Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.88 del 15/03/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



(I lavori iniziano alle ore 14.30 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 438 presentata dal Consigliere Lepri, inerente a "Si vuole disapplicare in sanità la legge 68/99 sul diritto al lavoro delle persone disabili?"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
438, presentata dal Consigliere Lepri.
Collega Lepri, intende illustrarla?



PRESIDENTE

LEPRI Stefano (fuori microfono)



PRESIDENTE

No.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero, per la risposta.



FERRERO Caterina, Assessore alle politiche sociali

Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si riferisce quanto segue.
In analogia a quanto già peraltro avvenuto in passato, in caso di limitazioni assuntive poste dalla Regione alle Aziende Sanitarie Regionali nulla è cambiato rispetto al quadro normativo di riferimento richiamato dall'interrogante.
In particolare, si ribadisce che la deliberazione non ha posto specifici vincoli alle Aziende in materia, poiché trattasi di tipologie di assunzioni direttamente disciplinate dalla legge e, quindi, in base all'esegesi delle fonti, non unificabili con norme di rango inferiore.
Sulla base di tali considerazioni non occorre una modifica del provvedimento deliberativo richiamato, in quanto la fattispecie oggetto dell'interrogazione trova già implicitamente disciplina nell'atto stesso.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 437 presentata dal Consigliere Ronzani, inerente a "Incontro direttore regionale Sanità-ASL 12"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 437 presentata dal Consigliere Ronzani, che ha facoltà d'intervento per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Assessore Ferrero, in occasione di un incontro con le organizzazioni sindacali il nuovo Direttore dell'ASL di Biella ha annunciato che di lì a poco avrebbe incontrato l'ingegner Monferino, Direttore della Sanità regionale, al quale avrebbe sottoposto due richieste: la prima è quella di sospendere per un periodo di 18 mesi circa l'aggregazione dell'ospedale di Biella con l'ASL di Novara sulla base di quanto disposto dalla delibera regionale che giace in IV Commissione, con una motivazione che giudico condivisibile, ovvero che dovendosi completare i lavori di costruzione del nuovo ospedale, è bene che questa partita venga gestita direttamente dall'ASL. Da qui, la scelta di ritardare o di sospendere il processo di aggregazione.
La seconda richiesta era quella di derogare dal blocco delle assunzioni non soltanto del 50% previsto in determinate condizioni, ma di esaminare la possibilità di consentire un graduale processo di assunzione di personale presso l'ASL di Biella nella prospettiva dell'entrata in funzione del nuovo ospedale.
Vorrei sapere, appunto, l'esito dell'incontro e qual è l'orientamento della Giunta regionale - dell'Assessore Ferrero in particolare - su entrambe le questioni. Grazie.



PRESIDENTE

Prego, Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Gli uffici mi hanno predisposto una risposta un po' tecnica che peraltro le consegnerei, ma preferirei anticiparle qualche considerazione a latere.
Il percorso legato alla definizione della istituzione delle nuove Aziende Ospedaliere si è concluso, come lei ben sa, nella fase legata alla scelta della Giunta regionale e adesso si apre come percorso di confronto nell'ambito del Consiglio regionale, che è la sede all'interno della quale ci saranno gli approfondimenti legati a questo tema ed è la sede appropriata all'interno dalla quale si faranno le valutazioni finali.
Oggi, dunque, non sono nelle condizioni di fornire degli elementi certi dal punto di vista dei tempi di questo percorso, perché dipende ovviamente, dal dibattito che si svilupperà. Non ho partecipato alla riunione tecnica che c'é stata con il Direttore generale; immagino che il tipo di perplessità o di preoccupazione che l'Azienda ha evidenziato non sia tanto rispetto all'inopportunità di andare verso questo tipo di progetto, ma alla modalità, transitoria o meno, attraverso la quale si arrivi al progetto, tenendo anche conto che esistono una serie di percorsi burocratici che può avere più o meno senso mantenere in capo a chi si definirà.
Pertanto, la deroga dei 18 mesi non penso che sia il termine che è stato evidenziato; si è semplicemente aperta la disponibilità a valutare non solo per quanto riguarda l'ospedale di Biella, ma anche per altre realtà che in questo momento hanno esigenze di realizzazione di tutta una serie di presidi, quale sia il percorso più appropriato affinché il percorso della riforma non sia un elemento di difficoltà esecutiva rispetto alla realizzazione dell'ospedale.
Per quanto riguarda, invece, l'aspetto legato alla questione del personale, vorrei ovviamente ribadire anche in questa occasione che la delibera del personale è, per definizione, generale; pertanto, se letta e capita in modo automatico, porta ad interpretare tale delibera nel senso di "modalità attuative uguali per tutti". Noi, invece, siamo assolutamente consapevoli che questi criteri e questi vincoli generali di cui dispone il sistema regionale devono poi essere ragionati, valutati e approfonditi rispetto alle singole peculiarità delle singole Aziende. Non è il caso di Biella, ma faccio presente che in altre Aziende regionali esistono interi servizi che sono stati istituiti, per esempio, con interinali, con consulenze o con prestazioni aggiuntive. È un problema molto vasto sul quale si avvertirà necessariamente l'esigenza di fare delle considerazioni un pochino più puntuali. A tal proposito, domani è stato riconvocato il tavolo anche sindacale rispetto al quale si analizzeranno tutta una serie di meccanismi che possano permetterci di fare dei percorsi attuativi di tali delibere che possono andare nell'ordine di ottenere anche il risultato economico, ma non di compromettere i servizi sui quali ovviamente tutti siamo interessati.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 441 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Rinvio di interventi di chirurgia pediatrica su bambini con patologie di natura oncologica"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 441 presentata dalla Consigliera Artesio.
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Buongiorno, Presidente; buongiorno, Assessore.
Quando ho presentato l'interrogazione a risposta immediata il mio quesito era suddiviso in due domande.
La prima chiedeva se i fatti corrispondevano al vero. È una cautela e una prudenza che uso sempre. Non ho bisogno di ripeterle la domanda, perch l'intervista rilasciata dai familiari del caso in questione conferma che il fatto corrisponde al vero.
La seconda parte della domanda è la seguente: ho letto le spiegazioni fornite dall'Amministrazione regionale in ordine alla vicenda e, a seconda della testata giornalistica, le spiegazioni erano differenti. Nel primo caso, quello delle cronache locali, de La Stampa e de la Repubblica riferivano della necessità che gli operatori sanitari, nel fornire spiegazioni sulle ragioni di un disservizio, le diano in forma dettagliata e comprensibile. Il che, evidentemente, lasciava intendere che essendo confermata la situazione del rinvio, tuttavia le spiegazioni, che potevano essere oggettive e comprensibili, non sono state illustrate in un modo sufficientemente convincente o almeno tale da convincere i familiari, e il non percepire, da parte loro, il fatto di aver subito un'ingiustizia.
Tale questione può essere comprensibile; peraltro, il garbo utilizzato nei confronti delle famiglie era riferito anche dai familiari stessi quindi, forse, non precisione ma gentilezza.
La seconda spiegazione che ho letto su un'altra testata, invece riferiva del fatto che la motivazione non era da ritrovarsi nella insufficienza del personale di assistenza infermieristica specialistica bensì nella necessità di dovere tenere inoccupati alcuni letti, per eventuali condizioni di emergenza, che è una procedura richiesta sempre per le rianimazioni. Anche questo tipo di spiegazione ha un suo fondamento: conosco bene la questione del rapporto tra posti letto di rianimazione necessità derivanti dalla degenza ospedaliera, necessità impellenti e imprevedibili derivanti dalle emergenze, quindi condivido.
Ciò che chiedo è quanto segue: fatto salvo l'aspetto relativo ai letti, domando, poiché sembra non smentita l'insufficienza del personale di assistenza infermieristica, se siano previste, o prevedibili per il futuro, situazioni di incremento della presenza di infermieri specializzati, anche attraverso rapporti temporanei - come erano stabiliti in precedenza, non so se così sia anche ora - da parte della Azienda Sanitaria Ospedaliera Regina Margherita, al fine di ovviare a questa possibile disorganizzazione.
Nella trascorsa esperienza - ne ho cercato conferma anche direttamente presso il ruolo amministrativo e dirigenziale - non risultavano casi analoghi, almeno, all'Amministrazione regionale non ne erano stati evidenziati.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alla tutela della salute e sanità

Presso l'Ospedale Infantile Regina Margherita è operativo un reparto di Rianimazione Generale, in cui sono attivati attualmente sei posti letto di degenza ed un reparto di Rianimazione Cardio e Trapianti, in cui sono presenti, attualmente, quattro posti letto.
Tutti i reparti di Rianimazione Generale, proprio perché destinati sia alla Terapia intensiva post-chirurgica e sia alle necessità di assistenza intensiva di area medica, provenienti soprattutto dal Pronto Soccorso, sono soggetti ad una grandissima variabilità di afflusso.
Nel periodo che va dal 23 febbraio ad oggi, nella Rianimazione Generale si è determinata una particolare situazione di iperafflusso che è stata gestita nell'ambito della normale programmazione di interventi chirurgici che necessitano di assistenza intensiva post-intervento.
Si precisa, infine, che non è stato ridotto il numero di posti letto della Rianimazione Generale, né la dotazione infermieristica di tale reparto; pertanto, l'approvazione della DGR di cui si parla nell'interrogazione non ha influito in alcun modo sulla situazione in essere.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Interrogazione a risposta immediata n. 440 del Consigliere Buquicchio inerente a "Aggiudicazione servizio sostitutivo di mensa mediante erogazione di buoni pasto per il personale dipendente della Regione Piemonte triennio 2011-2013"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 440, presentata dal Consigliere Buquicchio.
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Approfitto per salutare la Giunta e, in particolare, l'Assessore alla sanità. Parlo senza polemica, ma con un pizzico di amarezza, perch constato che le mie interrogazioni non hanno mai avuto il piacere di avere una sua risposta diretta, ma per interposta e autorevole sostituzione di delega. Siccome ho grande stima, oltre che simpatia, per l'Assessore, mi piacerebbe, in futuro, poter avere delle risposte, quindi un'interlocuzione diretta.
Non so chi adesso mi fornirà la risposta. Sarei ben lieto che mi rispondesse l'Assessore Ferrero, ma, ovviamente, non riguarda lei - è una battuta! Per quanto riguarda l'oggetto dell'interrogazione, ci troviamo di fronte alla negazione di quanto si afferma. Il Governo della Regione afferma che intende ridurre le proprie spese e, poi, in varie occasioni come l'attuale, dimostra di comportarsi in controtendenza.
L'argomento interessa i buoni pasto a favore del personale dipendente della Regione Piemonte, per il triennio 2011-2013, il cui appalto è stato aggiudicato, con il provvedimento n. 100 del 17 febbraio 2011 del dirigente del Settore Attività Negoziale e Contrattuale, nei confronti della Edenred Italia S.r.l., che ha presentato l'offerta con le seguenti caratteristiche: sconto economico a vantaggio della Regione Piemonte pari al 13%, termini di pagamento delle fatture entro 60 giorni dal ricevimento; sconto economico richiesto agli esercizi commerciali pari al 6,5%, termine di pagamento delle fatture a vantaggio di questi ultimi 44 giorni; numero di esercizi convenzionati pari a 2.093.
Viceversa, la CONSIP S.p.A., in un lotto, denominato "CONSIP 5", ancora disponibile, per le regioni Piemonte, Lombardia, Liguria e Valle d'Aosta prevedrebbe condizioni ben diverse, più vantaggiose: sconto economico pari al 17,19%; sconto economico richiesto agli esercizi commerciali pari al 5,19%; numero di esercizi convenzionati pari a 7.124.
I vantaggi sono chiari, è inutile sottolinearli, si sostanzierebbero in circa 829 mila euro.
Anche la Regione Lombardia, oltre alla Provincia di Milano, ha fatto questa scelta. Addirittura, la Provincia di Milano ha provveduto ad emettere la revoca in autotutela della procedura di gara indetta con propria determinazione.
Allora, chiedo perché la Giunta ha operato questo tipo di scelta e a vantaggio di chi.
Desidero una risposta convincente, altrimenti annuncio che saranno altri enti terzi, tipo la Magistratura, ad intervenire in questo caso: risposta convincente, Giunta!



PRESIDENTE

Per la Giunta regionale risponde l'Assessore Quaglia; ne ha facoltà.



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

Presidente, buongiorno.
Consigliere Buquicchio, spero di fornirle una risposta convincente.
Nella premessa della sua interrogazione si fa riferimento ad una determina dirigenziale del 2011. In allegato alla risposta scritta, che provvederemo a consegnarle al termine del mio intervento, c'è tutto il racconto della procedura svolta dall'Amministrazione regionale in relazione alla citata delibera dirigenziale n. 100 del 17 febbraio 2011, a iniziare dalla determina n. 282 del 30 novembre 2007, con la quale era stata indetta una gara per l'affidamento del servizio e contestualmente approvato il capitolato speciale d'appalto, stabilendo il ricorso alla procedura aperta.
Da questa gara si sono susseguiti tredici passaggi, tra ricorsi al TAR e nuove assegnazioni rispetto ad una procedura, con il coinvolgimento di almeno tre aziende che effettuano questo servizio.
Per brevità, in questa sede, non ripercorro tutti i passaggi legali che hanno coinvolto l'Amministrazione, ma vengo al merito della domanda, anche se allego agli atti tutta la ricostruzione della vicenda, che, come ricordavo, ha avuto inizio nel 2007 e si è conclusa, in via provvisoria con questa determina del febbraio 2011.
Come Amministrazione, abbiamo avuto già un primo incontro rispetto a questa tematica e al contratto per cui c'è stata questa convenzione con CONSIP.
Il contratto per il quale è stata predisposta questa aggiudicazione definitiva è stato posto a confronto con la convenzione a cui si faceva riferimento, quella denominata "Gara buoni pasto 5, lotto 1, Valle d'Aosta Piemonte, Liguria, Lombardia", che presenta uno sconto sul valore facciale del buono pasto di entità inferiore, che si traduce in un maggiore costo complessivo stimabile di circa 550 mila euro e non 829.620 come viene affermato nell'interrogazione.
A fronte di questo maggior costo, tuttavia, il contratto presenta specifiche tecniche che sotto certi aspetti ne elevano il livello qualitativo, rispetto alla convenzione CONSIP. Tra le altre, si possono ricordare quelle che riguardano sia la rete degli esercizi convenzionati sia quelle relative alle garanzie assicurative a beneficio dei dipendenti fruitori. Questo per quanto riguarda l'assegnazione provvisoria cui si faceva riferimento con la determinazione degli uffici; giusto perché questo lavoro di confronto è stato svolto e mi pare corretto anche fornire quanto gli uffici hanno elaborato su questo punto).
Quanto alla rete degli esercizi convenzionati, è vero che l'aggiudicatario della convenzione CONSIP ha l'obbligo di attivare e mantenere 7.124 esercizi convenzionati; ma si tratta di un dato riferito all'intero territorio regionale piemontese, laddove la Regione Piemonte ha sedi in soli 24 dei 1.206 Comuni piemontesi e gran parte dei propri dipendenti sono concentrati in una ristretta porzione del territorio comunale di Torino. Certo, la convenzione CONSIP prevede anche l'obbligo di un esercizio convenzionato ogni 15 dipendenti entro un chilometro da ciascuna sede e comunque almeno cinque esercizi per ogni sede, obbligo che il fornitore potrebbe assolvere mantenendo poco più di 200 esercizi convenzionati: cifre assolutamente non comparabili con i 2.093 esercizi convenzionati che l'aggiudicatario del contratto regionale si impegna ad attivare e mantenere nel raggio di 400 metri da ciascuna sede regionale.
Venendo alle coperture assicurative, il capitolato del contratto regionale prevede l'obbligo per l'aggiudicatario di attivare polizze con garanzie di indennizzo per i casi di intossicazione da cibo o bevande connessa all'utilizzo dei buoni pasto. In particolare, deve attivare una polizza per responsabilità civile verso terzi, con massimale non inferiore a 15 milioni, per ogni sinistro legato all'utilizzo di buoni pasto e una polizza a copertura dei rischi in itinere, con un massimale non inferiore a 500.000, in caso di morte o di invalidità permanente legata all'utilizzo dei buoni pasto. Nessuno di questi obblighi risulta nel capitolato tecnico e dagli altri documenti che contengono la disciplina della convenzione CONSIP.
Alla luce di quanto si è detto, non è possibile affermare in modo assoluto la maggior convenienza del contratto regionale piuttosto che della convenzione CONSIP, giacché alcuni parametri - rete degli esercizi convenzionati, copertura assicurative - militano a favore del primo, mentre altri - costo complessivo, sconto chiesto agli esercizi convenzionati sono migliori nella seconda. Ciò significa che il contratto stesso non si pone in contrasto con quanto stabilito dall'articolo 26 comma 3 della legge 23 dicembre 1999 n. 488 (legge finanziaria del 2000), contenente la disciplina delle convenzioni CONSIP secondo la quale "le Amministrazioni pubbliche possono ricorrere alle convenzioni... ovvero ne utilizzano i parametri di prezzo-qualità, come limiti massimi, per l'acquisto di beni e servizi comparabili oggetto delle stesse". In virtù di queste disposizioni infatti, l'Amministrazione regionale ha la facoltà di aderire o meno alle convenzioni CONSIP.
Dato tutto ciò, l'Amministrazione regionale non può però esimersi dal prendere in considerazione la possibilità di cogliere un'opportunità di risparmio - come giustamente l'interrogante segnala - in una congiuntura economica che, com'è noto, permane difficile e si traduce, per il settore pubblico e in particolare per le Regioni e gli Enti locali, in una marcata contrazione delle entrate e quindi nella stringente esigenza di un'adeguata riduzione della spesa per assicurare il rispetto dei vincoli di bilancio.
Tali considerazioni portano l'Amministrazione a ritenere che, per valutare comparativamente il contratto regionale e la convenzione CONSIP nel confronto possano mutare le priorità a favore del dato di costo complessivo. In quest'ottica, quindi, verrebbero a configurarsi quei sopravvenuti motivi di pubblico interesse cui credo facesse anche riferimento il Consigliere, che legittimano la possibile revoca del provvedimento amministrativo, ivi compreso quello di aggiudicazione definita, come viene chiarito dalla normativa vigente. Va tenuto presente che l'aggiudicatario potrebbe chiedere un indennizzo laddove la revoca allorché legittima, gli arrecasse un pregiudizio; indennizzo che comunque sarebbe parametrato al solo danno emergente escludendo quindi il lucro cessante.
In definitiva, ho dato mandato agli uffici di verificare intanto la possibilità di un contatto diretto con la ditta aggiudicatrice del lotto CONSIP, per capire la disponibilità, sugli esercizi che sono nel raggio intorno alle nostre sedi principali, di un uso corretto del buono da parte dei dipendenti regionali e di verificare poi, in comparazione alle altre Amministrazioni, la possibilità della revoca della gara aggiudicatrice e di passare poi all'altro contratto. Premetto che tutta la vicenda ha già subito - credo - 14 passaggi, che hanno visto coinvolta anche l'Avvocatura della Regione. Grazie.


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta immediata n. 436 presentata dal Consigliere Ponso, inerente a "Variante strada di circonvallazione abitato di Borgo S. Dalmazzo - Realizzazione II lotto"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 436, avente per oggetto "Variante strada di circonvallazione abitato di Borgo S. Dalmazzo Realizzazione II lotto".
La parola al Consigliere Segretario Ponso, che ha facoltà di illustrarla in qualità di Consigliere.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Egregio Assessore, il mio intervento è relativo, appunto, alla realizzazione del secondo lotto della variante strada di circonvallazione abitato di Borgo San Dalmazzo. Mi permetta di ricordarle quanto segue.
Il 9 maggio del 2006 era stato stipulato uno specifico Accordo di Programma tra la Provincia di Cuneo e il Comune di Borgo San Dalmazzo per la realizzazione della variante in oggetto. Successivamente a ciò sono stati realizzati i lavori relativi al primo lotto. Allo stesso tempo il Comune di Borgo San Dalmazzo ha regolarmente effettuato, secondo quanto richiesto dalla Provincia di Cuneo, il pagamento degli importi previsti a suo carico dalla convenzione che ho citato.
Il 13 ottobre del 2006 la Regione Piemonte e la Provincia di Cuneo hanno sottoscritto l'intesa istituzionale di programma, successivamente modificata con l'intesa sottoscritta in data 14 giugno 2008, con la quale sono stati individuati alcuni interventi prioritari tra cui, appunto, il completamento della variante di Borgo San Dalmazzo. L'intesa istituzionale prevedeva la liquidazione da parte della Regione alla Provincia di Cuneo nel corso dell'annualità 2010, di 450.000 euro ad avvenuta approvazione del progetto definitivo. Nell'elenco annuale dei lavori pubblici 2011 della Provincia di Cuneo è iscritto l'intervento per il completamento della variante strada circonvallazione abitato di Borgo San Dalmazzo.
Detto ciò, dal momento che l'Ufficio Tecnico della Provincia di Cuneo ha provveduto alla progettazione definitiva dell'intervento poi approvato dalla Giunta provinciale; che l'Ufficio tecnico della Provincia di Cuneo ha provveduto ad emettere comunicazione di indennità di esproprio ai relativi proprietari; che nel corso del mese di gennaio sono stati acquisiti da parte della Provincia di Cuneo accordi di cessione volontaria di terreni interessati alla realizzazione della variante in oggetto.
Ecco il motivo di questa interrogazione, signora Assessore. La domanda che le pongo è se la Regione Piemonte ha provveduto a liquidare il finanziamento relativo all'annualità 2010 e, se ciò non si fosse ancora verificato, quali sono i tempi tecnici entro i quali si ritiene che la Regione potrà far fronte al suo impegno economico sancito dall'apposita intesa istituzionale di programma, regolarmente sottoscritta dall'ormai lontano 2008. Grazie, Assessore.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ponso.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Maccanti.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
La Regione Piemonte ha provveduto ad emettere l'atto di liquidazione n.
2001/86 del 21/02/2011 a favore della Provincia di Cuneo con le modalità previste dall'accordo di programma del 27/02/2009, attuativo dell'intesa istituzionale del 13/10/2006, modificata il 14/06/2008 per il finanziamento relativo all'annualità 2010 pari a 450 mila euro per l'intervento denominato "Lavori di miglioramento dei collegamenti tra la SS 20 e la S.S.
21 - Completamento alla variante all'abitato di Borgo San Dalmazzo e interventi puntuali II lotto", a seguito dell'approvazione del progetto definito con deliberazione della Giunta provinciale n. 503 del 16/12/2008.
Seguirà mandato di pagamento a cura della Ragioneria centrale.


Argomento: Commercio equo e solidale

Interrogazione a risposta immediata n. 443 presentata dal Consigliere Stara, inerente a "Legge Regionale 26/2009. Disposizioni per la promozione e la diffusione del commercio equo e solidale"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 443 presentata dal Consigliere Stara, che ha facoltà d'intervento per l'illustrazione.



STARA Andrea

L'interrogazione riguarda la Legge regionale 26/2009 che disciplina il comparto del commercio equo e solidale.
La legge è stata approvata in maniera bipartisan quasi all'unanimità alla fine del 2009, prevedendo uno stanziamento di 300 mila euro per il 2010 e garantendo il finanziamento nel bilancio pluriennale.
Assessore, lei ha tolto tutto il finanziamento non solo per l'anno 2010 e per l'anno 2011, ma lo ha tolto anche nel bilancio pluriennale.
Leggo alcune sue dichiarazioni che riguardano una parte delle motivazioni a seguito di questa sua decisione, in cui definisce i negozi equo solidali "una minoranza rispetto al totale delle attività e che i finanziamenti sul commercio ci sono. Sul 2011 abbiamo stanziato sei milioni di euro; cambia solo un aspetto: saranno accessibili a tutti i negozianti senza favorire alcun tipo di attività a discapito di altre. Le botteghe equo-solidali non hanno diritto di essere avvantaggiate, sarebbe anticostituzionale". Questo è apparso su la Repubblica il 15 gennaio 2011 mentre su un periodico del Canavese dichiara: "Non si possono usare fondi pubblici per favorire solo alcuni commercianti, sarebbe anticostituzionale e contro le norme dell'Unione Europea sul libero mercato. I commerci teleguidati seguono la retorica dei Paesi dittatoriali. Parliamoci chiaro: sono pochi soggetti e la legge sembrava un finanziamento ad hoc". E ancora: "Tendiamo a valorizzare i prodotti piemontesi perché sappiamo che diamo i soldi direttamente ad altri piemontesi".
In merito a questo le rispondo, Assessore, che anche la Regione Veneto ha appena promulgato e finanziato una legge identica a questa, e quindi le chiedo se anche il suo collega di partito, Zaia, ha promosso e finanziato una legge anticostituzionale.
Credo proprio che lei confonde la Costituzione con il trattato della Comunità Europea, e probabilmente si riferiva al fatto degli aiuti di Stato, cioè al fatto che non è possibile concedere aiuti di Stato. Le ricordo che cos'è e le motivazioni del sostegno al commercio equo e solidale. Basta leggere la legge che, all'articolo 2 ("Definizione di commercio equo e solidale"), recita: "Per commercio equo e solidale si intende un partenariato commerciale con produttori di beni e servizi di aree economicamente svantaggiate dei Paesi in via di sviluppo".
Nell'ambito delle politiche promosse e realizzate dalla Regione Piemonte a sostegno della cooperazione internazionale, si riconosce al commercio equo e solidale una funzione rilevante nella promozione dell'incontro tra culture differenti e nel sostegno della crescita economica e sociale dei Paesi in via di sviluppo. In gioco non è solo la giusta retribuzione del lavoro, ma anche il rispetto dei diritti umani e sindacali, le pari opportunità, la condanna del lavoro infantile, la tutela dell'ambiente e la possibilità concreta di dare una via d'uscita alla spirale della povertà.
Riprendo la stessa risoluzione del Parlamento Europeo sul commercio equo e solidale, che lo considera "un mezzo efficace di promozione dello sviluppo sostenibile. Il sistema del commercio equo e solidale si è dimostrato efficace in termini di riduzione della povertà e sviluppo sostenibile. Si ritiene che in una prospettiva a lungo termine esso possa consentire ai Paesi in via di sviluppo di partecipare pienamente al sistema multilaterale degli scambi internazionali". E qui si inserisce la logica di non contrapposizione con i produttori locali, ma piuttosto di sensibilizzazione, perché mi sembra che il Piemonte non produca né il caffè né il cacao né la canna da zucchero.
Vado a concludere, ricordando come la legge prevede dei finanziamenti a soggetti senza scopo di lucro, quindi a cooperative o associazioni organizzate in forma collettiva e democratica. Per cui si tratta di un'altra cosa e non del sostegno al commercio puro e semplice, tant'è che siamo costretti, adeguandoci alla normativa europea, a mandare i finanziamenti che dovrebbero essere realizzati su questo settore alla Comunità Europea stessa.
Ricordo ancora il pagamento del produttore di un prezzo equo e concordato che garantisca un livello di vita adeguato e dignitoso, come la tutela dei diritti dei lavoratori e delle condizioni di lavoro con riferimento alla salute e alla sicurezza ed alla retribuzione senza discriminazioni di genere né ricorso allo sfruttamento.
Ricordo inoltre come queste realtà le hanno chiesto un incontro da mesi e lei non ha mai risposto e non li ha mai ricevuti.
Quindi, concludo facendole una domanda: a seguito di tutti questi rilievi, a fronte del fatto che anche in Italia ci sono 700 volontari e 150 lavoratori nel settore, quale somma intende stanziare a copertura della legge n. 26/2009, al fine di consentire la promozione e la diffusione del commercio solidale? A titolo di messaggio simbolico, le consegno questo cestino di prodotti del commercio equo e solidale, in modo che abbia modo anche solo di leggere in maniera approfondita la legge e scoprirà come le dichiarazioni che ha rilasciato alla stampa non siano corrispondenti al vero. Grazie.



(Il Consigliere Stara consegna all'Assessore Casoni un cestino di prodotti del commercio equo e solidale)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William, Assessore al commercio e fiere

Grazie, Presidente.
Ogni sensibilità politica, ma anche trasversale dovrebbe pensare a com'è il commercio nella nostra regione.
Stiamo parlando, perché è bene che riconduciamo le situazioni alla loro reale consistenza, di un bilancio regionale che - ahimè - come in tutta Italia e come il momento mondiale ci sta rappresentando, è stato costretto ad effettuare importanti tagli a tutti i settori produttivi.
Questa legge è stata approvata nel 2009, ma non è mai stata finanziata né nel 2009, né nel 2010, né nel 2011; ci tengo a dirlo perché non sembri che stiamo tagliando dei fondi dati in precedenza. Però parliamo di 70 negozi, quelli ufficialmente censiti, contro 36 mila negozi, tra ambulanti e punti vendita, che mi viene quasi da dire che questi 70 negozi corrispondono al numero dei negozi "normali" che ogni giorno chiudono.
Ci sono, ad esempio, imprenditori che lavorano in montagna, che, non avendo aiuti (noi cerchiamo di dare aiuti alle categorie nella loro interezza e non a settori specifici), hanno difficoltà ed arrivano anche a decisioni di chiusura dell'esercizio, ma non chiedono lobby settoriali o lobby d'interessi particolari.
Di questo tema ho parlato anche con le Confcommercio regionali e tutte mi hanno risposto che ci sono già gli aiuti regionali. I negozi equo solidali sono negozi come gli altri e nessuno vieta loro di chiedere alla Regione Piemonte quei contributi che chiedono, ad esempio, i macellai, i verdurieri, coloro che vendono mobili, chi vende cioccolato, ma magari non è equo-solidale.
C'è un fondo, gestito da Finpiemonte, che dà aiuti a tutti i negozianti che lo richiedano; concede prestiti quinquennali a tasso zero, cui possono accedere tutti, compresi i negozi equo-solidali.
In Piemonte ci sono tante leggi; ad esempio, la legge sulla desertificazione, con la quale garantiamo sostegno alle imprese minori, ma se non ci sono le risorse lei preferisce che chiuda un negozio situato in alta montagna e che il contributo venga dato al negozio equo-solidale della grande città? Questa è la domanda che pongo, perché, con le risorse che abbiamo a disposizione, dobbiamo fare delle scelte. Dobbiamo decidere se diminuire la desertificazione commerciale o aiutare i 70 negozi equo-solidali presenti in Piemonte.
Personalmente, ritengo più opportuno, con i pochi soldi che abbiamo fare in modo che si salvino quelle centinaia di negozi a rischio nelle zone di desertificazione commerciale.
Non ho nulla contro i negozi equo-solidali in momenti di larga finanza ma ci sono molte leggi regionali che hanno i capitoli a zero; si tratta di priorità che ogni Giunta si dà sull'utilizzo delle risorse che un settore ha a disposizione.
Il settore del commercio, come tanti altri settori, ha avuto una drastica riduzione di risorse negli ultimi anni, quindi occorre definire delle priorità.
Il collega Ronzani spesso richiama i PQU (Piani di Qualificazione Urbana); preferisco dare risorse ai PQU, che garantiscono tutto il sistema dei negozi di una città, piuttosto che dare contributi a singoli negozi rispetto ai quali - ripeto - non ho nulla in contrario, ma non è il momento per una politica di questo genere.
Se avessimo i soldi, daremmo i contributi ai PQU ed anche ai negozi equo-solidali, ma in questa fase occorre fare delle scelte. Seguo la politica della cosiddetta riduzione del danno, cioè meno negozi chiudono in Piemonte, meglio è. Pertanto, devo utilizzare fino all'ultimo euro per fare in modo che non chiuda nessun negozio, specialmente nelle aree disagiate, e proseguirò in questa politica anche nei mesi a venire.
Concludendo, la ringrazio, collega Stara, ma non sono abituato ad accettare gratuità e regali, non solo da parte sua, ma da nessuno, pertanto le restituisco volentieri il suo cesto, perché non deve sembrare un'indebita interferenza nella mia attività. Non lo ricevo volentieri.
Vedo il collega Negro, che forse conosce meglio di tanti altri il territorio della nostra regione. Ho provato a discutere con i commercianti: provate anche voi, anzi, se volete io rappresenterò chiaramente che il Consigliere Stara vuole difendere i negozi equo-solidali, sottraendo fondi agli altri 25.000 soggetti interessati. Io non lo farò, perché non è mio costume, però se si strumentalizzano le questioni, potrei arrivare a fare un chiaro comunicato in questa direzione, dicendo di fare questo.



CASONI William, Assessore al commercio e fiere

STARA Andrea (fuori microfono)



CASONI William, Assessore al commercio e fiere

Lo faccia pure, così ci trova...



CASONI William, Assessore al commercio e fiere

Se il Consigliere Stara va su questa linea, convochiamo volentieri delle assemblee di commercianti...



PRESIDENTE

Concluda, Assessore.



CASONI William, Assessore al commercio e fiere

Sì, concludo.
Convochiamo delle assemblee di commercianti provinciali e comunali, o rionali, per discutere di questi fondi: vedrà il risultato che verrà fuori.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Richiamo all'Aula l'attenzione sul rispetto dei tempi, soprattutto sulle interrogazioni a risposta immediata - ex articolo 100 - che fino ad oggi hanno funzionato bene anche perché la Presidenza ha, anche un po' con manica larga, ritenuto sempre ammissibile questo tipo di sindacato ispettivo, proprio perché, col rispetto dei tempi (tre minuti per i Consiglieri e cinque minuti per la Giunta), si dà la possibilità in tempo reale, e soddisfazione ai Consiglieri di ottenere la risposta.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 439 presentata dalla Consigliera Manica, inerente a "Stato di attuazione della Città della Salute e della Scienza di Novara"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interrogazione a risposta immediata n. 439 presentata dalla Consigliera Manica.
La parola alla Consigliera Manica, per l'illustrazione.



MANICA Giuliana

Grazie, Presidente.
Il Piano Socio Sanitario approvato il 24 ottobre 2007 aveva previsto per l'ASO Maggiore di Novara, la costituzione della Città della Salute e della Scienza, dove concentrare importanti attività sanitarie ad elevata professionalità e complessità organizzativa, oltre all'attività didattica di ricerca e quant'altro.
Questa struttura, che insieme alla Città della Salute di Torino, alle Molinette, è la seconda del Piemonte, dovrebbe servire l'intero Piemonte nord-orientale.
L'8 aprile 2008, tra la Regione Piemonte, il Comune e la Provincia di Novara, l'Università del Piemonte orientale e l'Azienda Ospedaliera è stato siglato il Protocollo d'Intesa per definire un accordo di programma per realizzare la Città della Salute.
In data 11 luglio 2008 è stata indetta una procedura di gara per l'affidamento del servizio di progettazione preliminare ed eventuale progettazione definitiva del nuovo Ospedale di Novara. Hanno presentato domanda sei gruppi e, a conclusione di questa procedura di valutazione, è stata disposta un'aggiudicazione definitiva, in data 3 luglio 2009.
I progettisti hanno consegnato il progetto preliminare: la struttura verrà edificata a sud della città, nell'area di Viale Piazza d'Armi, e la nuova viabilità è prevista dal Piano regolatore come prolungamento delle strade viciniori, in particolare di via Gorizia.
A seguito della firma di questo Protocollo d'Intesa, ha avuto inizio la fase operativa per l'avvio della gara di aggiudicazione delle indagini e per la verifica delle caratteristiche geologiche e chimiche dei terreni conclusasi il 15 gennaio 2010.
Con la deliberazione dell'ottobre 2010, la Giunta regionale ha deliberato di disporre l'acquisto, da parte della Regione Piemonte, del compendio immobiliare di proprietà dello Stato italiano, sito in Novara e denominato "Piazza d'Armi ed ex Polveriera".
Considerato che questo progetto ha per oggetto una definizione completa e una revisione completa del concetto di ospedalizzazione, così come noi lo intendiamo, ed è il rapporto medico-paziente, e che grazie ad un'interazione anche tra l'Ospedale, l'Università e i momenti di ricerca porta alla realizzazione di un centro di vera eccellenza, che per la comunità novarese rappresenta una concreta occasione di sviluppo del territorio, oltre che di grande importanza per la realtà piemontese, noi vedendo che in questo momento vi è un'oggettiva battuta d'arresto di tutto il percorso ed essendo un'iniziativa che potrebbe essere realizzata nei tempi previsti, dato che finora i tempi sono stati rispettati, volevamo sapere dalla Giunta regionale a che punto è l'iter di realizzazione, qual era lo stato dei finanziamenti e come potevamo uscire da una situazione di relativa stasi dei lavori, anche perché si deve procedere al processo di definizione, da parte dell'Amministrazione comunale, dell'utilizzo dell'area, oltre che alla vendita del patrimonio delle cascine dell'ospedale che dovrà integrare la cifra che la Regione e gli altri devono predisporre per la realizzazione di questa struttura.
Pertanto: iter realizzativi e finanziamenti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore all'edilizia sanitaria

Grazie, Presidente.
Il Consiglio regionale, con propria deliberazione del 19/06/2007, ha approvato il Programma degli investimenti in edilizia ed attrezzature sanitarie per l'attivazione delle procedure di sottoscrizione di un nuovo accordo di programma tra Stato e Regione per l'attivazione delle risorse di cui all'articolo 20 della legge n. 67/1988. Tra gli interventi previsti compare l'intervento "Opere propedeutiche all'attuazione del progetto Città della Salute di Novara".
Tale intervento prevedeva un finanziamento statale di 7.359.510,81 euro (quota del 95% a carico dello Stato), di 387.342,67 euro (quota 5% a carico della Regione) e 26 milioni ancora a carico della Regione secondo la previsione della legge regionale n. 2/2003.
Il 22/04/2008, la Regione sottoscriveva pertanto l'Accordo di Programma con lo Stato, attivando così le risorse di cui all'articolo 20 della legge n. 67/1988.
A seguito della sottoscrizione dell'Accordo, la Regione doveva (entro 18 mesi dalla data del 22/04/2008) trasmettere al Ministero la documentazione attestante la cantierabilità dell'intervento, al fine dell'attivazione dell'impegno delle risorse statali.
Il 21/10/2009, gli Uffici provvedevano a trasmettere al Ministero la documentazione relativa all'intervento e il Ministero, con nota del 13/11/2009, rispondeva che il progetto non risultava dotato del requisito dell'appaltabilità, come previsto dalla normativa vigente e dalle procedure per l'attivazione dei programmi di investimento in edilizia ed attrezzature sanitarie.
In particolare, non erano rispettate le modalità previste dall'articolo 5 dell'articolato contrattuale dell'Accordo di Programma, che cita: "Per gli interventi oggetto del presente Accordo, la Regione Piemonte inoltra al Ministero della Salute l'istanza di finanziamento prevista dalle disposizioni riportate al comma 1, previa approvazione dei medesimi progetti appaltabili".
Di conseguenza, il progetto non risultava dotato dei requisiti idonei per l'ammissione a finanziamento e pertanto è soggetto alla revoca del finanziamento.
Gli Uffici, con nota dell'8/02/2010, trasmettevano al Ministero una dettagliata relazione relativa allo stato dell'arte dell'intervento, la quale però non ha consentito di superare i motivi ostativi all'ammissione a finanziamento del progetto.
Conseguentemente, con nota del 2/03/2010, il Ministero comunicava la revoca dell'intervento, che pertanto perdeva il finanziamento dei sette milioni di cui ho detto prima.
In data 29/03/2010, la Giunta approva la deliberazione n. 73-13726 avente ad oggetto: "Manifestazione di intenti per la proposta di un Accordo di programma ex articolo 20, legge n. 67/1988, tra la Regione Piemonte e lo Stato per la realizzazione della Città della Salute e della Scienza di Novara -Importo complessivo 350 milioni di euro".
Gli Uffici, il 26/04/2010, provvedevano a trasmettere al Ministero della Salute copia della suddetta deliberazione; il Ministero, a giugno del 2010, comunicava alcune osservazioni relative al finanziamento dell'intervento e, in ordine alla copertura finanziaria della disponibilità per nuovi interventi, si riservava di dare risposta al momento dall'arrivo formale della proposta di nuovo Accordo di programma.
La Giunta, con deliberazione dell'ottobre 2010, ha disposto l'acquisto del compendio immobiliare di proprietà dello Stato sito nel Comune di Novara e denominato "Piazza d'Armi ed ex Polveriera", che è parte delle aree necessarie per la realizzazione dell'intervento; il relativo impegno delegato è stato assunto per 1.411.000 euro, consentendo così alla Direzione regionale al Patrimonio di proseguire nella procedura di acquisizione dell'area in parola.
Pare opportuno ricordare che, al fine di ottenere il finanziamento statale necessario alla realizzazione dell'opera, la Regione deve poter dichiarare che il progetto dell'intervento è stato sviluppato a livello idoneo e in possesso di tutti i pareri e i nulla osta per la cantierabilità dell'opera.
A tal proposito, era stato siglato, ad aprile 2008, un protocollo d'intesa finalizzato alla definizione di un Accordo di Programma per la realizzazione della Città della Salute e della Scienza di Novara sottoscritto da Regione Piemonte, Comune di Novara, Provincia di Novara Università del Piemonte Orientale e Azienda ospedaliera.
La Regione ha individuato il responsabile del procedimento e di seguito vengono descritte le attività finora svolte e quelle previste relative all'iter dell'Accordo di programma.
In data 15 aprile 2010 si è tenuta l'ultima Conferenza dei servizi istruttoria, nella quale venivano chiesti ulteriori pareri e approfondimenti. Nell'attesa di acquisire gli ulteriori atti citati l'Amministrazione regionale autorizzava l'acquisizione del compendio immobiliare di cui sopra. Successivamente si è reso necessario pervenire a una trattativa separata con l'Agenzia del Demanio per acquisire con tempestività l'area, al fine di consentire il prosieguo del procedimento.
L'area è stata definitivamente acquisita a dicembre 2010.
Sempre nel periodo intercorso tra la data dell'ultima Conferenza dei servizi e la data odierna, si segnalano le seguenti situazioni amministrative.
Seduta della Conferenza dei Servizi del 28/05/2010 dal Comune di Novara per le problematiche inerenti ai terreni contaminati dell'area ex Piazza D'Armi (analisi di rischio sanitario e ambientale).
Convocazione dell'Organo Tecnico Regionale in data 4/06/2010 per la verifica di VAS dell'iniziativa.
Convocazione dell'Ordine Tecnico Regionale in data 15/06/2010 per approfondimenti inerenti al documento di verifica di assoggettabilità alla procedura VAS.
Determina dirigenziale del 23/06/2010 e dalla relazione predisposta dall'OTR per la VAS nella quale viene dichiarata l'esclusione dalla Valutazione ambientale strategica della Variante urbanistica allo strumento generale vigente in Comune di Novara inerente alla realizzazione della Città della Salute e della Scienza di Novara.
Comunicazione da parte del Comune di Novara, a giugno 2010, con la quale viene espresso parere di esclusione alla procedura di verifica di assoggettabilità alla VIA per l'opera riguardante i parcheggi sul progetto preliminare, rinviandone l'obbligo all'atto della presentazione del progetto definitivo.
Ulteriori pareri acquisiti sul progetto preliminare.
Parere del Settore regionale Copianificazione Urbanistica della Provincia di Novara e parere della Direzione regionale Programmazione Strategica in merito all'articolo 81 del DPR n. 6161977.
Indizione di Conferenza dei Servizi per il giorno 16/07/2010, sospesa per le problematiche relative all'acquisizione dell'area.
A conclusione dell'illustrazione degli avvenimenti amministrativi sopraelencati, si precisa che recentemente, ovvero in data 31/01/2011 e 8/02/2011, sono pervenuti i pareri espressi dal Settore regionale Attività di Gestione e Valorizzazione del Paesaggio e della Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici per le Province di Novara, Alessandria e VCO in merito ai contenuti della relazione paesaggistica prevista dal decreto legislativo n. 42, Codice dei beni culturali.
La Conferenza dei servizi per l'approvazione definitiva del progetto preliminare della Città della Salute e della Scienza di Novara, pur avendo a tutt'oggi acquisito tutti i pareri di competenza dei Settori regionali e degli Enti istituzionalmente competenti per materia, sarà convocata all'atto dell'avvenuto pagamento delle prestazioni effettuate dai progettisti per la realizzazione del progetto preliminare a cui l'Azienda Universitaria Maggiore Carità di Novara non ha ancora provveduto.
Si provvederà altresì a dare mandato al Comune di Novara di pubblicare ai sensi di legge la Variante urbanistica già predisposta ed esaminata in Conferenza dei Servizi.
Successivamente, attesa la definizione del quadro economico finanziario, si provvederà alla redazione del testo dell'Accordo di Programma, per la relativa sottoscrizione da parte degli Enti coinvolti.
Il progetto definitivo sarà successivamente approvato in Conferenza dei servizi quale appendice all'Accordo di Programma.



PRESIDENTE

L'Assessore può far pervenire il testo alla Consigliera Manica, che credo abbia avuto oggettive e obiettive difficoltà nell'ascoltarla? Grazie.
Ricordo all'Aula che non è obbligatorio il numero legale per la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata ex articolo 100.
Coloro i quali non fossero interessati agli argomenti trattati possono lasciare l'emiciclo.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.29 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeleri, Boniperti, Botta Marco Cantore, Carossa, Costa Raffaele, Cota, Giordano, Leo, Molinari e Motta Massimiliano.


Argomento:

Organizzazione lavori consiliari


PRESIDENTE

Non possiamo procedere al prosieguo del disegno di legge n. 85 che avevamo incardinato questa mattina e sul quale abbiamo concluso la discussione generale ed ascoltato l'Assessore, in quanto l'Assessore Bonino è a Roma, al Ministero, per doveri d'ufficio.
Propongo, pertanto, di procedere subito con le nomine. In seguito dovremmo procedere alla proclamazione degli eletti.
Successivamente abbiamo l'ordine del giorno del Movimento 5 Stelle iscritto questa mattina, fortemente attuale perché abbiamo proceduto con la commemorazione di coloro che hanno perso la vita in Giappone.
In seguito vediamo se ci sono le condizioni per proseguire o chiudere i lavori.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Volevo solo dire che il Partito Democratico ha presentato un ordine del giorno sullo stesso argomento che pensavamo di depositare e discutere.



PRESIDENTE

Faremo una discussione unica sull'ordine del giorno presentato dal Consigliere Boeti e sugli ulteriori atti di indirizzo che verranno presentati sullo stesso argomento.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 6) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Consiglio regionale di sanità ed assistenza - (articoli 3 e 4, l.r. 30/1984 e s.m.i.) - nomina di 1 esperto in sostituzione del signor Serafino Chiarelli (votazione non valida nella scorsa seduta per mancanza del numero legale)

Argomento: Nomine

Consorzio d'irrigazione e bonifica "Associazione Irrigazione Est Sesia" di Novara - Collegio dei Revisore dei Conti - (articolo 53, Statuto dell'Ente) - nomina di 1 membro effettivo e 1 membro supplente

Argomento: Nomine

Consorzio d'irrigazione e bonifica "Associazione Irrigazione Est Sesia" di Novara - Consiglio dei delegati e deputazione amministrativa per la gestione speciale bonifica (articolo 47, Statuto dell'Ente) - nomina di due rappresentanti

Argomento: Nomine

Azienda speciale della Camera di commercio di Asti per la promozione e per la regolazione del mercato - Collegio dei Revisori - (articolo 8, Statuto dell'Ente) - nomina di 1 membro effettivo e 1 membro supplente

Argomento: Nomine

Comitato "Pyou life: Torino 2010 European Youth Capital" (articolo 13 Statuto dell'Ente) - Collegio dei Revisore dei Coti - nomina di 1 Revisore dei Conti

Argomento: Nomine

Azienda speciale della CCIAA di Cuneo "Centro estero Alpi del Mare - Cuneo" (articolo 9, Statuto dell'ente) - Collegio dei Revisore dei Conti - nomina di 1 membro effettivo e di 1 supplente

Argomento: Nomine

"Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus" - (articolo 14, Statuto dell'Ente) - Consiglio di Amministrazione - nomina di 1 membro

Argomento: Nomine

Enoteca regionale di Ovada del Monferrato - (articolo 12, Statuto dell'Ente) - Consiglio di amministrazione - designazione di 1 rappresentante

Argomento: Nomine

Fondazione Funivia Oropa - (articolo 7, Statuto della Fondazione) Consiglio di Amministrazione - nomina di 1 Consigliere

Argomento: Nomine

Enoteca regionale colline Alfieri dell'Astigiano - (articolo 11, Statuto dell'Ente) - Consiglio direttivo - designazione di 1 membro

Argomento: Nomine

Premio internazionale "Piemontese nel mondo" - (articolo 2, comma 1, l.r. 46/1992) - Commissione giudicatrice - nomina di 3 Consiglieri regionali


PRESIDENTE

Si rammenta, a tal proposito, che ai sensi del comma 3 dell'articolo 79 del Regolamento interno del Consiglio regionale occorre che le minoranze consiliari assumano il proprio candidati relativamente alla nomina del Consigliere nella commissione giudicatrice del premio internazionale Piemontesi nel mondo.
Si rammenta, infine, che occorre presentare attenzione al momento della votazione poiché ci sono candidati che hanno lo stesso cognome. In tal caso, siccome sulla scheda avete tutte le candidature in ordine alfabetico per cognome, qualora si intendesse votare per un candidato che ha cognome identico ad un altro, è necessario scrivere anche il nome.
La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

In rappresentanza della minoranza relativa al Premio "Piemontesi nel mondo", indichiamo il Consigliere Taricco.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

In rappresentanza dalla maggioranza, indichiamo i Consiglieri Marinello e Tentoni.



PRESIDENTE

Nomino scrutatori i Consiglieri Ponso e Montaruli.
Prego il Consigliere Segretario Leardi di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Leardi effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata. Sono stati effettuati due appelli nominali.
Procediamo allo spoglio delle schede.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Elementare "Giovanni Emanuel" di Morano sul Po (AL)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Elementare "Giovanni Emanuel" di Morano sul Po in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 244 presentato dai Consiglieri Bono e Biol inerente a "Solidarietà e sostegno al Giappone colpito dallo tsunami e dal rischio di fallout nucleare"

Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 245 presentato dai Consiglieri Cursio, Ponso e Stara, inerente a "Valutazione dei rischi e dei benefici insiti nel ritorno al ricorso all'energia nucleare"

Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 246 presentato dai Consiglieri Boeti, Ronzani Reschigna, Motta Angela, Artesio, Taricco, Pentenero, Bresso, Manica Lepri, Dell'Utri e Muliere, inerente a "Utilizzo del nucleare quale fonte di produzione di energia"

Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 247 presentato dai Consiglieri Pedrale, Giovine e Carossa, inerente a "Solidarietà e sostegno alla popolazione giapponese"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame degli ordini del giorno relativi al terremoto al Giappone, di cui al punto 6.1) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 244.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Stiamo seguendo sicuramente tutti le concitate fasi che stando delineando una catastrofe di proporzioni notevoli in Giappone, in seguito ad uno spaventoso terremoto che ha colpito pochi giorni fa la regione, poco al largo dallo Stato del Giappone nell'Oceano Pacifico, con un magnitudo di 8.9 della scala Richter; una potenza spaventosa se lo paragoniamo all'intensità del terremoto che ha colpito e distrutto buona parte de L'Aquila città e delle zone intorno. Quel terremoto, se non erro, era di circa tre punti in meno nella scala Richter, quindi intorno a 5.9.
Per spiegare l'intensità ricordiamo che la scala Richter è una scala logaritmica, quindi cresce in maniera esponenziale. Si è calcolato che la scossa tellurica che ha colpito al largo del Giappone, meno di 100 chilometri dalle coste nipponiche, ha sprigionato un'energia di intensità 30 mila volte superiore a quella del terremoto abruzzese.
Il Giappone, con le sue tre isole principali Hokkaido, Honshu e Shikoku, è un paese sismico che nel tempo si è costruito una cultura antisismica, oltre che norme antisismiche e tecniche di progettazione e costruzione degli edifici per riuscire a resistere alla maggior parte delle scosse. In questo caso, il terremoto in sé non ha provocato danni ingenti ma purtroppo, poiché il sisma si è verificato a bassa quota sotto il livello del mare, ha provocato delle ondate, il cosiddetto maremoto (adesso si parla di tsunami), che si sono abbattute a riva con una potenza, una rapidità e una velocità che non ha permesso, soprattutto a buona parte degli abitanti della prefettura di Miyagi (quindi delle città di Sendai e di Fukushima), di mettere in atto quelle strategie di evacuazione che comunque, sono operanti e che tutti i cittadini giapponesi conoscono. Per queste ragioni, vi sono state migliaia di morti e, purtroppo, anche migliaia di dispersi che forse andranno ad aumentare la dolorosa conta dei caduti.
Se ciò non bastasse, oltre ai morti, ai dispersi e agli sfollati per gli eventi diretti o conseguenti al terremoto, quindi al maremoto attualmente vi è il pesante rischio delle centrali nucleari, soprattutto nell'area di Fukushima, una delle zone del mondo con la maggiore concentrazione di grandi impianti nucleari. Nell'area vi sono numerosi reattori costruiti secondo tutte le norme e i crismi per resistere a forti scosse ma, nonostante questo, sono stati lesionati gli edifici esterni e in seguito alla difficoltà dell'approvvigionamento di corrente elettrica si è avuta difficoltà a mantenere alto il livello di acqua di raffreddamento delle barre nucleari all'interno del reattore. È successo quindi, che si sono messi in funzione i generatori diesel, mantenendo per un breve tempo il livello di acqua di raffreddamento all'interno di due (adesso abbiamo visto che sono tre) degli undici reattori presenti a Fukushima.
Terminata questa attività di compensazione dei motori emergenziali in caso di mancanza di corrente elettrica, il livello di acqua si è abbassato pericolosamente. Di conseguenza, si è cominciato a verificare un surriscaldamento delle barre nucleari, a cui è seguito un aumento della pressione all'interno dell'involucro esterno. Nel caso dell'edificio 1 e dell'edificio 3 l'involucro esterno è esploso, andando in mille pezzi e rilasciando un nuvola di gas radioattivo che sta colpendo tutte le aree intorno, inizialmente per un raggio di qualche chilometro, ma adesso si pensa che la sua estensione sta raggiungendo qualche decina di chilometri.
L'evacuazione progressiva intorno alla città di Fukushima, infatti, si sta allargando e sta iniziando a coinvolgere anche Tokyo, situata a circa 120 130 chilometri da questi impianti.
La situazione è critica. Alcuni operatori giapponesi stavano pompando acqua marina per riuscire a raffreddare i reattori con le barre nucleari esposte, perché più restano esposte più si surriscaldano e più c'è il rischio di una fusione delle barre nucleari. A quel punto si avrebbe un disastro nucleare di portata sicuramente storica, il fallout, cioè la ricaduta della nube radioattiva che si verrebbe a verificare nel caso di una fusione. Tecnici giapponesi parlano dell'impossibilità di escludere una fusione che, fuori dal politichese, vuol dire buone probabilità che si sia già verificata, anche perché i controlli sono difficilissimi. Sappiamo che gli operatori che lavorarono per cercare di limitare i danni del reattore di Chernobyl pagarono il loro eroismo con la vita. Anche adesso, operare in queste centrali, significa gravi rischi di letalità, per quanto riguarda gli operatore ivi sovvenuti.
La situazione, seguendo le notizie Ansa ora dopo ora, anche oggi pur non avendo avuto molto tempo per connettermi con il sito dell'Ansa, vede ulteriori problemi ad altri reattori.
Sicuramente questa notizia ha fatto il giro del mondo, quindi con questo ordine, che penso sia condivisibile da tutti, sottolineiamo la solidarietà e il sostegno pieno e totale al Giappone, un sostegno politico culturale e in qualunque altro modo l'Italia - a livello di Governo centrale e la Regione Piemonte con il fondo di solidarietà - voglia impegnarsi.
Riassumiamo anche una serie di notizie che hanno fatto il giro del mondo, per quanto riguarda le Nazioni che sono proprietarie di depositi di uranio, quindi materia prima per le centrali nucleari, o proprietarie di centrali nucleari.
Abbiamo registrato alcuni ripensamenti che mi sembrano corretti, almeno ripensamenti strategici politici di programmazione energetica da parte della Germania, dove la Cancelliera Angela Merkel si è impegnata a far rivedere gli impianti e a ritornare sulla propria decisione di prolungare il funzionamento delle 17 centrali nucleari del Paese, le quali si sarebbero dovute prorogare oltre il termine fissato dal precedente Governo Schröder del 2021. Ieri, il Ministro per l'energia Westerwelle ha annunciato che il Governo sta vagliando la possibilità di una moratoria sulla decisione.
La Svizzera ha annunciato ieri la sospensione del piano di rinnovamento delle centrali nucleari, a fronte dei timori suscitati dagli impianti giapponesi danneggiati, e il Ministro per l'energia Doris Leuthard ha deciso di sospendere le procedure in corso, che riguardano le domande di autorizzazione generale per nuove centrali nucleari.
L'Austria ha ribadito la richiesta di stress test, pur non avendo centrali nucleari sul proprio territorio, ma in Europa vicine al proprio confine, così come la centrale di Moc in Repubblica Ceca, su cui stanno lavorando anche grosse aziende italiane, e tramite il suo Ministro all'Ambiente Nikolaus Berlakovitch afferma che chiederà all'organizzazione dei test di resistenza per tutte le catastrofi eventuali che possano accadere in Europa e, naturalmente, lo richiede velocemente (ci riferiamo ovviamente, a catastrofi di tipo ambientale o addirittura di tipo terroristico).
Il primo Ministro indiano, Manmohan Singh, ha ordinato di verificare la situazione di sicurezza di tutti i venti impianti nucleari indiani sull'onda di quanto è avvenuto in Giappone (anche l'India pare essere attraversata da faglie sismiche che potrebbero cagionare, com'è stato con lo tsunami di qualche anno addietro, danni ad eventuali centrali).
Si apprende oggi la notizia che anche l'Australia, nonostante sia una delle tre nazioni che possiede i maggiori giacimenti di uranio, valuterà di non investire più in questo settore.
In Italia, invece, abbiamo registrato posizioni divergenti anche da parte del Ministro Prestigiacomo, che ha dichiarato di voler comunque proseguire nella programmazione che è stata stilata anche con alcune leggi.
Per quanto riguarda la scelta sul nucleare, lungi dal voler criticare le posizioni assunte dal Governo centrale, posto che non è questa la sede opportuna: questo è un ordine del giorno che vuole soprattutto esprimere sostegno e solidarietà al Giappone colpito da tsunami e dal rischio di fallout nucleare; rischio che, secondo alcune previsioni di agenzie australiane e americane, andrà ad investire tutto il Pacifico e buona parte della costa americana (California e gli Stati occidentali degli Stati Uniti).
Noi chiediamo al Governo di valutare attentamente se l'opzione del ritorno al nucleare sia la migliore scelta dal punto di vista della sicurezza del Paese e della sostenibilità energetica, economica e ambientale, anche alla luce degli eventi scaturiti in Giappone. Vorremmo capire se questa è veramente la scelte migliore per i cittadini italiani e per l'intero Paese. Grazie.



PRESIDENTE

Nel frattempo, la Presidenza ha ritenuto di attrarre anche l'ordine del giorno presentato questa mattina alle ore 11.30 dai Consiglieri Cursio Stara e Ponso sul medesimo argomento.
Procediamo, dunque, con l'esame dell'ordine del giorno n. 245 presentato dai Consiglieri Cursio, Ponso e Stara, inerente a "Valutazione dei rischi e dei benefici insiti nel ritorno al ricorso all'energia nucleare".
Ha chiesto la parola il Consigliere Cursio, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Sono convintamente contro il nucleare - aggiungerei "oggi" - per una serie di considerazioni.
La scelta del mio Partito di promuovere un referendum - calendarizzato peraltro, in data 29 maggio - calca un po' quello che è il quadro oggi esistente. Mi rendo perfettamente conto che si potrebbe apparire un po' "sciacalli" nel presentare un ondine del giorno di questo tipo, ma è altrettanto vero che, per usare l'espressione di un noto Professore del Politecnico, "un conto sono le statistiche, altro conto è la realtà".
Probabilmente, nessuno si sarebbe aspettato che un terremoto potesse essere così devastante e imprevedibile (o perlomeno difficilmente prevedibile e arginabile), oltre che per lo tsunami e per i danni che il terremoto stesso ha inferto alle strutture (peraltro il Giappone è corso già da tempo ai ripari per quanto riguarda le strutture cementizie), per le conseguenze che si sono abbattute proprio sugli impianti nucleari.
Paesi come la Germania, per esempio, hanno già stabilito - non so se i colleghi ne sono a conoscenza - che entro il 2035 tutti gli impianti cesseranno, probabilmente per un'attenzione lungimirante: la fusione, ossia la fissione nucleare, potrebbe diventare, da qui al 2035 o 2040, una realtà. Pertanto, partire oggi per avere un impianto forse fra dieci anni a mio avviso è una scelta del tutto scellerata. Perlomeno, dovremmo prendere ad esempio ciò che hanno fatto alcuni Paesi come la stessa Germania, che ha sospeso per tre mesi la decisione di adottare alcune centrali.
Sarebbe dunque opportuna una riflessione al riguardo, proprio per evitare di incorrere in quegli errori che difficilmente, in un Paese come il nostro, potranno essere arginati. Mi riferisco fondamentalmente al fatto che il nostro Paese risulta essere altamente sismico, per cui potrebbe correre gli stessi rischi. D'altra parte, mi rendo anche conto che i siti verranno scelti in aree lontane da quelle ritenute più rigorosamente sismiche.
Mi fermo, Presidente, perché faccio fatica a parlare. Grazie.



PRESIDENTE

Collega, ha perfettamente ragione! Oggi è una giornata particolare. Chiedo scusa, perché, com'è noto, sono stato un po' assente dal Consiglio e non so se ho perso l'abitudine, ma già dalla prima mattinata - mi permetto di ribadirlo - in particolare quando l'Assessore Ferrero ha risposto alla collega Manica, e ancora adesso durante l'intervento del collega, è risultato difficile, per la Presidenza mantenere un certo ordine. Ricordo a tutti che non é obbligatorio rimanere in aula: chi è interessato dovrebbe farlo mantenendo un contegno minimo per consentire a chi sta intervenendo di poterlo fare con serenità, e alla Giunta, in modo particolare, di poter ascoltare.
Confido sul vostro senso di responsabilità per il prosieguo dei lavori.
Procediamo, dunque, con l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 246 inerente a "Utilizzo del nucleare quale fonte di produzione di energia".
Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Mi accingo ad illustrare l'ordine del giorno di cui sono primo firmatario e mi riserverò di intervenire in fase di dibattito generale.
Effettivamente, si ha la sensazione che un argomento di così grande importanza, che riguarda il futuro dei nostri figli, sfugga completamente all'interesse dell'Aula: il fatto che si vedano Consiglieri che chiacchierano e che scherzano in ogni angolo, talvolta è demoralizzante.
Meno male che se ne sono andati i bambini, perché visto che parliamo di come sarà il mondo nel quale dovranno vivere, il fatto che se ne siano andati almeno ci evita di fare una brutta figura! Il nostro ordine del giorno parte certamente dal dolore e dalla sofferenza per la tragedia che ha colpito in questi giorni il Giappone e che ha provocato migliaia di vittime, e che è resa ancora più drammatica dalle esplosioni che si sono verificate in alcune centrali nucleari della zona, che sono state coinvolte sia dal terremoto che dallo tsunami.
Non dico che le tragedie debbano servire a qualcosa, perché purtroppo questo non si verifica, ma dovrebbero essere in qualche modo "utili" per affrontare le questioni che riguardano oggi il Giappone, ma che un domani potrebbero riguardare buona parte del mondo intero. Peraltro, ciò che sta accadendo in Giappone non riguarda solo quello Stato: sappiamo tutti che la nube radioattiva che si era sprigionata da Chernobyl poi ha attraversato il mondo, coinvolgendo buona parte dei nostri Paesi. Purtroppo, il nucleare e l'utilizzo dell'atomo come fonte di energia è questione, quando si verificano simili incidenti, che non riguarda soltanto il luogo nel quale la centrale è insediata, ma Paesi distanti anche centinaia o migliaia di chilometri, perché le nubi girano il mondo e possono riguardare i pomodori del Giappone, così come quelli coltivati nelle nostre campagne.
L'ordine del giorno che abbiamo presentato parte da una premessa, che riguarda la scelta del Governo italiano: noi siamo sorpresi dal fatto di verificare che il Governo italiano ribadisce, come se niente fosse, la validità del Piano energetico nazionale che prevede la realizzazione di quattro centrali nucleari a partire dal 2020, per un costo complessivo di 20 miliardi di euro, come se quello che sta succedendo in Giappone non fosse successo.
Considerato che l'Amministrazione regionale precedente aveva presentato ricorso alla Corte costituzionale per contestare la legittimità del decreto del Governo che individuava in Piemonte uno dei siti per la realizzazione di una centrale nucleare. Considerato che l'attuale Presidente Cota ha deciso di ritirare il ricorso suddetto - noi abbiamo svolto un Consiglio regionale su questo argomento, nel quale il Presidente non ci ha detto quali fossero le sue intenzioni sul nucleare, ma noi oggi abbiamo una sentenza della Corte costituzionale che ha riconosciuto la necessità del coinvolgimento delle Regioni rispetto alla localizzazione degli impianti e all'obbligatorietà di un parere vincolante e di una successiva intesa all'interno della Conferenza unificata Stato-Regioni.
Considerato che circolano voci sui siti - perché il Governo ufficialmente non ha promulgato nulla - riguardo all'insediamento delle centrali nucleari, senza che i cittadini delle Regioni all'interno delle quali i siti possono essere localizzati sappiano se davvero il territorio nel quale vivono con le loro famiglie è destinato ad ospitare una centrale nucleare, ledendo quindi il diritto dei cittadini ad essere informati l'ordine del giorno che presentiamo impegna la Giunta regionale a rassicurare i piemontesi relativamente alla non disponibilità del Piemonte ad ospitare centrali nucleari, ad esprimere la contrarietà della Regione rispetto all'utilizzo dell'atomo come strumento per la produzione di energia e ad individuare nelle energie rinnovabili il futuro energetico del nostro Paese che, oltre ad essere occasione per nuovi posti di lavoro, è anche garanzia per una migliore salvaguardia dell'ambiente.
Noi invitiamo questo Consiglio regionale a votare questo ordine del giorno, in maniera che l'Assemblea e i politici raccolgano le ansie e le preoccupazioni che i cittadini di tutto il mondo esprimono in questo momento. Pensiamo sia un errore da parte del governo regionale l'assunzione di un atteggiamento rigido a difesa delle scelte che il Governo nazionale sta adottando e che io credo verranno smentite.
Penso che nel referendum che si terrà in primavera sarà raggiunto il quorum e il Presidente Berlusconi si renderà conto che questo è un problema che non riguarda soltanto lui, o Chicco Testa, o i Ministri Scajola o Prestigiacomo, ma che questa preoccupazione investe tutto il Paese ed è molto più grande di quanto la politica in qualche modo la sappia raccogliere.
Nel terminare la presentazione dell'ordine del giorno la ringrazio Presidente, e mi riservo successivamente di entrare nel merito del tema del nucleare in occasione della discussione generale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Boeti.
Nel frattempo è stato presentato un quarto ordine del giorno ad oggetto "Solidarietà e sostegno alla popolazione giapponese", a firma dei Consiglieri Pedrale, Carossa e Giovine, n. 247.
La parola al collega Carossa per l'illustrazione.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Non voglio assolutamente fare alcun tipo di polemica e quindi sar molto breve. Ho apprezzato il minuto di silenzio che lei giustamente ha fatto osservare all'Aula stamattina e ritengo che le sue parole siano state le più opportune. Quando si ricorda che distruzione c'è stata, quando si ricordano i 10.000 morti - ed è un dato parziale - e quando si ricorda la straordinaria compostezza e dignità con cui la popolazione giapponese sta affrontando questo disastro, quelle erano le parole giuste e corrette. Non voglio far polemiche.
stato presentato da parte della maggioranza questo ordine del giorno perché quando si fa solidarietà si fa solidarietà e non si fa politica e quindi utilizzare un discorso di una catastrofe così grave, con migliaia e migliaia di morti, per fare becera politica e un discorso di attacco al progetto nucleare del Governo italiano e un attacco al governo della Regione Piemonte lo ritengo veramente quantomeno inopportuno.
Chiedo quindi naturalmente, d'accordo con gli altri Presidenti dei Gruppi di maggioranza, di votare contro gli ordini del giorno che sono stati presentati e illustrati dai Consiglieri di opposizione perché ritengo che non sia opportuno e giusto votare determinati documenti. La solidarietà dobbiamo darla - è giusto darla - ma è imbarazzante dover assistere ad una discussione del genere. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Allora, i quattro ordini del giorno depositati e tra loro collegati sono stati illustrati. Apriamo la discussione generale.
Il primo iscritto a parlare è il Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Colleghi, vi sottopongo un problema che, rispetto alla tragedia - una vera e propria catastrofe, un'apocalisse (sono stati usati tutti i termini e non rendono l'idea, ma le immagini lo fanno di gran lunga) - riguarda la Giunta. Ora non so chi rappresenti il Presidente Cota perché la questione evidentemente, lo riguarda: riguarda la comunità piemontese e ancora di più gli italiani che si trovano in Giappone.
Siamo di fronte, ancora una volta, alla dimostrazione dell'inadeguatezza del Governo nazionale, del Corpo diplomatico e delle Ambasciate italiane all'estero - naturalmente quando si generalizza si coinvolgono anche tutti quei funzionari e diplomatici che svolgono il proprio lavoro - perché noi abbiamo assistito e stiamo assistendo a ciò che succede spesso: mentre altri Paesi - e mi riferisco in particolare alla Germania, alla Spagna e non solo - hanno invitato i propri connazionali a rientrare nei propri Paesi d'origine, noi sentiamo dire a responsabili del Corpo diplomatico e del Ministero degli Esteri che è tutto sotto controllo.
Ma la realtà è un'altra. Noi non sappiamo - e chiedo al Presidente Cota di farcelo sapere - quanti piemontesi si trovano in Giappone e qual è la loro situazione. Ho infatti alcune informazioni dirette da parte delle famiglie di alcuni piemontesi che si trovano in Giappone e che mi hanno sollecitato l'intervento: esse avevano nei giorni scorsi informazioni di grande tranquillità del tipo che, pur nel disastro, era tutto sotto controllo, in particolare per la parte relativa ai problemi legati alle centrali nucleari; e non entro nel merito di quello che diceva il collega Carossa.
Si tratta di una questione imparagonabile rispetto alla tragedia del popolo giapponese, ma è un problema anche questo. La realtà è che i nostri connazionali - e io mi riferisco ai piemontesi - per poter rientrare in Italia, completamente abbandonati, stanno impiegando una settimana con passaggi da Tokio a Osaka, da Osaka a Pechino, da Pechino in Germania dalla Germania a Torino a tariffa piena - cosa che può sembrare un fatto relativo, ma per molti non lo è - e senza alcun supporto: sarebbe bastato per cambiare le condizioni: che il Governo e il Ministero degli Esteri invitassero i nostri connazionali, e quindi anche i piemontesi, ad abbandonare quel Paese per motivi di sicurezza e a rientrare in Italia visto che ci sono dei protocolli molto chiari.
Ecco, chiedo al Presidente della Giunta di sapere cosa ha fatto - se ha fatto qualcosa - per sapere quanti sono i piemontesi presenti in Giappone qual è la loro situazione, in che condizioni sono stati messi per poter rientrare in Italia e quindi in Piemonte: mi auguro che il Presidente Cota abbia fatto qualcosa.
Intervengo sull'ordine del giorno dei colleghi del Movimento 5 Stelle che riguarda la questione generale, avendo presentato ieri un'interpellanza. Visti i tempi, per urgente che sia prima di martedì prossimo non sarebbe stato possibile - ammesso ci fosse lo spazio - per l'interpellanza a risposta immediata, ho usato questo spazio perché ritengo che sia una questione che non riguarda il sottoscritto ma tutti i Consiglieri regionali. Ancora una volta, infatti, il nostro Paese si è dimostrato assolutamente disattento - al di là delle dichiarazioni di principio - rispetto agli italiani residenti in Giappone. Nello specifico e termino - mi auguro che arrivi una risposta.
Mi accontento, Assessore Quaglia - un nome a caso, come a scuola - di ricevere dal Presidente Cota anche solo una risposta scritta, però mi farebbe piacere riceverla per sapere se ha fatto qualcosa e che cosa.
Mi auguro di non ottenere una risposta solo con qualche informazione perché non vorrei pensare che, preso da tanti problemi, non abbia fatto niente, così come non ha fatto niente il nostro Ministero degli Esteri e buona parte del corpo diplomatico del nostro Paese che, per quanto ho potuto constatare personalmente in più occasioni, è assolutamente impermeabile a quello che succede e a cosa riguarda gli italiani che si trovano per loro sventura in qualche situazione di necessità in giro per il mondo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Grazie, Presidente.
Intanto, come altri colleghi hanno ricordato, penso che sia stato giusto esprimere la solidarietà al Governo giapponese e al popolo giapponese e, mi auguro, anche un'offerta di aiuto, che dalla nostra Regione potrebbe avere una particolare importanza, perché, com'è noto, noi siamo l'unica Regione italiana e una delle poche in Europa che sta smantellando concretamente una centrale nucleare e che quindi ha l'esperienza di intervento su una centrale nucleare da smantellare, come sicuramente dovranno essere fatte operazioni sui tre reattori - o quattro visto che i dati cambiano di giorno in giorno - coinvolti dal terremoto in Giappone.
Quindi, mi auguro che potremo concretamente esprimere la nostra solidarietà, anche in questo modo, perché è un impegno che ha creato molti problemi nella nostra Regione, ma che stiamo concretamente svolgendo quindi con competenze che abbiamo.
In secondo luogo, credo che vadano tenute distinte le due catastrofi una naturale l'altra umana, che sono avvenute in Giappone. La prima, che ha visto una grandissima capacità di organizzazione di quel Paese, era prevedibile nel fatto che si sa che il Giappone è un'area sismica, non prevedibile nel quando e nel come, perché lo scatenarsi dei terremoti non è prevedibile.
L'altra invece rappresenta da un punto di vista scientifico una quasi certezza. Tutti sanno che uno dei rischi maggiori del nucleare è proprio quello dei terremoti, cioè che terremoti a livelli elevati di scala Richter, nella stragrande maggioranza dei casi, qualora ci siano degli impianti nucleari, produrranno gravi danni alle centrali e gravi rischi.
uno dei rischi considerati maggiori, cioè quando si analizzano i rischi nucleari, quello del terrorismo, della guerra, del meteorite e del terremoto sono gli incidenti prevedibili solo per il fatto che possono avvenire, ma non quando e come, in quale entità, e che possono produrre risultati catastrofici.
Personalmente ho vissuto in questo Consiglio la vicenda di Chernobyl ero stata appena eletta nella mia prima elezione ed abbiamo tutti vissuto la terribile vicenda di Chernobyl, cominciata in maniera molto sotto tono rispetto a quello che stiamo vedendo oggi in Giappone, ma progressivamente diventata più angosciante per tutta l'Europa, perché la nuvola radioattiva cominciò a vagare per l'Europa e in particolare intorno alle Alpi, nella zona della Baviera, della Svizzera, del Piemonte e della Lombardia, e a causa delle piogge si rovesciò a terra una parte non piccola della radioattività. Da allora, i nostri dati sanitari ci dicono come siano aumentati in maniera statisticamente significativa i tumori alla tiroide e le malattie legate alla radioattività, che peraltro si concentrano ancora di più in maniera particolare nella zona del Vercellese dove sono anche state presenti non solo una centrale nucleare (un piccolo impianto sperimentale) ma anche dei depositi di scorie radioattive.
Lo dico, perché la vicenda di Chernobyl qualcosa ci dovrebbe insegnare e credo che chi pensa che esista ancora un programma nucleare italiano si sbagli di grosso, perché noi siamo appena all'inizio di questa vicenda.
Prepariamoci a notizie sempre più difficili, perché se il terremoto e lo tsunami hanno determinato un numero immenso di morti, che però finisce qui con qualche ferito che dovrà essere curato, la propagazione della radioattività non si fermerà. L'entità dei danni, i rischi e la pericolosità per il Giappone e per il mondo non sono ad oggi noti e non lo saranno per molto tempo, perché si tratta di rischi a lunghissima permanenza temporale.
Questo, man mano che diverrà chiaro alle popolazioni, produrrà inevitabilmente un effetto di totale rigetto. Noi abbiamo anche un referendum già richiesto e possiamo essere tranquilli che il quorum questa volta lo si raggiungerà, perché credo che le persone, che a volte sono un po' distratte, si rendono conto in queste occasioni a quali rischi un Governo che fa scelte ormai arretrate dal punto di vista scientifico tecnologico o culturale li sta esponendo.
Una delle ragioni di fondo, che vediamo emergere in Giappone, della mia personale e scientifica, non solo politica, contrarietà alle centrali nucleare dipende proprio dal fatto che la concentrazione enorme di produzione di energia elettrica in pochi punti, oltre agli aspetti specifici del rischio per la salute e per la vita delle persone, produce anche degli enormi rischi dal punto di vista del funzionamento di una società, che in passato non erano eliminabili, perché sapevamo produrre energia elettrica solo in modo concentrato in grosse centrali, ma che oggi sarebbero eliminabili.
Oggi il Giappone è in ginocchio non solo perché c'è stato prima il terremoto e poi lo tsunami, ma perché è a rischio la sua produzione di energia elettrica in modo grave, se i quattro reattori saranno fermati e se poi, dato che sono tutti vecchi e della stessa generazione, la popolazione come avverrà, giustamente chiederà di fermare anche gli altri.
Il vantaggio invece del sistema delle fonti rinnovabili è quello progressivamente di funzionare come internet rispetto ai vecchi calcolatori che conoscevamo. Nei grandi computer, quando andavano in tilt, saltava tutto, mentre oggi è possibile, attraverso il sistema della rete, avere potenze di lavoro, di calcolo e di relazioni che non erano immaginabili con i vecchi computer.
La stessa cosa avviene con l'elettricità; la messa in rete di centinaia di migliaia, e progressivamente di milioni di produttori, rende il rischio di incidente e di chiusura del rubinetto elettrico, che in una società come la nostra è una catastrofe, molto meno probabile e sempre meno probabile fino a renderlo totalmente quasi nullo, quando saremo davvero riusciti a far sì che ognuno sia produttore e consumatore di energia e quindi sia in grado di fornire energia in rete e di prenderla dalla rete.
Credo quindi che ai cittadini italiani vada detto che oggi sarebbe un gravissimo errore non solo dal punto di vista della sicurezza. Immaginate cosa sarebbe successo in Pianura Padana, che è sismica, anche se meno di altre parti del Paese. Un incidente in mezzo alla Pianura Padana non avrebbe prodotto l'uso per il raffreddamento dell'acqua del mare, ma avrebbe prodotto l'uso per il raffreddamento dell'acqua del Po e soprattutto, l'erogazione della radioattività nel Po: all'interno del sistema idrico più importante del nostro Paese, quello che alimenta tutta la Pianura Padana; tutta l'area, dal punto di vista agricolo, più fertile e più produttiva del Paese.
Se fosse avvenuto qui quello che è avvenuto in Giappone, la possibilità di utilizzo della Pianura Padana verrebbe compromessa per decine di migliaia di anni, mettendo così a rischio la vita e la capacità produttiva di tutta la Pianura Padana. Un fenomeno avvenuto in un altro Paese, ma che potrebbe accadere anche qui.
Faremo bene a riflettere sul fatto che una localizzazione di centrali in Piemonte, avventatamente proposta dal Presidente Cota, metterebbe a rischio non solo il Piemonte, ma tutta quella parte della Pianura Padana che dal Piemonte dipende per l'approvvigionamento idrico, che dipende dallo scorrere dal nostro sistema di fiumi.
Metterebbe a rischio prima di tutto la vita e la salute per i nostri cittadini che non avrebbero più possibilità di vivere in questo territorio se non correndo gravi rischi per la propria vita.
Credo sia giusto e, naturalmente, bene ha fatto il Presidente esprimere la solidarietà, ma sia anche altrettanto giusto imparare dalle catastrofi a non ripetere errori che potrebbero essere, per il nostro Paese, ancora più dannosi di quanto si stiano rilevando in Giappone, dove almeno le centrali erano collocate sul mare, correndo sì il rischio dello tsunami, ma non quello dell'inquinamento delle acque interne.
Credo che nulla abbia a che vedere la volontà di fare allarmismo, ma ricordo che errare è umano, ma è molto stolto persistere nell'errore. Con il referendum daremmo agli italiani il modo di pronunciarsi, e credo che gli italiani - così come avvenne per Chernobyl, quando cambiò radicalmente la posizione della maggioranza degli italiani sulla questione nucleare con il referendum cambieranno nuovamente la loro posizione.
Questo avverrà non perché gli italiani sono paurosi, ma perch finalmente sarà ricordato a generazioni che non ricordando Chernobyl, cosa può significare un incidente di questo tipo.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola alla Consigliera Spagnuolo, volevo dare alcune informazioni che potrebbero essere utili al dibattito e una buona notizia.
Al momento risulta che la Protezione Civile regionale non ha ricevuto indicazioni in merito a possibili interventi in Giappone. Nelle ore immediatamente successive al sisma, le autorità giapponesi avevano deciso di accettare esclusivamente, come è noto, gli aiuti dagli Stati Uniti dalla Nuova Zelanda, dalla Corea del Sud, dai Paesi geograficamente più vicini. In attesa di nuove indicazioni dal Governo giapponese, l'Italia insieme ad altri stati Paesi, è pronta ad intervenire con un team specializzato.
notizia di oggi che tale team, composto da esperti di valutazione e gestione dell'emergenza del dipartimento, insieme al personale del corpo nazionale dei Vigili del fuoco e sanitari dell'Ospedale di Pisa, è partito con un aereo Falcon avendo avuto via libera dal governo nipponico. La missione è disposta dal Presidente del Consiglio dei Ministri, coordinata dal Dipartimento della Protezione Civile, in collaborazione con il Ministero Affari Esteri, Ambasciata italiana a Tokyo, e con il meccanismo di Protezione Civile della commissione di esperti in emergenze.
Al ritorno dalla missione, sono notizie Ansa di oggi, come accade di norma in questi casi, si avranno più elementi per eventuali interventi a livello nazionale, eventualmente per il coinvolgimento delle Regioni.
Infine due buone notizie, che credo sia importante che l'Aula apprenda.
Nessuno degli italiani residenti in Giappone è stato coinvolto dal sisma.
Nelle ultime ore è arrivata la notizia che le ultime due persone di cui non si aveva notizia sono state rintracciate e stanno bene. Non possiamo che esserne felici.
Avrei predisposto una convocazione per il Comitato di solidarietà rispondo ai Consiglieri che lo hanno sollecitato - per lunedì 21 alle ore 12; nel frattempo siamo venuti a conoscenza che esiste un'Associazione Piemontesi e Amici del Piemonte del Giappone, che cercheremo di contattare da qui a lunedì per avere, comunque, informazioni in merito ad alcune richieste o proposte.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente.
Il Presidente ci ha fornito alcune notizie che, indubbiamente, sono rassicuranti e che rispondono già ad un interrogativo posto in quest'Aula da parte del Vicepresidente Placido.
La vicenda del Giappone grava sulle nostre coscienze. Ci siamo resi conto, individualmente, della forza della natura e magari dell'errore dell'uomo; soprattutto quanto la forza della natura possa assolutamente mettere in ginocchio popolazioni caratterizzate nella storia da una loro particolare preparazione tecnologica, da una loro particolare preparazione rispetto a fenomeni come quelli devastanti dei terremoti che si ripetono in quell'area del mondo.
Come molti di voi, sono stata colpita dalle immagini televisive, sono stata colpita dall'informazione che ci arriva da quella parte di mondo; mi sono posta gli interrogativi che molti di voi hanno posto, pur senza dare allo stato delle cose, almeno personalmente, nessuna valenza di carattere politico-partitico.
Certo che mi pongo degli interrogativi, le persone che pensano non possono che porsi interrogativi di carattere generale: qual è stato l'errore dell'uomo che può avere concorso a peggiorare la situazione? Certamente penso al dramma della questione nucleare di cui, forse, non abbiamo assolutamente la portata; di cui, forse, è pensabile che le stesse autorità giapponesi, e non solo giapponesi perché è già una grande questione internazionale, tendono a contenere.
evidente che chi ha responsabilità di governo deve fare tutto ciò che è possibile per contenere lo sgomento e per contenere la paura delle popolazioni che tocca ognuno di loro.
Restando a noi, a questa piccola regione - piccola nella dimensione internazionale - esprimo la solidarietà, il cordoglio, il sostegno morale e umano che ognuno di noi, nella sua piccola entità, può esprimere e che un'istituzione, nella sua identità, deve esprimere, che le forze politiche presenti in quest'Aula oggi hanno espresso, seppure con differenti valutazioni rispetto alle quali non entro. Non sono un tecnico e non voglio esprimere, in questa circostanza, valutazioni di carattere tecnico che non mi competono.
La Consigliera Bresso ha ricordato Chernobyl, ero presente in quegli anni. Noi, generazioni del dopoguerra, abbiamo certamente avuto un primo grande impatto con una vicenda drammatica legata al nucleare. Oggi parlando con l'Assessore Ravello e apprezzando, in particolare, la sua sensibilità di uomo, prima ancora che di Assessore, l'aspetto che balza evidente è quello di essere all'erta e preparato rispetto agli strumenti che abbiamo. Penso all'ARPA, all'ISPRA, penso a quegli strumenti che normalmente operano ma che, in una situazione come questa, devono assolutamente avere lo spettro, il più efficiente possibile, di quanto noi possiamo monitorare. Consegno alla sua attenzione questo elemento di dovuta sensibilità istituzionale e di Governo. Se c'è un momento nel quale la rilevanza nazionale del Presidente Cota ci può essere particolarmente utile, purtroppo, è proprio questo, perché noi potremmo avere una forte indicazione relativamente ai settori e alle possibilità di intervento di una Regione come la nostra rispetto ad un programma nazionale che Governo e Parlamento insieme dovranno elaborare. È una questione che riguarda i Governi che hanno le loro responsabilità, ma io credo che rispetto a una tragedia di questo tipo e di questa portata il Parlamento nazionale, la nostra Assemblea legislativa...



(Brusio in aula)



SPAGNUOLO Carla

Colleghi, si fa una terribile fatica a non disturbarvi. Una terribile fatica. Io chiedo scusa, come si diceva una volta: "Scusate se disturbiamo".
Collega Cursio, la parola magica è dire: "Scusate se disturbiamo", è l'unico modo per farli fermare. Infatti, si sono fermati. Le do questo suggerimento per la prossima volta che non la faranno parlare. Mi scuso con lei, Consigliere Cursio, perché magari prima anch'io parlavo.



SPAGNUOLO Carla

BOETI Antonino (fuori microfono)



SPAGNUOLO Carla

C'è anche chi ascolta.



SPAGNUOLO Carla

Sicuro. Ma i buoni, come sempre, non vengono tenuti in considerazione.
La storia dei buoni a qualunque livello essi si collochino e in qualsiasi schieramento essi si trovino... Mi verrebbe un'espressione molto colorita non la dico - l'avete capita - ma così succede. Questo in generale.
Detto questo, come Parlamento della Regione Piemonte abbiamo la possibilità di aggiungere la nostra volontà per cercare di fare tutto ci che è possibile rispetto ad una tragedia di questa portata.
Quindi, non soltanto la certezza che il Presidente della Giunta Regionale, se avremo modo di intervenire, ci segnalerà le possibilità migliori, ma anche l'invito del Presidente del Consiglio regionale, come già ha fatto, di adoperarsi in tutti i modi perché anche il Piemonte dia il proprio contributo rispetto ad una tragedia che va al di là delle nostre sensibilità e della nostra immaginazione.
Concludo dicendo che molti di noi, vedendo quelle immagini, hanno pensato che andavano assolutamente al di là della più fantasmagorica ed inimmaginabile proiezione fantapolitica e fantascientifica. Quindi ci poniamo con questo animo nei confronti di una così grave tragedia e credo che il nostro Gruppo darà tutta la disponibilità possibile in questa direzione.



PRESIDENTE

Nel ringraziarla, le assicuro che il Consiglio regionale sarà informato in merito.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Non avevo intenzione di intervenire - lo dico molto francamente - poi ascoltando l'intervento del collega Carossa ho ritenuto opportuno offrire qualche riflessione all'attenzione dell'Aula e, in modo particolare, del collega Carossa.
Primo. La solidarietà a un popolo colpito da una tragedia così immane e così rilevante è un fatto dovuto. Guai se ciascuno di noi, di fronte a quelle situazioni, a quelle immagini e a quell'incertezza non provasse e non manifestasse un atteggiamento di solidarietà. Ma guai anche (e qui è la parte della riflessione che vorrei svolgere) se ciascuno di noi, di fronte a quelle situazioni, non si sentisse interpellato, non rimettesse in discussione, indipendentemente dalle proprie convinzioni, almeno le certezze.
Credo che la vicenda giapponese rimetta in discussione delle certezze.
Lo crediamo e ne siamo convinti. Siamo un po' stupiti che invece a livello della politica del Governo nazionale quella rimessa in discussione, quella necessità di riflettere, che nel mondo occidentale riguarda molti Paesi europei (Germania, Belgio, Svizzera) rispetto alle potenziali conseguenze che le vicende del Giappone pongono anche all'interno delle proprie Comunità nazionali, non sia avvertita. Questo Paese chiede di riflettere e chiede che vi sia un momento nel quale alcune scelte che il nostro Paese ha compiuto siano sottoposte a un ulteriore momento di verifica.
Uno strano e tragico destino fa sì che tutte le volte che nella storia del nostro Paese la nostra comunità nazionale si trova ad essere interpellata in merito alla scelta nucleare, nel mondo avvengono situazioni che ci pongono di fronte a un quadro di assoluta indeterminatezza. Così è avvenuto nel passato con la vicenda di Chernobyl così avverrà, e sta avvenendo, rispetto alla vicenda giapponese. È come se il nostro Paese avesse una sorta di protezione e di campanello d'allarme che dice: "Attenzione, cerca di ragionare, cerca di riflettere se il percorso che stai facendo è in grado di garantire sicurezza e indipendenza energetica ma anche sicurezza per le persone, tranquillità alle persone".
E quali sono le due questioni fondamentali che la vicenda giapponese ci pone? La prima. C'è indubbiamente un progresso tecnologico molto intenso che riguarda anche le centrali nucleari, ma questo progresso tecnologico non è tale da garantire l'assenza di pericolo. È un fatto abbastanza normale nella vita, di fronte a qualunque vicenda e a qualunque esperienza trovarci in condizione di relativa sicurezza, ma quando abbiamo a che fare con le centrali nucleari, ci rendiamo conto che questa non pericolosità ha un potere deflagrante.
Questa è la riflessione che la vicenda giapponese ci pone. Non siamo ancora in presenza di un progresso della ricerca e della tecnologia tale da garantire protezione a quelle comunità locali.
La vicenda giapponese ci pone anche di fronte a un secondo interrogativo: qual è il livello di trasparenza di fronte a queste tragedie? Qual è il livello di indipendenza e di correttezza dell'informazione? Senza fare nessun tipo di speculazione politica ciascuno di noi, quando guarda le immagini alla televisione, o legge gli articoli sul giornale, ha la sensazione che qualcosa che tutto non sia stato detto. Questa è un sensazione molto forte. Soprattutto di fronte a un dibattito come quello dell'opzione nucleare, perché è in grado di provocare una condizione di grande paura all'interno delle comunità locali.
Questa assenza di informazioni indipendenti, effettivamente indipendenti, in grado di definire, di informare e di comunicare con molta serietà, precisione e correttezza quanto sta avvenendo in una lontana parte del mondo è gravida di conseguenze per ogni Paesi, compreso il nostro.
La convinzione e la preoccupazione che non tutto sia detto e sia raccontato, che un'aria di mistero pervade ogni vicenda simile a questa non è soltanto una condizione individuale, ma anche collettiva.
E allora come si può essere indifferenti di fronte a questa drammatica vicenda? Come si fa a non essere coinvolti, a non essere messi nelle condizioni di chiedere un ulteriore motivo di riflessione? Poco fa, con il collega Ronzani abbiamo letto un articolo di fondo sul quotidiano La Stampa di oggi, che metteva in evidenza un aspetto: i momenti di riflessione che riguardano Germania, Belgio e Svizzera non sono nati sull'onda emotiva di una tragedia che si sta consumando all'interno di quella parte del mondo, ma hanno dentro di sé una razionalità più profonda.
Noi siamo preoccupati - lo dico molto francamente - di un Paese, di un Governo che non vuole riflettere. Sarebbe stato oltremodo responsabile, di fronte a queste situazioni, dire: "Fermiamoci un attimo. Altri e nuovi interrogativi profondi ci vengono posti, ma noi ci fermiamo un attimo cerchiamo di ragionare e di capire se a questi altri e profondi interrogativi posti siamo in grado di dare delle risposte".
Mi fa paura l'assenza di dubbio. Mi fa paura l'assenza di riflessione ecco perché riflettere su questi elementi non è compiere un'operazione di stumentalizzazione politica, ma è la responsabilità che deve essere in capo ad ogni persona che nella politica e nell'amministrazione ha delle responsabilità.
Non dobbiamo limitarci ad esprimere solidarietà, sincera, vera e profonda, ma occorre riflettere su quello che quei fatti provocano - e devono provocare - all'interno di ciascuno di noi. È come se noi dicessimo di fronte ad una tragedia che ha anche attraversato il nostro Paese, dovuta all'abbandono e ad uno scorretto consumo del territorio che ha provocato alluvioni, inondazioni, morti, danni alle persone e danni ai patrimoni fermiamoci alla solidarietà. Ogni fatto impone, a chi ha delle responsabilità, le ragioni per riflettere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Giunta regionale.
Prego, Assessore Ravello.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Ritengo doveroso portare il mio modestissimo contributo a questo dibattito, che per certi versi si è dimostrato particolarmente stimolante anche se per altri un po' meno, cominciando dall'unirmi agli attestati di solidarietà nei confronti delle popolazioni colpite da una tragedia che pare assumere, giorno dopo giorno, proporzioni sempre più significative.
Vorrei anche portare al Consiglio regionale elementi di informazione che spero possano tranquillizzare i rappresentanti della popolazione piemontese, perché di fronte ad una situazione nella quale le informazioni appaiono diffondersi in maniera piuttosto convulsa, molto spesso contraddittoria, si potrebbero creare timori che, assicuriamo, in questa situazione non hanno alcun tipo di riscontro oggettivo.
Poco fa leggevo che alcune Regioni d'Italia, in particolare l'Emilia Romagna, hanno stabilito che in questo periodo i monitoraggi sulla radioattività da mensili diventassero quotidiani. Noi siamo una Regione, da questo punto di vista, particolarmente virtuosa, poiché l'Agenzia Regionale di Protezione Ambientale, l'ARPA Piemonte, ha una rete di monitoraggio che attraverso 29 stazioni collocate su tutto il territorio effettua una raccolta dati, rispetto al cosiddetto "rateo di dose gamma", ogni dieci minuti. Alla fine di ogni giornata porta una media che, sulla base dei dati raccolti, dà gli elementi e i parametri ai quali riferirci.
Credo sia l'unica realtà in Italia nella quale viene attuato un sistema tanto capillare, tanto costante e continuo di controllo. Non sto a dire che ovviamente non è stato rilevato alcun elemento anomalo rispetto ai giorni precedenti agli incidenti che hanno toccato realtà del Giappone, in particolare Fukushima.
Spero che il Consigliere Reschigna non ne abbia a male nel momento in cui non mi limito alla solidarietà alle popolazioni colpite e al trasferimento all'Assemblea regionali di alcuni dati oggettivi rispetto alla rete di monitoraggio regionale, ma mi abbandono anche a qualche considerazione rispetto ai toni e alla piega che ha assunto il dibattito di oggi.
Sono assolutamente convinto che il livello di responsabilità dei rappresentanti eletti in Consiglio regionale sia tale da permetterci di non temere che quanto accaduto a migliaia di chilometri da qui possa rappresentare lo stimolo a qualche riflessione speculativa o strumentale rispetto alle politiche energetiche adottate dal Governo italiano.
Invito però, alla luce di questo livello di responsabilità, a riferirsi proprio a questa responsabilità, piuttosto che concentrarsi sulle politiche che il Governo italiano sta avviando, in termini energetici rispetto alle recenti aperture all'energia nucleare e a quanto accade a pochi chilometri da noi.
Forse sarebbe opportuno che il Piemonte si interrogasse e si preoccupasse di più di quanto accade a poche decine di chilometri dai nostri confini (sono ben sette le centrali nucleari a meno di 200 chilometri dai confini della Regione Piemonte, ovviamente situati in Stati stranieri) e rispetto ai controlli e ai monitoraggi che i rispettivi Stati effettuano su queste situazioni.
Tutto questo sia lo stimolo a fare in modo che dal Piemonte parta la richiesta di effettuare monitoraggi attenti, continui e costanti rispetto alle realtà, i cui benefici toccano solo Nazioni straniere a noi confinanti, ma i cui eventuali problemi che dovessero nascere da qualche incidente cadrebbero chiaramente sul nostro territorio.
Aggiungo ancora un particolare, che sicuramente non può essere sfuggito a quest'Aula, visto che nei dibattiti, frutto di diverse interrogazioni presentate, se n'è parlato. Ricordo ancora una volta che il livello di rischio sismico è elemento imprescindibile rispetto all'eventuale localizzazione, non solo di impianti nucleari, ma, ancora prima, del depositato nazionale di stoccaggio, che è il primo passo per consentire un avviamento di determinati provvedimenti e determinate decisioni.
Anche su questo punto il Piemonte è all'avanguardia. I nostri dati relativi alla mappatura del rischio sismico, mi dicevano gli Uffici, sono vecchi di secoli, ed hanno permesso alla Regione Piemonte di dotarsi di uno strumento assolutamente puntuale che dà a noi la quasi perfetta conoscenza nel dettaglio e nello specifico, dei singoli livelli di rischio delle rispettive singole realtà sparse in Piemonte.
Questo è chiaramente un elemento che il Governo dovrà considerare nel momento in cui si andrà avanti con la politica, ed è chiaramente il primo passo per garantire le adeguate forme di prevenzione, rispetto ad episodi e fenomeni che potrebbero chiaramente verificarsi e che, com'è accaduto in questi giorni, si sono verificati lontano da qui.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cursio.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Collega Carossa, la questione non è politica né legata alla solidarietà; la questione che voglio mettere in evidenza - e nella premessa ho detto che si rischia di apparire come sciacalli politici - è una seria riflessione, ragionata.
Questo lo dico - e oggi ne sono ancora più convinto - non perché l'onda emotiva di ciò che è accaduto in Giappone abbia reso in me evidente e rimarchevole questo aspetto, ma perché, al di là delle personali valutazioni (elementi di carattere, se vogliamo, anche medico-scientifico) presento una serie di altri elementi che, per quanto confutabili, sono indubbiamente da prendere in esame.
Occorre fare una riflessione, perché si tratta di un'assunzione di responsabilità; si tratta di cogliere se ha un senso, oggi, nel 2011 promuovere un progetto nucleare oppure fare considerazioni, tenuto conto che il nucleare, l'impianto che si vorrebbe realizzare, è di terza generazione.
Lo sa, collega Carossa, che in Europa nessuno, tranne la Finlandia negli ultimi 15 anni ha aperto un impianto nucleare? Questo vorrà significare o no qualcosa? La questione è così immane che non si può fare un discorso di principio: io, per principio, voglio il nucleare, oppure, per principio non voglio il nucleare.
La questione richiede un ragionamento: ha senso che io promuova il nucleare, oppure non ha senso che lo promuova? Questo è il punto cruciale. Il resto ha poca attinenza con la realtà nel senso che una scelta di questo tipo si ripercuoterà su generazioni e generazioni future.
L'emivita di un isotopo varia mediamente da 50-60 anni a oltre un migliaio di anni; capite bene che il lasso di tempo è troppo ampio, per fare delle scelte di principio e non delle scelte ragionate.
La tragedia di Hiroshima è, ancora oggi, evidente ai nostri occhi. Il danno morfologico che ha causato è immenso; ancora oggi vengono al mondo bambini con gravi malformazioni, nonostante siano trascorsi ormai più di sessant'anni.
Voglio evidenziare che, purtroppo, è una questione che eccede così tanto la percezione umana, da meritare una riflessione ragionata; il legislatore non può non tenerne conto, perché l'assunzione di responsabilità lo mette in condizione di dover affrontare una questione di questo tipo.
Ritengo, dunque, importante fare un'attenta valutazione, perché mi si potrebbe anche dire che sono tanti coloro che credono nel nucleare.
vero, ma, proprio perché c'è una contrapposizione evidente, sarebbe opportuno e necessario discutere, per trovare una soluzione ragionata perché - come diceva il collega Reschigna - l'indeterminatezza è un principio fisico (principio di Heisenberg, Premio Nobel in fisica), il principio di indeterminazione, e cioè, per quanto concerne il nucleare, è un principio che da fisico diventa umano.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Ho sottoscritto l'ordine del giorno che ha come primo presentatore il Consigliere Boeti e condivido le illustrazioni degli altri due ordini del giorno dei Consiglieri Bono e Cursio.
Per parte mia, è ovvio che l'approccio iniziale non può che essere quello di solidarietà e sostegno al popolo giapponese, colpito da questa tragedia.
Ma - e parlo per me e per la mia sensibilità - la solidarietà, la comprensione, la partecipazione e l'aiuto non sono disgiunti dall'assunzione di un principio di responsabilità. Il principio di responsabilità vale anche come forma di solidarietà per le popolazioni oggi colpite, perché la capacità di riflessione e la capacità di decisione, che discendano da questa situazione tragica e ci facciano pensare e ripensare sulle scelte che stiamo compiendo, è un debito che dobbiamo anche a coloro che sono stati così crudelmente colpiti.
inevitabile che il minimo che si possa fare di fronte a questo evento è fermarci a ragionare in ordine ad alcuni paradigmi che anche nel nostro Paese, e nell'imminenza delle prossime decisioni, in ordine alle scelte del nucleare, ci riguardano, perché questa vicenda ci fornisca dati di interpretazione e di illuminazione sulle scelte che il nostro e gli altri Paesi stanno compiendo.
Il primo paradigma sul quale intendo soffermarmi è quello relativo alla sicurezza e, in modo particolare, alla sicurezza della modernità del nucleare.
Poco prima, l'Assessore Ravello c'invitava a non guardare soltanto a quanto è accaduto così lontano e così di recente, ma anche a quanto accade intorno a noi, in particolare nella vicina Francia. Ebbene, anche se fortunatamente non nelle modalità massicce con le quali il Giappone oggi si presenta alla nostra sensibilità, in Francia, ad esempio, nei primi due mesi dell'anno si sono avuti 19 incidenti, quindi il tema della sicurezza è una delle questioni che dobbiamo esaminare con profondità, fino a sfatarlo.
Certamente, il tema della sicurezza che oggi abbiamo così di fronte, è un tema che, per quello che ci potrebbe riguardare in futuro, va commentato con alcuni dati oggettivi.
Il primo dato: la questione relativa alla prevedibilità. Ci è stato detto che le sicurezze che metteremo in campo, laddove il nostro Governo e il nostro Paese si orientassero nella direzione del nucleare, sono più significative e stringenti di quanto non siano nella condizione delle centrali del Giappone, non fosse altro che per la più recente epoca di costruzione.
Ebbene, le centrali nucleari sono progettate sulla base di un rischio sismico atteso. Sappiamo che il rischio sismico atteso è quello che viene definito sulla base degli eventi a posteriori; si tratta, cioè, di una misurazione dell'energia sismica media che si è sviluppata nel tempo.
Nel caso specifico del Giappone, il rischio sismico atteso era quello di un terremoto con scosse di 8,5 gradi della scala Richter, mentre si è manifestato con un sisma di 8,9 gradi. Le strutture, pertanto, non hanno retto.
Da noi le centrali sono programmate per resistere a scosse di 7,2 gradi della scala Richter, ma chi ci assicura che basterà? Pertanto, il tema della sicurezza indotto sulla base di una valutazione statistica media e su ciò che ci si può attendere in base ad eventi già accaduti, è di per sé un indicatore inadeguato.
Il secondo principio che dovremo sfatare - ho già detto di quello della sicurezza - è relativo alla cosiddetta autosufficienza, vale a dire quella capacità che viene attribuita al valore dell'energia atomica di essere in grado di garantirci nel tempo e per lungo tempo una condizione di autosufficienza.
Ebbene, proprio la vicenda a cui stiamo assistendo è una di quelle vicende che sfata la falsa illusione di avere una capacità di generazione illimitata; quella generazione illimitata che ci servirebbe per disporre di energia al fine di alimentare una crescita dei consumi. La realtà che abbiamo davanti, in particolare il fatto che la Tokyo Electric Power ha risentito pesantemente dei gravi problemi delle due centrali nucleari di Fukushima al punto di lanciare un allarme black out nella capitale e nei suoi dintorni, ci dimostra che le prime a fallire, se c'è un'emergenza tragica e imprevedibile come quella della condizione giapponese o, più semplicemente, prevedibile come nel caso della società che ha colpito la Francia qualche anno fa, questa presunta autosufficienza non ci viene garantita.
La terza ed ultima questione riguarda i costi. Ci viene detto che il presunto vantaggio che otterremo in termini di produzione autoctona e autosufficiente motiva la valutazione economica che anche nella nostra discussione si sta compiendo.
L'Enel ha cercato di dimostrare che il nucleare conviene. Per farlo nel 2009 sosteneva che una nuova centrale sarebbe costata tre miliardi di euro. Di fronte all'esplosione dei costi derivanti dall'analisi dei prototipi finlandesi e francesi ha dovuto alzare la cifra a quattro miliardi di euro. Dunque, questa situazione di crescita esponenziale ci fa presumere che, probabilmente, nemmeno la seconda valutazione si avvicina ad un costo reale, che oggi è ormai di otto miliardi.
Di fronte a questa previsione anche organizzazioni sulle quali non dovrebbe gravare, da parte dei fautori del nucleare, l'ombra del sospetto come quella di 200 imprenditori, ci fanno rilevare che investire oltre 30 miliardi nel nucleare per le prime quattro centrali vorrebbe dire bloccare di fatto, gli investimenti nel risparmio energetico delle rinnovabili.
L'Italia non ha le risorse per fare tutto e l'imprenditoria dell'Enel che ha velocemente venduto parte delle sue energie rinnovabili per diminuire il suo debito e poi gettarsi nella costosissima avventura nucleare, ci dimostra, di fatto, che laddove si scegliesse il nucleare saremmo di fronte ad un'opzione unica. Un'opzione unica che ho cercato di dimostrare con le documentazioni di riferimento, che non solo non ci dà la sicurezza, non solo non ci garantisce l'autosufficienza, ma è anche terribilmente costosa e, in quanto tale, ci propone un problema di democrazia. Perché questo tipo di scelta concentra in un'unica opzione quella dell'energia nucleare - la possibilità invece di un'opzione diffusa che è quella delle energie alternative a basso costo e con più produttori.
Tutto questo è ciò che dovremmo proporre alla discussione consapevole del popolo italiano. Un popolo italiano che non dovrebbe né essere scippato dalla possibilità di manifestarsi esplicitamente, né essere scippato da voti di maggioranza e di fiducia nei nostri Governi e nelle nostre sedi parlamentari.
certo che anche questa vicenda ci comporta una responsabilità come soggetti politici nel moltiplicare le sedi, le occasioni e la raffinatezza delle nostre riflessioni. Ma dovrebbe anche comportare una riflessione più generale a tutta la classe politica in merito alla necessità di rendere più facile e più accessibile possibile la capacità dei popoli di manifestarsi e di pronunciarsi.
Di qui, quindi, condivido i richiami fatti negli ordini del giorno perché la questione dei referendum possa, attraverso l'accorpamento con le elezioni amministrative, rendere più facile possibile la partecipazione al voto; una partecipazione consapevole. E perché non si rivedano più nelle pagine della nostra storia quelle decisioni che abbiamo già visto a seguire del referendum sul nucleare, in cui il popolo italiano si è in larga maggioranza pronunciato contro, vale a dire una decisione a colpi di numeri, di maggioranze e di voti di fiducia; un Governo soverchiare e sovvertire la volontà popolare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Al Capogruppo Carossa volevo far presente che tutto il mondo si sta ponendo i problemi di cui stiamo discutendo oggi in quest'Aula. E poich non credo che tutto il mondo si ponga come obiettivo quello di speculare sulle morti che si sono verificate in Giappone, credo che il problema sia assolutamente un altro: bisogna chiedersi se questo modo di vivere e di produrre energia è compatibile con il futuro dei nostri figli.
Credo che abbia ragione la Consigliere Spagnuolo: tragedie come queste dimostrano che l'uomo è una povera e piccola cosa, e che la natura è molto più forte, in qualunque occasione. È molto più forte rispetto alle malattie, così come lo è rispetto alle catastrofi naturali. Il futuro del mondo sarà garantito soltanto se passerà attraverso percorsi e processi che contemplano la presenza contemporanea dell'uomo e della natura.
Quando si affrontano argomenti specifici, un Assessore dovrebbe dimostrare al Consiglio le proprie competenze e le ragioni per le quali attraverso queste competenze, un processo è giustificabile. L'intervento general-generico dell'Assessore Ravello sul fatto che abbiamo, come tutti sanno, delle centrali nucleari al confine con la Francia, è un po' desolante, soprattutto per uno che ha la responsabilità di occuparsi di un Assessorato così importante all'interno della nostra Regione.
Proverò io, quindi, a fornire qualche dato tecnico che, forse, avrebbe dovuto dare l'Assessore. Si producono, ogni anno, 80.000 barrette di carburante; rispetto al nucleare, ne vengono prodotte 65.000 di nuove perché 15.000 sono figlie dello smantellamento delle testate nucleari. Alla fine del 2015 di testate nucleari non ce ne saranno più e quindi il costo dell'uranio salirà. Questo sistema è il più costoso fra le fonti tradizionali, che sono il carbone e il gas naturale, e il rendimento delle centrali nucleari è basso: si sfrutta fra il 30% e il 35% dell'energia potenziale contro il 60%, per esempio, degli impianti di cogenerazione.
A proposito dell'acqua, la Francia consuma ogni anno il 57% dell'acqua disponibile che viene utilizzata per la condensazione del vapore delle torri di condensazione. Questa è la ragione per la quale si faceva prima un ragionamento rispetto allo spreco - possiamo usare questo termine, per una volta lo usiamo anche noi! - di acqua che abbiamo utilizzato per raffreddare le centrali nucleari. C'è un problema irrisolto, che è quello delle scorie.
La Germania ha utilizzato la miniera di sale di Asse per depositare le sue scorie nucleari. Questa miniera di sale sta cedendo e la Germania si appresta a spendere 1 miliardo e 800 milioni di euro per identificare e predisporre un altro sito all'interno del quale depositare le proprie scorie nucleari.
Non esistono ancora le centrali di nuova generazione; quella in costruzione in Finlandia ha un ritardo di quattro anni rispetto alla costruzione e il prezzo, nel frattempo, è raddoppiato (arriverà probabilmente, a circa otto miliardi di euro).
Quello che diciamo al Governo di centrodestra è che quando è stata pensata l'energia nucleare, lo studio e la ricerca rispetto alle energie rinnovabili non erano ancora al livello al quale sono in questo momento. E dico anche al Governo di centrodestra che nel 2009 il 24% dell'energia elettrica prodotta in Italia derivava da fonti rinnovabili e che nel "pacchetto" sul clima noi avremmo, come Governo, l'impegno di raggiungere il 17% del fabbisogno energetico, appunto, traendolo dalle fonti rinnovabili.
Allora, tutto il mondo si sta chiedendo se questo sistema e anche questo modo di vivere sono quelli che consentiranno la sopravvivenza del nostro pianeta. Credo che un'inversione di rotta debba essere realizzata e le energie rinnovabili rappresentano una difesa e una protezione dell'ambiente, consentono di realizzare migliaia di posti di lavoro e sono energie rispetto alle quali si può anche tornare indietro. Noi oggi non riusciamo a capire questa ostinatezza e questo atteggiamento del Governo nazionale e ribadisco che il referendum consentirà finalmente agli italiani di potersi esprimere per la seconda volta su questo argomento.
Concludo, Presidente, dicendo che la natura è sempre più forte.
Concludo dicendo che ho due figli, che spero abbiano dei figli, che vorrei continuassero a vedere l'acqua, il mare, i laghi e i fiumi così come li abbiamo visti e vissuti noi. Il referendum vi farà tornare indietro su questo progetto folle da un punto di vista economico e consentirà a questo Paese di continuare a sperare nel futuro del mondo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Leo.



LEO Giampiero

Ho sentito interventi importanti e significativi che meriterebbero sicuramente grandi riflessioni, ma non penso che questo sia un dibattito specificatamente dedicato ad una vicenda così complessa. Ciò nondimeno faccio due o tre rapidissime considerazioni.
La prima: è vero, di fronte a vicende del genere - lo hanno detto vari colleghi, come i Consiglieri Cursio, Reschigna e tanti altri - sarebbe follia non riflettere perché bisogna sempre porsi di fronte alla realtà. La questione fondamentale è il "come" porsi.
Dico che su queste vicende in particolare, che non sono ideologiche ma scientifiche e riguardano la sopravvivenza dell'umanità, personalmente - ma non voglio dire che la tecnocrazia sia migliore - sarei più confortato se anziché per referendum, si procedesse con un consesso il più possibile obiettivo di scienziati ed esperti della materia che ci desse degli elementi. Ovviamente è un'illusione, me ne rendo conto: la democrazia ha altri meccanismi e non sono assolutamente contrario.
Aggiungo soltanto che mi imbarazza - ho sentito l'intervento del collega Boeti - decidere una questione come questa in termini di maggioranza, perché non è un fatto solo di sensibilità: è una questione talmente complessa che quando i colleghi Boeti e Reschigna dicono che bisogna porre una riflessione su quanto succede dico che non porla è follia. Se succede una cosa del genere e non riflettiamo, cosa deve accadere ancora? Nel contempo, prima ricordavo che la riflessione dovrebbe essere innanzitutto non solo a livello europeo ma mondiale, perché abbiamo visto ai tempi di Chernobyl che non basta mettere come a Robassomero "zona denuclearizzata" per far arrivare i vigili al confine di Robassomero a fermare le scorie nucleari: non può funzionare così. Bisogna che ci siano accordi internazionali sempre più pregnanti ed importanti perché non c'è dubbio che il mondo stia andando verso la catastrofe. Chiunque abbia un minimo di cognizioni scientifiche e di buon senso lo pensa. Non bisogna mai dire che è troppo tardi, ma certo è molto tardi per affrontare i gravissimi problemi mondiali.
Non voglio saltare di palo in frasca, ma pensiamo - al di là del nucleare che è gravissimo - all'inquinamento che sta producendo lo sviluppo incontrollato della Cina, a cosa significa oggi vivere a Pechino, a cosa rappresentano determinate situazioni. Penso quindi che dobbiamo assolutamente riflettere su queste problematiche.
D'altra parte, penso sia un patologico (o fisiologico) difetto della democrazia, o forse dell'essere umano, decidere rispetto a spinte emozionali, specie se indotte. Non è questo il caso, ma faccio un esempio lo faccio alla collega Artesio che adesso non è presente in aula. Da un po' di tempo a questa parte ci stracciamo le vesti - e io me le straccio perché non ci sono più le preferenze: chiamiamo Porcellum e in altri diversi modi la legge nazionale che ha eliminato le preferenze. Qualcuno spero si ricordi dell'ondata emotiva, emozionale e demagogica che portò gli italiani per l'88% dei voti a dire di no alle preferenze e di sì all'uninominale. Non si trattava, allora, di una manovra di Berlusconi come viene presentata a posteriori; perché a posteriori si ricostruisce così: c'era proprio un clima generale, quando si cambiò il sistema scegliendo l'abolizione delle preferenze



LEO Giampiero

BOETI Antonino (fuori microfono)



LEO Giampiero

L'avete fatta voi, quella legge! Calderoli!



LEO Giampiero

No, scusa Nino, forse non ci ricordiamo che età abbiamo. Parlo del referendum di vent'anni fa: non c'erano né Calderoli né Berlusconi. È vero che c'è chi pensa che anche l'eruzione del Krakatoa sia stata colpa di Berlusconi...



(Commenti del Consigliere Boeti)



LEO Giampiero

Il Consigliere mi conferma che è vero: l'eruzione del Krakatoa è stata colpa di Berlusconi.
Allora, dicevo, non c'era neanche Berlusconi: il collega Mastrullo me lo conferma. Si trattò di un'ondata guidata, tra l'altro, da persone come Scalfari e da giornali come la Repubblica. Chi ha qualche anno in più - e non vorrei mancare di rispetto ricordandolo - saprà che fu un'offensiva mediatica contro i partiti cavalcata in maniera isterica da molte parti l'asse Segni-Scalfari - che portò al grande referendum per l'abolizione delle preferenze, che sosteneva che la preferenza era un fatto clientelare e che ha portato a questa bella soluzione che decidono i partiti. Eppure allora l'opinione pubblica, di fronte a quell'emozionalità, si espresse in quella direzione.
Per questo dico che su vicende importanti di sistema bisognerebbe decidere in maniera umanitaria sì, ma più razionale possibile. Per questo ripeto - penso che dovremmo discutere in una prospettiva di grande ascolto della comunità scientifica internazionale, più che pensare ai calcoli politici; mi rendo conto che ci sono, ma quando si fanno su queste vicende sono devastanti: un periodo vanno in un senso, un periodo vanno in un altro, a ondate. Ma un isotopo - dicevamo - ci mette mille anni a spegnersi. Allora, non decidiamo per calcoli - parlo in generale del sistema-Paese e non solo - che portano l'1% in più o in meno. Ripeto: penso che su queste vicende una riflessione ci voglia - seria, profonda e a livello internazionale - e sarebbe saggio se il nostro Governo e il nostro Parlamento proponessero consessi internazionali di riflessione, il più possibile scientifici.
Tratto un ultimo punto. La collega Spagnuolo diceva che bisogna che anche il Piemonte si collochi; e vengo al discorso della solidarietà. Tutti i popoli lo meritano, ma abbiamo visto le immagini: la dignità di questo popolo, come ha affrontato la sofferenza e l'emergenza. Ho sentito tanti amici che normalmente non hanno grande stima per il popolo giapponese, che considerano per certi versi un po' barbaro, che in questo caso l'hanno trovato di una dignità straordinaria: è vero. Quando l'aiuto viene chiesto con il silenzio e con la dignità mi sembra ancora più giusto corrispondere.
Spero quindi che il nostro Paese e l'Europa facciano il meglio possibile.
Da questo punto di vista avanzo una sola proposta alla Giunta: il Console generale del Giappone già tempo fa aveva scritto per avere rapporti con la Regione Piemonte - non all'Assessore Quaglia che ha già tanti problemi e responsabilità - e la Giunta non ha risposto ad una richiesta di incontro e di dialogo. Penso che sarebbe in ogni caso utile, perché si pu sempre recuperare - ascoltare anche il Console generale, ci sono alcune realtà, o amicizie, giapponesi fortemente presenti in Regione.
Tra l'altro, invece, queste realtà hanno ricevuto molta attenzione - lo dico pubblicamente - da parte del Capo della Segreteria del Presidente Cota, il dottor Cortese, che, a titolo politico, è stato estremamente attento nei loro confronti; prego l'Assessore Quaglia di ringraziarlo a mio nome, se posso permettermi di chiedere questa cortesia informale.
Sarebbe anche giusto ascoltare il Console generale per comprendere il tipo di aiuto da prestare. Oltre al discorso mondiale e generale, la collega Spagnuolo ha ricordato che è necessario da parte del Piemonte un posizionamento. Pertanto, di fronte a questo Console che, da lungo tempo cerca il dialogo con il Piemonte e la presenza delle istituzioni, mi permetto per dare un contributo minimamente utile anche alla Presidenza del Consiglio, al caro collega Novero: quando riunirete la Commissione solidarietà, sarebbe utile sia da parte della Giunta che del Consiglio tenere un filo di collegamento con il Console generale.



NOVERO GIANFRANCO



PRESIDENTE

Ringrazio il collega Leo anche per i suggerimenti.
La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Anch'io mi ascrivo alla categoria di coloro che non sarebbero intervenuti. Ci pareva che, in questo momento, gli ordini del giorno, in quanto tali, semplicemente, valessero come richiamo ad una maggiore attenzione rispetto a ciò che, probabilmente, tutti saremmo stati portati a considerare in condizioni normali, in relazione, ovviamente, alla vicenda nipponica.
Credo non ci si debba scandalizzare, né considerare fuori luogo la situazione per cui da vicende così pesanti di cronaca si traggono indicazioni che riguardano le scelte concrete che coloro che ne hanno la responsabilità, avendo ricevuto mandato popolare in tal senso, sono chiamati ad assumersi.
Prima, diceva bene la Consigliera Artesio: credo debba essere correttamente inteso che le valutazioni e i livelli di sicurezza richiesti nei vari contesti territoriali per il nucleare, come per qualunque altro insediamento produttivo che, teoricamente e potenzialmente, è pericoloso si riferiscono a dati statistici di probabilità. È del tutto evidente che un terreno che evidenzia maggiori rischi o la possibilità di problemi legati al contesto ambientale e territoriale in cui è inserito debba rispettare prescrizioni più rigide rispetto ad altri contesti in cui questo non avviene.
Quindi, non risolve molto il problema dire che in Giappone questo è successo perché lì insistono problemi sismici e, invece, da noi non succede, in quanto, nel nostro contesto, molto probabilmente, qualunque realizzazione si riferisce a parametri diversi da quelli utilizzati in Giappone. Quindi, il tema, comunque, si pone.
Credo non serva molto liquidare discussioni o riflessioni come queste così come ha fatto l'Assessore - che mi dispiace sia assente in questo momento - con il rischio di strumentalizzazioni - ricordando le considerazioni svolte dal collega Mario Carossa - perché rimango dell'idea che le strumentalizzazioni sono sbagliate. Però, occorre intendersi sulla definizione che diamo al termine "strumentalizzazione".
Per esempio, per me è evidente che il ritiro da parte del Presidente Cota, appena insediato, del ricorso in atto sulla questione nucleare - poi chiamiamola come ci pare - non era una questione di merito, ma un chiaro manifesto politico. Insomma, è stata usata una questione di merito per un manifesto politico, che, tra l'altro, è stata smentita dal pronunciamento della Corte Costituzionale, secondo la quale, sostanzialmente, avevamo ragione.
Quel ricorso noi l'avevamo presentato non nel merito, ma in difesa delle prerogative su questo tema della Regione, affinché avesse titolo ad esprimere il proprio pensiero in relazione agli insediamenti su questo territorio.
Se vogliamo svolgere serenamente la discussione, occorre creare tutte le premesse affinché il campo sia sgombro da tentativi di strumentalizzazione. Per inciso, cito un altro fatto che, forse, è sfuggito a qualcuno. Voi sapete che, tra virgolette, "dopo le decisioni del Governo di ripristinare la vicenda nucleare per il nostro Paese", è nata dall'aggregazione di una serie di soggetti candidatisi a spiegare ai cittadini dati, numeri e informazioni sul nucleare, in modo corretto e non strumentale, l'associazione denominata "Forum nucleare". Tra le varie iniziative, hanno realizzato uno spot, che l'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria ha immediatamente condannato in quanto, pur dovendo essere scevro da condizionamenti e strumentalizzazioni sul tema del nucleare, è stato ritenuto fazioso.
Questo per dire che su questi temi dovremo lasciar parlare qualche altro in occasioni diverse, perché è evidente che, purtroppo, ognuno calerà all'interno delle discussioni il proprio punto di vista.
Da parte nostra, dovremo sforzarci di non strumentalizzare e cavalcare le questioni di merito, ma credo che, in questo momento, qualunque riflessione si svolga sul tema del nucleare - mi dispiace per i colleghi che si sono espressi in tal senso - è chiaro che terrà conto di quanto è successo in Giappone, è assolutamente inevitabile che ciò accada.
Quanto verificatosi in Giappone ci dice che molti dei ragionamenti fatti fino ad oggi su questa vicenda erano quanto meno non sufficientemente documentati su quanto potenzialmente poteva accadere, sostanzialmente.
Quindi, a maggior ragione, rispetto al "no" pregiudiziale espresso prima dal collega Mario Carossa, che chiedeva di bocciare tutti gli ordini del giorno presentati da parte delle opposizioni, prendo atto che, da un po' di tempo a questa parte, in quest'aula, c'è una sorta di filiera che, a prescindere, caratterizza il voto: se lo dice il Governo è giusto per definizione, magari tante volte lo è.
Credo che il fatto di sedere in quest'Aula, per difendere gli interessi dei piemontesi, potrebbe consentire di manifestare meno sicumera su un sacco di questioni e, magari, qualche valutazione in più circa il merito: non so se farebbe bene al Governo, so per certo che farebbe bene al Piemonte e ai piemontesi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Taricco.
La parola al Consigliere Tiramani.



TIRAMANI Paolo

Grazie, Presidente.
Volevo intervenire perché da circa due ore stiamo parlando di ordini del giorno basati sulla solidarietà al popolo giapponese, ma, in realtà, in ogni intervento, come ricordato da alcuni Consiglieri sia di opposizione che di maggioranza, si parla per trenta secondi della solidarietà e, poi più o meno strumentalmente ci si aggancia al tema del nucleare.
Credo non sia eticamente e moralmente corretto, in questo momento all'indomani della tragedia avvenuta in Giappone, intavolare in questa sede una serie di ragionamenti, anche condizionati dalla tragedia. Noi, come Consiglio regionale, abbiamo l'opportunità di convocare apposite sedute su determinati argomenti, per non cavalcare l'onda, perché la situazione non è stata generata dal nucleare. Ricordiamo che in Giappone la tragedia è stata provocata da un terremoto, che ha generato uno tsunami, il quale ha danneggiato una centrale nucleare; non è che la centrale nucleare è implosa causando la morte di migliaia di persone.
Veramente, mi lascia un po' perplesso tutta questa polemica. Potremo presentare altri ordini del giorno, ma non oggi. Sarebbe stato molto più corretto procedere in tal senso tra una o due settimane, per sganciare l'argomento nucleare, che è sicuramente importante, dalla tragedia giapponese.
Quindi, mi associo un po' al discorso che, inizialmente, ha svolto il Capogruppo Mario Carossa, perché, in fondo, lui intendeva anche questo: non confondere la tragedia con quello che si ritiene un argomento importante che verrà affrontato anche dai cittadini attraverso il referendum e la cui discussione, quindi, verrà calendarizzata in altro modo. Per strumentalizzare, parlare oggi, cavalcare i giornali e l'ondata popolare che sicuramente è sensibile al problema, in questo momento che sono morte molte persone e dando quindi informazioni non politicamente corrette, a me non sembra giusto. Ma è non è una visione politica e partitica, è una visione personale.
Moralmente ed eticamente mi sento un po' disgustato dai discorsi che sono stati fatti a destra e a sinistra. Si è parlato di nucleare per minuti e minuti, però del popolo giapponese si è parlato poco o niente.
Non è corretto e non è giusto.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Di interventi se ne sono fatti tantissimi, forse fin troppi. Io non avrei più dovuto parlare, però ritengo giusto rimarcare che, in questi giorni, tramite i telegiornali abbiamo visto dei filmati che tutti noi avremmo preferito non vedere.
Nonostante la genialità dell'uomo e delle moderne tecnologie, in questo caso del Giappone che sembrava lo Stato più potente, più innovativo e con più sicurezza nel mondo, con un soffio sono spariti interi villaggi ed intere città.
Mi fa piacere che il Presidente Cattaneo abbia tranquillizzato, dando notizia che nessun italiano è tra queste vittime. Di questo devo ringraziare il buon Dio, perché un mio familiare è rientrato dal Giappone due giorni prima del sisma.
Mi unisco quindi a questa giusta e doverosa solidarietà al grave episodio che ha colpito il Giappone, ringraziando il Presidente che stamattina ha fatto osservare un minuto di silenzio per commemorare le vittime.
Di fronte a queste migliaia e migliaia di vittime, che non sappiamo ancora esattamente quante siano, ritengo che non sia corretto continuare nella polemica tra chi è a favore dell'energia nucleare e chi è contrario.
Alcuni sostengono che lo tsunami e il terremoto non siano causati dall'energia nucleare. Sono d'accordo sul fatto che si debba riflettere sulla sicurezza, ma non facciamo polemica.
Mi unisco a quanto è stato detto da alcuni colleghi, tra i quali la Consigliera Spagnuolo e il collega Leo, nel chiedere al Consiglio regionale intero, alla Giunta e al governo del Piemonte che anche noi abbiamo il dovere di fare la nostra parte, anche se sappiamo che l'Italia si sta muovendo. Diamo noi stessi un segnale preciso, anche se di poca cosa, in questa occasione, perché anche il poco può risolvere tanto. Diamo questo segnale, del resto parleremo in altre sedi.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il dibattito generale.
Procediamo con la votazione dei quattro ordini del giorno.
Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 244, il cui testo recita: "Visto lo spaventoso terremoto di magnitudo 8,9 della Scala Richter (30.000 volte più potente di quello che ha colpito nel 2099 la Regione Abruzzo) lo spaventoso maremoto (tsunami) che ha colpito la costa nordest dell'isola di Honshu, la più grossa dell'Arcipelago Giapponese, sommergendo diverse città della Prefettura di Miyagi, con numerose migliaia di morti e dispersi e sfollati Preso atto che: Oltre ai morti e ai dispersi per gli eventi diretti, e agli sfollati, c'è il pesante rischio della fusione o meltdown delle barre nucleari dei reattori della megacentrale nucleare di Fukushima e di altre, fortemente lesionate dal terremoto Nella centrale di Fukushima 1 sono esplosi gli involucri di contenimento sia del reattore 1 che del reattore 3, ed è a rischio di ridotto raffreddamento anche il reattore 2 Dall'esplosione dei due reattori vi è stata una fuoriuscita di gas e vapori radioattivi, che già hanno contaminato la popolazione residente con un carico in un'ora pari a quello massimo assumibile in un anno, nonostante la rapida evacuazione nel raggio di diversi km intorno all'impianto a rischio la fusione delle barre degli unici reattori nucleari su un totale di 54 lesionati dal terremoto/maremoto, e in tal caso la nube che si disperderebbe replicherebbe la tragedia relativa all'incidente nucleare di Chernobyl, con un fallout o ricaduta di radioattività su tutto il Pacifico fino alla costa degli Stati Uniti d'America in un tempo di circa 10 giorni Assunto che: La Svizzera ha annunciato oggi la sospensione del piano di rinnovamento delle centrali nucleari, a fronte dei timori suscitati dagli impianti giapponesi danneggiati. Al termine di un vertice con esperti del settore il ministro per l'Energia, Doris Leuthard, "ha deciso di sospendere le procedure in corso che riguardano le domande di autorizzazione generale per le nuove centrali nucleari" La Germania potrebbe tornare sulla propria decisione di prolungare il funzionamento delle 17 centrali nucleari del Paese. Il cancelliere Angela Merkel si è impegnato a far rivedere gli impianti, dopo che il suo governo ha preso la decisione di tenerli in funzione in media 12 anni - 8 le più vecchie, 14 le più recenti - oltre la data limite fissata dal governo di Gerhard Schroeder, il 2021. Ma ora il ministro degli esteri Guido Westerwelle ha annunciato che il governo sta vagliando la possibilità di una moratoria sulla decisione, dichiarando: "Dobbiamo avere una nuova analisi dei rischi".
L'Austria ribadisce la richiesta di stress test per le centrali nucleari in Europa, in seguito a quanto sta succedendo in Giappone. Tramite il suo Ministro all'ambiente, Nikolaus Berlakovich che afferma: "Io chiederò oggi l'organizzazione di test di resistenza per le centrali nucleari in Europa.
E questo deve avvenire velocemente".
Il primo Ministro indiano, Manmohan Singh, ha ordinato di verificare la situazione di sicurezza di tutti i 20 impianti nucleari indiani sull'onda di quanto avvenuto in Giappone dopo il terremoto. La revisione sarà condotta dal Dipartimento dell'energia atomica e dall'operatore statale degli impianti per garantire che l'intero sistema sia in grado di sostenere l'impatto di tsunami e terremoti.
Il Consiglio regionale Esprime solidarietà al popolo Giapponese colpito dal tremendo combinato di terremoto e maremoto, ricordando la tragedia di Messina del 1908 Chiede al Governo nazionale di valutare attentamente se l'opzione del ritorno al nucleare sia la migliore scelta dal punto di vista della sicurezza del Paese e della sostenibilità energetica, economica ed ambientale".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 245, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale Premesso che: con la legge 23 luglio 2009 n. 99 è stata reintrodotta la possibilità di permettere la realizzazione sul territorio nazionale di nuove centrali nucleari tale possibilità nel 1987 era stata già esclusa dal popolo italiano chiamato ad esprimersi in un referendum avente ad oggetto altra analoga legge anche la legge 23 luglio 2009 n. 99 sarà oggetto di quesito referendario promosso a seguito della raccolta di quasi 800.000 firme di cittadini italiani.
Considerato che: i tragici eventi che hanno colpito il Giappone dimostrano l'assoluta necessità di ben ponderare i benefici rappresentati dal ricorso all'energia nucleare con i rischi ad essa connessi la Germania, dove, peraltro, è già stato previsto l'abbandono del ricorso all'energia nucleare entro il 2035, ha disposto la sospensione per tre mesi della decisione adottata nel mese di ottobre 2010 dal Parlamento tedesco di prolungare la vita dei 17 impianti nucleari ivi esistenti con conseguente immediata chiusura degli impianti più vecchi presenti nelle regioni dell'Assia e del Baden-Wurttemberg la Svizzera ha sospeso le procedure relative alle domande di autorizzazione per nuove centrali nucleari fino a quando non sarà condotta un'analisi approfondita degli standard di sicurezza e non si sarà proceduto al loro adeguamento in Austria il Ministro dell'Ambiente ha richiesto la verifica della sicurezza delle centrali nucleari europee il Commissario europeo all'Energia ha convocato una riunione di esperti sulla sicurezza nucleare dell'Unione Europea per discutere delle conseguenze del terremoto in Giappone nell'accordo europeo sul pacchetto clima ed energia denominato 20-20-20 non si parla di nucleare, ma, bensì, si prevede che i Paesi membri dell'Unione Europea entro il 2020 debbano ridurre del 20% le emissioni di gas serra aumentare del 20% l'efficienza energetica e raggiungere la quota del 20% di fonti di energia alternativa.
Affermato che: i rischi di incidente nucleare in un territorio, fra l'altro altamente sismico quale quello italiano, non possono esser eliminati come dimostrato dagli eventi giapponesi da circa 15 anni nessun paese occidentale (salvo la Finlandia) ha messo in cantiere nuove centrali nucleari l'energia nucleare è anti-economica poiché elevatissimi sono i costi sia di realizzazione degli impianti (in media 5 miliardi di euro per ogni centrale) sia di gestione degli stessi (costi militari per garantirne la sicurezza da attentati terroristici, costi d'esercizio, costi per smantellare le centrali nucleari al termine del loro ciclo di attività) l'energia nucleare non garantirebbe in ogni caso l'indipendenza energetica dell'Italia che non dispone né di uranio né di torio né tanto meno della filiera che porta dall'uranio grezzo all'uranio arricchito utilizzato nei reattori l'uranio rappresenta in natura una risorsa scarsa, limitata e destinata a scarseggiare entro 35-40 anni il nucleare depaupera le risorse naturali posto che per il suo raffreddamento una centrale nucleare consuma enormi quantità d'acqua, un bene destinato a diventare sempre più scarso e prezioso negli anni a venire il nucleare è pericoloso non solo per il rischio di incidenti, ma anche per le scorie che produce e che mantengono la loro radioattività per millenni il nucleare sottrae posti di lavoro posto che, se si rispettassero gli obiettivi europei del 2020 sull'utilizzo delle fonti alternative, i posti di lavoro aumenterebbero di 200.000 unità, 10-15 volte in più dell'occupazione creata dal nucleare.
Invita il Governo italiano a valutare, alla luce di quanto accaduto in Giappone, il reale rapporto tra benefici e costi (nella accezione più ampia), la scelta di realizzare nuovi impianti di produzione di energia nucleare in Italia".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 246, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che la tragedia che in questi giorni ha colpito il Giappone, provocando migliaia di vittime e distruzione in tutto il Paese è resa ancora più grave dalle esplosioni che si sono verificate in alcune centrali nucleari presenti nelle zone coinvolte dal terremoto e dallo tsunami di fronte a tale tragedia ed alla riflessione che si è aperta nel mondo e presso alcuni Governi europei in merito all'utilizzo di centrali nucleari per la produzione di energia appare incomprensibile l'atteggiamento del Governo italiano che si è limitato a ribadire la validità del Piano energetico nazionale che prevede la realizzazione di quattro centrali nucleari a partire dal 2020, per un costo complessivo di venti miliardi di euro considerato che l'Amministrazione regionale precedente aveva presentato ricorso di fronte alla Corte Costituzionale per contestare la legittimità del decreto del Governo che individuava in Piemonte uno dei siti per la realizzazione di una centrale nucleare nonostante l'attuale Presidente Cota abbia ritenuto di ritirare il ricorso suddetto, presentato di fronte alla Corte Costituzionale, la stessa nel pronunciarsi ha riconosciuto la necessità del coinvolgimento delle Regioni rispetto alla localizzazione degli impianti e l'obbligatorietà di un parere vincolante e di una successiva intesa in Conferenza unificata si ipotizza una mappa di siti per la realizzazione delle centrali nucleari che non è in possesso delle Regioni interessate, rappresentando quindi una grave limitazione del diritto dei cittadini ad essere informati riguardo gli impianti che verrebbero realizzati sul territorio nel quale vivono le loro famiglie impegna la Giunta regionale del Piemonte a rassicurare i piemontesi relativamente alla non disponibilità del Piemonte ad ospitare centrali nucleari ad esprimere la contrarietà della Regione rispetto all'utilizzo dell'atomo come strumento per la produzione di energia ad individuare nelle energie rinnovabili il futuro energetico del nostro Paese, oltre che occasione per nuovi posti di lavoro e per garantire una migliore salvaguardia dell'ambiente".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 247, il cui testo recita: "Vista la terribile sciagura che ha colpito il Giappone con un sisma di magnitudo 8.9 della scala Richter e un conseguente maremoto, che ha causato un numero di vittime ancora non quantificabile e distruzione su tutto il territorio della nazione nipponica.
Considerata la capacità di intervenire in queste situazioni di estrema emergenza che è propria della nostra Nazione e del nostro sistema di Protezione civile Il Consiglio regionale esprima la sua solidarietà al popolo giapponese colpito dal tremendo terremoto e maremoto e impegna la giunta a farsi promotrice presso il Governo nazionale al fine di mettere in atto ogni possibile azione di sostegno a tale nazione così duramente provata da questi terribili eventi".
Il Consiglio approva.


Argomento: Nomine

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 6) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Consiglio regionale di sanità ed assistenza - (articoli 3 e 4, l.r. 30/1984 e s.m.i.) - nomina di 1 esperto in sostituzione del signor Serafino Chiarelli (votazione non valida nella scorsa seduta per mancanza del numero legale) Proclamo nominato, quale esperto in seno al Consiglio Regionale di Sanità ed Assistenza, in sostituzione del signor Serafino Chiarelli, il signor Riccardo Ruà.
Consorzio d'irrigazione e bonifica "Associazione Irrigazione Est Sesia" di Novara - Collegio dei Revisore dei Conti - (articolo 53, Statuto dell'Ente) nomina di 1 membro effettivo e 1 membro supplente Proclamo nominati, in seno al Collegio dei Revisori dei Conti del Consorzio d'Irrigazione e Bonifica "Associazione Irrigazione Est Sesia" di Novara, i signori Nicola Paronzini (membro effettivo) e Eugenio Ubertazzi (membro supplente).
Consorzio d'irrigazione e bonifica "Associazione Irrigazione Est Sesia" di Novara - Consiglio dei delegati e deputazione amministrativa per la gestione speciale bonifica (articolo 47, Statuto dell'Ente) - nomina di due rappresentanti Proclamo nominati, quali rappresentanti in seno al Consiglio dei delegati e deputazione amministrativa per la gestione speciale bonifica del Consorzio d'Irrigazione e Bonifica "Associazione Irrigazione Est Sesia" di Novara, i signori Giuseppe Ferraris e Sergio Suardi.
Azienda speciale della Camera di commercio di Asti per la promozione e per la regolazione del mercato - Collegio dei Revisori - (articolo 8, Statuto dell'Ente) - nomina di 1 membro effettivo e 1 membro supplente Proclamo nominati, in seno al Collegio dei Revisori dell'Azienda speciale della Camera di commercio di Asti per la promozione e per la regolazione del mercato, i signori Borio Franco, quale membro effettivo, e Careglio Dario, quale membro supplente.
Comitato "Pyou life: Torino 2010 European Youth Capital" (articolo 13 Statuto dell'Ente) - Collegio dei Revisore dei Coti - nomina di 1 Revisore dei Conti Proclamo nominato, quale Revisore dei Conti in seno al Collegio dei Revisori dei Conti del Comitato "Pyou life: Torino 2010 European Youth Capital" il signor Omegna Franco.
Azienda speciale della CCIAA di Cuneo "Centro estero Alpi del Mare - Cuneo" (articolo 9, Statuto dell'ente) - Collegio dei Revisore dei Conti - nomina di 1 membro effettivo e di 1 supplente Proclamo nominati, quali membri in seno al Collegio dei Revisori dei Conti della Azienda Speciale della CCIAA di Cuneo 'Centro Estero Alpi del Mare' Cuneo, i signori Scarzello Mariella, quale membro effettivo, e Gardini Morello Damiano, quale membro supplente.
"Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus" - (articolo 14, Statuto dell'Ente) - Consiglio di Amministrazione - nomina di 1 membro Proclamo nominato, quale membro in seno del Consiglio di Amministrazione della "Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus", la signora Mino Eleonora Frida.
Enoteca regionale di Ovada del Monferrato - (articolo 12, Statuto dell'Ente) - Consiglio di amministrazione - designazione di 1 rappresentante Proclamo designato, quale rappresentante in seno al Consiglio di Amministrazione dell'Enoteca regionale di Ovada e del Monferrato, il signor Autano Ettore.
Fondazione Funivia Oropa - (articolo 7, Statuto della Fondazione) Consiglio di Amministrazione - nomina di 1 Consigliere Proclamo nominata, quale Consigliere in seno al Consiglio di Amministrazione della Fondazione Funivie Oropa, la signora Bille Claudia.
Enoteca regionale colline Alfieri dell'Astigiano - (articolo 11, Statuto dell'Ente) - Consiglio direttivo - designazione di 1 membro Proclamo designata, quale membro in seno al Consiglio direttivo dell'Enoteca regionale colline Alfieri dell'Astigiano, la signora Novara Laura.
Premio internazionale "Piemontese nel mondo" - (articolo 2, comma 1, l.r.
46/1992) - Commissione giudicatrice - nomina di 3 Consiglieri regionali Proclamo nominati, quali componenti in seno alla Commissione giudicatrice del Premio internazionale "Piemontese nel mondo", i Consiglieri regionali Tentoni Roberto, Marinello Michele e Taricco Giacomino. Quest'ultimo è stato espresso dalle minoranze consiliari.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Chiedo scusa, Presidente. Vorrei sapere se hanno riportato voti anche altri Consiglieri, nell'ultima nomina.



PRESIDENTE

Sì. A mero titolo informativo, hanno ottenuto voti i seguenti colleghi: Biolé, 4 vo-ti; Negro, 4 voti; Mastrullo, 1 voto; Bresso, 1 voto Sacchetto, 1 voto; Giovine, 1 voto.
Se l'Assessore concorda, poiché molti colleghi hanno già la tracolla sulla spalla, alcuni hanno la borsa in mano e quattro o cinque hanno già lasciato l'aula, incardineremo il provvedimento la prossima volta.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.58)



< torna indietro