo 58 comma 7, si oppone e dichiara quindi la propria contrarietà al Consiglio regionale.
Pertanto, la Presidenza deve porre in votazione la proposta: se la proposta sarà accolta si passa alla trattazione della proposta di deliberazione n. 103; se la proposta sarà respinta si continua con l'esame del disegno di legge n. 85. È chiaro a tutti? Bene.
Il Consigliere Reschigna, successivamente, avvalendosi della sua facoltà di Presidente di Gruppo, ha chiesto che tale votazione si svolga per appello nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale sulla proposta di inversione di punti all'o.d.g.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato SÌ 29 Consiglieri hanno votato NO 10 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio approva.
L'esame del disegno di legge n. 85 è dunque sospeso e rinviato ad altra seduta.


Argomento: Ordinamento sportivo

Esame proposta di deliberazione n. 103, inerente a "Programma pluriennale per la promozione delle attività sportive e fisico-motorie e per l'impiantistica sportiva anni 2011-2013, in attuazione della l.r. 22 dicembre 1995, n. 93 (Norme per lo sviluppo dello sport e delle attività fisico-motorie)"


PRESIDENTE

Continuiamo i nostri lavori con l'esame della proposta di deliberazione n. 103, già ampiamente discussa in VI Commissione, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente: intervengo ai sensi dell'articolo 70.
evidente che, trovandoci in una situazione di sostanziale stallo, si è proceduto con il punto successivo. Io però intendo ricordare a questa maggioranza, ma in particolar modo alla Giunta regionale, cosa recita l'articolo 84 del Regolamento al comma 6: "Qualora la Giunta regionale ravvisi, per motivi di urgenza e necessità di un'approvazione celere di un disegno di legge dalla stessa presentato, ha facoltà di proporre, prima della votazione di ciascun articolo, gli emendamenti necessari ad esprimere l'orientamento conclusivo del provvedimento. Tali emendamenti sono votati per primi e la loro approvazione fa decadere ogni emendamento per singolo articolo".
Mi sembrerebbe opportuno il ricorso a questa modalità, a fronte del fatto che non ci troviamo davanti ad un numero limitato di emendamenti che intervengono - come accade in qualunque Assemblea parlamentare legittimamente sul merito, ma sono evidentemente ostruzionistici; quando cioè ci si trova di fronte a 150-200 emendamenti è evidente che non c'è una volontà di migliorare - emendandolo - un testo: c'è la volontà di bloccarlo quanto possibile.
I legislatori della VIII Legislatura, insieme e per molte settimane hanno tentato di approvare un Regolamento che - tra i tanti passi sostanziali di differenza rispetto al Regolamento precedente - ha il comma 7 dell'articolo 84. Mi auguro che questa Giunta voglia, quando ci si trova di fronte ad un evidente ostruzionismo, adoperarlo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale. Credo che la Giunta abbia ascoltato il suo richiamo.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto, Assessore allo sport

Intervengo molto brevemente ringraziando innanzitutto la Presidenza e il Consiglio per aver accettato di mettere in discussione questo provvedimento. Segnalo che il motivo è puramente pratico. L'approvazione del Programma pluriennale per la promozione delle attività sportive e per l'impiantistica sportiva è il presupposto necessario per procedere con i bandi dell'anno in corso. Abbiamo quindi anticipato i tempi, approvando il bilancio 2011 entro il 31/12 e, paradossalmente, oggi ci troviamo a non poter spendere quelle risorse, perché non abbiamo il Piano pluriennale.
Ci riferiamo alle risorse da destinare alla promozione delle attività sportive per l'associazionismo sportivo, ma anche a tutta l'impiantistica sportiva; numerose Amministrazioni comunali ci hanno chiesto di porre in discussione ed approvazione questo provvedimento, perché rischia di rallentare tutte le attività dell'Assessorato.
In Commissione lo abbiamo analizzato ed approfondito; sono emersi diversi spunti molto interessanti da parte di tutti i Commissari che hanno partecipato ai lavori e devo dire che abbiamo anche fatto nostre alcune delle osservazioni che sono state poste, recependole all'interno del documento.
Mi permetto di evidenziare come questo documento non cambi la filosofia complessiva della gestione del mondo dello sport che avviene in questa regione ormai da una decina d'anni.
Anche nel corso dell'avvicendamento dei governi regionali c'è stata una filosofia di intervento che ha fatto sì che le risorse fossero divise sempre con le quote di due terzi e un terzo, cioè che, su un monte di risorse complessivo per lo sport, due terzi venissero dedicati alle spese correnti e un terzo venisse dedicato agli investimenti, quindi all'impiantistica sportiva, e che di questi due terzi delle risorse da destinare al mondo dello sport il 70% venisse dedicato all'associazionismo sportivo, allo sport nella scuola, allo sport per i disabili, quindi allo sport diffuso, a premiare e privilegiare il valore sociale dello sport, e che il restante 30%, venisse sempre soppesato in modo equilibrato: una parte per il talento sportivo, quindi sostegno alle federazioni, e un'altra parte per gli eventi sportivi, che mai come quest'anno caratterizzano le attività della regione.
Per quanto riguarda la quota in conto capitale, quest'anno andremo ad incrementarla di circa due milioni di euro con risorse che arrivano dall'istruzione, prevedendo una misura specifica per le palestre scolastiche. Questo è un modo per attingere da più capitoli e disporre di maggiori risorse a sostegno del bando, ma è anche una risposta ad un segnale molto forte che ci arriva dalle scuole, dalle Province, che sono gli Enti per lo più proprietari di questi immobili, che, quindi, ci permetteranno di prevedere una misura ad hoc per le palestre scolastiche.
Questo è l'impianto del Piano, che privilegia l'associazionismo sportivo, lo sport di base, lo sport per tutti, ma, nello stesso tempo riserva una quota - il terzo delle risorse disponibili - per premiare i talenti (anche nello sport è importante che sia riconosciuta la meritocrazia) e soprattutto per dare risorse agli eventi sportivi, che stanno dimostrando quanta attinenza abbiano con il turismo. Pensate ai Mondiali di tiro con l'arco, al Giro d'Italia, allo scollinamento del Tour de France, a tutti gli eventi invernali realizzati nelle montagne piemontesi: un insieme di risorse che investiamo perché il loro ritorno in termini di promozione e di effettiva ricaduta per gli operatori turistici è davvero grande.
Questo è l'impianto del provvedimento. Ci tengo a sottolineare che va nell'ottica della continuità di un buon lavoro che, da sempre, la Regione Piemonte svolge per il sostegno del mondo dello sport.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cirio.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Rileviamo come questo programma triennale - l'atto che il Consiglio deve approvare, perché dal programma triennale derivano gli atti successivi, che sono i programmi annuali, gli atti che la Giunta approverà sulla base dei quali, dentro ai tre anni di vigenza del Piano triennale, si organizzano bandi e quant'altro, riguardo all'attività sportiva in Piemonte arrivi, dopo essere scaduto un po' di tempo, solo adesso alla sua approvazione.
Sappiamo che questo testo è scaduto da parecchio tempo e che, quindi l'Assessore ha proceduto con proroghe, per quanto riguarda i mesi precedenti, lavorando su un Piano triennale precedente, nelle more dei Piani annuali, che era da questo punto di vista scaduto.
Pertanto, la prima cosa che il Consiglio rileva è: come mai all'attenzione della Commissione, prima, e del Consiglio, poi, non è stato portato più tempestivamente un atto di questa importanza, l'unico vero atto di programmazione, per quanto riguarda lo sport, che viene messo a disposizione del Consiglio e dei Consiglieri e che da parte del Consiglio diventa atto di indirizzo dell'attività della Giunta? La Giunta, fino a questo momento, ha lavorato su proroghe, con un Piano precedente scaduto, senza che il Consiglio potesse esercitare quell'attività di programmazione e di intervento che, da questo punto di vista, gli spetta.
La legge sullo sport, che introduceva i Piani pluriennali e poi i Piani annuali conseguenti, conteneva nel suo impianto una cosa molto importante: il fatto che alla Regione, in termini di sport, competessero compiti di programmazione di carattere generale.
La Regione non deve occuparsi delle piccole manifestazioni sportive e dell'organizzazione di queste, oltre che il loro finanziamento, perché ci sono le Province, le Amministrazioni comunali, altri livelli sott'ordinati che svolgono questi compiti con maggiori capacità, sia di intervento sia di disamina dell'importanza delle stesse.
La nostra legislazione va in questo senso. Noi abbiamo presentato un disegno di legge di riforma complessiva della legislazione sportiva all'inizio della legislatura, che non ha ancora iniziato l'esame nella Commissione competente, in modo da rendere questo livello di decentramento ancora più sanzionato e forte. Ma, a legislazione invariata, già con questo Piano quello era un atto che si poteva fare, perché nel momento in cui si definiscono le manifestazioni sportive che sono di interesse regionale cioè sono di competenza regionale e da finanziare da parte della Regione tutte le altre rientrano in ambiti che alla Regione non riguardano.
La Regione non si può sostituire nella gestione della camminata di campagna nel tal luogo: quello è compito del Comune; la Regione devolverà al Comune le risorse necessarie in quella direzione.
Questo lo si fa modificando la legge, ma lo si può fare tranquillamente è stato fatto, in passato, più di una volta - dando alle Province una quota di finanziamento, affinché la utilizzino nelle loro realtà territoriali. Lo si può fare anche adesso, attraverso la Conferenza dei Comuni, anche se le risorse sono limitate, perché questo Piano triennale rispetto al passato, agisce su risorse che sono francamente molto limitate.
Sono contenta che i Comuni abbiano la preoccupazione che escano presto i bandi sull'impiantistica sportiva. C'è solo un piccolo problema: ci sono talmente pochi soldi sull'impiantistica sportiva, che diventa difficile capire come formulare quel bando, perché il rischio di quel bando è che i Comuni spendano in progettazione delle somme piuttosto consistenti e poi il numero delle richieste, seppure meritorie, che con quei fondi si riuscirà a soddisfare, sarà molto limitato. A meno che non si continui - penso che non ci siano altre soluzioni - a fare continuamente bandi come quelli degli ultimi anni e proroghe degli stessi, in cui si operano semplicemente completamenti o piccoli interventi, oppure si costruiscono le palestre, che sono compito delle scuole e riguardano il finanziamento alle scuole, che già si realizza e che, unificandolo a quello per lo sport, dà la sensazione di una cifra più ampia, ma è vincolato ad interventi precisi, riguardanti l'attività sportiva all'interno delle scuole.
La questione dei fondi e dei finanziamenti che sottendono alle ambizioni dei piani triennali è una questione non di poco conto, che ha riguardato il bilancio dell'anno scorso, che ha riguardato il preventivo di quest'anno e, a meno che in assestamento la Giunta non decida di rimpinguare consistentemente queste risorse, anche prendendo tutti i fondi presso Finpiemonte che residuano dalle vicende precedenti, non si riesce ad arrivare ad una cifra adeguata.
Una cifra adeguata per quanto riguarda l'impiantistica non sono un pugno di milioni di euro, ma sono milioni di euro che superano ampiamente i dieci e che, per svolgere una minima attività di impiantistica sportiva degna di questo nome, vanno dai 20 in avanti.
Però può darsi che in assestamento - e noi attendiamo fiduciosi - la Giunta decida di togliere fondi magari alle consulenze o alle spese di comunicazione eccessive e ad altre cose di questo genere per trasferirli sullo sport, che è un'attività di grande importanza, finanziando con la spesa corrente le attività e le manifestazioni, ma soprattutto finanziando l'impiantistica. È essenziale, soprattutto in un momento come questo di grave crisi economica e di disagio sociale, che i nostri giovani possano sempre più fare sport.
Si possono finanziare tante manifestazioni, ma se gli impianti non ci sono, lo slogan "Sport per tutti" rimane una pura e semplice battuta pubblicitaria. Lo sanno benissimo le associazioni sportive piemontesi e lo sanno benissimo le Amministrazioni comunali.
Pertanto questa sarebbe l'inversione di rotta che, da questo punto di vista, andrebbe fatta se si vogliono rendere vere quelle premesse che abbiamo inserito nelle parti descrittive ed introduttive del piano pluriennale dello sport piemontese, che parlano di uno sport per tutti, che parlano di una valorizzazione prima di tutto dello sport di base.
L'altra cosa che sarebbe interessante capire è come e in quali termini manteniamo in capo alla Regione compiti dei Comuni e delle Province. Qui il vizio centralistico è compiuto da questo punto di vista e non vi è neanche intenzione di correggerlo perché, a precise domande rivolte all'Assessore da diversi colleghi in Commissione in merito alla decisione di affidare alle Province e ai Comuni alcune di queste attività, la risposta è stata no.
Noi ci auguriamo che dalla Commissione all'Aula questo intendimento sia cambiato e si possa andare in questa direzione, perché svolgendo questo compito si potrebbe svolgere in modo molto significativo un compito successivo, quello di delimitare i grandi eventi e il finanziamento di grandi eventi assolutamente significativi che abbiano una valenza sportiva e anche turistica, ma anche di sostenere il resto dello sport piemontese.
Queste sono le osservazioni che comincio a fare. I colleghi del Gruppo ne hanno molte altre e le esporranno nel corso dei loro interventi.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Mi scuserà l'Assessore se parto un po' ironizzando, poi concluderò più seriamente. È un po' singolare che, per approvare l'iter che definirà i bandi per le attività sportive e per l'impiantistica sportiva, si debbano fare le corse.
Di fronte all'esigenza di fare correre i cittadini, dopo tanto riposo si corre, e noi non siamo contrari al fatto che si possa dare ai piemontesi la possibilità di correre un po'.
Certo, noi pensiamo che possa trattarsi anche di una corsa ad ostacoli quella che stiamo praticando almeno oggi. Certamente gli ostacoli sono molti e vediamo che non sempre la maggioranza ha voglia di limarli. Non è questo il caso, siamo appena all'inizio della discussione, quindi gli ostacoli per la corsa che riguardano lo sport noi non li metteremo, ma certamente non pensiamo di semplificare il dibattito.
Quindi, il mio intervento va letto in questo senso: non ne apprezzate più di tanto i contenuti perché non vi sono, è un modo per rendere questa corsa non una corsa a 100 metri, ma una corsa a 110 ad ostacoli.
Tra l'altro, quando ero piccolo - non so se l'Assessore Cirio guardava le Olimpiadi - ero sempre affascinato da questa corsa a 110 ad ostacoli perché rispetto ai 100 metri c'era non solo la propensione in velocità, ma anche il salto. Quindi, è una corsa straordinaria concentrata in pochi secondi, dove si vede l'abilità superiore di questi velocisti.
Mi è sempre rimasto impresso un atleta di colore di cui non ricordo il nome, che era fortissimo, ma aveva un problema di vista e, nonostante fosse il favorito, finiva immancabilmente per cadere, inciampando su uno degli ostacoli, spesso proprio l'ultimo, creando in noi giovanissimi spettatori anche un piccolo dramma esistenziale, perché tutti ci immedesimavamo in questo sforzo e in questa grande fatica preparatoria che, di colpo crollava miseramente.
Poi si capì, e fu una sorpresa, che quell'atleta in realtà aveva dei problemi di vista; in particolare, era presbite e non riusciva a vedere da vicino gli ostacoli.
Mi spiegarono che fu l'innovativo utilizzo delle lenti visive multifocali che consentì a questo atleta di ritornare in auge, perché da quel momento, dopo la scoperta delle lenti multifocali, lui corse sempre con queste lenti e a quel punto divenne effettivamente quello che era, cioè un grande atleta, probabilmente imbattibile.
Vi ho dato questa piccola notizia, perché credo che si debba considerare lo sport in tutti i suoi aspetti, anche in quelli più spettacolari come sono gli eventi sportivi, che peraltro l'Assessore ricorda, nel documento di programmazione, come una delle sfide cui dobbiamo fare fronte.
Vorrei ricordare, a proposito dei grandi eventi sportivi cui ho fatto cenno nella mia introduzione, come questi siano stati per molto tempo un fiore all'occhiello della nostra regione negli scorsi anni, anche se probabilmente non sono costati poco, e come invece questa legislatura sia cominciata piuttosto male, con la cancellazione di un grande evento sportivo come sono le Final Four della pallacanestro, che sarebbero state ospitate a Torino se i calcoli eccessivamente prudenti in questo caso avessero suggerito alla Giunta di evitarli.
Qui mi riallaccio alle argomentazioni della collega Manica: probabilmente si vogliono fare le nozze con i fichi secchi od organizzare gli eventi senza i soldi. Ad esempio, crediamo che la questione dei grandi eventi sportivi - e abbiamo già visto come è andata a finire con le Final Four - rimarranno degli annunci, degli specchietti per le allodole che per non troveranno probabilmente un'effettiva praticabilità.
Cito ad esempio anche la questione della Juventus, che si intende riportare in Piemonte.
A proposito di medi o grandi eventi sportivi, abbiamo motivo di temere che anche in questo caso si sia trattato di un annuncio e che la Juventus troverà altri lidi di sicuro non più confortevoli, ma certamente più remunerativi.
Spezzo una lancia a favore dell'Assessore Cirio, perché sappiamo come altre Regioni, come il Trentino Alto Adige o la Valle d'Aosta, possono permettersi certi eventi. E questo lo dico ai federalisti convinti un po' disattenti perché è un tema rilevante. Di fronte alla montagna di soldi che le Regioni a Statuto speciale ricevono per poter calamitare gli eventi sportivi, noi certamente non possiamo competere.
Lo dico, perché quando ci si occupa di federalismo fiscale, si dovrebbe avere il coraggio di affrontare questioni come quelle che prima ho ricordato.
Un altro tema rilevante è quello delle giovani promesse. Chi tra noi non è d'accordo sull'opportunità di valorizzare i giovani talenti? Su questo, Assessore, troverà in noi grandi alleati. L'Italia non può essere solo un popolo che promuove lo sport per tutti, ma tra i tutti ci possono essere anche i pochi che debbono eccellere.
Credo che sia anche importante, non so se c'è una misura in proposito lo dico un po' ironicamente, mi consentirà, Assessore, ma è importante che vi sia anche un'attenzione. Non so se il tavolo che, immancabilmente anche in questa legge viene previsto, può occuparsene. Credo che occorra sì valorizzare le giovani promesse e i talenti che ci sono ma, al contempo dovremmo fare attenzione a quei giovani che, invece, non si rileveranno delle promesse, nonostante le tante speranze e pressioni, anche dei genitori, tali non si rivelino. È importante che chi gestisce l'attività sportiva non li trascuri, ma li accompagni anche rispetto ai piccoli e grandi traumi che la partecipazione sportiva può determinare in loro qualora si vedano progressivamente selezionati e scartati dall'attività sportiva.
un tema, probabilmente, poco considerato, ma credo che le delusioni sportive per i giovani siano spesso motivo di sofferenza, quindi credo che nei programmi si possano considerare questioni come quelle che ho ricordato.
Penso sia molto importante il programma di alfabetizzazione motoria che è ricordato nello stesso piano; oggi ho letto sui giornali - è una notizia molto apprezzata da parte mia - che si vogliono sperimentare anche attività nuove, non solo le classiche pertiche. Chi non si ricorda delle gambe sbucciate quando facevamo le pertiche a scuola, oppure i rischi che si correvano con il quadro svedese? Attività che ancora oggi si fanno nelle nostre scuole e non si capisce bene perché siano state inventate, in quanto sono una specie di tortura per i nostri ragazzi.
Penso che ci possano essere anche delle forme nuove di attività sportiva. Oggi, per esempio, ho letto che lo yoga entrerà nelle scuole quindi credo che dobbiamo salutare con favore questa sperimentazione. Lo yoga è una pratica forse non considerabile sportiva, ma di benessere che certamente, se insegnata fin dalla tenera età, può favorire quel benessere psico-fisico che intendiamo perseguire.
Credo di avere concluso i miei dieci minuti di intervento, non so quanto sia stato utile, temo in questo caso non molto, ma lei, Assessore può trovare in conclusione alle mie argomentazioni, forse non propriamente centrate, qualche buono spunto per la sua attività.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Provando a smentire la fama che ho di essere un po' lungo, cercherò di essere brevissimo.
Abbiamo discusso adeguatamente in Commissione questo provvedimento. La Consigliera Costa e il Consigliere Vignale sono adeguatamente intervenuti in Commissione. Ci sembra che il provvedimento sia molto positivo ma soprattutto, cosa che si è detto, che sia urgente.
Vorrei un cenno dall'Assessore Cirio, ma credo che sia proprio urgente perché senza questo non ci può essere il bando. Non vorremmo che qualche collega della minoranza, prontamente e legittimamente, dicesse che non si va avanti con i bandi, ma non si può andare con i bandi se non c'è questo provvedimento. Credo che sia uno di quei casi in cui l'operatività e i bisogni spingono le associazioni sportive in questo senso.
Mi permetto di fare un paragone con quanto abbiamo fatto sul regolamento per le rendicontazioni, il Codice etico, dove un eccellente lavoro bipartisan, seguito dalla Consigliera Costa, dalla Consigliera Montaruli, dal sottoscritto e da alcuni Consiglieri della minoranza, ha prodotto la volta scorsa l'approvazione, pur in assenza dell'Assessore, di un provvedimento importante. C'erano tutte le ragioni, essendo assente l'Assessore, per non approvarlo, invece siamo andati avanti. Ha prevalso il buon senso, la correttezza e la generosità della minoranza. Oso dirlo perché quando ero in minoranza la mia opposizione era all'acqua santa cercava di produrre cose buone. Non ho cambiato atteggiamento, ho sempre lo stesso, per cui mi permetto di proporlo. Altrimenti non oserei parlare.
In questo mondo ci sono troppe alci che danno cornuto al bue. Noi cerchiamo di essere più modesti e più coerenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Tranquillizzo subito il Consigliere Leo per dichiarare che non sarà certo il nostro Gruppo, come hanno dimostrato gli interventi della Consigliera Manica e del Consigliere Lepri, a non rendere possibile l'approvazione del provvedimento, per tantissime ragioni. Perché i Comuni lo attendono e perché, secondo me, vi sono degli elementi di continuità. In questo senso, sono d'accordo con l'Assessore rispetto alla politica degli anni passati. Alcuni assi previsti nel programma vengono confermati.
Emerge una novità, che è quella delle minori risorse impegnate, figlia di una stagione che, per quanto riguarda il bilancio della nostra Regione è sicuramente una stagione molto critica.
Se devo fare un rimprovero alla Giunta sul punto - siccome non siamo qui per fare della propaganda - è che la Giunta ha sottovalutato in origine le conseguenze che i tagli operati dal Governo avrebbero avuto sui bilanci della nostra Regione. Mentre altre Regioni hanno resistito con maggiore caparbietà ad una politica dei tagli, la nostra amministrazione regionale e il Presidente Cota sono stati forse troppo ossequienti nei confronti degli orientamenti.
Se oggi, per esempio, discutendo di federalismo regionale, possiamo sottolineare come positivo il fatto che alle Regioni vengano trasferite risorse aggiuntive per quanto riguarda il trasporto locale, tutto questo certo, non si può dire che sia dipeso dall'ostinazione con la quale il Presidente Cota si era opposto ai tagli del Governo, ma semmai a quella opposizione che a quella politica avevano fatto altri Governatori e che ci ha consentito, probabilmente in fase di federalismo, di alzare la posta e di acquisire una maggiore quantità di risorse.
Se in quell'occasione anche il Piemonte avesse usato questo atteggiamento, oggi potremmo, forse, rivendicare come titolo di merito questo risultato.
Assessore Cirio, volevo approfittare di questa discussione per sollevare una questione che noi non affrontiamo oggi, ma che affronteremo la prossima settimana quando discuteremo del collegato della legge finanziaria. A cosa mi riferisco? Oggi approviamo un programma triennale che prevede investimenti: 12 milioni di investimenti il primo anno, dei quali tre destinati alla politica dell'impiantistica. Non sottovaluto questo impegno, lo considero insufficiente, tuttavia mi rendo conto che vi sono vincoli di bilancio formidabili, quindi è giusto fare un ragionamento e un discorso di verità che non saremmo noi a negare. Tuttavia c'è un punto, secondo me, che questa vicenda evoca. Nel collegato, come ne abbiamo discusso in I Commissione voi immaginate di "resuscitare" una società che si chiama Sviluppo Piemonte Turismo e che, tra le tante cose, dovrebbe occuparsi anche di grandi eventi sportivi. Se non ricordo male, dice proprio questo l'oggetto della società.
In questa sede non voglio fare la storia di quella società e ricordarvi che venne abrogata anche su sollecitazione dell'allora opposizione e attuale maggioranza. Non mi sembra neanche fuori dal mondo il fatto che quella questione possa essere riconsiderata, come ho avuto modo di precisare in Commissione. Riterrei più corretto, in una fase come l'attuale, porsi il problema della riorganizzazione del complesso delle società che si occupano di promozione. A questo riguardo rinvio unicamente ad una discussione che c'è stata in Commissione - e che ha visto per protagonista il collega Taricco - e che verteva sull'esigenza e sulla proposta che abbiamo avanzato, volta a pensare ad un'unificazione degli strumenti con i quali fare promozione.
Il Consigliere Taricco ha ricordato in Commissione che si era verificato il paradosso - e lo dico quindi in modo autocritico - per cui in una serie di eventi internazionali sarebbe potuto capitare che diversi Assessorati si presentassero ciascuno per proprio conto; mentre invece oggi tutti ci insegnano che le politiche di promozione hanno un significato e sono efficaci se vengono realizzate in maniera unitaria. Qui però c'è un punto, quello del rinvio della questione di un'unica società - o quella di come pensare a queste politiche - al dibattito sul collegato.
All'Assessore Cirio vorrei porre una questione che ha un'attinenza diretta con questa discussione. Qual è la questione che voglio porre? Poiché voi pensate che la società che volete ricostruire, o resuscitare, o riattivare (Sviluppo Piemonte Turismo) debba occuparsi non soltanto della promozione turistica, ma anche di grandi eventi sportivi, e cioè di come gestire una parte delle risorse che noi oggi impegniamo con il Piano perlomeno la prima annualità, e poi forse la seconda e la terza - mi pongo un problema: mentre sono dell'opinione che possa essere considerata l'eventualità - a condizione che sorga un'unica società - di avere uno strumento con il quale fare promozione, fatico a pensare come, tra le competenze di questa società, possa rientrare la gestione di grandi eventi sportivi. Questo francamente mi sembra che c'entri poco con le questioni che dovremmo discutere nel collegato. Lì, infatti, noi ci riferiamo a un soggetto, a un ente, a uno strumento con il quale fare promozione e con il quale farlo a 360 gradi. Comprendere tra queste competenze - quelle che pensiamo di assegnare al soggetto, per intenderci - anche i grandi eventi sportivi mi sembra francamente sbagliato.
Allora inviterei l'Assessore Cirio a fare una riflessione su questo punto. Non è questa la sede per affrontare questo tema: lo discuteremo in seguito e l'ho affrontato per anticipare una delle riflessioni che vi faremo quando tratteremo il collegato e arriveremo a questo punto. Il tema però esiste; perché se noi immaginiamo o stabiliamo che queste risorse vengano gestite da Sviluppo Piemonte Turismo - magari zoppo, senza l'altra società - le domando: ma la Regione - intendendo per Regione la sua struttura - cosa gestisce? Gli investimenti per l'impiantistica, punto e basta? Oppure qualche altra piccola cosa? Sinceramente non credo sia ragionevole pensare ad una soluzione siffatta ma - ripeto, Assessore vorrei che lei su questo punto avvertisse che le porremo una questione nella discussione sul collegato.
Abbiamo già posto parecchi problemi durante il dibattito in I Commissione e vorremmo riproporre questa questione anche per ciò che riguarda l'aspetto concernente gli eventi sportivi che voi pensate di porre in capo alla responsabilità di questo nuovo strumento, le cui competenze avete pensato - io dico sbagliando, o comunque sbagliando se non pensate di fare una riorganizzazione complessiva delle società che devono occuparsi di promozione - di estendere anche agli eventi sportivi. Mi sembrerebbe francamente sbagliato.
Ciò detto, credo anch'io che, a parte questa considerazione sulle risorse e a parte questa riflessione che riguarda gli strumenti con i quali gestire poi i grandi eventi sportivi - che io non penso debbano essere posti in capo a Sviluppo Piemonte Turismo - sia difficile pensare di contrastare l'impostazione complessiva. Ci sono pezzi di questo ragionamento, anzi, che sono figli di una politica che viene da lontano. Mi ricordo quando una parte del Piano presentato dalla sua collega Manica conteneva esattamente alcuni di questi assi, cosa che vi consente di rivendicare un pezzo di quella continuità e di quella politica, a conferma del fatto che non è sempre vero che, cambiando le Amministrazioni, cambino anche le politiche.
Vi sono probabilmente cose, infatti, che, essendo state fatte in un certo modo, ha senso continuare a fare e questa, forse, è una di quelle; il che non depone a sfavore nostro, ma depone a sfavore di chi, magari con troppa insistenza - non è lei, in questo caso - ha insistito sulla discontinuità dandole un significato taumaturgico, quando poi nei fatti questa discontinuità non esiste in ragione del fatto che le politiche fatte in passato avevano un significato e non ha senso abbandonarle. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Prendo la parola perché ho l'obiettivo di fare una domanda all'Assessore: vorrei che mi chiarisse cosa intende fare rispetto alla domanda che porrò, ma prima di fare la domanda faccio due brevi riflessioni.
Credo che l'Assessore debba porre mano alle questioni che riguardano lo sport in questa regione. È un argomento del quale - devo dire - abbiamo discusso abbastanza poco in questi undici mesi, per poter capire come vanno le cose in settori quali, per esempio, l'atletica che sembra essere sparita, Assessore, dalla nostra regione: non ci sono impianti.
Ricordo sempre che una volta Livio Berruti raccontava di essere diventato Livio Berruti perché il Liceo Cavour aveva una pista d'atletica per i 100 metri: aveva solo la pista per i centro metri e nient'altro.
Scherzando, gareggiò con i suoi compagni di liceo che scoprì in quell'occasione essere rimasti qualche decina di metri dietro di lui.



(Commenti in aula)



BOETI Antonino

Questa è la storia di Livio Berruti. È vera: punto! Voglio dire che se ci sono le condizioni, se ci sono gli impianti, se c'è qualcuno che investe in questo settore, è probabile che nella nostra regione nasca - magari nei prossimi anni - un altro Livio Berruti, del quale in questo momento - devo dire sinceramente - non si vede l'ombra.
Mi sarei aspettato da parte dell'Assessore che prendesse posizione rispetto alla lettera che quella ragazza disabile ha scritto a La Stampa.
Non è colpa dell'Assessore Cirio il fatto che i disabili non abbiano potuto partecipare ai campionati per i quali il CONI non ha messo a disposizione i soldi, ma l'Assessore di una grande Regione come la nostra secondo me avrebbe dovuto prendere carta e penna - per usare una vecchia terminologia ed esprimere il suo sdegno nei confronti degli organi federali che non hanno consentito ai disabili di partecipare, come i normodotati, alle gare alle quali avrebbero dovuto partecipare.
Dicevo quindi che questo dell'atletica è un grande problema. Ci sono Comuni che hanno fatto investimenti su impianti per l'atletica e adesso non hanno una lira per continuare a gestirli e non mettono in piedi alcuna iniziativa, perché le iniziative costano e si tratta di fatto di impianti che non vengono utilizzati.
Pensi alla questione del calcio, nel settore dilettantistico; non in quello professionale, del quale devo dire che non mi importa granché. Nel settore dilettantistico girano decine di migliaia di euro per gente che viene pagata in nero, soprattutto per giocare in "interregionale" oppure in "eccellenza" e i settori giovanili delle società stanno a poco a poco scomparendo perché i dirigenti si consumano per dare stipendi in nero ai giocatori di queste società e trascurano i settori giovanili. Non ricordo da quanto tempo da questa regione non viene fuori un giocatore professionista per la Serie A: questo dipende dal fatto che i settori giovanili non sono curati e non c'è nessuno che se ne occupa.
Insomma, ci sono molti settori di cui l'Assessore si dovrebbe occupare soprattutto per quanto riguarda la dilettantistica sportiva. Mi piacerebbe un Paese nel quale ogni quartiere di una città abbia un campo di calcetto per giocare a calcio, una piastra polivalente per fare atletica pallacanestro e pallavolo; insomma, una possibilità all'interno dei quartieri. Costruiamo invece città che sono piene di ipermercati e che non hanno impianti sportivi nei quali i ragazzi possano imparare a stare assieme e provare ad iniziare un percorso che è di competizione sportiva ma anche di amicizia.
La prossima volta discuteremo anche di questo.
La domanda che voglio porre all'Assessore è la seguente: noi, nella passata legislatura, abbiamo provato - ho letto recentemente un inserto dell'UISP che continua ad insistere su questo argomento, dicendo: "Lo chiederemo anche al nuovo Assessore" - a mettere un po' d'ordine rispetto alla questione dei certificati di sana e robusta costituzione.
Avevamo previsto che non dovessero essere richiesti, che non fossero obbligatori (chi pratica la ginnastica dolce in una palestra, non pu pagare il certificato più di quanto paghi la tessera annuale per quel tipo di ginnastica!), ma, alla fine, non risulta qual era il nostro intento.
Probabilmente non siamo stati chiari, perché le società sportive continuano a chiedere il certificato e i medici continuano a rilasciarlo e a farlo pagare.
Chiedo, pertanto, all'Assessore se intende occuparsi di tali questioni.
Alcune Regioni, come la Toscana, hanno inserito la questione della sana e robusta costituzione all'interno dell'attività ludico-ricreativa definendo un percorso nuovo e facendo in modo che il certificato non debba più essere richiesto.
Le premesse avevano l'obiettivo di porle questa domanda; mi aspetto che lei se ne occupi e che comunichi alla Commissione competente se, in questo settore, ha fatto qualche passo avanti.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altri iscritti a parlare, dichiaro chiuso il dibattito generale.
Sono stati depositati, e sono in rete, dal 14 marzo, quattro emendamenti presentati dalla Consigliera Montaruli.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dalla Consigliera Montaruli: a pagina 10 dell'Allegato alla proposta di deliberazione, al capoverso 7 dell'"Asse 2 - Promozione delle attività sportive e fisico-motorie", tra i requisiti per presentare il Piano di attività, al secondo requisito sostituire le parole "tre anni" con le parole "due anni".
Emendamento rubricato n. 2) presentato dalla Consigliera Montaruli: a pagina 9 dell'Allegato alla proposta di deliberazione, al capoverso 5 dell'"Asse 2 - Promozione delle attività sportive e fisico-motorie", alla quinta misura dopo le parole "di sviluppo delle pari opportunità" aggiungere le parole "con particolare riferimento alla pratica sportiva femminile".
Emendamento rubricato n. 3) presentato dalla Consigliera Montaruli: a pagina 9 dell'Allegato alla proposta di deliberazione, al capoverso 5 dell'"Asse 2 - Promozione delle attività sportive e fisico-motorie", alla quinta misura dopo le parole "sostegno a progetti di promozione sportiva" aggiungere le parole "rivolgendo specifica attenzione agli sport meno praticati".
Emendamento rubricato n. 4) presentato dalla Consigliera Montaruli: a pagina 10 dell'Allegato alla proposta di deliberazione, al capoverso 7 dell'"Asse 2 - Promozione delle attività sportive e fisico-motorie", tra i requisiti per presentare il Piano di attività, al terzo requisito sostituire le parole "da almeno tre anni" con le parole "dall'anno precedente a quello di indizione del bando".
Consigliera, se li vuole illustrare congiuntamente, teniamo conto del tempo, per economia di gestione dell'aula.
Prego.



MONTARULI Augusta

Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliera.
Gli emendamenti sono depositati da oltre dieci giorni e sono in rete.
Ascoltiamo la collega Montaruli, che li presenta, poi ascolteremo la Giunta e, infine, ovviamente, si potranno fare tutti gli interventi e le proposte di modifica che i colleghi riterranno opportune.
Prego, Consigliera.



MONTARULI Augusta

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, un ringraziamento all'Assessore e alla Commissione, per il lavoro svolto, relativamente al programma pluriennale per la promozione delle attività sportive.
Questi quattro emendamenti - che discuto congiuntamente - sono volti a recepire le osservazioni provenienti dal mondo dell'associazionismo, per cercare di andare incontro, per quanto possibile, alle loro esigenze.
Il primo emendamento riguarda la parte dedicata all'Asse 2, relativa alla promozione delle attività sportive e fisico-motorie e, in particolare i requisiti che assumono forma di obbligatorietà e inderogabilità per presentare il Piano di attività. In questo emendamento, si fa riferimento ai tempi, chiedendo una riduzione, per essere dotati di uno Statuto depositato presso l'Ufficio del Registro, da tre a due anni.
Il programma pluriennale, in particolare l'Allegato, va a sostegno dei progetti di promozione sportiva; con il secondo emendamento, si rivolge una specifica attenzione agli sport meno praticati, in particolare si fa riferimento alla pratica sportiva femminile.
questo l'oggetto dei primi tre emendamenti da me presentati in data 14 marzo 2011, quindi - come ha giustamente evidenziato il Presidente - un po' di giorni fa.
Per quanto riguarda il quarto emendamento, si chiede che, anziché da almeno tre anni, l'affiliazione all'ente di promozione sportiva e federazione sportiva o disciplina sportiva associata, riconosciuta dal CONI, avvenga dall'anno precedente a quello d'indizione del bando.
Ritengo che gli ultimi due emendamenti siano quelli che richiedono maggiore attenzione; sono quelli più interessanti e necessari per andare incontro alle esigenze delle singole associazioni del mondo sportivo in generale.
Si può comprendere lo spirito con il quale, nell'Allegato, è stato messo il criterio dei tre anni, ma, nello stesso tempo, quel requisito rischia di diventare penalizzante nei confronti del mondo sportivo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cirio.



CIRIO Alberto, Assessore allo sport

Mi affido alla sensibilità del Consiglio, nel senso che abbiamo bisogno di approvare questo programma, e non ne ripeto le motivazioni.
Le modifiche proposte con gli emendamenti sono tre: in uno si propone di aggiungere, nella parità dell'attività sportiva, "con particolare riferimento alla pratica sportiva femminile".
E questa non mi sembra una cosa stravolgente.
La seconda questione: quando si parla di sport, si chiede che siano tenuti in considerazione anche gli sport meno praticati. È una linea di principio molto teorica, ma che ha un suo significato. Anche questo, ritengo non stravolga niente.
Terza questione: tra i requisiti per presentare il Piano di attività si chiede di portare da tre anni a due anni il termine. Ne hanno fatto richiesta le società sportive, perché ci sono problematiche sui riconoscimenti con le Federazioni; loro non riescono a rientrare nel termine dei tempi richiesti a causa dei riconoscimenti romani, che sono troppo lunghi, pertanto ci hanno proposto di ridurre questo termine.
Ritengo che questo non sia un motivo ostativo all'approvazione del Programma; mi affido a tutto il Consiglio, chiedendo se è disponibile ad accogliere questi emendamenti, poiché non introducono cambiamenti sostanziali.
Diversamente, se ci sono problemi, chiedo a chi li ha presentati, di ritirarli, oppure, al Presidente, di poterne riparlare quando sarà presente tutto il Consiglio e si potrà approfondire nel dettaglio la questione.
Ripeto: aggiungiamo "sport femminile", "sport meno praticati" e accogliamo un'istanza delle associazioni sportive piemontesi.
Non sono cambiamenti enormi.



PRESIDENTE

Con le sue tre proposte, lei potrebbe essere il Cavallera del futuro perché ha portato tre proposte di soluzione degne di grande attenzione.
Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

La ragione per cui nell'articolo sulle pari opportunità c'è scritto "pari opportunità per tutti", è perché, anche secondo una rivendicazione di carattere europeo, nella cultura delle pari opportunità c'è la pari opportunità di genere, cioè quella femminile per prima, e poi tutte le altre.
Mettere quella femminile a parte è una diminuzione della stessa e io sono completamente contraria, perché è contraria alla dizione europea e perché è già compresa nel termine precedente.
Pertanto, non si scrivono né leggi né delibere destituite di significato e senza riferimento alle normative generali.
Sono contrarissima! Per quanto riguarda gli sport meno praticati, anche qui non si capisce bene cosa voglia dire: dove si parla di tutti gli sport e degli sport per tutti, sono già compresi tutti gli sport.
Occorre capire perché si definisce uno sport "meno praticato": lo sport è meno praticato, perché non è pubblicizzato o è meno praticato perché non c'era il bando sull'impiantistica sportiva che ha consentito di costituire un numero di impianti sufficienti per poterlo praticare? Detto così, in questi termini, non interviene sulla questione, ma è puramente pleonastico: appesantisce il testo, non lo rende comprensibile e non ha alcun effetto pratico.
La questione dei tre anni e dei due anni non è una discussione così peregrina. È una discussione - c'è il dottor Ferraresi, che lo sa bene che dura da parecchio tempo.
Certo, qualcuno vuole ridurla a due anni, ma la questione dei tre anni ha anche un valore di serietà, affinché non si presenti chiunque ed acceda ad eventuali vantaggi o svantaggi, contributi o non contributi.
In questa legislatura, abbiamo la metà delle risorse che avevamo con la Giunta precedente; siete ridotti alla metà delle risorse sullo sport e invece di selezionare ulteriormente, allarghiamo senza possibilità di verifiche? Guardate che l'Assessore ha cercato di minimizzare le modifiche apportate dagli emendamenti, in modo un po' ridicolo, come se fossero niente, come bere un bicchier d'acqua! Non è vero, perché alcuni di essi in particolare questo - cambiano in modo sostanziale.
Siamo contrari.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Sul merito è già intervenuta la collega Manica. Sul metodo, invece, mi permetto di fare questa brevissima considerazione.
assolutamente legittimo presentare degli emendamenti a documenti di competenza del Consiglio regionale. Tuttavia, se si ravvisa un'urgenza per l'approvazione di un provvedimento, Assessore Cirio, sarebbe buona cosa che tali emendamenti fossero presentati dalla Giunta e, soprattutto, fossero oggetto di una preventiva comunicazione/informazione/confronto con tutti i Gruppi consiliari, al fine di garantire, appunto, una celere approvazione del provvedimento.
Altrimenti, si dà la sensazione di voler "piantare delle bandiere".
Però, a questo punto, vorrei ricordare che anche noi, di bandierine, siamo molto capaci a costruirne e a piantarne, soprattutto quelle tricolore! Chiederei quindi all'Assessore Cirio di valutare la situazione soprattutto in virtù del fatto che quegli emendamenti sul merito non aggiungono nulla. Perché dire che l'impiantistica deve riguardare gli sport meno praticati, è dire tutto e dire niente. Non vorrei, però, che dietro ad una particolare enfasi di questo tipo, si nascondessero situazioni particolari e specifiche che, al momento opportuno, prendono forma, materia e sostanza.
Rinnovo quindi all'Assessore Cirio l'invito a fare un'attenta valutazione: fossi in lui, mi porterei a casa il provvedimento questa sera.
Se no, sul merito degli emendamenti, potremmo anche aprire una discussione molto intensa e partecipata, e magari ritrovarci anche domani a ridiscutere dello stesso punto. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Montaruli; ne ha facoltà.



MONTARULI Augusta

Per venire incontro alle esigenze dell'Aula (e, quindi, anche alle nostre) di approvare questo Piano, sono disponibile a ritirare i primi due emendamenti - quello relativo allo sviluppo delle pari opportunità, che fa particolare riferimento alla pratica sportiva femminile, e quello dell'attenzione agli sport meno praticati - perché non ritengo opportuno aprire, in questo momento, un dibattito su un provvedimento sul quale avvertiamo davvero l'urgenza di approvazione, lasciando però gli altri due emendamenti e offrendo chiaramente piena apertura a tutti di poterli sottoscrivere.
Questa non è un'esigenza volta ad affermare una qualsivoglia primazia ma una necessità del mondo dello sport, che noi vogliamo recepire.



PRESIDENTE

Comunico che gli emendamento rubricati numeri 2) e 3) sono ritirati dalla proponente.
Vive l'emendamento rubricato n. 4), che prevede di sostituire le parole "da almeno tre anni" con le parole "dall'anno precedente a quello di indizione del bando", e l'emendamento rubricato n. 1), che prevede di sostituire, al secondo requisito, le parole "tre anni" con le parole "due anni".
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Invito ancora l'Assessore Cirio, nonché la collega Montaruli, a non porre tale questione in questo momento: l'Aula, poi, è sovrana e pu decidere di votare gli emendamenti che ritiene, non è questo il punto in questione. Ma se c'era una richiesta così pressante da parte delle società perlomeno così mi sembra di capire - che male c'era se l'Assessore durante i lavori di Commissione, manifestava questa esigenza? Parlo di metodo, poi arrivo al metodo. Almeno questo. Ne abbiamo discusso un giorno e mezzo in Commissione! Se questo era il tema, e se proprio questo tema ha scatenato la discussione tra le società, chi impediva all'Assessore di parlarne? Dico all'Assessore perché se il tema ha quella valenza, non è un problema di un Consigliere. Se il tema è proprio quello, la questione la affronta l'Assessore, magari dicendo: "Guardate che ho un problema, perch in verità nel tavolo dello sport c'è una richiesta - giusta o sbagliata che sia, valutatela - che mi pongono le associazioni e le società".
L'Assessore, invece, fa scena muta in Commissione: parliamo di tutto tranne che di questa questione, che diventa poi dirimente? Abbiate pazienza! Le cose hanno una loro logica. Badate che non sottovaluto l'importanza della questione, ma se davvero è così rilevante, e se l'Assessore è il destinatario di queste richieste, chi gli impediva di discuterne o di presentare un proprio emendamento? Veniamo al merito. Io, che non sono un competente, ho dei dubbi sul merito: noi accorciamo la durata degli anni entro i quali una società ha poi titolo per presentare domanda e avere finanziamenti. Intanto non stiamo investendo 200 milioni di euro, ma ne stiamo investendo pochi, anzi pochissimi. E, quindi, già vuol dire che avremo un problema, perché una forte platea di coloro che avranno titolo per fare domanda, non potranno accedere ai finanziamenti. Come se non bastasse, a fronte di minori risorse ci inventiamo un meccanismo che aumenta la platea dei soggetti interessati a fare la domanda, determinando, con ciò, un problema finanziario, ma che riguarda - forse - anche la struttura delle società che avranno titolo per presentare la domanda.
Non fatelo! Non fatelo! Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto, Assessore allo sport

Per essere concreti, anche a seguito di un confronto con la collega proponente, assumo l'impegno di farmi carico - politicamente parlando all'interno del Piano annuale che dovremo approvare di quello che è il senso degli emendamenti che ha proposto la Consigliera Montaruli. Mi riferisco, in particolare, alla possibilità di superare gli adempimenti burocratici delle nuove società. Perché è vero che l'associazionismo sportivo esistente concorda sui i tre anni, mentre l'associazionismo nuovo no. Immaginate se un tempo c'erano tutte queste società di baseball, di football americano o di rugby! Oggi ci sono tante società nuove che il vincolo dei tre anni sta un po' limitando.
Mi faccio carico, nei confronti della Consigliera Montaruli, se ritira tutti gli emendamenti, anche questi ultimi due, di mantenerne lo spirito e inserirlo all'interno del Piano annuale, auspicando che in questo modo il provvedimento possa essere favorevolmente votato.



PRESIDENTE

Consigliera Montaruli, intende ritirare gli emendamenti e accettare la richiesta avanzata dalla Giunta regionale?



MONTARULI Augusta

Ritiro gli emendamenti per spirito di responsabilità nei confronti del mondo dell'associazionismo, perché ritengo che l'approvazione di questo Piano venga prima di ogni tipo di requisito al suo interno. Ribadisco tuttavia, l'importanza dei due emendamenti che avevo lasciato in merito ai requisiti di tempo, perché sono osservazioni importanti. Non rappresentano semplicemente l'oggetto di una diatriba tra alcuni tipi di associazioni piuttosto che di altre, ma riguardano proprio difficoltà oggettive delle associazioni in senso generale.
Mi auguro che la Giunta voglia davvero superare queste difficoltà.
Vorrò poi vedere in che modo verrà fatto.



PRESIDENTE

Gli interventi restano agli atti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Vorrei ringraziare la collega Montaruli: come dicono in piemontese, "A' l'à butà cugnisiun"! Brava, ha usato cognizione.



PRESIDENTE

Scusi, non siamo dotati di traduzione simultanea!



NEGRO Giovanni

Glielo tradurrò!



PRESIDENTE

Me lo farò dire in privato dal Presidente Carossa!



NEGRO Giovanni

da tempo che parliamo di questo argomento in sede di Commissione perché era urgentissimo. Peraltro, avrebbe dovuto essere approvata già nelle precedenti sedute, ma non è stato possibile.
Come hanno ben rimarcato i colleghi Reschigna e Ronzani, stiamo parlando di un provvedimento che non ha ottenuto grandi cifre. Non è così grave, però è importante recepirlo ed andare avanti.
Faccio una proposta che è già stata avanzata, ma voglio ribadirla: la ponga in votazione, così la votiamo, andiamo avanti e non perdiamo altro tempo.



PRESIDENTE

Non essendoci richieste d'intervento per dichiarazione di voto, do atto che i quattro emendamenti sono stati ritirati.
Ricordo che il numero legale è 27.
stata richiesta la votazione per appello nominale.
Indìco la votazione nominale sulla proposta di deliberazione n. 103, il cui testo verrà riportato sul processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 27 Consiglieri hanno votato SÌ 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri Il Consiglio approva.
Comunico che nella giornata di domani il Consiglio regionale è convocato in seduta unica dalle ore 10 alle ore 15.
Alle ore 15 si riunisce la IV Commissione che deve procedere all'elezione del nuovo Presidente; a tal proposito, ricordo in particolare ai signori Presidenti di Gruppo che il numero legale affinché sia valida la seduta è di 23 componenti, cioè è necessario che siano presenti 23 componenti.
Alle ore 15.30 seguirà la Conferenza dei Presidenti di Gruppo, nella quale stabiliremo anche quando avverrà la comunicazione richiesta questa mattina in merito alla questione delle quote latte.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.32)



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