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Dettaglio seduta n.91 del 22/03/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(I lavori iniziano alle ore 14.34 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Interrogazione a risposta immediata n. 456 presentata dal Consigliere Lepri, inerente a "Accordo di Programma per il completamento del Centro del Design e la realizzazione della Cittadella Politecnica della Mobilità"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata, n.
456 presentata dal Consigliere Lepri.
La parola al Consigliere Lepri per l'illustrazione.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Siamo a chiedere al Vicepresidente di capire in che modo TNE che, come è noto, è società partecipata al 40% della Regione, intende procedere a seguito dell'Accordo di Programma siglato la scorsa settimana tra Regione Provincia, Comune e Politecnico e TNE, relativamente ad un'area che si è inteso, attraverso l'Accordo di Programma, destinare ad attività commerciali di sviluppo e del tempo libero, a servizi. Le stesse attività dovrebbero essere corredate da ulteriori opere relative in modo particolare alle viabilità, di cui si è fatto cenno non solo nei comunicati stampa, ma anche ciò che ho detto è oggetto di contenuto dello stesso accordo di programma.
L'Accordo di Programma ricorda che la costruzione della prima area dove sarà ospitato il Centro per il Design è avvenuta attraverso procedura di evidenza pubblica e nello stesso accordo di programma si ricorda come TNE ha ricevuto una proposta da parte di una costituenda - quindi non ancora costituita - cordata di imprenditori. Anche su questo la mia domanda è come sia possibile che si consideri una proposta di una società non ancora costituita, ma sorvoliamo su questo discutibile elemento.
Si prende atto del fatto che una costituenda cordata di imprenditori ha avanzato - senza peraltro citarlo nell'accordo di programma - una proposta che l'accordo di programma intende adottare ed acquisire, al punto che su questa proposta si costruisce l'Accordo di Programma.
Ciò che domando è se questa proposta, che è stata valutata positivamente e su cui non entro, sia considerabile dalla società stessa come indiscutibile e se la stessa proposta, in quanto propria di una costituenda cordata, sia in qualche modo considerabile come quella che dovrà e potrà eseguire lo stesso programma, che è stato approvato, ovvero se quella proposta sia sostanzialmente la base su cui s'intende avviare una procedura di affidamento attraverso procedure di evidenza pubblica, al fine di individuare il realizzatore effettivo. Mi pare per lo meno una procedura discutibile secondo cui si coglie l'idea di una costituenda cordata di imprenditori per adottarne l'idea stessa.
Mi pare evidente che ci sia una sorta di prelazione di idee, che è il termine improprio, che questa cordata con questo accordo in qualche modo acquisisce prelazione di idee che non mi pare essere giustificata, visto che l'idea non pare così sofisticata ed avanzata nel suo stato di progettazione.
A questo punto, visto che il mio tempo è terminato, domando in sostanza, visto che la domanda è una sola e potrebbero essere molte di più ma le ho condensate nelle mie argomentazioni, se si ritenga che la proposta avanzata dalla costituenda cordata di imprenditori sia anticipatrice dell'aggiudicazione alla stessa cordata, ovvero se si intenda procedere con l'aggiudicazione attraverso evidenza pubblica.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
La domanda presentata dal collega Lepri è una domanda precisa ed avrà una risposta puntuale e precisa.
Una brevissima premessa per contestualizzare l'Accordo di programma.
Ritengo che il collega abbia il testo, altrimenti se fosse necessario glielo farei pervenire.
Per quanto riguarda l'aspetto urbanistico è da sottolineare la presenza sostanziale. Ricordo inoltre che l'accordo deve essere poi ratificato ai sensi della legge comunale e provinciale e deve essere ratificato dal Consiglio comunale entro una determinata data (30 giorni se non vado errato). Quindi, il Comune, che è il soggetto responsabile del procedimento per quanto riguarda l'accordo di programma, deve poi svolgere anche questo adempimento.
La seconda considerazione, che è balzata all'occhio visto che ero presente, è che converrà valutare meglio la presenza della Regione dentro TNE, anche per le risorse messe in campo dalla Regione stessa. E' probabile che la posizione regionale in termini di ruolo nel contesto del pacchetto azionario, con ogni probabilità, dovrà essere rivista. Questa è un'osservazione di carattere generale, ma senz'altro l'Assessorato competente dovrà sotto questo profilo, in occasione delle prossime assemblee societarie, valutare anche questo aspetto.
Detto questo come contesto, siamo in un procedimento avviato dal Comune, si tratta di una modifica dell'accordo di programma per renderlo compatibile con le ultime scelte da parte del Comune e di TNE. Nel merito del quesito posto, la risposta puntuale è la seguente: la proposta presentata a TNE da parte di operatori economici privati, dal punto di vista normativo, si basa su quanto previsto dall'articolo 153 comma 19, del decreto legislativo 163/2006 "Codice dei contratti" ai sensi di tali disposizioni legislative, lo studio di fattibilità oggetto della proposta, se ritenuto valido da parte dell'ente che lo ha ricevuto, costituisce il documento posto a base di una procedura di gara ad evidenza pubblica per l'aggiudicazione con il sistema della finanza di progetto di un appalto di progettazione, costruzione e gestione dell'opera.
Dunque, è necessario fare la gara di evidenza pubblica. Altre considerazioni non sono condivise dall'Assessorato.
Resta il problema di carattere generale sotteso al contesto di Mirafiori, ma non è oggetto di interpellanza, quindi non entro in questo merito.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 457 presentata dal Consigliere Reschigna, inerente a "Scioglimento del CISS - Consorzio Intercomunale dei Servizi Socio-Assistenziali - Zona Cusio-Omegna"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 457 del Consigliere Reschigna.
Ricordo che sono a disposizione tre minuti per l'interrogante e cinque minuti per la Giunta.
La parola al Consigliere Reschigna, per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Ritengo che l'interrogazione sia chiara, ma voglio riassume brevemente alcune questioni che mi preoccupano particolarmente.
Il 14 marzo, la Direzione Politiche Sociali e Politiche per la Famiglia, rispondendo al Presidente del CISS del Cusio-Ossola, circa le scelte che quel Consorzio doveva mettere in campo per capire rispetto alle prospettive, ha risposto con una lettera assolutamente preoccupante.
Premetto: dopo molti tentennamenti da parte dell'Assessorato regionale competente, si è avviato un momento di confronto che coinvolge l'ANCI e le Organizzazioni Sindacali, relativamente all'assetto futuro della gestione delle politiche sociali. C'era una bozza di delibera, che è stata ritirata e si è aperto questo tipo di confronto.
Il parere della Corte dei Conti del Piemonte afferma che i Consorzi decadono all'atto del loro primo rinnovo. Il CISS del Cusio-Ossola va a scadenza nelle prossime settimane e, a seguito di un incontro, è stata data una risposta, con una lettera, nella quale ravviso tre elementi che considero assolutamente preoccupanti.
Il primo: la Direzione Politiche Sociali e Politiche per la Famiglia entra in una delle questioni che il parere della Corte dei Conti ha sollevato: se è un Consorzio di funzioni, c'è lo scioglimento; se non è un Consorzio di funzioni, può ripassare lo scioglimento previsto dalla legge.
Poiché molte realtà e molti consorzi dei servizi socio-assistenziali stanno affrontando, proprio in questi giorni, la scelta di trasformarsi in Consorzio di funzioni o in Aziende speciali, mi sembra che scrivere che secondo l'Assessorato alle politiche sociali questo non è un vestito che si adegua al tema dei consorzi politiche sociali significhi assumere una decisione molto netta, che rischia di pregiudicare anche il lavoro svolto e le prospettive.
Secondo aspetto. Nella lettera viene detto al Consorzio: "Dovete sopprimervi, sciogliervi, nominare un Commissario e avviare una fase per capire come intendete andare avanti".
Non c'è garanzia sulla continuità dei servizi e questo è un elemento assolutamente preoccupante.
Terzo elemento decisamente allarmante. Sempre nella lettera si dice: "Si fa presente, infine, che le diverse scelte messe in campo dai sopprimendi Consorzi saranno oggetto di un'attenta valutazione, circa le possibili ricadute sui rapporti economici e finanziari con questa Direzione".
Pertanto, non solo si dice che devono sciogliersi ed immaginare come vogliono ricostruire una prospettiva di gestione delle politiche sociali all'interno di quella realtà, ma si aggiunge anche che non è detto che quello che hanno in mente determinerà il mantenimento dei contributi economici in capo all'Assessorato.
Chiedo, dunque - e concludo, signor Vicepresidente - che ci sia un'attenta valutazione da parte dell'Amministrazione regionale delle conseguenze che tali questioni possono determinare, non solo nel Consorzio del Cusio-Ossola, ma complessivamente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna.
La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Il quadro normativo in cui operano i servizi socio-assistenziali della Regione Piemonte ha visto l'intervento di norme nazionali che hanno modificato il quadro istituzionale e, per altri versi, le compatibilità economiche ad esso presupposte.
Infatti, l'articolo 2, comma 186, lettera e), della legge 23/12/2009 n. 191 - la legge finanziaria del 2010 - dispone che i Comuni, per il coordinamento della finanza pubblica e per il contenimento della spesa debbano adottare, tra le altre misure, anche la soppressione dei Consorzi di funzioni tra Enti locali, che il decreto legge 25/01/2010, n. 2 ("Interventi urgenti concernenti Enti locali e Regioni"), convertito dalla legge n. 42, stabilisce debba applicarsi dal 2011 e per tutti gli anni a seguire ai singoli Enti per i quali ha luogo il primo rinnovo del rispettivo Consiglio, con efficacia dalla data del medesimo rinnovo.
In questi mesi, si è attivata una discussione che è servita a creare una sinergia con il territorio e che ha portato alla costituzione di un tavolo di concertazione con l'ANCI, al fine di definire una proposta organizzativa condivisa (perlomeno adesso siamo al tavolo).
Ciò detto, alla fine del 2010, il primo Consorzio Intercomunale dei Servizi Sociali ad avere un'imminente scadenza è il CISS di Omegna, il cui Consiglio di Amministrazione scade il 29 marzo p.v.
A tale proposito, la Direzione Politiche Sociali ha inteso accompagnare il CISS di Omegna in questo percorso, offrendo consulenza specifica per valutare tutti gli scenari possibili.
Va evidenziato che sono stati considerati pertinenti i pareri espressi in merito dalla Corte dei Conti, Sezione regionale di controllo per il Piemonte, che con parere n. 1001/2010 afferma che tale scadenza, ovvero la scadenza per la soppressione, si applicherà e produrrà i primi effetti a decorrere dal primo rinnovo, a partire dal 2011 e per tutti gli anni a seguire del Consiglio di Amministrazione del consorzio interessato.
Sempre nello stesso parere, la Corte dei Conti del Piemonte afferma che un Consorzio dei Comuni avente ad oggetto finalità socio-assistenziali, non può non essere considerato un Consorzio di funzioni e pertanto destinato a soppressione, in quanto la legge n. 328, all'articolo 6, prevede che i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative concernenti gli interventi sociali svolti a livello locale e concorrono alla programmazione regionale.
Tali funzioni sono esercitate dai Comuni, adottando sul proprio territorio gli assetti più funzionali alla gestione, alla spesa e al rapporto con i cittadini.
Inoltre, la Corte dei Conti regionale per la Lombardia, con parere n.
1063/2010 sostiene che la fattispecie normativa prevista dal citato articolo 2 presuppone che lo scioglimento del consorzio di funzioni non sia conseguenza di una scelta discrezionale dell'Ente locale consorziato, bensì sia l'adempimento di un obbligo imposto dalla legge, per il coordinamento della finanza pubblica e il contenimento della spesa pubblica.
Nel corso degli incontri tenutisi nei mesi di febbraio e marzo, si è concordato con il legale rappresentante del CISS di Omegna di avviare una fase transitoria che permetta all'Ente di poter continuare ad esercitare tutte le attività cui è preposto, senza incorrere nell'interruzione di un pubblico servizio e senza incorrere in una palese violazione di legge e nel contempo, permetta all'Ente stesso di valutare i diversi scenari che nel corso di quest'anno andranno delineandosi, consentendogli di adottare la forma gestionale che riterrà più idonea, compresa la soluzione che diceva prima l'interrogante, il Consorzio di Servizi, ai sensi dell'articolo 31 del Testo Unico Enti locali, così come prospettato sempre dal legale rappresentante del CISS.
evidente che una scadenza così vicina genera forte preoccupazione.
Tuttavia, l'Assessorato scrivente - ovviamente io sono portavoce di Giunta ha garantito allo stesso Consorzio la massima disponibilità ad accompagnare l'Ente e le Amministrazioni locali partecipanti unici e soli veri arbitri del futuro organizzativo gestionale del CISS di Omegna.
Tale disponibilità non può essere vista come inerzia, ma come un atto dovuto verso le Autonomie locali che hanno chiesto attraverso l'ANCI un percorso più concertato, che consenta al territorio e alle diverse sensibilità locali di valutare la sostenibilità in termini di efficacia e di efficienza di soluzioni, come la trasformazione del Consorzio di funzioni in Consorzio di Servizi, oppure la gestione associata in delega all'ASL, oppure la costituzione di unioni di Comuni polifunzionali.
Queste sono opportunità che saranno valutate dai Sindaci e decise a livello locale.
Ovviamente mi sembra di capire che, pur nella difficoltà oggettiva nella complessità, vi sia comunque un'attenzione da parte della Direzione verso questa problematica, che peraltro riguarda tutta la Regione; il Consorzio è il primo in ordine di scadenza e indubbiamente lì le questioni sono più acute.
Comunque, posso assicurare alla collega la massima attenzione verso questa segnalazione.



PRESIDENTE

Verrà fornita copia della risposta scritta all'interrogante.


Argomento: Formazione professionale

Interrogazione a risposta immediata n. 458 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Sperimentazione di corsi di formazione per OSS specializzati"


PRESIDENTE

Trattiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 458, presentata dalla Consigliera Artesio, che ha la parola per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Con questa interrogazione, il mio Gruppo propone due quesiti. Il primo riguarda la motivazione dell'intenzione annunciata e diffusa attraverso un volantino di parte sindacale della Giunta regionale, nella fattispecie della Direzione Politiche Sociali, di avviare un corso di formazione in servizio per i titolari della qualifica di OS, al fine di conseguire il rafforzamento nelle competenze sanitarie (quindi di acquisire la cosiddetta terza esse) e di ridistribuire all'interno delle strutture sanitarie e socio-sanitarie a prevalenza sanitaria la competenza di assistenza tra personale infermieristico e personale OSS.
Questa materia è stata nel tempo oggetto di ripetute discussioni al tavolo delle Regioni e di diversi posizionamenti delle parti sindacali, in modo particolare non tutte le organizzazioni sindacali confederali convergono sull'opportunità di codesta riqualificazione, a meno che non si converta l'inquadramento di questo profilo nei ruoli sanitari, anziché in quelli assistenziali com'è a tutt'oggi.
Quindi la prima richiesta è capire perché la Regione Piemonte abbia deciso di procedere autonomamente in direzione di questa qualificazione sperimentale. La seconda è se corrisponde al vero che il finanziamento di questa attività di qualificazione in servizio sia stato dedotto attraverso un accantonamento di risorse predeterminato dalla Giunta precedente in funzione della problematica degli educatori professionali.
Con delibere della precedente Giunta si era inteso dare soluzione ad un problema particolare del Piemonte nel quale coesistevano educatori di formazione col corso di laurea interfacoltà ed educatori licenziati dal corso di laurea breve in scienze della formazione. Laddove si fosse attinto a questo fondo, che serviva per garantire la frequenza di un corso annuale di equipollenza tra i due livelli della formazione, ovviamente questa nuova versione del profilo dell'educatore, sostenuta a carico parziale dell'Amministrazione regionale anziché dei frequentanti, verrebbe meno e quindi si sarebbero dirottate risorse con una finalità specifica e strutturale rispetto ai servizi per orientarle invece ad una finalità sperimentale.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Con riferimento all'interrogazione testé illustrata, si riferisce quanto segue.
Con Provvedimento 16 gennaio 2003 della Conferenza Stato-Regioni è stata disciplinata la formazione complementare in assistenza sanitaria della figura professionale dell'operatore socio-sanitario.
Il citato accordo ha definito i contenuti e le modalità di realizzazione della formazione complementare, rinviandone l'attuazione alle Regioni.
In Regione Piemonte, in attuazione del citato accordo, è stato istituito (con DGR n. 39-70 del 16 maggio 2005) un apposito gruppo di lavoro per la definizione del profilo dell'Operatore socio-sanitario con Formazione Complementare e dei relativi contenuti formativi.
In particolare, il gruppo di lavoro ha costruito lo standard formativo secondo le regole del sistema regionale della Formazione Professionale e definito in linea di massima le modalità di realizzazione. In tale gruppo coordinato dalla Direzione regionale Sanità, erano presenti le Direzioni regionali "Politiche Sociali" e "Formazione Professionale", nonché alcuni esperti provenienti dalle Aziende sanitarie, dagli enti gestori dei servizi sociali, da agenzie formative.
La figura dell'OSS con formazione complementare sarà in grado di compiere alcune prestazioni di carattere "sanitario", precluse all'OSS base perché di competenza dell'Infermiere, ovviamente conformemente alle direttive del responsabile dell'assistenza infermieristica. Tale figura potrà rispondere al problema della carenza di figure infermieristiche nei servizi sanitari e socio-sanitari.
In particolare, si segnala che l'attivazione della formazione complementare dell'OSS risponderebbe ad un significativo fabbisogno di tale figura, evidenziato soprattutto nei presidi socio-assistenziali e socio sanitari, dove la figura dell'infermiere non è sempre garantita 24 ore su 24.
Si è ritenuto opportuno, ai fini di un'attenta valutazione della messa a regime di tali corsi, attivare una sperimentazione della formazione complementare dell'OSS.
La sperimentazione interesserà un numero limitato di operatori OSS (n.
4 corsi per circa 100 unità), impiegati nei servizi socio-sanitari e sanitari.
La realizzazione di tali corsi sperimentali consentirà agli enti istituzionali preposti di verificare con dati oggettivi l'attivazione a regime di tale formazione, valutando l'evoluzione della figura in termini di ruolo, di competenze e di contesto operativo.
Gli enti individuati per la realizzazione dei corsi sperimentali sono n. 4 enti gestori dei servizi sociali (Comune di Torino, Consorzio Iris di Biella, Cisa Ovest Ticino di Romentino - NO e Consorzio Monviso Solidale di Fossano - CN), accreditati come agenzie formative, che hanno a suo tempo collaborato per la stesura dello standard formativo dell'OSS con formazione complementare.
Le modalità organizzative delle attività formative, nonché la scelta dei servizi/strutture da inserire nella sperimentazione e l'individuazione degli operatori coinvolti saranno concordati fra le due Direzioni regionali interessate (Sanità e Politiche Sociali) e l'intero processo sarà strettamente monitorato dalle stesse Direzioni.
La sperimentazione si pone l'obiettivo, in attesa di un riconoscimento delle figure a livello contrattuale, di acquisire elementi utili per una successiva messa a regime delle attività formative.
Tale sperimentazione, infine, verrà sostenuta con risorse disponibili e non formalmente impegnate nel bilancio 2010 dalla Direzione Politiche Sociali. Il confronto con le organizzazioni sindacali del settore socio sanitario e sanitario è previsto per la fine di marzo 2011.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 455 presentata dalla Consigliera Pentenero, inerente a "Mancato trasferimento di risorse alle Province ai sensi della l.r. 28 del 2007 "


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione a risposta immediata n. 455 presentata dalla Consigliera Pentenero, che ha la parola per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
In tutti gli atti, compreso il Piano programmatico, la somma per la gestione della legge n. 22 per le funzioni trasferite alle Province ammonta a 22 milioni. Tale somma è stata confermata con determina dirigenziale del 26.02.2010 e ripartita tra le Province.
Per l'anno 2010 sappiamo che la Giunta regionale ha assegnato soltanto il 71,88% dello stanziamento complessivo, cioè 15.958.000,00 determinando un avanzo sui capitoli delle Province di circa cinque milioni di euro.
Somma, invece, che le Province hanno già impegnato e che hanno speso in una funzione decentrata.
Per quello che riguarda il 2011 si è pensato, in modo prudenziale, di stanziare soltanto 15 milioni dei 22 assegnati al singolo capitolo.
Considerato che con questa modalità di attribuzione alle Province, le stesse si troverebbero in grossa difficoltà nella gestione delle attività per la verità già oggi si trovano in una situazione di difficoltà con un ammanco legato all'attività 2010 e con un certo ammanco anche nell'attività 2011 - intendiamo sapere, con questa interrogazione, perché la Regione non abbia garantito quanto pattuito nel riparto alle Province e che cosa intenda fare per l'anno 2011, a fronte del fatto che ad oggi risultano disponibili soltanto 16 milioni.



LEARDI LORENZO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cirio.



CIRIO Alberto, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
Vorrei chiarire alcuni passaggi tecnici che sono poco chiari e quindi mal percepiti.
Nell'anno 2010 a bilancio c'erano 22 milioni di euro. Ricordo ai Consiglieri che un conto sono i soldi a bilancio, un altro che si possa spenderli. Il Piano operativo è quello che dice, nei fatti, quante di queste risorse si possono spendere. Poiché si tratta di risorse che sono state date alla fine dell'anno, il Piano operativo indicava se potevano spendere il 100% di queste risorse, oppure in misura inferiore. Tante determine del periodo del governo Bresso - nel settore della cultura, ad esempio - hanno avuto una serie di riduzioni su quanto determinato e effettivamente erogato perché il Piano operativo non aveva sbloccato tutte le risorse e perché, di fatto, i soldi non erano disponibili.
Alla fine dell'anno scorso ci siamo trovati con 22 milioni attesi dalle Province, ma con una non disponibilità di risorse a causa di una sovrastima delle entrate ed una riduzione reale delle disponibilità di bilancio.
Abbiamo erogato soltanto 15.958,000.00 euro alle Province concordando con le stesse questa modalità: 15.958,000.00 euro nel 2010 e, la prima trance del 2011, cioè 5.550.000, (già versato alle Province) a saldo 2010.
Ad oggi tutte le Province del Piemonte hanno incassato i 22 milioni che si attendevano e non sono andate in difficoltà.
Tale decisione l'abbiamo presa d'intesa con le Province sapendo che quest'anno ci troviamo nella stessa situazione. Quest'anno diamo loro circa 16 milioni di euro sul 2011 e daremo i 5.550.000 euro restanti ad inizio 2012, a saldo del contributo 2011. Questo ci è stato permesso anche tecnicamente dagli uffici della ragioneria perché gli anni scolastici sono a scavalco tra un anno e l'altro.
Di fatto, le cifre date alle Province piemontesi rimangono le stesse: 22 milioni erano e 22 milioni sono. Purtroppo, per un'indisponibilità di capienza del bilancio 2010, abbiamo dovuto realizzare questo impegno a scavalco dell'anno 2011, così faremo tra 2011 e 2012.
Tengo a sottolineare che questa è una modalità concordata e condivisa con le Province del Piemonte.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
I lavori del Consiglio sono interrotti per alcuni minuti in attesa che termini la Conferenza dei Capigruppo.



(Alle ore 15.12 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 15.21)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco, Bresso, Cantore Costa Raffele, Cota, De Magistris, Giordano e Molinari.
Ricordo che il numero legale è 27.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 7) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Prima di procedere proseguendo con l'esame del disegno di legge n. 85 trattato nella seduta antimeridiana, dobbiamo procedere alla elezione di una serie di rappresentanti del Consiglio regionale e della Regione in alcune Fondazione, Consorzi e comitati.
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

"Fondazione ARTEA" - Collegio dei Revisori dei Conti - nomina 1 membro effettivo. Fondazione Museo del Territorio Biellese - Nomina di un Sindaco del Collegio del Revisore dei Conti.

Argomento: Nomine

"Fondazione Museo del Territorio Biellese" - Collegio dei Revisori dei Conti - nomina 1 Sindaco.

Argomento: Nomine

Enoteca regionale della Serra - Consiglio di amministrazione - Nomina 1 rappresentante.

Argomento: Nomine

Enoteca regionale del Barolo - Consiglio di amministrazione - Nomina di 1 rappresentante con esperienza nel settore vitivinicolo e/o turistico.

Argomento: Nomine

Centro piemontese Studi Africani CSA - Consiglio di Amministrazione designazione di 2 rappresentanti.

Argomento: Nomine

Centro piemontese di Studi Africani CSA - Collegio dei Revisori - Nomina di 1 revisore effettivo.

Argomento: Nomine

Scuola Universitaria Interfacoltà in Scienze Motorie SUISM - Consiglio di gestione - Designazione di 1 rappresentante.

Argomento: Nomine

Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza Piemontese A.N.A.Bo.Ra.Pi - Consiglio direttivo - Nomina di 1 rappresentante.

Argomento: Nomine

Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese - Collegio dei Revisore dei Conti - Nomina di 1 membro effettivo e di 1 membro supplente.

Argomento: Nomine

Fondazione Ariodante Faretti - Collegio dei Revisori - Nomina di 1 membro.

Argomento: Nomine

Fondazione Nuto Revelli Onlus - Consiglio di amministrazione - Nomina 1 rappresentante.

Argomento: Nomine

Fondazione Centro Studi sul pensiero politico L. Firpo - Consiglio di amministrazione - Designazione di due rappresentanti.

Argomento: Nomine

Fondazione Centro Studi sul pensiero politico L. Firpo - Collegio dei Revisori - Nomina di 1 revisore.

Argomento: Nomine

Comitato Consultivo regionale tecnico-scientifico in materia di ambienti acquatici e pesca - Nomina di 1 esperto in acquicoltura.

Argomento: Nomine

Comitato regionale di coordinamento delle attività venatorie e per la tutela della fauna selvatica - Nomina di 3 esperti di cui: 1 in problemi agrari (su designazione dell'Università), 1 in zoologia (su designazione dell'Università) 1 in tipica fauna alpina.


PRESIDENTE

Richiamo l'attenzione sull'ultima nomina e sulle schede rubricate n. 15 e 15 A. Si tratta di procedere alla nomina di tre esperti del Comitato regionale di coordinamento delle attività venatorie per la tutela della fauna selvatica.
Due di queste nomine sono una presa d'atto. La scheda n. 15 e la prima parte della scheda 15 A) ripropongono una designazione, rubricandola "proponenti dell'Università degli Studi di Torino", sia per quanto riguarda l'esperto in problemi agrari che l'esperto in zoologia. Si tratta pertanto, per chi lo ritiene, di confermare in votazione l'esperto proposto dall'Università degli Studi.
La scheda 15 A sul terzo esperto, relativamente al Comitato regionale di coordinamento delle attività venatorie per la tutela della fauna selvatica, contiene cinque autocandidature di candidati alla carica di esperto in tipica fauna alpina. Si tratta di designare ed eleggere uno tra i cinque candidati riportati sulla scheda.
Non vi sono nomine all'ordine del giorno per le quali è necessario che le opposizioni formulino l'apparentamento in maniera palese.
Nomino scrutatori i Consiglieri Ponso e Montaruli.
Prego il Consigliere Segretario Leardi di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Leardi effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Invito i colleghi del seggio a recarsi in Sala A per i relativi adempimenti. Nel corso della seduta comunicheremo all'Aula l'esito delle votazioni.


Argomento: Opere pubbliche

Proseguimento esame disegno di legge n. 85, inerente a "Promozione di interventi a favore dei territori interessati dalla realizzazione di grandi infrastrutture. Cantieri - Sviluppo - Territorio"


PRESIDENTE

Proseguiamo i nostri lavori con l'esame del disegno di legge n. 85, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Riprendiamo l'esame degli emendamenti all'articolo 1.
Emendamento rubricato n. 23) presentato dal Consigliere Bono: all'art. 1 comma 1 i termini "la finalità" vanno sostituiti con i termini "lo scopo".
Emendamento rubricato n. 24) presentato dal Consigliere Bono: all'art. 1 comma 1 i termini "la finalità" vanno sostituiti con i termini "l'obiettivo".
Emendamento rubricato n. 25) presentato dal Consigliere Bono: all'art. 1 comma 1 i termini "la finalità" vanno sostituiti con i termini "l'intenzione".
Emendamento rubricato n. 26) presentato dal Consigliere Bono: all'art. 1 comma 1 i termini "la finalità" vanno sostituiti con i termini "il proposito".
Emendamento rubricato n. 27) presentato dal Consigliere Bono: all'art. 1 comma 1 i termini "la finalità" vanno sostituiti con i termini "il progetto".
Emendamento rubricato n. 28) presentato dal Consigliere Bono: all'art. 1 comma 1 i termini "la finalità" vanno sostituiti con i termini "la mira".
La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Presidente, le chiedo se è prevista la presenza dell'Assessore Bonino.



PRESIDENTE

Sì, è prevista. Quantomeno è utile, anche se l'organo della Giunta è collettivo. Poco fa era qui, la facciamo rintracciare.
Presidente Bono, le farei una proposta: siccome l'Assessore in questo momento ha un impegno personale non delegabile, dal momento che ci sono due Assessori presenti, se lei potesse illustrare...



BONO Davide

No.



PRESIDENTE

Allora sospendiamo la seduta per qualche minuto, in attesa dell'Assessore Bonino.
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 15.48 riprende alle ore 15.53)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
arrivata l'Assessore Bonino, per cui possiamo riprendere i lavori.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Elementare "P. Baricco" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe Quinta B della Scuola Elementare "P. Baricco" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Opere pubbliche

Proseguimento esame disegno di legge n. 85 inerente a "Promozione di interventi a favore dei territori interessati dalla realizzazione di grandi infrastrutture. Cantieri - Sviluppo - Territorio" (seguito)


PRESIDENTE

Consigliere Bono, può iniziare l'illustrazione degli emendamenti rubricati n. 23), 24), 25), 26), 27) e 28).



BONO Davide

Ringrazio l'Assessore Bonino per la cortese presenza in aula.
Proseguiamo l'analisi degli emendamenti relativi all'articolo 1 ripartendo da dove avevamo interrotto la discussione di questa mattina ovvero delle finalità a cui si dovrebbe iscrivere questo disegno di legge presentato dalla Giunga e accolto con favore bipartisan.
La Regione, dunque, si propone di intervenire a favore dei territori interessati dalla realizzazione delle grandi infrastrutture - che peraltro, noi abbiamo chiesto di definire "grandi opere" - ovviamente con la precondizione fondamentale e necessaria di un'utilità e di un interesse collettivo. Perché qualora venisse meno la condizione necessaria, ma non sufficiente, di un'utilità e di un interesse collettivo, crollerebbe il "castello" complessivo per cui è stato scritto questo disegno di legge (ci riferiamo, quindi, alla limitazione degli impatti e ai vantaggi e benefici che se ne possono trarre per le collettività territoriali).
Vi è un ulteriore questione, accennata precedentemente anche dal collega Biolé, che riguarda la mitigazione e la compensazione. Ovviamente qualunque intervento antropico dell'uomo, insieme agli effetti positivi crea anche delle conseguenze negative, che, come ho detto precedente, in una sorta di "bilancia", dovrebbero essere almeno pari; in verità, l'ottica della politica sarebbe quella per cui i vantaggi o i benefici che se ne traggono siano superiori agli svantaggi, altrimenti non vedo perch dovremmo investire delle risorse economiche - quindi soldi pubblici - oltre che l'impegno dei cittadini e dei lavoratori per un qualcosa che non generi un risultato positivo nel rapporto tra costi e benefici, se non quello di creare ad arte (artificiosamente) dei posti di lavoro che si rivelerebbero comunque precari, perché non persistenti nel tempo (per cui, non avrebbero una reale utilità a realizzare il dettato costituzionale secondo il quale l'uomo ha diritto ad un lavoro con cui potersi realizzare e mantenere adeguatamente).
Per quanto le opere di mitigazione rientrino nel discorso della legge non dovrebbero essere preponderanti e, soprattutto, non dovrebbero rappresentare la parte principale nel mitigare degli impatti che vanno ben oltre quelli che sono i benefici della grande infrastruttura, proprio perché fortemente impattante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Questa mattina siamo intervenuti su questi primi emendamenti all'articolo 1. Dicevo anche prima che ero andato a rileggermelo e, dopo diverse letture, emergeva sempre di più quella contraddizione che c'è, in un'opera del genere, fra la limitazione degli impatti e una resa in termini di vantaggi che non riusciamo a vedere.
Abbiamo già trattato gli argomenti più legati alla ratio che sta dietro alla stesura di questo tipo di legge; abbiamo già trattato alcune problematiche che noi riteniamo non verrebbero comunque risolte con un'opera del genere, cioè i benefici soprattutto di tipo economico per le aziende e tutta la questione legata alla partecipazione, alla consultazione e all'ascolto delle esigenze e delle istanze territoriali. Mi soffermo ancora su quanto è già stato detto sul beneficio economico per le aziende in quanto avevamo voluto dimostrare - e in qualche modo ci siamo credo anche riusciti - quanto in realtà non sia prevedibile una crescita di questo tipo di beneficio - anzi -, soprattutto in un momento così difficile.
Dal documento più attendibile che abbiamo sulle spese risulta che le spese si attestano a quasi 14 miliardi di euro correnti che riguardano tutta la parte italiana. Se andiamo veramente a valutare tutta la spesa quindi, possiamo vedere quante risorse potrebbero invece essere utilizzate in altro modo, come già illustrato durante la mattinata. Abbiamo problematiche legate a tutti gli impatti di vario tipo che già siamo andati ad elencare e che sicuramente sviscereremo nelle prossime illustrazioni abbiamo poi il non sviluppo totale dell'utilizzo delle strutture esistenti.
Il collega Bono parlava stamattina di quanto siano anche visivamente impattanti i pilastroni delle infrastrutture già presenti in Valle - e ne abbiamo avuto contezza direttamente sul posto - e di sicuro una parte di territorio già così pesantemente infrastrutturata non ha assoluto bisogno di un altro impatto del genere. Dicevo, per di più, che si tratta di una struttura assolutamente inutile perché andrebbe a creare un doppione rispetto alla linea esistente.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dal Consigliere Bono: all'art. 1 comma 1 vanno sostituite la parola "limitarne" con le parole "ridurre al minimo tecnicamente possibile".
Emendamento rubricato n. 29) presentato dal Consigliere Bono: all'art. 1 comma 1 i termini "gli impatti" vanno sostituiti con i termini "le influenze" Emendamento rubricato n. 30) presentato dal Consigliere Bono: all'art. 1 comma 1 i termini "gli impatti" vanno sostituiti con i termini "gli influssi" Emendamento rubricato n. 31) presentato dal Consigliere Bono: all'art. 1 comma 1 i termini "gli impatti" vanno sostituiti con i termini "gli effetti" La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Intervengo sempre a proposito delle opere di mitigazione e compensazione.
Ora, sappiamo che in Italia vige questa pratica diffusa delle compensazioni, che normalmente si attestano in una quota percentuale del costo complessivo di un'opera che viene, appunto, stornata e indirizzata alla creazione delle cosiddette compensazioni sul territorio: di solito si viaggia intorno a cifre del 10%.
Si tratta di un meccanismo che noi riteniamo in ogni caso sbagliato - e l'aggettivo "sbagliato" mi sembra abbastanza moderato per definire quel che in realtà pensiamo delle compensazioni - per far sì che delle opere vengano accolte dai territori senza polemiche, proteste, contrapposizioni. Però mi chiedo: se la politica, che vanta comunque il suo primato rispetto alla partecipazione e all'associazionismo dei cittadini, pensa che una grande opera o un'infrastruttura rappresenta assolutamente il beneficio massimo e il miglior investimento per quel territorio, dovrebbe pensare di farlo senza dover concedere le compensazioni che via a via mostrano, appunto, la faccia della compravendita del consenso.
Spesso, infatti, si danno le compensazioni per far sì che gli amministratori locali, che magari hanno difficoltà a far quadrare i bilanci, possano giustificare agli occhi dei loro elettori e della cittadinanza che, a fronte di nuovi cantieri che durano magari per vent'anni, nuovi impatti, nuove devastazioni, nuove difficoltà economiche sociali e ambientali, magari si fa una pista ciclabile; o magari si fa un "parchetto" giochi per i bambini.
Veramente, ritengo tutto questo il segnale di come la politica si dimostri fallimentare, Assessore Bonino; quando la politica deve, grazie a investimenti faraonici, trovare la giustificazione degli stessi nel dare le briciole ai territori e in questo modo poter garantire dei servizi essenziali, basilari, che devono essere garantiti perché tutti i cittadini pagano le tasse - almeno, mi si scusi l'ingenuità: buona parte dei cittadini paga le tasse e ha diritto a quei servizi - è un fallimento.
Ritengo proprio che le compensazioni siano qualcosa da eliminare dalla norma e dalla prassi della politica.
Infatti, non a caso, nel referendum del 1987 sul nucleare uno dei tre punti che vinse e passò nel quesito referendario era quello di eliminare le compensazioni per quanto riguarda le centrali nucleari e le grandi centrali elettriche: passò a larga maggioranza dei cittadini italiani, dimostrando che nel 1987 - cioè 23 anni fa - si era capito che c'era questo giochino per il quale la politica comperava con le compensazioni un consenso che altrimenti non sarebbe riuscito ad ottenere con i dati tecnici. Infatti come con il nucleare la politica non è in grado di dimostrare che c'è un ritorno positivo, una sicurezza al 100% e la possibilità di trovare i depositi definitivi per le scorie, così per l'Alta Velocità Torino-Lione la politica non riesce a dimostrare con i dati tecnici che in realtà è la migliore delle opere possibili, il migliore degli investimenti possibili e che vi è un tornaconto fantastico dallo spostamento delle merci...



PRESIDENTE

Consigliere Bono, l'illustrazione è accorpata, dunque sono un po' più di manica larga, però siamo quasi al doppio del tempo previsto.



BONO Davide

Concludo. C'è dunque questa mancanza della dimostrazione della convenienza. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Torno a bomba, all'argomento dei costi. Dicevo che noi abbiamo diverse basi, di cui alcune importanti, competenti e verificabili, ma in questi vent'anni si è detto in pratica tutto e il contrario di tutto. Dai dati che esistono in questo momento possiamo prevedere senza grossi errori che il costo di tutta l'opera, per l'Italia, potrà essere molto vicino e quasi addirittura superiore ai 35 miliardi di euro. In più ci sono tutte le voci che sono ancora da calcolare per quanto riguarda, ovviamente, le imprevedibilità che un'opera così grande, con un cantiere di così lunga durata, può assolutamente comportare.
I consuntivi che abbiamo visto relativamente ai progetti realizzati di Alta Velocità all'interno del territorio italiano fanno ritenere che questa cifra non si discosterà molto dalla realtà. Chiaramente, non solo i consuntivi di tipo economico, ma anche quelli di tipo ambientale, circa le problematiche che sono state sollevate all'interno di altre tratte già realizzate. Ricordiamo, uno tra tutti, la parte Toscana, che, purtroppo, ha riservato pessime sorprese, da un punto di vista ambientale, circa la sostenibilità all'interno del territorio.
Per esempio, le spese dell'Alta Velocità Roma-Firenze, per tornare a questo tipo di opera, rispetto ai preventivi, sono cresciute quasi di sette volte, per cui parliamo davvero di cifre molto alte. Per quanto riguarda la Firenze-Bologna, almeno di quattro volte; per la tratta Milano-Torino, che come Regione, ci vede protagonisti, più di sei volte rispetto al preventivo del 1991.
Quindi, il costo ipotizzato sarebbe aumentato di circa sei volte facendo la media tra quelli che sono stati gli aumenti delle altre varie tratte, rispetto ai preventivi di vent'anni fa e sarebbe davvero un dato non così diverso da quello che poi - ahimè - si potrebbe riscontrare con la realizzazione dell'opera.
Da queste cifre così alte e consistenti, è chiaro che è facile ricavare i costi chilometrici. Se facciamo una media della parte italo-francese dividendo i 14 miliardi della domanda di finanziamento dell'Unione Europea per gli 80 chilometri previsti in preventivo, arriviamo a un costo di 175 milioni di euro per chilometro, che però sono rapportati al valore della moneta al mese di gennaio 2006.
Dividendo quei quasi nove miliardi che l'Italia pagherà per i 35 chilometri della parte comune si arriva ad una cifra molto vicino ai 250 milioni per chilometro.
Non dico che le cifre parlino da sole, ma analizzandole, anche solo in modo superficiale, arriviamo davvero a comprendere che tipo di impatto devastante, per non parlare degli altri tipi di impatto, da un punto di vista finanziario-economico, determinerebbe per le risorse e i bilanci italiani.
Per la tratta esclusivamente italiana, la valutazione è molto incerta perché, in realtà, nel tempo, i progetti dei tracciati hanno subito delle variazioni e le notizie fornite dagli stessi proponenti, quindi da chi ha sopportato questo tipo di onere di progettazione e di analisi dei lavori ammettono un costo storico di circa 120 milioni di euro per chilometro.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 103) presentato dai Consiglieri Artesio Buquicchio e Bono: Articolo 1 finalità Dopo: "impatti" abrogare "renderla vantaggiosa".
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento si interviene direttamente su una delle contraddizioni e delle ambiguità di questo disegno di legge, a mio modo di vedere e del mio Gruppo, volute.
un disegno di legge che nella presentazione pretenderebbe di essere in sintonia con l'espressione delle popolazioni coinvolte - di tutte popolazioni coinvolte e di tutte le opinioni delle popolazioni coinvolte comprese quelle che, legittimamente, nel corso degli anni, condividendo la loro posizione con alcuni movimenti e con alcune forze politiche, hanno ritenuto che dovesse essere messa all'attenzione delle politiche pubbliche anche l'opzione "zero".
In questo articolato, invece, si fa direttamente riferimento all'assunto secondo il quale gli impatti derivanti dalle realizzazioni delle grandi infrastrutture producano, comunque, conseguenze convertibili in vantaggio per le collettività territoriali.
Questo è un assunto apodittico, si dà per certa la condizione favorevole della realizzazione dell'infrastruttura e, di conseguenza, si ritiene che questa realizzazione non possa che essere vantaggiosa. Di qui l'indicazione nel nostro emendamento di abrogare il riferimento al vantaggio presunto, per riportare il contenuto del disegno di legge a quello che, nella descrizione che è stata fatta in Giunta e nei commenti che sono stati promossi, sembrava essere il profilo originario, quindi assumere effettivamente, nella programmazione delle opere pubbliche, un approccio rispettoso e strutturale delle popolazioni locali, comprensivo anche della possibilità di non realizzare l'opera.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sono cofirmatario di questo emendamento presentato dalla Consigliera Artesio, ne condivido pienamente la portata e il significato.
In effetti, si dice a priori che l'opera sarà vantaggiosa grazie a questo disegno di legge. Il significato del passaggio all'articolo 1 è il seguente: grazie a questa legge di portata regionale - quindi, neanche di portata nazionale - praticamente, renderete - diamo a Cesare quel che è di Cesare - vantaggiosa per le collettività territoriali un'opera inutile e devastante come l'Alta Velocità Torino-Lione. Francamente, mi piace l'ottimismo, che, come mi viene suggerito, è il sale della vita, però, mi sembra che, in questo senso, si esageri un pizzico.
Quindi, ritengo che queste due parole "renderla vantaggiosa" per le collettività territoriali sarebbero da espungere dal testo dell'articolo 1 in quanto, qualora mai - insomma, abbiamo le nostre convinzioni - dovesse anche solo iniziare una fase del cantiere, non è possibile dire, prima, che un disegno di legge, che non ha valenza nazionale, che è ancora da valutare nella sua effettiva utilità, anche a livello francese, possa rendere di colpo vantaggioso per le collettività territoriali gli interventi di cui si discuterà successivamente.



(Scampanellìo del Presidente)



BONO Davide

Termino.
Anche in questo caso, siamo di fronte ad una forma mediatica. Secondo noi, l'intero testo di legge è una forma mediatica d'arte per cercare di perdonatemi il termine - abbindolare qualcuno poco informato. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Non trovavo l'Assessore, ma adesso ho visto che è in fase di discussione nella barcaccia.
Inizialmente mi chiedo come non si possa condividere questo tipo di emendamento. La ragione sottostante l'elaborazione di questo tipo di legge è stata più volte enunciata e dibattuta già in fase di discussione generale e, poi, nei vari emendamenti discussi questa mattina. Magicamente, il fatto di proporre ed eventualmente approvare, in un futuro speriamo non troppo prossimo, questo tipo di legge dovrebbe consentire a chi si occupa dell'amministrazione della politica in Piemonte di avere la possibilità di creare dei vantaggi e di trasformare tutte le previsioni comunque autorevoli sull'impatto di questo tipo di opera in eventuali benefici e vantaggi.
Già è stato detto di che tipo di vantaggi si parla, perché molte volte si è un po' miopi da questo punto di vista, perché il vantaggio sembra essere sempre e solo quello di tipo o economico o una specie di indoramento della pillola. Potrebbe essere un po' la definizione di questo tipo di compensazione l'indoramento della pillola che, in realtà, benefici certi non porta. Non porta benessere, benessere inteso in senso fisico, mentale psicologico e di vita sociale all'interno di un territorio e nemmeno quello che dovrebbe essere il benessere di uno sviluppo anche sostenibile delle aziende che sul territorio incidono.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Emendamento rubricato n. 32) presentato dal Consigliere Bono: all'articolo 1 comma 1 i termini "renderla vantaggiosa" vanno sostituiti con i termini "renderla conveniente".
Emendamento rubricato n. 33) presentato dal Consigliere Bono: all'articolo 1 comma 1 i termini "renderla vantaggiosa" vanno sostituiti con i termini "renderla proficua".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Il nostro emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle ricalca quanto precedentemente detto dalla collega Artesio.
Anche con questo emendamento sottolineiamo come sia eccessivamente ottimistico pensare di rendere vantaggiosa e conveniente - a seconda del sinonimo che si voglia usare - l'infrastruttura per le collettività territoriali, considerando solo la finestra dei cantieri e delle eventuali ricadute lavorative per il territorio, posto che ancora non sappiamo quale potrebbe essere la ricaduta, perché non solo per l'Alta Velocità, ma per tutte le grandi infrastrutture in Regione Piemonte dovrebbe esserci la possibilità di utilizzare solo ditte o solo personale locale. Questo tra l'altro andrebbe in palese violazione di quelle che sono le norme della libera concorrenza di stampo europeo.
Anche su questo ci riserveremo di fare le analisi dovute. Resta il caso che non si considerano mai gli impatti e le ricadute in un'ottica globale quindi in un'ottica non globale a livello di spazio, come sentiamo parlare normalmente di globalizzazione, ma globale nel senso di ciclo di vita del manufatto, dell'opera, della infrastruttura. E noi dobbiamo andare a pensare le cose dall'inizio, cioè dal momento in cui si mette in moto il primo camion o la prima escavatrice, alla chiusura dell'opera all'inaugurazione e all'apertura e poi alla manutenzione della stessa.
Di tutti gli studi che vengono fatti da un certo punto di vista in maniera involontariamente erronea, viene preso in considerazione solo il confronto ex post, cioè come se l'opera fosse fatta con la bacchetta magica; e paragonano quindi il passaggio di merci su camion, su tir e su strada al passaggio di merci su ferro, su treno ad Alta Capacità, come se l'opera fosse creata dal nulla, senza valutare tutti i costi ambientali economici e i costi indiretti della realizzazione dell'opera. Addirittura un economista, alla fine dei suoi studi, dice: "Nonostante io abbia preso dei dati multi ottimistici, l'opera non si ripagherà mai!". E questo l'ha detto l'economista francese Proudhon, che non essendo italiano non è interessato ed è assolutamente indipendente.
Sottolineo che addirittura si valutano i morti in meno e gli incidenti in meno come costo risparmiato degli incidenti che avvengono con i camion e non si valutano, ad esempio, le morti che purtroppo accadono in Italia con un ritmo impressionante di due o tre al giorno; morti che sicuramente avverranno con quei cantieri.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Dato che è stato introdotto un argomento relativo all'occupazione eventualmente indotta da questo tipo di progetto, è naturalmente interessante andare ad analizzare quelle che sarebbero, preventivamente e previsionalmente, le ricadute.
Un progetto presentato, uno degli ultimi della tratta italiana l'estate scorsa ha previsto un'occupazione media di circa 1.020 unità lavorative per una durata di circa sette anni.
L'ipotesi che si faceva prima con la misura relativa all'euro del 2006 di 8,8 miliardi di euro, per le sole opere civili, in termini di occupazione, tenendo conto della globalità del lavoro, corrisponde a circa un preventivo di nove milioni di euro per ogni singolo addetto che lavori per sette anni. Questa è la previsione.
Chiaramente dobbiamo rapportare questo tipo di misura su quella che è la vita lavorativa media di una persona occupata in altro lavoro. Quindi sette anni sono circa un quinto di quella che può essere una vita media lavorativa. Il che significa che, in termini di occupazione, per l'aumento di occupazione nel settore delle grandi opere, si investono con risorse nazionali circa 50 milioni di euro per ogni addetto, cioè poco meno di 100 miliardi di vecchie lire, sempre rapportati a quello che era il valore dell'euro del 2006.
Come qualcuno può pensare, sorge spontanea una domanda. Ci si chiede quanti interventi a favore dell'occupazione e di altri settori problematici potrebbero essere realizzati con la stessa cifra.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Biolé.
Emendamento rubricato n. 3) presentato dal Consigliere Bono: all'articolo 1 comma 1 dopo le parole "collettività territoriali" vanno aggiunte le parole "e la salvaguardia dei beni comuni".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Dopo le parole "rendere vantaggioso per le collettività territoriali" inseriremmo anche la salvaguardia dei beni comuni perché, come dicevo prima, quando si parla di territorio e di collettività, immagino ci si riferisca ai cittadini. Quindi, è importante salvaguardare anche le matrici ambientali, quindi aria, acqua e terra. E non lo dico a caso, in quanto il disastro del Mugello è sotto gli occhi di tutti ed è stato anche sotto la lente della Procura.
C'è stato un disastro nel Mugello, in cui le gallerie sono notoriamente molto più corte rispetto a quella che si vorrebbe realizzare in Val di Susa; nel Mugello hanno fatto sparire tutti i fiumi e le sorgenti d'acqua in una zona molto vasta. per ha hanno risposto i responsabili della costruzione dell'Alta Velocità Bologna-Firenze-Roma, e vi sono state delle condanne.
Ovviamente quelle sono pene e reati scritti nel nostro Codice di procedura penale, quindi non sta a noi valutare la congruità e la corrispondenza della pena con tutte le varie prescrizioni e le riduzioni per il patteggiamento, le attenuanti e quant'altro. Comunque sono state erogate pene di un anno e mezzo e pochi mesi, che ovviamente non comportano misure definitive.
Resta il fatto che una pena non può alleviare il danno fatto. Noi vorremmo che si facesse prevenzione e non punizione, perché non siamo come qualcuno pensa - giustizialisti. Noi preferiremmo molto di più che si prevenisse il danno, piuttosto che "curarlo" con una pena minima e magari senza l'interdizione dai pubblici uffici.
Riteniamo, infatti, che i pericoli insiti dal punto di vista anche idrogeologico siano notevolissimi, come abbiamo detto. Si andrebbero a toccare delle sorgenti d'acqua, togliendole alle comunità - ricordo che l'acqua a Torino la prendiamo in pianura, ma anche dai monti, con conseguenze su tutto il bacino della Dora - con danni che sono stati previsti, ma non calcolati e monetizzati da un punto di vista economico.
sempre quello il problema. Le risorse ambientali sono considerate come un freno allo sviluppo e non sono mai considerate come risorse economiche.
Chiudo dicendo che, dal punto di vista economico, a livello planetario sono stati calcolati i valori dei "commons", cioè i beni comuni, che sono il patrimonio più grande esistente sul pianeta terra: se ce lo mangiamo, a parte ad essere un po' indigesto, non siamo molto intelligenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
L'occupazione è stata trattata come argomento che non giustifica questo tipo di opera. Mi sentirei di inserire anche un'altra delle motivazioni che, se vogliamo, sono un po' superficiali, ma credo possano essere la base di partenza per un ragionamento nel merito.
Facciamo alcune ipotesi. Facciamo l'ipotesi che le infrastrutture esistenti siano, in questo momento - e non lo sono - sature di trasporto sia su gomma sia su ferro. Facciamo anche l'ipotesi, non dico come suggeriva il Consigliere Bono che con una bacchetta magica l'opera si riesca a realizzare in una notte, ma di avere dei tempi ragionevoli. Se abbiamo un calo di domanda per quanto riguarda l'utilizzo di vie di questo tipo per il trasporto delle merci noi, per quanto ottimisti, anche in un tempo un po' più ragionevole rispetto a quelli ipotizzati, possiamo andare intorno al paio di lustri, come minimo.
Sappiamo bene, soprattutto in un momento di mercato di vario tipo così altalenante, che non è prevedibile quale sarà l'esigenza a sei, 12, 18 mesi, per cui è davvero non solo imprevedibile, ma impossibile conoscere l'esigenza di questo tipo di trasporto a cinque-dieci anni, per rimanere in questa ipotesi. Anche questo è un dato da tenere in considerazione.
Oltre ai costi vivi, che sono quelli di costruzione di opere civile e quelli relativi agli stipendi delle maestranze dell'occupazione indotta in questo tipo di opera, ci saranno costi ulteriori, rimanendo da un punto di vista economico che andrò ad elencare nel prossimo intervento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Biolé.
Emendamento rubricato n. 104) presentato dai Consiglieri Artesio Buquicchio e Bono: all'articolo 1 dopo le parole "territoriali" abrogare le parole "da operando...al punto".
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Questo emendamento segnala l'evidente contraddizione - e, in qualche modo, potrei dire maliziosamente, il venire allo scoperto dei pensieri impliciti - tra il paragrafo precedente in cui si presenta l'opera come portatrice di un vantaggio, e quello successivo in cui si assume l'impegno di operare per ammortizzare con opere di mitigazione e per compensare, con opere di accompagnamento, le conseguenze sul territorio dei progetti stessi.
Dovendo essere chiara la formula che assegniamo alla volontà di questo disegno di legge, deve emergere, in modo scoperto, qual è l'obiettivo che con questa legge, si intende perseguire: o l'opera è positiva e vantaggiosa, oppure l'opera, anche per i proponenti, può indurre a conseguenze negative in termini di ricadute sul territorio, tant'è che ci si propone di mitigarne, compensarne e accompagnarne gli effetti.
Questo emendamento, che intende procedere per abrogazione, motiva la proposta di abrogazione con la contraddittorietà interna dello stesso assunto di tutto l'articolo 1.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

In effetti quello che stiamo cercando di dire e di spiegare da questa mattina è se l'opera è vantaggiosa per le collettività territoriali, quindi non si parla di un'utilità a livello nazionale o a livello europeo, si dice che è vantaggiosa per i residenti sul territorio. A questo punto, non vediamo perché bisognerebbe accompagnare e mitigare gli interventi riguardanti la costruzione e la cantierizzazione per la grande infrastruttura, e ancora di più mettere sul piatto delle compensazioni.
Compensazioni che saranno milionarie.
Pensate quanto possa essere difficile opporsi ad un'opera, per i piccoli Comuni con quattro, cinque, seimila abitanti nonostante si abbiano dati tecnici e si sappia quali siano i dati dei flussi di traffico sulla linea storica, quindi le aspettative di crescita - pressoché nulle - del traffico merci e del traffico passeggeri, ad esempio, sulla Parigi-Torino.
Come possa essere difficile, da parte di chi intende fare politica con spirito di abnegazione e responsabilità, cogliere il segnale di Sindaci e amministrazioni locali che si oppongono, coscientemente e coerentemente, ad un'opera che ritengono inutile per il loro territorio.
Immaginerei il contrario. Viste le promesse di compensazioni mitigazioni, armonizzazioni, accompagnamento delle opere, mi aspetterei che tutte le amministrazioni locali dicessero: "Sì, facciamola, mi risolvono il problema del bilancio, per dieci anni posso fare il Sindaco e l'amministratore locale andando a spendere e spargere soldi in giro perch ci saranno ricadute, compensazioni, mitigazioni e quant'altro". Invece no Assessore Bonino.
Non solo una buona parte, anzi la maggioranza della popolazione della Val di Susa (non della Val Sangone, che è stata accorpata alla Val di Susa) è nettamente contraria. Addirittura la Comunità montana è contraria addirittura gli amministratori del Partito Democratico che a Torino e a Roma sono favorevoli all'Alta Velocità, a livello locale sono contrari.
un dato che va analizzato al di là della protervia della politica che siede lontano dai territori e che vede con poco interesse le dinamiche locali, nonostante qui dovremmo avere i campioni dell'attenzione al territorio e al localismo. Mi aspetterei da questa Giunta un'attenzione maggiore alle problematiche e alle preoccupazioni che arrivano da tutti i territori, se è vero che vogliamo prestare attenzione al territorio, alla base, al localismo.
Proprio per il discorso che ho fatto sulle compensazioni, dalle altre parti vediamo che invece - mi viene in mente l'esempio dell'inceneritore di Torino - le compensazioni sono state favorevolmente accolte da molte amministrazioni locali, forse perché c'è stata meno partecipazione a livello metropolitano - sappiamo che è così - meno partecipazione da parte dei cittadini che vivono meno il territorio e lo considerano più come uno spazio da usare, più come uno spazio sociale in cui costruire una collettività e una rete in cui avere una propria identità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Mi ripeto dicendo che anche su questo emendamento è veramente molto difficile non essere d'accordo.
Prima accennavo al concetto dell'indoramento della pillola legato alla compensazione e al vantaggio che in qualche modo verrebbe indotto surrettiziamente rispetto a queste problematiche.
Se da un po' di tempo un certo tipo di amministrazione e un certo tipo di politica a livello regionale o nazionale si battono per la realizzazione di quest'opera, adducendo motivazioni contrarie a quelle addotte da ricerche di cittadini e di studiosi titolati su queste tematiche, diventa poco sostenibile riconoscere - o forse quanto meno è anche vero che e questo tipo di motivazioni sono state assunte molto tempo dopo che sono state proposte - e sostenere che ci deve essere un riconoscimento di mitigazione e di compensazione.
Questo per una questione - non vorrei usare una parola troppo grossa di coerenza, perché se davvero quest'opera viene vista da tempo come un toccasana importante per molte problematiche, non vedo la ragione che sta dietro al riconoscimento finale, finalmente arrivato, di problematiche che invece sarebbero indotte da quest'opera, con la corsa a creare compensazioni e ricompense per il territorio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Biolé.
Emendamento rubricato n. 34) presentato dal Consigliere Bono: all'articolo 1, comma 1 i termini "operando, altresì" vanno sostituiti con i termini "procedendo, altresì".
Emendamento rubricato n. 35) presentato dal Consigliere Bono: all'articolo 1, comma 1 i termini "operando, altresì" vanno sostituiti con i termini "proseguendo, altresì".
Emendamento rubricato n. 36) presentato dal Consigliere Bono: al comma 1 all'articolo 1, comma 1 i termini "operando, altresì" vanno sostituiti con i termini "attivandosi, altresì".
Emendamento rubricato n. 37) presentato dal Consigliere Bono: all'articolo 1, comma 1 i termini "operando, altresì" vanno sostituiti con i termini "impegnandosi, altresì".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sempre andando avanti nel discorso sembra abbastanza logico che si stava facendo riferimento all'utilità delle compensazioni nel caso in cui una comunità sia attiva, partecipe e informata.
In questo caso le compensazioni servono, come ho detto, per acquisire un consenso, ma un consenso non partecipativo, cooptato, un consenso ad arte che si basa più sulla visione economica che su quella tecnica o dell'utilità, quindi non sulla visione complessiva di un'opera. Ovviamente sappiamo che la società va nella direzione della cosiddetta "dittatura dell'economico", cioè che tutto viene valutato in base al valore, al costo economico, al controvalore e alla contropartita. In questo caso, ci troviamo, purtroppo per la Giunta e per i partiti che vogliono, fortemente vogliono, questa grande opera (poi, cercheremo di capire perché la vogliono così grandemente) di fronte ad un comunità attiva, che si informa e partecipa.
Infatti, penso che l'Assessore Bonino, che se non sbaglio risiede proprio in Alta Val Susa, conosce abbastanza i valsusini. Assessore Bonino magari conosce l'indole tenace di quella gente, la stessa che traspare ricordando le vicende della Resistenza. Si tratta di gente che, come quella di altre valli alpine, è tenace nel voler difendere un ideale che ha basi e motivazioni non surrettizie, non solo semplicemente di difesa del proprio orticello (quindi, "nimby", come si suol dire).
Abbiamo a che fare con persone che hanno pienamente contezza di quello che fanno e di quello che dicono e, come ho già detto, hanno avuto vent'anni di tempo per studiare quest'opera. Continuo a ribadire che i tecnici a disposizione delle Comunità montane e i comitati e i tecnici che studiano l'opera sono a un livello probabilmente superiore ai tecnici della Regione Piemonte o dal Ministero che finora ho sentito: architetti osservatori e non osservatori.
Quindi, la questione tecnica è un nodo assolutamente non risolto.
Qualora dal punto di vista tecnico ci verrà dimostrato che i tecnici e gli studi che contestano l'opera si sbagliano, ne prenderemo atto e valuteremo che l'opera "s'ha da fare". Assessore Bonino, a quel punto quelle compensazioni che, come immagino, i sindaci respingeranno al mittente perché non intendono approfittarsi delle tasse e della finanza pubblica probabilmente verrebbero utilizzate per compensare, mitigare e accompagnare quest'opera utilissima.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Invito nuovamente i colleghi ad attenersi, per cortesia, visto che dobbiamo svolgere lavori intensi, al rigoroso rispetto dei tempi assegnati.
La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Torno a indicare, non perché immagino che i colleghi non conoscono questi dati, ma perché credo sia importante approfondire, rileggere e rivalutare, anche i dati di tipo economico e di costo.
Prima si parlava della realizzazione in sé delle opere civili che comportano una spesa di circa 250 milioni per chilometro. Poi, abbiamo verificato che, anche in quel caso, sempre da dati non miei, ma appresi che 50 milioni saranno destinati per le maestranze da assumere per la realizzazione di quest'opera, ma i costi non finiscono qui.
Non finiscono qui, perché non dobbiamo dimenticare il costo non prevedibile per il completamento del corridoio Est-Ovest di cui si parlava prima, anche nell'ipotesi di una realizzazione molto solerte e veloce di questa tratta. Sull'opportunità del corridoio è stato detto tutto e il contrario di tutto, ma se dovesse essere rappresentato dal punto di vista geometrico non sarebbe una linea continua, ma una linea tratteggiata molto irregolare.
Ci sono comunque delle parti mancanti anche nel nostro Paese. Si parla già da qualche mese di un altro investimento di quasi 30 miliardi come primo preventivo per completare la sola tratta italiana.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Biolé.
Emendamento rubricato n. 38) presentato dal Consigliere Bono: all'articolo 1, comma 1 i termini "per armonizzare" vanno sostituiti con i termini "per equilibrare".
Emendamento rubricato n. 39) presentato dal Consigliere Bono: all'articolo 1, comma 1 i termini "per armonizzare" vanno sostituiti con i termini "per bilanciare".
Emendamento rubricato n. 40) presentato dal Consigliere Bono: al comma 1 all'articolo 1, comma 1 i termini "per armonizzare" vanno sostituiti con i termini "per coordinare".
Emendamento rubricato n. 41) presentato dal Consigliere Bono: all'articolo 1, comma 1 i termini "per armonizzare" vanno sostituiti con i termini "per integrare".
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Andando avanti con il discorso che facevo prima, sono pienamente convinto della fierezza delle Amministrazioni locali e dei cittadini che ovviamente sono stati eletti come rappresentati del territorio, su un nodo gordiano e fondamentale come l'Alta Velocità Torino-Lione, che attraversa tutta la Valle. Sono altrettanto certo che le Amministrazioni locali non vorranno queste compensazioni, Assessore Bonino, per cui le chiedo di eliminare questo termine.
Sappiamo tutti che il danno c'è - lo sanno tutti - ma, ovviamente, non possiamo dirlo in politichese; quantomeno, usiamo "opere di mitigazione".
Le chiedo di espungere dal testo le parole "compensazione del progetto", perché le Amministrazioni locali non accetteranno mai questi soldi; anzi, lo ritengono - io per primo - un oltraggio, anche per i contribuenti che pagano le tasse e che vedono, come al solito, sperperare il denaro pubblico. Del resto, lo vediamo tutti i giorni, per cui non è cambiato nulla da Tangentopoli: i soldi vengono sprecati; qualche Amministratore - forse più di "qualche" - ne fa un utilizzo privatistico i partiti, poi, incamerano quella truffa nazionale rappresentata dai rimborsi elettorali; anche in questo caso, si configura come un uso "ad castam" o partitocratico. A mio avviso, anche i partiti sono diventati oramai una sorta di "associazione privatistica", quasi delle società per azioni, per cui questo concetto sicuramente va esteso.
Le Amministrazioni locali non prenderanno questi soldi, quindi eliminiamo questa parte del testo, scordiamocela. Come ripeto, è un oltraggio per i contribuenti, ma anche per le Amministrazione locali che vogliono realmente difendere il territorio e tutta l'Italia.
Magari tra cinquant'anni - visto che, non si sa come mai, l'Unità d'Italia la festeggiamo una volta ogni 150 anni! - ricorderemo l'impegno e il sacrificio delle Amministrazioni e dei cittadini valsusini nel difendere 20 miliardi di euro dei nostri soldi dallo spreco che la politica vuole fare.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Prima di cedere la parola al collega Biolé, visto che si è fatto riferimento al fatto di festeggiare l'Unità di Italia ogni 150 anni, vi informo che è pervenuta un'Ansa secondo la quale al Senato della Repubblica è stato accolto un emendamento per istituire la festa ogni anno. Magari le può servire nel prosieguo della discussione.
Prego, Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie Presidente, anche per queste notizie in tempo reale.
Stavamo parlando, dunque, di costi aggiuntivi. Noi sappiamo (non direttamente noi, ma gli studiosi del settore, che dispongono di dati piuttosto certi) che il solo tunnel, che è il tratto basilare, avrà dei costi veramente molto alti, ma di manutenzione. Il che significa che non saranno costi una tantum, ma saranno spese da sostenere per tutta la durata dell'operatività dell'opera stessa.
Chiaramente, incidono fortemente le spese di raffreddamento del tunnel perché passando ad una certa profondità è necessario mantenere la temperatura costante, così come prevedono particolari norme, a 32 gradi.
Chi ha proposto, studiato e rivisto negli anni quelle che sono le previsioni, parla di 65 milioni di euro solo per questo, per ogni anno di operatività della galleria. Anche in questo caso, quindi, andiamo a scomodare cifre veramente cospicue, che vanno a sommarsi alle risorse già enormi che servirebbero per la realizzazione dell'opera. Questo risultato è stato calcolato in base a dati relativi ad opere analoghe: il costo annuale di gestione si aggira su una percentuale del 3,2 dell'investimento (chiaramente, sono sempre dati che riporto, per cui non sono "nostri", ma li dobbiamo comunque tenere in considerazione perché sono patrimonio di tutti, da cui non possiamo prescindere).



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Emendamento rubricato n. 42) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1 i termini "le opere" vanno sostituiti con i termini "le azioni".
Emendamento rubricato n. 43) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1 i termini "le opere" vanno sostituiti con i termini "le iniziative".
Emendamento rubricato n. 44) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 1 i termini "le opere" vanno sostituiti con i termini "le attività".
La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Prendo atto con interesse e soddisfazione della notizia che lei ha testé fornito. Come avevo precisato nel mio intervento, infatti, non capivo perché, in effetti, si dovesse festeggiare l'Unità d'Italia solo ogni 150 anni. Se dunque è confermata l'ansa che ha appena letto prendiamo atto che d'ora in poi festeggeremo tutti gli anni. Ben venga! Spero solo che non crei difficoltà ad alcuna forza politica. Tornando alla nostra discussione, probabilmente fra vent'anni (non dico più cinquant'anni!) ci sarà un ulteriore festeggiamento. Uso la cifra di "venti" proprio perché coincide con il costo, in miliardi, dell'opera, che aleggiano appunto intorno ai 20, ma anche al fatto che i cantieri dell'opera vera e propria (quindi non della discenderia e del tunnel geognostico di Chiomonte, che, stando alle stime, dovrebbero iniziare a giugno, ma si sa che i lavori sono rinviati da anni sine die, perlomeno lo spero) dovrebbero partire nel 2013 e proseguire per almeno dieci anni. Mi auguro, ovviamente, che non accada, ma tendenzialmente in Italia i tempi dei cantieri si allungano, per cui vent'anni è una stima ottimistica per pensare a quelle che saranno le ricadute vantaggiose - e sottolineo "vantaggiose" - per il territorio.
Rinnovo quindi l'invito alla Giunta a presentare un proprio emendamento neanche ad accogliere i nostri, che magari sono tanti e si intersecano l'uno con l'altro - per eliminare la parte relativa alle compensazioni perché rappresentano un costo aggiuntivo che tante Amministrazioni locali non vogliono. Non vorrei neanche che poi si facesse un discorso del tipo: "Le compensazioni le do solo alle Amministrazioni che adesso sono favorevoli", posto che, magari, fra un anno o due, si rinnoveranno i Consigli comunali e quelli nuovi non saranno tanto favorevoli; bisognerà vedere.
Mi auguro che non si faccia mai un discorso di parte... non dico di parte politica, perché in questo caso supera le parti politiche canoniche cioè della politica romana o torinese, ma di parte... perdonatemi, non dico di buonsenso, perché potrebbe sembrare offensivo, ma di una parte che ha approfondito dal punto di vista tecnico l'argomento, e di una parte che, invece, non l'ha approfondito e dice comunque: "Sì, l'opera è utile l'opera porta lavoro; l'opera è vantaggiosa; l'opera ha un suo perché, una sua domanda di trasporto passeggeri e merci".
Chiediamo, quindi, di toglierla per tutte le parti che sono interessate dall'opera, ma anche per Torino città, perché non vorrei mai che venisse sfruttato questo particolare per dare una mano a chi ha indebitato Torino fino al collo, così come sarà per l'inceneritore di Torino.
Non si può pensare che la politica faccia delle scelte insensate per coprire le colpe e i danni causati dagli Amministratori precedenti.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Si è già accennato al fatto che le risorse, in generale e universalmente, non sono infinite, soprattutto in contingenze come quella presente in cui davvero è veramente molto delicato utilizzare somme di questo tipo per opere che non danno garanzia - perché in questo caso assolutamente non la danno - di un vantaggio nel futuro.
Come già detto prima, i fondi - sia quelli di realizzazione, sia quelli per pagare gli stipendi dell'occupazione indotta per quest'opera - sono chiaramente tanti e penso non sia così difficile (o non sarebbe così difficile) ipotizzare un utilizzo diverso: un utilizzo di diverso tipo magari negli stessi settori - nel settore dell'occupazione e dei benefici per le piccole aziende, che possono essere della Valle oppure piemontesi in generale - che possa dare dei vantaggi. Questi, infatti, sono in ogni caso soldi sottratti ad altro tipo di interventi.
Già con i primissimi finanziamenti necessari per la prima opera imprescindibile rispetto al progetto - e cioè il tunnel geognostico di Chiomonte - si è cominciato a prelevare dei fondi che erano destinati ad altri capitoli a livello nazionale: per esempio la messa in sicurezza delle scuole oppure l'opera di risanamento ambientale e di innovazione tecnologica. Andiamo quindi verso un'insostenibilità di questi costi anche perché prelevati ad interventi assolutamente primari e principali a cui non dovrebbero essere sottratti.
stato calcolato che, sulla base dei preventivi esistenti in questo momento, ogni famiglia media (o forse un po' sopra la media) italiana di quattro persone avrà una spesa totale, espressamente per quest'opera di Alta Velocità Torino-Lione, di 1.300 euro: si tratta di un altro dato che secondo me, dovrebbe far riflettere.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Emendamento rubricato n. 4) presentato dal Consigliere Bono: all'art. 1 comma 1 vanno eliminate le parole "e compensazione".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo è l'emendamento che ho preannunciato da ormai un'oretta ed è l'emendamento abrogativo n. 4) anche se, essendo tutti messi un po' alla rinfusa, risulta uno degli ultimi all'articolo 1: si prefigge di abrogare proprio la parola "compensazione".
Mi rivolgo all'Assessore Bonino e anche a lei, Assessore Quaglia, come responsabile del bilancio: anche se non compete al livello della Regione ma a quello statale, mi rivolgo a lei proprio per consigliare alla sua collega Bonino di togliere questa parte relativa alla compensazione. Si tratta infatti veramente di un meccanismo che oserei definire anche un po' feudale se mi permettete il termine - con cui la casta, il feudatario, il "nobilotto" concede un minimo di denaro alle popolazioni vessate a livello locale per mantenere il consenso, il silenzio, l'assenso.
un modo per dire: visto che già avete poco - si dice al livello delle Amministrazioni locali (quindi dei rappresentanti dei Comuni, che rispetto ai rappresentanti in Regione o a Roma, hanno poco potere e anche poca possibilità di incidere veramente sul territorio), vi diamo queste compensazioni e pari e patta. Date le compensazioni, quindi, finiti tutti i problemi che ci possono essere sul progetto definitivo: non guardatelo neanche il progetto definitivo! Sappiamo che purtroppo - e per questo il Movimento 5 Stelle spesso parla di fusione e di accorpamento di Comuni - a volte piccoli Comuni non hanno tempo, magari, di studiare bene i loro piani regolatori, o quelli che saranno gli ampliamenti derivanti dal Piano casa dell'Assessore Cavallera o le possibilità per il privato di abbattere e ricostruire gli edifici con un bonus volumetrico del 50%; figuriamoci di studiare un progetto di ambito sovrannazionale da parte di Amministratori comunali che - non come noi Consiglieri che percepiamo (anche il Movimento 5 Stelle percepisce ovviamente sul conto-progetto) 8.000 (e qualcuno anche di più, 10.000, 15 mila) euro al mese - percepiscono 100, 150 euro al mese e che quindi non possono fare quello tutto il giorno! Assessore Bonino, questi Amministratori non possono mettersi a studiare il progetto definitivo dell'Alta Velocità. Ci devono essere dei tecnici un'Autorità, come ho già detto in altri casi - indipendenti che spieghino direttamente i dettagli affinché non si faccia propaganda politica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Mi veniva in mente, rileggendo questa legge, anche un'altra questione correggetemi se sbaglio. A quanto ne so, in Italia - o comunque commissionato da italiani - non è mai stato fatto uno studio globale di verifica e di perizia sull'Alta Velocità Torino-Lione. Questa è una lacuna direi abbastanza importante. Se si sa che tutte queste risorse dovrebbero essere spese per la realizzazione, infatti, non vedo motivo per cui non si faccia una vera e propria perizia tecnica, che vada ad analizzare tutti i vari punti con minuzia di dettagli e con risultati che possano suggerire eventuali variazioni ed eventuali modifiche sostanziali in corso, od eventualmente anche la modifica più importante che sarebbe quella di non realizzare interamente l'opera. Magari è una mia lacuna, ma non ho trovato nulla di così dettagliato di una perizia su quest'opera.
Le uniche due che abbiamo sono quelle che nascono in Francia: una commissionata a fine anni '90, poi un'altra successiva sui grandi progetti ferroviari, commissionata dal Governo francese a "Ponts et Chaussée" e presentata a metà degli anni 2000. Penso però in ogni caso che la mia domanda non possa avere una risposta certa.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Biolé.
Emendamento rubricato n. 45) presentato dal Consigliere Bono: all'art. 1 comma 1 i termini "del progetto" vanno sostituiti con i termini "del piano di lavoro".
Emendamento rubricato n. 46) presentato dal Consigliere Bono: all'art. 1 comma 1 i termini "del progetto" vanno sostituiti con i termini "del programma dei lavori".
Emendamento rubricato n. 47) presentato dal Consigliere Bono: all'art. 1 comma 1 i termini "di accompagnamento" vanno sostituiti con i termini "di completamento".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione congiunta.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Mi sembra di avere spiegato in modo esaustivo - mi auguro - per l'Assessore, le motivazioni che stanno dietro alla messe emendativa che abbiamo presentato all'articolo 1, per quanto riguarda sia la questione della compensazione sia il discorso del conflitto in termini, come spesso abbiamo visto, tra rendere vantaggioso e mitigare.
Non so se si accetta un minimo di revisione - lo dico quasi per gli interessi della Giunta e di chi voterà favorevolmente questo disegno di legge - per riuscire ad approvare e fare quella Pubblicità Progresso, di cui si diceva precedentemente, in maniera migliore, con questo primo articolo che forse è proprio la presentazione dell'articolato.
vero che c'è la crisi lavorativa, ancorché la crisi economica, e pertanto qualcuno potrebbe leggere questo provvedimento con un giubilo, ma mi auguro che non si voglia speculare, da parte della politica, sulla crisi lavorativa.
Nel momento in cui le persone sono più deboli, chi è in una posizione di forza e sicurezza può permettersi di speculare - mi limito a dire così per bon ton, finché siamo in Aula, ovviamente - sulle condizioni di difficoltà in cui versa buona parte del Piemonte, soprattutto in una valle come la Val di Susa, che ha delle difficoltà economiche maggiori rispetto alla pianura e all'aggregato metropolitano di Torino.
Non vorrei che con questo disegno di legge si andasse in quest'ottica quindi tenderei a limare qualunque possibile incomprensione e a limitare la parte propagandistica del disegno di legge, per far sì che non sia male interpretato e che magari un domani vengano a chiederci come mai quei posti di lavoro millantati non ci sono.
un po' come ho sentito l'altro giorno relativamente alla base che dovrebbe costruire gli F35 a Cameri, in provincia di Novara, dove il Presidente Cota millantava migliaia di posti di lavoro e in realtà si sono risolti con un centinaio di posti, a meno che una parte della politica non pensi alla logica della "shock economy", come diceva Naomi Klein, ovvero la logica della ricostruzione: "Vado a fare guerra in un Paese e poi, con la ricostruzione, grazie alle aziende che fanno ricostruzione nei Paesi in cui c'è stata la guerra, si può pensare di far ripartire l'economia".
Lungi da me, però, pensare un concetto tanto negativo della politica internazionale.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
La mia domanda precedente è sicuramente metaforica, ma non troppo, nel senso che qualunque dei presenti sia in grado di indicarmi una vera perizia dettagliata e autorevole, commissionata a livello italiano, tolti quelli che possono essere stati degli studi specifici su parti, settori e questioni minute del progetto, è benvenuto, anzi la leggeremo con molta attenzione.
Il primo rapporto - dicevamo - è quello francese di fine anni '90 che in alcune parti, è ancora abbastanza attuale, soprattutto nelle parti in cui ci si accorge e si comunica che è difficile riuscire a verificare il vantaggio di intraprendere un cantiere di un nuovo traforo o di una nuova linea di questa importanza, attraverso le Alpi, senza che ci sia una stabilizzazione di tutta l'evoluzione del contesto internazionale, in Svizzera e in Austria.
Noi abbiamo visto questi dati - e ne abbiamo parlato la settimana in cui abbiamo trattato la discussione generale sulla legge - che non danno assolutamente per certa la costanza di trasporto, di oggetti, di merci trasportate e di passaggi che sono numericamente in via di diminuzione.
E questo argomento è ancora attuale.
Il "Train Grande Vitesse", l'autostrada ferroviaria sulla Torino-Lione che è poi la ragione da cui parte questo tipo di progetto, non era presentata come una priorità, proprio per questo andamento altalenante del contesto dell'evoluzione internazionale e dei valichi con Svizzera e Austria.
Non era, dunque, considerata una priorità. Attualmente, anche noi continuiamo a non ritenerla tale, anzi la consideriamo portatrice di danni che purtroppo saranno irreversibili.
Quello studio, invece, prevedeva e consigliava di intervenire su quelle che possono essere le pecche o le mancanze della linea esistente, di cui abbiamo già parlato in altri contesti e nella discussione di altri emendamenti, che rimane comunque sottoutilizzata.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Emendamento rubricato n. 5) presentato dal Consigliere Bono: all'articolo 1, comma 1, al termine vanno aggiunte le parole "fermo restando la possibilità di una opzione zero, in caso di una constatazione di un'analisi costi-benefici non positiva".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
I fondamentali interventi che abbiamo portato all'articolo 1 sono: l'eliminazione della parola "compensazione" - e non mi dilungherò oltre - e l'aggiunta, con l'emendamento n. 5), delle parole "fermo restando la possibilità di un'opzione zero", quindi non solo per l'Alta Capacità Torino Lione, ma per tutte le grandi infrastrutture interessate da quest'opera "in caso di constatazione di un'analisi costi-benefici non positiva".
In questo caso, ovviamente, si prevede la possibilità di tornare sulle proprie posizioni, che non è, Assessore Bonino, venire meno alla continuità amministrativa di cui si parla tanto, anche dopo la riforma Bassanini, ma è un prendere atto che si sono fatti dei banali errori previsionali e tecnici.
Possiamo capire che alcuni calcoli siano stati fatti in malafede, ma in questa seduta non vogliamo dirlo; certo è che se quei calcoli che si sono verificati già sbagliati, perché sono partiti nel 2001, dicevano che nel 2010 avremmo dovuto avere un raddoppio del tonnellaggio di merci nel transito, e invece abbiamo avuto un dimezzamento, e non per la crisi economica - e lei lo sa bene - perché è iniziata prima della crisi economica la diminuzione del transito del tonnellaggio delle merci attraverso il Fréjus, quindi un fattore 4; significa che nel TF ha sbagliato la previsione di un fattore 4: invece di avere 20 milioni di tonnellate di merci, ne abbiamo 4,6-4,7 milioni di tonnellate.
Non solo; il calcolo previsionale del transito di merci è un calcolo che geometricamente viene raffigurato da un'iperbole, da una crescita esponenziale, quindi ogni anno la crescita aumenta e non ha mai fine.
Il discorso che faceva il collega Biolé è che viviamo nella fisica, nel mondo fisico (l'avevo già detto durante la discussione sul perché dell'Alta Velocità in Italia); poi, possiamo parlare del mondo virtuale, possiamo trovarci su "Second Life", o dove vogliamo, e discutere di trasporti (penso possa essere anche interessante), ma nel mondo reale una cosa del genere non è credibile.
Qualunque tecnico del Politecnico o di qualunque altra Università di qualunque Paese, se vedesse una curva del genere presente nella realtà, si metterebbe a ridere.
La curva più credibile è una curva asintotica, ovvero una curva che tende a un limite massimo, che è il limite del massimo delle risorse che possono essere scambiate tra Lisbona e Kiev.
Concludo dicendo che un discorso del genere non può essere credibile.
Pertanto, se si chiedono da 24 a 146 milioni di tonnellate, quindi da cinque a 31,8 volte - e se l'Assessore Bonino vuole, le trasmetto questo studio. Sono i flussi attuali, quindi o non si crede a quello che c'è scritto o si sono fatti degli studi su un altro pianeta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Dell'evoluzione che può essere paragonabile a quella attuale ho parlato, mentre dirò anche qui dello studio realizzato dal Consiglio generale francese a metà degli anni 2000. La stroncatura di questa opera sotto vari punti di vista, è ancora più netta rispetto a quella che c'è sotto forma di dubbi molto pesanti nella prima perizia, quella della fine anni '90. Le proiezioni presentate da LTF vengono giudicate inattendibili.
Si rileva che la capacità di trasporto dei nuovi itinerari svizzeri si collocherà tra 40 e 65 milioni di tonnellate all'anno e che saranno in netta concorrenza con gli itinerari francesi.
Attraverso delle simulazioni questo studio - ricordo anche quello francese - conclude che nell'orizzonte che potrebbe essere quello ventennale - per cercare di dare una contestualizzazione temporale, per il 2023, e negli anni immediatamente successivi alla sua presentazione questo studio è stato confermato dalla realtà - prospetta che passerà un traffico nettamente inferiore a quello che è passato di recente e che l'Alta Velocità Lione-Torino sarà assolutamente ininfluente. Al massimo, potrà riuscire a catturare un traffico che sarebbe transitato non per il tunnel autostradale del Frejus e del Monte Bianco, ma attraverso le ferrovie.



PRESIDENTE

Apriamo la discussione generale sul blocco degli emendamenti e sull'articolo 1.
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Lo sforzo che alcuni Consiglieri hanno fatto di produrre una correzione letteraria, ma non formale dell'articolo 1, è il segno e il simbolo della complessità con la quale gli argomenti che produrremo nella discussione complessiva del disegno di legge tende a sottolineare i due elementi che in Commissione abbiamo affrontato.
Da un lato, la non autosufficienza di questo disegno di legge rispetto alle fonti giuridiche. Si vuole mutuare nella legislazione regionale una legislazione di carattere europeo, senza che questa sia stata assunta metabolizzata, normata ed articolata dal legislatore italiano.
Si potrebbe dire che c'è un salto di volontà, un buttare il cuore oltre l'ostacolo, un volere far diventare il Piemonte una dimensione laboratorio e che quindi si voglia procedere anche in carenza di legislazione nazionale per dimostrare la praticabilità.
La seconda questione. Il tema è che in tutto l'articolato della legge non si rende praticabile alcuno dei principi che sono annunciati.
Semplicemente si fa riferimento alla necessità di premettere questo elenco di intenzioni ai fini di accompagnare l'intervento strutturale ed infrastrutturale sulla Torino-Lione.
quindi necessario che il Consiglio regionale decida quale obiettivo vuole percorrere; se vuole percorrere l'obiettivo di una legge generale sull'accompagnamento alle grandi opere, si confronti nel merito degli emendamenti presentati dai Consiglieri, che tendono a rendere evidente il vacuum di questa normativa e a cercare di rendere esplicite le contraddizioni affinché si possa fare in futuro un buon lavoro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Mi pare che nelle varie esposizioni e nelle varie spiegazioni degli emendamenti ci sia stata la possibilità di inserire alcuni dubbi e alcuni spunti interessanti per tutti i Consiglieri, anche perché si tratta di un qualcosa che può, di fatto, compromettere da punti di vista diversi dal nostro in modo positivo e dal nostro punto di vista in modo molto negativo l'organizzazione, l'ambiente, il contesto e tutto quello che concerne la nostra regione.
Nel merito di diversi di questi emendamenti si va a verificare e a contestare, o comunque a cercare di correggere semplicemente quelli che sono dei termini che la realtà ci indica non corretti e non consoni a quella che è l'evoluzione della situazione.
Queste mitigazioni e queste compensazioni - lo diceva anche prima il collega Bono - non sono assolutamente volute, e di questo dobbiamo parlare.
In un momento in cui sappiamo quanto sia delicato il bilancio della Regione e anche quanto sia delicato soprattutto il bilancio nazionale, risorse non richieste, assunte in qualche modo come un contentino e un indoramento della pillola, andrebbero altamente e dettagliatamente valutate, prima di essere inserite in una proposta di legge di un Consiglio regionale importante come quello piemontese.
Questo è un po' il riassunto di quello che abbiamo evidenziato nella discussione dei vari emendamenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Senza aggiungere altro a quanto detto dal collega Biolé, solo per puntualizzare che nell'articolo 1, che rappresenta le finalità della legge si scrive il nocciolo della legge stessa.
Su questo era giusto prestare attenzione da parte del Consiglio e da parte dell'Assessore, che ringrazio di essere in aula.
Si tratta di tematiche che ovviamente ci vedono su posizioni fortemente discordanti. Ci mancherebbe, perché fa parte della dialettica politica sana e sacrosanta. Il problema sta quando nella dialettica politica vi è da una parte una loquacità eccessiva e dall'altra parte un muro di silenzio e di sordità.
Vedrò se l'Assessore Bonino intende un minimo rispondere, però penso che gli argomenti che abbiamo portato siano argomenti di sostanza e non semplicemente di forma o di ostruzionismo.
Riteniamo quindi che le tematiche importanti vadano prese in considerazione, soprattutto in quanto si ascrivono in un contesto di livello locale che avrà ripercussioni sul modo di fare e il modo di intendere la politica a livello nazionale e per molto, molto tempo, perch quello che è avvenuto a Venaus nel 2005 credo avverrà a Chiomonte-La Maddalena nel 2011, mi auguro entro i limiti di un confronto dialettico e politico, senza ripresentare una cronaca di scontri. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non essendoci ulteriori interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
In relazione all'articolo 1 e all'intero blocco emendativo chiedo se ci sono dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Signor Presidente, il Gruppo regionale del Partito Democratico, che sin dall'inizio, ha espresso un giudizio positivo rispetto a questo disegno di legge, intende votare contro gli emendamenti presentati.
Parteciperemo alla votazione di due emendamenti, soprattutto per rendere palese ed evidente all'Aula e all'opinione pubblica piemontese un dato: su un disegno di legge rispetto al quale, qualche settimana fa, ho sentito il Consigliere Angeleri invocare grande impegno e grande concretezza da parte della maggioranza, quest'ultima si è squagliata, non esiste fisicamente in quest'aula.



(Commenti del Consigliere Motta Massimiliano)



RESCHIGNA Aldo

Dalle mie parti dicono: "Ghigna, che la mamma ha fatto i gnocchi"!



(Commenti del Consigliere Motta Massimiliano)



PRESIDENTE

Consigliere Motta Massimiliano, prego! Prosegua, Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Fossi in te sarei un po' più preoccupato.
La realtà vera è un'altra: tutte le volte che questo Consiglio regionale è chiamato ad affrontare provvedimenti importanti, la prima a dimostrare di non credere a questi provvedimenti è la maggioranza, che dovrebbe avere questa responsabilità.
Svolgete le vostre riflessioni, perché in questo cammino - lungo tortuoso e difficile - non ci sono solamente provvedimenti che questo Gruppo condivide, ma con questo voto vuole anche manifestare una coerenza di atteggiamento rispetto a fatti che considera importanti per il futuro dell'economia piemontese.
Questa maggioranza, ancora una volta, ha dimostrato la sua inconsistenza politica e la sua assoluta mancanza di convinzione rispetto anche agli obblighi che un Governo regionale dovrebbe determinare. Al vostro posto, farei una bella riflessione, perché è inutile che vengano invocate priorità sui provvedimenti.
Nei confronti dei colleghi dell'opposizione che, per tutto il pomeriggio, hanno sostenuto anche un'attività ostruzionistica, sulla base di loro convinzioni, esprimo rispetto fino in fondo, ma non è ai colleghi dell'opposizione che occorre richiedere responsabilità: è chi ha il dovere di governare che deve dimostrare la responsabilità, ogni giorno, su ogni provvedimento, soprattutto su quei provvedimenti che questa maggioranza considera strategici e rilevanti.
deprimente il livello di partecipazione che oggi si percepisce osservando fisicamente la parte che è occupata dai gruppi di maggioranza, è assolutamente deprimente! Se volete, un Gruppo regionale come il Partito Democratico, che non ha responsabilità di governo, oggi pomeriggio, sta garantendo in quest'aula un numero di presenze, in termini di Consiglieri molto più forte e molto più consistente rispetto a chi dovrebbe essere qui dalla mattina alla sera a manifestare la propria convinzione rispetto ai provvedimenti che vuole portare avanti. Queste sono le semplicissime considerazioni che mi permetto di fare.
Noi parteciperemo al voto di due emendamenti, poi chiederemo a lei di prendere atto della situazione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Noi, ovviamente, respingiamo i due blocchi di emendamenti che sono stati proposti. Peraltro, essendo anche persone serie, ammettiamo che oggi, non diamo sicuramente un bell'esempio con l'assenza di alcuni Consiglieri di maggioranza, in particolare del nostro Gruppo, che stranamente, sono assenti. È grave che questo sia avvenuto; probabilmente qualcuno che si ritiene tanto intelligente, o che viene ritenuto tale, non lo è così tanto, perché mette a rischio o rallenta la procedura di un provvedimento così tanto atteso dalla comunità piemontese.
Proprio per questo, chiediamo l'appello nominale, per verificare le assenze nel nostro Gruppo.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Intervengo per dichiarare il voto favorevole del Gruppo della Federazione della Sinistra, ovviamente, ai propri emendamenti, ma anche a quelli presentati dai colleghi del Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle.
Devo dire che la fatica di costruzione e, poi, di illustrazione degli emendamenti da parte di coloro che li hanno presentati è stato un tentativo generoso di scalfire un muro che all'interno di quest'aula si è costituito ed è un muro che riceve supporti trasversali da parte del PD e dell'attuale maggioranza regionale - che ha come obiettivo - lo abbiamo detto fin dalla presentazione in Commissione - non tanto l'approvazione di una legge di principi generali, bensì l'accreditamento di presunti vantaggi e compensazioni rispetto alla realizzazione della TAV.
Ritengo che la fermezza di chi è favorevole, a cui si contrappone altrettanta fermezza da parte di chi continua a sostenere l'opzione "zero" meriterebbe, però, almeno da parte della maggioranza e della Giunta un'attenzione maggiore rispetto a questioni che dovrebbero essere vicine alla sensibilità trasversale.
Abbiamo cominciato la nostra giornata con il rifiuto a maggioranza da parte del Consiglio regionale di conoscere gli elementi sui quali si fonda la ricerca della Commissione sanità della Comunità montana - quindi, ci siamo rifiutati di confrontarci con le preoccupazioni scientifiche della popolazione e dei propri esperti - e, poi, vogliamo approvare in quest'Aula una legge che si fonda sul coinvolgimento strutturale delle popolazioni interessate?



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Goffi per dichiarazione di voto.



GOFFI Alberto

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per ribadire, dopo gli interventi, che anche il Gruppo dell'UDC, per senso di responsabilità, parteciperà a queste votazioni ovviamente respingendo questi emendamenti, esprimendo apprezzamento per l'intervento del Consigliere Pedrale. Però, nel momento in cui sentiamo tutti il clima pre-elettorale, è bene che questo appello nominale con le assenze, che ha redarguito anche l'opposizione negli ultimi interventi, sia reso pubblico, perché è importante che i cittadini conoscano chi effettivamente, in quest'aula, fa parole e, poi, al momento del voto risulta essere assente, relativamente ad un provvedimento che è diventato il cartello elettorale - piaccia o meno - di entrambi gli schieramenti e che, purtroppo, tiene banco, ormai, da troppi anni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere per dichiarazione di voto.



PONSO Tullio

Grazie, signor Presidente. e le rivolgo un augurio di celere guarigione.
Per quanto riguarda la dichiarazione di voto, ovviamente, sono favorevole agli emendamenti di cui sono anche firmatario e annuncio che voterò a favore degli emendamenti del Movimento 5 Stelle.
Condivido l'intervento del collega Goffi circa l'assenza di determinati Consiglieri e chiedo vivamente che la stessa sia resa pubblica, perch data l'importanza di questo dibattito, è vergognosa questa assenza, dal punto di vista della maggioranza, di coloro che rappresentano l'esecutivo in questa Regione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Dichiaro, ovviamente, il voto favorevole rispetto agli emendamenti presentati dal Gruppo che rappresento.
Sia il sottoscritto che il Consigliere Bono siamo stati firmatari degli emendamenti del Gruppo della Federazione della Sinistra, quindi ribadisco il voto favorevole anche a questi emendamenti.
Non mi interessa commentare la dichiarazione, che peraltro ritengo responsabile, del Capogruppo del Popolo della Libertà. Di sicuro ad un provvedimento così importante per chi è favorevole alla realizzazione dell'opera, si renderebbe giustizia con una partecipazione e presenza un po' più cospicua e numerosa dei Consiglieri di maggioranza.
chiaro che da questa presenza dipenderà la possibilità di proseguire con la votazione dei vari emendamenti.
Dichiaro voto negativo all'articolo 1.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Biolé.
Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 Consiglieri votanti 32 Consiglieri hanno votato SÌ 4 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SÌ 4 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale l'Assessore Bonino, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SÌ 4 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.


Argomento: Nomine

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 7) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: "Fondazione ARTEA" - Collegio dei Revisori dei Conti - nomina 1 membro effettivo. Fondazione Museo del Territorio Biellese - Nomina di un Sindaco del Collegio del Revisore dei Conti Proclamo nominato, quale membro effettivo, in seno al Collegio dei Revisori dei Conti della Fondazione ARTEA, il signor Giuseppe Paonessa.
"Fondazione Museo del Territorio Biellese" - Collegio dei Revisori dei Conti - nomina 1 Sindaco Proclamo nominato, quale Sindaco, in seno al Collegio dei Revisori dei Conti della Fondazione "Museo del Territorio Biellese", il signor Maurizio Amede.
Enoteca regionale della Serra - Consiglio di amministrazione - Nomina 1 rappresentante Proclamo nominato, quale rappresentante, in seno al Consiglio di Amministrazione dell'Enoteca Regionale della Serra, il signor Fabrizio Viotto.
Enoteca regionale del Barolo - Consiglio di amministrazione - Nomina di 1 rappresentante con esperienza nel settore vitivinicolo e/o turistico.
Proclamo nominato, quale rappresentante in seno al Consiglio di Amministrazione dell'Enoteca Regionale del Barolo, il signor Sartirano Paolo.
Centro piemontese Studi Africani CSA - Consiglio di Amministrazione designazione di 2 rappresentanti.
Proclamo designati, quali rappresentanti in seno al Consiglio di Amministrazione del Centro Piemontese di Studi Africani - C.S.A., i signori Soha Guiro Ambroise e Bosio Alberto.
Centro piemontese di Studi Africani CSA - Collegio dei Revisori - Nomina di 1 revisore effettivo.
Proclamo nominato, quale Revisore effettivo in seno al Collegio dei Revisori del Centro Piemontese di Studi Africani - C.S.A., il signor Previdi Roberto.
Scuola Universitaria Interfacoltà in Scienze Motorie SUISM - Consiglio di gestione - Designazione di 1 rappresentante.
Proclamo designato, quale rappresentante in seno, al Consiglio di Gestione della Scuola Universitaria Interfacolta' in Scienze Motorie - SUISM - il signor Beccuti Matteo.
Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza Piemontese A.N.A.Bo.Ra.Pi Consiglio direttivo - Nomina di 1 rappresentante.
Proclamo nominato, quale rappresentante in seno al Consiglio Direttivo dell'Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza Piemontese A.N.A.Bo.Ra.Pi., il signor Emilio Bolla.
Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese - Collegio dei Revisore dei Conti - Nomina di 1 membro effettivo e di 1 membro supplente.
Proclamo nominati, in seno al Collegio dei Revisori dei Conti nel Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese - Vercelli, i signori Candeli Tino, quale membro effettivo, e Rovetti Mario, quale membro supplente.
Fondazione Ariodante Fabretti - Collegio dei Revisori - Nomina di 1 membro.
Proclamo nominato, quale membro in seno al Collegio dei Revisori della "Fondazione Ariodante Fabretti", il signor Dosio Roberto.
Fondazione Nuto Revelli Onlus - Consiglio di amministrazione - Nomina 1 rappresentante.
Proclamo nominato, quale rappresentante in seno al Consiglio di Amministrazione della Fondazione "Nuto Revelli" - ONLUS, il signor Macocco Stefano.
Fondazione Centro Studi sul pensiero politico L. Firpo - Consiglio di amministrazione - Designazione di due rappresentanti.
Proclamo designati, quali rappresentanti in seno al Consiglio di Amministrazione della Fondazione Centro Studi per il Pensiero Politico "L.
Firpo", i signori Accusani di Retorto e Portanova Paolo e Zambaia Sara.
Fondazione Centro Studi sul pensiero politico L. Firpo - Collegio dei Revisori - Nomina di 1 revisore.
Proclamo nominato, quale revisore in seno al Collegio dei Revisori della Fondazione centro studi sul pensiero politico "L. Firpo", il signor Borasio Fabrizio.
Comitato Consultivo regionale tecnico-scientifico in materia di ambienti acquatici e pesca - Nomina di 1 esperto in acquicoltura Proclamo nominato, quale esperto in acquacoltura in seno al Comitato consultivo regionale tecnico-scientifico in materia di ambienti acquatici e pesca, il signor Valenzano Vittorio.
Comitato regionale di coordinamento delle attività venatorie e per la tutela della fauna selvatica - Nomina di 3 esperti di cui: 1 in problemi agrari (su designazione dell'Università), 1 in zoologia (su designazione dell'Università) 1 in tipica fauna alpina



PRESIDENTE

Proclamo nominati, in seno al Comitato regionale di coordinamento delle attività venatorie e per la tutela della fauna selvatica, i seguenti esperti: Paola Terrazzi, esperta in problemi agrari, Pier Paolo Mussa esperto in zoologia e Piero Durando, esperto in tipica fauna alpina.


Argomento: Volontariato

Esame proposta di deliberazione n. 125, inerente a "Nomina componenti del Comitato regionale di gestione del fondo speciale per il volontariato presso la Regione ai sensi della legge regionale 19 agosto 1994, n. 38 (Valorizzazione e promozione del volontariato). Individuazione delle associazioni maggiormente rappresentative ai sensi della legge regionale 23 marzo 1995, n. 39 (Criteri e disciplina delle nomine ed incarichi pubblici di competenza regionale e dei rapporti tra la Regione e soggetti nominati)"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 125, iscritta all'o.d.g. nella seduta di stamani.
Viene segnalata come urgente.
Il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 125, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.56)



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