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Dettaglio seduta n.84 del 01/03/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


LEARDI LORENZO



(Alle ore 10.00 il Consigliere Segretario Leardi comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 10.30 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.00)



(La seduta ha inizio alle ore 11.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Procediamo con l'esecuzione dell'Inno Nazionale.



(In applicazione del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9 "Unità d'Italia", approvato dall'Assemblea consiliare il 1° dicembre 2010 l'Assemblea, in piedi, ascolta l'Inno nazionale della Repubblica Italiana "Il canto degli italiani")


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione di Massimo Ranzani, militare italiano caduto in Afghanistan


PRESIDENTE

Nella giornata di lunedì 28 febbraio, le Forze Armate in missione in Afghanistan hanno subito la dolorosa perdita del tenente Massimo Ranzani 37 anni, in forza al 5° Reggimento Alpini di Vipiteno. Nato a Ferrara, dal 1999 era in servizio nell'Esercito. Era giunto in Afghanistan il 12 ottobre scorso e questa era la sua seconda missione all'estero.
L'azione in cui è stato coinvolto il tenente Ranzani è avvenuta nella zona di Shindand, nell'ovest dell'Afghanistan. Il mezzo blindato su cui viaggiavano i militari, di rientro da un'operazione di assistenza medica alla popolazione locale, è stato colpito dall'esplosione di un ordigno rudimentale sulla strada.
Nell'azione sono stati gravemente feriti altri quattro effettivi dello stesso Reggimento che si trovavano a bordo del mezzo. Ricoverati presso l'ospedale militare della sede del comando della Task Force Centre sono ora fuori pericolo.
Con profondo dolore, abbiamo inoltre appreso che ieri altri quattro soldati di diverse nazionalità, impegnati nell'operazione ISAF su suolo afghano, sono deceduti a causa dell'esplosione di alcuni ordigni.
Esprimiamo profondo cordoglio e partecipazione al lutto dei familiari del tenente Ranzani, calorosi auguri per la guarigione dei militari feriti rinnovando la solidarietà ai nostri uomini, in un momento in cui l'Italia unita, e le istituzioni che la rappresentano, si stringono intorno alle Forze Armate impegnate per garantire sicurezza e stabilità in un paese dilaniato dagli scontri.
Prego il Consiglio di voler osservare un minuto di silenzio.



(I presenti, in piedi, osservano un minuto di silenzio)


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali delle sedute del 15 febbraio 2011.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Boniperti, Comba, Cota, Giordano e Spagnuolo.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 21 febbraio 2011.


Argomento:

c) Trasmissione informative da parte del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 37, comma 2 bis, dello Statuto, si dà atto che sono state trasmesse le informative da parte del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale in merito a tre decreti di nomina della Presidenza della Giunta regionale e a una deliberazione di nomina della Giunta regionale. Gli allegati sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento:

d) Trasmissione deliberazioni da parte della Giunta regionale


PRESIDENTE

La Giunta regionale, in data 22 febbraio 2011, ha trasmesso per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della legge regionale n. 7/2001 "Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte", n. 11 deliberazioni del 30 novembre 2010, n. 14 deliberazioni del 17 dicembre 2010, n. 7 deliberazioni del 23 dicembre 2010, n. 3 deliberazioni del 29 dicembre 2010, n. 3 deliberazioni del 24 gennaio 2011 e n. 1 deliberazione del 28 gennaio 2011. Gli allegati sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 251 presentata dalle Consigliere Bresso, Cerutti e Artesio, inerente a "Malati di SLA - Sclerosi Laterale Amiotrofica in Piemonte"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g., inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", iniziamo con l'esame dell'interrogazione n. 251.
La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Caterina, Assessore alla tutela della salute e sanità

In merito all'interrogazione in oggetto, si riportano i seguenti elementi di risposta, divisi per punti in relazione ad ogni singolo quesito.
In relazione al primo quesito, con la DGR n. 56-13332 del 15 febbraio 2010, "Assegnazione risorse a sostegno della domiciliarità per non autosufficienze in lungoassistenza a favore di anziani e persone con età inferiore a 65 anni. Modifiche ed integrazioni alla DGR n. 39-11190 del 6 aprile 2009", è stata data continuità all'erogazione di contributi economici a sostegno della domiciliarità in lungoassistenza per anziani ultrasessantacinquenni non autosufficienti e, contestualmente, è stata estesa l'istituzione del contributo economico a sostegno della domiciliarità per la lungoassistenza anche a persone con disabilità non autosufficienti di età inferiore a 65 anni.
Relativamente alle persone con disabilità, la medesima deliberazione ha definito quali destinatari del contributo le persone in situazioni invalidanti, che necessitano di interventi a cui i servizi sanitari e socio sanitari si trovano a dover rispondere in modo integrato e con interventi appropriati, già individuate nella DGR n. 51-11389 del 23/12/2003 "DPCM 29 novembre 2001, Allegato 1, Punto 1.C. Applicazione Livelli Essenziali di Assistenza nell'area dell'integrazione socio-sanitaria" - allegato B - e precisamente: persone, minori e adulte, affette da patologie croniche invalidanti, che determinano notevoli limitazioni della loro autonomia persone colpite da minorazione fisica persone colpite da minorazione di natura intellettiva e/o fisica, anche associata a disturbi del comportamento e relazionali non prevalenti minori con situazioni psicosociali anomale associate a sindromi e disturbi comportamentali ed emozionali (ICD 10), fatti salvi gli interventi di esclusiva competenza sanitaria.
Per dare attuazione a quanto previsto nella succitata deliberazione, viene ripartita la somma complessiva di 31.373.456,74 euro, in: 25.373.465,74 euro a favore di persone anziane non autosufficienti 6.000.000,00 euro a favore di persone disabili con età inferiore a 65 anni.
Con la Determinazione Dirigenziale n. 566 dell'11 agosto 2010 e la Determinazione Dirigenziale n. 682 del 30 settembre 2010 si è provveduto ad assegnare e liquidare agli Enti Capofila la somma di 31.373.465,71 euro.
Gli Enti Capofila in base alle disposizioni date dalla D.G.R. n. 56 13332/2010, a seguito degli Accordi tra Aziende Sanitarie Locali e Comuni/Enti Gestori, stanno valutando i soggetti richiedenti, nonch provvedendo all'assegnazione dei fondi assegnatigli con le summenzionate Determinazioni Dirigenziali.
Risposta relativamente al quesito n. 2.
L'Allegato B) della DGR n. 56-13332/2010 prevede l'avvio di un sistema allo stato attuale sperimentale, di monitoraggio e coordinamento tecnico tale da consentire una verifica puntuale e sistematica della domanda espressa, delle risorse utilizzate e degli interventi erogati.
I dati per l'avvio del monitoraggio devono essere inoltrati dagli enti capofila entro il 15 gennaio 2011 alla Direzione regionale Sanità e alla Direzione regionale Politiche Sociali e Politiche per la Famiglia consentendo di approfondire meglio le modalità di spesa delle risorse destinate a questo programma.
A questo riguardo va detto che la Giunta regionale ha rivolto particolare attenzione alle problematiche dei malati di SLA e delle loro famiglie, approvando la DGR n. 23-1053 del 24 novembre 2010 avente per oggetto "Approvazione e presentazione al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali del progetto sperimentale 'Progetto di continuità assistenziale per i pazienti con SLA e le loro famiglie' di cui al Decreto Interministeriale del 4 ottobre 2010", per accedere al finanziamento...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Assessore, ma vorrei che la Consigliera Bresso fosse tutelata e potesse ascoltare la risposta, com'è suo diritto.
Invito nuovamente i Consiglieri a diminuire il brusìo.
Continui pure, Assessore.



FERRERO Caterina, Assessore alla tutela della salute e sanità

Per accedere al finanziamento a valere sulle risorse del Fondo Nazionale per le Non Autosufficienze assegnate al Ministero del lavoro e delle politiche sociali per specifici progetti riguardanti iniziative sperimentali.
Il progetto della Regione Piemonte è stato ritenuto meritevole di un ulteriore finanziamento a valere sul Fondo Nazionale Non autosufficienze di euro 2.226.285,75, che verranno utilizzati nel corso dell'anno 2011.
Quesito n. 3.
Le scelte adottate per il finanziamento delle politiche sociali della Giunta regionale hanno consentito nell'anno 2010 di garantire risorse regionali pari a quelle erogate negli anni precedenti per il finanziamento dei servizi destinati ad anziani non autosufficienti (12 milioni di euro) ed incrementate di euro 1.350.000 per i servizi destinati alle persone disabili, pari ad euro 17.500.000.
Tali risorse regionali si accompagnano ai fondi per le non autosufficienze anno 2009, realizzando una dotazione finanziaria di complessivi euro 60.873.465,74, che sono ancora in corso di spesa da parte delle ASL e degli enti gestori dei servizi socio-assistenziali.
Per l'anno 2011 il bilancio regionale mette a disposizione le stesse risorse assegnate per l'anno 2010 e così riassumibili: fondo regionale per anziani non autosufficienti 12 milioni; fondo regionale per disabili 17 milioni e mezzo; fondo nazionale non autosufficienti 2010: 29.844.989,91 fondo nazionale per i Malati di SLA: due milioni 226.285,75, per un totale di 61 milioni 571.274.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bresso.



BRESSO Mercedes

Grazie, Presidente.
In effetti ho fatto un po' di fatica a capire, non solo per il rumore ma perché le cifre sfuggono facilmente, quindi chiedo all'Assessore di consegnarci il testo scritto. Tuttavia mi pare di aver capito che fino a tutto il 2011 le risorse vengono globalmente garantite in base alla misura prevista nella delibera del 2010.
Mi pare invece di aver capito - ma anche qui se ho inteso bene - che per quanto riguarda il 2012 le risorse, al momento messe a disposizione a livello nazionale, ammontano a circa 2,2 milioni; il che sembrerebbe significare, anche se forse riguarda uno solo di questi fondi e non ancora gli altri, una drastica riduzione. Ovviamente questo non è un dialogo e quindi non posso fare un'ulteriore domanda, ma se di questo di tratta credo che, a partire dall'anno prossimo, rischiamo di essere di fronte ad una drammatica riduzione delle risorse disponibili.
Se da un lato, e se ho capito bene, sono soddisfatta del fatto che le risorse siano poi state effettivamente ripartite (cosa che non sembrava al momento in cui abbiamo presentato l'interrogazione), dall'altro sono invece preoccupata per quanto riguarda il futuro, perché siamo di fronte ad una politica che non può essere saltabeccante: sono decisioni di persone e di famiglie che devono scegliere fra assistenza domiciliare e assistenza in strutture protette, quindi non sono scelte che possono cambiare continuamente. Mi pare anche che siano risorse la cui domanda tende a crescere man mano che ne è nota la disponibilità. Si tratta, peraltro, di politiche che consentono di ridurre la degenza in strutture molto più costose di quanto assegnato alle persone o alle loro famiglie.
Anche dal punto di vista dell'efficienza nella gestione dell'assistenza a queste persone, la riduzione delle risorse sarebbe drammatica per loro e avrebbe conseguenze negative, almeno a medio termine, per la sanità piemontese.
Non è un dialogo e quindi non posso fare ulteriori domande, ma mi riservo, visto il testo, di presentare un'altra interrogazione relativa al 2012, se ho capito bene cosa mi è stato detto.
Grazie.


Argomento: Sicurezza sul lavoro

Interrogazione n. 366 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Convocazione del Comitato di Coordinamento Regionale (D.lgs. 81/08 e s.m.i.)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 366.
La parola all'Assessore Ferrero, per la risposta.



FERRERO Caterina, Assessore alla tutela della salute e sanità

L'interrogazione era riferita alla convocazione del Comitato di Coordinamento Regionale, decreto legislativo 81/2008.
In merito all'interrogazione in oggetto, si riportano i seguenti elementi di risposta.
A seguito del nuovo quadro istituzionale intervenuto e della definizione del nuovo assetto organizzativo, al fine di emanare il DPGR di aggiornamento dei rappresentanti del citato Comitato, si è provveduto a richiedere agli Enti e alle Amministrazioni componenti di comunicare la nuova designazione o di confermare il nominativo in precedenza indicato.
Dopo parecchi solleciti, sono recentemente pervenute le necessarie designazioni, l'ultima delle quali in data 17/02/2011; conseguentemente, è stato predisposto il DPGR di nomina dei nuovi componenti, alla cui sottoscrizione e al completamento dell'iter procedurale prevista in temi molto brevi, seguirà l'immediata convocazione del Comitato medesimo.
Contestualmente sono stati aggiornati i nominativi dei componenti dell'Ufficio Operativo per la definizione dei piani operativi di vigilanza quale articolazione del CRC.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Su risposte di questo tipo è difficile fare osservazioni, visto che si tratta di una risposta profondamente burocratica.
La sottolineatura che vorrei fare, nel segnalare la mia insoddisfazione, riguarda la lunga assenza che ha caratterizzato questa Amministrazione regionale, complessivamente su tutte le politiche di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Ora apprendiamo con soddisfazione che dopo nove mesi si procederà a rinnovare il Comitato di Coordinamento. Voglio cogliere l'occasione per sottolineare che, analogamente, le funzioni del Comitato strategico, che agisce relativamente alle questioni di esposizione ai rischi di amianto sono state sospese per tutti questi mesi. Contestualmente, l'attività del Comitato scientifico non si è più strutturata. Mi sembra che non siano queste politiche da vivere con una logica burocratica amministrativa e che il lungo periodo intercorso senza assumere iniziative sia sicuramente colpevole.


Argomento: Viabilità

Interrogazione n. 290 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Interruzione procedura di VIA per la Bretella di collegamento della linea Chivasso-Aosta con la linea Torino-Milano detta "Lunetta di Chivasso"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame delle interrogazioni n. 249 e n. 290, avendo entrambe come oggetto l'interruzione della procedura di VIA per la Bretella ferroviaria di collegamento della linea Chivasso-Aosta con la linea Torino Milano, detta "Lunetta di Chivasso".
L'Assessore Bonino darà un'unica risposta e poi entrambi gli interroganti potranno intervenire cinque minuti per replica.
La parola all'Assessore Bonino, per la risposta.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
L'opera ferroviaria in progetto rientra tra gli interventi programmati sulla rete ferroviaria piemontese. In particolare, la scelta progettuale relativa al collegamento diretto tra la linea Chivasso-Aosta e la linea Milano Torino, tale da evitare l'attestamento presso la stazione di Chivasso, è conforme alla soluzione ritenuta funzionalmente più valida posta alla base dell'Accordo di Programma Quadro interregionale per l'adeguamento e il miglioramento del sistema di trasporto ferroviario Aosta Torino sottoscritto da Regione Piemonte, Regione autonoma Valle d'Aosta RFI, Ministero delle Infrastrutture e Ministero dello Sviluppo economico il 9 aprile del 2008. In particolare, il citato Accordo programmatico costituisce l'atto conclusivo di un processo decisionale che ha visto promuovere uno studio di fattibilità per l'adeguamento e il miglioramento del collegamento ferroviario Aosta-Torino elaborato nell'aprile del 2006 che ha individuato tale intervento della "Lunetta" tra quelli necessari ad adeguare e a migliorare il sistema di trasporto ferroviario Aosta-Torino.
Tale conclusione è altresì suffragata dalla relazione predisposta da RFI, in seguito a quanto richiesto nell'incontro svolto nel dicembre 2009 tra i rappresentanti delle Regioni Piemonte e Valle d'Aosta e dei Comuni di Ivrea e Chivasso; incontro durante il quale RFI ha evidenziato i vantaggi della soluzione adottata indicando come, a parità di costi, la realizzazione della "Lunetta" comporterebbe una riduzione dei tempi di percorrenza di 12 minuti, a fronte di una riduzione di appena quattro minuti per l'attuazione di un raddoppio di binario selettivo, non fruibile tra l'altro da tutti i treni in quanto, a causa dell'elevato numero di treni circolanti sulla linea, non sarebbe comunque possibile concentrare gli incroci solo sulla tratta raddoppiata. Tale relazione è stata trasmessa da RFI nel febbraio 2010 ai soggetti territorialmente interessati e nell'ottobre 2010, a seguito di richiesta del 24 settembre 2010, anche al Comune di Ivrea.
Attualmente non si ritiene auspicabile una ridiscussione sull'opportunità di realizzazione di tale opera in quanto, così come risultante dal progetto predisposto, risponde alle motivazioni per cui è stata ipotizzata e condivisa con la sottoscrizione, nel 2008, del citato Accordo di Programma Quadro e per cui è stato ottenuto il relativo finanziamento statale. Inoltre, un'eventuale rimodulazione degli interventi presenti nel citato accordo, la cui Regione responsabile per l'attuazione è la Valle d'Aosta, deve essere condivisi tra tutti gli enti sottoscrittori.
L'elettrificazione della tratta ferroviaria Ivrea-Aosta è un ulteriore intervento, oltre alla realizzazione della lunetta, riconosciuto necessario all'ammodernamento della linea ferroviaria Chivasso-Aosta e pertanto la progettazione preliminare dello stesso è compresa nel citato Accordo di Programma Quadro interregionale sottoscritto nell'aprile 2008.
Attualmente per tale opera è in corso la verifica di assoggettabilità alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. Pur essendo tale procedura di competenza statale, ai sensi della DGR 53 del 16 marzo 2010 con determinazione dirigenziale n. 213 del settembre 2010 sono state trasmesse al Ministero dell'Ambiente, della Tutela del territorio e del Mare (Direzione generale per le Valutazioni ambientali) le osservazioni regionali unitarie sul progetto. Il costo complessivo per la realizzazione dell'intervento, risultante dal progetto preliminare predisposto, è pari ad 81 milioni di euro interamente da reperire e per i quali, in accordo con la Regione Valle d'Aosta, saranno presentate presso il competente Ministero richieste di finanziamento.
Nell'ambito del citato Accordo di Programma Quadro, in cui la Regione Valle d'Aosta è stata individuata responsabile dell'attuazione, sono inoltre stati finanziati i seguenti interventi volti all'adeguamento e al miglioramento del sistema di trasporto ferroviario Aosta-Torino: progettazione esecutiva e realizzazione della lunetta di Chivasso progettazione preliminare e definitiva della variante Verrès-Chatillon per effetto di tale variante, prevista per la velocizzazione della linea viene eliminato un tratto di tracciato attualmente caratterizzato da numerosi settori a forte tortuosità e ciò rappresenta inoltre un notevole vantaggio per il progetto di elettrificazione riqualificazione strutturale del ponte ferroviario sul Torrente Chiusella che è in corso di realizzazione progettazione preliminare dei lavori di ottimizzazione della geometria del binario e rettifica curve nel tratto di Hône Bard-Verrès e da Chatillon ad Aosta progettazione preliminare per l'elettrificazione della tratta Ivrea Aosta.
Inoltre è previsto un insieme di interventi inseriti nella sezione programmatica, coerenti con gli obiettivi e i criteri dell'accordo ma che non dispongono delle condizioni tecniche, finanziarie e amministrative per essere immediatamente attivati. Tali interventi passeranno dalla sezione programmatica a quella attuativa allorché saranno maturate le condizioni tecnico-amministrative e finanziarie per renderli attuabili.
Per la velocizzazione della linea si riportano gli interventi con i relativi costi stimati al momento della stipula dell'accordo. (Presidente se gli interroganti lo ritengono - visto che sono numerosi e costituiscono un elemento di dettaglio - potrei fornire la documentazione anzich occupare diversi minuti per leggerla).
L'acquisto di locomotori bimodali non è attualmente previsto dal contratto di servizio vigente. Inoltre tali locomotori presentano tempistiche elevate per l'omologazione, in quanto non sono mai state presentate specifiche richieste dall'ANSF. Infine, per quanto riguarda l'esercizio, nelle stazioni di testata, per esempio quella di Chivasso, per l'inversione di direzione si producono tempi di attesa a causa della necessità di scollegare e ricollegare le motrici.
Per quanto concerne la programmazione del servizio ferroviario Torino Ivrea-Aosta, questa viene concordata tra la Società Trenitalia e la Regione Valle d'Aosta, però il contratto di servizio è gestito tra Ministero dei Trasporti e Trenitalia; mentre quella tra Ivrea, Chivasso e Torino è di competenza amministrativa dell'Agenzia per la mobilità metropolitana su delega della Regione Piemonte.
Il programma di esercizio vigente con l'attuale infrastruttura, come comunicato dal Settore Servizio e Trasporto pubblico, prevede l'effettuazione dei seguenti treni (vale di nuovo la stessa nota di prima: trasferirei poi gli orari con l'allegato che metto a disposizione).
Dalle rilevazioni delle frequentazioni del mese di marzo 2009 risultano circa 3.000 utenti medi al giorno sul totale dei treni dal lunedì al venerdì; mentre sulla tratta Ivrea-Aosta risultano circa 2.700 utenti medi.
Infine, per quanto riguarda la puntualità e l'affidabilità dei treni percorrenti la Torino-Chivasso-Ivrea, si comunica che in seguito ad un'elaborazione dei dati PIC-RFI operata dall'Agenzia per la Mobilità metropolitana in assenza di qualsiasi standard di esclusione (quindi vengono registrati anche i ritardi e le soppressioni dovuti ad eventi eccezionali, quali scioperi e condizioni meteo) è emerso che nel corso del 2010, in media, sul totale dei treni effettuai l'80% ha registrato un ritardo da zero a cinque minuti e il 15% un ritardo da cinque a 15 minuti sul totale dei treni programmati, i treni soppressi sono stati pari al 3%.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Bonino.
Se i Consiglieri Bono e Cerutti intendono replicare, hanno a disposizione cinque minuti a testa.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente e grazie, Assessore Bonino; anche se ho avuto difficoltà a comprendere l'intervento in quanto c'è molto brusio e, non parlando lei neanche molto vicino al microfono, ho fatto fatica. Inoltre poi, penso sia un tema molto importante ed eventualmente potremo riprenderlo anche in Commissione: in questo caso, infatti è ovviamente utile anche un dibattito non ideologico e non diviso tra fazioni politiche.
Se ho ben capito, quindi, si dice che con la lunetta si dovrebbero risparmiare 12 minuti, mentre dai calcoli fatti dalle due Regioni interessate - Piemonte e Valle d'Aosta - con RFI, quattro minuti in meno si otterrebbero dal raddoppio selettivo dei binari. Si tratta di una scelta che, dal punto di vista dei tempi, dovrebbe essere pregnante. Resta il fatto che la lunetta di Chivasso, come tra l'altro scritto anche nell'interrogazione presentata, andrebbe ad escludere la stazione di Chivasso; perché in ogni modo i treni che devono andare da Aosta - o Ivrea a Chivasso sono obbligati a percorrere la lunetta e poi raggiungere la stazione di Chivasso. In questo caso, quindi, gli utenti pendolari che devono recarsi a Chivasso impiegherebbero - anche se adesso non ho i conti del minutaggio - lo stesso tempo o addirittura di più.
Ovviamente vedrò i documenti per quanto riguarda lo studio di fattibilità, ma resta il problema della localizzazione della lunetta in territori che si collocano - almeno da quello che mi risulta e che ho scritto anche nell'interrogazione - in fascia C e che sono a rischio di esondazione per quanto riguarda l'Orco. Vi sono poi dei terreni, di proprietà del Mauriziano, che sono a rischio di innalzamento della falda, e infatti si è già visto che nelle cantine di alcune case costruite in loco l'acqua si alza e fuoriesce. Si tratta di una situazione abbastanza similare a quella della zona della Falchera, che anche i Commissari della stessa II Commissione (urbanistica) sono andati a verificare, riscontrando gli stessi problemi della stazione Stura, di cui tutti i colleghi (non soltanto quelli torinesi) sono informati, e cioè le inondazioni della stazione ferroviaria, che non vorrei che si ripresentassero nella "Lunetta di Chivasso".
Dal punto di vista progettuale non capisco - e lo ribadisco - per quale motivo bisogna escludere una stazione importante, come quella di Chivasso che è un centro nevralgico anche per l'asse dei trasporti che vanno verso l'Alessandrino (quindi, Crescentino e Trino), il Vercellese (Casale Monferrato) e l'Astigiano.
In questo caso si verrebbe a perdere, tra l'altro, la stazione di Chivasso come utile snodo per un sistema ferroviario metropolitano che possa collegare le zone dell'hinterland torinese.
Di solito le stazioni ferroviarie servono per collegare i grossi centri abitati, quindi Chivasso, avendo più di 20.000 abitanti, ricade in questa situazione. Quindi, mi si permetta di fare un commento, in questo caso politico più che tecnico: se vi sono ancora degli spazi di manovra all'interno delle due regioni (Regione Piemonte e Regione Valle d'Aosta) penso sia opportuno valutare se questa soluzione sia la migliore oppure se dal combinato disposto del raddoppio selettivo e dell'elettrificazione della linea (laddove sia possibile, perché mi risulta che nel tratto tra Ivrea ed Aosta ci siano notevoli problemi relativi all'elettrificazione di alcune gallerie molto strette e basse), si possa ovviare alle problematiche dei pendolari chivassesi.
Al momento i pendolari chivassesi vivono le difficoltà dovute al cambio della motrice a Chivasso, proprio perché il problema che ha originato tutto dipende dalla stazione di Porta Susa e dal passante ferroviario. Purtroppo è successo che alcuni treni con motrice a gasolio sono arrivati alla stazione di Porta Susa con i fumi e, addirittura, in un caso, l'allarme antincendio è scattato bagnando gli ignari cittadini che aspettavano il treno.
Quindi la soluzione è sicuramente da trovarsi. Avendo poco tempo a disposizione e non essendoci la possibilità di discussione, chiedo se l'Assessore ci consegna la risposta. Ovviamente, il nostro auspicio è quello che si possa discutere liberamente in Commissione su alcuni punti e anche sulle cifre, per capire qual è la migliore soluzione dal punto di vista costi-benefici, compresi tutti i pendolari, considerando i chivassesi e tutti quelli che gravitano nell'orbita di Chivasso.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Non ripeto quando già detto dal Consigliere Bono, perché mi sembrano valide tutte le considerazioni che ha espresso.
Abbiamo sentito la sua risposta con un po' di difficoltà nel brusio generale, quindi anche noi ci riserviamo di leggere la nota scritta.
Se l'Assessore ritiene, crediamo che sull'opera si possa tenere aperta una discussione in Commissione, proprio per le difficoltà di attuazione.
chiaro che noi saremmo per sostituire l'opera con una serie di interventi, come diceva il Consigliere Bono, volti a consentire l'ingresso del passante ferroviario di Torino, per esempio, con l'acquisto di locomotori bimodali. Dopodiché, non aggiungo altro alle considerazioni sulla stazione di Chivasso.
Inoltre, chiederemo di approfondire la questione in Commissione, così come ha detto il Consigliere Bono, in attesa di leggere la sua nota molto dettagliata che apprezziamo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 291 presentata dal Consigliere Taricco, inerente a "Collegamento ferroviario Torino-Nizza"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 291.
La parola al Consigliere Taricco per l'illustrazione.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
L'interrogazione prende le mosse da situazioni venutesi a creare sulla linea ferroviaria che collega la zona del Cuneese con Ventimiglia e con la Costa Azzurra.
Questa interrogazione è stata motivata dal fatto che le difficoltà di rapporti tra i sistemi di sicurezza, nei mesi passati, hanno creato enormi intralci alla funzionalità di questa rete ferroviaria, in quanto i sistemi messi in atto sul versante italiano non sono compatibili con i sistemi francesi; questo è quanto abbiamo appreso dalla stampa.
Molto semplicemente, l'interrogazione chiede alla Regione e all'Assessorato ai Trasporti quali azioni e quali provvedimenti siano possibili per superare questa situazione che, vista dal comune cittadino, è un po' kafkiana.
Il fatto che non si riesca a trovare un accordo sui sistemi di sicurezza che non sono compatibili tra di loro sta creando, di fatto, una situazione tale per cui spostarsi su questa linea sta diventando complicatissimo, con molti disservizi che rischiano di pregiudicare il traffico, soprattutto quello turistico, che necessita di questo tipo di collegamento.
Quindi, vorremmo capire qual è lo stato dell'arte e quali sono le prospettive che la Regione intende eventualmente perseguire in questa direzione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bonino.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Il tema delle compatibilità dei sistemi italo-francesi è complesso e come giustamente ricordava il Consigliere Taricco, crea una serie di problemi nel gestire situazioni differenti.
Per quanto riguarda il tema dell'interrogazione, la linea transfrontaliera Cuneo-Breil-Ventimiglia-Nizza è soggetta a due normative riguardanti la sicurezza della circolazione del materiale rotabile, vigenti una per la tratta italiana e l'altra per il territorio francese.
In base a tali normative i convogli in servizio sulla rete ferroviaria italiana devono essere dotati di un sistema di sicurezza denominato SSC o comunque essere inseriti nel programma di attrezzaggio, come previsto dall'articolo n. 2 della Direttiva dei Ministero dei Trasporti n. 81/T.
Di contro le norme francesi creano analoghi vincoli in Francia, in quanto prevedono l'utilizzo di un sistema di ripetizione dei segnali a bordo denominato "coccodrillo", con caratteristiche diverse dal sistema SSC utilizzato in Italia e che necessiterebbe del monitoraggio di "spazzole" e di contatto sui locomotori utilizzati da Trenitalia.
Al fine di adeguare il materiale rotabile circolante di Trenitalia e SNCF rispetto alle normative di sicurezza della circolazione vigenti in Francia ed in Italia e quindi di evitare la rottura di carico a Breil per la linea Cuneo-Nizza, il Settore Reti Ferroviarie ed Impianti Fissi della Direzione Regionale Trasporti, Infrastrutture, Mobilità e Logistica, con l'obiettivo di partecipare al Programma transfrontaliero "terrestre" ALCO.TRA, ha predisposto una proposta di progetto di cooperazione transfrontaliera denominato "Interoperabilità esercizio sulla linea transfrontaliera Cuneo-Breil-Ventimiglia-Nizza".
Tale proposta, al fine della sua attuazione, necessita dell'adesione da parte della Regione Provence-Alpes-Côte d'Azur, di Trenitalia e di SNCF.
La scheda con la proposta di progetto è stata trasmessa in data 19 novembre 2010 alla Regione Provence-Alpes-Côte d'Azur, che ha già manifestato interesse in merito ed ha richiesto un altro incontro. Il primo incontro interlocutorio si è svolto nel mese di gennaio. Sarà convocato un altro incontro in data da destinarsi, penso nelle prossime settimane.
L'obiettivo è quello di approfondire la cooperazione sul progetto coinvolgendo anche i funzionari della Regione Liguria.
Con l'intento di ottenere la collaborazione di Trenitalia, in data 2 dicembre 2010, è stata trasmessa la proposta sopra citata alla Divisione Trasporto Regionale di Trenitalia S.p.A.
Allo stato attuale, siamo in attesa che provenga, oltre all'adesione formale come partner di progetto, una quantificazione del costo di attrezzaggio del materiale rotabile che Trenitalia intende utilizzare per effettuare il servizio sulla Cuneo-Breil-Nizza.
Per quanto riguarda la questione relativa ai costi dei biglietti, la Regione Piemonte ha la competenza amministrativa, ai sensi del decreto legislativo n. 422/1997, rispetto alla determinazione delle tariffe nell'ambito regionale. L'utilizzazione di trasporti ferroviari per gli spostamenti transfrontalieri è regolata dalla tariffazione internazionale (accordi internazionali tra le imprese di trasporto), alla quale le singole imprese di trasporto nazionale non possono derogare.
Grazie ad un accordo stipulato in occasione della riapertura della linea nel 1979 per i viaggi tra due località italiane, anche se percorrono la succitata linea internazionale, è possibile applicare la tariffa sovraregionale italiana, che è costituita dalla somma delle tariffe regionali interessate dal viaggio in proporzione alle tratte di competenza comunque notevolmente inferiore rispetto alla tariffa internazionale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Bonino.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media Statale "A. Cruto" di Piossasco (TO)


PRESIDENTE

Do il benvenuto alle ragazze e ai ragazzi della Scuola Media Statale "A. Cruto" di Piossasco, classe I E, che insieme agli insegnanti seguiranno i nostri lavori.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 338 presentata dai Consiglieri Ronzani, Reschigna e Pentenero, inerente a "Rincari autostrade"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 338, che viene data per illustrata dal Consigliere Ronzani.
La parola all'Assessore Bonino, che ha facoltà di rispondere.



BONINO Barbara, Assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
Torneremo sui temi nelle comunicazioni che sono previste per oggi quindi, procederei con la versione sintetica dell'interrogazione, che magari, approfondiremo nel dibattito successivo.
Gli aumenti tariffari sono regolati dalla deliberazione CIPE n.
39/2007, "Direttiva in materia di regolazione economica del settore autostradale", del 15 giugno 2007 (pubblicata nel mese di agosto 2007 sulla Gazzetta Ufficiale), a firma del Presidente del Consiglio Prodi.
Gli aumenti vengono applicati annualmente e calcolati secondo quanto previsto al punto 4) della succitata direttiva, mediante una prestabilita formula che tiene conto: del tasso di inflazione programmato; del valore attualizzato dei ricavi previsti, rapportato al valore attualizzato dei costi ammessi (tenuto conto dell'incremento di efficienza conseguibile dai concessionari e scontando gli importi al tasso di congrua remunerazione) della variazione percentuale annuale della tariffa determinata ogni anno in modo da consentire la remunerazione degli investimenti realizzati l'anno precedente quello della applicazione; e del fattore di qualità.
Dal punto di vista procedurale, tale aumento viene calcolato dal Concessionario della singola autostrada, in base agli investimenti fatti nell'anno, e proposto dal Concedente ANAS al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e al Ministero dell'Economia e delle Finanze, che, dopo le opportune verifiche, predispongono il decreto interministeriale di approvazione delle tariffe, ma sulla base del calcolo effettuato secondo la formula contenuta nella delibera CIPE.
Per l'anno 2011, il decreto interministeriale è quello del 30 dicembre 2010, che, nel momento in cui questa risposta mi veniva fornita dagli Uffici, non risultava ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale; poi, ha seguito l'iter che tutti conosciamo.


Argomento: Condizione femminile

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 178 presentata dalla Consigliera Manica, inerente a "Violenza sulle donne: stato di attuazione del Piano regionale"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 178, che viene data per illustrata dalla Consigliera Manica.
La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore alle pari opportunità

Il Piano regionale per la prevenzione della violenza contro le donne e per il sostegno alle vittime è stato adottato con una delibera della Giunta regionale il 7 luglio 2008, ha avuto validità un anno e non è stato rinnovato, in seguito all'approvazione della legge regionale n. 16 del 29 maggio 2009, che reca il titolo "Istituzione di Centri antiviolenza con case rifugio", che, come è noto, prevede un sistema regionale per la prevenzione, il contrasto e l'assistenza alle donne vittime di violenza strutturalmente diverso da quello previsto dal Piano.
Si sottolinea che l'attuale Giunta regionale ha confermato per l'anno 2010 l'impegno nei confronti delle vittime di violenza, assegnando alle Province 400 mila euro, per garantire la prosecuzione delle attività svolte dagli Sportelli - istituiti attraverso il Piano - a sostegno delle donne vittime di soprusi.
Inoltre, segnalo che, rispetto all'ordine del giorno n. 183, approvato il 30 dicembre scorso, proprio in merito alla realizzazione dei Centri antiviolenza, le associazioni degli Enti locali, nella seduta della Conferenza Regioni-Autonomie locali del 26 novembre 2010, hanno evidenziato la necessità di apportare alcune modifiche allo schema di deliberazione relativa ai criteri per l'assegnazione dei finanziamenti per la realizzazione dei Centri antiviolenza con case rifugio.
A seguito dell'esame delle osservazioni fatte pervenire dalla Direzione Politiche Sociali dai rappresentanti delle Autonomie locali, è oggi in corso di definizione il testo aggiornato della deliberazione.
A ciò si aggiunge che, con la variazione di bilancio n. 81/2011, il Settore Bilancio ha provveduto a stanziare per gli anni 2012 e 2013 i fondi necessari rispetto al capitolo 153010, prelevando dal fondo di riserva spese obbligatorie, così come stabilito dall'emendamento finale al bilancio, approvato il 30 dicembre scorso e sottoscritto da tutti i Presidenti di Gruppo.
Inoltre, sono in fase di pubblicazione, proprio in questi giorni, i risultati del progetto "Interagire - Interazioni Territoriali per Agire contro la violenza", che si è concluso nel dicembre 2010. Tale progetto approvato e finanziato dal Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nel marzo 2009, per un valore complessivo di 225 mila euro, di cui 75 mila a carico della Regione, ha coinvolto, oltre all'Assessorato alle Pari Opportunità della Regione, anche la Provincia di Alessandria, la Provincia del Verbano Cusio Ossola, l'IRES Piemonte, l'Associazione Volontarie del Telefono Rosa di Torino e Save the Children Italia Onlus.
"Interagire" ha sviluppato alcune specifiche attività: potenziare il Centro di Coordinamento Regionale contro la Violenza alle Donne consolidare le reti locali attraverso il rafforzamento delle relazioni con le referenti provinciali; sviluppare una metodologia di monitoraggio del fenomeno della violenza contro le donne; individuare indicatori di vittimizzazione e di rischio della recidiva di comportamenti violenti realizzare azioni di sensibilizzazione e comunicazione sul territorio regionale con specifica attenzione alle forme di violenza assistita dei/delle minori.
Tra le attività sviluppate dal Centro di Coordinamento, segnalo in particolare i risultati di un'analisi condotta in ambito socio assistenziale, volta ad avere una fotografia del fenomeno della violenza alle donne in ambito familiare. Uno "spaccato" della realtà della violenza domestica di cui tenere conto a causa della mancanza di dati disaggregati da parte dell'ISTAT. Nella parte scritta che depositerò e consegner all'interrogante e ai Consiglieri c'è anche un breve sunto delle percentuali rispetto a questo progetto.
Si evidenzia, inoltre, che, anche nel 2010, la Giunta regionale, in collaborazione con il Consiglio regionale, ha ricordato la Giornata mondiale contro la violenza alle donne, che si celebra il 25 novembre di ogni anno. In tale occasione sono state esposte a Palazzo Lascaris alcune sagome della mostra "Voci nel silenzio", rispetto alla quale, su richiesta delle rappresentanti provinciali, abbiamo previsto un tour per la prossima primavera, determinato dalle richieste pervenute da diverse Amministrazioni comunali e provinciali.
In questi mesi, sono state confermate tutte le attività di contrasto alla violenza alle donne per prevenire e combattere il fenomeno, lavorando in sinergia con le istituzioni locali, gli operatori sanitari, le ASL, le Forze di polizia e il mondo del volontariato.
Tra le attività in corso, si ricorda che, presso Finpiemonte, è istituito il Fondo regionale per il gratuito patrocinio e che, nel 2010 sono stati stanziati altri fondi per la convenzione con l'Ordine degli Avvocati di Torino, che risponde a tutte le richieste di formazione e aggiornamento rispetto a questa possibilità di patrocinio gratuito.
La Regione è impegnata, inoltre, anche per la prevenzione della violenza nelle scuole secondarie con il progetto "Move up", che ha coinvolto numerosi istituti piemontesi attraverso una serie di attività e in particolare, con l'utilizzo delle nuove tecnologie.
Dall'estate scorsa, inoltre, è stato esteso a tutto il Piemonte il servizio "Help Donna", che la Regione effettua in collaborazione con le Questure, e, ad oggi, sono 4.700 le donne piemontesi ad aver attivato il servizio di emergenza gratuito offerto tramite il telefono cellulare.
In questi ultimi mesi, infine, sono stati avviati contatti con i Questori, i Prefetti e l'Arma dei Carabinieri, per estendere a tutto il territorio regionale accordi e protocolli d'intesa per la collaborazione nella prevenzione e contrasto dei fenomeni di violenza e maltrattamenti contro le donne e nell'attività di assistenza alle vittime.
A conclusione di questa mia risposta, ritengo che si potrà effettuare nei mesi successivi, un coordinamento tra la Commissione Pari Opportunità l'Assessorato e la Consulta delle Elette, visto anche il lavoro che è stato svolto dal precedente Assessore alle pari opportunità.
Grazie.



PRESIDENTE

La Consigliera Manica chiede di ricevere il testo scritto.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione n. 334 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Osservatorio regionale sulla fauna selvatica"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 334.
La parola all'Assessore Sacchetto, per la risposta.



SACCHETTO Claudio, Assessore all'agricoltura e foreste

Grazie, Presidente.
Ringrazio la Consigliera Cerutti per aver presentato l'interrogazione che ci dà l'opportunità di illustrare l'attività dell'Osservatorio regionale sulla fauna selvatica. Si tratta di un organismo interno all'Assessorato regionale all'agricoltura e alla tutela faunistica, normato dalla legge n. 70/1996, che regolamenta il sistema dell'attività faunistico venatoria all'interno della nostra regione.
In virtù della legge n. 70/1996 - che lo istituisce - l'Osservatorio regionale sulla fauna selvatica ha le funzioni previste dalla legge: determinare tutte le tematiche relative all'attività venatoria e alla gestione faunistica, nonché la tutela faunistica stessa, per determinare anche in maniera scientifica, gli eventuali Piani di contenimento o comunque tutte le informazioni che devono essere fornite al Settore che si occupa della tutela faunistica, per permettere di normare e regolamentare anno per anno, l'attività venatoria, i Piani di contenimento delle specie e di attività venatoria in senso lato.
Relativamente alla collaborazione con l'Università di Torino, al momento non esiste alcuna attività di consulenza di questa natura legata all'attività dell'Osservatorio faunistico della Regione Piemonte.
In passato, ma anche attualmente, l'Assessorato all'agricoltura ha collaborato e collabora con l'Università degli Studi di Torino, sia perch esistono delle professionalità, riconosciute anche a livello internazionale, fra i docenti che lavorano all'Università degli Studi di Torino sia perché è importante proseguire la partita legata all'evoluzione della ricerca, dell'attività stessa e della presenza della fauna all'interno del nostro territorio sia perché - come lei ben sa - esiste una partita legata ai rapporti nei confronti dell'ISPRA (l'Istituto Superiore per la Protezione Ambientale) di Bologna, che è l'Ente che coordina sul territorio nazionale tutte le normative di natura regionale e tutte le attività che le Regioni svolgono in questa materia.
L'Osservatorio conserva, anche perché esiste questa legge, che lo prevede, una funzione di fulcro dell'attività della tutela faunistica della nostra regione e io ritengo opportuno - ma sarà sicuramente così, perché è nelle volontà dell'attuale Giunta regionale - che continui a mantenere questa funzione, coordinandosi, se possibile, con il Settore competente l'Università di Torino e l'ISPRA, per garantire sempre di più una migliore attività venatoria, ma anche di tutela faunistica.
Da questo punto di vista...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, è quasi impossibile, per la Presidenza, ascoltare l'Assessore Sacchetto.
Chiedo, per cortesia, di permettere alla Consigliera Cerutti di ascoltare la risposta.



SACCHETTO Claudio, Assessore all'agricoltura e foreste

Direi che - e ho concluso - l'istituzione di questo Osservatorio, a 15 anni dall'approvazione della legge che lo prevede, ha dato i suoi frutti e continua a darli. Il Piemonte è una delle regioni più all'avanguardia anche relativamente alla partita legata all'accumulo dei dati storico-scientifici legati a questa materia.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente, e grazie, Assessore.
Sono contenta che l'Assessore riconosca che la nostra interrogazione ha dato modo di precisare le funzioni e gli obiettivi dell'Osservatorio regionale sulla fauna selvatica.
Se ho compreso bene, attualmente non esiste una consulenza con l'Università di Torino o altro ente e, in particolare, s'intende procedere a far sì che l'Osservatorio continui il proprio lavoro con una funzione di fulcro.
Quello che non ho ben compreso è relativo ad uno dei punti posti nell'interrogazione, cioè se gli attuali dati dei censimenti rispettino le linee guida regionali. Questo è affermativo, pertanto non aggiungo altro.
Chiedo la risposta scritta all'Assessore.
Ci riserveremo di verificare nei prossimi mesi l'attività dell'Osservatorio, per comprenderne effettivamente il buon funzionamento.
La ringrazio.


Argomento: Parchi e riserve

Interrogazione n. 375 presentata dai Consiglieri Tiramani e Carossa inerente a "Riserva Naturale orientata delle Baragge in località Rosaio (VC)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 375.
La parola all'Assessore Casoni, per la risposta.



CASONI William, Assessore ai parchi e aree protette

L'interrogazione è abbastanza tecnica, quindi consegnerò la risposta scritta - che sintetizzo - agli interroganti.
Nell'interpretazione dell'interrogazione c'è sostanzialmente un errore perché, alla luce di tutta una serie di norme, che poi sono specificate, si precisa che il vincolo imposto dalla legge istitutiva, in sintonia con la normativa prevista dalla legge quadro regionale n. 12/90, non comporta l'introduzione di un divieto di coltivazione, bensì il mantenimento della destinazione d'uso che i terreni avevano in origine e che ne ha fatto per sé oggetto di tutela, vale a dire che quelli che erano terreni già adibiti rimangono tali. C'è, dunque, una sorta di conservazione di questo fatto.
Per quanto riguarda il pagamento dei tributi all'Associazione Irrigazione Ovest Sesia di Vercelli, si fa presente che tale problematica esula dalla competenza dell'Ente Parco della Regione, ma va inquadrata nei rapporti tra i proprietari e l'Associazione stessa, quindi non rientra tra i compiti istituzionali della Regione.
Peraltro, l'Ente Parco ha fatto più volte presente la propria disponibilità a confermare all'Associazione il non utilizzo dell'acqua da parte dei proprietari dei terreni, in quanto gli stessi non sono al momento coltivati. Quindi, una trattazione diversa.
Da ultimo, con riferimento alla problematica dell'indennizzo previsto dall'articolo 36 della legge n. 12/90, è necessaria un'attenta lettura del comma 2 dello stesso articolo, nella parte in cui si dice "deve essere accertato che i danni stessi derivino da un vincolo effettivo posto con legge o con i piani di gestione delle aree protette che impedisca, in tutto o in parte, l'esecuzione di attività economiche in atto connesse alle attività agro-silvo-pastorali riducendone in modo continuativo il reddito".
Nel caso in questione si ribadisce, in sintonia con quanto dettato dalla legge, che nessun divieto di coltivazione è stato imposto con la legge istitutiva, né con alcun piano di gestione; inoltre l'articolo 36 parla solo di danni alle colture che, accertati nel modo sopraindicato potrebbero essere indennizzati. Non pare che nel caso di specie siano rinvenibili danni alle colture.
Ho fatto solo una sintesi, poi c'è tutto un riferimento delle normative. Per i Consiglieri interrogati è disponibile la risposta, anche in forma scritta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tiramani; ne ha facoltà.



TIRAMANI Paolo

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la risposta, ma auspico che la legge regionale n. 54 di riordino dei parchi e delle aree protette arrivi al più presto in Consiglio regionale.
Sulla questione l'Assessore fornisce una risposta che mi aspettavo corretta, ma difforme da quanto dice il Direttore dell'area di quel parco.
Sarà molto utile questa risposta per far rivendicare i diritti dei proprietari terrieri che hanno superfici vaste e che, allo stato attuale non le possono coltivare, non possono affittare i terreni citati nell'interrogazione. Il Direttore sostiene che la destinazione precedente non può essere cambiata, ossia che terreni a zona boschiva non possono essere coltivati, difforme invece da quanto dice l'Assessore.
Farò visionare copia della risposta scritta a queste persone, e spero che con la riorganizzazione venga instaurato un meccanismo più efficiente soprattutto per i proprietari terrieri.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il punto relativo alle interrogazioni e interpellanze.
Sospendo la seduta per qualche minuto.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.02 riprende alle ore 12.03)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
In Conferenza dei Capigruppo si era concordata una comunicazione dell'Assessore Bonino. Procederei con le Nomine e durante lo spoglio delle schede daremo la possibilità all'Assessore Bonino di fare la sua comunicazione.
L'intero pomeriggio sarà dedicato al prosieguo dell'esame del disegno di legge n. 67.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 5) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Richiedo l'attenzione dell'Aula. Occorre procedere alla votazione delle nomine che abbiamo concordato in Conferenza dei Capigruppo. Si rammenta che, ai sensi del comma 3 dell'articolo 79 del Regolamento interno del Consiglio regionale, occorre che le minoranze consiliari assumano i propri candidati.
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 41 "Comitato consultivo del Centro 'Gianni Oberto'" - (articolo 3, legge regionale 24/1980 mod. dalla legge regionale 5/1983) - nomina di 4 membri con voto limitato a 2

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 59 "Commissione per le Attività di Orientamento Musicale" - (articolo 2, legge regionale 49/1991 e s.m .i ) designazione di 3 esperti

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 60 "Commissione Tecnica per l'Informazione" (articolo 11, legge regionale 52/1990) - nomina di 3 esperti dell'informazione di cui 1 in materia giuridica, 1 in materia tecnica e 1 in materia pubblicitaria

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 62 "Associazione Museo Ferroviario Piemontese" (legge regionale 45/1978 e articolo 9 Statuto dell'Ente) - Consiglio Direttivo - nomina di 5 componenti.


PRESIDENTE

Chiedo ai Consiglieri e agli Assessori di prendere posto perché è più agevole per la Presidenza continuare sul punto. Credo sia importante avere l'attenzione massima da parte dell'Aula Vi ricordo che nella Commissione tecnica per l'informazione l'indicazione del candidato comporta anche la scelta - due di maggioranza e uno di minoranza - delle tre materie: la giuridica, la tecnica e la pubblicitaria.
Queste sono le quattro nomine per cui è necessario che la minoranza assuma i propri candidati.
Inoltre, dobbiamo procedere a due sostituzioni a seguito di dimissioni: la sostituzione di un esperto in sostituzione della signora Gabriella Gedda, dimissionaria dalla Commissione tecnica urbanistica, e la nomina di un esperto in sostituzione del signor Serafino Chiarelli del Consiglio regionale Sanità e Assistenza (il CORESA).
Solo la maggioranza, per quanto riguarda l'Associazione del Museo Ferroviario piemontese, nomina il Presidente dell'Associazione e un revisore dei conti.
Prima di procedere alla votazione delle nomine iscritte all'o.d.g.
segnalo che le schede di votazione e distribuzione sono state predisposte con la nuova veste grafica, adottata nell'ambito dei processi di miglioramento che hanno consentito al Settore Segreteria dell'Ufficio di Presidenza e degli organi istituzionali interni di consentire - è stato comunicato anche alla stampa - la certificazione di qualità UNI EN ISO 9001. Tutto chiaro? Prima di procedere alla chiama, chiederei all'opposizione di procedere se possibile, all'assunzione dei propri candidati.
La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Per le opposizioni indichiamo per il Comitato consultivo Centro Gianni Oberto il signor Serra Roberto e la signora Zanettin Simona.
Per la Commissione orientamento attività musicale, Chierchiello Franco.
Per la Commissione Tecnica informazione Davide Pellegrino, e per il Museo ferroviario Michele Tursi e Fabio Malavasi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Lepri.
Nomino scrutatori i Consiglieri Segretari Novero e Ponso.
Prego il Consigliere Segretario Leardi di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Leardi effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata. Sono stati effettuati due appelli nominali.
Procediamo allo spoglio delle schede.
I risultati della votazione e l'eventuale proclamazione degli eletti sarà svolta in apertura della seduta pomeridiana.
Invito i componenti il seggio a recarsi in Sala A per procedere allo spoglio delle schede.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente a "Aumenti tariffe autostradali" - Esame ordine del giorno n. 237 presentato dai Consiglieri Lepri, Dell'Utri, Negro, Pedrale, Lupi, Reschigna, Manica, Artesio, Cerutti e Carossa, inerente a "Bilancio 2011 - Urgente discussione sugli aumenti tariffari nelle autostrade piemontesi" (atto di indirizzo collegato)


PRESIDENTE

L'Assessore Bonino è disponibile a rendere le comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Aumenti tariffe autostradali", richieste a suo tempo dal collega Lepri ed altri, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Bonino.



BONINO Barbara, Assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
Riprendo una parte della riposta fornita all'interrogazione precedente che è indispensabile come premessa.
Gli aumenti tariffari sono regolati dalla Deliberazione CIPE n. 39/2007 "Direttiva in materia di regolazione economica del settore autostradale" del 15 giugno 2007 (pubblicata sulla G.U. 197 del 25 agosto 2007), a firma del Presidente del Consiglio Prodi.
Gli aumenti vengono applicati annualmente e calcolati secondo quanto previsto al punto 4 della succitata direttiva, mediante una prestabilita formula che tiene conto: del tasso di inflazione programmato del valore attualizzato dei ricavi previsti rapportato al valore attualizzato dei costi ammessi (tenuto conto dell'incremento di efficienza conseguibile dai concessionari e scontando gli importi al tasso di congrua remunerazione) della variazione percentuale annuale della tariffa determinata ogni anno in modo da consentire la remunerazione degli investimenti realizzati l'anno precedente quello l'applicazione del fattore di qualità.
Dal punto di vista procedurale, tale aumento viene calcolato dal Concessionario della singola autostrada in base agli investimenti fatti nell'anno e proposto dal Concedente ANAS al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed al Ministero dell'Economia e delle Finanze, che dopo le opportune verifiche, predispongono il decreto interministeriale di approvazione delle tariffe.
Per l'anno 2011 il decreto interministeriale è il n. 0001101 del 30/12/2010 che, ad oggi, non risulta ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.
Questa era la risposta che gli uffici avevano predisposto il 10 febbraio, che era la data ipotizzata per le comunicazioni. In data 12 gennaio, abbiamo chiesto all'Ispettorato Vigilanza Concessioni Autostradali informazioni in merito agli aumenti autostradali a seguito della richiesta di comunicazioni.
La lettera che abbiamo inviato come Regione chiedeva al Presidente dell'Ispettorato Vigilanza Concessioni Autostradali informazioni circa gli aumenti tariffari applicati sul sistema autostradale del territorio piemontese nel corso degli ultimi tre anni, suddivisi per ogni anno, e l'entità degli investimenti eseguiti dalle società concessionarie per il medesimo periodo, con riferimento al territorio regionale e alle diverse tratte autostradali.
Puntualmente arrivava la risposta indirizzata alla Regione Piemonte che riportava tutte le tabelle con i relativi aumenti, tratta per tratta nel periodo di riferimento.
La nota diceva: "In via preliminare, si evidenzia che l'estensione totale della rete autostradale in concessione del territorio piemontese allo stato è pari a 854,5 chilometri ed è gestita da otto società concessionarie secondo lo schema sotto riportato: Asti-Cuneo Ativa Torino-Savona Autostrade per l'Italia Milano-Serravalle Satap Autostrade Valdostane Sitaf".
Prima di specificare gli elementi richiesti, brevemente si ricorda che la normativa che regola la revisione annuale delle tariffe di pedaggio sulla rete autostradale in concessione ha come riferimento essenzialmente due delibere adottate dal CIPE nel proprio ruolo di regolatore del sistema la n. 319/1996 e la n. 39/2007, alle quali si affiancano le disposizioni di cui alla successiva legge n. 2 del 28 gennaio 2009.
Fermo restando la disciplina dettata dalla normativa sopra richiamata com'è noto, gli adeguamenti tariffari annuali autorizzati con decreto interministeriale di concerto fra Ministero Infrastrutture e Ministero Economia divergono per ciascun concessionario, poiché determinati in base ai contenuti dei rispettivi atti convenzionali con diversi piani di rientro, secondo l'entità degli investimenti effettuati.
Gli ingenti investimenti sostenuti dalla concessionaria SATAP per l'adeguamento dell'autostrada Torino-Milano, ad esempio, trovano copertura nella specifica manovra tariffaria inserita nel piano finanziario che prevede percentuali di adeguamento più sostenute rispetto ad altre concessionarie con minori investimenti.
In particolare, gli incrementi tariffari autorizzati negli anni 2008 2009 e 2010 alle concessionarie con tratte autostradali ricadenti nella regione Piemonte sono riconducibili allo schema che darei come acquisito agli atti, se il Presidente mi autorizza e se sono d'accordo i colleghi del Consiglio, perché sono tabelle riportate e quindi a poco vale l'illustrazione, i Consiglieri ne possono prendere visione direttamente.
Segue un'altra tabella dove è riportata la spesa per investimenti al netto degli oneri finanziari sostenuta dalla società concessionaria nel territorio piemontese negli anni 2007, 2008 e 2009, comprensiva della quota di manutenzione straordinaria sostenuta sull'intera rete gestita.
Si fa presente che per le società SATAP, Torino-Savona, Milano Serravalle e Autostrade per l'Italia, i dati riportati relativi al 2007 e 2008 sono stati calcolati in proporzione agli investimenti realizzati dalle concessionarie nella Regione Piemonte rispetto al totale degli investimenti medesimi nell'anno 2009.
Si evidenza, infine, che con decorrenza 1° gennaio 2011, alle suddette concessionarie autostradali sono stati autorizzati gli incrementi tariffari indicati nella tabella successiva, dove è stata riportata anche la spesa per investimenti sostenuta nell'anno 2010 (rimando alla tabella con gli incrementi tariffari del 2011).
Da questa tabella, fra l'altro, si evince che a differenza di quanto era stato ventilato, se non sbaglio, anche nel testo dell'interrogazione o nella richiesta di comunicazione, gli aumenti tariffari previsti da SATAP si attestano al 12,95% e non al 20% come invece era paventato.
Queste sono le questioni che abbiamo richiesto e le note che abbiamo ricevuto.
Un breve commento. Si evince che le manovre tariffarie di questo anno rientrano a pieno titolo nell'ambito di una programmazione che fa riferimento ad una delibera CIPE del 2007 e quindi non viene introdotto un elemento di novità rispetto allo schema predisposto con le delibere CIPE in cui fanno riferimento le risposte formalmente date alla Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Prima di continuare con i nostri lavori comunico ai Consiglieri - è irritale e me ne scuso - che sono stato informato che nella giornata di domani mattina non è prevista la convocazione della IV Commissione. Chiedo all'Aula, in particolare ai Capigruppo, di acconsentire, pur non essendoci le 24 ore previste per la convocazione, a convocare la I Commissione per le ore 9.30. In tal caso autorizzerei il Presidente della I Commissione a convocarla, visto che dobbiamo proseguire l'esame del disegno di legge n.
101.
Grazie.
Proseguiamo con il dibattito sulla comunicazione dell'Assessore Bonino.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Mi attendevo un'Aula più attenta a questa comunicazione, trattandosi di un tema molto rilevante.
Prendo atto del fatto che probabilmente abbiamo tutti il rimborso dell'autostrada e quindi non ci preoccupa molto pagare in due anni il 25 in più sull'autostrada Milano-Torino o quasi il 20% sulla Torino-Piacenza (vado a memoria, ma più o meno le cifre sui due anni sono di questa entità). Peccato che invece le imprese, piuttosto che i pendolari, abbiano registrato questi pesanti incrementi sulle loro tasche: le imprese, in modo particolare, sono poi costrette ad includere nei loro costi aziendali incrementi così significativi.
Personalmente penso che la risposta data dall'Assessore sia una risposta formalmente ineccepibile, ma mi aspettavo che questo forte indirizzo che il Consiglio ha dato alla Giunta venisse esercitato con un maggiore rigore. Quando ci dice che si impegna la Giunta per verificare ad attuare anche eventuali azioni di contrasto ad aumenti così significativi mi aspettavo che li si valutasse e venisse solo elencato ciò che viene applicato per determinare gli incrementi autostradali.
Vede, Assessore, la sua risposta è ineccepibile, tuttavia non si pu far finta che questi incrementi siano insignificanti. Questo evidentemente lo ha riconosciuto, ma sarebbe stato utile (siamo sempre in tempo a farlo ed è un suggerimento che le do) non lasciare solo al concedente l'autorizzazione agli incrementi degli importi, ma provare noi, come Regione Piemonte, ad effettuare il calcolo effettivo del ritorno degli investimenti piuttosto che dei ricavi e della qualità.
In poche parole, si dia incarico - questo è il suggerimento che le do Assessore - a qualche studio di economia dell'impresa o di matematica finanziaria, perché è difficile che un calcolo così complicato possa essere effettuato dagli Uffici. Magari c'è qualcuno che è in grado di farlo, ma certamente qui in Piemonte abbiamo grandi esperti in grado di calcolare se quell'incremento così significativo è ragionevole oppure no.
Ho il timore, vorrei dire il sospetto, che non ci sia sempre un rapporto lineare tra concedente e concessionario. Anche le valutazioni fatte nell'ultima ora, per cui le indiscrezioni riportavano un incremento del 20% (che poi è quello di cui ho scritto nel testo dell'interrogazione) ridotto rapidamente a 12,5% nel giro di qualche ora, ci fa dire che forse i calcoli non erano così attendibili, o che probabilmente ci sono state delle valutazioni che hanno poi portato ad un incremento fortunatamente più prudente. Mi riferisco in modo particolare alle valutazioni circa il valore degli importi dei lavori che i concessionari dichiarano. Certamente lei sa che una norma inserita dall'ultimo Governo Berlusconi consente ai concessionari di poter realizzare in house le opere, in questo caso di ampliamento e di miglioramento delle autostrade.
curioso che il concedente si fidi delle dichiarazioni fornite dal concessionario, essendo, in molti casi, lo stesso concessionario l'autore attraverso società da esso controllate, delle opere stesse. Ho motivo di temere, non di dubitare, che il concessionario alla fine possa in qualche modo disporre, con una certa libertà, nella determinazione degli importi dei lavori effettuati.
Questo poi porta, di conseguenza, alla concessione, qualora il calcolo matematico fosse giusto (non ho motivo di dubitarne, ma le chiedo la controprova) di incrementi tariffari forse un po' smisurati o esagerati rispetto all'effettivo valore dei lavori effettuati.
Questi sono i miei timori. Glieli consegno e se lei avrà la voglia di approfondirli, in modo particolare le chiedo, primo punto, di far valutare da società esterna da lei individuata il calcolo che il concedente ha riconosciuto al concessionario, di modo che si possa, noi come Regione avere una seconda fonte attendibile circa l'effettiva congruità degli incrementi concessi, evidentemente di grandissima entità.
Secondo, credo che sarebbe interessante ed opportuno, quando mai possibile, che la Regione approfondisse il valore degli importi degli investimenti effettuati in questi anni e non prendesse semplicemente atto delle dichiarazioni del concessionario, perché perlomeno è discutibile. Non a caso il Governo di centrosinistra aveva escluso la possibilità degli affidamenti in house per i lavori da parte del concessionario, mentre questa possibilità è stata riconcessa da parte del Governo Berlusconi.
Questo, naturalmente, permette ai concessionari di essere più liberi nella determinazione degli importi dei lavori effettuati. Temo che questo possa determinare un incremento del valore complessivo degli importi dei lavori e, conseguentemente, delle tariffe applicate.
Un'ultima valutazione che le suggerirei di fare, Assessore, riguarda i tempi relativi al ritorno dell'investimento. È materia di matematica finanziaria, ma lo dico in modo molto semplice: un conto è che il ritorno sull'investimento e la remunerazione sull'investimento vengano calcolati rispetto al termine ultimo della scadenza della concessione autostradale altra cosa è che vi sia, come può essere ragionevole, una prospettiva di ritorno dell'investimento su un periodo più lungo rispetto al termine di scadenza della concessione.
evidente che qualora fossero giusti i calcoli - e fino a prova contraria non ho motivo di dubitarne, anche se ho avanzato dei dubbi - è chiaro che un conto è verificare il ritorno dell'investimento su un numero di anni molto limitato, che sono quelli relativi al termine della concessione, un conto è farlo su un periodo più lungo, potendo per esempio prevedere - e sarebbe una cosa ragionevole che, nel caso il concessionario cambiasse - avendo il concessionario ereditato questi lavori - il subentrante concessionario si impegnasse a riconoscere una quota dell'investimento non ancora ammortizzato negli anni di concessione.
Questo, evidentemente, "spalmerebbe" su un periodo molto più lungo il valore dell'investimento e quindi potrebbe determinare poi degli incrementi tariffari molto meno drastici di quelli che abbiamo realizzato. Il problema è esattamente questo. Facendo invece il calcolo del ritorno dell'investimento sui pochi anni di concessione rimasta al concessionario è chiaro che il concessionario dovrà operare degli aumenti molto rilevanti salvo poi, magari, fermare l'incremento delle tariffe nei successivi dieci anni, quando per esempio la terza corsia dell'Autostrada Torino-Milano sarà stata realizzata. Un calcolo quindi più "spalmato" sul lungo periodo avrebbe potuto determinare degli incrementi tariffari meno significativi meno radicali di quelli che invece sono stati realizzati.
Ecco, Assessore: le ho dato tre suggerimenti, avendo io registrato che oggi si è limitata ad una comunicazione poco più che notarile. Mi auguro che queste sollecitazioni che ho fornito le possano tornare utili.



PRESIDENTE

Grazie, collega Lepri.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Innanzitutto condivido le considerazioni e le proposte che il collega Lepri ha sottoposto all'attenzione dell'Assessore che qui stamattina rispondendo ad una mia interrogazione, ha fatto un discorso ineccepibile dal punto di vista della ricostruzione delle procedure che presiedono all'aumento delle tariffe autostradali. Come ricordava l'Assessore, il concessionario della singola autostrada, in base agli investimenti fatti nell'anno precedente, propone al Ministro di adeguare le tariffe e conseguentemente il Ministro per l'Economia predispone un decreto interministeriale che aumenta le tariffe. Questo, Assessore Bonino, è ineccepibile.
Io però le domando: questi ragionamenti possono prescindere totalmente dalla situazione economica del Paese e dalla crisi che investe la nostra Regione? Seconda domanda: la politica deve o no avere un ruolo quando si affrontano questioni come queste, contestualizzando naturalmente i provvedimenti che devono essere adottati? Questa forse, infatti, è la questione, che sfugge a lei e sfugge anche al Governo. Se ci si limita a fare un ragionamento che attiene alla procedura, naturalmente ha ragione anche il collega Lepri ad insistere sul fatto che occorre fare una valutazione concreta per capire se quelle tariffe sono giustificate dagli investimenti fatti dai concessionari; ma per il momento prescindo da questa questione per dire che la politica in queste vicende non può limitarsi a svolgere un ruolo da spettatore, o da notaio. Prendo atto che, a fronte del fatto che i concessionari hanno realizzato quegli investimenti e che l'aumento dovuto è questo, si trasformi tutto questo in decreto interministeriale; come se, in verità quell'aumento tariffario non avesse un impatto formidabile sulla crisi del Paese e della Regione; e come se la politica dovesse limitarsi a prendere atto del fatto che questa è la conseguenza che si determina per effetto dell'investimento fatto dal concessionario. È questo che mi colpisce nel suo atteggiamento! Guardi, non voglio tornare su vicende analoghe che questo Consiglio ha affrontato in passato e che hanno provocato discussioni infinite esattamente perché un po' tutti allora convenivamo sull'esigenza che non ci dovessimo limitare a prendere atto della situazione come di un dato di fatto, ma che dovessimo tentare in qualche modo di interagire con la situazione, in ragione della crisi economica. È indiscutibile, infatti - e lei non potrà non convenire, su questo, con me - il fatto che l'aumento tariffario in quelle dimensioni ha avuto una potente ricaduta sulle famiglie e sulle imprese: sulle famiglie perché chi prende la Torino-Milano o altre autostrade è costretto a pagare un aumento tariffario che indebolisce la sua capacità di acquisto, il suo potere contrattuale e il suo reddito; sulle imprese perché è del tutto evidente che l'aumento tariffario si riverbera naturalmente sui costi delle imprese e questo, a sua volta, sui tassi di inflazione o comunque sui costi complessivi del sistema economico.
Questa questione secondo me avrebbe richiesto che l'Assessore regionale ai trasporti, ma anche il Presidente della Giunta regionale - così attenti alle dinamiche dei redditi e delle tasse (qui parliamo di tariffe) - si ponessero questa questione; non solo perché voi giustamente insistete sull'esigenza di ridurre l'imposizione fiscale e poi non lo fate sulle tariffe; ma, Santiddio, ci sarà oppure no una relazione tra il fatto che in questo Paese, a fronte della crisi, noi aumentiamo anche le tariffe? E che comunque sia, non vi è una riduzione percepita e percepibile della pressione fiscale? Allora secondo me è evidente, in questo caso, che il ruolo di governo che avreste potuto esercitare era diverso; non so con quale esito Assessore, perché mi rendo conto che questo è un Paese - uso una vecchia formulazione - debole con i forti e forte con i deboli; e tutte le volte che diciamo che la politica si confronta con le richieste che avanzano le società autostradali ho l'impressione che molte volte la politica giustifichi, in nome di un'oggettività che non verifica, gli aumenti tariffari. Vorrei una politica più forte nel rapporto con questi soggetti ma temo che anche in questa occasione noi abbiamo rinunciato a svolgere questa funzione; che non significava - badi, Assessore - contestare in via pregiudiziale l'aumento tariffario, ma considerare il fatto che c'è una crisi, rispetto alla quale quell'aumento tariffario ha un impatto formidabile sulle famiglie, sulle imprese e sui portafogli, e poi considerare delle soluzioni, in rapporto alle dinamiche della crisi.
Il collega Lepri ha proposto eventualmente una dilazione dell'aumento ma soprattutto ha proposto una verifica oggettiva: non ci si può limitare a prendere atto del fatto che i concessionari dicono che l'investimento è questo e che, a cascata, dicano: "Caro Ministro, mi devi garantire con il decreto quell'aumento tariffario". C'è stata una verifica di questo impatto? Si è fatta una verifica circa la congruità del rapporto tra investimento realizzato, tariffa applicata e aumento richiesto? Io non lo so, ma vorrei saperlo.
In ogni caso - e ho finito - noi abbiamo un ruolo in questa vicenda? Abbiamo la forza per contestare aumenti tariffari che in molti casi hanno un impatto devastante sulle imprese, sulle famiglie, su chi usa oggi il mezzo pubblico e privato per viaggiare in autostrada? Lo dico perché della sua relazione, Assessore, non contesto la ricostruzione dei fatti che portano alla decisione di aumentare le tariffe: contesto il fatto che - mi sembra di capire - noi abbiamo rinunciato a svolgere una funzione politica noi e anche altri, verosimilmente. E siccome in passato questa discussione si è fatta, ed era forte la richiesta rivolta agli Assessori precedenti, di affrontare questa questione anche dal punto di vista del ruolo che la politica può svolgere, non posso non constatare che obbiettivamente lei oggi si è limitata a raccontarci come si perviene all'aumento delle tariffe autostradali.
Mi sembra di poter prendere atto del fatto che l'Assessore regionale ai trasporti e la Giunta Cota hanno deciso di non esercitare un ruolo in questa vicenda. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Se il Consigliere Angeleri potesse consentirmi di dialogare con l'Assessore, lo ringrazierei.
Aspetto che il Consigliere Angeleri concluda di parlare con l'Assessore Bonino, perché già la comunicazione dell'Assessore è una comunicazione da funzionario della SATAP, se poi parla con il Consigliere Angeleri...



PRESIDENTE

Consigliere Angeleri, ci aiuti.
Prego, Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Credo che se al posto dell'Assessore ci fosse stato un funzionario della SATAP non sarebbe cambiato niente per l'economia dei nostri lavori perché avrebbe detto esattamente le stesse cose che ha detto lei Assessore! Non valeva nemmeno la pena, Assessore Bonino, di fare la comunicazione: poteva inviarci la relazione e noi l'avremmo letta capendo il meccanismo attraverso il quale si giunge agli aumenti tariffari.
Noi invece pensiamo, come dicevano prima i miei colleghi, che è la politica a dover svolgere un ruolo, altrimenti si tratta soltanto di svolgere un ruolo notarile. E allora, Assessore, sinceramente, che ci sta a fare? Dovrebbe rappresentare la politica e dovrebbe rappresentare la capacità della politica (che rappresenta i cittadini) di intervenire rispetto a questioni che riguardano le tasche delle famiglie piemontesi.
Ricordo all'Assessore e anche all'Aula che come Regione abbiamo fatto una brutta figura rispetto all'aumento dei pedaggi delle tangenziali perché prima l'Assessore si è limitata a dire che più o meno non era d'accordo, ma naturalmente lo ha detto con garbo, dopodiché ha semplicemente preso atto c'era stato l'aumento! Se oggi i cittadini della provincia di Torino non pagano l'ulteriore balzello sul sistema tangenziale lo devono al Presidente della Provincia Saitta, il quale ha vinto il ricorso che aveva presentato al TAR.
Allora, mi chiedo perché ha dovuto farlo il Presidente della Provincia.
Lo stesso tipo di intervento non poteva farlo l'Assessore regionale o il Presidente della Regione? Tocca solo al Presidente della Provincia difendere i redditi delle famiglie, oppure anche questo non può essere un compito dell'Assessore o della Giunta regionale? Tra l'altro, mi piacerebbe capire a che punto è questa vicenda. Mi pare che oggi l'aumento non si è pagato. Vorrei capire dall'Assessore, rispetto al pedaggio "sull'aria", perché non c'erano caselli, che fine ha fatto la circonvallazione di Caselle? Poiché ci aspettiamo da un momento all'altro che magari ricompaia in qualche decreto milleproroghe e anche in questo caso, chiederemo ancora una volta al Presidente Saitta di intervenire a difesa dei cittadini della Provincia visto che l'Assessore regionale non intende assolutamente farlo.
Quello che noi pensiamo, Assessore, è che voi siate proni rispetto al Governo nazionale; lo siete rispetto ai 900 milioni di euro in meno che non arriveranno con la manovra finanziaria di Tremonti. Lei lo è rispetto al sistema regionale ferroviario! Oggi abbiamo presentato (e lo discuteremo quando sarà il momento) un ordine del giorno rispetto alla questione che riguarda Arenaways. Anche in quel caso, nelle dichiarazioni sui giornali lei si è limitata a fare il notaio! Credo che l'Assessore regionale dovrebbe cercare di capire se ci pu essere in Piemonte uno strumento rispetto al sistema ferroviario regionale in grado di migliorare la qualità dei trasporti e che può andare meglio incontro alle esigenze dei cittadini. Non si può fare, anche in questo caso, fare come Ponzio Pilato, come lei sta facendo questa mattina in Aula rispetto alla questione dell'aumento tariffario.
I cittadini si stanno rendendo conto, Assessore Bonino, che Berlusconi non ha mai diminuito le tasse - mai! - durante i suoi molteplici Governi nazionali; che le mani nelle tasche dei cittadini le avete messe sempre! E se anche in questo caso non le avete messe, voi siete complici, perché non avete niente da dire rispetto ad un sistema che continua a mettere le mani nelle tasche dei cittadini.
Penso che se ogni tanto, visto che ci sono ancora quattro anni di legislatura, vi schieraste con i cittadini piuttosto che con chi gestisce i sistemi e le lobby economiche di questo Paese - e lo dico soprattutto alla Lega - non sarebbe malvagio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bonino.



BONINO Barbara, Assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
Intanto, ringraziando per i toni costruttivi, moderati e cortesi che l'Aula ha voluto utilizzare nel discutere questo tema (ringrazio in particolar modo il Consigliere Lepri per i suggerimenti, indubbiamente utili, che valuteremo), vorrei chiarire che il ruolo pilatesco, purtroppo non mi appartiene e quindi mi capita spesso di andare ben al di là di quelle che sono le tollerabili e giustificabili esternazioni che chi ricopre un ruolo istituzionale dovrebbe imporsi in maniera limitata.
Credo, invece, che ciascuno di noi abbia un approccio anche culturale rispetto ad alcuni temi, che non può essere modificato a seconda del fatto che ci sia più o meno utile cambiare atteggiamento perché siamo in maggioranza, oppure perché siamo all'opposizione.
Sia negli anni trascorsi fra le fila della minoranza, così come in questi mesi, sono convinta del fatto che in una contingenza economica molto difficile, quale quella che stiamo vivendo, noi abbiamo il dovere di creare una condizione fatta soprattutto di regole certe, che ci consenta di reperire risorse private per l'infrastrutturazione del nostro territorio.
Se esiste una deliberazione CIPE che valeva nel 2008, che valeva nel 2009 e che valeva nel 2010, allo stesso modo vale pure per il 2011.
Tra l'altro, colgo l'occasione per ricordare a molti di voi che hanno autorevolmente rappresentato i cittadini in quest'Aula dai banchi della minoranza, che gli incrementi tariffari - facciamo il caso di SATAP - sono stati ben più onerosi negli anni in cui il centrosinistra governava la Regione e aveva la responsabilità di recuperare alla politica quel ruolo determinante per difendere le tasche dei contribuenti.
Vorrei ricordare a tutta l'Aula (e vorrei che poi, magari insieme andassimo a verificare le conseguenze operative delle azioni che la maggioranza e l'allora Presidente Bresso sono riuscite ad attuare) che nel 2008, se vogliamo parlare degli incrementi, per esempio, della SATAP, ci siamo limitati allo 0,76, per poi passare nel 2009 al 19,46 e al 15,29 nel 2010, con un incremento secco che sta diminuendo nel corso del 2011, in progressione. Eppure non mi sembra che il ruolo forte della politica della Regione governata dal centrosinistra sia stato in grado di determinare un'inversione di tendenza. Purtroppo non abbiamo avuto modo di determinare la media degli incrementi Sapete perché non è stato possibile? Perché nel momento in cui si fa una scelta di questo genere, o si hanno le risorse per compensare rispetto ad un accordo che ha consentito di utilizzare denaro dei privati per realizzare un intervento infrastrutturale, quindi il pubblico interviene per sopperire a quegli investimenti che sono stati fatti con finanza privata, oppure non esiste alternativa, perché, se si vuole avere credibilità nei confronti di quei soggetti, che oggi purtroppo rappresentano - purtroppo - una delle ultime risorse per migliorare la situazione infrastrutturale del nostro territorio, le regole vanno rispettate.
Noi siamo purtroppo affetti da un grave gap nella realizzazione di infrastrutture sul nostro territorio e una grossa responsabilità ce l'ha proprio la politica che, quando ha dovuto decidere, si è schierata con i "no tutto!", una certa politica che ha sempre fatto della contrapposizione frontale nei confronti dell'infrastrutturazione del Paese una bandiera in nome di un ambientalismo di facciata, fasullo, infondato, dannoso e assolutamente antistorico e antieconomico! una scelta culturale che oggi paghiamo tutti e anche i contribuenti anche quei contribuenti che oggi si trovano nella condizione di dovere pagare di più.
L'analisi non è semplicemente notarile, è un'analisi politica: le regole devono essere rispettate. E le regole sono state fissate da una deliberazione del CIPE del 2007, che porta la firma del Presidente Prodi che disciplina in maniera puntuale il calcolo di tutte quelle voci che possono essere considerate utili ai fini della determinazione del ritorno per il concessionario, che può essere ottenuto tramite l'incremento tariffario. Non c'è bisogno...



(Commenti in aula)



BONINO Barbara, Assessore alle infrastrutture

Certamente, sono convinta del fatto che i controlli debbano essere fatti.
Infatti, noi abbiamo richiesto di avere le tabelle - prima, nella risposta, l'ho accennato e le lascio agli atti - in cui si confrontano gli incrementi tariffari con il Piano degli investimenti effettuati nel corso degli anni. Vi dirò di più: abbiamo anche chiesto di conoscere nel dettaglio quali sono stati questi investimenti.



BONINO Barbara, Assessore alle infrastrutture

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



BONINO Barbara, Assessore alle infrastrutture

Ex post!



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Lo abbiamo chiesto e otterremo le verifiche.
RONZANI Wilmer (fuori microfono) Ex post, ripeto!



PRESIDENTE

Consigliere Ronzani!



BONINO Barbara, Assessore alle infrastrutture

In ultimo, vi dico ancora che il ruolo del Ministero è fondamentale ed è di garanzia rispetto a tutti.



(Commenti del Consigliere Ronzani)



PRESIDENTE

Consigliere Ronzani! Prego.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Il ruolo del Ministero non è quello notarile di certificazione di un'equazione, è quello di verifica, perché così prevede la delibera CIPE.
Quindi, non vorrei che le nostre verifiche si riferiscano alle verifiche svolte dal Ministero, perché in questo conflitto istituzionale non mi riconosco. Il Ministero certifica attraverso analisi e io prendo per buono ciò che certifica il Ministero; mi sembra un percorso lineare e non credo si possa arrivare ad ipotizzare che il Ministero certifichi situazioni che, invece, sono distanti da una verifica puntuale.
Quindi, sono convinta che la Regione Piemonte, nel 2008, nel 2009, nel 2010 e anche nel 2011 si sia schierata nel solco del rispetto delle regole e che continui con un approccio secondo il quale, pur tenendo conto della necessità di fare tutto ciò che è possibile per sostenere le famiglie - lo dimostra il Piano sull'occupazione e le scelte politiche operate in tutti i settori da questo Governo - non si permette di mettere in discussione il principio fondamentale per cui le regole vanno rispettate. Questo avviene anche per consentire un percorso che permetta in questo Paese di immaginare uno sviluppo futuro delle tante infrastrutture che, purtroppo, mancano e che dovranno essere realizzate in un momento storico, dal punto di vista economico, molto sfavorevole.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Bonino.
Consigliere Ronzani, giace l'interrogazione n. 338, a firma dei Consiglieri Ronzani, Reschigna e altri, che, sostanzialmente, credo possa intendersi superata.



(Il Consigliere Ronzani annuisce rispetto a quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio)



PRESIDENTE

Grazie.
Adesso darei la parola al Consigliere Lepri, in quanto è primo firmatario dell'ordine del giorno n. 184, collegato a questa comunicazione che, sostanzialmente, è firmato da tutti i Consiglieri regionali, che almeno in parte è superato.
La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Assessore, la sua replica non convince. Se vuole che le concediamo qualcosa, provvedo dicendole che, sicuramente, chi ha governato negli scorsi cinque anni - mi inserisco anche io - non ha fatto quanto in questo momento le stiamo suggerendo: un controllo più forte rispetto ai percorsi inerenti gli incrementi delle tariffe autostradali.
Ciò premesso, le concedo anche di poter affermare che, oggi, purtroppo sono quasi solo i concessionari autostradali ad avere le risorse - non a caso - per effettuare investimenti di infrastrutturazione autostradale e non solo. Probabilmente, la ragione è legata alla remunerazione dei loro investimenti e, forse, gli oneri delle concessioni non sono così onerosi.
Tutto ciò premesso, continuo a ritenere validi i tre suggerimenti che le ho dato: lei può ritenere quello che vuole, ma valuteremo se presentare un ordine del giorno in proposito, per la prossima seduta o quando la Conferenza dei Capigruppo intenderà calendarizzarlo.
In primo luogo, il fatto che il Ministero faccia i conti in riferimento alla delibera del CIPE non esclude assolutamente che la Regione possa con una decisione autonoma - senza per questo necessariamente considerarla un'azione di lesa maestà rispetto alle prerogative ministeriali - svolgere anch'essa il calcolo che ha portato alla determinazione degli incrementi alle tariffe autostradali. Non c'è nulla che possa precludere questa possibilità. Quello che le proponiamo è un suggerimento che va esattamente nella direzione di confermare come verosimili i calcoli svolti dal Ministero, che, però ci permette di essere maggiormente certi del calcolo effettuato.
In secondo luogo, lei ha citato la delibera CIPE e io le ho citato un fatto non secondario: dopo il Governo Prodi, il Ministro Tremonti ha permesso ai concessionari autostradali di poter affidare in house la costruzione dei lavori relativi, nella fattispecie alle autostrade. Questo molto concretamente, significa che il concessionario si autofattura i lavori, per dirla in modo semplice.
Allora, qui c'è un problema, perché è evidente - non sto a spiegarlo a lei - che, in qualche modo, c'è il rischio, il sospetto e il timore diciamo così - che i valori relativi alle determinazioni degli investimenti non siano così indiscutibili, proprio perché manca una procedura di evidenza pubblica che il Governo Prodi e il Ministro Di Pietro avevano a loro tempo voluto assicurare.
Quindi, Assessore Bonino, questo è il cambiamento che, nel frattempo, è intervenuto, che non è per nulla secondario: se si prende come acquisito il valore degli investimenti dato dal concessionario che si è fatto in casa gli investimenti, è evidente che questo valore è discutibile! Non so se è chiaro questo.



(Commenti dell'Assessore Bonino)



LEPRI Stefano

Non è discutibile? Perfetto. Allora non è cambiato nulla rispetto...



PRESIDENTE

La invito a concludere, perché non era ammessa la controreplica, si trattava di un atto di cortesia, visto che era firmatario dell'ordine del giorno.



LEPRI Stefano

Presidente, un'ultima considerazione; la ringrazio per l'eccezione.



PRESIDENTE

Prego.



LEPRI Stefano

Le abbiamo suggerito - e non ha detto nulla in proposito - che il ritorno dell'investimento - ritengo sia un suggerimento ragionevole - possa essere calcolato non su un periodo breve come quello relativo al termine della concessione, ma, come normalmente avviene su investimenti di questo valore, in riferimento ad una tempistica molto più lunga.
Se l'ammortamento si calcola su quattro, cinque o sei anni - non conosco il restante termine per la concessione - è evidente che il concessionario dovrà ammortizzare molto rapidamente questo investimento quindi incrementerà notevolmente le tariffe.
Se il calcolo venisse fatto - e questa è un'iniziativa che può assumere la Giunta - su un periodo molto più lungo, è evidente che, se il concessionario sarà confermato, avrà modo di ammortizzare l'investimento su più anni; se non sarà confermato, potrà essere definito un meccanismo per cui il subentrante dovrà concedere al concessionario uscente la somma mancante per avere un ritorno dell'investimento effettuato.
Questi sono modesti suggerimenti - da parte mia, un'avvertenza - che le abbiamo dato e che lei non ha voluto considerare. Si ritiene nel giusto? Proceda così.



PRESIDENTE

L'interrogazione n. 338 è stata ritirata.
Relativamente all'ordine del giorno, per poter concludere, propongo una modifica, pertanto chiedo l'attenzione del Consigliere Lepri e di tutti i colleghi che l'hanno sottoscritto.
Ovviamente, è superato l'impegno alla Giunta a scongiurare l'incremento "in queste ore", perché, nel frattempo, sono trascorse le settimane e "ad informare il Consiglio regionale", in quanto, nel frattempo, il Consiglio regionale è stato informato quest'oggi.
Quindi, propongo questa modifica: "Impegna la Giunta regionale ad operare al fine di scongiurare ulteriori incrementi insostenibili per gli automobilisti piemontesi e per le imprese, soprattutto per quelli che sono costretti al pendolarismo giornaliero". Vuol dire che la Giunta continui in via sostanzialmente permanente relativamente a questo impegno, che è condiviso da tutti. Chiedo se i proponenti sono d'accordo.



(L'Aula, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Quindi, riteniamo autoemendato tale ordine del giorno, che è stato firmato da tutti i Gruppi e lo pongo in votazione, così come modificato secondo le indicazioni appena espresse, e con l'adesione dei proponenti.
Il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 184, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che sono pronti a scattare come ogni anno dal 1° gennaio gli aumenti delle tariffe autostradali si dovrebbe trattare di adeguamenti, per cui in linea teorica l'effetto combinato degli investimenti fatti e dell'efficienza sui costi potrebbe determinare anche una riduzione delle tariffe ciò tuttavia non avviene mai, ed anzi quest'anno ci sarà un raddoppio rispetto al 2009 dell'aumento medio delle tariffe per tutto il comparto delle concessionarie autostradali, pari a circa il 6 rispetto al 2,7% dello scorso anno l'Anas dovrebbe rendere operativi in queste ore gli aumenti gli aumenti maggiori dovrebbero ri-guardare la Torino-Milano, con un aumento intorno al 20%, e la Torino-Piacenza (+ quasi 10%), entrambe gestite dal gruppo Gavio. In particolare, la Torino-Milano aveva già registrato lo scorso anno un aumento del 15,5%. Trattasi in questi casi di aumenti con percentuali ingiustificabili, pur tenendo conto degli importanti investimenti realizzati in questi anni impegna la Giunta regionale ad operare al fine di scongiurare ulteriori incrementi insostenibili per gli automobilisti piemontesi e per le imprese, soprattutto per quelli che sono costretti al pendolarismo giornaliero".
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.15)



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