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Dettaglio seduta n.59 del 21/12/10 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


LEARDI LORENZO



(Alle ore 20.30 il Consigliere Segretario Leardi comunica che la seduta avrà inizio alle ore 21.00)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 21.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Biolé, Botta Franco, Costa Raffaele, Cota, Leo, Tentoni e Vignale.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 72, inerente a "Legge finanziaria per l'anno 2011"


PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori in ordine al disegno di legge n. 72, inerente a "Legge finanziaria per l'anno 2011", di cui al punto 3) all'o.d.g., con l'esame dell'articolo 10.
ARTICOLO 10 Emendamento sostitutivo rubricato n. 27) presentato dalla Giunta regionale (a firma dell'Assessore Quaglia): "Art. 10. (Contributo ai Comuni per il funzionamento dell'Osservatorio per il collegamento ferroviario Torino-Lione) 1. Al fine di garantire il regolare proseguimento delle attività dell'Osservatorio per il collegamento ferroviario Torino-Lione, la Regione Piemonte contribuisce al rimborso delle spese sostenute dai comuni per la partecipazione ai lavori dell'Osservatorio a partire dall'anno 2010, con un finanziamento di 120 mila euro annui per il periodo 2010-2013.
2. Per il 2011 si farà fronte agli oneri di cui al comma 1, quantificati in 240 mila euro, con le risorse finanziarie stanziate nell'ambito dell'UPB DB12041 del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011.
3. Per gli anni successivi si farà fronte agli oneri di cui al comma 1 con le risorse finanziarie individuate secondo le modalità previste dall'articolo 8 della legge regionale 11 aprile 2001, n. 7 (Ordinamento contabile della Regione Piemonte) e dall'articolo 30 della legge regionale 4 marzo 2003, n. 2 (Legge finanziari per l'anno 2003).
4. La Giunta regionale, con propria deliberazione, definisce criteri e modalità per l'attribuzione delle risorse previste per il funzionamento dell'Osservatorio".
Emendamento rubricato n. 32) presentato dai Consiglieri Bono, Buquicchio Artesio: L'articolo 10 del disegno di legge 72 è abrogato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione dell'emendamento rubricato n. 32; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie. Eventualmente, io e il collega Biolé faremo turnazione per la carica di Presidente.
L'emendamento che abbiamo presentato è abrogativo dell'articolo 10 (Contributi ai Comuni per il funzionamento dell'Osservatorio per il collegamento ferroviario Torino-Lione), il famigerato TAV.
Al di là di un mero pronunciamento pro o contro l'opera, vorrei parlare in merito all'utilità dell'Osservatorio stesso.
un Osservatorio tecnico presieduto da Mario Virano, il quale, a nostro giudizio, non ha portato degli utili né al fronte del sì e tanto meno al fronte del no, nel senso che doveva permettere una trasparenza nel processo decisionale della progettazione della linea ad Alta Velocità, che non c'è stata. Infatti, da parte degli Enti locali della Val di Susa è stato richiesto più volte l'accesso agli atti dell'Osservatorio, che è sempre stato negato, se non recentemente, dopo un ricorso al TAR e anche il nostro interessamento come Gruppo consiliare, è stato concesso di prenderne visione.
Doveva servire ad abbassare i toni e il livello degli scontri politici in particolare lo scontro politico in seguito alle botte di Venaus del 2005, ma non mi risulta che questo sia avvenuto; infatti, lo scontro politico si è acuito. Non a caso la Comunità montana detiene la maggioranza di amministratori contrari all'opera, sia che appartengano a liste civiche indipendenti dai partiti o che siano del PD, ovviamente quell'area del PD che è contraria all'opera. Più ci spostiamo verso Torino più il Partito Democratico assume posizioni maggiormente dubbie o proprio favorevoli; se poi, arriviamo a Roma, ovviamente, le posizioni sono completamente favorevoli, tanto da firmare ordini del giorno bipartisan PD-PdL.
Quindi, con 24 deliberazioni di rispettivi Consigli comunali contrari all'opera non si è riuniti nell'intento di spegnere il dibattito e la contrarietà politica.
L'ottica è sempre la solita, quella di spendere soldi per creare tavoli, che più che altro sono politici, che non danno beneficio per procedere nella progettazione dell'opera. Tra l'altro, ringraziamo l'Osservatorio tecnico perché coloro che, in valle, hanno studiato i quaderni sono riusciti ad ottenere un sacco di informazioni a discredito dell'opera stessa.
Per questo, trovandoci anche in un momento di ristrettezza economica chiediamo che la Regione non si prenda carico di un ente (di un tavolo o di un osservatorio, a seconda di come vogliamo chiamarlo) che, dal nostro punto di vista, è inutile. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Cavallera per l'illustrazione dell'emendamento rubricato n. 27; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
L'emendamento rubricato n. 27), sostanzialmente, è una riscrittura dell'articolo in modo - scusate il bisticcio di parole - più articolato e anche più chiaro, naturalmente con la differenza che la copertura di riferimento va dal 2010 al 2013.
Per quanto riguarda il 2010, ovviamente, interessa l'esercizio che sta terminando. Per quanto riguarda il 2011 e gli anni successivi vengono qui indicate chiaramente le modalità di copertura di questa spesa. Ovviamente è una copertura di spesa che è in sintonia con gli orientamenti della Giunta regionale in ordine al collegamento ferroviario Torino-Lione.



PRESIDENTE

Grazie.
aperta la discussione generale su entrambi gli emendamenti e sull'intero articolo.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento mi dà l'opportunità di discutere in ordine a una questione che, più volte, nella precedente legislatura, ha impegnato il Consiglio regionale.
Intanto, lo dico con molta franchezza, non condivido il giudizio che viene espresso nei confronti dell'Osservatorio. Non credo assolutamente che sia stato uno strumento inutile. Penso, al contrario, che si tratti di uno strumento che, in una certa fase, ha favorito un approfondimento delle questioni serie che sono al centro di questo progetto per realizzare l'Alta Velocità. Per tutta una fase l'Osservatorio è stato uno strumento decisivo per avviare un confronto tra Regione, Sindaci e coloro che erano contro il progetto, quindi non credo che sia giusto privarsi di questo strumento.
Sono favorevole, invece, alla TAV, lo dico molto onestamente, perch dobbiamo decidere cosa deve diventare questo Paese.
Vedete, non nego che ciascuna delle rivendicazioni e delle posizioni assunte dal movimento anti TAV - che rispetto - presa una ad una, abbia un fondamento e una propria legittimità, ma noi siamo chiamati a svolgere una funzione di governo e a porci il problema di cosa serve a questo Paese, per avviare una gran fase di modernizzazione. Vedete, non si può essere contro tutto, come teorizzare che noi siamo per difendere l'ambiente, che siamo contro la motorizzazione privata e un certo tipo di trasporto delle merci su strada (ricordo ai colleghi che l'80% delle merci viaggia su strada).
Non si può teorizzare per tutta una fase che occorre spostare le merci dalla strada alla rotaia (perché è utile all'economia, all'ambiente e alla società) e, poi, non discutere di questo con l'aspetto del progetto, che è assolutamente legittimo, non porsi il problema di come conquistare attorno a questo progetto un consenso il più ampio possibile, ma negare le ragioni stesse del progetto. Io su questo non sono d'accordo, noi dovremmo guardare ciò che capita anche oltre i confini nazionali.
Sono stupito. Badate, c'è una responsabilità delle classi dirigenti italiane per come anche questa vicenda è stata gestita all'inizio.



(Scampanellìo del Presidente)



RONZANI Wilmer

Presidente, ho terminato.
Non può essere che gli altri Paesi europei questi progetti li realizzano, mentre noi siamo un Paese che discute anni prima di porre in essere la realizzazione. Non è che la TAV non si farà, la TAV si farà semplicemente non passerà dall'Italia. Domando...



(Commenti del Consigliere Bono)



RONZANI Wilmer

No, si farà fuori dall'Italia, con il risultato che noi avremo perso una straordinaria occasione di sviluppo del nostro Paese, questo è il punto.
Viceversa, noi dovremmo lavorare per affrontare correttamente la questione, esaminare i problemi, risolverli, cercare un rapporto con le comunità locali, ma non mettere in discussione il valore di un progetto che serve non soltanto al Piemonte, ma al nostro Paese. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cursio; ne ha facoltà.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Volevo fare una riflessione, rivolgendomi soprattutto a chi ha presentato e sottoscritto questo emendamento. In Europea c'è un paese che negli anni Settanta ha dato vita al cosiddetto movimento greener, il partito dei "Verdi". Eppure, se apriamo una cartina geografica di quel paese, si evince quanto sia articolata la sua rete autostradale e ferroviaria. Nonostante ciò, dettano legge per quanto concerne la mentalità e il modo di essere "verdi", cioè attenti all'ambiente.
Non riesco a comprendere, quindi, cosa voglia dire evitare di fare la TAV (o TAC, che dir si voglia, Alta Capacità). Perché, fondamentalmente, se vogliamo insistere e pensare di tornare indietro nel tempo, lo possiamo anche fare, purché si accettino quelle che sono le inevitabili conseguenze.
Peraltro, io non credo che si possa tornare indietro, perché il progresso e l'inevitabile evoluzione dell'uomo porta verso il futuro; e il futuro altro non è che il progredire.
Mi stupisce, francamente, che si possa credere - forse strumentalmente che questo Paese debba essere arrestato da un manipolo di pensatori che credono di saperla più lunga, più grande e più grossa rispetto a tanti altri, che, forse per un atteggiamento moderato o per un pensiero più accondiscendente, accettano che altri profanino anche il modus vivendi.
Sinceramente, sono favorevole alla TAV (o TAC), perché ritengo sia inevitabile e rappresenti il futuro. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Anch'io concordo con le motivazioni che sono state riportate per esprimere una posizione contraria a questo emendamento.
Al di là della questione TAV, il problema - così si evince dal testo dell'emendamento - è che si è contrari al contributo per il funzionamento dell'Osservatorio. L'Osservatorio è stato uno strumento importante - basti pensare a com'era la situazione prima che lo stesso venisse costituito perché ha riaperto un dialogo con i Comuni della Valle e, quindi, con i cittadini. Non va dimenticato che è anche grazie all'intervento e al lavoro lungo e faticoso dell'Osservatorio che è stato possibile elaborare una proposta di tracciato che andasse incontro a molte delle osservazioni che erano state sollevate dai Comuni della Val di Susa.
Rispetto al ruolo dell'Osservatorio, e soprattutto alla capacità di chi lo ha diretto, si è dunque riaperto questo dialogo e oggi si può continuare a confrontarsi. Dopodiché, non so se si riuscirà o meno realizzare quest'opera, ma non entro nel merito della questione perché, da questo punto di vista, ci si addentra in un terreno molto più difficile. Io mi auguro, così come molti colleghi in Consiglio regionale (e non solo) che sono favorevoli a questa grande infrastruttura, che si vada nella direzione della realizzazione della TAV. Peraltro, mi permetto di evidenziare che in questi due anni di Governo nazionale non ho visto dei grossi passi in avanti rispetto alla realizzazione di questa enorme infrastruttura.
In ogni caso, Presidente, relativamente all'emendamento presentato dai colleghi del Movimento 5 stelle, per quanto ci riguarda noi siamo contrari.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Ho chiesto di intervenire perché trovo quantomeno ingeneroso il giudizio che viene espresso sull'Osservatorio. Credo che molti di noi abbiano ancora chiaramente impressa nella memoria qual era la situazione prima dell'avvio del lavoro dell'Osservatorio, soprattutto relativamente al livello di tensione e di incomprensione che c'era con la stragrande maggioranza dei cittadini della Valle.
Credo che sia stato grazie al lavoro che l'Osservatorio è riuscito a mettere in atto che molti hanno potuto intendere meglio l'utilità di questa infrastruttura e, più in generale, se sono stati possibili dei passi avanti a livello di comprensione. Sulla TAV credo che si potrà ancora discutere molto, perché mi pare che, al di là delle logiche di schieramento e del tentativo di cavalcare quelle che sono le complessità insite di quest'opera, molte incoerenze, pervenute anche da esponenti dell'attuale maggioranza di Governo nazionale e regionale, lascino quantomeno dei punti interrogativi sulla realizzazione di quest'opera. Al punto in cui si è giunti, relativamente al quel percorso che è stato avviato per inserire il nostro Paese all'interno di un sistema di infrastrutture a livello europeo sarebbe un errore non investire tutto lo sforzo possibile per completare e realizzare quest'opera. Credo che il lavoro che l'Osservatorio ha svolto in questo senso, per chiarire qual è la posta in gioco e quali sono le implicazioni reali di quest'opera, sia stato senz'altro importante.
Per questi motivi, voteremo sicuramente contro questo emendamento, e riteniamo quantomeno ingeneroso il giudizio che da questo emendamento traspare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Vorrei fare anch'io alcune riflessioni in merito all'Osservatorio perché l'argomento è sicuramente importante, dal momento che la sua costituzione ha consentito un'apertura di dialogo.
Oggi, visto il difficile momento che stiamo vivendo, entrare in Europa significa aprire le nostre frontiere, per dare sfogo al flusso turistico e lavorativo.
Sebbene sia abbastanza ambientalista, da imprenditore sono favorevole all'aumento dei posti di lavoro e, quindi, alla realizzazione della TAV: se ci chiudiamo in un guscio, il Piemonte non avrà lo sfogo necessario per il sud Europa.
Voterò contro questo emendamento e ribadisco la mia totale adesione alla realizzazione di quest'opera. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tiramani; ne ha facoltà.



TIRAMANI Paolo

Grazie, Presidente.
Vorrei ribadire che il Gruppo della Lega è favorevole alla realizzazione della TAV - ci mancherebbe! - però mi sembrava quantomeno corretto fare alcune puntualizzazioni, visti gli interventi dei colleghi dell'opposizione. Secondo gli stessi, infatti, sembra quasi che la realizzazione della TAV sia stata rallentata a causa di conflitti di interesse all'interno del centrodestra a livello nazionale.
A tal riguardo, vorrei ricordare che anche all'interno della vostra maggioranza c'era stata più di una conflittualità (ricordo, ad esempio, le azioni del collega Laus o, ancora, le posizioni assunte da alcuni Consiglieri che adesso non siedono più fra i banchi della Giunta regionale ma che, anche in campagna elettorale, erano ben note: mi riferisco, ad esempio, al collega Chieppa e al Gruppo di Rifondazione comunista). Dunque forse, avreste dovuto essere voi i primi a schiarirsi le idee nei cinque anni passati. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Ritorniamo al contenuto dell'articolo, perché riguarda un contributo ai Comuni per il funzionamento dell'osservatorio per il collegamento ferroviario. È un contributo ai Comuni per il funzionamento dell'osservatorio.
Volendo fare dibattiti ideologici su TAV sì o no, si dimentica il merito degli articoli.
Qualunque sia - e poi dirò come la penso io - l'opinione che abbiamo sulla TAV, qui si tratta di dare un contributo alle Amministrazioni comunali della valle, che hanno visto nell'Osservatorio un elemento che ha supportato i loro dubbi, la situazione di tensione che si era determinata e che ha svolto un lavoro.
Qui noi stiamo finanziando questo, attraverso questo articolo. Poi che si voglia cogliere l'occasione di questo articolo per riaprire il dibattito, va tutto bene. Però non vorrei che, per riaprire un dibattito con connotazioni assolutamente ideologiche, si danneggino quelle espresse Amministrazioni comunali che si dice di voler difendere.
una questione che pongo ai presentatori dell'emendamento, visto che non lo voterò. Non lo voterò, perché nel merito, indipendentemente dalle posizioni che si assumono, comunque danneggia Amministrazioni comunali che si sono avvalse dell'opera dell'Osservatorio.
La seconda ragione per cui non lo voto è perché penso che l'osservatorio e, in particolare, l'architetto Virano abbiano svolto un lavoro egregio. Su una materia come questa sarebbe stato difficile svolgerlo meglio in un contesto di tensione e di difficoltà.
Devo dire che poi, in particolare, l'architetto Virano e l'Osservatorio hanno sempre cercato di attenersi al merito delle questioni.
La terza ragione per cui non lo voto è perché il dibattito sull'Alta Velocità è un dibattito importante e meriterebbe più tempo e penso di potere approfondire questo ultimo terzo punto nel secondo intervento che svolgerò.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Come diceva giustamente la collega Manica, stiamo parlando di un contributo ai Comuni. Sappiamo di quanta energia economica abbiano bisogno in questo momento soprattutto i piccoli Comuni.
Sono stato tirato un po' in ballo, perché nella scorsa legislatura avevo chiesto con serietà e con serenità le dimissioni dell'allora Assessore alla sanità, Mario Valpreda, perché mi chiedevo come poteva un partito - e facevo riferimento a Rifondazione - avere la delega più importante del bilancio, cioè l'Assessorato alla sanità, ed essere contro ad una delle più grandi strutture che il nostro Paese sta sognando negli ultimi anni.
un Paese che ha bisogno di guardare oltre, di fare riforme strutturali, quindi quando ci troviamo di fronte a riforme strutturali credo che vadano marginalizzate, sentite ed ascoltate. Quindi, è giusto il lavoro dell'Osservatorio, ma più che altro faccio riferimento a quelle forme di alta strumentalizzazione che ci sono state per l'Alta Velocità da parte del movimento di Grillo, oggi Movimento 5 Stelle in Regione.
Parliamo di un movimento che va in profonda contraddizione nell'esprimere la propria azione politica, cioè da una parte chiedono a gran voce la partecipazione dei cittadini per ogni sorta e tipo di decisione e, nel contempo, si condanna il lavoro dell'Osservatorio, che altro non è che l'orecchio delle istituzioni sul respiro del territorio.
Quindi, esprimo un giudizio positivo sul lavoro dell'Osservatorio e chiaramente sono contrario all'emendamento presentato dai colleghi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ringrazio i colleghi che mi hanno fatto passare un dopo cena in allegria con i loro interventi. Ovviamente in due minuti di tempo non c'è possibilità di rispondere a quanto detto. Infatti penso che, nell'anno che si apre a breve, farò un convegno al quale inviterò tutti i colleghi, così potremo, al di là di posizioni ideologiche, prendere atto di alcuni dati concreti per emendare alcune posizioni che mi sembrano un po' frutto del pregiudizio più che della corretta informazione. Infatti noto che su molte tematiche i colleghi sono molto informati, ma mi sembra che sulla nuova linea Torino-Lione ad Alta Velocità ci sia scarsa informazione. Non lo dico con supponenza e con arroganza, non possiamo essere dei tuttologi, quindi è evidente che ci sono delle carenze.
Ricordo solo lo studio del dottor Mirko Federici dell'Università di Napoli che ci spiegava come il trasporto merci su treni ad Alta Velocità era più impattante dal punto di vista ambientale rispetto al trasporto su gomma, quindi con TIR.
Quindi, bisogna sempre avere ben presente su un ciclo di vita, i cosiddetti life cycles analysis, i dati delle emissioni nel ciclo completo del trasporto di merci.
Ovviamente su questo tema saremmo molto contenti di potere vedere una parte di merci passare su ferro. Al momento non succede così, i dati del trasporto merci su ferrovia sono in forte calo negli ultimi 15 anni, ben prima della crisi, però evidentemente c'è un interesse trasversale perch piacciono i buchi nelle montagne e piacciono i trenini ad Alta velocità.
Al di là di tutto, rispondo al collega Ronzani, dicendo che se guardiamo al di là dei confini nazionali, diverse nazioni, tra cui il Portogallo, la Serbia ed altre, hanno detto che da loro non passerà mai la linea ad Alta Velocità, perché tutti sanno - quelli che hanno un minimo di criterio nella spesa pubblica - che una linea ad Alta Velocità compromette le finanze per i prossimi decenni, perché non c'è un ritorno operativo dell'investimento.
Sono dati che potete anche prendere per quanto riguarda la linea Torino Milano che è frequentatissima, e anche la stessa linea Milano-Roma. Avevamo quello splendido Pendolino che ci invidiava tutta Europa e che viaggiava a 250 chilometri all'ora sulla stessa tratta delle linee normali, ma abbiamo voluto fare i buchi alle montagne, perché ci piacciono, e quindi abbiamo devastato il Mugello con tutte le falde. Vi ricordate che sono stati imputati per danno ambientale e per il resto delle accuse dal punto di vista penale sono stati scagionati i responsabili della TAV del Mugello.
Ripeto: visto che il dibattito era sull'emendamento, non mi sembrava che nella finanziaria dovesse rientrare una cifra ai Comuni per fare pubblicità e per fare incontri con i tecnici.
Penso che si poteva tagliare senza discutere della linea ad Alta Velocità Torino-Lione, per discutere della quale, se riesco, vi inviter con tecnici indipendenti a partire dal prossimo anno.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Voteremo contro per le ragioni ricordate dai colleghi che mi hanno preceduto, perché questo emendamento danneggia le Amministrazioni locali anche quelle che sono contro il progetto. Questo è il punto.
un emendamento da pazzi, in quanto è uno di quelli che si fanno per darsi una martellata, perché i Sindaci dei Comuni e l'Osservatorio probabilmente in questi anni hanno avuto argomenti da discutere per sostenere o per contrapporsi al progetto.
In ogni caso, l'Osservatorio è stato uno strumento che ha consentito questo confronto. Nel momento nel quale decido di sopprimere l'Osservatorio, perché elimino le risorse con le quali lo finanzio, anche dal punto di vista di coloro che intendono opporsi al progetto, non credo che facciamo un buon servizio. Finanziando l'Osservatorio, finanziamo uno strumento, se ho inteso, che consente naturalmente una sede di confronto attorno ad un progetto che ha fortissime implicazioni che non sto a ricordare.
Ci sono opinioni molto diverse, anche sull'impatto del trasporto su gomma rispetto a quello su rotaie e viceversa. Una cosa è certa: l'Osservatorio, in questi mesi, è stato uno strumento decisivo per avviare un confronto tra le amministrazioni locali, la Regione, la Provincia e financo il Governo. Lasciamo stare il giudizio su com'è stato diretto penso in maniera egregia - ma questo è evidente, difficilmente contestabile.
Cosa facciamo noi, anche quelli che sono contro il progetto? Decidiamo di sopprimere i finanziamenti dell'Osservatorio. Non credo che, in questo modo, aiutiamo quella discussione di cui si parlava.
Poiché la discussione è il "sale della terra" per affrontare le questioni, non ho interesse io, che sono contrario o a favore, ad eliminare uno strumento che quel confronto ha consentito. Per queste ragioni il nostro Gruppo voterà a favore dell'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cursio per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Volevo rispondere al Consigliere Bono dicendo che se l'allegria non le fosse bastata, potrei sempre consigliargli Prozac, la pillola della felicità.
Per quanto concerne l'atteggiamento avuto in passato, indubbiamente discutibile, l'Osservatorio, così come la concertazione, così come l'incontro, così come l'ascolto dei cittadini interessati al passaggio dell'Alta Capacità o Alta Velocità, naturalmente va fatto. Questo è indubbio.
Come si può prescindere da ciò? Oltretutto se si usano costantemente e continuamente tanti strumenti innovativi, tanti strumenti frutto dell'innovazione, dello sviluppo e della ricerca: il Consigliere Bono usa e abusa del computer in maniera esagerata.
Dico: se per caso, qualche decennio fa, qualcuno si fosse espresso sfavorevolmente all'utilizzo di tale strumento, avrebbe gioito parecchio di meno (immagino che quando gioca al computer provi molta più gioia).
Si chiede uno sforzo in più, al di là della posizione ormai arroccata ormai priva anche di fondamento e di logica umana. Come si fa ad arrestare l'innovazione tecnologica.
inevitabile che ci possono essere aspetti non concernenti con un buon uso, o quella che potrebbe essere una buona qualità della vita. Vivaddio bisognerà anche che si proceda e si vada avanti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Ho già fatto una dichiarazione prima, però mi spiace sentire che abbiamo rovinato la cena al Consigliere Bono. Noi non vogliamo rovinare nulla e neanche vogliamo farlo sorridere. Credo che si debba usare il buon senso.
L'Osservatorio - sono d'accordo con chi mi ha preceduto - è stato uno strumento di estrema importanza che la scienza ha messo a disposizione e l'uomo ha usato per aprire gli occhi sia della Regione, della Provincia e dello Stato ed avere la certezza che questo lavoro si può fare senza rovinare il territorio e, tanto meno, l'ambiente.
Ribadisco la mia contrarietà all'emendamento e ribadisco il mio pieno sì per andare avanti con la TAV. Non perdiamo più tempo, abbiamo bisogno di lavorare e andare avanti.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 32), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Ricordo che il numero legale è 28 - si è scongedato il Consigliere Vignale Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento sostitutivo rubricato n. 27).
Il Consiglio approva.
La votazione è estesa all'articolo 10, in quanto l'emendamento n. 27) è interamente sostitutivo dello stesso.
ARTICOLO 11 Emendamento rubricato n. 21) presentato dai Consiglieri Reschigna, Muliere Ronzani, Lepri, Motta Angela, Laus, Manica, Boeti, Pentenero, Gariglio: L'articolo 11 del disegno di legge 72 è interamente soppresso.
Emendamento rubricato n. 29) presentato dalla Giunta regionale (a firma degli Assessori Quaglia e Cavallera): Il secondo comma dell'articolo 11 è sostituito dal seguente nuovo comma: "I criteri per l'attuazione degli interventi previsti al precedente comma 1 sono determinati dalla Giunta regionale con propria deliberazione informata la competente commissione consiliare".
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione dell'emendamento rubricato n. 21.



RESCHIGNA Aldo

Sul disegno di legge n. 72 abbiamo presentato una serie di emendamenti ma uno richiama l'attenzione sostanziale della Giunta sul tema.
vero che la proposta che ha formulato la Giunta con l'articolo 11 del disegno di legge n. 72, apparentemente, non crea nessun problema ai Comuni. Invece di dare contributi in conto capitale, la Giunta dice sostanzialmente: il Comune contrae un mutuo, assumo l'obbligo di corrispondere al Comune le quote di ammortamento comprensivo di capitale e interessi per quegli interventi che ho messo all'interno della legge del programma.
Con la norma approvata nella legge di stabilità che ha ridotto la percentuale di possibile indebitamento, da parte dei piccoli Comuni, dal 15 all'8%, abbiamo fatto una serie di verifiche con la realtà dei piccoli Comuni. Alcuni Comuni ci hanno risposto che se l'onere è a totale carico della Regione, non hanno problemi, ma altri Comuni ci hanno sostanzialmente detto che loro non hanno più possibilità di contrazione mutui per effetto di questo elemento contenuto nella legge di stabilità che è stata approvata definitivamente. Questo, allora, è un punto che vogliamo porre all'attenzione.
La legge 18 ha una duplice valenza: è la legge che consente soprattutto ai piccoli Comuni di realizzare alcune contenute opere stradali e interventi su municipi, illuminazione pubblica e cimiteri, ed è una legge che consente anche di sostenere il mondo delle imprese piemontesi; l'entità dei contributi che storicamente la Regione eroga su questa legge varia infatti da un minimo di 30.000 ad un massimo di 70.000 euro per ciascun intervento e con quegli importi sono sostanzialmente le imprese locali ad essere nelle condizioni di poter lavorare. Il suggerimento che mi sento di dare è che si può magari immaginare anche un intervento mix, ricorrendo in parte ad uno strumento di questo tipo e in parte ad un intervento in conto capitale. La realtà dei piccoli Comuni piemontesi, infatti, è sostanzialmente diversa.
Propongo un secondo elemento di riflessione. Adesso non ho portato con me dati precisissimi, però i programmi annuali sulla legge 18 variavano sostanzialmente tra i 20 e i 25 milioni di euro l'anno, come contributi in conto capitale. Quello che apparentemente oggi è un risparmio per la Regione è un risparmio fittizio, perché nel giro di quattro anni, se si vuole proseguire...



(Commenti in aula)



RESCHIGNA Aldo

Presidente, ho due-tre emendamenti su questo argomento e vorrei illustrarli insieme.



PRESIDENTE

Il problema è che, prima degli altri due emendamenti del vostro Gruppo si inseriva quello della Giunta, rubricato n. 29). Allora, finiamo con l'illustrazione dei suoi emendamenti e poi diamo la parola alla Giunta per l'illustrazione del suo perché, qualora quello della Giunta trovasse accoglimento da parte del Consiglio, credo che questo possa rappresentare un elemento per il dibattito e che decadrebbero una serie di emendamenti.
Prego, continui, Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Perfetto.
Quella che oggi apparentemente è una scelta che determina un risparmio sul bilancio della Regione, nel giro di quattro anni, se si vuole proseguire, il risparmio è annullato. Se annualmente si utilizzano cinque milioni di euro ogni anno per pagare rate di ammortamento dei mutui, nel giro di quattro anni si ha lo stesso impegno sul bilancio della Regione ma nel corso degli anni, si andrebbe ad incrementare ulteriormente questo impegno. E questo è un altro elemento di riflessione.
Il terzo elemento è che questa novità dell'intervento per il pagamento di rate di mutuo richiede che ci sia un regolamento, un provvedimento da parte della Giunta, su cui noi chiediamo il parere della Commissione consiliare competente. E il parere - lo dico - non deve spaventare la Giunta regionale: prevedere il parere significa mettersi lì a ragionare e a riflettere insieme; ma è un modo per coinvolgere la Commissione.
Nella sua formulazione, infatti, l'articolo è anche sufficientemente vago: non si capisce di quant'è l'annualità di questi mutui, su quali criteri vengono costruiti questi programmi, quali sono le modalità attraverso le quali la Regione intende intervenire. Allora, su questi elementi che non possiamo pensare di definire tutti in un articolo di legge, noi immaginiamo che le modalità e l'attuazione sostanziale di questo articolo debba avvenire con un provvedimento della Giunta a seguito del parere della Commissione consiliare competente.
Grazie, Presidente



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Ronzani, do la parola al Vicepresidente Cavallera per l'illustrazione dell'emendamento rubricato n.
29).



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Stiamo parlando della legge 18/84 che è ben conosciuta a livello regionale e che dobbiamo cercare di utilizzare in modo particolare in questi momenti di difficoltà per tutti gli Enti territoriali. Naturalmente se le difficoltà esistono per tutti, le piccole realtà incontrano difficoltà ancora maggiori perché non hanno quell'elasticità che - seppure in condizioni di emergenza - possono avere gli Enti maggiori.
C'è del vero nelle cose sostenute dal collega Reschigna. Devo dire che se andiamo a ripercorrere la storia della Regione dal '70 ad oggi, possiamo vedere periodi nei quali si è massicciamente fatto ricorso al contributo in annualità e periodi nei quali si è fatto ricorso esclusivamente al contributo in conto capitale, proprio per evitare un eccessivo irrigidimento del bilancio regionale. Ricordo che già nel '95, all'inizio del mandato della Giunta Ghigo, ci si era posti questo problema e che erano state fatte poi parecchie conversioni: non ci sono solo gli oneri pluriennali della legge 18, ma nel frattempo sono nati i fondi di rotazione e ci sono tante altre modalità per interventi in campo economico che hanno "alleggerito" la situazione regionale.
Oggi ci troviamo però in una situazione di grave emergenza. Ci sono cioè delle assolute necessità e in via eccezionale - ritengo di fare una proposta che ovviamente non è certo la verità rivelata, ma solo una riflessione basata sull'esperienza - possiamo, limitatamente nel tempo fare ricorso a questa modalità perché consente di mobilitare una serie di risorse significative per aiutare a risolvere dei problemi i Comuni, per quelle opere essenziali cui faceva riferimento il Consigliere Reschigna.
Cosa determinerebbe questo? Scegliendo i piccoli Comuni e le taglie di intervento, per esempio tra i 100 e i 200.000 euro - che sono interventi già significativi per la realtà dei piccoli Comuni - si otterrebbe di far lavorare il sistema progettuale e il sistema realizzativo proprio di quelle imprese locali che maggiormente oggi risentono di questa crisi.
Devo dire che avevo analizzato i programmi elettorali, sia di una parte sia dell'altra - ovviamente quello del centrodestra lo conosco personalmente - nei quali tutti avevano detto che occorreva fare un intervento significativo in questo senso. Senza ricorrere a questa modalità l'intervento significativo non si riesce a fare.
Con questo emendamento propongo di andare verso le richieste che avanzava il collega Reschigna. Se poi nel mio emendamento, vogliamo sostituire l'espressione "informata la competente Commissione" con "sentita la competente Commissione" perché è più di garanzia, sono disponibile.
Tutto quello che è stato detto, però (i criteri, eccetera), è da condensarsi in una deliberazione della Giunta regionale da sottoporre preventivamente ad un parere, con la formula classica del "sentita la Commissione". Non ho alcuna difficoltà a confrontarmi su questo.
chiaro - e concludo - che bisognerà graduare le forme di intervento in rapporto alle possibilità effettive di assorbimento da parte delle realtà locali, senza escludere forme miste come diceva il collega Reschigna, ma neanche la contribuzione al 100% della rata di ammortamento a fronte di situazioni particolarmente pesanti della finanza locale e particolarmente importanti nella tipologia dell'opera. Queste sono le considerazioni che noi abbiamo fatto. Naturalmente la legge 18 prevede sia i contributi in conto capitale, sia in conto interesse.
Chiudo ricordando che, se avremo qualche risorsa disponibile in conto capitale, in qualità di Assessore e dunque anche come responsabile delle liquidazioni e degli impegni assunti in precedenza, ricordo che sono stati fatti dei disimpegni in una famosa delibera a cavallo tra i mesi di marzo e aprile (con determina conseguente tra marzo e aprile 2010), nella quale purtroppo, si dovranno destinare risorse in conto capitale per sanare quel vulnus che dobbiamo, comunque, coprire.
Per il resto, ci confronteremo in sede di Commissione. Vi invito ad approvare quanto da noi proposto.



PRESIDENTE

Diamo atto, quindi, che su proposta della Giunta regionale viene sostituita la parola "informata" con la parola "sentita".
Ripartiamo, quindi, dalla fase di illustrazione degli emendamenti n. 19) 20), 21) e 35), presentati dai Consiglieri Reschigna ed altri.
Emendamento rubricato n. 19) presentato dai Consiglieri Reschigna, Muliere Ronzani, Lepri, Motta Angela, Laus, Manica, Boeti, Pentenero, Gariglio: All'articolo 11 del disegno di legge n. 72, comma 2, dopo le parole "il loro ammortamento" è aggiunta la seguente locuzione: "con il parere della Commissione consiliare competente".
Emendamento rubricato n. 20) presentato dai Consiglieri Reschigna, Muliere Ronzani, Lepri, Motta Angela, Laus, Manica, Boeti, Pentenero, Gariglio: All'articolo 11 del disegno di legge n. 72, comma 3, le parole "la somma di 5.000.000,00" sono sostituite con le seguenti: "la somma di 6.000.000,00".
Emendamento rubricato n. 21) presentato dai Consiglieri Reschigna, Muliere Ronzani, Lepri, Motta Angela, Laus, Manica, Boeti, Pentenero, Gariglio: L'articolo 11 del disegno di legge n. 72 è interamente soppresso.
Emendamento rubricato n. 35) presentato dai Consiglieri Reschigna, Muliere Boeti, Ronzani, Lepri, Taricco: All'art. 11 viene aggiunto il seguente comma 5: "Le modalità di attuazione, 1° c. del presente articolo, i criteri di accesso, l'entità dell'intervento regionale sono definiti da apposito Regolamento da approvarsi entro tre mesi dall'entrata in vigore della presente legge con il parere della Commissione consiliare competente".
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Presidente, ho apprezzato la proposta formulata dall'Assessore Cavallera, che ha dichiarato la propria disponibilità a sostituire il termine "informata" con "sentita". Tuttavia, l'Assessore Cavallera non ha risposto alla questione che, giustamente, poneva il collega Reschigna.
Innanzitutto, non esiste una contrarietà di principio da parte nostra rispetto all'idea che si possa passare da un contributo in conto capitale ad un contributo in conto interesse. Anzi, più volte in Commissione, anche in merito ad altri provvedimenti, abbiamo ritenuto il contributo in conto interesse un intervento che poteva attivare una quantità maggiore di investimenti. Dunque, questo, per quanto ci riguarda, non è in discussione.
Qual è il problema, Assessore? Quando avete pensato questo emendamento che ha una sua logica e una sua ratio, e che per quanto mi riguarda poteva anche essere considerato davvero una novità, forse non avevate presente il fatto che la legge di stabilità introduceva un dimezzamento della capacità di indebitamento dei Comuni. Cosa capita, quindi? Noi sappiamo per certo perché ce lo hanno comunicato i Sindaci, che una parte dei Comuni piemontesi non sono nelle condizioni di aderire e di utilizzare la norma che state predisponendo.
Assessore Cavallera, qui si pone un problema. Se questo è vero - del resto, non ho motivo di pensare che i Sindaci abbiano detto una cosa diversa - stiamo approvando una norma che esclude a priori che una parte dei Comuni piemontesi possa utilizzarla. Questo è un problema, perché nella legge finanziaria si pensa ad una norma che modifica il tipo di contributo che si dà ai Comuni (è naturale che voi la proponiate). Ma lo si fa partendo dalla presunzione che questa norma possa valere erga omnes, ossia per tutti i Comuni del Piemonte, salvo scoprire che non è così. Questo come ho detto, è un problema.
Noi non possiamo stabilire una norma che valga per una parte dei Comuni e non per altri. Invito i colleghi a riflettere su questo punto.
In giro per il Piemonte ci saranno 200, 300 o 400 Amministrazioni che in passato hanno utilizzato la legge n. 18 per i finanziamenti di cui parlava il collega Reschigna - per investire, ad esempio, in cimiteri strade, municipi e così via - che potrebbero anche condividere la vostra idea di utilizzare il contributo per abbattere e per contribuire al pagamento delle rate del mutuo, ma che sono oggi nell'impossibilità di utilizzare quella norma.
Vi domando: cosa facciamo? Possiamo approvare una norma che stabilisce a priori, che una parte dei Comuni piemontesi non potrà utilizzarla? Questo è il punto politico.
Come fa un Consiglio regionale a discriminare tra un Comune e l'altro? Non dipende da noi, naturalmente, perché è una norma nazionale che ha ridotto questa capacità di indebitamento; ma quella è la conseguenza.
Assessore Cavallera, prendo atto del fatto che lei dice che i criteri potranno essere discussi in Commissione, ma a monte c'è un problema che lei deve risolvere.
Il problema da risolvere a monte è quello che la norma non può essere discriminante verso altri Comuni. Invece, non per colpa nostra, questa norma diventa oggettivamente discriminante verso quei Comuni che, avendo ridotte capacità di indebitamento, non potranno utilizzarla. Come facciamo allora? La invito, francamente, a riconsiderare la questione. Ci sono norme Assessore Cavallera, che possono dividere il Consiglio regionale, ma questa non dovrebbe essere una di quelle, posto che tutti conveniamo sul fatto che vadano inventati strumenti con cui trasferire risorse per investimenti in capo ai Comuni.
Fatico a pensare, allora, che non sia possibile ragionare su una riforma della norma che avete presentato, affinché tutti i Comuni possano continuare a beneficiare, se lo ritengono, dei contributi della legge n.
18, ancorché erogati nella forma del contributo in conto interesse.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Se c'è un Assessore che conosce bene il territorio regionale, è senz'altro Cavallera, perché sono convinto che se citiamo i 1.206 Comuni del Piemonte li conosce quasi tutti, a differenza di qualcuno che, in campagna elettorale, alla domanda "Quali sono i confini del Piemonte?", non sapeva, per esempio, che la nostra Regione, in un punto della Provincia di Alessandria, confina anche con l'Emilia Romagna. Il Presidente Cota non lo sapeva, ma del resto non si può sapere tutto rispetto al proprio territorio regionale! L'Assessore Cavallera, quindi, sa bene quali sono le problematiche anzi, credo che le conosca meglio di tutti noi, perché ha ricoperto più volte il ruolo di Assessore ai lavori pubblici in questa Regione, per cui conosce le realtà e le difficoltà che vivono i piccoli Comuni.
Non c'è un atteggiamento pregiudiziale nei confronti della legge n. 18 l'ho detto in Commissione e mi rivolgo ancora una volta ai colleghi della maggioranza: con l'approvazione di questo articolo sapete cosa stiamo facendo? Qualcuno sì, ma forse molti non lo hanno recepito. Attraverso una norma positiva come la legge n. 18 del 1984, venivano erogati ogni anno con il criterio dell'alternanza (se un Comune un anno riceveva un contributo, l'anno dopo non gli veniva dato), dei contributi ai Comuni, che programmavano i propri lavori sapendo che, almeno un anno sì e uno no potevano utilizzare 25.000, 30.000 o 50.000 euro, a seconda dell'entità del lavoro. Per un Comune questi soldi significavano - e significano tuttora la sopravvivenza. Oggi, soprattutto i piccoli Comuni, sono alla canna del gas! Alla canna del gas! Non ce la fanno più.
Adesso stiamo introducendo una norma che cambia totalmente questa logica. Assessore, questa impostazione non è del tutto errata, ma pu funzionare per un paio d'anni (due, tre, quattro al massimo). Dopo che un Comune avrà acceso un mutuo di 50, 100 o 150 mila euro - è chiaro che se si accende un mutuo, lo si fa per un lavoro importante - non ce la farà più non avrà più la capacità di indebitarsi.
Perché non pensiamo ad una possibilità per cui il Comune che è in grado di accendere il mutuo, potrà utilizzare questa norma, mentre per l'altro che non sarà nelle condizioni di farlo, si stabilisce un tetto minimo? Naturalmente non gli possiamo concedere 50, 60 o 70 mila euro! Se il Comune di Carrega Ligure, che confina appunto con l'Emilia Romagna, non è in grado di accendere un mutuo, offriamogli comunque la possibilità di ricevere un contributo secondo la normativa che finora abbiamo utilizzato, quella del contributo a fondo perduto. Quantomeno potremmo ragionarci: inseriamo in questo articolo la possibilità di adoperare il vecchio criterio di utilizzo della legge n. 18. Poi introduciamo pure questa idea dell'Assessore Cavallera, ma permettiamo almeno i due binari.
Diamo questa possibilità ai Comuni del territorio regionale, perch credo che sia vitale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Mi spiace oggi ammonire per ben due volte il Vicepresidente: prima l'ho rimproverato perché si era fatto trascinare nella tentazione maciste della Lega; adesso, invece, lo criticherò un po' di più nel merito.
Assessore, magari avrò compreso male io, oppure può darsi che le sue affermazioni siano scaturite da un'interpretazione letterale del testo che forse, non è propriamente corretta.
Lei ha riportato il testo senza emendamenti, per cui pensa che sia evidente il contenuto; ma come avevo ribadito già in sede in Commissione, a me non risulta chiaro, quindi le chiederei un'interpretazione autentica in tal senso.
Laddove si dice "contributi in annualità fino alla misura e alla durata occorrente al totale ammortamento del mutuo", significa che la Regione intende intervenire solo per la copertura degli interessi, o anche per le rate del mutuo? Perché se così fosse - in questo caso confermerei la mia critica - lei non sta facendo un'operazione in conto capitale, ma un'operazione di concessione di contributi a fondo perduto, per un valore notevolmente superiore agli importi che noi abbiamo concesso finora.
Mi pare di aver capito - peraltro posso sbagliarmi - che sostanzialmente c'è la possibilità di concedere contributi in conto capitale laddove è possibile abbattere il costo degli interessi in diverse misure o avere anche una parte dell'investimento. Il contributo a fondo perduto, invece, prevede una parte di investimento e il resto è a carico dell'investitore. In questo caso, lei, addirittura, prevede la possibilità che tutte le rate di ammortamento possano essere coperte dalla Regione. In pratica, non si esclude questa possibilità, per cui è ben più di un contributo in conto capitale, che va ad abbattere l'investimento e/o gli interessi. Soluzione, questa, che inevitabilmente limita la leva moltiplicativa che, invece, risoluzioni come il fondo rotativo o il contributo a fondo perduto o ancora il contributo in conto interessi determinerebbero.
Quindi lei, con la sua proposta (a meno di non essere stato male interpretato, ma mi conferma con i gesti che ho ben compreso), sta introducendo un meccanismo per cui non solo in pochi anni finirà per intasare la dotazione, e quindi impedirà alla Regione di poter concedere ulteriori contributi (nel giro di quattro o cinque anni si arriverà a quella cifra di 25 milioni che prima veniva ricordata come la dotazione che in questi anni abbiamo dato), ma finirà per ridurre notevolmente il numero dei beneficiari, nella misura in cui sono questi a godere potenzialmente (anche interamente) della copertura dell'investimento. Non si capisce la logica, Assessore.
Lei ci propone un meccanismo che finisce non per moltiplicare gli investimenti, ma per indurne la portata limitata a poche Amministrazioni che saranno, evidentemente, beneficiate anche con logiche che speriamo siano trasparenti (ma, a questo punto, temiamo che non lo siano). In ogni caso, si tratta di realtà che avranno certamente la possibilità di investire, ma saranno poche e dopo pochi anni non si potrà aumentare il numero degli stessi beneficiari.
Si prospetta, quindi, un risultato del tutto diverso da quello che lei ha inteso annunciare.
Mi fermerei qui, posto che il tempo a mia disposizione è esaurito, ma non potrò che continuare successivamente la mia riflessione, perché temo che sia ancora incompleta. E nel prossimo intervento in discussione generale mi soffermerò sulla imprecisione dello stesso testo e sugli effetti che ciò determina.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Noi non abbiamo alcun pregiudizio verso le ragioni che hanno indotto alla scrittura di questa normativa. Tuttavia, come hanno evidenziato i miei colleghi, abbiamo alcune osservazioni da muovere in merito alla metodologia con cui, tramite questo articolo, si perseguono le modalità illustrate dall'Assessore Cavallera.
Come ha già anticipato il Presidente Reschigna, la situazione contabile e finanziaria dei Comuni di piccola dimensione di questo Paese - lei la conoscerà sicuramente meglio di me - è tale per cui questa normativa rende difficile, per una platea di piccoli Comuni già vicini alle soglie massime di indebitamento previste dal Patto di stabilità, utilizzare il canale della legge n. 18, che, storicamente, serviva a queste Amministrazioni per risolvere i loro problemi di manutenzione quotidiana.
La modalità di finanziamo che lei individua con contributi in annualità fino alla misura e alla durata occorrente al totale ammortamento del mutuo potrebbe, inizialmente, generare un effetto espansivo (utilizzare una somma di cinque milioni e creare un volano estremamente più ampio, specie nei primi anni, magari di dieci volte superiore alla somma che si mette in campo), ma successivamente potrebbe dar vita ad alcuni risultati negativi che ci permettiamo di manifestarle.
Sebbene siano già stati evidenziati, ad abundantiam ritornerei a sottolinearli, partendo proprio dal fatto che nella platea dei destinatari alcuni Comuni verranno automaticamente messi fuori gioco. In tal senso poiché si tratta di Comuni che potrebbero essere distribuiti su tutto il territorio e che potrebbero essere di qualsiasi tipo di amministrazione, è un problema generale che si porrà nei mesi avvenire.
Le chiediamo, dunque, di immaginare una modalità per evitare che alcuni Comuni, per ragioni indipendenti dalla loro volontà, siano esclusi dalla possibilità di poter ricorrere a questi benefici.
Dall'altro lato, Vicepresidente, le segnaliamo che questo sistema di procedere potrebbe avere un effetto espansivo nei primi anni, ma dopo il quarto o quinto anno rischierebbe di rappresentare un onere insostenibile per il bilancio della Regione; pertanto, questo effetto espansivo sarà gioco forza, limitato nel tempo.
Capiamo la necessità di intervenire in questo primo momento di grave crisi economica, ma le chiediamo di trovare delle soluzioni perseguibili.
Del resto, non è indispensabile procedere immediatamente all'esame di questo emendamento o di questo articolo, per cui le chiedo, Vicepresidente di riflettere ulteriormente e di offrire la possibilità anche ai Comuni che, al di là della loro responsabilità, non possono utilizzare questo canale di finanziamento, di ricorrere a quei piccoli contributi che abbiamo storicamente dato, per esempio, per i marciapiedi, per i cimiteri o per le sedi comunali.
In estrema sintesi, ci pare un ragionamento di buonsenso e apprezziamo anche lo sforzo con cui si intende favorire, con piccoli lavori, anche gli artigiani e i piccoli imprenditori locali; sicuramente è un'azione che non cambierà l'economia, ma potrebbe aiutare in un periodo di sofferenza.
Noi pensiamo che con il buonsenso e con l'esperienza che a lei sicuramente non manca, si possano trovare soluzioni eque per dare una spinta, specie nella prima fase dell'economia, utilizzando risorse che facciano da volano a somme maggiori, non pregiudicando, però, gli enti minori in situazioni di indebitamento maggiore. Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa l'illustrazione.
Dichiaro aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Anch'io voglio esprimere, da una parte, apprezzamento per l'obiettivo che ci si prefigge e per lo sforzo da parte dell'Assessore nell'individuare uno strumento, come ci è stato già in alcune occasioni illustrato, che vuole mettere in campo una misura nuova, sia pure con una logica antica.
Questi strumenti, sia pure denominati diversamente, già negli anni passati erano stati oggetto di sperimentazione - allora venivano chiamati "limiti all'impegno per mutui" - da parte dello stesso Ministero dell'Agricoltura quale mezzo di investimento.
Dall'altra, vorrei rimarcare alcune considerazioni e la prima, in qualche misura, fa riferimento a quanto appena espresso dal Consigliere Gariglio.
Questo tipo di strumento finisce inevitabilmente per trasformare ci che nel primo anno viene avviato, quale autorizzazione ai Comuni a contrarre il mutuo, in un'ingessatura negli anni che seguiranno, perché è evidente che non si pagherà soltanto il primo anno il rateo del mutuo. In qualche misura, nel momento in cui l'Amministrazione regionale si assume l'impegno di accompagnare l'investimento da parte del Comune, che attiva il mutuo per l'investimento, poi, dovrà garantire la copertura delle rate anche negli esercizi a seguire. Quindi, in qualche modo, si configura una sorta di indebitamento sotto mentite spoglie, perché è evidente che, sia pure non denominandolo così, di fatto, lo è nella sostanza a tutti gli effetti.
Inoltre, questo tipo di scelta finisce inevitabilmente per penalizzare tantissimi Comuni che dalla riduzione della possibilità di indebitamento si vedranno esclusi dall'esercizio di questo tipo di strumento.
Nei giorni scorsi, abbiamo voluto inviare a molti Comuni la richiesta di segnalarci la situazione nella quale verrebbero a trovarsi alla luce di questa norma. Il quadro è il seguente: la stragrande maggioranza dei piccoli e medi Comuni non sarà in grado di utilizzarlo questo strumento che rischia di posizionarsi tra il velleitario e il virtuale, nel senso che, in teoria, esiste, ma, in pratica, non può essere utilizzato.
Noi crediamo che questo tipo di ragionamento rischi veramente di essere monco, soprattutto nel momento in cui viene messo in campo come alternativo, in qualche modo, alla legge n. 18/1984 così come la conosciamo oggi.
Ritengo utile raccogliere la sollecitazione espressa prima dal collega Muliere, ripensando questo strumento in un'ottica di affiancamento, secondo una logica di intervento soprattutto nei piccoli e piccolissimi comuni.
Veramente, corriamo il rischio, essendo concepita come alternativa alla legge n. 18, che avvenga come in passato, quando i vecchi ci raccontavano di far vedere l'acciuga che pendeva dal soffitto per dar gusto alla polenta, ma, poi, si mangiava soltanto la polenta.
Credo valga la pena di ripensare questa norma, perché rischia veramente di trovarsi tra il virtuale e il velleitario. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, ringrazio per i passi in avanti compiuti da parte dell'Assessore Cavallera, che, a mio avviso, si sta avvicinando a quanto proposto dal collega Reschigna, però qui la questione interessa tutti i Comuni del Piemonte.
Chi vi parla ha ricoperto per vent'anni la carica di Sindaco e sa cosa vuol dire, sa cos'è la legge n. 18/1984; anche il collega Cavallera so che conosce molto bene la realtà dei Comuni del Piemonte.
Qui non dobbiamo giocare su questi Comuni, perché quelli piccoli proprio in questo momento, come è stato detto da chi è intervenuto prima di me, stanno attraversando un momento molto difficile, sono al collasso. A causa del Patto di stabilità e del problema dell'indebitamento pubblico non poter utilizzare la legge n. 18/1984 rappresenta un dramma non di poco conto per alcuni Comuni.
Guai se non ci fosse, si fermerebbe la stragrande maggioranza dei Comuni del Piemonte, andremo veramente al doppio collasso, perché si ridurrebbero ancora altri posti di lavoro, che vorrebbe dire bloccare il Paese.
All'Assessore Cavallera, che, a mio avviso, è una persona saggia e onesta, che sta lavorando con impegno, chiedo di mettere da parte questo emendamento, per ragionarci ancora e individuare una forma che venga votata da tutti i colleghi, perché non dobbiamo giocare sui Comuni, dobbiamo essere tutti compatti e uniti.
Provi ancora a lavorare in questo senso, ci incontreremo in sede di Commissione, dove lo esamineremo punto per punto; sono convinto che si troverà la formulazione adatta. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Poiché condivido la proposta avanzata dal Consigliere Negro, invito l'Assessore ad accantonare per questa sera questo articolo - potremmo esaminare quello successivo - in maniera che l'Assessore abbia tempo questa notte, o domani mattina, di studiare una qualche soluzione.



(Commenti in aula)



RONZANI Wilmer

Domani mattina.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Scusate! Prego, Consigliere Ronzani, prosegua.



RONZANI Wilmer

La questione non è di destra o di sinistra, è evidente, è di buonsenso.
Siamo tutti d'accordo sul fatto che, così come è strutturata, la norma finisce obiettivamente per tagliare fuori una parte dei Comuni piemontesi dalla possibilità di accedere a questi finanziamenti.
Ora, rischiamo di approvare una norma, ancorché motivata dalle ragioni che ricordava l'Assessore Cavallera, che, paradossalmente, penalizzerà i Comuni che hanno maggiore necessità. Questo è un paradosso, in quanto i Comuni che hanno minori capacità di indebitamento saranno i Comuni che non potranno accedere a questo finanziamento e non potranno fare quegli investimenti che per molti di loro sono gli unici investimenti che possono effettuare. È chiaro qual è il problema? Senza contare il fatto che approvo una norma che discrimina e divide il Piemonte. Da una parte avremo Comuni che diranno: "Bravissima la Giunta regionale, bravissimo il Consiglio regionale! Hanno fatto un norma che io utilizzo"; dall'altra parte avremo un bel po' di Comuni che dicono: "Fino a ieri contavo sul fatto che la legge n. 18, se le cose andavano in un certo modo, poteva finanziare un intervento per 30-40 mila euro. Da domani in poi questa cosa non c'è più".
Quindi, si crea, rispetto alla situazione precedente, un vuoto che non consente di fare investimenti in questi Comuni. Non fatelo! Se il ragionamento fosse solo politico, potremmo dire: "Aggiustatevi".
Faremo una polemica contro di voi, diremo che avete inventato una norma che taglia fuori una parte del Piemonte dai finanziamenti, ma siccome il nostro obiettivo francamente non è questo, ma è quello di ragionare e di trovare insieme una soluzione, insisto, Presidente Cattaneo, la Giunta accantoni oggi questo articolo. Domani abbiamo tempo per ragionarci sopra.
Da parte del mio Gruppo c'è la volontà di risolvere la questione.
Poiché il problema interessa tutti ed è interesse nostro fare in modo che la norma sia meno punitiva rispetto ai Comuni, ancorché non ritenga sbagliato il vostro punto di vista di partenza, ne misuro gli effetti. Per gli effetti possono essere negativi e se sono negativi, correggiamoli.
Quindi, Presidente, riformuliamo la proposta di accantonare l'articolo in maniera che sia possibile trovare una soluzione diversa con l'aiuto degli uffici oltre che dell'Assessore e dei Gruppi consiliari.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Solamente per precisare che attualmente la legge regionale n. 18 già prevede contributi in conto capitale e contributi in conto interesse. Se notate, qui si parla di contributi in annualità, non a caso, proprio per graduare l'intervento secondo le necessità.
chiaro che l'alternativa del conto capitale - indubbiamente nessuno di noi pensa di trovare delle strade tribolate né per la Regione né per i Comuni - per quanto riguarda la Regione è legata ad un ulteriore incremento dell'indebitamento regionale. Questo lo sapete benissimo.
A questo punto, stanti le compatibilità finanziarie contenute nel bilancio e nella legge finanziaria, è chiaro che se riteniamo di mettere in campo per un anno o due - proviamo una volta non certo in modo permanente l'ho detto prima - è una risposta che si dà in un momento nel quale è opportuno smuovere il sistema locale dal punto di vista della progettazione e della realizzazione imperniato prevalentemente su affidamenti sotto soglia, quindi di solito rivolti all'imprenditoria locale.
Quindi, è una cosa diffusa in tutta la Regione, a beneficio di un minimo di trasfusione di sangue, inteso come infrastrutture piccole, ma importanti, oppure opere piccole ma importanti.
La considerazione è solo questa e la consapevolezza c'è tutta.
chiaro che se riusciamo ad avere una provvista di 40 milioni in più dobbiamo ricordarci - e lo domando anche a voi visto che lo sapete bene che la Giunta regionale ha tolto degli impegni a marzo-aprile di quest'anno. Questi impegni erano anche sulla legge n. 18, quindi il conto capitale che riusciamo a mettere in campo, in primis, dovrà andare in quella direzione, cioè coprire un'operazione che non siamo stati noi, come Amministrazione nuova, a fare, ma che comunque dovremo coprire perché i Comuni, piccoli o grandi che siano, chiederanno il contributo che in conto capitale che era stato promesso.
Insomma, c'è una continuità tra un'Amministrazione e l'altra che deve comunque essere assicurata, perché è il sistema che è basato su questo.
Abbiamo trovato questa possibilità straordinaria, una tantum, da concordare come criterio e come modalità, perché è l'unica che riesce a mettere in movimento un certo volume di interventi - e sappiamo tutti quanto siano necessari - attraverso un'articolazione della provvista finanziaria, naturalmente a carico della Regione.
La legge n. 18 in via ordinaria prevedeva contributi in conto interesse. Perché? Quando è nata, gli interessi erano a due cifre e poi c'era la devoluzione diretta alla Cassa Depositi e Prestiti. Mi ricordo quando dal fronte comunale o provinciale facevo i mutui.
Adesso è completamente diverso: c'è Finpiemonte che dialoga con il sistema bancario regionale e che individuerà un gruppo di banche disponibili a fare la provvista finanziaria, spuntando - mi auguro - tassi vantaggiosi e facendo in modo che siano banche locali, quindi attente al territorio. Cercando tutti insieme di spendere il meno possibile come onere finanziario, mettiamo a disposizione, temporaneamente, del sistema Piemonte le risorse di cui ha bisogno.
Poi è chiaro che alla lunga in termini strategici bisognerà vedere.
Anche la strada del fondo di rotazione l'aveva percorsa il nostro collega di allora, che era l'Assessore Ferraris, ma poi abbiamo visto che, per quanto riguarda il fronte comunale, soprattutto dei piccoli Comuni, è una modalità che non funziona. Mentre per il sistema delle imprese o delle aziende anche pubbliche o parapubbliche, sta in piedi, per quanto riguarda l'ente territoriale, anche per le modalità di formazione del bilancio di tipo finanziario, è un sistema molto difficile.
Questa è la soluzione che si è trovata. C'è tempo per ragionare sui criteri e sulla delibera. Avremo un assestamento di bilancio quanto prima perché partiamo per tempo. Potremo correggere il tiro, quindi non c'è nessuna fuga in avanti, se non un tentativo di mettere a disposizione un insieme di risorse per andare incontro a delle necessità, che con questa circostanza della copertura da parte della Regione, non incidano sull'onere.
Ricordo quando dopo l'alluvione del 2000, ad esempio, abbiamo avuto 1.500 miliardi di lire con mutui a totale carico dello Stato. Lo Stato non aveva subito i soldi tutti disponibili, ma servivano per opere urgentissime, che ancora adesso lo Stato starà pagando, perché erano mutui decennali, se non ventennali.
Questa è la ratio, non c'è nulla sotto e nessun golpe. La legge n. 18 continua a valere e in via eccezionale abbiamo previsto la possibilità di intervenire in annualità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cursio.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Devo dire che pur apprezzando il timido tentativo, vista la mole del Vicepresidente, ci si poteva aspettare anche un passo più slanciato e più deciso. È vero che ci sono gli strumenti come la legge n. 18, è vero che c'è in questa misura il tentativo di dare un ulteriore aiuto, però non vorrei che questa misura andasse incontro all'atteggiamento che viene solitamente premiato in questo Paese, cioè quello che il furbastro, riesce meglio di chi, invece, si adopera benevolmente. Vorrei che, invece, il tentativo fosse più pronunciato, più audace, verso un generale atteggiamento di apertura, anche di maggiore attenzione, verso quei Comuni che, purtroppo, malgrado le loro difficoltà - soprattutto chi è più attento alle politiche locali - potessero avere maggiore possibilità di accedere ad un finanziamento.
Mi rendo conto che non è semplice, però bisognerebbe andare verso un'impostazione di questo tipo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Ho avuto l'opportunità di sentire l'opinione dell'Assessore Cavallera.
vero che ogni anno ci si trova, sostanzialmente, a dovere coprire partite che, assegnate negli anni precedenti, arrivano a scadenza in modo un po' casuale, cioè quando i Comuni finalmente realizzano l'opera e chiedono il finanziamento. Questa è l'annosa vicenda dei perenti sulla quale l'altro giorno ho proposto - e proverò a fare una proposta di opposizione, ma suggerirei di farla alla Giunta - di valutare la possibilità - che forse deve essere trattata a livello nazionale - di una contabilità che diventi di cassa e che, quindi, consenta di superare queste cose.
Ogni anno si mette a bilancio tutto quello che si pensa di spendere in quello stesso anno sulla base anche degli impegni precedenti, di cui si deve tenere conto attraverso un apposito elenco degli impegni presi. Una gestione solo di cassa dei bilanci, perché le gestioni di competenza sono sempre più impossibili, essendo poco prevedibili i tempi. Questo lo capisco.
Ciò che quest'anno è autorizzato, assegnato, ovviamente si realizzerà magari tra tre anni - o magari più - ma se c'è un anno buco, è come se un anno in cui non si assume nessuno, è un'intera generazione che manca in una struttura. Avere anche dei fondi quest'anno serve per avere dei risultati che si raggiungeranno nei prossimi anni.
Il fatto di averli solo in partita corrente, assegnandoli come sostanzialmente contributi in conto interesse - anche se sono un po' anomali, perché non è un vero contributo in conto interessi - significa rigettare sul futuro molti costi, anche se, apparentemente, quest'anno se ne mettono pochi. La partita dovrebbe essere quanto meno equilibrata, avere un po' di parte corrente e un po' di investimento, come è prassi trattandosi anche di interventi di tipo diverso che finanziano operazioni diverse.
Credo sia giusto annullare questa voce e riprogrammarla, in bilancio in modo equilibrato, o trovare un'altra formula per farlo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato l'intervento del Vicepresidente Cavallera. L'intervento del Vicepresidente, sostanzialmente, verte su un punto. L'alternativa a questa operazione è un'operazione che accresce l'indebitamento della Regione ma, di fatto, Vicepresidente, questo è comunque un incremento dell'indebitamento della Regione. Non si considererà mai, formalmente, un importo che va a crescere il livello dei mutui contratti, ma diventa un elemento di rigidità per vent'anni sul bilancio della Regione: è lo stesso identico scenario.
Ripeto un ragionamento. Non siamo aprioristicamente contrari ad un'ipotesi di intervento di questo tipo da parte della Giunta regionale. Se al posto del termine "informata" utilizziamo "sentita la Commissione consiliare", quella parte l'abbiamo risolta. Rimane un altro problema: come riusciamo a garantire, lo dicevano altri interventi, che attraverso un meccanismo operativo di questo tipo ci possono essere Comuni di serie A e Comuni di serie B, cioè Comuni che, teoricamente, possono accedervi e comuni che, teoricamente e praticamente, sono preclusi dalla possibilità di accedere a tale opportunità.
L'unica soluzione che immagino, emersa anche nell'intervento di alcuni colleghi dell'opposizione, sta sostanzialmente in questo: teniamo l'articolo della legge finanziaria, modifichiamo l'"informata" in "sentita", dotiamoci di importi non corrispondenti a quelli degli anni passati dei programmi della legge n. 18, ma importi ridotti nella tabella di bilancio (ipotizzo quattro-cinque milioni di euro, per essere chiaro).
Dopodiché, se non sono utilizzati, vanno in avanzo di amministrazione oppure li sposterete per altri scopi, con un vincolo preciso, che noi indichiamo.
I Comuni che hanno la possibilità di accedere al programma della Regione attraverso lo strumento dell'articolo della legge finanziaria accedono con quello strumento. Quell'intervento in conto capitale, a questo punto, sarà unicamente destinato a quei Comuni che non hanno la possibilità, per la norma introdotta nella legge di stabilità nazionale, di poter accedere a questo strumento.
La soluzione al problema sta in un intervento mix da parte dell'amministrazione regionale. Fondamentale è l'intervento a garanzia del mutuo contratto dai Comuni. La subordinata che noi chiediamo di conservare altrimenti creiamo una condizione a priori di non accesso da parte dei Comuni, sta nel fatto che per quei pochi - non so 10, 100, nessuno ha dati precisi in mano a riguardo - Comuni che non avranno questo tipo di possibilità, l'Amministrazione regionale, se ritiene meritevoli quegli interventi proposti da quei Comuni stessi, per loro risolverà con il conto capitale. Mi sembra un problema facilmente risolvibile. Immagino questa soluzione.
Possiamo votare l'articolo di legge finanziaria trasformando la parola "informata" in "sentita", ad un condizione: che nei prossimi giorni, quando interverremo sulle tabelle delle legge di bilancio, recupereremo tutti insieme cinque milioni di euro da finalizzare unicamente a quei Comuni che non hanno la possibilità di utili. Una dote, Assessore Quaglia, che consente di dire che non c'è preclusione in partenza.
Quell'importo sarà unicamente destinato a quei Comuni che non hanno la possibilità di intervenire con lo strumento del mutuo, con l'ordine di ammortamento a carico del bilancio della Regione.



PRESIDENTE

Comunico che è già stato modificato dai proponenti, quindi dalla Giunta regionale, il termine "informata" con "sentita".
A seguito del suo intervento mi sembra di capire che gli emendamenti rubricati n. 19) , 20), 21) e 25) siano ritirati.
La parola al Vicepresidente Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Tre milioni, se non ricordo male, mi sembra che già ci siano. Parliamo del disegno di legge successivo, cui faceva riferimento il Consigliere Reschigna.
Il Consigliere parlava di cinque milioni, noi avevamo valutato tre.
Ovviamente il referente del bilancio non sono io, ma l'Assessore al bilancio. Ero andato in quella direzione. Lo davo per scontato, perché nei fogli che abbiamo distribuito in Commissione c'era un'integrazione proprio sui capitoli della legge 18. Lo approfondiamo poi sul bilancio, ma questo è un meccanismo che non possiamo che mettere a punto nella finanziaria. Vanno in ammortamento l'anno dopo, perché questo decorre dal 2012: è proprio nella direzione che i colleghi dicevano.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Negro, che però è già intervenuto potrà rifarlo in sede di dichiarazione di voto.
Mi rivolgo al Presidente Reschigna: mi sembra che vengano confermati i tre milioni e che non ci siano gli elementi attuali per garantire i cinque anche se vi è la volontà da parte della Giunta regionale. Lei mantiene gli emendamenti? Ha chiesto la parola per una precisazione il Vicepresidente Cavallera ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Faccio riferimento ai fogli distribuiti in Commissione: non come richiesta iniziale, ma come proposta operativa della ripartizione delle risorse che sottendono a quel livello di indebitamento che è stato discusso. Mi ricordo quindi che erano previsti dieci milioni nell'UPB con riferimento alla legge 18, ai mezzi sgombraneve e ad un altro capitolo: si tratta quindi sicuramente di non meno di tre. Del resto, ciò che dicevano i colleghi era di avere una quota da riferire a quelle realtà che non possono accedere sull'altro versante.
Diciamo che siamo sintonizzati sul "se"; sul "quanto" la discussione è aperta ma non mi sembra corretto, adesso, anticipare un dibattito che dev'essere fatto in sede di bilancio. A me interessa che venga messo a punto il meccanismo, che in via straordinaria metteremo in avanzata lavorazione, per vederne tutte le implicazioni all'interno di quella deliberazione di Giunta che indicherà le modalità operative.



PRESIDENTE

Consigliere Reschigna, mantiene gli emendamenti? La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

No, Presidente: noi ritiriamo gli emendamenti, anche se voglio ribadire un concetto. La proposta che con insistenza il Vicepresidente sta sostenendo è una proposta che crea in ogni caso una rigidità sugli esercizi futuri. Per assurdo, infatti, un'Amministrazione può decidere un anno di destinare dei fondi con priorità agli interventi in opere pubbliche e decidere un altro anno che le priorità sono altre. Con questo sistema invece, per 15-20 anni ci si troverà queste poste sul bilancio della Regione.
Allora, per logicità ritiro gli emendamenti; non voteremo l'articolo e certamente sulla legge di bilancio riproporremo il tema di uno stanziamento che consenta il diritto teorico di accesso a tutti i Comuni del Piemonte.



PRESIDENTE

Bene, diamo atto che sono ritirati gli emendamenti rubricati n. 19) 20), 21) e 35) e che resta in vita il solo emendamento sostitutivo rubricato n. 29) della Giunta regionale, così come modificato.
La prima dichiarazione di voto è del Consigliere Negro.
La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Innanzitutto ritengo giusto e mi fa piacere che sia presente il Presidente Cota, nostro Governatore, che voglio salutare: ha fatto bene a venire anche questa sera. Ritengo sia doveroso...



(Commenti in aula)



NEGRO Giovanni

la prima sera che facciamo questa lunga carrellata di Consiglio.



PRESIDENTE

Ascoltiamo il Consigliere Negro! Prego, continui, collega.



NEGRO Giovanni

Ecco, grazie.
Mi fa ancora più piacere che il richiamo che ho fatto al Vicepresidente Cavallera non sia stato vano, ma abbia funzionato. Innanzitutto apprezzo che si trovi questa "quadra" che lei ha citato - ho visto anche il collega Reschigna abbastanza favorevole - per far in modo che tutti i Comuni possano accedere. A questo riguardo affermo nella mia dichiarazione di voto di essere convinto che si troverà questo accordo e che le promesse saranno mantenute.
Per questo motivo voterò a favore.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Negro.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 29).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 11, come modificato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Emendamento rubricato n. 22) presentato dai Consiglieri Reschigna, Muliere Ronzani, Lepri, Motta Angela, Laus, Manica, Boeti, Pentenero, Gariglio: L'articolo 13 è abrogato.
Il Consigliere Reschigna è d'accordo nel darlo per illustrato.
Non essendovi richieste d'intervento né per la discussione generale né per dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 22), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 13, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Emendamento rubricato n. 23) presentato dai Consiglieri Reschigna, Muliere Ronzani, Lepri, Motta Angela, Laus, Manica, Boeti, Pentenero, Gariglio: All'articolo 14, comma 1, le parole "sono soggetti a rivalutazione triennale sulla base del tasso di inflazione programmato per ciascun anno del triennio precedente. Il coefficienti di aggiornamento è individuato alla scadenza di ciascun triennio con apposito provvedimento del responsabile della struttura regionale competente" sono sostituite dalle parole "sono soggetti a rivalutazione annuale sulla base del tasso di inflazione accertato dall'Istat nell'anno precedente. Il coefficiente di aggiornamento è individuato alla con apposito provvedimento del responsabile della struttura regionale competente".
Non essendovi alcuna richiesta d'intervento, indìco la votazione palese dell'emendamento rubricato n. 23), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere negativo.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 14, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Emendamento rubricato n. 2) presentato dal Consigliere Bono: "Art. 15 (Modifica all'articolo 7 della legge regionale 21 aprile 2006, n.
14 'Legge finanziaria per l'anno 2006' 1. Il comma 1 articolo 7 della legge regionale 21 aprile 2006, n. 14 (Legge finanziaria per l'anno 2006) è così sostituito: ' 1. A partire dal 1° gennaio anno 2011 è prevista, a carico del titolare di concessione di acque minerali e di sorgente destinate all'imbottigliamento, la corresponsione, a favore dell'Amministrazione regionale, di un canone annuo posticipato pari a euro 3 per ogni 1.000 litri di acqua minerale e di sorgente imbottigliata comprese le bibite confezionate con le suddette acque, riducibili a euro 2 in caso di imbottigliamento in vetro.'." La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione dell'emendamento n.
2).



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'emendamento era già stato presentato in Commissione, quindi è già noto almeno ai Consiglieri Commissari presenti alla discussione. Chiede di parificare le tariffe riguardanti l'imbottigliamento delle acque minerali a quanto richiesto dalla Conferenza Stato-Regioni, che ci ha inseriti nella zona grigia delle Regioni inadempienti, per quanto riguarda l'imbottigliamento delle acque.
Si chiedeva da un minimo di un euro a 2,5 euro per metro cubo, cioè 1.000 litri imbottigliati, mentre noi abbiamo una cifra attuale di circa 0,7 euro per metro cubo.
Tra l'altro, si chiedeva anche un meno 30 euro per ettaro; noi nel nostro emendamento abbiamo voluto essere buoni e abbiamo chiesto tre euro per metro cubo imbottigliato, riducibile eventualmente a due, nel caso in cui le acque vengano imbottigliate in vetro, per ridurre l'impatto ambientale delle bottiglie in polietilene, in PET. Sappiamo che attualmente solo il 30% di queste bottiglie viene conferito nei bidoncini della raccolta differenziata, quindi il 75% va a gravare indirettamente come costo sociale e ambientale, per il conferimento in discarica, o di incenerimento, sulle tasse dei contribuenti.
Chiediamo che l'emendamento sia recepito dalla Giunta, in quanto permetterebbe di dare delle risorse, in particolare ai Comuni e alle Comunità montane. Ricordiamo che il canone dell'imbottigliamento è destinato, per il 35%, alla Regione, per il 35% ai Comuni e per il 30% alle Comunità montane. Questo permetterebbe di avere un extra gettito di circa 3,7 milioni di euro, in quanto attualmente in Piemonte sono imbottigliati oltre 1,6 miliardi di litri d'acqua: una cifra notevole.
Pertanto, 1,2 milioni andrebbero alle Comunità montane, senza pregiudicare assolutamente gli utili delle aziende produttrici di acque minerali, che hanno dei profitti molto floridi; la Sant'Anna, ad esempio che imbottiglia circa 700 milioni di litri d'acqua, ha un fatturato di oltre 250 milioni di euro. Andremmo, pertanto, ad incidere veramente poco.
Si tratta di un emendamento assolutamente di merito, a costo zero.
Speriamo che la Giunta, nella persona dell'Assessore Quaglia o - perché no del Presidente Cota, oggi presente, possa recepire questo emendamento che va anche, in senso leghista, in senso federale, a difendere i nostri territori, le nostre acque, quindi può essere assolutamente condivisibile.
Ricordo che il Veneto del Governatore Zaia ha le tariffe più alte d'Italia: tre euro per metro cubo e 587 euro per ettaro, quindi potremmo imitare, in questo caso, l'esempio virtuoso del Veneto.
Grazie.



PRESIDENTE

Il Consigliere Biolé non è presente in aula, pertanto chiudo l'illustrazione dell'emendamento n. 2).
Emendamento rubricato n. 24) presentato dai Consiglieri Reschigna, Muliere Ronzani, Lepri, Motta Angela, Laus, Manica, Boeti, Pentenero, Gariglio: All'articolo 15 è aggiunto il seguente comma 2 bis: "2 bis All'articolo 7 della l.r. 14/2006, dopo il comma 3 è aggiunto il seguente comma 3 bis: '3 bis. Fatta salva l'autocertificazione prodotta dagli stabilimenti di imbottigliamento nel momento del versamento del canone di concessione dalla quale risultino la quantità di acqua minerale naturale e di sorgente imbottigliata in plastica, di quella imbottigliata in vetro, nonché di quella utilizzata per la preparazione di bevande, è facoltà degli uffici regionali competenti effettuare verifiche e controlli presso i misuratori installati, nonché sui documenti contabili del titolare.'." La parola al Consigliere Reschigna, per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Con quest'emendamento all'articolo 15, che - voglio ricordare - è un articolo che serve più a sanare il passato che ad immaginare le politiche e l'atteggiamento dell'Amministrazione regionale in futuro, intendiamo incominciare ad affrontare il tema dei controlli.
Sul tema relativo al canone di imbottigliamento ed anche complessivamente sui controlli abbiamo presentato due emendamenti, che sono due articoli aggiuntivi.
Qual è il concetto che vogliamo esprimere? Nella precedente legislatura regionale, abbiamo introdotto due canoni: uno riguardava il diritto di escavazione e l'altro il diritto di imbottigliamento.
Entrambe le riscossioni su questi due diritti si basano unicamente su meccanismi di autocertificazione. Riteniamo i meccanismi di autocertificazione non siano sufficienti, perché rischiano di determinare situazioni di squilibrio tra i produttori; tra chi è onesto e chi non lo è.
E questo non è pensabile che possa avvenire.
Invito ad analizzare i dati; ho chiesto e ottenuto i dati sulle riscossioni relative all'esercizio 2009 e, se analizziamo i dati con un minimo di attenzione, possiamo renderci conto che oggi in Piemonte l'applicazione di questi due canoni crea situazioni di disuguaglianza tra le industrie produttive.
Questo è il primo ragionamento che vogliamo introdurre con l'emendamento in oggetto.
Abbiamo, poi, presentato due emendamenti che introducono due articoli più completi sulla materia, per porre un problema: quello di definire un meccanismo di controllo da parte della Giunta regionale, che consenta una parità di comportamento tra soggetti produttori. Questo è il punto fondamentale che vogliamo esprimere.
Sul tema poi sollevato dall'emendamento del collega Bono, interverremo in sede di discussione generale...



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Reschigna, la interrompo. Nel frattempo, abbiamo recuperato l'emendamento n. 8) - che era stato inserito in una prima fase come articolo aggiuntivo - firmato dal Consigliere Ronzani, molto simile a quello del Consigliere Bono che propone una modifica dell'articolo n. 7 della legge n. 14. In questo caso riguarda i canoni.



RESCHIGNA Aldo

L'emendamento n. 8), che ha come primo firmatario il Consigliere Ronzani, è un articolo aggiuntivo.



PRESIDENTE

Lo lasciamo così?



RESCHIGNA Aldo

Lo lasciamo come articolo aggiuntivo per la semplice ragione che l'articolo 15 - ribadisco questo concetto - della legge finanziaria, serve più a rimediare ad un errore, che mi sembra sia stato compiuto sulla legge di assestamento dell'anno 2010.
Su questo articolo non abbiamo alcun rilievo perché riguarda il passato. Su questo articolo vogliamo iniziare ad introdurre il tema dei controlli.
Con l'emendamento il cui primo firmatario è il Consigliere Ronzani immaginiamo un diverso atteggiamento in termine di applicazione alla tariffa dall'oggi al domani. Per questo non mi sento di considerare aggregabile alla discussione l'emendamento n. 8) che, volutamente, è un articolo aggiuntivo ad un emendamento sull'articolo 15.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Abbiamo presentato questo gruppo di emendamenti per porre, anzitutto un problema di politica delle entrate.
Poco fa abbiamo discusso della questione che riguarda, ahimè, la difficoltà con la quale finanziare la legge n. 18. Qui, volendo, abbiamo la conferma di come, attraverso interventi di questo tipo, potremmo finanziare la legge n. 18. È evidente perché, attraverso un'accorta politica tariffaria, in questo caso riguardante i canoni delle acque, noi potremmo come ricordava il Consigliere Bono, avere quegli incrementi delle entrate.
Anche se, diversamente dal Consigliere Bono, immaginiamo una gradualità maggiore nello stabilire il canone per quanto riguarda l'imbottigliamento e non l'emunto, altro problema. Abbiamo scelto di immaginare una tariffa e di aumentarla, ma si tratta di tariffe riferite all'imbottigliamento, non all'emunto. Abbiamo Regioni in Italia che tariffano anche l'emunto: tutto ciò che è estratto. È chiaro qual è il problema? Volendo qui sarebbe possibile fare un certo tipo di politica delle entrate. Sarebbe possibile farla, incamerando delle risorse e stabilendo anche un principio di equità, rispetto ad altre Regioni. È stato ricordato dai colleghi che mi hanno preceduto che noi siamo tra le Regioni che tariffano a livello più basso. La Regione Veneto applica una politica tariffaria diversa: chiede tre euro per ogni mille litri imbottigliati.
Mi domando: siccome l'acqua è una risorsa straordinaria, ed è una risorsa importante, secondo me dobbiamo governare questa risorsa e dobbiamo immaginare una politica tariffaria che ci consenta di stabilire un principio di equità e, al tempo stesso, anche di utilizzare questa leva tariffaria, per fare una politica delle entrate. Il nostro obiettivo è questo.
Poiché abbiamo parlato poco fa di Comuni che hanno il problema del finanziamento della legge n. 18, quale migliore occasione per reperire risorse con le quali finanziare questo fondo? Il gettito derivante dalle tariffe, serve a finanziare Regione, Comuni e Comunità montane.
Da questo punto di vista, penso che la proposta che noi formuliamo vada presa in attenta considerazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

I colleghi, precedentemente, illustrando l'emendamento all'articolo 5 hanno avuto modo di ricordare due elementi che secondo me sono di grande importanza.
Il primo. Come tutta questa partita riguardi un intervento sulla politica delle entrate molto significativa. Devo ricordare che il Piemonte insieme con altre regioni, a differenza di molte altre, è particolarmente ricco dal punto di vista della presenza di sorgenti e della possibilità di arrivare alla produzione di una risorsa così importante, come sono le acque minerali. È una regione che, da questo punto di vista, si caratterizza nel panorama delle regioni italiane. È molto importante capire che livello di regolamentazione noi realizziamo su questo.
L'emendamento all'articolo 15 regolamenta la situazione pregressa vuole creare una situazione non di sperequazione, ma di perequazione tra le varie aziende stabilendo delle percentuali di suddivisione (35% ai Comuni come si prevede, le Comunità montane e la Regione) e la possibilità che ci sia una situazione paritaria non attraverso l'accettazione tout court di altre certificazioni, ma attraverso l'inserimento di un serio regime di controlli seri e possibili.
Nello stesso tempo, abbiamo anche detto come affronteremo in sede di un articolo aggiuntivo, con un emendamento successivo, una più complessiva regolamentazione della materia. Riteniamo anche che questo sia uno di quegli emendamenti che la Giunta potrebbe prendere seriamente in considerazione ed anche accogliere, non rifugiandosi dietro un atteggiamento pregiudiziale, un rifiuto pregiudiziale e di una non presa in considerazione pregiudiziale.
Qualora lo valutasse attentamente, si renderebbe conto che è positivo dal punto di vista delle entrate della Regione, ma è anche positivo da un punto di vista di equità per una situazione di perequazione tra le varie aziende e inserirebbe strumenti di controlli più seri di quanto fino ad oggi non ci siano stati.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Con l'emendamento n. 24) volevamo aiutare l'amministrazione e l'Ente ad aiutare i comuni a svolgere bene la funzione propria.
Siamo assolutamente a favore delle imprese che operano nel settore, sia delle imprese che operano nel settore dell'imbottigliamento sia di imprese che operano nel settore dell'estrazione. Al di là delle polemiche che ogni tanto sono sollevate mediaticamente, conosciamo benissimo le difficoltà che tutto il mondo imprenditoriale affronta e siamo consapevoli delle marginalità, molto ridotte, con cui spesso alcuni settori imprenditoriali si trovano ad operare.
Chiediamo - lo dico al Presidente e alla Giunta regionale - che, fatto salvo il sistema dell'autocertificazione, si introducano degli strumenti quali, lo decida la Giunta regionale e li proponga al Consiglio regionale per assicurarsi che l'utilizzo di un bene, che comunque è pubblico, avvenga e sia concordato nelle sue quantità e nelle sue modalità, nel modo più rigoroso possibile. Lo diciamo a beneficio dei cittadini, cui questo bene in ultima analisi appartiene, a beneficio delle amministrazioni comunali che sono destinatarie della maggior parte delle risorse, e a beneficio del nostro Ente.
Non abbiamo una situazione di preoccupazione o pregiudizio nei confronti di chi opera in questi settori, ma riteniamo che un'amministrazione debba, oltre imporre norme, anche verificare l'efficacia della norma.
Chiediamo di procedere a proporre al Consiglio dei meccanismi con cui andare in questa direzione per permettere, a tutti, di fare bene il proprio lavoro; per troncare ogni dubbio su quello che avviene in questi settori per far sì che tutto ciò che è dovuto venga pagato e che non ci sia alcuna sorta di polemica su ciò che avviene. Chiediamo alla Giunta regionale di farsi carico di quest'esigenza e di quest'istanza: siamo disponibili a confrontarci e a trovare delle modalità, anche tramite una collaborazione con le associazioni d'impresa che operano in questi settori, per individuare una soluzione costruttiva.
Siamo in presenza di un bene pubblico, che giustamente viene utilizzato perché è una risorsa. Ecco, vogliamo aiutare a trovare la regolamentazione più opportuna di questo patrimonio. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Presidente, servono pochi secondi per illustrare e spiegare questo concetto. Come vedete, non sono esperto e non conosco a fondo la legge regionale 21, però devo dire che qui ci troviamo di fronte ad un principio elementare, del quale l'Ente pubblico dev'essere garante: il principio dell'applicazione di regole finalizzate a promuovere una concorrenza leale.
Quando parliamo di imprese, parliamo di imprese sane e nessuno di noi ha la patente a priori nello stabilire chi è sano e chi non lo è, se non vengono effettuati determinati tipi di controlli. Esprimo pieno rispetto dunque, nei confronti delle imprese.
Questo emendamento è di alta serietà perché è già "morbido": si parla infatti di "facoltà degli Uffici regionali competenti di effettuare verifiche e controlli presso i misuratori installati, nonché sui documenti contabili del titolare". Io purtroppo mi sono distratto, quando ho firmato questo documento: avrei suggerito ai colleghi di prendere in seria considerazione la sostituzione del termine "facoltà" con il termine "dovere". È un dovere delle istituzioni, infatti, verificare e controllare.
Nel nostro Paese - anche se qui adesso non parliamo di questo e non voglio esagerare, ma lo dico giusto per dare una più chiara colorazione al messaggio - il più grande problema è l'evasione di chi non paga o non versa il giusto. Purtroppo in un momento di crisi e difficoltà non possiamo permetterci il lusso di rimetterci alla discrezionalità dell'impresa e dell'imprenditore nell'autocertificare quando deve all'Ente regionale.
Per questo motivo, quindi, non "sono sicuro" - come diceva la collega Artesio oggi - che la Giunta accetterà questo emendamento. Credo però che questo emendamento n. 24) possa essere tranquillamente accolto, perché ben si sposa con quanto il partito che esprime il Presidente della Giunta ha predicato e predica in questi anni, per quanto riguarda legalità trasparenza, controlli.
Solo per questo motivo sono convinto - non al 100%, ma al 99,9% - che questo emendamento venga accolto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Credo che il tema dei controlli delle attività produttive della nostra Regione sia un tema importante; tanto più che qui stiamo parlando di un bene prezioso come quello dell'acqua. Non conosco bene l'argomento, perch naturalmente non si può conoscere tutto; in particolare non conoscevo il fatto che vigesse semplicemente l'autocertificazione e che non ci fosse un sistema di controllo rispetto all'attività in oggetto.
Credo quindi che sia una questione di equità e di giustizia mettere sullo stesso piano tutte le aziende che lavorano in questo campo; tra l'altro l'osservazione del collega Laus è anche attenta perché, più che la "facoltà", bisognerebbe mettere in campo un sistema di controlli obbligatori. Su questa come su altre attività è chiaro che tutti sono onesti fino a prova contraria, ma nel nostro Paese il tema dell'evasione è un tema conosciuto e reale che tutti ci poniamo l'obiettivo di affrontare.
Anche in quest'ottica e nell'interesse della Regione credo sia utile mettere in campo un sistema di controlli in questo campo.
Penso che la Giunta possa dunque accogliere favorevolmente questo emendamento.



PRESIDENTE

Grazie. Dichiaro chiusa la fase dell'illustrazione.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Quaglia; ne ha facoltà.



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

Dunque, ricostruisco un po' la storia dell'articolo 15 inserito in finanziaria. In Commissione c'era già stata una discussione in merito all'opportunità di inserirlo nel disegno di legge collegato alla finanziaria e poi, su richiesta (se ricordo bene) del Consigliere Taricco avevamo fatto un approfondimento e l'articolo era stato stralciato dal collegato e reinserito nel testo della finanziaria, perché andava a sanare una parte relativa all'assestamento.
Ricordo quest'iter per fare una proposta in merito all'emendamento n.
24) e, se il Presidente acconsente, anche in merito a due altri emendamenti presentati a modifica di questa legge finanziaria, il n. 6) e il n. 7): credo che riproporli sul collegato possa dare a questo Consiglio l'opportunità di un breve approfondimento, visto che il collegato attualmente è in discussione in I Commissione. A questo proposito mi ricollego anche all'intervento del Consigliere Gariglio, che parlava di individuare le modalità più opportune per rendere gli emendamenti operativi, posto che sul tema c'è l'attenzione da parte della Giunta e anche la volontà dell'Assessore Ravello di lavorarci. In questo modo sarà così possibile capire, sia rispetto ai canoni di imbottigliamento sia a quelli di escavazione, quali sono le migliori opportunità per l'applicazione di questi emendamenti.
La proposta della Giunta per quanto riguarda l'emendamento n. 24) e gli emendamenti n. 6) e 7), che vanno comunque ad incidere su questa legge regionale, è quella di inserirli nel collegato alla finanziaria che è in discussione in I Commissione.



PRESIDENTE

Siamo in fase di discussione generale. La Giunta ha fatto un intervento preliminare con il quale ha proposto ai firmatari dell'emendamento n. 24) dell'emendamento n. 6), che propone di istituire l'articolo 19 ter), e dell'emendamento n. 7), che propone di istituire l'articolo 19 quater, di ritirarli e ripresentarli sul collegato.
Considerato che l'emendamento n. 8) verte sulla stessa materia, chiedo all'Assessore Quaglia di esprimersi.



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

Sull'emendamento n. 8) la Giunta esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola, a nome dei proponenti, il Consigliere Reschigna ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Intervengo sull'intervento della Giunta regionale. Non siamo d'accordo a spostarlo sul Collegato per due ragioni: primo, perché il ruolo del Collegato - come lo intendiamo noi - è il ruolo di uno strumento legislativo che va a modificare una serie di leggi regionali.
Voglio ricordare che entrambi questi canoni sono stati introdotti in legge finanziaria e non può essere altrimenti. Non esiste una legge regionale di settore che disciplini il canone di imbottigliamento o il divieto di escavazione: sono due norme introdotte all'interno di due leggi finanziarie nella precedente legislatura.
Seconda questione: con questo emendamento, ed anche con i successivi cui ha fatto riferimento l'Assessore Quaglia, non individuiamo lo strumento del controllo, ma diciamo: "Attenzione, l'esperienza ci dice che stare unicamente sulla base dell'autocertificazione prodotta dalle ditte significa non avere le garanzie che ci sia parità di trattamento nei confronti del sistema delle imprese".
Infatti, in tutti gli emendamenti presentati, individuiamo uno strumento, che è quello delle modalità che saranno definite successivamente dalla Giunta regionale, in raccordo con l'altro sistema dei poteri locali che è in parte il beneficiario dei proventi di questi due canoni.
Quindi, non è che individuiamo una soluzione precisa sul sistema dei controlli, ma chiediamo di introdurre in legge finanziaria il tema dei controlli e diciamo alla Giunta regionale: "Su questo, ragiona; sottoponi una proposta, in termini di regolamento, con il parere della Commissione consiliare competente".
Pertanto, non è che spostarlo da qui al Collegato ci consentirà di individuare lo strumento attraverso il quale verranno esercitati i controlli, perché anche lì non potremo fare altro che inserire una norma che introduca, nella legislazione regionale, il meccanismo dei controlli.
Sotto questo aspetto, non capisco le resistenze della Giunta regionale lo dico molto francamente. Non le capisco, perché si introduce una norma molto semplice, che è quella di dire: "Giunta regionale, studia un meccanismo dei controlli. Studia, e, quando l'hai studiato, portalo in Commissione e noi daremo il parere." Non c'è da inventare la scienza in una notte o in una giornata di lavoro! Con una norma di legge, introduciamo obbligatoriamente, per legge l'impegno della Giunta regionale ad attivarsi in questa direzione.



PRESIDENTE

Quindi, mantiene l'emendamento.
aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Assessore Quaglia, non devo ricordarglielo io, ma lei è Assessore al bilancio! Noi stiamo discutendo della politica delle entrate e voi ci avete spiegato, giustamente, che c'è un problema di indebitamento della Regione tanto è vero che poco fa avete proposto di finanziare i Comuni sulla legge 18, ricorrendo ad un meccanismo altro per evitare l'aumento dell'indebitamento, che poi c'è ugualmente.
Noi vi diamo l'opportunità di immaginare, attraverso un'accorta politica delle entrate, di avere un gettito maggiore.
Assessore Quaglia, ma chi glielo fa fare di non considerare questa proposta? Capirei se ci fosse un'opposizione nemica delle imprese, che assume atteggiamenti punitivi nei confronti delle imprese e immagina politiche del canone punitive verso le aziende che imbottigliano acqua minerale. Ma passare da 0,70 a due euro ogni mille litri imbottigliati, in un Paese in cui la Regione Veneto ha indicato come canone tre euro ogni mille litri imbottigliati, non credo sia una cosa impossibile e impraticabile e non credo che metta in ginocchio le imprese che imbottigliano acqua minerale! Aggiungo - l'ha ricordato il collega Gariglio - che stiamo discutendo di un bene che è di tutti. L'acqua è di tutti: è chiaro il problema? Se è di tutti, quel signore che imbottiglia l'acqua, che è anche mia, abbia la cortesia e la compiacenza di pagare un canone! Stabiliamo, allora, un'equa corresponsione del canone, perché l'acqua ripeto - è di tutti noi, anche se qualcuno la imbottiglia e la vende e immagino che ne ricavi anche - come è giusto che sia, perché è un'impresa ed è nata per fare profitti - degli utili considerevoli.
Francamente, non capisco per quale motivo l'Assessore non si ponga il problema di un graduale adeguamento dei canoni. Capirei se, di fronte alla proposta del Consigliere Bono e del Gruppo del PD, l'Assessore Quaglia dicesse: "Non lo 0,70; facciamo l'1,40, l'1,50, perché intendo arrivare gradualmente ai 2 o ai 2,5 euro"! Voi state difendendo un canone che non sta né in cielo né in terra quando avete un problema di entrate e potreste destinare queste risorse per finanziare i Comuni della montagna! Ma non sta in piedi quello che fate! Del resto, non mi risulta che le imprese venete siano state messe fuori dal mercato, a causa di questo canone! Va bene? Non mi risulta e sono pronto a scommettere che anche le imprese piemontesi non usciranno dal mercato per effetto di un graduale aumento del canone, mentre mi risulta che un graduale aumento del canone vi consentirebbe di fare una politica delle entrate che servirebbe alla Regione! Voi dite di no: non capisco perché. Non capisco!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Assessore, questo non ce lo può fare! Questo proprio no! Le chiediamo gentilmente di accogliere l'emendamento, perché mentre il collega Ronzani si concentra sulle aliquote, io non conosco i rapporti di mercato, quindi non mi esprimo in merito, ma le faccio presente che qui parliamo della verifica, cioè del controllo, del pagamento.
Chi ha un'impresa, se l'impresa è sana, mira alla concorrenza leale non ho mai visto rimettersi alla discrezionalità dell'imprenditore nel dire quanto ha guadagnato e decidere lui quanto deve contribuire all'erario.
Provate a immaginare se, per assurdo, qui dentro si trovasse a passare un dipendente pubblico (volevo fare un esempio con altre professioni, ma diciamo pure un dipendente pubblico, perché in effetti è presente). Adesso diciamo agli uscieri: nel mese di gennaio decidete voi, in base a quante ore avete lavorato, senza aver timbrato, quanto dovete contribuire di IRPEF o quant'altro! Mi sembra una sconcezza! Magari esagero con questi esempi, però qui si tratta proprio dell'abc e chi vi parla è uno che fa impresa. A me non hanno mai lasciato discrezionalità, dicendo: "Se vuoi, paga, oppure no"! Non stiamo parlando di aziende in difficoltà, per cui dobbiamo intervenire e stabilire: "Per un anno, due anni o tre anni ci rimettiamo alla vostra discrezionalità, poi cerchiamo di trovare un regolamento per andare avanti"! Qui stiamo parlando di imprese che godono - il collega Ronzani lo sa meglio di me - di buona salute.
Chiedo, quindi, non dico a nome del Gruppo - non me lo posso permettere, perché abbiamo un brillante Presidente di Gruppo - ma in nome del buonsenso, alla Giunta e, in modo particolare, all'Assessore Quaglia che è dotata di alto buonsenso, di accogliere questo emendamento che costa zero.
Se teniamo conto - e concludo - che stiamo approvando un bilancio che ha sette miliardi e 300 milioni di euro di debiti (non li ha contratti lei Assessore, non è certo responsabilità solo sua, anche se ultimamente, per il colpo degli ultimi investimenti sulla spesa corrente, non tanto sulla spesa degli investimenti, perché sappiamo che siete allergici agli investimenti, qualche responsabilità l'avete, ma non voglio trasformare questo mio intervento di merito in un intervento polemico), è importante che voi accogliate il nostro emendamento. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
I cinque emendamenti presentati dal Gruppo del Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle sono di natura diversa. Due hanno un carattere legato all'aumento del canone, quindi rientrano perfettamente in una legge finanziaria; mentre gli altri tre sono di carattere regolamentare.
La contrarietà rispetto all'aumento del canone, sempre per coerenza, è la stessa che dimostrammo e mostrammo quando introduceste il canone e noi eravamo all'opposizione e facemmo una battaglia per la riduzione del canone e per la distribuzione equa sul territorio delle risorse. Ricordiamo che quando è nata la legge il 100% era incassato dalle Regioni successivamente, con una modifica del sottoscritto e di alcuni colleghi dell'allora maggioranza, fu riportato il 30-35%, quindi riportando sui territori il denaro che sottraevamo da quei territori.
La motivazione della contrarietà è la stessa di cinque anni fa.
Crediamo che il livello di tassazione in questo Paese sia già elevato e non servano gabelle regionali per aumentarlo. Rispetto alla competitività, è evidente che ognuno fa i paragoni che vuole. Potrei dire che la vicina Regione Liguria non ha canone; che la Regione Umbria non ha canone; che la Regione Sicilia non ha canone: i grandi concorrenti, unitamente alla Regione Lombardia e alla Regione Veneto che hanno il canone, delle nostre imprese.
Che le nostre imprese possano avere un po' di vantaggio competitivo rispetto alle imprese lombarde, venete o di altre regioni perché il canone è basso e non lo aumentiamo, credo sia un aspetto positivo e vale tanto rispetto alle acque quanto rispetto all'escavazione.
Sempre per coerenza emerge un altro aspetto: siete andati a tassare nella prima finanziaria, le uniche imprese, quelle caviere e quelle dell'imbottigliamento, che producono posti di lavoro unicamente nelle realtà montane, in cui un posto di lavoro è particolarmente caro.
Sui tre emendamenti, invece, siamo assolutamente d'accordo che vadano fatti controlli. Segnalo il fatto che un soggetto che impone un canone controlla quando vuole, non lo deve scrivere in legge. Oggi c'è l'autocertificazione - una modalità che la precedente Giunta si diede - ma è evidente che se faccio una legge in cui c'è un canone, quella legge pu prevedere le modalità di controllo che vuole.
Concludo con un invito ai colleghi, che può essere recepito o no, sugli emendamenti n. 6), n. 7) e n. 24): come giustamente ricordava il Consigliere Reschigna, abbiamo sempre discusso di un tema importante quale quello dell'imbottigliamento e del canone di estrazione in finanziaria perché non abbiamo mai discusso una proposta di legge, anche se sono state presentate più proposte. Non dico una proposta di legge che sembrerebbe prendere in giro i Gruppi di minoranza, ma nel collegato possiamo dedicare un articolo al tema dentro il quale fare una riflessione.
Credo, per esempio, che un tetto minimo di esenzione, soprattutto per le piccolissime imprese, andrebbe inserito rispetto alle grandi imprese, e tanti altri ragionamenti che abbiamo fatto in altri casi, ma non lo possiamo fare in questo momento. Se lo facciamo a gennaio, nel collegato rilevo che i tre emendamenti - il n. 6), il n. 7) e il n. 24) - non sono di natura finanziaria. Coerentemente ci avete chiesto di ritirare gli emendamenti non finanziari, con altrettanta coerenza chiediamo anche a voi di ritirare i tre emendamenti non finanziari, con il mantenimento di quello di aumento che evidentemente è di tipo finanziario. Pertanto, se non fossero mantenuti, credo che a malincuore, anche sugli emendamenti n. 6) 7) e 24) dovremmo esprimere un parere negativo. Invece assoluta convinzione rispetto a quello di aumento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Farei un'osservazione tra tassare attività produttive e tassare rendite: c'è una discreta differenza. Stiamo parlando di beni pubblici senza alcun dubbio. Materiali di cave e, ancora di più, le acque minerali sono patrimonio sicuramente pubblico, definito dalla legge.
Le acque sono pubbliche e possono solo essere concesse. La discussione verte, eventualmente, sull'entità della concessione. Siamo di fronte ad attività che una volta avevano basso valore aggiunto; che rappresentavano piccoli segmenti di economia montana. Oggi siamo di fronte a grandi imperi che non solo imbottigliano milioni e milioni di bottiglie, non siamo di fronte a piccole attività che creano qualche posto di lavoro in montagna siamo di fronte a piccoli imperi che si stanno comprando il vino, i ristoranti e molte attività connesse diversificando la propria attività produttiva e dimostrando che su quella bottiglia, che sembra essere un prodotto a così basso valore aggiunto, in realtà, c'è un enorme guadagno ma - Assessore, vorrei che se lo ricordasse - si tratta di rendita: si chiama rendita e non profitto. Quando si riceve un bene pubblico ad un canone bassissimo, si fa un'operazione di bassissimo livello tecnologico e sostanzialmente, si fa pubblicità e ci si appropria di una rendita su un bene collettivo.
Questa è la realtà di questo tipo di attività che reggerebbe benissimo qualche aumento di tassazione, essendo diventata un'attività con un più elevato valore aggiunto di una volta e consentirebbe di finanziarie proprio quelle attività dei Comuni montani che, invece, da queste attività non traggono niente. L'imbottigliamento è tutto meccanico, in rapporto ai milioni di bottiglie i posti di lavoro sono briciole in termini numerici e in termini di impatto sulle economie montane.
Questo darebbe alle Comunità montane, che sono alla canna del gas e non hanno più una lira (anche in questo bilancio proponiamo di aggiungere un po' di risorse affinché non chiudano) di fruire di un po' di quella rendita. Rendita prima di tutto pubblica, di tutti i cittadini e non solo del proprietario delle acque minerali. Ricordiamo che è solo proprietario dello stabilimento, non dell'acqua che, come è noto, è un bene pubblico concesso e, come tale, soggetto ad una tariffa di concessione.
Tutta la discussione è relativamente all'entità della tariffa di concessione, non certo relativamente alla legittimità della tassazione della rendita.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cursio; ne ha facoltà.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Volevo aggiungere due elementi di riflessione alla discussione. Uno riguarda l'indubbio primato che l'Italia ha nell'esportare acque in tutto il mondo, quindi primato mondiale.
L'elemento che voglio mettere in discussione è che l'Italia estrae quindi imbottiglia, milioni e milioni di bottiglie di acqua. Questo è semplicemente un dato per riflettere. Poi è vero, come dice il Consigliere Vignale, che al Sud non c'è eccessiva tassazione, anzi è assente, ma le acque del Sud sono poco interessanti, perché hanno residui fissi molto alti e quindi non appetibili all'estero, soprattutto in mercati medio-alti.
Invece, per quanto riguarda le acque dell'arco alpino, soprattutto di quello occidentale, avendo un residuo fisso molto basso, sono acque particolarmente gradite, sono le cosiddette acque diuretiche.
Volevo aggiungere questo elemento proprio per dire che le aziende sono aziende che estraggono con scarsi controlli ed esportano quantitativi elevati di acque. In aggiunta, per quanto riguarda il controllo, vorrei dire che una sorgente è facilmente misurabile, indipendentemente dal misuratore che potrà pur esserci. Il flusso, infatti, ha una costante e quindi viene calcolato in litri per minuto o in litri per secondo.
facile, dunque, stabilire la quantità di acqua che fluisce, perché la sorgente funziona così. Poi ci possono essere, in alcuni tipi di sorgente delle variazioni nel corso delle varie stagioni dell'anno.
Fermi restanti il misuratore, che sicuramente è uno strumento aggiuntivo, e i controlli, che pure sono necessari ed è bene che ci siano "spannometricamente" - e voglio essere molto largo nel termine, ma in questo caso andiamo ben oltre, verso una precisione sufficiente - il flusso può essere misurato e quantificato. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

La domanda è una sola ed è molto semplice. L'emendamento strangolerebbe i concessionari? Rispondete a questa domanda: l'emendamento proposto strangolerebbe i concessionari? Di questo si tratta! Credo allora che da questo punto di vista abbiamo la fortuna di avere delle Regioni che ci hanno anticipato: hanno applicato dei canoni ben più alti dei nostri e non mi sembra che siano avvenuti disastri economici.
Bisognerebbe inoltre introdurre poi un ragionamento complessivo sul valore pubblico dell'acqua. L'acqua infatti è sempre più il frutto di politiche di privatizzazione e vi è un'azione di rendita sull'imbottigliamento da parte dei concessionari, divenuta esponenziale negli ultimi anni: di fatto le rendite da imbottigliamento dell'acqua nel nostro territorio hanno fatto "schizzare" nei valori aziendali e di redditività le aziende stesse.
In non riesco a capire come mai la Regione rinunci a un minimo di efficienza, attuabile in maniera molto chiara, rispetto ad una potenzialità che c'è.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Stara, ma c'è veramente un brusio eccessivo. Ricordo che siamo ormai quasi alla fine della discussione. Prego, continui.



STARA Andrea

Non credo - almeno auspico - che queste aziende partecipino alla contribuzione di varie campagne elettorali; anzi, ne sono convinto perch credo che il ragionamento qui sia ben diverso. Non riesco però a capire solo questo: come mai non si accetti un minimo di perequazione degli ultimi anni.
Non voglio introdurre un elemento che può causare effetti negativi, ma si vadano a vedere i profitti certificati di queste aziende e si faccia un ragionamento alla luce del sole! Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Anche questa è una delle vicende rispetto alla quale non riusciamo a comprendere la proposta che la Giunta regionale ci fa. Ci sembra di cogliere, infatti, un sostanziale recepimento del fatto che la questione posta dagli emendamenti esiste, con una richiesta di rinvio di tutta questa questione al collegato sulla finanziaria. Abbiamo cercato di dire in più occasioni, innanzitutto, come queste questioni riguardino eminentemente lo strumento finanziario, cioè la legge finanziaria regionale e non il collegato. Nello stesso tempo abbiamo avuto modo di dire come avrebbe senso risolvere in questo momento una vicenda come questa, in quanto la modifica entrerebbe a regime all'inizio del prossimo anno con una certa coerenza e non si comincerebbe un anno con un certo regime rimandando sostanzialmente all'anno successivo l'entrata in vigore del nuovo.
stato detto da più parti come questo sia un bene di carattere pubblico - sia per quanto riguarda l'acqua, sia per quanto riguarda l'attività estrattiva - che siamo in regime di concessione e che quindi certamente la questione si pone in modo diverso rispetto ad una qualsiasi tipo di impresa sul nostro territorio. C'è una doppia questione, posta da alcuni emendamenti, che riguarda il regime dei controlli.
Come dice il collega Vignale, è vero che al momento in cui c'è una regolamentazione del settore i controlli dovrebbero essere scontati, ma pare proprio che, da una realtà verificata, la sola autocertificazione che in una prima fase poteva sembrare la scelta di un elemento di controllo accettabile - in questo momento appare superata e presupposto di un regime di non perequazione tra le varie strutture.
Non si capisce pertanto perché l'accoglimento di questa proposta non avvenga in modo immediato. Altra cosa è il discorso per quanto riguarda la modifica del canone di concessione, che riguarda invece l'emendamento n.
8).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sono abbastanza sconvolto dall'intervento, ascoltato poco prima, fatto dal collega Vignale e ripreso anche dalla collega Bresso. Riassumendo, il collega Vignale ha detto: lasciamo pure le tariffe dei canoni di imbottigliamento e di concessione delle acque minerali così come sono anzi, bisognerebbe ridurli, azzerarli; lasciamo dunque che tutti i beni comuni, quelli dei cittadini, vengano concessi alle aziende che ne possono fare quello che vogliono.
Io non so se la vicinanza con i colleghi della Lega ha fatto passare i concetti del federalismo dei beni demaniali anche al PdL: questo federalismo che fa sì che i beni non si diano in capo alle Regioni perch siano gestiti più vicino e meglio dalla cittadinanza, ma perché vengano assolutamente distrutti e dati in mano alla cementificazione e alla devastazione.
Paradossalmente, quindi, possiamo dire che il collega Vignale è così liberista da essere anticapitalista. Collega Vignale, il capitalismo del XXI secolo si chiama "capitalismo naturale" - non so se ne ha sentito parlare - ovvero che tiene in conto i beni naturali. Questi, infatti devono essere utilizzati in modo sostenibile e per la sostenibilità deve essere previsto anche un canone di utilizzo e di concessione. Tra l'altro la collega Bresso ha spiegato molto bene come devono essere attribuite le concessione e le differenze riguardo ai canoni.
Chiudo dicendo che mi sembra paradossale che vengano prese queste posizioni, dal momento che la nostra ci sembra una richiesta sensatissima che permette di gestire queste risorse in maniera assolutamente sostenibile per dare un futuro alle risorse stesse, impedendo che se ne faccia un utilizzo al di là delle loro possibilità e potenzialità Non si vogliono assolutamente tassare e colpire le aziende, ma si vuole dare una concessione equa e congrua agli utilizzi che si devono fare dei beni, a favore della collettività e non di pochi. Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola, per la prima dichiarazione di voto, al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Per esprimere il voto a favore sui nostri emendamenti ed anche un certo stupore...



PRESIDENTE

Mi scusi se la interrompo: è uno il vostro emendamento.



RONZANI Wilmer

Sì, ma l'ora è tarda, mi scusi.
Per esprimere - dicevo - il voto favorevole del Gruppo del PD, nei confronti del nostro emendamento, ma anche lo stupore per l'atteggiamento che l'Amministrazione regionale ha assunto sul complesso dei nostri emendamenti.
Si tratta di emendamenti ragionevoli, che avrebbero consentito di aumentare le entrate, di non punire le imprese, di avere più risorse con le quali finanziare i Comuni.
Il vostro "no" ad un aumento della politica delle entrate, a una norma che non avrebbe penalizzato le imprese e ad un emendamento che avrebbe aumentato le entrate in favore dei Comuni, è incomprensibile.
Per queste ragioni, esprimo, insieme allo stupore per l'atteggiamento assunto dalla Giunta, il voto favorevole del Gruppo del PD. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Quaglia; ne ha facoltà.



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

Per ribadire, rispetto all'articolo e a questa serie di emendamenti che l'articolo 15 ha trovato posto nella legge finanziaria, perché c'era una scadenza. Su tutto il resto, credo che la sede più opportuna per l'approfondimento della discussione rimanga la I Commissione, dove c'è il Collegato, pertanto per la Giunta questi emendamenti vanno ripresentati sul Collegato alla finanziaria.



PRESIDENTE

La Giunta ribadisce l'invito ai proponenti di ritirare l'emendamento per poi ripresentarli sul Collegato.
Prego, Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Solo un secondo, per due ragioni: per quanto riguarda gli emendamenti con i quali aumentiamo il canone, è materia tipica di legge finanziaria, e lì devono stare.
Per quanto riguarda l'emendamento sui controlli, francamente non capisco l'ostinazione con la quale la Giunta lo rinvia al Collegato.
Si faceva un'affermazione di principio, che stabiliva una cosa semplicissima, cioè che andava rafforzato il regime dei controlli.
Questo, avrebbe consentito alla Giunta di avere una norma cui fare riferimento per decidere modi e forme con le quali rafforzare il sistema dei controlli.
Pertanto, anche questo emendamento non lo ritiriamo. Grazie.



PRESIDENTE

L'emendamento è confermato, quindi?



RONZANI Wilmer

Sì.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bresso, per dichiarazione di voto.



BRESSO Mercedes

Se capisco bene, facciamo una dichiarazione di voto su tutti e tre gli emendamenti?



PRESIDENTE

No, sull'emendamento n. 2), del Consigliere Bono, sull'emendamento n.
24), del Consigliere Reschigna, e sull'intero articolo 15.



BRESSO Mercedes

Allora: parere favorevole sui due emendamenti dell'opposizione, mentre mi asterrò sull'intero articolo 15.
Per ribadire che - naturalmente, se non passerà in questa formula, sarà sempre ripresentabile nel Collegato - una norma che sollecita controlli che sono onerosi, ha anche un effetto sulla finanziaria, ovviamente, cioè ha l'effetto di aumentare le disponibilità per i soggetti, che in questo caso sono Comuni, Comunità montane e Regione stessa.
soprattutto nei fenomeni come questo, proprio perché si tratta di risorse naturali, che vengono appropriate dalle aziende, che si tende a considerarli "cosa" propria e a non voler dichiarare quello che viene effettivamente estratto o emunto. Pertanto, Assessore, vorrei ricordarle che ha connessione finanziaria, perché, in particolare nell'attività di cava, il livello di evasione fiscale è tale da poter raddoppiare o triplicare i canoni, quindi ha incidenza sulla finanziaria e consente di dare risposta a Comuni e Comunità montane, che sono senza risorse.
Tra l'altro gli emendamenti relativi alle Comunità montane potrebbero anche essere finanziarti con queste risorse; siamo di fronte a evasioni molto elevate, non a piccole evasioni.
Nell'altro caso - ribadisco - nei momenti di difficoltà, tutta la buona teoria economica suggerisce di non tassare il lavoro e l'impresa e di tassare la rendita. Questa è tipicamente una rendita, quindi, se c'è bisogno di risorse, meglio prendere dalle rendite che dalle attività produttive, proprio perché queste risorse aggiuntive possono andare a quelle Comunità montane e a quei Comuni che ne hanno un disperato bisogno.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 24), sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 15, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
I nostri lavori si concludono; il Consiglio è convocato domani alle ore 10.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 23.57)



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