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Dettaglio seduta n.62 del 23/12/10 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 14.30 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Prego i colleghi Consiglieri e la Giunta regionale di occupare i propri posti.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Boniperti, Botta Franco, Cantore Comba, Cota, Giordano, Spagnuolo e Toselli.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 72, inerente a "Legge finanziaria per l'anno 2011" (ordini del giorno collegati)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 72, di cui al punto 3) all'o.d.g. Siamo in sede di dichiarazione di voto.
Dopo le dichiarazioni di voto, tratteremo gli ordini del giorno.
Successivamente, voteremo prima gli ordini del giorno e, in seguito, il disegno di legge.
Mi assicurano che l'assessore Quaglia è in arrivo, mentre sono presenti il Vicepresidente della Giunta regionale e l'Assessore ai rapporti con il Consiglio regionale.
Vi chiedo di prendere posto, così possiamo procedere con ordine.
Siamo in fase di dichiarazione di voto sull'intero testo; ricordo che il tempo a disposizione è di cinque minuti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Colleghi, c'è un po' di disordine. Siamo in un momento particolare: le dichiarazioni di voto sull'intera legge; se ognuno prende il proprio posto può aiutare il prosieguo dei lavori.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente. Probabilmente, sulle dichiarazioni di voto della legge finanziaria non c'è interesse da parte di nessuno; io non ho difficoltà ad intervenire su questa materia.



(Commenti in aula)



RESCHIGNA Aldo

Lo dico soprattutto ad altri colleghi, grazie.
Vorrei fare pochissime considerazioni. La prima: la discussione sulla legge finanziaria ha reso evidenti una serie di elementi. Cercherò di riassumerne qualcuno.
Il primo è la condizione di gran problematicità del bilancio della Regione. Peraltro, su questo tema si è concentrato gran parte del lavoro e dell'iniziativa del Gruppo regionale del Partito Democratico, senza ricevere molta attenzione da parte della Giunta.
La seconda questione che la discussione sulla legge finanziaria ha reso ancora più evidente è l'incapacità della Giunta regionale ad affrontare questa materia e, soprattutto, ad esprimere con chiarezza la reale situazione nella quale si trova il bilancio della Regione.
Non voglio tornare sulle questioni sollevate dal collega Ronzani stamattina, però, permettetemi - egregi colleghi - una semplicissima considerazione al riguardo.
Scusatemi!



PRESIDENTE

Chiedo scusa! Per favore! Prego, continui, Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Non voglio tornare - dicevo - sulle questioni che sono state oggetto dell'intervento del collega Ronzani stamattina, però voglio ricordare che il Presidente della Giunta regionale, di fronte alle condizioni di gran problematicità del bilancio della Regione, per mesi ha dichiarato che avrebbe affrontato la situazione con la lotta agli sprechi e alle inefficienze - che non abbiamo visto - mentre oggi sta cambiando registro immaginando che la situazione problematica del bilancio della Regione possa essere affrontata tagliando alcuni contributi.
Il collega Ronzani ha sottolineato con molta nettezza come la politica che questa Giunta regionale sta portando avanti sia esattamente l'opposto: non è una politica di grandi riforme; è una politica dentro la quale rileviamo e riscontriamo, su alcune grandi questioni e materie, non una strategia, ma la polverizzazione degli interventi.
La terza questione che questa legge finanziaria ha indicato con gran nettezza è l'incapacità, da parte della Giunta regionale e dell'attuale maggioranza del Consiglio regionale, di affrontare nel merito le questioni che sono state poste all'attenzione da parte del nostro Gruppo regionale.
Non abbiamo caratterizzato la nostra azione su questa legge finanziaria ponendo questioni di maggiore spesa; abbiamo caratterizzato la nostra attenzione e i nostri interventi ponendo alcune questioni centrali: la riduzione dell'indebitamento della Regione e un'iniziativa forte della Regione, tesa a garantire condizioni d'equità nel mondo delle imprese interessato e coinvolto da alcuni tributi che sono stati istituiti con legge regionale.
Siete riusciti a respingere, durante la discussione sulla legge finanziaria, emendamenti che chiedevano di presentare alla Commissione consiliare competente un programma di lotta, di controllo sui diritti di escavazione, sui canoni concessori per l'imbottigliamento delle acque minerali e su una serie di altre questioni. Temi che un'altra Amministrazione regionale meno sorda avrebbe colto come suggerimento importante, da parte di un Gruppo dell'opposizione.
Ritengo che quest'incapacità al confronto nel merito nasconda due questioni fondamentali: la prima, è la paura al confronto nel merito.
Infatti, nelle discussioni avvenute in quest'aula e nelle Commissioni competenti e in I Commissione, confronti nel merito dei temi ne abbiamo visti ben pochi.
La seconda questione probabilmente è l'incapacità ad assumere delle scelte, incapacità ad affrontare un rapporto vero, non nel sotterfugio di incontri, ma un rapporto vero che si svolga alla luce del sole; un confronto vero tra quello che voi proponete e quello che noi abbiamo cercato di sostenere in questi giorni e settimane di dibattito, all'interno dell'aula e delle Commissioni consiliari competenti.
Per questo motivo, il nostro giudizio su questa legge finanziaria non è aprioristicamente negativo: è convintamente negativo.
convintamente negativo alla luce di un fatto: non vi è, all'interno dell'Amministrazione regionale, la capacità e la volontà di raccontare con chiarezza al Piemonte quello che è possibile fare, oltre al fatto che oggi l'Amministrazione regionale si trova nelle condizioni di effettuare delle scelte di priorità.
Non so quanto potrà reggere questa politica di comunicazione all'esterno, da parte del Presidente Cota. Questa discussione avviene otto mesi dopo l'insediamento della Giunta regionale e, in questi otto mesi siete riusciti a bruciare il feeling che avevate con la comunità piemontese.
L'anno prossimo sarà sicuramente un anno complicato e difficile, perch dovrete misurarvi con la comunità piemontese e con il Consiglio regionale su alcuni grandi temi: innanzitutto, il tema della riforma sanitaria. Non so come riuscirete a farlo, perché all'interno dell'azione di questa Giunta regionale e di questa Amministrazione regionale manca la sufficiente autorevolezza politica.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Ritengo che, rispetto ad altre leggi finanziarie che ho esaminato in questi ultimi 11 anni di attività all'interno del Consiglio regionale questo sia stato uno dei percorsi più positivi - se mi è consentito il termine - sicuramente il meno tortuoso, con minori pregiudizi, pur nell'ambito di una contrapposizione dialettica e politica che ovviamente ci deve essere, c'è e ci sarà.
Rispetto ad altre situazioni vissute nel passato, magari i colleghi che sono alla loro prima legislatura si stupiranno a sentir dire queste parole però vi posso assicurare che un certo clima di confronto fra maggioranza e minoranza c'è stato. Non abbiamo ancora - e spero che ciò non si verifichi in sede di discussione di bilancio - constatato o verificato situazioni fortemente ostruzionistiche, anzi su alcuni punti si è anche convenuto, in collaborazione con la Giunta regionale. Posso quindi esprimere parere discretamente positivo su come si sono sviluppati per il momento i lavori dell'Assemblea. Spero di non essere clamorosamente smentito nel momento in cui affronteremo il bilancio, ma per il momento credo che sia stato fatto complessivamente, un più che discreto lavoro da entrambe le parti.
Fatto questo preambolo e questa riflessione sui lavori sin qui svolti non posso che esprimere, a nome del Gruppo del Popolo della Libertà, un voto positivo sulla legge finanziaria che ricalca, come è stato detto in altre occasioni, l'impostazione che questa maggioranza e questa Regione hanno voluto dare per il 2011: un anno di minori trasferimenti statali. Sia pure in una situazione oggettivamente difficile, si è cercato di salvaguardare quattro punti strategici, che sono quelli che dobbiamo sempre ricordare e rendere noti all'opinione pubblica: sanità e assistenza, lavoro e formazione professionale, istruzione e trasporti, con alcune notizie positive giunte anche dalla sede nazionale, nei cui confronti l'attenzione della Regione per il prossimo 2011 sarà massima. Sono state preservate ingenti risorse rispetto all'anno contabile precedente, proprio perché li riteniamo settori strategici, soprattutto perché garantisco un livello di qualità di vita dei servizi, e in generale delle condizioni di esistenza della comunità piemontese, che riteniamo di buon livello - questa è la prima cosa che ci deve stare a cuore e mi rivolgo soprattutto a quanto concerne la sanità e l'assistenza.
Ricordo gli interventi necessari ed urgenti, ma come priorità è stata scelta quella di mettere in sicurezza alcune strutture ospedaliere del Piemonte che rischiavano la chiusura. Prima di avventurarsi in grandiosi progetti, questa Giunta regionale e questa maggioranza hanno deciso, nel nome della serietà e della sobrietà, di mettere innanzitutto al sicuro ci che abbiamo, ciò che può ancora funzionare: mantenere sulle spese correnti la spesa dell'anno precedente, per quanto riguarda la sanità, e puntare con i significativi stanziamenti sulla strada di una sempre maggiore e migliore assistenza domiciliare, soprattutto per anziani non autosufficienti, con uno stanziamento significativo per il contributo economico alla famiglie.
Non solo assistenza e sanità, ma anche tentativo virtuoso di generare uno sviluppo economico, per quanto non facile in un contesto nazionale ed internazionale...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere.
Siamo in dichiarazione di voto su una delle due leggi fondamentali quale la legge finanziaria. Almeno in questa occasione chiederei che chi interviene a nome del proprio Gruppo possa essere ascoltato in un modo dignitoso.
Prego, continui, Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda il campo dello sviluppo economico, pur consapevoli di un momento difficile, sia a livello nazionale sia a livello internazionale, con una scarsa crescita di prodotto interno nazionale (così come anche nell'euro zona), il Piemonte ha presentato una legge finanziaria e un documento di programmazione economico finanziario che, attraverso alcuni strumenti come il piano dell'occupazione, ha pensato di mettere a reddito nel miglior modo possibile le risorse non elevatissime, per generare comunque sviluppo economico e incentivare l'assunzione di lavoratori a tempo indeterminato, oltre che a sveltire una serie di procedure burocratiche, altro elemento che può indurre le aziende piemontesi, o non piemontesi, a fare investimenti e, quindi, a generare ulteriore occupazione.
Tempi certi e celeri per un imprenditore a volte sono parimenti o più importanti che ricevere contributi da parte di un Ente pubblico, in questo caso la Regione.
Per questi motivi, e senza soffermarmi su altre partite importanti come l'istruzione e la formazione professionale, riconfermo il voto favorevole alla legge finanziaria per il 2011.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente, e grazie colleghi.
Ringrazio, come ho già fatto ma lo voglio ripetere perché ci tengo e non sono falsi ringraziamenti, la Giunta, gli Assessori e i colleghi Consiglieri di maggioranza e di opposizione. Sottolineo i ringraziamenti ai Consiglieri di opposizione perché sia in sede di Commissione sia in sede di Consiglio, nonostante - ma è anche naturale - certi momenti di nervosismo si è avuta una discussione che ritengo positiva e concreta.
chiaro che questa legge finanziaria, la prima del nuovo governo della Regione Piemonte, arriva in un momento assolutamente difficile. Non faccio discorsi sul perché e sul come, ma è un dato di fatto che arriviamo in un momento molto difficile, non solo per la Regione Piemonte, ma per tutta l'Italia e non solo.
La Giunta e questa maggioranza hanno cercato di fare il meglio. Come Lega Nord riteniamo che questo momento non si poteva fare di più; riteniamo che si sia fatto veramente un ottimo lavoro. È chiaro che ci aspettano delle sfide ancora più importanti, come il discorso dell'indebitamento della Regione. Dobbiamo riuscire a coniugare la riduzione di questo indebitamento - e sarà la vera sfida dei prossimi anni - con il non dimenticare quello che è stato fatto in questa legge finanziaria, le parti più deboli della popolazione, le parti più in difficoltà. Si vuole cercare di porre le basi - e si pongono le basi - per la prossima riforma sanitaria, che dovrà unire il rigore del soldo pubblico, dell'uso del soldo pubblico, con l'efficienza dei servizi verso i pazienti.
Tutte queste cose sono sicuramente difficili, sono sfide difficili da affrontare, ma noi riteniamo di avere la capacità, la forza e in certi casi, permettetemi, la fantasia e il coraggio per affrontarle. Qualcuno mi dirà che in certi casi abbiamo anche un po' di incoscienza, ma questa incoscienza è dettata da quell'onestà cristallina che ci portiamo dietro e di cui siamo assolutamente orgogliosi.
Spero che nei prossimi giorni anche il bilancio venga approvato nello stesso clima, non di concordia ma di critica costruttiva, di dibattito e di interlocuzione, che è giusto che ci sia. Se riusciamo a fare questo qualcosa di buono per il Piemonte e per i piemontesi l'avremo fatto.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Penso non ci stancheremo mai di ripetere che molte cose sono mancate nel confronto per giungere ad un atto legislativo così importante, quale quello che questo consesso si sta accingendo a votare.
Noi dell'Italia dei Valori non possiamo che confermare il nostro disappunto totale sul metodo con cui, in queste settimane, si è lavorato da parte della maggioranza, ma, soprattutto, della Giunta, per addivenire in data odierna al voto di questo documento.
In quelle rarissime occasioni di serio confronto dialettico è mancata quell'interlocuzione seria, che normalmente ci si aspetta, che possa definirsi attenta alle problematiche e che abbia voglia di entrare nel merito delle varie questioni dando risposte soddisfacenti. Purtroppo questo non è mai avvenuto, forse è avvenuto in rarissimi casi da parte solo di qualcuno, ma, complessivamente, non possiamo che esprimere un giudizio negativo ed è per questo che voteremo contro questa legge, in questo momento di estrema difficoltà del Paese.
Un esempio lo possiamo cogliere dagli avvenimenti di queste ore in Senato, dove, addirittura, forse per la prima volta nella storia della Repubblica italiana, il Presidente della Repubblica si è dovuto far carico di ricevere rappresentanti non di uno sparuto mondo di dissidenti, ma di un diffusissimo mondo che abbraccia per intero un grandissimo movimento studentesco, che non è mai stato coinvolto.
Evidentemente, è nello stile di questo centrodestra e anche del Governo di questa Regione non prodigarsi più di tanto per tentare di comprendere le esigenze più diffuse e, nel contempo, dare una risposta concreta.
Purtroppo, il disagio sociale è enorme e comprendo quello che alcuni precedendomi dalle fila del centrodestra, hanno detto. La situazione economica è globale, va al di là delle Alpi, investe il territorio europeo nel suo insieme e non solo. Questo, però, non giustifica non l'efficacia eventuale di un provvedimento, ma il comportamento e il metodo con cui si è giunti alla data del voto. Tale data, in altre occasioni, nelle legislature precedenti, quindi anche in quella che mi ha visto seduto tra questi banchi, è stata prolungata molto di più perché il Regolamento consentiva alle minoranze, probabilmente, di esprimere, sotto forma di "ostruzionismo", tra virgolette, con più forza quelle richieste che oggi di fatto, le sono state espropriate. Questo lo rimarcherò sempre. Quel tipo di approvazione regolamentare, così come si è voluto concepirlo, è stato un errore, perché, è vero, dà forza alla governabilità, ma espropria anche le minoranze e l'opposizione non dall'ostruzionismo fine a se stesso, ma anche della possibilità di discutere fino in fondo, per bene, su argomentazioni di carattere squisitamente di merito.
I cinque minuti a mia disposizione sono terminati; pertanto, essendo rispettoso delle regole, concludo dicendo che - ahimè - il voto non potrà che essere negativo per tutto il Gruppo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Gli interventi che abbiamo realizzato nella presentazione degli emendamenti dell'opposizione sono già esplicativi del giudizio che diamo complessivamente allo strumento di programmazione finanziaria.
In conclusione del dibattito che si è svolto in Aula e cercando di riporre ancora un barlume di fiducia nella discussione che, martedì prossimo, si aprirà sul vero e proprio documento legislativo di bilancio l'espressione del nostro voto contrario si fonda sostanzialmente su una questione. Certo, mi riferisco agli aspetti di insufficiente relazione tra l'organo esecutivo e l'Assemblea legislativa, al di là della ritualità dei lavori di Commissione e di Aula, ma ancora di più alla preoccupazione che sentiamo per lo stile con il quale è stato redatto questo documento. È uno stile che non lascia intravedere ai Consiglieri eletti - e immaginiamo quindi, alla popolazione esterna - quali siano le concrete e reali priorità che la nuova Amministrazione regionale intende assumere per consegnarsi alla valutazione del territorio piemontese.
avvenuto tutto e il contrario di tutto: in quest'Aula non si accolgono emendamenti volti ad implementare alcuni capitoli di spesa, ma all'esterno e sul territorio si rassicura che, invece, ciò verrà fatto.
In questa condizione fumosa - per la verità, è un terreno fertile e favorevole, per alcuni mesi, per accreditarsi un consenso prodotto dall'inevitabile attesa, che si crea di fronte a chi non sceglie - in realtà, il timore concreto è che questo stile non sia dovuto ad un'astuzia politica - quella di negare in aula e di rassicurare all'esterno - ma derivi dall'incapacità di scegliere una rotta.
Faccio alcuni esempi: l'Amministrazione regionale si comporta in modo assolutamente ferreo nel rapporto con il Ministero dell'Economia e il Ministero della Salute nel dichiarare la capacità circa i propri impegni di taglio dei costi sanitari. Vorrei smettessimo di ritenerli costi gravanti sul bilancio della Regione Piemonte per più dell'80%, perché i costi della sanità gravano sul bilancio della Regione Piemonte nella misura equivalente ad una delibera della Giunta, che è quella del sostegno per l'occupazione e lo sviluppo (la prima adottata è di 390 milioni e 400 sono quelli dell'integrazione sanitaria).
Se poi siamo così insofferenti che i restanti nazionali occupino l'80 vorrà dire che il Presidente Cota, la maggioranza e l'esecutivo del Piemonte dichiareranno a Roma che è troppo il trasferimento del fondo romano sul sistema sanitario e che siamo intenzionati a restituire qualcosa.
Visto che vogliamo essere così intransigenti, occorre capire con quale rotta ci apprestiamo a ridurre i costi del sistema sanitario. Ovviamente lo slogan è: "Riduciamo gli sprechi", vorremmo capire come. Voglio citare un esempio di perdita di rotta, non vorrei dire "perdita della bussola".
Prima dichiarazione: "Ridurremo gli sprechi con una logica meno ideologica più efficientista e di maggiore collaborazione con il privato". È il caso della spesa farmaceutica, che ha un costo tra i più rilevanti per il funzionamento del sistema sanitario. Di qui l'estensione con Federfarma dell'accordo per la distribuzione per conto dei farmaci.
Grand'audizione in Commissione consiliare, grande attivismo dei Consiglieri regionali sul territorio. Ho chiaro l'esempio di Vercelli in cui, dopo un processo sommario al direttore generale dell'ASL perché non applicava l'accordo della distribuzione per conto, grazie all'intrepida intermediazione di un Consigliere regionale della Lega improvvisamente l'ASL di Vercelli, renitente alla leva e reticente sull'applicazione del protocollo, si appresta ad applicare la distribuzione per conto.
Conveniente agli utenti per la capillarità del sistema delle farmacie e conveniente per l'economia.
Contromarcia - non posso dire "compagni", una volta si usava così quando si usava questo slogan - leggiamo che il Direttore Monferino revoca la sperimentazione per conto con le farmacie, perché è troppo costosa.
Esempio piccolo che mi è consentito, in cinque minuti, di fare capire come qui non ci sia una rotta.
Dato che alcune mie citazioni hanno molto urtato la sensibilità dei Consiglieri, mi affido a Kierkegaard che dice: "Attenti, quando sulla nave si sente recitare il menù del giorno dopo, preoccupiamoci perché, forse chi sta guidando la nave, è il cuoco di bordo e non è molto competente sulla rotta da seguire".
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Questa mattina arrivando in aula ho sentito dire dal Presidente Cota di voler tagliare gli sprechi. Eravamo tutti d'accordo, poi vediamo che taglia i contributi, e di questo me ne dispiace.
In un certo qual modo, abbiamo anche dedotto il buon senso in varie Commissioni. Si è parlato, si è discusso, ho visto gli Assessori Sacchetto e Cirio adottare il buon senso, aggrappandosi ai vetri...



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri, credo che oggi il Consigliere Negro meriti di essere ascoltato, quindi chiederei un po' di silenzio.



NEGRO Giovanni

Ho visto adottare il buon senso da parte di alcuni Assessori, ad esempio il discorso del Piano lavoro che condivido per quelle imprese che assumono personale e che mi trova d'accordo.
Tuttavia, vorrei sollecitare sempre di più la Giunta ad ottenere più risorse nell'ambito della sanità, per il socio-assistenziale, per la domiciliarità delle famiglie.
Relativamente ai trasporti mi trovo abbastanza d'accordo nel rifare l'appalto, dando la copertura dell'intero territorio piemontese, e non solo di una parte.
La legge n. 18 non è passata come si voleva, ma sono stato l'unico ad aver votato a favore perché dare un piccolo sfogo a questi piccoli comuni a mio avviso, è importante.
Tuttavia, rimangono ancora molte cose da fare.
Il Gruppo UDC probabilmente si asterrà dal voto.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste di dichiarazione di voto? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dell'Utri; ne ha facoltà.



DELL'UTRI Michele

Grazie, Presidente.
Devo dire che la discussione sulla finanziaria ha visto momenti vari e svariati: dal suo nascere in Commissione in cui, in parecchie occasioni, ci siamo trovati con l'Assessore che possedeva tabelle, se non approssimative in cui comparivano dei desiderata. Tabelle degli anni precedenti, per poi giungere, in I Commissione, una tabella definitiva che vedeva fortemente frustrati i desiderata manifestati nelle sedute precedenti. Quindi un iter abbastanza anomalo.
Si era detto, e ricordo che la Lega, soprattutto, diceva che voleva attuare una metodologia nuova di approccio tanto alla finanziaria quanto al bilancio; devo dire che è stata una metodologia pittoresca, frutto dell'inesperienza legata alla prima manifestazione operativa sul bilancio di cui non si era ancora in grado di operare perfettamente.
Tuttavia, i nostri emendamenti presentati in questi frangenti del Consiglio - che erano di merito e non ostruzionistici, di puro buon senso hanno visto un quasi nullo, se non nullo, accoglimento, di conseguenza ci stupisce che una serie di passaggi di assoluto buon senso siano stati negati dal momento che la situazione è oggettivamente difficile.
Voglio ricordare alcuni dati: l'indebitamento è cresciuto da 5,7 a sette miliardi circa. Questo vuol dire che gli interessi passivi - che già nei bilanci precedenti erano la terza voce di spesa di bilancio cresceranno ancora irrigidendo le scarse liquidità libere della Regione.
In secondo luogo, i mancati trasferimenti da parte dello Stato ritengo che non si sia lottato abbastanza per attenuare questa riduzione ci fa temere abbondantemente che il processo sia solamente all'inizio ovvero che questo sia il primo anno di tagli da parte dello Stato. Ci saranno i successivi e se gli importi saranno analoghi a quest'anno, nel giro di quattro anni riusciremo solamente a mantenere la sanità, la prima voce di bilancio di spesa, i trasporti ed infine gli interessi nei confronti delle banche. Limitando, se non cancellando, tutti gli altri settori. Ho l'impressione che di questo non si abbia assolutamente consapevolezza, però è un dato che non può non essere considerato.
Devo dire che sulla capacità di annunci siete particolarmente bravi dal momento che, in molti casi, una serie di elementi propagandati sui giornali hanno fatto decisamente presa. Molti sono convinti che le "auto blu" non ci siano più: se n'è ridotta una su un parco di 14, se non sbaglio. Il dato non corrisponde, però avete fatto un'eccellente forma, in questo caso forma e sostanza perché, oggettivamente, nella gente fa presa un impatto che deriva tanto dai giornali, quanto dalla televisione. Quindi chapeau, è un dato che dimostra che avete notevoli capacità mediatiche.
Su una serie di altri interventi ritengo che, in molti casi, vi sia stato un intervento di buon senso, oggettivamente anche di gestione da buon padre di famiglia che si trova con liquidità ridotta. In altri casi, avete fatto operazioni di collage per cui avete riunificato operazioni o, quanto meno, progetti e proposta della Giunta precedente, dando un cappello che però è stato presentato come una vera novità.
inevitabile, quindi, che il nostro giudizio non possa che essere negativo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Sarò molto rapido.
Per esprimere soddisfazione fra le difficoltà con cui si è composta questa fase iniziale della legislatura sotto il profilo finanziario, per il mantenimento delle risorse in capo alla sanità e all'assistenza. Questa era stata una richiesta precisa del partito dei Pensionati fatta in tutte le occasioni. Siamo molti soddisfatti che la Giunta l'abbia colta e siamo molto soddisfatti che, pur nelle difficoltà della crisi economica e della riduzione oggettiva dei trasferimenti statali avvenuta - e che purtroppo ci sarà ancora di più il prossimo anno - questa maggioranza e questa Giunta abbiano preferito tutelare alcuni settori, in particolare il settore degli anziani, l'assistenza e della sanità in generale.
Grazie e buon lavoro a tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
La discussione sulla legge finanziaria ha messo in luce un aspetto abbastanza pericoloso, cioè l'aumento di questo indebitamento regionale che raggiunge un record storico. Al mio Gruppo non pare possibile continuare così nei prossimi quattro anni e mezzo che auguriamo alla Giunta e alla maggioranza. Sicuramente la mancanza di pianificazione e di programmazione ha raggiunto livelli che potevamo immaginare ma che - vedendo, studiando esaminando volontà, tabelle e intenzioni - ci siamo resi conto essere davvero preoccupanti.
Non ci sembra ci sia stata la volontà - essendo la finanziaria una legge che dovrebbe essere espressione di tutto il Consiglio regionale insieme con la Giunta - di accogliere, discutere o quantomeno ascoltare le esigenze dei Gruppi di opposizione, che abbiamo esplicitato nei vari emendamenti. Tali esigenze provengono direttamente dal territorio, dagli Enti e da chi vive, lavora ed agisce sul suolo piemontese.
Ci è parso di capire che naturalmente un'audizione o un incontro quale una consultazione non si neghino a nessuno; però la concretizzazione e la messa in pratica dei proclami e delle dichiarazioni da parte dei vari Assessori non si è praticamente realizzata.
Fra i tanti voglio portare l'esempio delle Comunità montane, che forse è quello più emblematico: Enti che erogano tutta una serie di servizi su territori che sono i più delicati dal punto di vista sociale e ambientale.
Con semplici suggerimenti il nostro Gruppo, con gli altri d'opposizione chiedeva alla Giunta un aumento, per esempio, dei canoni idrici. Il risultato sarebbe stato una piccola ma importante misura per riportare alla Regione, agli Enti comunali interessati e alle Comunità montane un respiro dal punto di vista finanziario. Naturalmente l'esempio è emblematico e dà l'idea dell'atteggiamento di questa Giunta.
A nostro avviso, si è poi persa anche l'occasione di accogliere una misura molto originale ed importante, che poteva cominciare ad introdurre all'interno della finanziaria regionale un primo passo verso un bilancio partecipato. Altri esempi ci sarebbero, ma mi curo solo di dare l'espressione del nostro voto che sarà contrario alla legge finanziaria.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Chiuse le dichiarazioni di voto, passiamo alla trattazione degli ordini del giorno.
Ordine del giorno n. 159 "Stabilizzazione dei lavoratori precari della Regione Piemonte" presentato dai Consiglieri Bresso, Artesio, Carossa Manica, Muliere, Pedrale, Pentenero, Reschigna, Ronzani.
In assenza della Consigliera Bresso, ha chiesto la parola per l'illustrazione il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Voglio ricordare che quest'ordine del giorno nasce a seguito della discussione svolta in aula su un emendamento presentato dalla Consigliera Bresso. Mi pare che già durante la discussione in aula fosse emerso l'orientamento a che l'emendamento venisse ritirato in favore della presentazione di un ordine del giorno con il quale si chiede alla Giunta regionale di avviare un processo di trasformazione dei contratti di lavoro a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato, previo un confronto con le organizzazioni sindacali e anche in relazione alle esigenze organizzative dell'Ente.
L'ordine del giorno ha solamente l'obiettivo di recuperare una discussione - e mi pare anche una disponibilità che era stata espressa nel dibattito sull'emendamento, in sede di esame della legge finanziaria - e di dare quest'atto di indirizzo alla Giunta regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Quaglia; ne ha facoltà.



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

L'ordine del giorno nasce da un emendamento che era stato presentato su cui c'è anche già stata una discussione. Come ho già affermato in fase di presentazione dell'emendamento, sono in corso dei tavoli tecnici per l'approfondimento del tema, posto anche che il processo di trasformazione dei contratti viene altresì regolato da una normativa nazionale cui la Regione sta lavorando con le organizzazioni sindacali per verificare le azioni opportune.
L'impostazione mi pare corretta, visto che questo percorso partiva con la Giunta precedente. Credo quindi che sia la Consigliera Bresso sia gli altri Consiglieri conoscano bene come la sua definizione, il confronto e anche le esigenze dell'Ente rispetto a tutta questa tematica saranno ben chiari in seguito: c'è appunto un tavolo tecnico che ci sta già lavorando.
Il parere della Giunta sull'ordine del giorno è pertanto favorevole.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, pongo in votazione l'ordine del giorno rubricato n. 159, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno rubricato n. 159, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale considerato che la Legge finanziaria regionale del 2007 prevedeva la stabilizzazione dei lavoratori precari dell'Ente e che 217 di essi sono stati assunti, previo espletamento di un concorso pubblico, a tempo determinato per un triennio e sono tuttora in servizio considerato altresì che essi hanno usufruito di specifici corsi di formazione, che si tratta prevalentemente di lavoratori di giovane età e che la mancata stabilizzazione li priverebbe di una legittima aspettativa ed un posto stabile, mandandoli ad aggravare la già grave situazione occupazionale dei giovani della nostra Regione impegna la Giunta regionale ad avviare un processo di trasformazione dei contratti di lavoro del personale assunto con concorso pubblico a tempo determinato in contratti di lavoro a tempo indeterminato, tenendo conto delle esigenze di personale dell'Ente e previa la definizione di un percorso attraverso un confronto con le organizzazioni sindacali, sentita altresì la Commissione consiliare competente".
Il Consiglio approva.
Ordine del giorno n. 160 "Proroga termini per la verifica della regolarità degli ambulanti", presentato dai Consiglieri Boeti, Gariglio, Muliere Pentenero, Placido, Reschigna, Taricco.
La parola al Consigliere Ronzani per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Vorrei porre una questione. Poiché c'è un altro ordine del giorno che tratta la stessa materia, se il Consigliere Goffi è d'accordo, possiamo fare una discussione unica.
Ordine del giorno n. 166 "Regolarizzazione contributiva per l'attività di commercio su area pubblica (DURC)", presentato dai Consiglieri Goffi Biolé, Negro, Placido, Vignale.



PRESIDENTE

Unifichiamo la discussione sull'ordine del giorno n. 160 del Consigliere Ronzani e l'ordine del giorno n. 166 presentato dal Consigliere Goffi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Goffi; ne ha facoltà.



GOFFI Alberto

In realtà, tratta materia analoga, però è diverso nelle conclusioni quindi, se vogliamo, possiamo trattarli congiuntamente, ma con votazioni separate.



PRESIDENTE

Facciamo sostanzialmente una discussione unica, ma al tempo stesso distinta.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Ringrazio l'Assessore Casoni che è finalmente presente alla discussione sul bilancio, perché in questi giorni non c'era. Ricordo però che il collega Casoni, quando era Capogruppo dell'opposizione, non concedeva tregua agli Assessori assenti. Quindi, di chi critica ferisce, di critica perisce. Questo bisogna riconoscerlo, perché non possiamo usare due pesi e due misure.
Torno sul tema oggetto del nostro ordine del giorno, che pone una questione assai delicata che vorrei affrontare brevemente, ma con la massima chiarezza possibile.
Noi non contestiamo la filosofia e la ratio della delibera con la quale era stato, a suo tempo, deciso di adottare una serie di misure attraverso le quali controllare e verificare la regolarità delle imprese di commercio su area pubblica, i cosiddetti ambulanti.
Riteniamo, anzi, che questa misura, in futuro, possa essere estesa anche ad altre attività, perché pensiamo che esista e debba esistere un rapporto strettissimo tra le autorizzazioni a svolgere una certa attività e il fatto che queste imprese hanno sottoscritto e hanno un patto di fedeltà fiscale con lo Stato e l'Amministrazione pubblica. Quindi, non è questo in discussione, perché riteniamo che tale provvedimento abbia una sua validità, e non saremo certo noi del PD a negare l'utilità di quella delibera.
Poniamo però due questioni emerse con gran forza nelle ultime settimane e mesi. Le questioni sono quelle che il dispositivo messo in campo dalla delibera impegna le aziende e gli ambulanti a fare richiesta del DURC. In altri casi è previsto che le imprese possano presentare altra documentazione, ma anche in questo caso sono sorti alcuni problemi. Cosa succede nel caso del DURC? Succede che le imprese che richiedono il DURC all'Amministrazione pubblica lo ottengono a condizione che dimostrino di avere regolarmente versato i contributi e pagato le tasse nei cinque anni precedenti.
Anche su questo nulla quaestio; peccato che questa misura, che in sé ha una sua validità, in questo momento di grave crisi che si riverbera anche sui mercati, determina - questo è il rischio - o può determinare una condizione di chiusura dell'impresa ambulante, perché se l'impresa non presenta il DURC nei primi sei mesi viene sospesa la sua autorizzazione e successivamente, viene revocata.
Francamente è un rischio che non possiamo correre, soprattutto in un momento come questo. Sappiate che il rischio concreto è che parecchie imprese vengano espulse dal mercato, e qui non si tratta di imprese gestite da extracomunitari, come in un primo tempo l'Assessore aveva inteso, perch aveva sbandierato questa come una misura che avrebbe non soltanto introdotto e regolarizzato le imprese ambulanti, non soltanto avrebbe fatto emergere il sommerso, ma anche castigato coloro che non pagavano le tasse.
Ricordo che in Commissione l'Assessore Casoni, nel difendere il provvedimento in questione, che ha ribadito, riaffermato e reinserito anche in un disegno di legge ancora all'esame della Commissione, aveva stabilito un rapporto di causa effetto tra questa misura e il fatto che avremmo dimostrato che tante imprese ambulanti gestite da extracomunitari avrebbero dovuto cessare la propria attività.
In realtà, il problema è più grande, perché riguarda tante imprese ambulanti che ovviamente non hanno come proprietario un cittadino extracomunitario. La verità è che siamo in presenza di una misura...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Consigliere Ronzani, chiedo scusa se la interrompo. Mi rivolgo ai Consiglieri. Se vi sono delle esigenze, e lo capisco, su dei temi politici rilevanti, sospendiamo un momento la seduta.
Prego, Consigliere Ronzani, prosegua.



RONZANI Wilmer

Il risultato è che questo provvedimento, tra l'altro, discrimina tra ambulanti con posto fisso e ambulanti senza posto fisso, e questa procedura si sarebbe dovuta avviare fin da subito; da questo punto di vista, sarebbe necessario ricondurre ad unità anche quella delibera, evitando di stabilire due pesi e due misure. In ogni caso, il provvedimento - ancorch rispondente ad esigenze condivisibili - sta determinando una situazione di forte difficoltà, perché è del tutto evidente che questo provvedimento non avviene a prescindere e si cala in una realtà che è quella che noi conosciamo, cioè una gravissima crisi economica. Pertanto, il rischio concreto è che moltissime imprese siano espulse dal mercato dell'ambulantato, con la conseguenza che altre imprese consolideranno le proprie posizioni monopolistiche.
In questa fase, noi dobbiamo usare un po' di cautela. Non contestiamo il valore della delibera, però pensiamo che la condizione che si è determinata - e il fatto che ormai il rischio concreto è che molte imprese e molti ambulanti cessino la propria attività, abbiano una sospensione e poi la revoca delle autorizzazioni - dovrebbe consigliare alla Giunta non già di rinnegare quel provvedimento, ma di apportarvi alcune correzioni necessarie, decidendo innanzitutto di prorogare i termini - noi diciamo entro il 31/12/2011 - entro i quali le imprese e gli ambulanti devono adempiere alle misure contenute nella delibera.
Aggiungo, ma su questo penso che sarà più preciso e documentato il collega Goffi, che in questa situazione tutto è reso complicato dal particolare accanimento di Equitalia, perché Equitalia anche in questa occasione si distingue per il modo particolarmente vessatorio con il quale interviene, se ho inteso bene.
Qui c'è un altro problema, che è reso drammatico e più complicato da questa situazione. C'è il problema Equitalia di cui abbiamo discusso molte volte anche in questo Consiglio regionale; abbiamo votato alcuni ordini del giorno e la questione pone anche il problema del comportamento complessivo di Equitalia di fronte a vicende come queste, di fronte ad un Paese nel quale la crisi morde e crea difficoltà, ma lo scopo del nostro ordine del giorno, Presidente e Assessore, è solo uno: non mettiamo in discussione la ratio della delibera, perché siamo d'accordo sul fatto che occorra fare emergere il sommerso. Vi diciamo soltanto: guardate che in questa situazione c'è un rischio molto concreto, cioè che questa delibera possa determinare problemi enormi nelle aree mercatali, che sono un elemento di forza. Il Piemonte non avrà beneficio da un loro impoverimento: ci sarà uno stillicidio di bancarelle e di ambulanti.
La proposta che noi facciamo - e concludo, Presidente - è di fare in modo che i termini del 31/12/2010, fissati nella delibera, vengano posticipati al 31/12/2011; lasso di tempo sufficiente, non per contraddire i contenuti della delibera, ma per consentire alle imprese di adempiere a quegli obblighi scritti e previsti, evitando che l'applicazione immediata della delibera possa avere gli effetti che ricordavo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Goffi, per l'illustrazione del proprio ordine del giorno.



GOFFI Alberto

Grazie, Presidente. Molte delle considerazioni preliminari sono state già avanzate dal collega Ronzani.
Si tratta di un tema operativo, che probabilmente era anche imprevedibile e imprevisto per la Giunta, nel momento in cui ha elaborato la prima delibera, che disponeva la regolarità contributiva. È la modalità operativa per sanare la posizione INPS e quindi avere il DURC.
Mi spiego meglio. Gli ambulanti che non erano in regola nell'anno 2009 anno richiesto per ottenere il DURC e la regolarità contributiva pensavano che bastasse presentarsi agli sportelli di Equitalia per regolarizzare la loro posizione, pagando una cifra forfettaria, intorno ai 2.900 euro.
Quando si sono presentati agli sportelli, però, Equitalia ha mostrato loro una serie di conti riguardanti anche questioni familiari (dalle multe della nonna alla tassa non pagata dai fratelli): sanzioni e multe che nulla avevano a che fare con la regolarità contributiva del DURC. Si arrivava rapidamente a cifre superiori ai 10.000 euro.
Per fare un esempio, in un mercato di Torino, che i torinesi conoscono quello di Via Baltimora - su 101 ambulanti, 82 non hanno la regolarità contributiva e non hanno alcuna possibilità di ottenerla, perché il loro debito è talmente elevato rispetto agli affari che purtroppo la crisi economica impone alla categoria, che non avranno alcuna possibilità di pagarlo.
Per una volta, gli ambulanti che hanno regolarizzato il DURC e quelli che non hanno potuto farlo, sono dalla stessa parte, perché se nei 54 mercati di Torino il 60% degli ambulanti non ha alcuna possibilità di esporre il banco e quindi di regolarizzare il DURC, la restante parte degli ambulanti sa perfettamente che i mercati scompariranno.
In Via Baltimora non si può pensare che esista ancora un mercato con 20 ambulanti; se 80 ambulanti non hanno il DURC e non possono più esporre il banco, anche i 20 ambulanti che hanno il DURC sanno perfettamente che non potranno più fare affari.
La questione, pertanto, è condivisa non solo da coloro che hanno avuto difficoltà nel regolarizzare il DURC, ma anche da coloro che l'hanno regolarizzato.
Il senso di tutto questo è: contestualizziamo il provvedimento - che è sacrosanto - quindi la regolarità contributiva, alla crisi economica.
Gli ambulanti lavorano per delle categorie che oggi sono in difficoltà quindi nei mercati, purtroppo, grandi affari non se ne fanno. Consentiamo allora, agli ambulanti di regolarizzare quanto dovuto, e non le multe della suocera o il bollo di una macchina non pagato, che magari avevano dimenticato qualche anno fa e che nel frattempo è raddoppiato o triplicato perché questo con la regolarità contributiva non c'entra assolutamente nulla.
Occorre intervenire, per consentire agli ambulanti un maggiore respiro concedendo un termine più ampio rispetto al 31/12, consentendo loro magari cinque o sei mesi per affrontare una rateizzazione. Occorre, poi intervenire presso Equitalia affinché scorpori il problema del DURC - che è un problema giusto e sacrosanto - da tutto quello che nulla ha a che fare con il DURC.
Il conto non devono presentarlo, e neanche la Regione Piemonte ha alcuna titolarità e competenza per andare a fare l'agente di riscossione fiscale.
Non credo che nelle intenzioni né nelle competenze della Regione ci sia quest'obiettivo.
Pertanto, dobbiamo intervenire in questo senso.
Il terzo punto dell'ordine del giorno è più una preghiera che rivolgo alla Giunta, nei confronti del Governo. Ritengo che si debba pagare l'INPS in base ai giorni lavorati, perché gli ambulanti possono esporre il banco se non c'è la neve, se non piove o se non hanno problemi di salute (ci sono ambulanti che sono rimasti sei mesi in ospedale, ma che devono pagare l'INPS come se in quei sei mesi avessero lavorato e percepito uno stipendio).
Pertanto, la mia preghiera è che s'introduca una forma di pagamento voucher giornaliero, che permetta di pagare a seconda dei giorni in cui si ha lavorato (questo mese ho lavorato 10 giorni; pago effettivamente per i 10 giorni), perché questa vicenda è assolutamente da rivedere.
Io e il Consigliere Negro abbiamo voluto presentare quest'ordine del giorno per evitare di creare nuova disoccupazione, perché se dovesse essere introdotta la delibera con il termine del 31/12, metteremmo sul lastrico 4.500 ambulanti di questa città, che si troverebbero nella condizione di non poter esporre il banco e quindi perderebbero il lavoro, e le loro famiglie il reddito.
Sarebbe per noi un costo sociale certamente superiore a quello che oggi richiede l'INPS per il pagamento e la regolarizzazione del DURC.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Goffi. Mi conferma, quale primo firmatario, che tra la quarta e la quinta riga del dispositivo, prima delle parole "valutare la possibilità", introduciamo "impegna il Governo a:"?



GOFFI Alberto

Sì, è così.



PRESIDENTE

Lo intendiamo così modificato.
Ha chiesto di intervenire la Giunta regionale. Prego, Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore al commercio e fiere

Grazie, Presidente. Rispondo ai due ordini del giorno, che sono diversi nelle conclusioni: uno è più ampio e pone più problemi, ma anche l'altro pone un problema.
Propongo di fare una modifica, in quanto stamattina la Giunta regionale ha adottato un provvedimento di proroga, quindi li accolgo se viene posta la data, non del 31/12/2011, perché per capire una norma e chiarire alcuni aspetti penso che quattro mesi possano essere sufficienti, ma del 30/4/2011.
Entro il 30 aprile gli ambulanti avranno modo di chiarire. Inoltre devo annunciare che stiamo già interloquendo con Equitalia e l'INPS per fare in modo che quanto chiedeva il Consigliere Goffi sia attuato.
Quindi, è nostra intenzione fare in modo che siano chiariti i versamenti delle quote INPS, nel senso che ci sia una regolarità contributiva, come avviene già peraltro per molti altri ambulanti, che hanno sempre versato regolarmente i loro contributi, che continuano a versare e che peraltro sono quelli che hanno sollevato questo problema dicendo che c'è una parte dei colleghi che invece non pagano nessuna tassa.
Non penso che nessuno in quest'Aula possa dire: "Evadete le tasse".
giusto il concetto, come ha detto correttamente il Consigliere Ronzani, di cui condividiamo lo spirito, di dare tempo affinché si mettano a posto. Io credo che quattro mesi siano un tempo più che sufficiente per chi abbia la volontà di mettersi a posto e di chiarire i termini della propria situazione.
A mio avviso, non è necessario un rinvio di un anno per chiarire quanto e come bisogna pagare e in quale forma. Posso capire che adesso, che siamo al 23 dicembre, la data del 31 dicembre - tra una settimana - avrebbe potuto causare molti problemi. Quindi, proprio per questo la Giunta regionale ha fatto in modo, questa mattina, di approvare una deliberazione che proroga i termini al 30 aprile.
Tuttavia, voglio anche dire, affinché sia chiaro, che questo è anche un dovere morale che noi abbiamo tutti. Ricevo centinaia di lettere che denunciano situazioni di inadempienza all'interno dei mercati del Piemonte e come pubblici Ufficiali non possiamo chiudere gli occhi e non vedere quanto succede. È giusto che tutti paghino le tasse in proporzione a quello che incassano e che assieme alle tasse dovute per il lavoro non gli siano addebitate, o per lo meno, non gli siano addebitate unitariamente multe o oneri di altro genere di derivazione familiare. Per noi è sufficiente che presentino, come abbiamo detto, il DURC, però, volevo anche chiarire che nella deliberazione della Giunta regionale veniva chiarito che il DURC non era l'unico documento da presentare per avere l'autorizzazione: si poteva presentare il DURC oppure le ricevute dei versamenti INPS che ogni commercialista può estrapolare e presentare, o addirittura il modello 740 (o dichiarazione dei redditi), dove si evince che sono stati pagati gli oneri per la propria attività.
Quindi, diciamo che non è l'unica modalità contributiva, però siccome c'è confusione - e ce rendiamo conto - su queste cose, ho chiesto di far sì che entro i primi dieci giorni (non appena la proroga sarà stata approvata) sarà mandata un'ulteriore circolare che chiarisce, a prova di analfabeta, i termini e le corrispondenze che devono essere rispettate.
L'Assessorato invierà anche a tutti i comuni una circolare esplicativa di questa norma, e venendo incontro alla legittima richiesta di avere il tempo di capire, accoglierei positivamente questi due ordini del giorno, se in questi due ordini del giorno viene modificata la data stabilendo la scadenza al 30 aprile.
Inoltre, faccio anche mie le indicazioni che venivano fatte da uno dei due ordini del giorno, in particolare quello dell'UDC, che chiedeva che ci adoperassimo presso gli Uffici di Equitalia per chiarire la questione degli addebiti cumulativi.
Tuttavia, voglio sottolineare, perché poi un domani non vorrei essere chiamato a rispondere, che Equitalia non è alle nostre dipendenze: noi abbiamo chiesto che Equitalia valuti questa situazione; noi, parlando con i responsabili regionali di Equitalia, cercheremo di far capire questa situazione a tale ente. Credo che sia interesse anche di Equitalia incassare intanto le quote INPS o perlomeno distinguere in due cartelle gli eventuali oneri diversi dall'INPS che possono essere addebitati agli ambulanti.
Quindi, sostanzialmente, attendo di sapere se i due presentatori sono disponibili a modificare la data al 30 aprile. In quel caso accolgo l'ordine del giorno e posso dire che nel prossimo Bollettino della Regione Piemonte sarà pubblicata questa modifica esattamente in questi termini.



PRESIDENTE

Prima di proseguire il dibattito, incominciando dall'ordine del giorno n. 160, per poi passare all'ordine del giorno del collega Goffi, mi sembra di intendere che la Giunta regionale, informando di alcuni atti amministrativi assunti nella riunione di oggi, faccia la proposta ai proponenti, di fronte ad un accoglimento con parere favorevole di entrambi gli ordini del giorno, di modificazione della data da 31 dicembre 2011 al 30 aprile 2011.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Accolgo la proposta dell'Assessore e vorrei che restasse a verbale però ho una preoccupazione: la scadenza da noi proposta non era stata calcolata a caso, ma abbiamo fato un ragionamento.
Apprezzo il fatto che la Giunta abbia, accogliendo anche una sollecitazione nel nostro ordine del giorno, ragionato pensando alla proroga, ma la mia paura è che quattro mesi non siano sufficienti. Siamo qui e decideremo cosa fare. Nel senso che abbiamo tempo per verificare cosa può succedere.
Ritengo che sarebbe stato più corretto che la Giunta, ferme restando le cose che ho detto nel mio intervento (che non sono equivoche, ma chiarissime: non mettiamo in discussione la deliberazione, eccetera) avesse accordato come scadenza quella dei dodici mesi. Ciò detto, io modifico il termine con quello del 31 dicembre 2011 con quello del 30 aprile 2011.
Vorrei che restasse a verbale che credo che la Giunta avrebbe fatto cosa migliore, dal punto di vista della possibilità di andare a regime senza altri problemi, se avesse accolto la nostra richiesta. Rimane aperto però il problema posto dal collega Goffi, che è il problema di un intervento forte della Giunta regionale e dell'Assessore su Equitalia quantomeno per scorporare ciò che è dovuto per ragioni altre da quanto è dovuto per questo. Penso che questo sia un punto che dobbiamo sollevare.
Questo non è previsto dalla risposta dell'Assessore, però la pregherei di considerare quest'eventualità e a avviare questa iniziativa...



(Commenti in aula)



RONZANI Wilmer

Ah, non avevo inteso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Goffi.



GOFFI Alberto

Ovviamente, mi unisco allo stesso desiderio del collega Ronzani relativo alla scadenza annuale.
Spero che ci sia l'impegno da parte della Giunta di utilizzare la data del 30 aprile come termine anche per valutare quali condizioni ci sono perché si possa pagare, perché il tema vero è mettere tutti nelle condizioni di poter regolarizzare la propria posizione.
Ne approfitto, dato che oggi ci sarà anche l'Assessore Maccanti, per dire che, come ricordo a tutti, avendo approvato noi un ordine del giorno sull'Osservatorio regionale di Equitalia, se si attivasse quanto prima quest'Osservatorio a mio giudizio sarebbe un utile strumento per verificare queste operazioni o operatività di Equitalia.
Ve lo dico perché rientrerebbe nell'applicazione di un ordine del giorno condiviso da tutto il Consiglio regionale e anche, ovviamente, dalla Giunta e sarebbe perfettamente integrato all'interno della normativa che stiamo discutendo.



PRESIDENTE

Quindi, per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 160, nel dispositivo, le parole "31 dicembre 2011" sono sostituite con le parole "30 aprile 2011".
Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 166, che ha come primo firmatario il Consigliere Goffi, nel punto uno del dispositivo, dopo le parole "contributivo entro", anche in questo caso, "31 dicembre 2011" viene sostituito con "30 aprile 2011".
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Nel prendere atto del positivo intervento della Giunta regionale, e per rendere chiaro quello che è un aspetto di cui in più occasioni abbiamo discusso, credo che l'attenzione che questa maggioranza ha dimostrato per il settore del commercio ambulante sia evidente. Il 26 luglio l'Assessore Casoni e la Giunta hanno votato un provvedimento di tentativo di superamento della Bolkestein. Rilevo con piacere, anche rispetto ad alcune comunicazioni fatte dai Gruppi consiliari dell'opposizione, che una sensibilità che forse prima mancava (altrimenti ad oggi il disegno di legge 55 sarebbe già legge), è aumentata rispetto alle prime dichiarazioni.
Ricordiamo che ci sono state due Commissioni in cui venne chiesto, per motivi di urgenza, la sede redigente per una legge di otto articoli. In ogni caso, è evidente che la finalizzazione della regolarità contributiva è quella di far emergere tutto ciò che non è stato pagato, senza penalizzare nessuno. Oggi c'è un termine che ci consente di chiedere ad Equitalia - peraltro è quanto detto dai colleghi, e se è necessario nel mese di gennaio faremo con l'Assessore anche una verifica in sede di Commissione - di comprendere se le date indicate sono sufficienti per far sì che coloro che vogliono pagare paghino, senza mettere in difficoltà migliaia di famiglie che oggi vivono di commercio ambulante.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Prendo la parola perché nella conclusione finale vorrei che l'Assessore provasse a chiarirmi le idee su un argomento collegato all'ordine del giorno che abbiamo presentato e che riguarda la questione degli hobbisti: questi cittadini che la domenica, soprattutto nei Comuni più piccoli portano i loro oggetti sui mercati delle piazze. Spesso si tratta di un numero limitato di persone nei piccoli Comuni. Sono occasioni di incontro per i cittadini, che qualche volta hanno un piccolo guadagno e a volte non portano a casa una lira, ma sono un pretesto per stare assieme, per stare fuori e per scambiare un po' di parole.
Se ho capito bene, mi pare che qualche Comune stia cercando di mettere ordine in questo settore. Ho letto sui giornali che il Comune di Carmagnola, che ospita un mercatino dell'antiquariato e dell'hobbistica, si sia mosso in tal senso per primo. Vorrei capire se la proroga fino ad aprile, che vale per gli ambulanti, può valere anche per gli hobbisti oppure se per loro non vale proprio, cioè qual è l'indirizzo che l'Assessore al commercio darà per regolamentare questo tipo d'attività. Non dobbiamo essere mastini in questo settore e forse un po' di libertà in questo campo non fa male, perché è assurdo pensare che uno che vende carabattole possa essere a posto con l'INAIL o avere la commercialista: occorre una certa liberalizzazione in questo settore, ma spesso i Comuni chiedono di pagare anche l'occupazione del suolo pubblico. Molti di questi mercatini stanno morendo perché, tra un vincolo e l'altro, forse non vale più la pena di mettersi in piazza e cercare di vendere qualche volta un oggetto, qualche volta un'idea, qualche volta un po' di fantasia su qualche latta colorata. Vorrei che l'Assessore mi spiegasse qual è il suo orientamento rispetto a questo settore.
Ho fatto l'ambulante in Calabria con mio padre: ci si alzava alla quattro del mattino per vendere il formaggio alle donne che andavano a raccogliere le olive (allora non si raccoglievano con le reti, ma a mano).
un mondo complicato e difficile, dentro il quale ci sono persone che magari al mercato della Crocetta portano a casa 4-5 mila euro al mese, ma c'è anche chi ne porta a casa 4-500 euro al mese.
In questo settore così delicato userai un po' di prudenza: inviterei l'Assessore, se quattro mesi non sono sufficienti, a cercare il tempo giusto, certamente per mettere ordine e cercare di portare la legalità all'interno di questo settore, ma cercando di capire che qualche volta, e soprattutto nel mondo degli ambulanti, non è tutto oro quello che luccica.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Grazie, Presidente.
Ritengo che questo ordine del giorno sia presentato sostanzialmente un po' in ritardo. Ci sono dei buoni propositi ed è sicuramente un'azione che può essere utile per venire incontro a un'emergenza anche dettata - come si sottolinea nello stesso documento - dalla crisi.
Vorrei comunque essere molto chiaro, perché c'è una serie di differenziazioni che dobbiamo fare: ci sono situazioni e situazioni. C'è una situazione che ha un pregresso e un debito nei confronti dell'INPS, e sappiamo quale azione ha fatto la Giunta per cercare di rateizzare quelle posizioni che dovevano essere chiuse, ma c'è un'altra situazione che conosciamo bene (mi pare che ne parlasse proprio il collega Goffi, ormai esperto di Equitalia) che invece è il passaggio successivo: ossia il passaggio che l'INPS ha fatto delegando direttamente a Equitalia il compito di riscuotere non solo la parte relativa all'INPS. Lì dentro, come sappiamo, c'è tutta una serie di situazioni che, per la stragrande maggioranza, si sommano, sono di anni precedenti e non fanno parte solo di un debito strettamente connesso con l'attività commerciale. Sappiamo bene che Equitalia su questo non fa differenziazioni, quindi volevo solo sottolineare che ci sono alcuni casi su cui assolutamente c'è da intervenire, perché riguardano praticamente la parte relativa al commercio ma per la parte rimanente e per tutte le sanzioni che non sono connesse all'attività, occorre fare molta attenzione.
La sostanza di questo discorso è che è giusto che coloro che hanno avuto difficoltà giustificate vengano aiutati e vedano in qualche modo la politica al fianco, ci mancherebbe. Tuttavia, su coloro che fanno i cosiddetti "furbi", la nostra posizione, ovviamente la nostra, è una posizione di grande giustizia perché, nel caso contrario, sarebbe profondamente ingiusta nei confronti degli onesti e delle persone corrette.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Le considerazioni fatte dai colleghi e dall'Assessore Casoni hanno già in gran parte anticipato le argomentazioni del mio intervento; mi limito soltanto, dopo i chiarimenti dell'Assessore ad integrazione dei due ordini del giorno di esprimere la nostra dichiarazione di voto positiva.
In particolare, ho apprezzato la fase di costruzione dell'ordine del giorno presentato dai Consiglieri dell'UDC, il tentativo di contestualizzarlo in un momento particolare, quello che viviamo, per una categoria che ha già avuto alcuni attacchi e ridimensionamenti significativi, ma che è importante per il tessuto sociale ed economico della nostra regione.
Anche la proposta del versamento dei contributi previdenziali per i giorni effettivamente di lavoro mi sembra una proposta molto significativa e pregnante, perché va nella direzione di difendere una categoria che, come ho già detto, è importante per l'economia della regione.
Esprimiamo parere favorevole per entrambi gli ordini del giorno, ma un particolare gradimento e attenzione per quello presentato dal Gruppo dell'UDC.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore al commercio e fiere

Sarò brevissimo.
Visto che sono state prese in considerazione alcune questioni ribadisco che è nostra volontà procedere in questa direzione. Completo un discorso che prima mi sono dimenticato di ricordare e che riguarda i cosiddetti hobbisti. È logico che la norma riguardi tutti: mercati e hobbisti. Sugli hobbisti stiamo dialogando con la categoria.
Si tratta di una categoria complessa. Non sono tutti "pitturatori di tole" o costruttori di bamboline, ci sono persone che possiedono otto o dieci licenze, che vendono mobili che valgono migliaia di euro e risultano sconosciuti al commercio.
Noi vogliamo separare; faremo delle circolari sugli hobbisti, in cui gli hobbisti veri avranno le loro occasioni per fare i quattro mercati l'anno dove vendono il miele che hanno prodotto o le cianfrusaglie delle cantine che hanno svuotato. Questi li vincoleremo molto alla zona di residenza, perché se uno fa il tour del Piemonte, di tutti i mercati del Piemonte, a quel punto non è un hobbista.
Per quanto riguarda Equitalia, come ho già detto prima...



CASONI William, Assessore al commercio e fiere

BOETI Antonino (fuori microfono)



CASONI William, Assessore al commercio e fiere

Non c'è immediatezza per loro?



CASONI William, Assessore al commercio e fiere

L'immediatezza c'è perché anche per loro vale la scadenza del 30 aprile. Prima di quella data faremo una circolare che riguarderà i mercati degli hobbisti. Anche in questo caso è meglio chiarire. Noi abbiamo invitato gli hobbisti a prendere la licenza di categoria B, la cosiddetta licenza occasionale. Per quelli che vogliono fare attività costantemente.
Per quelli occasionali, che vogliono andare solo nei mercati del loro comune, individueremo una modalità per cui si rilasciano delle autorizzazioni giornaliere, limitate solo nei comuni di residenza. Un vero hobbista che vuole svuotare la cantina, o vendere il miele che ha prodotto lo può fare una, due o tre volte all'anno nel proprio comune o con autorizzazioni particolari.
Volevo togliere una qualche illusione. Secondo me l'INPS non arriverà mai a valutare le singole giornate lavorative. Ci sono dei forfait.
Peraltro i pagamenti delle quote INPS per gli ambulanti sono su quote trimestrali, un ambulante può decidere di non lavorare per tre mesi e quindi non pagare un trimestre, ma dichiara che in quel trimestre non lavorerà, di conseguenza l'INPS non lo conteggerà. Non si può scendere al di sotto di questo limite, perché sarebbe un controllo impossibile.
Nessuno potrebbe verificare e certificare dove un ambulante effettivamente esercita o non esercita; sapendo che le autocertificazioni in questo caso, non sono permesse dall'INPS, noi dobbiamo andare al secondo scaglione.
L'obiettivo principale è quello di cui si diceva prima. Siamo convinti di riuscire ad ottenere lo sdoppiamento delle cartelle: da una parte le quote contributive da versare per la professione di ambulante, quindi versamenti INPS; dall'altra tutte le altre pendenze con Equitalia, il fisco, il corpo dei Vigili Urbani, Carabinieri e qualunque altro Ente abbia elevato una contravvenzione al soggetto.
Chiederemo che ci siano le due cartelle in modo che uno possa, pagando una cartella, dimostrare di avere pagato quello che gli compete, mentre sull'altra, se non la vorrà pagare, sarà Equitalia a decidere cosa fare nei confronti degli importi dovuti. La Regione non vuole e non deve entrare nel merito della questione. Con questo si raggiunge una forma di equità.
Prendendo come spunto quello che hanno detto alcuni Consiglieri, che questa è una categoria che va aiutata, faccio presente - lo ha già fatto il Consigliere Vignale, Presidente della Commissione - che proprio noi stiamo tentando di aiutare questa categoria a non essere decimata, per esempio dalla direttiva Bolkestein o da altre direttive che potrebbero, quelle sì mettere sul lastrico decine di migliaia di famiglie nella regione.



PRESIDENTE

Mi sembra che la Giunta regionale abbia recepito, così come l'Assessore Casoni ha riferito, alcune raccomandazioni avanzate dai Gruppi. Gli ordini del giorno sono stati modificati con l'autorizzazione dei due primi firmatari.
Mi sembra che su entrambi gli ordini del giorno, così come modificati ci sia il parere favorevole della Giunta.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 160, come modificato il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che la Giunta regionale, con deliberazione n. 20-380 del 26 luglio 2010 ha adottato, in attuazione dell'articolo 11, comma 2, lettera a) della legge regionale 12 novembre 1999, n. 28 'Disciplina, sviluppo ed incentivazione del commercio in Piemonte', una serie di misure per verificare la regolarità delle imprese del commercio su area pubblica ai fini previdenziali, fiscali ed assistenziali con l'obiettivo di fare emergere e regolarizzare il sommerso sulla base di quanto disposto da tale delibera, e ribadito dalla Giunta attuale nell'ambito del disegno di legge contenente misure urgenti per il commercio, all'esame della Commissione consiliare competente, gli operatori del commercio ambulante con posto fisso devono produrre la documentazione contributiva e fiscale entro il 30 aprile 2011. Mentre per gli operatori del commercio ambulante senza posto fisso (c.d. "spuntisti") la documentazione - è stato previsto - sia presentata fin dal giorno successivo l'entrata in vigore della normativa dell'attuale Giunta.
La mancata presentazione della documentazione richiesta dalla sopracitata DGR n. 20-380 del 26 luglio prevede dal 1° gennaio 2011 la sospensione dell'autorizzazione per sei mesi e, successivamente, la revoca, mentre per gli operatori senza posto fisso la mancata presentazione dei documenti comporta l'impossibilità di operare sul mercato fin da subito fin dall'approvazione della delibera è emerso che, in assenza di interventi di accompagnamento concreti per favorire la presentazione della documentazione fiscale e contributiva e le necessarie regolarizzazioni, il comparto avrebbe avuto ripercussioni particolarmente negative, anche per effetto del perdurare della grave crisi economica e, ad oggi, il numero degli operatori che non riusciranno a produrre la documentazione richiesta è elevato in assenza di una proroga dei termini disposti dalla sopracitata DGR n. 20 380 del 26 luglio 2010, vi saranno molte sospensioni delle autorizzazioni che comporteranno il tracollo delle aziende con un conseguente impoverimento complessivo delle aree mercatali e, quindi, della rete commerciale nel suo complesso, che vedrebbe ridotta la propria capacità di offerta nei confronti dei consumatori la regolarizzazione dei nostri mercati attraverso un controllo contributivo e fiscale degli operatori del comparto, così come previsto dalla legge regionale, avrebbe richiesto un tempo più lungo di attuazione, dal momento che INPS e Agenzia delle Entrate non sono riuscite a garantire l'espletamento di tutte le richieste depositate dagli operatori a tutto questo devono essere aggiunte le vessatorie e, in taluni casi inique regole alle quali sono sottoposti gli operatori del settore da Equitalia nel momento in cui vengono avviate le forme di rateizzazione per la regolarizzazione della posizione contributiva e fiscale i tempi stretti per l'adeguamento degli operatori a quanto previsto dalla sopracitata DGR n. 20-380 del 26 luglio 2010 provocheranno non soltanto uno svuotamento dei mercati a causa della sospensione di molte autorizzazioni ma addirittura il passaggio di tali autorizzazioni ad un gruppo ristretto di operatori che ne faranno incetta a basso costo, favorendo così la crescita di posizioni monopolistiche sui mercati con un immediato svantaggio per consumatori riducendosi la leale concorrenza tra operatori in concomitanza alla forte crisi economica che investe con maggiore intensità un settore quale l'ambulantato e alle vicende normative che direttamente lo interessano dal momento dell'entrata in vigore del D.Lgs.
59/2010 che ha acuito la condizione di precarietà di moltissimi operatori impegna la Giunta regionale a prendere in considerazione la possibilità di modificare la DGR n. 20-380 del 26 luglio 2010, stabilendo alla data del 30 aprile 2011 i termini entro i quali ciascun ambulante dovrà mettersi in regola con quanto disposto dalla delibera medesima".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 166, come modificato il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che in data 8 maggio 2010 è entrato in vigore il D.Lgs. n. 59/2010, avente ad oggetto 'Attuazione della direttiva 2006/CE relativa ai servizi nel mercato interno' (meglio conosciuta come direttiva Bolkestein) ed, in particolare il comma 1 dell'articolo 1 del citato decreto legislativo stabilisce che le disposizioni del provvedimento suddetto si applicano a 'qualunque attività economica di carattere imprenditoriale o professionale, scambio di beni o alla fornitura di altra prestazione anche a carattere intellettuale' la Regione Piemonte con la legge finanziaria 2010 e successivamente con la Circolare del 7 giugno 2010 (prot. 4865/DB 1701) ha adeguato la normativa regionale in materia di commercio alla direttiva europea indicata in oggetto relativa ai servizi nel mercato interno in particolare, la Regione Piemonte, modificando l'assetto normativo delineato dalla 102/2009, ha introdotto alcune innovazioni in merito all'istituto del DURC (ovvero documento unico di regolarità contributiva che attesta l'assolvimento da parte del commerciante degli obblighi legislativi e contrattuali nei confronti di INPS, INAIL e Cassa edile) e alle sua applicazioni in materia di commercio su area pubblica; infatti è stato previsto che le regioni, nell'esercizio della potestà normativa in materia di disciplina delle attività economiche possono stabilire che l'autorizzazione all'esercizio delle attività economiche sia soggetta alla presentazione da parte del richiedente del DURC e quindi alla verifica della regolarità della posizione del richiedente stesso ai fini amministrativi, previdenziali, fiscali ed assistenziali previsti dalle normative vigenti; considerato che tali provvedimenti negli ultimi mesi hanno suscitato proteste soprattutto nel settore del commercio ambulante, poiché introducono la novità secondo cui l'autorizzazione per il commercio su aree pubbliche potrà essere rilasciata oltre che a persone fisiche e a società di persone, anche a società di capitali regolarmente costituite o società cooperative; con il recepimento della direttiva in oggetto, infatti, le licenze per il commercio ambulante non saranno più esclusivo appannaggio delle imprese familiari, come accaduto fino ad oggi, ma potranno essere rilasciate anche alle società per azioni ed alle società a responsabilità limitata con il conseguente ingresso sul mercato dei colossi della grande distribuzione impegna il Presidente e la Giunta regionale a sospendere il provvedimento regionale in oggetto consentendo di poter regolarizzare la propria posizione contributiva entro il 30 aprile 2011 ad intervenire presso la società di riscossione Equitalia per prevedere una rateizzazione del debito, ai fini della regolarità del DURC, scorporata da eventuali altre tasse e pendenze pregresse ad attivarsi presso il Governo affinché valuti la possibilità di introdurre un vouchergiornaliero per la contribuzione INPS per i giorni di effettiva attività lavorativa nel caso degli operatori ambulanti hobbisti o sorteggiati".
Il Consiglio approva.
Ordine del giorno n. 161 "Fondo di garanzia a sostegno dei lavoratori dipendenti in condizioni di disagio", presentato dai Consiglieri Ronzani Boeti, Manica, Muliere, Reschigna.
La parola al Consigliere Ronzani per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Non mi sembra che il nostro ordine del giorno fosse fuori tempo massimo se l'Assessore ha dichiarato che ha cambiato la delibera, anche sulla base delle sollecitazioni contenute nel nostro ordine del giorno.
L'ha detto poco fa l'Assessore Casoni, non ho motivo di pensare che abbia detto una cosa non vera. Se l'Assessore dice di aver cambiato la delibera, anche per aver preso atto del fatto che alcuni ordini del giorno sollecitavano una dicitura in questo senso, come si possa dichiarare che non serve, è fuori tempo massimo...Comunque ormai si dice tutto, quindi va bene anche questo.
Riassumo in poche parole la questione che noi poniamo con l'ordine del giorno.
Il Consiglio regionale, nella precedente legislatura, se non sbaglio circa un anno fa, con un voto unitario aveva votato un provvedimento denominato "Norme straordinarie per garantire un sostegno ai lavoratori in condizioni di difficoltà", con il quale, diamo così, attraverso Finpiemonte, ovvero un fondo costituito per il quale c'era una garanzia della Regione, ai soggetti che da almeno sei mesi non percepivano uno stipendio e che dipendevano da aziende in crisi, veniva corrisposta un'anticipazione di 2.500 euro. Era un tentativo di garantire un sostegno al reddito ai lavoratori che da mesi non percepivano uno stipendio. Il carattere di quella misura era tale di suscitare un consenso molto ampio in questo Consiglio regionale, tanto è vero che la legge venne approvata con un voto unitario dell'Assemblea.
Il meccanismo e il regolamento previsto da legge stabiliva che, decorsi 12 mesi, i lavoratori che avevano goduto di quella legge (avendo presentato domanda per ottenere quella anticipazione sociale e disponendo dei requisiti), avrebbero dovuto cominciare a restituire i 2.500 euro. Questo è il punto.
A seguito di una discussione con Finpiemonte e con gli Uffici preposti al monitoraggio della situazione, è emerso che vi sono casi nei quali i lavoratori non dovrebbero avere difficoltà a cominciare la restituzione delle somme (famiglie in cui, magari, il coniuge lavora, per cui forse è più facile onorare questo debito e cominciare a restituire quelle somme) vi sono invece altri casi acclarati - questo è l'oggetto del nostro ordine del giorno - nei quali questi lavoratori si trovano nella materiale impossibilità di cominciare a restituire quelle somme.
Se questo dovesse avvenire, capiterebbe una cosa semplicissima: quel lavoratore diventerebbe un soggetto che non restituisce un debito e verrebbe segnalato alla centrale rischi, con tutta una serie di conseguenze negative che ricadrebbero su persone che, peraltro, sono già senza lavoro e che vivono nell'impossibilità di ricevere oggi altre forme di sostegno al reddito. Questa situazione farebbe il paio con altre di cui abbiamo discusso qui altre volte, che danno l'idea di come la crisi, in verità oggi, genera drammatiche difficoltà per alcuni gruppi di cittadini e di lavoratori.
Qual è il problema che poniamo e che penso sia all'esame dell'Assessorato competente, nonché della stessa Finpiemonte? Noi chiediamo di valutare la possibilità di adottare una serie di provvedimenti attraverso i quali ampliare i termini entro cui i lavoratori che hanno ottenuto quell'anticipazione debbano cominciare a restituire la somma di 2.500 euro. Lo dico perché vi sono casi nei quali questa impossibilità è accettata. Da qui, la necessità di applicare quella misura, pensata proprio con quelle finalità: l'esigenza, cioè, di far fronte, attraverso un'azione straordinaria, ad una situazione drammatica nella quale si trova un lavoratore che da sei mesi non percepisce uno stipendio.
Se oggi mantenessimo i termini previsti dal regolamento, si determinerebbe, per molti, l'impossibilità materiale e concreta di restituire quelle somme.
Ne consegue la nostra sollecitazione all'Assessore e alla Giunta affinché, sulla base dello spirito con il quale approvammo quel provvedimento unitario e di condivisione - spirito che ha consentito a questi lavoratori di godere di una boccata d'ossigeno - si trovi oggi la via attraverso la quale non "strangolare" - userei questo termine - quei lavoratori che non sono ancora nella possibilità materiale, perché non hanno soldi, di restituire una parte dell'anticipazione che è stata loro concessa.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Prima di cedere la parola alla Giunta regionale, chiederei l'attenzione del collega Ronzani. Al secondo capoverso si legge: "La Giunta regionale in data 30 dicembre 2010...". Penso che si tratti di un refuso: immagino che intendesse "2009". Lo possiamo correggere?



PRESIDENTE

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ha ragione, Presidente.



PRESIDENTE

Lo diamo per corretto in "2009".
Ha chiesto la parola l'Assessore Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro

Ringrazio il Consigliere Ronzani per l'intervento. Volevo tuttavia significargli che, in realtà, siamo già intervenuti su questo tema, tant'è che ho chiamato ancora adesso il Presidente di Finpiemonte per averne certezza, e mi ha confermato che ancora prima che arrivasse la sua sollecitazione noi eravamo già intervenuti.
Stante che le prime situazioni si verificheranno il 28 febbraio, data in cui verranno portati a termine i famosi 12 mesi del prestito Finpiemonte si è già attivata, su mia sollecitazione, per far sì che venga prorogato ancora di un anno l'intervento.
Pertanto, non ritengo di dover accogliere l'ordine del giorno perch in realtà, è superato dall'azione fatta dalla Giunta regionale e da Finpiemonte.



PRESIDENTE

In questo caso, la Giunta esprime il parere negativo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Quindi l'Assessore conferma che i termini della restituzione vengono prorogati al 28 febbraio 2012?



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro

Assolutamente sì.



RONZANI Wilmer

Perfetto, 2012.
Lo ritiriamo, allora.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro

Mi è stato confermato dal Presidente di Finpiemonte due minuti or sono: ho voluto soltanto avere la riprova che fossimo già andati avanti in tal senso.



RONZANI Wilmer

Va bene, la ringrazio.



PRESIDENTE

Se non ho male inteso, l'ordine del giorno n. 161 è ritirato.



RONZANI Wilmer

Sì, sulla base degli impegni che ha dichiarato l'Assessore.



RONZANI Wilmer

Ordine del giorno n. 163 "Integrazione copertura della spesa sanitaria come da articolo 19 legge finanziaria per l'anno 2011, richiesta al presidente della Giunta regionale di trasferimento della delega dell'ARESS all'Assessore regionale alla tutela della salute e sanità", presentato dai Consiglieri Boeti, Cerutti, Laus, Lepri, Manica, Muliere, Pentenero Ronzani, Stara, Taricco.



PRESIDENTE

Nel procedere all'esame dell'ordine del giorno n. 163 richiamerei l'attenzione dell'Aula, perché è stata depositata una richiesta di voto segreto a norma dell'articolo 74 del Regolamento interno del Consiglio regionale, che è stata sottoscritta da 13 Consiglieri regionali (quindi da un numero di Consiglieri ampiamente superiore al sesto richiesto).
La Presidenza accetta, pertanto, la richiesta e precisa, a tal riguardo, che il voto segreto sarà eseguito per forma elettronica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Abbiamo presentato quest'ordine del giorno perché pensiamo che sia giunto il momento, a otto mesi dall'inizio della legislatura, di fare un po' di chiarezza su questo argomento.
La chiarezza è necessaria relativamente al ruolo che deve svolgere in questa Regione l'ARESS. La chiarezza è indispensabile, perché un Governo regionale che al suo interno ha contrasti importanti su questo settore non è funzionale al rispondere ai bisogni di salute dei cittadini.
Io credo, Presidente, che qui si debba discutere del ruolo che deve svolgere l'ARESS. Nella legge regionale di costituzione n. 10 del 16 marzo 1998 si precisano (non intendo citarla tutta perché consumerei tutto il tempo a mia disposizione) quali sono i ruoli e le funzioni che ARESS deve svolgere: funzione di supporto tecnico-scientifico all'Assessorato regionale alla sanità in materia di monitoraggio del processo di attuazione del Piano Socio Sanitario, analisi...



(Brusìo in aula)



BOETI Antonino

Presidente, posso chiedere un po' di attenzione da parte dell'Aula? Mi rendo conto che...



PRESIDENTE

una giornata particolare, e me ne scuso.



BOETI Antonino

Credo che il centrodestra sottovaluti l'importanza di quello che sta succedendo rispetto a quest'argomento. Perlomeno le ipotesi sono due: o le sottovaluta, o se ne frega. Ma ciascuno, naturalmente, può fare quello che vuole e lo dico anche al Capogruppo della Lega, che partecipa alla chiacchierata.
Dicevo che l'ARESS ha l'obiettivo di sviluppare il sistema informativo e quello degli indicatori, ha la verifica e la revisione della qualità dei servizi e delle prestazioni sanitarie, ha il compito di formulare pareri e proposte, nonché predisporre elaborati progettuali, effettuare sopralluoghi, acquisire notizie e documentazioni, procedere all'acquisizione dei dati: insomma, può fare un sacco di cose e io credo che l'ARESS, nei cinque anni precedenti, abbia svolto bene questo servizio.
Non c'è scritto in alcun posto che l'ARESS deve definire sportelli che debbono avere rapporto con il pubblico, perché i rapporti con il pubblico li tengono i mille Uffici di relazioni con il pubblico di cui, grazie a Dio, sono forniti gli ospedali e le ASL sui territori. Qualche giorno fa è stato inaugurato lo Sportello della salute, per il quale l'ARESS ha deciso di spendere 60.000 l'anno; e parliamo di soldi della Regione. Questo ordine del giorno fa riferimento ad un articolo che riguarda questioni sanitarie.
60.000 euro l'anno per cinque anni sono 300.000 euro che, aggiunti ai costi relativi al personale delle infrastrutture - per parlare di tagli alla spesa - fanno 500.000 euro nell'arco di una legislatura.
Forse tra Natale e Capodanno, quando discuteremo di altre questioni, ne parlerò: qui c'è una pubblicazione che l'ARESS manda in giro per il Piemonte in cui c'è scritto "Io scelgo la salute"; perché naturalmente quelli che sono più deficienti scelgono la malattia... Anche il titolo del libricino è indovinato! All'interno di queste sedici pagine non c'è una riga che ci faccia capire chi è l'Assessore alla sanità in questa Regione.
Nella seconda pagina c'è un'intervista al Presidente Cota, poi si continua con mille altri argomenti di grande interesse. Quello che mi ha fatto impazzire, Presidente, è che c'è scritto "Quando c'è l'emergenza, chiama il 118", dato che i cittadini di questa Regione ovviamente ignoravano e che grazie a questa pubblicazione oggi potranno utilizzare con dovizia di particolari.



(Risate in aula)



BOETI Antonino

C'è naturalmente anche un articolo che riguarda le farmacie del mio amico - e amico del centrodestra - Luciano Platter, Presidente di Farmacia Amica, che scrive quali sono i turni di notte delle farmacie, cosa che in tutti i posti del mondo svolgono i Comuni: i Comuni, cioè, scrivono quali sono le farmacie notturne, non la Regione.
Ci sono tre righe sugli stili di vita, ma se io fossi un abitante della Puglia e non sapessi chi è l'Assessore alla sanità di questa Regione e volessi identificarlo attraverso questo strumento, non sarei in grado di capirlo perché qui non c'è scritto. La ragione è semplice: la Lega ritiene infatti di avere il diritto di diventare la proprietaria del sistema sanitario regionale ed è questa la ragione per la quale il Presidente Cota ha affidato l'ARESS all'Assessore Maccanti, che con l'ARESS non c'entra niente: non lei come persona, naturalmente, ma come Assessore delegato.
Nell'atto di costituzione dell'ARESS, infatti, c'è scritto che si tratta di uno strumento di supporto all'Assessorato alla sanità e non all'Assessorato ai rapporti con il Consiglio e alle molte altre cose che l'Assessore Maccanti svolge.
Alla luce di queste considerazioni, Presidente, credo che sarebbe opportuno chiarire questo dualismo; perché non possiamo avere due Assessorati alla sanità, in questa Regione. Nella Conferenza Stampa che ho indetto oggi ho dichiarato che c'è un uomo solo al comando, il Presidente Cota, e una donna sola, l'Assessore Ferrero, che non comanda. Questa situazione non può continuare, perché non è opportuno che le istituzioni siano demolite e denigrate in questo modo. L'Assessore Ferrero è l'Assessore alla sanità e ha bisogno di avere questa riconoscibilità all'interno del sistema sanitario piemontese. E questo non è lo strumento per consentire all'Assessore Ferrero di avere riconoscibilità.
Con l'ordine del giorno chiediamo allora che l'Assessore Ferrero si riappropri legittimamente delle deleghe che riguardano l'ARESS. L'Assessore Maccanti ha già tanto di quel lavoro che penso non ci tenga in maniera particolare a gestire questa delega.
Lo dico al Popolo della Libertà: la Lega la smetta di esercitare, rispetto ad un settore così delicato, il ruolo che sta esercitando.
Il Presidente Cota aveva il diritto, se avesse voluto, di inserire una sua intervista in questa pubblicazione; ma prima, dopo, accanto, sotto ci volevano due righe - due - con una foto anche più piccola perché non è il Presidente, dell'Assessore Ferrero.
Alla luce di queste considerazioni io chiedo davvero che si faccia chiarezza. Il Commissario, dottor Zanon, faccia il Commissario e non si occupi di fare l'Assessore ombra.
Noi proveremo a fare in questo campo il nostro lavoro, ma così non pu continuare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Dispiace che l'Assessore Ferrero non ci sia perché, se le sue condizioni sono così disperate da avere l'aiuto del collega Boeti e del Partito Democratico, vuol dire che siamo messi peggio di quanto noi pensassimo. Credo che quest'ordine del giorno abbia da essere con chiarezza respinto, voto segreto o no.
In senso colto, "bisogna temere i Greci anche quando portano doni"; e questi non sono doni: sono l'enunciazione di problemi che credo in buona parte la maggioranza abbia. Al momento, però, il Consigliere Boeti nonostante le richieste che ha fatto, non è ancora stato accolto in maggioranza, quindi non può essere ancora informato del dibattito che avviene. La discussione certamente tocca dei temi che anche l'intervento del collega Boeti sottolinea: che l'area della sanità della Regione Piemonte non sia a posto l'ho detto in maggioranza e non ho nessuna difficoltà a ridirlo in questa sede. È compito di codesta maggioranza, di cui il collega non fa parte - questo è uno dei pochi problemi che la maggioranza non ha, gli altri li abbiamo quasi tutti - di occuparsene perché ce n'è ben d'onde.
Nell'occuparsene, credo che male non farebbe - ma non perché la storia è la maestra della vita - rileggersi la legge fondante dell'ARESS, che è nata male dall'inizio. L'ARESS, infatti, deve essere un organo di consulenza del Presidente della Giunta e di nessun altro: è nato nel pensiero del legislatore nazionale, che poi tutti - a partire da noi abbiamo malintenzionatamente utilizzato a nostro favore, come organo di "pensiero" del Presidente.
Nel corso di questi primi 15 anni, francamente, l'ARESS regionale non ha mai dato - mi perdonino coloro che ne hanno fatto parte, magari in buona fede - eccelse prove di sé. Se qualcuno volesse fare un dibattito culturale di ciò che è avvenuto durante la Presidenza del dottor Bertetto nell'ultima legislatura, credo che illuminerebbe in tutta una serie di cose che non dovevano essere fatte. Potremmo invitare qui, come testimoni di quella fase, l'Assessore Bairati: così ci illustrerebbe e magari tranquillamente ci spiegherebbe come mai le deleghe della sanità sono passate fra lui e il Vicepresidente Peveraro, domanda cui aspetto ancora la risposta. Il Consigliere Boeti ha da aspettare a lungo, prima che noi consideriamo di essere in torto sulla forma.
Il problema di sostanza della sanità rimane. È un problema di questa maggioranza - credo che il Presidente Cota ne sia edotto - e questa maggioranza lo deve risolvere: senza ordini del giorno suggestivi nonostante le richieste, che comprendo dal punto di vista umano dell'Assessore Maccanti che farebbe a meno di questo badò. Dica però al suo Presidente, Assessore Maccanti, di toglierle questa delega e di riprendersela. Questo infatti è un compito del Presidente e se l'Assessore Ferrero - ripeto - avesse mai bisogno dell'aiuto del Consigliere Boeti e del Partito Democratico, allora sì che saremmo molto mal messi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Con il linguaggio possiamo tutti dimostrare tutto e il contrario di tutto; e non sto praticando l'ostruzionismo. Adesso però non mi rivolgo alla Giunta, ma ai colleghi Consiglieri di maggioranza e faccio un piccolo ragionamento semplicissimo. Secondo voi - parlo dell'ARESS, stando sul tema è normale che il sottoscritto - non l'ho potuto spiegare qualche giorno fa, se vi ricordate, e ho fatto la contestazione dell'articolo sul giornale sui costi della sicurezza e del patrimonio immobiliare sanitario. Avevo pochi secondi che mi ha concesso il Presidente, nei confronti del quale vanno, come sempre, i miei più alti sensi di stima, e anche se non era previsto dal Regolamento mi ha lasciato quello spazio. Quindi, ne approfitto adesso per argomentare quello che non ho potuto argomentare in quel momento.
Mi rivolgo non alla Giunta, ma ai colleghi, perché singolarmente sono tutte persone preparate e a modo, ma quando si riuniscono - passatemi questo concetto un po' forzato ma lo dico con affetto ed amicizia - "in branco", perdono quel senso di lucidità. Quindi, torno al dunque.
Secondo voi è normale che un vostro collega in Commissione chiede all'Assessore regionale, e lo chiede in modo tranquillo e sereno: " possibile fare uno studio approfondito, dal quale si possa evincere a quanto ammontano effettivamente gli importi per mettere in sicurezza e a norma tutto il patrimonio della sanità pubblica piemontese?" Mi è stato risposto dall'Assessore e dal dottor Monferino: "Consigliere, non è mica una cosa semplice. È un lavoro lungo e complesso".
Io riprendo la parola e dico: "Capisco e comprendo: vi lascio tutto il tempo". E il motivo qual è? È per capire che se i 150 milioni di euro impegnati in tre anni siano pochi, siano sufficienti o siano tanti.
Significa che li dobbiamo rapportare ad un importo complessivo, che oggi non conosciamo e non sappiamo. Ho fatto questa domanda per dare ampia disponibilità, sono andato addirittura fuori dai binari della disponibilità che il mio Gruppo voleva, vuole e vorrà dare, al punto che il collega Ronzani mi disse: "Calma, parla per te!". Ed io ho risposto: "Parlo per me e vado avanti".
Quindi, vi ho dato una nota di fiducia, ho avuto una scompostezza comportamentale nei confronti dei miei colleghi. Arrivo in Consiglio e il giorno dopo c'è una conferenza stampa, una comunicazione che l'ARESS aveva in quel momento la risposta alla mia domanda.
Qui non c'è da scherzare, poi non importa che sia Zanon, Francesco Michele o Peppino. Vi voglio bene a tutti quanti! Sono abituato a guardare la sostanza del comportamento e non so se la responsabilità sia di Tizio di Caio o di Sempronio, ed è per questo motivo che non mi rivolgo alla Giunta e all'Assessore alla sanità, ed è per lo stesso motivo che non mi rivolgo a Zanon.
Questo è l'unico motivo per cui chiedo a voi: è normale? Se è normale mi scuso perché significa che non ho capito quali siano le prerogative di un Consigliere regionale.
E sappiate ancora un'altra cosa: che ad oggi - l'Ufficio di Presidenza si è attivato in merito, ed attendo fiducioso - non ho avuto ancora questo studio, e non solo io ma nemmeno voi, ed è grave. Condivido il ragionamento del collega Burzi, nel senso che è giusto che pensiamo a noi dell'opposizione, perché a voi pensate voi stessi. Quindi, mi giro per un momento e mi rivolgo ai colleghi della minoranza e vi dico: colleghi, non solo noi, ma nemmeno loro hanno questo studio.
Quindi, loro possono recitare in commedia la parte che ritengono più opportuna; noi invece chiediamo e rimarchiamo quello che è stato già richiesto dal Presidente del Consiglio, cioè questo famoso studio, ma non per criticarlo, semplicemente per leggerlo.
Quanto tempo ho a disposizione, Presidente?



PRESIDENTE

Dieci minuti.



LAUS Mauro

Stavo accelerando nel ragionamento e stavo anche saltando altri passaggi.



PRESIDENTE

All'inizio del dibattito, quando ho fatto i conti d'ordine sugli ordini del giorno presentati, avevo detto in maniera molto chiara che il tempo a disposizione era di dieci minuti. Mi permetto di ricordarlo.
Consigliere Laus, si rivolga alla Presidenza quando interviene.



LAUS Mauro

Mi scuso, adesso mi rivolgo alla Presidenza. Era solo per farmi capire e cercavo di marcare la colorazione del messaggio e per questo incrociavo lo sguardo e gli occhi bonari dei colleghi.
Quando sono andato via, dopo quell'intervento in Consiglio, ho pensato e faccio una riflessione ad alta voce e concludo il mio intervento - e mi sono detto: "Caro Laus, ma secondo te l'Assessore Caterina Ferrero era a conoscenza del progetto, cioè di quel lavoro o no? Me l'ha "nascosto" con un tocco di scaltrezza politica, oppure non era nemmeno informata di questo lavoro?" A questa domanda io non sono stato in grado di rispondere.
Non ho nient'altro da aggiungere e chiudo il mio intervento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Ho poco da aggiungere a quello che hanno detto i miei colleghi, forse qualcosa sì. Voglio partire proprio dalla ragione per cui abbiamo previsto in questa sede la discussione, perché proprio nella finanziaria c'è un articolo, che citiamo nell'ordine del giorno, che impegna la Giunta in modo molto significativo a ridurre l'indebitamento e a fare in modo che la Regione Piemonte, a cominciare dal 2011, possa contribuire solo con 250 milioni di euro alla copertura del deficit del servizio sanitario regionale previsto.
Quest'impegno naturalmente riguarda tutta la Giunta, ma evidentemente in modo particolare, l'Assessore Ferrero, che ha la delega al servizio sanitario regionale.
Peccato che ci sia anche una delega importante, come quella dell'ARESS attribuita in prima battuta al Presidente che se l'è tenuta e, in seconda battuta, all'Assessore Maccanti.
Fin qui, si potrebbe dire che non vi è nulla di particolare, se non fosse che l'ARESS ha dimostrato in questi mesi, al di là dello sportello su cui torneremo e di cui ha parlato il collega Boeti, un grande attivismo.
Se dovessi fare l'elenco degli articoli di cui si è parlato e che si sono letti in questi mesi sul tema della sanità, ho motivo di pensare che alla fine, sono di più quelli ispirati e riportati su proposte dell'ARESS che quelli riportati dall'Assessore Ferrero.
Anche su questo si dirà "nulla di male", ma cominciamo a chiudere il ragionamento. Il ragionamento è semplice; molte volte queste proposte sono o in parte in contrasto, o comunque non conosciute, o comunque largamente riferibili a scelte di contenimento della spesa attribuite in capo all'Assessore Ferrero.
Un conto è un ente strumentale che produce delle pubblicazioni, dà dei consigli e stende dei rapporti che poi consegna a chi li vorrà leggere. Un altro conto è un protagonismo più o meno autorevole - e non voglio discutere se sia autorevole o meno - che evidentemente prefigura anche delle scelte che non dico siano in contrasto, ma che devono essere collimanti e coerenti con quelle attribuite invece alla competenza dell'Assessore Ferrero.
Ad esempio, il modello degli aeroporti minori, i modelli di accesso al pronto soccorso, la presentazione della ricerca sul piano energetico, il modello della logistica, la riorganizzazione di aziende ospedaliere e locali, mi risultano - proprio perché è uscito nuovamente sui giornali essere diversi se in capo all'Assessorato o se in capo all'ARESS.
Queste ed altre scelte di così grande natura non possono fare capo a due Assessori che hanno competenze, idee e prospettive evidentemente distinte; poi si possono anche incrociare. C'è una sorta di schizofrenia che emerge da questo dualismo di strategia e che emerge dalla visione rappresentata dalla Giunta in questi mesi.
Per questo diciamo che, di fronte alla responsabilità così grande che la Giunta attribuisce all'Assessore Ferrero, assegnando a lei più che a tutti gli altri la responsabilità di ridurre l'indebitamento a carico della Regione, e quindi per fare quadrare questi conti così difficili da realizzare, noi riteniamo irragionevole che l'ARESS possa rimanere in capo alla delega di due Assessori diversi.
Peraltro, valutando le deleghe relative agli enti strumentali di cui tutti sappiamo, questo ragionamento che facciamo è coerente. Se voi considerate il CSI, che è un ente strumentale, è stato affidato evidentemente come competenza, all'Assessore Giordano, che se ne occupa avendo la delega all'industria, all'innovazione e alla ricerca. Le partecipate di Finpiemonte sono attribuite - se non sbaglio - all'Assessore Maccanti, che ha la delega proprio a questo comparto. Quindi, l'ente strumentale Finpiemonte è attribuito all'Assessore Maccanti, che ha la delega alle partecipate.
Esattamente, per la stessa ragione, potrei continuare, tutti gli enti strumentali della Regione Piemonte sono attribuiti all'Assessore che ha la materia delegata. L'unica eccezione riguarda ARESS che, con tutta chiarezza, ha una competenza di aiuto alla programmazione regionale e inspiegabilmente viene assegnata ad un Assessore che ha altre competenze e altre materie.
A questo punto, noi pensiamo di trovare una ragione. La ragione è evidente, al di là - ripeto - del merito o meno: in merito alle proposte che sull'ARESS sono state fatte in questi mesi risalta un evidente dualismo, che è frutto della volontà del Presidente e del suo partito di mantenere saldo il controllo, o comunque parte del controllo, sul sistema sanitario regionale.
Il Presidente ha tutto il titolo e il dovere di avere una visione più generale. Credo che il modo con cui l'ARESS si è mosso in questi mesi, in molti casi prefigurandosi come un concorrente co-protagonista delle scelte di programmazione, sia evidentemente, seppur magari così non si vuole fare un'ingerenza e un'indebita intromissione e, comunque, in evidente contrasto rispetto alla linearità dei percorsi di scelta che sono attribuiti in capo all'Assessore Ferrero.
Domando in modo particolare al Gruppo del Popolo della Libertà se questa questione non sia evidentemente ai loro occhi rappresentata.
Credo che lo sappiano molto bene. Non abbiamo l'illusione che questo ordine del giorno venga approvato, tuttavia abbiamo la speranza che questa questione venga affrontata dentro le sedi della maggioranza, perché non è una questione che vogliamo fare emergere per fare emergere le differenze e i contrasti che, semmai, ci sono fra di voi: è una questione di coerenza una questione di sostegno alle attese che i cittadini piemontesi hanno per avere riferimenti chiari; in modo particolare alle attese degli operatori sanitari, che non sanno a chi fare riferimento e chi ascoltare.
Una volta c'è una voce in un senso, una volta c'è una voce in un altro un'altra volta ci sono due voci sullo stesso tema simili, ma non identiche.
Ci vuole unitarietà di visione e di parola. Questo si può fare solo nella misura in cui l'Assessore Ferrero avrà pienamente la delega anche all'ARESS.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Impiegherò molto meno dei dieci minuti che mi sono stati assegnati.
Voglio chiarire anzitutto, ribadendo alcuni concetti che sono già stati illustrati dai colleghi Boeti, Lepri e Laus, il senso di questo documento.
A noi non interessa inserirci all'interno di una questione che riguarda i rapporti all'interno della maggioranza. Teoricamente mi sarei anche aspettato che di fronte all'ordine del giorno si fosse alzato in piedi un qualunque rappresentate politico della maggioranza per dire che l'attribuzione delle deleghe non è un argomento che riguarda il Consiglio Regionale.
Se questo non è avvenuto e se questo non è avvenuto con prontezza e immediatezza, la ragione è solo una: il problema esiste. Il problema esiste ed è un problema che non può essere confinato all'interno dei rapporti tra PdL e Lega Nord, perché riguarda anzitutto i rapporti complessivi tra l'Amministrazione regionale, il Consiglio regionale e la comunità piemontese.
Siamo alla vigilia di importanti decisioni che riguarderanno la politica sanitaria in Piemonte. Oserei dire che il 2011 sarà un anno in gran parte caratterizzato da due grandi temi: il tema del lavoro e della ripresa economica in Piemonte e il tema della riorganizzazione della sanità.
pensabile che l'Amministrazione regionale affronti quest'ultimo tema senza la necessaria autorevolezza? È pensabile che il Consiglio regionale e la comunità piemontese affrontino questo importante tema avendo di fronte sostanzialmente un soggetto politicamente responsabile e un soggetto politicamente irresponsabile? Il Consiglio Regionale, i Gruppi di maggioranza e i Gruppi di opposizione possono legittimamente richiedere in qualunque momento l'intervento in aula o l'intervento in Commissione consiliare da parte dell'Assessore Ferrero. La comunità piemontese nel suo complesso pu legittimamente chiedere, di fronte a problemi, che certamente emergeranno un rapporto con la politica piemontese personificata da chi ha responsabilità politiche all'interno della Giunta. Noi Consiglieri, noi della Commissione, non potremo mai chiedere di poter ascoltare chi oggi all'interno dell'ARESS, porta avanti comunque la politica sanitaria. Questo è il problema.
La politica sanitaria in Piemonte oggi è gestita non su posizioni convergenti, ma su posizioni e su prospettive troppe volte divergenti, da un soggetto responsabile e da un soggetto irresponsabile.
Questo è un film che si è già visto. Nella VII Legislatura della Regione Piemonte, quando a un certo punto il Presidente Ghigo riteneva che non era così forte il livello di fiducia nei confronti dell'allora Assessore regionale alla sanità, faceva politica sanitaria nello stesso modo con cui il Presidente Cota sta facendo politica sanitaria in questo momento in Piemonte, con l'allora direttore dell'ARESS Morgagni. E sui territori (in quegli anni ero il Presidente della Conferenza dei Sindaci) quante volte non veniva l'Assessore regionale alla sanità, ma il dottor Morgagni a illustrarci sostanzialmente la proposta di Piano Socio Sanitario del Piemonte.
Allora, una politica che deve fare i conti con: a) risorse economiche minori; b) con la necessità di proseguire, dal nostro punto di vista, un disegno di riforma, dal vostro punto di vista, di stravolgimento sulla politica sanitaria, abbisogna anzitutto che sia chiarito il concetto di qual è il concetto.
Quante volte in questi primi otto mesi della legislatura noi abbiamo visto due soggetti? Abbiamo visto due soggetti e il collega Laus ha raccontato l'ultimo episodio, che è stato l'illustrazione della situazione dell'edilizia sanitaria in Piemonte fatta dall'ARESS. Peccato che quell'illustrazione del dottor Zanon conteneva l'indicazione di alcune priorità di intervento, mentre sullo stesso tema l'Assessore regionale Ferrero aveva avuto modo di dire che non erano quelle le priorità di intervento.
Ma è pensabile di andare avanti in questo modo? Come pensate, come Giunta e come maggioranza, di avere le condizioni per esprimere la forza di un rapporto con la comunità piemontese e con il Consiglio regionale su una materia così complicata quando al vostro interno esiste una duplicità di cabina di comando? Questa è la nostra preoccupazione, non certamente quella di dire che temiamo per l'Assessore Ferrero. La politica sanitaria che l'Assessore Ferrero sta portando avanti in questi otto mesi è, dal nostro punto di vista, deludente! Per alcuni aspetti è inadeguata, per altri aspetti per emerge dagli atteggiamenti dell'Assessore Ferrero quella mancanza di autorevolezza che le è negata all'interno della Giunta regionale, che pesa sulla politica sanitaria e peserà quando vi troverete a confrontarvi, in Aula, in Commissione e in mezzo alla comunità piemontese, su questi temi. A noi non interessa prendere le parti dell'uno o dell'altro, a noi interessa ripristinare un principio che consideriamo fondamentale: chi parla di politica sanitaria in Piemonte deve essere un soggetto politicamente responsabile, perché solo i soggetti politicamente responsabili possono permettersi l'assunzione di impegni, la spiegazione delle condizioni e la rappresentazione delle proposte. Solamente questi soggetti possono avere questo ruolo e questa forza. Non confido sull'esito del voto dell'ordine del giorno, non è per questa ragione che lo abbiamo presentato, però le parole del Consigliere Burzi sembrano dire che quanto stiamo dicendo, non solo da oggi ma da alcuni mesi, non è una fisima politica del PD. Non è il PD che si inventa una situazione generale di polemica, è un dato reale.
un dato reale. È un dato rispetto al quale l'invito forte che come Gruppo intendiamo rivolgere è che questa contraddizione, questo dualismo, questa divaricante politica sanitaria sia risolta al più presto. Noi preferiamo una grande contrapposizione politica, ma con un soggetto politicamente responsabile, non con chi, per legge regionale, avrebbe altri compiti cui assolvere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Goffi; ne ha facoltà.



GOFFI Alberto

Grazie, Presidente.
Vorrei avere dei chiarimenti dall'Assessore Maccanti.
Più o meno una settimana fa avevo detto, intervenendo sul bilancio, che mi sentivo più in salute e più rassicurato a seguito dell'uscita del nuovo prodotto editoriale "Io scelgo la salute", che mi rassicurava molto, e già solo per il fatto di vederlo in edicola mi sentivo sicuramente meglio. A seguito di questa mia affermazione, l'Assessore Maccanti, che ha la delega sull'ARESS, se non sbaglio diceva, con un gesto palese: "Non è vero, non è vero, non è vero". Probabilmente non è un giornale, è una rivista che ha una linea di distribuzione pari a quella dei giornali, perché avviene attraverso un sistema editoriale di edicole (poi se vuole c'è la cartellonistica consegnata, se vuole andiamo anche oltre, ma non vorrei metterla in imbarazzo).
Tutto questo mi fa pensare che l'Assessore Zanon... Pardon, non si pu dire Assessore, diciamo il dottor Zanon, che non solo non tiene al corrente l'Assessore Ferrero, non vorrei che non tenesse al corrente manco lei di quello che sta facendo. Per evitare di andare oltre, adesso che lo leggo (non avevo ancora avuto il piacere di averlo tra le mani) devo dire che è un ottimo prodotto elettorale, quindi vorrei anche sapere chi lo ha elaborato, chi lo ha scritto, perché sicuramente non l'ha scritto un giornalista alle prime armi, ma l'ha elaborato qualcuno che ha competenze sull'argomento, anche l'impaginazione è fatta decisamente bene. Potrebbe anche essere utile, dato che si vota una volta all'anno, nelle prossime campagne elettorali che ci attendono o che ci attenderanno.
Possiamo anche banalizzare, ma l'ARESS ha autonomia contabile. L'ARESS ha assolutamente un'autonomia contabile e quindi vorrei sapere, Assessore dato che l'ARESS ha autonomia contabile e dato che questo documento è stato fatto così bene, quanto è costato, quali giornalisti o giornaliste sono state incaricate delle redazione, se questi giornalisti o giornaliste hanno avuto un compenso e a quanto ammonta questo compenso. Abbiamo tutto il tempo, perché la discussione di questa sera è ancora piuttosto lunga quindi se cortesemente mi può dire, evitando di doverlo dire io all'Aula cosa sta capitando all'ARESS, le sarei grato.
Mi rivolgo anche al Presidente, dicendo che resto moderatamente e cortesemente in attesa di una risposta da parte dell'Assessore Maccanti che se pure il tema di oggi è solo toccato incidentalmente, rimane lei con la delega e l'ARESS con l'autonomia contabile. Lei dovrà sapere, avendo lei la delega, a quanto ammonta, quali giornalisti o giornaliste sono stati incaricati e qual è il compenso di questi. Ovviamente, nell'arco della giornata avrà modo di recuperare questi dati.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Sarò molto breve, anche perché il Consigliere Burzi ha già detto, in poche ma precise parole, tutto quello che c'era da dire. Voglio solo rimarcare alcuni punti.
Tutto è legittimo, tutto va tutto bene, però voi cercate inutilmente di dividere questa maggioranza che è assolutamente coesa. A voi fa un po' rabbia il fatto che c'è una vivacità di progettazione da parte di questa maggioranza; vi fa un po' rabbia vedere che ci sono diverse persone che stanno studiando per affrontare un problema che voi vi siete dimenticati di affrontare per cinque anni. Ho accolto con molto favore il progetto del PD sulla sanità. Tutto benissimo, potevate farlo nei cinque anni che hanno preceduto questa legislatura, ma va bene anche così: anche arrivare in ritardo, basta arrivare.
Detto questo, come Lega Nord abbiamo assoluta fiducia nelle capacità dell'Assessore alla sanità Ferrero. È anche chiaro, forse è inutile che lo dica, che abbiamo assoluta fiducia anche in quello che sta facendo l'Assessore Maccanti, la quale ha anche la delega all'ARESS.
Negli anni passati, l'ARESS si è contraddistinta per consulenze a pioggia, per quello che personalmente oserei dire - non mi rimproveri Presidente - marchette di sorta. In quello si è contraddistinta. Questo noi cerchiamo di evitarlo assolutamente.
Noi siamo il rock, noi siamo avanti; voi siete "il ballo della mattonella", voi siete indietro, siete lenti e questo vi fa rabbia. Per questo cercare di dividerci, ma inutilmente. Noi andremo avanti con le riforme, come quella sulla sanità, e riusciremo a realizzarla.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Sono d'accordo con le dichiarazioni espresse dai colleghi che mi hanno preceduto, però è solo un'impressione nostra, colleghi della maggioranza, o è vero che il dottor Zanon recentemente, incontrando alcuni amministratori per ragioni istituzionali, ha assunto un ruolo che non era il suo o ha rivendicato, millantato un ruolo che non era il suo? Potremmo anche avere informazioni diverse o prendere atto che mi sbagli, ma non è così? Dato che siate persone che conoscono, come noi, come funziona il mondo, non credo che voi neghiate questa nostra valutazione. Non credo. È solo una nostra impressione o è vero che Zanon fa il controcanto rispetto al Presidente Cota? È una nostra impressione o il dottor Zanon ha dichiarato in sedi pubbliche, ancorché riservate perché erano presenti alcuni amministratori che rappresentava il Presidente Cota? Non rappresenta il Presidente Cota ma l'ARESS, fino a prova contraria (vi devo dire in quali sedi sono state fatte queste affermazioni)? sola una nostra impressione, Assessore Giordano, o è vero che esiste obiettivamente, un dualismo tra l'Assessore Ferrero e l'ARESS? Non esiste un dualismo? Ha senso e si giustifica il fatto che il Presidente Cota, in un primo momento, avochi a sé - cosa legittima perché il Presidente della Giunta regionale ha questa facoltà - le competenze in materia di edilizia sanitaria e poi le deleghi? E, successivamente, non si ponga il problema di ricondurre, dentro un disegno unitario, il governo della politica sanitaria della Regione Piemonte? Naturalmente, noi potremmo anche gioire del fatto che vi sia un dualismo, anche di fronte a discussioni che riguardano il progetto sanitario, il modello di sanità, la riorganizzazione. Non credo sia una cosa fuori dal mondo constatare che esiste questo problema, questa differenziazione che diventa un fatto, molte volte, sbagliato, assurdo, che fa emergere un problema complessivo. Il governo della sanità deve essere un governo unitario.
Non prendiamo partito preso - lo hanno detto i Consiglieri Reschigna il Consigliere Boeti e Laus e Lepri - non siamo tifosi della Ferrero o di Cota, non è questo il punto. Non ci appartiene. È un problema dentro la maggioranza di governo, eventualmente. Constato che esiste un dualismo e come Consigliere regionale constato, altresì, che l'esistenza di questo dualismo, crea un problema al governo della sanità Piemontese. Quella credibilità di cui parlava il Consigliere Reschigna, è un problema che voi dovreste porvi.
Il fatto che a me, come amministratore pubblico o come operatore sanitario, di fronte al problema che ha la sanità piemontese che pone questioni che voi pensate di affrontare con il Piano e con il modello lombardo di riorganizzazione della sanità, mi diciate e constatiate per primi che vi è tutto, meno che un quadro di comando unitario e che quindi vi sono differenziazioni dentro il governo regionale circa il modo con il quale affrontare le questioni e anche l'organizzazione e la distribuzione delle competenze finisce per autorizzare tutti a ritenere che vi è questa mancanza di governo unitario, sarà un problema! Vogliamo porre essenzialmente questa questione. Credo che sia nell'interesse di tutti avere un interlocutore con cui discutere e affrontare le questioni.
Credo abbia ragione il Consigliere Boeti ad affermare che, da una parte, vi è un uomo solo al comando, Zanon, che millanta, credo in molti casi, funzioni che non sono sue, rapporti e, dall'altra parte, un Assessore alla sanità che finisce, oggettivamente...Potrei dire, indipendentemente dalla volontà - voglio riconoscere la buona fede - posso anche ritenere che non esiste un dualismo determinato da contrapposizioni politiche e posso ritenere che questo dualismo sia la conseguenza di un dato di fatto, ma rimuovetelo! Stabilendo chi fa che cosa e riaffermando il primato della politica, perché l'ARESS ha funzioni di programmazione. Lo dice la legge! Se l'ARESS ha funzioni di programmazioni, quella è la funzione dell'ARESS.
Se l'Assessore alla sanità è il governo della sanità e il Presidente è responsabile della politica della Regione, è interesse di tutti che l'idea che si affermi in questa regione è che l'interlocutore di tutti coloro che intendono discutere, parlare e affrontare i temi della sanità, è l'Assessore Ferrero.
A me non interessa prendere parte alla discussione: Cota o Ferrero.
Emerge un problema politico? Ha ragione il Consigliere Burzi: lo risolva la maggioranza. Non mi appassiona lavorare sulle contraddizioni.
Come esponente dell'opposizione so che questa cosa può anche non interessare a nessuno, ma non è questo il mio problema. Pongo un'altra preoccupazione: chi fa che cosa e chi, in questo momento, appare agli occhi dei piemontesi come il riferimento della politica sanitaria della Regione Piemonte.
Vi sfido a dimostrarmi che non ci sia il dualismo di cui parlavo. Tutto lì il problema. Dopodiché, possiamo anche prendere atto che voi respingerete l'ordine del giorno, possiamo prendere atto che anche in queste occasioni neghiate l'evidenza dei fatti e, come dice il Consigliere Carossa, dipingiate questo nostro atteggiamento e questa nostra critica come una caricatura della situazione, questo non lo nego, altre volte lo avete fatto. Altre volte avete presentato queste posizioni come una caricatura dicendo che è un'invenzione nostra.
Se poi vi guardate dentro e vi guardate in faccia e alzate gli occhi scoprite che non stiamo dicendo una cosa non vera e che esiste un problema oggettivo. Se fosse così, basterebbe una scrollata di spalle, colleghi della Giunta. Se il nostro fosse un atteggiamento strumentale, e la nostra fosse una posizione priva di qualsiasi fondamento, basterebbe scrollare le spalle. Voi, per primi, sapete che forse non è così. Se non è così, la sollecitazione che noi vi facciamo con questo ordine del giorno è esattamente quella che prima ricordavo: chi fa che cosa? Torniamo al punto, che è un punto politico perché, in realtà, se la politica sanitaria della Regione Piemonte richiede un di più di politica allora richiede che la politica della sanità della Regione Piemonte sia ricondotta nel quadro unitario che vuole la politica sanitaria individuando il soggetto interlocutore di questa politica, l'Assessore alla sanità.
Non va bene l'Assessore alla sanità? Questo è il punto? È un problema vostro. Immaginare che la sanità possa essere governata da livelli e piani diversi e che questo dualismo possa continuare in una fase nella quale affronterete, fra qualche giorno, il problema della nomina dei Direttori e fra qualche giorno - problema grosso - della riorganizzazione della sanità è un fatto che non può che creare problemi al futuro della sanità piemontese.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Credo, in effetti, che il Gruppo consiliare del Partito Democratico abbia effettivamente un atteggiamento molto premuroso ed eccessivamente ansioso. Ragion per cui ha fatto molto bene chi ha ricordato, dai banchi della maggioranza, che non ci sono soggetti deboli che chiedono soccorso tanto meno all'opposizione dell'Aula. Non penso di dovermi esprimere a soccorrere chi ha capacità autonome di autorappresentarsi.
Il mio ragionamento sarà strettamente legato agli aspetti formali e giuridici. La foga di svolgere il gioco delle parti ci porta, a volte, a rimuovere anche i contenuti dei testi legislativi, quindi a semplificare eccessivamente le questioni.
Il Gruppo consiliare che ha scritto questo ordine del giorno ricorda in modo fondato, che l'Agenzia Regionale dei Servizi Sanitari, istituita da un articolo di legge regionale, non è un organo del Presidente.
Potrebbe piacere, a giustificazione dell'attuale quadro delle relazioni, ma non è un organo del Presidente. È un Ente strumentale della Regione che agisce in conformità ad un programma annuale di attività il quale è elaborato sulla base delle indicazioni prevalenti dell'Assessorato alla sanità e di eventuali altre funzioni delegate della Giunta che ritengano di chiedere all'ARESS pareri di approfondimento: può avvenire in assistenza e in edilizia.
Non possiamo, quindi, bypassare il fatto che l'Agenzia non sia un organo al servizio del soggetto monocratico - Presidente della Giunta bensì è un organo al servizio dell'Assessorato.
così vero ciò che dico che a nominare il Direttore Generale procede sì l'organo collegiale - la Giunta - ma su proposta dell'Assessore regionale alla sanità, e non del Presidente della Giunta regionale. Il fatto che tale questione, per come la temono i Consiglieri del Gruppo PD sia al momento rappresentata pubblicamente come un esproprio di ruolo da parte dell'Assessore regionale, è un dato di fatto: non esiste fondamento giuridico per cui il rapporto sia tra il Direttore dell'ARESS e il Presidente della Giunta regionale. Ma come ci ricorda la maggioranza - ed è qui che trovo che il Gruppo del PD sia troppo premuroso e preoccupato - in realtà corre ottimo sangue tra l'Assessore alla sanità, il Presidente della Giunta e il Direttore dell'Agenzia regionale. Il fatto che vi sia questo clima di profonda collaborazione lo vedremo quando, in pieno accordo decideranno la nomina del Direttore dell'Agenzia su proposta dell'Assessore regionale alla sanità. È un accordo che sicuramente si configurerà.
Ciò che a me preme sottolineare è che non dobbiamo temere l'accordo che in questa maggioranza si troverà sull'Agenzia regionale, come sul resto.
Perché solo oggi abbiamo ricevuto una forte rassicurazione da parte del Presidente della Giunta regionale, che, intervistato, alla domanda "Conferma i conflitti tra PdL, Lega e sanità?", lui risponde: "Contrasti inventati e costruiti. La volontà di fare la riforma sanitaria è di tutti".
Finalmente abbiamo una parola chiara: tutti vogliono fare la riforma sanitaria. Come? Lo decideranno il 29 dicembre. Perché ieri sera, quando i Capigruppo hanno chiesto di poter audire il titolare della funzione e il referente dell'Agenzia - Assessore alla sanità - sulle linee della riforma sanitaria, ci è stato risposto che fino al 29 dicembre le linee non ci sono e che andranno decise nella riunione di Giunta, di cui diranno di comune accordo.
Quindi è un po' improvvida la dichiarazione del Capogruppo del PdL che si affretta, su La Sesia, a spiegare che cosa succede dell'ospedale di Vercelli, andando a puntualizzare le voci scaturite da un documento dell'Agenzia (ma, forse, della Lega). Allora, il Capogruppo del PdL (di nuovo quel contrordine cui non fa seguito la parola "compagni" nella mia formazione storica) dice: "Il ruolo di Vercelli come ospedale cardine è stato frainteso, perché sarà un ospedale di riferimento".
Di qui al 29 dicembre, PdL, Lega, il Direttore facente funzioni dell'Agenzia, il Presidente, l'Assessore, l'Assessore con delega all'Agenzia, ci diranno che cosa sarà dell'ospedale di Vercelli, almeno questo.
Allora, in questo quadro di corrispondenza di amorosi sensi e comunità di intenti, se non si vuol fare dietrologia, un'unica cosa è chiara: devo dire che tutto questo protagonismo del Commissario dell'Agenzia regionale non l'ho visto. L'ultima memoria visiva che ho del Commissario dell'Agenzia regionale è stata durante la campagna elettorale alle Molinette, quando presentando le linee programmatiche sulla sanità dei due contendenti, il dottor Zanon era dietro il Presidente Cota e gli schiacciava i tasti delle slide. Questa è l'ultima memoria che ho. Nel frattempo, non l'ho più visto perché era molto dedito al lavoro, tant'è che ha costruito un gruppo di lavoro di 18 teste d'uovo, che si sostituiscono a tutta quella proliferazione di incarichi elegantemente nominati dal Presidente Carossa e che, da soli, faranno la riforma sanitaria, che poi il 29 verrà condivisa dalla maggioranza nella riunione di Giunta e il 1° gennaio verrà presentata alla pubblica opinione.
Il tema è: se l'ARESS funziona con un capo e 18 collaboratori, i nostri emendamenti, che chiedono la destituzione dei capitoli di bilancio dell'Agenzia regionale e che saranno discussi in rapporto al DDL n. 73 saranno approvati. Perché non c'è più bisogno di un finanziamento ora che non c'è più una direzione collegiale, ci sono coloro che sanno decidere e fare, i consulenti bastano e avanzano, anzi lo fanno per amore della causa perché mai c'è stato onore maggiore che copartecipare a queste nuove linee di programmazione.
Confido della seguente cosa: i conflitti non esistono; sono dietrologie politiche e il 29 dicembre, alle ore 13 o 14, vedremo l'esito di questa unicità e unitarietà di volontà. Bisognerà dedurre di non far spendere più ad un'Agenzia, che si è ridotta a così pochi decisori, tutte le risorse che spendeva prima e arriveremo a fare come la Regione Lombardia, dove l'Agenzia regionale non esiste e, come tutti i signori presenti in quest'Aula che sono informati in campo di politiche pubbliche sanno, chi comanda in sanità è il Presidente della Regione, tant'è che la Lega prova a comandare da un'altra parte in Lombardia.



PRESIDENTE

Dichiaro concluso il dibattito generale.
Ha chiesto la parola il Vicepresidente della Giunta regionale Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
La posizione della Giunta su questo ordine del giorno, ovviamente nel rispetto delle prerogative consiliari - d'altronde un'opinione è dovuta - è senz'altro negativa, anche perché credo che esistano le procedure consiliari di sindacato da parte dei Consiglieri per svolgere le domande che qui sono state poste in ordine alle questioni sollevate.
Per quanto riguarda la delega agli Assessori, se non vado errato - lo sa bene l'Assessore Taricco - nella precedente Giunta regionale la collega Artesio era Assessore alla sanità, il Vicepresidente Peveraro era Assessore incaricato dell'edilizia sanitaria nonché Assessore al bilancio, e se ho letto bene la delega, non essendo delegata a nessuno l'ARES, ho il dubbio che fosse in capo o al Presidente o all'Assessore...



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

ARTESIO Eleonora (fuori microfono)



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Ha il dubbio?



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Anche perché le deleghe in genere - posso comunque rivolgermi agli avvocati - dovrebbero essere espletate, chiarite e indicate apertamente perché altrimenti la delega si ritiene in capo al Presidente.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

ARTESIO Eleonora (fuori microfono)



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Era implicita la delega all'Assessore.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Giustamente, abbiamo una testimonianza diretta per cui era implicita la delega all'Assessorato. D'altronde, il suo intervento collega Artesio andava chiaramente in quella direzione.
Se poi vogliamo andare a leggere tra le righe e da ogni questione montarne un caso... Potrei dire che alcuni ordini del giorno hanno avuto come primo firmatario, un Consigliere di un autorevole Gruppo; altri sono stati firmati addirittura dal Capogruppo: significa, forse, che ci sono dei pesi diversi da attribuire agli ordini del giorno? No. Stiamo al testo dell'ordine del giorno, stiamo alla questione.
Per chiudere le questioni dal nostro punto di vista, il Consiglio ha dei ruoli beni precisi e verrà messo in condizioni di svolgerli sul piano della programmazione in campo sanitario; la Giunta regionale - 29 dicembre o meno - assumerà le responsabilità che le competono facendo le relative proposte e naturalmente tutto il pianeta sanità, in termini di articolazioni (Direzioni generali, Direzioni di Settore, articolazioni sul territorio, ARESS) verrà sicuramente ricondotto in un disegno di tipo collaborativo.
Per quanto ci riguarda, visto che è stato fatto anche un tentativo di incuneare dei dubbi nel rapporto tra le due componenti della Giunta, devo dire che mai come ora esistono una collegialità e una coesione: nella dialettica, perché credo che negli organismi democratici si faccia così.
State tranquilli che sotto questo profilo proseguiremo la nostra azione rafforzandola. Naturalmente mi auguro che si aprano poi i passaggi che sono previsti per entrare nel merito e cercare tutti insieme di dare le risposte migliori per i nostri cittadini.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Cavallera.
La parola, per la replica, al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Continuo ad essere un po' ammirato dai giochi di equilibrismo cui il Vicepresidente ci sottopone nell'ultimo periodo: sarà che sta passando un po' il tempo anche per il "mitico Ugo", ma mi sembra che gli riescano sempre meno bene.
Si può credere o no, ma l'obiettivo di questo ordine del giorno non era di creare ulteriori divisioni all'interno della maggioranza che soprattutto su questo tema, ci sono; peraltro lo sanno tutti. Chi è senza divisione scagli la prima pietra, si dice in questo mondo della politica: le divisioni, purtroppo, sono appannaggio di tutte le coalizioni.



(Risate in aula)



BOETI Antonino

Qualcuno ricorderà che quando abbiamo discusso in Aula di questioni sanitarie, avevo detto che l'idea di sottrarre l'edilizia sanitaria l'università e l'ARESS da una sola linea di comando, quella dell'Assessore alla sanità, era un errore. In un primo momento il Presidente Cota non aveva attribuito l'edilizia sanitaria all'Assessore Ferrero; lo ha fatto in un secondo momento e abbiamo accolto questa notizia in maniera positiva perché quello era un errore che avevamo fatto noi: l'edilizia sanitaria e l'università erano deleghe divise e abbiamo visto i risultati, dal momento che su un argomento così delicato come la Città della Salute non abbiamo fatto passi avanti. Al Presidente mancava ancora un passaggio, quello di attribuire la delega all'ARESS all'Assessore Ferrero e, se lo avesse fatto secondo noi avrebbe completato in maniera seria il quadro.
Il sistema sanitario ha bisogno di stabilità, di continuità - e questa è la ragione per la quale noi consideriamo che l'idea di rimettere tutto in discussione a tre anni dall'approvazione del vecchio Piano Socio Sanitario sia un errore - e ha bisogno anche di guide solide e stabili, di punti di riferimento sicuri. Quando i medici di questa Regione mi dicono di avere la sensazione che non sia l'Assessore Ferrero la responsabile, ma che lo siano il dottor Zanon o il Presidente Cota, non lo accolgo con gioia: lo accolgo con preoccupazione, perché non c'è niente di più terribile per la politica mondo del quale ormai tutti facciamo parte - che perdere la credibilità rispetto agli obiettivi e alle responsabilità che si devono assumere.
Per questo, Presidente, quando il dottor Zanon annuncia la costruzione di ospedali - basta leggere i giornali - che non sono previsti nel piano triennale degli investimenti che l'Assessore ha presentato in Commissione noi ci chiediamo se è matto lui o se siamo matti noi. È un cosa, infatti che non dovrebbe assolutamente permettersi e che non ha, per quelle che sono le deleghe dell'ARESS, il diritto di annunciare. Posso dire qui, senza tema di essere smentito, che il dottor Bertetto negli anni precedenti queste cose non le ha mai fatte. Non so cosa succedeva prima, ma mai il dottor Bertetto si è permesso di andare in giro per il Piemonte a discutere di piani e di edilizia sanitaria rispetto ai quali non aveva alcuna competenza e in ordine ai quali non aveva nemmeno il diritto di pronunciarsi.
Tutti sanno - e lo comunico anche a lei, Presidente - che il dottor Zanon ha riunito gli Uffici relazione con il pubblico delle Aziende sanitarie, annunciando loro che il sistema di comunicazione che gestivano era fallimentare; che non erano in grado di comunicare con i cittadini e che quindi da quel momento l'assunzione di responsabilità rispetto agli Uffici relazione con il pubblico veniva assunta da una giornalista torinese che ha avuto un incarico - non so se retribuito o meno: ho visto la deliberazione ma non c'era la spesa - di responsabile dell'Ufficio di Comunicazione, credo, dell'ARESS. Non ho capito se all'interno di questo Ufficio di comunicazione vi siano anche i compiti degli Uffici delle Aziende sanitarie. È una situazione, insomma, che non può continuare e che non è più sostenibile. Come dicevo prima, abbiamo bisogno di punti di riferimento stabili.
Il Capogruppo della Lega Nord, Consigliere Carossa, parlava di "rock" e di una grande determinazione da parte di questo Consiglio regionale.
Allora, per restare nel rock, voglio leggere due righe, nel tempo che ho ancora a disposizione, di questo straordinario lampo di genio rappresentato dal dépliant "Io scelgo la salute", nel quale c'è scritto...
Il Vicepresidente Placido è impegnato con la campagna elettorale, ma vorrei che si concentrasse su quello che diciamo qui dentro...



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Boeti: continui.



BOETI Antonino

Dicevo che in questo rock spaventoso e movimentato c'è scritto: "In attesa dei soccorsi" - robe che qualunque dépliant della Croce Verde riporta - "segui le istruzioni del 118: non muoverlo, tranquillizzalo, non dargli niente da bere o da mangiare" - perché, come tutti sanno, le nostre macchine sono piene di cibo che noi mettiamo a disposizione degli infortunati sulla strada, non appena li incontriamo - "tieni libero il telefono da cui hai fatto la telefonata, renditi visibile ai soccorsi. Come effettuare la chiamata al 118? Mantieni la calma: ti verranno poste alcune domande. Dicci il numero di telefono da cui stai chiamando".
Rock? Questa è la balera più lenta che abbia mai visto nella mia vita! E considerato che il tempo sta passando, Consigliere Carossa, comincio ad avere anche simpatia per le balere, che ricordano momenti della nostra gioventù. A tutto, però, c'è un limite e mi pare che questo dépliant e soprattutto il dottor Zanon in questa Regione lo abbiano superato.
Concludo, Presidente, perché mi rendo conto: tra due giorni è Natale e queste cose non interessano praticamente a nessuno. Noi abbiamo l'interesse che l'Assessore Ferrero - eletta dai cittadini per ben due volte e con una buona esperienza amministrativa - possa svolgere il suo lavoro di Assessore alla sanità; non nell'interesse della maggioranza, non in quello delle opposizioni, non in quello dei medici che pur quando la incontrano debbono sapere che il referente per questa Regione è l'Assessore alla sanità. Trovo incomprensibile, Presidente, il fatto che, avendo io chiesto di mettere all'ordine del giorno una convocazione della IV Commissione - con l'obiettivo preciso non di discutere di altro, ma di discutere le linee del piano - l'Assessore Ferrero non venga in Commissione a discutere del Piano perché - dice - non ha ancora deciso.
A me piacerebbe capire se è lei a non aver ancora deciso; perché se l'Assessore non avesse ancora deciso, avrebbe dovuto venire e dire: "Guardate, non ho ancora le idee chiare su quello che voglio fare, ma penso che un'ipotesi di lavoro di questo tipo potrebbe essere discussa all'interno della Regione".
L'Assessore Ferrero si rifiuta di venire, l'ho vista comparire un momento, ma siccome stiamo discutendo di cose che la riguardano, non sarebbe stato male il fatto che fosse presente. Ma ormai siamo alla fine della giornata! Avrebbe dovuto venire a dire "questa è la mia idea", che può naturalmente essere messa in discussione, ma su questo si apre un confronto.
L'Assessore non viene, semplicemente perché non ha l'idea di come il nuovo Piano Socio Sanitario, soprattutto rispetto ai nuovi accorpamenti delle ASL e delle ASO, possa essere definito. Questo non fa bene a nessuno non fa bene alla politica e soprattutto non fa bene ai cittadini di questa Regione.



PRESIDENTE

Mi corre l'obbligo di ricordare che la Conferenza dei Capigruppo ieri in merito alla convocazione della Commissione, ha disposto di invitare il Presidente della Commissione competente ad andare avanti sulla convocazione con il parere obbligatorio, ma anche confrontandosi con l'Ufficio di Presidenza della Commissione e con lo stesso Assessore per vedere se vi fossero le condizioni per una prima informazione.
Procediamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 163. Ricordo che l'ordine del giorno sarà votato con la modalità segreta ed elettronica.
(Sul tabellone ovviamente non si vede nulla, perché se si vedesse non sarebbe una votazione segreta).
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 136, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che la violenza sul corpo, la mente, l'emotività, gli affetti delle donne è una forma di potere e controllo nei loro confronti, che si esprime attraverso atti o minacce di sopruso fisico, psicologico, sessuale, economico o persecutorio al fine di mantenerle in una condizione di inferiorità nei rapporti privati e pubblici. Ognuno di questi abusi, qualora provochi un danno o anche soltanto una sofferenza, costituisce una negazione del diritto all'inviolabilità della libertà e della dignità della persona la violenza contro le donne, sebbene discenda da una lunga tradizione di rapporti di forza disuguali fra i sessi, è un fenomeno che, negli ultimi decenni, ha assunto una visibilità crescente, suscitando una progressiva attenzione fino a diventare una priorità di azione sia a livello internazionale che nell'ambito delle agende dei governi locali i diritti fondamentali delle donne fanno parte inalienabilmente integralmente ed indissociabilmente dei diritti universali della persona e la violenza nei confronti del genere femminile rappresenta un ostacolo gravissimo alla via della piena uguaglianza e dell'effettivo sviluppo della società premesso, altresì, che in Europa, secondo dati tratti da un'indagine del Consiglio d'Europa del 2005, la violenza è la prima causa di morte o invalidità permanente delle donne tra i 14 e i 50 anni nel nostro Paese, più di 6 milioni e mezzo di donne hanno subito, una volta nella vita, una forma di aggressione fisica e sessuale. Più di 7 milioni hanno subito violenza psicologica. Secondo dati Istat del 2006, nella quasi totalità dei casi, ben il 96%, i maltrattamenti non vengono denunciati dalle vittime e la violenza avviene prevalentemente all'interno delle mura domestiche, nell'ambito dei rapporti familiari: il 69,7% degli stupri è opera del partner, il 17,4% di un conoscente, "solo" il 6,2% di soggetti estranei in Piemonte, l'indagine realizzata dalla Consulta delle Elette e dall'Ordine dei Giornalisti, ha evidenziato che, nel biennio 2005-2007 sono state quasi 20 mila le denunce di violenza presentate nella nostra Regione, la maggior parte delle quali, l'88% del totale, costituita da minacce, lesioni ed ingiurie, il 12% da reati più violenti (molestie maltrattamenti e violenze sessuali, tentate o consumate) e l'1% da omicidi e tentati omicidi. Il 36% degli abusi denunciati è compiuto in casa ed un altro 33% è, comunque, opera di un conoscente della vittima preso atto che la violenza contro le donne provoca spesso danni gravissimi anche ai bambini e alle bambine che vi assistono in famiglia. Si parla, in questi casi, di "violenza assistita" e si indicano con tale espressione quegli atti di violenza (fisica, psicologica, sessuale ed economica) compiuti su figure affettive di riferimento, di cui il minore può, suo malgrado, fare esperienza e di cui può patire successivamente gli effetti (si pensi a patologie come il disturbo post-traumatico da stress, l'ansia e la depressione infantile) ricordato che la realtà piemontese, sul tema della violenza nei confronti delle donne, si presenta particolarmente articolata ed attiva: numerosi enti locali istituzioni sanitarie ed organizzazioni senza scopo di lucro hanno attivato, già da tempo, servizi di accoglienza e di supporto proprio a partire da tale realtà, la precedente Giunta regionale ha approvato, in data 8 luglio 2008, il "Piano regionale per la prevenzione della violenza contro le donne e per il sostegno alle vittime", al fine di integrare gli interventi repressivi con politiche ed azioni puntuali in ambito sociale, sanitario, educativo e informativo ed, altresì, allo scopo di promuovere, attraverso un approccio di rete, un'attività di coordinamento degli interventi già messi in campo ed un miglioramento della qualità, quantità e capillarità dei servizi sul territorio. Il percorso che ha portato all'approvazione del Piano ha avuto inizio nel dicembre del 2007: in quel periodo l'allora Assessorato alle Pari Opportunità, insieme ad altri sette Assessorati regionali, ha avviato l'analisi ed il confronto sia all'interno delle strutture regionali sia con gli Enti Locali, le Istituzioni di parità e le Organizzazioni senza scopo di lucro del territorio, conclusosi con l'organizzazione dei Forum provinciali e di quello regionale. Tra le azioni previste dal Piano, con un investimento regionale totale di oltre 8 milioni di euro, di cui 3 milioni stanziati dal precedente Assessorato alle Pari Opportunità, si ricordano, in particolare le seguenti: attivazione del Centro di Coordinamento regionale contro la violenza alle donne, istituito presso l'IRES Piemonte trasferimento di fondi (1,5 milioni di euro) alle Province per gli sportelli di ascolto e sostegno alle vittime (apertura di un centro anti violenza ex novo ad Alessandria e a Biella, dove non esistevano servizi dedicati; specializzazione di sportelli precedentemente generici ad Asti e Vercelli; potenziamento dei servizi già esistenti a Torino, Cuneo, Novara e nel VCO) creazione della Rete sanitaria regionale per la prevenzione della violenza contro le donne e per il sostegno alle vittime, al fine di definire una modalità assistenziale adeguata ed omogenea su tutto il territorio piemontese. Rete sanitaria che ha previsto la presenza, presso ogni pronto soccorso regionale, di un referente specializzato nei casi di violenza sulle donne, il potenziamento del Centro Soccorso Violenza Sessuale dell'ASO OIRM-Sant'Anna di Torino, mirato all'accoglienza in emergenza delle vittime 365 giorni all'anno, 24 ore su 24, e dotato anche di un ambulatorio pediatrico specialistico per visite su minori in caso di sospetto abuso e maltrattamento. E' stato, anche, realizzato uno specifico approfondimento per i medici di base e realizzato materiale informativo, in diverse lingue, da diffondere negli ambulatori, nelle farmacie e all'interno dei servizi sociali attivazione di uno corso di formazione specifico sulla violenza domestica e sessuale contro le donne per gli operatori sanitari (medici, chirurghi ginecologi, psichiatri, infermieri ed ostetriche) del Pronto Soccorso e DEA degli ospedali regionali, in collaborazione con l'ASO OIRM-Sant'Anna e il Centro Demetra Molinette di Torino 732 mila euro ai Consorzi socio-assistenziali per la realizzazione di progetti di pronto intervento a favore delle donne, sole e con figli vittime di violenza 3,6 milioni di euro per progetti innovativi di riorganizzazione dei Consultori familiari, con particolare attenzione alla prevenzione e al contrasto del fenomeno della violenza e del maltrattamento intrafamiliare ed extrafamiliare ai danni delle donne e dei minori attivazione di un corso sperimentale, sul tema della violenza domestica e sessuale, rivolto alle Forze di Polizia ed alla Polizia Locale al fine di accrescerne la capacità di operare su questo grave fronte inserimento delle donne vittime di violenza tra i destinatari del bando regionale di "Social Housing", le cui linee guida, approvate con DGR n. 27 7346 del 5 novembre 2007, contemplano, infatti, tra l'altro, la realizzazione di residenze temporanee da destinare a particolari categorie sociali autorizzazione ai Comuni a destinare alloggi di edilizia residenziale pubblica a comunità che accolgono donne vittime di violenza ricordato, inoltre, che a livello regionale, in campo legislativo, nella passata legislatura è stato istituito il Fondo regionale di solidarietà a favore delle donne vittime di reati di violenza sessuale e contro la persona (articolo 62 della legge regionale del 23 aprile 207 n. 9 "Legge finanziaria per l'anno 2007), nonché un ulteriore fondo di solidarietà, con dotazione di 1 milione di euro, per fornire patrocinio legale gratuito alle donne vittime di violenza e maltrattamenti (legge regionale del 17 marzo 2008 n. 11 "Istituzione di un fondo di solidarietà per il patrocinio legale alle donne vittime di violenza e maltrattamenti). E' stata, poi, approvata la legge regionale del 29 maggio 2009, n. 16 "Istituzione di centri antiviolenza con case rifugio" con la quale è stata prevista l'istituzione di Centri antiviolenza con case rifugio, con dotazione di 1 milione di euro per il biennio 2009-2010 ritenendo fondamentale garantire continuità alle azioni regionali già attivate per la prevenzione ed il contrasto alla violenza sulle donne e per l'aiuto e il sostegno alle vittime impegna la Giunta regionale ad assicurare adeguati stanziamenti, in sede di Bilancio 2011, a favore delle numerose azioni fissate nel "Piano regionale per la prevenzione della violenza contro le donne e per il sostegno alle vittime" al fine di garantirne continuità e piena attuazione invita la Giunta regionale a ricordare e celebrare adeguatamente a livello regionale la prossima Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la cui data si avvicina dal momento che dal 1999, anno della sua istituzione con risoluzione delle Nazioni Unite, cade il 25 novembre di ogni anno, al fine di contribuire a 'far uscire dal silenzio' la drammatica situazione che purtroppo, riguarda o ha riguardato moltissime donne di ogni età estrazione sociale ed origine etnica".
L'esito della votazione è il seguente: presenti 48 Consiglieri votanti 47 Consiglieri hanno votato SÌ 19 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri si sono astenuti 1 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Ieri alla Conferenza dei Capigruppo è stato raggiunto l'accordo di sconvocare la seduta serale delle ore 20, con l'intesa di approvare il provvedimento. Mi permetto di ricordarlo all'Aula.
Ha chiesto la parola la Consigliera Motta; ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Presidente, c'era un impegno a far riferire anche brevemente l'Assessore competente.



PRESIDENTE

Non posso interrompere il provvedimento, ma sono fiducioso che in circa mezzora potremmo votare il provvedimento.



MOTTA Angela

Aveva detto mezz'ora già due ore fa.



PRESIDENTE

Devo dire che il suo Gruppo si è dato da fare nel frattempo, quindi non se la prenda con la Presidenza. Comunque valuteremo in corso d'opera. Non mi innamoro mai delle mie decisioni, quindi proviamo ad andare un po' avanti e poi verifichiamo.
Ordine del giorno n. 155 "Regolamentazione spesa funzionamento Gruppi consiliari", presentato dal Consigliere Buquicchio.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Dopo avere discusso gli argomenti proposti dal PD e dall'UDC affrontiamo un argomento che richiederà sicuramente poco tempo, perché non si presta a discussioni o a dissensi.
un argomento che interessa l'Aula, perché vedo stracolmi i banchi della maggioranza e paradossalmente anche quelli della Giunta.
un argomento forse superfluo da dover trattare, perché non potrete che essere tutti d'accordo nel votarlo e mi direte: "Ma cosa dici, Andrea? Ci mancherebbe altro! Potevi dircelo prima e avremmo risolto il problema anche precedentemente".
Ho chiesto ed ottenuto - e ringrazio - che questo ordine del giorno fosse collegato alla legge finanziaria, quindi mi permetto di illustrarlo brevemente, perché sicuramente sapete già di cosa si tratta e so che siete tutti d'accordo.
L'ordine del giorno ha per oggetto "Regolamentazione della spesa per il funzionamento dei Gruppi consiliari".
Per i più distratti faccio una brevissima storia. Noi ci riferiamo a due articoli della l.r. 10/11/1972, n. 12, e precisamente all'articolo 3 e all'articolo 4.
Come tutti sapete, l'articolo 3 prevede per il funzionamento dei Gruppi consiliari dei contributi annuali a carico del Consiglio regionale.
Il successivo articolo 4 recita: "Ogni Gruppo provvede autonomamente in base ad apposito regolamento interno e a cura dei propri organi direttivi alle spese inerenti il proprio funzionamento. A tal fine ciascun Gruppo consiliare individua le iniziative da porre in essere con propri atti interni e provvede alla gestione del fondo".
Tutti sapete che, in modo lodevole ma, probabilmente per qualche distrazione, non in modo estremamente completo, l'Ufficio di Presidenza e quindi anche la Presidenza della Giunta ha ritenuto di dovere sancire promulgare e presentare ad una conferenza stampa, alla quale ho partecipato anch'io, una Carta etica regionale.
Questa Carta etica regionale all'articolo 10 recita: "Il sottoscrittore rispetterà la disciplina di bilancio e finanziaria se si sforzerà" - qui parla di uno sforzo - "di contenere le spese di funzionamento della Pubblica Amministrazione secondo i criteri definiti dalle leggi nazionali e regionali". Peccato che di leggi nazionali al riguardo ce ne siano ben poche e che quelle poche siano molto fumose. Peccato, inoltre, che le leggi regionali sono quelle a cui ho fatto riferimento prima.
Ed è per questo che noi siamo chiamati qui oggi, e so che tutti voi non vedete l'ora di poter votare in modo favorevole un ordine del giorno che si limita a dire "mettiamoci intorno a un tavolo", anzi non mi voglio neanche mettere io intorno a quel tavolo, faccio mettere l'Ufficio di Presidenza del Consiglio, il Presidente della Giunta con i suoi Consiglieri e si completi quel Codice etico che è stato già promulgato con alcune appendici che facciano specifico riferimento alle spese del funzionamento dei Gruppi che mi sembra siano stati in qualche modo sottaciute, in modo da sottoporre al rispetto volontario. Badate bene, qui non si parla di obblighi! Rispetto volontario da parte dei Presidenti dei Gruppi consiliari al fine di garantire i principi quali in particolare la responsabilità, la trasparenza, l'economicità e l'efficienza nell'utilizzo delle risorse pubbliche a disposizione di ciascun Gruppo.
Voglio dire che è talmente chiaro l'intento che si riferisce a togliere l'imbarazzo ai vari presidenti dei Gruppi (che voi sapete tutti in quanto Presidenti, per chi è Presidente o per chi lo è stato e anche per chi lo sarà) che esiste una responsabilità e questa responsabilità deve e pu essere gestita nel modo migliore e si chiede l'ausilio di un pubblico consesso affinché lo stesso Presidente possa, nei confronti di coloro che fanno parte del suo stesso Gruppo, far riferimento a norme certe e inconfutabili.
Ora noi sappiamo che è un vizio dell'Italia, è un vizio della classe dirigente di questo Paese, è un vizio inveterato e consolidato dei partiti a bypassare tutti quegli ostacoli che si frappongono tra loro e la libertà di azione. Finché la libertà di azione riguarda la mera attività politica ci mancherebbe altro, non potrebbe esistere democrazia se non ci fossero questi elementi, ma qui vorrei aprire una parentesi per ricordare quanto sia attuale questo problema. Noi abbiamo l'articolo 49 della Costituzione che, a distanza di sessant'anni dalla promulgazione della stessa Costituzione, è rimasto inattuato sotto il profilo legislativo parlamentare. E oggi noi viviamo una situazione paradossale, voluta tutta da quella che, al di fuori di quest'Aula, al di fuori del palazzo, è definita "casta", che vogliono mantenere, così, perché fa comodo.
Abbiamo dei partiti che hanno una veste ibrida privatistica per quel che riguarda l'associazione e pubblicistica per quel che riguarda i rimborsi pubblici. Questo è paradossale! Solo l'Italia in Europa ha una situazione di questo tipo, ma non scandalizza nessuno! Perché ci dobbiamo preoccupare di altre cose: dobbiamo preoccuparci a litigare tra di noi dobbiamo preoccuparci a far emergere in termini di visibilità per il proprio Gruppo quell'emendamento o quell'altro. Non ci preoccupiamo di cose che vanno ben al di là dell'interesse di coloro che fanno politica. È vero la politica è fatta da una categoria infinita di persone. Ci sono i mestieranti, ci sono i dilettanti e ci sono anche i professionisti della politica.
Però il dilettantismo, il mestiere o la professione la si dimostra nel momento in cui si cerca di fare politica non per gli interessi personali ma per interessi diffusi, perché è quello che noi tutti in campagna elettorale diciamo e promettiamo ai nostri elettori! Ma quando si tratta di regolamentare, di stabilire delle norme che non tolgono niente a nessuno, perché non sto parlando di 10% in più o di 10% in meno, io sto dicendo "se ricevo 100, voglio sapere come devo spendere quei 100", noi abbiamo il dovere di stabilirlo tutti insieme! E questo non può far paura a nessuno, perché siamo tutti qui persone oneste! Non ci sono ladri fra noi! E quindi nessuno ha interesse a bocciare un ordine del giorno del genere. E io sono certo che sarà votato...



PRESIDENTE

Scusi se mi permetto. Però l'opuscolo del 118 diceva di stare un po' più calmi, perché... La invito veramente, perché quando si prendono certi toni ci possono essere dei problemi.
Prego, continui.



BUQUICCHIO Andrea

Io la ringrazio, però da medico, diciamo, so in qualche modo...



PRESIDENTE

Non lo dicevo per prenderla in giro, ma proprio in termini... Ci mancherebbe.



BUQUICCHIO Andrea

Allora, sicuramente vi chiedo scusa, perché ho toccato degli argomenti che voi conoscete benissimo. Voi potete essere maestri nei miei confronti su queste questioni. E voi mi direte: "Ma che cosa ci ha raccontato Buquicchio? Le sappiamo benissimo queste cose e adesso se ne viene lui a proporre di votare questa cosa. Ma come mai? Ma perché non l'abbiamo presentata prima?" una lettera di impegno. Non significa niente. Significa solo fare uscire da quest'Aula un messaggio chiaro e forte che qui dentro siamo tutte persone per bene e che vogliamo l'interesse pubblico e non pensiamo all'interesse privato del Gruppo o del partito.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Buquicchio.
Lei ha citato più volte l'Ufficio di Presidenza. Quindi, le propongo sulla parte deliberativa, di sostituire le parole "il Presidente del Consiglio regionale" con le parole "l'Ufficio di Presidenza", anche perch di norma non vengono ammessi ordini del giorno che impegnano il Presidente del Consiglio, perché l'organo collegiale è l'Ufficio di Presidenza.
La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Mi dichiaro in perfetta sintonia con il mio Capogruppo e metto in evidenza, appunto, che giorni fa è stato approvato questo Codice etico.
un codice che non deve restare sulla carta e questa è l'occasione migliore per concretizzarlo, votando a favore dell'ordine del giorno presentato. Mi sembra che questa iniziativa sia tra le cose più semplici e banali che il Consiglio possa approvare ma, al contempo, il documento contiene delle indicazioni veramente importanti e indispensabili per rappresentare quella che deve essere l'etica del comportamento pubblico di una persona eletta a esercitare la carica di consigliere regionale. C'è bisogno di questo strumento. Io sono qua da pochi mesi, però mi rendo conto delle difficoltà che incontra il mio Presidente e credo che anche negli altri Gruppi politici non sia sempre facile discernere quali siano, a volte, le cose da approvare e quelle da non approvare. Ritengo importante che questo Codice sia formulato, affinché possa servire da indirizzo e venga utilizzato come strumento chiarificatore da parte dei Presidenti di Gruppo e dai partiti rappresentati in Consiglio regionale, perché le decisioni e le responsabilità che cadono su di loro possano basarsi su un solido fondamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Stavo riflettendo su quello che dovevo dire, perché su questo tema ci sono tante cose da dire: si può partire dall'articolo 49 della Costituzione, si può parlare del finanziamento dei partiti, si può dire che se dovessimo andare a votare a marzo tutti i partiti prenderebbero ancora e nuovamente i finanziamenti, si potrebbero dire tante cose.
Io voterò a favore, però vorrei articolare un ragionamento: chi può non essere d'accordo sulla proposta di un Codice etico? Su questo tema volevo fare alcune considerazioni.
L'etica è il campo dei giudizi di valore che, in quanto tali, sono relativi. Quello che può essere giusto per me, può non essere giusto per un'altra persona. I giudizi di valore, essendo giudizi relativi, non sono suscettibili a criteri di verificazione o falsificazione alla stregua di una pietra di paragone obiettiva, empirica, razionale, così come avviene tendenzialmente, nel campo della scienza: l'acqua bolle a 100 gradi per me l'acqua bolle a 100 gradi per un altro.
Che cosa è giusto e cosa non è giusto? Il mio riferimento, per la mia cultura laica, mi porta a considerare la legge, l'ordinamento legislativo quindi la fonte normativa. Quello è il mio riferimento e a quello faccio sostanziale riferimento. Oggi, colleghi, avevo dei dubbi su quello che volevo dire in questo momento, però mi faccio un regalo. Mi faccio un regalo perché è Natale e tanti amici mi dicono che sono molto generoso. Per un minuto volevo donarmi una nota di egoismo, quindi mi faccio un regalo e volevo parlare per due minuti, forse nemmeno in piena libertà.
In questi giorni abbiamo letto di colleghi Consiglieri regionali che hanno assunto chi il fratello, chi il figlio. L'Assessore ai trasporti, con una cifra simbolica - parlo a nome personale - di 300 euro, ha affidato un lavoro al fratello: titoloni sui giornali. Quando leggo quei giornali, la prima riflessione è questa: la Magistratura fa il proprio dovere, a volte sbagliando; i giornalisti fanno il loro lavoro perché devono vendere giornali e la politica che cosa fa? Noi corriamo dietro ai titoli dei giornali per vendere più o meno determinate copie oppure per fare una corsa alla visibilità e per stare qualche giorni in più sui giornali? Io mi vergogno e prendo la distanza da tutti voi: tutti, ma proprio tutti quanti.
Se fossi Assessore regionale e dovessi avere, per quella competenza, un fratello competente e se avessi lo spazio discrezionale per affidare a mio fratello quella competenza perché possiede i numeri per portare un risultato nell'interesse generale dei cittadini piemontesi, Mauro Laus affiderebbe l'incarico al fratello, senza se e senza ma. Mauro Laus potrebbe essere offeso e umiliato solo ed esclusivamente se il fratello fosse un imbecille o un cretino.
Dobbiamo verificare quanto viene concretizzato dai fatti concludenti quindi non possiamo lasciarci andare a strumentalizzazioni. Poi si aggiunge un altro tema. Qualsiasi collega, legittimamente, anche se dovesse avere un fratello competente, ritiene eticamente - ma lo decide lui, questo è il punto - se è il caso di affidare un lavoro o meno, ma da qui a fare una campagna di propaganda politica e non gestire noi l'agenda della politica! Oggi la politica è assente.
assente la politica vera, è assente la politica con la "p" maiuscola perché non possiamo andare a prendere in giro i cittadini e spiegare loro che l'efficienza dà la consulenza a Tizio o a Caio per 500-600 euro quando c'è ben altro su cui lavorare e su cui poter efficientare. I giochi, quelli più grandi, vengono fatti sopra la nostra testa. Oggi è il caso del fratello dell'Assessore ai trasporti - non sta parlando il cane che difende i cani - ma nell'altra legislatura ce n'erano altri.
Se guardiamo nel Parlamento, nel dettaglio, tutte le singole forze politiche mi domando: cosa emerge? È la differenza tra i grandi partiti e il partito dove c'è l'uomo singolo al comando o due uomini: da una parte probabilmente, la torta deve essere divisa in più parte, con un'operazione di concertazione e, dall'altra, magari, decide solo il singolo.
Questo è il regalo che mi faccio ed è per questo che volevo esprimere in piena libertà, il mio giudizio politico sulla politica. Quando diciamo che la politica è assente, è perché ci facciamo prendere quando chi ha forzato eticamente secondo noi non doveva farlo, ma così ci andiamo ad incuneare in determinati tunnel nei quali non ne usciamo più. L'unico nostro riferimento deve essere l'efficienza della Pubblica Amministrazione la ristrutturazione del Paese e quando una persona ruba deve essere arrestata se ha rubato e se siamo in grado di dimostrarlo. Se non siamo in grado di dimostrarlo, i famosi giudizi di valore cambiano, come dico sempre, a seconda del tasso di umidità dei prati: oggi diciamo una cosa domani magari cambiamo partito e riusciamo ad argomentare e dire una cosa completamente opposta. Colleghi, questo non va bene. Per quanto riguarda i Gruppi, va bene il Codice etico, va bene tutto quello che vogliamo per il futuro, ma sappiate che dobbiamo rispettare leggi e regolamenti.
Dopo il Grinzane Cavour, dopo che i buoi hanno invaso la città di Torino, la provincia di Torino, la regione e il nostro Paese per l'immagine che è stata devastata, abbiamo pensato anche noi, avrà pensato l'Assessore di fare il Codice etico, ma dopo. Noi dobbiamo intervenire prima, perché ci sono degli strumenti, ci sono delle leggi e ci sono dei regolamenti.
Parlerei ancora di tante altre cose, mi scuso se sono andato non in dissonanza dei miei colleghi, assolutamente no, ma da un punto di vista politico. In questi anni ho imparato non dico ad avere l'alta diplomazia del Vicepresidente Cavallera, ma il mio intervento dimostra una cultura politica nuova e moderna, credo che non sempre si può essere diplomatici.
Adesso, magari, mi sono fatto qualche nemico, qualcuno mi potrebbe dire lo potevi dire in modo diverso, questo sono io: nel bene e nel male. Non spetta a me capire dove c'è il bene e dove c'è il male. Con questo intervento mi scuso se non potrò non approvare lo strumento che stiamo per approvare, perché ho un impegno politico nel quale potrò dilungarmi su quanto ho appena detto a voi.
Auguri di buon Natale a tutti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Per la verità, quando è iniziata l'illustrazione di questo ordine del giorno, avevo chiesto la parola per provare ad inquadrarlo nel senso complessivo dei nostri lavori d'Aula.
Proprio l'enfasi che l'illustratore prima, e il Consigliere Laus dopo hanno posto nell'argomentare i differenti punti di vista sull'oggetto, mi portano a rafforzare la domanda originaria e a provare a dare una spiegazione alla mia domanda.
La domanda originaria è: che ci azzecca? Nel senso che il modo con il quale è stato commentato questo documento ci rimanda alla foga, al pathos alla partecipazione che, come dire, è congeniale all'utilizzatore di questa espressione.
L'ordine del giorno ci azzecca molto con i nostri lavori. Ci azzecca perché nelle prossime sedute di Consiglio regionale, su iniziativa della Presidenza del Consiglio e dell'Ufficio di Presidenza, ci troveremo a discutere una autoregolamentazione - perché aderiremo autonomamente alle disposizioni del Ministro Calderoli - in ordine alla valorizzazione dell'indennità dei Consiglieri regionali, ad altri tipi di prerogative economiche concesse ai Consiglieri regionali, ma anche allo stile di buon comportamento che il Piemonte, per quest'Aula, ritiene debba essere consono a chi ha assunto un ruolo di Consigliere regionale su mandato degli elettori.
Da questo punto di vista, mi sembra importante che l'Aula tutta attraverso l'iniziativa legislativa o di ordini del giorno, concorra a costruire, insieme all'Ufficio di Presidenza e alla Presidenza del Consiglio regionale, esattamente quel profilo di responsabilità e di eticità cui la Presidenza ci richiama quando rilascia conferenze stampa come quelle che ho ascoltato religiosamente, perché credo preziose le dichiarazioni del Presidente Cattaneo, che espone alla popolazione piemontese la volontà di risparmio congiunta alla volontà di rigore.
Quindi, di fronte all'iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, tutti i Gruppi consiliari sono chiamati a corrispondere con uno sforzo di collaborazione. Il Consigliere Buquicchio lo fa parlando del funzionamento dei Gruppi. Credo, quindi, che ci azzecchi la proposta prima di ordine del giorno, poi legislativa, presentata dal Consigliere; così come credo che c'entri la discussione anche sulla proposta di legge presentata dal mio Gruppo, in cui, a proposito del funzionamento dei Gruppi consiliari, si fa riferimento al rapporto (che io giudico virtuoso, ma che altri potranno modificare) tra la quota di personale dipendente della Regione di cui ci si può avvalere come Consiglieri regionali per il funzionamento del Gruppo come fanno in Comune e in Provincia, rispetto alla quota di collaborazione sul rapporto di fiducia, che, invece, è l'unica modalità con la quale in Regione i Gruppi consiliari si avvalgono dei propri collaboratori. Come si vede, la materia è ricca.
Ma il Consigliere Laus ha introdotto una questione che a me sembra interessante. Ha detto che l'etica è una condizione di carattere soggettivo, di chiave di lettura e di interpretazione del mondo, e, come tale, ancorché non incorra nei rigori della violazione della legge, non sottoposta ad alcuna regolamentazione.
Credo che il suo ragionamento abbia un valore filosoficamente molto interessante, e che alcuni concetti di fondo abbiano a che fare con la libertà e, nello specifico, con la libertà personale. Chi, come me, ha a cuore il tema della libertà personale - spero che nessuno mi attribuisca come hanno fatto in passato, responsabilità oggettive che non appartengono né a me, né alla mia storia - è sensibile agli argomenti del Consigliere Laus.
L'etica che si esprime all'interno di una comunità politica, per giunta di una comunità politica che risponde ad un mandato elettivo, ha un dovere in più rispetto all'etica individuale: quello di non rispondere esclusivamente alla propria coscienza, ma di rispondere al mandato di rappresentanza che si è ricevuto. E nel momento in cui si deve corrispondere anche ad un mandato di rappresentanza, ha senso che ci si sottoponga alla definizione consensuale e condivisa di un'etica pubblica che, temporaneamente, per il tempo in cui sono in vigore quei regolamenti dichiari in modo pubblico e trasparente alla collettività di riferimento (che è la comunità piemontese) quali sono i principi etici cui questa Assemblea vuole ispirarsi. Non perché siamo obbligati a farlo, perch sappiamo già che dobbiamo rispettare la legge, ma perché vogliamo andare oltre; oltre al rispetto della legge ci sono principi condivisi ai quali noi vorremo attenerci, perché è su questi che definiamo il nostro profilo di morale pubblica.
la stessa questione che chiediamo agli altri: quando i politici chiedono alle imprese (per prendere, come esempio, un interlocutore molto distante dal centro delle mie attenzioni abituali) di assumere un principio di responsabilità sociale di impresa, non stanno chiedendo all'impresa soltanto di rispettare la legge, che è dovuto, ma chiedono all'impresa di fare qualcosa in più, e cioè di sentire su di sé una responsabilità rispetto alla comunità e alla collettività: agire di più di quanto la legge prescriva, ad esempio, sulla sicurezza del lavoro; agire di più di quanto la legge prescriva sul bilancio sociale di impresa; agire di più sulla restituzione alla propria collettività.
E, allora, come si chiede ad altri attori di natura privata, siano imprese, associazioni di volontariato o organizzazioni di partecipazione dei cittadini, di andare oltre a quello che è dovuto dalla legge, e di impegnarsi su un principio eticamente rappresentabile (che eticamente deve essere documentato), credo che così debba fare la politica.
Certo non è un vangelo e non è una legge: è un provvisorio punto di accordo e di consenso cui questa Assemblea legislativa può arrivare assumendo la responsabilità di impegnarsi di fronte alla propria collettività.
Non mi pare un moralismo. Mi sembra un atto di trasparenza e di evidenza pubblica. La mediazione tra i Gruppi, che può essere data dal dibattere poi sulla proposta legislativa, ci porterà a condividere il punto di attestamento e di mediazione delle diverse visioni dei Gruppi consiliari.
Mi pare, quindi, che il Consigliere abbia avviato un buon processo di questa discussione - pertanto ne condivido l'ordine del giorno - e mi sembra che lo abbia fatto nel momento "azzeccato", perché da qui a due giorni discuteremo di modifiche che cambiano il nostro trattamento individuale, il nostro modo di fare il lavoro di Consiglieri e, quindi credo che gli vada riconosciuto l'apprezzamento per questa iniziativa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Devo dire che sono ancora in dubbio su che tono da dare al mio intervento. In realtà, volevo fare un intervento molto pacifico e rasserenante; poi ho sentito l'intervento della collega Artesio, che sebbene sia stato più pacifico nella tonalità di voce, è stato molto più pungente rispetto a quello del collega Buquicchio.
Se non avessi il rispetto che nutro della collega Artesio - visto che ha citato lei e il suo Gruppo, per cui parla a nome di una comunità - le ricorderei ciò che il suo Gruppo ha fatto nella precedente legislatura. Ma non lo faccio, perché non voglio scendere in polemica.
Come dico, le ricorderei ciò che ha fatto il suo Gruppo nella precedente legislatura - anzi, i suoi Gruppi, perché anche lì era una pluralità di Gruppi - fino al momento delle elezioni. Ma, come ho detto non lo faccio perché non voglio scendere a polemiche.
Per evitare di rubare altro tempo all'Aula e permettere a questa Regione di approvare almeno la legge finanziaria entro il santo Natale dirò solamente che sono dispiaciuto dell'intervento del collega Laus per un motivo solo: perché non l'ho fatto per primo io. Sono fortemente dispiaciuto e invidioso dell'intervento del collega Laus, che condivido in pieno, totalmente, dall'inizio alla fine.
Caro amico Buquicchio, io non posso, pur essendo sinceramente estimatore della tua onestà intellettuale, votare questo ordine del giorno.
Posso anche immaginare che questo ordine del giorno sia stato dettato dalla più sincera intenzione e non sia stato dettato né da difficoltà di partito in questa tua fase storica che ti auguro di superare, né dalla volontà di ricercare l'attenzione mediatica che tu sinceramente non hai mai ricercato perseguendo invece sempre l'onestà intellettuale, nel tuo comportamento in Aula e in Commissione. Ma non lo posso votare per prima cosa perché non lo condivido; poi perché noi non possiamo regolare il nostro status e il nostro vivere comune in questa sede sotto la spinta mediatica di alcunch né di alcuno.
Concludo, Presidente, pregandola di riferire la mia piena solidarietà per l'attacco vergognoso che ha subito all'Assessore Bonino e a suo fratello Stefano, che ringrazio per aver voluto prestare la sua opera per 300 euro all'anno; non al mese, colleghi: all'anno.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Sarò velocissimo. Ho sentito il collega Buquicchio presentare quest'ordine del giorno. Sono convinto, per carità, che il collega ce la stia mettendo tutta e con la massima trasparenza, ma il Codice etico, cari colleghi, ritengo che dobbiamo averlo dentro di noi, non sulla carta.
Ognuno di noi, ogni Capogruppo deve essere responsabile di questa massima trasparenza e pronto in qualsiasi momento a dimostrare quanto preleva, cosa ha fatto o cosa non ha fatto. Dobbiamo rendere conto, prima di tutto, nella nostra coscienza. In ogni caso, lasciamo libertà di scelta nel sostenere o meno questo ordine del giorno, che si può anche votare. Un ordine del giorno non è mai negativo. Però, ripeto, io la penso così: il Codice etico dobbiamo averlo dentro. Sono convinto che ognuno dei Presidenti dei Gruppi io ritengo al 99,9 per non dire al 100% - abbia responsabilità e coscienza proprie.
Ci stiamo avvicinando al Natale: facciamo meglio che possiamo per rispondere a questa coscienza e fare doverosamente un vero Santo Natale.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sicuramente non potevo esimermi dall'intervenire in merito a questo ordine del giorno presentato dal collega Buquicchio relativo alla spesa dei Gruppi consiliari e, più in generale, sui costi della politica. Ho ascoltato attentamente gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto e sicuramente ho colto dei passaggi condivisibili nelle posizioni di tutti.
Non lo dico per fare il democristiano, ma...



(Risate e commenti in aula)



PRESIDENTE

Se anche lei, Consigliere Bono, mi diventa democristiano, vuol dire che Cavallera...
Prego, continui.



BONO Davide

Sì, sarebbe una rivelazione stupefacente, infatti. In ogni caso i concetti espressi dal Consigliere Laus, come richiamava la collega Artesio fanno capo alle libertà personali e quindi alla possibilità di libera scelta nei comportamenti del singolo. Giustamente, però, la collega Artesio ci ha ricordato benissimo - e io non potrei dire meglio, dal punto di vista dialettico - che noi non rappresentiamo solo noi stessi: ognuno di noi rappresenta un bacino di persone, ancorché di firme. In ogni caso siamo immersi in un periodo storico che sicuramente ha una sua morale, una sua etica che, appunto, si traduce nell'etica pubblica di cui noi dovremmo farci portatori.
Al collega Negro, che alla lontana citava Kant (la legge morale dentro di noi, il cielo stellato sopra, come uniche cose da tenere in conto) dico che in ogni caso, al di là dei valori morali che tutti noi portiamo in quest'Aula, più alti o più bassi che siano, l'aggiunta di queste norme in un Codice etico - nonostante tutti sappiamo che non è stringente esattamente come non è cogente il Codice etico redatto dai Presidenti Cota e Cattaneo - ci trova sostanzialmente d'accordo. Non vediamo infatti nulla di male, in questo. Non vediamo preclusa una libertà a chi è libertario nell'animo: esiste infatti la possibilità di gestire i soldi senza trasparenza, senza rendicontazione e senza responsabilità, perché così a tutt'oggi è già garantito. Vediamo però un plus per chi queste cose invece, le vuole esercitare.
Trovo quindi condivisibile il testo. Ripeto e sottolineo che, d'altra parte, il Movimento 5 Stelle ne sta già praticando i contenuti sul suo sito internet, dove si rende conto delle spese di funzionamento, delle entrate e delle uscite e anche delle spese che attengono all'assunzione di personale.
Sarebbe però auspicabile che questo venisse fatto sul sito Ufficiale del Consiglio regionale e che ci fosse uno spazio del sito che dedichi ai vari Gruppi una "pagina trasparenza": una pagina informativa di come i vari Gruppi consiliari svolgono la loro funzione politica sul territorio, oltre che in Regione, con le varie spese.
Non vedo assolutamente alcuna motivazione per votare contro questo ordine del giorno; non capisco cioè il perché qualche collega si potrebbe sentire limitato nella sua libertà, preoccupato o spaventato. È ovvio che gli elettori non sono stupidi, quindi probabilmente chi avrà una maggiore trasparenza nel suo impegno politico verrà un poco premiato. Poi sappiamo che verrà premiato non tantissimo perché purtroppo - e ribadisco purtroppo la politica oggigiorno è fatta principalmente con i soldi e meno, molto meno con le idee. Penso che di questo mi darete atto; lo ha fatto anche il collega Leo, perché vedo che annuisce.
Proprio per questo noi abbiamo dimostrato che la politica si può fare con pochi soldi. Abbiamo fatto una campagna elettorale con un totale di 14 15.000 euro per tutto il Gruppo e abbiamo rinunciato ai rimborsi elettorali che, ricordo, ammontano a circa 130.000 per il nostro Gruppo, ma anche di più per un Gruppo grosso come quelli del Popolo della Libertà o del Partito Democratico. Abbiamo dato un segnale importante, dal nostro punto di vista che sarà tra l'altro premiante dal punto di vista del ritorno elettorale.
Non l'abbiamo fatto per mero calcolo, ma perché crediamo realmente che i soldi nella politica provochino comunque una distorsione; non in tutti, non vogliamo generalizzare: non diciamo che nel 100% del personale politico l'introduzione di soldi - che tra l'altro non sono solo quelli degli stipendi e delle spese di funzionamento dei Gruppi consiliari - provochi una distorsione del rapporto tra eletto e base. Sicuramente, per l'introduzione dei soldi qualche effetto lo fa, sia nella corsa alla cosiddetta poltrona - lo dico sempre un po' scherzando, ma entrare in Parlamento o in Consiglio regionale è come vincere al win for life, nel senso che si gratta una schedina e si vince per cinque anni, poi c'è il vitalizio. Se si è abbastanza in là con gli anni, a 65 anni scatta il vitalizio, oltre alla pensione. Quindi, qualche vantaggio lo dà, oltre alla rete di conoscenze e di rapporti e tutto il sottobosco di poltrone secondarie che vengono elargite.
Ripeto, è una Carta etica che, anche se non è cogente, non è una regola né un regolamento, ma potrebbe aiutare a distinguere quei Gruppi che vogliono fare della trasparenza e della corretta rendicontazione al proprio corpo elettorale una propria stella polare. Quindi, è assolutamente condivisibile.
Tra l'altro, come ha ricordato la collega Artesio, sono in discussione un testo è già stato licenziato con voto negativo, mentre gli altri due devono essere ancora discussi - tre progetti di legge sulla riduzione dell'indennità, l'abrogazione dei vitalizi e la riduzione dei gettoni, e un altro che chiedeva che il personale dei Gruppi consiliari venisse assunto per l'80% tra il personale già presente all'interno della Pubblica Amministrazione.
Scelta condivisibile sia per una riduzione dei costi sia per una maggiore capacità di incidere, soprattutto per i Gruppi nuovi, nel senso che anche a noi avrebbe fatto comodo assumere più personale dall'interno della Pubblica Amministrazione, che ha una certa esperienza. Quindi, se venisse dato per regola, sicuramente sarebbe molto utile.
Concludo dicendo che il nostro Gruppo voterà a favore di questo ordine del giorno e spero che verrà recepito dai colleghi dell'Aula e dall'Ufficio di Presidenza.
Ripeto, non vi spaventate, perché le libertà personali sono assolutamente salve, perché anche da noi sono considerate fondamentali.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cursio.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Sono veramente molto contento che si possa parlare di etica, e lo dico sinceramente. Sapete perché? Perché nella vita faccio il medico e un po' di anni fa mi sono detto che sarebbe stato giusto che capissi di etica, in quanto in medicina l'etica - come voi ben saprete - oggi è piuttosto comune. Ogni ospedale ha un comitato etico, addirittura anche nei reparti c'è un subcomitato etico.
E volevo capire da un punto di vista etimologico, storico e semantico cosa veramente esprimesse il termine "etica", che naturalmente in medicina significa "bio", che deriva dal greco "bios", cioè vita.
Però non vorrei che si predicasse in un modo e poi ci si comportasse in un altro, perché l'etica, come ha detto nella sua semplicità il collega Negro, è il comportamento, è il modo di essere, di vivere, è il modo di concepire e di apprestarsi nei confronti della vita stessa. Questa è l'etica, naturalmente corredata di un regolamento che l'uomo si dà.
Non vorrei entrare in quella che è la letteratura dell'etica, perché ci perderemmo. Proprio per capire di etica ho fatto un master alla Facoltà Teologica, due anni di master, proprio per appropriarmi di questi elementi.
Devo dire che sono veramente contento che si possa parlare di etica e si possa professare l'etica, perché parlare è semplice, ma praticare l'etica è altra cosa! Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Leo.



LEO Giampiero

Sarò molto breve. Questi discorsi mi ricordano quando i Consigli comunali di tanti anni fa si riempirono non della questione etica, ma della cosiddetta questione morale.
Ai primordi della Prima Repubblica non si parlava molto di etica, ma si praticava. De Gasperi, Togliatti, Berlinguer ed altri non avevano bisogno di riempirsi la bocca, perché c'erano dei valori e - come ha detto molto bene il collega Negro - erano vissuti dentro.
Non vorrei fare un intervento troppo sociologico o pseudoculturale, ma poi c'è stata da una parte una distruzione continua dei valori, cristiani e morali, della nostra società, e dall'altro un richiamo continuo all'etica.
Apprezzi i Gruppi nuovi che hanno un'attenzione etica e morale, come quella espressa dal collega Bono.
Voglio altresì dire che più si è andati avanti, ponendo questioni etiche, più la situazione è peggiorata. Non dico che sia una causa-effetto ma sono sconcertato che la cosiddetta questione morale sia stata brandita come una clava prima dopo il crollo del comunismo, per giustificare il perdurare di un certo sistema. Si è fatto in nome della questione morale visto che la questione politica era evidentemente stata persa! La stessa e poi stata brandita da personaggi - devo dire - discutibili - l'ho detto tante volte - come Di Pietro. Non come il Consigliere Buquicchio che considero un grande galantuomo, ma discutibili, moralisti e non certo morali - e c'è un'enorme differenza - come Di Pietro, che ha fatto un partito a sua immagine e somiglianza, sua e di casa sua, e che gestisce in proprio, e poi parla di questione etica! Queste cose credo che ormai non servano più molto. Credo che sia invece importante provare a tornare ai valori. So che anche questo fa sorridere ma se non ricostruiamo un sistema di valori, come Benedetto XVI ha auspicato, non andiamo da nessuna parte. Faremo tante carte etiche fino ad arrivare allo stato etico, ma non cambieremo la società. Per questa ragione, credo che le questioni di sensibilità morale siano importantissime e vadano riprese ad ogni livello della società. Credo invece che sia molto grave il fatto che in politica - e si è visto in tutta Italia ma anche in Piemonte - i soldi contino sempre di più, e gli elettori siano sovente più sensibili a quelli che al buon lavoro dei politici.
Temo che abbia ragione Gramellini quando ha scritto che una volta i politici (De Gasperi, Moro, Berlinguer, Almirante) erano migliori dei cittadini e i cittadini dicevano: "Che fastidio questi politici così bravi e così lontani da noi. Vogliamo i politici che ci assomigliano, che siano come i cittadini". Che strillino come Grillo, che facciano i "gadani" come Berlusconi e compagnia bella! Adesso i politici sono come i cittadini e i cittadini giustamente si preoccupano! Infatti io penso che ogni politico assomigli moltissimo ai propri elettori. Io assomiglio ai miei elettori. Solo che anche i politici chiacchierati assomigliano ai loro elettori.
Quindi, la questione di ricostruire sui valori richiama tutta la società ad una grande responsabilità e penso dunque che si debba fare un grande lavoro culturale e morale, anziché cavarcela con pur apprezzabili carte etiche.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

sorprendente il timore con cui la Giunta regionale sta affrontando questo dibattito.
Cari colleghi, non trovo nulla di rivoluzionario in questo ordine del giorno. Penso che soprattutto i Presidenti dei Gruppi, che sono soggetti che poi rispondono anche personalmente di eventuali utilizzi non corretti delle risorse, dovrebbero avere tutto l'interesse affinché si possa definire una serie, al di là di quello che già dice la legge e il Regolamento, di norme cui ciascuno intende attenersi circa l'utilizzo dei fondi. Qui stiamo facendo dei grandissimi ragionamento sull'universo mondo e sul pianeta.
Dico francamente, come ho già detto al collega Buquicchio, che noi votiamo l'ordine del giorno, anzitutto perché non troviamo una ragione per non votarlo. Non trovo nulla di rivoluzionario in questo documento e trovo sostanzialmente che questo documento è un tentativo ulteriore per darci delle norme che consentano un corretto utilizzo dei fondi pubblici che sono affidati alla responsabilità dei Gruppi e anzitutto dei Presidenti dei Gruppi, per cui l'ordine del giorno del collega Buquicchio va votato con convinzione da parte del Gruppo regionale del PD.



PRESIDENTE

Dichiaro conclusa la discussione generale.
La parola al Consigliere Buquicchio per la replica.



BUQUICCHIO Andrea

Devo dire che ho sbagliato e prendo atto di aver sbagliato.
Pensavo che foste tutti entusiasti di poter introdurre delle regola riguardo all'utilizzo di fondi pubblici. Invece prendo atto che sicuramente tutta la maggioranza non ha alcun interesse all'argomento oltre che al voto positivo, e prendo atto anche che altri colleghi hanno inteso filosofeggiare, come io dico.
La filosofia politica è una branca bellissima e interessantissima, ma non so cosa farmene nell'ambito di una discussione di politica pratica.
Perché qui c'è una domanda e solo una domanda: abbiamo interesse a fissare delle regole? Abbiamo o non abbiamo questo interesse? Io ce l'ho! Devo essere condannato o tacciato di moralismo perché voglio sapere a quali regole dovermi riferire? Non penso. Allora la domanda viene spontanea: perché altri non ce l'hanno? Qualcuno mi ha risposto invocando la libertà personale. Ma qui stiamo parlando di fondi pubblici; dovremmo parlare della libertà pubblica e non della libertà personale.
I cittadini ci finanziano! Allora, vogliamo stabilire tra di noi, come modus vivendi, delle regole alle quali tutti, non in modo discrezionale, ma in modo certo e chiaro, dobbiamo poter fare riferimento? Veramente cado dalle nuvole di fronte a un rifiuto di votazione, oltre che di discussione seri di ordine del giorno che dice solo di tracciare l'indirizzo. Non sto dicendo quali sono le spese da poter mettere in bilancio e quali no. Non sto entrando nel merito di quel determinato argomento, sto solo dicendo: vogliamo iniziare a lavorare per dimostrare a noi stessi, anzitutto, perché, Consigliere Laus (che non è presente), io me ne frego altamente dell'impatto mediatico su certi argomenti. Me ne frego altamente della demagogia. Me ne frego altamente ancor di più del populismo, a me interessa poter avere personalmente la coscienza pulita ed essere a posto di fronte alle mie azioni! Io voglio essere aiutato in questo da un'Istituzione e l'Istituzione si tira fuori! Questo è vergognoso! Perdonatemi, ma è vergognoso! Perché non sto discutendo sul 10% in più o sul 10% in meno - e lo ripeto - ma sto dicendo di metterci tutti intorno a un tavolo per discutere, in un bilancio a maglie estremamente larghe per come è stato concepito fino ad ora in oltre trent'anni di Regione, quali siano le spese legittime e non solo lecite per la rete a larghe maglie e quelle che non sono legittime, quelle che sono opportune e quelle che non sono opportune.
Ma chi ha paura a discutere di questo se non chi intende operare in estrema libertà personale sull'utilizzo di pubblici fondi? Questo è veramente paradossale! Io mi sento solo in quest'Aula, in questo consesso, di fronte a un problema di questo genere! Perché? Io voglio il perché! Perché si dice "no" a una volontà di regolamentazione? Se si dice "no" di fronte alla volontà di regolamentazione, è perché non c'è l'interesse a regolamentare! La democrazia, signori miei, esiste solo se esistono le regole! La democrazia senza regole non è democrazia.
Noi siamo un Paese atipico, siamo un Paese nel quale ci riempiamo tutti la bocca della parola "democrazia" e non riusciamo mai ad attivarci in modo concreto per stabilire percorsi che ci portino al perfezionamento della democrazia.
Allora è veramente paradossale (per non usare altri termini) che di fronte a una richiesta di un ordine del giorno così vago, perché è vago volutamente vago per non suscitare perplessità da parte di nessuno, si dimostri indifferenza, ilarità, e diniego/divieto.
Lo ritengo non personalmente offensivo, perché voi di me potete fregarvene altamente; lo ritengo offensivo nei confronti di coloro che hanno votato anche voi! Tutti quanti in questo consesso.
Il Codice etico che è stato concepito dice delle cose (mi riferisco alla conferenza stampa) che in termini non solo di legittimità e di liceità, ma anche di opportunità, dovrebbero essere delle cose scontate.
Qui, invece, non c'è niente di scontato, perché, guardate, faccio appello agli avvocati, faccio appello a coloro che hanno studiato diritto (io non ho studiato diritto), si fa riferimento a delle leggi che volutamente sono state lasciate molto lacunose e fumose.
Allora il legislatore, l'eletto in una Istituzione ha il dovere di mettere mano a queste leggi a tutela dell'interesse pubblico? Credetemi - e chi mi conosce sa che non racconto balle - non è demagogia e non è populismo, perché di fronte alla riduzione degli emolumenti mi esprimerò pubblicamente dicendo che non è quello il problema perché è giusto che chi lavori seriamente abbia il dovuto riconoscimento economico.
Ho iniziato a fare politica per passione, dopo un percorso professionale, e invito tutti a controllare (e se non riescono le porto io) le mie dichiarazioni del reddito precedenti che possono evidenziare francamente che la professione seria, come l'ho condotta da specialista presso l'Università di Torino per quasi trent'anni, mi dava emolumenti ben superiori a quelli che la Regione oggi mi può elargire. Quindi, pur ritenendo tali emolumenti estremamente sproporzionati rispetto a quelli della marea di gente che fuori di qui lavora otto ore al giorno, alle presse o in condizioni estremamente difficili e pericolose anche per la loro salute e per la loro incolumità, posso ritenermi fortunato, ma non posso dire, e nessuno può dirlo, che ho iniziato a fare politica per arricchirmi o per trovare un lavoro. Non è quello il mio lavoro. Faccio politica per passione ed è per passione che posso sostenere determinate tesi.
Ricordatevi che quando ci si sente soli e si avverte di essere contro tutti, è allora che si deve sprigionare di più la forza in noi se si è persone corrette, oneste e se si è uomini con "u" maiuscola.
Preannuncio sin d'ora che, se si fa ostruzionismo e si vota contrariamente questa mia iniziativa, la prossima settimana non passerà ripeto, non passerà - nessun altro provvedimento relativo a quell'argomento, così come la Presidenza vuole, entro il 31 dicembre!



PRESIDENTE

Lo vuole la legge, non l'Ufficio di Presidenza, Consigliere Buquicchio.
Dobbiamo sottostare ad una disposizione perentorio di legge dello Stato.
Ciò premesso, prima di porre in votazione il documento, non esiste come lei ricorderà avendo fatto il Consigliere nell'VIII Legislatura, con il nuovo Regolamento, la dichiarazione di voto sugli ordini del giorno.
Volevo ricordare, prima di procedere il voto, che ho sentito troppe volte parole come "non ci sono regole per l'utilizzo dei soldi pubblici e quant'altro". Ovviamente, anche tutta la partita dei Gruppi è regolata da leggi e da regolamenti.
In particolare, per quanto riguarda la trasparenza, ci sono i principi generali della contabilità pubblica e della Pubblica Amministrazione che vige anche sui Gruppi; la responsabilità, come veniva ricordato in alcun interventi, è del Capogruppo e di non nessun altro.
Vi è anche l'obbligo di rendicontazione al Presidente del Consiglio e agli Uffici entro il 31 gennaio dell'anno successivo, dove bisogna rendicontare le spese di funzionamento, le spese delle attività istituzionali dei Gruppi, gli oneri non ripartibili e, infine, indicare l'eventuale avanzo di cassa. Ritengo sia necessario ricordarlo. Dal dibattito, sembrava che i Gruppi possono fare dei soldi quello che vogliono e che vi sia una giungla finanziaria non aderente alla realtà.
Detto questo, pongo in votazione l'ordine del giorno del Consigliere Buquicchio così come modificato, ringraziando il proponente, con l'impegno dell'Ufficio di Presidenza, a nome del presidente del Consiglio regionale.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 155, il cui testo recita: "Premesso che l'art. 3 della legge regionale 10 novembre 1972, n. 12 (Funzionamento dei Gruppi consiliari) prevede, per il funzionamento dei Gruppi consiliari contributi annuali a carico del Consiglio regionale il successivo articolo. 4 prevede che 'ogni Gruppo provvede autonomamente in base ad apposito regolamento interno ed a cura dei propri organi direttivi alle spese inerenti il proprio funzionamento.
A tal fine ciascun Gruppo consiliare individua le iniziative da porre in essere, e con propri atti interni provvede alla gestione del fondo...' considerato che la Carta etica regionale, da pochi giorni presentata del Presidente del Consiglio regionale e dal Presidente della Regione, e' destinata, tra gli altri, ai Consiglieri regionali la stessa Carta etica regionale, in particolare, all'art. 10 quinto capoverso indica come:'(...) il sottoscrittore rispetterà la disciplina di bilancio e finanziaria e si sforzerà di contenere le spese di funzionamento della pubblica amministrazione secondo quei criteri definiti dalle leggi nazionali e regionali' Tutto ciò premesso impegna l'Ufficio di Presidenza e il Presidente della Giunta affinché si predisponga un Codice etico, con specifico riguardo alle spese di funzionamento dei gruppi consiliari regionali, da sottoporre al rispetto volontario da parte dei Presidenti dei gruppi consiliari, al fine di garantire i principi quali, in particolare, la responsabilità, la trasparenza, l'economicità e l'efficienza nell'utilizzo delle risorse messe a disposizione a ciascun Gruppo dal Consiglio regionale".
Il Consiglio non approva.
Ordine del giorno n. 164 "Canone di imbottigliamento delle acque minerali" presentato dai Consiglieri Ronzani, Artesio, Biolé, Boeti, Bono, Bresso Buquicchio, Cerutti, Cursio, Laus, Lepri, Manica, Motta A., Muliere, Negro Ponso, Taricco.
Era stato argomento all'attenzione di un emendamento che poi, se non ricordo male, era stato ritirato dal Gruppo del Partito Democratico che ha riproposto l'ordine del giorno.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Presidente, non voglio intrattenere oltre i Consiglieri, ma è chiarissimo l'ordine del giorno. Ieri l'Assessore Ravello, durante il suo intervento, ha motivato la decisione della Giunta di respingere i nostri emendamenti, in particolare quelli riguardante l'aumento del canone, con la seguente motivazione: "Intendo presentare un disegno di riordino". Questo ha detto l'Assessore Ravello. Benissimo.
Il nostro obiettivo è fare in modo che ci sia un termine entro il quale presentare questo riordino.
Dico ai Consiglieri che le cose da fare sono due. Sostanzialmente, la prima è decidere se passiamo l'emunto o l'imbottigliato; la seconda è decidere il canone se aumentarlo o mantenerlo così com'è.
La questione riguardante il controllo è vista nel Regolamento.
Stabilire, come data entro la quale occorre presentare il provvedimento di riordino, il 31 marzo, ci pare molte ragionevole. Vogliamo soltanto tradurre in un impegno, indicare una scadenza, tenendo conto delle cose che ha detto in Aula l'Assessore Ravello.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Andrò fuori tema, Presidente: lei mi perdonerà. Ma sarò velocissimo, o meglio tenterò di esserlo. Intanto, mi spiace che sia andato via il Consigliere Buquicchio, ma rimarrà poi il resoconto stenografico di questa piccola parte del mio intervento, e poi glielo dirò.
Gliel'ho detto che non avrei votato il suo ordine del giorno, anzi, che avrei votato contro - non amo le ipocrisie - perché è inutile. Le cose inutili sono, appunto, inutili. Però, se una persona insiste tanto a fare una cosa inutile, mi verrebbero dei sospetti, che non voglio farmi venire perché abbiamo già abbastanza problemi, e sono le ore 19.16. Però do dei suggerimenti.
Il primo. Il Consigliere Buquicchio ed altri sono Presidenti di Gruppo ritengo che le regole dei Gruppi siano più che sufficienti, ma si pu sempre far meglio. Ci facciano vedere! All'interno dei loro Gruppi, ci facciano vedere! Io sono un concreto: voglio vedere degli esempi di come la trasparenza e le regole, e il rispetto delle regole, possano essere copiati. Lo prometto! Che non appena farò ancora il Capogruppo - che escludo, perché hanno già commesso una volta l'errore, non mi nomineranno più - mi impegnerò a rifarlo (l'ho fatto due volte).
Secondo. Attenzione a chi predica e dice "io sono senza peccato" perché ci sono anche delle barzellette in merito. Molti sono finiti lapidati. Attenzione! Adesso, passiamo all'argomento che mi interessa di più. L'ordine del giorno tocca il bilancio, le entrate. Ne abbiamo discusso e io voterò a favore - se ci si arriva, quando ci si arriverà - dell'ordine del giorno.
Condivido la logica della regolamentazione. Peraltro, è condivisa anche dall'Assessore, che ha detto "farò una legge". Ma quante volte gli Assessori hanno detto "farò una legge"! Questa frase l'ho già sentita: aiutiamoli a fare una legge. Il nostro compito sarà poi quello di esaminarla, votarla, ecc., ecc.
Il bilancio che andremo - forse - a votare, nonostante le minacce del Consigliere Buquicchio... Altra cosa indecente! È indecente che in quest'Aula nessuno abbia detto che qualcuno invoca il Regolamento di prima! Perché - bisogna dirlo con chiarezza - se qualcuno invoca il Regolamento di prima, significa che vede l'ostruzionismo come forma di opposizione! Se uno avesse guardato i tre mesi - ripeto, tre mesi - in cui questo bilancio è stato nell'Aula consiliare pensa che questa sia una Regione europea? Non granché che la governiamo noi, non granché che la governiate voi: tre mesi sono troppi per approvare un bilancio? Ma neanche in Eritrea, neanche in una tribù del sud della Somalia! Non vorrei che si irritassero gli eritrei o i somali per questo indebito paragone.
Il Regolamento ha da essere migliorato perché non è del tutto rispondente. Mi sono permesso di contribuire allo Statuto delle opposizioni, che è migliorabile, perché secondo me lo spazio per il dialogo non è sufficientemente sviluppato. Credo che ci si debba utilmente riflettere. Non è mica detto che governeremo sempre! Anzi, se va avanti così, potrebbe anche darsi che prima o poi torniamo all'opposizione, quindi è meglio prevenire che reprimere.
Infine, questo bilancio, quando ne discuteremo - l'ho già detto e il Presidente Cota si è anche per un attimo irritato - ha un indebitamento che è indecente. L'ho detto la scorsa legislatura, l'ho detto sui giornali, lo dico qui. Indebitamente indecente significa che, secondo me, codesta maggioranza dovrebbe, l'anno prossimo - 2011 - e l'anno successivo - 2012 (durano cinque anni le legislature) togliere dal livello dell'indebitamento diciamo un miliardo un miliardo e due per anno. Ciò non solo per riportarlo ai margini della decenza, che è un dovere, ma anche per effettuare quelle politiche che, quand'anche ne avessimo le idee, adesso non potremmo finanziare. Significa che questo bilancio ha bisogno di una cura di disintossicazione da spesa pubblica e da deficit forzata. Perché quando uno è tossico, non riesce mica a smettere di prendere della "roba", sia alcool sigarette o peggio ancora: deve essere obbligato. Ed essere obbligati a fare i tagli è un compito che non invidio a coloro che lo dovranno espletare. A me basta offrirli, perché non governo, non ho deleghe e non sono neanche Capogruppo. È divertentissimo farlo! Credo, però, che sia un impegno morale che codesta maggioranza ha nei confronti di coloro che ci hanno eletto e che credo lo vogliano, anche se non si rendono conto dell'immoralità del debito pubblico. Forse, se ne renderanno conto i loro figli; se ne renderanno conto le tante cose che potremmo fare, ma che non dobbiamo fare. E per farlo, ci sono solo due strade: se siamo abbastanza forti, lo facciamo da soli. Ma, a mio avviso sarebbe indispensabile farlo con l'aiuto, più volte offerto, dei Gruppi autorevoli dell'opposizione.
Ritengo che vi sia lo spazio per una Commissione - si può fare anche per delibera, perché lo Statuto prevede una Commissione speciale a tempo (quattro o sei mesi, in cui chi vuole ne fa parte, basta fare una delibera che ne stabilisca i termini - con il compito, sempre che ne abbia le capacità, di trasformare le parole in proposte, da portare in sede legislativa e in sede esecutiva, per ridurre l'indebitamento. Cosa difficilissima, che credo sarebbe bene fare con i Gruppi più autorevoli (o quelli che vogliono darsi da fare) dell'opposizione. Vale lo stesso discorso per l'efficienza in sanità. Ma questa è una cosa da fare da gennaio.
Infine - così rimango nei sei o sette minuti - visto che nell'ordine del giorno di prima si parlava di "Regolamento di Gruppi consiliari" consiglio coloro che hanno meno esperienza coi finanziamenti dei Gruppi, di andarsi a vedere la legge. Se lo facessero (io conosco bene quella legge e se mi rimane il cattivo umore che ho oggi, può darsi anche che la settimana prossima faccia una proposta in tal senso), potremmo, per esempio, proporci di fare seria efficienza e portare il funzionamento di questi Gruppi, senza neanche aumentare di un euro, ad una rigida proporzionalità: sei uno prendi uno; sei due, prendi due; sei tre... Facciano i conti i signori che hanno difficoltà con la matematica di quanta efficienza questo genererebbe! Sicuramente più che i contributi dell'opinione pubblica, che escludo che voglia da noi una Carta etica: vuole che facciamo bene il nostro lavoro vuole che il nostro bilancio, che lo scorso anno costava 22 miliardi di denaro pubblico e che quest'anno sarà di 21, l'anno prossimo sia di 20! Mica è scritto che il denaro pubblico debba solo aumentare! Aumenta se siamo tossici di spesa pubblica e di debiti. In questa fase non è stato possibile; credo che l'anno prossimo sia indispensabile.
Porgo gli auguri a tutti di sincero affatto, di buon Natale e di serenità a voi e a tutte le vostre famiglie.
Da lunedì, poi, ricominciamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cursio; ne ha facoltà.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente. Ruberò veramente due minuti.
Quando prima ho detto che sono contento dell'ordine del giorno presentato dal mio Capogruppo, ho detto una cosa vera. Perché? Perché se mi soffermo su una parola - e qui vorrei chiedere a lei, Presidente - la trasparenza significa che io devo sapere cosa accade all'interno del mio Gruppo? Bene, sono contento di sapere - e vorrei sapere - cosa accade, quali sono i numeri e che cosa succede all'interno del mio Gruppo.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi. Mi sembra che il Consigliere Cursio stia facendo un intervento che meriti di essere ascoltato. Prego.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Continui. Prego.



CURSIO Luigi

Trovo che abbia del ridicolo e del paradossale, ma lo dico con una serenità estrema: un ordine del giorno di questo tipo avrebbe dovuto presentarlo chi in questo momento parla. Ma, in verità, chi in questo momento parla, sta presentendo un disegno di legge per regolamentare e per capire. Perché io non posso essere un Consigliere di serie B o di serie C.
Credo di essere stato eletto come tutti gli altri, compreso il mio Capogruppo, e ho diritto di sapere. Ho il diritto di sapere.
E se il mio comportamento è benevolo, accondiscendente e democratico, è perché ho avuto un'educazione in tal senso, e non vengo a sbraitare in quest'Aula, così come non lo faccio in altri ambiti.
Grazie, Presidente. Vorrei continuare, ma termino qui perché avevo chiesto due minuti e sono di parola.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Comba.
Vi ricordo che sono le ore 19.25.



(Commenti della Consigliera Artesio)



PRESIDENTE

Mi scusi, che cosa ho fatto questa volta?



ARTESIO Eleonora

Forse mi sono un po' distratta, ma non stiamo parlando di un ordine del giorno relativo al canone di imbottigliamento delle acque minerali?



PRESIDENTE

Sì.
Prego, continui.



ARTESIO Eleonora

Dato che ci ricordava che l'intervento del Presidente Cursio meritava di essere ascoltato, io ero tesa sulle acque minerali...



PRESIDENTE

L'ho detto con una frase rituale che credo di citare sempre.



ARTESIO Eleonora

No, era per quello.
Solo per quello ho chiesto.



PRESIDENTE

Ogni intervento merita di essere ascoltato. È un modo che uso dire, e se vuole le porto una "pigna" di stenografici che lo dimostrano.



ARTESIO Eleonora

Assolutamente. Sono ansiosa di conoscere le acque minerali.



PRESIDENTE

Prego, collega Comba, continui.



COMBA Fabrizio

La ringrazio, Presidente.
Ritorniamo all'ordine del giorno che è in trattazione, che ha come primo firmatario il collega Ronzani.
In occasione della discussione sulla legge finanziaria per l'anno 2011 l'Assessore Ravello ha dichiarato che il rifiuto di prendere in considerazione la proposta di adeguamento del canone di imbottigliamento delle acque minerali si giustifica con la decisione della Giunta - nella persona dell'Assessore - di affrontare una materia così importante con un intervento legislativo puntuale, ovvero con un disegno di legge di riordino in senso complessivo di tutta la materia.
Volevo rassicurare il collega Ronzani che l'intervento normativo ci sarà, e sarà certamente interessata la Commissione, che, personalmente, ho l'onere e l'onore di presiedere.
Ma proprio perché la materia è particolarmente importante e sentita merita i giusti momenti normativi di approfondimento. Non si possono trattare situazioni diverse con gli stessi strumenti. Mi spiego meglio.
Dobbiamo regolamentare, ma anche premiare gli operatori e gli imprenditori che operano con strumenti innovativi su un mercato molto difficile. Non possiamo, dunque, trattare tutti allo stesso modo e nella stessa identica maniera. Perché ci sono operatori che adottano strumenti altamente innovativi e tecnologicamente avanzati, con un rispetto per l'ambiente assolutamente puntuale. È per questo motivo che vogliamo anche prendere in considerazione queste situazioni imprenditoriali. Ci sono realtà, ad esempio, che imbottigliano in bio, eppure non si è parlato di questo. Noi vorremmo portare all'attenzione di tutti anche questi strumenti, che sono importanti. Come ho detto, ci sono operatori che riescono, oggi, ad imbottigliare con materiale biodegradabile a 80 giorni.
Sono aspetti importanti.
Dobbiamo verificare, controllare e normare anche chi ha rispetto di queste regole, che non sono direttive dettate e prescritte, ma sono regole del sentire comune e di rispetto nei confronti dell'ambiente.
Dobbiamo trattare chi imbottiglia in modo diverso - in modo ecologico anche con dei mezzi premianti, perché comunque affronta un mercato già sufficientemente articolato e difficile con dei costi superiori. E non vedo perché chi si impegna nel rispetto dell'ambiente non debba trovare rispetto normativo.
per questo che riteniamo che la perentorietà di un termine non sia utile mentre riteniamo sia utile e dovuto da parte della Giunta esprimere e trovare gli strumenti per un corretto intervento normativo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccanti per il parere della Giunta regionale.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Il parere della Giunta è favorevole subordinato all'accoglimento di un emendamento: si propone di scrivere, anziché "entro il 31 marzo 2011" anche tenuto conto dell'indicazione del Presidente della Commissione - "in tempi ragionevoli".



PRESIDENTE

I proponenti sono d'accordo ad accogliere l'emendamento della Giunta? Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

No, Presidente: confermiamo l'ordine del giorno. Francamente trovo le vostre argomentazioni - non me ne voglia, Consigliere Comba - un po' pretestuose. Avete tre mesi di tempo per presentare un riordino!



RONZANI Wilmer

COMBA Fabrizio (fuori microfono)



RONZANI Wilmer

Facciamo sei mesi, fino al 30 giugno.
RONZANI Wilmer



RONZANI Wilmer

Ragazzi! Si tratta di affrontare tre questioni, Consigliere Comba.
Glielo ripeto: sono tre le questioni che dovete affrontare! Dopodiché non stiamo qui a trattare: noi confermiamo l'ordine del giorno.
Prendo atto del fatto che la Giunta ha dichiarato all'Aula che intende procedere al riordino e che l'Assessore Ravello ha dichiarato all'Aula che per questa ragione si opponeva. L'espressione "in tempi ragionevoli" vuole dire tutto. Vi stiamo dicendo che vi diamo tre mesi di tempo per presentare un provvedimento e cominciare la discussione.
Presidente, basta! Noi confermiamo l'ordine del giorno e chiediamo che venga votato.



PRESIDENTE

Alla luce del diniego dei proponenti all'accoglimento dell'emendamento chiedo alla Giunta di esprimere nuovamente il parere.
La parola all'Assessore Maccanti.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Il parere è negativo.



PRESIDENTE

Mi permetto di ricordare che dopo il voto finale sul disegno di legge n. 72 ci sarà la comunicazione dell'Assessore Porchietto sulla questione della Way Assauto di Asti e che quindi i nostri lavori non sono ancora finiti.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 164, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte Premesso che In occasione della discussione sulla Legge finanziaria per l'anno 2011 l'Assessore all'Ambiente Roberto Ravello ha dichiarato che il rifiuto di prendere in considerazione la proposta di un adeguamento del canone di imbottigliamento delle acque minerali si giustifica con la decisione di presentare un disegno di legge i riordino complessivo della materia impegna la Giunta regionale a presentare tale disegno di legge di riordino entro il 31 marzo 2011".
Il Consiglio non approva.
Ordine del giorno n. 165 "Richiesta di avvio con urgenza delle procedure per la nomina degli organi delle aree protette dei Sacri Monti, secondo quanto previsto dal testo unico sulla tutela delle aree naturali e delle biodiversità", presentato dai Consiglieri Reschigna, Boeti, Laus, Lepri Motta A., Muliere, Ronzani, Taricco.
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Sarò breve, però voglio richiamare l'attenzione del Consiglio su un tema. Vi state infilando in un vicolo cieco: un vicolo cieco! Il tema è semplicemente questo: nella legge finanziaria 2010 la Giunta regionale fa approvare un articolo con cui posticipa i termini per l'avvio delle procedure per la nomina degli organi delle aree protette; questi termini erano già stati posticipati agli inizi di gennaio-febbraio 2011.
Infatti, il testo dell'articolo votato oggi nella finanziaria recita che "entro il 28 febbraio 2011 la comunità delle aree protette trasmette al Presidente della Giunta regionale la proposta di nomina del Presidente dell'Ente e le designazioni dei componenti il Consiglio di sua competenza".
Il 27 luglio 2010 la Giunta presenta il testo unico sulle aree protette e va in audizione: sono state audizioni molto affollate e il testo unico sulle aree protette viene fortemente contestato da tutti i soggetti presenti; dopo la data delle audizioni il testo unico delle aree protette non viene più affrontato in alcun momento nella Commissione consiliare competente.
Voglio dire che questo testo - e ci metto solamente dieci secondi perché non è mai mia abitudine utilizzare un tema per parlare d'altro - fa la stessa fine, per essere chiaro, del provvedimento sugli ambulanti: provvedimento tanto strombazzato di cui non si è più parlato in Commissione.
A questo punto cosa succede? Che il 10 dicembre di quest'anno la Giunta regionale presenta il collegato, al cui interno cosa troviamo? Troviamo sostanzialmente che la Giunta regionale chiede di posticipare tutti i termini al 1° settembre del 2011. Voglio dire sinceramente che in questa situazione noi abbiamo gli organi delle aree protette che entreranno in regime di prorogatio per un anno e quattro mesi e che lo stesso articolo del disegno di legge collegato dice sostanzialmente che, sino a quando non sono istituiti gli organi, si possono esercitare solamente la normale amministrazione e la gestione del patrimonio, in attesa dello scioglimento.
Voglio solo ricordare che sul disegno di legge collegato alla legge finanziaria sono state fissate le audizioni per il 14 gennaio: significa che, se va tutto bene, il 21 gennaio potrebbe cominciare l'iter di quel disegno di legge, con la discussione in Commissione. È un disegno di legge che contiene materie una diversa dall'altra.
Noi lo diciamo da subito: non solo non voteremo mai quell'articolo contenuto all'interno del disegno di legge collegato, ma faremo di tutto perché il collegato - se rimangono quello e un altro articolo - abbia un percorso accidentato.
Facciamo un'altra considerazione, all'interno dell'ordine del giorno.
Il rispetto sui Consigli di Amministrazione delle aree protette e dei Sacri Monti, in rapporto agli obiettivi Calderoli della riduzione, lo possiamo dimostrare in qualsiasi momento. Il testo unico ha previsto infatti che al momento della nomina dei nuovi Consigli di Amministrazione delle aree protette si riduca il numero complessivo degli stessi, perché ci sono consistenti operazioni di accorpamento. Ricordo solo che i Sacri Monti avranno un unico Consiglio di Amministrazione composto, secondo il testo unico, da 15 membri.
Questo tema è già entrato nella legislazione regionale quando abbiamo discusso la modifica al testo unico sull'edilizia residenziale pubblica laddove la stessa Giunta regionale ha introdotto un principio nella legislazione regionale piemontese, che è quello di dire che non si procedeva alla riduzione del numero dei componenti il Consiglio di Amministrazione dell'ATC di Novara e del VCO perché, essendo un'ATC che va oltre la dimensione provinciale, se si fossero costituite due ATC avrebbe significato sostanzialmente avere un numero più ampio di componenti i Consigli di Amministrazione rispetto all'accorpamento. Secondo noi quella norma è applicabile anche ai Sacri Monti e alle aree protette, perch ridurremmo consistentemente il numero degli organi amministrativi dei Sacri Monti e delle aree protette nella Regione Piemonte.
Chiudo l'intervento, perché non voglio far perdere tempo su questa materia, anche se ci sarebbe da ragionare e discutere insieme. Con questo ordine del giorno noi chiediamo semplicemente che la Giunta regionale che, dopo aver chiesto e ottenuto dal Consiglio una proroga, non è stata in grado di presentare e far approvare una nuova legge - la smetta di andare avanti a proroghe su questa materia e avvii le procedure per le nomine degli organi di amministrazione delle aree protette e dei Sacri Monti.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William, Assessore ai parchi e aree protette

Grazie, Presidente.
Come sa bene il Presidente del Partito Democratico, non è che noi non abbiamo presentato un testo di legge: lo abbiamo fatto. Su questo disegno di legge sono state fatte delle audizioni partecipatissime: credo che un numero così alto di auditi non si sia mai visto, nella Regione Piemonte.
Il Presidente della Commissione, che è qui di fianco a me, non ha portato avanti la legge semplicemente perché c'era il bilancio da approvare, quindi solo per quello non è stata inserita.
Il Consigliere Reschigna sa che la finanziaria nazionale impone di ridurre i nuovi Consigli di Amministrazione a cinque, e proprio per gli effetti degli accorpamenti, alla legge nazionale non interessa se si accorpano cinque soggetti in uno o che sia uno solo. Cinque devono essere nominati, quindi non possono essere quindici.
Se nominassimo 15 soggetti per i Sacri Monti, con la legge approvata l'anno scorso, sarebbe impugnato immediatamente dal Governo, perché saremmo fuori dal regolamento e saremmo fuori dalle indicazioni contenute nella finanziaria.
Visto che non è che non abbiamo iniziato la procedura, ma l'abbiamo iniziata e sviluppata, perché abbiamo fatto le audizioni e terminato le sessioni di bilancio in Commissione, questa legge può tranquillamente riprendere ad essere discussa ed approvata o non approvata in Commissione e vederne concluso l'iter.
Credo che questa sia la procedura unica che possiamo attuare, perch diversamente questa legge - non l'attuale, ma quella approvata dalla precedente Giunta regionale - è già stata impugnata una volta dalla Corte Costituzionale.
Non vogliamo continuare a far impugnare le leggi dalla Corte Costituzionale. Le leggi nazionali impongono dei limiti entro i quali ci dobbiamo muovere. Il paragone con le ATC - mi permetta - non ha niente a che vedere con questo organismo, perché qua si tratta di fare un nuovo organismo, rinominarlo e mantenere, secondo le indicazioni, un numero di 15 soggetti quando la legge nazionale ci dice che devono essere al massimo cinque.
Non possiamo accettare questo ordine del giorno, perché abbiamo un provvedimento che è in corso di discussione. Vedremo se nel provvedimento sarà possibile apportare delle migliorie, perché di fatto non ho escluso che possano essere apportate delle migliorie, ma non si può imporre alla Giunta di fare dei passi che sappiamo già essere illegittimi.
Per questi motivi, la maggioranza non può votare a favore di questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Intendo replicare semplicemente su queste basi.
Mettetevi d'accordo. Quando conviene al centrodestra non fare saltare un rappresentante del Comune di Verbania, del Comune di Novara, della Provincia di Novara, della Provincia del VCO o delle ATC, le interpretazioni che dà il Vicepresidente Cavallera, che diventano legge sono corrette.
E guardate che non sto difendendo posti del centrosinistra. Lo dico soprattutto ai Consiglieri che hanno qualche legame con i territori appartenenti a tutti i partiti.
Noi sul progetto dell'Assessore Casoni ci metteremo pesantemente di traverso, per una ragione molto semplice: siamo nettamente contrari al fatto che il testo unico affidava la maggior parte - e sarà la maggiore parte del centrodestra - di rappresentanti espressi dalle comunità locali al fatto che l'Assessore Casoni vuole una legge dentro la quale la maggior parte dei componenti degli organi sono nominati dalla Giunta regionale.
Noi quel testo lo contesteremo fino in fondo, perché è un testo con il quale la Giunta regionale vuole riportare una dimensione centralista e soffocante rispetto alle comunità locali. Poi fate i vostri conti.



(Commenti del Consigliere Vignale)



RESCHIGNA Aldo

Consigliere Vignale, se questo è il vostro concetto di rapporto tra la Regione e le comunità locali, andate avanti su questa strada. Noi invece troveremo tanti proseliti su una dimensione e su un approccio completamente diverso. Questo glielo posso garantire.
legittimo che lei possa avere delle opinioni, è meno legittimo il fatto che, nel testo unico sulle aree protette, quelle cose, in gran parte erano l'espressione di una volontà politica della precedente Giunta regionale, in gran parte sono state espressione del dibattito svolto nella Commissione e in Consiglio regionale, e che parte di quelle considerazioni sono state espresse, a nome dell'allora Gruppo di Forza Italia dall'attuale Vicepresidente della Giunta regionale. Poi voi siete abituati a seconda del ruolo in cui vi collocate, a cambiare non solo casacca, ma anche opinione.
Votate pure contro, ma vi dico solo una cosa: vi infilate in un grandissimo imbuto, perché quand'anche riusciste ad andare avanti con quel testo unico - con molta difficoltà, ve lo garantisco - vi troverete in una condizione molto semplice, cioè che scadono i termini di proroga delle procedure stabilite dalla legge finanziaria del 2010 che voi avete votato e non avrete nessuna norma che vi dica che cosa succede in quel momento.
Buon lavoro - come diceva Burzi - Assessore Casoni!



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 165, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che l'articolo 10 della legge regionale 1 giugno 2010, n. 14 (Legge Finanziaria per l'anno 2010) ha modificato l'articolo 56 della legge regionale 29 giugno 2009, n. 19 (Testo unico sulla tutela delle aree naturali e delle biodiversità) rubricato "Norme transitorie per l'insediamento degli enti di gestione delle aree protette" il nuovo testo del suddetto articolo 56 ha previsto che "Entro il 28 febbraio 2011 la comunità delle aree protette trasmette al Presidente della Giunta regionale la proposta di nomina del presidente dell'ente e le designazioni dei componenti del consiglio dell'ente di sua competenza" il Disegno di legge regionale n. 54, presentato il 27 luglio 2010 dalla Giunta, avente ad oggetto "Modifiche alla legge regionale 29 giugno 2009,n.19 (Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità)" prevede, all'articolo 8, che il nuovo Ente di gestione dei Sacri Monti, soggetto che unificherà gli attuali sette Sacri Monti piemontesi, sia composto da cinque membri, a fronte dei quindici attualmente presenti in base alla l.r.19/2009 le consultazioni svolte in Commissione consiliare sul citato Disegno di legge n. 54 hanno evidenziato la ferma contrarietà dei soggetti interessati rispetto all'ipotesi di modifica nella composizione degli organi e nelle modalità di indicazione degli stessi il Disegno di legge regionale n. 101 presentato dalla Giunta regionale il 10 dicembre u.s. prevede alcune modifiche all'articolo 56 della l.r.19/2009, tra cui, in particolare, un ulteriore proroga, dal 28 febbraio 2011 al 31 ottobre 2011, del termine entro cui la comunità delle aree protette deve trasmette al Presidente della Giunta regionale la proposta di nomina del presidente dell'ente e le designazioni dei componenti del consiglio dell'ente di sua competenza il DDL n. 101 ha previsto, altresì, la sostituzione integrale del comma 8 dell'articolo 56 della l.r. 19/2009 prevedendo che, dal 1° settembre 2011 e fino all'insediamento degli organi dei nuovi enti, rimangono in carica, per le aree protette di rispettiva competenza e anche a prescindere dalla loro naturale scadenza, gli organi degli enti soppressi, per le funzioni di ordinaria amministrazione, per i provvedimenti di urgenza e per gli adempimenti di chiusura dei documenti contabili degli enti soppressi.
considerato che il tema della riduzione degli organi delle aree protette è già stato comunque soddisfatto dal Testo unico sulla tutela delle aree naturali e delle biodiversità, approvato nella precedente legislatura, poiché esso ha già previsto una riduzione del numero degli organi stessi tale impostazione ha già avuto applicazione con la legge regionale 15 settembre 2010, n. 20, che ha modificato la legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 (Norme in materia di edilizia sociale) prevedendo che il consiglio di amministrazione delle ATC sia composto da tre membri nominati dal Consiglio regionale in luogo dei cinque previsti in precedenza, ad eccezione della ATC di Novara, per la quale è stato mantenuto il numero originario dei membri del consiglio di amministrazione con la motivazione che la non previsione di una ATC del VCO consenta comunque il raggiungimento degli obiettivi di risparmio non sia più sostenibile procrastinare la prorogatio dei termini per la proposta di nomina del presidente dell'ente e le designazioni dei componenti del consiglio dell'ente di sua competenza impegna la Giunta regionale ad avviare con urgenza le procedure per la nomina degli organi delle aree protette dei Sacri Monti, secondo quanto previsto dal Testo Unico sulla tutela delle aree naturali e delle biodiversità." Il Consiglio non approva.
Ordine del giorno n. 167 "Servizi di trasporto pubblico locale", presentato dai Consiglieri Montaruli, Cantore, Carossa, Leo, Mastrullo, Motta M.
Pedrale.
La parola alla Consigliera Montaruli, che ha facoltà di illustrarlo.



MONTARULI Augusta

Grazie, Presidente.
Solo due parole per dire che questo ordine del giorno nasce dal dibattito che emerse in aula rispetto agli articoli 8 e 9 della legge finanziaria. Mi pare che sia un ordine del giorno che recepisce una richiesta dell'opposizione di non applicare eventuali incrementi tariffari fino all'approvazione del Consiglio regionale di apposita legge che li regoli, secondo quanto ha recentemente espresso l'Assessore Bonino, cioè la volontà di normare con l'apposito disegno di legge le eventuali variazioni di tariffe.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Per dire che con questo voto noi vogliamo dimostrare di essere non ideologicamente ottusi.
Siccome ci avete detto no ad una cosa, ma con questo ordine del giorno l'impegno riguarda tutti, voteremo a favore.



PRESIDENTE

Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 167, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che l'art. 8 della legge finanziaria per l'anno 2011 (disegno di legge n. 72) statuisce che "la Regione stanzia per il periodo 2012-2016, risorse pari a 252 milioni di euro per l'anno 2012, 255 milioni di euro per l'anno 2013 260 milioni di euro per l'anno 2014, 264 milioni di euro per l'anno 2015 e 269 milioni di euro per l'anno 2016 per la copertura degli oneri derivanti dalla sottoscrizione dei contratti di servizio relativi all'esercizio dei servizi di trasporto pubblico ferroviario alla copertura della spesa di cui al comma 1, per il biennio 2012-2013, si provvede ai sensi dell'articolo 30 della legge regionale 4 marzo 2003, n. 2 (legge finanziaria per l'anno 2003) considerato, inoltre, che l'art. 9 della legge finanziaria per l'anno 2011 (d.d.l. n. 72) recita: "La Regione stanzia per il periodo 2012-2016, le risorse necessarie per la definizione dei programmi triennali dei servizi di cui all'articolo 4 della legge regionale 4 gennaio 2000, n. 1 (Norme in materia di trasporto pubblico locale, in attuazione del decreto legislativo 19 novembre 1997, n.
422), pari a 357 milioni di euro per l'anno 2012, 341 milioni di euro 2013 341 milioni di euro per l'anno 2013, 341 milioni di euro per l'anno 2014 341 milioni di euro per l'anno 2015 e 341 milioni di euro per l'anno 2016 al fine di finanziarie oneri derivanti dalla sottoscrizione degli accordi di programma con gli enti locali previsti dall'articolo 9 della l.r.
1/2000.
Alla copertura della spesa di cui al comma 1, per il biennio 2012-2013, si provvede ai sensi dell'articolo 30 della l.r. 2/2003" preso atto che la Giunta regionale, nella persona dell'Assessore competente, ha espresso la volontà di normare, tramite apposito disegno di legge, le modalità di eventuale variazione delle tariffe in ambito di Trasporto Pubblico Locale impegna la Giunta regionale a non applicare eventuali incrementi tariffari fino all'approvazione da parte del Consiglio regionale di apposita legge che regoli le modalità di variazione degli stessi".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale dell'intero testo del disegno di legge n. 72 "Legge finanziaria per l'anno 2011".
Il numero legale è 28.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SÌ 29 Consiglieri hanno votato NO 9 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente alla situazione occupazionale della Way Assauto di Asti


PRESIDENTE

Per le comunicazioni sulla situazione della Way Assauto di Asti, ha chiesto la parola l'Assessore Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Do so una comunicazioni che credo interessi in particolare chi proviene dal territorio astigiano, ma non soltanto, e che riguarda la dichiarazione del fallimento dell'astigiana ammortizzatori ex Way Assauto, che tra le altre cose è un'azienda che nei mesi scorsi ha comunque tenuto banco per quanto riguardava non soltanto fatti di cronaca, ma per il grosso problema occupazionale.
Sinteticamente: questa mattina alle ore 9.30 era convocato presso l'Assessorato al lavoro l'incontro tra il Commissario della procedura perché la Astigiana Ammortizzatori era in amministrazione straordinaria per informare i sindacati della fase, ormai assolutamente avviata, di verifica delle concretezza di due possibili offerte che sarebbero pervenute nei giorni successivi per quanto riguardava l'acquisizione della procedura della società.
Ieri, in realtà, in tarda serata il Tribunale di Asti ha comunicato invece la sentenza di fallimento.



PRESIDENTE

Scusi, Assessore.
Non è possibile. Vi chiedo scusa. Occorrono pochissimi minuti per ascoltare la comunicazioni della Giunta regionale su un importante tema (oltretutto richieste da due colleghi che hanno atteso per tanto tempo).
Credo sia una forma di rispetto.
Prego, continui.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro

Ieri sera, invece, è stato appunto sentenziato il fallimento della società con la nomina del curatore fallimentare.
Questa mattina, insieme agli Assessori della Provincia di Asti, abbiamo incontrato, a questo punto, il sindacato. Chiaramente, il tenore e il contenuto della riunione sono stati molto diversi rispetto a quelli che noi avremmo prospettato fino a ieri sera.
Credo sia importante che i Consiglieri siano informati del fatto che così come avevamo fatto l'altro ieri io e l'Assessore Giordano, dichiarando la disponibilità e la particolare attenzione della Regione Piemonte per quanta riguardava l'opportunità di mettere a disposizione tutti gli strumenti in mano in questo momento alla Regione Piemonte per supportare la procedura e quindi gli eventuali soggetti interessati a rilevare dalla procedura la società, nella giornata di questa mattina abbiamo fatto, anche attraverso un comunicato stampa, la stessa comunicazione indirizzata chiaramente al curatore fallimentare.
Quindi la Regione Piemonte continuerà a supportare il curatore fallimentare nella ricerca e nella condivisione di un progetto che veda però la cessione del complesso aziendale e solo in quel caso daremo la disponibilità di supportare con gli strumenti che oggi sono nelle nostre mani, quindi Piano competitività, Piano straordinario per l'occupazione e chiaramente le misurare ordinarie che sono già a disposizione in questo momento sui vari Assessorati, mentre non siamo chiaramente disponibili ad aprire un supporto e un ragionamento qualora, invece, attraverso la procedura fallimentare si ragioni sul cosiddetto "spezzatino" della società.
Ritengo che questo sia importante anche per dare un segnale non solo di attenzione, ma di concreto supporto, in particolare alle maestranze della Astigiana Ammortizzatori, cosa che avevamo già fatto nei giorni scorsi quando, sollecitati dal Commissario, eravamo intervenuti e avevamo anche incontrato i potenziali acquirenti dando chiaramente da parte della Regione l'assoluta disponibilità a supportare la procedura.
Chiaramente ci dispiace che non si sia arrivati, tra l'altro il 23 dicembre, come dicevamo già prima con la Consigliera Motta, ad una sentenza che, a parer nostro, poteva eventualmente essere rinviata a gennaio e ci avrebbe permesso, nell'arco di questi 15 giorni, da parte delle due società che sembravano interessate, di produrre l'offerta che era necessaria al Ministero (al MISE) per valutare e decidere quale delle due offerte poteva essere interessante per effettuare il trasferimento dell'azienda.
chiaro che adesso, con una procedura fallimentare, non dico che sia più complicato, ma si dilungano i tempi. Noi co-munque su questa vicenda rimarremo attenti e vigili e ci auguriamo che nei prossimi mesi si possa addivenire alla stessa soluzione ma con dei tempi più lunghi rispetto a quelli preventivati.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Porchietto.
Ricordo a tutti i presenti, Consiglieri e non, che in Sala A, grazie alla generosità del Consigliere Negro, abbiamo l'occasione di fare un ultimo brindisi.
A nome di tutto l'Ufficio di Presidenza, auguro a tutti i colleghi e a tutti i presenti un sincero Buon Natale.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.54)



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