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Dettaglio seduta n.85 del 01/03/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



(Alle ore 14.30 il Vicepresidente Molinari comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(Alle ore 15.01 il Vicepresidente Molinari comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



(La seduta ha inizio alle ore 15.31)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Boniperti, Burzi, Cattaneo, Cota Giordano e Leo.


Argomento: Nomine

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 5) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Comitato Consultivo del Centro "Gianni Oberto" - (Art. 3, legge regionale n. 24/80 mod. dalla l.r. n. 5/83) - Nomina di 4 membri con voto limitato a 2. (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 65-8437 del 1/3/2011).
Proclamo designati, quali rappresentanti in seno al Comitato Consultivo del Centro "Gianni Oberto", i signori Almirante Marco, Casalegno Maria Ignazia Serra Roberto e Zanettin Simona.
Commissione per le Attività di Orientamento Musicale (Art. 2, legge regionale n. 49/91 e s.m.i.) - Designazione di 3 esperti. (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 66-8439 del 1/3/2011).
Proclamo designati, quali rappresentanti in seno alla Commissione per le Attività di Orientamento Musicale, i signori Leone Sandro, Di Gregorio Marco e Chierchiello Franco.
Commissione Tecnica per l'Informazione (Art. 11, legge regionale n. 52/90) Nomina di 3 esperti dell'informazione di cui 1 in materia giuridica, 1 in materia tecnica e 1 in materia pubblicitaria. (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 67-8441 del 1/3/2011).
Proclamo designati, quali rappresentanti in seno alla Commissione Tecnica per l'Informazione, i signori Contin Daniela, Davide Pellegrino e Capuano Giuseppe.
Associazione Museo Ferroviario Piemontese (L.r. n. 45/78 e Art. 9 Statuto dell'Ente) - Consiglio Direttivo - Nomina di 5 componenti. (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 68-8445 del 1/3/2011).
Proclamo designati, quali rappresentanti in seno all'Associazione Museo Ferroviario Piemontese, i signori Rossi Guido Antonio, Signorotto Marco Tapparo Ernesto, Malavasi Fabio e Tursi Michele.
Associazione Museo Ferroviario Piemontese (L.r. n. 45/78 e Artt. 9 e 12 Statuto dell'Ente) - Consiglio Direttivo - Nomina del Presidente. (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 69-8446 del 1/3/2011).
Proclamo designato, quale Presidente in seno all'Associazione Museo Ferroviario Piemontese, il signor Dutto Claudio.
Associazione Museo Ferroviario Piemontese (L.r. n. 45/78 e Art. 14 Statuto dell'Ente) - Collegio dei Revisori - Nomina di 1 Revisore dei Conti.
(Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 70-8447 del 1/3/2011).
Proclamo designato, quale Revisore dei Conti in seno all'Associazione Museo Ferroviario Piemontese, il signor Omegna Franco.
Commissione Tecnica Urbanistica - Designazione di 1 esperto in sostituzione della Signora Gabriella Gedda (dimissionaria). (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 71-8448 del 1/3/2011).
Proclamo designato, quale rappresentante in seno alla Commissione Tecnica Urbanistica, il signor Ferraris Giorgio.
Consiglio regionale di sanità ed assistenza - Nomina di 1 esperto in sostituzione del signor Serafino Chiarelli.
La votazione non è valida, poiché non è stata raggiunta la maggioranza dei votanti.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Edilizia e norme tecnico-costruttive

Proseguimento esame disegno di legge n. 67, inerente a "Modifiche al capo I della legge regionale 14 luglio 1009, n. 20 (Snellimento delle procedure in materia edilizia e urbanistica)"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 67, di cui al punto 4) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Nella scorsa seduta è stato votato l'emendamento rubricato n. 284), che introduceva l'articolo 7 bis.
Abbiamo ora l'illustrazione degli emendamenti all'articolo 8.
ARTICOLO 8 Emendamento rubricato n. 79) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: Le seguenti parole: "1. Entro il termine perentorio di sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge i Comuni, con deliberazione del Consiglio comunale, adeguatamente motivata, tenuto conto dei limiti posti dalla legge stessa, possono disporre l'esclusione dell'applicazione degli articolo 3 e 4 della l.r. 20/2009, come modificati dalla presente legge, in tutto o in parte del territorio comunale", sono sostituite dalle seguenti: "1. Entro il termine perentorio di novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, i Comuni, con deliberazione del Consiglio comunale possono disporre l'esclusione dell'applicazione degli articoli 3 e 4, della l.r. 20/2009, come modificati dalla presente legge, in tutto o in parte del territorio".
La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
In merito all'articolo 8 - l'articolo conclusivo del cosiddetto Piano casa, così com'è novellato dalla proposta di legge dell'Assessore Cavallera chiediamo di prevedere, al comma 1, anziché un termine perentorio di 60 giorni, un termine, sempre perentorio, di 90 giorni. In questo modo, i Comuni, già espropriati di una parte importante, relativamente alle deliberazioni riguardanti l'abbattimento e ricostruzione degli edifici articolo 4 - di cui abbiamo ampiamente discusso, possono avere un tempo congruo per operare un censimento nel proprio territorio, quindi anche degli edifici che dovrebbero o potrebbero essere interessati dal Piano casa, per decidere l'esclusione o meno dell'applicazione degli articoli 3 e 4 della legge, ossia - ribadisco - quelli relativi all'ampliamento del 20 o all'abbattimento e ricostruzione.
Riteniamo che anche 90 giorni siano un termine risicato, nel senso che ai Comuni, che per difficoltà temporali e materiali ad effettuare un rapido censimento degli edifici sul territorio, che possono - e non debbono avere l'applicazione degli articoli 3 e 4, deve essere concesso il tempo minimo per garantire che l'eventuale applicazione, o l'eventuale esclusione a priori, sia dettata secondo criteri logici e non solo ideologici o peggio - temporali.
Stiamo discutendo ormai da diversi mesi questo disegno di legge addirittura su alcuni quotidiani è già stato scritto che il Piano casa è stato approvato nelle scorse settimane, quindi qualche Comune sarà sicuramente già stato informato. Ricordo, però, che i Comuni piemontesi sono oltre 1.200 - un numero elevato - ed è pertanto fondamentale riuscire a diffondere un'informazione capillare su tutto il territorio, che permetta alle Amministrazioni (sia alle Giunte sia ai Consigli comunali, ma anche ai cittadini, al di là di quanto saranno informati soprattutto gli imprenditori, ovviamente) di essere informate.
Quest'articolo mantiene una norma che consideriamo il minimo comune denominatore di una proposta di legge che deve essere applicata secondo i criteri di democrazia, quindi il rispetto della sussidiarietà e il rispetto degli Enti locali.
Riteniamo, pertanto, che la richiesta di 90 giorni sia il minimo, anche in seguito ad una concertazione avvenuta in Commissione, che si possa accogliere.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Intervengo su quest'emendamento all'articolo 8 per ribadire quanto è stato discusso, spiegato ed illustrato nelle passate sedute, ma anche quanto è stato detto poc'anzi dal Capogruppo Bono.
Conosciamo le grandi difficoltà degli enti comunali rispetto al recepimento e all'applicazione delle normative, sia di stampo nazionale sia di stampo regionale.
Sicuramente, imporre un allungamento dei tempi (il 50% in più rispetto a quanto proposto dalla Giunta), così come richiede l'emendamento, non creerebbe grosse problematiche. Confidiamo nel fatto che, l'esserci impuntati su quelle che consideriamo, o che consideravamo - ormai sono state discusse e rigettate - delle richieste di buonsenso, possa trovare in questo caso, una volontà quantomeno di accoglimento.
Come abbiamo già spiegato nelle passate sedute, riguardo alle esigenze comunali, questi emendamenti, che cercano di aiutare le pratiche che devono essere portate avanti dagli enti comunali, non sono per nulla ostruzionistici, ma sono di merito, per andare incontro a quelle esigenze che sono state comunicate al nostro Gruppo e, come abbiamo visto, anche ad altri Gruppi della minoranza.
Ritengo che questa comunicazione sia stata fatta a tutti i Gruppi e che stia all'onestà dei Gruppi di maggioranza e della Giunta recepire queste esigenze. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Biolé.
Emendamento rubricato n. 17) presentato dal Consigliere Stara: Articolo 8 "Norma transitoria" Al comma 1 dell'articolo 8, le parole "di sessanta giorni" vengono sostituite con le parole "di mesi sei".
Non essendo presente il Consigliere Stara, lo diamo per illustrato.
Emendamento rubricato n. 110) presentato dai Consiglieri Reschigna Muliere, Ronzani, Pentenero, Taricco, Motta A., Manica, Lepri: Al primo comma dell'articolo 8, le parole "entro sessanta giorni" sono sostituite dalle parole "entro novanta giorni".
Emendamento rubricato n. 286) presentato dal Consigliere Reschigna: Al primo comma dell'art. 8 le parole "degli articoli 3 e 4" sono sostituite dalle parole "degli articoli 3, 4 e 7".
La parola al Consigliere Reschigna, per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Illustrerei, contestualmente, anche per un filo logico, l'emendamento n. 110) e l'emendamento n. 286) perché affrontano la stessa materia.
Sostanzialmente, con due emendamenti separati, proponiamo le stesse cose dell'emendamento illustrato dal Consigliere Bono poc'anzi.
In relazione al fatto che il disegno di legge, nel testo già approvato ha spostato la validità dei provvedimenti straordinari al 31/12/2012 (lo ha portato in là di un anno), forse è opportuno lasciare in capo ai Comuni un periodo maggiore di tempo rispetto ai 60 giorni, affinché possano predisporre delibere meditate, circa l'ambito di applicazione degli articoli 3 e 4 del disegno di legge.
In sede di applicazione della legge n. 20 abbiamo notato atteggiamenti diametralmente opposti in merito ai Comuni: chi non ha assunto nessun atto deliberativo e chi ha assunto un atto deliberativo nel quale ha deciso che sul proprio territorio, la legge non si applica. A grandi linee, gli atteggiamenti delle amministrazioni comunali si sono divise su questi due aspetti.
Noi crediamo, invece, che la legge dovrebbe essere applicata attraverso un'attenta valutazione in capo alle amministrazioni locali circa quali possono essere gli ambiti non di esclusione totale della legge, ma di esclusione parziale dei contenuti della legge, all'interno di una specifica area territoriale. Ed è in questo senso che va la richiesta di un prolungamento del termine entro il quale assumere la deliberazione del Consiglio comunale, affinché non ci sia un pronunciamento o di non applicazione di tutta la legge o di non presa in carico di nessun atto deliberativo da parte dei Comuni, ma un atteggiamento più meditato.
Il secondo emendamento, il n. 286), affronta un tema. L'articolo che stiamo discutendo pone l'ambito di possibile esclusione in capo ai Comuni con la deliberazione dei Comuni, in tutto o in parte, per quanto riguarda gli articoli 3 e 4.
Rispetto alla legge n. 20, il disegno di legge attuale che stiamo discutendo opera, invece, con gli interventi di cui all'articolo 7, un elemento di forte novità. Voglio ricordare che gli interventi, non sul patrimonio residenziale dell'attuale legge 20, si configuravano in incrementi dell'ordine di 200 metri quadrati. Le previsioni dell'articolo 7 sono quantitativamente più consistenti. Ecco perché noi proporremmo, sulla scorta dell'analogo emendamento presentato dal Consigliere Bono, che l'intervento deliberativo dei Comuni possa estendersi non solo agli articoli 3 e 4, ma anche all'articolo 7 del disegno di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Il senso degli emendamenti è già stato messo in chiaro. Condivido quanto è stato detto dai Consiglieri che mi hanno preceduto. Sulla base dell'esperienza che abbiamo avuto con l'applicazione della legge 20 emergerà un problema, una volta approvato il testo, di informazione nei confronti delle amministrazioni comunali e della cittadinanza.
Uno dei limiti è stato probabilmente anche quello di non aver avuto una capacità di informazione. In ogni caso, ricordo che le amministrazioni comunali erano in difficoltà sui tempi nell'applicazione della legge. In particolare modo, per assumere quelle delibere che richiedevano l'applicazione o l'esclusione di alcuni articoli della legge. Ecco perch credo sia utile per le amministrazioni comunali spostare il termine da 60 a 90 giorni, in modo che abbiano più tempo nell'assumere una decisione, se utilizzare o meno gli articoli 3 e 4 e, come abbiamo proposto anche noi aggiungere agli articoli sopraccitati anche la possibilità di pronunciarsi sull'utilizzo o meno dell'articolo 7. Un articolo che ha trovato un'attenzione particolare da parte del Consiglio regionale - più sedute sono state dedicate all'articolo 7 - e tutto quello che ne consegue.
Riteniamo importante aggiungere agli articoli 3 e 4 quanto previsto dall'articolo 8, cioè la possibilità per i Consigli comunali di deliberare se utilizzare o meno gli articoli 3 e 4 di questa legge e aggiungere anche l'articolo 7, che è di estrema importanza.
In sostanza, proponiamo di allungare il termine portandolo da 60 a 90 giorni e di aggiungere all'articolo 8, che comprende la possibilità o meno di utilizzare gli articoli 3 e 4, anche l'articolo 7 della legge. Mi auguro che da questo punto di vista la Giunta esprima un parere positivo sull'insieme degli emendamenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

L'emendamento che abbiamo presentato chiede di spostare i termini da 60 a 90 giorni. Crediamo che vi sia la necessità di un tempo maggiore e ne siamo convinti. Complessivamente, nella norma vi è la necessità di avere un tempo maggiore per meglio ponderare la scelta.
Questa norma, come abbiamo già detto in altre occasioni, persegue un obiettivo giusto, complessivamente condivisibile, che è quello di permettere ad attività economiche di ampliare e perseguire meglio le loro finalità, con una semplificazione di percorso e di procedura.
Quello che in tanti passaggi e in tanti aspetti di questa norma non abbiamo condiviso è un insieme di decisioni contenute nella modifica alla legge n. 20 che, nella sostanza, creano un meccanismo di eccessiva deregolamentazione, tagliando fuori dalle decisioni il ruolo e la funzione che gli enti pubblici vengono ad avere a seguito della norma. Crediamo che questo tipo di procedura sia sostanzialmente non condivisibile, perch mette in capo ai soli soggetti attuatori tutte le decisioni che devono essere assunte, cosa che riteniamo non sia utile per un corretto sviluppo così come pensiamo dovrebbe essere.
In questo senso, ci permettiamo di continuare a suggerire modificazioni ed emendamenti che perseguono l'obiettivo non di rendere accettabile la norma - complessivamente non ne condividiamo la filosofia - ma di migliorarne singoli aspetti.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di intervento, passiamo all'esame degli emendamenti n. 18), 19) e 20), che hanno come unico firmatario il Consigliere Stara.
Emendamento rubricato n. 18) presentato dal Consigliere Stara: Al comma 2 dell'articolo 8 sostituire le parole "di cui al comma 1" con le parole "mesi sei".
Emendamento rubricato n. 19) presentato dal Consigliere Stara: Il comma 3 dell'articolo 8 è soppresso.
Emendamento rubricato n. 20) presentato dal Consigliere Stara: Il comma 3 dell'articolo 8 è sostituito dal seguente: "trascorso il termine di mesi sei, le deliberazioni di cui al comma 2, non adeguate agli articoli 3 e 4 della l.r. 20/2009, come modificati dalla presente legge, si intendono pienamente efficaci".
Non essendo presente il Consigliere Stara, li diamo per illustrati.
Emendamento rubricato n. 80) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: Dopo le parole '3. Le deliberazioni di cui al comma 2, non adeguate agli articolo 3 e 4 della l.r. 20/2009, come modificati dalla presente legge non sono applicabili alla presente legge' sono inserite le seguenti: '4. le modifiche della presente l.r. sono efficaci solo dopo il decorso del termine di cui al precedente comma 1'".
La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'emendamento in questione mira ad aggiungere il comma 4 (sempre che non si decida di aggiungerne altri) ai tre già esistenti all'articolo 8.
Noi chiediamo, in questo caso, che le modifiche introdotte dalla presente legge regionale siano efficaci solo dopo il decorso del termine perentorio di cui al comma 1 (ovvero 60 giorni, anche se noi ne auspichiamo 90), affinché nelle more della definizione da parte dei Comuni dell'eventuale applicazione o esclusione delle norme degli articolo 3 e 4 (peraltro, sarei favorevole all'inserimento anche dell'articolo 7, così come emendato dal Gruppo del Partito Democratico), non si proceda comunque da parte dei privati, per quanto riguarda l'articolo 4, né per quanto riguarda gli altri articoli.
sicuramente una puntualizzazione, perché anche dall'analisi del testo non si evince, in questo termine perentorio che al momento è di 60 giorni (come ripeto, auspico che diventino 90), qual è la reale applicazione delle norme che sono state finora approvate. In pratica, non si comprende se nell'attesa di questa definizione da parte dei Comuni procedono ugualmente le conseguenze degli articoli 3, 4 e 7, oppure se si deve attendere, a prescindere, la comunicazione della definizione della presa di posizione da parte dei rispettivi 1.206 Consigli comunali piemontesi.
Per intenderci, vorremmo comprendere se funziona il silenzio/assenso oppure se ci deve essere, comunque, una manifestazione di "interesse" da parte dei Comuni a valutare e a censire quello che è il patrimonio edilizio, in termini di capannoni, o di strutture turistico ricettive industriali, artigianali e quant'altro, e se questa norma vale comunque a priori.
Al riguardo, gradiremmo una risposta da parte dell'Assessore Cavallera a questo emendamento, per comprendere se esiste questa facoltà, oppure se è un obbligo, per cui tutti i Comuni comunque si devono pronunciare entro il termine perentorio di 60 giorni (o più), e fino a tale pronunciamento non potrà partire il suddetto Piano casa, così modificato. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori emendamenti da esaminare, dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola l'Assessore Cavallera, per una breve replica.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Grazie, Presidente.
Vorrei fare una brevissima considerazione, sia in ordine alla tempistica, sia in merito all'inserimento del riferimento all'articolo 7.
Riflettendo e confrontandomi altresì con il relatore, siamo sostanzialmente arrivati alle seguenti conclusioni.
Appare in qualche modo giustificabile e giustificato il riferimento agli articoli pregnanti del provvedimento. Perché delle due, l'una: o non si dava spazio al Comune... Peraltro, anche questa era un'ipotesi che avevamo discusso e valutato nell'ottica del provvedimento urgente, che avrebbe avuto un senso se fosse entrato in vigore rapidamente.
Per quanto riguarda l'emendamento che fa riferimento all'articolo 7 non sussistono problemi ad inserirlo qualora la richiesta fosse condivisa a livello generale dal Consiglio.
Per quanto concerne, invece, il discorso dei tempi, ho fatto riferimento a quella che è stata l'intesa assunta nella Conferenza Regioni Enti locali, che verteva proprio sul ruolo dei Comuni e sui tempi di attuazione, e non volendo apparire "più realisti del re", e proprio a quella mi atterrei.
Questo, dunque, è il giudizio che viene espresso da parte della Giunta circa questa particolare forma di vacatio legis che proponeva il Movimento 5 stelle. Non possiamo che mantenere l'impostazione della legge n. 20 ed entrare in vigore con le stesse modalità precedenti, anche per far sì essendo un provvedimento urgente, che i Comuni che intendono intervenire lo facciano al più presto.
Peraltro, su tale problematica i Comuni sono stati ampiamente allertati, anche a seguito del dibattito che si è svolto in quest'aula, che ha avuto riscontri all'esterno con comunicati e comunicazioni di altro tipo. Sono convinto che i Comuni avranno già deciso il da farsi, almeno a livello di Sindaci e di Giunta. Non mi resta che assicurare che gli uffici dell'Assessorato saranno a disposizione di tutti i Comuni che volessero richiedere chiarimenti su come si imposta la delibera per dare attuazione a questo articolo 8.
Esprimo, quindi, parere contrario sul discorso della proroga temporale mentre il parere è favorevole circa l'inserimento del riferimento all'articolo 7.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 79), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 110), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 286), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 19), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 20), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 80), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 8, così come emendato.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 285) presentato dal Consigliere Botta Franco Maria: Dopo l'articolo 8 del DDL 67 è inserito il seguente: Art. 8 bis. (Norma abrogativa) 1. E' abrogato l'articolo 13 della l.r. 20/2009.
Ha chiesto la parola il Consigliere Botta Franco Maria per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BOTTA Franco Maria

un semplice coordinamento tecnico abrogativo della legge 20, in relazione all'articolo approvato la settimana scorsa in aggiunta all'articolo 7, il 7 bis, con l'estensione del recupero dei sottotetti. Ha una funzione puramente di coordinamento tecnico, quindi funzione soppressiva.



PRESIDENTE

Grazie, collega Botta.
Non essendoci richieste di intervento né dichiarazioni di voto, passiamo alla votazione dell'emendamento n. 285), sul quale la Giunta ha espresso parere favorevole.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 285).
Il Consiglio approva.
Passiamo ora alla votazione dell'articolo 8 bis.
Indìco la votazione palese sull'articolo 8 bis.
Il Consiglio approva.
Procediamo con le dichiarazioni di voto sull'intero testo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Durante il dibattito sul disegno di legge abbiamo argomentato le ragioni della nostra contrarietà.
Noi non siamo contrari a provvedimenti straordinari che riguardino la casa e che possano anche contribuire a rilanciare l'economia: lo abbiamo detto e lo abbiamo sostenuto. Avevamo votato con convinzione, nella precedente legislatura, la legge regionale 20 ed eravamo disponibili ad un serio confronto in questa legislatura sulle proposte di modifica alla legge 20 presentate dalla Giunta regionale; anche se - lo ripeto - noi non assegniamo a questo genere di provvedimenti una capacità di risveglio e di sostegno nella ripresa economica piemontese.
Lo abbiamo detto in numerosi interventi: anche l'ambito di applicazione e la quantità delle applicazioni nelle diverse Regioni - non solamente in Piemonte - delle leggi regionali conseguenti all'accordo Stato-Regioni, in ordine a provvedimenti straordinari sulla casa, hanno testimoniato il fatto che non è con provvedimenti come questi che può essere risvegliato e sostenuto il mercato.
Nei giorni scorsi mi venivano in mano alcuni dati rispetto all'esperienza lombarda: 198 casi di intervento in attuazione della legge regionale...
Però, Presidente, è impossibile continuare così!



PRESIDENTE

veramente impossibile dalla Presidenza ascoltare il Consigliere Reschigna. Vi prego dunque di accomodarvi a posto, di fare silenzio e di lasciare concludere l'intervento.



RESCHIGNA Aldo

Nei giorni scorsi - dicevo - mi venivano sotto mano alcuni dati che analizzavano la situazione nella Regione Lombardia: 198 interventi conseguenti alla legge regionale lombarda di attuazione dell'accordo tra Stato e Regioni, a fronte di oltre 16.000 interventi tesi a migliorare l'efficienza energetica degli alloggi attraverso l'uso di energie rinnovabili, con i benefici economici e fiscali degli interventi previsti dalla legislazione nazionale. È con provvedimenti di questo tipo che pu essere sostenuta l'economia.
Apro un inciso: noi presenteremo un ordine del giorno, il cui primo firmatario è il collega Taricco, e chiederemo la cortesia all'Aula di poterlo votare al termine di questa seduta, perché siamo decisamente preoccupati - e lo dovrebbe essere anche la Giunta regionale nel suo complesso - del fatto che giovedì prossimo il Governo possa assumere un provvedimento legislativo che sostanzialmente blocca i benefici sulla tariffa per gli impianti fotovoltaici, avendo raggiunto la quota di potenza prefissata. Questo sarebbe un provvedimento nefasto sotto tutti i profili: sia perché l'utilizzo del fotovoltaico sta entrando davvero nell'abitudine e nella mentalità delle persone, anche nella propria abitazione; sia perch anche gran parte degli interventi di sostegno e di beneficio all'economia si operano e si sono operati attraverso un mercato come quello in grand'espansione che si è aperto, che riguarda le aziende produttrici ma che riguarda anche le aziende installatrici.
Sarebbe quanto mai opportuno che il Consiglio regionale e la Giunta attivassero le proprie linee di pressione perché questo è un provvedimento che, qualora venisse approvato, sarebbe capace - sì, certamente - di frenare un pezzo dell'economia piemontese. Chiudo l'inciso.
Abbiamo sostenuto, sia durante la discussione generale sia sui singoli articoli, le ragioni della nostra contrarietà e le voglio riassumere sinteticamente. Siamo contrari ad un provvedimento che ha ridotto gli obiettivi di maggiore efficienza energetica in capo agli edifici uni e bifamiliari; siamo contrari ad un intervento che ha sottratto alle competenze dei Comuni il governo del territorio.
Ribadisco le ragioni più grosse della nostra contrarietà sull'articolo 4, laddove una facoltà che era data in capo alle Amministrazioni comunali di consentire o di prevedere interventi in deroga alle previsioni dei Piani regolatori per interventi di demolizione-ricostruzione, con questo disegno di legge si trasforma da facoltà in capo ai Comuni a diritto in capo alla proprietà privata.
Abbiamo espresso anche le ragioni delle nostre perplessità sui contenuti dell'articolo 7, capace di snaturare anche alcune situazioni previste all'interno delle città, con ampliamenti al di sopra delle previsioni e delle compatibilità che riguardano immobili non solo a destinazioni produttiva ma anche a destinazione turistico-ricettiva e soprattutto di tipo direzionale. Si tratta pertanto di un complesso di provvedimenti contenuti all'interno di questo disegno di legge che dal nostro punto di vista non stimoleranno una ripresa economica nel settore dell'edilizia - che invece potrebbe essere stimolato attraverso un'agevolazione fiscale e altre leve che hanno dimostrato, nella pratica una loro grande efficacia - e in grado, invece, di creare una condizione culturale negativa all'interno delle nostre comunità locali e nelle politiche complessive di governo del territorio.
Per queste ragioni, Presidente, il Gruppo regionale del Partito Democratico voterà contro il provvedimento in sede di voto finale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, grazie.
La Giunta ha voluto predisporre un testo e noi penso abbiamo contribuito, sia in sede di Commissione sia di Consiglio, ad arricchire la proposta di modifica della legge 20. Come già evidenziato all'inizio infatti, quando la legge è stata presentata tutti noi ci siamo resi conto della crisi economica che caratterizza in particolare, appunto, il comparto dell'edilizia e dovevamo ovviamente dare una risposta più precisa ai bisogni abitativi delle famiglie.
Ebbene, nel primo anno e mezzo di applicazione della legge 20 sono emersi dei limiti e delle eccessive restrizioni relativamente al Piano casa piemontese, che ne hanno evidentemente frenato l'applicazione diffusa sul territorio. Nel momento in cui è stato quindi ripresentato il disegno di legge n. 67 abbiamo avuto sin da subito le risposte che ci aspettavamo anche rispetto alle sollecitazioni che avevamo avuto dal territorio e dagli operatori. La risposta è stata quindi una risposta unanime, e i colleghi che hanno ascoltato e frequentato la II Commissione se ne sono ovviamente resi conto.
Con questa legge abbiamo voluto dare un preciso segnale di semplificazione per renderla operativa, proprio per evitare di incorrere in frenature (che prima sottolineava il collega Reschigna) e che non hanno consentito alle altre Regioni di andare avanti.
Questa legge prevede una serie di interventi. Anzitutto, abbiamo ulteriormente differito il termine di validità, fissandolo al 31 dicembre 2012; abbiamo inserito un aspetto fondamentale per la sicurezza negli ambienti di lavoro e per una maggiore regolarità di chi opera, prescrivendo l'obbligo di presentazione del DURC; inoltre, si è introdotta una definizione di unità edilizia maggiormente ampia e, ovviamente, si è intervenuto in particolare sugli edifici residenziali e sugli incrementi volumetrici, prevedendo particolari misure di prestazione energetica soltanto per la porzione ampliata e non più per l'intero edificio, non perché non abbiamo interesse a tutelare il risparmio energetico che dobbiamo tenere in considerazione, ma perché, in un momento di crisi, la legge 20 non è riuscita a contemplare questo aspetto.
Introducendo anche altre possibilità, come per esempio quella di trasformare i piani pilotis in residenza, e altre modifiche (che non ribadisco in sede di dichiarazione di voto) che ritengo importanti, come quella relativa agli interventi di demolizione e ricostruzione degli edifici residenziali e alla possibilità di intervento sugli edifici residenziali costituiti da porzione e con destinazione d'uso anche diversa la possibilità di interventi in deroga per i fabbricati artigianali produttivi e direzionali, la possibilità di ampliare gli edifici turistico ricettivi, vi è soprattutto un aspetto da non sottovalutare, che l'ex Assessore Botta conosce molto bene: il recupero abitativo dei sottotetti che abbiamo esteso dal 31/12/2008 fino al 31/12/2010.
Infine, relativamente all'approvazione di questa legge e a testimonianza del suo valore dico che ieri, in Consiglio comunale a Torino (qualcuno mi ricorderà che cito sempre Torino, ma è perché la conosco bene perché abito in questa città e, come sapete, frequento il Consiglio comunale), l'Assessore Viano, che è l'Assessore all'urbanistica della Città di Torino, ha portato il primo ed unico caso di applicazione della legge 20 su un fabbricato produttivo, il primo ed unico. È a verbale: l'ha dichiarato l'Assessore Viano.
Penso che solo questo fatto, che, guarda caso, è capitato ieri giustifichi - poi ce ne sono mille altri che ho enunciato in questa mia dichiarazione - ampiamente la volontà della Giunta e della maggioranza di cambiare la legge 20 e di volerla semplificare per metterla a disposizione dei cittadini piemontesi, in modo che possano utilizzarla, dando un po' di respiro a questa nostra edilizia che ancora oggi è in affanno.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bresso.



BRESSO Mercedes

Grazie, Presidente.
Su questa legge vorrei fare una considerazione che avevo già espresso durante la prima fase della discussione in Commissione, poi ci si è "intorcolati" negli emendamenti e nelle polemiche.
Credo che, anche sulla base dell'esperienza, si sarebbe potuto affrontare il tema di una semplificazione, di una modifica normativa che rendesse la legge più utilizzabile. Su questo, almeno per quanto mi riguarda, non ci sarebbe stata alcuna difficoltà al dialogo, come, infatti inizialmente era avvenuto.
Credo, però, che sia stato un grave errore modificare la parte relativa al risparmio energetico; forse, non è un errore, perché va nella direzione di provvedimenti che, a livello nazionale, vengono presi progressivamente.
stato un errore, intanto perché appare poco probabile e anche poco sensato da un punto di vista energetico mettere a norma una sola stanza, un solo locale, un solo pezzetto di una casa e, in secondo luogo, è stato ampiamente dimostrato (proprio ieri un giornale piemontese riportava i dati) che l'unico settore che ha creato posti di lavoro è quello legato alle energie rinnovabili.
Certo, anche in questo caso, le energie rinnovabili all'inizio costano un po' di più, ma poi danno grandi soddisfazioni e, quindi, alla fine, le persone e le imprese si convincono e fanno investimenti. Nascono imprese che producono questi materiali che creano a loro volta posti di lavoro sono settori che si sviluppano al ritmo del 20-30% l'anno e forse di più non ho provato a fare il calcolo dell'interesse composto, ma in otto anni si è passati da 5.000 a 49.000 euro, che è molto più del 20-30%.
Credo che eliminare questo incentivo sia stato sbagliato. Casomai, si potevano aumentare le facilitazioni per chi manteneva fermo l'adeguamento energetico di tutto l'edificio, perché "questo è il momento o mai più" perché - di nuovo - la crisi nel Mediterraneo sta facendo balzare alle stelle il costo del petrolio, del gas e dei diversi prodotti derivati e quindi questo era e resta un momento fondamentale per affrontare la questione.
Ribadisco che, a mio avviso, è stato un errore eliminare questa norma così come è stato un errore, a livello nazionale, aver contenuto il numero degli interventi e delle facilitazioni a favore degli impianti per le energie rinnovabili e, inoltre, avere ridotto le incentivazioni per gli adeguamenti energetici degli edifici.
Tutte queste decisioni insieme sembrano configurare non soltanto una volontà semplificatoria a tutti i costi, ma una scelta per rendere meno attraente il settore delle rinnovabili; non so in base a quale principio.
Infatti, l'ENEL ha deciso di fare un grosso impianto solare a Trino, quindi probabilmente non pensa affatto all'ipotesi di utilizzare lì il nucleare.
Quindi, non capisco perché devono essere disincentivati tutti gli interventi di questo tipo.
Per tutte queste ragioni, e anche perché mi pare sia diventata una legge un po' "meschinella", che alla fine non produrrà risultati, ma che nemmeno non incentiva l'unica cosa sensata da fare in questo momento, cioè una ristrutturazione energetica degli edifici, non voterò a favore.



PRESIDENTE

Siamo in sede di dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Anche il nostro Gruppo non condivide questa proposta.
Se crediamo nel potere evocativo dei numeri, il numero 20 contraddistingue questa legge; così come 20 è la percentuale di aumento della cubatura; invece, chi ha cura ambientale sa che, in realtà, il numero 20 ha tutt'altro potere evocativo.
L'Italia, insieme agli altri Paesi europei, ha assunto l'obiettivo del 20-20-20, impegnandosi, nello specifico, a raggiungere, entro il 2020, il 20% di fonti rinnovabili, il 20% di risparmio energetico e il 20% di riduzione di anidride carbonica.
Noi pensiamo che, invece, questo provvedimento non vada nella direzione auspicata, appunto, del 20-20-20. In realtà, abbiamo un provvedimento che dal punto di vista ambientale, chiaramente, cerca di riprendere le linee nazionali. Già il primo Piano casa nazionale, a lungo propagandato dal Governo, non ha portato i risultati che in un certo modo erano stati promossi. La legge piemontese, nella scorsa legislatura, ha cercato di porre un freno alla speculazione e alla deregolamentazione - alcuni vorrebbero si chiamasse "liberalizzazione" - salvaguardando, appunto, il ruolo dei Comuni e ponendo elementi di riqualificazione, specie sotto il punto di vista del risparmio energetico.
In realtà, sappiamo che in Piemonte, ma anche in altre Regioni, quello che è stato il Piano casa non ha portato i risultati voluti. Prima, il collega Reschigna ha citato la Lombardia; nello specifico, ricordo il caso di Milano - con un'Amministrazione, sia a livello cittadino che, poi, a livello regionale, di un altro colore rispetto, chiaramente, per esempio al Comune di Torino e alla scorsa legislatura regionale piemontese - che, a un anno dall'entrata in vigore, ha registrato risultati da flop: in 12 mesi sono state presentate solo 71 domande di interventi edilizi contro le 12 mila pratiche giunte, nello stesso periodo, agli Uffici dell'Edilizia a Palazzo Marino.
In realtà, vengono portati avanti dei provvedimenti, che sono sicuramente molto pubblicizzati, con anche un effetto che sembra voler essere di volano allo sviluppo economico, che, poi, si traducono in nulla.
Lunedì, in Consiglio comunale a Torino, è stato portato avanti un provvedimento relativo al Piano casa. Chiaramente, per la maggioranza regionale significa che, in realtà, c'è stato un unico provvedimento perché il precedente Piano casa non ha permesso un effettivo sviluppo. Con le modifiche qui proposte si fa un po' di propaganda, ma, in realtà sappiamo che le risorse non esistono e anche questo nuovo Piano casa, in realtà, non determinerà il volano economico immaginato.
Pertanto, noi siamo contrari, così come si sono dichiarati contrari non tutti i soggetti sul territorio. Sappiamo che il Collegio dei Costruttori ha dichiarato il proprio favore; invece, per esempio, l'Ordine degli Architetti ha dichiarato che questo provvedimento non porterà grandi vantaggi economici e implicherà rischi ambientali ed estetici.
In questo senso, la nostra contrarietà riguarda soprattutto i seguenti temi: quello delle prestazioni energetiche, dei centri storici e delle potenzialità dei Consigli comunali, quindi delle Amministrazioni locali che, in qualche modo, vengono sicuramente ridotte. La nuova legge regionale rischia di non servire a nulla, se non a peggiorare l'attuale situazione in termini di confusione e deregolamentazione, se è vero - questo ci preoccupa particolarmente - che il nuovo Piano casa potrà fungere da quadro per tutte le leggi regionali. Quindi, in questo senso, esprimiamo sicuramente il nostro voto contrario.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Grazie, collega Cerutti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Dell'Utri; ne ha facoltà.



DELL'UTRI Michele

Grazie, Presidente.
Anche i Moderati non sono a favore di questa impostazione che viene data e non perché si ritenga che lo strumento della casa possa essere anche un volano economico, anzi. Voglio ricordare che il termine "economia" deriva da "oikos" (casa) e "nomos" (legge): una buona gestione della casa porta all'economia, quindi i due termini sono assolutamente interconnessi.
Questo vuol dire che un Piano bene impostato può portare ad un'evoluzione economica, ma, in questo caso, occorre fare delle valutazioni: in primo luogo, si deve tenere presente la situazione attuale del mercato, che, assolutamente, è in una situazione di stallo. Chiunque abbia un minimo di percezione della situazione immobiliare di Torino e della provincia della regione Piemonte conosce benissimo la situazione oggettiva di mancati introiti da parte delle aziende che producono.
L'elemento maggiormente preoccupante che si vive è, innanzitutto, un dato statistico di progressiva cementificazione del Piemonte. Dal 1997 in avanti abbiamo lo 0,5 l'anno e questo procedimento non può essere visto in maniera positiva, dal momento che, molto sovente, si lega a situazioni di non controllo, che è anche il rischio che si sta correndo con questa completa delegittimazione dell'intervento, che adesso viene presentato da parte dei Comuni. I Comuni vengono scavalcati dalla possibilità del singolo privato di decidere autonomamente il da farsi, in base ai parametri che vengono impostati, tuttavia senza una normazione a monte, che determinerà in modo fisiologico, inevitabili abusi.
L'Italia, per carità, in molte situazioni è eccessivamente regolamentata; forse, l'eccesso di regolamentazione è legato al fatto che non appena si lascia un margine operativo troppo blando, si eccede nel senso opposto. Conseguentemente, la nostra posizione in relazione alla legge non può che essere negativa.



PRESIDENTE

Grazie, collega Dell'Utri.
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Già in sede di apertura di discussione su questo disegno di legge avevamo espresso le nostre preoccupazioni che, in forma sintetica e più puntuale, ribadiamo nella dichiarazione di voto.
In materie delicate, quali quelle delle politiche abitative e urbanistiche, la preoccupazione è che si continua a procedere secondo la regola della deroga, che fa il paio con quella delle varianti parziali sui Piani Regolatori Generali.
La perdita di senso e di fisionomia di un Piano Regolatore Generale degli strumenti urbanistici e delle possibilità di partecipazione al procedimento sono elementi di incertezza normativa assorbiti dalla cosiddetta iniziativa del fare ed alla cosiddetta necessità di assecondare bisogni che vengono rappresentati come minimalisti e di buonsenso, ma che in realtà, per i valori di ampliamento che vengono contemplati da questo disegno di legge, vanno ben oltre la soddisfazione di ordinarie necessità familiari.
Dal nostro punto di vista, deriva una violazione dei principi di programmazione, un'umiliazione del ruolo delle istituzioni locali, ma anche una modalità che pretende di rappresentare come compassionevole un dato che, invece, sembra essere il moto perpetuo delle costruzioni. In questa legislazione, ogni qualvolta si vuole giustificare, si fa riferimento al figlio che cresce o all'anziano che invecchia, che, quindi, impone una diversa logistica degli ambienti familiari e una necessità di ampliamento in virtù di questi bisogni facilmente comprensibili.
In realtà, lo hanno già detto i colleghi, le dimensioni verso le quali si procede non sono certo quelle legate alla soddisfazione de minimis anzi, il fatto stesso che si proceda, dal punto di vista temporale, nel concedere questo tipo di ampliamenti anche agli edifici residenziali esistenti e realizzati dalla data d'entrata in vigore di questa legge, ci fa affermare che il mercato immobiliare attuale sa che qualunque cosa stia facendo in questo momento sarà ampliabile in deroga, in virtù della legge.
Ecco, quindi, quel riferimento al moto perpetuo della costruzione, cui facevo cenno prima.
Terza questione, ribadita dai Consiglieri: aver scambiato la questione relativa alla coibentazione, cioè al risparmio energetico, con l'aumento dell'intensità abitativa.
Non è soltanto una questione di preoccupazione ambientale - che da sola sarebbe già necessaria e sufficiente - ma anche un elemento di contraddittorietà con quello che si conclama quando si fanno i piani per il lavoro, l'occupazione e lo sviluppo.
In Italia la capacità produttiva, ad esempio, relativamente alle misure e ai prodotti di coibentazione, è inferiore a quella della Germania: i pannelli vengono dalla Cina e dalla Germania, i materiali per la coibentazione s'importano dall'Austria, dalla Germania e dalla Cina. Uno strumento legislativo di programmazione urbanistica, quindi, avrebbe dovuto avere almeno a mente l'ipotesi di sviluppare un settore, un'industria e una ricerca in campo energetico.
In ultimo, gli aspetti che riguardano da un lato la produzione nuovamente, dall'altro aspetti di decoro, che sono stati poco citati in quest'aula e quindi vale la pena citare almeno nella dichiarazione di voto.
Le possibilità d'ampliamento previste in maniera significativa per artigianale, direzionale, turistico e produttivo possono essere un ulteriore rischio degli attuali insediamenti d'aree produttive: quante volte il proprietario dell'area non è contestualmente il conduttore dell'industria? Quanto potrebbe essere sollecitato, quindi, da quest'ampliamento, a procedere nella richiesta d'ampliamento per poi successivamente, introdurre delle variazioni rispetto alla destinazione d'uso di quell'area e quindi, indirettamente, favorire l'allontanamento di un'attività produttiva che tutti a parole in quest'aula vogliamo dire di salvaguardare? Quanti esempi di questo tipo sono già avvenuti. Pensiamo all'Azimut d'Avigliana, ma è la stessa situazione dell'Ikea di Collegno.
In ultimo, un particolare significativo dell'insieme. In questo provvedimento che, ripeto, va in deroga a molte norme - e noi crediamo anche in deroga al buon senso - in realtà, nella furia di consentire gli ampliamenti di carattere abitativo, vengono anche dismessi alcuni requisiti minimi. Ne cito uno. Quello delle politiche d'eliminazione delle barriere architettoniche. È lasciato solo il criterio della visibilità che, come i tecnici del settore sanno, è molto meno dell'accessibilità. Costruiamo ampliamenti con i quali si potrà soltanto entrare in un'abitazione, ma come si vive in casa, dal punto di vista dell'accessibilità, nella legge non è prescritto.
Per queste motivazioni sinteticamente riassunte il nostro parere è contrario.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Grazie, Presidente.
Per rimarcare quello che abbiamo già avuto modo di dire in Commissione cioè alla fine è la tristezza culturale l'elemento di sofferenza che traspare da questo provvedimento.
Non sono stati accolti i nostri emendamenti che potevano trasformare il documento in un provvedimento che costituiva un incentivo alla ripresa economica del mondo delle costruzioni. Sappiamo bene che di questo non si tratta. Non si tratta perché, alla fine, le proposte arrivate dall'opposizione andavano in quella direzione. L'opposizione non rappresenta la conservazione, ma il futuro. Quando l'opposizione parla di tematiche ambientali, di risparmio energetico, d'abbattimento delle barriere architettoniche parla del frutto dell'economia del futuro mentre lei, Assessore, guarda al passato e guardando al passato impoverisce culturalmente la nostra regione.
L'esempio dell'obbligo del risparmio energetico solo per gli ampliamenti è eclatante. Non c'era bisogno di scriverlo nel provvedimento perché è obbligatorio per legge. Ripeto, è obbligatorio per legge. Vige una normativa che prevede l'obbligatorietà di fornire una certificazione energetica per tutti gli edifici per i soggetti privati e pubblici, era l'occasione per rappresentare e dare un segnale anche sull'esistente che poteva essere: mettere a norma rispetto al risparmio energetico l'edificio esistente o, comunque, dare un segnale significativo. Poteva dare un cenno anche su quest'argomento. Non è stato accolto nessun emendamento, ne sono stati presentati parecchi dalle diverse gradazioni, a partire dalla completa riconversione energetica dell'esistente, fino a quelli che si limitavano a dare un segnale: neanche questo è stato fatto.
Credo che non stiamo discutendo su chi è favorevole o meno a dare volano all'economia, ma stiamo discutendo di una diversa impostazione culturale. È emerso il privilegio, l'interesse privato perché, chiamando le cose con il loro nome, i benefici, in economia, si chiamano, in questo caso, rendite. Tale principio si giustifica attraverso un percorso di compensazione che, in questo caso, può essere una compensazione ambientale un beneficio economico. Abbiamo discusso su come benefici economici non ce ne saranno, addirittura vi siete fatti bacchettare dall'Ordine degli Architetti sull'argomento.
In questo caso si privilegia l'interesse privato rispetto all'interesse pubblico che è rappresentato dai Comuni, oltre, ma qui siamo ad un clich all'insensibilità all'ambiente.
Lei, Assessore, porta a casa una legge a lei cara e cara anche al Collegio dei Costruttori. Lo fa ad un caro prezzo e, soprattutto, su una logica culturale che è quella del condono. Questo provvedimento ha dentro di sé la logica culturale del condono. Noi stiamo facendo, da questo punto di vista, dieci passi indietro rispetto alle tante e faticose battaglie che in tutta Italia, insieme, abbiamo fatto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Ponso che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
A nome del Gruppo consiliare Italia dei Valori, esprimiamo contrarietà al disegno di legge. Riteniamo che tale disegno sia un cammino contrario al protocollo internazionale sul contenimento delle emissioni in atmosfera.
Riteniamo che tale provvedimento sia negativo dal punto di vista del rilancio dell'economia piemontese poiché lo riteniamo non opportunamente incisivo ed incoraggiante sulla strada dell'incentivazione delle politiche energetiche alternative.
Riteniamo che questo provvedimento esprima una preoccupante limitazione dei controlli amministrativi comunali, lasciando uno spazio inquietante all'interesse privato. Ragion per cui voteremo contro al disegno di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sul disegno di legge si è già detto di tutto e di più. Sono stati presentati molti emendamenti di merito in Commissione, quindi nel momento in cui la discussione era ancora aperta. C'è stata la possibilità di discutere ampiamente con l'Assessore Cavallera che, immagino, si sia fatto interprete dei desiderata della Giunta. A questo punto della discussione non ci rimane che annunciare il nostro parere che, per le motivazioni che abbiamo già dato lungamente espresse in queste settimane, non può che essere negativo.
Negativo perché è un disegno di legge che, secondo noi, non rappresenta un beneficio né per i Consigli comunali, né per il territorio, né per i privati e forse neanche per le imprese del settore edile.
Ribadisco, quindi, il giudizio sicuramente negativo.
Sottolineo il fatto che un emendamento che non era stato presentato in Commissione - che spero non capiti più e che ritengo comunque lesivo della funzione della Commissione e dei Commissari che vi prendono parte - ha introdotto un prolungamento, una prorogatio dei termini d'applicazione della legge di un anno.
Chiedo all'Assessore Cavallera, anche in qualità di Vicepresidente della Giunta, di farsi portavoce presso tutti gli Assessori affinché tali espedienti non si ripetano. Avete i numeri per approvare in Commissione e in Consiglio i prolungamenti di termini e quant'altro desiderate maggiormente e quindi, per rispetto dei Consiglieri regionali, sarebbe stato meglio dire in Commissione: "Noi abbiamo intenzione di utilizzare questo disegno di legge, questo progetto di deroga a strumenti urbanistici vigenti, per un anno in più rispetto a quanto prescritto o a quanto presentato in Commissione".
Sicuramente è un atto formale, quindi d'attenzione formale ai ruoli della Commissione e dei Consiglieri che vi prendono parte.
Per quanto riguarda i punti, abbiamo già detto: l'ampliamento con la semplice messa in efficienza energetica della parte ampliata, come ha già detto il collega Stara, è dovuto, non si può cambiare e costruire qualcosa senza i criteri energetici, per fortuna (ci abbiamo forse impiegato quarant'anni ad arrivarci, dopo la prima crisi del petrolio degli anni '70). Su questo, tra l'altro, ci hanno lucrato moltissimo le imprese di costruzione: sappiamo tutti che c'è un guadagno nettissimo per quanto riguarda la costruzione di edifici di qualunque tipo, soprattutto quando vengono fatti con materiali scadenti, non dico quando c'è solo un dolo (pensiamo agli edifici costruiti con la sabbia di mare a L'Aquila, poi ovviamente crollati) ma anche quando sono costruiti con materiali e tecniche all'avanguardia e quindi non permettono un risparmio e un contenimento della spesa energetica. In questo caso, chi ci perde sono ovviamente i cittadini, i privati che non possono scegliere in quale casa e con quale performance energetica vivere.
In questo momento, in cui c'è invece la possibilità, anzi l'obbligo, di avere la certificazione energetica degli edifici, sarebbe più utile rendere più efficiente l'edilizia residenziale. In questo caso, invece, avere solo una parte dell'immobile ad un certo livello, abbasserà le performance di tutto l'appartamento o di tutta la villetta, e quindi sarà anche più difficile eventualmente venderla.
Ritengo che questo doveva essere - doveva essere, Assessore - e deve essere un compito della politica: farsi interprete del cambiamento che tutti noi dobbiamo affrontare e affronteremo, volenti o nolenti, perché non si può mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi. Probabilmente questa Giunta non ha avuto il coraggio di farsi interprete, magari anche per una serie di pressioni che immagino possa aver ricevuto dall'esterno.
Ripeto, però, che la politica deve ribadire il proprio primato su qualunque altro tipo di attività, al di fuori della politica.
Termino dicendo che accogliamo con dispiacere e malincuore il fatto di non aver eccepito il prolungamento a novanta giorni per quanto riguarda i Comuni, però accolgo l'apertura degli uffici dell'Assessorato gestito dall'Assessore Cavallera, che saranno "porte aperte" per tutti i Comuni che avranno bisogno di scrivere le delibere, per quanto riguarda la non applicazione degli articoli 3, 4 e 7, di cui noi sicuramente ci faremo interpreti. Tuttavia cercheremo di dare un'informazione corretta e di aiutare i Comuni qualora richiedessero di non prendere parte a questo Piano casa che, così come formulato, riteniamo scellerato.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta Franco Maria; ne ha facoltà.



BOTTA Franco Maria

Grazie, Presidente.
Noi invece valutiamo in modo assolutamente positiva questa modifica al Piano casa, alla legge 20, perché, come è stato detto, è in attuazione con un atteggiamento pragmatico, avendo riscontrato una non applicazione della legge da parte delle realtà comunali, in quanto sono pochissime le domande pervenute presso i Comuni.
Come è stato sollecitato dalle diverse associazioni imprenditoriali, ma anche sindacali, il Piano casa, così com'era stato concepito, fino ad oggi non aveva funzionato. Si sono quindi rese necessarie queste modifiche, che non sono quella maledizione urbanistica che tanti colleghi del centrosinistra hanno qui oggi evocato, ma sono norme che introducono maggiore flessibilità - e di questo solo Dio sa se ce n'è bisogno - in un momento in cui ci sono grandi difficoltà, dal punto di vista economico anche nella nostra realtà piemontese.
Credo sia doveroso, da parte di un'amministrazione regionale, che tra l'altro aveva inserito queste modifiche nel proprio programma elettorale intervenire con provvedimenti agevolativi per l'edilizia minore e media quella che fa muovere l'economia locale, quella che consente il risparmio delle famiglie e delle imprese con interventi a costo zero da parte della mano pubblica.
Diamo pienamente attuazione a quello che era un impegno preso con i cittadini, e allo stesso tempo diamo attuazione ad un provvedimento che aveva ricevuto il sigillo a livello nazionale, un accordo tra Governo e Regioni, proprio per andare incontro alle necessità delle famiglie che devono ampliare le proprie abitazioni mono o bifamiliari, e allo stesso tempo consentire alle medie e piccole imprese e agli artigiani di intervenire.
Non vedo quindi queste gravi difficoltà riscontrate.
Saluto positivamente anche il fatto che il Piano casa abbia una vigenza fino al 31/12/2012 e quindi una possibilità di dispiegare tutti i suoi effetti, così come la possibilità, all'interno del provvedimento, del recupero dei sottotetti realizzati, legittimamente, fino al 31/12/2010.
Credo che poter ampliare, demolire e ricostruire con certi criteri, ma liberi da certe ingessature, darà sicuramente una mano alla nostra economia piemontese.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Come Gruppo UDC, siamo favorevoli alla modifica della legge 20; siamo favorevoli per il semplice fatto di poter andare incontro, in un momento così delicato e difficile, alle eventuali esigenze delle famiglie che vogliono demolire e ricostruire una piccola parte dei propri appartamenti.
Allo stesso modo, vogliamo andare incontro a quelle importanti realtà del Piemonte che sono le piccole e medie aziende, che vogliono ampliarsi per poter garantire o creare nuovi posti di lavoro.
Considero molto importante andare incontro a queste esigenze, anche se ritengo che si potrebbe fare meglio.
Pertanto, viste anche le difficoltà finanziarie esistenti, come Gruppo UDC siamo favorevoli e voteremo favorevolmente questa modifica della legge 20.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci ulteriori richieste di intervento per dichiarazioni di voto, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 49 Consiglieri votanti 49 Consiglieri hanno votato SÌ 33 Consiglieri hanno votato NO 16 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Elezioni - Ineleggibilita' - Incompatibilita' - Rapporti Regioni - Governo

Esame ordine del giorno n. 200 presentato dai Consiglieri Bono e Biol inerente a "Impegno per la calendarizzazione dei quattro quesiti referendari nazionali insieme alle amministrative del 2011"

Argomento: Elezioni - Ineleggibilita' - Incompatibilita' - Rapporti Regioni - Governo

Esame ordine del giorno n. 218 presentato dai Consiglieri Placido Reschigna e Muliere, inerente a "Quesiti referendari ed elezioni amministrative"

Argomento: Elezioni - Ineleggibilita' - Incompatibilita' - Rapporti Regioni - Governo

Esame ordine del giorno n. 230 presentato dai Consiglieri Ponso e Buquicchio, inerente a "Accorpamento della data di svolgimento delle elezioni amministrative e dei referendum popolari"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame degli ordini del giorno n. 200, 218 e 230 aventi lo stesso oggetto, di cui al punto 7) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 200.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Finalmente giungiamo alla discussione di quest'ordine del giorno. Sono stati presentati - e ne siamo felici - altri due documenti che trattano la stessa materia, la cui discussione dovrebbe essere abbastanza rapida, in quanto non c'è nulla di politico che possa dividere maggioranza e opposizione.
Alla base della presentazione di quest'ordine del giorno, infatti, c'è una motivazione prettamente economica.



PRESIDENTE

Colleghi, vi prego di prendere posto e fare silenzio, perché è impossibile ascoltare il Consigliere Bono.
Prego, Consigliere, continui.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Al di là dei testi e dell'oggetto dei quattro quesiti referendari e al di là dei soggetti promotori degli stessi (due approvati da parte di un forum nazionale per l'acqua pubblica, quindi liberi cittadini, uno sul nucleare e uno sul legittimo impedimento), il dato che considero importante, sia per l'Aula sia per il Paese, è la calendarizzazione dei referendum contestualmente alla calendarizzazione delle elezioni amministrative, che avranno luogo in primavera (si parlava dell'8 maggio ma ritengo sia più credibile la data del 15 maggio).
Il numero iniziale dei Comuni e delle Province coinvolti dalle elezioni era di 9 Province, tra cui quella di Vercelli, e 632 Comuni italiani, di cui 139 piemontesi; nel tempo che è intercorso dalla presentazione dei quesiti referendari ad oggi, il numero dei Comuni e delle Province è aumentato e dovrebbe essere soggetta ad elezioni anche una Regione (il Molise, se non vado errando). Pertanto, il numero degli abitanti interessati dalla votazione è quasi raddoppiato. Al momento, supera nettamente i 10 milioni di abitanti, quasi un quarto della popolazione italiana.
Sappiamo tutti che l'indizione di un'elezione, che sia politica o un referendum, a livello nazionale, comporta costi notevoli, perché si devono tenere i comizi, si devono aprire i seggi, si deve pagare il personale che gestisce il seggio, effettua lo spoglio delle schede e quant'altro.
Parliamo di cifre relative a diversi milioni di euro.
I dati del 2006 - gli ultimi che sono riuscito a trovare - parlano di 426 milioni di euro spesi per sostenere le elezioni nazionali.
ovvio che, essendo stato approvato il referendum - soprattutto l'iter dalla Corte Costituzionale, quindi dovrà essere indetto, desideriamo dare un segnale come Regione Piemonte - il Consiglio ed eventualmente la Giunta e chiedere al Consiglio dei Ministri, a Roma, di accorpare i referendum con le elezioni amministrative, in particolare con il primo turno delle stesse.
In questo modo, si potrebbero sfruttare i seggi che sono già aperti per le elezioni amministrative, per circa un quarto della popolazione italiana e si potrebbe risparmiare un quarto della spesa che spetterebbe alle case italiane per sostenere l'indizione dei quattro quesiti referendari.
Riusciremmo così a risparmiare, tolta la spesa relativa alla stampa dei fogli dei quesiti referendari - che è a parte, ovviamente - quella spesa fissa, relativa al costo dei seggi e del personale.
Allo stato attuale, non è possibile quantificare la cifra esatta che si riuscirebbe a risparmiare; dico tendenzialmente un quarto della spesa, ma bisognerebbe fare un'analisi più precisa, cosa che auspico faccia il Consiglio dei Ministri.
In ogni caso, il dato che emerge da quest'ordine del giorno è prettamente tecnico, logistico, organizzativo e, quindi, economico.
Ribadisco che non è importante il contenuto dei quesiti posti dai referendum, ma il dato di partecipazione dei cittadini, perché - ripeto due dei quattro quesiti sono stati portati avanti, con tutti gli oneri della campagna per la raccolta firme e la presentazione, da liberi cittadini, che hanno fatto sicuramente un grande atto di partecipazione alla vita politica e democratica del nostro Paese, come sancito dagli istituti di partecipazione della nostra Costituzione, e pertanto vanno presi in considerazione.
possibile effettuare un accorpamento con le elezioni amministrative dove l'afflusso sarà sicuramente più alto e permetterà a più cittadini di prendere parte ad una votazione su tematiche importanti, a prescindere dal contenuto, per l'espressione, da parte dei cittadini, di un desiderio di partecipazione.
Quando siamo preoccupati - lo sono soprattutto alcune forze partitiche della scarsa partecipazione dei cittadini, questa è l'occasione per dare un segnale forte e positivo in quella direzione.
Per questi motivi, noi chiediamo alla Giunta regionale di impegnarsi presso il Governo centrale per l'accorpamento dei quattro quesiti referendari con le elezioni amministrative, in particolar modo il primo turno. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere regionale, per illustrare l'ordine del giorno n.
218; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Presidente e colleghi, alcune considerazioni le ha già anticipate il collega Bono. Come penso tutti sappiano, la Corte Costituzionale ha accolto, lo scorso gennaio, quattro quesiti referendari.
Al di là delle opinioni di ciascuno di noi, in particolare la mia attenzione come quella che hanno dimostrato 1.400.000 italiani firmando i quesiti referendari sull'acqua pubblica, è rivolta ad un problema sentito anche da molti colleghi, che si fonda sulla concezione dell'acqua come bene comune indisponibile.
Molti di noi hanno firmato una modifica allo Statuto che a breve sarà oggetto di consultazione.
Noi abbiamo presentato questo ordine del giorno non tanto per questioni politiche (del resto, le opinioni possono essere le più diverse, e possono essere condivise o meno), ma perché esiste un problema che penso debba interessare tutti: il fatto di non accorpare i quesiti referendari con la tornata amministrativa implicherebbe, per il nostro Paese, un costo di 300 milioni di euro, perché a tanto ammonterebbe il danno stimato (non l'ho calcolato io perché non ne sono in grado, per cui prendo per buona tale stima).
In pratica, la decisione di effettuare la tornata referendaria in una data diversa da quella amministrativa farebbe spendere, per un esercizio importante di democrazia, ben 300 milioni di euro. Non a caso, la nostra Costituzione gli dedica un articolo specifico, il n. 75, mentre il nostro Statuto lo tratta in ben quattro articoli distinti (naturalmente entra più nel merito, essendo sostanzialmente di carattere diverso).
Mi permetto di farvi notare che lo strumento del referendum è alla base di qualsiasi democrazia, ma con questo rientriamo nelle considerazioni ideali di principio che tutti noi condividiamo, dal momento che non c'è forza politica o movimento, sia di maggioranza che di opposizione, che nel corso della propria vita non abbia partecipato, utilizzato o messo in essere una raccolta firme per un quesito referendario, essendo lo stesso una delle massime espressioni (se non la prima) di partecipazione diretta dei cittadini. Ma ritorniamo al problema che è all'oggetto del nostro ordine del giorno.
Appurato quindi che il referendum si farà, perché così ha deciso la Corte Costituzionale accettando i quesiti proposti (peraltro, alcuni sono stati respinti perché si è ritenuto che non disponessero dei requisiti necessari), è evidente che la scelta dipenderà dal Governo. Tuttavia giudichiamo importante il fatto che un Consiglio regionale di una Regione come il Piemonte, attraverso il proprio Presidente, raccomandi al Governo una responsabilità "da buon padre di famiglia" (come spesso si usa dire quando si interviene su questioni delicate). Vi chiedo, infatti, se questo Paese, per una forma alta di democrazia, possa permettersi di spendere 300 milioni di euro in più per un calcolo (se accorpare i referendum possa facilitare o meno il risultato) che è tutto da verificare e che consentitemi di ribadirlo - fa offesa non solo allo strumento e all'istituto, ma anche all'intelligenza delle persone, perché vorrebbe dire che alcuni pensano che i nostri cittadini vadano a votare in maniera distinta, a seconda che debbano scegliere anche il Sindaco, il Presidente della Provincia o della Regione.
Ecco perché vi invito, al da là delle opinioni, a votare nell'interesse del bene comune (non solo per l'acqua, che è uno dei quesiti), ad essere responsabili e a non permettere che si spendano, nel nostro Paese, in questo momento, ben 300 milioni di euro, cifra che potrebbe essere tranquillamente risparmiata accorpando la tornata amministrativa con quella referendaria. Grazie, signor Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere regionale, per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 230, di cui è primo firmatario.



PONSO Tullio

Grazie, signor Presidente.
Egregi colleghe e colleghi, non voglio dilungarmi oltre su questa esposizione, in quanto i colleghi che mi hanno preceduto - il Consigliere Bono e il Vicepresidente Placido - hanno già esaurientemente illustrato le motivazioni che hanno indotto anche il nostro Gruppo consiliare a proporre un ordine del giorno affinché il Consiglio regionale perori la causa nei confronti del Governo perché siano unificate le elezioni amministrative nel contesto regionale, con quelle dei referendum.
Come hanno fatto i colleghi che mi hanno preceduto, vi ricordo che sono quattro i referendum che andremo a votare, uno dei quali, in particolare ha visto la partecipazione di ben 1.400.000 firme contro la privatizzazione dell'acqua. Al di là, quindi, delle scelte e dei blocchi politici esistenti nel nostro ordinamento repubblicano, è un argomento largamente sentito dai cittadini, sia di destra che di sinistra, che dimostra una forte preoccupazione per il provvedimento governativo sulla privatizzazione dell'acqua.
Vi è, poi, un vecchio quesito referendario, risalente addirittura al 1987, che finalmente la Corte d'Appello di Torino ha giudicato legittimo e ammissibile, contro la caccia, argomento altrettanto sentito dai cittadini italiani.
Si aggiunge quello per cui il nostro partito si è impegnato nei mesi passati: mi riferisco, infatti, alla raccolta di firme contro il legittimo impedimento, perché riteniamo che tutti i cittadini siano uguali davanti alla legge. Ciascun cittadino, anche se riveste cariche politiche alte, non deve esimersi da alcun eventuale giudizio da parte della Magistratura.
In ultimo, vi è il quesito contro il nucleare, ma questa è una scelta prettamente politica.
Noi riteniamo che il referendum sia uno strumento di democrazia partecipata; purtroppo - apro una parentesi - in Italia il referendum è soltanto abrogativo; personalmente spererei che si arrivasse anche ad un referendum propositivo da parte dei cittadini, sperando che tale scelta non sia minata, magari, nella temporalità, da eventuali controdeduzioni del Parlamento.
In ogni caso, nel rispetto di questo strumento di democrazia ma anche nel rispetto di un'attenta gestione del denaro pubblico, vista la crisi economica che stiamo vivendo, noi chiediamo che tali quesiti referendari siano inseriti opportunamente nelle elezioni amministrative. Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Credo che questo ordine del giorno vada in una direzione che, a prescindere dalle valutazioni di merito sui contenuti dei singoli quesiti referendari, possa e debba essere condivisa in modo unanime da tutta l'Aula. Noi crediamo tutti - lo abbiamo detto in tante occasioni e ci è stato ripetuto molte volte anche in quest'Aula - alla necessità di fare un corretto uso delle risorse della collettività. In questo caso la richiesta che viene fatta è di voler calendarizzare i referendum in concomitanza con elezioni che riguarderanno una fetta importante della popolazione: penso siamo vicini ad una quota tra il terzo e la metà del corpo elettorale nazionale.
Credo semplicemente che nel nostro testo - ma viene riportato in modo analogo negli altri ordini del giorno - vi sia una questione di merito: quella cioè di assicurare celermente ai cittadini che hanno sottoscritto il quesito referendario di poter ottenere la possibilità di potersi esprimere sul merito del referendum. Ritengo però che il tema centrale sia quello di ottimizzare, cogliendo l'occasione delle elezioni amministrative, un adeguato uso delle risorse. In questo caso, infatti, credo che sia assolutamente inimmaginabile che non venga colto come opportunità il risparmio che verrebbe assicurato alle casse dello Stato e della collettività.
Penso quindi vi siano argomenti - ripeto, al di là delle valutazioni di merito sui temi posti dai quesiti referendari - volti a saper cogliere questa occasione per dare un segnale di voler, non a parole ma nei fatti perseguire quell'uso corretto, razionale e senza sprechi delle risorse che tutti sempre invochiamo come stella polare che orienta i nostri cammini.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Noi abbiamo sottoscritto il primo degli ordini del giorno, quello presentato dal Gruppo Movimento 5 Stelle; in seguito si sono succeduti gli altri testi che chiaramente sono tutti in sintonia. Anche noi, quindi appoggiamo questi atti e ci dispiace che la maggioranza non abbia a sua volta presentato un ordine del giorno in questa direzione, anche perch crediamo che il tema debba essere a tutti caro, al di là delle questioni specifiche di merito.
Questi referendum sono stati accolti, al di là dei contenuti che possono essere più o meno condivisi e al di là del fatto che si possa più o meno condividere l'istituto stesso del referendum. Il dato di fatto oggettivo, però, è che in ogni caso questi referendum si terranno e questa è la direzione, quindi, per garantire la possibilità di non avere sprechi a carico della Pubblica Amministrazione. In caso contrario ci saranno i costi dei singoli momenti elettorali, moltiplicati per tre: vi sarà in fatti un secondo appuntamento in relazione ad alcune elezioni amministrative e in pratica i cittadini voteranno in tre momenti di versi (non in tutti i luoghi, in alcuni soltanto due) che comporteranno tre costi. I colleghi hanno già sottolineato quelli che possono essere, anche quantitativamente i costi che il Paese sosterrà per questi appuntamenti e quindi ci sembra elemento di buon senso - non ché anche di coerenza con ciò che viene portato avanti e manifestato da tutte le forze politiche - procedere nell'accorpamento.
chiaro che sarebbe molto forte che una Regione - in sintonia con il Governo nazionale - si pronunciasse in questa direzione e pensiamo che si tratti effettivamente di un argomento che, nel caso porti a una bocciatura di questi ordini del giorno, possa costituire una grande occasione a beneficio dell'opposizione per svelare nella pratica l'incoerenza di chi sostiene di voler andare nella direzione di una maggiore efficienza e della riduzione dei costi e invece poi, effettivamente, realizza e pratica esattamente l'opposto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Ritengo il referendum abrogativo - che poi è l'unico previsto dal nostro ordinamento statale - una delle pochissime occasioni in cui davvero il cittadino può esprimersi su determinati argomenti importanti; in questo caso direi molto importanti.
Sull'importanza di un tema come quello dell'acqua pubblica - ma anche di quelli sollevati dagli altri quesiti - è inutile stare a disquisire e a discutere, perché credo basti il dato di una raccolta firme che ha coinvolto quasi un milione e mezzo di cittadini aventi diritto al voto: risultato ottenuto da un lavoro portato avanti durante gli anni su questo tema da un Comitato assolutamente trasversale e apartitico. Il pronunciamento di un Consiglio regionale in senso positivo sarebbe davvero un bel segnale in risposta all'impegno trasversale a livello di società civile, di base e di cittadini che sono poi chiamati ad esprimersi in merito a questo voto.
Naturalmente, avendo sottoscritto il primo degli ordini del giorno presentati, sottolineo anch'io il fattore economico, che è stata una delle motivazioni inserite nella stesura del testo. Il periodo e la contingenza di una problematica di mancanza di risorse a livello statale, regionale e poi anche territoriale sono noti a tutti e penso siano evidenziati ogni giorno dalle situazioni che vediamo come Consiglieri e come cittadini italiani.
Il fatto che alcune forze politiche si esprimano spesso, dicendo che la legittimità dei provvedimenti da loro presentati, discussi e poi eventualmente approvati - grazie a una maggioranza che possono avere in talune Assemblee - va assolutamente di pari passo con la possibilità che dovrebbe essere concessa al cittadino di esprimersi anche direttamente con l'istituto del referendum su tematiche così importanti. Auspico quindi davvero che su questo una Regione importante come la nostra possa dare un segnale positivo, che non sarà sicuramente sufficiente per poter riuscire a trovare una "quadra" a livello nazionale su un'unica data di election day ma avrebbe una grande valenza nel panorama dell'ordinamento delle Regioni italiane.
Spero che quest'opportunità venga colta individualmente da tutti i componenti l'Assemblea come Amministratori, nel rispetto dei cittadini, e come cittadini - in quanto non dobbiamo dimenticare che lo siamo comunque sempre - per concedere a noi stessi la possibilità di esprimerci su questi beni comuni e su quesiti così importanti. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Dichiaro chiusa la fase di discussione generale.
In assenza di richieste di replica da parte dei proponenti, passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 200 dal titolo "Impegno per la calendarizzazione dei 4 quesiti referendari nazionali insieme alle Amministrative 2011", presentato dai Consiglieri Bono e Biolé.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 200, il cui testo recita: "Posto che La Corte Costituzionale in data 12 gennaio ha ammesso quattro dei sei referendum abrogati che erano stati precedentemente accolti dalla Corte di Cassazione A maggio, pare l'8, si terranno le amministrative che riguarderanno 9 province (tra cui quella di Vercelli) e 632 comuni di cui 139 piemontesi La popolazione interessata dal voto delle amministrative si attesta sui circa 8 milioni di abitanti, cioè un settimo della popolazione italiana Il voto referendario deve essere indetto, con decreto del Presidente della Repubblica, conformemente alla previa delibera del Consiglio dei Ministri, in una domenica tra il 15 aprile ed il 15 giugno L'esistenza di un quorum e di siffatto tenore (50%) per i referendum abrogativi rischia di depotenziare l'utilizzo di tale istituto di fondamentale esercizio democratico Visto che: ogni elezione di portata nazionale costa per l'organizzazione dei seggi e le spese del personale adibito alcune centinaia di milioni di euro (427 milioni nel 2006) considerato che accorpando i voti referendari alla prima tornata delle amministrative potremmo risparmiare un settimo di tale cifra, consistente in diverse decine di milioni di euro Il Consiglio regionale impegna la Giunta Regionale ad adoperarsi presso il Governo nazionale affinché i quesiti referendari siano calendarizzati la stessa domenica del primo turno delle elezioni amministrative, per un precipuo fine di riduzione degli oneri per la bilancia nazionale".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 218, il cui testo recita: "Atteso che nel gennaio scorso la Corte Costituzionale ha accolto quattro referendum tra cui quello sull''acqua pubblica'.
Considerato che lo strumento referendario è uno dei più alti momenti di democrazia partecipata, in cui il corpo elettorale viene direttamente consultato su temi di grande rilievo.
Rilevato che lo svolgimento delle operazioni di voto in materia referendaria deve avvenire in una domenica compresa tra il 15 aprile ed il 15 giugno.
Dato atto che nella prossima primavera quasi 200 comuni del Piemonte andranno al voto.
Considerato infine che l'unificazione in una stessa data delle consultazioni elettorali referendarie ed amministrative apporterebbe sicuramente un notevole risparmio in termini di svariati milioni di euro Il Consiglio regionale impegna il Presidente della Giunta regionale, ad adoperarsi con il Governo nazionale, affinché, nell'ottica di un'oculata gestione della cosa pubblica, venga accolta e realizzata l'ipotesi della suddetta unificazione." Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 230, il cui testo recita: "Premesso che, grazie all'impegno di oltre un milione e quattrocentomila cittadini che hanno partecipato alla raccolta di firme, nella prossima primavera il popolo italiano sarà chiamato a votare due referendum per la ripubblicizzazione dell'acqua constatato che una recente sentenza della Corte d'Appello di Torino ha stabilito l'ammissibilità del referendum sulla caccia, proposto già nel 1987 valutato che la prossima primavera in Italia si terranno elezioni amministrative che riguarderanno il rinnovo di molte amministrazioni comunali che nella nostra regione saranno impegnate in queste elezioni amministrative sia la città di Torino che molti altri centri del Piemonte che la prossima primavera si terranno anche i referendum popolari su legittimo impedimento e nucleare Il Consiglio regionale nella consapevolezza che i referendum rappresentano un fondamentale strumento di democrazia partecipata dai cittadini e, in considerazione della situazione di crisi economica che impone un'attenta gestione delle risorse evitando gli sprechi, ritiene opportuno che la data in cui verranno svolti i referendum popolari sia accorpata con quella in cui si terranno le elezioni amministrative invita il Governo nazionale a considerare favorevolmente la possibilità di far coincidere la data in cui verranno effettuati i ballottaggi, relativamente alle elezioni amministrative e quella dei referendum popolari." Il Consiglio non approva.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 231 presentato dai Consiglieri Reschigna, Leo Ronzani, Pentenero, Negro, Taricco, Motta Angela, Manica, Pedrale, Muliere e Mastrullo, inerente a "Il mondo si indigna di fronte alle notizie del massacro dei manifestanti in tutta la Libia"

Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 232 presentato dai Consiglieri Buquicchio e Ponso, inerente a "Condanna delle violenze e dei massacri perpetuati in Libia"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 231, avente ad oggetto "Il mondo si indigna di fronte alle notizie del massacro dei manifestanti in tutta la Libia", presentato dai Consiglieri Reschigna, Leo, Ronzani Pentenero, Negro, Taricco, Motta Angela, Manica, Pedrale, Muliere e Mastrullo.
La parola al Consigliere Leo.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente.
Ringrazio i colleghi Reschigna e altri per averlo presentato e noi abbiamo firmato convintamente.
Ci sembra che la situazione libica meriti tutta l'attenzione da parte dell'Europa e delle maggiori autorità internazionali. La collega Spagnuolo mi faceva riflettere su tutte le implicanze per l'Italia, e ha ovviamente ragione; vediamo che anche dalla Libia arrivano appelli a patto che l'Europa e l'America se ne occupino. Cioè gli stessi insorti chiedono di svolgere un ruolo attivo.
complicatissimo! Soprattutto sarà importante la parte umanitaria di mediazione, però sono di fronte a noi! È un dramma immenso! Lo chiedono gli stessi protagonisti. Credo che non potremmo fare la politica dello struzzo.



PRESIDENTE

Adesso, illustrato l'ordine del giorno n. 231, se i Consiglieri Ponso e Buquicchio concordano, procediamo all'illustrazione dell'ordine del giorno n. 232.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Siamo ancora nella fase di illustrazione. Sono due ordini del giorno congiunti. Uno l'ha illustrato il Consigliere Leo e ora il Consigliere Ponso illustrerà quello dell'Italia dei Valori.
La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Questo ordine del giorno, presentato da me e dal Capogruppo Andrea Buquicchio, riguarda la tragica situazione dello Stato della Repubblica libica.
Ricordo che purtroppo tutti i Governi italiani, quasi tutti i governi italiani del dopoguerra (e qui non conta il colore politico, centrodestra o centrosinistra) purtroppo hanno avuto rapporti politici ed economici con la Libia e con il suo dittatore Colonnello Gheddafi per motivi prettamente economici. Inoltre, ricordo che pochi leader politici, sopratutto negli ultimi tempi, hanno preso le distanze da questo sanguinoso dittatore.
Oltre al mio Presidente di partito, ricordo che anche il Presidente della Camera, l'Onorevole Fini e l'Onorevole Pannella hanno più volte espresso insoddisfazione per i rapporti avvenuti fra lo Stato italiano e quello libico.
I nodi vengono al pettine. La repressione che sta avvenendo in Libia non può lasciarci indifferenti. L'attuale Governo italiano in carica ha voluto dipingere il Colonnello Gheddafi come un Presidente regolarmente eletto, ricevendolo a Roma con tutti gli onori di un vero capo di stato democraticamente eletto.
Ripeto, i nodi vengono al pettine. Sta emergendo la negatività del dittatore libico e del suo regime.
Mi auguro un'autodeterminazione democratica di tutti i popoli nordafricani. C'è un vento di protesta che coinvolge non soltanto la Libia e mi auguro che questo vento di protesta possa arrivare positivamente ad un epilogo.
Questi popoli hanno bisogno di aiuto da parte dell'Europa e degli Stati Uniti. Il mio augurio è che questo aiuto possa permettere l'autodeterminazione di questi popoli nella legittimità di un governo democratico e che il tutto non incappi in integralismi che potrebbero preoccupare non soltanto l'Europa ed il mondo, ma che ovviamente sarebbero negativi per quelle popolazioni.
Quindi, dobbiamo essere vicini a questi popoli, dobbiamo aiutarli nell'autodeterminazione e, se questo succederà, potremmo avere una corresponsione a livello del bacino del Mediterraneo molto positiva, non solo politicamente ed economicamente, ma anche socialmente, nei confronti di queste popolazioni.
Venendo al dunque, chiediamo la condanna di questa sanguinosa repressione. Con questo ordine del giorno invitiamo il Governo italiano affinché vengano messi in sicurezza i cittadini italiani attualmente residenti in Libia; di intervenire presso il Governo italiano, affinch assuma una condanna senza riserve delle repressioni perpetrate contro le popolazioni civili e, infine, di invitare il Governo italiano a salvaguardare gli interessi economici del nostro Paese nella Nazione nordafricana, che secondo recenti stime ammontano a 12 miliardi di euro dando lavoro a migliaia di cittadini italiani.



PRESIDENTE

Conclusa la fase illustrazione, passiamo alla discussione generale.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente.
Nelle scorse settimane, avevo già letto l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Reschigna e altri su una tematica straordinariamente grave dal punto di vista politico per l'equilibrio del Mediterraneo e non solo che è quella che sta avvenendo nei Paesi arabi, in Libia in particolare. Le situazioni precipitano, si sa, nella politica internazionale e in particolare in questa vicenda e in quest'area. Quindi, ringrazio i colleghi che hanno presentato questo ordine del giorno e così anche il collega Leo che è intervenuto apportando integrazioni e specificazioni.
L'ordine del giorno si conclude dicendo: "Invita il Governo italiano a condannare con forza tutti gli atti antidemocratici compiuti sulle popolazioni che esercitano".
Allora, nella situazione del primo marzo, un ordine del giorno di questo tipo, approvato dal Consiglio regionale - che, in sé, per questa parte, è del tutto condivisibile - credo sia relativamente debole, nel senso che il Governo italiano - pur nella differenziazione delle valutazioni, ci mancherebbe! - mi sembra abbia già ampiamente condannato e non siamo neanche più di fronte, collega Reschigna, ad atti antidemocratici. Qui siamo di fronte a un dramma per l'umanità. Si è parlato del potere economico, del dittatore Gheddafi, del disequilibrio su quest'area del Medio Oriente e del Mediterraneo, dei rischi e di moltissime cose, ma, ormai, siamo di fronte ad una problematica di carattere assolutamente internazionale e di dramma per l'umanità. Si parla di tutto ma relativamente poco di questa tragedia che riguarda l'umanità, che coinvolge migliaia di civili, che sono bombardati, uccisi e massacrati.
Ringraziando tutti coloro che hanno introdotto e integrato questa discussione in Consiglio regionale, forse, varrebbe la pena, anche in una situazione così complessa e, peraltro, assolutamente non conclusa purtroppo, fermarci un momento per ulteriormente ragionare insieme, per esprimere qualcosa di più forte dal punto di vista politico. Dire che noi invitiamo il Governo a condannare gli atti antidemocratici e auspichiamo gli interventi di carattere internazionale, dell'Unione Europea, dell'ONU e della NATO, che in qualche modo devono seguire, allo stato attuale, con la tragedia verificatasi e il sangue versato in quell'area, mi sembra un po' datato.
Mi fermo qui, il mio è un invito, per non sembrare che ci siamo fermati al primo giorno, perché sta succedendo qualcosa che può modificare - anzi che sta modificando - gli equilibri politici e anche di pace in questa area, i rapporti tra le nazioni, il ruolo stesso dell'Unione Europea e dei grandi organismi internazionali. Per cui riflettere ancora un'ora - non questa sera - impegnandoci magari per il prossimo Consiglio a presentare un documento maggiormente collocato nel tempo, potrebbe essere utile per tutti, perché noi siamo il Consiglio regionale del Piemonte, una grande regione del nord di un paese come l'Italia, che viene investita direttamente da una tematica biblica, rispetto alla quale queste cose potevano andare bene il primo giorno e le prime ore.
Ringrazio tutti coloro che, comunque, hanno lavorato a questo testo.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Credo che la collega Spagnuolo abbia ragione nell'evidenziare che questo ordine del giorno rischia di essere superato dalla drammatica evoluzione dei tempi. Il problema è che questo ordine del giorno era stato concepito e presentato in un determinato momento, rispetto al quale successivamente, siamo stati drammaticamente segnati dai fatti.
Relativamente alla proposta della collega Spagnuolo, per evitare di rinviare di una settimana e farci ancora superare dai tempi, proporrei al Presidente di fermare i nostri lavori per tre minuti, nei quali rettifichiamo la parte del deliberato e votiamo il documento in questa sede, anche perché, ormai, per quello che può contare far sentire la nostra voce, sono parole che contengono un sentimento anche di vicinanza.
Se il Presidente fosse d'accordo, siccome si tratta solo di modificare il dispositivo finale dell'ordine del giorno, penso che in tre minuti i Capigruppo non faticheranno a metterlo a posto.



PRESIDENTE

Va bene, sospendiamo la seduta per cinque minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.47 riprende alle ore 17.56)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Erano iscritti a parlare i Consiglieri Taricco e Bono, ma prima vorrei che il collega Ronzani ci leggesse il testo modificato dell'ordine del giorno.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Con i colleghi avremmo predisposto questa nuova versione del testo, che leggerei, in modo che tutti i colleghi ne prendano cognizione.
Naturalmente, do lettura del dispositivo, dando per scontata la premessa: "Tutto ciò premesso, il Consiglio regionale esprime apprezzamento nei confronti delle sanzioni decise dall'ONU", è la prima aggiunta.
La seconda è la seguente: "Invita il Governo italiano a condannare con forza tutti gli atti di inaudita violenza" - rispetto al paragrafo originario aggiungiamo "inaudita violenza" - "compiuti sulle popolazioni che esercitano il diritto di manifestare e che vengono...", rimane così com'è.
Quindi, aggiungiamo un terzo paragrafo che recita: "Invita l'Unione Europea" - i colleghi che hanno predisposto il testo mi ascoltino - "ad intervenire in modo incisivo, per favorire la cessazione delle violenze una rapida evoluzione del processo democratico e a cooperare con paesi di frontiera per gestire l'emergenza umanitaria.".
Questo è il testo. Grazie.



PRESIDENTE

Collega Ronzani, gli altri due periodi che recitano "a far pervenire a tutti i Parlamentari" e "a farlo pervenire altresì" restano?



RONZANI Wilmer

Sì, va bene, certo.



PRESIDENTE

un'integrazione.



RONZANI Wilmer

Certo.



PRESIDENTE

Bene.
Il Consigliere Taricco rinuncia ad intervenire.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Nella riscrittura volante dell'ordine del giorno c'è sicuramente un netto miglioramento, in quanto la richiesta di censura da parte del Governo era già stata espressa ed era necessario qualcosa di più incisivo.
Ho sentito parlare di Organizzazione delle Nazione Unite e Caschi Blu: sicuramente sarebbe auspicabile anche questo. Quando si dice "l'Unione Europea intervenga in maniera efficace", immagino sia sottointeso anche questo.
Il mio intervento vuole evidenziare le responsabilità politiche che i Paesi europei, soprattutto quelli che si affacciano sul Mar Mediterraneo hanno nell'aver mantenuto rapporti commerciali e d'impresa con il dittatore Gheddafi.
Dopo aver fatto un po' di esperienza politica - fuori, ma anche dentro il Consiglio regionale - prendo al netto dell'ottimismo le polemiche quindi quello che viene portato avanti in Aula, e auspico che sia il segnale dell'inizio di una nuova politica che veda, al di là del profitto a tutti i costi, la propria attività tesa al bene collettivo, quindi non solo delle imprese e degli imprenditori italiani o dei lavoratori, com'era scritto nell'ordine del giorno dell'Italia dei Valori, che non condividevamo.
Speriamo che questo sia l'inizio di una maggiore attenzione verso gli investimenti, non solo quelli privati, ma anche quelli che hanno l'intermediazione dello Stato, posto che tutti noi sappiamo della dipendenza energetica che abbiamo come Paese, per quanto riguarda il riscaldamento e la produzione di energia, e posto che - lo ribadisco sempre l'Italia è il paese del sole e dovrebbe essere un po' più indipendente e contare maggiormente sulle energie rinnovabili, come quella solare, eolica ecc.
Sappiamo che, attualmente, il gasdotto Green Stream è importantissimo per l'approvvigionamento di metano.
Questo non giustifica certi atteggiamenti (la mia è una visione idealista, ma anche concreta della politica): il Presidente Cota (per una volta non lo attacco) ha fatto vedere in una trasmissione televisiva mostrando le foto che dimostrano che non solo Berlusconi, il quale ovviamente è un po' più pittoresco nel ricevere i leader degli Stati esteri, ma anche Prodi e - se non sbaglio - anche D'Alema, avevano accolto Gheddafi con il massimo degli onori.
Pertanto, è una situazione bipartisan, ma non voglio fare polemiche.
Auspico vivamente che si riesca ad incidere, perché una forza sopra le parti - i Caschi Blu, anche se ricordiamo qualche episodio non proprio edificante da parte degli stessi, che non sono riusciti, magari non per loro demeriti, a proteggere popolazioni, come in Rwanda, a Kigali (recentemente è anche stato trasmesso in televisione il film Hotel Rwanda) o a Srebrenika, dove i Caschi Blu si sono ritirati).
Sicuramente, l'Unione Europea è il punto nodale cui dobbiamo rivolgerci, ancora più che al Governo, pertanto il dato è che l'obiettivo dell'ordine del giorno è stato sicuramente centrato. È l'Unione Europea che si deve assumere le proprie responsabilità, perché, se investe economicamente, ha un ritorno vantaggioso, e, nel momento in cui vi è una crisi di tale livello, deve essere in grado di garantire anche una sicurezza non solo e non tanto geopolitica, ma anche delle popolazioni civili che vengono massacrate dal dittatore di turno, con il quale le nostre imprese hanno fatto affari e investimenti.
Grazie.



PRESIDENTE

In fase di discussione, non ci sono più iscritti a parlare.
C'è, invece, la richiesta di replica da parte del Consigliere Leo.
Prego, Consigliere Leo.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente, impiego un minuto, come in fase di illustrazione.
Vorrei segnalare all'Aula che abbiamo fatto un atto di buona politica perché sono state dette cose sensate ed intelligenti, in uno spirito unitario.
Mi permetto di ringraziare il collega Ronzani e le due signore, Elena Maccanti e Carla Spagnuolo, per tutto il lavoro svolto.
Aggiungo due questioni rapidissime: venerdì 4 marzo, alle ore 17, si riunirà l'Associazione per il Tibet e i diritti umani, in base alla delibera che il Vicepresidente Molinari, a suo tempo, ha illustrato e ha fatto approvare in Consiglio.
Quindi, la ringrazio.
In base a quanto detto dai colleghi del Movimento 5 Stelle relativamente al fatto che occorre anche idealità e non solo pragmatismo speriamo che questa idealità venga applicata anche di fronte - faccio un esempio - a Stati potenti come la Cina. L'Associazione e il nostro Consiglio manderanno, il 10 marzo, una delegazione a Roma per ricordare l'anniversario della rivolta di Lhasa, come piccola testimonianza del fatto che, Assemblee pure piccole come la nostra, ma democratiche e sensate hanno il coraggio - come quando invitammo il Dalai Lama - di prendere certe posizioni.
Quindi grazie alle colleghe - e non è un modo di dire - e ai colleghi che hanno contribuito a dare pienezza e senso a questo documento.
Credo sia un bel segnale, la votazione che seguirà.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Leo.
Consigliere Ponso, intende replicare? Prego.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
In base a quanto è stato proposto dai colleghi nell'ordine del giorno n. 231, sono disponibile ad autoemendarmi per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 232, nel senso di recepire, laddove è scritto "tutto ci premesso, s'impegna" quanto è stato proposto e concordato tra i Gruppi PD PdL e Lega Nord, per l'ordine del giorno 231, e integrarlo.
Grazie.



PRESIDENTE

Collega Ponso, non ha eventualmente considerato l'idea di ritirare il suo ordine del giorno e firmare quello comune? Vuole mantenere il suo ordine del giorno comunque?



PONSO Tullio

Purtroppo non c'è il mio Capogruppo. È stato il Consigliere Buquicchio a presentare l'ordine del giorno, io l'ho sottoscritto, quindi non so se ho questa possibilità.
Mi dica lei, Presidente, se posso. Non voglio scavalcare nessuno.



PRESIDENTE

Sì, dovrebbe farlo d'intesa con l'altro firmatario, il collega Buquicchio.



PONSO Tullio

Il Consigliere Buquicchio è assente e mi risulta anche che non sia a Torino: è questa la mia difficoltà.



PRESIDENTE

Allora li poniamo in votazione entrambi, con le modifiche apportate.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 231, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che: il 4 febbraio scorso, l'Europa aveva preso una netta posizione contro il Governo egiziano nel pieno delle manifestazioni anti Mubarak, chiedendo il rispetto delle libertà fondamentali e delle legittime aspirazioni del popolo alle riforme dopo Tunisia ed Egitto anche in Libia si stanno verificando manifestazioni contro l'attuale governo di Gheddafi, con Bahrain e Yemen in bilico in Libia è in corso un silenzioso massacro di giovani intellettuali e lavoratori che protestano contro un regime liberticida per molti aspetti, però, la Libia rappresenta un caso diverso dagli altri perché qui violenza e morti tra i dimostranti non hanno precedenti per i motivi sopra esposti, ieri, al termine di una discussione difficile i Ministri dell'Unione Europea hanno condannato, in una dichiarazione congiunta, la repressione delle manifestazioni anti-governative in Libia chiedendo che si metta fine 'immediatamente' alle violenze il Segretario Generale dell'ONU, Ban Ki-moon, nel corso di un lungo colloquio telefonico avuto con il leader libico, ha ribadito la necessità di 'rispettare le libertà basilari ed i diritti umani, compreso quello dell'informazione e dell'assemblea pacifica' anche il Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha rivolto un appello alla comunità internazionale affinché sia fermato il bagno di sangue il Governo tedesco ha condannato duramente l'uso della violenza da parte delle autorità libiche nei confronti della popolazione, ed il suo Portavoce ha dichiarato lo sgomento della Germania e della Cancelliera Angela Merkel la Gran Bretagna ha convocato l'Ambasciatore libico a Londra per protestare contro le violenze e la repressione dei manifestanti in quel Paese ed il Ministro degli Esteri, William Hague, ha chiesto che i responsabili della violenza siano puniti anche l'Iran si è unito al resto della comunità internazionale nello stigmatizzare la repressione delle proteste di piazza in atto in Libia. Il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano ha affermato che 'le notizie di attacchi dell'Aviazione sui civili e sulle zone residenziali, il massacro degli innocenti sono deprecabili' ed ha chiesto alle organizzazioni internazionali di attivarsi per fermarli da parte sua, il Santo Padre, ha espresso lo sgomento per una spirale di violenza nella quale non si rispetta più neanche la vita stessa, che è sempre sacra, ma nella quale anzi crollano le regole più elementari dell'Umanità per il nostro Paese, il Ministro Frattini ha dichiarato che l'Italia si associa 'senza se e senza ma' alla forte richiesta dell'Europa di fermare immediatamente le violenze sui civili.
Tutto ciò premesso esprime apprezzamento nei confronti delle sanzioni decise dall'ONU Invita il Governo italiano a condannare con forza tutti gli atti di inaudita violenza compiuti sulle popolazioni che esercitano il diritto di manifestare e che vengono brutalmente represse in contrasto con i diritti fondamentali e contro la dignità dell'uomo la Giunta regionale a far pervenire a tutti i Parlamentari espressi dal Piemonte il presente ordine del giorno e a farlo pervenire altresì a tutte le sedi internazionalmente competenti l'Unione Europea ad intervenire in modo incisivo per favorire la cessazione delle violenze, ad una rapida evoluzione del processo democratico e a cooperare con i Paesi di frontiera per gestire l'emergenza umanitaria".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 232, il cui testo recita: "Premesso che storicamente il nostro paese è legato alla Libia essendo stata una colonia italiana sotto il regime fascista dal dopoguerra ad oggi tutti i Governi, di centrodestra e di centrosinistra, hanno mantenuto costanti contatti con il regime del 'Colonnello' Mu'ammar Gheddafi, che da oltre 40 anni governa in modo sanguinoso ed autoritario il paese nordafricano nel corso degli ultimi anni ben pochi politici italiani si sono distinti chiedendo, per motivi diversi, di prendere le distanze dal regime libico e tra questi vanno sicuramente ricordati l'onorevole Antonio Di Pietro l'attuale Presidente della Camera Gianfranco Fini e l'onorevole Marco Pannella nelle ultime ore stiamo assistendo ad una preoccupante escalation di violenza nel paese libico con i militari fedeli al vecchio regime impegnati a reprimere nel sangue le ribellioni di buona parte della società civile ricorrendo addirittura a bombardamenti a tappeto Tutto ciò premesso si impegna il Presidente della Giunta regionale e gli assessori competenti ad invitare il Governo italiano affinché vengano messi in sicurezza i cittadini italiani attualmente residenti in Libia ad intervenire presso il Governo italiano affinché assuma una condanna senza riserve delle repressioni perpetrate contro le popolazioni civili ad invitare il Governo italiano a salvaguardare gli interessi economici del nostro paese nella nazione nordafricana che, secondo recenti stime ammontano a 12 miliardi di euro e danno lavoro a migliaia di cittadini italiani".
Il Consiglio non approva.


Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno n. 238 presentato dai Consiglieri Taricco, Artesio Boeti, Bresso, Cerutti, Dell'Utri, Lepri, Manica, Motta Angela, Negro Pentenero, Reschigna, Ronzani e Stara, inerente a "Rischio di blocco degli incentivi fiscali per il settore fotovoltaico" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Oggi pomeriggio abbiamo presentato un ordine del giorno relativo alla decisione - che, sulla base delle dichiarazioni apparse sui giornali sembrerebbe imminente - da parte del Consiglio dei Ministri, di bloccare i finanziamenti sugli 8.000 Megawatt, al fotovoltaico.
Riteniamo che questa decisione rischi di far saltare tutta un'economia stanno comparendo anche su Internet centinaia di appelli dei Comuni, delle associazioni e delle aziende coinvolte. Poiché l'ipotesi è che questa decisione sarà presa giovedì prossimo, chiediamo che l'ordine del giorno sia discusso subito, perché diversamente rischia di non essere più "efficace" in alcun modo.
Come ho già detto anche ai Capigruppo di maggioranza, l'ordine del giorno è aperto alla sottoscrizione di tutto il Consiglio.
Quello che ci interessa è non interrompere una filiera che ci pare importante per la ripresa economica e strategica in visione prospettica.
L'ordine del giorno chiede al Governo di riconsiderare il voto e tutt'al più di voler mettere in campo, se ci sono problemi di natura economica, una riduzione di finanziamenti per il fotovoltaico a terra, che è quello che ha generato più problemi.
Chiedo all'Aula la possibilità di discutere e votare subito quest'ordine del giorno, perché, diversamente, rischia di non essere più utile.



PRESIDENTE

Grazie. Come lei sa, è possibile iscrivere nuovi ordini del giorno nella finestra iniziale della seduta in cui c'è la possibilità di modificare l'o.d.g.
C'è un caso in cui si può derogare: quello in cui ci sia l'unanimità dell'Aula, che è sovrana rispetto alle norme del Regolamento.
Bisogna vedere se c'è l'intesa da parte di tutta l'Aula per iscrivere all'o.d.g. questo documento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

sicuramente un argomento importante, ma crediamo che sia necessario un approfondimento della materia oggetto di questo documento.
Pertanto, ritengo che possa essere discusso nella prossima seduta e non in questo momento, poiché non abbiamo avuto il tempo materiale di approfondire la materia.



PRESIDENTE

All'o.d.g. c'è ora la proposta di deliberazione n. 103, "Programma pluriennale per la promozione delle attività sportive e fisico-motorie e per l'impiantistica sportiva anni 2011/2013, in attuazione della l.r. 22 dicembre 1995, n. 93 (Norme per lo sviluppo dello sport e delle attività fisico-motorie)".
Non essendo presente l'Assessore di riferimento, dichiaro chiusa la seduta.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.14)



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