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Dettaglio seduta n.72 del 18/01/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


LEARDI LORENZO



(Alle ore 10.02 il Consigliere Segretario Leardi comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(Alle ore 10.31 il Consigliere Segretario Leardi comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.00)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



(La seduta ha inizio alle ore 11.11)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Procediamo con l'esecuzione dell'Inno di Mameli.



(In applicazione del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9 "Unità d'Italia", approvato dall'Assemblea consiliare il 1° dicembre 2010 l'Assemblea, in piedi, ascolta l'inno nazionale della Repubblica Italiana "Il canto degli italiani")



(I presenti, in piedi ascoltano l'Inno nazionale)


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Ordine del giorno n. 154 dei Consiglieri Carossa, Leo e Cantore, inerente a "Solidarietà al Sindaco di Torino dopo l'assalto degli autonomi a Palazzo Civico" (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Ordine del giorno n. 150 dei Consiglieri Pedrale, Franco Maria Botta, Marco Botta, Bussola, Comba, Costa Rosa Anna, Leo, Mastrullo, Spagnolo e Valle inerente a "Piano di sicurezza per la salvaguardia dei cittadini, durante le manifestazioni di protesta" (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Ordine del giorno n. 157 dei Consiglieri Pedrale, Leo, Montaruli e Botta Marco, inerente a "Scontri tra studenti anti-Gelmini e forze dell'ordine a Roma ed in altre città d'Italia in occasione del voto di sfiducia in Parlamento" (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Questioni internazionali

Ordine del giorno n. 190 dei Consiglieri Leo, Lupi, Pedrale, Botta Franco Maria, Tentoni, Comba, Mastrullo, Montaruli e Costa Rosa Anna, inerente a "Impegno della Regione Piemonte per l'estradizione di Cesare Battisti" (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Artigianato

Ordine del giorno n. 92 dei Consiglieri Cursio, Negro e Dell'Utri, inerente a "Legge regionale n. 1 del 14 gennaio 2009 'Testo unico in materia artigianato' - articolo 14 'Eccellenza artigiana' - Verifica del mantenimento dei requisiti" (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno n. 196 dei Consiglieri Bono e Biolé, inerente a "Condanna al grave episodio di violenza nell'aula del Consiglio regionale contro il Movimento 5 Stelle" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Dato atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione, chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Chiedo l'iscrizione all'o.d.g. degli ordini del giorno n. 154 "Solidarietà al Sindaco di Torino dopo l'assalto degli autonomi a Palazzo Civico", presentato dai Consiglieri Carossa, Leo, Cantore; n. 150 "Piano di sicurezza per la salvaguardia dei cittadini, durante le manifestazioni di protesta", presentato dai Consiglieri Pedrale, Franco Maria Botta, Marco Botta, Bussola, Comba, Rosa Anna Costa, Leo, Mastrullo, Spagnolo, Valle; n.
157 "Scontri tra studenti anti - Gelmini e forze dell'ordine a Roma ed in altre città d'Italia in occasione del voto di sfiducia in Parlamento" presentato dai Consiglieri Pedrale, Leo, Montaruli, Botta Marco; da accorpare e discutere insieme all'ordine del giorno n. 146, già iscritto al punto 6) dell'odierno o.d.g.
Chiedo, inoltre, l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 190 "Impegno della Regione Piemonte per l'estradizione di Cesare Battisti", presentato dai Consiglieri Leo, Lupi, Pedrale, Botta Franco Maria, Tentoni, Comba Mastrullo, Montaruli, Costa Rosa Anna, da discutere insieme all'ordine del giorno n. 188, già iscritto al punto 8) dell'o.d.g.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cursio; ne ha facoltà.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente. Chiedo a lei e ai colleghi dell'Aula se è possibile iscrivere nella odierna giornata, per la relativa trattazione, un ordine del giorno che ha come titolo: "Testo Unico in materia di artigianato Articolo 14, eccellenza artigiana".
La ragione è semplice. Vi è una lamentela, in quanto l'assegnazione di questo riconoscimento avviene in un determinato momento, ma nel tempo non è controllato che si continui ad averne il merito.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Chiedo se è possibile ritirare l'ordine del giorno n. 148 iscritto precedentemente, avente ad oggetto "Primo dicembre, giornata mondiale contro i rifiuti e l'incenerimento", a firma del sottoscritto e del collega Biolé. Ci spiace di non essere riusciti a comunicarlo ieri in Conferenza dei Capigruppo, ma vorremmo cancellarlo per ripresentarlo successivamente in un periodo più congruo, perché ormai la data è passata da due mesi e non ci sembra opportuno presentarlo adesso.
Chiediamo contestualmente di inserire un ordine del giorno che abbiamo depositato stamattina alle ore 10.36, in relazione ai disordini del Consiglio regionale del 30 dicembre.



PRESIDENTE

Grazie.
Allora: come voi sapete, per iscrivere gli ordini del giorno in corso di seduta servono i voti favorevoli di 40 Consiglieri. È prassi dare il consenso a iscriverli. Chiedo all'Aula cosa abbiamo intenzione di fare: se votare sulle singole richieste oppure approvarne l'iscrizione congiuntamente.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Bene, allora gli ordini del giorno sono iscritti e andranno in coda all'o.d.g. odierno.
A questo punto, l'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento, con le modifiche apportate in Aula.


Argomento:

Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Comunico che sono a disposizione e riproducibili su richiesta i processi verbali delle sedute del 20, 21, 22, 23 e 28 dicembre 2010.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Boniperti, Burzi, Cattaneo, Comba Cota, Sacchetto, Spagnuolo e Tentoni.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Nomine e designazioni effettuate dalla Giunta e dal suo Presidente


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 37, comma 2 bis dello Statuto, si dà atto che sono state trasmesse le informative da parte del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale in merito a n. 3 decreti di nomina della Presidenza della Giunta regionale e a n. 1 deliberazione di nomina della Giunta regionale.
Gli allegati sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento:

d) Nota programmazione dei lavori (articolo 13, comma 5 del Regolamento consiliare)


PRESIDENTE

Comunico il calendario della programmazione dei lavori.
Per quanto riguarda il quadrimestre dal 10 gennaio 2011 all'11 maggio 2011, sentita la Conferenza dei Capigruppo in data 10 e 17 gennaio 2011 sono definiti i calendari bimestrali 10 gennaio 2011 - 10 marzo 2011 e 11 marzo 2011 - 11 maggio 2011, che tengono conto della garanzia delle opposizioni ai sensi dell'articolo 13 del Regolamento.
Si è deciso di convocare il Consiglio regionale ogni martedì, ad eccezione della settimana dopo Pasqua, in cui sarà convocato mercoledì 27 aprile 2011.
I provvedimenti ricompresi nel calendario bimestrale 10 gennaio 2011 - 10 marzo 2011 sono i seguenti: DDL 54, "Modifiche alla legge regionale 29 giugno 2009, n. 19 (Testo unico sulla tutela delle aree naturali e delle biodiversità)" DDL 55, "Disposizioni urgenti in materia di commercio" DDL 67, "Modifiche al capo I della legge regionale 14 luglio 2009, n. 20 (Snellimento delle procedure in materia di edilizia e urbanistica)" DDL 101, "Disposizioni collegate alla legge finanziaria per l'Anno 2011" PDCR 104, "Avvio progetto di riordino del sistema sanitario regionale.
Definizione principi generali ed approvazione proposta di nuova configurazione degli ambiti organizzativi e territoriali delle ASR.
Proposta al Consiglio Regionale" PDL 37, "Riconoscimento alla provincia del Verbano-Cusio-Ossola di speciali condizioni di autonomia ai sensi dell'articolo 8 dello Statuto" PDL 106, "Modifiche alla legge regionale 7/8/2006, n. 30 (Istituzione del Consiglio delle Autonomie locali (CAL) e modifiche alla legge regionale 20 novembre 1998, n. 34 (riordino delle funzioni e dei compiti amministrativi della Regione e degli Enti locali)" PDL 59, "Interventi a sostegno del museo regionale dell'emigrazione vigezzina nel mondo assegnato alla VI Commissione" PDL 20, "Modifiche alla Legge regionale n. 28 del 28 dicembre 2007 (Norme sull'istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa" PDL 68, "Modifica dell'art. 8 della legge regionale 31/10/2007 n. 20 (Disposizioni in materia di cremazione, conservazione, affidamento e dispersione delle ceneri)" PDL 86, "Riconoscimento della lingua italiana dei segni" PDL 78, Proposta di legge al Parlamento "Modifica all'articolo 97 del decreti legislativo 18 agosto 200, n. 267 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli Enti Locali)" PDL 21, "Recupero delle spese sostenute dai servizi sanitari nei confronti dei terzi civilmente responsabili" PDL 92, "Proposta di legge al Parlamento "Norme sul diritto dei cittadini di associarsi liberamente in partiti, sulla democrazia interna ai partiti in attuazione dell'articolo 49 della Costituzione" DDL 111, "Disposizioni di adeguamento al decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 (Attuazione della Legge 4 /3 2009, n. 15, in materia di trasparenza delle pubbliche amministrazioni) e alla Legge 30 luglio 2010 n.
122 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica), in materia di organizzazione e contenimento della spesa del personale" (Brunetta).
A firma congiunta maggioranza e opposizione: PDL 105, "Disciplina delle attività e dei servizi necroscopici, funebri e cimiteriali".
I provvedimenti ricompresi nel calendario bimestrale 11 marzo 2011 - 11 maggio 2011 sono i seguenti: DDL 66, "Modifiche all'articolo 16 della legge regionale 9 giugno 1994 n. 18 (Norme di attuazione della legge 8 novembre 1991, n. 381 'Disciplina delle cooperative sociali')" DDL 85, "Promozione di interventi a favore di territori interessati dalla realizzazione di grandi infrastrutture. Cantieri - Sviluppo - Territorio" DDL 88, "Riordino delle funzioni amministrative sanzionatorie" PDL 44, "Proposta di legge al Parlamento Ripristino della festività nazionale del 4 Novembre, giorno dell'Unità Nazionale" PDL 52, "Norme in materia di sostegno alle professioni intellettuali" PDL 56, "Incentivi per la coltivazione, la trasformazione e la commercializzazione di oli vegetali in biodiesel" PDL 93, "Modifica alla legge regionale 9/8/1989, n. 45 (Nuove norme per gli interventi da eseguire in terreni sottoposti a vincolo per scopi idrogeologici - Abrogazione legge regionale 12/8/1981, n. 27)" PDL 109, "Modifica alla legge regionale 10/6/1993, n. 26 (Interventi a favore della popolazione zingara)" PDL 49, "Abrogazione della legge regionale 29/7/2009, n. 21 (Disposizioni in materia di presentazione delle liste per le elezioni regionali)" PDL 71, "Integrazioni alla legge regionale 23 marzo 1995, n. 39 (Criteri e disciplina delle nomine ed incarichi pubblici di competenza regionale e dei rapporti tra la Regione e i soggetti nominati)" PDL 112, "Modifiche alla legge regionale statutaria 4 marzo 2005, n. 1 "Statuto della Regione Piemonte".


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola media "D. Alighieri" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola media "D. Alighieri" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 272 dei Consiglieri Manica, Reschigna, Ronzani e Muliere, inerente a "Arenaways: confermato l'avvio dei viaggi ma cancellate le fermate intermedie tra Torino e Milano"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g., "Svolgimento interrogazioni e interpellanze", iniziamo l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 272.
La parola al Consigliere Ronzani per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
La vicenda è emblematica, secondo me, nel modo con il quale questa maggioranza e questa Giunta si pongono di fronte al tema del trasporto ferroviario e, più in generale, di fronte al tema della concorrenza e delle liberalizzazioni.
La logica vorrebbe che la Giunta di centrodestra sostenesse fino in fondo un progetto che si propone l'obiettivo di introdurre elementi di concorrenza nel trasporto ferroviario regionale, dando al cittadino e all'utente la possibilità di scegliere tra servizi alternativi depotenziando il potere monopolistico che esercita in Italia e nella nostra Regione Trenitalia.
Devo anche ricordare che, per responsabilità della Regione, questa vicenda ha assunto e ha preso una piega diversa. Ho l'impressione che alla fine questo progetto, che poteva rappresentare un elemento di concorrenza e di maggiore liberalizzazione del sistema del trasporto ferroviario, finisca per produrre esiti contrari rispetto agli obiettivi che ci si poneva.
Per esempio, mi è stato riferito - ed è anche citato nell'interrogazione - che si è fatto di tutto, da parte di Trenitalia (con una corresponsabilità forse anche della Regione) per far fallire questo progetto. Mi riferisco alla questione delle fermate intermedie: non si capisce per quale motivo io, cittadino di Vercelli, non possa utilizzare la fermata intermedia. Questo, naturalmente, incide complessivamente sulla qualità del servizio, ma anche sulla sua redditività; oppure mi domando per quale ragione le tratte che sono state assegnate siano così lunghe.
Sono tutte questioni che mi fanno affermare che eravamo di fronte ad un'opportunità, prescindendo da ogni valutazione sul soggetto che fa il servizio, tra l'altro autorizzato e che non costa alla Regione.
Questa è l'altra novità, perché è un servizio che si autofinanzia e non incide sulle casse regionali. Siamo in presenza di un servizio che poteva rappresentare un elemento di concorrenza ed invece, alla fine, constateremo che questa possibilità viene compromessa.
Allora, qual è la sintesi e la mia conclusione, Presidente? Secondo me, la Giunta regionale ha commesso un gravissimo errore e non si è adoperata, come invece sarebbe stato necessario, per garantire a questo servizio una condizione di pari dignità. Ritengo che questo avrebbe avuto un effetto positivo sul trasporto ferroviario e soprattutto sui cittadini, i quali avrebbero avuto maggiori possibilità di optare o di contare su servizi di trasporto ferroviario alternativi.
Mi sembra di capire, quindi, che il combinato disposto tra la decisione di rinviare la gara, per quanto riguarda l'assegnazione del trasporto ferroviario, e la decisione, anche questa negativa, di riconoscere di fatto a Trenitalia un potere monopolistico nella condizione del trasporto ferroviario in Piemonte, insieme alle condizioni capestro e vessatorie poste ad Arenaways, facciano sì che alla fine il sistema ferroviario piemontese sia ancora sempre molto ingessato e a farne le spese sono sempre penso e non vorrei essere un facile profeta da questo punto di vista - i cittadini.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bonino per la risposta.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Condivido con il Consigliere Ronzani alcune delle considerazioni espresse, soprattutto in ordine al fatto che questa vicenda possa essere definita emblematica. È senz'altro emblematica del fatto che nel sistema c'è qualcosa che non funziona.
In questi mesi abbiamo avuto modo di verificare più volte come la Regione Piemonte, così come molte altre Regioni, trovi una certa difficoltà nel relazionarsi con un sistema che da una parte spinge verso l'apertura del mercato di questo servizio importantissimo per i cittadini e dall'altra, obbliga a confrontarci con una realtà che è quella dell'holding gestita dall'ingegner Moretti, che gestisce contemporaneamente l'infrastruttura e la più importante società di servizio ferroviario in Italia.
Questo è un tema d'ampio respiro rispetto al quale sarei ben lieta di partecipare ad un convegno organizzato in maniera trasversale da tutti i nostri Deputati, per sentire quali sono le posizioni che hanno assunto nel corso degli anni, magari anche con tanti ex Ministri che hanno rappresentato autorevolmente il centrodestra e il centrosinistra governando questa nostra Nazione, per capire da loro qual è concretamente la posizione che hanno assunto e le misure che hanno adottato per scongiurare gli effetti negativi derivanti da questa impostazione generale.
Quindi mi candido, certamente insieme a lei e ad altri colleghi che in questi banchi hanno dovuto sostenere una difficile battaglia, a portare una testimonianza rispetto alla necessità di una riforma complessiva.
In ordine alle richieste che sono pervenute d'espressione di parere da parte dell'URPS (Ufficio per la regolazione del servizio ferroviario) a questa Regione, sulla vicenda Arenaways, segnalo che la Regione non ha alcuna competenza e che, quindi, la richiesta fatta alla Regione Piemonte di esprimere un parere, era una richiesta che non trovava fondamento.
In secondo luogo, segnalo che la Regione Piemonte ha sempre dato ampia disponibilità a considerare come un valore aggiunto il servizio di Arenaways su questo territorio, sollecitando le autorità competenti a tutelare il servizio di trasporto ferroviario regionale nella nostra regione e quindi gli utenti del servizio di trasporto ferroviario. Ricordo le lettere con cui Trenitalia avvisava la Regione Piemonte che, nel caso di un'entrata in servizio di Arenaways, avrebbe provveduto a tagliare ulteriormente i servizi erogati nell'ambito del trasporto pubblico regionale coperto da corrispettivo, ma purtroppo (e voi sapete anche perché) non regolato da un contratto. E noi, in condizioni d'estrema debolezza, abbiamo dovuto affrontare questo percorso, non avendo noi un contratto di servizio con Trenitalia. Non è certamente responsabilità di quest'Amministrazione, perché voi sapete bene che il contratto scaduto nel 2007 la passata Amministrazione non l'aveva rinnovato, ma abbiamo dovuto gestire la cosa preoccupandoci, prima di tutto, di ottenere garanzie da parte delle autorità nazionali competenti in ordine all'obbligo in capo a Trenitalia di mantenere l'erogazione dei servizi minimi. Questo è il nostro lavoro.
Personalmente sono dalla parte di Arenaways e non del dottor Arena come molti hanno detto, cioè di un servizio che in quanto tale avrà e ha avuto sempre sostegno da parte di questa Regione e di questa Giunta, perch l'imprenditoria è la speranza, soprattutto questo tipo di imprenditoria, di questo Paese e non soltanto della nostra Regione. Purtroppo io non sono l'Assessore "agli imprenditori", sono l'Assessore che si occupa di far viaggiare i cittadini, quindi il mio primo pensiero deve essere necessariamente l'erogazione di servizi minimi di trasporto pubblico locale.
Questo abbiamo fatto, chiedendo rassicurazioni alle autorità competenti in ordine all'obbligo di Trenitalia di mantenere l'erogazione dei servizi anche nel caso di entrata in vigore del servizio di Arenaways, che è un servizio privato (lo ricordo a me stessa e a voi tutti) e che nulla ha a che fare con l'erogazione del servizio di trasporto pubblico, anche in ordine alle tariffe che, di fatto, sono molto diverse, come ben sapete rispetto a quelle che sono accessibili a chi viaggia sui treni sostenuti dal corrispettivo regionale.
Quindi questo noi abbiamo. Non abbiamo mai assunto posizione contro il servizio di Arenaways; abbiamo chiesto garanzie e tutele per la nostra Regione.
L'esito della vicenda non è un esito che ci veda particolarmente entusiasti, perché è una di quelle soluzioni non soluzioni, per cui non si dice sì e non si dice no, ma si trova un modo per tirare avanti attendendo che qualcun altro risolva i problemi.
Generalmente non ho quest'approccio quando affronto le questioni, ma voi sapete perfettamente che questa vicenda non era affidata alle competenze della Regione Piemonte. Quindi noi, insieme alla Regione Lombardia e insieme a voi, siamo stati spettatori preoccupati, prima di tutto come Consiglio, di garantire solo il servizio di trasporto pubblico locale.


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 275 del Consigliere Taricco, inerente a "Realizzazione del nuovo tunnel di Tenda"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 275.
Ricordo che il proponente ha due minuti di tempo per l'illustrazione mentre la Giunta dispone di tre minuti per rispondere.
La parola al Consigliere Taricco per l'illustrazione.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
L'interrogazione ha semplicemente lo scopo di capire, in merito ai lavori del tunnel di Tenda, che sono già stati oggetto di tanti ragionamenti e tante riflessioni in questi mesi, qual è il cronoprogramma e, soprattutto, se c'è il cronoprogramma definito dell'opera, dato il susseguirsi di notizie stampa che, inizialmente, hanno parlato di una procrastinazione, anche se non è ancora ben chiara la tempistica di realizzazione.
Eventualmente, rispetto alle notizie iniziali che davano per imminente l'avvio e il completamento dell'opera, se vi sono dei ritardi significativi, vorrei capire su questo fronte cosa attualmente stia facendo la Regione, anche alla luce - in aggiunta, l'interrogazione non lo riportava - della recente manifestazione di ulteriori problemi legati al transito su quest'importante arteria di collegamento.
Mi chiedo quale sia la prospettiva e in quali tempi si pensi di completare il percorso che così faticosamente sembrava essere stato definito puntualmente. Evidentemente, i tempi non sono quelli annunciati qualche mese fa; diversamente, dovrebbe esserci l'intervento di Mandrake o chi per lui, perché ancora non si vede nulla, anche se dovremmo essere nell'imminenza del completamento dell'opera. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bonino.



BONINO Barbara, Assessore alle infrastrutture

La realizzazione del tunnel di Tenda è costantemente monitorata dalla nostra struttura, soprattutto in ordine a un problema che ne ha impedito la prosecuzione e ci vede ancora fermi al famoso rigo 17 del cronoprogramma realizzativo, che prospetta l'invio della lettera d'invito, cioè il disciplinare di gara, che doveva essere rispettato entro il mese di maggio 2010. Quindi, registro un anno di ritardo.
La causa di questo ritardo - l'ultima in ordine di tempo - è rappresentata dalla composizione chimica delle terre da scavo su cui sono stati effettuati i primi carotaggi e i primi esami. Sono stati rilevati degli anidridi di gessi; niente di trascendentale, però questo comporta una difficoltà nell'individuazione del sito di stoccaggio.
Nelle relazioni italo-francesi, inizialmente, la Francia aveva dato la disponibilità ad allocare, visto che si tratta delle terre di scavo della parte francese, in una discarica vicina al confine francese, questo materiale di risulta. Per problemi legati ai territori francesi - rispetto ai quali, per chi fosse curioso, si può approfondire la questione in altra sede - si è data la disponibilità, al fine di accelerare il processo, ad individuare un sito idoneo in Italia, in maniera tale da bypassare le lungaggini burocratiche che i francesi prospettavano. Opportunamente abbiamo individuato questo sito in una cava di gesso, vale a dire una cava che già ospita materiale con la stessa composizione chimica delle terre di scavo che provengono dalla parte francese.
L'ultima riunione che abbiamo affrontato ci è servita per classificare i rifiuti, perché le terre da scavo vengono classificate come rifiuti.
Pertanto, sarà necessario che, nel percorso autorizzativo, la cava identificata chieda alla Provincia il permesso per ospitare materiale che dal punto di vista chimico, è identico a quello della cava, ma, dal punto di vista della classificazione internazionale, è classificato come rifiuto.
Tale spiegazione è volta a far comprendere come, a questo punto, le vicende siano collegate ad una questione che è soltanto più di carattere burocratico.
La Regione Piemonte - per questo ringrazio anche l'Assessore Ravello il Settore cave e tutti coloro che hanno collaborato - ha fornito a tutti i problemi che ci sono stati presentati, con cadenza oserei dire settimanale una risposta, assumendoci l'onere di individuare una cava alternativa e le procedure, di convocare riunioni con tutti i soggetti interessati dall'ANAS al Ministero, a tutte le strutture interne della Regione e della Provincia.
L'ultima riunione si è tenuta un paio di settimana fa e ha individuato questo percorso, rispetto al quale non dovrebbero più esserci difficoltà.
Quindi, dovremmo essere in grado - è stata convocata una conferenza intergovernativa per il 31 gennaio - di procedere, finalmente, con la lettera d'invito, sbloccando così la situazione che si era arenata nelle questioni di cui ho appena relazionato.
Di qui in avanti credo che il percorso non incontri più ostacoli e quindi, che si possa considerare di aver superato l'ultimo scoglio che si frapponeva per la prosecuzione del cronoprogramma.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 277 del Consigliere Taricco, inerente a "Messa in sicurezza bivio SS 21 comune di Demonte"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 277.
La parola al Consigliere Taricco per l'illustrazione.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
L'interrogazione parte da un fatto di cronaca, con il quale, ancora una volta, è stata evidenziata la pericolosità e la difficoltà del transito lungo la Valle Stura verso il confine francese. Il 19 ottobre c'è stato un incidente gravissimo, al quale, sostanzialmente, sono seguite altre problematiche.
L'Amministrazione di Demonte aveva, a suo tempo, già segnalato all'ANAS tutta una serie di problematicità rispetto alla situazione del nodo viario in oggetto. A quanto è dato sapere, la stessa ANAS aveva chiesto alla Regione Piemonte un impegno finanziario per poter completare il lavoro di messa in sicurezza di questa arteria viaria. Pertanto, l'interrogazione sostanzialmente, ha lo scopo di comprendere come l'Amministrazione regionale abbia intenzione di muoversi e quale tipo di rapporti con l'ANAS ci siano stati, o siano in corso, per definire questo problema.



PRESIDENTE

Grazie.
Per la Giunta regionale risponde l'Assessore Bonino; ne ha facoltà.



BONINO Barbara, Assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
Confermo quanto ho già avuto modo di precisare rispetto agli interventi richiesti dal Comune di Demonte e, più in generale, da un territorio che nel complesso, sollecita un'attenzione particolare su un problema che reputiamo effettivamente serio.
Abbiamo ricevuto, da parte dell'ANAS, avendola sollecitata anche a seguito dei rapporti intervenuti con gli Enti locali, una proposta di utilizzo delle economie relative all'intervento della legge n. 21. In particolare, l'ANAS ci ha prospettato l'intervento da effettuarsi in località Festiona e in località Rialpo; un miglioramento della visibilità nella curva direzione monte (quella che avvicina all'incrocio per l'accesso dell'ospedale di Demonte), che mi risulta essere un altro dei tratti critici, oltre che i lavori di manutenzione e messa in sicurezza del ponte dell'Olla. Questi sono i tre interventi che rientrerebbero nelle economie.
Avendo ricevuto il dettaglio degli interventi proposti da ANAS e richiesti da noi per la messa in sicurezza, la Regione Piemonte ha accettato le proposte così come sono state formulate da ANAS e, in questo caso, autorizza l'utilizzo delle economie. Pertanto, credo che già oggi pomeriggio si incontreranno ANAS, il Comune e la struttura regionale per sottoscrivere l'accordo sull'utilizzo delle economie e successivamente all'approvazione formale da parte di tutti gli Enti interessati, l'ANAS potrà dare l'avvio ai lavori richiesti.
Nel pomeriggio si concluderà, quindi, la fase formale - mi è pervenuto adesso l'aggiornamento dell'appuntamento per la giornata odierna - per cui possiamo considerare la questione risolta, perlomeno dal punto di vista delle richieste che sono state formulate dagli Enti locali.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Fiere, mostre e mercati

Interpellanza n. 278 dei Consiglieri Placido e Taricco, inerente a "Contributi Ente Fiera della Nocciola" (risposta scritta ai sensi ex articolo 99, comma 9, Regolamento consiliare)

Argomento: Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 279 del Consigliere Taricco, inerente a "Riparto contributi - Riduzioni" (risposta scritta ai sensi ex articolo 99, comma 9, Regolamento consiliare)


PRESIDENTE

Con il consenso degli interroganti, all'interpellanza n. 278 e all'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 279 sarà fornita risposta scritta.


Argomento: Sicurezza sul lavoro

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 283 del Consigliere Motta Massimiliano, inerente a "Gare/Appalto su servizio di vigilanza... sicurezza dei lavoratori a rischio, le Associazioni Nazionali di Vigilanza informano il Prefetto di Torino"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 283.
La parola al Consigliere Motta Massimiliano, per l'illustrazione.



MOTTA Massimiliano

Grazie, Presidente.
Visto il tempo a disposizione, eviterò di illustrare tutta l'interrogazione, posto che il testo della stessa è reperibile nel sito.
Avrei soltanto una puntualizzazione da fare, posto che nel frattempo ho recuperato la risposta che il CSI avrebbe fornito alle associazioni. Non vorrei, dunque, che oggi la segnalazione fosse esclusivamente questa perché mi troverei un pochettino in disaccordo su ciò che l'ufficio appalti risponde alle quattro associazioni, ovvero alle complessive società di vigilanza.
In questo contesto, la gara di appalto che è stata indetta attribuisce dei compiti di vigilanza a soggetti che non dispongono di tali competenze andando anche contro a determinate leggi e sentenze di Cassazione che le confortano.
A pagina 7 di questo capitolato, infatti, si precisa che "gli operatori addetti al presidio dovranno mantenere costanti collegamenti radio con la centrale operativa nel proprio istituto". Questo elemento contrasta con la risposta che l'ufficio appalti ha fornito a queste associazioni (che peraltro, hanno informato il Prefetto della questione), in base alla quale le attività che devono svolgere sono assolutamente di reception. Mi viene difficile pensare come delle società semplici di reception, e quindi non di vigilanza, dispongano di centrali operative (o, perlomeno, io non conosco società di questo tipo).
Considerato il fatto che sempre nello stesso documento si dice che "l'operatore dovrà prevenire situazioni che possano creare pericolo a persone o a cose", si evince che l'attività è chiaramente di prevenzione del pericolo, per cui implica l'idea di una difesa attiva del patrimonio e non passiva, limitata ad esempio, ad impedire l'ingresso ad una persona non desiderata - e di un bene che, comunque, viene messo sotto tutela da questa società che dovrebbe fare vigilanza. Questa attività comporta un'esposizione al rischio del soggetto "agente" ed è riservata agli addetti dei servizi di vigilanza privata. Questa è una sentenza della Cassazione del 1982 e del 1978.
Ho voluto fare questa precisazione, che è particolarmente tecnica perché questa gara è stata indetta in un periodo di vacatio (l'Assessore sa che queste cose le segnalo solo ed esclusivamente per partire col piede giusto), per cui, teoricamente, il vecchio Consiglio di Amministrazione non doveva affidare, per correttezza istituzionale, determinati compiti al Direttore, ma invece lo ha fatto e quindi, giustamente, si sono ritenuti liberi di attivarsi. Grazie.



PRESIDENTE

Per la Giunta regionale risponde l'Assessore Giordano.



GIORDANO Massimo, Assessore allo sviluppo economico: industria, piccola e media impresa, artigianato

Grazie, Presidente.
Leggerò la nota che mi è stata predisposta dagli Uffici.
Il collega introduce una questione di impostazione prettamente tecnica e di valutazione nostra che dovrebbe andare ad approfondire elementi che non so neanche se siano o meno di nostra competenza. Credo che il nostro ruolo debba rispettare anche il ruolo degli altri, che sono gli organi posti a guidare e ad amministrare il CSI.
Riepilogando la questione - leggo, dunque, la nota che mi è stata predisposta - si precisa che a partire dal 2006 il CSI ha effettuato investimenti per l'implementazione dei sistemi di sicurezza informatica e di sorveglianza, nella consapevolezza dell'importanza di garantire elevati standard di sicurezza all'intera struttura, in particolare alle aree che ospitano il CED e al sito di Vercelli che accoglie il Disaster Recovery finalizzato ad assicurare il back up e la ridondanza dei dati e agli otto siti di supporto della rete WI-PIE regionale.
A seguito di questi investimenti il CSI può oggi disporre di un sistema d'antintrusione realizzato nelle varie sedi del CSI con un livello di controllo esterno perimetrale, di un sistema di controllo accessi basato completamente su un'infrastruttura di lettori di badge, di un sistema di videosorveglianza, con telecamere, nella maggior parte ad inquadratura fissa, che copre le aree di parcheggio e le zone più interne e importanti e di un sistema d'antincendio e d'antiallagamento.
Tali sistemi sono a loro volta monitorati per il tramite di un software integrato e di strumentazioni collocate in un'apposita control room sita presso la sede del CSI Piemonte.
Alla luce di quanto sopra, il Consorzio ha avviato una riorganizzazione complessiva dei servizi di presidio e custodia nelle sedi torinesi effettuata con personale non armato tramite presidio della control room accompagnato da un servizio di pronto intervento con radio-pattuglia, su chiamata delle postazioni di presidio o su allerta derivante dagli allarmi collegati alla centrale operativa dell'appaltatore; nonché da un servizio di teleallarme mediante l'utilizzo di ponti radio collegati con la presente centrale operativa.
Il servizio di presidio è stato in particolare ristrutturato non prevedendo più, in quanto non ritenuto necessario considerati i sistemi tecnologici di sicurezza e di vigilanza in utilizzo, il servizio di vigilanza armata.
Le attività oggetto del servizio di presidio si sostanziano in un elenco di prestazioni di mera custodia e vigilanza passiva e, come tale non soggette a licenza prefettizia. Il servizio è peraltro coordinato con un articolato sistema di protezione che con modalità diverse, tra le quali l'intervento di radio-pattuglia qualificata da attivare con modalità e canali previsti dalla normativa in materia, è volto ad assicurare la protezione dei siti nell'ambito delle 24 ore.
Per le attività specificare relative all'intervento su chiamata e per il servizio di teleallarme è stato richiesto all'appaltatore il possesso della licenza prefettizia ex articolo 134 del TULPS, così come previsto dalla normativa vigente in materia.
La gara d'appalto, nell'impostazione sopra descritta, è stata approvata dal Consiglio d'Amministrazione con provvedimento del 16 settembre 2010.
Le decisioni assunte sono pertanto state prese nel pieno rispetto della normativa vigente, almeno per quanto ci viene riferito.
Ciò premesso ed in conclusione, si evidenzia quanto segue: nell'ambito della procedura attualmente in corso d'assegnazione, è stata stilata la graduatoria provvisoria che vede come primo classificato il raggruppamento temporaneo d'impresa formato da Sicuritalia Fiduciari società cooperativa e Sicuritalia S.p.A.; la riorganizzazione del servizio di presidio e custodia come sopra descritto comporterà per il CSI-Piemonte un minor costo su base biennale pari ad euro 1.382,466.
un dato che il Consigliere non ha messo in rilievo, ma mi pare rilevante ai fini delle diverse valutazioni. È un dato che mi ha un po' stupito e che ho fatto verificare tre volte e che mi è stato tre volte confermato. Grazie.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 226 della Consigliera Manica, inerente a "Scelta della tipologia di trattamento dei rifiuti urbani residui da adottare per il territorio novarese" (risposta scritta ai sensi ex articolo 99, comma 9, Regolamento consiliare)


PRESIDENTE

In merito all'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 226, non essendo presente la Consigliera interrogante, la risposta verrà resa in forma scritta.


Argomento: Cave e torbiere

Interrogazione n. 239 dei Consiglieri Bono e Biolé, inerente a "Controlli sulle cave in Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 239.
La parola all'Assessore Ravello, per la risposta.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, signor Presidente.
Vista la complessità della materia e condividendo anche la radice delle preoccupazioni che evidentemente hanno spinto il Gruppo interrogante a presentare quest'atto, se me lo consentite, darei lettura di alcuni aspetti che sono di natura particolarmente tecnica.
Prima di tutto credo che sia opportuno e necessario comprendere nei particolari quali siano le procedure previste dalla normativa vigente e prima di tutto, bisogna distinguere rispetto alle tipologie di controllo.
Visto che si parla nell'interrogazione genericamente dei controlli, in realtà vi sono quattro tipi di controlli: i controlli tecnico amministrativi sulla verifica del rispetto del progetto e delle prescrizioni impartite, i controlli sul pagamento delle tariffe del diritto di escavazione, i controlli di polizia mineraria e i controlli del Corpo forestale dello Stato.
Per quanto riguarda i controlli tecnico-amministrativi sulla verifica della rispondenza del progetto e delle prescrizioni adottate, la competenza diretta è dell'Amministrazione che ha rilasciato l'autorizzazione; nella maggior parte dei casi, si tratta del Comune. Fanno eccezione in questi casi le autorizzazioni rispetto ad attività di cava all'interno di aree protette, che essendo autorizzate dalla Regione, sono controllate e vigilate direttamente dalla Regione.
La legge di settore modificata nel 2000 prevede una logica di collaborazione sull'attività di vigilanza da parte di tutte le Amministrazioni. Per cui per le cave autorizzate dai Comuni, vi è un supporto da parte delle Province, mentre per le cave autorizzate dalla Regione vi è il concorso nelle attività di vigilanza da parte dei Comuni.
Vi è poi la tipologia delle cosiddette cave di prestito, delle cave finalizzate alle opere pubbliche, che sono oggetto di accordo Stato-Regione ed essendo stata mantenuta la competenza in capo alla Regione, la vigilanza resta al Comune che rilascia il provvedimento di autorizzazione e la Regione effettua le attività di vigilanza in concorso con il Comune.
A questo si aggiungono tutte le prescrizioni rispetto alla normativa sulla valutazione di impatto ambientale, che prevede che per le opere sottoposte a VIA sia l'ARPA ad assicurare il controllo delle condizioni previste.
Sulla seconda tipologia dei controlli, cioè quelli relativi al pagamento delle tariffe del diritto d'escavazione, il riferimento è la legge regionale che ha fissato le tariffe, per cui la legge finanziaria del 2006.
In questo caso il controllo del pagamento delle tariffe è assegnato ai Comuni e la Regione Piemonte, in relazione ai pagamenti alle tariffe realizzati - e questo è previsto - attraverso autocertificazione, attua con cadenza annuale controlli a campione previsti dalla normativa statale.
Resta fermo il fatto che comunque tutte le Amministrazioni e gli enti di gestione possono procedere a controlli sulla correttezza delle tariffe versate, in relazione al volume di prelievo.
Rispetto invece alla terza tipologia, cioè le attività di polizia mineraria, queste sono attuate da funzionari che rivestono mansioni di polizia giudiziaria e le competenze sono attribuite agli Uffici provinciali o agli Uffici regionali, in relazione alla competenza istruttoria sulle istanze di coltivazione di cava.
Per quanto riguarda la quarta tipologia di controlli, quindi il richiamo al Corpo forestale dello Stato, su questo si deve affermare che il Corpo forestale dello Stato non ha una competenza specifica in fatto di vigilanza sulle attività estrattive. Entra per competenza sulle cave situate in aree soggette a qualche forma di vincolo idrogeologico.
Sugli altri due punti, quindi sui controlli, devo segnalare agli interroganti che, come avete potuto constatare, sulla base della risposta al primo punto, esiste in questo campo una frammentazione ed una complessità tale da non permettere alla Regione di avere il quadro dettagliato rispetto ai controlli ed alle attività di controllo effettuate dalle altre Amministrazioni.
Pertanto possiamo rispondere per quanto di nostra competenza, ma riguardo alle cave autorizzate dai Comuni, essendo i Comuni ad eseguire i controlli, solitamente richiamano il supporto degli Uffici provinciali mentre per le cave autorizzate dalla Regione e per le cave finalizzate alle opere pubbliche, i controlli eseguiti dalla Regione Piemonte avvengono in modo sistematico con cadenza annuale, ma in alcuni casi su progetti di particolare complessità con cadenza semestrale. Viene verificato puntualmente il rispetto delle prescrizioni tecniche impartite e l'attuazione delle opere di recupero e di riqualificazione ambientale. E con riferimento alle attività di cava in aree protette, l'attività di controllo negli ultimi cinque anni è quantificabile in circa 120 controlli dei quali solo quattro hanno portato a processi sanzionatori, ai sensi della legge regionale di settore vigente, e a collegati procedimenti penali relativi alla norma di tutela paesaggistica.
Rispetto ai controlli sulle tariffe del diritto d'escavazione istituite dalla legge finanziaria 2006, con specifico atto della Giunta regionale cioè una delibera della Giunta del 28 gennaio 2008, sono state approvate le modalità d'applicazione delle tariffe del diritto d'escavazione e le competenze relative ai controlli.
Questo regolamento prevede due possibilità per gli esercenti delle attività di cava; una riguarda la possibilità di quantificare in relazione alla cubatura annua estraibile prevista dal progetto autorizzato ai sensi della l.r. 69; la seconda possibilità è quella dell'autocertificazione.
Nel caso di pagamento delle tariffe in relazione alla cubatura prevista dal progetto, un progetto autorizzato prevede un ammontare complessivo dei volumi di prelievo, che vengono verificati alla scadenza dell'autorizzazione.
Rispetto invece al pagamento delle tariffe realizzato attraverso autocertificazione, la Regione attua annualmente, attraverso una specifica procedura approvata e consolidata, i controlli a campione previsti dalla normativa sulle autocertificazioni. Sono circa 16 i controlli annuali quindi il 5% delle autocertificazioni presentate in un anno e vengono realizzate da funzionari regionali con i rappresentanti dei Comuni interessati.
Queste verifiche sono attuate di norma sul confronto di rilievi topografici annuali e su documenti contabili e sono sempre risultati negativi, nel senso che i volumi autocertificati hanno sempre trovato corrispondenza con quanto autorizzato.
Si segnala, inoltre, che pur non essendo previste specifiche sanzioni il Regolamento citato parifica il mancato non corretto pagamento delle tariffe del diritto d'escavazione, all'inosservanza di prescrizioni e la legge regionale, in questi casi, prevede la decadenza dell'autorizzazione.
Rispetto all'effettiva esecuzione dei piani di recupero e al monitoraggio della loro efficacia, si può confermare che le cave autorizzate dalla Regione realizzano, conformemente alla progettazione, le opere di recupero e sono stati monitorati positivi risultati di riqualificazione ambientale. In merito, si fa presente che si tratta d'interventi estrattivi in aree protette finalizzati alla sistemazione riqualificazione e alla costituzione di ambiti di aree d'interesse naturalistico, la cui attuazione è anche tutelata dalla stipula di apposite convenzioni.
Rispetto al punto 3 dell'interrogazione, affermo che non corrisponde al vero che i controlli, rispetto alla regolarità dell'esercizio di un'attività di cava, siano eseguiti dal titolare della concessione.
Probabilmente, quella che, come credo, è frutto di una semplice incomprensione rispetto alla normativa vigente può essere riferita alla documentazione annuale che il titolare dell'attività è obbligato a presentare e che consiste in rilievi topografici in relazione sull'andamento dell'attività di coltivazione e di recupero ambientale.
Tale documentazione rappresenta la base sulla quale, successivamente, i soggetti competenti - Comuni o Regione Piemonte - effettuano i controlli sul campo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per la replica.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Penso che l'Assessore Ravello sia stato abbastanza esaustivo nella sua risposta. Non siamo in Commissione, quindi non c'è possibilità di dialogo e di dibattito. I dati forniti, a parte il numero dei controlli, erano già a nostra conoscenza, anche per quanto riferitoci dal territorio.
Segnaliamo, come si può evincere dalla risposta dell'Assessore, che sono più le aree protette ad essere controllate; mentre nei restanti casi i controlli sono a campione (non possiamo controllare tutte le cave presenti sul territorio).
Emerge sempre una difficoltà tra enti gerarchicamente diversi, quindi la Regione rispetto ai Comuni, ad avere un quadro complessivo sia della cavazione sia dell'aderenza ai progetti rilasciati.
La tematica delle autocertificazioni era un tema già emerso nel dibattito politico durante l'analisi del bilancio previsionale 2011: eravamo partiti dai controlli per i canoni di concessione e le concessioni delle acque minerali, ma poi c'è stato un passaggio per quanto riguarda le stesse cave, quindi i diritti di escavazione. Sicuramente, a nostro giudizio, potrebbe essere valutabile, da parte della Giunta, l'eventualità di mettere mano al Regolamento, anche durante questa legislatura, per renderlo più stringente per quanto riguarda il controllo, soprattutto riguardante la parte delle autocertificazioni. È vero che è il metodo più semplice e meno dispendioso, ma anche il metodo meno sicuro per evitare che l'attività che viene fatta sul territorio, che ha comunque, a prescindere (anche se in aderenza ai progetti) un impatto sociale ed economico, abbia conseguenze fortemente negative.
A fronte di pochissimi posti di lavoro, l'attività di cavazione uccide il territorio, soprattutto se in una stessa zona, come succede in Valle Dora. Nel territorio della provincia di Vercelli, ad esempio, vi sono diverse cave una vicino all'altra. In questo caso si annienta il territorio perché ci sono diversi buchi per via della cavazione.
Capisco che non è possibile avere una risposta dalla Giunta, ma magari è il caso di mettere mano al Regolamento e fare un piano cave, a livello regionale, nell'ambito dei cinque anni di legislatura, che possa mettere un freno alla cavazione. Un'attività che riteniamo non produttiva, in quanto il profitto che se ne può trarre è inferiore ai danni generati al tessuto sociale ed economico delle regioni interessate.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 112 dei Consiglieri Pentenero, Boeti, Reschigna, Ronzani Muliere, Gariglio, Manica, Motta Angela, Taricco, Artesio e Cerutti inerente a "Controlli sull'invalidità disposte dall'INPS a carico di soggetti con patologie escluse dalle visite di controllo sulla permanenza dello Stato"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interpellanza n. 112, che la Consigliera Pentenero dà per illustrata.
La parola all'Assessore Ferrero, per la risposta.



FERRERO Caterina, Assessore alla tutela della salute e sanità

Con riferimento all'interpellanza in oggetto, si riferisce quanto segue.
Il 3 novembre 2010 è stato approvato dalla Giunta regionale la DGR 44 che prevede lo schema di convenzione tra la Regione Piemonte e la direzione regionale INPS.
Nell'articolo 8 di tale convenzione viene indicato che i soggetti rivedibili vengono riconvocati dall'INPS, sulla base degli elenchi dei soggetti rivedibili forniti dalle Azienda Sanitarie Locali.
All'articolo 10 si prevede che "in relazione alle verifiche straordinarie degli invalidi civili predisposte dall'inizio e finalizzate alla verifica del permanere del diritto alle prestazioni economiche, al fine di semplificare lo scambio di informazioni tra ASL e INPS e ridurre al minimo i disagi per i cittadini, la Regione autorizza l'accesso dei medici INPS al database regionale contenente il verbale di visita, i dati anamnestici e diagnostici dei soggetti sottoposti a visita dalle commissione mediche ASL".
L'INPS è pertanto messa in condizione di effettuare le verifiche di competenza, nell'ambito della propria autonomia istituzionale, mediante controlli mirati che tengano conto del tipo di patologia e disabilità, e della possibile evolutività con esclusione dei malati con patologie gravi ed irreversibili.
Nel rispetto delle reciproche competenze sarà cura di quest'Assessorato, anche tramite l'istituzione di un tavolo di monitoraggio, verificare gli esiti di queste procedure con la partecipazione di un rappresentante della direzione regionale politiche sociali, un rappresentante della direzione regionale sanità e un rappresentante della direzione regionale dell'INPS e un rappresentante delle Aziende Sanitarie Piemontesi.



PRESIDENTE

La parola, per la replica, all'interrogante, Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

La data della convenzione citata dall'Assessore è fine 2010. Se ho compreso bene, nel frattempo i controlli sono andati avanti. Chiedo se sia possibile avere un monitoraggio della situazione e comprendere come la convenzione sta andando avanti.
Ripeto, se è possibile, gradirei avere un monitoraggio della situazione per capire qual è l'evoluzione attuale.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 214 del Consigliere Lepri, inerente a "Progetto SISR 2010-2015", approvato con delibera n. 53 410 del 26 luglio 2010"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n.
214, che il Consigliere Lepri dà per illustrata.
La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Caterina, Assessore alla tutela della salute e sanità

Nell'interrogazione sono poste una serie di questioni che ripercorrer puntualmente.
Uno dei quesiti era: quali obiettivi la Giunta intende raggiungere attraverso la realizzazione del progetto? La Regione Piemonte intende rafforzare il proprio ruolo di indirizzo e di governo dei sistemi informativi sanitari delle AA.SS.RR., in termini di pianificazione, progettazione e governo degli interventi.
L'obiettivo generale è che l'intero comparto delle Aziende raggiunga un adeguato livello qualitativo dei servizi erogati ai cittadini, supportando i professionisti nell'espletamento delle loro attività e facilitandoli attraverso la semplificazione e standardizzazione dei processi operativi.
A tale proposito, il progetto individua i seguenti obiettivi specifici: favorire l'adozione di soluzioni omogenee e integrate che inducano risparmi nella spesa di gestione dei sistemi informativi sanitari innanzitutto attraverso la standardizzazione progressiva del modello organizzativo dell'area clinico-sanitaria per tutte le Aziende facilitare l'integrazione dei dati e l'interoperabilità delle applicazioni creando le condizioni per sviluppare servizi innovativi rivolti al cittadino e agli operatori sanitari, quali, ad esempio, il fascicolo sanitario elettronico rinforzare gli strumenti di governo verso un miglioramento del controllo della spesa, attraverso una maggiore fruibilità dei dati di produzione sanitaria migliorare l'accesso e la fruibilità dei servizi sanitari da parte dei cittadini.
Un altro quesito chiedeva quali fossero i tempi relativi all'organizzazione e alla costituzione del gruppo di lavoro incaricato per completare la redazione del progetto.
Il gruppo di lavoro non è ancora formalmente costituito. Come primo obiettivo, successivamente all'inizio dei lavori, si prevede la definizione dei tempi e dei costi ipotizzabili per la realizzazione del progetto.
Al momento, non sono previste - questa era una richiesta legata all'esercizio 2010 - le quantificazioni di finanziamento, perché ovviamente eravamo in una fase di partenza.
Per quanto riguarda i vincoli che le ASL dovranno rispettare nello sviluppo dei loro sistemi informativi, anche questi argomenti saranno oggetto del progetto del gruppo di lavoro.
Per quanto riguarda l'indicazione alle ASL di raccordare lo sviluppo dei loro sistemi informativi con il progetto, in modo che sia considerato dalla Giunta alla stregua di una raccomandazione o di un obbligo inderogabile, si ritiene che, per rendere efficiente il progetto, sarà opportuna una linea di indirizzo dotata della necessaria efficacia, quindi non solo una raccomandazione.
Si chiedeva, ancora, come s'intenda valorizzare il ruolo del CSI Piemonte in qualità di soggetto istituzionale deputato a supportare il progetto in questione.
Al CSI s'intendono affidare i compiti e le funzioni previste dalla legge regionale istitutiva del Consorzio e dai successivi atti amministrativi che regolano il suo funzionamento e i rapporti con la Regione.
Infine, si chiede come si intenda valorizzare il sistema delle imprese IT e, conseguentemente, il livello occupazionale dello stesso.
Il modello di produzione e di gestione dovrà prevedere la partecipazione delle imprese IT, sia nelle fasi di sviluppo della soluzione sia nelle fasi di impianto e gestione del servizio. Per il contenimento dei tempi di un intervento così complesso e articolato, il contributo di una massa critica di risorse è, infatti, fondamentale.
La Regione si impegna ad individuare, con il contributo del CSI Piemonte, le modalità di coinvolgimento delle imprese ICT locali finalizzate allo sviluppo di specifiche competenze in ambito e-health spendibili sul mercato.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Interrogazione n. 130 della Consigliera Artesio, inerente a "Conseguenza del nuovo sistema di accesso alla pensione"


PRESIDENTE

Passiamo alla trattazione dell'interrogazione n. 130 della Consigliera Artesio.
Essendo un'interrogazione a risposta ordinaria, non è prevista l'illustrazione.
Passiamo, pertanto, alla risposta dell'Assessore Porchietto.
Prego, Assessore.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro e formazione professionale

Grazie, Presidente.
Mi scuso per il ritardo, ma - e anticipo un tema che affronteremo nel pomeriggio - ero al tavolo della CEVA Logistics, che ho lasciato in questo momento, e questo è il motivo per il quale abbiamo chiesto di posticipare come ultima, la risposta a quest'interrogazione.
Tra le altre cose, devo fornire delle risposte alla Consigliera Artesio anche dal punto di vista dei tempi; la collega era stata informata del fatto che attendevamo una serie di dati dall'INPS che, ad oggi, sono ancora parziali, pertanto abbiamo predisposto la risposta in funzione dei dati che in questo momento sono a nostre mani.
In riferimento all'interrogazione presentata dalla Consigliera Artesio possiamo comunicare quanto segue.
In premessa, precisiamo che le disposizioni che sono state recentemente introdotte dalla Legge di stabilità 2011 (articolo 1, comma 37) vanno nella direzione di una soluzione del problema riportato all'interno dell'interrogazione, quantomeno sugli elementi di maggiore tensione sociale che ne potevano derivare. Infatti, è prevista la possibilità che il Ministro del Lavoro, insieme al Ministro dell'Economia, disponga, in deroga a quanto previsto dalla legge 122/2010, un prolungamento dell'intervento di tutela del reddito, per il periodo di tempo necessario al raggiungimento della decorrenza del trattamento pensionistico (il tema oggetto dell'interrogazione) per i lavoratori in mobilità e non soltanto per quelli che risiedono nelle aree svantaggiate, ma per tutti i lavoratori, quindi anche quelli compresi nei territori della nostra regione.
Tale intervento, che è soggetto alla disponibilità delle risorse del Fondo Sociale per Occupazione e Formazione, potrebbe risolvere una buona parte dei problemi più urgenti, connessi alle problematiche in esame.
Abbiamo fatto, nel contempo, una stima affidabile del numero di persone che sarebbero direttamente esposte, in Piemonte, al sistema delle finestre mobili introdotte, in quanto disoccupate al momento del raggiungimento dei requisiti pensionistici. Non si riesce, però, ad operare una stima precisa in quanto mancano le informazioni necessarie, in particolare quelle di fonte INPS (motivo anche del ritardo nella risposta).
Si può specificare tuttavia, che i dati sullo stock della mobilità ad inizio dicembre indicano la presenza di circa 1.300 persone di 58 anni e oltre, la cui iscrizione in lista dovrebbe terminare entro la fine dell'anno in corso (il 2011), in prevalenza nella seconda metà di quest'anno; una parte di queste persone dovrebbe presumibilmente incorrere nei problemi in esame, ma potrebbe rientrare nella clausola di salvaguardia che è stata approvata con la legge di stabilità.
L'Assessorato regionale al lavoro ha comunque previsto di attivare, ove necessario, uno specifico intervento di sostegno al reddito nell'Avviso gestito dall'Agenzia Piemonte Lavoro in corso di definizione, fermo restando che, in una prima fase, l'intervento opererà a sostegno delle famiglie svantaggiate, con la possibilità di un allargamento rivolto alla copertura del periodo necessario per i lavoratori che hanno maturato i requisiti pensionistici per raggiungere la decorrenza dell'effettiva erogazione della prestazione.
Va, inoltre, ricordato che nella concessione di indennità di mobilità in deroga si è previsto, fin dal 2009, di intervenire a favore di coloro cui manca fino ad un massimo di 12 mesi al raggiungimento dei requisiti pensionistici, per consentire loro di maturare il periodo mancante, con la possibilità - definita l'intesa con le parti sociali e con l'INPS e confermata nell'accordo quadro per la gestione 2011 degli ammortizzatori in deroga, siglato lo scorso 16 dicembre anche dalla Regione Piemonte - di coprire anche quella parte del periodo scoperto per arrivare alla finestra di uscita rientrante nei 12 mesi massimi di indennità previsti.
Si intende che l'Assessore al lavoro e l'Assessorato seguono con attenzione l'evolversi di questa situazione, in raccordo con l'INPS e con le parti sociali.
Quest'attenzione si sviluppa sistematicamente in modo costruttivo all'interno delle periodiche riunioni della Commissione regionale per l'impiego; siamo pronti ad intervenire, sia pur nei limiti delle risorse che ad oggi sono disponibili, a favore delle fasce deboli che possono risultare scoperte dall'azione svolta su fronti diversi, che mirano a contrastare gli effetti indesiderati della normativa nazionale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Artesio per una replica.



ARTESIO Eleonora

Ringrazio l'Assessore per la risposta.
L'elemento di maggiore rassicurazione è contenuto nell'ultimo paragrafo della risposta, laddove fa riferimento all'individuazione di specifici interventi di sostegno al reddito, sia pure con criteri di preferenza per le famiglie svantaggiate, assegnato all'Agenzia Piemonte Lavoro, nonch interventi particolari rivolti a quelle condizioni professionali per le quali, la mancanza di dodici mesi dall'accesso alla pensione, renderebbe particolarmente sofferente la possibilità della sopravvivenza, in assenza di un reddito da lavoro e non essendo ancora maturato l'accesso al requisito di pensionamento.
Mi auguro che, nella vicenda, il Governo possa essere il più rassicurante possibile, soprattutto per le condizioni di coloro che si trovano ad essere incorsi nelle modificazioni della normativa che dall'anno 2011 ha modificato le modalità della maturazione del diritto di acceso al pensionamento di vecchiaia e di anzianità. Faccio riferimento alla categoria alla quale ci rivolgiamo, perché forse l'Aula in questo dialogo potrebbe non comprendere esattamente di quali condizioni sociali stiamo trattando, se usiamo una terminologia troppo tecnica. In realtà, la materia è molto semplice: con la nuova normativa, le persone che avevano maturato il requisito della pensione a partire dal mese di gennaio 2011 andranno in pensione soltanto diciotto mesi dopo. Questa modalità, che evidentemente forza sul contenimento della spesa previdenziale, colpisce in particolare proprio quelle situazioni di persone in età matura che, avendo compiuto un percorso professionale in azienda, hanno attivato contratti di collaborazione professionale, in modo tale da riuscire a ricongiungere insieme al requisito anagrafico (con la strada della tassazione separata) gli anni di lavoro precedenti e quelli maturati con questa contribuzione di lavoro autonomo.
Il fatto di aver costruito un'azione di questo genere, piuttosto che aver mantenuto una condizione, ad esempio, di cassa o di mobilità, ha attivato un'iniziativa specifica di autopromozione, ovviamente calcolata da parte degli interessati, sul tempo nel quale perdura l'attesa rispetto all'acceso del requisito pensionistico. L'ulteriore spostamento in avanti di un anno e mezzo è elemento di particolare complicazione. Le categorie particolarmente colpite sono quelle degli adulti, e degli adulti in fase di età matura - parliamo del 1952 e del 1953 come anni di nascita particolarmente coinvolti da questa condizione.
Mi auguro che la gestione immaginata dalla Regione riesca a fungere da ammortizzare di questa situazione.
Come osservazione politica posso solo dire che si fanno e si adottano provvedimenti di carattere nazionale, volti al contenimento della spesa pubblica, ma che, funzionando su un meccanismo esclusivamente contabile e finanziario, ignorante delle condizioni umane e professionali (poiché i corpi, le condizioni sociali e le famiglie non solo cancellabili con una manovra finanziaria), riversano tutto il peso di queste situazioni di difficoltà sulle iniziative delle amministrazioni pubbliche locali. Non posso che continuare ad osservare che l'effetto congiunto di una deresponsabilizzazione imprenditoriale e di un tentativo di far passare la spesa pubblica come una spesa improduttiva, quale quello cui assistiamo da moltissimi anni nelle leggi finanziarie nazionali (e non solo), ha come conseguenza la produzione di una situazione di sofferenza dei soggetti interessati, ma poi, necessariamente, il tentativo e la necessità di ricorrere con coperture di carattere assistenziale a bisogni primari che non sono comprimibili, ancorché lo desiderino le leggi finanziarie.
Come sempre, la Regione o altri Ente locali si troveranno a far fronte a una scelta di economia che tale non è, perché, semplicemente, fa riverberare su altri rivoli della finanza pubblica la necessità di sostenere queste particolari condizioni sociali.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Formazione professionale

Esame ordine del giorno n. 120 dei Consiglieri Cursio, Boeti e Ponso inerente a "Formazione professionale del personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 120, avente ad oggetto "Formazione professionale del personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi", presentato dai Consiglieri Cursio, Boeti e Ponso, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Cursio per l'illustrazione.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Vorrei precisare che l'articolo 3 della legge 15 luglio 2009, n. 94 prevede che le attività dei cosiddetti "buttafuori" possono essere svolte unicamente da personale idoneo e iscritto in apposito elenco istituito presso le Prefetture, previa verifica circa il possesso dei requisiti individuati con decreto del Ministro dell'Interno.
Il decreto del 6/10/2009, con il quale il Ministero dell'Interno ha provveduto a definire i requisiti per l'iscrizione nell'elenco prefettizio nonché le modalità di selezione del personale addetto ai servizi di controllo, prevede che detto elenco sia subordinato al superamento di appositi corsi di formazione professionale, definiti all'articolo 3 della legge n. 94, pena, altrimenti, sanzione amministrativa da 1.500 a 5.000 euro, sia per il richiedente sia per la struttura ospitante.
Ciò che si riscontra, ad opera della Giunta, è che viene introdotta una pesante discriminazione a favore del consorzio Formont. Perché? E come mai mentre tutti gli altri soggetti accreditati alla formazione devono obbligatoriamente svolgere 90 ore di formazione, per la Formont si è fatta un'eccezione? Vengono svolte 51 ore entro la fine del 31/12/2009 e 39 ore nell'anno successivo? Oltretutto si chiede come fanno ad iscriversi se non hanno compiuto il corso di formazione di 90 ore.
Nel frattempo, poiché quest'ordine del giorno è stato presentato e sottoscritto il 2 novembre, il Ministro si è ulteriormente espresso firmando una proroga stabilita al 30 giugno 2011.
Il concetto di fondo è che chi si iscrive al consorzio per tale formazione Formont aveva la possibilità - ricordo che adesso i termini sono spostati - di frequentare 51 ore entro il 2010 e 39 nel 2011. Oltretutto il decreto ministeriale prevede che il costo sia a carico del soggetto formante, mentre in questo caso le 51 ore sono a carico del soggetto e le altre 39 sarebbero a carico della Regione.
C'è un'enorme disparità di trattamento nei riguardi sia dei soggetti interessati alla formazione, sia delle stesse case formatrici, società o consorzi formatrici.
Volevo chiedere come mai è potuto accadere tutto ciò.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccanti.



MACCANTI Elena, Assessore alla promozione della sicurezza e polizia locale

Il parere è negativo. Quest'ordine del giorno, che è stato presentato il 2 di novembre, peraltro, è ampiamente superato dall'ultimo decreto ministeriale del 17 dicembre 2010 che ha, appunto - come ricordava anche l'interrogante - prorogato la scadenza per l'iscrizione nell'elenco prefettizio al 30 giugno del 2011.
Nel motivare, però, il parere negativo della Giunta, volevo ripercorrere cosa è successo per quel che riguarda questi corsi di formazione. I riferimenti alla normativa regionale che è scaturita dal decreto 6 ottobre 2009, infatti, risultano nell'interrogazione un po' parziali. Il primo atto della Giunta regionale su tale formazione è costituito dalla deliberazione di Giunta del 16 novembre 2009, con la quale è stato incaricato il Settore Sicurezza e Polizia locale dell'organizzazione di questi corsi, in quanto Settore che per competenza in materia risultava essere il più vicino.
Con successiva deliberazione del 15 febbraio 2010, la Giunta - su proposta degli Assessori a Sicurezza e Formazione - ha definito in 51 ore la fase sperimentale di tale formazione, per la quale sarebbe stato individuato un unico soggetto realizzatore su tutto il Piemonte, scelto sulla base di un'apposita procedura aperta di selezione. Alla procedura hanno partecipato otto soggetti interessati e si individuò il Formont come soggetto incaricato della fase sperimentale, da maggio fino al 31 ottobre 2010.
Nel frattempo, le strutture dei due Assessorati competenti hanno lavorato alla definizione di un profilo professionale al quale legare la formazione successiva alla sperimentazione, che avrebbe dovuto essere di 90 ore in base all'accordo preso in Conferenza Stato-Regioni il 29 aprile 2010. Per questo poc'anzi sottolineavo che la prima deliberazione istitutiva delle 51 ore è del 15 febbraio e successivamente è intervenuto l'accordo Stato-Regioni il 29 aprile, che, invece, confermò le 90 ore. Tale nuova normativa regionale è stata approvata con deliberazione di Giunta del 3 novembre. La novità introdotta è stata quella che i soggetti realizzatori potevano essere tutte le agenzie formative accreditate per la formazione della Regione Piemonte. A seguito di tale nuova normativa, sette differenti agenzie formative ad oggi hanno avviato i corsi; alla data attuale hanno ultimato tale formazione 168 persone e 115 risultano iscritte, per un totale di 283 persone che a breve conseguiranno l'idoneità a svolgere questo lavoro.
Per legge - ricordo - è il datore di lavoro che dovrebbe coprire i costi del corso: sono esclusi espressamente finanziamenti pubblici.
Pertanto, senza intermediazione regionale, ogni agenzia formativa definisce il costo del corso, che quindi è diverso da un'agenzia all'altra e che risulterebbe variabile tra i 450 e i 600 euro a persona. Al termine dei corsi viene rilasciato un attestato di frequenza e si ottiene l'iscrizione all'elenco prefettizio. L'attestato certifica il completamento del percorso formativo.
In merito al numero dei soggetti interessati a questa formazione, le strutture regionali non hanno riscontro circa i 2.000 lavoratori citati nella nota dei Consiglieri e le Associazioni di categoria interpellate in merito non sono state in grado di fornire una quantificazione. L'unico dato sono i circa 200 locali piemontesi dove vengono svolte le attività di intrattenimento.
In sintesi si ritiene naturalmente che la Regione Piemonte abbia fin qui bene operato e, per quanto riguarda il Formont, non è pervenuta ad oggi alcuna sua richiesta per integrare con fondi regionali le 39 ore. Questa integrazione, quindi - come espressa dalle richieste del Consigliere, che si preoccupa giustamente di dare pari opportunità e, soprattutto, pari condizioni alle agenzie che si occupano di formare i buttafuori - non c'è.
Tengo però a sottolineare come la prima fase - aggiudicata dal Formont fosse, appunto, una fase sperimentale, la cui durata è stata fissata e stabilita prima della Conferenza Stato-Regioni.
La ragione, appunto, per cui la Giunta esprime un parere negativo è proprio perché da un lato l'ordine del giorno è superato e dall'altro i giusti rilievi manifestati nell'interrogazione - ancorché alcuni riferimenti siano parziali - sono già stati fatti propri dalla Giunta.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
La parola per la replica al Consigliere Cursio.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Ringrazio sinceramente l'Assessore e devo dire che con l'iscrizione in data odierna di questo ordine del giorno probabilmente ho dato anche un assist alla Giunta. Devo però altresì replicare e dire che in ogni caso la disparità di trattamento sta nel fatto che si individua un Consorzio e che a questo Consorzio si dice: a te, al di là della sperimentazione, al di là di come vogliamo chiamare questo principio, consento di fare formazione con 59 ore, in disaccordo con il decreto che ne fissa 90; salvo poi correggersi e dire: te le faccio poi recuperare nel corso del 2011. Tuttavia, entro il 31 dicembre 2010 ci si deve iscrivere presso l'elenco della Prefettura.
Ora dico: come si fa, se un decreto prevede 90 ore, ad iscriversi con 51 ore di formazione presso questo elenco? Questo è il punto. Non voglio aggiungere altro. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cursio.
Passiamo dunque alla votazione. Ricordo che il numero legale è 29 e che il parere della Giunta è sfavorevole.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 120, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale Premesso che : a) la Legge 15 luglio 2009 n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", autorizza e disciplina, tra l'altro, l'impiego di personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi anche a tutela dell'incolumità dei presenti b) l'articolo 3 della Legge 15 luglio 2009 n. 94 prevede che le attività di cui sopra possano essere svolte unicamente da personale idoneo iscritto in apposito elenco istituito presso ogni Prefettura e previa verifica circa il possesso di requisiti individuati con Decreto del Ministero dell'interno c) con Decreto del 06/10/2009 il Ministero dell'interno ha provveduto a definire i requisiti per l'iscrizione nell'elenco prefettizio nonché le modalità di selezione del personale addetto ai servizi di controllo prevedendo, tra l'altro, che l'iscrizione in detto elenco sia subordinata al superamento di apposito corso di formazione professionale, definito e disciplinato, quanto ai suoi contenuti, nell'articolo 3 del richiamato Decreto ministeriale d) l'articolo 3 comma 13 della Legge 15 luglio 2009 n. 94 punisce, salvo che il fatto costituisca reato, con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 1.500,00 ad euro 5.000,00 chiunque svolga i servizi di cui al comma 7 in difformità da quanto previsto dalla legge e) alla stessa sanzione soggiace chiunque impieghi per le attività di cui all'articolo 3 comma 7 della Legge 15 luglio 2009 n. 94 soggetti diversi da quelli iscritti nell'elenco tenuto dal Prefetto f) l'articolo 8 del Decreto del Ministero dell'interno 06 ottobre 2009, nel testo modificato con Decreto ministeriale del 31 marzo 2010, prevede che il personale che, alla data di entrata in vigore del decreto, già svolgeva servizi di controllo delle attività di intrattenimento e spettacolo possa continuare ad espletare la propria attività prima dell'iscrizione nell'elenco prefettizio e comunque sino alla data del 31 dicembre 2010.
Considerato che : a) nel corso del mese di maggio 2010 la Giunta Regionale, in attuazione del disposto di cui all'articolo 3 del Decreto del Ministero dell'Interno del 06 ottobre 2009, annunciava, attraverso l'Assessore alla Promozione della Sicurezza, la definizione delle modalità per i corsi di formazione destinati al personale da adibire ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo nei luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi, individuando, d'intesa con il Consorzio Formont sito in corso Cuneo n. 15 - Venaria Reale (TO) ed unico aggiudicatario della procedura selettiva promossa dall'Amministrazione Regionale, un percorso formativo sperimentale della durata di 51 ore e riguardante le tre aree tematiche di cui all'articolo 3 del Decreto ministeriale del 06 ottobre 2009 b) il Consorzio Formont veniva, quindi, individuato come unico ente accreditato presso la Regione Piemonte allo svolgimento dei corsi di cui sopra c) il costo del corso, a totale carico degli iscritti, veniva fissato in euro 600,00 d) veniva, altresì, previsto che all'allievo che avesse superato l'esame di fine corso sarebbe stato rilasciato dalla Regione Piemonte - Settore Sicurezza e Polizia Locale una dichiarazione di idoneità.
Affermato che : a) a tutt'oggi nulla è dato sapere circa l'effettivo svolgimento dei corsi di formazione del personale addetto ai servizi di controllo b) la materia, sul territorio regionale, riguarda circa 2.000 lavoratori i quali, dopo la fine del periodo transitorio, fissata al 31 dicembre 2010 non potranno più, salvo incorrere nelle sanzioni previste, svolgere le attività di cui all'articolo 3 della Legge 15 luglio 2009 n. 94 là dove non abbiano svolto il previsto corso di formazione professionale ed ottenuto l'iscrizione nell'elenco prefettizio.
Ritenuto che : a) sia essenziale formare il personale addetto alla sorveglianza in luoghi aperti al pubblico o presso i pubblici esercizi b) la questione debba esser definita e trattata dall'Assessorato preposto alla Formazione Professionale anziché da quello alla Promozione alla Sicurezza impegna la giunta regionale a verificare sull'effettivo svolgimento dei corsi di formazione professionale per il personale da adibire al controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo nei luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi da parte del Consorzio Formont, individuando, se del caso percorsi alternativi tali da consentire l'assolvimento dell'obbligo formativo entro il termine del 31 dicembre 2010".
Il Consiglio non approva.


Argomento: Università

Esame ordine del giorno n. 146 dei Consiglieri Artesio, Stara, Cerutti e Pentenero, inerente a "DDL Gelmini, solidarietà al mondo dell'Università"

Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Esame ordine del giorno n. 150 dei Consiglieri Pedrale, Franco Maria Botta Marco Botta, Bussola, Comba, Rosa Anna Costa, Leo, Mastrullo, Spagnolo e Valle, inerente a "Piano di sicurezza per la salvaguardia dei cittadini durante le manifestazioni di protesta"

Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Esame ordine del giorno n. 154 dei Consiglieri Carossa, Leo e Cantore inerente a "Solidarietà al Sindaco di Torino dopo l'assalto degli autonomi a Palazzo Civico"

Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Esame ordine del giorno n. 157 dei Consiglieri Pedrale, Leo, Montaruli e Botta Marco, inerente a "Scontri tra studenti anti-Gelmini e forze dell'ordine a Roma ed in altre città d'Italia in occasione del voto di sfiducia in Parlamento"


PRESIDENTE

Passiamo alla trattazione congiunta degli ordini del giorno n. 146 154, 150 e 157, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Cominciamo dall'ordine del giorno n. 146, Disegno di legge Gelmini solidarietà al mondo dell'università" dei Consiglieri Artesio, Stara Cerutti e Pentenero.
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Le modalità con le quali programmiamo il nostro lavoro ci fanno incorrere frequentemente in un disguido quale quello che recitiamo in questa giornata, che però proviamo a trasformare in un'opportunità. È del tutto evidente che nel momento in cui noi abbiamo presentato questo ordine del giorno la situazione era ancora aperta, nel tavolo e nella dialettica relativa al rapporto tra il Ministero per la Ricerca e l'Università e l'organizzazione mobilitatasi da parte della Rete degli Studenti, nonché da alcuni ricercatori e da alcuni docenti universitari, in rapporto alla contestazione sulle misure in termini di efficacia e di equità che la riforma relativa al cambiamento della struttura universitaria prefigurava.
Non ci siamo espressi in quella fase, se non come forze politiche, sulla vicenda della mobilitazione rispetto alla riforma universitaria e ci troviamo a farlo oggi a conclusione, con l'approvazione da parte delle due Camere dello strumento di riforma in questione.
Poiché la questione non è soltanto questione che si debba celebrare su un macro livello di carattere nazionale, né su un macrotavolo di relazioni vale a dire quello che riguarda la Conferenza Stato-Regioni o il Coordinamento delle responsabilità accademiche e quindi quello dei Rettori delle Università con il Ministro - ma vi sono dirette conseguenze sulla qualità dell'organizzazione degli studi e sulle prospettive in ordine alle vocazioni professionali dei giovani del nostro territorio, provo a recuperare l'attualità di questo documento esattamente in ordine alle caratterizzazioni regionali del testo che abbiamo presentato.
Mi limito quindi ad enfatizzare il comma 2 dell'ordine del giorno quello che richiama in causa la responsabilità dell'Amministrazione regionale.
Abbiamo lungamente parlato di come nel bilancio di previsione 2011, da parte dell'Amministrazione regionale, si potessero orientare le risorse in maniera tale da garantire un recupero concreto delle diminuzioni invece previste dai trasferimenti statali. In modo particolare, come i Consiglieri ricorderanno, noi siamo partiti da una situazione in cui lo strumento finanziario ipotizzava 18 milioni di fondi regionali assegnati al funzionamento delle risorse relative all'esercizio effettivo del diritto allo studio e quindi al finanziamento delle attività delle borse di studio e delle residenze universitarie, ma contestualmente a una riduzione del trasferimento delle risorse statali.
Abbiamo concluso la grande dialettica su questa materia completando tra risorse statali incassate dalla Regione Piemonte e risorse regionali assegnate, con un fondo unico di 25 milioni di euro per l'esercizio del diritto allo studio in ambito universitario.
Le dichiarazioni rispettive degli Amministratori dell'EDISU congiuntamente a quelle dei rappresentanti degli studenti, ci dicono che mancano all'appello ancora almeno sei milioni di euro rispetto ai 31 che erano stati distribuiti a queste provvidenze destinati nell'anno precedente e che si erano ottenuti grazie ai risparmi capitalizzati da quel Consiglio di Amministrazione; risparmi non annualmente riproducibili e quindi l'anno che ci troveremo di fronte presumibilmente rappresenterà o un anno di difficili acrobazie economiche di bilancio da parte dell'EDISU o un anno in cui non più tutte le domande avanzate dagli studenti troveranno soddisfazione.
Né vale a modificare questo scenario la paventata dichiarazione - dico paventata perché la trovo infondata, altri evidentemente la ritengono condivisibile - secondo la quale si dovrebbero modificare i criteri di accesso a questo tipo di provvidenze per l'esercizio effettivo del diritto allo studio, andando a privilegiare la residenza e il merito.
Voglio sottolineare come solo chi parla per categorie generali e non approfondisce la questione abbia ignorato, nel dibattito che è intercorso anche in quest'Aula, il fatto che tutte le domande presentate dagli studenti piemontesi abbiano trovato soddisfazione.
Così come la tesi da noi sostenuta secondo la quale si sarebbe dovuto subordinare l'accoglienza degli studenti universitari non piemontesi al rimborso da parte delle loro Regioni è risultata tesi fallace perch avrebbe portato un maggior onere alla Regione per ristorare le spese dei piemontesi che vanno a studiare all'estero.
Quindi, come la si giri, la vicenda è che rischiamo di non garantire il diritto allo studio in ambito universitario. Ma la Giunta ci ha risposto in sede di bilancio, che aveva raschiato il fondo del barile, aveva impegnato il fondo di riserva e nulla poteva essere fatto di più. Due giorni dopo, vediamo che vengono sottratti sette milioni di euro (esattamente quello che chiedevamo per completare il finanziamento del diritto allo studio) per finanziare il bonus bebè.
Quindi non stiamo parlando di priorità ragionate su un ordine di carattere politico in relazione ai diritti esigibili, ma stiamo ragionando di altre priorità, a cui questa Giunta ci ha abituati, in primis la pubblicità. Di conseguenza, continuo a ritenere attuale quest'ordine del giorno e chiedo al Consiglio di votarlo.



PRESIDENTE

Grazie. Apriamo dunque la discussione generale.
Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Credo che quanto affermato dalla collega Artesio sia esaustivo rispetto al quadro complessivo all'interno del quale ci troviamo a discutere oggi la questione del diritto allo studio universitario.
Ci troviamo a discutere di un aspetto per il quale, a oggi, i giochi sono un po' fatti, un po' chiusi. Devo dire che non abbiamo raggiunto un risultato che ci permette di stare tranquilli. Sicuramente quest'anno avremo delle graduatorie che questa Regione non riuscirà a soddisfare, e mi sembra che il tanto proclamato accordo all'interno della Conferenza unificata nazionale, per il quale si possa immaginare un riparto diverso delle risorse, sia un sogno o sia un desiderio rimasto tale all'interno degli Uffici - non si sa bene, oggi forse dell'Assessore Maccanti - della Giunta regionale.
Quest'anno solare, per quello che riguarda il diritto allo studio universitario, avremo una situazione molto delicata e molto particolare all'interno della nostra Regione, non solo perché avremo una riduzione delle risorse regionali, ma soprattutto perché avremo un'ulteriore riduzione delle risorse sul panorama nazionale e quindi una diminuzione dell'attribuzione delle risorse ad ogni singola Regione.
Vorrei capire se da parte della Giunta sono stati fatti dei passi in avanti, se all'interno dei criteri nazionali di attribuzione delle risorse a ogni singola Regione è stata avanzata una proposta dalla Regione Piemonte o se invece questa continuerà ad essere un proclama che è stato fatto.
Sarebbe interessante conoscere quali sono i criteri che la nostra Regione...
Presidente, in queste condizioni è praticamente impossibile parlare...



PRESIDENTE

Ha ragione. Prego i Consiglieri di fare silenzio e permettere alla collega Pentenero di svolgere il suo intervento.



PENTENERO Giovanna

Dicevo, sarebbe interessante conoscere quali sono le proposte che la Giunta, come ha più volte affermato, intende fare in sede di Conferenza unificata, per capire quali sono le reali possibilità che il riparto dell'attribuzione delle risorse ad ogni Regione sia modificato rispetto al trend che da un po' di anni questo Paese registra.
Su questo mi pare sia stata centrata tutta la discussione in Commissione e sia stata centrata tutta la nostra attività. Peraltro, anche il Presidente Cota in più occasioni ha ribadito la necessità assoluta di dare risorse soltanto agli studenti piemontesi. Mi sembra che questa prospettiva sia ormai tramontata, perché il Presidente ha finalmente capito la non applicabilità e il non senso di un'affermazione come quella che era stata fatta prima sui giornali e poi, un po' moderata e un po' miscelata in sede di Commissione.
Sarebbe interessante conoscere quali sono i criteri che la Giunta andrà a proporre, perché su questo si potrebbe intanto capire se davvero la situazione dell'EDISU regionale sarà una situazione complicata e difficile o se invece c'è qualche spiraglio.
Ad ogni modo, credo che la situazione sia abbastanza difficile, a fronte del fatto che le risorse nazionali sono state ridotte del 50 rispetto a quelle che erano state attribuite nell'anno precedente.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto "Regina Margherita" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto "Regina Margherita" di Torino, classe V, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Università

Esame ordine del giorno n. 146 dei Consiglieri Artesio, Stara, Cerutti e Pentenero, inerente a "DDL Gelmini, solidarietà al mondo dell'Università" (seguito)

Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Esame ordine del giorno n. 150 dei Consiglieri Pedrale, Franco Maria Botta Marco Botta, Bussola, Comba, Rosa Anna Costa, Leo, Mastrullo, Spagnolo e Valle, inerente a "Piano di sicurezza per la salvaguardia dei cittadini durante le manifestazioni di protesta" (seguito)

Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Esame ordine del giorno n. 154 dei Consiglieri Carossa, Leo e Cantore inerente a "Solidarietà al Sindaco di Torino dopo l'assalto degli autonomi a Palazzo Civico" (seguito)

Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Esame ordine del giorno n. 157 dei Consiglieri Pedrale, Leo, Montaruli e Botta Marco, inerente a "Scontri tra studenti anti-Gelmini e forze dell'ordine a Roma ed in altre città d'Italia in occasione del voto di sfiducia in Parlamento" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con le illustrazione degli ordini del giorno di cui al punto 6) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente.
Voglio dire tre cose. In primo luogo, giudico interessante e positivo l'intervento della collega Pentenero per le questioni importanti che ha richiamato, ma so che fra signore in gamba ci si intende e l'Assessore Maccanti, in riunioni precedenti, ha dimostrato la sua sensibilità verso il mondo universitario.
Seconda cosa. Giudico positivo lo sforzo comune fatto da centrosinistra e centrodestra per riequilibrare le risorse per il diritto allo studio.
Ringrazio Ufficialmente la collega Pentenero e i colleghi tutti per questo e ringrazio la Giunta per aver accolto le nostre richieste, perch altrimenti ci sarebbe stato veramente un dato negativo. Vorrei ricordare e riconoscere al nostro Capogruppo Pedrale di avere sostenuto questa battaglia fin dall'inizio.
Ho tormentato (per le questioni di bilancio), l'Assessore Maccanti insieme all'Assessore Quaglia, ma mai quanto tormentavo l'Assessore Burzi quand'era al bilancio - lo tormentavo molto di più perché lui è un gentiluomo, quindi ne approfittavo.
Come dicevo, considero l'intervento della collega Pentenero molto importante.
Terza. Abbiamo detto che saremmo intervenuti, se ho capito bene Presidente, dalla sua cortese illustrazione, su tutti gli ordini del giorno collegati. È così, Presidente?



PRESIDENTE

La discussione è unica. L'illustrazione poteva essere separata, ma i firmatari degli altri ordini del giorno non ne hanno approfittato.
Prego, continui.



LEO Giampiero

Grazie.
Credo che questo semplifichi anche i lavori, Presidente.
Allora, ovviamente, non essendo schizofrenico, anche se di questi tempi in politica la schizofrenia va di moda (basti pensare a Fini), bisogna dire che io sostengo gli ordini del giorno presentati dal Gruppo del PdL.
In questo senso caldeggio la solidarietà al Sindaco Chiamparino espressa dal nostro ordine del giorno n. 154, dove si censura la scelta di una parte, oso dire minoritaria, del movimento studentesco di tentare la via delle tensioni sociali per tenere alta la temperatura sul tema della riforma Gelmini.
Tema che vede un dibattito costruttivo e serrato, che noi riteniamo importantissimo, ma che deve esulare da forme di violenza.
Quindi ho l'onore di essere il primo firmatario di questo ordine del giorno, sottoscritto da moltissimi colleghi, di solidarietà al Sindaco Chiamparino. Non è il frutto di una mia estemporaneità, vero, Presidente Pedrale? I colleghi della Lega e il Presidente Marinello mi hanno consigliato di esprimere anche solidarietà alla polizia municipale di Palazzo Civico e a tutti i cittadini costretti a subire l'offensiva di parti minoritarie, spesso neanche provenienti dal mondo universitario, che nulla hanno a che vedere con le legittime, vivaci e vitali espressioni di quel mondo giovanile e studentesco che desidera e lotta per una scuola e un sistema universitario davvero migliori per tutti.
Sapendo che ci sono dei giovani qui, ricordo che la nostra preoccupazione è che abbiano un posto di lavoro domani. In questo senso opporsi a riforme che possono dare più opportunità di lavoro (si pu dialettizzare, discutere e ragionare) è una follia! Un grande economista Gros-Pietro, diceva che se non ci saranno riforme incisive sul diritto allo studio, sullo studio, sull'università le nostre giovani andranno a fare le badanti in Romania o in Cina, data la realtà oggettiva del futuro del mondo del lavoro.
Da questo punto di vista, non posso che apprezzare la posizione tenuta da molti, tra cui il Sindaco Chiamparino, sui recenti referendum.
Quindi, questa solidarietà al Sindaco Chiamparino si collega con l'ordine del giorno n. 157, firmato da moltissimi colleghi di vari Gruppi in cui si richiama la condanna all'uso della violenza. Si condanna la mancata estromissione dei violenti e si esprime la solidarietà alle forze dell'ordine e alla polizia municipale. Il documento ribadisce, inoltre, in un sistema democratico, la necessità di rispettare la supremazia del Parlamento, della solidarietà popolare, dei sindacati e delle forze democratiche.
Ringrazio il collega Carossa che mi ha fatto inserire questo passaggio importante sulla tutela e sul rispetto della polizia municipale.
Credo che il nostro ordine del giorno di solidarietà al Sindaco Chiamparino e di condanna degli estremismi, firmato da moltissimi colleghi si colleghi infine ad un ultimo ordine del giorno che ha moltissime firme.
In sostanza, credo che sia chiaro che vogliamo una riforma universitaria che aiuti gli studenti dando loro reali possibilità di lavoro. Siamo disposti a un dialogo serio e serrato su questo. Giudichiamo positivo il fatto che la Giunta, grazie anche all'Assessore Maccanti, abbia accolto la nostra proposta di incremento dei fondi per il diritto allo studio e di attenzione complessiva alla tematica.
Ringraziamo e ringrazio personalmente i colleghi Reschigna e Ronzani per aver battuto questa via...



(Commenti del Consigliere Reschigna)



LEO Giampiero

Presidente, la giustizia è giustizia. Però, spero che voi riconosciate che questo è un sistema corretto.



(Commenti del Consigliere Reschigna)



LEO Giampiero

Grazie. Apprezzo molto le sue battute. E sa che ho apprezzato molto l'indignazione riguardo al mancato rispetto della dignità della politica.
Questa l'ho apprezzata moltissimo, Consigliere Reschigna, devo dire pubblicamente, perché ognuno di noi ha un onore che si è costruito negli anni e che non è in vendita. Almeno il nostro non è in vendita.
Per questo motivo ritengo che proprio per questa posizione democratica filoparlamentare, di dibattito e di dialogo, la condanna della violenza debba essere netta. Non può essere equivoca. Non può essere ambigua.
Per questa ragione proponiamo che vengano votati i nostri ordini del giorno; per noi andrebbe benissimo se fossero sottoscritti dai colleghi del centrosinistra. Poi, c'è il collega Negro che è sempre di un grande equilibrio e disponibilità.
Collega, la questione è: difesa del Parlamento, della democrazia dibattito democratico, futuro dei giovani, condanna chiara delle violenze perché le violenze impediscono il dialogo. Alcuni di noi, i meno giovani le violenze "politiche", le hanno vissute e non vorrei, collega Reschigna fare uno spot per Fassino, ma mi ha salvato una volta da un fracco di botte, solo perché volevo votare per la lista cattolica e gli extraparlamentari mi avevano detto che questa era una cosa inaccettabile inammissibile: "O si vota per noi o vi massacriamo di botte!". Era un bel sistema democratico, Consigliere Negro. Per cui, quando mi dicono che non sono mai stato abbastanza battagliero nei confronti dell'estrema sinistra rispondo che sono stato sempre in prima fila a battermi per la democrazia insieme a colleghi come Cantore e altri.
Io allora presi un sacco di voti, ma anche un sacco di botte (qualcuno mi ha detto che non è un buon equilibrio). E ricordo che allora il Presidente del Comitato per l'affermazione dei valori democratici era il Presidente del Consiglio regionale Dino Sanlorenzo.
Colleghi Muliere e Reschigna, vi ricordate quando il Presidente Sanlorenzo difendeva l'agibilità? Ero il rappresentante della Democrazia Cristiana, della area cattolica, in seno al Comitato per la Difesa della Democrazia, e fu dura! Oggi, riproponiamo in primo luogo la difesa delle Istituzioni, nella fattispecie del Sindaco Chiamparino, ma di tutti gli organi democratici.
Solo col dibattito, col dialogo, con l'ascolto si fanno riforme. Con la violenza non si fa niente! Non si va da nessuna parte.
Per questo l'ordine del giorno ha certe caratteristiche e sono felice che ci fossero dei giovani a sentirci, perché la violenza è sempre l'anticamera di altra violenza che porta alla dittatura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Dobbiamo discutere su quattro ordini del giorno. Ovviamente il n. 146 presentato dalla Consigliera Artesio e altri, trova il nostro pieno consenso. Essenzialmente, vorrei soffermarmi su questo aspetto per poi discutere su alcune considerazioni.
Queste considerazioni riguardano l'articolo n. 34 della Costituzione che garantisce l'accesso scolastico a tutti, riconoscendo il diritto ai meritevoli, anche se questi sono privi di mezzi economici, quindi tende a consentire anche a loro di raggiungere i livelli più alti relativi ai gradi di studio.
necessario quindi che tutti insieme e non solo chi governa, ma anche noi dell'opposizione si possa vigilare attentamente sulla concreta attuazione delle scelte contenute nel bilancio regionale di previsione del 2011, relative ai fondi destinati all'EDISU. Su questo ci siamo impegnati molto con gli studenti e intendiamo perseguire questa battaglia fino in fondo. I finanziamenti assegnati dalla Regione devono essere pari a quelli contenuti nel bilancio, ovvero due milioni in più rispetto all'anno precedente, come proposto dalle opposizioni ed approvato dalla maggioranza.
Spero che questo impegno venga mantenuto.
Se la Giunta non garantirà quanto abbiamo stabilito nel bilancio di previsione, l'Ente non solo non sarà in grado di corrispondere le borse di studio e gli altri servizi agli studenti, ma potrebbe avere anche difficoltà ad onorare i contratti in atto con i soggetti terzi.
In sostanza, sarebbe opportuno prevedere un'analoga somma anche per i prossimi anni, per evitare periodiche discussioni sugli investimenti da effettuare per il diritto allo studio degli universitari piemontesi. Il confronto dovrà essere avviato preventivamente, insieme ai rappresentanti dell'opposizione, nella sede della VI Commissione (cultura; istruzione ed edilizia scolastica; università, ricerca).
un intervento che si rivela particolarmente necessario anche alla luce dei dati recentemente divulgati dall'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico): i numeri parlano in modo chiaro e sono preoccupanti.
Infatti, secondo l'OCSE, gli Atenei italiani ospitano soltanto il 3,1 di studenti stranieri, mentre la media degli altri Paesi - mi riferisco a quelli dell'OCSE - si aggira intorno al 10%. Siamo ben lontani da nazioni che, in questo campo, rappresentano veri e propri poli di eccellenza, come il Regno Unito (con il 17,9% di studenti stranieri), la Germania (11,4%) e la Francia (11,2%).
I nostri Atenei non reggono il confronto con quelli europei, nonostante le riconosciute competenze di gran parte del corpo docente, proprio per le poche agevolazioni offerte a coloro che vorrebbero venire a studiare in Italia. Purtroppo, siamo il Paese che spende meno in ambito europeo per l'istruzione e, paradossalmente, siamo la realtà che ne avrebbe la maggiore necessità, non solo per garantire le borse di studio, ma anche le necessarie condizioni di sicurezza degli edifici scolastici.
Quindi, detto questo, esprimeremo un voto favorevole sull'ordine del giorno n. 146; viceversa, non parteciperemo al voto sull'ordine del giorno n. 150; ci asterremmo sull'ordine del giorno n. 157 e voteremo favorevolmente sull'ordine del giorno n. 154, che esprime solidarietà al Sindaco Chiamparino. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Questo intervento vuole un po' rappresentare anche la dichiarazione di voto sul complesso degli ordini del giorno che stiamo esaminando.
Anche se la riforma universitaria è stata approvata dai due rami del Parlamento, la discussione sul futuro dell'università in Italia e sulle modalità attraverso le quali concretizzare il diritto di accesso da parte della popolazione studentesca si protrarrà nel tempo. La questione della riforma e, soprattutto, la restrizione degli stanziamenti economici attribuiti alle università per i corsi di laurea e per garantire il diritto di acceso da parte degli studenti determinano un problema che ritroveremo ancora nelle nostre discussioni e anche nelle scelte che l'Amministrazione regionale è chiamata ad affrontare.
Sostanzialmente, rileviamo che nello svolgimento di tutto il dibattito sulla riforma universitaria e anche relativamente alle proteste che hanno coinvolto una parte consistente della popolazione studentesca vi è stato il tentativo - che in parte recuperiamo e ritroviamo anche in uno degli ordini del giorno che sono stati presentati - di confinare tutto questo nell'ambito della violenza politica.
Guardate, senza l'intervento e il gesto coraggioso del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che, ad un certo punto, di fronte al silenzio e all'incapacità di ascoltare le ragioni degli studenti e delle nuove generazioni, ha assunto l'iniziativa di invitare una delegazione degli studenti al Quirinale e ha dedicato gran parte del proprio intervento di fine anno proprio al disagio, alla difficoltà e all'incertezza nella costruzione ed immaginazione del futuro per le nuove generazioni, la situazione sarebbe differente. Probabilmente, ancora oggi, non ci sarebbe una sufficiente attenzione da parte del mondo della politica e soprattutto, da parte di questa maggioranza di centrodestra, nelle decisioni assunte a livello nazionale, ma anche in quelle a livello regionale.
Il collega Leo, con il garbo e la gentilezza che lo contraddistingue ha voluto dare conto di un impegno molto ampio che ha coinvolto il Consiglio regionale nella discussione sulla legge di bilancio proprio in relazione al tema dell'università e degli stanziamenti per il diritto allo studio e, a favore dell'EDISU, per le borse di studio. Pertanto, colgo l'occasione per dire che - altresì per ripristinare le condizioni di verità sarebbe necessario che anche chi rappresenta il Piemonte riconoscesse questo impegno, al quale hanno lavorato le forze politiche dell'opposizione e della maggioranza, non senza qualche difficoltà e fatica, per il raggiungimento, non di una condizione che consideriamo ottimale, ma dignitosa.
Recentemente, in una delle sue apparizioni televisive nazionali, ho avuto modo di ascoltare il Presidente Cota: sembra quasi che abbia fatto tutto lui, abbia ritrovato gli stanziamenti per l'EDISU e abbia garantito le stesse risorse - e non siamo in presenza delle stesse risorse - per l'EDISU. Non abbiamo bisogno del riconoscimento politico del Presidente Cota, ma il ripristino della verità dei fatti sarebbe quanto mai utile e opportuno.
Per queste ragioni, come Gruppo regionale del Partito Democratico annuncio che sull'insieme degli ordini del giorno assumeremo una posizione diversa. Noi voteremo l'ordine del giorno n. 146, anche perché è stato sottoscritto dalla collega Pentenero insieme ad altri Presidenti e Consiglieri dell'opposizione: ancora oggi, riteniamo i contenuti e le riflessioni riproposte all'interno dell'ordine del giorno non superate dai tempi.
Non parteciperemo al voto sull'ordine del giorno n. 150, perché credo che la politica debba anche avere contezza del senso e del limite di ci che è o meno possibile fare.
Non è certamente compito del Presidente della Giunta regionale coordinare, con le Forze dell'Ordine e il Prefetto, le iniziative per evitare che nelle manifestazioni si proceda all'occupazione dei binari e all'interruzione dei servizi, pur nella convinzione che nel corso di alcune di queste manifestazioni siano anche stati arrecati disagi alla collettività delle persone.
Non votiamo l'ordine del giorno n. 157, perché è imperniato sull'equiparazione tra protesta del movimento degli studenti universitari di quelle settimane e la violenza all'interno della manifestazione politica, che rifiutiamo. Sostanzialmente, tentare di dire, come si fa in alcuni passaggi dell'ordine del giorno n. 157, che il movimento studentesco, che aveva proposto quelle ampie campagne di mobilitazione e sensibilizzazione, non è stato capace di espellere le fazioni violente dalle proprie manifestazioni equivale non solo a lanciare un'accusa circa una condizione di impraticabilità politica. Soprattutto, si tende ad equiparare la protesta studentesca con le manifestazioni di violenza politica che da parte di frange politiche e studentesche si sono inserite all'interno di quella che, dal nostro punto di vista, rappresenta comunque una grande esperienza di partecipazione politica.
Per patrimonio culturale e politico di questo partito o di questo Gruppo, non facciamo alcuna fatica a condannare la violenza, da qualunque parte provenga, perché la democrazia impone a ciascuno il rispetto delle regole. Ma il tentativo di equiparare, in alcuni passaggi dell'ordine del giorno, sotto la sintesi della violenza politica, quella che è stata comunque una grande esperienza di partecipazione democratica da parte di studenti in tutte le città del nostro Paese, noi lo rifiutiamo. Per queste ragioni, non voteremo l'ordine del giorno n. 157.
Voteremo invece l'ordine del giorno n. 154, perché è riferito ad un episodio che ha visto alcuni manifestanti commettere un gesto che la coscienza democratica non consentirebbe.
Al di là del fatto che il Sindaco di Torino sia un esponente del Partito Democratico, la nostra coscienza democratica ci indurrebbe ad assumere lo stesso atteggiamento nei confronti di qualunque altra persone e di qualunque altro soggetto, perché all'interno di quel documento noi non rinveniamo quell'equiparazione sbagliata e che non possiamo accettare tra protesta democratica e violenza politica. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Ringrazio i colleghi per la presentazione dell'ordine del giorno n.
146, perché lo condivido nelle premesse. Ritengo assolutamente corretto solidarizzare con chi ha avuto il coraggio e la costanza di portare avanti per molti giorni, questo tipo di protesta che, nella sostanza, si è rivelata rispettosa e pacifica.
Anche noi giudichiamo preoccupante la strategia, ormai intelligibile di impoverimento del sistema universitario e formativo in Italia e di impoverimento e di sbilanciamento delle opportunità e del diritto all'accesso agli studi universitari. L'Ente per il Diritto allo Studio ha subito, infatti, un grave colpo. E grazie al supporto regionale di una Giunta stimolata e incalzata anche dagli emendamenti del Gruppi di opposizione, ha potuto mantenersi in piedi.
Anche se in questo momento la situazione è superata, crediamo sia assolutamente importante condividere questo supporto e sostenere chi ha tutelato e difeso un sacrosanto diritto acquisito. Sarà impegno del nostro Gruppo, ovviamente, riuscire a tutelare anche per gli anni avvenire questo diritto allo studio.
In merito agli ordini del giorno collegati, che il mio Gruppo ritiene essere strumentali rispetto al diritto di esprimere la propria opinione e le rispettive esigenze, non rappresentando nella sostanza indicazioni incisive, esprimiamo naturalmente il parere positivo sulla ratio di condanna di qualsiasi forma di violenza - ci mancherebbe! - ma esprimiamo al collega Leo la nostra perplessità sul pulpito da cui viene questa predica, cioè da un Gruppo che, avendo tra i propri banchi, individui che la violenza fisica la usano anche in un'aula legislativa, è quantomeno stupefacente e fuori luogo tutto questo.
Anticipando le dichiarazioni di voto, il Gruppo che rappresento si pronuncerà a favore dell'ordine del giorno n. 146 e non parteciperà al voto degli altri tre ordini del giorno, esprimendo semplicemente la propria presenza. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di intervento, dichiaro conclusa la discussione generale. Procediamo con la votazione degli ordini del giorno.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 146, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere negativo, il cui testo recita: "Nel condividere le motivazioni per le quali la popolazione universitaria e i lavoratori della conoscenza sono mobilitati in tutta Italia contro l'approvazione del Ddl Gelmini.
Nell'esprimere preoccupazione per gli elementi di destabilizzazione e impoverimento del sistema formativo conseguenti all'approvazione del decreto, che già vede l'Italia collocata nei conforti dell'Europa in una posizione di debolezza rispetto alla frequenza degli studi e alla conclusione degli stessi.
Nel manifestare dissenso sugli elementi di iniquità che, attraverso un indebolimento dell'università, impediscono l'eguaglianza delle opportunità.
Il Consiglio Regionale del Piemonte esprime solidarietà per la protesta degli studenti, dei ricercatori e dei docenti universitari contro la cultura e le previsioni economiche del decreto Gelmini si impegna nell'ambito delle responsabilità e delle autonomie regionali a garantire concretamente il diritto allo studio attraverso le scelte del bilancio di previsione 2011 nella continuità civile e culturale della Regione che, attraverso una equilibrata politica dell'Edisu del passato, ha garantito a tutti gli studenti le provvidenze necessari per la frequenza universitaria".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 150, sul quale la Giunta ha espresso parere favorevole, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che nell'ultima settimana, in seguito alla discussione alla Camera dei Deputati del Disegno di Legge della riforma universitaria, appena approvato, si sono susseguite numerose manifestazioni e cortei di protesta tali manifestazioni si sono svolte anche al di fuori degli Atenei considerato che il diritto alla libertà di manifestazione, sancito dalla Costituzione, deve essere sempre garantito e rispettato ritenuto che il rispetto del diritto di cui sopra, non deve però sfociare in episodi di violenza le manifestazioni di protesta non devono creare eccessivi disagi ai cittadini, in particolar modo impedendo a questi ultimi l'utilizzo del servizio pubblico chiede al Presidente della Giunta Regionale di concordare con le Autorità di Pubblica Sicurezza (Prefetto e Questore) un piano di sicurezza e di organizzazione, affinché non si ripetano più i disagi (tra cui il blocco dei binari della stazione con conseguenti ritardi) provocati dagli avvenimenti dell'ultima settimana".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 154, sul quale la Giunta ha espresso parere favorevole, il cui testo recita: "Considerato che: nel pomeriggio di lunedì 6 Dicembre un gruppo di autonomi e studenti ha forzato l'ingresso di Palazzo Civico raggiungendo l'ufficio di gabinetto del Sindaco di Torino i manifestanti, provenienti da Palazzo Nuovo, hanno srotolato uno striscione con l'obiettivo di rivendicare le azioni che nelle ultime settimane, hanno portato la cittadinanza a sopportare pesanti disagi a causa delle manifestazioni inscenate da alcuni "studenti" contrari alla riforma dell'università promossa dal Governo tenuto conto che: lo striscione esposto si rivolgeva direttamente al Sindaco Chiamparino reo a detta dei manifestanti, di aver descritto come inaccettabile il ricorso a mezzi di protesta dannosi per le normali attività della cittadinanza spesso illegali e pericolosi per i manifestanti stessi un Paese civile, quale è il nostro, deve difendere il sacrosanto diritto al dissenso non solo da qualsiasi minaccia che voglia impedirlo ma anche da un pericoloso abuso dello stesso capace solamente di sollevare inutili tensioni pericolosissimo per qualsiasi opinione e per il fondamentale confronto tra le parti il Consiglio regionale: censura la scelta di una parte del movimento studentesco di tentare la via delle tensioni sociali per tenere alta l'attenzione su un tema, quello della riforma Gelmini, che vede un serrato ma costruttivo dibattito parlamentare esprime la propria solidarietà al Sindaco di Torino, a tutto il Consiglio Comunale, al Corpo di guardia della Polizia Municipale di Palazzo Civico e a tutti i cittadini costretti a subire l'offesa di parti minoritarie, spesso neanche provenienti dal mondo universitario, che nulla hanno a che vedere con le legittime, vivaci e vitali espressioni di quel mondo giovanile e studentesco che desidera e lotta per una scuola ed un sistema universitario migliori e davvero di tutti".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 157, sul quale la Giunta ha espresso parere favorevole, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale considerato che in occasione del voto di sfiducia in Parlamento di martedì 14 dicembre sono state organizzate a Roma ed in altre grandi città, come Torino manifestazioni organizzate dai movimenti studenteschi contrari alla riforma dell'università le mobilitazioni di questi giorni hanno visto, oltre ad una importante partecipazione di piazza, anche una lunga serie di disagi a carico di cittadini, automobilisti e pendolari in numerose occasioni le frange più estreme del movimento si sono distinte per una condotta violenta, dei toni e delle azioni, culminata con il tentativo di assalto alla sede del Senato ed una serie di assalti alle sedi del Popolo della Libertà in tutta Italia tenuto conto che nonostante la progressiva escalation di eventi e la recrudescenza degli scontri, nulla è stato fatto da parte della maggioranza dei manifestanti per allontanare chiunque si fosse macchiato di episodi di intolleranza e violenza politica o per marcare una differenza tra questi e la parte sana del movimento i cortei di ieri hanno visto un disegno politico già preordinato e finalizzato allo scontro con le forze dell'ordine, dimostrato dalla larghissima partecipazione di manifestanti dotati di caschi e di mezzi di protezione individuale quali scudi e imbottiture una serie di slogan comparsi sugli striscioni quali 'se non cade il governo sarà un inferno' o 'se non cade il governo scateniamo l'inferno' avevano già preannunciato il ricorso a metodi di protesta violenti puntualmente avvenuti con il ricorso all'uso di razzi illuminanti e bombe carta utilizzati durante le fasi più dure degli scontri ritenuto che nonostante i gravi danni e le aggressioni subite, le forze dell'ordine abbiano gestito la situazione in maniera adeguata: evitando gli scontri più diretti che avrebbero coinvolto anche i manifestanti inermi, sostenendo una difesa passiva che ha visto la distruzione e il danneggiamento di alcuni mezzi e, sopratutto, la difesa dell'arma di ordinanza di un agente della guardia di Finanza nonostante il gravissimo rischio per la propria incolumità nessun tipo di manifestazione civile possa tollerare episodi che ledano il diritto di tutti alla libera espressione delle proprie idee e l'incolumità di ogni cittadino, messa a repentaglio dal lancio di oggetti dalle spacca te e dai numerosi incendi innescati dai manifestanti censura la scelta dei movimenti studenteschi di ricorrere all'uso della violenza per manifestare le proprie opinioni politiche condanna la mancata estromissione dei violenti e il preoccupante silenzio dei movimenti di protesta più moderati e civili nei confronti del comportamento promosso dalle frange estremiste denuncia il pericoloso atteggiamento di sudditanza che permette alle frange più estreme di trovare asilo e riparo all'interno dei cortei degli studenti esprime la propria solidarietà alle forze dell'ordine e a tutti i cittadini che hanno subito il danneggiamento e la distruzione dei veicoli, dei negozi e degli edifici ribadisce la necessità di rispettare la supremazia del Parlamento e della Sovranità popolare messa in pericolo dalla recrudescenza del confronto politico".
Il Consiglio approva.
Prima di terminare i nostri lavori, vi ricordo che alle ore 14.30 è previsto il Question Time, mentre il Consiglio regionale è convocato alle ore 15.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.21)



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