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Dettaglio seduta n.58 del 21/12/10 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



(I lavori iniziano alle ore 14.35 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata - articolo 100 Regolamento consiliare)


Argomento: Sicurezza sul lavoro - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 324 del Consigliere Ronzani inerente a "Osservatorio nazionale tessile-abbigliamento-pelle-calzature" (articolo 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento del Consiglio regionale, l'interrogazione a risposta immediata n. 324, presentata dal Consigliere Ronzani.
La parola al Consigliere Ronzani per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Buongiorno, colleghi. Grazie, Presidente.
La domanda che poniamo con questa interrogazione ha valore immediato ed è la seguente: quando la Giunta regionale, e per essa l'Assessore alla tutela della salute, intende dare attuazione all'articolo 5 della legge finanziaria del 2010, con la quale venne istituito l'Osservatorio tessile in accordo con il Ministero della Salute? Se questa è la domanda che poniamo con l'interrogazione, mi permetto di sottolineare anche le ragioni per le quali pensiamo che dare seguito a quella decisione e compiere quell'adempimento sia un fatto importante.
Innanzitutto, in questo modo ci dotiamo di un organismo che ha una dimensione nazionale, che potrà svolgere una funzione importante riguardo al controllo della sicurezza dei prodotti tessili e promuovere, per questa via, la difesa della salute delle persone.
La seconda ragione per la quale consideriamo importante creare quest'organismo - l'abbiamo previsto in legge finanziaria (l'aveva previsto sia la Giunta precedente sia l'attuale, perché nella fase d'interregno noi non approvammo, come i colleghi sanno, la legge finanziaria) - è perch per questa via, è possibilità favorire una forte riqualificazione del distretto industriale tessile biellese. Infatti, è lì che verrà localizzato l'Osservatorio nazionale che, proprio per questa ragione, non può essere considerato unicamente un fatto sanitario, ma deve essere considerato anche uno strumento di politica industriale.
La terza ragione per la quale insistiamo sull'urgenza di istituire l'Osservatorio tessile è perché, a partire da questa iniziativa, noi crediamo che la Regione e il Governo debbano adoperarsi affinch l'Osservatorio venga considerato una tappa intermedia per sollecitare l'Unione Europea a costituire l'Autorità per la sicurezza dei prodotti tessili. L'Osservatorio è sicuramente uno strumento, un'iniziativa con la quale candidare il Piemonte a diventare sede dell'Authority europea, per il controllo e la sicurezza dei prodotti tessili.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ronzani.
La parola al Vicepresidente Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
L'Amministrazione regionale ha sottoscritto con il Ministero della salute un accordo di collaborazione, di cui la Giunta regionale ha preso atto con delibera n. 79 del 21/12/2009, per lo svolgimento delle attività d'interesse comune, finalizzate alla realizzazione del progetto avente come obiettivo generale la creazione dell'Osservatorio di cui ha parlato anche il collega Ronzani.
Tale accordo, attualmente in vigore, prevede che la Regione si avvalga della collaborazione dell'ASL di Biella per la realizzazione del progetto.
A tal fine, è stato predisposto apposito provvedimento per l'approvazione della convenzione con la quale viene affidata all'ASL medesima la gestione e il coordinamento del progetto di cui trattasi, ed in particolare per disciplinare il coordinamento tecnico-organizzativo con le unità operative previste nell'accordo citato tra le quali l'Associazione Tessile e Salute, nonché per impegnare a favore dell'ASL di Biella l'importo di ero 96.000, quale prima quota del finanziamento d'euro 160.000, da parte del Ministero della salute, previsto dall'accordo, per la copertura delle spese inerenti alla realizzazione del progetto.
L'accordo ha altresì attribuito alla predetta Associazione il coordinamento e la gestione degli obiettivi specifici del progetto inerenti alla valutazione del rischio sanitario, il campionamento e analisi degli articoli tessili, abbigliamento e calzature (TAC) e la valutazione delle funzionalità dei prodotti.
Per il raggiungimento di tali obiettivi, l'Associazione ha avviato una serie d'attività progettuali attualmente in corso, preliminari e propedeutiche alla creazione dell'Osservatorio, quali ad esempio: la creazione di una banca dati sulle sostanze utilizzate nel settore tessile e calzaturiero la realizzazione di un documento sulle modalità d'utilizzo delle sostanze nella filiera tessile lo svolgimento di un'indagine sui metodi analitici e la definizione di un protocollo clinico-diagnostico.
L'Assessorato ha provveduto ad incaricare gli uffici competenti di predisporre gli atti necessari e conseguenti alla costituzione dell'Osservatorio di cui all'articolo 5 della legge regionale n. 14/2010.
Tenuto conto della complessità degli atti da adottare, a tutt'oggi sono in corso incontri multilaterali (Ministero, ASL, Regione) per la definizione dei contenuti.
Mi sembra di desumere, dalla risposta controfirmata dalla collega Ferrero, che vi sia un impegno a dare corso a quanto in oggetto.
Riferirò, comunque, dell'intervento del collega Ronzani alla collega Ferrero, in termini di sollecitazione.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Cavallera.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 329 del Consigliere Reschigna inerente a "Necessaria urgente autorizzazione della Regione all'avvio del progetto di realizzazione del servizio di emodinamica presso l'ASL VCO" (articolo 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento consiliare, passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 329, presentata dal Consigliere Reschigna che ha facoltà d'intervento per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Vorrei sapere chi risponde, per la Giunta.



PRESIDENTE

Risponde il Vicepresidente Cavallera.



RESCHIGNA Aldo

Voglio solo evidenziare un aspetto: è la seconda volta che presento un'interpellanza su questa materia e, per la seconda volta, non mi viene data risposta dall'Assessore regionale competente.
La prima volta ho accettato, senza proferire parola, una risposta scritta, che mi è stata consegnata; oggi, ritengo che questa sia l'ennesima dimostrazione di come ci si comporta in quest'aula.
la seconda volta che succede, sulla stessa materia: la mia pazienza sta finendo, lo dico chiaramente.
Dopodiché, voglio solo sapere: la prima volta l'Assessore Ferrero ha spiegato, con una risposta scritta, che c'erano alcune ragioni tali da rendere giustificabile una valutazione da parte dell'Assessorato regionale alla sanità, circa la richiesta d'istituzione del servizio di emodinamica presso l'ASL 14; servizio che ha già ottenuto un contributo a fondo perso per il suo impianto, da parte della Fondazione Cariplo.
Voglio evidenziare che, dopo la risposta dell'Assessore Ferrero, è stata mandata una lettera dall'allora responsabile facente funzioni Direttore dell'Assessorato regionale alla sanità, con la quale si diceva all'ASL 14 che non veniva concessa l'autorizzazione all'istituzione del servizio di emodinamica.
Ricordo alla Giunta regionale che 10 giorni dopo quella lettera, la stessa persona ha mandato un'altra lettera al Direttore Generale dell'ASL 14 dicendo che si era sbagliata a scrivere quella lettera, e pertanto di non considerare valida quella risposta.
Questo è il funzionamento di quell'Assessorato regionale alla sanità.
Ricordati tutti questi elementi, voglio ribadire perché ho presentato questa interpellanza urgente: perché la Fondazione Cariplo ha comunicato che se non c'è una risposta da parte dell'Assessorato regionale alla sanità, il contributo a fondo perso di 1,5 milioni di euro viene revocato.
Con la presente interrogazione chiedo solamente che la Giunta regionale e l'Assessorato regionale alla sanità, in particolare, dicano sostanzialmente, se si ritiene giusto che l'attivazione di quel servizio venga autorizzata ed entro quali tempi è immaginabile avere una risposta in tal senso.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna.
Per la Giunta regionale risponde il Vicepresidente Cavallera.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Anch'io svolgerei un intervento preliminare.
Chiedo se il collega Reschigna ritenga opportuno trasformare quest'interrogazione in un'interrogazione a risposta in Aula, in modo che nella seduta in cui ci sarà la collega Ferrero possa interloquire, secondo le formule regolamentari, in modo diverso.
Altrimenti, ho un appunto che mi è stato fornito dall'Assessorato.
Naturalmente, rispondo, ma non posso spingermi oltre a quelle che sono le cose dette qui. Desideravo fare questa premessa.
Con riferimento alla interrogazione in oggetto si precisa che, ad oggi gli atti di programmazione relativi all'attività di emodinamica (DGR del 13 gennaio 2003 e DGR del 14 aprile 2008) hanno stabilito che i livelli operativi dei laboratori abbiano determinati requisiti organizzativi e professionali.
In particolare, la delibera di Giunta regionale del 14 aprile 2008, da cui discende la legittimazione all'attivazione di nuovi laboratori di emodinamica, si pone essenzialmente gli obiettivi di ricondurre nelle logiche del sistema i laboratori esistenti ed evitare la proliferazione di nuove strutture.
Forma restando l'esigenza di mantenere elevati livelli qualitativi, che richiedono un numero ridotto di laboratori, la delibera di Giunta regionale citata vuole, altresì, assicurare un'adeguata copertura territoriale mantenendo, in ogni modo, un rapporto valido sotto il profilo clinico gestionale fra le sedi e il fabbisogno dell'area.
Al fine, quindi, di coniugare tali esigenze (periferizzazione attività e mantenimento livelli qualitativi), la stessa delibera di Giunta regionale prevede la possibilità di attivare sedi periferiche ponendo il vincolo che le stesse non siano gestite in modo autonomo, ma rientrino in una rete inter-aziendale. Con riferimento in particolare all'area sovrazonale del Piemonte Nord, sono presenti, oltre al laboratorio di emodinamica presso l'Azienda Ospedaliera Universitaria di Novara, altri due centri: uno presso l'ASL di Vercelli e l'altro presso l'ASL di Biella, che, sulla base delle indicazioni regionali, sono integrati in rete (approvvigionamento dei materiali, controllo di gestione, flussi informativi in comune).
Il fabbisogno dell'area, considerata anche la presenza di due sale di emodinamica presso l'Azienda Ospedaliera di Novara, è garantito dai laboratori attualmente funzionanti. La criticità presente nell'area riguarda un'oggettiva difficoltà di accesso dei cittadini dell'ASL del Verbano Cusio Ossola, in particolare, per il territorio di Domodossola (criticità nei tempi di trasporto).
Pertanto, per ragioni geografiche, si ritiene conforme alla necessità dei cittadini dell'area la presenza di una struttura, sotto il profilo tecnologico ed organizzativo, in grado di soddisfare il fabbisogno.
L'allestimento strutturale di un'emodinamica è quindi condizione necessaria per espletare l'attività.
Per motivi di carattere clinico (livelli di casistica minima) e di efficienza, l'autorizzazione ad espletare dovrà prevedere necessariamente una stretta integrazione sia organizzativa sia di personale con l'Azienda Ospedaliera Universitaria di Novara.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.


Argomento: Previdenza

Interrogazione a risposta immediata n. 325 del Consigliere Buquicchio inerente a "Effettiva partecipazione della Regione Piemonte alla consultazione pubblica promossa dalla Commissione Europea in tema di previdenza sociale" (articolo 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento consiliare, passiamo ad esaminare l'interrogazione a risposta immediata n. 325 presentata dal Consigliere Buquicchio, che ha facoltà d'intervento per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Anch'io chiedo chi mi risponderà: sempre il Vicepresidente?



PRESIDENTE

Esatto.



BUQUICCHIO Andrea

L'hanno caricata di lavoro!



(Commenti in aula)



BUQUICCHIO Andrea

Ognuno fa quello che può.
Quest'interrogazione a risposta immediata ha per oggetto l'effettiva partecipazione della Regione Piemonte a quella consultazione pubblica che lei sa essere stata promossa dalla Commissione Europea in tema di previdenza sociale.
In data 12 luglio, avevamo presentato un ordine del giorno su quest'argomento e il Consiglio regionale, nell'adunanza del 21 settembre aveva votato e approvato il testo.
Al secondo punto era previsto quanto ora leggerò testualmente: "La Regione Piemonte sostenga una ricerca con il supporto di tutti gli enti di ricerca interessati e presenti sul territorio, al fine di partecipare alla consultazione proposta dalla Commissione Europea".
Ebbene, era necessario rispondere, fornire dei dati, compilare questo modello con i dati relativi alla consultazione. Questa risposta si sarebbe dovuta dare entro il 15 novembre 2010, ma, ad oggi, non mi risulta che sia stato fatto qualcosa. Sono ansioso e pendo dalle sue labbra Vicepresidente, per avere notizie in merito ad una questione così importante e delicata.



PRESIDENTE

Grazie.
Per la Giunta regionale risponde il Vicepresidente Cavallera.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Desidero anche qui fare una precisazione prima di leggere la risposta che è la seguente.
Probabilmente, l'interrogazione urgente del collega Buquicchio tratta due questioni: una attiene allo specifico, che è la questione previdenziale; l'altra riguarda l'attuazione degli ordini del giorno consiliari, quindi un rapporto di un certo tipo tra il Consiglio e la Giunta. Ovviamente, essendo lei un Capogruppo, quest'aspetto lo demando alla Conferenza dei Presidenti di Gruppo, perché quella è la sede. Qui, ho elementi solo per risponderle nel merito specifico della questione. Non voglio trascurare l'altro aspetto, però la problematica circa l'attuazione degli ordini del giorno non è d'oggi, risale nel tempo.
Circa la specifica interrogazione sulla previdenza, la risposta è la seguente.
In riferimento all'ordine del giorno n. 37, avente ad oggetto "Effettiva partecipazione della Regione Piemonte alla consultazione pubblica promossa dalla Commissione Europea in tema di previdenza sociale" si evidenzia come la materia della previdenza sociale sia di competenza esclusiva dello Stato, ai sensi dell'articolo 117, comma 2, lettera o) della Costituzione.
Nelle materie di competenza esclusiva dello Stato è consuetudine che sia il medesimo a partecipare alle consultazioni pubbliche della Commissione Europea o, al più, che intervenga la Conferenza delle Regioni previo contributo - ovvio - delle singole Regioni convocate in sede di coordinamento, qualora vi siano profili specifici che richiedono una pronuncia di tale livello istituzionale - peraltro preceduto dal Presidente dell'Emilia Romagna, Vasco Errani - in riferimento alle proprie competenze esclusive o concorrenti delle Regioni stesse.
La materia - come richiamava anche in termini di tempistica il Consigliere - non è in questo momento oggetto di approfondimento nel dialogo istituzionale tra Governo e Regioni in sede di Conferenza Stato Regioni e le modifiche normative sono introdotte in base all'adozione di norme nazionali.
Per tali ragioni la Giunta non ha ritenuto o non ha potuto intervenire direttamente nella consultazione e non ha quindi ravvisato la necessità di provvedere ad una preventiva ricerca in merito.
Questo è il testo della risposta che mi è stata fornita. Naturalmente riferirò alla collega Porchietto quanto Ella ha detto nel suo intervento preventivo.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 327 della Consigliera Artesio inerente a "Ristrutturazione sede distretto sanitario di via Borgoticino Torino" (articolo 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento consiliare, passiamo ad esaminare l'interrogazione a risposta immediata n. 327 presentata dalla Consigliera Artesio, che ha facoltà d'intervento per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Se Sparta piange Atene non ride, o viceversa.
Il Consigliere Reschigna lamentava di non essere accolto dal titolare della delega, io rammento di essere il Consigliere che ha presentato il maggior numero di interpellanze e tutte senza risposta.
Tuttavia, colgo l'occasione del Vicepresidente che almeno, relata refero, porterà il parere dell'Assessore alla sanità.
La questione riguarda un tema molto attuale: l'edilizia sanitaria.
Stiamo leggendo - e così ci è stato spiegato in Commissione - che sarebbero sospese quelle opere non ancora giunte alla fase dell'affidamento dei lavori, in virtù della necessità di una revisione, conseguente anche al riordino della rete ospedaliera.
I sacrifici maggiori riguardano le sedi dell'assistenza territoriale e in modo particolare, questa interrogazione è dedicata alla situazione della sede di Via Borgoticino, del distretto n. 6 dell'ASL TO2, che in passato ha già vissuto numerose vicissitudine, perché il finanziamento nazionale e statale non ricorreva secondo il tradizionale asse dell'articolo 20 dell'edilizia sanitaria, ma attraverso un asse particolare dedicato alla riqualificazione dei centri urbani.
Tuttavia, le notizie fornite dall'azienda sanitaria, in allora ancora verso la Regione, oggi verso le circoscrizioni, riguardavano la possibilità di fronteggiare l'affidamento lavori, avendo concluso la selezione di gara d'appalto. Quest'attività di completamento dell'attuale sede degli uffici amministrativi del distretto, con il reale decentramento dei servizi sanitari territoriali, avrebbe consentito, in quella circoscrizione, di definire un vero polo delle cure primarie, non inteso come decentramento dei medici di medicina generale, ma di localizzazione delle funzioni proprio dell'ASL.
giunta disposizione di carattere amministrativo alla Direzione dell'ASL Torino 2, tramite il Direttore generale dell'Assessorato alla sanità, di non procedere nell'affidamento dei lavori. Questo, ovviamente comporta una grande inquietudine nel territorio, per le conseguenze sui servizi immaginati, ma comporta anche un'inquietudine dei politici regionali perché, francamente, non riusciamo più a comprendere quale sia l'argine secondo il quale si dà corso ad interventi di natura edilizia oppure li si sospende.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Premetto che l'intervento è stato previsto nella deliberazione del Consiglio regionale n. 131 del 19 giugno 2007 nel programma degli investimenti in edilizia e attrezzature sanitarie per l'attivazione delle procedure di sottoscrizione di un nuovo accordo di programma tra Stato e Regione per l'utilizzo delle risorse di cui all'articolo 20 della legge n.
67/88. La partenza quindi era quella e lo sa meglio di me la collega Artesio.
Nell'allegata 2, tabella 2a, alla suddetta delibera del Consiglio regionale, è stato previsto per l'intervento un costo complessivo di euro 2.065.827,60 ripartito in euro 1.962.536,22 a carico dello Stato, pari al 95%, ed euro 103.291,38 a carico della Regione, il famoso 5% che compete alla Regione.
Tale previsione di spesa era stata confermata dall'Azienda sanitaria nell'ambito delle riunioni propedeutiche alla predisposizione del suddetto provvedimento deliberativo che si sono tenute presso gli Uffici regionali nel 2007.
La Regione ha sottoscritto il 22 aprile 2008 il relativo accordo di programma tra lo Stato e la Regione per l'attuazione degli investimenti previsti dalla suddetta delibera del Consiglio regionale.
Successivamente, l'ASL ha comunicato alla Regione che per la realizzazione dell'intervento era prevedibile una spesa di 4.990.000,00 con un notevole incremento rispetto a quanto preventivo che, come avevo detto, assommava a 2.924.172, 40.
Il Consiglio regionale, con propria delibera n. 258 del 5 maggio 2009 ha preso atto dell'aumento di spesa relativo, tra gli altri anche all'intervento in parola, dando atto che il maggior impegno finanziario a carico della Regione (per oltre 25 milioni di euro, era il totale di quell'accordo di programma) avrebbe trovato copertura mediante l'utilizzo delle somme previste dall'articolo 13 della legge regionale 30 settembre 2008, la n. 28 ("Assestamento al bilancio di previsione per l'anno 2008 con annesse disposizioni finanziaria").
L'articolo 13 succitato prevede che "al fine di garantire il completamento degli interventi in materia di edilizia sanitaria è autorizzato per il triennio 2011-2013 la spesa complessiva di euro 110.000.000,00 da iscrivere all'UPB DA20082".
Oltre ai 25 milioni di euro sopra citati, a seguito delle progettazioni svolte dalle Aziende sanitarie, sono emersi ulteriori aumenti di spesa da imputarsi sul bilancio regionale per il completamento della copertura finanziaria di numerosi interventi, sia previsti nell'accordo di programma Stato-Regione del 2008 sia previsti da atti regionali di programmazione di interventi in edilizia.
Tenuto conto che sul bilancio regionale 2011-2013 le risorse reperibili non sono sufficienti per l'ulteriore copertura finanziaria degli interventi programmati, si è dovuto comunicare all'ASL Torino 2 di non procedere all'aggiudicazione dell'intervento in quanto, a seguito dell'esaurimento delle disponibilità, non può essere per ora garantita la totale copertura finanziaria (il "per ora" l'ho aggiunto io, nel senso che il "per ora" è sempre implicito).
Tale comunicazione è stata trasmessa al Commissario dell'ASL TO2 in data 23 novembre 2010 e, pertanto, precedentemente alla data di aggiudicazione provvisoria che risulta essere avvenuta in data 25 novembre 2010.
Questo è il concatenarsi dei fatti e delle situazioni.
Personalmente mi auguro si possano trovare, nel prosieguo, delle soluzioni.


Argomento: Contributi alla cultura

Interrogazione a risposta immediata n. 323 del Consigliere Placido inerente a "Ingresso nella Fondazione Teatro Nuovo" (articolo 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento consiliare, passiamo ad esaminare l'interrogazione a risposta immediata n. 323 presentata dal Vicepresidente Placido, che ha facoltà d'intervento per l'illustrazione, in qualità di Consigliere.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente, e colleghi.
L'Assessore Coppola dà delle notizie, bisogna capire se le notizie lette sui giornali sono vere o, come spesso accade, lo sono un po' meno. I titoli sono: "Teatro Nuovo da salvare; ora interviene la Regione", "La Regione in soccorso al Teatro Nuovo". Si tratta della fondazione Teatro Nuovo che da anni versa in una situazione finanziaria problematica. Il Comune di Torino si è fatto garante delle posizioni debitorie del Teatro presso le banche attraverso la stipula della fideiussione.
Volevamo informare l'Assessore che già alcuni anni fa - torniamo indietro di circa sette anni, quando l'Assessore era il collega amico Leo c'era il problema di decidere se fare entrare o meno la Regione nella Fondazione Teatro Nuovo. La decisione fu negativa perché, per com'era strutturato lo Statuto - e penso che sia lo stesso, difatti non c'era nessuna garanzia per i soci e questa fu una decisione della Città di Torino, che adesso si trova in evidente difficoltà, come lei sa e come chi segue la cultura sa - di trovarsi nella situazione di essere socio di capitale, di mettere le risorse e di non avere nessuna possibilità di incidere e di decidere, ma di essere chiamata a rispondere nel caso in cui ci fosse stato un deficit. Cosa che puntualmente purtroppo si è verificata.
La Giunta regionale di allora, con il Presidente Onorevole Enzo Ghigo e l'Assessore Leo, decise di non entrare - io dico saggiamente - nella Fondazione Teatro Nuovo. Passano sette-otto anni, si presenta questa situazione difficile e drammatica che a nessuno di noi piace, perch nessuno ha piacere quando una realtà culturale è in difficoltà, penso che sia una preoccupazione per tutti. Però la domanda, e concludo, è quella di sapere quali sono le intenzioni della Regione, se corrispondono a verità le intenzioni di entrare in una Fondazione, conoscendo il percorso e le motivazioni che hanno portato a decidere negativamente e quali sono i termini. Grazie, Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Coppola.



COPPOLA Michele, Assessore alla cultura

Grazie, Presidente.
Sarà che il clima è natalizio, ma in realtà lo avrei fatto anche se il mese non fosse quello di dicembre. Dico grazie al Vicepresidente Placido perché mi dà l'opportunità di dare qualche risposta un po' più nel merito e non semplicemente di ridurre tutto ad un titolo di giornale.
vero, la Regione sta cercando di mettere testa su questo problema.
Non posso negarlo, ma credo che oggi addivenire ad una posizione unica e definitiva sia però assolutamente impossibile.
Noi abbiamo verificato quanto sia ormai compromessa la situazione attuale del Teatro Nuovo e ci rendiamo conto che questa posizione di sofferenza che vede coinvolta la Città di Torino per merito di questa garanzia data con una fideiussione bancaria, oggi obbliga gli altri Enti istituzionali del territorio a ragionare sulle opportunità da valutare.
In realtà, se dovessi scegliere un termine più compiuto e puntuale direi che si tratta di definire un percorso, ma oggi non c'è nessuna decisione definitiva assunta.
Anche quando sui giornali la Regione Piemonte si è fatta carico della volontà di trovare le risorse per chiudere quel debito che oggi è registrato nel bilancio del Teatro Nuovo, si è fatto riferimento al tentativo di trovare un soggetto privato che colmasse quel buco.
Ad oggi però, prima di poter intraprendere qualsiasi percorso ed addivenire ad una decisione definitiva, si deve conoscere l'entità del conteso. La definizione dell'ammontare definitivo del debito del Teatro verso la Città di Torino non è ancora stato certificato.
di queste settimane la decisione di realizzare una perizia. Siamo in attesa dell'esito di quella perizia per comprendere di quale situazione si stia parlando.
L'idea eventuale, che è al vaglio, di entrare a far parte del Teatro Nuovo, certamente dovrebbe essere presa in considerazione nel momento in cui si potrebbe vedere garantito il ruolo del soggetto pubblico che entrerebbe a far parte della nuova realtà. Sarebbe impensabile diventare soci erogatori, contribuenti senza responsabilità di indirizzo e senza responsabilità di controllo.
Quindi, credo che non sia questo l'ultimo momento in cui si ragiona di Teatro Nuovo, anzi credo che sia importante averlo fatto prima ancora che l'esito della perizia sia ufficialmente comunicato, perché senza la certezza dei numeri non si possono prevedere percorsi.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 328 del Consigliere Ponso, inerente a "Servizio del trasporto pubblico locale" (articolo 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento consiliare, passiamo ad esaminare l'interrogazione a risposta immediata n. 328 presentata dal Consigliere Segretario Ponso, che ha facoltà d'illustrazione in qualità di Consigliere.



PONSO Tullio

La mia interrogazione riguarda la conurbazione di Cuneo. Ricordo che il Comune di Cuneo aveva stipulato un Accordo di Programma con la Regione Piemonte relativo alla gestione della conurbazione di Cuneo per il periodo 2007-2009 e che la Regione Piemonte, con un decreto successivo, aveva previsto l'assegnazione di nuove risorse aggiuntive per il periodo gennaio 2008...



PRESIDENTE

Colleghi, non si riesce a sentire l'interrogante. Pregherei tutti di prendere posto e di fare silenzio, perché il collega Ponso ha il diritto di farsi sentire da tutti.
Prosegua, Consigliere.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Dicevo che la Regione Piemonte, con un decreto successivo, aveva previsto un'integrazione di queste risorse per il periodo 1/1/2008 31/12/2010. Questo significava un adeguamento ai reali costi di produzione del servizio di trasporto pubblico locale, il cosiddetto addendum.
Nel corso del 2008 la Regione ha trasferito le risorse previste al Comune di Cuneo e questi, come da contratto, ha provveduto a versarle alla ditta appaltatrice.
Per quanto riguarda gli anni 2009 e 2010, la Regione non ha ancora provveduto al versamento delle risorse relative. Questo comporta una grave difficoltà da parte del Comune di Cuneo, perché, innanzitutto, non sarà più in grado di garantire un servizio pubblico molto importante, quello della conurbazione.
In secondo luogo, la mancanza di questi fondi comporterà l'impedimento alla sostituzione del parco mezzi, talvolta obsoleto, che consentirebbe notevoli risparmi dal punto di vista energetico ed ambientale.
Terzo, ma non ultimo per l'importanza, la mancanza dei fondi relativi comporterebbe una crisi occupazionale ai danni dei dipendenti della Granda Bus, per mancanza dello stipendio relativo o, addirittura, per un eventuale licenziamento.
Quindi, interrogo l'Assessore per sapere, dal momento che sono stati fatti numerosi solleciti dal Comune di Cuneo e sono avvenuti numerosi incontri, se lo stesso Assessore può garantire una continuità di finanziamento per un servizio pubblico decisamente importante.
Grazie per la risposta.



PRESIDENTE

Risponde, per la Giunta regionale, l'Assessore Bonino.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Intanto, quest'interrogazione ci offre la possibilità di ampliare un po' il discorso, facendo il punto su una situazione complessiva che riguarda l'erogazione del cosiddetto addendum, che è abbastanza complessa...



PRESIDENTE

Non si riesce a sentire dai banchi della Presidenza. Prima non si sentiva il Consigliere Ponso, ora non si sente l'Assessore Bonino.
Vi prego di fare silenzio, perché non si riesce a lavorare.
Prego, Assessore, prosegua.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Dicevo che quest'interrogazione ci offre la possibilità di affrontare in Consiglio il tema complicato dell'erogazione del cosiddetto addendum.
Intanto la Regione Piemonte ha scelto di trasferire per intero alle aziende di trasporto pubblico locale le risorse aggiuntive per il periodo gennaio-dicembre 2010. Ha scelto contemporaneamente di agganciare l'erogazione di queste risorse all'effettuazione di gare per l'assegnazione del trasporto pubblico locale da parte degli enti aventi delega.
In realtà, poi questa vicenda si è scontrata con una serie di deroghe fatte ad hoc, rispetto alle tempistiche previste, ad esempio per quanto riguarda il Comune di Torino, nel senso che, com'è ormai ben noto, nella previsione iniziale vi era una determinata scadenza per l'indizione delle gare cui tutti i Comuni e Province avrebbero dovuto adeguarsi per ottenere l'erogazione dell'addendum.
In una fase successiva invece il precedente Governo, attraverso una DGR, ritenne di prevedere uno slittamento dei termini ad hoc per il Comune di Torino.
Il caso di Cuneo, così come il caso di Novara, sono casi anomali. L'uno perché rappresenta il caso di un'Amministrazione che aveva già fatto le gare prima che l'erogazione dell'addendum fosse collegata alle gare. La seconda, Novara, perché ha fatto le gare con un giorno di ritardo rispetto alla data prevista nella DGR che aveva impostato il meccanismo d'erogazione a seguito dell'indizione delle gare.
Credo che, da questo punto di vista, magari sarebbe stato necessario introdurre qualche correttivo complessivo. Purtroppo, però, non è stato fatto. Ad oggi, l'interrogazione che mi viene rivolta, in qualche modo, fa seguito alla medesima che ho rivolto agli Uffici.
Che cosa ne sarà dell'erogazione dell'addendum a Cuneo? Gli Uffici mi hanno riproposto una lettera che è stata inviata dal precedente Assessore in cui si rispondeva al Comune di Cuneo che chiedeva di conoscere i destini dell'erogazione dell'addendum dicendo che, a seguito di opportune verifiche, non era possibile, in nessun modo, riconoscere l'addendum per il periodo pregresso a Cuneo. Questo è lo stato dell'arte che noi abbiamo rintracciato nella documentazione esistente.
C'è una lettera del precedente Assessore che dice non siamo nelle condizioni di poter dare una risposta positiva. Non so se i Consiglieri fossero a conoscenza di questo carteggio con il precedente Assessore, ma è nostro dovere prenderne atto.
Ho chiesto agli Uffici di fare una verifica complessiva. In questi giorni stiamo facendo una verifica rispetto alla correttezza della procedura, così come era stata individuata.
In secondo luogo per quanto riguarda, invece, il trasferimento di risorse alle Province e ai Comuni, la valutazione complessiva, ad oggi richiede un po' di cautela perché noi la facciamo sulla base del bilancio di un documento contabile che non è ancora stato approvato dal Consiglio.
Nel senso che noi abbiamo trasferito alle Province e ai Comuni un'informativa relativa alle ipotesi che in questo momento siamo in condizione di poter fare con due variabili: l'esito finale dopo i lavori del Consiglio regionale e l'esito finale conseguente alle manovre nazionali che stanno interessando il settore del trasporto pubblico locale. Questi due combinati disposti ci daranno una finestra di programmazione coerente molto più certa nelle prossime settimane - mettendoci in grado di confermare o di ricalibrare le indicazioni che, ad oggi, sono già state date ai Comuni e alle Province, attraverso apposite riunioni che abbiamo provveduto a convocare per confrontarci direttamente con gli Enti locali.
Credo che il dialogo sia quotidiano e strettissimo. Il confronto è praticamente aggiornato di giorno in giorno e ci auguriamo anche noi di poter, al più presto, confermare quelle proiezioni che abbiamo già fornito sia ai Comuni che alle Province.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 326 del Consigliere Goffi, inerente a "Situazione di sofferenza finanziaria nel mondo della scuola" (articolo 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento consiliare, passiamo ad esaminare l'interrogazione a risposta immediata n. 326 presentata dal Consigliere Goffi, che ha facoltà d'intervento per l'illustrazione.



GOFFI Alberto

Grazie, Presidente.
Grazie all'Assessore per la presenza: è un'eccezione, quindi un ringraziamento non rituale. Mi rendo conto che quest'interpellanza tocca la competenza dell'Assessore in modo incidentale, perché riguarda, in particolare, una problematica che i plessi scolastici hanno nei confronti del Ministero dell'Istruzione per i mancati versamenti dei residui attivi per gli esercizi precedenti al 2010.
una tematica molto preoccupante per alcuni plessi scolastici, in particolare mi riferisco a quelli nelle aree montane da Forno Canavese e Balangero, che hanno impiegato delle risorse aggiuntive proprie in questi anni per sopperire alle esigenze di organico e oggi si trovano in una reale difficoltà perché il Ministero dell'istruzione non ha ancora sbloccato i residui attivi.
Addirittura, nel 2008 e nel 2009, nonostante le notissime situazioni che oggi versa l'istruzione italiana, si sono trovati costretti a chiedere un aiuto economico alle famiglie degli studenti e agli Enti locali. Mi pare una situazione paradossale, francamente, anche perché non parliamo di cifre straordinarie. Sono straordinarie per questi piccoli plessi scolastici, ma non lo sono per il Ministero all'Istruzione.
Mi rendo conto che l'Assessore viene toccato solo incidentalmente dalla competenza, ma l'interpellanza ha lo scopo di sollevare un problema. Mi auguro che sia alla sua attenzione e che con i buoni uffici che lei ha nei confronti del Governo, si possa trovare una soluzione perché in questi plessi ormai la condizione ordinaria di continuità dell'istruzione sta diventando veramente pesante.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cirio per la risposta.



CIRIO Alberto, Assessore all'istruzione

Ringrazio il Consigliere Goffi. Penso che l'eccezione fosse riferita in generale, in quanto ho sempre risposto personalmente alle interpellanze di mia competenza - ed anche non di mia competenza diretta, a volte.
Sostanzialmente il Consigliere ha già dato anche la risposta sotto il profilo puramente tecnico. Stiamo parlando di risorse che vengono richieste direttamente dagli istituti scolastici al Ministero; sono risorse afferenti al personale, che è materia di competenza dello Stato ed è materia su cui eroga direttamente i fondi lo Stato. Sono risorse che vengono direttamente confermate alle scuole in forma cartacea e che poi attendono all'erogazione successiva. Quello che dice il Consigliere Goffi, che da sempre ha una sensibilità particolare verso le scuole, specie queste piccole scuole che non hanno possibilità di sostegni alternativi o di operazioni di cassa interne per stare in piedi, richiama problematiche reali molto gravi.
Addirittura ho verificato se noi potessimo fare una sorta di anticipazione di cassa anticipando le competenze dello Stato in attesa che questo paghi, in alcuni casi i Comuni lo fanno nei confronti di terzi quando attendono risorse dalla Regione, quando attendono la liquidazione, a volte anticipano la cassa. Purtroppo non possiamo farlo perché questa è una competenza esclusiva dello Stato e non sarebbe un provvedimento legittimo quello di impegnare noi delle risorse per competenze che non abbiamo. Tutto ciò che possiamo fare - io l'ho fatto immediatamente quando ho ricevuto la comunicazione del Consigliere Goffi - è quello di sollecitare e segnalare il caso specifico, quindi la necessità che su questi casi s'intervenga anzi, nella lettera mi permetto di suggerire al Ministro Gelmini di fare una scala di priorità. Un conto è che aspetti e che attenda un istituto scolastico con 1.500 allievi (ovviamente esagero, sarebbero addirittura al di sopra del massimo consentito), un altro che aspetti l'istituto comprensivo piccolo che non ha altre possibilità di vivere.
Questo mi è stato garantito, come impegno. Mi auguro che a quest'impegno seguiranno i fatti, ma sicuramente l'attenzione nostra ci sarà. Ovunque potremmo, con fondi regionali perché le leggi ce lo consentiranno, garantire una serena attività alle scuole e, soprattutto una maggiore efficienza alle scuole piemontesi. Lo faremo, come sempre anche utilizzando risorse regionali.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(La seduta ha inizio alle ore 15.25)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Boniperti, Botta Franco, Leo, Cota Comba, Burzi e Costa Raffaele.
Il numero legale risulta 27.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Questione preliminare sollevata dal Consigliere Reschigna, ai sensi dell'articolo 71 del Regolamento


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Chiedo una sospensione del Consiglio regionale per un'immediata convocazione della Conferenza dei Presidenti di Gruppo. Spiego la ragione perché è successa una cosa che considero grave. È stata convocata la II Commissione alle ore 11; dopo che abbiamo consentito senza alcun ostruzionismo che fosse votata la deliberazione con il riconoscimento di Langhe, Roero e Colline Astigiane come Patrimonio mondiale dell'UNESCO perché fatto importante; a mezzogiorno mi sono rivolto al Presidente della Commissione chiedendo che la stessa fosse interrotta per svolgere una riunione del Gruppo consiliare tra le ore 12 e le ore 13 preliminare alla partecipazione del Gruppo all'incontro con il Comitato dei pendolari fissato in Sala Viglione per le ore 13. Ho chiesto quindi che non si proseguisse con il disegno di legge di modifica della legge 20 dell'Assessore all'urbanistica.
Voglio ricordare che nella precedente legislatura, quando un Gruppo chiedeva di interrompere il lavoro della Commissione per una riunione di Gruppo, è sempre stato concesso. L'ho chiesto a mezzogiorno, non alle 9.30 del mattino, e ho dato anche la disponibilità a trovare una diversa collocazione per proseguire il lavoro in II Commissione. La conseguenza di tutto questo è stata che alle ore 13, quando sono arrivato in Sala Viglione per partecipare all'audizione con il Comitato dei pendolari, mi è stato riferito che il disegno di legge era stato licenziato dalla II Commissione nonostante gli emendamenti su quel disegno di legge del Gruppo consiliare del Partito Democratico.



RESCHIGNA Aldo

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



RESCHIGNA Aldo

una vergogna! È una vergogna!



RESCHIGNA Aldo

Questa cosa non è mai avvenuta.



RESCHIGNA Aldo

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



RESCHIGNA Aldo

Mai successo!



RESCHIGNA Aldo

Nella precedente legislatura si interrompevano le Commissioni - e mi dispiace dirlo - alle ore 17.15 del mercoledì pomeriggio per consentire all'attuale Vicepresidente della Giunta regionale di prendere il treno e di andare ad Alessandria: si interrompevano le Commissioni alle 17.15! E non per fare una riunione di Gruppo. Il calendario ristretto di queste giornate mi imponeva di collocare una veloce riunione di Gruppo tra le ore 12 e le ore 13. Se questa è la qualità dei rapporti, così veramente non si guadagna il tempo.
Su quel disegno di legge, infatti, su cui noi abbiamo espresso una grande contrarietà ma non abbiamo fatto alcun ostruzionismo in Commissione vi prometto solamente una cosa: la nostra contrarietà è talmente forte che l'attività emendativa che state vedendo sulla legge di bilancio sarà niente rispetto a quella che vedrete in quest'aula su quel disegno di legge della Giunta regionale. Sarà niente! Non avete guadagnato una settimana: avete perso almeno due mesi!



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Vorrei cercare di ristabilire la verità in Aula. Dato che ci sono testimoni tra coloro che erano presenti in Commissione - Consiglieri di maggioranza e di opposizione - vorrei dire che le cose non sono andate come le ha descritte il Consigliere Reschigna.
Avendo esaminato i due provvedimenti e dovendo quindi iniziare l'esame dell'ultimo provvedimento per cui era stata convocata la Commissione (attraverso la riunione dei Capigruppo che mi avevano invitato a convocarla), giusto perché si sappia e si sia chiari in quest'aula, il Consigliere Reschigna è venuto da me e mi ha detto: "Adesso abbandono la Commissione perché ho una riunione di Gruppo". Ho quindi risposto: "Scusi collega Reschigna: cosa devo fare? La Commissione è stata convocata per questo". Ho poi chiesto successivamente in Commissione se fosse il caso di andare avanti: non solo la maggioranza, ma altri Consiglieri - anche di opposizione, o che qui non svolgono certo una funzione all'interno della maggioranza - mi hanno detto di proseguire.
In qualità di Presidente di Commissione, legittimato non solo dalla maggioranza, ma da altri Consiglieri, ho eseguito quello che la gran parte dei presenti mi ha chiesto di fare. Le cose sono andate quindi in questi termini, non in altri.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono, che era presente in Commissione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Sì, Presidente: io ero presente. Devo dire quindi che da parte di un Consigliere di opposizione - poi che faccia opposizione o meno questo è un giudizio politico e lo lasciamo perdere - non è venuto un diniego alla richiesta della Presidenza della Commissione a che si proseguissero i lavori. Io però, in rappresentanza del Movimento 5 Stelle, avevo chiesto in effetti di soprassedere perché erano stati presentati una settantina di emendamenti dai colleghi Reschigna e Stara e nessuno dei due era presente immagino per motivi organizzativi.
Ricordo che con le sedute continue di Consiglio e di Commissione in cui siamo convocati risulta difficile lavorare alla produzione degli emendamenti. Io, per esempio, sto lavorando alla scrittura degli emendamenti alle leggi sulla riduzione degli stipendi e non ho neanche il tempo materiale per farlo. Introdurre quindi, come avevamo già ricordato la discussione di questa proposta di legge - che era quasi in dirittura di arrivo, ma che poteva essere discussa all'inizio di gennaio - anche a noi sembrava un po' eccessivo.



PRESIDENTE

Riepiloghiamo.
Alla Conferenza dei Capigruppo avevamo deciso di aprire una finestra per questa Commissione, in un primo momento esclusivamente per il provvedimento relativo al riconoscimento come Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO di Langhe, Roero e Colline Astigiane; poi abbiamo aggiunto quel parere obbligatorio. Ricordo perfettamente che il Piano casa è stato iscritto all'ordine del giorno quasi come l'argomento principale.



(Commenti del Consigliere Reschigna)



PRESIDENTE

Mi scusi, poi potrà chiedere la parola. Se permette, era presente anche la Giunta. Chiederei quindi al Consigliere Reschigna di soprassedere sulla richiesta della Conferenza dei Capigruppo, perché purtroppo questo provvedimento - anche in una situazione di vulnus - è stato licenziato e sul piano formale la procedura è stata perfettamente aderente al Regolamento. Sicuramente poi tutti hanno gli strumenti per riproporre in Aula quanto probabilmente - da quanto ho ascoltato - su cui non vi è stata l'opportunità di discutere in Commissione e dunque credo che questo sarà in ogni caso un provvedimento, se inserito nella programmazione, che affronteremo nel corso del 2011.
Propongo quindi di andare avanti con quanto oggi all'esame dell'Aula.
Il Consigliere Angeleri ha chiesto la parola, ma non vorrei continuare con questa polemica. Del resto il Consigliere Bono ha appena detto di aver chiesto di soprassedere, che è cosa diversa da quanto, collega Angeleri, ha affermato lei.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Abbia pazienza, Presidente: non è una cosa diversa. È vero che il Consigliere Bono ha fatto quella richiesta, ma ho detto che la maggioranza della Commissione - riprenda i verbali, per favore - che non era formata solo da questa maggioranza ma anche da altri Consiglieri, ha chiesto di proseguire.
Dico e aggiungo, per cercare di calmare gli animi, che se questa cosa mi fosse stata chiesta all'inizio della Commissione e fossi stato informato di questa riunione di Gruppo, come sempre avviene in quest'aula da anni avrei acconsentito: non certo a mezzogiorno...



(Commenti in aula)



ANGELERI Antonello

Dicevo non certo a mezzogiorno, con la borsa in mano e il cappotto per uscire!



PRESIDENTE

Va bene, grazie. Scusate!



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Colleghi Angeleri e Reschigna! Siccome il provvedimento...



(Commenti e proteste in aula)



PRESIDENTE

Colleghi! Colleghi! Consigliere Carossa! La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.35 riprende alle ore 15.36)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego i colleghi di prendere posto.
Il provvedimento è stato licenziato e mi sembra che le posizioni siano chiarissime: ciascuno si assuma le proprie responsabilità.
Questo provvedimento è assegnato all'Aula, ma ci sono tutte le procedure per i Gruppi e per i singoli Consiglieri per far valere in questa sede le proprie prerogative e i propri diritti. Ne riparleremo nel 2011.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 72, inerente a "Legge finanziaria per l'anno 2011"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 72, inerente a "Legge finanziaria per l'anno 2011", di cui al punto 3) all'o.d.g. prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Emendamento aggiuntivo rubricato n. 4) presentato dai Consiglieri Bresso Stara, Buquicchio, Cerutti, Artesio: "Art. 7 bis (Aliquota dell'addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche IRPEF) 1. A partire dal 1° gennaio 2011 l'addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche, di cui all'art. 50 c. 3 del D.Lgs 15 dicembre 1997 n. 446 (Istituzione dell'imposta regionale sulle attività produttive, revisione degli scaglioni, delle aliquote e delle detrazioni dell'IRPEF e istituzione di un'addizionale regionale a tale imposta nonch riordino della disciplina dei tributi locali), è determinata applicando un'unica aliquota sull'intera base imponibile come di seguito specificato: a) aliquota dello 0,9 per cento sui redditi fino a 20.000,00 euro b) aliquota dell'1,2 per cento sui redditi superiori a 20.000,00 euro e fino a 30.000,00 euro c) aliquota dell'1,4 per cento sui redditi superiori a 30.000,00 euro.
2. Le aliquota sono applicate sul reddito complessivo percepito a decorrere dal 2011 e determinato ai fini IRPEF, al netto degli oneri deducibili riconosciuti ai fini di tale imposta".
Emendamento aggiuntivo rubricato n. 4.1) presentato dai Consiglieri Bresso, Stara, Buquicchio, Cerutti, Artesio: "Art. 7 ter (Imposta regionale sulle attività produttive) 1. A partire dal 1° gennaio 2011 l'imposta regionale sulle attività produttive, di cui all'art. 16 c. 3 del D.Lgs 15 dicembre 1997 n. 446 (Istituzione dell'imposta regionale sulle attività produttive, revisione degli scaglioni, delle aliquote e delle detrazioni dell'IRPEF e istituzione di una addizionale regionale a tale imposta nonché riordino della disciplina dei tributi locali), è determinata applicando al valore della produzione netta della seguente categoria di soggetti l'aliquota a fianco indicata: Cooperative sociali 1,00%".
Emendamento aggiuntivo rubricato n. 4.2) presentato dai Consiglieri Bresso Stara, Buquicchio, Cerutti, Artesio: "Art. 7 quater (Variazioni di importi della tassa automobilistica) 1. A decorrere dal 1° gennaio 2011 la tassa automobilistica regionale e quella di circolazione sono fissate: a) per autovetture e autoveicoli per il trasporto promiscuo con le seguenti caratteristiche Euro 0: per ogni Kw/CV aggiuntivo superiore ai 150 CV: in 7,50 Euro Euro 1: per ogni Kw/CV aggiuntivo superiore ai 150 CV: in 7,35 Euro Euro 2: per ogni Kw/CV aggiuntivo superiore ai 150 CV: in 7,20 Euro Euro 3: per ogni Kw/CV aggiuntivo superiore ai 150 CV: in 7,05 Euro Euro 4 ed Euro 5: per ogni Kw/CV aggiuntivo superiore ai 160 CV: in 6,80 Euro".
Riprendiamo la discussione unificata degli emendamenti rubricati n. 4) 4.1) e 4.2). Vi ricordo che ciascun Consigliere firmatario ha a disposizione sei minuti per intervenire (due minuti per emendamento). Al momento è intervenuto il Consigliere Reschigna.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Intervengo volentieri sull'emendamento, anche se la vicenda che ci lasciamo alle spalle rischia di condizionare la discussione sulla legge finanziaria e sul bilancio.
Non ha senso discutere ancora di quell'argomento; constato solamente che di solito non succede che in una Commissione consiliare, peraltro in presenza del Vicepresidente della Giunta regionale - ci tengo a precisarlo il Capogruppo d'opposizione chieda al Presidente di Commissione di soprassedere e si prosegua; tanto più che gli emendamenti presentati sono quelli del Capogruppo dell'opposizione. È un problema di "galateo istituzionale". È un problema di buonsenso.
Presidente Cavallera, indipendentemente dall'atteggiamento assunto dal Presidente della Commissione competente, che giudico errato, la considero politicamente responsabile. È il Vicepresidente della Giunta che in questi casi ha la sensibilità di capire che non conviene fare una forzatura.
La forzatura può essere fatta: avete ottenuto un risultato (avete licenziato per l'aula un provvedimento che, tra l'altro, consideriamo sbagliato e che abbiamo criticato nel merito evitando l'ostruzionismo), ma vorrà dire - ha ragione il Presidente del Consiglio - che utilizzeremo tutti gli strumenti per impedire che quel provvedimento venga approvato.
Naturalmente, emerge anche un problema di sottovalutazione delle conseguenze che quell'atteggiamento avrebbe avuto nella discussione d'oggi.
Perché non credo che potevate immaginare che questa discussione sarebbe filata via liscia dopo una forzatura del genere in Commissione.
Dunque, caro Vicepresidente Cavallera, si assuma le responsabilità del nostro atteggiamento d'oggi pomeriggio. Perché oggi pomeriggio la discussione sarà un'altra: non era mai successo che un Vicepresidente della Giunta regionale diventasse in Commissione colui che favoriva una forzatura rispetto ad una discussione.
Siccome il bilancio è un problema che voi avete interesse ad approvare caro Presidente Cavallera, e che noi invece abbiamo interesse a discutere oggi avremmo cominciato questa discussione in altro modo.
Prendo atto del fatto che avete fatto una forzatura in Commissione che ci "incentiva", diciamo così, a discutere della questione con un altro spirito. Perché di fronte abbiamo una maggioranza e un Vicepresidente della Giunta che, francamente, in Commissione hanno assunto un atteggiamento che considero sbagliato e grave.
Il collega Angeleri è troppo responsabile e ha troppa esperienza per non sapere che non c'erano le condizioni per fare quella forzatura in Commissione.
Mi rivolgo ai colleghi della maggioranza: in buona sostanza, cosa sarebbe successo se le parti fossero state rovesciate? Cosa sarebbe accaduto se un Presidente nostro avesse votato (o fatto votare) un provvedimento sul quale il Capogruppo dell'opposizione - Pedrale Reschigna, Carossa o chi altri - aveva presentato 20 o 30 emendamenti con cui modificarlo? È evidente che mi potrei permettere di fare quella forzatura soltanto ad una condizione: la condivisione del provvedimento. In caso contrario - e badate che ha sempre funzionato così - il Vicepresidente della Giunta o il Presidente della Commissione avrebbero dovuto dire : "No.
Badate che non ci sono le condizioni per andare avanti. Non me la sento" anche per ragioni di opportunità. Chi vuole che venga approvato quel provvedimento non si comporta così, perché sa benissimo che quell'atteggiamento determina una reazione che è quella che noi assumiamo in quest'aula; errore che io considero grave.
Dopodiché, ciascuno si assuma le proprie responsabilità.
Io avevo inteso che la Giunta avesse in testa di approvare questo provvedimento, perché le poche volte che ho partecipato ad una seduta di Commissione ho avvertito una frenesia che considero addirittura eccessiva (il provvedimento è certo importante ma, sant'Iddio, ci sono cose più importanti!). Oggi prendo atto che abbiamo addirittura fatto una forzatura rispetto ad un galateo istituzionale che qui dentro ha sempre funzionato.
Perché abbiamo opinioni diverse, collega Carossa, però fra noi c'è un rispetto delle posizioni politiche e dei ruoli istituzionali che ha sempre impedito di fare simili forzature.
Aver fatto questa forzatura penso sia stato un grande errore e mi stupisce che una persona come lei, che di solito lavora per "ricucire" i rapporti, evitando in molti casi delle forzature in Commissione, in questo momento abbia dato addirittura del falso al Capogruppo Reschigna, cosa francamente sbagliata, perché il collega Reschigna ha tante colpe, per abbiate pazienza - se c'è un Capogruppo che ha rispetto delle istituzioni e del ruolo politico che ricopre con grande equilibrio è proprio Reschigna! Venendo, invece, all'emendamento, ricordo all'aula che abbiamo posto ieri sera una questione cui ha risposto l'Assessore Quaglia.
Mi permetta, Assessore Quaglia, di muoverle un'obiezione (naturalmente non intendo contestare il giudizio espresso dagli Uffici, dal momento che ieri sera ci ha edotti circa una posizione che hanno assunto gli uffici), a proposito di uno degli emendamenti proposti dalla collega Bresso relativo all'aumento del bollo dell'auto. Lei ha sostenuto, leggendo appunto la nota predisposta dagli uffici, che in ogni caso, quand'anche l'emendamento venisse approvato, il gettito per la Regione sarebbe ininfluente, dato che lo stesso gettito andrebbe in larga misura a rimpinguare le casse dello Stato. Questo è ciò che ha detto sulla base di una nota che le avevano predisposto gli Uffici.
Lei conferma quell'orientamento, Assessore Quaglia? Glielo chiedo perché nutro dei dubbi sul fatto che le cose stiano veramente così.
Naturalmente non intendo aprire adesso una polemica con gli uffici, per l'amor del cielo. Però dalle informazioni che ho acquisito mi parrebbe che le cose stiano in un altro modo.
Allora, siccome il tema non è di poco conto, perché è dirimente per decidere come affrontare la questione, chiederei soltanto all'Assessore di confermarmi o meno quell'impostazione. Perché, come ho detto, nutro dei dubbi sul fatto che un'impostazione abbia una qualche validità.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Comunico che l'emendamento 4.2) è stato ritirato dai proponenti.
Pertanto, il tempo per intervenire si riduce a quattro minuti.
Subemendamento aggiuntivo rubricato n. 4 bis) presentato dai Consiglieri Bresso, Artesio, Cerutti, Dell'Utri: "Art. 7 bis (Aliquota dell'addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche IRPEF) 1. A partire dal 1° gennaio 2011 l'addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche, di cui all'art. 50 c. 3 del D.Lgs 15 dicembre 1997 n. 446 (Istituzione dell'imposta regionale sulle attività produttive, revisione degli scaglioni, delle aliquote e delle detrazioni dell'IRPEF e istituzione di una addizionale regionale a tale imposta nonch riordino della disciplina dei tributi locali), è determinata applicando un'unica aliquota sull'intera base imponibile come di seguito specificato: a) aliquota dello 0,9 per cento sui redditi fino a 20.000,00 euro b) aliquota dell'1,2 per cento sui redditi superiori a 20.000,00 euro e fino a 25.000,00 euro c) aliquota dell'1,4 per cento sui redditi superiori a 25.000,00 euro.
2. Le aliquote sono applicate sul reddito complessivo percepito a decorrere dal 2011 e determinato ai fini IRPEF, al netto degli oneri deducibili riconosciuti ai fini di tale imposta".
Subemendamento aggiuntivo rubricato n. 4.1 bis) presentato dai Consiglieri Bresso, Artesio, Cerutti, Dell'Utri: "Art. 7 ter (Imposta regionale sulle attività produttive) 1. A partire dal 1° gennaio 2011 l'imposta regionale sulle attività produttive, di cui all'art. 16 c. 3 del D.Lgs 15 dicembre 1997 n. 446 (Istituzione dell'imposta regionale sulle attività produttive, revisione degli scaglioni, delle aliquote e delle detrazioni dell'IRPEF e istituzione di un'addizionale regionale a tale imposta nonché riordino della disciplina dei tributi locali), è determinata applicando al valore della produzione netta della seguente categoria di soggetti l'aliquota a fianco indicata: Cooperative sociali 1,00%".
La parola alla Consigliera Bresso, per illustrare il subemendamento sostitutivo che, nel frattempo, è stato presentato.



BRESSO Mercedes

Ringrazio il Consigliere Ronzani per aver posto quella domanda, perch sarei anch'io interessata ad ascoltare la risposta.
Ho apportato una modifica all'emendamento, ritirandone una parte - mi rivolgo al Consigliere Ronzani - perché sembra che sia stato dichiarato incostituzionale modificare l'articolazione: in pratica, o aumentano proporzionalmente tutti, oppure non lo fa nessuno. Altrimenti, tutto l'eventuale aumento finisce nelle casse dello Stato.
Personalmente, anche a me sembra poco chiaro quest'aspetto, ma nel dubbio, dato che tengo all'emendamento principale, quello finalizzato alla riduzione dell'addizionale regionale dell'IRPEF per i soggetti a basso reddito e dell'IRAP per le cooperative sociali, ho provato a formulare insieme alla mia collaboratrice, delle soluzioni diverse che illustrerei brevemente.
Intanto, relativamente al minor gettito, abbiamo modificato le aliquote, per cui arriviamo solo a 25.000 euro per l'esenzione parziale; il tutto ci consente di ridurre un pochino il costo complessivo dell'operazione, che scende a 60 milioni, così come si evince dalla relazione illustrativa.
Il minor gettito dell'imposta regionale sull'IRAP, di otto milioni secondo le stime dell'Assessore, a nostro avviso è un pochino esagerato per cui lo abbiamo portato a sette, in modo che corrisponda all'effettiva riduzione (concordo sul fatto che probabilmente lo avevamo sottostimato).
La manovra, quindi, riguarda 60 milioni più sette milioni, che vengono recuperati attraverso il maggior gettito dell'addizionale regionale sull'IRPEF dovuto al recupero dell'elusione e dell'evasione dell'IVA, sul quale, di nuovo, c'è un forte impegno a livello nazionale, pertanto deve avere una ricaduta anche sulle nostre finanze, nonché, dalle nostre azioni regionali, il recupero dell'evasione della tassa automobilistica. Il tutto per 25 milioni.
Inoltre, da maggiori gettiti (queste sono operazioni sul bilancio) derivanti dai diritti di escavazione, quindi prevediamo un aumento dei diritti di escavazione (attività molto ricca, come sapete); da un maggiore gettito dei proventi derivanti dalle sanzioni amministrative erogate ai gestori di servizi ferroviari. Ritengo che una forte azione nei confronti del totale disservizio delle nostre Ferrovie possa permettere di aumentare il gettito, che, tra l'altro, non è più stato erogato ai pendolari attraverso le riduzioni che venivano effettuate.
Ancora, dalla riduzione dello stanziamento di spesa per i servizi di trasporto pubblico locale, poiché abbiamo letto che è stato siglato l'accordo nazionale per l'aumento del fondo, quindi quella cifra messa a bilancio è oggi ridondante, perché è stato garantito il finanziamento nazionale attraverso l'accordo Stato-Regioni, e da alcune altre riduzioni minori (per la UPB "Sistemi informativi e tecnologie della comunicazione" la UPB "Economia montana e collinare e servizi", per un milione, la UPB "Programmazione ed organizzazione turistica - Turismo sociale - Tempo libero", per due milioni.
Ma queste sono piccole cose rispetto alle quali, se la Giunta volesse accoglierle, potrebbe anche controproporre riduzioni o incrementi di entrate di altro tipo.
Presidente, ho sei minuti a disposizione?



PRESIDENTE

Ne avrebbe quattro, però sta illustrando il nuovo emendamento, quindi prego.



BRESSO Mercedes

un subemendamento. In ogni caso - e termino - ribadisco l'importanza delle due questioni alla base di una manovra che ovviamente è operata senza avere sotto mano tutti gli elementi tecnici del bilancio: non solo c'è un impegno della Regione, preso con i Sindacati da tempo, a modulare l'addizionale IRPEF, realizzato solo in parte e che dovrebbe andare avanti per garantire che anche l'addizionale IRPEF sia commisurata alla capacità reddituale di pagamento delle imposte dei cittadini, e non vada a gravare in modo uguale su tutti i cittadini, qualunque sia il loro livello di reddito.
La progressività dell'addizionale IRPEF è stata uno dei temi più forti nella trattativa per il Patto di sviluppo fra la Regione e le forze economiche e sociali.
La seconda questione: credo sia chiaro a tutti che la cooperazione sociale è in grande difficoltà anche a causa della forte riduzione dei finanziamenti congiunti di Stato, Regioni, Comuni e Province, in conseguenza, pertanto l'alleviamento consentito da questa riduzione dell'IRAP può essere opportuno e può dare un po' di fiato ad un settore che è l'unico a non aver ridotto l'occupazione nei momenti di crisi.
Naturalmente, se la Giunta vuole cogliere il senso politico dell'emendamento, siamo disposti a discutere delle modalità di pareggiamento delle cifre di bilancio.



PRESIDENTE

Per fare il punto: l'emendamento rubricato n. 4.2) è stato ritirato gli emendamenti rubricato n. 4) e n. 4.1) sono sostituiti - se nel frattempo sono stati distribuiti - dai subemendamenti n. 4) bis e n. 4.1) bis.
Il Consigliere Vignale rinuncia all'intervento.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Presidente, non abbiamo il testo dell'emendamento e diventa un po' difficile intervenire su un emendamento modificato.



PRESIDENTE

Prego di distribuirlo. Vede perché vogliamo passare all'informatica? In ogni caso, per sua conoscenza, viene modificata, al punto b) del comma 1, la cifra di 30 milioni in 25 milioni e, all'articolo successivo l'emendamento 4.1) diventato 4.1) bis è identico.



MULIERE Rocco

Presidente, approfitto per fare una brevissima riflessione, perch quanto hanno detto sia il Presidente del Gruppo sia il collega Ronzani è chiaro ed evidente: in quest'aula ci sono regole scritte e regole non scritte. Naturalmente, occorre rispettare quelle scritte, ma possibilmente anche quelle non scritte, altrimenti diventa difficile lavorare.
Occorre un clima di rispetto, all'interno dell'aula, tra maggioranza e minoranza, poi le cose vanno come vanno: una volta ci si trova in maggioranza, un'altra volta in minoranza, pertanto questo è utile per tutti, perché quando le regole sono rispettate ci si trova bene sia che si appartenga alla minoranza sia che si appartenga alla maggioranza. Se invece, le regole sono usate secondo le convenienze, diventa difficile lavorare.
per questo motivo, Presidente, che le suggerisco una strada, ma è una mia opinione: poiché il provvedimento è già stato licenziato in Commissione, lo porti in aula, ma, quando si discute il primo articolo, lo rimandi in Commissione.
Questo è ciò che ritengo si debba fare, perché gli emendamenti che abbiamo presentato su quel testo di legge sono emendamenti di merito.
Stiamo parlando della modifica della legge 20, che interviene sull'economia di questa regione; non è una leggina, è una legge importante per il territorio e per l'economia della nostra regione.
Poiché è una legge importante e i nostri sono emendamenti di merito - e stiamo parlando di una legge approvata un anno fa anche dall'allora opposizione - forse la strada da percorrere è quella di portarla in Aula inevitabilmente, chiedendo, al primo articolo, di riportare il testo in Commissione. Vedremo, poi, come licenziarlo dopo aver discusso gli emendamenti. Non dico che bisogna approvare i nostri emendamenti, ma chiedo di discuterli in una sede, per ripristinare quel clima che oggi in qualche modo è stato violato.
Ritengo che questo sia opportuno e possa aiutare. Se c'è un impegno in Aula che stabilisce che questa può essere la procedura da seguire, si pu ritornare a un clima di confronto corretto e rispettoso delle parti.
Sull'emendamento e sul subemendamento presentato dalla Consigliera Bresso, le nostre perplessità sono legate soprattutto al punto delle tasse automobilistiche; se viene chiarito quell'aspetto e quella questione posta dal collega Ronzani, ritengo che potremo procedere.
Considero molto positiva la riduzione proposta relativamente alle cooperative sociali.
Inoltre, sulla questione dell'IRPEF siamo intervenuti nella scorsa legislatura - e termino, Presidente - e l'impegno che avevamo assunto (lo ricorderà bene la Consigliera Bresso) era quello di intervenire con una riduzione progressiva dell'IRPEF.
Noi abbiamo fatto un pezzo di quel cammino; questa proposta vuole proseguire in quella direzione, perciò mi pare che la logica sia coerente con quello che avevamo tentato di fare nella scorsa legislatura, quindi mi pare che l'emendamento sulla questione dell'IRPEF, sulla riduzione dell'IRAP, sulle tasse automobilistiche, se verranno chiariti gli aspetti che...
Mi fanno notare che l'emendamento è stato ritirato, quindi è una questione ormai superata.
Sulle altre questioni, abbiamo detto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Se posso dire quello che penso, mi sembra che in quest'aula, ed anche all'interno delle Commissioni consiliari, aleggi un atteggiamento della maggioranza che, facendosi forte della modifica di un Regolamento che noi abbiamo voluto con una parte dell'opposizione, ha l'obiettivo non solo di limitare la discussione, ma di mettere la spada sul piatto dei vincitori com'è successo un po' di tempo fa nella capitale del nostro Paese.
così, altrimenti non si spiegherebbe la ragione per la quale non c'è alcuna attenzione rispetto agli emendamenti di merito che stiamo presentando; motivo per il quale oggi, in Commissione, il centrodestra ha ritenuto di continuare i lavori, senza il maggiore partito dell'opposizione.
Avevo trovato corretto, nei cinque anni precedenti, nella mia prima legislatura, che le Commissioni in qualche modo terminassero, quando l'opposizione non era presente in Consiglio.
Ricordo quante volte sia capitato al Consigliere Burzi di dire che avevano una riunione di partito, oppure un altro impegno, ed essendo il Consigliere Burzi il Presidente del maggiore partito di opposizione, noi non abbiamo mai - dico mai, tutte le volte che ho partecipato ad una Commissione consiliare - continuato la discussione se Forza Italia o Alleanza Nazionale non erano presenti, soprattutto se il Presidente di Forza Italia avesse chiesto, a mezzogiorno, quando anche il tempo per la Commissione poteva essere considerato concluso, di interrompere, perch c'era una riunione al Gruppo o altri impegni.
Ritengo che questo non succeda per caso, Presidente. Credo che sia uno spicchio di un'arancia di arroganza che questo Governo regionale esprime ogni giorno, all'interno delle Commissioni e anche in Aula.
Apprezzo la sua correttezza nella gestione del Consiglio ed anche il fatto che lei prima abbia ripristinato un pezzo di parità, dicendo che contrariamente a quanto sosteneva il Consigliere Angeleri - la Commissione era stata convocata per discutere della questione del riconoscimento dell'UNESCO, e che l'altro punto all'o.d.g. fosse aggiuntivo, per riempire la Commissione.
Poiché non ho alcuna ragione per credere che lei menta e - ripeto - ho grande stima della sua correttezza istituzionale, ritengo che le cose stiano così.
Questo Governo regionale ha vinto le elezioni, dimenticando - come ho già avuto modo di dire in altre occasioni - che continuiamo - che vi piaccia o no - a rappresentare la metà, meno 9.000, degli abitanti di questa regione; è un Governo che continua a pensare di poter fare tutto quello che gli passa per la mente. Del resto, quando si ha un Presidente del Consiglio come Silvio Berlusconi come Presidente di riferimento, mi sembra normale pensare che le Istituzioni possano essere piegate ai vincitori e che non debbano in alcun modo tenere conto della correttezza e del rispetto.
Non siamo nemici; siamo su posizioni diverse rispetto ai provvedimenti che devono entrare in aula e un po' di correttezza nei confronti di un Presidente come Reschigna, che è un Presidente corretto e disponibile, non guasterebbe.
Per quanto riguarda l'emendamento presentato dalla Consigliera Bresso leggo solo i titoli, poi riprenderò la parola nei due minuti che mi spetteranno ancora - mi pare che abbia due grandi meriti: porre l'attenzione sul ruolo che svolgono le cooperative sociali all'interno della nostra regione e porre un principio di giustizia ridistributiva all'interno del paese, di cui qualcuno prima o poi dovrà occuparsi.



PRESIDENTE

Poiché molti Consiglieri evidenziano, nei loro interventi, la questione di un eventuale impegno di rinvio in Commissione, ricordo che il rinvio in Commissione di un provvedimento è fissato dall'articolo 88 del Regolamento.
Quindi, com'è noto, quando la massa emendativa è tale, su uno o più articoli, l'Aula può anche decidere di rinviare in Commissione, peraltro fissando anche un termine in Consiglio per illustrare la questione.
Mi auguro che nel 2011 vi sia questa condizione, sulla quale ritengo che sarà la Giunta stessa, titolare del provvedimento, a dire come la penserà ed eventualmente a fare una valutazione della situazione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Invito - per quanto serva - i colleghi del Partito Democratico a non ritenere quanto accaduto, che credo sia ascrivibile ad un incidente, come ne sono accaduti altri, una volontà politica di chiusura della discussione.
Rammento che, nella passata legislatura, durante la discussione del Piano Socio Sanitario, i Gruppi dell'allora opposizione dovettero fare la spola fra la Commissione e una conferenza stampa, perché non si volle interrompere la Commissione; un'altra volta, si richiese la sospensione della VII Commissione e non venne concessa. Saranno accaduti altri casi, ma non abbiamo mai fatto una...



(Commenti di alcuni Consiglieri di minoranza)



VIGNALE Gian Luca

Guardate, io non sto diminuendo né ingigantendo; registro i fatti che hanno rappresentato - non ero presente - i Consiglieri Reschigna e Angeleri. Non ho motivo di non dover credere all'uno o all'altro; ritengo che siano due aspetti di una lettura differente, ma che deve badare ad un aspetto sostanziale: il Gruppo del Partito Democratico aveva prodotto una serie di emendamenti sul testo e si può anche chiedere che il provvedimento torni in Commissione.
Rammento che quando approvammo il precedente Piano casa, nonostante un voto contrario finale, noi garantimmo una discussione estremamente celere del provvedimento in Commissione e in Aula, per l'importanza del provvedimento stesso. Per intenderci, non presentammo decine di emendamenti, ma cinque - credo - perché credevamo che quella fosse una misura idonea.
Questo non vuol dire che alcuni emendamenti non possano essere recepiti all'interno della discussione che avverrà in Consiglio.
Sinceramente non credo, conoscendo anche il collega Angeleri, che ci sia stato alcun tipo di prevaricazione; penso sia soltanto uno dei problemi che incorrono nella conduzione dei lavori di Consiglio.
Se non c'è una condivisione nei tempi o una comunicazione nei tempi come tante volte può accadere, perché non è un errore di nessuno, pu succedere anche questo.
Poi, per carità, ognuno rimarrà nelle sue convinzioni: il collega Boeti continuerà a pensare che è uno spicchio di un'arancia di arroganza; io la vedo in modo differente.
Spesso mi trovo - ahimè - a parlare del passato: se dovessimo ricordare gli spicchi di arroganza passata, citando alcuni Assessori, soprattutto oggi ex Assessori, soprattutto oggi non presenti, potremmo riempire delle casse d'arance, ma questo non aiuterebbe la discussione attuale, quindi rimando quei fatti alla memoria di chi era presente nella precedente legislatura.
In merito all'emendamento, ancorché la costruzione - che non è condivisa - è un punto di vista politico, perché dà alcune indicazioni sulle quali - ripeto - non c'è una condivisione, ritengo che anche da un punto di vista della quantificazione reale sia difficilmente sostenibile.
Ritengo che otto milioni di euro derivanti dai diritti di escavazione possano essere iscritti con difficoltà al bilancio regionale e anche alcune riduzioni di capitoli sui quali, in Commissione, in realtà, c'è stato un lavoro in crescendo - penso al trasporto pubblico, al turismo o all'economia montana - credo vadano un po' in controtendenza rispetto alle indicazioni della maggioranza, ma anche di alcune indicazioni che, in sede di Commissione I, ha dato la maggioranza. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Nel corso del pomeriggio, più volte, è stato ricordato che, nelle legislature precedenti, la richiesta da parte di un Capogruppo, in particolare dell'opposizione (a seconda di chi fossero nelle legislature precedenti, alternativamente, le opposizioni o le maggioranze), di sospendere temporaneamente una discussione in Commissione, in occasione di una riunione del Gruppo, non è mai stata negata.
noto ai più che, lo svolgimento tranquillo e sereno della discussione, nonostante si esprimano opinioni diverse sul provvedimento e si svolga un'attività emendativa normale, influisce sull'approvazione più o meno celere di un provvedimento in Commissione e sulla possibilità per l'Aula di licenziarlo.
Una Giunta interessata ad un epilogo come quello creerebbe le condizioni per svolgere una discussione il più possibile corretta e serena nel rispetto delle regole, alcune istituzionalmente codificate e altre che appartengono ad un costume istituzionale, che, anche se non è scritto, nei fatti, ormai, è codice di comportamento di questa Regione.
Altrettanto, è opinione sufficientemente diffusa tra i più, e anche abbastanza condivisa, che, soprattutto quando in aula si sta svolgendo la più importante discussione, quella sul documento di bilancio, non è interesse né della maggioranza né dell'opposizione che tale attività venga turbata e si interferisca con errori e scortesie istituzionali.
Inevitabilmente, trattandosi degli stessi soggetti che lavorano in Commissione e in Aula, questo si ripercuote su un dibattito di merito, che è importante e anche serrato, che ci vede impegnati da alcuni giorni a questa parte.
Ci chiediamo cosa abbia portato a fare una cosa come questa un Presidente di Commissione e, soprattutto, il Vicepresidente della Giunta regionale, presente ai lavori della Commissione stessa.
del tutto evidente che, indipendentemente da come il collega Angeleri abbia ascoltato e da come gli sia stata posta la questione, se direttamente a lui o alla Commissione, la questione è questa avanzata da un Gruppo, che tra l'altro, era il presentatore di emendamenti. Anche se avesse capito poco, se in quel momento fosse stato un po' sordo e non avesse compreso bene cosa il collega Reschigna gli chiedeva, il fatto di avere lì un blocco di emendamenti di un Gruppo che si doveva assentare per la riunione di Gruppo - come si dice, due più due fa quattro - doveva far sì che capisse da solo che non doveva procedere con un voto su un provvedimento discusso.
Detto questo, è del tutto evidente che occorrerà addivenire ad una composizione di tutta questa vicenda: molto opportunamente, una l'ha suggerita il collega Muliere, che mi sembra di grande rilievo.
Accanto a questo dobbiamo discutere un emendamento importante.
(Scampanellìo del Presidente)



MANICA Giuliana

Ancora pochi secondi.
Sono molto favorevole all'emendamento, così come corretto e presentato dalla Consigliera Bresso, sulla riduzione delle aliquote dell'addizionale regionale sul reddito delle persone fisiche, in particolare per il fatto che è stata segnatamente riferita ad attività produttive e attività esercitate dalle cooperative sociali.
Con la modifica apportata al testo di ieri, penso sia anche più agevole l'approvazione dello stesso, essendo più sintetico e chiaro, ma avrò modo di intervenire sulla questione, perché vedo che il tempo a mia disposizione è terminato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Manica.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Desidero porre tre elementi. Il primo è un invito che rivolgo alla sua persona, affinché lei possa poi trasmetterlo a chi di competenza: è vero nell'articolo 100 si ha il piacere di avere risposte immediate su diverse argomentazioni, ma il più delle volte manca l'Assessore competente e le risposte - ahimè - sono estremamente evasive.
Per quanto riguarda il secondo punto, ritengo estremamente grave quanto questa mattina è avvenuto in Commissione. Nella scorsa legislatura ho fatto parte dell'Ufficio di Presidenza di una Commissione estremamente delicata nello specifico la Commissione IV, ho presieduto diverse volte l'Aula e ritengo di avere dimostrato sempre equilibrio, inteso quale doveroso rispetto nei confronti delle istanze di chiunque, soprattutto se provenienti dalla minoranza.
Abbiamo interrotto e ritardato per settimane i lavori perché, il più delle volte, c'era un intento ostruzionistico. In questo caso, ahimè, si è trattato, invece, di mettere il bavaglio ad una minoranza che intendeva partecipare in modo costruttivo all'elaborazione di un progetto di legge.
Prendo atto che il Consigliere Vignale ha parlato di incidente. Si è trattato di un brutto incidente al quale lei, Presidente di quest'Aula deve, sicuramente, nell'interesse di tutti, porre rimedio. Ritengo che la proposta avanzata dal Consigliere Muliere sia più che accettabile.
Relativamente all'emendamento proposto dalla Consigliera Bresso cosa posso dire? Sicuramente, ci troviamo in un momento estremamente delicato per questo Paese, dove si registra un disagio diffuso. Gli incidenti di questi ultimi giorni devono farci riflettere molto sulla gravità estrema di questo momento e le istituzioni come la nostra non possono fare finta di niente.
Riteniamo che la proposta della Consigliera Bresso - nella formula primitiva l'avevamo anche sottoscritta, solo per motivi temporali non l'abbiamo risottoscritta, ma l'appoggiamo appieno - vada incontro alle esigenze delle famiglie con maggiori difficoltà economiche, cercando di individuare una forma di sostegno concreto, che possa alleviare il loro disagio.
Quindi, l'emendamento, per come è stato articolato, penso possa avere sicuramente seguito e approvazione, anche da parte della Giunta e della maggioranza, Relativamente alle attività produttive, l'emendamento disponendo la riduzione dell'IRAP alle cooperative sociali, vorrebbe creare ci auguriamo che li crei - dei presupposti positivi.
Viceversa, per quanto riguarda il problema del bollo delle auto di grossa cilindrata, ci rammarichiamo che questa legge - la legge nazionale indubbiamente - non sia idonea per determinate categorie a permettere un aumento. Al riguardo, come Gruppo, quindi come partito nazionale proporremo al Parlamento di rimuovere tale vincolo. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
L'episodio di cui stiamo parlando mi aiuta ad affrontare gli emendamenti di cui si discute, perché c'è un filo che li unisce: da una parte, la prepotenza, dall'altro la ricerca dell'equità, della solidarietà e di un modo di condividere le vicende della vita che la politica pu aiutare a perseguire. Un filo difficile da unire, ma voglio provare a farlo. Si comincia dai fatti, dal metodo, poi si finisce nel merito, anche se spesso il metodo è rappresentativo della visione delle cose che si hanno nella vita.
Mi sorprende un po' che sia stato il Consigliere Angeleri a fare questa forzatura e poi, come i bambini che hanno sbagliato, additano i compagni: "Sono stati loro; ho chiesto anche a loro".
Mi sorprendo perché Angeleri viene da una scuola democristiana e il fatto che si sia poi specializzato in cultura leghista mi sorprende, perché se uno ha buone radici mantiene buoni frutti, ma si può anche sbagliare perché, come sappiamo, nessuno è perfetto e chi non sbaglia tiri la prima pietra.
Prendiamo atto che il Consigliere Angeleri è un convertito - speriamo di no - alla durezza del metodo leghista, ma il Vicepresidente Cavallera no.
Siamo proprio sorpresi dell'atteggiamento del Vicepresidente Cavallera non solo perché, come ha ricordato il Capogruppo Reschigna, più volte nella scorsa legislatura ha chiesto di poter concludere i lavori per tempo per motivi personali (neanche per impegni di Gruppo) che lo costringevano ad importanti ritorni nelle sue terre, ma perché anche lui viene da quella scuola di mediazione e d'attenzione che lo spingerebbe ad essere più prudente quando si tratta di richieste di buon senso, come quelle avanzate dal nostro Capogruppo.
Ciò premesso, mi concentro sull'altra questione, su come la moderazione nei toni e il rispetto delle persone si concretizzi nella pratica politica.
Ci sono due proposte avanzate dalla Consigliera Bresso che ci trovano concordi.
La prima ci porta a chiedere se c'è qualche traccia, in questa finanziaria, che dia il senso di una manovra redistributiva, di un'attenzione verso le persone che fanno più fatica (sappiamo, purtroppo che sono in aumento).
No, non c'è possibilità.
La proposta di continuare nell'alleggerimento dell'addizionale IRPEF a favore delle persone con redditi bassi di lavoro o di pensione ci pare un importante provvedimento che credo anche la maggioranza dovrebbe considerare, se non fosse così arroccata sui propri convincimenti.
L'altra proposta è altrettanto importante: siamo di fronte a una situazione di crisi del welfare, di tagli alle risorse per i servizi alle persone.
Le cooperative sociali rientrano in quel modello di welfare cui anche il centrodestra dice di essere aderente, cioè un modello più partecipato più sussidiario e più imprenditoriale.
Questo è un modo per consentire alle cooperative sociali, che non sono di sinistra, di centro o di destra, ma sono per l'interesse generale, di poter sostenere questa difficile crisi e permettere il pagamento di quei modesti stipendi, che pur sempre consentono, più di altri settori, di garantire quell'occupazione cui dite invece di tenere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Due considerazioni.
La prima è relativa all'emendamento di cui stiamo trattando. Credo che tutti condividano il fatto che in questo momento ci troviamo in una situazione di difficoltà generale del Paese e di difficoltà economica per tante persone e tante famiglie. Questo ci porta a valutare positivamente l'emendamento, in quanto continua in quel percorso di attenzione, già avviato da questa Regione da alcuni anni, verso quelle persone e quelle famiglie che hanno maggiore difficoltà a far quadrare i conti della propria realtà. Ridurre l'aliquota dell'addizionale regionale IRPEF va esattamente in questa direzione.
In questo senso, l'emendamento va ad incidere in un contesto che introduce elementi di giustizia sociale ed interviene sul mondo della cooperazione sociale. Tutti sanno quanto la cooperazione virtuosa, in questi mesi e in questi ultimi anni, abbia svolto un importantissimo ruolo di agente anti-ciclico, nel senso che in un momento di grande difficoltà economica e di grande difficoltà occupazionale, il mondo della cooperazione in generale ha avuto una tenuta importante.
All'interno di tutto questo, sicuramente il mondo della cooperazione sociale ha svolto ruoli ed azioni fortissimamente significative, sia in termini di tenuta economica sia in termini di salvaguardia occupazionale nei confronti di fasce sociali molto più fragili e molto più deboli.
Proprio in questo senso, questo tipo di intervento, che personalmente sottoscrivo, condivido e voterò, dovrebbe essere di grande attenzione da parte di tutta l'Aula.
Mi permetto, nel tempo che mi rimane, di fare un'ulteriore breve considerazione riguardo a quanto accaduto e riferito dal nostro Capigruppo oggi in Commissione. Non ero presente in Commissione, non essendo un componente della stessa, ma sulla base dei fatti espressi, che a questo punto sono di assoluta evidenza, essendo stati esplicati da parte di tutti i Consiglieri.
Chiederei ai Gruppi di maggioranza di creare lo spazio per un confronto di merito su quei emendamenti in Commissione. I modi e le forme sono nella consapevolezza di ciascuno e quindi non sono io a suggerire il modo.
importante ristabilire condizioni di serenità complessiva in quest'Aula.
Non credo serva a nessuno il fatto di passare le prossime giornate a discutere di centinaia di emendamenti da ragionare ciascuno nel merito e poi di riprendere, alla ripresa, lo stesso tipo di trafila, per una questione che, come ha detto il Consigliere Vignale, è dovuta ad un incidente di percorso e non ad una forzatura.
Sono assolutamente disponibile ad accoglierla come un incidente di percorso, ma se così è stato, va ripristinato il percorso corretto. Quindi mi permetto di suggerire il buon senso di voler recuperare un corretto rapporto e di riportare le cose là dove sono state abbandonate per poterle ragionare nel merito.



PRESIDENTE

Richiamo tutti i Consiglieri al rispetto dei tempi.
La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Essendo cofirmataria dell'emendamento illustrato dalla Presidente Bresso, ne condivido il contenuto per due ragioni. Il primo argomento a motivazione riguarda un discorso di equità progressiva, l'alleggerimento del prelievo fiscale sulle fasce di reddito più deboli.
Il secondo riguarda il desiderio di colmare una lacuna rispetto alle scelte che questa Amministrazione ha fatto di parziale defiscalizzazione delle attività produttive, in modo particolare all'interno del piano straordinario per il lavoro e per l'occupazione, per il quale sono state previste misure di alleggerimento dell'IRAP esclusivamente alle industrie e alle attività produttive connesse a quel piano, che sappiamo ha un'impronta di carattere politecnico e manifatturiero e non ha considerato la qualità delle imprese che intervengono sui servizi alla persona, che peraltro nella contingenza e nella stretta economica, sono quelle che hanno mantenuto, pur tra molti sacrifici, il livello di occupazione, in particolare dell'inserimento delle fasce deboli.
Questa è la motivazione dell'emendamento. Poiché i colleghi hanno utilizzato parte del loro tempo a commentare quanto accaduto nella II Commissione urbanistica, io come presente, quindi come possibile colpevole rispetto a quanto recriminato dal Gruppo PD, vorrei fare questa osservazione. C'è una questione di sostanza e c'è una questione di metodo.
La questione di sostanza riguarda al momento una irriducibile contrapposizione di merito sul provvedimento dell'articolato di legge. E questa irriducibile contrapposizione si è manifestata nella Commissione nei comportamenti di voto tra maggioranza ed opposizione e si è manifestata nella consapevolezza del Vicepresidente della Giunta, che sa benissimo dopo averlo tentato, che quel provvedimento legislativo non potrà fare alcuna incursione in quest'aula nel nostro dibattito e nella finanziaria.
del tutto evidente che i contenuti di merito scritti in quegli emendamenti all'attenzione della Commissione consiliare stamani, saranno tutti ripresi in una battaglia di emendamenti all'interno dell'Aula.
Quindi, la sostanza è chiara. C'è una questione di metodo e veniva ricordato prima che è uno sgarbo istituzionale quando un gruppo consiliare specialmente se di maggioranza relativa nella maggioranza o nell'opposizione, formula una richiesta di rinvio, non accoglierlo. Fa parte delle regole non scritte di quest'aula.
Prendo atto che esiste un codice, un galateo, uno stile di comportamento non scritto che regola quest'Aula; non ne condivido tutte le qualità, perché alcune volte ha un po' una logica di comunità politica che non a tutti sta comoda. Tuttavia condivido quelle regole non scritte che denotano un rispetto per le esigenze dei diversi gruppi.
Mi permetto di dare un consiglio: essendo stata, a causa di un mio ritardo nell'arrivo in Commissione, peraltro giustificato, non consapevole della richiesta che il Capogruppo Reschigna aveva avanzato, forse le regole non scritte sarebbero meglio applicate se fossero da tutti conosciute. Cioè se fosse stato comunicato alla composizione della Commissione la necessità del Gruppo consiliare, e non solo scambiata in un rapporto con l'Assessore o con il Presidente della Commissione stessa, forse nella consapevolezza comune avremmo potuto tutti sostenere questa richiesta.
Quindi, mi associo a quanto il Gruppo PD ha avanzato per recuperare l'incidente diplomatico avvenuto. Chiedo anche che d'ora in avanti il galateo con il quale agiamo possa essere socializzato maggiormente.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Spiace dovere intervenire oggi pomeriggio in un clima che sicuramente poteva essere diverso e che invece ci porta in una condizione di relativa difficoltà.
Intanto sull'emendamento credo sia assolutamente interessante e condivisibile immaginare un'ulteriore riduzione dell'aliquota IRPEF, in modo particolare per quello che riguarda poi il successivo punto 2 inerente all'IRAP per le cooperative sociali.
Questo mi sembra un atteggiamento propositivo ed importante, che mira innanzitutto a mettere in evidenza come sia possibile differenziare la riduzione delle aliquote dell'addizionale regionale e la riduzione dell'imposta regionale sull'IRAP, come sia possibile fare delle proposte costruttive nella direzione di diversificare la tassazione, in base al ruolo sociale che le cooperative sociali occupano all'interno della nostra Regione.
Ci terrei a sottolineare che la cooperazione sociale all'interno della nostra Regione ha un'esperienza di grande valore e di grande importanza.
Esperienza che oggi corre il rischio di essere messa in grossa difficoltà dai tagli e dalle riduzioni non solo delle politiche regionali, ma anche delle politiche nazionali.
quindi un settore che occupa persone anche appartenenti alle fasce più deboli e che correrebbe il rischio di andare fortemente in difficoltà e in crisi. Quindi, la possibilità di sostenerle, attraverso una riduzione dell'IRAP, consentirebbe a loro di trovare una soluzione alternativa rispetto ad un quadro complessivo di grossa difficoltà e di grossa complessità all'interno della quale poter portare avanti i progetti.
Se pensiamo soltanto al settore della scuola, ad esempio per quello che riguarda le pulizie, all'interno della nostra regione quest'anno è stato ridotto il 50% degli appalti e delle attività legate alla pulizia degli edifici scolastici che fino all'altro giorno appartenevano ad un mondo per il quale negli ultimi dieci anni era stata avviata una sperimentazione di tutto rispetto, riconosciuta tra le più importanti del nostro Paese.
La stessa cosa possiamo affermarla per altre in continuità con le leggi finanziarie del 2008 e del 2009, che prevedono una riduzione sui redditi medio bassi della nostra Regione e che oggi coinvolgendo ulteriori contribuenti permetterebbe a fasce di popolazione già in estrema povertà e difficoltà, di avere un ulteriore sgravio fiscale, e quindi una facilitazione da non sottovalutare.
Vorrei sottolineare anche l'aspetto politico che caratterizza l'emendamento, che non è in contrapposizione rispetto a quanto è accaduto questa mattina in Commissione. È, al contrario, un atteggiamento di proposta e non soltanto di critica nei confronti dell'operato della maggioranza.
Quindi, ci auguriamo e siamo convinti che la maggioranza prenderà in considerazione quanto proposto dall'emendamento con l'allegata relazione tecnica, che spiega in modo dettagliato e preciso quanto con questo provvedimento vorremmo introdurre all'interno della legge finanziaria e di bilancio.
Ci aspettiamo un'attenzione ed una valutazione precisa ed attenta rispetto alle ricadute di un emendamento come questo sul bilancio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Volevo chiudere il discorso su quanto è avvenuto in Commissione, che anch'io ritengo un po' increscioso.
Mi aggiungo al coro dei Consiglieri di opposizione di cui faccio parte per chiedere che il testo venga ripresentato in Commissione trasporti, a riguardo degli articoli n. 6, 7 e 8 che, come bene sa il Vicepresidente della Giunta regionale Cavallera, non sono stati discussi in quanto non sono stati presentati neanche i miei emendamenti.
Non ho preso parte al voto sugli emendamenti - in segno aventiniano di protesta - quindi auspico che il Vicepresidente della Giunta, referente autorevole, possa trovare un'apertura.
In merito all'emendamento presentato dalla Consigliera Bresso sicuramente interessante in quanto l'unico, fino ad ora, che analizza ed elabora gli strumenti di leva fiscale in mano alla Regione. Cosa che non è stata fatta nemmeno dai Consiglieri della maggioranza.
Sicuramente sulla parte dei bolli auto ci vedeva un po' perplessi, ma anche da quanto riportato dagli Uffici regionali non si può fare, quindi ne prendiamo atto. Al momento, le automobili al di sopra dei 100 kilowatt di potenza, che sono circa 136 cavalli fiscali, vengono sovratassati rispetto alle automobili con più bassa potenza, con un differenziale tra le automobili che rispettano le norme antinquinamento Euro 0, Euro 1, Euro 2.
Tra l'altro, pensiamo che il vero inquinamento sia nell'utilizzo dell'automobile e non nella potenza della macchina. Si può avere una fuoriserie, ma fare cinquecento chilometri l'anno sicuramente inquina di meno rispetto all'uso di una macchina a gasolio, con filtro antiparticolato che viene definita super ecologica. Sappiamo benissimo che, in realtà, il filtro antiparticolato non fa altro che raccogliere in una specie di tappo le polveri incombuste del gasolio e poi rilasciarle nell'atmosfera dopo averle frantumate in particelle più piccole - qualche volta nano particelle che vengono inalate direttamente negli alveoli polmonari e da qui al sangue. Bisogna anche chiarirci cosa intendiamo per veicoli ecologici o meno. Sicuramente il migliore uso del veicolo ecologico è il non uso ovvero sia l'utilizzo del trasporto pubblico. Questo è un altro capitolo.
Sono interessato nel vedere che la Consigliera Bresso ha segnalato, tra le ipotesi di maggiore rientro fiscale, il maggiore gettito dei proventi derivanti dai diritti di escavazione e, in questo caso, da un maggior controllo e rigore da parte della Regione. Controllo e rigore che noi ovviamente, auspichiamo in quanto può essere che qualcosa sfugga.
Invito la Consigliera Bresso, se interessata, a presentare un emendamento - che noi sicuramente sottoscriveremo - sull'aumento dei diritti e delle tariffe di escavazione. In questo caso, il gettito sicuramente sarebbe molto più elevato, portandolo, con un emendamento che noi presentammo nell'assestamento con la finanziaria a bilancio 2010, a livello del Veneto. Non una Regione a caso, ma il Veneto di Zaia, quindi Giunta leghista, e portarlo da 0.47 euro a metro cubo, a 1.45.
In quel caso, riporteremo delle risorse esattamente come dall'aumento dei canoni di imbottigliamento - emendamento che ha presentato sia il Consigliere Ronzani sia il sottoscritto e che successivamente discuteremo che sono a costo zero per i contribuenti e possono portare risorse che possiamo mettere nei capitoli che riusciremo a decidere collegialmente.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Prendo atto di un tabù piuttosto assoluto: sempre di più si è deciso e si decide - di non realizzare più politiche di redistribuzione del reddito, anche in situazioni di crisi economica profonda come questa.
Credo che l'emendamento vada in quella direzione, ed è stato illustrato piuttosto chiaramente. Faccio una dichiarazione che non riguarda solo l'emendamento. Vogliamo insieme, maggioranza e opposizione, decidere di operare con interventi di redistribuzione del reddito? È una domanda generale.
Chiedo alla Giunta, chiedo alla maggioranza se c'è un accordo in termini generali, se è possibile che la Regione possa approvare, in una situazione di difficoltà economica come questa, politiche di redistribuzione del reddito che vanno, come è stato spiegato in questo caso, con un reperimento di risorse specifico, ma siamo pronti a discutere ed entrare nel merito delle proposte, anche su altri argomenti, per cercare di alleviare, ripeto alleviare, il peso della crisi economica che tocca essenzialmente le stesse categorie, cioè quelle più deboli.
Qualche giorno fa sono uscite le dichiarazioni della sproporzione tra chi ha e gestisce le maggiori risorse del nostro Paese; le ultime indicazioni statistiche dicono che il 10% delle persone ha in mano il 50 delle risorse pubbliche e, man mano che passa il tempo, questo divario aumenta.
Se c'è un tabù su questo argomento, si espliciti, al di là di l'emendamento che pone una proposta concreta su cui discutere e che va in quella direzione.
Sono disponibili, ad esempio, risultati positivi sul pacchetto lavoro presentato dalla maggioranza che, rispetto alle risorse messe in campo sicuramente non incide, come andrebbe ad incidere, una politica di redistribuzione fiscale.
La mia dichiarazione di voto, ovviamente, è a favore, ma gradirei un parere sulla proposta in termini generali, se cioè il Consiglio è disponibile ad affrontare riforme di politiche di redistribuzione del reddito.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Sono iniziate le dichiarazioni di voto, ma noi abbiamo fatto uno sforzo a rispondere alla osservazione della Giunta, avremmo voluto sentire cosa dice la Giunta su questa nuova versione che ha cercato di tenere conto delle osservazioni tecniche.
La Giunta, in realtà, non aveva risposto politicamente, aveva solo parlato di osservazioni tecniche.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

In realtà, credo che avessi già dato l'indicazione del parere contrario della Giunta.
Il subemendamento presentato rafforza la nota che gli Uffici mi avevano trasmesso circa la copertura dell'emendamento.
Capisco, e nella relazione tecnica che accompagna il subemendamento è sottolineato, che la Giunta regionale nel 2008 e nel 2009 aveva preso degli impegni assunti e, coerentemente agli impegni della Giunta del 2008 e del 2009, viene presentato l'emendamento.
Credo che la Giunta regionale avrà il dovere di compiere l'approfondimento per quanto riguarda la copertura di un mancato introito che è di certo di 78 milioni, con una copertura che continua a non essere iscrivibile a bilancio in questo momento.
Il parere sul subemendamento e sull'emendamento rimane negativo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Abbiamo fatto tutti degli sforzi tecnici rilevanti per trovare copertura ma, come ho detto, naturalmente, l'aspetto della copertura è sempre trattabile e discutibile.
Segnalo che l'impegno non fu preso solo dalla Giunta, perché la richiesta arrivò allora, e - ne sono certa - è arrivata anche a questa Giunta da tutte le organizzazioni sindacali, che ritengono giustamente che non sia corretto avere un prelievo proporzionale dall'addizionale IRPEF quando la Costituzione e tutta la normativa fiscale prevedono un prelievo progressivo sul reddito. La richiesta quindi è sempre stata quella di trasformare l'addizionale Irpef in un'addizionale progressiva. Non si tratta dunque di un impegno occasionale: è scritto in un atto votato dal Consiglio regionale - il Patto per lo sviluppo - che impegna, oltre al Consiglio, anche la Giunta e la maggioranza attuale. Naturalmente si pu non tener fede agli impegni che però, in quanto derivanti da leggi e atti sottoscritti fra le parti sociali, dovrebbero essere onorati. Si può dire che quest'anno si è in grado di onorarli in parte, modificandoli o accogliendoli parzialmente, ma credo sarebbe opportuna una risposta politica.
L'Assessore ha dato una risposta tecnica: non c'è copertura. A nostro avviso la copertura c'è, anche se - può darsi - con qualche "delicatezza" tecnica. Questo impegno riguarda 1.200.000 persone: le fasce deboli dal punto di vista reddituale della nostra Regione, colpite gravemente dalla crisi; sono, infatti, le stesse che in larga parte hanno patito la cassa integrazione, la disoccupazione, la perdita dei posti di lavoro temporanei.
Il punto è: se a questo impegno si vuole dare una risposta politica, allora si trovano le coperture anche facendo dei sacrifici, che possono essere benissimo concordati e condivisi anche dall'opposizione. Altrimenti la risposta è altrettanto politica: cioè che 1.200.000 persone, che patiscono di più dalla crisi, devono vedere ancora una volta non riconosciuto il loro diritto ad una progressione sull'addizionale IRPEF, pari a quella garantita dal sistema fiscale italiano.
Credo che se attuiamo il federalismo in questo modo, possiamo proprio rinunciare a farlo. È meglio, infatti, che le imposte le prelevi lo Stato se noi le preleviamo in questo modo!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

ovvio che voteremo a favore dell'emendamento ed è ovvio che nella cultura di destra - diciamo soprattutto di una certa destra - manca proprio il principio dell'equità fiscale, della gradualità dell'imposta, della tutela delle fasce più deboli: questo lo capiamo bene. Ma in questo caso in questo momento, in questa situazione economico-politica di crisi io penso, cara Giunta, che dobbiate aprire gli occhi, oltre che le orecchie.
Vi consiglierei, da medico, di farvi fare una visita dall'otorino perché state dimostrando veramente di essere sordi ad ogni richiesta.
Sempre dal punto di vista medico, caro Presidente, concordavo prima con il Consigliere Bono in riferimento a quell'istanza da lui avanzata al fine di raccogliere dei fondi finalizzati a qualcosa di precipuo: noi vogliamo raccogliere dei fondi per metterli a sua disposizione, Presidente, per comprare dell'Activia da somministrare ai membri della Giunta che in questo momento dimostrano grande stitichezza.



(Commenti e proteste in aula)



PRESIDENTE

Scusate! Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Io faccio l'ortopedico e non ho competenza rispetto ai farmaci che il Presidente del Gruppo dell'Italia dei Valori ha consigliato alla Giunta quindi non esprimo un parere. Potrei consigliare qualche farmaco per l'osteoporosi, ma non mi pare che sia questa la sede giusta.
Prendo la parola, Presidente, per dire che il Gruppo del Partito Democratico voterà a favore di questi emendamenti che la collega Bresso ha presentato. Voglio riprendere qui una frase dell'allora Presidente del Consiglio Giolitti, che all'inizio del secolo scorso - la lettura dei suoi discorsi è una cosa che secondo me potrebbe essere utile a chi fa politica aveva scritto: "Occorre avere il coraggio di far pagare le imposte a coloro i quali la tassazione non diminuisce il necessario, ma elimina il superfluo".
Credo che nel nostro Paese le parole di Giolitti potrebbero avere oggi un valore ancora maggiore rispetto al 1908 o al 1910 (non ricordo più quando Giolitti è stato Presidente del Consiglio). Le disuguaglianze sociali che oggi caratterizzano la nostra società, infatti, corrono il rischio di farla implodere e di portare il nostro Paese in condizioni che non appartengono alla civiltà, ma alla barbarie.
Voteremo dunque a favore di questi emendamenti proposti dalla Consigliera Bresso.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boeti.
Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 4 bis), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Ricordo che il numero legale è 29.
Il Consiglio non approva.
Indìco ora la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 4.1 bis) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento aggiuntivo rubricato n. 9) presentato dai Consiglieri Reschigna, Lepri, Muliere, Gariglio, Ronzani, Motta A., Laus. Manica.
Boeti, Pentenero: "Articolo 7 quinquies (Investimenti in edilizia sanitaria) 1. La Regione, al fine di realizzare gli investimenti in edilizia sanitaria di cui all'allegata tabella A, stanzia Euro 16.079.294 per l'anno 2011 Euro 55.759.355 per l'anno 2012 ed Euro 21.037.750 per l'anno 2013.
2. Gli investimenti di cui all'allegata tabella A sono finanziati per l'esercizio 2012 per euro 22.000.000 con fondi FAS e per la rimanente parte nelle modalità di cui ai commi 3 e 5.
3. Al fine di contribuire al finanziamento degli investimenti di cui all'allegata tabella A, le aziende sanitarie sono autorizzate alla vendita degli immobili non destinati a finalità istituzionale di valore inferiore ai 250.000 euro.
4. Entro sei mesi la Regione provvede alla creazione del fondo immobiliare di cui all'art. 13 della legge regionale 21 aprile 2006, n. 14, cui sono conferite le proprietà immobiliari delle aziende sanitarie regionali non destinate a finalità istituzionali e il cui valore stimato sia superiore ai 250.000.
5. I proventi derivanti dalla gestione del fondo sono destinati al finanziamento degli investimenti di cui all'allegata tabella A e, per la parte rimanente, a futuri programmi d'investimento nel campo dell'edilizia sanitaria.
6. La deliberazione consiliare di cui all'art. 13, comma 1, della l.r.
14/2006, nel definire le modalità operative del fondo immobiliare, include tra i criteri per la definizione delle priorità nella destinazione dei proventi del fondo, l'entità dei conferimenti provenienti da ciascuna azienda." Emendamento aggiuntivo rubricato n. 30) presentato dai Consiglieri Burzi Vignale, Buquicchio, Artesio, Ronzani, Reschigna, Cerutti, Carossa: "Art. 7 sexies (Contenimento della spesa regionale) 1. A seguito del rafforzamento delle limitazioni già in vigore per le nuove assunzioni previste dalla legge 30 luglio 2010, n. 122 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica), le graduatorie vigenti dei concorsi pubblici per esami, per l'accesso alla dirigenza e alle categorie, già approvate alla data di entrata in vigore della presente legge, sono utilizzate, in via prioritaria, oltre le rispettive scadenze".
Cominciamo dall'illustrazione dell'emendamento rubricato n. 9), il cui primo firmatario è il Consigliere Reschigna, che ha facoltà di illustrarlo.



RESCHIGNA Aldo

Presidente, chiederei che l'emendamento venisse discusso in presenza dell'Assessore alla sanità. Possiamo accantonarlo momentaneamente e procedere oltre - non chiedo certo che venga interrotto il Consiglio regionale - però in presenza di un emendamento che riguarda l'edilizia sanitaria, chiederei, quantomeno, la partecipazione in aula dell'Assessore alla sanità.



PRESIDENTE

Proporrei di accantonarlo e di passare all'esame dell'articolo 8.



RESCHIGNA Aldo

Nessun problema.



PRESIDENTE

La Giunta regionale, attraverso il Vicepresidente e l'Assessore titolare del provvedimento, concordano.
ARTICOLO 8 Subemendamento rubricato n. 36) presentato dai Consiglieri Reschigna Buquicchio, Artesio, Muliere, Manica, Boeti, Ronzani, Lepri, Taricco: Dopo le parole "eventuali incrementi tariffari" sono aggiunte le parole "considerato altresì il piano di miglioramento qualitativo del servizio".
Emendamento rubricato n. 17) presentato dai Consiglieri Reschigna Buquicchio, Artesio, Muliere, Manica, Boeti, Ronzani, Lepri, Taricco: All'articolo 8 viene aggiunto il seguente comma 3: "3. La Giunta regionale sottopone, entro 4 mesi dall'approvazione della presente legge, alla Commissione consiliare competente, il piano degli eventuali incrementi tariffari".
La parola al Consigliere Reschigna, per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Anche su quest'emendamento chiederei la presenza dell'Assessore competente.



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze (fuori microfono)

L'Assessore Bonino è presente, la facciamo chiamare.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



PRESIDENTE

arrivata l'Assessore Bonino.
Prego, Consigliere Reschigna. Possiamo procedere con l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato un emendamento all'articolo 8 che - lo ricordo - ha come obiettivo la destinazione di risorse sul pluriennale per quanto riguarda il trasporto pubblico ferroviario.
Noi sappiamo - peraltro, la materia è stata anche oggetto di un'audizione di poche ore fa in Sala Viglione - che lo scenario che abbiamo di fronte è rappresentato, sostanzialmente, dal fatto che nel corso del 2011 si registrerà un incremento delle tariffe nel trasporto pubblico ferroviario. Lo scenario non riguarda solo il Piemonte, ma una serie di Regioni di tutta Italia. Nello stesso momento, con l'articolo 8 - torno brevissimamente al contenuto dell'articolo - vengono destinate le risorse al trasporto pubblico ferroviario per una serie di anni.
Noi chiediamo, sostanzialmente, che due questioni di fondo - la prima riguarda l'eventuale incremento tariffario sul servizio del trasporto pubblico locale ferroviario, la seconda si riferisce al miglioramento qualitativo del servizio - non siano unicamente di competenza della Giunta regionale. Poiché su questa materia, sia in questa legislatura che in quella precedente, era stata segnalata una notevole sensibilità da parte dell'intero Consiglio regionale, noi riteniamo che l'Assemblea debba svolgere un certo ruolo.
Fondamentalmente, cosa viene proposto? Si chiede che sia l'eventuale piano di incremento tariffario, sia, soprattutto, le intese riferite al miglioramento della qualità del servizio siano oggetto - non per cortesia ma per norma di legge - di un intervento da parte della Giunta regionale nei confronti della Commissione consiliare competente e che vi sia il parere della stessa sugli eventuali provvedimenti.
Lo ripeto brevissimamente: noi chiediamo di intervenire in merito all'eventuale piano di incremento tariffario, nonché sul miglioramento qualitativo del servizio. Questo è, sostanzialmente, il senso delle proposte emendative che abbiamo presentato. Avrei ancora un'ultimissima considerazione, per la quale impiegherò meno di un minuto.
Più volte abbiamo ascoltato l'Assessore Bonino descrivere, in sede di Commissione consiliare, lo stato delle trattative nei confronti di Trenitalia. Sulla materia nutriamo non poche perplessità, e ritengo che questo sia il luogo più idoneo per ribadirle.
Dietro alla scelta di non procedere oltre con le gare sul trasporto pubblico ferroviario e di chiudere un contratto con Trenitalia in attesa di bandire fra qualche anno una nuova gara che riguarderà complessivamente tutto il territorio regionale piemontese, c'è una valutazione politica peraltro legittima, ma pur sempre politica. Vi prego, dunque, di non continuare a raccontare che l'impossibilità di conoscere esattamente gli immobili e i depositi sia stato l'elemento sostanziale che ha bloccato lo svolgimento delle gare. Sarebbe più corretto, da parte vostra, ammettere che non eravate d'accordo con questo tipo di scenario e che, nonostante le dichiarazioni che ancora oggi il Vicepresidente Cavallera ha reso all'inizio dell'incontro col Comitato dei pendolari, alcune forze politiche che dovrebbero contrastare le posizioni monopolistiche all'interno del mercato, si trincerano, invece, nella difesa delle stesse.
Perché le posizioni monopolistiche sono evidentissime: mi pare che il collega Ronzani nelle settimane scorse abbia evidenziato il fatto che anche qualsiasi tentativo di inserimento all'interno del sistema di trasporto pubblico ferroviario (Arenaways e altri possibili soggetti interessati ne sono un esempio) venga, di fatto, boicottato e bloccato sul nascere dal fatto che, da parte di Trenitalia, non vengono messe a disposizione le tracce ferroviarie per consentire lo svolgimento adeguato del servizio. Il caso macroscopico è proprio Arenaways sulla linea Torino-Milano: se immagino un sistema che ha come stazioni di riferimento Torino e Milano, di fatto ho depotenziato questo tipo di servizio.
Pertanto, continuare a difendere una posizione monopolistica su questo tema lo ritengo sbagliato e, alla lunga, non porterà all'Amministrazione regionale un potere contrattuale molto forte nella trattativa con Trenitalia.
Detto questo - e chiudo, perché il tempo a mia disposizione è scaduto mi auguro che i due emendamenti che abbiamo presentato all'articolato trovino la condivisione della Giunta regionale, perché consentono sostanzialmente, una non delega totale alla Giunta, ma un minimo di coinvolgimento da parte della Commissione consiliare competente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Alle parole del collega Reschigna vorrei soltanto aggiungere un dato di fatto: la scorsa settimana (peraltro ho presentato un'interrogazione in tal senso) in soli due giorni, sulla Biella-Santhià-Novara sono stati soppressi sette treni. Ben sette treni! Naturalmente potrei fornire all'Assessore una serie di altri elementi credo che lo farò - ma questa vicenda è emblematica di come, in verità Trenitalia reagisca di fronte al fatto che si è deciso di conferirgli una condizione di monopolio. Loro, adesso, faranno quello che voglio su quelle tratte, ancorché la volontà dell'Assessore - di questo non discuto - sia quella di migliorare il trasporto ferroviario. Quest'aspetto non lo contesto in via di principio.
In queste condizioni, possiamo davvero credere che avremo, da qui a luglio, un effettivo miglioramento del servizio? Non ci credo neanche morto. Con quella gente lì non c'è storia. Ormai li conosciamo: i rapporti di Trenitalia con il Piemonte sono un dato acquisito. Di qui la sacrosanta scelta e gli sforzi fatti negli anni passati della Presidente Bresso per rompere questa condizione di monopolio immaginando una gara che consentisse ad altri attori di partecipare al mercato del trasporto locale.
Voi dite, e in questo senso ritenete di fare un'opera di giustizia: le tariffe entreranno in vigore il 1° luglio; nel frattempo Trenitalia si è impegnata a garantire sul trasporto ferroviario regionale un aumento della qualità del servizio. Non sarà così, ed è facilmente dimostrabile. Sfido a dimostrare che, di qui a luglio, sui treni regionali sarà possibile notare un qualche significativo miglioramento. Sosteniamo che è improponibile stante le condizioni del trasporto ferroviario in Piemonte, immaginare che l'aumento decorresse dal 1° gennaio. Si è convenuto con Moretti di spostarlo al 1° luglio e si è inventata, da parte della Giunta regionale questa favoletta sul fatto che nei sei mesi che ci separano dal 1° luglio faremo uno sforzo grandioso per far sì che il servizio possa migliorare.
Non sarà così, Assessore. Una conferma l'ho avuta stamattina partecipando all'incontro con i pendolari. Non li conosco, non so chi sono immagino che siano persone che rappresentano coloro che sui treni viaggiano veramente, diversamente da noi. Confrontandoci con gli interessati scopriamo che il servizio è peggiorato nel corso degli anni e che forse un'alternativa è davvero rappresentata dalla gara, perché con la gara è possibile creare davvero una condizione diversa di concorrenza, mentre Trenitalia lavora scientemente per mortificare gli unici elementi di concorrenza presenti sul mercato piemontese.
Noi stiamo lì ad assistere, anzi in qualche modo ci adoperiamo affinch venga confermata una condizione di monopolio. Penso che tutto questo sia decisamente negativo. Oggi i pendolari hanno detto alcune cose. La prima è che sono contrari all'idea di trasformare i forum in osservatorio, e loro pensano che quest'operazione abbia come conseguenza che verranno marginalizzati. È vero? Non lo so.
Secondo, ed è la cosa più grave. Hanno contestato l'idea, solo apparentemente giusta, di istituzionalizzare i comitati dei pendolari immaginando che debbano per forza aderire a delle associazioni. Questo funzionerebbe se non tenessimo conto del fatto che i comitati dei pendolari sorgono spontaneamente, a seconda dei problemi che si manifestano sulle tratte. Ora, i pendolari non sono sempre gli stessi, perché per esempio sulle tratte di interesse locale c'è chi prende il treno per venire a studiare a Torino, ma una volta laureato può viaggiare diversamente.
Immaginare per forza che quel pendolare non possa costituirsi in comitato e debba far parte di un'associazione, intesa come il passepartout per dialogare con l'Assessore, è un fatto negativo, che mortifica una possibilità di partecipazione! Glielo impone lei, Assessore, come Giunta regionale, ma obbliga e riconduce tutto all'interno di un rapporto istituzionalizzato, che prescinde totalmente da chi magari il treno lo usa davvero e quell'anno lì vuole occuparsi dei problemi che riguardano il suo trasporto, perché lui la mattina prende il treno per venire a Torino! Sono esempi che danno la misura del fatto che, probabilmente, la Giunta ha assunto decisioni sbagliate su questo piano.
Tornando alla questione di principio, credo che difficilmente saremo in presenza nei prossimi mesi di un aumento della qualità del servizio. Se sarà così, fin d'ora dovremmo stabilire una cosa sacrosanta: in assenza di "questo", non ci sarà nessun aumento delle tariffe sulle linee ferroviarie piemontesi! Moretti può andare a quel paese, perché se non c'è un aumento qualitativo del servizio non vi è ragione perché, da parte nostra, si assecondi il fatto di consentire il 1° luglio un aumento delle tariffe!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presiedente.
Credo innanzitutto che bisognerebbe modificare il sistema delle audizioni, perché oggi abbiamo ascoltato quello che avevano da dire i pendolari, poi abbiamo ascoltato le riflessioni del Vicepresidente Cavallera, che, devo dire, si è superato quando ha affermato che nel DNA del centrodestra c'è la liberalizzazione sfrenata verso i mercati...



(Commenti del Vicepresidente Cavallera)



BOETI Antonino

Più o meno, Cavallera, hai affermato che fa parte del DNA del centrodestra. La riprova di questo vostro amore per il mercato cui facevo riferimento è la licenza di 99 anni per gli ambulanti che occupano un posto nelle aree mercatali! Abbiamo ascoltato prima il Vicepresidente, poi è arrivata l'Assessore Bonino, cui facciamo gli auguri per i problemi familiari che ha in questo momento. Anche lei ha ripreso gli stessi concetti parlando per una ventina di minuti. I Consiglieri regionali che ascoltavano cose su cui non erano d'accordo hanno semplicemente ascoltato.
La questione delle audizioni va ripresa. Ci deve essere una minima possibilità di discussione e di dialogo con gli auditi e anche con la Giunta, altrimenti non serve a niente.
infatti, servito ascoltare quello che aveva da dire l'unico rappresentante dei comitati, che ha parlato e ha detto cose semplici. Per quale ragione - ha affermato questa persona - dovremmo perdere tempo e venire qui se non avessimo bisogno di presentare al Governo regionale i nostri problemi? Perché per approfittare di quest'opportunità, ossia cogliere le energie di cittadini che ritengono utile, per loro e non solo per loro, di presentare all'Assessore e al Governo regionale i loro problemi, si deve passare attraverso un'istituzionalizzazione? Perché mai dovrebbero costituirsi in associazione? Dovrebbero andare da un notaio presentare una lista degli associati e così via.
Un Governo regionale che ha a cuore la partecipazione raccoglie quanto di buono proviene dai cittadini, qualche volta anche le proteste, come è dovere delle istituzioni, e lo riporta all'interno del dibattito politico.
Quel signore ha detto come stanno le cose, spiegando che il sistema ferroviario metropolitano non funziona. Adesso Ronzani diceva che sette treni sono stati soppressi, che le carrozze sono sporche. Anch'io non ho molta simpatia per Moretti, tra treni soppressi, senza riscaldamento e senza aria condizionata d'estate.
Avevo un'assistente che tutte le mattine veniva in treno dalla Val di Susa. Raramente riusciva ad arrivare - non voglio parlare delle questioni della Val di Susa, mi auguro che ve ne sarà l'opportunità - in ufficio in orario.
Credo che questo dipenda dal fatto - e lo dico senza astio, perché non ne sono capace - che l'Assessore Bonino pensa che lei deve dimostrare ogni giorno di dirigere le operazioni, che è lei che comanda, che tutti quelli che non sono d'accordo naturalmente hanno diritto di parola, per all'interno di un quadro istituzionale definito.
Quel rappresentante dei pendolari ha ancora detto che la Regione Lombardia ha già annunciato che in Lombardia probabilmente ci saranno aumenti a partire da giugno, e che su questo all'Assessore non riescono a "scucire" una riflessione. L'Assessore dirà se le cose stanno o non stanno così.
Abbiamo avuto la sensazione che le questioni relative al sistema ferroviario piemontese vanno un po' come quelle relative alla sanità: la Giunta decide il suo ipotetico Piano Socio Sanitario e ritiene che gli unici che non devono saperlo sono i componenti della IV Commissione.
L'emendamento ha l'obiettivo di riportare la discussione all'interno dell'Aula, che è preposta a discutere ed è stata eletta per questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Gli emendamenti sono molto semplici, chiedono il coinvolgimento della Commissione consiliare nel momento in cui si discuterà del piano tariffario e di quello qualitativo. Ritengo sia una richiesta minima quella di sentire l'opinione della Commissione su un tema così delicato.
Il tema è delicato e l'Assessore lo sa benissimo, perché ogni giorno si trova ad affrontare situazioni difficili. Il trasporto pubblico è un sistema delicato, che coinvolge migliaia di persone che se ne avvalgono in questo caso parliamo del treno - per recarsi al lavoro, all'università a scuola. Parliamo di persone legate ad orari e in generale ad un'organizzazione della nostra società che chiede il rispetto dei tempi e naturalmente, questa è una questione molto delicata.
Ritengo non si debba mai avere un atteggiamento pregiudiziale, quindi l'Assessore e la Giunta hanno scelto una strada che, secondo me, è molto discutibile.
Nella precedente legislatura, avevamo iniziato una procedura che reputo coraggiosa, anche se, forse, sarebbe occorsa una riflessione sui tempi.
Sono convinto che, prima o poi, questa scelta dovrà essere fatta non solo in Piemonte, ma anche nelle altre Regioni, perché l'Assessore e la Giunta si renderanno conto che l'atteggiamento di Trenitalia è monopolista. Tra l'altro, l'Amministratore delegato Moretti è persona nei confronti della quale, davvero, ci sarebbe bisogno di discutere, perché ho sentito sostenere da parte sua, che conosce le situazioni, tutto in contrario di tutto nella stessa sede.
Quindi, quando qualcuno ascolta, prima, certe parole e, poi, sente dalla stessa persona - che è l'Amministratore delegato di Trenitalia, non l'ultimo ferroviere, con tutto il rispetto - sostenere che è necessario fare il Terzo Valico, che dopo un po' di tempo dice che non è più necessario realizzarlo e, poi, sostenere ancora il contrario, è chiaro che sorge qualche dubbio nei suoi confronti.
Non voglio avere un atteggiamento pregiudiziale, ma sono convinto purtroppo, che questa situazione derivi proprio dal sistema: dalla loro parte c'è il fatto che i treni sono di Trenitalia e questo atteggiamento da monopolista crea dei problemi.
Ho l'impressione che tra qualche mese saremo ancora qui a discutere dei gravi problemi che ci sono sulle tratte regionali. Ogni tanto il treno lo prendo e, le assicuro, Assessore, che il clima - e lei lo sa perché parla con i pendolari - è pesante, perché le persone sono stanche di parole vorrebbero dei segnali.
Quando si vede un treno di Arenaways fermo sui binari è inevitabile fare un confronto - tra l'altro è capitato anche me di metterci il naso dentro, è vero, sono nuovi - tra la qualità di quei treni e quella dei treni sui quali viaggiano i pendolari. Ci si rende conto che se non pu prendersi quel treno c'è, davvero, qualcosa che non funziona e, da questo punto di vista, occorrerebbe una riflessione. Voi l'avete fatta, noi l'avevamo fatta in precedenza, assumendo scelte coraggiose.
Nei prossimi mesi avremo la possibilità di verificare, bisogna avere pazienza, torneremo a discutere su questo problema e, forse - mi auguro di no - i fatti rischieranno di darci nuovamente ragione. Comunque ne discuteremo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Il collega Ronzani mi suggerisce di parlare, oltre che in veste di Consigliere, anche come pendolare, saltuariamente, perché alterno il treno alla macchina, quando ci sono condizioni di maltempo.
All'articolo 8, relativamente al finanziamento dei servizi di trasporto pubblico ferroviario, ci sono gli emendamenti rubricati n. 36) e n. 17). Il principale, quello rubricato n. 17), sostanzialmente, chiede che la Commissione consiliare competente venga coinvolta rispetto al piano degli eventuali incrementi tariffari, mentre l'emendamento rubricato n. 36) interviene su quello precedente parlando, altresì, del piano e del suo miglioramento qualitativo.
Tutto questo si inserisce in una discussione molto importante cui i colleghi facevano riferimento negli interventi precedenti. Non è dall'altro giorno, ma da parecchi anni a questa parte, oserei dire da quando il trasporto pubblico locale, per effetto della legge Bassanini, è stato trasferito alle Regioni ed è iniziata la vicenda dei contratti chiamiamoli così - con Trenitalia - o Ferrovie dello Stato - che il funzionamento di questo servizio è lacunoso, anche se questo termine è un eufemismo gentile.
Nel corso del tempo i pendolari, che, voglio ricordarlo, sono prevalentemente persone che lavorano o studiano, e che, pertanto, usano il treno per ragioni di stretta necessità, all'interno della regione o per collegamenti interregionali, hanno subito una serie di disagi piuttosto consistenti, tra cui ritardi costanti, inoltre il materiale rotabile che viene utilizzato è tra i peggiori. Addirittura, abbiamo assistito a vicende in cui i pendolari, in pieno inverno, sono stati abbandonati in mezzo alla campagna con il riscaldamento rotto: sostanzialmente, è successo di tutto.
Nel frattempo, i vari Assessori che si sono alternati hanno tentato di ricontrattare le condizioni con chi, in regime di monopolio, contrattava con la Regione, chiedeva cifre esose e in cambio non garantiva mai un servizio che fosse efficiente, sotto il profilo dell'orario e del decoro, e strutture ferroviarie degne di essere utilizzate.
In queste ricontrattazioni continue si è tentato di tutto, dal non riconoscere fino in fondo gli emolumenti, dalle multe al trattenere una parte; di tutto, ma non è mai funzionato niente.
Secondo lei, la ragione per cui si è tentato, ad un certo punto, di arrivare a quella gara nasceva, così, da un'improvvisazione del momento o da una situazione assolutamente irrisolvibile da parte di una Regione che pagava qualcuno che, in regime di monopolio, non garantiva mai ciò che aveva contrattato? Voi avete fatto una scelta, avete deciso che quella strada non la intraprendevate più, che la sospendevate, diciamo così, per un tempo talmente lungo da far immaginare che sia difficile ripercorrerla. Quindi interrompevate la vicenda della gara, riprendevate - questo da luglio, come diceva il collega Ronzani, con una dilazione di sei mesi, per poterla verificare - un rapporto di monopolio, in sostanza, con l'amministratore delegato di Trenitalia e con Trenitalia, risolvendo così il problema. Penso che sarà molto difficile e per questa ragione sarà molto importante che tutto questo processo venga monitorato, step per step, da un lavoro della Commissione, non solo per quanto riguarda la vicenda tariffaria, che è quella più importante, ma soprattutto per quanto riguarda la vicenda d'ordine qualitativo, che è ancora ed altrettanto importante.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Assessore, sicuramente lei avrà detto in qualche occasione "vorrei, ma non posso". Quante volte. Tutti noi abbiamo detto "vorrei ma non posso" negli affetti, nel lavoro. Vorrei ma non posso è un qualcosa che ci siamo detti tutti. Le suggerirei di usare questo desiderata anche quando incontrerà di nuovo il plurinominato amministratore delegato Moretti.
Quando Moretti arriverà ad accordarsi con lei, non solo attraverso le conferenze stampa e le promesse (ha promesso che rimetterà perlomeno a posto i sedili dei treni per i pendolari), dai versi e dai sorrisi che ha fatto sentendo gli interventi dei miei colleghi, ho capito che non si fida tanto neanche lei e fa bene.
Le suggerirei di usare anche lei il "vorrei ma non posso", quando dovrà trattare con un monopolista come Moretti che fa tante parti in commedia quando dovrà siglare il contratto di servizio e quando dovrà definire il pagamento (e lo paga profumatamente, perché nonostante ci abbia assicurato che lei ha ereditato debiti, tutte cose vere, è un fatto che lei pagherà 30 o 40 milioni più di quanto ha pagato sinora la Giunta di centrosinistra per avere il contratto di servizio).
Quindi, pagando di più - come dicono i milanesi: pago, spendo, pretendo le suggeriamo di dire all'ineffabile amministratore delegato Moretti: "Vorrei ma non posso; non posso perché c'è una Commissione consiliare, ci sono dei rompiscatole del Partito Democratico o dell'opposizione che mi dicono che io devo venire in Commissione consiliare per definire gli accordi con Trenitalia. Vorrei, io sono della Giunta, lei ha ragione dottor Moretti, ma purtroppo non posso".
Si fidi di noi, le stiamo dando una mano per essere più forte nella contrattazione. Lei è brava, simpatica e intelligente, ma certamente da sola non ce la fa. Si affidi all'aiuto che vogliamo darle e dica all'amministratore delegato Moretti "vorrei concederle di più ma non posso perché il Consiglio regionale ha detto che quest'accordo io lo devo passare al vaglio della Commissione consiliare competente". Utilizzi quest'aiuto che le vogliamo dare, Assessore, faccia in modo di accettare questo nostro emendamento e vedrà che non solo la maggioranza ma tutto il Consiglio regionale, cioè i cittadini piemontesi, ne beneficerà.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie Presidente.
Semplicemente per ribadire quanto già sostenuto dagli interventi di alcuni colleghi: se da una parte c'è la previsione, nel secondo semestre dell'anno prossimo, di incrementi tariffari, questi devono necessariamente essere collegati ad un miglioramento della qualità delle prestazioni che Trenitalia è tenuta a mettere a disposizione dei cittadini pendolari piemontesi. Credo - e su questo mi permetto di esprimere una valutazione personale - che sia stato un errore non aver dato continuità ad una gara che poteva scardinare, di fatto, quello che è un monopolio a tutti gli effetti; come credo che la Regione dovrebbe mettere in campo tutto quanto in suo potere per supportare chi, come Arenaways, mette in discussione quello che è sostanzialmente un imperio di fatto nella prestazione di un servizio senza deroghe e senza discussioni.
In questi anni abbiamo assistito ad una continuità di lamentele per un verso e di richieste - legittime richieste - di lavoratori che giornalmente utilizzavano il trasporto su rotaia in risposta ai loro problemi; abbiamo assistito ad una serie lunghissima di impegni e di assunzioni di responsabilità più o meno esplicita, da parte di Trenitalia, ma il quadro di riferimento, con cui poi concretamente ci si è trovati a dover fare i conti, nella sostanza non è mai cambiato.
Da questo punto di vista, confidare esclusivamente sulla possibilità di costruire relazioni migliori con Trenitalia può essere una scelta, ma una scelta molto pericolosa, perché il grosso rischio è di assistere, per l'ennesima volta, ad un'assunzione di impegni che non porta da nessuna parte.
Mi permetto di cogliere l'opportunità di quest'emendamento per porre una sollecitazione alla Giunta e all'Assessore competente: prendere in considerazione la possibilità di usare strumenti diversi per provare a scardinare e aprire questo quadro. Non credo che in altre situazioni sia immaginabile che si risolvano, come per incanto, i problemi. Grazie.



PRESIDENTE

Chiudo la fase di illustrazione e dichiaro aperta la fase di discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sicuramente l'emendamento presentato da collega del PD serve ad aprire una discussione importante sul servizio ferroviario, quindi un servizio che negli ultimi tempi è agli onori della cronaca, ma per chi utilizza il treno è sempre una questione quotidiana di limite di un servizio e delle problematiche che arreca al lavoratori e agli studenti, che ovviamente devono arrivare entro un certo orario per bollare, e spesso si trovano a vedere treni sospesi, soppressi o che arrivano in ritardo.
senz'altro un'esperienza comune a chi prende il treno e questo purtroppo, finisce per appesantire la mobilità privata (lo diciamo anche noi, nonostante abbiamo una posizione molto a favore del trasporto pubblico locale rispetto all'utilizzo del trasporto privato), ma se non si riesce a garantire un servizio che permetta di arrivare al lavoro in orario, e quindi si rischia il licenziamento, soprattutto in questi periodi di crisi economica globale, è ovvio che i piemontesi scelgano il mezzo privato. Poi vediamo che in alcune condizioni anche il mezzo privato ha priorità legate alle condizioni meteorologiche, però tendenzialmente dobbiamo dire purtroppo - che è più rapido e più efficiente l'utilizzo di un mezzo privato rispetto a quello pubblico. Lo diciamo con gran rammarico. Abbiamo visto i blocchi delle automobili a Firenze, ovviamente anche dei treni soprattutto ad Alta Velocità (che in quel caso, ma anche altre volte, molto veloci non erano proprio).
Il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, è stato accusato da Moretti, secondo noi abbastanza impropriamente, di essere responsabile del disastro, perché le previsioni del tempo erano state diramate con un certo anticipo e le problematiche in Piemonte ci sono state e ci sono a prescindere dalle precipitazioni nevose; infatti, abbiamo avuto scambi ghiacciati (oggi il Comitato dei pendolari parlava anche di passaggi a livello che davano problemi ai treni). Tutte le esperienze, dalla Val di Susa, da Biella, da Aosta, da Bra, dimostrano come si accumulino via via ritardi sempre maggiori, soprattutto la mattina.
Un suggerimento è stato dato da uno dei signori del coordinamento del Comitato dei pendolari. Noi lo raccogliamo e lo epuriamo di ogni connotazione politica. Questo signore ha spiegato come, avendo investito dieci miliardi di euro nel sistema ad Alta Velocità, sono rimaste solo più le briciole per il sistema dei pendolari.
Quindi, lo diciamo sempre e visto che veniamo etichettati come quelli del no, più che No TAV diciamo sì al trasporto per i pendolari, sì a treni puliti e in orario, sì ad un servizio che permetta alle persone di utilizzare il mezzo di trasporto pubblico.
Purtroppo in questo caso quelli del no mi pare che siate voi, in quanto non mettete risorse per garantire un servizio pubblico.



PRESIDENTE

Ricordo che in fase di discussione il tempo a disposizione è di due minuti.
La parola alla Consigliera Bresso.



BRESSO Mercedes

Non stavamo discutendone due? Quindi, due più due, sono quattro minuti.



PRESIDENTE

Ha ragione, chiedo venia.
Mi scuso anche con il Consigliere Bono, che è stato nei tempi.



BRESSO Mercedes

Grazie, Presidente.
Naturalmente anche da parte mia la posizione è favorevole a quest'accoppiata di emendamenti, che serve innanzitutto a frenare le esigenze di Trenitalia. Segnalo anche che con l'emendamento rigettato dalla Giunta - che, secondo me, è stato troppo rapidamente non considerato suggerivamo di utilizzare le risorse assegnate per il trasporto locale, che quindi vanno a sostituire quelle aggiunte dalla Regione, non essendo certa del finanziamento nazionale, per ridurre l'addizionale IRPEF sul reddito a un milione e 100 mila famiglie piemontesi sotto i 25 mila euro di reddito lordo annuo.
Sarebbe stato un utilizzo più positivo che aumentare le dotazioni di Trenitalia che, com'è noto, è un monopolista in palese violazione della normativa europea, che imporrebbe la separazione fra gestori dei binari società dei binari e le società del trasporto e della gestione dei treni.
Altrimenti si torna al monopolio.
Se c'è una holding, si separano e si fa la holding è ovvio che siamo sempre al monopolio; quindi, è una situazione totalmente nelle mani di questi signori.
La nostra convinzione era ed è che senza mettere alla prova, attraverso l'unico criterio esistente al mondo che è la concorrenza, il nostro monopolista, non riusciremo mai ad avere un servizio decente.
Sono stati promessi investimenti per la centottantesima volta, perch li promettono sempre, ma poi sono investimenti di Trenitalia e, come tali sono treni che potranno girare ovunque in Italia e che in qualche caso passeranno anche in Piemonte. Ogni volta viene detto "non saranno vostri" ma non sono vostri, e per di più basterà dire "quest'anno non ci hanno dato i soldi per gli investimenti" per cancellare ogni accordo, perché è tipico di un monopolista fare il faccino dolce nel momento in cui si deve avere il contratto, ma una volta ottenuto il contratto fare quello che si vuole.
Sono convinta che sia stato un gravissimo errore annullare la gara. Le società potevano anche iniziare prima se avessero avuto i treni; d'altronde per avere treni nuovi, bisogna ordinarli e Trenitalia promette, perché non ha alcun'intenzione di ordinarli.
Quindi, non dice "fra tre anni li metterò", ma dice "rappattumerò un po' i sedili", e ci mancherebbe, visto che prende fior di soldi. C'erano quattro disponibilità a partecipare ad una gara per cifre nettamente inferiori a quelle che la Regione ha concordato. Quindi, questi signori semplicemente ci prendono in giro e garantiscono che rattopperanno e sostituiranno i sedili, che sembra una cosa normale, dato che se si paga il biglietto è normale almeno potersi sedere su un sedile non sfondato, e rinviano gli investimenti probabilmente a ben dopo il 2013.
Ricordo all'Assessore che l'unico modo per sapere se il prezzo che oggi paghiamo sia equo ed adeguato, come io penso, o troppo basso, come continua a dire Moretti - e lo dirà sempre qualunque sia la cifra che la Regione paga - è provare a mettere in concorrenza, cioè provare a vedere se con un concorso fatto bene, non un concorso unico su tutta la Regione, altrimenti non si crea concorrenza e non si verificano le differenze di capacità gestionale, ci siano soggetti che, servendo bene i piemontesi, siano anche in grado di fornire un servizio ad un costo inferiore, perché avranno più utenti che pagano il biglietto e più utenti contenti di pagarlo.
Resto dell'opinione che sarebbe opportuno provarci e che sia stato un grave errore, foriero anche di gravi costi per la nostra Regione, perch potrebbero esserci ricorsi da parte dei soggetti cui è stato cancellato un diritto, ma soprattutto aumento delle tariffe per i piemontesi e d'aumento dei costi per la Regione Piemonte. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie.
Sicuramente daremo l'appoggio all'emendamento, non solo per una prassi di parte, ma perché siamo convinti della sua bontà.
opportuno che la Giunta, superando quegli atteggiamenti ormai vetusti d'estrema difficoltà a comunicare le proprie volontà e le proprie azioni anche in questo caso possa in tempo utile dare una giusta e corretta, oltre che trasparente, informazione sul piano tariffario che intende eventualmente adottare.
I disservizi sono ormai conosciuti a tutti e i colleghi che mi hanno preceduto li hanno ampiamente sviscerati, ma purtroppo sono conosciuti da coloro che utilizzano quotidianamente questi servizi non per hobby o per turismo, ma nell'ambito di necessità di spostamenti inerenti alla propria attività lavorativa.
Quindi, vediamo studenti, lavoratori ed anziani sicuramente provati dal disagio che l'attuale organizzazione determina. È opportuno che la Giunta si faccia carico di una corretta e tempestiva informazione in aderenza a quanto richiesto dall'emendamento dei colleghi del PD.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Sono cofirmataria del subemendamento ed intervengo in fase di discussione generale, perché sono convinta che l'Amministrazione accoglierà la nostra proposta d'emendamento, che non esprime un giudizio di merito e non sta controproponendo delle soluzioni alternative a quello che invece attendiamo, cioè la presentazione di un'intenzionale, consapevole e completa programmazione da parte dell'Amministrazione regionale.
Il fatto di chiedere un passaggio in Commissione sia in ordine alle politiche tariffarie sia in ordine all'implementazione qualitativa è un tentativo di garantirsi una relazione istituzionale corretta, che metta nello scambio e nell'informazione tra l'esecutivo e l'assemblea elettiva il parametro dei lavori di Commissione come una condizione non soltanto d'esercizio della democrazia, ma anche d'arricchimento nella ricerca delle soluzioni.
Purtroppo in questi mesi è sembrato che l'atteggiamento dell'esecutivo su questa materia come su altre adottasse lo stile dell'approccio incrementale, cioè a seconda dell'interlocutore provare a segnare una posizione e da quella posizione gestire dei rapporti di forza.
Parlo del rapporto con l'Amministrazione comunale di Torino, per quello che riguarda le modalità di gestione della rete. Parlo del rapporto con l'Amministrazione comunale di Torino per quello che riguarda le modalità di gestione della rete, parlo del rapporto con il Comitato dei pendolari.
Tuttavia, l'ascolto delle controdeduzioni che la Giunta ha proposto oggi in audizione, mi ha confortato sul punto che ci sono alcune certezze che l'amministrazione vuole perseguire: il fatto che non si ragiona sugli incrementi tariffari se, contestualmente, non si ragiona sul miglioramento dei servizi. La politica che s'intende perseguire, cioè quella per cui le entrate devono sostenere una percentuale più elevata dei costi di funzionamento del servizio, è sicuramente una tendenza, ma non è neanche un assioma se prima non si realizzano le premesse.
Sulla base di questo buon senso, credo che l'emendamento possa essere di utilità anche per l'esecutivo e possa essere quindi accolto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Ritengo che l'emendamento proposto dal PD sia importante. Tuttavia vorrei ribadire che sulla materia e sulla gestione dei trasporti ad oggi vi è un gran caos. Non rendiamo un bel servizio. Mi risulta che copra solo il 60%, invece quello che chiediamo è che copra il 100% del servizio dell'intero Piemonte.
Sono d'accordo che il monopolio non può migliorare il servizio, ma abbiamo bisogno di più concorrenza, di più ditte che siano concorrenziali per ottenere il massimo. Alla fine della fiera dobbiamo ragionare nel richiedere e nell'ottenere il massimo del servizio per i nostri cittadini con la pulizia, il servizio, la precisione, la puntualità garantite al meglio.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste di intervento? La parola all'Assessore Bonino per la replica.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Ringrazio i colleghi per gli spunti utili e i ragionamenti puntuali che hanno svolto. Intanto inizierei con l'affermare che l'indirizzo che la Giunta ha voluto dare con la DGR che riguarda gli indirizzi complessivi per la sottoscrizione del contratto di servizio, ha esplicitato che l'incremento tariffario, in qualunque modo possa o debba essere previsto deve essere collegato ad una verifica sull'incremento qualitativo nell'erogazione dei servizi. Questo è un punto già fissato.
In secondo luogo ritengo utile, addirittura indispensabile, un confronto in Consiglio non soltanto in ordine agli incrementi tariffari ma in generale, alla definizione più puntuale di tutte le politiche che attengono alle risorse da destinare al disegno di legge.
Al di là della necessità che spesso ci mette nell'obbligo di affrontare manovre di carattere economico anche difficili da presentare ai cittadini lo sta facendo la Regione Lombardia con una previsione, lo ricordava qualche collega, molto pesante sugli incrementi tariffari - non credo che si possa lasciare la Regione Piemonte sprovvista di una normativa quadro che riguardi gli incrementi tariffari sul trasporto pubblico locale. Da una parte bisogna codificare che devono essere collegati alla valutazione della qualità del servizio e, dall'altra, bisogna regolarsi su un automatismo che riguardi l'adeguamento con l'inflazione. Non possiamo lasciare alla discrezionalità dell'amministrazione Bresso, della Giunta Cota o ai casi fortuiti o meno dei bilanci regionali o nazionali, la definizione di una politica tariffaria. Non è serio, dal mio punto di vista.
Dovremmo immaginare, insieme, di scrivere una legge che spieghi come la Regione intende regolarsi nei confronti della politica tariffaria per il trasporto pubblico locale. La ragione per cui non mi sento di sottoscrivere l'adesione a questi due emendamenti - intelligentemente proposti perché ne condivido appieno la filosofia, cioè il confronto con il Consiglio - è che non ritengo di poter vincolare la definizione di eventuali e necessari aumenti tariffari, la definizione di una legge che disciplini in maniera stabile la relazione tra l'inflazione e l'adeguamento tariffario.
L'obiettivo - l'ho detto oggi e colgo l'occasione per ripeterlo in Consiglio - è quello di tentare di mettere in autonomia un sistema che, al momento, copre solo ogni 30% dei ricavi, il costo dell'intero sistema di trasporto pubblico. C'è un margine di miglioramento consistente: immagino un percorso che ci porti in quella direzione.
Colgo l'occasione per ribadire che l'orientamento della Giunta - credo in questo di poter dire condiviso dalla maggioranza - è certamente quello di andare verso un utile confronto con le offerte che il mercato è in grado di proporre per migliorare l'erogazione del servizio, gli standard della qualità e compensare con una contrazione dei costi per la pubblica amministrazione, ma vorrei ricordare due cose.
La prima. Le gare indette da quest'Amministrazione - che, ricordo ancora una volta, checché ne diciate, sono state revocate con una determina dirigenziale perché le ragioni erano puramente tecniche, quindi c'era un problema di sostenibilità del capitolato - non sono state revocate da una DGR, ma da una determina dirigenziale. I sindacati, quando furono chiamati ad esprimersi, non furono d'accordo rispetto alle gare per come erano state formulate dalla precedente Amministrazione e richiamarono concetti inerenti alla difesa del contratto di settore e richiamarono le clausole sociali e richiamarono all'impegno tutta la politica, affinché ragionasse su alcune questioni riguardanti la struttura del nostro contratto nazionale di settore, paragonato a quello di altri Paesi.
Dal punto di vista degli imprenditori del settore, la nostra normativa è troppo rigida per consentire una reale competitività da parte delle nostre aziende, compresa quella che, in più di un'occasione, ho avuto modo di sentire definire come l'azienda di monopolio statale.
Dall'altra parte, invece, c'è chi sostiene che la maggiore flessibilità di altri contratti consente di ridurre il costo nell'erogazione del servizio, dunque consentirebbe ad altri gestori europei di competere anche sui nostri mercati a condizioni più vantaggiose. Questo è un tema del quale mi piacerebbe poter discutere con voi magari fuori dai tempi contratti che ci diamo nella discussione di una manovra finanziaria che ha tanti aspetti importantissimi, quindi non può rimanere l'unica occasione. Ci sono le Commissioni competenti, ma vorrei che il sistema delle audizioni, oltre a confrontarsi con i Comitati dei pendolari, oltre a ragionare sulle prospettive di una nuova gara che ancora, ripeto, è stata prevista come obiettivo da raggiungere entro il 2011, sul 100% del territorio, ci consentisse di capire anche dove sta la verità. Magari verifichiamolo insieme, compariamo i diversi contratti, cerchiamo di comprendere quanto incide il costo del lavoro sulla capacità da parte di Trenitalia di competere.
Credo che questa sia un'informazione che, alla fine, ci consentirebbe di lavorare tutti in maniera più libera avendo la possibilità, nella Commissione competente, di acquisire informazioni che risultano condivise da tutti, maggioranza e minoranza. Nessuno si sottrae alle proprie responsabilità.
Vi dico che certamente la scelta di estendere al 100% del territorio piemontese è una scelta di carattere politico, che sostengo e rivendico.
Non ho fiducia nella possibilità di gestire diversi lotti, in capo a diversi gestori, integrando il sistema in maniera efficiente. Questa è una mia personale convinzione, soprattutto in un contesto qual è quello nel quale ci troviamo ad agire.
Un contesto che, comunque, ci mette in relazione con un'holding che comprende al proprio interno il gestore della rete e l'erogatore del servizio: caso anomalo, del quale non condivido l'impostazione. Credo sia un forte limite rispetto ad una reale possibilità di aprire il mercato però ad oggi lo scenario è questo. Noi siamo obbligati a ragionare su obiettivi che siano di breve, medio e lungo periodo nell'erogazione di un servizio fondamentale e credo sia dovere di quest'Amministrazione prevedere un futuro nel quale i problemi possibilmente siano risolti, superando anche questo stretto vincolo nei confronti di un unico gestore.
Nell'immediato, però, abbiamo il dovere di garantire l'erogazione del servizio pubblico ad un minimo di standard che sia ritenuto soddisfacente da parte dei fruitori. L'unico modo per tentare di condizionare le scelte fatte dall'attuale erogatore del servizio - che tale comunque sarebbe rimasto per altri tre-quattro anni - è quello, allora, di sottoscrivere un contratto; magari utilizzando anche parti di quel capitolato previsto per la gara, al fine di definire un contratto più stringente di quanto non fosse quello che nel 2007 - la Presidente Bresso lo ricorderà sicuramente comportò alla fine che Trenitalia ricevesse più premi che penali. Questo infatti, si determinò alla fine, nell'ultimo anno di operatività del contratto di servizio e certo non deve più accadere. La definizione dev'essere più puntuale; il contratto non l'abbiamo ancora sottoscritto.
Da ultimo vi dico che, prima di ragionare sulle questioni legate all'incremento tariffario, siamo tutti in ansiosa attesa di conoscere il contesto relativo al trasferimento delle risorse dal livello nazionale perché è certo che dovremo fare un ragionamento in ordine alle tariffe; da un lato con l'obiettivo degli standard qualitativi del servizio, dall'altro con il trasferimento di risorse.
Concludo dicendo che l'ultima posizione assunta in sede di Conferenza delle Regioni era di prevedere tre azioni che guidassero gli interventi di tutte le Regioni, dal Nord al Sud, centrodestra e centrosinistra: la prima è un efficientamento minimo del 2%; la seconda è un incremento tariffario fino al 30%; la terza è il taglio dei servizi, laddove l'equilibrio economico di ciascuna Regione non consentisse di fare diversamente, a seguito dei tagli dei trasferimenti.
Questo era quindi lo scenario di riferimento. Sapete che oggi è cambiato: abbiamo delle prospettive nuove sulle quali stiamo facendo gli approfondimenti e attendiamo delle conferme. In ogni caso, per quanto ci riguarda, la questione dell'incremento tariffario è strettamente legata alla presentazione di un disegno di legge che ci consenta di stabilizzare l'approccio al tema delle tariffe. Questa è l'unica ragione per cui non credo che sia corretto, da parte della Giunta, seguire un approccio che va solo nella direzione di un qualche anticipo nel contatto con la Commissione. Noi porteremo il disegno di legge in Commissione e faremo tutto il percorso che ci consentirà di dare una norma stabile che valga a prescindere dal cambio di colore dell'Amministrazione.



PRESIDENTE

Grazie. Passiamo alla votazione...
(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Scusate: procediamo con le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Le ho detto prima, Assessore, che il - come possiamo chiamarlo? Lo dica lei - "vorrei ma non posso" l'avrebbe dovuto usare nei confronti dell'Amministratore Delegato, ingegner Moretti. Invece ci sta dicendo che il "vorrei ma non posso" lo usa verso di noi.
Sinceramente noi non capiamo. Ci sta venendo il dubbio che lei Assessore, più che essere intimorita - se mai lo è - dalla minoranza probabilmente è preoccupata di cosa le può dire la sua maggioranza. Non riesco a capire, infatti, la coerenza del suo ragionamento, che nel merito è sicuramente mediamente lucido. La conclusione alla quale lei è pervenuta non mi convince: non è coerente con quello che ha detto. Lei ha detto di voler discutere; ha detto, anzi, che occorre discutere con l'opposizione di tutto: tariffe, contratto di servizio, qualità, questione legata al costo del personale e quant'altro. Siccome però si tratta di cose così importanti e in modo particolare lo è la gestione tariffaria - vuole che queste questioni entrino in una legge. E di conseguenza, poiché ci sono da fare il contratto di servizio e altre cose, di questi aspetti con noi non vuole parlare. Mi sembra un atteggiamento sinceramente poco coerente.
Ripeto, Assessore, quel che lei ci ha detto: "Voglio fare in modo che di tutte queste questioni si discuta nella Commissione competente".
Apprezziamo la sua disponibilità: lo vogliamo fare anche noi. Poi però lei arriva alla conclusione di non accettare l'emendamento in questione, con il quale le chiediamo esattamente questo. Si metta d'accordo con se stessa.
Credo di aver capito bene: l'ho seguita bene. Noi le chiediamo di dar seguito esattamente a quello che lei ha detto: si discuta cioè in Commissione di tariffe, di contratti di servizio, di quant'altro attiene alla materia del trasporto ferroviario regionale. Lei ci ha detto di essere ben contenta di poterlo fare, dichiarandosi però contraria a l'emendamento: si metta d'accordo con se stessa! Per quanto ci riguarda, naturalmente, noi siamo a favore dell'emendamento presentato.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bresso.



BRESSO Mercedes

Grazie, Presidente.
Anch'io ho avuto la stessa impressione: fino a un certo punto trovavo l'intervento dell'Assessore particolarmente aperto, perché mi sembrava andasse nella direzione di confermare che questi emendamenti erano sensati e ragionevoli e poi ad un certo punto, nei sentieri che si biforcano, il discorso ha preso un'altra strada, che non sembra effettivamente molto coerente con la parte iniziale.
Non c'è dubbio, naturalmente, che se c'è una proposta di legge noi siamo disponibili sempre e in qualunque momento a discuterne, però questo bilancio occupa tutto il 2011; voi avete un impegno ad andare a gara entro il 2011 e quindi sarebbe opportuno porre qualche vincolo anche in questo bilancio. Inoltre, è altrettanto vero che non c'è nulla come avere la forza di un deliberato consiliare, per resistere anche di fronte alle continue richieste incrementali del monopolista.
Concordo sul fatto che questa è la situazione data. Penso che potremmo anche immaginare di proporre al Parlamento una legge di iniziativa regionale che si prefigga di separare il monopolista, consentendo una vera concorrenza nel campo del trasporto non solo locale, ma anche nazionale.
Questa norma, inoltre, è sicuramente contraria allo spirito delle direttive europee sulla liberalizzazione dei servizi pubblici - almeno quelli a carattere economico - e penso che magari sia stata fatta passare perché in Europa ci sono anche altri (per esempio i francesi), che si stanno comportandosi nello stesso modo: forse, come si dice, due zoppi si sono sostenuti a vicenda e hanno lasciato passare una normativa che sarebbe assolutamente contraria alle direttive europee.
Credo però che in questo momento specifico sarebbe in ogni caso utile accettare questi emendamenti e rafforzare la sua posizione contrattuale. Le risorse, infatti, servono a tante cose e credo che darne di più - in presenza di previsioni realmente modeste di miglioramento del servizio non valga tanto la pena; mentre magari tenere qualche risorsa in più finalizzata a lavorare - fatta la gara - perché ci si possa davvero costruire un sistema ferroviario e di trasporto locale in generale efficiente, forse sarebbe meglio.
Ma questo, naturalmente, lo vedrà lei. Se c'è una disponibilità a lottare contro questa situazione, che rende impossibile per le Regioni il governo del sistema del trasporto locale...
vero che è un po' più difficile "spezzare" il servizio, ma è altrettanto vero che consentirebbe di verificare anche soggetti diversi gestori diversi e livelli di costo diversi.
Un'ultima considerazione - vedo che si è distratta, per cui non mi redarguirà - relativamente al rapporto coi sindacati. In realtà, veniva garantito il contratto attuale del trasporto, ma non tutte le forme organizzative (perché è proprio nelle forme organizzative che sta l'inefficienza del sistema): quindi stipendi e garanzie, ma non il sistema di organizzazione del lavoro. Perché nessun'azienda potrà mai essere migliore di un'altra se deve organizzarsi come una che è supremamente inefficiente.
Credo che ogni tanto anche i sindacati debbano accettare, perché è inutile che diciamo ai sindacati FIAT che devono imparare anche a trattare su questioni che in passato venivano considerate intoccabili, ma non lo diciamo a quelli del pubblico impiego, che sono "ultra garantiti", perch com'è noto, i ferrovieri non li tocca mai nessuno! Garantiti sì, ma non su tutto e non su un'organizzazione del lavoro inefficiente.



PRESIDENTE

Dichiaro conclusa la fase delle dichiarazioni di voto.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 36), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 8, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Subemendamento rubricato n. 37) presentato dai Consiglieri Lepri Reschigna, Buquicchio, Artesio, Muliere, Manica, Boeti, Ronzani, Taricco: Dopo le parole "eventuali incrementi tariffari" sono aggiunte le parole "considerato altresì il piano di miglioramento qualitativo del servizio".
Emendamento rubricato n. 18) presentato dai Consiglieri Reschigna, Muliere Ronzani, Lepri, Motta Angela, Laus, Manica, Buquicchio, Boeti, Pentenero: All'articolo 9 viene aggiunto il seguente comma 3: "3. La Giunta regionale sottopone, entro 4 mesi dall'approvazione della presente legge, alla Commissione consiliare competente, il Piano degli eventuali incrementi tariffari".
La parola al Consigliere Reschigna, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Per non perdere tempo, mi limiterò a fare un unico intervento, sia in merito al subemendamento n. 37), che rispetto all'emendamento n. 18).
La ratio di questi emendamenti è la stessa che avevamo illustrato prima: semplicemente, sono riferiti all'articolo inerente al trasporto pubblico su gomma.
Innanzitutto una considerazione sul voto: se si vota contro (o se si chiede di votare contro) un emendamento che chiede solamente un momento di confronto fra la Commissione consiliare competente e la Giunta regionale su due temi importanti - quello relativo al piano tariffario sul trasporto ferroviario e quello sui miglioramenti qualitativi - vuol dire proprio che siamo in una condizione d'incomunicabilità totale. Noi non abbiamo presentato emendamenti relativi al tema delle gare o del rapporto tra Regione e Trenitalia. Certamente, abbiamo utilizzato l'occasione dell'emendamento per fare alcune riflessioni a tal riguardo, ma voi avete chiesto di votare contro a due emendamenti che chiedevano solamente un coinvolgimento su questi temi da parte della Commissione consiliare competente. Ne prendiamo atto, ma questo non fa altro che confermarci la paura che aleggia all'interno della Giunta regionale al confronto con le opposizioni sulle questioni di merito.
Su quest'articolo la logica è la stessa: si chiede un coinvolgimento della Commissione. Vorrei precisare, però, che gli emendamenti che abbiamo presentato nascevano anche da un'altra esigenza: qui siamo due volte preoccupati, perché a fronte di un incremento delle risorse sul trasporto pubblico ferroviario, per quanto riguarda il trasporto pubblico su gomma l'articolo proposto dalla Giunta regionale nella legge finanziaria prevede una diminuzione delle risorse. Ci rendiamo conto, sostanzialmente, che siamo in un momento di risorse non illimitate, per cui è giusto, dal nostro punto di vista, immaginare un percorso di progressiva diminuzione dell'intervento della Regione sul trasporto pubblico su gomma.
Le compensazioni possono essere rappresentate da una politica tariffaria, possono essere raggiunte attraverso il recupero d'efficienza o attraverso una riorganizzazione del servizio. Insomma, sono tante le politiche e probabilmente non esiste un'unica soluzione che da sola è in grado di raggiungere l'obiettivo di non squilibrare il sistema a risorse diminuite. Ma proprio per queste ragioni e perché riconosciamo tutti l'importanza di questi temi, ci deve spiegare, Assessore, perché sarà contraria all'accoglimento anche di questi emendamenti.
Forse ha ragione il Vicecapogruppo a dire: "Mi scusi, ma lei ha paura della sua maggioranza?" Perché, sostanzialmente, noi chiedevamo solamente la possibilità di esprimere un parere di Commissione su quegli atti. Le ricordo che in Commissione valgono i voti che ci sono in Aula, con ancor meno problematiche gestionali sulla tenuta della maggioranza da parte vostra.
Noi immaginavamo utile questo metodo perché consentiva, comunque, un coinvolgimento della Commissione consiliare competente, avendo oltretutto un'altra consapevolezza: non finiscono qui le problematiche e le difficoltà d'approccio su due temi così rilevanti come il trasporto pubblico su ferrovia e su gomma. Proseguiranno. Perché la partecipazione e l'attenzione al dibattito che si respira nella comunità piemontese è talmente ampia che sarà, comunque, oggetto di un intervento e di una forte sollecitazione politica da parte nostra.



PRESIDENTE

Chiedo scusa - peraltro è la seconda volta in due giorni! - ma lei ha sei minuti a disposizione per l'illustrazione, essendo il primo firmatario.



RESCHIGNA Aldo

Accolgo le scuse, però è riuscito a farmi perdere il filo.
Poiché preferisco non dire stupidaggini, mi fermerei qui.



PRESIDENTE

Sono in debito.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Una considerazione ai margini dell'intervento della collega Bonino: ci sono emendamenti, come questo e quello precedente, che la Giunta ha titolo per respingere, ma altri francamente sono coerenti con i ragionamenti che lei stessa fa. Io non me lo spiego.
L'emendamento di prima stabiliva che esistesse un rapporto tra aumenti tariffari e qualità del servizio o mi sbaglio? Lei ha dichiarato al Piemonte, insieme al Presidente Cota, che la sua Regione, la vostra Regione, la sua Giunta posticipava di sei mesi l'entrata in vigore dell'aumento tariffario esattamente per questa ragione. Perché voleva stabilire un nesso, un rapporto fra l'aumento tariffario che scatta il 1 luglio 2011 in Piemonte e il fatto che a quest'aumento corrispondesse una diversa qualità del servizio del trasporto ferroviario.
Noi abbiamo tradotto in un linguaggio normativo ciò che lei ha dichiarato sul piano politico. Mi domando: perché avete respinto un emendamento del genere? Cosa c'entra con questa, diciamo così, norma l'impegno che lei ha assunto e che noi apprezziamo di venire in Commissione per discutere la legge con la quale si affronta anche il tema delle tariffe? Noi stiamo discutendo oggi della legge finanziaria sulla quale lei ha proposto un emendamento che prevede gli stanziamenti per finanziare il trasporto pubblico locale nei prossimi tre anni. Chi vi ha impedito di stabilire lì una norma che fosse coerente con quanto avete dichiarato al mondo in questi giorni? Io non lo capisco.
un emendamento che contesta il fatto che avete abbandonato la gara e lo capisco. È un emendamento che contesta la politica dell'Assessore Bonino e lo capisco, ma con l'emendamento vi chiediamo di stabilire una relazione tra le tariffe e la qualità del servizio. E lei, poco fa, ha detto di no al nostro emendamento, affermando esattamente quelle cose lì! Se sono tonto - e può essere - non capisco cosa voi dite, ma se non lo sono constato che esiste una contraddizione tra questo fatto e il resto. Il ragionamento si propone esattamente per il trasporto pubblico locale su gomma, è negli stessi termini. Se ho capito bene, dobbiamo affrontare un grosso nodo che riguarda la carenza di risorse finanziarie. In futuro vi sarà un problema perché i tagli operati quest'anno, cui lei ha tentato di opporsi e che sono in parte anche figli di un riparto che ha penalizzato il Piemonte (come lei ci ha detto in Commissione), e quelli che verranno il prossimo anno - spero che potranno essere mitigati - c'impongono una politica di riorganizzazione del trasporto pubblico locale anche su gomma in una fase nella quale è aperta, diciamo così, la fase delle gare eccetera.
Concreto è il rischio che la riorganizzazione in taluni casi nelle nostre aziende determini non un miglioramento del servizio, ma un peggioramento, perché non tutto ciò che è riorganizzazione comporta un miglioramento.
Allora noi diciamo anche in questo caso: "Bene, affronteremo anche lì la partita delle tariffe". È un nodo che dovrà sarà affrontato con grande rigore, però vi diciamo che la partita delle tariffe va affrontata, anche qui, stabilendo un legame, un nesso tra il servizio e le tariffe.
Ripeto, con ciò sostenendo cose che il Presidente Cota ha detto l'altro giorno a Biella o che ha detto sui giornali. Ho letto un'intervista del Presidente Cota rilasciata ad un giornale locale in cui minimizza o enfatizza oltre ogni misura decisioni che avete assunto per quanto riguarda le ferrovie, annuncia un miglioramento del servizio, cosa della quale mi permetto di dubitare, non perché voglia attribuire delle responsabilità. Vi sarà questo miglioramento, ma conoscendo Trenitalia loro non saranno in grado di fare ciò che voi chiedete per una serie di motivi, e ormai siamo alla prova del nove. Vi chiediamo di fare una norma che, in qualche modo stabilisca questo rapporto e voi vi opponete.
Noi invece insistiamo che questo rapporto venga stabilito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere per l'illustrazione.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Sinceramente, non capisco. Tra l'altro per evitare tutti questi interventi bastava accogliere un emendamento che sinceramente non è che chiedesse molto: chiedeva di sottoporre alla Commissione Consiliare competente il Piano tariffario, il piano qualitativo: è una richiesta minima. Non vedo perché non parlarne in Commissione. Davvero non capisco.
Tra l'altro, adesso l'Assessore Cavallera è al telefono, ma se c'era un esperto nel chiedere di sottoporre gli argomenti in Commissione era il collega Cavallera. Nella scorsa legislatura, ogni volta che discutevamo una legge, un provvedimento, l'attuale Assessore Cavallera chiedeva con un emendamento di sottoporre le questioni, giustamente, alle Commissioni competenti. Ma se vogliamo svolgere un ruolo come Consiglio regionale adesso lo dico anche ai colleghi della maggioranza - se vogliamo svolgere un ruolo, occorre essere minimamente a conoscenza dei provvedimenti e delle questioni. Siccome la questione del Piano tariffario non è una questione da poco, non è una questione irrilevante, credo che portarne a conoscenza la Commissione e fare in quell'ambito una discussione sia, tra l'altro, anche a garanzia dell'operato dell'Assessore.
Il fatto che l'Assessore vada in Commissione e sottoponga ai Gruppi consiliari la questione, richiede una copertura politica da parte della sua maggioranza anche su un tema delicato come quello, credo che sarebbe il minimo.
Quindi, davvero non capisco perché si è negato prima. Tra l'altro, devo dire che questo è legato al trasporto su gomma, l'altro era legato al trasporto ferroviario, secondo me era da approvare, sia uno che l'altro.
Abbiamo messo in evidenza nei nostri interventi quali sono le criticità, qual è la situazione, insomma cose note e, come ho detto prima note prima di tutto all'Assessore che quotidianamente affronta questi temi.
Poi, noi abbiamo una visione e l'Assessore un'altra; noi non abbiamo condiviso le scelte che la Giunta ha assunto, ma quanto meno vorremmo lo stesso coraggio che la vecchia maggioranza ha assunto su un tema delicato come questo. In ogni caso, abbiamo detto che verificheremo.
Accidenti! Se chiediamo di portare questi temi all'attenzione della Commissione, credo che sarebbe opportuno, anzi è opportuno a garanzia di tutti, non solo della minoranza, ma anche della maggioranza, che è assente da questo dibattito. Capisco, ma quando poi chiederanno di essere coinvolti sui provvedimenti sarà troppo tardi anche per loro. Noi ribadiamo la nostra richiesta alla Giunta e all'Assessore in particolar modo affinché la Commissione consiliare competente venga coinvolta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Il Consigliere Muliere diceva che non capisce come sia possibile che l'Assessore non è disponibile a concedere il minimo vitale (per usare questo termine) di una democrazia compiuta, che è consentire ai Consiglieri regionali di discutere di cose molto importanti che riguardano la vita dei cittadini. Io capirei, Assessore Bonino, se avessimo presentato un emendamento in tempi di vacche magre che prevedesse un aumento della spesa se fossi qui a chiederle dove sono i soldi per il sistema ferroviario metropolitano della Val di Susa, giusto per mettere lì una parola che lei conosce, un argomento del quale non so se si sta occupando, ma si dovrebbe io credo - occupare. Non un aumento della spesa.
Ricordo i bilanci dei cinque anni precedenti. Gli emendamenti dell'opposizione avevano l'obiettivo di aumentare i costi. In quel caso grazie ad un Regolamento "farlocco", si trattava in gran parte di marchette elettorali che i Consiglieri regionali portavano a casa e devo dire che qualche volta, l'abbiamo anche concesso, per consentire alla situazione di sbloccarsi - il Consigliere Giovine, che è assente, era un maestro in questa politica.
Quando si presenta un emendamento che dice di discutere di questioni importanti, il fatto che lei, addirittura, si rifiuti di consentire alla Commissione di discutere è un fatto sicuramente incomprensibile per il collega Muliere, comprensibile per me. La situazione è sempre la stessa.
Voi pensate che la modifica del Regolamento vi permetterà con un maxiemendamento di bocciare tutto quello che abbiamo detto in quest'aula in questi giorni, di portare a casa il bilancio e di chiudere così il capitolo. Ritenete che chi ha vinto le elezioni sia il governo del popolo come dice il Presidente del Consiglio - e vi autorizzi a fare esattamente tutto quello che vi passa per la mente, ma credo che questo non sia corretto.
Voi avete deciso di abolire le gare e, trattandosi di un fatto politico, naturalmente, credo possa anche essere ammissibile, non ci raccontate fandonie, non è un fatto tecnico.
L'invito che mi permetto di rivolgerle, Assessore, è di non schierarsi con Moretti contro i cittadini di questa Regione. Questo mi pare sia l'errore che l'Assessore Bonino sta commettendo: sta scegliendo Moretti, la sua arroganza e la sua presunzione rispetto, invece, ai bisogni che emergono dai cittadini, che ogni giorno si trovano costretti a confrontarsi con treni freddi d'inverno e caldi d'estate, con i sedili, come diceva oggi lo stesso Assessore, pieni di pulci, che, da un punto di vista igienico sanitario, non garantiscono la salute dei cittadini. Non mi stupisce, si stupisce il Consigliere Muliere, ma non si stupisce il sottoscritto, è lo stesso ragionamento.
Nei rimanenti cinquanta secondi, parlo del Piano socio-sanitario perch non so dove parlarne. È lo stesso ragionamento: lei, come l'Assessore Ferrero, il dottor Zanon e l'Assessore Maccanti, ritiene che noi non ci dobbiamo occupare delle questioni che attengono alla vita dei cittadini di questa regione. Se ne può parlare in famiglia, nelle riunioni di maggioranza, sui giornali, anzi, più frequentemente, sul giornale di famiglia, che ha una diramazione in Piemonte, ma la Commissione e i Consiglieri non devono occuparsi di questi problemi.
Credo che un po' di buonsenso dovrebbe indurvi ad avere un atteggiamento maggiore d'umiltà. Assessore Bonino, anche nel centrosinistra abbiamo avuto degli Assessori che hanno mostrato arroganza e presunzione ma non sono finiti bene.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boeti.
La parola al Consigliere Lepri per l'illustrazione.



LEPRI Stefano

Chiedo l'attenzione dei colleghi perché volevo chiedere loro cos'è questo.



(Il Consigliere Lepri mostra un foglio bianco)



LEPRI Stefano

un foglio bianco.
Ci sono due modi per rappresentare questo foglio bianco. Il primo è quello utilizzato da Marchionne quando, qualche settimana fa, si è seduto con i sindacati e ha detto: "Ricominciamo da un foglio bianco per riempirlo insieme". Poi, naturalmente, ha esposto le sue condizioni, ma, almeno apparentemente, è ripartito da un foglio bianco.
Poi, c'è un altro modo di interpretare questo foglio bianco, è quello di cui sta dicendo l'Assessore Bonino: "Datemi carta bianca".
"Datemi carta bianca" non è come dire: "Riempiamo insieme il foglio bianco" e lei ci dice: "Datemi carta bianca", a meno che non ci ripensi perché ancora non ha espresso la sua opinione, magari, a forza di insistere, la stiamo convincendo, è quello che speriamo.
Se lei ci dice - come ha detto prima - che non vuole prendersi da sola la responsabilità di decidere sulle tariffe, al punto da voler presentare un disegno di legge, facendo in modo che, evidentemente, l'incremento tariffario sia legato al miglioramento qualitativo, lei, sostanzialmente ci ha detto che è d'accordo con il nostro emendamento. Dicendo che vuole presentare un disegno di legge, che le tariffe sono legate al miglioramento qualitativo e discuterne insieme, allora cosa può ostacolare da parte sua l'accettazione dell'emendamento? Solo la contraddittorietà delle sue affermazioni, perché, se lei è coerente con quanto ha detto, non può non accettare l'emendamento che le chiediamo.
Concludo sempre con il mio tormentone. Mi pare, Assessore, che se lei non accetta il nostro emendamento più che richiamare il "vorrei, ma non posso", lei ci ricorda che "potrei, ma non voglio".



PRESIDENTE

Grazie, collega Lepri.
La parola alla Consigliera Manica per l'illustrazione.



MANICA Giuliana

La vicenda a cui abbiamo assistito sui due emendamenti precedenti non vorrei si ripetesse anche su questi, che riferendosi, all'articolo 9, al finanziamento dei servizi di trasporto pubblico locale su gomma, invece che di trasporto pubblico ferroviario, sia una non corretta interpretazione di un nuovo regolamento.
Guardate, che in questa Regione servisse un nuovo Regolamento era opinione condivisa tra maggioranza e opposizione; insomma, che la possibilità, da parte di una maggioranza, di governare e, da parte delle opposizioni, d'avere diritti di tribuna e di svolgere una seria operazione di controllo fosse un elemento di modernità, diciamo così, dell'attuale meccanismo di funzionamento delle istituzioni. Altro è interpretare un Regolamento che consente alle istituzioni di funzionare meglio, sia alle maggioranze che alle opposizioni, svolgendo meglio il loro ruolo al di fuori di una qualsiasi logica consociativa, ma come? Qualunque cosa viene detta in aula non ha alcun valore, non si è disponibili a prenderla in alcun modo in considerazione, tanto poi si presenta il maxiemendamento e anche se l'opposizione, o chiunque altro - eventualmente, anche un Consigliere di maggioranza lo potrebbe fare - proponesse una cosa giusta di buonsenso e migliorativa non la si ascolta nemmeno e si dà preventivamente il parere negativo della Giunta.
Guardate, se questo è il modo di utilizzarlo, sappiate che non è un elemento che arricchirà questo bilancio, né questo dibattito.
Nell'interesse di tutti, sarà meglio fare un po' più di pratica e di rodaggio istituzionale in questa direzione, perché questo non è più un elemento migliorativo, ma un elemento assolutamente peggiorativo del dibattito e di qualsiasi provvedimento.
Ho voluto svolgere questa considerazione, siccome siamo rimasti tutti molto perplessi e un po' stupefatti dalle argomentazioni addotte dall'Assessore. Sostanzialmente, diceva che l'emendamento da noi presentato era corretto e che avevamo ragione. Inoltre, lei andava oltre al collegamento dell'aumento tariffario da portare in Commissione, al miglioramento qualitativo dei servizi e ad un loro monitoraggio, perch addirittura, introduceva la possibilità di adottare una legge. Cosa non coinvolge maggiormente le Commissioni, e addirittura il Consiglio, se non la presentazione di una legge, con le consultazioni e la sua discussione (prima, in Commissione e, poi, in Aula)? Poi, in modo assolutamente schizofrenico, ha preso questi emendamenti e annunciato che il parere della Giunta era assolutamente negativo.
Noi vorremmo sottoporle queste considerazioni, affinché lei provi a valutare se, magari, non ci sia stata un'affrettata interpretazione del Regolamento nel suo precedente intervento, per cui la Giunta aveva deciso che, comunque, si diceva di no a tutto e si ricorreva al maxiemendamento.
Provi a pensare un attimo al merito e al contenuto di questi argomenti.
Siccome errare humanum est, perseverare diabolicum, magari, assumendo questa considerazione - un atto schizofrenico può compierlo chiunque soprattutto quando lavora con una nuova normativa - potrà considerare questi due emendamenti all'articolo 9 e ritenere che, invece, emendando anche la vicenda precedente, possano essere accolti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Manica.
La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Riprendo le parole con le quali il collega Lepri, prima, ha terminato il proprio intervento e secondo la quale, malgrado le affermazioni di principio, non si vuole dare consequenzialità a quanto è stato affermato.
Oggi noi sappiamo in quali condizioni si trovi il trasporto ferroviario; quest'oggi chi ha partecipato all'audizione...



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Pentenero, lei non ha firmato l'emendamento, e siamo in fase d'illustrazione.



PENTENERO Giovanna

vero. Però posso firmarlo, se è possibile.



PRESIDENTE

Certo. La tengo prenotata dopo la Consigliera Bresso.
La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Voglio fare solo una considerazione relativamente all'emendamento. Sar in difficoltà a capire il senso delle cose scritte e dell'italiano così com'è espresso, ma ho sentito l'intervento dell'Assessore prima e delle dichiarazioni relativamente alla filosofia che sta dietro ad una coerenza che deve esserci tra gli eventuali possibili aumenti tariffari e la necessità che questi siano legati ad una qualificazione delle prestazioni.
Mi pare che questo sia stato detto e ribadito sia in quest'Aula sia fuori quindi francamente non riesco a capire perché nel momento in cui mettiamo per iscritto questa questione con un emendamento, il parere della Giunta sull'emendamento sia negativo.
La sensazione che ho è che sia la Giunta che fa ostruzionismo all'approvazione, perché se si fosse detto sì a questa cosa, avremmo evitato una quindicina d'interventi a sostegno dell'emendamento e una quindicina di sostegno a quello precedente.
Francamente non capisco il senso, perché nel momento in cui si dice che chiediamo che sia considerato altresì il miglioramento qualitativo - cosa che voi dite continuamente - non ho ben capito dove sta l'inghippo.
Quindi, vorrei capire da questo punto di vista quali sono le motivazioni fortemente ostative alla possibilità d'accoglimento dell'emendamento. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Laus per l'illustrazione.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente. Può sembrare apparentemente che questo mio intervento sia un intervento ostruzionistico, ma non è vero, perché anche i colleghi della maggioranza mi conoscono e sanno che io non mi presto a questi comportamenti.
Facevo una chiacchierata prima con me stesso, parlavo con me stesso e poi mi sono confrontato con il collega Ronzani sul fatto che questa Giunta è sorda. Allora ci chiedevamo: quale tipo d'intervento possiamo fare per esplicare al meglio la nostra efficacia di Consiglieri d'opposizione, di fronte ad una Giunta così sorda? Chiaramente non faccio solo riferimento all'Assessore Bonino.
Allora adesso voglio svolgere un intervento in modo diametralmente opposto a quello che ha fatto il collega Ronzani.



(Il Consigliere Laus, in piedi rimane in silenzio)



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Laus.



(Il Consigliere Laus, in piedi continua a rimanere in silenzio)



(Commenti dai banchi della maggioranza)



LAUS Mauro

Poi vi spiego l'efficacia di quest'intervento.



PRESIDENTE

Siccome sono sordo di famiglia...



LAUS Mauro

Presidente, mi dia il giusto tempo e lei non mi deve interrompere.



(Il Consigliere Laus, in piedi continua a rimanere in silenzio)



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Scusate, l'aula non è un teatrino. Il Consigliere Laus ha diritto di essere ascoltato anche quando interviene in silenzio.



LAUS Mauro

Presidente, ho visto che ha bloccato il tempo e visto che so che lei mi vuole bene, non ne approfitto e quindi concludo l'intervento.
Non volevo rimanere in silenzio per dieci minuti come aveva fatto l'ex collega Mariangela Cotto.
Volevo dire che alla fine se non ci incamminiamo nel sentiero della ragionevolezza, del confronto e dell'incontro, o parliamo o non parliamo è la stessa cosa.
Questo mio silenzio è diverso dalle parole e da quanto hanno detto in modo compiuto e sensato i miei colleghi? No.
Abbiamo trasferito la questione nell'aspirazione al giusto epilogo? No.
Quindi, il mio vuole essere un invito per dire: quando trovate degli emendamenti che possono non stravolgere la vostra azione politica, aprite questa finestra di dialogo, ma non nell'interesse nostro, non nell'interesse dell'opposizione, ma nell'interesse di una democrazia partecipata.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la fase dell'illustrazione.
aperta la discussione generale.
La parola alla Consigliera Bresso.



BRESSO Mercedes

Presidente, ho quattro minuti a disposizione?



PRESIDENTE

No, due minuti perché siamo in discussione generale.



BRESSO Mercedes

Siamo in discussione generale, ma su due emendamenti.



PRESIDENTE

Siamo in discussione generale su entrambi gli emendamenti all'articolo come previsto dal regolamento.
L'illustrazione è di tre minuti per il primo firmatario e di due minuti per gli altri firmatari. Successivamente, si chiude l'illustrazione e si apre il dibattito generale su tutta la massa degli emendamenti, in questo caso due, e sull'intero articolo: due minuti per Consigliere.



BRESSO Mercedes

Pur non essendo firmataria degli emendamenti, ma solo per un momento di distrazione visto che li avrei firmati volentieri, concordo sul merito degli emendamenti.
Mille volte abbiamo sentito - e ho partecipato a questo Consiglio all'opposizione e in maggioranza in più momenti della sua storia ormai abbastanza lunga - richiamare la Giunta al dovere di rispettare le competenze del Consiglio.
Quindi, non capisco francamente in cosa non possa essere accettato un piano di eventuali incrementi tariffari, l'accettazione di un emendamento che sottopone alla Commissione consiliare competente un piano degli eventuali incrementi tariffari, considerato naturalmente altresì il pieno miglioramento qualitativo del servizio, perché è una specificazione di quello.
Eventualmente si può precisare il termine "sottopone" e chiarirlo in "sottopone per parere", oppure "sottopone per informativa". Fate una proposta che dica come pensate di poterlo accettare.
Però mi sembra che siamo ormai nel pomeriggio avanzato, non abbiamo più molto tempo, Natale incombe, c'è la neve, non è sicuro che questa sera il numero legale riuscirete a mantenerlo. Forse superare con una semplice accettazione questa situazione e andare avanti sulla strada dell'approvazione della finanziaria, potrebbe essere utile a tutti.
Quindi, suggerisco di considerare che non c'è nulla di male a sottoporre e che soprattutto in ogni caso si dovrebbe venire a parlarne - e concludo - in aula, in qualche modo, via interrogazione, via interrogazione urgente, via ordine del giorno. Suggerirei di provare ad accoglierlo questo ridurrebbe anche il numero delle dichiarazioni di voto con tutti i relativi vantaggi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Riprendo l'intervento di prima. Mi scuso ma, onestamente, non avevo prestato attenzione all'aspetto regolamentare e procedurale.
Riprendo l'intervento in continuità con quanto diceva prima il Consigliere Lepri secondo cui, in effetti, c'è una condivisione degli obiettivi, dei contenuti e dei valori, ma poi si esprime un parere negativo in merito all'emendamento.
L'efficacia dell'azione di una minoranza sta nella proposta. Fino ad ora si è cercato di fare un'opposizione volta anche a proporre e a suggerire elementi che possono migliorare l'azione dell'efficacia della Giunta, quindi della maggioranza. Non si comprende perché ci sia quest'atteggiamento di assoluto non ascolto, di un muro nei confronti delle proposte che la minoranza avanza.
Nel momento in cui parliamo dei trasporti, l'incontro che abbiamo avuto oggi con il Comitato dei pendolari ne fa testimonianza. Ognuno di noi andando sui territori, incontra rappresentanti delle associazioni, si incontrano persone che, quotidianamente, vivono il disagio di un servizio pubblico difficile e complicato. Di un servizio pubblico, ricordo le parole che oggi sono state ricordate dal Comitato pendolari, e di treni dove spesso non si aprono le porte, di treni che si sa quando partono - a volte non si sa nemmeno quando partono - e che non si sa se arrivano.
Una situazione davvero molto complicata e difficile. Se si dovrà parlare di eventuali incrementi tariffari, dovremmo immaginare che questi siano volti a migliorare il quadro complessivo del servizio che noi offriamo, e non certamente e soltanto per un'azione quasi ordinaria rispetto agli aumenti tariffari e rispetto ad una situazione per la quale abbiamo oggi una crisi oggettiva. Le famiglie già faticano ad andare avanti nella propria vita quotidiana, figuriamoci se incrementassimo le tariffe dei treni senza fa seguire a questi aumenti un miglioramento dei servizi che eroghiamo.
Ci auguriamo davvero che ci sia un ripensamento e che questo muro contro muro possa, in qualche modo, terminare. Speriamo che si apra una fase di ascolto, quindi anche di valutazione positiva rispetto a suggerimenti assolutamente importanti per i piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Intervengo in discussione generale per porre una questione che va al di là dell'emendamento.
Torno a domandarmi per quale ragione un emendamento così ovvio non sia stato accolto dall'Assessore. Ci sono emendamenti di sostanza che cambiano il senso della politica della Giunta regionale e che una maggioranza non può accogliere, ma ci sono, invece, emendamenti che sono integrativi e non contraddicono la politica della Giunta regionale. Questo è un emendamento del secondo tipo.
Naturalmente non è che accogliendo l'emendamento cambia il rapporto tra maggioranza e minoranza. È un emendamento che noi presentiamo con l'obiettivo di riaffermare un principio non secondario: rapporto tra tariffe e qualità del servizio. Il centrodestra l'ha posto in centomila occasioni. Se fossimo minimamente coerenti, dovremmo accogliere l'emendamento. Anche quello di prima, per la verità, perché sono emendamenti molto scontati. Avremmo evitato un'ora di discussione.
evidente che un emendamento come questo, se accolto, avrebbe tolto di mezzo una dozzina di interventi da parte nostra e non avrebbe tolto nulla alla politica della Regione. Non avrebbe, cioè, introdotto un elemento di contraddizione nella politica vostra; non avremmo usato l'emendamento per dire, una volta approvato e modificato l'articolo, per dire "abbiamo cambiato la politica della Regione Piemonte". No, non avremmo cambiato un bel nulla; potevamo, semmai, sostenere che, avendo noi proposto un emendamento che la maggioranza approvava, avremmo costretto l'Assessore ad inserire, non solo nella legge che presenterà in Commissione, ma anche qui un emendamento che riconduce a coerenza le parole che ha pronunciato l'Assessore in Aula. Francamente questo non lo capisco.
Il collega Chiezzi avrebbe detto, in epoca non sospetta, al Presidente Cattaneo, che la maggioranza faceva ostruzionismo a se stessa. Ci sono emendamenti per cui è giusto impegnarsi in una battaglia, altri che accogliendoli, toglierebbero di mezzo un problema ed eviterebbero che la discussione si protraesse per due ore. Noi abbiamo discusso due ore, per la semplice ragione che la maggioranza ha ritenuto di non accogliere due emendamenti che non contraddicono la politica della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Ne approfitto per fare qualche battuta sul finanziamento dei servizi di trasporto pubblico locale.
Su questa materia è necessaria una politica riformista vera. Prendo come esempio, il Comune di Torino. Qualche giorno fa, a mie spese, ho fatto fare una ricerca dalla quale si evince che Torino è al penultimo posto in Europa per la qualità dell'aria; a Torino, oltre un'ora al giorno, viene mediamente spesa per lo spostamento urbano. Gli incidenti a Torino nel 2009 per la mobilità sono stati 6.400, con 12.962 veicoli coinvolti e posso continuare ancora. Il costo sociale della mobilità è di 550 milioni di euro. Non sto scherzando con questo intervento.
La questione del trasporto pubblico urbano gratuito, Assessore, nella città di Torino e nell'area metropolitana di Torino, secondo me, può essere presa seriamente in considerazione. Tenga conto che GTT copre meno del 15 dei suoi costi con i ricavi da titoli di viaggio. Significa che incassiamo e lei lo sa, 70 milioni di euro. Quindi, a mio avviso, la vendita dello sbigliettamento è antieconomica.



(Scampanellìo del Presidente)



LAUS Mauro

Chiedo solo qualche secondo in più perché stavo parlando di una questione seria, che sarà resa pubblica in qualche convegno. Mi farebbe molto piacere che la maggioranza avesse un occhio di riguardo su queste proposte, stiamo parlando di proposte di numeri.
Questo potrebbe rivoluzionare, effettivamente, il sistema del trasporto pubblico locale. Sicuramente non è questa la sede per approfondire questo ragionamento, spero di farlo, anzi lo farò, in Commissione e in un'altra sede.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Dovremmo evitare che il dibattito, su questi emendamenti diventi, ad un certo punto, quasi paradossale. Mi rivolgo al Presidente del Consiglio e all'Assessore competente, che con grande attenzione ci ascolta. Non accoglie e non dà parere positivo su nessuno degli emendamenti che abbiamo presentato, però ascolta con grande attenzione e partecipa alla discussione in corso.
La questione che vorrei porre è se è ancora necessario andare avanti con un dibattito su questi emendamenti che rischia di diventare paradossale. Nella discussione generale, dopo la parte di presentazione dell'emendamento, si è arrivati senza capire a questo punto, avendo inteso che nella vicenda precedente forse c'erano stati o una sottovalutazione, o un errore, o una fretta eccessiva nel non accogliere un emendamento assolutamente comprensibile e peraltro, stando nel senso dei suoi orientamenti, condivisibile anche da parte della Giunta. Non so se dobbiamo continuare indefinitamente con questa discussione o se forse da parte della Giunta vi è una riflessione e si può con l'emendamento cercare di correggere quanto avvenuto con quello precedente.
Presidente, vado avanti a parlare perché come lei sa non mi spavento.
Però, in effetti, le condizioni sono al di là del limite.



PRESIDENTE

Questo lo posso lasciare all'educazione dei singoli e al rispetto che vogliono dare del suo intervento. Non posso...



MANICA Giuliana

Ma lei veda, per quanto di sua competenza, se può fare qualche cosa con il campanello.



PRESIDENTE

Dovrei suonarlo fisso, ormai.
Prego, Consigliera Manica: continui.



MANICA Giuliana

Anche il campanello, ormai, non funziona più: ha perso ogni sua efficacia.
Ecco, potrebbe essere una scelta se la Giunta a questo punto dicesse insieme alla Presidenza del Consiglio: bene, facciamo uno stop alla discussione generale e riflettiamo su questi due emendamenti. Se così non fosse, saremmo costretti a continuare in un'illustrazione che tenta di convincervi.
Abbiamo parlato prima del trasporto ferroviario; abbiamo enucleato tutte le difficoltà dentro le quali ci troviamo. Ci è sembrato che l'Assessore fosse anche in parte consapevole del fatto che lavorare con qualcuno che stabilisce i contratti in regime di monopolio implica una cosa molto semplice: che all'inizio ci sono tappeti rossi stesi da tutte le parti e che, al momento in cui si cominciano le applicazioni, succede una cosa molto semplice e cioè che, operando in regime di monopolio, si pu fare esattamente tutto quello che si vuole; qualche volta salvando la faccia e qualche volta non salvando neanche la faccia. C'è quindi una comprensibile preoccupazione perché i gestori si sono resi assolutamente indifferenti rispetto al fatto che si potessero applicare sanzioni.
Abbiamo una situazione come questa, pur rinviata di qualche tempo: non credo che voi riprenderete la vicenda della gara perché le questioni con il sindacato di cui lei, Assessore, ci ha parlato ci sono molto note; sappiamo anche che le garanzie, l'occupazione, i contratti, lo status precedente erano oggetto della discussione che doveva essere fatta e delle garanzie che dovevano essere date. Il fatto però che anche sul trasporto su gomma su cui, come giustamente diceva il Consigliere Reschigna, vi è una rimozione dell'investimento - non si accolgano questi emendamenti ci pare un pochino significativo. Mi chiederei se a questo punto, prima di continuare con gli ulteriori interventi, non ci sia un ripensamento da parte della Giunta e se magari l'Assessore non voglia intervenire.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per la Giunta regionale, l'Assessore Bonino ne ha facoltà.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Intanto ringrazio per il garbo e la delicatezza di molti colleghi Consiglieri intervenuti: questa sera vado a casa portando con me un bagaglio di definizioni interessanti che vanno dall'arrogante, alla sorda passando per la schizofrenica. Devo dire però che comprendo che è possibile, nella dialettica tra Consiglio e Giunta; anzi, devo dire che qualche volta invidio un po' la libertà di manovra che i colleghi Consiglieri hanno nel momento in cui intervengono su questioni così interessanti.
Io invece mi limiterò a dire che mi pareva di avere raccolto e addirittura potenziato, nel mio intervento, il suggerimento proveniente dall'emendamento della minoranza o di alcune sue componenti. Ne ho parlato anche con i colleghi della maggioranza spiegando che il percorso, anzich tentare di bypassare il Consiglio sulla vicenda delle tariffe - come forse avete ritenuto di comprendere voi, certamente per un mio difetto nell'esposizione - si propone di disciplinare il tema degli incrementi tariffari attraverso una legge. Quale provvedimento più di una legge ha la possibilità di essere valutato, integrato attraverso i lavori della Commissione e poi, in sede di Consilio, ancora emendato, migliorato potenziato? Sono convinta - lo ripeto ancora una volta - che il tema degli incrementi tariffari non possa essere lasciato alla discrezionalità di questa o di quella Giunta, prevedendo solo un passaggio in Commissione nel momento in cui la si deve informare con un certo anticipo della decisione di procedere. Ritengo che sia necessario prevedere una legge e da questo punto di vista credo sia obbligo di questa maggioranza affrontare con serietà questo tema, riconducendolo all'obiettivo di arrivare ad una maggiore autonomia del sistema, basandosi su regole certe e prevedendo all'interno della stessa norma che riguarda gli incrementi tariffari, le valutazioni in ordine al miglioramento della qualità del servizio. Lo si potrà fare potenziando il ruolo degli ispettori, che non dovranno più verificare soltanto l'erogazione del servizio ferroviario e, mi permetto di dire, non più secondo gli schemi utilizzati finora: dovranno intervenire anche per verificare la qualità nell'erogazione del servizio del trasporto pubblico su gomma.
Tutto andrà integrato in una visione complessiva che tenga conto delle valutazioni fatte dalle associazioni dei consumatori, delle indicazioni che vengono da comitati, da associazioni dei pendolari, dagli ispettori della Regione e dalla valutazione di tutti quegli standard che consentono in altre Regioni dell'Europa di dire, per esempio, che l'obiettivo del 75% di soddisfazione dell'utente è un obiettivo raggiunto; mentre noi siamo intorno al 60%, secondo delle indagini che oltretutto - permettetemi - sono ancora un po' "spannometriche", all'italiana. Sembra infatti che sia un risultato credibile ma poi, quando si va a verificare il lavoro fatto dagli ispettori, ci si accorge che il risultato è la media di dati che provengono da differenti settori. È certo che il parere del pendolare che viaggia sulla Torino-Milano non è positivo nella misura del 60%: quella è la media che vede integrato un segmento fortemente debole dal punto di vista della qualità dell'offerta con uno che invece magari ha meno viaggiatori, meno richiesta di servizio e che quindi ha degli standard maggiori. Allora bisogna fare un lavoro diverso di riorganizzazione complessiva del sistema delle valutazioni per quanto riguarda la qualità e anche l'incremento tariffario collegandolo, oltre che all'inflazione, al raggiungimento di tutta una serie di obiettivi e di parametri.
Bisogna poi ragionare e fare anche una valutazione per comprendere quanto delle risorse derivanti dall'incremento tariffario deve essere destinato a consentire alle aziende di lavorare meglio attraverso nuovi investimenti e quanto, invece, deve essere destinato a ridurre la quota di corrispettivo che lo Stato accorda ai soggetti che erogano il servizio.
Il lavoro è quindi complesso e credo che vada disciplinato all'interno di una legge. Non mi sto sottraendo e vi prego di credere che non è una critica nei confronti dell'emendamento: sto dicendo però che un intervento così generico come quello proposto - ma parziale rispetto al grande lavoro che ci aspetta e che deve essere fatto in Commissione attraverso la valutazione di una legge - non corrisponde all'indirizzo politico che la Giunta intende dare su un tema così delicato.
La ragione quindi per cui chiedo al Consiglio di non intervenire con l'emendamento è che al Consiglio rimando una proposta di legge complessa all'interno della quale sarà senz'altro prevista, com'è giusto che sia anche la questione dell'informazione preventiva alla Commissione, e tutte le altre vicende di cui intenderemmo occuparci insieme durante i lavori che la Commissione farà sulla proposta di legge a cui stiamo lavorando.
Come ripeto, non si tratta di un tentativo di sottrarmi alla richiesta è semplicemente un modo per integrare, in una proposta complessiva che risponda al disegno della Giunta, una parte di percorso che, da questo punto di vista, condividiamo, con la sensibilità che oggi ha espresso la minoranza.
Però bisogna integrarla in un contesto complessivo che non si pu esaurire nel mero recepimento di questi emendamenti.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di intervento, dichiaro conclusa la discussione generale.
Ha chiesto la parola la Consigliera Bresso, per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Per la verità non so se si tratta di una dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Siamo in fase di dichiarazione di voto, per cui può intervenire solo in quel senso.



BRESSO Mercedes

Naturalmente.
Farò le mie considerazioni sotto forma di dichiarazione di voto.
Chiederei, però, l'attenzione anche dei miei colleghi presentatori dell'emendamento.
A mio avviso, una soluzione a questo lungo dibattito, che ha visto comunque un dialogo, potrebbe essere l'accettazione da parte della Giunta di un ordine del giorno - potremmo presentarlo successivamente, non c'è bisogno di redigerlo adesso - che dica che la Giunta si impegna a non modificare le tariffe fino all'approvazione della legge sul sistema tariffario. Questo garantirebbe un passaggio consiliare e tutte le cose che lei ha detto. Se lei fosse disponibile in tal senso - tanto ci sarà un dialogo su quanto chiediamo - questa potrebbe essere una soluzione da concordare.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti (fuori microfono)

Va bene.



PRESIDENTE

Gli ordini del giorno saranno ovviamente discussi e votati, come da prassi, prima del voto finale dell'intero testo di legge.
Procediamo con la votazione degli emendamenti.
Vi ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 37), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18), sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 9, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Poiché nel frattempo è arrivata in Aula l'Assessore Ferrero, potremmo riprendere l'esame dell'emendamento n. 9) e dell'emendamento n. 30), che propongono rispettivamente l'istituzione di un articolo 7 quinquies e 7 sexies.
Comunico che l'emendamento n. 9), avente come primo firmatario il Consigliere Reschigna, è stato ritirato, ma do atto che è stato ripresentato come emendamento rubricato 9.1 sul disegno di legge regionale n. 73).
Emendamento aggiuntivo rubricato n. 30) presentato dai Consiglieri Burzi Vignale, Buquicchio, Artesio, Ronzani, Reschigna, Cerutti, Carossa: "Art. 7 sexies (Contenimento della spesa regionale) 1. A seguito del rafforzamento delle limitazioni già in vigore per le nuove assunzioni previste dalla legge 30 luglio 2010, n. 122 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica), le graduatorie vigenti dei concorsi pubblici per esami, per l'accesso alla dirigenza e alle categorie, già approvate alla data di entrata in vigore della presente legge, sono utilizzate, in via prioritaria, oltre le rispettive scadenze".
Non essendovi richieste d'intervento né per discussione generale né per dichiarazione di voto, lo pongo in votazione.
Come si esprime la Giunta regionale?



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

La Giunta regionale si rimette all'Aula.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 30).
Il Consiglio approva.
La votazione, naturalmente, si estende all'articolo.
Poiché l'articolo 10 risulta più complesso, dal momento che sono stati presentati più emendamenti (di cui uno abrogativo) e visto che sono le ore 19.15, proporrei all'Aula di interrompere i nostri lavori e di ricominciare, in orario, alle ore 20.30.
Ci rivediamo alle ore 20.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.14)



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