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Dettaglio seduta n.87 del 15/03/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



(Alle ore 10.00 il Vicepresidente Molinari comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 10.30 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.00)



(La seduta ha inizio alle ore 10.59)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Procediamo con l'esecuzione dell'Inno Nazionale.



(In applicazione del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9 "Unità d'Italia", approvato dall'Assemblea consiliare il 1° dicembre 2010 l'Assemblea, in piedi, ascolta l'Inno nazionale della Repubblica Italiana "Il canto degli italiani")


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione delle vittime del terremoto in Giappone dell'11 marzo 2011


PRESIDENTE

Venerdì 11 marzo, alle 6.46 ora italiana, un fortissimo terremoto di magnitudo 8,9 della scala Richter ha colpito la costa nord-orientale del Giappone, seguito, a distanza di pochi minuti, da un maremoto che ha investito, in particolare, le città di Sendai e Fukushima.
La vicinanza dell'epicentro alla costa (circa 80 chilometri) e la sua relativa superficialità ha determinato che dalla scossa, tra le più forti mai registrate nella storia del Giappone, all'innalzamento delle onde (fino a 10 metri di altezza), passassero pochi minuti, il che ha impedito a molti residenti in quelle zone di mettersi al sicuro, applicando i collaudati piani di emergenza predisposti nel Paese.
La distruzione delle aree costiere è stata tale che, a distanza di cinque giorni, non c'è ancora un bilancio definitivo delle vittime, che secondo alcune stime, sarebbero molte migliaia, oltre ai moltissimi feriti e alla distruzione di importanti infrastrutture nel campo dei trasporti delle attività produttive e dell'edilizia.
Si deve comunque sottolineare che la forza del movimento tellurico avrebbe prodotto ben più gravi conseguenze senza le misure antisismiche e le precauzioni abitualmente adottate.
La mancanza di energia elettrica, conseguente al sisma, ha determinato una situazione di emergenza anche in alcuni impianti di produzione dell'energia da reattore nucleare, in particolare la centrale di Fukushima per il quale si paventa la fuoriuscita di emissioni radioattive tali da minacciare l'incolumità della popolazione.
La straordinaria compostezza e dignità con cui la popolazione giapponese ha reagito a questa tragedia non ha impedito che da ogni parte del mondo si avviassero missioni di aiuto, per offrire supporto nella gestione dell'emergenza e garantire i generi di prima necessità nelle aree più colpite.
Nell'esprimere profondo cordoglio per le vittime, umana solidarietà ai familiari e a tutte le persone a diverso titolo colpite, ribadiamo la vicinanza alle istituzioni e al popolo del Giappone, così duramente provato da quest'immane catastrofe.
Prego il Consiglio regionale di voler osservare un minuto di silenzio.
(L'Assemblea osserva un minuto di silenzio)


Argomento: Questioni internazionali

Ordine del giorno n. 244 presentato dai Consiglieri Bono e Biolé, inerente a "Solidarietà e sostegno al Giappone colpito dallo tsunami e dal rischio di fallout nucleare" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente. Anche in relazione al minuto di silenzio test proposto e accolto favorevolmente dall'Aula, chiedo se è possibile iscrivere all'o.d.g. un ordine del giorno, relativo alle tematiche citate (il terremoto in Giappone), di solidarietà e sostegno, che ho depositato stamattina.
Chiedo se è possibile inserirlo all'o.d.g. odierno, in modo che si possa discutere già questa mattina. Grazie.



PRESIDENTE

Il problema è che sono presenti 31 Consiglieri, quindi non ci sono le condizioni regolamentari per l'iscrizione del documento.
Com'è avvenuto anche in passato ed essendo un ordine del giorno di attualità, terrò conto di questa richiesta; vedremo se ci saranno le condizioni per l'iscrizione nel corso della mattinata o all'inizio della seduta pomeridiana.
Do atto che l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento del Consiglio regionale.


Argomento: Questioni internazionali - Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Richiesta, da parte della Consigliera Motta Angela, in merito alla convocazione del Comitato di solidarietà della Regione Piemonte


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Motta; ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Intervengo per chiedere la convocazione del Comitato di Solidarietà.
Considero importante, com'è avvenuto in altre occasioni, che anche il Consiglio regionale possa dare il proprio contributo a questa tragedia magari chiedendo agli Uffici di farsi interpreti per capire se sono già stati attivati gli aiuti e come possiamo intervenire, affinché la riunione possa essere utile ed efficace.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliera Motta. Ne abbiamo discusso anche ieri, nella riunione dell'Ufficio di Presidenza, e abbiamo preso la decisione di aspettare qualche giorno, per avere ulteriori notizie e soprattutto per vedere se ci saranno interventi da parte della Protezione Civile nazionale o regionale, e quindi valutare la possibilità, per il Consiglio e la Regione, di sostenere un'iniziativa mirata.
La ringrazio per la sua proposta; la prossima settimana provvederemo.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali delle sedute del 1° marzo 2011.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

a disposizione e riproducibile, su richiesta, il processo verbale della seduta dell'8/3/2011.


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Boniperti, Botta Marco, Burzi Cantore, Comba, Leo e Motta Massimiliano.


Argomento:

c) Impugnativa del Governo avverso legge approvata dal Consiglio regionale


PRESIDENTE

L'Avvocatura della Giunta regionale, con nota 7/3/2011, ha comunicato che la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha impugnato, con ricorso in via principale alla Corte Costituzionale, l'articolo 5 della legge regionale 27/12/2010, n. 25, recante "Legge finanziaria per l'anno 2011" per presunta violazione degli articoli 117, secondo comma, lettera i), 3 e 97 della Costituzione.
L'articolo 5 della legge in parola dispone, secondo la Presidenza del Consiglio ricorrente, una maggiorazione di retribuzione per lavoro straordinario in deroga al CCNL, contrastando, con il d.lgs. n. 165/2001 il quale indica le procedure da seguire in sede di contrattazione ed obbliga le Pubbliche Amministrazioni al rispetto delle norme contrattuali.
Contrasterebbe, quindi, con l'articolo 117, secondo comma, lettera i) della Costituzione, il quale riserva allo Stato la competenza esclusiva in materia di ordinamento civile, con gli articoli 3 e 97 della Costituzione (principi di eguaglianza, buon andamento e parzialità della Pubblica Amministrazione), in quanto il personale si troverebbe di fronte ad una diversa qualificazione e quantificazione degli emolumenti da percepire in sede di contrattazione.
L'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, in data 14 marzo 2011 ha espresso parere favorevole alla costituzione in giudizio della Regione avanti alla Corte Costituzionale.


Argomento:

d) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato in data 3 marzo 2011 le seguenti leggi regionali ed ha deliberato la non impugnativa: legge regionale n. 26 del 31 dicembre 2010 ("Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2011/2013") legge regionale n. 27 del 31 dicembre 2010 ("Rideterminazione delle indennità dei Consiglieri regionali").


Argomento:

e) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

f) Nota programmazione lavori art. 13 Regolamento consiliare (Allegato A)


PRESIDENTE

stata data comunicazione della programmazione bimestrale dei lavori definiti dalla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari in data 8 marzo 2011.
Al termine dei lavori, alle ore 13, è convocato in Sala A il Comitato per la qualità della normazione e la valutazione delle politiche


Argomento: Problemi energetici - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 380 presentata dai Consiglieri Biolé e Bono, inerente a "Parco eolico sul Monte Mindino"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g., "Svolgimento interrogazioni e interpellanze", esaminiamo l'interrogazione n. 380, presentata dai Consiglieri Biolé e Bono.
La parola al Consigliere Biolé per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
L'interrogazione in questione prende in considerazione quella che è stata una problematica su un territorio della provincia di Cuneo, al confine con la Liguria, che ha tenuto banco sulla stampa locale soprattutto la stampa on line.
In questa interrogazione si chiede qual è la posizione che ha l'Assessorato e l'Assessore competente rispetto a questo progetto e se non sono state comunque rilevate delle discrepanze e delle anomalie, perché a quanto ci risulta il progetto relativo a questo parco eolico si rivela impattante da un punto di vista ambientale e da un punto di vista paesaggistico. Soprattutto risulta poco oculato come tipo di investimento in quanto non vi sono - a nostro modo di vedere e in base alle informazioni che abbiamo - giustificazioni di presenza di vento tale da spiegare queste 12 pale così grandi, che comporterebbero la costruzione di nuove strade e addirittura la deviazione della strada provinciale per una spesa superiore ai tre milioni di euro, non garantendo una produzione accettabile in relazione all'investimento e all'impatto che avrebbe sul territorio.
Abbiamo saputo che, qualche settimana fa, il Consiglio dei Ministri ha negato l'autorizzazione a questa opera, in quanto ha recepito il parere negativo della Conferenza dei Servizi. Quindi, in parte, l'interrogazione è stata superata dagli eventi.
Eventualmente, chiedo comunque un parere all'Assessore in merito alla questione, se dovesse - come probabilmente sarà - esserci l'appello al TAR e quindi tutto l'iter per riproporre questa opera così dannosa dal punto di vista ambientale e paesaggistico, nonché ingiustificata.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Giordano per la risposta.



GIORDANO Massimo, Assessore all'energia

Grazie, Presidente; un saluto ai colleghi.
Leggo la nota che mi è stata preparata dagli Uffici e faccio una breve premessa per permettere a tutti i colleghi che non conoscono la vicenda di inquadrare il tema.
La richiesta di autorizzazione e di pronuncia di compatibilità ambientale è stata presentata alla Provincia di Cuneo il 13 marzo 2006.
Il progetto originario prevedeva l'installazione nei Comuni di Garessio, Viola e Pamparato di 26 turbine eoliche, ridotte a 12 al termine del procedimento, avendo il proponente deciso di eliminare tutti gli aerogeneratori che presentavano un rapporto di intervisibilità totale o parziale con il Castello di Casotto, ed ulteriori tre aerogeneratori per limitare ulteriormente la presenza di manufatti interferenti con le aree oggetto del vincolo ai sensi del decreto ministeriale del 1° agosto 1985.
Nel corso del procedimento, che è durato più di quattro anni (dal giugno 2006 all'ottobre 2010), sono state apportate dal proponente le succitate modifiche al progetto originario, a causa essenzialmente di problemi di carattere paesaggistico legati alla presenza in zona del Castello di Casotto.
Nel corso dell'ultima riunione della Conferenza dei servizi dell'ottobre 2010, si è preso atto dei pareri favorevoli della Provincia di Cuneo, dei Comuni di Garessio, Viola, Pamparato e del Corpo Forestale dello Stato e dei pareri negativi della Sovrintendenza per i beni architettonici e paesaggistici e del Settore pianificazione territoriale e paesaggistica della Regione Piemonte circa il rilascio dell'autorizzazione paesaggistica ex decreto legislativo n. 42/2004.
Stante il contrasto tra i pareri favorevoli e il motivato dissenso espresso dalla Sovrintendenza e dal suddetto Settore regionale, in applicazione dell'articolo 14, comma 3, della legge n. 241/1990, la Conferenza ha sottoposto alla Giunta provinciale la necessità di richiedere la remissione della decisione al Consiglio dei Ministri.
Il Consiglio dei Ministri del 9 febbraio 2011 ha ritenuto di condividere la posizione contraria espressa in Conferenza dei servizi dichiarando non realizzabile il progetto.
La società proponente ha dichiarato di voler attendere la pubblicazione delle motivazioni per valutare la strada migliore, essendo possibile un ricorso al TAR.
Considerato quanto sopra, si precisa inoltre che questo Assessorato non essendo competente al rilascio dell'autorizzazione (di competenza provinciale), non ha potuto visionare direttamente gli elaborati progettuali.
Il Settore ambiente della Provincia di Cuneo ha confermato che nella documentazione rilasciata dal proponente sono stati inclusi i rilievi anemometrici condotti negli anni 2003-2004-2005.
Il proponente, trattandosi di un investimento privato di una certa rilevanza, ha avviato la procedura sulla base di dati che consentissero una stima dei costi e dei ricavi degli interventi.
L'interesse per l'area deriva, peraltro, dagli studi condotti nella pubblicazione "Atlante eolico d'Italia" a cura di CESI ricerca che evidenzia buone caratteristiche di ventosità per la zona dell'alta Valle Tanaro, come confermato dalla presenza dell'impianto di Colle San Bernardo.
L'elenco dei soggetti ammessi a partecipare alla Conferenza dei servizi è quello stabilito dalla legge n. 40/98 e include esclusivamente soggetti istituzionali e territoriali. In questo caso, quindi, non rientrerebbe Comitato richiamato.
Gli oneri di smantellamento dell'opera sono evidentemente a carico del proprietario e non di un Ente pubblico, come confermato dalle recenti linee guida sulle autorizzazioni di impianti alimentati da fonti rinnovabili che prevedono, all'avvio dei lavori, il versamento di una cauzione a garanzia dell'esecuzione dei lavori di dismissione delle opere e di messa in ripristino al termine del periodo di funzionamento dell'impianto.
Spero di aver dato risposta a quanto mi è stato sottoposto.
Eventualmente, se così non è stato, mi riservo di fornire ulteriori elementi al collega.


Argomento: Questioni internazionali

Ordine del giorno n. 244 presentato dai Consiglieri Bono e Biolé, inerente a "Solidarietà e sostegno al Giappone colpito dallo tsunami e dal rischio di fallout nucleare" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Nel frattempo, abbiamo raggiunto il quorum di 40 firme necessarie, ai sensi del Regolamento. Possiamo procedere all'iscrizione dell'ordine del giorno n. 244, presentato dai Consiglieri Bono e Biolé.
Come da prassi, lo considererei iscritto in calce all'o.d.g.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 233 presentata dai Consiglieri Taricco, Boeti, Motta Angela, Muliere e Ronzani, inerente a "Importazioni prodotti agroalimentari in Piemonte"


PRESIDENTE

Trattiamo ora l'interrogazione n. 233, presentata dai Consiglieri Taricco, Boeti, Motta Angela, Muliere e Ronzani.
La parola al Consigliere Taricco per l'illustrazione.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Devo dire che, sul piano personale, l'interrogazione è stata in qualche misura superata dal fatto che ho parlato con l'Assessore e mi ha fornito una serie di dati che fanno riferimento a quelli che richiedevo. Ma l'interrogazione aveva uno scopo un po' più ampio.
Qualche mese fa, ho letto le dichiarazioni da parte di Coldiretti e di altre organizzazioni che commentavano i dati provenienti dall'Assessorato relativamente ai controlli che, per conto della sanità, vengono fatti sui prodotti agroalimentari in importazione sul nostro territorio. Si evidenziava, per quello che era dato conoscere leggendo gli organi di stampa, una grande quantità di prodotti agroalimentari semilavorati o da lavorare che venivano incamerati dalle nostre aziende per poi poter essere trasformati e, in qualche misura, assumere l'identità di concorso alla produzione di prodotti italiani.
Al riguardo, ci premeva capire: 1) quanto impatta questo fenomeno, al di là dei dati specifici che abbiamo richiesto all'Assessore di poter avere (credo che anche altri Consiglieri possano essere interessati a conoscerli); 2) se questa enorme quantità di prodotto che parrebbe entrare nelle nostre produzioni non desti preoccupazione all'Assessorato.
Mi permetto di chiedere se, a seguito della denuncia a suo tempo fatta anche tramite conferenze stampa di associazioni, l'Assessorato abbia fatto qualcosa per affrontare questa questione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Sacchetto.



SACCHETTO Claudio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Taricco per l'interrogazione perché ci dà modo di illustrare le motivazioni che hanno spinto l'Assessorato, per la prima volta, a dar seguito ad una richiesta che l'organizzazione Coldiretti avanzava da molto tempo all'Amministrazione regionale. Si richiedeva di conoscere i dati delle importazioni di prodotti, in questo caso di origine animale, come ho avuto modo di girare al Consigliere, tramite i dati delle importazioni che fa l'UVAT, in collegamento all'Assessorato e al Ministero della Sanità, in riferimento alle importazioni di prodotti di materie prime o semilavorati di prodotti di origine animale (latte e derivati, carne sia bovina sia suina, uova e quant'altro).
Tali dati venivano richiesti per avere un quadro di riferimento sui quantitativi di produzione importata nella nostra regione. Come il Consigliere ben sa, sono dati che ci portano a vedere queste produzioni che poi entrano all'interno della nostra regione e qui vengono trasformate.
Questi sono dati al netto di quelli che invece sono i documenti di trasporto, solo di passaggio all'interno della regione Piemonte.
Questo è un punto di partenza importante, ma con questo non si vuole puntare l'indice nei confronti di quelle aziende che svolgono questo mestiere, per il semplice motivo che non è un reato, dal punto di vista giuridico, importare merce e poi trasformarla. È una condivisione politica di maggioranza e opposizione, se pensiamo alla legge sulle etichettature che è stata licenziata poche settimane fa dal Parlamento nazionale Peraltro, era ed è nostra intenzione utilizzare questi dati, che sono di una certa entità, perché si tratta di molte centinaia di migliaia di tonnellate, secondo dati 2009, confermati nel primo semestre 2010 (adesso abbiamo richiesto anche il secondo semestre 2010 e andremo avanti a monitorare la situazione). Ci muoviamo all'interno della legge nazionale sulle etichettature obbligatoria, fatto salvo quello che ci risponderà l'Unione Europea dopo la notifica che è stata fatta di questa legge.
All'interno di questo quadro di riferimento, possiamo permetterci di aprire dei ragionamenti anche a proposito del Piemonte, sia su quella partita che il mio Assessorato sta seguendo in linea con quello che è stato fatto negli ultimi anni, cioè tutta la partita legata alla certificazione della merce piemontese con Piemonte Agroqualità e quant'altro, sia per quanto riguarda la possibilità - mi auguro a breve, perché ci stiamo lavorando come Assessorato, e nel momento in cui avremo una prima bozza la presenteremo al Consiglio e alla Commissione competente per avere la massima condivisione di questo percorso - di licenziare una legge regionale che ci consenta di svolgere quelle parti di controllo che oggi, purtroppo non vengono svolte o vengono svolte molto meno.
L'obiettivo della legge su cui stiamo lavorando è fornire informazioni suppletive al consumatore su quello che è effettivamente piemontese e quello che non lo è, tenuto conto del fatto che non è reato commercializzare, produrre o trasformare merce piemontese, ma noi riteniamo che i consumatori debbano essere informati in merito. D'altra parte, i nostri agricoltori anno la necessità, e io credo il diritto, di essere tutelati e difesi, perché ogni chilo di merce che entra nella nostra regione e che ne esce trasformata con l'etichetta "made in Piemonte" stampata sopra comporta un danno ai nostri agricoltori e ai consumatori stessi.
Questo è il percorso che abbiamo intrapreso e che continuiamo a portare avanti. Nel momento in cui avremo un quadro di bozza normativa - penso entro il mese di aprile o maggio, comunque prima dell'estate - avremo modo di confrontarci all'interno della Commissione consiliare competete per sviluppare un percorso normativo e legislativo condiviso, che ci permetterà di tutelare le produzioni piemontesi e di tutelare i consumatori.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Motta; ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Volevo chiedere all'Assessore se poteva fornire agli interroganti gli stessi dati che ha fornito al Consigliere Taricco, così ne siamo a conoscenza.



PRESIDENTE

L'Assessore farà pervenire agli interroganti la documentazioni e il testo della risposta.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 322 presentata dalla Consigliera Manica, inerente a "Provincia di Novara: realizzazione di discarica nell'area di San Martino di Trecate e possibile arrivo nella discarica di Ghemme di tonnellate di rifiuti speciali provenienti da Pioltello (MI)" (risposta scritta)


PRESIDENTE

All'interrogazione indifferibile e urgente n. 322, a firma della Consigliera Manica, verrà data risposta scritta, essendo l'interrogante assente.


Argomento: Difesa idrogeologica

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 332 presentata dai Consiglieri Ronzani, Reschigna, Manica, Boeti e Muliere, inerente a "Schema di programma finalizzato alla programmazione degli interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 332.
La parola al Consigliere Ronzani per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Mi riferisco alla delibera con la quale la Giunta regionale ha approvato il primo schema di Accordo di Programma finalizzato ad una serie di interventi volti ad intervenire sul riassetto idrogeologico della nostra regione.
Si tratta di stanziamenti per un valore complessivo di 112 milioni di euro, a carico del Ministero dell'Ambiente e del Territorio, e di altri 34 milioni di euro a carico della Regione.
Nell'allegato 1 dell'Accordo di programma tra Ministero dell'Ambiente e Regione Piemonte vengono indicati gli interventi di mitigazione del rischio da realizzarsi con interventi della nostra regione. Le somme stanziate complessivamente prevedono investimenti per 72 milioni di euro.
Qual è il punto, Assessore Ravello? Il punto che noi abbiamo sollevato con questo intervento riguarda la frammentarietà degli interventi determinati; se non sbaglio, gli interventi complessivi che sono stati finanziati con questa misura e con questa delibera sono 231. Emerge una questione di fondo che deve essere sollevata...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, è difficile ascoltare. Credo che l'interrogante abbia il diritto di essere ascoltato, quanto meno della Giunta che deve rispondere.



RONZANI Wilmer

Non contestiamo tanto il fatto che ciascuno di quegli interventi abbiano un valore in sé. È del tutto evidente che, se faccio l'elenco di quegli interventi e poi cerco di scavare dentro di essi, scopro che ciascun intervento ha un valore specifico e c'è chi è pronto a difenderne l'attualità e la necessità.
Tuttavia, voi non potete rivendicare politiche con le quali realizzare interventi che abbiano un valore, perché c'è una selettività degli interventi e c'è un utilizzo delle risorse volte a determinare interventi che abbiano un qualche significato. Sappiamo quanto il territorio ha bisogno di questi interventi e poi, tutte le volte che si tratta di realizzare interventi con i quali fare massa critica e renderli incisivi per davvero, disperdere risorse ingenti in una miriade di interventi (in questo caso sono 231). È questo ciò che noi contestiamo.
Quali sono i criteri che avete utilizzato per decidere come impegnare queste risorse in una regione nella quale esistono problemi enormi? In questi casi abbiamo due alternative. La prima è quella di fare una selezione degli interventi prioritari attraverso un confronto con le amministrazioni locali e decidere che le risorse che abbiamo finanziato vanno impiegate per fare quegli interventi e non altri.
Diversamente, vi è un'altra linea, quella che si evince leggendo la vostra delibera, che è quella di erogare una serie di finanziamenti che come mi sento di dire, sono a pioggia e che il rischio che corriamo con questi finanziamenti a pioggia è quello che gli interventi che noi determiniamo sono tutti importanti, ma non stanno dentro una logica che dovrebbe essere quella di fare in modo che l'intervento che io decido sulla base di priorità, concentri le risorse disponibili per interventi che lasciano davvero il segno, per quanto riguarda l'assetto idrogeologico del nostro territorio.
Da questo punto di vista...



PRESIDENTE

La invito a concludere, Consigliere.



RONZANI Wilmer

Ho finito, Presidente.
La critica che noi facciamo è essenzialmente questa, anche perché non perdete occasione, nelle discussioni sul bilancio e sulla legge finanziaria, per criticare le politiche di interventi a pioggia, salvo poi tutte le volte che siamo al dunque - mi sembra di capire - ripeterle secondo me vanificando l'efficacia di alcuni interventi che avrebbero ben altro valore e ben altra efficacia se le risorse stanziate venissero concentrate in alcuni interventi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ravello per la risposta.
Le do l'interpretazione del richiamo di prima, Assessore, che non era indirizzato a lei perché la Giunta stava ascoltando, ma mi riferivo al ripristino delle condizioni minime per mettere in condizioni la Giunta di ascoltare.
Prego, Assessore.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente, del chiarimento, anche se poi avevo inteso il vero significato del suo intervento.
Ringrazio il Consigliere Ronzani per l'interrogazione, perché ha sollevato una questione che è stata poi alla base del lavoro svolto dalla Giunta regionale nella composizione del quadro, condiviso con il Ministero dell'Ambiente, con l'Autorità di Bacino del fiume Po, con l'AIPO e con il Dipartimento Nazionale di Protezione civile, che ha portato alla stesura complessiva del Piano. Lei avrebbe ragione nel criticare l'operato della Giunta se la stessa, e in particolare il sottoscritto che spesso ha criticato la logica che stava alla base della decisione di distribuire risorse a pioggia, avesse adottato la stessa logica. In realtà abbiamo agito seguendo quello che ritengo un principio elementare: l'analisi delle criticità del nostro territorio.
Abbiamo fotografato il Piemonte e abbiamo verificato che, per i livelli di rischio della nostra Regione, l'azione più opportuna fosse quella di intervenire in situazioni specifiche, in situazioni che fossero immediatamente cantierabili e in situazioni dove si potesse portare a definitiva soluzione problemi che si trascinano da aventi alluvionali del passato.
Le darò qualche elemento tecnico e poi riprenderò aspetti più politici.
Gli interventi individuati con la delibera del novembre 2010 riguardano 120 interventi nelle località interessate da fenomeni alluvionali del 2008 e del 2009, che non avevano ancora avuto un'adeguata previsione in termini di investimento e che presentano, attualmente, ancora condizioni di rischio per la pubblica e privata incolumità di tipo elevato o molto elevato. Le problematiche idrogeologiche presenti su questi territori non sono chiaramente tutte risolte e non lo saranno anche successivamente all'attuazione del programma straordinario, ma risultano, al momento della fotografia, le più evidenti e le più gravi, come peraltro documentato ampiamente da tutti gli atti prodotti dai Settori decentrati delle Opere pubbliche e dell'Assetto Idrogeologico, settori proposti a queste verifiche.
I criteri che lei richiamava sono stati condivisi in diverse sedi, a cominciare dal Ministero dell'Ambiente (dalla cassa che ci permette di garantire questa operazione), fino al Dipartimento Nazionale di Protezione civile, ed hanno avuto il visto di tutti i soggetti interessati (Protezione civile, Ministero, Autorità di Bacino del fiume Po). I criteri adottati quindi, tengono conto delle condizioni di emergenza post-alluvionale (già accennate), mentre, per quanto riguarda gli interventi oltre i 120 citati (tra l'altro, sono 238 gli interventi totali), sono stati individuati in osservanza dei criteri dettati dalle norme del Piano per l'Assetto Idrogeologico, vale a dire tenendo conto delle aree cartografate dal PAI e valutando puntualmente le condizioni del dissesto.
Gli interventi selezionati, quindi, attengono ad aree non identificate ad elevato o molto elevato rischio idrogeologico, mediante gli strumenti di pianificazione vigenti sul territorio, ma sono stati ritenuti prioritari sulla base delle conoscenze specifiche dei singoli fenomeni in atto.
Per quanto attiene alla fattibilità delle opere, esse sono, per la maggior parte, già munite di progettazione preliminare, mentre, per quanto riguarda l'articolazione e l'organizzazione della spesa e il trasferimento dei fondi, questi elementi non potevano essere adottati come criteri di selezione, in quanto dal Ministero non sono state fornite indicazioni relative a tali possibili regole di selezione.
Sul punto 3 dell'interrogazione le posso dire che è sicuramente nota la necessità di operare affinché si possano realizzare interventi di maggiore rilevanza, ma nel caso specifico le evidenziamo che proprio le condizioni di fattibilità e di rapidità di spesa sono condizioni irrinunciabili per le programmazioni con fondi provenienti dallo Stato, in particolare i fondi FAS. Inoltre, numerosi interventi si sono resi necessari a causa, come già le ho detto, del permanere delle molteplici ferite, conseguenti agli ultimi eventi alluvionali, ancora presenti sul territorio.
Comunque sia, l'Accordo prevede anche macro interventi che le cito: intervento nell'area di laminazione golenale 2 in sponda destra del fiume Po nei Comuni di Verrua Savoia, Moncestino, Gabiano, Fontanetto Po e Palazzolo Vercellese per un totale di 23 milioni 700 mila euro realizzazione di un canale scolmatore ad ovest di Fontanetto Po per un importo di circa nove milioni di euro; sistemazione idraulica e realizzazione di nuove difese spondali e arginatura della sponda sinistra del torrente Mellea in Comune di Savigliano per un importo di circa sei milioni e mezzo di euro.
Sul punto 4, i tempi di erogazione dipendono anche da quando sarà operativo il Commissario che il Ministro dell'Ambiente si accinge a nominare.
Le modalità di controllo - ultimo punto - che la Regione Piemonte effettuerà sull'attuazione degli interventi sono state concordate con il Ministero dell'Ambiente. In particolare, la Regione, per queste attività si avvarrà di uno strumento di monitoraggio predisposto dall'ISPRA.
Le segnalo che il principale criterio seguito, condiviso dal Ministero (sul punto il Ministro Prestigiacomo, in un incontro che abbiamo avuto a poche settimane dall'insediamento di questa Giunta regionale, è stato chiarissimo ed irremovibile, condividendo la nostra posizione, posizione sulla quale c'è stato il totale accordo) era di difendere, proteggere ed intervenire laddove ci fossero condizioni tali da mettere a rischio l'incolumità umana.
Sono stati quindi finanziati interventi in zone antropizzate. Per ora sono state messi in secondo piano interventi su aree meno abitate, perch l'obiettivo principale del Ministero era di tutelare l'incolumità delle persone. Come lei sa, il nostro Piemonte è un territorio molto fragile dal punto di vista idrogeologico, e la popolazione è distribuita in aree molte vaste.
Per quanto le ho detto, quindi, crediamo sia sostenibile e assolutamente giustificabile...



PRESIDENTE

Scusi, Assessore, ma ho veramente difficoltà ad ascoltare. Credo che i Consiglieri, a cominciare dall'interrogante, abbiano il diritto di ascoltare la risposta della Giunta.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di prendere posto.
Continui pure, Assessore.



RAVELLO Roberto Sergio

La ringrazio, Presidente.
Riteniamo che i criteri di buonsenso, di responsabilità e di attenzione alle necessità principali del nostro territorio siano state ampiamente rispettate e che in questo caso non si possa dire che si è seguita la logica, che condividiamo tutti si debba abbandonare, dell'erogazione di contributi a pioggia, come talvolta è avvenuto in passato.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 381 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Ampliamento ZTL città di Vercelli Concessione finanziamento in attuazione dello Stralcio di Piano per la mobilità approvata con DGR n. 66-3859 del 18 settembre 2006 e successive DDGR n. 57-4131 del 23 ottobre 2006 e n. 64-6526 del 23 luglio 2007 Richiesta chiarimenti"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 381.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come scritto nell'interrogazione, presentata insieme ad alcune associazioni e comitati della città di Vercelli, domandiamo all'Assessore chiarimenti in seguito alle disposizioni dello Stralcio del Piano per la mobilità, che hanno stabilito l'obbligo, per tutti i Comuni assegnati alle Zone di Piano con più di 20 mila abitanti, di procedere alla progressiva realizzazione di zone di traffico limitato e/o zone pedonali, le quali coprono almeno il 20% delle strade dei centri abitati.
Abbiamo potuto analizzare che il Comune di Vercelli ha predisposto una serie di aree a traffico limitato e/o zone pedonali in aree non centrali quindi anche non strategiche, della città, in aree periferiche, per di più in vie che risultano addirittura strade chiuse, della lunghezza di 50, 100 o 150 metri. Alla luce di ciò, noi riteniamo che la richiesta avanzata dal Comune di Vercelli sia, come minimo, non confacente all'obbiettivo del Piano Stralcio per la mobilità, volto a ridurre la congestione delle città dal punto di vista del traffico veicolare e l'inquinamento prodotto dall'utilizzo smodato ed eccessivo dei veicoli, per di più in una città come Vercelli che, per chi è abituato a vivere in una città più grossa come Torino, potrebbe essere agevolmente fruita a piedi, mediante mezzi pubblici o ancora con piste ciclabili. Abbiamo fatto dei rilievi proprio a tal riguardo e si sottolinea come spesso le azioni rivolte alle zone a traffico limitato o alle piste ciclabili siano meramente "cosmetiche", perch servono fondamentalmente a guadagnare punteggio nella graduatoria delle città più sostenibili e più vivibili redatte a livelli italiano, ma non si prestano, in realtà, ad analizzare la fruibilità delle stesse.
Vercelli dispone già di una zona pedonale, tra l'altro molto piacevole e penso che sia una condivisione generale il fatto che le zone pedonali "collettino" la socialità di una città e poiché sono spesso trafficate (da pedoni, ovviamente), facilitano le attività commerciali, dal momento che quei negozi - penso all'area di Vercelli, ma anche a quella di Torino sono i più frequentati.
Alla luce di quanto evidenziato, ci chiediamo, dunque, se l'Amministrazione provinciale di Vercelli abbia diritto ai contributi che sembra siano stati comunque erogati dalla Giunta regionale con deliberazione del 24 settembre 2007; qualora fosse stata concessa tale erogazione, chiediamo se la Giunta non intenda bloccarla, al fine di riesaminare la richiesta presentata dal Comune, sulla base degli elementi appresi in questa interrogazione. Inoltre, nel valutare che si tratti di un mero errore formale o se sussiste un dolo, si chiede se la Giunta non intenda sottoporre ai propri uffici legali (del resto, vengono utilizzati spesso anche dal Presidente Cota!) l'intera questione per stabilirne gli eventuali aspetti legali. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ravello.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, signor Presidente.
Credo sia più utile, almeno in una fase iniziale, che ripercorra, non tanto a beneficio suo quanto dei colleghi, le tappe e citi gli aspetti e i riferimenti normativi ai quali si richiama l'intervento oggetto della sua interrogazione.
Nell'ambito delle misure finanziarie di accompagnamento all'attuazione dello Stralcio di Piano per la mobilità, con deliberazione del 24 settembre 2007, modificata nell'ottobre 2009 e integrata nell'agosto 2010, la Giunta regionale ha stabilito i criteri e le modalità per l'assegnazione di contributi a Comuni assegnati alla Zona di Piano, con popolazione superiore a 20.000 abitanti o appartenenti all'agglomerato di Torino, per il cofinanziamento dei costi sostenuti per la realizzazione dell'estensione delle zone di limitazione totale o parziale del traffico, in attuazione dello Stralcio di Piano per la mobilità approvato con deliberazione del 18 settembre 2006, e ha individuato le opere e gli interventi ammissibili a tale cofinanziamento.
Nel settembre 2007, quindi, sono stati individuati i criteri, ma non sono stati erogati i finanziamenti che avrebbero poi dovuto essere condizionati a quei criteri.
Nella medesima deliberazione del 24 settembre 2007 sono state affidate alle Province la valutazione di coerenza dell'azione comunale rispetto alle indicazioni dello Stralcio di Piano e ai criteri stabiliti nella deliberazione del 23 luglio 2007 (integrati, poi, nell'ottobre 2009) nonché la valutazione di coerenza e di ammissibilità delle opere e degli interventi proposti dai Comuni per il cofinanziamento regionale o statale.
Infatti, la progressiva realizzazione di zone di limitazione totale o parziale del traffico fino a coprire almeno il 20% delle strade dei centri abitati in tutti i Comuni assegnati alle Zone di Piano con più di 10.000 abitanti, prevista dal Piano regionale al fine di ridurre il numero di chilometri percorsi dai veicoli nelle aree urbane, avrebbe dovuto essere completata entro il 5 novembre 2007 per i Comuni con popolazione superiore a 20.000 abitanti o appartenenti all'agglomerato torinese, ed entro il 3 novembre 2008 per gli altri, attraverso un procedimento di concertazione tra le Province e i Comuni assegnati alla Zona di Piano, avviato con deliberazione del novembre 2002 e confermato nello Stralcio del Piano per la mobilità nel settembre 2006.
Il programma di finanziamento avviato nel settembre 2007 è tuttora in corso per effetto della proroga al 1 luglio 2011 del termine per la rendicontazione delle opere e degli interventi accordata con la citata deliberazione dell'agosto 2010 ai Comuni che avranno ottenuto dalla Provincia entro il 1 maggio 2011 l'attestazione di coerenza.
Ad oggi, non sono quindi ancora stati concessi contributi al Comune di Vercelli, in quanto la richiesta di accesso al cofinanziamento regionale presentata con nota del 15 aprile 2010 a seguito del rilascio dell'attestazione di coerenza da parte della Provincia di Vercelli del 02 aprile 2010, non è mai stata perfezionata con la rendicontazione degli interventi per i quali all'epoca doveva ancora essere indetta gara ad evidenza pubblica.
Spero di aver fornito alcuni chiarimenti rispetto a quella che probabilmente, era un'informazione errata (mi riferisco al fatto che la Regione avesse già trasferito la quota di cofinanziamento a questi interventi).
chiaro che alla Regione non spetterà altro che verificare il rispetto dei criteri che la Regione stessa ha stabilito, fermo restando che il passeggio in capo alle Province chiaramente avrebbe dovuto già comportare tutte le operazioni di verifica e di lavoro preliminare per garantire la massima rapidità nell'erogazione di quei contributi.
Su alcune questioni, però, non posso evitare di ricordare come la Giunta regionale nell'estate scorsa se non ricordo male, proprio rispetto ad alcuni principi che lei stesso ricordava (poi la politica molto stesso su uno stesso principio ha visioni contrapposte e speculari), richiamava alcune realtà al rispetto oltre che dei criteri oggettivi stabiliti dalla norma regionale, anche ad un principio di buonsenso, rispondendo anche a quanto richiama la stessa Unione Europea nel momento in cui chiede che gli interventi riferiti alle tematiche ambientali tengano in considerazione un opportuno rapporto tra costi e benefici.
Ricorderà, probabilmente, che questo fu oggetto di un confronto con la città di Torino per le modifiche alla ZTL torinese che furono adottate un anno fa, proprio perché non sembrava fossero richiamati gli indirizzi e i criteri fissati dalla Giunta regionale. Tuttavia, sulla base di uno studio rispetto alla reale utilità del provvedimento così come pensato, anche non nel pieno rispetto degli indirizzi regionali, si concordò l'eventuale sostegno con la città di Torino in nome, appunto, del rispetto di quel rapporto. È chiaro che tutte queste verifiche saranno effettuate anche su altre realtà, come ad esempio il Comune di Vercelli, che sarà oggetto di attenzione anche richiamandoci a quanto sostenuto nell'interrogazione che abbiamo discusso quest'oggi.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Dichiaro concluso il punto 3) all'o.d.g., relativo a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze".


Argomento: Opere pubbliche

Esame disegno di legge n. 85, inerente a "Promozione di interventi a favore di territori interessati dalla realizzazione di grandi infrastrutture. Cantieri - Sviluppo - Territorio"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 85, inerente a "Promozione di interventi a favore di territori interessati dalla realizzazione di grandi infrastrutture. Cantieri - Sviluppo - Territorio" di cui al punto 4) all'o.d.g., i cui relatori sono i Consiglieri Angeleri e Pentenero.
pervenuta un'unica relazione, ma ritengano che vogliano intervenire entrambi i relatori. Colleghi della maggioranza, chi sostituisce il Consiglieri Angeleri per lo svolgimento della relazione introduttiva? Ha chiesto la parola il Consigliere Marinello; ne ha facoltà.



MARINELLO Michele, relatore

Grazie, Presidente.
Egregi Consiglieri, la realizzazione di grandi infrastrutture comporta inevitabilmente l'apertura di importanti cantieri, con ricadute significative, sia in termini di durata che di effetti, sui territori interessati, con conseguenze di tipo socio-economiche e ambientali.
Al fine di ottimizzare gli effetti dei grandi interventi infrastrutturali sui territori interessati in termini di ricadute economiche, occupazionali e ambientali, nella vicina Francia si è introdotta una speciale procedura, denominata "Démarche Grand Chantier" già utilizzata per "accompagnare" i cantieri delle grandi opere, come il Tunnel sotto la Manica e i primi interventi relativi alla Torino-Lione finalizzata a programmare e governare, instaurando un rapporto sinergico con le collettività territoriali interessate, gli effetti derivanti dalla realizzazione delle grandi opere e dei connessi cantieri.
Mutuando il modello francese e adattandolo al contesto della nostra Regione, tenendo altresì conto dei limiti che incontra la potestà legislativa regionale, con questo disegno di legge si intende introdurre un'apposita disciplina in materia di interventi compensativi, al fine di permettere alle comunità locali interessate di trarre benefici - in termini di occupazione, formazione, sviluppo economico e riqualificazione del territorio - dalle grandi opere infrastrutturali, fino all'apertura dei cantieri. Il provvedimento normativo si propone di armonizzare le opere di mitigazione e compensazione del progetto infrastrutturale con quelle di accompagnamento privilegiando, anche attraverso la costituzione di appositi organismi, strumenti concertativi e di condivisione finalizzati al dialogo con i territori e al coinvolgimento delle collettività locali coinvolte nella realizzazione delle grandi opere.
Il disegno di legge rubricato con il n. 85 è stato assegnato all'esame in sede referente alla II Commissione consiliare il 3 novembre 2010; si sono svolte consultazioni e audizioni con gli enti e i soggetti interessati alla materia e le osservazioni presentate sono state attentamente valutate nel corso del proficuo dibattito sviluppatosi in Commissione, i cui lavori sono stati animati da un forte spirito collaborativo tra maggioranza e opposizione. Il disegno di legge di cui si chiede all'Aula consiliare sollecita approvazione consta di 13 articoli.
Nell'articolo 1 sono enunciate le finalità che il disegno di legge intende perseguire, in particolare l'obiettivo di intervenire, attraverso strumenti concertativi e consultivi, a favore di territori interessati alla realizzazione di grandi infrastrutture, al fine di minimizzare gli impatti e rendere tale realizzazione vantaggiosa per le collettività locali.
All'articolo 2 sono definite innanzitutto le grandi infrastrutture ossia quelle inserite negli elenchi della legge obiettivo e nelle intese Stato-Regione, nell'ambito delle quali la Giunta regionale individua le opere alle quali applicare le disposizioni introdotte dal testo in esame.
Si precisa che in fase di prima attuazione le nuove norme...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Marinello. Si tratta, oltretutto, della relazione di un'importante disegno di legge. Chiederei proprio un po' di collaborazione.
Prego, collega.



MARINELLO Michele

Dicevo che le norme troveranno applicazione per i progetti relativi al cunicolo esplorativo in località La Maddalena e al nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione, in considerazione dell'importanza strategica che rivestono e delle peculiarità del contesto in cui si inseriscono.
L'articolo 3 individua le azioni regionali da porre in essere per perseguire le finalità individuate dal provvedimento, prevedendo attività di accompagnamento finalizzate alla mitigazione degli impatti negativi, al potenziamento delle ricadute positive per i territori - in particolare attraverso iniziative a favore delle attività economiche e produttive -, di valorizzazione e recupero del patrimonio edilizio pubblico e privato, di tutela dell'attività agricola e di valorizzazione del materiale di risulta in termini sia economici sia ambientali.
All'articolo 4, al fine di perseguire gli obiettivi prefissati dal provvedimento, vengono istituiti appositi organi di gestione: un organo politico, il Comitato di Pilotaggio, un organo tecnico-operativo, la Struttura di Coordinamento, e Comitati specifici competenti per ambiti territoriali o tematici. Il Comitato di Pilotaggio, disciplinato dall'articolo 5, è l'organo politico chiamato ad individuare le strategie e gli indirizzi della attività da svolgere, nonché ad indicare le priorità di intervento. Per quanto concerne la composizione, a seguito delle modifiche apportate in sede di Commissione, risulta formato dal Commissario straordinario di Governo o da un rappresentante del Ministero competente un rappresentante designato dalla Giunta regionale, un rappresentante designato da ciascuna delle Province interessate dal progetto e da un rappresentante indicato dagli Enti locali del territorio interessato, ove designato.
All'attività del Comitato di Pilotaggio partecipano altresì i proponenti del progetto per il necessario supporto tecnico-conoscitivo, in relazione all'intervento soggetto all'ambito applicativo del provvedimento.
La Struttura di coordinamento tecnico-operativa, regolata dall'articolo 6 provvede ad attuare le indicazioni strategiche indicate dal Comitato di Pilotaggio e monitora le attività poste in essere al fine di valutarne gli effetti. Anche la composizione della Struttura di coordinamento tecnico operativa è stata ampliata in sede di dibattito in Commissione con l'inserimento di un rappresentante indicato dagli Enti locali del territorio interessato, ove designato.
A fronte della possibilità che le grandi opere infrastrutturali interessino ambiti tematici differenti e ambiti territoriali assai vasti e potenzialmente disomogenei per caratteristiche, peculiarità e criticità connesse all'infrastrutture, all'articolo 7 è previsto che la Struttura di coordinamento tecnico-operativa possa costituire appositi Comitati specifici per territorio o per materie trattate, individuandone i componenti e chiamando a parteciparvi rappresentanti degli Enti locali delle Associazioni e dei soggetti portatori di interessi direttamente coinvolti per competenza tematica o di ambito territoriale.
Gli articoli 8 e 9 definiscono rispettivamente l'ambito territoriale gli ambiti tematici su cui intervenire, al fine di favorire le ricadute positive sul territorio interessato dalla realizzazione dei grandi interventi infrastrutturali.
Trattandosi di un provvedimento che prevede in sede di prima attuazione l'applicazione a due grandi opere infrastrutturali che sono state individuate dalla Giunta nella galleria geognostica de La Maddalena e nel nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione, si è inserito in sede di Commissione all'articolo 10 un'apposita disposizione che consente all'organo legislativo di avere un monitoraggio sul complesso delle attività intraprese in applicazione della legge stessa, attraverso una periodica informativa della Giunta regionale alla Commissione consiliare competente, al fine di valutarne gli effetti.
Infine,gli articoli 12 e 13 contengono rispettivamente la norma finanziaria, su cui la Commissione ha recepito la richiesta di modifica del testo formulato dalla I Commissione consiliare quale condizione per l'espressione del parere favorevole, e la clausola d'urgenza.
Va sottolineato il proficuo lavoro della Commissione che ha individuato questo strumento normativo come strumento importante di innovazione nell'ambito della gestione delle grandi opere e delle infrastrutture.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto ora di intervenire la correlatrice, Consigliera Pentenero ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna, relatrice

Grazie, Presidente.
Noi crediamo che la storia della Torino-Lione ci insegni come la realizzazione delle grandi infrastrutture comporti percorsi difficili e complicati, quindi è necessario dotarsi di strumenti di concertazione e di dialogo, che siano riconosciuti e che non possono che passare attraverso una legge.
Chi, come noi e il nostro Gruppo, ha da sempre criticato l'azione del Governo di centrodestra per come ha gestito la partita delle grandi infrastrutture, per come ha voluto negare il dialogo e la concertazione con le popolazioni locali, per come ha voluto non condividere un percorso che vedesse al fianco le rappresentanze degli Enti locali, non può che riconoscere il valore di questo disegno di legge. È per questo che all'interno della Commissione noi abbiamo lavorato cercando di migliorare il testo che era stato presentato e che abbiamo apprezzato il lavoro svolto anche durante il percorso di definizione del disegno di legge, da parte della Provincia di Torino nella persona del Presidente, che ha voluto il provvedimento richiedendolo in più occasioni e che, attraverso la sua esperienza acquisita in questi anni sul tema della Torino-Lione, ha contribuito in modo fattivo alla stesura.
Con oggi inizia un percorso importante, in quest'Aula, con il disegno di legge n. 85. È stato ricordato, ma voglio sottolinearlo, che questa legge è stata mutuata dalla normativa francese "Démarche Grand Chantier" che istituisce un Comitato pilota per la gestione delle opere di compensazione legate non solo alla realizzazione della Torino-Lione, ma è un modello che è già stato utilizzato e che quindi ha dimostrato la propria validità durante la costruzione di grandi opere come il tunnel sotto la Manica. Si tratta di un disegno di legge che ovviamente ha i limiti della potestà legislativa regionale, ma che intende introdurre un'apposita disciplina in materia di interventi compensativi, al fine di permettere alle comunità locali di trarre i maggiori benefici - in termini di occupazione, formazione, sviluppo economico e riqualificazione del territorio - dalle grandi opere infrastrutturali, fin dall'apertura dei cantieri e dalla fase progettuale.
Il provvedimento ha come obiettivo quello di armonizzare le opere di mitigazione con le opere di compensazione del progetto infrastrutturale e con quelle di accompagnamento, privilegiando la costruzione di appositi organismi strutturati di concertazione e di coordinamento, finalizzati a migliorare il dialogo con i territori e le popolazioni locali che sono state coinvolte. È uno strumento che si caratterizza attraverso un progetto certamente di legificazione, ma che ha l'obiettivo di costruire un rapporto con i territori soprattutto - com'è già stato ricordato - pensando al loro sviluppo economico. Ci si prefigge in questo modo di ridurre gli impatti negativi e di valorizzare le ricadute positive che invece questi territori possono e soprattutto devono avere.
utile sottolineare come le azioni previste dal disegno di legge si devono in parte orientare per favorire su scala locale lo sviluppo economico, le azioni che riqualificano il sistema formativo, l'ambiente, ma soprattutto il sostegno dell'edilizia pubblica e privata e anche le soluzioni per i materiali di risulta.
Riteniamo innovativo l'approccio che la Regione Piemonte ha voluto intraprendere. Crediamo sia l'unica Regione italiana che, di fronte alle grandi infrastrutture, affronta il tema attraverso un processo legislativo che identifica un organo di pilotaggio politico e un organo di pilotaggio tecnico, che, soprattutto, prevede all'interno...



PRESIDENTE

Non è più sufficiente il campanello. Sono veramente dispiaciuto di interrompere la relatrice, però, chiederei un po' più di attenzione.
Prego, prosegua.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Soprattutto, prevede all'interno degli organi di pilotaggio - su questo il nostro Gruppo è stato particolarmente attento - l'introduzione di quegli elementi che potessero qualificare la presenza dei rappresentanti delle Amministrazioni dei territori al loro interno.
Come ho già ricordato, questo è un lavoro che ha visto, in modo particolare, la Provincia di Torino lavorare a fianco della Regione e vorrei sottolineare come molti degli spunti della legge che oggi viene discussa in quest'Aula partano dai punti del cosiddetto Accordo di Pracatinat del 28 giugno 2008.
L'esperienza portata avanti fino a quel momento aveva fatto emergere i punti critici e di difficoltà, soprattutto aveva permesso di comprendere quanto fosse importante ravvicinare le Amministrazioni locali con il Comitato di pilotaggio, affinché partecipassero al Piano strategico.
Quindi, è bene ricordare quali sono i patti conclusi in precedenza per addivenire alla definizione dei contenuti della legge di cui, oggi iniziamo la discussione all'interno di quest'Aula.
Crediamo non sia sufficiente una legislazione regionale, ma occorra anche avviare un percorso legislativo nazionale, poiché, come abbiamo ricordato, i limiti della potestà legislativa regionale si sentono all'interno di questo disegno di legge e ci sono competenze che attengono ovviamente, alla materia nazionale. Pertanto, ci auguriamo che quanto quest'Aula riuscirà a produrre - e, sicuramente, ci saranno ancora gli spazi, anche all'interno dell'Aula consiliare, per poter migliorare il contenuto e il valore di questa legge - possa essere da stimolo al Governo nazionale affinché si arrivi alla definizione anche di una legge che riconosca le competenze sul piano nazionale.
Ribadiamo la nostra volontà di volere aderire ai contenuti di questa legge e di volere lavorare ancora in quest'Aula, come ho ricordato un attimo fa, per cercare di migliorare i contenuti, perché riteniamo fondamentale che la realizzazione di opere come quella della Torino-Lione che implicano grandi infrastrutture e grandi interventi sui territori, non possa che non nascere dalla concertazione e condivisione, fin dall'inizio con le popolazioni locali.Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Elementare Statale di Frazione Boschetto di Chivasso e della Scuola Elementare Statale "L. Savia" di Frazione Castelrosso di Chivasso (TO)


PRESIDENTE

Desidero salutare i docenti e gli allievi della Scuola Elementare Statale di Frazione Boschetto di Chivasso, classe V, e della Scuola Elementare Statale "L. Savia" di Frazione Castelrosso di Chivasso, classe V, che hanno già seguito parte dei nostri lavori.
Benvenuti, ragazzi!


Argomento: Opere pubbliche

Esame disegno di legge n. 85, inerente a "Promozione di interventi a favore di territori interessati dalla realizzazione di grandi infrastrutture. Cantieri - Sviluppo - Territorio" (seguito)


PRESIDENTE

Avendo ascoltato entrambe le relazioni, dichiaro aperto il dibattito generale sul disegno di legge n. 85.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Rispetto al disegno di legge regionale n. 85, "Promozione di interventi a favore di territori interessati dalla realizzazione di grandi infrastrutture. Cantieri - Sviluppo - Territorio", sicuramente, c'è molto da dire e pensiamo che il dibattito sarà abbastanza lungo e articolato.
Infatti, noi riteniamo di non ravvisare, come hanno detto i colleghi intervenuti prima del sottoscritto, quelle note di novità - storiche nella redazione di questo testo di legge, in quanto, innanzitutto, si tratta di un ravvedimento tardivo. Poi, se in Francia di parla di "débâcle public" molto prima che le opere vengano decise e finanziate, o quasi, per quanto riguarda l'Alta Velocità Torino-Lione, prima che vengano assunte le decisioni strategiche a livello nazionale, la Regione Piemonte, ovviamente arriva al fotofinish cercando di mimare - tra l'altro, reputo in modo quantomeno parziale - la legislazione vigente, ad esempio, in Francia.
Quindi, si parla di "Démarche Grand Chantier", quale modello di riferimento, ma, attualmente, lo stesso non è ancora entrato in una fase pienamente operativa e non ha determinato i benefici che la politica unita ovviamente, in modo bipartisan, intende rappresentare e spiegare con la grancassa e a spron battuto, tramite i vari starnazzamenti mediatici.
Abbiamo anche presentato un'interrogazione, che riteniamo debba avere risposta in Aula, che, in parte, riguarda la campagna pubblicitaria che la Regione Piemonte intende accollarsi per spiegare ai cittadini le magnifiche e progressive sorti dell'Alta Velocità Torino-Lione. Quindi, mi chiedo se è normale - quando sono d'accordo su un'opera l'organo esecutivo e, in questo caso, anche l'intero organo legislativo, tranne due Consiglieri - fare una pubblicità che, almeno nella fase iniziale, costa 500 mila euro - almeno nella fase iniziale e solo per la Val di Susa! - per cercare di convincere con i mezzi resi disponibili dai media, la popolazione interessata dalla grande opera. Questo per spiegare che, in realtà, tutte le osservazioni fatte - non da politici, ma da tecnici competenti e qualificati - sono tutte frottole e, comunque, esagerazioni, se vogliamo metterla così, per offrire la facoltà del dubbio a chi sponsorizzerà questa pubblicità nel dire che sono esagerazioni.
Per quanto riguarda il benessere, il ritorno economico, sociale e addirittura, ambientale, c'è qualcuno che dice che trasportare le merci su ferro - come se già attualmente non avvenisse, tra l'altro, in perdita attraverso il sistema del Modalohr - ripagherà tutte le devastazioni economiche, ambientali e sociali che l'opera stessa produrrà, qualora partissero le opere.
Quindi, è un atto tardivo. Tra l'altro, non intravediamo i contorni del ravvedimento operoso, per quanto riguarda la redazione di questo testo.
Ripeto: mi sembra un atto compiuto in fretta e furia, per dimostrare magari, a qualche osservatore esterno - ovviamente, non parlo dei Caschi blu, di cui, in Val di Susa, magari, avremo bisogno in futuro per difendere la popolazione - quale quello europeo - sappiamo benissimo che l'osservatore europeo chiede che ci sia il parere positivo e favorevole l'assenso, se non addirittura il consenso - ovviamente, non è silenzio assenso - della popolazione interessata alla grande opera, almeno finch siamo in democrazia.
Qui, riteniamo di essere ancora in democrazia - speriamo che lo pensino tutti - anche se, a volte, ravvisiamo derive un po' particolari da parte di alcuni Presidenti di Giunte regionali, che pretendono che le opposizioni non dialoghino con i giornalisti e non diano interpretazioni in ordine a dati importanti, quali quelli relativi a un Piano di rientro della sanità ma questi, magari, sono errorini politici, divagazioni rispetto al tema dettati dall'impulsività del momento.



(Commenti in aula)



BONO Davide

Questo non posso dirlo io.
Rimaniamo fermi rispetto al convincimento generale di essere ovviamente, in democrazia. Quindi essendo in democrazia, il consenso non si ottiene con il martellamento mediatico, pagando una pubblicità, che, per adesso, ammonta a 500 mila euro. Magari, è stata una gaffe - non voglio accusare alcuna testata giornalistica, di cui nemmeno ricordo il nome - da parte di un giornalista che ha parlato di "Pubblicità Progresso". Quando ho sentito parlare di "Pubblicità Progresso" sono saltato sulla sedia, perch mi sono detto che la "Pubblicità Progresso" dovrebbe essere quella che ha una finalità sociale e collettiva e non servire per fare grandi opere infrastrutturali. Però hanno già chiarito che si è trattato di un misunderstanding, cioè di un fraintendimento tra quella che è la comunicazione istituzionale della Giunta e i giornali.
Quindi, siamo perplessi, perché questo disegno di legge non ci convince e non ci colpisce particolarmente. Il consenso si ottiene sul territorio pertanto, più che a fare pubblicità attraverso i giornali, invito ad organizzare dei confronti sul territorio stesso, in Val di Susa con i comitati che, da anni e non da due giorni, studiano l'opera e hanno acquisito ormai competenze tecniche notevoli. In tal modo si potrebbe aprire un dibattito sul territorio, come precondizione assolutamente necessaria, ma non sufficiente, per valutare un'apertura reale della politica alla partecipazione, al dibattito pubblico e alla creazione di un consenso. Altrimenti è troppo facile fare degli incontri in cui si invitano solo i tecnici, bravissimi e competenti, ma di parte; e non parliamo di una parzialità negativa ideologica, ma diciamo che sono di parte perché sono pagati con regolare contratto dalla politica stessa, quindi scelti dalla politica.
Auspichiamo sempre che si introducano nel dibattito culturale e politico della Regione Piemonte delle note di partecipazione reali, in cui siano i cittadini a poter parlare con i propri eletti. Noi li chiamiamo addirittura "dipendenti" dei cittadini, però sapete che noi esageriamo un po' e che siamo demagoghi e populisti, quindi già ci accontenteremmo di poter parlare di eletti. Gli eletti sono stati eletti dai cittadini e quindi rispondono ai propri elettori, cioè a tutta la comunità piemontese.
In questo caso ovviamente l'opera deve trovare un consenso sul territorio; quindi, è facile dire che i piemontesi, tranne i 50 mila valsusini e qualche torinese, più qualcuno che si informa su internet e magari ha letto i quaderni dell'Osservatorio e quindi ha un certo livello di informazione, sono tutti favorevoli.
Non è così, perché probabilmente i cittadini piemontesi non sono adeguatamente informati dai mezzi di informazione, dalla politica e quant'altro, e quindi non hanno un parere riguardo all'opera. Se viene detto che il Piemonte è isolato e che non abbiamo possibilità di parlare con i nostri vicini francesi o svizzeri e che dobbiamo attraversare le Alpi a dorso d'asino, è ovvio che qualunque persona normale dica: "Facciamo il tunnel sotto la Manica".
Tra l'altro, questo è stato un disastro economico-finanziario per tutti gli investitori privati, poi magari di questo ne riparleremo. È normale che si dice: "Facciamo un tunnel per quanto riguarda l'Alta velocità Torino Lione, facciamo il tunnel sotto Gibilterra", che è una proposta che sta facendo l'Europa. Magari la Lega su questo sarà un po' più dubbiosa, perch faciliterebbe l'arrivo a frotte di qualche abitante del nord Africa.
Quindi, andiamo avanti in una serie di ipotesi che non hanno una giustificazione tecnica, se non una giustificazione politica. E la giustificazione politica - e non voglio mettere a voi parole in bocca che non sono vostre - vorrei apprenderla da voi. Da chi è favorevole all'opera vorrei sapere, visto che non volete fare un confronto con la parte tecnica non sono un tecnico, ho provato a studiare la materia ma non posso ergermi a tale ruolo - quali sono le motivazioni politiche che spingono a fare opere del genere in un periodo di grande precarietà economica e di grandi difficoltà economica e a non investire sulla sanità e sulla scuola nel momento in cui andate in giro a parlare e appiccicare manifesti dicendo che scuola e la sanità sono la prima priorità, ma intanto tagliate indiscriminatamente a livello regionale e anche a livello nazionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Sono d'accordo con il principio che ispira questo disegno di legge. I territori di frontiera, e la valle di Susa è tra questi, sono naturalmente destinati ad ospitare i grandi collegamenti tra i Paesi europei. E credo anche - ed è un principio al quale mi sono ispirato sempre - che l'interesse individuale debba venire meno e dopo l'interesse collettivo.
un principio cui anche i valsusini si sono ispirati, tant'è che la Val di Susa ospita sul suo territorio la ferrovia, due statali, un'autostrada soprattutto l'autostrada è una grande opera che è servita a collegare meglio l'Italia con la Francia e che è stata realizzata con il consenso sostanziale della popolazione, perché non ci sono state grandi proteste.
L'idea quindi è che nell'interesse collettivo, che in questo caso per il Governo nazionale e per quello regionale deve prevalere sull'interesse individuale, è giusto che si riconosca ad un territorio come quello della Val di Susa il disagio di ospitare cantieri che dovrebbero durare vent'anni e dei quali i valsusini per la caratteristica dell'opera non sono riusciti almeno fino a questo momento, a vederne un vantaggio. Nel nuovo progetto Susa ospiterà probabilmente la stazione internazionale, ma nei progetti precedenti, la Val di Susa era destinata ad essere soltanto attraversata quindi non si capisce quale vantaggio avrebbero potuto avere i cittadini a vedere il proprio territorio attraversato da una grande opera infrastrutturale.
Bisogna però evitare di dire sciocchezze per raggiungere questo obiettivo.
Abbiamo fatto un bel convegno a Rivoli sull'Alta Velocità. L'Assessore Bonino era presente ed ha fatto, peraltro, un bell'intervento sul sistema dei trasporti locali. Lo stesso Giacchino aveva fino a quel momento fatto una bella relazione, poi ha detto però che Rivoli avrebbe avuto la possibilità di avere il finanziamento per il completamento della linea 1 della metropolitana se avesse dimostrato la disponibilità ad ospitare senza grandi proteste, l'Alta Velocità sul suo territorio. Come tutti sanno, la linea dovrebbe attraversare Rivoli, passando sotto la collina morenica ed andare verso l'Interporto di Orbassano.
L'idea di questo disegno di legge può essere condivisa, però evitando di continuare a dire che i valsusini potranno continuare ad avere i due piccoli ospedali di Susa e di Avigliana a patto che non dimostrino aggressività rispetto alla grande opera, cioè all'Alta Velocità.
Il territorio può avere un vantaggio; bisognerebbe cercare di stare sul merito delle cose. Cercare di capire quanto questo disegno di legge davvero può favorire il territorio, evitando di legare cose che con questo disegno di legge non c'entrano.
un passo avanti importante rispetto al passato. Lo dico sempre qui ma ho ancora in mente l'arroganza del Ministro Lunardi quando i valsusini chiedevano dove sarebbe stato portato lo smarino. La risposta del Governo di centrodestra è stata: "Lo accatasteremo ad Almese e a Sant'Ambrogio" dove sembravano esserci due siti utili per ospitare il materiale estratto per realizzare l'opera.
Un passo avanti importante è quello del progetto di sviluppo del territorio, cioè 750 milioni di euro che la Provincia ha preparato e che il Governo prima o poi dovrebbe prendere in considerazione, somma assai più consistente rispetto alle ipotesi che questo disegno di legge ipotizza.
Poi c'è il progetto di 300 milioni di euro del sistema ferroviario metropolitano, per il quale l'Assessore ci dice che sono già stati individuati 20 milioni di euro. Evidentemente non sono sufficienti, ma noi vogliamo prendere in parola l'Assessore Bonino quando dice: "Prima che i lavori siano avviati, noi dimostreremo a quel territorio che il sistema ferroviario metropolitano è un'opera che sarà realizzata e che, quindi, ci sarà corrispondenza" - ovviamente non corrispondenza reale, perché le cifre sono ben diverse - "tra quello che il Governo investe sulla qualità della vita dei cittadini, garantita da un sistema ferroviario metropolitano che consente ai valsusini di arrivare a Torino ogni mezz'ora, e l'investimento molto più importante relativo alla grande opera".
Dicevo di essere favorevole rispetto a quanto è scritto sul documento ma sinceramente - non me ne voglia l'Assessore e nemmeno il mio partito lo ritengo un po' inadeguato nell'andare incontro alla realtà di quel territorio.
Quando si parla di "sviluppo di opportunità per le imprese locali", mi piacerebbe capire - magari lo capiremo man mano che il disegno di legge espleterà la sua azione - quali sono gli strumenti previsti, perché i bandi di gara sono bandi di gara internazionali. Mi piacerebbe capire cosa potranno fare le imprese locali all'interno del grande progetto dell'Alta Velocità.
Approviamo, naturalmente, l'offerta abitativa e ricettiva. Non ha molto senso l'idea che le grandi imprese provenienti da un Paese europeo - come è giusto che sia (anche le imprese italiane costruiscono all'estero) realizzino cantieri nei quali gli operai entrano al mattino ed escono il mattino del giorno successivo, mangiando e dormendo nel cantiere. Ospitare negli alberghi della valle (non sono tanti) e magari anche in quelli del circondario gli operai che lavoreranno per questa grande opera, è un fatto certamente positivo.
Mi piacerebbe capire, poi, cosa vuol dire "fiscalità agevolata", perch è chiaro che questo progetto non può limitarsi ad offrire vantaggi agli albergatori; se è un progetto che investe tutto il territorio, bisognerebbe che la Regione, ad esempio rispetto alle imprese della Val di Susa, per quello che le compete (rispetto all'IRAP, per esempio), prendesse qualche provvedimento.
Nel federalismo fiscale, che è tanto acclamato dal Governo, il primo impegno è la liberazione, da parte dei Comuni, della possibilità di applicare l'addizionale IRPEF in aumento rispetto alle condizioni precedenti. Questo, naturalmente, si verificherà anche per i valsusini.
E allora, l'idea di un intervento regionale e nazionale, ad esempio rispetto all'IRPEF dei 50.000 abitanti di quel territorio, considerata la difficile situazione esistente in questo momento, potrebbe essere un fatto molto più consistente di quanto è prospettato da questo disegno di legge.
Pertanto, Presidente e Assessore, considero questo documento - che naturalmente voterò insieme al mio partito, che ha lavorato per la sua stesura - insufficiente a stemperare le tensioni presenti in quel territorio.
Peraltro, conosco i valsusini e so che, probabilmente, per loro qualunque intervento non sarebbe sufficiente: è una questione di filosofia rispetto alle grandi opere.
Lo Stato, però, deve fare la propria parte, dimostrando disponibilità e generosità. In questo modo, ci si trova sempre dalla parte giusta.
Ho un dubbio, e concludo, Presidente, nel tempo che ho a disposizione: ho sentito che l'altro giorno il Presidente Berlusconi ha incontrato indossando un giubbotto all'americana, i poliziotti che protestavano davanti alla sua casa, a causa del dimezzamento del personale e del mancato aumento, ormai da anni, dei loro stipendi. Il Presidente ha detto: "La colpa è di Tremonti, ma vedrete che io mi impegnerò per garantirvi un aumento dello stipendio".
Questa vicenda è nella filosofia del centrodestra: la soluzione dei problemi si contratta a casa di qualcuno, piuttosto che nella piazza di Arcore, invece di essere figlia di ragionamenti sui diritti dei cittadini e i doveri del Governo nazionale.
Alla luce di questi fatti, ritengo che quanto deriverà da questo documento non sarà una grande cosa, ma naturalmente mi auguro di sbagliarmi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Su questo disegno di legge, il Capogruppo del Movimento 5 Stelle ha già imbastito un discorso - l'unico, mi pare di capire, e devo dire "purtroppo" che contrasta con la volontà bipartisan di procedere alla realizzazione dell'opera.
Come abbiamo cercato di dimostrare anche la settimana scorsa, essa rappresenta uno degli errori più grossi di mancata pianificazione, rispetto e confronto con i territori, a livello regionale e nazionale.
Sicuramente, la volontà di acquisire e fare proprie le risorse e le risposte di altre nazioni europee, e i provvedimenti, in questo caso il provvedimento francese, che va nella direzione di una consultazione quantomeno un'accortezza nei confronti di chi i problemi territoriali legati a grandi opere li vive quotidianamente, sono, mi sento di dire abbastanza tardivi e poco rispondenti a quelle che sarebbero state le esigenze emerse da un confronto.
Probabilmente, il provvedimento sarà poco rispondente - non siamo così illusi e sappiamo che facilmente verrà approvato a maggioranza - anche in futuro, quando queste misure, sia di compensazione - parola che ritengo sempre più stridente e in contrasto con quella che deve essere la partecipazione - sia di confronto, non troveranno pieno compimento.
All'interno di questa legge, che è direttamente correlata alla grande opera dell'Alta Velocità Torino-Lione, possiamo trovare alcuni aspetti che sono presenti, in modo negativo, anche all'interno di altri tipi di politiche nazionali (ad esempio, riguardo al diritto all'informazione).
Grazie ad una contingenza, ad una volontà, ad un impegno di attivisti che da oltre vent'anni si occupano, appartenendo a quel territorio (la Val di Susa) delle questioni legate ai primi progetti, per arrivare alle varie evoluzioni che hanno subito, l'informazione sul territorio strettamente interessato dall'opera è diffusa e quindi la popolazione conosce tutti i rischi e le problematiche potenziali di un'opera del genere.
In realtà manca, dal nostro punto di vista, l'informazione a livello delle altre Province, piemontesi di sicuro, a livello italiano anche, se non in quei territori che, interessati da opere analoghe, hanno potuto esprimere nel loro contesto comitati, gruppi, associazioni e anche solo singoli cittadini esperti per passione o per professionalità di queste materie che hanno fatto rete col movimento No TAV e che hanno dato un esempio di quella che è la vera partecipazione politica dei cittadini rispetto alle scelte importanti, in questo caso molto impattanti anche sul territorio nazionale.
Alta Velocità. L'Alta Velocità sicuramente deriva dal fatto che, ai tempi dell'ideazione di questo progetto, c'era l'esigenza di velocizzare il trasporto di merci, perché si era in una fase di crescita economica e commerciale tale per cui le richieste e le domande rappresentavano un pungolo per chi amministrava il territorio a tutti i livelli.
In realtà, sia a livello internazionale che nazionale e poi anche locale, in questo momento vediamo - dal nostro punto di vista, con molta soddisfazione e con fiducia - la nascita di comitati e piccoli movimenti che demonizzano, ma con cognizione di causa, quella che è l'Alta Velocità.
Questo perché abbiamo capito, dai ritmi che permeano un po' la vita soprattutto nell'ultimo decennio, ma anche prima, che forse il punto a cui dovremmo tendere non è tanto l'Alta Velocità, quanto piuttosto la vita lenta; lenta non nel senso negativo del termine: la vita lenta permette davvero di assaporare quelli che possono essere i benefici quotidiani di ognuno di noi relativamente ai rapporti familiari e sociali, nonché ai rapporti legati anche ai trasporti. Infatti, nelle grandi città sappiamo bene che la velocità è spesso impossibile e non permette di fruire appieno di quello che è un ambiente che nasce nei secoli passati come da vivere metro per metro rispetto ai rapporti anche artistici e architettonici di una bella città come è questa in cui noi operiamo e come tante altre città del Piemonte.
Il diritto quindi a un beneficio vero, a un benessere vero, che deve essere completamente separato da quello che è invece il benessere prettamente economico e di profitto. Non è che lo deve essere per legge o per decreto o per scelta di qualcuno, ma penso che ognuno di noi possa capirlo istintivamente vivendo quei pochi momenti che oramai, a causa dei ritmi che possiamo vivere in questo frangente, cioè molto, molto pochi.
Altro diritto importante è quello della partecipazione, e in parte sembra che questo disegno di legge venga incontro o più che altro ponga delle "toppe", delle soluzioni parziali e tardive a quella che è stata la volontà di non far partecipare alle scelte relative a quest'opera le popolazioni interessate e che avrebbero la ricaduta negativa maggiore.
Spiace che molte forze politiche che in questo momento hanno, sotto forma di spot, la partecipazione e comunque il rilievo e l'ascolto delle istanze territoriali come primi punti della propria politica, alla fine all'interno di quella che è la pratica e la politica concreta, si dimentichino invece di questi principi. È come se avessimo una specie di suffragio da parte della popolazione e qualcuno pensasse di averlo in modo perenne e presuntuoso, per cui non si ritiene di confrontarsi con chi pu vivere gli impatti negativi di questi progetti.
Le compensazioni, come dicevo prima, sono perfettamente in antitesi con quella che dovrebbe essere una partecipazione, perché è una specie di indennità che viene data a seguito di prevedibili un po' da tutti grossi impatti negativi sulla vita di queste popolazioni.
La mancanza invece di informazione crea quella che viene tacciata o meglio, crea strumentalmente in chi commenta negativamente il "no" a queste opere, una sindrome "nimby" che in realtà nasce proprio nella concezione di chi deve creare, deve trovare delle motivazioni per poter portare avanti questo tipo di opere.
Sicuramente durante la discussione ci sarà modo di illustrare altri concetti e quindi ringrazio.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Il Consiglio regionale viene attraversato da una serie di sollecitazioni che, in modo indiretto, ci portano a riprendere in questa sala, e a farlo in una maniera accelerata per quanto sempre tangenziale al contenuto esplicito, la questione relativa alla valutazione delle opere in Val di Susa, dell'Alta Velocità e della TAV.
accaduto nella seduta della settimana scorsa attraverso la presentazione di un ordine del giorno che ha raccolto in maniera trasversale il consenso del Partito Democratico e dell'attuale maggioranza di governo; ordine del giorno che nulla modificava delle posizioni dei Gruppi consiliari, quella contraria del nostro Gruppo, quella favorevole del Gruppo del Partito Democratico, quella favorevole della maggioranza.
Si prosegue ora con la presentazione del disegno di legge regionale n.
85, che già nella discussione in Commissione si è connotato per la sua ambiguità. Un disegno di legge che pretende di avere caratteristiche generali, di mutuare metodologie dalle esperienze francesi, di proporre quindi scenari apparentemente alti del modo con il quale i poteri pubblici lavorano sulla programmazione territoriale urbanistica ambientale e che poi da questi scenari filosofici e alti cade potentemente, prepotentemente nel determinare la vera finalità di questo disegno di legge regionale, cioè quello di caratterizzarsi con caratteristiche d'urgenza in ordine alla Torino-Lione, che viene indicata come l'ambito di atterraggio prioritario per "sperimentare" questa nuova proposta di legge della Giunta.
La discussione che avverrà, in particolare l'illustrazione degli emendamenti che abbiamo presentato, renderà evidente a quest'Aula la contrarietà del nostro Gruppo su questo disegno di legge regionale. Perché? Anzitutto perché è un disegno di legge che si sarebbe potuto discutere in altri tempi su questioni generali e che la Giunta utilizza strumentalmente per praticare un obiettivo specifico: la TAV.
Non si intende modificare l'approccio alla programmazione, ma si intende usare questo strumento per tentare di ammorbidire le posizioni contrastanti prefigurando - è questo tutto il linguaggio della legge della Giunta - successivi benefici, condizioni di maggior favore e vantaggi per i territori.
Tuttavia la legge, che vuole procedere con questo obiettivo e vuole prepotentemente, farlo ritenere desiderabile alla situazione della Val di Susa, non raggiunge nemmeno l'obiettivo. È una legge di principi generali fumosi, ma, soprattutto, è una legge che fa un'unica cosa concreta: definire una bizantina architettura istituzionale.
Una bizantina architettura istituzionale tra Comitato di pilotaggio e Comitato strategico. Organismi politici e organismi tecnici individuati tra le istituzioni che, a maggioranza, hanno espresso la loro posizione favorevole sulla TAV, quindi l'assenza e la cancellazione di ogni dialettica e di ogni conflittualità interna. Organismi bizantini ai quali delegando alcune funzioni, si aggiunge un'ulteriore pretesa, francamente incomprensibile per chi volesse immaginare come la Giunta intenda realizzare il proprio obiettivo, ed è la questione dei comitati specifici.
Questo disegno di legge affianca le due strutture di livello regionale con comitati apparentemente ispirati all'idea della partecipazione, nei quali saranno chiamati a partecipare - cito testualmente dall'articolato "i rappresentanti degli Enti locali, delle associazioni e dei soggetti portatori di interesse, direttamente coinvolti per competenza tematica o di ambito territoriale".
Sarebbe interessante comprendere, dopo aver già visto l'Assessore Bonino all'opera con i Comitati sui pendolari - trasformati in osservatori costruiti sulla base di principi formali, piuttosto che sulla rappresentanza dei reali portatori di interessi o, meglio, dei reali portatori di disagio, cioè i viaggiatori del sistema di trasporto ferroviario della nostra regione - come la Giunta pensi di conciliare il principio della rappresentanza e della democrazia partecipativa, calpestato ignorando i movimenti dei cittadini, con questi Comitati specifici.
Quali saranno gli Enti locali chiamati a parteciparvi? Quelli che partecipano all'Osservatorio? Quelli che vi si sono tirati fuori? Attraverso quali richieste di partecipazione dei Sindaci? Come immaginano di rapportarsi a quelle amministrazioni locali che non vorranno riconoscere questo percorso? Di quali associazioni ci stiamo dedicando? Di cosa stiamo parlando? Di quali statuti pretendiamo debbano dotarsi le organizzazioni di rappresentanza dei cittadini per entrare nei comitati specifici ed essere auditi? Chi sono i soggetti portatori di interesse? Il termine "interesse", in sé, non è negativo, ma non si comprende se i portatori di interesse sono i portatori di capitali o, piuttosto, i portatori di quell'unico capitale che in questa valle si è mobilitato, che è il capitale sociale di coloro che si sono attivati sulla base della conoscenza specifica della qualità della loro vita e delle condizioni che sarebbero mutate, in negativo, dalle grandi infrastrutture.
Non è chiaro l'obiettivo della legge, se non quello di diffondere, in molteplici centri decisionali, il percorso e le successive decisioni che riguardano la realizzazione della TAV.
Quando abbiamo chiesto in Commissione di ragionare sui presunti principi generali della legge francese che si vorrebbe imitare, e quindi di dedicare a questo impianto - ammesso che la Giunta regionale vi si voglia applicare, che lo voglia mutuare, che desideri importarlo - tutta quella necessaria riflessione che sarebbe ragionevole se parlassimo di principi generali, ebbene la risposta della Giunta, della maggioranza e, mi dispiace doverlo dire, ma anche del Gruppo consiliare del PD, è stata nettamente negativa. A riprova che non di teoria si vuole parlare con questo disegno di legge, non di future e nuove regolamentazioni di leggi specifiche, non di temi infrastrutturali in generale, ma di questo specifico tema.
Lo viviamo come un'ulteriore forzatura, come una forzatura alla quale siamo contrari, come una forzatura alla quale opporremo la discussione sui nostri emendamenti.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'Assessore Bonino per la replica.



BONINO Barbara, Assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
Ringraziando per il lavoro veramente utile e proficuo svolto già in sede di Commissione, ringraziando tutti i contributi pervenuti da parte dei Gruppi consiliari che hanno elaborato le osservazioni e che hanno proposto emendamenti - molti dei quali sono stati recepiti insieme a quelli proposti dalle parti consultate e audite in sede di Commissione - vorrei richiamare brevemente la filosofia che ha guidato la stesura di questo provvedimento e che ha condotto la Giunta regionale a proporre, in tempi rapidi, un disegno di legge di cui si avvertiva la necessità, certamente non da oggi.
Il tema della valorizzazione delle possibili ricadute positive per il territorio nel periodo della cantierizzazione è un tema di cui si tratta ormai da qualche anno. Certamente, l'esperienza francese è stata un utile punto di riferimento per confermare molti soggetti nella convinzione che fosse necessario dare qualche supporto ad attività di coordinamento delle varie attività legate alla cantierizzazione che consentissero di determinare uno spazio bene individuato, ovviamente in coerenza con i quadri normativi che disciplinano gli appalti e lo svolgimento delle attività. Determinare un ambito di operatività sia per i territori che per le maestranze e le aziende locali.
Che ciò sia possibile, lo dimostra l'esperienza francese. Certamente un'esperienza che afferisce ad un quadro normativo nazionale differente con dei percorsi differenti, ma che ha al suo interno valorizzato alcuni aspetti che sono quelli che consentiranno anche alla legge 85 di dare dei buoni risultati per la Regione Piemonte.
Mi riferisco in particolar modo a tutta una serie di interventi di preparazione del territorio. Comincerei a sottolineare questo aspetto perché è un ambito di attività che riguarda esclusivamente il livello regionale coinvolgendo, ovviamente, anche la Provincia che in questo ha titolarità.
Alludo ai percorsi formativi destinati sia ai singoli individui che alle aziende; nel momento in cui sul territorio abbiamo la possibilità di formare con un certo margine temporale utile aziende e maestranze in maniera tale che costituiscano punti di riferimento importanti per tutti quei soggetti che avranno dimostrato di avere capacità e forza per la realizzazione degli interventi passando attraverso le procedure previste per la legge, noi avremo fatto una buona parte del lavoro necessario per consentire la realizzazione di tutte le pre-condizioni necessarie per dare spazio al territorio.
Questo è in qualche misura indipendente dal sistema degli appalti perché consente a soggetti anche di grandi dimensioni, che concorrendo secondo le normative, si aggiudichino gli appalti, di trovare dei punti di riferimento operativi sul territorio. Questo è accaduto in Francia, questo può accadere anche sul nostro territorio. Però il percorso di preparazione non solo è utile ma è indispensabile ed è ovvio che, per quanto riguarda questo tema, stiamo pensando all'apertura del cantiere del 2013. Stiamo pensando a un cantiere che dal punto di vista temporale ci consente attraverso l'approvazione di questa legge, di costruire un percorso.
Altro esempio, invece, che intendo fare è quello relativo alla scadenza più immediata. Ringrazio intanto il Consiglio e la Conferenza dei Capogruppo, che hanno accolto la sollecitazione affinché questo disegno di legge potesse avere una corsia preferenziale per il dibattito in Consiglio perché è di questi giorni la notizia che l'iter autorizzativo per l'avvio del cantiere della Maddalena ha fatto un ulteriore e decisivo passo in avanti con l'approvazione della deliberazione presso la Corte dei Conti.
Quindi noi abbiamo la certezza che, ad oggi, tutte le condizioni necessarie per l'apertura del cantiere della Maddalena dal punto di vista formale siano ormai espletate e concretizzate dal punto di vista formale.
Allora diventa indispensabile poter avviare una serie di consultazioni con il territorio nell'ambito dei tavoli che sono previsti dalla legge 85 e che ci permetteranno di fare dei ragionamenti relativi al tema dell'accoglienza.
Il tema del cantiere aperto e del cantiere permeabile con l'esterno è un tema che può davvero essere e che deve essere utilmente affrontato a partire dal cantiere della Maddalena. Quindi la necessità di procedere in tempi rapidi con questo disegno di legge è determinata dal fatto che una parte di questo disegno può già essere utile per interventi finalizzati a migliorare le ricadute possibili in vista dell'apertura del cantiere della Maddalena.
ovvio che nel tempo intercorso fra la presentazione del disegno di legge ad oggi, l'attività di consultazione, di rapporto con il territorio con tutti quegli amministratori che hanno voluto dare dei contributi costruttivi, con le associazioni datoriali, con i sindacati e con le rappresentanze del mondo agricolo ha comunque seguito un percorso autonomo.
Tale percorso ha già dato dei risultati, per cui quello che trovammo scritto in ordine alla previsione di convocazione di comitati specifici che possono avere ambiti territoriali o ambiti tematici di intervento, in realtà è già un meccanismo che si è messo in moto in maniera autonoma vorrei dire, rispetto alla legge, ma che ha bisogno della legge per trovare una sua definizione e una sua legittimità.
Perché gli ambiti territoriali e gli ambiti tematici di discussione sono così importanti? Perché ci consentono di coinvolgere direttamente sui temi operativi il territorio e le categorie che possono essere utilmente consultate per migliorare le potenzialità della legge.
Rispondendo ad una obiezione del Consigliere Boeti di cui, devo dire posso anche comprendere la ragione, è vero che questo disegno di legge è molto essenziale. Il Consigliere Boeti l'ha definito inadeguato: dal mio punto di vista non è così, però è sicuramente molto stringato. Perché la parte di lavoro più importante, trattandosi di una legge innovativa, dovrà essere fatta proprio a partire dai Comitati specifici, suddivisi in ambiti territoriali e in ambiti tematici con il coordinamento della struttura tecnico-operativa, e poi validata dal Comitato di pilotaggio.
In altre parole, questa è una legge che comincia dal territorio, che comincerà a funzionare dal territorio con le parti sociali che possono rappresentare tutte quei soggetti attivi o operativi, in grado di dare un contributo.
Il Comitato di pilotaggio, l'organo vorrei dire politico previsto nella struttura di questa legge, in realtà, avrà soltanto il compito di prendere atto di tutte quelle elaborazioni che saranno fornite al fine di potenziare gli effetti di questa legge. Quindi le strutture tecniche della Regione Piemonte e della Provincia di Torino affronteranno compiti di fondamentale importanza, ma ne affronteranno certamente i Comuni che verranno consultati, così come i sindacati e le associazioni di categoria. Questi saranno i soggetti centrali per l'elaborazione di quei percorsi utili per trasformare le potenzialità della legge in strumenti operativi.
Ci sono poi delle questioni, che affronteremo, come è stato detto in Commissione, anche man mano che questa legge comincerà a dare i primi risultati. Abbiamo condiviso una considerazione insieme al Presidente e ai commissari, ed è quella relativa alla necessità di rivedere gli effetti di questa legge con l'obiettivo di integrarla laddove dovessero evidenziarsi lacune o mancanze.
Questa è una legge che molto probabilmente richiederà un intervento anche presso il Governo per consentire di ottimizzarne gli effetti attraverso interventi normativi di livello nazionale. Questo ce lo siamo già detto e l'abbiamo anche scritto in un ordine del giorno, quindi riteniamo che la sollecitazione che arriva dall'Assemblea sia ovviamente da valorizzare. Però, ci saranno verosimilmente degli aggiustamenti da fare rispetto alla legge, proprio perché si tratta di un provvedimento che ha il compito di avviare una riflessione, di fatto, nuova.
Per quanto riguarda la relazione fra questa legge e il Piano strategico, vorrei dire che si tratta di questioni completamente diverse.
Il Piano strategico elaborato dalla Provincia di Torino è un lavoro importante fatto sul territorio, una mappatura delle necessità di un territorio. Ho già avuto modo di dire che dobbiamo sempre aver presente che, rispetto alle esigenze sottolineate, la legge obiettivo prevede che fino al 5% del valore dell'opera venga destinato a interventi di carattere compensativo. Pertanto, credo che una parte della copertura finanziaria del Piano strategico possa essere utilmente individuato nelle previsioni della legge obiettivo. Il Governo ha preso impegno ad intervenire per supportare ulteriormente il piano strategico; speriamo che anche le risorse della Regione Piemonte possano essere mobilitate in questa direzione.
Occorre, però, avere il coraggio di dirci, senza andare sulla scia di logiche ricattatorie che non appartengono a nessuno (anche l'intervento del Sottosegretario Giacchino, come ho già avuto modo di dire, è stato ampiamente frainteso, perché l'obiettivo non era certamente quello di condizionare l'attenzione per il territorio all'atteggiamento di una comunità locale) che il Piano strategico della Provincia di Torino diventerà oggetto di attenzione anche in ordine alle modalità di finanziamento, quando sarà chiaro una volta per tutte, in maniera incontrovertibile, che la TAV si realizzerà su questo territorio. Non possiamo immaginare di anticipare un impegno così importante, da parte del Governo, su un piano strategico collegato alla realizzazione dell'opera quando esistono ancora contraddizioni che dobbiamo sciogliere.
L'appuntamento con il cantiere della Maddalena è un appuntamento importantissimo. Le comunità avranno, insieme a noi e alle Istituzioni, a tutte le Istituzioni, a partire dalla Comunità montana per finire a tutti i Sindaci, la responsabilità di garantire che una volta effettuati tutti i percorsi che la legge prevede, che sono percorsi di alta tutela nei confronti delle tematiche ambientali, sociali e legate alla salute, questo cantiere dovrà essere aperto.
Questo è un nodo con il quale dovremmo confrontarci e quando dico "noi" intendo noi come comunità piemontese. Non possiamo far finta che questo tema non abbia diritto di cittadinanza nelle relazioni che intervengono fra noi e il Governo e fra noi e l'Europa. Non possiamo far finta che non sia una nostra responsabilità: una responsabilità politica.
Il tempo della concertazione c'è stato; la sensibilità nei confronti delle comunità locali è stata ampiamente dimostrata, perché il progetto per come è stato modificato, è quello nato da una concertazione che è durata cinque anni, cinque anni di dibattiti, di discussioni e di limature.
Al termine di questo percorso, quindi, che raccoglie le sensibilità di tutte le parti, ci deve essere una conclusione e la conclusione deve essere l'agibilità del territorio, nel rispetto delle opinioni differenti che ciascun cittadino è libero di dimostrare, però l'agibilità del territorio è una responsabilità politica che tutti insieme dobbiamo assumerci.
Conosco anch'io i valsusini e so che qualche volta esiste una difficoltà nel trasferire le notizie, ma se a questa difficoltà, a questo particolare approccio culturale, che è quello di persone molto legate al loro territorio (e che giustamente difendono a spada tratta), sommiamo la disinformazione colpevole che in questi anni ha parlato di devastazioni sociali, economiche ed ambientali, riferendosi al progetto della TAV comprendiamo come ad un atteggiamento giustamente prudente delle comunità locali, si sia sommato un allarme ingiustificato e montato ad arte rispetto al quale ci sono parti politiche che hanno grandissima responsabilità. Addirittura ci sono soggetti istituzionali che continuano con grande irresponsabilità in questo caso, ad avere un ruolo importante nella diffusione di informazioni false.
Quando ci muoviamo sui territori e proviamo a confrontarci con le comunità locali, magari non conoscono l'iniziativa della legge 85, per certamente hanno informazioni che sono relative, per esempio, all'ampiezza delle gallerie che sono deformate ad arte e che lasciano trasparire l'immagine di un territorio che alla fine dell'intervento sarà devastato dalla realizzazione di un'infrastruttura che, per di più, viene spacciata come totalmente inutile rispetto alle opportunità di crescita di un territorio.
Da una parte c'è la necessità di intensificare ancora di più il dialogo con queste comunità, però dall'altra c'è la necessità di condividere uno sforzo che vada nella direzione del rispetto della verità. Basterebbe questo per aiutare tutti quanti ad avere un approccio più ragionevole e consentirci di discutere delle questioni nel merito, anziché utilizzare parole d'ordine che, purtroppo, hanno già fatto tanti guasti in questi anni.
Vorrei terminare dicendo che ci sono valutazioni che ci troveremo nuovamente a fare sul disegno di legge 85. Mi auguro che da questa esperienza possa nascere anche un progetto condiviso da sottoporre al Governo nazionale.
Cominceremo a lavorare quando l'Assemblea regionale ci darà il via libera su questioni riguardanti il tunnel della Maddalena; proseguiremo insieme sul tunnel di base e, soprattutto, avremo modo, insieme alle comunità locali, di affinare uno strumento che è stato concepito in maniera elastica, proprio per poter essere messo a disposizione di quel modello di concertazione che ha già dato buoni risultati nel produrre il miglior progetto possibile per realizzare una grande opera infrastrutturale.
Concludo dicendo che, a differenza di quanto sostenuto anche in quest'aula, credo che la realizzazione di grandi opere infrastrutturali non solo possa, ma debba avere una finalità sociale, prevalentemente una finalità sociale, in ordine alla crescita, allo sviluppo del territorio delle sue potenzialità sociali, economiche e di relazione con gli altri Stati. Forse oggi investire risorse per la realizzazione di opere infrastrutturali rappresenta davvero il modo migliore per scommettere utilmente sullo sviluppo di un territorio. Anche il disegno di legge 85 vuole essere un contributo in questa direzione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Bonino.
I nostri lavori riprenderanno alle ore 14.30 con la trattazione delle interrogazioni, ex articolo 100 del Regolamento, a risposta immediata, e poi alle ore 15 con la seduta ordinaria.
Informo l'Aula che intorno alle ore 16 il Consiglio regionale dovrà provvedere a svolgere votazioni sulle nomine all'o.d.g.
Infine, invito i colleghi Burzi, Marinello, Vignale, Pentenero, Taricco e Boeti a recarsi in Sala A perché, come convocato per iscritto e comunicato questa mattina ad inizio seduta, si svolgerà la seduta di insediamento del Comitato per la qualità della normazione e valutazione delle politiche.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.07)



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